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Brandeis University
Library
This Book
Has Been Presented By
Maurice and Badona Spertus
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HISTORIA
TUTTE L HERESIE
Defcritta
DA
DOMENICO BERNINO
Tomo Qjiarto
fin air anno 1700. I
ALLA SANTITÀ DI N. S.
CLEMENTE XL
1
VENEZIA, MDCCXVIL
Nella Stamperia Baglioni.
CON LICENZA DE SUPERIORI, E PRIVILEUIO.
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Beatiffimo Padre
eco la quarta ^olta a fuoi
Santijftmi Piedi la mia Htjtoria , per ottener
dalla S, V. quella henediz^ione y che già diede
il Patriarca Giacoh al fuo quarto Figliuolo 9
Te laudabunt Fratres tui : adorabunt Te^'"'^'^^*
Filli Patris tui . EJfendo che quefio quarto
mia
27B816
mio Torno portando [eco il pregio ài maggio-
ranz^a /òpra gli altri :, tanto nella mae^k ,
? e copia delle materie y quanto nella utilità y e
^agheZjZ^a della lez^Zjione , può ben egli augu-
rar fi vantaggio di henediZjioni , per poter quin^
di ufcire alta luce ^ come in campo aperto di
lattaria contro i moderni Heretici , più for-
nito di armi , e più ajftflito di protezione .
Fra le gran cure dunque di quejìi difficilijfimi
tempi y in cui Dio con particolar pro^idenz^a
ha collocata la S* V* su t alto Trono del Fon-
ttficato Romano , degnifi Ella volger gli occhi
ancora fi)pra quefie mie Carte ^ nelle quali la
*y. /^. rawijera tanto più m'vamente delinea-
ta fé fiejfa fra i chiarori de fuoi infigni Fre-
decejfori , quanto più *vero fi è laureo detto di
San Gregorio Settimo ^ Nufquam meliùs pof
s.Greg.vii.in fé aliquein nominari Pontificem , quàm
^°^jjR^s^°^ca. cum perlecutionem patitur propter juiti-
tiam . Ma connjien ^ che io taccia per breve
fpaZjio di tempo le fiie eccelfe laudi , cioè fin
tanto che la bocca chiufa in filenz^io dal fuo pre-
cetto mi venga aperta dalla necejfttà di ren--
der conteZjZ^a a Fojìeri degli avvenimenti an*
cor a di queflo Secolo cotanto illuflrato fra U
prefenti calamitofe , e note contingent^e dagli
tfempii gloriofi delle fue efimie Virtù, t onde
^rrepo la penna , e fol mi cofiituifìo genufl^f
fi y e cheto implorando da lei gradimento all'
Opera , e patrocinio alt Autore , e da Dio tanf
accrefamento dt "vita alla S, V. quanto dalla
S*V' fi accrefce a Lui di veneraXjione y è di
mito in quello mondo.
Della S. V.
mi
; HnmHifs, Ubbidiente Suddito
; Domenico Bernino .
Tomo IF. a ^ ^;/.
All' ////" > (f Bccr Signor Principe .
D. NICCOLO MARIA
PALLAVlt:iNO.
ICCOAfE e ben do'vuta al Fadron del
Terreno la quarta parte della mejje
raccolta , così ben fi contiene aW E, V.
il quarto Tomo di quefla Hifloria , na-
ta 5 per così dire , nelfuo Principato ,
e Terra di Gallicano , o've con lungo
ritiro ne intraprefi da frefca età il larve-
rò , pafciuto da quel grand ozjo , di cui hehbe a dire Sant*
Ly^goflino , aliar quando folitario anch' egli , fegregatofi da
fuoi domejìici , fcrijfe il nobile Trattato de H^refibus,
^•^"s-ep'.io-Nemo invideat odo meo, quod magnum habuit
negotium . Né io flimo andar lungi daW efempio di Emi-
Barcn. nentijjimo Scrittore , che benché il quarto Tomo de^fuoi an-
nali principalmente dedicale al Regnante allora Pontefice
Clemente Otta'vo , pur tuttavia non giudicò difcon^venien-
le «/-
te alla maefla dell* implorato Monarca , procacdarfi ancora
il Patrocinio di minor Principe , offerendone la ftampa al
Cardinale Ottavio Par avvicini, con il me de fimo motl'z/o , ut
cederet Terme arbor , in qua primùir cinifit pian- Bar. m DeJic.
ra radices , ond^ Jt 'yedejje crejcmto in grande altetz^a pa- Patavic.
fillus fulcus in ejus folo plantatus . A do aggiungafi U
commodita , e còpia di Libri da V- E. fomminijìrati alla
mia Hiftorìa , ona" ella invigorita con augumento di pregia-
te notizie , tutta a lei fi debba , sì per la gran ragione
della origine , come per l' altra majjima dell* incremento ^
che , fecondo il detto di S. Paolo , jì abili fce la 'vera padro- t,Cor.^
nania del frutto y Non qui piantar, efìaliquid, ncque
qui rigar, fedquiincremenrunidar.
A quefle giufle riflejfioni concorre /' altra , che più pre-
mer de've a Compjfttor di [acri fucceffi , cioè il merito fin-
golare di V. E. in cui nulla maggiormente rifplende , che
una Heroica virtù , onde il Principato ferva più toflo di
adornamento , che di fofiegno alla di lei Perfona * La no-
biltà de^ fuoi Genitori , le Porpore de'fuoi Congiunti , e fin
la dignità Pontificale de" fuoi Jkfaggiori , che altri ammira-
no nell' E. y. in me diminuifcono lo ftupore , riguardandoli
come pregi o altrui, e non fuoi, o fé pur fuoiy de" fmi fé poi-
cri . Ciò , che mi rapi fce V animo , fi è la nota , e prefente
teflimonianz,a de* fuoi lodevolijjimi coflumi^ che lo coflitui-
fcono non tanto idea de* Principi , quanto fra Principi prin-
cipalijjimo fpettacolo della divina beneficenz^a . Juventus , s.Aiiguft.rib.i.
& fenium , fcrijje come co fa rara Sant* Agofiino , in ani- ''^^''''^'
mo die pofTunr ; ed ella co* fatti ne avvera così bene lo
fcritto , chela fua vita porgendo ad altri flimolo maggiore
di forprendimento , che d* imitazione , con iflupore di quefla
gran Corte vedefi l* E. V- frequente , e maeftofa ne* Tem-
pii y amabile > & amata ne* divertimenti , apprez.z.atrice
delle lettere ■> <^ apfrezxata da Letterati , affabile fenz,* af-
fettazione co* Grandi , docile fenza biaftmo co* Domefiici , e
con un mifio tale di arte Cavallerefca , e di devozione Chri-
iUA"-
ftiana , che mera'viglia non è , ch^ Ella hahhia faputo porre
come in in'vidia apprejfo altri Principi la fua paterna Ec"
cellentìffima Cafof ^fpigliofi 5 ed eglino hahhiano non tanto
addottata Lei nella Cafa Palki'vicinij quanto comprato al-
la Cafa Palla'vicinl con ishorzp di copiofe entrate il ricco
te foro della fua ambita Per fona . Accrefca Dio neW E- V^
air una, e alt altra di quefle due nobiliffime famiglie quel-
la felicita, ci) Ella già con la efpettazjone promette ad am-
bedue 5 € goda intanto 'BsOma nell' E.V. un^ ineflo prezjofo
di Vifcendenzji , e di Principati , onde /* Italia ammiri in un
fuo folo Principe i più' rinomati 'vanti delle tre famofe Pro-
vincie, Tofcma , Ligure , e l^omma. E qui humilmente
m'inchino.
Di V.E.
Devotifsimo Obbligatifsimo Servitore
Domenico Bernmo »
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AL LETTOR
Preghiera y e Protesa adi Autore *
Abbiam folcato con piccol battel-
lo gran mare , mercè Taffiftenza
di quel Piloto, che ( ^ ) ^vm/V /"-"'• ^*
cj^ ?w^r/ imperai ; e compita h ab-
biamo co'l Quarto Tomo la lun-
ga navigazione di ciiecifette Se-
coli, e fra continui fcogli , e tem-
pefte ridotta a falvamento in Porto la nave del-
la Chiefa da* turbini dell' Herefia . Sofpendiamo
pertanto la penna , e'I cuore in voto avanti l'Al-
tare deir Altiffimo , e rifondendo nel Donatore
tutta la magnificenza del dono , hlimilmente di-
ciamo (h) ^od debmmus facerè , fecimus i & cumfe- ^ ^i^'d-^h
cerimus omnia ^ fornici inutiles fumus ì effèndo cofa che ^^
( e ) Non qui -plantat , eft aliquid , neque qui rigat , [ed
qui incrementum dM , Deus , Chiunque poi fia il Let-
tor di quefti fogli , glifiaà grado, porger preghie-
re à Dio per chi li fcrilfe , e vivo ò morto fiane T
Autore , reftar perfuafo , non haver*egli altro de-
fiderato in vita , che dieffère ( d ) utile ^as in domo a hAs.y!ug.d,
Domini , per poter quindi trapalare in morte al °''°^'"^'^*'^-
fuo Creatore (e) fecundmn fidem EleBommDei . A eMTinmci.
tal
tal fine replicamo con vero cuore le confuete Pro-
zius.À»^.dt tefte, e fé in quefto Libro {a) aliquid W indoEi'ms,
^"p% 'flini- '^^^ incautius pofitum efl , tutto fottoponiamo allacen-
celii'nlm, qZ fi;ii;2i dcI Reguaute Pontefice CLEMENTE Un-
decimojCon le medefime parole , di cui fi fervi S.
Tommafo in una fua Dedicatoria ad Urbano
b s.rh.invedi~ QliartO , {h J Sufcipiat 'veftra SanElitas prafins opus ,
zefiro difcutiendum , corrigendumcfue judicio , ^ejìra foli-
citudinis , Cj57* ohedientU me£ fruElum , ut dum a 'vohis
emana'vit praceptum , CiS^* 'voIpìs refeyvetur finale judicium ,
^ ad locum , unde exeunt y flamine re'vertamur . Cosi
Egli, e così Noi,
efl 43. ultima:
tditionis *
CAtor.CAtetìée au
re^adFrb.IF.
Con
COii quell' attenzione , che fuol'eircr dettata da un giufto piacere,
d'ordine del Revereridiflimo Padre F. Paolino Bernardin) Maeftro
del Sacro Palazzo , ho letto il decimofettimo Secolo dell' Hiftoria dell*
Erefie , contenuto nell'ultimo de' quattro Torni compofti dal Sig. Do-
menico Bernino : e non folamcnte non vi ho ritrovata cofa contraria
alla Fede, e buoni coftumi, ma bensì vi ho ammirati quei due fingo-
lariffimi pregi , che come gemme preziofe rifplendevano nel Raziona-
le del Sommo Sacerdote : yeritatcm fcUicet & do6lnnam j come ferivo
Filone ; verità, ed accuratezza nel riferire; dottrina ed erudizione nell*
impugnare gl'errori ; unendo mirabilmente l'Autore l'uno all'altro, a
fine a inferire fempre più nel cuore de' Fedeli la puritd della Cattolica
Fede; fecondo l'infegnamento di Filoftrato ad Afpafia: Facilìùf perfuo-
debimusy fi piene, ac dilucidò expltcabimus . Laonde fé è vero, come've-
riffimo , il detto di San Gregorio Nazianzeno ad Nicobolum } che
Tneclarum eji mentem hifloriarum cognitione injlru£ìamhabere: elfendo la
prefente Opera condotta a termine con tanta lode , io la giudico e de-
gna delle ftampe, e della ftima degl' Eruditi. Dat. in Roma nel Con-
vento di S, Maria in Viali 24.Agofto lyo^j.
Fr. Antonio Maria Cafìelli de* Servi di Maria tergine ,
Maeftro in Sacra Theologia, e Qualificatore del S. Uf-
Juffu
JUlliiReverendifllmi P. Paiilini Bernardiiiii Sac. Palatii ApoftoHci Magi-
ftri, opus infcriptum : Il Secolo Decimofettimo del Tomo ^. dell' Ifioria di
tutte iHerefìe , defcripta ab lUnftrifs. D.Dominico Bernino , attente legi , in
eoque nihil orthodoxìe fìdeivel probatis moribiis contrarium arbitror in-
veniri, quinimò itafediilòelaboratum, reconditaqueeruditioneparicum
diftinaione diftributum , ut hac ex parte eruditi omn/^s Catholici eolligerc
poflìnt copiofam fegetem non folum ad earum notitiani , & reftam intelli-
gentiam , fed etiam ad ingentem horrorem , ac deteftationem : ex alia
vero hoftes ipfiin perluflrandis propriis diflldiis, Babylonicis conftifioni-
bus, fallaciis, ac nseniis, perfpicuè infpicient feitìoto partium ftudio ,
qudm inique i Matre Tua, pra:rente Catholixro-Romana recedant, quàm
injuftè caftra moveant , quàni gratis eam exagitent , & impugnent , ut
novum adverfus illius regnum , principatutn ftabiliant , & altare centra
altare erigant: Noverine piane, quàm veridico ejus pracclariflìmas dotes,
quas ipfi contumeliose defpiciunt, dotìiflìmi , acpiiifimi illius hlii inviótis
momentispr^edicent, &:confirment. Noverint, incjuam, quòd ejus an-
tiquitas omnem tranfeendat memoriam, ejus duratio finem n^fciat, ejus
amplitudo metas omnes prartergrediatur , ejus filiorum multitudo arc-
nam fuperetmaris, & ftellas cogli, ejus fanciimonia necfimilem habeat
nec parem habebit.. Noverint, quòd ejusfponfusfitChriftus; Dos, gra-
tiaj Redor, SpiritusSandusi Teftimomum, Verbum Dei fcriptum , vel
traditum j Pra:mium , fummum bonum Tandis operibus obtinendum ;
Cuftodes, Angeli; Fortitudo ejus Crux, feu virtus Crucifìxi , ab omni
portarum Inferi conculfionibus fecura ; &quiE i^ti capiti obediens Roma-
no Pontifici, fit omnium domina; quse in varias dlfperfa nationes fit una;
quìenonnuliorum licèt fordibns obfcurata , fit fanda; in pluribus diftin-
fta gradibus, confona ; adveriìtatibus exagitata , fit pacifica ; expugna-
ta , femper viélrix , femper triumpiians , tot ornata pahnis , quot fuit infi-
deliumarmis, & irruptionibus lacelfita. Hunc duplicem fruftum confe-
quipoterit, ut fperaverim , Au<5lor eximii, ac eruditiflìmi Operis . Pro-
inde pr^lo, & luce dignum affirmo. Dat.in Colleg.CafanatenfiS.Ma-
lìx fuper Minervam , die i o. Odobris ann. i yop.
f. Tauìus Maria Cauvinm Sac. Theologi^ Mdgijier, ac Theologus CafnM'
t enfiai Ordmis Tr^difatorum,
Se
SE air ammirazione tempre più in me giuftamente fvegliata nell' ofler va-
re per ordine del Reverendiflimo Padre Maeftro del Sagro Palazzo F.
Paolino Bernardm) li precedenti tre Tomi dell' Iftoria dell' Erefie dati fe-
licemente alla luce dal Sig. Domenico Benimo, fa eco l' applanfo d'ogni
erudito , sì per la candidezza della frafe , fodezza , e foavità dello ftile
( preggi lingolari d* un fagro Iftorico ) come per ritrovarvifi l' utile col dol-
ce, ( effetto fpeciale dell'Iftoria, ) pafcendo coli' intelletto la volontà,
dando lume, 3c ardore; maggiore farà fenza fallo quello, che farà pec
attrarli il prefente quarto Tomo, ultimo, e Corona dell' Opera , in cui,
oltre di fodisfare l'Autore all' efpettazione commune , non lafcia parte
non adempita, e nel giudizio di leguirele opinioni più claifiche, e nella
profondità unita alla chiarezza , ( preggi di pochi ) profondandoli nell*
erudizione con maeftà, fenza affettatura d'ofcuro; unendo alla verità de*
fattila coftanzareligiofa dell' Ortodoflia; ponendo su gì' occhi l' Apoftoli-
co zelo di tanti Sommi Pontefici in ftrozzare i più orribili moftri delle Ere-
tiche pravità , le penne di tanti rinomati Scrittori Ecclefiaftici, quali for-
mano l'ali alla Donna Apocaliflìca per fottrarfi dal fiume di tante falfità,
che le vomita l' Infernal Dragone : onde fon di parere , che la cenfura
debba mutarfi in lode, e che meriti con ragione l'Autore del Libro l'Elo-
gio dato dalla penna di Geronimo al Santo Vefcovo Paolino lib. 2. Epi. 14.
Librumtuumlibenterlegii cumque in primis partibus vincas alios, inpenul-
timis te tpfumfuperas . Degno per ciò di ufcire da fotto de' Torchi , non f o
lo per confolazione commune de' Cattolici, e publico beneficio dellivir-
tuofiLettori; ma per gloria fpecial della Chiefa, che su le mine dell' Ere-
fie fempre hi trionfato, e trionfa. Dal Convento della Minerva di Roma
20. Ottobre lyop.
Fra. Gregorio Maria Smerìglio dell' Ordine de Tredicatorii Figlio del Con-
vento di S. Maria dellaSanità dil^apoli, Maeftro in Sacra ThQQl^i
già, eConfultore della Sacra Congrega:^ion€ dellUndia »
li
I
L cjuarto Tomo dell' Hiftoria di tutte V Erefie compofto dall' erudita
penna del Sig- Domenico Bernino, e da me per commiffione dclRe-
rerendiffimo Padre Paulino Bernardin) Maeftro del Sac Palazzo Apoftoli-
co attentamente confiderato , è ricolmo di quella feliciti , che ben io pre-
viddi , mentre che per anco non ridotto a tutta perfezione (ì incaminava al
pieno pofleflb di ella . Di qual fentunento bavendone dato faggio baftante
nell'approvazione del Terzo, non rimarrebbe altro da foggiungere , fel'
A utore e per la vaftità della materia intraprefa a defcrivere , e per la fua in-
nata facondia , non fuife flato aftretto di accrefcere le quattro parti dell*
Opera credute fuiiìcienti al premeditato difegno , con la quinta deftinata
alle gloriolìffime azioni della Santità di Noftro Signore a prò della confer-
vazione della purità della Fede * ben degne di occupare un Tomo intiero,
non orante, che cadauna dell' altre fia fiata manifeftativa delle glorie do-
vute a' Papi di molti Secoli. Senza che per queflo prognoftico preventi-
vamente fatto il quarto Tomo perda punto del fuo vigore, tanto che fìa
in obligo di recedere dall' infinuato confronto, animandomi a foflenerlo
Gregorio il Grande, il quale non lafciò già di comparare i quattro primi
Concila Ecumenici con li quattro facrofanti Evangelii, perche fi fulfe di
già celebrato il quinto, nell'autorità, in virtù della Pontificia conferma
non inferiore alli precedenti , fecondo la teftimonianza, che ne fece a Gio-
a Li&.t,ep.24. vauni Vffcovo di Coflantinopohio flcflo S. Dottore, (a) Onde non già
per dilungarmi dall* ideato concetto, ma folo per fcieglierne uno, che
abbracci pienamente tutti cinque li Tomi , motivato, che poffono cre-
derfì omoreggiati nelle cinque iimpidifllme pietre fcelte da David per ab-
batter Goliath, nel quale l'allegato Gregorio rimirò figurata, ed efpreffa
b Lii'.i.in e. 17. hUreticorum fuperbiam (b) Tanto più, che fé la vittoria riportata con-
jobtdP.iu ^j-Q qygj Filifleo feguì per mezzo di una fola piea'a , con cui il valorofo Pa-
c Lii.i.T^fg.cjy. iìovepeniiJfìtThiliJtlMHm in fronte, ìnfixufqMe e/i tapis in fronte ejus; (e) del
noltro Autore parimente s'avvei^a, che in cinque pietre di cinque Tomi ,
fia per trionfare degli Eretici, con una fola pietra, nella quale tutte le cin-
que racchiudonfì , ed alla quale tutte le cinque s' indrizzano , cioè con la
Cattolica Fede , unico fcopo di tutti effi , nel profpetto de quali potrebbe
però con verità imprimerli l'aureo detto del Difcepolo diletto del Reden-
d /./».?. tore: ((/) Hac ejì vi6lortci, qn^e vincit mundum , FIDES T^qST^, Dal
Nazionale Collegio di S. Paolo alla Regola della Provincia di Siciha il pri-
mo A goffco 1709.
F. Bonaventura S. Elia da "Palermo del TerT^Ordine di S. Francefco, Con-
fdtore della Sacra Congrega^jone dell'Indice, e Qualificatore della.
5. Fumana , ed Univerjale InqirifrQone ,
IN-
INDICE
DE' CAPITOLI,
Che fi contengono in quéfiò Qjiarto Tomo .
-■ ': ■ - . *'*■' '■
SECOLO DECIMOQJJI NTO.
CAPITOLO L
Innocenzo Settimo di Sulmona , creato Pon-
tefice li j 7. Ottobre 1404.
Operazioni , e Coftituzjoni di qHefto Pontefice contro gli fferetici^
e ConcuUnmi. Condanna degli Articoli di PViccleff. pag.^
CAPITOLO IL
Gregorio Duodecimo Veneziano, creato Pon-
tefice li jo. Novembre 1406,
Sinodo di Oxford j e fuoi Canoni, Stato della "Bohemta , e pre^
€Ìpitati cojlumi del 2(è Wenceslao , Magìe Jpai/entofe del
Mago "^ytone , Per'verfione di quel 2{egno nelle maffime
Wiccleffifìe , Origine^ e notizia deW Accademia di Praga,
patita y e PoJlidiGio.ffuSy di Girolamo di Praga , di Ja-
cohello di Mifnia , di Pietro Drefda , e di altri Herettci»
Herefia de^Calixtini. Dubio infarto^ fé n^i fa prefentemente
nel JMiondo alcuna goccia confer'vata del Sangue di GiesU'
Chrifto, Sinodo celebre di Praga [otto i' Arci'vefco'vo Shin^
i^o 5 € fuo corfo • Miracolofo A'v%fenimento della Santi jfima
Euchariflia^
C A-
CAPITOLO III.
AleiTàndro Quinto di Candia , creato Pontefice
li 7. Luglio 1409.
Arrogante , e paniche maligne di Gio'vanni Hus . Af--
plicazfone , e follecitudine del Pontefice . ^elo , e mor-
te dell* Arci*vefco%fo Sbin\gne . Succeffione dell* empio
Albico aW Arci'vefco'vado di Praga • Altri Hereticì ^a^
ganti per la Germania, le
CAPITOLO IV.
Giovanni Vigefimoterzo Napolitano , creato
Pontefice li 17. Maggio 1410.
Her etici , e fetta degV Intelligenti . Cenfure , e cruciata Pontifi-
cia contro il "Kl Ladislao di Napoli: moti'vi, che quindi pren-
de dimaledicenta Gio^vanni Hus : e fuo attentato , e fraudo-
lente confefjìone di fede . Sua empia fcrittura contro il Pon-
tificato 'Bsomano : Ó" altri fuoi facrileghi fritti . Enumera-
Telone difiinta degli errori , che in efjì fi contenevano . Sinodo
Komano, e condanna diV'viccleff , e V<viccleffifli. 2^fen-
timento dell' Hus , e fuoi nuovi attentati . Scommunica dell*
Hus , e "Bsegii bandi contro luì . Nuovi torbidi deVviccleffifli
neW Inghilterra . Herefie dell' Oldcaflel : fua condanna .
Hìhelltone , e guerra de' Vviccle ffifli - Fittoria de' Cattolici y
e morte delt oldcaflel. Herefie di diverfi Fviccleffifli, Tre
prodigiofi miracoli della Euchariflla in confutazjone degli He-
reticì. Concilio Generale di Coflania . Salvccondotto Jmfe-
ri al e a favore di Giovanni Hus : fua fuga da C oflan^a , e
prigionia . coltri libri Hereticali divulgati dall' Hus nel fuo car-
cere . Suo impegno fopra l'ufo del Calice ai Laici , e fua va-
ria fede [opra il mifierio del Sacramento. Condanna Conci-
liare di fv'iccleff, e difpergimento al vento delle di lui offa^
VefcrizJGne difiinta delie Herefie di Giovanni Hus , e fua ofiin-
z^kne in effe . Suii ultima condanna , abbruciamento , e mor-
te , e particolarità fucceffe in quefi* atto . Girolamo di Pra-
ga , fue qualità , e prigionìa , finto ra'v^edimento ,
e fue Herefte , condanna , e morte nel fuoco . Gio'van-
ni Petit , fuoi errori , e condanna . Depofizjone dal Pon-
tificato di Giovanni Vigefimo Terzj). %o
CAPITOLO V.
- Martino Quinto Romano , creato Pontefice
li II. Novembre 141 7.
Creazione di Afartino ^into , e fuo elogio . Confermazione
Pontificia degli atti Conciliari di Coflan^a . 2{ipro'vaz,ione
della opinione , che il Concilio fta fopra il Papa. Operazio-
ni , telo , "Bolle , ^ armi di Martino ^into contro li Fra-
ticelli 3 e Simoniaci . Errori , e condanna del Serurario .
Errori , e condanna del Grabon . Affari d* Inghilterra , e
premurofe applicazioni del Pontefice contro gli Heretici di quel
j^no . I^oluzione , e total per^verftone della "Bohemia ,
^ horrìbili attentati degli Hufjtti : rifoluzioni , c^ opere del
Pontefice. Morte dell^Vk/enceslao di iohemia . Saccheg-
giamenti , e barbarie degli Muffiti . Callifiini, eThaboriti;e
differenzia di quefle due fette . Gio^vanniZisl^acapode^Tha-
horiti , e fue ree qualità . Defcriz^ione del Caflello Thahor
de'Thaboriti , e del Caflello Oreb degli Orebitiy e del C anel-
lo Sion de'Sioniti . Affé dio , e prefa di Praga : cruciata de*
Cattolici , e loro infaufla moffa : baldanza delle armi degli
Heretici in quel ^gno , Setta de' nuo^i Adamiti, e loro efe-
crabilifceleratei^e . Nuoue , e fubalterne Sette de Vivicele ffi-
fli in Inghilterra, e loro nuo'vi errori i e de* Deifli in Fran-
cia . Sinodo di Saltzjburg , e condanna degli Huffiti . Nuo-
fvo bandimento di cruciata , e nuo^vi provvedimenti Pontificii
contro gli Muffiti. Morte del Zis^a . Coftanza del Pontefice.
Sinìfìri avvenimenti degli eferciti Cattolici . Procopio nuovo
Tomo IF. b con-
condottìere de Th^horiti , Setta degli Orfani , 0 defolazjone
de "^gni Cattolici delU^ohemi^ , Germania , & Ungaria,
Alane di Aiartino ^into , e ripro'va di calunnia oppojìagli» 6 J
CAPITOLO VI,
Eugenio Quarto Veneziano , creato Pontefi-
ce li 5. Maggio 1451.
Indi^avone de' Concila di Fifa , Siena , ^ indizione di quello di
^afilea . Card. Cefarini , e fue qualità . A^'venìmenti di
queflo Concilio , mtÌTjie , e conftderazjoni necejfarie fopra di ef-
fo . Condanna di alcune propoftz^ioni di Agojìino di !Roma .
'Battaglia , e <z/ittoria de* Cattolici contro gli Buffiti. Concor-
dia tra bohemi , e Cattolici col celebre nome di Compa<5bata
Pragenfia . Traslazione flel Concilio da %afdea a Ferrara^
da Ferrara a Fiorenza, e da Fiorenza a T^ma , e corfo di
ejfo . Proporzioni di diwrfe Autori , e loro cenfura , e con-
danna . Origine della Figura , e della Congregazione del no-
me di Giesii. 95
CAPÌTOLO VII
^ Niccolò Quinto di Sarzana , creato Pontefice
li 7. Marzo 1447.
Efecrahili fatti di alcuni Maghi . t)injerfe degne operazioni
di queflo Pontefice j:ontro gli Heretici . Propofizionì hereticali
dedotte da lihri di Ariflotile , e loro condanna . Defolazione
dell'Imperio Greco , pre fa di Coflantinopoli , e rifleffioni dell*
Autore fopra queflo fuc ceffo . Affari degli Huffiti in 3ohe-
mia 5 emìracoloft a'wenimenti in compro'v azione della F e de
'Cattolica . Annotazione di un difcorfo fatto dal Pontefice ai
Cardinali poco acanti la fua morte* 161
e A-
CAPITOLO Vllt
Calliftò Terzo Spagiluolo , creato Poutefice
li 8. Aprile 1455.
Cojlanta di Callijìo per la immunita Eccleftaflica . Annotazjo*
ne di egre gii fatti di alcuni Cardinali . Canoni contro i Cori-
cuhinarii . Aforte del Viftgnani Heretìco , e cowverftone
del Pe^più . S^ualita , é^* herefta di Giorgio Podiehrazjo
2^ di "Bohemià, ^ affari degli Her etici Hujfitt di quel J^-
. gno. Doglianz^e de^Tedefchi contro il Papa, e rifpofle ad effe *
-Diploma Pontificio contro alcuni Heretici in Italia. 171
CAPITOLO IX.
Pio Secondo Senefe , creato Pontefice li 19.
- Agofto 1458. /;
§lualita di Pio Secondo acanti il Pontificato, "Bolla di fua ritrat-
tazione. Suoiegregii fatti contro dit/erft Her etici del fuo temk
pò. Fafcinariij e loro indegna herefta . "Bolla contro gli Ap-
pellatori al futuro Concilio . Celebre conte fa fopra il Sangue di
Giesu Chriflo, é Coflituzjone Pontificia di filenzjo é Morte ,
^ elogio di Pio Secondo') ' . . j— ^
CAPI T o L ò X.
Paolo Secondo Veneziano, creato Pontefice -s
li 31. Agofto 1464,
Condannav&ne in Bulla Ccen^^del 'Podiehrazjio 2(e di Bo-
'- hemia , e Pontificia affoluzione ai Vaffalli dal Giura-
mento . He retici Fraticelli della Terra di Poli ; loro
punizione , berlina , e ra'wedimento . Lettera dogma-
tica di Papa Paolo al Patriarca de* Afaroniti, loó
b 2 C A-
CAPITOLO XL
Sifto Quarto di Savona , creato Pontefice
li 9. Agofto 147Ì.
Scritti egregii eli Siflo Squarto acanti il Pontificato . Panico^
larità notabili fuccedute in un Concljìoro da ejjo tenuto *
Sue cojìituiioni contro li Simoniaci , contro gli Appellanti
al futuro Concilio , fopra gli haliti Clericali , e [opra
altri emergenti della Fede, Affari della ^ohemìa . tìerefte
di Gio'vannì l^chàrdo in Germania j e di Pietro fl[* Opna
in Spagna, xoi
CAPITOLO XIL
Innocenzo Ottavo Genovefe ^ creato Pontefice
li xj. Agofto 1484*
Dl'verfe Coflituzjoni di quefto Pontefice contro li Maghi > e con--
tro gli Heretici: e fuo zjelo per la purità della Fede . Calunnie
ad effo oppofle , e dìfefa . 2-1 ^
CAPITOLO XIIL
Aleffàndro Sefto Spagnuolo, creato Pontefice
li II. Agofto Ì45I1.
Cojìituzjìoni di quejìo Pontefice contro gli Heretici 5 e Ma0}i.
Fojfarii , e loro Herefie . Gio'vanni Pico Conte della Mi-
randola : fue qualità , propofizioni , cenfura , ritrattazio-
ne, e morte 0 xij
S ìE"
S ECOLO DEC I MO SESTO .
C A P I T O L O I.
Pio Terzo Senefe , creato Pontefice li zj.
Settembre 1J03.
Giulio Secondo di Savona , creato Pontefice il i.
Novembre 1503,
'Breve Pontificato di Pio Terz,o. ^alitky tru'verfie^ edifefadel
Pontificato di Giulio Secondo . Cowv oc azione del Concilio Gene"
Yale Lateranenfe quinto : efua 'Bolla éondannatoria /* elezioni
Simoniache de^ Pontefici . Altre fue operazioni contro gli
Heretici , Hermanno "B^ffuich , fue Herefie, e morte, z^i
CAPITOLO IL
Leone Decimo Fiorentino , creato Pontefice
li II. Marzo 151 3.
Corfo, e terminazione del Concilio Lateranenfe ^into. Pragma-
tica Sanzione , fua origine , O* aholimento ^ Concordati tra
la Sede Apoftolica , e la Francia . Operazioni di Leone contro gli
Huffiti, S uè egregie qualità . Origine della Herefia dì Lutero ^
fuo corfo 5 condanne , e bandi . ^alìtà , e3^ Herefie di Erafmoy
Hutten 5 Zuuinglio^ Carlofi;adio , e MelanEihone . Oppofizione
ad effe del Cardinal Gaetano^ de W Echio ^ del Fabri^ del Ca»
tarino :, e di altri molti Cattolici , e loro dotte ^ e degne quali-
tà. Bolle di Leone in condannazione di Lutero. Dieta dìFor-
mazia , e Bando Imperiale contro lui . Condotta del Pontefice
su queflo affare. Libro di Henrico Ottavo d' Inghilterra dc Se-
ptem Sacramentis , e Titolo a lui conceduto dal Papa di Di-
fenfor della Fede . '^vinglio ^fue qualità , c^ Herefie. Mor-
te del Pontefice. 136
Tomo IF. b 3 C A-
CAPITOLO IIL
Hadriano Seftp di Utrech , creato Pontefice
li 9. Gennaro 152-2-,
patita , e lodi di quejìo Pontefice ; fue operazioni contro Lutero ,
" e Luterani . Altri libri h erette ali di Lutero . Suo ritorno in V^it-
temberga , ratto di Monache , e fuo facrilego matrimonio con
VAbadeffa di effe . Autori Cattolici , che [criffero contro lui . An-
drea Carlofìadio, e Filippo AdelanBone: loro qualità^ [cele-
- - ratez^te , Ò^ herefie . patita , c^ herefie dello Scu^^enkjeldioy
dell'Agricola , dell' Oftandro , e di'Brmz^io . Origine de'Liber^
tini. Herefie , e multiplicate Sette fubalterne degli ^nabattifli.
^elo Pontificio contro effe, e 'Bre've di Hadriano al Duca di
Saffonia, }2.}
CAPITOLO IV.
Clemente Settimo di Fiorenza, creato Pontefice
li ì5. Settembre iji-J.
Nuo've facrileghe procedure di Lutero . Zu^inglio , e corfo della
fuaherefta. Suo fentìmento foprailmiflerio del S ami ffimo Sa-
cramento y fuoi congreffi tenuti con Lutero [opra queflo [oggetto,
e [opra il peccato originale. Sinodi di Francia contro Lutero .
. Vieta di Norimberga , e fuo corfo , Origine de' Proteflanti . "Bat-
taglia , e morte di Zwvinglio . Nuo^ve littorie de' Cattolici con-
tro li Zu^ingliani. Soccor fi mandati dal Pontefice aS^vizxfi-
ri Cattolici. \^alit a, herefie, e morte di Giovanni Ecolam-
padio. Saccheggiamento degli o^nabattifli , e loro battaglie
to' Cattolici , e dtfperfione . Per^erfione nella herefia del-
la Danimarca , S'vezja , Lipoma , tS^ altre Provincie
Cattoliche . Sacco di T^ma , prigionia del Pontefice, ediftin-
ta relazione di quefii lacrimevoli a'wenimenti , e Monti
eretti da quello Pontefice in beneficio della Fede Cattolica .
^ -^ Libro
Lihro di Lutero , de Abrogaiida Miffà , ^ altri fuoi libri
hereticali. Serpeggiamento della herefia Luterana per l'Ita-
Ita . Dieta di Augujla ■> e fuo corfo . Confejjìone Augujìana^
è fuo contenuto . Lega Smàlchaldica , [uà orìgine , e capito-
Iasioni. Dieta di Spira , e di l{atisbona , e loro corfo . Inte-
f im di Carlo Quinto , e fuo contenuto , "Baldanz^a degli Ana-
hattìfìi, e de* Luterani . Nuo've herefte dcll*Oftandro . Fran-
cefco Stancaro , e fue herefie . Altre herefie di di'verft hereti-
ci Luterani fotto di'verft capi , efazjoni. Scifma della Inghil-
terra con la Chiefa ^mana ; fua origine , e progreffo ; Cru-
deltà) ^ indegne procedure di Henrico Oita'vo "B^ d' Inghil-
terra , e cofìanz^à illuftre di Tommafo Adoro , e di Gio'vanni
Fifchero detto il J^ffenfe . Condotta del Pontefice Clemente
fopra quejì' affare, e fua morte i i^^6
CAPITOLO V.
Paolo Terzo Romano , cfeatò Pontefice
li 13* Ottobre 1534.
Continuazione della per'vèr (ione diHenrìco Otta^vo 2^ d'Inghitter^
ra . Adartirio del Cardinal j^jfenfe , e di Tommafo Adoro :
fuccefft , e detti rigudr deboli nella morte dell'uno , e dell' al-
tro. 'Bolla, e condanna Pontificia contro Henrico . Perfecu-
zjonè contro il Cardinal 2{egìnaldo Polo > e morte di Henrico
Otta'vò 4 Calvino , fue qualità , libri , C^ herefie . Introdu-
zione del Cal^inìfmo nel T^gno di Francia . Pér^erftone
di Ginevra •> è de Gine^vrini * Introduzione di tutte le nuo-
*ve herefie nella Inghilterra fiotto il 2^ Eduardo Sefto .
Adartin "Bucero , Pietro Adartire , "Bernardino Okjno, loro qua-
lità, &" herefie. Morte di Adartin Lutero . Concilio Gene-
nerale di Trento^ è dieci feffioni tenute fotto quéflo Pon-
tefice nelle materie de' libri Canonici , del peccato ori<yinale j
della Giuflificazione , de' Sacramenti ingenerale , e del Bette-
fimo , e della Confermazione in particolare , fi.no alla fojpen-
b 4 :<^io-
V
zione del Concilio . Caduta nella herefta di Hermanno Ar^-
ci'vefco'vo di Colonia , e di Pietro Paolo Vergerio Vefco'vo di
Capo d' Iflria , Interim di Carlo Quinto , e fuo contenuto ,
mali, e fette, che da ejjo provennero * Indicazione della Con-
gregaz^ione del S. Offiz^o in 'B^ma . 40 8
CAPITOLO VI.
Giulio Terzo Romàno , creato Pontefice
liS.Febraroijjo*
Stato mifirahile della Germania . Liberta di cofcienzjt concedu"
ta dal j^ Ferdinando in nome di Carlo ^into . Solimano 2^
de' Turchi handifce /* herefte dalla Tranfdvania , Profegui^
mento , difpute , e libri di Cal'vino . Michel Ser^veto , fue
qualità , e morte nel fuoco . Herefta degli Anti-Trinitarii .
^e filone fra gli Her etici , fé gli He retici debbano punirft
con pene afflittive di corpo . Decreto Pontificio di prohibi-
tione di tutti li libri hereticali , non mai per /' addietro ema-
nato da alcun Pontefice . 3olla di Giulio Terzf) di habilita-
tjone agli Heretici per penitenza fccreta . Profeguimento del
Concilio di Trento , e Jet fejfioni tenute fitto queflo Pontifica-
to, de Euchariftia, de Foenitentia, & de Extrema
Unzione . "F^ejjìoni dell'' Autore fopra t (lAttrizjone , e Con-
trizione richiefia per la ConfeJJione Sacramentale . Affari d"
Inghilterra. Aiorte di Eduardo Se fio , affunz,ione al 2{egno
della ^gina Maria , e riflabilimento della Fede Cattolica
in ejfo • 4^4
C A-
CAPITOLO VII.
Marcello Secondo di Montepulciano , creato
Pontefice li 9. Aprile 1555.
Paolo Quarto Napolitano, creato Pontefic-e
li 15. Maggio 1555.
Frofeguimento degli affari d^ Inghilterra . Soccorjl colà mandati d^
Paolo ^arto . Aforte della ^gina Maria , e del Cardinal
Polo. Succejjìone dell'empia Elifakettay enuo<vaper<verJione
dell'Inghilterra nell'herefta. Spedizione, emiffione de^Mini-'
jlriCal<vinifli in America . Entrata del Cal'vinifmo nel ^-
gno di Francia . Heretici puniti , (s^ ahhrugiati in Spagna.
Prigionia di Bartolomeo Caranz^a Arci'vefco^o di Toledo .
Herefte , e morte di Da'vid Giorgio . ^alita di Paolo Quar-
to, € fuecojìituzioni, ti^ operaz^ioni contro gli heretici . Infoiti
del popolo alle carceri della Inquifizjione : origine , e flahili'
mento della Congregazione del S.OffizJo » 474
CAPITOLO Vili.
Pio Quarto Milanefe, creato Pontefice li
x6. Decembre 1559.
t^ffoluzione del Cardinal Aforone . Affari de' Cal^inijit di
Francia. Etimologia, e origine del nome di Hugonotti . Cadu-
ta, <s^ herefte del Cardinale Odetto Colligny ^ e jue efecrahili
procedure . Condanna Pontificia di alcuni Vefco'vi di Fran-
cia . Monti eretti da queflo Pontefice in foccorfo de'Cattolici
contro gli heretici . Ultime compofizjioni , e libri di C alitino,
e fua morte . Th eodoro 'Bez.a , fue qualità , tfr herefte .
Morte di Pietro Martire , di Valentino Gentile , di Gio,
Las\p , e di Filippo Melandone . ^alità , t5^ herefte di
Matthia Fiacco Illyrico . Contezza del libro degli heretici
Tomo ly. t> 5 Mag.
Adagdehargenft , chiamato CctìtUtÌG . Libri di di'verft here-
tieiy e diffenzioni fraejji. Heretìci in Italia, e loro cajlighi ,
Profeguimento del Concilio di Trento , e fue fejjioni dalla deci-
mafettima Jino alla ^igefimaquinta . iolla ai Pio ^arto fo-
pra li libri prohihiti . Altre molte 3olle di Pio per offer^van-
za de"" Decreti Conciliari . Ifiitu^ione della CongHgazJone del
Concilio in 2^ma ' Scritti degli heretici contro il ConcilioTri-
■ dentino . Carlo Aiolineo , fue qualità , ^ herefte . Affari
dell'Inghilterra . Notizia del Calendario di Gio. Foxo . Ori-
one de' Puritani-, e de^Presbiterani, e dì molte altre fette in
quel 2(€gno, 499
CAPITOLO IX.
Pio Quinto del Bofco nell* Aleflfàndrino , creata
Pontefice li 7. Gennaro 1^66.
patita di quefio Santo Pontifice , e fuo zelo contro gli hereticì nel-
la Scozia , nella Inghilterra , nella Germania , nella Francia,
e nella Hollanda , c^Jferzione contra il Natale del Dominio
Temporale indiretto del Papa [opra tutto il Adondo. Adonti
eretti da queflo Pontefice in Joccorfo de* Cattolici . Origine , e
rito del Sacro Pileo , e Stocco . Prigionia , e morte del figlio uni-
genito del liè Filippo Secondo di Spagna . Detti , e fiatti di Pio
contro di'verft heretici . JUichel ^ajo , e "Bolla Pontificia in
condannazione di fettantano^e propofizioni afferite da lui, jrj
G A P I T O L O X.
Gregorio Decimoterzo Bolognefe, creato
Pontefice li 17. Maggio 15 72-»
^linfeguimcnto della condanna delle propoftzioni di Michel 3aJo„
e tmo^>^ Bolla di Gregorio Decimoterzo . Sofifmi , e tergì-
:. %€ifaziout de'Bajifii. Sentimenti di alcuni Dottori Cattolici
fopra la feguita condanna. Al?JHra dell' Arci^pfco'vo CaraH-
la. Affari de Cal'umjti di Francia, e potenti foccor fi man-
dati a' Cattolici dal Pontefice . Nuow confufiioni , concordie ,
e difcordie de Luterani Tedefchi . Avoftafie del Vefco'vo di
Cinque Chief e , e dell' Arci'vefco'vo di Colonia. Herefie del
Poftello , e di un altro Her etico nel Perii . Corfo della Pér-
fecuzjone d'Inghilterra , e Alartiri di quel tegm . Opere
fiupende ai quefio Pontefice in aUattimento dell' herefte , e
in propagazione della Fede Cattolica. Fondazioni de' Semi4
narii Germanico y Greco, Inglefe, e Maronito, efue'Bollem
ìftituzjone di ejfi. Monti eretti da quefto Pontefice in [otte-
nimento della caufa de' Cattolici . Indicazione del Kalendario
riformato , e hre-ue elogio di Gregorio Decimotcrzfi • 539
C A P I T O L O XI.
Sifto Quinto di Móntalto, creato Pontefice
li 7. Aprile 1585*
affari di Francia, e del l{e di N'amarra, e Pontificia condanna
di quefto . Libro cy^nonimo contro il Pontificato 2{omato . Mar-
tirio e morte della 2^gina Maria Stuard , e nuo^^a condan-
na Pontificia di Elifabetta d' Inghilterra . Monti eretti da
quefto Pontefice in fo^'venimento de' Cattolici contro gli He-
retici . Operazioni degne di Siflo ^into , e fuo accumulato
te foro dentro il Caftello S. Angelo di "Koma in beneficio publicù
delChrifiianefinw, e di ^ma. 5JJ
C A
CAPITOLO XII.
Urbano Settimo Romano, creato Pontefice
li 15. Settembre 1590.
Gregorio Decimoquarto Milanefe, creato Ponte-
fice li 13. Decembre 1590.
Turholenzs della Francia in materia di l^eligione . patita di
Henrico 'Borbone jR^ di Na^varra , e fuccefji'v amente di Fran-
cia . Diploma Pontificio di fcommunica , e di defofizjnne dal
j^gno contro lui . Sentimenti , e querele de" Parlamenti Hereti-
. ci della Francia . Ponderazioni aell' Autore [opra que fio fuc cef-
fo : e argomento pr attico , C^ invincibile contro i Francefi dell*
autorità indiretta de' Papi [opra la temporale giurifdizjione de*
^ ' ^ ^^w^ Chrifliani . 558
CAPITOLO XIII.
Innocenzo Nono Bolognefe , creato Pontefice
li 30. Ottobre 1591.
Clemente Ottavo Fiorentino , creato Pontefice
li 50. Gennaro 1592-
CoH'verfwne di Henrico ^arto ^ di Francia alla Fede Cattoli-
ca, e particolarità di e jfa. Affari d* Inghilterra, e morte del-
la 2{egina Elìfabetta . Open^zjoni , e z,elo di queflo Pontefi-
ce contro gli heretici . Adonti eretti da lui in beneficio della
caufa publica de' Cattolici^ Con^verfione alla Fede di Stefano
Calvino . Filippo Adorne celebre Calvinifia , fue qualità , e
fritti . Danielle Carnerio, e fue herefie . 'Bolla Pontificia a
favore de' ^ligioft circa V amminiflr azione de' Sacramenti,
Famofa difputa in "B^ma tra li Padri Domenicani , e Gie-
fuitifoprala w^rm^ de Auxillis , e fuo corfo fiotto quefto
Pontificato, 5^^
S E'
SECOLO DECIMOSETTIMO.
CAPITOLO I.
Leone Undecimo Fiorentino, creato Pontefice
il I. Aprile 1505.
Paolo Quinto Romano , creato Pontefice
li 16. Maggio 1605.
Profeguìmento delle difpute nella ^eflione De Auxiliis . Marc*
Antonio de Domìnis , fue qualità , apojiafta , &* herefie . Nuo-
nje Sette in Inghilterra , in Hollanda , & in Germania . Ci^-
hileo de^ Luterani . Edmondo J^cherio , fuo libro , errori , e con"
danna . JHorte diTheodoro 'Bez.a . Profejjìone di Fede Cattoli-
ca de' Alaroniti , Chaldei, & Armeni. Accettazione del Con-
cilio diTrento nel "Kegno di Francia . Adir acolo fa 'vittoria della
armi Cattoliche contro gli Her etici nella Germania , c^ iflituzjo-
ne della Fé fla della Adadonna della Vittoria y e Adonti eretti
da quefto Pontefice in fo^'venimento dell' Imperio contro gli he-
r etici. 583
CAPI T O L O lì.
Gregorio Decinioquinto Bolognefc; crealo
Pontefice li 9. Febraro 162.1.
Profeguimento della miracolo fa Vittoria di Praga , ^ erez^tjone 1^
^ma della Imagine , è Chic fa della Aiadonna della Vittoria .
F ondazione della Congregazjone de Propaganda Fide . ^olle i
(^ operazioni di quefìo Pontefice contro gli Her etici . 'B^'v 'vedi-
mento , e ritorno in Koma di Adarc" Antonio de Dominis . 60 1»
CAPITOLO IIL
Urbano Ottavo Fiorentino , creato Pontefice
li 6. Agofto 162.3.
J^Iuo'V a precarie azione diAdarc* Antonio de Dominis ,fua morte,
& ahhrugiamentQ del cadi^"^^''^ » Sett^ della Indifferenza , fuà
ori'
Orìgine 5 e corfo * ^trattazione , e morte di Edmondo T^ìctoerìó .
Decreto di giuramento fatto dalla Sorbona [oprai Decreti Pon^
tìficii • Condanna di alcuni Libri . Ajfarì degli Hugonotti dì
Francia . Stato mifer abile dell' herefte neW Inghilterra ^ e nella
Germania • Setta della 2{ofea Croce , e degl* illuminati , e ^/>-
tijii in Spagna y & in Italia . Condanna di una propo fittone del
Galileo y e del Sifiema Solare di Copernico .l^olle Pontificie con-
cernenti il culto i l^ abito 5 e ^^ fift^ de Santi ^ e terribile
JucceJJo di alcuni trafgrejfori di effe . Cornelio Janfenio , fuo libro
e intitolato 5 Auguftinus 5 e corfo degli affari ddli Janfenifli [òt-
to quefio Pontificato * 608
CAPITOLO IV.
Innocenzo Decimo Romano, creato Pontefice
li 17. Settembre 1645.
Profeguimento degli affari delli Janfenìfli , Condanna di un Libro
Anonimo deWT^qu2i\k^tì:7LS.Victw, e S. Paolo. "Bolla
Pontificia contro la Pace di Jìdunfterpregiudiciale alla Religióne
Cattolica ^ Qualitìl del j^ Carlo Primo (f Inghilterra ^ e [uà de"
capitatione . Operazioni ^ e z,elo d' Innocenzo nella Inghilterra , e
nella Hibernia . Heretici con'Vértiti alla Fede Cattolica •• Chri-^
fiina "Regina di S'vezja ^ [uè rare qualità , cont/erftone , e 'viag-
gio a J^ma « ■ 612.
CAPITOLO V.
Aleffàndro Settimo Seriefe 5 creato Pontefice
li ijé Aprile 1655.
Public a abiura della "Fuegina Chrifìina di S'vtTÌa j[uà ^Venuta a ^-^
ma 5 operazioni y e morte . Giufippe FrancefcO "Borri , fue quali-
tà 5 & herefie , Coftituzione Pontificia per la denunzia degli He-
retici . Pr^adamui , e loro herefia i ripro<vazione , e corfi di effa •
'Bolla di que fio Pontefice [oprala Immacolata Concezióne della
Madre dt Dio •> orìgine^ eprogreffo di queft:a difputazione . Pro-
pofizioni della Sorbona contro /* autorità Pontificia . Propofizìoni
condannate da Aleffandro, 'Bolle Pontificie contro li Jan[enifti ^
e prò-
efrofeguìmentOy s corfo della loro condona fono quejio Pontifi^
fato, ^P
CAPITOLO VI.
Clemente N9no di Piftoja , creato Pontefice v
li 19. Giugno 1667*
Sottofcrìzjone del Formulario contro li 'Janfenijli » Spedizione in
Francia del J^unzjo 'Ba^gellini, e (uè operazioni in quel 2^-
gno. Traduzione di JHons , fua ripro'va , e condanna . Attentati
di alcuni Fé f coi/i Fr ance fi in abrogazione di alcune Fejie* 676
CAPITOLO VII.
Clemente Decimo Romano , creato Pontefice
li 19. Aprile 1670.
Carcerazione , ahjura , e morte del 'Borri . Herefie dello Spinofa , e
del Sandio . Gio. JLaunoyo , fue qualità , libri , e ripro'v azione
diejfi. 681
CAPITOLO VIIL
Innocenzo Undecimo di Como , creato Pontefice
li 2- 1 , Settembre 1 6j6.
Condanna di molti libri, e notizia di ejjì,e de^ loro cy^utori . Efpulfio-
ne degli Hugonotti dalla Francia ^ e de* Barbetti dallaSa^voja ,
Con^erfione delt Inghilterra alla Fede Cattolica , e nuo^oper-
'vertimento di quel 2{egno , Confejfione di Fede Cattolica di mol-
ti popoli fcifmatici > Stabilimento in "B^ma di un* hofpizio per gli
heretici concertiti , Affari^ e libri delli Janfenifti , e loro con-
danna . Condanna Pontificia di fettantacinque propofitzioni . He-
refie di Michel Alolinos , fuo corfo , e condanna . 687
C A-
e A P I T O L O IX.
AlefTandro Ottavo Veneziano , creato Ponte-
fice li 6. Ottobre 1689,
Operazjonì , e z,elo di c^leffandro Otta'vo contro ì ^ìetlfli , e
Alolinifli , e nuo'vi Heretici Pelagìani , anche a'vanti che fof-
fe ajfunto al Pontificato . Appltcaz^ione indefejfa di quefto
Pontefice negli affari appartenenti alla purità della Fede -
\ Condanna di Soggetto (qualificato per nafcita , e per poflo neU
l la Corte "Bimana, feguace dello Spino fa-. Afferzjone delpec-
'" cato filofofico , fua notiTJa , origine , e condanna . Condanna
Pontificia di alcune propofizjoni appartenenti alla Adorale . "BoU
la di caffazjone , ^' annullazjone di alcuni atti fatti dall' Ajfem-
hlea del Chro di Francia- yii^-
CAPITOLO X.
Innocenzo Duodecimo Napolitano , creato Ponte-
j ^ fice li iL.Luglio 169 1.
Sodisfazioni date alla SedeApoflolica, ^ alla Chic fa da' F'efco-
<vi di Francia , che intervennero neW Affemhlea del Clero neW
anno 1682.. e ciò che fegut in tal materia. Affari delti Janfe-
nifti ■ Prohihizjone del libro deW Arci'zjefco'vo di Camhray .
Career azjone -, e condanna di di^verfi Adolìnifli . Diverfe glo-
riofe operazioni diqueflo Pontefice in depreffìone dell' herefia ,
Con<verftone del Duca di Saffonia alla j^ligione Cattolica .
Indicazione di altri fucceffi , eh' hehhero il loroprofeguimento nel
feguente Secolo , 7j8
V
I N-
INDICE
DE' PONTEFICI
Secondo V Ordine de* Tempi,
INnocenzo VII. pagi-
na 3
Gregorio XIL $
Aleflandf o V. le
Giovanni XXIIL io
Martino V. 53
Eugenio IV* 95
Niccolò V. i5i
CailiftoIIL 171
Pioli. 179
Paolo IL 19^
SiftoIV. ^01
Innocenzo Vili. 1 1 z
Aleffandro VI. 215
Pio III. ^31
Giulio IL X3I
Leone X. 236
HadrianoVL 32}
Clemente VII. 345
Paolo IH. 408
Giulio IIL 454
Marcello IL 474
Paolo IV* 474
Pio IV. 499
PioV. 523
Gregorio XIII. 539
Sirto V. 555
Urbano VIL 55S
Gregorio XIV. 558
Innocenzo IX. 56z
Clemente VIIL s6z
Leone XL 583
Paolo V. 583
Gregorio XV* 6oz
Urbano VIIL 5o8
Innocenzo X. 62%
Aleffandro VIL 538
Clemente IX. 676
Clemente X. 68 r
Innocenzo XL 587
Aleffandro VIIL 722,
Innocenzo XIL 7}S
I N*
IN DICE
DE' PONTEFICI
Secondo £ Ordine d/ilfahetkò.^
A LefTandroV.
pag.
Innocenzo IX.
$6^
Jl\ i^.
Innocenzo X.
62%
Aleflkndro VI.
2If
Innocenzo XI.
687
AleffandroVII.
538
Innocenzo XIL
7}8
AleffandroVIII.
'711
Leone X.
2}6
CalIiftoIII.
171
Leone XI.
583
Clemente VII.
34<5
Marcello IL
474
Clemente Vili.
^6%
Martino V.
6Z
Clemente IX.
676
Niccolò V.
\6l
Clemente X.
681
Paolo IL
196
Eugenio IV.
95
Paolo IIL
40 S
GiovanniXXIIL
20
Paolo IV.
474
Giulio II.
^Zl
Paolo V.
683
Giulio IIL
464
Pio IL
179
Gregorio XIL
S
Pio III.
23f
Gregorio XIII.
SÌ9
Pio IV.
499
Gregorio XI V»
558
Pio V.
^2 3
GregorioXV.
602
SiftoIV.
201
HadrìanoVI.
}2}
SiftoV.
sn
Innocenzo VII.
3
UrbanoVIL
55^
Innocenzo VIIL
212
Urbano VIIL
60S
I N-
INDICE
pi quegli ff eretici , de* quali fi fa menzione in quefti
^artoTomo p annotati fecondo l* ordina
de" tempii
Giovanni Hus,
Girolamo diT?r4gft ^
Ucobello di Mifnia •
Tietro Drefda ,
Intelligenti ,
Giovanni Oldcaflel •
^damiti nuovi,
Cuglielmo Sartore.
Deijli^
Antonio Vìftgnani,
Fafcinarìi,
Giovanni [{uchardi,
dietro d'Ofma,
Vofiarii,
Hermanno B^fìwpich p
Martin Lutero .
vldarico Hutten •
Zuvinglio .
Andrea Carlofiadio •
Filippo MelanUone .
C a/paro Scuvenhfeldio >
V^i^
IO,
II
II
n
21
35
|53
^8
SS
172
IS<S
209
210
;2ió
235
244
257
319
331
334
3 37
Ciovanni agricola »
33$
Andrea Oftandro .
3 3t
Giovanni BrenT^o»
33$
vbiquifti.
338
Libertini,
339
^nabattijli.
340
Jr ance fco Stancarci
395
Giovanni Calvino,
426
Thepdoro Be':(a.
509
Tdarc* Antonio deDominis,
5S5
Comarrifli.
5 SS
^rminiani.
588
^uietifti.
59P
Indifferenti t
608
Illuminati,
6IJ
Janfenifli,
617
Borriflt ,
641
Treadamiti,
642
Spinofa ,
682
Molìnifti,
7n
"Pelagini,
723
IN-
INDICE
Vi quegli Her etici , de' quali fifa menzione in quefii
^artoTomO) annotati j e condo l* ordine
Alfabetico *
ILSl. ^nahattifli.
fag.63.
340
Andrea Carlojladid . ^
331
\4ndrea Oftandro .
338
\Antonio Vifìgnani .
172
jlmàniani.
588
Borrifit , "
641
DeiCii»
88
tafanarti»
186
FUippo Melan£lone l
334
Fol<arii,
216
F rane e fco Stancavo,
395
Cdfparo Scuvenkfeldio ,
337
Cioranni agricola ,
338
Giovanni Bren'2^0 ,
338
Giovanni C({lvino ,
426
GovanniHus,
IO
Giovanni Oldcaflel .
35
Giovaìini I{ucbardi ,
209
Girolamo diVraga,
II
Gomarrijii,
588
Guglielmo Sartore.
88
Hermanno ^ifìuvich .
235
lacohello di Mìfnia ,
n
lanfenifli.
617
Illuminati.
613
Indifferenti, '
60S
Intelligenti ,
21
Liberimi ,
339
T^arc Antonio de Dominis ,
585
Martin Lutero ,
244
Molinijli.
7H
Telagmi.
723
Tietrod'Ofmà,
210
Tietro Drefda .
II
Treadamiti.
642
Ouietifti .
590
Spino/a ,
682
Tbeodoro Be^^ .
509
vbiquifii.
^^^
vldarico Hutten .
'2''>7
Zuvinglio •
319
r\:jii^-
«&t
S E-
*
V
S E e O L O XV.
CONTIENE
LI PONTIFICATI
D I
Innocenzo VII., Gregorio XII, Alef-
fandro V., Giovanni XXIII. , Mar-
tino V. , Eugenio I V. , Niccolò V. ,
CalliftoIIL, Pioli., Paolo IL, Si-
ilo IV. , Innocenzo Vili, &Alef-
fandro Vi. , fin' all' Anno 1503.
E
L' H E R E S I E
Di Giovanni Hus, e degli Muffiti , degl* Intelligen-
ti, Adamiti recenziori, di alcuni errori di di-
verfi Autori , di Pietro d' Ofraa , e de'
Foffàrii.
Ttmo IV.
M
r\
^
Ad Komanam Ecclejlampropferpotentioremprin^
cipalitatem necep e fi , omnem convenire
Ecclefiam, hoc e fi omnes , qui fnnt
undique fideles^
S. Irenasus iib.3. cap.3.
\ '^
SECO-'
2 Innocfn-
^ zoVlI.
SECOLO DECIMOQ^INTO .
CAPITOLO!.
Innocenzo Settimo di Sulmona, creato Pon-
tefice li 17. Ottobre 1404.
Operazioni^ ^ Coftituzjionì di queflo Pontefice contro vii He^
retici^ e Concuhinmi. Condanna degli Articoli di Wic-
deff.
Icutbonii dice S.Gregorio, [a]per contumelias exijìunt ss.Grfg.epifi.56.
meliores : ita reprobi de beneficio evadunt pejores. La
condanna di VViccIeff , e la fegiiita diffamazione della
di lui dottrina, ficcome fervi ói fìabilimento a buoni
per confolidarfi nella coftanza della Fede , così riufcì di
eccitamento a' reprobi per inoltrarfi nella efecrabiliti
degli errori, pervertendo eglino in affronto il benefìcio,
in impegno l'invito, &in detrimento il rimedio, con
quel folito infortunio , che fuol recare la Pefte , e che cotanto pianfe S.Gio-
\anniChn{o[iomOi allorquando egli di{{'e,[b]I{erum natura Jìcejiy ut quo- b s.h.chrjf. fm.
ties bonus malo conjmgitur , non ex bonomalus melioretur y Jed ex malo bonus p^r.Matth.
contaminettir . Conciofiacofache dal motivo dell' Apoftolica follecitudine ,
con cui li Padri Cattolici accorfero i fupprimere il fuoco della nuova Here-
fia di queir Inglefe Herefiarca, prendendo pretefto alcuni Bohemi di ravvi-
varne con nuovo pabulo le fiamme, eccitofH quindi un'incendio, che di-
vorò incontanente con la Bohemia, la Germania, l'Ollanda , il Settentrio-
ne, eia Francia, con il corfo impetuofo di qne'funefti avvenimenti, che
pur' hora Noi in quefto Quarto Tomo ci accingiamo à deferi vere, con la
narrazione delie itrepitofeHerefieHuflitica, Luterana, e Calvinida. Ma,
grazie al Cielo , che con l' avveramento della feconda parte del riferito det-
to di S.Gregorio, fcorgefì così bene avverata ancora laprima, che pon-
derata la riforma de' Laici, la efemplarità degli Ecclefiafliici, e tutto ciò di
bene , che ci hi recato il male di qaefte ultime Herefie , non poiììamo cer-
tamente contenerci di non efclamare, [e] Malisetiam ad laudern bononm e s.^n^.dtgr^t
Deus ut n uri e [e/] Ideo Deus inJHJios e[k permiftt y ut virtusejjetpretiofior : *^''^'
in modo tale che le ferite date dagli Heretici alla Chiefa Cattolica fono riu- i^£
Iciteperlei, come quelle date dall' Agricoltore alla vite, allor quand'egli
potandola, la fa ringiovinire nella verdura, e rinvigorire nel frutto , onde
il taglio vibrato ridondi in utile, e pompa, e non in deterioramento di ef-
fa. Ilcherenderaflìpalefe dalla lezione di quanto foggiungiamo in qr.eft'
opera, fé per terminarla darà il Cielo vitad Noi, e vigore proporzionato
alla noftra penna.
A z Jncck-
ro arbitrio .
[iantius is /»•
iraDtt,
Innocen- ^ Secolo XV.
5,f? ; coftì- Incominciando dunque dal Pontificato d'Innocenzo Settimo, che nella
luxroai'diqudto' conneflìone della noftra Hiftoria aprì il primo al Chriftiane/ìmo il Decimo-
arw^},«,w quinto Secalo, dice di lui TheodoroNiemio Chierico di Lucca, eabbre-
z.cof. jj. ■ * viatore delle Lettere Apoftoliche , [a]ljìe Tonttfexfuh mitis , benignus , &
compattens afjii^ìs j nec erat aliqudjuperbia in eo , neque apud ipfum acceptio
perjonarum : libens pofcentibus audientiam dabat, &ferèdiebus fìngulis cenis
horisfupplicationesftbiporre6las[ollicitèfìgnabat', Confìdoria privata y & pu-
blic a tenebaty diebus y & horis confuetis , nec alicui mole flus , ncque cupidus^
feu avams exijiebat] Simoniaco^ exofos habuit i e contro di ellì foggiunge Go-
belino Perfona , Decano di Padeborna , nel fuo Cofmodromio Temano In-
hGoM. Pfy/««4 nocenzo una formidabile Coftituzione in quefto tenore, [b] Inomnesy &
itut.t.t.u. ftngulos cujufcumqHe gradiis t flatus y vel conditionis exifierent , etia^ ji Tonti-
ficali, aut aliaqua-pis prafulgerent dtgnitatCy quosforfitanm futurum Imjuf-
modi nefanda in rotults hujufmodì , voi extra illos (ìmoniacè procurare , yel tra-
mare, autpxopterea pecunìas , velalia munera dare , yel promittere , feti re-
cipere continger et y excommunìcationis fententiam promulgavit , d qua per
alium y quàm t{pmanum Vontificem , praterquam in mortis articulo , abfolvi
nonpojjent: & nihilominus procurantes y tra&antes, dantesj promittentes, &
Yccipientes hujufmodi omnes, & fmgulos y fiveprofe, ftveproaliis y omnibus
beneficiis Ecclefìaflicis y qua eo tempore quomodolib et obtinerent, efient priva-
ti , & inhabiles ad alia beneficia obtinenda .Così egli , Sotto il caftigo del me-
defimo vituperio , e perdita d' ufficio , egl' involfe parimente li fuoi Miniiiri
ioc.cir!c.4i»' Concubinarii; onde di lui replica il fopracitatoTheodoro, [c]Dumrefìde-
ret in yiterbio , utpr^fertur , fcriptores literarum ^poflolicarum per privatio-
nes officiorum fuoruniy & alias formidabiles pcenas compulit ad dimittendum
Focarias eorundem : & verijìmiliter multa alia utilia peregifìet in ejus Tapatu ,
fieumDominusàfieculoitafubitònon-pocafiet. Poiché fotto il fiio Pontifica-
to , che funefto gli corfe per le agitazioni del mentovato Scifma , altro non
rinvienfi di memorabile appartenente al racconto dell' Herefie , che la con-
danna degli Articoli di VVicclefffeguitain Parigi da' Dottori di queir Ac-
"' -' cademia, della quale fa menzione il VVindefordo nel Commentario con-
tro i VViccleffiiti, e Gio. Coeleo nel fuo primo libro dell' Hiftoria degli
Hufiìti. ^
C A-
" w Gregorio
5 XII.
C A P I T O L O IL
Gregorio Duodecimo Veneziano , creato Pon-
tefice li jo. Novembre 1406.
Sinodo di Oxford^ e fmi Canoni. Stato dalla 'Bohcmia ^ e pre-
cipitati cojìumi del 2(è FFenceslao. Magìe fpa'ventofe del
AdagoZytone, Per^ver/ione di quel 2{egno nelle majjìme
VFiccle-ffifte . Origine^ e notizia delP Accademia di Praga,
patita ^ ePoflidiGio,Htis^ di Girolamo di Praga ^ di Ja-
cohello di Mifnia^ di Pietro Drefda^ e di altri Heretici,
Herefta de^ Calixtini , Duhio infarto , [e 'vifia prefentemente
nel Àiondo alcuna goccia confer'vata del Sangue diGiesu
Chriflo . Sinodo celebre di Praga [otto /' Arci'vefco'vo Shin-
^0, ejuocorfo. Miracolofo A'V'venimento della Santiffìma
Èucharijìia.
]\ A dove nacque, e maggiormente allora vagava la pefte dell' Provifioni.exeio
Herefia, quivi li Prelati Cattolici , e maggior ftudiopofero ArmidluoconTr
perfupprimerla, e maggiormente fi affaticarono per eftirpar- i vviccieffifti.
la. L'Arundelio Arcivefcovo Cantuarienfe, condannati nel Si-
nodo li dieciotto Articoli VVicclelfifti, quali habbiamo [a] a <«». 1^9^., ,
alttovc accennati , furfe con maggior premura di Apoftolico '^Boniflcu^xHo^"
zelo nella celebrazione, eh' eflbfece, di un'[^] altro Concilio in Oxford, e ì-Mn- ' '
tredici Canoni in efToftabilì, quali poi l' anno feguente promulgò da Lon- ^ *^"'"'''>of.
dra per tutto il Regno d' Inghilterra, [e] Prohibì le difpute di nuove opinioni e apud Nat.^ifx.
contro le antiche Decifioni della Chiefa , li Libri dcll'Herefiarca V Viccleff, '^X'^-''^' "''' *'"
e generalmente tutte le di lui opere,fe prima elleno corrette,e rivedute non
follerò dalle due Accademie di Oxford, e diConturbery, conl'interve-
nimento di dodici approvati Theologi , e confeguentemente poi approvate
dall' Arcivefcovo di quella Città ; la predicazione della parola àÀ Dio fenza
l'autentica, inchì efercitavala, della fuaMiflìone, il ricevimento de'Sco-
lari nelle publiche adunanze fenza il previo efame della loro Cattolica Fe-
de, laverfione della facra Scrittura nell'Idioma nativo dell' Inghilterra; e
contro i fofpetti di Herefia egli comandò, che irremiflìbilmente , e fomma-
riamentefi procedefle come contro fofpetti di lefa Maeftà Divina per la
fola indicazione della loro non fana credenza. Ma fé al Corpo infetto gio-
vò il rimedio à tempo applicato , sfogò horribilmente in altre parti la in- . '
tezione del male , che dilatato dai V Viccleffiftì per le profTime Provincie ,
opprede impenfatamente la Bohemia , la quale incontanente viddefi Hcre-
tica con una Herefia non fua , navigata dall' Inghilterra dai Seguaci di VVic-
cleft, che fatti forti dall' accrefcimento desìi Hui35ti, mneltarono quivi
Tomo IV, " ^ A 3 l' una
o
nero
■>. , ev-
Gregorio g Secolo XV.
-^ ^ ^* r una Herefia con l' altra , rapprefentando avverato auell' Albero abomine-
't dmìiI. 4. vole di Daniele , fotte il quale [a] habitabant ammalia , & befii£ , & in ra-
mis ejus convfrfabantur-polmns Calii &exea vefcebatHr omniscaro. Co-
me tali cofe feguiflero, è d' uvopo defcriverne accuratamente i pnncipii,per
comprenderne poi adequatamente , e meglio li fircceffi .
Stato della Bobe- Rcggcva lo Scettro delIaBohemja il Rè VVenceslao , ma con maggior
""'ì-'n ^ ciTr" ^'^"^^ ^^^ nome Paterno, che delfuo . Poich'egli figlio dell'Imperador
vvencesiao. ' Catlo Quarto haveodo ricevuto dal moribondo Genitore documenti da
Santo, tralignò daefficonenormiflìmavita in precipitati ecceflì di ogni
sfrenata paflìone; ond'hebbe a dire Enea Silvio Piccolomini , che poi afcefo
b c^« siMus in 3I Pontificato chiamolfi Pio Secondo , [b] 'domini fuo Carolus Quartus non
Hift.Bo'hmicacap. paYvam inuffit maculam , mòd FFenceslaum ex filiis fuis natu majorem in
^*' Imperio libi Succejjorem ddhuc vivens ordinare conatus eft , idque pecunia;
nam cum Trincipes Ele&ores haud facile ad eam rem traht pojjent t quodvir-
tute obt mere non potuit , predo comparavit , promifjis cuique EleSiori centum
miUibus aurei s , quos cum repraftntare non poffet , public a illis ^pman£
J^ipublic£ ve&igalia obligavity perpetuum Imperii malum. Così egli. Sti-
Documenti la. v^o il faggio Ccfatc habilc il Figlio all' Imperio , ein quello folame^te egl*
fciati a lui dal fuo mgannoflì , petche malamente fi perfuafe di non poter' efler ingannato da
Regio'Geimore. q^eHaefpettazione , che dava al Mondo la di lui minorità ben* educata; al
quale in morendo egli lafciò ancora ferirti in muta carta que'fentimenti,
ch'efTo vivendo gli haveva così bene iftillati con la voce iva nel cuore,
e ^pni cocUnm [p ] Quicumquercgnabitis poflme, diceva la carta, decorati diademate B^-
ìb Hift. HHfvfica gum , mementote , quòd & ego rexi ante vos, & inpulverem reda^usfum , &
''^•'' mlutum -permium fimilìter vos cadetis, tranfeuntes ut umbra ^ & velut flos-
agri. Quid valet nobilitas generis , ant rerum aflluemiay nifi adftt pura con-
fcientia cum fide re6lay & jpefan6lal\efurre6iionis^ Tslon afiimetisvitam ve-
flramficutimpiinonre6lècogitantes, cum exiguum ftt y quodeftis, quia à Beo
creati y &exrìihilonatifitisy & pojihac ad nihilum re digemini y tanquamnon
fuifietis. ScitotCy -pos habereTatrem atcrnum y dr Filium ejus Dommum no-
firumjefum Chriflum , qui primogenitus eft in multisfratribus , qui vos vult fieri
participes regni fui. Si mandata e jus ferva-peritisy &non inquinai? eritis men-
tes, confcientias y & -poluntates peccatis carnis-peflne , efficiemini Filii Dei,
proutjoannes in Evangelio , Dedit eis poteftatcm Filios Dei fieri . Si igitur vultis
effict Filli Dei , mandata Tatris veftri fervate , qua annunciavit vobis per
Filium fuum Dominum noflrumjefum Chriftum I\egem Cosleftem , cu]us typum ,
^-picesgeritisin terris: mandatumverò majusejìy diligere Dominum Deum
ex toto corde y & ex tota anima, & proximum ftcut feipjum: fi ea dile6tione
Deum diligetis y proipfoponere animas vefiras non formidabitis y &nontime-
bitis eos , qui corpus qiiidem pofiunt interficere y animam vero perdere nonva-
lent'y fedtimebitis Tatrem vejl^um, qui potens eflfalvare, 4^ mittere inge-
hennamfempiternam.
Si vero in timore Domini ambulaveritis , fapientia erit veflrum initium ,
& judicabitis fratres veftros in juflitia , & aquitatCy prout ipfi fperatis judi-
cari a Domino : nec fic deviabitis in devium , quia via Domini re£ia eft,
tritque mifericordia veftra fuper egenos , & paupercsy prout optatis miferi-
cordiam confequi de egt fiate , & fragilitate veftra à Domim , & fapientia
veftra fortificabitur in rotore Domini, &ponety Htarcum aneumy brachium
•pefirum , & conteretis bella fortia , & cadent impii coram vobis ; jufti
autem
Capitolo II. rj Gregorio
autem gaudcbmt . Cogitationes quoque inimìcorum vefìrorum Deus dif/ìpa- A il.
bit i & docebit vos ficere jufiitiam, & jttdicium , rcvclabtt vobis fecretdy
fcmtinìumjujìum ojiendet vobis, & non palliabit vir afiutus malitiam [uam
ante faciem vejiram i quia Spiritus fapienti£ ^ & intelligenti^ Domini erit
in vobis, & velabumur ocult in j u fior urne or am vobis y tolletque Deus de cor-
dtbus eorum verbum , & amentcs erunt propofttiones eorum , ]ulìus autem
falvabitvitamfuam: (ìcque erit honor regius y quia bonor I{egts judicium dt-
Itgit , & fceptra vejìra florebunt corani Domino y quia porte xijìis ea lapfo ,
& inopem extraxijiis de laqueo venantium : diademata vejìra fpLende-
bunt &c. Così r Imperador Carlo Quarto al fuo Figliuolo Rè VVenceslao
di Bohemia. Ma [^]Ho«orei', dice S. Gregorio, /«/?è»2«ftf«/»wor^i',eperve- a s^Greg,ìn Pa-
nato al Regno VVenceslao, aprì nella Bohemia, e nell' Imperio una tra- ^'"■•
gica fcena di non preveduti fuccefli, rapprefentando al Mondo una vita
così fcandalofaper i coftumi , così barbara peir la fierezza , e così vituperofa
per ogni riguardo , che in fine egli meritò di edere sbalzato dal Trono , da
lui più tofto profanato , che polTeduto : Vino , ciboque marcens i così fcrifle
diluì il fopracitato Enea Silvio, lucemque dormendo no^i conjungcnsy ab
Elehoribus Imperii , comprobante Bimano Tontifice, deje£ius efl * Sciope-
ratamente vivendo , egli berte fpeflb vendeva nude , e bianche carte fegnate
col Recio Sieillo, e Regia fottofcrizione , l b] qua ex re ab f acri Romani ^ Hdctxtanttom.
_ ■ ■'-! • •-' ,' f *-' I r \né. ìir ^' Z. rerum Ocrm.^n.
Imperli juriumi & emolumentorum damnofam tmminutionem y (& dijjipatio- p^r.i.pag.i^o. ,
nem , graves querela fubort£ funt : Controverfias porro , bellaque , qu£i f""" '^"'"^ \^y"'
proh dolor ÌGermaniamy aliafque [acri Imperii terras miferè afflixerunt , & '"'•"i°'^-''-'^-
pefiumdederunt , atque etiamnum peffumdant , nil unquam cune habuit , Rine
pr^edationes , incendia , & latrocinia otta adeo funeflis ufque hodie incre-
mentis y ut nulli ncque Clerici y ncque Laici y ncque ^gricoU , ncque Mere a-
tores y ncque viri , ncque mulieres > five terra > five mari tuti verfentur.
Tempia y Coenobiay & Domusfacr^y quas Jacrum Imperiummanu afiererc,
atque tueri dicebat , rapinis , & incendiis patent , (jr ad interitum redigun-
tur. Eo rcs abiity ut quivi s cantra juris , <& aqui rationem, alium prò ar*
bitrio tra6iarit , ac etiam tra&et, abfque ulla facr*€ , fpreticque diu Imperia-
lis au6ioritatis reformidatione , ftc ut & locus conveniendi qiiempiam , ubi
nomine j un s def enfia y & patrocinium fiifcipiatury piane ignoretur . Denique
( quod horrendum, & immane di&uj cum propria y tum aliorum facinor§-
forum y quosfecumhabety manureverendos facrorum ydntifìitcs y Sacerdotes,
& [pirituales perfonas , & alios iterum plures honejìie notte hcmines contra
juris normam , fecus quàm B^omanorum I^egem decebat , ned dedit , aquis
fubmerfit , igne cremavit miferabilitcr , atque truculenter ptremit , Qués
quidem memorata , aliaque multa gravia facinora , atque damna adeo di-
vulgata funt , & palam nota , ut & excufari , vel celar t nullatenus queant ,
Così l'Arcivefcovo di Magonza nella formola della di lui depofizione
dall'Imperio. Ma fiironoqueftì piccioli delitti, fé fi paragonano co' mag-
giori: Poiché di lui [e] foggiungefi, che ammonito dalla fua Regia Con- ^ nuhtvius i^
forte à ritirarfi dalla indegnità de'Lupanarii,rifpondeflele obbrobrlofamen- H'jt. BohemUauo.
te, eh' elfo era pronto à condurvi ancor lei; e quindi fattofi chiamare il ^^'
Confelfore della Regina, richiefelo dei peccati di effa; e deludendo il de-
voto Sacerdote con dubbiofe parole l'arroganza della domanda, e perfi-
ftendo l'empio Rè nella oftinazione della nchiefta, e'ibuon Servo di Dìo
nella coftanza della repulfa , facelTelo allor' allora gittar dal Ponte di Praga
A 4 nel
a «4/;/;
b Edmundus apuà
ChronieoH Belgi'
cttm
c Idtmilfiitmt
à litmWtitmt
Gregorio g Secolo XV^
V^^^' . nelprofondif1imo[^] Molta, conhonore, e riverenza dell' iflelfo fiume,
US Moldavia, offerendo l' HìftoHco , Quàm fanBuSi & innocens Sacerdos iUefìterit, ip[e
fiuvius oflendit ita de repente arefa^us , ut corpus nudaret fubmerft : infla-
tuque ilio tricttnmi permaner , donec Jubmerfus ad S. Fitum fcpeliretur : ubi
in hunc diem quìcumque fepulchro temere infaltaverit , immmiis ab infamia,
non epadit. Per il qiial barbaro fiicceflo ne morì di cordoglio la Regina.
Altr'idi nuovo foggiungono [b] tefbmonii di veduta, che quando nella
menfa non gli andavano à piacere le vivande, egli incontanente t'aceffe in-
filzar negli fpiedi li Cuochi , e con prolungata morte in fua prefenza à lento
fuoco arroftirli : [e] Che forprefo una volta da uno flravagantedesìodifa-
per'à che penfaffe il condannato alla morte nell'atto imminente dieffa,
chiamaire afe un fuo Figliano , e poflofi elio inginnocchione rifolutamente
gli ordinalfe , che ^sfoderata la fciabla, lo decapitane : inhorridito alla ri-
chieda, e difdegnandone quell' innocente Giovane la efecuzione , fol volle
per ifcherzo avvicinargli di piatto al collo la fpada, mofìrandofi nel me-
defimo tempo, e riverente alla perfona, e pronto al comando. Surrexijìe
B^egem, replica l'Hiftoricojtutt* allora adirato, e fuor di fé, e conavverfa^
rifoluzione, ^ie«iy«<ir«, difl e ai Figliano, e in mio luogo ti poni, e impara
di ubbidir à unF{è quando comanda ; e in così dicendo , gli recife con un
fol taglio la tefù, calpeftandone sfarzofamente il fangue in dimoflrazione
di vanto della fua defirezza: E che un'altra [d] volta incontrando egli
nella Caccia un Monaco per una Selva , trafìggeflfelo con un dardo da parte
i parte, &cOh bel colpo, diceffe, è ucci fa la fiera \ alche, replicando il fuo
Scudiere, non ejjèr ella una fiera , md un Monaco , rifpondelfe VVencef-
lao, Monachum manere debere in fuo Clauflro, non in Silva, ubi ejjet habi-
tatio , & converfatioferarum : [ e ] Et in fine , conchiude il citato Edmon-
do , Mudivi etiam dici de eo , cum quadam vice videret adparietern fcriptum ,
VVenceslaus alter Nero , ftatimaccepta creta, manu propria adjunxiffe htsc
verba. Si non fui, adhuc ero; ed in fatti egli pretto non folamente diven-
ne un moderno Nerone, mi nella fierezza oltrepafsò l' antico : I\ex, fog-
giunge il Dubravio , alia occultiora naufragia adverfos fuos adverfarios
excogitavit , extrtiÙo fub arce yicegradenfi in ripa Vvlt avite balneo ( nam
fapijjimè balneis utebatur ) machinofo , in quo tabuU pavimenti certa fui
parte ita leviter coagmentata fuerunt , ut vel uno pede proculcatae facile la-
xarentur . Quos igitur ex tis , qui ad lavacra invitati erant , perdere vole-
bat, per hanc rimam, ruinamque pnecipites in flumen dabat ; adeò natura
ferus , & fanguìnarius, ut ajfiduum penes fé carnificem haberet , qucm vul-
garivocabulo Compa.UQm familiariter appellabat, quia filium ejus de fonte
/acro levavit, &tam proximumfibi adhtbuit, ut aliquoties uno, eodemque
equo fé cum vehi illum pajfus fuerit , defdientemque rapi ad pcenas , quos juf
ferat, fpe^averit. Così egli , e certamente quello crudeli^uiio, ed im-
piiflimo Rè non potè apprendere quefte ree maflìme di vivere , fé non
dalla fcuola del D.avolo, e dagl' infegnamenti de' Maghi, de' quali molti
egli falariati riteneva nella fua Reggia. Fra eiil il più bombile eraZytone,
Negroni^intc degno di paragonarii per le maraviglie degl'incantefimi agli
antichi Simun Mago, Apollonio Tyaneo, e al più moderno Pietro Abai-
lardo ; [/] poiclVegli appariva bene fpelTo con una larga bocca fìn'alie
crecchia , e dimoiuv.va d' improvifamente ingojarfi vivi gli huomiiìi, e
incontanente à pezzi a pezzi fcaricandofene il corpo perla via communc
delle
Idmlòidtmt
Zyt«ne,efiiehor-
rende in^'aie .
f Dtt'ravìus in
IL/:, Eiihemicatit/.
2J.
Capitolo IL g Greco
delle feccie, ricompagfnavaliinfieme, e ridicevalinel primiero flato di RIC>AÌi.
prima: compariva con faccia non fiiaveftito nel medefimo tempo bordi
coiorrolVo, hordinero: vedevafi nuotare ignudo per le Camere, come
per un gran fiume: correvalepoikal par d'ogni veloce deftriere fopra un
piccolo Carro tirato da due Gallinacci: nella menfa reale faceva improvi-
famente tramutar le mani dc'Convitaci in piedi ò di Cavallo, ò di Bue ,
eprendevafi giuoco di effireiìinhabilià prender il cibo: fufcitava repentini
rumori per iailrada, eaiDomeftici del Rea! Palazzo, che accorrevano
alle fìncitre per rimirarne il lucceflb, comparir faceva in un'ifiante sii U
fronte due graudiflìme, e fpaziofe corna di Cervo, onde ritrar'eglino non
poteffero il Capo dal vano di effe,- e ciò fpeffe volte avveniva , quando alla
menfa egli fede va con loro , rimanendo egli folo aflìfo, efollecito ad ingur-
gitar le vivande , quando i Compagni combattevano à ritirare , e ritrarre le
loro Corna dalle fineftre: faceva comparir mandre di Porci, e ritraheva-
ne in vendita copiofl denari ; ma gl'infelici compratori nel voler rimetterli
nelle flalle, foli fenza Porci confuti, e mefti ritornavano i eàunMicheie
fornaro di Praga , à cui fuccef le tal fatto, rinvenuto dormendo in una ho-
fleriaZytone, e prendendolo j>er un piede per ifcuoterlo dal fonno, e
ridomandargli il denaro , col piede rete in mano tutta la cofcia, ond*
hebbe dgran miracololo fcappar via fenza moneta, fenza Porci, e tacere:
perlo che fin d'allora corfe per tutta la Bohemia il proverbio, quando ta-
lunfacevainqualche mercanzia mala elezione, ò mala fpefa, Lucrum fa-
cies y quantum Michael in fuibus. In modo tale che l'horribilMagoerain
horroreà tutti per tutto quel tempo, che nella Corte viife di VVenceslao,
dalla quale un giorno improvifamente egli difparve, à Cacod^mone , co-
me dice l'Hiftorico, chequeftecofe riferifce, [a] curri corpore, & anima
de medio bominum fublatas . Dalla fcuola dì Zy tone propagollì poi in quello
Secolo la Magia in molte parti del Chriftianefimo , e noi ne accenne lemo à
fuo luogo [b] prodigiofi , & horribili avvenimenti . Sotto un tal Rè dunque b vedui ponùfM
non potè avvenire alla Bohemia altrimente, Ai quanto avvenne all'Inghil- Eage^^oiv.,ujinr._
terra fotto[c]il Rè Eduardo Terzo ; e fé dalla mala vita dell'uno prefe vigore Grttxi!tTì/pÌ.
la Herefia di V VicclefF, dallapeflìma condotta dell'altro prefe incitamento, ^"■•
e forza quella degli Hulliti . Conciofiache non ritrovando li VVicclefiilii
banditi per gli Editti Ecclefiaftici, e Regii dal loro nativo Paefe, Theatro
più proporzionato al profeguimentodelfa loro intraprefa, che un Regno, mgreffo.epro.
in cui regnava un Rè per così dire Atheifta , tutti colà accorfero , e nella iate'fuvvKl
Bohemia fi portarono, carichi della loro infetta merce, cioè de'libri di df^'t-» per la
V Viccleff , per farne quivi pompa, e diffeminarne in quel terreno gli errori» ^°^""'^ •
Fri gli apportatori dell'efecrabile mercatanzia uno [d] fu , e forfè il princi-
pale, Pietro Paynecollegiante dell'Accademia di Oxford, ea forfan occa- ÌÌ//£"' "'^'
/ione permotusi quòd ante eum Bohemus quidam genere nobilis ex domo,
quam Vutridi pifcis vocant, apud Oxoniam in litteranm fludioconfiituta ,
librosFFiccleffiy quibustimluseJìyDemivQvf'dlibusveaMbuSyindeinTatriam ^ ^^^
fecumretulity velut pretiofumthefaurum, quos Tragadiverftstranfcriptiom- le^ttleTcTc-J]
bus multis hominibus communica-pit , & juxta nomenfuum Vutridi iMretici le- ^"'f ^'i" '"■ f'
thale-pirusCivibus fuisinfudit. Fioriva [e] allora la Univerfità di Praga mìcl'l à-intillù
in qualità di Soggetti molto accreditati nelle fcienze, ma conlagrimevoie ^Ifcademù di
avventura di finiftro accidente, erano eglino tri loro così mal concordi Praga^, cA'udif.
dunimo, e di genio, che più tofto parevano contradittori, che compa- '°'^''*
litm tbidt
gni
Greco- jq Secolo XV-
RIO XII. 2fìi neir infegnarle . E la contradizione nafcevaineffi, non da lodevole
iftinto di rintracciarli vero fra le ofcurità delie contefe, ma di contendere
anche il vero, quand'egli appariva nella bocca dell'Avverfario, e tanti
erano gli Avverfarii , quante le Nazioni , ài cui quell'Accademia era com-
porta. In quattro Nazioni ella fin dalla fua fondazione fotto Tlmperador
Carlo Quarto fu divifa, cioè nella Bohemica,Saxonica, Bavarica , e Polo-
nica, tutte e quattro con gl'ifteili privilegii condecorate , e con li medefimi
emolumenti largamente pro vedute. Ma li Bohemi, ò come gente più feroce
degli altri, ò come meglio proveduta degli altri in ragion di voler' elfi
in cafa loro governar quello ftudio, fempre di mal'occhio riguardarono
i Dottori Tedefchi, e Polacchi, come quelli che fembravano loro coli
introdotti più come Maeftri, che concathedratici in quelle fcuole. Quindi
Tpeifo tira eillfuccedevano riffe intempeftive, e inutili difcrepanze , che più
tofìo tendevano alla diftruzione , che al coltivamento delle fcienze: e come
che è molto più ardente la gara dell'ingegno nella diverfità delle Nazioni,
che quella delle Nazioni nella diverfità , e valore delle armi , ad altro non at-
tendevail , che ad abbattere i Compagni hor con la fottigliezza de'fofifmi,
su?i'iti""^'^^"^ hor con la novità delle opinioni, ed hor col peggio che fuccederpofla nelle
fcuoie, con la impugnazione dell'ifteffa verità , per rendere in qualche modo
confufo col verifìmile anche il vero.In quello torbido ftato di quell'Accade-
mia iVViccleffifti avvicinarono il fuoco, dove f)iùparevadirpoftala mate-
ria all'incendio , e i loro Libri communicarono ai Maeftri Bohemi, fra quali
Giovanni nativo di Hus piccola Terra di quel Regno fopra tutti s'inalzava
più per ferocia, che per acutezza d'ingegno, onde gli altri ciecamente lo
feguivano, come Huomo forte nell'impegno, e Capo di fazione contro la
a:^«.r4oJ. Nazione de'Dottori Tedefchi . [^] Entrò volentieri T Hus nell'apertura
di quella nuova Scuola, & avidamente s'inoltrò nella lezione de' Libri di
VViccleff , e ritrovando in effi pronto motivo di peregrine fentenze, avida-
mente le propofe ai fuoi Avverfarii non tanto per foggetto di queflione >
quanto per articoli di afferzione . Tuttavia non hebb'egli allora ardimento
di apertamente approvare la Herefia di VViccleff;conciofiacofache eflendo
ìrlfàt^Td^T' '1 ella ftata di frefco condannata dalla Univerfità di Praga > ed ellendofi [b]
ar^ttcuidvvicchjf^ cHo mcdefimo fottofcritto alla coudanua , non voleva così predo renderli
Vì'Z s'aT'i^e'' òfpergiuro nel fatto, òcontradittoreàfefteflb, e baftogli allora mettere
'•rf!ii,§!6.'''*''^'^' in campo l'inimico fenza azzardarlo alla battaglia, fin tanto che fi difpo-
nelTe meglio l'attacco con l'indebolimento dell'Avverfario. A tal fine in^
finuatofi elfo nella confidenza di Vvenceslao , à lui propofe, e daini otten-
ne cofa cotanto gradita à tutta la Nazione Bohema , ch'ella non potè v a de-
fiderarne altra maggiore tanto in riguardo al decoro , quanto all'utile, cioè
che nell'Accademia di Praga la Nazione Bohema precedere aliealtre tré ,
ed ella fola tanta forza havelle nclie decifi oni, nelle difpofizioni,eneiram-
miniftramento di eflà,quanto tutte e tré la Sa(fonica,la Bavarica, e la Poloni-
ca iniìeme . E ciò con Regio diploma fu incontanente ordinato, publicato,
& efeguiro con sì grande indignazione de'Maeftri Tedefchi , che quindi to-
fìo tutti fi partirono con cinque mila Scolari loro nazionali , e fi portarono
a Lipfia , Città tré giornate dirtante da Praga , dove fotto la protezione de'
divoti Principili LantgraviodellaThuringia, eilMarchefe di Mifnia fon-
darono una nuova, e celebre Accademia, in competenza di quella di Pra-
ga, la quale allora refa totalmente in poter de'B.ohemi, e fotto la condotr
ta
Capitolo IL II Grego-
tadifpotica di Giovanni Hus, divenne in breve una Sinagoga d'increduli, ^^'-'^U.
& un Aiìemblea di Heretici . Poiché THus, che nera il Direttore, cornin-
.ciò in effa à fpargere pnblicamente il veleno V Viccleffiftico , ch'egli già ha- f.^^l'^it^/r'olf^^
veva altamente bevuto , edi cui havevagià infetto l'animo, e la dottrina.
ElTendocofa che eifendo egli potente nel dire, & in eftimazionepreffogli
altri per una mal fondata opinione dj vita auftera, e fanta, predicando nel
celebre Tempio di Bethlem in Praga, confacrato alla memoria de' Santi
ApoilioIiMattheo, eMatthia, e de'Santi Innocenti , propofe all'udienza
li libri di VViccleff, come libri pregiati, edotti, e la perfona dell'Autore,
come data da Dio alla illuminazione di quel Secolo j onde fpefle volte egli
ripeteva , Defiderar ejfo in morendo quella gloria , in cui era entrata V anima
fortunata diyyicclejfi huomo buono, perfetto, e degno del Cielo. Ne (i con-
tenne l'Hus nelle fole parole , che fol intefe , perfuntoriamente perfuadono:
màappigliandofiaglifcritti, che fono le arme più potenti della Herefia ,
rivolfe in lingua Bohema alcuni libri di lui, e come facro dono prefentolli
d tutti li più potenti Principi della Bohemia, &àGiudoco Marchefe della
Moravia quello di Trialogo , ch'era il più infetto , e il più pieno di here-
fie. Molti Chierici aggravati di debiti , e rei di enormi delitti, avidi difot-
trarfì dai preveduti caftighi , congiuratili infieme , fi pofero uniti alla fe-
queladilui, e lo feguirono altri mal'configliati Dottori, che invidiofi, &
infofferenti di veder promoffi alle pingui dignità Ecclefiaftiche della Bohe-
mia Perfonaggi Nobili, ma ignoranti, s'invehirono indiftintamente con-
tro tutto il corpo, e contro il Capo medefimo della Chiefa, fenza diftin-
zione tra colpevoli, & innocenti , biafimando tutti per la reità di pochi . Fra
quefti per eloquenza, e dottrina fi annumerarono come i più riguardevoli
Girolamo di Praga, JacobellodiMifnia, ePietrodiDrefda, trèhuomini
infigni per empietà, e celebri nell'atrocità de'fucceifi di quefti tempi : [ ^ ] ^ ^n""' '" "'^'
Sidiligentiùs quis difcutiathancrem, djcedi Girolamo di Praga un'Auto- oTuiùà'di Giro,
re contemporaneo di lui , inveniet Hieronymum ijìum circa VFiccleffi do- lamo dì Praga.
6lrinamterque , quaterque, utaitToeta, perfidum. Trimò quidem Trag£ ,
quando ipfe anno Domini 1408. quadraginta qninque articulos Vyiccleffi
fimulcumc£terispubltcè damnapjt, tum ut Magifler univerfttatis , tum ut
membrum Bohemien nationis: bis igitur , aut ter eam do£irinam fub initium
damnavitTraga , fcilicet in Collegio Caroli , in Tsi^tgra rofa, & in Tnetorio ,
Tacco de ea damnatione , qu<£ in profefìoribus Theologica facultatis fa£ia fuit,
quia non reperioeum ili ms facultatis membrum fuifie. *At paulo pòjì maxime
afieruit , & pradicavit jeditioftffimè eandem do6lrinam , nec puduit eam
cum fociis fuis contra OoEiorum conftlium tn articulis obje&ionis fu£ dicere
iniquam , mjujìam , ac temerariam ej]e, <&fuifìe , XLV. .Articulorum condemna-
tionem , & prohibitionem . Così il Coeleo di Girolamo di Praga, il quale da ^ ^.^ .^ -^^
un'altro Autore [b] è ripigliato come comphce fra gli errori nefandi óq' faal'' 7n 'coZ7i',
Turlupini. Nel rimanente era egli graduato Dottore della univerfità <^'^'^fiJlZ'i;'l''f ^''
Parigi, di Praga , di Colonia , ed'Heidelbergh, eabileàgrancofe,fenon'^""'"" ' '*'
foffe fiato pervertito dall'Herefia . Il Jacobello di Mifnia poi predicava
allora nel celebre Tempio di San Michele, onde tanto più gli era agevole f^^flJ^'^''^^^^°^^
l'infettar molti in poco tempo , quanto più gli era facile l'elTere udito da E"dt Pietro di
molti in poche parole ; e il terzo in fine Pietro di Drefda acudendo ai due f/J^'^j^PcommuI
f>rimi nella conformità delle mafiìme , volle fegnalarfi fopra efli con toglier- ^o *e Vou^^lTm*
fi dal numero de'feguaci , e renderfi in fama di Capo , onde cominciò à ma- ^educ le ipecie.
ravi-
Greco- j^ Secolo XV.
RIO Ali. ravigliarfi ài VViccleff, e dell'Hiis , ripigliandoli modertamente ,' che huo-
mini di tal pregio in dottrina,piir avveduti non fi follerò ancora dell'errore,
che ^\ era infinuato fin'allora nella Chiefa di Dio circa la Communione del-
la Euchariftia , fomminiftrata ai popoli fotto la fpecie folamente delCor-
* Dì quella mat,. po, quando efpreffamente [*] GiesùChriftohavevala comandata fotto am-
r,a vedi il noftr» bcdue , c dcl Corpo , e del Sangue, in conformità delle parole riferite da San
a"/»'. V""^' ^^^* Giovanni, [a'] J^ft manducaventiscarnemFilii hominis, & biberitis ejui
fanguinem , non babebitis vitam in vobis . Il Mifnienfe non moftrò al princi-
pio di applaudire alla nuova dottrina del Drefdenfe , ma havendo poi egli
con foUecita diligenza rivoltate le antiche carte de'Dottori, e ritrovati in
effe gli alti elogii , che San Dionifio, e San Cipriano fanno della Communio-
ne del Calice , arditamente propofe di foftenerne ad ogni cofto Taffunto , e
cominciò à commovere il popolo , & à predicare , che per l'avvenire niffun
fedele fi falvarebbe, fé fotto l'una, e l'altra fpecie egli non fi communicaf-
fe, ripigliando nel medefimo tempo, ò d'ignoranza, òdi malizia l'ifteffa
Sede Romana , che altrimente collumava : e'I fuo detto talmente infinuolfi
b Gerfo» tu. 1. poi , c propagoffi da un Giovanni cognominato il Cardinale , \b] e così pro-
fonde fiffe le radici negli animi de'Bohemi, ch'eglino poi nel progreffodel
tempo , benché ogni altro errore abjuraffero dì VViccIetf, e dell'Hus, nulla-
dimenoquefìo della Communione del Calice fempre cotanto pertinace-
Dubr^vtus de ^^^^^^^ f ollcnnero , che dagli Alatori furono chiamati Calixtini : [e] Profolo
Thabornlrum, & Calicc obtmcndo , fcriffe de'Bohemi Hufilti il Dubravio, adeòfoUicitterant,
^d,&hn{Ùtri6 i^tpaJJìmiUumin parietibus , in vexillis , in templis pingebant; & ilmede-
)iiji%she'n!ìL'] ' fimoriferifcequeftoingegnofoDiftico, cheinloroderjfo corfe allora per
la Germania:
Tot pingit Calices Boemorum Terra per Urbes,
Ut credas Bacchi numina fola coli.
Mi con più verificato prognoftico fcagliofli contro il Drefdenfe , e'I
Jacobello un Dottor Theologo Tedefco , allorché udendo la prima volta
Aidim ibid. predicare in Praga quella nuova necefliti del Calice, [d] Isl^n tu Calicem
falutisy diCfe intrepido ai Predicante, fed cyathum furortSy &poculumrui-
S^Tc^w'a h f"r na&ohemis fuppediialìi^ ut ilio hai^fio furiant , vomant , infaniant ,&rnutuis
ra'vifiaprci'entè adextremumpraliisìììter fé dimicent. Così egli, che prediffe troppo bene
prr't'rdi 1."ar!gÌe ig^anmali, che quindi [e] provennero in qiiel Regno. E notabile ci fi ren-
prcziofo di ciie dc la confiderazionc , che appunto allora quando nella Bohemia dibatte-
l'\^Ìnfpont,f.di vafi l'ufo neceffario del Sangue , nella Diocefi di [/] Saintes in Francia fur-
Martmov.to^n'.;. fc [^ ] la queffìoiie, e'I dubio , fé creder fi poteffe Cattolicamente, che
Po^nnjcato^d'icu Ì" quefto Moudo vi fofle^ alcuna particella di quel preziofo Sangue ,
?nenteSei}oto^,2.i, che Gìcsù Chofio fpatfc , ò nella Flagellazione, ò nella Croce fopra la
itfniUi ^c'ii!iK terra. Circa il Sangue miracolofo certa, e chiara cofafi è, che molto ve
(juejìoto.^.^ ne fiaprefentementeconfervato nelle Chiefe de'Cattolici in reliquia vene-
Lr^f ^f.°f>t^at7 i^anda, einteiiimonianzaauthentica di feguiti miracoli: onde tal forre
dii-pin », B)bt.,th. Qi fangue dìccd miracolofo , perche apparfo miracolofamente, ò in fudore di
^';P;W/'"rM.^'"'' " qualche Imagine del Salvadore, ò in impronto di qualche hofìia confacrata.
; Mi circa il Sangue, che dice fi />re^/o/ò, cioè del proprio preziofo Corpo di
• Giesù Chrifto , varie fono le opinioni, afferendo San Tommafo, che tutto il
hsTh ì par q Sangiic ioffc da Chnfto rialfunto , effendo che ad veritatem ìmmamc natur/C
ari.z. anuiùur,'. pertineat [/?] in conformità del celebre detto di San Giovanni Damafceno,
■"***"• che di Giesù Chnfto^diffe, Q^od femel ajjumpfìt, nunquam dimiftt ; onde
«Vi,* dediir
Capìtolo IL I ^ G R E G d-
dedar fi potrebbe , che il Sangue fparfo nella Pallone , fofle flato da lui riaf- ^^*^ ^^^'
funto tutto nella Refurrezione. Ma tal argomento [a] vien confiderato da al- ^ d^ hac re vide
tri Theolo^i con la dovuta diftinzione , concedendoiì la riafllinzione ò delle ^''l/'Al;',!'
fole parti ellenziali, e principali , o le anco delle integrali, fra le quali più prò- rcci.6. «. 82.87.8i.
babilmente fi annovera il Sangue , non già però di ogni minima parte di elTe: '^oZ/rtcfcalìòT
onde richiefla allora la fcuola di Parigi fopra la efpofta dubietà , ben ella rif-
pofe,non efTer contraria alla Chrifliana pietà la opinione di chi fofliene , che
qualche particella di preziofo Sangue fi confervi prefentemente ancora nel
Mondo , come teflimonianza ne fanno le Reliquie del preziofo Sangue, che
in piccoli vafetti confervanfi in parecchie Bafiliche di Roma, il quale non
[b] perciò devefi neceffariamente dire tuttavia unito alla Divinità , ma fola- b hù vìdtcajit.m
mente venerarfi come piccola porzione ài una parte integrale del Corpo di ^T^/i'J^'"^;!k
Chrifto , che una volta fu alla Divinità di eflb ipoftaticamente unita . »f y&ii ^nèfìo no-
Con quelli pafii dunque caminando , e dilatandofi la Herefia di VVicclefF 2/°Ì^Ip///a '2"^
periiBohemia, furfe lo Sbinko Arcivefcovo di Praga à contraflarle la flra- d>f^r-*'^e„tè' fi
da in maggior profegaimento con un gran Sinodo, ch'egh [e] intimò in ^^^^I"! ^'"'^ '" '"*"
quella Metropoli de'più accreditati, e fani Dottori de'Cattolici. Il corfo celebre sinodo
di edò , ch'è molto celebre nelle Hillorie, vien prima riferito da Enea Silvio f/ wvifd/Rììii'!*
Piccolomini, e poi dal Coeleo con diflinzione di fatti, e degne particolari- e ^«. ir-^.
tà del racconto, [d] Shinkgcognomine Lepus y dice il Piccolomini, clarh .i ^^nc^j syivi^s
parentibus apiid Bohemos ortus t per idem tcmpusTrazenfem EcclefiamTontifi- f '"^°'"- ^'Z^* ■^»"
cioretmebatconlniOi & ammo lUujtns , qui orienti calamitati obviam ire cu-
piens , prhifquam amplius debaccharetur , librosjoannis FFicdeffi ad fé ferri,
omnefque Do^urumvirorum confilio adhìbito publkè concremari jufjit, Supra
ducenta volumina fuiffe traduntur , pulcherrimè confcripta , bnllis aureis^ f^^^-
ntentifqitepretiojts ornata. Joanni prxdìcatio interdilla, & adje£Ì£ rnhiie, fi
quando priores in populoerrores vulgare auderet . Ipfe Tragam excedens apud
•pillami ubi fibiorigofuit, accognomen, permittente loci Domino ^ qui e]us:
infamia faveb.it, vacare plebes, acdocere non dejiitit , multa in I\gmanum
Trajulem , multa in reliquos Ecclcfi£ Vontifices maledica congerens -, utque pò-
pulianìmos fibimagis, acmagis conciliar et , decimas haud aliter quàmelee-
mofynas Sacerdotibus debitas adjìruit: liberum pr^edia pofjìdentibus , fivelinti
easdare; ftnolinty nullo jurecogipofìe . Così il Piccolomini , ma più à lun-
go il Coeleo, [e] Fa&Hmeft, utpofimortemVViccleffiy quidamexDifcipu- e lo.cccUusHiff.
lise]us nomine Vetrus Tay ne angelus Tragam cum librisillms profugerit, re- HitfjitarHmi.i,
gnameyyenceslao, ea forfitan occafwne permotus, quòd ante eumBohemus
quidam genere nobilis ex domo, quamputridi pifcisvocant) apud Oxoniamin
litterarumjìudio conftitutus , libroi yt^iccleffi , quibus titulus efl , De univerfa-
libns realibas , inde inpatriamjccum retulit , velut pretiofum thefaurum , quos
Trag^ di verfis tranfcriptìonibus multis hominibus communicavit , & juxta no-
mcnfuum putridi Hxretici lethale virus civibusfms infudit . Communicavit ve^
ròlibrosillosiis poti/Jimum, quiTbeuto/ncorum^utirefertJEneas ) odio tene-
hantur, utiilU per nova dogmata vexati ^cademiamTragenfem , in qua pr^-
"valehant, Bahemisregendamdifcedentesrelinquerent: priufquam tamen inva-
luifjct luci illa vulgo apud multos Dolores, & Magtjiros alma univerfitatis Tra^-
genCis, qui ]am acceperant multos Joannis l^Ficcleffi ^4rticulos publicèdamna-
tos ft'fjenon folum in^nglia per ConciliumVrovinciale , & peruniverfitatem
Oxiontnfem, ve/àmetiam Bornie in Concilio Generali , & Tarifiis à celeberri-
ma f acuir ate Theologica, propofuermit & ipft quadraginta quinque articulos
VVicclejfì pnblicè examinandos . XLV,
Greco- j ^ Secolo X V-
S"coirdi vvu- Trìmò. Stibfiamia panis materialisy & ftmiliter fubfiantia vini manent ìh
clcff. Sacramento aitar is poft confecrationem , z. ^ccidentta panis non manent fine
fubjeCio in Sacramento alt aris. ^.Chrijìus non e fi in eodem Sacramento identi-
eè , realiter , & in propria effentia corporali .4.5/ EpifcopuSy vel Sacerdos exi-
ftat inmortali peccato y nonordinat, nonconficity nec bapti-T^at , nec confecrat,
5 . Von efi fundatum in Evangelio , quòd Chrifìus Mtffam ordinaverit . 6. Deus
debet obedire Diabolo . -j. Si homo fuerit debite contritus , omnis confeffìo exte-
rior efi ftbi fuperfiua y &inutilis, S.SiTapa (tt prafcitus» &malusy &hinc
fnembrum Diaboli y non habet poteftatem fuper fideles ab aliquo (ibi datam y nifi
forte d C<£fare . 9. Poj? Urbanum Sextum non efl alius recipiendus in Tapam , fed
vivendum more Grcecorumfub legibus propriis . i o. Cantra Sacram Scripturam
efl 3 quòd viri Ecclejìajìici habeant pofieffiones .11. 7{ullus Tralatus debet alt-
quem excommunicare , nifi priiis fciatipfumexcommunicatumàDeo, iz.Ex-
commmicans Clericum , qui appcllavit ad I{egem , & conftlium regni, eo ipjo efl
tr ad itor regni. 13. ///i, qui dimittunt predicare , (ìveverbumDei audire prò-
pter excom rnunìcationem Tr celati , funt excommunicati , & in die judicii tradi-
toresChriflibabebuntur. i ^,Ornnes de Ordine Mendicantium funt h Aretici y &
dantes eis elcemof^nam funt excommunicati. 15. Jiullus efl Dominus Civilis,
nulluseftTralati^:Sy nullus efi Epifcopus, dum efl in peccato mortali. 16. Do-
mini temporales poffunt ad arbitrium fuum auferre bona tempor alia y & poflef-
fionesabbabitualiter peccantibus . 17. Vopulares poffunt ad fuum arbitrium,
Dominos deltnquentes corrigere . 1 8. Decima funt mera eleemofyme , & Varo-
chiani propter peccata poffunt eas ad libitum auferre . 19. Speciales oratio-
nes applicata uni perfona per Tralatosreligiofos non plus prò funt eidem , qudm
generalcs , cateris paribus . 20. Cenferens eleemofynam Fratribus efl excom-
municatus ex faóìo. 21. Sì aliquis ingreditur P^eligionem privatam quamcum-
quetam pofìeffionatorum , quàm mendicantium,redditur ineptior , & inhabilior
ad obfervanda mandata Dei. 22. Sanali inflituentes B^ligiones privatas y ficin-
fiituendo , peccaverunt .23. B^ligiofì viventes in B^eligionibus privatis non funt;
de Religione Chrifliana . 24. Fratres tenentur per labores manuum vi6lum ac-
cipere , non per mendicitatem .25. Omnes funt Simoniaci , qui fé obligant orare
prò aliis in temporalibus obvenientibus . 26. Oratio prafciti nihil valet . ij.Om-
niadeneceffìt^itcabfolutaeveniunt . 2)i.Confirmatio juvenuWy Clericorum or-
dinatio» érlocorumconfecratiorefervanturTapa y & Epifcopis propter cupi-
ditatem lucri temporalis , & honoris. zp.Univerfltates y fludia , graduationes,
collegia y & minifleria in eifdcm funt vanagentilttate introdurla , e5* tantum pro-
funt Ecclefu , ficut Diabolus . 30. Excommunicatio Tapa , vcl alterius Vr ala-
ti non efl curandai quia efl cenfura ^ntichrifii. 31. Teccant fundantes clau-
ftrdy & ingredientes funt veri Diabolici . ^z. Ditare Clerum eflcontraregulam
Chrifli . 33. SilvefierTapay & Confiantimis Imperator erraverunt Ecclefiam
ditando . 34. Licet alicui Diacono , velTresbytero pradicare Verbum Dei abf-
que^poflolicaSedisy vel Epifcoùt au6loritate . ^^. Ingredientes aliquam I{eli-
gionem eo tpfo funt inhabiles ad obfervanda divina pracepta , & perveniendum
^adT\egnum Calorum , nifi apoflatavermt ab eifdem. 36. Vapa cum omnibus
Cardinaiibus y &Clericis poffejfionem habcnttbus funt bar etici, & laici iflis
confentientes . ^j.Ecclefla Romana efl Synagoga Sathana . 38. Credere indul-
gentias , efl fatunm . 39. Decretales epifloU funt apocrypba , &feduBiva àfi-
de Chrifli, & Clerici funt fluiti y qnieisfludent. ^o. Imperator y &Saculares
funt
r-
Capitolo I L 1 J G R F G Ò-
funt fedu6li a Diabolo, ut Eccleftam ditarem bonii temporalibus. ^i.EleBio RIOXII.
Tapjz à Cardinalibus eji per Diabolttm introdu6la . 42. 'hipn efi de neceffitatcfa-
lutis credere y I{pmanam Ecclefìam efte fummam inter alias EccleCtas . ^-^Jura-
menta illicita funt y qiae fiunt ad roborandum humanos contra6ius y C/'civilia
commercia. 44. .Augufìinus y BenediU^iiSy Bernardusdimnati fum, niftpceni-
tueriat de hoc , quòdhabuerunt poflejftones y & intro]eruntB^ltgiones .^'^.Om-
nes B^ligiones indrjferenter mtrodu6l£ Junt à Diabolo,,
Quos quidem aniculos ritè y & legitimè exammatos y generali fententiauno
ore y & communi omnium confenfu per folemne decretum condemnarunt Dolo-
res y & Magijiri ^cademr>£ Tragenfis anno Domini 1408. cujui rei tcfiem ocu-
larem produco M. Joannem T':!^ibram Bohemum , qui cum multis annis inter Muf-
fii arum Do6loresfuerit unus de pr^^cipuis , reftpifL ens tamen pofiremò , accerrimè
yf^iccleffì/ias impugnava , atque ex proriis Ff^iccleffi i^erbii confuta-pit , &
convicit . Così il Coeleo.
Ma mentre i Vefcovi fulminavano condanne , Dio confermavane le de- MSracolofo r
cifioni con gli atteftati de'Miracoli. Negavano i nuovi VViccleffilb nella ceiio in°c"nf^i
Bohemia la realtà Cattolica del Corpo di Chrifto nel Sacramento, quando r"ahàd!i clrp*
di repente nella Germania fatto avvenne, che fmentir fece ogni contraria d< ciesù chrifto
credenza, e che noi per authenticaditertimonianza riferiremo conlapen- "''Jll"/'l?''c'^:
namedelimadichi Ividde; [aj ^nno i ^oS. contigitillud, quodmagnoTo- rint Mt^untinur.
full concurfu quotannts , prout ipfe vidi y celebratur y^aUdune^qu^ Moguntino ''"''''^'
nunc Jubefiy miraculnm Eucharifttcum . Fuit hoc olim quidem fcriptum y& cu-
fum y fed puulò accuratiHS renovatum , ac recufum Her bipoli anno 1 5 S^.ftc : Efi
FVirtT^eburgenfis Dioecefts Oppidum Durn , aut Fyaltdura appellatum ; inibì in
facra D. Georgii xde mcruentum Mifj^ facrificium faciebat Sacerdos , cuinomen
Henricus Otho : fed dum inconfiderattùs y negligentiùfqueremtantamagity caU-
cem ritè jam confecracum evertit . Et ecce Uè repente fanguis Domìnicus per
fubje6lum corporale efjìmditur . Fini fpecies Sanguinis inflarrubefcit: quocum-
que attingit miram imaginem exprimit ; in medio qutdem Crucifixi, ad latera
•però Veronicarum plurium , ftc cnim eas tcunculas vulgo appellamus , qu<e fa-
crum Chrifti Caput fpinis redimitum ojiendunt. Territus Sacerdos y & (i non
deefient y qui factum vidifient y pannum tamen illum, itàuteraty janguineis il-
lis imaginibus tin&um in altare ipfum , lapide unofemotOy cond'dit , ut quemad-
modum pannus fitUy ércaney ftc fa&i memoria ipfius panni putredl?ie interiret,
^t noluit tantum ftumoDus Deus OptimusMaximuslatere-y venie ille Sacerdos
ad vita extremum , morbo angitur , fed magis fceleris fui confcitntia torquetun
mori cupiebafy fed mortem nefcio quid retardabat , Collegit fefe , fa5ium confi-
tetur y pannum commemorati locum m quo jaceat , indicat , & moritur . Inven-
ta omnia-, multus de re tota fitubique fermo i eumque novis quoadiè miraculis
Deus auget , ita ut jam pofi annum fere feptuagefimum accuratiffmè in rem to-
tam inquirere y iUradSummum Tontificem, quod comperifìcnt y referre Magi-
Jiratus fiatuerint . Quce omnia anno 1408. ita diligenter , graviter, & vere fa-
£ia y ut Tonti fex Maximus ad locum Dei glorile , & majeflatt convtnitntiìii or-
mandum , & cekbrandum , omnium bencficentiam diplomate tnvitandam cenfue-
■rttanno mille fimo quadrigentefmo quadrageftmo quinto prtdie Kal, ^prilis . -
Cosili Serario .
C À-
Alessan-
dro V.
j 5 Secolo XV.
CAPITOLO IH.
AlefTandro Quinto di Candia , creato Pontefice
li 7. Luglio 1409.
Arropanta , e frattìche maligne di G'wvanni Hus . Ap'-
pitcazjone , e follccttudine del Pomefice . ^eio , e mor-
te dell* Arcf'vefco'vo òbmkone . Sucajjione dell* empio
Albico all'Arci%'efco'vado di Fraga , Altri ^eretici 'Vw
gami per la Germania 9
Arroganta , t
pratt'che diGi'^-
vanni Hus,
a Th.VVald.lr-
* Dì cfueffo Pente
fice, e dello Sc'fira
di tjutflo terr2po ve
dm nsjlro torno j.
Applicazioni, e
lettera del niiovi^
Pontefice conrr-
gli HcrericiEoe-
b^lex,V.yf^ff 1
(p2ji.cKr,yag- iS.
A dalla contradizione dell' Arcivefcovo refo piiì petuhnte 9
&aiiaiìcerHereiìarca, dal Tuo ritiro neiia terra di Hus, co-
meda torte ri tirata, daellofcclcapei quindi combattere la
Religione Cattolica, dava fuori ipcfli lampi di maiigiiifii-
laavverfione, econtro gli £ccle(ìaltici, e contto 3 loro
iani dogmi, folkvando lìn la vii plebe degli Artiiìti, e la tur-
ba imbelle delle Oonnead.fputardiFedeco Sacerdoti diChnlto, anhelan-
doaldifcredico de'fuoi nemici con la oppoiìzione ài gente rozza, &igno*
rante; onde il VVaWenfe racconta, che lìn'una pazza Vecchia [a] Do-
flrix , le5irìxilliusperv.''rfitatis faìaojadefendn ì &d'Uuitt Beatam^irginem
Mar inm non m anfibie yirginem poft partum, quia Jcilicet non eft in Scriptum
exprtjjum. L'ArcivefcovoSbinkone adempitele fue parti con la feguita, e
riferita condanna nel Sinodo di Praga , rimefTene le informazioni, e le accu-
fe alla iiiede a poitolica , che reggeva allora in quaiiti di Sommo [ * ] Ponte-
fice A lelfandro V. attendendone da lui più opportuno , e vigorofo il rime-
dio . £ quefto Pontefice fé non operò quanto richiedevall al gran bifogno ,
fiì non fua colpa , ma infortunio di que'tempi, ne' quali più che giammai
oflinava lo fcifma nel Pontificato Romano , e rendeva tanto maggiormen-
te imootenti li Papi ad accorrere al male degli eltranei , quanto eglino ritro-
vavanfioppreflìdaldomeftico, che ordinàriamente fi è piufenhbilenell'
animo, più iinportuno negli accidenti, epiùpcricolofo ne'danni, prima,
per così dire, provati, che preveduti. NuUudimeno il faggio Pontefice
dolorofamente ricevè dall'Arcivefcovorinfaufto avvifo, e con pronta fol-
lecitndine così à luirifpofecon lunga deplorazione de'feguiti fconcerti,
[b] Sedìs ^pu(iolic£ ddigentia circumjpe6la corina hceretìae pravitatis labe
refperjos , quorum nequiiia ferpit ut cancer , ne in aliorum peìweiem fua
yenerìad.ff:indat, remedium libenn'radhibetopportufium', ut&mgotnm fidei
jugi prùfeftu , t'iifis omninò , & tradìcatis erroribus , profperetur , ac fidcs
carhJua fmiùs mvakfcat , fu£ fìlUcitudinis partes interpomt . Tsljiper
ficjìfidem ad audientiam nojìram quamplurium fide dignorum relattone de-
duco, quòd oim à qaibujdam proximè lapfis (cmporibus 3 humani generis
inimico
Capitolo III, jij Alessan-
iìiìm'K^ò procHìdnte, in Chitate Tragenfi, & l^e^no "BohemU, ac Marchio- ^^^ ^*
natu Moravia j & quibujdam altis Trùvmciis ^ nonnulli articulì erronei y qui
h£reftm , feu fcifìuram m Fide Catholica fapiunt , pneftrtim circa Sacra-
mentum Eucbarifli^e , per damnatum hUreftarcham quondam Joannem Fvic-^
cleff concepù , & in librts eius dogmatÌ7^atr , damnabiliter pullularum , &
tnultorum corda adeò tnfecerunt , quòd quamvis poflmoduw per Fcclefiam
jufio judicio reprobati fuifient y expedtttamen proptermagnammultttudinem
eorum , qui hujujmodi perverjis articults ., & dogmatibus funt in/cóli , ut
remedium emendattonis , & corre6iionis , ne ulrertùs pulluknt , & gregem
Dominicum per amplms inficiant, teleriter adbibeatury quòdque ad hoc ne-
cejjarium fit prohiberiy ne per aliquofy etiamft fint fuper hoc ^pojiolico ,
vel alio quovis indulto muniti , pradicationes , aut fermones ad populum
fiant t nifi in Cathedralibus , Collegiatis , Varochialibus , aut Monajierwrum
Ecclejiis , [eu earum ccemeteriis , prout ohm juxta juris ordinem fieri con-
fuevit^, & ne etiam aliquis cuìufcumquc fiatui ^ gradus, ordimsy -pel condi-
tioms exijìat , hujufmodi articulos audeat pubi tee , rei occulte aftruere , feti
ajierere y vel dogmatfT^are y aut de fende re quoquo modo.
Ti^os igitury prout ad hoc ex debito pafioralis obligamur officii y fuper iisy
tfuantum nobis ex alto permittitur y providere cupientes , ac omnes , ($" ftn-
gulas tam appellatwnum , quàm altas caufas , occaftone pramifjorum , ex
-commiffionibus ^pofiolicisy feualiisy m Romana Curia y vH alibi in quocum-
que etiam ftatu pendente^ , ad nos advocantes , fraternnati tua , de qua in
bis y & altis fpecialem m Domino fiduciam obtmemus , & cnm etiam tu «
ftcut accepimus , circa extirpatwncm errorum hujufmodi retroa6ìts tempòri-
bus folicitam fecerisy prout faciSy diliga nttamy per ^pojiolica [cripta com-
mittimus , & mandamus , quatenùs ajjumptis per te ad hoc quatuor in Theo-
logia Magìflris , & duobus Decretorum Do£ioribus , quos ad id duxeris eli-
gendosy de ip forum Magifcrorum , & DoEiorum confilio fuper pramiffìs au&o-
ritate nojìra procedens , eadem au6ioritate prohibeas , ne quis in Eccleftis ,
five fcholis y aut quibufvis aliis Locis , pr<cdì£los articulos doceat , defen-
dat y vel approbct , ita quòd , fì quis contrarium fecerit , vclut hareticus '
cenfeatury & ab òmnibus habeatur. Et ne etiam aliquis de catero quovis
quafito colore in privatis locis Civitatis pradiSìce , fed in tllis dumtaxat
Ecclcfiisy & Monajieriis y ubi de jure fieri debety <&confuevity ad populum
predicare prafumat : illos vcròy qui hujufmodi articulos y & errore s a[lr ue-
rcyajfererey ftudogmatiT^arey vel tenere prjefumpferinty fi Ecclefìa/iica per-
fona fuerinty ac eorum receptores , vel defenfores y ipfofque in di^is errori-
bus foventesy aut crcdentes eìfdem , ettamjl in Theologia Magi(hi, feu Sa-
cerdotes , vel alii Clerici fuerint , aut alia quacumque prafulgeant dignità-
te, nifi fuper lis au6ìoritate prajentium moniti y diéos articulos Jolemniter,
& pubi ice revocaverint , ac perpetuò abjuraverinty libros quoque , ac tra-
&atus, feu quaternos prafati Joannis yviccleff' harefiarcha , hujufmodi ar-
ticulos in fé continentes , fi quos habeanty exhibuerim , & tibi , ut à fide-
lium oculis amovcii valermi , prafentaverint ; ac etiam tefies celantes veri-
totem , aut impedimtes executionem fieri in pramiffìs , per captivationem
perfonarum fuarum , ac etiam alias , prout culpa ipforum exegtrit , n^c no»
per privationem bairficiorum Ecclefiiflicorum , qua tunc obtinebunt , & iri-
habilitationem ad 'lU , & quacumque alia Beneficia Ecdefìajìica impofie-
rum obtinenda compellas , & alias mpramiffts omnibus, & fmgulis oppor^
Toma jr. B tumm
\
Alessan- jg Secolo XV'
DRO V. fi^tTMtn juris YemeMtm apponas , contradiBores cAdem auUmtau y appelU-
itone pojìpo/itay compefcendo ■, invocato etiam ad hoc, fi opus fuerity auxi-
Ho brachii facularis , non obfiantibus quìbufcumque appellai ionibtis pramif-
forum occafione ad Sedem prjedi6ìam forfan interpofitis , & aliis contrariis
quibHfcMmquey aut fi aliqmbus communìter , veldivifim à Sede .Apoflolica fit
indultum, quòd interdici , fu/pendi y vel excommunicari non pojjìnt , per li-
teras ^poftoUcas non facientes plenam , & expreffam, ac de verbo ad ver-
bum de indulto hujufmodi mentionem . Così il Pontefice all' Arcivefcovo di
Appeitaiione Praga. Ma nuHa giovandole fulminate cenfure, e le paterne provifioni
f/('ct"b7n''irfo'- dell' Arcivefcovq, e del Pontefice, à chi digiàhaveva rifoliitala guerra
ma'odaiPonr"fi.' agli Ecclefiaftici', & al Chriftianefimo , appellò l'Hus dal Pontefice [4]
ce marinforma j^^j^ informato al Pontcfice bene informato, e m tanto con la predica-
■^ita ii'feio. H::s zìonc , e con gli fcritti gran mina di anime faceva in quelle partii [b ]
m.dtE'cbjiacap inflorentiffimumn^gnumUludy fcrifle p' ungendo un' Hiftorico, acervatim
h /». cocU. Hift irrucrunt hi£re[es , fchifina , blafphemi£ , diftenftones , odia , detra5ìiones ,
mfi.iiù.u difputationes ventofae y profana colloquia y temeraria judicia , rix£y feditio-
nesy cadesy bella, pugna, direptiones , prad<e iniqua , nefanda facrilegia,
immoìiiffìma ftrages , & quid non ^ & duraverunt ea mala in continuo fer-
vore y & motu [upra quinquaginta annosy nernpe ab anno Domini 1409. uf-
quc in annum 1460. & ultra in co B^gno . Così il Coeleo. Màio Sbinko-
Morte deiiArcì- "^ infofferentc di vedct fotto i'obbrobriodi un Hcrctico gli articoli della
vefcovo sbinko CattoHca Fede, reclamandoinvano avanti il Regio cofpetto del Re Vven-
"''• ceslao, che à tutto attendeva fuor che à proteggere la Fede, confollecito
viaggio portoffi dal di lui fratello Sigifmondo, che reggeva allora lo fcet-
tro^deirUngaria, perimplorar dalla pietà di quel degno Principe quella
protezione alla Chiefa , quale egli invano haveva richieda al Re Vvencef-
c s.Grt^. in mar. Uo ài Bohemia . Ma ( oh alti, e fecreti giudizii di Dio, [e] T^n au-
daci fermone difcutienda, come dice S.Gregorio, fed formidolofo filentio
à Idem II. m»rat. Veneranda ì [d] Quia homo de humo fumptus efi , Soggiunge l'allegato S.
Gregorio, ]udicia Dei difcutere dignus non efi ) il buon Ecclefiaftico , che
folo vigoroiamente fi opponeva alla ferocia di quefta nuova herefia ,
morì nel termine del fuo viaggio , lafciando con la fua morte libero il
campo di battaglia all'Inimico. A un venerato Arcivefcovo fuccelTe un
deU'emp" A?bT. abominato Prelato , che fu Albico , Bohemo dì nazione , Medico di pro-
co. feflìone, fa-di ffimum avariti^ monflrum, chefempre riteneva appreifo di
le legate alla cintola le chiavi della cantina, qui ammalia viventia dono ac-
cepta tlluò vendebat , che all' honefto fervizio della fua perfona altri fa-
migli non riteneva, che una vilillima vecchia, che odiava di vivere per
non haver più da fpendere in mangiare ; onde interrogato , Qual mal
maggiormente gli difpiacejje i Maxillarumy e^li rifpofe, ojja frangentium;
^ in fine , Jdoneus profezia Tontifex , qui nafienti fomentum bare fi prabc-
c Kntas siìvius yct . Così [ ^ ] di lui Enea Silvio Piccolomini .
*Ti;. '" * E non folamente fi viddero in quella lagrimevole età , e in quelle de-
lor Vi plorabili Provincie tolti allora dal Mondo li buoni, che foftenevano la Fe-
ie''dci!e''ch:efè dc , Hià ucl mcdefimo tcmpo coB maraviglia del Chrifi:ianefimofufcitati,
della Bohemia. g ^qj^ nuova eruzionc come vomitati dall'Inferno nuovi Heretici, e nuo-
vi ingannatori per la Germania, che dilacerarono in ogni fua parte il fe-
f lo.Mdtrin fot. "0 '^ qucllc Chìcfe . [/] Sunt pauci [^] anni tranfaUi , riferifce l'Inquifi-
f4/'.Ì. ■ ter Dominicano Giovanni Nider , quoid circa tempora Tifani Concila , me
Capitolo 1 1 L ig Atfssan-
*pivente in Ordine , in Dioecefì Conftantienft Eeguardus fuit , feu Fraticellus me- "^^^ V .
rè faciilaris Burginus nomine : hic eremum ibideyn mtravtt m eodtmviBu ^ c^
yefiitUi cibi ciujicms valdè extitit i or adoni y & contempLniont multum , ut
videbatur , incubuit , & in bis revelationes , ftd heu illuforias à maligno
fpiritii fub ftmilittfdirre angeli lucis habere cocpit , quibus ( qttod pejus erat)
etiam nimiàm credidit . T^am ex •piftonibus ifiis regulam qnandam y ó'novam
religionem cudit , & eandem difcipulos exinde ^ velut B.^ntonius effety aut
Tachomms, docere cospit : tara rigidam, & aujìeram vitam in dicìa reguU
fcripftt, & in fé y & in fuis fervavit , ut nifi pertinacia , .& inobedieraia
accejjìjjet , veri , & boni angeli injlin6Ìus tntercejjiffe videretur ; nam una
cum fuis Dicipulis nov£ B^eligionis cutter f & au^ior captus per Epifcopum
Conjiantienfem , & examitiatus , repertus efl , tam aecam , & protervam
habere mentem , ut etiam fi Dominus Apojiolicus y & Dei Ecclejiaregulamy
quam reperity condemnaret , non fé, fed errare talcsomninò crederei -.m qua,
pertinacia perfeveranSj per Inquifitorem judicio fceculari traditus y ab eodem
incìneratus eft F{eBor cum B^egula . Il medefìmo Nider [a] fi menzione di un' i mdtm.
altro Begiiardo, che prelloBafilea vantava eftafi, e miracolofevifioni, e
stac datamente afleriva, effo in quell'atto eirere Giesii Chriito, e quòd nereCu rif.ifcita-
Chrijius in eo ejìet a6lu, & ipfe tn Chrifto ; onde pertinacemente egli fo- ddiolpui't'o!'"
ftenendocotal pazzia fii vivo abbruciarlo in Vienna. Errore antico de'Be-
guardi circa la libertà dello fpirito infinuata fuileguentemente poi in [b] At^alò.xxi'r'lii
Ékardo, nella cui decima, & undecima propofizionel'habbiam veduta ri- errori 'd^i' e k^rdo
nafcere, edhorlaveggiamoriforgere nella medelìma Germania in perfo- '"" ^- ^"^ '^^^'
na del riferito Beguardo, che negli atti de'fuoi eftafififpacciavaarrogan- ^^ ^ ^ .^ ^^^
temente per Chrifto , e quòd Chnflus in eo ejjet , & ipfe in Chriflo. [e ] %o». adiigl'ndln
Fuit error de legey & fpiritu libertatis y dice Giovanni Gerfone, fub qua ''^ 7j.
Beguardty ^Beguarda nefanda y & aborninabdta perpetrar unt facinor a. To-
na error ifìe , quòd anima perfcBa reda6ia in Deum perdit fuum velie , ita quòd
nihil habet velie y vel noUcy nifi velie divinum , quale habuit ah eeterno m
effe ideali divino : quo adjeBo, dicunt fé confequenter pofìe agere ^ quidquid
e amali s affi elio depofcitj fine peccato vel crimine , cum non habcant velie,
& noi le. DiverfificatHr autem modus tfte y quoniam fufficitaliquibusy ut fub
Deo folo fuamtotaliter i veltaliter abnegent voiuntatern ; in qua abneghiti one
dicunt fummam confiCtcre pcrfeBionem . Suntalii rudiores idiota y & fimpli-
ces y qui feduBi psr aflutos faciunt banc fubnegationem propria, voluntatis
per modum proftffionls , & obedientta inmanibus fuis ; qua fa£Ìa promittunt
afiuti tales , & perverfi , quòd ampliùs peccare nequeunt : fub quo prat-extu
perpetrant innumerabiles , nec refcre.idas abominai: ione s . Fuit alter error ,
quòd homo pcrfe^lusnullamcuram debet habere de rebus humanisy quomodo-
cumque vadant 'y imo nec de feipfoy fi damnetur y vel falvetur : fed in omni-
bus, ^ fmgulis divinam expeóiare voluntatem debet , & in illa compiacere,
fife falvet y fìve damnet y quia etiam y quidquid velitvoluntas Dei y fiet . Ha-
bet error ifìeramos plurimos pullulantesexdt&is^pojhliy ^uguftiniy & fi-
miliummalè intelleóiis fuper pradefìinatione Dei, & fu£ provtdentia infalli-
bili firrnitate, de quibus non efi fcnbendum per fingala. Così Gerfone di j y^^. ^ p„„,y^
queftatàllace, &emv>ia liberti di fpirito, divulgata a'tempi noftri[^]caN'/«.o<r.A'/. fo.4*
Moiiaos anche in Roma : onde anche noi ben dir pofTiamo con l'allegato lJff7,Xìà!t:
Gerfone [e] lllufiones plurimas nofìro tempore co^novi contigifje, C^ etiam in «-• veran^K vif.»-
hoc fenio f^culi, m hac bora novijfima . Così egìi . ^7 " ^"'^" ^'^^
B 2 CA-
^ vvnT ^O Secolo XK
NI XXIII.
CAPITOLO IV.
Giovanni Vigefimo Terzo Napolitano , creato
Pontefice li 17. Maggio 141 o.
Heretki , e fetta de^l* Intelligenti . Cenfurè , e cruci ata>
Pontificia contro il ^ Ladislao di Napoli : motivi ,
ihe quindi prende di maledicenta Giovanni Hus : e
fuo attentato , e fraudolente confejjione di fede . Sua
empia fcrittura contro il Pontificato limano : & al-
tri fuoi [acrileghi fcritti . Enumeratone diftinta degli
irrori , che in effi fi contenevano . Sinodo 2(omano ,
€ condanna di F'viccleff , e V'viccleffifti . I^^fentimen-
to dell' Hus , e fuoi nuovi attentati. Scommunica dell*
Hus 3 e I^egii handi contro lui . Nuovi torbidi de
Fviccleffifii nell' Inghilterra . Herefie dell' Oldcaftel :
fua condanna . ^E^ellione , e guerra de* VviccU "
Vittoria de' Cattolici ^ e morte dell* Oldcaftel. Herefie
di diverfi Fviccleffifti . Tre prodigiofi miracoli della
Euchariftia in confutazione degli Heretici . Concilio Ge-
nerale di Coftania . Salvo condotto Imperiale a fa-
vore di Giovanni Hus : fua fuga da Coftanz^a , e
prigionia . c^/fn" libri HereticaU divulgati dall' Hus
nel fuo carcere . Suo impegno [opra l'ufo del Calice ai
Laici , e fua varia fede fopra il mifterio del Sacra-
mento . Condanna Conciliare di Fviccleff , e dìfpergi-
mento . al vento delle di lui offa . Defcrizjone diftinta
delle Herefie di Giovanni Hus , e fua oftinazjione in
effe . Sua ultima condanna , abbruciamento , e morte ,
e particolarità fucccffe in qucft' atto . Girolamo di Pra-
ga , fue qualità , e prigionìa , e finto ravvedimento ,,
e fue Herefie , condanna , e morte nel fuoco . Giovan-
ni Petit , fuoi errori , e condanna. Dépofizjone dal Pon-
tificato di Giovanni Vigefimo Teript
Dalla
Capitolo IV» ZI GiovAN-
Alla liberta dello fpirito follevoffi il Diavolo alla intelli- ^^ XXIII.
genza della mente. Poiché furfe in quell'anno [a] nella d^gfimeìifgS
Fiandra una nuova herefia , che fotto il nome di eccel- » ^nn.i^it.
lente dottrina infinuava , e pratticava errori fediflimi , e
carnali , chiamata dal folle volgo intelligentics fe5Ìa ; emen-
do che i feguaci di cfla magnihcandoli riempiti, e colmi
di fapere , ogni qualunque altra Religione , e fetta difpregievolmente
cenfuravano, [^] Ne fu Autore Egidio Cantore, huomo laico, e Gu- b m. i.coihgn
glielmo de HildernilTen Religiofo Carmelitano ; i quali unitamente in- ^'^^'"'"" ^"^'J'
fieme furono convenuti in S. Quintino della Piccardia dall' Inquifitor /
Domenicano, e colà trafportati per abiurarne gli aifunti. Egidio fo-
rteneva, e predicava, Trimò fé ede Sahatorem hominum , q>ti per ipfum
vifuri Chriftim esenti ficut per Cbriflum , Vatrem. 2. Diabolum , omnef-
qiie komines tandem falvandos [ore. 3. ^6ìhs carnalis copulai dele&ationes
Taradifì vocahant homincs fpurcijjìmi , & fine peccato exerceri docebant .
4. Omnes a6ìus nefarios ad divinam referebant voluntatem . 5. Témpus vete-
ris Legis tempus fitifìe Vatris j ajebam ; tempus nov^ Legis, Filio ; tempus
proximum , Spiritui San&o attrìbiitum , qiiod , tempus Elia , appctlabant ,
quo reconciliabantur Scripturce , ut qu£ priàs tanqitam vera habebantur , jam
refutarentur i ficuti & Catholiae veritateSi qu£ confueverant pnedicari , de
paupertatCi continentiay obedientia, quarum oppojìtum tempore Spiritus San-
6ii pradicandum ejjet . ^fflatum Spiritus Sanai in rebus etiam inhoneflis ,
& nefariis ja&itabant . Orationes , jejunia , Ecclefi^e pr^cepta , cajìitatem
& continentiam fummoperè oderanty mdlam efie in mundo vìrginem effutien-
tes, pncter unam-, cui Sapienti^ nomm : circa Turgatorium quoque , (jr in-
fcrnum contraria do£lrin£ Eccle(t<g dogmata tradebant. Md il Guglielmo
agli errori del compagno aggiunfe i proprii, che furono, Trimà» Quid-
quid agit homo , illì non cedere ad falutem » vel damnationem ; quòd VaJJio
Chrijìi Jatisfaceret prò omnibus. 2. Hominem exteriorem non maculare in-
terior em. 3. Deum ejìe ubique , in lapide ^ in membris hommisy in Inferno ^
fìcut in Sacramento Siltaris . 4. I{efurre6iionem amplius fperandam ?ion efk ,
quòd jam fa&a fit in Chrijìo , cujus membra fumus^ cum caput fine mem-
bris non furrexit. Da quello fonte beverono le loro hereiie li novatori
Giorgio Maggiore , che delirò alferendo , eflb efTere il Salvatore del
Mondo ; Lutero che tolfe all' animo dell' huomo il merito , & il de-
merito, & orgogliofamente eflb vantoifi efler l'organo dello Spirito
Santo ; Calvino che impugnò il Santilfimo Sacramento dell' Altare , e
tutti in fine li moderni Heretici, inimici, e contradittori della Evange-
lica caftiti. Come che li fopraccennati errori furono dai due Herefiar-
chi ampiamente divulgati nelle Città di Bruffelles, e ài Cambray, così
prima in S. Quintino furono dal Guglielmo abiurati avanti Pietro de Al-
liaco Cardinal di Cambray con l'intervento di quel Prior de' Domeni-
cani, Inquilìtor della Fede , e quindi poi con maggior dimollrazio-
ne di pentimento publicamente efecrati [e] nelle Città fcandalizzace di e n. imùiann.
Cambray, e di Bruffelles. Giovanni Gerfone nel fuo libro de difiinèìio- *->'^*
ne vifionum verarum à faljts , accenna un'altra herefia come germoglio
delle qui fopra accennate, jÓ«^ amores carnis , divini amoris fucata ^dul-
cedine obvolutosy injiillabat .
Mi torniamo agli Hulfiti, a' quali porfe nuovo incitamento di male-
• Tomo ly. B 3 dicenza
GiovAN- 2.X Secolo XV-
^^ XXlll. (licenza un' nuovo fatto, che avvenne. Haveva il Pontefice Giovanni pu-
blicate nel Conciftoro formidabili cenfure contro il Re Ladislao di Napo-
cruciata '"""i»^ H, invafot dello Stato Ecclcfiaftico , perturbator della pace in Italia, fo-
coiitro ii°Re di meutator di Scifmi , e contradittor eterno de'Pontefici , non men àlui ben
Napoli. affetti, che di lui nemici. Alle cenfure, che non fiiron badanti à raffrenar
queir ambiziofo cuore dalla mal intraprefa carriera di divenir Re d'Italia ,
aggiunfe Giovanni la determinazione di una ftrepitofa cruciata, intiman-
» vi^t \ayn.M». doìa , [a] e contro lui promulgandola per tutte le parti del Chriftianefimo
•4".«-5. inFrancia, Inghilterra, Italia, Germania, Bohemia, Ungaria, Dania,
Svezia , Norvvegia , Prufia , Polonia , Lituania , Cipro , & in tutto l'Orien-
te, con indulgenze, e pronte mercedi verfo chiunque quello fi fofle, che
contro quei traviato Re ò impiegafl'e la perfona in esercizio di Guerra , ò il
Maiedicentadci dcnaro Iti pagamento di Soldatetca . Altro non volle allora Giovanni Hus ,
p"nefice"%''fo- chc qucPto nuovo iTiotivo , per porrc in dìfcrcdito , d'autorità Papale, e
ivicntaca ribeìiio- la podcftà dcllc Chiavi i cmeiitre un giotuo da un Sacerdote leggevafinel
ro^iicr""^ '^'^" Pergamo di Praga la Bolla della deftinata cruciata, tré vili, e sfacciati huo-
b jo. cocu. jiifi. minacci fubornatidaU'Hus, [/»J cominciarono ad alta voce nel mezzo della
tìafi.itb.i. Chiefaad efclamare, Ejiere il Tapa l'^ntichrijlo del Mondo , che contro i
Chrifliam incitava l'armi de' Chriftiani , ed indulgewT^e deflinava alla oppref-
fione , e non al follevamento del Chrijiianeftmo. Il Magiftrato , che ritro-
voffi prefente alla funzione , ordinò di que' tré temerarii la carcerazione ,
& indi incontanente la morte . Tumultuolll repentinamente dal popolo' >
che non fu allora baftevole a fottrarli dalla efecuzione della fentenza, ma
fi refe ben tofto in animo, e in forze per ricompenfar loro con altrettan-
to honore il dishonore del fupplicio. Poiché accorfo l'Hus con la fazio-
ne de'fuoi, rapì dal palco del patibolo quegl' infami cadaveri, e colloca-
tili fopra dorati tapeti, come corpi di martiri di Chrifto, chefparfo ha-
veflero il loro fangue in teftimonianza della Fede, li portarono proceifio-
siio attentato Sa- nalmcnte in giro per le Strade, Piazze > eChiefediPraga, col trionfo, e
criiego . canto di quelle parole , Jlii funt Sancii , ^ui prò teflaménto Dei fua corpora
tradiderunty riponendoli pofcia con odorofi balfami dentro il Sacrario del-
la Cappella di Bethlem , ed in loro honore molti elogii ftefe l'Hus nel fuo
e lo.HusimUi.dt Libro [e] de Ecclefia^ publicandoneun Panegirico, in cui egli afferiva ,
Ecdefiat.is. verificato nella loro morte l'Oracolo de' Martiri predicato da Danielle.
Ma rintuzzò l'arroganza dell' Autore , e dello fcritto il Cattolico Theolo-
go Stefano Paletz, che contro lui fcrifle , e à lui rivolto rimproverò, e dif-
M*«//?'^ 'nnùtt^ ^^* [^]7^ce«f/«w rebellium corpora fub mediafiino fujìultftiy & cum eay
Tumtil'.i. "*"* qua ubi videbatur i fumma reverentia, ad Cathedram tu£ fuperbia Cappel-
tam dì£lam Bethlehem detulifiiy tut ipjìusy & Scholarium fu£ focìetatis fan-
6la obedientia contrariis , clamorofìs , & altijjimis vocibus ufqne ad inferni
novilfima concrepantibus : ifti funt Sancii ; quibus ftc indu6Ìis per te in Cap-
pellam illam , tantum fecifii popularts tui favoris concurfum , ut non folum
illorum ftc jufiè decollatorum fangumem linteis , maxime Beinga tua , C^
quidam alti extergerent y fed quafì pra illorum fan6iitate lambcrent, ita ut ,
te largiente, & te donante , locus ille tua: Cathedra fummus non tam Bethlehem ,
fed ad tres San6los per te y & tuos complicesy vocaretur . Quoufquey Deus,
improperabit inimicus f* irritai hic adverfarius nomen tuum in finem ? Ecce
qualis , & quàm manifejia fan6litatts illorum rebellium indicia fannia in-
"penit Mater Ecclefia , ut Hufca Magifler ille audeat tam miferabili pr^e-
fum-
Capitolo /K ^3 GiovAN-
fumpttone , fan6ia , & occulta tua judicia decernere , & homines , utique ^^ XXI il.
temporali (C^ fi aterna , ?« noftt , Domine ) poena dignos , /«* vertigmis
affertione m populis fin5iificare . I\evertere Hufca Magijkr , ^«« //e i« altis
volitai , ttf intueamur te . Ecce tua , & tuorum pradicatio , venerationem
fanClorum ofjium juxta ritum Eccltft£ fan6l£ cum tuis reprobai , dicens ,
quòd San6ius Fyenceslaus modico y ideji fratricidio, B^gnum promeruit Mar-
tyrii, &hìc cumSan6lis aliis, quos Sacerdotes t & Monachi predicanti ha-
bent unius SanBi multa capita, multa brachia, & diverfa offa, qu^ ubique
non San6lorum , fed vilium cadaverum ejje potiìk rcputantur j cujus exem-
plum accipe Magifler, quid factum fuerit publicè in EcclejìaFratrum Carme-
litarum, qua vocatur in ^rena, in Tragenfì civitate : ibidem enim fedente
aliquo Fratre cum reliquiis , & quibufdam monflrantiis , & ad fabncam Ec-
clejt£ mendicante i acceffit quidam tua fortis difcipulus, & cum fedenti di-
ceret : Quid hìc agis, Fraterì quo rcfmndente : Cum San6iorum F^liquiis ex-
pe&o beneficium eleemofynarum ; at ille per fuperbiam : Mentiris , inquit ,
efìe San^lorum B^liquias : ofiamortuorum cadaverum hìc retineSy & Chrijlia-
nos decipis , cupide mendicando : quo di6lo , tamquam equus inftliens , pede ■
repedans evertit menfam ad terram cum Reliquiis . Quo -piro per Fratres eofdem
comprehenfo , & de tanta nequitia tento , venerunt tua fortis armati pluri-
mi, <T excuffo Fratrumhabitaculomaxima fit Jìrages, &confufto, & fcan-
dalum manifejìiffimum eji factum, ut etiam Vrior illorum Fratrumcum fuis
plurimis comprehenfi , non folùm verbis turpibus , fed etiam verberibus in-
honejiijjimè traóiarentur . Jam vide , quomodo cantra Sanala Ecclefìa riturn
Latrones recenter fan6ìificas , & I{itum SanBa Matris Ecclefta honorabili-
ter , & ritè à prifcis temporibus fervatum , ha^lenùs vilificai , quo in tato
terrarum orbe San£iorum Reliquia bine inde periata , & tradita , falva Fi-
de Catholica, honorabiliter venerantur. Cosi egli. ^
Allanotiziadi cotanti facrileghi attentati commoffo il PonteHce deter- pin» confeiiìo.
minò di convocare nell' anno fegiiente un Sinodo in Roma per prendere in '"^ ^^' f^^^« '^"^^
eflb quelle vigorofe rifoliizioni, che farebbono apparfe più atte, e vale- "'**'
voli à Cupprimere la baldanza degli Huflìti. Ma l'Hus volle più tollo pre-
venirne il colpo con una rintafommilFione, che fottomettcrfi aderto con
una durevole ritrattazione : conciofìacofache atterrito egli dalla fola inti-
mazione di quelìio Sinodo, e prevenuto dalla efpectazione del timore di
eiìere elfo citato dal Papa a comparirvi , incontanente fpedì à Roma
una confeffione di Fede , che coniìderata nelle parole par' ella dettata •
da un San Giovanni, ma paragonata coYatti di Giovanni Hus, non pote-
va ella non riprovarfi, comefubdola, coUuùva, iìraudolente, emah^iia.
[<i] ^d revercntiam Jefu Chriflo , egli diceva, Ecclefia, fupremoqueejus a ^pud i>.cocIj.
Tomifici exhibendam, paratus femper ad fatisfaóiionem omni pofcenti de ea '^''^' '^*/^"'^'^--»
fide , quam teneo , rationem reddere , confiteor corde integro , Jefum Chri-
fium Dominum effe verum Deum, & verum hominem, totamque legem tjus •
tam firma veritatis cxiftere , quòd nullum jota , vel apex ipfius fallere po-
tejì domum fuam San^am Eccleftam fundatam tam firmiter fupra firmam
petram , quòd Torta Inferi non poflunt adperfus eam quomodolibet prava- ■
lere; promptufque in fpe ipfius capitis Jefu Chrifii Dominimort^s die poùks
fujiinere fupp liei uni , quà.n ele6iivè dicere, velajjcrere, quod fora ChrijU,
juaque Ecclefia contrarium volumati : ex bis fidenttr , veraciter , & '^on- ■
iiamer afiero, quòd à veritatis amulis fmifirè Sedi ^ìoofioLica J.m del' usi
B 4 /'^^■ià
G I o VA K- ^ ^ Secolo XV.
^l. ^^^^^' false fiquidemdetulermit, &deferunt) quòddocneYÌm populumy quM in Sa-
cramento ^harisremaneat fubflantia pana materialis : false, quòdy quando
elev^tur hojìiay fune ejì corpus Chrijìi , & quando ponitur ,, tunc non efl :
false, quòd Sacerdos in peccato mortali non conficit % falsò , quòd domini, a
clero auferant temporalia y quòd decimas non folvant : false, quòd indulgenr
ti£ nihil funt : false , quòd gladio materiali fuaferim Clerum percutere .
Così le parole di Giovanni Hus, ma non così li fatti. Poiché foggiunge
A SuphAn. TAhtt à lui, e di lui il fopracitatoPaletz, [a] Contumax a S.Ecclefi£Catholic£
m"i. "^ "' '^'"^' receffijii obedientia, & in multorum Jcandalum, & periculum in fententtis
Libri cfe'Ottoii- plurimarum Ecclefiarum , & fuper omnia SummiTontificis Chrifii Ftcarii po-
ti coniroiui. r. , 1 1- \ j X- ^ • ^ ■ / •• •
fìtus y & publicc denuntiatus excommumcatus y timorem Dei abiicis, nec
cenfuram Ecclefiajìicam advertis : de verbo Dei in Cathedra fupcrbi£ tua ,
& quod ampliàs eji , de di-pino mijjarum officio , bona fitffojja confcientia ,
audaci , & Sathanica prafumptione piena gemitu , tu audes ingerere , &
cum B^ge Saule contra divinam obedientiam. non vi6ìimas offerre , fed fcelus
idololatrite perpetrare . ^t -però fi dixeris : l^o» peccavi , die , fub cujus
Tr alati Ecclefìafliae difciplica jugo fiSy ne tu ipfe, & auàor caufarum , &
judex efle -pidearis. En & agis caufas , & folus judicas caufas , proponis,
& decidis caufas , te ipfum prò tefiibus comprobas , non ^pojìolos pojtulas :
& nequaquam Chrifti invocato nomine , determinas fententias , & promulgai .
JQ«/V ergo tibi comprobabitur ? Diacefanum proprium cum omnibus fuis offi-
cialibus ordinariis contemnis , &" tanquam fejìucam reputas ; quinimò Sum-
mumTontificem abominationem y & ^nticbriftum publicèpradicas, c^romne
fan6ium fuumdecretumy au£Ìoritatem , & officiummajori arrogantia, tiuàm
Dathan , & ^biron , fuperbijjimè abjicis , & contemnis . Ecce quomodo ahfque
jugofa£ius es, quafi folus Dominus y folus ^Itiffimus. Così il Paletz; mi
con più prolifTo, e potente nerro di ftile, l'altro gran Theologo Bohe-
b ^Wr. Bri)d»nìO Andrea Broda à lui medefimamente , e di lui, [b] Te/te, dice,
tifHdtmdtmii'id. j^^CregoriOy charitas divifaunitj eonfufa ordinai , inaqualia fociat, &ipfa
charitas dicit : Qui non colligit mecum , dijpergit : quod exponens Hugo jìc
dicit : Officium Diaboli eji congregata difpergere , officium autem Chrijìi di'
fperfa congregare , Ecce, Magifler reverende , quomodo charitas tendit ad uni-
tatem. Quid ergo nosdicemusadhacy inter quos frnt tanta diffentiones , &
fchifmata , ut ille Joannifla , ijle Vviccleffilìa , caterique Mahumetifla nun-
cupentur ? Dipifus eji Chrijius «* lS[unquid Fvicclefj eji erucifixus prò nobis ?
aut in nomine ipftus bapti'^ati jumus ^ Gratias ago Beo meo , quòd opinio
ipftus minquam intravit m cor meum : & pos in litera appellatis me Fra-
trem charijfimum . Det mihi Chrijius Jefus prò magno y quajo , munere , ut
fuis in Domino Fratermeus ; nam ex tota cordis affe6lu de fiderò , vosaduni-
tatem Sanala Matris Ecclefia jam redire : in qua, inquam , funt Chrifìiani
ad invicem vere Fratres , à qua (quod dolenter refero ) per inobedientiam
receffifiis : vcjìra enim patefecit litera , quam mibi dejìinatis , quòd mori
magis cupitis 3 quàm reperti. Quomodo ergo Fratres erimus , quorum non
eji una Mater, & per confequens nec unus Vater ^ Et quomodo fcribitis rrre
charijjfimum , cumtamentenditis adhoc , ut me reddatis omnibus vililfimumy
O" odiofum ? fcribitis enim fociomeodileU:o Domiri^Petro, quòd ex partici-
pationemea vobifcum fum excommunicatus , profanus , & irregularis. Bene
quidem multls temporibus bibi y & comedi vobifcum, &" in uno k6Ìo jacui :
fed ab ilio tempore, quo procefus contra vos public ati junt, ncque ego vos
yidis
Capitolo IV. %K GioVAN^
i • ^ NT yviTT
'pìdi, neque voi me vidìjìis : palpate ergo y & videtCt utràmijìaexcharìta- ^^ ^^^aii.
te , an eX odio procedane. Dtcìtis , quòd expc^atis martyrìum, Quomodo
-pultiseffeAdartyreSy cnm etiam locum, ubi cognofcimr veritas, declinatisi
LegemcUiisobjicitis; vosunàcHmveJìris y &nemoexvobis facit legern . Ta-
rietespr£ceptis depingitis, quxiitinam in cordibustcnerctis . 'forine lex di-
cit; Diisnondetrabes ^ .& orane s vejìri quantis funt detra6lionibiis , cr con-
yiciis pieni ^ Lex pracipit ; Islon concupifces : & vos una cum ve/iris difcì-
pulis aliena tollere pnedicatis ; mibi judicium imponitis ^ qmdtamenmihiin
ventate adfcribere non debetts , Sedv£ qui alium docci ^ te ipfum non doces,
dicit Apojiolus. Quare vos Tapam y Cardinalesy Epifcopos y TralatoSy &
cmnes indifferenter Clericos vituperose , imo incuriose verins judicatis , dr
imponitiseis criminay qu£ fortafjìs, quoadufquevivitis y non probaretis^ Cur
non fequimini legem Chrifti dicentis : Si videris Fratrem pecca?item, corripe
ipfum inter te , & ipfum folum y &c. Dicitis me colare Culicem , & Camclum
deglutire . Verms hoc de vobis dicercm , dr de rejlris : nam ìllos , qui non
funt de Je6ìa Fviccleffy etiam parvulos acriter increpatis , fed veflros fecia-
rios perjuros y blafphcmosy homicidasy fHreSy& adulteros y let^iterpalpatis.
Così il Broda. Ma l'Hiisfeguicando la carriera de' fuoifacnleghidilegm,
per ingannar con maggior agevolezza li femplici Laici, e divertir l'idiota
plebe dalla riverenza filiale al Pontificato Romano, fparfe Fra il popolo jP^^^rSTcT'*
prolifla fcrittura per eccitar in elfo mortai fciflura nellaFedecon ingannc- hus"""'"'
voli, e riprovati fofifmi : conciofiacofacheinHolomutz [a] divulgò un a-4»».i4".
publico iitromento, che conteneva un Trattato di tré queiì:ionij ch'egli
proponeva, UtràminTapamcredendumefiet^ Utràm pojpbdeeffety aliquem
hominem falvariy qui non confiteretur ore mortali Sacerdoti ? Qy Utràm ali-
quisSan6lorum fenferit y aut dixerit» quòd aliquis de Tharaonis populo fub-
nerfi in mari rubro , & de Sodomitts fubverjis , fint falvati ? Alla prima
egli rifpondeva negativamente, e ripigliava indirettamente li Prelati, eli
Dottori , che infegnavano l'ofl'equio , e la credenza al Pontificato Ron)a-
no. Egliafleriva la feconda, e ne allegava in prova il detto del Mac ftro
delle fentenze, [b] Q^wd fine confejjìone orisy ér folutione posn£ exterioris ^J^,"^'/^"^''"'^'
delentur peccata per contritionemy & humilitatem cordis . Et in conferma- ' ■'^■'^■^'
zione della terza egli riferiva un'altro [e] detto del medefimo Maellro y/'"''^''^- ''•'^•
delle fentenze, che il maligno conduceva in fenfo eftorto al fuo intento j "*
e pili diftlìfamente le parole di S.Girolamo, [d] Quod Deus genus humanum tfn'r"'in' Nlh7^
diluvio, Sodornitas igney JEgyptios mariy Ifraelitas in eremo perdidit , fci- Proph.
tote y ideò temporaliter eos prò peccatis punivijje , ne in aternum puniren-
tur, quia non [>] judicat Deus bis in idipfum ( quefta fentenzadel Profeta ^ ^"'j"»» '•
Naumvien riferirà nella Vulgata con altre parole, cioè 'Klonconfurgct du-
plex tribulatio .) Quia ergo puniti junty pofteànon punientur . ^lioqummen-
iiturScriptura : quod nefas eft dicere . Ma l'ingannatore pervertì l'un lenfo , e
l'altro, e mutilonne a fuo piacere le parole : conciofiacofache nell' allega--
to primo tefto del Maeftro delle fentenze egli tralafciò ciò, che in effo
rinyienfi, '^onnulli in vita peccata confiteri ncgligunty vel erubefcunty C^
ideò non mercntur juftificari. Sicut enim pracepta eft nobis interior pceniten^
tiayita&orisconfefftoy & exterior [atisfaUio, ft adfit facultas . Unde ncc
vere pcenitens eft , qui Confefjionis votum non habet : provando à lungo nell'
accennata dillinzione l'allegato Maeftro delle fentenze la verità Cattolica
della ConfeiiìoneSacram^nrale, & ex teftimoniis SanCforum Tatrum indu-
bitan-
bitanter ojiendt, ùportere Deo primum , & deinceps Sacerdoti offerri confa f-
ftonem : nec aliter pofìe perveniri ad ingreffum Taradijì , fi adjit facultas ,
Con pari fraudolenza egli difmezzò il detto di S.Girolamo, la cui vera
fentenzafièlafeguente, Deum ut omnium rerum, ita [upplictorum quoque
fare menfuras, & non praveniri fcntentiam Judicis, nec illim peccatorem
exercendx dehinc pana auferri poteftatem , é^ magnum peccatum magni? ,
dtuturnifque lui cruciatibus : levem vero culpam prafenti compenfari fup-
plicio , qualis fuerat tUius , qui in jabbatho Ugna collegerat. Mioquin fi
magna peccata prafenti compenfarentur fuppliciOy optandum foret adulteri s,
ut iti prafentiarum brevi , & cita poena , cruciatur frujìraretur aternus ,
Così S.Girolamo i diinoftrando egli, doverli intendere l'allegata fenteii-
2a di Naum in riguardo di quelli, che approfittandofi de' paterni caftighi
del Cielo , fi convertono dal male, eperfeveranopoinelbene; e non in
riguardo di quelli, che come Faraone refi più oftinati, e duri nella proter-
via del peccato, connettendo li prefenti caftighi con li futuri, lapenatem-
a Dt^ttr ti P?'^^^ diventa loro principio della eterna , fecondo il fentimento ài S. Ago-
• ^ • ftino fopra quel paiib del Deuteronomio : [a] Jgnis fuccefus efl in furore
meo , & ardebit ufquc ad Inferni novijfma . Contro quefta maligna frau-
dolenza dell' Hus hebbe allora dottamente, e ragionevolmente ad efcla-
HHPh^m'.u^'"'' iT^^i'e, e fcrivereil Coeleo, dicendo, [b]Mihi fanèy utcitraodmm , &li-
Riprovixio.ie v§rem ingenue fatear, petulans, ac malignus fuifje videtur Joannes Hus in
dell' HiVs!^'^'^"" dubiis iftis, petulans, tnquam, ad vexandumeruditos,malignusveròad fub-
vertendum fimplices. Si entm vere de iis tribus quaftionibus dubitafjet, non
determinajfet protmus abfquc deliberatione , & conftlio aliorum : fi doceri
voluìfjet, mifijfet ea dubia potius ad DoSiores Theologia privatim, quàmad
Jdiotas laicos per publica mfirumenta . Si in adificationem , & non m fub'
verfionem fcribere voluijfet , certe dubia jjìa fecundùm fìmplicem Ecclefa
fententiam determinafjet ad pium fenfum , & non depravafìet di6ia Do6lorum
per trmcatas allegationes , per quas & jenfum eorum pervertii , fimplices
decipiens , & bonis au£ioribus calumniam fecit de reprobo , & adulterino
fenju, quem tota damnati & exhorret Ecclefta ,
In primo namque dubio Tapam irridens , Tralatos calumniari videtur ,
tanquam docuermt plebem in Tapam credere, quod illi numquam fecerunt,
ne cogitarunt quidern : docuerunt autem credere in Deum , credere Eccleftam
San6ìam Catholicam , credere Tapam, quòd fit fcilicet Vicarius Chrijii , &
Succeffor Tetri, cui clavesB^egmCalorum tradita funt, &ovesChrifli com-
mijjoi . Docuerunt item credere Tapa , & Eccle(t£ , obediendo fcilicet , d?*
acceptando ea , qua in Decretis Conciliorum , c^ Decretalibus I{omanorum
Tontijicum conjiituta funt :fed in Tapam, aut in Eccleftam, ficutinDeum,
credere nunquam docuerunt.
In fecundo autem dubio , fimiiiter & in tertio , truncatim allegat Jiu-
£iores, & per hoc detonjuet malitiosè diBa eorum in contrarium fenfum ;
nam in Magijìro fententiarum omtttit hac verba : '^onnulli enim in vita,
peccata confiteri negligunt , velerubefcunt , & ideò non merentur fuflificari;
ficut enim pracepta efl nobis mterior panitentia , ita & oris confeffio , Ó*
exterior fatisfatlio, fi a^fit facultas . Hac verba ponuntur in eodem Capitulo ,
quod Hus allegavit : & m hanc fententiam fubjunguntur multò plura in ea-
dem diflinBicne , quòd non fufficiat foli Deo confiteri, fi haberi Sacerdos pof-
fit . Solvuntur pratereà ibidem Do6iorum diCia, qua Hus ex Magiftro con-
tra
Capitolo IV. ^•7 Giova N-
tra oris Confeffionem adduxìt : ex quibus fané convìncitur, ipfum Hus mali- ^^ -a.-a.ìia.
pìtam habuiffe decipiendiz plebis mtentionem per truncatas ex Magìjiro dle-
gationcs : e qui ripone il Coeleo la fpiegazione allegata della (entenzadi ^ ^^^^ .^.^^
S.Girolamo , e foggiunge , [ <i ] H£c qutdem , & id genus multa legerat
tpfe Husy dum cantra h£c omnia definirei : fed /cientia inflatuf, & perino-
hedtentiam in reprobum fenfum traditus , odioque in Clerumaccenfus, &ex-
c£catus , malmt ex infiin6iu diaboli laicos fuos decipere , quàm decere -peri-
tatem , maluit in Clerum exafperare , & ei inobedientem reddere plebem ,
quàm vel errores Fvtccleffi fui agnofcere , vel à feditiofis defijlere captis .
Così il Coeleo . Ed allor fu , che timorofo l'Hiis della condanna Pontificia , fcr^iYjji^HJf *'
eh' elfo contro fé prevedeva dal Concilio intimato in Roma, nonsòfeper
renderfiò maggiormente formidabile, ò maggiormente reo, ò maggior-
mente afliciirato dalla fazione degli heretici, divulgò [6 j quantità di (crit- b euìas Jmrimi»
ti , e farragini di queflioni contro le eenfure de' Dottori di Praga , ch'egli *'*'• ^••"* ''•^*
per difpregio chiamò Tretorianii foftenendo molti articoli da elfi condan-
nati , concernenti alla libertà della predicazione , alla podeftà de* Principi
laicali fopra i beni della Chiefa, alla foluzione volontaria delle decime,
& alla perdita, che i Signori fpirituali, e temporali fanno della loro po-
tenza, quando eglino cadono per mezzo della colpa mortale dalla grazia
di Dio . Compofe un volumincfo Trattato , in cui egli alferiva , che la
Chiefa è ella compofta de' foli predeftinati, che Giesiì Chrifto n' è il Ca-
po, e il Papa, i Cardinali, e li Prelati fono egualmente membra di efla,
non doverli loro ubidire , fé non nelle cofe efpreiTamente comandate dalla
Legge di Dio, e che lafcommunicaingiuftamentefulminataficcomenon
legare, così né pur doverfi temere daquei, contro i quali ella viene fulmi-
nata. Rifpofe egli poi in particolare agli ferirti de' tré famofi Theologi
Bohemi Stefano Paletz , Stanislao Znoima , e Andrea Broda , e temeraria-
mente alfifl'e un cartello nella Chiefa di Betlem, nel quale egli accufava il
Clero di cinque , ch'egli chiamava , errori , fé ben alcun di elfi rinvienfi da
Uiiafferito, come fi dirà, ne' fuoi libri . Il primo fi era. Che il Sacerdote
confacrante diveniva Creatore del fuo Creatore . Ma erra l'Hus nel fervirfi
del termine di Crea-:(ione y quando meglio fervir potevafi del termine di
^duyone , ò òi TroduTJone , Il fecondo , Che i Treti credevano nella.
Vergine y in un Vapa, e ne Santi , e dicevano y dover ft credere nella Chiefa ,
come credevaft in Dio : ed in quello parimente l'Hus errò, efiendo che li
Cattolici credono m Dio propter Deum y ma nella Chiefa credono perl'af-
fiftenza ad elfa promelfa dal medefimo Dio. Il terzo, Ch' eglino poteva-
no y quand' effi volevano y e quando loro piaceva, rimetter la pena y e la colpa
de' peccati . Maligna interpretazione; poiché né i Sacerdoti rimettono tut-
ta la pena, ma fol commutano la eterna in temporale; né alTolvono ad ar-
bitrio le colpe, fé non con la previa difpofizione de' penitenti. Il quarto,
Che predicavano l'ubidien'^a verfo i Superiori , e ne' comandamenti giufiiy e
negl' ingiufli . Falfa illazione : ellendo che comandafi da' Cattolici ubidienza
a' Superiori benché fcandalofi, e colpevoli , ma non già in cofe perni-
ciofe, & ingiiifte . Il quinto. Che ogni qualunque fcommunicay ò ella giu-
fta ftUy ò ingmfia , lega lo fcommuntcato . Ma la falfità dell' alferzione'di-
moftrolfi poc'anzi m quefti fogli . Quindi egli [e] divulgò altri tré copiofi ' '■'"" '*''•
trattati, il primo intitolato l'anatomia delle membra dell' Unttchrifio , il
fecondo // B^gno del popolo, e vita, e coftumi deW^ntichriflo, il terzo 1*
GiovAK- 2.8 Secolo XV.
^^ -^-^IH» ^bomìna:(ione de*Tretit e de* Monaci Carnali nella Chiefa dì Gìesà Chriflol
^ altre molte efecrabili Operette contro le Tradizioni, & Uniti della
Chiefa, fopra la perfezione Evangelica, fopra il Mini fterio d'iniquità, e
fopra la comparfa dell' Antichrifto, la concordanza de' quattro Evangeli!
con alcune note morali , molti Sermoni, un Commentario fopra li primi
fette Capitolidella prima lettera a Corinthii, alcuni Commentarii fopra
le fette epiftole Canoniche, fopra li Salmi, cioè dal 109. fin' al 119. un
Trattato fopra l'Adorazione delle Imagini , & un lungo difcorfo fopra
l'accennata di fopra propofizione, cioè che il Prete nella Confacrazione
jciA divien Creatore del fuo Creatore; nel qual difcorfo bench' egli fempre
moftri di foftenere la tranfuflanziazione, niilladimeno afferifce, che per
evitar l'inconveniente, che il Prete fia Creatore del fuo Creatore, è d'
uvopo dire, che il Corpo di GiesùChriftoritrovifi nel Pane anche avanti
che il Pane fia tranfuftanziato nel Corpo . Sicché l'Hus nelle fue Opere , e
ferirti fempre in foftanzafoftennelatranfuftanziazione, quantunque in ri-
gore chiamar non fi pofia tranfuftanziazione quella , che fuppone nel pane-
preefiftente il Corpo di Chrifto, dovendo quefto addurn, òprodurfi in
virtù delle parole della Confacrazione , come più à lungo fi efporrà nel fuo
Coflituto fatto nel Concilio di Coftanza ; ficcome ancora fempre parlò
« ^"j-jf^*;- '"f/// Cattolicamente circa [a'\ la Confeffione Sacramentale, e circa la Eftrema
(ir'cLlTnoJin, [b'\ unzione, e generalmente circa tutti li fétte Sacramenti, e circa [e] la
b^i^cfJntènt hi e^itenza del Purgatorio , la invocazione [d] de'Santi, e l'adorazione [ e ]
</'. sjl^óbi"^' '" delle loro Imagini ; non fenza noftra gran maraviglia nella confiderazione,
e inftrm-de Exe- che facciamo , fopra la dottrina de' prefenti Luterani, che venerano Gio-
T'ìn' eìHcidathne vantti Hus comc Santo , e come Martire , e poi ne mipugnano le accennate
fi^"^"*- , . dottrine come falfe, &heretiche. Lutero chiamoUo \f\ ma^nis, & ex-
nu»i adorutione cellentwus SpiTttus Sancìi donis ovnatum , e di lui dice , jcriptis , diciifque
iLutcr.in fcripto /" (lo£ìrin£ Chri(ìian£ confenfijfe j &mortem proafkrtione veritatis toleraf-
furum io.Hu>a>i. fcy c, Si pYQ H<£retico babendus elt JoannesHus, Imud facile qmjquam om-
l^t^r' ^'^""^'"^ ''' nmm i quosunquarnSolvidity vere Chrijiìmus haberi poterit ; e fiegue ad
innalzarlo con gli egregiipreconii di magnanimum ^ & fortem ChrifìiMar-
tyrem . E perche dunque Lutero nella Chiefa Romana biafima quella dot-
trina, che così giuitamente lauda nella perfona dell' Hus ? Se THus f^o^r/-
noi Chrìjiian<£ confenfit , perche poi Lutero impugna li Sacramenti della
Chiefa, la orazioneper i Morti, la Tranfuftanziazione del pane, il Pur-
gatorio, la Invocazione de'Santi, e le Imagini ?non è egli quefìio , un
¥.s.^'^g.dev.nit. voler più tofto , come dice S.Agoftino, [g] claufis^ oculis offendere in
Ea'tcfac.16. ' montcm , quàm in eum afcendere; e un voler effere più tofto Heretico per
pazzo furore , che Cattolico per verità conofciuta ? Negar però non puoifi r
che l'Hus benché afieriffe in parte alcune Cattoliche maffime ne'fuoi fcritti
fopra gli allegati punti di Religione, non fofle egli nulladimeno ripiglia-
to , e convinto da' Padri di Coftanza di haver predicato il contrario , e noi
d fuo luogo ne rapporteremo à lungo il Coftituto .
PrroM !^h.r.r,. Ma da"li fctitti dcH' Hus palTiamo agli errori , e di quali , e quanti
irrori , )X nercjie . /- J? ..... V • r ir» i • ni
ctU'Hus. errori fodero eglino ripieni, fiapregio deli opera, renderne in qucito luo-
go diftinta, e piena la conrezza, acciò quindi diftintamente, e più piena-
mente poi fi comprendala forza delle condanne , che contro efll fulminaro-
no li Concilii di Roma, e di Coftanza. Trenta dunque fé ne annumerano
frù i principaii? quali Giovanni Hus difefe, infegnò, e predicò in confor-
mità
Capitolo IV. ag ^^°^^Jt'
mìtà delle allegazioni , che faremo de' di lui fcritti , e della teftimonianza , ^^ A Alll.
che ce ne porfe il Concilio di Collanza; e primieramente , \a\Trimòt Uni- ^ cndi. conUn-
ca eji Sanala Univerfalis Ecclefia y qua eji pr^edefiinatorum Umverfttas ....* tienfeff.iS'
Univerfalis Sanata Ecclefia tantum efl una , jìcut tantum eji numerus unus
omnium prddejiinatorum : l'una, e l'altra propofizione egli efpreiTamente
iniegnò nel Trattato de Ecclefia , ufcico alla luce nell'anno 141 3. nel cap. i.
e 2. ne'qualiconteda, che li prefciti fiano /« fcc/e//^ , mi nega, ch'egli-
no fiano (/e Ecc/c//^ , ficcomerhiimore della pituita, ejiinhumano corpore,
ma non de corpore. 2. Vaulus nunquam fuit membrum diaboli ■> licòt fecerit
a6ÌkS quofdam a£libus Ecclefia malignantium confimiles : quella propofizio-
ne medefìmamente fi rinviene nel cap.3. di detto libro, ò<:inifpiegazione
di elfaegli premette la diftinzione di due grazie, cioè Gratìa pruideflina-
tionis vita aterna , à qua praordmatus non potefi finaliter excidere , e ,
Gratia fecundùm prafentem juiìitiam i qua nunc adefi y <& alio tempore abejì t
quia, com'egli dice, nunc accidt , & nunc excidit. Con tal diftinzione
di grazie egli liegue, e dice, l^rima gratta facit filios Ecclefia Sanala Unt-
yerfalis , i^ facit hominem quodammodò in infinitum perfe6liorem , quàm
fecunda, quia infinitum bonum confert ad perpetuò fruendumy 0" non fic fé-
cunda. Et prima facit filios bareditatts aterna y fed fecunda facit Deoacce-
ptos officiales temporales . Unde videtur efìe probabile , quòd ftcut Vaulus ,
fuit ftmul blafphemus jecundùm prafentem jufiitiam , c^ de Sanzio, Matre
Ecclefia y &cumhoc fideliSy atque in gratia fecundùm pradeflinationemvit<i6
atems : fic Ifchanoth fuit fimul in gratia fecundùm prafentem jufiitiam , ;
eJr- nunquam de SanEla Matre Ecclefia fecundùm pradejiinationem vita ater-
ina, cumdefuit fibi iUa pradejiinatio . 3. Trafeiti non funt partes Ecclefia,
cum nulla pars ejus ab ea finaliter cxcidat , eò quòd pradejiinationis chari-
tas y qux ipfam ligat , non excidit. Idem ibid. 4. Dua natura y dtvinitas cjr
humanitas y funt unus Chriftus. Idem cap.^.. <y.TrafcituSy et fi ali quando fit
in gratia fecundùm prafentem jufiitiam , tamen nunquam efi pars Sanila
Ecclefia :& pradefitnatus femper manet membrum Ecclefia y licèt aliquando
exctdat à grafia adventitiay fed non à gratia prxdefiinationis : ibidem cap.^»
6. Sumendo Ecclefiam prò convocatione pradefiinatorum y five fint in gratìa ,
five non , fecundùm prafentem jufiitiam ^ i/io modo Ecclefia efl articulus
E idei : ibidem cap. 7. 7. Tetrus non fuity nec efl Caput Ecclefia San6ia Ca..
tholica : ibid. c.9. qual propofizione egli fi dichiara di alFerire in quefto fen-
fo , cioè che Chrillo (olo è capo della Chiefa de'prgdeftinati , ficcome egli
folo la perfona pili degna in quella Chiefa, il quale conferifce à lei, e alli
òì\QÌmQmhni\motOyQÌ\ÌQn^o in i?itam gratia. Egli però non nega, che
S.Pietro non na ftato il Capitano degli Apoftoli , il primo fra eflì fecondo
alcuna prerogativa* il fondamento , e capo di tutta la Chiefa, quale egli
reggeva con la dottrina, e con l'efempio. 8. Sacerdotesquomodolibetcri*
minosè viventesy Sacerdotii polluunt potejiatem y & ficut filii infideles fen-
tiunt mfidelitcr de feptem Sacramentis Ecclefia y de clavibusy officiisy cen^
furisy moribus j caremoniiSy & facrts rebus Ecclefia i veneratione T{eliquia-
runty Indulgemiisy & Ordinibus : ibid. cap, 11. 9. Tapalis dignitas à Cafa-
re inolevity & Tapa perfidilo , & inflitiitio à Cafaris potentia emanavit :
ibid. cap.i-^. e in quelto medeiìmo Capitolo egli ripiglia come nugas iti"
do6iorum le fei Tegnenti propofizioni . Vapa efl Caput Sanala Romana Ec^
cleftx , Collegium Qardinaliim efl corpus Sanila Bimana Ecclefia , Tapa efl
mani"
GiovAN- ^Q Secolo XV:
Kl AAlll. fnamfeftusy & verus Succefior Vrmctpis Apofiolorum Vetri. Cardinale^ fmit
mt^nifefii, & veri Juccefiores Collegii attor um ^pojiolorumChrtjìi. Vro regi-
mine Eccleftoi per univerfum mundum oportet femper manere hujufmodi ma-
nifeftos veros fucceffores in tali officio Trincipis ^pojiotorum Vetri , & alto-
rum ^poftolorum Chrijii. Istori, pò jjunt inveniri, vel dari fuper terram alti
tales juccejjaresj quàm Vapa exijìens caputa &Collegium Card inai ium exi-
fiens corpus Ecclefite I{gman£, Quali propofizioni egli rigettava con il fe-
.giiente raziocinio . Omnis veritas in Religione Cbrifli fequenda , O- folàm
ipfa, vel e/i veritas à fenfu corporeo cognita , vel ab intelligentta infallibili
inventa , vel per revelationem cognita , vel in divina poftta Scriptura : [ed
nullus [ex pun&orum ejì veritas à fenfu corporeo cognita y vel ab intelligen-
tta infallibili inventa, vel per revelationem cognita , vel in divina poftta
Scriptura : igitur nullus fex pun5iorum ejì veritas in Chrijii T^eligione fe-
quenda. Argomento in ogni fuo membro, epartefalfiflìmo, e da noi ri-
provato quafi in ogni periodo di qiieftaHiftoria. io. Is^ullus fine revela-
tione ajfereret rationabiliter de fé , vel de alto , quòd ejjet Caput particularis
SanS^e Ecclefu : nec I{gmanHS Vanti fex ejì Caput I{gmanx Ecclefim . ibid. 1 1.
l<lon oportet credere , quòdijicy quicunque eji particularis J\pmanus Vontt-
fex, fu caput cujufcunque particularis Ecclejiif: San^a , nifi Deus eum pne-
deftinaverit . ibid. 1 1. "Ujmo gerit vicem Chrijii , vel Vetri , nifi fequatur
eum irt moribus : cum nulla alia fequela fit pertinenttor y nec altter à Beo
recipiat procuratoriam potefiatem : quia ad illud officium Ficarii requiritur
& morum conformitas , & mfiituentis auBoritas. ibid. cap. 14. 13. Vapa
mn ejt manifefiusy &" verus Succeffor Vrmcipts ^pofiolorum Vetri y fi vivtt
moribus contrariis Vetro : & fi qu£rit avaritiam , tunc efi Ficartns Jud£
Jfchariotis. Et parìevidentiaCardinales non funt manifefìi , & venSuccefio-
' res Collega aliorum ^oflolorum Chrifii, nifi vixerint mor» ^poflolorum ,
fervantes confilia , & mandata Domini Jefu Chrifii, ibid.i^. Dolores
ponentes , quòd aliquis per cenfuram Ecclefiafiicam emendandus , fi corrigi
noluerit, judicio (oculari efi tradendus ; prò certo fequuntur in hoc Vontifi-
ces, Scribasy & Vharifaos , qui Chrrfium nolentem eis ebedtrc in omnibus,
dicentes, l^bis non licei mterficere quemquam , ipfum faculari judicio tra-
diderunt, eò quòd tales funt homicidie graviores, quàm Vilatus , Idem ibid.
cap. 16. 1%. Obedientia Ecclefiafticà efi obedientia fecundùm admventionem
Sacerdotum Ecclefi^y prater exprejjam au5ioritatem Scriptura. Idem ibid.
cap.ij, 16. Divi fio immediate humanorum operum efi, quòd fint , vel vir-
tuofa , vel vitiofa : quia fi homo efi vtrtuofus , & agat qitidquam , tunc agit
"virtuose , quia ficut vitium , quod crimen dicitur , five peccatmn mortale ,
jnficit univerfaliter adus hominis vitiofi , fic virtus vivificai omnes atlus
fjominis virtuofi. Idem ibid, cap. 19. 17. Sacerdos Chrifii vivens jecundàm
legcm eìus, & habens notìtiam Scripturae , & affeBum ad adificandum pò-
pulum , dcbet predicare , non obfiante prxtenfa excommunicatione ....
Q^òd fi Vapa , vel aliquis Vr^Iatus mandat Sacerdoti fic difpofito non pr ab-
dicare , non debet obedire fubditus . 1 8. Quilibet pradicantis cfficium de
mandato accipit , qui ad Sacerdotium accedit, & illud mandatum debet exe-
qui, pratenja excommunicatione non obfiante , ibidem, Quefte due propofi*
zioni egjii medefimamente óikndQ nel Libro intitolato de Vradicatione ,
& Audizione verbi Dei, tatto, e compofto nell'anno 1415. qual empio
volume porta feco anche il titolo di Defenfio quornmdam articulorum
Joannis
I O VA N-
Capitolo IV. 31^
ìóAtinìs Vvkchff. rp. TercenfurasEccleftajVcasexcommunicationis , fufpen- ^^ A AHI.
(tonisj & interdirti ad fui exaltationem Clerus populum laicalem fibi fu^
peditati avaritiam multipltcat i malttiam protegit, & viam praparat ,An-
tichrifto. Signum autem evidens eji , ^uòd ab ^ntichrijlo tales procedant
tenfur^ì <?«'^^ vocant in procefjìbus fuiSf fulminationes y quibus clerus prin-
cipalifjìmè procedit cantra tllos, qm denudant neqmtiam ^ntichrtfliy quam
clerus maxime prò fé ufurpavit, lbid.cap.2-;. 20. SiTapaejìmalusy & pr<e-
fertim (i efl pnefcitus y tunc ut Judas ^poflolns eji diabolus, fur, & filtug
perditionisy & non eji caput SanBa militantis Eccleft^ , cum nec Jit mem-
brum ejus. Rinvienfi qiiefta propofizione nella rifpofta di Giovanni Hus,
ad [cripta Magi/iri Stephani TaletT^j Decano della Univerficà di Praga ,
pag.z^S. 21. Gratta prade/iinationis efl >inciilumy quo corpus Ecclefì^y &
quodlibet ejusmembrum jungitur Chriflo capiti infolubiliter . Ibid. pag.2^j.
22. Tapay -pelTrdatus malus, & prxfcitusy efl equivocò Taflor y &verè
fury & latro, ibid. pag. 258. 23. Vapa non debet dici fan^iiffimus , etiam
fectmdùm officium , quia alias I{ex etiam dici deberet fan6iij]imus fecundùm
officium; cjrtortoresy & pr^cones dtcerentur fanSiii imo etiam diabolus dc^
ber et dici fan£lus , cum ftt offici arius Dei. Ibid. pag. 2^8. In fomiglianti
beftemmie egli precipitò contro il Pontefice Romano, chiamandolo An-
tichrifto ne* Sermoni <fev/i«f/c/7r/^o, e nel libro, che porta feco il titolo ,
de ^Antichriflo , & membrorum ejus anatomia , ufcito alla luce , ò per meglio
dire alle tenebre delle ftampe nell' anno 1524. e cfedicato à un Demonio da
un Diavolo, cioè a Lutero da Ottone Brunfelfìo. 24. SiVapavivat Chriflo
contrarie y etiam fi afcenderet per ritam , & legitimam ele6iionem fecundùm
Conflitutionem humanam -pulgatam , tamen aliunde afcenderet , quàm per
Cbriflumy dato etiam quòd intraret per ele&ionem à Deo principaliter fa-
6lam. islam Judas Ifcharioth ritèy & legitimè efl ele6Ìus a Deo Jefu Cbriflo
ad Apoflolatum y & tamcn afcendit aliunde tn ovile ovium. ibid. pag. 2 ^9,
25. Condemnatio 45. articulorum Joannis f^viccleff per Dolores faÙa, efl
irrationabilisy & iniqua y & male fa^ia, & fi6la eftcaufa per eos allegata ^
videltcet ex co , quòd nnllus eoritm ftt Catholicus , fed quilibet eorum aut
efl hareticus , aut erroneus , aut fcandalojus . ibid. pag. 260. E negl'Atti
intitolaci, Tro dcfenfione Libri Joannis Fviccleffy de Trinitate Sanala y pu-
blicamenre celebrati nell'anno 1410. la Domenica fuHeguente alla tefta di
S.Giacomo; & in altro libro intitolato , Replica contra Joannem Stok^s
Fviccleffi calumniatorem . 26. 'hjon eo ipfo quo Ele5lores , vcl major pars
eorum confcnferit viva voce fecundìim ritus hominum tn perfonam aliquam ,
eoipfo illa per fona efl legltimè elecla y vel eoipfo efl verus y & manifeflus Fi-
carms y vel Succefjor Tetri y^pofloli, vel alterius ^pofloli in officio Ecclefìa-
ftico . Unde fìve ele6lores bene , vel male elegerint , operibus ele6ii debemus
credere . Islam eo ipfo quo quis copioftàs operatur meritorie ad profe6ium Ec-
defiiey babet à Deo ad hoc copioftùs poteflatem. Quefta propoiìzione vien
efprelilanellibro intitolato, ^efponfìo Joannis Hus ad fcripta Magiflri Sta-
nislai de Znoyma , Dottore Cattolico nella Univerfità di Praga , & ima vol-
ta Maeftro dell' Hus , cap. 2. pag. 271. in fine. 27. 1s(on eji fcintilla ap-
parenti<£ , quòd oporteat effe unum caput in fpiritualibus regens Eccleflam ,
quod j'emper cum ipfa militante Ecclcfta converfetur , & confervetur . ibid,
c^p.5. pag. 277. 28. Chriflus fine talibus capitibus monflruofts y per fuos ve-
races difcipulos fparfos per orbem terrarum , meltùs fuam Eccleftam regula-
ret»
GiovAN- ^^ Secolo XK
NI AAlll. y^^ ìbid.29. ^pojloliy & fideles Sacerdote^ Domini firenuè iftneceffariis ai
falutem regularunt Eccleftam , antequam Tap<e officium foret introduBum i
fic faierent deficiente ^ per fummè poffibile y PapUt ufque ad d'erri iudicit ,
ibid. cap.S. fui. 285. go. 'hlullus ejì Dominus ctvilis , nullus eji Tr status »
nultus ejì Epifcopus , dum eji tn peccato mortali : nel libro contra Steph^f^
num Valeti^ pag.2<y6. e nel Trattato de Decimis pag. 12S.
Così li trenta errori tiell' Hus : ma oltre à quefti egli efpreflamen-
te aderì, e di fefe li Tegnenti articoli di VvicdefF. Trimòt lUi qui dimit-
tunt predicare , five rerbum Dei audire propter excommunicationem homi"
num , funt excommunicati , & in die judicit traditores Cbnfli habebuntur :
nel libro intitolato Defenfto quorundam articulorum Joannìs yvicclejfy ò
vero in Determinatione de Troidicatione , & ^uditione verbi Pei faBa an-
no 141 2. 2. Ltcet alieni Diacono , vel Vresbytero predicare verbum Dei
abfque auBoritate Sedis ^pojìoltc^, five Eptfcopt Catholifi, ibtd. ^. Domi-
ni temporales po{ìunt ad arbmium fuum auferre bona temporalia ab Eccle-
ftajiicis habitualiter delmquentibus : nel Trattato de ^blatione honorum
temporalium à Clericis . 4. Decima junt pura eleemofynce : nel Trattato
de Decimis . 5. Si Epifcopuf, vd Sacerdos exifiat in peccato mortali , non
ordinati nonconjicitt non confi crat , nec bapt>':^at . Ibid. pag.ii^. ó.Lìbros
haretitorum legendos effe, non comburendos : nel Libro intitolato de Libris
hareticorum legendis,
« ^nn.J4ìt. Rinvienfi parimente fri le Operpdi Giovanni Hus una Tua difputa [a]
contro le Indulgenze Papali, nella quale quefteConclufioni egli ftabilì, e
difefe : Trimò, Sacerdote! Chrifit habent potefiatem vere posnitentes ahfol-
"pere à posna, & à culpa, 2. TS[ow tamen debent ahfolvere fub hac forma ,
nec abfolvcndi debent tllud expetere , nifi hoc fpecialiter fuerit revelatum .
5. 'ìslemo ejìcapax Indulgenti^ y nifi fuerit, &■ de quanto fuerit dignus y vel
dijpofitus per gratiam apud Deum. 4, Omnts recipiens tales Indulgentias , de
tanto eas recipit, de quanto fuerit habilior quoad Deum, 5. Tslutlius Tapa,
vel EpifcQpi prodefi Indulgentia hommty nifi de guanto prius fé dtfpofuerit
apud Dtum . 6. Epijcopi Indulgentia de tanto recipienti proderit , de quan-
to Epifcopus eum m fide Chrifii infiruxcrit , & in devoti onem , &inamorem
pei accenderit , vel quandocunque habilcm ad Indulgentiam Dei fecerit .
7, Sacerdote! Chrifit non habent potefiatem don.mdi Indulgentias fccundùm
quantitatem temporis, nifi eis fpecialiter fuerit revelatum. S. Tralati Ec-
cleft£ debent m ifìa veritate CathoUca fubjeBos infìruere , ne Laici wfideli-
^\. ter occupati circa minàs utilia attendant. 9. Licet faculari brathio pugna-
re , & fibi fubftdia ad bellandum prafìare , habitis conditionibus fcxdecim
charitatis. io. Tslon l;cet Romano Tontifici , nec expcdit ftbi , vel cwcum-
que Epifcopoi vel Clerico ^ prò dommatione faiulari, vel mundi divitiis pu-
gnare. II. Quamvis non litigare prò terrenis fìt infenoribus Chrifiiams
confHiumy Sacerdotihus tamen prò ìocoy cìr tempore tranfit in praceptum,
12. 7{on poteft homo fahariy qui peccaverity fine p&nitentia competenti,.
13. 7V(o« efi pertinens Tapa y fubduBa revelationCy cuilibet corde contrito y
& ore confefìo , dare , C^ concedere plemffìmam remifjìonem omnium pec-
caminum , & à pana , & à culpa . 1 4. Tapa multis talìbus concedit Indulgen-
tias 5 qui ex ftbi dubto funi prJfciti , c^ Deus nulli tali concedit tales Indulgen-
tias , ergo Tapa in talibus extollitur fupra Chrifìum . 15. Tapa in conceffione In-
dulgenti(X ufurpat, quod Deo proprium efi , fcilicet donare , vel remitteré
i inju-
Capitolo IV. 5 5 Giovanni
i j j y YTTT
ìnìttrìam ipfi fa5iam. i6. Vofitis Indulgentìis Tapàljbus à panay & à cui- -^^^^x.
•pa, vtdetury quòd potè fi Tapa Vurgatorium defiruere , 27. Temerarie Sa-
cerdotes praconi-:!^ant y jìnerevelatione affirmantes y Crmis ereEiionem efìe li-
citam. 18. l^lon invcnitur in Script ur a, ^uòd aliquis San6iorum diceret ali-
eni: Ego tibi peccata dimi fi y Egote abfolvi . T^c etiam inveniuntur SanBì,
qui do^aflcnt Indulgentias fui amoruniy -pel dierum numero , vel à pcena ,
veld culpa; undequ^fivi , & ufque hodiè requiro , quis San6lorum donavit
Indulgcntias} & non invenio . Contro le Indulgenze medefimamente egli
fìrabocchevohnente fi fcagliò in un Sermone, che nell'ordine diedi fi p
il Vigefimo fecondo. L'errore della neceflìtà della communione ai Laici
fottol'una, e l'altra fpecie non fìì né motivato , nèpropoftoda lui, ma fu
ritrovamento di Pietro Drefdenfe, edivulgaro, e predicato pofcia dal Ja-
cobello , e fol dall'Hus non riprovato , anzi approvato . Qiielì:' Hcrefie poi
dell'Hus furono da'fuoi feguaci , ò ampliate, ò riftrette, conforme la mali-
zia porgeva loro occafione di divulgarle più pompofamente, ò ài perfua-
,derlepiù fraudolentemente.
Hor dunque finalmente [a'\ aprifilil Sinodo di già l'anno avanti inti- sim.'dó'di'Roma
anato in Roma dal Pontefice, di cui di fopra habbiamo fatta menzione, e contro gìo.hus,
cdel quale l'Hushaveva di gii concepito un fommohorrore, e fpavento, e^ ^ozozo,
contro il quale egli fi era armato nel medefimo tempo con due oppofte di-
fefe, cioèconlamultiplicazionede'fcritti, ediHerefie, e con la ritratta- -
zione diede nella confezione da lui fpeditaà Roma per quefìi'effetto . Mi
il Papa nel Sinodo, per non irritar l'Herefiarca vivente, volle più tofto
-condannar il defunto, cioèilVViccleff, da cui l'Hus haveva apprefo i fuoi
errori, e nella condanna del quale fi poteva quefti fpecchiare, feravvifa-
ivafireo, ed emendare il male proprio con la infamia dellaperfona altrui.
Procede per tanto il Pontefice con rigorofe cenfure contro V Viccletf , con- ^^"* Pontificu
dannandone, & efecrandone gli ferirci , e principalmente il Dialogo, &il ei'HiTsy^'*''^'^'^'
Trial ogo , e volle che contro i di lui feguaci irremiffibilmente fi procedeUe
con il più vigorofo rigore dell'Ecclefiafiiche Leggi, dirigendo à ral'efFetto
un Diploma à tutti li Prelati del Chriftianefimo fotto li y.Febraro 141 3. in |, ^ ^^^^^
proliifo [b] tenore, confermato pofcia da Martino V.fuoSuccefibre con i4i/»!r. ''^'''*''*
maggior applaufo, e forza di concorfo nel Concilio, che foggiungeremo,
- di Cofianza.
Qiiefta Bolla Pontificia mirò uno, ma colpì due, e diretta contro mrentimenti,e
VViccleffella venne non tanto à ripercuotere, quanto à percuotere l'Hus, faeiiemmie deh*
che nella fua Herefia altro maggiormente non foflieneva, che quella di ^^"^'
VViccleff . Onde il primo à rifentirfi contro il Papa i'ù il primo havuto nel-
la intenzione del Papa, cioè l'Hus, che con profane interpretazioni deri-
dendone laBolla, chiamò il Concilio Romano , [e] non Synodum Gene- ].^\'^^- ^'.^'^-f'
ralcr.iy [ed Synodum angitlarem y lacerando la fama di que'Padricon la cen-
sura J'inettJ , Ignoranti, edifenfori più tofto delle loro ragioni, che della
-Chiefa . Cofpirò con l'Hus il popolo più vile di tutta la Bohemia , e allora
-viddelì la parte più fana del Clero Cattolico gemer fotto il timore di una
profiìiiia , e fiera ribellione . Corrado Vefcovo Olomucenfe , che per la in-
erzia di Aloico ammmiitrava allora la Chiefa Archiepifcopale di Praga , [^J d DHhav!H,i.iù
tulmmo di Icommanica l'Hus , e nell'ifteifo tempo il Papa fofpefe l'Hereti-
codaognielerciz.o difiuuione Ecclefiafticaii\ contumacia di nonelTer
^gli comparfo in Roma , benché più volte invitato , e citato à comparirvii
..Tomo IV. ' C Li
Giovanni 5^ Secolo XV.
XXIII. Li Sacerdoti , e Dottori Bohemi propofero medefimamente {a\ diverfi con-
ijln'an.'i% i^.l figli j c partiti pcr eftingnere qiiefto nuovo incendio di Herefie, e la Sorbona
'^ f'i'' di Parigi accorfe [b] uniformemente co'Bohemi conifcritture, econcen-
Lf^/r^Lr^,tfut*eàfiipprimere il fuoco, e ilRè VVenceslaofcoflb al Terremoto di un
r.2.§.j. tantoturbine, pablicò Regio [e] Bando contro gliHuflìti, difcacciandoli
e coci.hc.ar. ^qJ [oro Capodal Rcgno , mi in irritamento pitHolto, che in rimedio del
male, avvanzato di già à fegno , che per curarlo bitognò finalmente, tra-
lafciace dagli Ecclefiaftici le Cenfure, edaìRèliBandi, venir alle prigioni,
-alli carnefici , alle armi , & al fuoco .
Nuove emergen. Mentre ardeva la Bohemia fra le fiamme della Herefia Huffitica ,
^iVh héua"'per -cccitoflì nuovo iuceudio nell'Inghilterra dalla parte VViccleffifta, e ficco-
caiu de' vvk- nie l'una c l'altra cra ftimolata dal medefimo motivo di vana Religione ,
à^nlì^r'sfcìMHsin eosìl'una, e l'altra di accordo operò in oppreffione della vera. [d]Unus
H.fi.vi'uciiffcaj. ex pr£cipuis fcoprif y quo FFiccleffiani coHtmaiÌMnt y dice Niccolò Harpsfel-
dio nella fua Hiftoria VViccleffiana, ille erat, ut pofìejjìones omnes Clero
excuterenty atquetn fHmmatllttmegeftateconjlituerent, Quo & Libellus ille,
de quo commemoravi , licèt tertius fpe£iabat . Sed regnantibus Henrico IV,
atqueVéCallidum hoc , & nefar'mm confiltum apertiàs y &violentiùs erupit,
rejque in ipfo parlamento traviata ejì, rapìn^ame buie fpeciofui quidam B^gta,
& piibltca utilitatis fucus , ad Bsges y illuftriorefqtte Firos injecandos obten-
debatur , Ja5ìabant itaque y temporales Ecclejioi pofieffiones , quas Monaftici
yiriy & aia ex Clero y malèy & perdite ( ut ifli ajebant ) collocabanty pofie
infìgnemy & incredibileml^egiy ^egnoque fruóiumafferre, Toffe ex bis emo-
lumentis quindecim Comttesy decem mille y & qutnque centum Equeflris ev
dinis hominesy duo mtllia ^rmigerorum y ( utappdlamus ) ad B^ipubUcA
defcnfìonemy atquetutelam fovert. Vofle pneterea centum pauperumhofpitia
adificarly prater viginti mille Hbrarum annuos pr oremus y qui Fregio Fifco
accederent . Hoc certe fuit novum fub pietatis fpecie aucupium , & quo B^-
ges facile irretiendos exijlimabant . Tentata res efi , ut dixi , fub E^chardoy ten-
tata fub Henrico IF.y tentata & fub Henrico V. Sed privatis illi comperi-
. diisy Dety & Ecclefia honorem prò in[ìta fuapietate pr^etulerunt ; <& aditum
ipfum, quem per hoc fraudulentum commentum veteratores ifii fé aperi-
. ' re pojje fperabant i objiruebant. Henricus prxterea uterqueFFJCcleffianorum
infolentiam feveriffìmis legibus coercuit . Henricus pater maximorum Corna-
ti or um auBoritat e conflituity & fancivity ne quifquam (ine licentia Epifco-
pi ( exccptiiiis y quos jus Ecclefiaflicum admittit ) concionari audeat ; ne
.quifquam ad prava , & damnata dogmata difcenday conventus aliquos homi-
num crcet.'y ne quis aurem hujufmodi docenubus pr^beat ; ne quis dam-
natos ìibros apitd fé retineat ; ut qui obfiinati in errortbus perftjìunty pa-
• ' lam incendio ad terrorem y & exemplumaliorum abfumantur ^deò
autem I{ex ifie ad profiigandam hanc h^rcticam luem accuratas cogitatio-
nes fufctpìt, ut Epifcopos ad fuum mhac canfamunus vigilantery & firennè
cbeundumy mijjìs fcele£it(fmis adipfcrrum Synodum ex fua nobilitate y fecre-
toque co7ifiUo viris, vehementer y & folicitè excitarit y ^ eis inhactamne^
xefiaria perfun5iione quodammodò pneiverit. ^tque in hoc pietatis genera
noneum modo ccquavity fed fuperavit potiùs filius ejus Henricus Quintus ,
qui in Summis i\egni Comitiis cavit , ut qui barefeos damnarentur , fuppli-
ciumque propter eam fubirent , omnibus borns , atque pofkffionibus excick'
Y^nt . Cautum praterea, ut I^gni Cancellarius , ut qui efjent à thejauris,
mei-
Capitolo IV. 35 Giovanni
ut Cìvitatum VrMores , aliìque civilei MagiflratiH , cùm Magifiratum -^-^i^**
inirent, Religione conceptis verbìs obflingefenhur , qua conteflarentur , fc
nìhil fumm£ diligenti^ prMermiffuros y quaexort<£ h^refes exterminarentur ^
omneque confilium , opem , & auxilìum Èpifcopis ad eas obruendas colUtu-
ros. Cautum pr^terea , ut P^giì Jujìitia Trxftdes, quique de maUficis de
more inquirerent , fimul etiam inquir^ent de HcÈrettcis , & eorum fautori-
bus y captofque ad Epifcoposremhterent . Così egli. Ma fu delufo dagli He- ^' dell' ^oJdc!'
retici il zelo , e'I Bando del Rè Henrico: conciofiacofache Giovanni Old- »ei.
cartel fattofi Capo di eflì , potentemente furfe contro il Regio comando,
&à terrore del Principe Regnante te [a'] ritrovare affilio nelle porte delle -^ WAifmgh.in hì^
Chiefe di Londra un cartello, in cui efponevafi , Centum mille FFicdeffiflcis Htnri^"v."*
paratos efìe ad infurgendum contM cun^os , qui non faperent fe&am fuam *
Era roidcaftel antelignano degli Her etici. Signor dì Cobbam, Cavalier
prode inf arme , e perciò caro al Rè , mi inimico altrettanto pertinace de' \,v\uifmgjn titn^
Cattolici, e fomentator di ribellioni, ediHerelìe; [^] Eo tempore y dic^ ruov.an.'i/^xi.
fi VValfingamo, fa&aLondonii Cleri convocafione per Dominum Cantuaricn-
fem ( eraallora Arcivefcovo di Contiirbery Henrico Cichelejo ) maxima
jam catifa pnedi&ijoannis, repertum fuit , quòd idem Joannes fuit , & efi
prmcipalis receptator y & (autor y protc^or, & defcnfor Lollardorum , &
quòd pnefertim in Dtceceftbus Lomlomenfty B^ffenfi, & Herefordienfi tpfos
Lollardos ab Ordinanti y ft>e Di<£c€[anii locorum minime licentiatos contro,
conftitutionem Vrovincialem inde fa6ìam ad pr£dicandum tranfmifit , eo-
rumque pnedicationibus nefarits interfuit i & contradiEioreSy fi quos repe-
reraty minis , & terroribus, ac brachit SjecuUris potejìate compefcuit: df-
fcrens Inter estera , quòd Cantuarienfts ^rchiepifcopus , & ejus Suffraganei non
habueruntj necbabentpotefiatemaliquam bujufmodi conflitutioncm faciendi .
Così egli . Per le quali co fé arrcftato egli prigione per comandamento del
Rè nel Cartello di Londra, e quindi eftratto, e coftituito avanti il Tribu-
nale dell'Arcivefcovo , proFcfsò una confeillonedidubiofa fede, dillìmu-
lando gli errori, ch'elio covava nel cuore, e negando apertamente dì rif-
pondere alle interrogazioni dei Giudici, fin tanto che nel feguente [e] gior- = *^ Sepumhh
nocoftretto, òaU'abjura, ò alla morte, peggio rifpofe di quel che tacque, ''*'^*
vomitando per la bocca il veleno di quell'Herelìe, delle quali haveva l'ani-
mo mortalmente infetto : \d] Super Sacramentum Èucbarifiia tnrer estera
refponditi quòd ficut Chrijius Ine in terra degens babuit in fé divmitatemi
& humamtatem, divinttatem tamen velatam, (jr invifibilcm fub humani-
tate y qu^ in eo aperta, &vifibtlis fuerat; fic in Sacramento editar is eft ve-
rum Corpus y & verus panis y videlicet quemvidemus y & Corpus Chnfìi fuk
eodemveUtum, quod rum videmus; ac fidem circa Sacramentum hujufmodi
in Scbedula per Dominum Cantuarienfem tranfmtffa fibi , perque San£ìam
B^manam Ecclefiam , & Dolores San&os determinatam exprefsè riegavit ,
dicensy quòddeterminatiif Ecclefiie fa6laeftcontra Sacr^m Scripturam , pojì^
quam Ecctefta dotata efly & venenum infufum in Ecclefiam y & non ante »
U^ò etiam ad Sacramentum poenitentiii , & ConfeJJionis dixity & afferuit ,
quòd ft quisejjet in aliquo gravi peccato conjiitutus , àqiio ipje furgere nefci-
rety expedirety & bonum ef^ct fibi adire aliqHem jandumy c^difiretum Sa-
cerdotem prò confìlio ab eo habendo : fed quòd confiteretur peccatum fuum
proprio Curato y jeualteriTresbytero y etiam ft haberetcopiam ejufdem y non
efi necefiarium ad falutem , quia fola xontritio peccatum hujufmodi delere
C 2 pofict.
d Idtm tùid.
Giovanni ^g ^ Secolo XV"
XXIIL porret& ipfe peccato-,' purgari, Egliaggiunfe ancora la conteffione di altri
errori in aperto difpregio delle Sacre Imagini, e della Pontificia MaelU
della Sede Romana, onde dal Sinodo ricevè con decretorio refcrittola
s« fuga dalle fcommunica, e la condanna al fupplicio . Ma l'Arcivefcovo compalTìonan-
Caieeri, ^q ^ ò l'anima, ò il corpo di quel Cavaliere, ottenuta dal Re una dilazio-
ne di cinquanta giorni per la efecuzione della fentenza, diècampo al reo
difottrarfi felicemente con repentina fuga dal Carcere, d'onde ufcì come
furia d'Inferno per eccitar guerra, e ftrai^i contro il Principato Ecclcfìafti-
a ^icoi Hurp:fei. CO, cSccolare. Niccolò [a] Harpsfeldio racconta à lungo nella vita di
rf/«^ mx,;,^ me VViccleff l'efecrabili trame, congiure, e nbelliommachinate allóra da
thff.c. ij. V VicclefKfti , che cofpirando contro la vita del Rè , li beni , e le perfone de'
Sacerdoti , pofero in Campo un rifoluto tfercito di venti mila Combattenti,
t^?/f^-'''-''' per introdur nel Regno l'Anarchia. Il VValfingamo [b] proliffamente ne
Vittoria de' Cat- rapporta li fucceflì , e qualmente il Rè con famofa vittoria frans^eiìe le cor-
troeir&iur: na a queribelH con difperllone della fazione, e fupplicio de' rei: [e] B^x
cThom.waid.in Ucmìcus QuintusChrifto ^ & mundo commendatijjimus, foggiunge ilVVal-
Pro<xmio, jjgj^fg^ f^j^^y. B^egesgaudebaty in ipfo I{egm fuo primordio primo cantra V Vie-
cleffiftas Hareticos erexijje vexillum , dum fcilicct ad Chrifii natalem cum
Duce iniquìtatis eorum Joanne Cajiriveteris ( con quefìonomeil V Valdeii-
àider»;» opere ad_ ^^ r ^ n ^j foUto di chiamate Giovamù Oldcaftel J) cantra mclytum B^gem
lui^es. confpirare ccspermti nec mora longa procefit, quin jiatutumpublicum per
omneremiConciliHm in publico emanavit cdi^o y quod omnesFVicclejfijU ,
ficutDii proditores effent , fic proditores I{egis profcnpti bams cenferentur,
^rerni duplici pcen^,dandi, incendio propter Deum , fufpendio propter B,e-
oem 'faUumcme efi ita . Stat res jure perenni . Multi eorum deprehenft ignibus
confumpti flint, contriti funi ; & ftc malignantium habita opportmntate ,
reli6lo regno decefìerunt. Si qua alia gens hujus fafcinatacrimimbuscollige-
re dignum ducat pakas , quas nos au&oritate San5iorum Antiflitum cum
Clero regni y & principali terrore dìfcttfjimus , quis imputet ^nglicis> Mare
nojìrnm e'ìicit mortuas noflros, & terra noflra dedit f^uBum centuplum ;
■ ' quis criminabitur ^ngliam, quòd populus circumt^entus dolo haretico mor-
zuoniofiroscolity &veneratur ut Deos^ Così il VV2.\dcnk,\\qua\e in altro
luoco offerva , che avanti il Regio Bando i VViccleffifti appellarono dal
Tribunale Ecclefiaftico al Secolare i mi colpiti poi dal Secolare conl'ac-
'' '''" ""'' cennato Editto, egualmente contro quello eglino fi fcagharono, mala-
mente perfuafi di poter ritrovar nelmondo Chriftiano un favorevole Gui-
-rflTiV'"''^*'' (lice per una pelTimacaufa; [e] ^on alia ratione y dic'egli , cantra Cleri
judices, Epifcoposy atqueVapasindifpofitionis notam o^ponmit y quam contro,
faculares judices y fìvi6ìi fmty murmurabunt , ^dhuc bis no/iris annis FFic-
cleffijU nofiri fecere conformiter : <iuid clamaverunt fortiùs ? quid^ inflan-
tmsì quàmutapud Dominos feculares tam fideiy quàmmorum judiciarema:>
nerent; &tamen jam cum regnare ccepijjet illufiris I{ex Henricus Quintus ^
qui adhuc agit in fceptrti , C^ de eorum perfidia per Catholicosbenèdo6lus.
legem fìatui fecit y ut ubiqueperregnum FFtccleffijìa probatusy ut reuspunire-
tur de crimine Uf£majejiatis , fiat im per Itbellos famofos cUmdbant fidelcm
Trincipem efie corruptum y & nominare cceperunt eum Trinapem Saccrdotum,
Vx il fòpracitato VValdenfe divinamente conchiude ; Bene Jixit ergo ^ugu~
àinusy quòd ea editate bareticus de innocente judice miirmurat y quacaci-
tat<- cum ifmcente litvjabat adverfario. L'Okicaftel Aiicor del tumulto.^
' • " ■ ed
Capitolo I V. 3 7 GlOVANfNI
edeccìtatorde'VViccieffididoppoladifperfioae deTuoi fu l'anno [a] (e- -^-^Ul.
guente prefentato al Rè , e convinto di ribellione, e di Herefia , tramandato ^ ' "" ''^"^*
al Palo, dove impenitente egli morì [b'] fra le fiamme di meritato fuoco, b Eijiasd^pinin
lafciandoa'Pofteri un gran documento dell'antico zelo dc'Rè Inglefi , ed So?té''né7Vuoco
altrettantamaravigliadellaperverfioneprefente della Inghilterra. ddi'oidcaftei .
Mi benché con la morte dell'Oldcaftel fi fupprimefle in quel Regno l'He- r/dS^d.TilJr fi
refiaVViccleffiftica, furfero da efla, come rami dal tronco , nuovi, & ^erenci ingiefì.
efecrandi errori, di Guglielmo Tayler, che aflerì [e] B^egespermifjione 'di^sTj'Hifl^vvtl
divina, non voluntate beneplaciti dominari, e di Ruffelio Staffordio , che tuff.c.ic.
nella Diocefi di Lincolme predicò [d] Fornicationemlicìtam[{eligio(t5:on'
de da ambedue provennero gravi fcandali, benché gli Autori ne ritrattaf- ^'^""'^"^'
fero l'afferzione con quella forte di rimedio, che folamente può giovare
alla fama del male, ma non al male. Fu però più di eill empio il Conbri-
gio, che dall'Herefia precipitando nell'Atheifmo, arrogofll [e] benché "^ i^i>»\bìd,c.^.
Laico, il Sacerdozio, enelmedefimo tempo rinegò GiesùChrilio Som-
mo Sacerdote del Chriftianefimo , fcancellandone il nome da' Libri , &
efecrandolo con odio cotanto intenfo , che hebbe ardimento dì foflenere,
niun di quei che nominato havefieroil fanti0ìmonomedi lui, poter effer
capace della falute . Cofahorrida invero, e che rende profondamente cfe-
crabile non meno la Herefia, chel'Heretico . Qiiindi egli trafportato dal
Diavolo mille beftemmiatrici interpretazioni divulgò fopra le parole della
Confacrazione della Euchariftia, non tanto per avvilirne la Maeftà, quan- Tiè miracolofi
to per deluderne il mifterio. Ma accorfe incontanente Giesiì Chrifto Sa- "Srmaxione"
cramentato alla difefa della fuacaufa, e del fuo Sacramento, e in quel ^,'^"* santnBma
medefimo [/] anno tré teftimonianze ne diede nella InghiIterra,nellaGer- (""^r^^ìj^xl'
mania, e nella Spagna, così chiare, che parvero evidenti, e naturali, e j.,^ vvMen t».
non miracolofe . [g] Ridolfo Greenhereft Cavaliere Inglefe , fecreto V Vie- ^.cCu
clefiifta , per vomito , e naufea di ogni qualunque , benché minimo , cibo,
ridotto à morte nella Città di Conturbery, tocco in quel punto da Dio, Tré miracoio/ì
che non mai abbandona i Peccatori, 0 Domine, dilfe, ^edemptor omnium pr^isIcramcn^J
falvandorum , da mihi fentire , & credere , quod de hoc Sacramento crederi- ^^e"^ Eucariaia .
dumefi: & fiquidemretineam, corporeus cibus non efl, quem ufquequaque
tianfeaplenus horreo , & procul evito; fedboc ipfum folum in natura , qmd
nnper credere difìuli , tut corporisdtvmijjimi ferculum [aiutare; e così detto
richiefe, e ottenne, e ritenne la particola confacrata del Santiflìmo Via-
tico con tal fortezza di ftomaco , che Qui omnem cibum corporalem evomuit,
fpiriiualemChrijìumcibumretmuit, cumaccepit, ac po(l pcrceptumo&odie-
bus continuis miraculum pnedicans, feà omnem corporeum abumrenuens , fu-
pervixit, & tandem falubris lamenti completo tempore, & incredulitatem h u.^i^rinfor-
prifiinam validis delens gemttibus obdormivit in Chriflo . In Colonia [h] ^n'carioLi.cj,
una devota Giovane Vergine iiifermò con tal contrazione di nervi ,
ut etiam adhibito toto canata cor por is , & anim.-e ora aperir e nequirct ad cibum
fumcndum corporeum, tantumque fuperiormandibula inferiori coharebat , ut
■pix , Vii nullatenui ad minuttjfimum fumendum cibum cum infirumento ar-
genteo, yel cocleari ap'eriri pofkt . Per mancanza dunque di alimento ella
in pochi giorni fi ndufie all'ultimo di fua vita, e con preghi, econgefti
fupplicando di poter veder almeno avanti il fuo gran viaggio il conforto
del Sacramento, le fu recato dal Sacerdote, che nell' apprefiarlo , ritro-
vollamodeftamente con la bocca aperta in atto di riceverlo, comefeguì,
Tomo ly. Q ^ ^ita
Giovanni -5 g Secolo XV.
XXII 1 <^ ìtaChrifliSponfaSoror i & qui ^derant admirantes, Deo gratias de colU-
tomiraculocoutulerunt , Così il Nider Domenicano nelfuo famofoFormi-
a z)i^i.//'7?./.j-f- cario. In [a] Godolo)araCaftello della Cartiglia predicando un [b] gior-
V'D.eii.MArtii. no un ReligiofoFrancefcano contro le correnti Herefìe (opra il Santiflìmo
e lucm. Sacramento, apparve di repente nell'aria una bianchiflima Croce [ì:] ad
confirmandam do6lrinam Cariontcam pnedicantls , come fcrifle fopra que-
fto fucceflo al Rè Ferdinando di Aragona il miracolofo San Vincenzo Fer-
rerio .
Mentre dunque à gran pafll caminava la Herefia di VViccleff per l'In-
ghilterra, e quella di Giovanni Hus nella Bohemia, eia Chriftianità tutta
ritrovavafi come in fé medefima avvilita, econfufa, e per lo Scifma inter-
no nel Pontificato Romano , e per gli accennati errori hereticali nella Chie-
d s.^»toi:in.tk.2 (z Cattolica y [d] Unicum remedium y come riferifce Sant'Antonino, /»2pe-
r>,if e. 6 §.i. yatori , & Tonttfici vifum fuit , Generale Concilium advocare ; e fu egli con-
vocato [e] nella Città di Coftanza per comandamento del Papa, e con
^c^.Ki'uò'^d.co. confentimento dell' Imperador Sigifmondo , Principe benemerito della
lìanza , e i"o ch^-iftianità, sì ucU'Ungaria , quando egli reliela in grado di Rè, comedi
" ' tutto il Mondo , quando egli governoUo in porto di Cefare . Giace Cortan-
zaiìtuataalle fponde di un Lago del medefimonome, fondata daCoftan-
zo Padre del gran Cortantjno, Città libera, & Imperiale dell' AUemagna,
con titolo di Vefcovado fuffraganeo di Magonza . Il Vefcovo , fé fi riguar-
da il Dominio Temporale, egli è un potente Signore , Padrone di più di
cento tra Cartelli, e Ville; e (e la giurifdizione fpirituale, egli fottodi
fehdpiiìdidue mila Parrochie, una Catedrale , e 22. Collegiate, €350.
Monarterii, in cui fi annumerano erette 49. Abbadie, con numerofo Clero
di Sacerdoti , dei quali fotto l'Imperio di Sigifmondo contavanfene fin al
numero di fette mila. In efla dunque convennero per l'intimato Conci-
,„ , „ lio rfl circacentofefiantaVefcovijquarantafetteArcivefcovi, ventinove
t NttiiCltrUS vene- -"^L'J ,. ._ -ii-iNir^ • xl-i T^
rar. 48. & LaUé Cardinali, quattro Patriarchi, i Legati dei Re di Francia, Inghilterra, Po-
t:i2.co»c,i. ionia,Cipro, Norvegia, e Navarra, del Ducadi Milano, del Marchefe di
Monferrato; màl'Imperadore, e'I Papa in perfona propria, prefidendo
quertid tutto il Concilio nelle due prime Sefiìoni, ad altre molte il Cardi-
nale Oftienfe , & alle ultime cinque Martino Quinto , il quale chiufe il Sino-
do con la quarantefima quinta SefTione, confermandone, come fi dirà, li
. j. , Decreti appartenenti alle materie della Fede; onde meritevolmente fiìque-
fnHìjUH^jfit.i.^ rto Concilio chiamato ro/iwy [g] Chnlìumtatis Congregano . Hor noi nella
diverfità di molti fcabrofi accidenti , che accompagnarono i principii , & i
progreffi di quefto Concilio , ci atterremo unicamente al racconto prefifìb
della condanna dell'Herefie , & ad altri più nobili Hiftorici volentieri rimet-
teremo quello delio Scifma, e della fuppreflìone ài erto, al qual etfetto
fu prima da Gregorio Decimo Secondo intimato il Concilio diPifa, e poi
da Giovanni Vigefimo Terzo quefto , che prefentemente noi defcriviamo,
diCortanza.
hcociHift.H.ffir. E primieramente [b] per comandamento di Cefare, e con Impcnal
/'■*•=•' * falvocondottoefprimenteladiUii ficurezza, co'l motivo [/] ut nimirum
\^,'^t}?>'!''" fifosaccufatores in Concilio refellerety portofli Giovanni Hus al luogo defli-
A.)\iir..,'econ.- nato del Concjlio , e avanti di portarvifi , baldanzofan.ente affifle un car-
fncoftilia'.^ ' tcllo alle porte delle Chiefe, & ai ponte di Praga , fcritto in lingua Latina,
Bohema, eTedefca, in cui egli fuperbamente fignificava, andar elfo i
Coftan-
Capitolo IV. 5 9 Giovanni
Coftanza per render ragione à quei Padri della fua dottrina : il che pari- -^A.iiL
mente ancoraeglifece in Norimberga, e in ogni Città, percuipafsò, (in
àColUnza, dove [a] pervenuto egli fpedì alPapadiiefuoifeguaci Gio- ^^-^^'^.J^m-ia^-
vanniChlumeo, &HenricoLazembogio, per palefare il fuo arrivo, & jj ^'"^ ''"•
falvocondotto, con cui Cefarc l'haveva accompagnato. Ma egli in ar-
rivare comparve tutt'altro di quello , che fi era partito . Conciofiacofache
fcorgendocontrodifeilmiferabile pronto un'apparato di un gran giudi-
zio, coftituiti per ordine del Pontefice il Patriarca di Coftantinopoli, e li
VefcovidiLubecca , e di Città di Cartello all'efame, eprocefib della Tua
caufadariferirfi poi al Concilio, da cui attender e fio doveva l'ultima, e
decretonafentenza, benperfijafo, che la Aia affettata iattanza non have-
rebbe havuto luogo in mezzo à quell'auguflio Senato del Chriilianelìmo ,
come havuto l'haveva dentro la fua Cappella di Bethlem in Praga, avvilito suaf.igadaq»eN
dalla cofcienza de'fiioi misfatti, intimorito dall'apparenza, e maefii'''^""'
di un tanto Tribunale , appena giunto à Cofl:anza , rifol ve & efeguì la fuga
daquelmaeflofo, e formidabile Tribunale , efeppellinopiùtolto, cherìa-
fcoltofràil fieno di un ruftico carro ufcì fuori di quella Città, dov'egli
poc'anzi pien di fafto era entrato come trionfante con applaufo di feguaci ^^
l'opra cocchio di fuperbia. [^] Hus y ubi Confi ami amvemty diceil Coeleo J]//j.'' *' '
raccontando quelìiofucceflb, & vidit longè aliam ibi difceptandi rationem
effe mccetudo£lil]ìmorum ex omni natione hommum, quàm Trag£ in Cappel-
la Bethlchem coramlaicis novarum rerum cupidts y aut in aula coram nabdi-
bus Eccleftajiicorumcenfuum avidi s y autetiamin foro coram minaci , <S cle-
ro tnfejìa plebe: vidit itemnotos y &■ jibi jam dm infenfos èclero Bohemico
adì>erfarios ad accufandum paratosy & infiru^osy coepit de fugacircumfpt-
cere, facile conftderans feTatrtbusdetot excitatis in Bohemia adverfus de-
rum, & omnem religionem malii fatisfacerenonpojiey mft per publitamre-
■pocationem y & pcsnitentiamy ubi adverfarns fuis licerct liberò y <Tabp}ue
omnimetu, & furtntis plebis terrore dicere, actefiari cantra ipfum de omni-
bus in'juriis Clero y templi fque y & univerfa Catholica religioni pereiusp>£-
dicationes illatis , Ut igitur fuga omne periculum evaderei , haic fa^icndi
rationem adinvenit : quippc conduxit currum ruflicanum , m quem clam
afcendens y abdidit fefeflrammibus undique tcóius . Soggiunge Ulrico [ e ] li,,'^!'"'^ ewdtm
Reichentalteftimonio oculato, eprefentealfatto, che l'Huscosìprecipi-
tofamentefiparcilfe, fpaventato da un interno horrore di haverefio , ben-
ché fcommunicato, più volte con pompa d'invito dettala Mefia in non so
qual Cappella di Coftanza, del qualefecrando Sacrilegio venendo egli ri-
pigliato dal Vefcovo di quella Città, frettolofa;nente quindi fenefuggifie
dentro un carrodi ftramedi Henrico Latzcmbochio, Cavalier di iìcde ,
alla cui cuftodia era egli llatoconfegnato; e che HenrivO awedutofi del- suicamira.epri-
la fuga ricorrelfe incontanente al Confole del luogo, dalla cui sbirraglia g'»'"'»-
fopragiunto l'Herefiarca , fofie crafportato al Palazzo Epifcopale, e^nel
trafporto lagnandofi della violata fede promelfa da L efare nell'Imperial
Salvocondotto, efentendofidall'accennato Hennco rifpondere, [d] Ica \ ^pud tund^m
decretumefly ut eaufam tuam jujiifices y ne (it H£reticay autmoriariSy ne ''''^^
revicesy fi lanciaile fuori della fella del Cavallo, fopra cui era ftato im-
poito, efràlaturbafigettaile de'fuoi feguaci Boheini , ch'erano accorfi
al fucceffo ; ma che quindi ancora rinvenuno , e prefo da'm»niitri della Giù-
ftizu> nel Convento de'Doinenicanirincaiufofolfe, fotto pronta, e forte
C 4 cullo-
Giovanni aq Secolo X K
XXIIL ciiftodia con la fola libertà di fcrivere in carta le fne ragioni, e di parlarci
bocca con huomini dotti, e Cattolici i mi quindi ancora machinando il
Reo la fuga, funi altro più ficuro carcere racchinfo, d'onde finalmente
a f?4/ vidi npui egliufcìal fupplicio della morte. Da quefto avvenimento furfero infinite
•\ajnai.an. 14» j. [^j cloglianzc dcgH Hcrctici allora viventi, e de'futuri , che vollero in-
"quèreie perciò colpar manchevole di promcUa fede il Concilio , con l'acconfentimento di
j?rorrS"ova ' ^ violazione del falvocondotto Imperiale. Ma giufìamente vane furono le
rova. j^^^ doglianze , e malamente eglino procurarono di lafciar apprellb gl'ine-
ruditi quella macchia fopra la Chiefa . Concioiìacofache il falvocondot-
to non mai fii fpedito à Giovanni Hus dal Concilio de' Padri, mddaSi-
gifmondo Imperadore , e leficurezze date agli Heretici dalle podeftà Se-
colari non mai legano li Giudici Ecclefiaftici , a quali unicamente appar-
tiene il procedere in quefte caufe ; ondeilMagiftrato Laicale olfervando il
falvocondotto dal canto fuo, non è tenuto à maggior fede , el'Ecclefia-
fìico, il quale non l'ha conceduto, riman libero ad efercitare le lue parti.
Oltre lì che non potèlagnarfi l'Hus della infrazione del falvocondotto,
havendoegliil primo infranta la fede data, e ricevuta fcambievolmente
dal Tribunale Imperiale: eflendochelaficurezzaglifudata, acciò egli di-
ceife le fue difcolpe , e fi giuftificafl^e con i Padri di Coftanza , e non luggif-
fedaCoftanza; onde non adempiuta da lui la enunciazione del motivo,
per cui fiì conceduto il falvocondotto, rimane non tanto invalida , quan-
to defraudata la promefla, econfeguentementeliberoilMagiftrato Laica-
le d procedere prowffif /«re contro un'Herefiarca publicamente fcommuni-
cato, e in più Sinodi condannato; e poi foggiunge il Coeleo , [ b ] Ejio,
h cothL lociit. ^^^^ promiferit Hex etiam ad redeundum falvum peromniacondu6liim, non
erat I^x major Deo, nec fide, nec jn/iitia , nec Concilio . Fecit ergo qum-
%!,f^^iJ'* "'^' tum decuh, aut licuit i & altrove : [ e ] Singulari Dei nutu ,^ & provi-
dentia fa&um efie arbitrar , ne Hus in Bohemiam rediens majora perpe-
trafiet adverfus Clerum i & Ecclefiammala, qudmunqNam perpetraveratan-
Mi il carcere ficcome per l'ordinario ferve di ravvedimento ai Rei,
cosìfpefie volte egliriefce d'irritamento aglioftinati. Riftretto l'Hus fri
le claufure di qiiel Convento, divulgò ampiamente per l'Europa ferirci
AFJiUsd».Tìn;n peflilcntifiìmi di Hcrefic . Quivi egli [d] compofe alcuni Trattati fopra i
Biti. to. ii.c.7. Comandamenti di Dio , fopra la Orazione Domenicale , fopra il peccato
huz'ndS:ull' mortale, il matrimonio, l'amor di Dio, la penitenza, e li tre nemici
' dell'huomo. Haveva l'Hus poco avanti, ch'egli entraffe nel Carcere, fcnt-
to in Coftanza per modo di queftione un Libretto, Utrìira expediat Laicis
fidelibus fumere Sanguinem Chnjìi fub fpecie viniì ebench'egli, come fi
difle, non mai folle ì'Autor di quefto errore, di cui fu l'inventore Pietro
diDrefda; nuliadimeno in elfo unicamente conclude. Licere, &exp€dire,
Laicis fidelibus jumer e Sanguinem Chrtfii fub fpecie vini, quia lic et Corpus,
Sua fentenz.1 fo c^ Sangiùs Chriflì ftt fub utraque fpecie Sacramentali , tamen Chriflus non
pr_i^ l'ufo dtiCa p^^ ratione, nec gratis injìituit utrumque modura Sacramcntalem fui s Fide-
libus, fedadmagmm profetlum-y e allor dal Carcere non folamente confi-
glionne l'ufo, màcomandollo, fcrivendo à un Francefe fuo feguace ,
e. io.HHtefìji.26. j-^.j ^qI'^ Ycfifìere Sacramento Calicis Domini, quemChrifins per fé , CT per
fmm ^pofiolum injiituit : quia nulla Scriptiira ej'ì in oppufitum , fed fola con
[net lido, qisie ( Ht ^flimo ) ex neglige ntld idQkvit, Jam nQndsbemusconfuQ
ttidinem
Capitolo IV. 41 ^^-SV^^^
uàmm ^e(\uìy [ed Chrifli exemplum^ & veritatem. Modo ConcUtum alle- ■^■^'^^^'
^ms confuettidimm y damnavit Communionem Calids quoad Latcos, uterro-
rem, & quipra^icaverit y nifirefìpìfcaty tanquantH^-ercticuspuniatur . Ecce
rnilitit Cnnlìi ìnflitutionem jam ut errorem damnat . I\pgo propter Deuniy
ut non impugnes Magiflmm Jacobellum, ne fiat [cijjìo inter fidcles, de qua
gaudet Diabolus . f.tiamy chartjjime , prepara te ad paffionem in manduca -
tiene y & communione Calicis , & Jìa fortiter in ventate Chrifli , timore
illicito poflpofitOy confortans Fratres alias in Evangelio Domini Jefu Chrifli.
Motiva prò Communione Calicis j ieflimoy quòd dabunt tibiy quoi Jcripft in
Conflcintia-y & altrove à un Sacerdote della fua Setta, [a] Hortare ad con- « idemipijì.^.
feffionfm fidei , & communionem utriufque fpeciei Corporis , & Sanguinis
Chrifli y ut qui de peccatis fuis vere pcenitentiam egerunt y eò f£piàs ad com-
munionem accedatit , Così egli. Riflette, e pondera il Dubravio, che ben
fìnd'alloraprevedelVerHiislaoppofizione, che haverebbono fatta li Cat-
tolici iquefta nuova impoita necefìità dell'ufo del Calice ^ onde veggen^
doli elio in impegno di foiknerla, a i Bohemi fcrivefle dal Carcere, [b] ^^'^^^'f/J^'Ill'J'l
Illos tandem reperijìe poculum y quod flbi mortem acceleraret . Ed in fatti il '^- " '■
Concilio allora aperto in Coftanza, ponderato quello punto con quelle
gravi rifleilìoni , che tralafcianio di riferire, eflendo che lehabbiamo in
altro [e] luogo lungamente dilkfe, quando ci conviene parlar di quefìa %^jfJi"p'f/^£'
materiafotco il Pontificato di San Leone, nella decimaterza Seflioneltabilì
il feguente Decreto , [d] Hoc pnefens Concilmm [urum Generale Conflan- j ^pud Laooè
tienfe m Spiritai Sanzio legitimò congregamm adverfus hmc errorem [aiuti 'om.iz.conc
fidtlmm providere fatagcns , matura plurium Do6ìorum tam divini , qiiàm
hurnani ]nris ddiberationeprcebabita y dedaraty decernit y definii y quòd lice*
Chrilius pofi ccenam injìituerit , & fuis Difcipulis adminiflraverit fub utra- Decreto del con-
qucfpeciep.misy & vini hoc venerabile Sacramentum y tamen , hoc non ob- ^'Ji Cilici.
ftante , facrorum Canonum au&oritas Liudabilis , dr approbata confuetudo
Ecclefìx fervavity & fervat y quòd hujufmodi Sacramentum non debet confici
pofl cosnaniy nequtà ficielibus recipi non jejunisy nifi in cafuinfirmitatiSy aut
alterms neceffitans a jurcy vtl Ecclefìa conce fio , vel admifio: <& fìcut h(CC
confuetudo ad evitandum aliqua pericula , & fcandala efl ratwnabUirei^
introduca , quòd licèt in primitiva Ecclefìa bujufmodi Sacramentum reci-
peretur à fidelibus fub utraque fpecie , poflea à conficientibus fub utraque , &
à laicis tanturnmodo fub fpece panis fufcipiatur ) cuTrl firmiffimè credendum
y?f, & nMatenus dubitandumy integrum Chrifli Corpus y &" Sanguinem tam
fub fpecie panis y quàm fub fpecie vini veraciter comincrt ; unde cum hujuf-
nit^di confuetudo ab Ecclefìa , & San8is Tatribus rati^nabiltter introduóia^t
& diutiffimè obfervata fit , habenda efl prò legej quam non licet reprobare t
:iHt fine EccleftJi au^oritate prò libito mutare . Quapropter dicere , quòd
hmc confuetudinem , aut iegem obfervare , (it facrilegum , aut illicìtum ,
cenferi debet erroneum , & pertinaciter ajìerentes oppofltum pramiflorum
tanquam haeretici arcendi Junt > & graviter puniendi per Dicecefanos loco-
rum y feu officiales eorum , aut inqmfltores h^retiae pravitatis in I^egnis,
feu Trovinciisy in quibus contra hoc Dccretum aliquid fucrit forfan attenta-
tum y aut pr£fnmp!;umy juxta canonicas , & legitimas find;iones mfavorem
Catholiccc fidei contra h^reticos , & eorum fautores falubriter admventas ,
Così il Decieto, che vedremo poi acremente impugnato da' Bohemi nel
futuro Concilio di BafUea. Iiuanto Ti cominciò da' Padri ad agitarla dif-
CLiliione
Giovanni ^^ Secolo XV.
AAlll» fciiilìone di quegli errori , de' quali l' Hus veniva accufato , e per i quali e^li
. ritrovavaficoliìrinferratoin quel carcere. Come che dunque eraapprefo
Hus fop"r"irsà. l'HusperHererico VViccleffitU, havendo egli foftenuta tanto tempo, e
cramenco dell'Ai- con tanta paffione la dottrina, li libri, laperfona, e la memoria di VVic-
cleff , fu conildcrato ancora come Heretico Sacramentario , e qualmente
eziandio, come VViccleff, egli afferifle la impanazione nel Sacramento;
ìCocUus lib. II. onde fopraqueito punto precifamente egli richiedo, rifpofe, [ajnonha-
tj.Huf:,r. ver giammai efibaiierita tal'Herefiai & al Broda, chefiuino degli accu-
fatori, foggiunfe , Dixi , & dico, quòd in Hofì'a remanet ille panis, qui
dicit , Ego fum panis vit<£ . Et Apo(iolus dicit : Vrobet autem [e ipfum homo ,
'& ftc de pane ilio cdat ^ & de calice bibat . De quo dtcit qutlibet Sacerdos
in Mifia: Vanem caelejtem acciptam, & nomen Domini in-pocabo... Ferum
ejìy qiiòd panis manet in Hofiia, [ed nonmaterialis • & al Cardinal di Cam-
bray Pietro di Alìiaco, che gli li oppofe con quello argomento , Tofttis
univerfalìbus à parte rei ^ tunc fequitur, quòd fa6la confecrattone manet ibi
panis materialis ; altoquin ad defitioncm fmgularis deftneret miperfale ; egli
rifpofe, Qjwd univerfale definii efje in hoc ftngulariy fcilicet pane materiali
definente-, cum ille rnutatur , & tranfit in Corpus Domini . Sed ntbilominus
in aliis fingularibus fuhjìantiatur; ma replicando il Cardinale, Tantmnon
annihiUrty di nuovo foggiunge l'Hus, Quòd non annihilatur , fed ibi die
fingiilaris panis definii efie per tranfubflantiationem in Corpus Chrifii . In
oltre nfpondendo egli agli articoli propolligli nel carcere il giorno avanti
alla fua morte, e primieramente à quello, Quòd pofi con/ecrationern Hojìi<e
in ettari , maneret panis materialis , veL fubjìantia panis , 1' Hus rifpofe,
2\(p« eflverum . Quali rifpofle ftefe Giovanni Hus medefimo di fua propria
mano in una carta, e da quell' Originale le trafportò poi nel fuo Libro De
non remanentia panis cantra FFiccleffiJìas Giovanni Przibram, Maellro dì
grand' autorità una volta prelfo gli Huflìti , ma che poi felicemente perfuafo
dalla verità Cattolica ftì acre loro contradittore, ede' VViccleiiìlli . Mi
fé bene r Hus negaife nel carcere la impanazione, e non mai ne'fuoifcricti
^foften!ffeTa. Tra'. ^ ^ ^ impugualfe fa tranfuftanziazione , anzi pofitivamente l' aderiife , nulla-
/«y^^Jt/^ira»/";,' dimeno dai Padri di Coilanza furono citati, [e] e prodotti molti, e gravi
^uefie^roftro Tcrr.o XeiHmònji , chedepofero, haver l'Hus pubicamente à bocca infegnata,
^ Huvide^pu- e predicata la Herctical dottrina della impanazione; ond'egli fùconvinto
7;aT.««.,4, y „ 40. Q come contrario à fé , ò come ini^annatore degli altri: [ d ] Gra-pe certe dede-
Hifi.H>iiiit, €USy dice di lui il Coeleo, CT fempiternum opprobrium , & (ibiiplt, er om-
niòus juis peperit , dum fibi ipfi contrarius fcipfum proprio condemnavìt ju-
dicio: licèt i4 vitit omnibus hareticis commune , & familiare fìt^ ^pojiolo
tejiej qui ait , tìiXreticmn hominem devitandum efie , quia delinquit proprio
judiciocondemnatus. Così egli. Ma haveife il Cielo voluto, cheficcome
fana in parte fu la contèiiìoìie dell' Hus nel Carcere fopra la tranfuftanzia-
zione del pane , cosi fana in tutto lì:ata fofle quella degli altri punti, fopra
cui fu egli ripigliato . Poiché il miferabile oftmò , come fi dirà , nella difefa
dell' Herefia, e li accelerò la morte dell' anima, e del corpo nel fupplicio
prima temporale, e poi eterno del Rioco .
Condanna Conci- In taiito 1 Padri per dar tempo ài ravvedimento al Reo , fi accinfero
lur^.omrovric alla Condanna di VViccleff, acciò almeno folle prevenuto , e sfuggito dal
vivoqueUuimine, chefilanciavacontroilmorto. Eradigià ftataefecrata
la perfona, eia dottrina di Giovanni VViccleifda moki Sinodi tenuti,
come
Capitolo IV, 4^ GlCVANxVl
come fi difle , in diverfi luoghi dei Chnftianelìmoi aii richiedeva il bifo- -^^ÌaI.
gno, che da' Padri di Coftanza con maggior publicità di vituperio Tene
divulgale in quella maeftofa adunanza più fìrepitofa, e terribile la con-
danna. Ed ellafeguì diftefamente fopra tutte le di lui Herefiediftinteda*
Dottori [ a ] Cattolici in trecento , e tre capi , overo [ ^ ] in quaranta Gladi , 'w,^^^ ^^'^
correlative a'Mifterii, ch'egli impugnava, ridotti tutti da' Padri dì Co- ì'^'-m. de MatrL]
ftanza in quaranta cinque [e] Articoli, da Noi in altro luogo rammemora- v^ul-X^l^f!,
ti, mi che per più piena intelligenza di nuovo rapportiamo con ilmedefi- ' /•4-
mo ordine, con cui eglino furono dal Concilio riferiti. Trimò fabjlantia ^^^^^'^ ''''*-5-^'A
panis materialis , & (ìmiUter fubflantia vini matertalis , rcmanem in Sa- •■ rn„di,co»iia,.t.
cramento ^Altaris. Fonte, onde beve la Tua Herefia Lutero , e Calvino, ^'^'^'
2. ^ccidentia panis non manent fine fubje5ìo in eodem Sacramento . 3. Chri-
fius non eji in eodem Sacramento identico , c^ realiter in propria prafentia
corporali . Herefia rinovata pofcia da Calvino. 4. Si Epifcopus , vel Sa-
cerdos exifìat in peccato mortali , non ordinai , non confecrat , non conficitt
non bapti-^at, 5. Tslon efl fundatum in Evangelio , quòd Chriflns Mifìam or-
dinaverit. Herefia di Lutero, e di Calvino. 6. Deus dehet obedire Diabo-
lo . 7. Si Homo fuerit debite contritus , omnis confefjìo extcrior ejì fuperflua ,
& mutilis. Propofizionemedefimamentefoftenuta da Lutero, e da Cai i-
no . 8. Si Tapa fu pr^efcitus , (jr maluf , & per confequens membrum Dia-
boli , non habet poteflatem fuper fìdeles (ibi ab aliquo datam , nift forte à
C<efare . 9, Tofl Urbanum FI. non efl aliquis recipiendus in Tapam , fed vi-
vendum eJì more Crtecorum fub legibus propnis , io. Lontra Scripturam Sa-
cram eji , quòd Firi Ecclcfiajiici habeant poffejjìones . 11. Julius Tr^latHS
debet aliquem excommimicare y nifi priàs fciat eum excommunicatum à Deo :
& qui fic excommunicat i {itexhoc h£reticus t velexcommunicatus . ii.Trjg-
Idtus excommimicans Clericumf qui appellavit ad F^gem^ vel ad Concilìum
I{egniy eo ipfo traditor ejì i\egis » & B^gni. i^. Illi qui dimittuntpmdica-
rcy five audirevi^rbun Dei propter excommunicationem hominum, funt ex-
communicati , & in Dei Judicio traditore s Chrifli habentur . 14. Licet ali'
cui Diacono i vel Tresbytero predicare verbum Dei ^ abfque au&oritate Sedis
»Apojìolic£y five Epifcopi Catholici . 15. T<l[ulluseji Dominus Civtlis ^ nullus
efiTrxlatuSy nullus eji Epifcopus y dum ejì in peccano mortali. 16. Domini
tempnrales pofjmit ad arbitrium fuum auferrc bona temporalia ab Ecclejìa,
pojieifioruitis habitualitcr delinquentibus , id eji ex habitu , non folùm a&u
delinquentibus . 17. Topulares pojjunt ad fuum arbitrium Dominos delin-
quentes corrigere . 18. Decim<ie funt pune eleemofyna y & pofjunt Tarochia-
ni y propter peccata fuorum Trcelatorum , ad libitum fuum eas ^uferre .
19. Specialcs orattones applicata uni per fon£ per Tr^latos , vel I\eligio(os,
non plus profunt tidem , quàm gcneralcs , cateris paribus . 20. Conferens
eleemofynam Fratribus, e(ì excommunicatus eo fa£io . 21. 5^' aliquis ingre-
ditur F{eligtonem privatam qualemcumque , tam pojjejjìonatorum , quàm men-
dicantmm , reddttur ineptior , e^ mhabilior ad obfervationem mandatorum
Dei. 12. Sanfli injiituendo ^eligiones privatas , fic infiituendo y peccave-
runt . 2^, E^eligiofi viventcs in I{eligionibm privatis , non funt de I{eligione
Chrijiiana . 24. Fratres tenentur per labores manuum vi5ium acquirere ,
C^ non per mendtcitatem . 25. Gmnes funt Simoniaci y qui fé obligant orare
prò aliiSy eis m temporalibus fulvenientibus , 26. Oratio pnefciti nulli va-
let. ij. Omnia de necejjìtate abfpluta eveniunt. Quindi Lutero imparò ad
impu-
Giovanni ^^ Secolo XV.
XaIII. impugnare il libero arbitrio . 28. Confirmatio juveuHMi Clericomm ordì-
natio i locorum confecratìo j refervanturTap^ , ó" Epifcopìsy propter cupidi'
tatem lucri temporalts y & honoris. Herefiadi Lutero parimente , e di Cal-
vino . 29. Univerfìtates , fludia , Collegìa , Graduationcs , & Magifteria
in iifdem , funi vana Gentilitate introduca , & tantum profunt Ecclefta ,
ficut Diabolus . ^o. ExcommunicatioTap£ , velcujujcunque Tr^elatiy noneft
timenday quia efl cenfura ^ntichrijìt . Così ancora Lutero . ;i. Teccant
fundantes claujiray & ingredientes funt viri diabolici , 32. Ditare Clerum ,
eji contra I^egulam Chrijii . 33. Sdve/ier Tapay & Coriflantinus Imperatcr
erraverunt Eccleftam dotando . 34. Omnes de Ordine Mendtcantium , funt
h^retici: & dantes eis eleemofynam» funt excommunicati . 35. Ingrediente^
J^eligwnem , aut aliquem Ordmem , eo ipfo mhabiles funt ad obfervanda di-
vina pr^cepta , & per confequens ad pervemendum ad T{egna Ccelorum , nifi
apojìataverint abeifdem. Suniii beilemmie vomitarono dalle lorobocche
Lutero , e Calvino , inimici implacabili de' voti, evitaReligiofa, e primi
Maeftri dell' Apoitalìa. 7^6. Tapa cum omnibus Clericis fuispofìeffionem hd-
bentibus funt hareticiy eò quòdpoftefjiones habcnt: & confentientes eis y om-
<;" nes videlicet Domini S^ciilaresy ò' esteri Laici , ^j. Ecclefìa t{omana eflSy-
nagoga Satana: nec Tapa ejiproximusy <ir immediatus Vicarius Chrijii, Ò"
^poftolorum. Errorcommuneà Lutero, e Calvino, e a tutta la fcuola de'
• f Moderni Novatori. 38. Decretales EpifloU fimtapocryphay & feducunt à
fide Chrifii: & Clerici funt fluiti ^ qui jìudent eas . 39. Imperator, & Do-
mini Sacularcs funt fedu6ìi d Diabolo , ut Ecclefiam dotarent bonis tempora-
libus . 40. Eleàio Tapa d Cardinalibus, d Diabolo efl introdurla. /^i.T<lon
eji de nsceffitate falutis , credere , B^manam Ecclefiam effe fupremam inter
alias Eccleftas . In quello punto ancora Lutero , e Calvino furono VVicclef-
j fifti. 42. Fatuum eji credere Indulgentiis Tap£ , & Epifcoporum . Errore
! parimente di Lutero, e di Calvino, ^^. Juramenta illic ita funt y quafiunt
1 ad corroborandos humanos contra6ìus , c5" commercia civiltà . 44. y^ugujìi-
i nus y Benedi^us , 0' Bernardus , damnati funt , nifi poenituermt de hoc ,
quòd habuerunt pojjeffioncs , & injìituerunt , (ir intraverunt F^ligiones : (jr
jìc d Tapa ujquead ultimum B^ligioJHm omnes Junt h <er etici . ^'^.Omnes^e-
ligiones indiffcrenter introdurla funt d Diabolo . Così gli Articoli condan-
gentenza Conci nati di VViccleff. Deputarono pofcia li Padri nuovi giudici per la condanna
liare contro vvic ^^ j ^jj ^^^j LJb,,j ^ g feutenziarono con precife parole morto VVicclefFimpe-
'^^ ' nitente, e qualmente le olla del di lui cadavere, fé riconofcer elleno fipo-
telfero per delle dall' altre ripoftenel medelìmo fepolcro , fi dilìbterrailero,
e fuor del luogo facro li gittafTero, ò al vento dell' aria, ò nell'acque
del Mare .
everte facre cenfure , e quelli formidabili rifentimenti di tutto il
a ibid,Sejf. 2j. ChnlUanefimo contro il defunto Herefiarca , e la riferita [a] condanna di
Pietro Drefdenfe, e di JacobelloMifnienfefoftenitori dell' ufo necelfario
del Calice, furono dall' Hus apprele come forieri, e lampi di quelfulmi-
t'i^usinriinaaiia "^j che da' Padri iì preparava contro dì lui in quel Concilio. Onde mal
rimuazione ^^ti- ficuro della vita , e peggio agitato dalla cofcienza, egli cominciò à porger
laiuaHereiia. Q^gcchiafane alle ammonizioni di que' Dottori , chc gli conlìgliavauo fom-
miirione al Concilio, ritrattazione degli errori, e riconciliazione conia
Chiefa. \_b] Mtgijierjoannts Husy dicono gli atti Conciliari, fuit interra"
b Seff. fs. ^^^^^ ^ ^^^ vellet diCìos *Aniculos , cioè di V Viccleff , defenfare , aut confiteri ^
qui
Capitolo IV. 45 Giovanni
-qui Magifìer Joannes Hus urne fubmifit fé determinationi Cqncìliì ; & fuh^ AAiil.
fequenter uno dio tempore fimiìitcr inter deputatos J^tionum y & inprafen-
tta Dominorum Cameracenjis & Floreminenfis Cardimlium fimiliter refpon-
dit. E foggiunge il Coeleo in perfona di Ulrico Reichental, [a] Ulricus acoeUnstiù.z,
B^ichental tefìis oculatiis y & CivisConiìantienfis ajjirmat y &JoattnemHuSi ^^'y^-^"^. —
eir Hieronynum Tragenfem promififie DoBorìbus , qni eos in carcere ■pifita-
"perant y velie je, & hxrefes revocare y & contrarium priCdicare; oh id ita-
que compulfatum fuifìe ter omnibus in Urbe Campanis in fignum Utitia loco
tanticiTe Deumlaudamus . Deinde y cum celebraretur SeJJio, conclujumfuif- ^., .?.,•..•. 5
fé, ut ambo retinerentur in Sitevia , nec unquam revertcrentur in Bobe-
miam , mrique autem provideretur bonefiè in altquo SuevÌ£ Monajìerio , ubi
ftngulis daretur fumptus prò fenis per fonisi ita tamen, ut uterque manu pro-
pria conteflarctur fé errajfe , 1^ à retta fide de.clmaffe , tdque fcriberent am-
bii tn lingua quoque Bohemica : illi vero dixerunt , [e fé faÙuros cheterà libert
_tcr omnia y rerum fcripturam m Bobemiam nollent.mntere . Così egli. Mi
poco durò nel buon proponimento il malvaggio; ed òche cercafTe dilazio-
ni, òfubcerfugii, quella fraudolen te confelfione egli prefentò a' Padri, in
cui audacemente negò , elfo elfere reo degli oppoftì errori: Egojoannes Hus sua temeriria
in fpe Sacerdos Jefu Cbriflij timens Deum offendere , & timens incidere iti ^^^1^^'^°'^^ ^'
per]uriumy nolo abiurare articulos omnes y c^ quemltbet ex illis y qui per faU * ■:>
jfbs tejìcs in attejìationibus produrli funt contrame j quia. Beo tefie y nonpr^e-
iticaviy neque afkruiy nec eos defendi , ficut dixerunt meeosdefenfiffe , pra-
dicaffcy & n(ferHÌj]e . Itera de articulis extra6iis de meis libellisy faltfimqui
funt debite extraÙiy dico , quòd quirumque ex illis miludit aliquem falfum
fenfum , illum detefìor ; fed timendo offendere Deum in veritate , & cantra
Sanclorum fententiam dicere , non quemlibet eorum volo abjurare ; & fi pof-
fibile efìet, quòd toti Mundo mine vox mea pateret, ftcut omne mendaciHmy
'Ù" omne meum peccatum in die pidicupatebit y libemifjimè omnem falfitatem ,
0* omnem errorem , quem unquam ad diccndum conceperim , vel dixerim , co-
ram tota mundo revocarem . Ijla dico , & fcribo liberò, <^ volmitariè feri-
ptum marni mea propria prima diejumi . Ma loggiunge il Codeo y [b] Q^tàm '^ cocUns he dt
impudcns fuerit ipfius Hus ad omnia fere oblerà, quantumvis manifejia j & Eripruvaiioué
notoria , tergiverfatio , inficiatio improba , excu/atto calva , aut cavillatio ^^^^^'
callida, ex ipfts a^is y tametfi à magno ejus amico fcriptisy conjicerelicebit:
ubica de re quemdamtextum biflorice y utjacet, exTbeutonicorecitaverunt;
ita enim habet : Hac contentione parumper fedata , ait Cardinalis Florenti-
«us: Magiflcrjoannes Hus y vos bene fcitis fcriptum efse , quòd in ore duo-
rum, aut trium teftium ftahit omne ver bum i & videtis quòd bene vi^intite-
fies fine centra vos, Dolores , Tnelati , aliique magn£ extflimationìs viri, '
quorum nonnulli ex auditUy & communi fama y atque etiam aliquiex propri<t
fcientia omnium jujìas judicant caufas, & adperfum vosteftantur: quomoda
igttur potejiis cantra eos omnes inficiarl , aut negare ? Et refponditjoannes
Hus : Cum Deus ritibi teflis fit , & confcientia mea , quòd ego ea , qujì illi ad-
verfum me tefiificantur , ncque predicavi , ncque docui i ncque in cor meum
venerunt unquam y etiamft omnes adverfarii mei contrame tefiificantur , quid
pofjum i imo ad extremum non nocebit mibì . I\efpondit Cardinalis : islps
fecundum confcientiam tuam judicare non pofumus , fed fecundum ea , quA
hi e cantra le produ6la, & probata funt , & quiC tu ipfe ex parte confiteris:
nrbitrQr vos velie omnes eos prò .inimicìs^ babare, qui fuper vostefiificaniHrj
■ ■ ■ ' " e^ icfìi-
Giovanni ^^ Secolo XV.
A AllJ, ^ teftimeniorum fuorum leghimas caufas oftendunt : illis certe nos cred<:r€
oportet. DixtfttSy Stephanum Talets vobis efìe fufpe6lum , qui tamen adma-
dum benigne , & amicò habuìt fefe in illis artìcuìisy quos èlibris-peflrisex-
cerpfity quos & meliores pofuit, quàm habentur in ìibris -peflris : it idem fé-
cerwit & omnes olii Do5Ìores . Dieitis item , Cancellarium Tarifienfem fkp-
feSlum -pobis exiftere , qui tamen ufque adeo fuper€:)cceUens Doàor ejl ,
qualis in tota Clm/iianìtate vix reperiri queat . Così il Coeleo , il quale
parimente riferifce, che ammonito T Herefiarca da Pietro de Alliaco Cardi-
a litmikUcm^ »ak Arcivcfcovo di Cambray X fottometterfl alConcilio,[^]c/^rf hxc Joannes
Hhs inclinato capite rejpondens ait, Je eò yeniffe, non ut pertinaciter quid-
quam. ajfereret , Jed ut à Concilu infovmationem meliorem , fi erraret , acci-
feret : cumque nonnulli diccrent , ipfum callide loqui , quòd vdit fttbfedìm
quidem efìe mformationi Conditi , [ed non ejus fententi^ , Ó" corre£iiom ;
Jmòi aitipfe, nonfolùm informationij fed& fententi<£ Ó* corre&ioni. Noti
corrifpofero però li fatti alle parole , conciofiacofache coftretto egli ad
abj urare , diffe , non haver elio cuore da mentire , poiché importando l'ab-
jirra rivocaziottedel fatto, e del detto, e non havendo elfo, ò fatta, ò
detta cofa alcuna contro il fentimento della Chiefa, incorrerebbe certa-
mente nella menzogna, enellofpergiuro. Cefare, che ritrova vali prefen-
K tdimibidirnr, tc al coftituto , lepidamente , e giuftamente rifpore y [b] ^^di Joannes Bus ,
ciir non vis omnss erroncos articulos abjurare , qms adverfum temale, ut tu
dicis, depojueYPtnttefies? Ego tamen eos abiurare volo y &abjuro jamomnes
tuoserroresj quòd nuUum eorum tenere voioy non quòdnullum eorum tenu»-
rimprius. Tergiverfaiido, com'aiigue, l' Herefiarca , ruppe Cefare ogni
proreguimentodidifcorfoconuiK), che dimoftrava, non voler intender-
ne il contenuto, e Ecce dti<£ vix propofttjs funttibi, dillegli rifo Ultamente
r Imperador Sigismondo , nempe aut abiures , &revocescrroreshìcconden^'
natosy Jubda/qucte gratin Concilii; ftc fiet, ut Conciliumaliquid gratin tibi
exì)ibeat . Si ajttem dìBos errores de catcro defendere volueris , Concilium ,
<£^ I>o6fores habent jura fua , quidnam tecum finaliter agere debeant ^ E
nell'ifteflo tenore, e più ditfiifamente ancora replicogli Cefare un altro
giorno il g,ran dilemma, Quoi tibi beri dixiy nunc tterumdico: non poljum
Japè repetere: atatemhabes , fi vis, percipe. ^udif Dominostibì duas pra-
pofuìffeviafy primo, ut omnino cammendesteingratiamComriio, & quanta
(itiùSf tanta meliusy atque revoces^ & abjures omnes eos articulos, qui in
tujs [cripti funi libris, & alios, quos tenuijii , de quibus fufficienter conpi-
Qus es tefiibus ; fcimus enim Scripturam dicere r In ore duorum , aut trtum
tefiium fiabit omne verbum . Jam multi adverfum te fefiifi'cati futa fuper
quibujdam arttcuUs , & it funt virt pr^jtantes , ac docii , ac prò erroribus
illis dcbes peenitentitm corde contrito fufcipere , fecundùm quod tibi Conci-:
iium proponcty & debes contra errores illos predicare, doeere, &fcriberey
& jurare, qmddc acteromhìt vtlis perttnactter tenere , aut defendere, quod
cjufmc'di erroribus conforme cfte queat . Si autem illos adhuc vis ttmerariè
tenere,, ac refendere , Concdium adverfus te procedet juxta tenorem Sacro-
rum Canonu,m . Così egli . Perfillendo dunque nella iux oftinazioae l' He-
■ciu */7ù cncu rellarea, òtaftermando[r]voler'eiro puì torto effer mille volte vivo abru-
cr,.fi^>,t.fc£ ij. ^,^jQ ^ ^YiQ mentire al Mondo , e ritrattare , & abjurare la fua dottrina ,. fiì
# u. r.,r edì finalmente alli fei di Lucilo [d] dal Vefcovo di Rige dalcarcere tra-
fportato nella Chiela del Concilio, equividinuovoanjmonitoa condan.^
aare
Capitolo IV. 47 ^™'',^
lìàrcli tante volte condannati quarantacinque errori di V Viccleff , ne' quali -^-^^11.
s'includeva gran parte della fua nuova efecrabile dottrina: mil'Hus Tem-
pre oftinò nel rigettarne r abiura, [a] & fatebaturfenon pojje illos, re»/- * ^•'^**''»*''^»
tente confàentia fua y condemnare, prafertim trcs iflos . Silvejìer Tapa, &
Condantifiits Imperato*- enarunt , quòd dotaverunt Ecclefìam. Item fi Tapa,
aut Sacerdos in mortali exiflat peccato , non ordinai , nor% confecrat , nec
bapti'^at . Item decima Junt pura eleemofyna , Surfe allora il Vefcovo ài
Laon , e con eloquente fermone deteftata in genei;ale la pervicacia della
Herefia , fi procede da' Padri à una nuova condanna , prima conflifamente
dell' Herefie di VYicckS, e dell' Hus, e quindi poi alle particolari deli'
Husfolafnente, quali, oltre à quelle di VVJCclefF da lui foftenutc, furono
rifirette nel numero ói trenta in quell'ordine, e tenore. [b]i. Unica eft ^ *»'»<^«'*^'
fannia miverjalis Ecclefia , qua eji pradcfìinatorum unii^erfitéis , Univer- ^^^ .^^^
falis Sanala Ecclefìa tantum eji una , ficut tantum eji numerus unus omnium deii"]tSrcfie'de"r
Tradefiin^orum . 2. Taulns nunquam fuit membrum Diaboli , licèt fecerit t*^.
a6lus quofdam aBibus Ecclefta malignant'fHm coìifmiles . 3. Tr^fciti non
funi partes Ecclejta , cum nulla pars ejus ab ea finaliter excidat , eò quòd
pradejiinationis charitas , qua ipfam ligat , non exctdit . 4. Dna natura
divinitasy & humanitas Junt unus ChrTfius . $.Trafcitus, etfi altquando jìt
in grafia fecundum prafentem jujiitiam , tamen numquam eji pars San&K
EccLcfia, & pradejiinatus jemper manet membrum Ecclejta » licèt aliquanio
excidat à gratta adventìtia , fed non à grada pradejìinationis . 6. Sumenèo
Ecclefìam prò convocatione pradejiinatorum , jive fìnt m gratia , ftve non ,
fecundum praftntem JHJiittam y ijio modo Ecclefìa eji articulus fìdei . 'j, "Petrus
nonfuit , nec eft caput Ecclejia Sanala Catholica . 8. Sacerdotes quomodo-
libct criminose viventes Sacerdoti! pollumt potejiatem , c^ jìcut filii infide^
les fentiunt infideliter de f^ptem Sacrameutis Ecclefìa y de clavibus , officiis y
cenfuris , moribus , caremomis y&facris rebus Ecclefìa , veneratione reliquia-
rum y mdiilgentiis y & ordinibus . 9, Tapalis dignttas à C afare inolevit , c5*
Tapa prafe5lioy & injìitutio à Cafaris potentia emanavit . io. Isfullus jìne
revelatione ajfereret rattonabiliter de fé y vel de alioy quòd ejiet caput parti-
cularis SanEla Ecclefta , nec P^manus Tontifex eji Caput Fumana Ecclefìa»
II. T^n oportet credere , quòd ijie , quìcunque eji particularis J^omanus
Tontifex , fìt caput cujufcumque particularis Ecclefìa fannia , nifì Deus eum
pradejiinaverit . 12. T^lemo gerit vicem Chrijìi , -pel Tetri , nifì fequatur
eum m moribus y cum nulla alia fequela fìt pertinentiory nec aUter d DcQre-
eipiat procuratoriam potejiatem , quia ad tllud Officium Ficarit requirit^r
& motum conformitas , <jr infìituentis au6ioritas . i^. "Papa non eft mani-
feflusy & verus Succejfor Vrincipis ^poflolorum Tetri, fìvivit moribus con-
trarits Tetro ; & fì quarit avaritiam , tunc eji yicarius Judas Ifcariotbis .
14. Tari evidentia Cardinales non funt manifejii , & -peri Succejiores Colle-
ga aliorum ^pofìolorum Chrifti , nifi vixerint more ^poflolorum , fervantes
confi Ha y & mandata Dommt nojirij e fu Cìorifìi-y & Do£iores ponentes y quòd
aliquis per cenfuram Ecclefìaflicam emeniandus , fì corrigi noluerit , judicio
facularieft tradendhs , pro certo fequunturin hocTontifìces Scribas , & Tha-
rifaosy quiChrijium nolentem eis obedire in omnibus dtcentes y l^obis non lice f
interficere quemquam , jpfnm faculari judicio tradidemnt , eò quòd tales
funt bomicida.graviores y quàm Tilatus . 1%, Obedientia Ecclefìaftica eji
obedicntia fecundum adinventionem Saeerdothm Ecclefìa prater exprefìam
au£ÌO'
CióVANm ^^ Secolo XK
AXlll. auBoritatem SerìptUYX . i6. Divijìo immediate himianoYum operum efl i
. .^, . quòd fmt vel virtuofa , -pel vitiofa, quia fi homo eji vitiofus -, & agat
' quidquam , tunc agit vitiosè : & fi cjì -ptrtuofus , & agat quidquam ì
tunc agit virtuose j ficut vitium , quod crimcn dicitur , & ftcut peccatum
mortale infidi univerfaliter a£ìui hominis ■pittoft , ftc virtits vivificat omnes
a5ìus hominis virtuofi . 17. Sacerdos Chrifli vivens fecundum legem ejus ,
& habens notitmm Scriptura , & affeBnm ad adificandam populum , debet
predicare j non objìante pr<etenfa excommunicatione . Quòd fi Tapa , vel
^liquis "Praìatus mandai Sacerdoti fic depofito non prcedicare , non debet ohe-
dire fubditus . 18. Quilibet pradicantis officiam de mandato accipit , qui
,.^, .^ , idd Sacerdotium accedit , & illud mandatum debet exequi , pratenj'a excom-
' "*' * '^ wunicatione non ob(lante. 19, Ter cenfuras Ecclefiajìicas excommunìcatioms ,
fufpenfionis , 0" interdici ad fui exalt^ationem Clerus populum Laicalem fibi
'., j... fuppeditat , àvaritiam multiplicat t mditiam protegit ^ &- viam preparai:
jlntichriflo : fignum autem evtdens eft , quòd ab .Antichrijìo tales procedant
cenfura , quas vocant m proceffìbus futs fulminationcs , quibus Clerus prin-r
cìpalifjimè prùcedit contra illos , qui denudant nequitiam ^luichrifti , quam
Clerus maxime prò fé ufurpavit. 20. Si Tapa eft malus, & prafcrtim fi eft
prafcitusy tunc utjudas ^4poftolus eft Diabolus y fur , & filius pcrditionis,
^ non eft caput fan6{£ militantis Ecclefi^ , cum ncc fit membrum ejusy
■ZI. Gratta pradeftinationis eft vinculumy quo Corpus Eccleft<£ , <& quodlibet
ejus membrum jungitur Chrifto capiti mfolubititer . 22. Tapa^ -pel Trxlatus
malus y &pr£fi;itusy eft aquivocèTaftory & -però Pur C Latro. 2^. Taptt
non debet dici San£ii(Jimus etiam fecundìtm officium , quia alias B^x etiam
deberet dici San5li{fmus fecundum officium, cjrtortoresy &priecones diceren^
turSandìiy imo etiam Diabolus deberet dici San6lus^ cum fit officiarius Dei.
24. Si Tapa vipat Chrifto contrarie , etiam fi afcenderet per ritam , & legi-.
tìmam ele&ionem fecundum conftitutionem humanam vulgatam , tamen
aliunde afcenderet y quàm per Chriftum , dato etiam , quòd intraret per .eie -
Bionem à Deo principaliter faBam; namjudas Ifcharioth ritèy & legitimk
eft eleBus à Domino Jéfu Chrifto ad ^poftolatum y eir tcimen afe endit aliunde
in ovile ovium . 25. Condemnatio quadragmtaquinque articulorum Joannis
Vyiccleffper Dolores fa£ia , efl irrationabilis , & iniqua , & malcfaBa;
& fiUa eft caufa per eos allegata , videlicet ex eo , quòd nullus eorum fit
CatholicHSy fed quiUbet eorum aut eft hareticusy aut erroneus , autfcanda-
lojus. zó.'hloneo'ipfoy quo EleBoreSy vel major pars eorum confenferic viva
voce fecundum ritus hominum in perfonam altquatn , eo ipfo illa perfona eft
les^itimè eleBa i vel eo tpjo eftveruSy &manifeftus f^icariusy velSuccefjor,
Tetri .Apoftoliy vel alterms ^poftoli in Officio Ecclefiaftico; undefive^le&o-
res bency vel malo elegermt y operibus eleUi debemus credere, num eo ipfof
quo qiiis copiofiùs operatur meritorie ad profiSium Ecclefite , habet à Dea
ad hoc copiofms poteftatem . 37. "^oneft fcmtilU apparenti^: y quòd oportcat
efie umm caput 'mfpirituaiibus , regens Ecclefìam , quod femper cum ipja
militante EccUfu converfetur. 28. Chriftus fine talibus capitibus monftruo-
fisy per fuos vcraces Difcipulos , fparfos per orbem terrarum , meliùs fuam
Ecclefìam rcgidaret . 29. ^pofloli, & fideles Sacerdotes Domini , Jimmè irk
necefiariìs ad falutem regularunt Ecclefìam , autequam Tape» officium fuerit
inirodu6ÌHmy fic facerent deficiente y per fimmè poffibile , Tapa, ufque ad
diem fudicii .20. -Nullus eft Pommus Civilis , nullus eft Tr<(latus , millni
. ■ ~ eft
Capitolo IK 49 Giovan-
eji Epifcopusy dttm eji in peccato mortali. Così l'Herefie diGio:Hns : non ^^ -^XIIL
lenza noftra gran maraviglia nel confiderare, quanto col mondo fi fia in-
vecchiatala malizia negli hiiomini , che fé i maffimi Herefiarchi de' primi
Secoli Sabellio , Arrio , Neftorio , Eutyche , e Pelagio furono Herefiarchi
diunfolo errore, li moderni prefentemente fono di mille. Condannate
l'herefie, e [<?] Reperto Joannem Hus remanere in perverfttate fuay & di- ubideml
centem , quòd propter homines , quos docuit de oppofito , non -pellet abjura- bii"e""df mone
re, fedmdleftes comburi y quìa pereJHs abjurationem generaretur fcandalum contro l'Hus.
illis, quos docuit de oppofìto, fi venne alla condanna della perfona, il cui
principal tenore fu il feguente, TrafatumJo.Hus h^reticum fm(ìe y & effe
h£c San&a Synodus pronunciai , Ò* tanquam hareticum judicandum , &
condemnandum [ore judicat , & condemnat per pr^fentes , di6iamque appella-
tionem tanquam injuriofam , & fcandalojam , & illuforiam jurifdiBionis Ec-
clefìajìica reprobando , ìpfumque Joannerfi Hus populum Chriflianmn ìnaxi-
me in F^egno Bohemi^ in prcedicationibus fuis publicis , & [cripturis per
eum compilatis [eduxifie , ac ejufdem populi Chrifliaìii non veracem pr^di-
catorem Evangelii Cimili fecundàm expofitionem San6lorum Do6Ìorurn , fed
fuifie veriùs fedu&orem . Verùm quia per ea , qux h^c facrofanSia Synodus
yidit , & audivit , cognovit eundeni Joannem Hus pertinacem , & incorrigi-
hilem, & adeò totaliter y quòd non cupiebat ad gremìur/i SanBa Matris EC'
clefìie redire, ncque barefes , c^ errores pereum publicè defenfatos , & pr^-
dicatos velie abiurare , idcircò hoc facrum Concilium Conjìantienfe eundem
Joannem Hus ab ordine Sacerdotii, & aliis ordinibus, quibits exijìit infigm-
tus , deponendum , & degradandum [ore declarat , & decernit , committens
mhilominàs reverendis inChrifio Tatribus ^rchiepifcopoMcdiolanenfiy Fel-
trenfiy ylflenfi, ^lexandrino, Bagarenfì , & yaurenjt Epifcopis, ut in prjs-
fentia hujus jacrofan6ì<x Synodi dt6lam degradationem , fecu?idùm quòd ordo
juYis requirit, debite exequamur. Haec Santìa Synodus Confiantienfis Joan-
nem Hus y attento quòd Ecclefta Dei non habeat ultra quid, gerere valeat,
jiidicio fMulari relinquere , & ipfum Curios [aeculari relinquendum [ore de-
cernit. Così gli atti Conciliari.
In efecuzione dunque della pronunciata formidabile fentenza, l'Arci-
vefcovo [b] di Milano, eliVefcovidiCoftanza,eBagnareafpogliarono ^^*''*''^-
delli paramenti Sacerdotali l'infelice Giovanni , degradandolo dall'eferci-
zio del Sacerdozio con le parole , e riti preferirti nel Pontificale Romano ,
e confegnandolo quindi al braccio fecolare , acciò Cefare di lui daffe f^iecuzione a
efempio tremendo di giuftiziaà tutto il mondo. Allora l'ImperadorSigif- ^^'''*
mondo rivolto al Duca ài Baviera, che quivi aillfteva al fuo ufficio col
pomo d'oro m mano, [e] Vade, dinfegli, recipe eum; e ricevelloil Duca '^^'"''''^'
con una mano , e con l'altra pretencollo al Carnefice , che rafigli prima tut-
ti li capelli della telìa, fopralatefiaglipofeun'alta Mitraci carta, in cui
a gran lettere ftavano incife quefre parole , Hic eji Hereftarcha . Dal luogo
del Concilio condulTelo la sbirraghaal luogo del fupplicio , e nel condur-
lo, vcggendo egli avanti le porte del Tempio li fuoi libri , che per com-
mandamento de'Padri ardevano nel fuoco , sfarzofamente forrife ; anzi di-
ccfi, cheavvicinandofi al patibolo, nello fcorgere il palo, acni egli doveva
effere affido per bruciar vivo, con affettata leggiadria ai Manigoldi dicef-
fe , [ rf ] Hodie ^nferem ajjatis , centum ab bine amiis niveiis Cygnus ve- d ^pnd Nav.
niety quem uccidere nonvakbitis . Qual diabolico Vaticinio, fé pur egli è ^JtT laril' l''h
Tomo jy. D vero, fint.
GiovAN- ^Q Secolo XK
^^ XXIII. vera, parve poi adempito fn Luteròi!4rianiato da'Luterani 7^/ye«^Cy^««j.
Giunto al palo, con allegro, e faftofo volto intonò il Salmo trigefimo : In
te Domine fperavi, e il cinquantefimo : A/Z/er^ re mei Deus, replicando più
volte il verfetto : Jn manus tuas, Domme, commendo fpiritum meum; nel
qual canto denudatolo il Carnefice delle vefti laicali , legategli dietro la
fchiena ambe le mani, al preparato palo l'affiUe , acni d'intorno già difpo-
fta fcorgevafi materia pronta all' incendio . Accoftoglifi allora con Chri-
a ibjdm . ftiana pietà il Duca di Baviera , & il Signor de Pappenheim , [a] admonentes
eum, ut adhuc revocarci y ac fu£ parceret vitiC : Ma tutto in vanoi repli-
cando egli fempre , voler mille volte arder vivo , e bruciare , che una fol
volta ab)urare ; onde accefo il fuoco , e cominciando , com'egli voleva , ad
arder vivo, fiìintefoad alta voce efclamare y Jefu Chrijley fili Dei vivi y
b Die 6. Mi! mifcrere mei : e fra fante parole morendo [^] da Diavolo ne fii ingombrata
'*'^" la vifta dalle fiamme, edalfumo, fra le quali rinvenute le ceneri , furono
incontanente gittate nel Rheno , acciò elleno non rimanelfero in pregio di
reliquie a'fuoi feguaci , per inganno de'quali volle l'Hus nella fua morte con
lacrimevole cftentazione finger fantità , coftanza , e religione . Il che vien
proliflamenteconfiderato dal tante volte citato Coeleo con quefta degna
rifleiiione, ^nte ipfumy cioè avanti Giovanni Hus, erat in B^gno Bobe-
mi£ unus in Chrijìo populusy idipfum dicebant omnes , idem de fide y & re-
ligione fapiebant omnes y in eodem fenfu de Chrijìo y & SanSiis eJHs confentie-
bant omnes, idem erat per omnes Ecclefias ubique ritus , una fides y e^dem
cdìremoni<£y eadem Sacramenta : Uus vero pnUherrimam illam mitatem ha
fctdtty ac difperfity ut in hodternum ufque diem miferanda permaneat iuBo-
hemica gente divi fio, Eft autem divi fio illa tam grande fcelusy & immanis
culpa y ut vel mille rogi , aut mortcs hanc maculam eluere , aut expurgare
nequeant. Si ergo Hus opera illa non fi5lè in hypocrtfi propter vanam glo-
riamy fed verèy & ex animo y & cordis devotione fecity mifcrabilis profezìa
efi fua infelicitate y quòd tam multa y & gravia pertulit frufira^ dummiferè
àFvicclephodcccptus putaret fé bene agere intanto divifionis fcelere : fin ve-
ro fi&c , & in hypocrtfi fic fecit , five utlaudem , & vanam gloriam captaret,
ut ab hominibus videretur conflans viry aut Sanctus y ac Martyr Chrijiiy ju-
Jlam recepit ficiionis mercedcm : fìveut perhac fe6iam fuam m fuado6Ìrma ,
& in odio contraClerum confortarety dignum nequiti£ exitum inveìiit . Quo-
cumque autem fecit , & pafius efi animo , culpa £tern£ mortisei femper adh^-
ret; nam five verèy five fi£lè fic fecity pertinax in fenfu fuo, &in divi fio-
nis fcelere in mortem ufque permanfit , peccans per hoc in Spiritum San6ium
finali impcenitcntia , T^llam igitur fpem falutts ipfe fibi reliquit . Così il
Coeleo Autor Cattolico , e degno non men di porger fede , che di ricever-
la : ed in quelli fentimentimedelìmi fi ftefero à lungo li Padri di Coftanza
fcrivendo eglino di quefto avvenimento pochi giorni doppo il feguito fup-
c .^/7«/i r(?f/<«»w plicioal Vefcovo, eClerodiUratislavia, \ c'\ Sciant igitur y fi qui aufute-
''*•''' merario hanc nofiram fententiam Deo gratiffimamy totique Chrtftiano populo
falutarem , quoquomodo tentaverint impugnare , ac in eadem damnatijjima
h^refi perfliterint y aut perfifìentes in ca irerint, aut quomodolibet defènde-
rint , ultra divinam vinditiam , quam debent verifimiliter expe&are , nos
in eofdem debito modo juxta fan6iiones Canon icas proccjfuros , ut fictalium
corredilo aliis tranfeat in exemplum . Così eglino. E quanto fi affaticaflb il
Concilio per ridurre in cenere , ^ efterminar dal mondo non folamente le
olia ,
Capitolo IV. <i GiovAN-
OfTTa, ma THerefia di Giovanni Hlis, appreso li Bohemi particolarmente, ^^ ^^ììì-
che irritati dalla obbrobriofa morte del loro connazionale , di già fotto ri-
foliiti Capi machinavano quelle ribellioni, e guerre, chedfuo [^] luogo ^■^/jj/^""'''-
defcriveremo , rendefi chiaro dalla lettera circolare, chefcrifleroi Padri
à tutte le Chiefe del mondo, h«ui notizia noi [^] indichiamo in quefto */;:'^,'^/"' ""''•
margine. Ma fé il Concilio cito li rei, l'Imperadore [//] procedèconlc d^.»«<ì cncUum
minaccie di unageneraleCruciataper togliere dalla Boliemia quegli here- '^'^- «"^•''^•4.
tici, che da quel Regno preparavano la fconvoluzione di tutto il Chriftia-
nefimo. De' quali fuccelfi in altro [e] più opportuno luogo faremo prò- ^..^t/y^, ^^
porzionata, e degna menzione.
Ma dal fupolicio di un Herefiarca pafllamo all'altro diunnuovoHere- Girolamo di Pra-
fiarca, cioè da quello di Giovanni Hus à quello di Girolamo di Pr;jga, il £^;/|i7;°^^;;^'
quale può più tolto dirfi compagno , che feguace dell' Hus , O fé ne riguar-
dila dottrina, ò fé ne abomini la empietà, ò fé ne confideti la pertinacia.
Era egli laico* come[(f] fidifle, pervertito prima dai libri di Vvicckfl:, e j vedi n Po.tif.
poi dagl'infegnamenti dell' Hus, lacuifetta, dogmi, religione, eperfo- f;^^'■';-;,;^''f•
na ancora tenacemente egli feguiva con tanta pafJìone d'impegno , che non
volendo ubidire alla citazione, ch'egli hebbe di comparire al Concilio,
prontamente colà portoffi alla notizia , che poi egli ricevè della carcera-
zione dell'Hus,per foftenere ramico,e nella difefa degli errori, e nella com-
pagnia de' travagli . Nulladimeno com' egli venne nafcoftamente , così fe-
cretamente li partì, contentandofi dello sfogo, che inutilmente diede alla
fuapaflìone, con lafciaraffilfo un gran cartello alla porta della Chiefa Cà-
thedrale, nel quale egli ripigliava d'mgiufto il Concilio, ed efaltava per
Cattolica, e fana la dottrina dell'Hus . Ma nel fuo ritorno in Bohemia pre-
fo dalle guardie Imperiali , fuo mal grado, rientrò in Coftanza , & aflicurato
in un Monafterio della Svevia , tofto depofe la fua affettata intrepidezza, at-
territo al fupplit io dell' amico, chefervìàlui per ravvedimento, benché
efìmero, de' fuoi errori. Poiché introdotto nel confeflb de' Padri, doppo
eloquente conclone , in cui egli fignificò haver eflb errato non ingannatore,
ma ingannato ,quefta confeifionè^publicò della fua fède: [e] Ego Hicronymus e Ex na>s Conc
de Traga artmm liberalmm Magtjicr , e ognofcem veram Catholicam Ecclcfìan?, ^f^ 'j^;,,^ confef»
& ^pofloik.im fidem, anatbemm':^oomnemh£ref2m , & precipue eam, (/e iione di fede.
qua ha6ieìiùs infamams fui, & quam prateritìs temporibus dogmati^jiverum ,
& tenuentm Joanncs rviccliff , & JoannesHusin [uis opufculis , libellis, fin
fermonibus ad clerum , & ad populum; propter quam caufam praJiBì cum
juis dogmatibus , & erronbus damnati funt ab hac Confiantienft Synodo tan-
quam harettch & eorum doHrina pr,.tdi6ia ftmiliter damnata , maxime in
nonniillis articults expreijis in fententiis per hoc Sacrum Concilium corina
ipfoslatis : Confentio autem San6t£ l{gman£ Eccleft£, & ^pojlolica Sedi,
& buie Sacro Concilio , & ore , ac corde profiteor m omnibus, & per om-
nia , & pr£fertim de clavibus , Sacramentis , ordmibus , officiis , &cenfuris Ec-
clefiafiicis , mdulgentiis , & rcliquiis San6iorum , & Eccleftafiica liberiate , ac
etiam de aeremoniiSy & aliis omnibus ad religionem Chrijltanam pcnincnti-
biis , prout ipfa Romana Ecclcfta , & jlpojìolica Sedes , & hoc Sacrum Con-
cdium profitentur, & fpecialiter qnòd pr£di£ìorum articulorum plures funt
notorie b^retict, &dudumà San^iisTatribus reprobati, quidam ver òctiam.
piarumauriumoffenjìvi , Cir ip forum nonnulli temerarii, & jcduioft, CiT prò
talibus fmrunt 'pradi6ìt articuli per hoc Sacrum Concilum nuper condemna-
D 2 ti,&
GiovAN- ^2j Secolo XV.
^^ AXlll. j^^ ^ inhibitum omnibus , & ftnguUs Catholicis fuh anathematts intermi-
natione , ne de catero diclos artkulos , fcn eorum aliquem aliqiùs predicare ,
dogmati'^are i vel tenere profumerei. Così egli, che dichiaroHì ancora di
haver eifo adherito all'Hus , malamente perfuafo dalla di lui apparente
buona vita, e dottrina; ma hor'che il Sacro Concilio haveva difgregate
le tenebre dalla luce, e la zizaniadal grano, ancor' effo fottomettevaft
alle decifioni de' Padri , alla condanna del reo , e prometteva perfeveranza
finale ne' fentimenti , e dogmi della Chiefa . Con la medefima humiliazio-
ne di atti , e di parole egli domandò perdono ai Padri , di haver'eflb alTeri-
to, Quòd Fede fio triumphanti fidem tribuifiet, come fé i Beati nel Cielo
haveffero bifogno di credere ciò , eh' effi vedevano : ed havendo egli nelle
fcuole di Praga in difefa della opinione degli Univerfali reali introdotta
lina figura triangolare, che chiamava Scutum fidci j fpiegòil fuofenfo in
fentimento così Cattolico, che pareva, ch'egli in quel triangolo adom-
brar'volefie la Divina ElTenza in tré Perfone. Qual articolo afl'eriva Ca-
tholiae veritatis clypeus , & fundamentum : e tutto i'efpolìio di fua pro-
pria mano egli fcriffe, e fottofcrifie .
uLafianthiiUL.c. Ma [a] Utimm tam facile ejjet prafiare , quàm facile efl fimulare boni-
^ngÌ^'r& em- f ^^^'w • Poichcnonsì tofto eglidichiarofl] fiuto Cattolico , che i Padri del
pietà. ' Concilio lo pronunciarono vero Heretico, formandone un lungo pro-
ceffo, in cui egli Riprovato ingannatore, e fraudolente infieme, &Here-
b ^»».i4ij. fiarca. Fins' [f] egli , comel'Hus, un palliato ravvedimento, che in lui
procede da un vero terrore del profllmo fupplicio j e mal' s' avvidde il mi-
ferabile, quanto in vano cerchi la malizia humana ingannar l'alta Poten-
za di Dio nella fua Chiefa. Poiché furfe contro lui il Promoter del Coaci-
lio, e proponendo a'Padri , che fé il Prag^nfe quindi libero ufciva dalle car-
ceri di Coftanza, haverebbe egli fconvolto il Chrifrianefimo con herefia
piùfuriofa, che 1 antica Arriana, incontanente ripigliollo di mille efecran-
di eccefll , che non così facilmente purgar' potevanfi con femplice ritratta-
zione, proferita danna bocca diftomaco infetto avvelenato : E i capi di
Herefia , e i fatti fcandalofi , di cui il Promotore incolpollo , fiirono tanti ,
e tali, che renderebbono pregio all' Opera il tralafciarne il racconto, fé il
racconto di eilì non ridondafle egualmente in informazione del Lettore, in
obbrobrio deli' herefia, e in gloria della Chiefa, chesìbenfeppefcoprire,
condannare , e caftigare non folamente gli errof i correnti de' VviccleflSftì ,
& Hnfiìti di quefto Secolo , ma i futuri ancora ge'Luterani , che infuriaro-
c Omnia hic ex- nouelfuturo. FU primieramente [e] dunque Girolamo di Praga ripiglia-
'Jlf 'l6'^'!/riLis ^^ ' ^^^ ^^^^^ carceri ài Vienna , nelle quali egli era fiato rinchiufo per que-
tIig!' q»* refert rcladì herefia, nafcoftamentefolfe fuggito, benché con giuramento obli-
-^yn.an.cit.n.i}. gato di attendete in efiela fentenza della Chiefa : chefcommunicato dall'
'^' Arcivefcovo di Praga, haveffe difpregiate le fulminate cenfure: che mol-
te fatire, e famofi libelli contro il Papa, contro l'ArcivefcovoSbinkone,
e generalmente contro tutti gli Ecclefiaftici Prelati compoflii, e divulga-
ti haveffe : che nel giorno Anniverfario di S.Vvenceslao Martire, nella
Chiefa entraflè de' Frati Carmelitani , e fuori di ella ne gittalfe le facre Re-
liquie, e'I Predicatore legafle con funi, un Carmelita fchiatfeggiaUe , 3c
un Domenicano nel fiume precipitale : che nella Polonia , Moravia , e Bo-
hemia tumulti, e fedizioni eccitati havefie contro il Magiftrato Laico, 6i
Ecclefiaftico , e nella Lithuania predicati , e foficnuti li quarantacinque
artiv
Capitolo IV. 53 GiovAN-
àrtìcolì condannati di VvicclefFj e preferita la Chiefa Scifmatica alla Ro- ^^ XXlxI.
mana , che Tempre con Heretici converfato foffe , nelle loro Chìefe entra-
to, e la dottrina di VvicclefF, e dell' Hiis in ogni luogo, e tempo difefa ,
che in Parigi , Colonia , & Heidelbergh molt' herefie publicafe havefTe
contro il Mifterio della Santiffima Triniti , e da per tutto con fé portata la
Imagine di VvicclefF con diadema attorno di Santo , e che in fine con hor-
rida , e facrilega rimembranza , Chrijii imagmem fceleraùffimè ftercore
f^edajfet . Ma gli atti allegati del Concilio più individualmente n'enumerano
l'enormità, eTherellein quefto tenore, Quòdìn Sacramento ^Uarìs pofl
Confecrationem remaneat panis materiali^. Item , quòd panis non tranfuò"
fiantiabatur in Corpus Chrijii in Sacramento principaliter , & corporale er ,
fed ut ftgnatum in jtgno ; & ad fic credendum induxit , & feduxit ^uamplu-
resy qui adirne damnabiliter in di6io errore perfeverant : & ftc fuit, & eji
rerum , publicum , & notorium . Item , quòd tn Hofiia , ftve Sacramento M-
taris non eji vere Chrifius. E qui tralafciate molte di lui difpregievoli ar-
guzie, degnediunCelfo, e di un Porfirio , così fi foggiunge : /r^w? , quòd
ad firmandum do5irinam damnatam di6li Joannis Vvicclejf, & confunden-
dum Catholicam fidem, deannis, &menfibuSy acdiebus, ut fuprà, dtxit,
afieruit , docun , ac publicè pradicavit , quòd nullus , quantum ad trium-
phum Martyris , feu aureolam Confefìorum , atque Virginum , in calis coro-
nabitur, ni ft credati teneat, menteque, & ore confiteatur fidem , & doólri-
Tiam, quam di6ius Joannes Vviccleff fcripftty docuit , atque pmdic aviti &
in fuis libriti & opufcults cont'metur j nec extra illam efi vera do6lrina : CJr
ita fuit vcrum, publicum j notorium, & manifeflum . Item, quòddi6lusHie-
ronymus fentiens Sacerdote s , & alios literatos fibicontrarios in fuprà proxi-
mo errore, ad hoc ut fuam h^reftm executioni demandare pofìet, errores er-
roribus accumula-pit, & de novo tenuit, & ajferuit, quòd virgìneSf & vi-
duiC i imo cujufcumque flatus , atque fexus rufiici , atque plebeji , do&ri'
nam dióìi Vviccleff credendo , & veraciter defendendo , & realiter impu-
gnando ea , qua in ftudto Oxonienfi , & fynodo Cantuarienft , in fiudio Tra'
genfi, & fynodo Pragenft, & San&o Bimano Concilio generali funt fuccefjh-
vis temporibus in contrarmm condemnata , pofl hanc vitam in ccelis trium-
fhatores repromifit ; & ita fuit publicatum, & notorium, c^ manifeftum,
Item , quòd diBus Hieronymus per executionem fu<e furiojttatis in vulgari
Bohemico fecit , feu fieri procuravit cantilenas , & carmina continentes in
fenfu , & effe&u verba Canonis conflituta , & ordinata ad confecrationem
Chrifli , quas mechanici didicerunt , vir eas cantant , c^ cum illis dietim [e
pojje conficere Corpus Chrifli , quod perficere attentant de diverfts horis; prò-
pter quod invaluit peffìmus error, & maxima commotio cantra Sacerdotes ,
&1U0S de Clero in partibusBohemia, & partibus circumvicinis : & fic fuit,
& efl verum , publicum , & notorium. Item, quòd d'-6lus Hieronymus ad
confirmationem fuorum error um , & harefum , ut prcedi^os Laicos in fuo per-
tinaci errore confirmar et , & ut fé habiltores , & digniores reputar ent ad
pr^miffa, inflruxit, quantum potuit , plurimos, & cantilenas confinxtt, &
compofuit y in quibus textum Biblia , dr Sacr^e Scrjptur<£ expreffit , & capi-
tuia annotavit, ut ipfi foli videantur , & non Ecclejia Promanai ncque aliide
Clero Sacram Scripturam intdligere , quae ad confufìonem illorumde Ecclefia,
quando placet eis , publicè de die , & de no6ie manifeflè decantant. Item,
quòd idetn Hieronymus , poflquam diverfos laicos verba confecrationis ,
Tomo ly, D 3 dr can-
GiovAN- ^4 ySecolo XV,
^^ -^Alll. ^ cmtdmashujufmodidùcuit , temit, dixìt, & pr£dicavit,afferuiti quòd
laici Htriufque fexus, videticet viri ^ & mulieres de [e Eia Vvicdeffiflarum
exijlentesy & do6lrmam Fvicclejf firmiter devote tenentes , pofimt confice
re Corpus Chrifli , bapti'Zjire , confefjiones audire , atque alia qu^cumque
Ecclefiajìica Sacramenta conferre, dummodò proferant verha apta , & ordi-
nata ad confecrationem , & Sacramcntorum collattonem : cì'^ quòd talia Sa-
cramenta fiant tantic !efficaci<£ i & vtrtutis , ac ft per Sacerdotes JHXta for-
Wam Ecclefìie conficerentur ^ & conferrentur, per hanc damnabilem h^rejìm
"polem talittr enervare potefìatem , <& au6loritatem Ecclefìie in damnatio-
ìier^ animar um : ex hoc & Corpus Chrifli po[ìe confiti per eos, quandocumque
"pellcnty & quacumque bora, etiam ajjeruit ^ & publicè dixit; & fic fuit ,
& eji verum , publicum , & notorium , Iterai , quòd di&us Hieronynius de
ani'o Domini 1409. dte Dominica proxima pofi. Feflum ^.(ìumptionis Mari£
Fnginis y in civitatc Tragenfi , & diverfìs aliis locis , & fpecialiter in Ca<.
pelia B'thlekeni mmcupata , proòdicavtt, docmt, & afieruit jìmilem bare-
firn , quam temit Joannes Husy vtdelicet quòd excommunicatio Tapa y Epi-
fcopiy -pel cujuftumque alter ius mimfiri Ecclefì^y non fit ttmenda , ne e cu-
randum de ea , nifi de quo conflaret excommunicatum priùs effe à Deo, ac
proptereà cxcommunicationes latas in loco Vragenji contra defendentes do5iri-
nam f^'vicclejfy & intcrdi^um in loco appofitum au6ioritate yìpoftolica tn
nullo effe tcnendum : ncque de excommunicattone curandum, quianecTapa ,
nec alicu: alteri minifìro Ecclefi£ erat , ncque unquam fuerat falis , ncque
tanta potefias attributa à Deo ; & propter hoc de fa&o m pluribus locis ,
& Civitatibus Dia^cefis Tragenfis fuerunt compulfi Tresbyteri , (^ Sacerdo-
tes per potentiam laicalem celebrare , 0" divina minifìrare , non obftan-
tc interdico , auBoritate ^pofìolica poftto , in i ivi tate Vragenfì : &
ita fuit , & efi verum , publicum , e^ notorium . Jtem dixit , C^ pradi-
cavit pnediBus Hieronymus m fua nequitia perfiflens , & errores Fvic-
cleff , & Joannis Bus Jeminando , & defendendo , quòd nulla potefìas dan-
ài mdulgentias refidet fipud Tapam , ncque Epijcopos ; quòdque literis
^poflùltcis , ncque Epifcoporum , contincntibus mdulgentias y nulla fides fit
adhibenda ; (jr quòd mdulgentia tales de nihilo proficiunt j prt^dicantefque
indulgentias impedivit , & defìflere fecit , quando prafens fuit , prout de
anno Domini 1412. & de menfe ^ugufii in Oppido ISlova Domo Tragenfis
Dioecefis &c. Quindi profeguifcono gli atti, lam memorando i di lui ec-
celli, allor quando egli con armi alla manoperfeguitò, e pofeinfugali
Predicatori delie Indulgenze, infeguendoli pofcia con gì' improperii d'
jmpoftori, e temerarif, e chiairandó il Pontefice bugrardo , heretico,
& ufurario delle cofc. facre , e profane : e lìcguono poicia : Item , quòd
idem Hieronymus publicè afj'eruit , C^ dixit in contcmptum clavium, & Se-
dis xApoflolic£ , quòd Bullis Tapalibus non efìet credendum , quia nulU ef-
fent, necetiam Tapa pofjet Indulgentias aliquas dare, aut concedere; & hoc
m contcmptum , &■ vtlipendium Sedis ^pojìolic£ , Ù" etiam I{omana Curia ,
cujus caput efl Tapa : & fic fuit, & cji verum y publicum y & notorium ,
Item y quòd di^iis Hieronymus dixit, tenuity & afjeruir tam in Civitate ,
& Dietcefi Tragenfì , quàm extra , contra determinationem Ecclefia , quòd
licitum efl cuique laico literato , vel alias intelligenti , ubique , & quolibet
loco, five in Ecclefia, [ive extra, & fine Tapa, & Epijcopi , Curati, aut
cujufcumque alterius licentia predicare verbum Dei , prout idem Hierony-
mus
Capitolo IK << GiovAN-
fntìs plwies in diverfis dioecefibus , & Ycgnis fecit publicè, tamin Buhemiai ^^ v^^^^ìIì.
quàm in Moravia) cum longa barba publicè , e^r notorie , laicus exifiens ,
Verbum Dei pr^dicans fine cujufquam Epifcopi y vel akerius presbyterilicen-
ttaj eò quòd videntur licéntiati à Dco vacati j aut yttifji : (jr fic fnit, &eji
verum, &manifeftum. Iterai, quòd idem Hteronymus m Hungaria , inBud^t
coram Serem/Jlmo Trincipe , & domino Sigijmundo r\omanorum , & Hun-
garia t{eg€-, in Capella regia Cajìri Budenfis de anno Domini 1410. in Coeniz
Domini i laicus exijiens y & in habitu laicali cum longa barba y in pr^fentix
Domini I^egisy & multorum i\7(; Tatrum Epifcoporum, & altorum Trala-
torum y & etiam aliorum diverforum jlatuum , fupra , & infra/cripta , ac
multa alia fcandalofay & erronea in fide y & ctiam h^reticade Sacramenta
u4ltaris, & alta contra fiatutmn Ecclefia(ìicum i <T ptarum aurium ofjenfi-
yUy ex quibus pojjent [equi feditioneSy & commottones populares contrade-
rum per Dominos temporalesy nulla poteflate fuffultusj fcd errore s Joannis
rpiccle§ publicè pr^dicavity & ftc fuity &ejì verum, publicumy '¬o-
rium. Itemi quòd propter pramifìa pr£di6ius Dominus l\ex fecit diCtum Hie-
ronymumcapty & eum Domino Strigonienfì captivum prajentariy & fic fuit,
& efì verum , publtcum , & manifejìum . Item , quòd diBus Hieronymus
Indulgentiarum pradrcationem impedivtt , qu.mdo prafens fuit , & quando
prafens non ejjet , deputava certos praterifos laicos , qui difcurrebam per
Eccleftas civitatis Tragenfis , dum ibi fermocinaretur , c^ pradicationem
Indulgentiarum impediverunt i & turbavcrunt, de mandato , & induzione
ditìi Hieronymi clamantes , & dicenteSy Di£ios pr^dicatorcs effe menda^es,
deceptores y & feduBores illorum de populo j quce quidem Indulgenti^ , ut
di£ii laici publicè afjertbanty non proficiebant in aliqito populo Cbrijliano:&'
ftc fuity & ejl verum. Item y quòd di6Ìus Hieronymus prò exccutione fu te. ,
furto/itatiSj pr^mijfis malis non conttntus , jed pejora malis accumulando ,
de anno Domini 141 1* feria tertia infra oBavam Tentecofies literas ^pojio-
licaSf Indulgentias contmentes i exhortatorias ad piai & meritoria opera,
fecit capii ac recipi in quodam curru cum meretricibus y quibus hujufmodi
BulU ad mammilias appendebantur , & procuravit paU'.'i , ac publicè de
minori Civttate , & per antiquam civitatem Tragenfem duci , circur-f tanti-
bus juxta currum Vvicclcifijiis armatis cum fujiibusy & gladiis jiixtaip(ìus-
Hieronymi ordinationem clamantibus y & pr£coni'7iantibus y quòdsMaSy &
literas uniiis h jer etici y ■& ruffiani ducer ent ai comburcndum : cr fic in nova
civitate Tragcnft in platea prope mediajìinum , tamquam hxrcticaSy <& ve-
lut continentes crrores juxt a fententiam Joannis V vie cieff y & Joannis Hus
ht&reticorum y eas publuè comburi fecit y fcu fieri procuravit, V difpofuit :
<^ ftc futty & ejì verum y publtcum y mtorium, & manifejium . Item, quòd
di&us Hieronymus y in fua perfidia perfifiendoy dixit y érajjcruity & pnb'i-
cè pr.€dicavit , fufcitando errorem alias per Ecclejiam damnatum , qaod
imagines ad repr^fentationem Chri(ìi, cffigies Crucis, Firginifque g'oriof^,
vel cujufcumque aiterius Sanali canoni':^uti in Ecclefiis , nec in uliis lotis non.
funt pingendx , nec uliitenus veneranda , fed hoc facerv ejì bxrcticurn ; non
attendensy quòd !- e de fiat alia voluit fieri , ut per objetìum talium imaginurn
reprafentantnim SanBum y in cujus memoriarn piṭ funt, moverentur tnte-
rions potentine , & excitarentur ad devotionem , CT quòd funt jinptur^.
laicorum , maxime forma vivifica crucis y qua terretur da^mon , & pr*/^iit
fugit, Item , quòd dìBus Hieronymus fperabat , ut verifimiliter cn^duur ,
D 4 pojfe
NI AAlll. pofieUhertere populos à contìnuatione, & vifttatme Ecclefwum] detefiart-
do, & condemnando imagines San&omm , credens etiam per hoc , quòd ipfum
libenttùs fequerentur, & audirent doóirinam ejus ; <^ videns, quòd per hoc
non proficeret , quadam die de menfe Martii , ami videlicet 141 5. acceffit ad
Monajierium Fratrum Minorum San&i Jacobi in majori civìtate Tragenfi ,
& imagmem Crucifixi ligneam extra kccleftam in angulo ex oppofito Domus
S,KreiJJe, ad quam confnevit effe curjus hominum caufa devotioms ab me-
moriam paffioms Cbri/ii , invajit , & infultavit in eam , & fiercoribus hu-
manis, & vilitatibus imdt^ue maculat^it , dicendo, hxreticumejje depingere
imaginem Crucifixi , & cu'ìufcumque alterins San6li; per quod fpterunt quam-
flurmi multum fcandaliT^att , & ftc fuit, & efi rerum. Mi il medefìmo
Girolamo, che tanto aborriva le Sacre Imagini, egli poi adorava quella
di Vviccleif dipinto con diadema di luce, e di fplendori . Onde quindi de-
ducafi , con quale animo egl' intraprendeire tali cofe : Et illud idem voluit ,
& difpojuit fieri diclus Hteronymus de oìino pradiSio die [abbati proxima
ante Dommicam , Domine nelongè, mdi6lo Monafterio S. Jacobi per quem-
dam fabrum f^viccleffijiam de nova civitate Tragenft de Tort:^ie:^ , qui ac-
cedens pradi^am imaginem Crucifixi cum fiercoribus humanis fcedavit infra
fermonem, dicendo, hxreticum effe depingere imaginem Crucifixi; per quod.
fuerunt quarnplurimi afiantes multùm fcandali7^att : qui quidem laicus fuit
ibidem publicè detentus , & recognovit , quòd ex induzione di£ti Hieronymi
facere voluit : & fic fuit , &ejiverumi publicum, ¬orium. Et illud,
idem fecit , & procuravit fieri di6lus Hteronymus in die Feneris fancii in
Monajìerio B. Maria in ^rena in civitate nova Tragenft per quemdam lai-
(um fe&a: Fviccleffijìarum , qui crucem , coram qua fannia crux fub effigie
pr<edt6ia ipftus venerabatur, Jìcr cori bus deturpavit, ac tot al iter maculaviti
i& ita eft verum , publicum , & notorium . Item , quòd diclus Hieronymus ,
perfijìendo in erroribus Fviccleffiftis , fpecialiter Joannis Hus damnatis , &
eos defendendo , dixit , afferuit , &pradicavit, quòd nullo modo P^liquia
San£Ìorum funt reverendce , nec adorando: & hoc pluries , & fapè, acetiam
publicè, ¬anter in civitate Tragenft, in cujus Cathedrali Ecclefia ve-
lum, & peplum yirginis gloriofa habetur, ac reverenter veneratur à Chrifii
fidelibus, dixtt, quòd non plufquam cmis tllius aftni, m quo Chrijius infide-
bat, debeat in reverentia Liberi : & de menfe Septembris anni 141 2. in die
S.Vvenceslai in Monajierio pr£di6lo S. Maria in ^rena ipfe , & quidam lai-
ci yviccleffijìarum quafdarn reliquias repofitas in quodam Mtari , de fa6io
extraxerunt, & ad terram viliter projecerunt, pedibus conculcando : & af-
feruit idem Hieronymus , & publicè tenuit , quòd venerari , & adorare
B^liqutas San£iurum , aut eas adornare auro , vel argento , efi: hareticum ,
quòd fuit , <& efi in mervationem fidei , & defiruUimem ^ligionis Chrifiia-
7i<6, &m fcanddutn tctius Ecclefia: & fic futt , & efi verum, publicum,,
& notorium, Ittm, quòd di6lus Hieronymus tenuit, afferuit, &dixit, ac
pradicavit , veram Ecclefiam Catholicam effe apud obfervantes fe£iam , <&
do^lrmamVviccU'ffiiìarHm, & Joannis Hus ; quòdque illi , qui prò Jufl'men'
do, & defendendo di£iam do^nnam moriuntur , funt veri , c^ glorio fi Mar-
tyres Chrifii : ^ proptcreà tres nequt[fimos viros di6io , fa6ioque obflinatos
in ca decapitatos m Traga de anno Domini 141 2. de menfe J unii , Hierony-
ìnus cum fms fequacibus , cum aromatibus , & incenfo ad tumulum fecit , feti
procuravit , portavi prò e ejJionaUtcr cantando : IftifuntfanUi , qui prò tefiamen-
to Dà
Capkola IV. 57 GiovAK-
tù liei fuà coYpora tradìderunt ad fupplicia, ad firmandum per hoc hareti- ^-^ -a.^ììi.
cos illius fe5i£ in eorum errore , & perfìdia ; & ftc fuk , (jr eji verum ,
publicum y & notorium . Item quòd di^us Hicronymus in craflinum tumula-
tionis dt^orum b^reticorum in Capella di6la Bethlebem à multitudine illius
fe&£ cantari procurdvit , & fecit prò eorum memoria Mijjam de Martyri-
bus , & incipit officium , Gaudeamus , dr fubjunxit , In honorem Sanzio-
rum Martyrum , de quorum efj'uftone fangmnis gaudent angeli ; crimen cri-
mini damnabilijjimè adjungendo , videltcct idololatme , & fic venerando fa-
crilegos damnatiffimos , & ufurpando auZioritatem Sedis ^poftolic£ , fine
cujus au6loritate , & approbatione nullus prò San^o debet haberi , vel
venerar t ; & in tantum excitavit rabiem virorum , & mulierum illius
fe6ia , quòd per quamordecim dies, vel circiter , fucceffivè , poji decapita-
tionem pnedi^orum , fmgulis diebus erat concurfus quadraginta , aut quin-
quaginta veniemmm ad pr<ietorium di6ijs Civitatis Tragenfis prope locum , in
quo fuerunt , dicentes quòd veri Martyres erant , & prò vera Chrijii fide
mortut j parati Jìmilem mortem fubire prò eadem fide , ut dicebant ; ex
quo fnit grave fcandalum cantra fidelcs Catholicos , & horror maximus ,
atque turbatio in Cìvitate Tragenfì exorta : & fic fuit , & eji verum , pu-
blicum t notorium , ^ manifefium. Così l'Herefie , e le fceleracezze di
Girolamo di Praga. z srjr.it.
Formato, e provato l'horrido proceffo, ne fu al Reo [a] conteftatò
il tenore nel publico Concilio > e fenza pena di contradizionefiidaluiil ^^^ r-enc^n^a fa-
tutto approvato, e confeflato, francamente aderendo, haver'elFo abju- pa la realtà dei
rati gli errori di VvicclefF, e dell' Hus incenda metu , & non confcientia , ^.acrainento ,
eifendo ch'eflb era rifoluto di voler' loro adherirelìn' alla morte. Negò
egli folamente di approvare le opinioni di Vviccletf circa il Sacramento
dell'Altare , onde dfcono gli atti [ 6 ] citati , clie Hieronymus de Sacramento b ^i>HdT{ajn. an,
^Itarisy & tranfiubfi,antiatÌQne panis in corùus profefius eft , fé tenere , & ere- '"f"^'»'"*
dere , quod Ecclefia tenet , duens , [e plus credere ^ugufiino , cJ" cxteris
Ecclefije Do6ìoribus, quàm Joànni ^viccleff , & Joanni Hus : & al Vefco-
vo di Lodi, che npiglioUo di oftinazione^ e di perfìdia , nel rigettar ,
eh' egli faceva le ceremonie, e riti della Chiefa, francamente rifpofe, £/^ e fopraie incfui-
fo non negarne alcuno y econfefsò, JndulgentiasTap£ y &Cardinaliumy effe .^erimVnif/e'rf-
ritèdatasy c^concejjasy & fieri pojfe . Sed indulgentìasemptasy proutTapa n delia chiefa
communiter mittit quaftuarios fuos ad partes alienas y adextorquendum dena- Ca«oiica»
rios S.V'tri , qui communiter qucefiuarii emunt primo à Tapa ad extorquen-^
durnmajores fummas y & deinde pr^dicant dlas in partibusy in quibus eorum
qiixfius fieri debet ì quòd ilU indulgenti^ non funt indulgenti^ t fed abufiones
indulgenti arum , Così gli Atti : ma li Padri non conliderato il primo buo- sua condanna.
no f:à tanto male luiieguente procederono alla condanna formale , che fu
pronuntiata, e ftefa in quello tenore : [e] Sanala Synodus eundem Hiero- e in tCUs apud
nymum palmitem putridum , aridum , in vite non manentem , foras mitten- J-^,"* """• ^'*^^*
dum decernity ipfumque hareticum y & in b^refimrelapfumy excommunica-
tum, aaathemati'^atum pronuntiaty &declaraty atque damnat : ecosìcon-^
dannato, fu Girolamo di Praga da' Padri confegnato al braccio Secolare* ^^.^ o Mai,
che ne prefedi lui [d] in quell' ifteflb giorno il meritato caftigo del fuoco, ra lo^^'nn.^i'ieT
Nelcondurfialluoqodel fupplicio, interrogato da un'amico : [^ 1 ^"'^ "• po^''"'/'''»''"''
entiret de Sacramento f ad alta voce egli rifpoie, Snatura panem : in con- dnm ^r<t. pug,
fecratione, & pofi, verum Cbrilìi Corpus, &reliqua fecundùm fidemicrc- ''^'
I^1| c morte a
NI A^lll. piicandogli Lin altro degli adanti , M qui ajunt , te dixijje , pojl confe-
crationem remanere panem, Q2,h (onid^ndo di luiovo nfpok , Cum ad Va-'
/o.xi///.""""*./^^^^'^ rm^«er, remanet paais . [a] Tandem y foggiunge il Niemio 3 ipfe
Hieronymus dignis digna recipierii , hìc firuliter condemnatus de harefì , &
etiam curia f^eculart traditus , & ipfo die, qui fuitS abbati ^o. MenfisMaji
bora lo.fpiritum igne combujius mifer efjiavit : & dum ligatus diueretur ad
mortem, cantavit publicè SymboUm , videlicet : Credo in unum Deum &c.
licèt tarde j & concinne loquebatury quoitfque decejjit , fed os ad loquendum
fotmt aperir e i objìinatiffìmus in pradi6ìis fuiserroribus, invita, & in mor-
te , pYàìfumptione diabolica , & damnabilt perfeverans, Un'Heretico Au-
tor del Libro intitolato de beilo Hufjicico, riferifce che nell'atto, incili fu
legatoGirolamoalPalo, rivolto al popolo , così ad alta voce egh dicef-
fe. Ad jujiiffimum Jcfu Chrifìi Tribunal appello, ut cerne fimo ab^h ine anno
mihiadhjecrefpondeatis; alludendo egli tbrfe al detto dall'Hns, che parve,
chepreiagiirelaHerelìa, ch'india cent'anni furfe di Lutero : ma dique-
fk) vaticinio, liccome dell' altro da noi accennato nella morte deli'Hus,
non fanno alcuna menzione gli Autori contemporanei à quei fucceifi , on-
de non fol dabbiofa , ma falfa ne ripatiamo la tradizione . Che il Pragenfe ,
fìccomerHus, affettane coftanza in quella terribile forte di morte, fu ef-
fetto di fuperbia, e non ficurezza di cofcienza, che non mai può darli in
cuore refrattario allaChiefa, & oftinato nella Herelìai ella però fi refe
ammirabile una tanta intrepidezza a chi non ben' confiderà, quanto s'in-
gegna il Diavolo di haver' anch' elfo i fuoi martiri non fol con laurea d'in-
felice martirio, ma con pregio eziamdio di male impiegata magnanimità,.
b ?o?^uiFioii«.Uf\ stabat impavidus , dice elegantemente del Praffenferallesato Poggio,
^ Icrivendo ali Aretino, mtrepidus, mortem non contemnens jolum , fed ap-
petens , ut alterum Catonem dixifjes . Tsl^on laudo , fi quid adverfus Ecclefia
injìituta fentiebat : do&rinam admiror rerum plurirnarum , fciemiam , elo-
quentiam , dicendi fuavitatem , & argutiam refpondendt . Sed vereor , ne
h£c omnia in pefiem fuam fibi fuerint à natura cóncejja, Datum deinde fpa-
tium poenitendi biduo. Multi ad eum accedere viri eruditiffimi, ut ipfum à
fententia fua dtmoverent : inter quos Cardinalis Florentinus eum adiit , ut
eum fle6leretadre£Ìamviam ; fed eum pertinacia! in erroribus perfeveraret ,
per Concilium barefis damnattis eji , & igne combufius . Jucimda fronte , (j7-
alacri vultu ad exitum fuum accefjit; non ignem expavit , non tormenti ge-
nus, non mortis. l^ullus unquarn Stoicorum tam confianti animo, tam forti
mortem perpejjus , quàm ipfe appetiifk videtur . Cum veniffet ad locum
mortis, fé ipfum exuit vejìimentis : tum procumbens flexis geni bus, venera-
tus palum , ad quem ligatus fuit , primàm funibus madentibus cum catena,
nudus ad palum conJìriÙus fuit : lignademde circumpoftta pectore tenus , non
minufcula, fed grofja, paleis inter je5iis : tum fiamma adhibita, e anere cce-
pitHymnumquemdam, quem fumus, & ignisvix mterrupit. Hoc maximum
conjiantis animi fignum , cum Licior ignem poft tergum injicere vellet , ne id
riderei, Huc , inquit, accede, & in confpeBu accende ignem, fi enim illum
tmuifiem , nunquam ad hunc locum , quem effugiendt facultas erat , acceffif-
jem . Hoc mudo vir ( pneter fidem ) egregius eji confumptus . Vidi hunc exi-
tum, fingulos a6ius infpexi. Stve perfidia , five pertinacia id egerit ; ceriè
ex Thilofophice fchola interitum viri defcnpfifies . Così il Poggio ripigliato
4air Aretino di troppa laude ad un perfido Herefiarca, refcrivendoalui:
T^dius
Capitolo IV. 59 GiovAN-
fa]"Nudius tertìus exemplum habuìmus litterarum tuarum à Barbaro mif ^^ AaIU.
fum de Hieronymi fupplicio ; quarum elegantum yaldè probo : tu illi tarnen ]\turatro^iHm
plus tribuere rider is, quàm ego vellem ^ et fi judicium tuum Japè purgas... p/orentin. epi/foi.
Ego cautms hifce de rebus fcribendum puto . Soggiunge [b\ Enea Silvio ''^'È-neas suvius
defcrivendo la morte dell' Hus, e del Pragenfe , Vertulerunt ambo con- "» "'fi' ^<>^*^-
ftanti animo necem , & quajt ad eptdas invitati y ad incendium properamnt , "*^' ^ '
nullam emittcntes vuem^ qu£ miferi animi pofìet facere indicmm . ubi ar-
dere cceperunt , Hymnum cecmere , quem vix fiamma , & fragor ignis in-
tercipere potuit. ISlemo Thilofophorum tam forti animo mortem per tuli ffe
traditur, quàm tjii incendium , onde mgegnofamente della Cittd di Co- ^ -, j . ^.^
fìanza cosi IcrifTe il Niemio, [e] Sic ipfa Conjìantia fa&a eji hoc tempo- 'L.us'lnfua loln.
re quoddam Turgatorium perverforum . Furono le ceneri del Pragenfe git- xxiii.
tate nel Rheno, come quelle dell' Hus, e poca parte di effe framirchia-
te con terra raccolte dagli Muffiti, e da effi trafportate con gran folen-
nità nella Cappella di Bethelem in Praga, che da quel tempo eglino de-
nominarono la Cappella de' martiri, celebrandovi con pompa l'anniver-
fario ogni anno della loro morte. ^
Né tralafciar dobbiamo di riferire in quefto luogo la condanna fatta [d] ■'' '^'
dal Concilio di alcune propofizioni hereticali, infinuatenelChriftianefimo ^ ^.^^^ mrfDfei-
da alcuni [e] Vvicclellifti , e divulgate poi ampiamente perla Francia da \ìhs Lnift! vvic-
Gio: Petit nella congiuntura, forma, emodo, chefoggiungiamo. Pe^^s t'if^,*^!, j^^e„a-
note inimicizie [/] tra Gio: Duca di Borgogna, e Ludovico Duca di Or- um '<//' vr/ìnis
leans fratello del Re Carlo VI. di Francia, e Zio refpettivamente del fo- rf'!'^- "^'"l^"-""
praccennato Duca Gio: ardendo m un Mare di difienzioni la Francia, e per conjamia con-
grazia del Cielo finalmente feguirane la riconciliazione in publicaChiefa, ri'''Vdd!'bro'^di
dove ambedue que' Regii Principi in dimoftrazione di reciproca amifti G'o:Petu, eno-
[g'] riceverono unicamente la SantiffimaCommunionej nulladimeno due [li^cc^flb' ''"""^
giorni doppo la giurata fede , il Duca di Borgogna con inopinato tradimen- g du io. Novtm.
toha^'endo fatto barbaramente da Sicarii uccidere il Zio, fé ne fuggi in '"■" ""-'-to?-
Fiandra, con pompa di confeiTione di eifer'effoftato l'Autore di un' tanto
Patricidio. Gio: Petit nativo della Normandia, Theologo nell'Accade-
mia di Parigi (quale malamente alcuni [/)Jaffer;fcono Francefcano, altri h vide io. i»ye-
Domjnicano)huomo laico, e di animo venale, con horribilesfacciataggi- "hdZ-. ' ^''■^""^
ne fi accinfe a difendere la fceleraggine del Borgognone , perfeguitando ef-
folafama del dehinto Duca di Orleans molto più crudelmente di quello ,
che ne foffe lì:ato il corpo trafitto da' pugnali ; egli dille , & in efecrando li-
bro ripofe il detto in ifcritto, ed mtitolonneil tv attsizo J ufi ificat io Ducis
Burgundi^, in cui troppo ingegnoffi di provare con otto ?//o»2f«^/, ch'egli
chiamò verità , QuiUbet Tyrannus potcft , & debct licite 3" meritorie occi-
di per quemcumque Fajjallum fuum , vel fubditum , etiam per clanculares
infidias, & fubtiles blanditiasy vel adulationesy nonobftantequocumque pr£-
fìito juramentOy feu confcederatione fa^is cum eo y nonexpe&ata ftiitenriaj
■pel mandato judicis cujufcumque . Mudai fatto del Borgognone, e dal det-
to di Gio: Petit fi accefero i corpi, e gli animi della Francia in così efizia-
le incendio di turbolenze, ediguerre, che per effer' elleno ben note agii
eruditi , bafta a noi l'efclamare con il Clemangio , che i lungo piange gl'ìn-
fortunii della Francia., [i] Et mirar i debet aliquis y fi Chrifii defertores ' Mcoiaits ci,.
Cbrijìus deferuit ? quo deferente cun6ìa fuper nos violenti torrentis impetu &'%ZtìÌ7/'lH-
undique mala inundaverunt , ut a pianta pedis ufque ad fumnium -per- ftititcx.
ticem
GiovAN- ^Q Secolo XV*
^^ AXlll. tìcemtfixaliquafit in nobis fanitas reliSla, Undeenm^egemnojirum fuàptf
natura clementifimum , & optimum ita flagellatum credimus ^ unde tantam
mafculinam ejus progeniem extin6lam , ut jam propè necejjarium ftt ad exter-
nos jura Corona devolvi ? unde nojìrorum exercituum quondam invi6lorum co-
ram exiguts hojimm copiis fugaturpis , & contrit io ^ unde omnium fere nojìro-
rum principum, tantxque nobilitatis, autmors, aut ignominiofa captivitas i
unde pratereà ab alienis tantaregni occupatio i unde a nojìris cohortibus regni
univerfi per rapinas horrenda , atque inaudita depopulatio f unde pojìremò ,
ut fontem malorum aperiam , bella inter nos tam cruddia , tam inipia ,
tamque infaufla ? nifi prvpter execrabilia , Deoque ulteriùs imponabilia ,
qua inter nos regnant [celerà, qua necefie ejì, ut nos mature , ni(ì aliterob-
fiftamus, in capitale, atque irreparabile demergant exitium. Così egli : mi
a noi appartiene non il piangere, ma il defcrivere i fucceiii. Gli orrendi
Notiiia , e qua- momenti dunque dei Petit , i quali per fette anni rimafcro fciiza cenfura,
{oL^^ ^'°'^^''" appoggiati, e foftenuti dalla potenza del Duca di Borgogna , morto il
Petit, che ne fiì l'Autore, e dalle armi , & editti Regii perfeguitato a
morte il Borgognone , che n'era il Protettore, giunfero finalmente fotto
il torchio della Ecclcfiaftica cenfura, e dal Vefcovo di Parigi Gerardo de
Montaign, e da Gio:Polet Inquifìtor'Domenicanoin quel Regno furo-
i^fe»fe Fehua- no cgliuo folcnnemente [a] condannati. Promotore della cenfura, e
ru 4««.i4i4. (jella' condanna fii il celebre Gio: Charlier fopranominato Gerfone dal no-
b 14. Decemhù mc di un' Villaggio della Dioccfi di Rhems vicino à Rhetel, ov'egli [b]
ninnai, nacque, e d'onde portatofi allo ftudio di Parigi ne divenne poi graduato
in Theologia , Cancelliere della Univerfità , e Canonico della Chiefa ? fpe-
dito quindi dal Re fuo Ambafciadore al Concilio di Coflanza, nel quale
acremente egli combattè l'errore del Petit, procurandone, comeìi di-
rà , la condanna ; onde avvenne , che per evitar lo fdegno indomito del
Duca di Borgogna, egli nella Germania fi ritirafle, fuggendo colà in ha-
bitodi Pellegrino, non eflendogli permeilo, fé non doppo molto tem-
po, far ritorno in Lione, nella qual Città finalmente in età di fe0antafei
e 12. iftnii 4-r. ^""^ terminò [e] i fuoi giorni con laude , e pregio di gran Dottore . Hor*
»459.' " * dunque il Gerfone eftratti dal libro del Petit gli otto accennati momenti
in quefto tenore li efpofe al Vefcovo, & all'Inquifitore per riceverne,
à Hcs lecere ef} comt{es,uì, la prima coudanna , [d] Licitum eft unicuique fubdito , abfque
ffH'! pag^^op!""" quocumque pn&cepto, vel mandato, fecundùm Leges naturalem, moralem ,
& divinam, occidere, vel occidi facere quemlibet Tyrannum, qui per citpi-
ditatem, fraudem, vel malum ingenmm , machinatur contra falutem corpo-
ralem I{egis fui , & Supertorum omnium , prò auferendo fihi fuam nobìlifji-
mam , & altiffimam domwationem : nedum licitum , fed honorabile , & me-
YÌtorium, maxime quando e fi potentiatant^e , qiiòd ^ujiitia non potejibono mo-
do fieri per Superiorem . Fiicenfurataqueftapropofizione f^«^»^w erronea
m fide, e^ moribus : ììiultipUciter fcandalofa. 2. Leges naturalis, moralis,
.& divina, au^lorìT^nt unumquemque fubditum de occidendo, vel occidt fa-
ciendo di6ium Tyrannum . La cenfura ne fu , Erronea in fide , &moribus; ac
Icgibus naturali , morali, & divimeinjuricfa* ^. Licitum efl unicuique fubdi-
10, honorabile, ^mcritorium occidere, vel occidi facere fupr a nominatum
Tyrannum proditorem, & infidelem jiioP\tgi, & fuprcmo Domino , per ex-
pìorationes , & infidias. Et eft propria mors qua dcbent mori Tyranm. Et
efi licitum diffmulare , & fikre vohtntatem fuam de fw f adendo, Fii ripro-
vata
I
Capitolo IV. $1 Gì O VA NT-
vàtà come falfa, erronea, e fcandalofa. ^. Jus efl, ratio , & tequitas , ^^ XXlIIi
quòd omnis Tyrannus occidatur per exploratioms , &infidias, & efi propria
mors , qua mori debent Tyranni , & Infideles . Fiì cenfurata tanquam erro-
nea , crudeli! , & impia. 5. llle , qui occidit , vel oc cidi facit Tyrannum
modis pr£di&is , non deb et de di quo repr ebendi , & B^x non debet folum
effe contentus, [ed debet habere faUum acceptabile, & auclorÌT^re , quan-
tum opus , -pel neccjjitas effet . Propofizione erronea in fide , & moribus ,
ac B^cgiie dominationi ÌHJuriofa . 6. I\cx debet premiare , vel remunerare il-
lumy qui occidit modo, qui dióius efi, vel occidi facit Tyrannum fupra no-
minatum y in tribus rebus, [cilicet in operibus , honoribus , divitiis -, exem-
pio remunerationum fa&arum S. Michaeli yìrchangelo prò expulfione Lucife-
ri à Pregno Taradiji, & Thinees prò occifione Ducis Zambri. Fiì ella cenfu-
rata, come fopra , con l'aggiunta di Scandalo/a. 7. P^x debet plus ama-
re, quàm priàs, illum, qui occidit, vel occidt facitTyrannum fupranomina-^
tum modis fupra di6iis : & debet faccre pr.-cdicari fuam fidem , Cr bonarti
fidelitatem fuam per B^gnum fuumj <& extra ficere public ari per literas 1
cenfurata come le due precedenti. 8. Littera occidit, Spiritus autem vivi-
ficai, hoc efi dicere , quòd femper fenfum literalem fervare in Scriptura Sa-
cra , e(ì occidere animam fuam ( Efpofizione diftorta, & erronea. ) In
cafu focietatis , muramenti , promiffionis , feu confcederationis fa6iarum ab
uno milite ad alterum , quocumque modo illud fiat , aut fieri poffit , fi con-
tingati quòd illud vertatur in prajudicium unius promittentmm ad confcede-
rationem , fponfoi fua , aut fuorum liberorum , ipfe de nullo tenetur eas ob-
fervare. Hoc probatur ex ordine charitatis , quo quilibet tenetur feipfum
plus dilìgere , quàm uxorem , & liberos . Proporzione ripigliata > come ':
Falfa , erronea , jcditiofa , &• perjurìo viam pr.tbens .
Cosile otto propofìzioni del Petit, alle quali incontanente fcgui in que-
llo tenore la condanna, l^os Girardus, miferatione divina Varificnfis Epi^
fcopus , (Cìr Fr.Joannes Toleti Ordmis FF. Tradicatorum Sacra Theologi^
Tr afe fior, Inquifitor h^retic^ pravitatis in I{egno Francia, au5loritate ^po-
flolica deputatus &c. Evocato vocibus npetitts Magifirorum , ^ Liccntiato-
Yumin TheologiaTarifiìs exiftentium , & alìorum peritorum faluberrimo, fa-
pientiffimoque Concilio , diu , multumque deliberantium , Chrifii nomine in-
vocato , ad ejus laudem , gloriam , & honorem , ac fidei exaltationem , de- •
crevimus , & decernimus per prafentes , quòd antediBa propofuio Magiftri
JoannisTerit in fefe, & fuisafiertionibus principaliterintentis, &ineacon-
tentis , ac in proceffu latiùs declaratis , efi abolenda , atque damnanda tam-
quam erronea in fide, & boms moribus, acmultiplic iter fcandalofa, & eam
ficabolemus, & damnamus, & cremandam folemniter decernimus, crema-
rique pracipimus , ac jubemus. Monentesomnes fubditosnoflros, cujufcum-
que flatus , gradus , ordints , conditionis , aut praeminentia exifiant , pri-
mo, fecundò, tertiò, ac una canonica monitione prò omnibus , fub pcenaeX'
communicationis , quaipfos in his fcriptis ferimus, nifi fecerint , quod man-
damus, ut ipfi infra fex dies, pofìquam prxfentesadeorum pervenerint noti-
tiam, quorum [ex dierum , duos prò primo, duo s prò fecundo , & reliquos
duos prò tertio , ^ & peremptorio termino ajfignamus eis , fi quos haberent penes
fequaternos hujufmodi propofitionem in fé continente s, nobis afferant , feu af-
ferri faciant ,. ut de eis difpcnerevaleamus juxta, & fecundùm formam , &
modum nofirA condemnationis hujufmodi . Jnhibentes nihilominùs , & interdi-
centes
GiovAN- ^2, Secolo XV*
^I XXlll. c^m^s omnibus i & fìngulìs fuprà dìBis, fuh eifdemy nedsìnceps quifquani
ipfomm audeat » pradi^am propofttionem ajferere , predicare , publicare ,
de fendere , feu dogmati'2(are publicè , vel occulte . ^^ò^ ft quis audierit ,
rei fciverit aliquem in hac parte culpabiUm , nobis infra o£fo dies, vel Can-
cellarlo Tarifienfij denuntiare teneatur . Datum , & a£ìum in ^ula Epifco-
paliTarifìenJìy anno ejufdem Domini 14.13. fecundùm moremy & confuetu-
dinem Gallicana Ecclefix , indiBione 7. Tontijìcatus SanBifjìmi in Cbrijìo
Tatris , C^ Domini no/tri Joannis divina providentia Tapa XXIII. anno
a i^.Fetrnar.A». quarto . Piiblicata [a] neir accennato tenore la fentenza contro gli arti-
b^'^^arhus San ^^^^ ^^^ Pctìt, fcgùì [b] in Parigi la conflagrazione di effi. Ma propo-
dhnyìanmtn viTa Hendone il Gerfone più ftrepitofa , autorevole , e publica la condanna
^/l!'^/'t^i^c7 "^^ Concilio di Coftanza, non oftanti le forti oppofizioni dell' oftinato
iij/^'iV."^ Borgognone, che mille arti tentò per evitarne l'obbrobrio, li Padri con
favia economia procederono al Decreto, tacendone il nome dell'Auto-
re, e del Libro , ma condannandone la pefìiilente dottrina con quefìo
Decreto , acciò la queftione del fuccelTo intempeftivamente promofia
non eccitalfe nuove turbolenze, e con honefto filenzio qualche cofa (ì
e SejT. 1$. Condì, condonale al Regio nome di un Duca di Borgogna : [e] Hac San6iu Sy-
ctnjtant. nodus pofihabitadeliberatione matura declarat, decernit-, &■ definit Jmjufmo-
di doólrinam erroneam effe in fide, & monbus, ipfamque tamquam b£reti'
cara , fcandalofam , & ad fraudes , deceptiones , mcnda£Ìa , proditiones ,
perjuria , vias dantem , reprobat , & condemnat . DecUrat mfuper , decer-
mi y & definii, quòd pertinaciter do6ìrinam hanc per?iiciofì(fimam afferente!,
fum h<xr etici, & tanquam tales juxta Canonicas fan&wnes pUniendi. Così
gli errori del Petit , e le loro replicate condanne.
o'^^^'xSli'^^dai ^^ intanto nella duodecima feiTione del Concilio per le note ragio-
Poncificato.' ^ nì del grande fcifma nel Pontificato [d] Romano , fu da' Padri depofto
d Diqtt'ftAmau^ dalla Sede Pontificia Giovanni XXIlI. Ecclefiaftico chiamato prima fé]
M^mentlTnoii da Lconardo Aretino, e poi da [/] S.Antonino , Vir quidem in tempo-
PontificarUjMar^ y^Hl^^fg magnus , ìn fpiritualibus nullus omninò , atque ineptus : onde avven-
\'éri^;'JtT" conct ne , come ben pondera il Bellarmino , che folfegli da' malevoli finiftra-
iio di coftanz.a . .-ppnte incolpato , eum [?! non credere vitam futuram , & carnis refurre-
in Hifl. rerum Ita- ^ìoncM . M fcjfione duodccima , ioggiunge il citato Bellarmino, recitatur
T'&^ntonm ì P. fcntcntia definitiva Concilii Conjìantienfis contra Joanntm Tapam, & brevi-
th.iì.c.6. ' ter recenfentur caufce damnationis , & depofttioms ejus : nulla autem mentio
l^.7fT{om!'plttù erroris, aut Harefeos fit. Quod certe efl argumentum evidens , non potuifie
€.14. ' probari, quod Joanni Tap^e fuerat obje£ÌMm circa harefes. Si enim id pro-
bari potutfiet , debuijfet primo loco recenferi inter caufas damnationis , cum
nulla fit juftior cauja judicandi Tortificem , quàm nota Harcjeos -, imo nul-
la ftt alia caufa , ab quam judicari me queat : anzi le tal cofa mai avvenif-
fe, non farebbe il Papa da^alcun Concilio giudicato, ma dichiarato de-
caduto ipfo faBo dal Pontificato : eifendoche la primaSede non è giam-
mai da alcuno giudicata , ed è fuperiore il Papa ad ogni Concilio , co-
me apprello diremo nel futuro Pontificato .
C A"
63
CAPITOLO V.
Martino Quinto Romano , creato Pontefice
li II. Novembre 1417.
Creazione di Af urtino ^into , e fm elogio . Confermazio'
ne Pontificia degli atti Conciliari di Cmanza . 'Ripro'va-
Tjtone della opinione ■> che il Concilio fia (opra il Papa .
Operazioni , zelo , ^olle -, ^ armi di Martino ^into
contro li Fraticelli ■> e Simoniaci . Errori , e condanna
del Serurario. Errori , e condanna del Grabon. Affari
d^ Inghilterra , e premuro fé applicazioni del Pontefice con-
tro gli Heretici di quel T^no . 'Evoluzione , e total per-
^erfione della 'Bohemia , d^ horribili attentati degli Huf
fitti : rifoluzjoni , ^ opere del Pontefice . Morte del 2^
Vk^enceslao di 'Bohemia . Saccheggiamenti , e barbarie
degli Muffiti . Calliflini , e Th aboriti i e differenza di
quefle due fette . Gio'vanni ^iska capo de' Thaboriti , &
fiue ree qualità. De frizione del Caftello Thabor de* Tha-
boriti , e del Caflello Oreb degli Ore bit i , e del Cafiello
Sion de* Stoniti. Affé dio , e prefa di Praga : cruciata de*
Cattolici , e loro infiaufla moffa : baldanza delle armi de-
gli Heretici in quel Éegno , Setta de' nuo^i Adamiti , e
loro efecrabili fceleratezze - Nuo%fe , e fubalterne Sette
de' V^iccleffifti in Inghilterra , e loro nuo'vi errori , e de
Deifli in Francia. Sinodo di Saltz^burg , e condanna de-
gli Muffiti . Nuo^o bandimento di cruciata , e nuo^i pro-
redìmenti Pontificii contro gli Muffiti . Aiorte del Zis\a .
Cofianza del Pontefice • Sinifìri a<vrenimenti degli eferci-
ti Cattolici . Procopio nuo^vo condottiere de' Thaboriti .
Setta degli Orfani , e deflazione de' 2{egni Cattolici del-
la Bohemia , Germania , <!9^ Ungaria . Morte di Mar-
tino ^into , e ripro'va di calunnia oppofiagli.
Dun-
MaRTINO'
Martino
V.
64
a Stff. 41.
Affunzionc al
Pontificato di
Martino V, e fuo
elogio.
b Bì.iv'ius in an-
nal. ìnan, i. Mar-
tini V,
e In infcriptione
ftpulchrali in Bafi-
lieo, LaìtTAnenfi .
d ^nn. 1418,
e In BullAr. in
Mart. V.Confitt.i,
furagr, 2,
Secolo XV.
Unquc efauttorati, e depofli dal Concilio di Coflanza Be-
nedetto Decimoterzo , e Giovanni Vigefimoterzo , e ri-
nunziando volontariamente il Papato Gregorio Duodeci-
cimo j fu da' Padri inalzato [ ^ ] al Pontificato con applau-
fo commune di tutto il Chriftianefimo il Cardinale Odo-
ne Colonna , Ecclefiafti co giudicato meritevole di quel
pofto, anche da un Mondo cotanto divilo, e diftratto nella oftinazio-
ne dello fcifma , e nella parzialità delle perfone. Era egli flato in gra-
zia del popolo Romano promoffo al Cardinalato da Innocenzo Setti-
mo, era intervenuto in Pifa alla elezzione di Aleflandro Quinto , & in
Bologna a quella di Giovanni Vigefimoterzo, fotto il qual Pontefice ha-
veva egregiamente efercitate in malagevoliflimi tempi le Legazioni del Pa-
trimonio di S.Pietro, nella Tofcana, Umbria, e Sabina, e che allora
nel Concilio di Coftanza fi era diportato con un mirto tale di avvedutezza
civile, edizeloApoftolico, che fu ammirato da tutti, come unico Con-
ciliatore delle difcordie , & amato come Padre da tutto il ChriiUanefimo ,
anche prima che ne divenilfe. Non era egli ancora [/?] Sacerdote, quando
fu alTunto al Pontificato , e de tjus creationd dice degnamente il Platina,
tanta fuit omnium Utitia, ut pr<£ gaudio vìx loquihomines pofìem. Effufus
nimio gaudio Imperator , nullo hahito dignitatis jua di/crimine , Conciarie
ingrefjus gratias omnibus egit, qui tantum virnm^ & tam neceffartum B^i-
publiae Chrifliame propè extin£Ì£ ddegifient : & ante Tontìficem ^rofira-
tus, cum fumma yener attorie ejus pedes exofculatus ejì; quem cantra Tonti-
fex amplexusy non fecùs ac fratrcm in pretio habuity eique gratias egit y
quòd fua opera , & induflria pax tandem Ecclefu reddita ejjet. ^Ad hunc
honoris apicem tum catene virtutes , tum eximia precipue moderatio ipfum
extulere . Islam cum in Conventu Conftantienfi multa inutramque partem al'
tcrcationes haberentur propter divcrja fa&ionum ftudia, ipfe medium quod-
dam tenuit, quo in alterutram partem inclinare nullomodo videbatur, com-
muni utilitati femper confulens. In confultationibus autem mira prudenti^
•pir ejt habitus . l<lam , <jr q^id agcndum , & quid vitandum ejjet , jiatim
re propofita acutijjimè dijudicabat . Brevis in dicendo , cautior in agendo ,
adeò ut priùs rem fa^ìam cerner ent homines, quàm ab eo excogitatam pu-
tarent, Ejus autem jermo pknus fententiis erat. Ex ore ejus nullum ver-
bum tam crebro , quàm jujlitia nomen prodibat . ^d juos perjapc con-
yerjus, maxime ad eos, qui Trovmciasy & Civitates gubcrnabant ^ hisvo-
cibus utebatur 3 Diligite juftitiam , qui judicatis terram. Indigebat tum
profezìa tali Tontijice Ecclefia Dei , qui i^aviculam Tetri fchijmatis , &
omnium feditionum jlu^ibus quajjatam redigere in portum falutis guberna-
culo admotus jciret, ac poijit. Così il Platina, onde meritevolmente da
tutte le lingue delle nazioni Chriftiane fa Martino Quinto con una foi
voce chiamato, [e] Temporum fuorum felicitas. Prefiedè egli dunque
alle altre quattro feiiioni termine del [d] Concilio , che era durato
quattr'anni, e fei mefi, e nella ultima, che fu la 45. furono in tal forma
condannate l'Herefie : [e] Ceneralis Conjiantienjis Synodits tantarri jide-
lìum , & fidei Orthodoxa plagam , & ruinam videns , ad Ommpotentis
Dei gloriam , ipjiufque Cathoùca Fidei , ac Chrijìiana B^ligionis conferva-
tionem , augmmtum , & animarum falutem , & prajervationem , eof-
dem
Capitolo V. 6$ Martino
demJoanncmyFicdejf, &Joannem Hus, & Hieronymnm, qui ìnter actera c„ndaXefu!m<.
de Sacro Eucharilìia Sacramento y & alìis Sacramcritis Ecclefu , & articults. n.,teneiconciiió
jìdeii aliter quàm Sanala Romana Ecclefìa credit y &tenet, &pr abdicai y c^* '*^C'^*"z«-
docet, quamplttrima temere y & damnabiliter credere y ac tenere y pr medicare ,
atque docere peninaciter attentabant , velut hareticos , & pertmacesy ac
objiinatos jam à communìone fidelium feparatos , de ì>Qmo Dei corporaliter
ejecity & fpiritualiter ejeóìos declaravit. Così li Padri. Approvonne poi n /„ buiu anfir-
il nuovo Pontefice, econfermonnegliatti, hìXÌconciliariterinmateria[a^ matoria concini^
fidei-y il che quo fenfu fit intelligendum , foggiiinge in qiiefto luogo un mo- lZitYZ%sTo£,
derno [ b] Autovcy feqttentidijjertationeexponemus . En'efponeegliilfenfo ^ Nat.^ux.s^c.
in una diiiertazione, che nell'ordine di effe fi è la quarta, ma nella lun- '^"p-SeVazfc
ghezzaiìpuò dir la prima, in cui difFufamente pondera le parole, e'ifenfo JeirAutore,feii
della quarta, e quinta Seffione del menzionato Concilio, e da effe poi nPapV? *^ °^"
deduce la ricantata concluilone, [c]Sicincfie ylpoflolic-cSediy acTetriSuc- ^ n^^^'^i^Wcrt,^,
cefioribus Chrijii Vtcariis rerum [piritualium plenam poteftatemy utftmul va- "'^'''""P'^'
leanty atqiie immota conftfiant Sacra OecumentcaSynodiConflantienfts àSede
jipojìolica comprobatay ipfoque I\pmanorum Tonti ficum, ac totius Ecclefìa
uju confirmata , atque ab Ecclefta Gallicana perpetua religione cufiodita Decre-
ta de ^dudoYÌtate Conciiiorum Ccneralium , qu£ Sejfìone quarta y & quinta
continemur: l^c probari à Gallicana Ecclefia, quieorum Decretorum, qua-
fidubuftntau5ioritatis, ac minusapprobataj robur infrmgant y autadfolum
fchifmatistempusConciUtdi6ladetorqueant . Così il Natale : e le parole del-
leaiiegate Semoni, nelle quali egli ftabilifce il fuo argomento, fono le te-
gnenti : [d'I Q^iodipfa Synodus in Spiritu Sanalo legitimè congregata y Gene- à ftjf.^, ,\
vale Conciliumfaciens , Ecclefiam Catholicam Militantem reprafcntans , pote-
ftatem à Chrijìo immediate habet y cui quilibetcujufcumque flatus y veldigni-
tatisy etiamfi Tapalis exijìat, obedire tenetur in bis , qu£ pertinent ad^Fì-
deMy & extirpationem di6ìi Schifmatis, c^' reformationemgeneralem Ecole-
fi£ Dei in capite , & in membris , e , [ e ] Concilium Generale Ecclefiam Ca- e fef. $,
tholicam repr^fentam , poteflatem d Chriflo immediate habere y cui quilibet
cujufcumquc flatus vel digmtatiSy etiamfi Tapalis exiflat, obedire tenetur in
hiSy qua pertinent ad Fidem y & extirpationem fchifmatisy & reformationem
Ecclefia m capite, &in membris. E quefte fono le parole delie dueSefllo-
ni , e quella la conclufione , che da effe inferifceil citato Natale Alexandro ,
eruttala Scuola di Parigi, aderendo l' opinione del Co«ci//o /opr^z il Tapa
nelle materie di fede y [f]non ut dogma fìdei, fed ut probabiliorem y & Scrip- f Kat.^AUx.iUd.
tura Sacra y actraditionimagisconfonam.
Noi nel ribattere quefta opinione nuova nel Mondo, anzi nuova nella
iftefìa Scuoia di Parigi, eflendo che per quattordici fecoli non mai agitoflì
nella Chiefa tal queitione , e di efia fol cominciolfene a parlare con l'occa-
lìone del grande Scifma d' Occidente , che pur' hora brevemente habbiamo
più tolto indicato, che defcritto , [^Jciferviremodegl'ifteffi argomenti, ^ ^J'/^^^c-'/- ?.t.
che CI vengono propofti , ò per dir meglio oppofti , cioè del fenfo vero del- j/.X" ^it
le parole bene ilpiegate del Concilio, delfentimento dellaScrittura, e del '»'ne£uge'>r>Lo^.'.
confentimento della tradizione, e ne riferiremo in brevi, e femplici pe- ^'"■'^'''■^•'■^•^'
riodi prove efficaciilìme contro gli affertori della contraria fentenza , e ciò
da Hillorici più torto, che da Polemici, indagatori del vero , ch'è l'unico
hne dell Hiftoria , e che folo è l' Hiftoria .
E primieramente notar fi deve ciò , che accuratamente ha rinvenuto
Tomo IV, E lidi-
Martino ^^ Secolo XV.
^' [^]ildiligentiflìnioScheleftrac, che nel contenuto della riferita Se filo ne
)}r!i7o''bi'''tib!^laa quarta quelle parole u^(/^Ww2, e, ^dreformattonem generalem Eccleft<;e Dei
conjìunt. Condì. e. jfi capite , & mcmbrìs y fi rapportano folamente nella Edizione Colonienfe di
b //« r-^Jif/!^^ Pietro Crabbe , [/»] feguitatapofciadal Labbè , e da' compilatori fuffe-
fut: an. i;j8, quenti de' Concilii, ma non già nell' Edizioni anteriori al Crabbe , e confe-
guentemente più proflìme alla celebrazione del Concilio Coftanzienfe, e
necclìariamente di teftimonianza pili valevole del fenfo, e delle parole di
que' Padri. Qual verità à lungo prova il fopracitato Scheleftrat, il quale
inferifce adulterato il tenore della Seffione , onde per ella nullamente com-
c De hac rev.de ptoviil l' iutcuto maliguo degli avvetfarii . La Seffione [e] quinta poi (fic-
card. Tur/^crc- cQme ancHc la quarta) ella è cotauto lontana dal poter' obligarei Fedeli al-
£cc7c/ja'p"Ji!mm. 1^ oiTcrvanza di eflfa per le ragioni , che foggiungonfi nell' allegato Scrittore,
d ^4nH3i^is. chel'ifteflb Martino Quinto eletto da quell' ifteflb Concilio emanò [rf]in-
contanente nella medefima Città di Coftanza in publico Conciftoro la Co-
{Hziizìon^ ^Ad perpetuam rei memoriam y nella quale, prefenti molti Padri
e Vide eh. Scie!, dcl Conciiio j alferì , [e]lSlullifasefiy àSupremoJudice y videlìcet^pojio-
c.i. infine. /^'^^^ Sede, fcu Etmano Tontifjcejefn Chrijìi Vicario in terris appellare , aut
illius judtcium tn caufis fidei ^ qua tamquam majores ad ipfum y & Sedem
»Apofiolicamdeferend£funt, declinare. Così egli, cioè quell' ifteflb Ponte-
l Ibidem. fice [/] abipjo Confi ami enfi Concilio ele^us, inConfifiorio publico Conflantia
habitOy ut Orbìs univerfus agnofceret. Decreta Seffìonis quinta de fuperiori-
tate Concila intelle^ia , nullatenus confirmata fuifìe à Martino V. , fed po-
tiusreje6la, & improbata. Quefte ragioni delloScheleftrat furono à lungo
g ^loyf.MaimL. coutradette [^ ] dalMaimbourg, ma conia folita infelicità, che Tempre
in tran. Hìftùrico fucccde à chi vuol opporfi al vero , ricevendo maggior difcredito il celi-
ai Sr.T/4-' ' iiiratore , che '1 cenfurato . Poiché lo Scheleftrat rifpofegli , corroborando
nella rifpofta il primiero fuo detto con nuove prove d' incontraftabili teftì*
monianze, cheNoitralafciamo, fol con accennarne il valore, per non di-
ftenderci nella relazione di una contefa non men lunga per la proliifità , che
h5.../.y?....,v,P"blica[/.] per le Stampe .. . , ^ . ' ,, , '
.appendice tra/fa- Ma auche fuppofto , che le riferite Seflioni non nano elleno adulterate ,
{"Hi'c^v'ìde'l'faie c fi coufeUì finceto il fenfo, e le parole di effe, con qual mai frafeconce-
Sacerdottum cnn- pirdoveva[i] li fuoi Decrcti uu Concilio, congregato principalmente, non
tum \ib. a.§. 16. p^j^ decider punti di Fede,mà per recider Io fcifma del Pontificato Romano,
ridotto oramaiinhorroreal Chriftianefimo, che vedeva fotto tré capi il
corpo della Chiefa, Benedetto, Gregorio, e Giovanni? Doveva forfè
egli decretare, che il Concilio folle foggetto al Papa, fei Papi erano tré,
enon bendifcernevafi, qualdieflì fofie il legitimo , e divifa nelle fue ado-
razioni la Chriftianità, moltiTheologi, eSanti, Regni, eRèubbidivano
aduno, ed altri agli altri? S'egli uniflìper deporrei Papi, come mai li
vuole , che ftabilir potefle la fuperiorità de' Papi ? Ed anche ammeffa la fua
fubordinazione ai Papi , à chi di efiì doveva egli prima fubordinarfi , fé
dal Concilio furono tutti e tré riconofciuti egualmente fofpetti , e dubbio-
fi^ Nelle materie neceffarie, come vienconfiderato il Papa nella Chiefa,
tanto fi è il negar la efiftenza di uno, quanto il dubitar della efiftenza di
tré: onde il Concilio di Coftanzacon avvedutezza fuperiore all'humana
in un' azione cotanto difficultofa operò con riflefli cosi ponderati, edilfc'
renti, che volle nel medefimo tempo con dueoppofte rifoluzioniricono-
fcere la fuperiorità del Papa foprail Concilio , e la fuperiorità del Concilio
fopra
Capitolo V. 6j Martino
fopraqiie' Pani, ed i Padri per congregarli attefero prima la difpofizionei ^ '
e r ordine dd Pontefice Giovanni^ qualunque egli (ì folle j òlegitimo , ò
dnbbiofo , e poi 1' intervenimento ancora de' Legati di Gregorio j e
di Benedetto , e porta in ficuro la loro fubordinazione all'oracolo del-
la prima Sede , quindi difcefeto all' altro punto di fubordinare al Con-
cilio le loro Perfone , in modo tale , che eglino venerarono altamente il
Pontificato in tré Papi, e nel medelìmo tempo efecrarono tiè Papi nel
Pontificato , e dichiararono quello fuperiore al Concilio , e quefìi in queir
horrendocafo di fcifma inferiori al Concilio; e come dividendo la dignità
dalle perfone , con diverfi riguardi , eflì Ci alToggettarono all' una , & aifog-
gettarono a fé le altre , falvando con tal economia il decoro infieme, e l' uti-
le della Chiefa Cattolica nella confidcrazione^ che fecero, di mantenere
incattalafuperioritàdel Papato, e di raffrenare la competenza viziofa dei
tré Papi. E che ciò fia verità confeffata da qiie'medefimi, chela contra-
ftano , dicafi , fé il Chriftianefimo unito iri Concilio riconofcevafi fuperiore
al Papa, perche attender dal Papà le lettere convocatorie, e décretorie
della unione? perche terminata la Seffione, (ofiFrirne la confermazione,
che ne fece Martino V. con dimezzarne la validità, approvando egli con
il fuo Oracolo gli articoli appartenenti alla Fede , e non i rimanenti Conci-
liari fpettanti ò alle perfone, ò ai fatti? Il Concilio indubitatamente attri-
buiti r autorità fopra i Papi allora viventi i ma non fopra il Papa : e fé fcif-
ma flato non foffe nella Chiefa di Dio i haverebb' egli certamente operato i
come gli altri Conciliii i quali non folamente non contraverterono con le
J^arole queflo punto, màrafferirono e cori le parole, e co' fatti, e fend
darà hor'hora chiara teftimonianza , quando addurremo la prova della
tradizione. Il cafo allora fihiuovo, e nuovo ancor' applicar lì doveva il
rimedio, & acciocché la novità non paffaffe in ufo, i Padri nella terza
SeUIonefpicgaronlì, QuòdifludSacYumConcilium nondebet diffolvi, neque
dijìolpitur ufque ad cxtirpationem pr^fcntis fchifmatis : nella quarta eglino
foggiunfero, QHÌlibet cujiifcumque flatus y vel dignitatis^ etiamft Tapalis ^
exiftat , obedire tenetur in bis , qui& pertment ad fidem , & extirpationem
diài fchifmatis : P ifteffo eglino replicano nella quinta , iilculcando fempte^
che tutta la loro intenzione era ài toglier quelprefcnte fcifma, per la cui
eftirpazione non poteva certamente procederli, fé non con autorità difpoti-
ca fopra i contumaci : e confeguentemente tolto di mezzo lo fcandalo della
fciilione, i Padri nella decimaquinta, e decimafettimafefiionerifervarono
pienamente al Papa, come à capo independente, la podeifà di difpenfare
ne'ftatuti del Concilio , e condannarono precifamente la propofìzione
dell' Hus, Vapa canonicèele&us non eflSucceJJor Tetri y nec habet in Ecdefta
fnpremam auàoritatem . Onde appare , che il Concilio (\ì Coftanza non fole
non oftò alia fuprema autorità del Ponteficefopra i Concihi, màconfer-
molla , per non rendere Acefali li^inodi feiiza la fuperiorirà de' Papi , com'
era Acefala allora la Chiefa per [oScifma di efii; oltre a che, come ben no-
tò r erudito [a] Scheleltrat , molte parole nelle fopracennate Sellioni , pre- « ^' ^y"'>d'> ^"f-
giudiciali all' autorità de' Papi, Girono inferite fra quegli atti dal conciliabo- ^'*'"'
lo, chefoggiungeremo, diBafilea.
Circa il fenfo poi della Sacra Scrittura, Noi ne tralafciamo ad altri la
difcuflìone, e per render ragione alnollro afTunto, fol qui ci aggrada di
Soggiungere, che i Padri non perche li ritrovano congregati in Sinodo,
E 2 laftiaiio
Martino ^g Secolo XK
^ • lafciano di efier nel numero di quelle Pecorelle, lacui cura Giesiì ChriAo
8/9.21. commefleà S.Pietro, quando gli diffe[(z]P<?/J:eC>37f^»2f^^, Confìrma[b]
b j.fie.22^ Pratresmos'y onde il dire, eh' cm nel Concilio fianofuperiori al Papa, è un
dire, che il Gregge guidi il Paftore, òche sbandato, e non congregato,
vada ramingo fenzaaffiftenza di direttore. Tutti sì Heretici, come Catto-
lici conveniamo, che la regola della Fede efler debba infallibile. Horfe il
Concilio èfopra il Papa, il Concilio egli elTer dovrebbe la regola infalli-
bile della Fede . Ma à ciò opponendoli la evidenza in contrario , cioè la
certa fcienza, che molti Concilii, comeilSardicenfe, e l'Efefino prodito-
rio, habbiano errato anche in materia di Fede, dunque da chi hi fior di
fennoincapo, devefi concludere, che non il Concilio, mi qualche altro
Maeftro , oltre al Concilio , elfere a noi debba regola certa di Fede. E quelli
altro dir non puoflì , che fia , che il Pontefice Romano , la cui approvazione
convalida il Concilio, enon il Concilioledecifioni dilui. Onde s'inferi-
fce , che dipendendo l' autorità , e valore de' Concilii dagli oracoli de' Papi ,
quefti debbano dirfi fuperiori a quegli, e non quelli a quefti. Et in fatti
Chrifto non dille agli Apoftoli, Rogavi prorobìs y ut non deficìatfides ve/ira;
c'jùidem» «1^ 3 S. Pietro folamente, [e] leggavi prò te y Tetre y ut non deficiat fides
tua . Il che dimoftra , che il dono della infallibilità , che tira feco
indivifibilmente quello della fuperiorità , egli è dono perfonale di
S. Pietro, ede'fuoi SuccefTori, e non degli Apoftoli, e de' loro Succef-
fori. Perloche meritevolmente Giulio Secondo nel Concilio Generale La-
ffjfX"^'^"^*'''^' teranenfe Quinto fi eflefe nell' Oracolo di queftoDecreto [ d ] Solum l{gma-
tìum Tontificem prò tempore exiflentem , tanquam auBorìtatem fuper omnia
Concilia habentem , Conciliorum indicendorum , transfer endorum , ac difiol-
yendorum plenum jiis , ac poteflatem habeve , nedum è Sacra Scriptum tejìi-
monio , dibis Sanèiorum Tatrum , ac aliorum PyOmanorum Tontificum etiam
Tradecefjorum nofirorum j facrorumque Canonumdecretis y [ed propria ctiam
eorumdem Conciliorum confejjione manifeftè confiat . Così il Decreto del Con-
cilio Lateranenfe, contraitato allora, ma poi accettato da' Francefi, e
quale mirabilmente bene ci conduce allaefplicazione propofta del confen-
timento della tradizione .
Circa la quale per eflenderci noi nella prova di tutti li Concilii traf-
fcorfi, ci converrebbe replicare, quanto fin' hora in tutti quefli tré Tomi
narrato habbiamo, quando ci è accaduto fcrivere la Hiftoria de' Concilii
sì generali, come particolari ,ne'quaiifemprehàprefieduto così difpotica-
mente il Pontefice RomanOjChe non folamente niffun di effi è ftato dalChri-
Itianefimo riputato Ecumenico , fé non corroborato , & autorizzato dalla
e vediiintfìrtpyi coufermazione de' Papi, mà[e]rEfefino iftefib tenuto contro Diof coro,
mt.Tomopaz. 524- che hcbbc fin' alfine tutte le qualità necelìàrie a formare un Sinodo Ecume-
nico, cioèilconfencimento del Pontefice, l'aflìftenza de'fuoi Legati, e
l'intervento de' Vefcovi dimoltiffime parti del Mondo, niilladimeno egli
divenne invalido, e Pfeudofinodo di niun valore, fol perche fu dal Pontefice
S. Leone per le note ragioni, che habbiamo altrove accennate,riprovato,an-
nullatOj&efecrato.MàNoivogliam combattere queftanuova dottrina con
le armi ilfefle dei contraditton,e tralafciata generalmente la enumerazione
de* Concilii generali, e particolari tenuti in tutti li Secoli nelChrifiianefi-
f vedifoj^rtqutfia iyio,e h loro Sefìa confefiione,come fi dice[/]neiraccennato di fopra Decre-
^^t^'d) 'Ulne'x. io Laceranenfe,chc il Papa fia fuperiore al Concilio^ ciporuamo nelIaFran-
Capitolo V. 6g Martino
da i\e(ìà, e quivi come da Cathedra di verità vogliainoefporre al Lettore ' *
il fentimento fteflb folTrenuto fempre dalla Chiefa Gallicana circa l'auto-
rità del Papa foprai Concilii, acciò qiiindifi comprendala contrarietà in
qiiefto punto tra 1* antica Chiefa Gallicana , & alcuni Autori della moderna .
E primieramente fotto T Imperador Carlo Magno nel Sinodo Romano
adunato per la nota caufa di Leone Terzo , dai Vefcovi della Francia quefto
punto fiì iUbilito in quefte precife , e chiare parole , l^os ^poflolicam Sedem,
qu£ caput ejì omnium Eccleftarum , indicare non audemus j nam ab ipfa nos
omnes ]udìcamur, ipfa autem à nemine judìcatur, quemadmodum anticjuitus
mosfuit. Così riferifce Anaftafio in Leone Terzo, e così Emilio in Carlo
Magno, e cosi lo Spondano nell'anno 800. n. 2. con particolarità notabile
in quelle parole , Quemadmodum antiquitus mos fuit : foggiungendofi ne'
medefimi allegati Autori Francefì l'alta ammirazione di que' Padri dell' al-
trui temeraria pretenzione,che il Papa poteffe elfere fotropofto al Concilio,
I{em inauditam efìe , I{omanum Tontificem in Concilio reum ftfli, qui nun-
quam alium , quàm fejudicem habuerit . In fecondo luogo S. Ivo Carno-
tenfe annumerato fra i più infigni Dottori della Francia così dice nella fua
epiftola iS^.Jtidicia F^omame Ecclefìa à nemine retraElari pofìe y & fi'quis
aliquando hujus Ecclefia au6ior!tate pragravatum fé Jentiat , non debere in
JEgyptam defcendere propter auxiUum , fed ab ipfa ad ipfum confugere , &
inde expetere levamen, unde je conquerìtur accepijfe gravamen . In oltre
S.Bernardo, lume, e gloria della Francia, nella fua Epìltola 11,3., enelfuo
Libro terzo de Confideratione nel capitolo 2. così parlando al Papa raffer-
ma, Q^is mihi faciet jujiitiam de nobis ? extat quidem Tribunal Chrijìi,
fed abjit i ut ad illud appellem: itaque recurro ad eum ^ cut datumefl indi-
care de uuiverfìsy hoc efi, ad vos appello , ad vos , judicate inter me , &
vos . S.Bonaventura, S. Tommafo, tutti Dottori della Sorbona il mede-
fimo attefìano quafiinogni carta de' loro libri. Nel Concilio Fiorentino
il Vefcovo Meldenfe in nome del Rè Chriftianifìlmo , e di tutta la Francia ,
fupremam potefiatem in uno fuppoftto conftfìere profejfus ejì ; qui eam m
Concilio collocant , vefanos ejìe , & Catholicam unitatem fcindere : cosi
Raynaldi nell'anno 1441. num. io. IlFrancefe Maimbourg nel Tomo fe-
condo della fua Hiftoria del grande fcifma di Occidente, libro 5. foglio
2S0. della feconda Edizione Parigina, aflerifce, Ts(^n poter fi il Tap^ giudi-
care da alcun foro i anche Conciliare , fé non per caufa di Herefia ; e fog-
giunge nella pagina feguente , che la Francia per haver , fecondo ilfuofolito,
tutela della verità , e giufìitia , & della Santa Sede , non potè mai accom-
modarft ad approvare il procedere del Concilio diCojiani^^ay nelVroceffoy che
facca contro Vap a Giovanni, mentre riputavafi da' Dottori, e Tbeologi fuoiy
che f offe piìt dicevole il procedere a liberare la Chiefa dallo fcifma per via
di ceffione , da procurarli da 1 tré Tapi , fen':(a por mano all' attentato di '
procefjare Giovanni , e di fpogliarlo per fenten':(a Criminale della fua digni-
tà-, an':^i i Vefcovi di Eiircs, e di Carcafiona, che ritornarono da Coftan7;aà
San Dionigi, per ragguagliare il E^ degli avvenimenti Judetti, furono male
accolti, e la Corte fece dirgli, parere fommamente (ìranala intraprefa di de-
porre un Vapa ; ed il Dottor Giovanni di Cajiiglioney eh' era fiato a Cofian-
'^{a, fa per ordine di Luigi , Trimogenito del E^' , fatto carcerare, perche ri-
prefo da luifopra l' attentato fiidctto , hapeva voluto replicargli brufcc .'cntc
per fofienerlo , foggiungendcgli , che effo havendo altre volte aitent- ' '"'^'^
Tomo IV, E 2
Martino rjQ Secolo XV.
' • fuperiorì alla propria condi':{ione, n erano proceduti di fordinl allo Stato-.' Màche
poi havejje ardito di attaccare unTapa, di concorrere colfuo parere à levargli
daTiara, e la dignità, eraun'a':(ionedafar temere dell' altra j cioè di togliere
al I{èfuo Tadre la Corona di Capo . E quelli furono li fentimenti della Francia :
e così li riferifceil Francefe Maimbourg, non fenza noftra gran meravi-
glia, come poira quello Autore accordare il fuo riferito detto .con l'altro
l'rlS/r/Ifff contrario , ch'egli inferifce nell* Opufculo dello [a] Stabilimento della
Éi,iift1.ii.'&fHi ChiefadiRoma, onde inferir neceflariamente fi debba, ò egli mentitore
vont, in un libro, ò nell' altro. E finalmente nel Concilio Lateranenfefotto Leo-
ne Decimo il Cardinal Federico S. Severino, Claudio eletto Vefcovo di
•Marfiglia,eLudovicoSignordiSoteryLegatidelRèChriftianiflìmo, tan-
to in loro proprio nome, quanto in nome del Rè, avanti Notari , etefti-
monii , con Lettere patenti fottofcritte di proprio Regio pugno , e figillate
medefimamente con Regio Sigillo, puramente , liberamente, e fempli-
cementeadherirono, & accettarono quel facrofanto Concilio, come ve-
ro, unico,elegitimo: e in elfo Concilio d lettere palmari fu decifo, T>^p<c
au6ioritatem Concilio pracellere . Così gli atti chiari di elfo. Hor dicafi breve-
mente , e di paifaggio , dove , e qual' è quefta Chiefa Gallicana , alla quale
il Natale appone la opinione contraria alla riferita? Rè Francefi, Velcovi
Francefi , Dottori Francefi , e Conciiii Francefi dicono , che il Papa è fo-
pra il Concilio ; e il Natale al contrario dice , che la Chiefa Gallicana Itabili-
(ce il Concilio fopra il Papa . O vi è differenza tra la Chiefa Francefe, e la
Chiefa Gallicana, il che non crediamo i ò effendo ella la medefima , certa-
mente la medefimadeviadagrinfegnamenti dell' antica, ond'ellagiuftamen-
b Prove i- te divenga foggctta al rimprovero del Savio, [b] J^c tranfgredtarìs termi-
nosantiquos, quos pofueruntTatrestui ,
. . ,. Md dal dibattimento delle contefe riportiamoci al racconto della Hi-
Marcino V. con- Itoria , e profcguiamo gli egregii fatti di Martino Quinto contro gli Here-
troghHeretici. jj^^j^ j-^g terminato il Concilio di Cofìanza intraprefe la condotta di un
Pontificato egregio, e quale conveniva non men'd que' tempi, che alla difefa
e ^4nn9 1418. della Fede , e alla riforma della Chiefa . E primieramente [ e ] al principio
del fuo Pontificato, cioè doppo il fine del Concilio di Coftanza, riferifcefi
•la origine della publicazione della Bolla in Ca?«4£>ow/W, di cui ci aggrada
rapportar qui le medefime parole di un Autor Francefe , che cura fi prefe di
à Ex m.s. Tranci. V^^%^^y comc di paflaggio , qualchc coutczza di effa, [d] BullamCana,
fii Diròj/i poSo- dic'egli , tempore Martini Quinti ccspifìe anno 1420. quando in Conjìantwnfi
fisSorbonici. Sjnodo Bohcmorum harefes profcripta fuere , docmtolim Dominicus à Soto,
( non tamen Cardinalis Toletus, ut falsò ei imponunt altqui ) hoc unico fretus
fundamento , quòd ^ngelicus , aliique Trifci Scriptores altum de ea refdentium
fervaverint. Caterumnon Martino tantum j fed& Clemente Quinto antiquio-
rem ipfam effe , eruditorum efl conftam opinio ; idque ex eo potijjìmum evincunt ,
quòdipfeClemens Quintusin Clem.i, dejudiciis, paUmfateatur, quibujdam
folemnibus anni diebus P^manos Vontifices, generales quojdam procefìusfacere
confue-pifte, ubi ob ferve tur glofia, qua buie opinioni favet . Figuifie autem
hanc Bullam ante Urbanum Tertium , & Clementem Quartum , & Quintumy ea
non contemnenda conje&ura efi, quòd Hofìwnfis DiviThoma contemporaneus ,
imo & antiquior,floruit enimfub Innocemio Quarto , & ^le fiandra Quarto Ton^
tifìcibus circa ammm 1254. exprefschujusproceffusmeminit intit.de Crim. fal-
y? /. 5 . §. Qualiter committatur . yerf. Porrò .
Capitolo V. 71 Martino
"Vow Umen tot , cjuot nunc habet , conti /^^ ebat Canones , fed datis occafionibus 5 ^ •
à Martino Quinto i TauloSecundoy Sixto Quarto In extrav.y Et fi Dominici
Gregis , Leone Decimo , Taulo Tcrtio , Julio Tertio , Vaulo Quarto , Tio
Qjiinto, Gregorio XI1L& aliis varice ad]e6iionesfa^x funt . Mukos cafus con-
tentos inTrocefiu BhIU Coen^ey notatos fuijje cenfuris , jure antiquiore ipfts ClC'
mentinisj nemoy quamvis leviter Canonum notitia poUens y e(iy qut tgnoret ;
cumtam multi habeantur Canones de percufforibus Clericorum , de molejìantibus
I{omipetas, delureticis, de deferentibus adhofles prohibita , de imponentibui
padagix&c. in Decreto y & extra.
Quo ad ufum hos cafus folemnìtcr proh i bendi ; fi de annuali quara-
tur y verojimile puto non efle morem Martino Quinto antiquiorem , fi de il-
io, qui ter inannofiebaty incertijjìmum ejì initiunny fcd mdubitanter Urbano
Quarto antiquius , tdefi ante annum 1260. e fi jtudiofiorum commune piaci--
tum . Così egli di Martino Quinto , che più precifamente con lettera circola-
re, & Apoftolica Bolla confermò le condanne emanate dal Concilio di Co-
flanzacontro gli accennati Herefiarchi, diftintamente enunciando in efla
tutti li loro errori , e la loro condotta , applicando rimedii adequati al ma- \^^\ com"? mJl
le , e in prefervazione de* buoni , e à terrore , e caftigo de cattivi : onde ben- defimi . '
eh' ella fi ftenda in prolifla lunghezza , Noi tuttala rapportiamo con il moti-
vo , che non mai ètedio{a,e lunga quella ftrada, che conduce al defiato ter-
mine, cioè alla intelligenza della Hiftoria; [a] Martinus Epifcopus Servus » H^ctxtatpofi
Servorum Dei &c. Inter cunBas pafioralis Curjs fol'citudines , quibus pre-f'^'^^-^"'"^'^'"^
mimur incefjanter y illa potiffimè fortiàs nos angit , ut h neretta s de finibus
Cbrifiicolarum expulfis , fuifque falfis do£irinis , & erroribus perverfis pc-
nitusy quantum nobis ex alto conceditur , extirpatis, orthodoxay & Catho^
licafides integra, & illibata permaneat , ac Vopttlus[Chrifiianus in ejufdem
fidei finceritate , quoltbet obfcurationis femoto velamine , immobilis , & in-
violatus perfifiat . Sane dudum pilufquam omnibus retroaSiis temporibus in
nonnullis E^gionibus , & Dominits , prafertim in Fregna Bohemi^ , &• Mar-
chionatu Moravia , ac locis & difirttltbus illis vicmis , adverfus fidei Catho-
licds dogmata , & San5i£ Matrts Ecclefiae traditiones , non folàm cantra
unum y quinimmo cantra plura fidei Catholiae dogmata , infurrexerunt qui-
dam harefiarchi&y cìrcumcelliones , fchifmatici, c^ fedttiofì , Lue i ferina fu-
pcrbia, & rabie lupina eveUi, damoniorum fraudibus illufi, de vanitale in
idipfum ( licèt forent de diverfis mundi partibus oriundi ) convenientes , Ó*
caudas colligatas habentes , damnat<& videlicet memoria Joannes FFiccleff
de ungila "joannes Husde Bobemia, & Hieronymus de Traga, quiutinam
alios fecum ad infidelitatis interitum non traxijknt . '^am ubi hujufmodi
pefiilentes per fona perverfa dogmata pertinaciter feminabant , in fua dottri-
na pefiifera primordio pralati , & alii judiciaria poteftatis regimina exer-.
centes , tanquam canes muti non valentes latrare , nec ulcifcentes cum xApo-
fiolo in promptu omnem inobedientiam y harefiarchas ipfos peftiferos , & do-
lofosy eorum lupinamrabiem truculentam [iatim (ut adfiriai fuerant ) cano-
nicè coercere y eofque de Domo Domini cor por alitereijcer e , noncurarunt, fed
facrilegam , falfam & perniciofam ip forum do£Ìriuam , per longas moras ne-
gligenter convalere permiferunt : populorum multitudo , illorum opimonibus
falfis decepta, prò veris accepit , qua diu mendaciter , & perniciose , ac
damnabiliter feminaverunt , eifque credendo , d re£ia fide cecidit turba,
multa f (ir errore devio involvitur, prob dolor i Taganorum, adeò qubd per .
£ 4 divcrfa
Martino r^^, Secolo XK
^ • dlverfa illarum , eifdemque convicinarum partium e limata, ores ChrifliCa-
thoUcas Hicrefiarcb^ ipft fucceljivè infecerunt y & in fiere or e mendaciomm
feccrunt putrefcere . Ouapropter generali! Con/i antienfis Synodus tantum
fidelmm , C^ fidei Orthodoxa plngam , & ruinam -pidens , exilamars com-
pul/a efi cum ^Augujiino : Quid faciet Eccle(t£ medicina , fzlutem omnium
materna charìtate conquirens , tamquam inter phreneticos , & lethargicos
^jiuans^ nmiquid contemnere, nunquid defiftcre vel dcbet, vel potejì^ certe
non fecundiim eundem , imo utrifque Jìt necefje efie molejìa, quae neutrisc(i
inimica. ']>{am& moleftuseftmediGus furenti phrenetico , & pater indi j e ipli-
' 3lS. iuguli. d< nato filiOi ille Uganda , ijìe credendo, [ed ambo diligendo . [a] Si autem ne-
c»rreaione noH^' oljocint , & SOS perire permittant , inquit ^uguflinus , ilìa manfuetudo , po-
tifiitr^im ad Boni- ^.^ r- ir ti rf ^^ • ì- • c -r r -^ \ r ^ i i ^- j '■
faciumcs. tiHs falja crudelttas eji. Quindi ritenlceii ciò, che li opero dal Sinodo ai
Coftanza contro li detti Herefìar chi, rapportandone egli ifteflò le condan-
ne, fogginngendo , Et fi tales Hcsretici publici y ac manifefiiy licèt nondum
per Ecclefiam declarati , in hoc tam gravi crimine decefierint , Ecclefiafiica
careant fepultura , nec oblationes fiant , aut recipiantur prò eijdem : bona
tamen ipforum à tempore commijji criminis fecundum Canonicas SanCliones
confifcatay non occupentur per illos , ad quos alias pertitierent , donec per
hujufmodi judices ecclejiajiicos fuper hoc poteflatem habentes , fententia de-
I claratoria fuper ipfo harefis crimine fuerit promulgata . Qui autem de ha-
refi per judicem competentem ecclcfiajiicum inventi fuerint fola fufpic ione no-
tati y feii fufpeCii y nifi juxta confìderationem , & exigentiam^ fufpicionis ,
qualttatcmque perfon^e , ad arbitrium judicis hujufmodi propriarn innocen-
tiam congrua devotione monflraperint , in purgationt eis canonie è indivia de-
ficiente!, & fé canonicè purgare non valentesy aut prò hujufmodi purgatione
facienda , objiinatione damnabili jurare renuentcs , tamquam baretici con-
demnentur . Qui vero di6iam innocentiam monflrare ex quadam negligentia y
feu defìdia^ <& purgationem hujufmodi facere omiferint , anathematis gladio
feriantur y & ufque ad fatisfa&ionem condignam ab omnibus evitentur; ita
quòd fi per annum inexcommunicatione hujufmodi perfliterint y extunc velut
haretiisi condemnentur . 5"/' qui! vero fuper aliquo jiepedi£ix peftifcr^ do6ìrt-
me hiere/ìarcarum prccdi^ìorum , vel aliquibu! articulÌ! dumtaxat fcanda-
lofi! y tùkierariis, feditioftSy vel piarum aurium cjfenfivis , culpabilis reper-
ttis fuerit y canonicè puniatur: Si vero propter folam mfamiam , autfufpicio-
nem dìèiorum articutorum, vel alicujus ipforum , quis repertus fuerit fuf-
p^Uus , & in purgatione Canonica propter hoc fibi indiala dejicerety prò con-
dicio habefltur , Ci7* tanquam canonicè convi6ìus puniatur . Quindi egli ri-
novòlaBolia di Bonifacio Ottavo, ut Inquifitionisnegocium, eminacciòa*
Velcovi la depolizione da' loro Vefcovadi, ogni qualunque volta negli-
genti ellì follerò nella perquifizione , & eftirpazione delle accennate Here->
lìe, & a' dehnquentiimpofe la formoLa del giuramento in comprovazione.^
della loro fede, e precifa abjura di tutti nominatamente gli artìcoli altre
suoiprecifi de- volte riferiti, delVviccletf, edell'Hus. Cosìegli, che da Mantova repli-
crcti^ contro i còle medefime ordinazioni à tutti li Vefcovi contro la ripullulante fetta
biLw. W iib. I. [b ] de' Fraticelli, e precifamente impofe ai Cardinali ài Albano, e di Porto,
e^.air.pa^Mi. coutra prafatos Hcercticos y eifque adharentes y compliceSy & fautoresy eo-
rumque receptatores , cujufcumque Jìatus , gradus , ordinisy conditioms y ó^
digmtatisy etiamfi univcrfitates , commumtates , & municipia fmt y in qui-'
bitfcnmque mundi partibus, ubi efk compcrirentur j inqulrendi 3 procedendij
capiendì
Capitolo K 73 Martino
càplendi plenam & liberam tenore pr^fenùum concedìmus facultatem ,- e ^ '
delle medefime ampie facoki contro i medefimi Heretici egli providde
[a] San Giovanni di Capiftrano, & altri Religiofi , acciò eglino nelle Dioce- ^ J:'t'^- ^ff^Yi
fi di Barcellona, Girona, & adiacenti con la predicazione, e conle opere p^^i'^jt.
rinveftidero , efimile fchiatta d'Hipocnti toglieirero dal mondo . Mi in
altre parti al comando egli [6] aggiun[eIearmi,cheadei1:irparefonomol- b?^«.:i4ir.
to più potenti, che le voci, [e] e, Vap.i Manums, dice Sant'Antonino , "ìil^lf.^'^.l'y^'
f^iftt in Marchiam gentes armorHmadextinguendMm gladio materiali hiereticos
FraticelloSj fcilicet de opinione y qui ibi multum abiindabant y Ó* aliqua ca-
ftra errore ilio tota infeUa erant , ut Mafiatiiim, Meliorata, cujiis bomwcs
•pel occift, vel expulft funt, deftruUis locis habitationis eorum , qui fugien-
tesinGr<£ciam fetranjiulerunt. Mi Tempre più baldanzofa riforgendo nella ^h^ Sni' du"!
Marca quella Herefia, egl'impofe al Vefcovo di Ancona la demolizione [oro°caHeìio.'
del Cartello Magnalate , in cui lì erano aiiìcurati , comeiu forte Afilo, li
Fraticelli, efpedìcommifllonicosìrifolute, eforti, che ben quindi fi ap-
prefe, quanto il di lui animo fofleavverfo, & inimico alla Herefia . Leg-
gafi la lettera, che all'accennato Vefcovo eglifcrifie, e dalla di lei lezio-
ne fi comprenda, quale veramente fia il rimediò proporzionato à quello
male.
Generabili [d] Fratri ^(lorgioEpifcopo^^nconitanoinTrovlncia Marchia àMart.v.Ld.e^ìji,
^nconitan£ prò nobis , c^ Romana Ecclefia locum tenenti falutem &c, cur-pa^, 25.
Tsluper ad audientiam nojiram fidedigna relnione pcrventty quòdinCaflro
Magnalate JEfìrae Dicscefis nonnulli h^eretici Fraticelli de opinione vulgariter
nuncupatij qui per Trovine iamnofiram Marchia ^nconitaniC in mentibus ho-
minumnon [anam doBrinam ^ fedbjsrcfesy &erroresy & [alfa dogmat a fug-
ge jjerunty & in dies fuggererefludenty principale eorumreceptaculumhabue-
runt, & indialo Cajiro bodierna die ab tUius incolis y & habitatoribushujuf-
modi errorum y C^ barefum y (icnt nobis innotuit ex fide digna r e lat ione multo r
rum y labe infe6lis yftmiliter receptantur inpericulum Chrtjiijidelium animar umy
C^ exemplum deteflabile plurimorum 4
"ì^s igitur attendentes , quanti poffit efìe difcriminìs fidelibus populis
convicinis di6i£ TProvtncix , qui ambulant in via Domini , ft nidus , ci;-
receptaculum ipforum Fraticellorum h.neticorum in di^o Caftro funditus
nontollatury ac folo^equeiur, & proinde attendentes y quod legiturdehare-
ticis indiverfis Civitattbusy terris y Caftris ^ & locis commorantibus , ibi :
Incendes Civitates eorum igni , nec erit ibi habitaculum in £eternum ;
& proptereapramifia debita confideratione penfantesy habitaque fuperiisde-
Uberationematuray quantum materia requirtbat y volumus y <& fraternitati
tH£ per ^poflolica fcripta committimusy & mandamus , utdiHumCajirum
Magnalate , & cjus arcem , ft quam habeat , ad terrorem , & exemplum
perpetuum aliorumCaJìrorumy & locorumdiÙaVrovmciiCy ne de catero ta-
les bareticos Fraticellosreceptarcy auteis pr abere confilium, auxilìum, vel
favorem per /e, vel alioSy audeanty vel pr£fmnanty ex toto mandes , &
facias demoltriy provifurus j quòd nullum ibide^ de catero adificium , vel
domiciUum confiruatur; & tempore demolitioms bujufmodi virum B^ligio- ♦
funiinflnuas ad pradicandum inibiverbum Dei y qui populos de e au fa demo-
litiohìs prxdi6i£ fapienter infiituaty & informet: & deinde y pojìquam di-
CiumCalìrumdemolitumy & folo aquatum fuerit y ut prafertury convocatis
aliquibiis Ma^ris inTbeologia y & DoStorlbus juris Cammei 3 vel civilis ,
&ali'
Martino rj^ Secolo XV*
^ * & aUquibusreligioftsvÌYÌs , & illist ibi in hoc ajjiflentìbus, & confidentibuif
pueripatrum hxreticorum fegregentur ab eis, & procul mittantur, ne Imre»
fica labe pofjìnt infici quo(juo modo, Majores autem exhabitatoribus , & in-
colfs di6li Caftri intenogentur fuper h^refi di&orum Fraticellorum , in qua (i
obftinatis, & induratis animis perjeverent , pmiantur fecundum Canonicas
fanÓiiones: fi vero poeniterevoluerint , & pramifiam harefim abiurare y tunc
qui in di5io errore fuerint principale! y & magis perverfly ad altorum terra-
rem ad perpctuos career es deputentur, & fi bene fé habuermt, infuturum
mifericorditer agetur cum eis ex benignitate Sedis ^poflolic£ , qua nulli cum
poenitentia redeunti gremium claudìt mifericordia, & pietatisfua. Infi*per
tnnocentes , & etiam multùm fimplices , fi qui fint inter habitatores , dr ho-
minesdi5liCaftri, divifimlocentur mterris conpìcinis y ut colere poffìntagros
fuosde territorio di6Ìi Caftri: aliorum autem hareticorum pradtatamquam
confifcata ad B^manam Ecclefiam decernimus pertinere , quorum partem
juxta tuam , & ipforum convocandorum ajjifientium ttbi Magiftrorum , Do-
iiorum , & B^ligio forum difcretionem , prudenttam , & arbitrìum illis in-
nocentibus appìicari volumus propter damnum eis illatum ex demolitione
pradi£iay quòdque omnes, five qui manifeflè fuerint bar etici, five aliitan-
quam de harefi -pehementer fufpeUi , abjurent pr£di5iam bare firn , omnem-
que haereticorum converfationem , & fautorìam juxta decreta San£lorum
Tatrum, & Canonicas fanBiones . Tropterea placet nobiSy quòd aliquibus
principibus di£li Caflri terror tormentorum incutiatur , & fi opus fuent ,
torqueantur, utrevclent, fiquoiinVrovinciapradiBa, vel alibi, fciant,fen^
tianty & cognofcant prafata harefis labe infeaos y vel occulte exiflant, ut prò
illorum redu£ìione, ac punitioncy ne inficiant alios, poffit falubriter provi-
deri. Et fimiliter prò libris di5Ìorum Fraticellorum , & proextirpandiseo-
rum reliquiis , fi qua remanferint % per totam Tropinciam inquiriy & invefiigari
facias diligenter y deputando ubique Tradicatores idoneos, infiru£los in facra
panna y qui de menttbus oberrantiumhareticasopiniones evellant, & fanam
docirinam illos edoceant , & per re£ìam viam mandatorum Dei , & Ecclefufua
incedere moneanty infiruant, & informent,
Caterùm attendentesy quia jam din di6li Fraticelli aufugifient de pr a fa-
ta Trovincia, nifi haberent occultos receptatores y & fautores eorum , qui
eos fuis fecretis prafidiis y & favoribus mcmutenent, fuper quibus etiam no-
ftrainterefiy quantum cum Beo pofiumus , de opportuno remedio providere»
Similiter volumus & mandamus , utuniverfis, & fingulis Ficariis nofirts m
temporalibus deputatis , nec non communitatibus , univerfitatibus , & fm-
gularibus quibufcumque perfonis Civitatum , terrarum , Caftrorum , & lo-
corum quorumlibet di6Ì£ Trovincia fub privatione vicariatuum , & excom-
municationis y fufpenfionis, & interdigli, aliifque gravijfimis fententtis ycenfu-'
rts, & poenis fpiritualibus , & temporalibus , à jure, vel ab homine promul-
gatis, contra eos, qui contrà fecerint, infiigendis , au&oritate noftra man-
desy atque prohibeas , ne di5los Hareticos Fraticellos per fé, vel alios y pu-
blicè, vel occulte, in Civitatibus , terris , Caflris, & locis pradi6ìis fubquo*
"" vis qua filo colore receptent, aut receptari faciant , vel permittant , nec illis
mìnifirent, aut prafient quovis modo auxilia , confilia , vel fan^ores ; vo-
lentes quòd contra tranfgrefiores mandatorum noftrorum , & ad publicatio-
nem pcenarum, in quas illos, vel eorum aliquem tncidifje cognoveris , eadem
MuSoritate procedas , atque [declares , prout illorum temeraria prafumptio
exi-
Capitolo K 75 Martino
exiiei&requirct, ineasjententias, cenfuras, & panas in tuìs contentai prò- *•
cc$bus incidiffe . Demum de omnibus , quagejferis inpr^mijfis , nos provtdeas
per tuas literas informare , ut ad ulteriora , fi necejsè fnerit , profalute anima-
rum fidelium, fuadente juflìtia, aurore Dommo 3 procederei providere, &con-
fulere valeamus . Così egli.
ConilmedefimoApoftolico, e publico zelo mfiirfe Martino contro i ^"^«^[;'^^'^;f,^J';'^
Simoniaci, che fin da quindici Secoli addietro pur oftinati perfeveravano simoniaci .
ad infettar la Chiefa con la loro efecrabile condotta, e contro e Alar mof-
fi il Santo Pontefice con una conftituzione , in cui non folamente egli ana-
thematizza i rei di fimil colpa , mi eziamdio chi fra Chriftiani negligente,
e pigro fi rende à denunziarli, [a] Travalente ^equitia, dic'egli in Bolla ^ uu. efifi.m^.
publicata t>Ì£Ì perpetuam ( quodnon fine gravìjjìma cordis amaritudine r e cen- p'^g.^^^
(ernus ) hocexitialCi pefliferum, & multiforme monfirum Simonia nondum
potuit ab Ecclefia prorfus abjici ; fed in grapiffimum ^ & periculofum diferi-
men Ecclefìa Jemper in ea granari , favire , & dominari molitur ; quibus
perniciofìffimisconatibusy & tantis Ecclefu ruinis vehementer cupientes oc-
currere, & ( quoadnobis ex altodabitur ) prò falute fideliumefficaciter pro-
ridere volentes , innovamus , ac de novo confirmamus omnes excommunicof
tionìs , fufpenfionis y atque privationis ,& interdigli fententias y & alias poenasy
& cenfuras dudum a Summis T?ontificihusinfimoniacoslatas, atquepromul-
gatasy quasipfofa£ioincurrerevolumus omnem manifejiumy veloccultum[b] f> ^^'"^'^ prohibita.
Stmoniacum y ubicumque Simontam eommiferity & cujufcumque flatus , gra~ ["i'^Jé TJ simÓ-
dusy conditioniSy emmenti^y vel dignitatis ex i fiat , etiamft Cardinalatus ^niatccuita, e qui
Epi j copali y vel alia quavis Ecclefiafticay vel temporali etiam maxima pra-mt'p'agTz^j.^'^'"
fulgeat dignitate; di&arumque fententiarum excommunicationis , fufpenfìo-
nisy privationis y & interdicliy aliarumque cenfurarumy & pcenarumabfolu-
tionem five relevationemnobis y &■ fuccejjoribus noflris j praterquam in mortis
articulo, fpecialiter refervamus . Quindi caflati , & annullati tutti li privile-
gii , ragioni , e fcufe , che potefiero in alcun modo dedurre li Simoniaci , egli
lìegue, Caterùmy quiapefiishac Simoniaca timens agnofci, frequenter ovile
Dominicum vulpinosc fubintrat , & aflutia mirabililatenter ferpit , & inficiti
nec potefl facilius buie letbali morbo mederi , quàm quòdflatim detegatur, &
prodeat in publicum ; proinde (iatuimusy pracipimus y &ordinamuSy utomnei .
CHJufcumque flatus y conditioniSy emmenti^yvel dignitatis exiflant: qui fciverìt
aliquem pofihac commi fi ffe fimoniam , infra duos dies naturales , pofiquam id ad
fuam notittam dedu6lum extiterit , teneatur , fìprafens fuerit in Bimana curia,
nobisy vel ^poflolica fedis Camerario y aut fuovicegerentiy &hunc inuniusj
vel duorum teftium prafentia , revelare y fub etfdem excommunicationis, fufpen-
fioniSy aliifque cenfuris y &poenisy quibus ,utprafertury tpfuma6lorem Simo-
nia efie volumus innodatum ; quas diìius non revelans, ut pradicitur , feu tegens
Simoniam , tanquam ejufdem /autor fceleris incurrat ipfofa£lo , cujus abjolutio-
nem nobis , aut Succefioribus nojiris fpecialiter refervamus, decernentes ex nunc
irritumy &■ inane y fìfecus àquoquam, quavis au^oritatCyContigerit attentarti
Così egli.
Ma ìiccome fi eftendeva nella malizia il Diavolo, così fi diffondeva ani- E.rorì deiseMi.
piamente per tutte le parti del mondo il zelo di Martino. Nella Fiandra ^^,ar^o^e condanna
Niccolò Serurario Rehgiofo fra gli Eremiti di Sant'Agoflino haveva publi- '
cate nelle Diocefi di Tournay, ediCambray fentenze infette circa li Sa-
cramenti conferiti da' Fitti peccatori, circa il culto de' Santi , con-
tro
Martino ^^ Secolo XV.
^ ' tro la penitenza , contro li Religiofi di Sant' Antonio Abate, "e con-
tro ì Curati , e Parochiani , onde n'era flato condannato dal Con-
cilio dì Coftanza , nel qual' egli poi ritrattofll , in perpetuo Carcere
dentro il Monafterio di Metz : ma infiftendo i di lui fautori , e fe-
guaci d difcuterne le ree dottrine , efaggerando con la diminuzione
della colpa la graviti del caftigo , fi ritrovò in obligo il Pontefice
di confermarne la cenfura con un'Apoltolica Bolla , in cui riferifcon-
tM4rt.i.$.pag.'jì. fi li Teguenti errori , annotati con la cenfura [ ^ ] di ^rticulos ha-
retìca labe infe&os , fcandalofos , injiiriofos , feditìofos , & temer arios : ed
il I. fi era. Cbarìtas efi ad Deum , & proximum , & non ad feipfum ,
2. Deus non remiftt , neque remittere potefl culpam peccatori abfque pravìa
contritione, 3. Tresbyteri publìci concubinarii non habent au&orhatem , feu
poteflatem abfolvendi peccatorem , & peccator confefìus Sacerdoti publi-
co concub'mario recedìtabfqueabfolutione, ^.Oratìones& preces mijjalesta-
Hum Sacerdotum publicorum concubinariorum funt nullius valorìs , & Mijìdi
per tales concubinarios celebrata prò defun6lis , aut vivis , funt nullius valo-
rìs . ^.Orationon debet dirigi y nifi ad Deum folummodo, àr non adSarMos .
6. Curati dicune parochianis fUis , quòd Jaltem fernet in anno parochiani te-
nentur confiteri fuo proprio Curato : I^eligiofi preferitati funt proprii Sacer-
dotes 3 & yen Curati: Curati impediunt parochtanos fuos , nedent, nec fa-
ciant eleemojtnas , dona, aut legata mendìcantibus , & ne di5ìi parochiani
elìgant fepuìturas fuas in domibus di6lorum mendicantium . 7. Mendicantibus
prafentatis ipfis confefius licite pQteJi recipere Corpus Chrifli , & non po^
tefiy necdebetCuratusconfefior mendicantibus prefatit denegare Corpus Chri-
fli) quòd fi deneget di£ÌusCuratuspcccatmortaliter, & eflexcommunicatus,
8. Statim peccato mortali commijfo peccator fub pcena peccati mortalis de-
het illtid confiteri priufquam oblivtfcatur . 9. 7s(o?i efi multeri opus purificari:
quinimò hoc 3 fcilicet purificari, efi judaÌT^are. io. Tresbyteri publici concu-
binarii funt pejores Juda, qui de loculis .Apofiolorum fuam nutrivit concu-
hinam-, & fuasproles. 11. Tresbyteri publici concubinarii funt excommuni-
vatiy & fecum publicè fcienter participantes . ii.Tlures Sacerdotes àmodi-
co tempore citra licentiaverunt fi6iè fuas concubinas ; fiElè , inquam , quia
occulte bibuntj & comedimt cum fuis concubinis: quod nidllus debet pati,
imo cum eifdem Sacerdoti bus concubinariis publicè converfantes, <& eos fa-
vorÌT^antes funt in pari peccato, &peccant, qui eos nituntur cxcufare falfis
%lofis . 13. si Tarochiani alicujus Curati concubinari publici bene Deum di'
"ìigcrent, deberent inhibere fuo Curato publicoconcubmario, ne Miffam , aut
aliud divìnum officium coram ejus parochianis celebrarci . 14. Facientes ce-
lebravi Mifias per Sacerdotes concubmarios publicos peccant mortaliter .
1 5 . .,'Iudientes fcienter Mifjas Sacerdotum publicorum concubinariorum pec-
cant titortaUter. ló.Inaliquibus fermonibus fuis vocavit obfiinatos , & re-
prob^tos, adjiciensultcrnts , quòd non fine caufa Tresbyteri yocantur ribaldi ,
17. l:cftrrc honorem feretro Beati ^Àntonii erat cririntn ìdùlclatria . iSJllij
: qui dam ad comsdendum porcisba'udantibus campanidaìn Beati untomi, pec-
• e ant mortaliter ratione precedente, io. MuUum mirabatur, quomodo Tri-
tati fubilinebanttale , quòd fcilicet (kferrent hujufmodi feretrum per Tatrias
fuas proptcr larga donaria , qu£ à Kc ligio fi s Sarf^i untomi babebant. Deputati
ad purtandum hnjnfmodi feretrum non funt tufi tri'mpatores , & abufaiores,
idefì, impofìcrcs. JSlec credebat , quòd Bytligioft pr<xfati fuperdeponatione
feretri
Capitolo K rjrj MAnriNo
feretri cum e ctterisy quaibìfìunt, obtimerunt aliqua privilegia: hoc faciimt ^'
indebite j & injnjlè, ■populum [educendo. 20.'ì<[on crcdebat [ore rerum, quòd
habeant illil^eligiofilndiilgennasàVapa prò dando altquid Beato Antonio y feu
nunciisejuT, feu porcis portdntibus eampanulam Beati <Antonii, addens quòd
habent nifi unum denarium , darent eundem . Enumerati gli errori, e de- sj,o ravvedimeli.
fcrittane la ritrattazione, foggiunge il Pontefice, qualmente il fopracenna- to, epeaUenxj.
to Serurario ricevefl'e l'eiìlio dalle da Ini infette Città di Tournay , e di Cam-
bray per tutto il tempo di fua vita , e la carcerazione in Metz per due anni
dentro un Convento degli Agoiliniani . Così la Bolla dì Martino V. contro
il Serurario .
E certamente andarono di pari gli errori delSerurario Ago ftiniano Errori, e conciane
nella Fiandra con quei di Mathia Grabon Domenicana nella Sallbnia , e jacràbonY' **
nella contingenza del tempo, e nella empietà deirafiertione,e nella ritratta-
zione dell'errore , e nella uniformità della condanna contro ambidue fulmi-
nata dal Concilio di Coftanza, e nella confermazione di efla fatta dal Pon-
tefice Martino . Scrille il Grabon un'piccol Libro di grandi errori contro
un'adunanza di Frati , che fotto Iftituto non approvato dalla Sede Apoito-
lica, i:\'aà'.v\dLV2.n^\ Fratresvitce communis . Fùquelìio libretto presentato da
Theologi Cattolici ai Padri di Coftanza per ottenere cenfura fopra parec-
chie propoiìzioni in elfo inferite , dilìbnanti , e contrarie al fano fentimento
della Chiefa: e eifendone fiata la revifione commefTa al Cardinale ài
Aquileja, àquel di Cambray Pietro d'Alliaco, & ad altri Dottori, fra quali
ritrovolfì ancora il celebre Giovan Gerfone Cancelliere della Chiefa, e dell'
Accademia Gallicana, ne fuiono incontanente molte alferzioni riprovate,
alcune come apertamente heretiche, altre come erronee, e molte come
fcandalofe, & otfenfive alle orecchia pie de'Chriftiani; onde ncceflìtato l'A li-
tote all'abjur adi efl e, confermonne Martino la condanna, eprohibinnela
difefa. [a] Elleno rinvengonfi tutte diftefe frale opere del fopracitatoGer- a ro.Gcrfon.tom.t.
fone, che fu alloraun de' Giudici deputati , e poi un degl'Hiftorici , ch&f'^-^-^'
trafmeffero a Polteri la notizia dicotal'avvenimento, annumerandole^
condannate propofizioni fin'al numero , che fiegue , ài venticinque :
1. Vroprietas temporalium rerum jìatui faculari efkntialiter ejì annexa .
2. ISljdlus fine peccato potefiillud abjtcere, quo retento y potefl convenicnter
vivere fecundùm (latum fuum. 3. Omnes peccanty qui bona fua fimplic iter
m elet'rnojynarn largiuntur per Chrijìum . 4. ^bdicationem omnium propter
Chriflmn nullus facere potefi extra perai B^eligiones manendo fine peccato
mortati: &dicoverasI\eligÌGnes per Sedem ^pojiolicam approbatas. 'y.Ta-
pa non poteji difpenfare cum f^cularibus y ut omnibus in fmgulari careant,
6. SiTupa pojjet alieni concedere hoc, tunc poffet ei concedere proprice vit^e
fiib traci 1 onera y quodeflcoritra Traceptum Decalogi: Non occides. j. ]\eli-
giofusnon poteft fine peccato mortali abdicare voluntatem habendicommunia, ']
quando a^u talia non habet . 8. Quòd aliquis fu voluntariè pauper propter
CÌ?riflutn, in ficaio manens, omnmò nihil habendo in fìngulari , nec etiarn
ipfamvoLihtateMhabendi propria y ìncludit omni tempore contradi6lionem .
ìj.'I^'.IIhs potefi paupertatis confilium meritorie obfervare , nifi fuerit in Jia-
fu foiritaalis perfeÙionis , five verc^ l\eligionis : dico autem rtram Religio-
ne m.
Martino ryg Secolo XF.
nerriy fecundomoào diclam I{elìgionem . io. B^putantes fé bene facere af^u-'
menda paMpertaum, quaed Salvatori! cotifilinm , remanendo in flatufacu-
lariy peccant mortaliter , li. abdicare omnia etiam propter Chri^nmy nifi
veram y & approbatam B^ligionem mgrediatur y ejì fibi\ & pus, quorum
cura fibiincumbity vitam fubtrahere; quod e/i homicidium committere tot
hominumt quot e'jus curx fubduntur . 12. Credentes fé mereri -pitam atcr-
nam abdicattone, credunt fé p offe mereri vitam aternam mortaliter peccando.
13. Efj'undiomnesopes fimulab bis, qm-polunt in f^cido manere , reduci tur
quafi immediate ad illud pr^ceptuììiy Non occides. 14. Dicens omnia me-
ritorie efe abjicienda propter Chriflum , remanenti in f^culo , efi hereticus
judicandus . 15. 'hljillus potefi meritorie y & fecundàm Deum, obedientiae ,
paupcrtatiSy & cajìitatis confilia, extra -peras y & approbatas I\eli^iones
manendoy adimplere . 16. Tria Sahatoris confilia jìc funt concatenata, ut
ubi paiipertas meritoria , in quantum efi Sahatoris conftlium , invenitur ,
oportety ut neceffariò alia duo y fcilicet cafiitas y & obedientiay inveniantury
qii£ à paupertate feparari non pofiunt . iq. Matrona y feu mulieres commu-
nem vitam ducentesy inftmul commorantes y Begutta vulgariter nuncupat£ ,
quofcunque errores non tenentesy aut pradicantes , feu alias de erroribusy
vel haretica pravitate non fufpcUa , aterndi damnationis funt filia : & earum
flatus efi prohibitusy & damnatus . iS. Teccant , qui propria fua refìgnant,
non infrante s E^ligionem approbatam. 19. TSlpn licet Tresbyteris , Ò" Cle-
ricis communem vitam ducere y nifi in B^cligione approbata , fub pcena peccati
mortalis. 20. Teccant omneSy qui fovent confilo , (jr auxilio communem
vitam ducente! extra B^ligionem approbatam . 21. Excommunicati funt
omnes communem vitam ducentes extra I{eligionem approbatam . 22. Si-
militer excommunicati funtilli, qui vitam communem extra ^eligionem ap-
probatam ducenttbus prabent eleemofynas . Et qui tales fovent confilio , e^r
auxilio y vel defenfione y fimiliter fiant , & funt in fiatu perpetua damnatio-
nis: &nifì de bujufmodi exceffibus eorum magna contritione panituerint, ad
vitam aternam non pojjunt pervenire y neque falvi permanere . Omnes vitam
communem ducentes extra E^ligionem approbatam , funt il Ir, à qmbus Sal-
vator nofier pr<xcipit efie abfiinendum y èr tanquam à falfts Trophetis attcn-
Qdendum. 24. Quilibet faciens contra jura Canonica peccat mortaliter . 25..
T^lluscorporevalidusy abfque communi utilitate y &neceJ/itate,potefi extra
veras I\eligiones fine peccato eleemofynas Chrifii fidelium tollere . Così le pr o-
pofìzioni condannate dal Grabon, che, come di lui ben dice l'Apologifta
a io.cafaiasinit': Domcnlcano , [a] Compulfus ea revocare y revocavitfiatim yparuitque Mar-
umiló'f^LmiZ ^^"^ ^' 'Pontìficis fic jubentìs imperio y obedientia filiuSy indcviumiramitem
40. ' ■ errore hutnano abreptus, fed rcduXy ac pedcm revocans ad reóium veritatis
iter, Catholico famulatu , ftatim ac jufius .
Ammirabile zelo Sc COSI DÌcn di zclo , c vigilante infutfc Martino contro sii errori par-
di Martino V. ^- , - ,.* r ,- *^ , ■ s r- , i /- ^ ,t r "
coatro i maligni ticolari di unaiempuceperfona , molto piii fi accele ilfiiointernotuoco
dcpreirori dell' di Dio contto coloto , chc coftitiiiti dall'AItiflìmo nel poi1:o di Prìncipi
Autorità Pontih- - ^ ,. x o ,- . , . . . r , . r
eia. non mai errano foli, ma Tempre leco tirano nel precipizio degli errori o per
adulazione, ò per inganno, ò per potenza il loro miferabileValTallaggio.
NellaminoritàdelRè Henrico Sefìo.d'Inghilterra iiavevano quei Gi^aìidi,
che difegnavano preparar la ftrada all'Herefìainquel Regno, promulgati
Editti fopra materie Ecclefiaftiche con l'impronto del Regio nome contro
la fuprema autorità del Pontefice, e contro chiunque ricevclie ammini-
iirazio-
Capitolo V. rjg Martino
{Irazione di Sacerdotii, e Chiefe dal Vicario di Chrifto, ch'eglino fog- ^*
getto volevano alla Regia potenza. Accorfefubito Martino alla depreiiìo-
ne di cotanto facrilega, e ftrana novità, & eccitato Henrico Vefcovodi
VVincefter, che fiì gran foftegno poi nella Inghilterra, enellaGerma- ^ ^^^ ^ ^^^,.^.
niadella Religione Cattolica, àdiportarficon Apoftolicacoftanza contro ietterà iiVfcot
i traviati Miniitri, fcridegliquefta memorabile lettera, che fembra nuova ^«'J'vvincefter.
dettatura degli antichi Gregorii, tanto ben ella fi ftende in ogni pregio
di Apoftolica dottrina, [a] Si quam ydic egli y indi/iridio Dei judìcio de com- \,^'t;uemVfen
mifjìs tibi ovibus rationemredditurus eSy aliquando cogitares , fi memintjfes TÌ'^y.an,i4z6.n.i9,
&tUy quaTaJìor^lis officii cura effe debeat y quàmque Ecclefia Romana , à
qua dignitatem y & au6ioritatemvendicas , jusy atque honorem tueri obliga-
tusesy in confideratione duceres, profezia non ufque adeò dormitares y neque
ne^ligeres: furrexiftes jamdudurn , q^ pofloves jamlongè aberrantesinclama-
res , ac proviribus refijieres ìois y qui ìur a ac privilegia à fummo omnium Ec-
clefiarum capite Chri/ii Ecclefia I{omana tradita facrilego aufuviolant y atque
contemnunt. l^umquid ideò Tontificalis dignitas tibi commifiaefly uthomi-
nibus pmfiSy opescumuleSy &qu^ tua funty non qu£jefu Chrijiiy quarere
debeasì Siidexiflimasy vebementer erras , & àChriJii intentione longè abes,
qui cum Beato Tetro oves fuascommitterety mleialiudy nifi utillas pafceret,
indixity prius non fernet y fed bis y actertiòy an ab e o diliger etur y expoflulansy
ejìnehxc dileólto in Chriflumy quam habesì efl, ne hoc curare y acpafcere
oves f" ita ne debitum , quo Fumana Eccle(t£ ajìringeris , re5iè exolvis ? en
ante oculos tuos ab ovili errantes inpmcipitiumlabunturoves y necillasre-
vocasy nec reducis: in confpeólu tuo herbas pergunt pefiiferas pajcere y nec
illas prohibes , imo ( quod abominabile efl ) tuis quafi manibus hujujmodi
prabcs mortiferum cibum : te vident e lupus illas difperdity & ]acestanquam
canis mutus non valens latrare: afpicis fìmul& Chrifìi y <& Ecclefit£y acSe-
dis ^poftoliciie, mandata , au^iorit^Jiem , reverentiamque contemni , nec vel
unum murmuras verbum , clanculum faltem , fi nolles palam . ^n ignoras ante
aterni Tribunal Judtcishujufmodireatusy ac culpa ufque ad minimum qua-
drantem redditurum te rationem ? num credis , fi qua tuo negle^lu perierit ovium
( pereunt autemmult<£ ) de tuis manibus fanguis earum exigetur} Qiddperos
E':(echielis Dominus comminetur y memorare y & extimefce. Ipfe inquit Domì-
niiSy Speculatorern Domui Ifrael pofuite: fi videris gladiumvenientem,
&non fonueris buccina, &aliquis perierit, fanguinemejus de manibus tuis
reqniram . Hiccdicit Dominus.
Qualis autem , ac quantus iniquitatis , & abominationis gladius in ^n-
gli^ F{egniim y atque oves tuas de fccndcrity tuojudicioyfirationeuterisy relin-
quimus . Terlege fìatutum illud regium , fi tamenftatutum , fi tamcn & regium
dici fas efl: namquomodo flatutum , quod fiatata Dei , & EcclefiiC deflruit?
quomodo regium y quod juftitiam perimitcontraidy quod fcriptume/i: Honor
Regis judicium diligiti & pudica y venerabilisfraterChriflianc Epifcope y ac
Catholice praifuly fijufiumy fi^quiiniy fi quod Chr i filano populo fervari de-
bcat, dignumefl. In primis per id execrabile fiatutum ita T{ex ^ngli^y e qui
egHfillendeindimoftrarelamalvaggiti, & incompetenza del Regio De-
creto, e poi foggiunge.
yide fi audita efl unqttam fimilis fiatuti ìnìquitas : confiderei prudentìa
tuay fi F^gemy ac ^egnam hujufmodi fiatuta decent : cogita , fi talia m-
fpicientem filere oporteat y & non magi s clamare, contradicere , & prò viri-
bus
Martino g^ Secolo XV.
^' bus refijìere, Eji ne ifia fitialis revcrentra^ Eji ne ifict Chrìjìiana ifeVjtlo l
quam B^egnum ^nglU SanBx Mnri Ecclefja y ac Sedi ^pojiolicaexhibet ?
Totejìne Catholicumregnumiddìcty ubihu'jufmodi ftatmintur profana leges,
& objervantur} ubi prohibetur admitti VicariusChrifìisì ubi oves fuas fi e-
ceffor ^poiìoli Tetri pafcere juxtamandatum Domini non permìttiturì Chri-
(ìhs dixit Tetro y (uifque fuccefforibus: Fafce Oves meas; flatuttim autem
regnipafcereipfasnon ftnit y fed vulty ut B^x ipfe pafvat, devolvendo ad eum
in certis cafìbus ^poflolicam auBoritatem . Chrifius adtficavit Ecclefiam
Jiipra Tetrum-y [ed regni Jìatutum id prohibet: nam non patiturTetri cathe-
dram de Ecclefia , prout judicaverit expedtre , difponere . Chrijìm voluit ,
quòd quidquid Summus Tonti ftx in terris folverit, aut ligaveritj folutum,
ligatumve efjet in cctlisi fiat ut um autem huic divinte voluntatinon afìentit :
nam (i quos Sacerdotes ad ligandum , folvendumve animas Chrijìi Ficarius
inl\egnumcontra ftatuti tenorem dejlinaverit y non modo ipfos non admittit ,
fed exulare jubet , bonis privari y alufque poenis ajfligi y cP" eenjuram , feu
procefium ^pofiolicum in regnum deferensy tanquam facrilegus capite puni-
tur , Quidadhac tuadifcretfo rcfpondebìt^ Efìnehoc Catholicum fìatutnm}
potè fine fine Cbrtftt ini uria, fine Evangelii tranfgrefjione y fine anima interitn
tolerariy aut obfervari^
Cur igitur non clamai y & quaft tuba exaltas vocem tuarriy annuntians pò-
puh tuo peccata fuay & domui Ifracl [celerà eorum , ne fanguis eorum
dctuismanibusrequiratur} Et ftomnesy quibus populorum curacornmifiaeft,
faceretcncantur; quanto magisidtibinecefiarium exequi y cui&populos, &
populorum minijìros y oves y & ovium paflores tua folicitudini Romana depu-
tavitEccleftay àqua&Trimatumy & fedis ^poftolica legationem fuper ^n-
glicanas Eccleftas fufccpifli , & per ipfam itli^s gloriuftffimi martyris Beati
Thoma olmi Cantuarienfis ^rchiepifcopi fuccefjor effcBus esy qui adverfus fi-
milia decertans [iatuta , holocauflum fé Deo ojferens , prò libertate Eccleftafìica
occubuit} Tu certe obhicc omnium primus, qui vexdloafiumpto prodire in
aciemdeberesy & Fratres Coepifcopos tuostuo exemplo incertamineftfìere ,
omnium terga vertis 3 &aliquoSy qui forte re ftftendi impetumcarperetity tua
five puftllanimitate y fivc dijjimulatione y ftvey ut omnes attefìantur y eviden-
ti pr£varicatione a bono propofito deji-cis . Itaque de te queritur Ecclefia : fi in
te omnis culpa transfertur y njnmirariy fed dolere y imo potius te ipfum corri-
geredebesy & debìtum quo omni jure adjiri6ius es y audaBer exolvere : prò qua
re efficienday ftvelisy qu.vin potes adbibere operamy non magnum certamen
fubeundum eft . Terfuade tantum prò officio y &auBoritatetuay facidaribus ,
& ex>s ventate inftrue y ofìende ets peccatum y quo obfervantes pr,£di6ium fia-
tutumillaqueantur y & erunt , ut omnes ajjerunty prava in direna , & a/pe-
ra in vias planas .
7{e igitury fi tacuerimus & nos , tuam , aliorumque deftdiam dijjimu-
lantesy fimilis :pudOmnipotentem Deum lulpa reos efficiaty neve ovium ?;o-
firarum fanguis y (ìneglexerimus , a manibus nofìris exigatur, tuam frater-
' nitatemy qìtanta poftumus indufirt:iy tato corde y totoque affeBu hortamur ,
monemus y requirimusy & in virtute fanBa obedientia, & fub excommuni'
cationis p(snay cui, fi neglexeris y ipjo fitto te fuhjicimuSy di/ìri&è pracipien-
domandamnSy quatenus quamprmiur, ad locuw y ubi &c. y equi conchiu-
de, che egli fi porti alla Corte dei Ré, minacci, predichi, e difenda la
caufa della Cattolica Religione con pronte cenfure, e con zelo proporzio-
nato
Capitolo V. 81 Martino
nàto al gran biTogTio. Così egli, cheallalettera del Vcfcovo aggiunfe[^] ^ ^ J'
commiffioni a Giuliano Cefarinifiio Interniinzio in quel Regno, acciò uni- cjf. Ì!'iqX%T
tamente ambedue inveftiflero rinimico» comefecuì, con quella merita*
ta laude di Apoftolici Miniftri , per cui in quel medefimo anno fi refero poi
af-nbedue degni di effer promoffi al Cardinalato , il primo con publica di-
chiarazione, il fecondo con rifervazione/w/je^ore, chiamato fecondo 1*
antica ufanza [ h ] Cardinal fecreto . _ ^^£^^^71'
Ma qiiefte furono piccole fcintille di quel fuoco, di cui ardeva Martino «''.i4io.».y.;«/».
contro gli Heretici perturbatori del Chriftianefìmo . La Bohemia aprì a Affari deiu eo.
lui un gran campo di guerra, e gli Huflìti gli furono non men oftacolo di henna, e guerre
contradizione, che materia di trionfo :ond' è d'uvopo,che colàficonver- Rdlgio'ne!"^ '
ta il noftro racconto in profeguimento di quella Hiftoria, che incomincia-
ta con le difpute, e con i Concilii, divertifll poi dalle fcuole alle armi con
avvenimenti feroci di afpri combattimenti . Non così torto dunque giunfe
a Praga la nuova della morte dell' Hus , e di Girolamo di Praga , che viddefi
tutta folfopra quella Città in una aperta ribellione contro T Arcivefcovo ,
contro gli Ecclefiaftici, e generalmente contro li Cattolici. [c]^udìentes cTbeod.NUm.in
H^rcticiin Civitate Tragenfì, dice il Niemio, cjm evrores ip forum duorum ''"'* ^'-^^^"^
hxreticorum fequtintur , ó'fovent , ut apud nos fama eji , &funt valdè mul-
ti ^ & potentes , illìcò in(ìmul trruemes , domus qttamplures Catholicomm.
Tresbyterorum Traga , & optnìonibus eorum contranorum impetuose deftm-
xerunt, ip forum aliquos m gladio peremerunt, & quofdam m fiumen Mult£ ,
quod penetrat Tragam , fubmerferunt : domum ^rchiepifcopi Vragenfts circum-
vallar unt , tamen di&us Archiepifcopus manus eorum vix evafit : & multa alici
ficva , & horribtlia contra Dei minijlros , & Ecdeftas temere commiferunt , Co-
sì egli . La nobiltà della Bohemia , e della Moravia infotferente delle feguite
condanne , altamente efclamò contro il Concilio, e rigettandone le decifio-
ni rifolvè difendere la memoria dei due abbrugiati Herefiarchi, nel medefi-
mo tempo, che la plebe pronta ai più precipitati eftremi,in difpregio,& on-
ta della Cattolica Religione cominciò impunemente in ogni Chiefa [^]ad '^ "^' h^btntut^
amminiftrare eifa medefima i Sacramenti , e poi contro le Chiefe rivolgeii- ««//r.^ ''^'^' ^'^'
dofi , le pofe tutte à fuoco , & à facco,e quindi nell' aperta campagna trecen-
to menfe difpofe , nelle quali alcuni Ecclefiai^ici più facinorolì , non so fé in
vendetta altrui , ò propria , communicarono trentamila Heretici con la fola
recezione del Calice . Rifentiffi più al tuono delle armi , che al difcapito del-
la Religione l' effeminato Rè Vvenceslao , e fé vivo incontanente abbrugia-
re un Sartore , ch^ fu ò l' autore, ò il promotore del feguito Sacrilegio : el'
Arcivefcovo Conrado exautorò, edepofeilVefcovo diNicopoIi Herma-
no , foftituito da lui al governo di quella Chiefa , nella quale il mifcredente
havevaconfacrati Sacerdoti parecchi pnblici Heretici, accrefcendo forza
alla fazione, e pabulo al fuoco . Meditò fin d' allora Martino la publicazione
di una general cruciata contro quefli Heretici, rifolutodi eftirparli, non
che dalla Germania , dal Mondo : ma ne fu divertito dall' Imperador Sigif-
mondo , che proclive à fperar bene in ciò , che bene delìderava , fi lafciòìn-
gannare dall' affczzione , eh' egli portava a' fuoi Vaffalli , i quali dalla propo- '
Ita cruciata farebbono Itati certamente tutti manomelTi , diffipati ,e difper-
' ^A\ acquietandoli Martino al configlio dì un Cefare cotanto beneme-
nto del ChriiHanefimOjContentoifi allora d'inviare queftafua lettera a'Bo-
iiemi, degnoritrattodelfuoanimoApoflolico, ^invitto.
Tomo IV, p Gra-
Martino g^ Secolo XV.
J ' Crapis admodum, [<z] flebilis , & horrenda querela noflras àttres quoti-
*,LÌ!hifl!^Huf,'iu dianis clamorìbus pulfat , quod etiam dolenter referre cogimur, quomodo re-
^'^bT ^°""^*^'^ ^'^'^ perverfis dogmatibus per ohm damnati memoria Joannem Fviccleff,
^ Joannem Hus , ipforum fequaces fuperftites , damnabiltter inferpientes ,
ipfum regnum Bohemi^ hujufmodi pcrverfis do6lrinis , & erroribus adeò in'
fecerunt , & pejìiferè impleverunt , quòd jam fides Catholìca , & Evange-
lica difciplina ibidem y ubi ha6ìenùs fummo, veneratione , & excellenti/Jìma
devotionè colebatur , fere feratur extm6ia : Imagines Crucifìxi , Beata Ma-
ria yirginisy & aliorum San£iorum irrevercnter frmguntur , ér comburun-
tur p <& impudico defcedantur : ritus , & caremonia , & alia ad cultum
divinum percinentiat penitits contemnuntur: dipina, heu, profanantur : ex-
tommunicatt , & interdici ad contemptum clayium tolerantur , & foven-
tur : re^lorcs parochialium Eccleftarum , & alti beneficiati de benefidis fuis
laicali potentia y & crudeli faritia opprobriosè expelluntur ; nonnulli etiam
ex ipfis viris Ecclefiafiicis, variis injurùf lacefjiti , per laicos captivantur,
exa^iwnantur y & crudelifjìmè cruciantur : fpolia ubique per regnum fupra
Clerum committuntur : cenfns, & reddifus ipforum, de quibus ftatum fuum
tenere deberent, violenter auferuntur . Et (^uod horrendum di^u e[ì ) Ca-
tholici 'Pnedicatores y & etiam certi Magifiri Catholicam fidempradicantes ,
& docente s, per cruciatus, <& tormenta, %eronica perjequutwne fidem Ca-
tbolicam, quam pradicaverunt , (^ docuerunty abiurare coguntur: Tradica-
tores, (ùr Do6ìores errorum pradi5ìorum.per eos fovcntur , & laicali poten-
tia defenduntur : Imagines pradi6lorum Joannis Hus , Ó" Hieronymi haretico-
rum condemnatorum , (jr fefia celebrantur , CT venerantur : confìitutiones
frivola contra determinationem , & decreta Sanóia Matris Ecclefia , & pra-
fertimde Communione fub utraque fpe.cie , temerario promulgantur , & non-
nulli Laici Catholici ad hujufmodi communicationem fub utraque fpecie fufci^
piendam marni faculari fapiàs confiringuntur w ^lia quoque molefìationes
eppreffiones , perfecutiones , & abominationes > quas lingua e arnis exprime\
ve, aut certe calamus vix pofjet defcribere, quale s nec tempore Tharaonis
tiec tempore Taganorum perfecutorum Ecclefia audita fueruntp Clero, &po-
pulo Catholico mferuntur; quas & audire , aurespi£ perhorrefcunt , & re-
ferre ftngula, velutifama, & relatione crebra ad nos pprdn£la didicimus, non
valemùs.
Et quoniam nonnuUos ex vobisy prout audivimus , eadem pefte nefanda
laborare cognovimus , graviùs in animo confervamus, dum tales , ac tan-
ti viri, quorum progenitores femper veri pugiles fidei Catbolica , ac Eccle-
fiarum , c^ Cleri fortes defcnfores fuere, ad tamos errores, & tyrannidem
pervenerunt . l^os igitur , qui ex injunÈio cura pajìoralis officio faluti cun-
£lorum Cbrifìi fidelmm providere difponimus , pracipuc tamen ad fidem Ca-
tholicam, Chrifii, cujus licèt immeriti in terra vice$ gerìmns, fanguine de-
dicatam, defcndendam etiam ufque ad fanguinem tenemur , ad extirpandum
hujufmodi errores , & ad defenfìonem fidei accurata foUcitudine volcbamus
procedere , ut tenemur : fed ajjìdua , atque importuna chariffimi in Chrifìo fi-
lii Sigi f mundi Promanar um I\fgis, qui prò unione SanSìa Matris Ecclefia mul-
tos , Ù* gravifjìmos labores pertulit , intcrv emione permoti ; potifjimè vero
confìderatione , ac intuitu regni injìgnis Boijcmia , quod ba^enùs prtmum , ac
Ecclefia Bimana femper obedientiifìmum extitcrat , probibemur à procefiu,
cxpeàantes paterna pietate ipforum reditum ad obedientiam , & errores fuos
corri-
Capitolo V, g ^ Martino
torrigere; ad quod tenebatur . Così il Pontefice , ma invano: poiché gli ^•
Heretici prendendo àfcherno le parole, che in quel cafo, comefoffiodi
vento , accefero maggioriiiente il fuoco della dilfenzione , baldanzofa-
nience invertirono il Monafterio [a] de' Carmelitani, e fotto Gio: Mo- a idemibià.
naco Apoftata Premonftratenfe commeflero così horribili ecceifi y q co-
tanto terribili fi refero riellà fazione ^ e nelle armi, che fu coftretto il me- soiievaiìone
defimo Rè Vvertceslao prender ficuro partito , e ritirarfi dentro la For- pj]^^^ it^.^oll
tezzadiViffegrado, peif non lafciare efpofta la Maeftà del Principe agi' in- ci.'
fulti de' follevati . Continuò Martino gli nfficii, e co\i fpedìil Cardinale
di S.Sifto fu o Legato in quel Regno con [b] ampia podellà ó\ raffrena- ^ Mart. v.ub. r.
re, e caftigare anche per mezzo dell' ultimo fupplicio, e del Regio brac- ^^'/'•^^«'••/"'ì-'ìJ-
ciò fecolare la infolenza degli Hufiìti. Ma il Legato ritrovò così avvanza-
to il male, che tardi fi avvide l'imperador Sigifmondo, clie l'unico reme-
dio alla cancrena della Herefia fi è il taglio, e'I fuoco. Poiché ad onta del
Legato r Apoftata Pfemonftratenfe [e] con ii Sacramento in mano gi- e c^«. syiviusm
rando, qual furia, per leftrade di Praga, cont-ocò gente, e per óften- ^^fi- ^«^'«'"•«••s?
fazione di pietà inalzando altari rielle publiche Piazze, fopraefll, come
per implorar da Dio efitó felice alla loro ribellione, fece celebrar parec-
chie[d] Mefle con infolite, e nuove, e ftrane cerimonie , orazioni , e d n.vvM.to.i,
riti, e quindi tutti eccitò ad una horribile rivoluzione, incendiando Chie- "^•^•'^•^s-
fé, faccheggiando cafe , e riempiendo tutto di terribilillìmo fpavento.
Appena [e] undici Confoli ài quella Metropoli poterono fuggendo fai- ^ cocUaì.s.Lcìu
varfilavita, rimanendone fette prima gittati dalle finefl:re del Pretorio,
e poi trafitti dalle hafte , e fra le fozzure del fango trucidati in mille pezzi ad
eccitamento , e comando dell' empio Premonftratenfe , che fempre prefen-
te ad ogni piiì fiero ecceflb , animava gli HulUti cori il Sacramento in mano ,
fervendofi dell' autorità Sacerdotale, e Sacra in conculcamento del Sacer-
dotio, e del Sacramento . La Regia Cavaleria , eh' era accorfa al tumulto,fii
dagli Heretici diUìpata, e disfatta, & attonito il Rè a una tanta novità,richie-
fta invano la follecitudine delle armi dall' Lnperador Sigifmondo fuo fratel-
lo, per r apprefo fpavento cadde con accidente di apoplefia , del qual male
indi a dieciotto giorni [/] egli morì, chiudendo miferabilmente gli occhi al- f^.,,^ ^^ ^^
la vifta della rovina del fuo Regno , che precipitò in pochi anni , tolto il fon- ^««!i4i9. '*^'* '
damento della Rehgione , in difperatiflìmi fucceiiì .
Perduta dunque la riverenza à Dio, e morto il Rè, perderono facil-
mentegli Heretici anche ciò, che rimane in venerazione prelibi Barbari,
cioè il rifpettoair augufta memoria de' loro Antenati, & infuriando fm
contro i fafiìde'loro antichi monumenti , gittarono [g] a terra, e (ja' J/''*'"^'"'''' '"''
fondamenti rafero l'Imperiai Monafterio della Regia Corte, fituatosùle "''
ripe del Fiume Multavia, nel cui dormitorio haveva l'Imperador Carlo
Quarto fatta dipingere tutta la Sacra Hiftoria, dal Genefifin all'Apoca-
lifle , con la indicazione pronta di lettere dinotanti que' fucceiiì , in modo
tale che, benché il vafo fofle ampio, evafto, dal mezzo di efib poteva-
no tutt' egualmente vederfi le figure, e leggerfi le ifcrizioni, che andava-
no tanto più crefcendo in altezza , quanto più lontano n' era formato l' og-
getto. ICarthufiani, che uiiìciavano quel divoto Santuario, furono quin-
di tutti à forza di battiture, & adimproperio di rampogne, vituperofa-
mentefcacciati, & infultati dagli Heretici, col nome di Torci ingrafiati ,l,Z;;Jl^^^^^^^^^^^
imuilt al popolo , &àDio . L' Imperador Sigifmondo divertito dallaT/-^ ] fpe- ^o>.r>-oi r.rdnp i.
*■ "^ ,^ J „ in Martino V.
F z dizione
Martino g^ Secolo XV.
y^^.^^.^ dizione contro i Turchi nella Ungaria , [a] nec defendit Hungarìam ^ com'
i/y?. £9;;4!c!ji" elegantemente dice un nobile Hiftorico, & Bohemiamamijitj e in ogni
luogo ftrani avvenimenti feguirono di funeftiflìme perdite .
Setta dc'Caiixti- Effeudo cofa che in due fette Ci divife allora il miferabile Regno della
ri ' \\wVÌtÌoIì'. Bohemia ; l'una fi difle de' Caiixtmi, overo Pragenfi , overo Semplici Hulfi-
■ . * ' ti , r altra de' Thaboriti : li primi meno empii , ma li fecondi efecrabili per
ogni enormità di errori . Li Calixtini , Pragenfi , e Semplici Hufiìti conveni-
vano coni Thaboriti in quattro punti, che furono i quattro celebri artico-
Lr'«;V/r.T<S.<! li, acremente [b] difputaticon i Cattolici nel Concilio futuro di Bafilea:
ed eghno fono quelli , Trimò, Quòd verbum Dei per F^gnmn Bohemia y li-
Quattro celebri bere j & [me impedimento y ordinate a Sacerdotibus Domini pradicetur , &
benUHcr^cici^°" «««^'^^«''' Secundò, Quòd Sacramentum DiviniJJìmA Euchariflia , fub ittra-
que fpecie , fcilicet panis , & "pini , omnibus Chrifli Fidelibus , nullo pecca-
to mortali indi fpofitis y libere minifiretur , Tertiò, QuòdDominium Speculare
fuper divitiis, & bonis temporalibus , quod contra praeceptum Cbrijii Clerm
occupai y in pr<iejudicium fui officii , & damnum brachii facularis , ab ipfo
auferatur , (ér ipfe Clerus ad regulam Evangelicam , & vitam ^poftolicam ,
quam Chrifius vixit cum fuis Jipoftolis , reducatur . Quarto , Quòd omnia,
feccata mortalia , & fpecialiter publica , aliceque deordinationes Legi Dei con-
traria i in quolibetftatH ritè, & rationabiliter , per eos , ad quos fpe&at,
prohibeantur, & deftruantur. Così gli articoli. Nei rimanente li Calixti-
c vidi eornmiì. ni Convenivano più co' Cattolici, che con gli Heretici, e fé in [e] altri
ThiTorL) ""^Hts punti non era intieramente fincera la loro fede, non perciò ella dir fi po-
rtftncocu.iìb,'i teva intieramente contraria alla Cattolica. Ma li Thaboriti havevano più
f^^n/syìv.mft, errori , che feguaci . [d] Horumfe£ia , dice di effi Enea Silvio Piccolomini ,
ii2.ad'card.'ie.'dl pefiifera, & abominabilis efl , ac fummo digna fupplicio . P^omanam Eccle-
carava/aU |j^^ nolunt haberc Trimatum , aut proprii Clerum habere quicquam : Imagi-
nes Chrifli y San£iorumque delent: ignem Turgatorium infìciantur : nihil San-
£iorumpreces]am cumChriflo regnantium prodefìemortalibus ajjeverant. Ve-
ftum diem prater Dominicam , & Tafchalem non agunt : jejunia fpernunty
Horas Canonicas abjiciunt: Euc bari ftiam fub fpecie panis y & -piniy & par-
•piilisy & dementibus prabent: Confìcientes , nibil prater Orationem Domi-
nicam y & verbaconfecrationis dicunty ncque vefiimenta mutanty neque or-
natus affumunt aliquos . Quidam fcrò eò ujque deftpiunty ut non verum Chri-
fli Corpus m Sacramento Mtaris y fedreprafentationem quamdam effe conten-
dant y errantis Berengarii , non converfì , fequaces . Ex Sacramentis Eccle-
fue, Baptifmumy Euchariftiam y Matrimonium y Ordinemque recipiunt . De
Tcsnitentia parum [entiunt : de Confirmatione , & Extrer.ia Un^iione nibii .
Monachorum T\eligionibus infeflijfimi juuty invcnticnefque diabolicas afjerunt
efie. Baptifma fimplicis undce -polunt. T^llam aquam benedicunt . Cotmetc-
rianon habentconfecrata: cadaveramortuorumincampis , & {ut digna funt)
cumbefliìs fepeliuntury vanumque cenfent orare prò mortuis. Ecclefìarum
confecratioìies derident , & in omnibus locis pajfim conHciunt SacramentKmK
'ì^illa major bis cura efl, quàm fermonis auàiendi. Siquis negligens ?fk y do-,
rniquetorpet, autnegotioy ludovevacaty dum fermo efl, virgts c^fditur , (ir
furare y utverbum Dei audiat, compeUitur . Efl illis domus qaadam lignea y
finùlis borreo ruris , baac Tempi nm appellant . Hìc populo pnedicant , hk
legem per omnes dies exponunt : hìc altare unicum babent , neque confecratum ,
neque ccnfecraudum f ex quo Sacramentum pkbibus exbibent , Sacerdotes neque
corQ'
Capitolo K 85 Martino
coYónas ferunt i ncque barh^s tondent. His Thaùotitj; frumento y cervi fia , ^*
lardo , leguminibus , ìignis , & omni fuppelleóìili necefìaria publìcè domum
compienti & addunt in fmgula capita fingulis menftbus fexagenam , ex quo
pifces, carnes recentesy & { fi velint ) vinum emant: in Mtari nihilojfe-
runt: Decimas omnes damnant : Trimitiarum ncque nomeny ncque rem te-
nent. T^on tamen concordes funi in una Fide: fedaliter ijìiy aliter ifii fen-
tiunt: ydle fuumcuique efl, nec voto vivitur uno . Così egli de Thabori-
ti. Si erano coftoro coftitiiitipercapounde'piùmalvaggi huomini della gìo. ziska , Aie
Bohemia, cieco di un occhio fin dalla fua fanciullezza, deforme di fac- za!'"' ^^"^*'
eia, feroce di genio , e perciò valorofo di mano, ma egualmente preci-
pitato di animo nella rifoluzione di ogni più facrilego attentato . Egli
chiamavafi Giovanni Ziska, che non cosi tofto fiì da'foUevati afllinto al
comando delle loro armi , che in un ermo monte prelfo Praga edificato
un forti(fimo Cartello , quivi convocò il più forte delle fue milizie , e de-
nominollo il Thabor ( onde eglino furono detti Thaboriti ) [a'[ tamquamy a idem in Hifior,
come di efilfoggiunge in altro luogo il fopracitato Hiilorico, cum tribus ^'^""-'•'i^'
^pofiolisSalv^torisChriftitransfigurationem in monte vidiffenty indeque fuas
opimones mutuati ejjent i quasfideiveritates vocitabant. Hnea Silvio elegan- bo'itr^, efulde*
temente defcrive quefto nuovo Thaborinfernale nella menzionata lettera, Scrizione,
ch'egli fcriifc al Cardinal Giovanni de Caravajal, allor quandogli con-
venne far paffaggio da quelluogo, Vnemifimus y egli dice, quiThabori-
tas accederent , atque munus hofpitalitatis expetcrent . ^cceperunt hac U-
tis animi! Tbaborit£ , dederuntque fidem , atque obviam venerunt . I{es fpe-
Baculo digna fuit ruflicanum , d^ incompofitum vulgus , quamvis urbani vide-
ri vellent. Frigus eraty pluviale tempus ( nam Bohemia fjepè mifcet sfiati
byemem ) Ex tllis aliqut nudierant y I. Listelli carni fiiSy alti pelliceastunicas
indueranty alii fella e are barn y alii frano, alii calcar ibus : alteri crusocrea-
tumfmty alteri nudum : buie oculus defuit y illimanusy c5" ( ut Virgiliani s
utamur verbis ) Foedum videre fuit . . , . populataqiie tempora , raptis auri-
bus, & truncas inhoneftovulnere nares: incedendinullus orda , loquendi tini-
lamodefìiay barbaro, c5" rufitcano ritti nos exceperunt . Obtulerunt tamen
xenia , ptfces , vinum , cerviftam , Sic oppidum ingrejfi , lociim vidimus .
Quemnift H^reticorum arcem, autafylumvocem, nefcio quo appellem nomi^,
ne. Tiam qu^cunquedetegunturinter Chrifiianos impietatis, ac blafpbemict-
rum man/ira, bue confugiunt, tutamentumque habent- ubi tot funt harefes ,
quot capita: & libertas cfi, qua velis credere , In exteriori civitatts porta
duo fuerunt futa; in altero pi6luraerat angeli Calicem tenentis, quaft Com-
munionem fub fpecie vini fuaderet populo : in altero lisina pi6iusfuit , homo fé-
nex y &- utroqueluminecafus, Hicolimdux Thaboritamm fuerat , c:^ aite-
rum oculumin puentiaperdideraty alter umhofìili fagitta confixus amifit . Jtb
hoc fxpè vi&os Fideles ajunt y f^pèChriJiianorum c^des fa^iasy compLuresci-
vitatesexuflasy diaita Monajieriay facras Ades incenfas , profìitutai Virgi-
nes, Sacerdotes occifos . Quem Thaboriti non folkm monoculum, fed cacum
quoque fi quut! flint DHcem y n.ciueabfurdè. ì^am tali populo y quinihil divi-
nitatisintcUigity mbilreltgionis ttnet , mhiUqui, reóìique videt, quis diica-
tum pr^berc d-butt , ntft caji.i$ f Impletum e/ì illnd Salvatoris in eisiSi c£cus e ce-
co ducatumpr^beat , i7nbo nfovcam cadunt . Hw dum morti proximus ejfet,
CQnfuUarentque rijabont.iy qu'mpojì fé Trincipemdeftgnarent ; Tojiqimn ,
mquity anmusà me fugeritj excorìate corpus meum, & carnes due volti-
Tomo W, F 3 ^^'^«^:
Martino g^ Secolo XV.
^' cribtts: excorioverò tympamm facite, at^ue hoc in prxlio Ducem h abete ì
T^am quovis locorum Theutones fonum ejus audìerint , mox ter^a dabunt,
Zifckam in tympano formidantes , Hic poflquam óbiit , Thabontarum alii
Trocopium ftbt Ducem elegerunt : alii in tantum illius memeriam dtkxeruntt
ut neminem dignum exijiimarent, qui tanto Duci fuccederet : afpernatique
Trincipemy Orphanos fefevocabant , quafì patre carentes , atque orbatos,
ut qui cacitatem non vivam tantum , fed mortuam quoque colendam cenfe-
hant, & inferos ufque fequendam , Hunc autem veluti 'blumen Thcéorenjts
habent. Etquampis pi5ìuras omnes abominentur , huìus tamen pi£iuram re-
ligiose colunt , & honorem , quem Chrifio negant , concedunt Zisk£ . Così
egli del Thabor , de'Thaboriti, cdelloroZiska, di cui ordinatamente i.
a Idem ^nW/ior. fuo luogo riferiremo le crudeltà, e le prodezze, li combattimenti , le
£ohem.eAì' vittorie, clamorte, Aldi lui efempio un Sacerdote Thaborita delia [a]
Moravia ( huomo iìxanamente anch'elfo feroce , poiché incontrandoli
con Sacerdoti Cattolici , ò incontanente egli li arroftiva sii le bragie , ò
nudi fra il giplo dj'Laghili riponeva, ò recidendoli li genitali* forfenna-
h NaytUrHs Ce- jcamentc rideva à que*tormenti ) [b] inalzò fopra alto monte una fortez-
V^Pr'aTeli.^vtr.io. ^^ ' c chiamolla l'Orf^ , e i conmgiati in efla gli Orebiti j e [e] Gio.Roatio
Hoatius.' * pur elfo Thaborita 9 inalzò dentro denfiflìmafelva un'altro Caftello, e de-
or?b'?d"egiiore Hominollo Sion , eglihabitanti in elfoSioniti, emulando il Diavolo con
bitièòhemi,e del la fantità di quenomi 1 i principi! divini della noftra fede .
Bohemi!^'"""' E ai detti corrifpofero potentemente ancora li fatti , & agli errori le ar-
d ^n. 'syivìHs mi , gittandofi inopinatamente il Ziska [d] in campagna con un efercito
ouclauimimata di quaranta milla combattenti , co'qualiegliincaminofll verfo la Metropo-
dai Pontefice co li di Praga, cHc prima ritrovoflìforprefa dalla fama del terrore, che dalla
Sohemi f """^' forza deH'Jnimico . Convocò allora [e] il Pontefice contro i doppii ribelli di
e Extant lìttttA pio , e di Cefarc la cruciata con le folite formaliti , & indulgenze di già ufa-
^*7;,j'.''^'"'^''" te nell'ultima intimata contro gli Albigenfi, e coji grande ftrepito di ani-
mannimenti militari prefero la Croce l'Imperador Sigifmondo, gli Arci-
vefcovi di Colonia, Magonza , Treveri , il Vefcovo di Liegi, Ludovico Pala-
tino del Reno , li due Marchefi di Mifnia,e di Brandeburgo, li due Duchi di
Saflbnia, ed'Anftr^a, e fotto le infegne di Cefare prefentaronfi tutti formi-
dabili fotto Praga per foggiogarne nel medefimo tempo non men le mu-
ra , che i difenfori . Mi tutto invano , poiché fupplendo negli ajfediati la di-
fpera?ione alle forze , e refiftendo il folo Ziska ad ogni terrore , che incuter
f DtthrAvius m V^^^^^^^^^^^^^^^'^^^^^^^^^^ fiìcoftretto Sigifmondo toglier quindi l'af-
i4Mft.''BlTni.' ' fedioconinfaufte, e vili condizioni, riferite[/] dal Dubravio più in difcre-
ro ^'èffi *"^'''" .dito, cheinifcufade'Crucefignati. Poiché alia viltà fi aggiunfeilfacrile-
progre i . ^.^ ^ ^ ^^^ pagar le mercedi ai SoJdati,con mal configliata rifoluzione in vo-
zUem ibid. fò Cefare tutto il facto teforo [g] del Sepolcro del Rè S.Vvenceslao, che
per giufta vendetta del Cielo fervi più tolto in diflìpamcnto, che in foften-
tamento dellefercito , il quale non tanto riti roflì, quanto sbandolfi in fo-
lazzamento delle male ufurpatc ricchezze . Il Ziska rivolfe prontamente a
Ilio vantaggio J'cfempio malamente dato da'Cattolici, e faccheggiate
anch'elfo le Chiefe di Praga, e di que'contorni , ed impadronitifi gliHe-
h Monfirdet.voi. rctìci di Btoda , Mymburgo , Cuthna , Colonia, Muta, Politz, e di
I .f . i2(j . ^jj^g molte Città dejia Bphemia , da per tutto uccifero [h] Sacerdoti , pro-
fanarono Tempii , vioiarono Vergini , e terribili fi refero alle armi egual-
mente, & agli animi de'Cattolici. Màfràle vittorie del Ziska trionfò an-
cora
Capitolq V. 87 Martino
cora per man degl i Herecici la Religione Cattolica in quelle parti con qiielP ^ •
alta, e faviadifpofizione del Cielo, che non mai lafcia perire del tutto il
Chriftianelìmo. Dice [a] l'Harpsfeldio, Trodiifkexf^piccleffifcholay qui ^■f^yj'^l^l'J/'^'
nudi in publicum prodirenttamviri, quàm fccmin^ , & ita in omnibus mfUr '"
^dami, &Ilev£Ìncedendum effe contenderemo La contagione di quefti mio- ^^^^.^ Adamici
vi ^^^/«^V^propagolil dalla Inghilterra nella Frància, e dalla Francia por- ndb^'Bohtmia.
tolla nella Bohemia un Piccardo , [b] che all'incentivo della nudità aggiun- L^f^SJ^V."
gendo la sfacciataggine di moftruofalafci via, haveva in unlfola, che for-
ma il Fiume Lnrmicio , congregati feguaci di digerente feffo , e condizione
con piena podelH di efercitarinfieme ogni più abominevole eccelfo. A
tartine eflb predicavafi loro figlio di Dio, e come tale prohibiva ogni
qualunque congiimgimento di corpi, fé prima ad eflb non richiedevafene
licenza con humiliazione di atto, e di voce, alla qual fupplici egli allora
acconfentiva , e graziofamente nTpondeva , Ite , crefcite , multiplicami-
ni, & replete Terram . Hot [e] fu di paflTaggio per que'contorni il Ziska ,^ ^„„^,.it.
ecome che rHerefiaèbenefpeflbinhorrore agl'iftelfi Heretici, ficcome
al detto di S.Agoftino la pazzia a'pazzi, Stultitia mi/era ejl etiam fiukorum ^ g. ^^^ i;/,^^
[d] judicio; così non piacendo né pur àZiska tal reo modo di vivere , fca- "«'* ^cademì-
ricolTlfopra loro con tal ferocia, che tutti egli pofe al taglio delle fpade , rràndm, edif.
e molte di quelle donne fè arder vive, che crederonfi ammaliate dal Dia- perfi dagli huAì.
voloperlacoftanza, che dimoftrarono in quel duro martirio, eflendo"'
che [e] eWcnoridenteSj cantantefque ftammarum incendia pertulere, ^ si
Ma in querta eri , in cui infuriava nelle parti Oltramontane SetCentrio- ' /ó■^ "' ^ '"'
nalilaHerefia, maitre parti il Diavolo chi acciecava con le fozzure del f^""Y''^"'^|^^'!!
fenfo, chi inferociva con la contrarietà della Religione, e chi pervertiva KdobaSmo!
conlafottJgliezza de'Dogmi» Raccontai! Vvaldenfe, [f] che furfe nel- f^^ vvaidtn.tn,
la Scozia una fetta, rampollo della Vviccleffiftica, la quale fofteneva , jtirj.csj-
Quòd foetns è fidelibus propagatus non fit facramentaltter bapti^^andus i imo
parvulis dixerunt inutiliter baptifma con/erri fecmdàm ritum , quentfervat
Ecchfìapro eui quòd quàm citò anima eji carpari unita y infunditur gratiaSpi-
rttusSan^iy perquam fu^ienterparvtdusbapti'^^atury (& cum adannosper-
•penerit matiiriores , ita quòd intelligere fciat ferbum Dei , e fi fufficienter cott-
firmatus'y e confermavano queftiHeretici il loro detto con l'Oracoio dell'
Apoftolo, [g'\ SanBificatus efl vir infidelis per mulierem fidelemi & fan- g r, ad cen'» e.r,
6lificataefl mulier infidelis per virum fidelemi alioqum filli vefcri immundi e f- 4f^ei^!"^&ffìrà
fenty nuncautem fanCii funt. Errore rino vato in quella noflra era dai [h] %eiig<'ont,cueri:s
Novatori Oltramontani, i quali non hanno confiderato, che òl'Apofto- 'clixdnìstì-ìribSlt
lo parlò in queiìo luogo di una certa [/] fantiti civile, per cui li figlino- --ntocis, '"
lifonolegitimi, e nonrpuni, [y ò della confacrazione al Battefimo * clt„t;l,^t^/Ì
che dal coniuge fedele il fa à Dio del nato parto, ò della fantificazione del '>/>r^=>'>«'-, 'ir
conjuge infedele per mezzo del fedele nell'ufo del matrimonio , non ^^t-^Z^uJ,Ì\v.,Ì'^'
vertito dairabufo della dilettazione carnale, come alcuni hanno fpiega- ^ ^"^ TertHu.ub.
to apprefìb H citati Santi Agoftino, & Anfelmo, riferiti [/] inquelto wt'i^Tìn L
medelìmo proposto dal Bellarmino, il quale à lungo difcioglie, e ribat- •^'"■<^'^•^''-•''^•
tegliob)ettidegliHereticifopralafpiegazionediquefto paffo. Pafsò poi 'tisTl'ft^h'xT(i.
queft'HtTefiadallaScozianellaFiandra, dove li Vviccleffifti nel Cartello di 'J//-;;, f • Vj
SainsprcflòDovay C\ [m] congregarono in Conciliabolo per fofìenerne mULZ'.''"^ '
con ogni ardore la difefa: Mail Vefcovo di Arras, e gl'lnquilìtori della Fé- 'n^^j^/'^'/^f-v/.
oe [«] liforprefero nell'atto della loro Congrega, e quindi al fuoco li n Um,\r-o.
F 4 {tralci-
Martino gg Secoh XV.
Pro aYc' ftrafcinarono per i/piirgar la Provincia da quella Pefte . In Londra pari-
i^Kufdra?^ "^ ^ mente [n] fii condannato un Guglielmo Sartore, che tant'oltre ginnfe
a ^««.1422. nella oppusnazione del culto de'Santi, che né pur permette va, poter por-
fcrrori , & nerefie r r ^• \ \ y-^- \ ..^1 -n ^ ì 1 • n • •
iiiGugiiemoSar- gerc fueluppliche aGiesuChrilto cornea nuomo hipoltaticamente unito
b'ri'vvaide,, col Verbo Divino, mdfemplicementeàGiesiiChrifto come fol Dio. [h]
ì.tie'.'iiy.ioz,'^"' Guillielmiy dice l'Hiftorico Controveriìfta , cognomento Sanoris damnati
Londini anno Domini 1^22. prima conclufio erat ifla: Omnis oratio, qua cjl
petitio alicujus donifapernaturalts , vel gratuiti y [oli Deo ejidirigenda . Secun-
da: Oratio foli Deoejìdìrigenda. Tenia: Orare aliquamcreaturameji com-
vnittere idololatriam : Fideìes nunquam dirigere debent orationes fuas ad
Deum fub ratione humanttatìs , fed folum fub ratione deitatis . Così egli,
che fiegue, e rigetta le riferite inettie. Ergo Taulus ^4pojiolus erat Idolo-
latra, qui ait: Obfecro vos, fratres , per Dominum nojìrum Jefum Chri-
ftumy Ò" charitatem Spiritus Sanali 3 ut folicitudinem impertiamini in oratio-
nibus preme ad Deum i ut liberer ab infidelibus y qui funt in JudiCa} Ecce non
folum infiaty ut orentprofe , fed orationi adjurationem accumulati contefians eos
per Dominum Jefum Chrijìum , &per Spiritus San6li charitatem , obfecrans eos
impertiriftbi folicitudinem in orationibus prò fé Deo. Quid efl ergo obfecrare eos,
r ij.^^.,„ ,,', aiit quid minus j quàm eos orare prò fé > Cosiceli: che fosgiunge ancora la con-
''j.c.ós. • danna [e] fulminata dal Veicovo di Noruuyck contro un altro Gugliel-
BuS''^'"^"'' ^^o cognominato il Bianco, che inimico prima della Evangelica pover-
tà, fi gittò pofcia d riprovare il Celibato Sacerdotale con il motivo dell'
à^dGaiat.s. Apoftolo , che dille [^J Fos in libertatem vocali efiis y Fratres. Ma il
e /rffw Kv4W.V«. Vvaldenfe citato a lungo ribatte [e] lidi lui primo errore, & al fecondo
Ì'!^d°o\iUt'. s. prontamente rifponde con ciò, che replica incontanente S. Paolo, [f]
Tantum nelibertatem in occafionem detis carnis. Ma dall'Inghilterra l'He-
refiapaflata in Francia, fconvolfeftranamentelafantafiadi un Herefiarca,
e , , ,^ .„. che componeva la fetta degli Deifti, aderendo, nulla doverfi credere.
Setta de Demi , ,- ^ ir i • ■ i j n» u
fé non quanto comprender fi poteva conia cognizione naturale dell mi-
mano intendimento. Defcrive graziofamente la dì lui pazzia Giovanni
NidernelfuoFormicoIario, e qualmente ne guari(fe l'Herefiarcaà forza
litcìRVil'^"^' del rimedio del baftone: [g] Cum perfidus infuapertinaciaperfeveraret ,qum-
imòdicerety feinfcientia fua mori velie y excogitaverunt viriprudentes y ani-
ma ipfmsmiferi plus faventes, quàm corpori, aliud conftlium : Vinculetur ,
dicebant ad Epifcopiofficialem fecrettàs, ver(ipellis ifìe ar6liits , ponatur ad
cippumy & Loris fìringatur ', inhis forte pernottanti vexatto dabitintelleBum.
Qtto per ordinem failoy venerunt in craftino fapedi£ìifìdeles anima chirurgiy
videre voltntes fuum agrotum , ad qttos impatienter clamavit : Me , quajo ,
incinerate ; paratus enim fum . Quoufque animam meam fruflra yexatis ? ìl-
li vero fomenta acriora anima de JEgyptiorum thefauro philofophico applican-
tesy ofìenderunt erranti, quàm imbecille foret humanum ingenium , quàm
ars multa, vita brevis, & judicmm fallax , tempus acutum , &fimilia-y &
meditativum in bis iterato reliquerunt non minùs , quàm antea , vinBum . In
crajìinoveròredeuntes per divinum lumen infpirntumbonimi hominem invene-
rum. Fidi ( inquitreus ) quòdanimamea falutemindtfefsè quaritisy litteris
eminentes efiis , & inorbc terrarum faì,2ati : paratus fum ingenium meum va-
bis fubrnittere: jubete, quodplaéuerity quia paratus fum Jmefi^iìone parere .
Itaque revocare fHamperfidiamjujJuseft, & fecit publicèi & ne mundoulte-
Yiùsferviensdectpereturà-panìSj petivit in ordine Taulìtacmn recipi in Mona-
(itrio.
Capitolo K 8g Martino
^erto , uhìDeofmpliciteri & valdè devote fervitur in Hungaria , ubi ordo ijìe ^ •
jn magno efl vigore : ibi reccptus militavn Chrijii tyrocinio .
Ma nella Germania con più premurofa foUecitudine attefe Eberardo f'""'^°p,''Ì ^'^f;
Arcivefcovo diSalzburg à riparar dagl' infiliti dell'Herefia Hiiffiticailfuo Hcraiu Bohemi'.
'Tregge , che già cominciava in parte X rimanerne infetto di veleno . Convo-
cò[^j egli nella fuaMetropoli un Sinodo, e queftacondanna fulminò con- ì^w^.j^zo. ■
troeffi) e quefto forte argine egli oppofe alla loro prò ffima inondazione: r,f;I/7J^ ^'^ j;
Statuimus -, dicono gli atti di quello Sinodo, [/>] utfìatiquis Clericus , vel hxreticis.' ' '.'
Laicus utriufque jexus , cujufcumqMe dignitatis , religionis , vel (iatus exìftat ,
aufus fìt prafumptione damnabilipublicè predicare , aiu occulte decere ^ ere- e i""»» decreti.
dere , vel tenere , quòd Sacerdos in mortali peccato exijìens non poffit confi-
cere Corpus Chrijii, [eu.fic ligatus non poffit f oh ere , vel ligure fuos [uh ditos
à peccatis , prò hxretico , & incredulo habeatur : quem errorem hitjus Sacri
Concilitapprobationedamnamus 1 anathemati'^mus ^ &pennìis reprobamus,
cum Sacra Scripturx dicat au6loritas , quòd fìve bonus , five malus fu Mini-
fler, per utrumque Deus eff^5ìum gratile confert : non enim , qujs fannia,
coinquinari pofìunt , nec ipfa Sacramenta propter humanam malittam prò-
pbanari ; unde Sacerdos , quantumcumque pollutus exiflat , divina non po-
teft poUuere Sacramenta: e quindi provvidefi alla indennità della Fede con
il feguente refcritto^, [e] Omnibus Ducibus , Comitibus , Baronibus, Ca- e lùtion.
pitands , Burgraviis , Caflellanis , Magifiris civium , Confulibus , Judici-
biiSi & Officialibus aliis qmbufcumque dijìri£iè pnecipimus , & mandamus
fub pcenis pr<£mijjis , ut ad requifitionem fuffraganeorum noflrorum , eorum-
dem Vicariorum i feu Liquifìtorum pravitatis harctica , fen cujufcumque al-
ter ius pnedi^iùrum , taliter de h<:erefì infe^os , infamatosi autfufpe^ios incarce-
rare, captivare, aut detineredebeant , &" teneamur y & fitalcs [e pnztende-
rent m SacrisOrdinibusi^cùnfiitutos y nobifque , acnoftris fuffraganeis , ^rchi-
diaconisy Vicariis , & eorumdem officiis , ac haretica praviiatis inquifitori-
bfts deputatis prò mine , aut in nofìra Trovine la poflea deputandis , tradant ,
& ajjignent taliter denmciatos , &fufpe8os, ut prò extirpatione tampericu-
lofi criminis libere procedant , & procedi faciant juxta Canonicas Santiiones,
I{eceptatores quoque y fautores , & defenfores eorumdem posnis , ftt pramitti-
tur 3 volunmsfubiacere .
Però con più forte rifoluzione fi oppofe il Pontefice agli Heretici con i'
armi, fé maggiore avvedntezza haveliero havuta liCrocefignati nel ma- Po,n'ficif"ÌiTo!
neggiarle . Èglifpedì [d^ di nuovo colà Legati per ravviarne più regolata- va crudau con-
mente l'aifare , e lunghe lettere [e- ] agliEcclefiaftici della Bohemia, Mora- Till^lf/k j.
via, Mifnia, e Germania, per eccitar tutti alla degna imprefa di far riforgere ^p atrMg.i.^<i'.ul
con l'abbattimento della Herefia la Religione Cattolica in quelle partii & l'l[Ìu?'''^'''^
il Cardinale Branda, che fu il Legato deftinatoàun tanto aifare, pronta- e^ik^^i.ijr.
mente corrifpofc con l'avveramento de fatti alla efpettazione della fama.
Di lui lì legge nella gran Chronica della Fiandra, ^nno 1421. menjis Ju-
nii die 21. intravit Leodtum cum magno honore à Domino Epifcopo, & om-
nibus Ecclejìajlicis , procefjionaliter obviam procedentibus ufque ad portam
S.Leonardi , receptus Dominus Branda Cardmalis Tlacentinus à latere TapiC
Lega: US ad ftgnum crucis pradicandiim contea perfìdos hareticos regni Bobe-
mi£ : quo ipfo die Mijfa fpecialis in Ecclefia major i per univerfum Clerum Ci-
vitatis coram di&a Cardinale fokmniter prò extirpatione harefis hujufmodi
efi celebrata. TojieadìeVenms prima ^ugufli iterum Miffa fpecialis fa6iain
w^.jori
Martlno qq Secolo XV.
^* majori Ecclefta , Dominus Epifcopus Leodienfis cum pluribus nobilihus fa-
tis magna, ut apparebat, devotione recepit crucemad pergendum contra per-
fidosfipradi£ìos: & eadem diepofl prandium cum pnblico comitatu [uorum^
dr alioYum Crucefignatorum, Leodio recejjit verfus t{egnum Bobemia in fub-
fidium Mchiepifcopi Colonienfis , & aliorum Ek8orum Imperii, & Trincipum
^kmannidi . Ccncorfe allafamofa, efanrafpedizione dalla Germania, Ol-
landa , Zelanda, 2i Hannonia , gran moltitudine di Prelati , Principi , e Ple-
bei, e per il mantenimento della guerra impofe il Pontefice ad ogni Ve-
*L,b 9.!>^s.iì.& fcovo [ 4 ] di que' Paefi , che proporzionatamente dal Clero fi pagafleafle-
lib. uit.png. i4j. gnamentocongruoa foldati. Ma tardando [Z>]Sigifmondo la mofl'a delle
\njn!X.i^i-r!'nl'. 2xm\ , inteliccmente fi avviarono le operazioni con fucceilì varii ,perlo più
e vui^ccUdh dannofi a' Cattolici > de' quali altri Autori [e] defcrivono àlungo gliavve-
lrav'.im\ "Ì4i!!e. uimeuti . NuUadimeno quanto ne* cafi awerfi , tanto ne' felici delie armi rif-
SìmlSr ' tvven'i' pl^udè fcmpte r animo Apof lolico di Martino Quinto , non mai né foìleva-
mentijieffa?" to da' profpcri. Ile abbattuto da' Contrarli, anzi così uniforme in ogni fuc-
d Lih.^.epift.cur. ccfio all' avvantaggìc della Religione Cattolica, che hor [d} prego il Rè
f "x 140. ' Uladislao di Polonia , che divertifie Sigifmondo Koribnt dallaprotezzionc
e Li .\i.pag,iio. ^^^j. j-jej-etjcijhor fulminò di [fjfcommunicail prevaricato Conrado Vefco-
vo di Praga, che fi era unito con gli Huilìti , horafpedìcon fommodifpen-
{ ub. 6. pag.su dio della Camera Apt>ftoiica [/] duplicati, e nuovi Legati per foftenere in
BD-,v^r'arum cvr 'l"^^^^ P^^^^ laFcdc, hora invigiiò al vituperio degli Heretici, ordinando [g ]
f . «Ty^^T.^^»" ' I^ difumazione delle offa di V vicclefF, e l' abbnigiamento di effe, «3c hora [X ]
h v^t<ie^ajn^ Ann. jj^ ^j-j^ auimò Priucipi , confortò popoli , e tutto in lettere fi diftrufle d' in-
/ii?' ''*^^' focatiffimozelo. Alle dirgraziepoi, di cui fu tutta piena quefta guerra,
con tanta fermezza di coftanza egli fi oppof e , che rimane in dubio , fé mag-
giore ftudioriponeffe l'inimico infernale à diftornarne l'imprefa, òilPon-
i cocu.iib.s* teficeàfoftenerla. Il fiero [/] Monoculo Ziska più volte ruppe il Cattoli-
co efercito, e nella oppugnazione del Cartello di Rabi havendo egli perdu-
to f altro occhio , così tutto cieco, combattendo fempre alla cieca , fu ài tal*
terrore àCrucefigtrati, che la fola fama del fuo nome ne abbatteva gli ani-
, mi, e colfoloavvieinarfi egli metteva in fuga gli awerfarii: Pipo à.\[kSi
'"" ' ' Fiorenza General della Cavalleria trapaffando uno itagno aggiacciato,
rotto repentinamente il gelo, viddefi all'orbito dalle acque il fuo eferci-
to , e poco men che annegati tutti i quindici milla Cavalli , ài cui efib n' era
il condottiere : Tré Campi fotto diverfi Capitani in una battaglia furono
\.^ni.Syiv.hifl. rotti , fugati , e difperfi , [/] nec prius Theutones fugire , quàm Bohemi
m'^pud'^'^coci^. perfeqmdejìiterum. Tì'oh dolor l efclama qui giustamente il Cardinal [m]
bifi.tìi*f.ub.6. Giuliano Cefar ini, abominanda h^refìs Fvicdeffijiarum , & HuJJìtarum de
Bohemia , omne^ fuperiorum temporum h^refes crudclitate fuperans , diebus
nojiris mvaluit , qu£ tantam cordibus eorum objimationem , & JAVitiam
invexit, ut more afpidis furd^ obturantis aures juas ad maternas voccs Ec-
vittorìe,faccheg- ^^'^fì'^ » '^* fan5fani doHnnam ejus , ita ut nec aófione , ratione , aut man-
%ìvn^ent\,cvuìrìe fuetudincy vel cxhortatione jam fle&i pofìe videantur : ac prater pejiiferct
d>fgUh^ret*ci. dogmata , qu^ omne genus blafphemiie proclamante ommm bumanitatcm ,
ac pietatem àjc pcnitus exuerunt , & qua fi bellu.-e cffe6ii nihilalìudy quàm
fangmnem , ^pncdam Cathoticorum anhelaiit . Horum federa , & facrilegi't
ìnDeum , &homìnes, ac Sacramenta Eccleft.^ , <2r tempia dcq dicatay homi-
cidia, Yapm<e , & omnisbuman<.^ F^ipnbUc^e fubpertendje cupiditas tamnota-
TÌa JHììt , c^ omnibus manifejìa , ut fupervaeaneum fit narrare per fingula»
Iti
Capitolo V. 91 Ma-tino
In àrwìs j & vìolentìafilum confidunt , ferroque , & igne erroresfuos defende- ^ '
re conantur : & fuper omnia fangumem Catholicorum fitientest i^uofcumque
fuis erroribus non acquiefcentes ferali crudelitate trucidane , C^ cremant , &
deformiter mutiUnt , varUfque cruciatihus affligum . Quàm turpiter autem ,
& ignominiose contra6Ìent divina Eucharifii^ Sacramentum , quod profanis
pedibus in fanguine occi forum conculcanty quàm ìmmaniter frangant , c^exu-
rant imagines Domini noftri Jefu Chriflt, & Gloriofiffima Vtrginis Matris
eJHS j omniumque SanClorum^ Eccleftas, & Oratoria à fundamentisdemolian-
tury nimis lacrymabile ejì referre, L'Imperador Sigifmondo avvilito nelle
perdite, richiefe ilZiska dipace, e ciò con quanta ignominia del nome
Chriiiiano, da quello che fi foggmnge, ciafcun comprenda , [a] Sigif- a idemibid.t.^s.
miindus , ubi Zisk^s cnn&a ex fementia cedere animadventt , & jam illum
ejìe unum, ex quo res Bohemi iC pender ent , clam fibieum conciliare tentava ,
gubernationem totius i{egmy militi^ quoque Ducatum, & ingens auripondus
quotannis p'^omittens , fi [e I\egem nominaret, & in verbo, fua Civitates ju-
rare cogeret . Magna profetò regia majefiatis ignominia , & imperialis
gloria dedecus, atque infamia I{eipublica Chriftiana fempiterna , Sigifmun-
dum pluribus annìs proveClum, ex Imperatoribus natum, & ipfum Impera-
torem , cujus nomen Italia , Calila , Germania, dr omnts Europa venerata
efl, quem barbara nationes timuerunt , fupplicem vidit noflra atas homini
haudexparemibusadmodumnobilibusnato, feni, caco, haretico , facrilego ,
& ìh omne/celus audaci pecunram, & fummos honores offerre , ut juarum ejfe Morte del ziska .
partium dignaretur : Sed avertit divina pietas eam pefiem , & tantum ma-
lum è medio Chrifìianomm eripuit ; nam Zist{a conditionibus annuens , dum
conventus comtlexurus Sìgifmundum petit, iuter eundem apudCaftellum Tri-
fcoviam divinitus , ut par efi credere, pefle ta&us expiravtt: monjlrum dete-
/labile, crudele yhorrendum, importunum, quodpoflquammanus humana con-
ficere non valuit , dìgitus Dei extinxit . [ ^ ] Morì il fiero Ziska , e in morendo ^ ^"^^ '4^4-
lafciò detto , che le liie carni fi dafifero in cibo agli uccelli dell* aria , e della
fuapelle [cjafacefreiiiiTamburo, al cui fuono fuggir doveffero i Catto- 1,1^; ^^'^i'"^'
liei, [djTympanumfacite, atque hoc inpralio Ducem habete: namquovis d ideMiU.i.'tpìjf.
locar um Theutones fonum ejus audierint, mox terga dabunt, Ziskamin tym- '"•
pano formidantes : Awenimenci tutti atroci, perdite tutte grandi, sì in
riguardo alla riputazione delle armi , come al corfo ftefìb della guerra , che vigi.o"" i Su
poterono abbattere ogni gran cuore, che minore flato folfe di quello del ne v. ideile awer-
Vontc^cQ.[e]'ìipnftnegraì>imoleiiia, & mcer ore animi ,icx\(s c^\\d\ Cardi- t^^ùb.sBnv.pés,
naie Henricofuo Legato in Germania, intelleximus d dtlecioplio 'l^icolao 44.
Bildejìon Cancellarlo tuo turpem dfcefìum , feu potius inconftderatam fugam
exercitus fidelium , qui erant in Bohemia : nam quo major erat fpes no(ira
confequenda vigoria , quam jam tenere videbamur ex lis , qua referebantur
nobis , eò gravìiis ferinius hunc cafum , ex quo maxime veremur , ne ha-
. reticis vires crevennt , & animi : dolemus quippe tantum conatum Trin-
cipum , & aliorum fidelium , quos omnes fperabatur magna quadam prò fide
Catholica effe faiiuros , tantam ignommiam , & dedecus domum reportage*
Tuam vero folicitudinem in accedendo ad Bohemiam , diligentiam in folici-
tando Trincipes , ZiT exercitum , mag animitatem in cohortando , fortitudi-
nem in perfeverando , quoad potueris , meritis laudibus commendamus .
Ofiendijii quidem , te effe eum , quem credebamus , manifeflans virtutem
tuam , O' prudentiam . Verum licèt conftlia hominum parum videantur pro-
ficere^
Martino g^ Secolo XK
^' ficere , tamen non defìcìendum efi animo , aut defiflendum; fed quo minùs
fuccefferunt nobis res i prout cupiebamus , eò majori animo ) & viribiis infur-
gendum e(i , atque incumbendum ad hujus rei profecutioncm . Itaque nulla
modo ceffet tua fapientia, &fblicitudo in agendis; fedlabora, &enitere op^
fortune , & importunò cum Vrincipibus ^lemannia ( in quibus tamen nejcimus
quantum fit [pei ponendum ) & cum Vralatis , quorum proprior eji defmftOs
ut non defictant , ncque defmt ad defendendam fidem : prudentia tua per-
magna efi, non es infiruendus particulatim, quid fu agendum : tu, qui nofli
quantum cuique credendum y & quid à quoque [per andum fit , Jume confilmm
ex tempore, & qua ad hanc caufam expedire videris , profequaris ,ac effi-
cias, ut hoc opprobrium toUatur de fide . Hoc erit perpetua gloria nominis
tui: namita exifiimare te -polumus , ft tuo du6iu, atque aufpicio Deus dede^
rit nobis vi£ioriam de mimicis fuis , pr£ter merita , qu£ ab ^Itijjimo confc'
queris , fa6la omnium B^gum , Ò' Trir.cipum , qui temporibus noflris fuerunt , te
fuperaturum . l^s interim hìc etiam deliberabimus , qu^ nobis vide antur ad
rempertinere, & de ciste factemus certiorem. Unum tamen efi, quod exifìi-
mamus magni eljeponderis: clamant multi, &accufant nonnullorumVralato-
■Yum ^dlem^nnijè , & Cleri malos mores , ac vitam , à quibus male fentiendì , &
pejùs agendimatcriam laici fumant : bosvolumus, ut tua circumfpeóìio , pra-
fertim ^rchiepijcopum Colonienjem , & Epijcopum Hcrbipolenfcm , de quibus
nonnulla indigna Trmlaiis audimus, moneas ex parte nofira, & horteris in
chantate Dei, ut ita je gerant , ita vivant tumpropter falutem anima, tum
propter prafcns fcandalum ( quod maxime dtbet eorum mentes movere ) ut
ex vita eorum cMc^i bonum exemplum fumane , ncque babeant caufam mar'
murandi; Colonienft autem , & Moguntmo Archiepifcopis mandes , & pr<e-
iipias, ut cejkntàbellis , &vires, quas ponunt ad effundendum Chriftianum
fanguinem , vertant ad h<£reticos oppugnandos , quia nimiùm ipforum error
nocitit cauf£ fidei: nam fi cumreliquis fé adBohemiam, prout debebant, &
JìatMtum erat , contulifient , nunquam profezìa exercitus ille tanta cum ve-
recundia recejfifìet: quare curent , ut prMeritum errorcm reflaurent, futura
provideant , & ita fé gerani , ut alti eorum fatlts ad fuccurendum fidei mo-
veantur . Così egli . Ma Te Dio per alti fiioi , & afcoii giudizii non felicitò le
armi de' Cattolici , non perciò toife à molti Cavalieri Cattolici il merito d'
illnilri fatti , e di egregie operazioni in quella guerra . Un valorofo foldato
doppo molte Campagne contro gli Hiiliiti, rimunerato da Alberto Du-
MiraroioFo f^K- ^a cl' Auftria dcUa Caltcilama d' igfavia , iìnaimente m altro combattimen-
xoio^k'ià'àto'c^'t- to trafitto nel corpo da quarantadue ferite, pur (òpravilfe à tanta morte,
toiico. e^j anche ne fanò, ma lacero avvanzo di corpo morto più tofto, che vi-
vo . La Madre di Dio fcefe giù dal Cielo à confolarlo, e un nobile Hifto-
i lo.Nider.inFor. nco ne rapporta il fatto , e il premio, [a] Ifte miles , dice Gio:Nider nel
i.o.,i.,c. . fuo Formiculario , mihi retulit, nontambumanomedicamine, quàm divino
munercfab omnibus pulneribiis piane janatus efi in brevi dievum fpatio , yi_
dit eodem tempore miles ìfic natie qundam mentalihus oculis Chrifii Ma-
trern , cui femper fòlebat obfeqin devotiffimc , fc confolantem , & fibi fua-
cientcm, ne trifiaretur de lacerato ^ & fauciato corpore , quod exinde amplius
^ animce erat profuturum . ^pparebat denique ftbi Vnnc in vifione , quomodo
intueretur arborem quondam gnrndem ere/cere ex corpore proprio , cujus fii-
pes 5 & rami de terra per aera marce fcentcs , & aridi piotendebnntur, (T
fine frii^u , exclufivè ufque ad calum , ubi primo vircntìbus foliis fru^us
ìtberes
Capitolo V. g ^ Martino
^beres incoilo produxerunt: perqux, ut rei e-pentus pofimodam docuit, mi- V-
litidabatHrintelligìy quòd in terris prò tanta fiiei vigoria non condiznum à
qmemilitem Chrijii apud Trine ipes falsò de quihujdam accufavit: à quibus
tamen, ut certuni efìy fufjicicntijjlmèpoftnìodum milcs fé expurgayit. Così
egli, e di un'aitro degno iodato chiamato Boari foggiunge li medefimo fj^° ""'"'^^ ^"'^*
[a] Autore, cheporcandoliaiiaSacira Guerra per patir anch'eflb alcuna "/i^w»i/<i./*^,4.
cofa ad efempio di Giesù Crociti (io, di cui egli era (ommamente di voto, '^•'*^'
apparilfegli il fuo Diletto, e tré volte gli promettelfe di renderlo cinque
giorni prima avvifato della fua morte: il checficndo fucceduto, eglimorì
in battaglia ammazzato dagli Huffiti, prima, per così dire, prenunziato
Martire , che morto per la Fede .
Mine la vigilanza del Vicario di Dio , né li miracoli dcirii^eiTo Dio può- n.L'.hnfJ'' ^T-
terono ammollir la terrea cervice de Tnabonti,i quali, morto il Ziska,lidi- Tnaborui.
vifero in due fazioni , ed una che ritenne il nome di TA^^orrW, (lelelTe per
Comandante Procopio , fopranominato il {{afa dalla Chierica , che in qua-
lità di Prete egli hav èva portato, avanti che neiia Hereiìa cadeffe de'Tha-
boriti, Huomo pervertitamente dotto , più toitu tercce , che valorofo, che
infelicemente follevato all'altezza di quel polto, lafcjòpoi [b] inbartagiia a -^««..i4?4-
morendo la vita, e'i comando: e l'altra, che non volle eleggcrfi alcun
Capitano per Capo, come non ritrovando ella Perfonaggio habile à rieni ^ «a degli or-
pirilluogodiZiska, prefeilnomediOr/^«/, cioè privi di Condottiere, e^^"'*
di Padre, e fol'ella governofll informamiftadiRepublica [ e ] Vofìquam
obiit Ziska , dice Enea Silvio , Thaboritanim alii Trocopium ftbi Ducem [^^ub'.u
elegerunt : alii in tantum illius memortam dìlexerunt, ut nemmem di^num
exifimarent j qui tanto Duci fuccederet: afpernatiqueTrmcipem , Orphanos
fefevocabanty quafìPatrecarenteSi atque orbatos . Mi sì gli uni, come i?li
altri uniti contro i Cattolici [d] defolarono ampiamente la Germania, la ^cocujnft.mf.
Polonia, e rUngaria , Provincie mal difefe da'Crccefignati , pochi in^^^''»^-^-
numero, difcordi in animo, evogliofipiiitófto di veder finita la guerra,
che di finirla . Rinnovò il Pontefice fui finir della fua vita le applicazioni , e
gli ordini per radunaménto di nuova gente, e molto [e] egli operò per e /^;^.
mezzo del Cardinal Giuliano Cefarino fuo Legato nella Germania, alfin
che l'atfarericeveflcprofperi gli avvenimenti; ma ruppe ogni trattato la Mone del Ponte.
morte, chelotolfedivitaful maggior ardor della imprefa, rifervandone ^"*
Dio felice l'efito al fuo fuccelfore Eugenio Quarto, i cui egregii fatti pur
hor, piacendo al Cielo, foggiungeremo , doppo di haver liberato il nome
di Martino Q^iinto da una ftrana impoitura , che al loro folito mentifcono
gli Hereticiper offufcarlo .
Angelo Clavafio Minorità nella fua Somma de'cafi ài Cofcienza , che
ùìctiiSumma angelica, imprelTa in Nurembergh l'anno 1498. cioè tre
anni doppo la fua morte, atferma, che Martino Quinto, Cuidamveniam nf^ManmfA"
fecerit matrmonu cum forare germana contrahendi ; efalfamente alle^^a, e^"» riprova. *
comeollerva [/] loSpondano, teftimonio della fua aflTerzione S. Aifto-
nino . Quindi h moderni Novatori , che non riconofcono il Pontefice Ro- ^ spond^ns «««.
mano lupenore a'Sacri Canoni , dpiena bocca ripigliano quefto Pontefice, '^^'•'"^'
^omeinirattoredi effi. E ben egli direbbono fecondo la loro falfa fen-
tcnza
>
Martino
94
Secolo XV.
a *3^
^' tenza, fé intalconformid operato haveffe Martino. IIRayria^pera n-
jj"^"'*'"*-''»''' getta il fatto, e dice, [ a ] H^c ab adulteratore literarum ^poftolorum
V Nat,^4ii,c. Uc confi£Ìa, cenumefl: Ma forfè meglio un altro Autore, che fcriffe r [ ^ ]
is,c.i.ar.ì.n.6, j^^y^jf^j^j difùcnfavìt dumtaxat cum h ornine , qui fcsminam duxerat , chjus
fororem conflupraverat . Cujus affinitatis impsdimentum folvcre pofìe fum-
mumTantificem i cum nec juris naturalis ftt , nec divini f omnesTheologì, &
Canonici Juris Interpretes docent. Quamquam 5". ^ntoninui ^. par. fumm£
tit. I. cap. I r . tefìetur ea de re varie tunc à Do5ioribus fuifk difceptatum : ideò-
quedifpenfaJIeMartinumQuintumi quòd fornicatio ejjet occulta y & vir ille
, . Monaftica Vrofefjìoniy aut longinqua peregrtnationt impar ejjet ? & gravia,
c»nL.Vom.^.fol ex divorilo jcandala fecutafuijknt» [e] Così il Natale A lexandro, che nel
«w.».ii. medefimo luogo lungamente fi ftende in dimoftrare, quanto rigorofo, e
parco fbffe Martino Quinto nella conceflìone delle difpenfe .
C A-
Q ^ Eugenio
CAPITOLO VI ^V-
Eugenio Quarto Veneziano, creato Pontefice
li 5. Maggio 143 1.
Indicazione de" Conditi di Fifa ^ Siena ^ & indizione di
quello di^ajilea. Card. Cejariniy e fue qualità. A'we''
nimenti di quefto Concilio : notizie , e confederazioni ne-
ceffarie [opra di ejfo . Condanna di alcune propofizjoni
di Agofìino di 2{oma . "Battaglia , e littoria de* Catto-
lici contro gli Hujjìti^ Concordia tra "Bohemi ^ e Cattoli'
ci col celebre nome di Compa£i:ata Pragenfia . Tras--
Iasione del Concilio da Bajslea a Ferrara , e da Ferrara
a Fiorenza^ e da Fiorenza a \oma^ e corfo di ejfo. Fro^
pofizioni di di'verft Autori , e loro cenfure , e condanna.
Origine della Figura^ e della Congregazione del nome di
Giesà»
A'daHarmi facciam paflaggio ai negoziati, per dover poi
quindi far ritorno con maggior felicità ài racconti da nego-
ziati un'altra volta alle armi. Dal corfo accennato de'poco
profperi avvenimenti ben perfuafi il Papa , e Cefare , che in-
vano tentavaiì con la forza di ridurre gli Heretici delia Bo-
hemia ne'loro doveri, avvedutamente rifolverono ài pro-
cacciarne per altro mezzo la converfione , cioè con l'invito , col tratto , e
col trattato . Ritrovavafi appunto allora aperto un Concilio Generale
nella Città di Bafilea, dal cui principio, corfo, e termine dipendendo la
contezza deTiiccelTifeguitifotto quefto Pontificato, è d'uvopo rintrac-
ciarne da più alta origine l'avviamento con quella diflinzione di particola-
rità, che render poflbno non men chiara, che provata la intelligenza della
Hiftoria, e non men motivati, che Iciolti li dubii, che fopra eÌTa concor-
rono, molti in numero, rilevanti in qualità, e tutti degni non men di ri-
provazione, che di racconto.
L'alta agitazione di tutto il Chriftianefimo per l'accennato lungo Scif-
ma nei Pontificato Romano indulTe i Padri di Coftanza [a] à decretare la , ^ , r /? .
frequente ceiebrazionede'Concilii generali, ò di cinque, òdifette, òdi F^Z'^'P^lZì
dieci anni d'intervallo fra eflì, daindicarfi da'Papi, e quanto al luogo, e ""'■''^'
quanto al tempo . Sulfegucntemente Martino Quinto comprovando non
lolamentecon le parole , ma eziandio co'fatti il Decreto Concihare, avido
parimente, e zelante ddJadepreiTione degli Huflìti, e della unione della i"Jic«ione dd
Chiefa Greca con la Latina, denunziò un nuovo Concilio Generale nella '-""'''''^ '*'^•''•
Citta di Pila per quell'anno medefimo, che allora correva, il quale era il
1423.
Eugenio" ^5 Secolo XV.
*- ^ ' 1425. deftinandovi Cuoi Legati l'Arcivefcpvo di Candia , il Vefcovo di
Spoleti , e l'Abate di Aquileja dell'Ordine de'Predicatori , i quali portatili
incontanente à quella Città fiirono non folamente li primi, ma per così
dire, ancora gli ultimi, che colà concorreflero ; poiché ò non volendo, ò
non potendo venirvi gli Oltramontani, i Legati invano Tempre afpettan-
do chi Venir non voleva, & incrudelendo ogni giorno più la pelle per la
Lombardia, per togliere ogni pretefto alla contumacia de'Velcovi, trasfe-
rirono in Siena il Conciliò, enepublicaronoil folenne Decreto con prof-
. pero fuccelfo ; efl'endo che in breve viddefi numerofo di Prelati il Congref-
^^"^^^ '"'• '"• fo, e H celebrata la prima feffione, che fi reftrinfe nell'approvazione della
ueiio j^i condanna degli Huifiti, nella lezione della Bolla di Bonifazio Ottavo con-
sien'a , T Decreti tro gli Hcretici , e in alcune propofte fopra gli affari promoffi della riunio-
quiyi ftabiiiti. ne della ChicfaGreca con la Latina, Ma la prima feflìone fii anche l'ulti-
ma, concioiìacofache inafpettatamente(qualunque (e ne fofle la caura)giun-
fe ordine da Roma di fofpenderne il profeguimento ,• onde nel principio
b Nel FtbrarùAd dell' [6] annofcguentefurono con alte doglianze , e rammarico de'concor-
amo 1^14.. renti, licenziati li Padri, e pel medefimo tempo intimato un nuovo Conci-
lio da celebrarli indi à fette anni nella Città di Bafilea, nel compimento de*
quali deputò Martino Quinto per fuo Legato ad aprirlo, il Cardinal Giu-
liano Cefarini , /oggetto di già erperimentato , e prattico sì nelle armi con-
tro gli Hullìti , come generalmente in ogni altro Ecclefiaftico negoziato in
quelle parti, e perciò accreditato per fama, & habileàfoftenerla. Ma nel
punto dell'aprimento del Concilio chiufe i giorni della fua vitaMartino ,
e fii alfunto Eugenio al Pontificato . Cotanta novità non ritardò però il
profeguimento del Sinodo: poiché il nuovo Pontefice incontanente ne
e Extdt in appen- confemiò [c] la cclebrazione , imponendone al Cefarini con ogni ardore
'Ì!id!^°T^'à^lfa,Z, il principio, che felicemente feguìfotto il giorno dicianovefimo di Luglio
i4?i,«.i7.. dell'anno 1 431. Ma il numero de'Prelatij che quivi giunfero, fùcosìpoco,
fer/nimero^dc' cvarìo, cheottomcfi doppo il fio principio vi fi contarono folamente
Padii, efuocor trèVcfcovi, e dicci Abati di Ordine inferiore, come apertamente fi nota
*"' nellaterza Bolla publicata da Papa Eugenio perla traslazione di quel Con-
cilio nella Città di Bologna: nella fella fefiìone fi ritrovarono prefenti due
Cardinali folamente, e 30. Prelati mitrati tra Vefco vi, eAbati: nella 17.
in cui aillflè in perfona TlmperadorSigifmondo, intervennero due Cardi-
nali, l'Arcivefcovo di Trento, il Vefcovo di Padova, e l'Abate di Santa
Giuftina medefimamente di Padova in qualità di Legato , e 100. Prelati
mitrati; nella 34. in cui fu temerariamente deporto Eugenio, appena fi
numerarono fette Vefcovi col Cardinal d'Arles, & una infinità di Preti del
£" Viifi^'" ' ^ Clero di Bafilea ammcillinjuel Conciliabolo per far fazione, e fetta de'
uequaira. fediziofi. Il condoutier dì ;ifi era il Cardinal Ludovico Alemanno Arci-
A .A-v „ vefcovo di Arles, Ecclefiaftico pio d'intenzione, ma ingannato daqiiel
e ^pud cìAcciìi, zelo chiamato da | a] S.Paoio non Jecundum fcienttamy e tralportato a
iìffr-^^'''*' molti eccefiì [e] nhnt2 credendicMummatorìbus facilitate i e perciò priva-
to da Eugenio , m- poi reintegrato nella dignità del Cardinalato da Nicco*
^ '''■^- lo Quinto, fotto il cui Pontificato egi: morì [f] con fama di Santo .
^ . . Giace Bafilea Capitale de'tredeci Cantoni fopra le fponde del Rheno ,
JafiSr''' che li dividein due parti, la p!.'. grande celie quali riguarda la Francia, T
altra i'Ailemagna. Era ella aiiora Vefco vado fuifraganeo di Bifanzone ,
paà trasferito mt^ribourgh il Capitolo di quella ChiefaCathedrale, traf-
ferì
Capitolo VI. 9 7 Eugenio
feri anche il Vcfcovo la fua Refidenza in Porentrn , quando li Bafileenfi ab- ^ ^*
bracciati prima gli errori di Zuvinglio , e poi quegli òì Calvino , rinunzia-
rono [a] alla Religione Romana, e ciecamente feguirono l'efempio di l'^onr,f![fa'm
Berna, dlZurich, e di SchafFoufen . Hor dunque ordinatamente da noi fi viiTepàoum'.
efporrà in racconto quefto difordinato Sinodo , in aii fi vedranno intrec- '"'"•'»•
date con lagrimevole, & infelice inefto veriti Cattoliche,e fentimenti hcre-
ticali , fante decifioni, e perverfifiìme rifolu2Ìoni,e nel medefimo tempo ve-
nerazione , e diforeggio della Chiefa , formazione , e conculcamento di Ca-
noni, e quanto (lamo pur hora perfoggiungere.
Era, comefidifle, di frefco aflimto al Pontificato Eugenio Quarto Ec- deS'S//"'
clefiaftico nato anch'egli, come il fiioAnteceflbre, a gran travagli, eà ' '"' *
gran felicità , e perciò animato à gran cofe dagli fteffi Santi Apoftoli Pie-
tro, e Paolo, allorquando gli apparvero in vifione, e gli prenunziarono
il Pontificato, [b] Gabriel Condulmerim , dice l'erudito, e allora vivente ,,„f/;r;<,„/Ì4Ì
FrancefcoFilelfo ( qui pojieaEugenius nominatus fumma cumdignkate, & 'rio ad io. ^nun.
gloria Fumano Tontifìcatui pr^fuit ) cum vehementer iegrotaret , efietquede vlZ'tumT'''""^'
ejus falute à medicis omnibus di/peratum j Hit ]am de morte non tam jollicitOi
quàm nìhìl certius expe£lanti , Tetrut , & Taulus ^pojioli apparuerunt in
fomnisy utque bono animo effetf hortatì funt , nam c^ bonam valetudmem
ei redditam effe , & propediemfore , ut Summus Tontifex crearetur : quod qui-
demutrumque fecutumeft; nam tum ftmulcum fomno illum reliquit febris,
tum non multò pòfl, cum Martinus Colnmna y prudentijjimus ille , & ampliffì-
tnus Tontifex, quam fortunatijjìmè , & cum mirifico Ec e le fi a F{gman,ie in-
cremento egerat, vitam finiffety VontificatuiilleprafeBus efi. CosìilFilel-
fo. Ma il nuovo Pontefice, come dice Sant'Antonino, [e] Statum quidem e s ^ntomn.eap.
Ecclefue invenit fatis potentem , &opulentum, acquietum: [ed fub eoy per- '^^^p-^-'-'O'"» /'•-'»-
mittente Beo , & demeritis hominum exigentibus , ac malitia tyrannorum
operante, precipue ducis Mediolanenfìs , ^aldè perturbata s eft, & diminu-
tus. E il perturbamento della Chiefa, efuo, appunto principiò dal prin- KA-ai
cipio del Concilio di Bafilea. Havevalo per comandamento di Eugenio il Pon:ificiV"''dei
Cefarini aperto , quando non ancor terminata la prima feffione , era foprag- J^*'"':'*»» ^' b*"-
giunto al Legato nuovo comandamento di difcioglierlo, e ài trasferirlo d "'
Bologna per molte, e ponderanti ragioni, che ilmedefimo [d] Pontefice d ^/-«^z-s^.
efprefie al Cefarini in una fua lettera, ira le quali rilevante Ci era l'impedì- i4jif»r.^^i. "*"*'
mento delle flrade infettate da'Soldati> e dalle guerre, e la inclinazione'
delll'Imperador Greco di ritrovarfi elfo prefente in un Concilio dacele-
brarfi in Italia : Cumque , dic'egli nell'allegata lettera , cbariffimus in Chri/lo
filius nofier Joannes TaUologus Imperai or Conflantinopolitanus nuncupatus
Oratorem fuum adnos, & prafatos fratres noflros defiinaverit , qui expo-
nendo nos requiftpit, ut juxta ordinationem di^ipradecejjorisy prò uniminc
Orientalis Ecclefucum^mana, & Occidentali Ecclefia Concilium celebra-
retur, nofque conventtonem , & ordinationem di6lt Tradeccfìoris ctiam cum
conftliQ dióìorum Fratrum noftrorum approbantcs, ipftfque Gradi pofiulan-
tibus juxtaconventionesdt^i Tradece fforis expenfas galenrum eos ad Conci-
lium conducere y & ipfo finito ad partes fuas reducere debentium, & alias
expenfas opportunasy & necejiarias obtulerimus , multaque etiam loca Lalia,
cum alibi prò Gracis commodè fieri non poffet y procelebrationedi^ii Concilii,
eorumque r eduzione ad ritum R^omana Ecclef̣ per nos oblatafueri^it, di-
aujque Orator certQs noseffecertt, Imperatorem, & Tatriarcham prafatos
Tomo IF. ' Q \u,,
Eugenio pg Secolo XV. ^
^ ^' alios fuos Oratore! cttm piena potè fiate tranfmifjuros efìe , qui ex oblatis in
Italia lodi aliquem, pnefertim cum piena poteflate Bononiam, acceptabunt,
proHt ad pnefatum pr<edecejjbrem ante fui obttus notitiam tranfmittebanti
cumque fi novaVralatorum voeath, utpramittitur y fieret, hcec duo Concilia
uno pYOpè tempore cc^currere videantur , & fi eadisjunSla fieri, &celebrari
contingcret , unum ex altero debilius , & minoris efficeretur au6loritatis ,
Hd^c infuper una cum di6li$ fratrtbus nofiris animo nofiro contemplantes ,,
cum in unherfa B^epublica Chriftianorum nìhtl defiderabilius contingere po^
tefl y quàm ridere Cracos tanto temporis intervallo à di6ia Bimana Ecclefia
diftin£Ìa dii]un6los, fitb ritu ipfius Ecclefite , & meritate Catholica fidei re-
du6los efie, & illam Grecite nationem , qu<!e tot San&os Tatres , é* viros
egregiosy & fapientes genuit , qui humano generi tam Sacratarum , quàm
Sacularium Itteraium Seminarium dederunt , Romana Ecclefia unitam , &
fub ipfius unico ovili reduSiam y hisy & aliisrationabilibus caufis indu£li , ut
tamrrformationem Cleri y & Ecclefia y ac extirpationem harefum, ac paci,
<jr tranquillitati Chrìfiianorum , quàm etiam Cracorum redu&ioni , qua
omnia fummis defidsramus affeBibus , providere perfonaliter valeamus ;
circumfpe^toni tua tpfitm Concilium, fi quod adhuc pendere videatur, dif-
ContTiTìeiì del folvendi y & nìhilominus ante difiolutionem hujufmodi in CivitatenoftraBo-
jegaroCefariiùà nonìenfiy ubi Deo aurore perfonaliter intendimns praftdere ufque ad annum
gla^'^en'lo ^'^'dei cum dimidio à die difiolutionis hujufmodi computandum , novum Concilium
Concilio.^ ìndicendi, MailCefarini ò vago di (quella prefidenza, ò ingannato dalle
a I id,n.ii. ^ergiverfazioni de'Prelati infetti, che di già colà erano concorfi, oftò [al
. „. „. - „ con ragioni alle ragioni, e dimollrolfi fermo nel propofito di profe^Liirlo
fHzretraaationif [b\ ^nno 143 1 . dicc Jn lina fua Bolu Pio Secondo , Bafueam petivimus , tbi-
ia Buiur. conftìt, ^j^g ConcHìum ìnchoatum invenimus, verùm ab Eugenio revocatum, quam-
vis congregati noluerant obedire , afierentes jam mceptum Concilium , fine
confenfu Tatrum , qui convenifìcnt , haud quaquam potuifie difìolvi . Julia-
ms aderat San£ii angeli Cardinalis nazione Bfimanus, moribuf , & do6lrina cor,»
fpicuus: isy cum cateris praftarety audita Eugeniirevocatione prafidentiam
dimiftty tanquam SummoTontifici vellet ohedirei fed cum augefceret in dies,
Eugenio vel invito y Concilium, & multi ex diverfis regionibus Epifcopi , &
B^gum legati adventarant , Caràinales quoque ex Bimana cuna profugi in
dies nonnulli concurrerent y prafidentiam refumpfit , Cp" aucioritatem Concila
mirum in modum extollensy eminentiam prima Sedi$ fupprimere ccepit ^ ve-
nientes Eugenii legatos , & poteflatem B^manorum prafulum magnificante^
apparenter confutatiti & cum ejjet facundiffimus , facile pcrfuafit auditori-
bus, qui»cupiebat, Cardinales ex urbe proferii Eugenio inf enfi vitam ejus ,
morefque carpebant . ^ccedebant in horas catervatim novi Curiales , qui
( ut efiomnis multitudo maledica , & inimica Trincipi ) Eugenii nomenmo-
dis omnibus lacerabant . De potè fiate Bimani Tontificis pauci erant , qui loqui
prafumerent: omnes , qui publicè loqucbantur , prurientes auribus multitu-
dini applaudebant . Dicimus, qua nos ante latebant: Eugenium falsò de multi:
accujatum invenimus, Cardinatefque , qui Bafileam vencrant , ob privatas
inimicitias bono, & jan6to viro notam inurere voluifie . Così egli . Né (1
fermarono i Padri nelle fole parole, ma animati da' decreti del trafcorfo
Concilio di Coftanza, inciiiiì degradarono Papi, e creofl'ene un nuovo,
malamente perfuafi , che le medefime ragioni, le quali militavano contro
im Pontefice dubiofo, & ambiguo, militaiiero ancora contro un vero, e
legiti-
Capitolo VI. Art Eugenio
legitìmo , armgandofi autorità fuperiore ad effe , e difpoticamente operali- ^ ^*
do con i fatti , fpedirono lettere [a] agli Huffiti Bohemi,in cui eglino l'invita- %TihaT'
vano al Concilio di Bafilea con promeffa* che le loro ragioni farebbono fta- ^ hxc exta»t m
te pazientemente afcoltate , e li Salvicondotti * che fi fpedivano j inviolabil- /■''^4.c««nv.54/r/.
mente olTervati» Gotalimpenfatarifoluzionein cortculcamento della Mae-
M Pontificia commoife altamente à fdegno l'animo di Eugenio , il quale da
queftiprimi moti prevedendo il pericolo , che fovraftava al Chriftianefimo
dalla orinazione de Padri Bafileenfi , e qualmente quelli aprivano nuovo Bolla Pontificia
campo di dircuffione agli articoli Huffitici di già condannati dai Concilii di hÌi"?one dd con'.
Coftanza, e diSiena, rifolutamente promulgò [h] una Bolla , in cui cii.odrBafiiea^"*
con piena autorità egli difciolfe ogni Concilio < recife ogni trattato , eften- ^f^^/^f^^^f"'
dendofi con final decreto inquefte parole > Quia pofi tranfmijjionem prxfct-
tarumnoflrarum litfèrarum adnotìtiam noftramperveniti ultra ea^ qu<e fu"
periùs continentur , pnefatos Bohemos haretkos in Conjiamiertfì Concilio tam
mature , atque folemniter condemnatos , & in Senenfi Concilio , acperdiver-
fos procefìus Sedis ^poflolic<£ , & Legatorum cjus fubfequenter aggrapatoi^
dr reaggrapatos y cum invocatione etiam auxilti hracbii Specular is^ 'i^publici
belli indt£iionemultiplicii quofque toti orbi plufquam notiffimum ejiy catho-
lica fidei effe notorios hojies , ó" perfidos inimicos armatos j harefes pertina-
ciffimè, & inflexibiliter de fendente $, fm[ie invitatos Baftleam ad difputan-
dum , & contendendum fuper articulis in prafatis Conciliis generalibiiS , <&
per procejjus ^pojlolicos tam folemniter y ut prafertur, condemnatos , inin-
juriam autioritatts ^pojioliCie i Sacrarumque Conciliorumpr^diUorum, con-
tra decreta San^orum Tatrum, & flatuta légum Imperialium , in civìlibus
audientiarn exprefsc denegantmm , & alia diverja fcandala, & peri cu! a im-
minere, uteòcittùs ad terminum currantt & veniant ipforum Conciliorum f
quòcitiùs pramijfa fuerìnt public ata-^ ex nunc tenore prafentium^ de nofiro-
rum fratrum Cardinal fum confi Ho y & afenfu, Conciliumi fiquodjUtpramit-
titur y Bafde^ congregatum videatur j de ^pofloliae potejiatis noftne plenitu-
dine dijiolvimus , & totaltter liberamus , aliudque Conctlium in anno cum
dimidiOy àdiedatae pr.xf enti um computando i in pr tifata CivitateBononienfi ,
quam ad hoc cognovimus aptam quamplurimum , ut prafertur y mdicimus i
publicamiiSy & tenore prajcntium declaramus : in quo cum prafatis fr atri-
bus nojiris y dante Domino , intendimus interefk , dr- perfonaliter prjejidcre t
& nihilommus in decennio aliud fimileConcilium juxta Jiatuta Conjìanticnfts
Synodi de eorumdem fratrum no [ir or um confuto * & afìenfu in Ctvitate ^vc-
nionenft fmiliter ex tunc indicimus y publicamus j & declaramus. Ne'mede-
filili fentimenti egli fcriifeairimperador [e] Sigifmondo, ma con finiftio - ind.n.ìS.
effetto , eifendo cofa che le lettere ritrovarono di già difpollo l'animo di lui
al compiacimento de'Padri , & alla continuazione del Concilio, quai'egli
riconofceva [d] allora per unico rimedio ai gran mali degli Hufiìti lóohQ-àcod.Htfl.mffc
mi , contro i quali haveva tante volte invano mofie Tarmi per fupprimetij "^ ^•
con la forza. Ma il Cardinal Cefarini con più forte nervo di ftiie ranpre-
fentò al Pontefice la inconvenienza della dilibluzione del Concilio, elpo- f/f "dl'pld^n^r,"
nendogli in una lettera dieci Capi, i quali tutti perfuadevano il profei^ui- coi.'far.o.
mento di elfo, [e] Qjiantahìc fcandala Jequantur y fcrifs' egli, & quLia ^-Iflf :VJ;Ì:
cperjio fidet y aufcultet patienter San£litas yejira. ^n.i4ji.«,27.
Trimò , evocati fum Bohemi ad tjiud Conciltum : literas vocationis alias
mijt Sancitati vejir^ . Hoc fa^lum quiiibct probat tanquam falubre , ac
G 2 nctij-
Eugenio jqq Secolo XK
^ '^' neceffarhtmt ut poflquàmarmistoties fruflra certatumefl, alia via teme tur,
Jam literx iverunt Tragam , & Tragenfes refpondent JEgrenjìbus , prout
contineturin Htterainterdufa. Speratur, quòd veniant. Si Concilium difìol-
vitury quiddkent haretìci? "forine infultabunt in noftros , & fient proter-
yiores} TipmeEcclefìa fatebitur, fé efiepi£Ìam, cum non aufa fueritexpe-
(ìareillosy quosvocaveratì 0 quanta hìc eratconfufio Chrtfiianxrelìgionis\
s4ppYobahmus per hanc fugam errores eorum , & condemnabimus ven-
tatemi <i^ jujiniam nofiram, "^onnevidebitur hicdigitus Deiì Ecceexerci"
tus armatorum toties fugtt a facie eorum , & nunc ftmiliter Ecclejta univcT'
falis fugit . Ecce nee armìs , net litteris vinci pofiunt : Fidebitur miracttlum
^^' Deit evidenter demonjiram illos vera fentire, & nos /alfa. 0 infelicem pò-
pHlumChriJìtanum ì 0 fidemcatholicam ab omnibus dejiitutaml temilites, te
Sacerdote dcferunt, & vituperant , jam nemoaudet prcAeJiare. 'Isonne hoc
facrtlegium imputabitur et , qui hujtts Concilit di[jolvendi caufa ejjet? Omnes
latrabunt , & blafphemabunt curiam B^manam , qu<s tantam fidei confujtonem
procuravit.
Secundò , nonne omnes fideles , qui fciunt priediBos h^reticos epe ai
Concilium vocatos, remanebunt flupefàóii y &putanteSi quòd propter hujuf-
modi fugam noftram do£irinafalfafit , cum ipfi non audeamus defendere , fequen-
tur bare firn Bohemorum ? pnejertim cum Hit jam plurtes , & nunc proximis die-
:>.•.- IfuSi diffuderint per totam lAlemanniam libellos famofos continente s circi-
ter tr iginta articulos cantra fìdem, pr a fertim cantra jiatum Eccleftafiicum ,
cum multts au^oritatibus Sacra Scriptura , & San6Ìorum Do£Ìorum , in qutbus
exprefiè afìerunt , quòd noftri Sacerdotes non habentes , quod illis refpon-
deant, nunquamvolucrunt illis dare audientiam, Qiiid ergo nunc dicent Ca-
tholiciy fi pofl collatam audientiam fugimusì Et advertat San&itas Fefira ,
quòd major pars illorum articulorum efl contra Sedem ^Apoftolicam , & in de-
traàionem curia Bimana , Item nuntiatum e fi omnibus Vniverfitatibus , quòd
mittant folemniores Do£iores , & Magifiros , quos habent , hoc prò ifia
caufa .
Tertiò , cum fitubique publicatumy hoc Concilium prìncìpaliter effe con-
gregatum prò harefi Bohemi a extirpanda: quanta poftea confufio , & ignomi-
nia erit Ecclefì^ , fi re infesta recedat ? Quantum igitur periculum evidentis
fubverfionis immineat, quis non confiderete Fa miferts clericiSy ubicumque
reperti fuerint,
Qjtartòy quid dicet univerfus orbis, cum hoc fentìet ? Isonne judicabit ,
clerum efie mcorrigibilem y ér velie femperin fuis deformitatibus fordefcere ?
Celebrata tot funt diebus nofiris Concilia j ex quibus nulla fecuta eft reforma-
tio, ExpeClabantgenteSy ut ex hoc fequeretur aliquis frutius, Sed fi fìc dif-
folvatury dicetur, quòd nos irridemus Deum , & homtnes: &cum jam nulla
fpes fupererit de noftra correzione y irruent meritò laici in nos more Huffi-
tarum. Et certe fama publica de hoc e fi', animi hominum pr ugnante s funti
jam incipiunt evomere venenum, quo nos perimant* putabuntfe Sacrificium
praflare Deo, qui Clerico s aut trucidabunt , aut fpoliabunt , quontam repu-
tabunt jam in profundum malorum venifie: fient odiofi DcOy &mund0y &
cum modica nunc ad eos fit devotio, tunc omnis pertbit . Erat ifiud Concilium
quoddam retinaculum f^cularium-y fed cum viderint fpem omnem dcficere,
laxabunt habenas publicè perfequendo nos . ^4h y quis honor erit Bimana Cu-
na , qua Concilium congregatum prò reformatione turbavit ? Certe totum
odium^
Capitolo VL lOl riTGi-mo
oà'mm t totx culpa , & ignominia transferetur in ìllam , Uncjunm caufam, ■*■ ^ *
auhricemque tot malorum, ^dh, Beatijjime Tater^ abfttàSan6litate veflra,
ut unquam dici pojjit fuiffe tantorum malorum caufa : requiretur de mani-
bui veftris fanguis pereuntium : e qui il Cefarini doppo una lunga enumera-
zione d'inconvenienti, e fcandali , che rendevano deplorabile lo flato
della Germania, e del Chriftianefimo , egli foggiunge, Beatijjime Tater y
per hujufmodi prorogationem non tolluntur fc andata , qua: narrata funt , Effent
interrogandi hcCretici, fi volunt cxpe^iare ufque ad annum cum dimidio ,
ut non difìeminent virus fuum . EJJent & interrogandi , qui fcandalÌT^antur
de deformitate Cleri, an interim velini fuperfedere , Ecce quotidie pullulai
ifla h^refts : //// quotidie feducunt Catholtcos , aut vi opprimunt : non pcr-
diint minimum temporis momentum : quotidie nova fcandala ex deformitate
Clericorum infurgunt; & nihilominus provifìones , & remedia procrajìinan-
tur^ fiat, quod fieri potefi, nunc : reliquum fervetur ad annum cum dimi-
dto. Egotimeo, qubd ufque ad annum cum dimidio, nifi aliter provide atur ,
magna pars Cleri ^lemanni£ erit defolata : fi per Germaniam diff'underetur
bxcvox, quòd Concilium e^etdifjolutum, prò certo Clerus omnis daretur in
pr£dam. Cosìil Cefarini. Replicò [a] Sigifmondo altre preghiere, &al- ^ ^pudi^yn.an.
treperfuafioni al PonteficeperlacontinuazionedelConcilio.mì Tempre in- '^^'•''•^•
vano, dimoftrandofi Eugenio per le allegate ragioni inflefiìbileallarichie- coRanxa deiPa.
fìa . Nlà dal voler egli difcrolto il Concilio , e dal volerlo i Padri continuato, pa* nd^voier dù
e fermo , ne nacquero quegl'inconvenienti , che nafcerebbono in un Corpo, jJò"'& o(\ina£
fé i membri fubordinati non ubidilTero al capo, e ò v oleifero i piedi, che nT de- PaX^nei
caminafferolemani, òvolelTerolemani, che li piedi porgelfero cibo alla ^°^"'** *^°""*
bocca, & ogni altro ufficio amminiftraffero, ch'è proprio diefìfe, òpre- """^*
tendeiVero gli occhi , che la bocca vcdeffe, ò prefumefle la bocca, che gli
occhi parlàlfero. Dalla fconvenevolezza dunque della dovuta fubordina-
zionefurfe quello fcifnia, tanto chiaramente fZ»! prosnofticato dalla Beata ì^^„ff!"<Ì"^2"
Coletta, che partorì al Chriitianelimo il moftro di un nuovo latrocinio
Efefino , & un de' più efecrabili Conciliaboli , che habbiano gimmai vi-
tuperato il nome , e'I corfo della Eccleiìaftica Hiftoria . Poiché li Padri
contro le Bolle Pontificie flendcndo anch' eflì le loro , divulgarono pel
Chriftianefimo [e] la continuazione del Concilio, allegando in efleprefun- , ^i'^^'K''y»' '*'">'
tuofefperanze, chehaverebbe Eugenio nel progrcllb del tempo mutato '^^■•"■'*-"'-'^'"*
parere, e riconofciuta la fuflìftenza delle loro ragioni. Atalfine eglino d^p>id,undiéid
replicarono [ d ] altre lettere invitatorie agli Huffiti Bohemi , altre il Legato n.5.6.&7.
Cefarini, il Rè di Francia, quel di Caitiglia, e quello d'Inghilterra al
Pontefice Eugenio per ifmuoverlo dalfuofentimento, e con quefta unione
di quafi tutto il Chriftianefimo procede il Concilio alla formazione delle
felTioni, ede'decreti, il cui valore fé vuolfi apprezzare dall'evento, ren-
derafll confiderabile dall' efito, ch'eglino hebbero , il quale fii la difii-
nione delle Chiefe, e lo fcifma del Pontificato . Tanto prepondera al-
lautiJiti de'tedeliilfolo voto di un Pontefice al confrontodel confenti-
mento benché uniforme di tutte le Chiefe. Cominciarono dunque i Padri e ^„„ ,4»
a formar l'edificio con la everfione del fondamento , e[eJconfei:mata gene- ' *
Talmente la coftitnzione delCoiUnzienfe , che limitatamente dichiara f refratani loro
la lupenonta del Concilio fopra il Papa ambiguo, edubio, eglino ftabilif- '' '^"*-
cono un decreto in queiìo tenore, [f] Synodus Bafdeenjis decernit , & fiuL}:""''^ '"'
declarat, quodipfa prò harefum exttrpatione , ac montm generali reforma-.
2^^^»^ i^' G 3 tione
Eugenio ^^n Secolo XF.
^^' tìone Ecclefìie in capite, &inmembns, nec non pace Inter Chriflianos proni-
randa y ut prxmiUttur , in Spiritu SatiUo kgitimè congregata , per nullum
éfuavis auHoritate , etiamfì Tapali dignitate prafulgeat, dijjolvi , aut ad
aliumlocum tr am ferri ^ feti ad alìud tempus prorogavi debu.it ^ aut potuit ,
debet i aut potejìy debebity aut poterit in futurumabfqueejufdemSynodìBa-
fileenfts deliberatione , & confenfu . Così egli . Il Cardinal Turrecremata i
3 car.TiirrecrH. Uiiigo [a] rigetta, c fpiegal'acceiinato Dectcto del Sinodo Co ftanzienfe,
Eccief,ai.2.c. ,00. onde prende il fiio visore quello del Bafileenfe, Curadicunty dicceli, quòd
■ued:'j,.,eiìo^.x<.rno Sancta Catholica EccLe(ia in Sancto Conitantien(t Concilio , (y'c. prefuppo-
f///r ■'^'"' "^"'^ ^^ntdiiOy quorum primum e{i manifeflè falfum, utdicunt: quòd in Concilio
Conjìantienfì fuerit univerfaliter diffinitum , quòd Concilium generale , &c,
quoniam non univerfaliter y aut indefinite, fed fmguUriter faBa fuit illa de-
finitioy five deUaratlOy ut in refponfione ad ea, qnjì mducuntur de Concilio
Conjìantienfì , piene in precedenti capite diBum eji . Secundò fupponunt , quòd
illud decretum fa^um fità fannia univerfali Ecclefìay hocautem, falvapace
eoruniy qui ita opinati funt , nullo modo potefi probari verum ejjcy (ìcut jam
b cioèdiGìo B^t ^ntè diximus : imòtemerariumvideturyplurimùmque fcandalofumvelle diffini-
thaf^r C-fa allo, re y quòd obcdicntid fola Joannis \b] Balthafary qua fola Conjiantiam con-
'^Ponuficef'^'"''^^^^^^^f^^^^ ^^ rf/:Trfr«TW tcmporc fchifmatis , efìet univerfalis Ecclejta
Cattolica, legìtimè à verOy & indubitato Ta/iore univerfalis E e de fi ae congre-
gata, fan&um uniì?erfale Concilium faciens: hoc enimefiet dicere, quòd fola
ohedientia Joannis Balthafar inter tres obedientias fuifiet Ecclefia, dir tha-
Umus Chrifii, & ali£ ohedientia fcilicet Gregorii , & Benedi£lt fuifientpro-
Jilbula, (jr fynagoga fathana; & hoc non efl aliud y quàm fufcitareantiquum
fchifma in Ecclefta Dei . Secundò , non militant pr afata decreta Baftlecnfis
Condili y eò quòd Concilium illud nolnit recipere pr^fidentes VapiC in au£io-
ritute fua debita , juxta morem antiquorum Conciliorum univerfalmm , de
quorum au£ìoritate in aditone fexta Concilii Cbalcedonenfis, ut refertlfido-
rus in libro Conciliorum y ita habetur: In omnibus Synodis ^pocrifìarii xApo-
Jiolici decrctasfententias primo propter fummam au&oritatem fanÙ<s ejufdcm
Sedis confirmabant y & fubfcribebant , quia aliter nullum robur habebant ;
unde fcribit Tafchajius&c. Ex quibus patet, decretatila omninò vacua effe
auUoritate . Tertiò, patttidemy quia non fuerunt concluja unanimi confenfu
totius Synodi. Si autem Concilium non aganty ut inqutt ifidorus 6, ethico-
rumy & in cap. i. difi. 15. qui non confcntiunt in unum , non potefi dici
conclufio Concila univerfalis , maxime in materia fida , cujus unitas ma-
xime rcquiritur in corpore Ecclefix , qu£ ex univerfali confenfu non emanai ,
Quòd autem univerfalis confenfus in decretis illis Baftleenfibus non interve-
nerit y patet tum quia multis Tralatis, ^ doBoribus in utroque jure gra-
duatis, fapientia y & virtutibus clariffimis non confemientibus edita funi,
quorum plures eorum attendentes pr^cdi^a decreta adverfa efie SanBorum
Tatrum Do^rinis y nonmodò in deputationibus fuiscontradixerunt , & recla-
maverunty -ptrùm etiam in felfionibus ipfis Condili, in quibus talia dt creta
ad favorem quorundam hofìium ^poflolica Scdis cum multitudine Vopuli
parvi pretti , & nullius au£ìoritatis publicata funi , tnterefie noluerunt . Se-
cundò non fuerunt unanimttate univerfaii conclufa , quia non expeciata piene
uni>erfali Ecclefìa y nec integre Sy nodo congregata ; non enim expe6iatis più-
rium E^egum , C?" Trincipum Oratoribus conclufa fuerunt , licèt aliquos co-
rum noverwt jam in via confìitutos : nude Baftkcnfes cupidi renovare de-
creta
Capitolo VI. 103 Eugenio
creta fua, poflquam fan&£ memorici D&minus Eugemus ad Trincipam preces * ^ *
revocaverat dijfolunonem Concila y quam fecerat ^ timentes Dominorum Ca-
ftelUi &^^ngliie oratore s, quostam propinquos noveram , proiorumfapien-
tia , & ':^elo ad {idem , (jr ^pofioiicam Sedem concluftonibus eorum non prabttu-
ros conftnfum , pracììidvernnt , ut ante adventumprxfatorum Dominorum Ora-
torum innovatto fieret fuontm decretorum , quod fa&um efl in fejjtone 18.
T^ullui profetò farne mentis vir , qui novit cum quanta gravitate , integri-
tatCy & mode jiia fide ì Sudicia tramanda funi , judicabit efie univerjalt con-
Jenfi4totiusEccle/t£conclufay SpiritHqnc SanBo dilata j inquibus hujufmodì
failtones , & pra6iic<£ interveneritnt . Quarto , decreta Bafdecnfium invali
daeffemonjirantur y eòquòdeisnon intervenit afìenjus ^pofiolide Sedis y qu<e
ttuamquamqueSynodum fua au6ÌorUatc confirmat y ut in cap.Conftderemns z%\
qi4£Jì. r. Così il Turrecremata. Ma non così li Padri Balìleenfi, che paf-
iando dalla prefunzione alla temerarietà citarono [a] Eugenio ad interve- a sefs. j. condi;
nire al Sinodo ò in Derfona, òper mezzo de'Le^ati , formandone publico s^/;'-
,, ,. , V '^ . . h . \ rr f • • • 1 r^ r r/ 1 '■• S. ^'•tonili. ì-p.
Eaitto, che reco maggiore intamia ad eili, che ingiuria ai Pontcnce. [wj n>. 2z.f.io§.4.
Bafileenfes obturaverunt anresfuas , efclama qui con gran ragione l'Arcivef-
covo Sant'Antonino, non audientes vocem Domini , fed congregatione illa Nuova bai. ianxi,'
fx£lay concìiiahulo nullas vires habente y nifi ut Synagogà Satbance y auUo- jj/p"j[i Ji'S*.
Yitate fux temer ar ice prxfumptionts , c&perunt Eugcnium ad Conciltum ad- i;a.
eundum citare , felicitati ad hoc d Duce Mediolam negre Tontificatum ejus
ferente y quianon (ibi fivebat . Né l'accennata baldanza de'Padri termoffi
nella fola citazione al Pontefice, mù affUmendofi eglino una difpotica au-
torità fopra il regalamc'.ito della Ch'.efa, [e] ptohibirono, chepotefreii ^ ^'J^- <•
Papa , durante il -sinodo , crear nuovi Cardinali , ò rimuovere dal Concilio
li già creati y che , fuccedendo la di lui morte , la elezione ad elfo ne ap-
partenefl'e; gf intimarono [d'I la contumacia, e fé nello [ e] fpazio di due j ^f/tf.
meli egli non folle comparfo in Baiìlea> Ognifeveriti dì pena, la dcpofi- ' ^^••/•7-8»
zione, eia creazione di nuovo Papa, al qual'etfetto eglino ftabilirono
nel termine deu^li accennati feflanta giorni l'ingrelfo nel Conclave, fin-
tanto dichiararono decaduti dalla dignità, e Sacerdozio que' Cardinali ,
che colà al Concilio non lì troTtavano, e f coni mimi caro no quelli, che fe-
condo il fentimento del Pontefice, foifero m Bologna comparfi .
Onelle maligne, arroganti, e fcandalofe procedure de'Padri Baiì-
leeniì, le quali poi in fine in più avveduto tempo fi tirarono contro tutte na''d^.nÌ!;,Kelk&
le penne, tutte le querele, e tutto l'odio del Chriitianefimo, fecero alta Eugenio.
imprelììone nell'animo del Pontefice, che prevedendo proiìima una gran
procella di f cifmi contro la nave della Chiefa , da buon Piloto hora fcanzon-
ne le onde , hora fecondonne forzofamente il corlo , e hora ne delufe la ki-
ria, con prudente, e variaeconomia. Spedi perciò colà due Internuntii
Andrea Petra Arcivefcovo di Colocza, e Giovanni di Taranto, foggccti
habili, e forti di lingua,' e di fede, acciò àque'Padri eglino rapprefentaf-
fero, quanto lungi andalTe il loro Sinodo da quella pace, che i congre-
gati profelf a vano con le parole. [/] Sunty ni fallar y diflc perorando a'Pa- f ^,«^^7^^p,.^,^„^
driilColocenle, duo genera hominurny qui fi.ieiCatholic^aadvcrfamur y Gr^e- i^ìtr-n.i^..
cijcilicety atqae HufJìtXy qutbus propidere oportet; e poco doppo, Qj^ìo-
modo Grcccus tantum in hoc nojiro Eccleftafiico corpore diffidium audiens , .■^'''l^}},fXrtr^'-
ctdt-m fé conìungere pellet , aut cum F^rnanumVontificemtam facile à futs ilone '7: 'r^'jr-
tonte rmi vidertty eidcm bo.iorsi debitos reddat ? J^onyie ridebit ? 'Honne i^'i5'ttT.u.
Ci 4 lUfof-
Eugenio jq^ Secolo XK
* '^^ utrofque leveSj & longè à Chrìfliana charitate feJNn^os judicabìt} l^nne
pofiulantiy utadgremmm Ecclefia redeaty mox Evangilicamillam refponde-
bit fententiam : Frater , vade , erue prius trabem de oculo tuo , & tmc
veniens erue feflucam de oiulo fratrts tut ? Cum fuperiori tempore nullus
indubitatus Tomifex habereturj neminem Gratcorum aliquis audivitt qui de
unione EcclejU tra&aret , at ubi omnium difjidentium vota ad unum Tajio-
rem convenerunt , max Legati Gracorum Tomificem adjerunt , & coram
gloriofiffimo , ac invi6lilfimo I\pmanorum I{ege Domino Si%tfmundo femper
^ugufloi prò unionis negotio Imperator , &Tatriarcha Confìantino^oLitanus
•poluntatem , & vota trtginta fex articulis patefecerunt . Scio quòd verum
loqmr y & quòd ha manus Itteras obftgnatas explicuerint , eìr qua illic conti-
nebantur, ex Gracis Latina fecerim. Quindi egli paffando agli Hiiflìti ,
^Itentm, dice, perditijjlmorum hominum genus j de quibus ob fummam per-
nicìem, gemmali omnium Tatrum infìitutione y confulendum.eji , HuJJìtas
inteliigo : gens profezia pejìilentijfima , & velut exitiale virus per corpus
Eccìeftaflicum repens. Illud etiam fummo fludio agendum eji y utdebitus ho-
nor, acreverentta Tontifici maximo , quem unicum loco Dei mterris fufpi-
cimus 3 tribuatur : quod omninò faciendum , quijque hommur^judicabit, fi
de hujus Tatris SanSiiffmi , ac Beatiffimi vita mtegritate , ^ innocentia
noverit. ^d harefum extirpationem , ac infidelium expugnationem nemo
Chrijìianorum ilio flagrantior . Taceo alia ipftus fan6itj]imi frafults orna-
menta virtutum, illa enim aliud tempus deftderant . Cum privatis negotiis
operam darei e ontra- infide lium , ac hareticorum errore Sy & impetusy pluri-
ma egregia, & memoria digna cogitaveraty atque injiitueraty I{e-perendifji'
rnorum Tatrum Cardinalium numero aggregatus , mox qua privatim exco-
gitaperat, publica au6ioritate perficere conatus efi : propterea & legatio-
Tiem in Epirum , Macedoniam , Tbraciamy Tropontidem , ^am , Ciliciam,
Syriamy atque JEgyptum, ubi vera fideijura, & dignitas in fpretium maxi-
mum veniunty paratijjimo animo fufceperat, propterea & confcribi jujferat ,
quibus artibus dia nationes poteftati Ecclefia adigi pofunt ; quòd fi ipfi prò
magnitudine animi, c^T^elo fidei parem poteflatem, & au^ioritatem conferri
contigifist y nihilefì, quòd vexiltum San6lifiima Crucis inter remotiffìmas
gentes fumma gloria no ra religionis non figeretfir . ^4dfcitus Sanóiijfimi I{o-
mani Tontificisdignitati, qua jam tot labentibus annis excogitaveraty ineffe-
6ium omninò deduxiffct , fi inteflina difcordia , atque vicina bello fanBo ejus
propofito non impedimento extnifient. Con egual forza di dire dif'efe il Ta-
tentino le rifoluzioni , li decreti , e l'autorità fuprema del Papa , e di Eugcr
nio dille, Intuebatur ille Tonti fex San£lijfimustantarum rerum expeditionem
non efie finem optatum habituram, nifi fua San6iitas Concilio adefiety atque
praefiety & cum B^vcrendiffimorum Tatrum, & Dominorum meorum facrì
Collega, aliorumque magnorum Trincipum, & totiusChùfiianitatisorthor
doxorum Trxjidum confuitatione , favore , atque prafidio tanta , tamqus
ardua negoiia dirigerete aìque difp'-nerct; quod in hac ipfa Civitate proptCT
noto-'-iaui 'janrìnatis fta invaiitudincm , cjt quonram plcrique Illufiri(fimi
Trincipes ad eum loium convenire denegabant , nullatenus fieri potuifiet .
^ccidcbat infuper ad hoc y quòd locm ifie nimiùm vulnus videbaturpoten-
ria Huifiiarum . c/- magna imprudtm la tnbutum fuifiet ( maxime pofi cognitior
ncm ptriculi y quod non parum formidabile efk : rator refènbat ) univerfalem
Eait'fiam tanto fitoponerc difcrimmi , Majori cum ^dmiratione iignum
exti-
Capitolo VI. 105 Eugenio
extimatum , quòd I{omaniim Vontifìcem citare pr^efumpferitis , dum diji, g, ' '
a. 2. fcriptum fit : T^emo judcx judicabit primamScdem juflitiam temperare
defiderantem i ncque etiam ab ^uguflo ^ ncque ab omni Clero y neqns àB^gi-
bus 1 ncque à populo judex ]udicabitur . Et glofìa fuper verba y omni Clero
habet ita : argmnentum , qaòd Concilium non potejl Vapam judicare, «t
extra de ele£Ìionibus fignificafii ; unde fi totus mundus fententiaret in aliquo
negotio contra Tapam , videtur , quòd Tap.i fentemi^ jiandum ejjet , ut 24.
a. r. H^c eftfidesy nec ab argumentum gì. in contrarìum y quia orbis major efi
urbe; g^. diJcgimus ; quin ali udirne lligi e ur y cum TapadifkntiretàtotaEc-
clefia marticulisfidei. 19, difi. Sicut Sanala y ubi efi gloria ad hoc notabilif-
ftma fuper verbo y prafumpferit ; & illa gì. fatis fujfic temer folvit obje£iio'
nem , qua fieri pofjit per e. illud frequens , editum in Sacro Concilio Conflan-
tìenfty quod certe non ita ar6iat Tapam , qnm polfit ex fuprema fua au6lori'
tate fuper loco , & tempore celebra/idi Concilit difpenfare : quam quidem au-
óioritatetn nimis impia vult pnefumptione violare , quifquis ejus potejìatem
tentai mfringerc y [avendo cupiditatibus fuis , &id, quodaccepitàveteribuSi
non fequcndoy ut e(ì textus 19. di. ita Dominus : moraliter etiam hujufmodi
legum ci^cumjiantice femper in au^oritate ', & prudentia Trincipis refervat^
flint y mutatisenim tllisy frequenter non folùm difpenfationem , fed abrogatio-
nem leges pafi£ funt . . . .
Formale legis efly caufis, perfonas , loca , & tempora metìri y dijl.zgi
jciendumy Ó'c.neque: propterea e. illud frequens y & alia edita in Sacro Con^
alio Confiantienfi , cafja , & invalida reputari debent , quotidie enim in pofiti-
yis y etiam fine caufa , nedum cum gravis caufa infity ut efi Do6iorumcom-
munis fententia y Tapa difpenfat j eaque penitus tolltt , legibusin fuafolidita-
te remaneutibus .
Illud pr^tereo , Vatres optimi , quàm ftt ab omni religione alienum «
Domini nofirijefu Chrifli yicarium ad infiunttam , & prò intereffe unius Viri
et'am quantacumque dignitate prediti y vefìro Decreto impeti y i^molejiari^
Scioy quòdfcitisy I^everendifjìmi Vatres y & frequentius me vidifiis cap. il- *
lud frequens &c. e profegiiì dicendo , ^liorum hominum caufas Deus voluiè
per homines terminari , fed Scfiis i(ìius Vr^efulem fuo fine quxfiione rcferva-
•pit arbitrio : yoluit B. oipojiolt fuccefiores calo tantam debere innocentiam ,
& fubtilìffìmi dffcufjoris indagine inviolatam habere confcientiam . Is^olité
^filmare , eas dnimas inquifitionis non habere formidmem , quas Deus prtfi
c£teris fuo reffrvavit examini. Scitis infuper y Tatres y quanta cum humani-
tate Marcellijium Epifcopum alm£ Urbis , fuo ore etiam de Idololatria convi-
Bumy Concilium ritè congregatum colligere in finu fuo caufam fuamexhorta-
tum eji y tanquam non licer et à quoquam primam Sedem judicare , 25. di,
"ì^nc autem: facitadhocc. fequens , & e. li In tantum illud, ibii Così il
Tarentino . Ma da' Bafileenfi furono delufi con i fofifmi gli argomenti , e ri-
battuta oftinatamcnte con falfe interpretazioni la verità degli Oratori*
Dilfero[^] elVerefuperiore l'autorità del Concilio a quella del Papa, pre- aiùid.n.ts.
tendendo di provarne l' aflerzione con l' Oracolo Evangelico,[^J Si peccare- ^ ^^^^^^ ^^^
rit m te Frater tuus , die Ecclefi^y & ft Ecclefia non audierit, fit tibiftcut
Ethnicusy & Tublicanus y interpretandone eglino il fenfo in modo, che ^,r^t'r///i/iiÌf/
dall'allegata fentenza non folle efclufo né pure'il Papa , e in nome di Chieja aai apttd sund^.
intender li doveffe folaaiente il Concilio. E bene: [c]s elll n'havelfero appli- ^r^'^nìnlu^^^'
eat-a la fpiegazione alla riprenfione fraterna > e non alla giudiciale , non ri- vedi ,1 nopr„ r'om^
• trovaa- ^''"'^^*-'^
Eugenio jq^ Secolo XV,
•*-^' trovandofi giiirirdizJone giudiciale fupen'ore a quella del Papa, ond'egU
« Btii4rm.dec»n- pcGCiodo, dìce il Bellarmino , [a] judicio Deirefervandus efl\ non havcn-
cii.au£forir.ub.i. doIaChìcra, come foggiungerallegato[^] Autore, rimedio alcuno erfì-
bhc.l'it. cace contro il Pontefice, e s'eglino havelTero intefo per la C Ine fa il Conci-
lio col fuo capo ^ e non una Sinagoga Acefala, comelaBafileenfe. Soggiun-
fero in prova della (uperiorita del Concilio fopra il Papa, lafentenza di Gic-
.^ ..I. ,, -sii Chrifto , Fcl Ubi (unt duOi vel tres congregati in nomine meo , ibi fum
?« »we<//o f-or^j^z , ed inferirono , che invano ncniedevali la prelenza , e topra-
intendenzadelPapa, dove rifedeva la presenza, eia fopraintendenza del-
lo Spirito Santo : Mi dottamente rifponde a quefte loro arguzie ilCardi-
d Card. Turrecre- nal Turrecremata , che óicey[d] Si confequemia illa y alida eQtt , nallus Trin-
cata Si*rnm. di f-^p^ pr^fidcrct alieni regno, aut Vr flatus alicui Sandt^ Congregaciom ] linde
EccUfiaito.ì.cz-i. ^if^^fiiinfncji^ quòd fiCMt caiifalitas prim£ caufx non tollit caufalitatem fecun-
d£ cauf£ , itànec prafìdentia , (ìvepr^jentia Dei tollit prafidentiam minijiro-
rum ejus . Ver hoc ergo , quòd Sprntus San6ìus dtcitur prajìdere San5ìji Sy-
nodo , nec pricfidentia Rimani Tontificis tòllitur , nec ejus au6ìoritas dimi-
nuitnr . Tr^terea fi confequemia dia efiet bona , peccaftent Summi Tontifices
Sanali tanquam pr^fumptuofì , qui pr^fedifie kguntur , ficut vifum e/i in
multis Conciliis untì^erfalibus . Teccafknt etiam Concilia ipfa , qua hoc per-
mittebautt maxime fi hoc, utadverfarioriunfìultittaargun, 'pergentincon-
tumeltam Spiritus Sau^i, quorum tamen mrumque efje erroneum, nullusCa-
tholicm ignorai .
Secundò refpondetur , quòd fai fum ejì univerfaliter , quod afinmitur ^ fìcut
patet de feainda Synodo Epheftna , qu^ cum damnatiffima fuertt , magis ei
pnefedijje credendus eJì Spiritus malignus, quàm Sanèìusy iicèc Tatres m ea
congregati fé ]a3affenty quòd Spiritus San&us eisconfedifjet , unde fic leguntur
dixiffe in eornm Synodo : Si ergo Spiritus San^us confidit Tatribus , fi e ut nia-
nifefiè confedit , &ordina'ì?ity qu<e ordinata funt, qmsretra£lat^ quis Spiritus
San6iicafiatgratiamì
Quod -però inducitur ex Matth^i i8. ubi Chriftus ait , Ubi duo vel
tres, &c. adpropofitumnonefì , quiacumau5loritasloquaturadlitera.ru de
congregatione quorumcumque fidelium , fire laicorum , five clericoram , qui
congngantur m nomine Domffii, nec loquatur de Congrcgatione laicali m alt-
quo loco five Civitate , fed de Congrcgatione , qu£ eji nnanimitas in atiqua
una re, in qua conveniunt, non loqmtur ad literam de Conciliis Univerfa-
libus , ficut manifejìum efi cuique Evangelium legenti. l^on negamus tamen
di&um illud adaptart pofle Conciliis Univerfalibus , & Trovincialibus , cjr
Capniilis etiam I\eligioforiéin in nomine Domini congregatis quoad promijjio-
nem ajjìiìentj£ divincs gratta , arguendo per locum à minori ad majus . Tr.i-
terea ajfiflentia illa ibidem promifia congregatis in nomine Domini non efi
prjcfidmtia Syn-odalis , ut <ie fé patet; unde non c/i ad propofitum . Tr^terea
•cum non pofjìnt dici congregati in nomine Domini , qun-jus l^icariumUnipcr-
jalem ad pr4:fidentiarrì non admittitnt , fed contemnunt , mamfefiitm ejì , quòd
ratio illa adverfariorum nullms ftt roboris , atquc momenti . Così egli: mi
non dando i Padri orecchia alle ragioni, rifoJuti nella oitmazione nge.tta-
rono ogni perfuafìoiie , e fermi nel propoiìto dmon ubidire , né pur fi de-
gnarono di ri'fpoiia, quando il difcorfo portoliì alla celebratione in altra
parte di altro Concilio: onde il male awanzoiiì, e né per medicamenti
applicati, né per cura intrapreili poterono giammai diminuirfilifinromi,
che
Capi
»7-
itolo VI. 107 Eugenio
che di <^ià bave vano fatto prevaricar quel Concilio in Conciliabolo . Non
perciò^efiflè il faggio Pontefice di continuarne il riforgimento , non irrita-
to allidifprezzi, non avvilito alle contradizioni, e femprecoftante nel pro-
curare il loro bene, edelChriftianefimo. Poich'[a]eglireplicònuoviLe- J„5S^4i'^'
"ati à Cefare il Cardinal Giordano Vefcovo della Sabina , e il Cardinal Gu-
glielmo Prete di S. Anaftafia , acciò elfi a lui dimoftraflero il profllmo peri-
colo dello fcifma , il conculcamenco della maeftà Pontificia , e i gravi mali ,
che da^li accennati difturbi temer giuftamente potevanfi in pregiudizio
della Fede , e fcandalo de' Fedeli , fé oìtinati perseveravano i Padri di Bafilea
nella continuazione di quel Sinodo . Ma nuovo accidente avvenne, che giu-
ftamente dil^olfe in parte dal fuo impegno il Pontefice. • DirienTioni fra
Havevano, come i\ diffe, fin dalla prima apertura di quel Congrego giiHu^ti di ve-
invitato i Padri gli Hulfiti Bohemi a portarfi in Bafilea per introdurre il al^cir.concmor
trattato di qualche amichevole concordia in quelle materie, e punti, che
dall' unaparte fi controvertevano, e dall'altra: e bencheli Bohemi fi mo-
ftraflero alieni all'invito, nuUadimeno le orferte furono da e fil differente-
mente gradite , e difgradite . Gli Orfani , li Thaboriti , e generalmente tutta
la plebe, ricordevoli della feguita morte <ìi Gio.Hus, e di Girolamo dì
Praga rigettarono alfolutamente quelle efibizioni, & altamente efclama-
rono, non doverfi dar fede a chi una volta l'haveva violata: e fi dichia-
rarono rifolutifiìmi di non intervenire al Concilio, per nongittarfi, com'
eifi dicevano , ciecamente nelle mani de' nemici . Al contrario la Nobiltà ,
e quell a fana parte di Theologi , che ancor rimaneva in piedi per mifericor-
dia del Cielo in quell* afflitto , e diflìpato Regno , fofteneva, doverfi ac-
cettar l'invito, e terminare gì' infortì litigii col confentimento generale di
una così numerofa Congrega. Vinfe queft' ultima fentenza , e appunto
allora fi accingevano 1 Bohemi a fpedire i loro Oratori al Concilio , quando
giunfero gli accennati Legati del Pontefice all' ImperadorSigifmondo con
ì' efpofte querele contro il Concilio. [ b ] Onde Cefare nonfol non fi mofie a ^^Jj^ "''J'jf'f'
compiacere ad Eugenio nella richictf a traslazione, ma portò a luicaldifli- pll'.'z'i^. '"'
me iftanze,che concorrefl'e anch'egli a quel Concilio conpiena approvazio-
ne, per renderne convalidati gli atti, e agevole, e durevole la prommafpera- Agicaiione varia
tareduzioneder^li Muffiti. Quella novità contufe in unfanto gaudio l'ani t"'.^"[;,J"jP„Yi
mo del Pontefice , che ritrovoifi in un iftante alieno , & inclinato , vogliofo, huuìcì ai conri.
etimorofodiqueifucceifi. Poiché concorrendo egli nell' approvazione, '"* •
condannava ogni fua pafiata rifoluzione, e non concorrendovi, venivain
un certo modo ò ad impedire, òanon acconfentire, ò a non approvare
la reduzione degli Heretici alla Fede, che era l'unico fcopo di tutte le fue
brame, e il più potente motivo, che fin' allora indotto l'havelfe ad annui- .
lare quel Sinodo, e trasferirlo altrove . Nuìladimeno preponderando in lui
il ben della Religione ad ogni qualunque motivo , che apprender fi potefie
contrario alla fua perfona, determinò di fpedir a Bafilea, come feguì, il
Vefcovo di Cervia, due Abati, ò<:unNotarocon leprecife commiifioni,
che a loro in quefia lettera egli direlfe, [e] Dile&o FdioMagijhoJoanni de e Eug.ir. iib.t^.
Mellajecretorum dolori 'ìiotario^ ac venerabili fratri Chrijhphoro Epifcopo ^^'^- /"'■?• ^''' ^
Cervienfi I{cferendariis y nec non dile6ìii filiis Ludovico S .Jufiin^ Taduatu y & ^'. '"adeterminv
'NjcolaoS.MarÌ£ de MoviatisMontisrcgalis Dmcefis Monafleriorum y jlbba,- .""ónval'iday'Lor^"
tibiis y (ratoribus y &'^ncus nojiris jalutcm &c. dei concilio .
'ì^dla major cura , teftìs eft ipfe , cui not^ funt cogitationcs bomimm.
Deus,
Eugenio j^g Secolo XV.
^ ^* Deus , continuò agitai mentem noflram , poflquam MtìJJimo placuit nos , licèt
ìmmeritosy ad regimen fummi ^pofiolatus ajjumerey quàm ut generale Con'
cilium fierety & eoloco & tempore, in qutbuspneefie illi perfonalìter pofie-
wusy uty quantum Omnipotens concederei , ea ftatuerentur y & ordinar entuv
in €0, qua ad laudem Dei ccderenty & augmentum reltgionis fpe5ìarent, &
utilìtatem F^ipublica Chrifliana , qu£ cum propter ìnfìrmtiatem noflram , &
alias juflas , & rationabiles caufas in Civitate Bafileenfi , in qua olim (ìatu-
tum Concilium fuerat , fieri nuUatenus pojje vidcretur , Concilium , quod ibi
effe videbatur , auBoritate ^poflolica dpolpentes , illud in Civìtate noflra
Bononìenji tempore tuncjìatuto de confilio , & ajfenfu venerabilium Fratrum
noftrorum SanB<£ Romana Ecclefìa Cardinalium duximus celebrandum , man-
dantes univerfìs Ecclefìarum, & Monafleriorum Tralatis, ut di5lo tempore
deberentad di£Ìum Concilium convenire, proni in litteris inde confe6lìs pleniks
conttnetur.
Cum autem in dìBa Civitate Baftleenfl nonnulli adverfarum partium
Tr alati y Magiflri, & Dolores, ac alia Ecdefiaflicce per fona y qua fé aire-
duBionem hareticorum Bohemìa , extirpationem harefum , pacem Chriflia-
norum , & univerjalis Ecclefia reformationem afìerunt congregato! , Conci"
lium ipfum in prafataBajìleenft Civitate fieri y & celebravi pojiulemy & re-
quìrant ; nos , quamvis ex pluribus caujis fanBius vidcretur , ut Concilium
celebraretur loco y & termino per nos ftatuto; tamen , ne propter varietatem,
'■' ' ' cJ^ difientionem loci prò celebratione Concilii , profecutio tanti boni valeat
retardari , ut bonus Tafior providere volentesy ac conftdcrantes plurimarum
virtutum dona , quibus perfonas veflras ^Itifimus inftgnivit , fperantejquc
per -POS potentes quidem opere, & fermane inmawisexpertos, ac innoflris ,
& ipfius Ecclefia negotiis pracipua fidelitate probatos , ea , qua vobis cotn-
wittenda duxerimusy laudabiliter exequemini , vobis cum prafatis , CÌT aliis
perfonis Baftlea congregatis tam de locoj & tempore , quàm aliis debite re-
qtiifitis ad hujufmodi generale Concilium prò exiirpatione harefum , redu-
Bione Bohemorum y pace inter Chriflifideles flatuenda, reformatione univer-
falis Ecclcfta celebrandum , ac aliis ordinandtSy & decernendiSy qua ad lau-
dem Dei j augmentum fidei , falutem religionis Chriftiana , ac Bimana Ec-
clefia nofirum , fratrumque pradiBorum ftatum , & hono'-cm concernenty
praBìcandi , ordinandi , concordandi , capitulandi & concludendt , fervatis
tamen y & adimpletis mflruBionibns y fcu advifamentis y devotioni veftra
per biillas noflras [ub data i^. Kal.Jtnuarii datis , & ordinatis , auBori-
tate pradiBa, plenariam de eorumdem Fratrum confilio concedimusy tenore
prafentium , poteflatem , ratum , & gratum habititri , quidquìd per vos
aBum, & geflumfuerit inpramiffis. Così Eugenio , il quale per reinte-
Ext^y,t;n^PP(r,- grarc nella fua autorità il Concilio, preferire [ ^ ] parimente li principali
r«;c««c»7. fi<tyT/. plinti, che in elfo lì dovevano agitare, cioè la reauzione degli HuflìtiBv-:!-
a
dice
a 'ud 7Uyn
P
1432.;,. ^io'!' "" hemi alla Religione Romana, e l'abolizione degli atti fin allora titci da'
Padri dìBafilea contra ogni qualunque perfona ; provedendo egli favia-
mente nel medefimo tempo alla indennità della Fede Cattolica con la coo-
perazione alla converlìone degli Heretici, & alla poteftà del Pontiticato
Romano con la ritrattazione de' Decreti formati, contrarli all' autorità fti-
prema de' Papi .
Rellaurato dunque , e reintegrato [ b ] nel fuo primiero valore quel
b <.4'inci4ìì' QqiiqUio, elic da prima cra ftato dal PouteHce difciolto , e dichiarato ilie-
gitimo, ,
Capitolo VL 109 Eugenio
gìtimo , attcfero i Padri con ogni fervore alla converilone degli Hiiflìti, com arfa ni
ch'era il potiflìmo oggetto della ottenuta conferma . Ed era appunto allora conS*' degu
comparfainBaiìleaunafontuofaAmbafciatadi trecento Dottori, e Cava- Herecici Bohemi,
lieri Bohemi desinati dalla Univerfalità ò\ quel Regno per efporre nel Si-
nodo le loro ragioni , in co nformità dell' invito , che rephcatamente li Pa-
dri havevano loro trafmeiro . Capi dell' Ambafciaria \_a\ erano cinque, a cocU.i}h,6,Hiji,
Guglielmo Cofca famofe-per nobiltà di fangue illuftre, e per infamia di ^''^"^•
Chiefefaccheggiate , Procopio Rafo terribile per gran vittorie riportate , e
per gran fceleratezze commelfe, Giovanni Rokifana Rettore degUHulfiti
ài Praga , Niccolò Galeco Prete Thaborita , e Pietro Payne Inglefe , fug-
gitivo dalla Patria, e negli altrui Paefi più celebre in fofifmi, che in argo-
menti . Furono quelli accolti nel Concilio dal Cefarini con elegante , e
pronta Orazione, alla quale fu da efficorrifpofto con poche, ediìordinate
parole, [^J Bohemi j quibus par facundianon eraty pauca refponderunt ; e ^ y«/«»»;^;</fw.
richiedendo eglino udienza fopra quattro punti di Religione, fugli beni-
gnamente accordata dal Legato , e il Rokifana per tré intieri giorni perorò ^"fi proJSi?.
fopra il primo articolo della Communione/«è utraquefpecìe , il Payne per
altrettanti giorni fopra il fecondo de Civili Clcricorum dominio , l' Uldari-
co Prete degli Orfani per due giorni fopra il terzo articolo de libera pr^x-
dicatione i e il Galeco per altrettanti giorni fopra il quarto articolo de cor-
rigendis peccatìs publicis y che furono i quattro celebri articoli, che Noi
habbiamo in altro [e] luogo riferiti. Conciofiacofache benché moltiflìmi e vtduiPmtif.dt
follerò i punti della difcordia fra gli Huffiti , e li Cattolici, nulladimeno ^^^'•J"'''^•^"'^■'J•
eglinocJuelbquattrofoli(icompromifer<Jdipoterdifenderein quel dotto " ' ^*
Confeflo, e m efll folamente reftrinfero tutte le loro ampie pretenzioni ,
Mi [d] il Legato ben confapevole di quanti errori folfero i Bohemi ma- ^cocU.ìm,
chiari , e tra gli altri che il Galeco nella enunciata fua Orazione haveva
nominato Vviccleff col titolo di Dottore Evangelico, e un altro di elfi
havelfe aderito , che le Religioni de' Mendicanti folFero invenzione , e
ritrovamento del Diavolo , li ridufle al punto , eh' eglino con femplici , e
fchiette parole dovefl'eropalefare fopra gli Articoli diVviccletf la loro fe-
de col Crerf/w«5, overoco\'l>{pncredimusy per poi quindi più liberamente
procedere alla difcuflìone delli quattro Articoli propofti. Sfuggirono gli "
Huiiiti un tanto cimento , e folamente foggiunfero , che il Regno della Bo-
hemia voleva con i Cattolici concordare per hora fopra gli efpofti quattro
Capitoli , poiché circa li rimanenti ò fi agitarebbe m altro tempo la mate-
ria, ò fé ne cederebbe per allora la pretenzione . Il Procopio folamente
hebbe ardimento di farli avanti , e fopra il punto delle Religioni Mendi*
canti, T^que hoc falfum efi, egli dille , nam fi neque Moyfes, neqne ante
eum Tatriarcha , neqne pofl eum Trophet£ , ncque in nova Lege Chriflus
DominuSy ncque ^pojioli Mendìcantes inftituere: quisnonintelligit Diaboli »
tencbrarumque opus efjeì Fu prima ricevuta con rifo la objezione, e poi
dai Cefarini pazientemente ribattuta con quefte parole , It^eque enim Ta-
triarcharum, Trophetarumque placita , & qux, Chriflus inflituity qu^ fan-
xerunt ^pojioliy dumtaxat d Deo effe docuit : veruni Eccleftt& quoque Decreta ,
^ua fanSo dirigente Spirttu ducitur , opera Dei efie monftravit : quamvis
^ aliunae Mendicantium vita ex Evangelio fumpta videri pofjìt . Termi-
nate dunque li Bohemi le loro commilfioni, e le loro Orazioni, furono
ds' Padri prefcjelti quattro infigni Ecclelìaftici, i quali dovclTero lororif-
pondere
j •<#> .i.
Eugenio j j q Secolo XV.
^ ^« pendere capo per capo foprali quattro Articoli . [ 4 ] Contro il primo pe-
*x"lTtT„%TùZ'. rorò otto intieri giorni Giovanni di Ragufa Procurator Generale dell' Ordi-
niùus conciUcrum ne (jg' predicatotì , Dalmato di nazione , e poi Cardinale di Santa Chiefa :
^£aj:ufnfa'l'"'"'" contro il fecondo tré giorni Giovanni Polemar Archidiacono di Barcello-
na, Auditor della Camera:contro il terzo altrettantigiorni Henrico Kaltfein
Inquifitor Domenicano : e contro il quarto quattro giorni Egidio Carleno
Decano della Chiefa di Cambray . Benché convincentiflìme , e concludenti
foflerole ragioni de' Cattolici, 'tuttavia il Rokifana per fei intieri giorni
\^m.c%"'^' ribattè gli argomenti addotti dalRagufino, [^] q Difputatum efi quinqua-
ginta diebfis , dice l'Hiftorico, & multa in utramque partem adduéìa . To-
Jiremò cum vi6ia HujJitarHm perfidia vinci nollet , ad tra^atus vsmnm : ■
tentatum ff forte amicò trahi pofient . Mijfi & Oratores ex Concilio ìnBo-
hemiam virtdo6ìijJimi, & qui gentis verfuttam nofìent: multa cum Bohemis
agitata y nunc pacìsfpes fa^a, nunc belli metus. Così egli. Mài Padri non
Concordia prò- volcndo perder il merito di pietofa indulgenza, dall'uffizio di Giudici
orc!b có;5^mÌ ^bbaflandofi a quello di mediatori, allorché l'affare era in difcorfo, èc
moncfub'ntr'.iTue inclmato T avverfatìp alla concordia, per fopire ogni futura controver-
{kriVrctcou"^'' ^^> ^ toglier pabulo al fuoco dell'impegno, deputarono dieci Legati in
Bohemiacon la norma, e forma di una concordia, che fottofcritta, &
ammeflahaverebbe recato il defiderato termine alle difcordie, concepen-
c /o.cocU.uLj. tlone il tenore in quelle parole, [e] Qnòd di£lis Bohemis, & Moravis fu-
Htfilmfsi't, * * fcjpientibus Ecclefiajìicam unitatem , & pacem , realiter , & cum ejfedu ,
tam in omnibus aliis, quàm in ufu communionis utriufque /peciei, fìdeiy &
ritui univerfalis Eccleftx conformthus, illr, & ilU, quitalem ujum babtnr,
communicabunt fub duplici fpecie cum au5ìoritate Domini noflri Jefu Chrt-
ftij (Q" Ecclefia Sponfa ejns ; & art'tculus die in Sacro Concilio difcutietur
quoad materiam de pracepto ad plenum , & videbttur quid circa illum arti-
culum prò -peritate catholica fit tenendum , & agendum prò utilitate , & fa-
tute populi Chrifliani : & omnibns mature , 0- digefiè pertraBatis , nibtlo-
minus fi in deftderio b abendi di£lam communionem fub duplici fpecie perfeve-
raverinty hoc eorum ^mbafatoribus indicemibusy Sacrum Concilimn Sacer-
dotibus di^iorum regni , dr Marchionatus communi candì fub utraque fpecie
populum , cas videìicet perfonas , qu^ m annis difcretionis confiituta reve-
renter , c^ devote pofiulaverint , faeultatem in Domino prò eorum utilitate,
^ falute largietur-y hoc femper obfervatOy quòd Sacerdotes fic communican-
tibus femper dicant, quòd ipfi debeant firmiter credere , quòd non fub fpecie
panis caro tantum , nec fub fpecie vini fanguis tantum , fed fub qualibet fpe-
cie eji mteger, & totus Chrijìus: ac Legati Sacri Concila per fuas literas au-
£ìoritate Sacri Concilii mandabmt univerfts, & fmgulis cujufcumquefiatus,
aut conditionis exiftant , utdióiis Bohemis y & Moravis utentibus di£Ìa com-
minione fub duplici fpecie nemo audeat improperare , aut e&rum fam£ , aut
bonari detrahere: & hoc idemfaciet Sacrum Conctliumy quando e once ffionem
liberationis faciet memoratam , Così fopr a il punto della Communione /«^
utraque fpecie . Sopra la correzione de' peccati publici , Ci (labili y ut ab
jis, ad quos fpeàarety ex divina lege , &San&orum Tatrmìì injì imtis corri-
gcrentur. Sopra la libera predicazione della parola di Dio, utà Sacerdoti-^
%us , & Levitis idoneis yfa6ia a Vrafulibus , F{pmanove Tontifice facultate,
ritè conciones haberentur : e fopra il dominio civile degli Ecclefiallici , Ec-
ilcfum tenere, & poffidere pojj'e ^des, agros, cajira, urbes , & in iis domi-
nai i^m
Capitolo VI. Ijl Eugenio
nàtum h altre ì ncque ea à quovis inique occupanda: fi <iui yerò abufus ejìent , ^' .
Condili opera removendo s . Qiiefta prefcritta convenzione fiì agitata molto
tempo ne* famoiì Congreifi della Bohemia , e della Moravia , rigettata
Tempre dagli Orfani, Hiifliti, e Thaboriti, e quindi poidoppo ilcorfo
di tré anni abbracciata generalmente da' Bohemi, allor quando, come fi
dirà , con le arme de' Cattolici fu finalmente fupprefla l' arroganza , e la for-
za degli Heretici.
Hor mentre agitavafi quella ftrepitofa riconciliazione, tornò il Con- J;^^"JJ'^J5[]^^[J° -
cilio à ergerla fronte contro il Pontefice , come fé la mira di que' Padri de*Pa*drrd?S
foffe r abbattere pili torto il direttore , che l'inimico della Chiefa. Eglino J|^^°"'''°"'p°"-
primieramente non [a] mai vollero hiimiliarfi a ricevere dagl'Interminzii ^^ tìijf.^.Cìnciu
Apoftolici r affoluzione delle cenfure , in cui erano incorfi per la loro refrat- ^''^'•
tari a paflata baldanza, allegando ò parità, òfuperiorità dtgiurifdizione,
SII la qual mafllma eglino temerariamente refciflero tutti gli editti di Euge-
nio concernenti ò alle perfone, ò agli atti del Concilio, decretando, [b] b Sef.io»
non poterlo il Papa trasferire altrove fenza confentimento di eilì . Ma quan-
to falfa fia cotal folle opinione , ella a lungo, e dottamente vien riferita, e
rigettata [ e ] dall'altre volte allegato Turrecremata, al quale Noi volentieri <= ^'"'''« Turrecre.
rimettiamo il Lettore . Con la iftelia oftinazione fi procede da' Padri nelle frWr/f /™f^?.
fegiienti [d] feflìoni , citando eglino il Pontefice al Concilio per un deter- ^ ^'JI'- "•
minato tempo, acciò col fuo confentimento ne authenticafTe le decifioni,
invoigendofi efiì ftefli ne' lacci con un' apcrtifiìma contradizione. Poiché
ò i Padri pretendevano , che il Concilio folfe fopra il Papa \ e perche tanto
cafo eglino fare , che intervenire al Concilio un Veicovo inferiore al Con-
cilio? O volevano, che vi veniffe ilPapa, perche fenza lui reftarebbono
invalidi gli atti del Concilio j e perche poi dire, che l' autorità del Papa fia
inferiore al Concilio , quando fecondo la loro medefima afferzione , l'auto-
rità del Concilio dipende dal Papa? xMà ruppe il Papa il nodo della difficul- SdifugenS!
tà, econ una Decifione desiderata da'Padri, chiufe la bocca al Concilio,
& alli Padri . Voleva il Concilio efler dichiarato valido , e legitimo dal
Papa ; e il Papa compiacqueli , e dichiarollo tale con la fola aggiunta di due
femplici parole , concernenti unicamente la eftirpazione della Herefia , e la
pace fra Principi Chriftiani, [cjecontalcommiflìone eglidi nuovo fpedì ^/i^^/^/^-g^'/^-
colàqnattroCardinalifuoi Ledati, edopola loro fpedizioneegli divulgò ' ■ ' ^'
un'editto in quefto tenore': [/] ^poftolica au6ioritate decerntmm , qmd ( lùid.pag.iot.
inpr^fato Concilio Baftleenft nulU cauJA fingularium publica , vel privata,
Eccleftaflica y vels^ecularesj quovìsmodoy caufa, t>el colore ìntrodu6i<is,vel
introducendo poffint, veldebeant mdi&oBafdeen/ì Concilio agitariy cognofci,
aut terminari; [ed dirigente Domino fìdelium opcras ad extirpationem ìxere-
fum, ad pacem ponendam inter Trincipes , & Vopulos Chriflianos , & ad morum
reformationem omnia jiudia dirigantury & nulUtenus ad alias caufas j quàm
ad promijjasj Concilinm ordinatum efi , converti debeant , decernentes irritum ,
& inane j fifecusà quoquam quavìs auSìoritate fcienter , velignoranter con-
tigerit attentari . 7>(ullt ergo, &c. Dat. I{gm£ apud S.Vetrim anno Incarna-
tionts Dominici 143?. Kal.Junii Tontificatus noflri anno 2. Così egli . Ma
il taglio fcuoprìla cancrena, e non mai più rifentironfi contro Eugenio li
Padri , che allora quando fi conobbero fccperti nella trama della loro mali-
zia.Conciofiacofache pretendendo eglino una conferma generale di tutti gli
atti Conciliari , & ottenendone una folamente rifiretta alla fola deprcfilohe
dell' He- '
Eugenio t 1% Secolo XV.
IV. deirHerefie, Sl alla fola concordia fra Principi Chriftiani, efclamarono
con voci difperate , & alle voci aggiungendo empii , e facrilegi fatti dichia-
a ^#.12. rarono Eugenio [a} decaduto dal Pontificato, fé m termine di felfanta
giorni egli non approvaflefemplicemente il Concilio, e gli atti in quello
h ^pud r latina)?) precifo tcnotc , [b] Declarct à tempore hujufmodi inchoationis continuatum
vt Eugenio r,'. y^ -^^ ^ & cfìc y profecutionemquefemperìmbmjjet contimarique , ac projecu-
tionemhabere debere, èripftpurè, & fimpUciter adh^reat y &cumejeBu,
& hujufmodi revocationem , declarationemque , & puram adhafìonem^ per
fuas literas more I\gman£ Curia bullatas buie {acro Condito notificet infra
fexaginta dies à die prafentis public^ feffionis immediate fejuentis . Ed in
fatti nella feguente feffione, che fiìla Decimaterza, eglino ripigliarono
il Papa di contumacia, e fi accinfero al decreto della depofizione, che
haverebbono ancora efeguito, fé Dio contro gli Ecdefiaftici non havefle
e 5./.13. eccitato un fecolare, che fu Guglielmo Duca di Baviera, [e] il quale in
d 6.^.itomn.i.p. noiTie diCcfate fcrmò il corfo [ rf] all' attentato di cotal deteftanda azione :
tmXcv,tg.^s. onde il Pontefice hebbe[ e] à renderne grazie àSigifmondo, chetolfe per
' allora dal Chriftianefimo un tanto fcandalo , e ridufle i Padri alla convenien-
za di più moderato configlio . Mi fu fiipprelfo, e noneftinto allora il fiioco
ivide^p:,dLMè della diflenzione, poich'elladurò[/j tra quel Conciliabolo, e'lPapa,fin-
to.ii.fejr.fec,Hin. che duratono ìu Bafilea h Padri, fempre termi nelpropofito di abbattere
tm,)iuo>HtL ^. autorità di quel Pontificato , chericonofce fol Dio autore della fua gran-
dezza, e promotore, e giudice della fua poterti. Legga chi più precifa
contezza vuole di queftiefecrabiliecceffi, il Libello publicato dal niedefi-
mo Pontefice Eugenio contro i Padri Bafileenfi , che Noiper isfuggirne la
gvide\api.M. ftraordinaria lunghezza, rimettiamo altrove [5] il Lettore: con renderlo
Uì6.».^. prima in quefta fola parte ammonito, che chi nega l' autoriti delPapafo-
hB.//^r«...rf.f*«.pra il Concilio, k bene [h] non funt proprie Haret tei, nuUadimeno, com«
eiLauthcrtt.iio.2. dice il Bellarmino, à temer itate magna excufari non pofiunt , Tramanda-
"^' '^* rono però al Mondo li Padri Bafileenfi qualche lampo di favie ordinazioni
fri le ofcuriti dello Scifma, che promovevano, e intimarono [ilunarigo-
1 sef. 20. ro(a riforma alli coftumi de Popoli, ammonendo i Principi adacciudire
^ . ^ . p , alla foUecitudine de' Vefcovi , i conjugati a mantenere illibata la tede
ìlmZa fopra matrimoniale, e i liberi a prender moglie, fé il fuoco della libidine lifti-
diverfe matenct molalfc ciecameiitc al malfare . Mi contro i Chierici Concubinarii furono
k SI'. pili vigorofe le Leggi , e più rigorofi li Decreti , [ ^] Tublicus Concubmanus
\c -r d perceptione fruCiuum omnium fuorum beneficiorum trium menftum fpatio pt
coZThcZTJ. ipfo faao fujpenfus , quos fuus fuperior in fabricam , vel altam evidentcm
nec
binarli. Eccleftarum utilitatem , ex quibus hifru&us percipiuntur , convertat :
non & hujufmodi publicum Concubinarium , ut primùm talem ejje innotuerit,
moxfuus fuperior monere teneatur , ut infra breviffmum terminum concubi-
nam dmittet , quam ft non dimiferit , vel dmifiam aliam publicè rejum-
- pferit, jubet hM fanÙa Synodus y ut ipfum fais omnibus beneficiis privet : e^
nihilominus hi ùublici concubinarii, ujquequo cumeisperfuosfuperiores, poft
jpfarum concublnarum dimijfionem , manifeftamqne vit£ emendationem juerìt
difpenfatum , ad fufceptionem quorumcumque honorum , dignttatum , beneficio-
E Decreto di E» ruM, "pel officlotum fmt whabiUs : qui fi poft difpenfationem rectàtro vomitu
limo°-'ci"° ^' ^«^ hujufmodi publicum concubinatum redieànt, fine fpe altcujus difpenfatich
nisfmt inhabiles . Così eglino nell' allegata Seflìone : e forfè ad efempio de
1 ^nno 14 j4. Decreti \\ 1 1 emanati poc' anzi dal Pontefice in Roma contro i Simoniaci,
'■■ -' ' inhabi-
Capitolo V L 115
[ a, ] inhabilitancfo egli d cfiialunqiie grado Ecclefiaftico non folamentc i
colpevoli, ma eziandio li confultori, e promotori di così efecrandahe-
refia, e ^m grifteiTi confapevoli dell' altrui delitto , obligandoli ftretta-
mente ad una pronta , e giuridica denun2ia-.>ii!mf;.=:,i^'(;.
Né fcrmandofi folamente li Padri nella condanna de'fornicarii , paflaro-
no da'coftumi alle maffime , e da'fatti ai dogmi , nella condanna eh eglino
fecero delle propofizioni , e libro di Agoftino di Roma Arcivefcovo di Na-
zareth . Fii quefti Religiofo , e Generale [ h ] dell'Ordine degli Eremiti di
S. Agoftino , prima Vefcovo di Cefena in Romagna , e poi Arcivefcovo di
Nazareth nel Regno ò\ Napoli , Autore di molti Libri , che vengono à lun-
go deferirti dal citato Bibliothecario, e dal Cardinal [e] Bellarmino : mi,
\\\ uno di effi egli compilò molti errori , che denunziati a' Padri di Bafilea
riceverono pronta la condanna : [rf] Libellum quemdam editum , così di-
cono gli atti di quel Concilio , à Magiflro ^ugujlino vulgariter di6lo de
I{gmay ^rchiepifcopoT^aTiareno ^ cujus primus tra^atus de Sacramento mi-
tatis Jefu Chrifiit & Eccleft^, ftve de Chrifio integro intitulatur ,
Secundus de Chrifio capite, & ejus inclyto principatu : alius de charita-
te Chrìfli circa ele6los , ^ e]us infinito amore : tanqmm non fanam in fide
do£irinam continentem cum juis defenforiis damnat , & reprobai , & potif-
fimè fcandalofam illam erroneam in fide in ipfo libello contentam propojttio-
nem , quam pi£ fidelium aures fine barrare audire non poffunt , videlicet :
Chriftus quotidiè peccar , & ex quo fiiit Chriftus , quotidiè peccavit ,
quamvis de capite Ecclefìs Chrifio Jefu Salvatore nojiro dicat fé non intelli-
gere , fed ad membra fua , quiC cum Chrifio capite unum ejje Chrifium affe-
rmi, intelligemiam ejus efle refcrendam, dicat,
"ì^c non & propofitiones iflas ejus in fententia fimiles , quas in articu-
los damnatos in [acro Conftantienfì Concilio, incidere declarat , -pidelicet :
Non omnes fideles juftificatifunt membra Chrifti, fed foli eledi finaliter
in perpetuum regnaturi cum Chrifto fecundùm ineffabilem pra:fcientiam
Dei funt membra Chrifti, ex quibus conftat Ecclefia, qux tamen non
conftat , nifi ex eis , qui fecundùm propofitum eledionis vocati funt .
Non fulBcit Chrifto uniri vinculocharitatis, utaliqui efficiantur mem-
bra Chrifti, fed requiritur alia unio. Has etiam, qua feqmmtur. Humana
natura in Chrifto vere eft Chriftus. Humana natura in Chrifto eftperfona
Chrifti. Ratio fuppofitalis determinans humanam naturamin Chrifto non
realiter diftinguitur ab ipfa natura determinata . Natura humana in Chri-
fto proculdubio eft perlona Verbi , & Verbum . In Chrifto natura af-
fumpta eft realiter perfona alfumens .
Natura humana affìimpta X Verbo ex unione petfonali eft veraciter Deus
naturalis , & proprius . Chriftus fecundùm voluntatem creatam tantum di-
1 igitnaturam humanam unitam perfona» Verbi, quantum diligit naturam
divinam. Sicutduseperfonse indivinis funt «rqualiter diligibiles, ita duce
natursE in Chrifto humana, & divina funt sequaliter diligibiles propter per-
fonam communem . Anima Chrifti videt Deum tam clarè, & intense, quan-
tum clarè , & intense Deus videt feipfum . /Furono dunque tutte quefte
propofizioni condannate da'Padri con la cenfura di Erronea in fide, epro-
hibito il libro , in cui elleno C\ ritrovavano efpofte . Perdonofiì all' Autore
l'improperio della condanna , perch'egli haveva nel fuo volume proteftato
fommjflìoneallaChiefa; e citato i comparir perfonalmente al Concilio,
Toìno IV, H
Eugenio
IV.
a Ev.g. IV. etnfl.f,
in BnlUrit >
Condanna de!
Libro di AgoIiU
no di Roma*
b Ellìasdu Ptntn
B'tblioth, e.4.
e Card. Bellarm.
dt Script, EccUf.
A Sejf. il. Ctneil.
BafUttnf,
Errori in eflb
contenuù.
kitre fiie prop*o.
ìxioni dannate.
Q
egli
Eugenio j j^ Secolo XV;
^ ^ " egli haveva parimente allegate fciife d'impotenza, rinvenute giuridiche,
e valevoli. •>;•'?)•'" -• ■
M°opra1iqua«"o ^^ ^" P^" ftrcpitofoi & Utile il Decteto de'PadridiBalilea nella con-
ankoii con i Bo- cordiafeguita co' Bohemi foprali quattro articoli , che habbiamo di fopra
hemi, riferiti. Tré anni durò vivo il negoziato fra i Legati del Concilio , elimi-
niftri Bohemi perlaconclufionedieflb : & avverte il Nider, che in tutto
quel tempo infliriando con miferabile ftrage il furor della pefte nella Cit-
td di Praga , e non eflendo efente alcuna cafa dalla contagione di replicate
morti , la fola cafa de' Legati Cattolici rimafe immune dal publico flagello
quafi la pefl:e folle da Dio coli mandata per contaminar que' foli , eh' erano
a A. Nidtr lib. j. contaminati nella Fede : [^] Spe6Ìaculum tunc Deusj mirantibus omnibus
'•'^* perfidis , fecit in hofpitio noftrorum , ut licèi in omnibus adjacentibus , prò-
pinquis, c^ difìantibus domibus peflilentia regnaret valide , nunquam tamert
domum prtufatam fidelium intravit , nec per totum decurfum prafentia eo-
rum quijquam mortuus , nec pefte in mimmo ta£ius fuit . Così il Nider .
Ma mentre dibattevafi con il trattato l'aggiuftamento , fé ne pervenne per
mezzo dell'armi alla conclufione, e nuovo accidente furfe , che per via
impenfata condulfe felicemente a fine la dibattuta concordia. Havevano
fempre li Thaboriti, e gli Orfani rigettata ogni motivata riunione , e doppo
di baver eglino sfacciatamente difefi li loro errori nel Confeflb diBafilea,
fi fpinfero armati fotto Pilzina Colonia Cattolica j e con feroce alfedio ri-
progreiu delle dottala all' ultimo pericolo, minacciavano l'eflerminio con l'armi iì tutta
m'ire degii^oT la Bohemia. Procopio Rafo era lor capo, ereftaindubio, fé più fpi e tati
fani. ° foffero i feguaci , o'icondottiere. Unironfi i pi» docili Hufiìti con i Cat-
tolici, e tutti infieme formarono un corpo confiderabile di foldatefcapiii
Ìj'ÌÌ'/'ó''"^?''^^" difefa, che in otfefa del terribile awerfario. Mala necefiìti [/>] poftili
'* ' ''^' ' nel cimento, vennero ambedue gli eferciti iniprovifamente alle mani, e
Vittoria de'Cat- Combattendo i Cattolici più con difperazione, che con arte, venne loro
tolici. fatto d'inoltrarfi in modo nella pugna, che ò fortunatamente , òmiraco-
lofamente, ò valorofamente cominciarono prima à rimaner fuperiori di
qualche pofìo, poi della vanguardia nemica, e finalmente del corpo di
battaglia, che datofi alla fuga lafciò morti fui Campo ventidue mila folda-
ti. Riftaurò incontanente le forze il fiero Procopio, e dall' altro canto i
Cattolici ricevuti frettolofamente, ma opportunamente in quel bifogno
otto mila feudi di fuflidio da'Padri di Bafilea, di nuovo fi venne alle mani in
una pianura fra le Città di Broda, e di Biri ; e feguitando gli uni col me-
defimo valore, gli altri con la medefima ferocia il combattimento, rima-
fero la feconda volta vincitori li Cattolici del Campo con sì piena vittoria ,
che vi reftò morto il medefimo Procopio , e morti gl'ifteffi Thaboriti , che
fi falvaronoconlafuga dalla fìirage : conciofiacofache dal Maynard© Ca-
c jdeTHiiU. . pitano dell' Efercito Cattolico invitati pofcia fotto la fua [e] kócà non so
qual altra azione , furono tutti ricovrati prima in diverfe ruftiche Capanne
E nuova, e piena di Campagna, c poi quivi rinferrati, &arfi dal fuoco, eh' egli vi fece ap-
loro Vittoria . pj^^c^re , c coufumare in cenere non tanto le loro offa , quanto le reliquie
della Religione Hufiitica, che con eflì C\ vidde affatto annichilata, e difper-
fa , con maraviglia di chi confiderà , haver maggiormente operato in un
d lAtttra Fiki giomo il fuoco dc'foldati, che in trent'anniledifpute de' Dottori, [d]
t"ynTann. Zìi ^«^ inflaTct hova ccrtandt j riferifcono le lettere laureate notificanti quefte
accennate battaglie , & acies centra fé procederent , nos ordinati cmmus
retro
11.22.
e
Capitolo IV. 115 Eugenio
retro in pane pofleriori : tttnc nojirx aciest Jecundkm quod ordinatum erat, ^ ^'
terga vertermi) fugam fingentes, itaquòd nosy qm tramus in cauda in par-
te pojìeriori , fuimus in capite à parte anteriori. Inimici autem hoc vidtn-
tes, videlicet nos terga vertice , concrepantcs buccinis clamabam horribili-
ter magnìs vocibus-.Confurgite, confurgite y infequamur, ecce enim fugiunti
& fic omnes adverfarii confurgentes de fuiscajìris, &tnrribusj egrejjìeque-
ftreSi & pedefires nos funt infecutt. I^s autcmy quieramus in parte pofie-
riorij videnteSi quòd fé d juis caflrtSy cìr turribus elongaverunt , afiitrgen-
tes in nomine Domini y cujus caufa agebatur^ aggrejji fumus cosà tergo y &
intercepimus eorumregrejjum adeorum e a/ira t ó" turres : alii autem Barones
nobiles cum omni moltitudine confurgentes à parte anteriori invaferunt eos
unanimiter, quafi vir unusy & fìc ante , & a tergo eos tanquam manipulos
dejiciebamus aedentes , quamvis multi reddebant [e , & reddidifient capti-
vos . Ts^o» erat tunc tempus captiì?andi , [ed interficiendi folùm , etiam aliqui
per nos captivi extrahebantur violenter de noflris manibus , & interficieban-
tur : & fìc per hunc modumy Domino Deo nos precedente , omnes inimicos
projiravimus , paucis evadentibus : & altre [a] lettere foggiungono , Ceci- .^^.^^'^ eimdtm
derunt prò parte HuJJitarum univerfì campeflres numero tredeam millium, in- ''*"'•
ter quos mterempti funt ille ZapegoCapitaneuSy Trocopius, & Lupus Tref-
byteri fedu6Ìores nequam y & feptingenti capti exiftunt carceribus mancipatt y
& de parte noflra, quam ^Itijfimus conferpare dignatus eji j perierunt dum-
taxat ducenti , quibus clementia Salvatoris dignetur mifereri i e circa l'in-
cendio feguito del rimanente de'Thaboriti, conchiude l'allegato Coeleo,
Confetto bello , cum multa millia captivorum efìent , Maynardus , conftlio
procerum accerfito , perdere pejfimam plebem Jiatuit, qu£ nutrita in armis
omncm atatem in cajìris egerat , nec fub legtbus visura crederetur, rapinis,
cxdibusy atque adulteriis affuetay qua ft ante pacatum regnum ftare non po-
te{i; fed veritus, ne ftmul innocentes interficerety qui ex agris coa6ii ad pu-
gnam venerant, voce praconis edici jubet , nondum bellum pera6ium effe ,
fugi(ie C^apchonemy Coloniam expugnari oporterey vicinafque per circmtum
gentes , qua regnum popularentur , armis domandas . Ad eam rem nccefia-
riosy qui fub Trocopio militajjent, viros fortes, & in bello exercitatos; de-
cretum eis ex publico ftipendium , donec regnum pacaretur ; proinde omnes ,
qui jiipendia facere vellent, in borre a fé fé proxima reciperefJt ; caverenty
nerudes inexpertefque belli fecum admitterent y illos fua ruray fuofque lares
repetere pojfe . Intraverunt horrea ( qu£ apud Bohemos in villis ex materia cui-
ino teEia frequentia funt) pleraque Thaboritarum , & Orphanorum millia:
clauja funt confejiim o/iuty & ignis immijfus horreis, quo f<£X illay &col'
luvies hominum ignomtniofum agmen poji multa, que patraverat, federa ,
exujia y contemptie demum niigionis pcenas dedit. Così egli. Hor quefta
l^rage, anzi total difperfione de' nemici non folamente agevolò, ma [^j b ^flj».i4j<f.
itrinle l'awiato trattato della propofla unione, e dibattuto prima in repli-
cate adunanze di Dottori Bohemi , e Moravi , fii finalmente conchiufo , di-
vifo in quattro punti , com'erano divife le pretenzioni in quattro articoli , e
tal concordato chiamoifi col nome di Compattata Tragenfta, fottofcritto , e u.coeu.hijiar.
& approvato dal Concilio nel tenore di quelle parole : [ e ] Sopra il primo coSiufionc deU
articolo della Communione fub utraque fpecie fi ftabilì, Ut Bobemis y & l'accordato tra a
^Jpravis fufcipientibusEccleftaJitcamunitatemy & pacem, realitery & cura hcm?''fopra^j
tffeEÌHy & in omnibus aliis , quàm in ufn communionis utriufque fveciei, qiuttro articoli
H 2 paei , ctAtaPragtnfia..
Eugenio jj^ Secolo XV.
^ * fidei, &ritui univerfalis Ecclefìa conformibus j ilUi &HUy qui talemufum
habent, communicabunt Jub duplici fpecie cum au6ìoritate Domini nofiri Jefu
Chrijiii &Ecclefi£ vera fponfe ejust & artìculus ilkin Sacro Concilio di-
fcunetur ad plenum , quoadmateriamde pracepto, c2r videbttur ^ quid circa
illum articulum prò veritate CatÌTolica fìt tenendum^ &agendum prò falute
populi Chrijiiani : & omnibus mature t & digcflè pertra£latis , nihilominùs
fi in defiderio habendi diClam communionem fub duplici fpecie perfcverave-
rint , hoc eorum »AmbaJiatoribus indicantibus , Sacrum Conctlium Sacerdotibus
di£Ìorum regni j & Marchionatus commumcandi fub utraque fpecie populum^
eas "pidelicet perfonas , qu<e in annis difcretionis reperentcrj & depotè poflu-
laverintj facultatem prò eorum utilitate, & falute in Domino largitur, hoc
femper obfervato i quòd Sacerdotes ftc communicantibus femper dicant y quòd
ipft debeut firmiter credere i quòd non fub fpecie panis caro tantum t nec fub
foecie pini fanguis tantum , fed fubqualibet fpecie efiintegery & totus Chrt-
ftus : dr juxta diólorum Compahorum formam di5lis Bohemis , ^ Moravis
fufcipientibus Ecclefiafticam unitatemy & pacemy realiter, & cumeffe6lu,
C^ in omnibus aliis , qudmin ufucommunionisutriufque fpecieiy fìdei, & ri-
tibus uniperfalis Ecclefu conformibus , ìlli, &ilUj qui talemufum habent t
valeant communicare fub duplici fpecie cum au£loritate Domini nojiri Jefu
Chrijiii & Ecclefia pera fponfa ejus j hocexprefsè declarato, quòd per ver-
bum fidei fupra, & infra pofitum intclligunt , & intelligi volunt veritatem
primam , & omnes alias credendas perttates fecundàm quod manifejiantur
in Scripturis facris, &dù^rinaEcclefìa fané intelleóiis, Itemcumdiciturde
ritibus uniperfalis Eccleft£ , intelligunt , & intelligi polunt non de ritibus
fpecialibus , de quibus in diperjis Vrovinciis diperfa ferpantur , fed de riti-
bus, qui communiter , & generaliter circa divina ferpantur : & quod, poji-
quam nomine B^gnì, & Marchìonatus in unìperfitate hoc fufcipietur, fi ali-
qui in divinis celebrandis non fiatim fufcipiant ritus , qui generaliter obfer-
vantur, proptereà non fiat impedìmentum pacis, nec unitatis.
Idcircò I{everendis in Chrifio Tatribus Urchiepifcopo Tragenji , & Ola-
mucenfì, & Luthomislenfì Epifcopis, qui funt , pel qui prò tempore erunt,
univerfis, & fmgulis Ecclefìarum TrMatis curam habentibus animarum , in
virtute fan£Ì£ obedientia dtftri£lè pracipiendo mandamus, quatenùs illis per-
fonis y qua ufum habent communicandi fub duplici fpecie juxta formam in
di5io Capitulo contentam , Sacrum Eucharifiia Sacramentum fub duplici fpe-
cie re qui ftti , prout ad unumquemque pertinet, aut pertinebit in futurum,
minijirenty & prò necejfitate plebis, ut non ncgligatur, faciant minifirari ,
& his nullatenùs refiflere, aut contraire prafumant» Scholares quoque, qui
communic ay erunt , & demceps juxta di£iorum capitulorum formam commu-
nicare polent, & etiam cum promoti fuerint , & adeos ex officio pertinebit
aliis minifirare fub duplici fpecie, proptereà à promotione ad Sacros Ordines
non prohibeant , fed fi almd Canonicum non obfìftat , eos ritè promoveant
eorum Epifcopi. Quòd fi quifquam cantra hoc facere prafumpferit , perejus
fuperiorem debite puniatur , ut , poena docente , cognofcat , quàm grave fit
au6loritatem Sacri Concilii generalis habere contemptam. Uniperfis quoque ,
C5* fmgulis cujufcumque flatus , praemineritia , aut conditionis exiftant , pra-
fentium tenore diflriCiè pracipiendo mandamus , quatenùs di£its Bohemis , c^
Moravis fervantibus Ecclefiaflicam unttatem , & utentibus Communione fub
duplici fpecie modOyO" forma pradi^is , nemo audeat impr operare , aut eorum
famm j
Capitolo VI. 117 Eugenio
fam^iSi vel honori detrahere , &c. ^d majorem eìfìdentiam ^ rohur, & fìr- ^^ '
tnitatem , figilU Sereniffimi Sigifmundi T{gmanoYum Imperatoris , & lllujirif-
ftmi Vrincipis Domini ^Alberti Ducis ^ujina , & Marchionìs Moravia , ad
tnftantes preces nofiras funt pnefentibus appenfa .
Circa il fecondo , de civili Clericorum dominio , fi concliife , Meminì-
mus , quòd dum in Sacro Concilio fuper hoc difputatio ageretur publica ,
& folemnis , ilLe qui ad difputandum per Sacrum Conciliiim extitit deputatus ,
duas conchifiones pofuit fub hisverbis : Trima, Quòd Clerici non Religijfi,
feti qui voto fé ad hoc non obligarunt , licite poffunt habere , & poffidere
quceciimque bona temporalia, h<$reditates paternas , aut aliorum , fi eis re-
Imquantur , & alia bona jujìè acquiftta ex caufa donationis , vel alterius
liciti contra^us , vel arte licita : Secunda , Quòd Ecclefia poteft licite ha-
bere, & pojfidere bona temporalia, mobilia, & immobilia, domos , pr^dia,
villas , oppida , cafira , civitates , & in eis habere prtvatum , & civile
dominium . Ille fiquidem ex vejìris Ambafiatoribus , qui difputabat , conce f-
jit eajdem , dicens : Illas fenfui fui articuli bene intelle&o non contradicere :
cum ipfe articulum fnum intellexerit de dominio civili formaliter intelle6lo,
ex quo, & aliis fatis pojlet intelligi, quòdverba, f cecular iter dominar i , in
prainferto articulo pò fu a , ad aliquem fpecialcm dominandi modum , vel
ufum videantur referri, Sed quoniam do6lrina Eccleftx non eft verbis ambi-
guis pertra^ianda , fed piane; proptered illud quod fecundàm legem Dei, &"
fandorum documenta DoBorum Catbolicè tenendum efl , duximus exprimen-
dum , videlicet : Vramifìas duas conclufiones effe veras : Quòdque Ecclefia-
fiici viri bona Ecclefi£, quorum funi adminifiratores , debent fideliter admi-
nijìrare, juxta SS. Tatrum falubria infiituta : Ipfaque bona Ecclefiac ab aliis
injujìè non debent detineri , vel occupari .
Circa il terzo , de libera pradicatione verbi Dei, fi decretò, Dicimus,
quòd fecundàm Scriptum Sacra fententiam, fan6Ìorumque documenta Do6io-
rum, fic Catholicè cfi tenendum : Quòd verbum Dei a Sacerdotibus Domini,
& Levitis ad hoc idoneis, & per Superiores , adquos pertinet , approbatis,
& miffis, libere, non tamen paljìm, fed ordinate, & fidcliter pradicetur;
falva auÙoritate Tontijicis , qui eft praordinator in cun6ìis , juxta SS. Ta-
trum infiituta.
Circa il quarto , & ultimo , de corrigendis peccatis publicis , fi difpo-
fe , Dicimus , quòd fecundàm Scriptura Sacra fententiam , fanUorumque
documenta Do6lorum , fic Catholicè ejl tenendum : Quòd omnia pcccatamor-
talia , prafertim publica , quantàm rationabilitcr fieri poteji , fecundàm le-
gem Dei, '& San6iorum Tatrum infiituta , funt cohibenda, corripienda, &
elinunanda. Totefìas autem puniendi criminofos , non ad privatas perfonas ,
fed ad eos tantummodò pertinet , qui jurifdikioncm habent m eos , fori di-
fiin£ìione , juris , & jufiitia ordine obfervatis.
E quelli fono li celebri Compa6lati concepiti in Praga, fottofcritti in Qiiai concordia
Iglavia, e confermati dal Concilio in Bafilea, allorquando egli foprala ài&UH^&iu
materia della riduzione degli Hereticihaveva piena autorità dal Pontefice
Romano. Mi li più ollmati Muffiti , alcuni acquali pur fopravilfero alla
accennata disfatta , benché apparentemente accettaflero il concordato con
le parole, fcguitarono però i contrariarlo fempie co' fatti; [a] Muffita,
òict il Coeleo, in multis aliis pun6lis à Catholica Ealefia cantra fua com-
pagina difcordant , nam communicant parvulos , & Sacerdotes eorum non
Tomo IF. ^ H 3 dicunt
va»
a I.Um ihid.
Eugenio ^ jg Secolo XV.
^ ' dìcum Communicantihus fuh una fpecie totum^ & mtegrum effe Chriflum ,
fu ut ptbentuY in CompaCìatis dicere , fed adhuc hodìe fub duplici fpecie ,
exclufci unitale Ecclefìa , fervant duplicitatem fchifmatis in damnata parte
Joannis Hus , qucm in dedecus totius Ecclefia prò San6lo venerantur , &feflum
diemin honorem nominis ejus quotannis celebrant . 1S(//?// igitur juvant, aut
excufant eos Compattata illa , quia minime ea fervant , nec unquam fer-
vaverunt y quapropter funt in ftatu aternce damnationis , nifi ad Ecclejtam
fìmpliciter revertantur i damnata parte Joannis Hus . Faxit omnipotens j &
mifericors Domtnus y inclyti Barones , & Ts^obilesy aliique honefli Firi, qui
de Joanne Hus male credunt y fuis Sacerdotibus Hufjitis aperiant Jemeloculos y
ut reBc infpiciant Compattata y & perlegant hanc hi/ioriam ex vetufiis codici-
bus abfque omni fraude , & dolo laboriose colle6Ìam , ut intelligere va-
leant , m quanto periculo jalutis animarum verfentur , dum falsò perfuaft
Joannem Hus cantra Eccleftam prò SanBo venerantur , & nihilominùs pu-
tiint [e Eccleftae fìlios effe , quod omninò falfum , & impoffibtle eji . Hus enim ,
<& Ecclefiay nunquam fìant fimul -y nam Ecclefia Joannem Hus y ut h^ereti-
cuniy c^boflem fuumdamnavtt in generali Concilio y qui & in £ternum dam-
natus manet , quid quid prò eo fingant , & rnentiantur Sacerdotes Hujjìta .
Così egli : e il Rokyfana, che t'ii un degli Autori della Concordia , fiìegli
ancora un de' principali Refrattori di elFa, onde ed egli fii dall' Imperador
a idrm Hà.i. Sigifmondo [^] caftigatoconl'efilio, e un altro Sacerdote [/>] chiamato
le^S'.f.S ''''^' Medio in mezzo à due travi appefo su la forca. Con la quiete della Reli-
gione tornò la quiete del regimento nel Regno della Bohemia. Entrovvi
Riftaurazione trionfante l'impcrador Sigifmondo , e così defcrivene il Coeleo il fontuofo
della fede Cacto- ingreflb, c la rillaurazioue fcguita della Cattolica Religione in quelle
fe"'neifa ^Bohe- Chiefc . [c] Vctus Codex teflatur y eum Tragam veniffe m vigilia Divi Bar-
>ii»a- . tholom<ei bora quafidecimotiavay ubi qui paulò ante y Bobemorum bofiis y ex
oca, c.cit. a^^ii(;YjQ natusy ^nticbrifit filius y facrilegus , publicis hominum votis per-
dendus cenfebatur y extremis bonoribus exceptus eft: Barones y ac civitatesin
ejus verba juraverunty (ir magifìratus fuos , quosipfe confiituityacccperunt y
certantes tnter fé , quis alter altero fuo I{egi obfequentior videretur : Thili-
bertus Epifcopus Confìantienfìs natione Gallicus , & collega fui ex Bafilea
mi(ft Ecclefidfìicos introducere ritus , Sacerdotes infiituere , ex Mtffarum
folemnibus vulgaria verba , cantilenafque detrabere , San&orum imagines
reducere y aquam benedióiam in adibits facris reponercy baptifmatis fonte s
facrare , altana ornare , fpurcitias omnes abolere . Sigifmundus Imperator ,
cum Ecclefias pollutas intrare nollet , templum SJacobi , ( quod fratrum
Minorum fuerat , & in quo macbime belliae tum fervabantur ) refiitui /ibi
popofcit. ^Anniiit civitds y & '^It qui Monachi introdurli funt y qui verbum Dei
pr^tdicarent . E^dierunt & alii mendicantes , tum Cale/imi , Sciavi , Servi
S. MariiC , Theutones , Jerofolymitani , nonnulli Monafteriorum ^bbates .
^.Abbatiffa quoque S.Georgii in arce Tragenfi y quiC principisbonore defungitttr y
& Tajiorali baculo utitur , atqiie ex veteri tnore quotannis in celebritate
5. Fitì novellum B^gi panem offerre tenetur , facris pr^fe&a Firgmibus , ab
exilio remeavit . B^flituti funt & Cathedralis Ecclefia Canonici , ac Vica-
riiy & Manfionarti , ornamenta altaribus reddita , divinum officium itifiaut-
ratum. Cùmque nulli efient Ecclefice redditus, ex quibus ali templorum mi-
nifìri pofknt y jujfit Imperator ex fifco regio per fingula Canonicorum capita
bebdomadatim aureum nummnm difiribui , minoribus Clericis di'midium
dari .
Capitolo VI. Iig Eugenio
dari. Ea res annua aureorum [ex millìa apud Eccleftam Cathedralem ah- ^^ '
fmnpfit. In alia quoque tempia donarla cullata Jìint . Telava jam facies
urbis y novus populus , verus rediìjk religionis cultus apparcbat , jamque
I{eges , & Trincipes , populique Chrifìiani Imperatori de l{cgno recupera-
to congratulabantur , e]ujque nomen in omni Ecclefia magnum erat . Co-
sì egli*
Non è credibile, quanto godefle il Pontefice alla nuova della redazio-
ne feguita de' Bohemi alla Fede, e [a']Gratus'lsljincmsy fcfifs'egliàloro, ^/^w.^'-^v-f^i.
dudum Utificavit animum nofìrum ddcÙi filii , ciim audivimus , quòd pietas ^ '
Mtijfimi infuderat fpiritum concordia: , & unitatis in cordibus ve/iris cum q^^.^ìo^ e lettera
reliquis Chrijìi fidclibus , de qua re quantam confolationem m Domino fufce- dei Ponceficfp.r
fimus propter pacem > & quietem vejiram , & alwrum Cbrijìi fideliim i \\^'^^l\'' ^'^^^"'
novit die i cui corda, & cogitationes hominum patent. Et quidem fpera-
mus i quòd mifericordia bluffimi , cujus miferatioms funt propter omnia
opera ejus , augebit in vobis gratiam fuam , quòdque virtus , & devotio ve-
jira lucebit in Dei Ecclefia , &■ erga fummum Tontifìcem , ojtcndcns debitam
obcdientiam , & fidern ad falutem animarum vejirarum , quemadmodum
etiam nobis retulit venerabilis frater nofter Joannes Epifcopus Signenjis ,
quem fuis exigentibus meritis paterna dil e 6ìione profequimur, multa ajjerens
de vejìra devotioncy & affezione [incera erga nos y & Eccle(tam 1\pmanam .
Ex quìbiis rebus charitatem vcfìram mentis laudibus commcndamus , ex-
'hortantesvos y ut pie m Domino vivatis y ut gratia , qua: data efl vobis d
Salvatore nojìroy per vcflrabona, & laudabilia opera y frtitìum afferatnbe-
rem in odorem fnavitatis.
Inter c<£tcra gratijjlmum fuit audire concordiam bonam vcfiram cum cla-
riffimo in Chri/io Filio nojìro Sigifmundo I\pmanorHm Imperatore fcmper^u-
gujio I\ege veflro , quem cum fumma charitate diligimus , prout tanti Trin-
cipis virtus, &" merita requirunt y exaltationcm, <& fiatum fmim, cum fue-
ritjempcry ór fu pr.-ec\puus nojìery & Ecclefia: Dei defenfor, <& protcÙor,
augcri tota mente exoptamus . Itaque ci , prout decet fubditos fuo P^cgi pa-
rentes y ac debitam reverentiam , & obedientiam pra:Jiantes , diligatis ip-
fum in fmceritate mentis y & animi , cum ipfc fit Trinccps prudentijjinms ,
ac diligaty & amet voSy qnotidie agens, qua: fpcrat pertinere adbonum ve-
ftrum y & E^gniiitilitatem y nam petivitànobis ahqua prò quiete, ac honore
veflro y & ì\egni per organum Epifcopi pr^fatiy qu£ nos libenter concefjìmus ,
parati etiam in poj'lerum oìtmia factre , qu£ concernmt honorem , coramodum ,
& utditatem veflram, turn propter bonum vefrum, quorum honeftis dcfide-
riis femper imendimus compiacere , tum contetnplatione Imperatoris , cujus
laudabilis , & fincera voluntas Jemper nobifcum unita fiat in fide pura , c^
charitate non fiUay ac prò «0/7/5, & Ecclefia flatu ea fecit, qua laudem , &
gloriam perpetuam nicrcantur. Così egli. E veramente queitodeguiUìmo Condotta marà-
Pontefice li refe ammirabile alla età allora prefente, & ailatiitura, &c a n',o^°pra'io"P'
,quant(
egli fempre unicamente volle il benedcTedeii, li cui vantaggigli llirono Ja^'^sflldT-t!"/^^
lommamente à cuore , e nelfiiedclìmo tempo hebbe ù combattere contro "°oÌard' ^uì' '
quegli medelìmi, ch'eranodeilinatidaDio à promuoverli, operando in .^^r^^^^;. ""
quello gran caio à favore , e contro li Padri di Bafilea , come già ne'Secoii '
H 4 traf^
Eugenio j^q Secolo XV.
a vtdiumffroto. ^i^^^corfi haveva operato [a] Papa Vigilio à favore, e contro li Padri di
z.pa^.ìi^." ''" "' Coftaiitinopoli, hor approvando il Concilio, bora riprovandolo, fecon-
do che li loro atti furono fani, òviziofi, e fecondo le congiunture, che io
rendevano degno, ò indegno della Pontificia conferma: onde il di lui ani-
mo fu fempre faggio, e fempre collante, non mai abbattuto dalle contra-
rietà, enonmaivagodifuperar le contrarietà con l'opprcfllone dell' av-
verfario, ma fempre difpoìlo ad efler Padre a buoni, e Giudice, e non
b Carriere in E»- parte a' Cattivi , e tale, quale lo dilfe un moderno Hiftorico \b'] Mamus
ginto poli Condì, r ^ ■> -, .' ^l ,. -.-NI • 1- T^ 1 ■ ]• T> /-i -^ *^ 1
eitraii. in fme. piane vir , femper jibi £(jnalis. Ma al contrario li Padri di Balileacon la
lorooftinazione contro il primato Pontificio macchiando lafantità de'De-
creti da eili concepiti per la riduzione de' Bohemi, rapprefentarono , co-
me in theatro , al mondo una delle piiilacrimevoli tragedie, che giammai
fi narrino nelle Hiftorie della Chiefa : poich' eglino net bene inclinati fem-
pre al male, promoflero gì' interefll della Fede di Chrifto, e calpeilaro-
Niiovam^dmone nolaMaeftàdel Vicario di Chrifto , condannarono, &alferironopropo-
dei Concilio da fizioui iniquiilìme , e con enorme fcifma nel Pontificato diedero due Capi
Baiika in Ferra- alla Chiefa, fatcudo divenir moftruofoqucl corpo, fopra il quale eglino
tanto Ci affaticavano , per ridurlo in ifiato di perfezione .
Dunque non folamente irritato, ma annojato finalmente il Pontefice
dalle temerarie procedure di que'fediziofi Ecclefiaftici , determinò , come
feguì, con la pienezza della fua Apoftolica autorità, richiamare i Legati
e Lìb.ii. pag.106. daBafilea, e trasferire in Ferrara [cj il Concilio, dove con il gradimento
A ^nn, i4j8. dcllapiùfana patte del Chriftianefimo cominciarono [(/] à concorrere da
ogni parte i Prelati, & il Legato Pontificio, che fii Niccolò Albergati
e Vide sigon. de Catd. di S.Crocc in Gierufalemme , Ecclefiaftico , [e] che dall' Eremo de'
EpìfcBonon.iib.i. Carthufiaui palTato al Vefcovado di Bologna , e quindi [/] al Cardinalato ,
Martina V. mcrito VÌVO pct le fuc egregie virtu applauii dal Chriitianeiimo, e morto
anche il titolo di Beato dalla Chiefa. Li Bafileenfi irritati dalla rifoluta
Rifentimento pe- ttafportationc altrove del loro Coucilio , precipitarono in ogni più h 3rri-
]Erafiita,^e'^"o?ò bile dimoftrazione di appaflìonata vcudctta , enellatrentunefimafelfione
nuovi acce liuti, doppo molte difordinatc Ordinazioni , fofpefero formalmente Eugenio
IV. dall' efercizio del Pontificato, & al dispregio del Pontificato aggiun-
gendo l'improperio del Pontefice , eglino fcriffero à tutti li Re , Principi ,
e Prelati del Chriftianefimo, che in virtù di fanta obedienza, einpenadi
fcommunica, niunodiefiì prendelfe ardimento di ubidirlo, come fé non
gradifleloroilconculcamentofenza il fafto, e l'obbrobrio fenza la dimo-
flrazione di pompa . Ma una tanta temerità irritò giuftamente tutti gli ani-
mi de'fedeii , e il Card. Giuliano Cefarini , che fin allora era ftato con ingan-
nato zelo foftenitore, e ditenfore del Concilio, aborrendo l'eccefib della
infolenza, quindiincontanenteparcifll daBafilea, nella qual Città rimafe
folo con pochi Mitrati, e molti Preti il Cardinal di Arles, mantenitori di
quella efecranda Conventicola , che divenne allora un delli più inefcufabili
Conciliaboli del Chriftianefimo. Hor noi in quella medefima conformità
g Vidi il nofiro I, come di già ci diportaliìmo nel racconto del Concilio , [^g ] e del Concilia-
lo»;»/-a^.:;!. bolo di Sardica, ci diporteremo parimente nella relazione del Concilio
di Ferrara, e fufiequentemente di Fiorenza , e del Conciliabolo di Ba-
filea, e diftintamentc annoteremo li fanti Decreti degli uni , e le fcif-
matiche rifoluzioni deli' altro , e pofta in confronto la herefia con la fede,
la menzogna con la verità, rapprefentaremo un de'più memorabili fuc-
ceiiìj
Capitolo VI, lil Eugenio
eeilì, che fi ritrovino fcritti ne'regiftri a noi più profllmi della Chiefa. •'■ ^ '
Aprì [a] dunque il Legato Apoilolico in profeguimento del Concilio 3 s. to«<?;-.i4j?.
la prima fefìlone in Ferrara, quale fi reftrinfe nella riprovazione, anathe- .j. . .^
matizzazione , e refcilfione degli atti fatti in quello di Bafilea, con la efpli- pbto'il^Fe^'rrTra','
cita rifervaconfermatoria di quanto colà fatto fi folle contro gli HuiTiti di ouindin-af ora.
Boheinia, volendofi da' Padri rattificata la condanna di efil, e la unione to7nFio"uizT."'
riferita de* Bohemi . E perche giudicodì porta in ficuro la Fede contro i no-
velli Heretici con le decifioni del Sinodo di Coftanza , e di Bafilea , quindi C\
procede vigorofamente alla riunione de' Greci, ch'era uno de' principali
motivi dell' adunanza, elofcopo, per cui ardeva di fanto zelo il Pontefi-
ce Eugenio . Doppo la concordia feguitafrà Latini, ed efiì , fotto Gregorio ^^^cr^'^j J^ ^^'^'
Decimo nel Concilio fecondo di Lione , ritornarono i Greci alle fcifiure ài
prima, e come fé nulla fi folle operato per il loro ravvedimento, perfe-
verarono ofì:inatamente nello fcifma con un mifto tale di pertinacia, e di
pentimento, di avverfione , e d'inclinazione verfo la Chiefa Romana , che fi
dimoftrarono in un certo modo fempre pronti ad abbracciarne la dottrina»
mù non mai rifoluti di apprenderla, fempre defiderofi del bene, ma non
maififll a confeguirlo, efempreinfommaScifmaticine'fatti, e Cattolici
nel defiderio ; ond' erano pallati vigorofì trattati tra effi, e li Pontefici
Gio.-XXIL Niccolò Terzo, Honorio Quarto, Celeftino Qu^into , Boni-
facio Ottavo, Benedetto Undecime, Clemente, e Martino Quinto , con la
folitaconclufionedi una fomma irrefoluzione , dimoftrandofi eglino più
torto avidi di unire la Latina Chiefa alla Greca, che la Greca alla Latina.
Ma prefentemente concorrendo a qualche principio di motivo di vera
Religione il prelfante rtimolo delle armi Turchefche, che debellata gran
parte del loro Imperio, minacciavano l'efterminio al rimanente, e perciò
bifognofi di pronto foccorfo da' Latini, piegarono forzofamente, d'on-
de volontariamente fuggivano, ed eccitati dal zelo di Martino Quinto, e
quindi di Eugenio ad aprire gli occhi all' antica Fede, & alle prefenti fcia-
gure , nfolverono invitati diprefentarfi al Concilio , e doppo qualche di-
battimento , fé intervenir elfi dovevano a quello di Bafilea, ò al legitimo di
Ferrara , fcelfero finalmente la più giurta rifoluzione, e fopra le Galere , che
i Veneziani dertinarono a quefto effetto, \_b] giunfe al lido di Venezia b 8.ffir.i4jS,
rimperador Gio: Ottavo Paleologo , e'I Patriarca Cortantinopolitano
Giofeppe con numerofo feguito di Greci Prelati, e pompofo equipaggio di
fopra fettecentoperfone. [e] J{onaFebruarii die y cosìdefcrive ne'fuoiat- e ^ndr.s.Crucins
tiAndreaSantaCrocel'ingrelibin Venezia della Greca comitiva, ^«. 1438. w^'*/"'^-7o.
magno cura campanarum pulfu Cracì Venettis recepii flint , Duce , Vencto-
rumve civibus dominio pr a fsntibus ^ in navi, quam Bucentaurum nominant , pe^^aor f e'p.v.nl
obviàm euntibus , in qua Imperatore rceepto , ad palatmm ftbi difpofttum arca Greco àvc.
£onduxere ; veniebant namque , ut ajjerebatur , omm dimijja credulitatis "^^*^^'
pertinacia, ut veritatem cognofcerent , meritò que plaudendum fucrat . Così
egli. Eraprecoifoda Bologna a Ferrara l'irteflb Pontefice in perfona per
aififtere al Concilio, ancheprimache giungefiero li Greci a Venezia : [(/] àidemibu.foi.^o
Die Veneris vige firn a quarta pr^di6ii menfis Januarii San^ifjimus Dominus
noftcr Dominus Eugenius Tapa Quartus de civitate Bononienjt verfus Civita- p^J^lJ'""^^'^"^
tem Ferrartenfem veniendo E^everendifjimorum Dominorum S. !{. E. Cardina-
lium , .Archiepifcoporum , Epifcoporum , Ele6ìorum , & alionim TrxlatQ-
rum multnudine copiofa fokmmter afjocmusy Monajierium S.sAntonii extra
muros
Eugenio j^^. Secolo XV.
TV ^ . .
^' muros applicuit , illudane felicìtcr intravit. Die lun<e vigefima feptìma pré-
fati menfis bora, vige/ima prima y -pel quafiy pralib.it ns Vominus nofler Pava
per Tatres , & Dominos bujus Sacri Concini^ equitando in cappis , nec non
clerum Civitatis Ferrarienfn procejjionaliter > cum reliquis bonorificè rece-
ptusmagnificis viris Dominis <Antomo de Tace Decretorum Dolore , & mili-
te Sereniffimi Domini Domini Joannis CajìelU, & Legionis F{eg!s d dextris ,
ac T>{icoÌao Marchiane Ferraricnfì à finiflris pcdes equi ipfms Domini nojiri
ducentibus , civitatem pradi&am feliciter intravit , ac ufque ad Eccleftam
majorem di6t<:s Civitatis inchifivc afìociatus fuit . Fa6ia quoque per ipfum Do-
mmum nojìrum, ante altare in medio ipjius Ecclefia paratum^ oratione, (jr-
di&a colle&ay ipfe in quadam cathedra ibidem folcmniter parata [e repojuity
^demum per lieverendum Tatrem Epifcopmn Forolivicnfem , fermoncm bre-
•vem fecity utque complevit, quo completo, ipfe Dominus nojìer , data per
Ricevimento del- eUM pTimitus beuediBionc y abmde dijcedens, palatium fuum intravit . Hor
i'imperadorGrc- tiuiique rcfo ccrto Eu«enio dcli'arrivo deli' Imperador Greco in Venezia
logguinge 1 allegato Santa Croce, Eugemus Summus Tontifex E^verendilji-
mum Cardinal era San&m Crucis, ac Marchionem Ferrarienfem ad Crxcos re-
iipiendos Fcnetids mifity audito Gnecorum adventu : [ed &' ì\everendifjìmus
Dominus Cardmalis San&a Sabina S. .Angeli cognominatus , qui Baftleenfi
Concilio prdifuerat y quiadboc pot:JJimcconve?ìtionem illam protexijjc ajjerue-
rat, ut Cr£corum unioni caufamdarety cumGracosTontifictis napibas adve-
hi confpexit , ex Dajilea Fenctias venit paulò pòfi pra/atorum Cardmalis y &
Marchionis advemum ; e ficgiie, Imperator , & Tatriarcba Gracorum pri-
t/7o eomm ingreffu ex Venetiis ad fummum Tonti ficem Oratorcs deflinarunt,
J£culares tres , y.hbates duos , qui vigcfima Fcbruarii Tontificem adierunt ,
data eis licentia publn è difjeren di . Saculares convenienter fammi Tontificis in
accefju gcnuftexi funi . Clerici vero curvato capite aliam reverentiam non ex-
hibuerunt . Expofuerunt Impcratorem y &Tatriarcham adnutum fu£ San^i-
tatis venijfey illicòque y paufa exlongo itinere fumptay adventuros. Quindi
dal medeiìmo Autore fi defcrive l'arrivo in Ferrara dell' Imperadore, e'I
ricevimento , Quarto Martii Gracsrum Imperator Ferrariam magno cum
equitum apparata ingrefus efi . Occurrerunt ei Cardinales obviam omnes , qui
tunc Ferraris erant , extra Civitatem cum magno Tnelatcrum comitatu .
Sub pallio aureo du6lus e/i ad Talaùum .Apoftolicum , & equefler ufque ad
TapiS cameram , via ad hoc in Talatto Ferrar lenfì per Marchioncs antiqiiitus
conftru&a , exhtbitaque Romano Tontifici rcverentia debita , ad Talatmm ,
Taradfus cognominatum y prò fui refìdcntia difpojìtumy fimili pompa jjjocia-
tus efi . Vedefi per ordine del medefimo Eugenio etligiato tal nobile
incontro nelle porte di bronzo della Bafìlica di San Pietro j nelle quali
il Pontcìice col Trirei^no in teila porge la mano a Cefare , che con un
ginocchio à terra , e capo fcoperto rimirati in atto di adorazione : e
poco divariando dal riferito racconto il Frantzes , di Eugenio dice ,
a FhrantT^t: m.i. ^a] Ccvntto Imperatorcm ad pGrtamadefje , furrexity & inambulavit y & ita
t'^p'ts. fpatia facicntem Imperator cjf:ndit , qui cum in genua vellet p^ocumbere ,
non id Tapa permifit , [ed eum complcxus , porre&aque dextera ojculatus
eli y & ad finiflram fuam collocavi;: . Doppo il primo ricevimento diC^-
E dc-i^GrecJV!- ^^^^ » fucccfle [ ^ ] il fecocdo del Patriarca , defcritto medeiìmamente
uiarca . dal Santa Croce m quello tenore , In diluculo diei fequentis , requifitis
<^urialibus fpeciali nuntio adportumy quo naves Ferrariam applicant y Curia-
lium
Capitolo VL 1x3 Eugenio
Vmm qiiif^He equeder acceffit . Duo Cardìnales juniores Diaconi, Trofper de '^ ^ *
Columnatit. San&i Georgii ad velum atireumy & Firmanus SatSiC Maria in
via lata pariter acceffemm ^ Tonti fidi jujfn , equitantibus Tatriarcha , &
Gracis aliis : Cardìnales et occurrerunt obìfiam , nullaque ad invicem alia
inclinatione faSìa, nec alter alteri pileum fleciens , Dominus de Columna ,
qui ex duobus atate minor , dignitatis tamen adeptione major collega , Ta-
triarchie fic inquit : B^everendifjirne Tater, Dominus nofier Vapa mifit nos ,
ut affociaremus paternitatem vejìram : eoque in medio fampto ad Valatium
^pofiolicum conduxere. Vapa eidem non occurrit in puhlico, qmnimò ultra
confuetum morem in privata camera fecreti cubiculi manfit , ut arbitrar ,
pranarrat£ difficultatis refpeBu , ingrefìufquc eft Tatriarcha [ex fociatus tan-
tum : Tapaque , ut tottdem fecum haberct , fi vellet , ultra Cardinales ,
convento . Sedit fummus Tontifex ufque ad Tatriarcha adventum m fecreta
camera , Cardinaltbus ad dexteram Tapa conftitutis . In fcabello ad ftnijlram
difpofito receptus efl , eoque paululùm Summum Tontifìcem alloquuto , ad
Talatium (ibi prò habitatione afjignatum afjociarunt omnes , qui fecum ex
navi venerant i Cardinalibus demptis . E qiiefti furono li fcambievoli ri-
cevimenti, incontri, & accoglienze : quindi la Domenica fegiiente per
dimoftrare , che la Chiefa Latina approvava li riti Greci , Cx celebraro-
no molte Mefle alla Greca con folenne apparato , e fi difpofero le cofe
al profeguimento delle feflìoni .
Ma grave oftacolo infurfe nel bel principio della celebrazione di efle . Greco"Ln'*"e^rado'
Haveva il Papa divifato, chedifpofteduefiladi fedie nella Chiefa di San re crrcT^iT^i^o'
Giorgio , dove adunavafi il Concilio , in una di efle fedeflero i Greci , nell* co°rf^'^Ho ^'^''* "''
altra li Latini, a capo delle quali in mezzo allo fcaglione dell' Altare dovef-
fe poi federe il Papa fopra il Faldiftorio. Non piacque cotaldifpofizione al , svand.a^uT^ìS.
[^] Greco Imperadore, che allegando efempii antichi, incuili Cefarine' «.«.
Concilii di Oriente fi erano rifervàti per efiì quel luogo, che in queflo di
Ferrara haveva il Pontefice defìinato per fé, pretefe di continuarne il co-
fiume i non riflettendo egli, che negli allegati Concilii di Oriente non
era mai intervenuto alcun Papa in perfona , come ritrovavafi prefente- ^ y^^..^ ^^^
mente in quefio di Occidente . Oltre a che , come altrove Ci difle , [b] Co- ron/.plg. "lo7 '*
ftantiiio nel Niceno volle federe in fedia più bafla de' Padri . Ma Eugenio ,
cheanhelavaalvei'ofine di ridurre le Chiefe all' antica concordia, per il
cui effetto tante fatiche haveva egli tollerate, etantodifpendio patito ,
che per il viaggio, foftentamento , alloggio, e vitto de'Greci, gli era
convenuto [f ] impegnare lapreziofa mitra Pontificale ai Fiorentini, co- l.^f7s'""''Ztett
me feguì, per quarantamila feudi, non volle difìiurbare il gran negozio '''^'■d Ephe/ì.
della Fede con fraporre difpute vane, e inutili articoli di odioficontra-
fti , e paternamente contentoflì di rivocar l'ordine della ftabilita difpofizio-
ne con la nuova fequente, diflintamente defcritta dall'altre volte citato
Autore nella conformità, e tenore ài quefìie parole [d] Odiavo Uprilis , t^£'pfi'!yl^''
Ordo inmajori Ecclefia datus eft. Fuerunt prò generali Concilio fcdilia in me-
dio Ferrar tennis Ecclej̣ primitus ordinata. Dextera pars Ecclefue , ubi e come (opha.
fummi Tonti ficis erat Sedes y Latini s , fmiflra Gracis dijpofita funi. Inter
Tapa tribunal , & S.B^. E. Cardinales , fedes erat prò R^manorum Imperato-
re , etfi abfente , preordinata . Sequcbatur B^verendiffimoruìn Cardinalium
S.1{.E. Senatusy I\evL're:'idi(Jìmus Dominus Cardinalis de Ur finis primo Epi-
fcopus Sabmenfts Jordanus nomine y Dominus &c, Inter primum , cr fe-
cunditm
uGENio j2,4 Secolo XF.
^' cmdum Cardindes Epifcopos Jerofolymitanus Tatriarchat quem San&a Ro-
mana Ecclefta prò Tatriarcha tenebat . Tofi B^everendiffimorum Cardinalium
ordinem feqitcbcitur E^vercndiJJimus Tatriarcha Gradenfis , demum ^rchie-
pifcopi y proHt primum qms dignitatem habuerat , pojì ^rchiepifcopos Epi-
fcopiy poli Epifcopos ^bbates pan ordine [eque bantu r . Così egli, che rife-
rito il numero di cento , e feflanta Padri Latini mitrati , così profegiiifce
il racconto di quefto gran Confeffo , e le particolarità di eflb , Summu€
Tontifex aderat mitra gemmata , ac facris indutus veflibus , fmiiliterve
Cardinalibus Epifcopis y & Vresbyteris fìantibus y mitra demptay quibusabf
que ornamento albx eranty Cardinalibufque Diaconibus Dìaconorum vejìibus y
alhaque mitra cd^teris Tatriarchis y ^rchiepifcopis y & Epifcopis ornamento 3
Cardmalium Epifcoporum more y confedentibus y Trotonotariisy corre6iore in
fcabello per tranfverfum de dextera ad fìniflram Ecclefta partem difpofito or-
dinatis , nobifve advocatis nojiro ordine ad eorum pedes in graduum fummitate
locatis y ^udìtoribus , Clericis Camene ad Tontificis pedes prope terram
manentibus . Hip fuit Latinorum modus , ordo , formare in pradièlo conveìi-
tu, ac in Gracorumabf ernia fuit Spiritus San&i Mijja folemniter celebrata,
fervatifque , qua funt folita fervavi in fcffionibus publicis , fummo Tontifìce ,
Latinorumque Tatribus ad dexteram Ecclejìa partem flantibus , advenerunt
Graci , & fmiftra Ecclefta parte prò ets ordinata recepii funt . Quindi egli
fiegue a defcrivere l'ordine, e'I fedimento <3e' Greci, In ftniflra parte de
dire&o Cathedra Imperatoris I^omanorum pariformiter conflituta Sedes efi.
^d ejus dexteram fcabello quodam pofito erat Demetrìus ejufdem Imperato-
ris gerrnanus Defpota Morea , In oppofttum primi Cardinalts Sedes Tatriar-
cha fuerat conflituta y qui infirmitate detentus non adfuit ilio die y & fpecia-
le miftt mandatum, quod publicc le5ium extitit . Quatuor fcabellis pofi Ta-
triarcham difpofitis fequebantur ^rchiepifcopus Heraclecnjìs ^lexandrini Ta-
triarcha legitimum mandatum habens , ejufdem locum tenens , Archicpifco-
pus Ephefinus Tatriarcha antiocheni Legatusy ^Archiepifcopus &c. pofi quo-
rum confefìum erant fex , Tresbytcrorum habitum gercntes , Metropolitana
Ecclefta Conjlantinopolitana Cruciferi appellati , ex eo quòd crucem fupra
pileum y ultra communem Tresbyterorum habitum gcjiabant , & Monacho-
rum venerabilis comitiva fuo ordine fequehatur . Fra queiìi vedevanfi due
Vefcovi Giorgiani dell' Afia , gl'Inviati de Rucheni , de' Vallacchi , e
quei che fopragiunfero degli Armeni , accorfi alla fperanza della riunione
con la Chiefa Romana, e in quantità Ambafciadori di Principi, ediRepu-
bliche , moltitudin-e ài Cavalieri titolati , ailifi avanti li gradini della Sedia
Pontitìcia, quali tutti davano, e ricevevano infieme maeftà , evenerazio-
tCinc.Gy^^o.La. ne da qucl CongrefFo . Soggiunge [a] la relazione Greco-Latina di quefto
r^T.?4vo?'''"' Concilio, che nel Trono in mezzo , in cui collocoffi il Libro de' Santi
Evangelii, facefìe ancora Eugenio riporre le telìe de' Santi Apolloli Pie-
tro, ePaolo, che feco egli condufle da Roma, e degnamente conclude,
Erat planò die ilio fpe6iaculum vifu horrendum , & admirationis plenum ,
nam Ecclefta illa facia erat alterum Coelum .
Errori de'Grcci . Stabiliti li pofti, cominciofll a difcorrere , come divifar fi doveva il modo
di concordare i Greci con i Latini fopra li punti della fola dottrina, che
hiacoiHsSirmun non craiio uè pochi in iuimero , uè diforcgicvoli ìu qualità, [b] Negavano
■m ^P'^.d spo.'ìd. hq^qqì il Primato della Chiefa Romana, la efiflenza del Corpo di Giesù
.f.i4j8.«.2. ^[^j.j{|.Q quando edi confacravaiì fecondo il rito Latino nell'Azimo.
^ ^ Afferi-
A
Capitolo VI. 1x5 Eugenio
Aflerivàno errante la Chiefa Romana nella forma delBattefimo, e nella ^ ^ '
celebrazione delle Meffe nella Quadragefima, ad eccettuazione del Saba-
to, e della.Domenica i e perciò la fcommiinicavano ogni anno , e non
permettevano, che i Latini celebralfero ne' loro Altari, dicendo, pec-
car'eglino gravemente, perche mangiavano animali foftbgati, perche fi
radevano la barba, e fi cibavano di carni il Mercordì, e non il Sabbato.
Affermavano alcuni di erti, non darfi il Purgatorio del fuoco, ma i fuffra-
gii della Chiefa giovare alle anime defonte per alleviamento di altre pene :
condannavano le feconde, e terze nozze: foftenevano non effer peccato
mortale l'ufura : ammettevano per cofa lecita il vendere gli Ordini, eie
Ecclefiaftiche dignità : non ammettevano le unzioni delBattefimo, e li
Sacramenti della Confermazione , & Eftrema Unzione : non imponevano
fatisfazioniper i peccati nella Confefilone Sacramentale : confacravano il
pane per il Viatico nel folo giorno della Cena del Signore: non concede-
vano altri Ordini , che il Lettorato, Suddiaconato, Diaconato, Presbi-
terato , e Vefcovado : negavano , che foife peccato mortale la femplice
fornicazione : concedevano al Prencipe temporale la elezione de' Prelati ,
e la collazione de' Beneficii : non credevano , che incorrefle in cenfure il
percuffore de' Chierici, e che alcuno, ò almeno pochiflìmi incorrer po-
teffero nel peccato mortale : & in fine ammettevano lecito lofpergiuro,
ogni qualunque volta egli s' indirizzane a tradire il fuo nemico . Tali erano ©.
gli errori de* miferabili Greci , e di quella celebre Chiefa , già una volta lo
(plendore della Cattolica. Ma tutte quefte riferite propofizioni militava-
no fotto quattro maflìme , che furono coftituite per foggetto delle difpu-
te, parendo a' Padri, che concordato fopra elle , venilìe poi iw confe-
quenza anche la pace nel rimanente. E quefl;i quattro capi erano circa la
proceffione dello Spirito Santo , e fé li Latini havefl'ero potuto lecitamen-
te aggiungere al Simbolo la parola, FìUoqucy circa il Purgatorio , il Pri- Difpute fopr« di
maro del Papa nella Chiefa univerfale, e la confacrazione nell'Azimo . Que- ^^^ •
fli punti dunque furono efpofì:i a folenni difpute nel Tempio di S.Francefco
della medefima Città di Ferrara da dodici Soggetti per parte,cioò dalla par-
te de'Latini da'due Cardinali , dueArcivefcovi, due Vefcovi, e fei Sacer-
doti Theologi , fra quali annumeravafi S.Antonino , che fu poi ancora Ar-
civefcovo di Fiorenza; e dalla parte de' Greci da due primarii Metropoli-
tani , e da altri dieci tra Vefcovi , e Theologi . Due volte la fettimana egli-
no fi univano , e la prima materia , che Ci propofe , fu quella della gloria de'
Beati, e delle pene del Purgatorio, che abitata in Ferrara, determinoffi
poi in Fiorenza, dove il Gennaro dell'anno [a] feguente, a cagion di * ^""''^JP'
pefte inforta in cjuella Città , fii trafportato il Concilio. ^ ^^^ ^^^^ ^^^
Diflentivano li Greci da' Latini in ciò, ch'eglino [b] pcsnam, mce- crl^o.L'JtllnJ"^'
Yorem , & pcena locum afìerunt , jed non per ignem : & quidem eos , /"^ h-
qui nunc fuppliciis addigli fmit, negant perfette fufcepijfe poenas , [ed cor-
poro, etiam expe6iare : quemadmodum & amm<e SanÙorum funi quidem ^°?^^ '^ Purga.
ajfecuta beatitudinem , non perfe^ò tamen : frucntur autem ea perfe^è , ° ' e
cum fiet refurre8io corporum , iuxta ^pojlolum dicentem , [ e ] Et hi dmJdì^sfntY."'*'
omnes tefiimonio fidei probati non acceperunt repromijfionem , hoc efi , e ^d HtUr. ù
per corpora non acceperunt. Cum vero corporibus anima in refurre£iione
conjungentur y tum perfe&a fruentur beatitudine. Et altri di elfi diceva- ^ ^„ ^^^^-^^ ^^^^
no, [d] San^orum animas non cjìe perfèCiam confscutas beatitudinem , /o/.jj.
fed
Eugenio ^^^ Secolo XV.
^ * fed in loco ver/ari feparato, ibique lattari, mente volventes cogh^uionem de
perfe^ay qu^e ipfos manet , laureola , abfolutaque beatitudine Pregni Dei ,
Li Latini al contrario foltenevano , Effe panarn , & ignem purgatorium ,
per quem anima mundentur opitulantibus Ecclefta orationibus , & facrìfi-
ciis : & ignem in pnefenti Jaculo effe ad tempus, in futuro autem ^eternum i
t nid.f»i,U' e circa la eterna beatitudine , e dannazione , afferivano y [a] ^nimas
quidem damnatorum non perfeóìè cruciari, cum non adfmt carperà : t une enim
cum corporibus aternas panas fubjiinebum . Ammas autem Sanólorum per'
feBarn in Collis jam adeptas effe laureolam , nunc quidem ut ammas , tunc
autem fuis corporibus induta perpetuò Utabuntur . Sfiiggirono lungamente
.li Greci la diTcuflìone di queflo punto , e più volte eglino rifpofero ,
Sejr.yuc»n€,ttt, ^y-^ D^'P^^yg^torìodicimus , ncque propter illud nos fuiffe Je]un6toSi nec effe
neceffdrium : ma li Latini al contrario , Impoffibile eji uniri Eccleftam , re-
plicarono, nift h£c controverffa adderetur de "Purgatorio , E certamente la
differenza fri effi non era circa, efopralaefiftenzadel Purgatorio, quale
ambe le parti ammettevano; ma circa, efoprala materia del Purgato-
c nidem . ^^o > w^^ ^ii^<^ ^^^t in controverffa , dicono [ e ] gli atti , nifì materia de
"Purgatorio . Onde quefto punto riufcì agevole nella conclufione, che forti
contàcevole alla intenzione di ambedue le parti , determinandoli con com-
d Definita s.S). mune confentimento. Idi Si vere pcemtentes in Dei charitate decefferint ,
mac»Hcit. antequam dignis pantfentta fruttibus de commifjis jatisfecerint , cr omifps,
eorum ammas posnis Turgatoriis poft mortem purgari, & ut à pcenis Imjuf-
E loro concordia ìnodi reUvcntur , prode ff e eis fidelium vivorum fuffragta, Miffarum fcilicet
i'iE.*^"""' '^"' f^crificiay orationes, & eleemofynas , & alia pietatis officia y qu^e à fideli-
bus prò aliis fidelibus fieri confueverunt , fecundum Ecclefm inflituta : illo"
rumque animas, qui poflbaptifma fufceptumy nullam omninò peccati macu-
lam incurrerum ', illas etiam , qua pofl contra5lam peccati maculam , vel in
fuis corporibus y (prout fuperiùs dt^um efi) funt purgata , in ccelum mox
recipi, & intueri dare ipfum Deum trinum, & unum , ftcuti efi , prò me-
ritorum tamen diverfttate , alium alio perfe^tiiis : illvrum autem animas >
t Vedi, enotA u q^ j^ o&ualì mortali peccato, -pel Colo originali [e'\ dccedunt , mox in in-
quefiauecret»,» i femum defcendcre , panis tamen difpanbus pumendas .
400^* L'/'^òsfL N^" ^^^^ facile però fi refe la difcuffione del Primato del Papa fopra
jwt\ & 'f,<,, ' "' tuttala Chriftianità del Mondo . Confeffavano li Greci , che generalmente
parlando , il Pontefice Romano foffe Capo della Chiefa ; ma eglino nuUa-
Difpiita fopra !a mcutc difcender volevano a riconofcerlo fuperiore in forma , ch'egli potef-
jipenorita Pon- ^^ ricevere Ic appellazionì fopralc quattro Sedie Patriarchali dell* Oriente >
e independentemente fenzal'aflenfo del Patriarca Greco, dell' Imperado-
re, e degli altri Patriarchi convocar potefl'e il Concilio Ecumenico. Ehi
cotanto afpro 5 eUmgoilcontrafto, chepiiidiunavoltafen'hebbe per di-
fperata la conclufione , fé opportunamente il tamofo Arcivefcovo Niceno
Bafilio Beflarione non havelfe con dotto ripiego conciliate ambelefazio^
ni, conia formola da inferirfi nel Decreto della concordia su quefto pun-
1 forinola di cor- to, cioè Solvis privi legUs omnibusy & juribus Cracorum : conciofiacofa-
cofdia. che la parola privilegio importando un concedimento fatto dal Sovrano
contro il diritto commune, ò particolare, ella operava, che li Patriar-
chi Orientali riputandofi privilegiati, fofle il loro privilegio una deroga
alla ragione univerfale , che ha il Papa fopra tutte le Chiefe del Chriftiane-
fimo, e così nell'acquiftar'efli la efenzione, eglino venivano a confef-
fare
Capitolo VI. 1x7 Eugenio
fare la fiiggezione a quella Cathedra , dalla quale effi l'have vano riportata . ^ •
Piacque a tutti cotarefpofizione, onde concordemente formofleiie il De-
creto in quefto tenore, [a] Diffinimus San£iam ^poftolicam Sedem, & ^-^ ''* '''/«'"•««
I{gmanum Tontijicem in umverfum orbem tenere Vrimatum , & ipfum Ton-
tificem ligmanum fuccejìorem efje B. Vetri Trincìpis ^pojiolorum , e^ verum
Chrifli Vicarium , totiufque Eccle(Ì£ caput , & omnium Chriflianorum Ta-
trem, ac Do&orem exijiere i & ipfi in B. Vetro pafcendi, regendi , ac gu-
bernandi univerfalem Eccleftam à Domino nojlro Jefu Chrijlo plenum potejia-
tem ejie traditam ; quemadmodum etiam in geflis cecumenicorum Concilio-
rum , & in facris Canonibus continetur. B^enovantcs infuper ordinem tradi-
tum in Canonibus cmterorum venerabilium Vatriarcharum , ut Tatriarcha
Conflantmopolitanus fecundus jtt pofl San6lij]imum B^manum Tontificem , ter-
tius vtrò ^lexandrinus y quartus autem ^ntiochenus , & qumtus Jerofolymi-
tanuSi falvis videlicet privtlcgiis omnibus, <&" juribus eorum .
Circa l'altro articolo della confacrazione nel fermentato , ficonvenne, concordia fopra
che ciafcuna nazione riteneife il fuo rito, [b] juxta fu£ Ecclejia ftve Occi- b utmìbid.
dentalis, (tve Orientalis confuetudmem .
Ma lo fcoglio maggiore, in cui lungo tempo urtarono li Greci, fiil'ag- Dìfputa fopra u
giunta al Simbolo della parola, Filioque, e la negata proce^ione dello Spi- simtosanco!'*°
rito Santo dal Padre unitamente, e dal Figliuolo . Softenitore della fen-
tenza Greca fu Marco Metropolitano di £fefo , Ecclefiaftico oftinata-
mente pertinace, e che contradittore eterno de' Latini, trafTc fecopoi
in nuova ruinadifcifma tutta la ravveduta Chiefa di Oriente. Mail di&n-
fore della Cattolica fu Andrea Arcivefcovo di Rhodi, celeberrimo Theo-
logo dell'Ordine de' Predicatori , che furfe il primo ad intraprender, e
[e] provare la verità alTerta dalla Chiefa Romana. Oppofe Marco, come ^'^'■^•**
facrilega, & illecita ogni aggiunta, che fi facefl'e agli antichi Simboli della
Chiefa, de' quali egli richiefe efplicita, e chiara la lezione avanti il Con-
greifo di tutti li Padri del Concilio . Alla oppofizione di lui rifpofe Andrea
con fortiilìmi argomenti in fa&o, e in jure; e primieramente ciò efferfì
pratticato dal Concilio primo di Nicea , nel quale erall aggiunta la voce di
confnftanzialità del Figliuolo al Padre, bench'ella ò non vi foffe avanti
nel Simbolo, ò almeno [d] folfe raramente ufata da qualche Scrittore; e tmfpìllll? '*
ciò kcefi per ifpiegare più individualmente quel gran mifterio, dal qua-
le non ifpiegato, [e] prefero incautamente motivo gli Arriani della lo- e s.rhom. 2.1.^.
ro Herefia. Così havere il Concilio di Efefo, e di Catcedonia aggiunto a' ^-ort-io. ad pn-
Decreti del Niceno , dichiarando eifere il Salvatore di due nature , per ef- """" '
plicazione, nonperaddizioneagliarticoli della Fede; l'afJìftenza del Di-
vino Spirito , promefla da Dio alla fua Chiefa , non eifere riftrctta ad alcun
tempo, havendoglielaegliatreftata fin alla confiimazione del fecolo; e fé
col favore di quella potè l'Apoftolo S. Paolo far qualche aggiunta , poterli
fare ancora dalla Chiefa , nella quale è pallata ereditaria tal poteltà ,* in tut-
to quello , che concerne la confervazione della Fede , e l'abbattimento del-
le infortenti herefie , eftrahendo ella ab implicito ad explicitum ciò , che
con mitteriofa ofcurità ci è ftaro infegnato dallo Spirito Santo per mezzo ò
de' Scrittori Canonici, ò delle Divine, & Apoftoliche tradizioni. Così
San Paolo nel quarto agli Etefii in dicendo, che uno era il Signore, una
la Fede, aggiunfe, ed una è la Chiefa : aggiunta fimiliilìma a quella del
Simbolo, fatta non di punto nuovo, ò fallo, mi per mera efplicazione.
E quali-
Eugenio ^^,8 eccolo XV.
^ ' E quando fi doveflero tenere Tempre mai impotenti li Prefidenti della
Chiefa a far fimili aggiiinte^^certamente non farebbe così facile cofa il con-
flitar l'Herefie , chepotrebbonoinfurgere, mentrenonè pofllbileil pre-
vedere quello , che la ftrana voglia deTazziofi può metter fuori di novità
per alterazione degli antichi Dogmi : fé quefti debbano efìfer cuftoditi con
ifchiava purità di parole, farà un rilalfar inermi le braccia per non poterfi di-
fendere dagli errori ; onde fé un empio dirà , efler Dio temporaneo , ò cor-
ruttibile , perche non farà lecito di aggiungere al Simbolo di credere in Dio
eterno, quando la fede lo fa profeflare per tale ? Né perche Ci aggiungano
parole, puòdirfi, che gli antichi Simboli fieno imperfetti, mentre fono
Jeffi perfetti quanto alla Verità , & alla Fede , ma non quanto alla efatta co-
gnizione degli huomini, a'qualiò per loro empietà, ò per loro imperizia
Tempre poflfono maggiormente dilucidarfi . Didurfi da tutto ciò , che l'ag-
giunta della parola, Filioque, erafi fatta dalla Chiefa Latina fenza il fuppo-
Ito facrilegio , per maggior chiarezza della Fede , e della Verità , e non per
arguire d'imperfetto il Simbolo , ma per ifpiegarlo . Ripigliò quefto ragio-
namento del Rhodienfe il Cardinal Giuliano Cefarini, efplicandolo con ter-
mini Filofofici , eTheologici, e coll'autorità de' Santi Padri, affin di pie-
gar rimperador Giovanni , che dimoftravafi fopramodo abborrente a tale
aggiunta -y ma il Rhodienfe terminò poi il difcorfo , con dire : bavere i Gre-
ci medefimi doppo i due Concilii Efefino , e Calcedonenfe , aggiunto al
Simbolo quello, che non impugnava la Fede, facendo vedere la formola
avtdi il ptntìf. profeflatanel Nieeno fecondo, ove diceafi [a] lo Spinto Santo procedere
pisS'&uTo'm ^^^ "Padre, e dal Figliuolo , e ch'altri Dottori Greci havevano confeflato
I. ias'499, ' " ' che lo Spirito Santo procedeva dal Padre per lo Figliuolo , né correre di-
vario dalla particella £a:, e Ter. Di più bavere i Patriarchi Greci, anche
6t ifmatici , come Fozio , ricevute , & ammeffe per Canoniche le lettere ói
varii Romani Pontefici, nelle quali chiaramente profeflavafi lo Spirito San-
to procedere dal Padre , e dal Figliuolo , né ciò haver cagionata in efli mini-
ma commozione , eflendo che eglino havevano ben conofciuto, non efier
quegli nuovo dogma , ma dichiarazione degli antichi , il che non può cader
in dubio eflere lecito alla Chiefa fuprema, &univerfale. Nulladimeno il
Rhodienfe entrando più a dentro nel merito della caufa , così argomentan-
h liidimp do ftrinfe li fofifmi , e la pertinacia del Greco , [i^] Trulla expo fìiio, expla-
natio , feu declaratio alicujus fcìeiìtifi , vel dij'ciplin<ie dicenda eft additio ; fed
rox illainSymbolo, Filioque, contìnetur in altera voce, fcilicet, ExPatrc,
curn ftt explanatio , <& explicatio illius ; non eji ergo additio . Hu]ufmodi
confeqttentia, & Syllogifmus eji optivnus , nec poteji negari : probanda jam
cft major, & minor hu\us Syllogifmi. Major hoc modo demonjìratur , Quod
alieni additur, extrinfecùs additur -. ita fcntiuntThilofophi , & prizfertim^ri-
fioteles in libro de Generatione, & Corruptione^ ubi de nutritione ait : 'ì^ecefte eji ,
quod nUtritur , ali addito extrinfecùs aliquo . Si ergo omnis additio extrinfecùs
fit ; explanatio -però , & explicatio non extrinfecùs , fed ex iis , qua in textn
jacent -, fequitur, quottefcumque fit expofttio , vel explicatio alicujus [den-
ti £, qua in prajacente contineatur , noncjje additionem . ^lioquin multa je-
querentur abfurda . Islam fi demus omnem cxplicationem » feu declarationem
cjìe additionem , hoc pa6lo concedemus , ad Sacram Scripturam multas accejjijie
adjc&iones, Cumentm Tatres, quìTsljcaam convenerunt , fuum expofuennt
Symbolum , ut expofuere Tatres , qui fecundum generale celebrarunt Conci-
lium t
Capitolo VI. 1X9 Eugenio
lium i addìdijje aliquid videntur : nibilominus tamen dixerunt, eadem effe, ^^ '
quA priores dixere Tatres. Hu]us res teftisefty quiSynodoìlliinterfmti Cre-
^orius TheologHsjcribens ad Chclidonium ita : Nos fidei , quam Sandi Patres
Nicaeam convenientes expofuere ad improbandam Arianam ha:refim, „
nihil iinquam , aut^r^Etulimus, aut prajferre polfumus: fed illamtene- „
miis , ac tenebimiis fidem , dilucidiùs explicantes , quod de Spiritu Sando „
miniìs declaratum eft: nondiim enim mota erat ha»c qiiseftio : quando „
qiiidem uniiis Deitatis oportetintelligere Patrem , & Filiiitn , & Spidtiim „
Sand'im, Deum agnofcendo , &Spiritiim. „
Ex bis ipfi dtdmiis , & ft multa expofìta funi in fecunda Synodo , non
[aere tamen additamentum , fed cxplicatìo , & expo(ttio . V^am in Symbolo
TrimA nondicebatur , „ Vifibiliiim omnium, & invifibilium , „ nec etìam
illndy „ Filium natum ante omnia fecula, „ nec illuda „ Deum verum
de Deovero; nec, Spirimm Sanftum D ominum , & vivificantem, ,, &^
tamen Secundne SynodiTatres, pofttisillis vocibus, nihil fé addidifie arbitrati
funt : atque ut nulli fa6la additione beatus Cregorius nihil aliud aìt , fé cre-
dere y quàm quod dixerunt Tatres 'ì^tcani . Quinimmo , fi rem exaElc veli-
tis perpendere, nulla fuit infequens Synodus, qu£ non detraxerit , aut^ adje-
ccrit . Islam in fecunda fublatum efl ìllud àpriore pofitum , Ex fubftantia Pa-
tris. I\urfus quarta loco ejus, quod in primo Symbolo dicebatur-. Natum ex
Patre , hoc eli exfubfiantia Tatris : dixit ì confubftantialem Tatri fecundùm^
Deitatem, & confubftantialem nobis fecundiìm humanitatem, „ opinioni
Eutychis contraria flatuentes , Liquet igitur non ejje additamentum , [tquisex-
plicet aliquid, feddeclarationem . Così egli. Provatafi dal Rhodienfe leci-
ta r aggiunta,anzi necefFaria la efplicazione de* Mifterii con formola di nuo-
ve parole, lì condufle [ ^ ] in altra Selfione il difcorfo alla quiddità dell* agi- ^scff.tt.
tatamatena, cioè alle prove (iella proceifione dell ©Spirito Santo dal Pa-
dre unitamente , e dal Figliuolo .
Intraprefe la grande imprefa [ è ] Gio: Theologo , e Provinciate de' h Sopra qutff.^ ma.
Domenicani, epremelTala fentenzadiS.Agoftino, chediffe, [c]Deiisy[';;;^^'';tg%]tìl
qua ad fidem fpe^iant, difputandum eft cum reverentia , così ai Padri egli 5^4 cN'?..
parlò con breve, & efficace argomento, [d] ^ quo Spiritus San^us acci- Ib.'iA^TrTnhMi".
pit effe in Divinis , ab eo etiam procediti dicitur autem Spiritus accipere e(Ìe ^ V "^'^ ^«nca,
à Filio , ergo Spiritus proceda à Filio juxta propriam Troceffionis ftgnifican- ^■^' '^'
tiam. E perche Marco negogli, che lo Spirito Santo ricevefle il fuoeflere
dal Figlio, allegò intrepido Gio: il Tefto dì S. Epifanio, [e] che in un e s. Epith.in ^n-
Greco Codice tradotto in Latino da S. Ambrogio , parlando egli della '''""^''
Perfona del Padre, Filium illum dico, quiexipfo, cioèex Tatrj:, eft: Spi-
ritum vero San&um , quifolus^ex ambobus eft ; onde Gio: inferì , fi Spiritus ex
ambobuseft, ergo accipit etiam efteab ambobus. Ma al Tefto francamente
fi oppofel'Efelinoi foftenendo, che non perciò, che lo Spirito Santo ^f
exTatre, & Filio, quindi fiegue, che habeat effe ab illis: ellendo cofa che
ly fit ex Tatre , & Filio , denotat confenftonem , & convenientiam Spiritus
Sancii cum Tatrc, & Filio, & nonprocedentiam , Ripigliò incontanente il
Domenicano, Effe aliquid ab alio , nullo alio modo potè ft intelligi, quàm ut
accìpiat effe y quatenus ab ilio eft: ita nos dicimus cum [/] Dionyfio , crea- i s.Dicyf hiiti
turas cfìe à Deo ; ed infiftendoin qnefto punto il Latino, egli domandò al à^^d-^m- """>'"'-
Greco, Cum dicimus , Creaturas effe à Deo , mtelligimus ne, Creaturas ac-
cipere fmm cfìe à Deo^ Concedo, rifpofe il Greco 3 efìendo che /(/t-ò dicun-
Tomo IF. i tur
Eugenio j ^q Secolo XV.
^^ * tur creamra , quòà earum cauja efi Deus : dunque , replicò il Latino,
Quonìam crecitur<e dìfferenter accipiunt fuum effe à Deo , propterea dìjferen-
ter etiam dicuntur efie d fub(iant.ia Dei : atindt6lofuoEpìphanms , Spiritus,
inquit i efìàFilio: eji autem infert ejìe : aut enim inferi epe y autaliud; ne-
^ue enim efìe à Filio aliud efi , quàm diflin6ium quid efie : non efi ergo diceria
dum , Spiritum non habere efie à Filio . Quare neceffariò colligìtur , Spiritum
hahere idem effe à Filio j quod habet etiam à Taire: hoc enim jìgnìficatur,
cum dicit , eft . Così egli . Quefta difputa della Proceflìone procede tanto à.
lungo per la enorme oftinazione dei Greco Marco, che ben dieflahavereb-
a s.^ug.de ctv, be potuto replicare Sant'Agofuno [a] Quis difceptandi finis erit , & lo-
jDeiiU, 2. CI. quendi modus , fi refpondendum efie refpondentihus femper exifiimemus ^
Onde ruppe Dio con un flrepitofo, e rimarcabile avvenimento li fofifmi
deli'Efefino per mezzo di un inopinato cafo, che atterrì infìeme, convinfe ,
Morte repentina e confufc tuttala fozione dc'Greci. Giofeppe Patriarca Greco diCoflan*
del Patriarca Gre. tniopolì, cagionevole in forzc ,edecrepitoinetàdi fopraottant'anni, ri-
doctofl dalla cena alla flanza, con fervore ftraordinario di fpirito richiefe
aunfuo Famiglio carta, e penna, e fcritta in brevi , e forti parole la for-
b LammfujTe. niola dcl'a umonc, e la confefJìone della Cattolica fede, [^] incontanente
quun: r.iiì IO. di morì, come iìgilLindo con la propria vita laconfelTata verità della'Chiefa
c"inah)'!ìft. fef. llomana . E il fuofcrittofù ilfeguente: [e] Jofeph miferatione divina ^r-
»;• chiepìfcopus Confiantinopolis nov<e P^m<e y & Oecumenicus Tatriarcha ( Tol-
Jeroilì allora dal Pontefice quefto contraflato titolo, sì per non porre ofta-
^ F^V""'''*^^' ^^^^ diparole a un tanto fatto, come perche [d] ,nonex arrogantiay fog-
». .mjiHt, giunge il Raynaldi , fed ex fimplici confuetudine titulum bmic inanem ab an-
tecefforibus perperam ufurpatum , adjecijje videtur Jofeph . Simili ratione
f^pè F{pmaniTonti{}Ces paffì flint Tatrianhas ^rmenomm, 0" Georgianorum
Coxholicos fé appellafie y cu'jus vocis eademy atque Occvim^n'ici) fignificatio
efi, fed abuftvè ab iis fumpta y fcilicetftcut prò Orbis parte Orbis accipi folet ,
Ò" B^ges Orbis imaginem praferunt manibusy quamvis exigua Orbis parte
potiantur. Così egli . ) Quoniam ad finemvitie mea perveni y foluturns jam
commune debitum. Dei gratiUy fcribo, <^ fubfcribo fententiam meam aperte
univerfitati meorum Filiorum . Omnia igitur , qua! fcntit , & qu<e dogma-
ti7^at Catholica , & ^pofiólica Ecclefia Domini nofirijefu Chrifii Senioris
B^m(Zy ipfe quoque fent io , & Hs me acquiefcentem do , ac dico, Trofheor
quoque BeatiffimumTatremTatrum y & maximum Tontificemy &Ficarium
Domini nofirt Jefu Chrifii , antiqua B^mce Tapam , ad certam omnium fi-
dem : necnon purgatorium animarum . In horum quippe fidem fubfcriptum
cji die menfisjunii nono , mille fimo quadr ingente fimo trigefimo nono , indi-
éione fecunda . Così egli, che finita, come iì dille, conlafcritturalavita,
fiicon magnificenza feppellito nella Chiefa in Fiorenza di S. Maria No-
vella, dov'era il Palazzo, e refidenza del Pontefice. Ilfucceflofii confi-
derato univerfalmente da tutti per forprendente , non tanto in riguardo
alla morte di un vecchio ottogenario, quanto in riguardo al tempo, e
circoflanzedielfa: onde i Latini gioirono a una cotanto mifteriofa con-
fefllone del Patriarca , capo , e condottiere di tutta la fazzione contra-
ria : e i Greci con una eloquente mutolezza ben confèifarono , tacendo , a
qual parte inclinafie la gjufta decifione della caufa. Surfe allora con fpi-
«.T^^a:' Tu'rwfn ^ì^o Veramente Apoftolico , perche miracolofo , [ ^ ] S. Bernardino di Siena,
r/f.« s. Benmdmi jntervcnuto anch' elfo ntl confeflb del Concilio , e benché idiota folle della
Capitolo VI. 1 5 1 Eugenio
Greca favella , nunadimeno così felicemente perorò in quella lingua contro . -^Y;
iGreci, che rinovò [^] gli antichi ftupori, allorquando egli fu udito rife- '^'^^"''*^''='^^^-
mmenro diS.Btr»
rire, e predicare con nuove, e varie lingue la grandezza, everitddellaFe- nardino disiena,
de Romana . Al forprendente miracolo di S. Bernardino, fi congiunfe l' ar- ^ ^''^'^'
dente zelo , e profonda dottrina del BelTarione, e di Gregorio Scholari am-
bedue Greci, & ambedue gran Theologi, l'uno Arcivefcovo di Nicea,
r altro femplice Laico , e tutti, e due appaffionati amatori della Greca unio-
■ne, e difenfori accerrimi della Chiefa Romana. Conciofiacofach' eglino
prendendo pronto motivo dal narrato accidente del Greco Patriarca, non porte , e pronto
mutoli attcfero la rifoluzione de' compatrioti , ma con tanto ardore la prò- ^^^ 'o dèi EefiTario-
moffero, che ben ad eifi in gran parte fi develaconclufione feguita della ,"^^^.>^^'^«*^'>scho.
concordia; onde l'uno terminato il Concilio, fiì da Eugenio rimunerato
della porpora Cardinalizia, e l'altro da Laico, com'egliera, poitato[^] b^nmi^sì*
da' Greci al Patriarcato di Coftantinopoli .
Determinata dunque di commun confenfo la um'one , ne fu folennemente
ftefo ;, e publicamente recitato il Decreto col tenore di quefte parole
[ e ] Definitio S. Oecumenicse Synodi Fiorentine^ . „
Eugenius Epifcopus Servus Servorum Dei ad perpetuam rei memo- „ LÌu"h,um''%t
riam,confentiente adinfrafcriptacharilììmoinChriJl:oFiIionofl:ro Joan- „ rent. infine.
ne Pala^ologo Romanorum Imperatore illultri, & loca tenentibus vene- „ Defin.tione con.
rabilium fratrum noftrorum Patriarcharum , & cxteris Orientalem Ec- „ ciliare .
clefiam reprcefentantibus .
Lsetentur Coeli, & exultet terra: fublatuseft enim de medio paries,
qui Occidentalem Orientalemque dividebatEcclefiam, &pax, atque
concordia rediit; ilio angulari lapide Chrifto, quifecitutraqueuuuoT,
vinculofortiilìmocharitatis, &pacis utrumquejungente parietem, &
perpetuai unitatis foedere copulante , ac continente; poJlque longam
moeroris nebulam, & difildii diuturni atram ingratamque caliginem,
ferenum omnibus unionis optatae jubar illuxit. Gaudeat & Mater Ec-
clefia, qua?filios fuoshaòìenus invicemdiflldentes, )am videt in unita-
tene pacemqucrediiir(^: & qua? anteà in eorum fepararionc amariflimè
flebat , ex ipfonim modo mira concordia cum ineffabili gaudio, omnipo-
tenti Deo gt^atias referat . Cuncli gratulcntur fideles ubique per Orbem ,
& qui Chrilliano cenfentur nomine , Matri Catholicar Ecclefia: colla;-
tentur . Ecce enim Occidentales Orientalcfque Patres poft longiffimum
difientionis , atque difcordicT tempus , fé maris , ac terr^ periculis expo-
nentes, omnibufquefupsratislaboribus, adhocfacrum Oecumenicum
ConciliumdefideriofacratifJìmar unionis, & antiqua: cbaritatis reinte-
^grandsegratia, larti, alacrcfqueconvenerunt, & inteiltione fuanequa-
quamfruftrati funt. PoiUongam enim, laboriofamque indaginem tan-
dem Spiritus Sandi clemeiitia ipfam optatifiimam , fanclijiìmamque
unionem confecuti funt. Qiiis igitur dignas Omnipotentis Dei benefi-
ciis gratias referre fuiiiciat ? Cjiiis autem divinse miferationis diviiias
non obrtupefcat ? Cujus vel ferreum pedLis-tanta fupern^ pietatis magni-
tudo non molliat? Suntifta prorfus divina opera, nonhumana? fragili-
tat!<> inventa; atque ideò eximia cum venerationefufcipienda, &divi-
ms laudibusprofcquenda. Tibilaus, tibi gloria, tibi gratiaram adio»
Chrifte , tons mifcricordiarum , qui tantum boni Sponfa? tiix Catholic^
Eccleli^ contulifti, acque in generatione nollra tu^ pietatis miracula
I 2 demon-
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Eugenio j^^ Secolo XV.
^ ^ ' „ demonftrafti, ut enarrentomnes mirabilia tua. Magnum fiquidem , òì-
viniimque munus nobis Deus largitus eft ; oculifque vidimus , quodante
nos multi, cumvaldècupierint, adfpicere nequiverunt. Convenientes
enimLa^'ni, acGra:ciinhac facrofandaOecumenica Synodo, magno
ftudio invicem ufifuiit, ut inter alia etiam articulus illede divina Spiri-
a, tus Sandi proceflìone fumma cum diligentia , & allìdua inquifitione dif-
„ cuteretur. Prolatis veròTeftimoniis ex divinis Scripturis, plurimifque
„ auctoritatibus Sandorum Dodorum Orientalium , & Occidentalium ,
„ aliquibus quidem ex Patte & Filio , quibufdam vero ex Patre per Fi-
„ lium procedere dicentibusSpiriturnSandum, & ad eandem intelligen-
„ tiam adfpicientibus omnibus fub diverfìs vocabulis , Gra^ci quidem afìe-
„ ruerunt, quòdid, quoddicunt, SpiritumSandum ex Patre procedere,
„ non hac mente proferunt, ut excludant Filium, fedquia eis videbatur
„ ( ut ajuntj Latinos afferere Spiritum Sandum ex Patre, &Filio proce-
dere tanquam ex duobusprincipiis, &duabusfpirationibus, ideò abfti-
nuerunt à dicendo, quòd Spiritus Sandus à Patre procedat, & Filio.
Latini vero affirmarunt, non fé hac mente dicere Spiritum Sandum ex
Patre, Filioque procedere, ut excludant Patrem,qumfitfons, acprin-
„ cipium totius Deitatis , Filii fcilicet, ac Spiritus Sandi, aut quòd id,
quòd Spiritus Sandusprocedit ex Filio, Filius à Patre non habeat; five
quòd duoponant effe principia, feuduasfpirationes; fed unum tantum
alferant elle principium , unicamque fpirationem Spiritus Sandi , prout
„ hadenus afferuerunt. Et cum ex bis ombibus unus, & idem eliciatur
„ veritatis fenfus, tandem in infrafcriptam fandam , & Deo amabileni
« eodem fenili, eademque mente unionemunanimiterconcordarunt, &
it confenferunt. In nomine igiturSandseTrinitatis, Patris, & Filii, & Spi-
„ ritus Sandi , hoc Sacro Univerfali approbante Fiorentino Concilio , diitì-
j, nimus, uthxc fideiveritas ab omnibus Chriftianis credatur, &fiifcip!a-
„ tur, ficque omnes profiteantur , quòd Spiritus Sandusex Patre & Filio
„ ìcternaliter eft, & effentiam fuam , fuumque effe fubfiilens habet ex Patre
„ fimul& Filio, &exutroqueìeternaliter tanquam ab uno principio, oc
„ unica fpirationeprocedit; declarantes, quòdid, quod Sandi Dodores,
j, & Patres dicunt , ex Patre per Filium procedere Spiritum Sandum, ad
„ hanc intelligentiam tendit , ut per hoc fignificetur, Filium quoque efie
„ fecundùm GrjECOs quidem caufam , fecundùm Latinos vero principium
„ fubfiftentix Spiritus Sandi, ficut& Pattern. Et quoniam omnia, quas
„ Patris funt. Pater ipfe unigenito Filio fuo gignendo dedit, pr^ter effe
„ Patrem, hoc ipfum quòd Spiritus Sandusprocedit ex Filio, ipfe Filius i
Patre seternaliter habet , X quo etiam ^eternaliter genitus eft . Diflinimus
infuper, explicationem verborum illorum , Filioque t veritatis declaraiv
àx gratia , & imminente tunc neceiiìtace, licite, ac rationabiliter Symba-
„ lo fuiffe appoiìtam . Item ,ia azymo live fermentato pane triticeo , Cor-
„ pus Chriftì veraciter confici ; Sacerdotefque in altero ipfum Domini
Corpus conficere debere , unumquemque fcilicet juxtafua? Hcclelìa: live
Occidentalis, live Orientalis confuetudinem . Iteni , lì vere panitentes in
Dei charitate decefferint , antequam dignis poenitentise frudibus de com»
„ miliìs facisfecerint , & omiflìs, eorum animas poenispurgatoriis poft mor-
„ tempurgari, &uti poenis hujufmodi releventur, prodeffe eisfidelium
„ vivorumfuftragia, Miffarumfcilicetfacrificia, orationes, &eleemofy-
nas,
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Capitolo VL 133 Eugenio
fias r^ alia pietatis officia, quseàfidelibus prò aliisfìdelibus fieri confile- ,> ^ ^*
verunt, fecundnmEcclèfixinftituta; illoriimqne animas, qui poftba- ,>
ptilmarufceptiim, nullam omnin© peccati maciilain inciirreriint^ illas „
etiam, qujE polì: contradam peccati maciilam, vel in fiiis corporibus, „
velcifdemexLitSECorporibus, (proutfLiperiiìsdidumertJftmtpurgat.'E , „
in ccelumnioxrecipi, & intiieri clarè ipfumDeumtnnum, &iumm, ,>
fiditi ed, promeritorumtamendiverfitate, aliiimaliopertediùsi ilio- „
rum autem animas , qui in aftnali mortali peccato, vel M folo originali „ ^ Notacth eie au
, , . . .*■ , f j "^ . ,.L J o , ' troveji edetto fo'
decediint,moxininfernumdelcendere, pcems tamen diipanbus punien- „ pra cjHt.fo pmto
das . Item , diffinimus Sandam Apoftolicam Sedem , & Romanum Pon- „ «'' '">fl'"> f"^- f-
tificem in univerfum orbem tenere Primatum , & ipfum Pontificein ito- „ ^fincT& /4°/* "*
manum Succelloremefle Beati Petri Principis Apoftolorum , & venim
Chrifti Vicarium , totiiifque Ecclefi^ caput, & omnium Chriftianorum
Patrem , ac Dodorem exiftere ; & ipiì in Beato Petro pafcendi , regendi,
ac gubernandi univerfalem Ecclefiam à Domino noflro Jefu Chrifto
plenam poteftatem effe traditam ; quemadmodum etiamin geftis Oecu- „
menicorum Conciliorum, & in Sacris Canonibus continetur. Reno- „
vantes infuper ordinem traditum in Canonibus cajterorum venerabilium „
Patriarcharum i ut Patriarcha Conftantinopolitanus fecundus lìt polì: „
Sandiflìmum Romanum Ponteficem , tertius vero Alexandrinus,quartus „
autem Antiocbenus, & quintus JeroColymitanus, falvis videlicet pri „
vilegiis omnibus, & juribuseorum. Datum Fiorenti^ in Seflìone pu- „
blicaSynodalifolemniter in Ecclefia majori celebrata , Anno Incarna- ,,
tionis Dominica: millefimo quadringentefimotrigefimo nono, pridie „
Nonasjulii, Pontificatus nollri anno nono. Ego Eugenius Catholicce „
Ecclefiae Epifcopus ita definiens fubfcripfi j efeguivanole fottofcrizioni „
di otto Cardinali , dell'Imperadqr Greco , de' Vicarii de'Patriarchi , e de'Pa-
triarchi, e finalmente de vefcovi Latini, e Greci, di quattro Generali di Re-
golari, e degli Abbati dell'una j e dell'altra Nazione. Quindi fi partirono!
Greci , e come dicono gli Atti allegati „ Die z6. Augufti folemniter per to-
tum Sacrum Cardinalium Collegium fociati Imperator , GrsEcive ex Fio- „
rentiaadPatrjam redeuntes exiverunt, aflbciantibus eundem demum „
per Territorium Florentinum Cardinalibus tribus , ac multis aliis; hifque „
fandiflìniìe unioni optatus finis impofitus eft , „ Così gli Atti citati . „
Ma [b] nella partenza de'Greci fopravennero in Fiorenza gli Armtmh^ytvtdintgi'ir.
chiamati anch'em al Concilio per zelo di ridurli ftabilmente una volta ali* PoLu-HereJf'df.
antica oflervanza della Fede Cattolica, la quale in loro fi era così jftranamen- .^' ^rm.-n. verb.
te infalvatichita, che appena fi riconofceva per Chriftiana : effendocofache ^^'*""'*
impedita da'Turchi, Perfiani,Mofcoviti, e Tartari, firà quali, e da' quali Compara degli
vien circondata l' Armenia, ogni qualunque fpedizione di Miflionarii, che ^/J^J""' '""* ^*'°"
fqventelaSede ApoftolicahavevacoU inviati per il loro coltivamento ,
giaceva miferabilmente quella Provincia in mezzo a tenebre deplorabili
di errori. Hor dunque quel Patriarca, che fiDftiene le veci di Pallore uni-
verfaie, detto perciò da effi il Cattolico , che chiamavafi Vagar-Sabath ,
fpedì a Fiorenza quattro Perfonaggi riputati per dotti dagl'ignoranti , ed
eglino [e] furono Sarchim, Marco, Tommafo, e Gioachino Vefcovo di j^,/^,f/ì/^'«- '?•
Piere. Accoifeli il Pontefice con tenerezza di paterna carità, deputando
li Cardinali di Oftia , di Sabina , e l'Albergati a conferir con eflì , acciò of-
fcrvanti li punti, ne'quali eglino diflentivano dalla Cattolica credenza ,
Tomo^lF. i 3 quindi
EtTGENio j^^ Secolo XV.
•*• ^ ' quindi poi griftruiflero, e riferi0ero ciò, che ò di duro, ò d'indocile, ò
d'incorriggibile fi rinvenifTe . Ma la eftrema imperizia , in cui eglino furono
ritrovati nelle cofe appartenenti alla Fede, infinuò negli animi de'Padriun
irtrurione data giuftoefpediente per loro iftruzione, e quello fu un compendio di tutta la
dmaTi'^cdUre dottrina Cattolica , acciò quivi in Fiorenza eglino con giuramento lo pro-
Decreto Euginia- felTafìTero , c poi quindi nell'Armenia lo portaflero ad erudizione , & am-
"* • maeftramento ài que'Popoli . E tale n'è il fuo riftretto , che fotto nome di
Decreto Eugcniano porta feco rifleffioni molto confiderabili in dilucidazio-
ne, &efprefllone della Cattolica credenza.
i Extat apud [a] Ad Pcrpetuam rei mcmoriam .
Card, injììnj unum luPrimìs: Damus eis f cioè adi Armeni ) Sandum Symbolumi
p.3. P^.g.i6ì. & 3i centum quinqnaginta Epncopis m Oecumenico Conltantmopolitano
^pudPrir^xmpaj. ^^ Concilio cdituni cumillaadditione , Filioque, ipfiSymboIojdeclarand^e
veritatis gratia j & urgente jjecefliltate , licite, & rationabiliter appofita,
cnjus tenor talis efl : Credo in unum Deum , Patrem omnipotentem , fa-
dorem coeli & terree, &c. HocautemSandumSymbolum, ficut apud
Latinosmoseft, .ita decernimusper omnesArmenorumEcclefias intra
Miffarum folemnia fingulis faltem diebus Dominicis, & majoribus feflivi-
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5, tatibus decantari , vel legi ..
5, Secundò : Tradimus eis definitionem quarti univerfalis Concilii
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Chalcedonenfis , in quinto poflea , & fexto univerfalibus Conciliis reno-
vatam , de duabus naturis in una Chrifti perfona , cujus tenor efl talis: Suf-
fìceret quidem fapiens hoc , & (aiutare divina: gratias Symbolum ad ple-
namcognitionem, & confìrmationem pietatis: de Patte enim, &Fil]o,
&SpirituSantì:o perfedionem docet, & Domini humanationem fide-
liter accipientibus repr^fenrat : fed qtioniam hi , qui conantur reprobare
prsedicationem veritatis, per proprias hserefes novas voces genuerunt , &
hi quidem prsefumentescorrumpere my/lerium difpenfationis Domini,
qu^ pròpter nos fada eft, alii vero introducentes confufionem, per-
mixtionemque , & fl:ultè confingentes unam elFe naturam carnis , & Dei-
tatis, & portentose dicentespambilem Unigeniti divinam naturam: ob
„ hoc, volens claudere illis omnem machinationem contraveritatem,
j, prseJensnollrafanda, & magna, atque univerfalis Synodus, prardicatio-
,j nem hancdocens ab inidoimmobilem, decrevit ante omnia fidemtre-
„ centorumdecem, & odo Sandorum Patrum manere irrecufabilem , &
„ p ofteriore tempore propter illos quidem , qui pugnant adverfus Spiritum
3, Sandum, corroborat dodrinam de fubflantia Spiritus traditam a Pa-
„ tribus centum quinquaginta apud Conftantinopolim congregatis , quam
„ illi omnibus notamfecerunt, non quali inferentes, quòdaliquidminus
„ eflet in pr^ecedentibus , fedeorumintelledumdeSpirituSando Scnptu-
„ rarum teftimoniis declarantes adverfus eos , qui dominationem ejus
„ refpuere tentaverunt , Propter illos autem qui moliuntur corrumpere dif-
„ penfationismyfterium, &imprudenter delirant, dicentes, purum ho-
„ minemeireillum, qui ex S. Maria Virgine natus eft , fufceplt epiftolas
„ Synonicas B.Cyrilli quondam PrscfulisÈcclefi^e Alexandrinse ad Neflo-
„ rium, & adOrientales, congruas exiftentes adconvincendas Neftorii
„ vefanias , & ad interpretationem eorum , quifalutaris Symbolimentem
„ prò zelo nolfe defideranr. Quibus edam confequentiffimè epiftolam coa-
ptavit
Capitolo V L I 9 1^ Eugenio
ptavit maglia, & fenioris Urbis Rom^ Pra:fiilisbeatiflìmi, ac fandif- „ ^ V.
fimi Leonis Papié, qua; fcriptaeftad fanft^ memonVArchiepifcopum
Flaviaiium ad perimendam Eutychis malam intelligentiam , iitpote coii-
griientem illius magni Petri confeflìoni, & exiftentem nobis communem
quandam colitmnam adverfus prava dogmata, & ad confìrmationem
redorum dogmatiim : bis nanique , qui in duos Filios difpenfacionis di-
vina myfleriiiin difcerpere nituntur, obfiftitj &ilIos, qui paflìbilem
deitatem Unigeniti aufi funt dicere, à facro coetuexpellit; &hisqui
induabusnaturisChriftitemperamentum, aut confufìonem exquirunt,
refillit; &:eos, qui dicunt fervi fonnam,quam ex nobis aflumpfi e, cce-
leftemefle, autalteriusalicujusfubftantise, utdementes abigit^ & qui
duas quidem anteunitionern naturas Domini f'abulantur, unam vero poft
unitionem confingunt , anathcmatizac . Sequentes igitur Sandos Patres,
unum , eurldemque confiteri Filium Dominum noftrum Jefum Chriftum
confonanteromnes docemus, eundem perfedum in Deitate, eundem
perteduminhumanitate, Deumverè, & hominem vere, eundem ex
anima rationali, & corpore, confubrtantialem Patri fecundum Deitatem,
&confubfi:antialem nobis eundem fecundum hnmanitatem, per omnia
nobis fimilem , abfque peccato, ante f^ecuh quidem de Patte genitum
fecuudùm Deitatem , innovillìmisautemdiebus eundem propter nos , „
&?^ropter noftram falutem ex Maria Virgine Dei Genitrice fecundum
humanitatem, unum, eundemqueChriftum, veriim Filium Dominum
Unigenituminduabus naturis inconfusè, immutabiliter, indivise, in-
feparabiliter agnofcendum , nufquam fublata ditferentia natiirarum pro-
pterimitiortem, falvaproprietateutriufque naturjt, & in unam perfo-
nam, atque fiibriftcritiam concurrente , non \\\ duasperfonas partitum five
diviftim , fed unum , & eundem Filium Unigenitum , Deum veruni Do-
minum Jefum Chriftum, ficutantè Prophecce de eo, & ipfe nos Jefus
Chriftuserudivit, &Sanòì:orumPatrum nobis tradidit Symbolum.
Tertiò : Detìnitionem de duabus voiuntatibns , duabufque Chriftì
operationibusinprajdidofexto Concilio promulgatam, cu)us tener ta-
lis efì: : Suifficeret quidem &c. Et duas voluntates naturai cs 'w^ eo , & duas
naturales operationes indivise , inconvertibiliter , infeparabiliter, incon-
fusè fecundum Sandorum Parrum doftrinam pr^^dicamus , & duas na-
turales voluntates non contrarias , juxta quod impii afferuerunt hier;itici,
fedfequentemhumaname)usvoluntatem, ànonrefilientem , velrelu-
ftantem, fed potiùs &fubjeftam divina ejus, atque omnipotenti vo-
luntati: oportebatenimcarnis voinntatem moveri, fubjici vero volun-
tatidivincT juxta fapientilUmum Athanafìum, Skut enim ejiis caro Dei
Verbi dicitnr , & eji ^ ita & naturalts carnis ejus voluntas propria Dei
Verbi dtcìtury & cfiy ficut ipfeait: Quiadefcendi de ccelo, nonutfa-
ciam voluntatem n»eam , fed ejus qui mifit me Pattisi fuamproprir-.m
dicensvoluntatem, quceerat carnis ejus, nam&caro propria ipiìus fa-
ftaeft: quemadmodum enim fanóiilllma, & immaculata animata ejus
caro deificata eft , & non effe perempta , (ed in proprio fui ftatu,& ratione
permanfit; ita àhumana ejus voluntas deificata e'ft, & non perempta ,
falvataeft autem magis lecundùm Deiloquum Gregoriuai dicentem :
'Nj:^^ "^^lle illius^ qui in Salvatore intelligitury noni/i contrariumDeo .
Deincatum eft totum , duas enim naturales operationes indivise , incon-
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Eucmo j^g Secolo XF.
j, vertibiliter, inconfusè, infeparabiliter,in eodem Domino JefuChril^o
„ veroDeonoftro^Iorificamiis, hoc eft divinani operationem , &huma-
y, nam operationem fecundikii diviniim prsedicatorem Leonem apertiffi-
„ me afTerentem. Agitenim utraqiie forma ami alterius communionej
„ quod propriiim eft , Verbo fcilicet operante, qiiod Verbi eft,& carne exe-
„ quente, quodcarnis: nec enim in quoquam dabimus imam naturalem
yy operationem Dei, & creatura, ut ncque quod creatum eftindivinam
„ ducamus eflentiam, neque quodeximiumeftdivinie natura ad compe-
„ tentemcreaturislocumdejiciamus; unius enim ejufdem tam miracula *
,j quàmpaflìonescognofcimusfecundiìmaliud, &aliudearum, exquibus
„ eftnaturarum, &inquibus habet effe, ficut admirabilis inquitCyril-
„ lus. Undique igiturincontiifum, atquc indivifum confervantes unum
„ S.Trinitatis, brevi voce cundaproferimus, &poftInearnationemDo-
3, minum noftrum Jefum Chriftum verum Deum effe credentes, afferimus
5, duasejuseffenaturasinunaejus radiantesfubfiftentia, in qua tam mi-
3, racula, quàmque paflìones peromnem fuidifpenfativamconverfatio-
„ nem , non per phantafiam , fed veraciter demonftravit ob naturalem
3, differentiam in eadem una fubfiftentia cognofcendam , dum utraque na-
3i turacum alterius communione indivise, & inconfusè, propria vellet,
3, atqueoperaretur^ juxtaquamrationem, &duasnaturalesvoluntates ,
3, & operationes confitemur ad falutem humani generis convenienter in èo
3, concurrentes .
3, Quarto, quoniam haftenus ip(i Armeni pr^eterhastresNicajnam >
3, Conftantinopolitanam, &EphefinamprimamSynodosnullas alias uni-
3> verfalespofteacelebratas, nec ipfum Beatiffimum hujus Sand^e Sedis
3» Antiftitem Leonem , cujusaudoritateipfaChalcedonenfisSynodus ex-
3> titit congregata, fufceperunt, afferentcs eifdem fuiffe fuggeftum , tam
3, Synodum ipfam Chalcedonenfem > quàmmemoratum Leonem fecun-
33 dùm damnatam Neilorii hxrefim , definitionem feciffe ; inflruximus eos,
3, &declaravimushujufmodifalfamfuiffe fuggeflionem, ipfamque Syno-
3j dum Chalcedonenfem , & Beatiffimum Leonem fan ftè , &red:è verità^
tem de duabus in una perfona Chrifti naturis fuperiùs defcriptam defìni-
vifie centra impiaNeflorii, & Eutychis dogmata, injunximufque , ut
ipfum Beatiffimum Leonem, qui vera? fìdeicolumna fiiit, & omnifan-
33 ditate, &dod:rina refertus, tanquam Sandum, & in catalogo San-
„ dorum meritò defcriptumde CcEtero reputent, & venerentur, atque
3, nonfolùmdidastressj'nodos, fed omnes alias univerfales audoritate
3> Romani Pontificislegitimè celebratasi fìcut&Céeteri fìdeles , reveren-
3, ter fufcipiant.
3, Quinto: Ecclefìafficorum Sacramentorum veritatem prò ipforum
5, Armenorum, tam prsfentium , quàmfliturorum,facilioridodrinafub
3, hac breviffìma redigimus formula * Nova? legis feptem funt Sacramenta,
„ videlicetBaptifmus, Confìrmatio, Euchariftia, Poenitentia, Extrema
„ Undio, Ordo, &Matrimonium, qucemuItùmàSacramentisdifferunt
3, antiqua legis; illa enim non caufabantgratiam, fed eam foliìm per paf-
„ fionem Chriff i dandam effe fìgurabant ; hì^c vero noftra & continent gra-
tiam, &ipfamdignèfufcipientibus conferunt. Horum quinque prima
ad fpiritualem uniufcujufque hominis in fé ipfo perfedionem , duo ultima
ad totius Ecciefiie regimen, multiplicationemque ordinata funt . Pei'
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Capitolo VL lon Eugenio
'baptifmiim enim fpiritualiter renalcimur , per confirmationem aiigemur „ ^^ *
ingratia, &roboramurinfide, renati aiitem , &roborati niitrimur di-
vina Eucharilbs alimonia: quòd fi per peccatimi «gritudinem incurri-
iniis animar, per poenitentiam fpiritualiter fanamur: fpiritualiter etiam,
& corporaliter, proutanimce expedit, perextremam unétionem; per
Ordinem vero Ecclelia gubernatur , & multiplicatur fpiritualiter; per
matrimonium corporaliter augetur . Hcec omnia Sacramenta tribus per- _
fìciuntur, videlicet, rebus tanquam materia, verbistanquam forma, & ,]
perfona Miniftri conferentis Sacramentum cum intentione faciendi,
quod facitEcclefia: quorum fialiquid defit, nonperficitur Sacramen-
tum ♦ Inter hxc Sacramenta , tria funt Baptifmus , Ccnfirmatio, &
Ordo, qusE charaderem, iàtiì fpirituale quoddam à c^eteris dii^indi-
vum, imprimuntin anima indelebile, unde nieadem perfona nonrei-
terantur : reliqua vero quatuor charaderem non imprimunt , & reitera-
tionemadmittunt* ,.,
Primum omnium Sacramentorum locnm tener Sandum Baptifma, „
quod vitse fpiritualisjanua eft, per ipfum enim membra Chrifti , acde «
corpore efficimurEcclefisB, &cnm per primum hominem morsintro- „
ierit in univerfos, nifi ex aqua, & Spiricu renafcamur, non poflumus „
( utinquitVeritas) in regmim coelorum introire. Materia hujus Sacra- „
menti eft aqua vera , &iiaturalis, necrefert frigida fit, ancalida. Por- „
maautemert: Egote bapti'^o in nomine Tatris , & Filli y &Spintus Scin-
di, Nontamennegamus, quin&perillaverba: BaptiT^eturtalii Seri^us
C-hrifli in nomine Tatris , & Filli , & Spiritus Sanali , vcl : Bapti':^atfir mani-
bus meistalis Servus Chri(ii in nomine Tatris ^ &Filiiy & Spiritus Sanai
"pel: BaptÌT^^atur manibus meistalts innomine Tatris y & Filli, & Spiritus
San5ìi ; verum perficiatur baptifma , quoniam cum principalis caufa , ex
qua baptifmus virtutem haber, fit Sanda Trinitas, inftrumentalis au-
temfit Minifter, qui tradir exteriùs Sacramentum, fi exprimituradus,
qui per ipfum exerceturiMiniflrum, cumSand^eTrinitatisinvocatione,
perficitur Sacramentum. Minifter hujus Sacramenti eft Sacerdos, cui
ex officio competit baptizare ; in cafu autem neceffitatis non foliìm
Sacerdos, velDiaconus, fed etiam laicus, vel mulier, imòPaganus,
& hsereticus baptizare poteft, dummodò formam fervet EcclelìiE, &
facere intendat , quod facit Ecclefia . Hujus Sacramenti effedus eft
remi/fio omnis culpa? originalis, &adualis, omnis quoque pcense, quse
prò ipfa culpa debetur; pVoptereabaptizatis nulla prò peccatis prarteri-
tis in)ungenda eft fatisfadio ; fed morientes , antequam culpam ali-
quamcommittant, ihtim ad regnumcoilorum, & Deivifionem per-
veniunt .
Secundum Sacramentum eft Confirmatio, cujus materia eft Chrifma
confedum ex oleo,quod nitorem fignificat confcientis, & balfamo, quod
odorem fignificat bon^e hmx , per Epiicopum benedido ; Forma autem „
eft: Signo te figno crucis y & confirmo te chrifmate falutis in nomineTatris, „
& Filli y^ Spiritus Sancii. Ordinarius minifter eft Epifcopus, & cum „
c^terasundionesfimplex Sacerdos valeat exhibere, hanc non nifi Epi- „
fcopus debetconferre, quia de folis Apoftolislegitur, quorum vicem „
tenent Epifcopi, quòd per manus impofitionem Spiritum Sanduni da- „
bant, quemadmodum Aduum Apoftolorum ledio manifeftat ; Cum „
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^^* „ enim audijfenty inquit , ^pofloli , qui erantjerofolymis , quia recepijìei
Samaria verbum Dei, mìferunt ad eos Vetrum , &Joamem , qui, cum
vcnifknt , oravermt prò eis , ut acciperent Spiritum San^um j nondum enim
in quemquam illorum venerai , fed bapti-:(ati tantum erant in nomine Domini
nojìrijefu : tunc imponebant manus fuper illos , & accipiebant Spiritum.
SanBum. Loco autemillius manus impofitionis datiirin EccIelìaCon-
finnatio. Legitut tamen aliquando per Apoftolica» Sedis difpenfatio-
nem exrationabilij & urgenti admodùm caufa lìmplicemSacerdoteni
„ Chrifmate per Epifcopiim confedo hoc adminirtralfe Confirmationis
Sacramentnm. Erfedus antem hujnfmodi Sacramenti eft* quòd ineo
datiir Spiritiis Sanftus ad robiir ^ ficiit datiis eft Apoftolis die Pentecoftes ,
utvidelicetGhriftianusaudader Chrifti confiteatiir nomeni ideòqueiii
fronte, ubi verecundi^e fedes eft, confirmandus inungitur, ne Chrifti
nomen confiteri erubefcat, & prascipuè crucem e)us, qua: Judseis eft fcan-
dalum, Gentibusautemftultitia, fecundumApoftolum, propterquod
figno Crucis fignatur,
Tertium eft Eucharifti^ Sacramentum , cujus materia eft panis tri-
ticeus, & vinum de vite, cui ante confecrationem aqua modiciflìma
admifceri debet j aqua autem ideò admifcetur, quoniamjuxtateftimo»
niaSandorumPatrum, ac DodorumEcclefisEjpridem in dift>utatione
exhibita creditur , ipfum Dominum in vino aqua permixto hoc inftituifle
Sacramentum, deinde quia hocconvenitDominiccepaflionisreprcsfen-
tationi: inquit enim Alexander Papa : In Sacramentorum oblationibus ,
„ quie intra Mifiarum folemnia Domino ojfnuntur , panis tantum , & >/-
num aqua permixtum in facrificium ojjeruntur ; non enim debet in ca-
lice Domini aut vinum folum, aut aqua fola otferri: fed utrumque per-
mixtum, quia utrumque, id eftfanguis, & aquaexiatere Chrjftipro-
„ fluxiflelegitur; tum etiamquia convenir ad fìgnificandum hujus Sacra-
„ menti eftedum, quieftuniopopuliChriftianiad Chriftum; aqua enim
„. populum fignificat fecundum illud Apocalypfis : ^qui€ multa populi multi»
9, Et Julius Papa poftBeatum Silveftriim air, Caltx Dominicus juxta cano-
„ num prceceptum vino , & aqua permixtus debet offerri , quia videmus in aqua
„ populum i telligi , in vino vero ojiendi Sanguinem Chrijti . Ergo cu m in cali-
i, ce vtnum , & aqua mifcentur, Chrijio populus adunatur , &fìdelium plcbs ei ,
j, in quem credit , copulatur , & jungitur. Cùm ergo tam Sanda Romana
EcclefiaàBeatifllmis Apoftolis Petro, & Pauloedoda, quàm reliqu^
omnes Latinorum, Gra:corumque Ecclefije, inquibus omnis fandita-
tis, &dodrin^ lumina claruerunt, abinitionafcentisEcclefi^ ficferva-
verint , & modo fervent , inconveniens admodùm videtur , ut alia
quiEvis regio ab hac univerfali , & rationabili difcrepet obfervantia ►
Decernimus igitur, ut etiam ipfl Armeni fé cum univerfo orbe Chri-
„ ftianoconforment, eorumque Sacerdotesincalicisoblationepanlulum
aquoe , prout didum eft , vino admifceant. Forma hujus Sacramenti
funt verba Salvatoris , quibus hoc confecit Sacramentum ; Sacerdos
enim in pcrfona Chrifti loquens, hoc contìcit Sacramentum j namipfo-
rum verborum virtute, fubftantia panis in corpus Chrifti, &fubftantia
vini in fanguinem convertuntur, ita tamen, quòd totus Chriftus conti-
netur fub fpecie panis , & totus fub fpecie vini; fub qualibet quoque
parte hoftia? confecratse , & vini confecrati , feparatione fada, totus
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Capitolo VL I ^ g Eugenio
eftChriflus. Hiij us Sacramenti efteóèus, qiiem in anima operatiir dignè „ ^^ *
fiimentis, eft adunatio hominis ad Chriftum ; & quia per ^atiam homo „
Chriftoincorporatur, & membris ejus iinitur, confequens eft, quòd „
perhocSacramentuminfiimentibus dignè graciaaiigeatiir, omnemque „
efFedum, qiiemmaterialiscibus, &potus, qiioad vitam agunt corpo- „
ralem,ruftcntando,augendo, reparando, & delegando /Sacramentiim „
hoc qiioad vitam operatur fpiritualem : In quo , ut inquit Urbanus „
Papa , gratam Salvatoris nofiri recenfemus memoriam , à malo retrahi- „
mur^ confonamur in bono , & advirtutum, & gratìarum proficimus incre- „
mentum . „
Quartum Sacramentum eft Poenitentia , cujus quafi materia funt „
aftusposnitentis, qui in tresdiftingnunturpartes,quarum prima eft cor- „
dis contritio, adquampertinet , ut doleat de peccato commifTo, cum „
propofìto non peccandi de ca:tero i fecunda eft oris conf'eflìo , adquam „
pertinet , ut peccator omnia peccata , quorum memoriam habet , fuo Sa- „
cerdoti confiteaturintegraliteri tertiaeft fatisfadio propecc^tisfecun- „
dum arbitriumSacerdotis, quxquidemprajcipuèfitperorationem, je- „
junium, & eleemofynam . Forma hujus Sacramenti funt verbaabfolutio- „
nis,qucESacerdosprofert, cumdicit: Egoteabfoho, c^c.Minifter hujus „
Sacramenti eft Sacerdos habens audoritatem abfolvendi, vel ordina- „
riam, vel ex commilfione Superioris . Eftedus hujus Sacramenti eftab-
folutioà peccaris.
Quintum Sacramentum eft Extrema undio , cujus materia eft .
oleum olivcc per Epifcopum benedidum.Hoc Sacramentum nifi infirmo , „
de cujus morte timetur, dari non debet, qui in his locis ungendus eft ,
in ocuIjs propter vifum , in auribus propter auditum , in naribus propter
odoratum , in ore propter guftum, vellocutionem, in manibus propter
tadum , in pedibus propter grelfum , in renibus propter deledationem
ibidem vigentem . Forma hujus Sacramenti eft hsec : Ter ijìamfan£iam un-
6iìonem, & fuam piijjìmam mijericordiam indulgeat ubi Dominus quidquid „
per Vifum dehquiiìi; & fimiliter in aliis membris. Minifter hujus Sacra- „
menti eft Sacerdos; eftedus vero eft mentis fanatio , &in quantum ani- „
majexpedit, ipfiusetiam corporis. De hoc Sacramento inquit Beatus „
Jacobus Apoltoius cap. 5. Infirmatur quis in ì^obìsi inducat Tresbyteros „
Ecclefi<e-> & orent [uper eum , ungenteseumoleo in nomine Domini: O-ora-
tiofid/ifdvabitinjirmum, &allepiabh eum Dominus: 0'fttnpeccat;isfif,
dimittentur et,
Sextum Sacramentum eft Ordinis, cujus materia eft illud, per cujus
traditionem confertur Ordo, ficut Presbyteratus traditur per calicis
cum vino, & patena: cum pane porredionem; Diaconatus vero per libri
Evangeliorumdationem; Subdiaconatus vero per calicis vacui cumpa- ..
tena vacua fuperimpofita traditionem; & fimiliter de aliis per rerum ad ,j
minirteriaiiiapertmentium aftignationem . Forma Sacerdotis eft talis:
Recipe poteftatem ofjerendi Sacrificium mEcclefìapro fivis, c^ mortuis m
nomine Vatris y & Filli y & Spiritus Sanati & fic de aliorum Ordinum
A "J*^* prout in Pontificali Romano late continetur. Ordinarius Mini-
iter hii)us Sacramenti eftEpiftropus; efFeduseft auementumgratia:, ut
quis fitidoneus Chriftì minifter .
Septimum Sacramentum eft Matrimoni!, quod eft fignum conjun- „
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Eugenio j ^^ Secolo XV.
•*■ V^» j^ dionis Chrifti > & Ecclefìse feciindiìm A|)oftoIiini dicentem: Sacràmen-
„ tum hoc magnum efi , ego autem dico in Chrijìo , & Ecclefia . Caufa efficiens
9, Matrimoni ìregulariter eft mutuiis confeiifus per verba de preferiti ex-
preflus. Aflìgnatiir autem triplexbonummatrimonii, primum eft pro-
les fiìfcipienda , & educanda ad cultumDei, fecundumeftfides, quam
unus conjugum alteri fervare debet , tertium eft indiviiibilitas matrimo-
niipropterhoc , quòdfignifìcatindivifibilemconjunóiionem Chrifti, &
Ecclefììe. Quamvis autem ex caufa fornicationis liceat thori feparatio-
nem facete , non tamen aliud matrimonium contrahere fas eft , cum ma-
trimonii vinculum legitimè contradum perpetuum fit .
Sextò, compendiofamillamfidei regulam per Beatiilìmum Athana-
fium editam ipfis pra:bemus Oratoribus , cujus tenor talis eft ; Qui-
cumque -pult fdvus effe, ante omnia opus eft, ut teneat Catholicamfidem
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99 &C.
„ Septimò, decretum iinionis cum Griccis confummataepridem in hoc
5, Sacro Ojcumenico Concilio Fiorentino promulgatum, cujus tenor talis
3, eft; &c,
„ Odavò , cum inter alia fit etiam cum ipfis Armenis difputatum , qui-
i, bus dicbusfeftivitatesAnnuntiationisBeatse Marine Virginis, Nativitatis
3, Beati JoannisBaptiftse, & confequenter Nativitatis , & Circumcifionis
s9 Domini noftri Jefu Chrifti , ac Pr^fentationis e)iifdem in tempio , feu Pu-
rificationis Beatje Virginis Marióe celebrare debeant, fatifque dilucidò ve-
ritas patefada fuerit tam Sandorum Patrum Teftimoniis , quam confue-
tudine Romanie Ecclefix, & omnium aliarum univerfaliter apudLati-
nos, &Gra?cosi neintantis celebritatibus difpariìt Chriftianorum ri-
5, tus, undeperturbandsE charitatis occafio poftetorid, decernimus taii-
„ quam veritati, & rationi confentaneum , ut juxta totius reliqui orbis
„ obfervantiam ipfi etiam Armeni feftum Annuntiationis Beatje Maria?
„ die 25.Martii, Nativitatis Joannis BaptiftìB24.Junii, Nativitatis vero
„ fecundum carnem Salvatoris noftri 25. Decembris , Circumcifionis
„ ejufdem i. Januarii , Epiphania? ^. ejufdem Januarii , Prxfentationis
,> Domini in tempio , feu Purificationis Dei Genitricis 2. Februarii de-
„ beant folemniter celebrare . „ Così il decreto Eugeniano, che giurato,
frovedimemo ^ p^QteflafQ allora dagli Armeni , fervi di norma, e regola di Fede non tan-
^delgi'^Armeni/" to à quc' lontani {)opolì, quanto eziamdio a noftri, che daeftb appren-
dono un diftinto fimboJo, Canone della Cattolica credenza. Confejfato
dunque da elfi il contenuto del decreto, furono ammeflì fra Padri nella
communione, della Chiefa , ricevuti intieramente come Cattolici . E
perche in CaflFa del Cherfoiiefo ritto va vanfi rifugiati dalle invafioni de'
Turchi molti Armeni , e'I Vefcovo Latino di quella Città haveva pro-
hibito ai Vefcovo Armeno di portar la Mitra Epifcopale nelle publiche
funzioni della Chiefa, e di diftribuire con la elevazione della deftra ma-
no il fegno della Croce a'fuoi Armeni, del che quefta Nazione con op-
portuna doglianza haveva reclamato in Fiorenza al Pontefice, tolfe Eu-
genio con pronto decreto ogni nuovo motivo ài diflenzione , con-
fermando al Vefcovo Armeno di Caffa V ufo della Mitra , e nei me-
defimo tempo condannando l'Anabattefimo , coftumato dagli Arme-
ni ài conferirlo, a chi rinegata la Fede, tornava pentito alla confezione
di e^a.
Ad
Capitolo VI. x±l Eugenio
f <« 1 Ad perpetuam rei memoriam . „ ^ ^ '
■• •" a EHStn.epIftJ.it.
AdApoflolic^ dignitatis apicem divina difpofitione vocati, ex m-
ciimbente nobis folicitudinis officio , Ecclefiariim omnium difcutere
conditiones habemus, ut debite omnia profpicientes fìc circa illarum,
& fubjedorum eis populorum falubrem llatum vigilanti cura vacemus
quòd fuperni favoris affluente priefidio , amotis omnibus, qua: difturbia ,
errores, &fcandalaafFerebant, optata fufcipiant incrementa. Sanèpoft ,7
conclufam folemniter in fcflìone publicapromulgatam proximis diebus „
gloriofiflìmam populo Chrifliano Armenorum cum Romana Eccleiìa „
unionem, cum diledosfiliosipforum Armenorum Oratores, qui cade
caufa apud nos erant , diligcnter interrogaremus de modis , qui hadenus
apud eos, & pracfertim in CivitateCaphenfi, in qua ipforum magna
multitudo convenit , obfervatituerunt, aliqua ipforum relationeintelle-
ximus , circa qua: prsefentium tenore debitum , & conveniens remedium
decrevimus adhibere . In primis namque , cum venerabiles Fratres Epi-
fcopi Caphenfes , qui hadenus prò tempore fuerunt , Epifcopos Arine-
norumtanquamfchifmaticos, ^hEèreticosprohibuille dicantur deferre
Mithraminprocelfionibusgeneralibus, quarinipfaCivitate tìebant, &c
nullo in loco, nulloque tempore benedidione cum flgno Crucis, etiam
ritusfui, populo dare permilerint^ nosattendentes, quòdlicètCivitas
illaunicam, ficut carter^e , habeatDioecefim, tamen ipfa Armenorum „
gens fedibuspropriis pulfa, ibidem in maximo habitat numero, volu-
mus, & pr^efentium tenore audoritate Apoftolica mandamus, quòd
Epilcopi Armenorum , qui in futuram prò tempore crune , in Proceilìo-
nibus, &aliisquibu(cumqueadibuspublicis Mithram, ilcut&Caphen-
fis Epifcopus , per didam Cìvitatem , & Dicecefim deferre poflìnt^ ìk va-
leant. Circa benedidionem vero, &i]gnaculum Crucis, eamadhiberi „
modeftiam volumus, ut Armenorum Epifcopi fuis tantummodò popu- „
lis, quando eos privatim falutatum ibunt, aut quando obviantcs manum „
ofculabantur, dexteraleviter elevata cum figno Crucis bcnedidionem ,«
annuntient .
Prxtereà cum ad noftramperveneritnòtJtiam, quofdam, &inpr£e-
dida Civitate Caphenli , Se aliis in partibus circumftantibus , tantam
habere facrarum Inftitutionum ignorationem , ut multos, qui poit fufcep-
tumbaptifma i redis Catholic^efidei viis deviaverint, &po{tmodum „
rdìpifcerevelint, iterùmbaptizent; attendentesàjure, &facrisCano- „
nibus omninò prohibitum efle baptifma reiterari , volumus, &audori-
tate, ac tenore fimilibus mandamus, utnullus Sacerdos de cjetero fub
excommunicationis , quas ipfo fado incurrat , & aliarum Ecdelix cenfu-
rarum poenis , audeat , vel prcefumat aliquem , cujufcumque nationis, &
ritusfit, fiveGrarcum, fiveSclavuiti, aut Armenum, aut aliumquem-
cumque , qui femel ritè fuerit baptizatus , aliqua ratione , vel caufa ite-
rum baptizare. Cupientes etiam, quòd didorum Armenorum Epifco-
pus debicis in prardida Civitate furigatur honoribus, & fubjedumfibi
populuaivaleat debite cum juftitiagubernare, eundem fimilibus audo- „
ritate, & tenore volumus, & mandamus, nullo modo in judiciis, 8ccx- „
tensadEcclefiafticamjurifdidionem pertinentibus, quantum ad ea , „
qu^ fune de foro Epifcoporum, à quoquam , live Epifcopo Caphenli, „
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Eugenio 14.% Secolo XV-
^' ■ „ fivealìaEcclefìaflica, velfeciilariperfona, quomodolibetimpediriifed
„ pofTe in omnibus ;, & per omnia, eamiurirdictioneminfuosArmenosjiii
„ Ci vitate, & Dioecefì Caphenil habentes , exercere , quam alii Epifcopi in
Comparfadeiii » ^^"^ Dioeccfibas CKcrcent; de conmetiidine, vel de jiire . „ Così egli .
jacobiti nel Con- Havcva parimente il Pontefice fpedito da Roma Alberto Pvcligiofo Mino-
"^'''^ ' e rita alli JacobitijPopoli habitatori dell'Egitto,!] quali bene iftrutti una volta
loro^ifcorfo, e ncf'li atticolì di noftta fede , havevano poi traviato dalla rettitudine di efll
condone a! Pa- jj^ ^^qI^^ errori diiiemiuati colà dagli Armeni , e da'Greciiftcffi ; ondefepa-
a ^sn.t^^i, ratiiì dalla Ctiiefa Romana, furono prerentementeinvitat'i da Eugenio al-
• la riunione in quello Concilio dì Fiorenza . Coli [a] dunque anch'egli-
' Ro comparvero , e Capo della Legazione che fpedì il loro Patriarca , fu An-
^ drea Abate dei celebre Monafteno di Sant'Antonio , che inchinatofi al Pon-
h ^. ^T? .« .. tefice, così paiìogli in quello lacrimevole , fano, e ferio tenore; [b]
i44i.fl.i. Cogrtarataltam jyLiieftuem tuctìn, & meam humiUmem^ TaterBeatifJme,
tantus [iworitRr pavoy-, ut fi dliqua erravero in dicendis paucis, primàmid
mihi inaidgeas i deprecor) rdl cnim aliud quàm ùrerkor apprehendcre poxcft ho-
minem me : pìilvis cnnnfimi , & cinis coram te Ùeo uìterris verba faciens . Es
ncimque Deus m terra . &Chyjfi!is , & cjus Vicarius , es Tetri fucceffor , & pa-
ter , Caput , & DoUor EccleftiC nniverfalis, cui data funt clayes claudendi , &
TaradifHr^icuìcimqueyolueris, referandi. TWPrincepsB^gum, & MàXimus
es Magijirorum.
Qucè ornniaf & fimilia conftderans y expavejco tuam alloqui San5ììtatem,
cum maxime ante ocubs mentis proponctm non folum potejìatem tuam , Jed fa-
piemiiim Latinorum y qui in jìudio fapìentitS divinar um rerum , & difciplm£
JefuChriJtii quodà principio falutis Fìdclium imbiberunt , continuò in hac
tempora exer citati y eanunctenent , & fentiunt, qi^£ Beatiffimi ^pofiolorum
TrincipesTctrus y & Paulus iliisà principio tradiderunt; qua autem Eccle-
fiiC i hujufmodi fapientiay & difctplina aliquandoprivatXy prima non tenuerunt
fundamenta^ & à Bimana Ecclefta Maire , & Magiara [eparata fuerunt, eas
permiftt Deusgentibus in opprobriumy Cìr mfidelibus in rapmam , prout evtden-
tcr cernere datur in Gracis , & ^rmenìs , & par iter in nobis Ethiopibusjacobi-
■ ia u fin fi, ^^'^' pojlquam anno [e] nongente fimo à vobis fuimus feparati .
^'^"■vf^/i^'TdJ- Confolamurverò y & majìitia nojira fpemearationc amplam ajlumìmusy
e per'
lacchiti vi.ii il US- ^uQij^ qui libi concefjit Gracos y & ^Armenos in Catholica Fideiunionemlatiàs
froro.ìf^^.'j . .y^^j.^^^ quique tibi infpiravit y ut nos per dile&um filium tuum Mbertum
Ordinis Minorimi ad unioueìn quarendam inpitarcs, idem pnjjimus Deus nofter
fuamnobis elargietur benedi6ìionem y uteadem tecum in CatholicaDeìEccle-
fia jemiamusy quod quìdem perficietur . Ego , ut tu videsy atate jam gra-
yiscdomo fum profe&us ad tuaSan6iitatis pedes, prajentiamqucy fuperatis
' terra y ^ maris pericuiis ptrventuriis y P^verendijjimi mei Vatriarcha Ora-
tory 4c indigniffimus Locumtenms , ^nemaimodtìfn conflare videbis inmanda-
ti? y quatib) ab eodem Tatriarcha txhibeo y quénìadmodiìm poter n enarrare
t^%m\xzò.t%\\ i^:>ij, prater Albertus, qui multa mecum pericuta, muUos fubiit labores prò
auo?' hac dlgmjjima unione fidei Chrijìiana. Cosi egli. Con l'Abate Jacobitadi
Sant'Antonio pervennero ancora in FioVènz^ gli Ambafciadori dcll'Impe-
' rader Co fantino di Ethiop'ia, detto communeaìente il Prete Gianni ; e
l'Abate Nicodcmo, che rapprefentava il Perfonaggio principale dell'Am-
'bafciaria', ai primo comparire avanti il Pontefice, dilungoflì in una forni-
glianteOrMonc, che noi non polliamo trafandare di efporre ancora in
que-
Capitolo VI. 14^ Eugenio
quefte Carte per inobilifentimenti, ch'ella in fé contiene , epcrleriguar- ^ ^•
devoli eriidizioni, di cui ella fornita può arricchire egualmente la noftra
Hiftoria, & ammaeftrare l'intendimento di chi la legge, [a] Omnes ho- a /iw.».'j.
mines ad tuam prxfentiam interveniente^ , difs'egli coìi ftile fuperiore al
concetto barbaro, che noi falfamente habbiamo di quelle genti, 'Pater ^^J^'J^^^^^^^^
BeatiJJìmey multàmtenentur, Deo gratias agore j qui eos feceritdignosvidere
iute Chrifium etiam in terris, inter peccatores hommes converfantem . Sed
nos in JEthiopianati multis , mcìgnifque cogimur rationibusj qui nobis dedii
facrnm fidemtuamin prxfenti tempore intuéri . Trimùm quodrieminem crcdi-
mns reinotiorem ab Orbis parte'huc feconferrCy quàm nos, qui non adextre-
mam modo omnibus partem, fed pene extra ipfum Orbem pofitam incolmut
JEthiopia regìonem.
Secundàm , quia { [ah a e iterar um pace ) non credimus gentem effe aliam,
qu^ majori fide y & devotione Fspmanum Tontificem-tfeneretur, qu/dquidem
experientia apud nos notortum efie dignofcitur , ut reverfuri in patriam ap-
plaufus y exultationejque noftrorum homnmm , & populi obviam procejjuri
timere cogamnr y quia femper ha^lenus obfsrvatum ejiy ut venicntium à Bi-
mani Vontificis confpe^iu plebs , & omnis fexus <etatis multitudo conforta pe-
des ofculariy &■ vejìis partem , prò reliquiis falvandam , lacerare contendat,
linde intelligi potefi , quanta ftt no/ìris homìnibus Bimani Tonti ficis opinio San-
Clitatis .
Tertio loco : majori excipiendum Utitia , & jubilo gaudium nojìrum , ■
quod majus imperium nojìrum y quàm aliud effe opinamury ftquidem l\eges
centum nojìro Imperio etiam prxfenti tempore funt fubje6ii, &pr£ter)joc
glorix nojìrx pars non eji minima Regina Saba, qu<i excitata fama Sapienti^
Salomonis ita fé contulit in Jerufalem, quemadmodum nos y qui licct multò
minores jìmus Pagina Saba, adtevenimusy quies etiam plus quam Salomon',
ex gente ignurnoJlr.i fuerunt Candacis B^egina, &EunuchuSj quos Vhilippus
Domini nojìri ^Apoficdus btpw;^avity quarum rerum corte magnarum gratia.
tUy qui maximus cs Magnatum , nos licèt parvulos des libenter, prout confidi-
musy teintueri.
Tofìremò vero & rationum pr<jefiantiffima , quibus advenife Utamur ,
ea efi , qua ab ipfis effsBibus innotuit , & mundo palam ejì faBmn , omnes
qui à tOy &àI\omana Ecclofta difcejjerunty penitus corruifk ; nojira tamen
inter e a te ras Ecclefias, qua à pradiaa Bimana vidcntur Ecclefia roceffìffe,
fortis etiam y & potensy ac libera exifìit , cujus quidem rei nullam aliam
dicent fapiemes caufam exifìere , quàm quia aliarum Ecclefiarum fecejfio ,
atque rebellio ftùt voluntaria; hincque eorum populi in fervitutemy exter-
minìumque funt dati , nofìra autem intermiffio , & elongatio à Sede tua ne-
quaquam à perfidia y aut levitate alia y fed potius proceffit à Trovinciarum
difiantiay & à pcriculis , qu^e fubeunt commeantos , atque etiam à Trxde-
cefiorum tuorum B^omanorum Tontificum negligentia , cum nulla apud nofìros
homines fit memoria vijltationisy aut cura totChrijii oviumy quam Tafio-
rum quifpiam ante te voluerit fufcipere ; nam fert opinio nofìra o5ltngentos
effiuxìfie mnos y ex quo nullus ante Tontifex B^manus nos vel leviy aut uni-
co verbo curaverit falutare . ( Ma non difs'egli bene in quefto particolare
1 eloquente Ethiopo, e la di Ihnza allegata delle Provincie lo fecero rinve-
nire molto diftante dalla cognizione della Ecclefialtica Hiftoria> anche in
quelle materie, che appartenevano alla loro Chiefa . Conciofiacofa che d
ri chic-
Eugenio j^^ Secolo XK
j y ^ richieftade'medefimìEthiopiAleflandro [^JTerzoconcefleloroun'Orà-
L77.J.f4T*'''''"''" torio in Gieriifalemme, lina Chiefa in Jloma, efpedìnelloro [/>] Inìperio
b %o^triu$jn an- un Lcgato , da cui eglino riceveflero ammaeftramento nella Fede: e con-
1^77.'^'^'""""'' fecutivamente altri molti Miflipnarii furono colà mandati da [e] Niccolò
c^\ayn.4nn.ii29. Quafto , c da [d] Gìovaiini XXII. pct reintegrare la loro unione con la
d Idem ann. i J29 Chicfa Romsna . )
"■"''' Jnhocitaque fummalaustuay &noflri gaudi imulmudoconfìflitj quodtufo'
lus , ac primus Jmperatorem nojirum , ac nojlramgentem Catholtca fidei , & ti-
biipft fludeas unire per veftra Congregationìs operam &c.Te aatem inprimis
fcrtum reddo , Imperatorem JEthiopum nihil in rebus humanis ducere majus ,
nihil affeBuofiùs cupere , quàm uniri I\omana Ecclejta , & tuis [an^ijjimìs fub-
jicipedibus: tanta magnitudinis apud eum funt F{pmanum nomeny & Latino-
rum fides , quam tecurn Chrijius augere , & confcryare dignetur infeculafecuto-
rum, ^men. Così egli. Àllaerpreflìone de'concetti corrifpofe adequata-
mente la efecuzione de'fatti . Conciofiacofache abbracciarono pronta-
mente e li Jacobiti , e gli Ethiopi la Fede ELomana , e nel ritorno alla Patria
paifando eglino per Roma furono dal Pontefice ammeffi à poter venerare
d'appreflb il Volto Santo , detto la P'eronicay in San Pietro , inviando ataref-
fetto Hugenio un precifo Breve ai Canonici di quella Bafilica, rapportato
e 'Rayn.tim.T^',1. dal Raynaldi [e] ne'fuoi Annali.
f^«» I f Mi la Fede, che quelli devoti Popoli [f] profeflarono in Fiorenza, fu
««.1441. poiiimiglior'opportunitàdi tempo lieta, e dcfcritta in lungo decreto dal
R H.-s vid^ ^bui Pontefice Eugenio, & ad efiì tralmefla all'Ethiopia da Roma , dove l'anno
'K'=yn.an.i44ut,'!i. fiituro fù per [g] giufte caufetrafportato da Fiorenza il Concilio. Il decre-
to in 1 ungo tenore egli fi ftende , mi non è mai difettofamente lungo xtò ,
che fempre ci porta alla cognizione adeguata della Hifloria delle Herefie,
chenoifcriviamo.
h md.na. ^^ j/,j Adperpetuam rei memoriam»
«Ko dcfr^pT^ii " Cantate Domino, quoniam magnificè fecit &c. Nos igitur, quibus vice
A-thiopi. ^ „ Domini cammifium eftpafcereovesChriili, ipfumAndreamAbbatem
per nonnullos hujus tam facri Concilii infignesviros fuper articulis fidei,
& Sacramentis Ècclefia? , & quibufque ad falutem fpedantibus diligenter
exammarifecimus,& tandem, quantum viftim eftfore neceirarium,expo-
fira eidem Abbati Sanala; Romanie Ecvlefije fide Catholica , & per ipfurn
huiiìiliter acceptata , hanc, qua: fequitur , veram , neceffariamque dodri-
nam iiodiè in hac folemni Sefiìone , facro approbante Oecumenico Con-
cilio Fiorentino , in nomine Domini tradidimus.
In primis igitur Sacrofanfta Romana Ecclefia Domini, & Salvatoris
nofìri voce fundatafirmiter credit, profitetur, & prsedicatunum verum
Deumomnipotentem, incommutabilem, &a:ternum,Patrem,Fi1ium,
& Spiritr.m Sauctum, unum in eflentia, trinum in perfonis, Patrem
ingenitum , Fiiium ex Patre genitum , Spiritiim Sanftum ex Patte , & Fi-
lio procedentem : Patrem non efie Fiiium , aut Spiritum Sanótum , Fiiium
non efie Patrem, autSpiritumSanddm, Spiritum Sandum non elfe Pa-
trem, aut Fiiium j fed Pater tantum Pater eft, Filius tantum Filius eft,
Spiritus Sanftus tantum Spiritus Sanctus cfì: , folus Pater de fubftantia
fuagcnuitFiluim, folus Filius de fcJo Patte eft genitus, folus Spiritus
fi Sandus fimul de Patre proceditj &Filio. Hse trcs perfona: funt umis
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C^/?^?V^/t? F/. 145 Eugenio
Deus , & non tres Dii , quia trium eft una fubftantia , una effencia,
una natura, unadivinitas, una immenfitas, una ajtemitas, omniaque
funtunutn, ubi non obviat relationis oppofitio . Propter hanc unita-
tem Pater totus eft in Filio, totusin Spiritii Sando: Filius totus eft in
Patre, totus in Spiritu Sando : Spiritus Sandus totus eft in Patre , to-
tus in Filio. Nullus alium aut prscedit seternitate, autexcedit magni-
tudine , aut fuperat poteftate . y€ternum quippe , & fine initio eft , quòd
Filius de Patre extitit , & jeternum , ac fine initio eft , quòd Spiritus San-
tìus de Patre, Filioque procedit. Pater quidquid eft, aut habet, non
habetabalio, fed ex fé, &eft principiumfine principio. Filius quid-
quid eft, aut habet , habet à Patre , & eft principium de principio .
Spiritus Sandus quidquid eft, aut habet, habet à Patre fiimil , & Fi-
lio ; fed Pater , & Filius non funt duo principia Spiritus Sandi , fed
unum principium i fìcut Pater , Filius , & Spiritus Sandus non funt
tria principia creaturse, fed unum principium. Qupfcumque ergo ad-
verfa, & contraria fentientes damnat , reprobat , & anathematizat,
&àChrifticorpore, quod eft Ecclefia , alienos effe denuntiat . Hinc
damnat Sabellium perfonas confundentem , &:ipfarum diftindionem
realem penitùs auferentem. Damnat Arianos , Eunomianos , Mace-
donianos , folum Patrem Deum verum efle dicentes , Filium autem , &
Spiritum Sanòlum in creaturarum ordine collocantes . Damnat & quof-
cumque alios gradus , feu injcqualitatem in Trinitate facientes .
Firmifllmè credit, profitetur, &pr£edicat, unum verum Deum Pa-
trem , & Filium , & Spiritum Sandum effe omnium vifibilium , & invifi-
bilium Creatorem , qui quomodo voluit , bonitate fua univerfas tam
fpirituales, quàmcorporales,condidit creaturas, bonasquidem, quia
a fummo bono fadcB funt ; fed mutabiles , quia de nihilo fad^e funt ; nul-
lamquemaliafleritefre naturam, quia omnis natura, in quantum natu-
ra efl , bona eft . Unum , atque eundem Deum veteris & novi Teftamen-
ti, hoceftLegis, &Prophetarum, atque Evangelii, profitetur. audo-
rem , quoniam eodem Spiritu Sando infpirante , utriufque Teftamenti
Sandi locuti funt, quorum libros fufcipit , &veneratur, qui titulis fe-
queatibuscontinentur: quinque Moyfis, ideftGenefi, Exodo, Leviti-
co , Numeris , Deuteronomio ; Jofue , Judicum , Ruth , quatuor Regum ,
duobusParalipomenon, Efdra,Nehemia, Tobia, Judith, Efther,Job,
Pfalmis David, Parabolis, Ecclefiafte, Canticis Canticorum, Sapien-
tia,Ecclefiaftico,Ifaja, Jeremia, Baruch, Ezechiele, Daniele, duode-
cim Prophetis minonbus , id eft Ofea , Joele , Amos , Abdia , Jona , Mi-
chaea, Nahum , Habacuc, Sophonia, Aggceo, Zacharia, Malachia,
duobus Machabxorum , quatuor Evangeliis Matthcci, Marci , Luca:, „
Joannis, quatuordecimEpiftolis Pauli, ad Romanos, duabus ad Co- „
rinthios, adGahicas, ad Ephefios, ad Philippenfes , duabus adTheffa-
lonicenfes, adCololfenfes, duabus ad Timotheum, adTitum, adPhi-
lemonem, adHcbr^os, Petri duabus, tnbus Joannis, unajacobi, una
Judx , Adibus Apoftolorum,& Apocalypfi Joannis.Prceterea xManichseo -
rum anatheiuatizat infamiam , qui duo prima principia pofuerunt,
unumviiìbiluim, aliudinvifìbilium; Se alium novi Teftamenti Deum,
alium vcttns effe Lfeimi dixcrunt .
Firmiter credit, profitetur, & pr^dicat, unam ex Trinitate perfo-
Tomo ly. X^ nam,
Eugenio jj_^ Secolo XK
^ *^' „ nam , ve rum Deum , Dei Filium , ex Patre genitum , Patri confubflantia-
„ lem, & costerniim, in plenitudine temporis, quam divini confiliiin-
,, fcrutabilisaltitudodifpofuit, propter falutem humani generis, veram
,, hominis, integraanquenaturamex immaculato utero MariaeVirginis af-
„ fumpfiile, Sifibiinunitatemperfonas copulaiTe tanta unitate, ut quid-
„ quid ibi Dei eft, non fit ab homine feparatum , &quidquideft hominis,
„ non fit à Deitate divifum , fitque unus , & idem indivifus , utraque natura
„ in fuis proprietatibus permanente , Deus , & homo , Dei Filius , &
„ hominis Filius, sequalis Patri fecundiìm divinitatem , minor Patre fecun-
„ dùmhumanitatem, immortalis, &a:ternus ex natura Divinitatis, paflì-
„ bilis, & temporalis ex conditione aflumptx humanitatis . Firmiter credit,
„ profitetur , & prardicat Dei Filium in aflumpta humanitate ex Virgine
„ vere natum , vere paflum , vere mortuum , & fepultum , vere ex mortuis
refurrexifle, in ccelum afcendifle , federeque ad dexteram Patris , &
venturum in fine fa?cuIorum ad vivos, mortuofquejudicandos .
Anathematizat autem , execratur , & damnat omnem harrefim con-
traria fapientem . Et primo damnat Ebionem , Cerinthum , Marcio-
nem, Paulum Samofatenum, Photinum, omnefque fimiliter blafphe-
„ mantes, qui percipere non valentes unionem perfonalem humanitatis
5, ad Verbum , Jefum Chriftum Dpminum noilrum , verum Deum elle
„ negaverunt , ipfum purum hominem confitentes , qui divinx gratin
„ participatione ma) ori , quam fandiorjs vitse inerito fufcepiffet , divi^
;,, nushomodiceretur.
5, Anathematizat etiam Manichseum cum fedatoribus fuis , qui Dei
„ Filium non verum Corpus, fedphantafticumfumpfijnfefbmniantes, hu-
,, manitatisinChrifì:overitatempenitusfuftulerunt: nec non Valentinum
,, aflerentem. Dei Filium nihil de Virgine Matre cepiile, fed Corpus coe-
,, lefte fumpfifle, atqueitatranfifieperuterum Virginis, ficut per aqoiJE-
„ du(Stum defluens aqua tranfcurrit i Arium etiam , qui alferens Corpus
„ ex Virgine affumptum anima caruifle, voluit loco animce fuilfeDeita-
yy tem: ApoUinarem quoque, qui intelligens, fi anima corpus informans
„ negetur in Chrilto , humanitatem veram ibidem non fuilie , folam po-
„ fuit animam fenfitivam , fed Deitatem Verbi vicem rationalis anima
,j tenuif fé voluit.
„ Anathematizat etiam Theodorum Mopfueftenum, atque Nellorium
„ afferentes humanitatem Dei Filio unitamene per gratiam, & ob idduas
„ eflein Chrifto perfonas, ficut duas fatentur elle naturas, cum intelli-
3, gere non valerent, unionem humanitatis ad Verbum hypoftaticam ex-
3, titilfe , & proptereà negarent Verbi fubfiitentiam accepilìe ; nam fé-
cundiìm hancblafphemiam non Verbum caro fatìumeft, fed Verbum
per gratiam habitavit in carne, hoc eft non Dei Filius homofaclus eft,
fed magis Dei Filius habitavit in homine .
Anathematizat etiam , execratur , & damnat Eutychem Archimandri-
", tam, qui cum intelligeret juxta Neftorii blafphemiam , veritatem in-
„ carnationisexcludi, &proptereàoportere, quòd ita Dei Verbo unita
„ eifethumanitas, utDeitatis, & humanitatis una eflet, eademqueper-
„ fona j ac etiam capere non poffet , ftante pluralitate naturarum , unitatem
„ perlonie, ficut Deitatis, & humanitatis in Chrifto, unampofuitetfeper-
» fonam, ita unama(feruiteflcnaturam,volens ante unionem dualitatem
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IV.
Capitolo VI. I4«7 Eugenio
fiiiffenaturamm, fedinunamnatLiram in afTumptione tranfiiffe, maxi- „
mablafphemia, & impiétate concedens authumanitateminDeitatem, „
aut Deitatem in humanitatem eflb convcrfam . „
Anathematizac etiam , execratur , & damnat Macadam Antioche- „
mim, omnelqiie fimilia fapientes, qui licèt vere de naturariim dualità- „
te, & perfon^ unitale fentiret, tamen circa Chrifti operationes enor- „
miteraberravit, dicens, in Chrifto utriufque natura imam fuilTe ope- „
rationem, unamquevokmtatem. Hos omnes cum hserefibus fuis ana- „
thematizat Sacrofanda Romana Ecclefia, aflirmans in Chrifto duas ef- „
fé voluntates , duafque operationes . „
Firmiter credit , profìtetur , & docet , neminem unquam ex viro, „
foeminaque conceptiim , à Diaboli dominatione fuiffe liberatiim, nifi „
permeritiim mediatorisDei, & hominiim Jefu Chrifti Domini noftri, j,
qui fine peccato conceptus , natus, & mortuus , humani generis ho- „
ftem, peccata noftradelendo, folus Tua morte proftravit, & regni eoe- „
leftis introitum, qiiem primus homo peccato proprio cum omni fuc- „
celfioneperdiderat, referavit, quem aliquandoventurum omnia veteris „
Teftamenti Sacra , Sacrificia , Sacramenta , Cceremoni^ prcefignarunt . ,,
Firmiter credit , profitetur, & docet, legalia veteris teftamenti, feu Mo- „
faiccelegis,quxdividunturin Cseremonias, Sacra, Sacrificia,Sacramenta, „
quiafignificandialicujus futuri gratiafuerant in ftituta, licèt divino cui- „
tui illa cetate congruerent, lignificato perillaDominonoftroJeluChri- „
fto advenience , ceiTaffe , & novi Teftamenti Sacramenta coepilfe; quem- ^,
cumque etiam poft Pafilonem in legalibus fpemponentem , & illis velut
adfaUitemneceffariisfefubdentem, quafi Chrifti Fides fine illis falvare
nonpoffet, peccare mortaliter; non tamen negati Chrifti Pafiloneuf-
que ad promulgatum Evangelium illa potuifte fervati, dnm tamen ma- „
ximè ad falutem neceffaria crederentur , fed poft promulgatum Evan-
gelium fine interitu falutis cTtern^e alferit non polle fervari .
Omnes ergo poft illud tempus Circumcifionis , & Sabbati , reliqno-
rumque legalium obfervatores , alienos à Chrifti fide denuntiat , òl falutis
jcteruce minime pofleeifeparticipes, nifi aliqaandoabiis erroribus refi-
pifcant. Omnibus igitur, qui Chriftiano nomine gloriantur, pr^cipit
omninò quocumque tempore , vel ante , vel poft'baptifmum , à Circum-
cifionecelfandum, quoniam five quis in eafpem ponat, live non, {mo.
interitu falutis jeternse obfervari omninò non poteft. Circa pueros vero
propterpericulummortis, quod poteft fsepè contingere, ciìm ipfisnon
poliit alio remedio fubveniri , nifi per Sacramentum Baptifini , per quod
eripiuntur a Diaboli dominatu, Ù in Dei filios adoptancur, admonet,
non elle per quadraginta , auto«Suaginta dit;s, feualiud tempus, juxta
quorumdam obfervantiam, facrum baptifma diiferendum , ledquam-
primiim commodè fieri poteft debere confern, ita tamen quòd mor-
tis imminente periculo non fine ulla dilatione baptizentur, etiam per „
Laicum, vel mulieremin forma Ecclefise , \\dQ^\t Sacerdos, quemad- „
modum in Decreto Avmcnorum pleniùs continetur .
Firmiter credit , profitetur , & predicar omnem creaturam Dei
bonam , nihilque rejiciendum, quod cum gratiarum adione percipitur ,
quiajusta verbum Domini, non quod intrat inos, coinquUlat houli- „
nem: illamqueMofaicsek^iscibonimmundorum, &immiindorumdft- „
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Eugenio j^g Secolo XV.
i V. ^j ferentiam ad cajremonialia afferit pertinere , qiix fiirgente Evangelio
,, tranfierunt , & efficacia elfc deiìeriint . Illam etiam Apoftolorum prohi-
bitionem ab immolatis finiiilacrprum , & fanguine , & fuifocato, dicit illi
tempori congniifle , quòd ex Judaris , atqiie Gentilibus , qui antea diver-
fis c^remoniis , moribiifque vivebanc , furgebat Ecclefia una , ut cum Jii-
„ dccis etiam Gentiles aliquid communiter obfervarent, & in unum Dei cul-
j^tum, fidemque conveniendipr^eberetur occafio, & diffenfionis materia
tolleretur, cum Judseis propter antiquam confuetudinem fanguis , &
fulfocatumabominabiliaviderentur, & efu immolatitii poterant arbi-
trari Gentiles ad idololatriam redituros. Ubi autem eò ufque propaga-
ta eft Chriftiana religio, ut nuUus in ea Jud^eus carnalis appareat, fed
omnes ad Eccleiìam tranfeuntes in eofdem ritus Evangeli! , cieremo-
niafque conveniant , credentes omnia munda mundis, illius Apoftoli-
Cceprohibitioniscaufacelfante, etiam ceflavit efFedus . NuUam itaque
cibi naturam condemnandam effe denuntiat , quam focietas admittit
humana, nec inter animalia difcernendum , per quemcumque five vi-
,„ rum, live mulierem, & quocumque genere mortis intereant, quam-
vispro falute corporis, prò virtutis exercitio, prò regulari, &Eccle-
fiafticadifciplinapofllnt, &debeant multa non negata dimitti, quiajux-
taApoftolum, omnialicent, fed non omnia expediunt.
Firmiter credit, profìtetur,&pr£edicat, nullos intra CatholicamEc-
clefiam non exiftentes, non foliim Paganos , fed nec Judccos , aut H^reti-
cos , atque Schiimaticos , xttmx vkx fieri poffe participes , fed in ignem
sBternum ituros , qui paratus eft Diabolo , & Angelis ejus , nifi ante finem
vitx eidem fuerint aggregati -, tantumque valere Ecclefiaftici corporis
unitatem , ut folum in ea manentibus ad falutem Ecclefiaftica Sacra-
menta proficiant, &jejunia, eleemofyn^, ac caetera pietatis ofHcia,
& exercitia militile Chriftiance premia eterna partnriant , neminemque ,
quantafcumque eleemofynas fecerit , & fi prò Chrifti nomine fangui-
nemetfuderit, poffefalvari, nifi mCatholiciE Ecclefia gremio, & uni-
tate permanferit.
Ampleditur autem , approbat , & fufcipit fandam Niccenam Syno-
dum trecentorum decem & odo Patrum , temporibus Beatiffimi Sii-
veflri Prardecefforis noftri , & Magni Conftantini piilfimiPrincipis con-
gregatam, in quaimpiah^erefis Ariana cumfuo Audore damnata eft,
!<c definitum eft, Filium Deo Patri effe confubftantialem , & coseter-
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Ampleditur etiam j, & approbat, & fufcipit Sandam Con ftantinqpo-
litanam centum quinquaginta Patrum Beatifiìmi Damafi Pr^edecefibris
noftri, & Theodofiifenioris tempore convocatam, quse ipfum Mace-
doniianathematizaviterrorem, quiSpiritumSandum non Deum, fed
creaturam alferebat ; quod damnat , damnat , quod approbat , ap-
probat, & per omnia vult ibidem definita, &ill^fa, & inviolata fublì-
ftere .
Ampleditur etiam , approbat , & fufcipit fandam primam Ephefinam
Synodum ducentorum Patrum , qux tertia eft in ordine univerfalium Sy-
nodorumfub Beatifiìmo Cceleftino Prxdeceffore noftro, &Theodorio
juniore convocatam , in qua impii Neftorii eft damnata blafphemia, diUi-
nitamciue eft Domini aoitn Tefu Chrifti veri Dei , ^c veri hominis uoam
effe
Capitolo VI. 149 Eugenio
effeperfonatn, Se Beatam Mariani femper Virginem non foliim Chri- „ ^^ '
ftotocon , fed etiam Theotocon , hoc eft non tantum hominis , fed „
Dei GeiiitricemabomniEcclefiapriedicandam. Damnat autem , ana-
thematizat, &refpuitimpiamfeaindam Ephefinam Synodum fub bea-
ti fTimo Leone prsdeceflbrenoftro, & prsefato Principe congregatam ,
in qua Diofcorus Alexandrinus AnciftesEutychis h^refiarchae defenfor,
& Sandi Flaviani Conftantinopolitani Pontificis impius perfecutor
execrandam illam Synodum ad approbationem Eutychiana: impietatis
arte, &: minis attraxit . „
Ampledituretiam, approbat, & fufcipit Sandam Chalcedonenfem „
Synodum quartam in ordine univerfalium Synodorum , fexcentoriim , &:
tngintaPatriim , temporibus prìpfati Beatifliimi Leonis Prsedeceflbris no-
ftri, & Marciani Principis celebratam , in qua hserefìs Eutychiana ciim
fuo auótore Eutyche , & Diofcoro defenfore damnata eft : &diifinitimi
eft , Domimim noftrum Jefum Chriftum efle vernm Deum , & verum ho
mincm, & in una, eademque perfona divinam, hiimanamque naturas
integras, mviolatas, incorruptas, inconfufas, diftindafque manfiire,
hnmanitate agente quae hominis funt , & deitate qii^ Dei : quos damnat,
damnatos habet , quos approbat, approbatos.
Ampleditur etiam, approbat, & fufcipit fandam quintam Synodum
fecundam ConftantinopoUtanam tempore beatililmi Vigilii Prcedecef-
foris noftri, & Juftini^i Principis celebratam , in qua Sacri Chalce-
donenfis Concini definitiodeduabus naturis, & una perfona Chrifti re-
novataeft, multiqueOrigenis errores,fuorumquefequacium, prsefer- „
timdeDsmonum, aliorumquedamnatorumpoenitentia, &hberatione „
reprobati , atque damnati funt , Am.pleditur etiam , approbat, & fufcipit
fandam tertiam Conftantinopohtanam Synodum centum, & quinqua-
ginta Patrum , cjuce fexta eft in ordme univerfah'um Synodorum , tempo-
ribus Beatiifimi Agathonis Prsedecefibris noftri, & Conftantini Quarti
hujusnominis Principis congregatam, in qua Macarii Antiocheni, &
fedatorumhrerefiscondemnataeft, Scdillìnitumeil:, in Domino noftro
Jefu Chrifto duas efle perfedas , integrafque naturas , & duas operatio-
nes, duas etiam voluntates, licèt eflet una, eademque perfona , cui
iitriufque naturse competerent adiones , deitate agente qua? Dei funt , &
humanitate, quje hominis funt. Ampleditur etiam , v€neratur,& fufci-
pit omnes alias univerfales Synodos audoritate Romani Pontificis legi-
timè congregatas , accelebratas, &confirmatas, & prjefertim hanc fan-
dam Florentinam , in qua inter alia Gracco rum , & Armenorum fandiflì-
ma unio confummata eft , & multac circa utramque unionem faluberri-
mc-Ediitìnitionesedit^efunt, proutin Decretis defuper promul^atis ple-
niùscontinetur, quorum tenor in huncmodum fequitur.,, Qiiindireci- „
tavanfi, &efponevanfi ordinatamente H due Decreti Eugeniani, l'uno prò
Gracìs, V altro prò ^rmenis , quali noi habbiamo di fopra deferirti \ e perche
in e(ìi nulla dicevafi della formola delle parole della Confecrazione, e della
difficoltà altre volte efpofta delle quarte nozze, così foggiungevafi. „ Ve- „
rum , quia in fuprafcripto Decreto Armenorum non eft explicata for-
ma ycrborum, quibus in confecratione Corporis , & Sanguinis Do-
mini Sacrofanda Romana Ecciefia , Apoftolorum dodrina , & audorita-
te hrmata , femper uu confueverat , illam prsefentibus duximus infe-
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Eugenio j^q Secolo XF.
^ » ^ '■ „ rendam. In cónfecrationeCorporisDominihacutitur forma verborum:
M Hoc ejì enm Corpus meum-, Sanguinisverò: Hit- eji enim Calìx Sanguinìs
,) meii novi & MemiTejlamenti'.mylieriumjìdeh qui prò vobis & prò multis ef-
„ fundeturin remijjìonempeccatorum . Paiiis vero triticeus ,in quo Sacramen-
,) tiim conficimr , an eo die , an anted co&m fit , nihil omnmò refert ; dum-
9, modo enim panis fiibitantia maneat , nuUatenùs dnbitandum eft, quin
n poftpr^fata verba confecrationisCorporis à Sacerdote e uni intentione
„ conficiendi prolata, mox in verum Chrifti Corpus tranfubftantietur .
A Quoniam per nonnullos afleritur , quarcas nuptias tamquam con-
« demtiacas refpuere i ne peccatum , ubi non eft , elle putetur , cum fecun-
y, dimiApoO:olum,mortuo viro, mnlierfitabejuskge folata, &nubendi
>, ciii\Tdt, in Domino habeatfacultatem, nec diftinguat mortuo primo ,
„ velfecundo, veltertioj declaramus nonfohìm fecundas, fedtertias,
„ & quartas , at<jue iilteriores , 11 aliquod canonicum impedimentum
» nonobftat, licite contraili pofle; commendatiores tamen dicimus, fi
„ ultenùs à conjugio abftinentes, in caftitate permanferint, quia ficut
„ viduitati virginitatem , ita nuptiiscaftamviduitatem, laude, ac meri-
Terminei del „ to prxferendam efìe cenfemus . „ Così il Pontefice : e con qliefte gran
Concilio. decifioni, Theologici Libelli, e forti iftrnzzioni in beneficio di tutto Tarn-
pio giro del Mondo terminoUl il Concilio intimato prima inBafilea, e
quindi trasferito a Ferrara, poi a Fiorenza, e finalmente in Roma, Con-
cilio pieno di grandi azzioni, e perciò ricolmo per il Pontefice d'infinite
agitazioni, cioè di tante, quante meritar poteva lariduzzione, e la riu-
nione dì un' intiero Mondo alla Fede . Onde riman fempre grande nelle Hi-
fìorie lafama, e'inome di Eugenio Quarto , che non mai abbattuto dalle
contradizioni , feppe.non folamentefofìenerle òppofizioni degli amici, ma
refpingere quelle ancora de' nemici .
E contradizioni continue gli partorì il Conciliabolo di Bafilea , chia
a s.io.cafìflrJc mato da S.Gio: Capiftrano [a] Bafilifcorum Spelmca, il quale benché ri
Fap^ ,& Conci', dotto afctte Vefcovi , pochi Abati, e i rimanenti femplici Sacerdoti , nulla
auaoritatepar.i. ^jn^gno hcbbc ardimento di alzat le comacontro il Pontefice, circondato
Proieguimento da uu ConciHo cotanto numerofo, e maeftofo , qual era il Fiorentino
del Conciliabolo defcritto , ccon efecrabìlcefempio frapporre accufc, iiitimat caftighi , m-
ma^.^Vcórfo^'di colpat di Hercfic , e finalmente fpogliar del Pontificato il vero Vicario di
eflo. Chrifto Eugenio , opponendogli con dolorofofcifma Amedeo Duca di Sa-
voia, che dall'Eremitaggio, in cui egli viveva, quella icelerata Conven-
ticola follevò al Trono con la infelicità del nome di Felice Quinto , Recò
queft' atto cotant'horrore al Mondo , che fé neinhorridirono gì' ifteffi Au-
tori i e il Rè ifteifo di Francia Carlo Settimo, che prima havevamoftrato
di achcrire ai Bafileenfi, rivolto apinfaggiarifoluzione il penfiere, fpedì
al Pontefice Eugenio ima fontuofa Legazione , òi cui fii capo , e condot-
\"T^'Ka'^^^'*^"*^ tiere il VefcovodiMeaux, dal quale infigne foggetto noi habbiamo [^]
il'^i.>uVo.'& r"q. quella chiara, e fchietta confezione, ch'egli fa in nome di tutta laChic^
toi%"u*t''v'ldni ^^ Gallicana della peteftà del Papa fopra il Concilio: onde il medefimo
noftro^.'TtZpVg. Amcdco difingannato, e refo certo della fraudolenza de'fediziofi, e de-
^c's. ^ntonin l'^^^^to czìamdio da' pili faiiiofi Perfonaggi , fra quali l' Abate Panormita*
tit. 21. capi' iò!'pà- no, che [e] rinunciogli il Cappello Pfeudo-Cardinalizio , di cui egli 1^
ragr.^. haveva proveduto, & Alfonzo TotaftoVefcovoAbulenfe, chehumiliof-
fiad Eugenio, egli ritornò all'efferdi prima, aflbggettandofi i. Niccolò
Quinto
Capitolo VI. 151 Eugenio
Quinto Siicceffore di Eugenio , e ritornando alla beatitudine di quella vita , ^ ^ '
eh' egli haveva lafciata ,
Dalle quali cofe, che veniam purhoradi dire, noi non poflìamo ba- j/roirnd"^re""-
ftantemente maravigliarci dell'alta previdenza di Dio nel regolamento, làmemodciufiu
efaltazione, edifefadellaruaChiefa, oppugnatanelmedefimo tempo da ehkia.
Fedeli nel Conciliabolo di Bafilea , e fortenuta da'Scifmatici ridotti alla
Fede nel Concilio fiorentino j onde appariva infieme la potenza, e l'at-
tenzione di quello, [<«] Qutfaclt concordiaminfublimibHSy e che non mai aMij.
permette contro la nave della iuaChiefa cotanta agitazione di mare, eh"
ella pericoli, e non vengafempreailiftita da quella gran protezione, con
CUI nelle narrate difcordie feppe, e potè provederla di fantililmi Perfo-
naggi, ediprofondiflimi Dottori > quali furono S. Lorenzo Giuftiniano ,
S.Antonino, S. Vincenzo Ferrerio, S. Bernardino, S. Niccolò Alberga-
to, S.GiordaCapiftrano, S.Francefca, S. Coletta, e S.Liduina, li Car-
dinali infigni in dottrina Beflarione, Turrecremata , Niccolò di Cufa, &
altri molti, che ò co' miracoli , ò co' ferirti talmente comprovarono la
luperiorità de' Pontefici fopra il Concilio, [6]«/-, diceunnioderno, fag- ^ CAtd. sfondrat
eio , & eminente fcrittore, meritò Sanftorum/e'Wff «f w h<:sc dici debeat ,ftcut in i^eg^n sacerdo-
te . _ •• • tia fui/ ficlo nomine
aueracontruriaVoìmcoram* e Js^nU Lombardi
Ma dal Concilio Fiorentino, dal Conciliabolo di Bafilea, e da unAme- /'^•i'^e'^''-?''^^^;.
deo Scifmatico, palliamo ad un Amedeo [e] Heretico, che diHemina- Amc'deo'^Miiane-
va Herefie nel Milanefe , come il primo fofteneva lo fcifma nel Savojardo . ^^ •
Di lui fi si più torto la perverfità, che la perverfione, e ókeCi, che dall' *^ '"^""* ^^^ '
Arkhmetica, ch'egliinfegnava in Milano, foUevandofi alle fpeculazioni
Theologiche, confondeiìe numeri, e dottrina, e in pochi numeri re-
flringelfe errori innumerabili . Quali eglino fofiero , Ci tacciono da' Scrit-
tori, che fol annotano, effer egli flato più volte potentemente ripiglia-
to da S. Bernardino nelle fue prediche, e finalmente efecraro da' Eugenio
[d] ne' fuoi Decreti: fra quali citafi da! [e] Raynaldi quello parimente, ^ .. /;^y^
con cui quefto Pontefice riprovò, e con nuova condanna anathematizzò pa^r.^^l ' ' .
alcuni rinovatori della dottrina di [f] Gio: Poliaco circa il Miniitro '« "t^^j"- '«"«•H47.
della Confellìone Sacramentale 1, li quali agli antichi errori aggiungendo iTeduii'onùf.di
nuovi foiìfmi, foftenevano , [^] ^mbiguum^ ac mimmè explaratitm efìe , oi»:xxn.tom.ì^
an valeret Sacra Confeffio apud Sacerdotes religiofos pera6i^; proinde cum id, g'l4pJdi{aj.iùìd.
quod dubiHmeft, (tt in tanta re pratermittendi4m, deyincire ft lethali noxa, g^i aUn ì nno-
quialiiy quàm Tarocho , cnmìnapatefaceret y iiravtterque delinquere relmo- v^ ond giierro-
jos viros y qui hac de re pnvuegta a Sede ^pojtolica eliccrent , panterque
To/itifjcem , qui concederei , peccare . Mi di propoiìzioni oppolle alla ri-
ferita , lunga farragine ne riferifce nella fua [ h 1 Hiitoria de' Concilii Aso- ^ , „ . .
Itmo Patricio , condaniiate pure allora da'Padricon la cenfura di faljc, inmiucmc u.'.a-
& erronee , che noi ordinatamente , e compendiofamente riferiamo iìn '""■/'"; &Fiorm.
al numero di fette Trimay Tarochianinontenmtur de pire y Dominicis die- """'■'^^* .
bus y & folemntbus , Mijfas in propriis Ecclefiis Tarocblilibus audire , fed
ubi prò fua devotione rnaluerint , praetermifjis fuis Tarochiis : ncque b£c li-
bertas ipfis adimipotefi à Synodalibus Conjtitutionibus . Secmday Varotbiani
futs Curatis illis diebus non tenentitr ad oblationem faciendam ^ fedtn volutila-
te dantisefiy cmvclityoblationemfacere. Tenia y obnox:usqiiai?iscaitj}i , ut
Miftascelebraricuretprovivis y & defungi s y non jatisfacit debito fuo y fi per
Cnvatum Sacerdotem id fieri curetì quoniam ratione Bcneficii adidefl obiiga-
K 4 tus.
Eugenio j^^ Secolo XV.
^^* tus . Quarta, decimarumfolutìo, etjtdcpraceptoftt, non tamende pr<£ceptQ
efl , ciiifitfohenda: liberumigitm eft omnibus, cui velini easfolvcret -pclm
opera pietatis prò arbitrio impendere . Quinta, morientes inhabitu, &profef-
pone Crdinis Minor um , ultra annum, poenas Vurgatorii non patiuntur , quo-
niam B.Francifcus ex divino privilegio quotannis ad Turgatorium defcendit ,
Trofefiorefque omnes fui Ordmis ad Coelum fecum deducit . Sexta , Fratres
Mendicante! , etiam non priefentati Ordinariis , omnium Confeffiones audire
pojjunt: & quiapud eos funi confefji, non tenentur etiam jemel in a mio confi-
teri proprio Sacerdoti, necpctere confitendiveniam , Septima, Epijcopi Dia:ce-
fani, etiam in fuis Synodis , nonpofiuntfìbt refervare abjfolutiones alìquorum cri-
mìnum, pneter cajusin]ure expreffos .
JheoPaimierfr" Màgli errori dì tré infigni Perfonaggi furono in qneftaetà, e piiifcan-
dalofi per fama di Autori , e più ftrepitolì per oppofizione di contradittori .
Mattheo Palmieri Fiorentino, AHbnfo Tortato Spagnuolo , e Lorenzo Val-
la Romano , fi reputarono tré foggetti , che illuftrarono il Pontificato di Eu-
genio con parecchi ferirti , chi m ornamento , e chi in foiì;egno delia Reli-
gione Cattolica , ma con quella folita difgrazia di chi molto fcrive , che al-
cuna volta ò mal fcrive per impegno , ò mal s' impegna nello fcrivere . Il Pal-
mieri fcrittor' di quattro libri rf^j^/^iZc/W/i, di uno de bello Tifano, econti-
nuator* della Chronica di Profpero per mille anni , cioè dall' anno 449. fin
all' anno 144P. forprefo da eflro Poetico , e non volendo rivocare, & abiu-
rare alcune propoiìzioniArriane, ch'eglihaveva inferite in un' Poema Ita-
fi Tnti,,& Gente. Iìutìo da efTo compoito fopra la creazione degli Angeli , dicefi ,[a] che con-
inchron.An>t.i449. datinato foffe vivo alle fiamme . Trithcmio, eGenebrardo ne rapportano
b Phi/. Berremo., cf^guic^la^^ntenza . Ma [ 6 ] FiUppo di Bergamo , chenedefcrivelavita, e
ttim fuppitm?Td Raffaelle [ e ] Volaterraiio ne'commentarii Urbani , e [</] Ugolino Verino
Ti'Ji^l^'; ;•/ nella fua Fiorenza illujìrata , ne pretermettono il fucceflb , & un di eflì , cioè
2i.row?,.iv^^«. ilVolaterrano, dice del Palmieri, Maxima rerum cognttione, ac prudentia
^ii^mù/r^FÌ'o^'en "^^^^^^^ ' &(^dextremamfene6ÌHtemperveniffe', & un' altro, cioè il Verino
tu , ' "'"* ' fuo Concittadino , e Coetaneo , del medefimo cantò :
Tu quoque, T?almeri, quamquam te ceperiterror
Spirituum , haud parvo tamen es celebrandus honore .
Onde avvenne, che non ricevuta dal commune degli eruditi raflferzione
dei due Chronifti Trithemio , e Genebrardo, rimanga fra li Letterati più
verifimileil parere di Paolo Giovio» che attefta non l'Autore, ma bru-
B , , . . eiato il libro del Palmieri y { e] Tahncrii Librum , cum de divinis perperam
tìifl. incaute loqHensin*Arian£Harejisfufpicionetìs incidijkt, ex Tbeologorum fen-
tentia damnatum , crematumque efie . Così egli .
Ma r errore , di cui fu imputato AUonfo Toilato , richiede maggior' at-
tenzione, e nella informazione dell' i*iutore, e nella diftinzione della Dottri-
E di Aifonfo To- "^ • Alfoufo Tolìiato Spagnuolo forti dalla natura cotanta habilità per l' ap-
ftaco . prendimento delle fcienze , che in età di 22. anni terminonne il corfo di tut-
te nellaUniverfità di Salamanca , con divenirne non fol Maeflro , e Dotto-
re, ma Maeftro, e Dottore così indefellò nell' iniegnamento di efie , che ne*
dieciotto anni , eh' egli fopraviife , oltre all' afiìftenza della Chiefa di Avila ,
alcui Vefcovado fu promofio, e per la cui denominazione egli dicefi 1*
Abulenfe , oltre alii grandi afirari del Concilio di Bafilea , al quale interven-
ne , &c oltre air impiego delle prime cariche , eh' egli foltenne nel Regno ài
Spagna , fcrilFe , e compofe ventiquattro copiofi Tomiin efplicazione del-
la Sa-
Capitolo Vi. 153 EUGENIO
laSacraScrittura, e'I vigefimo quinto continente diverfi opufcoli, perlo- ^^ ^*^^ .^
che fu egli chiamato da un moderno Autore, [a] legendiy docendi, fcn-lifl^Eccifflc\s.c.
bendique Uboribus indefefìus y acpropè adamantinus, [/>] e, quod magis eji '•"'^-J' . r^-^
admirandum, foggiunge il Bellarmino, tanta fcrìpfijje brevìfjìmo tempore, eJ. "''' ''''
cumnonvixeriti nifi amos quadragima: onde meritevolmente con quello
JBpitafìo fiì feppellito nella lua Chiefa di Avila :
Rie jiuporejì mundi y qui [cibile difcmit omne »
Hor egli dunque nel palVaggio da Fiorenza à Roma di Papa Eugenio per
Siena , nelle conclufioni , che foftenne per due giorni in gran congrellb ài
Prelati , quella propofizione erronea proferì , Licèt nullum peccatum cu-
jnfcumque conditionis , dr prò quocumque flatu irremijfibile fit , àpoena tamen,
autà culpa Deus non abfohity nec aliquis abfolvere potefl Sacerdos, Fùperef-
la egli accufato al Tribunale del Pontefice , al quale incontanente ancora il
Toìlato efibl una pronta ò apologia, òfpiegazione in tenore così degno ,
emagiftrale, che ftì più lodevole, & utile la fcufa, chebiafimevole,efcan-
dalofo l'errore : ed ecco le parole del fupplichevole Libello , eh' egli ai
piedi produfle del Pontefice .
^d [ e ] Tapam Eugenìum . e ^i^he,,. toja*
Beatifjìme Tater : Tridie exercitandi ingenii caufa , ficut aeteris fcho-
lafticis yiris folitum efi , in hac Sacra Curia SanSlitati vejir£ quafdarn con-
clujìonss fchola/iicè, <& difputativè tenui, nihil ex meipfo determinare , aut
reprobare intendens , nifi quod Sacrofan^ìa Bimana Ecclefia , & Sanhitas
yeflra determinant j & reprobanti bocenim fempermtbt propofitum fuit, &
efi, & ego nunquam intendo recedere à veritate doClrma Sanala I\pman^
Ecclefu, & San6iitatisveflray &" omnia mea di6ìa femper Hit, & San6li-
tati -ìfejìra fubmift^ & femper [ubmifja efie volo , qualttercumque contitigat
me loqm. Quidam tamen condufionum mearum vifcn funt aliqmbus non fa-
tis confonare do&rin<£ communi Do&orum. Trima erat, quòd peccatimi prò
nullo fiat uirremijjibile efi; in qua ego nonvolui fentire, quòd peccatum in' in-
ferno, vel pofl banc vitam dimitteretur aliquibus ; fed fentio, quòd nullum pec-
catum mortale poteftdimittibomini, nifi invita, fìcut tota tenet Ecclefta. Sei
accepnllum terminum , irremiflìbile, firi^è ,fcilicet, quòdlicct peccatum ani-
mai exuta extra vitamnunquam dimittatur , tamen non repugnat ex condittone
peccati fecundàm fé pojje rem itti , licèt repugnet ex habitudme anim<ii , qus
jamejiob/iinata, & etiam repugnet ex ordmatione Dei j qui difpofuit non con-
currere ad caufandum a£ium contritionts cum animabus pofitis extra corpus .Si
tamenpofjetefk, quòd anima exijientes in inferno vere dolerent de peccato fuo ,
fcilicet in quantum offender unt De um , per illudremitteretur eispeccatum, & (ìg
non ejl adhuc peccatum illud fecundùmfe irremijfibile, licèt certum efi , quòd nun-
quam remittetur ; & talesmodi loquendi recipmntur apud omnes viros fcholafti-
cos , qualis ego fui , dijputando ijia .
Mia particula conclufionis hujus erat, fcilicet: o€ pana , aut à culpa '
Deus non abfohit , nec aliquis Sacerdos abfolvere potejì . In qua non inten-
di, nec nunc non intendo negare poteflatem Dei , nec Sacerdotum in abfol-
vendo , quia alias me oporteret concedere , quòd omnes homines , qui femel pec-
ca fjem, nuUam pofient babere remijjìoncm peccatorum , & quòd perirent
aternaliter, quod tamen ego riegabam, & nego femper -, fed ego concedo , &
con-
Eugenio j^^ Secolo XV.
concejji femper , quòd Deus potefi abfolvere ab omnibus peccatis . Vapactiam
potejìabfolvere ab omnibus peccatis, c5* poteftdare plenariam indulgentiam ,
liberando hominem à tota p cena Turgatorii, fcilicet [adendo , quòd non ye-
niat in illam, etiam fi multa peccata commiferit i & hoc eji , quòd Tapa.
bahet cla-pemliberam fupertotumthefaurum Eccleft^: conceffi enim, & con-
cedo y quòd Sacerdotes minore s poflunt abfolvere à peccatis ■» &po/}unt tollera
■pirtute clavium quandam partem pceme Vurgatorii , ad quam peccator pofi
contritionem , & confeffionem mambat obligatus j dtxi tamen , quòd Deus
nonabfolvebat à paenay autdculpa, nec aliquis Sacerdos, quia accepiijium
terminum, a.bCohcre,jìri6iiffimcyó^ilìumterminum, poenam, & culpam
ftri&iljimè, di/iinguendo pcenam , & culpam à reatu , idefi obligatione ; dr
iflomodo dicebam, quòd Deus y -pel Sacerdos ri6lè fumenéì abjolvit à reattt
pana , &■ non àpoena ifed quantum ad realitatem idem efi utrumqiie .
Ts^ec ego concedo , nec credo y minorem efìe potejtatem Dei , nec auBori-
tatem Det, ci'" Ecclefi^e m abfohendoy quàm credìderit ufque bue aliquis
Do6ìordeCatholicJS i cujus do5irina communiter teneatm , & etiam bene con-
cedo ijìas propofttiones, quas ipft dicunt , fciHeet : Deus abfolvit à culpa :
Deus abfolvit à pcena: etiam Sacerdos abfolvit à pcena; & omnes jìmilts
propofttionesin fenfu, in quo ipfi accipiunt, non difìinguendo panam , &
culpam à reatu omnibus modis , quibus ego difiinxi . Si tamen accipiatur
firiUifjimèy jtcut ego accepi , debet concedi y quòd abfolvitur quisà reatu foloy
C^ nona posnay nec à culpa; fed pcena tollitur ablato reatu y five auferend»
reaturn , & ijìe modus loquendi convenit vjris fcholajìicis y ad quos conve-
fiit flnéèloquideterminis . E fiegiie, H<£c funtj Tater Beatijfime j qua in
pradi5ìis fenfi, & fentto : nec tamen intendo deviare in aliquo a do6ìrina
San6l^ Bimana Ecclefia , & SanEiitatis vejine , qu£ fi illud tenet , illud
egoteneo: ft hoc tenet y ijiud ego profiteor . Sed in omnibus determinai ioniy
^ correzioni San&itatìsvefìra y c!^ Sancite Romana Ecclefìa tam in fenten-
tiay quàm in verbis me fubmifiy & fubmitto, à qua nunquam intendo de-
viare y ficutnechucufque atiquando f ponte deviavi; nec eti.im intendi pr^ju-
dkare veritati y aut doBrinx , vel au6loritati quommcumque melius fen-
ttentium: (ed omnia falva pace fidei, &veritatis diUa firn. Così egli ò in
emenda, ò in dilucidazione della fiia riferita allerzione.
Non così però Lorenzo Valla , il quale al falò nervo , non già delle
vaiu' canomco ragioni, mù delle battiture ,, volle reo dichiararfi , e profeifar rabiurade"
'^'S-Gfo^ in £-ac^»fuoi errori ► Era egli d'illuftrefangue nativo di Roma, addetto al fervizio
della ChiefaLateranenfe in qualità honorifìcadiCanonico, e verfatonegii
ftudii con un mirto tale mal coltivato di erudizione facra , e profana , che m
niiìiuia di efle riportando il pregio di Grande, in ambedue egl' incontrò
Cenfori , ripigliato nella profana dal Poggio , e nella facra dagl'Inquifitori,.
che ritrovarono ne'fuoi Libri feminata , e fparfa lunga farragine di non
difpregievoli errori. Enumerane molti il fopracitato Poggio Bracciohni ,
a Po lu H\ Secretario di Memoriali di due Pontefici Eugenio Quarto , e Niccolò
^•« S'^l/z4wV Qiìinto ,. e contradittore acerrimo del Valla : [4] Boetium, óicciWo^-
gio del Valla, /<cp/«y<?rg«/t, tum maxime in eadefinitione, cumait: Perfona
eitincommutabilis natura? individua fubftantia : e fiegue: ^rguit proc^ix
bellua tanta pertinacia y ut in bareftm f£pius tncurrat . I^efcio fiudio detra-
hendiy an mentis vttioy in hxrefim , inquam , manifeflam dilabitur ; nam
ajìerere perfonam, ficut bejlialis prxfumptio fcribic , non effe magisinDeo ,
quàm
Capitolo VI. 155 Eugenio
quàm in bruto animali , manifejìa efl harefis, i;^ igne, non -fierbis-, cafii- ■*• ^*
ganda . Dicit prjeterea , perfonam fignificare ^ualitatem , rem omnibus in-
"auditim ■> Infuper perfonam afìeverat efie qualitatem m Deo , neejHe fignifi-
care fubjlantiam , quod hxreticum efl . Item ftmiii harefi ait triplicem qua-
litatem in Deo effe, cumnequequalitas^ ncque quantità! y ncque quid eorum ,
qii^vocantpradicamentaj in Deo fu. Tluribus quoque in locts ea fcribit de
perfonat quomodoin Deo fit, ut millusunquam hareticus majora , ac perni-
ciofiorain fidedixerit. Quindi il [a] Poggio foggiunge, che ripigliato il a idem invea.z.
Valla di cemerarietd dal Panormitano , perch'egli mal dicefle di S.Girola-
mo, eiefueparoleponeffe al pari in autorità di quelle della Sacra Scrit-
tura, rirpondeiTe arrogantemente il Valla, Haì>er cfio che dire anche di
Chrijlo; echeinhorriditodiunatanta beftemnnia, quindi dalla diluipre-
fenza fi dipartiiredifpettofamente il Panormitano, dicendo, "Convoleremo
trattare con una befiia: e finalmente con odiofa ricordanza della herefia di
Gioviniano rapporta il Poggio del Valla, ch'egli riprovafle la verginità;
onde di lui fiegue adire, [b] ISlpn in una re tantum y neque uno in crimine ^ idtmibid.
convincer is h^ereticus , & imptus efìe , fed in primo libro , quem De vero bono
fcrip(tfìii verba quidem facrilega, & fcelerata nimiàm , qu^ à me referen-
tury ijìapofuiftfy inquisenim. Ego vero inde quanta libertate, aclicentia
refpondeam, ficftatuo: quifquisVirginesSandimoniales primus invenir,
abominandum, atqueinultimasterras exterminandum morem in Civita-
tem induxilTe , licèt nomen Religionis imponat , qu^ potiùs eft fuperflitio ,
licèt has Virgines , Sandimonialefqueappellent. Etpaulòpoflais: Meliùs
merenturfcorta, &proftibu!a de genere humano,quàm Sanftimoniales,
& contincntes: Et deinde fubdis : Nolo aliquid ccntumcliofius loqui in
homines, quifacerdotiamuliebria in honore habent: hoc dixerim: Qui
hiEclaudant, autinfanos effe, aut pauperes, aut avàros. Hac tua fannia
proftfjio^ h£ctu.i religioni^ opimo, hac confeffio habetur . 0 deterior Jovi-
nianol òvirgimtatiskojìisl ò pudoris cxpugnator ì Tutaris Jententiam Epicu-
ri: fit hoc vit4!tu£ tejiimomum: e fiegue : Cognofcetur hoc uno infani ho-
minis eximia religio , qui fé omnium dotirinarum prmcipem fcribit, & illis
prifcis viris do^iffìmts comparandum. Così il Poggio del Valla . Ma il
Valla portatofià Napoli, e facendo quivi pompa di quefti fuoi heretici
brutali fentimenti, caduto nelle mani degl'Inquifitori Cattolici, tanto fol
non arfs vivo nel fuoco , quanto che fi paternamente condonato il reo alla
pietàdelRèAlfonfo di Aragona, che contentoill di farlo publicamente
abiurare, e in pena de'commefli delitti batter su le fpalle co'flagelli den-
tro il Convento de'Domenicani: [e] Qué^dam T^eapoli, conchiude il ?og- e iùidt»>
gio, non fenfit folum y fcd publicè ajfcruit , in quibus deprehendatur hxre-
ticuimanifefius: res ad Inquifitorem defertur. Capnur Valla y caufam perfi-
dia in vinculìs dixit, damnatur prò haretico , decernitur illi pcenay homo
profanus P^gis beneficio ignis fuppicìo liberatury ea tamen conditione , ut
puhlicèabeo prolata cum revocaffet , & damnaffet, fcopis crimen lueret : e
fiegue : Xfquit negare, cum tefies adfìnt , & chirographum damnationis .
Cosi egli. E ben può dirfi del Valla, [d] yir^^atua, & baculus tuus ipja j p/^/ij
rnecmfolatafunt; conciofiacofach'egli ravveduto, e compunto de fuoi
trafcorfi errori, lafciò poi vive teftimonianze della fua retta Fede, nel- e u.re„t. v^iu
la orazione, ch'egli recitò ad Eugenio Quarto, contro il quale havevail ['y^f- ^dEu^en.
Valla adherito al Conciliabolo de'Bafileenfi : [ e ] Sunt, qui [cripta mea Z\ntTf.t7Z'
q,UA-
Eugenio j^^ Secolo XK
^ ^* qujedaniy di fs egli perorando al Pontefice, apudte conantur incejjere, qu£
quidem. Beati fjime Tater, partim data funt confilns quorundam hominuntf
partim prxceptis, partim glorile cupiditati , partim confuetudini dijputandi ,
in quibus ita me fruì benevolentìa tua Itceat , ut nunquam ncque tua , neque
tui fimilium majeftati , atque au5ìoritati derogare propofttum fìt ^ ac fi quid
retra^atione opus cjì , & quaft ablutione , tibi me nudumoffero: Tu qua
tua ahluendi poteflas eft, ifia aqua profluentt à Tetra, qua efi Chrijius ,
ablues . *An ignurem , me unum effe tuarum ovium , quas foles in lavacro re-
mijfionis abluerCi unumque eorum, qui in narigio, cui tu praftdes , navi-
gante ^naeteriseòi quo curfum dirigi jubes, remìgantibus ego unmincon-
trnniim remigarem ? cum etiam fufpenfum tenere remum ftt reprehenden-
dm?. EgovJròy Tater San&iffime , fi tibi forte, aut in adverjumremigafie,
aut d remigando cejjafie , yifus fum , id affignandum efi magnitudini tempe-
ftatisy uù etiam f ci entijjimi nauta, acpraftantiffimigubcrnatores perturban-
tur, & inopes confilii fiunt, nedum nos remiges, quibus adverfus mfeftas ,
inverfafque undas efl obluElandum , ubi quo tendas , ubi declines , tncertum
efi , & in ipfo conatu inter fé remi non modo implrcantur, fed etiam fapè
franguntur. Satisffi fic, quòd fi quis in hac confufione rerum admifit ali-
quid errati, veniam petit, in officio deinceps futurum fé efìe promittat, &
fuperiorem -pel culpam , rei negligentiam compenfare in pofìerum indu-
firia , & obfervantia velit : ac nefcio an magis dominos agnofcant , atque
ardcntiàs ament a , quibus poena remifìaefì, quàm[quibus opus reminone non
fuit. Cosili contrito Valla, nel cui fepolcro dentro la Bafilica Lateranen-
feqaefto degno Epitafioritrovavafiimpreflb, avanti il nviovo rifarcimen-
to, che di effa fece Innocenzo Decimo :
9 In libra i cui ti- l^aurens [a] Falla jacet. Bimana gloria lingua:
^flTncéfcr^Tcfti Trimusenimdocuit, qua decet arte , loqui.
par" 2/ T/. Terza Ma il corfo della HiftoHa , che habbiam voluto mantenere unita ne'rac-
f,ei Lat frano f"' coptide'defctitti CoucìIìì, e nella relazione degli accennati errori, ci hi
Figura del nome forzofamcnte divertiti, e come forzati à riporre nel fine del Pontificato dì
^i'au'df maievo Eugenio Quatto ciò , che chronologicamenteripor fi doveva nel principio
li , e foftenuta d^ dj eilo . E qucfti fi è uua flrcpitofa contefa fopra la figura del nome di Gie-
liena'"e^'tiÌ'"pon! SII, perla CUI intcUigenza convicu ritrarre alquanto indietro il noftro di-
tefiri Romani, fcorfo . Iliiome di (?/^53! , chciu liiigua HcbraicafignificaS^/ì^^^rore , anche
e tddphiiip.i. avanti che Giesù nafceffe , fiì annunziato [b] da'Spiriti Celefti venerabile ,
efacro à tutto il mondo . San Paolo [e] n'eftefela venerazione fin'all'Jn-
a Matth-. ferno, e predicollo agli huomini adorabile, ^ agli Angeli. In virtù di e ilo
€^a.i9. fin dalla nafcenteChiefa fugarono non folamente gli Apoftoli [d] da'cor-
fs.Ej'.phMr.io. pJQ^efniii)emoiiii,màgl'iikm[e]Hebrei,egrifteffiInfedelii/jmifcreden-
B Grfs.Turon. de ti opcratono cofe forpr^ndenti, e miracolofe . La converfione alla Fede del-
gefiis Fr-mcii^.z. ]a Frauciadevefi alla efficsciadi qucfto uome , che invocato [g] daClocio-
**^°' veopofeinfugacon prodigiofo avvenimento l'Hfercito finallora vincito-
re degli Alemanni; e chi enumerar ne voleffe li miracoli, gli converrebbe
teflerneunaHil^oria, che farebbe un miracolo fràleHillorie. Ondeadin-
viene , che cotanto religiofamente, & humilmente da tutti li Chriibani egli
fempre s'implori , e fi benedica , che oramai la prima voce di chi nafce , e 1*
ultima di chi muore, altra non fi è, che quel diviniflìmo nome, che ai
putti il primo s'impara, e dai trapananti l'ultimo s'invoca, come primo ,
uca'f'r!'ìs!! '^'"'' ^ ultimo fiato della vita : anzi come vita iftelìà ,quo,[h] dice S.Bernardo,
mi
Capitolo VI. i^ij Eugenio
nìlcÀnitur [uàvius, nilàuditur jucundius , nilcogitaturdulcìus: quippèmeleji '•^'
more, in aure melos y in corde jubilus: adcujus lumen, nubiliimomne di ffugit,
reditferenum ; [a] onde leggefi , che richiefto S. Ignazio Martire dagl'Idola- ^, ^j'*"'^'.^ '"*;'*
tri di rinegare il nome di Giesù , eflb nfpondefle non poter ciò fare , perche rh f""" '*"^'
havevaloincifonelcnore: ed in fatti nel cuore portavalo allora, quando
doppo la morte in ogni particella di effo fuvi ritrovato incifo quel bel no-
me . II primo, che pa(rafle[^] dall'adorazione del nome di Giesù all'adora- ^ ^^ ,,^^ ^^ ,,„y,
zionedellafiguradel nome di Giesù, fùS.Bernardino diSiena, che ne fece ^'/^««'» hifl^r.
imprimere nelle tabelle le Imagini , epropofelealla venerazione del popò- ^'«"^•''^•J^-'-
Io, edivulgoUepel Chriftianeilmo , con rimproveri prima contro cotal
nuova invenzione , e con accufe eziandio ne'Tribunali della Fede , mi con
eterni applaufipofcia di così facrofanto ritrovamento, che prima da lui ,
e dai Frati Minori , e col progrefib del tempo dai figli, e Religioli di Sant'
Ignazio di Lojola, ampliato pe'l mondo, ha refoegual decoro, e pregio
al nome degl'Iftitutori , e alla Religione ài Giesù Chrifto . Godeva il Santo
d'interno giubilo nel proferir cosìToave voce, e fpeflb ufcendogli da boc-
ca nelle concioni, e ne'difcorfi, venne poi ad efprimerne la figura nella
congiuntura, che fiam pur bora per Soggiungere . Su le [e] fcale di S.Pe- e vv^d. ^«.5243.
tronio di Bologna predicando un giorno il Santo vigorofamente al popò- "-4.
lo contro l'ufo , e'I giuoco delle carte , al quale era già da gran tempo incli-
natiflima quella Città , tutti mofll , e commofll da interno , & intenfo pen-
timento, à gara portarono àS.Bernardnioquegl'iftrumenti della loro per-
dizione, econfufi, e pentiti avanti li piedi del Santo gittarono non tanto un
cumulo immenfo di carte da giuoco, quanto al Santo elpofero, & Dio il
loro Inabile proponimento di non mai più ricadere in fomigliante peccato .
Arfe il Santo quegli merchi miferabili del Demonio , e formata una catafta
di carte, & accefogiifotto il fuoco, dalla medefima Piazza [d] ài S. Pe- J JiVi$. diuag.
tronio mandonnc al Cielo il fumo in facrificio à Dio del commun penti- •^'* ''^^''
mento. Mààniifun più difpiacque quello commun pentimento, che all'
Artefice fabricatore , e pittore delle carte, il quale privo della fua, allora
abominata mercanzia, corfe dolente al Santo, edefpoftogliilcafo, Mtr
arte, Tadre, piangendo dille, non ho imparata, che il dipinger le carte: fé
diqueflemi privi, privi me di vita, e di [oficntamentohonejio la mia derelit-
ta famiglia. Si nefcts aliud pmgere , rifpofegli incontanente con allegra
faccia San Bernardino, hanc imaginem pinge, nec te omninò pigebit ; &'iti
così dire dato di piglio à una tavoletta , quivi egli in tondo giro formò il
Sole con fuoi raggi , & in mezzo di elio , come Sole più bello , il nome ài
Giesù con quelle allora inufitate note IHS. Ubbidì prontamente il fortu-
nato mercante di Gicsù , e tanti furono in un tratto gli avventori , e concor-
renti alla compra della nuova merce, che ne divenne in bteve ricco con
preziofo lucro di mercanzia egualmente, e di divozione. Hor ài quefte
tabelle con l'impronto del nome di Giesù fervilfifempre pofcia il Santo in
inculcamentoa'popoli di devozione, e predicando per la Italia, nel fine
della conclone efponevane [e] fempreuna dal Pergamo alpopolo, che '■^^'"^•''«•*4J7.".i
genuflellbadoravala, come impronto di Divinità j e dilatandofene quindi
13 devozione, d viddero in breve Oratorii, e Capelle dedicate al nome
di Giesù, ein Volterra [/] annotavafene una governata, e retta da una e Boiund^,sc i.n.
Confraternita, chedicevafi la Compagnia di Giesù, ò eretta allora la pri- ",;;,V"!/1'^"'"'
ma, volta fotto tal nome , ò rinnovata dall' antica , che dicefi fondata '^S'".
da
Eugenio j ;- g Secolo X V.
H da S.Domenico. Come che l'Italia ritrovavafì allora infetta da qiisl-
Ih'A'umìntverZ che relìquia d'Herefiade'Fraticelli, quefta novità porfe pronta imprelììo-
t'f"»- nedifofpettoaibnoni, e molto valfeàfollevari cattivi ad im a ape^rta con-
tradizione contro il Santo , al quale , com'è (olito , non mancavano emoli,
e beffatori della fnafantità. Etant'oltre pafsòinefll l'arroganza, cbecon-
tro lui , come contro un Novatore , & Heretico , portarono formidabili ac-
b Ita B»iu»dus cufe al Tribunale ifteffo di Martino Quinto, che reggeva allora il Somma
UvitaS. Btrn.c. Pontificato di Roma , dicendo, [b'\ B^nuovarfi per opera di Fra Bernardino
m!!j7'/°''''* ^°' l*idolatrianelle Chiefe con la efpoft':^ione i e conUadora-T^one di non mai vedu-
te t e firane tabelle , in ciii fcorgevafì incifo il SolCi e in meT^'^o di efjó note
ftrane di magici caratteri, & ine ante fimi. Martino vigilante ad ogni nuo-
vo moto di Religione , chiamò à Roma il prefunto reo , e brufcamente ac-
coltolo, minacciogli, ogni qualunque volta fi rinvenifie veraTaccufa, ccn-
fure, e precetti, abolizion di tabelle, e pronti interdetti, tanquam temer a-
c vvai. an^i4:7. rio [c] Ecclejtafia 3 comefcrivel'Hiftorico, novaque Hareftsmagiflro. E
**• vennefi prontamente ancora all'efame, & al proceffo . Moki The-òlogi
Domenicani, & Eremitani di S.AgoItino furono trafcelti alla Inquifizione
de'fatti , detti , e fcritti di S.Bernardino , & al contrario molti Minoriti ac-
corfero à foftener la innocenza , e fra eflì il condotti ere di tutti fu S. Gio. di
Capiftrano , terrore allora degli Heretici nelle parti della Germania , e del-
d H!c vid. vvad. la Italia , edefterminatorede'Fraticelli, contro i quali ben cinque volte da
*nn'.' 1^26. »4jc\ diverfi Pontefici era ftato dichiarato Inquifitore, e[rf] Giudice. Portofli
f4ji.i447.H4»- egli allora dall'Aquila, overitrovavafi, à Roma, & all'entrar della por-
ta, inalzata fopra lunga Kafìa una dipinta Tabella col nome ài Giesii , ii>
oltroiil per mezzo della Città fin al Vaticano , luogo ftabiliro alla difinizio-
ne della fentenza, e dove giunfe in quel giorno appunto , in cui n'era ftabi-
litala pronunzia . Dietro à lui affoUoffi innumerabile popolo, che ben per-
fuafo della fana Fede di S.Bernardino, e della maligniti de'calunniatori ,
cantavano laudi, & hitini al nome di Giesiì ; onde tutte le ftrade rifuonaiv
do comeàfefta, fembravano tutti non contradittori nella dottrina, mi
emoli nel gaudio , & invitati parevano, anche avanti la pugna, al trioi>
fo . Il Papa conimoffo dalla affluenza , e pietà del popola differì per il
Tegnente giorno il confefib , & intanto die facoltà al Capillrano dì pren-
der le difefe di Bernardino. Ma Bernardino nonhaveva bifogno di Avvo-
cati in una Caufa così di Dio, quai'era quella di Giesù, e tanto ben egli
e u, vvéd, dnv» pcrorò per falvardaogni calunnia il fuoSalvadore, che [e] Tomifexpro^
***7. bè animadverttt omnem accufationern odio, & livore confiatam: quippè nc-
que in vcrbis, ncque m jcripùs qitippiamdepn-ehenfum ejì, quod à re6lareguLt
deviaret . Ne lafentenza fermo (fi folo su la Caufa , ma ridondandone in lode
dell'accufato , nelfeguente giorno chiamollo afe il Pontefice, e con ho-
noranzadi meritata giuflizia, ^d fé vocdtum copiojì/jima impertiit benedi-
6iione , amplamque fccit copiam libere circumquaque pnedicandt verbum Dei^
dulcijJimHmque némeii Jefn populis ojìentandi : e fuffeguendo alli detti li fat-
f iM^^ 3. ti > J^jjìt [/] Tentifex, ut in honorem [acratijfimi Tslominis publica totius Cleri
fieretfupplicatio, in fublme eredo Vexilla , depìBis Imjus v-ocis charaBeribusi
ex quo tempore Tefnplorim foribus ^ domorum frontibus , & pojlibtis capit affi-
ci, crevitqìiibiq; um ergafacratifjrmum l^omen , tum ergafacraiijjìmum pr<£co^
. nem veneratìo . E quella fu rorigine,il progrelfo , e'ifine della prima pcrfecu-
zione molla contro ì\ Sanso forco il Pontificato di Martino V. Ma più fiire^
pico-
Capitolo FI. 159 Eugenio
pitofa, e perciò più gloriofa per lui, epiùvituperofaper gli avverfarii, fu ^ ^»
la nuova , ch'effi gli moflero contro fotto il Pontificato , che fcriviamo , dì
Eu^'enioIV. chenonfolamente aflblvè S. Bernardino dall' oppofta calun-
nia^ mi condannò i calunniatori con la obbrobriofa cenfura di menzo-
qnieri , e di nialvaggi . Non così tofto fii morto Martino V. che riputando
h miferabiJi con la morte del Giudice morta ancora la Giuftizia , baldanzo-
famente fi fcagliarono ài nuovo in vituperio del Santo ; e Ludovico Pifano
Jnquifitor nella Romagna fece radere il nome di Giesù da una tabella ef-
poila da S. Bernardino nella Chiefa di Bologna, in cui vece fece dipingervi
un CrocitìlTo ; e ne'medefimi fentimenti concorrendo Michel Plebano Pro-
motore, e Procuratore in Roma della Fede, feveriflimamente procede con-
tro il Santo , e contro i di lui ricettatori , e fautori , come contro un'hereti-
co dichiarato . Quindi egli deputò alla formazione di nuovo proceifo , & al
giudizio della Caufa Giovanni Cafanuova dell'Ordine de'Predicatori, che
creato Cardinal fecretoda Martino V. era flato di frefco dichiarato da
Eugenio IV. Ma il rimedio fii più foUecito del malej poiché effendo fiata
tutta la congiura tramata fuor di ogni intendimento del Pontefice , non co-
sì tofto egli rifeppela , che con un potente taglio , avocata à fé la Caufa , e
nella difcuffione in effa rinvenuti comprovatamente fallì li teflimonii,
emanò non tanto una fentenza, quanto un paneeirico à favore , e laude di . ,,, j .,
S.Bernar ditto nel tenore , e forma che hegue . rt.;».i43i.».j.
c/frf [ ^ ] perpetuam rei memoriam .
Seàis *Apoflolic£ circumfpe£la benignkas nonnumquam ea, qu£ fubdolis,
& impiis fuggefliombus cantra perfonas Ecclefiafìicas y prdfertim B^ligioms
i?Qto dicatas y attentata, funty ut eò libentìàsy & quietiùs fedulum, &devo'
tura y ftcut ex debito fitie profiffìonis adjirìnguntur y exhiberevaleant oiltìjjìmo
famulatum, potioribus indu6iarationibuSy & veritate comperta , revocai ,
ac in ftatum priftinum rejiituit, prout rerum y & temporum qualitate peti-
fataidnovit rationabiliàs expedire, Dudum fiquidem caufas inqui/ttionis , ac
demmciattonis y quasdileElus filius Michael Tlebanus Sanali AdalbertiSujtdc-
rafien. Tragen. Trocuratory & Tromotor caufarum fideiin Bimana Curia,
movcbaty feu movere intendebat centra dile&um filiumBernardinumdeSenis
Qrdinìs Frati'um Minorumy dcy & fuper crimine h<er e fis, &fupereOy quòd
quendam cbaraEicrem novum hiijus nommis JefuSy quemipfe Bernardinus de
novo adorandum invenerat , & aliis criminibus , excefjibus , temeritati-
bus , & fcandalis , ut di5lus Michael afìerebat , in hujufmodi caufa dedu-
cendisy necnon ipfius Bernardini fautores , receptatoreSydogmatÌ7^toreSy par-
ticipesy & fequacesy prafertim in pr^mijjis criminales y tam conjunÈiim ,
quàmdìviftmy cum potejiate fimpliciy & de plano etiam ex officiOy fine [ìrepi-
tUy & figura judicUy jnxta tcnorem quarundam Literarum fel. ree. Martini
"Papa Qitmtim [acro Vradecejjoris nofìri Generali Concilio Conjiantien. fuper
hoc conce ffarurriy procedendiy dilc&o filio J canni tituli Sanìlt Sixtt Tresby-
tero Cardinali y audiendasy cognofcendas y & fine debito terminandas, fine
fcitu y & voluntate nofira cornmifìas fuifìe reperimus . Et deinde , ficut ac-
ctpimusy dtle6ius Cardinalis nonnullis coram eo perdi&um Michaelem Tro-
curatorem tefiibus produ&iSy qui minp.s veraciter y & improbe depofuermt,
ut afieritury di£lum Bernardinum publicè, (jr notorie de pmmiffisàiffama-
tum exijìerey tum & omncs alios ftngulos fautores , receptatores y dogmati-
\atores, partìcipesy & fequaces in earnm propriis perfonis per fuas certi
teno-
Eugenio j^q Secolo XV.
a 21. jDsc ni • tenorìsliterasy fubanno à 1>{atmtate Domini [a] 143 1. ut coram fé infra
eccM ni. ^^yj.j^^y^ terminum peremptormm competentem tunc exprejìum , comparere de-
berent, citar t fecit, &mandat>tt, ac ipje Bernardinus y <& quidam alii pra-
fati Fratres ad Romanam Curiam pr<cfatam coram eodem Cardinale literarum
prafatarum vigore citati perfonalner extiterint , non fine eorum gravamine,
contumelia, &ja£lura. Cum itaque fidedignorum tefltmoniisnobisluculenter
innotmt, quòd di&us Bernardina habetur y reputatur, & cfibamobonefl^con-
verfationis, vita laudabilis y &religiof<£, & optimi fam<£ , nedum Catholi-
cusy &Chriflianusfideli(fimuSy fed & acerrimus , & rigorofus harefum extir-
pator , (& ob ejus integritatem vita , laudabiles verbi Dei pr^edicationes , <:^ ja-
.. lutares bonorum operumfru6ius , pr^xclanffimns fidei Catholica pradicator , &
infiru6ior re6liffimus in omni fere Italia , & extra inter c<eterosfamofos evange-
li^atores Ferbi Dei pnefentis atatis probatus , & notits communiter referatur,
nec unquam fmt de hi^erefs. crimine apudbonos y &gravesy ut proponitur y dif-
famatus'y qumìmò repertus traditionibus y & mandatis Sacrofan^a B^omana
EcclefìiC y ejufque SummorumTontifìcum y Do6lorum y & San6lormnTatrum
totis viribus inh^erere , ac profiteri , & predicare quidquid eadem Santìa Mater
.' . . . Ecclefiajubet-i &docety nec ab eis in aliquo deviare y proponatquenojirisy &
di&a Eccle(t£y ftcìit femper ajjolet , humiliter, & devote praceptisy &-juffio'
. \ nibus protinus obedire . T^os igitur cupientes eundem Bernardmum falutiferis
pradicationibus y & aliisdivinisobfequiiseò liberius intendere s quo fuerit ab
antedi6lis odiofts impugnationibus abfolutus , ut ex ejus virtuofìs operibus incre-
■ mentu m fidei Chrifiianx , & [aiutar ia proveniant documenta , pramijjìs , & aliis
nonnullts rationabtlibus caufts animum noflrum moventibus , fiatum cauf£
hujujmodihabentes prafemibus proexprefto, perfuaftones , & originem > me-
dia y & fequentia quacumque y & quafcumque alias fuper pramiffìs cum pr£-
,.^ cedentibusaddióiamcitationem dependentibusy incidenttbus y emergentibus ,
Cl^connexisy caujaspendentesy &motaSy & caufarum menta y cum fmt de
ìnajortbus y ad Sedem nojiram immediate fpeBantes y & fine nofiro fcitUy ut
fuprày commijjadicuntur ab eodem Cardinale ad fcrinium noflri pe6ioris , C5"
ad nos tenore prafentium advocantes , illas penitàs extwguimus , cafamus ,
annullamus , ac prò extin6iisy cajjatisy & annullatis habert volumus , &
mandamus , & nibilominiis citationem , & literas pramiffas viribus omnibus
vacuamus . Jpfumque Bernardmum y & alios in di6la citatione defcnptos ab
auditorio pricfatiCardinalisabfolvimuSy &liberamusy & in priflinum fiatum
refiituimusy ac perpricfentes decernimusreflitutoSyfiatuentes , utpramtfiarum
literarum , & citationis vigore coram eodem Cardinale, aut coram alio ejus loco
/ubrogato , vel fubrogandojudice , pr^mifja de caufa in prafato, aut alio termi-,
noy minime comparere teneatur y fuper bis omnibus y& fingulis, ex certanoflra
e Sul, cf^ta fept: fcientia , & motuproprio y perpetuum filcntium [b'] imponentes c5^c. Cosi egli,
moidiuiun.i^ir- che la feconila volta confermò dall'alto della Sede Pontifìcia la innocenza
di S. Bernardino, e la venerazione al contraftato nome di Giesiì, contro il
quale, avvedendofi il Diavolo delle perdite, che gli (bvraftavano per mez-
zo de'ieguaci di S.Bernardino nel Serafico lilituto, e della nuova ihfegna
diGiesù, ch'erger doveva S. Ignazio di Lojola, potentemente allora fca-
gliofli, per abbattere in fafcie quell'inimico, che ingrandito farebbe ere-
vincibile, e formidabile à tutte le potenze dell'Inferno, che india
fciuto nivincibile , e tormidabile a tutte ie potenze
poco tempo fiirfero nelle Sette di Lutero , e di Calvino
C A-
CAPITOLO VII.
16 1 Niccolò
Niccolò Quinto di Sarzana, creato Pontefice
li 7. Marzo 1447,
£fecr abili fatti di alcuni Maghi . Dì^erfe degne operazioni
di queflo Pontefice contro gli Heretici. Propoftz^ioni /.ereticali
dedotte da Itbri di Ariflotile , e loro condanna . DefolazSone
dell'Imperio Greco,prefa di Coflantimpoli , e riflefjioni dell'
Autore [opra queflo fucceffo . Affari degli Muffiti in ^ohe~
mta.emtracolofiarv^enimenti in comprovazione della Fede
Cattolica. Annotaziione di un difcorfo fatto dal Pontefice ai
Cardinali poco avanti la [uà morte.
Alla dolce adorazione del nome di Giesù fi oaffi ^WharruM
rimembranza dell'inimico di Giesù e oè de"^^^^^^^^^
vocatofpefloinquefta età da'Maghi per rende fi ammira-
bilial mondo con glmcantefimi, "e però non tanto™-
J nati, quanto ingannatori del mondo. Chi più reo fri efii
f (T ^ ^/^^ ^} ^^^^^"^ deteftabiliflìmi fu uno , che per la fiia oro
fedone, eperlafua dottrina efler doveva lo fpecchio delirvirt-r r w
ghelmoEdelinofràTheologiFrancefi follevato Kac^SdiMJZ -fri
gh Eremiti di Sant'Agoltino'al poftodi Priore:^ QlfSa^h^ o^^^^ S^i^SS:
lifilma Donzella, per ottenere i bramati amplefjf, adorava il Diavolofn '-addino? ''
forma di Caprone , e fopra elio aflìfo facevafi qua e laTor^r^ !f^ -
violentemente fpingevalo la fua pafTione, e' Demonfo Sd-criVri^^^^^
pio fatto , e il ravvedimento del Mago il Taquerio ?el7uò Ì.Ze\\<^ A^f'
fcinati, donde Io traduffe il Del rIo nella Difouifi^ln^rr^^ff^^
Monftrekto nella terza parte della fua Chron,cÌ . eh' e^S foTlI Xo
c&f ft^rbi'deirdeS'^'è;; ^k ^^ ^^\^
Timo ir "• '''"'''"•'&'""">cum , & fidem Catholkam, Bea-
L tam-
Niccolò jg^ Secolo XF.
y ' . tamquc yirgìnem , & Crucem . Tradì&us autem MdgìjieryocatusMagìfler
]a^ÌTdhit"dUì4. Cuillelmus ^deline anno DùmmÌT^%-^. die 12. Menfìs [ a] Septembris mCa-
Dectmbris . pclla Epjfcopali Ebroìccnfi judicialiter coram judictbus fidei cum lacrymis in
terram proftratus exhibuit quandam fchedulam continentem fuacommifiacon-
tra fìdofTi in di^a h^refì j &■ feBa , offerendopradi&isjitdicibHsabìurationem.
Ipfaautem fcbedulacontinebat intercalerà , quòd quando ip fé fu it introdu&us
addi5iam fe^am, Diabolusajjerebat, quòd ìpfe Magijler Guillelmus bene pof-
fet, fìvelleti augmentare ejufdem Damonis dominatum , pracipiendo eidem
Magtjìro Guilklmopr amicare i quòd e^ujmodi fe6{a non erat nifi illu fio y &quòd
hccpraidicaretadcontentandumpopulum patri<£y ubi tmic morabatur ipfe Ma-
gìfter Guillelmus. Rune Magijhum GuiUelmum ego, qui hac fcripft , novit
Lettera, &opcr?- & frequentijjìmèvidiy antequam e(iet de hoc crimine fufpe6lus . Così egli,
rioni dì Niccf, ò Onde prcfe proiito motivo il vigilante Pontefice di ftabilire nel Regno di
/lémmiato'ri* & 1 Fr?.acia coH ampie facoltà lUi nuovo Inquifitore contro lefecrabile fetta
Maghi. ' de'Beftemmiatori, e de' Maghi, eleggendo àqueft'ardua imprel'a Mago-
ne Nigro dell'Ordine de'Precficatori , ai quale indirizzò le coramiflìotti , e
liprivileggi, che fi contengono efprefii nella lettera, che annotiamo nel
margine di qucfto foglio . Di quefta deteftabile razza di Maghi ^\ vidde ftra-
h vediiuyn.ann. naiiientc infetta ìu qùcfia eti l'Eutopa , e certamente forprendenti cofe di
i4J7.w.28,érA^. eilì fi narrano [/>] che noi volontieri tralafciamo òì riferire, defiderofi
più torto di fcrivere la Hiftoria degli Heretici invafati da'Demonii , che de*
Demonii.
In Francia intanto non mancavano humori torbidi, e rifeligni , che
davano fegno al dì fuora di fecreto veleno , ogni qualunque volta chi co-
fiituito da Dio ìw qualità di fupremo Medico , accorfo non fofle con pronto
oTmonHhec'^Jr! ^^''^edio alla fcgregazionc della parte infetta per mantenere illibata la pu-
revano in q'^iiefta riti dcUa fsua . Nella Borgogua paricnence fi difcorreva impunemente di
nefimo^ ^^""'^* uua dubiofa validità delle Sacre Indulgenze, ài fofpetta autorità delle fu-
preme Chiavi della Chiefa, edituttiociò, che offendere, e rinverfarpo-
tevail bel filtema dell'antichità, e il verace Oracolo di Chrifto . Infurfe
il Pontefice Niccolò con pronta, e publica difefa alla machinata oflefa dell'
inimico, e prevedendo ò dalla ignoranza , ò dallamaliziadique'mal con-
cila. j.f;-,)?.M<r. flgiiatiTheologaflri qualche nuovo germoglio di herefie, [e] Tafioralis
'^"^''^^' nosimpeUitEcclefiadebitumy così egli fcriflb ai due Vefcovi Giovanni di
I Fettera Pnntifi ^hialou , & Autonio di Siou , & quotidiana omnium Ecclejtarum nos angit
cùa èontroeflV, follicitudo , Ut pYO confutandis fuperftitiofts Catholica B^ligiom contrarli s
erroribus ^poftolicx cur<x partes ferventms impendamus. Sane, ficut tntel-
leximuSi in nonnullis Burgundi^ partibus plerique faculares , & regulares
Tresbyterivelex imperitia, fiveinadvertentia^ aut Imgm lapfu ^ etiamnon-
nunquamm fermonibus publicisad populum i ac collationibus , & difputatio-
nibus utrimque, & bine inde habitiSj aliqua piarurn aurium offenjiva, &
quiC omninò Catholiae fidei , & illius articulis , ac fanBorum Vatrum , ó*
Catholicorum Do6ìorum traditwnibus conformia non junt, c^ prafertim in-
dulgentiarum , & remijjionum peccaminum , nec non clavium Ecclefi^e , &
Sacramenti parnitentiae materias concernentia affirmarunt , dogmatf^arunt ,
0" prxdicarunt , imde ibi grafia fcandaU fucceferunt , & nifi ^poJiolic£
provi fionis remedio jalubriter provideatur , inter fideks , ac vulgares , &■
p&puUres partiiifn illarum poterunt b/irefes , & errores varii periculofiùs
puliMlare,
Capitolo VII. 1^3 Niccolò
Ts^Of itaque, prout ex fufcepta fervitutis aflri&i cenfemur officio , tam ^ *
dtfpendiojìs ulterioribus illarum progrefjìbus felkiter obviarc cupientes , ad
vos, quos T^elus comedit: animarum, & in [aera pagina ejiis Magiftrij ac
pr£mìflorum , nec non aliorum ejufdem fidei articulorum veram notìtiam,
(jr claram informationem obtinetis , direximus oculos noftra mentis , frat^r-
nitatibus vefiris per ^poflolica [cripta mandantes, & mrcmiffionempccca-
minum vejirorum injangentes, quatenus vos (intuì, vel alter ■pejlrum in[o-
lidurriy focato fidei Inqmfttore , prout idutiliàs fieri po[fecomperietis, &tam
publicè i quàm private, prout id etiam congruere , &• magis opportunum[ore
pro[pexeritis , pnedicandi officittm , ó* evangeli7;andi mintfierium pncdiSlo-
ruìn, & quorumcumque aliorum plenaria extirpaùione devote a[sunìatis, &
reverenter acceptetis , ac fidelibus ipjis in ei[dem partibus in Ecclefìis , cir
locis , quibus convenientiùs fieri poffit, veritatem , (jr [anas San^lorumTa-
trum , & Doóiorum opinione! , ac traditiones , prout Sacrojan^a I{omana
Ecclefia tenet, credit, & fervat, proponatis , doceatis , publicetis, dogma-
tf^^etis, & prjedi cetis , faciatifque , difponatis , ordinetis , & exequamini ,
prout ipfius fidei corroborationi , ac di6iorum fideltum [aiuti vobis vifum
fuerit opportunum: [uper quibus omnibus , & fìngulis vobis plenum , acli-
beram concedimus, tenore pr/2[entium, facultatem , Così il Pontefice. Con ^j^^^ operazioni
riftelTofpinto di fanto zelo egli ordinò [a] all'Arcivefcovo di Milano, che liquefto dc?']'f-
conogni feveritd di giudizio reftringelfe nelle carceri, difcuteiie coi prò- condro ai^Heretu
ceffi, e caftigaffeco'tormenti il recidivo [b] Heretico Amedeo, che faifi- tki,
fìcate alciinebolle Pontificie , fervivafì di elTe per authenticateftimonianza d/tfi'/" yS-
deTiioihereticaliinfcgnamenti; & àSan Giovanni ài Capilìrano , ch'era j-j?. . .^ ,.
allora l'Apoftolo dell' [e] Europa e contro i Turchi, e contro gliHeretici, \l{th^iv.\'r!fine,
qnefta lettera egli fcrilfe in vituperio- della Tempre ripullulante fetta de' /"'5- '5'-
Fraticelli, [d'I Cum, (ìcutex fide dignarelationeplurimorumnobisdi[pltcen- r^adfihnoftl'emt'
ter innotuit , in pleri[fne mundi partibus qu^edam [e6ia h^reticorum nefan- yior.Hiftorichecon-
da, qu£ Fraticellorum della Opinione nuncupatur , operante [atorc 7^170.- TontMc7uftlni.
ni£, proh dolori eruperit, qud pejliferum virus evomens [implices animus d lìI:ì^-. pag.17.
[uis tendiculis, &" palliatis coloribus [ub prMextu [imulata [an5iitatis illa- t Aia kt'tera'con.
queando decìpit , illas ^eterno [atagem igni tranjmittcre conjumendas , .... troii Fraticelli ,
[perantes , quòd tu , qitem , ficut tam magijira experientia , quàm etiam
icfiimonio fide dignOrum acceptmus , con[iantia fidei , religionis \elo, vits
munditia, & aliis multiplicinm virtiitum mentis illu[tratum ^Ittfjimus in-
[ignivit, per tua prudenti^ , & [olicitudinis fludium, labem huju[modi ex- e fucccdb degli
turpare , & OrthodoX£ fidei palmites tran[plantare conaberis . Cosi egli . Am jdiitì .
Ma in Roma gli convenne con maggior pericolo , fé ben con minor tempo,
reprimere, & affatto eli: irpare la fempre anch'effa rinafcente Herefia degli
Arnaldifti . Nedefcrive elegantemente il fattol'ingegnofo Enea Silvio Plc-
colomini col dolce flilediqnelto degno racconto, [e] Stephanus [{omanus c^n.SyivjnCoC-
familiaVorcaria, tenui cen[u eque s, resnovas [ape inUrbemolitus, ac prò- mogra'phia de e».
pterea Bononiam relegatus , clam inde excedens magnis itineribus ì^omam '^''^''' ^^'
rediit , convocati[cjue mox amicis mentem [uam expo[uit , turpe e[ìe ditli-
tansy eamUi'bem, qu^totum fibi [iib]eceritorbem , nunc Sacerdotum imperio
[ubjacere, quos rc£ìÌHS faminas , quàm viros quifique appellaverit , venifie
P'iratumpatriiejugumexcutere, rem [a6Ìu[acilem , fivirifiucrint; l-^ljcolaum
Tontificem celebri Epiphaniarum die iti cede Beati Tauli Sacra faUurum,
band magno negotio comprebendi pojje, populum libertatis amore , qn^mpro-
L 2, da-
Niccolò j^^ Secolo XV. ^
^* clamavi audjerit , mox opem audientibus daturum . ^Ad colligandum antera
Traftilem catenam auream fecum attulit à fé jampridem paratam , quam
congregatis ojlendit; ncque enimmox occidendumTrafulemex ufueffedkebat,
fedobjervandum, donec arcem Sanali angeli per eum recuperarent . ^ique,
nt erat homo facmdus , facile in fuam fententiam congregato! traxit , atqiic eò
facìliìis, quòdinopeS) are alieno gravatos , & ab patrata federa judicmmfor-
midantes ad fevaca-perat y qmbusnihileratin pace fperandum. Sed pnefenftt
inftdias "ì^colaus , mifjifque militibus comprebendi hominem juffit , Illi eum
jam animo fra£Ìum , & apud fororem in arca latentem invenerunt : compli-
ce seìus in domo, qua convenerant , expugnatiycaptique [unt , è qmbusunus Ba-
ptiJìaSciarra, manu promptus , & animo intrepido per medìasTontificisco-
hortes-pìam gladio fwi aperiens ejjugit : Stephauus in^rceSan5ii^Angeli , alti
in Capitolio fujpenfi wtam finiere , atque ita Vontifex Maximus ingenti pericu-
a unmvui 24a. loUberatus B^manxScdis dignitatem imperiumque fervavit; e foggiiinge un*
«/f.'«^?» i//>« M- altro Autore , [a] che f'ulie in fogno prenunziato al Pontefice un cotanto
ecceflb, allorquando ei I{pma m cubiculo fuo dormitami , Stephanus "Por-
carius civis B^manus , quicum aliquibus aliis nefariis hominibus , ac perditi!
ftcariis crudeliter in caput fuum ad necem conjuraverat , baculum quendam
dextramanutenens apparuit, atque eo baculo brachium fuum ita percutere
yidcbatur , ut nuUatenus Uderet : quod id ipfumy quale for et, dete6Ìapaulò
pòficonjuratione, & confpiratoribus captis, ac ultimo, ut merebantur, fup-
Nu ^.^ ^^^f^plicioaffe£Ìis, inlucemvenit.
opTraxion'i^^'Vi Né con iTiinor forza ài coftante condotta maneggiò Niccolò Quinto
conilo \°^Min\. ^^ ^^ufa dì DÌO ucl Rcgno della Boflìna , dove infuriando , come rifurto dal-
^^hei'^dcila ioli'- le ccueri degli Albigenfi , il Manicheifmo, egli ferviffi per opprimerlo della
b^ N!c V tpijì i iz più potente oppofizione delle armi . Prima il Santo Pontefice con efficaci
f^s-'yi'* ' promede [b] animò il Rè Stefano Tommafo à flar faldo nella profeffata
Religione Cattolica , & à Pietro Vaivoda , e Padrone di alcuni Cartelli polii
nel confine della Bofllna , trafmefle infigni privilegii d'Indulgenze , e di efen-
zioni, acciò egli manteneffeneTuoifudditi la purità della Fede contro gli
errori de'Manichei, chehavevano ormai pervertita con la predicazione
cii,d.pag.6s. (^e'ioro errori quella Chriftiana Provincia; [e] Inter Hareticos conjUtutus,
^ 6 fcnfl'egl'il Pontefice , Tu folus Catholicus inter Trincipes I{egni Bofna fan-
& aV '&tbfz'^, ^am fidem Catholicam illibatam fervajìi; e colà egli inviò [d] replicata-
fpi^^-<-«r.pas.97.& niente fuo Legato Tommafo Vefcovo di Fara , e poi il Vefcovo di Coftan-
.2 •/"'5.J . za con ampia poteftà di armar Cittadini, di convocar milizie, e di aflal-
tar le terre degli Heretici con il fulmine previo di horribiliflìme cenfure.
Ma li Bofllnefi Manichei contro le armi de'Cattolici collegatifi coTurchi,
lì chiamarono quel male, che ancor'oggi fopportano, e che li ha ridotti
in quella ultima infelicità , ch'eifi flefli Ci procacciarono con la Herefia,
e ^«.i4<;j. foggiogatidaque' [e] medefimi, ch'eglino havevano implorato perfoc-
corlo.
Grecia foggioga- E parvc allora» che Dio irritato in una Provincia dall'Herefia* enell*
laHeSr.^' ^"^ altra dallo Scifma, fcorre.Te vindicatore col flagello in mano tutte le Pro-
vincie della Grecia, fottomettendole tutte fenza diftinzione alla tirannia
fw4».i45j. de'Turchi, che foggiogara [f] Codantinopoli aprirono al Chriitianefimo
queirinfaulloProicenio di calamitofi avvenimenti, che pur prefentemente
ancora ingombrano l'anin-o di tutte le popolazioni dell'Occidente, altre
oppreffe dalla fchiavitiì delle loro armi, altre dall'agitazione del loro fpa-
vento .
Capitolo VII. iS^ Niccolò
vento . Effetti tutti della Greca oftinazione , con cui eglino non ancora, per ^ •
così dire, giunti da Fiorenza àCoftantinopoli, come fé la Fede loro fofie
iifanzade'Paefi, e nonanima de'cuori, poftergata la confelTione Latina
contanta laude profeiì'ata nel Concilio Fiorentino, ritornarono al vomito
de'iorocfecrandi errori i ondediemhebbeàfcrivere Gennadio, [a]Latm %TTn'Ì'ra7'Td
Griscos diligebant i & optabant cum eis uniri ; Oraci vero ex eo tempore , & Gr<ec».
bue ufque non de fmunt omnem laptdem adverfitsLatinos movere i &fanda, &
nefanda contra ipfos evomere : ncque Dei timor , neqiie diuturna confenfioy ncque
SynodusOecumenica y nequevernasipfapotuit illos pcrjuadere, ut ad bonam
frugem converterentur . Così egli . É ben cent anni prima predifle Dio i. bi"s,v?;r«rm/.
Santa Brigida la defoiazione totale del loro Imperio : [b] Gracif qui fciunt, /.7.C.19. ' '" ' '
dicefi in nome di Giesiì Chrifto nelle rivelazioni di quella Santa , quòd
omnes Chrifiianos tenere oport et unam tantum fidem Chrijìianam Catholicatn,
&uni tantum fubejfe Ecclefia , fciltcet B^matKe , unumque folum Vtcarium
meum generalem in mundo , videlicet B^manum Smnmum Tuntifìcem fupra
fé fpiritualem habere Tajiorem , & tamen nolmt fé eidem Ecdefia I{omana,
C^ Sicario meo fptritualtter fubjugare , propter eorum pertinacem fuper-
biam , & propter aliquod aliud , quod ad mundum pertinet , indigni funi
pofl mortem , ventam 4 we, c5" mifericordiam obtinere Sciant etiam
Crxciy quòd eorum imperium, & regna five dominia^ nunquam ftabunt fé-
cura» neque in pace tranquilla, fed inimicis fuis femper fubjc&i erunt ,
à qutbus femper fufiinebunt gravifima damna y & miferiasdinturnas, donec
ipjt cum vera humilitate , dr charitate Ecclefìid , ^ fidd B^omana fc devote
fubjecerint , ejufdem Ecclefìafacris conjlitutionibus , eir rittbusfe totaliter con-
formando . Così la Rivelazione , della quale dottamente foggiunge il Sande-
ro, [e] Quamrevelationemverèdtvinamextitiffe, exeojcimus , quèditares lfi"j;/,-Jf/l[;^'f'
fune futuras pradixity ut eas evenijfe nunc videmus; nam San6ia Birigitta
tnultis annis priàs mortua eft , quàm tota Cracorum F{efpubltca deleretur ,
futura vero predici non pofìunt, praterquam à Dei fpiritu y qui jolus futura
novit, velut is, qui & au£lor eft eorum, & cui jam nunc prafentia exi-
ftunt. Ma ciò, che ai Greci maggiormente aggrava il peccato , e la pena,
fi è, che dìjfipatt junt, nec [d] compunóìi. Cicche ancora durano nella d pm J4.
oflinazione dell'errore, e malamente perdendo V utile della calamità ,
benché miferi , eglino continuano ad eflere peflìmi j onde di loro dir fi può
ciò, che di altri difleSant' A goftino, [e] TerdidiftiFutilitatem calamitatisi ^ s ^^^ !„!=!; d,
miferifa^iieflify & peffmipermanfiftis . E qui ci convien'lafciare nel loro <^'w>.'>«-
fcifina, e nella loro fchiavitù li Greci, ha vendo noi à baftanza parlato iw
queftaHiftoriadeUoro peccato, & in altre noftre [/! opere della punizio- iyediieHc[ìretrì
ne di elfo * i.^ j r r y,„^,, driu w.«o-
Ma fé contro li Greci di Oriente ootentemente tonava Dio con le ar- f ' '"'^''* *^*''^"'
mide'Turchi, don paterna providenza contro gli Huflìu della Bohemia lrr7?k";f.
egh operava con la forza de miracoli . Li Comparati della Bohemia i ^VjS ""^*
pochi giovarono, perche in pochi fi reftringeva la volontà della emenda, e ' '
j più havevaiìo voluto più tolto dimoftrare di amar la concordia , che ài vo-
lerla. Onde il Regno era ancora divifo in fazioni, el'Heretica tanto fol
^^^^P'jvajeva, quanto fol non ha ve va forza di prevalere, abbattuta dalle
Tomo IF,
Niccolò j^^ Secolo XV.
*^* mi Tempre invano.-poiche oftinati gli Heretici nel preponimento delle loro
maffime, giunsero fin à fegno di sfidare il Cardinal Caravajal Legato Apo-
fìolico à publica dirputa , per renderfi eglino, ò vincitori , ò vinti , Tempre
Difputatrà gli formidabili ò per fuperiorità di vittoria, ò per incitamento di fdegno.M«l
ì?c"um'incoiarn confiifeli DÌO nel òcl principio del loro mal difegnato cimento nella con-
tffl^k&u\to, ° '" formiti medefima , con cui egli confiife li temerarii Architetti della Torre
ac«. II., diBabel, cioè con una mio va confiifione di lingua, chereftò [a] muta in
bocca , à chi fciogliere la voleva in contradizione , & onta della Fede . Ha-
vevanogliHuffiti fcelto il Rokifana per foftenitor della difput», come
Theologoil più infigne nella loro Accademia, Heretico più protervo nella
loro fetta, e millantatore più acclamato nella loro fazione, tanto per arte
del dire, quanto per mordacità del mal dire contro la Chiefa Romana.
ìolZÌtrTclr Theatro [b] della tenzone fu la gran fala del Collegio di Praga, eperve-
i'<j/'if««w/«j;?. nutoildì prefiflb, accorfc alla funzione tanto Popolo , quanto ne meri-
"'" • tava lo ftupendo miracolo , che opportunamente operò Dio in quella
grande occafione . Conciofiacofache alfiftendo il Cardinale al CongrefTo ,
e contro il Cardinale cominciar volendo ad argomentare il Rokifana, ed
in incominciamento del fuo dire principiando quefte parole , JEterni.Tatris
Verbum , elleno gli Ci intorzarono così tenacemente nella gola , che non po-
tendone alcun'altra proferire, e ftentatamente ripetendo una, due, e tré
volte le medefime voci , e non potendo mai profeguir il difcorfo, finalmente
ammutolì con tal horrore della udienza , che certamente fi farebb'ella
frettolofamente quindi partita come da luogo di terrore , fé Dio con nuovo
miracolo non havelTe incontanente animato il Caravajal àfubentrar elfo
prontamente nella profecuzione delle incominciate parole , ch'egli riprefc
ad una ad una, e da effe prefe pronto argomento di unalungaconcione in
dimoftrazione della verità Cattolica, in modo tale che convertendo Dio
in vantaggio della Fede quelle parole malamente difpofl:e dall'Heretico in
contradizione di effa , rimafero in quel giorno molti Heretici convertiti , e
e litm ibìi, tutti coaEifi alla novità di un tanto fucceifo. [e] Joames Cardinalis Car-
rapajal , raccontane l'Hifliorico l'avvenimento , à I{okifana h^reftarcha gen-
ti s in publicam de fide difputationem vocatus , ne diffidere in tanta expe&a-
tione Bimano dogmati videretur , affenfit: cumque ad diem di6lam in magno
B^gniconventuuterque fmflet, prior B^kifana ab bis -perbis difputationem or-
fus, videlìcet: interni Patris Verbum: offmdente flatim Deomalignuementi
tenebrasi progredì ultra non valuit , ac flatim obticuit . I{efumente iterum , ac
tenìò ex Longis femper intervallis idem orattonìs initium , iterum cca^ìus eji
obmutefcere. Cam -però fluperet jam confefittsomnis., prosuratorque obcon-
fu[tonem agre conftfleret , Uto vultu Joannes fìlentium ejus excipiensy idem-
que initium repetens, tantamemoria , fpirituque digerendo peregit reliqua ,
ut plerique divinum'Opus mirati 3 pofito errore , ad fanitatcm redierint , prò-
fnijjitmque divini Sahatoris manifefiè ^nitkerit , ajentis fidelibus fuis ,
Ego dabo vobis OS , &fapientiam, cui non poteruntrefiftere omnes ad-
verfarii velìri . Uunc exitum difputationis , & qui adfliterunt , narrave-
runt Japè, & ip fé J Cannes vereeundè admodum , ne e tam ad fuam, quàm
Deigloriamnobis mterrogantibusconfirmabat. Così egli. Rinovando Dio
nell'età prefente li Miracolifucceduti, e da noi [d] riferiti nelle antiche.
v.nor\'iiJ!m ì. Né quelli Eirono difpregievoli in qualità, ò pochi in numero . Conciofiacc-
t^g.6-j, Is^ch^ San Giovanni di Capiflrano mandato colà dal Pontefice per la con-
verfione
Capitolo Vii. i^r-j Niccolò
'Verfione di quelle genti , tanti ne operò , che parve à tempi noftri rifurta la ♦^•
condotta miracolofade'SantiApoftoli. ^nno falutis 1452., dice la gran
Ghronica di Fiandra , Frater Ordinìs Minorum Joannes de Capifirana Daflor
decretorum, DìfcipulusSandi Bernardini y à Domino ^poflolicomijjus adpra- aìui méracoiofi
dicandum i & convertendum Bohemos, defcendem per Thuringtam, S^xo- '■^^^^^'^l'^l'^^^j^
nianty Mifniamy & Moraviam cum gloria fìmili , & terra principibus ah denrf^/e"ca«o.
omni Clero, & populo cum crucibus , & vexìllis procejjìonaliter ei obviami- ''"•
bus, & Juftiim deduxit concìnentibus devote jufceptus , & in Ecclefum Fatti, edeniiiiu-
ftbi competentem fuit introdu^ius . Ijìe communiter ante prandium faU^ do- Q^f^^'^l^''' ^^
muncula in altum elevata y primo celebravity deinde duabus , aut tribus ho- ^^^
ris ibidem latine omni populo pradicavit, manibufque , & pedibus, ideji
gefiu , more Italico prmicata demonflravit . ^junt Erfordia fexaginta mil-
^liapopulijuxtaeìus afiimationem in fermone ejus tunc fuijjè, ubi omnesviri
inunolatere, <& mulieres in altero latere divifim fubftiterunt . Quem alius
ejufdem Ordinis DoUor continuò fubfecutus Theutonicè de verbo ad verbum
exprejjìt , quod ipfe priùs in latino pmdicavit , quod inde potuit , quia in
membrana feriem fermonis audiendo confcripfìt . Trandio autem fa6ìo omnes
Civitatisy & patri/è illius infirmi m forum convenientes in circulum conje-
derunt , (& ille fuperveniens cum fratribus fui Ordinis bene reformatis , re-
liquiisy quas fecum detulit , fmgulorum capita tangens y plurimos infirmo-
rum fanavit , quacumque infirmitate quifque detineretur , modo bonam fi-
dem recipiend<e fanitatis haberet : qua omnia Erfordia , VFymaria , in
J^uenbourch y &Hally ipfum profecuti , fieri confpeximusy & mirati fumu$i
quia nufquam talia in libris fin6Ìis unquam legimus, Lipfta fexaginta fup-
pofita univerfttatis illius y per caput mortuì in ambone fori populo demonjlra-
tum dicitur convertifìe y &eos Ordinis fui habitu ibidem in foro induifie , E
perche l'oftinàtoRokifana volle cimentare d difputa qiiefto gran Servo di
Dio ancora, màinluògononficuro, ond'egli ò dovelfe foccombere alla
morte, òisRiggire, comefaggiamentefeguì, l'invito, e per talcofaor-
gogliofo il Rokifana n'andalTe , come fé eflb havefle pofto in fuga l'Avver-
fario, il Santo infofferente dell'aggravio , che quindi provenir poteva alla
Religione, con publicomanifcfto refe palefe al Mondo la ói lui maligniti,
[^] e, OI\okìfanay diife, hommum infeliciffime , dicis tu me profugum , fé- ^^P">i CocUnm
duàoremy & anticbrifium y quinotus fum omnibus» 0 magnifici, & excel- ''^°*
lentes Barónes y cioè ò Bohemi, l{pkifana efi oculoftor toto populo Cbrt-
filano y ac omnibus univerfitatibus fiudiorum infrafcriptis , putat fé doBia-
rem, & oculofìorem , fcilicet B^ma yl^apolis y Senarum ,Terufti y Fiorenti^,
Ferrarla y Bononiay Tadua, Tapia , in quibus quidem per tot annorum curri-
cula rerbum Dei pr adicavi . Tu me profugum appellare non erubcfcisy (jr
fortikgum ? ^^t , cum cfjem altenigena , & facie tncognitus in Civitate Olo-
mucenfiy quodam die Dominico , jicut omnium fuit judicium, nofirispradi-
cationibus centum milita perfonarum tunc interfuerunt . 0 belluay <& lingua
viperea l tu me profugum pradicas y numquidab omnibus ^uflralibus , Olo-
mucenjtbusy Brunnenftbus , Znaymenftbus , magnificis domìnis de B^fts, Va-
tavienfihusy ì{atifponenfìbus , JEgrenfibus , ab Illufìriffimis Excellentiifmis
Trincipibus Dominò Ludovico Duce Bavaria , Domino Gilberto , Domino Joan-
fie Marcbionibus Brandeburgenfibus , atque ab lUufiriffimo , & Excellen-
tijjimo Trincipe Domino Federico Duce Saxonia , atque ab omnibus y & fin-
gulisOvttatibus eorundem Vrincipum, apud quos tranjitum feci , tanta cum
L 4 honori-
Niccolò j^g Secolo XV. '
*• hornvificentia fuifufceptusj quanta nemo B^ligiofus hac nojìra aitate habitus
ejiì Così egli,
i^adisiao Rè di N^fol per mezzo di Cardinali, Religiofi, e Santi volle confondere Dio
dcgDrqua!id,"e la oftinazione degli Hufllti , ma con le opere eziamdio di un tenero Gio-
^«"» vanetto, che tutto have va di grande, fuorchel'etd. Egli fu quefti il Cat-
tolico Ladislao, che in età di tredici anniaffunto al Regno di Bohemia ,
tìijfBo'h/mUc'f^' ^^ entrato in Praga, [a] nunquam H<ereticoruin Eccleftas , quamvis roga-
<ù- cacuT/UfiZ'. tus y intravìt, necSacriseorumìnterfuit: anzi [h] dicefi, che comandando
e'fù!'"' egli una volta, che fi preparafle un Sacerdote per la Mefla, e fubentrando
prontamente alla efecuzione del comando un Prete Muffita, il Rè avver-
tito nell'incominciamento di eifa , in piedi fi levaffe , e torto ordinafle , che
il temerario Prete incontanente da unaaltiffimarupefigettafle; e unaltr*
volta pafl'andogli proceilìonalmente avanti con il Sacramento in mano il
Rokifana, chelafacevadaArcivefcovodi Prag^, egli voltategli rifoluta-
mentelefpallej edchìdimoftrogli Tirreverenza dell'atto verfo l'auguftQ
n iòi<ì, Mifterio, francamente rifpondefie, [e] T^onmelatet, dìviniJfJìmumChri'
iit Corpus dìgnius e jjet quàm per me fatìs honoitanpojjìty nec mea reverentia
gloriam eìus auget y necque dehonejiatiodecus imminuit : verum mihi caveu-
dum , ne dum Chrifium honoro , facrilegum Tresbyterum I{gche'^anam popu-
larìbus approbaffe videary quorum plerumque mores ex Vrincipe pendent,
nec UH me Deum contempjifie putabunt , cu]hs facratijjìmum corpus Ca-
tholici Tresbyteri manu delatum [ummis fcmper honoribus profecutum vi-
iite. ' ** - Intanto venne i morte Niccolò Quinto , Pontefice di alto intendi-
mento, edivaftidifegni, d'infelice Pontificato, fé fi riguarda la prefa
fatta da'Turchi della Città, & Imperio di Coflantinopoh , ma di felicif-
fimo governo , fé fi confiderà l'abolizione dello fcifma dell'Antipapa Ame-
deo , che depofe a'fuoi piedi la falfa infegna del Papato , e reftituì durevole
la pace fin alla età prefente, e, come fperar dobbiamo , fin al fine del
mondo, alla Chiefa Romana. Invitaereffe Niccolò gran Torri, e fornì
digran difefe lo Stato di Roma, edin morte lafciò con la proj)ria bocca
un gran documento a'Pofieri, che per rendere immune il Pontificato Ro-
mano dalla infolenza degli Heretici , potentiffimo antemurale fi è la forza ,
laiìo'cóir/^of^ e l'armi, che forfè meglio giovano à tempi noliri contro i Ribelli della
Chiefa, che le cenfure medefime della Chiefa; poiché quefie fono fola-
mente formidabifi a chi le teme, quelle fempre formidabilmente fi temo-
no, e nonmaifidifpregiano. E beata Roma, e li Romani, s'eglino ha-
veiiero feguitato à premunirfi di armi , e di difefe in quegli ottanta anni ,
che fcorkro dal Pontificato di Niccolò Quinto fin à quello di Clemente
Settimo , che certamente eglino non haverebbono vilmente pianto , e tol-
lerato il crudo Sacco, che diedero li Tedefchi alla Città Metropoli del
Chrifiianefimo . Ecco le parole, che in morendo dille Niccolò Quinto a*
Cardinah prefenti nella fua Camera, degne da iiiferirfi, non tanto in ogni
carta della Ecdefiaftica Hilìoria, quanto m ogni cuore di quegli Eccls-
^M^Mtttniib. 3. (esilici , che porgono fossetto dì racconto alla facra Hifioria , [ cf ] ^uditCi
inDibiiot.vaùc.fi- aiiduey Vcnerabtles FratreSy rationes y caajajquey qiias veneratioms vejtvas
gn.n.20's,6, fcircy atque inieiUgire -pohimus , I{pwana namque Ec^lefìa au^aritatem
tnaxiìnamy & fummame(ÌSy ii foliintcliigmt, quiorìgmem.y & incrementa
fua ex Literarum co^mtione perceperunt i c^eferomm yerò cunCiorum papula-
'' rum
Capitolo VII. 169 Nicco/Ò
rum turba , Uneramm ignara , penitufque expertes , ^uàtnvis do6lis , & ^ '
truditis viris affentiri ìfidearttur , nifi tamen egregiis quibufdam -pifìs
moveantur , profeSiò ilio, omnis eorum ajjentio debdìbusy & imbeallis futi-
damentis innixa , diuturnitate temporis ita paulatim elabitur , ut pie-
rumque ad nihilum recidat, ^tn^rò cum Illa vulgaris opinio , DoBorum
hominum relationibus fundata , magnis adìficiis , perpetuis quodamìnodo
monumentisy ac teftimoniispenè fempiternis, quafi d Deo fabricatis ^ indies
ufque adeo corroboratur , & confirmatur, ut in viros pojìeriores illarum ad-
mirabilium conflru6lionum confpeBuros continuò traducatur , atque per hunc
modum confervatur , & augetur , atquc ftc conferi>ata , & autla, admira-
bili quadam devotione colitnr , *Ad hanc Chrifitanorum populorum erga ]\p-
manam Ecclefìam , & Sedem »Apofiolicam devotionem tutx quiedam habita-
toribus ipfts y ac terribile s inimicis oppidorumi Urbiumque munitiones acce-
dunt , quie nimtrum per has magnorum £dificiorurn confiru6liones adverfus
extcrnos hoftes , ac domejìicos novarum rerum cuptdos , quotidiè diripiendi
gratta confpirantes , & in grave Ecclefiafticorum , & Ecclejiarum damnum
infurgentes , munitiores redduntur . Quocirca nos , (jr Gualdi i ut à nobis . i/^
incipiamus, & tAffìfìiy & Fabrìani, & in utraque Civitate Caftellmay &
J^rniiey & Vrbeveteri y Spoletiy & Viterbii , & multis aliis Eccleft<& no- ' 'C;
ftra locis , plura peregregia ad certuni quemdam , (jr exprejjum utriufque
devotionis > munitionifque e^edlum adijicia condidimus , atque eifdem caufis
abundantiùs y -pebementiìifque addugli multa. , & quidem (tngnlaria , hic in
Urbe opera non immcritò incboavimuSy quanto enim h^ec tAlmaUrbs cateris
omnibus major y & dignior habetury quantòque ampiiori cunBorum Chri/iia- ''
noritm populorum devotione magis cekbratur , <(^ colitur y tanca profcCìòeam
aliis omnibus ornatiorem , acque mimìtiorem fare oportere cenfebamus , pr<e- ■ -
fertim cuminperpetuamSummorumTontifìcum fedemy atque aternum Tonti-
fici£ San£litatis habitaculum ab omnipotenti Deo conflitutam fuijjenon igno- -,iw
raremus'. proinde Urbis mania pluribus bine inde locis collapfa , c^ confra-
gofa reparavimus , multijque Turribus circumquaque munivimus , ac novd
mfuper cum crebrls propMgnacidis abfohimus. Qjtadraginta pnetsrea fannia- ":
rum Stationum Baftlicas à Gregorio Magno Trtedecefiore nojiro ab origine %
inftitutas y pene ad ultimam abfolutionem reformavimus , atque ad extremuni
hoc Talatium * in quo nuncfumus , idoneum fummorum Tontifieum domicilium^
& hoc Sacrofan&um Tetri ^ApofiolorumTrincipis templimi buie no^r<£ domui " _
contiguum cum magno y ac novo vico adjacente y prò digna quadam, & fé cura
cum Capitisy tum omnium membrorum, & totius Curidshabitatione jampri-
dem edificare y & reformare inehoavìmus: qucs quidem opera antea ut vide- ' .—
tis incoeptay nifi morsa tergo inopinata pervenifiety Omnipotentis Dei gratia,
& SS.^pojiolorumTetriy &Tauli au6loritate y & potefiate adjuti y quando
ea boni gratta agebamus , nfque perduxijjemtts i qu ce quidem fi , ut cupieba-
musy expleta fuiffent y autfty ut inftifueramus y ullo unquam tempore m po^
fterum ahfohentur , profetò Succefìores noftri majori quadam Chrifiianorurri
omnium populorum veneratione adorarentur , atque tute , & fecurè intra
Urbem commorantes , impias , & confuetas , & externorum hofiium , & do-
nteflicorum quoque intmìeorum perfecutiones , faciliàs evitarent . Quibus
quidem nos caufis non ambitione y non pompa, non inani gloria , non fama,
non diuturniori nominis noflri propagatione , fed majori quadam Bimana Ec'
dcfi^ au£loritatej & ampiiori Scdis Upoftoliac apud cmdos Chrijìianos pò- '
pulos
Niccolò jn^ Secolo XV?
^' pttlos dimtate i ac certiorì ufltatarum perfecutìonumerìtatiotfe , tdta, tanta-
que adipe ia mente, & animo comeperamus&c.
Hasquidcm, &veteres, &Yccentes perfecutlones Romani Tontifìcei nullo
unquam exiflimamus , & credimus , tempore pertuli^ent , fi novis , & ìnexpH-
gnabilibus munitionibus fefe , prafertim intra Urbem, protextjfent; nuriquam.
enim, neque interni hojìes, ncque domejìici inimici, quamquam novarum re*
rum cupidi, ufque adeotemerarii, infaniquefuifient, ut ea cum pefieulo capi-
ti! fui aggrederentur, qux optatosydeftgnatofqueeffeóìusnequaquamfortiripoffe
-pidebantur. At vero fi temeraria audacia alUBi, & cacacupiditaté raptatifé-
ciffent, profeUòconatus fui ad nihilum r ecidi ff ent , ac per hunc ffiodum futi,
Quieti, ac fecurt in continua Sedis ^poftolica tranquillitate cummàìcifna au-
Sioritate , cumfummapoteflate , cum immenfa denìque dignitàte jempet refedif-
fent. Quocirca, ut de hac adijicatione a principali proposto parumper digre-
dientes alìquem certum , & folidumfru&Hm capiamus, Fenerattones vejìras in
Domino exhortamur , quatenuspradi5ia confiru6iionum nojirarum opera inchoa-
ta profequi , ac perficere velint , ut Succefiores noftri externorum tumultuum , do-
mejiicarumque perjecutionum penitus , omnmoque expertesgregem Dominìcum ,
fibi ab Ommpotenti Deo commiffum , tanquam veri animarum pajìores , àiligen-
ttàs, atqueliberiùs , falubribus cibariis alere, ac per hunc modum aditum in
tfiamfalutis atern^ traducere poffint , & valeant .
Sacrofan&am ^omanam Ecclefiam , quam mutilatam , (fcilicetob fchìfma
Jimedei ) frequcntibus beliis , aliquot oppidis apprimè dtminutam, atque are
infuper alieno admoditm opprefiamjufcepimus , divina omnipotentis Dei gratta
itartfarcivimus, itareformapimus, ita denique corroboravimus , m&fchif-
mat a penitus, & omnino aboleremus , & oppida, urbefque fuasanteabellicis
fremitibus amiffas, ac deperditas , per pacem , & tranquillitdtem réciiperaremus,
&fedatis bine inde beliis , atque ita deletis , ut nulLum prorfus vefiigium , nequis
inagroEeclefìaJìico, neque in tota Italia ufque apparerei , non modo dfuo are
alieno liberar emus , fcdpluribus etiam pretio forum rerum formis cum margari-
tis, gemmis, & aliis hujufmodi nobilibus lapillis , tum quoque adificiis , &
libris , & auUis infuper , actapetibus, ^plerifque pratereavajìs partimar-
genteis, partimaureis, CT demum omnibus Ecclefiajitcorum indumentorum gè-
neribus ad cultum divinum vel maxime pertinentibus ditifjìmam, ac opulen-
tifjimamredderemus , atque hac omnia pluraque alta divitiarum , &ga':^arum
genera, nonexavaritia, non ex fimonia , nonexlargitionibus, non ex parfimo-
nia , cum nulla liberalitatis , nulla magnificentia genera partim crebris plurimi
munitionum adificationibus , partim frequentibus miiltorum librorum empti&-
nibHs , continuifque codicnm Latinorum , & Gracorum tranfcriptiombus , par-
tim plerifque erga eruditos , & do5Ios viros ajfiduis donationiùus , intentata ,
inexpertaque reliquerimus , fed ex divina dumtaxat benignijjimi Creatoris gra-
tia , ac ex pace Eecleftafìica , perpetuaqite Vontificatus noftri iranqHillitate pra--
venifienondubitamus , Così egli»
C A-
Callisto^
III.
CAPITOLO Vili
Callido Terzo Spagnuolo , creato Pontefice
li 8. Aprile 1455.
Cojlan^a di Callijloper la immunità Eccleftafiica . AnnotAzia-
ne di egr egli fatti di alcuni Cardinali . Canoni contro i Con-
cuhinarii . Adorte del Viftgnani Heretico , e con^verfionc
; del P cappio, ^alità , O" herefia di Giorgio Podiehrazja
^ di "Bohemia, & affari degli Heretici Hujjìti di quel :^'
gno . Doglianze de* Teaefchi contro il Papa , e rifpofle ad effe .
Diploma Pontificio contro alcuni Her etici in Italia .
Allifto [a ] Terzo fuit Fir magna ìujli>i£ , & aquitatis , a s.^nunv,.^.ri
e difenlore acerrimo della Ecclefiaftica immunità; onde ""'."• ^-v- m. '«»
di lui leggeri, con Apoftolico zelo [b] refiftefle (em-b7i'dc\ajn.^nr,.
pre alk novità del Clero di Germania , che millantava '4JJ.».j7.,<ì^A?.
privilegii , & incitava 1' animo del Rè Federico Terzo
de' Romani contro la Sede Romana in foftenimcnto del-
le pretenzioni Imperiali. Ma per bocca del Pontefice rifpofe chi fcriffe,
[e] 'Hon ejie è re Cafaris , Romani Tontifkìs au£lomatem reprimere , ut e <y£n. sìMm
popnligratia iniretur , qu^ fiii natura inconjiamiffma efl: necmultitudinire- Zm,^t''ntp"l'n'''
linquendashabenas.,qtiamnofìetT?rmcipatibus inimicami inter Trincipes ali- *"""'"'" " *
quando amicitiam invcniri, inter plebcm, & B^gem odium immortale : Va- zelo dei Pontefi-
pamlmperatoris , & Jmperatorem Tap£ auxilio indigere : ftultum efìe UH no- f "zion•,Tn^uftè
cercy cuJHsexpe£lc5 0pem: cum Tontificatmnov^isinitur, tunc Romani Tr^- '^eul°conefmf e.
fulisgratiambcnefìciisemerendam. "*'^ •
Ma il principio di qiiefto Pontificato, che fi refe famofoper la oppo- ^ortc dimoili
fizione accennata , fùancoraalMondoinfaufto per la morte, chefiiccelTe ^''"^'' e
diS. Gio: Capiftrano, che reduJÀt adunitatem Ecclefia B^man^ quafìfex- ^°^° degne vir.
decim mille H^reticosHuffitas, [d] di S. Vincenzo Ferrerio, diS. Lorenzo dvir^H.-.^usto 6.
Giuftiniano, e del Cardinal Giacomo di PortogaUo, Martire di cailità, <^»n.i^ì^.n.^.
del quale dicefi , [ e ] che m ipfo juventutis flore , exfeminis copia pblegmone e Vr- «» '4,-^.
correptus obiit ; onde di lui fii chi fcrifle , [ f] Cum omnis libidinis expers ejTet »«'". 7 1.
& ingraviijimum morbum mcidifiet, à quo liberari pofie Medici dicebant , fi T^SlZrtlaLge.
Toemmx accederei', magno animo , & majoripuritaterefpondit j Maliefemo- '""'■''! ^^'">^^^
ri, cjuàmpollui. Obiit Fiorenti^ , & ibi fepelitur honorificcntijjimèin ade'^i^tQzÀSSt^*
S. Mmiatis . Così egli del Cardinal Giacomo di Portogallo , alle cui eccelfe
landi giuitamente fi può ammettere l' altro gran lume della Chiefa , che pur
mori fotto il Pontificato di Callifto, il Cardinal Domenico Capranica, il g p,^^,-,, ,-„ ^,v^
.quale [^J Foeminam nullam Domum fuam ingrediefl pajìus, ftve eae aliena y m.s.c^trd.F.rm^
fipe conJHna^ aliqua c9gnatione ejjent: quòdft forte aliqua fua opera indige^ ^^^;»">''i^-pra.
Callisto ^rj^. Secolo XF.
•*•*■*• re, aut conjun&amm ullam ad fé venire fontigipct , in veflìbulum domus
defcendens, aut propinquam adem , illam audiebat, dimittebatque . Così il
Poggio nella vita di lui. Né in Francia conminor fortezza di zelo opera-
vafi contro quelle Reliquie di Nicolaitirecenziori, che ancor ripullulavano
e milito i4yy. alla infezzione, e danno del Chriftianefimo . Conciofiacofache [a] rinvienti
fofls"co'I)'?ro'fNl^^ celebrato un gran Concilio in SoilfonsdaGiorArcivefcovodiRhems, in
co!aitr"rcTcnzio cui da hombili ccufurc ,e terribilifllme pene vengono diftintamente colpiti
ri , e fuo caoone » j j coucubinarii, cou prccife annotazioni , e per il rinvenimento del loro pec-
cato, e per la vigilanza della loro emenda» e per tutto ciò , che render può
confiderabileilzelo in quella età della Chiefa, e de* Padri di pj-ancia. E
come eh' è ponderatiffimo il Canone , diligentiflimo T efame , e di fomma
rifleflione il f^tto , ci giova riferirne ij tenpre , di cui non farà men necefla-
b Mmc synodum ria, che Utile al Lctcore la contezza: \^b'\„ Inruperniandamus>^'^^«7;>o«o
rcfert 7,.,yn. ann. ^^ quc' V advì , &c à\Ìimà.h ^xxQÌ^nxwxs y decretumperEccieliamGallicanam
Wbuvaìficiiunl'. ,3 Bitutis acccptatum , intitulatum , de Concubinariis, per tot^m Rhemen-
„ fem Provinciam ab onginibus quibufcumque, etiam fi Epifcopalis dignita-
„ tis , aut alterius prcEeminentig: exiftant , inconcufsè , & inviolabiliter ob-
j, fervati i cujus quidem decreti tenorfequitur: Qiiicumque Clericus cu-
„ jufcumqueconditionis, ftatus, Religionis, dignitatis , etiam fi Pontifì-
j, calis, vel altenus pr^miiientisE exiftat, qui poft hujus Conftitutionis
„ notitiam, quam habere prasfumatur poftduos menles poft publicatio-
„ nein ejufdem in Ecclefiis Cathedralibus, quamfacere omninp tenean-
,, turipfi DicEcefani ,poi^quam eadem Conlhtutio ad earum notjtiam per-
3, venentjfueritpublicus Concubinarius , àpercepticftie fruduum omnium
5, beneficiorum fuor um trium menfmm fpatio fit ipfo fado fufpenfus , quos
„ fuus fuperior in fabricam , velaliam evidentem Ecclefiarum utilitatem,
„ exquibushifruduspercipiuntur, convertati necnon & hu)ufmodipu-
3, blicum Coiìcubinarium , ut primiìmelfeinnotuerit, mox fuusfuperioc
„ monereteneatur, & fi non dimiferit , veldimifl'am, aut aliam publicani
„ refumpferit, jubeth^cSandaSynodus, ut ipfum fuis beneficiis omni-
,, bus omuinò privet , & iiihilominus hi publici Concubinarii ufquequò
„ cum eis per fuos fuperiores poft ipfarumConcubinarumdimiflìonem,
„ manifeftamque vitx emendationem fuerit difpenfatum» ad fufceptionem
„ quorumcumque bonorum , dignitatum , beneficiorum , vel oflìciorum
„ fintinhabiles; qui, fi poft difpenfationem recidivo vomitu ad publicum
concubinatum redierint , fine fpe alicujus difpenfationis ad prsedida
prorfus inhabiles exiftant . Quòd ii hi ,* ad quos talium corredio pertine-
ret , eos , ut prsedidum eft > punire neglexerint , eorum fuperiores tam in
5, ipfosde eorum negledu , quàm in illos prò concubmatu modis omni-
bus dignapunitioneanimadvertant. In Conciliis etiam Provincialibus,
& Synodalibus adverfus tales punire negligentes , vel de hoc crimine dif-
famatosi etiam per fufpcnfionem à coUatione beneficiorum, vel alia con-
dignapcenapro crimine procedatur . Et li hi , quorum deftitutio adSum-
mum Pontificem fpedat , per Concilia provincialia , aut fuos fuperiores
propter publicum concubinaciim reperiantur privatione digni, ftatim
3y cumproceffuinquifìtionisipii Summo Pontifici deferantur. Eadem di-
„ ligentia, &inquiiìcio, inquibufcuin^tieCapitulisGeneralibus, &Pro-
„ vmcialibusquoadfuos ferventur, poenisaliiscontra prardidos, &alios
^, non publicos concubinanos ftauitis in ilio robore pcrmanfuris .
Publi-
3>
»
Sì
»
ti
»
Capitolo Vili. 173 Callisto
Publici autemintelligendi funt non foliìm hi, quorum concubinatus ;, ^ ^ *•'
per fententiam , aut confeflìonem in j ure fadam , feu per rei e videntiam , . ,
qu^ nulla polfet tergiverfatione celari,notorius eft,fed fi qui mulierem de j,
ìncontinentia fiifpeftam, & infamatam tenet,per fuum fuperiorem admo-
nitus, ipfam cum erfedu non dimittit . Qui vero inconcubinarios pro-
cedere erubefcunt , patiendo eos in tali foeditate fordefcere , fub poena
maIedi(5tionis jeternse prsecipit , ne deinceps fub pafto , compofitione, aut
fpe alicujus qucTftus talia quovis modo tolerent, ac diilimulent j alio-
quin ultra prxmiffamnegligentia^pcenamduplum ejus, quod propterea „
acceperint, reftituereadpiosufusomninoteneantur, &compellantur. ,,
Ipfas autem concubinas , feumulieres fufpeéìas Traviati modis omnibus „
curent d fuis fubditis , etiamperbrachiifarcularis auxilium, fi opus fue- j,
rit, penitùs arcere : quòd etiam in tali concublnatu procreatos fiiiós j>
apudfuos Patres cohabitare non permittant . „
Injungitprsterea omnibus féecularibus viris, etiamfi regali pra;fulgeant j,
dignitate, neullumqualecumqueinferant impedimentuni , quocumque „
qu^fito colore, PrjElatis, qui ratione oflicii fui adverfus fuos fubditos „
prohujufmodi concubinatu procedant: &cum omne fornicationiscri- j,
menlege divina prohibicumfit, & fub poena peccati mortalis neceffariò iy
evitandum, monetomneslaicosjtamuxoratos, qudmfolutosj ut fimi- >,
literà concubinatu àbflineant. Nimisenimreprehenfibilisefì:, quiuxo- j,
remhabec, &admulieremalienamaccedit.Qiiiveròiblutuse{t,fi con- „
tinerenolit, juxta Apoftoli Dodrinam ducat uxorem. Prohujufmodi „
autem divim obfervatione prjecepti hi, ad quos pertinet, tam falubri- „
busmonitis, quàmaliisCanonicisremeciiisomniihidio laborent. „
_ Etut nullusqiiamcumque prjefati Deuretipra^tenderepoHìtignoran- „
tiam,jubemushocdecretumper Dominos Epifcoposj ik tam Cathedra- j,
lium, quàmCoIIegiatarum Ècclefiarum, necnon Abbates, &ccEteros y,
jurifdidionem Ecclefiadicam habentcs , infra duos menfes , ì fine pra:fen- „
tis Concini numerandos, fuis fubditis intimati, & deinde in fingulisSy- «
nodis Dioecefanis , nec non generalibus quarumcumque Ècclefiarum „
Capitulis, etiam evocacis, ac bujufmodi fingulis fuppofitis earundem j,
alta , & intelligibili voce publicare : moneant infuper didi Domini Epi- „
fcopi, Capitula, Abbates, nec non jurifdidionemhabentesomnes, &: „
fingulos fuos fubditos concubinariosnotorios generaliter, quatenusin- „
fratriummenfiumfpatium, concubinas, feu mulieres fufpedas, &fa- „
matasabjiciant, &dimittant, nec dimifias, vel alias, fecum refumant „
fub poena perditionis fruduum omnium beneficiorum fuorum trium meu- „
fium fpatio ipfo fado . Et quoniam nonnulla Capitula Ècclefiarum ad fub- „
ditorum fuorum de hoc crimine dirfamatorum corredionem miniìs dili- ,i
genter hadenus comperimus proceififfe , unde prjedida in dies magis fo- ,*
ventur , & deterioribus adaugentur incrementis , in grave fcandalum Ec- „
clefiaftici flatus , &perditionemanimarum , prsecipimus, &mandamus „
omnibus, & fingulis Ècclefiarum Cathedralium, & Collegiatarum Ca- „
pitulis, &pr^fidentibus in eifdem fub pcenisip forum fufpenfionis adivi- „
nis, & aliis per fuos fuperiores arbitrandis, quatenus poft fupradido- „
rum triuuì menfium à tempore pr^milfa: monitionis generalis fpatium „
elapfum infra quindecim dies exinde proximè fequentes conrra fingu-
los fubditos fuos de hoc crimine difi^matos, qui proedidas concubinas
fua$
n
»
9»
Callisto j ry^ Secolo XV.
*-*'^* „ fiiasr cai iter, & cimi effedii , nondimiferint, procedantviajurisfpecia-
liter , & nominatim , ad declarandnm eos prxdiólam fiifpenfìonem tiru-
diiiim fpatio crium menfium incurrille , tiec non confequcnter ad iilterio-
respcenas jiixta tenorem Decreti ruprafcripti eifdern infligendas : & fi
„ hoc facete neglexerint , fuperiores eoriim procedant , ac cseteros Epilco-
„ pos , & alios qiiofcumqiie Ecclefiafticam junfdidionem habentes j qui in
« ejufdem criminis piinitionem negligentes invenientiir, fuperiores eoriim
,, punianturdenegligentia, & in defeda ipforum pcenas contta concubi-
« narios in fupradido Decreto pofitas cum omni diligentia realiter exe-
»i qiiantur . InjungimusprstereauniverfisEpifcopis, & aliis junfdidionem
„ Ecclefiafticam exercentibus , quateniis ad corredionem fornicatorum ,
„ & maxime adulterorumpublicorumintendant, &invigilent, proutani-
„ marumfaUitividerintexpedire, „ Così eglino.
« ^pttd'Kay». an. Mentre quefti Decreti Ci ftabilivano in Francia i [a] ftrozzofii con il
cit, «.74. cingolo dellafuavefte nelle carceri di Brefcia Antonio Vifignano Ateifta
Atheifmo, Here- piutofto, chc hcretico, il qualc negava la immortalità dell' anima , lare-
fi^> e morte del furrezioncde' morti , e tutti li Riti, e Sacramenti della Chiefa; einlnghil-
b Li»»e 1457. terra Reginaldo [ b ] Pekopio Vefcovo di Licelìer ritrattò li fuoi errori , co*
quali alla Herefia di Vvicclefffi era compiaciuto di aggiungerne una nuova ,
Herefia del Peko- chc fùil radete quattto Articoli dal Simbolo . L' Harspfeldio non ne enume-
P'" • ra precifamente il tenore nella notitia , eh' egli ci porge , di quefto fuccelfo
e lurpsfddiusin con le fegucnti patolc [ c ] ExEptfcopisneminemreperio, quifeyvtcckffianis
ki]i.vvic!i,ff.c.i6. bxreftbus hoc f<£culo implìcutt , printer B^ginaldum Tekppium Licejirenjem , qui
prater Vviccleffi dogmata , qmbus erat inetuus , quatuor articulos ex Sacro fan-
6I9 Symbolo [uftulit : fed/ubdu&is tandem meliùs rationibus coram ^rchiepìfco-
pò Cantuarierifiy & altisex Clero, crrores illosjuos agnovit, &deteflatu5 e/i,
& palam apud Dtvum Tantum Londmiillos revoc aviti qui Epifcopatu [polla-
,tusy prhatuspojieavixìt. Libri autem ejus , quibusdogmatiillafua afperfìt
tum Londini, tum in Oxonienft accademia Vulcano commijjìfunt. Così egli del
traviato , e poi ravveduto Ecclefiaftico .
Né con zelo inferiore a' fuoi gloriofi Antecefibri attefe Callifto alla con-
,verfione della Bohemia, né con efito inferiore aflecòndòprofperamente
Dio alla efpettazione del fuo zelo . Conciofiacofache ò volontariamente ,
ò equivocamente , ò fraudolentemente ,ò comunque andalTe la cofa,doppo
^ ^"^ -yyf'w la morte del Rè Ladislao, [d^^ poggiando al Regno Geòrgie Podiebrazio,
0^.^.72. Huomo doppio, e di quella Religione, che conducevafecondoi tempi all'
^'."^^confeiiìone intento dc'fuoi difegni, e^li per non diguftarfi gli Hufiìti, nèalienarfili
diebrazro Rè di Cattolici , moftrofli nel principio del fuo governo Heretico , e Cattolico ,
Bohemia. profeflando fecretamente un giuramento di Santa Fede, e moftrando pale-
mente ogni adherenza a Rokifana, & agli Huifiti. Mi quefta fteffa fua
confefiìone, fé utile non fu per l'anima fua, fu certamente gloriofa per la
Chiefa noftra , perche per elfa vennefi à comprendere , che la Herefia appa-
re horrida aimedefimi Heretici, ogni qualunque volta ella non venga ac-
compagnata da una eftrinfeca finzione , ò in qualche modo non comparif-
ca fotto la mafchera Cattolica . Ecco le parole del di lui giuramento , e Dio
voleffe, che havelfecorrifpofto il fatto air enunciato.
cW5Cf.vMf;«w.r. [e] In nomine Domini y Vatris fcilicet, &Filiit &
ftr^:!^!!:^:.' Spiritus sanai, ^men,
Priviteg.-B^m.Ec „ Ego Gcorgius clcdus Rgx B 3hemiar inproximocoronandiispromJC-.
Capitolo Vili, irj^ Calusto
to , fpondeo , polliceor , atque juro coram Deo , 3c Angelis ejiis in mani- „ i 1 1. ^
busPatrum&c.qiiòdab hinc, & inantea. & deiiiceps fìdelis , & obc- „
diens ero Sacrofandx Romana, &Catholic2E Ecclefia;, acSandiffìmo „
DominonoflroDominoCallifto divinaprovideiuia Papce III., ejufque „
Siiccefforibus canonicè intrantibiis , &eisobedientiam, & conformità- „
tem, morealioriimCatholicorLim, &ChriftianorumRegum, in unita- „
teOrthodoxarfidei, quamipfaSanda Romana Catholica, &Apofl:oli- „
ca Ecclefia conficetur , prjedicat , & tener , lideliter obfervabo, ipfamque „
CathoIic3m,&Orthodoxamfidemprotegere, tueri, & defendere volo „
totopoffe, populumque mihi fubjediam feciindùm prudenciam dDeo «
mihidatam ab omnibus erroribus, fedis, &hcerefibus, & ab aliisarti- „
culis, Sandse Romanie Ecclefia: , &FideiCatholicìecontrariis, revoca- „
re, & ad verx Catholic^ , &Orthodox£Efìdei obfervationem, ac obe- „
dicntiam, conformitatem , & unionem, acritum, cnltumque Sandx >,
Romana Ecclefia? reducere, &reftituerevoIo: &laborabo, daboque, „
&adhibeboomnem diligentiam, ut omnia prsefcriptacompleanturtoto „
meopofle, & conamine ad laudem, gloriam, & honorem Dei, & ad „
exaltationem Sand^e , &Catholicìefidei. Sic me Deus adjuvet, &haec „
Sanda Dei Evangelia manibusmeiscorporahtertada. Infìdemautem, „
&teftifnonium omnium ptcefcriptorum. Ego GeorgiuseledusRexprse- „
didus hìc infra figillum meumbona, & propria voluntate, & ex certa „
fcientia appendi mandavi. Così il giuramento del nuovo Rè Podiebra- „
zio. „
Nulladimeno , come che nella Bohemia fi operava con fraude dalla
parte degli Heretici, elfi nel medefimo tempo confeflavano con la voce
fuggezdone al Pontificato Romano,e potentemente poi lo calunniavano „
co 'fatti. Ma in poche parole rifpofe alle doglianze de' Bohemi l'ingegno-
fiflìmo Enea Silvio Cardinal Piccolomini [a] TSlpn magnum putamus , ft quis a ^n.sih.£pi/f.
detrahat Callixto , cum Magiflro ejus , fciamus , detra6ium fmjje Chrifto, ^J^-
E le doglianze in quattro capi elleno fi reftringevano , cioè Decreta Conctlti Doglianze de'Te-
Bafileenfis infringi ; non confirmari Ele£iiones Canonicas ; extorqueri pluri- cSÌro""" '*
mam vim auri ab iis , qui Sacerdotìa aftequerentur ; & Germamam Indul- ^ * »'"«"«•
gcnttarurny Decimammqne occaftone exinaniri . Mi d tutte dirtufamente ,
e convincentemente rifpofe l'allegato Piccolomini nella fua lettera à Mar-
tino Meyer Cancelliere dell' Arcivefcovo di Magonza, dicendo [ ^]„Cogi- b Idem Epift. 119.
mur ad ha^c nonnihilrefpondere, & in primis quidem fatemur, quod „
fcribis , inclytam fcilicet nationsm veftram olim fuilfe florentem , & fuis „ e rifpofte ad cflV.
virtutibus Romanumlmperiummeriiiire: ad)icimustamen&illud, ex- „
cellentiflìmam B. Petti Sedem, poftquam ille Martirio coronatus efl, „
femperRomicfuilVe, in qua, quifederunc, VicariatumChrillitenuere^ „
clavefqueligandi, atque folvendipenesfehabuere, fiveGrseci, fi ve Ita-
li, five Germani, aut ex alia gente fuere, nec unquam Regni Cceleftis
introirejanuam potui(re,qui Romanorum Pontificum audoritatem con-
tumaciter contempfere i nec hodie illis gloriandum elle, qui audoritate
propria leges fibi conftituunt , quibus prò fuo libito Romana Sedis ) uflio „
nes fpernere poflìnt : hos enim Catholica veritas, nifi refipuerint ante „
obitum , ignis jeterni mancipio fine intermiirione deputar . Fatemur infu- „
per, ahqnando in Romana Curia, qiiamregunthomines, aliqua fieri, „
qua: digna effent emendatione : nec dubitamus ipfos Romana Urbis „
Pra-
»
Callisto ^rj^ Secolo XV.
^^^' a, Prafiiles edam, in quantum homines, falli , errare, labi, àc i&^fi
99
9)
?»
)1
3»
pofie»
Sedutadquerelas mas veniamus , dicimus tibi dignum effe, ut com-
parata cum veftranationcferventur, idque femper prjedicavimus, Qc
in futurum predicare non omittemus . Siquidem nationi tu^ , à qua plu-
rimùmfumushonorati, non minùs, quiim noftra:, afficimur. Verùm
cum dicis Decreta Bafileenfis Concilii non cuftodiri , idque putas injurio-
3, funi efle nationi, indignam dicimus efrequerelam tuam; propterDe-
„ creta enimBafileenfis Concilii inter Sedem Apoftolicam, & nationem
veftram , diflìdium ccepit , cum vos illa prorfus tenenda diceretis , Apo-
flolica vero Sedes omnia rejiceret : atque fuit denique compofitio faóìa ,
inquanos imperatorio nomine mterluimus, eam certamlegem dedit
deinde inviolabiliter obfervandam, per quam aliqua ex Decretis Conci-
lii prscdidi recepta videntur , aliqua rejetìia i itaque non juftè agis , fi per
omnia fervanda effe decreta contendis. Sed venioad elediones, quas
paffìm contemnirefers: hoc non nos invenimus ita elfe, ut afleveras ,-
nam poftquam ex Alemannia huc venimus , plures EcclefisE Cathedrales
ejufdemnationisvacaverunt, m quibusvelpoftulationesfads, velele-
ftiones t'uere . De poftulationibus nihil eft, quod ob)ici poflìt j nam illse ex
gratia pendent etjam vetufto ;ure , liberumque eft Pontifici Maximo eas
vel admittere , vel re; icere . Eled Jones aucem , fi Canonica fiierint com-
padatorum vigore , confirmationem merentur; nec repelli pofTiint, nifi
de utiliori perfona Romanus Pontifex de confili© Fratrum Suorum
S.R.E. Cardinaliiim duxerit providendum ; fed neque hìceft aliquid,
quod reprehendi meritò pofilt .
Qiiod deinde fubjungis , extorqueri multum auri ab his , qui dignita-
tes, vel alia beneficia alfequuntnrj non eli, cur de hac Sede conquera-
,, mini, fedpotiusdecupiditate, Srambitione veitrorum hominum , qui
^^ currentes prò Epifcopatibus , invenientes competitores , his , quibus
Palacium patet , certacim pecunias offerunt : illi vero , qui alloqui Ponti-
ficem polfunt , non funt fimiles Angelis , fed quales in Alemannia , Gallia-
qiie multos reperias i recipiuntenim, quodoifertur, non extorquent r
Romanus autem Pr^eful folus in thalamo fuo nunc illos audit, & illos
JJ promovere folet , qui magis coramendantur ; nec fcit , ncc etiam arbitra-
tur , pecunia caufa , hos , ant illos commendatione pr^ferri , nec fibi plus
auri dacur ,quim concordata permittant , nifi fortalfealiquando occafio-
neexpeditionis centra Turcas ( quodfibi profetò non fuit in tanta ne-
ceffitate negandum ) aliquando iuper Annatas recepir. Habes ergo in hac
parte refponfionem nofiram .
Verùm, quiadicis Germaniam veftram quondam ditifiìmam fuilTe,
nunc vero prorfus exhauftam, & omni sere vacuam efle , nos contrafen-
timus , illudque audafter dicimus , nunquam Germaniam ditiorem fuilfe,
„ quàm hodie , nunquam ornatiorem , nunquam armis potentiorem, fi uni
„ Domino paruerit. Namque, fi Icgamusvetufta tempora, inveniemus,
„ Germanos olim ritu vixiiie Darbaro , veftibus ufos laceris, venationi tan-
„ tùm, &agrorum cultura dedilfeoperam, feroces quidem homines, &:
j, belli appecentes, fed argenti prorfus iiiopes, quibus quippe nec vini
,j ufus erat .
„ Verùm hanc mutaticnem quis tecit hi vobisj nifi Religio Chrifti i* CuU
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Capitolavi FL ^177 Caltisto
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tusquippcChrifliansReligioiiisàvobis barbariem omnem expulit, at- „ ^^^*
queitaexpolivit, ut jamGrasciipfi barbari, vos autcm redè Laiini ap- »
pellarimereamini. CuItumaiitcmrakitiferjeReligionis, lì verumfateri „
vultiSjRomavobisj&ApoftolicaSedesdedit, qiia:Prjedicacoresad vos „
juittens idolorum relinqiiere cultum , & veruni Deum colere docuit. Plus „
eli hoc, Martine, quam aurum, & argentum, plus cfli quod accipitis „
quàmquoddatis. Itaq;decetvos, acceptibenefìciimemoreseire, q:iod „
quidem tantum eft, ut nullo pofìitthefauro compenfari. „ Cosili Pie- „
colomini contro le querele de'Tedefchi , ie quali benché dinefllin pefo
fodero in fé ftefle , agitarono fommamente l'animo del Pontefice, che tut-
to intento alla difefa della Germania, & alla fupprefiione della Herelìa, e
difcacciamento [d\ de'Turchi da quegli Stati, riceveva tanto più fenfihilì
li lamenti , quanto men giufte ne apparivano le ragioni . l,^;^''' Jfi.iTcZ
Ed egli finì ben tofto la vita, non ancor compiuto il quarto anno del nìhiii.
fuo Pontifìcaro , fuggillando le opere del fuozelo con quella memorabile ^^^-e^e fj] uftS
lettera, ch'egli fcriffe alenili mefi avanti la Tua morte al fuo Nunzio in ietterà contro ai-
Lombardia contro alcuni vaganti Heretici , che con nuove dottrine neUaLombSu!
fovvertivano gli animi di quei popoli, & inquietavano lo flato della Reli-
gione in Italia . [b] b e^i/i. catixji.
Adnofìrum, non fine admiratione ,& mentis amaritudine, plurimo- „ M4/"»ì.j5J.
rum fide dignisrelatibus, pervenitauditum, quod inBrixienfi, & Ber- „
gomenfiCivitatibus, & Dioecefibus nonnulli tam Ecclefiaftici , quàm „
ficulares, feinaniterChriftianaprofelfionecenfentes, ac nefcientes per „
femitasveritatisgrefllisfuos dirigere, damnabilibus, & temerariis aufi- „
bus, tam de Salvatore noftro Domino jefu Chrifto Dd Patris unigeni- „
to, quàm de ejus Genitrice VirgineGloriofa Maria, ac Militante Eccle- „
fiaSacrofanda, & alia falfiffimaqujedam confida mendacia polluto ore
aiferere, acquamplura Catholica? Fidei, & Sanftorum Patrum Cano-
nicis inftitutis manifeftè repugnantia , contraria , & adverfa , propter quze
feipfos, & nonnullos alios fimplices fecum trahunt damnabiliter in
gehennam, aftruere, & dogmatizare, acin ejufdem fidei averfionem
pariter , & contemptum , fuorum quoque errorum , fchifmatifque fo- ,.
mentum , Sandorum Patrum determinationes falubres Sandi Spiritus
infufionefirmatas, callidisfuggeftionibus, verbo, & opere, impugna-
re, novafquefetì:as,ritufqueprohibitos, &àChriftiana veritate diver-
fos , quos faltem in privato ingerunt , & perfonis indoftis pr^dicant , ad-
inveaire , animafque fidelium tanquam Minifìri Sathana? à veritate aver-
tere, in perditionemque deduc^ere moliuntur . Nonnulli vero aliictiam
illic degentes, a quorum oculis fimiliter Dei timor abfceiTit, invocatio-
nibus , carminibus , & adjurationibus fuperftitiofis, ac magicis , & nefa-
riisarcibus infervientes, fuis illuiìonibus illos ex Chriftiano populo,
quosfimpHces, &incautosefrecognoverint, fecum participare, Se à
iuo Creatore deviare , eorumq;làllacifJìmis artibus infordefcere docent ,
fuadeat, &propo{feinduciint, inanimarumfifarumpericulum, perni-
ciofumexemplum fidelium ,'& fcandalumplurimorum.
Nos igitur , qui prò tuitione fidei Catholica: , ad exterminandas hsre-
fes hujurmodi potillìmè pelbferas, atque damnabiles, majeftatem Altif-
iimi oftendentes , fidivjnametfugerevolumus ultionem, totisnifibusaf-
iurgere , & aniiuacum periculis obviare tenemur , pra^mijlìs C<^ux adeò
Tmo IV. M mani.
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Cauisto j^8 Secolo XF.
^^^' ,3 manifeftadicuntiir, utnonpoflìmiis, nec debeamns fiibdiflimulatione
„ iniilt?^ìEteirire ) neeorumcontagionequotidieferpendo, aliosfiileles
y, inficiane, acfinii^roscaruspaitiinant, veleventus, de opportuno reme-
„ dio providere cupientes , ac omnes , éc fingiilas caufàs , eciam per appel-
„ lationes ad nos interpofitas , coram quibufvis Praelatjis , auditoribiis , aut
„ judicibus, tam in Romana Curia, quàm extra peridentes , adnosadvo-
5, cantes, dbi, cjuietiam caufauimPalatiiApoftoliq Auditor exiftis, &
„ de CU) US integritate , prò videntia , & probitate fidaciatn gerimus in Do-
„ mino fpecialem, per Apoftolica fcripta committiniiio , & mandamus,
„ quatenus ad extirpationem prxmiflbrum , & quorumcunque aliorum
„ erroruin , hjerefum , ac pravitatum in eifdem Civitatibus, & Dioecefibus,
„ acetiamllflieritexpediensinCivitate, & Dioecpfi Veronenfi , & Terra,
„ fìve oppido Crem^E , Placentinse , Laudenfis , & Cremonenfis Dioecefum
» vigilanter infiflens i poftquam aimlocorumÓrdinariis, & Inquifitore
j, hjereticìe pravitati$ in illis partibus deputato, fi tibi expediens videatur,
„ fuperprìEmiUìsconfilium, & plenam informationem habueris , centra
,t omnes, & fingiilas utrinfque fexus , tam Ecclefiafticas , quàm fseculares
„ perfonas, cujufcumque dignitatis, flatus , gradus , ordinis, vel conditionis
„ fuerint, qui hujufmodi damnabiles errores fovere , feu aftruere , velde-
„ fendere, feualia'sfequiprxfumimt, autearumfautores,receptores, &
,3 defenfores, acfequaces, &contranovarumfe<3:arum, &rituuminven-
„ tores , & fedatores , ac eos , qui palam, ^ in privato, aliud contra Fidem
„ Catholicam dogmatizant , & generaliter contra quofcunque , qui fidei
„ noilra; Orthodoxx maculam non habenti, pubìicè, vel occulte contra-^
„ dicunt, &abeadeviant, ut prjrfertur , omnium perfonarum acceptio-
„ ne ceflante , prout Canonica: Sandiones , & Sanidorum Patrum inftituta
„ perfuadent, etiamfummariè, (ìmpliciter, &deplanp, acfineflrepitu^
„ & figura judicii , fola fad:i veritate infpefta , ufque ad definitiv am fevl-
„ tentìam , & illius executionem inclufivè auótoritate nòftra procedas ; nec
„ non perfonas ipfas , adiocumtutum, m quo hujufmodi Jhserefes, crimi-
„ na, & errores libere examinarevaleas, cites, ac illas ex perfonisipfis,
„ quasperlnquifitionemdidam culpabiles, ac erroribus, & criminibus
„ implicatas fore , fivealiaspravitates hujufmodi qxercuifle, &exercere
.,, repereris, puniasjuxta eorundem delinquentium demerita, Scexcefliis,
„ ac eorundem Canonum inftitutai nec non Ecclefiafticas perfonas qui-
>, bufvisdignitatibus, honoribus, ofEciis, &beneficiisEcclefiafticis, nifi
„ hserefim hujufmodi alias per eos non abjuraverint, prout juftum fiierit,
;, prives, omnique honore , & dignitate exuas Clericali , Così egli .
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1 79 ^^^ ^^'
CAPITOLO IX.
Pio Secondo Senefe , creato Pontefice li 19.
Agofto 1458*
^alìtà di Pio Secondo acanti il Pontificato l 'Bolla di
fua Yttrattatione : fuoì e^regii fatti contro di'verfi fiere-
tici del fm tempo , Fafcinarii , e loro indegna Herefta .
'Bolla contro gli appellatori al futuro Concilio . Celebre
contefa [opra il Sangue di Giesù Chrijlo : è Cojiitutjo^
ne Pontificia di ftlenzjio « Morte , & elogio di Pio Se^
condo •
Or per defcrivere gli awenìitienti memorandi del Pontificato
di Pio Secondo * ci convien prima riferire il eorfo della vi-
ta ^ che vifle Pio Secondo, avanti che al Soglio fofle inalza- "^^^Xlon'.lt
todi Pontefice, acciò quindi meglio dedur fi pofla , con ti il Ponciiicato.
quaranimo pronto alla difefa della Fede egli fubentraffe in
quello grado alla cuftodia di ella. Venga dunque egli fteflb
adefporci, quareilbfoife, fpettacolo, efpettatore^ foggetto<& Mio-
tico della fua Hiftoria [ 4 ] „ Annos fex , & viginti natus , „ dic'egli di fé , ,< ^
fcrivendoì Pietro di NoxataCavalier Napolitano „ cum darem juri ci- ,i V^Hiuil'm
vilioperam, exorto belio ,Patriam , &ftudiumcoadusfumrelinquerej
acceflitamen grande illud Bafileenfe Cortcilium, invenique gratiain in
oculisPatrum: Scriba in Synodo fui, &literarumabbreviator, & unus
de duodecim viris , qui Magiftratus illic quafi Cenforius videbatur;
ncque enim fine duodecim virisad confultandum de rebus Conciliari- „
btisquifquam admirtebatur, ^admifll, qui non invcnirentur idonei , „
his jubentibus amovebantur ^ Erant in Concilio quatuor conventus, „
quideputationesappellabanturdefide, &pace, dereformatorio , de „
communibus, prasfidenteshasfuosfmgul^fingulos elegerunt: in depu- „
tatione hdei, in qua eram infcriptus, f^pè prsefedij inter CoUatores „
quoque beneficiorum bis fum eledus j legatus ab ipfo Concilio ad „
conìplures principesmifllis. Cum Pontificatum Amedeus Dux Si^bau-
di^UircepilTet, Felix nunciipatns, in fecretarium fum ab eo accitiis ,
nec din poft vocatus ad Fredericum Imperatorem Pro ton ariani s otfi-
ciumabeofumadeptus ( fic Germani Secretariumappellant )diimLe-
gationesCa?farisobeo, univerfam ferme Germaniam circuivi.
Diifidebant Theutones cum Eugenio maximo Pontefice : at ncque illi
ncque Felici obedientes, naturales vocabantur . Concordia plunbus in „
conventibus agitata eft, quibus, jubente Calare, femper interfui. Bis „
^^"yf^r^^^atnpacisad Eugenium veni: tertiò nationis illius Apofìolic^e „
Sedi obedientiam attuli. Secretariatus, & Subdiaconatus honorem ab „
Eugenio, &mox, ilio defunfto, i Nicolao fufcepi , cujus Conclavis „
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Pio II. jgo : Secolo XK
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cum eligeretiir , ciim cjEteris Principum legatis cuftodfa: prajfui . Lapfutn
eftpoftea breve tempiis, in quo me Nicoiaiis Tergeftina: Ecclcfise nihi!
tale merentem pr^efccit Epifcopiim , quadriennioq; ab indedecurfo ,Se-
nenfis Urbis , imdemihiorigoeft, Pontifìcatum ad me detiilic. C^efar
vero, i quo cum in confiliariorum ordine fufcepuis elVem, Neapolim
me petere juflìt : quo in loco matrimonium inter ipfum Cxfarem , &
Leonoram Portugallia; Regis fororem, Alfoiifique neptem contraxi,
„ eandemquelmperamcemanno polì:, nayigio vedam, & Pifis ad Im-
peratoremSenisagentemconduxi, cum id mihi unicommitterctur.
In Coronacione Csefaris , quse Romse celebrata efì: , nofti, qusmea:
partesfuerint, quippèquime (xpìùs Imperatorio nomine apudRoma-
num Pontifìcem , & publicè , & privatim loquentem audivifìi . Reverfo
inGermaniam Legatio mihi ApoftolicjE Sedis per Bohemiam, &omnes
„ Provincias AuftriìE Ducum commiffa eli . In conventu Germanorum ,
« qui RatisbonsE habitus eft, quo & PhiUppus Burgundije , & Ludovicus
3, Bavarijc Duces , & alii quamplures Principes , & Reguli convenerunt de
„ faUite ChriilianjE Reipublic» agcntes, Impcratorias vices tenui. Simili
a. modo & in Franckfordienfi Concilio, ubi & Germanos adverfus Tur-
3, cas decernere bellum , dida oratione , fuafimus, quamvis poftea negli-
„ gentia, & infcitia eorum , qui cumfta fé decere putant , Germani te-
3, puemnt.
3, Mortuo Nicolao, Calixtum SuccelTorem ejus,quem nunc Imperatorio
„ nomine tanquam Succefforem verum GhriftiVicarium recognqvimus.
Inhifcenoshonoribus, Petre, verfati fumus , nec tamen intelligimus ,
cur adeò divina pietas noftram parvitatem extulerit ; non dottrina , non
vita:bonitashcecmeruit. Cognofcimus imperfedum noilrum, & nos
ipfosfepècogitantes non extollimurquidem, fed magis erubefcimus,
,, &confundimur, qui prò tantis beneficiis non fumus grati: refpicimus
„ aliquando retro , & quomodo multi viri nobilibus ornati natalibus ,
„ virtute, &dod:rinapr^ftabiles, abjedi, & incogniti jaceant, confide-
ramus; fateor, quamplurimi funt, qui opibus, & honoribus antece-
dunt , fed multò plures fequuntur ; pluribus commifereri , quàm invide-
_ repofllim; &illiquidem, qui me dignitate prsecedunt, etiam virtute
j, fuperant; egohis, qui fequuntur , nulla ratione fum melior. O quoc
„ viri funt, quinoncentumaureosannuosexbenefìciis Ecclefiarticis hau-
„ rirepolfunt, juris divini, atquehumaniinterpretes, quorum non elfem
dignus corrigiam calceamenti folvere ! atque ego ignarus, hebes , atque
vitiorum mole prefilis , atque iniquitate circumdatus , qui aliquo benefì-
ciolocontentusextitiffem, vel minimo, jamannuos mille auteos poffi-
deo , quodque magis mirere, dum Germaniam perii , Epifcopatum in Pa-
tria confequor . Magna harc, mi Petre, in quibus non folùm mea parvi-
tas, fed magna virtusquiefc ere poilit.
Apud tresEpifcopos, & totidem Cardinales didandarum Epiftola-
„ rum oiliciiim exercui . Hi tres quoq; Pontifìces Maximi Secretariorum
Collegio me arcrii'femntjEugenius, Nicolaus, & Felix, quamvis hunc
adultcdiuim dixerim. Apud Ofarem nonSecretariatus modo, fed Coniì-
liariatus, &PrincipaLUshonoreaudusfum: neqjego ifta fortuna impu-
to , quamvis nefcio caufam , fed ipiius Redori , & Dominatori omnium
Deo, cujuseil:, in quemcumque voluerit ufum, vaftì formare , ncque
huma-
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Capitolo IX, i8l Pio II.
human» corredfoni rubjiciunciir, qua: libera fiint, ejufque liberalitatì „
gratias agere decet, quidat omnibus abundanter, &nonimproperat. „
Annosig?tur tanta miferatione proventi, Cardinalatum anxii expefta- „
vimus, àtquehunc quoque nobis honorem deberi putavimus? Utinam
dignitati, quamconfecutifumus, paresinvéniamur, &itaquodfuper-
ertsEvi, traducamus, ne qua poilìtinnobis ingratitudo notari. Porrò
Cardinalatusfaiìiigiuminajusexiftimanius, quàm noftris humeris com- *,
mirti debeat: utinam ea dignitashis credatur, qui afterre illi potius, „
quàm ab eareciperegloriampoffint, qualesnos effe, nullo pado co- „
gnofcimus . „ Così egli di fé , enoidilui. Ma quefta vita, che per vie „
così diverfe, e ftranecondufle Enea [4] Silvio Piccolomini al Pontificato , a itA prjus 'vtca-
tùà lui Pontefice una fempré dolorofa rapprefentazione di odiofa rimem- teTonUfiVJLV'
branza, rinvenendo egliinelfa, cioè non tanto nella perfona fua, quanto
in alcuni fuoifcritti, gran materia di rimprovero a Te ììq^o-, allor quando
Pontefice riconobbefi maldicente una volta del Pontificato, e detrattore Giovanili Jvanità
una volta di quella divina autorità, alla quale allora elio ritrovavafiailun- diPioii.
to. Egli per lo fpazio dì dieci anni era intervenuto in qualità di Secretano
nel Concilio di Bafilea, nel cuipofto molto fcrifiein foftentamento dell'
autorità del Concilio fopra il Papa , e confeguentementein djfefa dell' An-
tipapa Felice Quinto contro il Pontefice Eugenio j e benché 1* impegno, ò
la pa/fionelo trarportaife allora giovane volonterofo, & ardente à far par- EfuarUrattatio.
te co' fediziofi contro il più, e'I meglio de' Dottori Cattolici, nuUadimeno "^*
riconofcendo egli fempre come inefcufabile, e deteftabileil fuo errore, al-
trettanto godè di elfere flato dalla fecreta providenza di Dio efaltato al
Pontificato, perhaver quindi tanta maggiore autorità, e credito nella ri-
trattazione di elfo . Elfendo cofa che può ben fupporfi un giovane errante ,
ma non già menzognere un Pontefice: ond'egli in altro iìmile propofito,
cioè in ritrattazione di un LibtodaefTo [b] comporto in giovanile età di [, ^;^^^ ^^.j.;.^
folli amori , hebbe à feri vere à Carlo Cipriaco ,[c \ Tra6iatum de amoreyoltm l'^s '// \'ròft\tuìu
fenfu , parittrque retate juvenes , cum nos fcripfìjie recolimus , Carole fili dile- ^st7lsbw "hT£l
diffìmei p(snitentianon modica, pudorque y ac m cerar animum nojirum vebe- 1507.
mcnter excniciant , qmppè qui fciamus ^ quique protefiati cxprefsc fuimus, ^ ^''''''^.'■^v?.?3J.
duo continerim eo libello , aportam videlicet , feu , heu , laftivam nimis,
prurientanque amoris hiftoriam : & morale y quodeam confeqititur, adifìcans
dogma : quorum primum fatuos , atque crrantes video feBarì quampluri-
mos : altemm , heu dolor , pene nu llos : ita depravatum , atque obfufcatum in-
felixmortalium genus ! De amore igitur, qu£ fcripfìmtis olim juycnes, con-
temnitey òmortalesy atque refpuite : fequimini qu£ nunc dicimus , & ferii
magiSy quàm jupeni , credile , nec privatum hominem pluris factte , quàm
Tontificem: JEneam re'jicite ^ TPimn fufcipite: ili ud gentile nomen parente s in-
didere ìiafcenti y hoc Clmftianum m^pofiolatH fufcepimus . Così egh contro
un trafporto di gioventù, atto più tolto ad ingannar il fenfo col d-.Ietto,
che l'intelletto con laragione. Hor quanto Pio fofle vivamente puntoda
interna difplicenza di elfere eflb ftato contradittore della Pontificia autorità
fopra il Concilio, e confeguentemente Promotore, Confultore, eSofle-
nitorcdidogaiafcandalofilfimo, erroneo, eriprovato, quindifoi fi rac- ^boii dif , r-
co ga., eh' eflb prima di riprovarlo al publico con Apoflolica ritrattazione ,
:ruitaxionc circa
^^^'^Pj:'''-"§erlo avanti Dio con lacrime di Pontefice, perquafi tutto il tem- ',■', p^'"^/,'.'^^].'^
pò del luo Pontificato i onde non prima dell'anno quinto di elfo, che fol pra aPapl !" ""
Tomo ly, j^l 3 gì un.
Pio II. j22. Secolo XV.
gìimfealfefto, mandonne ftiori la ritrattazione, ad efempio di S.Agofti-
no, in quefto forte , dolorofo , e flebile tenore, di cui poche parole indi-
chiamo, rimettendone al fonte fteflo dell a Bolla, ch'èmolto proliffa, il
Lettore »
a Exut in Bulu [^] T*/«f Eptfcopus ScTVus ServoYum Dei,
Fini, Confi it, IO,
Diledis Filiis Redori ," & Univerfitati Scholas Colonienfis,
Saliitem, & Apoftolicam benedidionem .
In minor ibus agente s , nondttm Sacris Ordìnìbus initiati , cum Baftlea
rnter eos verfaremur , ^ui fé generale Cgncilium facere , & univerfalcm Ec-
clefiam rtpnefemare ajebant , dialogorum quendam libellum ad vos feri-
pjtmusy in quo de auSioritate Conciliigeneralis, ac de gejiis Bafdeenjium , &
Eugenii Tap<e contr adibitone , ea probavimus , vel damnavimus , qua pro-
banda , -pel damnanda cenfuimus : quantum capiebamus , tantum defendi-
mus , aut oppugnapimus : nìhil mentiti fumus , nihil ad gratiam , nihil ad
odium retulimus : exifiimavimus bene agere , &re6ia incedere via: nec men-
tis nofim aliud erat obje£ìum , quàm publica utUitas , & amor veri . Sed
quis non errat mortalis^ Sapientem , inquiunt philofophi , nunquam errare t
verum ejì. ^t quis fapiens ^ nifi bonus f Quis bonus y nifi folus Deus? Omnes
declmaverunt , fmul mutile^ fa£li funt , rion eji qui faci dt bonum , non eft
ufque ad unum^ inquit Tropheta F^gius . Declinavimus & nof ab utero Ma-
tris , erravìmus in invio , & non in via: ambulavimus in tenebrisi (Ut prò-
cui à vera luce recejjimus: nec nobis tantum erravimusj alios quoque in pra-
cipttium traximus: & cacis ducatum pnsbentes aecij cum illis infoveam ce-
cidimus : forfitan & aliquos ex vobis fcripta nojira decepere , & in devia
deduxerunt : quorum fanguinem fi de man/bus nofifis requijierit Dominus,
nonhabemus , quodrefponderepoffimus y niftnosy uthominesy peccavijje: qui
arbitrantes re&tum iter ojicndere , obliquum monflravimus . In mifericordia
tantum Dei fpes noflra/ìta efl, qu£ fuper omnia opera ejus e lue et. Sedhaud'
quaquam fatis fuerit divinam mifericordtam implorare , & dicere : Farce ,
Domine, parcepeccatis noftris, nifi prò viribus vulnera, qua infiximus,
meritate curare ahnìtamur: & fìcut ejl in fabulis y Sagitta, qiise viilneravit ,
atferat opem : five , ut canit Ecclefia , Medelam inde ferat , hoftis linde larfe-
rat. Mortem quidam &c. Così l'addolorato, e zelante Pontefice . Onde
b Fran. Phiitipin ben conchiufe di Papa Pio un' Autore allora vivente [b] Quid Vius cogitati
lib ló.epift.i.ad autloquitury autagit, quod non ex media vìrtute prò fìcifeaturf
car .^itx.^rag. ^^ j. ^j^g^^j ^j piQ ridoiidatono in tanta fua lodc , ne meritarono certa-
mente molto più egregia la virtù, ch'egli efercitò nel Pontificato, e'I ze-
lo, con cui egli fi diportò nell'abbattimento dell' Herefie. AlPodebrazio
l>Xd?pìoiiìà diBohemia, che richiefegli trattamento, e nome di Rè nella medefima
diverfi Perfonag conformiti , con ciù egli era trattato da gli altri Potentati di Europa, rif-
f 'EpìH.Piiii. in pofe Pio con memorabile fentenza, [e] Ts^on decet F{pmanum Tontificemy eum
lib.brcu.pagìo.in l\egem publicè appellare y qui non ea publicè efficit, quiC Catholico Trincipi
TrÙh,>m'af,lm'^ (0^^^^^^^^ ' Tollantur dc medio errores : Tr<xceptis Ecclej(<£ pareatur y dein-
eobimia. de à nobis omnes y quos prò ^egio nomine favores impertirt pojj'umusy confe-
queris'y & ù Procopio Ambafciadore di lui, che fi dolfe di non effere fla-
to publicamente ricevuto , come gli altri Regii inviati , egli coftantemente
d ibidtm , replicò [(/] Quiailley cioè l' Ambafciadore, in mandatis habuit non publt-
Capitolo IX. l8j Pio IL
tè, fedprivatim, ac fecreto nomine I{egis prafati nos adire , & reì>erennam ,
& obedientìampriejìare, non decebàt nop^ tum public è, utB^gis Oratorem,
fnfcipere, &i proni intemionis eratnofìra y honorare, qui nomine t{egiopubli'
ce ad nos venire prohibitHseJi. Troindè fi àliter forte, quàm cupiebat, aut fi-
bi vifum fuerat , minùs fublimiore loco pofttus fit , intelligat , non ex mera
voluntate no/ira , fed ex ipfms rei natura procefjìjfe i adverfari enim hac in-
vicem videbantur, ut fecretò ob edienti am prdjìar et , & publicè I\egii Orato-
rislocumobtinere ■pellet. Così egli* Enonfenza particolare illuftrazione di s<:ommunica dei
Dio , indiitre Pio non mai fi potè à conciliarfi intieram ente col Podebra- Bohém["'° ''^
zio , perche non mai il Podebrazio abbracciò cordialmxnte la Religione
Cattolica i moltrandofi ferapre egli in quelle cofe Cattolico i che condurre
potevano ilfuo intento al confeguimento dì un pieno Regio dominio fo-
pra li Cattolici della Bohemia. E il tempo difvelò apertamentèi elafana
condotta del Pontefice, e la reproba malizia di queir Heretico, che doppo
horribili misfatti, & atroci attentati contro li Religioil, e Minifìri Ponti-
ficii, incorfe finalmente nel!' aperta indignazione di Dio , e del mondo , inti-
matagli da Pio col tenore di. quefta horribile fsntenza, dalla cui relazione
ben comprendefi il corro di c][uella lunga Hifì:oria > che folamente noi hab-
biamo in poche pagine accennata . [a] d^^LVi'^-f ^''
Tini Tapa Secunàus .
Dudum inclytum Boheitìias Regnum , quod Chriftianum , & fideìem „-
populum hàbere confuevif , ad perniciofam [ b ] Jacobelli , & fuorum fé- ,» b i.coMIo di
quacium in aliqtiibiis partibus Hufiìtarum nuncupatam hsreticàm pra- „ ^^'f"'* n^rctua
vitarempro magna ejus parte prolapfum , ut Communionem Euchariftia» „ "''^^"'''
Sacramenti fiib utraque fpecie , vini videlicet, &panis, quoadLaieos,
& nonconficientes, de neceflitatefore internai falutisprofiteretur, cum „
prnpter obitum felicis recordationis quondam Ladisiai novifiimiRege ii
careret j Georgium de Podiebratz fibi Regem elegit , qui dum fé Catholi-
cum aifirmaflet , poftmodumdum coronationisreciperetinfignu, licèt
in Venerabilium Fratrum noftrorum Jaurieiifis , & Vvacieniìs Epifcopo-
rum, acnonnullorumEcckfiarticorum, & f^cularium virortimnotabi-
lium , mani^s tadis per eum corporaliter Sacramentis , & Evan^eliisjpa-
blicè , & fponté promiferit , fpoponderit ,pollicitufquefuent, atque iiira-
verit, cjuòd deinceps fidelis , & obediens efiet Sand^ Romanze Eccidio ,
& illius prò tempore Pontificibus , in ejufque obedientia , & conformita-
te, morealiorumCatliólicorum, & ChrilìianorumRegum, in unitati
Orthodoxiefidei, quam ipfa Sanóìa Romana Catholica Ecclefia confi
tetur,pr£edicat,&tenet, fideliterobfervaret, ac deinceps tìdem, &Ec-
clefiam ipfam protegeret , atque tueretur , & defenderet , & populum iìbi
fubjedum ab omnibus erronbus, fedis, ^fiserefibus, ac articulisipiìus
Ecclefiajj&fideiCatholicjEcontrariis, revocaret, &averteret; necnon
Catholics fidei confervationem , ac obedientiam , conformiratem ,
unionem, ritumjCultumqueipfiusSanazeRomansE Ecclefije reauceret,
& reftitueret in dido Regno ; licètque didus etiam Georgius deiiuie per „
diledum filium Joannem de Rabenitein Notarium noftrum , ejus ad iios „
Oratorem prò le, ejufque conthorali, &Iiberis pollicitaretur, utprx- „
ceptanoftrareverenterfiifciperet, & eis obfequereturi ac deindecum „
ic nujiilmodijuramento artrinxifiet, ac obligaflet per cbarifiìmum filium „
noitrumFridericum Romanorumlmperatoremillufirem, ut talis exti- „
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Pio II. jg^ Secolo XV. '
\y tit confirmatus ; nihilominùs , cum ipfe Georgius his omnibus fada con-
y, traria ageret , publicaque continuata fama adverfus ipfum laboraret ,
„ quòdcontra tam folemniter fadas fuas promifliones , & jusjurandum,
„ diaamHxreticorumfeftamfoveret, &letì:eretur, diledi fìIiiCle-
„ n\s , Capitanei , Confulcs , & Communitates Civitatis Vvratislavienris,&
„ Oi^pidiNarnslavienfistanquamCatholici, & viriChrifti fideles eundem
w GeorgiumproRegefibirecipcre, eiquchomagium prillare debite re-
5, cufarunt, propter quod Georgius ipfe belio illos impugnare tcntavit,-
j, nostunc de hiscertamnotitiamhabentes, uttancis incommodis repa-
5, guloeflemus, didnmque;Gsorgium, ac ipfum inclytum Bohemisc Re-
„ gnumadveramobedientiam ,&unionem Apoftolia-eSedis, &fan(5lasip-
« fius Romana: Ecclefia: reducere polfemus, Venerabilem Fratrem No-
3, firum Hieronymum Archiepifcopum Cretenfem, &diledum filiumSa-
„ crs Theologi^ profeiiorem Francifcumde Toleto tunc Archidiaconum
3, deAftorgiainEcclefia Hifpalenfi, Oratoresnoftros adpartesillas miiì-
3, inus , & tandem hujus homagii fufpenfìo ad triennium , & unum menfem
iy per eos fada extitit . Verììm*"duobus deinde fere annis decurfis , cum idem
5, Georgius nihil de hujufmodi juramentis per eum promiUìsfe fadurum
ollenderet , nos tant^ rei moram elle periculofam cenfentes , prcefatum
Georgium, utpromiflìonibus, & juramentis pr^fatis fatisfaceret, Re-
gnumquepr^efatum ad unionem Sandse Matris Eccleiìcereduceret, per
certum Nuntium noftrum iterùm fecimus follicitari .
Sic demiìm Georgius ipfe , tranlado polì: unius anni fpatio , folemnes
ad nos Oratores tranfmittens , nobis obedientiam prajftitit verbalem , ut
„ prius,fednonrealemfui,& Regni, inunitatefidei, &rituscommunio-
3, nis , quam juxta ) uramentum , ac promiflìones antedidas expedabamus ,
3, eumque tunc per proprios Oratores fuos hortarinon defivimus, urpro
hujus rei finali confummatione , dimiffa vsefania fua > atque hseretica pra:-
fumptione fuper articulo Communionis hujufmodi , ipfe cum Regno
Bohemice fé nobis, acEcclefióeSandit, atque aliis Regnisconformaret:
diledumfilium Fantinum de Valle utriufquejunsDodorem ad eundem
Georgium, Regnum, & Marchionatum Moravice , ac vicina ejusdomi-
niatranfmifimus: qui libi per nos injuntìa fideliterin conventu, ob id
per didum Georgium in fedo S.Laurentii proximè elapfoindido, co-
ramPr^latis, Magnatibus, & aliis multisexplevit. Idem tamenGeor-
gius Sathans laqueis ligatus , in fua pertinacia obftmatus permanfit;
nam publicè inibi cumejus conthorali fibi confidente in Pr^elatorum ,
Procerum, & Magnatum prarfentia , proutintelleximus, in nos, &San.
damSedemApoitolicam', ipfamque Sandam Romanam, & Apoftoii-
camEcclelìam fìdelium Matremmuitis detradionibus, & blalphemiis
orepolluto, &impudicislabiisiiivedus, etiamproferreveritus noneft
hxQ, velinefiedufimiliaverba, videlicet : Utnemodeimepsde fide, &
religione mea, conjagis, &Ìiberorum ìneorum dttbins exijiat, mticpalawj
& publicè profiteoil chari/Jimos parentes meos in bac vcritate Communio-
,] nis Calicis 'mriufqnefpcaei mortuos efje , meque in ea natum , educatum y
„ atque ufquc in h.-ec tempora vixijie, -piverequey & mori velie curnuxore,
„ &libi'YÌs meis] afleiens Communionem lilamde necefiltatefalutis; &
,, adjecit, Deomagis, quàm homimbus ejkparendum . Nec his contentus,
„ fed enam prxlauim Fantinum Oratorem noiu-um , poit fadam per eum
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capitolo IX. 185 ^^^ ^^•
tonfutationcm aflertomm compatìiorum fiiper commuilione prsedida,
poftqne erroris illins declarationcm , & propoiìrionem eoriim , quce ipfe
Oratornofterànobishabuic in mandatis, facniegè in eiim manus inje-
cit , & tiirpiter dunirimis carceribus mancipavit , in Dei, hnjiis Sancii Se-
dis, & Romance Eccitila^ opprobrium, atque noftn, qui licèt imme-
riti , Chrifli vices in terris genmiis , vilipendium, & contemptum .
Nos aiitem , qui nobis fadam injiiriam nihil pcndimns , Dei tamen, &
Ecclefisefuajoifenfamvindicaretenemur, fic in prccmillìs animadverte-
re debite volentes, ne error ille fa>viflìmus arma habensfub rei igionis
fpecie ampliiisferperevaleret, & ne fidelesChriftiperfubjedionemdi-
tìiGeorgii e)iis erroribns valeant maculari, nuper proprio mota, ex
certanoftrafcientia, fìdelium profpicientes faluti, diclos Clerum , Ca-
pitaneos, Coniules, CommunitatesCivitatis Vvratislavienfis, necnon
OppidiNamslavienfis, abobfervatione concordia; pr^dida: audorita-
teOratorum noflrorum concUife, omnium dependentium, & conne-
xorum, etiamlìejiis vigore ad homagium pr^eilandum tenerentur , ab-
folvimus, & abfolutos fore declaramus , ut in ali is literis noftris contine-
tur , quorum tenores volumus in prarfenti habere prò exprcllìs . Et quam-
vis pridem chariflìrr.us fihusnoikr Fridericus Imperator, ac nobilis
Ludovicus BavarisE Diix ilUii^res, prarmifla fent'entes , nobis fupplica-
rent, ut ab ulteriori proceifucontiadidumGeorgium oh certascaii-
fas abftinere , five )am fados procciVus furpendere vellcmuG , CLim di-
duni Georgium ad Ecclciis gremium redicurum fpcrarent ; Nos eo-
rundem, & pra^rei-tim ipiìns Imperatoris precibus inclinati, ab ulte-
rioribus procelìii>iis adveifus ipfiim Georgiura decerncadis ufque ad
prarfensdiflulìnins. Scdcumitenìmpoiìha^cdidus Georgius per alium
Nuncium exhortatus, ad cor redire, errorefqiie fuos recognofcere ,
& ad Eccleiìam Catholicam reverti, & fé illius ritui conformare non
curavit, nec curar, nihilque nobis tpei de hoc per Imperatorem , ac
DucemprcEdidoshadenusallatutn lltj confideravimus debitum oiiicii
noftritbre, h^rcfcsextirpare, & Chrillitìdelesinobedientia, ritu , &
orthodoxa fide Sanda: Catholica? Ecclefia: confìrmare .
Ne igirur Georgius ipfefuum venenum liberiiìs effundat , ac didos
Clernm,Capitaaeqs, Confules, Communitatem Vvratislavienfem, ac
OppidumNamslavienfequovismodoopprnnatconrra noftram, ac hu-
jusApolioliccESedisprobibitionem, vigore did^ concordici, adhoma-
gium, &quxvisalia prceftanda inducere, & compellere poflit, motu
proprio , & ex certa noftra fcientia , noftroque mero officio , non ad eo-
rum, feualteriusproeisoblata: nobjs petitionis inftantiam, Clerum ,
Capitaiieo? , Confules , Communitatem Vvratislavienfem , ac Oppidum
NamslavienfeprcEfatos fub nodra, & Apoftolic^ Sedis protcótione uf-
queadnodrum, & ejufdem Sedis beneplacitum fufcepimus , fufcipi- „
m ufque per pra:fentes&c.„ E qui egli pofciaà lungo fi ftende in effica- „
cieforiazioni 1 Cefare , ai Rè,ai Magnati della Bohemia , e a chiunque quel-
lo h fofle,che à cuore haveife il propagamento , e culto della Cattolica Reli-
gione, athnche tiitti.unitamente accorreflero alla difefa del popolo ài Vvra-
tislavia, acciò la forza dell'empio Rè non opprimere la fede di que'Catto-
Jici Vaflalli, che amavano meglio flar fottopofli alla fpada del Principe , che
al taglio della Herefia. Così Pio contro Giorgio Podebrazio, chefempre
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Pio il ,og Secolo XV.
a KAnn. 1470. M. Kf ,-, • % r • • «
Altre degne ope- ofìinato , fra gli Humti tcmiino [ ^ J poi in altro tempo conmiferabile
conrrS' "^dive'rfi fine lafua vam, &inconftante vita.
macchiati di He. Con il Hiedefimo forte nervo dizeloimpofe Pio [b] all'Arcivefcovo
hEp'ijt.Pii II, ub. di Contiirbery , che degradalfe dal Sacerdozio , e dal Vefcovado Reginaldo
V"ibàfm i-b PecoriVefcovodi Licefter, che in lingua Inglefe, e Latina efecrandivo-
lag!nZ ' ' ^^' lumi di Herefiehaveva perle parti difleminate della Inghilterra; e coftitiù
[e] nuovi Inqiiifitori per la Brettagna contro alcuni rinuovàtori delle an-
tiche Herefie , che efecrato , come li Manichei, il Matrimonio , ai foli Celi-
d Ibidem ub 6 bi, come Marcione,a(regnavano il Regno de'Cieli, mà«(fi intanto, come
pag.2^%! '■ 'Gnqftici, marcivano in ogni lezzo di lulfuria; [ci] e fece racchiudere in per-
petuo carcere unimpoflore , che nelle parti della Lombardia predicava ,
Omnes Chriftianos falmem adepturoi i mundi machinam fua [ponte difìolutum
e Herefia dedotta ^"^^ > <z//«W2 etium ab iJio orbcm condìtHm t aliudquehumanum genusefforma-
da quella da noi tuTrt 3 Chrìjìum SydcYum [e] vi pajjumi in bojtia divinitatem ejus tantum
d'^Zìfcoif'tom."s.'i'^Kf''^^iy Moyfenti [f] & Mahometem cum Chrijia conferebat^ luXHriam ,
pag.4<^^.efec,. fuYtumque uoxas lethales e(Ì€ negabat , tum legem Chrijìianam nova promul-
]iem%Sltìm.gatione^abolimmiri'y e in Arras per opera degl'Inquifitofi fé brugiar vivi
r^g.^ìij.epa^.r-^ [ g^ parecchi Cittadini infigni, framifchiati con ignobil volgo di plebe,
%pll%i'^"'^''^' QhQiotlo nomadi Setta delli Fafcinariiy fi riducevano di notte tempo, i
Setta de' Fafcina. guifa de'Gnoftici, Turlupini, e Stadinghi , in fotterranee grotte, dove
comparendo, e prefidendo il Diavolo in forma di huomo, ma con il ca-
po fempre avvolto dentro winero ammanto, richiedeva prima da effi pro-
fonda adorazione, quindi poi ( oh cieca, deplorabile, e non più udita
pazzia! ) à fìngulisano fuolibariofculajubebat; comefegodefTe il Diavo-
lo di vedere in quell'atto le imagini di Dio abbaflate in viliflìmo, & inde-
gniffimo oflequio della più fetida eftremiti del fuo fantaftico corpo: il
che fatto, egli à tutti porgeva una fportadi vivande, cotte al fuoco dell'
Inferno, cheda que'miferabili ingurgitate, accendevano in elfi un così
libidinofo incendio di lafcivia, che pecudum, ferarumque ritu , tutti ma-
li ^««i4«}. fchi, Q iQmmc in concubitus ruebant . E perche tal fetta fotco altro nome
2^^J^^-/'''^'-''^- di /^Wt/fy?^»<? nella medefima Città rifurfe di Arras [ h ] indi à quattr*an-
ni, fcnìfe Pio à quel Vefcovo , [?] Invirtute fan£i£ obedienti^ y &quorfum
noflram, ^dpojiolicicque fedisgratiamcharamìjabctis , tenore pnefentiutn per
^pofiolica /cripta mandamus , quatcnùs per omnes Ecclefias vefirarum Dicece-
funiy & jurifdtóìionumy omnibus diebus fé fiisinterMijIarumfolemniay mdi-
Bos, & alios e]ufdem malignantts fe5Ì<ecrimme vel judicatos, vel diffama-
tosy tamdiu afìante populo y publicè, palatn, & alta voce excommunicatos,
anathemat l'iato fque denuntietis , & denuntiari faciatis , donec humiliave-
rmt cervicesy & corde contrito poenitudinemhabentes , ad gremium San6l£
Matris Ecclefi^redierint , fuas frivolas appellationes apud forum laicale prò-
fequiy &jHdÌ£<sEcclefiajiicostamin]ulièvexaredejìiterinti noftrum y & Sa-
crofanfìjiSedis ^pojioliae judiciumamplexi fuerint. H^c autem vosconflan-
lijjìmè agire oportebit , utveros Chrifti milites j & bellatores j cavendumque
mpr!m;Sy nevelmollitic animorumy vel corruptela, vel humano quovts re-
fpcfiu temer e tur ?nens vejìray & lentefcat y quodvobis, Cr in ruinam vejìrì
jiatusy & in aternamperditioncmredundaret . Così egli, che non haven-
do accettazione alcuna di perfone , quando del gran negozio trattavafi
k Vide T^^y». ann dcUa Fcdc , fcomm unico due potenti Perfonaggi , cioè due Sigifmondi,
'^«■..si*^'"" [k] l'uno d'Auilria , l'altro il Miilatefta , che mal fentivano dell' auto-
riti
Capitolo IX. 18-7 ^^° "•
rità della Chiefa, raccontaiidohdelMalatefta, che una volta [ a ] fuper-
bus per contemptum atque iniftonem interceptis Epifcopi Cornetaniornamen- scommunicadi
m, emitem ex fuis auemdantj JHfferaty tlla induere y atque obequitcìntem P'^ fonerò sig^r-
f,*i vi^n-v ; / • m . ..-l: • ^ ^ I ' •!• • »' !■ mondo dAiidrra,
percajiray quaft Legatum Jummi Tontificis ^ populo ^ atque militi benedtcere. e sigifmondoM^.
CosìGio: Gobelino Secretano di Pio Secondo, il qnal foggiunge della '"■'*2-
penitenza, e reconciliazione del Malatefta, [b] Sigifmundus Malate/la ^ jy.^^^
animo fraàus ^ Legatos ad Tontificem mittenti Pacem, inquit, viAus pe- ' ""*
to, quas leges dederis fubituriisi vidoris honor eft vitìo parcere . Con-
fìteor, peccavi in te graviter, veriìm neque leves dcàì poenas ; fervatus
deinceps cavebo Ecclefiam la^dere . Tontifex exhiberi mandata jujjìt , qua
pofiquam jurccofifultì probaverunt y in hunc modum Sigi fmundo pacem dedit;
Procuratores ejui in Bafilica S. Tetri , diefefioy dum res divina geritur y erro- Abjura, penìten-
reSy fuper quìbus accufatus e(i y manifeflam hare/im fapientes y ab eo pnedi- j^iy'KeHa'"^
catosy atque afiertos fHijietelientury illofque fuo nomine revocent y & abju-
renty eos prafertimy qui mortuorum referreCiionem inficiantur y Ci^ animas
hominum tmmortdes . Idem Sigifmundus per [e fé agat in xAriminOy prò cri-
mine majeflatis , atque h^erefis omni fé pripatum imperio , aeterifque fortuna
bonis intelligat . ^riminumy ex benignitate ^pofìoìica y corre £ius de novo ,
nomine V le ariatusy accipiaty cenfumque pendat quotannis mille aureos : oppi-
disy & arcibus reliquis, munitionibufque , quocumque in loco fìt<e fuerinty
nihilmoratus cedati Ecclefiay quam Ufìt, prò damnis cun£Ìa recipiat; Fre-
dericusUrbinaSy qu^efuafuerunty recuperet, HisperaElispaxeJio'y tum quo-
que apud^riminum pars agri propinqua y & urbi neceftaria , & imjnunita re-
conciliato Sigifmundo dono dabitur, Trocuratores di6ìam pacem acceperunt ,
quibus perdendo Civitatis ^rminenfìs magnus inccfìerat metusy & die Domi-
nicay qua proxima fuit y in ^poflolorumBafiltcay frequente ad rem divinam
popuio y miiltis ajiantibus Epifcopis , apud aram div£ Marta , alta , & in-
telligibili voce, Sigi [mundi hicre firn publicè confejjìy juxta facultatem tradita
poteflatis abjHrarunt .
Sigifmundus autem oppìdorum , & arcium , ut erat juffus , Cardinali
Theanenft pofieffìonem ad prafiitutam diem tradidit , inter qua nobile Oppi-
dum Cijìerna in Tufcia Tifernatibus imminens ad Eccleftam pervenity non
fme Florentinorum moleftia, qui eo loco potiri multis artibus adnixi fuerant ,
Terfc8a efl confignattolocorum per Sigifmundum pridie Kal. l^ovembris . Se-
quenti die Cardinalis pacem eireddidity & agrum prafcripfity quem pofiet
^riminenfem dtccre y & fibi pofjidendum habere: in ar6ium coar£lata potè-
ftasejus ejl; Tumba, utappellant, quidam ei dimiffa funt , id ffl y palatia
paucis habitata colonis ; munita y & frequentia loca cun£ìa perdidit . Toji
hxc Sinuefìanus Epifcopus ex imperio Cardinalis ^riminum concejjit y anathe-
ma fublaturusy cuique univerfus populusy & ipfe Sigifmundus occurrit , et-
ratorur)%v€niam petens , Epifcopus ad Ecclefiam profeBus y q^uantum errafjet
& tyrannusy & populus y palam ojiendit , qui mandata Eccìefu contempfif
fenty juffitque triduo ceffare divina officia y atque in jejuniis effe populum y ut
mereretur abfolutionem accipere . Voft triduum , congregato in Ecclcfia popu-
io y Sigifmundus flexis genibus corani Epifcopo , (jr ara majori errores fuos
confejjusefiy veniam petiity atqueinverbaTit juravity idem que populus fé-
city promittentes deinceps mandata, & cenfuras Ecclefta omni tempore fer-
vaturos .Epifcopus vtrò hoc fa&o panitentes abfolvity Civitatique benedixity
Sacerdotibusy qui (iante interdi&o, divina profanaverant officia y prò faci-
noris
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Pio n. j g g Secolo XV.
noris qualitate fufpenfìs . CosìilGobeilino del Malatefta . Mi con tanta
maggiore intrepidezza fi fcagliò Pio contro l'Auftriaco, quanto maggio-
re era in Pio la riverenza, laeftimazione, e l'affetto, cheiro portava al-
a r/'/T?. />;,//. /,^. la difcendenzainfigne di quella cafai [ a ] In Sigifmundum, fcrifs' egli di
brcv.pA^.20-7. quello luccefìTo àlì'Arcivefcovo di Colonia, Beo tefic, cantra voluntatem
nojiram proceffìmus , &nunc feveriejje compclUmurì aynavimus enim fem-
lì' condon, *d. V^^ perfonam, & charam habutmus totam ilUm ^Hflnaedomum; fedquii
Pio contro l'Au aliud poGumusì cxcciius hominìs y & indurata ohfl/nat io coiuntnos .ìufiitidì ar-
Irriaco.e monito ' ^ ^, i • • . /^ " i. , , ,.
riocontroJui. wanonpouere . Tslumquam vel minimum pcsmtvntiji ftgnum aliquod dediti
contempftt femper cen/uras , contempfit monita nojìra , & à corrcciione erro-
ris majorum errorum occaftonem quafivit. Cosi egli, il quale con acerba
'paflione di animo, mi con invitta coftanza di zelo , airAullriaco quefto
monitorio trafmefle, publicoez)amdio àtutco il Chnilianefimo del Mon-
rUU.T2.p"J."!fl'. ^^ C^J Un'verfis, & fmguUs Cbrijìi fide/ /bus . Ex quo Satana ipfms rnem-
& u.ii.tpijh^.,7. hrum principale , impius Sigifmundus ex ^ujìrue Vrincipibust qui aliquatido no-
bifcurti , & Eccl(fi£membrum fueraty in fan6liiJi''''iaT ifchatisfl'lìt celebrita-
te in fatanicam fé à Catholtcorum catu abfcifìus pr^xdoitaifii itigluviem y & ab
^pofiolica Ecclefia transfuga fjfe5ìus , fub diaboli cvspit^ vexillo militare ,
anathema y pruh dolori imurric, & demum infantas infami s cumulando y &
fejc ap .[fiatare (uperbiendo ^ faBo quoque [e unitatis Eccleft^ fidemy au&o-
ritatifqt4eejus rationem per cenfurarum contemptum non habere y palam de-
monjiravit y & demum y ut eum in malorum omnium profundum pervenire
omn'buscertum forety eadem ja6ìattemeritate y nec Sacrofan£ios Canones ,
nec .Apofloica pnecipta ju/iiffima, nec judiciay & canonicis fanBionibus fa-
£ia folemnifjimc euminullo pojje contingere y quandoquidem ipfe Dei nefarius
derifor y & Ecclefh^ C'Htemptor deChrijiiano adhucnonerubejcat ìiomineglo-
riari : ob quas res tametfi pra:ter fa6li notorietatem , unufquifque ipfum re-
Bifjìmèh^reticumjudicarity ut tamcn ex fuoore judiciumprodeaty habentes
priorcsnojìros procefiUSy inquibusanathematis y criminis Ufiemajeftatis y &
f autor ix, harefis dtcLiratus e/i pcsnas incurrifje , in iisliteris proinviolatis ,
(^ expn'ìJis y quo confìare valeatnon folum ex operum improbitate fcelefio-
YUMy fed fuariiam propria confcffione y an fith^reticus y vel non y novumde-
nuò procejjum inchoa-pimus adverfus di6ìum Sigifmundum , de damnatijji-
ma b£reji , qua eli omnium Ixercj'um h-irefis , non folum [ufpeBum noto-
rie y [ed fcnlbiliter maculatimi y tamquam [acne fidei non recipientem ar-
ticulunìy quem per h£c Syniboli Spollaiici verba fidelium exprimit unufquif-
que \ Credo in imam SancLam, òdApollolicam Ecclefiami namcum ipfus
£cclffi£ I{oni.m>:eVontifex caput fit , Canonefque& cenfur<£ fic fint Ecclefi£ ,
quòdquifque in Ecclejìa pofitus y & tredens capiti y CanonibuSy & ejus cenju-
ris tentaturobedire ; diB.is quidem Sigifmundus non folum illis non ebedit y fed
pr£dicat infuper , quòd miiirmè obedirr teneacur , atque infuam protervamfcn-
tentiam tam fubditus y quàm quofcumqiie potefì accedere compellit y & hxc
ubique funt notoria , nec badie quoque cefjat per fé , & fios banc fuam perfì-
diam undique divulgare .
Qjiie cM-rìi ad vebc'mentifjimam fufpicionem plufquam fatis fint aperta ,
idcircò ipfum Sigifmundurn notorie de b£re fi fujpeBum per pr<^ftnteSy iépofio-
licaauEtoritate , perempioriè citamus y c^ requirimus , ut fexagefimam diem
4 die dat^y qu>-e & ajfixionis hujus ad valvas Ecclefi£T?rincipis Spoftolo-
rum de Urbe, & ut fequitur , fucceffivè compHtandam , perfonaliter coram
nobis
Capitolo IX. l8p Pio IL
nohìs compaveàt i & de fide Catholica , prcefertim inpr^ta5Ìo articulo unitatis
Ecclefìi€y quieadipfam, &SS.Do6lorum do&rinam, /equuntur, refi^ondeat,
& verbo, &fa£iofepurgetdefufpictone fnb confefjì, & conviti crimmis ba-
re ftspcena: ^iioqidnnos cantra tp firn y tamquam confefìumy & convi£ium , in e fua rlconciiia-
D eiomnipotentts nomine y ufque ad definitivam fententiam , juflitia mediante , ''°."^ '^^^ ^*
procedemus. Così Pio, e ben forti il tnedefimo fine 1' Aiifìriaco , che il ^ '^ ^*
Malatefta , riconciliato poi con la Chiefa, per mezzo di honorevoliffi-
mo, e potente Interceirore, [a] Sigifmundus ex Trincipibus ^ufiria , di- z card. PapUnj:*
ce il Cardinal Papienfe, propter Cardinalem [b] {{omanx Ecclef̣ in vinca- u'"^-.^^^- r -t
lis habttumpan damnatus)udicio , pnncipatuque omnt eXHtus , cum propter nìcoUmi de ck/'* .
amplijjimam cognationem , Germanorumque fadera, ultores facmorishabitu-
ruinonputaretur, vcxatus tamenpcenii continuis i atque odio fuis habitus , lon-
ga etiim contumacia fatigatus , ànullifque interim in fua confortia receptus , di-
vino tandem efi humiUatus m ir acuto -, atque eò quidern ufque humiliatus , ut I{o-
manorum Imperator ^/iuguflus Cafar orbis nojiri alterum caput , confanguinitate
jllum att ingens i cum fummafedis gloria , ant? gcnualtgatt .Apojioliciprocidens
nottante furgendum putaverity vel finemobfecratiombus ir/iponmdumy quàm
fcenitenti, (^ fatispromìm-iis facienci, p cenar urn abolitionem , rejiitutionem-
que eft confecutus . Così il Papienfe .
QueRo Apoftolico rigore, con cui Pio Secondo in foftenimento della Bolla di piocon-
Fede Cattolica indifferentemente condannava colpevoli, fcommunicava trogiìAppJiato^
Principi, deponeva Ecclefiaftici, & intrepidamente ogni grave negozio clifof'"'" '~'''^'°
amminillrava del Chriilianelìmo , ripofe in bocca de' rei un ripiego , giu-
dicato da elìì valevole ad elìmerli dai comminati caitighi ibttol" involucro
di un'appellazione ideale, che non haveva, né haver poteva fondamen-
to, fé non nella vana imaginazione di chi proferivala. Equefta li era l'ap-
pellazione al futuro Pontefice, ò al futuro Concilio; e di quelf a malamen-
te eglino fervironfià deluderei colpi delle cenfure, e pene, prima SÌ£^if-
Jiiondo d' Auftria, poi ad efempio di lui il [ e ] Simoniaco Arcivefcovo e v:!e%ty». an».
DietherodiMagonza, & in fine tutti quei, che fotcrarre fi volevano dal- H'!9->'-}{.&'i>in.
laobedienza, e^dominio del Vicario di Chailo [d] Irrepferatjam pridcm 'daluLnLì.
mEccleftaDei exitialis conjuetudo adverfus l{omaniTontificis cenjuras; yi6iì
enimy damnatique ^pojìolica fententia y ai futurum Concdium appcllabant,
judicem , qui non eraty fuperiorem Bimano Trafuli dabanty qui non inveni-
tur in terris, & cum tpjfi à fuis fententiis appellar i non fìnerenty à Chrijii si-
cario appellandum effe confentiebant . Così il Gobehno, il quale [e] rife- e idemUù.6,
rifce fopra qnefto propoiito una lunga conclone di Gregorio Haimbur-
genfe , che dalle fue iniquità appellò al futuro Concilio con tante bel^em-
mie di perverfi errori , eh' egli per l' avvenire non fu più da' Cattolici chia-
mato Gregorio , ma Erbario : [f]Oro , d quojudice provocafti f rifpofe .....
Ridolfo Germano Nuntio del Papa al Diethero, che foftenne, efeguitò *^"^'^*
l'orazione accennata dell' Haimburgenfe , ^b eo certe , qm non habet in '
terra fuperiorem', nam quis major Tapa interrisi qutecelftor au6loritas} qu^
fublimtvrdignitas? qu£ potefias altior , quàmjefus Cbrifti Ficartatus^ abeo
appeliafìi, Dìethere y qui tamen agre /erre s y fi quisTrovmcialiumtuorum à
te ipfo appellajfet. Scd quemappella[U Judicem^ ^uem provocafii tua cauf^
cogmtorcm^ Futurum Conciliumy dictSy appellavi. Et ubi efi futurum Con-
ciliumi ubifedet^ ubi tribunal ejus requiremusi pulchra inventioy utimpH'
niiafint [celerà, ut liceat fine meta judicii aliena invadere . Is judex appel-
la tur,
P'° 11- 190 Secolo XV.
latuYi quinitfquam reperitur. Cosi egli. Ueterminò dunque Pio fradica-
re dalle bocche de' fedeli quefto empio fubterfugio , e richieftone da* Car-
dinali > e Padri nel Concilio di Mantova il parere, e'I configlio, di coni-
iidimiiè.}, mune confentimento ne fu formato il Decreto : [a] Confuluit Tìus,
replica il Gobelino, in ea res Tatresy qui aderant inconventUf quidcenje-
rentì llli concordi voto refpondermt, appellationeslmjufmodi cumfuisauào-
ribtis damnandas efìe y atque ita decretum eli i e nefeguì incontanente la Boi-
fa Plus II. inBihK la col tenore di quelle Apoftoliche parole: [b] Execrabilis , & priftinis
ccuftit. s. die 16. tpwitjoYibus inauditus y tempeflate noflra inolerit abu/usy ut d Romano Tonti-
^Ve, Jefu Chrifli F icario ( cut dictum eftm per fona beati Tetrr, Vafce oves
measy & quodcumqueligaperis fuper terramy erit ligatum & in ccelis ) non-
nulli fptritu rebelltonis imbuti y nonfanìoris cupiditate judicii, fed commijji
evaftone peccati, adfuturumConcilium provocare profumanti quod quantum
Jacris canonibus adverfctur , ^uantumque B^ipublico Chrifiiana noxium ftt ,
qmfquis non ignarus jurium , intelligere potefi . T^^amque ( ut alia praeterea-
musy qua huic corrupteU manifejìiffimè refragantur ) quis non illud ridicu-
lumjiidicaverit 3 quòdad idappellatury quodnuf^uamejìj ncque fcitur, quan-
do futurum fui Tauperes dpotentioribus multiphciter opprimuntur y remanent
impunita fcelera , nutritur adverfus primam Sedem rebellio , libertas delin-
quindi conccditur , & omnis Ecclefiaftica difciplina , & hierarchicus ordo con-
funditur.
Folentes igitur hoc pefliferum virus a Chrifii Ecclefuf, procul pellere , &
ovium nobis ^commiffarum faluti confulere, omnemque materiam fcandali ab
evili noflri Salvatore arcere, de venerabilium Fratrum nojirorum S. i^. E^Car-
dinalium , cundorumque Tnelatorum , ac divini , & humani juris mterpre-
tumy Curiam fequenttum , confiliOy & ajjenfuy ac certa nojìra fctentia, hit-
fufmodt provocationes damnamus , Ò" tamquam erroneas , ac detejiabiles repro-
bamus , Caffantes , & penitàs annullante^, fi qua ha6lenùitaliter interpofìt<e
reperiantur , eafque tanquam inanes y ac peftiferas , nuillusmomemieffe decer'
nimusy acdeclaramus. Tracipientesdemceps, utncmoaudeat quovis quafito
colore, abordinationibusy fcnttntiisy ftvemandatis quibujeunque nofirisy ac
fuccefiorum nofìrorum, talem appellationem interpomre, aut Inter pofita per
éLlmm , adharere , feu ets quomodolibet uti.
Si quii autem eontrafecerit , à diepublfcationisprafentium, inCancellaria
jìpojtolicay poftduos menfes , cujufcunque flatus y gradus, ordinisy vcl eon-
ditionis fkerity etiamfi Imperiali y Pagali , vel Tontificali prafulgea^ digni-
tate , ipfo faUo fententiam execrationis incurrat , à qua nifi per R^manum
Tontificer/ìy & in mortis articuloy abfolvi non poffit . Univerfitas vero, fiye
Collegium , Ecclefiaflico jnbjaceat interdillo , & nihtlqminm tam Collegia ,
0- Univerfitates y qiiàm pradiBa, & alia quacunque perfon^e , eas pcenas,
Quefti<,ne fc irei ac ccnfuras incuxranty quas rei Majeflatis y & haretiqa pravìtatif fautores,
rr.dwo dciramor- incurrcrc dignofcuntur . Tabelliones mfuper y ac tefles, qui hujufmodi a£ìibus
lufsSt-i' Varilo interjfuerinty i& generaliterquifcientcrconfiUmn , auxtlmm dederint , vel for
folle unito, ò non vQrem talibus appellantibus , pan pana pie 6ìantur ,
''^I'■Vfnc?^mT'^ rNjilliergohominumliceaty Scc.Cosies,\i,
corVadt'etìa' e A qucfte agitazioni cfterne ne fopragiunfe ima interna in Roma, che
ìi^^^'clmJ^ non fu né leggiera in qualità , né difpregiabile in confequenza , per la cui iii-
datadap.o. telli'^euza CI convienc ritrarre alquunto iudictTO il racconto. Riferifce[f]
Ica", f 7/0 ^' r E ytnerico , che informato Clemente Sefto da Niccolò Rofelli Domenica.
no.
Capitolo I X. ipr Pio II.
no, Inqiiifitor della Fede nelle parti di Aragona, e Catalogna, e fuccef-
fivamentepoi promollb al Cardinalato col nome di Cardinal di S. Sifto,
qualmente nella Città ói Barcellona publicamente predicandoli , che in
Sanguine Chrifif [par fa in Varajceve non remanferaf Dhmitas , ntc Sanguis ille
erat deificatus ; ilfopradetto Pontefice habno folemni Condito Magifirorum ,
& aliorum perhorum virorum , manduvit perfuas patentes literas dióio Inqui fi-
tori, quatenùs di^um articulumut Hareticalem :, & erroneum faceret publi-
cè revocarli ac folemniter condemnaret . Et fic ipfclnqutfttorfjcitin Ecclefia.
Cathedralt publicè Barcinona , diSium aniculum , ut vere H^erettcalem , pu-
blicè condemnando . Francefco [ a ] Pegna commentando qiiefta riferita a Framife. Ptg»a
queftione dell' Eymerico, foggiange, f^erè velut Hareticus y veljamoltm comyrt.ìymDi^
à San^isTatribus explofus videtur (alif articulus . llli enim juxtaCatholicam ^' ' "'''"*'
veritatem aliud femper docuenmt : ^Augujìmus fuperjo. e. i o. tra6i. 47. ^m-
brofiHS , & aia , quos refert Magtfier fententiarum lib. 3 . di£i. 21.;. Sicut JLu-
gujìmus , &tradit luculenterS, Thomas ^.p.q. 50. art. 2. dr 3. Unde commune
efi , & certijjimum Catholicorum dogma , videlicet , quòd filius Deijefus
Chrifìus nmquam dimiftt , quod femel ajìumpfttt ac ftbi univtt» Così il Pe-
gna commentator dell' Eymerico ,
Mi né il Commentato, né il Commentario hanno fuilìftenza infamo
drca la verità , fé Clemente Sello dichiaraffe Heretica cotal propolìzio-
ne, e fé la contraria alferzione fia commune, & certijjimum Catbolicorur^^
dogma, corno, lì awanza à dire l' allegato Pegna : conciofiacofache rica-
dendo indiTcorfounafomigliante queilione, indi à felfant'anni, habbia-
mo altrove [^] riportata lafentcnza de' Dottori Parigmi, comprovata, ^ veduipcntif.di
come appreifo fi dirà, dalla dichiarazione, che fopravenne, indi ad al- "^l'f X^ ''•''* ^'
tri cinquanta tré anni, di Pio Secondo, [e] K(on effe contra fidem Ortho- e e ard.de Savona^
doxam ajierere , quòdChrtftus Dominus reliqiierit in terris parttculam aliciuam ^rta.^d^fanluÙ,
fui Sanguinis pretiofi , quam yefurgens non ajìumpftt . Qual dichiarazione, à-^p-dio.Goyd^
benché poHtivamente non parli, fé nel Sangue di GiesùChriftofparfo nel- "*"'''*•"•
lafua paffione rimanefle doppo la di lui morte , ò non rimanelTe unita la Di-
vinità ; ma folamente,prefcindendo da qucfto punto , intenda folamente di
lafciar libera la credenza de'fedeli circa la efiftenza , ò la non efiftenza in que-
llo noftro Mondo di qualche piccola parte di Sangue prezioio ,• nulladimeno
il corfo della difpnta , che agitoflì in Roma fotto Pio II. e la connelfione di
efla , che hor hora riferirai!!, convincentemente conchiude , non effere fiata
giammai dichiarata heretica la riferita opinione , come fuppone l' Eymeri-
co , né la contraria Dogma certìjfimo dtfede , come atteìla il Pegna .
Premelfa quella notizia, il Beato Giacomo delJa Marca Minorità, li
cui gran meriti, pubhca predicazione, efantitàgià fin d' allora andavano
famofi per tutta la Europa, predicando [d] m Brefcia nella Domenica , ,
diPafqua, propofeperifcopodellafuaconqione, [e] In morte Domini no- UHl '"''" ""'
ftnjefu Chrijli quatuorfa6ias fuife jeparatioms, fciltcet ^nima à Cor por e, ' ^p*"^ Dtrmic.
Sanguinis à^ Corpore , Divmitatis ab Humanitate , & Divinitatis à Sanguine VlTc. 'A/^^:!!
mo: & a lungo egli fi ftefe nella prova partitamente di tutte le rilerite ^J'-
tìiitinzioni con pronte autorità di S. Bonaventura, òì Riccardo di Me-
dia-Villa, di Francefco Mayrone, e di altri infigni Cattolici Dottori di
1 neologia. Si oppofe incontanente alla ultima diHinzione, cioè Sangui-
nern pmiofumin triduo pajfionis e ffufum, & in terra jacentem, ab unione hy-
pojtaticaexci4tfie, ^proptereà cult» Latria indignumfuiffe, un FràBattifta
Predi-
P'o n. ip2. Secolo XF.
Predicatore dell'Ordine di S. Domenico, e dal pulpito della Tua Chiefa
ripigliò com'Heretica, e falfa cotalpropofizione. Fra Giacomo di Bre-
fciamedefimamente Domenicano, Inquifitore allora in quella Città pet
la Fede , per mezzo di lettera exhorratoria ammonì il Beato Giacomo della
Marca, ch'egli rittrattar fi dovefle, come di proferita beftemmia. Mail
Santo Minorità (limolato dal zelo della Cattolica Fede non fol ricusò la
2 io,x^friU».c>t. commefla ritrattazione , ma nella [a] fnileguente Predica dichiaroffi
non mai haver' eflb infegnara una fentenza falfa, erronea, &: hxretica,
ma benfi una dottrina ricevuta da molti inllgniTheologi, i cui libri egli
portò fui Pergamo , e leffe. Non giudicò l'Inquilìtore di procedere più
oltre in convenienze, ed impugnata la fpada della fua Apoitolica autori-
tà, quefta citazione gli trafmefre ne! feguente tenore : 'ì^sFraterJacobus
de Brixia facra pagina pYofefior^^ Qrdinis T?r<£dicatornm , ac haretica pravi-
tatis Inquifitor in Lombardia y & Ejpeiria Januenfi à. San&aSede ^pojìolica
conjiitutus, Fratri Jacobo de Marchia OrdinisMìnorumi prudcntiamfe£ìari:
quianobis retatu fide dignorum innotuit^ quòd pofi monitionem , qua tibiinfì-
fwavimiis cum orani revtrentia, minàs Catholict diBum , divinitatem à San-
guine ChrijiimCrucependcuisfufofuijkleparatam , bodiè verp proterviùs id
'^ in populumjp urgere voluìftì , idetiam) quod per Ecclejiam determinatum efi
Contradt6ìiorie dióii tui i hareticum appellans . Ideò tenore prafentium te re-
quirimus , & monernus .prima y Jecundò/tertiò , cr peremptorio . 1<[JhilO'
mmàs tibt invirtute obedienti^e , & fub excommv.niLatio^is posnamandamus,
quatenùsy aut di5ìam fcntentiam revocesy fit erroneam , Ù" hareticam , an-
tequam de hac C imitate recedas , aut coram nobis de fide refponfurus compayeas
cras in mancante horam Tertiarum in Concerna S, l^ommicide Brixia re fiden-
ti^ noflra: ajjìgnantes tibi di£ium terminum prò primo y fecundo y tcrtio, &
peremptorio termino y ac Canonie a momt ione: alt oquin fi h(^c mandata noftra,
quod non credimusy contempferis y ex nurtc, prout ex tunc , predicata trina
Canonica monitione pramifjay in , & contra te , praàicatam excommunica-
tionis jententiam y aiuhoritate y^pojìolicay qua fungimur , ferimus in bis fcri-
ptis , & etiam promulgamus . In quorum fìdem pnefentes fieri juijimus , &
re'^ijìrarii noflrique figiili imprcfjione muniriy de quarum prafentatione rela-
tionicujuslibetjiimcii cum ]uramentodabimus fidem. Così egli. Fiì quefta
citazione una tromba, ch'eccitò incontanente le due nobili Religioni ad
una Ecclefiaibca pugna, ciafcuna foftenendo chi il fuo Predicatore, chi
il fuo Inquifitor e , pretendendo li Domenicani di già condannata com' he-
' letica cotal propofizione fin dal Pontificato di Clemente Sefto , come ve-
niam pur'hora di riferire nell'allegato racconto dell' Eymerico, e com-
mento delPegna, e foftenendo li Francefcani non mai feguita cotal con-
danna, onde come à cofa indecifa efler libero à ciafcuno il credere fopra
queftamaterJaciò, che più aggradava. Sicché tutto il punto reftringeva-
fi allora , non tanto nel ]us della propofizione , quanto nel fatto della con-
danna di effa, dai primi alferita, dai fecondi negata. Bartolomeo Mauper-
to VcfcovodiBrefciazelantedellaconcordia, la cui rottura ridondar po-
teva in ifcandalo del popolo, avocò afe la lite, e chi amarai' una parte, e
l'altra con l'intervcni mento di molti Dottori, e Nobili , efaminatele ragio-
ni di ambedue li Religiofi contraditori, e non recandoli Domenicani al-
cun'originale j né afcun' authenjtico tranfunto della pretefa Clementina^
. .. decretò Utramque [entsmiam pr<edi(art immunem ab errore , donec Sei€s
jfpQ'
Capitolo IX, 193 Pio II. i
jtpofìolicxm Decifìonem fuam interponeret , E non corfe gran tratto di tem-
pò , che unitamente [a\ Ci ricorfe alla Sede Apoftolica dall'una Religione , e * ""' ''* ^'
dall'altra ; e come che nifluna difcordia nel Mondo è più irritante,e fìffajche
quella degl'ingegni, da Brefcia portata à Roma Ialite, ne fii introdotto l'efa-
meinunaftrepitofaConclufione avanti il Tribunale del Pontefice medefi-
mo , che in una gran Sala volle aflìftere al dibattimento con la maeftofa aflì-
(itenza di quanti Cardinali , Prelati , Vefcovi , e Dottori trovavanlì allora in
Curia , che tutti vollero ritrovarli prefenti allo (pcttacolo di quefta gran dc-
cifione. Tré Religiofi per parte furono fcelti à foftenere ciafcuno contro gli
avverfarii la loro aflerzione , e capo de'Domenicani fu Gabrielle Catalano,
dc'Francefcani Francefco di Savona , e fi dibattè così acremente l'aflunto ,
che correndo rigidiffima pel gelo quella giornata , pur fi viddero gli Argo-
mentanti tramandar fudore per la fronte, [b] Il Gobelmoriferifcealungo h Ceéei>„e lu.ix,
fu argomenti degli uni , e degli altri, e Soggiunge , Tlures Epifcopos , & Ab-
ates fcientia Theologica injignes quajiionem problewaticam cenfuijje : e che la
maggior parte de'Cardinali , anzi l'iftefib Pontefice Pio inclinafle nella opi-
nione de'Domenicani,mà non già ne volefle alcuna cofa decidere,rimetten-
done in altro tempo la rifoluzione. [c]'hlj}nelìviji4my dic'egli, eo tempore e Gobei.hc.cir,
fieri decretum decLarationis y ne multitudo Minor um y cujus erat cantra Turcas
pradicatto necefiaria , oj^enderetur . Ma al Gobelino Secretario di Papa Pio Ci
oppone fortemente il [d] Dermici©, dicendo y'hJjhUd Gobelino proHifioricì tNhJFrànì.ì't
aBum Jìnceritate y & ventate ; e. Luce clariàs liquct , 'pellibrum, rei *Au- mihi^%h
£iorem corruptumejk; & in prova l'allegato Dermicio molti tefti rapporta
del Gobelino , non ben fofiìftenti nella verità della Hiftoria . Ma ò habbia
ingannato il Gobelino,ò s'inganni il Dermicio,e ò inclinaife il Pontefice al-
la fentenza deTrancefcani , òde' Domenicani, certacofafiè, che la Cle-
mentina di Clemente Sefto allegatadall'Eymerico non può giammai fufli-
i^erei eflendo cofa che, quando ella folfeftata rinvenuta per authentica, e
vera , ò non farebbe flato meflb fotto efame un punto già decifo , ò non fa-
rebbe doppo rigor ofo efame fopravenuta la Decifione , che riferiremo , di
Pio : il quale con paterna previdenza defiderofo di provedere allaeftinzio-
de della dotta difcordia,amn ch'ella tra que'riguardevoli foggetti non dege-
neraffe in difconcio , emanò in Ancona l'anno Teguente la Còltituzione , che
nel Bollario di Laerzio Chaubini fi è la undecima tra li Decreti di Pio II.
che incomincisi Ine ffabilis, in cui doppo breve proemio, Sanèy dice, aim
dudnm Inter dileóios Filios Tnedicatoritm , & Minorum Qrdìnum Fratrcs ( fe-
tore TlÌT^ania operante) fupereoy quodeorum aliqui inip forum pr^di e at toni-
bus predo fum Sangumem Domini no flri Jefu Chrtfii in trìduo Taffionis e'^ifdem
feparatum fuijje ab ipfius SanBi/Jìma Vicinate ajjeverabant , alti vero fore
contrarium tcmbant, di(ìentionis materia cxorta forti y ex qua adtantam inter
eos alt creati ontm y utaccepimus, deventum extitit y ut facile mentibus fide-
lium poffet f e andalum generar i'y & licèt alias l^os ad obviandum prccdi&isj
AuditisiiSy qux circa pr^mìffa utraque pars dicebaty & allegabat y fileni ntm
impofuerimus , ac materiam ipfam indifcufiam protunc reliquerimus , ac man»
daverimusy dehujufmodi dubietate arnpliiis difceptationem aliquam fieri non
debere y quiatamen verendum forety ne ex contrarici aie pradiBay in menti-
bus eoYundem Chrtfii fidelium aliquid fcandalt ad eorum an mas ilitqm andas
evenire poffìt, matura pr^^meditatione curai>imus omnibus finiflris eventibus
,prxmij]is y prout ex debito Tajìoralis officii adjìrtngimur , obvuire.
Temo Il\ Ivi Ut
Pio il j^^ Secolo XV.
Ut igitur in Scclejia Dei Orthodox^ fìdei unitas prxfervetUr , & ié càtt-
ro tollatur occafto in hujufmodi controverftas incidcndi, auBoritate ^pojloti'
cUi tenore prafentium, fiatuifnftSy & ordmamus, qnòd nulli FratrumTra-
dicatorum deinceps liceat de fupradiSia dubietate di/putare, predicare, vel
publìcè, aut private verbum facere, feu aliis fuadere, quòd videlicet Ha-
reticum, vel peccatum fìt, tenere y vel credere y Sanguinem tpfum f aerati f-
ftmum y ut pramittitur , triduo pafjionis e'jufdem Domini noflri Jefu Chrifti ,
ab ipfa Divinitate quomodolibet fuific, vel non fmfie divifum , -pel fepara-
tumy donec fuper dubietatis hujufmodi deciftone, quid tenendum ftt , fuerit
per Tslps , er Sedem ^poftolicam diffinitum .
Mandames proptereà umverfìs , & fmgults eorumdem , & aliorum quo-
rumcumqueOrdinum per totum Orbem conjìitutis Fratribus y cujufcunque fta-
' ■ '■' tus y graduSj vel conditionif extjianty prsfentibus y & futuns , fub excom-
minicationis lata fentemia pcena, quam ipjo fa&o incurranty & à qua nifi
in .nortis articulo confiimti , ni(ì per nos , aut Succejjores noflros , abfolvi
pof/mt j ne contra jiatutum , & ordinationem noftram prjedi6iam venire »
aut facere , vel tentare quocptomodo prafumant .
J^cnon omnibus , & ftngulis pradi6lorum , & aliorum Ordinum Tra-
latisy ut in virtute San5ì<eObedientÌ£ tranfgreffores omnes, quo s in poenam
hujufmodi incidifìe y aut contra pr,xdi6ia dixijje , vel fecijje pr^sfump fermi ^
dignis pcenìs , dirifque carceribus punire , O" mancipare procurent , ac Fra-
tribus ipfis Htriufque , feu alterms Ordinis , de estero fub eifdem panis ,
aliquem Fratremy feu aimmy hareticum proptereà proclamare , aut hxre-
fis ex hoc labem incurrifk conjiiterit , illam ,_ vel alias , apud Sedem ^po-
fiolicam demintiare teneantur , & debeant , quòdqtte inter alias quafcunque
Ecclefiafltcas , fcecularefve perfonas , nullus Fratrum Ordinum prusdi&orum ,
feu aliorum aliquem de pnedi^lis infamare , aut de ilio quomodolibet pro-
clamare pnefumat .
Quinimò , ut Fratres ipft Tradicatorum , & Minorum Ordinum hujuf
modiy mutuò fé diliganty & cum charitate pertra6Ìenty fecundiim Ordinum
ipforum inflituta , & P^guUris obfervautia regulam , fub pccna , pramifia
auSioritate prafata, tenore prsfentium , mjungimus : decernentes ex nunc ,
omnes , & fingulos Fratres Ordinum pr£di£ìorum , qui pnediBa non objer-
yare , vel illis contrafacere , vel venire ftuducrint cum ej}c6lu , ad omnes
a6lus legitimos B^ligioforum y & Ordinum ipforum penitùs mhabiles y & /»•
Coipaces y necnon irritum , & inane , fi fecìis fuper bis à quoquam , quavis
au&oritate fcientery vel ignoranter contigerit attemart. K^ulli ergo &c. Co-
sì l'origine, il progredb, e'i fine della contefa, nobile per la preziofiti
del foggetto, e riguardevole per la concorrenza de'contradittori.
Midi tante operazioni, editantiegregii fcritti, con cui qiiefto Santo
Pfil.i'fi^ pèr'^'". Pontefice illuftrò non meno il fuo Pontificato , che il fuo Secolo , e la Chie-
dtpr. flione .^e' fa tuttadi Dio , nifluna forfè uguagliar fi può al di lui Apoftolico zelo , di cui
l'on^di^u" '^.o fempre arfe il fuo cuore , ò per ladeprerflone , ò per la converfione de Tur-
dogmatico Libd- chi , che baldanzofi in quefta età fottomettevano alle loro armi la Europa >
iolViiVa'!'"" "O" come gli altri a Città a Città, maconifpaventofocorfodi vittorie
a Regni a Regni. Quaifaticofi viaggi egli a quefto effetto intraprendefl'e,
•quanti torrenti verfaife di denaro, quali, e quante cruciate , Eferciti, e
Leghe egli ò intimaffe , ò difponelle , ò fri Principi Chriftiani concludefle ,
e comg in Ancona fui procinto di portarfi elfo fteflb contro i Turchi , fi par-
tifl'e
Capitolo IX. 105 Pioli.
tifle moflb da qiiefto Mondo , ne habbiamo in altre opere [a] (kfcrit- a va; u noflre
nteiKorie Hi/loriche
contro i Turchi in
to à lungo il racconto. Ciò ch'egli fece , a baftanza Ci difle : ridir ri ,„,„^„
marrebe ciò, ch'egli fcrifle per convertire alla Fede Chriftiana l'Impe- p'^ "■
rador Maometto Secondo , che fiì il propagator dell' Imperio Tnrche-
fco in Afia, e'I conqiiiftator di nuovo Imperio in Europa. Grande , e
malagevole imprefa invero , mi che Pio dal canto Tuo tirò così bene a
fine, che rara altra fcrittura rinverraffì atta a fvolgere un cuore da una
falfa Legge , e ridurlo alla credenza della vera , come quella , eh' egli
compofe , [b] z Maometto indrizzò , e trafmefle , con felicità di fa- b Epin, putt,
era , e profana eloquenza , da riputarci ammirabile in un Giovane Ac- r^'^. ' ' " *
cademico fpenfierato, non che in un Pontefice cagionevole, e in altri
grandi affari diftratto fempre , & impegnato. La proliiJità però, in cui
ella fi ftende, ci configlia ad additarne più torto [e] in altro Libro il e t^j»-'"'- »4<f»«
contenuto, che a riferirlo sii quefto noftro. Ma non hebbe egli la for- «•44- à- feq.
te di vedere il fortimento ne della deprelfione delle armi de' Turchi , né
della converfione de' loro cuori , forprefo in Ancona ,* come fi difle ,
dalla morte nell'atto fteflb della fpedizione militare contro efiì. Dice
di lui il Cardinal Papienfe, [d] Tius impleviti quoddebuit, idemque fa- ^ cm,ì, papUn»
tienter tulity quod Dea e/i placitum : e con degna riflefilone egli conchiu- fpifi^so.'
de. Hoc (amen boni affecma efl Sedei ^pojiolkay ut cum anteà à Siculi pa-
teftatibus fidelium calamitates uni imputarentur "Pontifici , nunc iifdem me-
rito imputentuYy quorum & accufata fit contumacia , & falfus fer^or de-
te^us . Così il Cardinal Giacomo Mentebona Lucchefe , Vefcovo di Pa-
via, per le fue egregie doti honorato da Pio Secondo della Cafata Pic-
colomini , e del Cappello Cardinalizio , Secretario di lui , cognomina-
to il Papienfe dalla Chiefa> ch'egli come Vefcovo governava.
N 2 C A-
Paolo IL
ig6 Secolo XV.
CAPITOLO X.
Paolo Secondo Veneziano , creato Pontefice
li 31. Agollo 1464.
Condannazione in 'Bulla Coena del Podiehrazio ^ di 'Bo-
hemia , e Pontificia ajfoluzjone ai Vaffalli dal Giura-
mento . Heretici Fraticelli della Terra di Poli : loro
punizione , berlina , e ra'v^edìmento . Lettera dogma-
tica di Papa Paolo al Patriarca de* Maroniti,
a Unueì. vol.t' tf
J^^o [a] Domini 1^66, dice il Haiiclero , Vaulus TontifcJi
Maxìmus Ceorgium Todiebracmm BohemU B^gem Concijiono
publico de Harefi damnat, dignitate, & I{egno per fententìam
privai . Strepitofo fiì qiiefto giudizio, maeftofo il Congref-
fo , e rifoluta , e pronta la efecuzione. Haveva già Pio
Secondo citato quell'empio à comparire in Roma, e del-
oftinazione , e la di lui convcrfione , e penitenza havevano data certa fperanza molti
dlSf^zio!' ^°' Cattolici Potentati, e precifamente l'Imper^dor Federico, il quale ha-
veva promeffo al Pontefice di ricondùrlo eflo fteflb nel feno della Ghie-
fa p.pùn. incon.: fa, Ogni qualunque volta fofpendelfe Paolo il giudizio intentato da [b]
>nm. iio.6. pjQ . j^^ Tempre attendendoli l'efito delle promefTe con una vana efpet-
c r^.i. P4/.,v«. tazione di defiderato fucceflb , [e] Mìnifterìum ìufiitU operati fumus ,
tpifi.zsi. ad Ber. ^^^v j-jfenfce il Papienfe in perfona del Pontefice la condotta , e l'efito
'^"Zn,'^""' di quefto affare , juftitia admìfcuìmus ckmentiam , nulla fokmnitas , ml-
lus ordo, mila expe^atio eft pr£termijfa : ritè pcra6ia funt omnia y in qua-
àriennium à die citati rei pYodu£tum judicium eji : non negligentia ulla no-
ftra , (ed certo femper confilio , ter fiagitante Capare, converfionemque e'jus
fpondentey femel autem Trine tpibus, quos memoravi , nempè quos affinitate
(ibi devinxerat i id ipjum petentibus, curfum damnationis fufpendimus ma-
mi femper grattficatione , qudm fpe : ea vero lege continuò eJi promijja
Qifpenfto , fi interim ille fidelibus pacatis nihil noceret i indidgentia noftra
abufus contumaciter eJl , non quietem agcns , non iis etiam parcens , qiios
propter infUtittum erat judicium : per has moras Jìc eos nequiter habuit ,
ftc dure affiixit, ut gravesad nos perferrentur querelf.y & ficilitatis^ noftra
aliquando nos panìtevet ; pertulimus tamen pMentcr omnia , ac licct dece-
pti, in ea lenitate duravimusy ne aliquando m mali F^egis judicio, aut pra-
cipitesy aut immifericcrdesexijìimari pofieìims. Così egli. Perloche giun-
ta alla falce la mefle , ed avvicinandofi l'hora prefcritta del comminato
giudizio , Vocat'ìs in fenatum Tatribus , commentariifque aBorum perle-
"iìis , dato etiam ad difquìrendum fpatio , tandem una omnium oratione
perjurus , facrilegus , Ixnretìcufque , conjìante de iis criminibus non cq-
^ guitto-
ì
Capitolo X ig^ Paolo IL
gnitioHe tantum t [ed famay convtncìtury utque auSloritas major decernendìs
vfìety ex quaque natione t omnique ^ntijlitum ordine , qui porrne tunc erant,
Dokores divina legis , & Tontifi»Ì£ adefle inConcilium jubentur, qui rogati
fmtlatint fententiam in idem cum Vatribus judicium convenere . MA in que-
lla difpofizione di cofe un'altra riflefllone ritardava il Pontefice dalla efe-
cuzione del fuo difegno , e quefta fi era la promeffa di Cefare , e di altri
Magnati, che parca à Paolo ò non attefa, ò tton foprabbondantemente co^n?iftoÌo"pe?)i
afpettata, e perciò in qualche fenfoòdelufa, ò difgradita , e confeguente- promulgandone
mente valevole ad irritar gli animi di que' Grandi contro la Pontificia ri- condro uPoS.
foluzione : concorrevano col loro uniforme parere molti Cardinali nel fen- brano,
timento del Pontefice, onde nell'atto ftefib della conclufione fi viddero
llranamente raffreddati gli fpiriti di chi voleva più rollio minacciare, che
efeguire la preparata condanna : quando furfe il Cardinal Portuenfe, [<i] a nidm,
magni Confila vir i harefumque femper oppugnator acerrimus, e, Quidme-
timur , difle , humanis judiciis omnia «* an non relinquenda magnìs in rebus
Deo funt aliqua i fi non aderit Cafar , non Tolonus, non Hungarus , fpon-
deOi aderit de excelfi) San6ius Deus , & caput impìum conteret ; nos jitfla no-
yimunerisimpleamusy reliqua ille a£iutum perficiet . Così egli : il cui dire
ù un tuono, da cui forprefo il Papa, e quanti afliftevano in quel facto
Conciftorio col Papa , incontanente [a\ pera6lo facro folemnt, Tontifex
in magna hominum firequentia marmoreum fuggefium afcendens , quod ante
fummum Mtare in Bafilica Tetri ad dexteram efi , ex diplomate fententiam
recitavitj regnoque, male olim , deteriàs inde parto , Bohemum privavit ,
Era allora il giorno di Natale, e fopraggiunfe in breve quello nell'anno
nuovo della Cena del Signore, in cui Papa Paolo con coftanza di non mai
interrotto zelo confermò le fulminate cenfure , publicandone la fentenza in
quella folennità di giorno con quefta maefti terribile di parole : [a\ Excom-
municamus , maledicimus , &■ anathematiT^amus perditionis alumnum Geor-
gium alias Jerficum de Conftat, & TogiebratT^ , I{egni Bohemì<!C occupatorem ,
olim illius I{egem nominatum , contra quem multorum Catholicorum Trinci-
pum , & aliorum nobilium , ac fidelium Vopulorum , & I{€<^ni ejufdem ere-
bris denuntiationibus , & querelis meritò admtttendis , & juflts , requifiti ,
& interpellati procefium jamdudum per feltcìs recordationis Vium Vapam
Secundum TradeceJJorem nojìrum contra ipfum Georgium j'uper damnato cri-
mine h^refisj atque aliis detejiandis per eum perpetratis exceffibus inchoatum
judiciario ordine projequendo , tandem exigente jufiitia , & jujìo judicio ,
w«» valentes amplius abfque gravi divina Majeftatis offenfa , & animarum
earundem periculo excefius tam gravijjimos fub dijpmulatione imtltos prete-
rire t ipfum Georgium de Fenerabilium Fratrum noftrorum S'.i^f. Cardinalium ,
&quarnplurium^rchiepi{coporumy Epifcoporum t aliorumque divini y &bu-
mani juris interpretum , & Magiflrorum , hareticum pertinacem , h^ereticO'
rum fautorem , damnatarum harefum defcnforem , perjurum , atque facrile-
gum fuijjey <!r effe pronuntiavimus , & fcntentialiter declaravimus ,
Item excommimicamus , & anathematÌ7^amus omnes , & fmgulos ipfi
Ceorgiohareticoadharentesy affijientes , obfequentes y faventes y autftbicon-
filium , auxilium , vel favorem clam , vel palam , dire£ìè , vel indtreàè prA-
beritesy cujufcumque dign'tatis y flatus y gradus , ordinis, praemmentie , vel
ì'.obiiitatis fuerinty & qui fecum commcniumhabcnt ad pr<efensy vel habe-
•bunt quomodohba in finurum. Così egli; & acciocché della validità della
Tomo IF. N ? fenten-
Paolo II. j^g Secolo XV.
fentenza non cade-ffe alcun dubio ne' Baroni, e popoli foggetti à qiiel Re^
replicò in quello tenore fra pochi meli la Tegnente dichiarazione .
,Ad futuram reimemoriam.
Vìgeftma tenia menjts Decembris proximè elapfi in nojìro Sacro Conftjio-
rio public 0 ipfum Ceorgium haxeticum pertinaccm, hareticorum [autor em^
damnatarum jam harefum defenforem, perjurum ^ & facrilegum fuifìe , &
^ ejìe , dignitateque Hegia, & quavis alia, fi qua: prafulgeret, bonifque , &
dominiis privatum, ac ab omnibus amovcndum , ipfum denique fingulas cen-
furasj & posnas contra lapfos in hjereftm, perjitrofvey fautores , & defen-
forcs eorum , à jure jìatutas , incurrifie , pofUrofque fms ad fucceffionem
inhabiles pronunttavimus .
Et (i tam divino , quàm humano iure lucidiiflmè declaratum confiet Ca-
tholìcis mllum foedus , aut vinculum cum baretico, tanquam exdufo a fide-
Aium confortioy putrido membro y efse ineundum ; aut initum cum co , ante-
quam talis condeninaretur y continuandumy cum crimmis hujujmodi declara-
-tio omncm fohat obligationem y & p cerne quocumque juramento firmata im-
.pediatcomrnifjionem y declarationemy aut cognitionem y & diffinitionem ipfms
"h^refis ad B^manum Tontificem tantìim fpeólare , (^, pertinere i ad abundan-
\tem tamen cautelan/iy & ad tollendum omnem dubitatwnis materiam , qu£.y
ut prtemittitHr , vel orta jam ed , vel eriri forfan deinceps quomédolibet in
■mentibus bominum pofjìty au6loritate ^poftolica, tenore pnefentiumy & ex
'Certa noflra fcientia declaramus -, ornile s.Baron e s , Cipitatenfes y Fafsallos ,
.,& fidbditoi pr£di6los, ubilib-et exijientes y quocumque nomine eenfeantur y ab
*omm fubje5iionc homagii y & fidelitatis juramentoy ac ohligatione quacum-
'tìue y quibus fé dì6io baretico damnato teneri ante à quomodolibet intellige-
i)Aìity pkniffimè fuifse, <& efse abfolutos y nèc deinceps eos ad obfervationem
mIìcujus eorum teneri , nec jure conjìrmgi y aut propter non objervationcm ,
infamia y vel alia-quavis macula notari pofse y. aut debere y per inde in omni
Jbus y & per omnia , ac fi non folàm noflra^ ut funt , ^pojiolica , verùm
etiam Imperiali auóìoritatibus efsent à pramijjis omnibus ahfolutt , prout etiam
ex nunc iterum , & de novo abfo-lvimus . Così egli. Quindi demincioflì
a vìdeT{ay>r. ««• coutro lui [a] la cruciata, che con felici progreflì pcrfeguitoUo fin'alla mor-
K»»* 1470. te , chelocolfe [^] nella oftinazionefuriofa delia fuaherefia.
Mi mentre ftrepitava il Pontefice Romano contro l'Heretico Podie-
c .^r.>w 1457. -brazio Re diBohcmia, Crepitavano [e] da Poli quattro fcalzi Fraticelli
fj!,'^'-^"cl!£l'^omx:o ìlPontelàcc Komsino . Rintanati [d] ancora dentro le native Valli
f^^s. Bibi.'vat'k. idi quella Terra , alciuii di efli oftinatamente aderivano , nill'un poter'elfere
fgn.n.Mi. vero Papa Vicario di Chrifto i che aillftito da mondane ricchezze, nonha-
vcfFe pienamente imitata la di lui Evangelica povertà ; e ali' aflerzione
n'na'd'ak lini Fri- accopplando li fatti , in quella terra in faccia à Roma ne predicavano l'af-
ticeii di Poli, funto , e per il vicinato ne difieminavano il pazzo errore . Paolo convinfeli
maravighofameote bene tutti, non à forza di difpute, mdà forza di bat-
titure, e fattine .legare quattordici da'Sbirri, li fece poi efporre fopra un'
alto Palco nella fommità di quella parte di ^ra-Conliy che volge verfoil
Campidoglio, con una Mitra di cartone in capo per uno, all'improperio
delle genti, e alle tìfchiate del popolo. Doppo le quali, confefl'ato il loro
inganno avanti il Pontificio Vicario di Roma , che colà comparve con cin-
que Vefcovià riceverne i'ab)ura, furono eifi aifoluti , e per merco di pro-
ieflata penitenza veftiti con una lunga vefte di lana con Croce bianca al
petto ,
T
Capitolo X. Ì99 ^^^^^ II;
|>etto, & alla fchiena, dinotante il loro ravvedimento, & Herefia.
Fu richiefto intanto [a^ìì Pontefice da Pietro Antiocheno Patriarca de' LuéTa dogniaci.
Maroniti della erplicazionede'piiifecretimifterii della Chiefa di Dio, cioè " dei Pontefice
de i duepiùnecelfariiifaperfi, della Trinità, e Incarnazione di effo. E ^'^^'°"'"-
Paolo coftituito da Dio per Dottore del Chriftianefimo,prontam ente dall'
alta fiia Cathedra magifìralmenterefcriflegli, inculcando d lui, e per lui à
quel popolo ciò, di cui erapiiìneceffaria la intelligenza, [b]LicètmSan6ia b ^f «'^"'l^j"». -««.
Trincate aternaVatre , &Filio, &SpirituSan&o Jitmiaefjentia, una ìiatti- *'* ^'"'^^'
ra, una potentia, unavoluntasy &unaoperatìo, juxtaea, qux determinata
funt per Sacrofan£Ìum univerfale Concilmm TSlicanum prtmum , & juxta au&o-
ritatem S.^ugufiini ponentis in interpretatione Evangelii fecundùm Joannem
homilia 22. & dtcentis : Faciamus volunratem Patris, voluntatemFilii,vo-'
luntatemSpiritusSandi,qmaTrinitatishujus ««^ voluhtas, una potettas,
una majeftas eli. Et juxta di£ia B.BafdiiCiefarienfii Epifcopi in interpretatio-
ne primi Tfalmiy ubi alt ; Quorum autem una natura efly horum c£dem
funt operationes. Et juxta di6Ìa B.GregoriìKl^yJJem in fermone cantra Euno-
mium ftcundo , ubi ait ; Unam voliintatem efle Patris , & Filii , & Spiritus
Sandi , natura: communio proteftatur; tamen in Domino noltro Jefu
Chrifto ex tempore incarnato , funt duae natura? units in uno fuppofìto di-
vino, fctlicet divina, & humahaperfedè in omnibus proprietatibus fuis,
Sicut ex detcrminatione quarti Condili fcilicet Chalcedonenjìs exprefsè habc"
tur. Simtliter in iofo Domine nojiro Jefu Chrijio funt dux voluntates quan-
tum ad proprietates naturaleSy id eft 3 proprietates duarum naturarum, fci'-^
iicet divina, &humanay unita in uno ftippofito divino i& concordesm unum,
five fimul indivif£ y inconvertibiles, infeparabiles , inconfufe , nonautem fe-
parat£, neque contraria , ficut impii harettci dixerunt . Et jìmiliter dicendnm
ejì de operationibus Chrifii , agrt- enim utraqae forma fecunditm divinorum'
pradicatorem Leonern cum alterius communione , quod proprium efi , f^erbo
fcilicet operante , quod Ferbi ejì , & carne exequente , quod carnis ejì . Et
S.Mhanaftus in fermone cantra ^pollmarium fa6io ait : Quando dicit: Pa-
ter, fi polììbile eft, tranfeatàmecalix; tamen nonmea, fed tuavolun-
tas fiati &iteriim : Spiritus promptus eft, c^r© autem infirmai duas vo-
luntates hìc oftendit , tamJiumanam , qax eft carpis , quàm divinam , (]ux
eftDeitatis. Et Cyrillus Epifcqpus Mexandriain interpretatione EpifioUad
Hebraos ait : Si autem perfedos hos tecit per aquaiii, & Spiritum , quomodo
non operatus eft divine,. pariterque humanè ? Hac autem manifeflat DecrC'
tum Sacrofan^i Sexti Concilii fub Co?iJia.ntino Triucipe in Regia urbe celebra-
ti, quod praftntium lator tibi ojìendef, eujus Jententiis, & determmationi
in omnibus acquiefcere , & adhareredebes.. Così egli al Patriarcha de' Maro- '^cT^c
niti . Ma conchiudiamo il Pontificato di Paolo Secondo,con rapprefentare in' oppoue, i n
sii quefte carte la morte di elfo-conteftimonio contemporaneo al fucceflo ^'^'^^'^
di lei , acciò più potentemente fmentir polliamo l'Autor Calvinifta [ e 1 del ^ Mor?!^ush My
Libro mtitolato Myjterium Imquttatis , che temerariamente afterilce , ■'
eHer'egli morto in aBu venereo à Diabolo tranfgulatum . Illum accufant incon- , ^^^.^ ^.^ , ^
tmntia, [rf] dice di Paolo Secondo Francesco FilelfofcrivendoalSucccf-
lore Sifto Qtiarto, quo ncque frugalior erat , ncque temper attor qmjquam .
Satis is nobisdcbtt vidcricontinens , quia delie attor ibus obfoniis, ac potibus
/(? pottjjimitm contmet : bine enim fons manatad omnem voluptatis intcriiue-
rantiam . Quando tllum audivimus bis replcri in die ? Obfonits autem quàm
N 4 vililji-
Morte del PoiKc-
alunnif à
Paolo IL ^^^ Sewlo XV.
vìUJJirnh uteretUY^ ipje vit£ exitus decUrat, Fuerat TaulusTomifex ditas
éìei partes » & amplius occupatus in eorum caufis audiendis , at^ue expe-
diendisy qui ex toto fere tonar um orbe eh corwenercmt : non modo oSava
Marta exulis illtus bora pr^terierat , perùm etiam^iona , quod erat canati-
dì tempui adI{omanos : menfa apponitur jejuno, defefioqueVontifici ; atqui-
bns referto, obfoniis ? regalibus fané , & Terjtcìs . Qiubus tandem j* peponi-
hus fcilicet, & minutis iftis, albifque pifcicuLiSy qui capiuntur in Tyberi ;
htéjtifmodi enìm ejculema ad panem addiderat . Quo autem vino , Creten fi-
ne , an Cyprio , an B^odio , an Lesbia <* ex ipfo etiam Tyberi mera aqua :
quibus fané rebus effe£lum , puto , ut ille fibi mortem quodammodo. confci-
verit i nam cum vellet , naturjs vim omnem ■pehementiorem , fervoremque
compefcerey non fatis duxeraty vino uti dilutijjimo fempery [ed eo die aqua
7neray & ea admodum frigida' potui ufus eji, Itaque ex iftiufmodi efcuLen-
torum > ac potus. mala , & turbulenta conco£Ìione , variis furgemibus fiati-
bus, tum il meatus, per quos fit refpiratio, illieo funt objiruóli, tum mon
continuò, ner-porumque omnium contrario confecuta, Sed ii, qui aut hujuf-
modi caufas natura tgnorant, aut funt animi livore , atque odio in San^liffi-
raum Tatrem illum exulcerati, alti infcitia, alii malevolentia, novas fabtt-
las per Italiam difpergunt ( quali egregiamente vengono confUtate dall'
a G, lift /Mi <:.<J4- crudito [<z] Gretlero ) Quare tui muneris effe arbitrar, Tater pientijfime,
& optime , ut tanta vcl hominum impudenti^ , vel impiotati confulas , quo
rei cafligando , vel ple£lendo veritati fit locus . 'ì^n multò priufquam mi-
graret ex hac luce , in te unum conje6iis ocults , eum dixifje audio , Hxc
mitra , Pater Francifce (habebat enim in manu pretiojtffimam illam mi-
tram , quam tantis gemmarum , & margarttarum opibus ad honorem Ton-
tificatus infìgnierat ) caput tuum decoraturaeftinChrifto Jefu. Cui fané
de te pradicationi rem videmus non multò pòji contigijfe . Cosi egli .
C A-'
1,01 ^^^"^^ ^^*
CAPITOLO XI.
Siilo Quarto dì Savona, creato Pontefice
li 9. Agofto 1471.
Scritti egregii di Sifto Quarto a'vanti il Pontificato . Par--
ticolarita notabili fuccedute in un Concijìoro da ejfo te-
nuto . Sue cojiituzjonì contro li Simoniaci , contro gli
Appellanti al futuro Concilio , e [opra gli habiti Cle-
ricali , e [opra altri emergenti della Fede . Affari del-
la 3ohemia . Herefie di Gio^vanni Kichardo in Germa-
nia , € di Pietro d' Oxma in Spagna .
Nche avanti , che Sifto fofle alfunto al Pontificato j die fuora
lampi d' inconcufia fede in foftenimento , e difefa della Reli-
gione Cattolica . Poiché meditando Paolo Secondo la publi-
cazione delle lettere di Calillo Terzo per non so qual riforma
delle Rehgioni Mendicanti , e li Superiori di effe appellar pre-
tendendo al futuro Concilio, conillenderne eziandio in carta opere d.pnf àt
l'appellazione , Francefco ( che così allora chiamavalì Silì:o , il quale viveva \!l^J^^ .'""*' '!
fra Religiolì della Religione Francefcana) non fol non concorft: con gli al- (JorfcrUtf,
tri nella temerarietà della provocazione, mi apud[a]TaulMm c/i profcjius, ^ t^''J''-'»««.»47i.
fé ab €0 facinore abfthmifje . In oltre attaccata la Onnipotenza di Dio in Bo- "' ^'
logna da un Religiofo Carmelitano , che in publica difputa hebbe ardimen-
to di aderire , Deum fua omnipotentia hominem damnatum falvare non pojjet
egli contro gli fcrilfe un dotto Trattato in oppugnazione della beftemmia ,
& Herefia : [b] Impugnavit errorem à Carmelita quodam Bononìa excitatum : ^ Plàtina in vita
anfns namque e/i homo temerarius ajjerere y Deumqmdem /uà omnipotentia ^ ut '^•''^'^'^^^
vocabulo Theologico utary hominem damnatnm ferrare non p offe . Così Bar-
tolomeo , ò come altri lo chiamano , Battifta Platina nella vita manofcrit-
tadi Sifto Quarto. Et libi um edidit y egli Soggiunge , de Sanguine Chri/ìt,
fopra la materia agitata fotco Pio Secondo fra le Religioni Fracefcana, e
Domenicana , e , <^ggrcf/us e/i & opus admodum nece/ìarium j o/iendere
enim anni/us e/i rationibus quidem , & non vuigaribus , Thomam ^quinatem %
& Scotum in fententiis convenire , licèt verbis di f erre viderentur , ad tollen-
4as difcordiasy cr alter cattones , qua ob hanc rem tnter utrumque Ordinem
quotidie na/cebantur : tanta enim integritatis habebatur , c^ do5Ìrina , ut
mie uni ex coetu Cardmalium ad /idem pertmentia poti/fimàm committeren-
tUY . Ferùm dum his rebus intentiore cura vacaret , dumque ]us Canonicum
legendo pcrcurrerety mortuoTauloy Vatrum confenfu Tomi/ex creatus anno
/alutis Chri/iian^ ^471' 5* '^«^ -^^gJi/Hj & in /ine fcrip/ìt de futuris con-
tingentibus propter altercationem Lovania ortam inter Henricum quemdam
pirim do^lim , <sr omnes fchola/iicos Lovantenfes ; E queft'altercazione fu
lire-
SìSTo ly. -«, Secolo XV.
1Q^
a Elias dit Fin in ftrcpitofa , c capo dì eflfa fiUin Pietro Tommafo , il quale in [a] collufióne
fii^i'n.IitTo.'""^'" de' Sacri Vaticinii aderiva , Che le propoff^^oni defutitrt. contingenti non
Difputafopra li efjendo né vercy né falfe^ confeguentemente le propoft'^oni del Simbolo ^ che
^utun connngei,- ^^^^^^.^^^^ ^ ^^f^yg ^ come fono quelle , Cbrijìus venturns eft judicare , e ,
Credo refunehionem mortuorum , effe mede/imamente non fono né vere , né
/alfe . Si oppofe all'ardimento di quelli temerarii argomentanti tutta la più
fanafcuoladiLovanio, e in confermazione ne richlefe il fentimento della
univerlìtà di Parigi, che rilpofe. Gli artìcoli di fede effere tutti, prefenu;-
mente veriy perche neceffarit , neteffttate confequentt , e come dicono le
fcuole, noH neceffitate libertatts , fed neceffìtate fidei . E quefta materia ,
che cadde in contro verfia nella Univerfità di Lovanio verfo il fine, del
Pontificato di Paolo Secondo , è controia quale fcriiTeSifto Quarto, avan-
ti ch'egli fofle inalzato al Pontificato, ricadde fotto nuovo efame in un
Conciiloro da eflb poi tenuto fotto li primi anni del fuo Pontificato , nel
quale lì decife la materia con li medefimi fentimenti da noi di fopra èfpófii ,
acremente foiìienuti, e difefi dal fempre invitto, e^tto Cardinal Pa^pien-
fe . Quando nuovo fiotto avvenne in quefto medefimo ConcjiftQro , c^p re-
b Maff^us Vola felo fopra gli altri celebre per fuccefìb degno da regifìrarfì . Poiché [b] pe-
l^.rr^^siii'ard'.v. ^oraudo in elfo l'Ambafciador dell'Imperador Federico Terzo , che allora
r-i'f/c. ' regnava, einlungaconcione, ch'egli hebbe i favore di Domenico Ve-
bfi/fuc"'?u"oh, ^covo di Brefcia nominato da Cefare al Cardinalato, in faccia airifteflo
un conciitoro. Pontefice chiamando fpefle volte nel fervor del fuo dire l'Imperadore Mo-
narca del Mondo , infofferente di quefto faftofo titolo furfe intrepido il Car-
c idm'bid. dinal di Roano , e, [e] Malè^ difle in alta, e rifentita voce, agis Thoma
( che Tommafo chiamavafi i'Ambafciadore di Cefare ) 'Klon tms Imperator ,
fed hìc nofter Tontifex, Monarcha efì Orbis . Tati non poffum. Fumana de-
tr ahi amplitudini . Tslp, ripigliò fubito il Mini ftro Imperiale, non omnium
Monarcham Imperatorem ajo, temporalium tantum intelligo : al che il Ro-
thomagenfe, l>{ec temporalium quoque illt efi Monarchia . Jur e divino ^ dr
"Pontificio tota Monarchia efi Trafulis B^omani. Tacque I'Ambafciadore ,
e l'Hiftorico foggiunge, Idem omnes uno judicio confirmanmt .
Dunque elevato Siito al Pontificato, egl' incontanente nobilitollocon
A^Lib^ hcv.sifii ngiiardevolifiime conftitutioni . Rinovò [^] le pene , e l'Ecclefiaftiche
■ p'i-'is- Cenfure contro li Simoniaci i e contro li Veneziani, che hebbero ardi-
mento dì appellare al futuro Concilio , quefta Bolla formò , e divulgò
per tutto il mondo Chriftiano .
e F.xtatapndT{cj. T ^1 Siftus Eoifcopus Scrvus Servorum Dci . Ad futuram rei memoriam.
Bolla Pontificia » Cum fuperiori anno Veneti noftrum Ferrarienfe territorium hoftiliter
coiuro li vei.e „ invafiflcnt, & 1 nobìs, ut defifterent, moniti, & inftantiflìmèfspiùs
krmiò "^ÌY Eo » l'equifiti , fé id non belli gerendi , fed pacis habendx caufa , & prò ^urium
Concilio. j, fuorum confervatione agere affirmarent , ac bellum continue acriùs pFo-
„ fequerentur, & adeò ultra proceflìlfent, utdeFerrarienfiscivitatis oc-
„ cupatione in brevi dubitareturi ne tamlongamoranoftra, quiinillo-
i, rum verbis confidebamus , Romanie Hcclefia- damnofa foret , ipfique eo-.
„ rum voti compoccs fierent, Ferrarienfi ci vitati prajdida-, ne occuparetur
„ abeis, occurrereetiamcumgentibusnoftrisarmigeris, & alias, prone
i, fas, & poflibikfuit, ac tcnebamur, curavimus, &univerfali in Italia
pace
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Capitolo XL X0 3 Sisto IV.
paceiiiteraliquosilliusPotentatiis per nos compofita , eifdem Venetis , „
ut 1 bello prgedido Ferrarienil defifterent , & pacem ipfam , qiiam nos
ut inarftimabile boniim fidei Catholicje ardenti defiderio ad etfedum de-
ducere ciiravimus , ampledierentur , conditionibus eorum , & ftatui ,
&Potentatuiconvenientibus, repetitis mintiis , & literis perfuadere , &
eos faluberrimispaternis monitis ab eorum belli propofito ad tramitem
reftitudinis revocare ardentiiìs non ceflavimus . Cumque expedatis più-
ribus menlìbus , noftris perfuafionibus obtemperare nullatenus velie ,
& bellum ipfum Ferrarienfe contra nos,& Romanam Ecclefiam omninò
profequidecreviflerefponderenti nequid omicteremus de iis , qu^e no-
Uro incumbunt officio, eofdem Venetos , quos ob invafiim Ferrarien-
fe territorium prolatas in id facientes, nominatiin in Coena Domini ,
per nos , & Pr^edeceflbres noftros Romanos Pontifices Ecclefiafticas
cenfuras, &poenas incurrifìe notorie conftabat, ut jureoptimo tacere
potuifTenius, cenfuras ipfas incurnìre minime declaravimusi fedutmi- ,,
tiùs ageremus, cum eifdem noftris patentibus literis eos, ut à bello
prsedido tam injufto defifterent, & occupata reftituerent, denuòmo-
nnimus, & requifivimiis, Ecclefiafticas, quas fadi qualitasexigebat, „
fentcntias, cenfuras, &poenasproferentes in eos, fi noftris, ut debe-
bant , tam fanftis , tamque^iuftis non obtemperarent mandatis.
Ipfi vero quanto mitiùs procefllmus contra eos, tanto magis exce-
dere non formidarunt ; nam non folùm monitionibus , & mandatis
przedidis obtemperare , aut pr^fixi eis ad id termini prorogationem „
petere, & de parendo fpem dare non curarunti imo ipiritu rebellio-
nis afTnmpto, accerfitis in eorum Ducali Palatio nonnullis Prselatis Ec-
clefiafticis tunc Venetiis commorandbus, corameis, ut honeftis per-
fonis , à monitionibus , & mandatis hujufmodi noftris ad Tribunal
Omnipotentis Dei, & ad id, quoddeproximocelebrarideberet, te-
mere affirmare non erubuerunt, futurum generale Concilium appella-
re; & ut appellatio ipfa per eofdem Prajlatosreciperetiu*, laudaretur ,
& admicteretur , ac tandem ad noftram deduceretur notitiam , procura-
re, & Chriftitìdelibus, Clero, & populo cii;uslibet civitatum, terra-
rum , & locoriim eorum ditioni obtemperantium , quòd prsetextu appel-
lationis hujufmodi, monitionibus, & mandatis noftris obtemperare
non tenerentur , nihilque contra eos hujufmodi , prxtenfa eorum appel-
latione pendente, polle, aut debere innovari, perfuadere, & eorum
animas hujufmodi falfis perfuafionibus illaqueare non formidarunt in
hujus Sandse Sedis Apoftolica: audoritatis contemptum , perniciofum
exeniplum, & fcandalum plurimorum. A quibus omnibus Veneti pr^e-
didi profedò , ut credimus , abftinuiflent , fi confiderafTent attente
cam, qucE apud nos in Beatro Petto à Domino nobisconceflaligandi, „
atque folvendi juxta meritorum exigentiam plenitudo refidet potefta- „
tis , qua non extollimur ad fuperbiam , fed ad providentiam excitamur :
& illius esemplo , qui omnes falvat , & neminem vult perire , libentiùs
utimur adfolvendum, quàm ligandum; & voluiftent diligentiiìs intue-
ri , qua fada noftra profequi perfedione velimus , quòdque eos ut
peculiares Romana; Ecclefi^ filios fcmper geftìmus in vifceribus cha-
ritatis, &gratiis, ac favoribus profequi non celfavimus.
Nos igitur , qui difponente Domino , qui nos unxit oleo l^titis
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Sisto IV. ^q. Secolo XV.
a praj confortibus noftris, in eo fumus officio conftituti, ut fingiilarum
„ animarum faluti confiilere , juftitiam colere, & iniquitatem odire debea-
» miis, attendentes, quòddeminoribusadmajores iiidicesdiimtaxatap-
„ pellare legalis permittit audoritas , & propterea inhibet ab Imperiali > &
» prjefato Pretorio jiidicioappellari,& qiiòd non homo, fedisdiimtaxat,
s) qui folo verbo fecit coelum, &terram, Apoftolicam Sedem, &inea
)) fedentem prjetiilit univerfis edam Conciliis , quse ab ea robur accepifle »
a Sandorum Patrum decreta teftantur , & etiam Gelafius Papa contra
j) Acacium Faufto legato fcribens , òxmzxt-, Ipft j unte anone s , qui appella-
si tiones tot IMS Ecclcfite ad hujus Sedìs examen voluere deferri , ab tpfa autem
,) nunquam appellar! debere; ó" ipfamdetotaEcclefìa judìcare, deipjiusau-
i, tem judicio nunquam judicari fenferunt. Et dum fcribit ad Orientales
3i Epifcopos dicens : Sff/erw pr£di£iam, nulla Synodo precedente j folvendì»
jy quos Synodus inique damnaverat , & damnandi , quos oportuit , nulla exi-
n flente Synodoy habuiffe facultatem . Teltantur etiam qiiamplunniorum
j, antiquorum Conciliorum epiftol^e, in quibus verba illa apponuntur :
», Salva in omnibus ^pofloliae Sedis au^oritate; & quòd de iis, & quàm
„ plurimisaliis junbus, &canonibus,acaudoritatibuspÌ2EmemoriaePius
}, Papa Secundus Pra;decefl*or nofter dudum de Fratrum fuorum Sacrae Ro-
9, mansE Ecclefije Cardinalium, &: Prarlatorurh , ac Jurifperitorum tunc Ro-
„ manam Curiam fequentium confilio , in Conventu Mantuano, audorita-
39 te Apoftolica , in perpetuum valitura conftirutione, omncs qualitercum-
„ que appellantes à Romano Pontifice , Canonum tranfgrellbres , & illos
9> ex eis , qui ad non indidum , nec congregatum Concilium appellare prsc-
j, fumerent, aliud caput in Ecclefia Dei, acimaginariummajus, &lubli-
j, mius Tribunal confingentes contra Apoftolumdicentem: Fundamentum
3, aliud nemo poteji p onere pr<£ter td , quod Chrijius injiituit, hujus SandsE
a, Sedis Primatum negare, EccìeCix unitatem dividere, non unum folum pri-
5, vilegium eidem Ecclefi.T adimere , fed prsecipuam , & principalem didae
», Sedis audoritatem , quam & vox Chrifti , &i. Majorum traditio , & Cano-
„ num fulcit audoritas , penitùsfubverterenon verentur, prae carteris de-
», tefìabilioresefle, &eornm appellationes hujufmodi quacumque occa-
si fione interponerentur , non foliun irritas , & inanes , fed fraudulofas , &
„ facrilegas, &h^reticasefledeclaravitj ac ftatuit, nulli, cujufcumque
j, flatus, ordinis, velconditionisexifleret, licere deinceps prò quacum-
„ que caufa ù Sede Apoftolica , prsefertim fub hoc prsetextu nominis futuri
st Concilii appellare , aut hu)us appellatione uti , & inniti fub excommuni-
„ cationis ìztx fententia; poena , à qua à nemine abfolvi poffit , prjeterquàm
„ à Romano Pontifice , niliinmortisarticuloconftitutus : &voluit, om-
„ nes adh^erentes appellationibus eifdem, Procuratores quoque, Syndicos,
„ &aliosquoslibet alio nomine appellantes, ilmili fententijc fubjacere :
5, Norariosverò, &:Scribentes, didantes,&teftifìcantesineis, autcon-
„ filium prjeftantes, vei favorem, ultra anathematis poenam, perpetua
,j notari infamia, di advocationis, procurationis , & notariatus otiiciis
9, fore privatos; & fi in hujufinodi excommunicationis fententiapcran-
„ numperfifterent, tanquamdehscrefi, &fchifmate fufpedos ab omni-
j, bushaberi, ìfe reputati; & contra cos, ut tales, juxta Canonum pra:-
9, cepta, procedi, proutineadcmconilitutione lacins continetur.
„ Ex quibus manifeftè infertur , quòd hujufmodi eorumdem Vene-
toni ni
Capitolo XL X05 ^^^"^^ ^^-
torum appellano , ex eo quia à Romano Pontificenonappellatur, eft „
ipfo fado nulla ; & quia ad ndutn , & imaginarium Concilium interposta „
fuit, facrilega, &abhorrendaextitit : & ut ad Tribunal Oninipotentis „
Deiinterpolitaper eos fuftineri non poteft , ni(ì alterum de duobus affir- „
menr, videlicet vel Omnipotentem ipfum B. Petro Apoitolorum Princi- „
pi, &pereumejusSucceiroribusomniniodanipoteftateinin tetris non „
tradidifle, & aliquid de ea retinuifle , vel quòdà Vicario ad eum, cujus „
vicesgerit, cu) ufque unum & idem efl Tribunal, valeatappellari, quo- „
rum primum h^ereticum , aliud vero i Sacris Canonibus alienum eiTe ne- „
moambiget. Etnonminùsconfiderantes, quòd fi Veneti pr^tatinon „
appellalfent, fedconceflagravatis à Romano Pontifice via, non fuppli- „
candi, autinintegrumreftitutionemànobispetendi, ufifuiilent; nihi- „
lominusexfexcaufisineorum prastenfa appellatione pra^dióta deducìis , „
qusE fi redèprocederetur, adunumreducuntur, videlicet quòd ob pa- „
da eis non fervata à Duce Ferrarienfi , nobis confentientibus , bellum ei ,>
indixerunt , & quxfita in eo bello , utpotè licito , ad eqs pertinent , exau- „
dirinullatenusdeberent, cumcaufseipfeàfadiveritate, & jurisdifpofi- „
tione fint penitus alience : nam ut ex noftrarum literarum , per quas mo- „
nitifuere, leduraevidenterapparet, DuxipfeFerrarienfispada ferva- „
re , & noftrs ordinationi defuper parere fccpiiis obtulit , & ad bellum ip- „
fum, penitus nobisinfciis, de ventumextitit, &c.„ Così egli: e perdi' „
eglino, cioè li Veneziani, doppo la promulgazione di quelta Bolla ecci- J^I^^^'j.'p^M^
tarono con potentiilìmi mezzi Luigi XI. Rè di Francia à vigorofo rifcnti- verfo la sede a-
mento contro il Pontefice, quel pio Re, rigettate le vane illanze, icccin^^^^'^^^'^^'
publica adunanza del Regno legger la Bolla, e promulgarla fentenza : del
che il Pontefice refegliene [a] grazie permezzodiSanFrancefcodiPao- ^^^^^* ^'"^'- P"^'
la allor vivente, al quale ancora con quefti due Bireviimpofe, chedoveffe
porgere preghiere à Dio pel Re di Francia .
Francifco de Paula* ,*
Diledle fili falutem &c. Intelleximus te pervenifle incolumem ad Re- „ y}^l^^ Pomifi-
. n 1 I r 'vi o • I eia a Sili France-
giam majeltatem , quod nobis lummopere placet : & quoniam vehe- „ fcodiPaoU.
menterdefideramus, utejusSerenitaseumfrudum, quemfperavit, de ,>
tuo illuc adventu fentiat , volumus , ac tibi in virtute fanda* obedientise „
ftridiffimèprcEcipiendomandamus, utomnicura, fì:udio,&diligentia „
intendasadrecuperationemincolumitatisMajeftatisfujE, &nihilinhoc „
pra:tennittas Deum rogando, & omnia alia remedia adhibendo, quse „
adprofperamillius valetudinem pertinere quoquo modo poffint, non „ ,;-
obrtantibusquibufcumqueperfuafionibus, qux tibi forfan ab aliis fadar „
cfTent in contrarium. Nos quoque non definimus ad ipfum Deum ere- „
bras preces effundere , ut Celfitudinem fuam mediantibus ofationibus „
tnis in bona difpofitione , & incolumitate confervet , quam nos prò no- „
ftra in eum benevolentia maxime optamus. ,, Così egli : e come per al- „
tro Breve al medefimo Re indrizzato in quello tenore :
B^egi Francia.
Charijjìme in Chriflo Fili nofier . Quoniam Celftmdinìs tu>£ incolumitatem, & fo^Jlfgu'/„"e"fog.
felicem fiatum femper optavimus , & optamus , mandamus diletto filio Frana- getto .
fvQ de Tania, qHemadpepenire juffinins, per duo Brevia allegata, in altero in
virtute
Sisto IV. ^q^ Secolo XV.
Tftrtute fan£{:e obedìentia , in altero fub excommunkatìonìs pcena , ut omnt
cura, jiudiOi C5* diligentia Deum orare non daftnat prò bona difpofuione ,
dr optimo (ìatu celfttudinis tn£ , non objianttbiis qnibufcumque perfuafio^
nibus , qui£ forfan ei in contrarium ab aliis faci£ efjent . Itaque poterit Ma-
jefìas tua alterum ex ipfts brevibus , quod ftbi magis vide bit ur , ipfi Fra-
tri Francijco reddcre. 'ì<Iqs quoque non omittimus ipft Deo fupplicare , ut
celfttudmem tuamtn ea^ quamdefideraty valetudine, dr felici regimine con-
fervet, & manuteneat , etiamfi aliud per nos contra hoc tibi factendum vi-
debitur. Così il Pontefice.
bSJÌ'To'iKl'fic.o Né perch'egli così teneramente amava quefto devoto Re di Francia,
fopra l'ufo negli fu riteniito à Tìovì dìportarfi reverillimamente con il Clero Francefe, che
h^buotaiarc'!'^''' tralignava dal retto fentiere della Ecclefiaftica difciplina, edallapieti
efemplare del Tuo Regio Monarca : poiché havendo egli prefentito , che li
Sacerdoti di quel Regno, abbandonati nella diflbliitezza del vivere, ren-
devano appreifo li Laici difpregievole il loro fiiblime grado , anche neU*
habito efterno del gorpo, mandò colà Giovanni Cardinal Vefcovo di Al-
bano in qualità di Apoftohco Legato con rigorofecommiflìoni di fofpen-
zioni, e di fcommuniche, anche contro quei, chedifufando la ve|te ta-
lare comandata da' Canoni, in obbrobrio della dignità veftivano, come
dicefi, di corto, quafi vergognandofi di quella veneranda mfegna , che
neir citeriore li diltingue dal volgo commune delle genti ; e perche il Bre-
ve , con cui il Pontefice accompagnò il fuo Legato , porta feco annefle ri-
levanti confiderazioni contro le querele de' moderni Ecclefiaflici , che mal*
volontieri ricevono li replicati comandi de'loro Vefcovi fopra l'ufo dell'ha-
bito talare, ci piace qui di riferirlo, acciò in leggendolo pofia l'Ecclefia-
ftico lettore, ò gioire, s'egli è buono, òconfbnderfi, fé cattivo.
a ^■^ttd'^ajn.AH. [4] yener abili Fratri Joanni Epifcopo^lbanenft ad B^gnum Francia, &
^■i^ì-n.i6. jini-perfas Galliarum partes ^pofiolicii Sedis Legato.
Fraternitatitu£ per^poftolica [cripta committimus , & mandamus, qua-
tenus folum Deum pr£ oculis habens omnia, & Jtngula pramijìa , qu£ re-
fortnationis , C^corre^iionisminifierio, prout dare patet , indigerenofcuntur ,
feciindàm Deum , & Canonicas fan^tiones corrigere, reformare, & emenda-
re aufìcritate nojìra procures , monendo omnes , & jìngulos tam ^rchiepì-
fcopos, quàm Epifiopos , & alwsTralatos, ac Ecclejiajitcos, &Laicospr£'
diàos , exemptos , & non exemptos , in virtute fannia obedientia , ac fub
excommunicationis , fufpenfionis , & interdi6ii, ac etiam fuarum dignitatum,
C^ beneficiorum quorumlibet , qu£obtinent, privationis, & aliis formidabi-
lioribus , de quibus tibiexpediens vìdebitur, fententiìs, cenfuris, &poeniSy
ut de estero à pr^milfis omnibus , & fìngulis debeant abflinere , ac fecun-
dUm Canonicas fan6iiones tara in habitu , quàm in eorum vita , (jr moribus vi-
vere, fugiendo venationes, & aucupationes , deferendo in Eccleftis, & locis
pubiìcis I\gquetos , & Mantellum , five Clocam , prout Tralatos decet , devitan-
do breves veftes cura corve6iis , qu£ habitus funtLaicorum , non incedendo cum
F^quetis difcopertis in prafentia fuperiorum fuornm, & Cardinalium predi'
6iorum , caiifas eorum in foro faculari non tramando , de Sedepr£di6ia, &■ mem-
bris non obloquendo , nec de Sedis ^poflolic£ poteflate judicando , ncque conjir-
mationes eleiìionum ad Cathedrales , vel Metropolitanas Eccleftas , ac Monafle-
ria, & alias dignitates ele5Ìivas hujujmodt contra refervationes ^pofiolicas
refervando, &alia, qu£ juxta Sacrorum Canonum inflituta ad honorem Dei,
&0r-
Capitolo XI, IO 7 ^'"° ^^-
tir Ordìnis Clerìcalis augmemum , animamm falutem , Ó" £on«m cxemplum
Chrijiifidelium neceffariat feu quomodolibet opportuna ubi videbuntury ge-
rendo , ftatuendo , faciendo , disponendo , dr exequendo , plenam , /«-
beram, &omnimodam, au&oritate ^poflolica y tenore prafentium , tibicon-
cedimus facultatem , cJ'f . Così egli con vigore , e rigore gradito anche
da' rei, perche anche da effi conofciuto per profittevole ai coftumi , e
avvantaggiofo al decoro della Ecclefiaftica difciplina.
Ma dove rimediavafi in una parte à qualche fconccrto , forgevane in al-
tre un nuovo , e ò da Herefie , ò da diirenzioni , ò da recenti non ben fon-
date opinioni , ritrovavafi Tempre in moto , e Tempre in atto ò di difefa , ò ^ ^pujxtym, «4.
di otfefa l'alta [<i] Catedra del Pontificato Romano. Sononote, edanoi mtS-m?. *'
pili volte riferite le acri difpute fufcitate prima da Guglielmo di Santo
Amore, e feguitatepofcia da Guglielmo di Poliac, fopra li privilegii de'
Religiofi , l'obligazione di udir la Meffa nella Chiefa del Paroco , e le con-
feflìonidafarfiòagliuni, ò all' altro. Sotto il Pontificato di Sifto nuova
zizania furfe nella Germania fopra la medefima materia , e i noi bafterà in
quello luogo di riferir un Diploma Pontificio, che direfTe Sifto à quelle
Chiefe, per doverne poi quindi tefìer più ampio difcorfo, comem al-
tre congiunture habbiamo accennato, fot to il Pontificato di Clemente Ot-
tavo : e'I tenore del Diploma fi è il feguente.
Tarochiani Sacerdote! de ca-tero non dicant , à Adendicantibus harefes
proceffijjey cum in veritate fides noflra fit illuminata , & Ecclesia exaita-
ta, per eofdem , c^ pnefertim per Ordines Vradicatorum , (jr Mmorum y ut
JHra tejiantur , Fratres Mendicantes non predicenti populosTarochianosnon
teneri audire MiJJam in eorum Tarochiis diebus feftivis , & Dominici! ,
cum jure fit cautum , illis diebus Tarochianos teneri audire Mifiam in eormn
Tarofbia/ì Ecclefiay nifi [or fan ex honefìa caufa ab ipfa Ecclefia [e abfenta-
rent; quòdquc etiam nec Fratres y nec Curati mducant aliquomodo laicosad
eligendunt .fepulturam apud eos , & bene caveant propter pcsnas , qnas im-
ponunt Canones , cum fit liberum .
Etiam ipfì Mendicantes defijiant pr dedicare y quòdVarochtani non fmt obli-
gatì) faltem in Pafchate , proprio confìttn Sacerdoti , quia de mre tenetur
Tarocbianus faltem m Tafchace proprio confìteri Sacerdoti ; per hoc tamen
ipfi Fratres Mendicantes non cenfeantur excluji , quommùs fecundUm juris
commums , c^ privilegiorum eifdem conccftorum difpofìtionem , confe^ones
audire i & panitentias injungere valeant. Etiam de ccetero inter ipfos Fra-
tres Mendicantes y C^ CuratoSy quo ad effe Bum pradicandi, horas cantanii ,
& campanas pulfandi , fcrvetur confuetudo arif.qua , que temporibus anti-
quis fervata futt in ipfo oppido Elingenfi j & cafu , quo veniat aliqua occa-
fio, fìve necefjìtas , non fìat commutatio tempons , vel hor£ in ipfìs pr<^di-
cationibus fiendis, nifi de confenfu partium . Etiam ipfi Fratres in fcrmoni-
bus eorum non detrahant Tralatis , & ^c&oribus Tarochialium Ecclcfiarum ,
nec etiam populos à Juamm Eccleftarum Tarochialium frequenti a , & ac-
cefìu abjirahant, fìve ntrahant quoquo modo. Così il diploma Pontincio,
il quale , benché m apparenza fenibri contrario ai Regolari , nuliadi-
meno nella foltanza convalida le loro ragioni, come f^T in altro 1uog[0 ^^.^'f' •' ''l"''^-
convincentemente dimoftrerafJÌ. ^^ Ulf^^Z^^^
Ma qiieftì furono provedimenti a' mali preveduti, e non caftigo de*
commeliì. Fu denunciato airApollohca Sede , che da alcuni Pfeiuiò Car-
melitani
Sisto IV. ^^g Secolo XV.
melitani in Bologna nelle publiche Prediche, e concioni temerariamente
dimemi'co?-°JT. foftenevafi l'iiorribile propofizione, l^on efse lUreticum, & à puntate
Maghi , e k mi- fidei alimum , Damonum expedare refponfa, Inhorridim il Pontefice Ro-
^"* mano, eRomaall'efecrabileannuntio, econofcendofiqueftomale, non
tanto come caufa, quanto com' effetto dell'Herefia, fiirfe potentemente
i^pud r^^.,-. il Pontefice con ogni rigorofo rimedio contro i delinquenti, e, [ajTSljin'
poH Dinaoroi», ^,^j,^;^ ^ji nobiSy COSI egli fcrifle al Vicario del Vefcovo di Bologna ,
^''^' ■' nomullos Ordinis San6Ì£ Maria de Monte Carmeli Fratres tanta fuifseteme-
ritatisy ut verni non fmt difputando, & predicando in noftra civitate Bono-
nìenjì , e]u[que Comitatu afsenre , non efse hareticum , & à puntate fidei
altenum , D^momm expe5iare refponfa : ob quod adverfus ipftus fidei puri-
tatcm fcandaU multa ex»rta videntur . 'hljìs id indignò y moleflèque ferentes ,
<ir de pramifjis certamnotitiam non habentesy difcretioni tua per prafentes
committmusy & mandamusy ut omni opportuna adhibita diligentiay & in-
duflria veram notitiam habere curcsy an fmt, qui fuermt hu]ufmodi af serto-
rcs , & qua fcandala proptereà fmt exorta . Quidqmd autem in pramifjìs
invenerisy m fcriptis authenticè rcda&um , ad dileElum Filium Francifcum
de Toleto Tsiotarium , & Datarium nofìrum domefiuum , fub tuo figlilo tranf-
mittas : ut ab eo de omni re certtores fa&iy quid agi conveniaty aurore Do-
mino y jiatHere valeamus . Cosi egli : e perche negli Autori altro divul-
gamento non legqefi di sì ftrano malore, giuftamente fi attribuifce alla
vigilanza di Siftoìa fuppreflìone di effo.
Affari d*"ii Huf- Non così però con lepropofizioni meramente verbali fi avyantaggiava-
fici Bohemi . j^q gì, Huiliti nclU Bohemia , ftranamente fempre fconvolta dalla fazione
de^liHeretici, laquale dove una volta pone il piede, fifla fi ferma, e non
b erm^ras J.29. jj^lj Jq ritraile fenza precipizio , e defolazione del paefe : Klsc Bohemia , [b]
& Traga prafertm , dice il Cromerò raccontando gli fconvolgimenti dell'
Hungaria , e Germania defolate da una parte dalle armi de Turchi , dall'al-
tra dalle fazioni de'pretendenti , à domefiicis motibus quieta fuit, fchifma-
ticisy & profli%atis Sacerdotibus , atque Concionatoribus in abfentes Epifco-
posy & Cardinaìes y& Vontijicem maximum y mox in prafentes Monachos ,&
Ma\iflratus urbanosy ac in Rcgem dcnique populum comitantibus y nec pro-
fuitindidgmtiay & patientia I\egis y ac ne coercitio qutdem feditioforum y quo
'mìnùs probra , & contumelia in cum ja^arentur , ac de vita is quoque Traga ,
&apudCuthnos Montesy quo fecefserat y periclitaretur . Senatus quidemve-
teris & nova Traga à furente multitudmecontrucidutusefiy & Monafteria
Aim provedi diTeòta . Soliti cifetti della Hcrcfia femprc pertinace , benché battuta, fin
memi di ^M^^>\^nio che almciio non venga ella dalle radici recifa, &abbattutada ton-
<ontro£ii Huin- ^^^^^^^^j ^.^'j f^^j-o . Si ftrufie Siilo in compaffionevoli lamenti alla fola
imaginazione della defolazione lacrimevole di quelle Chiefe , e non rin-
venendo altro più pronto riparo , che le armi del Re Matthia d'Ungaria, ad
elfo fcnffe più con lacrime, che con inchioftro, [e] Innotuifse credimus
1/^'::::^:"'' Maj^ft ti t^ , quod nupcrctiam nobis trifli nuntio relatum efl y harett-
cos fcilicet civitatis Tragenfis proximè fa&o tumultu tnfurrextjse cantra
CatholiiGS nojirosy & rabiem Juan: crudeliter exercentcSy eos y quotquot m
pratoriisy in facrìs adibuSy in privatis dcnique domibus mvem funty vane
trutidafse. Qua res ficutienormismconfpeau Dei y & hominumextitit; ita
nosy quibustura eft femper caufa Catholica fidei, a^ecit incredibili dolore ^
Timmes itaque plurimim, nifi fiatim de remedns opportums provideatur.
Capitolo XI. i09 ^'=^° ^'•^-
«ff longìùs jerpat hic mùrbus, ac majorem ùi partibus ìllis producat iìifeUlo-
nem , Majeflati tua fcribendttm duximus , non quia putemus necefinritim cjìe
VerbifexcitaretCi qui femper malleus infidelìum ^ & hareticorumfiiìfiij &
curl{egnum illud Bohemi^e exiflens etiam tua Majeflati /ubje&um conferpare,
ac defenderc abhu'ìufmodi opprejjìonibus expedif, fed prò debito noJlriVaflora-
lisofficiinon omittendum omninò cenfuimns y te, chariffime fili , bonari, fi--
cut per prafentesaffc£ltiosèfacimi4Sj ut falutiCatholicorum hoc tempore velis
confulercy C^ opemferre, ne ab impiis hMeticti tam foedè lanientur -, omne
enint malum nafcens facile opprimirur , inveteratumfit plerumque robuflius ,
facile tamen erit , fi manum tuam , femper à Chriflo juvari folitam , appo-
fueris, priufquam magisabundet [anies, &h£c [anentur vulnera: facietMa-
jeflas tua fan6ium , ac pium opus , dignum laude apud homines , ac meritis
perpetui! apud Mtiffimum . ^io$ quaecumque in haccaufa intelligemus fore
prò confervatione fidelium , & opprejfione h^eretic^ pravitatis accomoda ,
modo reddamnr de flatu ipjim rei certiores , non omittemus efficere. Scripfi-
mas de hocetiam venerabili Epifcopo Civitatis C afiellil^ntio , & Oratori no-
flro, eique commifimus, ut cum eaiem tua Majeflate latiùs nomine nofiro la-
quatur . Così egli,
Qiiefti gravi difcoiici in quella parte del Chiiftianefimo furono come li
Forieri di que'maflìmi, che nel feguente Secolo fopravennero, e che gii
minacciavano al Pontificato Romano, eà tuttala Cattolica Chiefa qual-
che poderofo follevamento di popoli in efterminio nella Germania della
Fede . Poiché rendutifi gli Heretici poderofi in arme aprirono à tutti li mal-
contenti un' ampia , e ficura fìrada di dire , e fare ciò , cIV eifi volevano , non
più curata , non che non venerata , la dignità de' Vefcovi , l' autorità de'Ce-
fari, e la maeftà de' Pontefici. E appunto [^] furfe in quefta etd nelle vici- a ^Kn,iv79.
nanzediMagonzaun'efecrabiliflìmo Herefiarca, che tutt'hebbe di Lute-
ro, fuor che il nome, echealmenco'fuoifacrileghidettimoftrò ài preve-
nirlo nella deteftabile imprefa della perverfione della Germania; chiama-
vaficoftui Giovanni Ruchardo nativo della Vvellfalia fuperiore , Dottore Cio.Ruchardo e
ìnTheologia, màprofeflbrenellaUniverfitàdiVvormazia piiìtofto delle fua^ere/iajork-
mafllmede' Valdenfi jBeguardi, e di Marfilio Padovano , che di quelle Cat- LirÌro?"^"* '^^
toliche, e di Dio. Vengono elleno riferite , e regiftrate nella Chronica di
Trithemio, e dallo Spendano enumerate con qneft' ordine, e danoirico-
nofciute come enunciate da Maeftro , dalla cui fcuola quafi tutte poi le
apprendefle Lutero ; [ ^ ] » Primus articulus , quem prsdicalTe fere- „
batur , fuit , quòd Prelati Ecclefi^e non haberent audoritatem con- „ 6^^w/''.^'[,"^*
dendi, velaliquid addendi ad ea, qu^Chriflus, & Apoftolidixere, nec „ w/"'"*"
fummi Pontifices talem poteftatem à Chriflo acceperunt . „
Secundus articulus. Nulli hominum , quantumcumque fanello, do- „
fìo, vel erudito licet verbaChrifti, & Evangeluimexponere, & quòd „
Sacra Scriptura non Ijt per Sandos Patres eo Spiritu interpretata, „
quo primitns tradica, &inftituta. '' ^^
Tertius articulus fuit contra Papam, & auftoritatem Clavium San-
d<E Matiis EcclefiìE , quia dixit , indulgentias nihil aliud effe , quàm
pias fraudes , & deceptiones Chriflianòrum , eofque flultos elle , &
fatuos , qui prò indulgentiis Romam pergerent ; quas domi , modo
fi effent vere contriti ds peccatis fuis cum emendandi propofito , in-
venire pò tuiffent. , . .
Tomo IF. O Quartus'
Sisto IV. 2,10 Secolo XV.
„ Quartus articiiliis ex primo , qiiòd mandata Ecclefìse , Papx , &
„ alioriim Prselatorum non obligent ad mortale peccatiim , prò eo quòd
non habeant aiiftoritatem legis condendo .
Quintus articulus, quòd non fit , nec imqiiam fiierit originale pec-
catum , nec parvulos in originali concipi , ncque proptereà damnari ,
,, fé quoque nunquam originali fubjacuiffe peccato .
„ Sextus articulus fuit, quòdomnes Presbyteri realiter fint Epifcopi ,
„ &Papje, foloque nomine , & hominum inftitutione ditferant i quòd-
que PapjE , Epifcopi , Sacerdotes nihil hominibus conferant ad falu-
tem, fedfide, concordia, & pace falvaripoife fine Sacerdoti bus.
Septimus articulus : jejunium , cum non fit à Chrifto inftitutum ,
nonobligatnosad jejunandum: Ecclefia enim obligarcnon poteft no-
lentemineo, quod Chriftus non prarcepit, cum non habeat auólorita-
tem, Canones, &legescondendi, utinprimoarticulo.
Odavus articulus, quòd extremaundionon fit Sacramentum, quia
nonperChriftum, fed perhomines fit inftituta> fed fit oleum, & ma-
»
>j
3, ncat oleum , ficut antea fuit .
„ Nonus articulus fuit: cum nufquam legatur, quòd Spiritus Sand:us
procedat àFilio m Sacra Scriptura, fed potiiis contrarium , potiùs efi:
credere cum Grjecis fapientibus , Spiritum Sandum i Patte tantum ,
& non à Filio procedere, quia Filius hoc dixit. Alios quoque plurcs
„ articules erroneospra^dicafle perhibetur, ficut de horisCanonicis non
., dicendis, de non lervandis feilis, de continentia Clericorum non fer-
„ vanda , de benediótionibus rerum inanimatarum in Ecclefia , hcrba*
„ nim, lumiiium, aqus, vaforum, velli um, & fimiliumnon curandis,
„ & alios multos, quos tamen omnesanno prsefcripto inDominica Efio
„ w?7j/ publicè revocavit .„ Ed egli revocoUe forzato dagl'Inquifitori Cat-
tolici, che, eflb prefenie , fecero publicamente abbruciare ingrancatafta
di fuoco tutti li fuoi libri, condannandone l'Autore in perpetuo carcere
nel convento degli Agoftiniani , dove , come foggiunge X allegato Autore ,
mcerore confumptus , brevi obiit. E felice la Germania , fé contro il di lui Di-
fcepolo Lutero haveffe così ben maneggiata la caufa éi Dio , come maneg-
gioUa allora contro il.di lui MaeftroRuchardo. •
Propo|>*ionì he. E parve", che l'Inimico infernale, ficcome nella Germania, così ancora
dforma'^! ^""° nella Spagna , haveife premeflì gli Araldi alla Herefia Luterana ; effendo co-
a ^««.1479. fa che andò di pari nella empietà , e nel [ <j ] tempo la perverfità di Giovan-
ni Ruchardo in una Provincia, e di Pietro d' Ofma nell' altra . Era Pietro di
b Nar.^iex. f4e, ofmaprofcifote auch' ciTo ìu Thcologia nella Univerfità di Salamanca [b]
jj.c.2.4r.7. fludacivirmgeniOy come di luidiceun moderno Autore, il quale preten-
dendo di giungere al fommo della gloria coir andar fuori di ftrada, giunfe
al precipizio di ogni vituperio col perdere ilbelpregio della Fede. EiTen-
do cofa che far volendo pompa di fua dottrina con propofizioni^ nuove ,
almeno inquellaetà, publicòper la ftampa un libro, in cui egl' inferì li
fcguenti errori condannati prima in Alcali dall' Arcivefcovo di Toledo
e Bawies in c,m. Aifoufo Corillo , cHe nc fccc abbruciare il libro, e la [c[ Cathedra in
«.f«f.i.2.^.i.«r. j^^£2zo defla Scuola, & annumerati dal Pontefice nella confermazione
d'jSi/K.wi?»//. della condanna, in cui Sifto l d ] dedaravit illas propofttìones y per
conjiit, 17, ^^^^ Tetrus de Ofma , & ejus [equaces pra:diQi pertmaciter affirmare non
-perebantur, confeffionempeccaterum infpecie ex univcrfalis Ecclefia fiatmo ,
non
Capitolo XL %\\ Sisto IV.
non divino jure , compenam fare ; & peccata mortalia , eimad culpam, &
pcenam alt eri us f^e culi , abftfue confeffione , fola cardia contritipne , pravas vero
cogitationes fola difplicentta deieri : & qitòd confefjio fecrcta fìt , necefiariò
nonexigiy & non peraBa pcenitentia confìtentes , abfolvi non debcre; & i^-
manumVontificem pnrgatorii posnara remlttere, & fu per bis, qua umverfa-
lis Ecclefta fiatuit , difpenfare non poffe . Sacramenmm quoque pesnitentiie
quantum ad collatìonemgratiii, natura^ non autem mflitutionis noviy autve-
ieris teflamenti exifìere '. '& alias ^ quas propter earum enormitatem (Htilli ,
qui de eis notttiam habent , oblivifcantur earum , & qui de eis notitiam non
habenty ex pr^fentibus non infiruantur in eis ) fikmiopratereundas ducimust
falfas, fan£Ì£ Catholic<£ fidei contrariai, erronea^ , & fcandalofas , ac à fi-
dei veritate alienas y ac San6Ìorum Vatrum decretis; y & ^pojioiicis conjìitu-
tionibus contrarias [ore y mantfe/i>zm hi^refim contìnue ..*,^ nihilominàs
prò potioris cauteU Jujjragio ornnes, & ftngulas propofltiones pr£di5lasfalfas ,
fanèla Catholic^fidei contrarias, erroneas , & fcandalofas y & ab Evangeli-
ca veritate penitùs alienas y Santiorum quoqueVatrum decretis y & aliis ^po-
^ftolicisconfiitutionibus fo'<e , ac manife/tam hierefim continere di6la auQorita-
te declaramus , Così la Bolla contro quello nuovo difcepolo di Novazia-
no, eMaeftrp di Lutero . Di ella ii parimente menzione una moderna ^ ^^, ,^ ^;,
[a] cenfura della facoltà di Parigi , nella quale medefimamente fi riget- xi.iJn.'
ta, e fi ripruovacome temeraria, & hereticala propofizione accennata
deirOfma, cioè, non nifi peraBa posnitentia , con^tentes debere abfolvi. Af-
ferzionemeriiamente riprovata non folamentecom'Heretica, ma anche
come infufiìfteace eziandio in virtù della fignificazione medefima, e del
concetto medefimo della fodisfazione . Conciofiacofache cadendo ella
Tempre fopra la pena temporale, e non già fopra l'eterna, quale da noi
huomini non può giammai fodisfarfi, come può ella prevenir raflbluzio-
ne , fé avanti l'airoluzione il peccatore per lo più è reo di pena eterna?
Confeguito il perdono della colpa, edellapenaeternaperi meriti diGie-
sù Chrifto conferiti al peccatore con l'aflohizione, e rimanendo in ella
la purgazione temporale della pena, ben dicela Chiefa, dover fuffegui-
re airaiibluzione [b] la futisfazione , per cui fi fo disfa a quelle pene tem- b vut viKdkia^
porali , di cui fi refta debitore dopo il perdono dell'eterne. Id adeò ra- p^ofio/^t'"»"-^ pro^
tum y foggiunge il Bonucci , adeò certuni efì apndprimje not^ Theologos , ut 'xìUdr^vni. '^l'.
indefumant occa(tonem qu£rendiy aaVcenitens teneatur obtemperarc confejjlt- ^o'-'-^jt' Mar,*
rio, fthicjubeaty utpcenitentiaexecutionimandeturante abfolutionem concef pal^mihiys.' '^'
fami Etrefpondsnty quòdexpote/iate, quam babet Sacerdos irnponendipceni-
tentiam , ncquaquam pcenitens obligaripofjìt ; quia nequit Sacerdos vindicare de-
lirium s antequam de ilio fententiam pronuntiet, ncque pars integralis Sacra-
menti e fie potefi, anteqnam Sacramentum in fuo effe efjentiali fit conftnutum:
priùs enim in efimtia confìitut Sacramentum debet , ut integritas illi advemai»
Così egli ,
O z C A'
Innocen-
zo Vili. -
l,iz Secolo Xy^
CAPITOLO XII.
Innocenzo Ottavo Genovefe > creato Pontefice
li 15. Agofto 1484,
Di'verfe Cojlituztòni di quejìo Pontefice contro li Maghi , e
contro gli Heretici : e feto lelo per la pHrìtk della Fede,
Calunnie ad ejfo oppofie^ e difefa.
CoftituiJonì di
i^usilo Pontefici;
«ontro la Magi.i ,
e li Maghi della
(Germania.
Eraorabili fono le Coflitiizioni di qiiefto Pontefice perla prc-
fervazione della Germania, che con la corruttela de'coftii-
con la efercitazione dell'arte magica^ e con la predi-
mi
b Vedi ciò , cht più
■volte fi è fcrìttosH
^titflo propojito
fieli' Indice dil ts.
3, vtrbo Purgatio
Sacrificii .
e Lìl. I. Lrev, In*
nof.yiII.pai.ZQ:',
cazione di mafllme erronee già inclinava à queir abilFo , in
cui poi ella miferamente precipitò , fpinta colà fra pochi
anni dall' horribil Demonio , che fopravenne , di Lutero .
Egli adunque ne trafmeffe la prima alli Vefcovi di Magonza, Colonia,
Tre veri , ' Saltzburgh , e Brema , per le cui Diocefì vagava una nuova fchiat-
ta di Maghi, checonifpaventofi portenti ingombravano gli animi di que'
popoli; ordinando agli Ecclefiaftici un rigorolìllìmo giudizio contro effi
con il motivo, che non può non nafcere zizania di errori, dove impune-
mente fcorre, e paffeggia l'inimico di Dio . La Coftituzione comincia
Summisdeftderantes affe6libns ; edellavien riferita [a] a lungo dall' Eyme-
rico doppo il Direttòrio. Perla eftirpazione del medefimo malore feri fle
Innocenzo all'Arciduca d'Auflria, acciò da' fuoi flati egliancora refpìn-
gefle sì rea genia di gente, che per authenticare lifuoi ammirabili incan-
tefimi, con nuovo incantefimo ftringevano fenza lefione un'ardente fer-
ro; prohibendone egli l'atto, anche in virtù di qualunque prova, ò giu-
diziale, òextragiudiciale ella fi folle; ed infiftendofempre nella efecuzio-
ze degli antichi [ ^ ] Canoni , così ne fcrifle all'Arciduca, [e] Ex fide
dignis relatibus accepimm , & re etiam ipfa compertum habemus , quantus ,
&qHdmfervensftt':^elustniisergafidem ortbodoxam , illiufque fumendcim pro-
te&ìonem adverjus hoÈreticorum , & maleficorum [e6ìam , in quo vere ojìen-
diSf te ejie prmdpem Catholìcum , &Deura timcntem , quod detefemper omni-
nò opinati JHinus; unde nobiUtatcm tuamplurimàm commcndamus, hortantei.
paterno afjetìu , ut in bona opere , &fan6lo injlituto animofiàs in dicsperfcveres,
fiditi te fa6fururn non dubitamtis: Cum autemofficiammquifitiomsm hacre fìt
yaldò opportunum , eandem tuam nobilit^itcm pari modo bortamur , ntJnquifiio-
rìbus per Sedem ^pojìolicam i vcl cxe'ìusco.mnijjìone deputatisi aut deputan-
dis , ormii auxiliot ijr favore ajjifiasy & tamqttam Cdrcbidux alias quoque inducas^
^ excites adfavo'-'cmfimiliter juum pr^Jìandum ; maxime vero cantra repror
bos maleficos utnufqke fexus , nealiquopaUo adjudicium candentis ferri admit-
tantur , prout jure cautum habetur , fcd juxtafan£iorum Canonum injìituta , &
kges Impertalespro qualitate fcelerum d'.bnis poniis affici an t ur » Così egli; e
per-
Capìtolo XII. ^I5 -^"""v?!!
perche li Magiftrati Secolari tardavano alcune volte la pronta efeciizionc ^-^ ^
alle (entenKC^e' Sacri Tnqiiifitori contro ò gli Hereticf, òli fofpetti di he-
refia, Innocenzo dichiarò [a] ipfo fa£lo incorfo nella fcommiinica ogni y/"jJ,nfiJo"^''
qualunque Potentato , che ò con vane dilazioni prolungafle la effettua-
zione delle fentenze Ecclefiaftiche, ò pretender ^volefle di rivederne il pro-
ceifo . Qinndi egli ravvifando fempre di nuovo ripullulare le antiche difere- Aitrafiu Cofiit».
panzefeminate già nel campo della Chiefa da Guglielmo di S. Amore, e da i»one contro gu
bio. Poliaco fra i Parochi , e li Religiofi, confermò con nuova Bolla VelVÌtilluaTo:
[b] Dudum felicis recordatìonisi quella da noi riferita di Sifto Quarto, e bMi./» Buiur,
della quale m altro luogo faraiTi pifi prolifl'a [ e ] menzione . e vednipontif. dt
Nèlalciò Innocenzo impuniti h grandi ò per privilegio di digniti, ò cum.viii.tom.^.
per timore di potenza . Al Rè Matthia d' Ungaria [ d ] minacciò le^cenfure , vmf'Iiò?fil!gn.
perch' egli hebbe ardimento di appellare al futuro Concilio contro una fen- "•'9°':
tenza, da eflb fuppofla emanata dal Pontefice à favoredelRè Ferdinan- fax'onun"queao
do dì Napoli; e perche l* Ambafciador del Rè Ferdinando ajppdlò anch' ^°""^^^;^^ .
erto in nome delfuo Principe al tiituro 'Concilio, Innocenzo [e] dichiarò chttnXsjnJ*
Ferdinando decaduto dal Regno di Napoli, e per l'appellazione feguita, e f'^f^lninnoc
perii cenfo non pagato. Contro glìHuflìti della Bohemia [f] providde yni.'27'!pàg.7i"'
hora con allettamenti ,hora con minacci e , poderofe precauzioni ; e contro
ì Valdenfì , che prefToÉlbrunhavevano trucidaci li fervi dell' Inquifitore, e
coftrettol'Inquifìtorealla fuga, eccitò le armi de'Francefi, de* Savoiar-
di, e de' Tedefchi , imponendo all' Arcidiacono di Crema Alberto de
Capitaneis di arrolar gente fotto la infegna della cruciata, e condurle uni-
te in truppe alla efterminazione di elfi. Contro Cio.Ferieres Paroco di S.
Albino in Francia, che fra le folenniti della MefTa rivolto al popolo pu-
blicòuna falfa ò difpenfa, ò licenza Pontifìcia di poter elfo prender mo-
glie , procede Innocenzo con irremiflìbile rigore , fcrivendone a tal effetto
Ig ] con rifentiti termini all' Arcivefcovo di Roano , e contro un [A] %^'^' J;^ ^'"'{g
Prete Heretico Catalano, che ne* giorni Quadragefimali cibavalì delle vie- J^^.l^r?"' '*
tate carni, e non mai dimoftravalì ofTcquiofo alla elevazione del Sacra- ^ '^"^/"»2-J4.
mento dell' Altare col difcuoprirfiil capo, e piegar le ginocchia, egl' in-
contanente impofe, che di lui fi facelie ciò, che dalle Leggi (ì comanda
contro gli Heretici ,• e finalmente meritoffi quello Pontefice ogni più alto
titolo di egregio, & Apoflolicozelo, nella prefervazione , edifefadella
Fede, con quella laude, che può egli ricevere per ciò, che foggiunge V
Annalifta, cioè che fotto ilfuo Pontificato [<] Extin£ia fenftm eft Muffita- i\ayn.<tmui4i6,
YumHierejtStdonec Lutherus eam Hydram pluribus horrentem capitibus inChri- "'^^-'"fi"*'
ftianorumexitiumfufcitavit.
Mi non perciò rimafe Innocenzo Ottavo efente dalle calunnie, come SaqSo°Pon*
fempre fìì egli lontano dal meritarle . RaccontafI di lui , J^afì dìxem, "'^--^ «'«^o '»-
[k^] privatim fcortationem non vetitam: T^rvegis [ l ] permiftfte, fine vi- kr,de'?,ain. ^n-,
nocalicem confecrarcy quod m ea regione ob immenja frigoravinum importa- \%..l\'l- y,
tumacefceret: de'qualiadulterini commenti non fé ne apporta altro tello, rer^-„:^i,.-j.G^
che quello del Volaterrano, òde' maligni Domenico di Viterbo, eFran- s^ ^"'•
cefco Maldente [m] condannati perciò al capeflro, e fatti quindi abbru- o> ste/>k. infi/r^ra
giare dal Pontefice in pena della lorofcandalofa audacia, non olbntc che '^^f/"""^; f'';„^
li loro parenti per la liberazione di effi offeriffero al Fifco, oltre i tutti gli il^l^nuiviiì!''*
altri baveri, fedicimila feudi d'oro . Circa la feconda calunnia incauta-
;nente riporta ne' fcritti dei Volaterrano, ben rifponde il Bellarmino ; [n] , '^'"r /!*-»• t
Tomo IV, . ^03/» llJn'T^'""
Innòcen- ^ I a ' Secolo XV;:
ZQ y^i-^'jnpnmisnonedìdk ipfedecretum , quo univerfa £cclefia dedararet, He ere fi-
ne vino facrificinm offerre . Jtaque fi erravit , erravit fa&o , non dogmate,
JOeindenon fermijìt, loco rini liquorem alium confecrari, quodfuifict mate-
riamSacramemipervntere: fed id folum permiftt , ut in altera tantum fpeck
Euchariftiam conjecranent , ìdqiie ob cxtriemam neceffitatem , cum in ea re-
gione vinum confervari non pojjit , quin ftattm acefcat . Q^Hod qmdem aut nul-
tu s errar eft, aut certe exploratuserrornonefi. ^ccedit, mirum vidtri pof^e,
fico tempore vini ufum non habuerint y aut confermare non potuerint, cum hoc
tempore (ideò ftt frequens , ut fine ilio ne communi care quidem velint . Così
a Nat.f^e. u. in egli, & il Natale nel medefimo fentimeiljco foggiunge : [a'\ T^ullum ea
Innocenti» Vili- ^^ ,.^ joccretumextat y nec ulla apud Mios ^uthores memoria : (;:!r falfafitra-
^uart.io. ^.^^ ^^ ^^^^ hujufmodi difpenfationem concefJAm Volaìerranusfcripfit , quòd
fcilicetvmumÌHeam regionem importatumfiatim acejcaty cumibi vina gene-
' " rofiffima confervari experientia comproba-perit . Così egli. Mi, fecondo il
noftio fentimento , quelle appofte calunnie furono non tanto impofture
/ . alia tama d'Innocenzo, quanto facnleghi concerti di fconcertata cana-
glia, a cui gradì falfificar le Bolle di diverfi Pontefici, per render a mo-
do loro authentica la sfacciataggine de' proprii fentimenti. E di corrut-
tori, e falficatori de' Pontifìcii diplomi ne fu talmente infetta allora quel-
V Et6v,AmMr>- j^ g^^^ j-he jl j-^-j Bzovioracconta, molti di elfi impiccati nellaNorvc-
gia; ondeiiGonetsdquetìomederimopropofito della pretefa concelfio-
; ne fattadalnnocenzo Ottavo di confacrare il Calice fenza il vino hebbe à
a Gtnet in fìjpeo f^{xc^ [f ] ^ddo cx B'^ovio ad aunum 1^90. circa Uludtempus, nonnullos Sa-
][%p^iJ^EthlcerdoieSy qui pofleàcomuujìifunt propter fai frficat a diplomata Tontificiay pò-
tift.art.6, par*£r. ^j^^jj^ inilUs partibusjalfam aliquam difpenfationem public are ; e noi di parec-
*''*'^'' ' chi faliiticatori habbiamo fatta menzione in qnefto fecolo, e nel fine del
Pontificato di Martino Quinto , e. nel principio .di quello di Niccolò V.
atizi in quefto medetìmo , che terrainiamD , d' Imiocenzo Ottavo . ^ -,
i
-;•■-...' 1, ^ thqB'J ikiìnim. . ■ ^ • ..1
jj.. . ... .. ■■■niì h iùim ':;
■'l 'X:ìh^
:*!!'3b:Èat>q ni
CA- j
XIJ
CAPITOLO XIII.
Alessan-
dro VI.
Aleffàndro Sefto Spagnuolo, creato Pontefice
li II* Agofto 149L.
Coflituzjonì di queflo Pontefice contro gli Her etici, e Afaghi .•
Fojfariij e loro Herefie. Gioì/ anni Pico Conte della A4i--
randola: fue qualità i propofizjoni y cenfura, ritrattalo-"
ni , e morte.
Il K©^^^ Iccome diffe S. Agoftino , [a] Ita diligendi fmt homìnes , uè AS.Mfi,tfifl.AÌ
1 ^i^El^ eorum non diligantur errores ; così noi dir ben vogliamo di '^'*'^"^-
quefto Pontefice , benché ben dir non poffiamo de' fuoi hu-
mani trafcorfì , quando però ben dir non Ci voglia di lui ,
perciò folamente eh' egli tiiT ultimo nel Pontificato Roma-
no , che rinuovalfe nella Chiefa Romana I' odiofa memo-
ria di que' Pontefici del Decimo Secolo, i cui fatti noi inqueflaHifloria
habbiamo pili tofto fupprelfi , che riferiti . Comunque dunque , e qua- -
lunquefofle la vita di Aledandro Sello, e nel Pontificato j e avanti di ef-
fo, Melìusefli ut pereat unus, dice S.Bernardo, quàm unitasi e ripigli-
fi egli pureò ci fcandalofo, ò d'indegno, che nulla furfraga agli Hereti-
cilamaledicenza della perfona, pur che a'Cattoilci rimangain ficurola
fantità del porto, non mai oftufcato, come l'alto Cielo, dalla vicende-
volezza de' fintomi della bafia terra. [6] Loca vìrosy non viri loca faciunt bM?'//-»*; apud
honorata . Ed in fatti nel Pontificato di Alefiandro Sedo [e] re-li''"''^''''^'"^
fioruit Relino in Bohemia , dice l' Annalifta $ ac pauci in imputate ab- ^X^jn.ann.i^^^,
duruere. r r „«;.. 30. ,„;;....
Hor dunque fpiccò in Aleffandro Sefto ancora il di vin raggio del Poo- operaTiom re-
tificato, e s'egli non fu ardente nella difciplina de'coftumi, fiì perorale J.'"^', '^' Aieiian.
nella efemplariti della Fede . Per fupprimere il fuoco Infernale de*' libri he- t/rTe'^JoncernTnl
reticali, che sii le carte volava ad accender fuoco pel Mondo, e parcico- f' ^l'afet^c*
larmente per le contaminate Provincie della Germania, egli con Bolla [d] a ^pHd\ay>,
Inter multiplices prohibì a tutti li Bibliopoli lafiampa de'libri, che fcgna- 'i'°'-"'36-
ti non follerò dalla approvazione de' Vefcovi i e comandò , che li fin allo-
ra imprefli, tutti fi confegnafleroirremiflìbilmente alle fiamme. Trafmef-
fe [cj il Decreto Fiorentino al Rède'Giorgiani per la riunione di quelle « it>id.ann,u,&
Chiefe; e perche controverfia furfe fra Rutheni, foilienendo molti, che •^'^*
ribattezzar fi dovelferoqnei, che in rito Greco havevano il battefimo ri-
cevuto; Alelfandro in nulla deviando dagl' infegnamenti de' fuoi antecef- Battefimo ufato
fori, fpedì la fentenza in comprovazione della validità di elfo. Sigifmon- ^•»'M'?'<^?viti , e
doHerbeftenioCavalìer peritiiilmo de' riti Mofcovitici quelle particola- *'''2'"''-
ritd foggjunge circa il Battefimo ufato in quelle parti, [ /] Bapti^aritur ^ ^..^ ^^^^ g
boe modo; nato infante mox accerfitas ^acerdos ante januam habitatÌGnis , in "'"" ' *
O 4 ^na
arti
Alessan- ^jg Secolo XF.
DRO VI, gji^ efl puerpera , certas Jìando recitai oratìones , pueroque nomen imponiti
dein quadrageftmo communiter die , ft forte puer ^grotet , defertur m tem-
plum , & bapti':^atur y ac ter in aquam totus immergitur , alioqui baptÌT^a.^
tum non crederent. Max inungitnr chrifmate, quod confecratum efl in hebdo-
madamagnay inungitur denique myrrha, ut ipfi dicunt, aqua vero baptifma-
tis fingttlts infantibus confecratur , & continuò pojl baptifmum extra templi
portam effitnditur . Semper in tempio bapti?^antur infantes , nifi longinquttas
locinimia, aut frigus pnero obejjet , ncque unquam aqua tepida y nifi puer is
infirmis , utuntur . Sufceptores, exvoluntate parentum, afiumuntur, &quO'
ties pr^eunte certis verbis Sacerdote, Diabolo renuntiant , toties in terram
expuunt, Sacerdos etìam infanti capillos abfcindit , eofquc cera etiam intri-
catj & in tempio, loco certo, repontt: nonadhibent fai, neque falivam cum
puhere. Così egli.
Ma il mal maggiore di quefta età fiì la Magia, con la quale volle pre-
correrei! Diavolo alla Herefia di Lutero, come precorfe à quella di Si'
mon Mago. Per la Lombardia ibftbcolla il Pontefice per mezzo di vigi-
'liffr'in^fuur'ìs ^antifllmi Inquifitori', ai quali rinvienfi diretto [a] un Breve con feverif-
^fcfi.pagM. fimi comandi, e coiirifolute protette contro tal diabolica razza d'Infer-
no: md nella Germania, enellaBohemia precifamente tant' oltre ella ra-
dicoffi, che ne fiìdifperato per allora il rimedio; poiché all'inganno deli'
intelletto fubentrando la orinazione della volontà circa li dogmi, & alla
oftinazionc della volontà aggiungendofi fpettri horribilidivifìoni, ed in-
cantefimi , venne colà a comporli un mifto ài gente cotanto efecrabile,
Hsrefia e Magia &horrida, che fomiglianti ad cffa poche ne racconta la paflata Hiftoria,
e Foi ani . ^ ^^^ ^^ ^^ rinverrà così facilmente 1* efempio nella fìitura . Foffarii fi dilfe-
ro coftoro , perche in profonde foflc , e in romiti nafcondigli eglino fi rin-
tanavano per isfuggir, fé pofiìbilelorofolTe, ilcofpetto ftefib del Cielo,
acciò il Cielo medefimo di la&iì non miraffele loro abbominevoli fcelera-
b Ttithm in ^^zze, [^] Hìs temporibus multiplicati fuerunt Hxretici tn Bohemia , dice
chron!". sp'anbli' Gìovauni Trithémio Abate di Spanheim , qui vulgo Fojfarii nommantur ,
tutn/i 4B».ijoi, pYQpteteà quòd in foffis , & occulti: fpeluncis no5ie conveniunt, turpitudinem
fine diffcrentia per fonarum y more befiiarumt exercentes : qui Ecclefiam Dei,
& Mmijìros ejus contemnunt^ Sacramenta irrident, infinitos fcaturientes er-
rore s. Crefcit hoc nefandiffimumgenus hominum y & mirum in modum quoti-
dieaugetury in tantum, quòd anno, prenotato numerus eorum major novemde-
cimmdlibus fuit inventus, Sed&nobiles, atque potentes quamplures in I\e-
gno Bohemia ad eos turpiffimos hareticos declinarunt, è quibus unus Chrifto-
f horus nomine yvirnobilis y &dives, qnadragintnflorcnorummtlliaintereof-
dem hareticos prò eleemofyna dìftribuens , unus ex eisfa^us eji . E fiegue , che
nella celebrazione di querti loro mifterii , eglino erano foliti rinunziare pu-
blicamentc , e folennemente alla Fede Chr iitiana , nel'quale atto entravagli
vifibilmente per la bocca un Demonio in fotmadi fpavcntofo mofcone, e
quindi incontanente per permilfione di Dio , eglino fcordavanlì di ogni mi-
Iterio della Religione Cattolica , & al contrario così tenacemente s' impreC-
fionavano de'riti , e precetti della loro fetta , che ne parevano divenuti Dot-*
tori > sì per foftecerne le maflìme , come per porre in derifo quelle della
Chriftiana , e coltantemente fotfr i vano ogni più duro fuppiicio , e martiri Ci
npucavano , osni qualunque volta ò catturati dagli Inquifitori , ò derifi
■ calla gente più favià , ò tormentati ancora foffero dai rifentimento de' Giu-
dici ,
Capitolo XIII. I17 Alessan.
dici. » His tempoìribiis in Bohemia, replica il citato Trithemio , nobilis ^^^ ^
quidam LaiirentiusGlatz de Rotenhaufen fide, & converfatione bonus „
Chriftianus, qui emerat oppidum quoddam Guiricke ditìum, in quo »
reperitoppidanos ferme omnes pr^Fatse fedsc héercticos, quibus cum „
legem propofuiiTet , ut aut rcnuntiarent errori, auc bonis omnibus rcli „
tìis ab oppidodifcederent, omnes unanimiter in baculis fuis exierunt , »
omnibus, quxhabuerant,relidis, profedi ad alioserrons fui confcios, ,>
dquibtistanquamMartyres Chril^i fuerunt in gaudio, & honorefufce- „
pti, & in cundisnecellariiscopiofiffimè provili. Apoftolorum feprofi- „
tentur imitatores , homines fine Deo, fine corde, Diabolo pieni . Sunt „
autem homines alìutiffimi, & in fua feda mirabilicer docendo , difputan „
do , & defendeodo periti, in tantum quòd non facile à quolibet, rationi- „
bus difceptando , poterunt fuperari : nullustamcrafilintelledus reperi- „
tur, quiramenufumrationishabeatliberum,quinonmox , acfedam ,»
fueritprofelTus, ineadefendcndarationibus, uteisvidecur,dodifilmus „
evadat . Sed ne quis rem alicu)us miraculi exiftimet , caiifam tanta; muta- ,>
tionis dicemus , ut omnes non Deum, fed malignum fpiritum in ipfis ,>
operantem intelligant . Qiiicunque in illam fecretam intromitti pruden- ,,
tÌ3B focietatem exoptatjprimùm aliquo celebrante Cathol co Sacerdote „
Ecclefiam ingreditur , & ftans in angulo , vel fecreto aliquo loco per to- „
tam Miffam verba qusedam contumeliofa Cqjée nos propter infirmos ex- ,»
primerenon decet; contra Sacramenta loquiturfub fiientio , cum inten- »
tione fibi d docente propofita : quibus poft finem ÌAìiXx completis,Mufca „
magni corporis advolat , & pennarum ftrepitu fignificans , fé adelfe pr^e- „
fentem , oris introitum petit ; at vero mox , ut ille os fuum aperueri t , m- „
greditur illa , & homo fpiritu Diabolico impletur , efficiturque in ea feda ,>
dodus,& mirabiliter aftutus. Verùm ipfi Mufcam illam non Daemonem , „
fed Spiritum Sandum effe confirmant , qui in eos , ut veros Apoftolorum
imitatores, ficut in die Pentecoftes, in illos quondam defcendens, eru-
ditos faciat, & conftantes; & revera non conftantes , fed pertinacesfiunt,
necullistorm£ntorumgeneribusàfuiserr<S;)ribusad redam fidem reduci
unquam potuerunt . Novimusconverfum unum , qui h^reticorum dece-
ptiis confilio ea ( quse diximus ) fub Milfa fecit , & dixit, fed cum ftrepitum
Mufc« caput circumvolantisaudiffet, pavefadus in terram cecidit, & „
vix Mufcam , ne os ingrederetur , abigere potuit . Verùm non omnes, qui
eamprofitenturfedamerroris, ad hanc fecretam maligni fpiritus infu-
fionem venire permittunturobcertasrationes, &cau(as. „ Così egli ,
col quale concorda un'altro Autore, dicendo, [4] Qjjidameorum (e- „ , HtnrUus tnfiit,
damvolensaflumere, habiiit juxta eorum informationem in quadam „ i.y.i.tr^j*.
domuncula verfus Orientem orare, & fic per feneftram parvam apertam
claufis oculis Spiritum Sandum , juxta eorum relata, expedare j quod
dum ille fecilfet , Mufca quidam cum fiifurro , & fono ante faciem ejus
dum volafiet," ilio fé figno Crucis non muniendo, os fuum intravit, & „
protinus omnem litteram in vulgari , & in latino legebat, cum tamen an- ,j
«lea nec minimam literam agnoviffet . Rediens autem per aliquod tempus ^^
:ad<;or, cogitanfque de animajfii^damnatione propter fidei abnegatio- j^
aera , contritus , dum confefliis fuiifet , fubitò omnem fcientiam amifit, ^j
infcius , ^ ignarus , ut per antea extiterat : & ne ledor fub ambiguitate* „
&iiifufpenfo»dYemii^?mmaneat, tef^orD^um, & omnes Saados ita ,1
fadum
Ì9
Alessan-
dro VI.
J>
J>
»y
»
»
9)
Ragioni pretefe
degli Herecici
delia Germaiiia
contri U Reli-
giouc Cattolica.
a ^pud 'R^ayn. an.
1J00.W.64,
Prima ragione. "
Sua riprova,
Seconda ragloBf.
2,18 Secolo XF.^
faftum fuiire , veriflìmopliirirnorumfidedignoriini relatii didici, &qiii
hoc ipfum ex propria confeflione illiiis , cui accidie, perceperiint , ipùini
edam addidifle , quòd commimiter omnes inter eoseffentobfefli , eò
quòdtalemfcientiamlegendipertalemcaperent modum narrantur: &
alia etiam fub prjcftito jiiramento ab ilio , cui acciderunt, qus in pr^fen-
tia plurimoriim percepì , quiaderuicexeoruminlbrmatione, quòd re-
tro Miflam dum ftaret , habuiUecad fingulaverba, & gefta Sacerdotis
femper dicere : Mentitum eft ; quòd tunc finita Milla , os fuum aperiendo^
SpiritumSanduin ad modum Mufc^ perciperet; quse fingula dum per-
fecilfet, etiam omnemliteramlegerefciebat, &quòddum poenituiifet,
ignarus,utpriiis, remanfiflet, idemrecitans, ut alter, quòdveraciter
ìEllimaret prò majori parte eos fore obfelfos , quoad infpirationem illius
fcienti^, licèt non quoad extrinfecasvexationes, ut c^eterireperiuntur.,
undecertifllmè verba thematis eis conveniunt, jquòd dotìrrinis darmo-
niorumattendunt. „ CosìHenricoInftitoreReligiofo Domenicano, e
creato dal Papa Inquifitore contro li Foffarii , che fatta unione co'Vvalden-
fì , e Ficcar di, tali ancor'eglino fi denominarono da Scrittori .
Nènoitrafandarpoffiamo d'inferire in quello luogo della noflraHifto-
ria le ragioni oppofte da quefti Heretici per colorire la loro ribellione con-
tro la Chiefa Romana, cadute poi così delle in bocca di Lutero, che ben
Lutero potrà dirfi Promotore più tofto delle altrui Herefie, che Autore
delleproprie. Il fopracitato Inquifitore Henricolnftitore egli tutte, e le
riferifce , e le ribatte , e noi tutte con la fua penna qui ne defcriveremo e le
propofte , e le rifpofte : [a] „ Caufasfeptem , vel difficultates Inquifitori; ob-
jiciuntfuper caufam rebellionisVvaldenfium contra Roinanam Eccle-
fiam, quasjEftimantefiejuftas, utnonhabeant obedire. Prima, quòd
Romana Ecelefia omnibus vitiiseftpermixta, unde malignantiuni cen-
fetur, nonChriftiSponfa.,» Herefiadefla di Lutero.
Contra primam caufam rebellionis datur hxc conclufio. Abftrahere
fé ab obedientia Sandae Romanie Ecclefise , eò quòd permixta fit repro-
bis , & bonis , eft conjungere fé numero damnatorum , ubitalis perraix.-
tiononexiflit.
Probat dida firmillìmis argumentis r quid enim aliud pr^etendit do-
drinaChriftiMatth^i 13. ubi RegnumCcelorum, ideft, SandamEc-
clefiamDominuscomparavit fagena: miffae in mare, &exomnigenere
pifcium congreganti , fcilicet bonos , & malos , utper fé Chriftus exponit>
& polì: dicens : Elegenmt bonos in vafa fua , malos autem foras miferunt ;
ubi Gregorius in homilia: Sanda Ecelefia comparatur fagena: milfe
in mare , & ex omni genere pifcum congreganti , quia nunc bonos , ma-
lofquecommuniter, quafipermixtos pifces, fidei fagena continet, fed
litusSanft^RomanGeEcclefia:, ideft, nnisindicat, quosfagena trahat .
Etiterùminaliahomilia, Boni foli nufquam funt nifi inCoelo,. & mali
foli nufquam nifi in Inferno; hsec autemvita, quóe inter Coelum, &In-
fernumfitaeft> ficut in medio exiftir , ita utrarumque partium Cives^
communiter recipit, quostamenSanda Ecelefia, & nunc indiftindè:
fufcipit , & poftmodumin egrefllone difcernentur.
Secunda, quianoneftobediendum PapcE moribus fuis pravis fcanda-
lizantiEcclefiam, cum per fubtractìonem obedientia; cogatur ad corri-r
\l gendumfeinmonbus. „ Intraprefa tentata pofcia da Lutero. Rigetta
qiieftT
ir
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a*
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Si
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Capitolo XI II. 2-ro AmsAm
^nell'arguzia l'Inflitore con le parole di S. Pietro , i . Pctr. 1 1 . „ Obedire do- J^^^^
»M/«/y T^y/m wo« tantum bonis , <ìr modejìtSyfedettam dyfcoUs : e fiegiie : De ,> '^"^"^^
fpirituali poteftate vohiit Dominus intelligi , Mitth.i^. Super C'^th edram »
Moyfi federunt Scrib<£,& Vharifiei-.qujccHmque dixerint vobii,fervate, &fa-
che; fecundùm vero eontm opera nuli te facere \ ubi certnm eli, quòd Do ni-
nus loquitur de malis , & de illis dix/c , reverentiam effe exhibendam , &
obedientiam : quoad eoium dodr inani vult Dominus, Pra:Iatis etiam „
inalisbonosfubditosfubefTe. Adfunt etiam rationes ad hoc cogentes, fi „
cnimfol.s jullisPrselatisefletobedienduiiì, cumuemonecdefe, necde „
aliofcirepoteft, utrumfit)uftus, juxta Apoftolum, 'ìiihilmihiconfctus „
fum ,fed non in hoc jufiificatus fum , & quia quis de fé non eft certus , minùs „
de alio, fequerenmr duo maxima inconvenientia,priiTiuiTi, quòd fi foli „
boni haberent prajlationem in Ecclcfia,ligare, & folvere peccata, confice- ,,
re& miniftrare Sacramenta tìdelibus, quodnunquamfidelespoflentelfe „
certi , nec de baptifmo , nec de remiflìone peccaminum per claves Petto „
datas, nec de ventate Sacramenti Eucharifii^.... Aliud inconveniens, 3,
quòd Chriftus Ecclefias fuse , quam redemit fua morte, non fufficienter „
providi(fet,imò male inftituiiret,& quòd non eflet fundata in fundamento „
ventatis xternx. ,> E foggiungendo gli Heretici, ch'efil riconofcevano „
GiesùChrifto, e non altri, come loro Capo,da cui ricevevano l'influffo i lo- Tersa ragione
ro corpi, replica Henricolnftitore con dotte ragioni la neceffità di unCa- '^'^s^' «"«tici .
pò vifibilè nella Chiefa, da cui ella dipenda nella via di queflio mondo: „
Ex eo, dic'egli, neceffarium eft habere caput vifibilè , & conforme ex indi- „
tutione Chrifti , & pradica ab eo tenta: qua enim de caufa noluit, Petrum „ e nuovariprova.
ante fuam refurredionem in Paftorem Ecclefise inftituere , nec etiam eia- „
ves Ecclelise fibi tradere , fed tantum promittere , dicens : Tibi dabo eia „
ves; & non dix't : Do claves I' Matth. 16. nifi quòd per fé , dum adhuc erat „
morralis, ik conformismembris,etiamfufficiebatEcclefiam ipfamhabe- „
re caput vifibilè, & mortale? Ubi vero fatì:usimmortalis, & inviubilis „
voluitfuamEccìefiam habere caput vifibilè, &membns conforme, di- „
cens Petro , ut Paitoralem curam gereret ovium , Tafces oves meas; unde „
&intt.tutio Chnfti demonftrat Ecclefiam regendam non per Chriftum „
folum , quare eiiam non obedire , fed elfe feparatum à tali capite, eft non „
recipere influxum vita: fpiritualisper Sacramentorum fufceptionem . ,>
Qua de caufa ficutomnes Epifcopi aflumnntur ab ilio capite inpartem „
folicitudinis ad pafcendum , & regencrandum oves ; ita omnes infe- „
rioresPaftores, & Pleban) ab Epifcopis aflumnntur in parte h folici „
tudinis, ut fic unitas, &con)untìio membrorum ad caput fervetur ,
tam audoritativa, quàmm niftenalisi unde finedamno Ecclefia; non
fieret, ubi, extra cafumhcerefis, non effetPapse, eciam aperte malo ,
obediendum . „
Tertia, quiadicimusPapam ànemine mortalium effe corrigcndum, „ ^^0^3 ragione
nifiàDeo, ideòipfifoli, quiejus corredoreft, a:ftimant tiWz obeditn „ degUHerecici.
dmn, ne fibi videantur in mala opera fua confentire, & non fint aliqua „
remedia contra pravos mores Pap^e, ubi Ecclefiam fcandalizat .
Màdiremediiintalcafonon e foro veduta l'Arca della Chiefa, e fono
queglimedefimi, chenoihabbiamoiu altro [4] luogo accennati, cioè le .1 r»w. j.^^^.j.
orazioni, & il ricorfo à Dio : e fiegue Hcnr; o„ Non eft verifimile, quòd ^'"P"''*'
obturpemvitam, aut mores uniusSufiionPonuficisEcclefiaipfa, cum „
qua
Alessan- £^q Secolo XV.
DUO Vi, ^^ qiiaChrifluspollicitiiseft, fé eire tanquam proteé^orem fortemurqué
„ ad confumationemfeciili, debeat omninò perire j ficutenimaitLeoPa-
;, paSandiflìmusfcribensadPulcheriamAuguftam, Vs^ deferii Ecclefiam
yy fuam divina protei IO y di cente Domino : Ecce ego vohifcum fum ufque ad
yy confumationem f acuii. Idem fcribens Clero , & Plebi Civicatis Conftan-
„ tmopolitansE : lolite arbitrari, dile6li£imi,quòdSan£iaEccle(ìafu£defit,
„ Mkt defutura ftt divina proteBio. Tum etiam , quia non eft diffidendum in
,. fimili articulo de clementiaSalvatoris, qui etfi aliquando permiferit , Na-
.< „ viculamEcclefijBfujcmultisperfecutionum procellis agitari, nunquam
5, tamenpafliiseft, illam perpeti naufragium , afleverante, &dicenteDo-
„ mino Matth. 1 6. Et porta Inferi non pravalebunt adverfus eam . Ecce renic-
,» dia , ad qua? convenientiùs , & confukiiìs in articulo neceffitatis, fiveca-
„ fusprardidiconfiigiendumforet, quàm ufurpando divinum judicium «
„ &involvendofeinfìnitisdifficultatibus, & multiplicando fcandala fcan-
„ dalis tentare, ut etiam quidam Catholici seflimant, in tali cafu ad veri,
„ Se indubitati Pontificis Romani dcpofitionem recurrere, cujus rei pra-
5, dica non modo divinae Majeftatis , cuj us judicium ufurparet , eifet offen-
„ fiva, fed etiam nimisdifficilis, utpotèfchifmatisintroduftiva, quaelon*
„ gè fcandalofior , & damnofior Ecclefiìe efle poteft , quàm vita turpis
Quarta ragione „ UUius Pontlficìs .
degli Heretki. ^^ Quarta, quìa Pr^elatinon funt imitatores Apoftolorum in fanditate
„ vitae, ideònecin Ecclefiaftica poteftate.
^e'nHereSV*"' '» Quinta, quia flatus perfedionis omninò deficit in Romana Eccle-
egi creaci. ^^ fia .,, Bcftemmie tutte ufcite indi dpochi anni dalla bocca di LuterOjchc
havevaie fucchiate dalla cloaca de' Vvaldenfi Heretici, com'efFo. Ma chi
giammai in alcun tempo diffe, dover'edere li noftn Vefcovi perfetti , come
iiororiprova. g^j ^poftoli, clìc ricevuta la pienezza delio Spinto Santo , rimafero à noi
più tofto ammirabili , che immitabili nella perfezione della loro vita ? onde
ben difle^. Paolo , eflcr'eflì non [a] fondamento della Chiefa , mà„ fuper-
I ^dEphef. II. ^^ asdificatifuper fundamentum Apoftolorum, & Prophetarum. „ Nulla-
dimeno il fopracitatoHennco direttamente rifponde alla vana objezione »
€ foggi unge „ Dicitur , quòd fint imitatores Apoftolorum quantum ad pro-
feifionem, quiaprofiteri oportet Epifcopos ftatum perfedionis, licèt
non ftatum perfedse charitatis : quem etiam perfedionis Itatum fi non
fervant , damnationem libi ipfis accumulant , & non propterea Ecclefiam
in aliis membris vivis mortificant, & adnihilant, ficut perfidi hseretici sefti-
„ mant j & hoc ideò , quia non funt Domini Sacramentorum , fed Miniftri .
fefia ragione de- 7> Sexta, quia tempore fchifmatis , ubi duo, vel tres fé ingerebant prò
giiHcreùci. ^^ Summis Poutificibus, fine obedientia Romanie EcclefiìE , fidelesfalva-
„ bantur, ita&nunc: & ultimò al legant, quòd jam per Regnum Bohe-
„ miffpluresneutralitervivunt. .
E riproTa . jvja gran difparità rapporta Henrico firà gli uni, e gl'altri „ In ilio fchif-
mate, dic'egli, illifiienintverè, & proprie fchifmatici, qui prjefentes,
fcicntesfadumcontraiura, fcienter, vel contraconlcientiam fecenint
fchifmatale, pafllonibus ckidi amoris , vel odii , cupiditatis , & ambitio-
nis : alii vero, qui uni , vel alteri , Urbano fcilicet, vel Clementi obcdien-
tes adharrebant , motiadhujufmoditenendum, nontemporalitatc, fed
ex confcicntia , ex auditis confi liis peritorum , non erant vere , & proprie
(thifmatici , ctiamli ci , qui non crat verus , adh^iiiient , quia praztcr in-
ten-
9>
9i
Capitolo XI II. XXI Ai.FssAN-
tentionemeorimieratefror, & divido eorumrquamviseniinignorantia ,* ^^^-^ ^ '
iuris divini, velnaturalisneminemexcufet, ut dicit Gratianus in dido „
cap.rìon tiim erat talis ignorancia , quia etfi credere in unum Caput , ficuc „ -
in unam Ecdefiam Catholicam etiam de articulis tìdei , qui fpedant ad «
jus divinum , fit neceffariuni : fìdeli tamen credere, hunc efle illuni unum „
Caput, velalium, cumduofuntgerentesfeproPapa, noneftarticulus „
fìdei, fedquifecundrimjuraEcclefia:eiì:eled:us, quodfcire, pcrtinetad „
faduminfe, &)usCanonicum. Quamvis ergounapars excoinmunica- ,*
retalteramcumfequacibus, &fchirmaticosnuncuparet, quifinipliciter 3,
inhìerebant, excufari videbantur à vitro fchifmatis; „ e lìegue pofcia „
rapportando lo fcifma degli Heretici. „ Tot errores intereos vigere vi- „
demus , quotfamili^ funt, cum & ¥xmd\x Matris, Mafculi Patris per fé «
opinioneshabentfequi. Imo & ipll Pickardi quantum inter fé fune di- ,>
vifi in erroribus, eft inexplicabile i cum etfi quadraginta articuli erronei „
in lucem devenerunt , in ipfis tamen plurimorum diverfifìcantur , opinati- „
doinfingulis, proutvolunt; unde& quidam de veritate Euchariftiie ni- „
hil tenenti &quòdfolùmrignificativèfub fpeciebus panis, & vini poft y^
confecrationem contineatur , de quorum numero fuerunt , qui cultris in- „
fixis in Hoftias confecratas , non quidem ab eis ciontecratas , fed d Catho- «
licis , ab ipfis autem furtive fublatas , veritatem experiri vokierunt , ut fu- „
pri tadum fuit, aliis oppofitum credentibus * _ a
Hoc etiam nianifeltum, quòdeorumfeniores fecreta in eoriimc^- ,«
remonialibusnanquamfimplicibusmanifelTiant inter eos converfantes , ^
prout ex eorum propria relatione didicimus, femper timentcs proditio- ,1
-ilem > unde verifimile eft i quòdquafiinnumerisinvolvantur erroribus, „
quce omnia à totRegnisChriltianorum per orbem longèjlatè que difperiis ,»
pkirimùmalienafun't, omnesfubuniusVicariiChriftij&Petrifucceiforis „ /■
obedientia conlHcuti , fcientes quòd fubeffe Romano Pontifici , tanquam ,1
ipfi Chrifto , cum e)us exitìat Vicarius, fit de neceiììtate falutis: B fiegue , „
Si quis omnia miracula alia à Sandis negare vellet,hanc tamen conveifio- „
nem mundi ad iidem negare non poteft,cum ad fenfum paceat:&ficut hanc „
converfionem factam nemo adverfariorum infidelium,nifi frivolè,& mali- „
tiosè potefi: negare, ita nec miracula Santìiorum, cum per hu)ufmodi mun- „
dus fliit converfus : UH autem profe&i prt&dicaverunt ubique Domino coope- ,i
rame , & fermonem confirmante fequentibusjìgms.,, Quindi il citato autore „
foggiunge la fettima caufa , che non è foggetta alla nollra Hifroria . Ma Dio
oppofe loro la evidenza, e la forza de'miracoli; e negando eglino la realti
del corpo di Giesù Chrifto nella Euchariftia , tanti , e tali miracoli egli
operò allora in dimoftrazione di efia, che volendoli noi tutti defcrivere ci
converrebbe comporne una Hiftoria* Ilfopracitato Henrico [a] moltine i idem in tt^if.
enumera operati ò immediatamente da Dio , ò per mezzo de'fervi di Dio , ^""(r^Piccardos .
& in fine con degna rifleflìone egli conchiude,. Ultima differencia vero- ,,
rum miraculorum à falfis notatur quoad diiferentiam vitse , & mortis, „
quia a mabs intra Ecclefiam, faltem numero, etfi non merito exiftenti- „
bus, fiunt miracula vera, hoc tamen in vita eorum poteft fieri, nunquam „
tamen poit mortem , prout à Sandis in vita , & poli mortem clarefcunt ; „
linde quia majoris funt ieftimationis miracula poft mortem, quoniam „
illadenionftrant, animam in coelis maxima frui gloria beatitudinis, & «
hocexmagnisprjecedenribus mentis in tetris acqnifitis, & talium in- „
nume-
Albssan- X2X Secolo XV.
DRO VI. ^^ numerabiles repcrinnturinEcclefia, qui pò fi: mortesi potiùs quàmiti
„ vita maximis clarueriint miraculis , imo in vita nufcjuam . Così egli .
Dìverfe Magie , e £ ben aticotain quefta medefima età l'inimico infernale in emulazione
M|g t in qiie a deH'AitifJìn^o > per mezzo dcTuoi Maghi operava eofe nella Germania, e
chJ'''s'"''h -m nella Francia non tanto maravigliofe, quanto incredibili. In Giemps [a]
anlTi'oi/"" '""' piccolo Cartello della Moravia furono da due Incantatori introdotti tanti
Denionii , che partitoli per ifpavento quel popolo dalle loro cafe , quivi al-
tro non udivafi notte, e giorno, che{lrepiti,mugiti, & urli d'Inferno, co-
me fé l'Inferno da quel luogo la tromba fonafle della fatai guerra, con cui
iiìinvafa indiàpocni anni la Germania da Lutero. In Francia poi cafo
avvenne, che potrebbe giuftamente riputarli miracolofo, fé grimpoftori
non fapelfero mafcherare le loro heretiche perfuafìoni con il velo della
b tdiMìbìd Religione: [b] AppofuithisdiebusLugduni in Gallia, foggiunge il citato
Chronifta, Homo natione Italus, nomine Joannes , qui fé Mercurium
„ maluitappellari propter omnimodamfapientiam , quam profìtebatuB
„ antiquorum. Uxorem circumduxit, &hlios omnes lineis indutos, &
„ imitatione ApolloniiThyanenfis quondam Philofophi, utDanuseftté-
r„ ftis, catenam ferreamd collo portantes, magna promittebat,& fé vete-
.„ rum Hebrseorum , Gr^corum,& Latinorum omnium perfeaiflìmam glo-
.„ riabaturhaberefcientiam, contemptor veterum , fecundoseruditione
„ excellereputabat, afl'erens neminem Grarcorum , vel Latinorum , prjE-
,„ ter fé unicum, fuirtè fapientem, fé namque in omni fcientia mundi con-
>, fumatum oftendit, rerum naturalium , ac arcanorum omnium inter-
„ pretem profundiflìmumeireconfìrmat. Magnam prse fé inpublicofert
„ gravitatem , moribus , & inceilu feverus , cum mendicitate , vitam docet
propheticam, fenatumadresfummasteftatur , & divino Numine ple-
num. Metallorumtranfmutationemverampromittit, &nihil ignorare
videri appetit: fé felicia infelicia , infeliciaque felicia reddere polle
pollicetur: artemfequutusmagicam naturale m, quam prifciReges, &
lapientes in pretio habuifìe cognofcuntur . Aliquanto tempore apud Re-
„ gemGallorum in pretio fuit, cui duo triumphantiifima dona contulilìe
„ memoratur, àlterum fuit enfis centum , &oduagintagladiolisrefertus,
alterum vero clypeus mirabili Ipeculo ilìuftratus . Vixc duo miranda fub
certa conlkllationemirabiliterfada inquodam libello commemorat ,
& quemfìntproduduraeffedum vi natura, fecretummanitef^at. Deni-
queRexvolenshominisexperiri fcientiam, pr^cepit medicos conveni-
re omnes , gratia difputationis, qui fado examine dixerunt ad Regem, il-
luni fupra hominem lapere, & cundos mortales fapientia fuperare : au-
rum, quo illuni Rexhonoravit, omnepauperibusdilìribuit, &fuapau-
5, pei'tatecontentus, fìbi ex omnibus penitùsnihilrefervavit. „ Così egli.
Replica faggiamenteTAnnaliftaRaynaldi inconfiderazione del citato au-
«.Jj^/««'". '^°' lenimento: [c]„ ExternamfapientijE fpeciem, auiamque captare impo-
„ ftores, atquehjereticosconfuevifìe, ut fìmplices fuis erroribus irreti-
Gio: Pico della « ccnt , fa^piùs ìu Awialibus dióluiii cft , nimiùmque facile hiijufmodi ho-
' Mirandola , iiit ^ mittìbus Principum aulae patent, pafcend^ inani nosiidLiQ Qi\noÌxm^^-
ii'onsVen^fL''M°& « tis gratia, ex quo graviflimapoftea mala eruperunt.,, Così egli.
apologetica 'ri- Ma il piiì grau prodigiodi quciU ctd fù il ptodigiofo iugeguo di Gio:Pi-
trat aiione . ^^ Coute dclU Mirandola, che ripigliato dialferzioni hereticali, purgò la
fila fama con tale autentica di dottrina, che rimaner può m dubio , fé
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Capitolo XI IL ^ ^ 5 Aless AN
piiVvitiiperofane fofle la cenfiira, ò più fondata, e forte la difefa : onde ^^^ . \l^
meritevolmente fu egli da'Scrittor i [4] chiamato fenice , e gloria delfuo Se- i-d" ' '^"" *
colo, Scorfa in età di quattordici anni Filofofia, Canonica, e Legge in
Bologna, egli fi avvanzò in tutti gli ftudii così facri, come profani con
tal felicità di apprendimento , che teftimonio ne fanno le molte opere , eh*
egli diede alla luce, quali veramente porgono luce agli ftudii in ogni elu-
cubrazione delle più aftrufe queftioni . Eccitato dalla fontuofità del più
famofo Theatro portofll à Roma , dovefulfine del Pontificato d'Innocen-
20 Ottavo foftenne nuove cento conclufioni , quafi tutte appartenenti alla
Metafilica, e Filofofia diAriftotile, e di Platone, alli principii della ca-
bala, e della magia, e le rimanenti alle queftioni Theologiche della Sco-
laftica. Màfopraquefteegl'incontrò incontanente lo fcogliodirigorofa
cenfura, e tredici di elfe furono dagl'Inquifitori ripigliate di erranti in Fe-
de, ondedituttenefùprohibito da quel Regnante Pontefice il Libello.
Ferì il cuore al generofo giovane cotal impenfata trafittura, e come eh'
eglierapiodifentimenti, e puriffimo di Fede , fubito fi accinfe , non alJa
ù(c[a con animo oftinato , ma alla interpretazione di effe con animo in tut-
to Chriftiano , e Cattolico , e die fuori alla vifta di Roma , e del mondo una
nobiliflìma Apologia , da' cui primi periodi ben fi conofce , qual foife l'in-
terno del fuo fpirito ; [/>]„ Fui ego,, egli diceva,, Deum teftor, dubio b.^p»i./oan.Pi.
diuconfilio, diluendamihihscobjeftamenta, an filanti© potiùs pr^eter- „ '^oo^l'JnTuf!'*^*'
eunda effent . Movebant me , ut tacerem , duo prcecipuè. Primum, quòd
ego contentionis , & jurgiorum abhorrens, animi pacem, quammihi
meaprseftiteruntftudia, & placidilllm^ vitse tranquillitatem amavi fem-
per , nec odi uUum magis fcribendi munus , quam quod in difceptatione ,
&amarulenta quoquomodo altercationc fic conftitutum; quippè qui
nonminiìsreferre, quàminferreinjnriam, vel contumeliam , nec boni
viri duxerameffeunquam, nec philofophi. Altemm hoc ipfum erat ,
quòd & ftimmi Fontificis, cujus mihi meritò celebranda femper memo-
ria, & exSanclifiìmo ApoftolicoSenatu complurium judicio conten-
tus, quorlim & benignitatem , & benevolentiflìmum in meanimum
obliv'fcininiquam, aut poffum, aut debeo, videbar facile, & odium
poffe negligere , &convitiahominumimproborum . Etprofedò,quod
attinet .Incarterà, inhaceramfententia, utindignos illos exiftimarem,
quibnsaliquandorefponderemi fed in uno mihi objetìo hscrefeos crimi-
ne, hoc fi facerem, verebar, ne quod non diluerem , viderer crimen
agnofcere : fcribitautem & (apientilllmus Ruffinus, effe quidemglorio-
fum, Chriftiexemplo, patienterinjurjastolerare, atunamnotam h^-
refeos, qniferat, vel difiìmulet, non effe Chriftianum. EtHierony-
musnofter, quanta poreft animi content!one,clarilIìmaexclamatvoce:
7S(o/o in fufpìcione hccrefeos qucmqiiam effe patientem : Tacere ergo non
vultHieronymus; invitum, otiofumque hominem prò ea, qua poteft>
audoritate ad fcribendum trahit, & impellit. Quarc fi qui funt , qui ,
forte me tacere veilent, fciant fibi non mecum, fed cum Hieronymo „
effecontroverfiam, qui me tacere nonvult Hieronymumnon audire „
quis poteft fine flagitio? ipfo ergo fuadente, imo cogente, etiam „
brevem aggreffus fum afcribere Apologiam, non ut quemquam lace- „
rem , vel accufem, fedut à ma:dmo , quod mihi injuria objicitur, impieta- „
tis crimine jure me excufem. Hoc, quacfo , patiantur obtredatores mei eo „
animo,
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Alessan- ^2^4 ^ secolo XV.
DRO VI. ^^ animo, qiioegofniqiiamillomm offenfam pafTus fum femper: pàtian-
5, tur, inquam, utquiChriftianusde Chriftianis fum parentibus natus ,
„ qui vexillum Chrifti Jefu in fronte gero, qui prò Chrifti fide etiam ob
„ eamlubensquaficum Paulo hoc ipfis se quo animo audientibus excla-
„ memvoce, NonMagus, non Judasus fum , nonIfmaelita,nonHìEreti-
„ cus, fedjefumcolo, & Jefu Crucem incorpora meo porto, per quem
„ mihimunduscrucifixuseft, & ego mundo. Denique cum fanditatis ,
5, &fapientiaj, &idgenusegregiostitulosnecmihi arrogem, necillisde-
„ rogem, huncunum mihi ipfi ,pro quotiiendo etiam fanguinem ultrò ef-
„ fundam , qu£efo,non demant, ut fciiicetmepollìm dicere Chrifiianum.,»
Così egli . Quindi difcendeva ad una ad una alle cenfurate propofizioni nel-
la conformità , riftretto , e forma, che di effe noi ne facciamo . La prima ella
era, che Giesà Chriflo non mai era egli perfonalmente y e realmente difcefo
all'Inferno , ma folamente in quanto aWcffetto . Ad cfla egli rifpofe , che
eifo confeifava, che credere fi dovelfe, l'anima di GitsùChriftoeflere
difcefa all'Inferno : ma che circa la maniera, nulla ne veniva determinato
dalla Chiefa: anzi che l'anima di Chrifto eilendo allora fcparata dal cor-
po, non occupando luogo con la prefenza, mi con la operazione, la fua
3 ;^r^,^^„^^^,;, propofizione non doveva ella ritorcerfi infenloherericale,
e/i vK^efimapnma La [ <? ] fccouda, Cbe non potcva cffcre dovuta una pena infinita al pec-
Zti'cS/J'LmnllhCato mortale d'un tempo finito , wi pena folamente limitata, e finita. Qui
Fw c/'#, *i/f<iM' egli due cofediftingueva nel peccato, cioè l'avverfione d Dio, e la con-
^07j!/i:."K5.f^^verfione alla creatura : onde inferiva, che al peccato è dovuta la pena in
iinoftro4.ti>mo'nei due fcnfi , cioè in quauto ella gli fata etfettiv amcute data, òinquantoegli
■£«JÌ/l/?."y:^'5t la merita. Se il peccato farà infinito nella fua durazione, cioè non mai
dove/iiratta deiù caucellato dalla penitenza, allora la pena di elfo ellafarà infinita : ma al con-
^JfrS-ff^vttrano facendone l'huomo penitenza avanti la m9rte , e non dimorando
/a rew7/:*;7;> A rf^l'h^omo in peccato fé non per ifpazio di tempo finito, allora la di lui pena
pncatoi>,oinifia f^j.^ f^^j^a . ond'cgH concludcva , tal' efkre la pena del peccato , quanto la
di lut duraT^ione ,
Laterza, l^on dover ft adorare la Croce, ne alcuna Imagine con ador albio-
ne di Latria fecondo il fentimento di San Tommafo . Ed in quefta così egli
fpiegavafi. S. Tommafo dice, doverfi adorare le Imaginì, anche come
Imagini; ma al contrario Guglielmo Durante, Henrico di Gant , Rober-
to Holkot, & altri molti Theologifoftengono, le Imagini doverfi elleno
adorare, non come Imagini, ma come in elTe adorafi quello , ch'elleno
rapprefentano : e perciò eifo appigliarfi al fentimento à lui più probabile
di quefti ultimi Theologi, e rigettare come meno probabile quello dell*
Angelico.
La quarta, T>{pn efiere co fa certa, fé Dio unir fi potefse hipoflaticamen-
te à tutte le creature, ma folamente a una creatura ragionevole . Egli difen-
devafiinciò, che non havevaalferita con certezza cotal propofizione, co-
me Henrico di Ganti màhavevafopraeflafofpefo ogni fuoparticolar giu-
dizio, efentimento.
La quinta, 'ì<lonefieryifcien'2^a, che più ceriti ci renda della dottrina di
GiesàChrifio, che la magia, e la cabala. Egli fpiegofiì, che quefta pro-
pofizione reftringevafià quelle fcienze, che non hanno fondamento nella
rivelazione : onde , efclufe quelle , egli parlava delle altre .
La fefia, Suppojìa la opinione commune, che il Verbo pofìa hipoflatica-
mente
Capitolo XI IL i 2 5 Aless AN-
i^ente unirfi à una Creatura inanimata , potrebbe darfi il cafo,. che il CJ^^C) Vl«
Corpo di GiesH Chriflo fojje realmente [opra /' Mtarc fenyi V annienta-
mento y ò la tranfuiian-s^ia-j^one del pane : il che dover/t intendere della
fola pofftbilità . Ciò , egli diceva , non recare alcun pregiudizio al-
la realtà del Corpo di Chrifto nella Euchariftia , non parlandoli in
fenfo delle parole della Confacrazione , ma in puro fenfo pofUbile ,
& ideale.
Larettima, EJfere ragionevole il credere , che Origene piàtofio fia falpo,
che dannato : il che egli fofteneva con laragione del ripentimento , che egli
havelTe potuto havere delle fue fcritte Herefie .
La ottava, Siccomenìfiunoè precifamentediun fentimentOy per eh" egli vo-
glia ejìerci: e osi nijjuno preci f amente credei perch'enti voglia credere: Non
perciò , egli foggiungeva, l'atto della Fede non eller egli atto libero, e vo-
lontario ; poiché nifluno può credere una cofa fenza fufficienti motivi , che
l'induchino à Crederla .
Lanona, Chi [oflenefiCi che gli accidenti non potejjerofufffiere, s'eglinonon
foffero [oftenuti dalla Euchariftia , non perciò non foflerrebbe la verità del Sacra-
mento ^ elatranfuflan':i^ia':^ione delTane. La propofizione, egli replicava ,
•può veramente foflenerfi, giovando il dire con SanTommafo, che vi fia
■una diftinzione reale tràlaeffenza, e la efiftenza del Pane, echeinque-
fìo cafo Dio potrebbe confervare la efiftenza, acciò ella foftenelfe gli
accidenti.
r. La decima, Le parole della Confacra^^one proferirli da* Sacerdoti ma-
terialmente y e recitativamente , e non (ìgnificatiyamcnte . Su'l qual pro-
pofito egli in quefta forma Ipiegavafi : Le parole della Confacrazio-
ne in bocca di Giesù Chrifto fono ftate lìguificative , perche effet-
tivamente egli dava a' fuoi Apoftoli il fuo Corpo , che doveva effe-
re crocifìffo : ma che in bocca de' Sacerdoti , che non danno il lo-
ro Corpo , ma quello di Giesù Chrifto , il quale non deve più effe-
re per l'avvenire crocifìffo , doverfi quelle parole confiderare , come
recitative, e materiali.
La undecima , Li miracoli di Giesù Chrifto non fono prova eviden-
te della dì lui Divinità per la opera'^one , ma per la maniera , con
cui egli li ha operati . Soggiungeva , che li miracoli di Giesù Chri-
fto precifamente provano, eh' egli li operalfe in nome di Dio :' mi
' ciò che prova effer'egli Dio, iìii l'havergli egli operati, e fatti per pro-
pria autoriti.
La duodecima, Ejjere cofa più impropria , dir di Dio , ch'egli è intelli-
gente ^ & intendente i che il dir degl'angeli, ch'eglino fono unirne ragionali:
Ed egli difendevafi con 1' autonti de' libri di SanDionifìo Areopagi-
ta , il quale non ammette , che di Dio fi dica \ ch'egli fia una in-
telligenza .
La decimaterza , & ultima , I' ^nima niuna cofa diflintamente cò-
nofce , come fé fteJJ'a : Parlando , com'egli poi foggiunfe , non di
tutte le forti di cognizioni, ma folamente della fecreta , che 1' Ani-
ma inimediatamente riceve da fé fteffa , & in fé fteffa . Così egli in
materia per altro aftrufa , e che forfè richiedeva ma^eior chiarezza
di parole.
. Ma la più potente difefa delle fue propofizioni fu la protefta",
' Tomo IF, ' p ch'egii"'
Alessan- W >> < Secolo X V*
DRO VL ch'egli foggìuftfe ^U* Apo.logi^a di effe; „ Oro , igitur , obfecro , &
,, obteftor amicos , & inimicos , pios , & impios , dodos , & indo-
„ aos, per vifcera Jefu Chrifti Pomini ;ioftri, per mirabile defcenfus
„ ejus ad inferos myfterium , per a?terniim damnatorum ignem , qui
„ non extingiiitiir, bsereticis prìecipuè, & Sacrofandx Romana Ecclc-
„ £\x hoftibusdebitiim, per veri, & myftic.i corporis , fangiiinifque Sa;
„ cramentum , per Dei omnipotentiam , per exhibendam merito Filii
>, ejus, cohserendam imaginibus reverentiam , legant fine livore, fine
invidia, quic nunc fcribimus, priora, ideft ipfas propofitiones non
enarratas , non explicatas , non legant , quando inter dodos eas propo-
fuimusdifputandas, non paflìm legendas omnibus publicavimus j nam
ibi plurima funt impia dogmata veterum philofopborum Averrois , &
Alexandria & aliorumquamplurimorum, quse nos etfi femper profeffi
fumus, afferuimus, prgfdicavimus publicè , & privatim, non miniis a
vera, redaquephilofojHiia, quàm fide effe aliena; Scholafticamtameii
exercitationem meditantes de more Academiarum inter paucos , &: do-
dos, fecretocongreffu, difputanda fufcepimu?.: qui vcròipfum legct
Ubellumpropofitionumdifputandarum, ut ex ipfopoterittituIoa,drno-
neri, dumquicexnoftradicunturfcjentìa, qujE item ex aliorum difcer-
no, non proponi illas à me , ut meas veras opiniones, fedutcreditas
abillis; it^ & fufpicaripoterit, & fi aliorum dicantur dogmata, & m-
yenta, vifatamenmihi, & hxc, &illa, vera, & probabiha. Qui er-
go me oderunt , ideò illa non legaof > quia noflra funt : qui me amant ,
fdeò non legant, quiaexillis, quxmeafiint, cogitare plunmapoflunt,
qu£E non funt noftra. „ Così egli. Di quefto libro Apologetico fcriffc
Giovanni Francefco Pico nepote di Pico nella vita di lui, „ Librumip-
fum , & qua: fcripturus erat in in pofterum , Matris Ecclefi^, ej ufque Pr^-
fidis fandifllmo judicio , ChriftiAniffimi hominis more commifit : id
enimvelexprefsè, vel tacite gerjoportere perfuafimmum elt, quafiil-
lud Auguftini proferret , Errare pojjum^ hareticusejjemnpofìum, quan-
do altèrum fit hominis proprium, alterum perverfa:, & obftinata?vo-
„ luntatis^ „ Così egli. Per laqual cofaegli menròdaAleffandro Selto
a i>nru,n u-ffini, W Succcflore d'Inuoccnzo Ottavo il Diploma di un^mpia dichiarazione,
*»». H9i> in Gjai affolvevafi l'Autore da ogni principiato giudizio nel Tribunale della
Inquifizione, e molto più da pio la grazia di condurre felicemente a fanto
fine la fua vita nel florido anno trentefimo fecondo deUafua età , riferendo
di lui ilfopracitato Tuo degno nipote; „ ImmenfaDei bonitate, quxex
malisetiambonaelicit, effedumeffe ( qu^madmodum mihi retulit)
judicabat, ut calumnia illa falsò àmalevolis irrogata veroserrores corri-
eeret, eiquein tenebris aberranti, ut quantum exorbitaffet a tramite
r, veritatiscontueripoffet, ceu fplendidiffìm.um iubarillucefceret; prius
, enim , & gloria cupidus , & amore vano fuccenfus , muliebnbufque illc-
!' cebrisconimotusHierat; foeminarum quippè plurim^ ob venuitatem
„ corporis, orifque gratiam , cui dodrina, ampl^que divitix, & genc-
,, ris nobilitasaccedebant, in ejus amorem exarferunt, ab quarum Itu-
diononabhorrens, parumper via vitx pofthabitamdeliciasdeHuxerat:
' verùm fimultate jlla experredus ditfluentem luxu animum retulit, &
convcrtitadChriftum, atque fceminea blandimenta m fupernar patri»
gaudiacommutavit, negledaqueauragloris, quamaffedaverat. Dei
a
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„ neri,
n
9»
capitolo XI IL ±zy Alessan-
glorjam, ^Ecclefi^eiitilitatern tota coepìt mente perquireré, adeòquc „• ^^^ ^^'i.
mores componete, ntpófthac vel inimico judicecomptobatipofTet. „
E così afdentemeritediefllàDio, che votò dì veftir [a] l'habitò Relìgio- ^.Jr^L'lS
fode'Domenicani, fé la morte non glie ne havelfe interrotto il difegno. /(/.pù/;».
Vide mi Angele, così egli fcrJtfe in fentimenti alti,- e divini ad Angelo Po-
liziano * d cui egli dedicato haveva il libro de Ènte, & Uno, quainosin-
fania terieat. Amare Deiim, dum fumusin corpote, plus poHlimus , „
quàm vel eloqui, vel cognofcere : amando {)lus nobis proficimus , mi- „
nus laboramus , illi magis obrequimur : malumus tameri femper per ,,
cognitionemtiuriquam invenire, quod quajrimus , quim amando pofli- „
dereid, quod non amando fruftra etiami inveniretur, „ ripetendo egli „
fpeflbqueftepatoìe, che fpeflb proferiva ancóra Sari FranVefco, Tantum
fcitbomót quantum operatur , Onde TAutore della di lui vita degnamente
conchiude i „ Adeò in Deum exarfifle illuni meminij ut cum Ferrarise ,j
in pomario quodam adChrifti amore coUoqùenteslongis fpatiaremur „
ambulacrìs, inejufmodiverbaproruperit: Tibì hxc dixerim inarcanis ,•,
recondito, opes, qua: mihi reliqua: funt, abfolutis, confummatifque „
elitcubrationibus quibufdam, egenis elargiar, & Crucifìxo municus , »
exertis, nudatifquepedibtisorbem peragrans per Caftella, perUrbes „
Chriftum pr^edicabo . „ Così Giovanni Francelcó Pico nepote di Gio- „
vanni Pico . Sentimenti veramente degni di chi eflendo appoggiato al fom-
mo della vera fcienza , poggia nel medefimo tempo al fomnlo della ve-
ra intelligenza , percui apprendefi infulfiftente, e fterìle ógni qualunque
humana contentezza, quand'ella non venga oda Dio,- ò non polì in Dio .
Infdix [b] homo, qui fcit omnia, efclamò Sant'Agoftino , te autem j, b^^^^'/'^M"»-
nefcit: beatus autem, qui te fcit, etiam fi illa nefciat. Nonne Deus ,>
meus l e ] non tantum bonus , fed ipfum bonum ? Soggiunge di Gio- « t ii>id.i.7.c.3.
vanni Pico l'Annalifta . „ [d] Dum nimiiim ditferebat pium confi- „ J 'fi^]'„f„"e''J^'*'
lium ( cioè di fcorrere predicando Chrifto pe'l mondo } adexitum
perducere, proximo anno millefimo quatercentefimo nonagefimo
quarto , aetatis trigefimo fecundo ì Florentise , cum prius voviflet
Prafdicatorum familiam ingredi , piiflimè obiit : ferturque poft „
mortem ignibus vallatum apparuiffe , quòd irt Purgatorio pcenas ,f
daret ob ingrati animi vitium , quòd ingences natura dotes peni- „•
tùs Chrifto non confecralTet , feque p\orum precibus commendaffe . 3^
Così egli.
Di Alelfartdro Sefto dicefi , [e] che richiedo da alcuni Popoli, nelle p ^pud bmm.
cui remoni penuriavafidivino, di iitó>ter confumare il Sacrificio fenza F'*^'*'»^"^'"^'^'''
.T" "^ il- {• -.- Il • I • n ì-r^ r \ I • .,-, CaliJnnie appo*
elio, eglirtchnalte alla richieltadirpenla; ma che portato in Congrega- de à quefto i^o-.-
zione 1 affare , contro il fcntimento Pontificio fi rifolvefle con negativa Jj^^^^y * ^**^*' '*'
rifpoflia, elfendo che da'Papi difpenfar non puollì nelle cofe effenziali
de'Sacramenti * Mi d'onde il Fumo raccoglieffe tal vaniti , né i noi
apparifce, nèilui; onde meraviglia non è, che ne vada in fumo anco-
ra la credenza. i£quc incertum eft, dice di lui il Natale, quod ex ,>
vagis rumoribus refert BartholomscusPumus in Summa, Alexandrum „
Sextum voluifle difpenfare quibufdam petentibus , ut fine vino con- „
ficeretur Euchariftia in locis, ubi non poteil vinum haberi ; Se fuif- „ ThÌ'!D^!&'M:'.
fc declaratum , quòd non poterat , quia in iis quce funt efientialia „ rai.deSacr.Euj,.
Sacramentis, Summus Pontifex difpenfare non potell. Così [f] egli. „ Ti^wf^T^tS
.: r P 2 Vaniti,
3t
Alessan- z%2 Secolo XK
DRO VI» Vanità , e commenti di falfificatori de' Pontificii Diplomi , de'qua*'
li fu molto abondante quefto Secolo, come veniam pur'hora di riferi-;
re nel Pontificato decorfo di Innocenzo Ottavo , allor quando fé né
viddero vagar molti per la Europa , doppii menzogneri di facrileghc
invenzioni, e rei convinti di falfificate fcritture.
Fme del Secolo Decìmoquinto
SE'
%%9
SECOLO XVL
co N T I E N E ^
LI PONTIFICATI
DI
^ ir
Pio IH, Giulio IL, Leone X. ,Hadria-
no VI., Clemente VII., Paolo III,
Giulio IH, Marcello II.,Paolo IV.,
PioIV.,Pio V., Gregorio XlII.jSi-
fto V. , Urbano VII. , Gregorio
XIV. , Innocenzo IX. , e Clemen-
te VII!
E
1/ H E R E S I E
Di Lutero , di Zuvinglio , di Calvino , e de'Ioro
molti fèguaci, degli Anti-Trinitarii, eie
propofizioni di Michel Bajo.
Tornir. p j cur
^30
Cur pojl quadringentes annos docere nos n'iteri s ,
quodanfenefci'vimtis? Cur profers in me*
dium y quod Petrus y Cf Paulus edere
noluerunt ? ^fq^^ ^d hanc diem
pnehMdoBrinamunius
Chrifiiantis fuit.
S. Hier de error. Origenis ad Pamm. , & Oceati.
epift. 65.
SECO-
SECOLO DEC IMOSESTO .
CAPITOLO I.
Pio Terzo Senefe , creato Pouteficeliij .
Settembre 1J03.
Giulio Secondo di Savona, creato Pontefice il r.
Novembre 1505.
"Bre^ve Pontificato di PloTenOé Qualità ^ tra^er/ie y e difefa
del Pontificato di Giulio Secondo . Con'vocazione del Conci*
Ho Generale Lateranenfe quinto : fua "Botta condannatoria
V elezioni Simoniache de Pontefici . Altre fiie operazioni
contro gli Heretici . Hermanno 2{i^jjuich , Jks Herefie ^ 0
morte .
Giulio II«
JusTertiui [a"] ex ulcere crurit ^ ex quo dm laboraverae i
trige/lmo poji creationem die dece [J^t , tiibtlo rerum ab fé
gejio, quAs maximo animo c6nceperat\ nam & Eccle-
ftam B^manam reformare i Concilium celebrurey ac in Tur-
casproficifcif ^punculi [b] imitatione Jiatuerat . Così
Raffaele Volaterrano di Pio Terzo.Mà il Siicceflbre,ch'
hebbe più durevole il Pontificato, riconobbefi ancora
più obligato alla efaltazione ài elto, & à compenfare
con le virtù proprie alli difetti del tempo del fuo Anteceflbre ; ed egli fu Giu-
lio Secondo , Ecclcfiaftico, culus virtm in adverfìs irritari [c]poterat3non ener-
variie quale, come defcriilelo il Bizarro,[(f]re havefle havuto à cozzar con le
cenfure contro gli Heretici , com'egli hebbe à cozzar con le armi contro
i Cattolici, concordemente haverebbe riportata la lode, non di cuor fe-
roce, & iracondo, comechiamollo[e]il Pallavicino, mi dotato di egual
generofiti, [f] e divozione, come avantiil Pallavicino encomioUo quel
feveriffimoCenforedituttiliPerfonaggi, e maflìmamente de'Pontefici ,
ilGuicciardino. Conciolìacofache nelle note difcordie tra eflb, e il Rè
Luigi Duodecimo di Francia , egli al Conciliabolo adunato in Pifa da pa-
recchi Cardinali eccitati dall'ambizione del Pontificato , & adherenti al
Franeefe,oppore,come un Forte, che lo dominaffe, e lo battefle, un'altro
Concilio intimato [g] ioLaterano, chepoifi profeguì, e terminò fotto il
Succefìbre Leone Decimo , nella cui apertura egli con rifoJuzione invitta ,
e coftante fottopofe all'interdetto, ad eccezione della Bretagna divota
alla Sede Romana, tutta la Francia , proptereà quia , [h] dice Paris de Graf-
P 4 fis
a T^ph.
az.
VoUttyJ.
Breve Pontificato
di Pio ni.
b Pio II.
Elo^ii di Giulio
IL, e difefa della
fila condotta au-
ilera, e guerriera.
e Ciacc.ittlalio li,
d Biiar.inHiftor,
latin enfi »
e Fallaio.Comc.-l.dì
Trento l.l.c.i.n.s.
f GmciÌArd, i' < '•
g xAnn.iSii^
h Pdrìs de Crafjìs
in Diariis rn, t, to.
Giulio II. ^^£ Secolo XV L
fis Maeftro di Ccremonie Pontifìcio ne'fiioi Diarii manofcritti degli atti
:k Uem Parli 'tfi'.d Coiicilloriali , QÙiìVonù^ciìi Cardindcs hisreticos y & fahifmaticos fove-
jjj«.rfSB.r5i2.«. ^^j. vibròfcommunicacontro[^]ilRè, e fulminò le cenfurel^] contro
h'^^^pitdT^jn.an, Ii condotticH dcl Rcgio Efcrcico, chehollilmentehavevano invafo il Ter-
^r°c1'rrure toft ntOHo di Bologna j. &il W Carriere giunge iìn'ddire, J«//«j Secundusin-
chrondogUm Pm- dulgenùam coucedit cuìvìs Francum enecanti: ma dell'aflbrzione non rinve-
%Z7l^^u°affca] nendofi altro Autore, cheefTo, preffo lui rimanga ancora la fede di una
rn <s.,ii,,i,4,' ' Indulgenza non mai pratticatada'Pontefìci, e non mai alterità da altri Scrit-
tori . Mi fé Giulio col flagello delle paterne Cenfure accorfe alla emenda
del prevaricato Regnante, non così quel Regio Principe moftrò come fi-
glio di gradirne il zelo ; anzi che precipitando in rifentimenti improprii di
vendette , malamente ftimò giuflifìcar le fue azioni con il difcredìto del Pa-
dre . Conciofìacofache richiamati alla Corte di Parigi tutti gli Ecclefiaftici
Francefi, cherifedevanoinRoma, li fece prima adunare con il Clero di
d me refert Bel qucl Reguo Ìli Odcans , e poi in Tours , d'onde effi emanarono otto [d] ar-
%'7rHnvAr"kT(^. ticoH , alcuni contto iapotefti Poutifìcia , altri contro le ragioni , che dal
,xn. ijio.».2o. Pontefice fi allegavano in difefa delle fue armi . Mi appreflfo il Chriftianefì-
mocjuefti articoli hebbero quel credito, che haver potrebbe una fentenza
proferita da Giudice incompetente di foro , & intcrelTato conia parte . Il
e Paris de Gntf/is Cardinal [e] di Nantes né à Regio invito, né i Regie minaccie, volle giam-
row.4.f /.5.70, ^^i partirli da Roma , cioè dall'affiftenza del Pontefice, 8c amò meglio.foc-
combére allo fdegnodelRé, & alla perdita delle prebenda da lui godute
nella Francia , che abbandonar la caufa del Capo della Chiefa , nel cui icor-
po elfo riconofcevafi membro così cofpicuo, e neceffario .
Per le quali cofe, che veniam pur hora di dire , non potè non rifen-
tirfi tutto il communede'fedeli con ifcandalofiiiìmo fcifma, in cui quello
t'ùpiiifenfibilmente invertito, che più in alto fi ergeva nella contradizio-
ne delle parti. Onde da'malevolifùdilacerato il nome di Giulio con pun-
gentiflimi ditterii, di perturbatore del Chrirtianefimo , di eccitatore di
guerre, e di perverfoamminiftratore di quella divina Dignità, che render
lo doveva tutto à tutti, come coftituito in grado di fantitàfuperiorei
tutti. Ma chi è si perfetto, che nelle azioni humane, e fpecialmente in
quelle, che non fi fanno fenz'ardore, ,e fenza impeto, fi contenga dentro
h confini di perfettiflima regola? Giulio intraprefe giultiifime guerre, efc
nelle guerre trafcorfe in qualche eccello militare , fii effetto di bile ragione-
volmente accefa, eriprenfibilefoltanto, quanto riprenfibili fono quelle
indifcrete penitenze, chetalorfiufanoincaitigo del corpo anche da'Santi.
fBf//4w.^i?p<,ff- Poiché nel rimanente, Admonitos [f] Z,et?ore'^ej(féj?o/o, dice il Bellarmino
^^fic-J,T'uLpcr^- in quello ifleflopropofito, Bfimams Tontifices , qui fimul etiam Trincipes
nùHic.n, fnnitemporales non contemnendi Imperili non minus ex officio obligari ad ca
confervanda, qux Sedis ^Apojidicx , five Ecclcfta [{ornante funt ^ quàm Trin-
cipes cateros: qaare, quemadmodum I{eges , 0" Trincipes [upremi cateri
prò defenjtone regnorum fuorum, ftpe ditionum aliarum bella gererepcfjunt,
&dehent; & fiadea defendend-i confeeder at ione cum aliis Trinctpibus opus
habcnt , jure pofiuntcnm focus Trincipibus fosdus mire , & conjuntiisviribus
hojiern populfire , quando jufiam belli gerendi caufam habcnt : fic etiam,
Bimani Tontifces y qua Trine tpe s fuprerni funi y ornni jure pofunt, &■ de^
hent popidos fibi ere dito s armis protegere , & fires ita pofiulet, adverfus
ho/ics belUgererej uec nonadaiixilium ^ vel belli foùetatem Trincipes alios
Capitolo L '. 2,55 Giulio IL
e'Pùcare. 1{eque primus fuit Julius Secundus y qui prò recuperandis Ecclefìne
Romanie Trovincits bella geffit:, vel snm magnis Trine ipibusfcedus percuffìt;
nam Tìhs Secundus multò ante exercitum armatum ìjabuit y & bella cumho-
ftibiis ctm laude geffit , ut 'ì^auclcrus , & Tlatina referunt ; & ante Vii Se-
cundi tempora Innocemius Sextus vir prudentia , & T^ita innoccntia clarus
per Legatumfuum ^Ibernotium Cardinalem Ecclejtafllcam ditionem à Tiran-
nis diverfts occupatam felicifjimè armis recuperava j ut fcribum iidem J^an-
clerus, & Tlatina , multique alii Hijiorici . Ciemens Quartus y qui Innocen-
mm Sextum ?nultis annts pr<i£cejjìt , & Tontifex Sandus efl habitus. Caro-
lum ^ndcgavenfem Ducem , S.Ludovici {{egis Frane or um Fratreniy è Galliis
evocavit , ut Manfredum Tyrannum è B^egno l^apolitano , quod e[t Eccle-
fta limante feudum , armis expelleret y ipfumque Carolum I{egem infiituity
impofita quadraginta millia aureorum pendone quotannis folvenda in reco-
gnitionem feudi : tejies funi au^lores iidem , & alii , qnos ipft citant . Sei
ante Imc tempora Leo IX. Tontifex non folàm vitx probnate , fed etiam dt-
ifinis miraculis clarus , atque adeo in San6iorum numerum relatus , adver-
fus T^orthmannos pra Beneventa^.a Civitate recuperanda prafens ipfe in
exercitu armis decertavit ; ut Hermannus ContraÙus in Chronico , Ò" Leo
[a] Ojiienfts tejies funt: ubi illud memorabile accidit; Quòd , cumTontifex a Le» oifn»/!/''^
d T^orthmannis viàusy & captus fui(iet , ea [ubmiffione , & reverentia vi- có!^s^!""'"'''^'
Uores erga vi6Ìum ufi funty ut Tontifex vi&us , & captus vióìoribus impe-
rare y ac laminari videretur . Torrò Leo IF, Tontifex plus ducentis annis
Leone IX. antiquior , vir fan8i[Jìmus , & miraculis clarus , tefle ^naftafio
in ejus vita , exercitum duxit adverfus Saracenos , qui ad oììia Tyberina
cum ingenti clajfe appulfiy B^ornanam urbem capere , & [pollare cupiebant;
C^ oratione pramifìa ad Deum , c^ exercitu J^pojìolica benedi£ìione munita
memorabtlem'viSioriam reportavit. Omitto confaderationem Zachari^y Ste-
pbani Secundi , Hadriani , Leonis Tcrtii , aliorumque Tontificum cum F^gi-
bus Francorum prò recuperatione , & defenfione Trovinciarum , & Civita-
tum , qui^e ad B^omanam Eccle ftam pertinebant , adverfus Longobardos y & .. .
GriUcos: omitto etiam forti/Jimos MachabaoSy qui & fummi Sacerdotcs , Ó*
Trincipes eranty <& prò patria defenfione gravifjìma bella gè jìerunt : omitto
denique Moyfis Tontificisy & Trincipis fapientiffimi y qui adverfus ^Amor-
rhxosy aliofque populi fui perturbatores armis decertare non dubitavit . Hos
igitur cLuiffìmos , facrofque v ir os Julius Secundus imitatus , eorumque vir-
intera , & diligentiam amidatus , partim armis propriis , partim auxilio
fcederatorum Begum Ecclcfiajìicam ditionem fere totam amifìam magno labo-
re recuperavi» : quod factum qui reprehendere voluerit y oportebit etiam t ■'^' .'■.'-..",
ut indufiriam , c^ virtutem San6lorum Tontificum , addo etiam Machab^eo-
rum y à^ ipfius Moyfis virtutem bcllicam reprehendat . Così egli in difefa di
Giulio: al quale avvenne ciò , che avvenir fuole al prattico Piloto , che
nel contrailo di un vento prevedendo il forgimento impetuofo dell' altroj
più teme del futuro, di quello che fi fgomenti del prefente . Concioiìaco-
fache dalla fluttuazione di tutto il Chriltianefimo , dalla difpofizione avver-
sa al Pontificato Roncano, e da' clamori degli appafiìonati fcifmatici, che
bifognofi elfi di ritorma , ad alte voci la richiedevano per altri, bencom^
prefe il faggio Pontefice, chedatalfiftemadimondo, altro afpettar non fi
poteva, che un horribile terremoto, che ne fcoteffe quafi da' fondamenti 2^1^,/f'!^ ^^"fjji
h Chiefa ; come con inùufio prefagio egli anniinzionne [ ^ ] l' evento ai Pa- rh.e luuii u'a, ^'.
da ^•-'
9
Giulio IL 2.34 Secolo XVI.
dri congregati nel LateranO» e come al prefagio còrrifpofcpoi ravvenimen"
toconlaHerefia^ che fopraggiunfe , di Lutero.
ftit*u"ioÌ^''* Co- ivià fc non hebbe tempo Giulio di poterfi^ opporre all'Herefie preveda-
troi simoniache" te, fervifli però bene di|qucì tempo, ch'egli hebbe, nella oppofizionc
tionnli^drf^/r''" ^^^ ^^^^ alle prefenti , che vagavano in quella età. Appena falito al Tro-
gioria della Fede! no 4 fentcndofi egli ferir le orecchia da'fcandali per l' addietro fucceduti
nella creazione di AleiTandro Sefto, pofe tutta la fua più feria applicazio-
ne i liberar laSede Apofloiica dalle dcteftande corruttele degli ambiziofi ;
e perfuafo , eh' effo invano haverebbe procacciata con le armi di ferro gran-
dezza di ttato , e ricuperazione di ufurpate Città , fé non accorreva in primo
luogo alla difefa della eccelfa Sede Romana invafa ne' Conclavi dalle armi
/«S/fr/r'"'''^*^^^^^ de' Simoniaci pretendenti, emanò una terribiliiiìma \j] Coftitu.
4»»'iW. * ^' zione contro efii , dichiarando reo harefìs Simoniaca chiunque quello foife
che per l' avvenire fopra i gradini della Simoniaair altezza afcendeflfe dell*
Apoftolico foglio , liberando i Romani dal giuramento preftata , e condan-
nando a feveriffime pene i promotori , e fautori di un tal Diabolico atten-
tato, con parole, ognicuiletterafpirazeloinfieme, eterrore, divenuto
altrettanto più formidabile, eforprcndente, allor quando indi àfetteanni
b Tn aais cmcH. egli cGiifermonne [ ^ ] il valore col confentimento eziandio di tutti lì Padri
''ter.fejf.s. congregati nel Laterano . Se per la indennità della Fede così giuftamente fe-
vero diportoHì Giulio negli affari domeftici della Chiefa Romana , molto
più terribile furfe contro li Veneziani, & i Tiranni di Bologna , che dalle
ìuffn'crlfiiiZ' r^foi^^io"^ Pontificie appellando al Concilio futuro , fiirono con pronta [e]
22.1,. lyjp.''"^' Bolla confermatoria di quella di Pio Secondo, [rfjanathematizzati come
ii^nill^'^^'^f Scifmatici, e rcfciili dal Corpo della Chiefa . Da Ferdinando di Aragona,
ISO. ' "'"''^ ^''^' che dalla beneficenza di lui havcva ottenuta la inveftitura del Regno di
e^pt!dT{ajn.an. NapoH , richicfe ucl [ ^ 1 fohto giuramento unafpecialeprotefta di non far
mai lega conHeretici; & ad Achille deGraflis Velcovo di Citta di Ca-
ftello, che poi in altro tempo dal medefimo Giulio fu promoflb al Cardi-
f Paris de Grafsù "alato , impofe ogui fevcta [/] accuratezza contro i fofpetti diHeretica
»,. s.pag. 402. pravità, allorquando egU mandollofuo Legato ne' Svizzeri, dove prelfo
Berna egli fece ardere vivi nel fuoco alcuni Religiofi, che per infiniTare
negli animi del popolo fentimenti contrarii alla Immacolata [^] Conce-
ìff/r'ì^ì'maTiZl zione della Vergine Madre di Dio , fervivanfi di magici irìcantefimi ^ edi
c^rrezhne vedi in Diabolici infegnamcnti . Racconta il fuccelTo [h]ì\ Bafelio , e Noi da lui ne
cì/h'.di'Jiili'andTo traremo ilfenfo, eie parole; [i] Eodem amo pridie Kal/junii apud Ber-
P^- , r, r ,■ nam in Hehetia auatuor S. Dominici conventus ibidem Fratres t Vriory
■/Hadd-.t. anmìci. Lettor , Snbpnor , & Cufios capti , per tonuram exammati , degradati ,
& Triti inchrcn. ad igìiefa condtmnati , miferahiliter funt combufii , propter quafdam dolo-
tXrtoTjo^» fas i falfas y unpias . & diabolicas machinationes , quas in odium Immacii-
latiffima yirginis Maria Coriceptionis occafìonaliter exeogitarunt ; nam
qnev.iam ftmplìcemy & jujiura tdtotarn juperjiitiofts quibujdam incantatio-
nibiii Diaboli arte dementarunt y ae plmima tam in Sacrofan£Ì£ Euehariftue
Sacramemo , quàm fctdptis imaginibus tentaverunt ; quemadmodum fere
faBa eorimdem hisrefiarcharum in lacfm fmt imprejj'a . Tandem -però ad in-
jiantiam Bernenfium Ayv.zo Lauf^inenfìs Epifeopits loci Ordinarius mquifìtio-
nem cantra eos fecit , quo adjìante una cura Matthao- Valejìano Vontifice^
nAchìlles Caflelli Epifcopus, & ^poJìolic^Sedis Legatus ad hoc àVapa Julia
fpecialiHr mijjus , ab omni grada ^ & privilegio Clericali depofnos 2^. die
me a-
m»rce
MermanBo Ri£«
fuich .
b Bernard. Ltit'
& Pra>
Capìtolo I, ^^5 Giulio II.
wenfts M^jipoteflati tradidit faculariy atque dehinc ultima die cjufdem menftSy
igne (ut haYetict)funt incinerati in prato trans ^rarium Fhvium , prafentibus
ibidem atriufquefexm condiiionìsmuliis hcminum milUbus . Così egli . Ma alla
difefa de' Domenicani, & al fofìentamento della verità prontamente accor-
re l'invitto Cafalas,[ a ] che con evidenti ragioni rigetta la favolofa,e fraudo- 3 /». cafaUn-,, n.
lentcmvo(ÌLir&yExfcripJìr>bancfabeilam , die' egli > Spondtnus ex Fraddm?o, Tl/n'^Jj'L^Ì.Zi^
yyaddmgus ex ^ngleno , cr Surw , hi ex Bajelio monacho Hirfaugienjt , qui ap» &ft^. — .
fendicem decem y & o6io annorum aa]unxit'h{auclero adeò inac curate, utnec
'^^auclerum cxpHrgarit ab interpolationibus Melan6lhonis, qui mille ineptias,
tefte Spandano , immifcttit , homo bareticus , Bafelim ex Urifhemio . Rie autem
unde excepit f* mutuatsis efi ab Elc^therio Bi'^eno , feu ?\eucleno ( autore difcre-
ditatiifimo > ed inimico aperto de' Domenicani ) ^u5Ì9ritaqueflropb£ T{eu-
clenus, &primus propalatori amicijjìmus ejus Erafmus in colloquio ilio ab Ec-
clefia confixo , quod tnfcribìtur Exequia; Seraphicae : e qui a lungo egli fi ftende
in prove incontraftabili di rivelata malignità .
Ma peggio del fuoco meritò Hermanno Rifliiich , che peggio di ogni Herefiè , t
qualunque Heretico vomitò beilemmie horribili dalla fua bocca. Eglifiì }?' '
Fiammengo di Nazione > e per quelle Provincie [b] non tanto infinuava, ""
«JUanto pompa faceva di quefti Diabolici infegnamenti : Vrimò Angelos à Deo ^f»»*»'.? ,
crcatos non effe . Secundò '^nìmamfimul cum corporc interire . Tertiò nulluni "''**' ' ' '
efìe Infemum . Qjtartò materiam , ex qua dementa fa6lafunt , non ejie à Deofa-
éìam yfed ipft coaternam . QjtintòChriflfimfuiJìefiultum, &(tmplicem, pban-
tafiicum y acfedu£lorem hominem ; damnajje univerfum mmdum , & neminem
falvalje. SextòqujecumqueChrifiusgeffìt, hnmano generi y & retia rationi effe
emnino contraria: proindeque ipfum Omnipotentis Dei Ftlium non eJIe, Sextò
Mofsn à Deo modo vifìbili Lcgem non accepifie , necfacie adfaciem cum eo locu-
tum . Odiavo fidem nofìram fabula fam effe,fatHam Scripturamy fi£la Biblia, de-
lirum Evangelium , ,7v(pwò Evangeliumfalfum effe , quòd , qui potuit creare mun-
dum fine Ine arnat ione, eundem quoque falvare fine Incarnatione jpotuerit , Così
egli. Al tuono borrendo di quefte facrileghepropofizioni h commoffero
gì' Inquifitori di quelle Provincie, e ne racchiufero [e] il reo in perpetuo c^nntt^f^.
carcere , per feppellir con l' appellato la pefte di fomigliante malore . Mi il
Diavolo , che lo condufle al precipizio , lo eftralTe ancora con inopinata fu-
ga dal carcere per farlo giungere in quefto mondo nella voragine del fuoco ,
in cui fu arfo vivo nell' Haya , e pafTar quindi a quella dell' eterno , da lui (in
al fine meritato per le fue efecrande beftemmie . Poiché fi riferifce , che le-
gato al palo, fi rivolgefle allegro a' circoftanti, e. Se Chriflianum y dicefle,
natttmejìey fedjamd Chrifliantfmo defciviffe , quòd Chrifiianos omnes amentif-
fìmosJHdicaret. Cosidapazzo, eh' egli era, diife morendo , difperatopiù
torto, che Heretico.
C A-
Leone X.
^ 5 (j Secolo xry.
CAPITOLO IL
Leone Decimo Fiorentino, creato Pontefice
li II. Marzo 1513.
Cor Co , e terminazione del Concilio Lateranenfe ^into , Frag'^
matte A Sanzione ^ fua origine , &* aholimento . Concor"'
dati tra la Sede Apoftolka , e la Francia . Oferazjoni di Leo-^
ne contro gli Huffiti . Sne egregie qtialita . Origine della /7(?-
refta di Lutero , fm corfo , condanne , e bandi . patita , &.
Hercjte di Eraìmo^ Hutten^ Zwvinglio^ Carlo/ìadioy e Me^-.
lanBhcne . Oppoftzione ad effe del Cardinal Gaetano , delì/{
Echio , del Fabri , del Cat arino , e di altri molti Cattolici y-
e loro note-, e degne qualità , "Bolle di Leone in condanna^-
z^ione di Lutero , Dieta di Formati^ , e ^ando Imperiale con-,
tro lui , Condotta del Pontefice su quefto affare. Libro di
fJenricoOtta'Vod' Inghilterra de SeptcmS^cr^mcntis»
e Titolo a lui conceduto dal Papa di Difenfor della Fede .;
Tu^inglio pfue qualità , &* Herefie • Morte del Pontefice .
Obilitò Leone il fiio ingreffo nel Pontificato con il profegui-
mento del Concilio Lateranenfe Quinto, e Decimo ottavo
Ecumenico, [4 ] aperto gii dal fnoAntecefìbre, chelalciò
di vivere, terminata la Quinta Seflìonc. Afiiftevanoal gran
[ 6 ] CongrcfTo fotto la Prefidenzadel Pontefice ortantacin-
queVefcovi, quattro Generali di Religioni, e gli Ambafcia-
corfo , e senioni (Jori à,i quafi tutti li Principi del Cliriftianefimo , fri quali (i annumeravano
fciifenfe V ° ^'' aucora quelli del Rè Luigi XIL di Francia, che rinunciato io fcirma,e'l Conr
ciliabolodiPifajfi era finalmente fottomeflb alle Pontificie Decifioni, non
mcn ravveduto dalla ragione , che animato ad abbracciarla dai paterni uffi-
cii del nuovo Pontefice , che perfijafo à non inafprire li principii del fiio go-
verno con la continuazione de' paifati rigori, con nuova condotta feppe
ben inclinare alla pietà l'animo ben diCpoito diquel ChriftianifiìmoRe-
f^nantt^s, Le cinque Seilìpnifotto Giulio non portarono feco notizie rimar-
cabili per il frofiro racconto'. Le fette poi fotto Leone C\ aggitarono iopra
la riforma de' Chierici, le pretenzioni de' Regolari, il regolamento de*
Monti di Pietà, el' abolizione della Pragmatica Sanzione, ìa cui adequata
cognizione ci pcrfuade a richiederne da più alti principii l' origine .
^ . Ha-
a ^nn» t$lì,
b Lal/l/ètom,i4
fui. 17
^Capitolo 1 1, 2L^7 lì ONE X,
Hàvendo il Conciliabolo dì Bafilea molte, cofe difpofto fopia la ritor-
ma de Benefieii, e fopra li giudizii delle caiife > il Rè Carlo Settimo di origine óì\u
Francia adheren te a qiie Padri, attento a procacciarfi vantaggi, allora ì[ufu''einoìh"
che la Chiefa, fconvolto l'ordine delle cofe , travagliava nella divisone i:niénto."'"' °*
dello Scifma, convocò in Bourges nna grande Aflemblea di Ecclefiafticì
Francefi, nella quale fecondo la mente de' Bafileenfì fii ftela[^] una Corti- •» 7.0'V5«»m3S.
tuzionein ventitré titoli, che (ìdiflb Vragnutica Sanzione y cioè Coftitu-
zioneriformatoria di alcuni, da effi chiamati, òabufì, ò inconvenieiizc.
Ella tutta aggiravafi nell'abolizione delle antiche appellazioni interpofte
al Papa, e nella prohibizione di conterir Prebende, Abadie, Vefcovadi,
e Commende a Perfone non nazionali Francefi* Eugenio Quarto che allo-
raregnava i altamente [6] rifentifll di una tanta innovazione: ma non oftan- \ ^f^^i^X^jn.an..
te il Pontificio rifentimento, per venti anni ella fìlte alte radici nella Fran- '^'^■"'^^'
dai fin tanto che Pio Secondo, che già in (lato privato haveva potente-
mente impugnata quefta Tragmatica Sanzione nel fuo libro de Moribus
Germdnorum, aflunto al Pontificato , ne ottenne da Luigi Undecimo la
rjvocazione nel tenote , che apprefl'o fi dirà , ma che fu più rodo una Regia
condifcendenza di compiacere al Papa, che una rifoluta riprovazione di
«ffa. In quello ftaco di cofe, non parendo à Giulio Secondo ben faldata
«na tanta piaga , regnante Luigi Duodecimo ne intraprefe coraggio-
famente la cura nel Concilio Lateranenfe , nella cui quarta Seliìone egli
volle, cheinpnblicoConfetro de'Padri Cx leggefle la rivocazionc di elfa,
fatta già, come fidifle, da Luigi Undecimo, per difcender quindi al De-
creto Concihare della totale abohzione. Paris de Grafilsregiftraà lungo
ne fuoi Diadi tal fatto, eNoidalui ne efponiamo al Lettore il racconto.
Jtaque DominUs Thedra Secret arius Concilii legit litteras patentes olim Lu-
dovici {{egis Francia tempore Vii Sfcundi faSias , per quas ipfe t{ex ontnìnà
abrenmtiabat Tragmatìae Sanzioni j ut iniquuii & injn(Ì£ ; c^ fuit ele?an-
tiffimd compofìtio , qH£ omnibus de Synodo noflra pUcuit tAm tn fententta^
quàm in o-^natu : qmbm Uteris le£iis , Dominus Melchior Bartiffinus J^leapo-
titanus\4dvocatm Conoiiorialis , & particularis ^dpocatus Concilit , ac^
cepta à Tontifi^e venta dìcendi , accefjjt (tmul cum Trocuratore Fifcali nort
ad pnlpitim folitum , quia dixerunt aliqui Cardinales , quòd promotor non
debet afcenderc pulpitum illud , fed accefkrmt ad pojìergale Sedis Epifcopo-
rum Cardhdiurliy & ibi ambo flantes fuerunt; tum ipfe Dominus Melchior
degantiffirriè propofuit detejlationem Vragmmcon San^tonis omnino toltcnda
per hoc Sacruhii ConctUum , & quòd Summus Vontifex cum omnibus Tatribtts
ibi exifientibus cìccUraret t omnia faBa virtute San6lionis Tragmatiae ari-
imllarii & benefici^ per illam collata non bene collata efìe y imo collatoresi
& omnes adharentes c.xcommunicari , & cenfurisligariy ac fru£ius benefìcio- . -"
rum ipforum (te collatorii/n ex nunc applicari expeditioni cantra Turcas &c*
quo finiente Dominus Marianus Cucinus Trocurator Fifcalts , & Concila in-
jlitit, petens omnia per ^dvocatum propoftta executioni mandari , c^ Tori-
tifex nihil ad hocrejpondit? fed tunc ego j & nonprius, juffi omnes exireex
Concilio: qui quia tarde, & vixexire videbantur. Tonti/ex nutufa&ofuffìt,
Jit exirent: & fic rem anentibus tantum Mithratis , &Oratortbusy ac Officia-
libus confuetis , Epifcopus ^lexandrinus ad Tontificem venit ; & habita hii-
militer dicendi venia, afcendtt pulpitum, & legit cedulam longam fuper ab*
rogathnsTragman(;<^ San^ionìs pr^di^a f & riQnnulU alia; & demqué
indi-
Leone X. ^^^ Secolo XV 1.
indìxit quintam SeJJionem prò die Mer curii ^ qujs erit Inter prlmamy & fe^
cmdam Dominicas Qttadrageftm^ futura . Le6Ìa ceduta Vontifex dtius ,
quàm forte convenireti clamaìritì Tlacefj tum euntthus ad Cardirfakst &-
Officìales , & Tralatosfuperfcrutatiorte votorum , Vontifex tttrbatmefl^ qm4
non fìbì placet y quòd piane f fedquòd alte, & altijfimè omnes tam Cardinale:
qnàm Tralati dicerent t^tttm fuum ; unde neceffe fuit , quòdùerum dicerent
alte. Quid piacerei. ExquibusaliquiCardinakffurgentes, & imdato capite
adverfum Tontificem dixerunt : "Placet ; quod videntes ftnguli alii omnes
idem fecerunt j ex quo Tontifex remanftt fatisfailits . Hoc fa6Ìo fcrutatorcs
votorum retulerunt Vontifici omnibus Tatribus plaeuijfe nemine excepto : &
ftc finis. Così egli. Qneftaperò non fiUentenzadiffiniti Vii Conciliare, ma
atto preparatorio al folenne giudicio, che ài efTa prendere fi doveva da*
s^pudBhìnf» Padri Lateranenfi: onde fi citarono [«}fu(reguenfemente li Padri Franceli
c\7tii'.LÌuif"^' 3 dir loro ragione, perche abolir non fi doveire la riferita 5^«S/o«e. Lari-
f oluzione di Giulio riufcì t(snfibilifllma al Rè Luigi di Francia , che ne portò
b ExtanthaUne alte dogliauzc [ i?] al Rè Giacomo di Scozia, e generalmente d tutti li Po-
r^intpp'nd. Cor.- tentati Chtiftiani , querelandofi del Papa, che togliere a, lui volefifeil più
r£*' ^''^""^"'^•preziofo gioiello della Oia Corona. Ma e l'intraiprefa di Giulio, e la refi-
tknza di Luigi furono ambedue recife dalla morte , cho, tolf€ T a io , e l' al-
tro di vita nel maneggio ifteflbdi quello atfare, la cui terminazione fu de-
flinata dal Cielo a* loro Succeflbriy cioè a Leone Decimo nel Pontificato,
& a Francefco Primo nel Regno . E la terminazione fù<;lla così fecretamen-
te difpofta , che udifiene il tuono fenza vederfene ìì lampo ; eifendo cofachc
fiì ella amichevolmente concertata prima, e difpofta fra Leone, e Francefco
nell'abboccaimento, che fra effifeguì in Bologna, e che partorì con reci-
c sef.ii. proca concordia [ e ] l'abolizione totale della Tragmatica Sancitone , e li ce-
ti/» 5«//^r.i««r> lebri concordati tra la Sede Apoftolica, e'I Regno di Frància con [<i] la
fièid!§!^^ Bolla, che comincia "Pafior aternusi in cui dicefi : [ e ] Cum moniti , & citati
pradiBi, e cioè li Vefcovi Francefi^ fublatis jam omnibus impedimentiSy
efjtuxtfque omnibus terminis, coram nobis, & di&o Concilio non eomparuerint ,
nec comparere curaverint ad allcgandum caufam , quare fan&io pr^d^SIa^
nulla dectarari non debeati ita ut excufatiom ultra locus non fft, pojjirtique,
meritò contumaces reputari, prout eos exigente juflitia reputamus . i^s ma-
ture attendentcs Tragmaticam San6ìionem , velpotiuSy ut di&um efiy eorru^
ptelam fchifmatis tempore à non habentibus potefiatem editam , reliqu£ Chri-
ftiana I^eipubliae , Ecclefuque Sanala Dei nullatenus conformem t &
à clar.mcm. Ludovico Undecimo Frartcorum l{ege Chriftianiffimo revocatam y
'cafiatam , atque abolitam , audioritaffem , libertatem , ac dtgnitatem diBa
Sedis violare 3 ac d'mrnuere , facultatemque I^m.Tont. prò tempore exi^cn-
' tis, de SancU B^inance Ecelejia Cardinalium prò univerfali Ecclefia ajjiditè
iaborantium , virorumque Dc&ornm perfonis , quibus abundat Curia , &'
quorum confiliis Sedis apoftolica y & l(om. Tom. atqueUniverfaljs Ecclejì^
au^Giitasy & poteftas conjervantur y mgotiaque diriguntur y & in profpera
ftatuconf'ot>entùry de EcclcftiSy & Mon^eriis, eifdemque perfonis j de reli-
qiiis beneficiis Ecclefiafticis juxta eorum flatus exigentiam providendi peni-
tus au ferrei Tralati s vero Ecckfiajiicis illarum partium , caufam prabere y
ut ipfì nervum Ecclefiafiica difciplma , e5" obediemia nexum frangant , dr..
violenty ac cantra nos 3 &Sedem pradi^am eorum Matremy cornua erigane y
& eis ad pramtfla audendum viam aperire j tpjamque notorie mllatenus^
fubfz-^
Capi foto IL 2.39 I-eoneX.
fubfij^erct mlloque nifi alicujus tempom, feu potmtolermù^ cu]ufdam ad-
minìeulofulcirl y etft l{pm. Tom. Vradereffores nojlrì pr^ifan , prout ipfi fuo
tempore fummoperè optare demonjìrarmt ^ corruptelaniy &abuftonemhujuf-
modii -veltnaltgnhatetemporumj vel aliai illiprovìdere, &intotumoccur'
rere non valentes , [uìs temporibus toleràfic vi fi fuerunt ; confidcrantes ta-
men ab ipftus Biturtcen. San£iionif editionct vix annos feptuaginta fiuxiffe ,
nuUumque infra hoc temporis fpatìum prater hoc LateranenXoncilium t legi-
timèfniffecelebratum^ in^uocum^ disponente Domino y conftituti (ìmus y ab
ejufdem improba San^ionts extirpatione y & totali annuUatione, fine nojira,
& tantorumVatrum in prajenti Concilio congregatorum notay acnoftr^y &
di6Ìorum illa utemium y animarum periculo abfiinerey feu defiflere non pojje ,
^ugujìino tejie y judicamuf, atqtte cenfemus : E qui d lungo ftendefi nell'alle-
gazione di mol ti antichi efempii in rivocazione di male ufurpate ò giurifdi-
zioni, òcoftumaiuei cfiegue, Cupientes quoque hujufmodi negotium ad de-
bitum finem perdufi y ac tam vigore cttationum h4^enusà nobisy & prafato
Julio VradeceJJore ex abundanti emamtarum , quàm aliorum pramifiorum ,qu€
itanotoriafunty utnulUvaleantexcufatione, aut tergiverfatione celari , ettam
ex no(iroTa[iordli officio procedente! y omnefque, q^ fìngulos tam juris y quàm
fa5li defe6Ìus y ft qui forfan inpramiffis intervenerint y fupplenteSy ex certa no-
firafcientiay &de ^pofloUc£ poteflms plenitudine (eodem facro approbante
Concilio^ tenore pr^efentium pr^fatam Vragmaticam San6lionem , feu corrupte-
lam y eiufque approbationem quomodolihet emanatam y ommaqucy & fingu-
la decreta, CapituUy Statutay Conjlitutiones [tve ordinationes in eadem quo-
modolibet contentasi feu etiam infertas , acabaliis prius editas, nec noncon-
fuetudmes , flylum , ufus j fìve potius abujus , ex ea in hanc ufque diem quomo-
dolibet emamtos., feu obfervatos , nullius roboris , vel momenti fuifìe , & ejf(f
decermmusy <& declaramus . Ts(ec non ad abundantiorem cautelam eandem Biturt-
cen. Sayi£iior}em , ftve corruptelam , ejufque approbationem tacitam , vel expref-
famy utprjefiertur , & in ea contenta omnia y c^fmgula etiam infertaquacunque
revocamus , cajjamus , abrogamus , irritamus , annullamus , ac damnamus , &
proin/e5ìtisy revocatis, cafiatis y abrogjUtis ,irritatis y annullatiSy &damnati$
haberivolumusy decernimusy & declaramus .
Et cum de neceffitate falutis exiflaty omnes Chrijlifideles Romano Tonti-
fici fubejìey prout divina Scriptur^e, & San6iorum Vatrum tejìimonio edoce-
mur y ac conflitutione fel. mem. Bonifacii Tapa Odiavi (tmiltter Vnedecefioris
nofiriy qu^e incipit, UnamSa»£Ìam, declaratury prò eorumdem fidelium ani-
marum falute y ac I{pm, Tontif & hujus San^£ Sedis fuprema au£loritate,
& Eccleft<£ Sponf£ fu<e unitale, & potevate Conjiitutionem ipfam facro pr£-
fcnti Concilio approbante innovamus , & approbamus , (irte tamenprajudicio
declarationis fanda memoria Clementts Vap a Quinti y qua incipit, Meruit ,
Inhibentes &c. Datum B^ma an. i$i6. 14. Kal.Januarii . Così la Bolla.
Soggiunge l'altre volte allegato de Graflìs, che tutti li Padri Lateranenfi
concorrerò pienamente nella medefima fentenza , Omnes abfolutè refpon-
derunty Vlacet, & inter alios Tapa dixit, T<lpn folùm placet, fed multàm
placet y & perplacet. Li concordati poi furono li feguentì, e Quelli tutti
certamente meritevoli di fottoporfi a gli occhi de' Lettori per aegna noti-
zia di erudizione , e per pronte proporzionate condanne de' Nicolaiti Con-
cubinarii , fé la proliintà di efll non ci confìgliafl'e ad indicarne più
joflo[4]Ulezione,chc àftenderia. Soseiunee il (opra riferito de Graflìs, * r,u^a,w, énni
•Leone X^.^ ^^5 Sìcolà XFl,
pratorcs FraricU dua'ÈpiffOpi in^Urbe prafentes noluermt Concilio pr^fenhs
iffe , quia , ut mihì dixit *^apà ytioheram confentìre revocationi pragmatiche , ne
diJplicérentTnelatiSjC^nationiifedconfenferunt/ecretè, Così egli. ^
Eolla di Leone ' Né dì mìnòre-Utile al Chriftfanefimo fìì la celebre Coftituzione , che ema-
"nuva dtiiAnl' "Q" L^one iicl motìy^to Concilio contro alcuni Eterodoifi Filolofi , che mal
ma'razionaic. toìicordando l'^angeliocon Platonc, aflferivano l' Anima raziottalc ò lina
intutti , ò tutte mortali ; e pervertendo l' àureo fiftema del vero dicevano y
%pmulta[untverafecundùm Vhtlofopbum yfednonfecundum fidem CathoUcam i
a ved, n r,o!irot<,. Silògifmo era queltò motivato in Parigi fin dal tempo [a] degli Almericiani,
hìbfiìm.' ^^^' àtì quale havendo noi in [ b] altro luogo difcorfo , ci fiamo avvianzati a dire ,
eh' egli fofrc.ftato ò difefo,ò ampliato dal Fondatifiìmo Dottore Egidio Co-
lonna , ond' elfo ricevelfe il comando dal Pontefice Honorio Quarto di ri-
trattarne iti Parigi l'aflerzione. Certamente che il B. Colonna ricevefle il
pontificio comando di ritrattare quelle propofizioni , che dalla maggior
parte de' Dottori Parigini folfero fiate giudicate doverfi ritrattare, e ch'egli
con Chrifì:ianà humilta fi efibifle a ridirfene , fi è cofa cotanto chiara/che ba-
fla haver* occhi in fironte per legger la lettera di quel Pontefice da Noi ac-
cennata in quefto margine : m^a chèuna di quefte propofizioni fofie la di fo-
pra citata^ ^onmdlajmt verafecHndàmT^hilofophum yfed nonfecundum Fidem
CathoUcam , lo diciamo folamenteper femplici congetture , e non con evir
dente teftimonianza : elfendo che l' haver Honorio efprellb , che 11 Colonna
havefle detto , e fcritto alcune propofizioni, quali efaminate dal Vefcovo , e
dal Cancelliere di Parigi erano fiate rinvenute degne di condanna, e non rin-
venendo Noi altre propofizioni condannate da elfi , cioè dal Vefcovo Stefa-
fano,e dal Cancelliere di Parigi,che la fopra riferita,ciò e' indulfe ad inferire,
che quefta fofie la propofizione cenfurata del Colonna . Nel rimanente ò
quefta ella folfe , ò altra, ò nullamente alcuna , e folfe una vana fama , che fé-
rifle gli orecchi di Honorio,il che Honorio pare,che inferir volelfe con quel-
le parole , Sìcut intelleximus , Noi ne lafciàmo il pio giudizio al Lettore, ba-
ftandoci in quefto luogo far palefe al Mondo e ilnoftro olfequio verlo la
ììeligione Agoftiniana , e il noftro rilpetto a un Dottore , che per chiarezza
di Sangue , e di Dottrina , e di Santità, è flato , ed è i'honor di Roma , e della
Chiefa: tanto più, quanto che non apparifce , che la Univerfità di Parigi
habbia giudicato, che il Colonna dovelfe ritrattare determinatamente alcu-
napropofizione da lui proferita; màchepiiitofto, come atteftano molti
Dottori di que' tempi , fofs' egli dichiarato Prencipe di tutti li Theologi di
quella età , e per merito di dottrina aflunto alla Cathedra di S. Tommafo ♦
Facendo dunque ritorno alla Coftituzione di Leone, in quefte parole ella
ftendevafi , degna di regiftrarfi alla memoria de' Pofteri : Cum diebus nojiris,
„ ,, , . quoidolenterl ci ferìmuSy 7ixani<£ féminator , antiquus bumani generis ìooflis
x.co>,ii,t.^.& ,H non ÉLlos perniciofijjimos errores ajideubus femperexplojo! m agro Domini ju-
f!Jr 8'"'f''^''^"'' pcyfemìnare , & augeréfit aujus , de natura prafcrtim anima rationalis , quòd vi-r
.p^g. i. ^^iif.^^ mortalis ftty aut unica in cunUis 'hominibus: & nonnulli temere phh
iofophantesy fecundum faltem Thilofophiam id verum efie afieverent : contri
huj-.ifmodi.peflcm opportuna remedia adhibere cupienteSy hoc /acro approban-
'te Concilio , damnamus &■ reprobamus omnes afierentcs animam mtelle6iir
vam mortai em ejjey aut unicam in cun£ìis hominibus , &hxcin dubium^er-
tentés : cumilla non folùm vere per [e efjentialiter humani corporis form^
exiftat , ftcut in Canone felicis recorddtionis Clemmis.Vapa Qumti Trada-
■- • cejfo'
Capìtolo IL X4I Leone X.
ccfforis nùjlri in generali yienrfìsnfiXmcìlio edito continetur ; rernm & im-
fnortalis , & prò corporismy quibus infunditur , multitudtne , f:n?ulariter
multiplicabilìs , & multiplicata , & multiplicanda fu -, quod mani}elib con-
ftat ex Evangelio 3 cum Dominus ait, Animam aiitem occidere non pof-
funt; & alibi j Qui odit animam liiam in hoc mundo, in vitam asternam
cufloditeam; & cnm eterna premia , & aterna fupplicia prò merito vita
judicandis repromittit: alias me arnatioy & alia Chrifti myfterianobis mini-
me profuifjent , nec refnrre£lio expeRanda foret , ac fanali , & jttfli mife-
rabiliores efìent juxta iipojiolum cm6lishominibus : cùmque verum vero mi-
nime contradicaty omnem affertionem ver itati illuminata fidei contrariatn
omninò falfam ejie definimus, &ut aliter dogmati:(ar€ non liceali diJìri6iiìiS
inhibemus , omnefque huJMfmodi erroris ajiertionibus ìnharentes , velati
damnatiffimas bare fé s f eminante s y per omnia y ut detefiabiles y & abomina-
bilcf hareticof y & infideles Catholicam fidemlabefa^antes , vitandos , &pU'
niendos fore decernimus .
Infuper omnibus , & fmgulis Thilofophis in univerjitatìbus ftudiorum
generaliumy & alibi publicè legenttbusy diJiriSiè pracipiendomandamusy ut
cum Thilofophorum principia , aut conclujtones , in quibus à re&a fide de-
viare nofcuntury auditor ibus fuis legerint , feu explanaverim y quale hoc efi
de anima morta Ut atCy aut unitale y & mundi alernitate y ac alta hujufmodiy
teneantur eifdem veritatem reltgionis Chrifiiana omni conalu mamfejiam
facercy & perfuadendo prò pofie docere, ac omni ftudio hujufmodi Tbilofo'
fhorum argomenta , cum omnia folubilta exiftant , prò viribus excludere, atquc
refolvere .
Et cum non [ufficiai aliquando tribulorum radiees prafcindere , nifi dT
ne iterùm pullulem y funditus evellere y ac eorum /emina, originalefquecau-
fasy unde facile or iuntur y removere -y cum precipue humana philofophiafiu-
dia diuturniora , quam Deus fecundùm verbum lApofioli evacuavit > & ftul-
tam fecil abfque divina fapientia condimento, & qua fine revelata ver ita-
tis lumine inerrorem quandoque magis inducunty quam in veriiatis eluctdA-
tionem ; ad tollendam omnem in pramijffis errandi occafionem y hoc falutari
Conftitutione ordinamus y & fidtttimus y ne quifquam de calerò in facrisOrdi-
nibus confìttuius facularis y vel regularis, aut alias ad illos djure ar^atus ,
injiudtis generalibusy vel alibi publicè audiendo philofophia, auipoefisftur
diis ultra quinquennium pofi grammaiicam, & diale6iicam fmealiquofiudi*
theologia, aut jurts Tonti ficii incumbal y verùm ditioexaÓio quinqueimtOy fi
illis fiudtis infudarevoluerit y liberumfitei, dum tamen fimuly autfeorfum,
aut theologia , aut Sacris Canonibus operam navaverit , ut in bis fa£Ìis , &
utilibus profejfionibus Sacerdotes Domini inveniant , unde infeBas philofo- s
phiay & poefis radiees purgare, & fonare valcant ; &hosCanonesperOr'
dinarios locorum , ubi generalia fiudia vigcnt , & B^Rores Univerfiiatis et-
rmdem fiudtorum fingulis annis in principio fiudii in virtutefanàa obedien-
tia public ari mandamus . Tslulliergo&c. Datum I{gma in publica fejjione in
Lateranenfi Sacrofan6ia Baftlica folemniier celebrata anno Incarnationis
Domimca 1513. 1^. Hai, Januarii Toniificatus noflri anno primo . Così
egli.
Non però volle Leone talmente provedere allo fcandalo, e deXoncu-
bmarii nelle Chiefe lontane della Francia , e degli Heretici generalmente in
tutte le parti del mondo, fenzapor l'occhio fopra la fua, che dar doveva
Tomo ly, Q. «^««n-
Riforma
Corte
materie
rabiliflìme di co
Auini
Leone X. j.a.z Secolo X VL
efempio al mondo , ficcome d'illibata credenza, così parimente d'illibati
dTRonu"n coltumi . Nella nona fefTione del Concilio egl'impofe a'Padri una feria
confide- applicazione fopra la Riforma della Curia, e ne ottenne un si favorevole
,tum.. '*'^'"' rincontro, che ben fin d'allora egli chiufe la bocca a Lutero, che indi a
a 7;.>«.4»/..iji4. pochi anni altro non efclamò, che i^i/bm<z . Leggah ella nel [a] Raynaldi,
''■'^" che tutta ne rapporta la nota, che noi contenti fol fiamo di riferirla m
quella parte, che più connefla apparifce al noilro racconto dell'Herefie.,
e nella laidezza de'Concubinarii, enellafceleratezza della Simonia.
Ut Clerici cajiè , continenterque juxta Canonum pr^cepta vivant , fia-
tuìmusy ut contrà facientesacriter fecundùmCanones puniantur: fi qui vero
tam Laicusy quàm Clericus de crimine , propter quod venitira Dei in filios
diffidenti^, convi6ìus fuerit , pmn per Sacros Canones , autJHs civile refpe-
dive impofttis puntatur-y Concubmarii autem ftve Laici, five Clerici fuerint
eorundvm Canonum poenis mul6ìentur, neque fuperiorum tolerantia , feu pra-
va conjuctudo y qua potius corriipteladicenda efi, à multitudine peccantium,
aliavc ay:£libct cxcufmo eis aliquo modo fuffragetur; fed juxta juriscenfu-
ram feverè puniantur ., Et ut nefaria fimonia labes , ac pefiis non folum
à Fumana Curia, fed ex omni etiam Chrifliana ditione m perpetuum eiicia-
tun Conlìitutiones per ^nteceffores noftros etiam in Sacris Concdiis cantra
hujujmodi fmoniacos editas mnovamus, eafque invtolabiliter fervari praci-
pirnus, ac pcenas in eis contentai prò expreffis , & infertis haberi , & delm-
qucntes etiam au£ioritate noflra affici volumus , Così le parole della Ri-
forma. , .- • r 1-
operarionì de) ]\jè I eouc , che afccfe glovauc al Pontihcato in età di non ancor
gli Huflit-, bX- compiuti trentotto anni, trafcurò parte alcuna di fatica, e di penofa {olle-
mi. citudinenel provedimento, e regola della Fede per tuttele Chicle del
Chriftianefimo , penfando alle lontane, come s'elleno follerò tutte in Ro-
ma,, e vigilando alla Romana, come s'ella fo(fe prefente in tutte le parti
del mondo. Ancor duravano oftinate nelle bocche de'Bohemi le doglian-
ze , che la Sede Apoftolica non oifervaife , e mantenelfe h Concordati fta-
bilitiinBafileacongliHuflìti. Egli per toglier loro ogn'inutile lamento di
e ::^;«'/& an. odiofe querele contro i Pontifici Romani, [b] fpedi colà fuo Legato à la-
i;ii.«.7o. tere il Cardinal di Strigonia con ampia potefi:a [e] di concordare, e conci-
liare alla Fede Romana tutti que'miferabili avanzi di reliquie Huifitice, in-
Aitrc fue opera- yitando precìfamerrte i Bohemi al Concilio Lateranenfe, per eftinguere
lai-matki"."" ' uuavoltaquel fcmprc riiiafceiite fuoco della loro Herefia. Col medefimo
fervore di A poftolicafollecitudineeghfpedì mefll à Mofcoviu , eMaroni-
d Hos vid.npud ti, per ridurre li primi dallo fcifma de'Greci, e da [d] deplorabili errori
j^y«.i5i4.».7i -Illa unione, e purità di Fede co'Cattolici, e per emendar neTecondiparec-
cHoVvtdeibìd.n, chititi, chc malamente [e] colà ferpeggiavano nell' amminiftrazione de
'O'' Sacramenti, ecofefacre, ditfondendo quindi il fuo zelo fin all'America ,
nuovo mondo piiìtofto, che parte del mondo , dov'egli mandò, [/] e
\^!n\'^*^"' ""• ftipendiò MiiTionarii Apolf olici per il divulgamento dell'Evangelio .
E ben Leone à una perfettiiìimaamminiltrazione Pontificia conguiiir
EducaTionc, in gciido uua condotta illibata di Vita divota, dava di fé, e delle fue virtù
doie, cpiicofiii- fineolareefpettazioneà tutto il mondo. Egh giovanetto, anche per meri-
m.u. Leone X. jq^j coftumi punflìmi , con non più udito efcmpiohr in età di quattordeci
, ,. ,0 anni promolTo al Cardinalato da Innocenzo Ottavo, al quale cosi diluì,
lìf:!)^:i^m. edellelueinipareggiabilidotifcriife Angelo Poliziano, .[g]./w natus, &.
,: , .. V fattus.
Capitolo I L 2-4^ Leone X.
faUus , ita alitus , atque educatus , ita denique eruditus , atque injìitutus hic efi;
utnemini fecundus ingemo y nec aqualibui indu/ina , nec pr£ceptoribus litera-
turUy ncque gravitate fenibus conceficrit . Ts^ativain eo probitasy & genuina
diligentia quoque parentis ita impensè eulta efl, ut ex tllius ore non modo non
verbumdióìu foediuSy fedne levius quidem unquam , aut ettam Licentms exci-
derit . "Hpn a&io , nongefius , non incefjus in ilio notatus , non aliud pojiremò ,
quod in deteriorem partem confpiceretur . Sic in viridi aitate cana matuntas , ut
qui loquentem jenes audtant y proavitam in eo , nos paternam certe indolem
agnofcamus . Cultum pietatis , (jr religioni^ pene etiam cum la&e nutricis ex-
fuxit. Etiam tum ab incunabulis facra meditatus officia, quando nondum edi-
tum eum , tamen Ecclefi^ jamgenitorprovidentiffimus defiinavcrat . Così egli.
Onde maraviglia non è, fé nel Pontificato così bene adempielTe allaefpet- nefpomEo"*
tazione del Chriftìanefmo . Conciofiacofach' egli due volte la fettimana
digiunando con rigorofaaftinenza, nel Mercordiprivavafi di carne , enei
Venerdì pafcevafi di femplici herbe, e legumi ( indizio di un gran Princi-
pe di gran pietà interiore ) e fpeffo egli fii veduto lacerar con le proprie
mani fuppliche òmen ragionevoli, òfofpette, olTervando inalterabilmen-
te, come notò nella di lui vita [a] il Giovio, una limpida integrità nella « ^»-f."«^ '" v/r*
collazione de'beneficii, e raccomandandofì fpefTo al Cardinal Lorenzo ^''"'^ ^- ''''■'*'
Pucci fuoSecretario, chenon gli facefle conceder grazia, da cui gliri-
dondaffe pentimento, ©vergogna; anzi à Giulio Slancio fuo Cameriere,
che «li porfe un memoriale di domanda incompetente, esli richiefe» La''f^e,chegiidi
/^ "J ^ rr 1- r n ^ 7 r ^- j- »» ^ ^ ^/- , , l iltelto Lutero .
guanto promejfo gli fojje per la conjecw^ione di quella graT^ia? e rifpondendo
Giulio, Duecento fcudid'uroy tolfe Leone dalla borfa la moneta , e die-
gliela con una mano, e con l'altra fminuzzò in mille pezzi il memoriale.
[ b ] Sicché l'iftefTo Lutero neirinfolenti (limo libro, De Liberiate Chrr ^f/J;;'^,'*jJ"^''t
/]fm«^, con intolerabile ardimento dedicato da lui à Leone, di elio con ve- u'one xV"
rità hebbe à dire , E n celebrata y est augufia in tutto il giro della terra la opi-
nione y e la fama incontaminata della tua vita cantata da tanti fcritti di sì
gr-ind' h uomini y che nejjunoy quantunque di grandifjimo nome, le può andar
contra. T^n fon io sì folle , che biafìmi chi da tutti è lodato ^ e lo chiama hor
^gnellofrài Litpiy hov Daniele fra i Leoni . Così egli contro fé ftefib, e
così noi in riprovazione di Lutero, che fra tante 'maledicenze contro il
Pontiiìcato Romano pur non potè non lodarne il Pontefice. Egli è vero ,
che Leone ò per impeto digioventù, ò per inclinazione di genio, ò per di-
vertimento di cuore, ò per difetto più torto del tempo non ancora medica-
to dal Concilio di Trento, che del Regnante, fu alquanto proclive alle cac- ^"'*
eie , alle converfazioni , & alle pompe non in tutto convenienti allo ftato
di primo Sacerdote del mondo. Ma ciò non importa macchia di cofhimi ,
rilaffamentodidifciplina, fé non in quanto è cotanto facrofanta la dignità
di un Pontefice , che ogni neo , come nel Sole , ne rende diiforme il fo^^'^et-
'OO'
to. Nel rimanente s'egli in cafa, ò nelle felve fu non incolpabilmente gio- . „....,
condo, certamente nelle Ciiiefe apparve fempre così feiio, e grave, che W.linLji'.ccnc',
nel decoro, e [t:] maeftà delle facre funzioni fuperò tutti li luoi Antecelìb- ^''"',-. . .
ti: Sacraemmy dicediluiun [d] Compofitor della di lui vita, confecity ac 1.dcu::!:ì^i:^
jingHU Cieremoniarum mania obivit fingulari cum majcflate , ut non falsò f.ain.ji, ■^,
nemoantìquorwn Tontificum eo angufiiùs , & decentiùs facrificafk dicerctur ; a'I'oe".' pù'ì u.?:"o^,
ed egli felice, anzi felice il Chriiìiianefimo, fé tanta cura haveiie riporta pi?^^4^i^'?,'';'',;;f;;j
nello ftipendiare, e mantenere in Roma huominiillurtri m erudizione Ec- ch?;ìtiaÌ,^':'Hno''.''
Q_ z Clelia-
Leone X. ^^^ Secolo XV L
clefiaftica, e Polemica, come egli godè òi vederfi Tempre attorniato da
Poeti, e lìmil gente più tofto dilettevole, che necefìfaria alla Republicaj
della qual cofa glie ne convenne poi pagar la pena, imperoche, come dice
il Pallavicino, fé Leone folle flato cinto da una corona diTheologi, fareb-
befi col configlio di effi portato più cautamente nella diftribuzione delle
Indulgenze ; e fé non gli foffero mancati huomini eccellenti nella erudizio-
ne Ecclefiaftica, con gli fcritti loro haverebbe torto potuto opprimere le
faville di Lutero . Ma è trafcuraggine ufata il non agguerrire i fudditi in
tempo di pace i fenza penfare , che non fi può difciplinàre la foldatefcain
nn giorno, quando viene improvifaneceffiti di combattere; eperòfolod
colto di moke rotte fi forma poi la buona milizia .
r«£on"o'^"de]f] Dalle quali cofc , cheveniampurhoradidire, ben fi avvede il Lettore ,
herefia di Lutero, portarfi dafemedcfimalanoftraHiftoria al racconto della famofa, e dif-
famata Herefia di Lutero, che furta fotto il Pontificato , che delcrivia-
mo, di Leone, ecrefciutaorgogliofafinallaetiprefente, ha tolto fé non
mezza parte di mondo al Chriìlianefimo , certamente mezza parte di Chri-
ftianefimo dal mondo . Noi ne riferiremo la origine, le herefie, eli fuc-
ceflì con tal varietà di accidenti , che ne farà non men dilettevole, che
utile la lezione, anche nella horridezza di fanguinofi avvenimenti, di ri-
voluzioni, di battaglie, di faccheggiamenti , e di rapine , circoftanze i
nilUina herefia delle tante fin bora defcritte , maggiormente annelfe, che
alla Luterana, chefièrefa poderofa nel mondo non men per efecrabilità
éi dogmi , che per falfità di politica, maneggiata à forza d'armi , e non di
ragione .
Sua orijine . Giulio Sccondo Pontefice di vafte idee die innocentemente il primo mo-
to alle accennate turbolenze, e con fanto fine intraprefe. una grand' ope-
ra, dalla cui rifoluzione nacquero poi per difgrazia commune infiniti mali,
e apri (fi al Chriftianefimo il Profcenio di funelliflìme Tragedie . Ella fu lo
ftupendo edificio della maeftofa Bafilica di S.Pietro, che inalzata prima
dalla pia potenza del gran Coftantino, vedevafì allora diftrutta, e logora
dalla potenza maggiore del tempo : Imprefa veramente degna di un Som-
mo Sacerdote , mi egualmente di un Sommo Principe , in cui proporziona-
tamente corrifpondeffero alla intenzione le forze. Conciofiacofache alla
vafta determinazione di Giulio andando di pari il vafto difegno del celebre
LtJ'*''^*^''^*^' Architetto Lazaro Bramante , fi cominciò [4] l'avviamento di un Tempio ,
che, afforbendo la fpefad'immenfitefon per profeguirne l'edificio, ripofe
Leone Decimo fuo fuccelfore in neceilità d'impegno di promulgare nel
Chriftianefimo alcune [/;] Indulgenze , ed infieme conceflioni di mangiar
L«. "laticini ne'giorni obligati al digiuno , e dieleggerfi il ConfcHbre, à chi
concorrere con volontaria elemofinaàrifabricareil Tempio del Principe
Indulgenza di degli Apoftoli : d'oiide per noftradifgraziaprefe origine la Herefia di Lu-
drrv"Afón"'dd ^^'^o. Non fu quefta però una nuova nfoUizione di Leone, nèunaintrodu-
TtmDi.MaVx^ie- zione nuova di cofa già per l'addietronon pratticata dagli Anteceflori di
r^;i^'f''TJn1 eilb, e non approvata dalla divozione de' popoli , e dal giudizio de*
da^iimPom-.fi I. Grandi. Poiché Niccolo Q.ninto una fomigliante Indulgenza promulgo
cvicit\^-jn.ann.[c] per hedificazionc dclU Chìcfa dì S.Pictro in Saintes Città della Fran-
14)-'. «9. eia, altra [d] Siilo Quarto, e diverfi Pontefici, ò per la efterminazione de-
;.Ì? '""'•'~^'''" gli Her etici, òdeTurchi, & altra di più frefca memoria daGiuho Secon-
' " " " "• do, [<?] che fin dal gettito della prima pietra fondameiiul^ di una sì vada
ma-
c
e PaU.iv.
Capitolo II. X45 Leone X.
machina ben previdde, che fenza il denaro di tutto il mondo non poteva
certamente inalzarli l'edificio del più famofo Tempio del mondo. E non
mai in alcun tempo udiffi lamento alcuno de' Principi fopra quefte difpen-
fate Indulgenze,anzi in un [ ^ ] Memoriale di pochi queruli appaflionati pre^ a nktxtat in ub.
fentato in tempo di Giulio Secondo all' Imperador Maflìmiliano con titolo \Ts'aL'!Ìy"w«'i
éiDìeciaggi'aviij che da efllpretendevanfi fatti alla Germania dalla Corte Tu'tti,uFafc,ci>ini
di Roma, nell'ottavo de' quali eglino dolevanfi della concezione delle \'Z"!<^7>^l!lndZ
nuove Indulgenze con la ri vocazione, òfofpenfione delle antiche, Cefare mm.
fu quefto punto nulla rifpofe , benché fopra gli altri dimofìraflfe qualche
fentmiento: come quegli chericonofcevanel Pontefice l'autorità, enei
prefentecafo la convenevolezza, & eziandio ilbifogno. Ma l'opera ben-
ché irreprehenfibile , e fanta, fu malamente apprefa da chi già pervertito di
animo procacciava occafione pronta di maledicenza .
Due Religiofi apoftati, uno fomminiflròpabulo al fuoco, l' altro Pac- r ■ a\\
cefe, edErafmo, cheprecorfe i Lutero, fu il difpofitore del grande in- HSaL.uenna.
cendio, onde arfe il Chriftianefimo . [b] Trudentes viri viam Erafmum bi^ayn.Mn.isio.
Lutero, dice r Annalifta , ut irrumperet in Eccleftam, flruxìffe putarunt: e "•^'*
bench'Erafmo molto fi affaticale di toglierfi dal volto quefla obbrobriofa
mafchera , nulla però fece con le fue molte , & affettate Apologie , à lungo
r e 1 risettate da chi cóntro lui fcrilTe , e più ponderofamente dall' Accade- ^ ^''!'^'Ì''^iZ'
mia di Parigi, che cenluronne a lungo gli errori. 12.
Fu Defiderio Erafmo nativo della Terra di Rottredam in Hollanda , ^^^f^^^ f„equa-
Profelfore nove anni fra Canonici Regolari ài S. Agoftino, ma che atte- lui.herèfie, Ubri,
diato della profenìoneReligiofa tornò alla Secolare, impaziente ficcome ctnorce.
nello fcrivere, così nel vivere, deponendo l'habito òcon apofliafia, ò,
come altri vogliono, [rf] con Pontificia difpenfazione. Era egli adornato ^ j^f'^f^f""''"^'
di notizia di lingue , e di gran fama nello fludio , fé contenuto egli fi foffe ne'
termini delle lettere humane, e non pafl'ato à valicar l'alto pelago delle
Divine , ne' cui fcogli tante volte urtò , quanti libri compofe, Major futurus,
comedi lui fcrifle lo Scaligero, fìminorefje -polmfjet. Verteva allora per
r Alemagna una gran contradizione tri i Retorici , & i Theologi, foftenen-
do li primi unloro Compagno Giovanni Reuclino,[ e] incolpato da' fecon- e B^dius infine
di di Hebraifmo , e confequentemente dagl' Inquifitori Cattolici condanna- J,'",''^' -^^^J ^'""
todiHerefia, e coftrettoàvederfi co' proprii occhi ardere ifuoiLibricon
obbrobrio del nome,edellaprofeffione . Onde furfe arrogantemente fero-
ce contro li Theologi la fquadra de' Retorici, opponendo loro ignoranza
de' termini , & imperizia di lingua ; e vicendevolmente i Theologi ai Reto-
rici confufione di fentenze, improprietà di vocaboli, eprofaniti di voci
nella efplicazione degli alti, e facrofanti Mifterii della Fede. Perloche P
Ordine Domenicano, che reggeva il Miniflerio della Inquifizione, e lo
Scholaflico , che fo{1;eneva la fcienza, e l'honore delle facoltà Theologiche,
venne in derifo apprefio il volgo, che per l'ordinario dà più fede alle ar-
guzie della maledicenza, che alle verità dellafcienza. Erafmo feffi Capo
oi queffi, e co'l pregio, eh' egli haveva di pulito Dicitore , & elegante Scrit-
tore,tant'oltre avvanzoffi nella perfecuzione de'Theologi,che ponendo pri-
ma a rifo la barbarie de' loro termini, giunfe poi à riprovarne ancora gli
argomenti , pretendendo , che l' eflere gran Theologo dipendeffe non dalle
illazioni fcientifiche , ma dall'intendimento delle lingue Greca , & Hebrea ,
nondaldifcorfo, ma dalla erudizione, non dalla penetrazione della Scrit-
Tomo ly, "^Q^ g tura,
Leone X. 2.46 Secolo XVI.
tura, ma dalla cognizione delle favole; onde il miferabile cadde fin nella
bafezadimiitarfi il fuo nativo nome di Gherardo, che in idioma Fiam-
mengo fignjfìca Defìderio, nell' adottato nome di Erafmo, che nella lin-
gua Greca vale medelìmamentelo fteflb, che Defìderio: feguitato pofcia
nella fua pazzia ^nche da Filippo Melanóthone , ed efalcato da Carioftadio ,
che nella difpiita di Liplìa, nommò Erafmo, Principe de'Theologi, fol
perche egli era eccellente amatore della lingua Greca, e delle lettere huma-
ne. Màciòcheprimafùinluiòforfennataggine, ò ripudio di quanto non
era eleganza , ò critica, degenerò ni poco tenrtpo in deplorabili fconci , &
in divulgazione diefecrabili errori, che come i guailadori negli efercici,
fpianarcno à Lutero la ftrada della Herefia : fìcch' ella trovando la Germa-
nia fproveduta di Theologi per il difcredito , in cui li haveva ripofti Eraf
mo , e men proveduta di eili Roma per il credito , in cui , non applauditi li
Theologi, havearipofti Leone Decimo liRettorici, orgogliofe ufcirono
r Herefie in campo fenza altra contradizione , che di un generale compian-
a PaiUv.Uh: J.C. gimento , non tanto adherendo , come fuppofe [a] il Pallavicino , lafetta
^ì-»-7- di Hrafmo alla fazione di Lutero, quanto lafazione di Lutero alla fetta di
Erafmo . E fetta di mille Herefie fu quella di Erafmo , perch' eglipublicon-
ne tante nella Germania , che Alberto Pico , queir erudito Principe di
h M„r!aH. viHo. Carpi in Italia, appena potè tutte confutarle in ventidue Libri.[^]H^re'f /-
ÌlLÌ"deffjì!'lo.' ^"^ ^^^^ omnium peftilentijjìmus Erafmns , dice Mariano Vidorio , omnia ad
libitum aut expofuit i autvitiaptt. Noi ne fcieglieremo le principali, dalle
quali il Lettore potrà dedurne le rimanenti . E primieramente egli fiì folito
di dar titolo di Giudaifmo alla Theologia, vocilèrando facrilegamente,
c^pitd..AìhfrtHr>, [c] Utmamaliquando expergifcatur Clrriflus 3 atque hocjudaifmo , cioè dalla
¥icumiih.^io, de Thcologìa, atque hac Tyranntde liberei populumfuumy nifi forte ideò nosre-
uoogis. ^^^j^^ ^j hujujmodi portentis ferviamus : onde hebbe contro lui ad efcla-
à ibid. mare l'allegato Principe di Carpi, [d'jOptasy ut Tbeologorum ordo perda-
tur àChrifioy ut fcilicet hareticis licentioftùs debacchandi adjìt facultasy ut
arrogantibus , & temerariis liberum fìt fcriberey qu^cumquc eis adbuccam
•penutnty dumntodò dicacitatem aliquam calleant. Da' Iheoiogi egli li ri-
volfe contro liP.eligiofi, e con quanti indegni {commi, con quanti arguti
ditterii li motteggialfe , beiTalfe , e forridelfe , è cofa più tolto horrida , che
gradevole à nfcrirfi, Chiamavali nella diverlìtà degli habitiff//?rio«/, nel
nome di Religiofi Beliemmiatoriy nella qualità della vita Ingannatori. Ma
,. . ,. il citato fuo Anta^onifìa, \ e'\'lSIec efiy dice, quòd calumnieris veflitum ,
e Inem de Mena- . . ,- P ■ !- . -l. ^ •' ' . ' r • n 1
chis. utinquiSy prociigtoja multate mjignem y ac digito notandumy prxjertim ji ad
ami£ìum D. Joannis Baptijice refpcxeris tam agrejìem ,J CT horridum^ , fi ad
Jacobi ^poitoli Fratris Domini cultum y qui (HegeftppOy &Jofepho teftibus )
Linea tunica fuccin6lus , pedibus nudis , capiliojus , & barba borndus femper
inceffit'y (i par Iter ad Eli£y dr Elifei pallium y fì adVauli Thebaidis tunicam
palmulis contcxtam , fì ad magni untomi cucuUum , & D. Martini vejìcm ,
Monachorum.que JEgyptiy & Syria rufitcana indumcnta ; nam convenit qui-
dem , & vejtitum ipfum indicare vita; profefjioncm . Tlurimum certe dede-
ceret eos y qui tota vita ex profejjo à communi vulgo d/fcrepant y cultu ip/o
efte fìmiles ; convenit cnim , ut externa internis confemiant . TSi^am par e/i
dliumefìevejiitummilitis y civisy & agricola y cumille chlamyde y hictogay
alius rudi ttmicula vefiiatur: fìrniliter aliud Imperatori! , Senatoris , Tle-
keitque hominis ; nam ille paludamento , Senator Latoclavo , Tlebejus pallioloj
vel
Capitolo IL X4'7 Leone X.
-pel tunica inàuìtm . Convenit autem , & communcm efle Monachorum habi-
tuniy uniufque forma omnium , ut Monachum vifto ipfa dejìgnet . ^ge quce-
sò , quis tam mentis hebes , quis tam obc^catus fenfu , qui bis verbi) aud:tis
nonvideat mpotens tuum calumniandi fludium y & denahendt F{eligiofis^
ridiculum enim , ac puerile nimis efl ajjerere , non abejje à blafphemia , fcm-
dereque tuntcamChrijìiy qui ditit I\eltgiones varias y quaft non poffint fub lyeli-
^ione communi plures partuularcs ejje , quemadmodum fpecics [uh genere,
Tilpn certe negare poteris , magis B^ligiofos fuifie , nomenclaturamque banC'
potius convenire Jìpojìolis y quàm turbisy & populo communi y qui ad fidem
Chrijii convertebantur . Kljc efl , quòd compares vitam Chrifiianorum com-
munem y vit£ B^ligioforum y nifi contenderis y as, ac plumbum auroy &gcm-
mis effe conferendum : quantum autem inter utrumque fit difcriminis , Joark-
nes Cbryfofiomuiy qui nec Monachus y nec Monachorum Tater , quemadmo-
dum magnus Bufilius fuit , declarat , afierens Monachi infiitutum veram , &
perfe6ìam philofophiam efie , ipfofque Monachos virtutum Magifiros appel-
landos y corumque infeclatores efie in'qui(Jimos gcbenna aterna ignis ulcifcen-
doSy viventefqiis in urbibus , vitiis y ac fceleribus efie obnoxios ; quamobrem
nequaquam conferendos ets , qui ut dia dijfugerent , fecefferunt , durifjimum
vita genus praferentes deliciis Urbium . Così egli. Ma molto peggio egli
gioco fi prefe delle Indulgenza pontificie, dicendo, ISlam quid die am de
iis y qui fìbi fi6iis fcelcrum condonationibus fuapiffimè blandiuntur , ac Tur-
gator ti f patta veluticlepfy drismetiimtur fjcculay annos y menfes y dies , horas,
tanquam è tabula mathemiticai Così Erafino delle Indulgenze, contro il
quale condegna riflefllone il citato r^l Carpenfe, j(3«/5 /^ì^cvótZ»^ ^«^/V^w ,, ,., • .
negare audebity Erafmum Lutheri':^afie , aut potius Lutberum Erafmi'2;afse < Erafmtim.
Né qui fi contenne la maledica lingua di Erafino, ma portandoli con efia
fin contro i Santi del Cielo, motteggiava [^] loro, echili adorava, eli b i.iemiib.9.
facri pellesrina^m, lecerimonie, [cliriti, i^iornifeftivi della Chlefa, le ,. ,., ^
reliquie,! adornamento, [a J e lenito de Tempii, con aculeati ditterii pò- d idemiib.j.
nevain derifo, e chi efercitavali: difcreditavali [e] digiuni : contro gli „ ide^iib.4.
Ecclefiaftici [/jtbrfennatamenteefclamava, e contro le loro ricchezze: f idemiib'.i'ì.
maligne opinioni di(reminava[^^] contro la poteft-i del Papa: cliiamava ti- g idemiiù.i^.
rannidede'.Preti[^] le Decretali, e i Canoni diceva formati per aggravio , |^ ^, ^^.^
e nonperfollevamento delle anime: efccrava [/] li riti, e'I celibato [ /^] \ id!^i'i,*l!'
ne* Sacerdoti , ene'Vefcovi: preferiva [/] il matrimonio alla verginità, e J^//,V7/^l',g''
alcuna volta fra i Sacramenti riponevalo, altre volte da efiì rigettavalo:
ridevafidellar wl Confeflìoneauriculare, e con la fola federai muitiricarfi „, ,-j ^.f ,„
1 huomoafleriva: in!tgnava[ ojnonelierelecitaa Chriitianilagucriaco' n iderri-b.-.o.
Turchi: affermavaprohibitoa'fedeliilgiuflo [p] giuramento r giudicava p 'fdZ'ii'bW'.
[^] convenevole la bugia fecondo la congiuntura de' luoghi, ede'tempi:
dubitava dell' autorità delle Sacre [ r ] Scritturerapprovava [/] l' Arrianefmo, ? uZÙb.'xi'.
e nella prefazione del fuo Y.'òo^oadverfm Hdariumy ^Audemus y dille. Spi- ( {dtmub.n.
ritum Sm^lum appellare Deum, quos veteres aufi non fum: ed ii\ fom.na
conperfetto Atheifmo impugnando tuttala Religione di Chrifto, [^t]Vor- e idemiocdr,
pbyYÌus y aut Julumus y illius profejji Hofles , tam execranda adverfus illam
nunquam fcripferiint . E quefta d è la figura , che noi rapprefentiamo della
fede di Erafmo , e cpelfo il vero ritratto del Precurfore di Lutero. Hoc
virulento sAtheifmoy foggiunge [u] l' Annalilta, inficiebat incautam juven- ^^ 7,^^„.^„„ j^,^,
tutem Erafmus y quamvis Sacerdotio initiacusy ér inter Theologorum nume- n.ioo.iufi,u,
Q^ 4 rum
Leone X. 2,48 Secolo XVI.
rum cooptatus , anteqaam Lutherus in Ecclejtam erumperet : eaque venenà
avidiàs hauriebantur 3 quo Latinarum elegant'tarum melle pcrlita erant; nec
H<ere(tarcharum more commentarios omni ex parte inqumatos confìckbat,
fed brevtbuSi & aculeatis fententiolis hcerefes inflilUbat, ^tqui cum Je£iam
concedere non videretur , interdumque edam nonnulla! elucubrationes prò
Eccleft<e, & Tontificìs au6Ìoritatey ncc non adverfus impia aliqua Lutheri
dogmata cdiderit, ita tamen , ut neutri parti addihum fé gereret: à plerif-
que etiamCardinalibuSi Eùifcopis j &Do6ioribuSy ut CathoUcus habitus eflz
cum parte alia h^reticì tlìum /ibi palam vendicarent ; donec excufia ejus
[cripta primùm a Stunica ^ deinde à Seda ^ pofìea ab Alberto Tio, qui ad con-
vellendas inanes ejus cxcufationes fmgulos textus harefibus inqumatos fupe-
riìts à nobts indicatos recenfuit , ac viginti duobus libris egregie confutatiti
demùm ab Eccleftadamnatafuerunt . Così egli. Hebbe Erafmo ftretta ami-
cizia con Lutero , e ne haveremo fpeffi rincontri in quefta Hiftoria i mi egli
avvedutoli pofcia de' precipizii, ove traboccò il Tuo amico, ritiroflì da lui
a jdiùHsiunu a„. e neir amicizia, e nelle fentenze, e morì [a]m BafiIea,come di lui [ b] fcrifle
lllftf ^70." ^'*' il Pallavicino , in concetto di mal Cattolico sì , ma non però di Luterano .
b Pa/Uv.ué>.i.c. Poiché [e] dicefì di lui, che Ecclefm judiciofe, librofquefuosfubjecitx il
V'Nàt.'^i.x. féc, che quando vero fia, certamente lo libera dalla infamia di Heretico, ma
*6.€s^,ar.ur,.i2. nougiùlo "cfalta al merito della dignità Cardinalizia, come pur' hora non
Mtrjusjintm, f£i^2a uoflra maraviglia habbiamo letto in un moderno Autore , il quale di
d Idem Nat. ioc.c. Erafmo lafciò fcrìtto , [d] Qjuin etiam deipfo ornando cogitavitVaulusTer-
tiusy & Cardinalitias infulasipft decreverat . Abbaglio, che forfè prefe il
e Hìer.NigriMsto. Natale da chi [e] racconta con poco fondamento di verità, cheperfuafo
j-jp'^^'iPrìncipfs p^olo Tcrzo di ammollire la durezza di Erafmo con l'amorevolezza de' do-
nativi, fin dal principio del fuo Pontificato gli conferifl'e motu proprio un
Priorato in Fiandra di fei cento feudi, tramandandogliene gratis le Bolle,
con promelfa eziandio didimoftrazionipiù grandi. Il che fi refe credibile
appreflbqualcheduno, che volle notare in Paolo Terzo una certa fperan-
za , eh' eglifempr' hebbe , di conciliarfi , e di poter ridurre a fana mente an-
{to.Ma^}oisìs- che luteropermezzo non del rigore, ma del favore, efaltando[/]alladi-
g Vedi ,L \«fceui of^jj.^ Cardinalizia Niccolò \g 1 Chiomberi^h fratello , come diceiì , di Ca-
tom.z.d, Ile lenire tcrina Borc , prima Monac3 , e poi concubina di Lutero. Ma il primo rac-
a Principi. coiKO di Erafmo uou bcu fuiliftc alla prova dcl vcro , enei fecondo di Lute-
1, ,r-j r- ro , ammirifi il merito , e l' alto [ /? 1 valore dell' eletto , e non la pretefa , e à
h Vtdt Ciac, tn '. ^ ^ ' ■"'niTr'
tfHtvitato.ì.co!. noi non nota luppoiia cognazione coni Hereliarca.
^^7. Fràquefte agitazioni dunque di dottrine nuove, & efecrabili, ritrova-
-. j r.^ ■ ri vafi dibattuta la Germania, quando colà [;] eiunfe il Breve di Leone per
Brev.Leonitx.ti. le Indulgeuzc u bcnchcio dcila Fabrica di S. Pietro, e la delegazione Pon-
ci^/,*M./»&^-'^' ^ific^^^" perfona di Alberto Arcivefcovo Elettor di Magonza, Principe
Promuigax.one della Cala di Brandeburgh , che ne commelfe la promulgazione à Giovanni
ne'xrper'^:Ì'in3 TetzelDomenicauo , Rehgiofohabileàuntarefercizio, efercitatodalui
duigénic' felicemente in fomigliante congiuntura peri Cavalieri Teutonici. Quefta
commifiìone impoita all'Ordine de' Predicatori offefe altamente gli Ere-
mitani di S. Agoftino : non perche fofie ella folita conferirfi ad eifi , ertendo
Y pdUv.iii.c.ì. che [/;..] Giulio Secondo, eLeoneDecimo l'haveva altre volte conferita ai
«.7- ' Minori, & i Cavalieri Teutonici eranfi ferviti dell' opera de' Domenicani
per publicare alcune fimili Indulgenze, concedute loro dal Papa infuilìdio
delle fpefe da farfi nelle guerre contro il Turco j ma ò perche in que'gior-
ni ap-
Capitolo IL 2/4Q Leghe X.
ni appunto fone flirta non so qual gara frii quefte due Religioni Agoftinia-
na, e Domenicana; ò perche mal volentieri gli Agoftiiiiani foffrendofi
pofpofti a'Domenicani neirinterelTe , giudicarono tolti al loro bifogno
que'proventi, che per giufto riconofcimento iì affcgnavano a'Queftori
in foftegno, e inpagamento delle loro fatiche: qiial fiicceffo primairri-
tolli, e poi fé prorompere gl'irritamenti in aperte doglianze, partico-
larmente in riguardo a quelli, che già peraltro capo ritrovavano mal di-
fpofìi, non tanto contro i Domenicani, quanto contro la Corte di Ro-
ma. Undieffi, anzi ifprimo fri efli era Martino Lutero, huomo ardito,
ma non forte; fecondo d'ingegno, mi non maturo; d'intelletto easliar- ,, . ,
1 \-vrL ^^ jìi u ri- • r- -^ ^ \ • Martin Lutero, e
do, ma pui tolto atto a diitniggere , che a f abricare ; impetuofo, miti- fue quauu .
morofo, che facile nell'impegno penciili poi dell'elTerlì troppo impegna-
to, ò perche non gli fortifle ciò, ch'egli divifava, ò perche gli riufciffe
più di quello, ch'egli pretendeva. Erat vehemens y dice di lui uno Scrit-
tore della fua vita, [a] rigidusj fero ingenio y & tracmadus fupra modum : i vumbtrgius i,%
quo faBumefì) ut in rebus agendis nulli cederei; , fedingenii fui du&:umpotiàSy ^"'«^^f^"'^-'-'.
quàm aliorum fanacoìiftlia fequeretur: quod vitium in puerodeprenfum qui-
dem fuity eie {eventate quadam cobihitiim^ (ed evelli radicitùs non potuit;
imo cumaetate fumpfit incrementa , donecadhanc maturitMern crevitj ut qui
puer contumacia fua, ac ferocitate parentes, & praceptores exercuit, jam
vir faFiiis cantra Trine ipes, EpifcopoSy Umverfnates , Cafarem , Tonti fi-
cem, Ecclcfìam ipfam non triumphantem minàsy quàm militantem , proter-
via y fajìuque tumensy infurgeret; ac demum ab hac indomita pertinacia
fymbolum ftbi defameret : Cedo nemini ; (& licòt fubinde verbis ad bumili-
tatem compofttis fedemitteret, qnafi locumdarevellet fanisconftliisy & ad
aliorum fé duóìumadj ungere ; tamenfimulata fuitilla y & fuco pi6la demif-
Jto ad captandum favorem y & prenfandum hominum animos comparata: quam
ipfe pofimodumy ubi rerum potitus eji , (iolidam humilitatem appellare con-
fuevit. Mipiuhorribilmentediluiil Sandero, enumerandone le beflem-
mie, e laprecipitata licenza, [^] Lutherusy dic'egh, in pr^fatione pri- h s^ndey. devift.
mitomioperurn fuorum-, EgOy inquity non amabam , imo odiebam jufiumy ^ji' -Monarchia ly.
& punicntem peccatores Deum, tacitaque y fi non blafphemiay certe ingenti e '^KS'ul
murmnratione indignabar , atque adeò furebam favay e^ perturbata con- ften^m»* •
fcientia; così di Lutero il Sandero, il quale degnamente efclama , SiÒMnon
eji blafph ernia, equidemnefcio, quidappellemblafphemiamy autquideo no-
mine acapi debeat. 'ì^n amabam y inquity Deumi parumhocei vifum eji .
Imo, inquity odiebam ì quem tandem ? Deum i quemi Creator em tuum }
^t forte putaveras illuni potuifk injufium efìe ? Oderam , inquit , jujium
Deum: imprudens y opinor y idfecijity odio quodam occulto y quod tpfe non
intellexeras : Imo y inquity fi non tacita blafphemiay forte igitury te ipfo au-
óìorey etiam tacita blafphemia, certe ingenti murmuratione indignabar , at-
que adeò furebam f£vay & perturbata confcientia , Omonjirumhominisy qui
non didicerat illud mite verbum Heli [e] Sacerdotis: Dommuseji: quodbonum e lT^^^.j,
eftìnoculis fuis faciat. T>{ecrefertquaoccafioneLutherushiec dixerit; nulla
enim potejl fatis jufta caufa intervenire , ob quam Deus etiam , ut juflus eji , odio
haberi , & ingens murmuratio contra illum commoveri debeat . Così egli di Lu-
tero, e contro Lutero . Di qual fede poi egli fofle,dicalo egli fteflb , che fcri-
vendoadErarmodifehebbeàdire[c/]H^(.-^e«Wfi(?»e, non efìe Deum, acer- d ^pudu. F..ùr.
rmè urgeor, & pnmor , &f(iteor ingenue. Così egli, Onde meraviglia non è, \ltZ\'i;f'''' ^'^'
che
Leone X. ^.50 Secolo XV L
che ò negando, ò odiando egli Dio , beflemmiafTe ancora la (^ a Madre ,
e li Santi del Cielo , fcancellando dal ruolo delle fefte quella deirAlUm-
a Isella Fe/f a dtt- 2Ìone, c [a] della Concezione , come sello difdegnafib di vedere e na-
i1po"t$"'d{Ju/. taal Mondo, eaflTuntaalCielo, la Madre di quel Dio, che Àa, luicotan-
fr^'f7/?T/w'^ to fi odiava, & ai Santi togliefle la invocazione, ch'è l'uni/ea gloria, che
^^JoutaConcaZ. veda, loto in quefto baffo Mondo. Ma della fede di Lutero parlerannOji
patria fiudio baftanza li dilui fatti, che compendiofamente anderemo hor' hora fcri-
e vita di' Lutero! vcndo . [^] La fua Patria fu Islebio Città della SalTonia, d'onde porta-
ì'oSww/'^^^ tofi in Erfordia nella Thuringia, egli con feguì [e] la laurea di profeflb-
e 'JnnJcatii'fu^ TC ttclle lettetc humaue j e mentre applicavali allo ftudio della Legge, at-
d°Lwh. in pr^fat territo [d] da un fulmine, che gli cadde d'apprelìb con morte del com-
tìùrtde'votis MÒ paguo , ritirofll nella medefima Città di Erfordia dentro il Chiolìro degli
ut!"' "'^f"''"- Eremiti di S. Ago Rino, huomosì ardito y dice [e] di lui il Pallavicino ,
e PaiUvk. lib.i. che à [paventarlo convenne y chel Cielo fpendeffeun fulmine. Vide in quel
f.j.».2. Convento quattr'anni , ma fempre così agitato di animo, e di corpo,
che parve tocco dal fuoco del Cielo, fé pur dir non vogliamo da quello
dell'Inferno . Conciofiacofache vagava la fama , che fin d'allora ò egli folle
invafo dal Diavolo , ò havefie fecreto commercio co'l Diavolo ; onde rife-
f cof/*/;^ .n-ff;/, rifcefi, [f] che leggendofi un giorno SII l'Altare l'Evangelio delDemonio
&jcriptùLutiuri[Q^^Q^ c muto , Lutcto cadclfe prccipitofamentcboccone interra, inque-
sui'pr^tt'tca co-: fte parole fpaventevolmente urlando , T>{pn fum ytion fum : e della fama ne ap-
Diavoio , parifcono authentiche teftimonianze riferite , e dette , e fcritte da lui iriede-
fimo, che in un Sermone al popolo afieverò , [g\ Se Diabolo familiarem effe,
g Idem tbid. [eque cumipfo pluf qitam unum modium faliscomedifie-y e in un'altro luogo óà
Iq conìckò y [h]Diabolumno£ìequadameumàfomnoexcitaJJe y& ad fcriben-
^^ngTiìr-t'ulgàf' dumcsntraSacrificiumMtaris juafifje. Soggiunge il fopracitato Coeleo,
Sunt & alia non panca bac de re argumenta , quòd etiam corporaliter vifus qui-
\^nn.isoi, bufdamfuerit D<£moncumeoconverfari . Da Erfordia egli [/] pafsòàVvit-
temberga; doveterminòilcorfode'Studii conlalaureadi Dottore, e di
kLurhepiji.riB. ProfelforeinTheologia. Màconpeflìmodifegno, com'egli [k] ftelfoal-
27.r»m.i. ep;^,i. ferifce, dì abbattere in quella celebre Accademia li due riveriti nomi nelle
Scuole , cioè di Ariftotile nella Filofofia , e di S.Tommafo nella Theologia.
EinqueftaUniverfità appunto egli ritrovavafi , quando furfero le accen-
Prodtgii , e prc nate turbolenze fra gli Agoftiniani , e li Domenicani, e quando anche il Cie-
r^'i^^W fu!!\^^' loconinufìtatiprodigii volle prefagire le calamità fuffeguenti, ch'eccita-
i^nn.iiia. rono nella Chiefa di Dio li due prevaricati Agolhniani Eratmo, e Lutero.
fisrlm'.itSlrfìs U\ Couciofiacofachc in Roma [w] in Ecclefta S.^ugufìini Imago Cruci-
t^rem.m.s.^rch fixi y qu£ pofitacrat ingrcmio DciVatris y totaliter abrafa efl ; cioè colpita
V'itit.gai.zio. (ia un fulmine: ItemStmulacrum pueri Jefu in ftnuMatris fulgure dejeÙum
efiy & nunquamrepertum . ItemCrux cumChriJio crucifìxoinBafilica S. Te-
tri no6ìe de alto columnatu , nullo tangente , cectdit . Item in campo fanóìo
cumquifpiam Sacerdos celebraret , & elevata Hofiia, eamy ut fity juper cor-
porali poftturusejj'ety -vento prevalente exfujf lata efl indey & nufquam am-
plius reperta fuit y multis id fa6lum flupentibus y & continue Hofliam facra-
tam qud^jemibus . Così Paris de Grallìs ne'fuoi Diarii : e nel medefimo an-
nh FAÓtrTheo "<^ ^"^he lu [w] Germania nella Terra di Vvcrd prefloAugufta una Spina
togu's i^ ùrarnn'r dclla Coroua di Noftro Siguorc ripofìa nella Chiefa de'Benedettini di San-
'\{anr' ^^''^" ^^ Croce in giorno di Venerdì Santo fudò fangue , quafi piangendp i U-
crime ex fangue le difgrazie imminenti alla Germania .
Lutero
capitolo //. X5 I I-F-.neX.
Lutero dunque afpramente malevolo alia Coree di Roma, perche [a] 'J;iJ::!;'^X:,
non vi potè confeguire non so qual cola, ch'eflo pretendeva, e col ro- tib.i.c.^.».i.
mento del fuo [b\ Vicario Generale Giovanni Staupizio , Religiofo in lJJ,ZT2''oX
fommo erado di ftima, e di atiezioneapprelTo Federico Duca di Sallonia, hxrefcon. ub.i.cs,
difpoftoaprofeguirle gare antiche, & ad eccitarne altre nuove contro i
Domenicani, fece un palfo, chefii il primo, e che portoUo nel mede- sua m^aic dice «xa
Timo tempo a difcreditar la Curia Romana, facendo materia di rilo amaro ,omroie mduU
quella Corte, & a ferire infieme gli emoli Domenicani, publicandoli ap- sen«-
prelìo il popolo in concetto, e fama d'ingannatori , d'intereliati , e d'
j<^aoranti: e quello fu ne'difcorfi privati : e poi in publico co'l muoverli
contro le indulgenze, efclamando, chediniliun prò elleno foffero; e in
ciò veniva ad Difendere Roma: e magnificando , che per proprio utile ,
ècinrerelie fi predicavano da'Domenicanii e in ciò egli li portava all'attac- ^^.^^^
codeTuoiAvverfarii. Certamente Lutero fenile [e] a quei di Argentina , '
elTerfi eflb mollo alle novità non per zelo di Dio, ma per odio di Roma .
Queftamaledicenzafempre grata alle orecchia populari, acquiftogli cre-
dito, e feguaci; onde fatto animofo rifolvè Lutero di efporre in aperto
theatrociò, che fin allora haveva propalato fra pochi; e per gittarfi con
minor difcapito al fuo difegnato eftremo, accufando la parte contraria j r.«,, i.B/..r««,
dcU'eftremo oppofto , fcrilfe all'Elettor di Magonza [d] (equeftaè parte ^'''^■;;^\/^l-J\^
dellalettera ) Circumfenmtur indulgente Vapales [ubtuoprMLariJfimotitulo 'Zt^L7the?icZ
ad fabricam S Vetri ^ inquibusnonadeòaccufoTradicatomm exclamationeSi -"^ l'""^'' ^^' J"""
quas non audivi] feddoleo falftjjìmas intelltgentias populi ex illis conceptas , 'a^n.i^c^j.
quas vulgo undique ja&anty vtdelicetquòdcredunt infelices aninne ,Ji litteras
mdulgentiarum reàemerint , [e fecuras e[k de fallite jua . Item quod anima de
purgatorio flatim evolent, ubi contributionem inctjìam conjecerint . Ideino
tacere hac ampliiis non potui; non entm fit homoperullummunMs Epijcopife-
curus de f aiuto y cum nei per gratiam Dei mfufam fiatfecurus; fedfemper in ti-
more y & tremore jubctnosoperari [alutemnoftram^poftolus'. &juflu5yin-
quìt Petrus y vix fahabitur , Vcnique tamar£iaeflviay qu£ ducitadvitam,
ut Dommus per Trophetas .Amos y & Zachartamy falvandos appellet torres
raptos de incendio , & ubique Dominus difficultatem jalutis denunttat . Cur er-
go per illas falfas ventarum fabulas , & promtffiones , Tradicatores earumfa-
cìunt populum fecurum , & (ine timore, cum mdulgentia prorjus nihil boni
conferant animabus ad faliitcm-, autfanSiitatem; fed tantummodò panamex-
ternam olim canonico imponi Jolitam auferant ? Così egli , rallegrandofi fecre-
tamente di quel male , ch'eflo pretendeva di rimediare col veleno della fua
maledicenza. A'piè della lettera Lutero attergò novantafette conclufioni
fopra quefto, com'eilb diceva , dubbiofo punto delleindulgenze, epro-
méttendo di attenderne da lui l'oracolo del fentimento, nello iftefib gior-
iw), [e] in cui il maligno né trafmefle la nota all'Elettore, ne fece publica « ^fj*ll- ^/"f^"^
pompa dentro il Tempio dedicato dal Duca di Sailbnia in Vvitemberga ]"[,,toTj'.
a tutti li Santi , rifoluto d'impegnarfi prima nella difcla ài efie , che nella ri-
trattazione, tramandandone quindi copie per tutta la Germania, perpre- conci.ifìoni dt
dicarda per tutto con la eloquente lingua della penna le fue preparate he- Ì-,"5u',g,;i,';'^ ''' ^"
refie. [f] Hisconcluftonibust dice il Coeleo, communeniy érrtceptam de i cocUhs hi^ais,
indulgentiis opinioncmy Ecclefuquefentcntiam Lutherus impugnabat: ed elle- '^ cjSumtlùnri
no in rirtretto furono le feguenti[^jP^/7^ non vultynec potefi ullaspoenas remit- tom.i .pag 51.
tcrey prmereasy quas arbitrio vel fuo, vel Canonttmimpofuit .
Secun-
Leone X. ^^^ Secolo XV L
Secundòy Tapanonpotejìremhtereullamculpam, ni fi declamando i & ap-
pYobando remifìam à Dea , aut certe remittendo cafus refervatos ftbi .
Tertiòi Imperfe6iacharitas, feti charitas morituri , necejìariò fecum fert
magnumtimorem, qui fatis eft fé foto j ut p osnam Tur g^t orti faciat , cum fit
proximusdcfperationis errori. Qaefto articolo fi è il quarto condannato ,
come fi dirà, dal Pontefice Leone.
Quarto i l^nvidetur probatum ullis aut rationibusy aut fcripturisj quòd
anima ini? urgatorio fint extra flatum meriti y feu augendiC charitatis , & quòd
fmt de jua beatitudine certa , & fecura , faltem omnes . E quelli fi è il tren-
tefimo fecondo articolo condannato da Leone .
Quinto y Thefauri Ecckfia nonfunt merita Chrifiìy & San&orum, Quin-
di altre ne aggiunfe , cioè ♦
i Uid.pig, Sì. Sextòj I\emi(fw [a] culpa non ìnnititur contritioni peccatoris , nec offi-
cio y aut potefiatiSacerdotis. ìnnititur potiàs fideiy qitaejiinverbum Chrijii
dìcentis , Quodcunque folveris &c. Veruni eft enim , quòd non Sacramentum fi-
deiy fed fides Sacramenti, idefl, non quia fit, fedquia creditur, juflificat .
Si è l'undecimo condannato da Leone .
Septimò , Qiiantumlibetincertus fìttamSacerdoSy quàm peccatordecontri-
tione y rata eft abfolutio , fi credit jeabfolutum. Certum eft ergo yremifjaefe
peccata y ftcredisremiffa, quia certa eft Chriftì Salvatoris promiffio . E que-
fio fi è il decimo de'condannati da Leone . Qnal fentimento Lutero ripetè
nelle fiie prediche in quefte parole, 'ìs^ullomodo [b ] te confidai abfolvi
le j td.pag.ci. pYQpf-gy fif^^ contritionemy fed propter verbum Chrifti) quidixerit Tetro ;
Quodcumque folveris , &c.
OBavò , Super contritionem adificantes rcmijfionem , fuper arenam , ideft
,. fuper opus hommis y fìdem Dei xdtficam ,
Tignò y Injuria eft Sacramenti y & defperationis machina, non credere ab-
folutioncMy donec certa fit contritio.
Decimò y Finge cafum per impoffibile: fit abfolvendus non contritus y cre-
denstamen fé fé abfolvi y hic eft vere abfolutus . Quefta fi è una parte dell'ar-
ticolo duodecimo condannato daLeone.
Undecimò y Sacerdos ctiamlevis, acludensy -vere tamen baptiT^at y &ab-
folvit* Egliè parte medefimamente dell'ilìeiTo articolo condannato : e
e md. Lutero ne ripetè il tenore nelle fue Prediche in quelle parole; Efto [c]per
impoffibilcy quòd confeffns non fit contritus , aut Sacerdosnon feriò, fedjoco
abfoìvat: fitamencredat fé abfolutum, -vere eft abfolutus .
Duodecimo y Sacramenta nova legis non funt efficacia gratia fignay quòd fa-
tis fit in percipiendisnonponere obicem . Q^icllofiè il primo articolo con-
dannato nella Bolla di Leone .
Decimotertiòy Sicutvenialia peccatanon pertinent adconfeffionem y & ab-
folutionem clavium, ita nec omnia mortalia. Si Homo tenvretur omnia pecca-
ta mortaliaconfiteriy &abeis abfolvi y teneretur fimpliciter ad impoffìbile .
à liid, NeTuoi Sermoni Lutero afl'erì l'iftefib, J^ullo modo [ d ] prafumas confi-
teri peccata venialia, fed nec omnia mortalia y quia impoffìbile eft y ut omnia
mortalia cognofcas. Unde in primitiva Ecclefia folùm manifeflè omnia peccata
mortalia confitebantur . E'I'articolo ottavo fra i condannati .
Decimoquartò y ISfuUus hominum novit y quoties peccet mortaliter , etiam
in bonis operibus , propter vanam gloriam . E quefii fi è il dccinioter-
20 articolo condannato da Leone . Co$i le concUifioni di Lutero , Il
Tetzel
Capitolo II. ^ 5 5 Leone X.
Tetzel Domenicano, che nella Citti di Francfort foftenevàla carica d'In-
quifitor della Fede , & haveva la delegazione della promulgazione delle in-
dulgenze, altrettante conclufioni publicò, e foftenne contro Lutero in
quella Città.e tece puhlicamente [ a ] arder nel fuoco come heretiche quelle a MdanBhtr,. h
dell' Avver(ario, ilqualerefealTetzelil concracambio in Vvittembetga, ^'f" ^'"*""' •
nellacuigran Piazza furono brugiati ottocento efemplari delle dilui con-
clufioni , con ifcanibievole concu ifione di partiti , di ditterii , e d' impreca-
2Ìoni, benché [ 6 jLuteroin pili luoghi fi dichiaraflenonconfapevole, anzi ^ Luth.epijioi.^i;
innocente del fucceiio . Riufcirono però molto più fenfiblli a Lutero le op- ^ '*^*
pofizioni di Giovanni Hechio profelTore delle Sacre Lettere nell'Accade-
mia d' Ingolftat , Predicatore in Augufta , Ècclefiaftico dotto , il quale Cm d* oppfioiìone vi.
allora furfe contro il nuovo Herefiarca con alcune brevi note foprali dilui sorou deli' hc.
articoli , le quali tanto maggiormente irritarono l Avverfario , quanto più
autorevole riconobbe Lutero la contradizione dell' Hechio , e più inafpetta-
ta gli giunfe per r amicizia,ch' egli con lui palfava: onde gli rifpofe con acer-
bi rifentimenti, econrtrapazzopiùtofto, che con valore.
Ma fé molti, come l' Hechio, haveffero allora impugnata laHerefiadi
Lutero , facilmente V havrebbono opprefla nel fuo nafcere , come facilmen-
te di frefco fu opprelfa in Salamanca quello di Pietro di [e] Ofma dall' e vediiipo»tìf.di
Arcivefcovo Alfonfo di Toledo, bcnch'ella fi aggiralfe foprali medefimi S'floiv;tom.^.pag.
punti del valore delle Indulgenze, e del Sacramento della Penitenza; il "°*
che non fece!' Arcivefcovo Alberto di Magonza, né altri Ecclefiaftici di
Roma contro Lutero , che li medefimi errori nfufcitò nell' Allemagna dell'
Ofma. Per lo che l' Herefiarca vedendofi invertito da pochi, prefe animo
per inveftir tutti , e forfè non havendo [d] allora intenzione di paffar ^ ^^^ ^"''"V' ''*•
tant' oltre, quanto poi pafsò, dalla debolezza della parte prefe ardimento '•'•^•''•"
di palfar più avanti ancora, di quanto divifava . Quindi permantenerfi in
iltato di potere offendere il nemico fu'lficuro, rifolvè di fcrivere una let- Marine proce.
tera al Pontefice Leone, ò per addormentarlo, ò per deluderlo, òperto- '^ureà. Lutero,c
gliergli almeno dal cuore ogni malconcepito fofpetto contro la fuaperfo- p"^^'^^"'' *^
na. Ripiego antico degli Heretici, e da noi annotato quafi in ogni foglio
di queftaHiitoria. Fece egli dunque prima una lunga nota di tutte le'fue
già propone conclufioni, con le prove di efie, l' efplicazioni , "li argo-
menti , e le fentenze , e in forma di piccolo Tomo , col titolo di P^folutwnes
difputationum de virtute Indulgentiarum y mandollo, e dedicollo al Papa,
infiemecon una lettera, concepita in parole di tanta venerazione verfoil
Pontificato Romano, di tanta lommiflioneverfo il Pontefice Leone, tài
tanta pietà, fede , e raflegnazione , che meglio non l'havrebbe potuta
fcrivere un S.Bonifacio Apoftolo della Germania. Diceva egli[e] ineflfa, e ^pud vu^ùer.
Beati/Jìme Tater , proflramm me pedibus tua Bemtudims offero, cum omni- •^/"'^ '* ^'^^ '-'*'
bus, qua fum , & habeo , Vivifica , occìde^ voca , revoca ^ approba, re- ^ "^''^'
proba, utplacuerit: Focem tuam vocem Chrtjii in te prafidentis , & loquentis
agnofcam . Si mortem merui , mortem non recujabo . Conchiudevala poi
con una protefta, fimile alla quale noi non habbiamo certamente rinve-
nuta n alcun Santo Padre né Greco, né Latino: Vroteflor meprorfus nihil
dtcere , aut_ tenere velie , mft quod in , & ex Sacris Literis primo , deinde Ecclefia-
JiicisTat.ibus, abEcclefta Promana receptis, hucufque fervatis , &exCanO'
mhusy a*: ùecret^libusTontificiis babetur , & bah eri potè ji. Q^òd fi quid ex
fis prmi'ii yel tmprobari non potejì, id gratta difputattonis dumtaxat , prò
: . judicio
Leone X. ^^^^ Secolo XV L
fudiciorationis, & experientìatenebo', femper tamen in hisfaho judicio om-
nium fuperiorum meorum, Permodo poi ò di poftilla, ò di poftdata fog-
giungeva le fegiienti proporzioni , Trifuò , De Sacramentali Tctnitentia
nullum habeturpraceptumCbriJìi, fed eji perTontificeSy <& EcdefjamJìatU'
taj faltemquoad tertiamfui partem, jcilicct fatisfa6ìionemy ideò& mutabi-
lis arbitrio Ecclefm .
Secmdò, Ter Scripturas probatur, non requìri aliquam fatisfa8ioncm prò
peccatis.
Tertiòi Sextuplex hominumgenusnoneget ìndulgentiis : primo mor tui y feu
morituri y fecundò, infirmi y tertiò y legitimè impediti; quarto j qui none om-
miferunt aimina ; quinto j qui criminay [ed nonpubluay commiferunt; fex-
tò , qui meliora operantur . Quelli fi è il decimo fettimo articolo condan-
nato da Leone .
Quarto y Solum inertibus, frigide pcenitentibus , delicatis fàlicet peccato-
ribus y Canonica Tanitentia funt impofit^e : ideòfolummodò duris , & impa-
tientibus, indulgenti oe proprie concedi videntur . Si è l'articolo decimofefto fra
■• i condannati.
Quinto y IndulgentiiC funt remi ffìones bonorum operum y funt nullius pietà-
tisy nec meriti, nec prxceptiy fed Itcentia tantummodòquiedam; &-pidi'tur
qn^Jìus augeriper eas magis, quàm pietas. Sunt de numero eorum y qua li-
cent j nonquDsexpediunty quomodoin veteriLege libellus repudii y facrificium
Zelotypia. Sunt'viliffimum bonum omnium bonorum Ecclefi^y necvifivilifji-
mis Etclefu donandum . Quefta fi è una parte del decimo terzo articolo
condannato da Leone ,
Sextòy Thefaurus EcclefuSy unde Vapa dat indulgentias , non funt merita.
Chrifìiy &San6iorum. Quefta medefimamente fi è una parte del decima
terzo articolo condannato da Leone .
Septimòy Fumana Ecclefìa tempore B.Gregorii non erat fuper alias Eccle-
ftas ,
06lavòy Fomes peccati y etìamfì nullum adfit a&uale peccatum , moratur
excuntcmà corporeanimam ab ingrefiu I{egni coelefiis . Quelto li è il terzo ar^
ticolo condannato da Leone .
Tslpnò y Etiamfi Tapa cum magna parte Eccleft£ ftc , vel ftc fentirety nec
etiam crrarety adhuc non efi peccatum y authccrefiSy contrariumfentire ypra-
fertim inrenonnecefìaria adf-ilutem, donec fuerit per Concilium uni-perfale al-
terum reprobatum , alterum approbatum » Si è quefto l' articolo decimo
terzo fra i condannati .
Decimò y Seducuntur, qui pafjìm indulgentiai non aliter intelligunty quàm
falutares, & ad fru&um fpiritus utiles . E' l'articolo decimo quinto con-
dannato.
Undecime , ^bfolutio efi efficax , non qurafit , fed quia creditur .
Duodecimo , l>{ullus San&orum in hac vita implevit mandata Dei .
Ahr'Heretiche Opui boHum optimè fa5lum cfì veniale peccatum . Articolo fri i condanna-
pr^opofiztom d. ^j jj yigefimo fettimo . Così egli, che fpeditala lettera portoifi in Heidel-
bergài nella quale Univerfiti propofe quefte publiche conclufioni, in cui
tolic dall' huomo fin la bontà dell' huomo, cioè le operazioni fante , e
virtuofe ,
a Gp^rumLmhn Trimòy la] Opera hominum, ut femper ftnt fpecìofay bonaque videantur ,
fflw.i././.54. '' probabile tamen efi ^ eaef^e peccata mortalia. Juftorum opera efknt mortaiia'^
nifi
Capitolo IL ^55 Leone X.
tùli prò Dei timore ab ipfifmet jujìis , ut mortalia , timerentur . Tunc vere
funt pece Ita apudDeum venialia, quando tìmentur ab homìnibusefìe mortalia»
.Quefti fono il vigefimo feflo , e'I vigefimo fettimo articolo condannati
da Leone.
Secundò , Liberum arbitrium pojipeccatum res efl de foto titulo , & dumfacit
quod in fé efl, peccat mortai iter , Articolo trigefimo primo fra i condannati .
Tertiò, "Non ille jufttis efl, qui multàm operatur ^ f ed qui [ine opere muU
tùm credit inChriflum . Alle conclufioni egli aggiimfe le Prediche , e dal cir-
colo palTando al Pulpito , quafi in ogni cantonata di Heidelberga proclamò ,
piiblicò , e predicò gì' infrafcritti errori , diligentemente raccolti dalle ope-
re infami di Lutero in quefto tenore . [ <i ] a Ex»p^ìi.Lnth.
. Trimò j T^lovi ^u5iores , ut Magijicr fententiarum , 5". Thomas y & ho- tsm.i.foi.sjffi»
rum imitatores, tres partes faciunt pa:nitenti(&i nempè contritionem j confef- *'^'^'^'^^'''''^^^'
flonemy &fatisfa5iionem . Qua di(iin6lio deduci non potè fl ex Scriptura, ne-
que ex antiqui s F^ligionts Chriflian<e Au^oribus . Quinto articolo con-
dannato da Leone.
Secundò y Ex nulla Scriptura colligi potefl, divinam juflitiam, ftvepanam,
five fatisfa&ionem exigere de peccatore .
Tertiò y llltusimaginari£poen£nomen, quam indulgenti A excludunt ^ nemo
explicare potefl 3 neque quifquam novit y quidnamflt.
Quarto , Frivolum efl , quod dicunt , numcrum poenarum , & operum^
quibus fatisfactendum prò peccatis , efie majorem , quàm homo in omnem vi-
tamtumfacere, tum perferre queat , ab exiguum vita fpatium , eoque necef-
fartas mdulgentias .
Quinto y Fosdus e[i errory quòd quifpiam de peccatis fé putet fatisfa5lurum\
qua Deus gratis remittit, nihil à nobis requtrensy quàm ut in poflerum bene
vipamus.
Sextò y Indulgenti^ admittuntur propter inertes , & pigros Chriflianos,
qui nolunt animose , neque bona facere , neque mala fuflinere . T^am indul-
gentia nihil promovent in melius : ideòque non efl licitum , ad eas adhoV'
tari,
Septimò , Indulgenti^ neque pracepti , neque confila funt , fed ex illarum
rerum numero ^ quafubpermijjionemcadunt,
06ìaì?ò , Contritio , qua paratur per difcuffìonem , colle&ionem , detefla-
tionem peccatorum , qua quis recogitat annos fuos m amaritudine anima f uà ^
ponderando peccatorum gravitatt^m , datunum , fceditatem , multitudi-
nem, amifjionem aterna beatitudinis , ac aterna damnationis acquifttwnem,
a^ alia qua pojjunt triflitiam y & dolorem excitare , fpe fatisfacicndi per bona
opera, facit hypocrnam , imo magi s pece atorem . Articolo fefto condanna-
to da Leone.
7S(o«ò, yerijjimum efl proverbiumy & omni dottrina de contritionibus hu-
cufque datapra(iantius ; de catero non facere ; optimapcenitentiay nova vita.
Articolo fettimo fra i condannati .
pecimò y Dum volumus om%ia purè confiteri , nihil aliud facimus y quàm
quodmifericordia Dei nihil relinquere volumus ignofcendum . Articolo nono
condannato da Leone.
Undecimòy Plus efl à confitente requirendum, an credat fé abfohi, quàm
an fit vere contntus .
. Duodecimo , Excommunicatio efl dumtaxfit externa privatio commu-
nionìSi
Leone X. ^^^ Secolo XVI.
nionisy nonfpiritualiumEcclefù honorum, commmiumque oràtiomm\ A.rtÌ-
colo decimo ottavo fra i condannati .
Decimo tertiò , Excommunicatio amanda efi , Articolo decimonono con"
dannato da Leone.
Decimo quarto y Magnus, & perniciofus errar efi y ft quis accedat ad Sacra*
tnentum ea nixus fiducia , quòd confejìus ejì , quod non ejì jìbi confdus peccati
wortalis y quòd orat lones , Cf praparatoriafua prdmtferit , Omnes hi judicium
fibi manducant f &bibunty ^uia bis omnibus non fiuntdigniy ncque puri y [ed
ficertiJlflmè confidant fé grattam confecuturos. Hac fida fola, òfumma, ac
proxima difpofttio'Jacit vere puros , & dignos . Articolo duodecimo fra i
condannati nella Bolla di Leone .
Decimo auintò , Baptifkius non totum peccatum tollit , & abluit . Ccepta tati'
tùm in €0 chrifliana innocentia e fi , non ab f aiuta .
Decimo fextò , ^b impiis Do£loribus perfuaft , fentimus nos a Baptifm o , fen
contritione fine peccatis efie. Item quòd bona opera non ad mor ti ficanda pecca-
ta y fed ad cumulanda merita, & ad fatisfaciendum prò peccatis, valeant.
Confirmant autem impiam hanc opmionem , qui vitas , Ó" opera San5ìorum
impudenter pradicant, quaft ea propojita fmt exempla , qua nos imitar i con-
yeniat .
Decimo feptimò, Tunc rimfuam Bapttfmus ohtinet , & certo mihi remiffa
funt peccata, cum credo Deo promittenri , quòd nolit mihi imputare, quam-
vis maxima eorum pars adhuc in carne remaneat .
Decimo o&avòy Quòd fic ftntis y (i à peccatis recedas, & faderis, quod in
Baptifmocum Deojunxijiiy ftsmemor, tum remiffa tibi effe peccata, ineoqui-
demnonfalkris, ^reBèfentis ,
Dectmononòy Longè illt errant , & peccant quoque graviter , quicoguntbo'
tnines fub peccato mortali , in Taf chat is Fefio , Sacramento uti .
yigeftmò y ConfeJJlonem auricularem , qu<ie fit corani Sacerdote , Deus non
pracepit, ■pcràmVapa adeamcoegithommes. Quanquam adeam nemofttco-
gendus-y non tamen ideò contemnendampropter abfolutionem y idefi Evangelii
verbumy quod ex Sacerdote auditur. Sicché l'iniquo diceva, nuli' altro ef-
fere r aifoluzione , che la parola del facerdote rem iffionem pece atorum Dei
nomine peccatori annuntiantis ', e foggiungeva, nulla importare, fé il Mi-
niftro della confeffione egli fìaò Sacerdote, ò altro graduato nella Chiefa ,
fipealius quilibet Chrifìianus .
yige fimo primo. Circa poi la Euchariftia , Unafpecies nemìni exhibenda,
fedisy qui Sacramento uti volety aut integrum Sacramentum , ut à Chrifìo in-
ftitutum eft y accipiat , aut prorfus ab (line at .
yigefimofecundò , Jus interpretandi Scripturasaquè Laicis concefìum efi , at-
quedoàis. Così Lutero,
a ^»n, I ris. QLicfte pemiciofe [ a ] novità ponevano in maggior foUecitndine la Ger-
* mania, cheRoma, con la ponderazione, the le a Roma elleno feri vano
r autorità del Pontificato , alla Germania invertivano direttamente e le ani-
me de' paefani , e la quiete dell'Imperio, con"^l prelagimento di quelle guer-
re, chefempre feco portano le difcordiefufcitate dagli Hereticiinniate-
ria di Religione. B ben provollo l'Allemagna minacciata dalle armi[£']
mentii Jn^iotul' diSelimo, allor quando, e il Pontefice Leone, e 1* Imperador Maflìmi-
p.i.inLtQncx. Jiano, c tutta ia Chtiitianità ardeva in preparamenti non tanto in oifefa,
quanto in difera di sì potente nemico. Poiché nel commwn timore di tutto
^ * ilMon-
Capitolo IL %^ri Leone X.
il Mondo, il folo Lutero non fol non temè, ma predicava non do verfi te-
mere; anzi pafTando più oltre di ogni imaginabile arroganza, follcvava il
popolo contro il proprio Principe , e contro la propria patria, obligandolo
A non prendere le armi contro il Turco ; l^dlis prorfus efl rcjijiendum , così
egli nella refoliizione della quinta conclufione, neque Turcìsy ncque aliis
adverfarits, juxta pracepturnChrijlidicentis y^ Si qim te percujjerit m maxil-
lamdexterantj prabe UH & Jìnìjlram; e nell'alferzione del vigelìmoquarto
Articolo , T?r diari adverjus Turcas eji repugnare Deo ; e nell aflerzione del
trigefìmoquarto Articolo efponendolacaufa, perch'effo anheli alla de-
ftruzione della Chiefa, foggiunge , ilui habet aures, audìat , & à bello
Turcico abfìineaty donec Tapa nomen [ub costo yalet ; ed egli ne apporta
pronta la fnapretefa ragione, perchenullumefiregimcn feculare pukhriusy
quàm apud Turcam ; & nullum eji turpius , quàm apud Chrifiianos ; e fie-
gue, Turcarum Sacerdotes, aut B^ligiofi tam feperam, gravem, jìrenuam-
que vitam ducunt, ut xAngelt, non h ornine s , videri queant, ut omnes noflri
deridi & Monachi in Tapatu jocus pratllis fmt; e quindi nella prefazione
del fuo Libro de ritu Turcarum , Umbnz funt nojiri I\eligioft ad Turcarum
^cligiofos coltati, &vutgusnoflrum piane prophanum ad lUorum vulgus corn-
paratum ; e finalmente altrove [a] con gravido fenfo in poche parole , ^id a Luti,, in ni,, ni.
mali facit Turca i Quelle maffime haveva apprefe Lutero pnma da Erafmo, Z'oomh!!^'^ ^'"
epoidaUldaricoHutten, fra quali , dice [b] ilFabro Vefcovo di Vienna ^ l'.F^b/rmtiB.
d'Auftria, Compofitore del celebre Libro Matleus H^reticorum , fiftrinfe ZT'ZlariK^nl
triplice lega in deftruzzione della Chiefa con la oppreffione di efla fotto il Lmh.c -^o.
giogo del Turco. Fiìl'HuttendifperatamenteAtheifta più torto, che He-
retico , che perduto ogni ftimolo di cofcienza , e freno di verecondia con-
tro la Religione di Chrifto portofJi con tal rifoluzione di ferocia , che quali
animando femprefefleiro alpeggio de' mali, ripeteva ardito, e forfenna- q^,3Jìjv stHc-c.
tamente efclamando andava, J^^<z ejl alea, Ja6ia eji alea, e perciò egli fiede!Ì'Hi;:tcnl '
divenne tanto caro a Lutero, che Lutero non divulgò mai libro fenza pre-
fìggere al Libro la riverita Imagine di lui , ornato corfie un' altro Goliarh .
IVlà l'Hutten morì , qual ville, fiero di animo, fracido ài corpo , caduto fotto
il pefo abominevole di venerea contagione : Superbia turgidi in Catholicam
Ecclejiam conjuraruntj & ts ante omnes y dice dell' Hutten Alberto Pio di
Carpi, [e] cujus fuit iltudelogium, Jaóta efl alea; i^erè jaBaadconfunden- y,}^^^'/^' ^'"' '"
dam univerfam Germamam , ad evertendam omnem Ecclefiajiicam dignità- W Erifmt .^'^ ^'"^
tem , & ad B^eligionem perdendam . Hac mente, hoc animo janxerimt foedus Lii-
therus furtofiffimusj acHuten, facundus quidem alioquin y & acuto ingenio y
at infotentiffimus homo , & turbulentijjìmus , ad omne facinus accommodatus ;
Catilina focius aptijjimus , fi ejus temporibus vixijiet , ut ex ejus ge/iis , ac
fcriptts deprebendi poteji ; ^uamvis bcec conjuratio illa Catilm^ tanto ini-
qmory & execrabilior perfpiciatur y quanto fcelejiiuSy &magtsimpium efi,
univerfum Orbem, quàm unam Urbem injiammare; Cbrijìianam ^cligionem
evertere , quàm jìatum unius Civitatis immutare ; Catholic£ Eccleji^e , &
Cbrijiiani Topuli pacemexcindercy quàm B^manam B^empublicam perturba-
re : [ed facem illam Dominus jam è medio fujìulit . Qual commozione
recaffe nel Popolo , e qual pregiudizio a Cefare la follevazione di Lutero m
quella congiuntura particolarmente delle armi imminenti del Turco, cia-
fcun ne deduca gli effetti dalla confiderazione delle maflìme di lui da Noi di
lopr a riferite. Perloche nella congiuntura di una Dieta, che ritrovavafì
Tomo IV. K aperta
Leone X. 2.58 Secolo XV L
. aperta in Aiiguftà , l'Imperador Mafllmiliano vivamente rapprefentò alla
[mp^^dor Mail!. Congregazionc di quc'Nobili quefti torbidi moti, e di parole, e di con-
miiiano contro clufioni , c di fctittì , & lina predica di Lutero in particolare contro il valo-
u^Herefia diLu- ,-£ ^jeUaScommunica, che già rHerefiarcaprevedevafi imminente, e con-
tro la quale già egli fi armava , per renderne almeno ò infenfibile il tuono ,
z^pudeundtr» òpiiìficura, ò mcu difcrcditata Ufua pcrfoua. E quindi [^] Cefare fcriffe
Lutb. '"^'"^-^^o al Pontefice, implorando l'autorità fuprema dell' Apoftolica Sede in quel
V^p^/vumZrl gv2L\e emergente della Cattolica Religione. Veramente in Roma fi era al
^"efi f " ""'" ^^ quanto indugiato per muoverfi contro quefto nafcente Herefiarca , e ò che
''"' ''^' a quella gran Corte que' difconci compariffero piccoli alia vifta della lonta-
Libro del Prierìo «^nza , ò che fi difpreggiaflero alla confiderazione della viltà dell' Autore ;
' certa cofa fi è , che il folo Silveftro di Prierio Maeftro del Sacro Palazzo , e
Generale Inquifitore fcriffe contro le Condufioni di Lutero un piccolo
Trattato, ma con poca fortuna di meritato applaufoi elFendo che in efTo
più tofto difcuoprendofi , checonfutaudofi il male, tutta la forza degli
argomenti confifteva nell'autorità , e Coftituzioni Pontificie , quali , ben-
ché atte a ferire ogni gran cuore , tuttavia non colpirono quello di Lutero ,
che le impugnava; né in effo menzione alcuna facevafiòciella Sacra Scrit-
tura, ò delle teftimonianze de' Santi Padri, òde' Canoni, e Decifioni de-
gli antichi Concilii, che fono la falce, che potentemente giunge alle radi-
ci della Herefia. Per lo che Lutero irritato da una oppofizione, ch'ei per
fé riconofceva imbelle , e di ni{lim valore , impegnoiii maggiormente nel
Tuo diffegno, e facendo pompa della debolezza dell'avv^rfario, arrogan-
temente feroce precipitò in horribili befì:emmie contro il Papa, contro i
uS*?;.lr'" Cardinali, e contro tutta la Corte Romana, [b] Si ^pm^ ftc fcntitur, &
docetur , dice l'Ulembergio , fcienttbus Tontifice , & Cardinahbus , quodnon
fperoy inquiti libere promntio bis fcriptis , ^ntichriftum illum vere federe
m tempio Deìy & regnare in Baby Ione illa purpurata B^oma, &CuriamI{p-
- rnanam efie Synagogam Sathana . E poco doppo ; Si fìc B^oma credit , beata.
Cracia, beata Boheryiia^ beati omnes, qui fefe ab dia feparavermt:& ego
quoque , fi Tontifex , & Cardinales h§c os fathana ( cioè il Prierio ) non
compefcuermt , & ad palinodiam adegerint , bis tejiibus confiteor me dijjen-
tire nomane Ecclcfìa, & negare eam cum Tapa, & Cardmalibus tanquam
abominationem ftantem in loco fan£lo . Quindi foggiunfe : Tslunc vale tnfe-
lix, perdita, & blafphema B^ma, Così egli in una fua lettera circolare,
alla quale corrifpofe un'altra di non minor empietà, e fuperbia contro
il Pontefice, la Chiefa Romana , etutti generalmente li Cattolici, Quid
enim i diceva egli in elTa , Miht videtur, fi fic pergat furor ^omanifiarum ,
nullum reliqnum effe remedium , quàm ut Imperator , I\eges , & Trincipes
»/, & armis accingi aggrediantur has pefles orbis terrarum , remque non
jam verbi! i fed ferro decernant . E poco doppo: 5/ furesfurcas, filatrones
gladio y Ct hareticos igne pleUimus, cur non magìs hosmagiflros p^rditionis,
%os Cardinales, hosTapas, & totam ifiam Bimana Sodoma colluviem, qua
EcclefiamDei fine fine corrumpit, omnibus armis impetimus, & manusno--
flras in fanguine ifiorum lavamus y tanquam à communi, & omnium perì-
culofiffimo incendio nos , nofirofque liberaturi ^ Così Lutero , di cui con de-
gna riflefiìone conchiude l'Ulembergio, Conferai nunc inter fé, quivolet,
tfia , qua eodem anno , forfan & eodem menfe fcripta funt , Lutherum vi-
debit ad pedes Tontifias humtliter profiratum, & Jupplices tendentem m.a-
nns
Capitolo II, z^g Leone X.
ms, illas Ipfas, ìnquam , manm , quas fecreto mentis dejtderio in cjufdem
Tontificis fanguine lavare cupiebat. Soggiungefi in un Manofcritto di
[^1 Autore non molto pofteriore a quello Secolo , // Sommo Tontefice ^j^J'^'?'" ^.'"''"".
per abbattere l'Hìdra di Lutero anche con la dottrina, eleffe fette Theologi , Taoio' iv.'^ì'ib. f.
de quali uno fu Gio.Tìetro Caraffa Fefcovo Theatino ( il quale poi afcefe aJ,V ^7J,-,'^"7
al Pontificato col nome di Paolo Quarto ) degli altri non fi rinvengono li Z'aidi."''^"^'
nomi , ma per rif contri dell' Hiftoria di que' tempi , e particolarmente della
Hiftoria Cattolica del Fonteno , io vò congetturando , che fojfero due di loro
il Silveflro Domenicano i e Monftgnor* ^Aleandro , il quale poi «e/ 1521. /»
mandato T^um^io in Germania contro Lutero . »/f quefti diede penfiere il Va-
pa di fcrivere contro l'Herefte di quell' empio Apoflata , e li fcritti loro fu-
rono poi dalTapa mandati in Germania. Queftoy che ho detto y l'ho havuto
per rela:^ione del Sig. D.Bartholomeo Caracciolo y il quale mi dìffe , haverlo
trovato in alcune fcritture antiche . Hò io m mio potere un trattato de Jii-
fìifi catione datomi dal Filonardi Vefcovo d'equino con molte altre carte
fpettanti a Taolo Quarto , e potrebbe efiere, che il detto trattato fojje fiato
da lui fcritto in quel tempo , Così Antonio Caracciolo circa gli Scritti
Cattolici contro Lutero .
In quefta difpofizione e della Corte Romana, e di Lutero, perven-
' ne l'accennata lettera dell' Imperador Maffimiliano al Pontefice , il quale
giudicando perniciofo ogni maggiore indugio di tardanza, da Girolamo
Ghinucci Senefe Vefcovo di Afcoli , Auditor della Camera , e che poi <^a
Paolo Terzo fiì promoflb al Cardinalato , [b] fé fpedire un Monitorio con- ^„^" '!^^t"Ì'*pHd.
tro lui, a comparir di perfona in Roma fri lo fpazio di feflanta giorni per vumbergiHm he
rendere ragione della fua mala, e peggio divulgata dottrina . [e] Tum non- "^' vhmUerg, toc
hihil, foggiunge di Lutero l'Autore della di lui vita, trepidari coeptum, & eh.
ferocia quorundam reprefia efi, Cejfarunt etiam ad tempus oper^e typagra- Pomefice^ontro
phica, nec tam libere fparft in vulgus, diflr antique libelli. Et Lutherus qui- Lurero , e tergU
dem hifirebat dubius, in quam fé partem verteret ; neque eni'm fatis tutum ll^^nsdulYo,'^^'
erat ire l\pmam ; rìon ire vero , parum honefium videbatur , prafertim cum
fé , fuaque omnia Tontificis arbitrio piane fubmififfet . Fra le dubbieti di
quelle rifoluzioniprefe Lutero un partito il migliore allora a lui, ma che
riufcì poi il peggiore , e per lui , che (ì finì di rovinare , e per la Chriftianità ,
che dalla contefa vile di un Frate bifognò, che iì cimentatfe in horribili con-
"refe con gran parte della Germania. Poich'egli rifolutodi non ubidire al
Monitorio, ed incerto di potere impunitamente difubidire , diefiì a procac-
ciare poderofe adherenze con difiegno di far divenir publica la fua caufa
privata i e perciò fcrifle [d] reiterate lettere all' Elettor Duca di SalTonia, d operum inth.
ìk a Giorgio Spalatino Prefetto della di lui Cappella Ducale, affin ch'egli- '■''•'■'^'V?.4».J<5'
no , anche per mezzo di Cefare jimpetrallero alni dal Papa Giudici dentro
la Germania, onde il Tribunale quivi prefentelodiiTobligaiTedalcofli-
tuirfi in mano del Pontefice, e gli porgeiTe intanto commoditàd'interpor- ■
re appellazioni , di prender tempo , e di avvantaggiarfi col beneficio com-
mune della dilazione, che gli recava pronta la congiuntura di premunirfi
di protettori , e di feguaci . Ne' medefimi fentimenti egli fcrifle all' Acca-
demia di yvittemberga, di cui elfo era membro , la quale per mezzo di
Carlo Miltiz Cameriere fecreto del Pontefice afficurò Leone, che Lutero
non era macchiato di alcuna herefia, ma fol pe^modo di difputa egli ha-
veva propolle alcune Conclufioni con maggior libertà , che avvedutezza .
R 2 In
Leone X. i6o Secolo XVI.
In tanto il maligno tutt' altro tramava co' fatti di quello , cìie diceva
FrS*&aftu2,u conlcpatok : [a\ Quid fcnferit Luther us y cum ifla fcriberctj dice diluii!
diimcro. citato Ulembergio, & qua mente fueritj novit, qui cordium fcrutator eji ,
& renumDeus : certe qua paulò pòjì fecuta funt, eumnihilminut inanimo
habuijjeteftantur, quàm qu^e calamo ad huncmodumeffudit; uthac fiibmi(Jìo-
ne nihil aliud fpe£iafie videatur, quàm ut captarci favorem hominum , om-
nemque turbata pacis culpam à {e removeret : atque interim y dumrcs fuas
flabtliret m Germania , Summo Tontifict glaucoma objiceret , aut fumos , quod
ajunt, 'penderei, Nècaddegliin vanoilfuoaftutodifegnoiconcioiìacofa-
che prolungandoli contro lui il giudizio Eccielìaftico, non perde egli ne
tempo, ne congiuntura, né mezzo per iflabilirfì formidabile agli avver-
farn, e per renderli forte di partitanticopiofì in numero, e qualificati in
h idt»t iot.ck,& grandezza :[^] Hac calliditate, replica l'Ulembergio, d'Arn quereretur y fé
c»cUusJeaah,& injujiè premi ab adverfariis y & m publicum cogi y brevi maximum fibi conci-
f.yrptuLsithert» ij^^j^ favoremnonmodòaùud ftmplicem populum y qui facile credit ^ & ad
omnem novttatemaureslwenterarrigtt patulas, ac prurientes y veràm etiam
apud plerofque graves , & eruditos Viros , qui verbis ejus genuina fimplici-
tate credentes , putabant Monachum nihil aliud quarere , quàm veritatis
patrocinium cantra quaftores Indul^cntiarum y qui magis pecuniarum , quàm
animarum Zelatores viderentury jtcut criminabatur eosLutherus, Hincillius
mijerta Toetarum , Bjyetorumque do£ìa cohors , & in adverjarios ejus odio
accenfa, impigrè proeoy & lingua y & calamo, decertabat, caufamque ejus
laicis commendabilem reddebat : ac yariis cavillis , & inveii ivis Tralatos
Ecclefixy Theologofque perftringebat , incufans eos avariti^ , Superbia , in-
"pidiAy barbarici y & ignoramijSt qui innocentem Lutherumnonob aliud per-
fequerentur, quàm oh do^lrinam, quòd videretury & ejjet do6tior eis y _&
liberior ad dicendum veritatem contra impofturas , & prafligias hypocrita-
rum : cumque valerent non folùm ingenio j & acrimonia , rerum etiam eie-
gamia fermonis , ftve loquendum , Jive fcribendum efìet , facile traxerunt
Laic or um animo s in favorem y commiferationemque Lutheri y tanquamis pro-
pter veritatemy & jujìitiam yexaretur ab EccUfiafiicis invidi s y avaris, tn-
do&isy qui motio, luxuque vivente Sy fuperjìitionum adinvemionibus à fim-
plici plebe pecuniam emungerem. TetT^elio itaqucy qui anteà quoque perln-
dulgentiarum frequentes pradicationes pecuniarum C olle£lor fueraSy per hu-
jujmodi querimonia! , crimmationejque tum Lutheri , tum Toetarum , &
F^jetorum , in dies magts , ac magis decrejcebat au^oritas apud populum ,
minuebatur plebis ad indulgentias devutio , invift reddebantur Quaflores ,
& CommiJJarit , rarefcebant manus largientium ; Luthero autem cantra aii-
gebatur auóluritas, favor y fides, exijìimatiOy famay quòd tam libery acer-
que videretur veritatis afkrtor contra fraudes Q^iajìorum , & fumos Bulla-
rum y quas non gratis darent y [ed pecumis vendennt Induigentiarum Com-
. miniarli . Così egli . Invero diede t^ran credito ai lamenti di Lutero [e] U
%tyr».'Z7Tr':' poco cauta condotta dei Tetzel, ediaicri Quellarideitinati alla coUezio-
£i-^h*rtrH,.i,b.> ne ucU'Blemoiine publicate per la coufccuzione delle Indulgenze, eia
dhHt^hui'i'""" div uigata fuma , che il Pontefice Leone huveffe donate a Maddalena fua Sq-
I^/iI'L'^o.'e^°'c reiia4ueUerikoiilcni, che fi enggerono da'iVlinilì:riEcclefiaftici in alcune
d^'''co,nmwr.ni' palli aclla Geriiuma, cioè nella San onia, ene'vicin. Paefi: MàilTetzel
rT.'il'ÌK de'iiéili'' P^Ì3^ ^'^" ^^ morte , e ìieper dolore gli fopraginnfe , qualche commefla tra-
du/^'ènref ' " icutittuza, aÌioiaquatf&o ne futimproverato, e coiiie fi dita, acremente
ripi-
Capitolo IL ^($I Leone X:
ripigliato il Miltiz Nunzio Pontificio : e Leone, òvcra, [tf] òfalfadilui ^vueVaiuvAik.
correfle tal voce , egli , & ogni fuo Succeflbre vien pienamente aflbliito da '' "^■^' "**' ^*
chi dà un folo /guardo, come dice il Pallavicino, [h] alla incomf arabile Ba- ^ ^'^"^ Uidon,
Jilica diSanTietro, che ha imlnottho tanti milioni, che quelle fpo/uanee eie-
Tnofme furono un'atomo di tatColofjo. NelqualproporitoGiovanni[c]Lo- JÌu''l!i'tl^dlì'cll
renzo Bernino noftro riverito Padre , giiifto apprezzatore di quel gran v^iurTalo.LreZ
Tempio, ci ha piùvolteteftificato, la fola machina materiale di eflb, da da%7J.tn/co ìlr.
Giulio Secondo fino ad Innocenzo Undecimo, cioè nello fpazio di cento ni»» Uó figTìucu',
fettant' anni , havere aflbrbito più di quaranta Milioni di feudi Romani . ^fl^'l^-^ 1' ^'"^'*
Crefcendo dunque a pafll di Gigante l'audacia di Lutero, crefceva Dekgaz'ione «ei-
proporzionatamente in Roma la foUecitudine di reprimere quefto nuovo card^'^caeralio
Goliath del Chriftianefimo , quando appunto fopraggiunfe al Pontefice la ^cHa' cauia di
iftanza dell' Elettore di SalTonia, che haveva pregato il Cardinal Gaetano, ^"^^'°»
il quale efercitava la Legazione appreflb Cefare, che fi interponeffe col
Pontefice per la delegazione di quefta caufain Alemagna. GiudicofJì da
Leone maravigliofamente opportuna la concefiìone della domanda : sì per-
che una cotal commiffione obligava quel Principe alla efecuzione di ciò,
che decidelfe il Giudice deputato a fua richiefta, come perche ella cadeva
in perfona di un rapprefentante Pontificio, e del più eminente, e reputato
Theologo , che allora vivefle . Tommafo de Vio egli chiamavafi , che dal- {u?qluìSt,UM,
la Città di Gaeta, ove nacque, prendendo il nome di Gaetano, era fìato e Giudizio di ef-
da Leone inalzato alla dignità Cardinalizia doppo una prudentiflìma Reg- ^*'
genza dell' Ordine Domenicano , nel qual' egli era vifluto , e del quale era
ftato Maeftro Generate dieci anni. Lefue opere Theologiche, e morali
fono note al Mondo per diverfirifperti, cioè per applaufo egualmente, e
per contradizione di molti : [d] Ego rirum hunc, difle di lui Melchiorre a Metcb.canuUe
Cano, ut fapè alias teflatus fum, fernper feci maxime . Vlurimàm enim Ec- '"''"T^hcoiog.uh.^.
clefiam Chrijii fuis Itteris juvit . Longum efi autem hominis commendare '^''^'^'
fìve eruditionem , ftve ingenium : molejium etiam univerfa ipfius Opera com-
memorare . lllud hrcviter dici potefl , Cajetanum fummis <edificatoribus
Ecclefia parerà effe potuifìe , niftquihufdam errortbus do^rinam fuam , quafi
citjufdam lepr.£ admixtione fcedaffet , & vcl curiofttatis libidine affe^ius ,
vel certe ingenii dexteritate confijus, Literas demum facras fuo arbitrati^,
expojuifiet , feliciffimè quidem fere , fed in paucis quibufdam locis acutìùs
fané multò, quàm feliciàs . IS^am & vetuji£ tradittonis parum tenax, &
in SanUorum leUione parum quoque verfatus. Libri fignati myfleriaab bis
noliiit difcere, qui non fuo fenfu illa, fcd majorum traditione , vera fcilicet y
verbi Dei clavem aperuerunt . Ita cùm plurima fcripftjfet egregie , vertic
ad extremum omnia, & novis quibufdam Scripturx expo fitionibus, aliorum,
qux vel graviffìmè dixerat, aut elepavit , aut tmminuit certo au^oritatem.
Così il Cano. Nel rimanente egli allora viveva in opinione di non ordina-
ria Santità, e in tal concetto di dottrina appreiVo infigni Perfonaggi, che e Vtdid; ^«r/',
nel deplorabile Sacco di Roma [e] venendo riferiti a Clemente Settimo '"-«fr/^o;- «/«:?-
gli oltraggi della infoiente milizia contro laperfbna di lui, eglifcongiurò ^cum^nuvu.
nel deplorabile Sacco di Roma [e] venendo riferiti a Clemente Settimo '""f .
gli oltraggi della infoiente milizia contro laperfona di lui, eglifcongiurò alL^nuvu.' ^'^
alcuni Comandanti Tedefchi a defiftere dalla incominciata barbarie, [/j ^f ^n vita c^rd.
Cay,ete, dicendo, neextinguatis lumen Ecclefia . Hor dunque a un sì qua- fd'umtoZ"}.^"^'
lificato Perfonaggio fu commefla da Leone la cognizione della caufa di congrcUb di l«i-
Lutero, giudicandone egli la decificne egualmente regolata dalla dottri- corca"d.^SeT«-
«a, & applaudita dallafama. Mànoncosì riufcì ella a Lutero, che rico- "»' « ^"^ ^f^r'/-
Tomo jy. r . nofcen- "^V ,"^^r^^^'^
*^ 3 tivivvji avauti lui.
N
Leone X. ^ólr Secolo XVI.
nofcendo nel Legato tré odiofe qualità, ^i Domenicano , di Theologo , e di
Thomifta, ne haverebbe certamente sfuggito l'incontro, fé all'incontro
non l'haveiTe animato l'Elettor Federico di Sa{fonia, & afficurato Cefare
con un falvo condotto dal medefimo Lutero richiedo , alla cui efpedizione
a ppìfi c*rd cat- pct agcvolamento del congrefToM condifcefe ancorail Legato , ma fecre-
tani 'ad Fedc'ricum tampnte , accjò compateudo in publico il fuo confentimento , non parelfe ,
Vptr'ÌHth.''"'' '' ^h'ei autenticaffeintalmodo, che un Principe Laico daffe falvo condotto
in caufa di Religione conofciuta dal Papa . PortolTl dunque Lutero ad
b Paiuv.iiù.i. Augufta, dove ricevè l'hofpizio, e'I vitto nel Convento de' Religiofi [ ^ ]
cap.io.n.7. Carmelitani, e finalmente comparve avanti il Gaetano, il quale benigna-
c vimbngiHs mente accoltolo, ditrècofelorichiefe, [c]Trimùmy ut ab enoribus redi-
cap.}. Ycj; in t,iam , eaque revocaret , ma contra receptam Ecclefu do&rinam in
Theftbus, & in Sermone de Jndmgenùis ajjemijjèt : akerum, ut & demceps
ab iis docendis abflineret , eamque rem data fide promitteret i tertium, utnec
in pojierum alia divulgaret à probatis in Ecclefta dogmatìbus aliena , quibus
publica tranqmllitas perturbari pofiet. Negando Lutero di havermaifina
quel giorno proferita dottrina ripugnante al fentimento della Chiefa , due
d liemihidtm. gliene oppofe il Cardinale, [d] l^mirum, quòd virtutem Indulgentiarnm
e thefauro meritorum Cbriflt dimanare neget : deinde , quòd in ufu Sacramen-
torum novam quandam fidemexigaty qua fcìlicet homo certo jiatuat, pecca-
ta [ibi remijja efie , non habita ratione difpofitionis fua , quòdque perjuafio-
nem illam fidem appellet , eaque fola dicat hominem jujiificari, E la prima,
e Extra.de pc^nit. foggìunfc il Lcgato , ripugna [c] alla Coftituzione Unigenitus Dei Filius di
&remifsiont. Clemente Scfto , la feconda alla Scrittura Sacra, che nega, potere alcuno
haver ficurezza della fuafalute. Contro la prima rifpofe Lutero, Quella
Coftituzione di Clemente Sefto , come l'altra di Sifto Quarto efplicatoria ,
ò confirmatoria di efla, ripugnare al fenfo della Sacra Scrittura; e in ciò
veniva egli ad impugnare la infallibilità di que'Papi, rifufcitandolafen-
tenza diGerfone , e del Conciliabolo di Bafilea: controia feconda, arma-
to di varii palli òeftorti, ò non bene fpiegan della Sacra Scrittura, in cui
Dio ci affiaa della fuamifericordia, e e' impone per neceflìti, di crederlo
rimuneratore di chi lo invoca , e lo cerca , hora egli confondeva la fede con
la fperanza , & hora la certezza univerfale della rimunerazione Divina con
laparricolare dcU'efferi'Huomo talmente difpofto, quale lo richieggono
le divine promeffe ; in modo tale che cum difceptatio qu^edam , replica il ci-
tato Ulembergio, exorta ejfet, verbis ultrò , cttròque commutatis , ut in-
ter difceptantes fieri folet, il Legato non giudicando né decorofo , né utile
ildifcorfoconuno, che impugnava l'autorità Pontificia, tornò ad eforcar-
lo à ra vvederfi , e fra la piacevolezza dell' ammonizione mefcolando qual-
che afpro di minaccie, procurò pertutte le vie di guadagnarfelo ò contri-
( Extattcm.i.ope. to , ò conviuto . Havcva LconecommelTo al Cardinale cou [/] unBreve,
r«w Luther. ^j^g comparendo avana lui Lutero con fegni di vero pentimento , egli pa-
ternamente loriceveffe nella Communione della Chiefa : altrimente anche
con l'ajuto del braccio Secolare lo carceralfe, e lo fcommunicalfe con
tutti gli adherenti , e chiunque , ad eccettuazione di Cefare , lo protegefle :
della quale autorità benché il Legato allora non fi fervifleper noninafpri-
re nell'impegno il reo, nulladimeno non talmente dimenticolfene , che
prudentemente non l'adoperalfe , fortemente fgridandolo per farlo defifìe-
re dall'impegno . Ed in fattiparriffi Lutero , e parve che fi acchetafle à que-
11»
Capitolo IL ^63 IeoneX.
fte giufte rimoflranze > fé pur non vogliamo eh' egli confufo allora fi partiC^
fé per far ritorno con maggior baldanza di prima nell' arena della battaglia ;
e ciò appunto avvenne nel giorno fegiiente, incili, come un altro ^ Eu- LrS.?«f/l'.Ì!
tyche, accompagnato comparve avanti il Cardinale da un Notaro, e da ^«.^507.
quattro Senatori, e poco doppo da Giovanni Staupizio Vicario Generale
della Aia Religione in Germania, e [è] coramLegato, racconta il fuccelfo bcocUnsUi^sus,
il Cocleo, perfonaliter proteftatìonem fuamìnhcec yérba fcriptamex fche- '^ f'^^'ef*'-*"^'
da , quam in mdnibus tenebat , legit , ac recitavit : Ego Frater Manimis
Luther ^Hgujiiniams proteftor, me colere j & [equi San5ìam I{omanam Ec-
cleftam in omnibus meis di6iis , & fa£lis prafentibus , praterie is , & futuris j
quod fi quidcontraj vel aliter di6ium fuit, vel fiterity prò non di&o haberi ,
& habere volo : Così egli , ma fraudolentemente , fintamente , e facrilega-
metlte; poiché nel medefimodifcorfofoftennefempre avanti il Legato le
fue fentenze con chiara proteftazione , che le propofizioni da elfo proferite
fin a quel punto erano conformi alla Sacra Scrittura , e perciò efìfo dichia-
ravafi pronto a difenderle iti ogni difputazione, ogni qualunque volta non
veniflfero elleno riprovate dalle tré famofe Univerfità Imperiali , alle quali
eglimoftrò allora di volerfifottomettere, diBafilea, di Friburgo ^ e di
Lovanio, noriefcludendonci com'eglidiffe, la Madre univerfale di tutti
gliStudii, quella di Parigi . Ma mentì il maligno, & il fatto avverò la fua
ingannatrice condotta , allor quando Colonia , Lovanio , e Parigi confer-
mando la condannazione fulminata cóntro lui dal Papa, egli perfide nell
impegno , e rifpofeloro con ingiuriofi Aimo difprezzo . Il Gaetano confà-
via avvedutezza troncò sì fatti difcorfi , che tutti andavano a ferire l'auto-
rità della Chiefa, e la poteftd del Pontefice; edefortatodi nuovo Lutero
a rientrare in fé, e ne'fuoi doveri , licenziollo parte atterrito, parte dub-
biofo , ma Tempre filfo nell' impegno di non difdirfi , e forfè inclinato a ri-^
tirarfene, mi lempreriiblutodinonmoftrarmainel fuo ritiro le fpalle*
Perloche ritornò egli la terza volta nel feguente giorno alla prefenza del
Legato, e dìRCi laCoftituzione Unigenitus dì Clemente Serto eflere a lui
favorevole , dicendofi in efla Chrifìo bavere acquiflato il Teforo della Chie-
fa cofuoi meriti i onde inferir fi diftinto il Teforo da' meriti , come difiingHeJì
l'effetto dalla e aufa. [e] Commotus Cardinal ts, foggiunge TUlembergio , *^ "" ^'■i' ' •?•
verborum congeriem efe, refponditj Luther itm Extravagantem noti minits ,
quàm Scriptura di&a in alienum fenfum detorftffe j nec veraraClementis, ac
Spiritus Sancii mentem afiecntum. Eflendo cofa che l'allegata Decretale
dice, che il Teforo lafciato alla Chiefa fu acquifiato daChrifl:o, ma non
già che Chrifto l'acquifliafle co' meriti . Ma pofl:o ch'ella così diceffe, ben
foggiunge un'Eminente TheologoHiftorico moderno, [rf] achìnorièno- ^ Pdiuv,m,t.c,f*_
to, che la parola meriti ha doppia fignificazione,runa, e l'altra propria, ed "'^'^•"'*
ufata ? l'una di efle importa queir atto, con cui meritiamo, perefempio>
l'atto di combattere per la Patria, difaticare negli uftìzii della Republica,
e fimiglianti : l'altra fignificazioneefprime quel diritto, che ci rimane ia
virtù di sì fatte azioni per venirne rimunerati ; ed in quefto fenfo diciamo ,
che un'huomo ha molti meriti per ottener qualche grado. QuePto diritto
permanente è un'effetto dì quelle azioni tranfitorie : e così venfilmamente
fi dice, cheChrifto co' menti fuoi, cioè colla fua pafllone, acquiftò il
Teforo de' fuoi meriti da lui lafciato alla Chiefa; cioè quella ragione eh*
^li ha col Padre a fin d'impetrare la condonazion delle pene dovute a gli
R 4 huo-
Leo>^eX. ^^^ Secolo XV I.
huomini . E quefto fentimento è sì chiaro nella prenominata Coftituzionej
che per vederlo bafta di leggerla, fenza porli a bello ftudio le traveggole a
^ ^^^^^ gli occhi . Mi quefte forti ragioni non poterono penetrare nella dura cer-
tùidt'Z "^ "^' vice di Lutero , onde foggiunge l'allegato Hiftorico , [a] Tofìb^c Cardina-
lis graviter eum , & paterne monuity unàque rogavit , ne fui fìducianimiàm
elatusy plus faperet, quàm par fit, necnovis fpargendisdogmatibus pertur-
baret Ecckfiam , [eque ipfum , & alios in fempiternum exitium conjiceret :
fle£ieret pottùs rigidam cervicem , & caput in Ecclefi£ fmum reclmaret .
Conclufit tandem y mfi aliam mentem indueret, & mijjìs hujufmodi ctrcuitio-
nibus reBam ingrederetur yiam , provifum iri. Contuttociò lampeggiò
qualche raggio di concordia frd il Legato, e Lutero; màellafiì lampo di
h Ibidem fulmine, e non raggio di fole, che fcoppiò finalmente in una improvifa fu-
ga, partendoil Lutero con lo Staupizio dalla Città di Augufla Ib] infcio
Tiiga di Lutero c'a ^^''^^^'^^^> ncc hofpìte Jalutato , voltando non tanto al Legato, quanto al-
Àugu«a , e fila laChiefalefpalle, e come fonando l'infaufta Tromba a quella guerra , che
rroieita. -^^^j apoco mcfle tutto foffopra il Chriftianefinio . Nel partirli , egli pro-
teftò negli atti publici ( e lafuaproteftafùilgiorno feguente affilia nella
publica Piazza di Augufta) la fua impotenza, e povertà pel viaggio di Ro-
ma, fofpetto a lui quel Domicilio, que'Giudici, e fin l'ifleflb Pontefice,
dal quale allora male informato elio appellava allo ifteflb meglio informa-
to, reiterando efaggerazioni di fommimone , eformole d'independenza,
lamenti da opprelfo , eminacciedafuperiore, ubbidienza, epertinacia,
e tutto ciò, che dir poteva uno che voleva efler colpevole , ma non efler
tenuto per reo . E ben il Malvaggio fi avvidde col tempo, che queftafua in-
gannevole maniera di operare, improntogli nella faccia una indelebile mac-
chia di doppia, di fraudolente , e di menzognere : onde cercò di torfela
dal volto con un rimedio, che fiì forfè peggiore del male i eflendochene'
feguenti anni fimulando humiltà egli condannò fé fteflb , dicendo , che
e inpnfat.tom.ì, [f] in quel tcmpo , in cui elfo credeva neir autorità del Papa , appel-
ejxrnm Lmhert. j^j^^^ ^ ^ fottommettcndofi a lui , non era ancora bene illuminato dal
Cielo, e pili tofto rapprefentava un'imperfetto Saulo, che un perfetto
S.Paulo. Ma mentì con doppia menzogna l'infame; poiché ò egli allo-
ra era un Saulo , e come fpacciavafi per Apofìolo delle Genti , e per
Mefl'aggiere di Dio ? ò egli allora era MeiTaggiere , e Apoflolo di Dio,
e perche contradifle poi all' autorità del Pontefice, in cui egli prima cre-
deva ? Ma di sì fatte contradizioni farà ripieno il corfo di quefta Hifìo-
da, come ne fiì fempre ripiena la dottrina, e la vita di Lutero,
lettera , e fcritti ' £o[j ^unqLie da Ausufta ricovratofi in VVittembcrga, fpedì quindi
Iparh da Lutero , ° ,,>t-m i • ^ n' • c r ^ t -. •
perla Germania, lettere ali Elettoi di Saflouia per conkrmar , come fegui, quelPrencipe
nella fua protezione, e fparfecopiofi ferirci per la Germania contro il Le-
gato , contro la Fede , e contro chiunque quello che pretendefle opporfegH
per avverfario : Video, dicevano le fue Scritture, Libello f edi, & rumo-
res varios fpargi de ^£ìis meis ^ugufttnfibus i quanquam vere nibìl ibi ege^
rìm, quàm qttòd c2r tempusy <& furhptus perdidiy nifi id fatis abundè fue-
rit operis , quòd novarn audivi linguam latinam , fctlicet , quòd veritatem
docere idem fity quod Eiclefiam perturbare, adular i vero, & Chrifium ne-*
gare, id eji Ecclefiam pacificare , & exaltare; e, Unde fa&um eft, ut Uc-^
clefìaChrifti non menfura tritici pafcatur, nec verbo Chrifti, fed non raro ?©•
meritate, & voluntate alicujus indoBiffimi adulai oris regatttr-, & eh prof,^
ccrit
Capitolo II. X(5j Leone X.
'cerìt nojir^ ìnfelicìtatìs magnitudo , ut ad revocationem , & abnegatiorwm
Fìdei Chrìfiian^y &SacratiJfim(eScnpturje incipiant compellcre . Così egli,
che tant'oltre furfe in acroganza , che provocando da V Virtcmberga gl'In-
qiiifitori Cattolici à publiche difpiite di Fede, propofe Concliiiioni, inlìniiò
maffime , e commentò dogmi , onde fin d'allora ne rimafe mezza infetta la
Geraiania . Il Gaetano riconnobbefì in obligazione di fcender'eflb flellb fu'l
campo contro quello nuovo inimico di Dio , e fcorgendo , che invano im-
piegava la penna in imitili querele appreflb Federico di SalTonia per ritirar scritti deiGiet.-i-
quell'incautaPrincipe dalla mal prefa protezione , la convertì tutta diret- ''«"^'^'""^^"''^'O'
tamente contro Lutero , opponendo vigorofamente ferirti a' fcritti , & ar-
gomenti ad argomenti , per rendere paleli nel medefimo tempo e le falliti
ciell'Herefìarca, e le verità incontraflabili della Religione Romana . E per-
che la prima mofTa di Lutero fii ella contro le Indulgenze , egli compofe [a] a Tho^. de v,o
un lungo trattato de IndulgentuSy in cui confermò con validifTime prove la aZ'!\6l'de'''inlZ
efficacia di e fle, nonfolamente [^] nella remiflìone della pena, uteftdebt- !i">nisir>urop,;fc.
ta ex rinculo Ecclefue^ ma ancora della pena, uteji debita ex vmculo divi- Tidemìlid.^.^.
w<€ yi</if/ri<€, il che Lutero negava :diftinfe i meriti di GiesùChrifto, e de'
Santi, l'applicazione [e] dieiii jJcr modum abfolutionis y e per modum fuf- '^ ' i-'-
fragtiy e difcendendo punto per punto ad ogni articolo Cattolico contro-
verfo da Lutero , aprì in differenti trattati un' ampia armeria al Chrifliane-
fimo di Apoflolici infegnamenti , che noi certamente non pretermetteref-
fimo di riferire in quefla Hifloria , fé la Pontifìcia Bolla di Leone condanna-
toria di Lutero , quale foggiungeremo , con la efpofizione de' dogmi con-
trarii non ne porgeffe al Lettore piena, e diftinta la notizia.
In quefla collufione di animi , e di fcritti , infofferente Lutero ài ogni 2ei'"fiJr cT.^ '^*''^'
contradizione , e non mai perfuafo à foccombere ò con l'intelletto alla dot-
trina, ò con roffequio all'autorità, ò con la humiliazione al terrore, vago
fol di fé fleflb , temerario contro tutti , e fornito di adherenze per refi fiere
à tutti, difpreggiando le carte, e le parole del Legato, avvantaggiava il
fuo impegno co'fatti, e prevedendoli proffimo lo fdegno, e la condanna
di Roma, fi premunì ad effa, con infìflere più vigorofamente chemainel-
le due di già motivate, e preparate difefe , che fole potevano afiìcurargli
la riputazione della perfona, e l'aura delle genti : cioè nel difcredito, in
cuiegliripofelaScommunica, e nell'appellazione, eh' egli di nuovo fra- '
pofe dal Papa male informato al Papa meglio informato , e con più cfprelfi
termini, dal Papa al Concilio . A quelli fuoi fentimenti acudivanoà pie-
na bocca, e à man battenti Erafmo , e l'Hutten, ik ì popoli circonvici-
ni tutti fi dimollravanocuriofì per fama, e vogliofi per contradizione di
rifaper minutamente le cagioni di sì alte difcordie, gli argomenti , le obie-
zioni, e le prove dell' una'partè, e dell'altra, & andavaliinfenfìbilmente
bevendo il veleno della Herefìa, òper gì' occhi su le carte, òper le orec-
chia ne' circoli, ò per la bocca ne' racconti.
Intanto in Roma difcorrevafi più del male, che del rimedio, e benché
Leone trafmettefle allora al Gaetano una [rf] Bolla , in cui dichiarava, f.^^^^'l^Sf/"''*
the il Teforo della Chiefa contiene i meriti di Chriflo, e de' Santi, e che "
per ragion delle Chiavi poiTonodifporre i Pontefici di un tal teforo nelle ^^nj fopr.,iein.
indulgenze à beneficio de' vivi , e de' defunti ; nulladimeno non conte* duigenzc , e tar.
iiendo ella chiare teflimonianze della Scrittura, e de' Padri, e venendo aun^emo' ^ddll
dalla parte contraria riputata dettatura ò d'interefle nel Papa per awantag- cone a. Roma ,
giare
Leone X. ^^^ Secolo XVI.
giare il lucro dell'elcmofine, òdi potenza ne' Domenicani, fopra i quali
cadeva il fofpetto di haverla eftorta contro Lutero , e contro gli Agoftinia-
ni ; infomma quefta Bolla non fu di piena elHcacia appreflb la moltitudine ,
che in quefto affare componeva la maggior , e miglior parte de' fazzionan-
ti ; ficche da Roma tutta intenta allora alla magnificenza delle fabriche , &
al coltivamento dell'arte Oratoria, e Poetica, trafcurandofi il più falute-
vole ripiego delle Congregazioni Theologiche , che convincono Tintellet-
to, e quel più proprio, e valevole provedimento del ferro, e del fuoco*
del quale li Padri Cattolici fi erano così ben ferviti di frefco contro VVic-
clefF, contro l'Hus, e contro generalmente Girolamo di Praga , e tutti li
fettarii Inglefi , e Bohemi, fi refe immedicabile la piaga; e perciò il ra-
glio, che poi le fi diede, pernoneflfer' egli proporzionato al tempo, ina-
iprì la cancrena , la quale divorò incontanente i Corpi , e le Anime di gran
parte della Germania . Al male ^i aggiunfe , un mefe doppo la publicazio-
* mS" ddì'im- "^ dell'accennata Bolla, la morte [a\ dell'Imperador Mafiìmiliano , la qua-
perador Manimi- le perdiverfi riguardi fu di gran danno alla Religione Cattolica, sì perche
voK'aXViio cadde un gran foflegno di elTa, come perche reftandol'Elettor di Salfonia,
ne . Vicario dell'Imperio in quelle Regioni della Germania , che oflerva gli or-
dini , e gì' ilHtuti della Saffonia , ruppefi l'argine per tutte quelle vafte Pro-
vincie alla inondazione degli errori di Lutero , i quali non fi fermarono più
in difcorfo nelle bocche , ma fi radicarono altamente ne' cuori , per fofte-
nerfi rifolutamcnte contro chiunque opponeffe ò contrarietà di ragioni , ò
b vìewi^. lor. cit^ coHtradizione di forza [^] T^ow parum attulit momenti , dice l'Ulembergio,
""^ ^' quòd Imperatore mortuo , quinque menfmm , & ampliai interregnum ejjet :
quo tempore , dum omnium animi in ele£iionem futuri Cafaris intenti ejjent ,
tiberiùs ferpfit lues ifia , & multas per Cermaniam Civitates infecit , pr^e-
fertim cum Fridericus Ele£ìor, Saxoni^e Lux, ch']us in Imperio fummaerat
au&oritas, Lutherum patrocinio fuo foveret , & velut obje£io fui nominis
clypeo tueretur ; unde fa6lum efl , ut qu£ per Tontificem , & Ecclejìaftici
fon judices adhibenda erant glifcenti malo remedia , ea non fatis expedita
efjent, & tardiìis procederent. Così egli»
JT' ^JnMfiS P^^^ allora Leone un'altro paflb, che pafsò infelicemente come il pri-
preffoiiDuca di mo , c'I fecoudo > e refe difcapito più toflo, che avvantaggio alle cofedel-
saffonia ► j^ Religione . Ben' ei fi avvedeva , che l'aurea Elettorale del SaiTone gonfia-
va ogni giorno più l'albagia di Lutero, e che Lutero armato fol di lingua ,
€ di parole , pur'egli atfacciavafi formidabile al Chriftianefimo , perche ap-
poggiato allapotenzadic^l Duca, che foftenealo per molti capi, come
fuo Vafi'allo , come membro della fua Uni verfitd di VVittemberga,e come
già favorito da lui in altre congiunture di patrocinio appreflb il Legata
Gaetano , e di raccommandazione verfo il l^ontefice Leone : cofe tutte che
infenfibilmente impegnano i gran Principi à feguitar potentemente quella
protezione , prefa prima da eìfi alcune volte per cafualità, ò per compiacen-
za, ò per raccomandazione de'Miniftri , e confeguentemente fenza merito,
anzi fpefTiilìino con demerito del fupplicante . A quefti motivi aggiungeva-
fene allora uno, per cui la caufa di Lutero diveniva lamedefima, che la
.Tc^PaiUvJ.ut.ii. caufadelDuca. Elfendocofacheritrovavafi [e] allora il Ducada qualche
rancor forprefo e contro il Clero in genere , e contro l'Arcivefcovo di Ma-
gonza in particolare, e contro laCorte di Roma; ond'efacerbato covava
nell'animo una fecreta, e profonda compiacenza di que' torbidi avveni-
menti a
Capìtolo II. ^57 Leone X.
menti, che {convolgevano il Clero , agitavano il Magontino , e tenevano ^n'|""^,„*J''' ^f"
in gran commozione la Corte di Roma . Col Clero , e co'l Magontino egli cor% d^Roma .*
moiiravafi difguftaro per non so qualfurtacontroverfia intorno alla Terra
éi Elfordia : e co'l Papaper non so qual duplicato pagamento impoftogli in
occafione dì una Coadjutoria di Commenda in perfona di nn fiio Figliuolo
naturale , malamente fpedita doppo la morte del Commendatore . Quelli
difguftofi impegni erano conofciuti dal Pontefice , ma non però da lui rico-
nofciutitali, che ghfaceffero dubitare della fede di quell'Elettore, che
non folo per la pietà de'fuoi maggiori , ma per [a] la propria di lui, potè- a cocUut de hku
va allora aiinumerarfi fra i Principi benemeriti della Religione . Conciofia- -^«^^"««.iji?.
cofache haveva egli di frefco eretto un magnifico Tempio ad honore di tut-
ti li Santi nella fortezza di V Vittemberga , e con incredibile ftudio erafi ap-
plicato ad arricchirlo di rare Reliquie, adorarlo di ricche rendite, &ad
ornarlo di una famofa Collegiata , à cui accrefceva riputazione , e fama
una fiorita Univerfità, che m quella medefima Città egli haveva fondata
di iegnalatifoggetti in lettere facre, e profane, e à favore di effa ottenuto
dal Papa nobiUlfimi privilegi! . Sicché nell* animo di Leone preponderando
il publico concetto di quel Principe Elettore à qualche privato rifentimen-
to, ch'egli haverpote{fe contro Roma, determinò di atfettionarlo mag-
giormente agi' intereiii della Religione con inviargli per Nunzio efprellb _ , ,. .
una perfona à lui grata, epermezzodielfounpregiatiifimodono. IlNun- luidi^un'NmV.o
zio fu Carlo Miltiz, Cavaliere nato in quelle parti della Mifnia, e perciò '^\^'''Yn\'^ì'
prattico dique'cervelli. Cameriere allora fecreto del Pontefice, e al quale d'oro. '^ * ° *
altre volte haveva fcritto la Univerfità di V Vittemberga , acciò otteneife
daLeone, che la caufad* Lutero citato in Roma, folTe dal Legato ricono-
fciuta in Germania. Ildonofiìla I^pfa d'Oro, che per il Miltiz mandogli fo'f^fif^uTòn'^u
in fegnodihonoranza, e di affezione . E la I{ofa d'Oro uno de'foliti doni i)e,% bencd.zio-
deftinati dai Pontefici ò a'Perfonaggi illufìri , e benemeriti della Chiefa, ò "^V/i, tu nau.
a'Santuarii infigni del Chriftianefimo , [b] e n'è anticala iftituzione, e nobi- dumLio. ì^pIT-
hfiimo il rito della Confacrazione. La prima benché fia incerta, nulladi- ^^iunV!^"'^^'^
meno certamente deve aifegnarfià Secolo più antico di quello, in cui \c\ e ^.nico,
vifle Aleifandro Terzo , che ne dednlfe la origine dalla coftumanza anterio-
re de'fuoi PredecciTori . Poiché egli fcrivendo al Re di Francia hebbe à di-
re :[(/] ^ {{pmanorumVontificum inflitutione nofcìtur proceffifìe, quòd media ud^i^luL'l'r'Info'.
iluadragejtma y ea Dominka, qua cantai ur y L.Ttare Jerufalem , con/neve- '-•""^^ '*"""■' f'^rt
rmt ipfi , florem aureum non gratia temporalis elationis , propriis mambus , -.Tn""} fd^Zt"!.
annua femper revolutione gefiarc . Ea inique tn fa6lo ejufmodi deftgnantes , S'-nfimt.ì.c.^.
qute tam ad decorem Ecclefìx , quàm adfidelmm nofcìtur injìrit&ionem jpe5lare .
Unde & cumnns eorumdem Jnttcefforum vejìigia fcquentes y firn ilem fior tm ,
eodte, in quo conjìitutum cfi i nuper ih manib^s geftaremus . Così egli. On-
de apparisce la fempre temeraria arroganza del CalvinirtaMorneo, che ^ phu. puf.^^
[e] attribuifce la iftituzione della confacrazione della J{ofa d'Oro ad Urba- M.rf^f.smMyjìe.
no Quinto in occafione , che di quefto aureo dono volle quel Pontefice ho- ^^^y"'^'""""'"'^'"
norare la libidinofa infamia dÀ. una sfacciatifiìma femmina [/] Sed Mar- • 'K^y^'m. to.io.
nausy foggiunge un moderno Autore, de titulo Tatris mendaciorumcum Z^'^fa'^èdunl
Vorpbyrio contendms y quid effutìat, nonattendit : & facit, quod Je5iarium <^*- »« /"'.
decety à Luthero, & Calvino edoclmn , dominai iones fpernere, & Chrijios
Domini ccenofa verborum iliu-pie infrunitè rcfpergere. Cosi egli. Leggon-
fi [^] fiilfeguentemente due Homilie d'Innocenzo Terzo de i{ofa àurea, g^pud tHnd.mà.
e re-
Leone X. ^gg Secolo XV L
e replicati donativi di effa fatti da' Pontefici a perfone egregie , e Monafte-
ri illiiftri del Chriftianefimo . Laconfacrazionepoi della B^fa d'Oro viene
à lungo defcritta da Chriftofbro Marcello Autor del Libro deSacris Care-
a chnfi. Maree!- moniis , in cuì cgli dicc [a\ Solitum effe Tontifìcem , Dominica quarta Qua-
^crttcl'rìmm. fy. dragefima ( qual Domenica da alcuni nominavafi Mediana, onde la I{ofa.
t-s- ' ' d'Oro dicefi ancora I{pfa Mediana ) benedi£iione folemni initiare S^ofam au-
ream ramufculo confertam : initiat autem ante divina Liturgia Sacrum My-
fierium , collocata l(pfa fuper arulam in Conclavi , five in Camera Tapagal-
liy ad td campar atam , fundendo primùm fuper eam conceptas preces ìnfe-
riùs exhibendas : tum I{pfam balfamo mungendo , ac mufco trito perfunden-
do , itemque lufìrali aqua afpergendo, ac thure fuffiendo, quod ex thuribulo
adoletur . EX literis Eugenii Quarti ad I\egem ^nglorum , quem I{gfa dona-
bat , babetur , confecrationem B^fa peragi folitam in Baftlica Sanai Tetri ,
«0» autem in Conclavi , ut hìc dicitur . Sed vel per Sanóìi Tetri Sacram
A.dem intellexit adjun6lum Talatium Tontificium , in quo efi Conclave prue-
di6inm , vel potuit efie in hoc initiationis adjun£ìo , prò variis temporibus »
aliqua varietas, I\ofam ad eum modum initiatam, Tontifex ad celebrandum.
Sacrum continenter progrediens , manu gefìat , Ò" dele6iis minifìris , cum
ad facellum devenitur, committit reponendam m altari per tempus Sacri:
quo expleto , ante altare orationem aliquamdiù fundens , T{gfam denuò re-
cipit, gefìat que manu proccdens ad SanÙam Crucem in Jerufalem, uhi B^o-
fam fidelibus adunatis ofientat. Quindi foggiungefi appreifo il medefimo
Autore, B^egrediens deniqueDomum Tontifex ^ B,ofam gejìat ipfe , & in Con-
clave interiùs fé rectpiens, exquirit Cardinalium fenfa, de eo cui piumhoc
tnunus tradendum videatur , nifi ante Sacrum jam adhibuerit Cardtnales ea
de re in confultationem , ut factum aliquando ferunt. Di fomiglianri pre-
ziofi facri doni furono foliti li Sommi Pontefici honorare li Re, e Prin-
cipi infigni della Chriftianità, come del facro Pileo, e flocco, delle fa-
crecere, e benedette Palme, la cui origine , iftituzione , e rito d lun-
, go rinvengonfi nel fopracitato Raynaudo .
zio"o'i saflonf * Hordunqucpcr far ritorno all'incominciato racconto j benché l'Elet-
t. i'4//4t/./.i.c.i3r torepocomoftrafTe [^] di gradire l'Autor del dono, &ildono, ottenne
Tvil'fnLerg.c.i. nuUadimcuo il nuovo Nunzio daini, chenonfi partiflb [e] Lutero dalla
Saffonia ; il che molto premeva al Miltiz , il quale dubitava , chepartendofi
Lutero dalla Salfonia, fi portafTe quindi nella Bohemiaàfollevare le Reli-
quie degli antichi Huflìti , e facefle con efl[ì contradizione più numerofa , e
perciò tanto più formidabile al Chriftianefimo . Si difpofe egli pofcia ì
trattar con Lutero medefimo con ogni piacevolezza, e ne fuccefìe l'abboc-
d idimiiid, camentoinAltembourgcontantafodistazionedi Lutero [d] ut ipfe pofi-
modum fateretur omnia jampridem proculdubio fopita^ fi ncgotium hoc ab
aliis ea dexteritate tra&atum fuifjet . Promefle Lutero al Miltiz due cofe : la
prima di fcrivere, comefeguì, fottoli ^. di Marzo 1519. unaolfequiofa
e idtm Lbid. lettera al Pontefice, nella quale [e] feipfum y caufamque univerfamvolun-
tatiy cenfuraqueTontifias fubjictebati &incifaegli Deum tefiatur y &om-
afpontcficer^'^'^ ?2cs cYcaturas , fc nunquam id ha^ienus egifse feriò , ut potefìatcm Ecclefia
Bomanay fummiqueTontificis labefa^arec y vel illius autloritati per fraudem
qnidquam detraheret ; imo libere fatetur hujus Ecclefja potefìatem emmere
fuper omnia , nec illi quidquam in Ccelo , vel in terra praferendum pratev
folum Chrifìum , qui Dommus ftt omnium . Tromittit ettam fé rerum ijìarum
ex
Capitolo IL z6g Leeone X.
ex qmhus nata fit hdc contentio , nmquam porrò deinceps faSlurnm mentio-
nem , modo fdentium etiam adverfariis imponatur . Qum & (cripto in lucem
edito, popidum alt monere velie, ut omnes in honore babeant Ecclejìam J^g-
manam , nec illi temeritatem blateronum quorundam afcribam , neve fnam
ìmitentur accrbitatem , qua fé cantra eandem Ecclefìam ufum , imo potiùs
abufum effe , eaque re graviter dcltqmjje fatetur ; hxc Lutherus ad Tontifi-
cem. La feconda promiifioas di Luterofiiiinafpontaneafuaremillionea
quanto fopra le agitate materie haverebbono in Germania rifoluto ò il Ve-
fcovo di Treveri , òquel di Saltzboiirg , ò l'altro di Friflìnghen ; e che in-
tanto , dum caufa comofcitnr , imponendum utrique parti lilentium . Gioì ^ . . . ,
•1 1' xT ^ A> /'L- ■ -J 1 1- ^ \ r Errori in CUI caJ.
Il mal accorto Nunzio .icjLielt eiibizioni del maligno, comeaconclulone- deiiNuiuioMii.
gozio, & à piena vittoria gioir 11 fuole; etant'oltrefùrpintodalfuovano ^'^'
gaudio, che cenando una fera con Lutero, egli con impetuofa atFczione
avvicinandogliiì, einprefenzade'convivantiitringendofeloal petto, ba-
ciollo [^] ac ft certam fopiend^.-e controverfìx rationem m mann habcret . ìidemiM,
Mi quello non fiì il maggiore , né il folo errore , di cui venifie giuftamente
incolpata la condotta del Miltiz nel progreffo del trattato ; poiché egli ben-
ché nelcorfo di due anni non perdonale mai per la riduzione di Lucerò , ne
d fatiche di viaggi, né à mortificazioni di ripulfe, nuUadimenofempreò
troppo credulo , ò poco accorto , ò molto ancora dilìbluto , e libero nelle
fue azioni, hor fi avvilì à parlar con Lutero con termini di humiliazione,
hor moftrò di temer di lui , & hor contentoffi di ricevere da quel vii Frati-
cello ( il che non mai fotfrì il Gaetano ) nfpofte ignominiofe, anche in
ifcritto contro il Pontefice, con abbalfamento dish Duorevole alla qualità
di Pontificio rapprefen tante : paflando quindi alla dimenticanza eziandio
della perfona, che fo (teneva, nella frequenza de'con viti, e nella intempe-
ranza dell'ufo immoderaco del vino, fotto la cui tortura, dice[/;] il Palla- b p^/z^v./.r-ciS.
vicino , egli raccontò fpeflfo varie cofe della Corte Romana , efaggerando- '"''^•'*
le, come accade, à fin di piacere ; le quali furono quivi prefequafi confef-
lioni della ftelTa Roma per bocca del fuo Nunzio à favor della Luterana ma-
ledicenza, e rinfacciate come tali nella dieta di Vormazia. ■ - a- i
Ma il Miltiz prefto fi avvidde della fua riprenfibile credulità , e della ter^?^'" ' "*
intollerabile finzione di Lutero: conciofiacofache dovendo quefli fecondo
il concertato ftabilimento portarfi in confluenza , per attender quivi le ri-
foluzioni dell' Arcivefcovo Elettor di Treveri, mille fcufe frapofe parte
mendicate, e parte palliate, elapiùapprefibluielficaceditutte, ladifpu-
tazione, alla quale efib veniva chiamato in Lipfia dall'Echio. Fu l'Echio, .^ifefo.ecf'-
comefidilfe, un de'principalicontradittori di Lutero fin dal tempo, incili loiudio, eLute-
cominciaronfi a fentire le prime eruttazioni delle propofteHerefie contro '°* efuocorio.
le Indulgenze : e nel progrefib del tempo non haveva egli mai defiftito di
opporfi vigorofamente e con la voce , e con gli ferirti à quello nafcente He-
refiarca. Carloftadio, [e] eh' era allora amico di Lutero, prendendo pa- ^ ^/ '^'^'il'^'^f']}
trocinio della di lui dottrina , fcefe il primo in campo contro l'Echio , e con pónti/cato'di" ni'
diverfe rifpolle dall' una parte , e dall' altra fi accele fri effi una irritante ^""««^'^''m»
competenza di TheologicheQueflioni, che finalmente fi rifolvè nelcon-
fentimento fcambievole di una famofa difputa, che deflinoflì in Lipfia t
Città vicina al domicilio di ambedue, e dominata allora dal Duca Gior-
gio di Saffonia Cugino dell' Elettor Federico, il quale acconfentì alla fpe-
dizione di un falvo condotto per Lutero , alla venuta del Carlolladio , e ad
appte-
Leone X. ^^q Secolo XV L
appreftar il campo della contefa in quella fua refidenza. Si oppofeil Ve*
fcovo di Munfter , nella cui Diocefì è Lipfia , à quefta publica tenzone , pa-
rendogli, che ficcome ne' luoghi, ov'èpernieHbreferciziodellaHerefia,
le difputazioni bene fpeflb fervonoper ammaeftrare, & illuminare i mifcre-
denti j così dove fola regna la Religione Cattolica, vagliono fpefliflimo ad
adombrare più toflo i fedeli, e a porre in lite ciò, che pacificamente fi
poflìede, che ad avvantaggiare gì' interefll della Chiefa : prevalfe nuUadi-
meno l'impegno delle parti , e l'auttorità del DucaGiorgio, e colà portoffi
Carioftadiojefue l'Echio da una parte, e'I Carlo ftadio con Lutero dall'altra. Era il Carlo-
suiiità. ftadio nativo di Carloftad luogo della Franconia j da cui egli prefe la deno-
minazione, quafi perdendo quella del fuocafato, edelfuo battefimo, in
cui e dall' uno , e dall' altro originalmente chiamavafi Andrea Bondeftein .
Nella fondazion della Univerfità, e Chiefa di VVittemberga havevalo
l'Elettor Federico colà chiamato, come un de' primi Theologi di quelle
»p^ii^v.i.t.c.ì]. parti, & à lui, comedice[^] il Pallavicino, chefùpoi il piùtemerario
nemico del Sacramento , era ftata appoggiata la principale amminiftrazio-
ne del Corpo di Chrifto nel Sacramento, cioè la dignità di Archidiacono
nella predetta Chiefa, dedicata ad honore di tutti li Santi, die poi anch'
ella fu con deplorabile depravazione il primo Theatro, in cui rapprefen-
toflì l'efecrabile ecceffo della Luterana Herefia, cioè l'abolimento del culto
à tutti li Santi, e l'abbruggiamento di tutte le Reliquie, che quivi prima fi
diedero al fuoco, equindipoialvento. Hor il Carloftadioparzialiflimo
allora delle dottrine di Lutero , da cui elTo haveva ricevuta la dignità dotto-
rale di Theologia, volle ancora entrarne foftenitore, ed egli il primo
fcefe nella Paleftra contro l'Echio , incominciandone pompofamente la di-
fputa in una gran fala alla prefenza del Principe Giorgio, del Senato, del-
la Univerfità, con l'affiftenza di Notati, che fcrivellero le propofte, &
annotaflero le rifpofte , da ponderarfi poi da un'Arbitro , come da Giudice,
che fentenziar doveffe fopra le agitate materie . Ma gran difficoltà incon-
traronfi per la determinazione diquefto Giudice. L'Echio inclinava à qual-
che particolare, edottaperfona, né ricufava alcuna Accademia , ad ec-
cettuazione folamente di quella di VVittemberga, di cui erano membri li
fuoicontradittori: al contrario Lutero, pernonhaverne alcuno, voleva
tutti per Giudici ; ma finalmente egli fcelfe le due Accademie ài Erford , e
di Parigi, le quali incontanente flirono accettate dall'Echio. Proteftofli
quindi poi da una parte, e dall'altra di non voler efiì ripugnare in articolo
b y^,G',tign6 isrp. alcuno al fentimento della Chiefa Cattolica , e [^] dieflì principio alla difpu-
c cod.de a^is,& tz i [c]Trimò y dicc il Coclco , congrejji funt EckjuSy & Carlo jiadius de li-
fcript. luth. y^YQ arbìtrio Hominis , quod jam ante Lutherus convellere caperai : e l'Ulem-
d vumbm. e. 4. bergiofoggiunge, [d] Trima fuit difputatio de gratta , & libero arbitrio ,
& vide inPAiiav. ^^ y^^j-^ operibus : in qua tandem Echius Adverlartum eò -pel adduxit , vel
i.i. §,14. per te adegit, ut contra quam mtbejwus ajjeruerat , libero arbitrio per Dei gratiam
""^* excitato partes fuas in operibus bonis exequendis concederei. Subentrò rab-
biofamente nella pugna allora Lutero , e benché anch' effo profeflàife , co-
me il fuo Carloftadio, à favor della Chiefa Romana, e nel ferver della
contefa replicafTe più volte la protetta j nuLladimenoil detto fu fempre op-
pofto al fatto, e l'apparenza medefima del fuo volto iracondo al di fuori
rendeva palefe , quanto horribile mongibello gli fumaife nel cuore contro
!a Chiefa, e contro l'Echio : del che avvedutifi li Configlieri del Duca
Gior-
■^■^1
Capitolo IL zqi Leone X
Giort'io, e chriftianamente ammonitolo, [a] utnihil pey iram, fedomnia iCoci.n-^,
moderò ager et , ne /bandaio fìeret anditoribus , allor fu, ch'egli vinto dal
roflbre, dalla rabbia, dall'impegno, e dalla furia, che agitavalo, pro-
ruppe in queir aperta confelfionedelfuopeffimofecreto, dicendo, T^on
propter Deum h£c caufa coepta ejl , ncque propter Deum finietur. Così il ^ ^^^^
Coeleo : il che vien parimente confermato dall' Ulembergio, che[^] fog- "" * '
giunge , efferfi allora fparfa per l'uditorio una voce , che Lutero dentro uà
picciolo fcatolino portalfe legato in faccoccia i fuo favore il Demonio . Dì-
fputatum efl ttaque ab illts ( e ciò dieci continui giorni ) & acrìter, & co-
piose, primùm depoteflate, & primatuF{pmantTontificis , deìnde de purga-
torio y deindulgentiisj de poenitentiay c^ deabfolutioneSacerdotis', fedlongè
alia tunc erat Luthero & mens (nifi omnia ftmulaverit) & vox de rebus il-
lis, quàm paulò pòjì; nam & ipfe protejiationem , quam alii duo pramife-
rant, approbabat, & ample6iebatur , & de Romana Ecclefta longè reperett-
tiàs loquebatur y quàmpofleà; adeo ut non folùm Latine , verùmetiamTheu-
tenicè fententiam fìtam dedarans dicerety fé non impugnare, nec Chriflianè-
à quoquam impugnari pojfe Vrimatum , & obedientiam Fumante Eccleft<e ,
nec derogare fé Tontifìci, quidquidtribuitur ei . Così il Coeleo. E più chia-
ramente ruiembergio, [e] Lutherus Ecclefia B^man£ Trimatum afierebat <= vit^btrg^c^,
non divino, fed humano jure, tacita populorumconfenfwneindu6ium;Eckius
vero emdem Trimatum ad jus divinum , & ipjtus Chrifli ordmationem refe-
rebat . In hoc cardine omnis de Tontifice difputatio vertebatur : quem cauf^
liatum Eckjus initio dilucidis verbis propofuit, additis rationibus , & argu-
mentis , quibus fententiam fuam firmabat ; Lutherus autem non ita pridem
hbellum fcripferat de auBoritate Tontificis Bimani , quem fecum habuit ,
Mqua ex eo pleraque .-, qu£ contra Eckjum produxit, opinioni s fuie firma-
menta recitavit. E di quelto libro fi lunga menzione ilSandero, che da
eflbeftrafle gli argomenti, co quali Lutero ( benché malignamente, for- conferr
zofamente, e in un certo modo anche facrilegamente, come dalle di lui Lutero^ JerWi-
prove, che fi addurranno, fi vedrà ) dedufle, e provò la Primazia della '^^^^^^^ Pontifi.
Chiefa Romana, e l'autorità Pontificia della prima Sede del mondo : [d] d .und'^^rj! 'v!.
7<[on video, diceva in effo Lutero, quomodo fint excufati a [chifmatis rea- ^^^'g* ^^"««reh!*
tu , qui voluntati Dei contravenientes fefe à Bimani Tontificis au5ioritare
fubtrahurit» Ecce b<ec cji una prima mihunfuperabilis ratio y qua me fubjicit
Romano Tontificty & Trimatum ejus confiteri cogit . Secundaratio ejufdem Lit-
theriefi, quiacedendum potiùs att, juxtaChrifii pneceptum m 5. cap. Mat-
thai, adverfario, id eji Bimano Tontifici , ut ftbi cedatur exigenti , quàm ut
unitas , charitas y cl^ humilitas diffolvatur : ideò , inquit , non dubito peccare
eos , qui in difienftonem feje tradunt . Tertia Luther i ratio efl : fi propter
peccata nojìra nos Deus voluerit premere multis Trincipibus , ficut mVro-
yerhiis dicit Salomon , nunquid reftfiendum eft flagello Dei ^ Quarta Luthe*
ti ratto : ^pojìolus B^man. 13. dare afierit , nullam potefiatem nec effe
Quidem pofse nifi d Deo : Cìim autem Etmani Tontificis potefias jam fit ro-
hufiìffimè fiabdita, utvidemus, certe non oportet Dei ordiiattonemhanc im-
pugnare . Quinta Luthert ratio : Cum arbitremur , mquit , Bimani Tontifi-
cis potefiatem humano decreto flatutam , \^ ordinate Deo fic roboratam t
fine crimine non efì, juxta verba i. Tetri 2. qui fefe fua authoritate fubdu-
xcrit. Sexta Lutheri ratio h<ec efl : ^d hoc, mquit, facit unus ille confen-
fus omnium fiddium , qui hodiè fub Romano Tontiftce flint ì e fiegue , ^n pofji-
bili .
Leone X, ^ry^ Secolo XVI.
bile, inquh, eji, Chriflumnonejjeintertoti ac tantós Chriflianos i fi autem
ChrtjiHs tbiejì , & Chrifilam, Cum Chriflo , & Chrìflianis flandum eji in
quacumque re , qucc cantra Dei pr£ccpta non fuerit . H£c inquam ratio far-
tis eji, & infolubilis : & ex iis pofiuntalia multoe formar i, quìnb&c poteji
univerfa Scrìptura dici , qu^ ubique charitatem , humilitatem , unitatem
fpiritus, & timorem Dei commendai , non violandas epe prò ulla re mundi ,
nedum promìus Tontificatu, vel primatu, etìamfi fola jurebumanoeffetin-
ftitutus : hacLutherus, V^nc mibi perpendat prudens le^ior, foggmnge il
Sandero, hasratìones à Luthero in verbo Dei fundatasefie : perpendat mhi-
lominus eundem pofteà difcejjijje ab ejufdem \omani Tontificis , atqite adeò
totms Ecclejì£ mitate , atquc obedientia . Si pofteriora ejus fa6ia , & confi-
Ita magis alicui probantur ^ is anìmadvertat, Lutherumnon fuiffe pr^dìtum
fpiritu Dei eo tempore , quo fuum hoc fchifma ine ospiti nam idem Dei fpirìtus
nunquam duas res contrarla^ docet : Lutherus vero peji incboatum fchifma
fuum , docuit ifta duo , quòd non oportet fé à Romani Totitificis au6loritate^
fubtrahere, nam & hac ipfaejus verba funt; & quòd omninò oportet fé a
rimani Vontìficìs auSloritate , velut ab^ntichriflo ip/o, fubtrahere ; & hoc
pofterius faBo fuo confirmavit : ipfe enìm, qui fatebatur Bimani Tom ificis
potejiatem necejj'ariò efie à Deo, tamen illam ipfam poteflatem & contemp-
fit y & fcriptis fuis oppugnavit : imo eundem Vrìmatum à Diabolo funda-^
tum efie dixit. Si erravit Lutherus , cum diceret foedifmum crmen , imo
fchifmaticum crimen efse , ut quis Romani Tontificis Vrimatui refifteret ; idem
fciat , jam tunc eum , imo & biennio antea , fuas illas difputationes propofuif-
ft'.undeomnisy qux fecutaeflLutheranacongregatìo, & fe£ia origmem fuam
traxit. Lutheranai^iturharefis tunc fundata eji, cum fpiritus mendacii, ut
faltem pfeudoevangelici rem accipere coguntur , regnarci in Luthero. Quis
•però Trophetarum , & ^pojìolorum i/ìo modo in ìnitio fu£ pradicatìonis hxre-
fim f cripto publicèedidit, &ex verbo Dei confirmare conatuseft ? Quacum-
que mtur ftt vera fides , impojjìbile efl , dodirmam Lutheri à Spirìtu SanUo
mca-ptam , ac JìMlitam fuifse . Così il Sandero. Mi non in Lutero co-
ftante nelle aflerzioni, e confeflando egli allora la verità convinto dalle
ragioni, negolla apertamente poi vinto dalla paflione. Lungo hi (opra
^Paiuv.it.c.c. quello punto il dibattimento, che dal controverfifta [a] Hiftonco tutto
ftr toitim. minutamente fi rapporta , quale fé vorreflìmo noi capo per capo riferire ,
ci converrebbe teflere di una fola difputa una Hiftoria , tanto ella fu prolif-
fa , audente , & egualmente vituperofa per Lutero , e gloriofa per l'Echio .
Ne'medefimifentimentiegliandòcirca il Purgatorio, e circa la efficacia
b ccci. ìiid. delle Indulgenze : efopra?! primo [b] Dictt publicc. Ego qui credo forti-
ter, mò aufm dicere, few Turgatorium efse, facile perfuadeor , inScriptu-
confcffione di ris de CO fieri rnentionem, quemadmodum ìlludMatthai inducit Cregorius m
lurero , e drf dialozìs • "Non rewittitur ncque in hcc f acculo , nec in futuro : volcns pecca-
kKi^enL'!'" ta qLdamremitti in purgatorio, Udmitto& illud Machab. ii. Sanaa,&
« vumbnz. ìoc. jalubris cogitano prò dtfun&is exorare &c. , e fopra il fecondo , |. e J indul'
'*' ^emias fimpliciter Lutherus non rekcit, quin potiàsitadeclaravit afsertioiies
%as , ut quantum quidem ad rem ipfam pertinet , non multum dijjidere ab
Echio, imo ab Ecclcfu fvntentia videretur : abufus quofdam irreptitios, ^
opimones yuiiiminùs fanasutraque parsimprobavit. Cosi egli. IlCarlolta-
dio, prima fpetcacolo, e poi fpettatore infelice di quello congrcllo, n
ftaurò lacontefa, ecomech'eflb principiòlla, così parimente elio ehm-
der
'Capitolo II. X75 Leon*eX.
der la volle ] provocando l* Ecljiio all' afifcrzione dell' altra Herefia di
Lutero , Jujium in omni opere bono peccare . [ ^ ] Vir intrepidus , dice » ^{'iyn.tinn.iiis.
dell'Echio TAnnalifta, & infatkabilis bis duobm Hcereftctrchis , qui illum "'^'^''f^*
labore faltem , ft non argumentis , obrui volebant , animose rcjìitit , pro-
vando contro la conclufione Luterana, Ogni giufio peccare , non però in
ogni tempo.
Ma Lutero, che in quefta celebre difputazione di Lipfiatutt' altro ha- r ^P^rationi, e
, ,. r \t L r ■ r ■ ^ j i- rr > icmc» contrarli
veva detto di quanto lin allora naveva icritto, ieguito doppo dieilaatutt di Lutero alia fu»
altro fcrivere di quanto veniva pur allora di dire, fpargendoperlaGerma- «onfc'^ìon».
nia Libelli decantanti vittoria fopra l' inimico , e comprovanti le fue prime
Herefìe , e contro il Primato della Chiefa , eh' egli afferiva iftituito da' De-
creti/reófrfi^w/ de' Romani Pontefici, nati da quattrocento anniaddietro,
e contro l' arbitrio , e volontà Humana, voluta da lui negli atti buoni in nul-
la operatrice, mi fol ricevitrice della grazia, come potenza meramente '
pafliva , e contro il Purgatorio , da lui ò non ammeflb , ò malamente fpiega-
to , e finalmente contro le Indulgenze , rigettate come inefficaci,deluforie ,
e vane. Il Duca Giorgio ammonillo , e come follevatore degli HulTiti Bohe-
mi , e come reiVattore degli accordi tatti , ne' quali egli Ci eracomprgmeflb
di attendere fopra le dibattute queftioni li fentimenti delle due Accademie
di Parigi, e diErfordia, e ne fcriife all' Elettor Federico fuo Cugino con
termini molto preffanti , e contro Lutero , e contro i di lui ferirti . Mi Lute-
ro vago di comprovar la fua propofizione , che non propter Deum biSc rei
cceptaerat, neque propter Deum finir etur , precipitando da abilfo in abiflb,
-vomitò alte querele contra l'Echio, alte beftemmie contro Dio, &alte
ingiuriofe invetri ve contro i Theologi diLipfia, di Colonia, di Lovanio,
e di Parigi, che riprovarono la fua caufa, e ne \_b] condannarono le prò- b 1'/?^;^^^, e. 5.
pofizioni i e facendola da difperato , qual' eflb era , riempì tutta la Germa-
nia di dubieti , di lamenti, didilfenzioni, ediHerefie.
E qui per degnamente rappreientare , qual folle Lutero , e quali le fue Jie- Defcrir.ione orjr
refie, avanti che glifopragiungeffe la condanna da Roma, ci conviene uni- Jj!" rofèift ""''"
tamenteefporre di effe la contezza, acciò ben Ci comprenda e la malizia fcritteVaTutero
dell* Herefiarca , e la forza della Bolla , che foggiungeremo , di Leone, acciò ddUcondaifn°a''*
in due occhiate veggafi dal Lettore di faccia tutto colui, chetanti errori ^ '*^°" '""**
feminò nel Chriflianefimo , cioè in una, nel rimirarlo Heretico avanti la
Bolla , neir altra , doppo la Bolla con '1 aggiunta , e'I cumulo di quelle mol-
te beftemmie, eh' egli poi proferi, e fenile irritato, e diffamato dalla con-
danna . Efiendoche Lutero non tutta in una volta efpofe al publico del ^
Mondo la fua Herefia, ma con una ordinata difordinanza di fucceilìone ,
fecondo che glie fé ne porfe la congiuntura ò dalle difputazioni , che foften-
ne , ò dalle Prediche , che fece , ò da' libri , che divulgò , hora fuperbo , h ara
maligno , hora irritato , & hora irritante . Per proporzionatamente dunque
delineare quefta confufa machina di errori, noi ne habbiamofcelta l'ac-
cennata divifione , & all' Herefie , che di lui habbiamo fin hora riferite , ag-
giungeremo il Catalogo di tutte quelle, chelocoftituirono reo avanti la
Bolla, perdovernepoi nel difcorfo dell'Opera foggiungere le altre mol-
te , fra le quali egli morì fracido di corpo, di animo , e di coftumi . Per lo che
tralafciatelefinhoradanoi regiftrate nelle occafioni delle difpute, e de'
libri, da lui foftenute , ò divulgati i in un trattato, che egli [e ] com- ^ -^m.x,i3.
pofe contro li Scholaftici, rinvienfi afierita quefta propofizione; fu/ìus
Tomo ly. S ciiam
Leone X. ^rj^ Secolo XVI.
etiam inter bene operandum peccat : e nel libro degli atti di Augufla' contro
il Cari. Gaetano , aflerì, Thefaì4rmn I dulgentmrum effe menta Chrifti non
formaliter, & proprie t fedeff'e6iipè, &4mproprièy ijuia Tapanon datmer.i-
'ta^Chnfiij ìdefi per claves merito Chrifii Eccleftadonatas . vUM •^nnMrA
Li Frati Minori della ftretta Olfervanza nel Convento Juterboccaife ac-
a ^>,m iji?. cufarono [a] Lutero avanti il Vefcovo di Brandebiirgh di molte Herefie ,
quali egli tutte, anche con pompa di oftinazione, riconfermò in una con-
fo z,«ffc.o/'^nf*.i. tumeliofilfima lettera ad elfi fcritta: e gli errori furono li feguenti: [b]
J'i-H^' Deus pracepit bomini impoffibilia. Deus exigit à quolibet Cì^rifiianofummam
.perfe5iiotiem , &totum Evangelium, Tsljtlla funtcorjfìlta, fedomnia Evange-
lii funt prxcepta. Laico habenti authoritatem Scriptur.aplus ejì credendumt
quàm Tap^i qnàm Concilio y imo quàm Ecdtfu , Tetrmnon erat Vrinceps
^pojlolorum . Tapafolùm jure hummoejì Vicarius Chrifti .
Nella difputa poi di Lipfia fegnita nel medefimo anno , egli propofe
contro l'Echio qiiefle Heretichepropofizioni: In borio opere peccare-homi-
nem , & peccatum ventale non naturajuay fed Deimifericordia folùm effe ta-
le. InpucropoflBapcifmumpeccatfm remanensnegareyhoc efì Taulum 3 &
Chriflùm ftmul conculcare . Qui opus bomm , aut penitentiam , à peccato-
rum detc fìat ione ante dile^ionem jufinne incipi , me in co peccati afierit , hunc
Inter Telagianos Hxreticos numeramus . Deus mutat posnam aternam in tem-
poralem , cu]us Canones , aut Sacerdotes , nec fiatuendx , nec auferenda ha-
bent ullam poteftatem. Quilibet Sacerdosdebetiibfolverepanitentem àpoena ,
& culpa y aut peccat . Quod Deus à morituroplus quàmyoluntariam mortem
requiraty vamffima temeritate affmtur . T^leque quid fidcs, ncque quid ccn^
tritio y ncque quid liberum arbitrium fity ofieniitfe noff^e y qui liberum arhi-
trìum a&uumfive honorum y ftve maloram dominum ef^e balbutii y aut non fo-
la fide verbi quem jtijiificari , autfidem nontolli quolibet crimine fomniat . Me-
rita Ch^ifli i & San6torum efie thefaurum Jndulgentiarum , nemo nifi fxdus
adulatory extravagantes à yeritate y & fi6l^ qu^tdam Ecclefidi praxes , aut
ufus fìrnuknt . Dicere Indulgenttas efie honum Chrifitano , efl infanire ; funt
enim veri/fimè operis boni vitiumy & imprvbare Indidgentias debet Chriftia-
nus ob abufiim . Tapam poffe remittere omncm pcinam prò peccatis debìtam ,
hujusy & futura vit£y & qn od Indulgenti x proftnt non crimmofis y fomniant
fecurè indoli fjimi [ophifU . F^òmanam^Ecclefiam effe omnibus aliis fuperiorem ,
probatur ex frigidiffimis B^manorurn Tontificum Decretis intra quadringcntós
annosnatis; contra qu£ funt hifìorite appróbat£ mille y & cetitum annoruw y
e Fd.ì^i. textusScripmra Dipina y & Decretum ISlJcaniConcilii > [e] Certumejiy In-
ter articulos Joannis Hus y vd Bohemorum multos efje piane Chrifiiamfjimos y
& Evangelicos , quos nonpoffìi univerfalis Ecclefta damnare , velut die , 'M^n
efide necejjitate Jalutisy credere B^manam Ecclefiam cfie aliis fuperiorem: e
in detta difputa di Lipfia egli approvò quell'articolo dell'Hus: Tapalisdi-
gnitasàTapainolevit.
Conciltumpotefi errare: ma egli in altro luogo modifico quella propon-
a liid.fd.-i^-j. zione, dicendo, [d]Vt meo fcnfu loquary credo Conciliumy & Eccleftam
vunquam errare in' bis , qu<£ funt fidet , incaterisnan efi necefie non errare:
Trirnatus I{omaniTontifìcisnonefi jure Divina: ed egli nilTun' altro articolo
e Foi. 267. più ofiinatamente ditèfe , che quefto . [e] VetrusT?rimatum dumtaxat ho
* noris y non Trimatum potefiatis habuit fuper cateros ^pofìolos . [/] Divina
{f,i. z6S V scriptm-a tota prorfus nihii habet de Turgatorio .
^ . Circa
Capitolo II. X7^ Leone X.
Circa le Indulgenze j ben' egli confefsò , eflere fiate da fé chiamate , W-<
tiumoperisy non quòdftrttmaUj &noxì<s, fed quòdabufus ferverfus nocety
dum tale opus non facerenty nifi venia ejjent: & altre volte dilfe, non dover
elleno difpregiarfi , nifi contemptus inteltigatur hoc modo , quòd ìncomparabi-
liter meliorapofìumns eifdem expenfis facere , quibus Indulgenti^ redimuntur,
vel 'qudnt funt IndulgentitH ipf^ , Quare prerogativa mdioris non efi contem-
ptus detertoris .
Nelle rìfolw^^ioni i che Lutero publicò fopra le propofizioni difputate
inLipfia, egli aggiiinfe li feguenti errori: J^ullum efl peccatum natura fua
vehiale * Jid omnia damnabiUa : quòd autem venialiafunt , Dei gratine tribuen-
dum efl . Certum efl in manu Ecclefi£ , aut Vàp£ prorfus non efk articulosfidH
flatuere y imo nec Leges morum i feu bonorum opernm. Egli però contfeile
alla podedi Pontificia la facoltà non di (ìatuere , mi di dichiarare gli ar tico-^
li della Fede.
Quindi Lutero die alla luce una fpecialer//o/«:^/é>«É' intitolata f/É'jpof^y?^^^
Tapcej in cui tutta la queftione riduce, Utrum ne Tapatus jure dipino 'Bri"
matum habeat j itr if dizione ^ e dice in elib. Ego omnia admifì, qu£ ì^pmOn
noVonttfici bodic trihuuntur'. rem non nego, fa5io non contradico: feddeJH^
re ejus dtfputo , & fentió , quòd twn jure divino , fed decretis hominum ta^
Ha tribuantur .... Duplex efl Vrimatus y honoris i (jr pottflatts . Quod Te-
trus primus fuit in ordine , nemo negai . i<(am cì^ mter Cctrdinaks , Epifco-
pos , Sacerdotes , Dolores , Trincipes , etiamfi nullits alteri fubje^ius efli
tamen necejje efl in Conventu aliquem primo loco federe . Ita Tetrum fatemur
TrincipemlAp&flolorund, primum Eccleflamembrumy caput Collegii ^poflo^
liei, & alia qua de eo SS. Vatrcs dtxerunt * ^Iter autem Vrimatus potefla-
tis ìMnquamfuWPetrodatusi e neiriileflofentimentoeglià lungo fi ftendt?
nella Epiftola contro Girolamo Emfero , neli' Apologia contro Gio*
Echio, in cui difende, non edere erronei li feguenti articoli > benché dal
Coiicilio di Coftanza condannati, cioè, Tapa noneflimmedìatus Ficariut
Chrifli , & ^poflolorum .
TSlon efl de necejjitate falutis , credere l{omanam Eccleflam efle fuper
alias .
Tetrus non efl , nec fuit caput Ecclefu San5Ì£ Catholic^ .
Julius {ine revelatione ajjereret rationabiliter de fé, velde alio , quòd ef^
fet Ciiput EcelefliC particularis fm6Ì£ , vel E^manus Voutifex caput B^man^
Ecclefta,
Obedientia Eccleftaflica efl obedientia fecundum adinventionem Sacerdotuni
Eccleft£ prater expreffam auBoritatcm Sacra Scriptura . Nel medelìmo li-
bro egli difende, Confeffionem Sacramentalem non efie de jure divino: e che il fo-
lo, e nudo nome egli è reftato alla libertà dell'arbitrio, con quefta para-
gonanza , Sicut Civitas vaflata , vel collapfa Domus habet quidem nomen»
& titulum, quem priàs habutt, & poflertàs habebit , non tamen idem pO"
tefi , quàm priàs : ita liberum arbitrium : nega egli quivi però , havec
mai in alcun tempo /?w/j//am* rigettata la neceffiti delle buone opere, mi
folamente opera legis , qua noxia funt . Qual propofizione ella appoggia-
iì in quelle altre due , eh' egli haveva infegnate , Bona opera, qua extra
gratiam fimt , nihil effe , e , Soli jidei ftne operibus legis , juxta Vaulum*
tnbui ìuflitum . Ond^ per necelfaria conclufione Lutero deduceva ,
?<o« funt ncceQarta , imo Junt noxia opera legis cujufcumque . Scd n?r
S a cef-
Leone X. 2-76 Secolo XV I,
cefimaftmt , &falubm opera bona qu^cumque . Circa ia giùftifica:?.ione poi
iL„thto6eJ,t egli arrogantemente befìemmiava, dicendo, [a] Abraham fuitjujius fide, •
vvin,nb!'fo'L^-ìù antequamcognofceretur à Beo talis . Jgitur malè[conclHdit [b]JacobuSi quod
\!^ln\!l'c"z^^^' nuncdemum JMfiificatur fn pofiiftamobediemiam: per opera enim, tamquam
'*'"""' ' ' per frii&us co^nofcitur fìdes , &jnflitia; nonautem [equiturt ut Jacobus deli-
rat y igiturfrit6lusjujiificant: ftcut non fequkur, ego agnofco arborcmex fru-
Suy tgiturarborexfruBibusfitbona. Face[jant ìgitur è medio adverjani cum
fuojacobo , quem toties nobis objiciunt . Così T empio .
E quefto fi è dell' Herefie di Lutero il principio, che ben poteva co(H-
tiiire il termine ad ognimaffimoHerefiarca. A ciò iì aggiungeva una dia-
bolica finzione, concuiegli defiderò Tempre di comparir Cattolico , per
abbattere , come dice S. Gio. Chrifoftomo , più ficuramente , perche
traditoriamente , li Cattolici, [e] VjilUi res fic exterminat bonum , fieut
e s.h.chyifoji.fu- Qy^fiiatio : nammalumfubfpccie bonicelatum, dum non cognojcitm'y non co-
pnM.tn.7. J^ Il Nunzio Miltiz non defiftendo da nuove diligenze per la di lui con-
verlfone, doppoladifputadiLipfia, ricorfe all' opera de' Padri Agoftinia-
Nuovi effetti dd ni della Congregazione Alemanna , congregati allora in quelle parti in
la pertinacia, & Capitolo Generale. E potevafi ben eftinguere il hiocom quella Cala, ove
arroganza di Lu- ^j ^^^^(q ^ fg quel vil Frate foffe ftato da'fuoi Superiori melloinceppi, e
trattato , come almeno fi tratta con un femplice colpevole o di difubi-
dienzacommefla, ò di innocenza trafcurata : ma pui alto arcano difpo-
nendo per flagello della Chriftianitd diverfamente le cole ;, altro eftetto^
non forti la mediazione ^interpofta de Frati, che maggior arroganza nel
reo. Poich'egli riputandofi fuperiore alle potenze, & alla ragione della
d c.^prius i5ac. parte, hebbe ardimento [d] di fcrivere una nuova lettera al Pontehce,
offerendogli, come per mifericordia, le condizioni della pace [e\ Tor-
ccocU.inaEiis,& ^v golidiceva, BcatìffimeTater , none/i, qmd ullus pr^fumat, niji mala
i.r>fusLHthm. ^^i^^^'^^^ajore turbine caufam involvere: deinde leges interpretandi vùrbi Dei
non patior. Così egli, che di quelle offerte v antodi anche avanti il nuovo
Cefare Carlo Quinto, fcrivendogli [/] Tefle mea eonjcientia, ac ^ptimo-
^ ^'''''"" ' rum virorum judicio , non nifi E-pangelicar/i ventatem fludui eviUgare cjdverjns
fuperjiitiojas bumana traditionis opmiones, proptcr quod tertius f^m finitiir
ferme anmis , ex quo patior fine fine iras , contumelias , per nula , & quid-
quid pohunt mali excogitare : frufira veniam peto , frujiraftlcntmm afferò,
frufira pacis conditiones propono , frujira erudiri meliora pofuno ; e conieguen-
temente proteflandoh ampiamente per tuttala Germania con paroie hi-
oocrite, e cuor di Diavolo [?] 'He hocquidem premorì y quòd me fapenu-
rMS:;!"^""^'" mero, &multifariam obtulerm (m filius fupplex , & obedwns Sana.^ Ec>
clefUCatholica, qualis, Deo optimo maximo adiutore, mori volo ) tacittt-
rum, fi per meos adverfarios liceat, omnium univerfitatum non fujpettartira
€09nitionem, &fententiampafìmuYn. Cosìegli. NèàLutero, che m feco..
m"e in gran cloaca raccolfe tutte le immondezze de' trafcorh Hereliarchi ,
mancò quel peflilente ,& ingannevole puzzore, che qual velenofo hato ren-
de ftupido il vicino, e poi morto: {h]lpfcLutherus,àìCtd\\m\ Ulember-
h vumbng. e. i. ^^^ ^ J^^.j.^ quadam calliditatc multar um animos fibi adjunxit , dum Lcdcji^ \q-
wame , cr Tctnificisjudiaofejuaque omniajubmitteret,fmulatèquidcm,qmn-^
admodìiw pojìjatis apparuit : at ita t amen, ut confilia eorum, zd quos hHJus cauf^
cornino oertit,ebai,h<ererint,& ob barn i p fi usfubmi(fionem fu f pender entnr. Ujusi
cjt&allzquadamfraude, quam Cajetanus Cardinalis ^ugujìa m ejHiaUmk:
Capitolo IL ^77 ^^omeX.
•bus dcprehendìt. Sturgeretur prejjìks, protefiabatur fcea, qua aliena erant
à recepii s in Ecclefta dogmatibus y inquirenda veritatis grafia , non afferendi
animo propofuiffe ; inconcionibusveròadpopHlum& alibi j ubi applaufumin-
-pcnit , eadem ipfa conflanter afjeruit , yelut ipfam -peritatem , Hac flropha
fufpenditmultorumanimos, & Trine ipifuoy aliifquenonpaucisimpofuìt; ta-
rnetft poli ubi fatis accrevit virium , jamque occupati fuemnt Cermanorum anì-
fniyabìecit larvam hanc , omijfifque hujufmodiìmpofturis apertum bellumgefjìt .
Così r Ulembergio dell' empio y e non mai più empio , che allora , quan-
do adefcando gli animi con le parole operava qiial disperato co' fatti, &
aggiungendo Herefie ad Herefie, contumelie d contumelie, e facendola
[a] d'indi in poi da Hereticopiù tofto difperato, che publico, meditò
di paflar nella Bohemia per far ò fetta , ò capo agli Huffiti , e con la unio- * *^''"* '^*°'
ne de' mifcredenti rendere pili vigorofa, e forte la fua fazione. Màio dif-
fuafero dal configlio molti nobili della Franconia , e più di tutti Francefco
Sichingen , Cavalier valorofo in arme , che ne torbidi della Religione
procacciava avvantaggio di flato, Ulderico Hutten, Silveftro Schamtu-
burgh, e tutti gli adherenti di Erafmo, promettendo à lui il patrocinio
delle fpade, e il più potente delle penne, e premettendo unitamente tut-
ti, come Araldi della gran guerra, la publicazione di giocofi Libelli, di u 'd^dplhu nei
maligne fatire , e di efecrabili ditterii contro gli Ecclefiaftici , de' quali citrocau(a dell'
già era nella Germania ( e Dio voleffe , che dir non fi potefle ancora, tuo- deiiTHeSrdi
ri della Germania J fcandalofo il vivere, e fregolata la difciplina; onde Lutero.
le parole acquiftando merito, e fede da' fatti, fovvertivano Laici, e ren-
devano odiofo al Principato il Sacerdozio [b] Hoc , dice lo Stenchio,
hanc hxrefimapudGermanos fufcitafìecreditur, multtplices fcilicet corrupte-
Uy quas fceleratiy & imperiti Sacerdotes repererunt; e il Surio [e] ^ia b ^ugufl.Stenck.
multa erant in Clero vitia , quem ille apudLaicos ( nempe Lutberu^ ) tn odium , ''^- *; „ . .
& invidiam adducere omnibus modis conabatur , ea fumma animi acerbitate 'coJlìlent. '"^"*^ '"
omnibus propalare y mirèexaggerarey &impudemer multa fingendo in vulgus
fpargere ftuduit : & certe brevi ille multis id effecit locis , ut Clems omuis
non alto y quàm luporum loco, apud Laicos pafjìm habitus fif, adeòutpaffim
in fuis domibus Tontifices j Sacerdotes, Monachos, Luporum forma , Ó'Jpe-
cìe depmgicurarinty & incredibili odio y atque contemptu profecuti fint , Et
fuit id quidem ven/Jimum y Clerum multis abominandisfcaterevitiis y quicum
nulla Tralatorum feveritate cafligarentur y permijit pr^epotens Deus y bujus
importuni y & improbi ^pojiata conatus non inanes habere fuccejJuSy Cleriim-
que infummum venire contemptum , ut vel (te tandem reftpifcerent ; atque uti-
nam vel fola vexatio dediffet intelle£fum auditui. Così egli . Il Vefcovo di
[d] Mifnia con pronto zelo, e publicato Decreto prohibìle fcritture, e ^ ^'^wt.f.j./it/-
libri fin' allora divulgati di Lutero, per difcreditarne almeno la compofi-^' "^^ .^
zione, e l'Autore: e fatto gli venne di alienare da lui alcuni Principi della
Sailonia, onde prefe Lutero l'accennato partito di partirli da quella Pro-
vincia, e far fua ritirata, e nido nella Bohemia: ma vedendofi poiegliafli-
ftito inopinatamente da un cumulo grande di nuovi Magnati, in Vvittem-
bergafermoflì, d'ondefuonò l'infaufìa tromba della mortai guerra, che
prefcntemente ancora dura, & arde nel Chriltianefimo. Haaenus[e] qui- tiimUiUru
demy fiegue il citato Ulembergio, Lutherus fpargendis in vulgus tbefibus y
conciombus , alitfque varii generis tra6latibus hoc unum egifie videtur , ut
influeret mammos hominitm . Ubi vero rem^ò dedu5lam vidit, ut favor Ma-
Tomo IF. Ss gna-
Leone X. ^.78 ^^(^olo XVI.
gnatum quorundam , àc Trocerum nobilitatisfludìum , & inclìnatìo , doBorum
quorumdam virorum acceffìo, mi bonarum artiitm , & linguarum Jiudiis fa-pe-
banty d'emumapplaufuspromijcH£multitudinisfelicem cauft fuccefjum polli-
cerentur, prodtit tandem anno i^io. & m puhlicumreferreccspìt arcanum ìl-
lud y quod nebula protefìationum quarundam , & humilitatis , ac fubmijjio'
nis vtlamtnete6iumhci&efìùsoccultarat. Così egli. E quello rivelato arca-
pSco^d1T.Ke° no fu im libro dereformationey ch'egli prefentò al nuovo, e giovane Ce-
ro, e fuopubiica- fare Carlo Qiiinto , & alla nobiltà tutta Tedefca nella nativa lìngua Tede-
formatiTue! '' fca, acciò pìù mfenfibilmente , facilmente, e connaturalmente ne pene-
trafle ne' Lettori per gli occhi al cuore il veleno . Per efporre al Mondo ve-
nerabile queftofuo diabolico volume, nel principio di ogni pagina di ef-
fo egli prop.ofe in caratteri grandi l'adorato nome di Giesù, ut omnia a
i%^y>,. an.'is^o. spiritu Chrifii [a] fuggeflUy mque optimum finem tendere viderentur . (^i-
„. i4w»/Nf. yj Lincerò ripofel'eftratto di ogni antica, e nuova Herefia contro il Ponti-
ficato Romano , riproponendo gli errori da noi à lungo defcritti del Mar-
^^'xx'^Tom''' ^^^^^' [ ^ ] edeljanduno, i cuiìibri il maligno riportò alla luce dalle te-
flg.^óó. '*°'"'^' nebre della oblivione, rivefleiido i dannati fofifmi con mendicati raggiri
di eftortefacrileghe afìferzioni, per rendere eguali in dignità, epoteìlàli
G cocu.inaais,& fanciulli, li laici, e le femmine, ai Sacerdoti, ai Vefcovi, alliPapi [e]
fcriptii Luther. "^QnefieyContendebat y riferifce il Coeleo, Inter Laicosy Clertfcofque dijferen-
tiam, prMerquam in officio y cum per Baptifrnum omnes confecremur in Sacer-
dotes y adeò ut unufquijque , qui ex Baptifmo repferit , pojjit ja6iare fé jam
Tresbyterum y Epifcopum, & Tapam ejje. Contro la quale Herefia a lun-
d To.EMHUom.4 go allora [d] fcrilfero litrègran Giovanni, cioè l'Echio, il Fabro , &
hom.62. de Sano jipjfcheio, ribattendo eglino con invincibili argomenti le arguzie inette
^'"'""'e, di Lutero. Mi da quello errore ne nacquero altri due, da' quali nederi-
/». Faberjn 0|^- varono infiniti cou iufinitc calamità tanto fpirituali nella perdizione delle
Mif/''^"''" anime y quanto temporali nella deftruzzione de' ftati , e de' corpi. Efl'en-
irhl tts co,-^^ che dall' afferzione Luterana , che il Reale, e Sacro Sacerdozio devo-
gr)r^l ' '*^'" ""' luto folfe ad ogni huomo della plebe Chriftiana, quindi provenne, che
Hentìe in eiib ^^^^^ indifferentemente Laici confacravano il pane, e fi offerivano fcam-
comcnute. bicvolmcnte in adorazione d' Idolatria la non confacrata Eucharifìiia,
e riputandofi indifferentemente tutti non fol Sacerdoti, ma Rè, fol per-
che Chriftiani, fi urtarono (cambievolmente tutti in oftinatiflìme, e fe-
roci guerre , che fconvolfero il Principato politico della Germania,
e cecujbid. 'primum [e] Lutherus fubjecit , foggi unge il citato Coeleo , in r e forma-
tione illa Tapam y & Epifcopos gladio €<:efaris: deinde ademit Tap^e au£iori-
tatem tum mterpretandi Scripturam Sacram , tum mdiccndi Concilium Gene-
rale; qmbusv^irk& fcriptmarum y Ó" rationum fuco probatis y capitin mo-
res y ó' pratic^is P^manix.CurÌ£ acerrime invehi y figillatim taxans omnia, dr
per calumnias cunSla in majus adaugins : excUmabat igitur y ìndignum efie y
utTapa triphcemgejìet coronam y cum Summi J{eges unicam gerant y eum efse
non exaitati, fedCrucifixiChrifìi Ficariumy Cardinalcscjusefteinutilem y imo
permctofum populumy quiltaliam, dr Gcrmaniam exugity ex familia Tapa
cen'-efimam partem rctincndam y nonagmtanovem partes ex illa abolendas ejk ,
toUendas ^matas y & rnenfes Tapales, abiiciendas Epifcoporum confirma-
tionesy & ..4nhiepifcoporum pallia y djmum Datarii ejsc Lupanar Juper om-
nia Lupanaria, Tap^nihil juris competere ad J{tgnum l^apoliSy & Sicilì^e,
yim , & praaam efje omnia , qua poffidet , I^omanam excommunicatwnem
fimul
Capitolo II, zrjg Leone X.
fimulcumliterìs, & (ìgillìs in frigidum ducendam balneum, jus Canonicum a
prima literatifque adnovijjìmam funditus delcndum, prxfenim vero Decreta-
tesi & acciochè alla empietà delle parole pL'ontamcnte accorrefle la cor- fh^^f"f^^^t'^r^""'d(
roborazione de'fatti , intraprefe il Sacrilego un non più udito attentato a,uoUcorpo'dei
di abbruggiar, comefegiiì, fuori delle mura di Vittemberga coninvito di iuscanouuo.
aftanti, & accompagnamento di feguaci tutto il corpo del jus Canonico,
dicendo nel gittarlo, eh' eflb fece fopra il fuoco, quefte parole [a] Quia, ^ yie,„(,erg.f.^.
conturbajit ScmElum Domini, Deus te conjumat in igne ^eterno , [b] Scilicet Lu- b i{aynMn. 1520.
therusfceleiìiijìmus, gloflal' Annalisa, quipalamadnlteria, incejìay & [cor- "«'"•'^'
tationesconfulity ipfo ]udice fiiit San5liis Domini conturbatus in Sacris Canoni-
bus à ChriflOi ^pojìolisj & San6iis Tatribus , d quibus ejus dottrina impia
damnatur; & folidSacros Canones continentia , acdocentia, qua fit vera fcri-
pturay igne s £ terno spaj^ur a Junt, acnonipfe flammis exurcndus fempiternis.
E il male fcritto comprovato co'l peffimo fucceffo , fiì l' uno , e l' altro da
lui rattificato, laudato, & approvato per ottimamente fcritto, e fatto
per mezzo della publicazione di un nuovo libro, in cui confermata, co-
me giuftaj la fua rifoluzione ài haver confegnato il )us Canonico alla vo- T.-enta articoli ili
racitd, & improperio delle fiamme, raccolfe da eifo in trénta articoli, Lutero.
come un Catalogo ài quella mala dottrina , eh' egli diceva racchiuder-
fi ne' due volumi de* Decreti compilati daGraziano> ne' cinque Libri dell*
Epiftole Decretali , nd tefto di effe , e nelle Clementine , & lìiìnravaganti i
provando con que' trenta articoli* quanto quel venerato volumedoveire
rimanere in abominazione à tutto il Mondo, reftringendo quindi tutto V
alfunto della fua diabclica calunnia nella fuppofi^ione, che in bis j & hu-
jufmodi articulis ( Ibno fue parole; inferite iriquelfuo libro ^ quorum inmi-
merahiliter piures funty omnes tamen eò tendentes, ut "Papà Jìt & Deo, &"
omnibus hóminibus fuperior , c^ ipfe folus nemini mortaliuni , fed ipft omnes
etiam Deus , & angeli fmt fubjè^i: ut Vdpa Difcipult dicmt, Tapam efie_
rem mirabilem y nonejjeDeum, & non cfk hominem y fortajjis Diabolum, &
Satbanam ipjum ; efiegue, Summa fummarum totiusjuris Canonici hacejì:
Tapa eJiDeusin terrisy fuperior omnibus coclejiibusy terrenis, fpirituàlibus ,
& f.uularibus y & omnia Tap.t junt propria y cui nemo audeat dicere y quid
facisi Così Lutero deljus Canonico , e de' Papi. Ma contro di lui così > , ^ ,
con nooile, e pronta invettiva il C;;tarino [ e J Vere jumma jummarum ap^:i cocUum in
omnium tuarum fiultitiarumhiec efi, quia non fimi: y nifi calurmn£ y & men- fi\li f^ ^"''^"*
dacia manifeflay quibus refponderc finhiffimum ejjet: nam fi biCC perjuadeas
etiam citraullam contradi^ionem turbi£ tmc y nihii profc6lo tam abfonumy at- {Riprovati da pa-
que abfurdum fuperejì, quod perfuadere non pofjìs . Qui enim pojfit crederei rechi Dolori
quòd in Decretis dicatur , Tapam effe fipra Deum , aut fupra Scripturam y ^■*"''^^<^''
autfnper omnia ccelejtia ? qu£ iftam crudeliffimam blafphemiam pojfmt recipe-
re pia aurcs y quòd Tapatus fit ^egimen Jkntichnfii ? Tot Santli igitur tam
probati in regimine ^ncichrijii prafuerc , Gregorius , Leo , atque Majores
pieni fc lentia y & Spiritu Dei^ 0 mundum vere pofttum in maligno ! non jam
in Tapa perfonam y aut mores malos , fed in ojficium , fed in majefiatem a
Dco pofttam y ac immobiliter fundatam fcrpens malignijfimus venenum ejfun-
dit y O" tnfdtat ! Cosi Ambrogio Polito detto il Catarino, il quale; di gii •
Ili Cinque libri bave va difkfa una lunga confutazione degli errori di Lutero
[d] Imomoy come di lui dice con mericato elogio il Pallavicino, difom- ^ p^iuv. w. ij.
ma riputaT^ione.nefuoi anni, di minore ncllv fue opere, forfè non favorito in f-8.«.s.
S 4 #
Leone X. ^go ^^^^olo XVI.
cj]e dalC univerj'd ejiìma'^ioiie altrNÌ, per eh' egli in ejìe meno fi imo l' univer-
[al opinione altrui. Ma nelle conte fé con gli Eretici, e nelle [un'aio ni delCoU''
alio non ftì egli inferiore d' applaufo à -permo de' Coetanei, ò de' Colleghi. Fiì
egli di Patria Senefe, gran Dottore nella Civile, e Canonica Ragione, e
a K;rf^?;.if.^.'fv. per contrariate opinioni celebre [a] nella Religione Domenicana, di cui
i1i%!t'J'^''"^^''' ìàprokihvQy e dalla quale tu da Giulio Terzo una volta fuo Difcepolo,
aliunto prima al Vefcovado di Minori, e poi all' Arcivcfcovado di fon-
fa, Chiefe ambedue eiiìftenti nel Regno di Napoli. Màio Suizzero Gio:
Fabri Tempre à fé collante nella difefa della Religione Cattolica contro
Lutero, individualmente confutò ad uno ad uno tutti li trenta articoli Lu-
i> ìunc-uide apud tetani, e prefentonne [b'\ un' erudito Commentano al fucceilbr di Leo-
T{^in. 4n«. »52o. Hc HadrianoScfto , rimproverando l'Heretico non tanto di maifima ma-
n.i'i.vfeq. lizia, quanto di maflìma ignoranza nella perverfione, ch'egli ra de' Tefti
Canonici [ e ] Miror mi Luthere, dicegli il Fabri, qui Santinlus diceris,
iJ^r.^nd'ìT^rfì. & P^ltgiofulus haberi cupis , cur non vereris hìc Tontificibus tamamfacere
utium Lutimi, injuriamì & altrove contro lui, allor quando dilTapprovando egli li voti
• r r Religiofi erafi già fcagliato contro li prohibiticonjugii de' Sacerdoti [i/]
IrfiS.' ' InJMjiiJJimè Tontificem facere contendis , qui Sacerdotibus , ne ducant nxores,
prohibuerit . Hoc opus, hic labore fi. 0 qmt vefpas ! ò quot vefpertili&nes [
' quot ciniphes , bruchos , fcarabaos atquc crabones is excttaverit , qui Su-
cerdottbus uxores nonefle permittendas affeveraverit ! totam fornicatorum fa-
mtlia commovebitur . Scio, mi Luthere , hac re una te multorum hominum
faporesO' aucupatum , & lucratum ejie; unde Camarinam non mediocrem is
mover tt, quotufquifque m adverfum pugnarit : nec me latet, quòd habes tu<z
blanduU fententt£ propugnatores acerrimos. Così il Fabri, che con degna
comparazione di Lutero conchiude. Ingenue dicere pojjem in hac , & mul-
nis rebus, te Mahumeticis SeBatoribus efie impuriorem, ne dicam pejorem :
fi quidemilli Turgatorium ejìe credunt ; tu vera tollcre videris: viros mulie-
ribus praeffe dicunt', tu vero aquales reddts: in capitibus ^Ichorani decimas
fclvijubent; tu vero tollis. De juramentis, ac votisita flatuit Mahumelus,
utilla onininò fervare velit; tu vero perjuros , & Sacerdotes , c5" Monachos
etiam impune connubio jungis : & mille funt illius genera i ut de B. yirgine ,
ac tuis aftertionibus contraria , qua , fi velim , tibi recenfere po(iem , in qiù-
bus Sergius Monacbus, ac 'ì^jionanus excommunicatus Mabumeti prxcepto-
res, honefiiorafuoDifcipulo fugefkrmt , quàm tunobis in Ecclefia Sanala ali-
quando tradideris; &fic velini nolimfatericogor, quòd mmultis major efiM-
choranipuritas , religio, ac pietas , quàm nova tua, ac tuorum doccat Chri-
. ftianalibertas; & in'altro luogo, [e] Hxc ejì Jumma totius tua tragadix ,
^Ldi^"" utVontificemnon tantum è Sede dejicias, fed & jugules , & Sacerdotes ipfos
Bei Minifirosnontantitm in aneum bovemmugientem, velut alter Thalaris,
rejicias, fedutlanientur , &miferrimètructdcntur, ac confodiantur . Et mi-
ror, jtibquopraceptore hoc ipjt didiceris, quìTontificern B^omanum appelles
^Antiihriftum , Judam , Tyrannum, Luàferum , ac ipCiffirnum Sathanam tu-
tte svoces . l^on te hocChriflus docuit: noneflhcec quidem Vaulina modefiia.
€ Ltvit, IO. 'ì^on legifit quod feriptum e(i de Sacerdote etiam minori : Sit [f] SanClus , qui^i
ego San6iusfum i Così egli *
Dalla riprovazione della Canonica R agione , come di male in peggio Li^
Sn7ro° ii' V a" terofi avanzòallariprovazionede'Sacranìentinon folamente con efecra-
mzàlì, ' '*"^' bilità ài mallìme, raà con traboccamento eziandio di vitupesrofiflìme pa-
role 3
Capitolo IL ^8I Leone X.
role, pretendendo egli non tanto di elier empio, quanto di far pompa
della fiia empietà. Qu^S'^^^^N"^» ^^^ "^'l^ difputazione di Lipfiahave'
va mollrato horrore dello Scifma, edell'Herefie di Vviccletf, cdcU'Hiis ,
pentitofi del Tuo ben fatto , richiefe agli Huffiti Bohemi li libri di quel loro
Hcrelìarca, e da eill raccolto ogni peltilente errore, tutti gl'inferi in un gf^o ubro./.r^-
nuovolibro, ch'egli compofe contro li fecte Sacramenti iftituiti da Chri- privitAte BaOyio-
fto, prefìggendoli il titolo, DeCaptipitate Baby Ionica Ecclefix pr^tludimn "'"'•
Martini Lutberi. In quello fuo compendio di ogni Herefia egli eCukò , e
ripofe alle ftelle gli HereticiHuiììti, e li Greci Scifmatici, perch' eglino
feparati fi erano dalla Chiefa Cattolica; e difcendendo quindi à parlare de*
Sacramenti [a] Minimeli y dice l'Ulembergio, quàmfcsdètumultiicturbo- iVUmbai.c.s*
mx) vertiginofus , & fpirituenorisebriusinhoc Libello \ Trincipio tri-it^intum
Sacramenta 3 in fine duo y in medio unum y fidem fcilicct, & duo Sacramenta-
lia ftgna ponit . E (ìegue di lui il citato Autore, Interim velut [ b ] ^-^^p^^'- b ó-f^/^f/M <y?r/,y-
CHS omnia furfum, deorfum volvit, & difputat : fiij'penJHm tcnet Le^ioris of.phka ijtutdam
animuraj nec qiiidquam certum de Sacramentorum numero definii. Dcmdc i'^ii'liffil^J^,Yl'&
repetit ca quoque, qitje de Sacerdotio in anteriore libello dixerat , prolixiàs : ^'-ntam aUos opp^-
idem tncnlcansy nullum in Ecclefia Sacerdotium ejfe pr^ter unicum ijUid fpi- w'^'i/rr, '«rV/i
rituale y quod bapti':!^ati$ omnibus ejì commune . Stiki^ngit & aliud quip- CeUiamiiù.u.c.s.
piam , qiiod in priore [cripto velut intempejìivum jìUdiosè difjimulaverat ,
■proferendum tamen fuo tempore y quemadmodum nutu tum quidem infÌHHabaty
nullum ftilicetin Eucbarijiia Sacri ficium agnofcendum , Ejì & illud obferva-
tu dignum , quòd [ub initmm hujus pr^eludii Babylonici voluijfe fé dicithoc confutaiioiie di
uno fcrtpto refpondere advcrfariis in univerfum omnibus y quos deinceps pr^- eiie.
venturum fé miratur , ut dum illi de una quadam h^refi ex [e nata trium-
phant y ipfe novam interim aliam parturiat. In fine ver òrumurem ait ad fé
deLuum de Vontificis Decreto quodam in Germania brevi publicando y quo
•pel ad revocandos errores cogcndus fit , vel h^reticus declarandus : hoc fi
veritm (ìty velie fé dicity ut hic libellus prima pars habeatur ifiius repoca-
tionis y alterum jfe propediem editurum, talem certe y qudem ba^enàs Z^-
?nana Sedes nec viderit uaquam , nec audiverit . H£c Lutherus , qui Jane ,
quod de novis h<.neftbus parturiendis minatur , in eo fidem minime fefellit .
Così l'Autor della di lui vita. L'Echio annumera parimente l'altro malll-
mo errore i''.culcato da Lutero in quel libro, che niun peccato può com-
metterfì dall'huomo fedele , mentre fedelmente egli creda alle parole , e di-
vine promelTe del Battefimo, e pur ch'egli non pecchi d'infedeltà: [e] 0 e loEch. um.tu
crudeiuatemì efclama qui l'ardente Echio, 0 infignem truculentiffimi ijìius 'i^ ^"''pt'fmo»
animicidj& carnificinam [ aut cur tandem dixerit Dominus : Si vis ingre-
di ad vitam , ferva mandata ? quid fibi voluerit Taulus dicens : Modicum
fermentum totam maftam corrumpit ? manifejia funtentm opera carnis , qu^e
funtfoniicatioy immunditia, impudicitiay luxuriiCy ira y rixa , invidia y bo-
?nicidiay ebrietatesy comeffationesj & iis fimilia, qua predico vobis , ficut
pradixi; quoniam qui taliaagunt y regnum Deinonconjequentur . Ita & Sa- l,
picns alt: Fiapeccantium complanata lapidibus y & in finem illorum inferi y
0" tenebra , & pcena . Ita E'^ecbiel quoque % Si averterli , inquit , fé jujius à ^:
juflttiafuay omncsjufliria ejus y quasfeceraty nonrecordabuntur: & impius
ifie, atque adeò Sicidis tyrannts omnibus immanior Lutberus affirmare audet t
Omnia etiam peccata nibil nocere , modo quis credat . Errori buie omnes utrì-
ìifque tejiamenti Scripturx per diametntm advcrfamur . Sapiens inquit de
hmi-
Leone X. ^.S^ '^^^olo XV L
homìne peccatore: Morietur, quia.non habuit difcìplinant: non de fide iàrl-
tum loquitur ; quot enim Chriftianorum millia, damnantur , nihil juvante
eos baptifmo ? Diabolicum autem erroris hujus inventum efi , ipftfque adeò
diXmoncs virus tfiiiis hxrefts per Lutherttm cvomuerunt in detrimentum pce-
nitemìa y confejjìonìs i fatisfacìionìs , aliorumque operum honorum > quacipfc
erat aboliturus in hod ut plurium hominumprocuraret damnatwnem . Così
l'Echio. Mi di quanti efecrabili errori folle ripieno quefto Babilonico , e
nioftriiofo libro, con maggior diftinzione ci convien epilogarne il conte-
nuto con la enuiiierazione dell'Herefie, che in efl'o fi rinvengono regiftra-
&\''o»UoT''"'""' ' te nei tenore, e forma, che fiegue . [ ^ ] 'Hpn èpe feptern Sacramenta ,
& tantum tria prò tempore ponenda, Baptìfmumf Tcsnitentiam , Tanem-.c^jr
Herefìe contenn. h£c omria per F^omanam Cùriam in miferabilem captivìtatem duBa , Quam-
tenriJibroaccen quam , jinfu Scriptura loqui velit , nonntft unum Sacramentum Jit , & trio,
Diro ut Lutero. jlgnaSdcramsKtalìa. In Jiltari verum panem , verumque -pinum abfque h£-
rejl credi pojje . Tranfubjìantiationem nulla Scriptura, nulla rat ione nifi .•
Eccleftam ultra milk ducentos annos re£Ìè credidrffe , nec ufquam de ifla
tranfuhfiard tati Glie ( portento/o fcilicet vocabulo , & fomnio ) memini[ie
SanèlosTatres, dcneccoepìt^rifìotelis fimulata Tbilofopbìa in Écclefia graf-
fai: . Impiijjimu?!ì ejìe illum abufum , quo fa6ium e/i, ut fere nihil fit hodie
inEcclefìareceptiuSy ac magit perfuafum -, quàm Mifiam effe opus bonum ,■
C^ fac' ijicium . Epangelium non fmere Miffam ejje facrificruni . Manife-
flmìiy & impiumerroremefiey Miffam prò peccatisi prò fatisfa^ionibus , prò
defurSis, aut quibufcumquenecefjitatibus fuiSy vel aliorum offerrCy feu ap^
pticare . Mìfiam fecundàrn fubjìantiam juam nihil almd effe , quàm verba
Chnfùy Accipite, Scv:id.uò\.K2itc, feuChriftì promijjìonem . ^d Miffam di-
gnè habendam aluiànonrequiriy qudmfidem, qu£ huic promifjioni fideliter
ìiitatur . Tericulofum errorem efie y quo pcsnitentia fecunda poft naufragi um
tabula creditm-y &dicitur. Terniciojum errorem efie y putare per peccatum
excidiffe vim haptifmì . Eaptifmum efie Vcenitcntiam . Tromiffionem dtvi-
nam y quadicit. Qui crediderit, &baptizatus fnerit, falvuserit ^ ftcob-
fervandam j ut prorfus non dubitemus nos effe falvos y poflquam fumus bapti-
T^ati: nam nifihxc adftt, aut paretur fides y nihil prodejìe baptifmum ,- imo
obejsey non folumtumy cum fufcipitur y fedtoto pò/i tempere vit^ . Impièaf-
feritur y quòd Sacramenta ftgna fmt efficacia grati£ i nifi hoc Vìodo efficacia,
dtcantury quòd fi ad fit fides indubitata y certiffimè , & effìcaciffimè gratiam
canferant. l^lunquam irritiim fieri baptifraum , donec bapti'^tus dejperans ,
Tcdiread fnluteranolucrit . BaptÌT^atum y etiam volentemy nonpofìe perdere
falutem fiiamquantifcumquepeccatis y mfi nolit credere . TS^eque Tapam , nc-
que Epifcopum y neque ullum hornmum y habere jus Miius fyllabie conflituen-
diC fiìper Chrifiianum hominem , nifi id fiat ejufdem confenfu : quicquid alt-
ter fit y tyrannico fpiritu fieri . Ecdefi^ legibus veram Ecclefia libertatéfn
non modo captivarìy fed pejiumdari penitùs . Chrifiunis nihil ullo jure pò fé
mponilcg:im y (he ab homi ne , fiveab jtnpelis , nifi quantum volunt . ?s(«/-
lam Vytmp libiti am legibus ftluner adiìiihsjìrari . Orationes , jejmia , dc-
Toticnes y CT quacuniqiietii,.deìnVapainum'perfis fuis Decretis y tam multis y
quàm iniquis Jiatuit y & cxtgit y prorfus millo jure ftatuere , aut exigere ,
pL'ccareque in Ecclcfi^ libertatcm . Vota prorjus omnia toUenda , atque -pi-
tanday fivc fini lyeligiùnuni y five percgrinacioììumy five quorunicumque ope-
rnniy C>^ manenditm in libertate bapiifmi^ Deus ulturus ingratinHlincm , .dr
fupcìc-
Capitolo IL 2,83 Leone X.
fuperhiamvotàrìorum , facit, ut vota fua non fervente àut cum ingenti labo-
re fervent . yotum efl lex qimdam caremonìalis , e^ humana traditio , feu
prafumptìo, à qua Ecclefta per bapttfmum liberata eli . Chrifiianus nulli
legi additimeli y nifi Divina. Vota nullum habent in Scripturis teflimonìum ,
eJr exemplum j Fìdetque , & Baptifmo detrahunt . Opera quantumlibet Ja-
era, & ardua I{eligioforum , & Sacerdotum, in oculis Dei prorfus mìni di-
jiant ab operibus ruflici in agro hborantis y aut mulieris in domo fua curan-
tìs. Sivotum difpenfart potefly quilibct Frater cum proximOy & ip fé fé cum
difpenfare potefl. Sm difpenrarep- oximusnon poteft y nullo jureTapa potefi .
Matrimonium non dirtmitur , ft con'^ugum alter altero invito Monafierium
ingrediatur , nondum confumato matrimonio . "ìs^ecefie non effe occulta pec-
cata confìteri Trxlato , aut Sacerdoti ; fed fumicene , ut Frater Fratri confì^
teatur. Eum efìeà peccatis fuis occultis abfolutum y quifquis five fpontè con-
fefius y live correptus y ventam petierit y & emendaverit coram quovis pri-
vatim Fratre . Omnibus , & (ìnguHs Chriflianis di£ìum effe , Quodcumque
ligaveriàs fuper terram , ligatum erit & in coelis : & quodcumque folverv-
tis fuper terram , erit folutum & in coelts . Tontifices , &" Epifcopos non
habere jus refervandt fibì cafus . Circumfianttas peccatorum y cum matri-
bus y fìliabus , fororibus , affinibus , locorum , temporum , dic.rum , perfo-
narumy elìe peniptus contemnendas , ^Apud ChrilUanos quippè unam efìe cir-
cumftantiam y qu£eft peccale in Fratrem. Feram fatisfa5Ìtonem elle innova-
tionemvita, 'ì^llameffe caufam, ut Confirmatio intcr Sacramenta divinitus
mflituta numeretur : fatis efie prò ritu quodam Eccleftaftico , feu cieremonia,
Sacramentali ipfam habere . Matrimonium nov£ legis Sacramentum non ef-
fe . Tsljillum efie impedimentum matrimonii , quod non efi in Scriptura ex-
preffum . Contraila contra leges Ecclefue matrimonia dirimi non pofìe . Im-
pedimenta fpiritualis affinitatis , difparitatts cultus , crimini s , Ordinis ,
meras effe nugas , & bominum commenta . Inter Sacerdotem , & uxorem ,
verum efìe , & infeparabile matrimonium , maMatis divinis probatum ,
Urgente amore juventutis , & qualis alia necejjìtate , propter quam dtf-
penfat Tapa , difpenfare ettam pofie quemlibet Fratrem cum Fratre , aut ip-
fum cum fetpfo . Conjuges y fatto divortio , ad calibatum non cogendos . Sa-
cramentum rdinis Eccleftam Chrifii ignorare , inventumque efje ab Ecclefia
Tap£ . Concilium Conflantienfc omnium impiijjìmè crrjfje . In noviffimis
trecenti! annis multa per per am determinata tjfcy quale efi , Efìentiarn di-
•pinam nec generare, nec generari , & animam ejje formam fubflantialem
corporis hurnant . Charafierem indelebdem , qui Ordinatis imprimatur , fig'
mentum elle . Chriflianosomnes efìe a'/ualiter Sacerdotes , hoc efi , eamdem
in verbo y & S^^cr amento quotumque habere potè fiatem , Sacramemum rdi-
nis nihil aliud eflcy quàm ritumquemaam eligendi cmcionatores inEcclefìa:
g^ eum y qui non predicai verbum , ncquaquam efje Sac.'-rdotem . Quare
eos y qui tantum ad Huras Canonie as legendas , 1^ Miifas offerendas oMi-
nantur , efje quidem Tapifiicos , fed mm Chrifiianos Saccrdotes . Ordinare
Sacerdotesy EccleRas , cr Campan^s confecrare , pueros confirmare , pofle
Diaconumy vel quemlibet Laicum . Un^ionem Extremam , Sacramemum
non e(ie . EpifiÀam in qua fcriptum efi , Infirmatur quis in vobis ? Inducat
Tresbyteros &c. probabiliter afieri , non ejjr ^pofloiifatubi, n- e ,/Lp jiolico
fpiritu dignam. Duo tantum ejfe in Etcì fia Sacramenta , Baptilmum , &
Tanem . Toenitentu Sacramemum , quod antea hts duobus acccnfuit , figno vi-
fibilt.
\
Leone X. ^g^ Secolo XV L
filili , & dìvinitus infliruto carerei & aliudnon effe y quàmvìamt & redi-
tum ad baptifmum . Così l'Herefie del Babilonico Libro di Lutero , figillato
da eflb con nuove beftemmie in qiiefto tenore, ^udio paratas efie denuò in
me Bidlas , & diras Tapifticas , quibus ad revocatìonem urgear , aut hicre-
ticus declarer . ÌIh<& fi vera funt , hunc libellum volo partem ejie revocatio-
^ nis mene futune , ne fUam tyrannidem fruflra inflatam querantur . I{eliquam
■partem propediem editurus fum talem , Cbrifto propìtio , qualem haàeniis
non viderit , nec audierit Bimana Sedes , obedientiam meam abmdè tefiatu-
m$. Terminalo egli con quefti verfi :
tìojiis Herodes impie,
Chrifium venire quid timesì
'Jslon arripit mortalia ,
Qui l\egna dat ccelefiia :
alludendo l'iniquo al Pontefice Romano, ch'egli affomiglia ad Herodc > e
rimproverandolo , che per mantenerfi l'autoritd , e l'imperio fopra il Chri-
flianefimo , perfeguiti chi predica l'Evangelio , e li Riformatori della Ghie;
fa . L'altra parte del libro da effo promelTa, e minacciata , fu quella, ch'egli
publicò contro Ambrogio Catarino col titolo, de Viftone Daniclis y in cui
il temerario cotanto malignamente applicò dodici faccie al Pontefice Ro-
mano, che concile egli pretefe di porre in ludibrio, e in rifo tutto il facro
culto della Chiefa di Dio .
Per le quali cofe, cheveniam pur hora di riferire , nonpotendofimag-
^IZìtTLot] giormente dilfimulare dalla Corte di Roma una tanta impunita facrilega
e condanna dì baldanza, finalmente Lconc determinò con Apoftolica condanna dichia-
Lmero. rare Hetetica la dottrina di Lutcro , accioch'ella almeno foffeprefa in hor-
rore da quelli , che finallora n'erano mondi . Il Gaetano Legato Pontificio
nefcriffeponderofamenteal Pontefice, dfmoftrandogli necefl'aria la pubii-
ca condannazione ; e l'Echio portoifi à Roma di perfona per accalorarne il
progetto , e concluderne foUe'citamente la efecuzione . Dunque intimaron-
fi dal Papa molte adunanze di Theologi, e Canonifti, e finalmente ne fiì di-
cefala Bolla dal Cardinal Pietro Accolti, detto l'Anconitano dal Vefco-
vado, ch'egli prima haveva retto di quella Città, e dal Cardinal Lorenzo
Pucci Datano , e doppo qualche contefa fra cff\ , riformata dal Pontefice,
e terminatane la dettatura più con l'autorità della voce j che con la maeftà
della prefenza. In effa condannavanfi quarantuna propofizioni di Lutero .
Si riferifce eficr elleno ftate maturamente difcufi e : H narrano le piacevolez-
2e per la di lui emendazione, l'invito à Roma, il falvocondotto offerto , &
il viatico : e fi conclude, che quantunque fi potelTe allora procedere contro
lui, come contro un manifeftoHeretico, nulladiTicno per foprabbondan-
zadimanfuetudinefiprefcrive adefib, e fuoi Compagni un nuovo termi-
ne per la rivocr^zicne degli errori , e per l'abbruggiamento degli fcritti, dop-
po il quale fi condannatanto l'Autore, quanto i libri à tutte le più rigorofe
co, limale, & il malato, la medicina, & il veleno, il reo, la colpa, e
pena, ecconediftefamenteil contenuto in quelle pefanti parole.
M
Capitolo IL - xgj Leone X.
^d [4] perpetuam rei memoriamo
? ^ptid Cocìxuìrt
in fcriptis,& adis
Exiirse Domine , & judica caufam tiiam, memorefto impropetlo- a L«thcriann.isio.
o I • /- • ^-L e: !• • f^ *• cr tn nulla, Leenis
rum moriim , eorutnqucBabinlipientibus niint tota die; inclina aiirem „ x.o;;,/?.4o.
3>
»
tiiam ad preces noftras , quoniam furrexeirunt vulpes qusrentes demoli-
ri vineam, ciijiTS tu torcular calcarti folus, & afcenfurus ad Pattern , ejiis
cur^m, regimen, & adminiftrationem Petto tanquam 'Capiti , & tuo Vi-
cario , ejufque fuccelToribus inftar triumj>hantis Ecclefis commififti . Ex-
terminare nititur eam aper de fylva , & lìngularis terus depafcitur eam.
ExurgePetre,& prò partorali cura pr*efatatibi ( utpra;fertur ) divinitùs .,
demandata > intende in caufam Sandse Romanie Ecclefise, matris omnium „
Ecclefiarum, ac fidei magiftr^ ; quamtu, jubenteDeo, tuo fanguine „
confecrafti, contraquam, ficut tu pr^emonere dignatus es > infurgunt ,>
magiftri mendaces , introducentes fedas perditionis , libi celerem inccii-
tum fuperducentes : quorum lingua ignis eli:, inquietum mvìlum, piena
veneno mortifero : qui zelum amarum habentes , & contentiones in cor-
dibusfuis, gloriantur, & mendaces funt adverfus veritatem. Exurgetu „
quoque, quaefumus , Panie , quieamtuadodrina, acpàrimartyrioillu- „
minafti, atque illuftrafti . JamenimfurgitnovusPorphyrius, quiaficut «,
illeolimfanttos Apoftolosinjuftèmomordit, ita hic fandos Pontifìces „
prsedeceflbresnoftroscontratuamdoftrinameos non obfecrando, fed ,,
increpando, mordere, lacerare, acubicauf^ fuse dilEdit, adconvicia „
accedere non veretur, moreha:Leticorum, quorum (uc inquitHierony-
mus)ultimumpr^{ìdiumeft, utcumconfpiciant caufas fuas damnatum
iri, incipiant virus ferpentis lingua diftundere: &cum fé vidos cpnfpi-
ciant, ad contumeliasjprofilire. Nam licèt hserefes efleadexercitatio-
nem fidelium tu dixeris oportere,eas tamen, ne incrementum accipiant
nevevulpeculscoalefcanc, inipfoortu, te intercedente , &adjuvante
extinguinecelVeeft. Exurgatdeniqueomnis Sandorum, acreliquauni-
verfalisEcclefia, cujusvera facrarum literarum interpretatione poftha- ,<
bita , quidam , quorum mentem pater mendacii exCcTcavit , ex vcteri „
ha:reticorum inflituto , apudfemetipfos fapientes , Scripturas eafdem ali- ,i
ter, quàmSpiritus Sandus flagitet,propri&dumtaxatfenfu, ambitionis,
aursequepopulariscaufa, tefte Apoftolo , intei^retantur, imo vero tor-
quent , & adulterant : ita ut ) uxta Hieronymunk;^ ìam non fit Èvangelium ,,
Chrifti, fedhominis, autquod pejuseft. Diaboli. Exurgat, inquam , „
pr^efataEcclefiafanctaDei, & unicum beatifUmis Apoftolisprsefacis :
apudDeum Omnipotentem intercedat, ut purgatis ovium fuarum er-
roribus, eliminatifque à fidelium fuiibus ha:refibus univerfis, Ecclefi^e
fiìx fanótjepacem, & unicatem confervare dignetur .
§. I. Dudumfiquidem, quodprse animi an^uftia, & mcerore expri- j]
mere vix pofliimus , fide dignorum relatu , ac fama publica referente , ad „
noftrumpervenitauditum, imo vero, proh dolor] oculis noftris vidi-
mus, aclegimus, mukos&varioserrores, quofdam videlicet jamper
Concilia,ac prasdece(foriyn noftrorum conftitutiones damnatos,h^refim
etiam Grcecorum, & Bohemicam exprefsè continentes ; alios vero refpe- _
dive, vel Haereticos, vel falfos, vel fcandalofos, vel piarum aurium ,7
ottenfivos , vel fimplicium mentium fedudlvos , à falfis fidei cultoribus,
^uJper fuperbam curiofiijatem mundi gloriam cupientes , contra Apofto-
li do-
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Leone X. ^gg Secolo XVl.
a lidodrinamplnsfaperevolunt, qiiam oporteat : quórnm garriilitas(iit
„ inquitHieronymus)fine Scripturariim aiiótoritate non haberec fidem ,
a nifi viderentur {terverfam dotìirinam etiam divinis teftimoniis , male ta-
ii mert interpretatis , roborare : à quorum oculis Dei timor recefllt, hu'
i, mani generis hoftefuggerientei novicer fufcitatos , & nuper apud quof-
„ dam leviofes ili iiìclytanatione Germanica feminatos. Qupd eò magis
„ dolemus ibi evenifle , quòd eandem nationem , & nos , & prjcdcceflbres
„ noftrijin vifceribusfeimperge'flerimuscharitatis. Nam pofttranslatum
j, ex GrjECìsd Romàna Eccletìa in eofdem Germanos Imperium , iideni
)) pra:deceflbres noftri, & nos , ejufdem Ecclelìse advocatos , delenforefqne
tt exeis femperaccepimus, quOs quidem Germanos , Catholica: veritatis
„ vere germatios , conftat haerefum acerrimos oppugnatoresfemperfliirte,
„ cujusreiteftesfunt laudabiles illa» conftitutiones Germanorumlmpera-
j, torumprolibertateEcclefiée, proqueexpellendis, exterminandifqueex
i) omni Germania h^reticis, fubgraviflìmispcEnis etiam amiffioniscerra-
» rum, & dominiorum , centra receptatores , vel non expellenres olim cài'
jj tXj & a noftris prìedeceflbribus confirmata? : qux fi hodie fervarentin- ,
>, & nos,& ipfi utique hac moleftia careremus . Tcftis eft in Concilio Con-
it ftantienfi Huflìtarum, ac Vviccleffiftarum , necnon Hieronymi Pra-
,> gen.damnata, ac punita perfidia. TeftisefttotiescontfaBohemosGer-
ty manorumfanguiseffufus. Teftisdeniqueefl:priedidorum errorum, feit
,i multorum ex eisperColonien.&Lovanien. Univerfitates , utpotèagri
» Dominici piiflimas , religiofifltmafque cultrices, non minùs dodà> quàm
« vera, ac fanda conRitatio , reprobatio , 8i damnatio . Multa quoque alia
M allegare polfumus , quse , ne hiflioriam texere videamur , prsetermitteiida
M cenfiiimus. Pro pafì:oraIisigituro|ficii divina gratis nobis injunfti cura,
„ quamgerimus, prasdiftonim errorum virtis pefi:iferum ulteriiis tolera-
3» re , feu diffimulare > fine Chriftianse religipnis nota , atque ortbodoxa: fi-
„ dei injuria, nullo modo polfumus . Eorum autem errorum aliquospr^-
„ fentibus duximus infcrendos , quorum tener fequitur, & eft talis .
„ r Habreticafententiaefl: , fedufitata, Sacramenta novse legis jufiiifi-
» cantem gratiam illis dare , quinon ponunt obicem .
„ 2 In pueropoftbaptifmum negare remanens peccatum, ellPauIurn,-
w &Chrillumfimul conculcare.
i, 3 Fomes peccati, etiam fi nullum adfitaduale peccatum, moratur
„ exeuntem à corpore animam ab ingreffu Cceli .
>, 4 Imperfetìa charitas morituri tèrt fecam necefi'ariò magnum timo-
*, rem, qui fé fole fatiseli, facerepcenam Purgatorii, & impedit introi-
ì, tum regni .
i, % Tresefie partes poenitcntize , contritienem, confeillonem , & fa-
i, tisfadionem, nonefthiudatumin Sacra Scriptura, nec in antiquis fan-
f, ftisChriftianisdocteribus.
>, 6 Contritio quaeparatur per difcufiìoneTn, colledienem, & detffta-
>, tionempeccatorum, quaquisrecogitatannosfuos in amaritudine ani-
ii msefu^e, ponderando peccatorum gravitatem, multitudinem , fcedita-
„ tem, àmiffionem ^tern^ beatitudinis , àc arterns damnationis acquifi-
*, tionem, h^c contritio facit hypocntam , imo magispeccatorem .
„ 7 Vèrifllmum efl: Proverbmm , & omnium dodrina de con-
,j tritio>nibtis huculque data pra;ftantius , De estero non face-
re ,
Capitolo II- 1.87 Leone X.
-re , fumma poenitentia : optima pcBiiitentia , nova vita . „
8 Nullo modo prasfumas confiteri peccata venialia , fednec omnia
mortalia , quia imponìbile eft , ut omnia mortalia cognofcas . Unde
iin primitiva Ecclefia folùm manifefta mortalia confìtebantur .
9 Dumvolumus omnia purè confiteri , nihil aliud facimus, quàm
qnòd mjiericordisE Dei nihil volumus relinquere ignofcendum . „
10 Peccata non funt ulliremifl'a^ nifi remittente Sacerdote , credat
fibi remitti : imo peccatum maneret , nifi remiiium crederet . Non enim
fuificit remiflìo peccati, &gratia:donatio, fed oportet etiam credere
effe remiflum.
11 Nullo modo confidas abfolvi propter tuam contritionem , fed
propter verbum Chrifti , Quodcumquefolveris &c. Hinc , inquam , con-
.iià^ , ^\ Sacerdotis obtinuef is ablolutionem , & crede fortiter te abfolu-
4um., & abfolutus vere eris , quicquid fit de contritione .
1 2 Si per imponìbile confeflus non effet contritus , aut S.acerdos non
feriò ,fcd joco abfolveret, ^\ tamen credat Te abfolutum , veriflìmè eft ab-
folutus .
13 In Sacramento PoenitentisE, ac reminone culp^e, non plus facit
Papa, aut Epifcopus , quàm infimus Sacerdos : imo ubi non eft Sacerdos
ìcquè tantum quilibet Chriftianus , etiam fi mulier , aut puer eifet . »>
14 Nullusdebet Sacerdoti refpondere, fé- effe contritum,nec Sacerdos „
requirere. ,,
15 Magnus eft erroreorum, qui ad Sacramenta Eucharìftiìeaccedunr,
huic innixi , quòd fint confeifi , quòd non fint fibi confcii alicujus peccati
mortalis, quòd prsemiferint orationes fuas , & preparatoria,; omnesilli
ad judicium fibimanducant , & bibunt: (edfi credant , & confidantfegra-
tiam ibi confeciituros , h^ec fola fides facit eos puros , & dignos . „
16 Confultumvidetur, quòd Ecclefia in communi confilio ftatueret
laicos fub utuaque fpecie communicandos , nec Bohemi communicantes
fub utraquc fpecie funt H^retici , fed Schifmatici .
17 ThefauriEcclefijE, unde Papa datlndulgentias , non "funt merita
Chrifti, &Sanclcrum.
11
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18 Indulgentise funt pia: fraudes fidelium, & remiflìones bonorum „
operum : & funt de numero eorum quse licent , & non de numero eorum
qua? expednint. „
ip Indulgentixhis, qui veraciter easconfequuntur, nonvalent ad
remiifioncm poen^e prò peccatis afìnalibus debit^apud divinam juftitiam.
20 Seducuntur credenres Indulgentws elfe falutares, & ad frudum
fpiritus utiles.
21 Indulgentise neceftarije funt foIum publicis criminibus , & pro-
prie concedunturduris folummodò, &impatientibus.
22 Sex generibus hominum Indulgentia: nec funt neceflarisc , nec
utiles : videlicet mortuis, feu niorituris, infirmis, legitimè impeditis , his
qui non commiferunt crimina, his qui crimina commifcrunt , fed non pu-
blica,hisquis melioracperantur.
23 Excommunicationes funt tantum externae pcen^e , nec privant »
hominemcommunibusfpiritualibus Ecclefia? orationibus. «
24 Docendi funt Cnriftiani plus diligere excommunicationem , yy
quimtimere. „
25 Re- ^
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Leone X. ^.gS Secolo X FI.
25 Romanus Pontifex Petri fucceffor non eft Chrifti Vicanus fnpee
omnes totius mundi Ecclefias ab ipfo Chrifto in Beato Petro inftitu-
tus . ' ~ '
26 Verbum Chrifti ad Petrum: Qiiodcumque folveris fuper terram
&c. extenditur dumtaxat adligata ab ipfo Petro .
27 Certuni eft, in manuEcclefisE, autPap^prorfusnonefle, ftatuere
articulos fidei , imo nec leges morum , feu bonorum operum .
28 Si Papa cumma|;na parte EcclefisB fic, vel ficfentiret, nec etiam
erraret: adhuc non eft peccatum , aut hserefis contrarium fentire , prs-
fertim in re non neceffaria ad falutem , donec fuerit per Concilium uni-
verfale alternm reprobatum , alterum approbatum .
2p Vianobisfaétaeft enervandi auótoritatem Conciliorum, & libe-
re contradicendi eorum geftis , & judicandi eorum decreta , & confiden-
terconfitendi, quicquidverumvidetur, fiveprobatum fuerit, five rc-
j, probatum à quocumque Concilio ,
30 Aliquiarticuh Joannis Hiis condemnati in Concilio Conftantien-
fifuntChriftianiflìmi, veri/fimi, & Evangelici, quosnecuniverfalis^c-
clefiapolfet damnare.
31 In omni opere bono juftus peccat.
32 Opusbonumoptimèfadum, eft veniale peccatum.
^ 3 Hsereticos comburi, eft conerà voluntatem fpiritus .
34 PrseliariadverfusTurcas, eft repugnare Dee vifitanti iniquitates
noftras perillos.
35 Nemoeftcertus, fé non femper peccare mortaliter propter oc-
cultiflìmum fuperbisE vitium ,
35 Liberumarbitriumpoft peccatum, eftres de folo titulo; &dum
facit quod in fé eft, peccat mortaliter.
37 Purgatorium non poteft probari ex Sacra Scriptura, qax fìt in
Canone .
38 Animx in Purgatorio non funt fecurae de eorum falute , faltem
omnes : nec probatum eft uUis aut rationibus, aut fcripturis, ipfas efle
extra ftatum merendi, aut agenda charitatis .
39 Anim$ in Purgatorio pcccant fine intermiffione, quamdiù qua^-
runt requiem, & horrent pcenas .
40 AnimiE ex Purgatorio liberatìe fuffragiis viventium , minùs bean-
tur , quàm fi per fé fatisfeciffent .
Al PrsplatiEcclefiaftici, & Principes fajculares non malefacerent , fi
omnes faccos raendicitatis delerent .
§.:?, Quiquidemerrores, refpeftivè, quàmfintpeftiferi,qudmper-
niciofi, quàm fcandalofi, quàmpiarum, & fimpliciummcntiumfedu-
divi, quàmdeniquefintcontra omnem charitatem, ac S.R.E. matris
omnium hdelium, &magiftr£e fidei, reverentiam, atquenervumEccle-
fiafticcE difciplinaj , obedientiam , fcilicet , qua? fons eft, & origo omnium
virtutum , fine;qua facile unufquifque iiifideiis efle convincitur, nemo
fana: mentis ignorar. Nosigiturin prcemifiìs, utpotè graviffimis, pro-
penfiiìs( ut dccet^ procedere, necnon hiijufmodi pefti, morboque can-
cerofo, ne in agro Dominico tanqiiam vepris nociva ulteriiis ferpat ,
viampr^eduderecupientes, habitafuper prjedidis erroribiis, &eoriim
fingulis diligenti trutinatione, difcuffione, ac diftridoexamine, maui-
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Capitolo IL 2,gc) Lecin(eX.
raque deliberatìonc , omnibiifque ritè penfaris , acf^tpiiìs ventilatis
ciim venerabillibus fratribiis noftris Santì^e Romana: E ccleiìjE Cardinali-
bus , ac regiilarium Ordinimi Prioribus feu Miniftris generalibus, pliiri-
biifque aliis facr^eTheologi^, necnonutniifquejurisprofeflbribus five
magiftris , & qiiidem peritiflimis: reperimus eofdem errores , refpeclivè
( ut prjefertur ) aut articulos non c(ie catholicos, nec tanquam tales effe
dogmatizandos , fedcontraEcclefijECatholic^dodrinam five traditio-
nem , atqnc ab ea veram divinariim Scriptiirarum receptam interpreta-
tionem , ciijus audoritati ita acqiiiefcendum cenfuit Auguftinus, ut dixe-
ric , fé Evangelio non fuiile crediturum , nifi Ecclefis Catholica: interve-
nilTet audoritas . Nam ex eifdem erroribus , vel eorum aliquo vel aliqui-
bus, palamfequitur, eandem Ecclefiam, quse Spiritu Sando regitur,
errare, &fempererrafl'e. Qiiodefl: utique contraillud, quodChriftus
difcipulisfuisin Afcenfionefua ( ut in Sando Evangelio Matth^ei legi-
tur j promifit, dicens: Ego vobifcumfiim ufqueadconfummationem
faeculi. NecnoncontraSandornm Patrum determinationes. Concilio-
rum quoque, & Summorum Pontificum exprefias ordinationes, feuCa-
nones , quibus non obtemperafle , omnium h^erefiam & fchifmatum, tefte
C ypriano, fomes & caufa femper fiiit .
'§. 4. De eorundem itaque venerabilium fratrum noftrorum confilio
&affenfu, ac omnium &fingulorum prcedidorum, matura deliberatio-
ne pra-dida , audor irate Omnipotentis Dei , & Beatorum Apoftolorum
Petri&Pauli, &noftra, praefatosomnes, &fingulosarticulos feu erro-
res, tanquam(ntprìEmittitur)refpedivè ha:reticos, aut fcandalofos , „
autfalfos, autpiarumauriumoffenfivos, vel fimplicium mentiumfedu- „
divos', ventati Catholicje obviantes, damnamus, reprobamus, atque
omninòreiicimus, acprodamnatis, repròbatis & rejedis ab omnibus
utriufque fexus Chriftifidelibus haberi debere , harum ferie decernimus
&declaramus. Inhibentesinvirtute fand^ obedientia?, ac fubmajoris
excommunicationis latje fententiar, necnon quoad Ecclefiafticas , & Re-
gulares perfonas , Epifcopalium omnium etiam Patriarchalium , Metro-
politanarum , & aliarura Cathedralium Ecclefiarum , Monafteriorum
quoque, & Prioratuum etiam Conventualium , & quarumcunque dignita-
tum , aut beneficiorum Ecclefiafticorum, fsecularium, aut quorumvis Or-
dinum Regulanum , privationis , & inhabilitatis ad illa & alia in poflerum
obtinenda: quo vero ad Conventus, Capitala, feuDomos, autpia lo-
ca, f^BCularium vel Regularium, etiam Mendicantium , necnon Univer-
fitateseciam ftudiorum generalium , quorum cunqueprivilegiorum indul-
torumàSede Apoftolica, velejus Legatis, aut alias quomodolibetha-
bitorum vel obtentorum , cujufcunque tenoris exiftant : necnon nominis,
&potertatisftudium generale tenendi , legendi,acinterpretandiquafvis
fcientias&facultates, & inhabilitatis ad iìla &aIiainpofterumobtinen-
da:prìedicationis quoqiie,officii,ac amiflìonis fludiis generalis,& omnium
privilegiorum eiufdem : quo vero adf^culares , ejufdem excommunica-
tionis, necnon amifiloniscujufcunque emphyteufis, feuquorumcunque
feudorum, tam à Romana Ecdefia , qudm alias quomodolibet obtento-
rum, ac etiam inhabilitatis ad illa, & alia in pofterum obtinenda: nec-
non quoad omneS(S<:fi;igulosfupcriiis nominatos, inhibitionis Ecclefia-
^\cg£ fepulturjt, inhabiJicatirqueadomnes& fin^ulos aduskdtimos , „
Tomo Jy, ^T .nf-H-
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Leone X. ^g^ Secolo X VI.
infamile , ac diffidatìonis ,& criminis Xxix majeftatis , & Hereticorum &
faiitorutneorumdeminjureexpreflìspoenis, co ipfo& abfque ulteriori
declarationeperomnes&fingulosfiipradiftos, fi ( cjuodabfit ) contra-
fecerint, incurrendis : A quibus vigore cujufcunqiie facultatis, & claufiila-
rumetiam in confefllonalibiis qiiibufvis perfonis, fub quibiifvis verbo-
rum foriniscontentarum, nifià Romano Pontifice, velalioabeoadid
infpeciefacultatemhabente, praetercjuam inmortis articulo conftituti,
abfolvi nequeant : Omnibus & fingulis utriufque fexus Chriftifidelibus,
tam laicis quàm clericis, féecularibus&quorumvisOrdinum regulari-
bus, & aliis quibufcnnque perfonis, cujufcunque flatus, gradus, vel
conditjonis exiftant , & quacunque Ecclefiaftica vel mundana praeful-
geant dignitate, etiamSand:2ERoniang?Ecclefi?ECardinalibus, Patriar-
chis, Primatibus, Archjepifcopis, Epifcopis, Patriarchalium,Metro-
politanarum, & aliarum Cathedralium , Collegiatarum , acinferiorum
EcclefiarumPrxlatis, Clericis, aliifque perfonis Ecclefiafticis , fsecula-
ribus , & quorum vis Ordinum etiam Mendicantium Regularibus , Abba-
tibuSjPrioribus, vel Miniftris generalibns, vel particularibus, fratribus feu
religioiis, exemptis & non exemptis: Studiorum quoque Univerfita-
tibusfaccularibus , & quorumvis Ordinum etiam Mendicantium Regula-
ribus, necnon Regibus, Imperatori, Eledoribus, Principibus, Duci-
bus, Marchionibus , Comitibus, Baronibus,Capitaneis, Conduftori-
bus, Domicellis, omnibufqueOfficialibus, Judicibus, Notariis Eccle-
fiafticis, & Saecularibus , Communitatibus , Univerfitatibus , Potenta-
tibus, Civitatibus , Caftris , Terris , & locis , feu eorum vel earum civibus,
habitatoribus , & incolis, ac quibufvis aliis perfonis , ecclefiafticis vel re-
gularibus ( utprsefertur ) peruniverfumorbem,ubicunque,pr£Efertim
in Alemannia exiftentibus , vel prò tempore futuris , ne pr^cfatos errores,
aut eorum aliquos , perverfamque dodrinam hujufmodi alTerere , affir-
mare , defendere , pr^edicare , aut illi quomodolibet , publicè vel occul-
te, quON^is quìefito ingenio vel colore, tacite vel exprefsè faverepr^e-
fumant.
§. 5. Infuper, quia errores pra:fati , & plures alii cantinentur in li-
bellis feu fcriptis Martini Lutheri, didoslibellos, & omnia didi Marti-
ni fcripta, feu praedicauones , in latino vel quocunque alio idiomate repe-
riantur , in quibus didi errores , feu eorum aliquis continentur , fimiliter
damnamus , rcprobamus , atque omninò rejicimus, & prò omninò dam-
natis, reprobatis,acrejedis, Cutpr$fertur)haberivolumus. Mandan-
tcs in virtute fandcB obedìentice , &fub poenis pr^edidis eo ipfo incurren-
dis, omnibus, & fingulis utriufque fexus Chriftifidelibusfuperiùsnomi-
natis , ne hujufmodi fcripta , libellos , pr*edicationes feu fchedulas , vel in
eis contenta capitula, errores, autarticulosfupradidoscondnentia, le-
gete, aflerere, prsedicare, laudare, imprimere, publicare, five defen-
dere, per fé vel alium, feualios, diredè vel indiredè, tacite vel ex-
prefsè, publicè vel occulte, aut in domibusfuis, five aliis publicisyel
privatis locis tenere quoquo modo pra:fumant; quinimmoillaftatim
poffcharum publicationem ubicunque fuerint, per Ordinarios, &alios
_ fupradidos diligenter qusfira , publicè o^: folemnicerin pra:fentia Cleri,
\] &popuÌi, fub omnibus, & fingulis fupradidis poenis, comburant.
« §. 6, Quod vero ad ipfum Martinum attiuet ( bone I>eu3 1 ) quid pra-
termi-
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Capitolo IL zgt Leone X.
«ermifimus , quid non fecimus, quid paternse charitatis omifìmus , ut ti
eum ab hujufmodi erroribusrevocaremus? Póftquamenimipfumcita- ,<
vimus, mitiùs ciìni eo procedere vòletìtes, illuni invitàvimus, atque »
tam per di verfos traótatus cum Legato noftro habjtos , quàm per litteras ,j
noftras, hortatifuimus, ut à prce^idis erróribus difcederet, ac oblato
etiam falvoconduótu , & pecunia ad iter neceffaria , fine metu feu timore
àliquo, quempérfedacnaritasforasmitteredebuit, veniret, ac Salva-
toris noftri, ApoftoliquePauliexemplo, non occultò * fed palam&iii
facie loqueretur^ QuodfifeciflTet, prò certo ( ut arbitranìur ) ad cor re-
verfus , errores fuos cognoviflet : nec in Romana Curia ^ quam tantopè-
re, vanis malevolorum rumoribusplilfquam opOrtuittribuendo, vitu-
perata tot reperiliet errata; docuiflemufque eum luce clarius , Sandos
Komanos Pontifìcesprardeceflbresnoftros, quos pr^eter omnem mode-
ftiaminjuriosè lacerar in fuis canonibus feu conftitutionibus, quasmor- ,<
dere nititur, nurtquam erralTe: quia juxta Prophetam , necinGal^ad,
refina, nec Medicusdeefti
§.7. Sed obaudivitfemper, & prsediétacitàtìone, omnibus &fingu-
lisfupradié^is fpretis venire contempfit, ac ufque in prjeferttem diem „
contumax , atque animo indurato cenfuras ultra anrtum fuftinuit ; & qiiod
deterius eft* addens malamalis ^ de citatione hujufmodi notitiam ha-
bens , in vocem temeraria appellationis prorupit ad futurum Concilium,
contraconftitutionemPiiSecundi, ac Julii Secundi prardecefibrum no- „
Jftrorum , qua cavetur , taliter appellàntes H^reticorum poena pledendos ]i
Cfruftra etiam Concilii auxilium imploravit, qui illi fé ilon credere
palam profitetur ) ita utcontfaipfumi tanquam de fide notorie fulpe-
dum, imo vere h^reticum, abfque ulteriori citatiorte vel mora, ad ,<
condemnationem, & damnationem ejus^ tanquam Hxretici j ac ad
omnium , & figularum fuprafcriptarum pcenarum t & cenfurarum fe-
veritatem procedere poffemus .
§. 8. Nihilominus de eorundem fratruni nofirorum confiiio , Omni-
potentis Dei imitantesclementiam, qui nonvult mortem peccatoris,
fed magis ut convertatur j &vivat: omnium injuriarum hadenusnobis
& ApoltolicajSediillatarum obliti, omni, qua poifumus , pietate liti de-
crevimus, & quantum in nobisefi, agere, utpropofitamanfiietadinis
via, adcorrevertatur, & à praedidis recedat erróribus, ut ipfuat ran-
quamfilium illum prodigum ad gremium Ecclefi^e revertentem , beni-
gne recipiamus . Ipfum igitur Marcinum , & quofcunque ei adhserentes,
ejufquereceptatores&fautores, pervifcera mifericordi^ Dei nortri, &
per alperfionemfanguinis Domini Noftri JefuChrifti, quo &perqucm
hiimani generis redempcio , & Sandx Matris Ecclefia; sdificatio fada
eft, ex roto corde hortamur , &obrecramuS', utipfius Ecclefi^pacem,
unjtatem , & veritatem , prò qua ipfe Salvator tam inftanter oravit ad Pa-
trem, turbare defiftant, & àprardidis tam perniciofis erróribus prorfus
abrtineant: inventunapudnos, fi etfedualiter paruerint, &paniiifeper
legicima documenta nos certificaverint , patern^c charitatis arfcdum , 2c
apertum manfuetudinis & clementine fontem .
§. 9. Inhibente^nihilominus eidem Martino ex nunc, ut interim ab ,5
omni prasdicatione , feu prsedicationis officio omninò defiftat .
^. IO. Alioquin in ipfum Marcinum, fi forte juftitije , & virtutis
J 2 amor
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Leone X. ^.QX Secolo XVI.
„ amori peccato non retrahat, indiilgentiaeqiie fpes aclpcEnirentiamnon
„ rediicat, poenariim terrpr coerceat diTcìpIin^e , eundem Martiniim , ejuf-
„ que adh^rentes , complices, fautores , & receptatores tenore pr^fentìura
» reqiiirimus&monemiis, in virtute fanflx obedientise, de fubprsediàis
„ omnibus & fingulis poenis , eo ipfo incurrendis, diftridè prarcipiendo
„ mandamus, quateniis infra fexagintadies, quorum viginti prò primo ,
„ viginti prò fecundo, & relicjuos viginti dies prò tertio, &peremptorio
„ termino affignamus , ab aiftxioneprcefentium in locisinfrafcriptis, im-
,i mediate fequentes numerandos , ipfe Martinus , complices , fautores,
„ adhcerentes, & receptatores pra^didi, à praefatis erroribus, eorumque
„ prsdicatione , ac publicatione, & affertione , defendone quoque, & libro-
rum feufcripturarumeditione fuper eifdem live eorum aliquo omninò
defiftant, librofque ac fcripturas , omnes & fingulas , pr^fatos errores
feueommaliquosquomodolibet continentes, comburant, vel combu-
„ ri faciant. Ipfe etiam Martinus errores , & aflertiones hujufmodi revocet,
„ ac de revocatione hujufmodi per publica documenta in forma juris vali-
5, da, in manibus duorum Prìclatorum confignata , ad nos infra alios fimi-
„ lesfexagintadiestranfmittenda, vel per ipfummet ( fi ad nos venire vo-
5, luerit, quodmagis placeret ) cum prsfato pleniiììmo falvocondudu,
„ quemexnuncconcedimus, deferenda, nos certioresefficiat, utdeejus
„ veraobedientianullusdubitationisfcrupulus valeat remanere,
„ §. II. Alias fi ( quodabfit ) Martinus pra»fatus, complices, fauto-
„ res, adb^erentes, & receptatores pra:did:i, fecùs egerint, feu ptcemiifa
3, omnia &fingula infra terminumprjedidum cum eftedu non adimpleve-
rint, Apoftoliimitantesdoólrinam, qui hccreticum hominem, poftpri-
mam , & fecundam correptionem , vitandum docuit , exnunc , prout ex-
tunc , & è converfo , eundem Martinum, complices, adhserentes, fau-
tores, & receptatores pr^efatos, & eorum quemlibet, tanquam aridos
palmites in Chrifto non manentes , fed dodrinam contrariam , Catholicìe
Fideiinimicam, fivefcandalofam, feudamnatam, in non modicamof-
fenfam divina: majeftatis, ac univerfalis EcclefiìB , & Fidei Catholicae
detrimentum & fcandalum dogmatizantes, claves quoque Ecclefije vili-
pendentes, notorios&pertinaceshjereticos, eademaudoritate, fuiffe
& effe declarantes , eofdem ut tales , harum ferie condemnamus, &eos
prò talibushaberi ab omnibus utriufque fexus Chriftifidelibus fupradi-
dis, volumus, & mandamus. Eofque omnes &fingulos omnibus fupra-
diftis, &aliiscontratales à jure inflidispcenis, prsfentium tenore fub-
jicimus, & eifdem irretitos fuilie, & eife decernimus ,& declaramus .
§. 12. InhibemusprsBtereafub omnibus, & fingulis prsemiiiis poenis ,
eo ipfo incurrendis, omnibus & fingulisChriftifidelibus fuperius nO"
minatis, ne fcripta etiam pr-^fatos errores non continentia, abeodem
Martino quomodolibet condita vel edita , aut condenda vel ede^da , feu
eorum aliqua , tanquni ab homine orthocloxie fidei inimico , atque iàeò
vehcDienrerrufpecta, &ute)us memoria omninò deleatur de Chriflifi-
deliiun confortio , legere , alferere , predicare , laudare , imprimere , pii-
blicare , five defende ■ e , per fé vel alium , feu alios , diredè vel indireólè^t
tacite V ci exprefsè , pubiicè vel occulte , feu in omnibus fuis, fi^re aliis lo-
cis, [ublscis velprivatis, tenere quoquo modo profumanti quinimò
ilia comburant, ut prcefertuc.
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Capitolo IL ^g^ Leone X.
§. 15. Monemus iiifiiper omnes, & fingulos Cliriftifideles fupradi-
élos, fiibeadeniexcommunicationislat^ fententix poena , ut harreticos
prsedidosdedaratos & condemnatos', mandatis noftris non obtempe-
rantes , poft lapfiun termini fupradidi evitent , & quantum in cis eft , evi-
tari faciant, nec cum eifdem , veleorumaliqno, commercium, autali-
quam converfationem feu communioncm habeant, nec eis neceffaria j,
minilìirent. ,,
§.14. Ad majorem pr^eterei didi Martini , fuorumquecomplicum, „
fautorum, & adha:rentaum , ac receptatoriim pr^edidorum, ficpoftlap- „
film termini prjedidi declaratorum hrereticorum , & condemnatorum
confiifionem , univerfis & fingiilis utriufque fexus Chriftifidelibus , Pa-
triarchis, Arcliiepifcopis, Epifcopis, Patriarchalium , Metropoli tana-
rum , & aliarum Cathedralium , Collegiatarum , ac inferiorum Ecclefia- „
mmPrsElatis, Capitulis, aliifqueperfonisEcclefiafticis, Sa:cLiIaribus,& „
quorumvis Ordinum etiam Mendicantium ( prscfertim ejus Congregatio- „
nis, ciijiisdiftusMartinusefì: profefliis, & in qua degere vel morari di- „
citur ) Regulanbiis exemptis & non exemptis, necnon univerfis & fingu- „
lis Principibus , quacimque Ecclefiaftica vel mundana fulgentibus digni- „
tate, Regibus, Imperatori, Eleóloribus, Dncibus, Marchionibus, Gomiti- „
bus, Baronibus, Capitaneis , Conduftoribus , Domicellis , Communitati- „
bus, Univerfitatibus , Potentatibus , Civitatibus, Tetris ,& Caftris, & „
locis, feu eorum habitatoribus , civibus& incolis, omnibufque aliis& „
fingulis fupradidis , per univerfum Orbem, pr^fertim in eadem Aleman- „
nia conftitutis mandamus , quatenus fub pr^edidis omnibus & fingulis „
pcenis, ipfi vel eorum quilibet, prsfatumMarrinum,compIices, adhje- „
rentes, receptantes, & fautores perfonaliter capiant,& captos ad noftram „
inftantiamretineant, & adnosmittant, reportaturi prò tambono opere „
à nobis , & Sede Apoftolica remunerationem , prarmiumque condignum : „
vel faltemeos& eorum quemlibet, de Metropolicanis , Cathedralibus, „
CoUegiatis , & aliis Ecclefiis , Domibus , Monafteriis , Conventibus , Ci- „
vitati bus, Dominiis , Univerfitatibus , Communitatibus, Caftris ,Terris, „
ac locis relpedivè tam Clerici & Regulares , quàm Laici , omnes & fingu- „
lifupradidi omninò expellant. „
§.15. Civitates vero, Dominia, Terras, Caftra, Villas, Comitatus, For-
talitia, oppida , & loca qujecunque ubilibet cpnfiftentia, eorum, & eanim
refpetì:ivèMetropolitanas,Cathedrales,Collegiatas,&aliasEcclefias,Mo-
nafteria, Prioratus, Domus , Conventus , & loca Religiofa , vel pia , cujuf-
cunque Ordinis, ut prsefertur, ad qu^e pra:fatum Martinum, vel aliquem ex
prajdidis , declinare contigerit , quamdiu ibi permanferint , & triduo poft
receffumjEcclefiafticofubjicimusinterdido . „
§. 16, Et ut pr^mifla omnibus innotefcant, mandamus infuper uni- „
verfisPatriarchis, Archiepifcopis , Epifcopis, Patriarchalium , Metro- „
politanarum, & aliarum Cathedralium, ac Collegiatarum Ecclefiarum
Pr^latis, Capitulis , aliifque perfonis Ecclefiafticis , Sxcularibus , & quo-
rumvis Ordinum fupradidorumregularibus, Fratribus Religiofis, Mo-
nachis , exemptis & non exemptis fupradidis , ubilibet prsefertim in Ale-
mannia conftitutis, quatenus ipfi vel eorum quilibet fubfimilibus cenfu- ._
ris&poenis, eoipfoincurrendis, Martinum, omnefque & fingulos fu- „
pradidos, qui elapfo termino hujufmodi mandatis feu monitis noftris „
Tomo JF. j . non
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Leone X. 2.04 Secolo XVI.
„ nonpamerint, in eoriim Ecclefiis, Dominicis & aliis feftivis diebus ,
,, diim inibi major popiilimultitudo ad divina convenerit, declaratosh^e-
„ retico3, & condeninatos piiblipènimcient, faciantque& mandent ab*
„ aliis nunciari, & ab omnibus artìiMsevitari.
a, ^. 17. Necnon omnibus Chriftifidelibus, ut eosevitent, pari modo
5, fub prsedidis cenfuris & pcEuis . Et prajfentes litteras vel earum tran-
fumptum fub forma infrafcripta fadum , in eorum Ecclefiis, Monafteriis,
Domibus, Conventibus, & aliis locis, legi, publicari, atque afHgi fa-
ciant. Excommunicamus quoque, & anathematizamus omnes & fin-
gulos , cujufcunque flatus, gradus, conditionisjpraeeminentia;, dignitatis,
aut exeellentiac fuerint, qui quo minùs praefentes litterx , vel earum
„ tranfumpta, copiae feu exemplaria , in fuis ferris & dominiis , legi, affigi
&public<iripoflìnt, fecerint, vel quoquo modo procuraverint, per fc
vel alium , Leu alios , publicè vel occulte , diredè vel indircele , tacite vel
èxprefsè .
§. 18. Poftremò quia difficile foret pr^fentes litteras ad fingula quae-
„ qucE loca deferri , in quibus neceflkrium foret: volumus, &Apoftolica
,j audoritate dccernimus, quòd earum tranfumptis manu publici nota-
„ riicon^edis&fubfcriptis, vel in alma urbe impreflìs, & figlilo alicu^
„ iusEcclefiafticiPrìelati munitis, ubiquefletur,& piena fidesadhibeatur,
„ pròutoriginalibuslitterisftaretur& adhiberetur, fi forent exhibitse vel
3, oftenfjE.
„ §. 19. Et ne prajfatus Martinus , omnefque alii fupradidi , quos
„ prifentes litterse quomodolibet concernunt , ignorantiam earundem lit-
',y terarum , & in eis contentorum omnium & fingulorum praetendere
j, vakant, litteras ipfas in Bafilicce Princìpis Apoftolorum , & Cancellarix
a Apoftolica;,necnonCathedraliumEcctefiarum Brandeburgen. Mifnen.
9, &Merfeburgen,valvis effigi, & publicari volumus. Decernentes, quòd
"„ earundemlitterarumpubiicatioficfada, fupradidum Martinum , om-
nefque aliós&fingulosprcenominatos, quos litterse hujufmodi quomo-
dolibet concernunt, perindeArdent, ac fi litterajipfcE die affixionis& pu-
blicationis huj ufmodi , eis perfonaliter ledse ,^ & intimata forent : cum
non fit verifimile, quòd ea , qu*E tam patenter fiunt , debeant apud eos in-
„ cognita remanere.
3j §.20. Non obftantibus conftitutionibus & ordinationibus Apoflo
eis , feu fi fupradiólis omnibus & fingulis , vel eorum alieni, aut quibufvis
aliis à Sede Apofiolicaprsedióta, vel ab ea poteiLitem habentibus , iub
quavisfornia, etiamconfefllonali, &: c-om quibufvis etiam fortiffimis
claufulis, aut ex quavis caufa,feu grandi ccnfideratione, indultum vel con-
ceflumexiftat, quòd interdici, fufpendi , velexcommunicari non poflìnt
perlitteras Apoftolicas, ncnfacientesplenam& expreffam, ac de verbo
advcrbum, nonautemperclaufulas generales id importantes, de indul-
to hujufmodi mentionem,ejufdem indulti tenores , caufas, & formas , pe-
rinde ac fi de verbo ad verbum infererentur , ita ut omnino toUatur , prsc-
fentibuspro expiefiìs habentes.
§.21. Nulli ergo &c. Datum Romse apudSandam Petrum , Anno In-
cai.iationisDominicìE, Millefimo Quingentefimo Vigefimo , XVlI.Cal.
Julii, Pontificatus noftri Anno odavo . Così la Bolla .
Fu ella recara, e publicata per la Germania da Giovanni Echio, e da Gi-
rola-
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Capitolo IL tgf^ Leone X-
f olamo Aleandro , il quale infieme con Marino Caracciolo eraftatodefti- -^^^^^^f^^^^ j^,
nato Nunzio àCefare, queftipercomplire coirimperadoi'Càrlo Quinto, u^^ìuj^l a\\{.
Quet'li per reprimer la baldanza de' Luterani con ufficii appreflTo il nuovo l^"'^^ ^^} ^Y"""
Principe, e con efficaci interpofizioni, e nmediiappreflb il Popolo, al tione di eira.
qual effetto haveva egli ricevuto commiflìoni particolari dal Pontefice , &
in rpecie[<i] una caldimmà lettera per l'Elettor Federico, nella quale Leone a viefnttrz.c.^.
fcongiuravaio per Dio , per l'avita pietà de'fuoi Maggiori , e per tutto ciò,
che recar poteva ftimolo d lui di Religione , e di zelò , à ptoteggere piti to-
flola caufa della Fede Cattolica, che quella di un precipitato Frate , il
quale cetcava di rovinarla con la oppreflìqne del Principato Apoftolico, e
fecolare'. ÉchiuSt [b] dice l'Ulembergiò^ Bullam hanc , uti confiitutum
eratàVontificei tribus Epifcopis F^iuemberga viciniorìbus Mijnenfi ^ Mer-
feburgenft ,- & Brandeburgenjt tranfmifit , -palvii Eccltfiarum àffigendani :
^ui Tontifici continuò pctruerunt . Mifit ejtifdem Decreti exeTrtplar impref-
juml{gm^, &^otdrn publici mmu confirmatum '[{eSlorì i & TrofeJJoribus
cAcademi^e FFittembergenfìs , eofque per lìtteras monmt , 06iobris die tertio
exarata! , ut parerent ^poflolide Sedis mandato > nec articulos in eo dam-
natoi d qUQCluam intfmverfitate [uà doceri permitterent: nifi id fieret , fu-
turum, utquashaberent àVontifìce immunitateSi ó* privilegia, iis omnibus
fpoliarentur . Ma dell'operato differenti furfero gli effetti, cioè ottimi
preffoi buoni, epeffiiniappreffo chi di già imbevuto del veleno Hereti-
cale, ritrovavafl annumerato fra cattivi, [e] Carolus Qiiintus I^perator ^ cocLUccìt.
electut i dice il Coeleo, ex Hifpaniis per Oceammi vcncratinFlandriam , &
Brabantiam terras fuas h^reditarias , Imperialia comitia cèlchraturus
FFormatix ì qui ubi a T^unciis ^poflolicis Marino Caracciolo, c^ Hieronymo
oleandro accepijfet Éullam Tapx Leonis Decimi contra Lutheri libros editam ,
memor titulorumfuorunt , cum dicérétur , <& e0et I{ex Catbolicus Hifpaniarum,
ac Imperator Komanorum i religiofe fùee & pietatis , & obedientixmox
certifjima exhibuìt i/idicia, fcperè prxcipiendo , ut Martini Luther i libri à
Sede ^pofiolica damnati publicè combnrerentur . Combufii funt igitur per
li5iores, Ó* carnifices tum m Brabanti^ urbibus j tum in Cipitatibus Impe-
rli, Colonia, MogunttJS&c. Così egli. Con il niedefìmo ardore di zelo gì' 7. _ro di Giovanni
Indeficonfegnarono al fuoco nel mezzo della Piazza di Londra li deteflabi- Rortinfe ."^° '
li fcntti del nuovo Heretico, e Giovanni Fifchero,rirìomato Ecclefiaifico di
quell'allora fortunato Regno d'Inghilterra, in cui egualmente egli poffe-
deva la grazia del Rè Hennco Ottavo , e la Chiefa Epifcopale di Roccefter,
onde poi da Paolo Terzo promono al Cardinalato lì diffe da Latina deno-
minazione \d] il Cardinal Roffenfej con tanto calore attefe allaperquifi- dtocccfftr i',n».
zione, éperfecuzionede'Luterani j che ben meritò da elfi quell'odio im- $^-^^^tìna f d,c»
placabile, con cui fempre eglino ne detéflarono il nome, e più del nome
glifcritti, de*quali una volta ne caricarono [e] d'intiera fonia un Cavai- e h.phf^xsdrfri-
ìo, e tutti conduifero in preparata e atafla fui fuoco; e più de'fcritti lavi- Ou/^ngiu sen-
ta, che finalmente gli tolfero [/] in odio, & onta della Fede. Emulò la frS/'o;,^;/-. di
giufta, efantarifoluzionedellcUniverfitipiù famofe del Brabante, della PaohiiLto..-,.
Germania, e della Inghilterra, concordemente ancora [g ] quella di Parigi, juUdll'Ts'/^pZ
eletta già da Lutero per Giudice della fua dottrina; e ne rapporta [h] i |<^«5^-i.
lungo il Decreto il tante volte da noi citato Ukmbergio inquefto tenore, ll!h^nj^ '"'"'*
Soltcitiùs per nos examinata , ac maturiùs univerfa do^rina Luterano ad
[cripta nomini , & ad plenum difcujja , execrandis illam erroribus fcatere
T 4 certo
Leone X. ^.gó Secolo XV L
certo deprehendimus, & judicavimusy fìdem potijjìmùm contingentìbus , ó*
mm'eSf quòdque ftmplicis populi jedu6liva fit , omnibus DoBoribus injuria,
potejìati Ecclffia , & ordini Hierarchico impiè derogativa , aperte fchifmatt-
^ ca , Sacrce Scripturx adverfa , & ejus depravativa , attjue in Spiritum San6ium
blafpbema; & ideòveluti B^ipublica Chriftianx perniciofam cenfemus omninò
exterminandam y ac palamultricibus fiammis committendam-. au6loremverò
ad publicam abjurationcm modis omnibus juridicis compdlendum . Qiial con-
danna riufcì fenfibiliifima a Lutero , onde Filippo Melanéìhone , uno de'
i Vedi in ^«*y?.fuoi più diletti fegnaci, de'qiiali in altro [a] luogo faraifi più diftinta men-
tnedcfima itntifi- 2Ìone , Dublicò incontanettte un Libro contro la emanata condanna , à cui
"'^''' eglipremfe il titolo , tipologia prò Lutero adverfus furìofum Varifienfmm
Mdanahon» for Theologaftrorum Decretum : in elfo il temerario afferifce , che in Parigi prò
gcifd.feUdiLu. Theologis fophifldSi prò Chrijitanis Dotloribus calumniatores regnare ^ e quivi
^"° ' à lungo declama contro la fcholaftica Theologia , qua admifia nibil falvt re-
liquumeftEcclejt£, EvangeVmm obfcuratum eftj fides extin&aj recepta ope-
mmdo&rina. Efaltò cotanto Lutero quefti apici di Diviniti vomitati dal-
la facrilega bocca di Melandhone, ch'egli traslatonne dal Latino in idio-
ma Tedefco il libro, efopraeffoilfuo giudicio publicòi e della Univer-
fltà di Parigi conclufe , Ella effere omnium hécrefum fentinam . Tapa veri
^nticbrijiij & maximum fomicationis cubiculum . Nel medefimo teno-
re ufcì ftiori alla luce un'altro Luterano , tenebricofo , e ridicolofo libro
di Anonimo Scrittore , DeterminatioMma facultatis Theologia Tarifienfis fu-
per^pologiam'philippi Melan^honis, ch'hebbe da' fludiolì più fìfchiate ,
che occhiate.
Procedure, &iir. Ma non COSI l'Elcttor Federico di SafTonia, che volendo porger fua
pegno del saflc. £g^g^ auzi riporre la fua anima più tofto nelle mani di uno sfacciatiilìmo
Heretico, che in quelle del Vicario;di Chrifto , e delle Univerfità Catto-
liche del Chriftianefìmo , con mal'avvcduta determinazione prefe per Con-
fultorc di un tanto affare Erafmo , come fé in quello giudizio fi dibattefl'e la
eleganza della lingua Latina, e non la verità della Religione di Chrifto:
h vumiterg.t.s, j-^j Hunc EleBor Frìderìcus y dum Coloni js morabatur, dice l'Ulembergio,
Lovanio per littcras evocarat y ut qua de cauf a Luther i, deque motis contro-
verfiis ipftus ejfet fententia , pnefens familiariùs fcifcitaretur . Ubi Colo-
niam venit Erajmus j feptimo i^ovembris ad Trincipem vocatus fuit , quafì-
tufque de negotio Lutherano , eum , inquìt , Ecclejìa jiatum effe , qui refor-
mationem omninò defìderet , & Lutherum quidem non injurta reprehendiffe
"varios abufus , qui negllgentia Tralatorum irrepferint , quorum emendatio-
nem boni omnes jam pridem defiderarint ; necdee/k, qui probent ipftus in-'
ftitutum ab humanis conflituttombus , <& arguttis fcholaflicorum avocantis :
interim in fcriptiseum nimis acerbum, ferocemy & violentum videri-, idea-
queoptanduniy ut pofìta ferocitate manfuetiks agat , fibique temperet ama-
ledicentiay & verborum afpcritatey qua bonormn animi fine dubio prorfus
dienentur , Hacc Erafmus : cuj'is jermonem eò pertinere cenfuit Ele5ìor ,
quafi nibll in Luthero prater vchementiores arimi motus , & nimiam (iyli
mordacitatem reprebfnderet. Era[ lilius viri propter nominis celebrittitem
etiam ap.id Vrincipes jumma au6ioritas • tùaque judicium ipftus de Luthero,
eyufque canfamavìium pondushabuJti quoTrmcepsconflrmatuS) Meandrum^
& Caraccfolnm] qui Tontificioi BdU -xecutionem urge b a ut , mi diximus,
iieinceps andire noluit . Così egli: oade provenne l'iinpegno dichiarato
dell'
Capitole
II' 2.97 Leone X.
^eir Elettore a favore "di Lutero , e quindi in confeguenza gli avvantaggi ,
che foggiungeremo , di quefta deplorabile Hcrefìa .
Ma chi più horribilmente conerò la Bolla fcaglioifi , fu quegli , che Precipitate rifo-
direttamente dal fulmine di elfa fu percoifo, cioè Lucerò, che fremè qual "*"' '^"'"°"
ferito Toro con mugiti hornbili, e precipitato furore, lì primieramente
egli con pompa di concorrenti arfc la Bolla di Leone in mezzo al fuoco , e
nel gittarvela dille ( alludendo alli fuoi libri arli da' Cattolici) quelle pa-
role di Sanfonc [^] S'um fecerunt mihi, fic fccieis. Quindi accalorato da a/«i. ly.
quelle fiamme' d'Inferno, die dì piglio alla penna, etrèlibridivulgònon
tanto infuadifsfa, quanto in offefa de' fuoi contradittori, e della Bolla, e (noi empU u-
l'uno con l' ingiuriofo Titolo xAdverfus execrabìlem Bullam ^ntichrijlìt ^'''
V alerò ^Afknio ^rtiadorum àLtone Decimo damnatorumy 3c il terzo in. .^
iflile giocofo, e perciò tanto più pungente tArticuli Martini Luther i quars
damnati fmt^ Mi molti piùfuronoi fuoi Libri, ch'egli generalmente pro-
pofe, &efpofe a! publ'co in riformazione, coni' egh dice va, della Chiefa,
ma iuventàindertiuzione, fé pollìbil folle, di ella; [b] LutheruSì dice bcocujn^nh
il Coeleo, perquàm multos edidit libros tum Latinos ^ tum Tbeutonicos , in Luthni Au.iy.i.
quibus ad aacupandam , dr erudiàonis , cr pictatis gloriami gratiamqus non
Jolàm plebimn y Jcd & Trincipum promert^ndam, matita bona tum exponen-
do Scripturas y tum adhortando , & corripiendo homincs , ptjji.^nis machina^
tionibus juis admifcebat; adto ut plcrique etiam magna aufìori:atii viri cre-
der enty illum vero agi & ':^elo vinutiSy & fpiritu />/, ad tollcudos hypo-
critarnm abujpts , ad reformandos mores , & fiudia ClcncoruM , ad erigeti-
dos in amorcm , & cukiim Dei animos mortalium : qualcs craiit Ubìi ijìiy
Expofìtio decem pr^ceptorum , De libertate Chrifiiana , Trff.a-tdecas confo-
latoria , Explanatio Òrationis Dominic<£, Commentarius in epi-ijlam Vauli
ad GalataSy E?iarratione5 Epijiolarumy & Evangeliorum per uomtnicas ad-
ventus y Operutiones in viginti Tfalmosy Expofìtio feptem Vfalmorum Tosni-
tentiaLiHm , item Vfalmorum trigefimi fexti , fexageftmi fepcimi , & cen-
tefìminoniy Expofìtio cantici àlaru Magnificat , De bonis operibus ad Dh-
cem Saxonix Joannem Fratrem Friderici Eleóìorts ; (2^ id gmus alia e]us
opufcula , qu^ie fpeciem & dottrini^ , & pietatis prxfeferre videbantur .
Cosi egli .
Nella compofizione di quelli libri, cioè nell' accrefcimento fempre di Nuova BoUa di
nuove Herefie, e nella orinazione in elfe, trafcorfe il tempo prefifib dal- pe^(ona"'dri.uu'
la Bolla al ravvedimento del reo ; onde fi ritrovò in obligo Leone con tol "
nuova, e decretoriaBolla fmembraredalChriftianefimo colui, che così
horribilmente infettavalo , e con pofitiva condanna dichiararlo Heretico, e
dirfamarne la condotta , ilnome, elaHerefia. Rifoluzione, che fé prima
prendevafi, cioè quando non ancor a(Iìiì:ito Lutero dalla protezione men-
dicata da' Grandi, e dall' aura popolare de' prevaricati, ritrovavafiinifta-
to negletto di condizione, e di fama, certamente fiata farebbe e più ap-
plaudita dal Mondo , e ciò che importa , più profittevole al Chriftianefimo ,
che aborrito haverebbe di aflbggiectare i fuoi Theologi , e i fui Principi
agi' iniegnamenti , & ai comandi duin temerario Apoflata: mi il tempo-
reggiamento non fol fu inutile, md perniciofiflìmo , e troppo ben allora il
vidde, quanto ben dicefTe S.Girolamo della fola fofpezione dell' Herefia,
[e] X?/o infufpicionetì^refeos quemquam efie patientem, ne apudeos, qui e S,'mtr,ef,fi,(;i,
i^HQYant innocentmm ejiis, dtjJimulatiQ confcientia jiidicetur, ptaceat . Nif-
fua
Leone X. ^^g Secolo XVI.
futi Heretico , i cui fatti fin hora habbiamo noi defcritti , hi confarcinat(5 ì
e vomitato più Her efie , che Lutero ; né ad alcufio di effi è ftata più pazien-
c^ i'-kowè'ni"^"'',. temente differita la condanna, che aiuterò: [^] SiLutherus Haretkusnott
fmtt.LuThr""'' efli ferine il Roffenfe , ncmounquam fuittì^reticus: namLutherus udverfm
omnium orthodoxorum Tatrum fententiam fuadogmataftabilire molitura &
nonfolùm Vatres omnes , veràm etiam Concilia contemnit , atcìue adeò totius Ec-
cleft<£ tot retro S^eculis ufurpatam confuetudinem habet prò nihìlo , Ma gra-
zie al Cielo, che fé ben tardi , cioè doppo tré anni dalle prime allerte He-
refie , pur tuttavia cadde queito Infernal Drago fotto il potente colpo del-
le due condanne Pontificia , & Imperiale, conl'una delle quali egli fi vid-
de recifo dal Cielo , con l'altra dal Mondo , come noto Ci renderà dai
^ fucceflì, che foggiungiamo. Dunque Leone, difperando di Lutero quel-
la converfione , che fin allora gli haveva fatta promettere un paterno
kt ijGtnvétrotsii. zclo di vcdcrlo una volta convinto, [^] emanò l'ultima,- cioè la fecon-
da Bolla , non fotto la condizione della diffubbidienza , come la prima , mi
affolutamente in condannazione irretrattabile di lui nel tenore, e forma j»
che fiegue »
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3i
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»
^Ad perpetuam rei memoriam ^
T>B»iUrLe^nh Decetr^l Romanum Pontificcm , ex tradita fibi divinitùs potefiatey
„ pcEnarum fpiritualium , & temporahum , prò meritorum diverntate,
difpenfatorem conftifutum , ad reprimendum nefarios conatus perver-
forum, quosnoxijevoluntatis adeò depravata captivatintentio, ut Dei
timore pofipofito 3, Canonicisfandionibus, mandatifque Apoftolicis
„ rtegledis, atquecontemptis, nova, &falfa dogmata excogitafe, aeiii
EcclefiaDei nefariumfchifmainda.cere, aut fchifmaticis ipfis inconfu-
tilem Redemptoris noflri tunicam , Orthodoxscque fidei unitatem fcin-
dere fatagentibus, favorem pr^bere , aiUftere, adh^rereque non ve-
rentur, ne Petti navicula, fine gubernatore, &:remige navigare videa-
tuf , contra tales , eorumque fequaces , acriùs infurgere , & exaggeratio^
„ nepcenarum, & alias opportuno remedio ita providere, neiidemcon-
„ temptores in reprobum fenfum dati, illifque adh^erentes, falfis com-
„ mentis, acfubdolis eorummalitiisfimplicem turbam decipiant , ac in
„ eundem errorem,& ruinamfecumtrahant, acveluti morbo contagiofo
„ contaminent , & ad majorem ipforum damnatorum confufionem , omni-
„ bus Chriftifidelibus publicè oilendere^ ac palarti declarare, quàmfor-
„ midabiliuni cenfurarum, & pcenarum illirei exifìiant, ad hoc, ut iplì
„ ficdeclarati, &publicati, confufi tandem, &compund:i, adcorfuum
„ redire, & ab eorundem excommunicatorum , & anathematizatoruin
prohibitaconverfatione ,&participatione, ac etiam obedientia, fepe-
nitusfubtrahant, utdivinamultionem evadant, illorumque damnatio-
nis participes minime fiant .
Sane alias , cum quidam falfi fidei cultores , mundi gloriam quóe-
rentes &c. „ e qui ftendefi il Pontefice in quella narrativa, altre volte
riferitanella prima Bolla precedente, e poi fiegue,,. Cumautem, ficut
„ accepimus, licètpoftlitterarumathxionem, &publicationem poftela-
pfum termini, feuterminorumhujufmodi in htteris per nos praèfixi hii-
jufmodi, feupriefixorum (quosquidem terminoselapfoshiifie, & efie
omnibus Chn^fiifidelibus, ò^^pcr pra^fentes figaiftcamus, & fidem faci-
mus)
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Capitolo II, zgg Leone X.
«ntisj nonnuUi ex cis, qui ejufdem Martini erroresfeciitifuerunt, ip- „
fariiinlitteraruni, ac monitionura , & mandatorum noftrorum notitiam
habentes , fpiritu fanioris confilii ad correverfi, errores fuos confiten-
tes, & hserefim in manibus noftris abjurantes, ^ ad veram fidemCa-
tholicam fé convertentes , abfoliitionis beneficium , juxta facultatetn
eifdemNunciisdefiiper conceiram, obtiniierint, &iii noiinullis Civita-
tibiis, & locis didse AlemannicE , libri, & fcripturjE didi Martini juxta
mandata noftrapubjicè cremati fuerint j tamen ipfe Martinus ( quod
non fine gravi animi moleftia , & mentis noflraj perturbatione referimus )
in reprobum fenfum datus , non foliìm errores fuos infra prjEmifliim ter-
minum revocare, & de revocatione hujiufmodi nos certiores facere , feu
ad nos venire contempfit; verùm tauquampetra fcandali pejora priori-
bus contra nos, ^^^hancSandamSedem, &fidem Catholicamfcribere, „
ìk pra:dicare, & aliosad hoc inducere non eft veritus; propterquod, „
ficucipfe )am hsereticus eft declaratus , ita & aliietiam non parvje au- „
doritatis, &dignitatis, propria: fuse falutisimmemores,ipfius Martini „
peftiferamhsreticorumfedampublicè, & notorie fequentcs, eiquepa- „
lam, &publicè, auxilium, confilium, &favorem fubminiftrantes, ip- „
fumqueMartinuminfuisinobedientia, & contumacia confoventes, & „
aliipublicationemdidarumlitterarumimpedientes, pcenas indiftisno- „
ftris litteris contentas damnabiliter incurrerunt , & hajretici meritò funt
habendi , atque ab omnibus Chriftitìdeljbus evitandi , dicente Apoftolo ,
Haereticum hominem j poftunam, & fecundam corredionem devita,
fciens, quia fubverfus eft , quie;ufmodieft, & delinquitt cum fitpro- „
priojudiciocondemnatus. „
Ut igitur cum Martino , & aliis hsereticis excommunfcatis , & ana- „
thematizatis , &maleditì:is meritò copulentur, & ficut in delinquendo „
didi Marnili pertinacjam fequuntur , ita poenarum , 8c nominis p-articipes „
fiant, fecumqueLutheranivocem, & debitasportent pcenas, cumpr^e- „
milfaadeòmanifefta, & notoria funt eifeda, & permanentes, itautnul- „
laprobatione, autmonitione, vel citatione indigeant, proutficfore
decernimus , & declaramus ; Martmum , & ahos , qui eundem Martinum
in fuo pravo , & damnato propofito obftinatuai fequuntur , ac etiam eos,
quieurnetiamprarfidio mih'tari defendunt, cuftodiunt, & propriis fa- „
cultatibus , vel alias quomodolibet fuftentare non verentur , ac auxi-
lium, confilium, veUavcicTi, quovismodopr*eftare, &fubminiftra-
repra^fumpferunt, &prsEfumant, quorum omnium nomina, & cogno-
mina, &qualirates, etfi quavis cella vel grandi pr^fulgeant dignitate,
pr^efentibus haberivolumus prò exprefils , ac fi nominatimexprimeren-
tur, ac in iiiorumpublicatior.e vigore pr^fentium facienda nominatim
exprimi pofient , decernimus , excommunicationis , & etiam anathema-
tis, necnonmaledidionisìpcernae, Oc interdidi , acineos, c\:eorumde-
fcendentes, dignitatum, honorum, Oc honorum, privationis &inha
bilitationis ad illa, nec non honorum confilcationis , & criminis I^fje
majeftatis, & alias fent^ntias , cenfuras , & pcenas, etiam in hcEreti-
cos à Canonibus iaflidas* in didis litteris contentas damnabiliter inci-
eline .
Civitates quoque , terras , caftra , oppida, & loca in quibus tunc „
prò tempore fu erint^, acadquse eos declinare contigerit , $c qu^inillis „
fune
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Leone X. ^qq Secolo XVI.
,, funt, àc alias etiam Cathedrales ', & Metropolitan. , Monafteria, St
„ aliareligiofa, &pialoca, eciamexemjjta, &nonexempta, quocunque
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EcclefiafticointerdJéloriippofitaefre, ita ut ilio durante, illis, pr^textu
cujufvis indulti Apoftolici, prseterquamin cafibus àjure permiflìs, &in
illis, nonaliàs, qudmjanuis claufis, acexcomnriunicatis, &interdid:is
exclufis, nequeant Mife , & alia divina Officia celebrari, Apoftolica
auftoritate , tenore prsefentium declaramus : illofque prò excomnninica-
tis , & anathematizatis , malediftis , interdidis , privatis , & inhabilibus ,
ubicunque locorum denuntiari, & publicari, ac ab omnibus Chriftifì-
delibus ardiiìs evitari , prircipimus , &mandamus.
Et ut omnibus in Dei , & Ecclefis fux vilipendium , Martini &
fequacium , & aliòruni inobedientium obflinatJB temeritatis audacia
innotefcat , ne morbida pecus gregem inficiar, parfque fyncera adin-
fedionem trahatur: univerfis, & fingulis Patriarchis, Archiepifcopis,
Epifcopis, Patriarchalium , Metropolitan., Cathedralium, & Colle-
oiatarumEcclefiarumPr^latis, Capitulis, & perfonisEcclefiafJcis, &
quorumvisOrdinumetiam Mendicantium, religiofis exemptis, &non
exemptis, ubilibetconiìitntis, invirtuteSandseObedientise, &fubex-
communicationislataj fententia- poenis, mandamus, quatenus ipd, &
quilibeteorum, fi, &poftquam vigore pra^fentium requifitifuerint, in-
fra tresdies, quorum unum pio primo, & alium prò fecundo, & reli-
3, quum prò tertio , & peremptorio termino , ac canonica monitione pra?-
„ midaailìgnamus, eofdem Martinum , & alios excommunicatos, ana-
„ thematizatos, maledidos, &hitreticosdeclaratos, aggravatos, inter-
didos, privatos, &inhabiles, & in pr^fentium executione nominatos
in eorum Ecclefiis , Dominicis , & aliis feitivis diebus ( dum major inibì
populi multitudo convenerit ad divina ) cum Crucis vexillo , pulfatis
campanis, & accenfis candelis , ac demum cxtlnétis, &in terrampro-
jeótis, ce conculcatis, cum trina lapidum projedione, aliifque csere-
moniis in fimilibusobfervari folitis, publicè nuncient , & faciant, &
mandent ab aliis nunciari , & ab omnibus Chriftilìdelibus ardius evitati .
Ad majorem infuper prjefati Martini , aliorumque hsereticorum hipradi-
didorum, adhjErentium , & fequacium, &: fautorum confufionem, in
virtute fand.T obedienti^ , mandamus omnibus, & fingulis Patriarchis,
Archiepifcopis, ilpifcopis, & aliarum Eccleiiarum Pr^rlatis, ut licut
ipfi ad fedandum fchifmata, audoreHieronymo, conftituti fuerunt,
ita nunc , urgente neceflitate , prout eorum incumbic oiiicio , conftituanc
femurumpro Populo Chriftiano, non tacendo tanquam canes muti,
non valentes latrare, fedincelian ter clamando, & exaitando vocem , &:
prsedicando, ócprsdicarifaciendo verbum Dei, ac ventatemfideiCa-
tholicse, contradamnatosarticulns, &ha:reticosfupradidos.
"^ Nec non omnibus , & fingo!:?, Parochialium Ecclefiaaim Redori-
bus, ac religiofis quorumcumqueOrdinum, etiam Mendicantium, ex-
emptis & non exemptis , ut pr^emittitur , fimiliter in virtuce Sand^e Obe.
dientiiE mandamus , ut ficut ipfi nubes i Domino conftituti funt , ita fp^ri_
tualemimbrem in populo Dei feminare,&contrafupradidos aitirulos ,
,', ut prìefertur , damnatos, ficut etiam eorum incumbir officio, publicè pu*
,' blicarenonvereantur: fcriptumeilenim, quòd perteda chanras foras-
/ mittit timorem. Vos igitur, & veftrum finguli onus tam meritoni negotii
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Capitolo 1 1, JOI Leone X.
devota mente fiifcipientes: vos iniUiusexeciitionefic folIicitos,acver- „
bo , & opere itudiofos , atqiie diligentes exhibeatis , quòd ex veftris labo- „
ribus, divina nobisfaventegratia, fperatifruftns adveniant^ acperfol- „
licitudinem noftram , quse caufas pias gerentibns prò retnbutio- „
ne debetur, palmam glori.-e, non folùm confequi mereamini, verùm „
etiaiTi apud nos , &SedemprjEdidani non immeritò valeatis, deexada „
diligentia veflra uberiiis commendati. „ Sieguonopoi lefoliteclaufole „ •
finali delle Bolle, e fi foggiunge la Data <T/?«rf 5. T*e/^r«»2 nell' anno 15 21. nel
giorno fecondo di Gennaro. Cosila Bolla. Alla condanna Pontificia fo~
praggiunfe incontanente il Bando Imperiale; e come, e quando , e con
quanta contradizione degli avverfarii (\ fcagliafife finalmente qiiefto formi-
dabile fulmine, ordinatamente ne defcriveremo in qiiefto Inogo il rac?
conto .
Erafi rimperador Carlo fermato in Vormazia, dove convocata ha- ^gjf^° Litro!''
veva la folenne Dieta con invito, e concorfo de' Magnati della Germania,
a* quali appartiene come a' Configlieri il parere, e come a' Principi il con-
fentimento fopra i più gravi affari dell'Imperio. Fra quelli affacciavafi la
caufa di Lutero, che nel fovvertimento della Religione manometteva tut-
to il governo politico della Germania , onde la maggiorparte de' radunati
agevolmente concorreva nella fentenza di fvellere da quelle Provincie que-
fta nuova pefte di Herefia, E Cefare fopra tutti le fi moftrò cotanto avver-
fo, che venendogli prefentata una lettera di Lutero, incuil'Hereticolo
eccitava a fcuotere il giogo della Pontificia autorità, egli non folamente
rie usò di leggerla, anzi tutta in molti pezzi lacerolla, e così lacera diella
all'Aleandro, acciò à Leone la tramandalfe. Concordofii nella Dieta, che
foife ad eflfa chiamato Lutero , e fentito : ma alla determinazione fi oppofe
r Aleandro con eccelfa coftanza , sì per la incompetenza di quel Laico Tri-
bunale, come perla terminata Decifione del Giudizio, nel quale il Papa,
come fupremo Giudice in materia di Religione, digiàfentcnziatohaveva
con la condanna del reo . Nulla però giovandola fua oppofizionein quel-
la caufa cotanto notoriamente protetta da' gran Fautori,' eglifi fottopofe
alle maledicenze , & agi' infulti degli Heretici, un de' quali , e quefii fu un
vii Portiere del Configlio Cefareo , lo rigettò una volta con due pugni nel
petto , con heroica moderazione di quel degnifiìmo Ecclefiaftico , che tut-
to intento al ben publico , nobilmente trafcurò ogni rifentimento ^i priva-
ta vendetta. Mandofiì [n] dunque GafparoSturmio Araldo di Cefare co'l , cocu^.^ ,-^ ^^;,
falvo condotto à Lutero, li quale benché diffuafo da molti, rifolvè di s.n- f'^i'racit.
darvi, tutto gonfio di fé fìeflb , e quafi portato a volo su l'aura del popolo, _
che veneravalo per Mefib da Dio , e di cui vedevafi di frefco divulgata una
Jmagine con un Diadema in tefla a guifa di Santo. Ma apparve egli più che
Disvolo , anche prima che giungelTe in Vormazia . Conciofiacofache , ben-
(che nel falvo condotto prohibito gliveniffe in.quel viaggio ogni difcorfo ,
anche privato , di Religione; nuUadimeno il temerario gionto in Erfordia
nella folennità della Domenica iritAlbis volle con pompa montar fui Per-
gamo , e non fol predicare al Popolo prefente , mi eziamdio ai lontani , per
mezzo delle ftampe, alle quali incontanente egli die la Predita, divulgan-
done numerofe copie per tutta la Germania , non tanto con reità di difl'ub-
bidienza, quanto con pompa, inculcindo quivi le feminate Herefie con- p^.^^.,
tro il valore, e'I merito generahnente delle opere buone, e particolarmente diLi't^!-o""'^'^^'
ddle
Leone X. ^q^ Secolo XV I.
a ixctcUtioc. delle corporali 5 e contro i Sacramenti [a] Unus adìficat tempia t e^lidìcé-
«*. va, alter peregrinatur ad S.Jacobum, aut ad S. Tetrum i tertìus jejunat^
autorat, induit cappam y inceditnudipeSy aut quid aliud facit : ejufmodiope'^
ra nihil prorfus funt , & qua funditus deflrui oportet . Modica res ejjet , fi
folùm exptlarentur homines; hoc vero maximum efl, proh dolor I malum
quod in mundo ejie potefi , quòd homines eò diriguntur , ut opera corporali^
pojjint jalvare , aut juftificare. Così l'empio delle opere pie, afferendole
egli vane, & inutili, e con nuova aggiunta di beftemmie il fuoDifcepolo
h sa»Jir,de vìfi- Amfdotfio , cziaudio pcmiciore j ond'hebbe ù fcrivcte il Sartdero[^]w^w/-
tUM»narc ,ii .7. ^^^^^^j doccìit , boTia opcraad falfttem hominis eflc pemicìofa . Ma allefacri-
leghe beftemmie non potendo rimanere immobili, e fordi nèpureifaflì,
tremò di repente con fubitanea fcoffa tatto quel Tempio , ed Erfordia ftelfa
commofla dalla predicazione ài Lutero , da fé medefìma (ì die a faeeo , & a
fiioco , come prenunciando alla miferabile Germania dalla mina di una
Cittd , quella che feguir doveva dell'altre : racconta il fatto l' Ulembergio ,
e vitmi,rrg.invi- ^ "^ ^^^^ V^^ Autote uu Teftimonio prefentealfucce{ro[c]I«f^er«yf«^»
taiHtb.c.s. Erphordiam venifiet t ad ^ugufiinìanorum Monaflerium divertiti vetus
domicìlium, in quo Monachi habitum^ nonanìmum indueratt ibi Dominica
prima pofi fejìum Tafchatis , qua tum quidem in feptimum ^prilis diem inci-
dit , concionem habuit ad populum , quam poftea typis excufam m vulgus
fparftt . Hanc rem Sturmius cadttceator, qui jam tumLutberi partibus fecrc
tò favebat , fua-piter dijjìmulavit : quamquam noverat in lìtteris fahicon-
du6lus cautumy ne Luther us ufpiam in itinere conciones ad populum haberet,
Ceteritm ingens hominum multttudo confiuxit ad concionem hanc , in qua con-
tigit quiddam memoratu dignum , quod magnam popula trepìdationem in-^
cujjit . Templi pars quidam editior , in medio conctonis curfu , fubitò treme-
faìia efl , & concuffa , editoque flrepitu moveri coepìt , quaft ruinam mina-
retur. Topulusy qui confertim eoloco [e conglobarat , inopinatarevehementer
territus fuit , atque hoc unum cogitabant omnes , ut fuga ruinam anteverte-
rent . Tanta -però trepidatio fuit , ut quidam fenefiras vitreas jam excute-
renty faltu per eas evafuriy nift Lutherus impctum reprejjìffet ; monuit enim
tAuditoreSy ut manerent , & pnefentieffent animo-. Damonem fpe6ìriim bue ,
& tcrriculamentum excita\Ì£ ; nihil ah eo periculi futurum : ita paulatim
motus hic conquievit . "ì^rrat Hifìoriam hanc in libro de curfu vita fua
Daniel Crefierus fuperintendens Drefenfts non infimi fubfelli viri mter Luthe-
ranos , feque cum td temporis Erphordia moraretur Jìudiorum caufa , concio-
nem hanc audirijje y memorat. Inter catera, qua Lutherus in ea conetbne
© de bonis opcribus, de conjìitutionibus bum ani s , de peregrinationibus y de va-
riis Monachorum inflitutis in contumeliam B^Ugionis Catholica prò vulgi
pruritu mordaciter effutivit y multa quoque petulanter dixit in Ecclefiaflicos ,
C^ Sacerdotes CathoUcos , quorum m.Urbe magnus erat numerus : in quot
non diu poftquam Lutherus Erphordia àifcejjit, menfe Junio nimirum, ingens
cxortafuitjeditioy quam dubium non efl, quin lingua flabello per concionem
hanc Lutherus excitarit . B^es per ftudiojos capta primùm , qnibus •pilijfmi
quique de face vulgi fé conjimxerunt -, Canonicorum domus per vim expugna-
tay direptiC y expilataque; ablata fupcllex omnis generis , menfa , leóiua-
que, & qua funi hoc genus alia concifa frufttllatim y & m plateastumultan-
ter rejeSìa: cerevifta , e^ vinum belluino more potatumy & quod ingluvies
non capiebat, vajis fra^is effufum : fci/Ji le^ii, & piuma è feneflris domo-
rum
Capi
nìolo IL 503 Leone X*.
rum in àerem effufa , ^«^ per totam urbem volitar unt injìar dtnf^ nhis , &pau-
iòpòftlongè, latèque folum ipfum operuerunt, ^fihunc modum quinquaginta
Canonicorum Domusuna noUe dirept^y è quìbus feptem ineenf^ foto tenui con-
flagrarunt. H£primitUfueruntfpiritus illius , qui Luthero ex Cathedra docen-
te cammovit templum , & in anìmos ^uditorum collapfuspaulò pòjìexcitavic
Jcditionem hanc , eaque re prafagittm edidit , quid in tempio Dei , m Orbe
Cbrifliandy perhominis illius dokrinammachinaretur ,
Ma feguitiamo il famofo infame viaggio di Lutero > eia di lui temera-
ria, e fuperba entrata , q com^2x(2i'm Y oim^zìd, [a'I Quacumque iter facte- * cicu.Ue.eit.
batj dice di lui il Coeleo, /rÉ-^ftewy erat concurjus hominum videndi Lutheri
fludio , in diverforiis multa popinatio, Uta compotatiOy mujìces quoque gau- ?"y^"^' ^"'^''®
dia , adeò ut Lutherus ipfe alicubi fonora tefiudine omnium in fé !," lu^'oTeu? * *
€citlos converterety velut Orpheus quidam ^ fed rafusadhuc , (jr cucuUatus ,
coque mìrabilior. Cosìegli giunfe a Vormazia, Frate fcommunicato, He-
retico condannato , follevator di ribellioni , eccitator di ftragi , e Theologo
fra circoli di ubriaca, e fporca congrega. Con comitiva [^1 dipreflba b Of»»iah^eu.
cento Cavalli, e Cavalieri fuoi parziali awicinoflì alle mura della Città % ^J,"Mvii'ì^atUan'
nella quale con affettata modeftia entrar non volle, fé non con otto foli ^"i thu^, ^a*
Huomini, e nello fmontar dalla Carrozza in un' alloggiamento preffo al ^''"''"'*"'' -
Salfone, rivolto al gran Popolo, eh' era accorfo a vederlo, alcuni per af-
fezzione, mi tutti per curiofità, ad alta voce egli diffe in lingua Tedefca,
Iddìo farà per me ; alle quali parole efrofteflb riferifce, negliattiy chepoi
fcrifle, di^orma^iia [c]fideparum integra y come di efiì notò un moderno e nm.^ux. r^c.
Autore, falfts vera admìfcens y che una Donnicciuola così divotamente iJ;^'.^,J.'''*'°'^'''
pur ella ad alta voce rifpondefle [rf] Beatus ventery quiteportavity &ube- <i lmc'u,
ray qi4ie fuxijìi . Fiì dunque fubito Lutero introdotto avanti a Cefare , che
da ciòjch'ei diffe,argomentando qual' egli foflcjnon potè contenerli di forri-
dendo dire a' fuoi Configlieri, Cojiui certamente non mi farebbe mai diven-
tar Heretico : tanto poca modeftia noto vvi nelle parole , e tanto poca crean-
za negli atti. Nel giorno decimofettimo di Aprile [e] cioè nelfeguenteal c^o«.ijii,
fuo arrivo , fu egli introdotto nella Dieta da un'Officiale dell' Arcivefcovo
di Treveri , Hiiomo dotto , Cattolico, e confidentillìmo dell'AleandrOjchia-
matoGio:Ekio ( non già quello, di cui di foprahabbiamofpeffo fatta de-
gna menzione, mi un limile a lui nel nome, nella fede, e poco men che
in dottrina , quali voielfe giuocare anche il cafo con la uniformità de' nomi
nella conformitàde'fucceiii contro la peifona, e gli errori di Lutero) efiì
da lui incontanente Lutero interrogato di due cofe, S' effiriconofcejfe per fuoi
li libri quivi prefentt ( ed erano li prefenti circa venticinque Opere date
inlucedalui, ed in quella occafione raccolte per induftna dell' Aleandro)
fd altri à nome fuo divulgati : e. Se fojhner voleva le cofe in effi contenute . ..
Alla prima eglirifpofe, Que Libri veramente ej^er fuoi: allafeconda, Do-
mandò tempo à deliberare: il che per ecceUìva clemenza di Cefare conce-
dutogli, egli ricomparve nel leguente giorno dentro la Dieta, edilfetre
cofe : Li primo luogo non poter efìo fenza offcfa della fua cofcienza ritirarli
dalle dottrine infognate ne' fuoi Libri , e fpecialmente da quelle che apparte-
nevano alla Fede : Secondariamente circa li Decreti de' Papi . e fentenze de'
Papifti daini impugnate, non dover elfo in alcun conto rivocarle , perche
quefio farebbe , com' egli beftemmiò , un fortificare quella carnificina
del Chriftianefimo . E qui il temerario obbrobriofe invettiveaggiunf e con-
tro
Leone X. ^q^ Secolo XVI.
tro il Pontificato Romano , quali furono incontanente fnflfocate in gola dal-
l'autorità di Cefare; e fin al mentejin terzo luogo, confeffar eflb ingenua-
mente di effere ftato fuori dell' honefto pungitivo , e mordace contro i fuoi
awerfarii, ma eflb non haver fatta mai profeilìone di Santità, bensì però
di Sapienza ; onde il difdirfene riufcirebbe perniciofo a chi più defiderava il
bene altrui , eh' il proprio : conchiufe il difcorfo con affettato zelo della glo-
ria del nuovo Celare, ma con isfacciata temerarietii di contradizione al
Concilio cotanto in Germaniariverito di Coftanza , negandone il valore , e
ripigliandolo ài errore, per haver <jue' Padri condannate le due propofi-
zioni , della libertà della parola di Dio , e , della Chieja rifiretta nella fola
Univerfttà de Tredejiinati . Nella qual propofizione Lutero molto intìlte-
va, perche non potendo egli negare l'afliftenza da Dio promeffa alla Chie-
■' fa, non volea conceder una Chiefa vifibile, emanifefta, dal cui giudizio
potefìe venire effo condannato ; ma volevane un' altra afcofa tra le mifterio-
fe tenebre de' Decreti imperfcrutabili della divina Predeftinazione, li cui
■■' oracoli faper non fi potellerofenza miracoli: a fin d'efentarfi in quefta ma-
niera da ogni Giudice humano, e di ridurre il tutto air incerna ifpirazione
di Dio, cioè al proprio detto, e capriccio. Inhorridito Cefare alla baldan-
za dell' Heretico, che così arrogantemente parlava in quell'accreditato
Congreflb contro i venerati Concilii della Chiefa , troncò il ragionamento ,
e licenziollo dalla Dieta; &inelfa nel giorno feguente egli fé leggere una
fcrittura da fé comporta in notificazione della fua Imperiale awerfione
contro lui , e doppo inutili, e lunghe conferenze con l' Arcivefcovo di Treve-
ri , e poderofa difputa havuta da Lutero con Gio: Coeleo Decano della
Chiefa della B. Vergine di Francfort, da Noi fpefle volte citato in tefti-
monianza di quelli racconti, e cheperfuo privato zelo fi era trasferito a
Vormazia in quella occorrenza a fine di ajutar la caufa Cattolica, onde
poi fii egli dalla mordacità de' Luterani indefelfamente lacerato, e rinve-
nendofifempre e da' Principi, e da' privati, e da'Ecclefiaftici, e da' Laici
oliinato il malvaggio nella fua perverfione, fiì finalmente da Cefare licen-
ziato da quella Città, con precetto che fra venti giorni egliufcifle fiiora
dal iuo Imperiai Dominio , con efprelfa prohibizione di predicar per la via ,
ò di eccitar' fra que' popoli moto alcuno di Religione. Si partì Lutero il
a i^.^;-.;/»!?!!. giorno [^]feguente,accompagnato dall' Araldo Cefareo,ricevutoallaPor-
b ommahacha- ^^ diVoriTiazia da venti Cavalieri fuoi (eguaci [b] con Cavalli difeguito
t'c.'^.&Jsurt per il viaggio. India pochi giorni egli licenziò l'Araldo, epereflbriman-
incommtnt, dò indietro il falvo condotto, ò riputandofi baitantemente armato di le
medefimo , ò armandofi con queflo atto di finzione al tradimento machina-
to del fuo volontario rapimento . Conciofiacofache pervenuto ne' Stati del
Partenti jiLute> Salfoneful confiue della Thutìngia, egli licenziata parte della Comitiva,
f.?o'^*fi«r'rÌp'. cheaccompagnavalo, e tramandatane avanti altra parte a fin di preparar-
raemo, «li l' alloggio , COSI più folo che potè, entrò in una gran Selva, che quindi
conduce a Vvittemberga , -e in deftinato luogo , come inopinatamente for-
prefo da due nobili fidati familiari di Federico, che fermata la Carozza,
e malmenato, per accreditare il fatto, il Cocchiere, con forza tollero lui
fopra un preparato Deftriere, e con la mentita fopravefle di Soldato, lo
conduffero di notte nel Caftello di VVaftberga , fortezza del Salfone , fitua-
ta in ermo Monte, e fuor di commercio de' Pafiaggieri, e dove novemefi
fu egli ritenuto , fpefato alla grande , ma con fecretezza più che grande , in
° modo-
Capitolo II. 5 o «5 l^^on^ X.
in fin-
modo tale, che né pur l'ifteflo Federico [^]fapeva in qiial de' fuoiCaftelli a b^ovìus
rofrerinchiufo Lutero, à fin di poter ficuramente giurare, ch'eflb non fa- '"•'•""•^J"»
peva , dov'egii fi ricrovafìfe . Volò tal nuova per la Germania, e per la Euro-
pa con quelle due ali , fopra cui per l'ordinario fi porta la fama per la divul-
gazione di qualche gran fucceflb, cioè con quella di chi con occhio difap-
paflìonato rimira gli eventi lontani j e tutti quefti credc:rono ciò, che in
effetto era , che Lutero nonfofle flato forprefo dagl'inimici , mudagli ami-
ci, per fottrarlo dal primo furore del bando Imperiale, cheprevedevafì
inevitabile : e con l'altra di chi parziale à Lutero efaggerava violata la pu-
blica fede , imprigionato un'innocente , e fin'alfalllnato , atteft andò taluno
con temeraria menzogna haverlo veduto co' proprii occhi così tenacemen-
te legato, che per le legature ne grondava iifangue dalle dita j & altri, ha-
verne rinvenuto il cadavere trafitto da fpade, e gittato infepolto preflb
una miniera d'argento. Onde la Germania n'era tutta foflbpra in diverfi
partiti, e inferoci così horribilmente la fazione de'Parteggiani, che ne an-
dò quafiinfchio di morte la vita de' due Nunzii del Papa, e dilaceratala
fama , e poco men che laperfona medefima dell' Imperadore .
Ma Carlo , difpreggiati li vani raggiri degli Hererici , ordinò all'AIean-
dro, che diftendeife il bando, il quale riformato in qualche piccolaparte
da' Configlieri di Cefare , fii finalmente letto nella Dieta , che ancor aperta
durava in Vormazia, & approvatone dal Marchefe di Brandeburgh in no-
me di tutti il contenuto. Allora [^] l'Aleandro prefento (lì avanti àCefa- b 8.a/4^^;» ijii.
re, e glieneporfedue copie, una Latina, l'altra Alemanna, che da lui do'impeMak To'.
con lietiflimo volto fottofcritte , furono incontanente date alle ftampe , e ^'■° ^""^"° •
divulgate per ogni parte nel tenore, che fiegue:
[ e ] Carolus V. Dei henìmìtate EleUus Romanorum Imùerator femper c,-^*^''?; "?*'' ^''
^ugujtMSy Cermanne y Hi/pam^j utrtuj^ueSicune, JerofolynKCy Hmgarice, Fiorcm,in<iHm
Dalmati^ , CroatU Éex , &c. \aymHrMm &
B^everendifjimi y digmfjimty chariffimìque Cognati y propinqui , T^eligiofi , tm,
& fideles : Cum ad nojìrum , id efi Bimani Cafaris officium pertineat , non
folàm Trovincias , orbem , terminofque Sacri Bimani Imperli , qmd majo-
res noftri Germaniche nationis ob defenfionemSacrofan6Ì£ lÌoman£y &Catho-
lic£ Ecclefi£ di-pina adjuti ope, multo fanguine y vulneribiifqite juis pepere-
runt , reprejjis , belloque domitis infidelibus , prò virili proferre , augere , ac
promovere ; verùm etiam juxta regulam , Canonemque ha&enùs à Sacrofan-
£ia Bimana Ecclejja obfervatum projpicere , ac providere , ne qua labes hce-
refis, minima denique fufpicioin Romano Imperio religionem nofiram vitiet,
atque infeflet , aut fi quid hujus forte radices agere , & vtrere contigerit ,
omni diligentia adhibitis mediisy remediisy rationibufque probatis , & mo~
deratiSy prout negotii magnitudo pojiulat , evellere , ac extirpare : proinde
reputamus nobifcum , fi cuiquam ex majoribus nojiris hac in re bene mereri
de nomine Chrijiiano non fuit recufandum , à nobis quoque longò phiribus de
caufis idem muneris , onerifque debere fufcipi , pojlquam Omnipotentis Dei
bonitas ad propugnationem , & mcrementum Sacrofan^£ Fidet fu£ nos tot
accelfione B^egnorum y Vrovinciarum y majorifque potenti^, quàm aliquot re-
tro [muIis quemquam in Imperio ex majoribus noflris amplificaì?it y corona-
vn y e- armavit -y cìmque gente quidem à ChrifiianiffimiscJfanbuSy ^rchi-
ducibus ^ujhiay & Burgundi^ Ducibus , flirpe vero à Catholitis Hifpania,
Sicilia y Jerofolymx B^egibus nojier defcendat ortus , quorum de facinoribus
Tomo IV, V ' (,gy^.
7.». pag. I4J«
Leone X. ^q^ Secolo XVI.
egrepìs prò tuenda I{eligìone Chrijìiana domi , militUque deftgmtis nulla
€onticefcet atas ,
Quocirca fi harefes quajdam vìx abbine triennio in natwne Germanica
fpargi coeptas , c^r antehac per San^a Concilia , Tontificumque decreta cum
EccTefia Catbolias conJen(u -pere condemnatai » & ejeólas , jamque denuò
velut ex profundis orci faucibus retraSlas , altiiis radiculas dijfundere , ac
propagare pateremur, neghgentefque connivere, indulgere, dijjimulare per^
geremusy primo confcienṭ noftr^ quafi contagione pefiilenti/Jimi carcinoma-
tis afflata plaga gravior infiderety deinde fempiternam nominisnoflri gloriam
in tam felici florefcentis Imperli vefiibulo , ceu caliginofa quaderni nebula
inumbraret, ac ìnvolveret , Cum itaque fine dubio nemint vefirum fit obfcu-
rum , quàm proO'd errores , h^refefque è Chrijìiana -pia recedant , ac decli-
nent , quas ^u^i] intana familia quidam Martinus Lutherus in Ordine , dr
Religione Chrijltana , m primis autcm in illiifiri natione Germanica y utpotè
indefatigabili harefum , impiorumque dogmatum deletrice , violelttcr intrO'
ducere > virulcnterque diffeniinare conatur tanto cum profe6lu , ut nifi matu-
re, celeriterque tam praruptaoccurratur audacia, poftmodum univer fa Ger-
mania hh moibis inveterafcentihus miferabdem ruinam, & interitum omnis
•pirtutis , honeflorum morum , pacis , fìdeique Chrifii'ana fit pajfura .
Ir eterea non immentò SanBijfimus Tater Leo X. SacrofanUa Fumana,
^CatbùlicaKcclefta fummus Epifcopus , qui prater cateros in ea quafi pigi-
Ita , jiationeque collocatus eft , ut diligenter , 0" ìiayiter ^ttcndat , ne quid
I\ffpublica Cbrijiiana labis , detrimentique accipiat , rei atrocitate , pericu-
Iffque permotus , initio Lutberum paterne cospit , ^ benigne admonere , at-
que à parum faufio propofito dehortari , c^ ut errores à fé dipulgatos revoca-^
reti infiare. Mine ille cum refifleret, & plura, pejoraque mifceret in dies,
experre£lus Tontifex, cantra jìbi nitmdum non inufìtatisy fed aquis, &con-
•penientìbus modis , yi'ifque putavtt . Troinde femel , atque iterùm Cardina-
leSy Epifcopos, aliofque Tralatos , nonnuUos etiam ex ordine ^egulatorum
Triores , Qenerales, &MiniJìros, pratereaque multos praflantes, &hone-
ftos hominem , omni laude virtutis , eruditionis , prudenti^ cumulatos , tum
aliarum quoque nationum Do£iores , ac Magiflros conpocavit , & accerfi-
yity ad eundemque conventum Martinum Lutberum citavit : quo contuma-
citer abfente , omniaque ejus fcripta latina , & vernacula , qua vel jam
emifity vel adbuc emittet, tanquam perniciofa , fideique, & unitati Eccle-
fta prorfus adverfaria damnavit. Deinde poteftate , au5ioritateque Tontifi-
€ia , diàorum Cardinalium confi Ho , & voluntate , maturaque penfatione
Epifcoporum , TralaPoruffi , Do6ìorum , & baretica pravitatis Inqmfitorum
illa ubique comburi , pemtfìfque abolcri mandavit , Tum ipfum Lutberum ,
nifi prafiitutOy definifoque tempore fecundum determinationem Decreti fua
Sanà^tattsofienderity errorum fé paniterey eofqueabjecerit , &revocaverit y
yelut mnbedientia y maliti^que filium, fcbifmatisy barefumque auóìorem
ab omnibus vitandunty fmicndumque juxta Ugum pondera confiituit, cror-
^inavit fiib panis in Buffa Pontificia comprehenfis , quam Beatitudo ejuf
nobis , tamquam Cbriftiana fidei veroy fummoque defenfniy San&aque Se-
disTontificia y &T{pmanay atque Catholica Ecclefia ^dpocato, per fiuam,
T{oman£qtic $edif Oratorem , & l^ntium à Bei'tttudine ipfiuspeculiariter
hanc tpfam oh caufam ad nos ablegatum , curavit exhiberi , adjun£ìa cohor-
tatione, poftulatifque , ut prò ratione muneris, officili legitimaque procura-
tionis
Capì
ntolo IL 207 Leone X.
tionìs C^fare£ Majejlatis nofir^ , Beatitudini fu£ in Imjufmodi perturbatio^
ne gladii civilis auxilium i ad I{eligiottem , gloriamque Chrijii vindicandam tm-
pertire; & quod Chriflianijjtmo , Cathohcoque I\e^e t ac "Principe dignum
ejiy in nofiris hareditariis B^egnii t Ducatibus, ditionibufque , precipue vero
in Germania edicere , atqne fancire veltmus , ut univerja , & ftngula , qu^e
in Bulla San6Ìitatis fu£ continentur , invioiabiliter , indijpcnfabtltterque fer-
ventur, & in bis executio y legumque voluntai adrniniflretur ^
Et quamquam nos eam adhortattonem pofl allatam Bullam Tontificiattt ,
tandemque ipfam Luthert condemnationem in pluribui Germania locis annuntia-
riy cekbrarique fecimus, ejufque in nofirìs inferioribus Surgundicis Regioni-
bus y ac prafertim Colonia 3 TreveriSi Moguntia, Leodiiy executionem y ad-
minijìrationemque feverèmandavimus . Interim tamen Martinus Lutherus non
foliim non admeliorem frugem fé recepii, nec errata revocavitj aut àTonti-
ficia SanBitate abfolutionem , & rurfus in San6ia Catholica Ecclefia remijjio-
nem , verUamque petivit ; veràm etiam depravati animi fui , pervcrfaque
intelligenti^ plures malos fru6lus y atque effe^us , feu rabtosè manifeflam
opprejjionem Ecclejiamachinans y multisacervatis voluminibusy ^uaeum la-
tina, tumvernacula, nonrecentibus , nov ifque tantum , f ed jamolim quoque
reprobati! au£loritate Conciliorum hoireftbus > blafphemiifque fcatefit a fé geni-
tisy aut certe nomine fuo publicatii , quotidte diffipaviti in quibus à Sanala
Ecclefia tot obfervatum , receptumque faculis fepteifi Sacramentorutn nume-
rum, injiitutionem , & ufum difjipat , convellit, defcsdat» atque pervertii j
indifjolubilifque Sacri Adatrimonii CanonesvariiSy & mirabilihus modix indi-
gnò polluit. ^Ajjirmat item , SacramUn£iionemreminùfficacemi & commen-
titiam effe ; ufum quoque , & inettarrabilem SacrofanÙa Cosna Domini fru-
£iumadmorcm, confuetudincmque Bohemorum damnatutn acccminodare fiu-
det : tum Conféffionem , qua confcientiii mole peccati gravatici contamina-
tìfque omnium faluberrima exifiit , adeò implicare , & invohere capit , ut
nulla fiwdaìnentalis inde informatto , nulla idonea confolaiio fumi poffìt, &
hauriri. Tojìremò minatur , fé porrò tot de Confefjione /cripta prodi turum ,
ut fi hoc concedatur, non folkm pleriquc ex taiibus ejus lufunis libris dicere
fmt aufuri, Confejfìonem inutdem, & infruSluofam efìe^ veràm etiarn pau-
cijjìmi futuri, qui non clamìtent prorfus à Confeffione abfttncndum ,
Quid quòd de funfiione , c^ ordine Sacerdotali non irreligiose tantum ^
leviterquc fenttt , fed ìmperitum quoque profanorum Laicorufri -Pulgus con-
citare, & permovcre nititur, ut manus fuas cruore Sacerdotum ref purganti
ac fummum Sacro fannia Fìdet nofira Tontificem, Divi Vetri fuccefiot cm ,
verumque Chrijìi Ficarium , fcedè , fcurriliter , contumelioscque nominai i
nec cejiAt in eitm debacchari multiplicibus , & mauditis , hojiilibus , farno^
fifque maledi6iis ^
Confirmat etiam ex Ethnicorum "Poetarum fabulis , nullam e(le liberta-^
tcm natura hominis, eò quòd determinatio divina fit rata, & imrnutabilis *
Docet item applicattonem m Mijfa prò aliis impiè fieri. Vratenà abrogat
fiata fejuniorum , orationumque tempora , & initio a San£Ìa Ecclejia tra^
dita , cjr confianter haBcnìts retenta . Imprimis autem contemnit fanclorum
auBoritatem Tatrum ,yqui ab Ecclefia recepti funt , tollitque funditus obe-
dicntiam , ac politiam Ecclefiafiicam : denique univerfaliter iii:yd alii^d fpi'
rant ejus fcripta , quod non feditionum , difiraBionnm , bellorum , caaium f
rapinarum , exufiionum \ & occafus Fidet Chriftiana matcriam , caufam"
V 2 'i"-
Leone X. ^^g Secolo XVL
que prxbeat ; quemàdmodum enim aeteris permìttit hahenas laxare omni-
bus animi cupiditatibus y & difìolutè effra8is legum repagulis , pecudumque
more vivere ; fìc ip fé homo perfra&i , & ejfranati ingenii omnia veterumin-
ftitutdi legefque repudiai , conculcata &opprimity velut nuper à Decretis y
& Conflitutionibus Ecclefiajìicis publicè cremandis nullo pudore j metUy re-
verentiaque deterritus e/i : & nifi civilis gladii aciem magis , quàm fulmi-
na, execrationes y poenafque Tontificias reformidaffet ^ indigniora longè in ci-
•vilia jura commi fifiet.
l^lec erubefcit palam , petulanterqiie Sanata Concilia perjiringere , pro-
que animi fui morbo taxare , deformare , ledere , de quibus Jtngulariter
Conjìantienfe Concilium ubique lutulento , (jr- maledico ore convitiis exagi-
tat 3 quod appellai aliquoties fynagogam Satana , gravi affictens dedecore ,
(jr ignominia Germanicam nationem , omnefque eos , qui Synodo interfue-
runty ac Joannem Hus propter h^reticas ejus macìmiationes vivum ardenti
rogo adjudicaverunt , nempè Sigifmundum C^farem ^nteceforem nojirum ,
facrique Imperli Trincipes , atque Senatum publicum , quos ^michriflos ,
Diaboli ^pofiolos , Tatricidas , & Tharif^os nominai. ^Ajfeverat item ,
omnes errores Hus in dia Synodo condemnatos , in Evangelio Chrifli , d^£Ìrì-
naque contineriy hocque fé probaturum, defenfurumque profiteiur : tum ad
eam intemperiem animi y dementiamque progreffus efly ut aperte glorietuf y
fi pradi6ius Hus femel hareticus fuerit , fé meritò decies prò hi^er etico ha-
bendum ejje.
2^e vero e reterà y fludio hrevìtatis y innumera Lutheri flagitia ordine per-
fequamur j conftat hunc unicum non hominem , fed d<^monem potius , figu-
ra y & fpecie humana, cuculloque Monajiico indutum, complurium Hareti-
corum extremè damnatas harefesy qu£ jamdiu obfoleverant , in unam quafì
lernaam paludem coegijfe , multafque pratereà reccntes , atque novas ex-
cogitajje y hoc pr^textu , quòd fidem pradicet i quam proptereà fedulò in'
culcat omnibus , ut vcram , finceramque fidem defiruat , & labefa&et ,
ac fub nomine , fucoque Evangelica do6irina omnem Evangelicam pacem ,
(jr charitatem , bonarum rerum harmoniam , atque conflitutionem , ipfam
denique pulcherrimam Ecclefi^ Hierarcbiam cxtinguat , evertat , diffolvaty
& obruat .
Hm omnia mente , cogltatìoneque complexì prò poteflate , atque fafiigio
CiefarCiQ nofiroi funElionis , ad quod divinitiis eve&i fumus , prò qua fingula-
ri amore y & propcnfione voluntatis y qua cum P^ligionem Chriflianam y no-
jirorum exemplo majorum y ajjcrerey tueriy propugnarci tum Romani Tonti-
ficis y San£Ì£que Sedis honorem , dignitatemque cumulare , & ftabilire mirifico -
cupimusy expendimus , nequaquam nos prater fupra memoratas Tontificias
exhortationes , atque pofluluta fine infigni vituperatione nofiriy contumelia ,
detrimentoque Ecclefue in tanta , tamque atroci caufit negligentia peccare
poffCy ficut nec facere debcmus y necha6lcnùs unquam faciendinobis fuit ani-
mus : veràm potius defarum B^manorum majorum nofirorum veftigiis inh£-
rerey eorumque preclara prò Jalute, & defenfionc Catholic£ EctUfidi gefia
imitariy laudatifque Ccnfiitutiombusy qua in pernici?m , ultionem , & ex-
. tirpationem hanticorum fa6la funty prò viriti parte fiudcbimus y ac pecu-
liaritcr hi^jus ncgotn caufa noftros y Sacri que Imperli Ele^ores Trincipes , ^
flatus y jam aliquoties hit Vvormatia ad nos venire jujjimusy totaquc contro-
verfiaj ut evidens neceffitas requirit, acerrime pervefiigata, ponderata y &
Capitolo IL 309 Leone X
txàmlnatai communi, & unanimi con filio , confenfuque decret^imus , ut fé-
Guitw; quamquam hominem totìes €ondemnatumy & in oh firmai: a pcrver fio-
re animi perfeverantem , atque ab unione Catbolica Eccleft£ feparatum ,
hiantfefiumque Hereticum ad cogitationem admittere omnia jura excipiunt:
tamen ut anfa maledicorum fermonum pr^cideretur , prxfertim cum aliqui
palam contendant , multos Lutheri nomine libros componi , & excudi ab tp-
fo, nec lucubratos ì nec editos : alti quoque exifliment , (equitatitonfentaneum
effe, utantequam in Lutherum atrocius aliquid flatuatur, priìis accerfitus,
falvoque condu^u munitus à nobis audiatur : ideòque eiim ad Jlulam noftram
citavimus, & per Caduceatorem datis literis de fecuritate bue proficifci cu-
ravimus , inque nojira , & fupradìBorum omnium nojirorum , Imperiique
EleCiorumy Vrincipum , <& Ordinum prxfentia interrogavimus , an libello-
rum, quos illi tunc propofuimus, aliorumque ftmilium, qui nomine ejus paf-
fim circumferuntur , au6lorem [e fateatur, & an in hujufmodi fcriptis con-
tra SanBa Concilia , decreta , morem , confuetudinemque à majoribus noftris
ufque in hodiernum diem religiosi obfervatam , difceptata revocare , fuppli-
citerque ad gremium , & unitatem Eccleftie redire velit .
Tanta vero lenitate, tanta fermonis comitate , tam aquis conditionibus ,
tam paternis admonitiombm hac illi commemorata funt , ut pertinacijjì-
mum hominem, & rupibus Caucafì duriorem meritò fle&ere , mollire , at^
que permovere debuerint. Js autem horum opufculorum fa6ìa mentione ,
quamprimum fuos effe partus affirmavit, ftmulque proteftatus eji, numquam
fé hos negaturum. Tratereà adjecit , plures à fé libros confcriptos fuiffe ,
qui cum ignoti fìtit nobis, hìc non enumerantur , Sed quantum ad revocatio-
nem ; deltberandi fpatium , moramque pojìulavit : ^«<c cum illi jure optimo
denegari potuifet, eò quòd contra novas corruptelas , ^ fanatica deliria in
fide abfque cun6latione continuò procedi oporteat, & quòd ipfe cumexnojìro
fuperiori mandato. Uteri fque fibi infcriptis , certòque redditts, dare mtelle-
xerit, cujus rei caufa ad nos vocatus ejjet, nifi preparata, meditataque re- --
fponfìone in noflrum , fiatuumque Jmperii confpeÙum prodire non debuiffet ;
nihilominiis tamen illi benigne , c^ clementer indulgentes , diem unum cogi-
tandi tribuimus ,
Tojiridie igitur in nofirum, Vrocerumque Imperii confeffum reverfus, ite-
rum gravifjimè , atque luculenter admonitus efl , ut fé colligeret , quo prò-
grederetur, etiam atque etiam videret , ad]un6la poUtcitatione nojira, fi qudt
yitiofay quoque condemnanda e ffent , in libellis fuis retra£laret , nos illi rur-
fus SanSlijfimi Tatris nofiri Tap^e benevolentiam , & amorem conciliaturos ,
daturofque operam , ut Beatitudo illius ex ftngulis Chrifliani nominis genti-
bus, acnationibus binos excellentes viros probat^ì^ita, exquifit^eqtte do£iri-
n^e eligat , qui de libris ejus cenfuram agant, errorefque expungant , reliqua
vero nulla baerefeos labe infe6ta , ut Tontifìcia San6Ìitas approbet . Itaque
pofi tot obtefiationes » adbortationes , preces, nec inrevocationem confentire,
nec uberrimas polUcitationes nojiras ampleQi voluit; fed omninò refpuit, ac
detre£lavit , idque tam inconftderato fermone , tam indecenti vultu , atque
geflu, qui fuic mentis, conftliique compoti, ac religione, facri fque init iato ,
<T dicato homini nequaquam convenit . Tunc enim manifefiè cum dixijjet ,
fé in lucubrationibus fuis ne verbum quidem mutaturum , ac nobis , flatibuf-
que Imperli prafentibus impudenter , & flagitiosc Sanila Concilia derifi[iet,
abjecijjet, & ^fpernatus fui f et, in primis autem Conflantienfe , quod natio-
Tomo ly, V 3 nem
Leone X. ^jq Secolo XV I.
nem Germanicam cum aterna laude , atque honore cumulavit , tum pacis
otiti concordìaque vìnfulum futt -, hac tandem fé conditione obligavity fi in
difpHtatione y qnam fretus noflris de fec uri tate promiffis expetivit, nonigno-
rans id humano, divinoque jure prohiberi, fuccubutffet .
£t[i autem hac contumaci refponfione , non exigua noflri , Trocerumque
molejìiay & c^enfione, populique fcandaloy audita , probabtlibus de caufìs
induxeramus animumy continuò feveriùs eum coercere, re6làque domum ex
Conventu dimittere , quemadmodum hanc nojìram voluntatem poftero die
manu nojira prcefcriptam revelari fecimus ; prcefatorum tamen Eleóìorumy
Ordinumque intercejjione , flagitationibufque addu6ii fumus , ut triduum illi
ad l/berandam iflo quafi jiupore mentem largiremur . Sed intereà duo item
Ecclejlajìici 3 duoque faculares TnncipeSy duo pojìremum ex nojìrisy Impe-
riique Civitatibus adhibitiy dcle6liy defìinatique funt, qui mandato y & no-
mine Congregai ioni s totius Imperli , Lutherum ad fé vocatum familtariter ,
& amanter admonerent y adhortarentury erudirent, nec ullam rem idoneam,
accommodatamve ad eum de fententia deducendum intermitterent , cum in-
tcrminaiione y nifi fanaticas opiniones abjiciaty quàm graves, & acerbas ,
tum à nobis y tum à Sacro Imperio poenas approbantibus Canonibus expe6iare
debeat, kAc ubi tam feria, ddigenfque cohortatio irrita, fruflràque fufcepta
fuit , quidam ex noflris Ele£ìoribus afiumptis duobus placido ingenio , nobili-
que doSrina pradiàis Do£Ìoribus y & una cum illtSy ac Jeparatim ipfe y non
modo fumma obteflattone y jpeciofaque demonjlratione multtplicium ejuserra-
forum perfuadere Luihero conatus efly ut pluris Patris noflri Tap£ , fìmili-
terque noflrum , C^ omnium Imperli ordinum , aliarum item Catholicarum
nationum confenfum , ritus , & confuetudinem , tot fMulis juxta Ecclefm
conflitutiones tanquam per manus tradttam , qudm proprias fpeculationes ,
fuique commenta cerebri faceret , hac adje^lione y fi pertìnaciàm , morofita-
temque depofuerit , & ad meliora fé converterit , reipfa illum intelle6ìurum
hoc illuflri multorum San6lorumTatrum ex empio y & ad confcrvationem cor-
pori s, anima , exiflimationijque fua fieri. • - ? >.^>'
^d hacy ut bona fide nobis renuntiatum efl, Martirtus Lutherus refpon-
difle fcrtur y fé non folùm omncs jam di6las perjonas , fed etiam generale
Concilium , fi quod futurum flt , profufpc6lo , & partiali habiturum , & quòd
in libris fuis ne minimam quidem fyllabam velit mutare y quod anteà quoque
in noftra y flatuumque Imperii prafentta proteflatus fuifet , printer quam ft
à viro excellenter erudito convinceretur , idque fecundùm fuam dumtaxat
regulam y ncc ex Conciliis y aut Ctefareisy Tontificiifque decretiSy aut ullius
Tatrum au&oritatibus quantmnlibet fanali , fed ex teflimoniis verbi Dei ,
qu£ vult ad fuum arbitriumy fuafque inextricabiles , <& fpinofas opiniones
inficili y detorqueriy ac enarrari; cum pateat, atque in promptu fitillisau-
iìontatibus id, quod inutroque Teflamento aut non ponitur y aut minus dare
exprimitury fupplentibus , ha6ìenìis San&am Catholicam Ecclejiam fuifie gu-
b'^rnatam . Quandoquidem igitur hac ita gefla funt, Martinus Lutherus tam
obflinatèy ac perverse in opinionibus manifeflèhareticis pcrfeveraty ideòque
tum omnes pii , & intelligentcs tanquam furiofum , & à demone corre-
ptum fugiant , & execrentur : 7\(oi juxta noflrarum tenorem literarum de fe-
curitate die proximomenfis ^prilis 2'^.abire illum è confpeBunoflro jujjimus ,
caduceatoremque rurfus adjunximus , ut fecundùm hunc vigefimum quintum
diem t/€prilis adhitc viginti dtes confequentes condu^u falvo muniatur : hif
que
colpitolo II, 311 Leone X.
tìue tranfaBis , nìbil à nohis prafìdii , defenjìonifijue hahcat ampliùs , inde
nimirum opportunis remediis cantra hanc exulceratijjìmam pcftem procedi
' debet , ut jequitur . . ^
Principio ad laudem , gloriamque omnipotentis Deiy & propugnationent
Cbrijìiante fidei ) Vontificis quoque Bimani , & Scdis honorem debitumi au-
Qoritate , & poteflate nojirce defarea dignitatis , atque officii ; prMereà
unanimi confenfu , c^ voluntate noftrorum , facrique Imperli Ele6lorum >
Trincipum , & Ordinum hìc jam congregatoriim ; nos ad perpetuam rei
memoriam , prafiandamque decreti , fententia , ac condemnationis BulU j
quam San6lus nofier Tater Tapa velut ordinarius judex controverftarum.
I\eligionis edidity executionem , fuprd memoratum Martiniim Lutherum tan-
quam membrum ab £cclefia Dei feparatum , perniciofi fchifmatis auBorem
manifeftum i pertinacemque hareticum à nobisy fobifque univerfis ^ & fin-
gulis exiflimandum , denunciandumque renunciàmus , & declaramus , idque
publicè tejiatum bis literis volumus , edicentes, & imperante! vobìs omni-
bus, &unicuique fub fp enfiane , atque juraménto, quo nobis, [acroque Im-
perio devinoli efiis , ad ejf'ugicndam ita criminis Ufce Majefìatis pa^nam, no*
Jiramque > & Imperli profcrìptionem , ac excommunicationem fub priva-
tone, amtjfione y defpoliatiorte omnium regalium feudorum, privitegiorum j
immunitatumy quas ad hocufque tempusab Antecefforibusnojìrisy nobis y &
facro Imperio ulta ratione concejjas obtinuifiis; imperantes, inquam, T^pma^
na, C^fareaque potejìate feverè hoc edi£io volumus , ut elapfis prxfatis vi-
ginti diebus > qui decimo quarto hujus menfts Maji terminabuntur, pradi-
6ium Martinum Lutherum nemo veflrum hofpitiOy te6loy leBove recipiat,
ac foveat , nemo cibo , potuque alat , & fuflentet ; nec quifquam verbis i
ac /a5iis clam , palamve confilio , vel àuxilio juvèt y aut promoveat; (ed
ubicumque locorum in eum incideritis y ft tantum habebitis viriumy vinBum
comprehendatis , diligentique feptum cujiodia nobis vel adducatis ipfi , vel
adduci curetis , aut faltem è vefiigio nobis y ubi cdptus fuerity indicetis-.in-
tereaque carcere claufurn providenter affervetis , donec quid porrò illi infe-
rendum fit , injìru6Ìionem noflram acceperitis : vofque propter hujufmodi
fan6Ìumy CiT piumopus y ad compenfationemlaborum quoque-, & fumptuumi
benigne remuneremini . Verum cantra illius neceffarìos , conjun6ios , patro-
nos 3 altores , [autor es y confentienteSy amulatoresy atque imitatores,horum-
que mobilia , vel immobilia bona debctis in vigore fannia Confìitutionis no-
Jir£ j & Imperli , profcriptionis , & excommunicationis hoc ordine procede-
re j videlicet iter facientes projìernere , prehendere , fortunas diripere , ad
vefirum dominmm transferrey nemine objìantey vel impediente ; excepto ft
verifimiliter i probabiliterque confìrmet, fé hac fcopulofa via deferta Tonti-
ficiam abfolutionem impetrale.
VrMereà mandamus vobis omnibus , & unìcuique privatim fub antefcri-
ptis posnis j ne quifquam veflrum jam f£pè nominati Martini Lutheri libros
à San^o Tatre noflro Tapa , ut fuprd indicatur , condemnatos , ejufdemque
alia multa f cripta ^ qu£ feu vernacula^ feu latina lingua componithaBenìiSy
taìnquam impiay fa-day fufpe5lay diluta, &à notorio pertinace h^retico edi-
ta y ampliùs emere, vcnundare, fervare, defcribere, imprimere , defcribi ,
vd imprimi facere, nec ipfius opinioni fitffragari , adbxrere , aia predica-
re , defendere , ajfcrere ullis modis , qui ab ingeniis , humanaque fo'e-'tia
excogitari, ufurparique poffunt , pr^efumat .
V 4 'Hec
Leone X: ^j^^ Secolo XV I.
T^ec vero quem facile moveat , quòd hxc interdum aliquìd boni ad deci-
pìendos impentos admixtum habere videntur; nam fi à falubcrrimis epulis
unica veneni guttida infe^is fani omnes abhonent y quanto magis hujufmo-
di libri i & f cripta mille venenis a?tim£y lethiferifque pejiibus imbutay non
folùm à nohis omnibus refugitnda , fed etiam ex memoria hominum tollen-
■ da, penitùfque obruenda funt , ne cuiquam damnum aliquod , aut aternam
mortem afferant i quoniam fi quoi libris e]us re5iè , ac laudabiliter inferta
jjimt , multò ante à San&is Tatnbus ab Ecclefìa Catholica receptis , & ap-
probatis frequenter tifurpantur , mtrodiauntur , & explicantur , ubi abfque
follie itudine j fufpicione , aut ullius mali periculo attingi, legi , traviar ique
fofiunt,
Infuper decernimus , ut univerft , & finguli cujufcumque dignitatis , gra-
dus, ordinis, conditionis fucrmt , ac pr<£fertim gerentes magifìratus , & fu-
periore, vel inferiore ]urifdi6lione armati y fub incurfione pana fupra expref-
/^, in omnibus [acro Bimano Imperio fubje5iis ditionibus , in nojìris item
hareditariis Ducatibus , atque territoriis de fa6io feverè ordinent , panas
irrogent , imperent , atque procurent , quofcumque tales antedi^as Lutberi
yirulentas commentationes y libellos, & lucubrationesingentiumturnultuum,
damnorum , dijjìpationum , hxrefum in Ecclefia Dei adminiflras , igni com-
burendas, & bis , altifque medtis funditUs abolendas , exttrpandasy ad ni-
hilumque redigendas j fimiliter Beatitudinis Tontifici^ nunttis , ipforumque
dclehis commifiariis , in bis ad illorum petitionem , & requijttionem fum-
ma yoluntate, atque promptitudine animi adeffe, obfequi , moremque gere-
re-, ac nihilominùs iis abfentibus, ad Imc univerfa, & fmgula adminijtran-
da , exequenda , perficienda noftro jufiu , mandatoque accedere , operafque
conferre , debetis . '
Càmque evidens neceffitas effiagitet prevenire , ac pracavere , ne libri
lutberi, aut bine male excerpta , vel fupprejfo nomine au6ioris edita , vel
aliorum fcriptis imene xt a, cMerorumque ejufdem farina hominum opufcu-
la , qualia magno cum dolore paffim in Germania confcripta , & publicata
perniciofis dogmatibus , exemplifque referta percepimus , in poflerum aut
componantur, aut in vulgus fpargantur : unde pii fimpliccs horum legione
fafcinati , errores in fide comprobare , honeftatem yitie , morumque negli-
gere, inciperent : qu<£ res fcandalorum, acerbitatum y odiorum in Ecclefta,
ceu feminarium quoddam exiftit , quemadmodum ha^ienus perfpicuè vidi-
mus : quòd in dies magis magifjue in omnibus regnis , ducatibus , populis ,
nationtbus confpirationes , fchifmata , faBiones , confufionefque mctuendcz
erunt . Troptereà ad hujus morbi faviffimi vim extinguendam , iterùm man-
damus confilio noflrorum , Imperiique EleSiorum , Trincipum , & fiatuum
fub prafatis gravtbus poenis , multis, caftigationibitfque vobis , nojiris , &
imperii , noftrorumque hner editar iorum Ducatuum , atque ditionum fubditis
univerfis, & fmgulis tanquam P^manus Imperator legitmius harcs , a^ or-^
dinaria poteflas, ne quis veflrum teneat pofihac ejufmodi famofos , plenof^
que veneni libellos y aliafve cbartas , aut exempla, -pel tranfumpta, ut qu£
in Chrifiiana religione nefandos errores pariunt , ac ritus , & infili ut a Ec-
clefu pervellunt,
TrMereà ne quis infefta , maledicaque fcripta in SanUum Vatrem no-
ftrum Tapam , Triclatos , Trmcipes , academias , horum facultatcs , aliafque
honeftas perfonas denique ofenfura bonis moribus , & Eccleft^ tranquillità'
tem
Capitolo IL 3^3 Leone X.
'tem tuybatura, atnpliùs fingat, Jcribaty imprimati vendat , emat , dam ,
palamve fervct, aut imprimi t /Iribij pingtpe faciat, nec diis bis rationi-
bus quomodocumque excogitentur, fieri procuret, comiiveat, vel permittati
e qui lì ftende il Bando nella enumerazione, e comminazione delle pe-
ne liabilite contro i ritentori di quel1;i libri, e lìegue.
si qui vero quocumque fpltndore , dignitate , amplitudine prediti huìuf-
modi nofira C bri fi tana , & de far e a decreta , leges , fiat ut a , ordinattones ,
mandata, qua per omnia firma, fixa, rata voLumus, in uno, pluribufve ar-
ticulis commemoratis Lutheri dogmata , vel officinas typographicas perjirin-
gentibus ullis modis , qui venire in mentem. bomini pojjunt, contumactter at-
tenuare , violare , infnngere , evertere , abrogare prafumpfermt : hi fciant
fupradiàis, &in juredefinitis posnis fecundum formam, cr procejjum Ton-
tifici£ excommiwicationis i fiofiraque profcriptionis fé irremijjibiliter fubjace-
re. H.ic omnes proponant animis, quibus ut fatisfiat, fidefque adhibeatur ,
pruefentcs Cafareo nojiro figillo communivimus . Data P'vormatia nolìra, &
Sacri Imperli C ivi tate 8. Maji y anno à nato Chriflo i^ii. noflri vera Impt-
rii B^omani anno fecundo, aliorum Regnorum fexto. Così il bando, e così
il giudizio folenne di tutto il fior del fenno della Tedefca Nobiltà circa
Lutero, circa la fua dottrina > circa li fuoi libri, circa l'autorità del Pon-
tefice , e l'Apoltolica di lui condotta in quefto affare .
Ma non così e li parteggiarti di Lutero con le voci , e Lutero fteflb
con gli fcritti . Quegli diiperatamente efclamarono contro il Bando ,
perche in elfo chiamavalì Lutero , non hominem , fed Dicmonem fub hn-
mana fpecie, vel Threncticum , autàDxmone quopiam obfcf['um', ed appli-
cando eglino la rifoluzione a paliìone , & il contenuto ad ignoranza ,
impunemente fi fcagliavano contro l'Autore del Bando, e contro il Ban-
do, [a] ^t non defuerunt caufe , foggiunge l'allegato Autore , cur Trin- ^ ^p^d vim&er,
ceps tnftgni prudentia , magnoque in Catholicam B^ligionem a^e5iu pr^editus Ragioni, perche
ad hunc modum loqueretur ; non enim rumorem ignorare potmt, qui tumde Liutro n chu-
Lutheri or tu fpargebatur, quòd nimiràmmatre natus ef et ex abominando con- nìalo nd'Bando ."
grejfu [b] cum incubo gracidata, antequam Joanm Luthcro nuberet ; e pò- ^ ^^""^ cochus
co doppo , Q^òd occultis Damonum infeftationibus Lutherus à primis annis Zn/fnnifi^'sacrà
obnoxms fuerit; quòd aliquando cum in Ecclefia fub Sacro Evangelium canta- ''f /^•"^« ^'''X'?*
retur de Dxmonìo ab homine furdo , & muto eje6io , ipfe fubitò profiratus "'*'
alta voce clamare cceperit : l^lpn fum, non fum; quòd lUicitum cum Btcmo-
nibus commercium babere videretur i quòd cum Lipfia efset ante biennium , fa-
miliarcm quemdamab eo damonem inclufum pyxidi circumferri fpargeretur :
quòd Maximiltanus Cafar cum ^Augufi^e Lutberum in turba videret , dxmo^
nem in ejus cuculio latitantem objervajse d fide dignis diceretur : quòd ille
tam indomitits furor , tam infana rabies , tam ejfranis , & infatiabilis
convitiandi libido , illa fcurrilium verborum affluentia diabolum potiàs ,
vel hominem à dcemonibus agitatum , quàm virum fui compotem refer-
re videretur : neque vero defuerunt ex novi illius Evangelii fe&atoribus
jpfius Lutheri filiis , qui Cafaris hoc de parente Juo judicium paulò pòft fua
quoque calculo confirmarunt , Sacramentar io s dico , vel Zuinglianos , qui
Lutberum non obfefsum ab uno fpiritu, fed occupatum à caterva d.^monum
ex ipftus aSiionibiis, & fcriptis indicar unt i quemadmodùm & ipfe vici/Jim
Sacramentarios ab id genus habitatoribus occupar i, agitar ique publicè fcri-
pfit, Horrenda funt ifia, fateor, fed jufioDet judicioabiis bomimbus prodi'
ta.
tii/.2,e,i. n.i.
LeoxNèX. ^j^ Secolo XVI,
ta, quicumturbis involvunt orbem Chriflianum y &" inEcclefi^vìfceragraf
fantur ( quod maligni fpiritusimpulju fieri cartum ) id fevelut à Deonnljos
exequi ja&anty ipfius Chrijìì nomine y & SpiritumSan6luma6iionum fuarum
aimorem , cir- moderatorem mentiunmr . Jit cum inter fé dijceptant , aper-
tiùs produnt, àquo gubernentur fpiritUy dum alios alii clamantefìemancipia
dicmonum , & ab immundorum jpirttuum caterva poffìderi : qu£ cimi jam viri
prudente s legunt nullo prajudicio fafcinatiy quid aliud in mentem venire potejìy
qudmneutros aberrare y fedutrofque dicere , quodresejl; cumaliis alii fa&is
Nuovi libri he fuis y & machinationibushujufmodi verba diUafìe videantur < Così l'Ulem-
r^^'^^'lfLA.'!,?^ bercio ài Lutero in confermazione di quello, che diluii edelfuofami-
di elfi. Iure demonio fi dine m altro luogo di quello [^J Pontificato. Mamol-
tif^pUs^zso."''''"' to P^" f ^^^ ' ^^oè Indemoniato , ò Demonio dimoiìroffi Lutero ne' nume-
fa Luth.'w 'lib. de rofi, & empii libri, da lui comporti in quella fua Patmos, che così [b]
frf fw^^Sf'. egli fu folito poi di chiamare quel fuo luogo di ritiro, la fortezza di Vvaft-
lorìocard.paùav. bcr^a . Havcva Leone fatto [e] abbrugiare in Roma due fue imagini ,
''" "' ~ " quella rappprefentante il di lui volto in una pittura, e l'altra più viva dino-
tante il di lui animo in una catafta di libri Hereticali j onde Lutero irritato
dalle condanne , e dal vituperio , non tanto sfogò il fuo efacerbato rifen-
timento su le carte, quanto con difperato configlio, e come fuoldirfi,
con la vifiera calata, porto/II all' urto della Religione Cattolica, impu-
gnandone i dogmi, pervertendone i riti, e ponendone in ifcherzo i più
riveriti mifierii . In lingua Tedefca egli compofe il libro de confejjione fé-
creta ad Francifcum Sichinì^y in cui minacciava guerra , arme , e fuoco al Pa-
pa, aiVefcovi,ealCleroi e l'altro de votisMonafiicisad parentem fuumy
in cui ben'egli confeffava divinitùi mftitutum jus reddendi vèti, né efib du-
bitare, utrùmreddendum fttvotumy ma folamente impugnarci voti empii,
echedifpiaccianoaDio, quali efiere, egli diceva, li Monafiici, li qaiali
non folamente non fi appoggiano allaparola di Dio, anzi la contrariano,
ond' eglino ripugnano alla fede, allalibertà dell'Evangelio, alli precetti,
alla carità , & alla ragione : foggiunfe , San Girolamo haver malamente
trattato quefto punto nel libro de Virginitate cantra Jovinianum y ed efle-
re egli ftato trafportato impetHy & fervore bumanoy & nimio fiudio ob-
fequendi amicìs y & fua ìmprimis Eufìochio-.magis premere Jovinianum au-
Boritate , qudm folida eruditione. Id quod probat parum confìderatus ar-
der corradendi undique teJUmonia Scripturarum congrua , vjr incongrua ,
magno ludibrio futurusy fi paris au&oritatis ,Antagonifiam fortitus fuifiet.
Così malignamente devoto, quando egli era premuto con l'argomento
potente dell' efempio di tanti Santi , che havevano cotanto bene offervato
rigorofiiiìmi voti , difcendeva alia loro fcufa con fofifma ò inefplicabile , ò
impratticabile, dicendo, 'ì<lon difputo y utSanèìi vìxerint fubinflitutoijioy
fed de ipfo infiituto . l<lon ut tres pueri in fornace Babylonis vixcrint , fed an
pafjim omnibus liceat in eamdem fornacem ruere , aut auream B^egis fla-
tuam adorare, l^on difputo , an Taulus calebs vixerit , fed an exemplum
fuum fu in ìus, & formam do&rina trahendum . Idem Taulus totam Legem
Mofis fervabat , &" tamen nolebat doceri , & audiri eam ad fervandum .
Ita Bernardus fub voto fine voto , ceu ^pojìolus fub lege finelegeagebat; fed
non ideò votmn , aut lex in doÙrinam , & formam vit£ redigi, fed aboleri
debet .... Bernardus , & alti , qui pia opinione voverunt , & vixermt in
yotis , comparandi funt ducentis illis viris , qui cum Jlbfalorn tverunt de
Jeru-
Capitolo IL 315 Leone X,
lerufdem in Hebrony moliente feditionem adversùs F^gmm Tatris fm Da-
vid. TSUbil enim fciebant de caufa^bfalom, &■ fimplici corde ibant , quoi
certuni efl re cognita refìpuijìe . ,At ft in media re intercepti fuijfenty potè-
rant accufari Uf^e Majeflatis rei , fi opus eorum , & viam fpe6ies , fed fe-
cundùm animum judicati abfolverentur : e lìegue , malamente ò fognan-
do, ò infegnando, Votum caflitatisy & totms Monajlic^ , fi pium eji ,
debere neccffariò fecum involvcre libertatem rurfus omittendi , àr in banc
ferme fententiam interpretar i : Foveo tibi obedientiam , cafiitatem , pauper-
tatem fcrvandam cum tota I\egula S.Augujìini, ufque ad monem , libere ,
hoc eji y ut mutare pofjimy quando vifum fuerit . Quivi medefimamente egli
com^okXckcx2b\ìin\mo\\h\:o de abroganda Mijjaj del quale allora faralll
menzione in quefta Hiftoria, quando giungerà il tempo della pubiicazione
di elio , fui fine del Pontificato di Clemente Settimo . Mi in niflun libro for-
fè dimoftrofll Lutero più sfacciatamente , e pompofamente empio fri
que', ch'egli fcrilfe nel fuo ritiro di Vvaftberga, che nella confutazione
del celebre Theologo Giacomo Latomo diLovanio, nel quale il temera-
rio beftemmiatore , che gloriavafi di aflerire le fue parole , come parole di
Dio, dice, Tontificem I{gm:e federe in medio Ecclefia y & venditare [e prò
Dco, & perdere animas; hora nominando il Vicario di Chrifto ^ntichri-
fiumt hora le Univerfitd Cattoliche Synagogas Satana , hora li Theologi
Sophijiasy TorcoSy ^finos , horala confezione Sacramentale Tyrannicam
exaóìionem Tontifìcum , nullis Scriptura radicibus nixam , e pertinacemen-
te difende gli errori cotanto valorofamente impugnati dal dotto Latomo
Omneopusbonumefi peccatum, e, Concupifc^ntiam pofi baptifmum vere effe
peccatum y nonquidem regnans y fed regnatum y captuWy & infirmatum, e,
Theologiam SchoUjiicam nihil aliud efk , quànt ignorantiam vcritatis , &
fcandaUtm juxta Scnpruras ^ onde l'ignorante, ch'elfo era, fconfigliava li
giovani a fugt^irne loftudio, ut mortem animai : aggiungendo, de Thoma
^quinatc fé dubitare , an damnatus , an beatus fit i cttiàs Bonaventuram
crediturusbeacum, con la ragione da elfo addotta, Thouias multa haretica
fcripfìty & au£Ìcr efl{{egnantis^rifioteliSy vafiatoris pia do6ìrmje : quindi
egli come dando alla gran guerra la molla, anima Giona Prepofto di Vvit-
temberga, il Carloftadio, i'Amfdorfio, e tutta la fcuola de'fuòi fegua^
ci a toglierfi rifohitamente dalla faccia la mafchera fin allora rifervata di
Cattolici , allegando con potente motivo il fuo efempio , con queft' egual-
mente memorabili, ch'efecrabili parole. Caput ego contrivi ferpentis ,
corpus cur vos non queatis calcare f E fu più ubbidito Lutero nella fua be-
fìemmia , di quanto egli defideralTe , e furfero arrogantemente da più parti
li fettarii a feguitarne la condotta con dilaceramento ftrano della Chiefa. E ^ ^^j. ^i p^^^;.
fràeUl [a] ben dar poliamo il primo luogo nella Cathedra della Heretica di HldrLr,J"'vr.
peftilenza ad Andrea Carloftadio, di cui havendo noi di fopra data contez- '"'"•''•
za , quando riferir ci convenne la difputain Lipfia tra eflb , e l'Echio , amico
allora, e tenaci(fimo partiale di Lutero, ci converrà fotto il feguente ^^^''^J'^.'^^'^^^'"^^*
Pontificato raccontar difl'enzioni, contrarietà, erilleconLutero;&:aFi- dei'carioibdio,
lippo Melanàhone, grand' huomo nella profefllone delle lettere humane, l^'[^ Mdanaho-
e gran fahìficatore nella corruzione delle divine, l'uno, e l'altro profeflbri
nella LTniverfità di Vvittemberga, l'uno, e l'altro prima feguaci, e^poi
contradittoridi Lutero, e che allaHerefia di Lutero prima aprirono, e
poiattraverfarono laftrada con quelle varie, ma egualmente peifilenti
dot-
Leone X. ^j<j Secolo XVI.
dottrine , che note fi renderanno nel racconto degli avvenimenti , che
foggiungeremo .
Hor Lutero quefti Araldi d'Inferno egli eccitò dalla fortezza di Vvaft*
bergaadufcirfuora, come a dichiarata pugna contro la Chiefa, & a cal-
pelìar quel corpo , di cui egli già gloriavalì di haver calcato il capo . Né
lì può fenza lacrime riferire , come ben eglino maneggiaflero la caufa del
diavolo, e quanto miferabilmentefovvertiflero la Germania, e nella Ger-
mania laceraflero la Religione Cattolica con la predicazione , con gli ferir-
ti , e molto più con l'efempio indegno , e deplorabile di chi conliderava
Herefurchi di manomefla laFededaqueimedefimi, cheperlaprofedìone della lorovi-
quefta età qiiafi tauc dovcvauo elTcre il foftentamento . Conciofiacofachenon rinverrafll
c"ioftJi'" ò dal ^o*^^^ ""^ quefta età Herefiarca , che non ufcifle ò da'facri Chioftri , ò dal
Clero. ' Sacerdozio Chrifliano ; onde dir fi polfa, non tanto conculcata la Fede
da' fedeli, quanto da' più diletti fedeli del gregge di Chrifto. Erafmo, e
^y^^''^'.^''^^'"" Lutero, [^] l'uno Canonico, l'altro Eremita Agoftiniano , Carloftadio,
liFtntìficatiT"' e Melandone , quegli Arcidiacono del Clero , quefti graduato nella
Univerfìtà di Vvittemberga , Zuvinglio Paroco (ìi Chiefe , Ecolampa-
dio Apoftata della Religione di S.Brigida , e Bucero ài quella de' Do-
menicani , Agricola Rettore d*Islebio, e Brenzio Canonico , e Sacer-
dote ài Vvittemberga, tutti primi forieri delle correnti Herefle, e tut-
ti ufciti non tanto dal grembo , quanto dal cuore della Chiefa , non
fenza alto terrore di chi confiderà, quanto poifa la dottrina prevarica-
re in empietà d'ignoranza, quando non venga ella moderata col freno
della riverenza , e fummilfione al Pontificato Romano.
Henrico Vili. Ma Dio confiifc tuttc Ic vivc lingue di quefti Herefiarchi con la muta
SoftS''c"dò P^'^o^^ ^^ ""O, che per grado pareva men atto a parlare, e per potenza
p"e°r h'aeiiyo^^ne più difpoflo a Combattere , che a perfuadere, E quefti fu Henrico Or-
de "rTÓ'^i'b/o^T* ^^^^ d'Inghilterra, che veggendo divulgati pel Regno i libri, e gli er- %
fifum slcramit! xoù di Lutcro , nou folamcntc cou feverilfimo editto bandì quefta na-
"''• fcente Herefìa, ma fìccom'egli in gioventù defiderofo della vita Eccle-
lìaftica haveva applicato l'animo alle fcienze, mentre ancor viveva il fuo
maggior fratello ì così in quefta celebre congiuntura volle palefare al Mon-
do il Àio devoto, ed erudito fpirito, e compofe un dotto libro contro
gli articoli di Lutero, quale per mezzo del fuo AmbafciadoreinRoma
egli kct prefentare al Pontefice Leone con <^uefto diftico ;
h ^pHd Biovium [b] ^nglorum I\ex Henricusy Leo Decime, mhtìt
énjinnaLaiuisii. hqq Qpus , & fidet teftetn, & amtcìtÌ£.
Quefto libro, quanto è celebre per fama, tanto egli è rariq per copie ^
ondeadinviene, che dagli ftudiofìfìa più deliderato, cheletto.EgH è di-
vifo in alcune diflertazioni , e porta feco il titolo de feptem SatK^mentis
i Ciacco», in vita con prefazione adatta alla materia. Vi è, chi [e] difTelo parto ài Gio: Wche-
u.card. Fifchtrii fo Vcfcovo Roffcnfc , attribucudo il merito di un opera cotanto infigne
in Paulo ni. ^^^^ de'piùinfìgniTheologi, che vantalfe allora la Inghilterra. Ma non
devefì defraudare il Regio Autore del fuo proprio pregio, e fìa lecito a noi
dal di lui ftituro impegno nel male arguir il di lui prefente valore nel bene ,
òcafùti dtin. edirdieflb, come già di Origene Caffiodoro [</JC^^/ Z'f»^, nemomelms,
firut. divina U- fibt male , nemo pejùs. Fu il libro dunque da Gio:Clerk Ambafciadore
f'z'ottoht i?2i Inglefe in Roma prefentato [e]d Leone in fecreto Conciftoro alla prefeii-
' 24 di trenta Cardinali con il previo ricapito di quefta lettera , con cui
Henrico
CapUolo IL 317 Leone X.
Henrico Ottavo accompagnar volle eì fuo Meflb, e'I fuo Volume ,^ ^^^^^ ^.^^
[a] SM^ijfimo D.l^.D. Leoni X. T. M. Henrìcus Dei gratta J{ex ^ngliie, ^odL" ubro tun-
& Francia i ac Dominus Hibernine perpetuam felicitatem. Cum parttm bel- ri':ivui.
lìcisy partim aliis longò diverfis jìudiis I^eipublic^ caufz adoleflcmìam no-
flram infiieverimus , miraturum te , Beatìjjime Tater, non diibitamus^ quòd.
ejus mine homints partes nobis fumpferimusy q:ù omnem potìùs actateru con-
fumpfifiet in literis, ut gravcm fcilicet hjerefim pullulantem comprimamus ,
Seddefmet, opinar, tua fan6Ìitudo mirar i, poiiqiumcaufa^expcndcrity quiC
nos fubegerunt y ut hoc fcribendi oniis (quamquam non ignari, quàm' fumus
ìmpares ) fubierimus . Vidimus ftquidvm in mefjera Domini jatia ':i^i':^aniie
[emina, pullulare fc6ias, h<£ref.s in fide fuccrefcere, & tantam per orbem
totum Chriftianum feminatam dtfcordicS materiam, ut nemo , qui fmceriter
Chriflianus fìt, h£c tanta mala tam late ferpentia ferre dimiits pofjìì:, quin
& fiudiumco^atur, &vires, qualefcumquc poffit , opponere. Mirumigitur .',
videri non debet, fi nos quoque, tametji' potè [late non ma. rimi, fide t amen,
ac voluntate nemini fecundi , in opus tam pium , tam utile , tam necejja-
rium, ut à nemine ferme poffit abfjue piaculo prMermitti , & nofl,ra?n 'jrga,
tuam San^itatemobfervantiam, & erga f^eligionem Chfiftì Jiudium , &erga ;
Dei cultum obfequium nojirum declarare conjìituimus , maxime fidentes , etji
eruditio noflra fit tam exigua , ut propè modum nulla j gratiam taìaen Dei
fic cooperaturam nobifcum , ut quod do[ìrina nequivimus perficere , id ipfe
prò fua benignitate, fummaque potcntia plennts abjolvat , ac nofiram in li-
teris iìnbecillitatem fuo vigore fiippleat-, quamquam in laeris quoque, pr£-
fertim facris , etft certo fciamus , nufquam non effe multoSi qui hoc fcriben-
di munus (jr obire commodms , & pmjìare potuiffent ubcrms ; tamen non
uffjueadeò rudes fumus , ut in communi caufadedeceat nos quoque prò noflro
virili, calamo quidpofkmus, quantulum id cumque fuerit, experiri : poji-
quamenim in adminijiranda E^publica maximam femper vim, maximumque
momentum religwnem habere multo ufu advertimus , ut primum maturiores
annos attigimus , capimus ejus contemplationi non nihil ftudii tmpendere i "
Tlurimum profectò, pojiquam cospimus ineo dele5Ìari, confecuti; tamennos
non latet quàm exiguum tantum, tamen, ut fperamus , quantum adjuvanti-
bus pr£ fertim , vel potms infligantibus iis , qua vel admodàm rudem abun- -■ ■.
dèreddere injìrucium poffent pietate fcilicet, & Uf£ religionis dolore adLit-
therian£ hierefis fraudes rationibus detegendas. Sit fatis itaque : etiam hac
fiducia rem tentavimus , & quainea meditati fumus , Sancitati tu£ dedica-
vimus , ut fub tuo nomine , qmChrijii Vicemin terris gens, publicum judi-
cium [ubeant; ficenim nobis perfuaftmus , cum ut ea harefis aliquandiu in-
ter Chriftianos graffata graviffima , faluberrimaque fententiatuavi, è mani-
bus hominum fit excujja, (ì quid ejus in pe£ioribus , vel captione aliqua dece-
ptis, velblandis pollicitationibuiinefcatis , adhuc refedit , idejìe jujhsratio-
nibuseximendum; ficenim futurum, ut quàm duci, quàmtrahi fé tngenia li"
bentiiis pattantur , non defit bis mitioris quoque remedii ratio, in qua promo-
verimus, nenosquidquaman non beatitudinis tua judicium erit; cujus etiam
arbitrio, fi quid efl à nobis erratum, corrigendum ojferimus . Così egli[Z> J 0 F^rideCr^p;»
Cum Orator multa dixifkt , foggitiiige ne'fiioi Decreti Conciftoriali Paris J^J;^-'"; *\:^'^'*
deGraliìs, detejìandoconcluftones ipftus Martini, Tapa elegamijjimo brevi- '* "' ''"'^'^ "*
loquio refpondit , fé munus acceptare non ab ipfo ^ege, fed à Deo tranfmif-
fmn'i & in hoc laudavit non folùmB^gem, fedadmiratus eji, mdixit, ejus
mge-
Leon- X. ^jg Secolo XV I.
ingenium : quare egìt gratias Deo ftmul cum Cardimlibus prò tanto bona ope^
re, &obtulìt fé prò jtmilibus caftbus j & caufts I{egi, & l^gno promptifji-
mum futurum . "Et in fine ille obtulit libmm Tap^e , quem priàs debuerat obtu-
Itffe, & Tapa cum magna bilaritate recepiti é* confervandum fuis affignavit ,
Così egli. Ma molte più tiirono le ragioni, che commoifero a un fanto
gaudio l'animo del Pontefice, il quale non tanto apprezzò il Regio dono,
quanto l'augurio felice di altre circoftanze, che l'accompagnarono. Ef-
fendo cofa che perfuafo Leone , che non poteva certamente fortir l'ab-
battimento defiderato della Herefia Luterana, fé alla potenza fpirituale
della Chiefa non fi congiungeva la temporale de'Principi, sì per laefecu-
zione della Bolla, come per quella del Bando, egli di gii haveva intro-
dotto trattato di Lega tra tlmperador Carlo V. e ilReHenrico d'Inghil-
terra, al quale preciiamente haveva a quefto finijB inviato per Nunzio Gi-
rolamo Ghinucci VefcovodiAfcoli ( il quale fu poi da Paolo Terzo pro-
moifo al Cardinalato ) cioè quegli fteflb , che in qualità di Auditor della
Camera hav èva fpedito il monitorio contro Lutero : honorato perciò da
Henrico con diltinte dimoftranze, e con l'honore del Vefcovado, che
conferigli , di Vvigornia in Inghilterra : ficche la trafmifiìone del libro tan-
to più grata giunfe , quanto più in effo fcorgendofi impegnato il Re contro
Lutero con la j)enna, fi concepiva certafperanza, chefìdovefleegliimpe-,
gnar contro lui ancora con la fpadanella conclufione della LegapromoHa ,
e progettata . Ma quella fvanì con la vita del Pontefice , che con immatura
morte inafpettatamente chiufe , come fi dirà , li fuoi giorni . Intanto Leo-
a Biovìus in ann, ne tifpondeudo alRc con amplifllmi ringraziamcuti , concedè [<?] à chi
"n.isii. leggeva quel libro una particolare Indulgenza, &alRemedefimo il da lui
b v.diPaiiav.nk defiderato titolo di Difenfor della Fede, Anche avanti [6] laprefentazione
s.c.i.» 5?. del libro , Tommafo Cardinal VolfeoArcivefcovo di Jorch, che polTede-
va allora non tanto la confidenza , quanto l'arbitrio de'fentimenti reali , ha-
c lo.cìugnoisìJ. ygy^ [-^-j richiefto a Leone , che honoraffe quel Principe con qualche tito-
lo infigne , come havevano impetrato dalla Sede Apoftolica le due mag-
d LUm ii,ìd. gJQj.j Corone. Si propofeunatal domanda nel Conciftoro, [ cf] e furona
varie le fentenze. Alcuni {limavano che non vi fo(fe ragione di conceder
quella nuovahonoranza . Altri diflero, che Giulio Secondo haveva privata
del titolo di Cbrijiianiffimo il Re di Francia, e l'haveva conferito all'Inglefe
per gli egregii fuoi meriti verfo la Chiefa Romana ; onde anche allora pare-
va , che '1 zelo di quel Re negli editti contro i Luterani meritaffe qualche li-
mile ricompenfa :*e furono penfati varii titoli , come di Trotettor della Fede,
ò ^poftolico : il fecondo non piacque , perche pareva proprio del Papa : d'Or-
todofjo , ò di Fedele, 6 d*,Angelico , alludendo al nomo. .Ai^gl te o : nel che tut-
tavia fi fcorge va più di fcherzo, che di decoro . Il Papa confiderò, che Ci do-
veffe elegger tale, onde gli altri Re non reftafiero otfeiì . Ed in quello pro-
pofito ricordò Egidio Cardinal di Viterbo , che Mafllmiliano Imperatore
s'era doluto , intitolarfi Chrifìianìjjimo il Re di Francia ; avvengache un tal
aggiunto era dato agi' Imperadori nelle preghiere publiche della Chiefa.
Per allora non K\ determinato altro , fé non che il Pontefice noterebbe va-
rii titoli , e gì! manderebbe fcritti a ciafcun de'Cardinali , accioche vi facef-
fero la debita confiderazione , a fiu di rifolvere , Te conveniva d'approvarne
qualche numero , e commnnicarlo al Volfeo , con porne in arbitrio dei Ré
e 2. otiohti$u. la elezione. Ma [e] indi a quattro mefi facendo il Reprefentaredalfuo.
Ora-
Capitolo Ih 319 Leone X:
Oratore nel Conciftoro il mentovato libro da lui comporto, e ve^ndofi
ne* Cardinali im'eftremo compiacimento di quefta Regia dimoflrazione
in difefa della Fede, il Pontefice prefe opportunità di proporre ivi di nuo-
vo la concelfione del titolo . A molti non piaceva, chetbfle comporto di
più parole, quaIerai)//f«/or della Fede i e l'haverebbon voluto coftituire
dì un fol vocabolo , come quelli degli altri Re . Onde ne fuiono divifati >
e approvati anche tré di tal forma, cioè Orthodoffo , ò Fedelì(p,mo , ò Glo-
riofo. Tuttavia per corrifpondergli con pienezza d'aflfetto, fi ccnchiufe,
che s'intitolafle Diftnfor della Fede , o v' egli determinatamente il defideraf-
fe. E perche querto era il titolo, che '1 Re domandava, ne fu ftefa la Bol-
la Ex fuperìhs , che fi le(fe, e fi comprovò di commnn parere in un'altro
Concirtoro, Data apud S.Tetrum amo i^2i,[a] 5. Idus 06tobrisy Ton-\^,^l"J!^l'""'^'
tificatus anno nono . Querto gloriofo titolo , che honorò per qualche
anno quel Re , dishonoronne poi per Tempre il nome , e la fama per la pre-
varicazione, con cui egli ne divenne, come fi dirà, ingratifiìmo violato-
re. Quanto afpramente, & indegnamente fi rifentifle Lutero contro que-
rto fu o nobile contradittore, nonfenza indignazione, chiiegge, ne rin-
verrà nel fuo [ &] proprio luogo il rincontro . bvtdi ,7 Po»tif.
Ne con minor attenzione attefe Leone alla dertruzione di altra nafcente ''' "'"^''""" ^'•
Herefia nelle Regioni adiacenti alla Italia, per le quali, come per pron-
ta, e aperta porta ella difegnava introdurfi nel Santuario della Chiefa .
[ e ] Gli Albigenfi , e li Valdenfi , che disfatti nella Francia fi erano ritira- '^ ^"^' '' ""l^^"
ti nelle valli di Vaux, nel Marchefato diSaluzzo, e nelle pendici altilfi- T'^ó/.' ^''^' "^'
me delle Alpi, e che havevano come di nuovo rialzata la tefta alla com-
parfa della Herefia di Vviccleff, e dell' Hus ; hora alla nuova Herefia , zuvingiio , fue
chefopravenne, di Zuvingiio ne'Suizzeri, concepita fperanza di fofpira- ?ie^'"^ • * ""*'
to riforgimento, fi ridufiero prima in fecreticonventicoli, e poi in pu-
blici congrcfiì per rirtabilirne la fetta con l'accrefcimento de'fettarii, che
già fi facevano fentireper cuci contorni non meno armati di penna, che
difpada. Fiì Ulrico Zuvingiio òantefignano, ò contemporaneo a Lute-
ro, e quegli ad efempio [rf] di quefti ambì con detefìabili mezzi il Prin- ^ '^««•»;»i.
cipatoo della potenza, ò della dottrina, e die a divedere al Mondo il fo-
lito effetto delle ribellioni, chel'una è incitamento dell' altra, Eglibaflà-
mentenato in ignobile Villaggio della Helvezia, e quindi crefciutonon
meno in età, che in ingegno, datofi allo rtudio della erudizione, e delle e ^pni fjIUv,
Lingue, con ogni una di eife andava fempre appafflonatamente [e] efcla- ^'*•>•f•'P•'»•'•
mando, Mtroejionon dejìdcrarey che rinvenir tiualche via di render eterno
il fuo nome . Nella profeflìone Ecclefiaftica, à cui applicofiì , afcefe prima
alla cura della ParocchiaGlorovenfe, e poi a quella dell'Eremo , & alla
terza di Zurigo, Terra principale, chedà il nome ad un de* Cantoni della
Republica Helveticà . Hor nella Germania rifuonando l'Herefia di Lutero,
dalla Helvezia le fece eco Zuvingiio , con divenirne lodatore , fempre però
più come emulo, che difcepolo , ò compagno . Conciofiacofache vanaglo-
riofo egli di efiere e ondottiere , e non ieguace di altri , vantoffi , che quan-
do elfo cominciò la predicazione de'fuoi errori , non ancora erafi udito pe'l f^pond in amM
Mondo il nome di Lutero ; onde furfe [/] poi gran contefa fra i Luterani , <««. isiy.'"
e Zuvingliani, chi di efiì folfero fiati li primi ad invertir la Chiefa con le
loroHerefie. [g]Beffavalt Zuvingiio delle IndulgenT^e y dice il Pallavicino, g pȓuv. Uc,t;t,
devoti , e de' doni fatti alle Chiefe , anT^i delk Chiefe mede finte , allegan-
done
Leone X. ^^-O Secolo XV L
ione per ragione ^ che Dio è per tutto, né ha reftden'^ particolare, ^Iprò^
7>ava il culto de' Santi; come fofie detratto a Dio quell'onore, cheadejfive-
niva compartito . affermava , che fm' allora il Vangelo non era flato annun-
Tjato, vivendo tutti nelle tenebre della infedeltà. Ma dicea^ che nella infe-
deltà ciafcuno potea falvarft . E dove Martino richiedeva la fola Fede per
la [alme , Zuvinglio né pur la tenea necefìaria ; e perciò fiimapa pofiejkrl
del cielo non meno Ovidio , e Marcitale , che quelli , i quali noi veneriamo
a liei libr" intito- p^y ^^nti : bcnche ciò poi s'ingegnò di efplicar [a] egli in maniera piU tojìo falfa ,
ISv/iS?"" che hcreticale: dicendo, che potevan quegli ìmommihaver pe'meritidichrijio
una cogni'^one di Dio in quanto ^Autore della natura , la quale w.eritafje in
alcun (ìgnificato pili largo ti nome di Fede , e valejìe per muoverli ad atti
buoni ', e fufjicienti per la falute. il che potrebbe ridurfì à ciò che hanno
h Vedi frkmeder- Opinato dcuni Scolafiici [b] s'egli non l'havejìe depravato con empie aggiun-
'^l-^pàtdJTE-e te. Finalmente negava ogni differenza fra Tapa, e Fefcovo, fra Fefcovo ,
fupfrnaeuraii , e e Sacerdotc, fra Sacerdote , e Laico. Così egli. Mi più difFufamente , e
cj,niro M.chei £,- aiftintamente ancora le di lui Herefie annumera unmoderno [t] Auto-
<t:'Néit.^ic>:.f.u. re, predicate prima fra denti nella Chiefa dell'Eremo, e poi più aper-
JSr:3;Si'°"^'* tamente in quella di Zurigo nel tenore , che foggiungiamo .
Mijja non ejl Sacrificmm , fed Sacrificii in Cruce femel oblati commemo-
ratio , & quaft ftgillum redemptionis per Chriftum exhibita .
Is^obis extra hanc vitam intercejjore prater Chrifium nullo opus efi,
Chriflus efi nojìra jujìitia. Hinc confequitur, opera nojìra eatenùs effe bo-
na, quatcnus funt Chrifii ; quatenus vero nofira , non effe vere bona,
Chrifiianorum nullus ad ea opera , qua Chriflus non pracepit , adfìringi-
tur. Quolibet tempore quolibet cibo vefci poteft.
Quicquid Deus non vetat , & permittit ,' jufiè fìt, Fx quodifcìmus, Ma-
trimonium ex aquo omnibus convenire.
Qui Eccltfiafiici vulgo , feu Spirituales , vocantur , peccant , dum po-
fìeaquam fenferint cafiitatem fibi à Deo negatam , non uxores ducunt , aut
nubunt.
Qui vovent cafiitatem , fluita prafumptìone , c^ puerili arrogantia tenen-
tur . Olii ergo ab eis vota hujufmodi vel exquirunt , vel oblata recipìunt ,
injuriani eis faciunt , & tyrannidem in ftmplices exercent.
Totefias , quam fibi Tapa , & Epifcopi , caterique , quos Spirituales
vocant , arrogant , ex Sacris Literis , & do^rina Chrifìi firmamentum non
habet .
Confeffio , qua Sacerdoti , aut proximo fìt, non prò remijjìone peccato-
rum, fed prò confultatione haberi debet.
Opera jatisfatìionìs à Sacerdote impoftta , humana funt traditionis.
Scriptura Sacra Turgatorium pofì hanc vitam nullum novit. Non hebbe
però Zuvinglio ardimento di riprovar le orazioni per li Morti, e Siquis
pr» mortuis, egli dice , folticitus , apud Deum gratiam eis implorai , aut
precatur , non clamno . . ,. e -
' ■ Ve char aviere , qiiem pofìremis hifce temporibus excogitarunt Sacrifici ,
nihil novit divina Scriptura .
ScripturaaliosTresoyteros , aut Sacerdotes non novit, quàmeos, qui ver-
hum JJei annuntiant , Così Natale Alexandro dell' Herefie publicate da Zu-
vinglio ni Zurigo , eletta dall'Herelìarca per Pergamo della Tua predicazio-
d^s.icio. ne. [d] HavevaappuntoalloraLeonecommefl'alapublicazione delle In-
dulgen-
re.
on-
Capitolo IL 3^I Leone ^
dulgenze ne' Cantoni de' Svizzeri a FrancefcoLichettoBrefcìano General pj'p=;"„f|[;;4c
de' Minori, & infigne Theologo , da cui tLÌfoftituicounFràSanfonedeir tro zuvingiio.'
iftefib Ordine, il quale, benché ricevuto da'Paefani con fingolarifima di-
vozione , fu nuUadimeno ben tofto contradetto da Zuvinglio , come il Tet-
zel da Lutero : tuttavia la impugnazione delle Indulgenze, che fu prin-
cipio della Herefia in Lutero , in Zuvinglio fiì progrelTo , come in quello ,
che da più alti punti , e da più gravi articoli l'haveva incominciata . Dicefi ,
che anch'egli, come Luthero, fi fervilTe del magirterio vifibile del Demonio
per l'apprendimento della fua Herefia , dalla quale Scuola ne derivafle poi
quella di Calvino . [a] Ex hac ZHvinglii, & maligni Spiritus familiaritate y i-^/l'^ì'"' ^"^'
dice Florimondo Remondo, acvelutconjugio, CahimfmHS fuit progenera-
tus: e fiegue, Hancobcaufam forte Lutherus Zuvinglio damonis familiarita-
tem exprobrat , ut Tigurini ipft non dtffitentur . Sed ad confutandam eorum mpu-
dentiam , qui hoc à Catholicis , & Lutheranìs in odium ZuvingUi confi£ìum
efie ajunt, placet ipfms verbaadfcrìbere. Cum vero ( inquit Zuvmglius) tre-
decima jlprilis lux appeteret , vera narro , adeòque vera , ut celare volen-
tcm confcientia cogat effundere y quodDominus impertiit, non ignoram quan-
tismecontumeliis , riftbufque exponam ; cumyinquam^ tredecima lux ^prtlis
menfts appeteret y vifus fum miht in fomno multo cum tadio denuò contende-
re cum adverfario Scriba, fìcque obmutuijfe , ut quod verum fcirem, negan-
te lìngua beneficium fuumy proloqui non pojfem : qui me angor foletnonnun-
quam fallaci illudere no£ie (nihil enìm altmsy quàm f omnium, narramus ,
-quod ad nos attinet ; tametjì leve non fit, quod per fomnium didicimus gra-
fia Dei, in cujus folius gloriam tfta prodimus ) vehementer turbare videba-
tur : ibi tanquam ex machina vifus eji Monitor ade[ie ( ater fuerit, analbus
nihil memini, fomnium enìm narro ) qui diceret. Quid , ignave , refpondes
et, quod Exodi 1 2. fcribitur : Eji enìm phafe , hoc eji tranfitus Dammi i
Trotims, ut hoc phantafma vifum efl, jimul expergefio, & è le6io exfìlio,
locum apud feptuaginta undique prtmum circumfpicio , ac de eo coram tota
concione prò virili edijjero , Vide , fiegue il Remondo , figurativam Corpuì-
risChrijìt receptionem, incertum ab angelo, an Diabolo revelatam f Quàm
bene putas fundamento hoc fides nojìra nitetur ? ^nimarum nojlrarum falli-
ti nunquid bene profpe&um erit, fi fomniatori credamus, cui monitor appa-
ruerit, quemater, analbus fuerit, ìpfenefciat^Ejaverò fidamusei, & cre-
damus , verbum eft in Sacra Scriptura accipiendum effe prò fignificat , &
Corpus prò Symbolo Corports. ^Abite, abite cum fomnits vejìris , & nigris
monitor ibus, T^osDei Filio aufcultamus, & credimus, de quo "Pater ipfe è
Calo clamat : Hunc audite, Memini me aliquando in horreo quodam , ubiCal-
viniftaconciones fuashabebant, vidiffe forte fortuna, Zuvinglti opera rnenfjz
impoftta, quibus ego apertis hunc ipj'um locum predicanti ojlendi, ubi Dia-
bolus Zuvinglio apparuijfe , & Corpus Chrijìi in Coena nihil , quàm figitram
ejje Corporis , revelafie dicitur : unde ille ira , & pudore vehementer fuit
afje£lus. Ne un Difcepolo del Diavolo predicar potea altre dottrine, che
Diaboliche, e Diabolica fu quella, con cui incontanente cominciò ad incul-
care , doverli togliere il Sacerdozio , con falfa inter{?retazione dell'Oraco-
lo Divino , empiamente predicando , altro non fignificare la parola Vresby-
ter, che Senior-, onde egl' induceva, elTere neceflariofopra li moribondi
chiamare gli huomini più vecchi fra la plebe , e non i Preti , acciò fopra
il malato oraflero in conformità della Scrittura [b] Injirmatur quis rnvo- b i^ftL 5.
Turno IV , X bis^
Leone X.
a Io, Ftibtr dtSa*
erifici» Miffs , &
Saetrd,novxlf£it.
3XX
Secolo XVI.
b Vedi ti Fcrtìf.dt
CUmtntt Stttim» .
cLib.Brev,Stcret.
IO. alias 4, Lttnis
d 1. JOccembrìs
1521.
Morte del Ponte-
fice*
bis ^ ìnducat Tresbyteros Ecchfia, & orent fuper eum t [a] ^t quidhk
Cuvinglms , ben rifponde il dotto Fabri , Martello degli Heretici , ac
aia tentant , ac moUuntur ? T^mpè ajum , Seniores ex C tritate advocan-
dosy quaft -però Tresbyter non ad Sacerdotem referatur. E qui a lungo egli
fi fleiide in riprovazione di quefta rea maflìma, che infettando allora
li Cantoni , riponeva in gran confiifione le cofe della Religione in
quelle parti . Poiché il Magiftrato di Zurigo dando orecchia a quefta
nuova predicazione , fi eftefe nel primo paflb , che portello poi irre-
mediabilmente all'ultimo, cioè nella emanazione di un decretb, in cui
4 tutti a comandava, Vefcovi, e Principi, plebei, e Nobili, acciò nel-
le loro Chiefe , ò Cittiì altro non fi predicafle , che la pura parola di
Dio comprefa ne' Libri de' Profeti , e degli Apoftoli , in efclufione di
ogni qualunque Tradizione , ò rito della Cbiefa . Qual editto di quanti
^ravi mali folFe cagione , renderaflj palefe da' futuri avvenimenti , che
b ] foggiungeremo , Quefte perniciofe novità mollerò l'animo genero-
'o, & Apoftolico di Leone ad accorrere prontamente alla fuppreffionc
di efie, e con [e] un caldiifimo Breve appoggionne la incombenza, e
la cura al Duca dì Savoja, acciò con la forza del fuo braccio fradicaffe
da quel terreno quella peftifera femenza : Et accioche al comando ac-
correre l'aiuto, gli alTegnò Leone per le fpefe a ciò necelfarie tré mi-
la, e feicento feudi d'oro da ricavarfi dalle Annate , e da altre Eccle-
fiaftiche rendite del di lui Dominio. Ma l'applicazione del rimedio ò
fiì intempeftiva per la tardanza del tempo , ò infruttuofa per la gagliar-
dia del male, e fempre più comprovofll dalla elperienza del paflato ,
eh' è la vera maeftra del futuro , che il contagio dell' Herefia fol può
fiipprimerfi fui primo fuo nafcere co'l fuoco.
In quefte gran turbolenze di Rehgione nella Europa [d] morì in
Roma Leone Decitno, Pontefice di piena laude degno , fé non havef-
fe in qualche parte ofcurato i fuoi gran pregi Pontificali con l'appetimen-
to di vani divertinienti , che quanto fono graditi in un Principe Secola-
re, tanto disgraditi in un Ecclefiaftico, che rapprefenta la prima digni-
tà nel Chriltianefimo ,
C A-
3^3
CAPITOLO III.
Hadria-
NO VI.
Hadriano Sefto di Uttech , creato Pontefice
li 9. Gennairo t^tz. '
polita i e iodi di queflo Pontefice i fue operazioni contro
Lutero i e Luterani. Altri Libri Heréticali di Lutero ^
Suo ritorno in FVittemhérgà : 2{atto di Monache , è
fuo facrilego Aiatrimonio con l^cy^badejfa di effe * Au-
tori Cattolici , che fcrifféro contro lui . Andrea Carlojìa-
dio , e Filippo MelanBhòne : toro qualità i [celeratetr
Zfi , &* Herefie * patita , ó* Herefiè dello Scu^enì^
feldio , dell' Agricola , dell* Ofiandro , e di "Brenzjo *
Origine de* Libertini . Herefte , e multiplicate Sette fuh-
alterne degli Anabattijii. ^elo Pontificio contro effe > e
^re^e di Hadriano al Duca di Saffonia* -
En confiderò il Collegio de' Cardinali * che in tempi cotanto
calamitofi per la Religione Cattolica > dovea darfi alla Chie-
fa un capo, che la foftertefle con que'ctègrànteqiiifiti, di (^^\-^^^ ^^^^^
bontà, dixlottrirtai e di efpetienia , che in Ogni governo 5 invimi, e in do>
ma principalmente nel Pontificio, Cono non meti neceflarii ^'i'jjf "*^"*"°
al regolamento deir anime* che air ingrandimento della Re-
publica, & alla quiete de popoli. Ond' egli in pochi giorni deftinò, e pro-
molfe al Pontificato il Cardinale Hadriano Fiorenzio , foggetto pratticó
della Corte , e grato alle nazioni Oltramontane , sì per nafcita , come per
cariche foftertute nella Hollanda di Paroco, nella Spagna di Vefcovo, e
nella Germania di direttore , e maeftro di Carlo Quinto . A qiiefte doti ag-
giungevafi il rcftiniortio della fama di una Tempre incorrotta innocenza, e
di una profonda fcienza nelle materie Theologiche, di cui egli haveva da-
to gran faggio nelle ftampe delli dodici Q^odlmti, e de'preziofi Commen-
tariifoprà il Quarto Libro delle fentenze; ficche la Univerfità di Lovanio
prima di condannarla dottrina di Lutero, haveva [4] richiefto , e ricevuto a suuan.iib.t.
il di lui configlio non tanto come di Difcepolo, quanto comedi Maeftro
di quella celebre Accademia : onde non poteadubitarfi, che per tutti tré
quefti capi egli non foffe per impiegar la potenza della nuova dignità in re-
primere la gran ribellione mofla allora da Lutero contro la Sede Apoftoli^
ca, e contro tutto il Chriftianefimo. Né mancò il faufto augurio di tré in-
figni Letterati, chedilui, e de' fuoi ferirti non tanto cantarono, quanto
vaticinarono le feguenti grandezze , cioè Girolamo Delio Aleflandrino
con la concUifione di quello Epieramma. '-
^ ^^ X 1 Et
Hadma- ^3,^ Secolo XV L
, ' • Et fi nemo hominum vix fcrip ferii ha6lenus : ejjcnt
Cbrifti ad tutandam fat tua /cripta fidem .
Pietro Curilo con il feguente Dioico
Magnum opus, Hadriane, efly fateor, tam fcribere fannie.
Sic tamen, ut fcrihisy vivere , majus opus,
E Francefco Cencelles con alerò fomigliante degno concetto
Jura Deum, ritttfque Tatrum , San^ijfime Tafior,
Debent , & fcriptis numina cun6ia tuìs .
È corrifpofero fubico agli ferirti li fatti , conciofiacofache per re-
primere la petulante calunnia de'Luterani , che a difperate voci efclama-
• mif ^^"^ contro la Corte di Roma, egli fin dal principio del fuo Pontifica-
rci//^.l.^.j/ri to ordinonne una [a] rigorofa riforma; & al Nipote, che pofl'edeva un
jovit invita lu- Beneficio in annua rendita di fettanta feudi d'oro , [b'] negonne un'altro
b'T{^j. ann. 1522. dì ceuto, rimprovcraudolo di avidità indegnadi un Sacerdote; né dop-
l^lNi^ro^'"^'"^' P° ^^^^^ > e replicate iftanze d'infigni Perfonaggi acconfentigli quel di
tiro. cento, con condizione, come feguì, che rinunciale a quello di fettan-
ta : folito fpeflb di ripetere quell'aureo detto , Ecclefias Sacerdotibus ,
non Sacerdotes Ecclefìts fé ornare "pelle .
feduxiSS°Tgn II "^2le però nonerain Roma, mii nella Germania, & altro ci voleva
Kcrctici . per rimediare a tante male andate Provincie , che la riforma di una Città .
Quefta prefa per pretefto era bensìneceflariaafupprimerele ftrida degli
avverfarii, ma nonvalevoleatorredalcuoreil veleno della Herefia:onde
habbiamo fpeffe volte in quefta Hiftoria notato fotto traboccati Ecclefia-
fticifanalaFede dc'popoli, & al contrario fotto efemplariflìmiEcclefiaftici
lacerato da mille ftrani errori il Chriftianefimo.Hadriano propofe,& avviò
in Roma la riforma con premura di Pontificia follecitudine, ma con il più
vivo fuo ardore fi pofe alla cura della Germania , eh' era la parte infetta , e
che malamente applicava i fuoì mafllmi difordini a qualche piccolo ài-
« *^»»» i5«» fconcio della Corte Romana . Era appunto allora [ f ] in aflènza di Cefare
apertauna Dietain Norimberga , e colà opportunamente deftinò il Ponte-
Jiu" &"ftriplh ^^^ ^^^ M N»"2Ìo Francefco Cheregato Vicentino, eletto a quefto effetto
LHthtrihtcanno . Vcfcovo ìu Abruzzo , cou Apoftolico Breve ai Congregati in quella Città,
e con iftruzioni particolari in riguardo della fua condotta, ambedue di-
rette , come ad ultimo fcopo , al rifanamento della Germania dalla infezio-
ne Luterana, e tali, quali rapprefentate ad una medefima occhiata, non
folo vaglino a rendere pago , ma eziandio ammirato qualunque più fevero
Lettore, che confiderar voglia, con quanta attenzione di ragioni propo-
fte, di prieghi frapofti, di minaccie fulminate , e di paterni avvertimenti
fiano accortili Pontefici Romani al ravvedimento de' popoli fedotti dalla
Herefia di Lutero. Noi con grave noftro rammarico pretermettiamo il
t HancrtferjDu^- contenuto c della lettera da lui fcritta [e] alla Dieta, edellaiftruzione da
ifquò^f.'ltn'. lui confegnata al Nunzio Cheregato, e preghiamo il Lettore a fcorrere
iji2.«.6o. il tenore nel citato Annalifta,coftretti dalla prolifiità,in cui elleno fi ftendo-
no , ad indicare in altro libro più tofto la Lezione , che a dcfcriverla nel no-
ftro , troppo anguito campo alla gran mefle de'racconti , che in elfo fi pro-
porranno. Ma quefta iftruzionefecreta del Nunzio, nella quale Hadriano
parlò col cuor su la bocca , ò per meglio dire , ferifie col cuor su la carta ,
communicata con facile condifcendenza alla Dieta ( ò quefto fi facefle per
ordine del medefimo Hadriano troppo libero , & aperto nella communica-
zione
Capitolo III, 5^5 Hadria-
zìone de* fuoi più reconditi fentimenti , ò per genio del medeìimo Chere- ^^ Vi.
gaco , eh' era ài natura faciliflima , e confeguentemente fpefle volte ripren-
libile ) partorì poco buoni gli effetti, prendendofi ella da' malevoli per
confelfìonefincera di quelli difordini, de' quali pur troppo era allora in-
colpata dagli Heretici la Corte di Roma . La Dieta comporta di diverfi Per-
fonaggi , e perciò non folamente diverfa , mi contraria d'interefTì, chi di
cflì promovendo i vantaggi dell'Ordine Secolare, chi dell'ficclefiaftico ,
rii^ofe al Pontefice con oii'equiofa maniera circa la venerazione della Sede
Romana; ma all' ofìfequiofr aponendo doglianze, alle doglianze aggiunfe
importune iftanze, m\m2k\\.\ng3.(Qntt\.\^i [a] di cento aggravila pretenden- ^y*àtM>Hshtt
doli, che in que' cento capi fo(fe aggravata la Germania da Roma, & \%'i^]\^ii.n.'it
Secolari dagli Ecclefiaftici. Reftringevalì quella nella richieftadiunCon- ^^^'[{^^^^^ d^u
cilio Generale in qualche Città della Germania, e proponevafi ò Magon- Dieuaipapa.^
za, ò Colonia, ò Argentina, ò Metz ; nel qual Concilio chiunque [hi] in- J^^^^"^'''*' "'^^
_ tervenifle, dir poteflefue ragioni, ed efponefle ciò , ch'egli credefTe pilìr" /"* '
opportuno per la Chriftiana Religione, proponendo non il dolce, ma il
vero . Ottima domanda, s' ella fofTe derivata da bocca non contaminata ò
fofpetta almeno di Herefia. Poiché anche tìatinano nutriva nell'animo
queftq penfiere , ogni qualunque volta fedate le guerre , e pacificato il Chri-
ftianefimo , havefs' egli potuto agevolmente infifiere in quello fanto ripie-
fo j [ e ] Spondebat , dice l'Autore della di lui vita , ubi primùm , fedatis j^l^'^'^yY ^'l*^
ellorum turbis , pofjet indicere Concilìum univerfale , ut; qmdquid ^gnue , t^Ì.'^"», l'si^fL.
quidquid alibi apud Epifcopos, ^Ahbates, & univerfum denique Ordinem Ec- "^*
clefiafiicum colUpfum efietj in prijìinum gradumreflitueretur y ne quid in hac
parte poffent obtendere, quominus monitis fuis morem gererent.
Ma mentre i Tedefchiò con vera, ò con finta intenzione domandava- N".ovì Libri Re-
no un Concilio fiituro, Lutero con f>rontiatteftaticalpe{lava l'autorità, e [o."^"*'* di Lute-
le decifioni delli paflati . Ritrovavafi egli e o'I corpo, comefidiffe, den-
tro la fortezza di VVallberga in Thuringia, mi con l'animo fiio infierito
per tutta la Germania, per cui volava con una moltitudine horribile di Li-
bri, ognun de' quali era ballante ad infettar di Herefie tutto un Mondo .
Con gli Araldi di quelli Diabolici volumi, come aflìcurato da poderofa
Vanguardia, ufcito dal fuonafcondiglio,fec'egli ritorno a VVittemberga,
e'I fuo viaggio pieno di flupri , di facrilegii , e dì abominazione ben dimo-
flrò, con quanta perverfa intenzione e d'ond' egli venilie, e dove fi portaf-
fe . Poich'egli [d] fecretamente ammonito dal Duca di Saffonia degl'impe- l^^wIII"!/:!''
gni, che farebbono ad ambedue foyxallati da quella fua nuova comparfa
al Mondo, rifpofe il maligno. Gli affari di Dio non dover ft ponderare con e fuo ricorro a
ragioni humanet e , Ch'eJJo era moffo da un Signore , il quale non havcva vvittsinberga.
poten:(^a [opra il corpo folamente come Federico ^ ma [opra l'anima, e, Effo
condwfi à FFittemberga, perche il Diavolo haveva colà f eminata una ■^i'^a-
nia, per cui richiedevafi la fua prefenT^a. Qual fofie quella zizania , diraill
appreffo. Intanto quello nuovo falfoAmbafciador di Dio nobilitò la fua
Milfione con un fatto , il cui folo racconto può renderne horrida, & abo-
minevole in .ogni futuro fecolo la memoria. Correva [e] allora l'anniver- e w»<ifOT.
faria Commemorazione della Domenica di Pafiìone, quando egli palTan-
do per J Territorio Nimicenfe, òconfigliò, ò ordinò , òpermelfe a Leo- Ruco dì Mona.
naidoKoppen fuo addetto, e precipitato feguace, che dal Monallcrio di uJò \on'i'A'ba'
qijellaCiiià, comefeguì, involalfc nove nobil Donzelle Monache a Dio J«*'^-
-Tomo IF. X 3 confa-
HadriX- ^2.6 Secolo XV L
NO Vi. confacrate, unitamente infieme coni* Abadefla, quali feco il Sacrilego m
trionfo fopra un Cocchio a V Vittemberga condufle . Caterina de Bore
ri." ^cum^^Battif'^^^^^^^^^ r Abadefla, dalla quale poi Lutero hebbe tré figli; [a] Luthe-
/«r.'f2''X " * ^^^ ^^i^ plaiiflra lafcivh Beo dtcatis Firgìnìbus onufta è Monaflenouno abdu-
xit , dice il Fabro , ex illìfque forma vpnujiìorem , caterlf^ue locupleùo-
renti & l^nnarum primam\ qiiam ^bbatifìam vocant, [ibi copulavit , &
qu£ UH altero menfe à nuptiis partum cdidit. Quindi egli al Diabolico fat-
to concatenando il DogniaHereticale, Idem egregius Do3or, fiegueil ci-
tato Autore , ne^at Tuellulam , qu£ annos duodeiim fuperavit , virginita-
tem tueri pofie. Dogma profetò inaudttum , impium , blafphemum , nulli
I{egif "Princìpi, Satrap^eque ferendum^ fummis, imis, mediocribushomìni-
hus intoler abile f & ad credendum difficillimum.f afperrimumque ; tamenau-
fus e(l ille praco clamofus , publicè talìa dofere : atque adeò ànici hoc melle
multos utriufque fexus homines permulftt, ad fé traxit, & quaficircxo po-
^ulo inebriavit . Hi funt palpones , hi aurium prurientium molliculi fculpto-
res ; fic itur ad afira . Né contento egli del fatto, e del dogma, fé al fat-
to, e al dogma non aggiungeva la pompa dell' applaufo, in una publica
Chiefa perorò panegiricamente in lode del Rattore , efaltandolo alle ftelle ,
e paragonandolo à Giesù Chrifto , che appunto in que'medefimi giorni era
b^/'»yA7«f.vrfA*'.fcefo a liberar le Anime del Limbo dall'Inferno : [b]Fecifiiy egli fermo-
^§.'i^n!ìl''"^^'^° neggiò, opusnovum, de quo Trovincia , hominefque cantabunt , &loquen-
tur : qmd multi velut ingens incommodum proclamabunt -, qui autem cum
Deo fentiunt , velut ingens commodum glorificabunt , ut fis certus , Deum
ita ordinafìCi & non efse hoc opus, aut conftlium tuum proprium. Ts^e di^
xeris, Hìc inme concitaturtotumCcsnobÌHm'ì<{imtcenfey quando jamaudiunt
me illum fuifse raptorem. B^fpondeo, imo vero felicem raptorem, ftcìtt &
Chrìfius raptor erat in Mundo , quando per mortem Trincipi Mundi aufere-
bat arma, & vafa fua, ipfumque ducebat captivum, ita O' tuhas mtferas
animas ex carcere humana tyrannidis eduxifii : & quidem opportunijfmo tem-
pore, m T^fcha, quo Chriftus fuorum quoque captivitatem captivam duxit.
Così egli, non fenza ammirazione, e timore de'giufti giudizii di Dio,
che permefle l'inganno di tanta gran parte del Chriftianefimo per opera
di un foggetto cotanto deteftabile , e diffamato .
f^M°ii—°^l^^-^' ^^^ ^^ feguito dunque di Monache rapite , e di faerileghe nozze en-
leniberga? ^"" ftò Lutero trionfante in VVittemberga per eftirpar quella zizania , che nel
tempo del fuo ritiro , com' e^li dille , era (lata coli feminata dall'inimico .
Havevano li Pfeudo-Agofliniani di quella Citt^, infetti anch' efll dell' He-
refia Luterana , fatto un Decreto fopra l'abolizione della Melfa : e Carlofta-
dio nel medefiino luogo haveva rifufcitata l'antica Herefia contro l'adora-
zionfidelle facrelmagini. Queftenovità, fé ben' intieramente approvate
da Lutero , nuUadimeno per non elfer' cileno allora ftate infegnate da lui ,
che ambiva la gloria intiera di Informatore , egli non volle approvarle, e
folo fi contentò di non biafimarne la rifoluzione, ma folamente la forma
turbolenta,& intempeftiva di effe . Haveva già Lutero trafmeffo da V Vaft-
berga a'fiioi Frati Agoftiniani di VVittemberga un Libro de ^Abroganda
Mifsa privata , in cui egli li confermava nella intraprefa di abrogar la Mef-
fa, e l'efortavaàtoglierfi d'intorno ogni ftimolo, efcrupolodicofcienza.
S^ot medie araentis , egli diceva loro nella prefazione di eflb, quàmrobufta
refina Calaad , quàm potenttbus , & evidemibus Scripturis meam ipfìus
con-
Capitolo UT. 3x7 Hadria-
eonfcientiam vìx dum ftabilm , ut auderem unus contradicere Tapa , & ^^ ^A.
crederei eum cfse ^michrijium j Epifcopos cfse ejus ^pofloloSi ^cademias
efse ejus Lupanaria f* Quoties mihi palpitavit tremulum cor , reprehendens
objecit eorum fortiffimùm , & unicurd argUmentitm , Tu folus fapis ? Tome
erram univerft ? Tanta Specula ignoraverunt ^ fluid ft tu erres^ (jr tot te-
cmn in errorem tràhas damnandos aternalttcr ? Bt tandem confirmàvtt me
'perbis fuis Cbrijìus y ut jum nec tremai, nec palpett fed infultet cor meum
bis Tapiflicis àrgumentis , non aliter , atque tutiljìmum littus mtnaces , &
tumìdas procellas ridet. Ma non giudicando egli ancora a propofitod'in-
lìfterej e di publicare quello libro, godeva j che antecedentemente fi coti-
correfle anche dagli altri ne' fiioi medefirtli féiitiitiénti , ecosipàtirtiente
circa le Imaginij da lui efecrate internamente , ma non ancora abolite ,
ad eccettuazione della Imagine del Crocififlb , avanti il qiulé inginocchio-
necOrt le mani giunte egli poi fecefi ràpprefentàre unitamente iilfieitiecol
Duca Federico di Saflbliià , nel Frontifpizio delle fue Opere imprelTe nelle
ftampe di VVittemberga. E qiteftàfieralà zizania, colà, com'egliha-
veva detto , feminata dal Diavolo in quel terreno . Mi molto maggior co-
pia di rea Temenza fparfe allora Lutero nel tempo mèdefimo , che a V Vit-
-temberga portofli per eftirparla ; e li libri, eh' egli allora compofe, e di-
vulgò * furono così copiofi in numero* & empii in qualità, che fé non ne
appariflenecefifario il taccontoper la notizia dell'Herefie in effi imprefle^
certamente Noi lìe tralafciaremmo il racconto j per non imbrattare la
penna dentro così pefkileiite cloaca.
E primieramente [a] egli publicò il Libro cóntro la Bolla di Leone » ^'""' **"•
Decimo condannatoria di lui, e de' Luterani, e l'empio trattato ^dver- Altri Libri Here-
r r I y ^i- \^ • r 1 « s ' jnv ticali di Lutero, e
Jus falso nommatum Ordinem Eptjcoporum j nel quale rende in podeita conteiilcodieiiu
eguale li Preti alli Vefcovij e cOn efecrabili Calunnie * béftemmiej & in-
giurie contro quel facràtiflìmo Ordine * e contro tuttala Sacra Gierarchia
della Chiefa fi fcaglia. In efl'o inferì una» da eflb nominata, Bullam re^
formationis * nella quale contro il Vefcovado» e i Vefcóvi , Omties qui-
cumquey egli dice, eh rem, honorem , fanguinem) vìtdm impendunt , ut hi
Eptjcopatus pompatici i & aulici t tam remoti y & alieni ab omni fun&ione
tApofioUca , prièfertim miniflerto verbi , totumque hoc fdtanicufn B^gnum
evertatur , & extinguatur i aut fi reipfa extinguere eis non licet j contrd
clamant j damnant, c^ tanquam .abóminationem vitant ; hi funt Filii Dei^
C^ veri Chrifìiani , pugnantes , & decertantes , fidem Evangelii adjuvari'
tes cantra portas Inferi ; contra , qui B^gno Epifcoporum tam impio > tar4
tyrannico, & fatanico favent y obediutìt, ac fubditi funt , hi fatana Mini-
jiri funty contra verbumy & fan6ÌionesDeibojiiliter pugnantes. Così egli.
E perche appunto allora fu punto Lutero dal gloriofo Libro di HenricO
Ottavo d'Inghilterra, egli fenza freno di riverenza, efenza timore della
Maeftà, contro quel Re publicò una petulante rifpofta di tante ftomache-
voli contumelie ripiena» di quante parole era ella compoftà, l^efcias,
die' egli quivi, an ipfa mania fu infanire poffity aut ipfa jìoliditas tam fio-
nda ftty quàm eji caput hoc Henrict noflri : forte ut verum faciat prover-
bium i aut T{egem , aut fatuum nafci oportuit .... Cum prudens , & fciens
mendacia componat adverfus mei I{egis Majefiatem in calis , damnabilii
putredo ifta , e^ vermis , jui mihi ent prò meo I{ege , & Majefiatem JLn-
\iicam luto fuo y & fìercore confpergere , & Coronam ifìam blafphemam in
X 4 Cbri-
H ADRIA- ^^g Secolo XVI.
^^ , r Chrijìumpedibus conculcare. Efclama qui siuftamcnte un f^l Moderno
a Nat. ^lix, fac. . ■' ', ._ ;.. ir ■ ■ rt ,
t6.c.i.art.io.^.2. Autore, H^ic novi Evangeln praconerriy hxcreformatwnnauciorem decenti
nnm.i^, sic Taulus , (ìc Chnftus , B^gibus infultare docmt , ftc fuperbc faperei Q^i\r
Lutero gloriavafi, haver elfo apprefoqueftifuoi nuovi dogmi dal Cielo :
Certus jum , die' egli nel medefimo Libro , dogmata mea habere me de Coslo ,
quic etiam adverfus eum triumphavì, qui mungue novifjìmo plushabetvir-
tutis i & afiuti£ , quàm omnes Tapa , & I{eg€s , & Do£iores : ut nihil
agant , qui Bullas nomìnum , <jr tttulorum contra m^ jaSiant , & Libel-
los fnb B^egiis infcriptionibus venditant , Dogmata mea ftabunt , (jr Tapa
cadety invitts omnibus portis inferi y & potejìatibus aeris , & terra y ^ma-
ris. Jpfìme provocaveruntadbellum, bellum igitur habebunt : pacem obla-
tam contempferunt , pacem igitur non habebunt» Deus viderit , uter primo
fejfus defecerit, Tapay an Lutherus. Sic placet in Chrifto in diesmagisy ac
magis fuperbire adverfus infulfos ifiosy & ineptos Bafilifcosy quo magis ipfi
furunt. Ma da quale fpiritofolfe il maligno eccitato a vomitar tal'impro-
perii dalla bocca > quefte parole nel medefimo Libro impreffe baftantemen-
te l'accennano, H<«c funt armay qutbus HiCretici vincuntur hodie , ignis ,
& furor infulftjfìmorum ajtnorum y Ò'ThomiJiicorum porcorum. Sed pergant
porci illi y & fi audent , exurant me . Hìc fum , <jr expe6Ìabo eos : cineri-
bus folis poft mortem etiam in mille maria proje^iis , perfequar, & fatiga-
bo hoc abominabile rulgus. Summa, vivens Tapatus hoflis erOy exujiusbis
hojiisero. Tacite y Torci Thomifia , quod poteftis y Lutherum habebitis ur-
fam in viay & leanam in femita; undique -pobis occurret, & pacem habe-
re non fmet , donec ferreas vejlras cervices , & Areas frontes contriverit .
Così il temerario . Nella prefazione di quefto Libro diretta al Conte Seba-
• ftiano Schlick, prende acerrima difefa di Gio.Hus, e de' Bohemi, e Ju-
ftijjìma caujay egli dice. Bohemi homicidas tflos , & Antichriftos Tapijìas
deferuerunty pofiquam innocentem virum Joannem Hus ipjì fepties Hicretici
exufierunt , CT* utramque Jpeciem à Chrtflo injiitutam facrilegè damnaverunt .
Così egli , che con la folita contradizione , con cui pugna contra di fé ogni
Heretico, haveva già confeifato nella difputa di Lipfia con l'Ekio, Isljm-
quam mihi placuit , nec in aternum placebit quodcumque fchifma. Inique
faciunt Bohemi y quod fé au&oritate propria feparantànofir a mutate y etiam fi
jus divtnum prò eis fiaret : cum jupremum jus divinum fit charitas , <èr
unitas fpiritus . Ma malamente egli ftendeva i fuoi Diabolici fentimenti
ne' Libri , fé non appoggiavane il fenfo ad efplicazioni ò mutilate , ò eftor-
b ^nnt »;»». te della fcrittura . Perciò divulgò [b'] una Traslazione della Bibbia in Lin-
gua Tedefca, in cui li Dottori Cattolici più di mille errori annotarono dì
fraudolentiifimaefpofìzione, fra' quali riportò il vanto Girolamo Emfer,
che publicò allora l'accuratilfima fua Verfione , pronto antidoto al prefen-
te veleno di Lutero . In ella , e da effa efclufe Lutero l'Epiftola ad Hebraos ,
quella di S*Giacomo, di S. Giuda, e l'Apocalifle di S.Giovanni. Quali
forze aggiungelie al furore Luterano quefta nuova Traslazione, da ciò de-
ducafi, che non vi fu fanciullo , idiota, ò donna, che nella fua nativa lin-
gua non ne leggefle il contenuto, e per maggior difgrazia de' buoni non
e CocUuiìnABh,^ jje regiftrafle nella memoria li fucceffi ; onde ogni vii plebeo [e] inful-
^^jcrtptts "'""j^y^ li pj-jn^i Qottori Cattolici, ripigliandoli òdi menzogneri, òdiftati-
dolenti, ò almeno d'ignoranti, e prendevano a giuoco, e rifa li più al-
ti mifterii della Religione di Chrifto. Doppo cinque anni egli fècene un*
altra ,
Capitolo IH. 5x9 Hadri A-
altra, inaii[<i]vifiì, chioflervovvitrentatrèpaffi mutati, come fé altri- ^^^^l/^/r*
mente gli havefTe Dio parlato nella interpolazione di quel tempo. Quindi ^ot^Jt.nM^'"'
doppo altri due anni publiconne una nuovain lingua Latina, cotanto con-
traria alle due in lingua Tedefca , che gì' iftefli [b\ Heretici non potevano h ^p»d emdem
non chiamarlo Ingannatore. Il Prateolo rapporta molti [t] luoghi altera- [^'pl^ioi ni, io
ti , mutilati , pretermefli , & adulterati da lui , tra quali quello di S. Paolo ad FAtmin' iAi'pLoe.
I{omanos, ^rbitramur enim juflificari hominem per fidem fine open bus legis , tia^nium lUri-
fraponendovi il Maligno la parola folam , e dicendo , ^rbitramur cnim
jujiificari hominem per foUm fidem fine operibiis legis . Della quale aggiun-
ta di quella efclufiva particola ripigliato egli da un amico nella Dieta, ò
Convento Auguftano , [d]SiVapi{iatuuSy rifpofe, vuU garrire de bac vo- nI.^^uÌ'ìZ^X
ce 3 Sola, ei confedimdicito ftc : JDo6lor Martinus Luther vult ftc habere , &
dìcit i Tapijìam, dr ^finum effe rem unam . Sic volo, ftc jubeoy fitproratio-
ne volmitas . I^lumus enim Taprjìarum Scbolares , aut Difcipuli effe , fed
Magijìrij ac ludices . Fondato negli errori della Tua pervertita Scrittura,
egli divulgò in lingua Tedefca il Libro de ì^itandis hominum do5ìrinis , in cui
riprova, e condanna tutti li precetti, &iftituti della Chicfa, che non rin-
vengonfi efprelfi nelle Sacre Carte , cioè l'aftinenza dalle ova , e dalle carni
nel tempo della Quarefima, li digiuni de' Quattro Tempi , e delle Vigi-
lie, la perfeveranza de* Religiolì nelle loro Religioni, e la negata liberti
di rialTumerela vitafecolarefca, etuttociòinfòmmathe riceve, òdàil
luftro alla Religione Cattolica . Ma in tutti quefti Libri Lutero perorò , per
così dire, per altri, e non per fé : poiché in nifliino di eili egli pretefe ài
difendere la fua abominevole Apoftafia dalla Religione Agoftiniana, e il
fatto del fuo facrilego Matrimonio con la Monaca confacrata a Chrifto,
fuorché in quello, ch'egli compofe, e divulgò de vita Coniugali. Quivi
egli, nuovo Carpocrate della Europa, dalla peitilenteCatedra di sfaccia-
ta libidine infegnò , che li Sacerdoti , Monachi , e Monache erano tenuti ,
nonoftantili voti, alconjugio, con la pretefa ragione della necellìtà di ef-
fo, com' egU efprelfe in un Sermone de Matrimonio recitato in VVittem-
berga , in cui all'eri affatto impoiHbile il celibato , la continenza , e la cufto-
dia della Verginità : Utnoneffinmeis yiribus fitnm , difleilfozzo, e sfac-
ciato Sermoneggiante , ut -pir non fìm, tamnone/ietiam mei juris, utabf-
que muliere firn . B^urpim , ut m tua manu non efi , ut f (smina non fis , fic "^
nec in te efi , ut abfque viro degas . TS^cc enim libera efi elevilo , aut confi-
lium , fed res natura nec e ff ari a , ut maretyi f cernine , faminam mari fociari
oporteat. Fcrbum enim hoc, quo Deus att, Crefcite , & multiplicamini, ' -
non efi pr^ceptum, /ed plufquar/i pr^ceptum, divinum puta opus , quod non
efi nofirarum virium , -pel ut impediatur , -pel ut omittatur ; fed tam efi ne-
cefiarium, quàmutmafculusfimymagifquenccefiarium, quàm edere, bibe- ''.
re, purgare, mucum emungere, fomno , & excubiis intentum cQe . Infita.
eji natura , & indoles , aquè ac membra , qua eò peninent . Omnes tum
Monachos, tum T^onnas, qui de fuo Calibatu , & ordine gloriantur , indi- i
gnos effe, qui baptiT^atum infantem in foporem collocent, aut pulmentum il- '
li conficiant , etiamfi nothus ftt . B^ligio enim , & vita eorum nullum Dei ver-
bum prò fé habet, nec gloriari poffunt, quòd fua opera Deo grata fint , ut- '
ìnulier, etiamfi nothum in utero ferat . Così il deteftabile Lutero. Nel "
medefimo Libro molti errori, e tutti grandi , egl' intreccia e circa gì' im-
pedimenti, e circa la indiilblubilità del matrimonio , e conchiude poterli
egli
Hadria- ^^o Secolo XV L
^ ^* egli fcioglieie quo ad vinculum per la fornicazione dell'iin Conjngc, Ai
^ precetti appartenenti al foro interfio della Cofcienza, e dell' Anima egli
aggiunfe mafllme intollerabili appartenenti al foroefkerno del Pfificipa^o
Civile ; e perche li Principi Cattolici della Germania con rigof ofo Bando
prohibirono la edizione del nuovo Teftamento traslato, e inter'polato da
Lutero < Lutero die fiiora un Libro in Lingua Tedefca De SMulari Vote-
finte i mordacifllmo contro i Sovrani > e fomnlamente detrattore , &: impu-
gnatore della loro autorità , e grandezza . Solle volli (Quindi il temerario a
farla più che da Papa ; poiché negando egli , elle fi potelfe eftendere l'auto-
tità Papale, e Conciliare a coftituir nuovi riti nella Chieda, tìuUadimeno
efTo arrogandofelaperfe, compofe, e divulgò il Libro De formula Mi jj,.^ ^
& Communionii perla Chiefa di VVittemberga, cotanto imperi ofo, che
vii Frate qual' egli era * par che fpacci precetti , e dti come un S.Paolo per
a r/'.-/*nf«ji:«f£.. tutto il Mondo, [a] abrogando Orazioni, pervertendo cerimonie, com-
"aZd nÌ". ^ifx "^4^^"^o habiti , e riducendo in fine la Meffa a una femplice, com efib
fxc.i6.c.2.artjo. chiaiiia , benedizione del pane, e del vino , riprovandone fempre il valore
%.io.r,.ii. come di Sacrificio incruento, edivino. Per Cui comprovazione egli coii-
fecutivamentepublicò gli altri libri de formuU baptÌT^andi y de infiituttone
cultus divini f de piis caremoniis , e, contraCanonem Miffa i ò veto de abo-
minatione Mijìa privata, ne' quali egli fempre impatiente, & infofferente
fidimoftra, che nella Chiefa di VVittemberga ancor perfeveraflero i riti
Romani , foftenuti fin allora dal Duca Federico di Saffonia non ancora
fmafcherato Protettore de' Luterani. A tanto cumulo di Heretici docu-
menti procacciando poi difenforij e feguaci , fcriffe , e direlTe molti Libri
^Ad rvaldenfes, & Bohemos, eccitandoli a feguitar Timprefa di iiJia totale
ribellione contro la Chiefa, non ricordevole dell' haver egli tante volte
riprovato il loro fcifma, e la loro Herefia, allorquando parlando da San-
r^w,r«/rj!^"4^ to, contro loro fcriife , [b] Mihi certiffimum efi , Vurgatorium effe : Vjc
»»2- " multum me movtt y quid blaterent Heretici, quando jam mille , & plus cen-
tum anni funt, quòd E.^ugufimus in fuarum Confefi,^. prò Matre fuaoraty
& orandum petit : Et eadem Sanala Mater ejus moriens (ut ibi fcribit )
memoriam fin fieri optaverit ad ^Altare Domini : fed & à B.^mbrofto id fa-
. £lum narrat . Quòd fi etiam tempore ^pojiolorum non fuijjet Vurgatorium ,
(ut fuperhit fajtidiofus Tighardus ) nunquid ideò credendum eft Haretìco ,
"pix quinquaginta annos nuper nato , & fidem tot fxculofum falfam fuìjfe
eontendendum ? Maxime cum ip fé nihil aliud faciat, quàm quod dicit : Non
credo; & fìe probavit omnia fua, &improhavit omnia noflra; qua0non&
Llu"*Ai*Gltlr ^W^^i & lapis non credant. Et altrove [e] contro li medefimi Bohemi $
t.6. * " '* ' Confequens eji , quòd Bohemorum dijfidium à fiumana Ecclefia , nulla pojfit
exeufatione defendi i quin fitimpium^ & ChrJfii omnibus Lcgibuicontrariurm
quia contracharitatem, in qua omnesLeges fummantur y perftat. T^am hoc
quod unicè allegant y [e fé timore Ùeiy e confcientia defecijjèy ne inter ma-
Jos Sacerdotes , & Tontifices viverent , hoc eoi maxime omnium accufat^
Così egli non ancor trafportato dal furore dellafuapaiJìone anon perdona-
.re a fé medefimo con la contradizioneafefteffo. Con fomighaoremo-
tivo di far fazzione, e di arrola? feguaci, che acclamar doveflero quello
nuovo loro Novatore dell'Antichità, egli ampiamente diifeminò un Li-
bro de Communi Fijco , al quale dichiarava devolute tutte le rendite de*
Vefcovadi, de' Capitoli, de'Beneficii Ecclefiaftici, ede'Monafterii. E
per
Capitolo III. 351 Hadria-
per dar qualche applauro a una così gran rivoluzione, &adefcare i Prin- '^O VI.
cipi ad un gran male colpretefto di un gran bene , egli propofe la erogazio-
ne di tefori cotanto co{)iofi in altrettante opere ò pie , ò publiche , che cer-
tamente , confiderate in Ce ftefle , non potevano non riportare approvazio-
ne da' Grandi, e obligante gratitudine da' Plebei. Conciolìacofach' egli
di tutte qaefìe rendite confifcate comandavane la diftribuzione in nove
parti, laprimain mantenimento di publiche fcuole tanto per li Giovani,
quanto per le Donzelle , la feconda in falario de Predicatori , Cuftodi de'
Tempii, ePrepoftidel Fifco, la terza in mercede de'Miniftri delle dife-
gnate fcuole, la quartain mantenimento de' Stroppiati, e de' Vecchi mi-
ferabili, la quinta in cura dev'Infermi, la fefta in fovvenimento della Ple-
be indebitata , la fettima in Uiffidio degli Artifti fbraftieri , la ottava in co-
fìruzionedipubliciedificii, e la nona in compra de' grani in tempo di ab-
bondanza. Cofe tutte confacevoli al Governo Civile, fé nonprovenilTero
tutte dalla deftruzione dell' Ecclefiaftico .
Ma non lafciò Dio impunita la temeraria baldanza de (critti di Iute- Dottori cattolica
ro , fenza quella forte oppofizionc , che ad ogni Herefia in ogni tempo han- Jr'^'L j;,";j^ '**"'
no fatta li Dottori CJattolici . Se ben tardi, fcefero tuttavia nella nobile,
e nec^flaria gioftra i più infigniTheologi di quel Secolo, fra quali degna-
mente fi annumerano tira gli altri il Gaetano , l'Ekio, l'Emfero, il Catari-
no, ilFifchero, ilFabri, eTAgoftinianoSeripando, ilCoileo, ilLato-
mo, il Moro, ilClitoneo, e li due Soto Domenicani, il Pighio,rHofio,
il Tapper , e'I Bellarmino , e fin l'ifteflb Erafmo Rotterodamo , che benché
di dubiofa fede egli fofle, nulladimeno valentemente difefe il Cattolico
dogma del libero arbitrio contro Lutero; & in ultimo una Donna iftefla
folle vata da Dio a confondere la fraudolenza Luterana, Anna Binfia , Ver-
gine, eMaefì:radiScuolain Anverfa [a] qua B^hythmo Teutonico pererudito i^Nar.^iex. f^c.
Carmimm libros fexdecim adverfus Luthtranos primitm exurgentes publiia- ^'j/' *' '"''' '°'
vit . Pregio farebbe dell' opera riferire a parte a parte le dottrine di eflì ò in.
riprovazione, ò in confutazione delle Luterane fentenze, & in ifciogli-
mento degli Heretici infegnamenti , feconfavioavvedimiento non ne dif-
ferifllmo il racconto, rifervandoci alla impugnazione delle armi contro gli
errori di Lutero , allor [h] quando nel progrcffo di quefta Hiftoria ci* fi cìt^d! pZT'/n.
aprirà la grande armeria del Concilio Generale di Trento. «^"/f in. * pì'^
Ma avanti che ne rigettiamo le dottrine con la forza degli oracoli de' frV'.'J^r'^"^'""^"
Padri Tridentini, rimiriamoli miferabilmente riprovati, e convinti da*
medefimi Heretici con quella contradizione, che non può non efler fem- carioftadio.efua
preconnefla nella enumerazione de' loro errori. Due furono in quefia età Hcrefìa,emorte.
gli Heretici più peftilenti, che furfero coetanei a Lutero nella Germania,
Carloftadio , e [e] Melandone, oltre gli altri di minor nome, de'quali ^^^^,^;>^'^j/'|J
faraifi menzione nel progreflb di quefta Hiftoria . Hor di eflì , che tutti be- pZtif!<:. d\ u.'nt
verono il veleno dalia di lui cloaca, giudichiamo pregio dell' opeia, per ^j,/.",'^"!//;^.'''®*
non doverne interpolare con ifpeffedigreffioni il racconto, riferire in quc- ^* "^ ^' .
fto luogo le dottrine, le contrarietà , gliavverfi, e profperi avvenimenti ,
e quanto di male elfi fecero anche nel bene , cioè quante nuove Herefie fili
dilfero, e fcrilfero nel contradir, ch'eglino fecero in molte fentenze à
quella di Lutero .
E primieramente Andrea Carloftadio Arcidiacono di VVittemberga , j veii 11 Pontific,
infelice difenfor di Lutero nella famofa difputa da Noi [d] di fopra defcrìtta ^^/-;*"J ^* "'•^'
Hadria- ^^2. Secolo XV L
NO VI. dìLipfia, àinfeliciffioioCondottierej e Capo di tutti que' fedotti Sacer-
doti, che abbandonato l'habito, eia profeifione Sacerdotale ciecamente
fi gittarono in braccio alla Lufliiria , profanando il loro grado in Matrimo-
nii, eNozzenonfolprohibite, màfacrileghej egli fu quegli che rappre-
fentò il primo una tragica fcena, e di vita, e di contradizione aperta con
a omnu l'^'J'^^'^ Lutcto . Una volta [à] amico diluì, negò, com'egli, la forza del libero
iTàlfL^&fcripth arbitrio nelle opere buone ; ma convinto dall'Echio ritiroflì dall' Heretica
Ltttheri . alferzione , e perfuafo dai Libri del fuo Maeftro, abbrugiò quanti Libri ef-
b Ftonm. %em. de fo havcva , c quiudi tralafciato [b'] ogni ftudio di lettere , fi pofe alla Agri-
orig. haret. lib.i. colturapreflo VVittemberga, aflerendo necefiario il vivere con i proprii
c"cf«, j. fudori, & allegando il miferabile a fuo favore la fentenza della Genefi [e]
d surìtis in com- j^ [udore vultus tui vefceris pane tuo. Frfl Scripferat Lutherus y dice il Su-
no , m libello ad Germamcam nobilttatem , ^Arijioteus phyjtca , metaphyftca ,
ethica prorfus aboleri debere . Ex hoc fonte hauferant hanc fuam prtzclaram
doflrinam Carlofiadius , & Melan6lbon ; & ut magis infaniam prodererit
fuam , Carlofiadius ex Archidiacono fa5ius efl agricola in rure FFittember-
genfi, Melan&hon in pifirìno artem pifioriam meditabatur , plerique adole-
Jfientes artium liberalmm , combufiis libris , mechnnica opificia complexi funt .
Denique hac prodigio fa illorum homuncionum temer itate eò res perdu£ìaeft,
ut multis locis fchoU claufa tenerentur annis aliquot. E nell' efercizio di
queft'arte ritrovato Carloiì:adio da Lutero, quando Lutero dal fuo ritiro
fece ritorno a VVittemberga, fu da lui non folofdegnofamente ricevuto,
ma quindi ancora fcacciato, mutando Lutero quella fentenza, che nelle
circoftanze prefenti lo rendeva difpregiabile, & avvilito nella condotta
dell a fua dottrinai jit Lutherus, fiegueilSurio, FFittembergam reverfus ,
Thilippum Melan5ionem hoc nomine caftigapit, Carloftadium ex FFittember-
genft ditione exegit, libroque edito afìeruit , Thilofophiam in fé bonam effe :
nam mire ille homo in di6iis & fcriptis fuis varius , & inconfians , fìbique
identidem piene contrarius fuit; quod neque amici ejus unquam negare auft
eranty nifi planò frontem perfricuerint : & velhoc uno argumento fatis, fu-
perque licet tntelligi , quo fpiritu fuerit agitatus . Mi molto più ftranecofe
haveva fin' allora operato Carloftadio in VVittemberga, onde meritar Ci
poteval'efilio dal Mondo. Egli il primo abolì in quella Città la Meffa, cal-
peftò il Sacramento , flritolò le Imagini , e diede queir efiecrando efempio
agli altri , quale né pur Lutero feppe , e j)otè approvare , nel ritorno ch'egli
fece a quella Città . Poiché fpogliatofi degli habiti facri , publicamente
e ctcUu'tbid. prefe moglie, con invito apprettatogli da altri [e] mifcredenti Sacerdoti,
nelle cui menfe in vece di carne di Cervo furono per ludibrio dagli Hofli
portate carni di Afino cotte, eh' eglino ingannati ingurgitarono per dive-
nirne fimilinel nutrimento . MàlaTurbapiii malignadi quellaCittà, anzi
il Capitolo , e gli Ecclefiaftici di elfa ne folennizarono con tal trionfo la fe-
fì:a , che quafi ad un nuovo Legislatore, fé non inalzarono Tempi, almen de-
{^PHd\ay. <tn. cretarono Orazioni, e Mcfi'e con quella pompa d'inaudita preghiera [/]
ts^ì.n.-j^. Oremus y l^lps ergoConcubinis 'nofiris gravati te. Deus, pofcimusy utilliusy
qui Tatres nofiros fc6latusantiquGstibi placet, nos imitatione gaudeamus in
E s^pudoifavii'.m aternumy e, [^] Oremus y Deus, qui pofitam longam y & impiam Sacerdo-
tadtrt. fog.i 17. ^iffjj tuorum oeutateni Beatum ^ndream Carlofiadmm ea gratta donare di-
gnatus es, ut prirnus, nulla habita Tapifiici juris ratione , uxorem ducere
aufus fuerttt day qu^efumus, ut omnes Sacerdotes, recepta fana mente, ejus
X^ftJU
Capitolo I IL q 5 ^ Hadria:
"peftigìa fequentes , ejcCiìs concubìnis ^ aut eifdem du&is ad legìtìmam confor- ^^ ^ ^'
tium thori convertantur . Così eglino in commemorazione del deteftando
fatto del Carloftadio , approvato pofcia ancora da Lutero , «. he fegiiitonne ,
come fi dille , l'efempio , con maggior pompa di empietd , perche con mo-
glie rapita a Dio dai Clauftri di un Monaiterio . E la fua moglie , che Car-
loftadio chiamar Coleva la fua Eva , fiì una nobile Donzella di V Vittember-
ga, quale andogli poi dietro fin all'aratro nella profeffione della medefima
vita y che habbiamo in lui poc'anzi notata , fé pur vita chiamar Ci potè quel-
la, chelocondulfeinunaeftremamiferiafin'allamorte. Defcrivenc l'ac-
cennato Coeleo il fuccelfo , e dice, [<?] Cum pr£ pudore corifpeUus eorum ^ -^««.«^'. .
hominum, apudquos anteà opibus, honoribufque y& dignitate florut[iet ^ fer-
ve non pofjet , fecejjit inglorins in proximum oppidulum , atqne in circumja-
centes viUas , ubi aliquamdiu vitam miferrimè fufìmuit , fa^ius ex Theolo-
gi<e Do£iore, & ^rchidtacono VVittembergenfiy mifer agricola, & ritjiicus
indo6luSi qui arare nefciens, per inopiam arare cogebatur , equos habens in-
dociles, quorum unushac, alter illac ante aratrum pergebat, aut proceden-
te uno flabat, aut retrocedebat alter ^ ut cun5lis rifui, atqne etiam commi-
ferationi ejjet arator vicìnis, quibus & uxor ejus meritò miferabilis videba-
tur, ut quds ex nobili famtlia, orta , ac nobiliter educata, peffimo exemplo,
& infelicijfimo aufpicìonupfijjet contra ]us , & fas , Sacerdoti, bomini igno-
bili, & alientgena, tot deinde modis infami , prof cripto, inopi, &abje6Ì0i
apudquemnerufticoquidem, aut cibario pane fatiari pojìet, cujus maritum
falfum falsò in nuptiisbeatumdixerantf^yittembergenfes. Così egli. Quin-
di nafcondendofi più torto , che fuggendo, dalpaefe de' Svizzeri, ove il
miferabile fi era portato, paflando in Bafilea, colà, mentr'egliun gior-
no predicava, inhorridito alla villa di un Demonio, che horribilmenteal
lato gli comparve , indi atre giorni [^] morì, compagno de' Diavoli in b ^««.ijn.
queflo mondo, e nell'ai tro.[cJ Bafile<eadmunusconcionatoriseì?e6lus, dice h,^^"i!i!*'
diluiilMeshovio, cum fatisdiuin perniciemejus Ecclcft,^ vixijjet, fubipja
concione novijfima , quam habuit in tempio , vir quidam oblongus, & ater
comparuit, quemexoppofìto fugge (li confi fientem proximum fé Confuli locare
vidit, qui mox tempio egreflus in domumejus fé contulit, ubi neminem repe-
rit, printer unicum filiolum patri apprimc charum: hunc apprehenfum crini-
bus rapuit fublimem qua fi terne allifurus, & tamen ilUfum deponens juffit
nmiciare. Tatri, adfuifìe atrocem virum , qui ipfum qu^ftvifìet , ac reverfu-
rum eundem pofi triduum , & fecum efk abdiiÙurum : quare domum rever-
fus, pofiquam tfia comperiffet à puero, & Confulem interrogafset , quifnam
vir ille longus efset , qui in tempio ipfi adjìitifset, bicautem fé neminem vi-
di fse affirmafset, primùm vehementer extcrritus , animoque perculfus efi :
deinde prj^marore in le6ìum fé fé conjecit, &tertiodie juxta vocem ex terri-
bili nmitio auditam evita commigravit . Iddant tefiimonii Bajileenfes , idtem-
poris Mini/ir i de Carlojiadio , bomine , fi quifpiam alius fuerit ufpiam , infe-.
liciffimo, quipropter feditiofum animum , &impioserrores ex fummo grada
m extremam paupertatem prolapfus , ut alas rurfum profperioris fùrtun,;e
expanderet, Jinabaptifmo ftmul, & Sacramentariorumerroribus prò tempo-
re adhiefit. Così egli. Horà una tanta federata vita aggiunfe coflui una
più fcelerata credenza , nel mifterio particolarmente del Sacramento , con-
tro il quale tu egli il Capo de' Sacramentarii ; ond' hebbe à giurare l'iftelfo
hiitQì:o,[d]Sefcire, Carlofiadium non credere Dmm efse aliquem. Non fu à ^j^ud To.Fa-
- ».i*» i> 4« ^ brumtn difp, e un
Hadria- ^^^ Secolo XV l.
NO VI. g]^ cotanto empio Berengario j che furfe il primo Herefiarca contro fl Sa-
cramento dell'Aitarci poich'egli nelle Tue diverfeHerefie negò folameii-
te Tempre la tranfuftanziazione del pane, e non mai la realtà del Corpo :
dove che Carloftadio con Tacrilega aflerzione riprovò l'una , e l'altra, e
con nuova, e fin' allora inaudita aflerzione affermò, che quando Giesii
Chriftodifle Hoc efi Corpus meum, quodmo vobis tradetur, egli non rite-
ri il pronome Hoc al Pane, ma a fé fteflo, come fé dir volefle E^o hoc
Corpus meum fum vobis traditurus . Sentenza contraria a quella di Lute-
ro, che voleva, come Berengario , la impanazione j onde fra Carlofta-
dio, e Lutero furfero fempre gravi contefe , &horribilirifentimenti, Ac-
che tutta la Scuola Luterana ripigUoUo fempre d'ignorante, e falfatore .
Zuvinglio lo deride da inefperto , e benché lo lodi nella intenzione di con-
tradire al fentimento Cattolico circail Sacramento , nulladimeno di lui di-
» ZHvtHgì.tpiff.ad ce [a\ Veruni , ut illud explicaret , eum non fatis dare vidifie ; e foggiun-
^eut'iii're^ìum''"' &^.' ^^^^^ «^ luiaccaduto, come ad un'imbelle, e novizio Soldato, cui
Min'i/lrum'!'" animus, & arma ad pugnandum non defunt, fed armorum peritia, Md con
più forte ftilo contro Carloftadio infurfe Melantì:one, che in quefto fol
b mcip. Meirn- difle il vero , in quanto fi oppofe all'afierzione del falfo, [b^ Carlofia-
^Fru\r'! MyfomnL ^^"^ prtmus cxcitavit hunc tumultum , homo ferus , fine ingenio , fine do-
frtfixàadLibrf.m Brina, fine fenfu communi j quemnullum unquam humanitatis officium, auC
de c«na Doìnìnì . jfi^^njggy^ ^ ^uf faccrc anìmadvertimus , tantum abcfi , ut in eo fignificatio
aliqua Spiritus SanBi animadverfa fit : imo extant manifefia figna impieta-
tis . Controverfiam de Ccena Domini tantum odio Luthert , non aliijua pieta-
tis opinione movit. Bona pars Germani £ teflari pofiet, me nihil in haccau-
fa fingere : quamquam fi tefttbus opus ftt. Libelli ipftus adverfum ^udiorem
dìcent certifjimum teflimonìum . In bis apparet, hominem neratione quidem
aliqua in fpeciem probabili motum efie ad fcribendtim , Qudm fuaviter nu-
gatur de demonftratione vocis Hoc ? iluod ajfert ad caufam tantam Ecclefi£
veteris, aut ullius magni ^u5ioris teftimonium s* Quae vox efi in tota difpu-
tatìone , in qua fit aliqua pietatis fignificatio ? Mea quidem judicio , magna
efi temeritas , dogmata ferere , non confìtlta Ecclefia veteri. Cosi un He-
retico contro l'altro.
HclJStc'^órte! E volcflc il Ciclo , che Filippo Melandone ficcome hcn confutò il
' falfo, così eglihaveffe ben creduto il vero ; poiché il miferabile benché
in molte alierzioni men empio fi dimoftraife di Carloftadio , e di Lutero ,
nulladimeno non dimoftrofiì mai Cattolico nella uniformità della dottri-
na, Egli nacque in Breta, Villaggio del Palatinato inferiore , evagodegl'
infegnamenti Pihetorici di Erafmo , cambiofli il nativo nomse della fua Ca-
iata Schuart "S^nd , che in lingua Tedefca figniftca Terra nera , in quel-
lo di Melandone, che in linguaggio Greco tanto anch' egr importa* che'
Terra nera, Frefco, & inefperto nrtò anch'^egrinetàdiventiquattr'anni
nello fcoglio allora a tutti efpofto della Kerefia Luterana , nella cuifcwola
fi fé grado al merito , fcrivendo una petulante , & ingiuriofa A poggia con-
tro 1 Theologi di Parigi, che havevano riprovata la dottrina di Lutero.
Ma col crefcer degli anni, mancando à lui in parte queir albagia, che
vien nutrita , e nutrifce la gioventù , fi ridufle a poco a poco con men afpri
fentimenti a una tal regola di dottrina, che fé ben mai non fu Cattolica,
né pur potè dirfi totalmente Luterana, modificando egli , e mollificandole
fentenze di Lutero in modo tale, che li fuoifeguacifi dilfero Molles Luther
vanii
Capitolo IIL 535 Hadria-
tm'i , flagellati perciò fempre , come fi dirà , e perfeguitati dagl' imprope- ^^ ^ ^'
rii, zìqùxxxòsì ^iiiàiori Luterani , Egli prima non approvò, mi poi affat-
to riprovò il moftruofo errore di Lutero, che tutto applicava alla Grazia
contro la libertà dell' arbitrio ; negò, che Dio ò foiTe caufa , òvolefle, ò
approvafle , ò la volontà fpingeire al peccato , ed egli fu l'Autore della Con-
feflione Auguftana, cheafuo{4]luogo riferirai. Perlo che Confeffionijìi i^itH$ ijjo.
furono denominati li difcepoli, che lofeguirono :ficcome ^diaforìfti, e
Indifferenti i perch' egli ammelle come indifferenti molti Riti, eCoftitu-
zioni Ecclefiaftiche de'Concilii , e della Chiefa , in tal conformità che leci-
to folle, eliberoaciafcunofervirfi di elfi, ò non fervirfi, abfque falutis
dtfcrimine, L'Ofiandro emulo di lui nella fola materia della Giuftificazio-
ne, fra le venti diverfe opinioni, che allora ne correvano, quattordici ne
applica a Melandone, e di lui dice, e de'fuoi feguaci , [b]Simulut locum^oi^Mieriniibft.
alìquem in Scripturis vìderunt, in quo jufiitix mentio fierety jlatim novam r'Jt'm!* '^^*'"*
ex eo juflificationem funt fabricatt. Verbi gratia , legit aliquis , Credidit
Abraham Deo , & reputatum eft UH ad jufiitiam : jam ex hoc uno loco duo
colligit juflificationis genera; unum ex verbo credidit, utdiceret fidem effe
noflram juftitiam; alteram ex verbo reputatum eft, ut diceret Deum jufii-
tiam fuam nobis imputare; nos prò iufiishabere, etiamfi non ftmus; atque
hanc effe juftitiam noflram , Legit alius : luflificati fumus per fanguinem
ejus : ftatim ex eo collegity quod pretiofus Chrifti fanguis ftt juflitianofira,
Legit alius : Stcut per unius inobedientiam peccatores conftituti funt multi;
Ita per unius obedientiam jufli conftituentur multi : moxdocuit, Obedientia,
Chrifit eft juflitia noftra . Legit alius : ^efurrextt propter juftificationem no-
flram : ]\efurre5}fO , inquit , Chrifli efl juflitia noflra . Legit alius : Spiritus
Sanctus arguet mundum de juflitia, quia vado adVatrem : affirmavit illieo ^
quòd Chrifli tranfìtus ad Tatrem cfi juflitia noflra . Legit altus , Quòd efficì-
mur jufli abfque meritis, ex gratia Dei; non dubitavit affirmarcy quòd gra-
fia , & mifericordia Dei ftt juflitia noftra . Legit alius : ^d oftenftonem jufti-
ti£ fux, propter remijfionem pracedentium delt^iorurn ; è veftigio docuit , re-
mijjionem pecca^orum effe juftitiam noflram, Legit alius ; Livore ejus fana-
li fumus : afìeruit iiUco , quòd vulnera Chrifti funt juflitia noftra, Jam igitur
enumerafte fé fcribitnovem genera juftificationum è Scripturis colle£ia, male
inter je coh<srentia ; ncque tamen omnia fé adhuc recenfuiffe . Enmnerat de-
inceps, qua è fuo quifque capite confinxit, ^liqui j inquit) dicunt , quòd
juflitia fìt opus Dei, quod ipfe in Chriflo oper^tur : Mn, quòd nos Deus ad
aternam vitam recipit : JLlti, quòd meritu.n Chrifti: Alii , de media quadam
juflitia loquuntur, quamtamencxplicarenequeunt : ^Alii docent, quòd ejìen-
tialts juflitia Deicreatin nobis aliam novam juflittam , Così egli annume-
rando le quattordici opinioni deli'Avverfario, alle quali aggiunge per
quintadecima la fua ; onde [e] venti una allora ne vagavano per la Germa- f/ ?'';, ""^f^ ''*
nia con infelice, einoftruofadivifione, econfufionedelRegnodiSatanaf- '' * *"''*"*
io ; perlocche maraviglia non è , fé i Padri Tridentini per riprovarle tutte ,
cotaiuo bene fi affaticaiìero nella dilucidazione della Cattolica credenza in
quello punto . Parve però , che Melandone maggiormente iiififtefle nella
opinione da elfo inferita nella Conftilìoned'Augufta, cioè Hornines fide
f pedali juflificari , ( cioè credendo eglino di efì>re ricevuti in grazia ) i3r pec-
cata remati propter Chriflum : negando egli per la Giuftificazione il con-
corfo delle opere buone, benché fides jufiificans debeat , com'egli foggiun-
Hadria- 226 Secolo XV L
NO VI. ce, borios fru^us parere y & bona opera à Dea mandata facere oporteat.
Errore di cui fu incolpato il San Felice Vefcovo della Cava, e per cui egli
a v.di.i Ponti/. di fopportò carcerazione nella perfona, [a] & obbrobrio nella fama. Hac
paoioiv.to.4. ^^^ n^^^ Cpectalis , replicafi nell'Apologia dell accennata Confelfione Au-
euftana , qua creda tmufquifque fibt remitti peccata propter Chrtftum, &
Deum placatHm,& propitium e fse propter ChriflHm, confequmirremiijìonem
peccatorum, & juftificat nos , Cosi egli, che col feguente argomento pro-
vava il fuo errore , Confequi rermjjionem peccatorum, efl iftjitfican, luxta
illHd, Beati . quorum remtfs^ fmt iniquitates. Scia fide m Cbriflum ,non
propter diledntm , auc opera conlequimurremiffionem peccatorum ,&fi
%lho fequitur fidem-.igitur fola fide juftifìcamur, intellt^endo if.ficatioj
ncm, eximufio iujìum ejjìci, feu r.ge«er.n E perciò egli ridevaaQe Cat-
tolici , perche dubitaifero della remilTione de' loro peccati , e s efli havef-
fero , ò non haveflero quefta fede fpeciale , per cui edino creder debbano
effere loro ftatirimemii peccati. Ma quelle eftrinfeche giuftificazioni fa-
ranno d lungo riprovate da'Padri Tridentini , 1 quali ftabilirono , che 1 uni-
h^««c;^rwi.«^.';7e formai cai^a della nofr.a-iiiftific efi lufUtiaDet, non qua
^'^''•''" Me mITcH. fed qua nos iuftos facit, come i lungo diraffi, quando il
racconto Ci^^^^^ ci porterà à quella gran fcuola di Fede. Ne men
vario fu M^Xie^^^^^ Sacramento. Egli bora confeffolla
e In co.Msi.n.J^'\l^'^^^^^ horaìW] negolla, comeLutero, che non
"l'^''^'-' .• • munione e femore Te] ftìinftabile, perchenonmai fondato su laferma
ir." nSr ^.SlaRelTg^ione Romana. Raccols' egli molte teftimonianzedianti.
^^;)^Ì;.w.^}:Ì^i padri ilcomprovazionec^lla realtà^
resap.dmt.^u rramento, e le inferì tutte m un hbro , che con queita lettera traimene a
^...,.s.c.6..u S'^.^coMyconio, dettatura Cattolica di bocca Heretica, e pronto mo-
numento & contro gli Hcretici di quel tempo , Mittottbi locos veterurn
TZtorumde Cma Domini : qui tefiantur tllos tdemfenfe, quod nosjen^
i,Zu, r^delicet Corpus , & Sanguinem Domini vere adefsc in Ccsna Domi-
S b: tt4 I/.^ non penLt fidesabbumana au^orìtate , feda ver-
bo ieT^talen cum Scr^ptiJa mbeciUes à fortionbus confirmari velit^ju-
rat habere Ecclefi^ teftmonmm in omm genere ^^«^f '^«'^ > J^/^^S^/
libenter confulimus , quos ìudtcamus, ufum dtquem habere fpmtualmmre'
;tr LT....k;5 ; quorum fcripta probanti. , cenfeo ^onfulcMosfe
7unt & alm cauf^e, cur veterum tejtimoma non contemnam, Exiftimo enm
t1c—aer%^^^ q^;od ^i^f^^Pj^^^^^^^
ed à communi fententia veteris Ecclefix difcedere. Cosi egli, cneneipro
Kgo di qi^el libro foggiunge, e par, che ferifca f^^^^f ^^^
ra herefia di Carloitadio , Clara, O- aperta funt tefimonia Hilary VLy
rilU nuJ^^k^^^^^ Corpus Chrijìi adefse in C<.na. ^eque ego ullam ati,
tLaZatTeminvemo\ cur ab hac fntentia difcedamus. Fieri potefi ,
f T fTenZ blandiatùr otiofo animo, qu. efi --^--{f^-^^^r^,^
mdicio PrMertim fic inflru6la, & ornata argumentis erudite cogmtis . Sea
'^%ì^ ZJone cum difputaht confcientia quarn ^^-^«^f^^f^?*
Imentiendi à recepta fententia inEcdrfìa e Tunc ijia vcrba Hoc eft Cor-
nnf meiim fulmina erunt . Ouid ins opponet mens pertcrrefaUa ^ Qnt'
lus TcMsTqmr^^^^ DeTmumct e\ ac fibi perfuad.bit necefsano
fllfseW^mrprìL^^^ metaphoram ? ... Egoitaque fequor vetensEccle^
art.io. §.^.«.4.
Capitolo III. 3 37 Hai^'ua-
fì£ fententìam ] qux affìrr/iat adejfe Corpus Chriftì in Cana : ac judìco hanc ^ ^ **
habere Scriptum tefltmonium . Ì^n enim inverno fìrmam rationem , cur no-
mine Corporii in verbis Cana oporteat tantum abjemis corporis ftgnum intel-
li7i . Ouamquam enim fermo in Sacris Literis plenus fit figuranim omnis ge^
nerisT^.tamen plurimùm intcr mnationes rerum geflarum interefi j &
inter ordìnationes dìvinas , feu dogmata de natura , feu voluntate Dei,
In narrationibtis exponuntur res inter homines geji£ , ubi ferics faBorum
fubjeàa fenfui]i cogit nos , abjurdè di6ia figurate interpretari . si in pne-
ceptis 3 feu dogmatibus 3 qua de natura , & voluntate Dei loquuntur,
idem conemur facere : quid confecuturum fit j facile pò jfum homines eru- ]' ^
diti exiflimare . Hìc cum abfurditas impingit in alios clariores Scriptura^ lo- '•
cosy feu Fidei articulos , corrigenda eft beneficio figurarum: fed fi tantum in
rationem impingaty non in Scripturas, convenit praferre verbumDeijudicì(x
rationis . Is^ecefie eji enim certam ejje fcntentiam illorum locorum , unde
dogmata Jeu articuli fumuntur , Così egli. Circa la MefTa modificò Melan-
done, e mollificò la dura fentenza diLutero, enellafua confezione Au-
guftana dice: Falsò accufaniur E&clefia nojìra , qitòd Mi(iam aboleant . i^-
tinetur enim Mifia apud nos , & fumma reverentia celebratur : fervantur ciT
u(ìtat£ c^remonia fere omnes , pneter quàm quòd Latinis cantionibus admi-
fcentur alicubi Germanica , qu£ addita funt ad doccndum populum , Tojiquam
igitur Mijìa apud nos habet exemplum Ecclefice , ex Scriptura , & Vatribus , cou'
fidimus improbari eam non pofie; maxime cum public <e e £r emonia y magna ex
parte fimiles ufitatis ferventur y tantum numerus Mifìarumeft dtffìmilts. Così
Filippo Melandone , che prolongò fua vita fin all' anno 1 560. [ <? ] Heretico p-^lyi[^"'''-^' ^'
con varietà di Herefie, ma lemprecortancenell'aflerzione di elle. '" ' "**'*'
A quefti due ò Satelliti, ò Compagni , ò Antagonifti che dir voglia- scuvenkfeidio e
mo, di Lutero, fi aggiunfero allora , come ciurma agli eferciti , altri fuehèrefie. *
Heretici di^minor nome, ma di egual male, che accrefcendo pabulo al
tuoco, aprirono tutti queir infaufto Theatro, in cui rapprefentoffi l'in-
ceneramento, e la deflazione della Germania, [b] Gafparo Scuvenkfel- 5 ccnrad.sciujTei-
dio nob.le Slefio, e famofo nemico nonmen della Chiefa Romana,' che turgius in c»ai^
della Sinagoga Luterana, infegnò in fenfo pravo, la divina Scrittura eìrere ^-«'•«'^•''^•'O'
una morta lettera, e non una viva voce di Dio; doverfi perciò attendere
con maggior verità alle proprie contemplazioni, evifioni, cheadefla; ef-
fendo che lo Spirito Santo dal Cielo difcende non fenfibile per la fiftoia
dell'udito, òvifibile per l'oggetto dell' occhio, ma invifibilej nel cuore di
ogni orante fedele, che con i di lui doni fi trasforma in Dio, alTerendo li
doni dello Spirito Santo, Giuftizia, Sapienza, Carità, e Pace di coscienza
nondiftinti daeflb; onde inferiva il polfeditore di eflì renderfi pienamente
trasformato in Dio. Eglinegava, chelacarnedi Giesiì Chrifto foffe crea-
tura, e dicevala deificata in Cielo, elaiilelfacheDio: (contorceva in fen-
fo alieno le parole della confacrazione , ed interpretavale , Corpus meum eJi
hoc , cioè efler egli un non so che di fpirituale , & un tal' cibo divino , e ce-
lere, che pafceva le anime, come il pane li corpi. Molti libri egli divul-
gò, e da molti libri de' Luterani egli fu pcrfeguitato : edhebbe gran fe-
guaci, màdi maggior rumore, che grido, arrollati fottouna Setta, eh' e card, ho/h, v«
egl' intitolò, Confefforum gloriai Chriftì . ''^- ^' Hxreruns
Gio:Agricola Rettor d'Islebio, epofcia miniftro in Berlino, [e] af- ""^^ '^"'^ '
feri, Legem Moyfi in ^cclefianon ejìe docendam. nec ex ca pnedicandam pai' l!>m»hs pui.z.
domo iK. y niten-
Hadria- ,^^g Secolo XVI.
^P y j nìtentiam ; Legem , & Evangelìum ex diametro pugnare ; Legem ante , &
lue^Here/le! *' ^ poft jnJlificationemChrìfiianis hominibus prorfus inutilem efìe-, Legem operum
ommnò rejiciendam , nec ad bona opera di-pina Legis homines Evangelicos obli.
gari , Qundi li fcguaci di lui furono à^tti ^ntinomori , chetant' oltre fi
auvanzarono in pazzia, ut Legem ajìererentt non efje dignamy ut vocetur
LfT/V*'"'"'"* Verbum Dei. Di lui dicefi [4] ^mimmorum fa£ius TrincepSy pojiremòaà
b liit.^Jux. fxc. Catbolicos rediit; ma il Natale Alexandro limita con grandubietà quefto
l,t'^'\o'^'''°'^'^ detto, e di lui foggiunge [b] ^ntinomorum Trinceps fa6ius , poftremò ad
Aiidréà'oija.idro, CathoUcos redUt , afit certèredire properabat .
l^ctprlfsV fH* Andrea diandro , figlio [e] di un Ferrare Brandeburgenfe , e
Saxmiaiìb.iT. compagno invita de' Demonii , introduttor di nuovo fcifma fird Lutera-
ni circa il dogma della giuftificazione , fofienne contro i Cattolici egual-
mente, e contro Lutero, Hominem juftificari, non fide , fed eadem efìen-
tiali jiiftitia , qua Deus juflus eft , qua efl ipfe DeuSj infmditurque homini-
%^dn"* ^""^"^ ^'^^^ ^^^ ^^ non fit Chriflianus gratia juflus, fed natura, [d] Riferifcel'Ho-
*'■'''■ fio, che contro quell'errore, e contro l'Autore difperatamente fempre
efciamarono i Luterani con acutezza non men di argomenti , che d' im-
properii, e rapportandone la figura, foggiunge, Cujus criminisnon eflin-
ftmulatus Ofiander } Qua convitia, & malcdi£ìa ineumia6fatanonfunti Fo-
catus efl , ut ipje fcrtbit , Hareticus , ^ntichriflus , Judaus , nigjsr Diabo-
luSf Braco, Homo nefarjuf , confceleratus y hoflis Chrifli. Fuit etiam de eo
confiStum, quacunque incederete quòd eum in fpecie canum duo diaboli comir
tarentur, quostamennon cuivis videre liceret: quòdque quo tempore cibum ,
i^potum in inferiore cumfms hypocauflojumebat , ubi vacare folitus erat lite-
rarum fludiis, in fuperiore fedens in illtus loco Diabolus vifus fuerit fcriptita-
re . Et alia id genus pleraque . Tum & illud fparfum de ilio fuit , quòd affir-
maret, Chrifli^Vaffionem , & mortem nullum nobis fru6ium attulijje , cum
tamen in fcriptis illius diverfum reperiatur . In fumma , tantum fuit odium
hominiconfiatum, ut non ipfe modo tanquam impiushaberetur, verùm etiam
qui fermane s ejus audiebant , à communione caterorum, qui fé pios exiflima-
bant, arcerentur, ac ne fepulturaquidem communi digni ducerentur. Mifium
fuit yvittembergam y utdedo6irina ejus judicium fìeret: damnata eflperThi-
lippum y Tomeranum , Forflerum , & alios . Mtfjum efl Fvittembergam : ap-
probàtacflper Brentium y & fìquifunt ejuJdemfe6Ì£ . Così egli dell' Ofian-
e circA V Herefu dro , [ f ] chc con morte improvifa [f] andò co' fuoi Demonii ameri-
dcii'o/i^ndro •ff- tarne r eterna .
r^o ii'pLtifi'lto Gio. Brenzio Svevo , paffando dal Canonicato , e Sacerdozio ài Vvit-
di Clemente VII tembcrga , come Lutero, e Carloftadio, al matrimonio carnale , ag-
\'"!r%rtobrexssi. giuttfc all' Hcrefic diLutero le fue proprie, e difie> [g] Evangclium legem
Gio: urenzio , e jiq_^ gfle juxta proprtam y ac veram legis rationem, Baptifmi virtutemadcer-
'ivìdl^thi-pinutu. tam verborumformam Chriflum alligare noluifje y nihilque in eopiaculifore^
ììi Hifi.sac^men (2 rnutetur Conus , dummodò remancat fententia verborum Chrijii , Corpus
Tana t!,i. pai. tnihi ■> , .^. ! ' ^ i* /t- i • i \ -f ■ \. r
^M/ùN'attAhx. Chrifìtexviunionisperfonabs ejje ubiquey adeoque & mpane ante con/cera'
ioc,cif,§.j.„,p. (jQfl^'^f^. ór verba Chrifli, Hoc eft Corpus meum, efieverbadtjpenfationis,
ftgnijìtantiadi^ributtonemcorporis y & fangumis jam ante prafentis , E quin-
di li fuoifeguacifi óiiXctoUbiquifli , & uhiquitarii, fri quali il citato Ho-
fpiniano annumera, come Antefignano di tutti, l'empio Martino Kem-
h sand ha, 20? ni?.!0, Quefto errore provenne in Brenzio [ h } dal non poter elfo capire
' ' ' il'tnifteriofo, &c ineffabile modo della tranfullanziazione : onde non vo-
len-
Capitolo III. j^5 Hadria-„
lendo egli da una parte ad efTa acconfencire, e dall'altra noti volendo ne' ^^ VI.
gare la realti del Corpo nel Sàctamento , inventò quello nuovo modo di
prefenza, cioè che il Corpo di Giesiì Chrifto, doppo la fua Afcenfione
in Cielo , Ci ritrovane da per tutto , in ogni luogo , & in ogni tempo .
Qoal falfiflìmo, & inetto dogma fu poi ampliato dagli Ubiquitarii [a] i-^tfcìusdisisu
feeuact di Brenzio, i quali àfletirono , che nonfolamente doppo l'Afcen- v^i'-'vi'iqFh-
fione ( il che dille Brenzio ) ma dal! iltello punto della incarnazione i uenl&aiu,
Chrifto e o'I corpo foffe da per tutto, ficcome con la Divinità, itdutChri'
fi t Corpus per unionemad Ferbum femper re ipja, & de fa8o fit ubìque y nec
pojjìt redigi ad unum locum, non mdgis quàm Divinitas: deducendo eglino
con ciò necefl'aria la illazione < che nel medefimo tempo, in cui Giesii
Chrifto pativa pafiione in Gierulalemmc , egli ritrovavafi ancóra m Ro-
ma, in Athene, ed in fomma in ogni luògo . Qual fatuità fu riprovati
da' Luterani egualmente, e da Cattolici: onde mentifce Zuvinglio , attnV
buendo ad elfi quefto palmare errore: conciofìacofache non mai dicefi
da' Cattolici , che il Corpo di Chrifto fìa da per tutto ex fua natura y ficco-
me la divinità i ma folamente egli facramentato eìTere nel medefimo tem-
po in molti luoghi; fondati in quelle autorità j e ragioni j che fi adduco^
no f ^ 1 a lun^o dal Bellarmino . b BeiiarjiOé ì.'dé
AI- ■ - - -^ . - .. ^
così
Sartore
piacere quamcumque [e6laruht B^ligionem , quo modo diverfts cibis deletìantur '"P- '«J- .
homines'j adeòque liberum cuiquepro libito Pidem edm ampìeUìy qufimdgii umt^i^^'IoAn
arrtdet . Setta, che allora parve imbelle, e di poco feguito, ma che rToi /"■''»"^"'
giudichiamo prefentemente feguitata da molte delufe gentil che preten-
donofalvarfi, com' efiì vogliono , quafi il Cielo fìa ficcome pertutti, co-
sì di tutti. Entrò Quintino nella Setta degli Anabattifti a far più tofio ca-.
pò , che numero fra quella numerofa * e moftruofa congrega; e feguitò
a fpargere cotante nuove , e forprertdenti Hetefle * che Calvino ifteffo à
lungo riprovolle in un libro, che elfo com'^oi^ adverfus Lìbertinost [ e] ^ mt.^Ux:r*c.
Docebant tilt y dice dieffi il Natale, che ne compendia gli errori dal libro '«f.2.^8rM(*«.4.
addotto di Calvino* unicum tantum Spiritum immortdem e[ìe, fciltcet Spi-'"^'"'
ritum Dei, qui fity ac vtvat in omnibus creaturis . ^ngelos infpirationes ef-.
fc effentia vacuai ; Diabolumy & -peccatum , imaginationes inane s , <& fri-
volai afierebant. Unicum Spiritum immortalem omnia efficere , adeò ut lufx
peccata Deo imputanda (tnt ; nec ullius amplius rei confcientia movert cuif-
quam debeat y nec fas [it quicquam improbare . Chriflum ex Spiritu Deiy <T
opimitione ejje compofitum . in eo pofttam t{edemptionemnoJiram y quod Chri-
ftus folumvelut typus fuity in quo contemplemur e4y qua ad falutem aoflram.
Scriptura requmt . B^generationem effe rejiitutionem innocenti^ , in qua
Jldam , antequam pecca/jet , confìttutus erut . Hunc autem innocenti^ fta-
tum ftc accipiebant : nih il dif cernere y quafi mali cognitione fublata-. acpue-
rorum more naturalem fenfum , atque inclinationem [equi . Libertatem Chri-
ftianam in eo pofttam , ut omnia nomini fine exceptione licita fmt. Tropriam
cujufquead malum propenfionem effe vocationcmy in qua, fecundàm ^pofìo-
li mandatum , permanere debeat . Matrimonium , etiam folemni rifu initum
coramhominibuSy carnale e^e y nifi fpiritus bene conveniant; adeòque Chrijìia-
mm hominem minime ad id adfiri^um efieyfcdidfolàm inter chrijìianosfirmum
Y 2 ej^e
Hadria- ^^q Secolo XV I>
NO VI. ej^e debere y in quo litri que fmul cum altero bene efl . Communioncm San^.o-
rum ejyet (ì nemo quicquam pojfideat tanquam fuum: [ed unufquifquey unde-
cunqne mncifci poter ity ad fé rapiat . B^furre6lionem jam efje faèiam^ cum
bomofcit, animam fuam fpiritum immortalem effe perpetuò vìventem in cce-
lis: ac Chrifium morte Jua opinationem abole-pijky eaque rationenobis refii-
tuifievitam, quaineoefly ut nos minime mori cognofcamus. Fas efìe dijjimu-
larc F{eltgionem . Litera Scriptura Sacra minime nos obnoxiosefky [ed Spiri-
ttim, qui vivificati [equi oportere . Unde Scriptnram in allegorias totam de-
torquebant. Così egli della Setta de' Libertini portata dall' InFerno in Francia
dal Qiiintino , e fmifiiratamente dilatata, econferniata da Antonio Poe -
quio in quelle parti.
battYftff ^loro^hc- Nifluna Setta però più fpaventevohnente in quella etd infuriò per la Ger-
lefis , 'furari , e mania, clie la fanatica degli Auabattifti , Setta nonmeno empia ne' detti,
gtterre. clic terribile ne' fatti , della quale riponiamo in quello luogo la notizia, e
3 vtdiUPontif.dì lemaflìme, per doverne poi in altro [a] riferire le guerre, eli tumulti.
cum.vn.ediPao- Ella fii figlia di Lutcto , fé riguardatene la origine, cn hebbe da un Lute-
ifiu.inm.^. rano; ma che da figlia degenerando in inimica, difcordò ben toflo da lui
e nella contradizione delle fentenze, e nell' infegnamento di efle . lidi lei
b Fhrimmd. 7^*. Autote fù Niccolao Storkio, [b] detto il Pelargo, nativo della Slefia,
7»uvdH$ de o^f« che abbandonato il Luteratiifmo, e datofi in preda alla vanità di alcune ri-
H4rcft»n^Lb. 12. ygia2Ìoni , ch* cffodiccva, haver havute da S. Michele Arcangelo, fotto
Meshoviy.s in Hìfl. habito , c fpccic difautità {correndo la Salfonia, elaThuringia, inganna-
^^>mèapti/iarHm. ya nel medcfimo tempo gl'Idioti con lo flupore di fi mulati miracoli, e i
Dotti con lifofifmidi flravolte dottrine, onde li feguaci fi denominaro-
no Enthufiafli dal forprendimento di quefte rivelazioni. Il principale ar-
ticolo della fua nuova Catedra fù, che li battezzati avanti l'ufo della ra-
gione, e perciò avanti la capaciti d* haver peccato attuale, edefercizio
di fede, fi ribattezzafìero , e perciò derivò loro il nome di Anabattillij e
perche riprovavano il Pedo-battefimo , come illecito , e nullo , quindi
àncora furono denominati Catabaptifix, quajì Baptiflis oppofiti y feu Baptif^
mum oppugnantes . Cum paryuli peccatum originale, fermoneggiò l'Echio
e /o.Eck,iuihm.^. contro loro, [e] ex aliena contraxerint voluntate, & tranfgrejjione ^AdiX i
deUjJtijm. curmifericors Deus non hoc etiampermitteret y ut m aliena fide non quidemfuo-
rumparentum i velpatrinorum , quodperinde neceffariumnon ejì y [ed Eccle-
fm Catholicx baptiT^arenturì Così egli contro gli Anabattifli. Alla divifa
di quefla loro Herefia eglino ne aggiunfero altre , e , Cum Sacramen-
tariìs reakm Corporis Chnfìi prxfentiam , & manducationem corporalem in
Cana Dominica ncgant . Imagmcs execrantur . Sohm Scripturam recipmm .
Magifiratmn abjiciunt . Tubucam verbi pru^dicationeìn refpuunty ac minijic-
rmm . J tirare y litigare , arma traclare , magijirctum gertre , Chrifìianis il-
licitum efk volunt . Tarentum juorum polygamiam, & enthufìafnmm dete-
d Nat. ^lex.f^. fiantur. Cosìdiellìun [</] moderno Autore. Ampliatore dieiifi fù Toni-
e%?i/;7pò"//'i: iTiafo [e] Muntzero, Predicatore infigne nella Tliuringia, che da Sacer-
cim. vii."t,m.À dote tLattolicodiiion mediocre dottrina, divenne nnnon mediocre Lu-
Lw'ti'^ry^/'"' terano , epofciaun pefTimo Anabattifta. Ma tanti furono i capi di quella
s Dthu videHo Setta, quanto ileguaci. Il Franco nella fua Hiftoria ne annumera fettan-
§ f-/™"/^7(. tafette in quella loia Setta, dodici ne regiftra lo Stafilo, [/] & altri fin
rf:,4„d.,m de 0,1» alnuriicrodi quattordici, prendendo ciafcuna di eife il nome ò dalli dog-
Sril^n'r^r''^' mitizzanti , o dal Dogma, ò dal Paefe •• [g] Munf^^eriam , da Tom-
Capitolo III. 341 Hadria-
mafo Miintzero , che fùil loro Promotore: H un iti eh Giovanni Hut, e ^^ ^-*'
queftiprofcfiando una rtraordinaria hipocrita povertà, chiamavanfi Cor-
porales Ifraelit^i da cui li Cananei dovevano elFere foggiogati: ^ugujli-
rdaniy da Agoftino Bobemo, qui prater communia dogmata, animas fide-
lium à vifionc Dei y ob ccslum nondum referatum ante ultimum judicii diem,
exclufas contendebat: Bukoldiani da Giovanni Bukold Sartore di Liegi, e
quefli I{egnum mundamm ftatuebant , plures uxores ducebant , bona omnia
communia habebant: Melchioritiy & Hofmanniant da Melchiorre Hofman-
no, che, tratta alla fuafequela una turba moftruofa diDifcepoli, face-
vafì adorare come Elia venuto al Mondo avanti il giorno del Giudizio i ed
egli pr£ter communia dogmata docebat , Verbum non afiumpfìfìe carnem ex
Maria Virgine : Chriflum unam tantum naturam habuifìe : Lapfos non reci-
piendos: Salutis afìequendiS rationem effeinnobis : Vadobaptifmum effe à Dia-
bolo: Mennoniti da Mennone di Simone Frifone, e propagator valente òi
quefta fetta : Gabriellitti , & Uutterìani da un Gabrielle , & Rutterò :
J^^tfw/», dalla nudità, che licenziofi vantavano: *S'fr>'e':^/^«/ da Michele
Serveto [^] Spagnuolo, di cui in altro luogo ci converrà rinnovarne la c,^'ii!ìiuòm{'//
empietà, ik il difcorfo: Sc«i'f»/^f^/(//iZ«/ daGafperoScuvenkfeldio, di cui
poco avanti habbiamotatta menzione: Denkiani, che negavano la efìften-
zadeiDemonii: Ukouvallifli , che promettevano lafalutè ad ogni più (cq-
lerato peccatore, e fin agl'ifteffi Diavoli: Francijii da Francefco Frank,
che togliendo l'autorità alle Divine Scritture, ogni fatto, e detto di effe
afferiva dubbiofo , econfufo: ^Apoftolici, dall' habito che venivano, dal-
la povertà che aftettavano , dalla Scrittura che f empre fpiegavano ad litte-
Aam , e dalla lavanda de' piedi , che tra loro coftumavano , ond' eglino
ancora fi differoToc/oK/pr/: Separati, da una Itrana lontananza da ogni hu-
mano commercio : Cathari da una diabolica fantità , che profefTava-
no , aflerendo non folamente i fanciulli immuni da ogni peccato , ma ezian-
dio gli adulti fempre impeccabili, ogni qualunque volta alla fetta Ana-
battiitica daiiero il loro nome ; onde dicendo eglino la Orazione Domeni-
cale tralafciavano la quinta petitione , Sed libera nosàmalo, Silenziarii,
Qui [ententiam rogati , filent , & obmutefcum , quìa non multtloquium tan-
tum vitandum cenfuere, fed & privatas , & public as fuper P^eligione conccr-
tationesy eh quòd mundum non effe dignum exijìiment, cui pradicetur Epan-
geliftm. Euchiti, c/o^ Oranti, qui vim omnem mala aver tendi, & bona in
fé derivandi precibus tribuebant , & illis dmntaxat yacandum effe coutende-
bant, ne e media conquirenda advitam temporalem neceffaria^ fed à Deo om-
nia immediate expetianda . Fratelli di carità , qui omnia vendebant , & (i
pretium non dabatur, gratis concedebant , asterà egentibus dividebant . Eju-
lantiy perche fempre piangevano con urli incompofti, rivolti al Cielo.
Etfronti, Qui loco Baptifmi finciput fcarificabanty &ungebant. ^becedarii,
che condannavano chiunque leggere, ò feri vere fapefle: ^maxarii, eBor-
boriti , che ricevevano , e ricettavano fra eiTi ogni qualunque Apof^ata di al-
tre Sette , dicendo fempre , anzifempre predicando per ogni Villa , Piazza ,
eiìvadà, ycniteadnosomnes. Venite ad no somnes-. Setta, che ancor pode-
rofa[ t J alza le corna nella Holanda: Stebleriy o\evo Bacularii, che ogn' b Nat. .i/,x.A
altr'arme dicevano illecita a'Chriftiani , fuorché il baftone: Sabbatarn, 'JÌ-/j-;,^-/„'' "'
che veneravano il giorno del Sabbato, eriprovavano quello della Dome-
nica: Clancularii, qui affercbant, fatis efie, clam tenere fidem, &licitum
Tomo IF, Y 3 ^ffc*
nrt.it.n.c t
Hadria: ^^^ Secolo XV L
NO VI. effe palarti eam negare. Condormienti, qui voliierlntt omnes dormire in unsi
zvtdiiiptntif.di auUj &viros, & foeminas: Davidifti (kDnwiÓQ Giorgio, del quale [^]
facioiv.itm. 4, racconteremo a lungo le diverfe Herefie , e le moftniofe fceleratezze : e fi-
nalmente dal luogo , onde gli Herefiarchi ufcirono, ò dove predicarono ,
Germani, Fri/ti, Fvaterlandi, Embdani, Frankenrani, ziericT^eenfì, & al-
tri, come difle S.Girolamo, magisportenta, quàm nomina,
Confideraxioni É quefto fi è il deplorabile flato, in cui un femplice Fraticello haveva
prr'i7d'fcruS ridotta la Cattolica Provincia della Germania, e quefto fi è 1* abiffo di ce-
Herefie, cita, in cui precipitarono, condotte da un Cieco , tante Accademie, tante
Univerfità, e quafi una terza parte del Chriftianefimo. Cofa, di cui reca
a noi horrore la fola confiderazione, ogni qualunque volta non fofs' ella
animata da quella più alta de' divini fecreti , che permeffe in materia di Re-
ligione un tanto ftordimento in que' popoli, ne' quali ogni particella di
elfo in materia di ftatohaverebbe eccitato armi, leghe, fpedizioni, efer-
citi , e preparato patiboU , e mannaje a' delinquenti . E pur Lutero , che ve-
devafi giunto, ove non mai credeva di arrivare, vanagloriofo ne andava ,
e qual altro Nerone gioiva all'incendio della lua Patria; enonopponen-
tioglifi vigorofamente alcuno , tutti vedevano, edifcorrevano del male,
non però alcuno penfavane il rimedio. Invero chi rivolge le paffate Hifto-
rie, certamente rinverrà, che niffuna delle tante Herefie, che fin' allora
havevano iniuriato pe'l Chriftianefimo , con maggior felicità d' infelici
avvenimenti ingrandifll nel fuo nafcere, fi ditfufe nelfuo fonte, fi avvan-
taggiò nel fuo principio, come la Luterana, fenza, per così dire, oppo-
fizione, fenza argine, fenza riparo, rimirandone ciafcuno la inondazio-
ne , e niffuno temendone il naufragio . All' Arriana refiftè fubito Coftan-
^ tino, che né mandò in efilio l' Autore : alla Neftoriana Theodofio, che con-
dannò a vivere quafi fuor del Mondo l'Herefiarca: alla Eutychiana Mar-
ciano, che del colpevole ne difperfe il nome, non che la perfona: alla
Monothelital' altro Coftantino Pogonate, che de' complici ne caricò una
barca , e tutti prigionieri a Roma li trafmefle : alla Iconoclafta Irene , e un
terzo Coftantino, che anche a forza di armi ne fupprefero l'incendio: all'
Albigcnfe, e agliStadinghi iRè, e i Principi, che fi unirono in Crocia-
ta, e ne eftinfero la razza; à Vviccleff l' ifteffa di lui nativa Inghilterra , che
coftrinfeiimalvaggioarintanarfi in fotterranei nafcondigli, prima fepol-
to, che morto: e finalmente agli Hufilti Sigifmondo , che nella medefi-
ma Germania fé arder vivi l' Hus , &il Piagenfe. Del folo Lutero narrali,
che predicaffe con applaufo , che famofo fi vantafle per protezzioni , che
tutti quefti mali facefle fenza la contradizione né pur di una fpada fuor del
fodero, anzi con vilipendio della ifteffa potenza Laicale, che tlilminogli
contro un Bando, più tofto ftrepitofo, cherifolutoj mercè che ad onta
di effa, che lo voleva ò morto, ò efule dalla Germania, fempre Lutero
viffe, e ben viffe nella Germania, accarezzato da molti nobili, foftenuto
da parecchi Principi , e feguitato da una gran parte della Plebe . O infen-
fati popoli , e Principi , che così ciechi correfte alla Setta Luterana ! Dite-
ci per grazia, qual avvantaggio voi ricevefte danna così moftruofa, e
ftranaperverfione? Forfè vi liberafte dal terror della cofcienza, dallafug-
gezione de' maggiori, divenifìe più ricchi, poggiafte più in alto ò nella
fovranità de'ftati, o nello fplendore delle facoltà? La Svezia, la Dani-
marca, la Inghilterra , laHoUanda, e tutto l'ampio tratto della Germa-
. nia
Capitolo III. 343 Hadria-
nia inferiore, fors'ella prefentemente è più potente, piùdoviziofa, più ^^ ^^'
applaudita, più libera, che prima? Hanno efle forfè rinvenutala minie-
ra di qualche teforo con perdere quel maffinio della Fede ? Certamente chi
ftudio prefe di pefar [^] le rendite de' Monarchi , forfè le rinvenne mag- ^J^^;///''''*^""
ciori in tempo, che benedicevale Dio, come appannaggio afiegnato a'
fuoi fieli j di quelle cbe prefentemente fi valutino fotto il conio miferabile
del Demonio. Al contrario con la Fede perduto havete l'antico luftro di
tanti Ecclefiaftici, checonglieiempiihaverebbono empite di egregii mo-
numenti le Sacre Hiftorie, di tanti Dottori, che con le vigilie haverebbo-
no arricchite di preziofi volumi le Cattoliche Librarie, di tante Accade-
mie, checonledecifioni haverebbono illuftrate le loro Patrie, condeco-
rate le loro Provincie , e renduti celebri, & ammirabili i loro Principi: in
fomma havete tutto perduto , nulla guadagnato , fuorché efecrazioni da
Dio , anathematifmi dalla migliore , e maggior parte del Chriftianefimo ,
e ciòchepiùèfpaventevole, la dannazione eterna dell'anima. Ma ritor-
ni l'Hiftoria all' Hiftoria, e condoni il Lettore all'Autore il giudo sfogo
di quelli ragionevoli fentimenti. ,. x- , . sentimenti dei
Dunque dilacerata la Germania da tante fciffure di Fede, e tutti portan- Pontefice, e fuo
do pabulo ^ e non acqua al grand' incendio , in cui ardevano quelle mife- Breve ai sanon«.
rabili Provincie, il folo Papa da Roma Crepitava con lettere, ò per fanar
la parte infetta, òper prefervar la fana: mi con quelfolito effetto, che
recar fogliono ole vive parole della bocca, ò le morte della carta, cioè
tanto elleno pefarfi , quanto prezzarfi . Per falute fpirituale degli Svizzer
ridi^ii contaminati dalla Herefia di Zuvinglip, haveva Hadriano ferirti
[Z»] Brevi ardentililmi, hor laudando, & animando il Capitolo di Bafilea, b is^^iaftotsih
che ditendeva r antica Religione, hora minacciando , & atterrendo un
tal Theobaldoamminiflratore della Chiefa dell'Eremo, che vi diflemina-
vala nuova: e quindi tutto rivolto a queir infaufto Polo, onde furiofa
precipitava la terribil tempefta alla nave della Chiefa, cioè alla Saflbnia ,
ne' cui ftati fi erano pacificamente annidati li Luterani , e gli Anabattifti ,
in queft'Apoftolico tenore egli fcrilTe a quel Duca, che non fol fi covava
pazientemente in feno tante ferpi, màperfua, enoftradifgrazia, palpeg-
giavate, pafcevale, e ciò che peggio forti, difendevale , proteggevate,
fin tanto eh' elleno crefciute in Hidre, ingoiarono con più bocche la Cat-
tohca Saflbnia infieme , e gran parte della Germania .
Hadrianus [e] Federico Saxonì^ Duci fdutemy & ^poftolìcam ^ BuiUr.inm^ìr.
bcnedi5}ionem , vi.conji.\.
Satis&plusquàm fatis fiijìimimus, dileBein Chriftoy fi forte Dei pietas
tuam animam dignetur mvifere, ac dare poenitentiamad cognofcendum veri'
tatem, ut reftpifceres à diaboli laqueis , àquo captivns detincris . l<l^vimus
te paterne monitum à fel. ree. pr^decefìore noftro , ut à te feparares pernicicm
Ulani C}nijiian£ religionis Martinum Lutherum, &CHmjam toti Orbi manife-
ji^ cffent fcelediffimjs machinationes illius, fpcravimus & teadcorpoeniteris
reverfumm .
Sed quoniam expeBavimiis uvas , (jr ecce quia frujlrà conflapit con-
fiatar , maluu enim tit£ non furit con[umpt£ , coegit nos miferatio tui , coegit
faterìiHS amor i quote & tibi fubdicos Saxoncs in Domino fempcr fuinius prò-
y 4 fequHti,
Hadria- ^^^ Secolo XVI.
NO VI. fequutt, fdutaribus&paternismonitisadhuc convenire, ut vel tandem re fipi-
fiati f 3 antequam piane invosconveniat, quodmox fubdit Tropheta: ^rgeu-
tum reprobum vacate eos , quia Dominus projecit eos .
Et quid dicemus vobis , quàm quod Galatìs fuis Taulus : 0 ìnfenfati^
quis vos fafiinavit veritati non obedire ? Currebatis bene . Interrogate pa-
tresveftroSy ac dicent vobis: majores veflros , & ammncìabuntvobis. Quòd
ab ea Mate , qua uno eodernque tempore vixere Hadrianus I{pm. Tont. &
Carolus ille Magnus Imperator , Saxoni^ fidei plantatores , ad noflra ufque
C^ charijjìmi in Chrìfio filii noftri Caroli tempora , cJ" avi & proavi vejìri,
atque adeò Saxones omnes , fimper habiti ejìis veluti pacis amatores , fidei
propugnatores , & per omnia obedienti,.^ pacifici filii , talcfque , ut non im-
meritò Gregorius Qumtus natione Saxo , oUm I\pmanus Tontifex , Saxonìae
Ducem in P^m, Imperatori! conjittuerit Elc6iorem. Quomodo ergo tam citò
mutatus eft color optimus ? Cur tam facile transferimini ab eo \ qui vos vo-
cavit in gratiam Chriftì , in aliud Evangelìum , quod non efl aliud , nifi
funt quidam , qui vos conturbant , & volunt convertere Evangelium Chri-
ftì ? Quis vineam Domini Sabaoth tam pulchrè plantatam eji demolitus>
Certe exterminavìt eam aper de fylva , & fingularis ferus depaflus eft eam .
Sed Vie illud à vobis, à domefiicts & amicis, à cruciatupnecordiorum . Ob-
ficramuste, fili dtk^einChriftOy levaoculos tuosindireBuMi & vide, ubi
fts proftratus .
Confiderà , quamquam Ecclefu Chrifti , tot malis undique cìrcumvalla-
ta, ac penò opprejjie , prò opera, qua illi fubvenire debueras , cladem infuper
intulifti &c. £ qui egli à lungo fi flende in dettatura di fentimenti nobili,
zelanti, e grandi , piangendo fu quella carta l' afflitto Pontefice , màfenza
corrifpondenza alcuna à.\ follievo alfuo dolore. Poiché il male bollendo
in efcrefcenza richiedeva allora ferro, e non parole: onde bendiffe il Co-
%r"lhL'^h*aw ^^^^'- [ ^ ] ^*^^^ò benìgniùs fefe offerebat Tontifex, tanto ferociùs agebant
com^ofi RèHen° ^^ ^^ ^'^^^ Pontcfice fù quello , che eccitò li Duchi di Saffonia ad una
rico vni, d'Ini valida difefa della manomefla Religione Cattolica; ma ad un tanto ufficio
fta'-dfTÒmmafo fo^lcvò DÌO gì' iftcffi Laici à farla da Predicatori contro Lutero, e contro
Moro, e indica- chiunquequellofoiTe, che proteggefle Lutero. Il Libro del Rè Henrico
dèi"''Aide«o'''^It Vili, de feptem Sacramentis prefèntato da quel Rè al Pontefice Leone X.
safTone contro traslatato allora in lingua Tedefca correva per le mani, e fottogli occhi
Lutero. ^j ^m-j-j ^^j^ egual contento de' fedeli , & alta indignazione di Lutero,
che non poteva foffrire un contradittore benché Regio, màch'egliftima-
va iìfe tanto inferiore nel pregio della dottrina. Onde trafportato dalia
paflìone, cheinluifiìfempreprecipitofa, eccedente, & arrogante, com-
pofe contro il Rè Henrico un Libro altrettanto empio nelle dottrine,
quanto detefìabile , e naufeante nelle ingiurie, ditterii, motti, efcurrili-
tà, con cui parimente r iniquo apoflatapofe in denfo la Sacra Maefìd de'
Principi , e le perfone più riverite del mondo , Papi , Imperadori , e Santi
Padri , Rè , Monarchi , e Principi . Si folius chrifti fumus , die' egli , qitìs eft
ifte ftolidus I{ex, qui fuis mendaciis nos Tapnefacere molitura nos nonjumus
"Papa , fed Tapa nofler eft : noftrum eft , non judicari ab ipfo , fed ipfum JU"
dicare -y fpiritualis enimànemine judicatur, & ipfejudicat omnes, efìegue:
Ego Ó' Eccleftam ejus , & defenjorcm ipfum Henricum nempè prò eodcm du-
ccns , utrofque eodem impetu invadam , & Chrifto duce CQnficiam : certus
entm
Capìtolo III. 54 j HADRrv
snìm fnmàogmatameahabcremede calo. Dogmatamea flahunt , & T.ipà ^^ ^ ^'
cadcti con ciò che fìegue ,_ da noi di fopra ritento, aggiungendo contro
il Papa, coniToi Cattolici, e contro li Tomiftì il fetido nome di Lennini
non ancor di ^^enutiP/c/occ/^/. Quindi egli fondato fu la bafe della mal prefa
liberti, evaloredella paroiadi Dio, ftabilifce quefta maffima la pinhe-
reticalcj lapiùhorribile, elapiùprefnntuofa, che- iifcita mai fiada qua-
lunque bocca di pellilentiffìnio Heretlarca, yerbum Dei efi fuper omnia
Divina: ma]c[iasmecum facit, utmhilcHrem, (ì mille KAugullini , mille Cy-
priani y mille Eccltfu Henricanx cantra me ftarent . Deus errare y iirfallere
nonpotejl: ^ugujlmus , & Cypnanus, ficut omnes ele^iiy errare potuerunt,
& erraverunt . Così il facrilego. Rifpofe capo per capoà queilo Libro
Tommafo Moro , di cui nel feguente Pontificato ci converrà far lunga
menzione. Mail principal'offefo, che fu il Rè Henrico Ottavo d'Inghil-
terra, nell'irritamento di una contefa cotanto difuguale, facendola da gran-
de, contentofll di confondere l'avverfario co'l difpregio , e trattandolo da
pazzo , con favio configlio non volle cimentar la Maelìà della fua perfona
con la difperata condotta di uno , che di nifTun timorofo rendevaiì aperta-
mente à tutti biafimevole . Scrilte ben'egli uiia fenfata , e pefante lettera al-
li Duchi di SalTonia, eccitandoli ancor'effo alla difefa di ciò, che più pre-
meva, della Religione Cattolica i e in efia di Lutero parla, come parlar
conviene à un Monarca di un publico malfattore; il cui tenore non in al-
tre ftampefin'hora è divulgato, che in quelle di quel tempo, da noi cita-
te in quello margine, [a] Alla lettera egli aggiunfe quefta grave pofdata, a me extat- pofè_
che dimoftra il eran zelo allora di Henrico , e rende più lacrimevole , e do- ^'t^^f"^ Hn,yUi
% r \ n 1 • r -^ t • i»* • i Ottavi ad Leonern
loroialagranperveraone, chepoifegui, di quel Monarca, Litteras has x.i'nprejTHmann.
obftniaturo mibivenit in memoriam Lutherum in fuis adverfum me nanìis ^^^i-.f'/xeoco*
excujare Je i quo mmus ad reliquarejpondeat y tmpedin transferendo Biblia.
Vifum efì igitur hortarìvosy ut omnium rerummaximè provideatis y ne id
fermittatur facere . Islam ut bonum effe non negem , in quavis lingua legi
ScripturamSacram y ita certe periculofumeji , ejusvcrfìone legiy cujus mal^
fides fidem facit omnibus, id illi fiudium e(ìe y ut bene [cripta male vertend<x
pervertati ut populusea felegere putet mScriptura Sacra, qua vir execra-
bilis ab execrandis hauftt hareticis . Iterùm valete viri Serenifjlmi , atque
animo meo longè charijjimi . Ex regia nofìra Grenuvici die io. Januarii anna
Domini 1^2^, Così egli. Del Duca Federico non rinviene rifpofta al Rè
d'Inghilterra, forfè perch'egli di già rifoluto alla protezzione ài Lutero, -''
non volefle approvare in carta ciò, che di già dilTapprovava nel cuore .'
Rifpofe bensì il Duca Giorgio , Principe conftante nella Fede, e la rifpofta fiì
[hj tale, (juale fi conveniva alla pietà di quel Principe . b lù!d^
C A-
TE VII.
Clemen- 5^^ Secolo XV L
CAPITOLO IV.
Clemente Settimo di Fiorenza, creato Pontefice
li 15. Settembre 15x5.
JSfuo've facrìleghe procedure di Lutero . Zu<vìn^io , e corfo
della fua herefia , Suo fentìmento [opra il miflerio del
Santi/fimo Sacramento i fuoi congrejjì tenuti con Lutero
[opra ctuefto [oggetto , e [opra il peccato originale . Sinodi
di Francia contro Lutero . Dieta di Norimberga , e fuo
corfo . Origine de* Protefìanti . battaglia , e morte di Zu-
^inglio. Muo've 'vittorie de^ Cattolici contro liZwvingliO'
ni . Soccorfe mandati dal Pontefice a S'viz.z^eri Cattoli-
ci . ^alità , herefie , e morte di Giovanni Ecolam^
padio . Saccheggiamenti degli (L^nahattiflì , e loro bat-
taglie co' Cattolici , e difperftone . Pernjerfione nella he-
rejia della Danimofca , S'vezja , Li^vonia , ^ Atre
Provincie Cattoliche . Sacco di ^ma , prigionia del Pon^
tefice , e difiinta relazione di quefli lacrimevoli avve-
nimenti , e Monti eretti da c^uefio Pontefice in beneficio
della Fede Cattolica . Libro di Lutero -, de Abroganda
Mifla, <^ altri fuoi libri hereticali . Serpeggiamento della
herefta Luterana per /' Italia . Dieta di Augufta > e fuo
corfo, Confejjìone Augujìana^efuo contenuto . Lega Smal-
chaldìca , fua origine , e capitolaT^ioni . Dieta di Spira , e
di'Katisbona, e loro corfo . Interim di Carlo ^into , e
fuo contenuto , 'Baldanz,a degli Anabattifit ) e de' Luterani,
Nuove herefie dell' Ofiandro . Francefco Stancaro ,■ e fm
herefie . Altre herefie di diverfi heretici Luterani fotto dì-
verfit capi , e fazioni . Scifma della Inghilterra con la
Chiefa ^mana ? fua origine , e p^'^i^'^Jf^^ • Crudeltà , ci7*
iì derne procedure di Henrico Ottano ^ d'Inghilterra, e
ccfiunz^ illuflre di Tommafo Alloro , e di Giovanni Ft-
fchero detto ti T^fenfe . Condotta del Pontefice Clemen^
te fopra (^ue fi* affare , e fua morte .
Mi
Capitolo IV. '347 CLEMm
TE VII.
MaIedicet>Ta d)
Lutero contro i
a «/tsi i;t^
b Luther, de de'
etmprtitftiicti.
TlAde'Lìhn, delle beftemmie, e delle petulanti maniere di Lu-
tero chi enumerar voleffe la empietà , e'I numero , ne con-
verrebbe telfere un così bombile, e lungo catalogo , cheò
il catalogo non haverebbe fedeprelTo i Lettori, ò lo giudi- sami, efucnuo'.
carebbono i Lettori non di un fol'huomo, ma di tutti gli ced."e',e1ibrS!'*^
Herefiarchi del mondo. Egli infierito nella contradizione
contro Dio, e contro li primi Monarchi del Chriftianefimo, non perdo-
nò ai Santi del Cielo, né à chiunque opporre à lui fi volefTefulaterra. [a\
Trafportoffi nella Città di Mifiiia dal fuo antico avello ad altro più nobi-
le, il corpo di S.BennoneVefcovo parimente òì quella Città, elevato di
frefco al culto di Santo da Hadriano Serto, con pompa di ProcefTioni, &
apparamento di Chiefe ; llrepitòqual fubitaneo invafato Lutero , e con
precipitato ftile publicò tantolto per la Germania il Libro in lingua Tede-
fca , ^dverfus novum Idolum , & antiquum Dìabolum , qui Mifn^ exaltandus
efly ed egli, che [b] altrove haveva approvato il culto de'Santi, qui ana-
thematizzollo com'empio , diabolico , & idolatra , formando Tempre nuo-
vi dogmi all'eccitamento, e lume della fua cieca paliìone. Compofe Eraf-
mo contro lui un nervofo Libro , de libero arbitrio , traslatato pofcia dall'
Emfer , e dal Coeleo in lingua Tedefca : gli rifpofe fubito Lutero con op-
pofizione di titolo, e di fentenze in un'altro Libro, de fervo arbitrio y in cui
egli toglie all'huomo l'efler dell'huomo , cioè la libertà dell'operare . Spar-
geva Zuvingliolafua Herefia Sacramentaria nella Helvezzia, eCarlofta-
dio nella Germania, ed egli ad ambedue quell'Herefie fi oppofe con la fua
herefia della Impanazione , onde hebbe origine jl continuo battagliar , che
fecero i Luterani contro i Sacramentarii , fin con venirne à denti , per co-
sì dire, & alle mani, e molto più à dilacerarfi coscritti , cotanto nu-
merofi, & arrabbiati, che l'una Setta ha riempito l'altra di vituperio pe'l
mondo. Perlacui adequata intelligenza, ciconvien far ritorno à Zuvin-
glio, ed efporre la contrarietà di quefta Herefia con la Luterana ; onde
non tanto fi diliingua il vero dal falfo , quanto l'un falfo dall'altro .
'Habbiamo in altro [ e ] luogo riporta la origine della Herefia di Zu- e F<rj; ,7 p,„f;/.rfi
vinglio, e data dell'Autore quella contezza, che cadeva opportuna al- ■^"'"-^.fM-;''«jf.
loraalla narrazione de'fuccefli . Prefentemente ne riferiremo il prcgref- ^'^'
fo, e le più rilevanti particolarità, che meglio conducono all'intendimen- p^^ ^ ^^ji
to òi quelle materie , che noi ci fiamo prefifil à descrivere in querto li- heSia ** zuvii *
hro: onde Tempre fi miri la diverfità fràeflì degl'ifteffi Heretici , e (em- «''•»"»•
pre fi ammiri la uniformità cortante delle Cattholiche afferzioni . Dun-
que predicando Zuvinglio in Zurigo l'Herefie, che habbiamo altrove de-
fcritte , [ rf ] & inclinando il Magiftrato di quella Città all' apprendi- d ibidem'.
mento dì erte con il rapportato decreto, ài non doverfi per l'avvenire
predicare, fé non lafolafchietta, e pura parola di Dio contenuta nelle
Sacre Scritture , fufcitofll quindi un'incendio ne' Cantoni Svizzeri , che
divorò incontanente tutta la Helvezia . Conciofiacofache proclive il po-
polo à quella libertà, alla quale lo rtimolava il mal'efempio della Germa-
nia, improvifamentecome à rivoluzione lungo tempo concertata , ma-
nomefle [e\ in ogni Chiefa il culto Divino, profanando Altari, fminuz- e NHmiftdiGiH'
-zando facre Imagini, calpeftando Reliquie , nel qualatto precede àtut-*"'*^*^'
ti Zuvinglio, che prefe le Reliquie dclli Santi Martiri Felice, e Regola ,
come Veflìllifero de' nuovi Iconoclafti , gittoUe giùàviftadel popolo
nel
Clemen- ^^g Secolo XV L
TE VII. ^^j proffimo Fiume, fuonando con quello eccedo la Tromba infaufì:
dell'Herefia nella Helvezia ; onde di lui , e di Baldalfare Pacimontano
fuo allievo hebbe adire il Fabri in una celebre difputa col menzionato Pa-
iic.Fater'mdirp. cimoutano : [a] ^d fididnem autem Tìgurinum, utpotè Zuvingliumi -pe-
'pMimfr.tano'i'"^' ^'^» ?^^ 5^«^or«w Fclicìs , & B^guU Martyrum ofja fiijìulit , & in
' fluvium projecit , res notiffima efi: Dominorum Tigurinorum fìgilla , ma-
netas , tnfigma eorumdem SanUorum imaginibus pradita non abolcvìt , nc-
que immutavit; cum tamen in Ecclefia à Carolo Magno fmdata Cafaris,
& omnium San6iorum imagines Vulcano tradita , & in cinerem verfe
ftnt . Dalle Imagini dilcendendo Zuvinglio , ò per meglio dire , afcen-
b Tr.^/>r,7.ijv?. dendo all'oltraggio del Prototipo , perorò , e perfuafe [ ^ ] al Magi-
?co"dTzuv°'n6irò toto di Zurigo l'abolizione della Meira, ed in prova del fuopropofto
fop°ra ii"^sacra facrilcgo attentato cfpofe ( ò miferabile cecità ! ) eflereàluicomparfo
Tz^viii^iiusinii- ^^ notte un fantafma , né ricordarfi [ e ] bene di qual colore egli fi
bttu di ftnjuio fofle, ò bianco, onero, ed haverlo afììcurato, altro noneflere la Eu-
fAo'T/i't^rtuJ'li' chariftia, che una figura del Corpo di Chrifto, come figura del tranfito
i;si. del Signore era la commemorazione del Thaje accennato, e deicritto
ncir Mxodo: Credo , quòd m Sacra Eucharifiia , così egli efprime il fuo
fentimento fopra quell'ammirabile miilerio , hoc eji gratiarum aBionis
Ccsna , verum '^Chrifii Corpus adftt , fidei contemplatione : hoc efi , quòd
jij qui gratias agunt Domino prò beneficio nobis in Fìlio fito collato, agno-
fcunt, illuni verum carnem ajjumpfijje ^ vere in Illa pajjum efie, verènofira
peccata fanguine fuo abluifk , & jìc omncm rem per Chrifiitmgefiam illis fi-
dei contemplatione velut prafentem fieri, Sed quòd Chriftt Corpus per efìen-
tiamy & realiter, hoc efi. Corpus ipfum naturale inCosnaaut adfit, autore,
( dentibufque nofirts mandatur, quemadmoduniVapifla , & quidam qui ad
ollas Àgyptiacas refpe£iant, perhibent, id vero non tantum ncgamus , jed
erroremefie, qui verbo Dei adverfatur, conflanter ajjeveramus. Così egli .
d Laurent. Surius ^^^j 'Per hoctcmpus ^ dicc il Surlo , Zuvmglius non contentus a Luthero dici
,n^^commtnt. ann. jr-^^^^j.^^^^^ fcd ipfc potlùs dc fiionomìne [e6iam au[picari cupitus , non folàm
Catholicos tranfubfiantiationis ajjcrtorcs , fed etiam Lutherum ipfidm una
cum pane, & vino verum Chrijii Corpus , i& Sanguinem in Eucharifiia babe-
ri dicentera oppugnare cespite Hoc quidem pefiimè habuit Lutherus , & hac
res occafionem pr.ebuit atroci fi^" a iUiinter Lutheranos , & lnvinglianos digla-
cou'^uJi^ifiVsl diationi , qu£inhunc ujque d.cm componi non potcfi. I{eSlè hocpermifit fa-
crjniiiuarii, & i plens , & boYius Dcus . Ut Luthcrì arrog <iitia àproprio dìfi ipfilocomprimeretur,
Liitcrjni. (^ mortales omnes intellìgerent , reclijjimè dixijk DMitronymum , Scripturas
noninlegendo, fed m intelligendo confiflere j ab utraque enim parte ifii
fe6iarii verbum Deicrepanty Scripturas certatimproferunt , & tamen cum
certijfimum ftt, non pope utr'jfque verum docere, dum contraria dicunt , at
nihtlominùs alti aliis cedere noìmit, & utrique prava Scriptura divina in-
terpretatione , & [e, & fucs omries mijtrabiliter perdunt , cum utrofque
reBè jam olìm damnarit , hoécquc damnet Catholtca fidesy qua certìjjimè
credimus , in Eucbarifii^i fub [peciebus panis , & vini Chrifii Corpus , &
Sanguinem fubfiantialiter contineri , ctium extra fumptionem ; cum hoc Sa-
cramcntum non nifi omnipotentt Chifli Jcju fermone confìciatur . Così
egli, chefiegue d defcrivereleconrcfc milerabili di Lutero, di Carlofla-
dio, e di Zuvinglio fopra la efplicuzione ài quello milkrio , dicendo
^ luthero hac m re jarìi ante dijfe.ìjit Andreas Carlofiadius; & cum à Lu-
thero
Capitolo IV. 5AQ Clemem-
ihero acriter reprehenderetur Jonas , quòd Ecclefias fcilicet Lutheranas tur- ^^ ^^^*
baret , ille Je cantra ipfum fcripturum , fuamque fententiam defenfurum
refpondìt . Tum vero Lutherus , ut erat contendcndi avidus , aureum tlli
nummum dediti ut f acereta quod mmabatur. Tojìea libello^ aliquot Carlo-
Jiadiiis B-ifile£ edidit , quorum fumma erat : 7\(o« cjjc Chrifìi Corpus natura-
Itter in Eucharifiia ; nec tamcn Zuringlii fententiam fequebatur , fed nova,
interpretatione ait prò nomine dtmnnjirativo , Hoc eft , demonflraffe Chriflum,
Corpus fuutn menfa affidens, non autem fub panis fpecie contentum . Hanc
ftultifjimam opinionem ^nabaptifiie quidam amplcBrbantur, & Zuvinglti ,
atque Lutheri interpretationem rejiciebant . Vorrò Zuvinglius Carhjìadium^
dicebat, veritatem quidem agnofccre , fed quia troporum vim ignoraret ,
verba non re6lo ordine collocare . ,Jt ridicula fuit ea Zuvinglii oratio , qui
jam fibi de collega y licèt incptOj non nihil applaude bat . ^lii Carlojladii
expofttionem ceummis duram y & violentam refpuebant . Inde accidit , utSc-
natus Tigurinus cavcrit , ne libelli Carlojìadii in verba fua yenderemur . Lu-
therus vero Zupinglii expofitionem libello quodam conf'utavit , ita nimirum
fpiritus vertiginis in Luther um, c-T ejus priCclarara fobolem immifjus repente
multas ab illis cxtorfit abfurdijfimas verborum Canis Domini interpretatio-
nes , alius ab aliis , & ftmul omnes à Catholic£ Ecclefia fententia dijcre-
pantes: ortumqueefl implacabile bcllum interijìos fa6iiofos fpiritus j qui cura,
omnes ja&itent, feperitatem demum in lucem protuliffe, non pofiunt tamen
in unam aliquam de re tanta confptrare fententiam , & à ventate funt pror-
fus alieni i &• interim mi ferrimam^ & rudem plebeculamindiverfas fa6lio-
nes 3 & opiniones difi'-ahunty cfficiuntque , ut jam permulti non videant i
quem potiffimum in hac dogmatum mirabili varietale fequi debeant . Qnis ve-
ro fatis deplorare pojjit tara innumeras Chrijìi Jeju fangiiine redemptas ani-
mas , aliquot importunoYum & turbulintorum ingeniorum arro^antia , (jr*
pbilantta in certi/Jìmunt cxitium , horrenjamque aterni ignis damnntionem
pracipites agi ^ Fermi hoc ijU perditi tenebriones prò ludo hahcnt , ?nodà
ipfi [ibi aliquod pojjint parare nomen , licèt cum fumma h^erefeos ignominia
conjunóìum . Così egli . Mi per difcendere al particolare di qiiefte itrepi-
tofe contefe , portiamoci alla Dieta di Spira , che il primo Campo di bat-
taglia fri i Sacramentarli , e i Luterani .
[a] unitamente la condanna- 5^,(, ,^3^^. i^^,
rono, e de'libri di elia ne prohibirono rifolutamente la lezione: l'uno in r-iii.enrari7, &i
Bourges rottola prelidenza dell'Arcivefcovo Francefco Turnon, decretò ^"^l,^"\:,s
in quefta forma, Damnatum dogma Lutheri , & jcquacium à Sacrofan6ìa Se-^^"' '^' '
de ^pofiolica jampridem reprobatum , inpublicis concionibus , locis , & tempo-
ribus opportiinis, proitt expediens Ordinariis locorum videbitur^ generalitef
tantum rcprobetur, non dcclaratis (tgillatim erroribus , nifi, locus aliquis
fuerit, ad quem pervenerim damnati aliqm errores , L'altro in Sens fotto il
Cardinal Antonio de Prato Arcivefcovo medefimamente di quella Città
con fedici precifi Decreti riferiti diftintamente dal Natale [ b ] Alexandre .
Ma molti più furono li Congreffi tenuti dentro la Germania, ch'era la par-
te infetta , e perciò più bifognofa di cura . CongregolTene allora uno [e] in
Norimberga, alla cui allìiknza haveva Clemente Settimo mandato Legato
Apollolico il Cardinal Lorenzo Campeggi : ^ in eflb richicaofi prima dai
b Nat. ^lex.fxc.
iG.c.z.nrt. IO. pti-
raj,r ^-n.^. in fine.
Congrc-
CiEMEN- Z<o Secolo X VI'
TE VII. Congregati un Concilio Generale, intimoflì poi im nuovo Congreflb iti
Spira per la difcuffione di alcuni aggravii , che li Tedefchi pretendevano òx
ricever dagli Ecclefiaftici, e circa la rifcofUone delle annate , e circa le
taffe degli emolumenti de' Vefcovi . Nel medefimo anno il Campeggi
unì moiri Ecclefiaftici della Germania in Ratisbona , & in prefenza di
Ferdinando fratello di Carlo Imperadore , ftabilì rifoluzioni molto
giovevoli allo flato allora di que'popoli, & al mantenimento , e cul-
lifùhÌ°a,Zs\t ^^ ^^^^^ Religione; [a] Hi, cioèli Congregati, Edt6lum yvormatienfe
exccutionì mandari , in Mijiie celebratione nihil mutavi , Monachos apojìa-
tas puniri , & Legati ^pojiolici Conjiitutionem de Cleri Germanici re-
formatione triginta quinque Capitibus comprehenfam , executiuni manda-
vi fuhent, Tleraque ex iis levamen Laicorum ab oneribus tribuendx pecu-
nia fpe&ant, quo labes ciipiditatis dviris Ecclefiajiicis tolleretur. Itaquintum
Tarochis interdicit, ne quidam confueta fubfidiaà po^ulisexigant, fextum,
jepultune fumptus tmmìnuit, nonum, vetat , ne pecunia recipiatur prò ab-
folvendis noxis Juperion foro rcfervatis , decimum-fextum , removet abufus
ab Indulgentiarum qunsflortbus indnUos , decimum-nonum , prohibet irnpen-
faSi qnjs prò sAltarium , & Templorum confecrattone exigebantur , -ptgeft-
mu-m tertium i yetat^, ne EpifcopiadeanttUtimoserat , tanquamharedcsbona^
Clericorum obcuntium inte fiato , ■pigefmurn tertium , negat Epifcopis dimi-
dium proventus annui, cumeaconferunt beneficia, qux vix ìjorntnis alimenta
fufficiunt, & ex quibus hHJufmodi dimidium Bimana Curia non exigit . Ma
fu più rimarcabile quello di Spira , che habbiam pur'hora accennato , in oc-
k ^n.i^i^menft cafìone de'difpatcri iofurti tra ZuviugHo , e Lutero. Quivi [b] comparve-
Ftbruuri i. ro in gran numero Luterani , e Zuvingliani , Secolari , ed Ecclefiaftici , fottor
la folitaprefidenza del Rè Ferdinando d'Ungheria, e con rafllftenzadi
Gio:Tommafo Conte della Mirandola in nome del Pontefice: e come che
in effa prevalevano gli Heretici, e da'Cattolici conobbefi il precipizio del
male , giacche non vi erano forze baftanti à ben curarlo , cercofll almeno di
repritnerlo. Dunque ordinoffi nel receflb della Dieta, che fegut ne'i^.d'
^t^^S'^iSi'^^^' -^P^^^^ * ìQ ftabilimento delli feguenti Capitoli , [e] Ut quibus in loeìs edi&um
Vvormatienfe fuerat acccpturn , in iis ufque ad futurum ConcHium deinceps
fervaretur. Ubi vero mutata fuerat vetus Rjsltgio, nec pojìet ejus exercitiura
abfque publtca rerum pertarbatione revocari , res ita perfifteret ufque ai
Concila celebrationem . Ut Sacramentariorum , & ^nabaptiftarum fe&^
ttndique pellerentur: UtMiftie celebratio ubique libera ejìet, in iis etiam re-
gionibus, ubi Lutherana t^tbes grafìabatur : Ut Evangelmm exponeretur tx
Tatrum interpretatione, quos Eccìefta comprobaperat : Ut Ordines Imperli
, pacem invjcem exercerent , nec almi alii B^ligioniscaufa molcftus e[fet. Cose
t7J.iT' ' '*'''' li Decreti di Spira, [d] Il Pontefice, foggiunge il Pallavicino, che regalava
lefuefperanze, non da tutto il dovuto, mi dal poUTbile , ne reftò fodisfat-
to , lodando le diligenze del Tuo Miniftro, e ringranjiandone i partiali della
Fede Cattolica . Ma non così gli Heretici , che renduti audaci dal numero,
e dalla prepotenza degli adherenti, & abbandonati ò nell'impegno ,■ ò nel
gufto ài arsa fognata indipendenza, e libertà , finalmente fi fmafcheraronoy
e violentemente infurfero contro Cefare, e contro l'Imperio. Conciofìa-
K steìdamiUb.6. cofachc [f] uiiironfi fci Principi , iquali furono Giovanni Elettor di SaiTo-
i Morài'^n.isi^. nia Succclfore di [f] Federico, di cui era fratello minore nell'età, màfu-
pcriore nell'aperta profeiìiouedcH'Herefia; Giorgio Elettore di Brande-
burgb ,
Capitolo IK X9I Clement-
burgh, Ernefto, e Francefco Duchi di Luneburgh, Filippo Langravio d* ^^ *^^**
Haffia, e Vvolfango Principe d'Anale; e con effi quattordici Citd, cioè
Argentina, Norimberga, Ulma , Coftanza , Rutelinga, Vvillemio , Me-
minga. Lindo, Campoduno, Hailbrun, Ifnac, VviU'eburghjNorlinda,
e San Gallo . Si proteftarono unitamente tutti , 7\j[o« poter ubidire aglijiabi- origine dePro.
liti Decreti, come contrarli alla "perita, e libertà delpre.dicato Evangelio , " *"' '
e perciò appellare al futuro Concilio ^ & à qualunque Giudice non fofpetto:
e da quefta loro protefta nacque il nome di Proteftanti, che con vocabolo
menoinvidiofoinfoftanzafignifìca, BjbellialTapa, & alla Chic fa. L'Im-
perador Carlo [a] molto fidolfe di quefta loro avverfìone agl'Imperiali *idem Ub.p.é-
Decreti formati in una Dieta cotanto numerofa, e riguardevole: malefue ^^'"«- '«'»•' 529».
furono voci, che non ferirono; e quelle de' Proteftanti furono fatti, che
meifero fottofoprala Germania , con la formazione , e ftringimento , ch'effi
fecero nel Gennaro futuro, della celebre Lega Smaickaldica, fegnata da ^^j ine^gji^Le.
effi in Smalckalda Terra del Langravio di Haffia , con la quale eglino lì con- g/smaUk»idica.'
gregarono infieme contro chiunque tentafle di moleftarli nelle materie ài
Religione . E qui venne à por capo la Herefia ài Lutero , cioè nella ribellio-
ne al proprio Principe, & all'Imperio .
Horper tornare àZuvinglio, l'un de'Proteftanti Filippo Langravio di tr''LJtèro*"'"u!
Haflìa, deiìderofo di render forte la fazione degli Heretici con la unione vn.g"io"°' *
fri elfi nelle dottrine, perfuafeà Lutero, &iZuvinglio, l'accordar fri lo- ^^^^^ dìfcordu
ro le differenze, deputando àtal'efFettofriìeflì un'abboccamento in Mar ti rea ijsacramen-
burgh nell'Ottobre del medefimo anno 1529. Evi comparve l'uno, e l'ai- ^«0 'ìrMniìr.
tro: Lutero co'lfeguito di Melandone, Jona, Ofiandro, eBrenzio; e "° °^8'"^
Zuvinglio con quello ài Ecolampadio , Bucero, & Hedione . Convenivano
eglino in molti dogmi, ma dilfentivanooftinatamente in due principalifli-
mi articoli, cioè circa il Sacramento dell'Altare, e circa il peccato origi-
nale. Circa il primo , Lutero afTeriva, che nell'atto della Communione
fofle ivi prefente con verità il Corpo di Chrifto, ma congiunto con la fo-
ftanza del pane ; e fiior di quell'atto , e cì\ quellufo riiblutamente lo nega- ^c^^m.n^^con.
va, confentendo [è] al ritrovamento di Bucero, che la parola £^ proferi- fr/«Bl-«'«rL'w/»ri
ta nella confacrazione , fignifichi farà. Ma Zuvinglio negava affatto cotal
prefenza, & eftorcendo le parole della confacrazione in fenfo allegorico,
diceva, comehabbiamo [e] altrove fpiegato, adefie in Sacramento Corpus <- vtdìnromìf.di
Chr/fti non realiter, fed fidei contemplatione , negando egli la realtà del Lfontx.to^p"^-
Corpo nel Sacramento ( fé ben con altri termini J come Carloftadio , che \2jiTdffÓprL"'
riferiva la parola 7ioc della Confacrazione al Corpo quivi allora nella Ce-
na prefente, e vifibile di Giesù Chrifto, e non all'invifibile forto gli acci-
denti del pane . Circa poi il peccato originale, Lutero definivalo [d] una aLHther.iniib.de
concupifcenza, overo difordinazione delle potenze inferiori dell'anima, ^'"""^'-''^''^JH
quali egli chiamava Uereditaria corrw^one della no^r a natura, overo una r/m!""" ^^"
X.2X pravità, che ci yynde rei didannaqjone: al contrario Zuvinglio, affer-
mava [e] egli bensìjche per la trafgre/fione di Adamo ipofterihaverebbon e rtaexpiicatft»-
ereditata ( lì dice harebbono, con forma di parlare condizionata, per quello 'pTiZcfnl'l'uti.
chefoggiungeraffiapprefro)una vizjofa inclinazione al folo ben proprio , e-^.n.i.
la quale traeffe i peccare , fé non gli haveffe da ciò falvati il merito del Re-
dentore: ma che non per tutto ciò farebbefì da loro contratta vera colpa,
e vero peccato , ma fol un peccato metaforico , in quanto quella ereditaria
inclinazion di peccare, con la quale doveano nafcere per la iniezione de*
geni-
CtEMFN- ^ ^ ^ Secolo XVI.
TE VII. genitori, poteaiiominarfi/jecciz^o, in quella forma, cfie per metafora la
morte fi dice pallida, perche cagiona il pallore . Sicché Lutero poneva
in definizione del peccato originale l'effetto del peccato originale , erro-
neamente attribuendo àquefto la reità di dannazione, dovuta alla caufa,
& allo ftefTo peccato: e Zuvinglio riponeva il peccato originale in una pu-
^ . . ra denominazione eftrinfeca, e metaforica, affermando, nondarfi alena
J.S'X'Sri"/.^ vero peccato fenza una vera rea opera del peccatore, [a\ipfH7n, dic'egli ,
f.onem L^theri , cioè il pcccato Originale , ut eft in filiis ^d£ , non proprie peccatmn ef^e, [ed
€ >uan.is22. yy^QYbum, &conditionem, Morbum, quia fìcut ille ex amore fuilapfus eft ,
7ta& noslabimur: conditionem , quia ftcut ille fervus fa6lus eft , (& morti
^ obnoxius -, ftc & nos fervi , & filitirietiafcimiiry & morti obnoxà. NuUadi-
meno egli confefia , che tal morbo , e tal condizione ^nxta Tauli morem ap-
pellar! peccatum: imo tale efte peccamm, ut quicumque in eo nafcuntur, ho-
fiesy ér adverfarii Dei ftnt , Huc enim trabere illos nativitatis conditionem,
non fceleris perpetratìonew , nifi quantum hoc femel perpetravit primus Ta-
rens , Feram igttur perduellionis , eir mortis caufam efie perpetrntum ab
^damcrimeny acncfasy atque hoc "pere effe pcccatum . ^dt peccatum iftud ,
quodnobis adh>:erefciti <& "vere morbum ^ C^ conditionem , tmò necejfitatem
h Idem ,;, decLf ^j-^g 7??o>7e«ti;. E pili chiaramente Zuvinglio fpiega altrove [b] quello fuo
7Ùm*^heliumJit pcfiìmo feutìmento : Sic ergo dixtmuu originalem contagionem morbum effe
sujìanur» ^'"'- ^^^^ p^-f f^f^w^ , quòdpcccatum cum culp^ cùiìjun^lum cfl : culpa -però excom-
mifjoy veladmijìoejus nafcitur, qui facmus deftgnavìt. Exemplum do: Ser-
vumnafci, miferaconditio efty non culpa ejusy qui fic nafcitur , ncque cri-
meni qui enim nafcitur y nondum qutcquam admifit , aut commi ftt . Si ergo
dicatquis : ^t majores e'jus commi ferunt, ut in fervitutemredigcrenturtam
ipfty quàm ex fé fé prognati: ergo crimen fuit, ex quo culpa y quam deinde
fervitus i feumuWuy five pcena fequuta eft . P^eBè fané. Hoc ipfum volo,
culpam originalem nonverèy fedmetonymicèà primi Tarentis admifio culpam
•pocari: efte autem nihil aliudy quàm conditionem , miferam quidem Ulani ,
at multò leviorem , quàm crimen merutrat . E perche un'errore ài fallo prin-
cipio tira feco dietro necefficofamente l'altro , perciò egli forzofamente
e Idem h Uh. d, foggiunfc : [ c] Q^uòibaptijmi lavacronullum prorfus peccatum tolUtur : &
i,aptifmc,&cata- diìruis defìnirt y Chriftianorum libcros, fi tmóìi non (tnt, aterme damnationi
^ bapttfmo , alligariy & quòd nullo Scriptur£ te(ìimon!o nititury Baptifmo tollt peccatum
originalcy aut gratiameo conferri , nifi baptifmt fignoChriflum , quieojìgna-
tur, intelligas: & baptifmum EcclefueChrifti fignura effcy non aliter quam
exercitus aliquis ftgnatur, non quòd fignurn hoc conjungat Ecclefta , [ed qui ci
jamconjun6ìusefty publicam tcfteram accipit : ftcutnemo in exercitum feri-
bitur y eòquòd ftgnuminduit ( alioquin&hoftes, & proditores y qui nonnun-
quam ftgna per inftdias yariant . deexercitu efknt ) fedis, qui inexercitum
$am fcriptus efty ftgno puhlico dignus ducitur , quo omnibus manifeftus fìat
nomendedtjfe Ducìety fub quo militaturum prom^ftt . Hor in quefti due punti
non poterono giammai convenire né Lutero con Zuvinglio, né Zuvinglio
A Lmhint ìli ^d <^o" Lutero, benché appaflìonatamenre l'uno , e l'altro ne defideraffe la
lacoZm" pSo^f!- coucordia, fin con impiegar [ d J Zuvinglio le lacrime per renderfi arrende-
tHmBrtmenftm. yole Lutero , Slcche dipartiifi l'un dairalcto Hercticl come prima, màini-
mici più di prima, nonofcantela convenzione, alla quale il Langravio ha-
veva ridotte leparti, di ailenerfi almeno per il tempo futuro dalle punture
delle ingiurie »
^ Ne
Capìtolo IK 7f(7 ^ ^^^^^^''
i J J J -tt: vii
Né qnì folameiite fermaronfi l'herefie di Zuvinglio : [^] Vurgatorium ^ z^vh-i inrtf
ignem rejicioy fcrifs'egli nell'accennata dfpofta , ceu figmentum , & rem %„f,oneìicon}li
contumeliofamtn gratuitam J{edemptionem per Cbrijiamdonatam; ecircali'^^^J';;^ ^.^^j^^^'
Sacramenti confeira, eglino non conferire alcuna grazia, Credo y zwò /c/o, deii"Herefic"di
foggiimg'egli nell'allegata rifpofta alla confelllone di Lutero, da eflb de- ^"^'"B^'o .
dicara à Giovanni EHica di Saflbnia, & à Filippo Langravio d'Haflìa , ow-
nia Sacramenta tamabejìe, ut gratiam conferant, ut ne afferant quidem, aut
difpenfent Sacramenta dar i in tefiimomum publicum ejusgratUy qua
cutque privato priusadeji. Sic dari Bapttfmum coram Ecelefia ei, quipriuf-
quam illum recipiat, ^elìgionem Chrifti aut confefius eji , aut promijfionis
verbum habetj quo fcitur illum ad Eccleftampertinere . ^Adultosfidempro-
fiteri, antequam baptifmumrecipiant. Tu^ros promijjionem Dei balere y qua
ipfos non minus reputai de Ecclefta , quàm Hebraorum . Cum enim , egli
replica, hi ojferuntj qui de Ecclefta funt , ]am bapti'T^atur infans hac lege,
quòd quandoquidem ex Chrijiianis natus ftt , intra Ecclefta membra divina
promijjione reputetur . Baptifmo igitnr Eccìeftam publicè rectpere eum , qui
priùs receptus eji per gratiam ♦ 'hlon ergo Baptifmum afferre gratiam , fed
Ecclefìam teflari gratiam fa6iam efie ei , cui Baptifmus datur . Così egli
circa li Sacramenti, a'qualiattribuifce fette gran virtù, e grand'eccitazio-
nedifede, ma niffuna efficacia, com'egli efprefTe nella ma confeflìone
fcritta, ed inviata al Rè di Francia pochi mefi avanti la fua [b] morte. Le "^ '^'""^'^*'
fette virtù, ch'egli attribiiivagli , erano, Trimay Q^uòdres fan6i£y acve-
nerandiS fint , utpotèàSummo Sacerdote Chrijio injiitut^y cHr fufcept<e. Se-
cunda y Quòd tejiimonìum reigeflxprabeant . Tertia, Quòd vice rerum Jìnt ,
quas ftgnificant , unde & nomina earum fortiuntur . Quarta , Quòd res ar-
duas fignificent. Qiiintay analogia Symbolorumy &ret figmficatx. Sexta ,
Quòd auxilium y opemque afferant Fidei. Septima, Quòd vice juris jurandi
fint, Eqnindi nella medefima confeffione di fede efpone di nuovo il fuo
fentimento circa il mifterio della Euchariftia, dicendo, Cogimur ergoy ve-
limusy nolimusy agnofcerehacverbay Hoc eft corpus meum, non natura-
Utery ac proverborum proprio fenfu effe intelligenda y fed fymholicè y Sacra-
mentaliter y & denominative , hoc modo: Hocefl; Corpus meum : id eft ,
HoceJìSacramentumCorporismei: Cwe Hoc eji Corpus meum Sacramentale ,
iìveMylìiCHm; ideft, ejus quod vere afìumpjty mortique objeci, fymbolum
Sacramentale y &vicarium. Così egli.
Quefte ree malfime per lo fpazio di dodici anni diffeminò Zuvin- operazioni di
glio per li tredici Cantoni della Helvezia , con profpero awenimen- clemente contro
to di trarne tré al fuo partito , cioè quello di Zurigo , di Berna , e ' ^"^'"^l'a"'-
di Coftanza , che miferabilmente caddero nella rete preparata dall*
Heretico, e con loro traflero poi nel precipizio i cinque di Bafilea,
di Scaffufen , di San Gallo , di Mulhufen , e di Biel . II Pontefice Cle-
mente con [ e ] caldiflìme lettere , e con preffanti incumbenze al Vef- ^ ehm. vn. <\h.
covo di Laufana, & agli Svizzeri , mantenne in fede \i rimanenti , e /;'.";/,""/,'/. li*
que' di Lucerna diedero i primi efempio agli altri , come trattar fi "o"? f4'-
debbano gli Herenci , abbrugiando [d] in publica piazza la imagine fJ„f^Zjp>r!c!^.
di Zuvinglio; di che Zuvinglio cotanto (ì ofFefe, che di lui fcrifTe il Fabri,
[e] J^ullum non lapidem mTigurinaUrbe movity certo ftbi perjuadens , Lu- « tdcmibid.
theranorum Deos non permiffurosy ut h£C tam atrox mjuria maneret inulta-,
e fiegue il citato Autore i maravigliarfi di lui , qui propria imaginis ultio-
Tomo IF, 2. nem
Clemen- ^j^ Secolo XVI.
nem enixè dum quiriti Crucìjixi imagincm non modo (ìercore circumlinirì ,
fed Ture ICQ more perfodi, truncariy Vulcmoque tandem ojferri pracipit . Md
tfr«ÌVr?'"'"* molto più del Fabrimaraviglioifi il [^] Siirio di Ziivinglio, allorquando
Ziivinglio nel libro, ch'egli compofe deveray & falfa }\eligione , qual'egli
comparaxionc Hebbc ardimento di dedicare al Rè Francefco di Francia Capitale ini-
tràzuvingi.o , e jjiico degli Hcrctici di quclla età, chiamò Lutero indemoniato, e Diavolo
h'idlmiùid. luij e i fuoi fettarii . Conciofiacofachedilui dice il Surio [b] Zuvmgl'ms
■nthilo fiiit Lutero melior, imo in quibufdam etiam dctertor . E certamente
nella crudeltà fu peggior Zuvinglio di Lutero : onde viddefi incontanente
rHelvezialaceratainfcmedefìma dalle proprie armefotto la condotta di
uno, che Tiranno indifferentemente con amici, e con inimici, fece gittar
€ Idem ibid. ^lei fiume, quanti Anabattiftiritrovaronfi in Zurigo, [e] mandando àfil di
fpada li rimanenti , che dati fi erano à depredare i campi di quel vicinato ,
precedendo egli à tutti e nel furore , e nel fangue , (pietatamente e contro
Cattolici , e contro Heretici , efclamando fempre , e quefte parole ripeten-
i\c^rd.stanisiau^ do [ t/ ] Ts^ovurn EvangeliuM fitit fangumem, E ben fi viddero allora fiumi
&'l7H'r'u!adea ò ^^ ^^"g"^ nella H^lvczia, che urtò con fé medefima in horribiliflime ftragij
r^ndl Trinimi, pude eccitati da Zuvin^Ho gli otto Cantoni Heretici contro li cinque Cat-
tolici, ridufferoqueftiineftreme anguftie con la fottrazione delle vetto-
vaglie» e coii altre sì ftrane, e (pietate violenze, che fii di bifognoallo
Scrittor della vita di Zuvinglio di adoperare Apologie per ifcufarlo di tan-
ta inhumanità. Ma non valevoli tutte quefte procedure à far mutar fede
ai faldi cuori de' Cantoni fedeli , ufciroao gli Heretici in Campo con
sanguinora bat ventimila Soldati coutro otto mila Cattolici, per decidere con l'armi l'uU
l?z'.a%ra^!'canto timo ftato clclh kcligìone ftà cffi . Non mai apparve più g^nerofa la rifo-
in hcreriri , & i luzionc di chì pugua per DÌO-, che allora, ne forfè mai Dio dimofbofE più
ato II. «vilì-bije nell'aiEiVenza» a favore di chi combatte per lui: ficche quella pu-
gna ben'allbmigliar fi potè ò alia gran battaglia.de'Maccabei, ò a quella
più recente degli Albigenfi. Ottocento della parte Cattolica fpiccatifi ani-
mofamente contro iZuvingliani, aflalirono li ventimila awerfarii, e tré
mila ne uccifero, & altrettanti ne imprigionarono : e perche la notte
s'interpofe al pieno corfo della vittoria, nnuovofll nel mattino la pugna,
quafivoleffe il Cielo ftetfofenza il velo delle tenebre eflere fpettatoredisì
bella azione. I Zuvingliaiiicoftrinfero ad effere principali nell'efempio, e
nel rifchio , quei , che furono i principali nell'attizzamento della difcordia;
e riporti ne'primipofti Zuvinglio, eilMagiftrato di Zurigo con tutta la
Evittcra mira- loro fquadra de'SaccrdotiApoftati, defiderofi, per così dire, non tanto
coiofa dt'catto di viucerc , quanto di morire, entrarono ferocemente nella zutfa, la quale
'''^' • non fi potè diftinguere, fefofleftrage, ò battaglia. Di trecento Senatori
appenafette ne camparoaOjtuttiliSacerdotiApoIfatirimafero tagliati àpez-
e li off^'^r.1531. 2j^ etra e(Tì[t] Zuvinglio in età frefca di quarantotto anni, fenza cJie tanta,
uccifione nemica più di trenta vite coftaife al" Campo vittoriofo. Il di lui
cadavere rinvenuto da'Cattolicifiìin quattro pezzi partito, e fopra il fuo-
co ridotto in cenere , con meritata infamia di nome, di morte, edifcpol-
(CocUHshocamo tura, P^cpertus funineafirage Zuvinglms, riferifce il Coeleo, [/] omnìs
^5v- perfidia t difcordi:eque inter Helvettos au^or ^ à duobus Catholicis pronus
in f'acie adhuc fpirans: quem ilii non cognofcentes , interrogarunt.., an -pellet
Morte di zuvin- confiterf} Ut ille tacuit velut mortms : fuperveniens autem alius , qui eum
^'°* cognovit i lethale inflixtp vulnus 3 Capitaneìfque protims indicapìt y qui
jiijìe-
Capitolo iV- %%% ClEMEN-
jufkrmt, €um fijìt publico judicio , in quo fané judicatus efi ut proditori TE VII.
dtque combufìus ut hareticus. Ferunt autem quojdam Tigarmos afportafie
inde cincres , domumque rctulifie . dxfi autem funt & alti apoflatx infìgties,
nempc ^bbasy & Trior CapelU , Commcndator l{ifnacenfìi , J.ntonius yf^'ald-
ncr Cantar, & CanonicusTuriceafts y HenrtcusUtingerCuflos , & Canoriicus
ibidem ; 8c il medefimo Coeleo deferi vendo l' avventurata battaglia i
così ne comincia da più alto principio il racconto t [ a ] ^pud Hel- l^'i'j^"' '" *^''
vetios , dice, multis tnjuri'S, tribuUtionibufque vexabanturCatholict , ma-
xime à Bernenfibus, &TlguiiniSy qui aeteriseram potentiores y opibufquct
& armis magis infiruSii; unde faóium efij ut qiiinque CantonesCath olici ,
nempè Lucernenfes y Urienfes , Svitenfes y Siéfilvani , atque Zugeufes com-
munt decreto bellum Tigurinis indixerint , caufas belli recenfcntcs ad lon-
gum in litteris denuntiatoriis ..... Mox igìtur hac denuntiàtwne fciBa
ad pugnmdum fefe ex utraque parte paraverunt . Die itaque undecima.
OBobris Tigiirini pr^emifio eorum Capttaneo cum eohorte una , ac ftx
bombardis rotatis , ipfi cum optimo quoque milite , ai viginti bombar-
dis grandibus fubfecuti tranfcenfo Jllbi monte propè monafierium , quod
Capelld dicitur y tres Cantone^ Càtholicorurn, nempè Svitenfes , Zugenjes , .
Cr Subfilvanoi aggrefjì furit ^ Catholici autem ^ pofitisinfidiiii fiatimpojicon-
greftum retrocejjcrunt , fugam lìmidàntes ; max vero valido cum agmine
prorumpentesTigùrmosin fugam verterunt: cjsft funt igitur omnei , quotquot
magnum prxcefjerant vexilluìri , & crepita funt eis omnes bombard^a j at-
que munitiones: numerus cxforum fuit mille quingenti. Così egli, ma for-
fè meglio un'eminente Scrittore, [b] che ne raccolfe le notizie dalle let- bcard.Eenedià»^
terefcritte al Pontefice da Enrico Filonardi Vefcovodi Veroli Internunzio ^cot.-ùs 4"'^ sJ.
allora ai Svizzeri: Cam jam rei ad manus devenifìet , primo in prxlioo6lin- ^^'«f»»»''^-?/"»^-
genti ex nofiris maxima Chrifiianx ptetatis jiudto infiammati paulum extra
aciem y qux-exo6lo -tatuum hominum millibus conflubat y primi procurrere,
incredìbitique virtute , & fortitudine viginti honinum mdlìà funt adorfi ,
quos continuò occìfis hominum ar^pltàs tribus millibus, & tandem fere captisi
qui projeBis armis mortcm fupplices funt deprecati, in fugam conjecerunt :
cujus vi&orix curfiii qnamvis nox magno fuerit impedimento y prteliumque
diremeritj in eo tamen illud maxime falutare accidit , Ccr prxdicandum «
quòd cum hojies rem efk in angujìo animad^erterent , eos omnes , quorum
opera y & anificiis plebs fuerat concitata y in primam aciem coegerunt pro-
cedere y quod ubi fine mora facere, vel ut fuis adderem animosa vel quòd
Ita neceffitas poliulare videbatur, minime recufafknt y interferii funt. fere
omnes tantorum jcelerum , & perfidtx autìores • inter quos ceciderunt
quarnplurimi Sacerdotes , qui abjurato vem E^eìigionis cultu fefe in Satharu
famulatH'm conjecerant , repcrtufque eji multis vulneribus confe&us Zuvm-
glius, qui primusad Hclvetios attulit pefli fera Luther anorum dogntatay eif^
queob jtngularem, qua maxime inter Hrhetias fiorebat y opinionem virtù-
tis y do6irin^ , & fapientiiC , afjiduò imperi torum animos imbuebatycognitumque
pojìeàejìpagum, qui Tigurinus appellai ur y quique omnium illorum mfidelium
habetur caput , ex trecentis Senatoribus ad feptem tantum eo confe6lo pr^lio
efìeredaBuniy in quotriginta tantum pedites à nofìris funt defiderati; rela-
taque funt ex pugna ad pagum Lucernenfcm ( qui itidem fidelmm Hcivetio-
rum cft facile Vrinceps ) complura figna militariuy inter qua fuit vexillunt
maximum pagi Tigurini ,& tormenta muralia novemdecim , quadrigcnta-
Z z que
Clemen- 5-^ Secolo XV L
TE VII. que cajirenfìa . Cosìil Cardinale Accolti à Giacomo Sadoleto . Ad una
perfona Cardinalizia aggiiingafene un'altra inedefimamente Cardinalizia,
& in trionfo di una tanta vittoria rapportili la laureata, elegante, e nobi-
le defcrizione , che né fi il Cardinal Stanislao Hofio nel fuo libro de Judi-
cio, & Cenfura de adoranda Trinitate ; DeveftrOi così egli dice , Tìguri-
710 Tapa Zuyinglio , quid dicam ? Qui Lutheri fafium alio ma]on faftu cal-
cahat , ac minus etiam quàm ille tolerabilis fuijje videbatur ; cum nulUm il-
lius di&um celebretur magis , quàm illud : Evangelium fitit fanguineìn . Tar~
tareamhanc effe vocemVoetadiceret , Verùm talìs Evangelii, quod ex imo
Tartaro profeifum eji , fraconem non alia vox magis decebat . Kl^que vero
di5ìis magis y quàm ipjis etiam fa£lis Evangelium , quod ipfe pradicabat ,
fìtire fanguinem demonjiravit . Statim enim ut fé Tapam ipfe vefirum confU-
tuit, ccEpity JEre ciereviros, Martcmque accendere cantu . Quem quidem
cantumilleyerbumDei , Chrifiique vocabat Evangelium. Bellonam videres
fangnineo flagello armatam. Ilio du^ìore complerunt campos aciesy cumque
fitturum pradtxiffet, ut omneseorumt qui flabant ex adverfo y bombarda,
atquc lancea, ac alia tormenta bellica, in propria ip forum vìfcera conver-
tercntur, evenit illud, quod eJi apud Toetam: cujus Evangelium fanguinem
fìtiebat alienum , fuum ipfe fanguinem in acic prior cum vita profudit . Et
quàm verum fuit Evangelium, quodpradicabat, tamen eratilUuiverapnc-
di&io, Tslec obfcuro ftgno Deum tum declaravìt , quinam efient illi , qui fuum
defenderent Evangelium: cumpaucis aàmodum , & eis inopia rerum omnium
preffis, vi5loriamconceffìt de futs, & Evangelii fui hofiibus: quos & nume-
ro mìlitum , & viribus , & armis , & rebus omnibus ad bellum gerendum
neceffariis, multò fuifìe conflat inflru&iores: ut non bomines, verùm ipfe
Deus prò fuis Fidelibus in aliquot illis praliis pugnaffe videretur . A quelle
di due Cardinali fiegua la lettera Pontificia di Clemente, che in quello te-
i In iiUriv.am,. nove fcriffc ai vincitoi'i Cattolici , Optavifìemus \a\ prò nojira, & Trade-
i!>i'f''g'449- cefiorum noflrorum in univerjam nationem vefiram charitate, & benevolen-
tia , illam inveteri fua erga Deum pietate, & foiitainter fé concordia fuijje
confervatam, nec humanum fanguinem inter vos illum cffufum fuifie, quod,
quando Sathan e fficere potuti, ut natio fortifjìma, fcmperquepientiffìma difìe-
caretur in partes, & pars etiam numeroftor à majorum fuorum I\eligione
aberraret , nos ftcut de effufwne ullius Helvetii fanguìnis non dolere non
potuìmus, ita. Filli, fumusgavtfì vi£loriam vobis potiàs comigifje , & vc-
ram pietatem à Deo fuijfe adjutam &c. Dat. I{gma 23. O&obris 153 1. Tont.
anno 8. Così egli . Alle dimoftrazioni del gaudio aggiunfe Clemente quel-
le più necefl'arie del foccorfo, e ferendogli le orecchia li nuovi gran prepa-
ramenti de'Cantoni heretici contro que* de* Cattolici , così loro fcrilfq
non tanto in promefla , quanto in fomminiftrazione di pronto fo vvenimei>
b uid.pag^^S'i' to , [b] Scribente ad nos Venerabili Fratre Epifcopo Perniano Ts^iintio no-
firo, dile£ìum filium Stephanum de Injula Oratoremnojirumrecentiores ifthinc
literas habere, quibus Jìgnificatur adverfarios vejìros copias cogere , ut vos
majoribus quàm antea viribus aggrediantur , longum putavimus expeBare
aliorum auxilia : & quamvis in fumma pecunicc difficultate verfaremur ,
attritis, ut fcitis , ac penò confumptis nofiris, & Sedis ^pofloliccC faculta-
tibus; tamen ne vobis, quos meritò chariffimos habemus, Chriflt etiam , ac
religionis e aufam agentibus , in tam neceffarìo tempore deefjemus , collegimus
al i quantum pecunie , quie fubfidio , acdefenjìonivefha ferviret , utpotuimus
tot
Capitolo IV. 357 Cl^.
tòtuìidi^ue dìffictdtatìbusy ac : empori s angujìus opprcljìy nec deftflmus ta- ^ ^ ^^*
tnen curwe , ut majora vohis fubftdia tam à nobis , quàm à reliquis fubmit-
tantur , fi inimici veflri bellum facere perfeverabmt . Fos , filii dile£}i(fimi ,
boni confulite hoc, quidqmd cfl auxUii y quod prajiamus j coque non 4immumf
[ed facultatem nojìram metiamini : vefira autem virtus , atque confiamia Nuove vittorie
mneietcohortationenojira. Ma quefta non tanto fu vittoria, quanto prin- '^^'c»"^»"' cw-
. o ... . , •' , -x* • f •!• r •in • tolici contro eli
cipio di Vittorie, che molto più rimarcabili fopravennero in deltruzzione Herctici zimn-
degli Heretici . Conciofiacofache rimeffo in piedi da eflì altro efercitodi bJ""»-
trenta mila Zuvingliani, edipoderofiajuti Alemanni, e confeguentemen-
te quattro volte più numerofo del Cattolico , in altre cinque battaglie ri-
portarono Tempre fconfitta maggiore della prima , e di tutti quefti glo-
riolì fucceifi così ne rapporta il Coeleo il racconto: [^] Mterum demde ^cocubid.
pi'^lium commifìum efl die decimajeptima OBobris iteràm Catholicis fecun •
duniy hjereticifque adverfum-, nam Tigurini , feu Turicenjes poft acceptam
cladem vocaverunt in auxHittm Bernenfes, colleÙoque exercitu circiter trigin-
ta mìllia pedttum procefìerunt in campum, partitoque exercitu in duo agmi-
na Turicenfesverfus Zugamy Bernenfes verfus LucernamprofeBifunt, Qjtin-
que autem Cantones Catholici con]un6iis viribus ad oólodecimmilliapeditum
habuerunt, congrejjìque cum Bernenfihus circa fluvium quendam , compule-
nmt eos m fugam : in fluvio autem perierunt quingenti , & c^t funt in pne-
lio feptingenti . altero die prorepferunt ex vepribus aliqm Turgaì>ienfes ,
quo Catholici clementer , ac benigne tra&arunt , quicumque venerabile
Sacramentum percipiebant . ^urfus pneliatum efl vigefimaquarta 06lobris .
Tigurini enimy ac Bernenfes vindi6i£ cupidi accerfierunt in auxilium Baft-
leenfes quoque y & Scaffbufenfes y yolebantque no&u inhofiesimparatosirrue-
re . Catholici ìion omnes erant fimul. Lucernenfes enim propter Bernenfes
feorfum habebant exercitum. ^lii autem quatuor Cantones y intelleBohnere'
ticorum propofito, albas camiftas fuperarma fua induerunt, ut no£ìu inter
Jefe cognitionis (ìgnum haberent . Jnito igitur pralio primum certamen adeò
afperum, atque cruentum fuit, ut Catholici circa principia ad quintumufque
tnembrumy feu ordinem ct^derentur , Deo autem adiutore y vicerunt tandem,
atque hxreticos in fugam compulerunty cafis /ex millibus eorum. l^queta-
men guievit ira hofiinm ; ultimo enim die GÙobris in vigilia omnium SanÙorum
rurfus congrejfi funt Turicenfes contra quinque Cantones Catholicos ; fed ni-
hilfeliciàsy quàmprius; nam Catholici fecunda bora noBis fex millibus inva-
ferunt illorum caftray aeftfque quinque milltbus hojiium y reliquos, qui non
aufugeranty ceperunti fuerunt autem in tifce caflris o6lo milita. Così egli:
Il Pontefice ni tempo cotanto calamitofo per la Sede , e Corte
Romana, ( era di frefco , come fi dirà , feguito il facco di Roma) ^
trafmeiTe [ t ] ai Svizzeri Cattolici pronto ajuto di denaro , e quat- brev'.'^ànn. iy^C
tro mila [ e ] Soldati d'Infanteria , aggravando il Clero dello ttato ^/-^Jj^' ^^
di Milano con la contribuzione delle decime in riparamento del prof- Jis.jjè.^fo/'^"
fimo incendio, che minacciava la deftruzzione ancora della Lombar-
dia. Perloche rimafero i Zuvingliani abbattuti in maniera, che re-
putarono à beneficio la pace , con quelle lunghe condizioni , che
altrove à [ d ] lungo fi riferifcono , e con la converfione eziandio di ^^ k;^.^,:^,.^,;,.
Zurigo alla Fede Cattolica, fé non fofle ftato di nuovo quei Can- ijji.» 35.cr/.v*
tone fovvertito dal nuovo Heretico Butlingero , che fuccelfc à Zuvin-
glio nella infumiti della condotta, e nella effecrabilitd delle nu^'1Tme
. Tomo JF, , Z 3 >Z»<*'/>?>
Glemen- -^ ^ g Secolo XV L
TE Vii. j-^-j zùpingUo apiid Tigurìnos , dice il Siirio , fuccejjìt Henricus Bullinge'
men"Ann.i's}l!"' rus y qui ìongo tempore folus ferèy ut fuam declararet animi pertinaciam,
Zuvinglianum dogma libris editis propugnare non dubitavitt aliis interim ,
C^ metu [e intra Jilentium contmentibus, & f en firn in Luther i pi acita de f e en-
5 ^„,ji„ f„^. Wewf//;«y; multos enim ea , quam dtximus , Zuvinglianorum m Helvetiis
ce:, or di Zuyn fira^es d ZuvinglH fententia abjierruìt j & erant resTigurinorumvehementer
traliZ)"fl^0^^'^- Sicché, foggiunfe il [^] Pallavicino, là dove innanzi li Catto-
n i. ' ' ' liei erano foli cingue cantoni, bora fono fette, & un'altro sì mefcolato,
che prevale in elfo la parte Cattolica. Ben'èvero, che il defiderio in eflì
della quiete, quella vanafperanza, che con la morte del ferpe poHa abba-
fìanza curarfi l'intrinfecato veleno , corruppe in gran parte il frutto di tante
vittorie, le quali fé i Cattolici haveifero profeguite fenza concedere agli
Heretici la pace della loro Religione, certamente farebbe tornata nell'an-
c Paiux>.ib,d. tico fplendore l'inclita Nazione Helvetica , che in guiderdone del pio [e]
valore era ftata dianzi da'Papi intitolata Difenditrice della Sede ^poflolica .
Qual tregua, ò pace data ai Zuvingliani nella Helvezia, fu prima biali-
mata, e poi imitata dai Tedefchi, e con incauto efempio, e peggior'even-
to conceduta da Carlo Qmnto ai Luterani nella Germania, come appreflo
fi dirà.
Ma ciò, che di meglio portò la morte di Zuvinglio, fu la morte di Gio-
vanni Ecolampadio , Monacho Apoftata dell'Ordine di Santa Brigida , fido
àsuf.icctit. Achate di Zuvinglio, Cujus [d] rnors y dice il Sudo, ufque adeò doluit Eco-
quaikp^hc 'efie"e lampodìo dejertori Monacho , ut paulò pòft à fa-mina , quam inceftis polluit
morte. nuptUs , in UBo extindlus repertus fuerit , Così egli, che con degna ri-
flelTìone conchiude, Ulque adeò enim efi hoc frigidum genus ^pofìatarum^
ut periculum fit , ne pr£ frigore moriantur , niji quàm primùm aliquarn
kpidam puellam fìbi per fummum fcelus adjungant , cu]us fidphureis ampie-
xibus incalefcant tllo igne , qitem non Dominus Jefus amator integritatis ,
<jr virginitatis filius , [ed tartareus Sathan mijit in terras . Egli morì
nel fiore dell' età, come Zuvinglio , e foftenne , com' egli , la me-
tonymia nelle parole del Sacramento con quefta differenza , cioè che
e EeoUmp^.dii'.sin Zuviuglio riponeva la metafora nella parola Eft , ed Ecolampadio nella
lib.diGenHinavtr parola Cor/Jwj , cioè [f] Hoc efì figura coYporis mei , Egli predicò in Bafilea
/>/«v'ln«..f>I///^" nel medefimo tempo, che, [/] comefidifle,predicovviCarloftadio, ed
f vcd-, ìLPontif. di ambedue morirono nella medefima Città,e nel medefimo anno , in cui mo-
aT'^'Ìl'ìv^' ' '"'"'ri Zuvinglio, tutti e trèimproviiamente, Zuvinglio di ferro, Carlofta-
dio in braccio al Diavolo , & Ecolampadio in feno ad una meretrice.
Di Bucero, che accompagnò Zuvinglio in Marburg all'abboccamento fe-
g vcdiiiponùf.di giiito fra elfo , e Lutero , farafll lunga menzione , allorquando lo rinverre-
rAoioui,ro.\.' mo [g'\ trafportato dal D.iavolo.in Inghilterra ad infettare quel Regno di
hereha.
Anabatti/ri.eioro Continuò la gloria delle armi Cattoliche contro gli Heretici nella
nif''"cfuof.cht ftrage , ch'elleno fecero ancora degli Anabatnfti. Quefti erano crefciun
nella Germania, iifegi^o, che dieffi diflc il Cocleo[/;]Af/>"<z , (^ mìferabiUs crat tunc Germa-
»m°,i5i]^ ''"'' ni£ fupcrioris facies, inaudita, & irrecuperabilis calamitas , terror , &
tremor maximus: quando uno, eodemque tempore omnium fere Trincipum
fubditi vel apertatn intendebant vim , vd occultam in corde rebellionem
fovebant . Capo ài effi era il Muntzero , che non potendo edere prefente à
tutti con la voce, ritrovolfi in ogni luogo con la penna, diffeminando fra
la
Capitolo IV. ^.^0 Cleemem
là turba imbelle, e fra ruftici Villani fentimenti di ribellione, indipen- ^^ M y^i'
denzadi dominio, avvilimento de'Nobili , ftrage de' Magiftrati , preda
delle altrui ricchezze, e ciò che pina tutti gradiva, inditferenza di Reli-
gione , e libertà di cofcienza .• [a] Quoufque ychari PratreSt obdormifcitis} co- r.ettera deiM.int-
sì circolarmente egli fcrifle X tutti in quello tenore, Qiicimdiù voluntati ^".'"e* degli Anr.
Dei repugnatisì Quem ufque adeò defcrUiJfe vos arbitramini } ^4h quoties bAmiti.
jam dixiy quid agere vos deceat . Dem^ diutiùs fé manifeflare abmit , jim lS'J''"^f„''Jul,^^
dum vobis efl. St detre£iaveritis facrificium , evadet jujpirium , & major MeihoviJmìnhifi.
orietur tribidatio, Identidem repeto. Eritis diaboli martyres . Itaque prò- -^""""t"''-^'
fpicite vobis , timorem pellite , & ignapiam ; nolite ampliàs adulavi per-
verfis , fatiiis i impiis neoulonibus ; incipite, & bdUte bellum Domini : ne-
ceffitas pojiulat: infiammate fr atre ì , divinumne fpernant tejìimonium , alio-
quin omnes peribitis . Univerfa Germania , Italia , Gallia in motu eji : tra-
gasdiam inchoabit Magifler, nebidones perire oportet . FuldiC in feptimand
/aera quatuor demoliti religio forum canobia : rujiici in Klvgau , Hegau , cr
falcu nigro in armis fitnt trecenta ip forum milliay pr^terquam quòd in dies
numero non pauci confluenti id unum me reddit anxium , ne homines fana-
tici in ftmulatam concordiarrt confentiant , eoque pa6lo fibi immmens noeti-
ììientum non advertant . l^os , vos certo conjidite : ubi tres vejirum fuerint t
qui folum Dei auxilio fifi y & nomen -, & gloriam ejus quajierint , centunt
milita non timebttis. Tergile modo y pergite , pergite y furarne necefiariurri
cft. Tslebulones in defperationem a6li funt > metuunt ut canes . ì^iimpite ma-
rami nocuit dsjjerre pdratis . Iriftruite fratres , ut coeant , & quod ver-
bis promifere y opere aóiutum exequamur -y tempus adefi, pergite , pergite ; ^ ^^^ .
nemifericordiavos fleCiat y fi [b'] blandisverbisaures Efaudemulceaty calami-
tatem tmpìorum ne refpiciatis : fupplices ad vos accedent , ejulabunt y adeò"
que precabuntur benigne , ac pueri efSent : nolite mifercri , quemadmodum
per Moyjen pr^ectpit [e] Deus idem, & nobis quidem patefacit; concitate ^ ^'***'7'
m pagis y & urbibus , precipue vero metallorum fofiores , altofque fideles id
genus complices y cir quos idoncos operi perficiendo putaveritis commovete .
Cosi il Muntzero, che(ì fottofcrifTe nella lettera. Servo di Dio contro gli
empii, con tromba fatale di ribellione, e di guerra prima contro la Chie-
fa con laHerefia, e poi control Principi con l'armi, [d] Hinc coireundi- d ^pudT^ayn^an,
quecceptum y (ìegue Huberto Tommafo di Liegi, conventiculaquevicatim '■s^s-n-^o.
habere ; dicere adpcnifk tempus Itbertatis recuperando^ : Laètari , exhortari
alius alium : quantum lucri , cir honoris inde provcnturum ad quemli-
bet , ofitndere : vtile Deum rerum publicarnm quoque infelici plebi admmi-
jir at ione m fernet concedere ; e più individualmente il di fopra citato Coclco
Multa millia rufiicorum infurrcxerunt in Svevia , multa in ^llfatia , mul-
ta in Franconia , multa in ripa ì\heni , multa in Thuringia : profligato ime
cuneo yMox objiciebatur alius. Ad una cotanto generale, e concertata ri-
voluzione avanti che ordinatamente fi opponeilero i Trinci pi Tedefchi,
feguirono, foggiunfe il Coeleo, llragi tali in un mefe nella fola Germa-
nia fuperiore, quali non haveva provate in dieci anni l'Italia nella lunga
guerra tra Francefi, eSpagnuoli; e riferendo egli il teftimonio di grave
autore , replica , Scribit D. ConraduS Vyimpina vir gravis , cìr eruditus ,
homo fenex y & Francus , in una Franconia devaftata e e Monafìeria y & e lo-Faberinikt,
arccs ducentaSy & nonavinta tres. [eli! Fabri plance à lunoo ladetefta- \'*^^^J-'>-haporo-
Diie innumana terociajin cuinduilequeita miiera gente il furor dell He: ihay^.zz.
Z 4 reiìa.
Clemen- ^^q Secolo XV L
TE VII. jgf^a^ enon fenzahorrore defcrive , qualmente efli, ovunque giungeva-
no, come furie d'Inferno , calpeftavanosfarzofamente il Sacramento, uc-
cidevano Monaci, incendiavano Chiefe , e fin sii le publiche forche appic-
cavano ( cofa fpaventevole à riferirfì ) le facrofance Imagini della Madre
dìDio. Se così empii eglino fi dimoftrarono verfo il Cielo, quindi fi ar-
guifca, quanto ferocemente eglino invefliflero le cafe de'Magiftrati , gli
Archivii delle Communiti, gliHrarii de'Principi, e le fupellettili , e vii-
le de'Nobili . T^on dejiitit vir egregius Lutherus , replica l' allegato Fa-
bri, che tutti quefUmaflìmidifordini egli attribuifce, come à primario
Autore, à Lutero, Chnfliance libertatis praco efìcy quoad agrìcoU omnes
fenftm ab aratris defluente! ^ & in enfes vomeres, in lanceasligones conflan-
tesy fé in numerum nobilium "pindicarenty nullum Dominum , nullum Ma-
gìfiramm agnofcercnt, nemtni qttidquam pendere ^ multa multis per -pìm
eripere, fas nefafque commi/cere , uno omnes confenfu conarentur , qu£ li-
bertatis ufurpatio centum millia Germanorum clade mifer abili uno anno per-
didit in uno aquè exiguo Germania loco . Tacco tot millia ajfli6iijjima^
rum viduarum , orphanorumque^ quòd eodem ex malo reliqui duriorem pene
morte vitam tolerant. Sic nefarius apojìata y & fìdei y & voti Monafiici
defertor , hoc libertatis Chrifliana preconio pluribus , & gravioribus Ger^
tnaniam cladtbus opprejjity quàm fi immanifjìmus Turcarum tyrannus ini-
micus ille Crucis, & nominis Chrijii crudeliffimus quadringentis hominum
minibus (iipatus , Germania bellum intultjjet . ISlon efl , proh dolor l Germa-
nia ampliusy fraterna illa y undenomen accepity Germania; fed potiùs Grim-
mania, ubi Diaboli feminaria evaluerunt, idejifides, benignitas, charitas,
mutua obedientìa y timor Dei, confcientia bona religio y virtutes omnes plurt-
misinlocisreJìinSiaevanuerum. Rifentironfi i Principi à cotanto deteftabi-
11 procedure, efattofiCapo di tutti l'altre volte nominato Duca Giorgio,
un de'Principi fempre Cattolico della Saffonia, comporto un'efercito ben
regolato di veterana Milizia unitamente con gli Elettori diMagonza, e di
Brandeburgh, il Langravio di Haflla, e'I Duca di Branfuich, prefentof-
fì formidabile agli Anabattifti, chefotto il Muntzero havevano formato
un Corpo numerofo più tofto di gente, chediioldati. Il Muntzero con
ferocia di volto , e con iattanza di parole animò li fuoi alla battaglia, ói-
Uctu.'' ^""'^'" cendo, eflb efl'ere il fervo di Dio desinato contro l'empio, [ a ] elfo for-
nito della fpada di Gedeone , eflb patente à ribattere con la obiezione del-
la fola mano ogni più impetuofa palla ài nemica bombarda, ed eflb tanto
conto far ò delle orazioni, ò de'ftrepitofi Cannoni de* Cattolici , quanto
un valente cacciatore dell'urlo de' Lupi. Ma non corrifpofero pienamen-
te i fatti alle parole . Conciofiacofache ricufando gli Anabattifti di confe-
gnare in mano ai Cattolici il Muntzero , come richiedeva il Saflbne , fi ven-
ne alle armi, che poco tempo giuocarono, perche poche hore vi volle a
debellar que'Ruftici, avvezzi più toHo all'aratro, che alla fpada . Prcf-
fo fette mila ne furono uccifi, e fatti prigionieri il Muntzero, e il FiferQ
Monaco Apol^ata dell'Ordine Premonftratenfe, 8c ambedue condotti a
Mulhufen , e decapitati diedero di fé fpetcacolo ammirabile delle alte fecre-
tepredeftinazioni di Dio, morendo il Fifero oftinato nella Herefia^^ &ii
Muntzero con cuor cotanto contrito , che di lui dicefi , fnl patìbolo [b]Erro'
f»-;Vr«S;i^^''^! res )evocafiey ac praviaconfeffionefacray rifu Catholico fub una fpecieEucha-
ipj.n.ià."' " ' rijìiam fnìnpfifie, non fine multi s vera pcenitcntta fgnis. Onde comprovi^
- ' che
Capitolo IV. 361 Clemfnte
che anche huom fceleratiflimo , benché gli aggrada di vivere da Heretico , vii,
nulladimenodefiderifempre morir da Cattolico. Alla dislatta del corpo
militare del Muntzero, fegiiì quella di quali tutti gli altri corpi degli Ana-
battifti: [a]Unus Lotbaringix Dux ^ntonìus , dice il Coeleo, in unaM- xCocUuiiocch.
fatta fupra vigintimillia f^ufiicorum occidit . Quotautem occidit ligaSvevica
raultis in Spevia y & Franconia prMiis, &corifti£ìibus? Quot Ele^or Vaiati-
nus ^ Quot MarchioCafimtriis ^ Quot alti^ namlongè almderat ine pugnai genus ,
quàm in juftis bellii e^efolet , ubi [\ex cantra B^egem , aut Trinceps cantra Trin-
cipem infirn^lis ordinibus,& acicbus pugnare folet-.bìc enim rujiica plebs^rei mili-
taris Ignara y inermi s -, & inordinataproruens ■, autingioburnfefe agglomerans y
metUy nont^'impugnam y quàm cadem inJiruBis exercitibus abtulit ; unde fa-
Bum efl , ut quamplurimi ruflicorum cxfi fuerint ; ex parte autem Trin-
cipum perquam pauci(Jìmi , quia ncque dimicare , ncque ,^ftare in prxlio
jciebant rujiici : In modo tale che nel foio [ b ] breve fpazio di tré mefi fu- dLlmJ.^cJfFlr.
ronoquà, e là uccifì, come pecore in campo, piò di cento trenta mila Hodion., &ai,i.
Anabattifti , facr ificati al Diavolo dalla Herefia , la quale dove arriva , por-
ta inevitabilmente feco rivoluzioni, guerre, incendii, ftrage , e tumul-
ti, Lutero ifteffo arroififll allo fpargimento di tanto fangue nella Germa- Libro peftUenVif.
nia, enellaHelvezia, di cui egli publicamente rimproveravafi per primo ^'"^ ' '"*^"'
iftigatore; e quali voleadofi tor di faccia quefta obbrobriofa mafchera,
compofe allora, e divulgò il Libro col prefiilb titolo Fidelis admonitia ad
omnesChrtJiianos pra feditione, Cir rebellionc pr^ecavenda y mi nonconcor-
rilpondenza al titolo di fentimsnti. Conciofiacofachenonmaifparrefra'l
Popolo maxime più incentive di ribellione, che in eiTo, quali in elfo ha-
velTe voluto compendiare quanto di eccitamento può darli ad una gene-
raliliìmarivoluzione. Fidcy dic'egliin quello Libro delfuo nuovo Evan-
gelio , ut exerceas , Cr promoveas Sanclum Evangelium . JJoce , 'oqitcre t
jcribcy '&'predìcay quomodoleges humaruenibil funt: prohibe y c^ d.J^uade ,
ne quis fijt Sacerdos , Munacbus , aut Manults , c^ quifquis in eo Jiatn
fìty ut exeat: non prxbe amplius pecunias prò Bullis , candelis , camp.tnis,
tabuli Sy templis; fed die y vitam Chrijiianamconftjiere infide y (^ e bari tate,
& fine y nos ijia duos adhuc annas agitare, tunc vide bis, ubiTapa, Epifco-
pus. Cardinale!, Vresbyter , Manacbus , <& Momalis , Campana y TurriSi
Mifiay Figliti, cuculia y Cappa y rafura, regula, fiatutay & totum examen,
accoiìgeriespapalis regiminismaneat, tanquam fumus evane feet . Così egli ,
[e] Stdfalfus eftvates tfle , (og^iungeiìCocÌQO , jampridemenim abiitbien- cjCo:UufUc.eih
nium , pojìeaquam ijie fcripftt , & per gratiam , ac mijericordiam Dei vna-
nent illa adhuc omnia; ut ex proprio Lutheri judicio intelligamus , osejusnon
efìe y ut ja£iat , os Cbrifli , qui vera loquitur , & veritas ipfa eli : fed patius
OS Diaboli, quimendaxeft, & pater ejus. Così egli: Con l'eccitamento di
guefte ree maffime viddeli avvampata da nuove rivoluzioni la Germania , e I^u^i'Seletfa n'T
tutto l' Arcivefcovado di Bremen con aperta ribellione rivoltarfi al fuo Ve- k Germania',"'' "
fcovo, mandando a facco le Chiefe, fui fango le Imagini , e fra le immon-
dezze il Sacramento - Chriftofaro ....... , che reggeva quella Chiefa, li
oppofe valorofamente con le armi allearmi, e con la forza domò la forza
orgogliofa de' Luterani: onde il Pontefice [d] gli conferì la nominazione ....
di alcune prebende a favore di quei Sacerdoti, eh' egli giudicava più bene- -'^'^•'^'■'^•M 5S,
meriti della Religione Cattolica, e le decime fopra gli Eccleliallici di Bre-
men > e di V Vcr^en , per impiegarne il ritratto contro gli Keretici : al qual
Clemente ^^^^ Secolo XV L
y *^ ' fine [<z]conpotentimotìviiImedefimoPonteficeanimòFecierico, eChrl-
b /ti? Jil.'i'y. ftiano Duchi di Holfazia, HermanoArcivefcovodi Colonia, [^] Alberta
Cardinal di Magonza> Henrico Duca di Branfuich, e'I Principe diLiine-
burgh, fignificando à tutti que' Principi, haver' effo eziandio aggravati li
fuoiminiftridi Roma, eglìKcclefiafticidelfiioftato per un pronto fovve-
nimento di denari in beneficio delle armi Cattoliche Tedefche contro i Lu-
c ibid.pdi.s6. tetani : [ e ] 'Hsc omifimus , fcrifs' egli ad elfi , cum hac Sanala Sedes pccuniis
exhauftaommnò e(ict, ex decumis non foliim Ecclftafiicis perfonis Ctvitatnm ,
& locorum fannia I^omantz Eccle(Ì£ mediate, vel immediate fubjeBorum ^ fed
etiam liomana curi£ offictalibns praterfolitum impofnis , quas potuimuspecu-
nias colligere, eajque uni ex nonnullis Ch^iftianis Vrincipibuspro conducendo
adverfm di6ios Lutberànos exercitu , ac etiam prò confervàtione regni Hanga-
rm defiinare ; adeò ut nihil amplini fuperfit , unde pecuniarum juhfidtnm alicjuod
Pefverfione della Comparare valeamus . Così egli , di frefco , come fi diriì , Taccheggiato , & ini-
Hoifatia ndij povetito da'medefimi Tedefchi . Ma nell' Holfazia non tu udito Clemente,
Setta Luterana . ^ pedetico , c'I fuo Figlio Chriftiàuo introdufiero cold la Setta Luterana ,
perfuafi da Lutero d'ingrandimento fognato di fiato, e di ricchezze, e di
d FiorìT». T{e. stogo fperato di ogni UiHuria : Lutherus [d] cSaxonicafuafpecula omnia re-
OritH^ 'e/'^' '^' ^^^^ momenta obfervans , & temporibus nifidians , quofdam regni Trocerei , cjui-
bpis do6ìrinam fuamnondifplicere intellexerat, literis cxhortatus efi, ut (ì cut
Chriflierni tyrannidem à (e depuUfient fftc à Tap£ quoque fervitute fé, ac regrium
liberarent : duo maxime valida tela ad id fubminifirans : Eptjcopos enim, & c<e-
tcros EccleftajticQS monuit , ut intoler abile illud Calibatus onus à [e abjicerent ;
feculares, ut bona, & opes caca quadam i & indifcreta pittate ,& devotione à
majoribus Eccltfiis donatas , ab eifdem repetercnt , atque hoc modo illos carnali
voluptatii hosveròbonis Ecclefm inhiantes facile infentèntiam fuamadduxit .
Cum vero l{egem de infiaurànda Hafntenjt ^cadetnia cogitare intellexijjct ,
Theologam fua quafi manu formatum ad eum mijit , Joannem Machabaum no-
mine , natione Scotum , qui quòd in Scotia moniali quadam juipencula abufus ef-
fett mutato habitu in Hollandiam trajecerat , atque inde ad Lutherum tanquam
omnium cjujmodi facmorum afylum yyittembergam confugerat * Hic m Da-
niam appnlfus , cum fuo exemplo, tum dottrina multoi excitapity ut, alje-
£Ìis cucullis , uxoria yoliiptaribus fruì , quà!m aelibcm , ci^ aufìeram vit.mi
agere mallent . Olao Magno Arcivefcovo dì LTpfal nel Regno di Svezia,
e ouus Magntii chc queftc cofc riferifcc , di le Soggiunge : [ e ] Verfecutionem , & exi-
(ii>.i6.c.iS' lium trigintatribus anni s prop ter fidcm fufimens , Jemper notdveram admira-
bilem Deiclcmentiarnfperantibus in femifericorditer affuifie y & ita cum ten-
tatione dedijje proventum , ut nuliius hominis UJa conjiantia^ qui firmo pro-
pofìto , & opere perfliterat infuafufcepta , & juratafanBiJJima reltgiorie . In quo
tamen tcntamine majorem conjlanttam in jexu fragili, monialium fcilicet , vide-
ram, partimqueàfidedignisfervariperceperam, quàmin profeffis l^eligiofhy
autSaccrdotibus ordinatici qui ad omnem -penti motum nulla fa^a reftfientìa
poji fceculum , & carnis defìdena abcuntes , turpiter defeccrunt : & hi rcfperfi
luxuṛlutofecum quofcumque male perfuafos detr^xerant in perditionem y ma-
xime quia Sathanam pravenerunt in tentatione , pericultsfefe ultrò exponentes ,
dum fragiìes ipf£ perfona conjiantijfimè fermando regulam Jieterunt adverfus
omnes mpugnatores . Cuìus rei unum , aut alterum è multis fufficìat adduxijje
exemplum , prafertim in Imperiali civitate Lubicenfì Cermani£ inferioris
ojhnjum, ubi circa annum Domini 1525., Moniales S,^nn£ magna numera
e^fìa ■
Capitolo JV, 365 ClfMrvTE
efojìa bumo, noBls tempore ^ lignis ^ & lateribus j.irju^, &muros repara o
runty qiiosnefcio qua potejiate connivente impune de die perfregermp . Item pi?, fa"di '" icÙnè
in ì\g(ìochioy ne per jìmiles bomines extrahi poffent cajìijfimce ytrgines d~Mo- }!^"i^che neii»
mfterio, brachiorum, manuumquecomplexumore formicarumimmobilesfefe VuginS^ '°''*
reddtderunt. Item monìales S. Birgitta in Svetta ad nobtlium nuptias incef-
fanter Jiimulatie , mortem potius eligentes y quàmcajiitatem ùeoconfecratam
contaminare ullo modo confentirent : ita & alia perfona fimiles pluribus in
locis conftantiffima perfeverant ] ubi plures viri turpijjimè funt collapftt
quia , ut tempori /e conformentj furem videntesy currunt cum eo , atque
cum adulteris ponunt por t ione m fuam , doncc Deus jam tacens arguateos,
& jìatuat paenas contra faciem eorumt ut& hi, & alii hac intelligant , qui
ohlivìfcuntur Deum . Così egli . E ben' horrjbile infuriò in quelle parti
l'Herefia con la folita face di crudeliffimi fatti. Chriftierno Rè di Dani- Perverfione delta
marca rifoluto ài entrare anch' elio nella Setta Luterana, pertorfid'avan- [^rribu''* ' *
ti ogni oppofizione di Vefcovo nel fuo Regno , che ò T ammonire , ò'I fui- t^°o '(i.quei r?."'
minaife di Scommunica , invitogli un giorno tutti a pranzo , e tutti doppo
il pranzo fece vivi abbrugiarli inanella flanza, profeffando poi egli publi-
camente , come di trionfato nemico , con pompa , e fuochi di gioja la Reli-
gione Luterana. Inhorridironfi gli Hereticimedefimi a quefto inhumano
Uicceflo , e Carlo V. , la cui Sorella Chriftierno haveva in Moglie , rappre-
fcntandogliene l' efobirtante, e perniciofiflìmo efempio,con là fua Imperia-
le autorità ridulfelo ne' fentimenti di prima i onde poi Chriftierno fu da Fe-
derico, e da Chriftiano, fcacciato dal Regno, e da e(Iì, comefidifle,
introdotta durevolmente in quel Regno l'Herefia di Lutero. Agitoflì ne*
ConciftoridiRoma con divertì pareri ralfolnzioue di quel Rè: mi pre-
ponderando il timore di maggior male, comandò Clemente al Cardinal
Campeggi, che dalla Inghilterra pafl'ava alla Legazione della Germania,
che con le feguenti condizioni lo riconcilialfe allora con laChiefa, figni-
ficate in quella lettera , che il Papa gli fcrilVe ; [a] Cum exlitterìscircum- a m. srev.an.
fpe^ionistua cognovijjemus , Chrifìiernum olim Dania , Svetia, & Tslorvve- 'rjo/"'f-«9J.
gta T{egem , qui dudum EpifcoposSveciacomplures ad prandinmvocatot , vi-
vosignecremaverat, pofieaque Luther anam harefim aperte, ac publicè [enfe-
rai y & continuò foverat , nuper infpirante Domino, & picnttjjìmo admonente
C afare , cujus Sororcm in matrimonio habuit , & prolem ex ea fufcepit , ad
cor rediffe , feque cum fuis populis in di5iis I{egnis , & aliis [uis domimis
ft ad dia refiituatur, deinceps catboltcè vi&urum , idcmque in San&a Fide
cum eodem Cafare , 1^ Fratre e'jus Ferdidando Hungaria Hege, ab^rcbidu-
cifja ^ufiria eorum amita femper fcnfunm promififie : cum deinde litera
ejufdem Cajaris ipfum Chrijiiernum nobis fiudiofiffìmè commendantes , tua-
que altera de confeffìone ejufdem Chrifìierni Sacerdoti fa6la , fignifque pluri-
mis ejus contri tionis, humilitatis , & posnitentia atteflantes [uperveniffent;
7<losrem, ut erat gravifjìma , in Confijiorionoflro fecretoretulimus , ut vene-
rabilium fratrum nofirorurn S. !{. E. Cardinalium fentcntias fuper ea exqui-
reremus, ex quibus tua circumJpeBioni mox refpondere, & quod expedisns
vifum fuiflet , demandare pofjemus : nec fané cuiquam eorum fuit dubiitm ,
quin prater bare firn per fé dctefiandam , atrocitas crematorum per convivii
fpeciem Epifcoporum, qui femper habitifacrofanEii , San&orum ^pofiolorum
locum , & fuccefjionem referunt , efie tanta , ut ammos omnium à venia
concedenda prorfus avertere , aut fi locus venia effe ullus pofset , quin eam
veniam
ClEMENTE ^^4 Secolo XV I.
jfenìam more, ac pr<ecepto majorum ip(t Chriflierno ad hanc SanElàm Sedem
Jfuppliciter venienti dandam cenferent ; fed cum ex parte altera Jìaret corn-
mendatio optimi Cajaris , qui errorem affinis fui [ibi condonari peteret , jic.
xi omnium animi refpeSlu ejufdem Cajarea Majeftatif fuerunt ad veniam c/-
dem Chriflierno e oncedendam, vigoremque in hoc ]uris y quoad falva'Jmjus Se-
dis dignitate fieri pofiety temperandum , ut y quoniam pietas di6ia Àlajeftatis
tanta, quantampro Dei optimi caufa , &hu]usSanBièSedisfuhlevattone , ó*
vidimus maximam , & futuram fperamus majorem , ipfum Chrifliernum ad
fcenitentìam fua cohortatione revocaffet , e)itt quoque delirium ipft maje flati
condonaretur : quam etiam fperamus honori in hoc tum Summi Dei, tum hu-
jus San£i£ Sedisy cujus ipfa Majeflas advocatum gerii , efie confulturam, ut
eidem Sedi juxta Canonicas fan5iiones, fi non nunc , faltem commodiore ipfius
Chriflierni tempore fatisfiat.
Q^amobrem Servatoris noflri cxcmplo ad ckmentìam proni y & eidem
Majeflati in omnibus , quibus pofjmnus , co-^iplacere cupìcntes , de fratrum
eorurndem confilio tua circumfpfèìioni contjdimnsy quòd inaliquacatheàrali
Ecclefia , Mtjfa folemnt prim per te , vel alluni celebrata , ipfoque Gufare
prafe^te , in coafpeBu procerum , & populi ad dii-'ina con-penienttum , eun-
dem Chrifliernum , flcoram te conflitutus id bumditcr , ac flexts genibus pe-
tierit , a crimme hjerefls hujufmodt , dia prtns canonico per eum abjurata,
à facrilegio vero, & oède crematorum EpifcQporum, prius idonea cautione,
& fuo etiam juMmento de veniendo perfonalicer ad Sedem ^poflolicam intra,
fex menfes tunc computando^ , prò veniii perfonaliter à nobis, &eifdemfra-
trtbus in BajilicaB. Tetri peienda, deque intra annum, poflquam ml{egnum
Sveci£ reflitutus fuerit , unum hofpitale Toenitentia nuncupatum , in diSlo
I{egno prò alendis Chrifli pauperibus con(irnendo , & congruenter ad minus
in annuo rgdditu duorum millium ducatorum auri dotando prdflitis , in foro
confcientia tantum i alias in forma Ec de fi iS conjueta abfohere, poenitcntiam-
que falutarem ad nos veniendi , & di£ium hofpitale conflruendt , ac dotandi
hujufmodiy & fi quid aliud injungendum exiftimaveris , mjungere libere y Ù*
licitèpoffis, <& yaleas. T^or enim, quia hoc totum eidemCxfareA Majeflati
prò fmgularibus ejus in Deum , & nos mentis Ubenter condonamus , eundem
Chrifliernum y fi per te ab folutus fuerit , ut praftrtur, in noflram, & ^po-
ftolica Scdisgratiam per pncfentes recipimus , eumque, quantum juflttia me-
diante faccre poterimus , omni favore , & ben'ignicate noflra deinceps profe^
quemur , fperantes ipfum prò tanto noftro , & àìB^ Majeftatis in eum mu-
nere, ita in poflremòó' pie erga Deum, & obfequenter erga nos, & hancfan-
£iam Sedem fé ge/iurum , eandemque Ma]eflatem in hoc imitaturmn , ut
recentibus ejus benefa&is vetera oblivifci poffimus: quod Hit, ac nobis Deus
Omnipotens conctdat . Così egli . Ma non pcrfeverando Chri.cierno nel
propofito delle prcmefi'e, pagòilfio della violata fede nel carcere de' fiioi
nemici, ov'egli infelicemente morì. Dalle quali cofe, che veniam pur'
hora di dire, cpparifce, e con quanta foUecitudine invigilane Clemente
agli affari dd\3 Religione in Germania, e quanto benela Germania, eli
Cattolici maneggiad'ero le {uz armi contro gli Heretici, quando eglino
riiblutamente imbrgndivanlecon vero zelo di fede, comehabbiamdifo-
pra notato ncMcfamofe battaglie contro i Zuvingliani, e contro gliAna-
battffti; onde dedutafì , che fé que' popoli fono in gran parte fchiavi della
Herefia , eflì fleifi fi fono fabricate le loro catene , ed han chiamato dall'In-
ferno
Capitolo IV. ^6% Clemente
ferno chi li foggiogafle , rinunziando elfi medefimi alla protezione del Cie- VII.
lo, e della Chiefa .
Ma, ahi I che dagli avvantaggi riportati dalla Religione Cattolica in \'l^^°^l'^\l^^^^^^
Germania , ci trafporta la Hiftoria X defcrivere gli oltraggi fopportati dalla de"i^sa°cL'*d?K
Religione Romana in Italia, e dal gaudio delle vittorie Oltramontane ci '"^•
convien paffare alle lacrime del Sacco di Roma, e dalla oppreflìone degli
Heretici alla oppreflìone de' Cattolici , e da' faitofi racconti à deplorabili
rapprefentazioni del depredamento della prima Città , e Reggia del Chri-
ftianefìmo, e della carcerazione del primo Monarca di elio, [a'IQuis da- utrm.^,
bit oculis meìs fontem tacrymarumi per riferirne , meglio che coni' inchio-
ftro, il fiicceiro, deteinato da cjne' medefimi, che l' eifettuarono , e che
ben può annoverarlo la fama tra i più fpietati de' tempi trafcorlì , con farne
rimaner la memoria cotanto efecrabile all' età prefente , che debba egli fem-
pre abborrirfi ancora dalle future . Da qual turbine procedelfe la tempefta ,
e come dal Settentrione fi fcaricafl'e il fulmine fopra l'alto pinnacolo del
Tempio di Dio , eccone il miferabile racconto con particolarità forfè non
annotate da altri Scrittori , fotto i cui occhi non giunfero que' manufcritti ,
che in teftimonianza del vero Noi diligentemente annoteremo inquefìo
margine. Regnava in Germania in qualità d'Imperadore Carlo V- d'Au-
flria, e in Romanelpofto di Pontefice Clemente VII., più fortunato Car-
dinale, che Papa, havendo in quello ftato con fodisfazzione del Popolo
egualmente , e del Mondo , amminiftrato il primo poflo di comando in Ro-
ma fotto il felice Pontificato di Leone X., del qual fregio di laude fu egli
poi privo , come fi foggiungerà , nell altra mafllma condotta di Pontefice ;
e ò ciò provenifie perdifecto de' fuoiMiniftri troppo aufteri con la plebe,
onde avvenne , che la plebe fi mofiraife rertia nel gran bifogno della dife-
fa di Roma, ò dal fuo naturale horapoco, hora troppo rifoluto, onde
{^recederono gravi difturbi fra la Nobiltà, alcune volte non tenuta à freno parSoianlT^ dt
à baftanza, altre volte caftigata oltre la eforbitanza, dal che medefima- ^^^°'
mente nacque poca unione , e minor vigore nel ripararfi dall' inimico , ò il
male da più alta cagione forgefle , e Clemente egualmente fofpetto agli
Heretici per motivo di Religione, & ai Principi Cattolici per varietà ài
collegazioni , formate da effo hor con un Potentato , hor con un' altro , onde
refo à tutti diffidente, non ritto vafle poi ajuto , e fede in alcuno, certa cofa fi
è , che luttuofo , e funeflo fu il fuo Pontificato al Mondo , e à Roma, ò il ri-
guardi r ingrandimento moflruofo della Herefia Luterana nella Germania , . .■ .
o lo fcifma horrendo di Henrico VIIL in Inghilterra , ò il crudel facco de'
Tedefchi in Roma, cofe tutte che forprefero il Chriftianefimo con sì alto
terrore , che rari altri fatti certamente faranno avvenuti ò più fpaventevoli
per la horridezza , ò più pregiudichevoli per le confeguenze ,che ne proven-
nero . Noi, tralafciate ad altri Scritttori quelle notizie , che nel fatto prefen-
te appartener potrebbono alla dilucidazione della Hifìoria circa quei punti
politici , che r accompagnarono , unicamente ci atterremo al racconto pre-
cifo della barbarie degli Heretici , che faccheggiarono Roma , de' quali era
in gran parte comporto l' efercito di Carlo V. contandofi più di ventimila
Luterani fra li trentamila Soldati Tedefchi , Spaglinoli , & Italiani , che for-
mavano queir armata .
Foriera della gran difgrazia fu una minor difgrazia , che coftrinfe il
Papa i rifugiata m Caftello , e fotcopofe al facco il Borgo , e'I Palazzo del
Va-
Clemìnte ì^55 Yehlo XFI.
• V 1 1. Vaticano . I Coiomiefì addetti à Cefare , alfoldando gc«te per gì' Im^èvià^'
li , e perciò coftretti da Clemente à portar fuori delle Terne della Chkfa
il fiirote delle loro armi, inopinàta'm'ente, ònonfcoperti, ò aon impedii
■ - - • ti dalle milizie Pontificie , 6 gittarono dentro Roma , ò per promciovere eo'l
i tue^ fcUiìoni [<?] favore de' Par reggiani in morte di Clemente il Car-dinal Pompeo Co-
bus conuicrhcar- lonnaal Pontificato, ò per- implicare il Papa in marnerà, che al terrore
f^'l^n.u'^'"^^' delia giierraprefente non potds' egli aciidire alla lontana contro gì* Impe-
riali nella Lombardia. Mi cièche forfè IVi desinato à'fpavento, ridondò
tutto àda;nno, e la Soldatefca Colonnefe refa audace dalla debolezza del-
la oppofizione , faccheggio il Eorgo di S. Pietro, e'i Palazzo Pontificio , dal
quale Clemente con foUecita foga ritiroflìtìelCaflello 'di S. Angelo, iner-
irle di oro, e di ferro, e perciò neceflìtato à mandar per oftaggt due Car-
dinali ad Ugo Moncada Capitan Cefareo co^Tfederato de'Colonnefi, che
reflituendo^al Pontefice il Triregno , e gli altri arredi Pontificali rubbati da'
faccheggiatori , fcusò ginocchione la neceffità pretefa delle fue commif-
fioni i e conchiufe con lui una Tregua , obligandolo d tirar le Milizie
Pontificie dalla Lombardia, inchiudendo nel perdonò li Colonnefi. Mala
tregiia fùefimera, e madre di tutte quelle difcordici che indiinbireve fo-
b i'?ifG«/>£Mrrf;- P'^^^^""^'^^* Coneiofìacofache[^] ò fi volef le da' Cefarei temporeggiare
nw^iib.i'é^' ' peravvanzarfi ne' loro difegni, e trattenere intanto il Papa, che nonar-
mafie , ò C\ affidafl'etroppo Clemente in alcune amerevoliffime lettere fcrit-
tegli di proprio pugno da Cefare, il fatto fu, che efVendofi <\i nuovo re-
gnatala fofpenfion d'armi tra il Lanoya Viceré di Napoli, &il Pontefi-
ce, colfuppofto, che tal convenzione fofie fufficienteà fupprimere ogni
nuovo moto di guerra, màpoiinfoOanzanon approvandofi ella allora dal
DucaCarlo di Borbone j Principe ribelle al Rè Fraiicefco di Francia, fuo
naturai Signore , e perciò General di Carlo V. in Lombardia , fi molle
1 ' - P efercito Imperiale contro Roma , inferocito , e baldanzofo per le vittorie,
inafprito, e contumace per la dilazione delle paghe, inimico al Pontefice
per motivi di flato , e per contrarietà di Religione , efiendo egli comporto
m gran parte , come fi dille jdr Tedefchi Heretici guidati daGiorgio Pranc-
cSétnftvìHUi ///.fpergh Svevo, precipitato Luterano , il quale [e] per avidità di fpianar
'^' Roma? eòi flrozzareun Papa, impegnò il proprio patrimonio peratfol"
dar gente, ch'ei conduceva, & haveva feco portato dalla Germania un
capeflro dorato, ch'egli à tutti moftrava, e diceva deftinato per la gola
del Pontefice . Ma il Cielo non volle dargli il piacere di queft' orrendo Ipet-
tacolo, ecolpitolo di paralilìa, lo arrelfò in Ferrara, avanti che l'eferci-
prodigiofa libera to giungeffe à Roma. Né mancò Dio, chefcotevail flagello del fuofde-
Monach'e di'^Bo" §"° > difalvar tra 1 vampi della Divina imminente vendetta alcune Tue ferve ,
logna dalle mani cou unprodigiofo mìracolo rifètito da Noi con le parole medefime di chi
ddì'eferdto'^di ^^ tacconta: [d'I ^uno i'^2'/. citm Carolus Borbonius Caroli Imperato ns ejus
Borbone , nomììiis V. copìaYum m Italia duSior mfejìo }{omam exercitu -petens , _ ai
t'^^"""'"^^//^".' azrum Bononienfem , qua tranfiturus erat * advemaret , militefque ejus,)
Citardu . quocumquc mferrent grepum , populabundi , nuUiMS non wjolenti^ ^ aut lìti'
'wamtatis vejiigia ìmprimerent ; qinppè exercitus is magnani partem ex Bo"
minibus d Catholica pietate averfis , nempè è Lutherams , erat conflattts,
occfirrendum band conjianter ingruenn malo deerevit Senatus Bononienlìs ,
iitT falicet conditione aliqua propofua pacatum per fuum agrum à Bar homo
tranfitum ndimeret: facram inteca imaginem è monte in Urbsm tranjve-
bea-
Capitolo IV. ^"67 <^^EM£Nn
fkndam , ìnta&amque à lutheranorum , ejuos facile eò evafuros fufpicabx-
tur , ìmpietate , facris privatim tmaginibus infenfiffimorum , fervandam
curavit: virginibus eJHS cufiodibus bono ejje animo {ujjìs i ft enim nihiltan^
dem aqni à Borbonio impetratum foret , curaturum fé , ut ipf.£ etiam ad uyt
bem mature deducerentur . Cum ex tmprovifo proxima monti hofle occupatu-
te loca, nonnulUs ò Germanis in eum confcendere montem , ccenobiumquetr-
rumpenteSi virgmes tpfaf m templum compulerunt y ubi ilUtrepidantes , ac
Lteipar^ imflorantes fidem ad vefperam ufque fé continuere, Commodum
vero ejus templi fubiit porticum Dux quidam cum armata milttum manu ai
triyjiita, ibi ille interea labantes mulierum animos confirmare, haud iis mc-
tiifndum dicere , ne lUa , cujus afservavcrant imaginem , feryare yiciffm
eas y ac tueri,, & preferiti eripere periculo nolit; fé etiam ibi adefie y uteas
uhi fit opus , auxilio jupet . Trimis inde tenebris Germani audito templi il-
lius Campana occentu , qui confalutandam Del Matrem de more admonebat,
quafi dato receptui tuba figno confejiim in caflra redeunt : tum iis confuades
miles , ut fug(tm ornent . Germanos decrevijje pofiridie ejus dici cum prima
luce eò revcrti , cunSlaque diripere , quMumque fìbi ufui forcnt afportare ,
aetera fubje&o igne corrumpere , omnia prò libidine agere , ut poftea evenit,
quare optimum fa6iu illum , favente noÙe ) in urbem fé , & fua qu^etum-
que auferri pojient, conferre; iif fé fé o^erre itmeris ducem , qutppè eas il-
io perdu5ìurum incolumes ; ]am enim Qmnia obfideri loca fuburbana , ut vix
etiam no6lu foU , fi proficifcantur ,. fatis tuta effe fuga videatur . Tarent il-
h cjus diUiS', 0"/^, fuaque hominiconcreduHt , & fermone, vttltu, huma-
nitate , cit^em , aat certe indtgenam arbitrata . Convafatis ergo , quacum-
que licuit , adjuvantibus onera militihus , cum fummum omnibus à durare
filentium per medros tturis hofìes^ foret indi^am , fé in viam dant , urbem^
que -perfus, iter faciunt , u^bi ad Manajìerium Firginum S. Maria Magda-
lena , hodie S.Jofepho dicatum , & à Seryitis Fratrihus habitatum , quod
parvo admodum intervallo ab Urbe dijìat , tunc fermò vacuum , pervenere .
Dux ipfe, quaft haberetcUvim, foresvefiibuli yeferat, atqm ibi eas no5ìem
illam traducere jubet : ingredientibus jam unam ex iis deftderari nunciat,
Hanc perhibent è Marfdia gente adolefcentulam fuifìe Leonarn nomine , nul-
Iis quidem ipfam ejus Ccenobii initiatam facris , fed eò à paremibus erudien-
di caufa mijjam E^m£o Fofcarino pojiea connubio junBam . Eam igitur duo
milites perquifìtum eunt , quam in fofj'am na6li prolapfam t-de educunt , ac
reducunt ad fuas . Illa cum inter vias pedem in lubrica ripa incaute pofuif-
fet, in fubjt'6lam fofìam provoluta cafum fuum evulgare clamore mmimèau-
fiXy ne proderet CiCteras. , imperatum fibi (ilentiitm propria falute potius duxe-
rat, falvis jam omnibus : Crajìinaluccj inquit du6ior ^ in Urbem ingrediemini;
prajio enim erity qui vos a6lutum intromi-ttat . Ego interea loci cum meis ve-
jhm vefiram omnem , ae fupelleUilem ad S. Mathia coenobium perlatam
t^efìris reddam, . Ingreffus ille m Urbem , omnia , quo dixevat , ferenda cu-
ravitj atqne ejus ccenobii ^ntijlica Hippolytie CaflelU tradidit , falvas effe
virgincs , & brevi afjuturas nuncians . Tanca bac prafatus cum fuis , qui
cmEia fide fumma , ac (ìlenno r'^ddidcrant , yale di6ìo , abiit : cnmque mox
àfam Jo> Monajìerii revocarstur, ut fé una cum fuis parato fibi jentaculo re-
fìceret, fé fiatim cum iis ex oculis ejus abf^ulit, ita ut evane fcereviderentur ,
Taulò amè ejus adventum è contubernalibus , cuinomen Columbi ,Aldrovan'^
d^fuit, inftgm pietate Virgo ^ ^npjfìita vifum hoc renuntiarat, cum tpfain
com-
VII.
Clemente ^^g Secolo XVI.
• communi omnium trepìdatione, ac tmha fui fodalìtìi virgìnes, qua in monte
Guardia commorabantur , fummo fiudio Fi^gmi commendaffet , ne ilU fa-
rnulas fuas hofltbus prada , ac ludibrio efie pateretur ; ac paululum poflea
€onquie(Ì€ti vifam videre fibi Trafe£lum devotorum S. Marta mortisjepra-
henfam manu perducere ad templum , in quo ei multa, ac "paria àrbeataipfa
Virgine edita mir acuta in parietepiEla digito commonjirabat: tandem recensì
necdum vulgatum ofiendebat illi miraculum hujufmodi . Inerant in pi6lura
montes, & colles nemorofì: ibi pajfimmilites fixistentoriis eaturmatimper-
currentes , loca , villas devaftabant , pecora , & quacumque efui forent ,
abducebant , obyium quodque agebant , ferebant ; cum interim per medios
ipfos agmen mulierum Vominicano indutarum habitu procederei , magno %An-
gelorum comitatujìipatum . Tum illi prafe&us : l^flinelocum, &mulieresi
'Hoffe mibi, inquit ilU, videor: Mone Guardia hic efl: ha focietatis \,no(ìra
mulieres facram in monte Guardia imaginem cujlodientes , Ergo , inquit Tra-
fe^lus , mine illa è medtis evadente shoftibus a cceleflium caterpajuffu Deipa-
ra deducuntur in Urbem. HaBenus Columba -pifum. Moxigitur ubi S. Luca
Virgines pervenere in Urbanum Coenobium , Conferendo bac , qua Columba m
jomnis oliata, cumeventis, re vera Milites ìllos , qui eas ad Monafterium
S. Marta Magdalena deduxerant, ^ngelos fuifje infaciem verjos humanam,
eji judicatum , idque eò liquidiàs , quòd cum diltgentijfimè requifìti per Ur-
bem fui fenty quinam forent , qua porta ingrejfi , nunquam repertri quitum,
fa'idld^i sreco di Cosìegli. Ma quefti furono miracoli, che accompagnarono, nonprecede-
Roma. fQ^Q lo fdegno di Dio. Anche avanti chegiungeffe a portare à Roma la
miferaiida calamiti del Sacco f efercito inimico di Borbone , per Roma ne
^r^Tlnfov'nliflil' volò lo fpaventocon terribiliflìmi annunzii di co(e facre, e profane. [<?]
15. Ó-" ^ijrin! Un'hucmSenefemiferabile, ma pio, nudo, dipeloroffo, e come lo de-
^&lx"m's'fi£"dì fcrivono gli accennati manofcritti, maeilentiflìmo di faccia, dinomeGio.
gnù^p^n'io. lint. Battifta , andò efclamando a ftrada a ftrada per Roma , Sovrajiare un gran
MoraUHm T^oma- ^-afligo , e pcrò cf^er d'uopo di folk et fa , e publica peniten-s^a : e dicefi, che
in così predicando , egli s* incontrafle in Mattheo Giberto, Datario del Pon-
tefice, echegiùdiCavallofcenderlofacefle, e mefcolarconle proprie le
di lui lacrime; e che quindi il Giovedì Santo precedente al Sacco, mentre
leggevafi la Bolla /» Tcs'Wrt Domini, egli falito fopra l'Altare, dove allora
pofava la Statua di Bronzo di S. Piero , la cui Chiefa egli devotamente
ogni giorno vifitava , con urli repentini , & ululati terribili efclamaffe : Con-
vertimini ad Dominum Deum veftrum; ecce modo tempus: ma tolto quindi
come pazzo. Io non fon tale, replicafle, ma mefio da Dio ad annunciarvi
gran cofe; e fé non farete peniten'^^a, tutti miferabilmente farete pofti a féicco ,
à fuoco , à morte . La medefima predica egl' intonò nel dì di Pafquaperle
Piazze, eftradediRoma; onde battutto,fchernito, e legato fiì condotto
alle publiche carceri , nel qual atto dille : Toco durerà la vojira podefld fopra
di me. Md con migliori aufpicii ufcendo poi dal carcere, viddefi feguitar
corrifpondente alla predizione l' avvenimento . Conciofiacofache liberato
da' Soldati dell' Efercito vitcoriofo , egli loro difìi , Fate pur preda , ò Soldati,
pigliate ciò , che vi aggrada : tutto èvo/iro : màfappiate , che fuori bentofto TO-
mitarete ogni cofa. È così avvenne invero, moiti tutti eglino di pefte ò ne*
contorni di Roma , ò poco diftanti da Roma , ricchi cadaveri più tofto , che
b iicìt.mV ■ fopraviflutiSoldati al gran bottino. Inoltre, una [b] Mula partorì dentro
' '■* " jl Palazzo deli^ Cancellarla, e la ftravaganza dell* evento indicò le ftrane
rivo-*
Capitolo IV. 369 Clemen-
rifoluzioni, che in breve fopragiimfero . Una faetta cadde dentro ia Ghie- ^^ Vii. :
fa della Trafpontina, e tolfe, come a forza, dalle mani di una ftatuetta
della Madre di Dio , il piccolo Bambino , che in effe pofava , e dalla di lei
tefta una ricchillima corona, fminuzzandone l'uno, e 1 altra in molti pez-
zi, chene'loro frantumi pronofticarono l'alto , & imminente fdegno del
Cielo . Rovinò di repente una gran parte di quelle mura, che congiungono
il Palazzo del Papa col Caflelloj e ftupiron ie genti alla mina non mai pre-
veduta, né temuta di quella forte cortina. Nel Giovedì [a] Santo nel- a •^«»» »5»7'
la Cappella Pontificia C\ ripofe, fecondo il coftume, THoftia confacrata
dentro il Tabernacolo : e la mattina feguente fii ella rinvenuta per ter-
ra, con horrore di chi vidde, e feppe cotal fpaventofo accidente . Segm'
tutti , fé fi riguarda il corfo naturale degli humani eventi , da riputarfi
poilibili fenza mifterio; ma fé con la confiderazione più in alto l'huom
iì erge , da ammirarfi mifteriofi , e forprendenti . [6] Sunt enim maxi- bPiin.jHnior.i,»,
me mirabilia, qu£ funt maxime infpe6lata.
Precorrendo dunque la fama della terribile rifoliv^ione dellmimico, ri- Agitaxìone del
trovoflì il Pontefice, e Roma ingombrataincontanente di tanto Urano ter- Pontefice,
rore, quanto meritar poteva la confiderazione da una parte della ferocia
de'Tedefchi, e dall' altra della fcarfezza de i preparamenti neceflarii alla
oppofizione. Confidatoli Papa nell'accennata convenzione, havevaegli
diiarmate , e licenziate le milizie , allafola riferva di cento Cavalleggieri éi
guardia ordinaria ; e fcarfo d oro , e più di animo , efpofto alla infolenza di
ogni più barbaro infulto , fluttuava in un mare d'inutili penfieri , e dolevali
con interno ramarico della fede preftata a chi poi la tradiva. Mi nulla
giovando al malprefente il dolor del pafTato , lì prefero allora quei rime-
dii, chepiùfuggerìlaconfufione, che'l bifogno . Poiché , anche in quella
Itrettezza di tempo , fé il Papa havefle prefo per fé quel configlio, ch'egli
un'anno avanti haveva dato [e] agli Ungati, di convertire in moneta li l^f^'^,' S'V'
facri vafi de' Tempii, e fervirfi di quell'oro in difefa della Chiefa, e Cafa f«Ti-p«r.2.*JS^
di Dio , certamente ed'eglino non farebbono flati preda degli Hererici , e ^,y,V. ^out'qulk
con efli fi farebbe animata la plebe di Roma alla difefa, edaefli fi farebbe ttum mi rtf"ri.
fperato follecito foccorfo òÀ foldatefca {hanierain aiuto : del che Clemen- ^,Uu ''"mt^cù
te vicn parimente ripigliato [rf] dall'Annalifla moderno della-Ecclefiaftica 'nr.uincìcm.vn.
Hifloria. Ma egli tutt' altro penfando, ò tutt'altro fofpettando , credè di ii%'y?V.,. rysj.
reprimere l'impeto degli aggreflbricon un'argine , che fervi pifi tofto d'in- r>x-i.mtm'ih .
citamento alla preda, chedioftacoloj efiendo cofa che richiedendo l'ini-
mico pronto denaro per le tumultuanti foldatefche, [e] acconfentiglielo ^ <^«'«w'<. /.is.
Clemente, efeiVantamilafcudidioromandogli, che meglio ferviti fareb-
bono a pagar le milizie Romane, cheleTedefche : poich' elleno non pla-
cate da quefta gran bontà del Pontefice , anzi divorando con la fperanza li
tefori di Roma, e fpronati li più dalla ingordigia, & altri dalla neceflìtà ,
con accelerato viaggio di ventiquattro miglia il giorno , trapafiata alla dif-
dofia fenza cannoiie , e bagaglio Fiorenza , e Siena , e non tanto debellate ,
quanto defolate le Città di Acquapendente, Montefiafcone , Viterbo, e
Ronciglione , fatto alto la fera [/] del Sabato all' Ifola fette miglia lungi d.ii f -;. v 4e?/o ,5:7.
Roma , e colmeggiati la Domenica feguente li Prati di Cartello , e'I Tempio E JÌ.V,7"'Vrl-
al di fuori di S^. Pietro, ^\ prefentarono fui cader del giorno formidabili rdMhnìbJs^ln.l.
fotto le mura òà Roma tra il baftion ài S. Spirito, e la muraglia di Papa Z>!ÌÌ!,f!uter^s
Niccolò, dove prefentementetrovanfi le fornaci, ponendo Borbone [e] /«.^^iwi^aT.*./"
- Tomo IV, A a ilfuo '^'T^'"--""'-
Clemen. ^rjQ Secolo XV /.
TE V 11, j^ |-yQ alloggiamento nella eftretnità del vecchio Palazzo di S. Pietro , e la
rimanente foldatefca in que'contorni . Non fi vidde mai in Roma fpettaco-
lo più deplorabile di quefto. Conciofìacofache opprelTì li Romani prima
Baltimore, dalla confiifione, edaunpanicoflordmiento, che dalla forza
de' nemici , givano vagabondi , e fmarriti per le ftrade , più per vedere , che
per provedere al loro pericolo . Clemente con tredici Cardinali, alcuni
Ef^Tat" fettone Prelati, e poca Nobiltà ricovroffi in Caftello, mal fornito di provifioni, e
TcK^ 'd ^T^ ' ^ P^SS^o d'armi , e tanto fol buono , quanto forte fu fatto dall' Imperador Ha-
fì'ce °in cafkTs! driano pe'lfuo fepolcro , con miglioramenti intorno di pochi baluardi più
Angelo. riguardevoli per antichità, che habili alla difefa : eflendocofachealzavafi
alto , € di Todi maificii in un gran maffo rotondo, un mafchio , che per l'al-
tezza , forma , e materia potevafi fol dir fuperabile alla fame , che nafce in
noi , e con noi penetra non che nelle fortezze , ma nelle midolle medefime
delle offa. Nel rimanente al di fuori era egli allora cinto da poche torri, e
femplice cortina di muraglia alta , e quadrata , con debole terrapieno al di
dentro, che la reggeffe , e con poca moftra di poter'efTa reggere all'urto de-
gli aggreflfori . Nulladimeno chi ricovvrovvifi , giudicov vifi ficuro non tan-
to per la infuperabilità del mafchio, cjuanto per la deficienza de' cannoni,
de' quali per la foUecitudine del viaggio fi ritrovavano privi li Tedefchi . E
queftafperanza recò poi l'ultimo efterminio , fé non al Caftello , almeno ^
Roma , & ai Romani , che non mai perfuader fi poterono fuperabili ai Te-
.defchi le mura fenza la breccia delle batterie . Quindi il Papa diede ordine ,
confufione nel che fi armaffe il popolo , e del popolo confegnò il comando à Lorenzo Ce-
popoio. ri^ Cavalier ardito , efoldatovalorofo, che ne prefe l'aflùnto , però con
poca felicità di fuccefTo, mentre chi molto affetto, e parziale de' Colon-
nefi adherenti à Cefare , chi poco affetto al Pontefice , & a fuoi Miruftri ,
che con importune gravezze havevano di frefco impofte alcune gabelle
fopra i viniRomaneìchi, e chi inefperto nel maneggio delle armi, la cui
delazione era ftata cotanto rigorofamente vietata da Clemente fin dal
principio del fuo Pontificato , che il folo nome di efle era in horrore al po-
polo , & ai grandi ; onde l'uno , e gli altri avviliti nell'ozio non hebb^ro né
valore, né ardire, né ordine alla difefa. A ciò fi aggiungeva il minijflterio
afpro in poflo di Governatore di Roma di de Rofiì Parmeggiano ,
Vefcovo di Prelato ne' fopraccennati Manofcritti chiamato da
Marcello Alberini allora vivente ( di cui habbiamoun fede! giornale di
quefti fuccefii ) formidabile, e crudele, che contro li delatori delle armi
faavendorinovati gli editti di Leon Decimo, dimoftrandofene fempre ine-
forabik nella efecuzione , fi erarefo odiofo per la ferocia anche ai buoni ,
Quefti fé fubito in quel gran cafo batter campana ad arme in Campido-
glio, e congregare inetYo il Commune per ilroncertamento delle operazio-
ni. Ma nuova.confiderazionerimo{ie il popolo dal concorrervi. Concio-
fìacofache Clemente per ti more de'Nobili, che propendevano fempre, &
eccitavano fazzioni in difcapito della publica Quiete , haveva prefo un
mal' avventurato configlio d' inalzare al pofto di Confervatori due perfone
plebee, poco accette alla ftefia plebe, e meno venerande alla Nobiltà i onde
jl concorfo intimato con l'horrido fuono della campana più tofto difiuafe ,
che fpinfe le genti àportarvifi, infotìferenti della viftamedefima di uno che
-tiranneggiava, e di due che avvilivano la dignità del popolo Romano.
|^i^lladlmeno chi per <?iiriofi^à , chi per riparo , e chi per ifdegno di veder
in tanta
Capitolò IV. 571 Clemen-
M tanta confufione le cofcavviandofi il concorfo nel Campidoglio, e, uiior ^^ y^^*
fatto guida dell'altro , crefcendone fmifiiratamente il numero , tu d'uvopO
dalle fale de' Confervatori , che non capivano la moltitudine, paflafe alla
profllmaChiefadi Ma Caliy nel cui pulpito falito il Governator de Rofl»,
parlò sì adattamente , e potentemente , che potè da ciafcuno allora giudi-
carfi , di quanta forza fiala eloquenza anche ne* petti degl' inimici : poich€'
con efla rimediando egli ai concetto odiofo della fua perfona , rappref^ntò
così vivamente la prefenteruina di tutti, ilbifogno delie loro fpade, la
difefa della Patria , i fentimenti paterni dell'afflitto Pontefice , che offeriva-
adefli per loro ficurezzarifteffoCaftello, anzilamedefimafua perfoiia,-
confegnandofi nelle loro mani , ed efibendofi di trasferire la fna habitazio-
ne nel Palazzo di S.Màrco in mezzo d Roma conia fola fperanza delloro
ajuto ; e in fomma così raggirò con i difcorfi li fentimenti , così placò con
le preghiere gli animi, che perorando neirOratore, e nell'Oratorio, meglio
che qualunque altra cofa^ il commun timore, da cui tutti egualmente era-
no ingombrati , Ci rifvegliò nell' audienza un tacito mormorio di approva-
zione , e di concerto , fé ben non vi mancaife qualchuno ò de' p^iiì oftinati ,
ò de' pili Vendicativi, che rimproverando acutamente il Governatore del Armamento dei
patfato rigore, richiedefle allora d lui la licenza m /tW/^ij per la delazione J^'^p"''* '^^ ^"'
delle armi. Ma la fcarfezza del tempo, e il pericolo imminente non ammet-
tendo confiderazioni di parole , dove richiedevanfi rifoluzionCi e fatti, con-
donate al ben publico le importune querele de' maldicenti , fi corfe da
tutti alle armi con ardore , e condotta proporzionata pili torto al cafo , che
al bifogno. Li Rioni fi adunarono difordinatamente in Compagnie, eòi'*
ftribuilli il Ceri fopra le mura nella parte di Traftevere in quella fera ap-
punto, che colà comparvero gl'inimici. Sei mila huomini eglino erano,
gioventù di forza, e di animo, a cui però nuli' altro mancava, che' la di-
sciplina. Sipropofedai più faggi la demolizione de' Ponti per l'aflicura-
mentodiRoma, in cafo che da' Tedefchr fofferofuperate le muraglie di
Traftevere : e dì quefto parere fu il Ceri , al quale fu brufcamente rifpofto
da alcuni imperiti malcontenti , 'h^pn bavergU egli fatti ; e con loro oli: aro-
no ancora allarifoluzione li Trafteverini , che volevano tutti li Romani fot-
tounmedefimorifchio, per haverli tutti uniti neHamedefima difefa : nèil
mezzo termine motivato da altri, di sbari-are i Ponti con un grantrince-
rone di cannoni, fu potalo eieguire per la confufione del popolo, e perla
ftrettezza del tempo', che tutti teneva in agonia , più che l'inimico . Sicché
paflata parte m ragionamenti , parte in doglianze, e parte in pochi provedi-
menti la giornata di Domenica , furfe l'alba infaufta del Lunedì i fefto gior-
no di Maggio , giorno in cui né pure il Cielo veder volendo la ruina delU
Reggia del Gbriftianefimo , ottenebroflì tutto di così folta nebbia , che l'uii
compagno non vedendo l'altro, e non fapendofi da'drfenfori à qual parte
fi volgefle l'inimico , di repente quefti col beneficio della nebbia appoggia-
te luiighefcale alli merli tra il baftiondi S.Spirito, e la muraglia di Nic-
colò (otto il giardino del Cardinal Francefco Armellino , fi fpinfe all' ailal-
to di U dalla Cliiefa di S.Onofrio, prima da' noftri, percosìdire, eono- ^ff^if^ j^.^^^f.
fciuto, che vifto, Aiiìflevano alla difefa di quella parte li due Rioni di ci, .j cn:r^r,. .n
Ponce, ediParione, che dalla mortalità, chedieifi fuccelfe, ar^uirben ^^j;^.'"» ^c' xedcf-
puofil la refiftenza , eh' e01 ne fecero : conciofiacofache furono eglino tutti
tagliati à pezzi, giungendone la ftragc dalla Chiefa di S. Onofrio fin alla
A a 2 porta
Clemen-- «_^ Secolo XV L
TF \/IT J '
it. VII., porta del Caftello, doveper quel lungo tratto di via altro non vedevano y
che membra infrante di poveri Romani, e miferabili avanzi di trucidati ca-
daveri. Accorfe il Ceri per Ponte Sifìo al foccorfo con otto cento Fanti,
mi vedendo egli difperate le cofe, e fuperate da'nemici le mura, die di volta>
e per ftrada Giulia ricovvrollì, con maggior follecitudine, che valore , nel
Caiìello . E il Cailello raddoppiò anch'eflb luccifione de noftri, fcaricando
contro i Tedefchi confufi infieme co' Romani , volando inditferentemente
contro glamici , e contro grinimicile cieche palle de'cannoni . Sopragiun-
fero da Borgo altri Rioni per foltener gli aflaliti, ma quegli ancora fopra-
fatti dal numero degli aggreffori , che giàfenza oppofizione falivano le mu-
ra , fi rinnovò la pugna così confufamente , che rimanendo il Caftello inuti-
le fpettatore dell'atroce conflitto , per non offendere i noftri , convenendo-
gli perdonare agl'inimici , rifolvè finalmente ài alzare i Ponti di legno , per
prohibirne i'ingreilb a'combattentij che non ben difcerner fi potevano per
la nebbia , e per il mefcolamento , s' eglino follerò truppe Pontifìcie , ò Te-
defche . Mi di già n* erano molti entrati chi per ricovrarfi , chi per infegui-
re ; onde caduta la cataratta del Ponte, molti de'noftri , che reftarono fuori,
e molti degl'inimici, che troppo audaci fi erano inoltrati dentro, furono
Morte del Duca tutti ad uuo ad uno miferabilmente trucidati . Tré mila Romani , & altret-
di Borbone, tanti Tedcfchi fi numerarono morti in quefto primo incontro, tra quali
Carlo Duca di Borbone colpito fotto il ventre da una palla di mofcbetto-
ne finì miferamente la vita , appena giunto dentro Traftevere , cioè preffo il
Palazzo poffeduto prefentemente da i Salviati . I Tedefchi ne fervarono il
cadavere, che pofcia portarono à Gaeta, conifcrizione dinotante,eziandio
doppo molto tempo, il vanto della loro empietà, in quefto tenore .
cy^H&o Imperio , Gallo 'viElo,
Superata Italia , Pontifice ohfefso ,
"B^ma capta ^
Carolus 3orbonÌHs in 'viBoria cafus ,
Hìc jacet .
Ma quefto cafo fiì piiì infaufto per i Romani, che per i Tedefchi:
conciofiacofach' egUno giudicando terminata la guerra con la morte del
Capitano inimico, abbandonata la cul^odia delle rimanenti muraglie, fi
diedero a correre per la Città , con faufto annunzio efclamando per le ftra-
Princ5pedìoran- '^^^ ymona, FitcoHay comc fé negli eicrciti à ^aifa del corpo humano,
ges ii.bencra al pcrduto il capo , rimaueifero Incoutanente abbattute ancota Ic membra.
Boroonc ii.i Co- pojchc fiibcntrò fubìto nel comando il Principe FiUberto di Oranges , fiero
Duce, leriguardafeneiigenio, e oftinato Heretico Luterano , te la fede.
Sotto lui preiero maggiore ardimento gli Heretici , e non potendo un tan-
to accidente non portar feco qualche confufione nel rimanente ancora di
queirefcix-iro , li >:dde in un tratto chi per odio contro la Chiefa Romana ,
chi per aviaiti di predar tefori , fccrrer tutti difordinatamente , quali furie
internali, per il Boigo, e per Traftevere, egliSpagnuoli ( che molti ve
n' erano in queli* armata ) faccher^giarono il Palazzo , e la Chiefa del Vati-
cano : eilraheado fin da'lepolcri li venerila cadaveri de' defunti Ponte'^
ficis
mando.
TE VII.
Sacco di Roma^
Caphclo IV. 373 C«MEN.
fici , X cui involarono gli anelli, & i Tcdefchi tutto il recante di quel Rio-
ne. Tuttavia qucftofiì più tofto preludio di Sacco > che Sacco. ElTendo
cofa , che l'iniinico rifcaldato dall'ira , e molto più accefo à vendicare dal-
la perdita del Capitano , non volendo abufacfi del tempo , ogni cui momen-
:to in quella cofternazione de* Romani era per lui preziortfllmo, adunatili
infieme li foldati fotto Capi Veterani , e avidi di piena vittoria, fu le ven- .
titrè hore del medefimo [ a ] Lunedì fi moflero ordinatamente tutti verfo * ' "^^^ '^*^*
Ponte Sifto, per quindi sboccare in Roma, & inondarla tutta con il torren-
te impetuofo delle loro armi . Marcello Alberini allor vivente , e che traf-
mefifet^J a'pofteri un pieno Manufcritto di quefti fucceffi , riferifce, che ri- ^ '"'"•*' f'*P-'*f-
fugiatofi effo ancor giovinetto, co' fuoi genitori nel palazzo preflb S.Da-
mafo della Cancellaria, perfuafo, che li Tedefchi doveflero portar rifpet-
to à quella habitazione poffeduta allora dal Cardinal Cancelliere Pompeo
Colonna adherente à Cefare , vidde quindi da quelle fineftre tutta Roma
correre, come fuori di fé, alla cuftodia del Ponte per impedirne il paflag-
gio ai vincitori; ma i piùcorferoperdifperataconfolazione di veder co'
proprii occhi le loro miferie , e quefti al vederle voltarono fubito le fpalle ,
e i rimanenti , in poca quantità, ma in arditezza commendabili , fecero qui-
vi prove prima incredibili, e poi ammirabili di valore . Paolo Tobaldi no^
bile , e valorofo foldato con fei mila huomini raccolti frettolofamente allo-
ra dalle hofterie, ftalle, e falediRoma, prefentoffi pronto più di animo,
che di forze, à foftener l'impeto de' nemici fui Ponte, e con il Tobaldi
fcorgevafi il fuo Alfiere Giulio Vallati , che con alta , e fiammeggiante in-
fegna , in cui à gran lettere d'oro era fcritto , Tro Fide , & Vatna , rappre-
Tentava di nuovo à Roma lo fpettacolo , poco quindilungi fucceduto , dell'
antico Horazio , che in difesa della Patria folo pugnò contro tutta la To-
fcana . Ma haveife voluto il Cielo , che al valore di quefti Capitani folTe fta-
ta congiunta milizia proporzionata al gran bifogno . Conciofiacofache e li
foldati paragonati con gl'inimici furono pochi in numero, e que' pochi
inefperti nell'armi, e combattenti più tofto per forza,che con forza . Sicché
la pugna fu'l Ponte fu fiera fu'l principio , e dubiofa ancora per ambe le parti
la vittoria , e fé folfe ftato più coftante il progreffo , e più durevole il corag-
gio, certamente li Tedefchi non havrebbono in quel giorno trionfato di
Roma. Mi Dio volle punir per ogni verfo li Romani, e morti generofa-
mente con le armi alla mano il Tobaldi, & il Vallati, il combattimento
degenerò fubito in fuga, elafugaintal confufione de' foldati, eintalco-
fìernazionediRoma, che Roma potè dirfi prima foggiogata dallo fpaven-
to , che da' nemici . Al gemito de' moribondi , al terror , che tutti forprefe ,
ciafcun configlio prefe di chiuderfi nelle proprie cafe , nafcondere i proprii
baveri , e ferrate porte , e fineftre fuggir ancora la poca luce di quell'infau-
fto giorno , che già declinava alla notte , come fé il non vedere (oìXq ftato ri-
medio valevole à non elfere veduti . Molti Cardinali fi ritirarono in Caftel-
lo, màhebberopiù à fare in entrarvi , che in giungervi . Il celebre Cardi-
nal Lorenzo Pucci, Datario di Giulio Secondo, e di Leon Decimo, Pe- ^^ s^-ioi -■
nitenziere Maggiore , cotanto celebrato dal [e] Sadoleti, e prima di lui da ^aàtund!Z\ ' '"'
Erafmo, che dedicogli le fue annotazioni fopra li libri di S.Cipriano, op-
preflo dalla tumultuante calca del popolo, rimafe ferito i\\ tefi;a , e mal pifto
inunafpalla, e non altrimentepotè entrarvi , che per un buco ftramazzone
per terra j & il Card. Francefco Armellino , tirato su da una fineftra den-
Tomo IV, A a 3 tro
Clemen- ^^^ Secolo XVI.
TE V 11. |.j-Q y„2 j-g(^2 ^ Col medefimo difordine caminavano le altre cofe nel rima-
nente ancora di Roma , che fprovediita affatto allora di difefa , reftò preda
IfsTiZ p^g.'Aìo. efpofta alla rapacità de' nemici. [<i] Contigit, dice Pietro Giuftiniani nella
in HÌfi.'rentm Ve'- fua Veneta Hiftoria , miferabilis, fadaque B^man<ie Urbis direptio , qualts
nttarnm, ^ijj^ ^^^ ^ Gothìs , ficc ù LoTìgobardis , yandalifve fa6la legitur. Hi/pani ,
Cermanique milites in omne crudelitaùs genus prolapji'multas Urbis partes
inceniunty facray profanaque diripiunt, omniaque fuga, tumultui terrore y
ac cade replent : nec Cardinales , Epifcopi , cxterique viri religioft impias
depmdantium effugere mmus . JEdes quoque facra ad unam omnes /poliate
funt , va/aque libatoria divtnis rebus dicata in pr^tdam ne/arie a6ia , ab alta-
ribufque ablata aurea crucesy prettofa eandelabra, Sacerdotalia mdumenta,
atque ufque m facrofan^a Dominici corporis tabernacula rapaces manus m-
jeÙa y omnefque tandem Ecclefiarum thefauros barbarico fajlu , immanique
avaritia crudelis hoftis eìcptlavit ; atque in U^ligionis Chrtjiiana ludibrium
yirgines facras vel violai ity vel expoliatas m publicum nudo corporetraxit :
cateras quoque matronas eadem ignominia affecit ; nullum pratereà fuit genus
hominum y nulla tota B,oma vel publicay vel privata domus , qua furentis,
facrilegique hofiis manus evaferip. Così egli; & il medefimo Coeleo fcrit-
b cocU.ho(4nnQ.^^^ Tedefco non potè non dire, [b] Milites Germani , & Hifpani in ea
pugna nullum habentes facrorum refpetlum plurimos occiderunt non folumin
atrio y & porticu Bafilica S.Tetriy verùmetiam in ipfo Tempio y atque adeò
'<& circa facratiffima sharia, & circa memoriasy & monumenta ^pojìolo-
rum , aliorumque Divorum , plurimum fanguinis effuderunt ♦ Deva/tato itaque
BurgOy mox m eam Bfima partem y qua Tranflyberim dicitur y irruerunty in
pradam omnia rapientes , c^ vita redemptionem à quibuslihet extorquentes ,
Cun&is itaque fubito, & inopinato terrore perculjìsy eodem viatoria tmpetu
eodem die irruerunt y & inmagnam B^mam perTontem Sixtinum, ubi multò
minus cadisy quàm m Burgo, fed longè plus prada fuity & pecunia y quia
propulfo in Caftellum Tapay nemo viÙori exercitui arma impune opponebat:
plus itaque deditionisy quàm pralii fuit. B^ma ergo fìc obtentay captaque,
ac pervafzy miles abfque duce feroXy effranis in pradam omnia ufurpavit y
facra juxtay atque profana y neminem à direptione militari falvavit deditio y
neminem facer locus , neminem Cafaris , aut nationis nomen , aut favor .
Omnes incoia y Jìve Bimani effent y five Hifpani y aut Germani y amiljìs rebus
omnibus corpora quoque propria , & vitam juxta afiimationem ab irato , 0*
injultante vittore taxatam redimere coa6iì funt , Tars in tormentis , & im-
mantffimo cruciatn defecit , vitam fimtil cum pecuniis relinquens : pars femel
redemptay ne rurfus aflmaretur y abiit ultrò reli6its omnibus : nam contigit
haud ita raro eundem feu civemy feuincolamy autcurialem nunc ab Hifpanis y
itunc àGermanis capi y torqueriy ajìimariy ac are mutuato redimi. Irrepferat
in eum exercitum per quofdam Germanos lues Lutherana , qua fané milites
inferii omnia facra defpeBui habebant y facros caliceshaud fecus y quàm prò-
fanos y attre6iabant , ac diripiebant : venerabile Sacramentum abjicientes , py-
xides y ac monflrantias argenteas rapiebant ftbi : facras vefles in ludibrium re-
ligionis no/ira profanis induebant lixis , ^ calonibus ; venerandas Divorum
reliquias velut offa canum abjiciebant , abrepto argento : facras item Firgi-
nes haud fecus , atque meretrices , ad fluprum rapiebant . Quidam Luthera-
Ttus eam hifioriam Theutonicè defcribens affirmat , Germanum quemdam
militem, qui dicebatttr» Viridis Silva, verfo ad Cafiellum S. angeli ore prò-
' i^ '' '''~ clamale,
Capmlo IV 575, "^Xn
ctamaffe , in voto ftbi effe , ut ex coy'pore Vapa fruftum devoret , ^uod Luthero * ^ ' *-^'
nunciare pojkt y eòquòdVapaverbaDeihabmiis impediperit ; e foggiunge,
Mtlitest ex veteri Cappella Tapa , in qua ejus Cantar e s quotidie MiJJàm , pias
preces, &horascanere folebantt fccide flabulum e^uommi quibus BullaSt
quas vacanti aliafqueTontificias litteras fi4bjiyaverìnt; e fiegue che gli He-
retici, Cardinalium vefies , ac pileos in eorum opprobrium indwftey fitium-
que creajie Tapam ex Landesknechio , qui dixerit in fi6io fmrum Cardina-
lium ccetu , & Concijiorio , [e donare Tapatum Luthero : Quijquis militum
id approbet i dexteram in altum tollat. Mtlttes itaque levajje manum y ac
clamaffe y Lutherut Tapa > Lathcrus Tapa. Così egli. Protezia avverata
diquelfant'huonio» di cui di fopra fi difle , che annimziaflfeà Roma talea-
ftigo ronde di lui foggiunge il M Coeleo, ecolCocleoil Sanfovino [b] e'I ^/sl!!ro'vL% , &
Sudo, Dimifjus è carcere à militibuSi eis quoque pradixit > breve fore eo- SHrinsin hoc anno
rum gaudium ex illa prada. Cam igitur eventrent eay qua pradixerad cre^ '^^^'
ditus eji prophetìa habere fpirttum , quem & vita aufìeritate probavit *
Joannis Baptijìx nomenhabensy & vita injtitutum fequens. Così iìCocìcOi
che con rammarico più fenfibile , & irreparabile de' Letterati , [e] xMaxh <^ ^"^*'" '*'''•
mum damnum j foggiunge y quod eruditi pracipuè deplorent , datum eji à
barbarli milmbus m Bibliotheca Vaticana ad S, Tetrum , ubi pretioftjfimui
erat librorum thefaurus , quos magna eX parte furor barbaricus difperdidit ,
difsecuify aut viltffimè dijìraxìt . Così egli. Pianfeconlui il medefimo in-
fortunio l'Autor moderno degli Ecclefiafkici Annali, che a tal racconto ^ rfv^.ijar^
anch' ellb dice, [t/] "^ofque fapiùs in confcribendis ^nnalibus Eeclefuijiì- nun.n'.
cis luximusy cum plura mjignia monumenta in Tontificum libfis recondita ,
qua proximam hijtoria lucem erant illatura , deftderentur . Ma quelle ini-
menfe fceleratezze potrebbonfi dit leggiere , fé fi paragonano con le mag-
giori . E primieramente incominciando dalle cofe facre ; non rimafe quali
Piffide \\\ alcun Tabernacolo di Roma * che gittato in terra il Sacramento >
non divemlfe preda di que' Barbari : anzidiceiì, che sfarzofi nella empie-
ti, come fé la loro mira folle difetta non tanto contro le cofe divine, quan^
tocontroDio, chiamafieroungiorno [e] un Sacerdote Curato, efolle- * ^'""•'•"''''^'*-
citamente lo conducelfero ad una cafa col Santiffimo Sacramento in ma^.
no, per dare, com'efllglirapprefentarono, il Viatico à un moribondo,
AndOvvi il Curato, ma gli empii nella ftalla di quell'habitazione lo intro-
dufi'ero, eqiiiviadun vilifiìmo Giumento coleo interra, gli comandaro-
no, che porgeffe in bocca la venerabile particola : della quale hornbile ri-
foluzione fpaventato il devoto Sacerdote, amò meglio , come fegiù , per?
der la vita in quel luogo, che profanare in quel luogo l'alta Sacramentata
Maeftà del fuo Dio . Ali? iaiagini de' Santi, à chi di efle fu cavato un' oc-
chio, a chi lacerata la faccia, eòftatue, ò tele elleno folfefo, in gran par-
te ridotte in pezzi, e f-acaifate : le loro reliquie- involato fargento, che
le racchiudeva, gittate perle llrade a' cani, e di elfe co'loro Reliquiarii
caricate per fretta alcune navi daSpagnuoli, veleggiarono in Spagna per
dividerfi quivi più agiatamente la preda : màdifefeDiolifuoi morti fervi
con la trincera di una fpaventofa tempelU , che sbalzò le navi difperata-
mente in Sardegna, nella cuilfola, conofcendo gliSpagnuoli l'improvifo
fdegnodiDio, ericonofcendo il loro facrilego attentato, depofitùroiio
conlufi que'facri pegni nelle mani del Vefcovodi Cagliari, implorando
perdono al Cielo, & al Vefcovo della loro temeraria baldanza: e nn. .enfi
A a 4 "iia
TE Vii. l'ina lettera di eflb, in cui egli prega il Pontefice à permettere * che di s?
nobile teforotimanefle arricchita quella fiia Cathedrale, giacche il Cielo
per impenfata via haveva colà condotto, comeinrefugio, que' Santi: al
ìi'iiib.Brtv.^n. che Clemente rifpofe , [a] che in più opportuna congiuntura haverebbe
llnJep.rffntT^^. ^^^^ df^ofta alla domanda . Fra le molte Reliquie allora ò gittate , ò fper-
««. IJ27. «.44. dute, ò involate [^] annumera il Piazza un braccio di S.Alefliio donato
%tt7j7at!l%Zd2i\C3Lvd,Gmdo?ÌQrk^^^ di cui egli
ucjy.urum^ apud era Titolare , & un deto di S. Niccolò medelimo , che confervavafi medefi-
rT^i^,7clrd.fag, mamentc in quclla famofa antica Diacouia . Ma furono allora non invola-
w/;;8<s4.cw.2. te da' Barbari , ma involate a' Barbari, e dal devoto Curato nafcofte fotto
terra, d'onde doppo cent' ottant' anni ritrovate, nTnrferoallapnblicave-
tvS''y/''r'' '^' "^'■''^^^"^^"^"^^^^^S"^"^^^^"^^^^^^^^"^^"''^-^^" t^^ Mi non cosìven-
'"*' '"''^' ne fatto à quella facrilega mafnada d' involar l'argento , ove ilavano rac-
chiufe dentro la Chiefa di S.Gio: Laterano le tefte de'SS. Apoftoli Pietro , e
Paolo : conci ofiacofache Dio no'l permelfe, e infufe loro un così fenfibi-
ti!l'"di'paòu]v. le terrore nell'avvicinarlìi quel facro Tabernacolo, che tutti [fi] Kl^eminey
rfw<r4;-4fc;w« /.!.* come dice il citato Manofcritto, nifiDeo, perjequente ^ fugerunt . Se così
'*^' fpietatamente furono oltraggiati li Santi, quindi fi raccolga , quali horri-
bili ftrazii fotfrilfero da quegli Heretici la nobiltd, e popolo ài Roma . Non
fu Monafterio , ò facro Clauftro efente dalla loro rapacità , e libidine . Tut-
te le cafe furono mefle i facco , tutte le perfone à taglia , e que' medefimi ,
che fi ftimavano allìcurati dalla protezzione di Cefare , eglino i primi furo-
cfrd7naii'Jm^'^" "^ malmenati, come gli altri . Il Cardinal Ferdinando [e] Ponzetti del-
la fazzioneCefarea, riputato in fama di gran ricchezze , ficcom' egli era
in quplla di grande fcienza, fu in obbrobrio della dignità Cardinalizia fo-
pra un Afino fatto girar per i luoghi più frequenti di Roma, percofl'o da
calci, epiftodapugni, finche ridotto in cafa, fu forzato oltre al paga-
mento di ventimila feudi di taglia, à rimaner dolente fpettatore del fac-
chcggiamento della fua cafa : onde ottogenario eh' egli era , india mendi
quattro mefi lafciò di vivere , con augurio di più lunga vita , com' efprefie
il fuo nipote fopra il di lui fepolcro nella Chiefa di S. Maria della Pace in
Roma, lij facram direptionem vidijfet . Fra Chriftofano Numalio da Gene-
rale dell' Ordine di S.Francefco inalzato da Leon Decimo per merito di
dottrina alla dignità Cardinalizia, forprefo dagli Heretici in letto fotto il
tormento della podagra, pafsò quindi all' altro più acerbo di ogni più abo-
minevole ftrapazzo. Eglino prima lo ripoferoveftito Pontificalmente in
utia bara in forma di morto, e dal fuo Palazzo procefi^onalmente lo por-
tarono alla Chiefa del fuo Titolo dell' ,Ara Codi con torcie accefe (quin-
ci, e quindi, e con obbrobriofi canti di vergognofe canzoni fattogh un
facrilego flinerale, gli aprirono avanti la fepolturaj per farlo quivi mo-
rir vivo , fé prontamente loro non pagalTe una grofiiffima taglia : ed
efibendogli l'invitto Ecclefiaftico tutto il fuo havere , proceffionahnen-
te nella medefima conformità diprimalo riportarono alla fua cafa, dove
que' Lupi rapaci non ritrovando pafcolo adequato alla loro fame , lo
prefero hor uno , hor l'altro in groppa fu' proprii Cavalli , e in giro lo con-
duifero da i di lui amici, per ottener dalla loro pietà il fupplimsnco della
iibid, taglia : onde anch' efib l'anno feguente addolorato , [/] e mefto morì,
fpecchio di coftanza , e preziofo a v /anzo della heretica fierezza . La mede-
fima fortuna corfei'o li Cardinali Jacovaccjj diSiena, della Minerva , e il
cele-
Capitolo IV. 577 Clemen-
celebre Cardinal Tommafode Vio, detto il Gaetano, di cui Clemente '^^ \i.l'
fentendo le ignominie, e gli ftrapazzi, mandò piangendo à raccomandar-
lo à non so quarUificialeTedefco, dicendo [rt] Cavete^ ne extinguatis lii- ■>■ fi''^'-^
men Ecclefta . Il Card. Clemente Enkenvortio con quaranta mila feudi ri-
comprò ilfacco del fuo Palazzo : Giulia del Bufalo prima depredata nella
cafa, fu poi coftretta al pagamento replicato di mille cinquecento feudi
per il rifcatto del fuo conforte : Ciriaco Matthei ad altri otto mila per
quello de' fuoi figliuoli :[/> ] Marc' Antonio Altieri , Niccola 'jz.cov^.Q-h PatrUiode'iir.f-^
ci, e Domenico de' Mammi, Huominiy come dice l'accennato Autore, •^^5J°^'''.'/7w/^I.'-
di età grave illnjìrt non meno che di cojiumi , degni di lode , e di fama , codiiioma^artr..
affidati nella fazione Colonnefe , ricevettero l'alloggio in cafa de'Tedefchi, ^"^ -'^J^*
che entrativi amici, fé ne partirono faccheggiatori con taglia al primo di
dieci mila feudi d'oro. Tutti li Palazzi di Roma prima fi arrenderono in
compofizione per evitarne il facco , e poi pagata la taglia , ne riportarono
il faccheggiamento . Li Rioni ad uno ad uno fopportarono riftefie violen-
ze, e con inaudita viltà de'Romani, ciafcunneghittofo, e cheto attende-
va in cafa il fuo carnefice ; onderagionevolmente fi annumera dagli Scrit-
tori il valore del folo facco di Roma à più di venti milioni di feudi d'oro .
[e] Sicché hebbe à dire Gio: Pietro Caraffa ad alcuni Soldati Spagnuoli, e oidoimsin ^d.
che incontratifi in lui fui Colle Pincio , e riconofciutolo per quel deflb Ec- 'i^'f/;'"'" ^^''"""
clefiaflico, che con tanta ammirazione de' popoli, e de' Grandi haveva
nelle Spagne efercitato il minifterio diConfigliere, e di vice Cappellano
maggiore del Re, insinocchioni eli domandarono la benedizioae , f^l '^..^'''"'T!, '" "'''
Ego ne jacrtlegis , atque execratis capmbas faufta precatione benedicam ^ vita Pa»u iv.
Ite maledigli in ignem atvrnum : perloche, di lui fogginnge il Ciaccone,
[e]d Cafarianis mtlitibus Urbem diripientibus male habitus fuit . Se de- cin vhh cird.
fcriver minutamente tutto fi voleffe, lunga, e deplorabile Hiftoriacon- -"^'rbAa.petrttiC^-
verrebbe tefiere di quelto fucce(fo , che fii uno de' più miferandi , che
lì leggano in tutte le Hiflorie de' tempi trafcorfi. Conciofiacofache non
così mai inferocirono i Gothi fotto Alarico, né li Vandali fotto Gen-
ferico, quando gli uni, e gli altri fi fottopofero Roma, e ne involarono ^
gli arredi, e le ricchezze. Poiché fi riconobbe in eflì qualche freno di di-
vozione , e qualche fenfo di humanità , portando eglino rifpetto alle Bafili-
che de'Santi Apoftoli , allafantitàde'Clauftri, alla pudicizia delle Vergi-
ni, al patto delle leggi; quando i Luterani confondendo Cielo * e Terra,
<e mandando al pari degli huomini anche Dio , dilapidato il Santuario , ri-
duifero in ftalla il Tempio di S.Pietro, profanati li Monafterii, efiraffero
quindi ad ogni lor voglia le fpofe di GiesùChrifto, perduto ogni ftimolo
di honore , rapirono da' Palazzi nobili Donzelle in abufchdi lufTuria , e co-
me beftie non tenute ai patti , fottopofero con intolerabili arìgarie à nuovo
sborfo di taglia chi di già ne haveva pagato , col fegno Itelfo del fuo fanguej
il pattuito taglione. Onde avvenne, che molti huomini ò su i tormenti
lafciaffero la vita per impotenza di rinvenir nuovo denaro, oda fé medefi-
mi fi uccideffero attediati di tantabarbarie, e molte riguardevoli Donzel-
le , e Matrone fi avventaflero generofamente alli pugnali flefiì de'loro Rat-
tori, per confervare intatto l'honore del lor Cafato . Perloche meritamen-
te fu pianta da tutti cotale inhumana ftrage , e il celebre Cardinal Giacomo
Sadoleto più di tutti , fcrivendoà Pietro Bembo, hebbe adire, [/] Gra^ fSadohtus i!i,.x.
yijTmum fmt audire , Urbem omnium nobililJìmam , domictliimlmpcrn, ac Epìiì.i6,pal\^.
digni- ^^'^'
Clemfv
T£ VII.
378
Secolo XVL
dìgnitatis Sedem , & patriam omnium noflrum ita captam , ac direptam : cU*
des i caedes, ftrages toty tamque maudnas abhofte immani, & impio fuiffe
fa^ias , in quibus & Tontificismaximi, quemegoincredibiliter amoi indigni
cafus, & mnltorum prjetereà cbarijjimorum ) afque amicijjimèmm hominem
fnortes , C^ exiìiu me t^ehementer perturbarli : in quo angore animi , elfi ea
requiro ex Jiudiis do6lrin£ dolor is folatia , qu<£ mihi adjumento , c5* levatio-
ni ejìe pofjint , tamen baud ita multitm ufque adhuc perfe6Ìum efi : omnem-
enim medie inam vinctt dolor, nec Jìc poj]um fiudere conjiantia , utoblivifcar
humanitatis . Sed hac Deus viderit , cui me totum addtxi » Così egli , che
medefiiTiamente ad Erafmo , il quale con affettata pietà fpacciavafi per
Cattolico, e lagnavafi del trionfo , che della prefa, e faccodiRomaface*
vano gli Heretici in Germania , in deplorabile tenore così rifpofe ; Urbis
B^maè cafum , quem pluribus defles , non alterius arbitrar eloquemia dignè pof-
fe deplorar i, quàm tua : incredibile ejì, quantum calamitatis , & damni ex
illius Urbii ruma omnihumano generi my?e5ium (itiin qua, et{Ì vitia quoque
nonnulla inerant, maximam tamen multò partem dominabatur virtus 1 domici-
lium certe humanitatis , hofpitalitatis , comitatis , omnifque prudenti^ civi-
tas illa femper fult ; cujus excidio , fi qui j ut fcribis , Utati funt , li non
homines , fed [efa potiùs immanes funt exijiimandi : quamquam hoc paucis
arbitrer contigiffe, ut aut non doluerint nobilifjlm^ omnmm i (jr multò prjs-
fiantiffima Urbis clade ; aut fi furore quodam ufque eò dvbacchati ftnt , ut hoc
illi exit li, malique optaperint, nunc faturatis odiis , «0» aliqua furoris jui
poemtentia , & victjjuudine rerum humanarum moveantur . Sed de bis vide-
ritDeus, quos tu, quod fcribis, refiùifcere jam coepiffe ; cupio equidem , ut
ita fit, idque precari Deum non defmam ; non enim odi illoi , quin eos re-
ferti ad famtatem opto; fed tamen Deus viderit » Cosi egli, [a]
Intanto in Roma corrotta l'aria per la moltitudine infepolta de' cadave-
ri, e mancate le vettovaglie per il commercio perturbato del vicinato,
Refa del Caftei l'addolorato Pontefice vedeva dall'alto del Cartello infuriar' unitamente
Pomffile',' ti per la fua Roma li tré potenti caftighi di Dio, della Guerra, della Pefte,
Capitola/iòne e della Fame, li quah approdìmandofì anch'elfi all' habitazione del Pon-
Teddcbi'"'" tetìce , andavano comparendo altrettanto più formidabili , quanto più
proifimi. A ciò fi aggiungeva lo ftrettoalìedio, concuiitringevailCa-
iklio il Principe a'Oranges , che nell' avanzare gli approcci colpito di mo-
fchettacain faccia, rimafegli pofcia moftruofamente ftorta una ganafla,
come niercato da Dio con patente impronto in pena del fuohorribiiefa-
Icnlegio . Ma la pena del reo rare volte fuffraga ali* opprelfione dell' inno-
cente. Trattoifi dunque dal Pontefice con l'inimico capitolazione, ere-
fa, col motivo principalmente della ellrema miferia, in cuiegh ritrova-
yal], e della difperaLafperanza di poter ricever foccorfo dall' efercito del-
la Lega da elio avanti il facco conclufa con li Veneziani , effendo compar-
fo lìn'alia vifta di Roma Francefco Maria Duca d'Urbino Generale de'
Collegati più per vedere la defolazione di quella Città , che per foccorrer-
la : del qualtradimetitolafciando ad altri Autori ladeteftabile relazione,
noi folaaiente ci atterremo nell' ammirazione de'giuftì giudizii di Dio , co'
quali egualmente punì allora il popolo di Roma, & indi a pocomen di
cent'anni la cafa della Rovere dominante in Urbino, ch'eftintain un'al-
tro Francefco Maria, viddefi quello Stato impenfatamente ridotto fotto
ti comando di quel Monarca, che il primo Francefco Maria haveva cpsì
vitu-
a Ihidtm pag.^ì.
Capitolo IV. 379 Clemen-
vituperofamentc tradito. E le capitolazioni, e la efecuzione di effe fu- ^E VII.
tono tali, quali afpettar fi potevano da un Principe d'Oranges Lutera-
no, e da tutta quella empia mafnada di Heretici .
La prima, che pagalfe il Papa quattrocento mila feudi all' efercitoCe-
fareo in tre paghe, cioè cento mila prefentemente , cinquanta mila fri
venti giorni, cioè per tutto il giorno ventifeidel medefimo mefe di Giu-
gno, eli rimanenti ducentocinquanta mila fra due meli prò (fimi. La fe-
v^onda, e terza coniìfteva nella confegna del Cartello, e di altre Piazze
dello Stato Ecclefiaftico nelle mani de Tedefchi . La quarta , che sborfate
le due prime paghe, il Papa, coni Cardinali efiftenti in Caftello, doveffe-
ro edere trafportati prigioni a Napoli , ò a Gaeta , fin al compimento
dell' altra paga. La quinta, che per ficurezza delle paghe fi confegnafle-
ro in mano degl'Imperiali in ortaggio l'ArcivefcovodiPifa, quello di Si-
ponto, il Datario, il Vefcovo di Pirtoja, Giacomo Salviati, Lorenzo
Ridolfi , e Simone Ricafoli . La fefta , che C\ dafie libertà a tutti li refugia-
tiin Cartello, fuorché al Papa , & ai Cardinali. Lafettima, che fi affol-
veflero li Colonnefi dalle cenfure , e fcommuniche , nelle quali eglino era-
no incorfi . Così le capitolazioni : per la cui oliervanza fu confegnato agi'
Imperiali il Caftello , nel quale entrò l'Alarcone con cinquanta compa-
gnie di Fanteria : e premendo agi' inimici la confegna della prima paga,
quanto la dedizione del Caftello , furono in elfo introdotti quanti Zecchie-
ri fi rinvennero in Roma, e di quant'oro, e argento ritrovofil dentro il
Caftello, furono follecitamente coniati, e pagati li primi cento mila fcu- a /»/«/,».4rf.w.f.
dipromeflìi e non rinvenendofi altr'oro, ò argento [^] per la foluzio- ^^ J^^^y^]'^ j*'"'
ne degli altri cinquanta mila pattuiti fra li venti giorni, fi riduflero in mo-
neta li dodici Apoftoli di argento della Cappella Pontificia, la gran Cro-
ce, e li candelieri di effa, & altri vafi facri, ch'erano per Romaavvan-
zati alla rapacità di que' Lupi , e fin il ritratto di alcuni Cappelli Cardina-
lizii, conferiti in quefto gran cafo in rifcatto del Principe, improntando-
fi tutto queft' argento in feudi, e mezzi feudi con la effigie delle tefte de*
SS. Pietro, e Paolo da una parte, e dell' arme del Pontefice dall' altra imi
per li rimanenti ducento cinquantamila accordati , & aflegnati in diverfe
impoiizioni , non concludendofene la effettuazione per la impofllbilità del-
la efazione fopra gli afflitti popoli , irritati dalla dilazione gli Heretici , co-
me fé nulla havelfero depredato nel facco, furfero ferocemente fopra gli
oftaggi, pretendendo eglino di ritrovar nelle loro vene quel denaro, che
con tanta abbondanza fpietatamente havevano fucchiato dalle vifcere de'
compatrioti. Per la qual cofa furono que' nobili prigionieri così crudel-
mente ftraziati con funi, percoffe, e barbari trattamenti, che fin'un gior-
no tliron condotti dal Palazzo della Cancellarla , ov' era la loro prigione ,
a Campo di Fiore fotto le forche, fatte allora inalzare per appicarli, fc
li Tedefchi diffuafi da più faggi, òmen fieri configlieri, non li haveffero
poi ricondotti alla prigione, per prolongargli quivi più dolorofa la mor-
te . Mi eflì ftanchi di più forfrire così indecenti ftrazii , con l'ajuto , & ope-
ra di Gio.BattiftaMontebono Cameriere del Papa, oppiate in lauta cena
le guardie, esùfalendoperlaceppadiuncaminoconunacorda, e quindi
pe'l tetto trapaffando in una proffima cafa, e quinci difcendendo nella ftra-
da, fopra apportati deftrieri fuggendo , falvarono la vita , e i'honore ,
lungi dalle infolenze de' Luterani , e da Roma.
Ma
S" 380 ,. . Secolo' XV r.
Carcerazione mi- ^^ "^^ COSI il m'iferabilc Ponteficc , cheracchiufo in iftretto carcere
feribile deiPon- del Caftcllo , fpefromvocavariradiDiofopra i nemici della Religione di
" '^ • Chrifto , e invano implorava (iti il foccorfo di vitto da quelle fpietate cu-
ftodie. In modo tale cheinutilmente richiedala clemenza diCefare, che
ne induggiava la liberazione , fu anch' egli forzato fotto la fcorta di Luigi
Gonzaga, traveftitodaMercadante, di notte tempo, con tré foli fami-
iS.D1cemu.1517. liari, Higgir [a] per la porta de* Prati, d'onde condottoli in falvo nella
proflìma Fortezza di Orvieto , quivi libero dalle unghie degli Heretici ,
finì di rapprefentare al Mondo una lacrimevole tragedia di quanto mal ficu-
rafia la maeftà di un Principe difarmató, e non aifìftito in ognitempo da
quelle forze , che Dio hd contribuite a'Sovrani per ficurezza della perfona ,
e per indennità de' loro Stati . L'inimico parte marcito nelle depredate ric-
chezze, parte oppreflb dalla fopravenuta peftilenza, che uccife amici, e
nemici , rimafe in horrore al Mondo , e in documento anch' eflb ai pofteri ,
di quanto mal vinca , chi pugna contro il Santuario di Dio . Conciofiaco-
fache con iilrana rivoluzione, e cambiamento di cofe , e con molto mag-
giore ammirabile confiderazione della protezzione di Dio fopra il Pontifi-
cato Romano, non paflarono pochi m"efi, che viddefi Clemente nel pof-
feifo de' fuoi primieri Stati , riconofciuto , e venerato per fupremo Princi-
pe del Chriftianefimo , richiefto di perdono da' fuoi medefimi nemici , e
fin dall' Imperador Carlo V. che partitoli dalle ultime parti della Europa
per adorarlo , ricevè genufleffo dal fuo già prigioniere il diadema , la con-
fa Kr^ii /' «»j?r« fermazione dell' Imperio, il congiungimento del parentado, e contro [Z?]
Tncilm.m.'^''' l'armi de' Turchi fovenimento di denaro da quegli medefimo, ch'effo ha-
veva poc'anzi così ignominiofamente impoverito, e faccheggiato . E
quindi l'ufo provenne di erigger Monti in Roma, con li quali ilPonteftce
per fupplire all' armamento aufiliario delle truppe da lui del-linate al foccor-
fo dell' Imperadore contro le armi di Solimano , indebitò le rendite dello
Stato Pontificio come unafpecie di cenfo confegnativo fotto il vocabolo di
Lochi di Monti, ritrahendo dalle private perfone il denaro, del quale fi
formarono tanti Afowf/, quante centinaia di feudi da efle venivano alni fom-
miniftrate, con grande interufura di frutto in feudi dieci per cento. Due
mila ne furono eretti la prima volta , che importarono in Capitale duecen-
to mila feudi , e furono denominati Monti Fede , dalla caufa , per cui egli-
no furono creati . Succefllvamentepoi da'fulTeguenti Pontefici per la me-
defima ragione di Fede, eglino cosìfmifuratamente fi accrebbero, che
co'l progreflb del tempo ripofero in debito il patrimonio Pontificio fin' al-
la fomma di prelfo dieci milioni di feudi in capitale , i cui frutti afforbifco-
c e Ara. de Luca j^q j^ mageiore , e miglior parte dell' entrate temporali de' Papi : f e 1 Unde
f>»» vacaiyiiium Itquet , foggiungc qui a noltro propolito un eminentiiiimo Autore, quod
vrbis c.s.K.jì. illud aurum qmd à panibus ultramontanis adUrbem, & B^manam Curiam
obyenit , occafìone expeditionum Dataria , & Cancellaria ^poftolica , adeò
magmficatum à malignti , vel ab mdoBis, c^ non inforni atii , importai pau-
cas guttas comparatione fiummum ami per Sedem , & Cameram ^pofloli-
d Vedi in qttefio Cam profufì j eir tranpmijfi ad eafdem B^giones ultramontanas ; ma quefti
\tomo li Ponti/, conti fi ridurranno più ampiamente al calcolo nella defcrizione [d] de*
di Pio V. Gregorio — -r ■ ì r
xin.siftoV.Gre- pontificati, che lieguono.
^InteVnl ' ^'" Qw^ftc noftre perdite in Italia furono gran materia di trionfo agli Here-
n'iTov» Li^brr He- tici In Germania, che sì gioirono alla nuova della opprelfione di Roma»
reticali diluirò. g della
Capitolo IV. 381 Clemen.
e della carcerazione del Pontefice , come fé difperata fofìe la caufa della Re- ^^ ^ ^^*
ligione Cattolica. Lutero fopragli altri,defiderofo anch eflb di guerreggiar
al pari degli altri con l'arme della fua penna, divulgò allora libri, che volaro-
no in un'iitante per tuttele Oltramontane Provincie, in derifo di quella Re-
ligione,ch'egIi {limava gii affatto abbattuta dalle fpade de'Luterani. E ordi-
natamente egli ne dirpofe la ferie , come già iìcuro della inabiliti deih fua
dottrina,e qual maeltro, che da primi fondamenti deile lettere comincia ad
inalzar nel difcepolo l'edificio delle fcienze. Primieramente egli dunque
pretefe di togliere dalla Chiefa ilSacrificio,e die fuori rabominevole,& hor-
nbWQvoìmTìt De MilJa^ngularty & Unzione Sacerdotum, e, Dcabro?anda
Mifìa privata . Già dagran tempo covava in feno Lutero qtiefta deteitanda
imprefa, ma concepita non mai produfiela, fin quando che giudiconne ò
pronta la congiuntura, òplaufibile la rifoluzione. Difgradi [^J egli la delibe- a yiemiergiHi 'm
razione di Carloftadio, e de'Pfeudo Agoftiniani di V Vktemberga, quando '"^''^*"''' ''^'
eHìi primi ne abolirono l'ufo: daldifgradimentoeglipafsò all'approvazio-
ne di nuovi riti nella celebrazione di efià : dall' approvamcnto de' nuovi riti
alla riprovazione manifefta di quegli fin' allora pratticat. dalla Chiefa, e par-
ticolarmente dal doverfi ella dire in lingua Latina: e dalla concradizione de'
riti, e de'iumi accefi , e dell'Idioma , finalmente alla totale impugnazione di
effajcontendendo raudace,non cfier laMelfa facrificio,mà fola confacrazio-
ne per la diitribuzione del pane a'fedeli. '2\(e Lutherum videamur imitari j dice
nel fuo celebre libro de feptem facramentis il Re Henrico Ottavo d'Inghil-
terra, quinihilbabet prò fCi nifi quod è fuo fìngit capite, afìeremus quoddicit
^mbrofiu: d> Mijja : Quanta cordis contritione, & lacrymarum fontCjquanta
reverentia,tSi treaiore, quanta corporis caftitate,atque animi puritateifiud
divinum, i^ coelefte rnyfterium eft celebraiidum,Domine Deus, ubi caro tua
in veritate fumitur , ubi fanguis tuus in veritate bibitur, ubi fummis ima,hu-
manis divina jungnntur,ubi tu es Sacerdos,& facrificium mirabiliter, Se inef-
fabiliter ? Quis dignè hoc poteft celebrare myfterium, nifi tu, Deus omnipo-
tens, oiferentem feceris dignum ? Fìdetis, ut bic BeatiJJimus TatLr,& obiatio-
nem appcllet Mijjaì/i, & in eadem Chrifìum ipfum dicat , & Sactrdotem ejse , dr*
facrificium, quemadmodum fuitìncruce : cujus auQoritati quantum Luther us
tribuat , viderit ipfe . Quantum vero tribuerit Beatus Gregortus , facile declara-
vit , cumilbimimitatus, ita fcrrbat: Quis fidelium dubitare pofllt, inipfa
iiiiniolationis hora ad Sacerdotis vocem coelos apeririPin ilio Chrifii mylle-
rioAngelorum choros adefl'e ? fummis imafociari,terrena coeleflibusjungi*
unum quid ex vifibilibus , & invifibilibus fieri ? Hxc namque fingularis vidi-
ma ab sterno interitu animas folvit , qu^e illam nobis mortem Unigeniti re-
parat. T^ec mìnus aperte cum dicit : Huic ergo quale fit prò nobisiftud facri-
ficium, quod unigeniti Filli pafllonemfemperimitatur. Videmus, ut non •;'
[olum divns ^mbroftus, & Beatus Gregorius immolationem appellat Mifsam, &
facrificium , ac fatetur in ea non ulttmam tantum Chrifii ccenam , quod Lmberul
aity fed& paljìonem ejus reprafentari . Is^ec tamenijiud foli cenfuerunt tlli;
nam & ^Augujtinus non femelidem fatetur; ait enim de Mifsa : Iteratur quo-
tidie ha:c oblatio , licètChriftusfemelpalfus fitj quia quotidielabimur ,
Chriftus prò nobis quotidieimmolatur. Così egli. Mi pretefe Lutero di
faper molto piùdegli allegati S.Ambrogio,S.Gregorio,eS.Agoftino,epren- Colloquio fri
dendo più da alto la origine dellafua nuova dottrina, egli difie , ( e non ver- J:"["°^.' i^ji^^''^
gognoffi di dirlo ) haverla imparata dal Diavolo , Ego , egli fcrive nell'aceiv sacrifido""dc!u
nato ^^«'•-
Clemen- ^2z Secolo XVL
TE VII' rtàto libro, coram vobis I^verendis, & San6lìs VatribuSy confcfjìonem fa
ciam. Date mihi ab folutionem boriami //«^, -pobisoptOy quàrn mimmumno'^
ceat. Contigit me femel fub mediam no6lem fubitò expergefieri , ibi Satari
mecumcapit hujufmodi difputationem . ^udiy diflcgli il Diavolo, Luthere,
Do6ior perdoBe y riofii etUmtequindecimamis celebrale MiJJas privatas pe-
ne quotidie i Quid fi tales Mìjjje privata borrenda ejjcnt Idololatria ^ Q^id fi
ibi non adfuifìet Corpus y & Sanguis Cbrtfliy fed tantum panem,- & vinitm
adorajjesy & aliis adorandum propofuìjjes f Cuiegorefpondi ; Sum un&us Sa-
eerdoSy accepi un6iionem , <jr confecrationem ab Epifeopo y & haec omnia fe-
ci ex mandato y & obedientiamajorum . Quare non eonfecrajfem ^ cumverba
Chrijii feria pronuntiarim , & magno feria Mifsas celebrarim i Hoc nojìi .
Hoc totum y foggiiiilfe il Diavolo , ejì verum ; fed Turc<e , & Gemiles
etiam faciunt m fuis Templis omnia ex obedientia , & feria facra fua
faciunt. Sacerdotes Jeroboam faciebant etiam omnia certo :{elo , & jiudio
contra vero$ Sacerdotes in Jerufalem . Quid fi tua ordinatioy & confecratio
etiam falfa efscty ftcut Turcarum , & Samaritanorum fai fi Sacerdotes , &
falfusy & impius cultus eJì i Cosi egli. E qui degnamente fi meraviglia il
a Surìas f-r Com^ Stirio , [«] ,An non mirum efty dum talia legunt bomines y pofse -pei ad mo-
tnat.an.t5z1. j^gfitum in ejus viri do6ìrina permanere ? Dall'abolizione della Mefla egli
pafsòallacompofizione di un Catechifmo, in cui iftrulva li fuoi fegiiaci
eon ordine faeile ad apprenderfi, e regolato a ricenerfi, elaltroi in lingua
TcdeCcaydecommunionc fub utraque fpecie adverfus Tapiflasy el'altrome'
defimamente in Idioma Tedefco, de bello contra Turcasy in cui akanl^n-
te egli fi querela, e morde, e lacera la fama, e'I nome di Leone Decimo,
perche condannalFe il fuo articolo , Tugnare adverfus Turcas efi repugnare
Deo vifitanti imqmtates nofiras per illosy e ripone per conclusione, Tarn
malus efl Tapay quàm Turca ^ & al contrario > Tarn bonus eJì Turca, quàm
Tapa, Quindi Lutero fi accinfe a riprovare le altre Sette di Heretici con
di verfi libri più ripieni efll di errori di quelli , ch'egli riprovava . In lingua
b *4n7i. tsiB. Tedefca [b] fcrilFe il trattato contra ^nabaptiftas, in cui provafi non tan-
to do verfi fidare della Fede del Battezzante, ò del Battezzato, òdelPatri-
no, quanto delie promeile di Ghrifì;o, e della attuale recezione delBatte-
CwnoiFidem enim, eglifoggiunge, efse incertam y Sacramentum autem cer-
tum-y de allegando pofcia l'argomento degli Anabattifti, che dicevano,
l^mquam haberi in Scripturisy quòd parvuli babeant fidem propriam > aut
quòd baptÌT^ari debeanty con quefta rifpoftafuo mal grado egli eontclTa la
forza da lui altre volte negata delle tradizioni, Quòd parvuli credanty nulla
Scripturae loco demonftrare pofsumusy qui dare bis y aut ftmitibns verbis'di-
caty Varvulos hapti'^tCy nam & ipfì credunt . Si quis n&s urgeat ad demon-
firandam ejufmodi litcram , buie nos cedere oportet , ac -piUoriam dare •
'^ufquam fcriptam invenimus . Boni autem, &■ rat ione prediti Cbrijiiamta^
le ànobis non exigunt : contentiofi y &" cervi e o/i fe^arum JDucesid faciunt. c4t
contra ncque ipfì ullam afferem Itteram , qua dicat , ^daltos baptiT^ate , &
nullos parvulos. Così egli, <.ioè quegli iteffb, che alli Vvaldenfi Bohemi
altre volte havevafcritto, Trafiare , prorfus omittere Baptijrnum m parvu-
lisy quàm bapti':^are fine fidcy ripigliando egli dihereticalaconfuetudine
foftenuta dai fopracitati Vvaldenfi , Quòd parvulos bapti'^arent ad futuramt
fidem , quam adulti confecuturiefsent. Mù molto più fervidamente egrinvefti
ZjLivinglio , & Ecolampadio nel libro da fé compollo net medefimo anno , e
nel
Capitolo IK 383 Clemen.
«nel medefimo idioma Tedefco, che intitolò, Confefio magna de Cam Da- ^^ ^***
mini. Quivi Lutero doppol^diftinzione, ch'egli dà, di tré modi di E[sere
in qualche luogo, cioè Locale y òCirconfcrittipOy Definitivo ^ eB^epletivop
attribuifce il fecondo , cioè il Definitivo , al Corpo di Giesù Chrifto nel pa^
ne Euchariftico. Quemadmodum , egli dice , confignatus fepulchri lapis ^
& claufa ]anua immutatamanferunt ; &tamen fìmul Corpus Chrijii ibi fkit,
ubi lapis i & lignum fuemnt : ita quoque in Sacramento Corpus , dr Sanguis
Cbrifli [unti ubi panis, & vinum funt, qua immutata manenti efieguei
provare, & ad infegnare , Ter pr^dicationem identicam t Tanemefse reali-
ter y & proprie loquendo Corpus Chrijìi : e per ilpiegar'egli con qualche fimi-
litudine , come in virtù della unione facramentale il Pane dir Ci pofla Corpo
diChriflo, rapporta molti efempii, cioè della faccoecia, e del denaro ,
della garatfa, e del vino, di un bicchiere, e dell* acqua, del ferro, e del
fuoco, de quali vale il dire, Hoc funt centum Floreni y Hoc ejì vinum ^he-
nenfey Hocejìaquay Hoceft ferrumy Hocefiignis; efiegue, In bis omnibus
locutionibus , quoniam faccus & pecunia , eantharus & vinum , vitrum &
aqua, ferrum &ignis, quodammodò una funtmafsay ideò pronomeny hoc,
fimul ad utrumque refertur : Eodem modo & in verbis Chrifii , Hoc eli Corpus
meum, pronomeny hoc, non fimplicìterde panCy [ed de pane Carneo oportet
intelligi. Fallace parità di logico argomento : dalla forza di un detto com-
mune , & ufitato , arguir la eflenza di un de* primi mifterii della Religione
Cattolica I E poi, benché dal folofenfo obvio delle parole della Confa-
crazione non quindi incontjTOvertibile deducali la tr^nfuftanziazione ( nel
qual punto fono óìycyCi li fefltimpnti de' Theologi ) contuttocio la inconcuf-
fa, incorrotta, e divina Tradizione vuole, che crediamo, che nella pro-
lazione delle parole. Hoc eji Corpus meum y ce|fi iiicontanente la foftanzé^
del pane, e fubentri quella del Corpo di Giesii Chrifìo . Efltraditioy dice ^ ^^ ^^ , - ,^
San Gio. Chrifoftomo, [a] mhil quaras ultra, E fé beii Lutero volle con- i« ^^/. mdThtf'
correre con Bucero, che il Corpo, e Sangue di Chrifìo non rimaneflero ^'''''"'
nella Euchariftia, extra ufum i non però egli fempre dimoftrolH rifoluto
neir ammettere la impanazi one ; poiché doppo haver egji molto difputato
fopraqueflo punto, conchiude nell' allegata Confef^ìone, S€ baUenus do-
cutfse i i& adhuc docere y parum re ferve y nec magni momenti quafiionemefsey
fi-pe quis panem m Eucharifiiamanere y five jion manerey & tranfubjiantiari
credat. Coftume folito degli Heretici fempre vag)ii, e difcordanti da feme-
defimi . Ma non difcordò già egli in quello Libro giammai dal condannare,
e dall'efecrare quella dottrina, che fi ammette fra Cattolici, della libertà
dell' arbitrio , contro il quale acremente feipprepiigna , facendo egli arbi-
tra dell' huomo meramente la grazia, comefeilnollro bene operare pro-
venilfe afìblutamente fempre da Dio , e non mai da alcuna noftra coopera-
zione alla grazia di Dio . Quivi egli medefimamente rigetta , come inutili,
le vigilie, leMeffe, gh Anni verfarij per i Defunti, ch'egli chiamò 7^««-
dinas Diaboli , e la invocazione de' Santi : efclude dal numero de' Sacra-
menti la Eftrema Unzi one , il Matrimonio , e l'Ordine Sacerdotale , e con
quelle indegniflìme parole pone in abominazione la Sacra Meffa, Super
omnes vero abominationes teneo efse Mifsam , qj^ia prò Sacrificio , ac bono
opere pr Mie atur y ac venditur . Ma molto più orgogliofamente, Heretico
qual'egliera, inveftì gli Heretici Sacramentarli nel fcrmone, che nei me-
defimo anno recitò in VVittemberga, De Sacramento Corporis3& Sanguinii
Clm-
Clemen- ^24 Secolo XV ì.
TE VII. chrifli cantra fanàtìcos Sacramentariorum fpìritum habcntes. Quivi egli in-
veftemaravjgIiofamentebeneZuvinglio, Ecolampadio, Bucero , Carlo-
ftadio, e'I futuro Calvino , eCalvinifti : Caterurrii così egli, illeipfeDia-
bolusy ddcujus virtHttbusnobis jam fermo fuit, »oshodie per fanaticos ho-
mines oppugnai blafphematwne Coena Domini nojirijefu Chri/ii , ^ui fomniant,
^ in ea folum Tanem , & Vìnum dari in fignum , aut fymbolum Chrijiiana
Trofejjìonis , necvolunt concedere ibi Corpus , & Sanguinem Chrifii efìe, cum
tamen expreffa & darà fmt verba , Comedite , hoc eft Corpus meum .
QuiS quidem verba adhuc firmiter fubjtflunt, nec poffimt ab iis labefaBari.
Equidem cmtra Carlofladium rem iftam adeò dìligenter traviavi , ut nifi
quis videns , fcienfque errare vellet t facile pojjet cantra ifla Diaboli phan-
tajmata fé tutart. 1<(ec quicquam hahc hiereftm magls promovet , quàm m-
yitas. T^am nos Germani tales homines fumus , ea , qu<£ nova funt , affe-
ilamus y & avide anipimus y & injani mordicìts retinemus , & quo quis
nos vehementiùs reprimit , co furioftores reddit . Si vero nemo fé nobis oppg-
flit y propediem fatietatey &tadioaffeBiy fpontc abjìcimus y & ad alia nova
inhfamus . Hac res Diabolo magnam ajfert occaftonem , ut nullum adeò mon-
firofum [omnium y aut commentum pojjit proferre y cujus non invenìat ajjer-
tores, Ó" hos quidem eò citiiiSy quo id, quod ajfert y efl abfurdtuSy & ine-
■ptius. Ferumtamen folum Dei verbum manet inneternumy harefes vero prò-
pè id oriuntur y & rurfus occidunt . Quamobremnon pofiummihi perfuadtre,
hanc harefìm fare diuturnam . "^imis enim crajfay c^ ejfranis ejì , & non
impugnai incerta f opiniones , C&* dubia Scriptura tejlimonia , fed planas , Ó*
explicatas Scriptura fententias. E perche h Sacramentarii dicevano, non
doverfi rompere la fraterna canta per ditfenzione così leggiera, qual'era
quefta del Sacramento, Maledi&a fìty egli foggiunge, in omnem aterni-
tatem illa charitas , c^ concordia , eò quòd talis concordia non folum Eccle-
ftam mi fere dilacerai , verùm etiam more diabolico irridet , <& tam illibe-
raliter afpernatur .... Sì cui parentes , uxorem , liberos interfecifiem , &
de €0 quoque occidendo cogitar em, ^ tamen diceremy ^mice bone , fecuro
fis animo y ^otiofoy dtligemus nos mutuò y res non eft tanti ponderis, ut ob
eam inimicitias fufcipiamus , & bellum geramus. Quidisy qu^foy refpon-
deat ? Cenfeamy illum me cbarum habiturum <* Ita Sacramentarti y mihtDo-
tninum meum Jefum Chrijìumy & Deum Tatremin verbo juo trucidanty &
Matrem fuam SanUam Ecclefiam una cum Fratribus mets mariani , meque
iugulare qu^runt, & adhuc dicunt , me tranquillo , ^ bona animo efìe de-
bere y fé mecum familiaritatem , & amicitiam junÙuros , & confervaturos .
Hic manifcfìumy & notum efty quòd de verbis Chri/ii , de Coena Dominica
contcndamus y & c»nfitetur utraque pars , quòd ftnt Chrifli , & Dei verba.
Deinde nos dare affirmamus i quòd (ut verba fonant ) verum Chrifli Corpus y
<& Sanguis aàfii y cum ait, Accipite , comedite, hoc eft Corpus meum.
Si perperam credimus, & docemusy quidy quafny facimus ^ Deummendacii
(irgumms , & ajjeveramus , quòd illa verba non pratulerit , fed conirarium
dixerit. Quod fi flt ì reipfaprobamus nos in Deum mendaces, in Spiritum
SanEium blafphemos , Chrifli prodiiores , & parricidas , & mundi fcdu^io'
res effe, "lioflri vero ^dvcrfaru piane affirmanty folum Tanem , & Vmumy
& non Corpus , & Sanguinem Chrifli adcfje . Si hac non re£Ìè creduntur , &
docentur, tum reverà JJeum blafpbemant y SpiritumSan&um mendacii accu-
fant , prodmit Chriflum , & mundum feducunt . Mterutram partem a Dia^
bolo
CiEAirNTE
Capitolo IV. 385
bolo exaghart cantra Deum nccefìe efl , tertium nidlum effe potefl . Judìccnt ^
nunc fm%uU Chrijiiani , fttràm caufa h^c fif levis , & an Verbum Dei prò
joco fttducendum . E qui graziofamente egli ripiglia Zuvinglio , che preten-
deva, chela parola della Coiifacrazione Efì, l'ifìcflo dinotanccheS/gw?-
jicat, Ecolampadio, chefcriije, le parole Cor/7«x »wc«w , altro non fonare
cheSignumCorporismeiieàice, eflcr'efll fimilia quelli, a' quali aggradii
fé interpretar le parole di Moisè , In principio creavit Deus e cclumy Ster-
rami in quefta nuova fignificazione, Deusy cioè Cuculus: creavit, cioè
devoravit : Ccelum & Tcrram , cioè carrucam totam , & integram una
eum offibus y & plumis: overo diftorcer volefle l'Evangeliche parole di
S. Giovanni, Verbum CarofaUum ejiy in quefta non mai più udita inter-
pretazione, Verbum fignifìca ^4c«/«»2 curvum, &Caro milvumy e il fen-
fo fi è , Baculus curvus faUus efl' milvus . Porte in derifo quefte contrarie
fentenze, foggiunge Lutero, Hoc itaque hujus rei caput efl, quòd nos ex
partibus nojiris'habemus Scripturam expeditamy & claram , (jua fic fonati
occipite y comedite , Hoc efl Corpus meum . J^ec nobìs opus efl y necdebetà
nobis à quoquam pofltdm , ut hunc textum Scriptura confirmemus , lìcèt
abundè fatis prxflare pofjimus , Sed illis necejje efl y Scripturam nfferre in
medium , qu£ fìc habeat : Hoc fignificat Corpus meum : aut , Hoc efl:
Corporis mei fignum : e più fotto efponendo le di verfe optnioni de' Sacra-
mentarii, Carloftadius Corpus flnit efie Corpus, & in fuo tstb perfeverat,
Mii textum flc macerant : Accipite , comedite ; Corpus meum prò vobis da-
tumefthoc: inteUigeyfpiritualisefca: Hivocabulumy Corpus, inta6iumre-
linquunt , & tamen cum iis confentiunt . ^lii verba illa pretiofìfjima hoc mo-
do crucifigunt: Accipite, comedite, quod prò vobis datur, hoc Corpus
meum eft. Tot capita, & tot fenfus bac unica Se£ia habet, qui in re prin-r
cipali omnes congruunt , & Spiritum San6ium (ìnguli jaSìitant . Is vero Spi-
ritus San6ius in probando y & fundamenta j adendo , non folùm multiplex,
[ed etiam (ibi contrarius , & inconflans reperitur : quod eam ot caufam fieri
mibi perfuafum efl , ut Spìritus San5ius palam coarguat , quòd ifii ftnguli
aquèerrenty cum nulluseorum Scripturam fìc, ut fonai, accipiat, ncque de^
monflrare pofjìt y quòd alitery ac fonat , mtelligenda fìt ; e ói nuovo poco
appreilb replica, Do^ior Carlo fladius ex bis facrofanhìs vocabulis , Hoc eft
Corpus meum, miferèdetorquetpronomeny Hoc; Zuvingliusautemverbunt
fubflantivum, Eft, macerati JEcolampadius nomen , Corpus, tortura fuk-
jicit, ^lii totum textum excamificant , & invertunt vocnbulum. Hoc, ex
primo in poflremum locum deturbantes , (^ dicunt : Accipite , comedite.
Corpus meum, qnod prò vobis tradetur, eft hoc ; ^lii dimidiarrt^partem
textus crucifigunt , &vocem. Hoc, in medium locum coUocant , &mquimt;
Accipite, comedite, quod prò vobis datur, hoc eft Corpus meum ; ^ii
textum fìc obtruncant i Hoc eft Corpus meum ad mei commemorationem ;
Hoc eft , Corpus meum hìc non debet adefìe reip/a , fed tantum commemo-
ratio mei Corporis , ut textus Ita fonet i Accipite, comedite, hoc eft Cor-
poris mei commemoratio , quod prò vobis datur . Tra ter boi alii accedimi,
itt feptenarius numerus compLeatur , qui dicunt, non efie articulos fidei,
ideoque non efìe de bis contendendumi liberum enim cuique efie, ut hic fen-
fiat quicqmd ve Ut, Hi omnia pedibus conculcant , & deflrmnt , Verum-
tamen Spiritus San^us efl bis fìnguìis , & nullus vult erroris arguì in bis
tam dtverfìs , & contrariis probationibus , & textus ordinationìus ; cum
Tomo IV, Bb tamen
Clemente ^^6 Secolo XV L
^'^^* tamen unam tantum textus colktionem veram efìe oporteat . »Adeò cràfsè ,'
& manifejlè Diabolus nos nafo fUfpendit . Così Lutero , Cattolico nella
impugnazione de'Sacramentarii» mi Heretico nella contradizione co'
Cattolici ,
Divulgazione Quefti nuoyi Libri dell' Herefiarca non furono pabulo al fuoco, ma
wrana""^^"^"' vcnto all'inccndio, in cui già fenfibilmente, e vifibilmente confumavalì
laGermania, rinveriata in fé medefimaeconladiflenzionede'dogmi, e
con quella più fanguinolente delle armi, ta Italia ancora cominciava a fen-
tirne il calore , ò per la dimora in effa degli eferciti Luterani, ò per la le-
zione de'libri divulgati da Lutero i onde convenne al Pontefice mandar*
'i^cum'vf '*""''' ^^^^^^ [**] vigorofià Pietro Zana Vefcovodi Brefcia contro Gio. Battifta
fiir. /r '' '^""' Pallavicini Pfeudo Carmelitano , e fpedir [ b ] nuovi Inquifitori in Bologna,
i) uid.confiit.27t Ferrara, e Modena^ per la pronta cuftodia di quelle Chiefe, nelle quali
facevafifentire qualche lontano moto di Luteranifmo. Sicché tuttala Eu-
ropa , parte opprelfa dalla Herefia , parte dal fofpetto , e tutta dallo fpaven-
to , rimirava il male prefente , e temeva il futuro , e tutti ad una bocca
n* efecravano r Autore , maledicendone le opere , e li fatti, mdfeguitan-
done molti per maggior lor confufione gì' infegnamenti . In quefto tenore
ne fcrifle Erafmo'à Lutero, e non potè Lutero non rifentirfieflbfteffo al
diLuterSiuuS rifcntimento c^mmune ói tutto il Chriftianefimo . Ma il precipitato Here-
chczie^e piaceri' tico Ondeggiando fra i rimordimenti di penofifllma cofcienza, & hor gra-
dendoli, ed bora ricettandoli , finalmente foglievaf eli tutti ò con la ubria-
catura de' conviti , b co'l folazzamento de' piaceri. Defcrivene adeguata-
mente ruiembergio il combattimento , e'I modo , e noi da lui ne rappor-
c vumixrg.e.19, tjamo il non men grato, che neceflfario racconto: [e] Dumpu^nafer-
tnvitaLHthen. j^^^ ^^^ Sacrameìitartis y dum ferpuntSuvenckfeidiani, dum ^nabaptijhe in
variai cohortes divifì cervices paffim erigunt, Luthjsrus hac rerum pertur-
batione territus, cujus fé noverat anUorem, in gravifjimos incidit angores ,
A^Luth.t»m,'i,foi. 0. horrendam ali^uandiu corporis, animique prejjuram [d] fuflmHfPp quam
E°fiIoi potenti ri- tlUper f)iabolum HUtam fuijje Zonas & Vomeranus ( quefti fi erano due fe-
'"ofcf T*^"" ''^ ^^^^» e confidenti feguaci di Lutero) commemorant ^ qui velut oculati teftes
.ocienza. rei geft£ fertem defcrip/erunt . Habmt initium paroxyjmus ifte Sabbaphopofl
fefium yifttationis Beata Maria Virginis horis matutinis , idque tanto cum
tmpetu, ut ipfe pra mentis angujiìa nihtl aliud, quàm ad extrema yenien-
dumy exiflimaret . ^ccerftt igtturad fé Tomeranum» eique peccata fua foli
confitetur, rogansy ut [ibi confolationem Juggerat è facris literis, <& peccato-
rum omnium abfoiuttonem impertiat , preces etiam prò fé fundat ad Do-
mimmy & pòteftatem fibi faciat poflridtey qui Dominìcus dies eraty Eucha-
rifUam' participandt . lite territus inf olito Lutheri fermane y quid hoc negotii
ejjet i vehementer mirabatur. Veraàa confeffìone y Vomerano deinde comme-'
tnorat y'quàm intolerabiles animi cruciatusy & angora pertulcrit horis ma-*
tutinisy eos certe graviores fuijje y quàm ut verbìs pojfint expUcari . .Jddif
porrò : Quia me nonnunquam paulò hilariorem exhibeo in moribus externis ,
multi exijiimant , me jucundam omnino vitam vivere , veràm Deus perfe-
£Ìam habetmorum meorum rationem. Sape prppofui paulò majorem aufteri-
tatemy & fan6iitatemtn gratiam hominum prameferrcy verììm à Dea mihi
donatum non fuityUt exequerer . ^ugefcente hoc maloy & mediam capitis
partem occupante y ac fi fonitum aquarum audirety aut molendini ftrepitum^
ad>k£ium reère fefiinavit . Hanc vero tam fubitaneam , ac vehementem
i anirfìii
Capitolo IV. 387 *^'^"iY"
ànimi i cor pori fque agritudinem non pro-peni fie ex caufìs naturdtbus , fed V il*
operatione maligni fpiritus Hlatam LUtherus ipfe cenfuit , uti Jonas , & To-
meranus teflantur. Qnòd ft ionditionem temporum fpe£lesy & publicum re-
rum ftatumi tum ipftus Lutheri machinationes ^ angores y quos ilio die per-
tulit, exmorfu confcieritia fubortosy non injuria dixerìs. 'hleque vero alie-
num eji a, Sdthana veteratoris malitià , ft in anìmum fefe fraudulenter inft-
nuet anxiis cogitationibus flu6iuantemy & hujufmodi pavores augeat trepi-
dantis confciemi<£ , adeòque affilalo affli£lionem addat , prafertim fi quts il-
lum admìferit confultorem, ejitfque fi4ggeftionibnslocHm dederit t ut Luthe-
rum pridem in noàurna dijputationé de Sacrifìcio , & Sacerdotio fecifje fu-
pra demonflravimus . Certe quatuor fere menfibus , pojiquam in hanc faro-
xyfmum incidit , fcribit ad amicum quemdàm ex intimis , [e velut reje5li-
tium vermemy awmimarore, & pufillanimitate fpiritus duriter affligi ^ e5*
graviui qutdem , quàm ut f erre tantos arigorei poffìt , Caterum inter varias
fugge jìione s i quibuscufn luBandum fuit 3 ilU cogitatio penetravit altiùs i
eumque vehementer anxium reddidit , qua de vocatione ad docendum , deque
do6irina , quam fub Evangelii nomine propagabat , animum fubivit in ìmnc
fere modumi ut ipftus Difcipuli teftantur : Tu pvxScsiS i Evangelium fci-
licet? quisveròtevocavitadhocininifterium? quistibipr^cepit, uthoc
faceres? in primis autem, ut ad huncmodum doceres Evangelium , quo
nemo mortalium multis faeculis id docuit ? quid autem , fi Deo non placeat
hic docendi modus? quid fi tua culpa tot anim^e percant, quafuni dam-
natio tibifit imputanda? Tii certo mtitatioilem haneinftituiiti, & audof
esturbarum omnium. Qiiotfcaridalapeperit dodrinàtua? quanta malo-
rum ilias ex ea provenite quàm ingens hominum multitudopereàm fedu-
da eft ? His cogitationibus fé frequenter affligi fdtetur , d^ in magnai àngu-
ftias adduci, ut nonnnunquam ad inferni barathrum defeendere fibi videatur i
Hanc vero molefiam , ac difficilem confcientia lu6lam ad eXtremam ufque
atatem fuftinuifìe videtur , in qua ne vel confcientiae dn6ìum fequeretur , pa?^
nitentiam fuggerentis i vel Diàbolo defperdtionem proponenti fuCcumbereti
iifdem proculdubio remediii ufus fuit , qua aliisin hoc genere fuafit adbiben-
da, quorum Jumìna eftj abftinere prorfus a jejunioy edere y bibere, ludere i
jucundis cogitationibus animum obiettare y bene curare ventremy & caput t
bonum haujium fumere : Mihi fané , inqutt loco quodam , opportunum
effet contra tentationes remedium fortis haufìus , qui fomnum induceret^
Difgraziato configlioi perder il fenfo fra'l vino> pernon penfare alfuo
male*
Né men di Luterò trovavanfi agitati i Luterani nella loro Herefia.
Haveva l'Imperador Carlo intimata [ a]\xwd. Dieta in Augufta per concertar ^ ^„„^ j^^^^
fra Principi la difefa dell' Imperio dalle armi Turchefche , che terribilmente Dieta di AugÙ/ia,
minacciavano l'Imperio, e la Germania; e per ottenerne l'intento, dimo- S^venimemfqu?^
flravafirifoluto òdi accordare, ò di fupprimerele difunioni delle dottrine vifeguut.
fra Cattolici, & Heretici, le quali divertivano non men le armi, che gli
animi dalla unione commune contro il nemico commune. Intervenne in
elfa il Cardinal Lorenzo Campeggi come Legato Apoftolico, evi concor-
rerò in numero Principi Luterani, eProteftanti. La difefa da' Turchi, per-
ch ella dipendeva dalla concordia con gli Heretici,ficcome quefta non potè
inlinuarfi , così quella non iftabiliffi confacevole, e pari al bifogno . E fin dal
principio ne apparirono poco felici gli avvenimenti; elfendo chehavendo
B b 2 Carlo
Cx-EMENTE ^gg Secolo XVI.
^. ;^ • Carlo ordinato , che tutti li Congregati intervenir dovefiero alla ProceiHo-
a ij. 'i'gno' ne del Santiilìmo Sacramento [<z] il Giovedì del Corjp//r2)ow/«;", alla quale
egli andò Tempre a capo nudo fotto la sterza del Meriggio , de'Luterani non
ve ne [ ^ ] comparve pur' uno , fuor che il Saffone , che per non pregiudicare
oc *, u.ttt. ^j ^^^ ufficio di portar lo flocco Imperiale avanti a Cefare, fi conformò al
e Sfirius in Cor»- parere de'[c]fuoi Theologi, i quali diflero,Tofer/Ì efercitar quel Minifterio
ment.an.isìQ. comc utì Opera B^ligìofo, , mlU conformità medefima , come permife Elifeo
, ld'\ àl\laaman Siro d' inchmarfi avanti aW Idolo, quando gli s'inginocchiava
^.■\fgum5. i ^^^ appoggiato al fiio braccio. Rifoluzione nonapprovata daglialtri Prin-
cipi Proteitanti , che non la vollero feguire , allegando eglino ( come altresì
.^ ^ direbbonoi Cattolici [e]) che tutta la ferie, elecircoftanzediquell'azio-
%7i!u,m'.pagAi\ nelaparticolarcggiavanocomefacra, e non come puramente civile. Hor
dunque aperta la Dieta li Principi, e Citti Proteftanti prefentarono a Ce-
fare la profeifione della loro Fede, che fiìdiflefa da Melandone fecondo
confeffioiie Au^ uua breveiftruzione , che inCoburg glie nehaveva data Lutero, il quale
gurtana , e fuo fù confìgliato,pernon offender Ccfare cou sì alto difprczzo , anoncompa-
contemjto . j-j^.^ g^yantl quello , da cui egli era flato profcritto col bando feveriflìmo di
VVormazia. E queflafi è la celebre Confejjione ^ugnflana^tcnuta. pofciafem-
pre per loro Evangelio da' Luterani, fottofcritta allora non da Melando-
ne, né da' Theologi Proteftanti, ma per renderla più temuta fotto l'impe-
gno de' Grandi , da Giovanni di Saffonia , da Giorgio di Brandeburgh , da
ErneflodiLuneburg, da Filippo d' Haflìa , da VVolfangod'Anhault, dal
Senato, eMagiftratodi Norimberga, e da quello di Reutlinghen : onde
tutti elfi , e tutti pofcia quelli , che inviolabilmente la foftennero , furono
detti ConfeJJioniJii . Ella a lungo rinvidifi apprcflb Melchiorre [/] Dolgaft ,
ut!!t.^'pas!i]i'. e da Giovanni Coeleo, che intervenne alla Dieta, cosìcompendiofamente
cocu.'an.ìsio.kc'. fc ncaccenuano patecchic coufiderazioni : [g] Tofiexordium coinraemoran-
!''•(. . , . tur XXL articuli de fide ip forum : de inde anneiluntur alti articuli, in qui bus
recenfentur abufus{uta)unt) mutati, quorum tituli Junt: De utraque fpecic :
de coniugio Saccrdotum : de Miffa : de Confejjione : de difcrimine ciborum : de
>otis monafticis, & de potè fiate Ecclejìaftica . In articulis de fide multa di jji-
mulabant , qu^e antea aliter docuerant : in articulis de abufìbus , poterai
aflutus ille JérchiteBus vel manifefiorum argui mendaciorum ; ait enim : fal-
sò accufantur Ecckfi<:e nofira , quòd Mijiam aboleant, rctinetur enim Mifia
apud nosj <^ fumma reverentia celebratur; fervantur & ufìtat<£ caremonix
fere omnes 3 praterquam quòd Latinis cantionibus admìfcentur altcubi Ger-
rnfUnicte. Jit manifefium'erat omnibus Lutberum multis antea annisy & li-
brum de abroganda Mifia privata fcripfiffe , & facrum canonem tam majo-
remy qudm minor em explofifie, ipfumque facrificium tum latine in libro de
captipitate Babylonica, tum Tbeutonicè in fermone de novo Tefiamento fu-
fiuliff», ac abnegajfe ; atque etiam pojìea rurfus contra Mifiam plurima feri-
pftt, qua piis auribus abominanda junt , non folùm in eo libro Theutonico,
quem de Mifja angulari, & Sacerdotum confecratione infcripfit; fed etiam in
quadam Epifiola optat, ut apud omnes bomines tanta foret mter Mifiam, <&"
Sacramentum differcntia , quanta efl inter tcnebras , & lucem : imo inter
Dìabolum, & Deum. Optat item omnibus bonisChrifiianis tale cor, ut quan-
do audierint hanc vocem, Miffa, exterreantur , feque benedizione muniant^
tanquam contra diaboli abominationem . Sic & de Confeffione ait in mendaci
confejjione J uà Thilippus: ConfeJJìo in Eccleftis apud nos non e fi abolita, non
enim
Capitolo IK 389 CiFMFNTE
enìm folet porrìgì Corpus 'Domìni , nifi antea exploratìs , & ahfolutis . xAt con- VII.
fìabat piane , nullum Lutheranorum intra decem annos ritè fua peccata
occulta confefjum fuiffe . E pili individualmente di quella Confeflìone
Auguftana il fopracitato Surio > [ <i ] ^deo varius , & mconftans fuit z SuriuiUc.cit.
Melan£ìhon , id quod neceffe eft , illis evenire , qui à -peritate deflexe-
funt , ut ipfam quoque Confejfìonem ^4itgujlanam crebro pojlmodum mu-
taverit, quod utique abfterrere debuit omnes cordatos homines , ne tam in-
certa , & ad humani ìngenii mutabilitatem fuhinde m alias formas transfer-
matte doUrina fefe accomodarent , ac tradercnt y nam de ipfis quoque facra-
mentis , per qua dipina gratta ceu per canales quofdam deripatur , tam
eft ille MelanÙhon in fua Confefjìone tubricus , & ambiguus , ut primo qui-
dem velit effe duo tantum, deinde in alia editione tria ponat, porrò in extre-
ma quatuornumeret , Eft autemnotatudignumt quod de hac preclara Con/ef-
fione fcribunt quidam , eam tanto in pretio fuiffe apud quofdam non infimos
Lutheranos, ut dixerint, fé malie de Vatdi sApoftoli, quàm pel de Lutheri^
vel Confeffionis Uuguftana doBrina dubitare. 0 jufta Dei juditia ì qui decre-
ta Conciliorum , & Tontificum ducunt prò nihilo , eò amenti^ devolvuntur,
ut plus apud eos yaleat Lutheri , & Melan£lhoms y quàm Tauli, id eftChrifti
in l/aulo loqucntis , auBoritas . Habent autem yyittemberga in ^cademia
San£tiones quafdam , quibus gravtter in primis cavetur , ne qua dogmata
aut fpar^antur , aut propugnentur , qua cumhac Confefjìone pugnent: denique
in 'ejus jurare verba oportuit Ecclefiarum Lutheranarum miniftros , & pro-
fejìores. Hac quidem de illa Confejfione fcribum fratres quidam Evangelici;
qui tamenetiam hoc habent, eam pofteafapèrepetitam, au&am, & emenda-
tamfuifje . Si ergo emendata fuit fubinde , in pugnantia dogmata jurare opor-
tuit. Et certe, ut dixi, non femel mutata eft ab uno, eodemque Melandibo-
ne ; non ergo à Chrifti fpiritu , fed a cerebro pamm f^no profezia fuit, nec
aliud, quàm humana do5Ìrina fermentum ejìeccnfendaed; & tandem ad hanc
ConfeJJìonem permulta fe£l£ fefe referunt , atque etiam Calviniani, quibus^
ut idpofjent, occaftonem dedit MelanSihon , dum illam Confefjionem fubinde
recoqutt ; adeò ut Lutherani quoque nonnulli Melan£ihonem grapifjimè tncu-
fent, nec pati velini, ut Calpiniani, Zuvingliani, & quidam alii ad Confef-
ftonem ^u^uftanam admittantur , quippè à qua non parum difientiant: mterim
folent ifti f aliare , ut alias diximus , fé demum veram , & puram do&rmam
m orbe revocafie, Sed abftt, ut hoc tllis perfuadeant, quibus Jalus fua cura
eft , qui non inftar parvulorum flu£iuantium omni velint doShina vento circum-
fcrri . Hanc igitur Confejfìonem ^ugufta Cafari exhibitam , tanquam illam
Babylonicam ^pocalypfts Divijoanms meretricem , pleraque horum tempo-
rum fe6ia adoranti èr tamen nihilferè in ea eft, quod non ipft Confejfionifia
inmutualtteponant, &inalios, atque alios fenfus , proutvifumeft, trahant;
nec quidem levibusde rebus inter fé atrociter digladiantur , fed de ipfts fu£ Con-
ferò MS CapttibuS . Così egli . Lu^te?a°n i " ''^r f.^*
Procurò invero Melandone di rendere in quefla ConfeiUone la fua apprrir"ca'^^oiica
fetta meno odiofa , e però tacque in efla quelle abominate propofizionijche Augufta°"Ì^^'^'°"^
al folofentirne il fuono , potevano ficuramente , non tanto rigettarli , quan- b dìIu cmMsh.
to efecrarfi : e per più facilmente adefcare i Cattolici nell' acconfentimento 2ì^Zfr2f,]H.
dieffa, con pari fraudolenza fcriile al Campeggi Legato una lettera, ch^ diverjita vedi n
fpirava in quefto tenore la più alta finzione, che poflaannidarfiinun'He- fr' v','/*/' ^J!
retico. Elia [ 6] vienriferitadal Luterano Giorgio Celeftino nella fua Hi- •<'«»», nei/am.4.
Tomo i^. Bb 3 ftoria.
Clemente ^g^ Secolo XV L
^ ^^' fìoria", de Comltìis ^ugufianìs, e parte di effafi è languente. Dogma mU
lum habemus adverfum à Promana Ecclejia .... Varati Jumus obedire Eccle-
fti£ Romana, modo ut illa prò fua clementia j qua femper erga omì^eshomines
ufa eflj parva quMam vel dijjìmulet ^ vel relaxet.... ^d h^c I{omaniTon-
uficis au£ìoritatem , & univerfam Tolìtiam Ecclefiafticam rcverenter coli-
mus , modo non ahjiciat nos I\gmonus Tontifex . Cum autem concordia facile
pofjìt conjìitui y ft aquitas vejìra paucis in rebus conveniat , & nos bona fide
obedientiam reddamus : quorfum opus efi , fupplices abjicere ? quorjum opus
ejìyfupplices ferro j & igneprofequiì .... Tslullam aliam obrem plusodlifu-
jiinemus in Germania ^ quàm quia Eccleft£ l{pman£ dogmatafumma conjìan-
tia dcfendimus . Rane fidem Cihriflo , &I\pman£ Ecclefìa ad extremum fpi-
ritmn , Deo volente , Dnejiabmus . Levis qitxdam dijjìmilitudo P^tuum efi ,
qu£ videtur obfifiere pofje concordia : fed ipfì C anone s fatentur, concordiam
Ecclefia in hujufmodi B^tuum diffimilitudine retineri pofìe . Così egli . Ma
aprì profondamente la cancrena*!' invitto Coeleo, cheJnelIafuaOratione
à Carlo Y.de Germania ab Rarefi vindicanda, così rivela le machine , e
la piaga de' Luterani, Thilippus MeUnElhon ^ugufia non folum publicè fi-
mulabat fé pacis , & concordia amantem , & avidum , verùm etiam priva-
tim curfitabat , bine inde perreptans , ac penetrans non modo privatorum
demos , & diverforia , veràm etiam Cardinalimn , aliorumque Trincipum
aulas , atque adeò & majefiatis tua Curiam , infìdiofo nimirum circuitu qua-
rens , quem hypocrifi fua devoraret ; & fefellit profe6lò non paucos blandi-
tiis , deprecatiombnfque ftmulatis y dum paffim mconviviiSy & colloquiis fa-
cillimèpacemEcclefia recuperar i pofle affirmaret y ft modo fui spermitterentur
■hac tria dumtaxaty cioè, T apulo utraque fpecìes Sacramenti y Sacerdotibus
conjugium, (^ Mifjaufus, & communicatio: in cateris omnibus fore fuos Epi-
fcopisy & Tralatisper omnia fubditos , di£loque audlentes Ex quibu-s
piane intelligit ^ugufliffima tua , Imperator , Majefìas , hominem ijium
blandiloquentiay hypocrifi que jua vulpina improbiùs egifie ^ugufìa in Comi-
tiisy quàm apertis convitiisy & amarulentiis egit proc^ul delite fcensy & ab-
fens Lutherus : hic enim confueto more convitìabatur , plcbifque odium in Cle-
rum excitabat infiar Leonis rugientis ferociens; ille vero infìar Draconis in-
fìdiantis , fraudo s intendens\y non plebem, fedmagnates hypocrifi fua circum-
venire fatagebat: de quo fané quidam y ut erat vir do5ìus y acperfpicacisju-
diciiy dicebat: Quo gratiofìor efi apud cruditos Luthero Thilippus y quo mo.
defìior in docendo , hoc graviits ladit Ecclefta caufam . Cumque nos aliquan-
do quercremur ^ugufia fuper violentis, & Jedttiofts Itbris Luther i , quos
unum pofìalium mntebat illuc eo quoque tempore y quo nobis non parva erat
fpes tollenda difcordiay Thilippus blandiùs refpondebat y non attcndendum
efìe y quid Lutherus fcriberet y fed quid Trine ipes Lutherani Cafari propone-
renty quid facerey qmdagnofcere yellent. Così egli. Avvedendofi dunque
rimperadore, &i Cattolici della trama iniqua degli Heretici, eglino pro-
z e ocis. ibidem, curarouo [<?] più tofto di convincerli a poco a poco con dolcezza, checon
irritamento vincerli in un tratto : onde Carlo i^^ce. interrogarci Proteftanti ,
-Se in altra cofa eglino difcordafj'ero dalfentimento Cattolico^ e doppo maturo
configlio rifpondendo ellì di Vo , Cefare prefentò la fcjittura alla parte Cat-
tolica, e dal Coeleo, edalFabri,edairEkJofiì ella a lungo confutata con
un' altra fcrittura , quale però non communicofli, fé non a voce, a' Luterani,
per isfuggir la lunghezza delle repliche, e per foikner la Maeilà dellaSe-
t. - ' de Apo-
Capitolo IV. 391 Clèmknte
de Apoftolica, e del Legato dì non contraftar del pari càr-^aoì Ribelli i Vii.
Quindi fi procede a qualche temperamento di concordia: ma quefta , mol-
te volte dibattuta, e difenda, non hebbe mai corrifpondente alla intenzio-
ne il fuccelìb. Conciofiàcofache gli Heretici vincendo molto, purché non
perdelVero tutto, &i Cattolici al contrario perdendo tutto col perder po-
co , non potè concluderfi aggiuftamento in un'affare, che tutto dipendeva
da articoli indifpenfabili della Fede , e da quegli particolarmente de' Sacra-
menti, e dell' autorità infallibile della Chiefa, alli quali gli Heretici noii
vollero giammai predare il loro confenfo . Furono fcelti fette per parte per
concertarne tra elfi il modo , e'I come ; cioè due Principi , due lurifconfuki i
e tré Theologi : per i Cattolici aiìifterono fra i Principi Chriftoforo Vefco-
vodi Augufta, & Henrico Duca di Branfuich: fra i Jurifconfulti , li due
Cancellieri , l' uno dell* Elettore di Colonia , l' altro del Marchefe di Baden :
fra i Theologi Gio: Ekio ^ Conrado Vimpina , e Gio: Coeleo . Per i Lute-
rani fra i Principi Gio: Federico Figlio dell'Elettordi Saflbnia, e Giorgio
Marchefe di Brandeburgh : fra li Jurifconfulti Gregorio Fontano , e l'Heller:
e tra Theologi Melandhone , Brenzio , e Schnepfio . Quelli , cioè i Lutera-
ni, profelfarono di convenire co' Cattolici in molti Dogmi, e nel quarto
articolo della loro Confeifione ammefìTero i che non fi dovelfe più dire per
l'avvenire, lslj)s juflos recidi per folamfidemy efiendo che quefto detto non
mairinvienfi nelle Sacre Lettere, màyperfidemy & per gratiam : Nel fello
eglino confeffarono, l^ecefìe efl ^ ut bona opera ^qu^ Deus prxcepit, efficia-
mus: Nelfettimo, &ottavo, la Eccleftànon folùm ele^os ad gloriam con-
tìnerii [ed pricfcitos cetermm puniendos : Nel decimottavo , Inefie borami
Itberum arbitrium -, tametft nequeat j abfque divina gratia , jujìinam adequi'.
Nel vigefimoprimo, Sanulos prò nobis Deum deprecar iy eorumque mernoriam
fiatis du'biispiè recoli: benché eglino né approvare, né riprovar volefiero
la loro invocazione. Sicché di ventun' articoli della loro Confeifione appar-
tenenti alla Fede, i Luterani concorfero pienamente co' Cattolici in quin-
dici : di tre, in parte : e rigettarono li tré rimanenti nella claUé di que' fette
che concernevano gli abnfipretefi della Chiefa Romana. Edi quelli fette
eglino concedono il prisTiO, Cbrijìum integrum Jecundùm Corpus y & San-
gHinemcontineriuiralibet/peciey necdamnari illosLaicos y qui fub una folànt
Eucbarijiiarn jumcrent . Conveiìnero nel quinto de jejanio in ynuUts dierum
facrorum pervigiliiSy acdemHitorumfijiorurncclebritatex Nel fettimo com-
provarono, Epifcoporum]urijd:5tionemy eifqiic debitarn obedientiarnàTaro-
chis , d concionatoribiis , à Saccrdotibus in caulis Ecclefiaflicis , & ne infl!^£ ah
iiscen[ur£ ex facrarum iutcrarum norma impedir entur . Con quefli trattati
pareva agevolata la concordia: ondeperch'è più facile l'accordarli fra po-
chi , che con molti , fi reitrinfe il congrelfo i tré per parte , cioè all' Ekio >
e Melandone, & a quattro Jwr/y penti: ma non pafsò oltre il trattato,
poiché inafpettatamente Melanótone [^] ultra progrcdi vetitus à Lutbero ^ sieUanuiiiù.7.
fuit . Imitando Lutero gli antichi Donatiiti , allor quando eglino efclaman-
do contro Marcellino, S enfimi b] inducimurin caufamy &poteflastua fen- ^ ^^-^^ fi", ';''''"-
jimnosin cauj^ interna deducit ^ ruppero ogni maneggio di pace co Catto- „emc.24eg^ive-
liei, per rimaner più toftofuperion nella oilinazione, che eguali nella ere- f^j^fji^^" ''"^■^*
dcnza . Non potendofi adunque venire a concordia, Cefare [ e ] con la mag- e c'h-'trJus -n n-j}.
giore, e miglior parte de' congregati publicò il recedo della Dieta con ^j^^''"' ^'*'
un' editto , ili cui fi dichiarava , è fi dava tempo a tutti li Principi PiToteiianti
Bb 4 fin
Clemente ^q^, Secolo XVI.
'^ ^ *' fin a 1 5 . di Aprile , s' eglino volevano fin al futuro Concilio da congregarfi
col confentimento del Papa, convenir ne' fentimenti conlaSedeApoftoli-
ca; e intanto prefcrivevafi loro, che non permettefTero la ftampa , la ven-
dita de'Libri, ò innovazione alcuna inmateria di Religione ne' loro Do-
minii , né turbafl'ero i Sudditi per l' efercizio di elfa ,Jnè procuralfero di trar-
re gli altrui Valfalli alla loro: fodero tutti uniti contro gli Anabattifti, e
contro quei , che negavano il Sacramento dell' Altare , rifiutando in quefta
maniera ( ciò che fi era fatto ancora da' Luterani ) la Confeflìone , che le
quattro Città Franche Zuvingliane, Argentina, Coftanza, Memminghen,
e Lindo havevano anch' eife prefentata alla Dieta : e in fine comandavafi ,
che fi reftituiiTero fra tanto i beni a quegli Ecclefiaftici, a' quali fi erano
tolti. Così l'Editto, che ripudiato da' principali Proteftanti, procede Ce-
rare ad un fecondo più fevero , in cui annoverando gli errori degli Anabat-
tifti, Zuvingliani, e Luterani così negl'infegnamenti, come ne' riti, tutti
adunoadunoli prohibiva, comandando la refiituzione di tutti li beni £c-
clellaftici , e dichiarandofi di ricever effo fotto la protezione fua , e dell* Im-
perio tutti li fudditi de* Principi Heretici , purché fedelmente perfeverafifero
nella Religione Cattolica ; & imponeva à tutti, che folTero pronti ad inter-
venire al Concilio i il qual egli prometteva d'impetrare dal Papa nello Ipa-
.. . ziodifeimefi.
de' Lu"raS!"'e Qucft* Editto incitò gli Hcretìci infofferenti di freno, & avidi ài do-
|'"o*« i-'bri bere- minio , c di liberti ad un' aperto rifentimento , dipartendofi tutti dalla Dic-
tica» I Lutero, j^ irritati, e benché couvinti , uon vinti. Luteroarmoflìfubito di penna, 6
gli altri di fpada, e l'uno die fuora incontanente tré Libri, prenotati co'l
titolo', il primo Glofia. in protervum Edi£ìum Imperiale , il fecondo Tramo-
nhio ad Germanosfuoi dile^os , & il terzo facro nell' affunto , e facrilego nel-
z Dthtt Librtvì- lefentenze [4] Commentarium in Tjalmum ji. Deus judicium tnum B^egida:
in ^J'J^LmhtTi *^"* ^ ^^^ ripieni di maflìme atte non menafoUevar i Sudditi a ribellione
**f'iì. " contro i loro Principi , che gli animi ali* abborrimento della Ecclefiaftica
Difciplina. Mi egli con le parole, ei Principi Proteftanti giuocarono co'
b annali},, fatti, cd uuìtifi [ è] tutti iuSmalchalda , Terra, come fi dilfe, del Langravio
e stt,d<,nHtiib.i. j- j^^^g ^ rifoluti non ubidire al Decreto di Augufta , formarono [ e ] quivi
la celebre lega Smalchaldica, con unione di confederazione contro chiun-
legasmaichaidi. quemoleftarli voleffc in materia di Religione, efclufi fempre li Zuvinglia-
"• ni, odiati come Sacramentarii da' Luterani.
Niio D- d Vedendo per tanto Cefare , che que' Principi contumaci dilTubidivano
spirT/uasfética apertamente al Dccreto di Augufta, e non potendo egli da una parte diver-
«n Ratwbona . tir le fuc armi contro le loro , né baftandogli dall' altra le fue proprie fenza
le loro, per far tcfta al formidabile Sohmano, chegiù fcendeva dall' Afia,
e dall' ultima Europa contro gli ftati dell' Hungaria , e terribilmente minac-
ciava la invafione dell' Auftrìa, e della Germania, incominciò di nuovo a
i^nnttiii. progettar altri motivi di concordia, ed intimò [ti] in Spira un* altra Dieta
per gli affari facri, eprofani. Ad ella deftinovvi Clemente il fuo medefi-
mo Nunzio preflb Cefare Girolamo Alcandro Arcivefcovo di Brindifi , al
e Hdt txtat in qualc cglì fece ricapitate uua lettera fcritca di fuo pugno, acciò eglilacon-
^ot'Z'i ^t(tuìu7: fegnarte [ e ] all' Imperador Carlo , in cui il Pontefice per Dio fcongiurava^
c»nv,nt»s \^tis JQ , chc fc pet evitat maggior mina giudicaflfe Cefare àX concedere a' Lu-
(nT/an," -^f^^^di- terani alcune cofe, le quali fenza urgente neceflità non altrimente fido-
ù rtfmur.x vrebbon concedere, almeno avvertile àx non allargar la mano inquelle s
V che
Capitolo IV. 39 5 Clemek.
che potrebbono recare fcandalo al refto del Chriftianefimo . Mi la Dieta ■ ^ ^^*
non hebbe effetto , e fu differita per la futura primavera in Ratisbona ,
Città pili prò flìmaairinimico, e confeguentemente più commoda , onde
ufcirfi poteffeò col configlio j ò coU'armi alla refiftenza dieffo, che gi£ì
a gran giornate incaminavafi da Coftantinopoli alla volta dell' Unghe-
Intanto più temevafi da Cattolici , più gioivafi da' Luterani alla fama Lu"r?ni,"cLro
terribile della moffa di Solimano , e giudicandofi effi, come in effetto eglino *^""„^[.n'J'o j[i\.ì^'
erano, divenuti in iftatodieffere neceffarii all' Imperadore per la difefa urii»?""^
dell'Ungheria, e perciò procedendo con quella baldanza propria di chi ope-
ra à fuo vantaggio , propagavano con pompa la loro nuova dottrina , ed in-
fiftevanofemprepiùorgogliofinelfoftenimentodi eifa. Eghno percanto fi ^ i:^.Ltigihi^y..
unirono prima in Svinfurt, e di nuovo [^JinNorimber^h, equinuipropo- hc-.,-»;; <:.c,r.«.„
fero [b] iCefare, ch'effihavrebbono unite le loro armi con quelle de'Cat- f.^^^fr/or'^'''*
tolici contro il Turco, ogni qualunque volta con Imperiai Decreto egli
rendeffe libera nella Germania la Religione Luterana lìn al nuovo Concilio
Generale , che , come fi difle, fi erapropofto di convocare . Benché Cefare
negaffe à i Minillri del Papa, che altamente ne reclamarono , haver egli ac-
confentito d una concordia cotanto pregiudicevole alla Religione Cattoli-
ca; nulladimeno dicefi , che fin d'allora egli ne rifolveffelaefecuzione, e Dieta ìnfauaa di
con tal preambolo , che in fine conteneva il tutto , egli entraffe nella Dieta ^^^'"°"* •
convocata in Ratisbona, che fu, e fari fempre d'infaufta memoria negli
Annali della Chiefa . Conciofiacofathe credendofì Cefare neceifitato a
permettere il minor male per falvar laChriftianità dal maggiore , non oftan-
tileoppofizioni [e] dell' Aleandro , che moltrofil fempre invitto nel folle- r r/./^p^/z^jv./.j.
nimento della Fede contro Carlo, conchiufe queftì l'accordo co'Luterani, e "-^'^'^ '"'•
publicò l'Editto chiamato rfe//4p4ce di :^orimberga, perche ivi ne fu co-
minciato il trattato , ò più propriamente // Decreto di F^tisbona , perche ivi
egli fu Inabilito co'l nome di /«fm»? rf/ Carlo F, ( tri li molti Interim di ^ vUtSeond.ann,
Carlo V. [c/j quello fu il primo, ma quello più rinomato emanoflì nel- 'J^».».?.
la Dieta di A ugnila l'anno 1548., del quale à fuo luogo faremo menzione,
con l'occafione degli Adiafonllici, e degl'Interimiftici, heretici , e fazzioni,
che quindi furfero ) voce rinovata, ad imitazione degli altri odiofi anti-
chi editti ò dell'Enotico di Zenone , ò dell'Edhefis di Heraclio , ò del Typo
di Collante. Egli in foftanza conteneva, non la conceflione di un'aflblu-
ta libertà di cofcienza a'Luterani , com'efll havevano pretefo , e divulga-
to, màunafufpenzione dell'Editto di Augnila, e di ogni altra moleftia
per titolo di Religione, fintanto che fi convocaffeil già promeffo Conci-
lio Generale . Melchiore [e] Dolgaft ne rapporta à lungo il tenore , ma egli ? Mhh. ndgafi,
apparifce cotanto alterato da qualche penna Luterana, che non c'inducia- to.i.^ag,^^^.
moà credere, che tant'oltre fi avvanzaffe quella di Carlo. Onde noi più fe-
delmente lo rapportiamo dalla Bibliotheca Vaticana, ne'cui manofcritti
così fé ne regiflra il contenuto : [/] Carolus Q^intus &c. Omnibus , &ftngulis f Buiur. divtrf.
Trincipibus, Ete&oribns, & Sacularibus , TneUtisy Comitibus , Dominis liberis, j^/J.^y!" "^'"*
Equitibus auratis&€.
Toftquam in Sacro Imperio natìonìs Cermamae maxima differenti^ , ac mterim de cario
discordia in caufa relfgionist ac fideiorta fmt, quibus fi à nobis tempefli- v., e fuo tenore.
ìfO confilio non fuccurratur j bella jfeditiones j adverfttatefque in Sacro Imperio
J^omanOi irreparabìliaqne damna , ^ detrimenta oriri pofìent , prtsferttm
hoc
Clemen- 7QA. Secolo XV L
TE VII* ijQf. tempore i cum hoftis , & inimicus fanguinis Chrijìiani Turca, propria
perfona cum maximis copiis in J{egmm Hungaria advenit , hocque propojttd
fttulterim progredii ^dujìriamquè , & alias Vrovmcìas Germania invaderei
eafqueobedientÌ£j ac potè fiati fua [ubmittere j ex quìbus enumeratisi aliif.
que qUamplurimis i maximifque caufts fumma necejjitas pojiulat communem
nationem Germanicam m bona pace j & concordi a e on[erv are, uthcecdawnaj
incommodaj & detrimenta maxima dvertantur , fuper bac nos , ut fupre-
mum Caput inter omnes flatus [acri Imperii Germanica nationis fpirituali-
bus, & facuUribus ufque ad commune , liberum , Chrifìianum C ornili um,
quemàdrrìodum hoc in Comitiis 'hjjìrimbergenfibus conclufum efl • aut ft tllud
progrefìum fuum non habebit» communes flatus Imperii , qucmadmodum fé
qui tur, in aliquem commodum locum fubfcribi debent ad public am pacem
erigendam, totique Imperio public andam , nobis propofuimus , quemadmo-
dum ex nofìra Cafarea Majefìatis plenaria potè fiate , hanc pub licam pacem
erigimus , & publicamus hoc modo: Quòd in eo intervallo temporis, dnm
Concilium celebrabitur , aut alius quidam locus , quo communes (iatus Ini-
pcrii conveniant ad differentias religioni! componendas , deputabitur , nemo
alium , vel propter caufam religionis , tiec ex alta quavis caufa Udere , de-
bellare, captivum ducere , objidione premere , ncque per fé, aut alium cafira,
Civitates, Oppida, Municipia , villas , domufque ftparatas invadere , aut
abfque alteriùs confenfu manu violenta capere, vel igne, aut alio quovis mu-
do profequi-, neque ut quifquam hujufmodi hominibus confilium , auxilium ,
favoremque prabeat , aut illos hof pitia fu fcipiat , eifque vi£fum , potumque
prabeat, [uftentare , aut fufferre debeat, [ed ut [e invicem vera Chrifiiana
charitate profequantur . Offernnus quoque omnem operarti d^turos , ut publi-
cetur, & fub jincm anni celebretur: cafu vero quòd hoc fieri non pofjit, uttum
communes flatus in ac commodum aliquem locum confcribantur , ultenùfque
confultent , quod & de Concilio , &aiiis necefìariis caufis fieri debeat : com-
mittmufque his noflris literis omnibus, & fìnguln per eam fidem , qua no-
bis, & Sacro Bimano Imperio obligati efiis , ac etiam panis , qua in paEio
pacis VVormatia publicato continentur , ac volumus , ut hanc publicam pacem
in omnibus pun^ìs, articulis , quemadmodum de verbo adverbum exprefium
efl, firmiter obfcrvctis, nequifquam alium , vel fpirhualis , vc-l tcmporalis
conditionis alterum offendat, veràm ut quifque in fua opinione ab alio , ut
permaneat, permittatur , neque quifquam ab aliquo gravitcr, quantum cui-
libet chara efl noflra Imperii ind-gnatio, ac pana, ut eam fugiant , inquam
fi contrahoc noftrum mandatum fccerit, fé incurfurumfciat: & hacno raefl
feveravoluntas . Datuminnofira, & Imperli Civitate ì^atifpone 3. diemenfls
^ugufliannoi'y-^i. Tslofiri I{omani Imperii anno 12. E^eguorum noflrorum ij,
L'zJS'J'an- Così Vlmerim di Carlo V. ch'ebbe non minor contradisiont dagli fìati
ni . ' ' Imperiali, che dai Miniftri Pontifìcii, i quali ritÌLitando pili volte le pro-
pofizioni di quefta tregua co* Luterani, allegavano, ch'ella ripugnava al-
la fìncerità delia Religione Alemanna, e che in ogni cafo non lì doveva
giammai ftabilirefenzailconfentimento, & autorità del Pontefice Roma-
j^. . ., „ no , come noi in altre occafioni habbiamo [ a ] altrove notato . Ma mal per-
r../,/.^jwÌ 'fine', fuafo Cefare , appigliandofi à un configlio più caldo , che canto , per isfug-
giueimmale,nrtò in un peggiore, e con queito Editto ne libero T Unghe-
ria da Turchi, ed accefe un fiioco ineftinguibile di Heretici nella Germa-
nia : poiché ^^dino non mai pia arrogantemenuc aliarono le corna, che
' ^ => '^ allo-
Capitolo m 395 C'»,
allora, mercè che non folamente impunita, mi in «n certo modo approvata *
correva per i popoli la loro empia dottrina . Gli Annabattifti benché bandi-
ti, e non incliifi nell' Interim di Cefare , infuriarono così terribilmente per la
Germania , prima con mille facrileghe infanie , e poi con le armi , che giun-
fero fin ad occupar Munfter Città principale della VVellfalia, eddcrearvi ^.HermanustKz»-
Kè[a] un Giovanni Bolkelfon , vii Sartore di Leiden , il quale havendo Mo- fe»borchinw/i.m.
glie,ritrovato con altra Donna, & ardito di mafcherar il peccato del fenfo 'c'itfr^fynlunv»
con la fantità dello fpirito, osò di coftringereifudditiiprofeflar la Poliga- p^f a^u^Si
mia, caftigandone con la morte, chìlaricufava. Ma eglino efpugnatidal AnaKlu .
legitimo Signore, eVefcovo di quella Città, rimafero prima ludibrio del
vulgo, e poi preda del fuoco. MatthiadiHarlem fornaro diprofeifione,
prima predicatofi per Moisè , con un cortello di pietra alla cintola , giva va-
gando, & animando tutti alla circoncifione; e non ritrovando chi 'IfeguiiTe
nella efccuzione del crudo taglio , tramutatofi inHenoch, che annunciava ,fcJiT'""°"'
un nuovo Regno di Anabattifti , finalmente diflefi Chrifto , creando nuovi
dodici Apoftoli, conquegl'infegnamentinon meno empii, che difpregie- j, T(^aj«.in».i5}u
voli, quali 1 lungo rapporta da Lamberto Horcenzio l' Annalifta [b] mo- ».59-&f''ì'
derno della EcclefiafticaHiftoria. Di fimil pelle fi vidde infetta allora l'Ol-
landa, e la Fiandra, e di fomigliante opprobriofa, e tormentofa niorte
eglino inorirono, che i primi.
Se così baldanzofi Ci diportarono gli odiati Anabattifti , quindi dedu- sertàdfgliofian-
cafi , come orgogliofi furgeirero i permefli , e tollerati Luterani . Andrea dna .
Ofiandro prima feguace , e poi contradittore di Lutero circa il dogma del-
la giuft'ficazione , abbandonata!' arte di Ferraio , che Cin allora egli haveva
efercitata in GuntzenhaufennelMarchefiito diBrandeburgh, edatofinon
tanto allo ftudio, quanto in preda allafua albagia, udito l' Interim di No-
rimbergh, pafsò nella Pruflla, per formar quivi nuova fetta non tanto di
Luterani, quanto diOfiandrici . Il fuo principale errore, per cui formò
fcifma da Lutero , fu V afì'erzione , eh' ei foftenne, Hominem jujìifìcari , non
fide, fede ade me ffent tali jufiitiay qua Deus jujius efi , qu£ ejì ipfe Deus , in-
funditurque hominibus , ita ut non fit Chrijìtanus grafia jujìns , Jed natura.
Contro lui difperatamenteefclamarono li Theologi Luterani, che poten-
temente lo invertirono co' fcritti, co' ditterii, e con infamiflìme calunnie;
ond' hebbeàfcriveredi lui un' eminente Autore, [e] Cujus criminis non efi e stanisi. CArdin.
ìnftmulnusOftander ^ Qjue convitia, & maledi8a in eum ja^ata non funt ? "l^'"J,'flfi\"^ll'.
Vocatus g/?, ut ipfe fcribit , H^rcticuSi ^ntiChriflus ., Jud£us , niger Dia ris .
boluSi Draco, Homo nefarius ^ confceleratus , hojìis Chrifliy con tutto ciò,
chefiegue, e che noi habbiamo [c^j riferito in altro luogo. La di luihere- Avedinponrif.di
fìa viene à lungo riprovata [e] dal Bellarmino , e dagl'ifteflì Luterani Chry- /l'if^i'sT^ '^''''^'
treo, [/]e[^j Schluifemburgo , eànoifol bafta dire, che doppo di haver ^Btiurm.mtraa
egli fubornata , & infetta la Pruflla, e parte della Livonia,trovof[ì di repente ich^tflnl'tn sa-
eltinto , prima [h] per così dire morto , che moribondo . '""^'H'à\m co»tra
Dalla oppugnazione dcU'Ofiandro nacque una nuova Herefia fopra la Ij^n^v.^.""'"''*
giuftificazionè , ed ella fu di Francefco Stancaro , Mantovano di Patria , ma ^ f^"^'^ll'^^\ r,,
profelforedi lingua Hebraica, e di Theologia nell'Accademia Regiomon- H^rd'i""'''^ "
tana nella Pruilia , il quale opporre volendoli all'errore dell' Ofiandro , che
diffe, Chrijiumcjfe juflìtiam nojiram rat ione folius Dit>initatis, cadde il mi-
serabile nell'altro eflremo , e propugnò, e foftenne , T^n ratione divi-
njSf fed human^e tantummodò natura , Chriftum ej]e jujìitiam nojiram. Op-
pofti-
Cim^K' ^gg Secolo XV L
TE VII. pofti egualmente hereticali , e dannati, l'uno di EntvchianKmó, l'altro di
Vmidi2tfi!l'c. Neftorianifmo. [a]Eft fementìacommunis Theoiogorum, dice ;! Bellarmi-
hi^'irn"""}-'^ ì\OyipfumquidtmMediatorem,five {utThelogiloquuntur) principium , moi
pnZ'vmm'to^i'.TZ opcTabatur opera Medìatoris , non fuiffe Deum folumy yd hoìn'wem folum,
eiog.d(,7m»tic^iìb. f^^ utrumque ftmul y hoc eli, Ferbum mcarnatum , five Denm bumanatum .
& ffj. Tnncipium tamen , quo ma opera a Mediatore fiebant , fmjjc naturc^m hu-
tnanam , non divinam . Tametft enim Deus mcarnams eraty qui orabat, pa-
tiebatuTi obediebat, fatisfaciebat: tamenh£c omnia faciebat fecimdum for-
wam fervi y non fecundum formamDei. ^tque haccjì fentemia Ma?i(lrìin
^.difi.19. prope fìnentf SanUi Bonaventur di ibidem y art. z.qu^fì.ult.h' v, te-
rorum Theologorum in eadem dìflìnólione , nec non Sancii Thoma 3 . pan. qnaitL
26.art.2. Così egli. MiloStancaro errò co'l dedurre aa veri piincipiifal-
feconfeguenze, e da'dogmi Cattolici: Qviòi De!4sunns fiti quòdMediator
non (tt unius: quòd Filiits quoque Jìt unus ille Deus : quòd Miduitor mori
debuerit: quòdchrifluspajfus fu fecundum cameni , egli inledquefta deforme
conclufione, Chrijium qua Homo efly non qua Deus, mediato rt^m ejje Dei,
<ÌrHommum: ediquefta falla opinione egli allegavane, nu malanrienre ,
peraffertoreil Maellro dellefentenze,e San Tommaios onde nella Tua Apo*
\oo\2LContraTigurmùSx:m\zx\e^'\m^y:c[\o quel fuo celebre detto > Tlus -pulet
unus Tetrus Lombardus , quàm cenrum Luther i , ducenti Melaa^ìhunes, tre-
centi Bullingeriy quadringenti Tetri Martyres , & qumgenti Calvmi , qui
Pemrfiont della g^^^gy fi in mortarìo coutundcremur , non exprimeretur una uncia vera
Svezia', Livon-a, Theologìa . Fomito ài quella merce hereticale (cacciato dalla Pruflia , por-
£i!"hen" ' ^ tornella Polonia, dove con la Tua aprì la ftrada in quelle proifimeProvin-
"°^""* eie alle altre Herefie , che pur dalla Germania colà portarono altri feguaci
b vide T?4 ,; rt«« ^^ Lutero , cioè [b'\ Olao di Pietro Diacono Strengenfe nella Svezia, il Mar-
ij}!.».»*^"'""" chefe Alberto di Brandeburgh , che[f]apoll:atando dalla Religione Cattoli-
cuid.an.jsp-». ^^^ edallafua, incuifoftenevailpoftodiMaeftro de'Cavalieri Teutonici
^ ■ Crocefignati,prefe in Moglie una Concubina, e fconvoltecofefacre, e pro-
àiùida„n.i52$.r,. fane,introdu(reilLuteranifmo nella Li vonia, Giovanni [d] BugenagioPo-
}%.u-à-''>»'.>5i7- merano nella Danimarcahereticofamofo, che in quella foia Provincia osò
"• '7' di confacrare fette Vefcovi per autorità datagli da Lutero , e dalla Univerfi-
tà di V Vittemberga,allegando quefti per difcolpa della nullità , e del facrile-
gio, ch'era colti etto a ciò fare, percheli Vefcovi Cattolici negavano di
'^^*7'";^"^'"7 confecrar quei della loro fetta; Giovanni Campana, &i libri di [e] Michel
p7nt'ifMPMio'iv. Serverò Medico Arragonefe.di cui parleraifi in altro luogo,nellaUiigheria,e
r#TO.4. regioni adjacenti; ondefurfero gli Ann Trinitarii , che negavano , come Sa-
beìlio , la diftinzione delle tré Perfone nella Santilfima Trinità ; & altri in al-
tri luoghi , ficche dirfi poffa di Lutero , haver'egli confufe in moftruofe ftra-
vaganze le lingue di mezza Chriftianita m modo tale, che non più delle, qua-
f<?r«.ii. li elleno erano , [/] non audiat unufquifquevocemproximi fui: tante (mono
le dirferenti fette, che da lui provennero, molto più numerofe delle Arria-
ne , nelle quali in altro luogo habbiamo notato quanti Dottori tante fcuo-
ie, tante fentenze quanti Capi .
Ma òfoflecaftigo del Cielo, ò meritata penadiqueftaetà, mentre da
Jacconir'ddi'ò uri lato Solimano, e dall'altro Lutero oppugnavano il Chriflianefimo, e
fcifma »i>Tn(jhii RomaReggìadì clTo conculcatagcmevafotto lafttage de'fuoi, e lotto il
Jcfiadfca'ivin"!' frefco lutto dei feguito faccheggiamento, furfero inafpettatamente due
nuovi formidabili nemici contro il rimanente delUChriftianità , ed Henri-
co Oc-
Capitolo ir. 397 C~-
CO Ottavo toire dalla Fede l'Inghilterra , e Calvino gran parte della Francia, ^ ^ ^ ^^*
Regioni in cui parevafi ricovrata di li da'Monti da tante gran tempefte , co-
me in arca di pace, la perfeguitata Colomba della ChiefadiDio. Avve-
nimenti flebili , ma necelfarii à rifcrirfi , ne'quali vedremo , cioè nell'Inghil-
terra, una piccola imagine de'primitivi Secoli, perfeciizioni di Tiranni, e for-
tezza di Martiri , fatti , e detti facrileghi d'inniimerabili Hefetici,ed afllften-
23 del Cielo acattolici con infigni miracoli; e nella Francia un vero Cam-
po di atrociflìme Guerre, un miilo lacrimevole di Religione, e di flato, e
in ambedue que'Regni onde ammirar poffiamo l'infaticabilità dc'Pontefici
Romani nella efatta cuftodia della Religione Cattolica, e la protezione
del Cielo in foftenimento dielTa. Dunque per ordmatamento,defcrivere
una tanta gran mole di difparati fuccefll, incominciaremo il racconto di
quello , che fiì il primo à fuccedere , per profeguirne poi degli altri ne fufle-
guenti Pontificati il difcorfo.
Godeva la gran Brittania alta pace di Religione, efeparatanontanto
dal continente della Europa , quanto dalle communi calamiti deli'Herefie ,
che inondavano la Europa, veniva ellagovernata da due Rè, [a\raravirtu- J.^^Sf'"^*/.
te , orthodoxa pietate , animorumque pnefiantia univerfo Orbi Terrarum ugUnn apud Sco-^
fpe6iabUes y &• charos , in quorum [aiuto ^ & incolumitate y magna videbatur ^R^'nfib'r^shfu
ejjepofitafpes extinguendi nafcentium errorum incendii . Eglino erano Già- ter rra,e nella sco-
corno V. nella Scozia, che irremiiTibilmente fece bruciar vivi alcuni Apo- ^"*'
fìati, che volevano introdurre il Luteranifmo in quel Regno, e fimi nobile
Cavaliere Giovanni Bortuik , e il fuo medefimo congiunto di parentela, e di
fangue il Patrizio Hamilthon , ch'egli condannò alla medefima pena , come
viliifimi plebei, perche furono convinti della medefima colpa: onde di luì
dicefi, chetant'oltregiungeife ad ingelofirfi di ogni lontano fofpetto di
violata Religione, chehavendo {uir'allora fatto [b] ritorno nellaScozia ^ lyid.pa?,.^,
doppo lunga peregrinazione di gran parte di Mondo il celebre in pietà Gio-
vanni detto lo Scoro, egl'iiKontanente lo facefferilbùngere inimpenetra-
bil carcere, fol perch'era foiito di palfar quaranta giorni fenza alimento
di alcun cibo; onde il Rè, ne ulliù fraudi locus effety hominem in ar^liljinu
cuflodia, fitb oculata vigilum cura, totos quadraginta dies detineri ]ujjìt t
habita moxde fide ipftus qu^flione y experientiadidicit, qua de Joannis fan-
Bitate fama vulgaverat . Così l'allegato Coneo. L'altro Gran Rè , egli
era Henrico Ottavo d'Inghilterra , Zio del laudato Rè Giacomo di Scozia,
di cui fie^ue adire il medefimo Hiftorico, Hiclc] quidemtotregiisdotibus ^,..
B^gm fui ornavit cxordiay ut beata jure mento diceretur ^nglorum gens ,
cui talem Trincipem divina benignitas trtbuiffet . Exorientes primùm Luther i Pani regìe, e pie
H^refes aitthoritate regia ab ^dnglix finibus conjianter arcuit, & fcripto ad '^el Rè°H.nrico
Leonem Deeimum de jeptem Ecclefta Sacramenti! libello y ab eodem meruit ti- J'^^'^i-^i"Si'ic"-
tulum Defenforis fideiy quo auguflius nullus Catholico Trmcipi concedi potuit.
Egli, condannato dal Pontefice Lutero, ne [d] fé bruciar gli ferirti nel- a ^i>udi{»yn,an.
la Piazza di Londra, e nel medefimo tempo volle, che Giovanni Fifchero i5jo.».<54*
VefcovoRoifenfe, eilbprefente, perorafl'e al Popolo in difefa del Pontifi-
cato Romano, cotanto impugnato da quel nuovo Herefiarca, e cotanto
bene foftenuto da lui l'anno feguente nel citato libro contro Lutero. Egli
m fottopofe lo fcritto all'autorità, e cenfura del medefimo Pontificato, e vide cod. ^w
egli fcriffe potentiilìme lettere al Sadbne , &: ad altri Principi Heretici in di- Hf^^f '.p''^-f^'"-
fefa della Chiefa Romana^ egli [e] perfcguitò fempre à morte li Luterani rakf!h:ri%£'''
j -i, ' . rifu-
Clemen- ^^g Secolo XV L
aZf li rifugiati nel fiio Regno, trafnieffe caldiflìme doglianze [a] all'Imperadof
PriL'.pìg'ji""'' Carlo V. per la conculcata Maeftd di Clemente nel narrato Sacco di Roma t
&^^'lndlZln'i'^' ^ ^"'^^^ ^" difefà di effo coli efibizione di denaro, e offerta di quattro [b] mi-
tìi/.schìi%.'ji],' la Inglefi da mantenerli ù regie fpefe in Roma alla guardia del PonCefice; e
giicani. finalmente egli fii e con la penna , e con la fpada Diferifor di fatti , e di nome
dell'Apofìolica Sedei fin quando poi da Rè divenuto fchiavo dell'amore
di una Donna, divenne ancora, con borrendo fcifma di tutto il fuo Regno,
Tomni4foVoifco il più fiero ncmico , che habbia giammai havuto il Pontificato Romano .
douT. "^'''''" Come, e quando feguifle cotale impenfatamofiiruo fa perverfione, eccone
ftonfenza roffore delmedefimo inchioftro la origine , il progreflb , & il rac-
c omnu hxe ha- cOHto . Rcguava egUduuque fui Trono dell'Inghilterra [e] con aura, e
^"HiVscfrm'^""' fama di gran Monarca, e prelfo lui faceva le parti più tofto di Maertro, che
7iic^»' tH.Z&ln diMinirtroTommafoVolfeo, Huomo che da baffi principii fabricatafi da
oiéicn^rdiììiLis. fé mcdefimo uu alta fortuua, fierafollevatoal primo pofio e nell'amore
del Principe, e nel maneggio del governo, il quale aflùnto per forza del
fuo ingegno, e per arte de'raggiriconfuetiàpratticarfi nelle gran Corti ,
haveva finalmente ricevuto dal Rè la Podeftà di Gran Cancelliere , la
Chiefa il Yorchprincipaliflìma in Inghilterra, & à regia richiefta il Cap-
pello Cardinalizio da Leone Decimo, e finalmente Tautoriti di Legato à
latere per tutto quel Regno da Clemente Settimo. Alni, come ad arbitra
hipremo delle Regie determinazioni , dimoftrofli fempre cotanto arfettuo-
fo, e parziale l'Imperador Carlo V. , che per tenerfelo unito ne'duri contra-
lti contro la potenza de'fuoi A vverfarii, fu folito fempre fcrivergli ài propria
pugno , e fottofcriverfi con titolo dì proprio figliuolo , Filius vefier , & co-
gnatus Carotai : onde il Volfeo ne andava perciò gloriofo , e rifpettato da'
primi Potentati di Europa, e confeguentem ente tanto più ben veduto dal
fuoRè, quanto più il fuo Rè riconofceva in lui attitudine adeguata al reg-
gimento del Regno. Ma quefti rifpetto(i,efiìialiufficiidiCarIo durarono,
iìn che durò in Carlo il timore de'fuoi nemici, e ceflarono , quando egli vit-
toriofo deir£fercito,e della Perfonadel Rè Francefco di Francia,fi riconob-
be fuperiore ad ogni altro , e refo à tutti formidabile . Del che acerbamente
d ^n. tiit. oft'efo il Volfeo , lì volfe (come ch'egli era di acutilìlmo ingegno)à ordirc[ii]
lina tela , nella cui teflìtura riconofcer Carlo doveffe nel medefimo tempo la
fua vendetta, e la fua potenza, e rimànefie il Rè Inglefe irreconciliabilmente
nemico dell'Aurtriaco , e indifiblubilmente congiunto co'fuoi neniici,ed in-
fieme elfo benemerito di Henrico , e della fua nazione * Haveva Henrico in
Tefa ordita da hit Moglie Caterina figliuola di Ferdinando, e d'ifabella Rè Cattolici , e forella
per ^l Regio di- miuore di Giovanna Madre di Catlo V., la quak nel fior dell'età rimafta Ve-
vorzio, (\ova. di Arturo Fratel maggiore di Henrico , era paflata alle nozze di lui co'I
confentimento del Rè Ferdinando , e con la difpenfàzione di Giulio IL Hor
quefla difgraziata gran Donna non godè il primo Spofo , e molto penò co'I
fecondo . Conciofiacofache Arturo inhabileal matrimonio per lento mor*
bo contratto , di eui ancora egli morì, lafciolla , come dicefi , Vergine Ve-
dova, ed Henrico hebbela in pregio di Moglie fin tanto, che una infame
Rivale tolfe à lui il pregio del fenno . Nulladimeno nel Toro maritale ellla
die ad Henrico alcuni.figliuolimafchi, nifiun de'quali fopravifie alla infari-
zia , & una femmina chiamata Maria , che fopravilfe , figlia , e compagna al-
la Madre d'infeliciflìmiluccefii . In tale Ikto della Regia famiglia, fovven-
ne al Volfeo, che fin dal tempo, in cui impetrofli la difpenfa Pontificia tri
Cate-
Capitolo IV. 399 Clemen-
Caterina, edHenrico, fu dubitato [a\ prima in tempo di Aleffandro VI. Jf.
e poi di Giulio Secondo , s'ella effettivamente potelfe ottenerfi; e non Z'snlC '^
mancarono allora difpiitazioni d'ingegni più ambiziofi di difficultare il fa-
cile, che di facilitare il difficile, i quali condufero, che ne foffe indifpen-
fabile l'impedimento ; ebench'elleno fi rii^ettaffero comeinfuflìftenti, nul-
ladimeno porfero motivo al Volfeo di rifvegliar l'antica controverfia, sì
per vendetta di Carlo, di cui Caterina era Zia, come perifperanza di ri-
volger l'animo del Rè Henricoalla Duchefl'a Margherita vedova d'Alanfo-
neforelladelRèFrancefco, e con tal nodo ftringer Lega con li nemici
ài Cefare, sì ancora per procurare al Regno la mcceffionemafchile, e
un Dommante nativo, pretefto fpeciofo , e preveduto fommamenteplau-
fibiledagl'Inglefi. Con tal penfiere , più difficile à fovvenir nella mente,
che ad efeguirfi, comincio il VoUeo quelle prattiche, ch'egli giudicò d
propofito per l'adempimento dell'intento , perfuafo , che il Rè vi have-
rebbe adherito , ogni qualunque volta havelfe dato tempo al rifletter-
vi, enonfenefoffeinhorriditoalprimolampo. A tal fine con motivo di
fcrnpolo egli ragiononne con Giovanni Longlando Vefcovo di Lincolne ,
Confeffore allora di Henrico, il quale parte oppreflb dall'autorità, parte dal-
la potenza, e parte ancora dalle ben veftite ragioni del Volfeo, moilran-
do di apprendere il dubio , promelfe ben torto di rapprefentarne al Rè le
circoftanze : e il Rè udille , e tacque : il che diede al Volfeo fperanza prof-
fìma di conipiuto avvedimento . Né invano : poiché fopraggiunto alla
Corte il Vefcovo di Tarbes mandato dal Rè di Francia per chiedere in mo-
glie Maria Principelfa di Uvallia al Duca d'Orleans fuo fecondogenito , fu
incontanente forprefo dal Volfeo , che difiegli , che meglio egli fareb-
be à proporre al Rè Henrico la nullità delle nozze con Caterina, e'I ma-
trimonio con la Vedova d'Alanfone, che quello della Principefla di Uval-
lia col Duca ài Orleans : elfendo che il primo riufcirebbe più agevole , che
il fecondo, e iìabilirebbe meglio l'unione de' due Rè contro l'Imperadore.
Concorfe il Tarbes co'l Volfeo, e prontamente ad ambedue adherì il mife-
ro Rè , che incontanente fpedì in Francia il Volfeo , tra le cui commiffioni
laprincipaliffima, màlapiùfecreta, fiera, checoniflanzeunitelidueRè
rapprefentaffero al Papa lo fcrupolo dell'Inglefe, e confeguentemente la
dichiarazione della nullità del matrimonio tra quefti, e Caterina. Ma al
Volfeo giunto àCales, tofto fopraggiunfe nuova commiflìone dal Rè, di
efeguir bensì tutto il redo , ma non il progetto della Vedova di Alanfone ,
e la fpecificazione della nuova deftinata Conforte. Ond'egli, che penetrò
comefcaltro, e prattico il profondo dell'animo di Henrico, vedendo più
torto che prevedendo il futuro, fi dolfe di elTer tant'oltre palfatoj ma non
potè ritirarne il parto, cherondulTelui, ilRè, laPatria, e tutto il Regno
in un deplorabile precipizio. Era il Rè \b] già da gran tempo invaghito di '^^*^'"'^'''''''«.<^'
AnnaBolena Donzella di Corte, figliuola da altri riputata di Tommafo
Bolenofemplice Cavaliere, da altri del medefimo Henrico Vili, che con /^'{"j^*^'"^'"^^"^*»
furtivi amplefli, in aflenza di Tommafo , godefle prima la Madre, e poi la BoienV"'"^""''
Sorella ; onde il niifero Rè , che forfè di già n'era Padre , e Cognato , im-
pazziva di divenirne ancora pofleditore, e marito. A querte colpe del Pa-
rentado, nriànonfue, ella aggiungeva le proprie in alto grado , e di pu-
blica fede violata à Dio con la profeifione del Luftranifmo, e di privata
fede data à molti Nobili della Corte, di dishonefto commercio, e di fin-
zione
Clemen- aoO Secolo XV L
T£ VII. 2Ìone così foprafina di affettata verecondia, che alle brame del folo Rè
non voll'ella giammai acconfentire , fé il Rè non comperavane il confegni-
mentoà prezzo di tutto il fuo Diadema, difdegnandone ritrofamente ella
fempte queir amore, che non veniva cohoneftato dal decoro del ma-
trimonio. Ucheeffendo caufadi un continuo dibattimento nell'animo ài
Henrico Vili, la propofta del Volfeo di paiìare ad altre nozze gli giunfe de-
fideratillìma , onde non hebb'egli gran pena di disbrigarfi dal penfiere del-
la Vedova di Alanfone , e di abbracciar con tutto lo fpirito quello della Bo-
lena, cheglierafiflb nel cuore, e che dal cuore aftacciandofi fu'l vol-
to, venne a difvelarlì pienamente al Volfeo , allor quando il Volfeo in Cales
hebbe bensìcommilfionediprofeguirle iftanze di annullare il vecchio ,
ma non già di proporre il progetto del nuovo matrimonio. Ma, comefi
diife, ne fu irreparabile allora lamina; e la faetta fcoccata dal Volfeo
colpì mortalmente e la riputazione del Rè, e'I ben della Patria, e la fua
propria fortuna. Dunque Henrico divenendo ogni giorno più pertinace
nel confeguimento del fuo intento , perche ogni giorno puiprefo, e foret-
to da'lacci del fuo nuovo amore con la Bolena, cominciò le prattiche
delladillbluzione del vecchio matrimonio, tanto con ilRèdi Francia ,
i^bann.K^o.f ch'egli implorava per mediatore pre(fo il Pontefice , quanto con il Ponte-
quead^^In.iSH- ficeitefTo, ch'efler doveva Giudice primario della caufa . Prello L^J a
quattranni elleno durarono così vive, e così premurofe, che invano il
b ///f wv* /«y7«f Pontefice [^1 dilungandone la decifione, hor con rimetterne la difcuffio-
ÌVaTiZl°''c1ì neadEcclefiallicid'lnghilterra, hor con avocarne afe la cognizione, hor
i-ìci^.is. con temporeggiare nelle rifpofte, hor con rifpondere motivi , e ragioni
in ravvedimento del fallo , che finalmente eflendo il fuoco divenuto oramai
incendio, e non tanto bollendo, quanto confumandofi Henrico nella ef-
Matrimonio del pettazioue delle richiede nozze, prevenendo con facrilego attentatola fpc-
Rè ton la Bolena. ♦.^^^^^^QJ^2ione del vecchio con repentina conclufione del nuovo ma-
trimonio, à forza di autorità fé precipitofamente dichiarar nullo il primo
da Guglielmo Cramnero, promolfo da lui da una Capellania di Cafa Bo-
lena ah' Arcivefcovado di Conturbery; e in vigore diquefta fentenzaegli
contraile occultamente il fecondo con la Bolena, incitato à ciò fare da
due potenti motivi, l'unodi amore, l'altro di Stato, cioè daldefidenodi
acchettarlei, che tormentavalo , rimproverandogli mancamento dipro-
meffa, e violazione di honore; e della legitimazione della prole, chefpe-
ravamafchile dalla gravidanza già publica dell'Amata, la quale pofaa in-
dia cinque mefipavtorigHElifabetta, nuovo moilro di fede, nata da Hen-
rico, e dalla Bolena, moftri peggiori di Religione. Quello primo paffo,
che offefe altamente Dio , il Papa , Cefare , i Rè Cattolici di Spagna, l'iikffo
Efuarifoiiixione j^^ ^, pr^ncìa, che mani fedamente diflapprovoUo , e generalmente tut-
.a mantenerlo. ^^ j^ (^hj-if^^janefimo , aniuiò difperatamcute Hcurico ad ogni altra più ar-
dua rifoluzione, ricche giuocando da difperato la palla, minaccio al Pon-
tefice per mezzo deTnoi Ambafciadori, ch'efl'o contrarrebbe publicamen-
csarJ.u.c!t. ^^ ^ ^^^ /^^o con la Bokna , e gli terrebbe l'ubidienza [e] de'fuoi Regni,
fé non ricevere da lui la contermazione della fentenza. Il Papa ancor.
temDorei?2Ìò, fperando dal t^mpo, e dalla difconvenevolezza, e brnt-
rezza deinfiefìb fatto il ravvedimento del Reo: ma per foftenere dall al.
, tro canto il decoro del Tribunal Pontificio, nel Conciftoro degli [rf] ii.di
t^L?/;/.:'t Luelio dichiarò Henrico mcorfo ndle Cenfure degli attentati , di già
^ com-
Capitolo I V, 40 I Clemen- . ^
comminate; delle quali tuttavia egli ne fofpefe l'effetto per tutto il fìitu- ^^ ^^^*
ro Settembre, benignamente concedendo quefto termine alia ritrattazio-
ne del (uccefl'o. Cum pendente lite, tal'era il tenore della Pontificia fenten-
2a, [a] coramnobis, dile6lo filio Capifuccbo Cappellano nojìro y ac Sacri 1 ^pud Sa^der.
'Palatii ^poftolici caujarum auditore, <& Decano à nobis in Confijiorio I{e- ^•^•^'l'Schifmatc
•perendijjimorum commifìa, inter chariffimos m Chriflo Filios nojìros Catberì- Monirono d^i
nam, & HenricumVIII. ^ngli^ B^ges, de & juper validitate matrimonii Sommin£"c!n!
inter eos contrarili prafatus Henricus di&am Catherinam ejecerit y & de troiiRè,
fci^o cum quadam S^nna matrimonium contraxerit cantra mandata , c^ de-
creta tam admonitionis , qnàra inbibitionis in literis in forma Brey^is
ctiam de confiiìo Fratrum noflrorum S.P^.E. d^rdinalium emanatis conten-
tai temerei & de fa6io attentando. Jdcircò nos de illius potejìatis , quam
Cbrijìui B^x F^gum, nobis licètimmeritis, in perfona B. Tetri conce/Jìt, plcr '
nitudine, in Trono Jujìiti£ prò Tribunali fedentes y & [ohm Deum pra-
oculis babentesy per hanc noflram ftntentiam , quam ex nojìro mero ojji-^
cioy ac de venerabilium Fratrum nofirorum S.B^E. Cardinaliim concifloria-
liter coram nobis congregatorum con/ìlio , ferimus , eje5Ìionem , & fpolia-
tionem di5ix Catberin<s Bigina àquaji pofieffione juris conjugalis , (^rreginalis
dignitatis , in qua tempore bujufmodi mot£ litis erat , & matrimonium in-
ter pr,£di5Ìum Henricum B^gem , & ^nnam prcediiiarn contra^um , cum
pnedi^a omnia notoria y & manifefìa fint , prout ita efìe declaramus y nulla,
injujia y& attentata fui[ie y & efid ac nullitatis, injujìitix , attentatorum-
que vitio fubjacuifiCy & fubjacerCy prolemque [ufceptam, feu fufcipiendant
illegitimam fuifiey &efie, pr^fatamque catberinam reginam ad fuum prifìi-
num flatum , & quafi pofiefjionem juris conjugalìs , & reginalis dignitatis
reflituiy & reponi debere , aióiumque l\egem di6ìam ^nnarn à cobabitatione
fuay & ^uafi pojjeffione juris conjugalìs , c^ reginalis ejicere , & amovere
debere y in bis fcriptis pronuntiamus , decernimus , & declaramus , rejìitui-
mus, & repontmus, ejicimusy c^ amovemus : eademque no/ira fententia ,
cJTexconfiUoy & mero officio noftro pr<£di5ìo prafatum Henricum P^egemma-
joris excommunicationis y & alias cenfuras , ér poenas in di6iis litteris conten-
tas ob earum non paritioncm , & contemptum damnabilitcr incurrifìe , c^* in-
cidile y ac omnibus Chrijìifidelibus evitandum fuifie, &effe y declaramus, &
mandamus .
Et nibìlominìis volentes cumcodem Henrico I\ege nomine pìi Vatris benigne,
& clcmenter agere , cenfurarum pradi^larum declarationem , ufque & per
totum menfem Scptembris proximè futurum ad hoc, ut fententia: , & man-
datisnoflris pr£di6lis commodiìis parere pojìt , fufpendimus , & fi infra di-
£lum tempus parere difiulcrity ac di&am Catherinam in priflinum ftatumy
quo tempore litis mota eraty non refiituerit y proifatamque ^nnam à fua co-
habitatione , (^ quafi pojìefjione juris conjugalis , & reginalis non abjcce^
rity & di£la attentata cum effe£ÌH non purgaverit , ex nimc prout ex tunc
prafenti declarationi Iccum effe volumus y decernimus y ac ita pronimciamus.
Così il Pontefice contro il Rè: ma il Rè non pure non ubbidì, mi accic-
cato dallo ff^lendore del Tuo Idolo, e fperanzofo che il vicino parto por-
talfefecoiniieme alla luce la legitimazione della nafcita, procede allo fpo-
faliziofolenne, coronò con infolite pompe la nuova Regina AnnaBole-
na, e nel medefìmo tempo prohibì, che a Caterina fi attribuiffe per V
avvenire il nome di Regia Conforte, ordinando , ch'ella fi chiamafll la
Tomo IV. Ce Vedo-
Clemen- ^q2. Secolo XV L
TE Vii. yedovadelTrincipe ^Arturo y tolfeil titolo di Principeflfa di Vvallia i Ma-
ria, come nata d'illegitimo matrimonio, e relegatala in una lontana Vil-
Meritate difgra- la con trèfolc Donzellc di feguito unitamente con la Regina Caterina , e
tiedeivoifco, e finalmente tolti da'loro minifterii molti zelanti Sacerdoti , ripofe ne'pri-
^iniyusvhaapud ^lì po^ì Ecclcfiaftici , e Laicali d'Inghilterra hiiomini venali ài fede, e
caccon.fubLtont pronti à fcottvolgere ambedue gli Stati di quel Regno. Il Volfeo [ <« ]
fo'm^.^^'&'hicl'idi ì»(io Dei judicio variis criminibusapud ipfum JlngUxP^gemaccujatHs , juf'
Gmccurd,Miim li. J'u ejufdcm à Thowa Ducc'ìslorfolicx apprehcnfus cogimr fé abdicare primùm
v%$ÌiiumlÌ''.7T'.' Cancellante Magiftratu , deinde Vvintonienft Epijcopatu , tum autem magni-
ficentiffìmo à fé Londini ^dificatoTalatio ^ quod B^x ipfeinvaftt, conjiru6lum
ut era!:, omni genere divitiarurn , ac prctiof<ie fupelleÙilts, Denique pene om-
nibus bonis exutuSi qua immenfaerant, primùm relegatur in yillam ^Athe-
rienfem, mox in Eboracenfem Eccleftam, cui prixerat, dimittitur , Sed cum
]{ex audiret , Cardinalem edam Eboraci fplendìdè agere , epulis vacare ,
fokmnique pompa utii acmitram fuamgemmis ornatam , quam I\ex illi ab-
fiulerat , ad fuam in ea Ecclefta tnaugurationem repetere , B^ex hoc Folfai
fuperbia imputans, nec ferendum judicansy jubet hominem in ipfo dieinau-
gurationis defignato , prof enti nobilium ingenti multitudine , ab Hcnrico Tslor-
thumbriiS Cornice primùm fomprehendi , deinde Londinum captivum duci,
nel cui viaggio egli feffagenario morì con in bocca quefte parole, degne
di fcolpirfi in marmo sii li palazzi di que'Miniftri , che pofponendo il fervi-
zio di Dio à quello del Principe , fi rendono rei ad ambedue dì efecrabilif-
fimiecceffi, [b] Dum nulli rei magis incubui, quàm ut I{egi penitùs infer-
virem , & in Deum peccavi , & B^gfs gratiam non obtinui . Il Cramnero
dalRèpromoffo all'Arcivefcovado di Conturbery riempì quella Chiefa,
e'I Palazzo reale di mifcredenti, adulatori, e comedianti, e, Inter ct£te-
Pcrverfione della ros y dlcc il citato Sand^ro , quos ^nna his initih J^egi commendavit ,
chuiaingiefe. y^-^ Thomas Cromuclus y homo vafer , crudelis , ambittofus , Ù" avarus ,
hderejietiam deditusy eaqus de caufa univcrfo nomini Eccleftaftico infeftus .
Hunc Henricusy ut hominem ^nnaorAtumy & juisconftliisminijlrumaptif-
fìmumy fociarejiatmtCramnero ^rchiepifcopo y (jr ^udlceo Cancellario , ut
per illum quaft triumviratum ex fua fentemia fmgula gererentur . Hanc op-
portunttatemna6liharettci nihilquidquam ftbi pr£termitte> dum exiftimarunt,
quo jam per tam illuftrium fautorum patrocmiacaufam fuam promovere pof-
fent . Totius autem negotii momentum in eo maxime pofìtum effe judica-
hant , ut t{egem ipfum , quem jam à Tontifice Bimano alienum , & hare-
ft ab sAnna afperfum , fciebant , in Clerum fuum ^Anglicanum , cui ex a6ìis
fuperiortbus infenfum jam intelligcbant , magis magifque incenderent , atque
inflammarent . Cujusreicaufa fpargebant indies in vulgus 3 ac per aulasTrin-
cipum dijjeminabam lihellos plurimos famofos, fraudts, impietatis, & ne-
quitia plenijjìmosy quibus mvidtam , ^odiuìnEcclefìafticisconflarent . Così
egli: onde meraviglia non fu, che tolto Henrico di fenno dall'amore , da'
Miniftri, e dal Tuo peccato, fin'una volta in una comedia alla real Tua pre-
, p ,, ,, fenzafacelfe comparire [e] in fcena li comedianti in habito di Cardinali ,
rj.».i. e del Pontefice liteflo, non come Principi della Chiefa, ma per maggior
Arri cfegiiHereti ^^ro ignominia, e beffa, come buffoni . Gli Heretici intanto, dicuigii
^'^pcT corrompe bolliva la Huropa, corfero con pronto pabulo al fuoco, che già ardeva
gno^d^inghiUer in Inghilterra, e prontamente cfibirono al Rè un'empio Libello contro il
'*• Clero in quel Regno: Libellus fupplex mendicorum , così eglino denonii-
naron-
Capitolo ir. 403 CuMFA-
liaronlo, in quo, foggiunge l'allegato Sandcro , pofi amplificatami retho- ^^ ^ ^^*
rictfque figuris inpidiojis exaggeratam verorum pauperum , ac mendicoruni
cum in(ìgnem multitudinem , tum extremam indigentiami univerfam totius
mali caufaminmendtcos quofdam rohuflói, ac otiofos conjiciebant, quos ap-
pcllabant , Tontifìces , VrMatos , ^rchtdiaconos , Decanos , Canonicos ,
Tarochos , Trtebendarios , ^bbates , Monachos , Moniales , ac Fratres
mendtcantes; quorum artificio in mendicando , & purgatoriarum panarum
prxtenftone i ( quastamen certe nullas efkdicebant, ) plufquam mediam par-
tem bonorum totius briglia abforberi y & alios omnes mendicosdebiliores ad
extremam miferiam reda&os e(ìe affirmabant : proinde mendlcorum omnium
nomine fuam Majeflatem fuppliciterrogabant, tanquam [upremum Dciinter-
ris Minijìrum , pauperumque Tatrem , ut veros Chrifli pauperes à Tontifici-
bus dereli&os, & à Tontificiis opprefìos, prò jua jujìitia^ ac mifcricordid
fublevaret: quod illaratione optimè 3 ac facillimè fieri pojje dicebant , fi eX
ju(iiti£difiributiv<£ prsjcripto unicuique generi hominum , quod juflum efiet 1
affignaretur ; quo fieret , ut cum Clerus ^n^icanus ducentefìmam par-
tem aliarum perfonarum totius B^gni non aquaret, mediam autem partem di-
vitiarum omnium pojfidereti cerne fimam tantum partem eorum , qu<e habe-
bat, permittendam ei efie , & nonaginta novemei auferendas , fijcoque regio
appLicandas , qmbusreltquos pauperes fuo E^ex arbitrio fufientaret . Ex parte
deinde Omnipotemis Dei fupplicabat fune Maìefiati bic pauperum Trocuratory
ut hanc et tam e ente fimam partem, quam aliqua jufliti<£ ratione ad Ecclefia-
fiicos pcrtinere dixerat, tamdiu B^x apud fs retmeret , quoufque Clerici «
Monachiqu€pr£ceptumillud Deiin Geneft pofitum exequamur , quo jubentur
in [udore vultus comedere panem : quod fi facere detre6ient , tunc non fo-
lum hac etiam parte pripandos efie , verùm etiam pxnis graviffimis cafiigau-
dos. Così eglino. Ma Dio, che fempre ne'gravi cafi della Chiefa coti- '^^^'^"^'[^^^[''^"J,
trapone Santi agli empii. Dottori agl'ignoranti, e difcnfori invitti con- Vclnua^gìrAi:-
tro chi prefume demolirne la Rocca, agli Heretici allora oppofe Tom- ~ "
mafoMoro, il quale rifpofe al Libello fiipplichevole de'Mendici , con
un'altro Libello fnpplichevole delle Anime del Pnrgatorio, in quo, repli-
ca il Sandero, dete^iis primùm H^reticorum fraudibus , ac mendaciis , aui-
bus etiam viam erroribus [uis aperire (olent {quo etiam loco univerfa iLla ma-
la, qui€ pofleaabbis initiis faquuta funi, pr.tdicebat ) canfutatis etiam in-
finitismaledivìis, falfijfimijque calumniis , qiitbus tmp-i ifii obtreBatores for-
tem Domini, id e fi Clerum iniquifiimè onerabant , demonfirat primo pof-
feijiones , aliofque cleri redditus multis partibus minorcs , ac pauciores ef-
fe, quàm ad invidtam excitandam afflrmant : demde non folum pie , veruni
etiam necefìariò bos redditus Clero à majoribus nofiris ajfignatos fuiffe ad
cultum Deo perpetuò perfolvendum : praterea I{empublicam fine bis confia-'
re non poffe j nec folum Clericos , fed Laicos etiam infinitos , qui vel Cleri-
cis inferviant , vel ab lis dependent , bis rediitibus Juftineri : pauperum
omne genus ab Ecclefiafìicis maximam eleemofynarum partem accipere: bofpi-
tia , Collegia , Monafierta , Xenodocbia , cceteraque pietatis opera , ac pau-
pertatisrefugia, ab bis precipue ere&a fuifie , opibufque ditata: denique Cle-
ri opes fere effe tbcfaurum pauperum, non folum in hoc mundo , veriim
etiam in futuro , latiffimè , graviffimòque contra h^reticoi probat Morus ,
neculluspofieade bocci argumento rcfpond't. Così Tommafo Moro , che
nvitconeirarringoprefo della dxfefa della Religione Cattolica, rinnnzia-
C e 2 co il
recidi
Clemen- ^^^ Secolo XVI.
^^ . . to il pollo di Gran Cancelliere del Regno , invitto ancora lo vedremo [ a ]
/-r/f/r/"""-^' '^' nel fofìenimento della morte fui patibolo. Dai detti fi procede aitarti ,
scuma dell' In- ^^ ifatti poterono non clfcre tali, quali giù erano ftati prevenuti dai det-
g ..terra. ^ Couvocò Heiidco il Clcro , e fatti capi di tutti il CroiTiuelo, e'i Cram-
nero, furono gliEcclefiafticiobligatiàpreilar ai Rè quel giuramento òì
fuggezione, ch'efll preftavano al Papa ; e riconobbefi allora da tutti il
Rè HenricoVIII. conhorrendofcifma Papa, e capo della Chiefa Angli-
cana . Non mancò però chi odafìTe in quell'allora florida Chiefa i cozzi
Gio. Fifchero temeraria rifoluzioue , e molti ne vedremo morir gloriofi per la fede, e
Card. Roffenfe , molti fotto il cruciato di duri ftrazii dar efempii d'infuperabile coftanza .
v'HtT'cc/uniVr Fra efll Gio: Fifchero hcbbe il primo luogo enell'ardor della pugna, e nei
gloriofo fine della battaglia. Egli nato di mediocre fortuna in Inghilter-
ra, portoffico'l merito della virtù, e della dottrina al Vefco vado di Roc-
cefter, dalla cui denominazione egli poi in lingua Latina fu detto, e chia-
mato il Roffenfe, ricevendo dal Rè Henrico Vii. di cui egli hebbe la no-
minazione, continui atteftati di Regia eftimazione. Governò, qual nuovo
S.Tommafo Conturbery , così egli la fua Chiefa di Roccefter, & infurian-
do per la Germania la Herefia Luterana, con tanti libri egli rifìutolla , e
h^ttUmde^n convinfela, che convenne agli Heretici, [ ^ ] per toglierli d'avanti tanti
x/;<e'/fy;>r. '»/".' odiofi volumi, confegnarli tutti alle fiamme, nel qual atto ne caricarono
Fijthera, uuagranfoma, e tanta, quanza-robuflus eqms jujìo onere bajulare pojfet . A
lui attribuiti la compofizione del Libro, che ufcì fotto nome di Henrico
/;.°C/^r',?j£w VIII.rfe/É'pfcwS^crrffwewm: e certamente fii fua [e] la lettera apologeti-
Ipudciacc.inefKs ca, refpoufiva à Lutcto , che contro il Rè, e'I fuo fcritto fcriife quell'em-
iÌ/;///./,Jj[r- pio con penna acerba, edifperata. Contro Henrico poi ò di già perverti-
ci 575. ^««.i. ' to , ò proflimo allaperverfione , così Apoflolicamente egl'infurfe , che ripi-
gliollo più volte d'ingrato à Dio , e di fcandalofo al Mondo, e in una pu-
blica adunanza minacciò al Volfeo l'ira del Cielo per la rilaifata difciplina
del Clero, e perilfafto, e'I lulfo della fua perfona. Con invitta mano
porfe al Campeggi, & al Volfeo nella Regia fala di Londra una fcritcura
contro il pretefo annullamento del Matrimonio, e publicatane la fenten-
za del Cramnero, egliriprovolla, e in voce sui pulpiti, e in ifcrirto su
le carte, come ingiulta, efecrabile , & indegna. Non così arfe Jezabel
contro EHa , ò Herodiade contro il Battifta , come la Bolena contro il Rof-
fenfe, dacuifividd'cUainveftita, anche quando rimiroffi fuperiore à tut-
ti , e non fol PolTeditrice del Re^io Toro , ma Padrona , e Signora del Regio
core : e perche né la ragione alììftevale , né la publicità permettevale rifen-
timento pakfe contro un Ecclefialfico cotanto venerato, e dentro , e
fuori dell'Inghilterra, con feminil vendetta ella ricorfe al facile, e vile in-
ganno del veleno, e condotto al fervizio un Cuoco, per fuo mezzo pre-
paròglielo su lamenfa, fé il Cielo, che rifervava ad altri gran cimenti
quefto fuo nobile Parteggiano, con impenfato accidente non glie lo ha-
à sander.hcùt. veffe come tolto dalla bòcca , Cum [d] t{iccardus B^f^eus , così chiama-
vafi il corrotto Cuoco, non alia rationc id faccre tcntaret , quàm ut ollam
communem , in quadro miverfa Epifcopi familia ]u[cidum coqucbatiir , injìce-
rct ( fcicbcit enirn Epifcopumcommiimbus cibis inter fuosvefcifoUtum) divi-
na providentia fa^umejii utcoipfodic, quo in ollam venenum cji injetlumy
I{ùjfcnfi5 pì-jcter foUtnm in triclinium non venhet : famuli autem y qui dli
prandio ìnterfuerunt , fiatim correpti fere oivncs cxplrarHUt i & I{ìfeiis Co-
qtiMS
Capitolo IV. 405 CL^ffj'!-
qnui confeffione fuapYoditus , pnbiicè fupplicio affc&us fiat . Così il Sandero. ^ ^ ^^'
Mi il Rotfenfeprefervato allora dal Cielo, ò tolTe colpa di viltd, ò debo-
lezza di età predo alla fectuagenaria, ò temperamento da lui giudicato
confacevole al preveduto gran male, ò impenetrabile giudizio di Dio , a s, ^ui. inKn*
che, come dice S.Agoflino, tallora permette, e meglio giudica, [ ^ ] '^'^•«^•»^-
demdisbona, facere, quàmnuUamala effe permìttere ^ bench'egli intrepida-
mente oftade alla ricognizione , che fecero gli Ecclefiaftici della Inghilter-
ra, di Henrico Vili, per Capo, e Papa di quel Regno j nulladiraeno anch'
elio con gli altri fi fottofcriire , mi con una eccezzione , quale il Rè accet-
tò come non ingrata, cioè Quantum per Dei verbumliceret. Non così pe-
rò ella fiì apprefa dal commune delle genti, come forfè fu ella concepita
dalla intenzione del Roftenfe: conciofiacofachegiudicandofi da tutti fem-
plicemente, e non condizionatamente egli concorfo neh' accennato giu-
ramento, crebbe in audacia la fazione fcifmatica , e crebbe lofcandalo
in chi defiderò maggior vigore in quefto Ecclefiaftico; ond'egli amara- ^ veduiroitifi'
mente poi ne pianfe , cancellando ancora col [b] proprio fangue l'im- pJioni.um.^', '
pronto infaufto di queU'inchioftro .
Intanto in Roma irritata la fofferenza del Pontefice dall'aperto difprez- Pontificia rifoiu.
20, ch'Henrico dimoftrava delle Apoftoliche cenfure, paflato il tempo HJnrr-oviir?Rè
prefcritto al ravvedimento , ed invano afpettato il ritorno del Corriere , d'inghUceru.
che Gio:BellayVefcovo di Parigi, dimorante allora in Roma per commif-
fionedelRèFrancefe, come mediatore di quefto grande affare , haveva
fpedito ad Henrico , rapprefentandogli , che il Pontefice non poteva più né
congiuftizia, né con riputazione differir la fentenza finale in contumacia
contro di lui , quando egli per lo fteffo Corriere non mandafle ò procura ,
ò lettera , con cui fi fottoponelle al foro del Papa i e finalmente trapafiato
ogni termine, non che di ragione, md eziandio di convenienza, e di par-
zialità, finalmente giudicando Clemente debolezza d'intelleto lo fperar
fuggezione, e di petto l'ufar procraftinazione , nel [ e ] Conciftoro fen- e ii.Manoisy,
tenziò, che il matrimonio fra Henrico, e Caterina era valido, e fermo, * ^*
e condannò il Rè alla offervanzadieffo, replicando le cenfure fulminate
con dichiarazione di effere il Ré rfe/<i^o già in effe incorfo. Ma, oh alti , .
& impenetrabili giudizii di Dio! Biduo [d] pojì , dicQ il Belcario ( ben- ^^'^^•''•-°'«-^*
che l'Autore Inglefe della vita di Henrico Vili, dica, non due, ma fei
giorni doppo ) ab^'ingloT^untius rediit cum mandatis amplijjimìs: quapro-
pter Cardinales , ut enatum fuum corrigerent , diligenter inquirentes /£-
plus convcnerunt , ncc uUam retra^landiefua fentemine rationem invertir e potue-
rum. Così egli. Ma il Pallavicino degnamente difende il fatto di Cle- Difefa di cFe-
mente , e rigetta tutta la colpa di quefto lacrimevole fiicceffo à più '"c^evir. fopra
reconditi motivi, che noi cosifpieghiamoconledilui proprie parole i m.S!"'^"*'"'
[e] Mala fortuna nell'evento , il mal è la regola della lode^ ò del biaftmo « f '/^«v. //A. 5.
prefioalla moltitudine y parve che s tngegnaffecon una delle f uè maraviglie la- '■•'^''•'•°" ''^•
fciar notato Clemente di jprecipitofo alla memoria dc'pofleri. avvegnaché po-
chiffmi giorni doppo la fenteni^a comparve in B^ma la rijpofta di Henrico , che
di^inguendoilTontefice vero dal Comico y e fcorgendo i pericoli della Corona y
rinfiuietitudine co' f^affalliy l' infamia apprefio il Chrifìianefimo y e la mac-
chia y ed incapacità della prole y fé ti capo della Chiefa pronunciava per le-
gittime le prime noTi^Cy ed egli negatagli l'ubidien:^a perjeverava nelle fe-
conde ; fi offerì di foggettarfi alla fentenza de?li attentati y purché (i Jofpen-
Tomo ir. Ce? deffe
CXmm- ^^^ Secolo X VI.
T£ VII. ^^u^ la fulmina'^ione delle ccnfure ^ ed alla Congregazione de Cardinait depu-
tati per quefta caiifa, purché fé n'cfcludejjero alcuni , che gli erari fofpetti, e
fi mandajfèro Delegati non diffidenti à Cambrai , ove intendeva dtfar alcune
♦'. i fuepruove, inviandovi fin d'allora egliVrocuratori . Que [io fuc ce ffo aggiunto
alla prefia morte di Caterina i che feguìnon fra dieci mefty come narra il Soa-
ve t ma fra ventuno y e che haverebbe aggiitfiate le controverfie , fé condan-
narla fretta del Tap a nel fenten^iare da queimedcfimi, che poco innanT^i il
condannavano ò per pufillammoy ò per politico nel differire i e non confide -
rarono , the ò conveniva foprafeder eternamente , cioè non far nulla mai ;
V quantunque fi procedefie à quefta rifoluT^one , poteva fucceder immediate
'Un taP accidente y il ^uale niun huomo faggio haverebbe avanti pur fofpetta-
to . Furono poi fotto li 2 o. di aprile ad ifiani^a della fiefia B^ina fpedite in Con-
cifioro le lettere efecutonali per adempimento della fenten'za , Così egli;
ma chi piange qiied'itifominio in commiferatione ài Roma, meglio io
piangerebbe in compaffione della Inghilterra, elfendo cofa che più per-
de qLi€fta,.che quella, ò li confideri il teforo della Fede, ò la prac^
tica antica de'Pontefici Romani, che Tempre han voluto efler più tofto
i^seich.ioi.cit, PapifcnzaChiefe, che Papi di Chiefe infette di Herefia . [ a ] ^4nglus
mdignatusy foggiunge il Belcairo, à t{omani Tontifìcis obfervantia recef-
fìt, & in his y qua ad religionem pertinenty fé ^uafi Cbrifli Ficarium declor-
b Poiydor. virgiì. ravit , tributumque F^manis Vontifìcibus pendi jolitum E^mam deinceps ferr
''^•^' ri prohibuit ; e con più horrido racconto Polidoro Virgilio , [b] Ha-
betur Cencilium Londini , in quo Ecclefia anglicana formam potefiatis nul-
iis ante temporibus vifam induit . Henrtcus enim ^ex caput ipftus Ecclefis
€onfiitHÌtur y eique ob id munus primi fru6ius vmnium Sacerdotiorum vacan-
c Shtìus incom.fiamy ac eorundem decima quot-annis perpetua affignantur. Così egli, [cj
jwft.r.4«». I5J4, jcaeflj conchiude il Surio , rerum humanarum conditio y ut juxtA TauU
fententia. Qui fiat y aut ftare fìbi videtur , meritò videro debeat , ne ca-
^. ,, -, , -dat. E non fu caduta quella di Henrico , ma precipizio , e ruràa .La
S. Monaca Elifabetta Bertona, alla horrendifgmadiqueflihorribiii fuc-
d SAnd.ioe.ctt, «eflìj come in eftafi andò pe'l Monafterio -efetoando, [d] Henricum
. ' non-ampliùs jam efie l\egem, eòquòdexD^o nonregnnret: MariamveròCa-
fhcnnx ad B^gni guèernacula fuo iure feffmam effe . Rifeppelo Henrico , e
rollo coudannoUa al taglio della telta inlìeme con due Monaci di S. Bene-
detto» con due Religiofi Minori , e due Sacerdoti Secolari, che per la
e i4.ii/tfi^»» I5J4 gradala incontrarono, e le furono [e] eompagni neTentimenti , nella
coftan^a, e nella morte. Q^am fcemmam , foggiunge il citato Sandeio
dic[\.\^2LS^nx.diìsAomc2ky cum inter cateros B^offenfiSy & Morus ddigenter
txaminafknty confefji junt, fé nullo judiao deprehendere potuifk y eam pha-
nattci) fpwit-H ( qitod Vi ejm invidiam tane fpargebatur ) agitatam fuifie^
Unde •& ipfiy eglifìegue, in fufpicionem apud B^gem venerunt , quòd cum
ill-a fentirmt; ond'cglino con altri quattro zelanti Cattolici furono dal
Zlhin.7!ÌÌ:t crudo Rè trafmefiì nelle carceri , e l'anno feguente, come [ / ] fi di-
%Sani.ibìd.' ' xà, decapitati, {g] FratresautemMinores, coiichiude il citato Autore ,
qui de obfervantia vulgo dtcuntur y <:um hac iniquitate permoti liberiàs lo-
querentiir tam in publicn difpmationibtis , :quàm ■c^ncimibus facris j matrt-
moniumque Catherine acerrime defendercnt ( precipue vero Londìniduo Ta-
tti£s do&ifjimi Elflonns , & Taypomts ) ob batic rem totus Ordo in tanto apud
i^ew (kdi'io fuhi m •tertio rdus ^ugufii Fratret iftì ex omnibus ordims fui
y t. - . . - . MO'
^Capitolo IV-
407 Clemen-
Monafleriii pellerentur , vario fque in career es conjicerentur , adrò ut plufquam TE V 1 1,
ducenti eoàem tempore inculiodnsmmerarcntur. Così egli. Ma ciò fii pò- fo'^d^ Sco
co , fé (ì paragona con quel di più , ch'egli intraprefe di fare , e fece , con viir.contro le of.
mettere rabbiofamente li denti nelle facre offa dell' Arcivefcovo , eMarti- cantu;^^!'^"
re S.Tommafo Cantnarienfe, cheflndatrecentofefl'anta, e più anni [a]'' san Tomm'af^
addietro uccifo, e d'indi, e poi fempre per miracoli ftupendiifimi illii- IZ'fTii'lfoull
ftre, quefto fpietato Rè ne mandò far da capo la cada, e citatolo à di-
fendere avanti il Regio Tribunale , Reo di lefa Maeftà per oppofizione da
lui fatta alle ingiufte leggi di Henrico II. coatro la immunità delle Chiefe ',
e'I Pontificato Romano: e non comparito il Santo Arcivefcovo perfonal-
menteidifcolparfcne, egl'il menteicatto condannollo in contumacia ri-
belle, fcanonizollo , e fattolo trar fuori per mani del carnefice dalla grand*
urnad'oro, in cui pofavaildiluicorpo, nefentenziò le offa'alfuoco , le
ceneri al vento , e la memoria all'efilio , aggiudicando al fifcp l'ineftÀma-
bil tcforo della fua Chiefa, caricatine ventifei gran c^tri , tiit,tO valfella-
mento facro d*oro, d'argento, e nobiliflìmo arredo * ' ■ ■
; Inquefto ftato di accidenti funeftilafciò Clemente la vita: Pontefice d* Morte djcie-
infaufta memoria, mi d'invitta coftanza nelle calamiti, emiferie de'fuoi ""^"'^ ^n-
tenripi , cheopprelfero non men lo ftato particolare di Roma > che l*uni-
veriale della Chiefa . ' • - i.
e ;
Ce
C A-
y
PaoloIII.
HenricoVTtt.pti-
blicamence , e
porapofamente/ì
dichiara capo
della Chiefi An-
glicana.
a ^nnct5l4.
b S'Uni, ihid.
408 Secolo XVI.
CAPITOLO V.
Paolo Terzo Romano , creato Pontefice
li I}. Ottobre 1554*
ji! o^ni!'-^;^
Contìnuazjone delU per'vèrftone di Henrico Otta'vo 2{è d^In-'
ghdterra, Martirio del Cardinal ^jfen fé , e diTommafo
Jldoro : ft*ccejji , e detti rt^uarde<voli nella morte delibano ,
e dell* altro . 'Bolla , e condanna Pontificia contro Henr-
tìcé . Perfecuz}one contro il Cardinal i^glnaldo Polo , e
morte di Henrico Otta^vo . Cal<vino , fue qualità , libri ,
& herefie . Introduzjone del Cal'vinìfmo nel T^gno di
Francia * Per'verfione di Ginet/ra > e de^ Ginevrini .
Introduzione di tutte le nuo've herefie nella Inghilterra
[otto il ^Eduardo Se fio. Ad[artin 'Bucero, Pietro Afar-
tire , "Bernardino Okjno 9 loro qualità, &* herefie, Aiorte
di Martin Lutero . Concilio Generale di Trento , e
dieci felloni tenute fitto quefio Pontefice nelle materie
delihri Canonici , del peccato originale , della Giuflificaz.io-
ney de^ Sacramenti in generale, e del'Battefitmo, e della
Confermazione in particolare , fino alla fiofpenzione del
Concilio, Caduta nella herefia di Hermanno Arci^efco-
1/0 di Colonia , e di Pietro Paolo Vergerio Vefco^o di Ca-
po d" Ifiria . Interim di Carlo ^into , e fuo contenuto ,
mali , e Sette , che da effo provennero . Indicazione della
Congregazione del S, Offizio in 'R^ma .
Oftergato il miferabilc Henrico Vili, con quefti primi
tentativi ogni ftimolo di Religione verfo Dio , ÒX ve-
neraziotìe verfo il Pontefice Romano , di decoro verfo
Taiigufto Trono del fno Regno , e pago fol di fé ftef-
, fo , e della fua sfrenata paffione , non riconofcendofi
più foggetto ad alcuno , ne pretefe ancora la dichia-
razione con folennità ài pompa , e magnificenza di funzione , ed in»
timato il Parlamento perii futuro [ a ] Novembre , in eflb fé ftabilire quelli
horridi capitoli j che noi per maggiore authentica di verità riferiamo con
le parole medefime dell'Autore Inglefe, che li riferifce . [/;] Vrìmum fù-
dcm, Ht Maria ex Catherina jilia, \iataliitm honore , ac omni regnandi jure
pri-
Capitolo V. 409 PaoloÌII.
prharetur : honores autem omnes , ac fuccejjìonis jura Maria antea attrì- .
, butay inElì^abetham transfenentar ; deinde ut omnis potefìns , ac jHYÌfdi6lio fi "opra quefta*
in ^nglos i & Hibernos Tontifict l\pmano inperpetuum adimeretur , reufquc fuanuoya.efacri.
perduellionis fierety fi qitìs deinccps qiiidquam honoris , aut auèoritatis Sedi '«s» a«""iion!:.
^poflolica de ferve!; : ..4nglican£ vero Eccle(t£ fummum in terris caput iit\fQ-
lus h^x haberetur y cujas folius efet au^ioritate plenijfima crrorcs , hxrejes,
abufus omnes emendare y & illi propterea omnium Saccrdotiorum integri prò-
vcntus primi cu jujque anni i quo quis beneficiiim aliquod fortitus ejjety folve-
rentur ; illi omnium Eccleftajiicarum dignitatum dccimie redderentur ; qui-
nimòipfumVap^ vocabulum confecutus y edici curavit y ut de estero tmllus
TontifcumF^manorum vocareturTapay fed tantum Epifcopus . Quamlegem.
tanta f£vitia cxecutionì mandavit , ut capitis damnaretur , (i cujus in libro
"pelfoLumnomenVapjenondeletumextaret'.percdendariajperindiceSy per
fcripta Tatrumy per totum jus Canonicum , per fcholajìicos Do6ìores Tap£
yocabulum lituris undique obducebatur j imo in fronte opermn D. Cypriani,
^mbroftiy Hieronymty ^uguflmi y Leonis y Gregoriiy Trofpen , ac altorum
Eccleft<£ luminum y finguli fcribere coa&ifunty fi quid in cis operibus inefiet ,
fuod Tontificis ternani Trimatum tueretury aut confirmaret , [e illi verbo,
Jententta i rationi )am nunc renunciarc , nec tanti criminis reos unquam efic
velie t utqitibufvisTatribusy aut DoBortbus in eare afiemiant . Omnis etiam
communicatio per litteras cum Tontifice l\pmanoy ejufque Mini/ìris extra ^n-
gliamdegentibus fubpcenaUfa M-ìjeJlatis prohibebatur; qu> fa^um cfk feri-
bit ErafmuSy ut quaft fubomnt lapide dormiat fcorpius y ita nemo ^nglorum
aufus efl deinde y aut quidquam fcribcre y aut ab exte-no quopiam literas ac-
cipere. In litaniis prxtered , precibufque , qu^e tum pnvatim , tum publicè
in omnibus Oratoriisy Ecclefiis y Monajieriis , aliifque in locis recitabantur ,
loco petitionis illtus , qu£ prò Domno ^poflolico à thrijìt fidelibus peruni^
verfum Orbem fieri folcty Henricushac impiaverba apponi y imprirniquepra-
cepit: ^b Epifcopi Romani tyrannide y & detejiandis enormitatibus libera nos
Domine . Così egli, che per dimoikarlì non folamente fenza freno di cofcicn-
2a,mà fenza né pur fior dì fenno , in altro parlamento convocato il Maggio
[ a ] feguente [ (> ] erfà/> , ne qutsimpoflerumfuorumauUcorumy aut barbam a ^««.ly;?,
raderety aut capitis capillis longioribus uteretur , quod viri gravtores in ungila ^ ^^'"* s^'dtTHt
ad honorem, & imitationem quamdam Cleri facere confueverant. Ipfe autem '"'"•'^^^*
Caput novum Ecclefi£ y quo aliis prueluceret y ^Ann^^que oculi magis piacerete
fxemplum & formam prabere voluit . Seipfun'i igitur novo , ac elegantiori lon-
gè modo tondendum , ac veftiendum curavity omnibus ut iterum juvenefcere 3
& Itmul cum antiqua uxore , veterique religione veterem etiam animum ,
l^eteremque corporis habitum depofuijje videretur . Così 1' Hiflorico In-
glefe. Qiiindi egli fi accinfeà procacciare alla fuadeteftata azione Parteg- Awer/ìone sa.
giani , e Protettori fuori del Regno , e nel Regno . Mi fuori fu egli rigetta- ^.^^ «^«e'' Hereù-
to eziandio con improperii da i Sovrani Cattolici egualmente , e dagli RèìngkTe" '^'^
Her etici , che non feppero applaudire à chi troppo palefemente fi era tirato
fopra r abborrimento , e la diiraprovazione di tutti : onde li Luterani mede-
fimi, lìegueil Sandero, quamvis cum Henrico , timi etiam fibi, gratularen-
tur difcejjionem e jus à Tontifice , quam & ipfi fecerant j dolebant tamen ve'
ijementer tam fceleratam , ac turpem fuijìe e]us difcefftonis caufam , quam ita
detejiabantur , ut nulla legatorum perfuafione adduci potuerint , ut appra-
barent, Quod & Henricum mirAbiliter cjfendit , fedtque ( uti creditur ) ne
p-iìam
Paolo in. ^jq Secolo XVI.
palam ad hterefìm Lutheranam deficeret , neve ipfìus Lutheri fubmijjlencm t
ac palmodtam , quam abje&iffimè paulò pojì ad eum fcripftt , admitteret ,
a c^v. eomm. in Calvìtius [a] ctiampaulò poji Henrici Trimatum Eccleftafticum oppugnavi^»
^mot, Defertus itaque ab externis y domejiicìs comprobatoribus contentus cfievoluit,
jubctque , ut fui tam concionibus , quàm libris cditis banc novam au^iorita-
ttm fuam Ecclefìajiicam tueantur: qua I\egis voce excitati funt ad concm-
nandum plurimi , ad Jcribendum etiam nonnulli , quorum ali qui id fpontè
faciebanty quòd hsrejtfaverent: ejufmodi erant Sampfonus, Foxusy Morifo-
nus-, caterique: aliiverò coa£ìèj ne B^gem ojjendcrent ^ ut Gardinerus-Vvir-
tonienfis , & Tonfiallus Duntlmenfis Epifcopi . Così egli . Né con diveiTa
forte trovò apprezzatori della fua infame condotta dentro il Regno : con-
ciofiacofache pochi plebei, e nobili, inalvaggicom'eflb, Goncorfero pie-
namente ne'fuoi fentimenti ; e molti aifecondarono più al terrore delle mi-
naccie, che alla ingiuftizia della caufa; e moltifllmi a bocca aperta, e a
Contradirrori in penna Corrente reclamorono contto Uii , come contro nn nuovo Nabucco,
vitti di (.Ho.Tom di quella età: fra quefìi due furono li piùriguardevoli in qualità Tommafp
GÌo?F.ilhero'. ^ Moro, c Gio. Fifchcro il Rorfenfe, di cui ragion vuole, che fé ne faccia
quella diftinta menzione, che ben fi merita T alta loro diftinta coftanza.
b rtdiiiFo>,tif.di [b] Furono eglino nel medefimo tempo carcerati, eprimailRoftenfecoii-
cum.vjindjìn, daniiato 3 motte , e poi il Moro, perfuadendofi Henrico, chedotelfe il
/M5.40J./9W.4. ]viQro atterrirfi alla morte fpaventofa del compagno. Màellafùalui, cq-
Pfigioiiia e mor. "^^ ^iraflì , d' incitamento , e fprone ad emularlo , e non di ritardamento , ò
tedi GioiBfThe' pcua nel feguirlo. Egli forprefo nella fua camera, vidde imperturbabil-
roRoffenfe. mcnteinvellito, e faccheggiato dalle regie milizie il fuo Palazzo, ch'elle-
no tutto fcorfero a facco, 'a preda, piiìtoftofperata, cherinvenuta: con-
ciofiacofache in eiìb ritrovolfi fol copia di libri , e d' iftromenti di peniten-
c ciacctnus in vi- zs. y [ c ]quibus pìus ^ntiftes feuHe coYpHS y jamqueamiis, & fludiis y aliifque
^VsZdJlfclt'. f^nms laboTibus , & curis fra6lum affUgebat . Strafcinato più tofto , che
condotto al carcere , quindici mefi imperterrito attefe di giorno in giorno
la gran fentenza di morte , prolungatagli dal Rè per intimorirlo prima ài
ucciderlo, fperanzofo, chelemiferie, l'horridezza della prigione, li pati-
menti, e gli iirazii doveflero , e poteflero fcuotere quel gran cuore. Mi
fra quelle catene preparavafi fecretamente al Roftenfe dal Cielo la palma
del martirio, e dal Pontefice la gloria del Cardinalato. Alla fama di cosi
invitto foftenitore del Pontificato Romano, non dubitò Paolo III. afllm -
to di frefco alla dignità di Pontefice, di dichiararlo, qual'egli era, vero
cardine, e foftegno del Pontificato, e nella prima promozione de' venti
d ^nn.tsis. [</] di Maggio, annumerollo fra i Cardinali Preti col titolo di S. Vitale,
prenunzio a lui non già di vita , ma di mone . Poiché e la beretta mandata-
gli fi'i arreftata in Cales dal Comandante Inglefe, che allora governava
quella Piazza, e l' avvifo della feguita promozione giunfe cotanto inafpet-
tato ,-!& acerbo al Rè , che dando egli in precipitofe furie d' improperii con-
tro il Papa, Af/«<zf, dilfe fiero d'animo, e torbido di occhi, Tapagalerum
fuumy cum volet: ego interim operam dabo , ut cum appukrit , caput, cui
ille imponatur , non habeat . E di fatto egli condannò il Roffenfe allora aUo-
c v,atrtUM, ir ra al taglio della tefta. [e]Firi Troceresy forridendo diffe il Roftenfe al
ndditicn'ùus Ciac- grandc annunzio, ultimo fupplic io à vobis quafi UU Maje/iatis reus adiudi'
^«*«rr v«f* %f catu$ fum, quia dixi, B^gem ^nglican^ Ecclejix fupremum caput non ejle-
finfit. ^j ^f^Q juris ordine, quave rationtf judicet JMus Qptmus Tnaxtmus mev^e
, . & -pou
.Clt,
Capitolo F, 411 Paolo Iir,
& vos y cui veflrorum , & Hegis tpfìus cordium infpc&ori rem omnem rdln-
quo , meque totum divìn£ illius -poluntati commutò . De regio Vrimatu jen-
tiOy ut femperfenft, & nuncpaUm affirmo , F^egem nec pofìe y nec debere au-
£loritatem (ibi in Ecclefta Dei ^indicare , neque h.a6icnus unquam auditum ,
terrcmm aliquem I{egem id (ibi arrogafie^ imo portento fimilt videri, homi-
nem laicum flatus Eccleftajiici caput effe . Fiì allora interrogato, fé per mez-
zodì lettere, ò di amici fi fofs'e^li procacciata dal Pontefice la digniti
Cardinalizia? Alcherifpofeil Roftenfe, Se, Deigratia, quamdiuvixerat],
parum ambitionis morbo laboraffe ; Jed quando alias humanos honores ef-
fet aucupatus y autvenatusy inextremahac aitate, c^ calamito/o , quot^erfa-
batur j flatu diuturna y quamperpefins fuerat y captivitatis, quove mortem fi-
li continuò immmentem expe6iaret y id deeo minime ìfideri fufpicandum . Nel
mattino [<z] defì:inato alla fiia morte, egli deporto il ruvido cilizio, vertif- * ^\' lumi Ann.
fi di nuova camicia, e di preziofi paramenti; erichiefto, perche ciò facef- '^^'''
fé? Hiceft, rifpofe con faccia d' Angelo , e cuor di Apollolo, nuptiarum
mearum diesfeflus y in quo proinde majori me cultuforas prodire convenit: &
in così dire avvioffi intrepidamente al palco del fiipplicio, al quale giunto,
gittato sfarzofamente di mano il baftoncello , fopra cui appoggiavafi cagio-
nevole di falute, fettuagenario di età, & emaciato da' patimenti, [b]£ja h smì.Uc
pedesy óìffc,officii4m facite: brevis vobis nunc reftat via» Quindi in piedi
rivolto al popolo, che numerofo era concorfoallo fpettacolo nella gran
Piazza di Londra, Eja, Fratres charijjimi, hìcadflopro Ecclefue Catholiae
tuendafìde, aclibertate mortem fubiturus: nullum bue ufque ejus horrorem,
aut animi perturbationem , Deo me confortante y perfenfi j fed quia continuò
gratta ejus, & mijericordia in tantis angujiiis eget mortalis infirmitas , oro
vos , ut me orationum veflrarum jubfidio juvetìs , quaienùs in hoc cruentai
mortis articulo abfque ulla trepidatione , aut vacillantis animi nota, incon-
feffione fui nominis , ac fidei fixus, fìrmufque permaneam . De estero Deum
ipfum immort-ilem obteflor , ut vos omnes perenni fofpitatc , 0- incolumitate
donet, regnuMy ac I\egemfervet, eiquementem meliorem , & fanum , acfa-
tatare confiliumfuppeditaredignetur. Ciò detto, alzati gli occhi al Cielo, e
piegatele ginocchia in terra, con allegra faccia intonò con voce alta , e
chiara in dimortrazione di fanto gaudio il Cantico, TeDeumiaudamus , &
il Salmo, In te Domine perayi, efpontaneamente offerto il collo alla man-
naia, refe la lua illuftre animaaDio con gloriofiflìmo martirio . Il corpo
tutto quel giorno giacque ignudo, & infepolto nel proifimo cimiterio ài
tutti li Santi, eia recifateita efpofla fopra una grande haftafu'l Ponte di
Londra rimafe per quattordici giorni intien così bella di colori, e viva di
faccia, che recando ancimirazione, e vaghezza, e non fpavento , fu quindi
toltadi notte , per togliere al tumultuante popolo occafione di rimprove-
ro della regia tirannia. AnnaBolena, acciò, ficcome nella Giudea, non
ttiancaffe 1 a fuaHerodiade ancora alla Ingilterra, volle folazzarfi alla viltà
di queft' altro mvitco Giovanni, e in vederne il tronco capo, allor quando
deporto dal palo, egli gittavafi nel proffimo Tamigi, Efl ne hoc osillud,
clladiire, quod inme tottes debacchatum efli nunc certe nemininocebif, e in
così dire percotendogli in difpregio la bocca con la eftremità della mano,
ne rimafe ella ferita in un deto , leggiermente , ma con cicatrice indelebile ,
che fempre fin' alla fua morte additolle la efecrabiliti del facrilegio , e la rc-
ininilcenza del peccato.
■' ■■ La
Paolo III. ^^^ Secolo XV L
La morte del Cardinal RofFenfe fiìforieradigio;aa Tommafo Moro^
che anhelava come il compagno alla palma del martirio . Ritrovavafì egli
a me omnia or- r ^ ] ripìeno dinobil coftanza in un ftrettiffimo carcere, e come eh' era di
rZiib.i.deSchijm. gcnio allegro > &ingegnolamente faceto, acnivenivaloavilitare, diceva,
pJ^e'ónVa emor- Tuttoil mondo per gli huomini ejjere un gran carcere , onde riputar cfio à
te di Tommafo beneficio , cgraT^a del Cielo , haverlo forttto angufto , e piccolo ; efj'endo che
^°'"* è malis pluribus minimum fit femper eligendum . Alla nuova del martirio
confumato de RofFenfe , egli rivolto al Cielo , Confìteor tibi , Domine , óM^q ,
quòdtantamglorìamnonfum meritus: non fum ego )ujius y & pfn£lus , (icut
B^fenfis tuus , quem de univerfo regno ijio tibi fecundùm cor tuum elegifii : fed
tamen fi fieri potefli particeps fiam, Domine» calictstui, E come che alla
rimembranza della felice forte, e morte del fuo amato Commilitone non
potè egli contener le lacrime , e qualche rincontro nel volto di animo do-
lente, prendendo quindi molti argomento, che invefìito dagliamicipo-
telfe cader quel gran cuore, molti ne fopravennero , &in fine con più po-
tente affalto Aloifia fua moglie , che gittataglifì prima a i piedi , e poi come
fvenuta al collo, per Dio fcongiuroUo, neipfumj ne liberos y neTatriam,
^ -pitam , qua dm adhucfruipoffet , prò dereliÙis haberet . Ricevella a faccia
. gioconda il Moro, & alle di lei parole forridendo, incontanente rifpofe ,
Quawdiùy ^/iloyfiameay poterò hac vita frui^ Soggiunfe rincorata l' afflitta
Conforte , Totis vtginti annis , mi Vir , fi Deus vóluerit . Ma dalla di lei
fleffapremelfa prendendo motivo il Morojdidedur cpntrariacondufìone.
Vis ergo y rifpofe, ut actermtatem viginti annis commtuem^ 7<IJetu imperita
cs mercatrix , mea uxor : nam fi annorum viginti mttlia diceres, aliquid tu
quidem diceres , fed tamen ad aternitatem quid ejient ? Vittoriofo di tanti
nemici , quanti potè portargliene Aloifia con la fola rapprefentazione di fé
fleffa, eh' era moglie , madre, e donna della di lui perfona , famiglia, e
cafa, fii allora il Moro riputato per invincibile ad ogni altra perfuafione,
havendo cotanto sfarzofamentc fuperata queir una, che in nobil cuore è la
maggiore ditutte.j onde per ordine Regio furongli quindi tolte le fcrittu-
re , li libri , il calamaio , e la carta , eh' era l' unico pafcolo , che reftavagli in
rifocillamento dello fpirito . Egli allora fecefi chiudere una piccola fene-
ilra, chedavalume al carcere, e quivi fol pafciuto della nobile Libraria
della fua mente, in continua meditazione di cofe alte, e devote agguerri-
vafi , come lottando , al gran cimento della morte . Richiefelo il Carcerie-
re , Tetche coiì con lafinejìra ferrata egli giacefk all' ofcuro ? Quidfaccrem ?
*-' rifpofe allegro facetamente il Moro, Terdute le merci ì fi ferrala bottega:
ls(onne fublatis mercibusy claudenda efì officina^ E fue merci erano i libri,
non tanto letti, quanto da eflb compolli in quella nobile officina del fuo
carcere . Quivi egli due nefcriffe , uno in lingua Inglefe , defolatio in tribula-
tione , r altro in idioma Latino , de Tafjione Cbrifli , che non potè terminare,
perche quando appunto egli giunfe alle parole, Etin]ecerunt manus mje-
fuWy in lui ancora fi av ventarono i Satelliti, che toltogli lo fcritto, locon-
b oiei.iMlUt duflero [ ^ ] all' efame . Interrogato , Che fua ragion dicefje fopra la fiabilita
legge della fuperiorità Ecclefiafiica conferita al i^ Henrico , delufe la pro-
polta con il pretefto della ignorazione di efia : come fé peregrino allora egli
aevenifl'e in Inghilterra dall' ultima Cina. Ma condannato a morte, aprì
allora la bocca, e con Apoftolica intrepidezza. Ego per Dei gratiam fem-
per CathoUcus , nec unquam àVontìficis Bimani communione difcedensy an-
dive-
Capitolo V. 413 Ì'aolo III.
dìveràm aUquando Toritificis Romani poteftatem legitimàm ^uidem, & laU-
dabilem , jed tamen humani juris , non divince pr^fcriptionis fuifie . Itaque
cum viderem Jfìatum hujus Bsgni eò ferri, ut nccejjariò my?eftigandum ejjet y
qua ex origine Tontificis Esinanì potejìas dimanaret , tato feptennio hujus rei
diligenti (firn <& indagatimi me dedi , & deprehendi potefiatem Promani Tonti-
ficis, quamvos temere (ut nihildicam gravius ) abrogaflisy non modo legiti-
màm j laudabilem , & necefìariam , veràm etiam divini juris , <;^ prajcri-
ptioniseffe, H.^cmeaejlfententia, h^c fides , inquaper Dcigratiam monar .
Così egli . Ergom , foggiunfegli allora il Regio Cancelliere , Tu vir meliort
autfapientior baberi visy quàm omnes ftmnl Epifcopi, ,Abbates , reliquique
Ecclefiafìici, quàm tota nobilitas y quàm cun&i Senatore^ , quàm Concilium
integruMy quàmuniverfum denique I^egnum ^ Così il Cancelliere, che fen-
za trapoflzione di tempo ricevè dal Moro in rifpolla quelle parole, degne
òì eflere eternamente ponderate da ogni Heretico , che vago fia del fiio be-
ne, della vera fede, e del chiaro lume della Cattolica verità, Illujtrijjinpe
Cancellar i, prò uno Epifcopo, qucm vqs vejir^ opiniomshabetis , mibi facile
flint centum , iique ex illorum numero , qui inter Divos funt relati : & prò
veftra nobilitate , habeo nobiliorem confelìiim Martyrum , ac Confefiorum;
prò unico etiam vefìro Concilio ( quod quale extiterit , Deus optimè novit)
habeo omnia Concilia Generalia , annis abbine mille celebrata : & pro'^boc
uno exiguo regno veflro , habeo prò me Galliam , Hifpaniam, Italiani , c£te-
raque fpaciofjjima Chrifiiani orbis imperia. Non era efame quel giudizio,
ma predica , e trionfo della Fede Romana : onde quindi egli follecitamente
fu tolto, da chi foffdr non poteva cotanta forza dì ragione in quel ben
avventurato contrailo ^ Mi hi tolto il Moro da quel contrafto , con incon-
trarne un altro , forte più eh' il primo, fé la fortezza di lui non folfeftata
invitta , e impareggiabile in tutti . E quello fii l' incontro , eh' egli hebbe nel
ricondurfì al carcere , di Margarita fua figlia , da lui unicamente amata
comePadre, iftruita nella lingua Greca, eLatinacome Maellro, & alias
quale folamente molte lettere dal carcere egli haveva fcritte, come fua
corrifpondente nell' amore , nella dottrina , e nel travaglio . Ella fi fé incon-
tro al Padre, echeta inginocchioflegli avanti, e baciogli i piedi, e così
muta dilFe , quanto dir potea ogni eloquente Oratrice . Fermofii il Moro ,
baciolla, benediffella, e partifll . Ritennelo per la vefte una nobil don-
na , eh' era donzella della di lui figlia , ma compagna alla figlia nel
dolore , & avviticchiatafegli al collo volle anch' elfa come rubbare
un bacio al fuo Signore, giacche non potea una parola: al qualatto
forprefo il Moro , Inurbane , dille , fed tamen peramanter fa£ìum :
e rinferratofi nel carcere , poche hore avanti di ufcirne alla morte,
involato un piccol carbone, che per la flrada trovò in terra, con effo
una lettera fcrifle alla iua figliuola , in cui quefte ultime righe erano di-
flefe con dettatura diApoflolo più tollo, che di Padre, Ego te, dulcijjì-
ma Margarita filia , nimiùm dejlineo , fe'd [pero me pojt craftinum diem^
nemini unquam futurum moleflum : fummo etenim defiderio cras moriendiy
<T Dcurnmemnvidenditeneor : efl enimo^ava Trincipis ^poftolorum Tetri,
& profeflum S annaffimi Thoma Martyris . Hic dies , inquìt, ft ita vifum {ìt
Cbrijio, mihi apprimè commodus efiet. Così egli, vero imitatore del fuo "A
gran Connazionale S. Tommafo Cantuarienfe , eh' egli cotanto bene imitò
n^Uacollanza della fede, e nel dilpregip della morte. Dunque alli quat-
tro
Paolo III. ^j^ Secolo XVI.
i^nn.isìs. tro di Luglio [ tf] apparfa l'alba di quefto fortunato giorno, egli fii condot-
to al palco del fupplicio, e rinvenendo non so qua! difficukàdipafro nel
falirvi, Da,fodes, manuniy ut afcendam, dille al Carnefice graziofamen-
te, e Tempre fimile a fé il Moro , Kljzm ad defcenfumquodanìnety memibi
rclinquas. Terminate alcune preci, e chiamato il popolo, che affifteva
alfuneftofpettacolo, in teftimonio della iua Fede Romana, fcorfoad al-
ta voce il Salmo Mifevere, e conceduto ampio perdono al Manigoldo , que-
fìi Caput }uftniai & ventatisamputavit, ingemifcente duglia univerfay &
non tam Chrijìi martyrem , ejuàm feipfam capite truncatam arbitrante .
Così r Autore Inglefe , che piange, e defcrive quefta gran morte. Mar-
^ifd **i"fi Vi *^^* garita r addolorata figlia corfe, e fcorfe quella mattina tutte le Chiefe di
gì a a già, Lqj^^|,.^^ ctutta fuoti di fé, col folopenfiere al Padre, accompagnavane
conprieghi, e lacrime il funeftofpettacolo, molto più fenfibile a lei, che
al genitore: e come che ad ogni paffo le fi rapprefentavano conviva ima-
ginazione li pafil del Padre, la comparfa del palco, il colpo del taglio, il
bufto lacero, e'I tronco capo del fuo amato genitore, quafi tutte queite
cofenon tanto ella havefle avanti gli occhi, quanto teneileimpreffe fu gli
occhi, fovvennele, efferfi eifa dimenticata dellenzuolo per ricoprirne il
cadavere, e nilfunfoldoeflererimafto dall'elemofine fatte, per compe-
rarne uno al pictofo ufficio della f epoltura ; onde timorofa in quella diflan-
za dalla ina caia , che rimaneffc ignudo , & infepolto il corpo del Padre , co-
me era avvenuto a quello del Roftenfe , Heu mihi , diife alla fua ferva , oblita
fum fyndonis , qua Tatris corpus mvolvatur ; & quomodo td fac'iam , ciim ni-
hilpecuntisreliquibaheam^ Màmiracolofamente piovidde Dio al decoro
del fuo Martire , e al pio defiderio della figlia , qu<3e in pera juflum fyndonis
pretiumrcperit , nec uno teruncio plus j mimifve, quàm eo tempore ex patìa
perfolvi oportebat : e di lei conchiude il citato Autore , Miraculo confi? mata ,
Imteum accepit , Tatrts cadaper m-polvit, & quia famirìam , ac pncfer-
tim filiam , nemo ah officio pio reputerai , Chrijii martyrem honefièfepelipit.
Così egli.
Rifentimentocici Qucik duc venerate tefte del RofFenfe , e del Moro , eh' erano il foften-
condann«oric'['i tacolo , e l'honorc della Chiefa Romana in Inghilterra , proclamarono
Hearico. "^ morte COSI altamente contto Heurico , che dal loro fangue parve, che {pu-
maffe vendetta, e rifentimento appreflb tutte le nazioni del mondo . Il nuo-
vo Pontefice fopra tutti furfe contro quello nuovo Holofernedel Cbrirtia-
nefimo, e in lunga deliberazione confultato il modo più terribile per la pu-
nizione del reo , finalmente determinò, & efeguì lapiù ilrepitofa condanna,
che dar fi pofla a' Principi difpcratamente precipitati ò nello fcifma , ^ò nella
herefia , publicandone la Bolla nel tenore formidabile , che fiegue .
B BHiUr.i^pauU Taulus [b] Epifcopus fervm Jervorum Dei,
in.con^it.j. ^d futuram rei memoriam .
„ Ejus, qm' immobilis permanens fua prudentia ordine mirabili dat
5, cunftamoveri, difponenteclementia, vices licèt immeriti gerentes in
'„ terris, & in fede )ufìiti«e confticuti, juxta Propheta: quoque Jeremia?
„ vaticinium dicentis : Ecce te conflituifuper gentes, & regna, ut evel-
,, las, &deftrnas, sdifices, & piantesi prajcipuum fuper omnes Rcges
„ univerfjeterr^, cundofquepopulos obtinentes principatum, ac illuin
qui
Capitolo V; 415 Paolo IH,
qiiipiiis, &mifencorseft, &vmdi<a:amei, quiillamprìcvenit/paratam „
temperat, nec qiios impoenitentesvidet, fevera ukione caftigat, quin „
priiis comminetur ; in affìduè autem peccantes ,j& in peccatis perfeveran-
tes, ciiin excefliis mitericordix fìnes prìetereunt, ut faltem metu poenae
adcorreverticogantur,)uftitÌ£E viresexercet, imitantes, ex incumbcn- „
ti nobis Apoftolicie folliciciidinis ftiidio perurgemur , utcundarumper- „
fonariim noftrarcura? coelitùs commiHanim falubriftatuifolertiiìsinten- „
damiis, acerroribiis, &rcandalis, qusehoftis antiqui verfutia imminere
confpicimus , propenfiùs obviemus , exceirufque , & enormia, ac fcanda-
lofa crimina congrua feveritate coerceamus , & j uxta Apoftolum inobe-
dientiam ovium promptiiis ulcifcendo , illorum perpetratores debita
correzione compefcamus , quòd eos Dei iram provocaH'e poeniteat,
& ex hoc aliis exemplum cautelze falutaris accedat .
§. I. Sane cum fuperioribus diebus nobis relatum fuiflet , quòd
Henricus AnglisE Rex ,licèt tempore Pontificatus fel. recor. Leonis Papa:
X. prìEdecefforis noftri diverforum ha:reticorum errores fepè ab Apo- „
ftolica Sede , &facrisConciliisprcEteritis temporibus damnatos, &no- „
vilfimè noftra «tate per perditionis alumnum Ma^inum Lutherum fu- ,,
fcitatos , & innovatos , zelo Catholicae Fidei , & erga didam Sedeni devo- „
tionis fervore indudus , non minùs dodè , quàm pie per quendam librum
per eum defnpej: compofitum , & eidem Leoni pra^deceflori , ut eum exa
iriinaret , & approbaret oblatum , confutalfet , ob quod ab eodem Leone
prsedeceffore, ultra didi libri cum magna ipfius Henrici Regis laude» >?
&commendationeapprobationem, titulum defenforis fidei reportave-
rjt , à reda fide , & Apoflolico tramite devians , ac propria falutis, famse ,
& honoris immemor,po(lqudmchariiiIma in Chrifto filia noftra Cathe
rinaAnglijeRegmailhiftrifua progenie conjuge, cum qua publicèinfa- „
cieEcclefi^matrimoniumcontraxerat, &perplures annos continuave- „
verat, ac ex qua didoconftante matrimonio prolempluriesfufceperat, „
nulla legitimafubfiftentecaufa, & contraEcclefi^prohibitionemdimif .,
fa, cumquadam AnnaBolena muliere Anglica, dida Catharina adhuc
vivente, de fado matrimonium contraxerat, ad deteriora profiliens,quaf-
dam leges , feu generales conftitutiones edere non erubuit , per quas fub-
ditos fuos ad quofdam hzereticos, & fchifmaticos articulos tenendos,
inter quos & hoc erat , quòd Romanus Pontifex Caput Ecclefi^ , & Chri-
fti Vicarius non erat , &quòd ipfein Anglica Ecclefia fupremum caput ,,
exiftebat, fub gravibus etiam mortis pcenis cogebat . Et his non conten- „
tus , diabolo facrilegii crimen fuadente,quamplures Pr^elatos, etiam Kpi-
fcopos , aliafque perfonas Ecclefiafticas , etiam Regulares , necnon fsecu-
lares , fibi ut hxretico , & fchifmatico adhserere , ac articulos prjedidos
Sandorum Patrum decretis , & facrorum Conciliorum ftarutis , imo ,,
etiam ipfi Evangelica veritati contrarios , & tanquam tales alias damna- „
tos approbare , & fcqui nolentcs , & intrepide recufantes, capi , & carce-
ribus mancipari . Hifque fimiliter non contentus , mala malis accumulan-
do , bonae me.Jo. tit. S. Vitalis Prcsbyterum Cardinalem RofFen.quem ob
ndei conftantiam , & \kx fandimoniam ad Cardinalatus dignitatem
promoveramus, cum didis h^refibus, & erroribus confentire nolìct, „
horrendaimmanitatej&dettftandafjevitia, publicèmiferabili fupplicio „
tradi,& decollari mandaverat, &fecerat, excommunicationis, &ana- „
them^-
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3»
pActoIII. ^j5 Secolo XVI.
J, thematis , aliafqne graviffimasfententias , cenfuras , & pennasinlitteds l
„ ac conftitutionibiis recolend^ mem.Bonifacii VIIl.Hononi III. Roman.
„ Pontifìcum prsEdeceflbriim noftroriim defiiper editis contentas, & alias
„ intalesi jurelatas damiiabiliter inciirrendo, ac Regno Anglias, &do-
„ miniis, qu^tenebat, necnonregalisfaftigiicelfitudine, acprasfatitkuU
„ praTOgativa , & honore fé indignum reddendo .
§.2. Noslicètexeo, qiiòd, proiitnonignorabamus, idem Henrlcus
Rexincertis cenfuris Ecclefiafticis, qiiibus à pise memoria ^Clemente
Papa VII. etiamprìcdeceflbrenoftropoftqiiam hiimanilllinis licceris, &
paternis exhorcationibiis, multifqiie niinciis , & mediis, pirimò 3 & porre-
mo , etiani j adi cialiter , ut pr^efatam Annam à fé dimitteret , & ad prasdi
**'»^~**"'^ — ^ _ — , ^ — o — ^'
tempiis in claviinn contemptum infordiierat > & infordefcebat , quòd ad
corrediret, vix fperare polle viccremus; ob pacernam tameneharita»
rem , qua in minoribus conftituti 3 donec in obcdienria , & reverenda Se-
dispr^did^epermanfit, eum profecnti lijeramus , utqueclarius videre
poffemus , an clamor , qui ad nos delatus fuerat ( queni certe etiam ipfius
HenriciRegis refpemi falilim elle delìderabamusj verus ellet, ftatui-
mus ab ulteriori contraipfumHenricumRegem procefTu adtempus ab-
ftinendo hujus rei veritatem diligentiiìs indagare .
§.3. Cum autem debitis diligentiis defuper fadis clamoremadnos,
ut prxfertur , delatum , verum eìfe , fimulque , quod dolenter referimus ,
didum Henricum Regem ita in profundum malorum defcendiife , ut de
ej US refipifcentia nulla penitùs videaturfpeslhabed polle, repererimus
3, Nosattendentesveterilegecdmen adulterii notatum, lapidari manda-
„ tum, acaudoresfchifmatishiatuterrx abforptos, eorumque feguaces
3t
3>
39
9>
3>
3)
3>
3i
5, benigniiis agendo decrevimus infrafcr ipto modo procedere .
„ §.4. Habita itaque fiipcr h:s tum venerabilibus frapribus noftris
3, S. R. E. Cardinalibus deliberadone matura , &: de iilorum confilio , & af-
3)
3>
coelefti Igne confumptos , Elimamque magum viis Dominiirefiftentem
per Apoilolum sterna feveritate dam.natum fuiile -, volentefque , ne in di-
Itrido examine ipfius Henrici Regis , & fubditorum fuorum , quos fecum
in perditione trahere videmus , animarum ratio à nobis expofcatur,
quantum nobis ex aito conceditur providerecontra Henricum Regem,
ejurquecomplices, fautores, adhasrentes, & fequaces, & inprasmiflls
quomodolibetculpabiles, contraquosexeo, quòdexcelfus, &delid:a
prccdicla adeò manifella funt , & notoria, ut nulla poilìnt tergiverfatio-
necelari, ablque ulteriori moraadexecutionem procedere polfemus.
fenfupra:fatum Henricum Regem, ejufquecomplices, fautores, adb^e-
rentes, confultores, & fequaces, ac quofcumque alios in pr$mìflìs,feu eo-
„ rumaliquoquoquomodocuipabiles,tamLaicos,quàmClericos,etiam
„ regulares,cu}urcumqu£d!gnitatis,rtatu$,gradus, ordinis, conditionis,
„ prceeminendae, &excelientia,'exiftant( quorum nomina, t*^ cognomina
„ perindè,ac fi pracfentibus inferer,entur,pro fufficienter expreffis haberi vo-
„ iumus) pervifceramifericordia; Dei nourihortamur, &:rcquirimus in
„ Domino , quatenììs Henricus Rcx à prxdidis erroribus prorfus abitineata
i, &con(lÌLUtiones, feulegespra?difìas, ficutdefado easfecit, revocet»
ij calìet, &annuilet, & coadione fubditorum fuorum ad easfervandasj
nec-
Capitolo K 4x7 Paolo III.
Mècnòn carceratione, captiira, & paninone illonim, qui ipfis confti-
tiitionibiis, feu legibus adhajrere, aut eas fervarc noluerint , &:abaliis
erroribus pr^diclis penitiìs, & omninò abftineat , & fi quos pramif-
foriim occafione captivos habeat, relaxet.
§. 5. Complices vero, fautores, adhjerentes, confultores , & fe-
qiiaces diéli Henrici Regis in prsemiflls, & circa eaipfi HenricoRcgi ,1
fiiper his de cantero non adfiitant , nec adhsereant , vel faveant , nec „
ei confilium, aiixiliiim, vel favorem, defiiper prìertenc, ^^
§. 6. Alias fi HenricnsRex,ac fautores, adhxrentes, confultores, & „
fequaces, hortationibus , & requifitionibiis hujufmodi non annueriut „
cum eftedu , Henricum Regem , tautores , adhsrentes , confultores , &
fequaces, acaliosculpabilesprsedidos, audoritate Apoftolica, ac ex
certa nollra fcientia , & de Apoftolicje poteftatis plenitudine tenore pr^e-
fentium , in virtitte hndx obedientiée , ac fub majoris excommunicatio-
nis latje fententise , a qua etiamprjetextu cu) ufcumque privilegi!, vel fa- "
cultatis , etiam in forma confemonali , cum quibulcunque eliicaciffimis
claufulis à nobis, &Sede pr^editìa quomodolibetconceffis, & etiam
iteratis vicibus innovatis, abalioquàm à Romano Pontifice, pr^ter-
quàminmortisarticuloconftituti, itatamen, quòdfialiquem abfolvi
contingat , qui poftmodum convaluerit , nifi poli convalefcentiam , mo-
nitioni , & mandatis noltris hujufmodi paruerit cum etfedu , in eandem
excommunicationis fententiam reincidat , abfolvi non pofJlnt .
§.7. Necnonrebellionis, &quoad Henricum Regem, etiam perdi- *'
tionis Regni, & dommiorum prsediótorum , &tamquoadeum, quàm ''
quoad aliosmonitosfupradidosfupri,&infrafcriptispoenis, quasfidi-
tìis monitioni , & mandatis, ut prsefertur , non paruerint , eos , & eorum
fìngulos, ipfofadorefpedivèincurrere volumus, per prsefentes mone-
mus : eifque , & eorum cuilibet diftridè pra?clpiendo mandamus , quate- **
nus Henricus Rex per fé, vel procuratorem legitimum, &fullicienti "
mandato fuffultum , infranonaginta, complices vero, fautores, adhje- **
rentes , confultores , & fequaces , ac alii in pr^emiffis quomodolibet cui- "
pabiles fupradidi , S^culares & Ecclefiaftici , etiam Regulares , perfona- '*
liter infra fexaginta dies compareant corani nobis ad fé fuper pr^miflìs "
legitimèexcufandum, & defendendum , alias videndum ,& audiendum '*
contraeos, & eorum fingulos, etiam nominatim, quosficmonemus, "
quatenus expediat , ad omnes , & fingulos adus , etiam fententiam dJlfi- »•
nitivam, declaratoriam,condemnatoriam, &privatoriam,ac manda- "
tum executivum procedi . Quòd Ci Henricus Rex , & alii moniti pr^didi "
intra didosterminoseis, utprarfertur, refpedivè prajfixos non compa- >»
ruerint , & pn-edidam excommunicationis fententiam per tres dies pofl »»
lapfum didorum terminorum animo , quod abfit , fuflinuerint indurato , "
cenfurasipfasaggravamus, & fuccefiìvè reàggravamus , Henricumque »
Regem privationis Regni , &dominiorum prsedidonim, &tam eum, »
quàm aiios monitos pr.'edidos , & eorum fingulos , omnes & fingulas ?>
alias poenas pra?didas incurnife , ab omnibufque Chriftifidelibus cum eo- »>
rum bonis perpetuò diihdatos effe. Et fi interim ab humanis decedat, ,>
Ecclefiaftica debere caicrefepultura, audoritate &pDtefhtispIenitudi- ,»
neprxdidisdeceinin.us, & dedarami-s, eofqueanachematis, maledi- ,>
dionis, & damnationisartern.t mucrone percutimus. „
Tomo IV, P4 Nec
5J
»
3>
35
5>
3>
»
Paolo III. ^jg Secolo XVI.
§. 8. NecnonqiiseprsEfatusHenricusRexquomodolibet, &exqiia-
viscaufatenet, hapet, autpoflìdet,quamdiiiHenriciisRex, &alii mo-
niti pr^edicìi , &c eoriim finguli in aliis per didum Henricum Regem non
tentis, habitis, autpoflemsperinanferint, & triduo pòfleorum inde re-
ceflum , & aliaqiisECumqiie, adqusE Henricuni Regem > & alios monitos
pr^didos poft lapfum didonim terminorum declinarecontigerit.Domi-
nia , Civitates , Terras, Caftra, Villas , & Oppida , Metropolitanafque, &
alias Cathedrales, ca;terarqueinferiores Ecclefias , necnon Monafteria,
Prioratus , Domos, Conventiis , & loca Religiofa , vel pia cujufcumque ,
etiamSandi Benedici, Cluniaceri.Ciftercieii. Pr^monftrateii. ac Prsdi-
catoriim, Minonim, EremitarumSandiAiiguftinijCarmelitarum, &
aliorum Ordinum , ac Congregationiim, & Militiarum quarumcunque in
ipfis Dominiis,Ciyitatibns,Terris,Caftris, Villis,Oppidis,& locis exiften-
tia, Ecclefiaftico fupponimus interdico . Ita ut ilio durante , in illis etiam
prartextii cujufcunque Apoftolici indulti Ecclefìis , Monafteriis, Priorati-
bus , Domibus , Con ventibus , locis , Ordmibns , aut perfonis , etiam qua-
cunque dignitate fulgentibus concefll , pr^eterquam in cafibus à j ure per-
mifiis, ac etiam in illis alias quàm claufis januis, & excommunicatis &
interdidis exclufis , nequeant Mifla: , aut alia divina officia celebrati.
§. 9. EtHenriciRegis, complicumque, fautorum , adh^crentium ,
confultorum, fequacium, &culpabiliumpr£edidorumfilii, pcenanim,
ut hìc in hoc cafu par eft , participes fint , omnes & fìngulos ejufdem Hen-
rici Regis ex dida Anna , ac fingulorum aliorum pr^didorum filios na-
tos , & nafcituros , aliofque defcendentes, ufque in eum gradum ad quem
jura pcEuas in cafibus hujufmodi extendunt ( nemine excepto , nullaque
minoris iEtatis,aut fexus, vel ignorantia:, vel alterius cujufvis caufe habita
" ratione)dignitatibus, &honoribus, inquibusquomodolibetconftituti
" exiltunt , feu quibus gaudent , utuntur , pòtiuntur , aut muniti funt , nec-
" nonprivilegiiS;,concefllonibus,gratiis,indulgentiis, immunitatibus,re-
" mimonibus , libertatibus , & indqltis , ac Dominiis , Civitatibus , Caftris,
»> Terris , Villis , Oppidis , & locis, etiam commendatis ,/vel in gubernium
'> conceflls , & quse in feudum , emphy teufim , vel aliis à Romanis , vel aliis
'> Ecclefiis, MoKafteriis, & locis Ecclefiafticis , ac Ssecularibus Principibus,
»> dominiis, potentatibus, etiam Regibus, & Imperatoribus , aut aliis priva-
'> tis, vel publicis perfonis quomodolibethabent, tenent, aut poilìdent ,
55 c^terifque omnibus bonis , mobilibus & immobilibus, juribus, & adioni-
'> bus, eis quomodolibet competentibus, privatos, didaque bona feudalia ,
3> vel emphyteutica , (Se alia qu^ecunque ab aliis quomodolibet obtenta , ad
>» diredos dominos , ita ut de illis libere difponere poffinr, refpedivè devo-
3» luta , & eos qui Ecclefiaftici fuerint, etiani fi Religiofi exiftant , Ecclefiis
3, etiam Cathedralibus , &Metropolitanis, necnon Monafteriis & Priora-
3, tibus, prarpofituris , prsepofitatibus, dignitatibus, perfonatibus, offi-
5, ciis, Canonicatibus , &pr«bendis, aliifquebeneficiisEccIefiafticisper
„ eos quomodolibet obtentis , privatos , & ad illa , ac alia in pofterum ob-
tinerida inhabiles efle , fimiliter decernimus , & declaramus . Eofque fic
re^peùtivè privatos adilla, &alia qua^cunque fimilia , acdignitates , ho-
nofes, adminiftrationes, &officia, jura, ac fenda in pofterum obtinen-
da, audorirate&fcientia, ac plenitudine fimilibusinhabiliramus.
§. io. Ipfiufque Henrici Regis, ac regni , omniumque aliorum domi-,
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Capitolo V' 419 Paolo IIL
flioriim, Civitatiim, terramm, caftrorurn, villariim,Fortaliciorum, „
Arciiim , oppidorum , & locoriim fiiorum , etiam de faào obtentomm ,
Magiftratus, Jiidices , Caftellanos , Ciiftodes , & Officiales quofciinque ,
necnon còmimmitatesjUniverfitates , collegia, feiidatarios , VadaL
los , Siibditos , Cives , incoias , & habitatores etiam forenfes , dido Regi
defadioobedientes, tarrifecularcs, quàmilqiii ratione alicujus ceni-
poralitàtis ipfiim Henpcum Regem in fiiperiorem recognofcant , etiam
EcclefiafticoSi à ptrscfato Rege y feLiejiis complicibus, fautoribus , ad-
h^erentibus, confultoribiis , & feqiiacibus fiipradiftis depiitatis, a )ii-
ramento fidelitatis jurevaflallitico, &omni erga Regem, &aliosprà:-
didosfiibjedioneabfolvimus, ac penitiìs liberamus^ Eis nihilominus
fiib excommiunicationispoena mandantes, ut ab ejufdem Henrici Regis,
fuorumque officialium , jiidiciim , & màgiftratiium qiioriimcunqiie obe-
dientiapemtiìsj& omninòrecedant,necillos ili fuperiores recognofcant,
neqiieilloriim mandatis obtemperent.
§v II. Et ut alii eorumexemploperterritidifcantabhujufmodiex-
ceflibusabftinere, eifdemaiitì:oritate,fcientia, & plenitudine, volumiis
acdecernimus, quòdHenricusRex, &complices, & alii in pr^miflìs
culpabilés, pò ftqiiam alias poeriaspr^didas, utpr^efertur, refpedivè in-
currerint, necnonpricfatidefcendentes, extuncinfamesexiftant, &ad
teitinionium non admittantur , teftamenta , & codicillos , aut alias difpo-
fitiones, etiam intervivos concedere, &facerenon poilìnt, &ad ali-
cujus fucceflìonem ex teftamento, vel ab inteftato, necnori ad jurifdi-
dionem, feu judicandipoteftatem, & ad Notariatus oflicium , omnef- "
que aftuslegitimos quofcunque(itauteorumproceirusj fìveinftrumen- "
ta i atque alii adus quicunquei nullius fìnt roboris , vel momenti ) inha- '*
biles exilìant . Et nulli ipfis , fed ipfi aliis fuper quocunque debito j & ne- "
gotio, tamcivili^ quàm criminali, de jurerefpondereteneantur. "
§é Hi Et nihilominus omnesi &fingulòsChriftifìdeles fubexcom^ "
mUnicationis , & aliis infrafcriptis poenis, monemus, ut monitos , excom- "
municatos , aggravatos , interdidos , pri vatós , malediélos , & dàmnatos '»
prsedidos evitent , & quantum in eis eft , ab aliis evitati faciarit , nec cum "
eifdem, feuprarfati Regis Civitatum, Dominiorum,terrarum, caftro- "
rum , Comitatuumi Villarum , Fortaliciorum , Oppidorum , & locorum »»
pr^didorum civibus , incolis , vel habitatoribus , aut fubditis , & vaflal- '»
\ìs,i emendo, vendendo, permutando, aut quamcunquemercaturam, »
feuncgotiumexercendo, commercium, feualiquamconverfationem, »
feu Gommunionem habeant , aut vinum , granum , fai , feu alia vidualia j »
arma,- pannos, merccs, vel quafvis alias mercantias, vel res per mare '>
ineorumnavibus, triremibus, aut aliis navigiis, iìve j^er terram cum ?>
mulis, vel aliis animalibnsdeferre, aut conducere, feu deferri, aut con- 5»
ducifacere,- vel delata per illosreciper^, publicè, vel occulte, aut ta- »
liafacientibusauxilium, confilium, vel favorem, publicè, vel occul- «
tè, diredè, velindiredè, quovis quseilto colore , per fé, vel alium , „
feualiosquoquomodoprcEftareprsfumant. Quodfi fecerint, ultra ex- „
commanicationispriEdidc'e, etiam nuUitatis contraduum ,quosinirent, „
necnon perditionis mercium , vidualium , ^ honorum omnium delato- ,>
rum, quscapientiumfìant, poonasfimilitereo ipfoincurrant. ,*
S"' 13. C.xterùm quia convenire non videtur, ut cum bis qui Eccle- „
Dd 2 iìam
Paolo III. ^^-O Secolo XVI.
fiam coiitemniint, dum pr^efertim ex eomm pertinacia fpes corrigibilitar
tis non habetiii'jhi qui divinis obfeqniis vacant,converfentur, qiiod etiani
illos tute tacere non pofle dubitandum ci1:,omnium & fingularum Metro-
politaii.& aliarum Cathedraliuni,ceterarumqueinferioruni Ecclefiarum.,
& Monafl;eriorum,domorum, &locorum Religioforum , & piorum quo-
rumcunque , etiam Sanfìi A uguftini , Sandi Beneditìi, Cluniacen. Cifler-
cieiì.Pr^monftrateii.acPredicatorum,Minornm,Carmelitarum,aliorum-
quequorumcumque Ordinum, & Militiarum, etiam Hofpitalis Jerofoly-
mitani, Prselatis , Abbatibus, Prioribus, Pr^ceptoribus , Pr.-EpofitiSj Mini-
flris,Cufìodibus,Guardianis,Conventibus,MonachiSj&Canonicis,nec-
non Parochialium Ecclefiarum Redoribus,aliifque quibufcunque perfo-
nis Ecclefiafticis in Regno & Dominiis pra;di(5tis commorantibus, fub ex-
communicationis , ac privationisadminiftrationum , & regiminum Mo-
naft£riorum,dignitatum, perfonatuum,adminiftrationum, ac olficiorum,
Canonicatuumque, & pra^bendarum, Parochialium Ecclefiarum , & alio-
rum beneficiorum Ecclefiafticorum quorumcunque quomodolibet qua-
lificatorum , per eos quomodolibet obtentorum, poenis mandamus, qua-
tenus infra quinque dies poft omnes, & fingulosterminos pr^edidos elap-
fos , de ipfis regno , & dominiis , dimiflls tamen aliquibus presby teris in
Ecclefiis , quarum curam habuerint , prò adminiftrando baptiftnate par-
vulis , & in poenitentia decedentibus , ac aliis Sacramentis Ecclefiafticis ,
qusE tempore interditìi miniftrari permittuntur, exeant, &difcedant,
ncque ad regnum , & dominia prseditìa revertantur, donec moniti , & ex-
communicati, aggravati, reaggravati > privati, maledifìi, & damnati
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*' prìedióti monitionilDus , & mandfatis noftris hujufinodi obtemperaverint ,
" & meruerintàcenfurishujufinodiabfolutionisbeneficium obtinere, feu
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interdidum in regno , & dominiis pr^didis fuerit fublatum .
§. 14. PrartereàfiprsEmifllsnonobftantibusHenricusRex, compii-
ces, faucores, adhserentes, confultores ,& fequaces pr^didi in eorum per-
tinacia perfeveraverint,nec confcienticB ftimulus eos ad cor reduxerit, in
eorum forte potentia , & armis confidentes, omnes & fingulos Duces ,
Marchiones, Comites, & alios quofcunque , tam faeculares , quàm Eccle-
" fiafticos, etiam forenfes, defadodidoHenrico Regi obedientes, fub
" ejufdemexcommunicationis, ac perditi onisbonoriimfaorum(quce, ut
" infra dicitur, fimiliter capientium fiant ) pcenis, requirimus, & monemus,
'> quateiTus omni mora , & excufatione poftpofita , eos , & eorum fingulos ,
?> ac ipforum milites, & ftipendiarios, tam equeftres, quàm pedeftres , aliof-
»' que quofcunque , qui eiscum armis faverint, de regno &: dominiis j)r2e-
« didis, etiam vi armorum, fi opus fuerit, expellant , ac qnòd Henricus
» Rexj&ejuscompliceSjfautoreSjadhGE-rentes, confultores, &fequaces
" mandatis noftris non obtemperantes prjediéti de Civitatrbus, Terris , Ca-
5> (Iris, Villis, Oppidis, Fortalitiis, aut aliis locis regnii& dominii pr^dido-
*' rum , fé non intromittant ,procurent . Eis fub omnibus & fingulispcEuis
» prsedidisinhibentes, neinfavoremHenrici, ejufque complicum, fau-
3> torum , adhjerentium , confultorum , & fcquacium , aliorumque m onito-
»j rum prjfdidorum mandatis ncilris non obfcmperantnmi, armacujtish'-
j> bet generis offen.l va,vel defenfiYa,machinas quoque bellicas,feu tormen-
j> ta(artcllariasnuncupata)fuir.:*nr, auttcneant, feuiUisutantur, autar-
f> matos aliquos prjeterconfuetamfamiliamparent^aut^bHenricoRege
com-
Capitolo V. 4X1 PaoloIII.
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complicibus , fantoribiis, adha^rentibus ,confuÌtoribiis,&fcqiiacibus,
vel aliis in Regis ipfins favorem paratos, quomodolibet quavis occafionq
vel caufa , per fé vel aliiim feii alios , publicè vel occulte , diredè vel indi-
redè teneant, vel receptent, aut dido Henrico Regi , feu illius compli-
cibus, faucoribus, adh^rentibus, confukoribus, ò^fequacibus pr^edi-
ótis, confilium, auxilium, velquomodolibst ex quavis caufa, vel quovis
quìcfito colore (ìve ingenio , publicè vel occulte, direótèvel indiredè,
tacite vel exprefsè , per fé vel alium feu alios fuper pr^emiflis , vel aliquo
pr^miiTorumprjEftent, feupr^eftari faciant quoquomodo.
§. 15. PrjEtereàaddidumHenricum Regem faciliiìs ad fanitatem,
&prsFatseSedisobedientiain reducendum, omnes&fingulos Chriftia-
nos Principes , quacunque etiam Imperiali & Regali dignitate fulgentes,
pervifceramifericordisDeinoftri ( cu) us caufa agitur ) hortamur& iw
Domino requirimus, eis nihilominus, qui Imperatore & Pvegeinferio-
resfuerint, quospropterexcellentiamdignitatis à cenfuris excipimus,
fub excommunicationis pcena mandantes,ne Henrico Regi ejufque com-
plicibus, fautoribus, adh^erentibus, confukoribus, &feguacibus, vel
eorum alieni, per fé vel alium feu alios, publicè vel occulte, direòtèvel
indiredè , tacite vel exprefsè , etiam fub prsetextu confcederationum aut
obligationumquarumcunque, etiam )uramento, aut quavis alia fìrmi-
tate roboratarum , & fsepiùs geminatarum , à quibus quidem obligatio-
nibns, & juramentis omnibus , noseos& eorum finguloseifdem audo-
ritate & fcientia , ac plenitudine per pr^efentes abfolvimus , ipfafque con-
foederationes & obligationes tam fadas , quàm in pofterum faciendas ,
quas tamen ( inquantum Henricus Rex & complices, fautores , adhseren-
tes, confukores, &fequaces prsedidi circa pr^mifla, vel eorum ali-
quodfediredè velindiredè juvarepolTent ) fub eadem pcena fieri pro-
hibemus, nulliusroboris vel momenti, nullafque, irritas, ca(ias,ina-
nes , ac prò infedis habendas fore decernimus & declaramus , coniìlium , "
auxilium, vel favorem quomodolibet prseftent. Quinimmò fi quiiJlis, "
aut eorum alieni ad prcefens quomodolibet afilftant , ab ipfis omninò , àc "
cumeffedurecedant. Quodfinonfecerint, poftquam prarfentespubii- "
catiE ^ executioni demandat^e fuerint, & didi termini lapfi fuvrint , -^
omnes&fingulas Civitates, Terras, Oppida, Caftra, Villas, & alia '»
loca eis fub) eda, fimili Ecclefìaftico interdido fupponimus. Voìentes "
ipfum interdicium, donec ipfi Principes a, confìlio, auxilio, & favore "
Henrico Regi & complicibus, fautoribus, adhsrentibus, confukori- ^y
bus, &fequacibuspra:didispr2eftando deftiterint, perdurare. >»
§. \6. Infuper tam Principes prasdidos, quimquofcumque alios, »»
etiam ad ftipendiaquorumcunque Chrifti fidelium militantes , & alias »
quafcunque perfonas , tam per mare , quim per terras , armigeros haben- »
tes, (ìmiliterhortamur, &requirimus,& nihilominus eis in virtute fan- 5j
tì^ obedienti^ mandantes , quatenus contraHenricum Regem , compii- ■»
ces, fautores, adha?rentes, confukores, &fequaccspr3?didos,dum in -.>
erroribus pra:didis , ac adverfus Sedem pn-edidam rebellione permanfe- •»
rint, armisinfurgant,eofque& eorum (ìngulosperfequantur, acaduni- »,
tatem Ecclelia;, & obedienciara didre Sedis redire cogant,(?t compellant . „
Et tam eos , quam ipforum fubditos , & vafìallos , ac Ci vitatum , Terra- „
rum, Cafl;rorum,Oppidorum, ViUarnm, &locorumfuorumincolas, „
. Tomo IV. Dd 3 &Iu-
3>
5»
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35
PaoloIII. ^2,2 '^fco/o XF/.
& habitatores , aliafqiie omnes & fingulas perfonas fupradidis mandatis
noftris, iitprxfertur, nonobtemperantes, & qu^ prxfatum Henriciim
Regem , poftquam cenfuras , & poenas prajdidas incurrent , in dominum
quomodolibet , etiam de fado recognoveL-int , vel ei qiiovis modo ob-
temperare prsefumpferint , aiit qui eiim , aut complices , faiitores , adhs-
rentes , confiiltores , feqiiaces , ac alios non obcemperantes pr^didos ,
ex regno & dominiis pr^edidis , utprjefertur, espellere noliierint, ubi-
cunque eosinvenerint, eommque bona mobilia & immobilia , mercan-
tias, pecunias, navigia, eredita, res, & ammalia, etiam extra terri-
torium didi Henrici Regis ubilibet confiftentia , capiant .
§, 17. Nosenimeisbona, mercantias, pecunias, navigia, res,&
animalia pr^didafic capta, in proprios eorum ufus convertendi , eifdem
audoritate , fcientia , & poteftatis plenitudine , plenariam licentiam , fa-
cultatem , & audoritatem concedimus , illa omnia ad eofdem capientes
plenarie pertinere, &fpedare, & perfonas ex regno, &dominiis pra:-
didis originem trahentes , feu in illis domicilium habentes , aut quomo-
dolibet habitantes , mandatis noftris prsedidis non obtemperantes , ubi-
cunqueeoscapicontigerit, capientium fervos fieri decernentcs , prx-
fentefque licteras quo ad hoc ad omnes alios cujufcunque dignitatis , gra-
dus, flatus, ordinis, velconditionistuerint, qui ipli Henrico Regi ,
velejuscomplicibus, fautoribus, adhcerentibusi confultoribus , & fe-
quacibus, autaliismonitionibus, & mandatis noftris hujufmodj, quo
" adcommerciumnonobtemperantibus, vel eorum alicuividualia, ar-
" ma, vel pecunias fubminiftrare, autcumeiscommercium habere, feu
" auxilium, confilium, velfavorem, perfevelalium, feu alios, publi-
cè vel occulte j diredè vel indiredò, quovis modo contratenoremprje-
fentium pr^ftare pr^Efumpferint , extendentes ,
§. 1 8. Et ut prsemiira faciliiìs iis , quos concernunt , innotefcant , uni-
verfìs , & fingulis Patriarchis , Archiepifcopis , Epifcopis , & Patriarcha-
lium, Metropolitan arum, & aliarum Cathedralium, & CoUegiatarum Ec-
" clelìarum Prjelatis, Capitulis , aliifque perfonis Ecclefiafticis fsecularibus ,
" ac quorumvis Ordinum Regularibus , necnon omnibus , & fingulis, etiam
" Mendicantium Ordinum profefibribus, exemptis, & non exemptis, ubili-
" bet conftitutis , per eafdem prsfentes fub excommunicationis , & priva-
" tionisEcclefiarum, Monafteriorum , acaliorumbeneficiorumEcciefia-
" fticorum,graduum quoque & officiorum,necnon privilegiorum, & indul-
" torumquorumcunque, etiam àSede prsedida quomodolibet emanato-
" rum,pcenisipfo fadoincurrendis,pr^cipimns ,& mandamus, quatenus
" ipfi , ac eorum finguli, fi & poftquam vigore prrrfeiitium defuper requifiti
" fuerint , infra tres dies immediate fequences pra^fatum Henricum Regcm,
" omnefque alios, &fingulos, qui fupradidas cenfuras , & pcenas incurre-
»' rint, in eorum Ecclefiis, Dominicis&aliis feilivis diebus, dummajor
9' inibipopulimultitudo ad divina convenerit, cum Crucis vexillo, pulfa-
" tiscampanis, &acGenfis, acdemumextindis,&interramprojedis,&
» conculcatis candelis , & aliis in fimilibus fcrvari folitis cseremoniis (^vvsl-
5J tis, excommunicatos pubìicè nuncient, & ab aliis nunciari , ac ab omni-
3j bus ardiiìs evitari taciant , 8c mandent . Necnon fub fupradidis cenfuris ,
5) &poenis, pr^fentes litteras , velearumtranfumptum, fub forma infra-
„ fcripta confedum , infra terminum trium dienim , poftquam , ut pr^fer-
tur,
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Capitolo V. 4x3 Paolo IIL
tur, requifitifiierint, itiEcclefiis, Monaftei'iis, Cónventibus , & aliis „
eorum locis , publicari , & affigi faciant . „
§. 19. Volentes &c. Datum Rom;^ apudSandiim Marcimi, Anno „
Incarnationis Dominicje millefimo quingentelìmo trigefi xioquinto , „
5. Calend. Septembr. Pont, noftri Anild primo . „
Così la Bolla : Mi trafcorfoil termine della conceduta proroga, eper
indulgenza del Pontefice , non altri tré mefi , mi altri tré anni , {ìiialtnente
' Paolo rivocando ogni indugio di dilazione , dichiaronne efcguito il tenore
con altra Bolla, che comincia, [a\ Cum P\edemptornojier ^ in cui il zelante mu. confi. 8.
Pontefice finalmente colpifce il Reo con finaliflima fentenza . Né altro me-
dicamento richiedevafi à un tanto male ; poiché Te ben egli non giovò al ma-
lato, fervi almeno àprefervare chi non fi era ancora pafciuto di quel vele-
no, e merco il contumace con quella perpetua ignominia, cheindiviiibil-
mente accompagna e in quello mondo, e nell'altro li fcommunicati. Né auè'Si d^Hen!
per la efcrefcenza publica degli horribili facrilegii di quefto prevaricato ncoviii.
Monarca potè il faggio Pontefice operar diverfamente, e non isfoderarla
fpada della Giuftizia Ecclefiaftica contro chi cotanto baldanzofamente dif-
preggiavane la clemenza. Chi enumerar voleilé le ftrane, inhumane,
non più udite violenze di Henrico Ottavo contro il Pontificato , contro le
Chiefe, contro li Religiofi, e contro chiunque fofteneffe il nome, e la fe-
de della Chiefa Romana,converrebbe compilare un Tomo di horribiliiiìmi
fuccefll , che fpaventarono allora quella età , e ne tramandarono l'horrore
alle future. Reginaldo [Z?] Polo , Cavalier di prima nafcita, ccon^mntoà b SandirnsibU.
lui di fangue nella Regia Parentela, partifìiefule dalla Inghilterra , per non
vederne e o'proprii occhi cosi lagrimevoli gli fcempii, e dall' Italia, ov'ei Perfecuxione
ricovroiJì , efclamò potentemente con la penna , e con la voce contra il mif- gin"aijo°poio^^'
credente Monarca in foftentamentò del Pontificato Romano. Paolo Terzo
lo allunfe al Cardinalato , ma Henrico Ottavo cosi fpietatamente perfegui-
tollo in ogni luogo, che fin lo pofe intaglia di cinquanta mila feudi à chi
ò uccidevaio , ò carceravalo : e ben ad ogni paifo gli convenne incontrar la
fua morte ò ne' tradimenti dei domeftici , ò ncll' aifailinamento degli eltra-
nei, ò nella fugadaunPaefe in un'altro, ò in quei molti incontri, che *
fempr' egli hebbe con i fatelliti ài Henrico, al quale la virtù di sì invitto
Campione erafempre prefente avanti gli occhi odiofamente rincrefcevole*
Ma li Polo, Agnello qual'era di Evangelica manfuetudine , fempre prove-
duto di pronta virtù al gran cimento, che notte e giorno gli fi atfacciava
terribile, gittatofi tutto in Dio, ad altro non attendeva, cheàfalvarla
gloria di Dio , la fede nel Regno , e l'honore al Pontificato , e col mezzo del
difpregio della propria vita afiicurarfi potentemente il foccorfo del Cielo,
fin tantoché lo vedremo [ci doriofo far fuo ritorno in Inghilterra, equin- 5.^"^'' {{foxf'f'
di Ino pali aggio al Cielo, Martire in vita pe patimenti. Dottore pelcritti,
e Confellorenellamorte della Cattolica Religione. Né fi fermo Henrico
nella perfecuzione fola di un'huomo , mi fé la prefe con tutti , e fin con gli
rteflìfaifi del fuo Regno, diroccando dieci mila Chiefe della [d] Inghilter-L'?r'iÌXt';
ra, fcacciandoli Monaci da' Clauftri, abbattendo tutti li loro Monafterri, ' >• ''■ ^^in.mat*
e per pompa d'iniquità buffoneggiando, e dicendo, Corvorum nidos cj]e pe- "^"^^'"'"'' '
nitus diJÌHrbandos , ne poflcà itcrumad cohabitandiim convoknt : eiinairncn-
te appropriando al Regio Fifco tutte le rendite di ellì , che nel priino anno
fi annumerarono à cento venti mila feudi d'oro,oltre allefacre fuppellettili,
D d 4 che
Paolo III. 42.4 Secolo XVI.
che dichiarò devolute alla Regia Camera in fomma di qnaraiic' altri mila
feudi d'oro : e nota il Sandero , che non mai più povero penuriafle Henrico
che allora, quando pretefe arricchirli con le ricchezze de' Santi, e con la
zitASanderusLi copia dc' bencficii coufifcati ( chc oltrc paflarono à mille ) [a] onde conve-
thfJno^'^''^'^"' iiiflcgli india otto mefi imporre nuovi Datii per il foftentamento fuo , e
biVgrarie,criìcii- dclReguo. Viddcfi ìu queU'ifiielfoanno motta cou fuo intcmo gran dolo-
dUpemadLHtn'^- ^c 1^ derelitta Regina Caterina, decapitata di fuo ordine per provati adul-
rico Ottavo/ tcrii AnuaBolena , iiifanguinate le Piazze con macello di gloriolì Martiri,
confufa la difcendenza della ftia Cafa Reale con l'accafamento in fei Mo-
glie, che, ad eccettuazione di Maria Figlia della Cattolica Caterina, par-
torirongli due furie d'Inferno, che finirono di defolare la Religione Cat-
tolica d'Inghilterra, Eduardo Quarto, & Elifabettai e finalmente elfo
fteflbdifellelìbfpaventoffi, allorquando con dolorofo fine terminò im-
penitente la fua vita, domandando il refrigerio di poco vino, e piangen-
do , be vutolo , anticipatamente la fua eterna miferia con quelle note paro-
le, ornici per didimus omnia. Decumbente Henrico y defcriveneil Sandero
la morte, & morbo ingravefceme , cum de injianti mortis articulo ab amìcis
admoyieretur ) pateram vini albi popofcity atque ad unum è fuis converfus ,
Omnia ( inquit ) perdidimus; intermortuis deinde vocibus Monacborumno-
men aliquoties mgeminajje dicitur , atque ita expirafje . B^egnavit anrtis tri-
ginta feptem , menftbus novem , diebus fex , quorum fere vigintl unum in
pace catholica y quinque fé qucnte sin maxima lite, & flu^uatione y duodecim
pofìremos in aperto fchifmate tranfegit. Cum tres ejus liberi omnes ordine
regnaverint j tamen nullus eorum memoriam Tatris aliquo monumento coìu-
neftavit. Maria quidem cupiebat id facere , nifi quòd religione impedieba-
tur, ne Catholtca y Schifmatici nomen pofleris commendar et. Eduardus au-
tem, & Eli'^abetha , quibus Henrici defedilo , & fchifma probatum fuit ,
omnem fenfumhumanhatis, in hoc officii genere pr<x:termittendOy cxmjfe vi-
derentur y nifi quòd manifcjìa Pei •pindi6la fit , ut qui tot SanBorum cmeres
di(]ipavit y & tarn eximia Martyrum fepulchra diripuit , ipfe ornni honore
fepulchri careat. Così egli di Henrico Ottavo, che lafciòcon sì fcanda-
lofofcifma cotanto indebolita la Religione nella Inghilterra, che, come
fi dirà, un fanciullo di nove annifuccedutogli nella Corona , baftò ad atter-
rarla, mercè dell' haverne quelli trovato fmoflb il fondamento della fug-
gezzione negata dal Padre al Pontefice Romano .
La mina dell'Inghilterra tirò feco dietro irreparabilmente quella della
Scozia. Sin che in eifa regnò Giacomo Quinto, della nobiliffima ilirpe
bcon<eusdedt<rhy ^^f^2irdy fiorìvvila Religione , e'idivin Culto, anche àdifoettoF^l di Hen-
apndscotos 7.2. Tico Ottavo , cheprocuro di haver per Commilitone nell empiaimprela
quel Re fuo confinante con tutti h mezzi piiiproprii di allettamenti, e di
Perverfione del- miiiaccìe, atte d far prevaricare Ogni gran cuorc . Ma egli fempre faldo nel-
la Scozia . \2i fede , Lutberana impietatis Se&atores adeò diuturnis , gravibufque panis
meritò profecutus ejiy ut nullus in Scotia eo vivo, fecàs qiiàm Sedes Bimana y
& ^pojìolica pr£fcriberet y deullo fidei articulo fentire y aut predicare aude-
Yót . Così di lui lo Scozzefe Coneo , il quale gli annovera per gran pregio la
richieda, ch'egli fece à Paolo Terzo del Cappello Cardinalizio per David
Bettonio , appunto allor quando uccifo il Roffenfe da Henrico , non potè
e ita^ndr.r.no' GiacoHio ad occhi afciuttì [c] rimìfarfi UQu tauto coiiie fuor dcl Moudo in
rdius, «f «^ cu^c. queir Ifola divifa dal Mondo , quanto come fuor dei Chriilianefimo in que'
un,;. Regni,
Capitolo V. 4x5 Paolo UT.
Regni , fenzala congiunzione pr oflìma , che lo connettefle con la Sede Ro-
mana , di un Cardinale quivi dimorante , per porger follie vo à quella Chri-
fiianità, econlamaeltàdellaperfona, e con la venerazione del grado, e
con la autorità del comando . Et licci , foggiunge il Coneo , preteriti Sco-
ti£ I{egeS) Jacobi majores, diligenter caverint, ne civesy fubditique Cardi-
nditia dignitatc bonefiarcntur , oh feditionum metum , qn£ intcr gentium , <&
familiarum Capita, & Duces oriri pojìe , periculum erat , fi unus aliqms re-
liquis Tralatus , hujnfmodi culminis fplendore emincret : Jacobus nomniniis
pio, quàm prudenti confiiio Davidemy nobilsm quidem, maxima ilio /^owc;'"^ Promozione, pri.
augendum cenfuit y non tamen plus pnecjsteris bahiturum au6loritatis y quàm gioire, e nn^ne
yìrtutes purpur a d'ignee meritura videbantur. Così egli. E il giudo Pontefi- a^o i?<:\L'sfoi.lT.
ce [a] acconfentì al Re Giacomo la domanda, ma con breve gaudio de' '• -^"«» «5i8-
buoni; conciofiacofache morto Giacomo, ebollendo di fedizioni la Sco-
zia , liparteggiani di Henrico nulla hebbero più à cuore , che torli d'avanti
quell'Ecclefiaìtico , vivo rimprovero del loro fcifma ; e contenti per allora
di rinfertarlo in carcere, comefeguì, baldanzofameiue formarono leggi,
fìipolarono accordi , conchiufero parentadi , e quali già Padroni della Sco-
zia, né fconvolfero la Religione, & il governo. Il Conte Hamikhon,[^] ^ ^.«^«^/.c.f/f.
eh' era Governador del Regno j ò per genio corrotto , ò per altra caufa fe-
dotto , adherì agl'Inglefi , ti introduce Luterani nel Regno i onde primàm
\c'\ capifle vifam y dice Giovanni LesleoVefcovoRoffenfe, yer^Sy cìt- ^j?/- e ^"'^«^ ;"/^'/?«
tie B^ligionis m Scotta profejjionem in Gccajum inclinare . Avvelenato il corpo
non più curoflì ò della lontananza , ò della prefeiiza del Medico , e ni faci-
le, comeavvemie, che fi rilafciafl'e dalla fua prigione il Bettonio, chenel
ufcirnevidde cotanto variatolo Stato della Religione per la Scozia, che
n'hebbe à morire di fpavento infieme , e di dolore . Haveva Paoio colà impe-
dito Marco, ò, come altri. Marmo Patriarcha di Aquile] a, fuo Legato in
quel Regno, per ottener dagli Ordini la liberazione dei Bcttonio; edefe-
guita felicemente la commiiììone , facendo egli ritorno à Roma , fii il Bet-
tonio dal Pontefice cofiituito nella medtiìma qualità di Legato , con ampie
facoltà per la prefervazione nella Fede della Scozia ; ed egli ne mtraprefe la
cura con tanto zelo, che fece abbruggiar vivo l'Heretico Giorgio VV'irche-
ro, &inf[elììbilemon:roiÌl ad ogni novità di Religione. Il che accrefcen-
dogli odio preffo gli Scifmatici , egliHeretici, eglino congiurati contro
lui, lo aflàltarono nel Cailello di Sant'Andrea, Città ch'egli come Vefco-
vo governava, e dum fargensèleóìo vefìiretiiry multisvulneribusconfojìum
cruddijjììnè maciarunt y atque ad omnislmmanitatis y ó" impietatis cuììih-
lum , ejus occifi cadaper facris veftibus purpureis induturn in fene/ira Cancelli^
fpetlaculo cunclis futurum ; omni alio ludibrii genere addito y quod miniUiìis
lexplicare ju/ia prohibemur vcrecundia y fufpcnderunt. Conjìans igitur fìdci
CatboliC(& defenjor evolavit [d] ad fuperos : Così l'Hiftorico della fua vita, d ig. ^faji ij4<?.
ni vitti
Quefio colpo finì di abbattere le fperanze de' Cattolici nella Scozia, che '^'''"^
d'indi ili poj dieilì in preda à quelle medefime Herefie,dalle quali fotto Edu- 649'. ' ^'""' ^' " *
ardo Seito fii invafa la Inghilterra . L'apportatore colà della Heretica pefte ^.^J'^- ^"°^^^{,^
fii Giovanni Knoxo, Prete Apoftata dal Monachifmo, edalla Fede, chia- nan[^!° Hererìcì
mato[e]daBeza ^i?o/?o/«?/z Scotoriimy huomo cotanto abominevole, lai- ^omutori dtiU
do, òihorribile, che fra minori fuoi [/] mali li annumerano, l'efler'egli c£f^ii*/«;»i«x.
Negromante, e Corruttore della propria Noverca; e con Giovanni Knoxo ^■^^^/'|;/' f'^'""*
concorfe fazione di minori Herecici, tra'quali Giorgio Buchanani Apolfata '"'"' ' '"^ ' *'
anch'
Paolo III. ^^^ Secolo XVI.
«c;,««^r.;«(r;;r<,«.anch'egli Pfeudo-Minorita, beffeggiato da Genebrardo M come l&ucht'
cus Hiflrio, & ^theusVoetai cheporciafcrifle, ò per meglio dire, cor-
ruppe, e perverti con notabiliUìmi errori la Hiftoria del Regno di Scozia
b £«cfc4«4»«W;-^, in venti libri , in cui egli di fé [h] confefia, che dormendo le guardie ,
*'•• ufciireprecipitofamenté dalla prigione per una fineftraj dalla quale gittof-
{\i fenza però nò pur accennar la cagione della fuà carcerazione, che ben
L^cT^S.'I-T;' i"inve^^ ririfeppe, efTere Itata oltre alla Apoftalìa, ed
e.z.deLans'Ks in Hcrefìa, U Ccua ov'cgH intervenne con gli Hebrci a mangiare nella loro
"A'spondTan.l'siì-^^^^^^ l'Aguo Pafchale : Huomo, come di [(^J lui fcrille lo Sponda-
mum.ìQ. no, Ingenh felicitate y & fcribendi tam profa^ quàm carmme facidtate ex-
cellens 3 fed apojìajia à fuo Ordine , & à Religione Catholicai virulentia in
regiumnomen, favore j ac propugnatione proditionmn , & fceleratiffimanmi
conjurationum i ac defe£lio)ìumj m ccternum infamis , Cosi egli del Buchana-
ni. Haveva il Re Giacomolafciata da Maria di Guifefua feconda Moglie,
e vediUPo tifdi ""^P^^<^<^^2S^^""t)ina pur in nome Maria, chefiì la celebre MariaStuard ,
Isiiìlv! t«m!^: ' che con la fuailluftre morte illuftrerd in altro [e] luogo la noftraHiftoria,
e che nata in turbolenze, vifllita in carcere, e morta in palco di patibolo,
in tutti gli flati dimoflroffiinconcuffa nella pazienza, forte negl'incontri ,
e martire nella morte. La Vedova Regina partili! dal Regno, non tan-
to abbandonando , quanto abbandonata da' fuoi , e ritirofli con la piccola
Maria in Francia , d'onde quindi quefla riporteralTi nella Scozia , fpettaco-
Io, e fpettatrice di gran fucceffi .
vuio'? e^qiuiki Mentre dunque Lutero la Germania, Zuvingliola Helvezia, Henrico
di eflb. Ottavo la Inghilterra, e la Scozia, & ampiamente li Seguaci infettavano
laLivonia, laSvezia, laDanimarca, elaPruffia, con nuovo, e formida-
bile attacco fùinveflita la Religione nella Francia da Gio. Calvino, tutti
Satelliti, che in queftocalamirofo Secolo in meu di quindici anni vomitò
fuori rinferno a confufìone, e danno de' fedeli. Egli nacque in Noyon
d'ignobili genitori, ma di acuto ingegno i onde proveduto dal fuo Vefco-
vo di due benefìcii Ecclefiaflici , eh' efib poi vendè, e fcorfe le Scuole della
Francia, imbeverato di ree mafllme ò da Melchiorre VVolmarTedefco
tinto di pece Luterana, oda Carlo Calvino fuo Fratello infetto di error Sa-
cramentario ( di cui dicefi , che non volendo ricevere in fua morte il Santif-
fimo Viatico, folle in Noyon vituperofamentefepellito di notte fotto le
forche della Città ) finalmente in Parigi cominciò ad apparire, qual'egli
era, fracido di fede , edifìonantedimaffìme, ficchèinquilito da' Giudici
Ecclefìaflici , & a fortuna falvatofì per una fìneflra col benefìcio di alcune
{ spond av,x^ tele infieme annodate, ricevè dal Magiftrato la pena dell'efiiio. Qiiodverò
num.itl'^^' '^' traditur vulgo, dicel'Annalifta, eum in turpe crimen fodornice [/] tncidijje »
ac proptereà in vit£ difcrimen , nifi pana moderationem Epifcopus impetraf-
fety ina candentis ad Immerum inujìionem , & exìlium : hoc Ma/fonti^ (Scr k-
tordella vita di Calvino ) tacety folamque abeundi in exiliumcaufamy Ha-
refìm fuiffe ait. Ma ciò, che tace Papirio MaiVone , benriferifce Girolamo
BolfecoPfeudo-Carmelitano Apoftata, convittordi Calvino, eprofeflbr
di Medicina in Ginevra, il quale poi con l'ajuto del Cielo ritornato alla
Chiefa Cattolica, feri ile la vita di Calvino, e molti utili libri controlli
Setta de' Calvinifli , il quale attefla , Damnationisilliusmjìrumentmnadhuc
Jiovtoduni ajjervari , ubi à Cenevenfis B^ipublica Secretano Bertbelerio ,
ìllucmifJoyUt in rei veritatem inquircret y vifum fit. Quindi egli ricoverofli
in
Capitolo V. ^%rj Paolo IH.
in Angolemme , nella qual Città cominciò la fabrica del fiio peftilente libro
intitohzo h Ifiitu^ìiione y confarginato, e teifuto con gli errori dedotti ex
locis communibus diMdandoiK 3 edailibridi Hyperio Sarcerio, benché
il Luterano Vveftfalo , che poi fcriffe contro Calvino , l'afferifca mera dot-
trina di Ecolampadio alquanto mutata, & ampliata con nuovo methodo,
e con eleganza di vaga Latinità , di cui Calvino molto pregiavafi , e vera-
mente era adorno . E perche il male Tempre inclinaal peggio, invaghitofi
egli della dottrina de' nuovi Settarii, portoflì in Germania, per conferire
ivi co' Luterani li fuoi fentimenti, comeinfcuola publica, e aperta alle
novità della Religione : e ben' allora Erafmo, cheincontroflì, parlò, & ^ .^.^^ ^ ^
hebbe conferenze con lui, dille di lui un giorno a Bucero, [a] Fideohoc in 4».iji4. «.n!" '
Juvene magnam pefiem oriri in Ecclefìa cantra Ecclejtam . Ed in fatti era
egli compofto di tutte quelle parti , che malamente impiegate concorrer
potevano alla formazione di un' Herefiarca ; pronto non men'in configlio ,
che in audacia ; fiffo nella fpeculazione , e parco nel difcorfo j avido di glo-
ria, edefiderofodipalTarinfcienzafrà i primi letterati del Mondo; onde
molte volte per albagia digenio con ingegnofo, ma non corrifpondente
Anagramma, eififcrilTe [b] Menino, emulando il nome di quel grande b /ta in edit;ote
Alcuino , Maeftro di Carlo Maeno , edinftitutor dell'Accademia di Parici, ^,''}'TT/.'f ■
quando egli con maggiormente propria tralmutazione di lettere doveva 'dhx An,i5i9*
più tofto dirfi i«c/^«o , di cui fu buon'imitatore nella empietà, e nella de-
rifione delle cofe facre : & in fomma così fatto , e nato a procacciarfi fama
con la contradizione , ch'egli haveva e nell'animo, e nel corpo con Lu-
tero , che non mai così poderofamente fi oppofero due contrarii , come in
elfi, onde dalla oppofizione provenifle publìcazione,e grido de'Ioro nomi .
Poiché Calvino nell'acutezza de' SiUosifmi fempre Superiore a Lutero, 9^^je^^^'^*^'^^
^ ^ C-- 2-rr -t 1 HI • > ^n • ^ 1 • 1- tra Lutero, e Cai-
quanto hi dimmile a ku nella dottrina , tanto ne coitumi . Calvino di natu- vino , e contradi-
ra malinconico , e taciturno , Lutero incompofto di animo , e precipitato di "^'""^ "^ *''' •
lingua -y quegli aflinence di cibo , e macilente di corpo , afflitto da continua
dogliadiitomaco, e trafitto da continuo chiodo di dolorofa micrania,
queftifcialacquato in ogni convito, di grafia, e grolfa corporatura, &in
fanità da comprometterfi ogni gran fatica : il primo cauto , e grave , e per-
ciò tediofo nel parlare, il fecondo prodigo di parole, e di fentimenti, e
perciò amatore j eamatoda'fuoi feguaci: l'uno rozzo di fìile, l'altro ele-
gantifilmodicompofizionii e Calvino in fine, comediluidiceun'Eccle-
lìaflico Scrittore, [e] B^ligwnem fubtilioran, Lutherus craljiorem , & pm- e spond.an^t^^^,
guiorem commentus cjì. Ondefuccefiero fpelfi incitamenti dì fdegnc tra "'"''•'•*•
l'uno, e l'altro, efclamando eternamente Lutero contro i Calvinifi:i, e
Calvino contro i Luterani, dicuiunavoltatal'èilgiudicio, ch'elfo n'efpo-
ne, elaima^ine, chenerapprefenta: Id] A2nofcere (e amdetn Luther Hm. i<^,fi^-fp-57- ai
Ut mjigncmDei jervum; feci fictit muitis poUeret virtutibus, ita magms -pi-
tiis laborare; & altrove M chiamalo nuovo Pericle, nimia intemperie ad \Ji'\'/-^^- "''
fuiminandum raptum , prajertim cum eius caufa mìnio melior ejjet jua -, Hmc
[f] videasy foggiiinge qui opportunamente Io Spondano, qua fuerit i^e- i sponj. an.i^A
formntorumhiijHfmodi concordia, & quem quiqueTrimatum fibiajjerere am- n.ij.ìnfini, '
bierint ! Màquah follerò \ì punti della dottrina di Calvino, ne' quali egli
ftorfe dal fentiere dcila Cattolica verità , cioè circa la Meffa , li meriti del-
le opere buone, la difpariti de' peccati , il numero , e la eificacia de' Sacra-
menti, gli Evangelici configli, ivotipublici, e privati, la giufìificazione
deiU
Paolo III. ^^^g Secolo XV I.
della fola fede, & altri molti Autori fin'hora Thanpropofta alla notizia de*
Pofteri con nobili commentaiii, e precifamente eglino fi annumerano dal
^J'fH;/'"'^' '^' Prateolo , [d\ e dal Giialterio in cento capi , & alcuni di effi eziandio fi rap-
b G\!.,u.'inchro- portauo dal Lutcrauo Courado [/»] Scliluffemburgio nel fuo Catalogo degli
voi.16. f.u>,h. Herecici, fri quali egli principalmente ripone anche Calvino. Mànifllin
forfè più diffufamente rapporta l'Herefie di Calvino , che il Theologo di
Parigi Francefco Fevardenfio dell' Ordine de'Minori , che nella fua Theo-
machia Calviniflica sbatte , e ribatte mille , e quattrocento errori di quefta
pelli fera fetta; e Florimondo Remondo Senatordegniliimo di Bordeaux,
il quale medefimamente nella fua Hiftoria de ortUy & progreffu Hierefum
ne fa diftinta, e proliffa commemorazione. Noi per porgerne al Lettore
queir adequata notizia, che concerne al corfo di queftaHiftoria, nel rife-
rirle, procederemo con tale avvertimento , che né la proliifità confonda,
né rincrefca la fcarfezza , e poifa chi legge rimaner pago del giufto , non te-
diato dal fuperfluo, enei medefimo tempo aflìcurato del vero, con la
pronta indicazione del libro , in cui Calvino efpreifequeU'Herefie, che fog-
Herefie di ^ai- „j^^j^„j^^jt^q ^ E cutteiu Quefto Uioffo le fog^iuugiamo , beuchenon tuttc ad
vino, u o ,• -y-,-^ • !■ /' • 1-1 • -^ • >
un fiato egli le proferire, maindiverh tempi, ebbri, accio tutta in un
occhiataapparjfcala empietà, elaimagine dell' Herefiarca.
e caiv. lib.i. In- E primieramente cominciando da Dio, [e] die' egli, Utìnam fepulta
ft,t.e.is.§-^, cffent nomina Confubfiantialìs , Hypojiafeos , & Trinitatis . Sufficeret modo
h£c fola fidcSi Tatremy Filium^ & Spiritum SmSium effe unum Deum; e
facrilegamente egli fiegue contro la eterna generazione del Figliuolo ,
Stiiltè fingitiir continuns a5ius generandi : onde , benché Calvino foffe , co-
d Vedi iiTontif. me [d] iì diri, l'accufator di Michel Serverò, noninverifimilmentepuò
dìGìi'.iioiii fo.4. ^a\i dirli fautore, e capo degli Antitrinitarii.
eVedi il Pont-f. Secondo. Uditi Calvino li diverfifentimenti dell' Ofiandro, [ejcheeu-
u ^p.7^%'-.^'6 tychianizzava dicendo, Chrifto eifere noftro Mediatore qua Deus efly e
dello Stancaro, cheneftorianizzava, aiferendolo Mediatore quaHomoefi,
i caiv.incfifl.ad cgH coutro lo Stancaro difle , e forfè peggio dell' Ofiandro , [/] Me-
Poianos. ' diatoris nomeu Cbrifìo quadrare , non folàm ex quo carnem induit , vel ex
quo munus fufcepttreconciliandi cum Deohumani generis ^ fedab initiocrea-
tionìs jam vere fuiffe Mediatorem : quìa femper [uh caput Ecclefi^e , '&
Trimatum tenun etiam fuper ^ngclos^ primogenitus fuit omnìs creatura .
Unde coUigìmusy non modo pojì Jkd.-c lapfum Japiffimè fungi Mediatoris of-
ficio y fed quatenus Mernus Bri ferino efi.
Terzo. Cofehorride a riierirfi egli aiferì ài Giesiì Chrifto, di cui la
minore fi è , ch'effo patifle le pene Infernali , quando coli giù fcefe a liberar
g Idem m hpit. le anime dal Limbo : [g] "^rbil a£lum eraty così Calvino , fi corporea tantum
db. 2. e. 16. & in yyiorte defun5liii fuifjet Chrijìus; fed oper£ pretium erat, ut divina ultionis
S'IicTlT ca/.zy. feveritatem fntiret, quo& ir^ tpfms intercederei y & fatisfaceret jujìo ju-
■^"'th. dicio. Unde etiam tum oportuit , cum Inferorum copiis , atern^que mortis
horrore, cuaftconfcrtismanihus y lu5iari : in locum fcderatorum /pcnforem,
•padeììiy adeòqueinfitzrrei fiibniiffum y qui dependeret y ac perfolveret omnes,
qua ab illis expetend^ erant y pcenas : uno hoc duntaxat excepto y quòi dolori-
bus mortis non poterat detineri. Ergo fi ad Inferos dejccndiffe dicitur , ni-
hil mirurn e/i , cum eam mortem pertulcrìt , qui£ fceieratis ab irato Dea
infligitnr . "Hon modo Corpus ejus Cbrifli in rcdemptioncm fuifk traditum :
fed aliud majus, & exccUentius pretium fuifc, quoddiros in anima crucia^
tus
Capitolo V. 4^9 Paolo III.
tus damnati , ac perditi hominis pertulerìt, Hìc ISlebidones quidam , licèù
indolii y malitia tamen magis , quàm infcitìa impulfi , clamitam , me atro-
cem facere Chrijìo injuriami quia minimo confentaneum fneritt eum de ani-
ma jalute timer e.
Quarto. Benché Calvino apertamente neghi, doverfi a Dio imputare il ^ ij,„ m in/fru.
peccato, come apertamente egli [a] confefla in più luoghi : nuliadimeno cho^e adv^rf. a-
evidentemente ciò fiegue e dalli principi! della dottrina, ch'egli infegna, e ''J'f^Z'hlii'r^df-
dagli artificii , e raggiri, in cui egli involge li fuoi detti. Suppone Calvino, -/i» vfrr. p>.<:n ,
quegli efTere autore del peccato , che principalmente, & eliicacemente con- ^^'"JiT.Zipl't.'"
corre al peccato :Qualcofa(beftemmia l'empio) appunto fi Dio : [b] Lm- ■ j^te»» inir^ir.
go difcrimine, die' egli, femper dijìatineodemop'ire id-, quodagit DormnuSy ^'''--•'•'i- s-5.
abeoquodimpiimolmntitr : llle, cioè Dio, mtU mjirumentay qutc [uh ma-
nu habet, & verfare quolibet potefi , fervire ii4jlitia fu£ facit : Hi , cioè
gli huomini cattivi , proni mali [unt , nequitiam , ingenit pravitatj conce-
ftam, ejfe5{u pariunt , Sicché fecondo Calvino, Dio opera principalmen-
te, e l'empio iftrumentalmente. Quindi lì ride della diibnzione, ch'egli
chiama [e] inane, & ftuxum patrocinium dipinge Jnfiiti£y cioètrala vo/o«- e rdcm h ii!>. de
tà, e la permifjione , e dice il facrilego di Dio , Otiofum ea , cioè i peccati , fi'Zune'. ^'^'*' "
permittere fingunt-, &nonejus voluntate, fedpermifìu dumtaxat fieri, qu^
Scriptura non tantum eo volente , [ed eo aurore fieri pronmitiat : e tal di-
ftinzione egli la deride, come nimis frivolnm effugium; ond'egli dalie fue
premelie forzato a concludere , che fé Dio non permette il peccato , dun-
que lo vuole, e confeguentemente egli fi è l'autore di eflb , allora egli con-
torcendofi come un ferpe , confelfa incapacità d'intelligenza , & inhabilità
dirifpofta, ereplica, \^d] Quomodo Deus in opere communi ab omni culpa fit j j,/^^^ ^j^_j_ /„.
immunis, mtnijiros autem fuos juflè damnet, vix capìt fenfus carnis . Hinc jur.c.iS.
reperta dijìin&io inter agere, & permittere, quia hìc nodus multis inexpli»
cabilisejl. Così egli. Mi à quelli vani argomenti habbiamo altrove [e] ri- ^ vedi ii 7?ojiro
fpoilo, quando vomitò fomiglianteHerefia l'antico Fiorino. i.tom.pas.9 .
Qujnto. Circa la Predeftmazionerinovò Calvino le antiche Herefie,
che tolgono non folamente il merito al bene, e la pena al male, mi a Dio
fìello la giuftizia : [/] Caufa reprobationis, die' egli , ita eji Dei volmtas , qua ^ ^^^^'^.''[(1"/'^'
qmjdam ^eterna morti ab Memo decrevit, ut etiam in peccato , Dei volun-
tate , lapfus ftt,Adam, &ineo omnes ejus pofteri : ficut etiam, quia aliqui
reproborum verbum Dei audire contemnunt, eorum eji pravitas; fed in hanc
pravitatem à Deoaddn&i ftmt , tantum ut in ets potentiam fuam, & feve-
ritatem ojicndat . Quindi egliefclude ogni liberti di arbitrio nell'huomo,
dicui[^] foggiunge, Quamvis fpontè , & abfque coazione peccet, necejja- g idem Uù.i.e^u
rio tamen peccat : poiché bench'egli creato foffe libero, nulladimeno perde à-aiioi.
nel primo peccato la liberti per i fufleguenti , in modotale che Quiliberum
arbitriuutitulum fmereejfe ajunt, Cbriflum habent au5Ìorem ; e conchiude
[h ] Deum voluntatem movere , non qualiter multis f^culis traditum efi , c^ h idem e, 2,
creditum , ut noflrx pojìea fit ele6ìionis , motioni aut obtemperare , aut re-
fragiri. Voluntatem à Domino praparatam fuas in agendo partes nonhabe-
re : & perperam homini tribui, quòd gratia prevenienti , pedijfequa volun-
tate , obfcquatur . Noi però crediamo non a Calvino , mi a Dio , che dilfe ,
[i] l^unqmd volmitatis mex eji mors impii , & non ut convertatur a viis i Euch. i2.
fiiis, & vivat ? a GiesùChrifto, che predicò, [k] "Honefi voluntas ante j^ ^^^^^^ ^g^
Tatrcm vejìrum , qui in Coelis efl , ut pereat unus de pujillis^ iftis : a S. Pietro ,
che
Paolo III. ^^^ Secolo XVI.
a 2. petr. }. checilafciò fcritto, [4] D^«/ patientcr agit propter vos, nolens aiiqueni
perire , fcd omnesad panitentiam re-peni : a quanti Canoni, e Santi Padri
^r'I'trTm/"'!/ habbiamo citati in queftanoftra Opera [Z>] contro ò i fuppofti, òveriPre-
Ponttficato di Ce- deiT:inaziani : e a ciò , che a quefto propofito profondamenre foggiun-
^'c's'.^H^HIb.ì. geS.Agoftino, [e] Bonus ejiDeus, Julius ejl Deus : potejidiquos [me borni
cantra ùiunum meriùs liberare , quia bonus ejì : non potcfi quàmquam fine malis meritis
eaf. 18. damnare , quia Julius eJì : poiché , come conchiude cori aureo detto S.
Profpero, Cratia Dei non prius reprobos deferuit , quàm ab lis defereretur:
& quia hoc ipfos voluntaria deferitone fa£ìuros pr£Vidit , ideò in pradejii-
nationis eleBione illos non habuit. Mi di quefta forte di Predeftinaziani
A Vedi il nojìro ìn[d] altro luogo habbiamo parlato.
7caiv!'if"^il/in Sefto. Concupìfcentiam [e] originalenìi etiam pofl baptifma , peccatum
f4/».j. §.io!' " '" effe ; e sii quefto punto l'arrogante ch'ei flì , pretefe di emendar S. Agoftino ;
'^pnopusejiy così egli, multùminvefiigandolaborare, quidhìc Vetères fen-
ferinty quando unus ^ugufiinus fufficere ad id potejii qui fidelitery magna-
que diligentia omnium fententias collegit» Ex eo igitur fumant Le£Ìores , ft
quid, de fenfu antiquitatis habere certi, volcnt . Vorrò inter illum, c^ nos
hoc difcrtminis videri potejì interefe, quòd ipfe quidem , cUm fideles conce-
dat , quandtà in cor por e rnortalihàbitanti ftc illigatos teneri concupifcentiis ^
ut non poffint non concupifcere , eum tamenmorbum peccatum vocarenonau-
det : fedad illum defignandum injìrmitatts nomine contentus , tuncdemum fie-
ri peccatum docet, ubi vel opus, vel confenfus ad conceptionem , velappre-
henftonem accediti hoceji, quando prima appetitioni ceditvoluntas . Klosau-
tem illud ipfum prò peccato hahemus, quòd aliquà omninò cupiditate contra
, Legem Dei homo tndlatur . Imo ipfam pravitatem , qua hujufmodi cupidità-
te s nobis generai , aferimus effe peccatum . Docemus itaque in San^is , dO'
nec mortali corpore exUantur , femper effe peccatum , quia in eorum carne
refìdtt illa concupifcendi pravitas , qua cum re&itudine pugvàt .
i ibid.t.it. §.i. Settimo. Nella [/] materia della giuftificazione , egli l'ammefle per
folam fidem, come Lutero, benché poi afferille, non andar mai fola la
%idefn in Putido, fola fcdc . [^ ] Hoc fcmpcr Le£ìoribus tefiatumcfe volo , quotiesinhacqua-
ad^/tf.6.^.7^r^' fifone nominam US folam Fidem, non mortuam à nob;s fingi, & qua percha-
ritatem non operatur ; fed ipfam flatui unicam jujìificationis caufam . Fides
ergo fola ejì i qua jufiificet: Fides tamen, qua jnfiificati non efi fola. Que-
madmodum Solis calor jolus efi , qui tcrram calefaciat : non tamen idem in
Sole efi folus : quia perpetuò conjun&us efi cum fplendore ; e foggiunge ef-
tz^fi'^tói&^'n'f' ^^^ l^^ì neceflariacofaalgiufto, il riputarli, e crederli fenz' alcuna dubi-
tazione giuftificato : Omnes fideles debere fibi promiffìones divinas firma
certitudine fidei applicare . Maxima improbitatii effe afìerere , quòd nemo
fcire fidei certttudine potefi , fé gratiam Dei confequutum . Fidem ju(itfican-
tem, hanc certitudinem, & fecuritatem in-polvcre , TSljminem effe jufl;ifica-
tum, nifi qui fé jujiificatum crediderit . Così egli,
i idtmibid.%.ii. Ottavo. [/] Fidem, ^ jufiitiam propriamefseeleBorum, & femel l?e-'
'*• re acceptam nulla ratione amitti pofse , & qui abeaexcidere videntury n'im-
quam eam vere habuifse. Aggiunge, Teccata omnia eX mfidelitate manare ,
yel faltem ex fidei defeBu : <^ uBicunque regnat fides , iram Dei peccati!
omnibus expulfis non fecus avertere, ac fi quis ignem extingueret, fubdu^lù
tigno-, e foftiene, fempre ne'PredelHnan regnar vivala fede, epercoa-
feguenza, nifi'un peccato ad effi imputarfi ,
Nono .
Capitolo V. 4.5 1 Paolo HI;
Nono. Afferì [a] Omne peccatum e fse mortale , e, Ftdelium peccata ve- ^jb'd.c.^.^.iz.é-
nialia efse y non quiamortem non mereanturt fed quia Dei mifericordia nulla ''^'*'''^-§-ss>'
eji condemnatio bis , qui funt in Chrijìo Jefu , quia non imputantur , quia
t?enia delentur} e. Omnia jujiarum opera efse iniquitatem, ac fordest pec-
cata, damnabdia. Ond' egli ò da quello principio dediifle l'altra herefia ,
che foggiiingiamo , òdaquefta, che foggiungiamo , la prima.
Decimo, [b] Legem Dei, qu£ bona opera pracipit, impojjibilem efse : b idem m.z.e^f.
e così egli fpiega , e prova la fua empia befternmia, 'ìipn texam ine amba- 7. §.5.
ges de variis poffibilitatìs generibus, Impojfibile appello, quod nec fuit un-
quam , & ne in poflerum fìt , Dei ordmatione , ac decreto impeditur . Si
ab ultima memoria repetamus, neminemSan6lorum extitifse dico , qui cor-
pore mortis circumdatus , ad eum dile6iionis fcopum penigerit , ut ex toto
corde, ex tota mente, ex tota anima, ex tota potentia Deum amareti e Si
[e] perpetua §fset regeneratio in hac vita , pofjìbilis efset legis obfervatio , w/rwl^cifiT
Sed cum fideles, quamdiu hìc vivunt, medio ex fiadio ad metam afpirent , f'f'<»'
magnifque difficultatibus anhelent , ubi reperietur , quam ifli fomniant , obe-
dicnti£ perfeilio ? Così egli. Ma mentifce l'iniquo e contro Dio , che
difle, [d] Mandatum hoc, quod ego pracipio tibi, non fupra te eji, e con- d Demir.io.
tro Giesu Chriilo, che aiTerì [e \Jugum meum fuave efl, & onusmeum ^ ^''"^- "•
leve , e contro il Theologo S.Giovanni , che attefta [f] Mandata ejus f /o.Epifi.t.e.s.
gravia non funt , e contro S. Agoftino , che efclama [g ] T^iec Deus im- óùe^n^cT'
fojfibile aliquid potuit imperare , quia juftus efl , nec damnaturus efl homi-
nem prò eo , quod non potuit vitare, quia pius efl ; onde con degna riflef-
fione egli conchiude : [h] Qnis peccat in eo , quod caveri nullo modo pò- ^ idfmdeNat.&
tefl ? peccatur autem : igitur e averi potcfl; e ne infegna il Santo Dottore ^'■'"'•'•^^*
il modo dicendo, [ /] Tsljin igitur Deus impo/Jibile vellet, fed jubendomo- ' ^^'"'- «"-'fJ'
net, <& facere quod poffis , & petere quod non pojfis. Così S. Agoftino.
Undecime: Tolfe poi affatto Calvino la virtù, e'I merito delle ope-
re buone, e in ciò, diceva, differir la Legge dell'Evangelio, cioè che
l'Evangelio promette la vita [y ex fide, la legge fub conditione operum: condL'Trfd^'f'
end' egli nella fua iftituzione nulla hebbe pili inhorrore, che il folonome ca».iò. ffjf.i.
di Merito, e riprovonne, non che il fignificato, anche la voce , come
faftuofa, fuperba, e ingiunofa à Dio : [/] De meriti nomine idmihi pra- ' .^^^^ ''*• ?• ■'«•»
fari necefse efl ; quicimque primus illud operibus humanis ad Dei judicium ^"^•''•'^•§--*
comparatis aptavit , eum fidei fìnceritati pefjimè confuluifse .... Qjtor-
fum enim , obfecro , opus fuit invehi nomen meriti , cum pretium honorum
operum ftgnificanter alio nomine citra ojfendiculum explicari pofset ? tan-
tum autem ipfum cffenfwnis in fé contineat , magno cum Orbis detrimento
patet . Certe ut efl fàfluofiflimum , nihil quàm obfcurare Dei gratiam , &
bomines prava fuperbta imbuere potcfl. Ufi funt ( fate or ) pajjim vetufli
Ecclefìa fcriptores : atque utinamvocuU untus abufu, erroris materiam po-
fteris non pr^buifsent . Quindi egli rigettando la diftinzione della kdo. vi-
va, e della morta, cioè, come' parlano li Theologi , della formata, &
infórme, definì femplicemente la fede, [m\ Divina erga nos benevolen- T^'^^'" ''''^' ''•*•
tia firmam , certamque cognitionem , qux gratuita m Chriflo promijjionis
veritate fundata, per Spiritum San6lnm , & revelatur mentibus noflris , &
cordibus obfignatur. Così egli.
Duodecimo. Riprovò [n] la ConfefJìone Sacramentale ,* come ifti- „ iLid. ^.4.
tuita da Chrifto -, e benché di effa confeiìì antichiffimo l'ufo , fempre pe-
rò
Paolo III. ^^^ Secolo XVI.
rò rafl'erifce libera', né impoftaper precetto prima della Coftitiizione , e
tempo d'Innocenzo III. , e ciò che dicati della podeftà Sacerdotale
nell'airoluzione de' peccati, non mai C\ perfiiadè, ella da Dio conferita
a* Sacerdoti. E qui egli s'inoltra à diftmguere due forti di allbUizione ,
luna, qui^ fidei ferviti e quefta vien da lui definita Tejìimonmm venia; ex
gratuita Evangelìi promifjione fumptum : l'altra, qua ex difciplina Eccleftit
fendei , e quefta nihil ad fecreta peccata , fed ad exemplum magis perti-
nety ut tollatur Eccleftx publica offendo. Confeguentemente a queftì rei
Si ib'td. §. j8. & principii, rigetta [a] la fatisfazione , come non necefl'aria alla Penitenza,
^*^' edifcorre di lei, come del mento, foftenendo, Tslon pojje Deum pcsnis
fatìsfaSlorus placavi , illafque cum efficacia monis Chrtjìi , & fati^fatiionis
Ibi . t.s. %.i. jpji^^^ pugnare : e perciò egli chiama le Indulgenze Sanguini! Chrjfti[b] pro-
fan itiones y Satanoique ludìbrium , quo Chrifìianns Topulus à Dei g>'atia , à
vita y qua eft in Chrijio , abducatur , & à vera falutis via avertatur , Sie-
gue l'empio à dire, che il Papa involge, e rinferra la grazia di Ch^fto
dentro una Cartapecora y e quivi col piombo fi§ìiÌ3i quiejìuarias nundinatio-
nes de animarum [alme , ac pias fraudes ,
Decimoterzo . Circa il Purgatorio , ecco il fentimento di Calvino »
e Uid.%,6. IO. e f"e deteftande beftemmie . [e] Turgatorium exitiale Satana ejì commen-
tum y quod Chrifli Crucem eyacuat , quod contumeliam Dei mifericordi^
non ferendam irrogati quod fidem noflram labefacit , & evertit .... e
fìegue , Cum mihi objiciunt adverfarii , ante mille , & trecento! anno! uftì
receptum fuiQe , ut precattom! ficrent prò defun£li! , eo! viciffìm interrogo ,
jQ«o Dei verbo , qua revelatione , quo exemplo faBum ^ ^tque ip(t etiam
V etera , qui prece! fundebant prò mortun , & mandato Dei , & legitimo
exemplo hìc fé deflitui videbant . Cur ergo audebant ? In eo , dico , aliquid
humani paJJ'o! effe : ideòque ad imitationem traoendum non effe , contendo ,
quod fecerunt . Certe quifqui! mediocri prudentia pollet , facile agnofcit ,
quicqmd de hac re legitur apud vetera , publico mori , & vulgi imperiti»
fuiffe datum . ^brepti etiam ipfi , fateor , in errorem fuerunt : nempè ut in-
conftderata credulità! privare sudicio folet hommum mente!. Interea quàm
dubitanter prece! prò mortuÌ! commendent y le6iio ipfademonflrat, Monicam
matrem fuam in Libri! Augujiinu! narrat vehementer rogafìcy ut fui memo*
ria in peragendis Myjì.ri! fieret ad ^Altare, ^nile fcilicet votum \ quod
filiu! non exegit ad normam Scrtptura , fed prò natura affe6iu probari alti!
voluit . Liber autem De cura prò mortuis agenda ^Z» eo compofitm y tot:
hafitatione! continety ut fuo f rigore meritò debeat fluiti veli calorem extin-
guercy fi qui! mortuorum patronu! ejie appetat : frigida certe veriftmilitU'
dinibiì! fecuro! reddet , qui priàs erant feliciti . Così egli , che vuol' elio
enere riputato faggio , 6c al fuo confronto, debole d'intelletto , edifen-
no tuttala vafta fcuola dell'antichità de' Maggiori.
Decimoquarto . Dal negato Purgatorio fi folleva Calvino à negare
d ihid, e. 20. ^^ Santi del Cielo l'adorazione , [ (/ J la invocazione , e la intercefJìone ; e
dice il perfido beftemmiatore, che li Cattolici col culto de'Santi_C/7r/^«»i
inhonorant , & Mediatori! titulo fpoliant , gloriam nativitatii eju! obfcu-
rant y Crucem evacuanti come fé li Cattolici non riconofceffero la inter-
ceflìone de'Santi dai meriti fteifi di Giesii Chriflo , e dalla connellìone , che
eglino hanno con lui, come Capo de'Santi, daiia cui mediazione prende
vigore la loro . Oltre a che , in nulla fi deroga alla dignità di Chtifto , chia-
mato
Capitolo V. 4^5 Paolo IIL
riiato da San Paolo: Vnus Dei medìator, & homlmmy [a] sì per la ra- , ,.r;«„f;;.2.
gione addotta, che ogni altra mediazione prende vigore dalla fua, come
perche parlando 1' Apoftolo della mediazione F^demptionh, fempre in
ogni cafo fi verifica, efier' egli il vero , folo, & unico noftro mediatore .
Siegne però Calvino adolerfi, che nelle Litanie, & Hinni nifluna men-
zione fi faccia di Chrifto , Inibii Chrifto reliqimm facerc , <:^ prò nihilo dti-
cunt ejus intercejfionem , nifi accedant Georgms , & Hyppolìtus, ac ftmiles
larva. Ma egli mentifce l'iniquo: forfè ogni noftra orazione non fi ter-
mina ella con la /olita preghiera , Ter Chriftum Dominum nojlrum i Forfè
noi diciamo ai Santi con termine alfoluto , Miferere noflri, e non con ter-
mine relativo a Dio, ò a Giesù Chrifto, Orapro nobis ^ Ma quella herefia
èftatadanoiàUmgo[^] in altro luogo rigettata. Qiiindi egli deduce, il b vedui „oflroi.
culto, e l'ufo delle Imagini, [c'IàSatma manajje j &meram ìdololatriam ["^^f^^:^,f^\^^
effe, enonpratticabile eziandio il culto di Dulia verfo gii Angeli, e gli &Jìùì!''''''^''
huomini fanti, abfque damnanda fuperjìmone ; e le preghiere, qualunque
elleno fiano , do verfi fare [d] popuLari fermone , & non exotica lingua . '^ lie^ w. j c.zc.
Decimoquinto . Del Primato della Sede Romana Calvino parla con ^'^^"
una immenfa venerazione , civile però , e non facra ; ma de' Pontefici Ro-
mani con una immenfa indignazione, edifpreggio. Egli non nega, Oitin
rnagnum Bimana Ecclefue honorem ubique deferant veteres , reperentcrque
de ealoquantUYy e ciò per tré capi: [e]Opinio enim illa, die' egli, qua, e idfmUh.^.c.s. '
ìiefcio quo modo ìnvaluerat , fundatam , & conjiitutam eam fuifie Tetri
minifierio, ad concilìandam gratiam , & au6loritatem plurimum valebat :
itaque in Occidente SedesApoftolica honoris caufa vocabatur. Deinde cum
illic ejjet caput Imperli , & hac ratione credibile ejìet pneflantiores tum do-
Urina , tutn prudentia , & multarum rerum ufu viros illic ejje , ne & ur-
bis nobilitasi & alta etiam Dei dona multò excellentiora comemnt tiideren^
tur. ^cce(Jìtadh<ec& tertium, quòd cum Crientales y & Graca Ecclefìa ,
^fricani& etiam , multis^ opinionum difìenjionibus inter [e tumultuarentur ,
ht&c fcdatior aliis y & mìnùs turbulenta fuerit . Ita fa^ium efl, ut pii y &
fan&i Epifcopi Sedibus fuis pulfi , illuc fé veluti in afylum , aut portum
quemdamfkpèreciperent . "hlam quo minùs acuto, & e cleri ingenio funt Occi-
dentales ^fiaticis , & ^fris y eò etiam funt rerum novarum minùs cupidi.
Hoc ergo F,oman£ Ecc le ft£ plurimum addidit au6loritatis , quòd non ita da-
biis illis temporibus tumultuata efiy ut reliquie -y ac do6irm,e femel traditJS
fuìt aliis omnibus tenacior . Has , inquam , tres ab caufas non vulgari m
honore habita fuit , & multis praclaris veterum tejiimoniis commendata . :■•
Ma col toglier Calvino alla Chiefa Romana la prima lode, e il mafiimo
privilegio, le toglie quaiit' honore può egli darle, ò haverle dato gli anti-
chi ìw diftinzione foprale altre. Romana SedisTrtmatum, fiegu'egli, ae--
que exChrifli in/ìituto, ncque ex Ecclefix veteris ufu fumpfijj'c originem : e,
Honore Ordints y non poteftate Tctrum cjeteris ^pofiolis fuijk priorem: e,
Etft dignitate rcltquos antecelluifìet y Upo/iolis ipft Trimatum deferentibus ,
li ad pcrpetmtatem non efse trahendum . Dunque, noi replichiamo , ^\i i M^nh.iG.
Apoltoli, e non Chrifto, diifero a Pietro: [f] TuesTetrus, dTfuperhanc f '<""'•'•-
Tetramadificabo Ecclefiammeamy TibidaboclavesI{egni ccelorumy [g] Ta- i'/Sr"'
Jceovesmeasyl{ogaviprotey[h] Tetre y ut non deficiat fides tua , [il Confir-y'^^l''^ "'fi""''
mafratrestuosj e quanto in altro luogo [ÌQ habbiamo a lungo Piotato? rT/^fV.V";
iJunquetondo Chnfto col fuo Sangue una Chiefa, deputoUe illuo Vicario Zi^ "'fi'" '^''
Tomo IF. £ e in
Paolo IIL ^^^ Secolo XV I.
interra, e die al fuo Vicario ampia giurifdizione, & autorità di afloi vere,
e legare in Cielo, einterraper foli trentafei anni, quanti ne fopraviffea
ChriftoS. Pietro? Secosìfolfe, egli haverebbe ragione Calvino, e menti-
rebbe l'Evangelio. Al confronto di quelli due litiganti, decida il Letto-
tela lite, che noi ad altre beftemmie paflar vogliamo di quefto indegno
* cdv.ub,^: cj. Herefiarca. Egli chiama [<z] il Pontefice Romano .^«f/c/7r/^o, econque-
§.25;. fte pazze calunnie contro la di lui dottrina s'invehifce \_b\ Quafiverò du-
^^"^'i"*'''^sr. i7. i^ìj^j,^ ifc ^ qualem B^Ugionis fpeciem profejjì jtm jampridem Tontifices cum
tato Cardinalium Collegio , & hodie profiteantur . Vrimum enim arcarne
iilius TheologU, qux inter eos regnat, caput e/?, nullum ejìe Deum, ^Ite-
rum , qiiacumque de chriflo docentur , mendacia effe , & impojiuras . Tenium ,
do5innam de futura vita, & ultima ^efmreBione meras effe fabulas . Co-
sì egli , feguitato pofcia da' fuoi feguaci , i quali nel deciniottavo Capitolo
della loro Confellìone Gallicana, profeflano, Vapifiicos conventus dam-
namus, quòd pura Dei veritas ab illis exulet , in quibus etiam Sacramen-
ta Fidei corrupta funi, adulterata, falftficata , vel penitùs etiam abolita ,
in quibus denique omnes fuperfìitiones , & idolomania vigent . Così Calvi-
^JlT/nJVi'^'^' no, e iCalvinifti; di cui graziofamente foggiunge un'Autore; [e] Tarn
Hit profezia Chriftum norunt, quam ^ntichrifinm , & utroque deflendi ma-
gis , quàmridendt.
i iùu.ca^.9. Decimofefto. De'Concilii generali, egli foftiene, [ti] poter' effi errare
nelle definizioni della Fede, e nella interpretazione della Scrittura: e fe-
condo i fuoi principii ben' egli dice; poiché togliendo l' autorità fuprema
ai Pontefici Romani, toglie il vigore, che dal capo proviene al corpo, e
e id mpara^y 28 ^° ^^ude acefalo , e difettofo . Venera egli però \i[e] primi quattro Conci-
iii Generali, enonfiavvede ilmiferabile, che nonmai fii più conofciuta ,
€ venerata l'autorità de' Pontefici, che in elfi.
Decimofettimo. Negata l'autorità ne' Pontefici , e ne'Concilii , ne-
eala ancora nella Chiefa univerfale, come fé laChiefa univerfale ellafia
f rbid^c.iì.payétg. m^^ cofa diverfa dai Papi , e dai Concilii: e dice [/] Ecclefìam non habere
B^l:-*.4.c.io. potefìatem ferendi leges , qu^ confcientiam objiringant i [g] Confiitutiones
Eccleftaflicas , five qu£ caremomas , ac ritus , fipe qua difciplinam fpe-
h Iòide,». eiant, perniciofas efk , & impias . [/?] Così egli. Sicché Calvino ripofe
tuttala forza delle leggi, tutta la fermezza de' dogmi, tutta la interpre-
tazione della Scrittura al fentimento di ciafcuno, riducendo laChiefa di
Dioinunauniverfitàdipazzicon più capi, che corpi, come appunto fu-
rono i fuoi feguaci . Fra le leggi impofte dalla Chiefa, ninna fu a lui più
i mb.c.xì,%.2i, rincrefcevole , che il celibato de' Sacerdoti, [ i ] Certe quòd Sacerdotibus
jnterdi5ium fuit conjugium , id fa6ium efì impia tyrannide , non modo can-
tra Verbum Dei , fed cantra omnem aquitatem : onde maraviglia non è 9
fé così furiofamente egli lì fcagliaife contro S.Girolamo, che fu del celi-
le/./.^ ;« «....<,- bato, e dellavirginitàegregioinvittodifenfore, dicendo di lui: Um/-
nia Evangelica ad f^is luculentum , maligni , perverjtque ingenti fpecimen in eo ( cioè nel ce-
iulmMfc\, libato ) edidifie. Riprova [/] perciò come fuperftiziofo il digiuno Qiia-
§.ì9.dr2o' * ■ dra^efimale, empie le [rw] pellegrinazioni, eleaftinenze; e benché con-
ni/^w.f. ij. ^^^^ ^^^^ j^^l grado, le antiche iftituzioni , & approvazioni de'Mona-
fterii, nuUadimeno e contrai' antichità, e contro il corfo , econfuetudi-
ne di tutti li fecoli U detella, come feminarii del Diavolo; e, Monafìe-
ria efie lupanaria potius , quàm cafìitatis facraria; e, nonaliter porcos in
haris
Capitolo V. 435 Paolo Ili
harìs faginarì y quàmMonach ositi ccsnobiis. Libera egliperciò con facoltd
commeflTagli dal Diavolo, ruttili Monaci dai, voti di povertà, dicaftitd,
e di iibidienza, chiamati da eflo, fiiperftiziofi ftratagemmì inventati per
deluder Dio, e il mondo, da' quali hora eglino erano fciolti in virtù della
nuova Evangelica Chriftiana liberti, eh' elfo predicava .
Decimo ottavo . Hor paffìamo al ientimento di Calvino circa li Sa-
cramenti , e primieramente efponiamo ciò , eh' ei dicefle di effi in generale ,
perdifcender poi quindipiiì diftintamente al particolare, [a] Sacramen- iidemi!i>.4.c,ij.
tum eji exteYnumfymboliim , così egli lo definifce , quo benevolenti^ ( e per il
nome di benevolenza egli intende la predeftirias^ione , Overo quella eterna
cariti , con cui Dio ama gli eletti ; poiché fu fempre fentenza di Calvino ,
che ne' foli eletti pollino li Sacramenti efercitare la loro forza ) erganos
fuiepromiffìones confcientiis noftris Dominus obfignaty ad fubfiinendam Fidei
nofira imbecillitatem: & nos vicifjlm pietatem ergaeumnofìram tam coram
eo i & Jlngeìis , qHam apud homines téjiamur . Così egli . La forrriola [b'\ poi , ^ '*''^' § 4-
e le parole conficienti li Sacramenti , egli foftiene, non effere Confacratorie ,
mipitramenteCottc/ow^^on'e, cioè Efprefjive al popolo ignorante di quella
A'irtu, che: quel Sacramento in fé Contiene. Nèeghammelfe alcuna virtù,
ò efficacia [e] in eflidi conferir ^xzihex opere operato, màdiffe, eglino e Uid.%.ì^. '
folamente eccitare;, e nutrir la Fede, come eccita, enutrifceinnoidiverfì
affetti il difcorfo de' Predicatori: e qui egli inciampa in un grande fcoglio,
e da fé itedb , non volendo , fi dichiara appena iniziato nella cognizione
de' termini Theologici, per altro communi anche a chi da lontano habbia
alcuna volta falutato , e pafl'ato le fcuole di quella fcienza ; poiché per opus
operatum, e^lilcl] credefi, che da' Theologi s'intenda il merito, e l'opera . ,, vj<,^
b j i»/r -n T>- • r n • i i %«• -n i- /r* ^ d Idemjlnd.^.16.
nona del Mmiitro. L intenzione [^J poi del Miniltro egli anicura, non r. 14.
eflerneceffariaperla confezione del Sacramento: Ouod de confecrandi in- %''^'^.'" *"^*^'
tentione garriunt, die' egli > a jopbijtts nulla probabili rat ione fun proditum ftjf.-j,
.... Ego vero facrofan6Ì£ Chrifti inflitutioni tantum defero , ut (i Epicurcwi
quijpianij mtustotamaBìonem fubjamnans ) mihiCcenam ex C bri/i i manda-
to, &fecundàm regulam ab eo datam , rituque legitimo admmijìretytiondu-
bitempanemy & calie ern illiusmamt porre^ium, vera mibi effe Corporis , &
Sanguinis chrifti pignora. Così egli, che foggiunge circa il Sacerdotal ca-
rattere, [f] QuoddecharaUere indelebili fabùlant^ur ^ ex eadem pYodiit offi- ^^""'^><{-('">-9-
dna: nam veteribus hoc totum ignotum fuit, & magis confentaneum eji in-
cantationibus magicis , quàm fan£ Evangelii doBrince . Eadem ergo facilitate
repudiabitur , qua excogitatumfmt . Così egli . E ciò circa il Sacramento , e .
fuoi annefll in generale . ,,
Decimonono. Difcendendo poi al particolare, Calvino due foli Sa^
cramenti riconofce come iftituiti da Giesiì Chrifto , il Battefimo , e la Ce-
na : della Ordinazione neparla con dubio , [g ] l^m impofitionem manuum d g tdmc.i^.^.io.
die' egli , qua Eccleft£ Mmiftri in fuum munus initiantur , ut non invitus pa-
tior vocari Sacramentum , ita inter ordinaria Sacramenta non numero . Non
ripole egli[/7] alcuna differenza tra il Battefimo di Chrifto, e diSan Gio- h rdemcis-S.?-
vanni, enega [i] femplicemente, cheil Battefimo fia alfolutamente ne- f"//,^,Y..§,„.
celfario per la eterna falute; onde afferma, Fideliumpueros fine baptifmo [ai-
vari , fi morte intercipiantur ^ quòd fanEli fmt , & Ecclefu membra , & in
faderis hizreditatem y (iatimacnatifunt , à Deoexcipiantur: afferendo, che
le parole di Giesiì Chrifto, [IQ l^ifi quis renatus fuent ex aqua, & Spinti* ^ loan j.
E e 2 San-
Paolo HI. ^^5 Secolo XVI.
Sanzio y non potejì ingredi inl{egnum Dei j devonfi fpiegarenon del batteii-
mo, ma del modo del battellmo, con cui regenerat nos Deus y nempèper
aquam, &Spiritiim, quafidiceife, perSpiritumy qui purgando y & irrigan-
do fidelesanimas, vice aquiC fungitur : e ridefi il temerario degli eforcifmi ,
a iM. §. tj. chrifma , & altre cerimonie [a] confiiete pratticarfi nella collazione di quel
Sacramento, quali egli chiama nugasy & theatrtcas pompas y come mede-
fimamente giuoco prendefi del coftume antico della Chiefa, folitaad am-
mettere li Laici, & anche le donne alla col/azione di elTo , quando lovrafti
hid,r,>caivMù.4. pericolo nella tardanza , [ b ]Qjiod autem multis ab bine Jaculisy adeò-
c.ìs.§.2o.&f*q. que ab ipfo fere Eccleftaexordioufureceptum fuit j ut in periculomortis Lai-
ci baptÌ7^arent , /ìMiniJier m tempore non ade ffety non video , quàm firma ratio-
j^idimhfpi/f.oH ne defendi queat . Così egli, che eziandio riprovò, [e] almencome illeci-
ocmum. ^^^ ^j battefimo conferito incafa privata, benché in neceflìtà urgente,
e come pergra^^ia l'ammeffe valido in chi ricevello nella Communione
della Chiefa Romana. Quindi doppo di haver tolto al battellmo il pregio
della neceflìti , 1* inalza a un' altro pregio , non mai fognato da alcun' altro
dJ6td.§,4.&4. Heretico, e dice, che la fola [t/] reminifcenza di haverlo ricevuto fcancel-
la «p/o/^^o ogni commefTo peccato fenz' alcuna obligazione diConfefllo-
Ìs^cT^'TÌ'"'' "^* [^] Q^odcumqueergopeccatumy dice un moderno Autore, quamlibet
nùm^'ì^'infiìi *' hotrendum , ac nefarium Calvinifla committant , modòje bapti^iatos ejk memi-
nerint , id ftbi protinus condonatum credunt . Qtix do&rina quàm facilem ,
proclivemque piam ad omne peccati genus bominibus aperiat , nemo non
■pidet,
Vigefimo . Circa poi il Sacramentò dell' Altare faper convienfi , che
tré heretichefentenze correvano allora oltre li Monti fopra quello vene-
rando M iflerio . La prima C\ era quella di Lutero , che ammetteva la impa-
nazione : la feconda di Carloftadio, che negava e impanazione , e trafmuta-
zione: la terza di Zuvinglio, che concedeva una prefenza allegorica di
-Chrifto nel Sacramento, micom'eghfpiegava, nomeealiter, feUfidei con-
templatione . Calvino riprovò Lutero , Carloftadio , e in qualche fenfo ezian-
dio Zuvinglio , benché li Calvinifti fiano eglino ancora pompofamente en-
trati nel numero de' Zuvingliani, & arrolati ^com' elfi fra i Sacramentarii .
Difs' egli dunque , che il Sacramento della Euchariftia egli è figura del Cor-
po, e Sangue di Giesù Chrifto; econquefteparolefpiegò ilfuofentimen-
cii'i X)!w/S" ''' ^^» U]^^ quaratury an nihilominùs panis fit corpus Cbrifli, K^fvinum fan-
guis ipftus : refpondebimus , panem , & vinumfìgna effe vifibilia , quA Corpus ,
C^ Sanguinem nobis reprafentant : Corporis vero , ^& Sanguinis nomen eis
attrtbutum , quòd jtnt veluti infìrumenta , quibus Dominus Jefus Cbriflus
nobis ea dijiribuit. Forma haec loquendi,reivaldè confentaneaejì » Cumenim
non modo oculis , -.fed ncque ingeniis nofiris comprehendi pofjìt Communio ,
quam inCorporeChriflihabemuSy eatamen illic aperte ob oculos monjìratur,
Exempluminre fìmili valdè proprium habemus . Cum vellct Dominusy Spi-
ritum juum inbaptifmo Cbrijii apparercy eum fnb Columbi figura repr^fen--
tavit . Joannes Baptifia hifioriam illam recitans , Spiritum San£ium defcen-
dentemfe vidijjeait: fi propriùs attendamus y comperiemusy ipjum nihilpm-
ter Columbam vidifie. 'ìiam Sanali Spiritus efìentia invifibilts eji . Cum ta^-
men fcirety vifionem illam inanem figuram non ej]e, fed Spiritus San^t pne-
fentia ftgnum certijjìmum y affirmare non dubitai , fé illum vidifie, quòd eo
modo , quo ipfeferre poter at , fuerit reprafentatus . ita m Communione , quam
in
Capitolo V. 437 Paolo IIL
in ChrìJlìCorporCy & Sanguine habtmusy dicendum y cflMy[lcriumfpÌYÌtuale
eficy quod nec qchIìs confpici y nec ingenio humano comprehendi potefl . Fignris
tgitury &ftgnisy qua fub oculomm fen/um cadmt y ut natura no fir^imbe cil-
litas requirity ojlenditur: itatamen, ut nonfit figura nuday & fimplex y fed
y evitati fu<e, & fubflantÌ£conjun6ia. Meritò igitur panis appellatur Corpus ;
cumid non modo reprajentet, veràm etiam nobis afferat. Itaque facile con-
cedemusy Corporis Chrijii nomen adpanem transferri y quòd ejus s^cramen-
tum , & figura fit . Così egli . Convenne bensì Calvino con Lutero , La Eii-
cbanùia. non effe adorandam, ajjerpandam, circumferendam , & extra ufum,
ac manducationem Sacramentum non ejje; e ripiglia li Cattolici come ido-
latri , i cjuali Idololatriam commìttant , dona prò datore colant , ex fan^lo
cjus Sacramento execrabile idolum faciant ; non fenza noftra gran meravi-
glia in rileggere poi nel medefimo Calvino [«] lS(egarinonpotefi, quinado- a ^^ n^- ^^ y^^a
randusfit Chriflusinpaney velfub pane. Klam certe ubicumqueeji, fraudari*^!'s*f''&'c"'p'r7s
eum fas non erit fuo honoxe, & cultu. Quid ergo magis pri£pofierumy quàm '^'"''fi' ''■■■^trfHs
locari inpane y & illic non adorarti Qiieito Sacramento poi da luinevien ^"'"'^'""*
fempre chiamato manduca:^io?ie , e dice, Eucharifiiam nonaliamrem ejJe,
quàm manducationem, nel fenfodaUii intefo, e da noi di fopra fpiegato .
Sicché il fiftema di Calvino del Sacramento fi reftringe in qnefto , com' egli
Spiega in altro luogo , [b] Chrijii Corpus in c(slo tantum effcy non in Sacra- b idtmU.^.inìih.
mento y nifi reprejentatit>è y & figurative-, fide tantÌ4m manducari : nec ///^- '• '7-/"»''«j'-. 'o.
ftantiam ipfam carnis illtus , & fanguinis , fed unam virtutem in nos deri-
vari. Qual virtù però, in conformità [e] di quanto egli foggiunge, non e uid.parazr.j^^,
deriva ne' peccatori, i quali nella manducazione wo« recipiunt Chrijii Cor-
pus y fed fymbola dumtaxat . Riprovò egli ancora il precetto , con cui s'im-
pone la Communione una volta l' anno , e chiamollo [d] Diaboli inventum : j /^/^ a^.parss.
nccome medefimamente la Coftituzione della Communione ai Laici fotte v^à-fe^j.
lafolafpecie del Pane, [e] qua^ dimidiam coen^ partem melioripopuli Dei e ibUm^
numero y vel furata e[i, veleripuit: venendo ella rifervata fotto ambedue
lefpecie, paucisrafts, &un^is ( e qui egli contale improperio ripigliai
Preti, e i Frati ) ai quali la Communione di ambedue le fpecie inpeculmm.
ceffit; e quindi forfennatamente efclama , Edi6lum eterni Dei e jly ut omnes
bibant: quod homo nova , & contraria lege antiquare , & abrogare audet,
edicensy ne omnes bibant. Ma quefì:' argomento di Calvino è ftato da noi
in altro luogo [/] ponderato , e rigettato , iredi u „ofiro i.
Vigelìmoprnno . Ma non contro mai alcun' altra cofa eglipiiì rabbie- tor»'i'^&'4^^-
famente fcagliolfi , che contro il Sacrificio della MelVa, riprovato dalui,
forfè peggio di Lutero , [g] Mijìam Sacrificium non ejje, àie egli, provi- ^ [^""^'^^•^'•4'
vorumy & mortuorum expiatione à Chrifio injiìtutum , fed hanc injigni con-
tumelia ChrifiumafficerCy Crucem cjus fepel tre y & opprimere , mortem ejus
in obltvionem tradere , fru6ium , qui ex ea nobis proveniebat , tollere , Sa-
cramentum y quo mortis memoria reli6ia eraty enervare , & dijjìpare. Tri-
vatas Mijjas cum Chrijii injiitutione ex diametro pugnare , imptam ejie Sa-
cra Ccena profanationem '. abominationem ejje, qua in Calice aureo propina-
ta y omnes l{eges terra , & populos , a fummo ufque ad novijfimum fic ine-
briavìt , fic percujjitfopore , ac vertigine , ut brutis ipfis jìupidiores , proram ,
&puppim fiu jalutis in hac una exitiali voragine jlatuerint . E perch'egli
non potè non negarne r ufo , anche negli aurei fecoli della primitiva Chie-
ia,itorle malignamente in altro fignificato ,efenfoil coftumcdieiTi, come
Tomo ly. £e , iedif-
Paolo III.
438
Secolo XVI.
■2. Vedi il noffro 1.
rtm.pig.iì.
b Ideni in antid.
adjf/r. 4.
c Il/idtcap. io<
d Matth. l8p
i Mattb^ 2j,
g Id{m in aiitid.
h Idem CI}. in In*
Jiu.
ì Idem in cpi/ì. ad
Valtrianum l'ala-
UHM.
k Idem in refpon-
fo de ufuris intir
tpift.pag, 22 j.
fé differente foffe il facrifìcio di quelle antiche età dal prefente, Sed quìa
yeteres quoque illos , egli replica , video aliò hanc memoriam detorfìfie,
quàm injUtutiom Domini conveniebat (quodnefcio quamrepetita , aut cene
renovau immolationis faciem eorum Ccen£ prafeferebat ) nihil tutius piis
peBoribus fuern , quàm in pura , jimpUcique Dei ordinatione acquiefcere .
Vigefiniofecondo , E perche gran parte della nollra Santa Fede appog-
giati (opra le tradizioni, quali negate, neceffariamente precipitafi'f^Jin
abiifi hor rendi di errori , quindi è , eh' egli afferì Fidem noftram [ b]folis Scrir
pturis, non ^poflolicis traditionibus ni$i ì e perciò efclamò contro le tradi-
zioni , come conrro una nuova tirannia de' Preti , quali vogliono , [ e ] l^ul-
lamefie cxremonwlam, qua non prò ^poftolica cenjeatur: e facrilegamente
fiegueabeftemmiare, chela Chiefa Romanareputa a maggior peccato la
trasgreflìone delle tradizioni humane, che il conculcamento de' precetti
divini, ^pud eamy die' egli di effa, fceleratius ejì, auricularem Conferò-
nem vertente anno pratermiftjìe , quàm nequi(ftmam vitam in folidum an*
num produxifje: linguam die Veneris infeci fte modico carnis guflu» quàm to-
tum corpus diebus omnibus fcortando fadafie : manum die San£}uiis nefcia
quibus confecrato admovijje honefio operi, quàm peffimis facinoribus membra
omnia exercuijìe: Sacrificum legitimo uno fonnubio copulari, quàm obligarì
mille adulteriis: votiyam peregrinationem non perfolrifje, quàm inpromifjìs
omnibus fidem f altere : in prodigi ofos y nec minùs fuperpacuos , ac inutiles
Templorum luxus non altquid profudifk , quàm 'defuifie ultimis pauperum
f^ecejjitattbus : Idolum fine honore prceteriiffe , quàm hominum omne genus
contumeliose tra6iajìe : non demurmuraffe certis boris longa fine fenfu verba ,
quàm legitimam orationem nunquam concepire . , « . propè in adulterio abjolvi ,
quijudicaturincibo: illifcortum permitti, cui interdicitur uxor , Così egli,
3I cui confronto odafi adeflb Giesù Chrijrto , che così parla delle tradizio-
ni, [d]QuiEccleftamnonaudierit, fittibiftcutEthnicus&Tublicanus'. [e]
Et quivosaudit, meaudtt: & qui vos fpernit , me fpernit : qui autem me
fpernit, fpernit eum, qui mifit me. Cosili Verbo humanato contro Calvi.
no . Né dicefi fra Cattolici , che in primo luogo debbanfi olfervare le tra-
dizioni , e poi li Divini precetti i elfendo che è niojto più gti^ve , c^terispa-
ribus, il peccato contro il Decalogo , checontro laCoitituzioneEcclefia-
ftica : ma diciamo con il noftro Maeftro Giesù Chrifto , [/] Htec oportuit fa-
cere , &illanonomittere: cioè ubbidire alli primi, come immediatamente
comandatici da Dio , & alle feconde > come pur da Pio , ma mediante l'ora-
colo de' fuoiVicarii, e della tua Chiefa.
Vigefimoterzo . Negando dunque Calvino, eriprovando le tradizioni,
non fu grand' u vopo a lui il difcendére [^ ] a negare , e ripro v are .dal Cano-
ne de' Sacri Libri quei dell' Ecclefiaftico, della Sjbienza, di Salomone, di To-
bia , di Giuditta , la Hiftoria de' Machabei , e la Verfione vulgata .
Vigefimoquarto . Circa il matrimonio, Calvino dichiaronne [hypcr
la fornicazione fciolto il vincolo , dando libertà di paflare anuove [i] noz-
ze alla moglie abbandonata dal marito, che fuggito fenefolie con altra
donna.
Vigefimoquinto . Aflerì [h^] non mai le ufnre condannate dal tefti-
monio di alcuna Sacra Scrittura: come fé nel Salmo decimoquarto, nel
Capitolo dieciottefimo diEzechielle, enelfeftodiS.Luca, folfero elleno
non riprovate, ma lodate.
l£in
Capitolò V. 459 Paolo m.
E \r\ qiiefti venticinque articoli habbiamo noi riflrette le principali .
Herefie di Calvino, da altri [ 4 [ Autóri diftefe al numero [b]ài duecen- },:■!" ci; aLH.ri
tofettCj e da altri fin a quello di mille j e quattrocento i Eguale agli errori [j"^;^^^ ^^^^^
de' dogmi fu in Calvino > e ne'Galvinifti quello della disciplina, con cui denfitZ' in^fZ
governai la loro Sinagoga 4 Trìmàm eliguntur mìnìjlti a nojlro Collegio t l'-^-!^^f''* ^''^'
cosìjeglidefcrivela '.nella (uà epii\o\a,ad Gafparem Oleviamm, ac datar il- Grerar7hia,difci.
lis Script»r<£ locus , m cujui interpret adone fpecimen Jua dexteritAtis edant * ^j^^^^' S^-' c^' t
Deinde examen habetur de pracipuis ddiìrin£ capitibus , Tandem coram no- nifti?
bis per inde y ut apud populuntt coneionantUr . ^4djunt etiam duo ex Senatu .
Si probatuY eorum eruditio , eos Sendtui cum tejìimonio offerimus : in cHJus
arbitrio ejl non admittcrcy ft minùs idoneos judicet , Q,uòd fi recipiuntur ( ut
femper ha^enùs contigit) tum nomina promulgamus coram populo , ut fi quod
•pitium latuerit y iibeYum fit fmgulis ante o6io dies indicare » Qui tacitis
omnium [uffragtis probantur , eos commendamus Deo, & Ecelefia : Infanta
non bapti':^amus , nift prò publica concione : quia abfurdum videtur^ ut fa-
lemnis illa receptio paucoi tantum babeat tejies , Tatres, nifi quid impediat *
)ubentur adefie y ut fiipulationi refporideant una cum fidejufioribus . l^e-
mo tamenadfidejubenduni admittitUYi nifi qui ejufdéni nobifcum efi profef-
ftonis . ^rcentur & eXcommunicati ab hoc honofe * "gemini ante ad Sacram
Chrifii Ccenam patet accefius , quàm fidem Juam profeJJ'us fit , In eum finem
quotannis habentur quatuor examinU , ubi interrogantur pueri , ac de profe-
tili cujufque cognofcitur . l>{am etfi finguUs diebus Dominicis in Catechifmo
jam incipmnt altquodtefiimonium dare j donec tamen cognitum fuerit mini-
Jìrt judicio mediocriter in fumma B^ligionis profeciffe , ad Sacram Menfant
accedere non licet . Quod ad major e s natu fpeóìat j à nobii quotannts repeti-
tur infpcBio cujufque familia * Diflribuimus inter nos Urbis B^egionei , ut or-
dine fingulas Decurias excuterc liceat . ^defi Miniflro comes unui ex Senio-
ribus . Illtc novi incoia examinantur 4 Qjti femel recepii furiti omittuntur ,
ni[ì quòd inquiritur y Siine domus pacata ^ dr reClc compofita^ num lites cum
"vicinisi num qua ebrietas? num pigri firn , & ignavi ad Concionesfreqiien-
tandas ^ In cenfuris obfervatìir hac ratio . Ùeliguntur quotannis duudecim
Seniores : nempè ex minore Senatu duo, reliqui eX ducentis , five fini indi-
gente, five adfcriptitii cives, Qut probe y & fideliter munere fùo perfun[Ìi
funty loco non moventur: nifi forte eos occupet alia cura I{eipublic£ . ^nte-
quam ab eleclione fua fedcant y corum nomina publicè eduntur, ut fi quis eos
tndignos cognoverit , mature denunciet . ^djudicium Ecclefia(iicum nemo ci-
tatury nifi ex communi omnium fcntentia. Itaque rogantur finguli , num quid
yciint in medium afferre^ ISlemo autem citatur y ni(i vel privatis admomtio-
nibus non obtemperavit , vel qui Ecclefiam offendit malo exemplo . Ita blaf-
phemiy ebriofi y fcortaiores y percufìoresy rixofiy Jaltatores y qui cboreas du-
cunt, & fimiles vocantur . Qui leviàs deliquit, humanis vcrbis caftigatus
dimittitur . Gravioribus peccatis animadverfio feverior * Eos enim Mtmfier
excommunicat j faltem ad breve tempus. Excluduntur autem à Cana, donec
veniampetentes idem Mintfler Ecclefia reconciliet . Si quis prafra6lè au6io-
ritatem Ecclefiafpernat , mfi ante elapjum annum à contumacia dcfiitertt,
à Senatu in exilium annuum ejicitur , Si quis etiam proterviàs fé gerat , Se-
natus caufam fufcipit y & animadvertit é ^c neplebsqueratur de immo-
àico rigore , non tantum iifdem poenìs fubjacent Minifiri ; fed fi quid ex-
fommunicatime dignum admijermtj fimul etiam abdicantur . Così egli del-
h^ ^ la iua
Paolo III. ^^^ Secolo XVI.
la Aia nuova Riformata, ò per meglio dire. Deformata Chiefa. Un'Autor'
iKat.^ux.fae. [^] Fraiiccfe diligentemente poi ne rapporta Ii rìtì , le cerimonie diverfe,
^HP,ml'^t'^'' ^' '' ^ ^^ differenti iifanze della loro Mandiicazione , e dice , Isl^lU habent , utplu-
rimunii Baptìfleria Calvinifl^i rei ft qua à Catholicis habent, ìis nonutun-
tur. In HoUandia, Minifter formulam Baptijmi ex fuggejìu pralegit, alìuf-
que MÌHÌjier , vel (ì non ade/i , ipfe defcendens , infra fuggeflum baptf^at ,
quamvis in Gallia fugge jius paulò humiliorftt, ut ad illuni infante s bapti'zan-
di attollantur . Formulam baptifmi lingua vulgari , c^ alta voce pronun-
tiant . tAnglo-Calviniani etiam Crucis fignum , aliafque nonuullas c^remo-
mas a Catholicis acceptas in bapti'^^ndi rifu adhibcnt . Q^od Ccena celebra-
tionem Jpeóiat j Genevenfes panem aiQmum , & figura rotundum; Germani y
Galli y Belga, iAngli, fermentatum , ufualcmquepanem porrigunt, ac inlon-
gas partesdìj]e6ìum , quas pofica communicantibus frangunt : Bafilea , & in
aliis Helvetia locis franilo locum non habet . jipud Genevcnfes , Minijiri
dum panem difiribuunt, nihil pror/us loquuntur: in aliis plerifque locis ht»c
"perba proferunt: Accipite, manducate, hoc eft Corpus meum, in aliis:
Panis quem frangimus , Communio eft Corporis Chriftì . ^/ìnglo-Calviniani
titurgiam fingularem habent . In Germania , a^ Gallia , Communicantes
menfam circumire folent : in Gallia Diaconi, ex arttfìcum gregariorum nu-
mero plerumqueeleóìi, Calicem propinant , In oinglia vero , & Belgio, men-
fam non circumire, feà illi affidere folent x cum hoc t amen di f crìmine , quòd
in Beigli plerifque locis duodenarius communicantium numerus obfervetur ,
ut B^tus ( inquiunt ) ad primam Chrifli inflitutionempropiùs accedat. t/ingli
vero Turitani ad viginti ufque, & plures longa admodum menfce turmattm
accumbunt, & ex tribus , vel quatuor in ea pofttis fcutellis, panis fruflulis
repletis , totidemque fcyphis Sacramentum fuis ipfi manibus captunt . Sipud
^nglo-Calvinianos vero ncque circumambulare , ncque etiam accumbere
folent ; [ed contra Minifter circumit , atque obambulat , deferens unicuique
ad fedcm fuam utramque fpeciem Sacramenti, Hi vinummCalicibus , Vuri-
tani vero in vulgaribus poculis propinant > QuodF{itusreliquos attinet, ^^n-
glo-Calviniani Matutinas , & Vefperas quotidie canunt : itemque orga-
norum pulfu , & vocali muftca , fuperpelUceis induti ; esteri unum dum-
taxati <& alterum Tfalmum canunt, ante, &poft Concionem , abfque orga-
nis . yejies Sacras , vel B^ligiofas in divino cultu mdlas adhibcnt . SanUo-
rum fefla nulla celebrant , exceptis ^nglo-Calvinianis . Stata jejunia apud
alios nulla. Genevenfes aconomiiS caufa diem Jovis pifculentum fecere , quia
propter vicinum lacum Lemannum pifcibus abundant: diem autem Generis
carnium efui deftinarunt propter libertatem ( inquiunt ) confcientia . *Apud
^Anglos ab/iinentia à carnibus diebus Feneris , & Quadragefimali tempera-
te, (sconomiA potius caufa , quàm t{eligionis obferpatur . La loro fetta, co-
me tutt&4ealtrehidredeirherefia, fi divife in tanti fetrarii , quanti, per
così dire, Calviniftii e noi di tutti faremo quella commemorazione , che
ci caderà opportuna al corfo della materia , e del tempo .
Hor dalla enumerazione de' detti Heretici di Calvino ci richiama il
b Omnia h4c ha- corfo dellaHiftoda alprofeguimcnto de' fatti, e de'variifucceffij che ac-
EoTfZ^l''&pÌ't>7- compagnarono la vita miferabilediqueftofamofo, & infamato Herefiar-
rium M.i{fmum in ca . Pattitofi dalla Germania , [ /> ] ove noi lo lafciamo in ifpelfi congreifi co'
Sndot?rdi"c,a. Luterani, riportofli Calvino in Francia, & annidoffi \\\ un' horto della
vino per ci.iìViTii. Città di Poiclicrs, per diifonder quindi pe'l Recno la Tua nuova herefìa
r.ar lafuaherelia. 41.^
contro
1
Capitole
lo V. 441 PAOLOlIL
contro la Chiefa, come già dall'horto del Paradifo Terreftre propagolfi
dal Diavolo nel genere hiimano la prima, e gran ribellione contro Dio.
Quivi egli con alcuni mal perfuafi Letterati frequentando difcorfi , e difpu-
tefopra Dogmi di Religione j & inculcando principalmente ilfuo nuovo
fiftemafopra il mifterioaugufto del Sacramento, e come fpeflb accade ,
concorrendo molti alla novità, in quel tempo particolarmente in cui le
novità erano non mendiffeminate, che gradite, fu facile , come feguì,
che in breve quell'hortodiveniffe (cuoia, i difcorfi infegnamento , li'du-
biiperfuafione, e finalmente i concorrenti fi uniflero in fetta, e fi ritro-
vane la fetta in iftato di tentar progrefil con la perverfione, e con la pre-
dicazione perle vicine Provincie. OndeCalvino, che n'era il direttore i ...
e 1 capo, fcelti tré d'ingegno > & arte proporzionata al bifogno, mandò prin7paff,'"ori-
nuovi Miffìonarii d'Inferno, Gio: Vernovio per quel contorno ài Poi- g'ne.'ieinòmccii
óliers, Antonio Dugujo per la Provincia di Sains, e di Engolemme , il ^""^'■'•
quale, mutato il nome in ficurezzadella perfona, f(? chiamarfi il [a] B^- ^ inUnxu^Fr.vi-
collettorey e Filippo Veronio per l'Aquitania, e'I Tolofano; equefti skii- '^ff'i'^'K'^'»''^""^'
Cora cangiatofi nome , atlunfe quello gradito dagli Heretici Albigenfi , le
cui reliquie ancor perduravano in quelle Provincie j di BnonHuomo , il qua-
le, perche j>nma di queftaMiffionehaveva letto il Jus Civile nell'Accade-
mia di Poidiers in un'uditorio òfcuola, che dir fi voglia, chiamata da que'
Dottori, \z Minijirarìa y fu quindi fempr'egli da Calvino nominato il Mni-
flro , e da eflb, come dicefi, [h] li Predicatori Calvinifti , Mini/ir i . Quefti pe'l ^^S^.^j.* '"'''^^^'
popolo predicavano cofemaravigliofe, e forprendenti. Per cattivarfi fa- e loro Prediche.
ma di fani Cattolici, cominciavano le loro prediche con qualche rimpro-
vero contro Lutero , di cui dicevano, ch'egli havefie più toftoincroftata ,
che lanata la piaga della Religione , e fattala da mala divenir peggiore . Ch'
efII volevano ridurre le cofe della Fede al priftino flato di pura, e fchietta
credenza, intorbidata finallora dalla diverfità delle opinioni , e dalla iniqui-
tà degli Heretici ; e qui divertivano il loro principal difcorfo al Sacramento,
e dicevano, [e] Canam Domini , e'jufqne ritus ad priflirice forma amufjim e idemiù!d,n.xì,
exigendos effe: barbamm efiey c^ impium, Chrifltim è Ccelo de trabere , 0*
ligatum quafi , & compeditum per Sacramentum hoc traducere ^ ac tandem
manducare ; nec tum veram Corporis Chrìfìi manducationem mere fpiritualem
effcy aut per jìdem fieri-, e richiefì:i eglino, come facevafi dunque cotal '
manducazione non reale, né fpirituale.^ foggiungevano , come nuovo ,
ma impercettibile arcano , Verum Corpus y & verum Sangmnem inCosna
•perèy &realitery & fubjìantialiter adefie y f ed t amen figurate y & Sacramen-
taliter , ita ut Corpus Chriftt femper maneat in Ccelo : effeque panem , & vinum
arrhamy & ftgillumy quo omnia àChrifto nobis promifia confirmentur. Que-
lle ree malfime, e'I rumor della nuova dottrina à chi gradevole, e à chi
rincrefcevole , non potevano non divulgarne il fuono ò dell'applaufo , ò
della contradizione: onde Calvino, di cui già correva la voce di primo Ricino di Calvino
motore di quefla infaufta machina, timorofo, ch'ella non fi roverfcialìe Navarr^T'u^ndl
repentinamente fopra fé, con avveduto configlio, nafcondendofi più tofto, Ji "uovo miu
che fuggendo , ricovroifi nel Regno di Navarra fotto il patrocinio della ^"'"*"'^ •
Regina Margarita, Sorella del Rè Francefco di Francia, e Moglie del Rè
HenricoHalbret di Navarra, donna inclinata alle novità, amante de'nova-
tori, e tinta di già, comedicevafi, di pece Heretica Luterana. Ma breve
fa colà il fuo foggiorno , coilretto à ripaflar di nuovo nella Germania dal
PaoloIII, 44X Secolo XV L
timore delle Leggi, e de' caftighi , che potentemente fulminava il Ré
Francefco contro gli H«retici del filo Regno.
Lodi, ebencme. Regnava il Rè Fraocefco in Francia non men'invitto di cuore contro i
cefco^di%nc?a ncmici del Regno, che generofo dì animo contro quei della Religione
"""e '*nca*'" Cattolica i onde havevanc ricevuti ringraziamenti, e lodi dal [a] Pontefi-
Tcum°n!vuM. cc Clemente Settimo, che riconofcevalo in qiie'calamitoll tempi per T
hrev.an.isì'i-p'ii- unico foftenitor ncl Mondo della Religione di Chrifto. Egli haveva poc'
^b\ayn. dicit ^n. anzi [b] prima fatto truftare, e mercare in fronte Gio:Clerico Scardatore
j^i^.&spond.an. (jj Lana ìn Mcaux , perche hebbe ardimento di chiamare il Papa ^»f re /;>•/-
'^^^' Jioi e pofcia eziandio havevalo fatto bruciar vivo, perche haveva di notte
tempo calpeftate, & abbattute alcune Sacre Imagini in un'Oratorio della
Città di Metz: per la qualcofa egli fu Cotanto [r] encomiato daTheodo-
/c2«f'. *"" '" roBeza, chea piena bocca chiamollo, Trimum Inflauratorem EcclefìieMe-
tenfts , eundemque & Meldenjìs : e in Parigi haveva il medefimo Rè fatte rin-
ferrare in Reliquiarii di argento le tefte di due ftatue di Giesiì Chrirto , e
della Madre di Dio, facriiegamente tagliate da alcuni Heretici, e lafciate
mozze in mezzo alla ftrada in improperio delle figure , e del figurato : perlo-
che ricevè nuovi ringraziamenti , Se applaufi dal medefimo Pontefice , che
d sifidMb.S' di nuovo refcriflegli , e per la pena elfeguita [d] nel Clerico , e per l'honore
^^m.brev.tum. yjciiperato [e] alle Sacre Imagini, e pel zelo, e moderni Canoni formati
f J4nn.i$ti.FAg. [y'j da fuoi Padri Parigini in un Sinodo Provinciale di Parigi coltro Lute-
rVi"«^Ì««VÌ/ roinfoftenimento, e pregio della Religione Romana; onde meritò icom-
ti»r,it Colon, ó- muniencomii, e la fama di tenaciflìmo della Fede Cattolica, edivigilantif-
Si. """■ '^**' fimo contro chiunque ofaffe ài aprir bocca per impugnarlanel fuoRea-
g ^n.
fjjy. '«^»<' rnej e perche di frefco [g] m fua affenza da Parigi li nuovi Calvinifti bave-
spond.^un,at,n.^. ^^^^ fparfi pcr quclU Città , e fin'affifli al Regio Palazzo alcuni infami Li-
belli contro l'Auguftilììma Eucharil^ia, egl' incontanente da Bloys ripor-
toliì in Parigi , e quivi con folenne pompa ordinata una maeftofa procelfio-
ne dal Tempio di S. Germano fin'a quello della Beatiflima Vergine , eflb
ftefib con la Regia Conforte v'intervenne con torcia accefa , e capo fcoper-
to , portando GiorBellay Vefcovo di Parigi il Santiflìmo Sacramento fotto
il Baldacchino fofì:enuto dal Delfino, dal Duca di Orleans, e da quello òi
Engoliemmefuoi Figli, e dal Duca di Vandome primo Principe del Regio
Sangue. Egli poi perorò così vivamente contro i Sacramentarli, che giu-
h Spind. itc.cit. rò , [h] Suum quoque brachmm excifurum , ftea pefie infeBum fciret , atque^
tdipfum in proprios liberos praftarurum , Nel medefimo giorno trèreideir
accennato delitto egli condannò alflioco con terribile fiipplicio , in cui
; eglino ad machmam alligati , &m fublime elati , deinde in fubje6lunì ignem
demittebantur i iterumque furfum fublati , & demiffiy tandem carnifice re-
film precìdente, in fiammampr^^cipites ruebant . Col medefimo pronto ze-
lo di facra vendetta malmenò il Rè Francefco quanti Heretici rinvenne ncl
Merindolano, reliquie infelici degli Albigenfi, difiruggendone le Terre,
e mandandone àfacco gli baveri, rifoluto di non più udirne la fama , non
che di vederne gli eccefli.
Non piacendo quefialezzioneà Calvino , con avveduto configlio medi-
' *1"ubikazione tò, & iuttaprcfe la fccoudafuga da Francia, e ricovroflì di [ / ] nuovo fra il
caivii""*^'^ ''' nido degli Heretici in Bafilea, dove terminò, e d'onde publicò la fua Ijli-
hVp'old.'an.isis- f«x/o»r prima in lingua Francefe, e poi Francefe-Latina, mutata fpeffe
n^.6. volte, variata, e, come dice l'Hiitonco, {k^ prò animi levitate ^ &dogma-
tum
Capitolo F. 443 PaoloIIL
tum incert nudine confe^am, defe&am , & refc&am ; dedicando con iftii-
penda audacia qiicfto fuo libro Hereticale al maggiore inimico , che fra i
Rè havelfe allora la Herefia, cioè al Rè Francefco di Francia , forfè per
adefcar'alla fua Setta li Francefi fotto la dedicazione, pretefto, & aura del
loro Rè : eben'egli fignificò , quanto maledetto , e fanguinario doveffe riu- Embiemmadt
fcir quel libro alla Francia, prefiggendogli per emblemma una fpada di ^«'^''•°-
fuoco , con il motto , T^lpn veni mittere pacem , fedgladium . Publicata que-
fìa iftituzioneò più tolto deftruzione del popolo di Dio, egli porto (fi pri-
ma in Italia, d'onde prefto ancora partii]], quafi forprefo dagl'Inquifitori
Cattolici; e poi i Ginevra, Città che defiderava di accogliere un tanto Guglielmo f«.
Hofpite, perche di già pervertita prima dalla fua dottrina, che dalla fua S'^'^t •* e"^ oi*ne.'
perfona. Conciofiacofache un'anno avanti il fuo arrivo haveva colà dif- yrTSiclwiaiì»
feminata la Herefia Calviniana , e Sacramentaria Guglielmo Parelio , deno- '"?.-^
minato il Ferreo dal fuo vehemence , e ferreo modo di altercare , [a] adeouty ' "" '''^'
dice il citato Annalifta , in dtfputationibus , & prt^dicationibus detonare , (ù'
fulminare videretur. Quelli Heretico prima Samofateno , epoiCalvinifta,
profugo dalla Francia per fofpezione di Herefia, publicoili apertamente
in Ginevra; e poco apprezzatore della perdita della fua anima , fé con la
fua anima non havefib ancora condotto al precipizio una intiera popola-
zione , congiungendo li fuoi fentimenti , e le fue fatiche con quelle ài Pietro
Vireto fimile à fé nella intenzione precipitata di far male, cominciò con tale
ardore d'Inferno la fua predicazione in quella Città , e in talabominazione
quivi pofe il Pontefice Romano , e la Religione fin'allora profeiTata , che in
un tratto fi rivolfe il popolo con fubitanea ribellione verio Dio, everfoil pemrfionc di
fuo Principe(qualunque egli H folle, ò il proprio Velcovo , ò il Duca di Sa- Ginevra .
voja, del che non è noftra cura indagarne il vero ) efcacpiatodallaChiefa,
e dalla Città il Vefcovo Pietro de Balma , e tutto il Clero , fi proclamò uni-
tamente da tutti , Viva la H^ligione riformata , viva la nuova libertà dell' Evath
gelio; e diroccate Imagini > calpeftati Sacramenti, e meflifolfopra luo-
ghi facri, e Clauftri Religiolì, con inopinata mutazione viddefi in un*
iftantc mutata quella Chiefa in una Babilonia di errori , e di fette . Jl Ma-
tiftrato in memoria di una tanto à lorofeftofatrafmigrazione, fecenefu-
ito alzare quefla ifcrizione fopra la gran porta del Pretorio, dinotante
il loro vituperio piùtorco , che'ltrionfo : puum anno Domini 15^5. profila-
ta f{pmatèi \Antiehrilii tyrannide , abrogatij'que e'jì^s fnperjiitionibus , Sacro-
fanàaChrifiiB^ligiohìc in fuampuritatem, Ecclejìa inmelioremordinem fin-
gulari Dei beneficio repofita y <& fimulpidjisy fugati fquehojlìbHSi urbsipfain
fuam libertatemy non jmeinfigni miraculoy refiituta fuerit, Senatnsy Vopu-
lufque Genevenfts monumentum hoc, perpetua memoria caufa , fieri , atque
hoc loco erigi curavity quo fuam erga Qeum gr^nttudinem ad pofleros tejiatam
faceret. Amico [è] Ferrino, che alla empietà contro la Religione Chriftia- ^ sdfftn, u^tà*
na volle aggiungere l'improperio , e fece trafportare dal furibondo popolo
la pietra facra dall'Altar Maggiore della Chiefa Cathedrale al luogo desi-
nato fuor della porta della Citta al fupplicio de'rei, fu indii poco tempo
fopra di eflà fatto decapitare da Calvino mcdefimo, che per privata ven-
detta volle torfi d'avanti quel fuo enaolo, fotto il publico pretefto di ha-
ver'egli machinato tradimento contro i Francefi rifugiati in Ginevra .
Hor dunque pervennevi [e] Calvino, ricevuto à braccia aperte da <= -^«"•^JJ^-
quelpopolo, chequal nuovo Legislatore divino, inalzollo incontanente
al
pAOtoIIf. ^^^ Secolo XVI.
, . alpofio di Predicatore, e quindi di Maeftro di Theologia, nel cui ufficio
nohiGenèvraye eglicompofeun Catechifmo accommodato al genio de'Ginevrini , bre-
fuocatechifmo. ycin parole, ma gravido di fcnfo, qual'egli poi in altro tempo diftefe più
diftiifamente in queltioni , e rifpofte, come prefentemente fi legge ne'Tomi
delle fne Opere . E tu tal'opera cotanto grata à quel popolo, che tutti
Nobiltà, e Senato, huomini , e donne con publica funzione dì fcriba
a Ditìouuian.V^^^^^^^^ e di teftimoniiaffiftenti ue giurarouo [a] la oflervanza illibata
»537. ' " ' fin'alla morte. Ma non fu durevole l'applaufo del loro nuovo Maeflro ,
che incolpato di mal fentire foprailMifterio della Trinità, fu infieme col
b v4fl»,i5:?. Parelio [b] fcacciato con l'efìlio da Ginevra , ufcitone con altrettanto vi-
tuperio, con quanta gloria tré anni prima vi era entrato. Mutò allora
]E filo cfiiio daCi- (^alyjno luogo, ma uon auimo , & efule prima dalla Francia, e poi da
iievra. Ginevra, portoflì in Argentina, ove accolto cortefemente da Gio: Stur-
mio Jurifconfulto , e Senatore di quella Città, e fatta lega con Martin
Bucero, di cuibentoftoparlerailì, feguitòàfpacciarele Tue mafllme an-
cora fra quelle gente , pervertita da Bucero, prima che da lui, nel Zuvin-
glianifmo. Calvino accommodandola fua dottrina al tempo, predicava
con un mirto tale, chenèilCalvinifmooffendelfe i Zuvingliani, uè il Zu-
vinglianifmo i Calvinifti : onde nella concorrenza delle opinioni convenen-
do più volentieri li feguaci, colà tanti ne concorfero, che fu d'uvopo al
Magiftrato di aprire in quella Città un tempio feparato per gli Heretici ,
& un'uditorio , efcuolaappofìatamentepereflì, di cui Calvino fii dichia-
suo Matnmcn- o, fato il Prete , l'Arciprete, & il Maeftro . Mi egli invaghifli più dì una fua pe-
e rhrrno a GÌ- cotcUa , e difccpola, chc dclla fuanuova caHca , c Cathedra : conciofiacofa-
°^^^*' che nel concorfo numerofo delle genti circonvicine, concorfavi ancora
IdeletaBuria, donna Vedova di non so qual Anabattifta , innamoroflene
Calvino , e prefela in Moglie , fotto lo fpeciofo pretefto di (ollevarfi alquan-
to dal tedio del fuoefilio; da effa Calvino non hebbe alcun figlio, ma con
rafilfìenza, e divertimento di efla , egli divulgò la fua iflituzione molto più
« ^;« 7t 0 copiofa in errori, che la prima, li commentarli fopra l'Epifliola ad I{oma-
'"'^ nosy e nell'anno [e] fequente in lingua Francefe il libretto rf<?Ca?«^i)ow/«;,
traslatatopofcia in Idioma Latino dal Galafio. Anhelava intanto Calvino
alla fua prima refidenza di Ginevra, e procacciandone con ogni mezzo il
^ DUhr/rtzione titomo , finalmente [<^] l'ottenne , ticcvu^o di uuovo in quella Città con di-
deiiuoc.ce^chii i^olìrazioni vivcdi giadimentoda qucl popolo, che die hiaratofi vago , e
SLVS'/tica?. pago della fu a fola dottrina, nonfolamentel'ammede agli efercizii di pri-
ma, ma al giuramenco, che rinnovò, aggiunie il Senato la legge, che ^(fo-
Cìr.ma C ah ini aniplius difendere , nec Mirti jtm , nec Civibus licer et , Onde à lui
convenne diLtendere più copiofo Catechifmo à quella fua amata Sinago-
ga, eformollo, non divariante dal primo, con formole più intelligibili, e
chiare tantoinlingua Francefe, quanto in Larina, del quale fecero poi
immenfaeflimazìone li Ginevrini, e communemente tutti li Calviuifli, li
quali , acciòch'egli foffe intefo in tutte le lingue , in tutte le lingue lo traf-
ìatarono, Tedefc:; , In^lefe , Scozzefe , Piammenga , Spagnuola , Hebraica,
e Greca, aiftnche ogni palato rimanefie infetto di quel veleno. Nel fine leg«
gonfi aggiunte alcune nuove preci, e una nuova forjnola fopra l'ammini-
& ìo. Matta tìnn. itraziouc de'Sacrameuti . Ma incontanente venendo con pofitivo [e] de-
'^^^* creto efecrato , e prohibito quello peftiiero libro dalla vigilante Accade-
mia di Parigi , Calvino contro eiTafcrjil'e un petul^ntiflìmo trattato, mtito
lato-
Capi
molo K 445 PaoloIii.
hto ^ntidotum, ripieno di ditterii , e facezie cotanto vili» mi pungenti ,
che il minore fi era, il chiamar qne' forti foftenitori Theologi della (j^at-
tolicaRehgione, etuttiinfiemeeffi, e Sorbona, e Maeftri, Gregem por-
corum. Nel Tegnente [a] anncr egli mandò alla luce l'altro libro Defm- z sAmaS'^ì,
fio f ance j & orthodoXie do6irinM , de fervitutey & liberatione Immani arbitrii
controlii^'^i di Alberto Pighio Campfenfe prò liberi arbitrii defenflone , T
altro diretto ai Comafchi de modo exercend£ difciplin^einfratres , alcuni
Scholion fopra la lettera objurgatoria fcritta da Paolo Terzo ( ch'egli
chiama non F^mey?«/w , mi Frenejinm ) lì Carlo Quinto fopra l'/^^ej'/w da
luipubhcato, il volume de necefjìtate reformanda Ecclefue, la iftruzzione
adverfus errores communis fe6i^ ^nabaptifiarum , e , adverfus fanaticam ,
C^furiofam fe5ìamLibertinorum, qui fefpirituaiesvocanty & altri molti in
diverfe congiunture , e tempi, de'quali nel progreffo della noftra Hifto-
ria fommariamente anderemo teffendo il deteftabile Catalogo .
Né quefte fue Opere , e ferirti furono folamente peniiciofi allora alla i'jg-»"'^'"r^"'^<*
Città di Ginevra, in cui egli dimorava, & al contorno de'Svizzeri, & ai ^ ^vmimo.
confini della Germania, che fencitono più d'appreflb l'halito dì quefio
nuovo veleno; midiffondendofene la contagione per il proffimo Regno
dellaFrancia, nonoltantequa'niiqueoppofizione vi facefie il Regio , &
Ecclefiafliico Tribunale, ferpendoil male, come la pefte, danno in un*
altro, fé nevidderoin breve infette quelle Chriftianilfime Provincie in
modo tale, cheperfanarle, vi volle la cura di più dì un Secolo, i tefori
di più di un Regno, gli eferciti di più Monarchi , e tutte quelle lunghe
guerre, fpietate ftragi , e deplorabili fuctefiì, che nel fuo progrefTo ren-
deranno horridoil racconto di quella Hilloria . Ma mentre in Francia fot-
toun RèReligiofo, e Cattolico nafcofamente, e come vergognofo di-
latavafi il Calvinifmo, nella Inghilterra fotto un reggimento Heretico ,
e un Rè imbelle di nove anni egli entrò prima vittoriofo, che combatten-
te, e prima , per così dire , Gigante, che nato .
Morto Henrico Vili, [b] fu gridato Rè in Inghilterra Eduardo VI. b omnia h^c i>d.
fanciullo di nove anni. Figlio di Giana Seimera terza Moglie di Henrico \T"''d''schTrmI's
Vili, che nel parto lalciò la vita; [e] commeflb perciò dal Padre alia ci\- !^niiico ! ' """"
ra di fedici Tutori, fopra i quali, nonmen che fopra il Rè, prefane auto- '^ ^nn,in<^.
rità Eduardo Seimero Zio Materno del piccolo Regnante, riduiTelui , ef-
fi, e'I Regnotutto in una Sinagoga di Heretici, anzi d'Atheifti. Hor que-
fti fattoli da fé grande anche nel titolo , fé chiamarfi Protettore del Regno ,
e della Inghilterra, e come ch'egli era di Religione tutto Zuvingliano, pe- Affari d'inghi!-
nò poco adimbeverarneilRé, che già erafi coronato capo della Chie- terra fnttoiMn^r.
fa Anglicana, la Corte, chegiàritrovavafi indebolita di huomini Catto- ta''d?c^i'vf^^e"H^*
liei e zelanti, i grandi, gli fcienziati, e'I popolo , che ne venivano dai ^efie in quei Rè-
tempi dì Henrico Vili, tutti fcialacquati ne'coftumi , fpaventati da'Car- ^"°'
nefici,e diflbnanti nelle mafilme 4 Al Seimero C\ aggiunfe l'empia sfacciatag'
gine di Tommafo Cramnero intrufo Arcivefcovo di Conturbery, nato in
mal punto per rell;erminio della Inghilterra , che promoffe , e poi fentenziò
fopra la invalidità pretefa del Matrimonio del morto Rè, e che allora di
vita laidilfima , e publicamente fvergognata , rubator di femine , Arcivefco-
vo ammogliato, profetava apertamente il Luteranifmo infieme, e'I Cal-
vinifmo , e degno perciò di morire arfo vivo cento volte , come pur fece
Vina volta, regnante, dopo Eduardo , Maria . Hor quefti due capi uno
nel
PaoloIIL 4^5 Secolo XV L
ftel temporale , l'altro nello fpiritiiale dell'Inghilterra, ne riduffero inbre'-'
vifllnio tempo il corpo ad un flato sì lagrimevole di Religione, che delU
Cattolicanon fé nevidde più alcun veftigio, per cui quella gran Chiefa
Inglefedirfipotelfe, ella è delia. Ma nulla parve ad em haver fatto, fé
non avvelenavano le fonti, d'onde la gioventù di quel Regno beveva, cioè
fé non promovevario maeftri Heretici in. quelle celebri Accademie , d' on-
de apprendevanfi gli fìudii, e le prime provate mafllme della Fede . E gli
venne fatto trovarne tali , di cui peggio non poteva fornirli la ftelfa fcuo-
la dell'Inferno , cioè tré Frati prima Apoftati da'loro Clauftri, e poi dal-
la Religione Cattolica , Martin Bucero Tedefco Pfeudo-Domenicano j
Pietro Firmino ò Vermilio detto il Martire Fiorentino Pfeudo- Canonico
Regolare dell'Ordine di S.Agoflino, e Bernardino Okino Senefe Pfeudo
Francefcàno Cappuccino , che fecero tanto male in Inghilterra , quanto
havrebbon potuto fare tre gran Diavoli in tutto il Mondo .
a PrareoiuiinÉx- Mattiu [a] Buccto doppo l'Apoftafia congiunto in facrileghe , & in-
Martin Bucero ceftuofc uozze cou uua Mouaca EUfabetta , dalla qual' egli heboe
lue' q"iwiilà\^& tredici figli, fu nel ruolo de'Miniftri Calvinifli in Argentina, e fpeflèvol-
Hercfie, tc mediatore di coucordia fra i Zuvingliani, Calvinifli, e Luterani in di-
verfiCongreflì tenuti fopra l'atFare delle loro nuove Religioni. Conpre-
tefto di riformazione egli deformò, e perverta, come fi diri, l'Arcive-
fcovoHermannodi Colonia, e tutta quella infigne Chiefa della Germa-
b ^««.1549. nia, d'onde [b] pafsò con Paolo Fagio ( il quale appena giunto morì) in
Inghilterra, chiamato colà dal Protettore del Regno alla Catedra di Can-
e s^nder.ub.x, tabrigia coH grofiì [e] ftipendiidi Canonicati, Prebende, & Honorarii j
JS^f-^ji" mi non ancor paflati tré anni , quivi egli ancora [d] morì ,■ e non paflati al-
e J'nn!in6. tri ciuque dalla fua morte , furono dal fep olerò [e] eftrattelefueoirayeper
ordine della Cattolica Regina Maria arfe, e bruciate, e non fcorfi ancora
altri cinque anni dall'abbrugiamento di effe, di nuovo diifeppellite hono-
fw<«». i5<Jo. revolmente le ceneri, [/] òpermeglio dire, la terra, ove pofarono le fue
ceneri, per commandamento di Elifabetta , che riportò nell'Inghilterra
l'Herefia. Navigarono colà con lui le fue Herefie, tri le qualilamaflìma
fi era la Sacramentaria confufa con la Luterana, e Calvinifla , facen^done
... ditutteetrèunmiflononmenconfufo, che horribile. Egli con [^] Lute-
^Hifl.sTc'r^amìnt\' To affermava , nonrimaner nel Sacramento la realtà del Corpo di Chrif^a
ri-ipa^. 177. fuor dell'ufo di elfo ; ma contro Lutero, e contro i Cattolici fofteneva ,■
riceverfida'peccatori nell'atto della Communione, non il Corpo, e San-
gue di Chriflo , ma il vero, epuro pane, e vino. Con Zuvinglio poi af-
ferivariceverfida'Fedeli il Corpo di Chriflo, non realmente, ma fola Fi-
dei contemplatione; e fpiegava in modo quefla contemplazione di Fede, che
finalip-ente egli cadeva n<;ir afi'erzione figurativa de'Calvinifti ; onde un
moderno Autore [b] di lui hebbe adire, Calpimanus magis , quàm Lh-
i6^c']l'.^t!ió:'pa- theranus fuìt Bucerus inhac controverfta ; unde & maxima illi neceffitudocum
r^gr-ì.n.S' Calvììio ìnterceffit i Ut mutuò ìpforum Epìjì&U oftcìidunt . Oltre all'errore Sa-
cramentario, di altre molte Herefie egli era infetto, e noi dai di lui pefli--
i /n^rfù«/,vo«- f'SJ^ilibrinerapportiamoannotatamente lefeguenti.
cordu expiicatis. Baptìfmum \i\ Infantibusneceffanum effe mceffitateminifierìi i &JHfju Dei,
cai'tatiZ^hlbl non [alutis ; [ervarique pofie -pirtiite Cbrrftì , etiam qui non bapti^antur .
ta an,7. l'fso. &>n jtem * \ k] QuòdCanonìcì Libri doceM foli abundè renatos y qua (int [aiuti
Ili. de bonis operi H t • ■'
Capitolo V. 447 Paolo III.
Qtiòd nulla efl in terrisEcclefia, quanonerret, fam inpide, quàm in mo-
fibus. , ...
Quòd ita gratis juJlificamuraPeOy ut ante juftificationem revera peccatum
pti iramque Detinnos provocete qmcqmd boni operis facere-pidemur: jaflifi-
cati autem bona opera facimus necejjariò . ^ ^ ^;^_ j_ ^, t^,^,,,
£l^e [ a ] quofdambomines fic à Domino fa6ios ad conjugium, utDeidecre- ^''>-'fi'^<^'*P-'i°-'"^
to repugnet , qm illis connubio interdicat ulla de caufa . '^"^^ '*^*
Conjugibus fuaculparepudìatis y vcllegitimo divortio feparatis j autàcon-
fortereV0iSj virisitem, quorum uxores inmorbos immedicabiles incidcruntt
& è contra ,permittendum effe alterum conjugium .
Quamvis [è] ufuram non effe peccatum , nec adverfari pr£ceptis Dei , h in tral^atu de
quovis modo accipere aliquid ultra pecunia forumt quam quis alteri tradide- '*^'"'"'
rìtutendam. Così egli, ' p- v mi
Mi fiìneiringhilterrainmaggior'eftim azione di empietà Pietro Vermi- dettoti Mirdre.e
lio , ò fé ne riguardi la fceleratezza dell'Herefia , o la dilibliitezza della vi- f"e quaiicà.& He-
ta. Lafuafed'uzione riconobbe [e] il principio dalla lezione de'libri di7vfdeFUri>n.T{^-
Erafmo, diZuvinglio, e di Calvino, e'I fuo progreflb dalla fciiola del >n»ndumiib.ì,t.s,
Vvaldes , di cui l'infelice fu difcepolo . Nella invafione che fopportò 1'
Italia dagli Heretici Luterani fotto Borbone, ritrovavafi di già ò infetto ,
òdifpoiHillmo alla infezione il Regno di Napoli, quando colàgiunfeGio: d ^««.ijrjy.
Vvaldes nobile Spagnuolo, che havendo [ rf ] accompagnato Carlo V,
àRoma, quindi fece fua partenza, e poi fua dimora in Napoli in fovver- e vedi n Ponti f dì
fione miserabile di quel popolo. Conciofiacofach' [ e ] egli profonda- //,7}ir;^w/^ì
mente Heretico Luterano, ma altrettanto bello di afpetto, grato di ma- "«":"''/ /"•f'" ^'^
niere, e ciò che rende più attrattiva la bellezza, fornito di vaga erudizio- ^fi.t";f^4/nr7,
ne di lingue, pronto di nfpolle, e ftudiofo della Sacra Scrittura, annida- '''''f'-»""»'» •
tofiin quella Metropoli , hebbe uditori in copia, e feguaci in fede, fra
quali per primi fi annumera Pietro Vermiglio Canonico Regolare, e Aba-
te allora S.Pietro d'Ara, Bernardino Okino Senefe, Predicatore Cappuc-
cino, e Marc'Antonio Flaminio d'Imola ( quelli è quegli, che porto-
fipoialfervizio del Card.Poli, denigrò alquanto la fama di queldegniffi-
moEcclefiailico, incolpato da qualche fcrittore, ò di protezzione, ò di
commercio con HereticiJ tutti e tré letterati principalidìmi e nellapro-
feflìone delle lingue , e nello ftudio delle lettere humane : il Vvaldes leggeva
infuacafa, come in privata fcuola, l'Epiftole di S.PaoIo: il Flaminio fi die
alia predicazione della vita fpiritualepe'l territorio di Seffa, ediCaferta ;
Okino, dicuihor bora parleraffi, cominciò à vomitar le fue beftemmie
nella Chiefa di S.Gio:Maggiore, dove predicò [f\ una intiera Quarefima:& i^m.ms.
ilVermiliopofela Catedra, dov'egli haveva la fua Abadia, convocando
congreffi fecreti di huomini , e donne pronte, e difpofte ad efeguirne gl'infe-
gnamenti; ma accufato al Tribunale di Roma , con follecita fuga egli quindi
partiflì , e corrotta la Città ài Lucca , dove in paiTando continuò l'Heretica
predicazione , portofiì prima à Zurigo , e poi à Bafilea, e finalmente ad Ar-
gentina, ncMi cui Clauikifposò il facrilego una Monaca Caterina , che in
virtù della nuova riforma di Lutero haveva abbandonato il Monafterio , e li
voti. Per loche agitatoli Vermilio dalle continue fughe da una Città in un'
altra, hebbe à cuore il mentecatto di augurati! con la predicazione della
fua nuova dottrina il martirio ; onde fecefi chiamare non più Pietro Vermi-
lio, mi Pietro Martire . Col favor di Bucero tli anch'egli invitato in Inghil-
terra,
PAOtoIII. ^^^g '■- Secolo XVI.
terra , e quivi inalzato al fublime porto, e Cathedra di OlTonio . I Calviniftf,
ad eccettuazione di Calvino , lo vantano per il primo huomo della loro
fetta: e forfè ragionevolmente,- poiché fé Calvino affermava il Sacramento
figura, efegnodelCorpodiChrifto, Pietro Martire difleTifteflo, e molto
dipiii , cioè quel che diife Brenzio,egliUbiquifti , dalla cui Herefia inetta-
mente egli arguiva la impoflìbilità della efiftenza del Corpo di Giesù
Chrifto in tanti difparati luoghi del Mondo . Mi fu anch'egli dalla Cattoli-
a^««.tyyj. ca Regina Maria india pochi anni [a] fcacciato dalla Inghilterra , fìrafci-
nando doppo nuovi , e varii pellegrinaggi la fua miferabile vitahor' in Ger-
b w^«n.i5(r2. mania, ed'hora in Francia, fin tanto che impenitente lafciolla [b"] inZuri-
go con morte proporzionata, econfacevole i. un precipitato Herefiarca .
no?uVqL"a?it?J'& A qnefti due iniqui Cathedranti d'Inghilterra fi aggiunfe Bernardino
Herdie. ' OkinoSeuefe, non chiamato colà dal Pi:orettore, ma accorfo di fua vo-
glia ad accrefcer numero di Heretici in quel famofo theatro di errori : on-
de avvenne, che non inalzato àpofto alcuno, fpacciafl'e lefueheretiche
mercanzie ne'circoli in piana terra, non cornei primi due con piùmaeftà
e vide spond an dalle Cathcdrc, quafi d'in fui Banco. Fiì egli non Iftitutore del Sacro
ij2Ì.«.27.'"' ' ""■ Ordine de' Cappuccini , come in odio della Religione [e] blaterofll da'
malevoli: ma convittore in efla lo fpaziodiottoanni, e Rettore ezian-
dio di efla, in qualità di Generale . Religiofiflìmo prima di coftumi ,
e zelàntillìmo della Fede , fu, come Pietro Martire, pervertito in Napoli dal
Luterano GiorVvaldes, e talmente trafportato dall'impeto Infernale del-
m y^^'f'^um.uf."! la nuova apprefa dottrina al di là di ogni zcct<Ro , che Tommafo Cofto [rf]
rende eccitatore l'Okino di tutti que'tumulti, che agitarono in quella eti
la Città ài Napoli , e corromperono la pura Fede di quei devoti Cittadini.
Egli da'Pulpiti cominciò prima à fpargere fentimeinti contrarii al Purgato-
rio, alle Indulgenze, al digiuno, e ciò che recò maggior commozione a'
Cattolici , contro lapredeftinazione , proferendo interrogativamente quel
paflb, cheS.Agoftinohaveva fcritto, e proferito negativamente, [ e ]
9 s. ^Hg.in Cir.Q^icYearpitte [mete y nonjdvabitte fine te ^ Perloche citato à Roma dal
di virbis 'Domi,,, pontcficc Paolo à dit fue ragioui fopra Ì fcuti menti ài fua fede, egli à per-
'i7l"'ZZf ^ " fuafione , & in compagnia dell'accennato [ f] Martire fuo amiciflìmo , fug-
f ^nnau CAfbKc. criffene dalla Italia con una donna , che giunto in Ginevra , egli prefe in Mo-
aon.nr^. ^|.^^ dando conquefto fatto publicateftimonianza della kÓQ abbracciata
Se'Luterani. Daquel ricettacolo di Heretici, come da ficuro afilo d'ini-
quità , egli trafmelie al Pontefice una lettera cotanto mordace , beftemmia-
trice, e maledica contro il Vicario di Chrifio, che meraviglia poi non ftì,
ch'egli così facilmente paffafle à dir quel male di Chriito , che qui apprellb
fo""iungeremo. Perloche cotanto altamente fi commofl'e àfdegno l'animo
/^ ; a ^^ Paolo , che giudicando con lui prevaricata tutta la Religione^de'Cappuc-
% ^ adhtione"'"d cìuì, òìctCxy [g\ chc ìu Conciftoro proponefie a'Cardinalila efiinzione di elfa
Ciac, in Paulo ni in prefervazione della Chiefa, Hacentm, eghdifie, efi human£ , ac dipi-
na t>roi?idinti<£ lex , ut abfcmd^mtur , qui nos conturbant ; & cum totum I{ei-
pubLÌc£ corpus pericluatury fatiusefl, mem bruna mium perire^ quàm totum
corous in difcrimen adduci . Is^tfcitis , inquìt ^dpoflolus , quia modicum fer'
me'ntum totam majjam corrumpit ? Capuccinorum Ordo tanta apudhomines
Cbriflianos exifiimationis efi , ut cunElorum animos facile ad fé ìpfum pertra-
bat; quòd fiiserrores prò ver nate y & prò fide h^refes dijfeminavcrit, maxi-
ine timendum cft , ne totus Ecclefi£ ager malo hoc TJ^aniortim femine ita imbua-
Capitolo F. 449 PaoloIII.
tur] ut pojimodum trhìcum rejpnat. Cosili Pontefice ^ ecoiPcatertCc di
già coiicorreva il numero maggiore de'Cardinali , quando foife fri elfi il
Cardinal Antonio Sanfeverino, e al Pap^, & agli aOlftenti così parlò,
ISljiUì dubium ejìi San5iiffime "Pater t Vofque Turpurati Tatres , quìn Ec~ Elogio , e lande
de fu perictilo , cum de eo agitur, mature y ac opportune prò fpiciendun2 fin 2e'CapJu1cf!i°"^
nec non':i^Ì7;ania , qua quamprimtim erumpere cernitur , de Eccleii.^ agro, fummo
ftudiOi ifcdiligenttaeveUenda, ne triticum occupet. ^t -però id quoque ma-
gnoperè ctirandum efi , ne dumT^ÌT^ania fludemus evellere, fimul & triticum
eradicemus. Taris enim pericult eji , ft pommicus ager , dum7^^':^aniacarct ,
ctiam triticovacet . CapuccinorumB^ligioha6ienus in Ecclefta Dei , pelut tri'
ticum, ^poftolic£vitafplendorey ac praclarijjìmisvirtutum exemplis pullu-
lavity quibtis admirabiles propemodumt atque uberes in ea fru£lusprotulit;
vidimusomnesy & lutati fumus. T^ullnm quoque ex ea per tot annorum cur-
ricuUy quibus in Domini agro fru6iifica-pit y \t':i^niorum femen, aut hxrefum
fufpicio ortaefly donec ad Okinum ventum efiy qui haud fecùs , quàm ille
inimicushomoy fuperfeminavit'Sii'2^ania in ?ncdio tritici y &abiity & ad h^ere-
ticos fugit .Jamverò cumde eradicandis7^i':^aniis , c^ Ecclefia agro ab tllius
harefi expurgando agìtuv , fi Capuccinorum F^ligionem extirpandam , ac de^
lendam cenjemus y profezia maxime verendum efly ne cum ea fimul eradice" , /.
mus & triticum i maximamque boni ja&uram ex boni jeminis profcriptione ■ '^^^
Dominicus ager patiatur . 'hleque enim dummodo Capuccinorum B^ltgio malo v>^
hoc b£refum f emine y auttota, autmajori ex parte corrupta non fit , lex ul~ "*^
la, aut ratio, aut aquitas fuadet , ut tota, ac integra nojìro conftlio intere at j « ^. -.-
neiis parumaqua à nohis punitio irrogetury quibus cumnthilddi£ii ftt, iis • ' '
quoque divina, atque humana jura à poena vacandum efie decernunt. J^<€- -:; -
namveròhujus SanUa Sedis , quam fumma fapientia , f^ aquitas decet, aut
prudentia, aut jujiitia afmd homines effe cenferetur , fi infontes viros , ac
nullius fibi fielerit confciqs, non citatos, non convi£los , iaauditos denique
mul6iaret} ^n non gravius inde in Ecclefia fcandalumoriretur , fi illorum
•aliqui hac fententia obrutì, vel vi oppreffì in Chrifliano Orbe voces extoUe-
rent contra nos ? Illud quidem mihi haud facile perfuadeo , totum Capacci' ' :
norumgregem, aut majori ex parte h<£ref um tabe cantaminatum effe y cum in
eo tot fanóìi viri virtutibus floreant, quos certe lues ulta barefum venen9 ' '."
fuo non attingit . Ferunitamen fimeusinhacre fenfus expetitury hacmeafen- ^j
tentiae/iy Beatijjime Tater, ut & EceleJÌ4 periculo, ó* B^ligionts incolumi' . ^ ^
tati, quoad fieri poterit, communi conftlio, ac prudentia confulatur. Eccle- >
fi£ quidem optimè , atque opportune confultum erit, fi ante omnia diligentif-
ftma de Religione difquifttiones fiat, quid in ea corruptum, quid languidum ,
quidve fanum in fide fit . Quod fìaliquidin ea putridum fefe obiulerit , ferro', '^ " ""*
ac igne aut abjcindatur, aut aduratur -, (i languidum , ac faucium fàerit ,
cure tur ; reliquaverò, qua in I{eligione fana funt , & Ecclefia uttlia , ìmjus
jlpofiolica Sedis munus , ac officium efi , ut ìntegra ferventur , fervataque
fua benignitate y ac prtvidentia foveantur, ne illam Dei fententia fenat per
osvatisdtcentisy Quodinfirmum fuit, nonconfolidaftis, qnad ^grotum,
nonfanaftis, quod confradumeft, nonalligaftis, & quod abjeaum eft>
non reduxiftis . Hoc pa6lo, & Ecclefia commodo , atque utilitari , & hujus
S.Sedisexiflimationiabundè profpe6iumerit , ac Tonttficis fapientia , & con-
filiumy vclutià divini Spiritus luce profe&um commendabttur . Così il Car-
dinal Sanfeverino, ^hecon forti ragioni trafl'e il Pontefice, & ilfacroSe-t
Tomo JK ff n^tQ
PaoloIIL 4^0 Secolo XV L
nato nel fiio parere. Onde in efecuzione di eflb comandò Paolo al Cardi-
nal Protettore dall'Ordine de'jCappnccini, che convocati li Superiori in Ro-
ma, e fatto .efame della loro vita, coftumi, efentimenti, riferifle egli poi
^UaSedeApoftolica, in quale ftato di Fede eglino fi ritrovaflero . E fii di
gloria ai Cappuccini quella inopinata velfazione , efl'endp cofa che nel male
di uno rinvenendoli il buono di tutti, con grande ufura di avvantaggio il
« nLco!,fl!''ii!"*' Papa non iolanjente [«J confermonne l'Ordine , ma arricchillo eziandio di
riguardevoliflimi privilegii . La maledica Apologia dell'Okino fu allora di-
battuta, edottamente rifiutata con elegante, e pareneticalettera dal Car-
dinal Gio: Pietro Cargrfa, che co'l no/tie di Paolo Quarto afcefe al Pon-
tificato, ed ella trovali inferita da Gio: Battifta Vefcovo della Certa nella
Hiftoria de'Religiol; Theatini . Mi Dip prefe giu/lo caftigo dell'Okino an-
che in quella vita , poiché fperando egli con la maledicenza contro il Pon-
tefice Romano farfi fcala in Ginevra di oriputazione , e diporto, incontrò
pia tolto l'odio di Calvino, e de'Ginevrjni , che notando in lui maledicen-
za fuperioreallahuniana» non poterono di buon'occhio mirare chi di mal*
occhio rimirava rauguftoMilierio iella Santiijfima Trinità . Poiché egli ad-
detto alla Scuola di Michel Serveto, di cui faralfi proporzionata menzione
nel feguente Pontificata, inetto talmente gli errori di Calvino con i Tri-
mtarii, egli Ariiani, che per quello folo titolo abbominato dagl'illelfi He-
retici, parti (fi, com'efule, da Ginevra, &inisfogpjdip^lfionecompofeil
Dialogo cantra Se^am Terrenprum I)eorum , cioè contiu> li così da eÀb
chiamati con ironica baldanza Miniftr^ Ginevrini. Heretico dunque, mal-
dicente degli Heretici egualmente, è de'Cattolici , paifando cori il fuo vi-
tuperio indolfo da Citta in Cittd, js poco fermatoli in Zurigp ^ e meno in
Bafilea, trovò finalmente, come fidifle, ricovro, & aura da ciariatano
nella Inghilterra, d'onde anche fcacciato dalla Regina Maria, profugo ,
qual Caino , fopra la terra , andò girando , e qual inimico deirhuomo,
feminando zizania Trinitaria per la Polonia , e Tranfilyania , d'o,nde mandò
fuori peftilentiffimi libri, ripieni di abominevoli Atheifmi , ne'quali egli
difendeva lecita la Poligamia, e illecita la venerazione alle Sacre Scrittu-
re, l'adorazione della Diviniti di Giesii Chrillo , e della SS. Trinità, e
di tutta finalmente la Divinità di Dio j onde il maligno divenne non tanto
non Cattolico, quanto non ragionevole, come dimollrollp il Cardinal
Stanislao Holìofempre pronto di penna contro le penne degli Heretici, fcri-
vendo contro l'Okino il fuo nobile Trattato de adorando Trmtatìs judicio,
&c€nfura\ In quello fuo indegno impiego colpillo in Pplpnia la mprte ,
h^finai.capuec. hcl qual atto , fccoudo il feutimcnto [b] di alcuni, colpillo ancor Dio con
^'/JcUh^ ^'t "" ti^<^ potente della fua mifericordia , che fcopertofegli quarelfo era, e non
centurth par. i. quarcglì lo fiugeva , )o ridufle in illato di penitenza nella communione
cap. 8y. Cattolica , ab) urando gli errori , e THerefia : perloche l'empio Beza prele
„ ., ., mottiv odi calunniarlo, e dire, M /p/«iw, cioè l'Okino, wA«f/^oy?f«i///7^
inPttro Martyn. iniquum Hypoentam ,
d^„. i^^^,,rta. Quelli tré Satelliti d'Inferno, Bucero, il Martire , e l'Okino, ne'fei
tus-K^tx. ' anni di Eduardo Sello [</] che imbelle afllinfe il Regno di nove anni , e la-
«^^«.i;5j.««r;- fciollocon [e] la morte inetà.pocomen che puerile di fedici, fotto u»
Pe'verfione mi protettore sfacciatamentc Herctico Zuvingliano, & un'Arci vefcovo Can-
Rhihcrra inogni tuatienfc apertamente Athejlla, il quale per nulla credere, tutto credeva ,
forte di hercfia. etuttc le Scttc heretichecoltivava> e proteggeva, quali fcandali, qual
: . per-
Capitolo V. 451 PaoloIK.
perverfione fegiiiffe di qiie' popoli , e di quelle famofe Accademie , una
volta Tempii di fapienza ^ farà piiìi ficile il dcdurlo , cKe'l riferirlo : né può
fin^erfiBabiloriia con tanta confiifione di lingue i e contrarietà diferitenze,
ch'ella non fofle a molti dòppii maggiore nell'Inghilterra . Poiché Henrico,
benché violatore delle Chiete, e carnefice de'fuoi contradittori ; nuWdiàì' ^ sand. nb.i. dt
meno i còme dice il Sanderó > [ ^ ] Sdcramentd feptem in honoré femper ha schirmate 'Jngu
buit, a Tiare fes pene omnes, prater illàmy m<e {{pmdni Tonti ficis Trima- '" ^'^'""■^*^^'
tum, & Monajiicas I{elmones oppugnabat ) cohibuu, & reprejjit. Mài cflo
morto* j T^vus Èdovdrdi TroteÙor , & catus ei adhxrensj exiftimavit non
fatis ejjey poputum Dei à comnimione i & obedientid Eccleftat ac Tomificis
I{gmdnii ftcut Henricus i dijirahere ^ nifi exempló etidm Jerobodm novos
Deos , ideji alios colendi, & orandiritusj aliam credendi legem. Sacerdote^
denique alias conliitueret , qui extra ordinent , & morem ^gmànum creati ^
diligentiffimè pro^iderent , ne unquam pofted ad ^poflolìca Sedis obedien-
tiant rédirent. Hoc ergo conftlio primàni , per univerfum ^ngli^e B^gnum
ventos cobibiiit , ne flarent fuper terram, indiClovidelicet Epifcopis , dr Va-
ftoribut Ecclefiartm omnium jtlentio ; ut cum némoefiet, qui parvulis peten-
tibui pdnem frangerei , deihcéps Lutherariorum ^ & ZuvingUdnoriim i quibus
folis concionar i permijfum ejìi mortifera venend tanto avtdiùs a famelicis
populii hdurirentur , Così il Sandero , che poco» difoprà rapporta una lette-
ra Papale di EduairdoSefto all'Arciveicovó Cantuarienfe in queftò deplora-
bile tenóre: Edudrdus Dei gratia i/ingli<e y Francia, & Hibernia [{ex , fu-
preMHm in terris Eccléftà anglicana , & Hibernica , tam in e du fi sfp ir itali-
bus , quàm tempùralibus Caput , Reverendo Thoma Cantuarienfì ^rchid-
pifcopo i falutem . Qttandoquidem omnis juris dicèndi authoHtai , atque
etiam jurifdiÓiió omritmoda , tam illd , qua Ecclefiafiicd dicìtur , quam fa-
cularis i à Pregia poteflate velut à fupremo capite manat , .....w. ^d ardi-
nandum igiturquofcunque intra Dicscefìm tuam Cantuarienfem , & ad omnes
etiam fdcros , & Tresbyteratui Ordines promovendum , per prafentes ad
nojirum beneplacitum duraturas , tibt damui potèjìatem . Così di Eduardo
il Sandero che fieguej Eodem tempore eX publicis pulpitis aperuit impurum
OS Hugo quidam Latimerusy quem Henricus prtus proptcr fufpicionem hare-
feos , & comejiam cdrnem in feria fexta Septimana fannia , de Vigornienfì.
Epifcopatu deturbdrat: homo fpiritUy (jr fermane piane Lucianicoy qui jocis^
falibus , ac lingua petuhmia (qua omnes illius temporis fe6iarios facile fu-
per abat) vulgus imperitum multàm dementaverat , ac ita fafcinaverat , ut
pafjim eum primum Anglorum^pofiolumvocaverintytamquam is primus iri
Tatriafuay non ^ugujìinusà beato Gregorio mifius , verum EUangcUum arì-
nunciafiet < Advolarunt quoque ex Germania > & Helvetia vdriis locis quo
fugeranty ìfelociffimèy- vel Luthcranam vel ZHVinglianam in t{eligiorie d(j6ii
fententiam i Milo Coverdallus Bibliorum Sacrorum corruptar infignis, Joari-
nes Hopperusi ac alìi fceleratìjjimi^pojìatapcrmulti . Stuibus omnibus , ^r- -
chiepifcopus , & TtotcBor ^gio nomine , concionandi , idefl , quidvisgar-
riendt copiam fecerunt, ipforumque nonnullis y tum catera beneficia, ac di-
gmtates Ealejìafticas ytum etiam Epifcopatui dondrunt . Ne quindi fperar
altro potevafi , che ciò, che avvenne; ilcheft'i, [ Z? ] caricar molte bare di
quanti vi capivano dentro, volumi di Pier Lombardo , di S. Tommafo, ^ ^"^'^ '^'^"^ '
ede'loro nriedefimi connazionali Scoto, & Okamo, e di altri Dottori del-
la ScholafticaTheologia, e recata ogni bara in collo aquattro giovanafìri
F f a Schola-
PaoloIIL ^-2. Secolo XV L
Scolari, veftiti fconciamente a lutto , e ridicolofamente piangendo , efal-
meggiando a beffe , portarli a fotterrare fra le loro medefime ceneri , con-
fegnati prima al fuoco, e poi al vento: Hoc appellantes funus , feu exequias
« vv*dd.man. Scoù y & Scotìftarum . Quali parole del Sandero ponderando il VVadingo ,
1J04. érijo». (oggiunge: [a] Ita in omnes Scholajiicos qua/i in unum Scotum, & ita in
ttnumScotunh quafì in omnes debaccharentur y wfanimt. Tlus omnibus Sco-
tus invifus, quem pra omnibus volunt fepultum: onde avvenne, ch'eglino
odiarono , e difpregiarono non folamcnte gli Autori Cattolici , e gli fcritti,
b sm,dtru}ibìd. ma ingenerale l'iftefla voce dijGattolico; ficchè avvenendofi in alcun di
eflì, confacrilega [b] perverHoneforridendofalutavanloco'l nome diCtf-
colyco . Alli detti andaron sì congiunti li fatti , che incontanente feguì l'abo-
lizione di tutte le Imagini , e il riporre in luogo delle principali Croci , le
infegne, e'inomedi Henrico Ottavo, l'abrogazione del Sacrifìcio , il di-
i'JJ'^juoìcht flruggimento di molti Altari, di cui in Inghilterra l'iftcffo S.Gio. [e] Chry-
fiusfitheui. foftomo havevafatta degna commemorazione, onde compro vifil'antichi-
d SMii. ioccit. ^^ ^- g^ ^ l'efilio de'Cattolici , fra quali degnamente fi [d] annoverano Anto-
nio Bonvifi di Lucca, e'I Cardinal Reginaldo Polo Inglefe ; il primo gid una
volta confidente, e amico di Tommafo Moro, ed hora dall' Inghiltetra ,
ove da lungo tempo egli faceva fuo foggiorno , ridottofi in Cales , publico,
e nobile albergatore di quanti Inglefi Cattolici rifugiavanfi in quella Cit-
c sandrutiM ^^> ov'cgli còn Chriftiana generofità aprì il fuo Palazzo alticevimento , e
' ' * foftentamentodieifi; il fecondo chiamato con ragione dal Sandero, [e]
^ngli£ fpes, & EcclejtuB^man^i magnum decus, ornamentum , & lumen-y
e finalmente ciò che indivifibilmente fiegue la fovverfione della Fede , fov-
verfione di Regno, prigionie di Nobili, carnificine de'grandi, patiboli al-
zati, horrori, & errori di Chiefe, e di Stato, fpargimento di fangue, e
delolazione del Principato. Il che farafli palefe nel racconto , chefoggiun-
f vtdi il p»nt. di geremo , de' [/] futuri fucceflì .
ciHiioiii.ttmU, Sconvolta dunque la Chiefa, e'I Mondo da Lutero nella Germania ,
daZuvinglio nella Helvezia, da Calvino nella Francia, e unitamente da
tutti quelUHerefiarchi nella Inghilterra, gemeva Roma alla lacrimevole
vifta di così general rivoluzione , che in poco più di venticinque anni di
Concilio diTren- cotfo non riconofccva più deffo il Chriftianefimo prefente dal pafl'ato.
to.fuoiprincjpii- Quando opportunamente Dio co'l Concilio di Trento quafi fanò la gran
e rifoiu2»o«>c . pjj^ga^ rinferrando le Porte dell'Inferno, che fpalancate minacciavano V
efterminio alla Cattolica Religione . Come , e quando ciò feguifle , da più
alti principiiconvien ripeterne compendiofamente il racconto.Sinda'primi
moti della Herefia Luterana con vocidifperate efclamarono gli Heretici
BjformaT^ione y e Concilio. Leone Decimo, & Hadriano Serto fempre olia-
rono alla richieda con forti motivi, che la Riforma negli Ecclefiaftici,
quando pur'ellafolfeneceffaria, poteaeffettuarfi fenzatanto gran moto df
tutti hVefcovi del Mondo, e che impugnandofi dagli Heretici l'autorità
de'palfati Concilii, invano da elfi fé ne domandava un nuovo. Clemente
Settimo perfifìène'medefimifentimenti» fin tanto che conobbe la iftanza
non men provenir dagli Heretici , «he da' Cattolici , i quali per ultimo ri-
medio di tanti mali, altro mciggiormentc non defideravano , che il Con."
cilio: mipurbench'eglicomjnciaffe ad inclinare alla convocazione di effo,
nulladimeno non potè mai ridurla ad effetto, troppo altamente perfuafo,
che gl'incontri farebbono malagevoli àfuperarfi, e quelli fi erano le conci"
nuej
Capitolò V. 4^^ PaoloIII.
nne, e crudeli guerre fri Carlo Qmnto , e il Rè Francefco Primo di Fran-
cia i la cui pace egli richiedeva, e giuftamente riputava neccflaria perla
unione de'corpi, e degli animi di tante difparate nazioni, quante fodio-
no concorrere nella univerfal Congrega de'Concilii : oltre à quella raeione
non appariva interiore l'altra, fondata ne'funeftiprefagiidi Clemente, il
quale non mai giudicò opportuno al bene del Chriftianefimo il Concilio in
qHclIa contingenza di Herefie, e di Heretici, che delìderavano maeeior-
mente il beneficio del tempo, che le rifoluzioni de'Padri; efTendoche
quello giovava all'alTodamento del loro partito , quelle non gli nocevano,
cllendo eglino già rifoluti di non riceverle . Tali erano li fentimenti di Cle-
mente, il quale per lungo tempo dichiaroflì di acconfentirvi per folo fine
difodisfarealdefìderiocommune, e non perchè egli ne prefagilFe ò com-
moda, ò firuttuofalaefecuzione: tfin quelle fne irrefoluzioni e^li mori,
fottopoflo alla cenfura di chi poi diffe, haver in lui l'aborrimento della
volontà tratto il giudizio à condannar comenocivociò, cheuniverfal-
mente era fofpirato come giovevole, e come poi l'effetto compro vò, fa-
lutevoliilimo . Paolo Terzo , che faccele à Clemente, fuperò l'una, e l'al-
tra diiiicultà del fuo Predeceffore, e fin dal principio della fiia alTunzione
al Pontificato dimollrofli fempre rifoluto ad intimarlo , giudicando mesho,
€che le diitìcultà fi difcuoprifiero nel fatto, e non nell'antivcdimento di
elle, e che II principio felice doveffe regolarne il fine, e non li prefaeii
fventurati dell'efito ritardarne l'avviamento. A quelle confiderazioni da-
vano gran forzali fiiccelfi dolorofi della Inghilterra , la nuovaHerefiadi
Calvino, la dilatazione fpaventofa per tutto il Settentrione delle vecchie
diLutero, ediZuvinglio, lifpeiìi, e fempre infruttuofi, anzi perlaReli-
gione Cattohca calamitofiCongrelTi fra gli Heretici,& i Cattolici della Ger-
mania, horamFrancfort, [a] horain [b] Hagenaui hora, e replicata- ^ ^-^ 'W9.
mente in [ e ] Spira, e li continui facrileghi Libri, cheufcivan fuori dalla '' "'''""^^°' •
penna di Lutero, hora adverfm Vauli tenii Epijìolam ad Cafarem , hora ^^"'^sU^'^'" "^
de Trine ipalibus artìculis fidei contri Taparìiy hova de vera, & fai fa lede ^''P^l^'Y' ^^~
fia.deTrihusSymboliSy c.Varvaconfegio, beflemmie tutte da lui vomitate '"'"'"^^"'"^''
nellanno [d] appunto precedente alla convocazione del Concilio ; onde d ^««.iC4.
pareva, che a quella inferocita bediadoveffero dare il grido tutte le voci
unite del Chrifiianefimo . A tanta difpofizione di cofe non tardò più Paolo
rifolverne la convocazione, [e] ficchè ne fu repficatala Bolla nella Soien- „ -, -
ruta del Principe degli Apofloh, la cui maggioranza era contrariata da' ^^//.^"p-t/2
Luterani, ed intimato il Concilio perla feguente fella di tutti li Santi, nel ^''"^'^•'"•
CUI giorno , e Tempio venticinque anni prima era nata la Herefia di Lutero,
per elhnzione della quale fi congregava allora quella facra adunanza. M4
per vani accidenti di nuovo fofpefane la efecuzione , finalmente Ci compiac-
que Il Ciclo di farne aprire la prima Seilìone nel Decimoterzo giorno di
Decesnbre dell anno 1545. ^
A£'fr/'.'"'^^^"Ì forte , e riguardevole preifo le rive del Fiume S;"o^//''^'^^
deliri r'' ":l^.^"fi"^^^l J.^'^olo fri la Germania, e l'Italia, Capitale
.t ITm ^' ''^^'''^^"^'"^•' ^' '^^^ '^ ^^^^ovo di Trento, ch'è Principe
fmne^o^'''^*^ ^"*^^'^ Signor temporale di elfo fotto la protezione dell'
-nSfrlf 'r^^^'^'^f^'""^'' "^"^« di quella medefima Città , Ec
^ r.-^ r?'^^^ per ardueLegazionifelicemente terminate, commenda-
i-om IV, P£ - ^^.^g
pAOLoIII. 41^4 Secolo XV I.
bile pa- Chriftiana prudenza , e che ricevè , e diede gran maeftd al Concilio^
acuienb intervenne con gli ^Itri Padri nella Chiefa Cathedrale di cjuella
a In difcrìpt.hw Città. Fii ella prima detta M Gemanorum fentina , Italorum vero re fu-
':f^!:<:!lTÌu^:SÌum, quando quid tnformnii illis occurrit ;mi allora potè dirfi refiigio
uitirT^a recognirio- 2i inno il Chtiftianefimo, chc in eira lì aduno, per tornirli di armi pro-
ueio:G.ue^.rr. po^zionate al gran bifogno di tanti Herefiarchi , che lo invertirono , e di
tante nuove dottrine, che lo dilacerarono. Uade, fiegiie l'allegato Te-
fto, Civitas ijiay & opulenta , & darà ejfe6ia eji propter ConcUmm ; e
«nxa'ènuTro fù quefto CoHcilio cotanto più riguardcvole degli altri generali trafcorfi.
ÌTcJÌkìììo di quanto più numerofe furono le materie, che in elTo fi difcuirero , e che
hX:\u^ «;. con nuovo efempioprotralTero il tempo della fuadurazionefina più dure
iH,adàn/i]6i, [b] iiiftri, e mezzo, ne quali inceffantemente furono difculle le più alte
Queftioni della Fede Cattolica da'Legati di cinque Pontefici, da trecen-
to Prelati, cioè nove Cardinali, tré Patriarchi di Gierufalem, di Vene-
zia, e di Aquile) a, trentatrè Arcivgfcovi , ducentotrentafette Vefcovi ,
otto Abbati, & altrettanti Generali di Religioni, con rafTjftenza riguar-
devole degli Ambafciadori di tutti li Principi del Chriftianefimo . Gli He-
retici, benché anch'eifi invitati fecondo l'antico coftume della Chiela,
non vi comparvero , ò rifoluti di non obedire ai preveduti Decreti , o per-
fuafi di non potere oftare alle Cattoliche ragioni ; ad eccettuazione di al-
cuni pochi trafmefll à compiacimento di Cefare dall'Elettor di Brande-
bur^h , dal Duca di V Vittemberga , e dalla Città di Argentina , che vi man-
dò Giovanni Sleidano celebre, mi heretico Hiftorico, 1 quali trattaro-
c w.vt<;i.^/'»«^. no con qualche Vefcovo del Concilio, [e] ma non mai col Concilio. Vi
*...5ji.»..8. concorrerò bensì da tutte le parti del Mondo huomini infigni in erudizio-
à victrsn calce ne , cfapienza, mandato ciafcuno colà da'Rè , dalleUniyerfita, e daPa-
r.^u/n , .x «/r, pifin'alhumerodicentoquarantafette, [d] coni CUI previiefami dibatte-
f ■' '"''&'*''''' ^^^- f onfi prima in ori vate Congregazioni li grandi articoli , che li dovevano poi
fuffe^uentemente proporre al Concilio, come appunto operoffi nell ultimo
precedente di Fiorenza . Si eftefero ordinatamente le materie fotto diverli
Pontefici in venticinque Seflloni , molte delle quali portarono feco anneili
ripuardevoliffimi Canoni, e quafi a ciafcuna SelTione leguirono 1 Decreti
della Riforma , fopra la quale , come di foggetto non appartenente al noitro
aflbnto dell'Herefie, rimetteremo il Lettore alle notizie, che di ella por-
gono altri Scrittori . ,• >^ j- 1- /->;«
. .. Deputò dunque fuoi Legati il Pontefice a Trento li Cardinali Gio:
.V^SnS'^j; Maria'del Mon?e, Marcello Cervim, ^R^g^^f^^ J^^^' A^P^' fi T
Trento. fecondo Ecclcfiaftici di tanto mento , che morto Paolo III. 1 un doppo 1
altro fu inalzato al Pontificato ; & il terzo tanto più meritevole di effi , quan-
to, chericufollo [e] offertogli concordemente da Cardinali. Eg inodun-
t sanderus w... que pcrvenutiin Trento aprirono maeflofamente ^K ^<^"^^^.'^ "^ ^f,^"!^
d.schif.^nit.&^^ rr-j giorno di Decembre, e palfate le prime tre Seffioni ne ioliti pre-
ft''^--"-'^''"ambol»'mentrepreparavanfili Padri alla quarta, fopraggiunfe m Trento
{^nn,i54$- . l'avvifo della morte di Lutero, che fu nelMondo più Itrepitola per tama,
5e\TJ.!c^!£?'"crert^^^^^^^ confeguenza: conciofiacofache incendio da lui fi..
Worted»:i.uccro.^jSj^^^^„do più bifogno ddfuofiato , egli ne rimirava come da
alta torre leruine, neghittofo fpettatore di quelle defolatrici fiamme, per
cui di dà ardeva irreparabilmente il Chriftianefimo. Al primo fuono del-
la intimazione feguita de Concilio, raccontafi, ch'egli rivolto al Nunzio
Capitolo V. 455 PaoloII
Pontifìcio in Germania, ch'era Pietro Paolo Vergerlo (queirinfelice Ve- ^ ^,rf.,.^ .
fcovodiCapo [a] ci'Iftria,Ecclefialtico allora in qualche eftima^ionei mi Pontificato u ca-
che dal commercio con gli Heretici infetto come dairhalito degli appefta- ^„';!yj;,^;f;'' •
ti, bruttamente apóftatò dalla Religione Cattolica, e ritirato nella Hel-
vezia a far numero con gli Heretici, quindi mandò fiiori ( come [b] fidi- ^ r,rf^7P,„t;/.</,•
ri)librimaledicentiflìlnicontrolaCniefa, e control Papi ) dibattendo i paou iv.tom.^.
piedi, e fremendo co'deriti , [e] yerrò, diceffe, al Concilio ^ e voglio per-
der la tefia, fé non difendo le mw opinioni contro tutto il Mondo. Quefio , eh* e cod*. in aais,
e/ce dalla mia bocca, nonejìira mei , fed ira Dei . Ma il miferabile héb.'^'^'''''^'-''"''""*
bea far più lungo viaggio, che a Trento, trovatofi imorovifamente fuor poam e
del Mondo, colto [d] dallamorte in eti di reffantatrè anni nella fua Patria '^' ' ''"'•'^'* •
d'islebio la notte ftelfa, la cui precedente fera haveva egli paflata infolite ^ ^^^^^^^ .^.^^
facezie, e lauta cena, [e] Precederono due hore avanti la fua morte acerbi ^
dolori t che ftrappando l'anima da quell'indegno corpo , gli tirarono fuori
dalla bocca quefte garole,che rivolto a Giufto Jona, proferì in teftimoniart-
za di oftinaziorte Hn'all'ultimo fiato : Orate prò Domino Deo nojìro , &
cjus Evangelio, uteibenè fuccedat, quia Concilium Tridenti, & abomina-
bilisTapa graviterei adperjantur: e così detto egli fp irò , non so fé più em-
pio nelle beftemmie, ò ignorante nel proferirle , dicendo con nuovo, 8c
infolitomododipatlare, che fi pregalleperDio, Orate prò Domino Deo
nofiro. Il fuo cadavere con atfettazione di pompa riporto in caffa diftagno
fu come fopra carro di trionfo portato à V Vittemberga , feguitato da Ca-
terina fua concubina con tré fuoi figli Gio: , Martino , e Paolo , dentro
un cocchio, e da nobiltà di gente a cavallo, e da turba plebea a piedi, che
ne renderono maeftofo il trafporto: Filippo Melandone , Gio:Pomera-
no, e Giufto Jona, che €ol loro Maeftro [/] fi facevano dipingere con\e ^ ^"^^""^ '^''^"»'
quattro Evangelifti della nuova Legge (opra il frontifpizio de'libri, eglino
tutti perorarono in lode di lui, e'I PomeranopropofequeftoEpitafio da
fcolpirfi fopra il di lui fepokro :
Vejlis eram vivus, morìens ero mors tua , Tapa .
Nel rimanente Lutero potè dirfi Herefiarca fortunato nellafua empietà,
perche furfe, e viffeòfenzaoppofizione nel principio della fuaHerefia, ò
con oppoiìzione da gloriarfene più tofto^che d'atterrirfene , mentre povero
Frate qual era hebbeThonore di contradire, di cozzare, edidifputare con
Cardinali , Principi, e con le jirime Accademie del Mondo . Che s'egli folle
flato trattato come VViccleft, efiliato poco meno che dal Mondo , ò come
l'Hus abbrugiato vivo , certamente né l'Inferno farebbe cotanto ripieno di
anime Luterane , né piangerebbe la Chiefa Cattolica con oramai due Seco-
li di lacrime la miferabile perverfione di tanta parte di Chrifìianefimo. Ma
[g] oportetH^refesefie, econvienpiùtofto adorare, che indagare gii alti g tMcannth.tj.
imperfcrutabili fecreti deirAltiiììmo .
Doppo dunque le tré accennate Seffioni Ci procede alla [/?] quarta, ^^.^}>riuts46.
che fi reftrinfe nella enumerazione individuale de'Libri Canonici , [i] 2^1- Ifjrjldt&^tl
cunide'quali erano rigettati da'moderni Heretici, e nel Decreto de Edi- if^/s^.i^s. dr
tiene, &ufu j^crorw^/? /i&ror«?w, efprelTamente fi comanda [Z;^] ^dcoerccn- ^'\ ccucu. Trù.
da petuUmia ingenia, tu nemo fu£ prudenti^ innixus , in rebus fidei , Ó* A^4 /» i>.-<:t<ro
morum , ad adificationem doBrime Chrifliame pertinentium , Sacram Seri- i'a%'ÒrTmtì£
pturam ad fuos fenfus contar quens , cantra eum fenfum, quemtenuit, rrte- rum.
net SanCia Mater Ecclefia, cuJHS ejì judicare de vero fenfn , & interpreta- ^'^"^seiiioac.
Ff 4 tione
PaoioIII. ^^5 Secolo XV L
tionc Scripturarum San&arum, aut etiam cantra unanlmem confenfum Ta-
trum, ipfam Scripturam Sacram interpretavi audeat], etiam fi hnjufmodiin^
terpretationes nullo unquarn tempore tu lucem edend^e forcnt . Così li Padrj
contro i Luterani, eCalvinifti? che non ammettevano altra regola nella
efplicazione delle Scritture, che qualunque eglififofle, il proprio fen-
timento.
Conftituito dunque il fondamento della Cattolica credenza con la enu-
merazione, d'ufo de'Libri Sacri, fi pafsò al dibattimento di tré alte qiie-
seffioiic Quinta, ftioni, cioè alli Decreti del Pcccato Originale, dellaGiuftificazioncede'
Sacramenti, che furono quelle materie , le quali occuparono tutto il reftan-
te del Pontificato di Paolo Terzo, e le applicazioni, allora de'Padri inque-
a ^r/:5.<f/5:7./«- fto Concilio. E primieramente [a] circa il primo punto del Peccato Origi-
mim.i\^6, '' naie, eglino folamente intente i recidere gli errori, e nona decidere le opi-
nioni, rinvenendo difcordigliScholafticicircala definizione della quiddi-
tà, e natura di eflb j procederono alla fpiegazione necclTaria della con-
tagione da lui derivata ne'Pofteri di Adamo, del rimedio di un tanto male,
e della efficacia della redenzione 3 principalmente eghno ponderando, che
iìccome in Adamo la colpa dellaperfona refe rea la natura, così ne'difcen-
denti la reità della natura rende colpevole laperfona. In quefti fentimenti
ftabilironfi cinque Canoni, che fonolabafe, ove fi appoggia tutta la ma-
china della Redenzione contro le negate verità da Lutero, da Zuvinglio,
b r4».i. e da Calvino. [^] Decretoffi fcommunicato chiunque quello fifoffe , che
non confefTafle , che Adamo havendo nel Paradifo trafgredito il comanda-
mento di Dio, perde incontanente la fantità, e la giuiìizia, nella quale
era flato conftituito, e incorfe per tal prevaricazione nell'ira divina, nel-
la morte, e nella cattività del Diavolo: etuttoAdamofecondo l'anima, e
il corpo rimafe mutato in peggio : ch'egli \c\ non fol nocque à fé , né fol
ccm.i, perdette per fé , màpernoi, epertuttilidifcenclenti, lafantità, eia giù-
iìizia: netrasfufeinnoilepenefolamentedel corpo, mi il peccato, ch'è
d f4». j. la morte dell'anima: che [(i] quello peccato per origine e uno, etrasfufo,
non per imitazione, ma per propagazione: ed è dentro à noi , proprio di
ciafcheduno : né ^\ toglie per le forze della -natura , ò per altro rimedio, che
perii merito di Chrifto unico Mediatore : e che quelì:o merito fi applica
tanto agli adulti , quanto agl'infanti , co'l Battefimo conferito nella forma
e c&n.A,. ' della Chiefa: che [e] gl'infanti fi devono battezzare, quantunque nati da
Genitori fedeli: ed'eifer loro ciò neceflario , à fin di purgarfi dall'impe-
ican, 5. dimento, che traggono da Adamo àconfeguire la vita eterna: che [fj per
la grazia di Dio, quale nel Battefimo fi conferifce, fi rimette il reato del
Peccato Originale, e fi toglie tutto ciò, che ha vera, e propria ragione di
peccato, e non altrimente egli jf^iif^c///, ò non Imputarli. È qui efprelTa-
menteinfegnarono i Padri, e decretarono;, che ne'rinati rimane la con-
cupifcenza, ò il fomite, la quale elfcndo lafciata per cfercizio diletta,
non può nuocere à chi non confente, md con la grazia ài Dio virilmente
contrafta i e fopraquefto dogma foggiunfero, laconcupifcenza, la quale
talora dall'Apoftolovien denominata Pt'c<;4^o, non effere mai flato intefo
dalla Chiefa, che ne'rinati ha Neramente, e propriamente peccato, ma
chiamarfi tale , perche nafce dal peccato, ed inclina al peccato. Quin-.
.ir^'-ìn .-f di ficRue una dichiarazione del Concilio fopra la Immaculata Concezione
g Veni :i l'ori t!f,'<i ,0, . >■ , ^-. . , p ^
.iìtjT.vii.tcm.A, della Madre di Dio, della quale unitamente parleraiii inalerò [^J luogo.
Si di-
Capitolo V. 457 I^AOLoIIL
■ Sidifcefe pofcia da'Padri \_a] alla^ difcuilionc della gran materia della a srjf.s.
Giiiftificazione, queftione non foi' ò nvon mai trattata pienamente dagli
antichi Scholaftici, ò da effiparchifiìmamente toccata, ma né pur dai tra- seflaseffione.
fcorfiConcilii Generali, onde i Padri Tridentini farono i primi ad intra-
prenderla . E ben eglino conneliero T articolo antecedente del Peccato Ori-
ginale con quello Tuffeguente della Giuftificazione, affin che efl^ndofi in
quello conolciuto ciò , che fi era perduto nel pnmo Adamo , s'intcndefTe
in querto ciò , che fi era racquiftato nel fecondo . Onde all' Herefie de' No-
vatori fopra quef to punto Ij oppofe da' Padri la Dottrina Cattolica , eh' effi
fpiegarono prima m fedeci Capitoli, in cui fi definifce, che nella [ 6 ] prevari- ]^ ^.'-b. t>
cazione di Adamo tutti perdettero la innocenza, e nafcono figliuoli dell'
Ira, come di fopra fi dille, quando parloill del Peccato Originale; e che il
iibero arbitrio non è in eifieftinto, quantunque attenuato, & abballato:
Chelddio [e] perciò hi mandato ilfuo Figliuolo à ricomperare i Gentili,
&i Giudei, dando il fangu; per tutto il Mondo: Che [d] benché Chriflo dcV./<
fia morto per tutti , non però tutti ricevono il benefizio della fua morte , ma
fol quelli, à cui fi communica il merito della fua Palfione: Chela [e]traf- e cap.4^]
lazione dello fì:ato di Figliuolo di Adamo allo fiato di Figliuolo adottivo
di Dio, doppo la promulgazione dell' Evangelio non fi fa fenzailBattefi-
mo, òfenza il defideno di eflo: Che [/] negli adulti il principio della f c.i/?, y,
Giufiificazione fi piglia dalla preveniente Grazia di Chrifto , cioè dalla fua
vocazione fatta fenzanifìun merito humano, mentre per la fua eccitante,
e aiutante Grazia, liberamente confentendole, e cooperandole, fi difpon-
gono gli haomini alla Giiifiificazione: Che [g] gli huomini fi difpongono „ ^^ ^
alla Giuftizia, mentre eccitati, baiatati dalla divina Grazia concepifcono ° " ' '
la Fede per l'udito, e cominciano à Itimar per vere le rivelazioni, e promif-
fioni divine ; e fpeciaimente che l' empio Ci gialèifichi per la grazia di Dio ,' e
per la redenzione , eh' è in Chrifto : Che alla [h] difpofizione , ò preparazio- ^ ^^. -
nefieguelaGiufiifìcazionemedefima, la quale non è fola remiilìone de'
peccati , ma fantificazione , e rinovazione dell' huomo interiore pe'l volon-
tario ricevimento della grazia, e de' doni , onde l' huomo d'ingiufto divien
giufto 5 di nemico amico , & herede , fecondo la fperanza , della vita eterna :
e quivi à lungo Ci alfegnano le cagioni di quei1:a Giuftificazione, e ne'fe-
guenri Capitoli fi dichiarano [«'] i dogmi e circa la medefimaGiufiificazio- i c^p.s.
ne.,e circa l'adempimento [ /;.] de' precetti non impoifibili ad olfervarfije cir
cala incertezza [ / ] di elVere fra il numero degli Eletti fenza rivelazione fpe- \ cap.'li.'ll!
ciale , e circa [ w ] la Confefilone , e Penitenza del Battezzato , e circa la [ « ] '" ^''^- ^^'
perdita della grazia pe'l peccato mortale, ecirca[o] laVitaeternapropo- o c%\\ll
ila , e come grazia promeifa mifericordiofamente ai Figliuoli di Dio , e co-
rri e mercede da renderfi fedelmente alle buone opere , ed a' meriti fecondo
la divina promiilìone. C^iindi foggiungonfi trentatrè Canoni corrifponden-
tià quella dottrina, che Ci è riferita ne' Capitoli, e fpeciaimente nel fefto
condannafi ildire, come diceva Lutero, che non fia in podeftà dell' huo-
mo r operar male ; mi che i mali , non meno che i beni , opera Dio non folo
pefmilfìv amente, mi ancor propriamente, eperfe: tanto che fia opera
propria di Dio non meno il tradimento diGiuda,chelavocazionediPaolo.
Qual befiemmia habbiamo udita nella bocca parimente di Calvino .
Stabiliti, come li più effenziali, quefiidue Dogmi del Peccato Origina- «effione settima,
kj per cui r huomo ^nafce reo di colpa contratta, e della Giuftificazio-
Paolo III. ^-g Secolo XVI.
ne, per cui il medefimo di reo diventa giufto , e per la inhcrente grazia ^i
* ■' Dio perfevera nella giuftizia > [ <« ] fi procede da* Padri al numero de* Sacra-
menti in genere, contrariato da' Luterani, eCalvinifti, al Carattere inde-
lebile, che tré di eflì imprimono nell' anima contro gli Anabattifti, e in qual-
che fenfo ancora contro i medefimi Luterani, alla intensione del Miniuro
apertamente impugnata dalle nuove Sette, alla neceflìtàloro per ilconfe-
guimento della eterna falute, alla grazia, eh' eglino in fé contengono, e
alla difparità fra efll in ordine alla maggiore , ò minor dignità , e in fine alla
fpiegazione di tutto ciò, che fcorge vali necefl'ario allo flato pref ente, della
Chiefa , in riguardo delle nuove Herefic , che allora correvano fuf citate nel
Chriftianefimo , con la appofizione di tredici Canoni in univerfale , e di akri
quattórdici in particolare fopra il Battefimo, e di altri tré fopra la Confer-
mazione,regiftrati X lungo da tutti li Compilatori de' Concilii , onde d'uvo-'
pò non fia dilungarne in quefto luogo la defcrizione *
0"ava , nya, e Ma fra queftc ardue difputazioni , mentre profeguir volevafi la materia
ecima « >°"^ • (jggii git^j S2icramenti in particolare , per diverfidifturbi inforti, intimata
neir ottava Seflìone la traslazione del Concilio > nella nona , e decima pro-
fa ^nmisvj' rogate fempre in altro tempo le Decifioni , defifterono i [è] Padri dal
c^nn.issu confuctoCongreifo, fin quando aprillo [e] di nuovo, morto Paolo III,
Giulio in. doppo quattr' anni d' intermiflione : e noi allora ne continuar e-
mo r ordine , e le Seflioni , che fotto ciafcun Pontefice feparatamente fi fe-
cero , fufleguenti tutte alle dieci , formate fotto il Pontificato , che fcrivia*
mo, di Paolo III.
Caduta nella He- Nel medcfimotempo però, in cui il Concilio percoteva rHerefiecon
rcfia deirArciyf. gl'anathemi, i Cattolici nella Germania fovvertivano la Religione Catto-
fcoYo di Colonia, ijcacon Tefempio, gliHereticiconlearme, &: il Pontefice da Roma con-
tro gli uni, e gli altri procedeva co' caftighi. Hermannonato dalla nobile
famiglia de' Conti dì V Veda, Arcivefcovo di Colonia,fedotto dagli Hereti-
i unn. ij4(j. Qi ^ era miferamente [ <i ] trafcorfo ad introdurre nella fua Chiefa le loro no-
vità, con tanta maggior difplicenza de'Cattolici,quanto più parve a Cattoli-
ci vituperofa la caduta di quefto infigne Ecclefiaftico . Conciofiacofache
dodici anni addietro egli haveva celebrato nella fua Cathedrale un Sino-
do così cofpicuo di Prelati à fé foggetti , e così ampio di dogmi foftenuti
contro le correnti Herefie, che fi era meritate le laudi de' Cattolici , eie
maledicenze confuete degli Heretici, havendo fird i primi perfuoi encc^-
eSddtUtpiji.i^. miafti due infigni Cardinali , Giacomo Sadoleto, [e] e Giovanni Groppe-
ro celebre Jurifconfulto , Canonico allora di quella Catedrale di Colonia ,
e quindi anch' eflb creato da Paolo Quarto Cardinale, che commentò, e
diitribnì in molti Capitoli gli atti di quel Sinodo , quali ne' Tomi de' Con-
fsieid.i. IO. ciliirinvengonfi diftinti in quattordici parti, e frài fecondi [/] lo Sleida-
no, che del Commento, e del Teftofi lunghe, tediofe, e pungentiilt-
%st^ond.am.is4ì' mcriprovc. Ma il miferabile , defcritco dallo Spondano , [g] Ftrnatura
**'^' ^ bonus, & in egenos, & mi/eros clemcns , ac liberdis , fed parum doEius^
Ctrè qualità ottime in un privato Laico , ma peifime in un graduato Eccle-
fìaftico, efiendo che una naturai bontà , che fimboleggia con la dappocag-
gine, una compailìonevole naturalezza, cheperlo più inclina al male, &
una riprcnfibile ignoranza, che accieca nella cognizione diftinta del bene,
h Ponunufì.4 re- ^^^^ ""^^ ^^^"^ ^^ ^^^ cordc , chc ha titato al precipizio moki Vefcovi ) defi-
rumrKemor.&s:i- dcrofo [h] di riforma ncl fuo ampìo Vefcovado, per un ottimo fine elef-
riitJ in Cummtni, fg
Capitolo V. 459 Paolo III.
feunpeflltnomezzo, e chiamò alla predicazione in quelle Chiefe Bucero,
Melandone, &ilPiftorio, invano reclamando il Clero, e l' Univerfid di
Colonia , che fu in fine coftretta mandar le doglianze proprie , e le accufe
contro il fuo Prelato al Tribunale Apoftolico per follecito provedimento à
un tanto male , Paolo III. citoUo à Roma , mi confumata inutilmente
tuttala foavità della tolleranza, finalmente adiftanza del Clero, di quel-
la Univerfità, e de'Vefcoyi principaliflìmi circonvicini, egli procede in
[4j;Conciftoro alla fentenza di {privazione, di depofizione, e di Scom- its.^ytfrUiiis^.
munica : onde V oftinato Colonienfe ignudo della Mitra toltagli dal Ponte-
fice , e della dignità Elettorale da Cefare, morì in una dishonorata decre-
piti nella paterna Contea ài V Veda , non fenza perturbamento , e fcanda-
lo della Germania.
Ma fé fiì caduti! quella di Hermanno Arcivefcovo di Colonia, preci- caduta dei ver-
pizio può dirfi l'altra di Pietro Paolo Vergerio Vefcovo di Capo d'Iftria, serio Nunzio
alia CUI dignità Epjfcopale era congiunta l'altra di Nunziature Apoftoli- Germani?. '"
che efer citate nella Germania. Dicefi dilui, [b] che per Legazioni bene b,$)^»»j,<»««,if4«,
amminiftratefoffedeftinato da Paolo al Cardinalato, mi cheper benefi- uHU.tTì.n^l'
zio del Cielo difcoperta la fu» interna fellonia , il fuo commercio con gli
Heretici , e li pravi fentimenti delibammo, ne folfe non folo efclufo,
ma citato à Roma adire le fuedifcolpei ond' egli irritato dalla ripulfa, &
intimorito al preveduto proceflb, prorompefle in aperta Apoftafia dalla Fe-
de elfo , e i fuo eccitamento un fuo fratello Giovan Battifta Vefcovo Pola-
no, medefimamente in quella Provincia, etrapaflati molti luoghi, perfe-
guitato hor qua , hor là da* Cattolici Inquifitori , fi ricovrafle in fine nella
Città di Tubinghen fotto la protezzione dell' heretico Chriftofano Duca
diVittembergh, d'onde vomitafleque'facrileghi, e fatirici Libri , di cui
in altro luogo [e] faràfii menzione, contro Dio, contro Roma, e con- ^ v,dtiiPintif.di
tro il Pontificato Romano . Intanto , mentre aperto durava fotto Paolo III. Paóh iv. , di />,>
il Concilio, egli da Tubinghen raccogliendo le hovità di tutti li detti fuc- ^^•''""•4-
ceffi , e incontri de' Padri Tridentini , alteravane in obbrobrio di quel facro
Congreflb le relazioni, e tramandandone prediche, e fatirepe'IMondo,co-
me fé colà in Trento fi rapprefentafle unacomedia, degna delle rifa del Po-
polo , e de' fifchi della plebe . AH' audacia di quefto precipitato Vefcovo fe-
ce echo Calvino da Ginevra, vomitando allora anch' egli il [4] veleno del à^nn. ij^g,
hìo antìdoto contro fette Sefjioniiel Concilio Tridentino y nel qual' empio Li-
bro non vi è derifo , à cui non fottoponga que* venerati Padri , né beftem-
mia , che contro i loro Oracoli non profenfca ,
La prevaricazione di quefti Ecclelìaftici Soggetti fiì mala per l' efem- Decreto cfiebr?
pio » ma il nuovo Editto di Cefare fu peflimo per i fatti fcandalofi , che t^.f"" ^uri'm
quindi fopravennero . Le armi de' Turchi danna parte, quelle del Rè di q',nto pregh.di-
Franciadair altra, li fpefiì moti della Germania, e le immenfe agitazioni ndimo'.^^"^''*
distato, in cui haveva tutti riporti la Herefia Luterana, porfero più vol-
te mal configlio all' Imperador Carlo di qualche temperamento di Religio-
ne con gli Heretici j onde, come altrove fi accennò in queftomedefimo
Pontificato , per ritenerfeli uniti nella congiunzione delle armi, haveva
egli procurato di unirfegli in un certo modo ancora nella credenza della fe-
de con alcuni palfaggieri decreti, che chiamaronfi interim , de' quali dice
lo Spendano, [e] Fuerunt plura hujufmodi Interim in B^eligions rebus àCa- ^ sptndénuf én»,
roto Hicreticis Germania diverfts temporibm , ^Honfque celebraretur Conci- ij4'.».J.
Imm,
Paolo HI.
a ^nn, 1548.
n, 5.
i6.c.z,art,iO. § 4,
».20.
e Hjcc ov7n'a cor»
<fiant IX Gojìaldh
to.2. CotijìitHt.lm»
pcrÌAi'.pag.^i'i. O
feq. ér to. 2. ibid.
pttg. 2 2<J.
£ 15', Majì 1J45,
g CAp,ii.^,n^6,
460 Secolo XVI.
lium, coHceJia. Ma ninno di efll fece fra'popoli Chdftiani quegli horridi
-effetti , che nacquero da queir Interim , conceputo , e publicato nel tempo
della intermiflìohe del Concilio, cioè nell'anno 15 48., che folo per anto-
nomafia dicefi l'Interim di Carlo Quinto, come già fi di(fe /'£no^/c odi Ze-
none, l' EBhefìs di Heraclio, c'iTypo di Collante, nomi tutti calamito-
fi, einfaurtiperlaChiefa. Perfuafo Cefare , e refo pienamente fuor di fpe-
ranzadel profeguimento per allora del Concilio in Trento, e parendo à
lui , che fenza il freno di eflb , potettero li Popoli della Germania. inoltrare
Tempre nella intraprefa di avvantaggiare la loro nuova Setta per mezzo di
quei foliti fconvolgimenti di Stato , che acconipagnano indivifibilmente le
novità della Religione,propofe agli Ordini deli' Imperio [a] congregati nel-
la Città di Auguita, cliernecelTaria colali ritrovar qualche mezzo, onde,
fintantoché fi riaprilTe , e terminalTe il Concilio , ficura fofle nell'Imperio
la pace, e, fé non uniforme, almeno tollerata, òpermelfa la regola della
Fede . Haveva egli ricevuta à tal' efFetto una lunga fcrittura , compofta nel-
la Germania [b] dahuominipiùtoiiovolonterofi di unione, chehabili à
procacciarla , in cui efponevafi una formola di Dottrine , e di Cerimonie da
doverfi tenere nella Germania, fintanto che il Concilio ole approvalfe,
ò ne difponelle altrimente . Era il Libello intitolato Z^^fmjw, cioè fintanto
che fopraveniifero le difpofizioni Conciliari j onde da altri fiì chiamato I«-
tcrreligio , cioè una religione da oifervarfi intanto ; ma che più propriamen-
te denominar potevafi non Interim, mi Interitus , cioè uccifione delle
anime, e de' corpi, de' quali fi vidde grande ftrage allora nella Germa-
nia. Egli conteneva ventifei Capitoli circa li principali Dogmi della Reli-
gione Cattolica, e de' Sacramenti, e della economia, e cerimonie della
Chiefa , e precifameiite la concezione a' Preti di prender moglie , & ai Laici
della Communione fotto l' una , e l' altra fpecie i e nel rimanente in parecchi
articoli, e particolarmente in quegli de' Sacramenti Cattolica, &oppofì:a
agli errori de' Luterani , e [e] pleraque omnia y come di quefi:o Editto
fcrilTe un' Annalifta, duobus ifiis artìculis exceptis, pojjemdici EcdefixB^-
mance Doólrin^e confentanea. Quello Libello dunque fu da Cefare prefenta-
to alla Dieta , acciò la Dieta n' efaminalfe il contenuto . Furono fcelti à tal*
effetto tré Perfonaggi , defiderofiliìmi della concordia ( onde da [ci] alcuni
dicefi, che fors' elfi ne follerò i Compofitori) cioè Giulio Pflugio Vefco-
vo di Naumbourgh , Michel Heldingo Vefcovo di Sidonia fuifraganeo
del Moguntino , e Giovanni Agricola , che ò haveva di già abiura-
to le paliate Herefie, ò moflravafi difpoflo ad abiurarle : ed [e] elli
r approvarono concordemente : il che in conto alcuno non volle far Bucero
con U motivo , perchè in elfo coniprovavafi 1* autorità Pontificia . Ma per
differente capo/ù egli altamente riprovato dal Pontefice , al quale Carlo lo
haveva fatta trafmettere , per ottenerne non tanto l' efame, quanto il bene-
placito . Paolo temporeggiò alquanto nella rifpofta , per non accrefcer flio-
co maggiore all' incendio , che ardeva ; ma l' Imperadore impaziente di fi;a-
bilir la concordia, non curata la tardanza, eia circofpezione del Papa, e
molto meno l'autorità Pontitìcia^jnell'intrometterfì in forma cotanto eilèn-
ziale, eilrepitofaàpormano negli aflari della Religione, promulgò [/]
perlaGeananial'EditLO, e facendo pompa della promulgazione^, divul-
gonne il contenuto in lingua Tedefca, e Latina per ogni angolo dell'Im-
perio; e perchè in un Capitolo [^].del Libello fi parlava di levar le ceri-
monie.
Capitolo V. ^6l Paolo III.
monie , le quali poteffero cagionar fuperftizione . Carlo rifervò à fé la di-
chiarazione di efle , e de'dubii, che fopra il Libello poteflero fopravvenì-
re, come poi egli efeguì anche col bando di pene contro itrafgre{rori[^] ^ sujd.i.xo^u,
in qualche materia di riformazione, e di riti, in nulla da lui dipendenti,
e che in fine riufcirono un parto morto, che nacque fenza giammai vivere .
Reca certamente gran meraviglia, non legger contrapofte ù un tanto at-
tentato quelle oppofizioni , che habbiamo in altri [/»j Papi notate, per cui b veduinoproto.
eglino fi fottopofero a gravitimi rifchi e del proprio flato, e della propria \- f"^- y«*;^""»-
vita , per mantenere intatta dalla prepotenza de' Laici la immunità , e fupe- i'//^'"'^* "^ ^''^'
riorita della Chiefa. Paolo Terzo, benché f offe un Pontefice di alta co- ^•Ìp"''eTa"m del
fìanza , e di fpirito giovane , & elevato anche in età ottogenaria , in queflo Pontefice!"'
grave calo altro non fece , che inutili , e vane doglianze per mezzo de'fuoi
Nunzii i. Cefare , efclamando come non più udita nel corfo di tutti li Secoli
arretrati una fomighantepermiffione di prender moglie a Preti, ediconv
municar li Laici fottoT una, el'altrafpecie, cofa già da molto tempo ab-
rogata, edanonpoterfi riconvalidare fenza la efprefla licenza dellafom-
ma autorità de' Pontefici Romani , minacciando à Carlo l' ira ài Dio , ogni
qualunque volta egli perfifleffe nell* impegno : e qui nota lo Spondano , che
quind' in poi Carlo non fu più quel delfo , eh' era flato nella felicità de' paf-
fati fuccefii ; e dice, [ci Suntj qui obferpant, ab ejus promulzatione edi^i ,r.,,^. , ,
mhU ampltNS et rerum Jtijceptamm picceljtjje . Il Pallavicino applica adavve- n.s.injìnt,
dutezza , & à buon configlio quella irrefoluzione del Pontefice, che in ca fo
così grave moftrò più torto un giullo fentimento , che un vero rifentimento,
ed alferifce, [e/] il Cardinaldel Monte , ed alcuni ycfcovi ja^gt , confide- à Paiiav.l.u.cs,
rato attentamente il tenore j e'I proemio dell' Interim , fi awifarono , che "•'^*
efiendo egli una mera condifcenfione , ò ptà tofio un rifirmgimento verfo i
Luterani , non convenijje al Tapa col rifcaldarvifì troppo , riconofcer in e(ìa
maggior offefa dell' autorità fua , che non v' era , e ciò fenica fperan'^a d' effet-
to : ,»è doverfi dar carico a' 'ì<lun\ii d' acconciarla ; perciochè (ìccome era
compojia à fine che i Trotefianti la ricevefìero^ così non poteva mai purgarft ;
in maniera che non ritenere qualche odor d' herejia : onde il porvi mano i '•
Totttificiii non haverebbe operato altro che un poter Luteri^^are con autorità
del Tontefice. Così egli. Ma qualunque foffe ò la economia, ò'izelo di
Paolo Terzo, certamente indicibile fu il rumore, ch'eccitò pe'l Chriftia-
nefimolapublicazione dell'l^z-mw^e Roberto [f] Cenale Vefcovo di Au- ^ i^id.n. i,
renches con difperata maniera avvanzoflì à dire al fopranominato Cardinal
del Monte,C/?e il Chrijiianéftmo erafpedito ; e quindi die fuora alle flampe un
forte hbro, il cui folo titolo dimoflra, quanto egli altamente riprovaffe
un fomighante attentato, ^Anttdotum (così intitolavafi il libro ) ad propo-
[ita per Interim , non tam per modum , quàm pr^ter omnem B^eligionis mo-
dum oblata . Così egli per la Francia , e così in Roma con altro non diffimils
trattato Francefco Romeo Miniflro Generale dell' Ordine de' Predicatori ,
e a>,sì nella Germania [/] in faccia al medefimo Imperadore con lunga in- f priMd'mus /«
vettiva contro gli Autori , e contro la compofizione di quel mal' augurato ^%'f,"' ^'^'* '**•
libello Niccolò Bobadilìadella Con>pagnia di Giesu, che ricevuto incon-
tanente da Cefare l' elìlio dalla Corte , e dalla Germania , quindi partiffene
allegro, [g^Glorioftusfibiducens , coraediluiriferifcel' Annalifla, magis gSp»,:d,4nnj)iB*
piacere Deo, quàm hominibus . Né dalle fole penne Cattoliche fu dilace- "«7.
rata la fama di Carlo, ma eziandio dall' heretiche . Nell'atto della fua
prò-
r.t ad dhos Lihros
eantralHttrifn ,
Paolo IIL ^i^^ Secolo XVI.
promulgazione della Dieta tu l' Editto più tofto non riprovato , che appfcJ'
vato anche da effa, i cui Congregati col filenzio, non con la voce, moftra-
rono di non gradirlo . Ma reti liberi dalla prefenza del Principe, altamente
eglino fé ne dolfero , e forfè più che i Cattolici , sì per non efler in eflb in-
ferita Legge uguale ad ambedue, come per vederti in molte cofe aigretti
ad abbandonar la propria dottrina : onde con afpre Apologie publicate alla
ftampa rifiutarono quella fcrittura, e Gafparo AvilaMinfttroinSalvelden
tìella ,Thuringia brufcamente con lungo fcritto riff)ofe ali* Agricola, che
vantava , haver' egli acconfentito , & approvato /' Interim , vibrandogli
contro pungentifllme mentite, e dicendo, non poter' elTo approvare un
Libello cotanto ripieno ài errori . Filippo Melandone , fé ben più modera-
tamente , concorfe ne' medetìmi fentimenti ; ma con più forte nervo di ftile
Calvino , che fcrivendo pur' allora li fiioi Commentarii fopra fei Epitlole di
San Paolo, divertito in nuovo argomento lo fWe, divulgò perle ftampe il
fuo Libro contro /' Interim co'l titolo Cantra veram Chrifiian£ pacifieatio-
nis, & £cclefi£ reformandiS rationem. Infomma benché vi fofle, chi fcu-
icoci.^arefporrfìo far volelfc quefto ccccifo di Carlo Qiiinto , comeil Coeleo, che [ajvolle
" ' ■ interpretare in buon fenfo la fede , e l' animo ài lui j nuUadimeno conchiu-
de il fopracitato Annàlifta, Tslullus fuit Catholicus y qui librum illum omni
ex parte approdare potuerit; anzi noi foggiungiamo , che non vi fotfe né
pur alcun Heretico , che pienamente approvafldo ; onde tutti j e Cattolici *
<&Hereticiriconobbero in eflb ninna riverenza al Pontefice ^ poca confor-
mità di facre Dottrine, atttorita incompetente di Decitìoni, feminarii di
guerre , ditienzioni , e non unione de' Popoli , e i foliti effetti delle fcritture
di quella penna, chiamata dallo Spirito Santo, [Zr-i Calamum quajiatum.
E li licigii , anzi le guerre , che dall' Interim , come da^ fonte , furfero kà Lu-
terani, non furono né difpregievoli in qualità, né poche in numero . Alcu-
ni di eflì lo accettarono , altri apertamente Io rigettarono . I primi fi ditfero
<! «Mrue Interimmftici s oveto ^diaforifli, cioè Indifferenti 3 come quelli che atleri-
ri mm/', e?, a" il vano, elTerecofa indifferente^ e non pregiudiciale alla falute dell'anima
fonmamrffcren- il credere, òil non credere nelle Collituzioni della Chiefa, e de'Concilii*
m. e^iMj Tute- Hc' Riti , liei PcdobatCefìmo., nellaotfervanza de' digiuni, nelle orazioni,
tì'fL ' ii?^e'dc' ^ ^" ^' '■'■^ ^^^^^ funzioni ; e foftenevano , meglio fervirlì della Religione fe-
Fr.iioc'ù''' '^ ^ condo il tempo , che fomeniar difcordie in ogni tempo . Capo di eiiì furono
Filippo Melauòlone, Paolo Ebero della Franconia, e Giorgio Maggiore
di Norimbergh , & altri Miniftri di VVittemberga, detti per ciò tutu Lute-
rani molles, cioè Luterani più piacevoli, i quali in molti luoghi correlfe-
ro, mutarono, e fupphro'no ò la celebre Confezione Auguitana , ò gli
fcritti di Lutero, òl' Interim di Carlo Quinto, de' quali lepidamente dif-
fero gli oppolH Luterani , non correxerunt , mutaverunt , fuppleverunt ,
ma verterunty concert crunt , pprverterttnt , everterunt. In tré Clalit fu-
r -* c^ -IH rono dihinti F e 1 dai^li Autori quelb Molti Luterani , cioè in Cefarei , in Lyp-
': (. ìr'^.ì tanti. no . u j ^ > i ^y- t- i • •
' j;- ih de h^- ftcìy e in Franaci, Li Cefarei h diflero quegli, che ricevuto pienamente
'iorl.t'7!uo'DiI! /'i/*ff''/w« di Carlo Quinto, profefiavano di non feguir Lutero incofaalcur
°'. r. "^ ' " * na , fuorché nel matrimonio de' Preti , e nel!' ufo del Calice , come appiTil-
to volevafi ìitW Interuit . I Lypjiei ti denominarono da Lyptìa Citta; nella
Mifnia, icuiMiniUri, emendato /'/«rem» dell' Lnperador Carlo, ne for-
marono uno nuovo , in cui , ammettendo eglino bensì li Ritij e le Cerimo-
nie della Chiela, molte fentenze rigettavano di Lutero: ondecontra loro
acre-
i5 IfaU 42
Capitolo V. 463 Paolo III.
acremente s'invehironoi Luterani, dicendo, che per le loro generalità, e
fofiftiche , e diibiofe parole , veniva à reftitiiirfi al Papa queir autorid, che
Lutero fin allora glihaveva contradetta j e comprendendo i Lypfici la
Confermazione , e la eftrema Unzione fr* i riti della Chiefa , venivano in
qualche modo à riporre in piedi li fette Sacramenti di già riprovati daLu
tero . Del che Calvino mandò alte doglianze al Cielo , e petulantiffime f a '
petulantiflìme [ 4 ] « '^'*/^' fp'fi-ttS'
che alcune cofe innovarono , e commutarono ndV Interim de' Lypfici . Tutti
quelli , come fi diflfe , fi comprendevano fotto il nome generale d' Interimni-
fliciy ÒcAdiaforìfticif e con quello più commune di Iwffrtfw/wo///. Adeffi
però a oppofe &Yocemente l' altra fazione de* Luterani , che dal loro pervi-
cace, e pertinace rigore furono detti i«?er^w>/g/(i?, antagonifta, e fòrte
Capo de' quali fu Matthia Placo nativo dell'Albania, ond' egli denomi-
noffi////wo, Giovane allora di ventotto anni in circa, del quale parleralfi
in [ f ] altro luogo , che fatta unione con Niccolò Gallo Saflbnc, e litmt!>m!'ll^''^''
Amfdorfio congregarono in breve una potentiffima Setta contro gli Adia-
foriftici, afìferendo, non dover dipartirfi né pure in una parola, ò in una
piccolafiliaba da' venerati dogmi di Lutero. Quefte due Sette, ambedue
furte, ma con diverfi progreffi , da Lutero, funeflarono eternamente con
nuove diffenzioni di fcuole , e d* armi la Germania , dat^ in preda agi' infe-
gnamenti ài ogni vii fantaccino , doppo che una parte ài efla voltò le fpalle
à Chriflo in Cielo , e al fuo Vicario in terra .
A quefte moflruofe calamiti oppofe Paolo Terzo la fondazione di una
nuova Congregazione della Santa Inquilìzione in Rpma, chiamata del
Sant'Oflìziò, della quale in pia opportuna congiuntura fi parlerà à lungo
fotto il Pontificato di Paolo Quarto .
C A-
Giulio .5^ Secolo XVI.
III. ^^^
CAPITOLO VI.
Giulio Terzo Romano , creato Pontefice
.,, liS.Febraro 1550.
Stato miferahile della Germania. Liberta di cofcienz^a conce-
\ duta dal "E^ Ferdinando in nome di Carlo ^into . Solima-
no 2(1 de* Turchi handifce t herefie dalla Tranftl^anìa ,
Profemimento , difpt*te , e litri di Cal'vim. Alichel Scrive*
tOy jue qualità, e morte nel fuoco . Hereft a degli Anti-Trini-
tarli, ^ejìione fra gli Heretici, fé gli Heretici debbano fu-
nirft con pene affittile di corpo. Decreto Pontificio di prò-
hibitione di tutti li libri hereticali, non mai per V addietro
emanato da alcunP onte fice. "BolladiGiulioTerto dihabi-
litazfone agli Heretici per penitenz.afecreta. Profeguimento
., : del Concilio di Trento , efeifejjioni tenute fotto queflo Ponti-
ficato., de Enchariftiajderoenitentiaj&deExtre-
ma Unótione . !RiJlejJioni dell* Autore fopr a l* cy^ttrizjone ,
e Contrìz,io7ie richiefiaper la Confezione Sacramentale . Af-
fari d' Inghilterra . Jkforte di Eduardo Se fio , affunzjone al
^gno della jR^gina Maria , e riflabilimento della Fede
Cattolica in ejfo ,
On quefti infaufti accenftati progredì crefcendo Tempre
maggiormente la confusone nella Religione, e nell' Im-
perio , ella poggiò à fegno , che fé ridirti foflero quei,
che trent' anni addietro morendo lafciarono la Germa-
nia, certamente di un grande, potente, e divoto corpo,
eh' ella era , non ne havrebbono ravvifata che la effigie
di un deforme cadavere , in cui dell' effer di prima altro non rap-
prefentafl'e , che un' horrida figura di fpavento . Trafcuratine li princi-
pii , avvioili baldanzofamente l' Herefia ne' fuoi progreflì , e ferocemente
'infiftendo nella incominciata camera, doppoli dibattimenti di molte Die-
te , fempre pregiudiciali alla Religione Cattolica , doppo lo fcandalo dell'
Interim y fempre infaufto negli Annali della Chiefa, finalmente il Rè Ferdi-
« viJtS ondati» uaudo in nome dell' ImpcradorCarlo Quinto fuo Fratello [a] procede alla
lyyj.»-?"" '"""' famofa concordia celebrata nella Dieta di Palfavia , qual concordia infie-
^umenvinlm'^' mc cott qucUa di Norimbcrgh da noi in altro luogo accennata, [b] in cui
p^^SZs. '""'"^' fòrmofli li primo Interim, chiamaniì da' Proteftanti due Colonne della loro
Li'
Stato tnirerabile
della Religione
Cattolica nella
Germsriu,
Capìtolo VI: 4^e Giulio
libertà, Taci \eligiofe , perche in efTe fu promulgato l'Editto della Li- m*
berta di Cofcien^a, e di permiifione di quella Hereiìa, il cui Herefiarca fciln^'llnct^ul
era ftato bandito fotto pena capitale nella Dieta di Vvormazia da tutto uaiTedckh». '
r Imperio . Editto non mai emanato ancora da alcun Potentato Cattoli-
co nelle parti Occidentali della Europa, poiché con eflbgran parte della
Germania fi ridde tolta dal capo la preziofa Corona di Fede illibata, e
pianfc in sé quel male, ch'ella tanto deplorò nelle antiche Herefie dell*
Oriente . L'Editto conteneva due articoli : [ ^ ] il primo: che ninna a it» Pniu,. ni,,
delle due parti chiamate rfe//4 Religione vecchia , e de' Confeffionifii ( rifiu- 'j.'.;.».?.
tando quelli di ricever l' odiofo nome (/' Heretici , e di attribuire agli altri
lo fplendidodiC4«o//c/) potere moleftar l'altra percaufa di Religione:
e così hebbe fine il Decreto dtVÌ Interim y che ufcendo con sì gran rumo-
re , poco durò , e men' operò : aggiungendofi a queft' articolo , che
agli uni, ed agli altri foffe amminiftrata mdifterentemente giuftizia nella
Camera Imperiale, Il fecondo fu , che tra fei meli folle congregata una
nuova Dieta, ove fi deliberaife', in quale de* quattro modi fi poteifero
meglio accordare le contefe di Religione, ò col Conciho Generale, ò
col Nazionale, ò con un Colloquio, ò con un Convento Imperiale, co-
me fé confiftefTe la Religione nello fceglierfi quella, che più gradifle. Mi
Dio per dar maggior pregio all4 fua Santa Legge , e maggior confufione
ai Tedefchi; ribelli alla fua Fede, inalzò conie in Cathedra contro gli He- Perverfione nei.
retici un Turco, e veggendo Solimano infetta la Tranfilvania diArriane- Tra^fiu-ania^^"*
fimo, e dì Antitrinitarifmo portato colà da Gio.Baldrada, e di Lutera-
nifmo predicato medefimamente in quelle parti da Bartholomeo Corva-
ta, difdegnando cotal mutazione di Religione per la quiete fteiTa de'po-
poli, e per il politico governo del Principato, ordinò, [b] che da quel- ^ r- v
la Provincia tutti gli Heretici andafler lontani , prohibendo con pena ca- nSiTio/"'^^^^'
pitale , che niffun di efiì ofaire di profeffar colà altra Religione , che 1*
antica del Paefe : [e] Quod mireris , foggiunge opportunamente e /ì,«,/ì.v.;«.
con degna rifleffione 1' Ecclefiaftico Spondano , ut I^x mfìdelis potiorem
curam conferìfationis antiqua J{eltgioni$kaberefi ^uàm ipjimet Cathqltct Trin-
cipes .
Né a minori pafficaminavape'l Mondo THerefiadi Calvino, che quel- catedr«, e dogmi
ladi Lutero. Egli ritrovavafi nella fua peftilente Cathedra di Ginevra, fa- c^'Civi'nomv.i.
cendola quivi da difpotico, e fupremo Dottore nella efplicazione, edog-"^^"*
midella Legge, e nella correzzione, e norma de' colhimi. Volle, che
in un certo tempo dell' anno un Miniftro della Setta infieme con T autore-
vole prefenza , e teftimonianza di un Senatore della Città, andafle cafaper
cafaefplorandolafedediciafcunhabitante, efecene formar [d] Decreto <J^«.ij5>. b xk
dal Senato , e con publico bandimento abrogò tutte \c Fefte dell' anno , ad "* '^'"* ^'*''^"" •
eccettuazione folamente del Natale , e delle Domeniche : e pofcia bandì
con irremiffibili pene tutti gli Aflrologi di Aftrologia giudiciaria ; e per re-
minifcenza de'pofteri compofe, e divulgò il Libro adverftts ^Jlrdogiam
judiciariam; e per riformazione del popolo l'altro defcandaln: anzi furta
oftinata queftione tra Girolamo Bolìeco , e lui ( quale poi rimiovoilì
acerbamente india due annitràilmedefimo Calvino, e'I Caflellione ) fo-
pra r alta mate ria della predeftinazione , foftenendo elfo , e li fuoi Miniilri
Ginevrini l'ineluttabile decreto, e l'affolutaneceflìtàò della falute eterna,
o della eterna dannazione : & in contrario il Bolfeco il libero arbitrio , e la
Tomo ly, Gg previ'
Oirjtio ^^^ Secolo XVI
^^^* previ(ìone delle Opere, effofè decretargli l'efilio come fédìziofo, e Peìi-
giano , con la minaccia della publica frufta , fé fo(s' egli mai in alcun tempo
rinvenuto ò dentro le mura, ò nel contorno di Ginevra; ed in quella occa-
iìone Calvino fcriire il Libro de aterna Dei pYadejUnatione , in cuiò rinuo-
va r antica Herefià de* fuppofti Predeftinaziani, ò effo fi fàHerefiarca, e
capo de* moderni. Né baftandogli i fatti, fé non palefava li detti con ifti*
le, e decifione da fupremo Hierarcha, intimò due volte àGioacchimo
a su-rSHs in Cam- Vveftfalo Miniftto [^ ] di Hambourgh di ceffate dalle invettive,che quel Lu-
nient. ann. i$iì. ^^^^^^ faccva coutto Ì Galvinifli, & i Sacramentarii ; e non ceffando il Vveft-
falo di continuamente agitarli , Calvino finalmente trafmefTegli un Cartello
b .4^>rrfn«rf9r. ^"^^'■"^^4* monitorio nel tenore di quefte parole, [Z>] ultima admonitio
Bel^mibid. ' Jo: Calvtui adjoachimum yveflfalium , cui nifi obtemperety co locopoflea ha-
Ibendus erit , quo pertinaces Hareticos habendos JHbet Taulus . Efclama qui
e sp»nd.j»i,is5i' degnamente i Ecclefiaftico Annalifta [ e IQuìd arrogantius s' Si quid tale
»#*. i8. J{pmannsTontifex inaliquemex iflisfegregibus protulifiet, ^nttcbrijìusefiet:
Cahinus cuminunum ex SymmyJìiSi angelus cenfebìtur^ Mi Calvino pre-
tefe di coronar di laude egregia la fuanuovapfeudoevangelica condotta
con un'azione, degna veramente, fé fi riguarda la reità del colpevole,
ma di efecranda memoria, k la fuperbia del giudice, e la incompetenza
delgiudizio» Ed ella fiì la morte dell'Heretico Michel Serverò, ch'egli
fé abbrugiar vivo in Ginevra .
d fhrim.temm- Michel Scrvcto Spagnuolo da Tarragona [d'I fua Patria portàtofi in
MuThilfscrveto P^^igi all' appreudimeuto della Medicina, quindi navigando in Africaper
fue qualità, herei ottener fra Turchì la piena intelligenza dell'Alcorano, riportoill in Eu-
fuoco!"°"^ "^* topa carico di merci Hereticali, e condottofi nella publica Piazza della
Herefia in Germania, quivi egli fpacciolle. in un peftilentiflìmo Librone
Trinnatis erroribtts , in cui k minori Herefie , eh' egli offeriva , erafìò le
Anabattiftiche, le Sacramentarie, e le Calviniftiche ; [e] poiché in San-
e ^po'^'^-'^'-^SP- fiijjjYnam Trinitatem totus mve6lus eji, q ài effaquel peggio difle, che die
n. IO.
havrebbe faputo, noncheArrio, òSabellio, màun'Hebreo: egliafierì,
f Prateoi.incam.- [ f ] Vdtrem f&lum y nonFiUum y non Spiritnm SanBum, vcrum Denm efie
pana,&servato, ^(^ Trinitatem effe figmentumy triceps monjìrum y aut Cerberum quod-
■yéf.lér'utìi'/' ''^' 4i!fW tripartitum : Deum in fubjìantia fua partes y & panitiones conti-
nere y qu£ ubicumque (int , concomitentur quoque , & adfmt , ita ut in
lapide fit lapis , in trunco truncus , &c. Filium Dei non efìe fecundam
•ferfonam Divinitatis ; fèd Chriflum hominem ejie perfonam tunc faUam ,
tum homo ^fieret : Sppritum SanClum non effe fimpliciter Deum , fed ali-
quid ex ejìentia Dei y levefn folummodò y & tenuem aliquam ^uram ,
qux in creatione Mundi primàm prodiertt : numquam fuifie in Lege Deum
adoratum , jed ^Angelos Deum adumbrafites ; hofque fuifie ad initio realiter ,
CÌr reffauratione aliqua indiguifjey pojìquam illorum capai fiBus efl Chrijìus ;
jpiritim y Ù* anmam hommis effe Dei fubjiantiam : regeneratos iferò altam ,
squamante habuerint animam y qu£ infitam Dcitatam contineaty aaipers z
ob peccatum originis neminem damnari , cum corpore tantum àferpente^c-
cupato y anima libera fit , qua ante vigefimum av.num peccare nequeat :
homines fine agnitwne Chrifti Jalpari pofk fub Evangelio , & jufìificari :
Turcas per orationes fuas , qua bona fint , promiffìones Chrifìi confe^ui . Co-
sì Tempio Serverò, e dà effo rAftti-Trinitario anch' egli Gio: Campana,
*huomO Tedefco della Tetra diGiuliers, che dtié anni fu difcepolo diLw-
- . ,, . - cero
a CecUus in aSlh
er4.
Capitolo VI. 4^7 Giulio
tero neir Accademia di Vvittemberga . Il Coeleo attefta, che i libri del ),;,}^l
Scrveto fi vendeflero publicamente per la Germania : \[a] Paperi , die* luti
egli , tbi publicè venalem librum cum hac infcriptione i De Tnnitatis erroribus
Libri FU. MichaelisServeù Hifpani; qncm cum attutiffet ad Dojn.Joannem
Quintanam Theologum eximium , ac C^farea Majejiatis à confeijìonìbus , ■pi-
rum Hifpanum , is £gerrimè tulit indignitatem ejus rei , tttm quòd au5ÌQr
Hifpanus efìeti quem& de facile fé nofje dicebaty tum quòdimpii(fim£i at-
que inaudita in eo libro effent h^refes . Mox itaque curavit, pefiilentiffimum
illum librum fupprimi , ne amplius venderetur. Caterum Hifpanus iìle Mi-
chael Serveti alias B^ves ab ^ragonia ultra fé ptem libros fupradi&os t duoi
eodem annos Dialogosediditt quibus argute, & acute ex Scriptn.rarumdìì>er-
fts locis novamde Cbrifli cavie Theologiam docet , nempè quod Chrijlus tam
fuxta carnem, quàm juxtafpiritum habeat fubftantiam aternam, c^ quod iid
eadem fubjìantia y in qua tam juxta carnem, quàm juxta fpiritum nunc eji,
fuerit antea in Ca-lo Creator . In prtie fattone vero ad Le^orem Jtc ait: Quar
niipercontrareceptam de Trinitate fententiam feptein librisfcripfi, om-
nia nunc , candide Ledor, retrado , non quia falfa fint , fed quia imperfectaj
^ta.nquamàparvuloparvulisfcripta: precortamen, ut exiUiseateneaSi
qu^addicendorumintelligentiam te poterunt juvare. Uxciller homo ni-
tnirum acris, ac vehementis ingenii, qui Gneca quoque, ac Hebraicalingu<» .•■ . .
peritus videbatur: fed hic eft communio omnium fere noporum Theologorum
morbus, ut linguarum pevitia turjfiidi , ac literali Scrìpturx fenfui, qttemnon
exprobatis DoÙoribus, fed ex capite fuo ftbi effingiiut, innitentes , c.ontem-
ptis fanisVatrum expofitionibus , &folidis Scholajiicorum Theologorum infor-
matìonibus , fua confidimi prudenti^ t fed prò mobilitate ìngeniiinftabiles , ut
facili moììiento per noì^am adtnventionem priorem fententiam fuam, qnam pri-
mo inventwnis calore laudavernnt , mutenti varient , aut augeant , minuant $
juxta illudjacobi^pofioli: vir duplex animo inconjìans efì in omnibus piisfuis *
Cosi egli. Hor dalla Germania pallando il Serveto in Ginevra, qnalfar-
f'alla volando hor dalla Spagna in Francia , hor dalla Francia in Africa*
hor dall'Africa in Germania, hor dalla Germania in Ginevra, qui^i ven-
ne ad urtare al lume di quel fuoco, in cui egli viddefi confumato in me2i-
20 alla publica piazza di quella Città per comandamento * & ordine cji
Calvino, che benché di Itomaco valente, e buono a qnal fi voglia infet-
to cibo di contrariata Religione, pur non potè digerire le abominevoli
beftemmie del Serveto, che impenitente [I»] morì, doppq martire del t> i7.Ocfouf.1sjl,
Diavolo, Heretico uccifo dagli Heretici per caufa, ^ odio di Herefia.
Ma noneonfumoill sii le bragie 1' errore horribile del Serveto , poiché
dalle di Ini ceneri propagoilì ampiamente la fetta degli Anti Trinirarii nel-
la Polonia, Tranfilvanià, & Ungaria» dove portaronla Valentino Gen- Notixiedi diver-
tile, Giorgio Blandrata, l'Alciati, l'Okino, e i dueSocciniZio? e Ne- fiHerecict.e^ciia
potè, l'uno chiamato Lelio, el' altro Faufto, ambedue Senefi, ma ilf^- ^'■"-'^o^c"»'»"^-
condo più deteitabile, che'l primo, e per la quantità [ e ], de' ferirti, e ^ „„, -Me apnd
per la qualità degli errori, onde da efli furfe nella Polonia la fetta de* Soc- Nar.^ux.Uc.16,
ciniani, l'uno morto [d] in Zurigo, V altro [e] in Polonia, di cui li '^'^Z!.Vs'6z!'Ìi.
feguaci cantarono : ^^^^r' •
Tota licètBahylondellruxitteBaLutherus, ^ ^n». 1604.
MurosCalvinus , fedfundamentaSocinus.
Dalla morte violenta delServetco furfe [f] fcifma fra i Calvinifli me- ' -^«"•»n4.
' G g 2, delìmi
^,'jY'° 468 Secolo XVI.
Dìf Titi fra li ^^^"fii» alcuni di efll riprovando lepeneafHittive di corpo contro gli Hc-
Hemìci mcde^fil tctici , & altri aderendole lecite , e neceffarie . Diede pronto eccitamen-
fi '&oi"^'uni- ^^ ^^^^ contefa,non foiamente l'abbruggiamento feguito in Ginevra del Ser-
re eoo pene"a'f^ vcto , mi altri Hiolti fomigUanti avvenimenti accaduti in quefìo medefi-
S' W/i* '^T/«. "^° tempo [ ^ ] nella Francia , nella Fiandra , & in altri [ b ] Regni , e Citta ,
fiHs ThMtiHs UL. quafi a catafte condannati gli Heretici, come legna aride, al fuoco. I
b\tdf'st'!nt?ìn P^^^nii aflcrivano , doverli eglino caftigare , ma non con l' ultimo fupplicio
i,!dice annai'ium dclla mottc : Ì fccondi , nniiis Dei efìe arbitrio relinquendos : fra quelli
fZt^ff/^t'^"^' militavano SebaftianoCaftellione, e Lelio [ e ] Soccino, fuam , come
ci>i Letto soccino dicc Thcodoto Bcza > ipforum [d]caufam agentes : fri gli altri Calvino A n-
Tv.'rim'X' '^'^" tefignano di tutti, con riprova di un libro confutando gli errori del Serve-
ò Thev'd. Bex» in to , quivialuugo fi flefc nel dimoftrare, H^ereticos dMagiflratu, legitima.
vif»cuivini, cognitionepraeuntet juregladiicoercendos ejje; e in telfimonianza della fua
afìerzione egli degnamente ne rapportò non foiamente 1* autorità della
Sacra Scrittura , e fuo mal grado , il coftume in ogni fecolo della Chiefa ,
(le cui tradizioni egli poi negava ) mi le atteftazioni eziandio di Lutero,
di Melandone , di Urbano Rhegio, diBrenzio, di Bucero, del Capito-
ne, diBulIingero, delMufculo, editutta, com'egli chiama, la Chiefa
Ginevrina ; e cita le parole ftelTe di Lutero , che (piegando la parabola
e Luth, in ferm. della zizania dice , [e] Cuftodit Magijìratus non jolum fecmdam , verum
fiomiKics quìMf ojfnniitm maxime primam tabulam . Jdololatrias , blafphemias , execratio-
po/iiliuminohi'us.nes, perjurtamcifcittir . Obtatos Hareticos , ut^m rerum K[^mcn contumeliO'
fos, atque alios eas blajphcmias ducente s coercet. Terfracliores , atque in er-
rore pertexendo contumaciores , ut cum certijjimo plurium exitio , prò malefi-
ciispunìendos fufcipit. Nel che Lutero, alfuofolito, contradiffe a feftef-
fo, havendo egli prima affeverato, ed è la trentefima terza propofizione
iVidiìiPotktif.di ài cffo, [/] condannata da Leone X.OccidereH^reticos , efl cantra volmta-
its^i^f. "'*""'' '^' tenifpiritus. Al Libello di Calvino fi oppofe difperatamenteilCaftellione,
- che fotto il finto nome di Martin Bellio publicò una immenfa farraggine d'
inutih ragioni , in difefa della vita, e della caufa [degli Heretici: rigettate
tutte ad una ad una da Theodoro Beza, che intraprefe eflo la fatica di ri-
fondere al Caflellione, per non divertir Calvino dal profeguimento de'
Commentarii, che appunto allora faceva quefto gran Dottore del Dia-
volo, fopralaGenefi.
Quefli hbri dr Heretici contro Heretici, e di tutti effi controia Reli-
gione Cattolica, ripofero in così alto dibattimento gì' ingegni inefperti
delie, Theologiche facoltà» che volendo alcuni di elfi opporfi adun'erro-
prohibix^one jg ^ rittovavanfi comc perduti m un labirinto di altri errori , e nel medefimo
tiTc"Lib*ri degi' tcmpovogliofi del b^ne , e confufi nel male. Quindi fu, che aflunto al
"t^irf'^/M d< Pontificato Giulio Terzo, Ecclefiaftico di zelo efperimentato , e che Leg^a^
%*firoJit infi^'hl. to Pontificio al Concilio di Trento riconofcevacome parto dellefue fati-
TV ^T^^ So*- che ogni avvantaggio della Cattolica Refigione, incontanente emanò un
''dlì'nHm-m'^aidu. nuovo , e uon piiì udito Dccteto [^] di rivocazione di ogni licenza a qua-
n Dt^'urlfiri^- l"ii^»eperfona, ad eccettuazione foiamente degl'Inquifitori della Fede»
V. frohiblndi ii. di già conceduta da' paffati Pontefici, di leggere, e di ritenere [/;] lihbri
''/'cobHm"Graf!- ^^' Luterani , e di tutti generalmente gli Heretici, con prohibizione preci-
rumeSoc.ufu. fa, & efprclTa tanto citca la ritcnzione di clfi , quanto circa la lezione. [/]
Jj.'XTw/n'r.''^^^' Qy-^ propterea , foggìunfe di Giulio Terzo lo Spondano , primus dicendus
ytdetur I\pmanorum Tornijicum , qui id pric/iitcrit: antequam nulla Tanti-
fiiia^
/
CapìloloVi: 4^9 Giulio
fida, aut CiCfareàlex, fropofttis posnis , cavifte reperì atuYy in miverfumt ^^^'
ne libri H.xreticQrum, ant alii pefiilentes legcrentur : cum.fìngulares , aut fin-
gid.irium Hxreticorum , H^refumve , frequentifjimè prohibiti reperiantur:
e perche nel lungo commercio con diverfe perfone , e nazioni , e nella fca'
brofa prattica, cheGiulio hebbe in grado di Cardinale di tuttigli affari Habintazione
della Germania, e di altre parti contaminate dalla Herefia, ben compre- pefjce^^pdva^
fé , che molti Heretici fi ritiravano dall' abbracciar la Fede Cattolica per ti- u .
mor delle pene Ecdefiaftiche , e della publica mfamia , che loco fopraveni-
va , egli nel medefimo [ a ] giorno , che formò il fopracitato Decreto , e nel a iS^^priUs 1550.
medefimo primo anno del fiio Pontificato , per agevolare ogni via alla reda-
zione di eflì, publicò la Bolla [/>] J//i«y,<7«iwi/mcory,incuihabilitollialla ^ ^^ Buiur.iuin
penitenza privata, allareintegrazione delle primiere dignità, &a' gradi, ^"-^""fi'^-^-
che avanti la loro miferabilecadutaeglinogodevano nellaChiefa, equindi
tutto fi die al proleguimento del Concilio , giudicato da lui l' unico potente
mezzo per l' abbattimento totale dell' Herefìe ,
Et m efecuzione del fuo nobile difegno, fuperate le diflicnltà, che fi
attraverfarono al grande affare , riaprì nella Città di Trento l'incomincia- Profeguimento
to Concilio , che profeguì con altre fei Seflloni fottoilfuo Pontificato, xrltiST'^"* '^
fopra i Sacramenti della Eucharifìia , della Penitenza, edellaEftremaUn-
zione. Dunque formate nei foliti preamboli le prime due Sefiloni C che s.oìone n. eiz.
relativamente alle dieci tenute fotto Paolo III. compofero il numero della
undecima, e della duodecima ) fi procede alla terza [e] cioè in ordine cii.o-!?cimi5jr,
delle altre , alla decimaterza , fopra il Sacramento accennato della Eucha-
riftia. Sfuggironfi faviamente da' Padri di canonizzare per articoli di Fede seflìone %h
le fpeculazioni degh huomini , circa le varie opinioni de' Scholaftici in cfpli -
cazione di quelle verità indubitate, in cui eglino concordemente conven-
gono. E perciò nulla determinolH né circa al modo della prefenza Sacra-
mentale diChrifto, né circa alla grazia ò eguale, ò maggiore, che s'in-
fonde nella Communione di ambedue le fpecie Euchariitiche , rifpettoa
quella di una fola, né circa ad altre fimili controverfie, che ingegnofa-
mentefi agitano tra le fcuole. Solamente fi attefe alla riprova delle riterite
Herefieinfurte contro il Sacramento, con Canoni oppofti ad elle , &ana-
themi proporzionati alla decifione: nelchenonpenofli gran tratto, eifen-
do la materia , non come quella della giufiificazione , poco dichiarata dagli
antichi Concilii , e trattata digiunamente fin' allora da' Dottori \ ma abbon-
dantemente efplicata in tanti Concilii di già tenuti quafi cinquecento anni
addietro contro Berengario , in quello del Laterano fotto Innocenzo , nell'
altro di Coftanza, e nel moderno di Fiorenza, e pienamente difcufla da in-
finiti Scholailici , concordando eglino in rutti quei punti, ne' quali allora Ci
trattava di condannare le novità di Lutero, dì Zuvinglio , di Calvino , e dì al-
tri minori Heretici , che feguaci ad efiì nel genere, erano i^ati ambiziofi dì
mqftrarfi inventori nelle fpecie di diverfe Herefie . Premelfo dunque da' Pa-
dri Tridentini il Decreto del Santillìmo Sacramento della Eucharifiia, [d] à J.f.r,
efpiegatanelaellenza,e'l valore in Otto Capitoli, formaronfi undici Cano- Tnl n.
ni-, continenti la efpofta dottrina^ e perche pareva, che per compimento del- '^^ '*
la materia , e dell' opera , i\ richiedelfe il definire ciò , che fi doveva credere,
circa alla neceflltà di communicarfi fotto ambedue le fpecie,non effendo an-
cora comparfi al ConciholiProteftanti, com'efi] due volte havevanopro-
meffo,e per elfi facendo ifiàza il CótediMonfòrtAmbafciadorelinpenalea
Tomo ly, Gg 3 ch^
. Ccncib.
Giulio ^^jq Secolo XVI.
^^*" che fi foprafedefle in queftadeafione fin' alla loro venuta, gìudicoflibene
da' Padri , non folamente il fofpenderla , ma con particolare invito eccitarli
aconferirfi in Trento, per il cui viaggio, dimora, e ritorno efibirongli
% HuM vide in prontamente la ficurczza [a] del (alvo condotto , ed ogni poffibile ac-
pffi'ilTtjr!'^^'"^' coglimento civile, e libertà di dire le loro ragioni. Perlaqualcofa , ac-
ciocchelaefpettazione di efiìnonritardafieinutilmentelealtre definizio-.
ni, fopracuinon cadeva dubio alcuno, onde attender fidovefl'ela fodif-
fazione della parte, fi procede dal Concilio alla materia della Penitenza,
e dell' Eftrema Unzione, che venivano in ordine nel numero de' Sacra-
h StjT.t^' menti, eformoflenelaSelIìone, [^] chefireftrinfe in nove Capitoli dot-
trinali, e quindici Canoni fopra la Penitenza, e in tré Capitoh, e quat-
tro Canoni "opra la efìrema Unzione , circa i quali rimettiamo il Lettore
a chi ha iiìtraprefo il defcrivere la Hiftoria de' Concilii .
Riflcflìom fopr Ma trd gli altri operofi gravi affari, che nella materia della Penitenza
Jane e'jÀtà dei:, mgombrarono ìu gran perplellìtd li Padri, uno fu, e forfè il maggiore il
drii'^AcS'ì.ic definire, (eallaconfecuzionedi quefto Sacramento fi richiegganeceifaria-
"s}j s-iiraniinto mente la contrizione de' peccati , ò l'attrizione di efll , e richiedendofi
e qui^edTiTpon^ futficientemente l'attrizione , qual ella eli'er debba , alVerendo Lutero , nul-
crf"^di'AÌei£n. l^n^^^tc fufHciente quel lodevole timore, cheadiftinzione del filiale chia-
d7o VII. ^ '"' mafi fervile . Varii ne furono i pareri regiftrati [ e ] dall' Hiftorico degli avve-
c p^aiuv. m.iz. niinenti di quefl;o Concilio, il quale dice. Ter quanto io fcorgo dagli atti,
4. ^. inten';^ionc de Theologifù di condannar /' opinione degli Heretici , che riprova-
vano come cattivo il timore della pena , e non di decidere laqueftioncjcolajticay
[e così fatto timore , non folofen':(a la contri':^ione perfetta ( del che appena fit
lite) ma e':^iandto fenT^ verun eccitamento d' amore imperfetto bajti aliare-
miffione de peccati nel Sacramento. Così il Pallavicino. Ma benché tale f'of-
fe la intenzione de' Padri, cioè di condannar direttamente la opinione di
Lutero , che riprovava come mala 1' attrizione , e'I timor della pena ;
nulladimeno eglino nel Ujecreto della dottrina parlarono così chiaro circa
la fufficienza dell'attrizione per la validità del Sacramento della Peniten-
za, che ci reca gran meraviglia il veder hora cotanto agitati gli Scholaftici
moderni fopra un punto cotanto ben a noftro parere definito dall'
dcom.Trid.Sfjr. ^fìtico CohcìIìo de' Padri : c il Decreto fi è ilfeguente, [d] Contritio,
-ì^. e. 4. de Contri- qu£ primum locum inter di6los panitentis a6ìus habety animi dolor , acdete-
Jiatio efl de peccato commifjoy cum propofito non peccandi de ccetero . Fuitau-
tem quovis tempore adimpetrandamvetiiampeccatorum hic contritiomsmotus
necejìariuiy dr in homine poli Baptifmum lapfo itademum praparat ad remi f-
fionem peccatorum y fi cum fiducia divina mifericordia ^ & voto pr^jiandire-
liqua conjunÓiiff ftt, qu<£ ad ntè fufcipiendum hoc Sacramentum requiruntur .
Declarat igitur Sanala Synodas, hanc contrttionem ^ non folum cejjationem d
peccato i Ó" vit^novapropofitumy & mchoationem , fcdvetertsttiamodium
continercy juxtaillud: Projicitei vobisomnes iniquitates veftras, inqui-
bus prevaricati efliis ; & facitevobiscor novumj & fpiritum novum. Et
certe, qui illosSanSiorumclamoresconftderaverit: Tibi foli peccavi, & ma-
lumcoram te feci: Laboravi in gemitu meo; lavabo perfingulas nodes
lectum meum : Recogitabojtibi omnesannosmeosin amaritudine ammic
meo? : & altos hujus generis -.facile intelliget , eos ex vehementi quodam antea&a
vita odio, & ingeriti peccatorum deteftatione manafie . Docet pr eterea, et fi
contritionem hanc aliquando charitate prefe^tam efie contmgat , hommemque
Deo
tione
Capitolo VL 4^7 1 Giulio
"beo reconciliare , prìufquam hoc Sacramentum a£ìu fufcipiatur ; ipfam ni- ■*■•'"''•
hilominùs reconciliationcm ipft contritioni , fme Sacramenti poto y quod in il-
la imluditur , non efìe adfcribcndam . llUm vero contritionem imperfe6iam ,
qii£ Attritio dicitur j quoniam velex turpìtudinis peccati conftderatione ^ va
ex gehenn£i & panar um metu communiter concipiturf fi volumatem exclu-
datj cum fpe venia; declarat, non folum non facere hominem hypocritam,
& magis peccatorem , verum etiam donum Dei efìe , O' Spiritus Sanali im-
pulfum , non adirne quidem inhabitantis , fed tantum moventis, quo poenitens
adjutus viam ftbì ad jufiitiamparat. Et quamvis fine Sacramento Toenitenti^e
per fé ad jufìificationem perducere peccatorem nequeat ; tamen eum ad Dei gra-
tiam in Sacramento Tosnitentia tmpetrandam difponit . Hoc enim timore uu-
liter concujjì TslinivitiS i adjonapradicaiionemt plenam terroribus pa^niten-
tiamt egerunt, &mijericordiam à Domino impetrarum . Quamobrem fah^
quidam calumniantur Catholicos Scriptores , quafi tradiderint Sacramentum
Tcenitentta abfque bono motu fujcipientium gratiam conferre- quod nunquam
Ecclefia Deidocuit, necfenfìt; fed & falsò docent, contritionem effe extor-
tam, &coa5ìam, non liberam, & voluntariam . Così li Padri Tridentini:
fopra la cui dottrina leggafi [ <? ] chi profondaniente hi fcritto contro gli ^ Baith^f. ftm-
[b] adertoli troppo rigidi d' interpretata Scrittura , eh' efchidono dal va- boafli' /.l'Indi'*
lore deliapenitenza gli atti di quel timore fervile, comprovato perfanto, '^'J^r.'ó.^ 4. irr.z.
e valevole quafi [e] in ogni carta delle Sacre Scritture, [rf] Màdi que- ìltl'JahmHs^o'.
fta materia paderamalungo in altro luogo. Nell'altrapoi della Eftrema 4 fr^'ff.(J.c s.^.y!
Unzione non rinvenendofi da'Padri altra objezione, che quella de'Nova- dijìy.'6'^%''.t7e
tori, facilmente digenlll con quattro Canoni efprimenti la fua origine, li p«r.it.&aih.'
fuoi effetti, il fuorito, e'I fuoMiniftro, alli quali feguirono le altre due '.^l!j,[Tt'é^
[e] Seffionixv. e xvi. [/] in prorogazione delle feguenti, e nella prima ^'beiiyp.icap.s.
dieffead iftanzade'Proteltanti, che non ancora erano comparfinelCon- ^À^^J^elraDe'-
cilio , fu loro da'Padri conceduto nuovo , e più ampio falvocondotto "■'^o-- eUPontìfic,
nella maniera, e forma , che rinverrà [g] il Lettore negli atti Sinodici fd)l!^ufat7.v!i('
di quefto Concilio . tome 4.
In tempo dunque, in cui Tempre più peggiorava la Germania nel con- ]f,£rìu^i'l '^'
tratto morbo della Herefia Luterana, rifurfe da mortai letargo l'Inghilcer- ^ Sef. 16. dùis.
ra alla potente medicina , che dielle una Regina Cattolica , armata di fede , ^''/j''^a^/condi.
edifpada. [h] Ritrovavafi quel miferabile Regno fotto il governo di Tr-d.po/i 15. fejf.
Eduardo Sello in poter di tré furie d' Inferno, Bucero, il Martire , e l' Okinor ÌLfm.TliZ
Theologia [ / ] Scholafiica , come piange un moderno Autore, ^x Ucca- p^^.^-^so.
derni ispro/cripta: exauCioratifan^i Tatres: Sacrorum BibltorimCodicesfo;- \t!t'.'sf'Jrt.l''h!
de interpolati : noviadminiflrandarum Sacramentorum ritus conflituti , liberque t-'^"i'-do^ vi. tx
ea de re edttus , & publicatus : de Sanóiorum Imaginibus toto B^egno abolcndis de- s7Jf. l^ngn.
Liberatum : Mifìie Sacrifictum abrogatum : Fafa Sacra^ CruceSy candeUbra aurea, RiJi'Y'»'''-' «^^ j]*
argentea Fregio Fifcoadjudicata. Imperata fub utraque fpecte communio Eucha- Scie' 'cauoirc*
ridica: Fulgaris idiomatis ufusm Sacra introdu&us : H^eretict vifitatores in- '"«^' '* \°f^^^
fìitutìy qui omnia Catholica l^eligionis monumenta y fignay tefìerafque ever- IutìI .* '^"'*
terenty abolerent : Q^ui ab tmpia novitate abborrebant Epifcopiy Stephanus
yvintomenfts y Cutherus Dunelmenfis , & alit , m carceres con]e£ii , pofiea
dtgnnatibus exuti: H^r etici, perditique homines ineorumloca intruft. Co-
si egli, e così lo ftato della Religione in quel Regno fotto il Rè Eduar-
do Serto. Mi morì [fQ il miferabile, giovane di Regno, edivita, non ^ Prìdiemnasin.
havendo paflati nell'uno fecce anni, e nell'altra fedici , colto dal- in^m^i^^i-
Gg 4 laiiior-
Giulio ^rj2. Secolo XV L
^ p, / lamortenel medefimo mefe, [a] e giorno, che Henrico fiio Padre ha-
^Uilun.'i'ìl]T^'*' vea facto uccidere Tommafo Moro, come fé la fpada del Carnefice alzata
contro la tefta di quel venerabile Cattolico , havelfe colpita quella del fuo
figliuolo, e di tuttala difcendenza mafcolina della fua Regia iamigha,
che terminò con lavita diEduardo . Quando fupprelie le machine de' mal-
contenti, fiì come tolta dall' ehlio , dove l'haveva condannata fuo Pa-
dre, Maria, Figlia della Regina Caterina vera Moglie di Henrico Vili,
e legitima herede di quel Regno , Principefla degna di elTere nata di miglior
feme, giacch'elianon hebbe, per cosi dire, altro che l'originai peccato
dell' efler figliuola di fuo Padre, che percolo da Dio con la fìerilità della
difcendenza, fiì condannata come a morire, fenza lafciar di fé, e di Fi-
lippo Secondo Rè di Spagna, a cui ella fi maritò, chi lor fuccedefle here-
h Omnia Uc nh- dc della Coroua , e folknitore della Fede. Ella era [ />] allora in età di
/«(■'.of/'"^'""'"^' trent'ott'anni, quando fu proclamata Regina, e così ben faldi manten-
ne nel cuore li fentimenti della Religione materna, che nel prender' il ti-
tolo ói Regina, depofe fubito quello di capo della Chiefa Anglicanai e
percheilfuo propolito era di ridurrea corpo fano quell'infetto Regno,
ravvifandone così fracide per la Herefia le membra, la neceflìtd la coltrin-
fe di metter mano al ferro , e con falutevole incifione reciderle : ond' ella
appreffo gl'Hiflorici Proteftanti ne va col.titolo di Carnefice Bigina. Mi
non è mai crudele quel taglio , chefana la piaga , e che con la morte di po-
chi ripone in ficurezza di Stato , e di Fede tutto il Regno . E primiera-
mente ella tramandò incontanente dalle carceri al Trono Epifcopale tutti
queiVefcovi, che per laconfeffione della Fedehaveva Eduardo depofti,
e carcerati , e con feverillìmo bandimento fcacciò dal Regno tutti li fegua-
c Ex sandtroibi- cì dcllc uuove Sette j edicelì, [e] che trentamila di eflì efuli, e sbandati
'^""- prendefferorilugioin altri luoghi della loro vita. Del Bucero, e del Fa-
gio, che già erano morti, fé difotterrarne li cadaveri con l'incendio delle
offa, e lo fpargimento delle ceneri; e convinto di fellonia il maggior' Ec-
clefiaflico d'Inghilterra, che ne fii ritrovato il peggiore, cioè 1* empio
Cramnero Arcivefcovo di Conturbery , fé arderlo nel fuoco , Apoflata , e
fovvertitor della Fede in Inghilterra : fonde il Foxo ripofelo tra i primi S2in-
ò circa il K^Und. ti dclfuo hetetìco Kalcndatio . [d] Spedì ella quindi fuo Ambafciadorea
p'oi^f^dip'^t'iy ^oma il nobile Cavahere Eduardo Carno a preftar ubidiènza in nome fuo,
/o«?4* ' "'* 'e degli' ordini del Regno al Pontefice Giulio, che per la ordinazione di
quella Chiefa , , mandò colà follecitamente , anche a richiefta di Maria , fuo
Legato a Latere il Cardinal Reginaldo Polo, che con gloriofo triplicato
carattere di Cardinale , di Legato , e di nuovo Arcivefcovo di Conturbery ,
, rientrò come in trionfo in quella fua Patria, ricevuto a braccia aperte dal-
pLh uLTom.t la figlia di quel Rè,che l'haveva [e] cotanto horribilmente perfeguitato con
f"^- 4ij. taglie , e con iniìdie , e con bandi quafì in ogni angolo della terra . Egli,riedi-
ficati gli Altari, riauovatele Sacre Imagini, reflituita alle fcuole di Offo-
nio , e di Cantabrigia la fana Theologia, ai pulpiti la Religione Cattolica , &
alleChiefeil culto, riconciliò quel penitente Regno con Dio, e con la Sede
Romana per mezzo della ribenedizione , Pontilicalmente compartita nella
f^nti.ìsU' vigilia di [/] S.Andrea, rinovandoegliinquef'ca^funzionelafolennitàdel-
B i ".Efdra 3*. la funzione , e le lacrime del popolo , che'già furono defcritte da [ ^ ] Efdra
nella rifondazione dell' antico Tempio di Gierufalemme . Non potè però
rApoftolico^ Legato ottenere ciò, che fommamente da'buoni defìdera-
vafia
Capitolo VI. ^ry^ Giulio
vafi , cioè lareftituzionede'beni tolti a'Monafterii , &alle Chiefe, e da Hen- ^^^'
rico , e da Eduardo diftribuiti ò in guiderdone , ò in dono , ò in mercede a*
nobili del Regno. Ondegli, Innova [a] indeturbceconcnarenturtOrdini- ^ ExSandfDcd: ,
bus poftulambiis y & urgentibiis y ada&usefiy publkoinfirumento , Vontifitn ^^^'^''''"'"••W.
nomine y &aH^oritateomnes dehujufmodtboniSy acpoficffionibusy quoadpos-
nas y & cenfuras Canontcas , in perpetunmfecuros , 0- abfolutos dee tarare. Tri-
mitiasverò y & deamasfru&uum y qu.^H.enrtciy ac Eduardi fan^ionibus ad fi-
fe umpervenerant , Eccleliafiicis impo/ierum perfohi decremm cji; &c(xnobia
fmgulorum Ordinum P^ligioforum re<;edificari caper uni privatorum pia libera,-
litate . Decretò bensì il Legato legitimi li macrimonii, e legitima la prole
da efli contratti ne' gradi prohibiti : confermò li Vefcovi Cattolici, mi
inalzati al Vefcovado nel tempo dello Scifma, &altri fei nuovi Vefcovadi
eretti da Henrico : e ne ottenne ampia confermazione dal Pontefice Pao-
lo IV. i cui avvenimentifucceifivamente riferiremo .
C A-
PaoloIV. ^^4 Secolo XV L
CAPITOLO VII.
Marcello Secondo di Montepulciano , creato
Pontefice li 9. Aprile 1555.
Paolo Quarto Napolitano, creato Pontefice
li ìj. Maggio 1555.
Profeguimento degli affari d* Inghilterra . Soccorft cola manda'
ti da Paolo ^arto . Morte della "E^ina Maria , e del
Cardinal Polo. Succejjione dell'empia Elifabetta^ e nuo^
'vaper'verftone dell^ Inghilterra neWherefta . Spedizione , e
mifjione de^ Minijìri Cal'vinifli in America . Entrata del
Cal^inifmo nel "B^gno di Francia . Heretici puniti , ^
ahhrugiati in Spagna . Prigionia di "Bartolomeo Garanzia
Arci'vefco'vo di Toledo . Herejìe , e morte di Da^id
Giorgio . ^alita di Paolo Quarto , e fue coflituzfoni , Cj?*
operazioni contro gli heretici . Inf ulti del popolo alle carceri
della Inquiftzjone : origine , e flabilimento della Congre-
gazjone del S-Offizjo .
i^i^sc^^
^^^^ I Opportunamente giunfero à Roma dall' Inghilterra nuovi
Hibeìnu in*^Rl ItSi]^^ Ambafciadcri à Paolo Quarto in nome della Regina , i
S'IO. ' l^w^^s^ quali prefentarono ubbidiente, e divoto alla Sede Romana
quel Regno , che prevaricato prima, come il figliuol Pro-
digo, fùdal Pontefice accolto con benignità corrifponden-
te al Padre di famigha dell' Evangelio . Era la Hibernia
a o;w«;« h h f^3 antica feudataria de'Pontefici Romani, e poffedevanla li Rè d'In-
btnt^^rTx sl'nde'lo ghiltctra col titolo , c uomc di Signoria, Henrico Ottavo odiando Tori-
ii.ì.schìfm.^ngi^ cinedi tal Smoria, come proveniente dal Pontificato Romano , erefl'e-
Pontefice perle lo m Rcguo , c le uc nomiuarono Re elio, el luo figliuolo Eduardo .
fa^Reiigiwo^" ^^ ^^ devota Maria riconofcendo tutto il fuo bene non tanto dal Padre
toiica' in^inghlil carnale, quanto dal commun Padre fpirituale di tutto il mondo , fuppli-
""^* co Paolo del titolo regio fopra quella Provincia, che ottenuto con parti-
fa Datum r, ìmt ^^^^'' t^] diploma, refele tanto più angufta la Corona , quanto pui fa-
idm'^^hlniTmn. era. Quindi il Pontefice mandoUe à foldo pagato alcune bande di folda-
«!a>!«'2o ^*'^'^ tefcainaflìcuramento della perfona, e in foftentamento della Fede Cat-
tolica contro i tumultuanti Novatori , & ogni promeira le fece di valido
foccorfo con tanta pienezza di cuore, che beata la Inghilterra, fé (otto
quefto Pontefice ò più preflo havelfe regnato, ò più tardi foffe morta
-Ma-
Capitolo VII. 475 PaoloIV.'
Maria. Conciofiacofache il gaudio flì pafTaggiere, e breve, e le calami- ^^^^^ ^^j,^ ^^
tà, che quindi provennero, durevoli, e ancor prefenti. Poiché nel fior gnu wam d'in*,
dell'operadelloftabilimento della Religione [a] ella morì l'anno quinto f^'^""*; g
del fuo Regno, e quadragefimo quarto di fua età, e con egual difpiacen- Lwmi^.'"
za de'buonifeguilla nella morte il CarJinal Polo, che indi à fedici bore
volle ancor efTo paflar in Cielo con lei, quafi difdegnando ambedue di ri- Edeicard.Poio.
trovarfi vivi alla Itrage, aglifconvolgimenti, alla rivoluzione, chedinuo-
vo fopravvennero all'Inghilterra . Poiché morta Maria , fu alTunta al Re-
gno Elifabetta, figliuola fpuria di Henrico Ottavo, e di Anna Bolena, de^
gna figlia di tali genitori, tanto nella empietà della condotta, quanto nel-
la efecrabilità della Fede .
Era Elifabetta, quando rovinolle fui capo la Corona d'Inghilterra , jiJiJhiutfra^ìue
giovane allora frefca in età di venticinque anni, e di egregie doti di natu- qua"iftà',cY/dc."^
ra, s'elleno non follerò ftate tutte pervertite dalla malignità dell' Herefia;
ornata di belle lettere, franca in quattro lingue, Latina, Italiana, Ingle-
fe, eFrancefe; habileal governo, e Principeffa d'idee grandi, ecoflanti,
ma di ninna fede nel cuore, e di animo infierito contro la Cattolica ,
e perciò rifoluta diradicarla, come il Padre, e'I fratello, dall'Inghilterra.
[ /> ] Regnante Henrico Scifmatico , ella profefsò un mirto di Luterà- ^tf4rir''EurJb
nifmo, e di Calvinilmo : fotto Eduardo Zuvingliano fii dichiaratamente it Spirar» nu.W'
Zuvinghana: vivente Maria Cattolica fi trasformò in Cattolica, ma fem-
preadherenteagliheretici, & ai ribelli, le convenne incorrere ne'foliti
fofpetti, e fotfrir dalle guardie della Regina una lunga, ma larga carce-
razione, che la ripofe internamente in maggior determinazione di odio
contro la Religione Romana. Sicché divenuta Signora , e Padrona del
Regno, veggendofi non più bifognofa di fimulare, apertamente fi [e] die ^ ^^'""*''"'^^9-
à conofcere Proteftante, e Luterana, vietando ella , effa prefente alla
Meffa, levarfi in alto, com'è in ufo, IHoftia, e'I Calice; il che fu ca-
gione, che l'Arcivefcovo d'Yorch, & altri devoti Vefcovi non la volefle-
roconfacrare con l'unzione de'Rè; ond'ella fu necellìtata à fervirfi in sì
maeftofa funzione dell'opera di un' appena conofciuto Vefcovo Ovvino
Oglechorp diCarleil, nelle cui mani avanti l'Altare recitò con la bocca la
profefiìone Cattolica,* ma quindi partitafi, e ritiratafi dentro un proffi-
mo cortinaggio per veftirfids'paludamenti Reali, à due Dame, che le fi fe-
cero incontro per abbigliarla, fogghignando dille , 7^o« vi accodate t fé
non volete, che il pws^T^ore di qt4eft'oglio, di cui mi hanno unta , vi jioma-
chi . Da quefte prime procedure altro appettar non G^ poteva, che ciò , che
avvenne: e l'occafione, che non mai manca à chi la cerca, le cadde pron-
ta, elamalvaggiafervideneàmifurafoprabbondanteallacommune afpet-
tazione . Ella per mezzo del mentovato Canio fuo Ambafciadore in Roma
fé paflarparte col Pontefice Paolo della fua aflunzione al Regno, e della
fua rifoluzione di mantenere in eflb la Religione Cattolica : Ultimo atto ,
che finì à Iti il bifogìioy dice [d] un moderno Autore, e inld il fajiidio di ^ Danuu Banotì
fimularCt Cattolica. Rifpofe il Pontefice, ^^on poter [e] efto approvare la fuc- r7//w/T.cT'''
cejjìone di una di già dichiarata illegitima dafuoi Tredecefjòri Clemente Set- ' «'»«"• '^•«'^ '"»-
timoy eVuoloTerTiOy in un t{egno feudatario ab antiquo della Sede ^pofio- 7''^&l^s^^.
lica: Dover ella rimettere à lui ti <i^iudi'2^io , e farehbunft pia maturamente '''|f ^- , .. p
confiderate le di lei ragioni y & intanilo prometterle ogni poffibile fodis falcio- ?àoio! ■''^*
ne. La rifpofta parve alquanto afpra non tanto ad Elifabetta, di cui parie-
raffi
PaoloIV. ^rj^ Secolo XVI.
raffi appreffo , quanto a chi ripigiiolla importuna allora al gran bifo-
gno della Chiefalnglefe, titubante all'appoggio debole di una donna ,
bench'ellafoffe fiata vera Cattolica, qual'ellanon era, ma di già in pof-
fe(ro della Corona, portale fui capo da tutti gli Ordini del Regno: onde =
a spcni.an,xs$9. Paolo fii calunuiato dì rigida aufterltd, da cui proveniilero tutti que'gran
». y. * ' .'mali, che ne leguirono: [a] jlt ^ foggiunge in difefa ò\ lui una Ec-
\hl ^^°'"' ^^' cleilaftica penna, in ipfo cardine quid peccavit , fì fceminam fententia Se-
dis^pojiolicA prò fpuria ìmbitam, nonexifiimaverittam facile ad I{egnum
admittendam ? quam precipue non ignorabat , corde h^refim alere ; hxc'
que in fpecicm tantum foris agenti ne fi fimulB^gniconfirmationemobtmuif-
jet , poftet ciunquam de ilio contYOverfìa fieri} <Adeòquenon Vanii agendi mo-
dus anfampneh uit Eli f ab e th<£ , h^rejimprofitendi; [ed quòd illa femperh^^re-
fimretinuifiet, hacufaefioccafìoneadeam publicè propalandam. Ed in fatti
E rifohira rerfe- Elifabctta uou voleudo mettete à partita il giuoco gii vinto, gittòlapal-
o!2cone di Hiifi- la rifolutaà quel di peggio, che non tanto voleva, quanto lìn daprimael-
Cauoiicu""" ' la haveva voluto, con una perfecuzione di quarantaquattr'amii contro i
Cattolici, delle più fpietate che fi leggano nelle Hii1:orie .
h Die i^. M^rriii E fuoi primi paffi furono l'horribìle , e deteftando editto [ Z> ] del Par-
^^59-, lamento, che fofFogata la parte più fana de'Cattolici , ad iftanza di lei ,
jurexsìtdéro LìJorm^wnohNobikiy e i Laici d'Inghilterra; [e] che calfati fodero, e li
Schifm.^ngL _ .decreti di Maria, e reftituiti nel loro valore cjuegli di Eduardo; cheneflun*
editti""' ^""'^' offequio fi preftaHe per l'avvenire al Pontefice Romano; che tuttala ppde-
ftd EcclefiafticafolfeapprefToElifabetta, efuoi fuccelfori, circa la vifita
delle Chiefe , la correzzione , e riformazione del Clero , la creazione de' Ve-
fcovi, la convocazione , e prefidenza de'Sinodi, la formazione de'Decreti, la
punizione degli errori , degli fcifmi , dell'herefie, e degli abufi, con facoltà di
foftituire in fimiglianticaufe eziandio hiiomini laici, fenz' alcun riguardo
alla dignità de' Vefcovi, fé non quando, come, e quanto ell'haveffe conce-
duto : in modo tale , ch'eglino non ritenelfero , né efercitaflero giurifdizio-
ne, ò^odc{iXE^\ÌQO'(>2XQ ynìft ad beneplacitum Regime y necaliter , nifi per ip-
fam , dr à Regali majefìate derivatam au6ioritatem . Così il decreto del Parla-
mento , e così la dignità di fupremo Capo della Chiefa Inglefe , fiata prima
in un huomo Laico Henrico Ottavo, che fé l'arrogò, quindi da lui caduta
in un fanciullo di nove anni Eduardo Sefto, e pofcia al terzo paflb sbalzata
in una femmina, e rovinata, oveprecipitarpiù baffo ella non poteva . In
efecuzione dunque del Decreto attribuilfi incontanente Elifabetta la nuo-
va , & inaudita in tutti li retroandati Tedici fecoli della Chiefa , podefìà; e à
fé, femmina fpuriaqual'era, &a'fuoifuccefforirifervò gl'intieri frutti del-
la prima annata di tutti li beneficii; e tutti li beni de'MÓnafterii, reftituiti
già da Maria al facro Culto , diftribuì parte al Regio fifco, e parte alla
Nobiltà del Parlamento, che havevala creata Papefia di quella Chiefa .
Coftituì per tutto Vicarii, eCommilfarii negl'intcreffi, e caufefpirituali,
coniò unYeparato figlilo per le materie Ecclefiaftiche, da tutti li Tempii
diroccò, er'afelelmagini facre, fuorché quella delCrocifilfo, ch'e Ila per-
melfeallapublicaefpofizione, e ritenne prefib fé nel fuo privato oratorio;
e per compimento della nuova Riforma bandì un publico editto, per cui
' ^nn.ts>9' dal dì fegaente [d] allaNativitàdiS.Gio.Battifia vietava il celebrare , e
l'intervenire alla celebrazione del-divin Sacrifizio, eziandio privatamente,
conpenaàchivifofle^coko prefente, la prima volta di duecento feudi.
al fifco,
m-
bct-
Capitolo VII 477 Paolo V.
alfifco, e feimefi di carcere: la feconda didopppio denaro , e prigionia:
la terza di tutto l'Iiavere , e libertà in perpetuo carcere. Quindi convoca-
to di miovo il parlamento, volle, che tutti gli Arcivefcovi , Vefcovi , e
Clero fi obligallero con giiirainento alle leggi già promulgate, e defcntte:
imponendo contro i renitenti, la prima volta, la perdita di tutti li benefi-
cii, & il carcere, la feconda, la condanna òx lefa Maeftà , e fufl'eguente-
mente la morte. La formola del giuramento, cheapprelfo gl'Inglefi di-
cefi Sw^rew^z^^w , fùconceputa, e ftefa nel feguente tenore: EgoTSljprorfiis ^'^^!{^^%\^fl^^
teflificor, & declaro in confcientia mea^ B^ginam efìe folam jupremam gu- u°à tutù ^d^ì
bernatrìcem i & iftius B^gni JLngliiS, & altorum omnium fu£ Maje/iatis do- '•lenaiUci.
miniorum , <^ regionum , non mmus in omnibus [ptritualibus , atque Ecclcfia-
fiicis rebus i vel caufiSi quàm temporalibus : &quòdnemoexternHsTrinceps,
TerfonUt Tralatus , Status, vel Totentatus , aut fa6lo i aut jure habetalì-
quam jurifdióìionem , poteflatem , fuperiorttatemy preiemmentiam , vel au-
Cloritatem Eccleftajìicam , aut fptritualem in hoc liegno. Ideòque piane re-
nuntio , & repudio omnes externas jurifdi6liones , potefìates , juperioritates ,
atque au6loritates , Così il giuramento, ilcuifortimento, &efitolaChro-
nologia del tempo ci obliga à rapportarne nel feguente Pontificato
li fucceffi .
Godevano intanto li Luterani, eli Galvinifii del felice progreflb delle
loro Herefie, che contrariate valorofainente da'buoni Cattolici pur tutta-
via fempre avvantaggiavan terreno col pofieflb di nuovi Regni , e con l'at-
tacco eziandio di nuove parti del mondo . [a] Niccolò Durand Francele, l.^lfe^'x 'Ét/cJiZ
cognominatoli Villagagno,Cavalierpi-attico in negozio , & armi, eciò /;^.28. 6- */m .
cheintaliperfona«2Ìdiradofuccede, erudito in lettere, e va^o dell'ap- c''Srfma''nJt'
prendimento delle più alte Icienze della tede, ma djfawenturatamente tin- Amerita.
to di CalviniCmo, e perciò tanto più vogliofo di divulgarlo , quanto più cre-
devanevera, efufiìftentelaSetta, meditò imprefa non mai finallora ten-
tata, anzi né pur venuta in penfiere ad Heretico alcuno Europeo, cioè di
navigarlo anche fuori del mondo , e portarne àfpacciar la merce nell'Ame-
rica ìrà quella gente inefperta, & ignorante delle gran mafiime della Reli-
gione Cattolica > e perciò giudicata da elfo terreno facile, &habiie à ren-
derne cento per uno, &àformar colà una Chiefa non tanto tutta Calvinì-
fla, quanto contraria alla Cattolica, e potente ad opporfi ad ogni contra-
dizione di avversario : machina veramente del Diavolo, ma che priva di
fondaméntoroverfciò ben tofto in danno, & onta de'fabricatori. Dunque
rapprefentatadalVillagagno alRèHenrico ladeftinata fua fpedizione fot-
to pretefto di avvantaggiar colà la gloria delle armi Francefi , ed ottenuta-
ne la permiflìone Regia, e l'eccitamento ancora dell' Almiraglio Gafpare
Colignì, che macchiato anch'eflb di Calvinifmo , concorreva medefima-
mente in fecreta intelligenza co'lVillagagno, quefti, datele vele a'venti,
con lungo, e faticofo viaggio [b] approdò nel Brafile, e quindi torto rifpe- b ^nn.isìs*
dì al Colignì nai^i cariche dipreziofe ricchezze , ma con piùpremurofafol- -
lecitudine calde riehiefte di operarii Calvinifti , onde diftbnder fi potelTe la
fetta, predicarne i dogmi, pratticarneiriti, e ftabilirne la fazzione fri
quei popoli, ch'efiìhaveva ritrovati, quali figuroHeli , fenza contradizio-
ne difpofti à feguitarla. Communicata dal Colignì la nuova miffione à e miinone di
Calvino, Calvino fcelie li più habih mKfionanti, cioè li più perfidi Mini- aKaroui:
ftri della fua Sinagoga, e incontanente da Girievra deftinò colà Pietro Ri- "o.
cherio
PaoloIV. ,^^g Secolo XVI.
cherio Pfeiido-Carmelitano , Gugliemo Carterio , e Andrea Thevcto f
chepofciacompofelaHiftoriadiqiiefta fpedizione, proveduti tutti in ab-
bondanza, come Predicatori del Diavolo, didenari, difervitù, edifen?-
mine, che portaron colà non una nuova Religione, ma una nuova conlìj-
fione , la quale fervi di ravvedimento ai traviati Chriftiani , e non di perver-
timento à quelle innocenti popolazioni . Conciofiacofache tanti tlironp
fra i nuovi Miniftri li litigii nella fondazione di quella loro fuppofla Chiefa,
tanti li difturbi , che quindi naquero, tante le diverfitd delle opinioni tri
eflì, e circalacelebrazione della loro Cena, e circa la predicazione delle
loróMaffime, chenaufeatofiil Villagagno, e di eilì, e della loro, efua
Herefia, rimandolli incontanente à Ginevra, ed egli feguilli in Francia , do-
veprofeffata la Religione Cattolica, riufcì un de'migliori folknitoridief-
» Btz.i»Tc*n!6f4s. fsL^ con molti fcritti, ch'egli divulgò contro gli errori di quella Setta 1 [4 ]
onde Beza acremente fi fcagliò contro lui , chiamandolo ^poftata della fua
b s^ond.an.isss fede, [b] in quo, Ì02,gmn^QCOVidQ^n2i\:'ì^Qff\onQ\oS^onÙ2i\'\o,&mirahi-
lem confìderes divina JHper eumprovidenti<£ di fpofitionem , ut qui deferta inGal-
lia Fide Catholica, ^mericam petierat adplantandam h^refìm Calvinianam ,
fidem onbodoxam ibi mvenerit , quam in Gallia^ ubi eam amiferat , contra
Calvinianos propugnarci . TS^on tanta ejl vis ha^reftSy ut Inter EtbmcQs fidem
Cbrifti f eminare vaUant. Dos hac efi f oliti s Ecclefm Cath&lic£^ . Termiffum
e f.c#r. it. ^fi hareticis y fideles pervertere y quia, ut Vaulus ait , [ e ] Oportet baarefes
ef^e, ut qui probatt funt , manifefii fiant: non datum mfideles convertere ;
difa.z.Mich.^. q[iiia de Sion [ rf] dnmtaxat exit lex , & verbum Domini de Jerufakm ,
Così egli. Il Richeriooftinofiì nell'impegno, e come non pago della fola
Herefia Sacramentaria, vomitò nuove beftemmie contro Chrifto, predi-
fi T^eCciusdefeSfà ^audo , [e] Cbriftum in carne non efk adorandirm y neque invQcandum , & ak
Evangtikity & ufu Coen^ie y atque à communione Corporis Cbrifti abftinendum , con la ra-
G<ttéit.f*c.i6.c.6i gione, ch'egli adduceva, Qiiòd fpes af^equend^e vita aterna non ad corpus,
fed ad animam pertineaty non carni (ìt , fed anima promifjay ita ut ex ufn
Eucharifiia non pofjitulla in anima utilitas- expediart , Herefia non maiaifei?-
ta da altro Herefiarca, havendo molti errato eira il modo, e la fpiegazio-
ne di quefto di vino Sacramento, ma non giammai da alcun vietatane li
partecipazione.
Né fi reftrinfe allora la Herefia Calviniana in qualche (olo Francefe ,
<!ei^caivfm(?"S mifvelatamente ìn qucftà età comiuciofiì à profeliare nel Regno di Fran-
periaFrancu. eia, beuchcfempre ò da'Rè Contrariata, ò dagli EcclefialHci , chelavjd-
dero, come torrente? inondare quelle Chrii^ianifiìme Provincie, onde fé
miracolo fu, che non naufragafle allora quel Regno, così miracolo fi è
il mirarlo prefentementefopramolt'altri, puro nella Fede, e invitto nella
( R ,.; r •/ profeilìone eh elTa . Gio.Maifo d'Ansio fu il primo, che ofafl'e alzar Cathe-
^".isss- dradipeltilenzainParjgi, e predicarne il Cai vinifmo; onde Beza [/jenco-
cflb:*^"°'' ^' miolloco'l titolo di PnwMf Taftor Ecclefta Calviniana Varifienfis y e moko
egli fi duole, che foflV il Maflb ritrovato uccifo in un fuo borticello, appe-
na fcorfo il fello anno dell'amminifiirazione del fuo Pfeudo Pallorale utft-
tvid, Bfica •« ^^^' ^^^^> & il Senato di Parigi apertamente fi oppofero alla nuova dot-
M^yV /Irr*"^ trina, e nìaimenati, uccifi , e [g] carcerati que^chenafcofìamente fi[/»]
^uTifj"" ■^^'"'" adunavano m notturne conventicole alla celebrazione dt'loro mifterii>
hZinnÀl'si. prefe eziandio ngòrofi rifentia.enti contro i medefimi Senatori , alcuni de*
quali hebbero ardimento di profeilare il Calvinifmo avanti il Rè medelì-
mo.
Capìtolo VII. 479 PAor-oIV:
fttò, che l'oppugnava . In modo tale, che la Fede Cattolica fu dai Rè Fran-
cefi con tanto zelo diFefa fin a quella età , che fra gl'incendii dell' Herefia , v
quali ardevano nella Germania , nella Helvezia, e nella Inghilterra , appe-
na qualche favilla n'era sbalzata in Francia, e quefta affai prefto eftinta ò
dal fiato de'Predicatori Cattolici, ò co'l fangue de i Predicanti, e Mi-
niati HereticideUnquenti. Ma morto il Rè Henrico Secondo , e caduta
quella gran Rocca della Fede in Francia, nel breve Principato di France-
fco Secondo, che fucceffe alla Corona fanciullo d'età, e debole di fanità, e
mediocre di capacità, cominciarono i Calvinifti cornea muover le brac-
cia , per alleftirfi à nuove conquide , non oftante , che il nuovo Rè deputaffe
una Camera, overo Giudicatura particolare per riconofcere in effa li delit-
ti in materia di Religione , quale volendo anche nel nome render terribile ,
\z àQWommò la C cimerà ardente, perche que'che venivano con vinti di Calvi-
nifmo, erano incontanente da (]ue'Giudicifentenziati ad ardere nel fuoco: ^vuecit.^uii».
cnefùlafentenza [^] efeguita in molti, con terrore bensì , ma non con \'Jr*^J^Q'*^s"^
ravvedimento degli altri, che refi più feroci nell'impegno, proruppero in Ayf"* °'^ '
que'lunghi fconcerti , che ben [b] tofto rifedremo . ìiolv.H Ì!"*' ^^
< Il rimedio però del fuoco , che fi refe inutile , e di niffun profitto in
Francia, fu cotanto falutevole alla Spagna, che ad effo ella deve la bella
gloria, diefferefempre rimafta efente dalla contagione Luterana, eCal-
vinifl:a , di cui , eccettuatala Italia , ritrovavafi oramai infetta tutta la Euro-
pa. Filippo Secondo, che la reggeva, Principe oculato da lungi, erifolu-
tod'appreffo, particolarmente quando trattavafi della purità della Reli- Hcrettcì abbru.
gione ne'fuoi Stati , volle effo fteffo veder'arder vivi prima preffo Siviglia, e S'"' ^'^' '" ^p**
poipreffoVagliadolid parecchi colpevoli convinti di Herefia, fra' quali ^"^'
annoveranfi \ c'\ plurirr'i^ come dice l'Autore, utriufque fexusy omnefqns ^o^ j
cxtnditioms , etmmque hcclejiaitici , & Monachi, eqiiejms quoque , &pn' n.z».
miordinis, clanquealiiviri, a'quali iì era attaccata la fcabbia ò dal com-
mercio havuto co* Tedefchi preffo Carlo Quinto, ò con gl'Inglefi preffo
Filippo Secondo . [d'I Era nella medefima condanna invòlto Coflantino j ^n.i$s9.fvtdt
Ponzio, che in qualità di Predicatore haveva molti anni afiìfijto alla per- uvUacti caruv.
Iona dell'Imperador Carlo Quinto, enei medefimo fuoco farebb'egli ffa- ^^"J!!"Ì11vcT/zh.
to, come gli altri, ridotto in cenere, fé nell'eftraerlo dal carcere, rinvenuto .?'"^'»«
morto , non {\ fofie , co'l fottraerfi dal mondo , fottratto ancora da quel du- Sìi"dt cortame.
ro cruciato, in cui ad onta dell' originale fu fottopoffa la copia , arfane »o Ponzio, eiu»
la figura. Hgli, ancor Carlo vivente, fu dagl' Inquifitori Cattolici impri-"^°"*'
gionato in Siviglia, ed all'udirne la nuova, difle Carlo , Se Cojiantim è
Heretico, èungrand' Her etico: accennando la di lui hipocrifia, con cui fi
trafempreben faputo finger Cattolico . Bartholomeo Caranza Domeni-
cano Arcivefcovo di Toledo, Ecclefiaftico famofo ne'fuoi celebri ferirti
della Somma di tutti li Concilii, della defcrizione delle Vite di tutti li Pon- Bartolomeo Ca.
teficifinàPaolo Terzo, e del Catechifmo , che prefentemente rinvienfi '^nia, e fuacar-
prohibito nell'Indice Romano dc'Libri, e venerato nella Spagna per Taf- certose" wXdi'
fìftenza, che anche effo fece alla perfona di Carlo Quinto fin'alla morte, Fede .
incolpato di fentimentimenfani circa la fede, fu lungo tempo cofìretto rif-
pondere dalle carceri agl'lnquifitori, che con ineforabile giuftizia ne pro-
-ceffarono la perfona, con quei travagliofi eventi, con cui, mutati paefi,
ma non prigioni, flrafcinòlafua vita con infelicifiima vecchiaia, come à 'p^^K^'Jr'ftruì
Tuo [e] luogo dirailì, fin'alla morte. Hifqhe faBum cft , conchiude l'Hifto. -^^^^'^.
rico
Paolo V. ^g^ Secolo XVI .
ihccit ^^*^^> [ a ] Ut Hìfpànì^ quìes pan* fuerit , dum alibi omnia, feditìonìhus
/.«» ,6c.c,t. QQ^^Qf^cYentur » Etfi enim fcimilU novarumopimonum in multorumi ac no-
bilium pnefenim animis efsent accenfa , delituermt tamenpropter gentisinge-
ttium y pericula vitare cauta , neque arduìs fé fufceptis objicere amantis ,
Così lo Spendano .
Né con minor vigore operoffi contro il deteftato Heretico David
Giorgio, ancheinpaelì, che profeffando la herefia propria, abborrivano
^ le altrui, come fé non una fofle la fede, e la caufa della Religione Cattoli-
"'*^^^' ca. Era egli nato [b] in Gant di Padre Saltimbanco , eprofefTava l'arte di
, rr j-/n .-e A- Fornaciaro di vetri , quando fra il numero dedi Anabattifli [ci comin-
nadriano vi.to.^. CIÒ aucor CI nou tanto a girar per la Germania, quanto a dir perGerma-
Dfv*d Georgio e "ì^ tutte queUe forfenataggiui ò chc gli venìvauo ìu bocca, ò glifaltavano
fue horriuih b- in capo ,pazzo , vagaboudo , beftemmiatore, e mifcredente,da annumerar-
^^?L'„/- ^ fi più tofto fra la Setta degli Atheifti, chedediHeretici.Edi \d'\ predicof-
nftn,& cocUusin lì ( e pur tu chi feguillo ) terzo David , il vero Melila, e 1 celelte Chrilto ,
4ifìf Luth, prodotto dallo Spinto Santo, e però maggior di Giesii Chrifto , che
havevatratta fua carne da una donna . Lefemmine, che dietro d mera-
vigliagli andavano, (i reputavano beate , abbandonati li loro mariti ,»
concepir dal di lui feme, &àloroeflbdicevafinepote di Dio , che parla-
va con le tìere, e con gli uccelli in qualunque linguaggio , da'quali rice-
veva cibo invilìbile, ma proporzionato al fuobifogno : vuoto il Cielo, ed
erto mandato in terra à riempirlo , non per mezzo della fua njorte , come il
fecondo Chrifto , ma per mezzo della fua grazia. Come li Sadducei nega-
va la refurrezionede'corpi, l'eftremo giudizio, i buoni, cimali fpiriti, e
la eterna vita: riprovava il matrimonio, e perche il Diavolo è fempre
fporco, volebat omnes mulieres effe communes, permittebatme fingulis ,
quot vellent , af sumere , adcoslumfidelibus tmplendum . Stultum efse, doce-
bat , fi quis peccatum putaret , abnegare Chrijium coram hominibits j ac pro-
pterea ftolidos ajebat ^poflolos , & Martires , qui ea de caufa mortem fubjif'
fent: fufficere enim corde credere coram Dea: non anìmamy fcd folam car-
nem peccare : animafque injidelium aquè ac fidelium fahandas fare , &
^poflolorum corpora aquè , ac infideliiim t damnanda. Omnem Moyfis dO'
£lr inani , & Vrophetarum , ipftufque Chri/iì , & Upoflolorum , imperfe^lam
efse i atque ìnmilem ad falutern confequendam; in eumquetantummodò ufum
traditami ut homines quafipueros ad hoc ujque fui adventus tempus coh^£re-
ret: fuam vero do&rinam perfe6iìffimam effe, qu^e fola hominem beare pofiet .
Cosìlidelirii, e le beilemmie di David Giorgio, da cui provenne la Setta
de Davidtam , e de' Giorgiant . Egli da' bandi dell' Imperador Carlo fu
fcacciato dalla Fiandra, d'onde ricovratofi in Bafilea, e qui predicandoft
im mortale , venuto à morte forrife , e difl'e > Fra tre anni riforgerò , & avve-
reròlemìepromefse grandcT^p^e . Il Senato di Bafilea, difcoperta la fraude
dell'impoilore, ne ordinò la dishumazione del cadavere, che flrafcinato
i^n\\s$sjiezì. [e] al luogo infame del patibolo, fiì quivi confegnato alle fiamme con
'^''^' tutti que'libri , ch'egli ò haveva compolti, ò riteneva nel fuo tugurio in
inganno, erifadeTuoifeguaci; e dicefi [/] che prefentemente ancora fia-
^^(W6i«,.i 5J5. ^^ ^^^^^ Germania gente , che afpetti la rifurrezione di lui , che non mai ver-
rà, fé non in quel giorno , in cui il mjferabile vorrebbe più tolto vederfi an.
nichilato , che rifiifcitato .
Sedeva, come fi dilTe, nel Trono Pontificale di Roma Paolo Quarto ,
Pon-
Capitolo VI L 481 l'AOLoIV.
Pontefice di gran Religione, e di grandiilìma annerita nel coltivamento di
elfai onde ad alcuni parve di natura, e di devozione indocile, &arpra an-
che nelle cofe ben fatte. Nulladimeno diello DioperPaftore al fno Greg- ..^fj^J^g";' ^""^
gc in tempo, in cui era molto più necelTario il baftone al difcacciamento de* xlliT, è prT/fs'
Lupi, che la voce. Quando trattavafi di Fede ò violata , òfofpetta, <^g^^ ^^^dtl^cx^hi
dioioftroflì Tempre ineforabilej &ad alcuni Vefcovi della Germania, che Y>'^au\hl"c{iL'
vilmente fi diportarono in una Dieta di Augufta, [ a 1 con Apolìiolico coraa- 1 ^r^V^'r^-^'
gio, Sinosdeflituent esteri y icrils egh, non proptereaGregemnobis commi f- Saiisburgtnfetn ,
fum ullo unquam tempore fumus deferturi , quin contrà tanto ardcntiàs *^ "''" *
ituri, quanto tn uno folùm Deo certiùs [per are dehemus , qnàm mundum
ipfiim uniperfum , nedum tftos, perhorrejcere . Ond' egli col fervore delfuo
zelo non dubitò di torre la Legazione d'Inghilterra al Cardinal Polo, e ài
rinferrare in Cartel Sane' Angelo il Cardinal Morone, e Giovanni Tommafo
Sanfelice Vefcovo della Cava, fol perche dì que'Perfonaggi haveva per fama
concepnti alcuni fofpetti , benché falfi , in materia di Fede , quafi eglino co-
vaffero nell'animo qualche men fincera dottrina. Il Sanfelice [Z>] fùaccu- ìu'^é-VfV'i'^è
fato, come aflertore ài alcune opinioni poco ficure proferite da lui negli f^'j- '' '"*''
articoli [e] della giuftificazione , onde venne prima ingiuriato in Tren- '^Hadfullv/'-^''''
to dal Vescovo di Chironia, pofcia privato del carico di Commi Ilaria da m?-^SV//A^1
Paolo Terzo nel Concilio, edifcacciato dal Sinodo, e in ultimo incarce- ''^•'''^"^^'•">-4.
rato da Paolo Quarto . Del Polo fi narrano fofpezioni non fufllitenti contro .
r aflcrto articolo della giuftificazione, e[d] commercii apprefi per mali- pLh'mr&in
ziofi con gli Heretici , e dicefi, che [ffjhavendo egli compofta un'accurata ^fe/fovct/oiifr^'J.
Apologiainfuadifefa, ove gli era convenuto mefcolar varie punture con- JJ? """" ^'"''*"»•
troilPontefice, che'l travagliava, e copiata in buon carattere, venendo-
gli ella portata, mentr'egli fedeva prefTo al fuoco J, il buon Cardinale,
ch'era per altro un'Agnello dimanfuetudine, in rileggendola, prefo dal
zelo di facrificare alla cariti, & all'oflequio dovuto al Vicario di Chrifto
anche la propria fama, attaccata in materia cotanto grave, quanto fi è la
fofpezione dell' Herefia , lanciafle generofamente la fcrittura nelle fiamme,
dicendo à fé ftelfo, [/] TurpitudmernVatrìstuinondifcooperies, Ma Paolo f ^mv.ig.
finceratofi facilmente del Polo , non così facilmente s' induife alla dichiara-
zione della innocenza del Morone.Conciofiacofache[^]impreflìonatofi da g£^Xtiar!!s^r^
qualche lontano indizio, che il Morone mantenefle, e coltivale fecrete /5<rió!^'2''2^,v
intelligenze con li Proteftanti della Germania, dove in molte Legazioni ">.f.<5'«.j.
era egli villuto parecchi anni, incarcerato, come fi difle, ilprefuntoreo,
rie commelfe fevera giudicatura i quattro Cardinali , affin di rintracciarne
il vero, e di punire pofcia la colpa'. Ma morì Paolo avanti la fentenza,
onde il Morone, fopra cui cadde in dubbio, fé dovefs'egli intervenire al Con-
clave, fu tolto dal Carcere da tré Cardinali , condotto in Congregazione
fra gli altri , con la ragione ,«' che non eflendofi contro lui pronunziata fen-
tenza, riteneva egli il fuo diritto della voce in elezione del futuro Pontefi-
ce , non potendo legitimamente venir da effa efclufo un Cardinal prcfente ,
e non condannato. Mi aflunto al Pontificato Pio Quarto, fu il Morone
pienamente aflbluto , anche da un Cenfore acerrimo della Fede, qualfiiil
Cardinal Ghislieri , allora fupremo Inquifitore , e poi Pontefice , Al par ài
efii egli mandò il fopranominato [h ] Bartolomeo Caranza Arcivefcovo ^ oidoìnus h aì-
di Toledo, di cui avocò la caufa à fé in Roma, dove fello venir carcerato con pS/.^If?' "'' *"
prolongato giudizio fin' al Pontificato ài Gregorio Decimoterzo. Quin-
Tomo ly, Hh di fot-
pAotoIV. ^82- Secolo XV J.
di forgendo al rimedio di quei gravi malori, che affliggevano il Chrifliane-
fimo con la prevaricazione cotanto fpcffa de' Vefcovi , egli compofe quella
publicaconfeffione di fede, cheprofeirafi prefentemente da' Vefcovi avan-
ti r amminiftrazione de' loro Vefcovadi , ed emanò la terribile Conftituzio-
a Tn Buiiar, Paul' ne [ <z ] Cum €X ^pofloUtus , coutto gli Heretici , & i loro fautori , ò Impe-
IV. ccnfiir. ip. radori eglino (ì folFero , ò Rè, ò Prelati , decretando, che nilTuno inquiiìlo,ò
fafpettodiherefia, potefTe giammai afcendere all' alto grado del Pontifica-
to . Qt^iindifentendofi ogni giorno più ferirle orecchia, eh' effo vivente
machinavafi non fenza taccia di aperta Simonia la elezione del nuovo futa-
fa ibid.c0niiit.16. ro Pontefice, formò altra [ 6 ] Bolla, confermando , & innovando tutte le
leggi, antichepene, e cenfure conrro i prefuntori di corali prattiche, di-
chiarandoli incorfi/w primo crt/7/re nel delitto dilefaMaefti, enelIaSimo-
niaj e però comminando loro depofizione da* gradi, e perdita diufKcii,
di feudi , di Dignità , di Regni , e d' Imperii nel tenore formidabile efpofto
nella Bolla Cum jccundum ^pofiolum .
E fiu Bolla con. gg cotsnto giuftameutefcvero dipoFtoilì Paolo Quarto contro li primi
niuni'. ^"' ^' Potentati, &Ecclefia{lici del mondo,. quindi comprèhdafi, con quanto
nervo di vigorofa forza egli li fcaglialfe contro gli apertamente Heretici,
che baldanzofifeminavano fentimenti contrarli a' Dogmi Cattolici . E per-
che THerefia Anci-Trinitaria di Michel Serverò rifurta doppo le diluice-
neri,baldaazofa correva per le parti Aquilonari della Germania, Polonia, &
Ungaria , predicata colà da Valentino Gentile Confentino , da Gioan Pao-
lo AlciatiMilanefe, da Matteo Gribaldo celebre Jurifconfulto nell'Acca-
demia di Tubinghen , da Lelio Socino Senefe , e da Giovanni Campana nati-
vo di Guihers, il Pontefice accorrendo follecitamente alla difefa di Dio Tri-
no , 6c Uno , inveflito da quefti nuovi Sabelliani , & Arriani , emanò nuova
Bolla contro efijl , prefcrivendo pene ai contumaci, e condizioni ai penitenti
e /ù!d.co>ijìit.4. con l'aurea Coftiuuione [jt] Cum quorundam, atteflato egregio d' indul-
genza infieme, e di terrore.
Ma perche la herefia predicata è fol viva in una bocca, mala fcrittain
Indice de' Libri mjHe occhi , c vola facilmente in mille parti del mondo , onde malage-
prohibiti. volmente rinvenir ella fi pofia per oliarle, il faggio Pontefice anhelando
allaprefervazioneda un contagio cotanto univerfale in quei tempi, in cui
ogni femplice plebeo ofava ftampar libri di herefie , e contraporli all'
eciacr. in vita Evaugcllo, furfc [rfjnelnobilepenfierediftabilire un'Indice di tutti quei
i^i-jjK Libri, ne' quali, ò Cattolici, ò Heretici ne folfero gli Autori, notar fi po-
teffe fentenza non Tana , e confeguentemente pregiudicevole alla purità del-
la Religione Cattolica j & annotati tutti efiiper ordine, con accurata dili-
genza di huom ini valorofi, edotti, quindi, come reguì,prohibinne di tut-
ti la lezione, elaretenzione, conpenedifcommunìche rifervate ai Papi,
di privazione de' Sacerdotii , d'incapacità ai beneficii Ecclefiaftici, e di
perpetua infamia à chi contraveniiTe. Giulio Terzo fu il primo Pontefice,
che generalmente vietalfe tutti li libri degli Heretici, benché antichillima
folle la coftumanza nella Chiefa della prohibizione de' libri di un particola-
re Heretico , ma non già quella univerfalmente di tutti : e forfè prendendo
da Giulio Terzo la norma Paolo Quarto, quefti poi ne ffefe l'Indice, che
indicandola carta infetta dalla fana, rimanefle, come fanale ai naviganti,
ctìsì lucerna, e fiaccola ai Pro felTori dello ftudio, e à chi fuofìudio poneva
alla lezione dieilì . L' opera fu degnillima, e formato l'Indice^ eglifiì
V, •' - im-
Capitolo VII. 483 PaoloIV.
irtipreflb > [ ^ ] e divulgato ; ma in effo fiì chi iiotowi troppo rigore di pene, a ^««. lyy,.
che pofciadalSucceflbre Pio Quarto moderate , refero y [b] come {\ dirà , ^veduiPontir. a
più gradevole , & utile il medicamento . Mi non cosi T infame [ e ] Verge- ['vZìupcnt'if. di
rio, di cui dice lo Spondano, adverfushunc Vauli Indìcem, alio fquc Libro- raoioi/i.to.^.pas.
rum Harcticonim]am ameaàTheologis Tartfienfìbus , Lovanienfibus, & HiJ- '*^^'
panicispromidgatos t ita Latine y atque Italico debacchatus efi, ut y quamvis Maiedicenta dei
nunquamnoninfaniat pottks i quàmfcribaty in libellis tamen cantra hujufmodi vergcrio contro
Catalogosy furortfuoomnes habenas laxaperit . Mùegli potentcmcnte'fiìrc- iodai'"J!.tcfice!
prefTo da Giacomo Grctfero della Compagnia di Giesù ne'fuoiCommen-
tarii de Librorum Hxreticorum , & noxiorum prohibitione .
Scorfe alcun tempo fi aggiunfe poi al Vergerig Pietro Paolo Soave ,
il quale, dice di lui il Pallavicino , [d] prefuppone, che l' ufo diprobibirfi la ^P^Hav.l.is.ciS.
IcT^ione de' Libri fpccialmeme non oppojii alla Fede , fta moderno nella Cine- ''*^'
[a; e che per gran tempo niun altra regola obligaffe i Chrifìiani ad afiencrd
da sì fatta le-s^ioney che il precetto naturale ò di non efporfi a pericolo di fpi-
ritual detrimento , ò di non confumar il tempo fen-:^a profitto . Voglio , foggiun-
gè il citato Autore, che tutto (ìa vero. Forfè in tante altre mitene nonveg-
giamo noi, con prudenza farfi da ogni favia F^publica nuove Leggi , per cui
s' interdice univerfalmeme , come gravifjimo misfatto, ciò, che per natura non
è alcun male, falvo in alcune circojìan'^e, nelle quali per ordinai^^ion della
fiejja natura vien prohibito ; md che poi conofce per efperien':^a in qualche
governo, e in qualche età, che fenica un sì fatto general divieto fpefìo , ed d
molti, riefce occasione di commetter ciò che naturalmente è mafie i Cerchifi
neW antichità , fel portar un arme corta fenT^a offe fa di veruno , fofje colpa
univerfalmente punita per capitale à pari d un omicidio y come è hoggiin va-
rii paefi. Certo nò . E pure non fi biafima quefìa recente prohibi'^ione dell' ar-
mi, quafi un indijcreto rigore: an':!^da chi ben intende, fi lodane' Magiflrati
per atto di carità , il qual fottraga i fudditi al nfchio di patire V acerbità
del rigore t veggendoft à prova , che minor gente cade m delitto, e minor gen-
te foggiac e di fatto alla j everità del caftigo, dove lo fieffo portar dell'armi
è delitto, che dove quefìo è permeffo , ed è foh vietato il ferire: poiché fuppo-
jìo il rigorofo divieto, è agevole , che ciafcuno mentre jià coli' animo, edato ,
vada fen':^a tali armi, e che pcròlexifieirnprovife riefcano innocenti: là dove y.
quando fia lecito , e perciò tifato , il portar quelle armi , che fono ac-
conce ad improvifa , e mortai' cjfefa , riefce poi difficili (fimo rattemperar
dall' ab ufo di efie il furor dell' ira . Coiì propor'^ijonalmente è avvenuto
nella le':^one de' libri . Minore è il nmiero de' peccati ne' luoghi , dove^
oltre a quella Ic^^jone eh' è conofciuta per nociva , òper oxjofa , e però vie-
tata per legge della natura , è anche peccato generalmente per F.cclefia-
JÌ!co flatuto la leT^ione de' perni'^ioft libri , che dov ella non è peccato .
Imperocché più , e maggiori peccati ft fchifano , mentre innumerabili
perfone per ubbidicni^a rattenendofì da leggerli , rejiano libere dal male ,
i.n cui le trarrebbe impenfatamente una tal le'S^ione , che quelli, i quali
ft commettono , perchè alcuni vinti dalla curiofità frangono il divieto. T^è
riefce*ijajìantc in pratica il rimetter ciò alla cojcien'^a di ciafcuno , il qual
confideri, fé un tal libro, il ponga in lubrico di caduta, onde fia in obliga'^o-
ne di non ufarlo . Qjriefìo^ pericolo mal fi conofce, fé non tardi, ed à prova ,
JJi molti libri a molti non è nota la contenenT^a prima della le'^onc . Oltre à
ciò, troppa è la fidan'^i che ha l' huomo sì del fuo faperc, sì dd fuo potere ,
Hh a Ciajiu-
PaoioIV. ^g^ Secolo XVI.
CUfcunofiperfuade; che da niun Seduttore farà ingannato. V ìfiorie che mc^
contano ciò , che una volta fa , e le favole che rapprefentano ciò , che molte ì> ohe
fuol efiere, fonpiened^cfempii, i quali infegnano , quantainciòfìaiaprefun'^iO'
ne degli huomini prima del fatto , quantaladeboleT^T^anel fatto , SenT^ache, la
prohibÌT^ione de' componimenti rei porta infieme due altri falut evoli effetti : /' uno
è, che li timore di quefla autentica nota ritiene molti dallo fcriver Li ^ e dal di-
Tfolgarli: l' altro, cW elU con difficultarne lo fpaccio , ritrae gli Stampatori
date imprejjìone , e t Librari dalla compera: onde la trifìa erba per di ff etto di
cultori àpocoàpocofì dirada, & inaridifce: e le penne, i torchi, le botteghe
fono invitate dall' efca dell' intere ffe ad impiegar ft folo in opere profittevoli . Per-
chè poi sì fatte interdi'^oni fienft frequentate , e aumentate negli ultimi tempi ,
due fono le ragioni. Il multiplicato numero degli autori, e de' Lettori: eia
crefciuta comodità agli uni di divulgare i libri , i? agli altri di procacciarli.
Così il Pallavicino .
stabiHmentoiiei. NiiTimaperò delle molte, e tutte degne operazioni di quello Pontefì-
ifederS'^offi- ce, ugiiaoliarfi fi può à quella, che fu ancora la più utile allora al popolo
^'«.ej^ua origine, fedele prefentc , 'eia più falutcvolc ai fututo , ch'èloftabilimento, metho-
^ '"""' do, e regola, ch'egli diede alla Congregazioae del Tribunale deputato in
Roma per gì' Inquifitori della Fede , che dall'Ufficio Santo, ch'egU profeffa,
diceli per Antonomafia ilSant'Offizio: onde ben'egli fu chiamato Chri(ìian£
a ^pud^n<ir.vi. pietatisafiertor , [a] &reparatorlabentisCatholiciefidei. Già in altro luo-
a^rdinminaddit. go [ ^ ] fi diffc , qualmente Innocenzo Terzo ampliò l'ufficio fol proprio
tv't'dni nofir» ?. de* Vefcovi d' invigilare alla cuftodia della Fede contro gli errciri degli Here-
to.p^g. vjx, jj^i ^ ^.QQ la deputazione , eh' egli fece extra ordinem di nuovi Operarii , che
follerò anch' elfi Inquifitori, e Giudici della heretica pravità, e in certo
modo ajutafleroi Vefcovi à foftenere il pefo di una tanta mole: e à tutti
quel faggio Pontefice trafcelfe San Domenico , eh' egli iftituì Commiffario
Apoftolico , & Inquifitore controlli Heretici Albigenfi , procedendo quin-
di alla nominazione di altri Inquifitori in perfona difoggetti Religiofi, e
capaci , quali dai fulfeguenti Pontefici furono qua , e là mandati , fecondo
r urgenza della Fede , che pericolava , ò'I bifogno de' popoli , che implora-
vano affiftenza, e patrocinio: e di elfi fi è fatta lunga menzione in quefi:a
noflraHiftoria, onde inutil cofa farebbe ripeterne la enumerazione . Così
caminoifi fin al tempo di Paolo Terzo, quando quello Pontefice riputan-
dofi impotente à fupplire elio folo a tanti , e tutti gran ricorfi , che facevano
gì' Inquifitori fparfipe'l Mondo contro il torrente impetuofo delle nuove,
e fubalterne fpecie di così copiolo,e miferabile cumulo ài Herefie di Lutero,
e i9.L»^/;ei54i. diZuvinglio, di Calvino, edegliAnti-Trinitarii, [ e] deputò una Congre-
gaziofie in Roma di fei Cardinali, in forma di Tribunale, co'l loroProcu-
rator Falcale , Motaro^ e public; Officiali, che fopraintender dovelferod
Conjtiritt: ì{- . « _
"'' '^£'"'7 -r ampliò, elft''bilì quella Conr^rega'^rione, ordinandone precifamente, [ejup
lj£i<^y.'d Circe, cju'i r,ibiinaliì caufa , ^«^ dele^ìorum Cardiiralium au^oritate terrninan fo-
^.!^r^' ^r£"/* '^-'^''t, coram Romano To:nifìc>. , die ferjd in't-Jebdomada fiatuto, cognofc^'
f^''cat.LJ!ì^r.'ri rentur: onde ó.ùin viene , che quella [f] Congregazione habbia per Pre-
tnoc:2s.fer!ot. fetrT,, c Capo il foIo Capo dclla Cbicfa , eli e il Pontefice, àdidinzione di
ogni altra Congregazione, che riconofce dillincaiiientc per prefetto un
Car-
Capitolo VII. 485 PaoloIVI
Cardinale: nella iilituzione però , che di efTa riferiamo Jeggefi, che Paolo ^ ^^^ ^.^
cortituilTe [a] Sommo Inquifitore Michel Ghislerio Cardinal Aleffandri- i^.D^'ecelnbn's. "
no dell' Ordine de' Predicatori , al quale tutti gì' Inquifitori della medefima
Congregazione dovedero foggiacere: qual Sommo [b] Ufficio ftcut ne- b sihnd.an.is.^'^.
minrantèi dicQÌoS^ondzwo y itane e pòfìcontigity alteri dart, Tontificibusid"'^'
ftbi ipfts refervantibus . Del medefimo fentimento fu il Pallavicino , dicendo
del Cardinale Alelfandrino , [c]^d un huomo tanto incorrotto accrebbe l^^jf""'^''^'''^'
Taolo poco dipoi così grand' autorità in quel Tribunale , ejual non fi è mai data à
veruno in qualunque altro tempo . Ma forfè errò l' uno , e l' altro , facilmente
ingannati dal Gabuzio , che nella vita di Pio Quinto , anch' eflb fcrive , fu-
fremi Inquifitoris Trovinciam uni tantum Cardinali ^lexandrino demandatam .
Poiché il VVadingo[(i 3 dai manufcritti Vaticani chiaramente prova, che ^^""^•f^^-'*"»'''-
fomigliante dignità fofl'e fiata ancora conferita da Urbano Quarto al Car- ciacc. in vita io.
duial Giovanni Gaetano Orfìno ( chefuccelfepoi al Pontificato col nono* yi/^^';,;..^/^"'
di Niccolò TerzoJ allorquando, non ancora coflituita in Congregazione
particolare la Sacra Inquifìzione, fu ad eflb appoggiata la fomma autorità
ibpra tutti gì' Inquifìtori del Mondo . Dallo fìabilimento dunque , che Pao-
lo (piatto fece di quella infìgne Congregazione, fi hebbe allora prefente-
mente queir utile, che riceve una Città aflediata dalla comparfaproflìma
dell' efercito collegato» che nel medefimo tempo accrefce animo agli amici,
e fpavento a' nemici . Riempieronfì quefle carceri di colpevoli, da' quali
ò fi hebbe la ritrattazione , ò fi efìggè il caftigo , e di ef]ì fettanta fé ne leg-
gono [e ] liberati dal popolo Romano, quando egli infuriò non tanto ccaracdeiusi.^.c.
contro la perfona di Paolo Quarto moribonda, quanto contro queflo fan- ^^ùlrtiT'" ''"*''
to, ma formidabile Tribunale, fpingendofi la plebe baldanzofamente à rom- '^ '
pere le Carceri, le quali inficine con la cafa della Inquifìzione erano in
quel tempo fituateprefTo la piccola riva del Tevere , chiamata da' Romani
pipetta; nel qual'infulto eglino ferirono mortalmente il CommilTario Do-
menicano, fpezzaron le porte, arfero le fìneflre, gliufci,eliLibri, che
quivi fi cuftodivano , e quindi portatifi al celebre Convento della Minerva ,
habitato da' medefìmi Religiofi,haverebbono ancora queflo mefl^o àfacco,
&à fuoco, fé l'autorità di Giuliano Cefarini nonne havefle divertito pili
toflo la rabbia , che '1 furore . Ma quefli furono piccoli mali , fé fi paragona-
no co i gran beni , che da queflo Sacro Tribunale ridondarono al Chriflia-
nefimo; e noi certamente nel volerli qui fol' accennare, cifiamo fortuna?
tamente avvenuti in un' antico manufcritto, del qualenon vogliamo in al-
cun conto defraudare il noflro Lettore, vago di rintracciar l'origine dello
fìabilimento della Congregazione del Sant' Officio , i motivi, che indufrero
Paolo Terzo à crearla, e Paolo Quatto ad ampliarla, e la grandifilma uti-
lità, che da efTa derivò à tutto il Chriflianefimo, & alla Italia particolar-
mente, di già anch' efla quafi caduta nelle mani dell' Inimico, fé con po-
tente foccbrfo non foffeaccorfa al granbifogno la follecinidine de' Ponte-
fici Romani , che con la forza di quefl:o Tribunale l' hanno ritolta dalle un-
ghie dell' herefie. Eccone dunque il contenuto, inferito da Antonio [/] f-?«f»n.c.i,-.,f./«
Caracciolo Chierico Regolare Theatino nella vita di Paolo Quarto , con T^^/.y''""
ifchietta, e facile dettatura, che ben viencontrapefata dalla foliditaì, efer-
mezza della materia .
Paolo Terzo fentiva gran dolori nell' udire i continui progreflì dell' RUratto di tn
Herehene contorni di Roma, e nell'Italia, e non trovando di rimediar- manufcrUco i^-
. - Tomo ly, H h 3 vi Ilo /
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PaoioIV., ^g<j Secolo XV J. -
vi efficacemente , chiamofli un giorno il Cardinal Theatino ( queftifiè
Giovan Pietro Caraffa Arcivefcovo di Chieti , e poi Paolo Quarto Som-
mo Pontefice ) e gì' impofe, cbe penfafle , in che modo fi potevano ormai
troncare le forze degli Heretici, e mantenerci Cattolici fermi nella Fé-
a, de. Egli con quella occafionedoppo fatte molte, e continue preghiere
„ àDio, andò privatamente, &in fecreto fuggerendoal Papa, che peri*
honor di Dio , per rifarcire 1' ai;ttorità della Sede Apoftolica , per fmor-
^arein Italia principalmente il fuoco dell' herefie, e per confervare la
Fede ne' Cattolici , non vi era miglior rimedio , che fondare in Roma
unfupremo Tribunale del Sant'Officio, fimile d quello di Spagna, mi
di maggiore , & inappellabile autorità ; perciò che conviene , diceva
egli , che in Roma Maeftra fuprema della vera Fede , vi fia anche il fupre-
mo Tribunale per difefa della vera Fede. E che ficcome San Pietro pri-
mo Vicario di Chrifto haveva per Divina providenza dentro Roma , e
„ non altrove debellato il primo Herefiarca, chefii Simon .Mago; cosi
,, anco era fpediente, che i Vicarii di Chrifto, & i Succeffori diSanPie-
„ tro da queftoefempiocosì chiaro prendefleroforzaddebellareinRoma
„ principalmente tutte l' hercfie del Mondo , e che in quella vjva , e ferma
„ pietra dovevano i Pontefici abbattere le nafcenti empietà, & nccidere
,, lubito i pargoletti, & ancor teneri errori. Con quelle, & altre molte
„ ragioni, che quel gran Cardinale affai meglio feppe dire, eh' io riferi-
„ re, tanto fi adoprò con Paolo Terzo, che cominciò à piegarvifi , e
„ però un giorno propofe quefto partito configliatoli dal Cardinal Theati-
„ noinpublicoConciftoro, efponendo prima a Cardinali l'eftrememife-
riedi quei tempi, e la miferabile ftrage della Chriftianità, particolar-
mente dell' Italia; e volle il buon Pontefice afcoltare in ciò il parere di
ciafcuno. Gli altri Cardinali andavano dicendo, chi ad un modo, chi
ad un' altro, ma neffuno fi abbatteva à dare al chiodo, ancorché tutti
lodaffero il Papa del zelo, che moftrava. Vi furono molti, chediffero
doverfi in ogni modo congregare un Concilio: a' quali n{pofe il Papa,
0, che egli ne hareva gran defiderio , ma che il Concilio univerfale difficil •
>, mente fi poteva congregare in mezzo di tante guerre, eh' erano allora
tra' Principi Chriftiani; e che perciò mentre egli andaffe difponendo gli
animi de' Prencipi à concordia , & à preparare una Città ficura » e com-
moda per mantenervi il Concilio , era anche rifoluto di porgere prefto ri-
medio all' iftanteneceffità della Fede Cattolica, e che però proponeva
loro il fondare in Roma un fupremo Tribunale del Sant' Officio , dal qua-
le tutti gli altri haveifero dipendenza . In quefto modo ^raccontava il Pa-
dre Don Vincenzo Malfa, prefente anco il Padre Don Pietro Caracciolo,
& altri molti,ch' hebbe principio la rifoluzione di Paolo Terzo del Tribu-
nale del Sant' Officio, fuggeritale dal Cardinal Theatino . Piacque univer-
,, falraente quefto partito à gì' altri Cardinali , & in particolare piacque ciò
fopra modo al Cardinal di San Jago, che era Fra Giovanni di Toledo Fi-
glio del Vecchio Duca d'Alba, & huomo ài molto fpirito, e dottri-
na. Quefto come amiciffimo al Carafa, e come prattico anche dell' In-
quifizione di Spagna, lodò affai tal rifoluzione, e diede molto animo, e
molta fretta a Paolo Terzo per farla mettere in opera quanto prima ;
pel'ciocheeffendofi nell'anno 1540. celebrata la Dieta in Augnila, ha-
vevano i Proteftanti dato memoriale à Niccolo Granvela primo Segreta-
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Capitolo VII. 4.87 Paolo IV.
rio di Carlo quinto per ottenere il connubio de' Preti, & altre loro imper-
tinenze , come nota il Surio ne' fuoi Commentarii ; e nell' ifteflb modo fi
erano veduti peflinii eifetti pei" l'addietro di corali Diete nazionali fiatte in
Germania, hora in Vormazia, hora in Augufta, hora in altre Città; e
perciò biibgnava accelerare il già detto Tribunale del Sant'OiFicio in Ro-
ma per fare , che cól nuovo Tribunale dotato ài fuprema autorità C\ man-
ténelle l'integrità della Fede, e l'autorità del Pontefice , efuiTecoine un
muro faldo contià cotal' empia pretendenza degli heretici . Qiieilo folo
è vero , cioè , che il Cardinal già detto ajutò il Cardinal Theatino con la
fua autorità per foUecitare il Papa àfondarlo quanto prima, ma non è
già vero quelchefenzanelfun' autore ha fcritto il Ciaccone, cioè che il
detto Cardinale Fra Giovanni di Toledo folle infieme col Caidinale
Theatino inventore di quell' efpediente . Impercioche quanti hanno
fcritto ài quefta materia, tutti dicono , che il primo autore , & inventore
delia fiiprema Inquifizióne in Roma fu il Cardinal Theatino: e per an-
noverarne qui molti , quelU fono i! Panvinio , il Maffonio , il Petromella-
rio, ilCiccarelli, e 1" incerto Autore Romano m.f. nella vita di Paolo
Quarto , il Thuano nel 2. tom. dell' Hiftoria foL 1 5 9. & altri molti . S' ab-
bagliò dunque il Ciaccone nello fcrive're di Roma quel , che doveva fcri-
'^ere di Napoli . Percioche il Cardinal di Sant' Jago fu autore , e promo-
tore^ che in Napoli fi poneffel' hiquifizione,&egIifùs cheloperfuafeà
Don Pietro di Toledo fuo Fratello Viceré in quel Regno, e nel 1545.
egli fé fpedireil Breve, e mandò in Napoli i Frati Domenicani àpubli-
carlo , come narra il Collo ne' fupplementi al Collenuccio , & li Thuano
nel tom. 2. dell' Hiftoria . Per eterna memoria dunque che il Cardinal
Theatino fu primo, e fingolàre autore del Sant'OrfìciOin Roma, fi fa
ogni anno per ordine di Pio Quinto un Officio foknne , e Melià funerale
da i Cardinali della Congregazióne del Sant' Officio , alla Minerva , dove
flà egli fepolto .
Una delle caiife, perle quali il Cardinal Theatino chiamato poi Pao- „
lo Quarto diventò odiofo a gli huomini dilfoluti di quel Secolo , fiì , i' ef- „ ' -a
fere llato Autore , e promotore del Sant'Officio in Roma; percioche
non folo la diiroluta turba de'Corteggiani, ma anche moltifiimi Prela-
ti hebbero molto à male l' bavere fopra dì loro in Roma un Tribunale
così formidabile , e perciò andavano dicendo di molte maledicenze .con-
tro il Cardinal Theatino, coprendo la loro pafiìone fotto finto man-
to di libertà Chnfiiana. Ma in ogni modo fra poco tempo {\ vidde ri-
fultare così gran frutto dalla Santa Inquifizióne, che tutti quelli, che
non erano acciecati da finiftro affetto , ne lodavano Dio . Imperoche
molto maggiore effetco incomparabilmente fi vidde nafcere dal detto
fupremo, e perpetuo Tribunale, che da quel modo così debole antica-
mente ufato in Roma nelle caufe di herefie , quando cioè Ci davano à ri-
conofcere , e giudicare dal Papa hora al Maefiro del Sacro Palazzo , ho-
raal Vicario di Roma, hora à tutto il Collegio de' Cardinali infieme,
e qiieftorarifiime volte, &in caufe molto principali, ediHerefiarchi.
Tal' hora anche foleva il Papa far Commifiario particolare , come à
tempo di Giulio Secondo, il quale, acciò che i Marrani cacciaci
di Spagna non infettallèro Roma, fece Commifiario, & Inquifirotc
iopra di loro per qualche fpatio di tempo Giulio de Scorciatis
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Paolo IV. ^gg Secolo XVI.
« Napolitani, comenotailPafferonelfuo Diario nell'anno 1513.2' i^.di
„ Gennaro. Quivi avveniva, che ficcome l'arbore, chefpeffofitrafpian-
.„ ta , non fa mai frutto ì così eziandio queflo modo così vario , che di tem-
.,, pò in tempo fi mutava intorno al giudicare le caufe di heretici , faceva ò
„ poco, ò niffun frutto . All'incontro il Tribunale dafondarficosìftabil-
« mente, e con Officiali per dottrina, ezelograviffimi, dava fperanza di
„ dover fubito far firutto ó\ gran momento ; e però il Papa Cubito fi nfolvè
„ di fondarlo, il che fu nell' anno 1542. Il Cardinal Theatino ancorché
}, affai povero hebbe tanto defiderio di mettere in effetto quella San-
V ta Opera da lui configliata, che, come fcrive il Cardinale Antonio Ca-
„ rarfa nella fua Apologia, à fue fpefe, fenza afpettare fufììdio dalia
3, Camera, affittò cafa , accomodò le ftanze per gli Officiali , fé for-
„ nire de' catenacci , e fortiffime ferrature le porte delle future Car-
„ ceri del Santo Officio, eprovidde di ceppi, ferri, & altri il1:romenti,
„ che vi bifognarono . Spediffi il Breve della fondazione, & erettione dei
detto Sacro Tribunale a' 20. di Luglio dell' iflefs' anno , nel quale Breve
il Cardinal Theatino, come quello, eh' era flato primo Inquifitore,
fu anche meritamente honorato dal Papa del primo luogo , e d' effer
„ Capo della Congregatione . I compagni furono cinque , cioè Fra Gio-
3, vanni di Toledo Cardinale di San Sifto, Pietro Paolo Parifio Cardinal di
3, Santa Balbina, Bartolomeo Guidiccioni Cardinal di San Cefareo , Fri
3, Dionifio Laurerio dell' Ordine de' Servi Cardinal dì San Marcello , e Fra
3, Tommafo Badia dell' Ordine di San Domenico Cardinal di San Silveftro .
>, Quefli fono nominati nella detta prima Bolla, fé bene pocodoppo fi
3, mutarono, e vi entrò il Cardinale di Carpi, & altri. Al Cardinal Theati-
93 tino quefl'anno, che fu Sommo Inquifitore,furono date ftanze in Palazzo,
3, come fi cava da una Lettera, che egli fcriveà Suor Maria fua Sorella nel
3, 1542. a' (5. di Novembre. Ove fofle la cafa del Santo Officio in quel prin-
3, cipio,nonlosò j ben' è vero, che non tiì né Caftel Sant'Angelo, né altra
3, ordinaria Carcere di Roma, perche non farebbe flato neccffario prove-
3, dere le porte de' catenacci, e ceppi. Il gran frutto che in Italia , &inRo-
3, ma principalmente fece il Santo Officio, chi lo potrà riferire? Scrive il
Cinoà quello propofito le feguenti parole: Is quamprimitm nobilcm il-
lam fantìijjìmorum Septem Virorum Congregationem more Laced^monio-
rum , & ^thenitnfiiim Trincipis juffu injiituit , in qua tamquam ex equo Tro-
}ano ^uElores illi eximii improbos , nefarios , F^ligionìfqus contemptoresado-
3, rirentur, atquecorriperent . i^itaquales'pirosuniusyita 3 cr unms docìrina ,
3, acprobitatishabeati ex eo perfpici liquidò pote/i, quo d duo inde fan 5ìijjimi
3, fubtndeprovenereTomifices &c. Dice Septem yirorumy fé bene furono fei
3, Cardinali foìame-ite , percioche il Papa, come fuprcmo Capo deìlis
3, Congiegazione , (i il numero di fette . Poco più giù fiegiìe l' iftelio. Cino :
3, Hac igitur in Trovincia nojìer hic Trinceps meritifjìmus ita mmficum F^c-^
a ligiùniadjumemnm attulit , ut nemo efìet, qui tanti Firi, ó" aliorum Col-
3, legamm nomine audito non extimefceret , non fé- totum colligeret; & per-
ii pauci quìdem inventi junt , <iut nedum pubìicè à F^Ugiom dijjentire auji
j, ejjent, jed ne divimm quidem nomennuncupare, Qjiod profetò band aliun*
„ devcnijie a^eUcndMU ejiy nifi ve l c^uia tam gravi veridico exifiente Trtbu^
j, naie y nullo in loco male fin-, Ci" improbi feturos fé effe pofie exifìimarent ,
vel quia cum prAdaYijjimorum T^nrum exempla CQnfpicerentur ^ à vitm
abfti-
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Lìnrlavus in tìÙt
Capitolo VI L 489 PaoloIV.
abflmers, Uudem effe hominesputarcnt , Qneftodiceuniverfalmenteil Ci- „
no de i frutti del S. Oiiìzio : fiegiie poi à narrare l'ifteffo Autore, che
molte Congregazioni pie, le quali fono oggi in Roma, hebbero princi-
pio , & eccitamento a far bene, & ampliHcare il divino honore da cotefta
Sacra Congregazione deirinquifìzione: e particolarmente U memoria
àélaCongre^cizions de Troìnovenda Fide Catholica eretta in Roma nell'
ifteiib tempo , la quale al prefente dura, & ha pcnfiero di raccorre, ca-
techizzare , e confermare i nuovi convertiti alla Fede, e di dar loro man-
tenimento, & indrizzo. Mi per venire più al particolare, riferirò qui
quel, che trovai fcritto, e notato in un compendio breviiììmo de'Pro-
cefli di S.Offizio fatto in quei primi anni , d'onde potrà fcorgere il Letto- „
reinfiemeinfiemeerhorrendoftatodi quel tempo. Se il mirabil frutto „
prodotto dal S. Oiiìzio, che con tanta efficacia, efagaciti feppe trova- „
re quafi tutte le Tane degli Heretici in Italia , e quindi ò cacciarli, ò por-
li in fuga, ò vero prenderli, e caiì:igarli : fece dunque fcempio , e ftra-
ge di tutti coloro,' che nomineremo , oltre quelli che Noi non fap-
piamo .
Scoprifll in Venezia il commercio , che vi haveva Calvino per
alcune lettere fcritte da lui . In quefta Città libera vi facevano grandi ,i
facende gli Heretici, infino a tei^cue Scuola de'loro Dogmi perverfi , „
quafi publicamente, come fece Guglielmo Poftello Herefiarca, anzi „
Atheifta, di. cui nferifcono molti Autori [ a ] chela lua Cathedra era „ ^:,'^E^ch,'r.'"''&-
l'Arfenale. Quello Gujjjliclmo Portello fu negl'anni aporeUo prefo, e „ [^'"'d'//!-'"^'"'^'
[^Jcarceratoin Roma co'l Cardinal Moronei ma prima di cofìui furono „ b irlp^mv^nus in
in Venezia molti [e] principaliGcntil'Huomini fofpetti di Hereiìe, cioè „ J''/^"/^!,^',^}/,„-
ilSoranzo Vefcovo di Bergamo , Luigi Priuli , ii Patriarca di Aquileja , & „ ^^J "n' "colmiti
altri loro amici, efesuaci. In Treviri fii trovato un pedante eh. amato >, ^jyi^- ^^^'p-^o^'^f*
Angelo, il quale Itecce a Venezia un tempo, e da quella Citta mandava „ jcarìa.
i pertiferi libri del benefìcio di Cbriflo a' fuoi complici . I detti libri „
furono compolii da un Benedettino , e furono molto perniciofi , e perciò „
cercati con molta diligenza dall'Inquifizione di Pola di Capo d'Iifna, „ ^ ^j^^;^, i;i,,_^.
e tutta quella Provincia [d] era infetta da quell'empio Vergerio già lor „ i.ipifl.catko'i.'foi.
Vefcovo, e da fuo Fratello N.Vergerio Vefcovo di Pola, eda Ottonel- ^^ ^'^'=^5•
lo VidaLocotenentedi Vergerio nellafcuolaheretica. Sarebbe lungo „
il dire il gran danno, che fecero iVergerii, particolarmente il Pietrose] ,y \u'!'l7if.d'i'p'ao'.
Paolo Vefcovo di Capo d'Iflina , il quale eifendo occulto Heretico, ,, ^= ni.iom.^.c^ì^.
arrivò colle fue fraudi non folo ad elTere Vefcovo, ma ancora Nunzio di „
Paolo Terzo in Germania, dove fece egli fceleratifllma vita, e radunò „
per fas, e per nefas molti denari , difpenfando alla cieca i matrimonii, „
voti &c., infomma doppo fatti molti Scolari delle fue Herefie fé ne „
fuggì in Genevra, infettò tutta la Valle di Chiavenna, e perche [/] per „ f jif,,.;,,,^, j^^
timore dei S.Offizio non poteva più (tare in Italia , di là compofe , e fpar- „ comp"e!>dium' 'dr.
fé molti libri Heretici . Similmente Padova era ricetto di Heretici in fin „ ^''^"^^'
daquel tempo, che il noftro Vefcovo Theatino flava in quelle parti : „
oltre a ciò vi furono anco non fol Vergerlo, che ci pratticò un tempo, „
ma ancora [?] Enrico Scotta*SigifmondoGeloo, Martin Borrao, ilGri- „ s Lìndanusine^,
bardo, e TiiteiVo Herefiarca Gio: Calvino, quando fuggitofi daNoyon „ ^/SS ' ''"'
di Piccardiafe ne venne in Italia, & arrivò fino a Fiorenza. Chioggia
beveva il VefcQvo molto fofpetcodi Herefia, come fu fcoperto poi nel
Conci-
ti
ii
i)
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PaoloIV. 4go Secolo X VI.
*co endi • " Concilio dì Trento, e farebbe perciò flato carcerato i ma per protez-»
foue^'" ""^'"^•.„ zione del Cardinale di Trento , [a] di cui era familiare, non fu per allo-
„ rariftretto . In univerfale di tutta quefta Provincia di Venezia, quanto
,» fofTe macchiata di Hcrefìe, fi può fcorgere dalla relazione fatta di lei
», à Papa Clemente VII. dal Noftro Vefcovo Theatino, la quale altrove (ì
K «y • ./, » e pofla.
lìLfoUo]?'^' y* In Milano vi erano molti Preti, [b ] Frati, e Secolari Heretici :
capo di quefli fu un D. Celfo Canonico Regolare Hereticc marcio ,
e quel che fiìt peggio era valente Predicatore , e favorito tanto da'Nobili,
e dalla Città, che il povero Inquifìtore di Milano, ancorché in iìndal
principio fi accorgefle delle fuepropofizioni heretiche, tuttavia fi riten-
ne di proceffarlo. Coftiii infettò particolarmente il Cartellano fuo gran-
fi Ica Miftins cit. „ de amico. L'efito fu, [e] che alla fine vedendofi procelfato dalMu-
^ìtr'tLlJr.t il »i tio per ordine del S. Officio di Roma, fé ne fugeì in Ginevra, edili
«il. „ mandava lettere, & avvin aluoi amici; Cremona, e Regio nmilmen-
J/"/7;:yp.- te [rf] erano infetti. . ,. , , ^ „ ,
e Mut.iib.i.foi. „ Crema parimente, perciocché [e] Ottonello Vida difcepolodelVer-
*'^ ^^' » gerio, & Heretico peffimo fu Officiale a Feltro, e Vicario a Crema, e
di poi che finì d'infettare Pola , e Capo d'Iflria , fé ne morì miferamente il
mefchino, come fogliono tutti gli empii morire infelicemente .
Como come più vicina a'Paefi Settentrionali folca elfere tragetto di
Heretici, perciocché da Germania mandavano balie di libri Heredci,
„ come fi fcuoprì poi nel i $49. per mezzo del Santo Offix:io di Roma , e di
Fri Michele Ghisliero , perciocché fi trovarono molte balle di libri man-
date da Germania per fpargerlem Como , Cremona, Vicenza, Faenza,
Panginefio , & in Calabria : al che fu rimediato opportunamente dal
Santo Officio di Roma con porre in ogni Citta valenti, e zelanti Inquifi-
tori, fervendofianco tal'hora de'Secolari zelanti, e dotti per aiuto della
Fede, come dell'Odefcalco in Como, del Conte Albano in Bergamo,
del Mutio in Milano, Pefaro, Venezia, eCapodlftria &c. Quella rifo-
luzione in fervir fi de'fe colari , fu prefa , perche non folo molti Vefcovi, e
fMut.iiid.M4. ìi Vicarii,cFrati, e Preti, ma [/] anco molti deirilleffilnquifitori erano
& Catena in vita ,, Hcrctici , come coufcfsò il Vcrgciùo , quando nella prima efamina fuma-
S.««/f/xX/3. >> lamentealTolutodaloro. ^ ^
Furono per molti anni in Bergamo alcuni principali Heretici, overi,
ò fofpetti , proceffati di Herefia : in primis Vittorio Soranzo Vefcovo di
Bergamo, il fuo Vicario , il Prevoflo chiamato D.Niccolò Aifonica,
& altri di minor conto: il Vefcovo in particolare fu tenuto per Heretico
fino, e fu quello, che hebbe ardire di mandar gente armata per carce-
rare Fri Michel Ghisliero allora Inquifitore in quelle parti , il quale
haveva folennemente formato un proceffo contro di lui molto prima
fofpetto. Quello Vefcovo già un pezzo fa haveva incominciato ad in-
fettare la fua Città, eDiocefi, e fé il Santo Officio di Roma non l'havef-
fe fatto prò celiare, non ballava forza veruna a reprimerlo, perciocché
era egli potcntiffimo in Venezia, &in Bergamo; ma il S. Officio per
|f-jf^«« ì» vita ^j mezzo di Fra Michele lo procefsò, &havutolo nelle mani lo carcerò [^]
nel Caflel S. Angelo , alla fine convinto d'herefia , fiì privato del Vefco-
vado, e fi morì in Venezia infelicemente. N'hebbe tanto piacere il Car-
dinal Theatino , che coflin folle flato procelfato, che di qua cominciò a
porre
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fiiV.fol. IO.
Capitolo FI 7. 401 PaoloIV;
porre afFezzione a Fri Michele Ghisliero, & ad efaltarlo in modlo tale, „
che di poi tVi Papa. „
In Modena gli Heretici fecero più faccende , che in nifllina parte d'Ita- „
lia. Quivi fii il Vicario del Cardinal Morone chiamato Bianco de Bon- „
gis molto fofpetto d'herefia . Vi fu [ ^ ] Antonio Gadaldino libraro „ ^ incomp^duver.
Modenefe heretico marcio con tutta la fua famiglia. Vendè coftui molti „ ^»fMi««^.
yoliimì del beneficio di Chrifio libro perniciofo, che infegnava la giuftifi- „
cazione ex fola fide , & ex merito Cbrijìi imputatilo , alla Luterana . Que- „
ftoèquel libro così caro a gli Heretici, che fu da loro ftampato molte „
volte, &il detto Galdaldino non folo lo vendè, ma anco loriftampò. » ^/i/rf^,,;, ^dria,
Vi fu Bonifazio Valentino Modenefe heretico, a cuifcrifle Adriano [^1 „ nus\à^BomfJLt.
Segretario del Cardinal di Fano una lettera di condoglienza per la mor-
te di Lutero, e per la morte di due Frati in Modena chiamati Fra Regi-
naldo, e Fra Albafio heretici. Il Santo Officio hebbe in mano quella ._
lettera, e procefsò il detto Adriano Segretario, Queflo Bonifacio man- „
teneva commercio con i Tedefchi heretici , da' quali haveva apprcfo „
lettera, & egli fu che infettò la Terra di Nonancola . Vi [f] fu Aleflan- „ ^Jj^'f^- *""• *^'<-
dro Milano Modenefe Luterano anch'epli, vi fu un Fri Bernardo Bartoli „ '""' "'
Predicatore perniciofo,mandato a Modena a predicare per opera di Lui- „
giPriuli, e dal Cardinal Polo, e dalla Marchefa àX Pefcara. Fu detto , „
ch'era difcepolo del Cardinal Pòlo , per il che tutti tre ne furono prò- „
cedati , & il detto Fra Bernardo ne flette carcerato in Roma , & ab) uro . „
E vero , che Morone [^] fiì inquieto anch'egli come Vefcovo di Modena, „ a veàw apiHxio-
perchè rhavefle mandato a predicare nella^fua Chicfa; ma efTo fi Calvo „ "'àeicard.Moro-
fcufandofi, che il Card. Polo, &il Priuligliel'havevano approbato. In „ ViJv.t^om!^!' '''
Modena fu parimente dal Cardinal Morone mandato a predicare un
Fra Bartolomeo Pergola . Colini per opera del Soranzo Vefcovo di Ber-
gamo fu invitato a Roma , che anciafle a parlare a Morons : Morone rin-'
vitò apranzo, ragionò con lui, e lo conobbe per Luterano: hebbe in
Romaillibrorfe//;^»^^^^*^/ Chvifio da un certo Guido da Fano: predi-
cò molte Herefie a Modena, ma poi Morone l'inciuiTe a ritrattarli. Di „
quello Pergola fa menzione [e] il Mutio in una lettera , che fcriire al ,7 e Mnt. ub. j. tp.
Cardinal de Carpi, & al Cardinal di Napoli , cioè al nofìro Caraffa „T^'''»''^: ^ «''»
fommo Inquifitore , & a Lattanzio Fofco fuo Auditore , avvifando loro, „ ^gZthollmJr.'"
che coflui, che era Frate de'Conventuali di S. Francefco , e valente „
Predicatore, era capitato quell'anno a Pefaro , e che nove anni prima „
cioè nell'anno 1542. quando apunto in Roma fii fondato il Santo Offi- „
ciò, haveva predicato cofefcandalofe in Modena, màchefi fcufava di- „
cendo, che il fuo predicare era (iato approbato dal Miranda Lettore di „
Theologia , e dal Beccadello Inquifitore ; con tuttociò fu fatto ritratta- „
re in pulpito : e che veramente il Mutio facendo buon giudizio di lui, „
non gli ili data altra pena, che privato per nove anni della Predica. Il „
Cardinal Cortefe Modenefe, ancorché ReligiofoBenedittino di grande ,^
flima per bontà, e per lettere, fu nondimeno fenza rifpetto alcuno in- „
quifìto dal Santo Officio per haver letto, [f] & approvato il libro del „ nnc,»,p.cit.^ir-
beneficio di Chriflo. Fii anche jj] in Modena un Prete Domenico Moran- „ ^° ^"ff.f''^'^"''
do Maeflro di cafa del Cardinal Morone, heretico , e fautor degli Hereti- „ ^j/r./Vw."" * ^"
ci: vifiiun [^jFrancefcoCainerone, & un chiamato Farziròlo Mode- yj l)/,l'f ■'"'''' ^^'''''
nefe, eprocelfatidiherefia: viiUil Prete Gabriel Faloppia heretico Lu- „
rerano
PaoloIV. 4pj, Secolo XVI.
,, tetano pefllmo , &r un altro detto il Gozapino calzolaro, e D.Girolamo
j, Regia Prete Modenefe heretici, e Ludovico CaftelvetriModenefehere-
a ibid. ver. Hìer. ^^ tj^o , che fc ne fiiggì iti Germania . Vi fu un'Accademia tutta infetta , de'
quali era capo un Capellano di [dt] Morene heretico detto D. Girola»
modi Modena: vi furono Giovanni Borgamazza, e GiovanniBertano
„ Modenefi heretici, MaftroGio. Maria Mannelli con altri molti fofpctti
h ikii.ver.Mnu.ii di herefia, de'quali parla il detto compendio. Erano tutti co ftoro di
nittt
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tanto numero, e potere, che mandavano [^] ajutodi denaro a quei di
Germania. Qui finifco di dire della Città di Modena, dì cui fùVefcovo
il Card. Morone fofpetto j proceifato , e carcerato tant'anni per molti, e
gravi capi di herefia, come fi hi a lungo nel detto compendio, fé bene
fiìaffoluto poi a tempo di Pio Quarto . Circa cjuel libro del benefìcio di
Chrifio, oltre quello che n'ho detto di fopra, fuilfuo Autore un Mona-
co di S. Severino in Napoli Siciliano , e difcepolo di VValdes : fu revifore
di detto libro il Flaminio anch'cgli gravemente infetto : fùlìiampato
molte volte, mi particolarmente à Modena de Mandato Moroni; ingan-
nò molti, perche trattava della giufìificazione con dolce modo, màhe-
reticalmente , attribuendo ogni cofa alla fola fede, e falfamente efponen-
do le parole di S.Paolonell'Epift.arf I{omanos; Avviliva l'opere, rime-
riti: e perche quefto è quell'articolo, nel quale inciamparono gran par-
„ tede'Prelati, ede'Frati di quell'età, però hebbe grande fpaccio, e fiV
e ìbU. vir.Btnt. ^^ damolti approvato : folo [e] in Verona fu conofciuto, e reprobato :
fidum chri^i. ^^ doppo molti anni fùpofto nell'indice de'Libri prohibiti da Paolo Quar-
„ tOj e poi da Pio Quarto, e da Clemente Ottavo.
fjt'*^^"'"^""'- „ Lucca fiì molto appellata [d] di quello morbo, perciocché in quel-
la Città tennero Scuola Pietro Martire , doppo che fi fuggì da Napoli , e
vi hebbe per compagni il Tremellio Ferrarefe Lettore di Lingua Ebrea,
Celfo Martinengo Lettor di Lingua Greca, e Paolo Lovifio Veronefe
, Lettore di Lingua Latina, e cofloro vi trovarono Girolamo Zanco, tutti
ecentbrar. In ^^ pellÌmiHeretici, e vi ftetceio fino al 1542. quando [e] per paura del
"'''"' " Papa, che ritornava da Bufsè , fé ne fuggirono tutti in Germania infieme
„ conl'Okino.
Siena, e Firenze furono aitai piene di heretici . Quella produfle
rOkino, e Lattanzio Rognone heretichiilìmii qiiefla hebbe Fra Pietro
Martire Vermilio, che infettò Napoli, Firenze, e tutta l'Inghilterra;
hebbe ancorai! PLOtonotarioCarncfecchi, il quale fii Secretarlo di Pa-
pa Clemente Settimo . Il Cardinal Theatino fu il primo, che lo procefsò,
„ poco doppo chefùfondato il Santo Officio in Roma. Poi nel 1546. per
,, qualche fperanza, che diede di converfione, fu rilafciato non già dal Car-
„ dinal Theatino, ma da altri, che non occorre qui nominare; però fi do-
„ leva il CardinalTheatino della troppa lentezza, e perniciofa benigniti
„ verfo gli Heretici . Quindi andò a Firenze fua Patria , e ritornò al vomi-
r, to tanto fieramente, ch'egli dell'entrate di molte Badie manteneva mol-
p^Sw •" ^'^^ 3> ti agnati di heretici in virie Città d'Italia. Alia fine [f] Pio Quinto ,
" '^'"^' ' ' ftaud'e^li pertinace, lo fé brugiare vivo in Roma . Colini infieme con Pie-
tro M:5tire appeftò Firenze in modo tale , ch'io udii pai volte dal Signor
Pietr'Antonio Bandoni Padre del Cardinal Bandini quelle parole : Innan-
„ ri al Sento officiò, non vi era flraciio di fede in Firen^a .
Bologna fu in molto pericolo , perchè vi erano alcuni Heretici prin-
*" cipa-
Chron,
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Capitolo VI /. 49 3 PAOLol V-
cipali, tra quali fu un certo Giovanni [b] Battifta Scoto, il quale iiave va „
amicizia, & appoggio di perfonepotentiflìme, come di Morene, Polo, 3i6.,\"'^!'
Marchefe di Pefcara &c. raccoglieva danari d tutto fuo potere, e gli com-
partiva tra gli heretici occulti , e pò veri , che (lavano in Bologna . A bju-
rò poi nelle mani del Padre Salmeroneper ordine del Legato di Bologna,
e del Sant'Officio. -h//-^/-/
Fiezole , [b] oltre alla vicinanza di Firenze , era anco fofpetta per il » 5iiS/.''''"'*
fuo Vefcovo heretico . „
San Geminiano [e] hebbe Michel' Angelo Tramontano Luterano , a cibid.^er.Mich.
&un Medico detto il Travano fuo maftro. In Perugia infegnò l'herefia il „ ^'•'^*
detto Medico Travano , il quale hebbe per difcepolo un Prete detto Cre- „
fcio , & il Tramontano foprafcritto . „
In Viterbo [d] fé refidenza il Cardinal Polo Legato di Romagna, „ à Tbuanut ui. 4»
anch'egli molto fofpetto, eproceifato. E nella fua Corte vi erano molti „^'''"*°°*
Heretici, come fi dirà appreffo al fuo luogo. Furono [e] infette ancora „
molte Monache del Monafterio di Santa Caterina di quella Città , come „ iLV'fo^i'.Tif''
anche in Firenze, iMonafterii intieri erano infetti. ' „ ' *
In Volterra [f] fùunFràAndreamoltofofpetto,eamicodiperfone „ nb!d.v»r.^„.
fofpette. ^> Ì7a7chioné''°'T^
Così flava malconcia la povera Italia, e così furono fcoverte, e fa- a ftariJT *"
nate le fue occulte , epeftifere piaghe per opera del Santo Officio di Ro- ,>
ma. Sentirono grand'horrore di così gran male, e grande allegrezza di „
così efficace rimedio le perfone buone, e zelanti della Fede, eprincipal- ,>
mente il Cardinal Theatino inventore, & autore di tanto bene ne flava „
ogn'hora più contento, e ne ringraziava Dio benedetto, anzi con quel
fuo intrepido cuore fi diede animo a procelfare anco i Principi d'Italia ,
che erano macchiati di quella pece , come furono Afcanio Colonna Du-
ca di Palliano, Vittoria Colonna Marchefa di Pefcara , Renata del Real „
fangue di Francia, cioè Sorella d'Enrico Terzo Duchefla di Ferrara, Ca- „
terina Cibò Ducheffa di Camerino , Giulia Gonzaga Conteffa di Fondi,
& altri. Così fi vide adempita nel Santo Officio quella poteflà datagli
da Dio evellendiy difperdendi, diffipandii & defiruendi; e folca dire il
Caraffa in famigliar ragionamento , che la principal mira del Santo Of- ,i
fìciOi e de'Tapi deve effere dare addofio ai grandi y quando fono hereticiy ,i
perchè dal loro caftigo dipende la [alme de'Topoli. Quel che fece ilCar- „
dinal Theatino con alcuni heretici trovati in Roma > lo diremo più giù al ,*
fuo luogo . „
Circa il modo poi offervato dal Cardinal Theatino nel procedere con- „
tro gli Heretici, egli haveva quefle infrafcritte regole tenute da lui co- ,*
me aflìomi veriffimi . ,j
La prima, che in materia di Fede non bifogna afpettare punto ,• mi ,*
fubito che vi è qualche fofpetto, ò indizio di pefleheretica, fare ogni ,>
sforzo, e violenza per eflirparla. ,j
^ La feconda, chenonfidevehaver rifpetto a ninno pec gran Prelato , „
ò Signore che fia. ,^
La terza, che nell'inquirere , bifogna elfere feveriffimo, maffime
contro coloro, che cercano occultarfi ò difenderfi con mezzi , ò favori
potente; mi con li confeffi [ponte ufar benignità, e vifcere paterne .
La quarta, che contro Heretici, e raaffime Calviniili bifogna ufa- ]]
re mol-
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PaoloIV. 4P 4 Secolo XVI.
re molta autorità, efeverità, e non allettarli con carezze, & avvilitfi iit
verfo di loro con toleranza , e promefle .'
Sopra tutte qiiefte quattro regole, overo aforifmi Cattolici, che così
fi pofifono chiamare, haveva egli ben fondati ifuoi principii di buona ra-
gione, edilungaefperienza, come eglidifcorre in più luoghi delle fue
lettere. La prima quanto fia vera, lo moftraS.Paolo, che chiama l'he-
»z.Timtth.z, '^^ refia Canchero, [^] Sermo enimeorum, ut Cancer, ferpit , E peròbifo-
gna procedere contro gli Heretici con molta preftezza in quella guifa,
che fi a nella cura del Canchero , che per tagliare il pafìb al ferpente ma-
le, ilbuonMedico tronca le braccia, eie membra intiere j e quellaè
veramente la natura dell'Herefia , che fé non è opprefia , opprime .
La feconda regola è chiara, perciocché oltre a gli antichi efempii
diNeftorio Patriarca Coftantinopolitano , e di Gaina Generale di efer-
citi, ambidue per la tardanza di Arcadio, eTheodofio diventati più
rabbiofì , e potenti ; oltre , dico , quefti , & altri antichi efempii l'have-
va egli veduto nell'Inghilterra, enellaBohemia; il Rè Giorgio troppo
fofferto, afpettato da Pio Secondo, e da'fuoi Succeflbri, inlìemecon
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„ gl'Uffici haveva infettato tutta la Bohemiai & in Inghilterra il RèEnri-
„ co Ottavo tolerato, e rifpettatolongamenteda Clemente VII. era poi
in modo tale impazzito, che ad onta del Romano Pontefice fi fece Ca-
po della Chiefa Anglicana ; e veramente fé Clemente era più prefto , po-
teva fenza molta dilficulti nel principio eflinguere quel fuoco conlaHi-
to di Carlo Quinto offefo gravemente da Enrico per il repudio di Cate-
rinafuaZia, e del Regno iftelfo d'Inghilterra, il quale in quel princi-
^, pioeraCattolichiffimo, epotentearefiflere all'empie voglie di Enrico,
b ^A»rf Macca » Però [b] foleva dire il Carafa, che più volentieri haverebbe effo dato
gniitm in /«»>,, addoffo coutto Ì perfouaggi grandi hcretici, che contro le povere per-
vc'fnam'^""^''^'' » fouc ; pcrcioche tolti via preflamentei capi, cefTano fubita l'Herefiej
emnam. e Ic pottc dell'Infcmo , contro le quali difleChrifto, che hidaprevale-
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in vita Pauti IV.
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cortezza di Carlo Quinto, il quale potea in quel principio opprimere
Lutero, & eflingnere così gran fuoco, del che fu taifato anche da Pia
Quinto, e da altri.
La terza regola in quanto all'inquirere fecretamente daini fempré
ofTervata, e in quanto alla piacevolezza verfo di coloro, che venivano
eyipudMarfionHm'^^ alle materne braccla della Chicfa CattoHca, tertifìcail [e] xManfredi ce-
lebre Dottore Bolognefe, ch'egli fu pietofifjimo verfo di cofloroj e ve-
ramente fu egli di natura più brava di parole , che di fatti, e dove non tro-
vavadurezza, fu nemico di fangue. In fommaefeguiva il Cardinal Thea-
s.^ug.ub.i.'' tino quel, cheinfe£;naS.Agoftino, [d'i Injia opportune, importune y vo-
,jr lentibus Opportune , renitentibus importune .
„ La quarta era fondata fopra quell'antichifTima, e verifiima fentenza
„ òi Tertulliano: ^d officium [e] H^reticos compdli , non illici , dignum
tTcrtuiUnSc^r ss eji; duritìa v'incenda eft, non fuadenda. -, ^ r , ^l •
pi<ic»c.2i. j, Et in quanto ai Calvinifti particolarmente , fapea il Cardinal Ifieati-
' no, quantq.danno haveva fatto l'imprudente compaliione, e puerile
crudeltà del Vefcovo di Noyon, il quale havendo nelle maniCalvi-
-i ' ' iio
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Capìtolo VI I. 495 PaoloIV:
no già convinto, e confeflb di latrocinio facrilego, e di vitio contro na-
tura : modo a compafllone di lui , che prometteva converfione , & emen-
dazione, lo liberò, contentandofi folo, che le foffero bollatele fpalleignu-
deco'giglidi ferro infuocato; ma egli poco doppo diventò herefiarca ,
& occupata Ginevra fparfe le fue herefie per tutta Europa. Perciò face-
va bene il Cardinal Theatino , & il fuo imitatore Pio Quinto , i quali
quando havevano in mano i Miniftri , gli facevano morire , & abbrugiare
per la loro pertinacia, né fi fidavano delle loro promefle. Ilcheèanche
efpedienteaimorienti; percioche come dice S.Bernardo [a] Expedit yi^^f-^y";'"^'^*
€Ì, qui femper anima moritury Ut corpore ehm morìatur, ,,84."* "*"*'
Siccome in parte habbiamo detto di fopra, e qui finiremo dire, Na- „
poli, e molte altre Città, e terre del Regno furono molto appellate di „
Herefie dal VValdes, [b] e da quei tré fuoi principali difcepoli, cioè da „ hDdVvaUefdi
Pietro Martire,Okino, e Flaminio,i quali poi diventarono maeftri dimoi- „ p<ct'ro u^/th/,
ti altri. Vi fiì anche un certo Siciliano Apoftata di S. Asoftino, chiama- „ if°.^'"'''_f.'.',
..... ,._ T>.T -r» * n- t n \ r tlamtnio , vedi U
to poim habito di Prete D.Lorenzo Romano. A coltuinon baitofare „ Pomif. dì Paou
fcuola in Càferta , & in molti altri luoghi di Terra di Lavoro, ma anche „ "^j/fje/.' ^*^'
per diventare più valente heretico, andò a pofta in Germania per con- „
ferire con quei Miniftri , e ritornò di là non folo Luterano, ma anche
pefllmo Sacramentario Zuvingliano . Hora fondato il Sant' Officio in
Roma, di giorno in giorno fi Scoprivano più terre infettate di herefie ; e
veramente fé fi ritardava più a fondarfi il Tribunale del Sant'Officio in
Roma, dal quale hebbero forza, & efficacia gli altri Inquisitori dell'
Italia , difficiliffimamente fi t)oteva più rimediare al gran fuoco accefo in
tutto quel Regno. In Napoli per opera del VValdes, dell' Okino , di
Pietro Martire, e del Flaminio, & al tri lor compari, fé neappefl:aro-
no tanti, e particolarmente molti Maftri di Scuola, che arrivarono al
numero di tré mila, come fi conobbe poi, quando fi ritrattarono , In
Calabria vi fu quell'Apollonio [e] Merenda, il quale doppo Bavere in- „ e in comp. dt,
fettate molte terre, e particolarmente la Guardia, S. Siilo, la Baro- „ ^'^^- ^p^'I'"'"'-
niadiCaftelluccio, accofiatofi in Roma diventò Capellano del Cardi- ,,
nal Polo. La Puglia hebbe molti Maeftri di mala dottrina, [d] e fpe- „ ^ '^''^- /«'• '4. <^
cialmente Odone da Monopoli. D.Gio: Paolo Caftroffiano Maftro di
Scuola, e compagno di Ludovico Manna heretici peffimi. Interra di
Otranto vi fu Ladislao Auditore dell'Arcivefcovo di Otranto , e com-
pagno di Ludovico Manna heretico , e riftclfo Arcivefcovo fu gravemen-
te procelfato, e fi [e] dille, che haveva mandato Ludovico Manna a „ ^^^»^« /''•>•
leggere alla fuaChiefa d'Otranto pnblicamente, e che haveva commer-
zio di lettere con Martin Bucero, e che fu amico del VValdes, e legge-
va iluoi libri, e che tenne gran tempo in cafail Giannetto heretico mar-
cio, che fé ne fuggì poi in Ginevra. A quefto Arcivefcovo impedì il
Cappello di Cardinale il noftro Caraifa. Hora ftando le cofe in quefto
modo, efentendofi in Napoli, e per tutto il Regno gran principio di „
rovina, e dall'altra parte vedendofi per l'efempio di Roma, quanto gran „
rimedio fofle il Sant'Officio, fi cominciò a penfare di mettere il Tribù- „
naie deirinquifizione anche in Napoli, e così D.Pietro di Toledo allo- „
ra Vice Rè ne fu configliato, e confortato dal Cardinal di Toledo fuo „
Fratello; ma in quefto fecero errore, mercé che penfarono mettere l'In- „
quifizione in quel Regno nonin quel modo, chefierapofta in Roma , „
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pAOtoIV. 4pg Secolo XV L
^ttftuTiìc"'^' '» ma nel modo di Spagna, come dice [a] l'Adriani, fé benegroflamente
„ s'abbaglia l'Adriani, percheinlnogodel Cardinal di Toledo dice, che
„ fu il Cardinal Theatino. Mi gii fi si , che il Cardinal Theatino non
fiì, nèpotèeflere, sì perche era diiHdente de'Spagnuoli , e de'Miniftri
di Carlo Qnintò , sì anche perche egli non era Arci vefcovo di Napo-
li in quel tempo, né vi haveva autorità alcuna, e finalmente perche
„ non piaceva a lui il porre l'Inquifizione in Napoli al modo di Spagna,
cioè che i Regii conmcaflero i beni degl'Inquifiti, come in que'Regni
fiufa, e con far quel Tribunale in qualche modo più toftofoggetto al
Rè, che al Papa, come pare che nella Spagna, & in Sicilia fi faccia .
Né era per configliare il Cardinal Theatino, che i giudici, &officia-
H del Sant'Officio' tollero Secolari, come pure far voleva D. Pietro ó^
Toledo, fecondo che fc rive l'Adriani, Per tutte quefte ragioni dunque,
„ & anche perche niun'altro Autore né in ftampa , ne in ifcritto dice tal co-
fa, eccetto che l'Adriani, md ben dicono molti , come il Collo, &il
Foglietta , & altri , che fu il Cardinal Gio: di Toledo , dobbiamo af-
fermare, ch'egli, come poco pratico delle cofe di Roma, e di Napoli,
„ eprecipitofo nell'addolfarc a Paolo Quarto allora Cardinale Theatino
„ tutto CIÒ, che lo può rendere odiofo, efcemareilfuobuonnome, fcri-
j, re elfo di lui quel , che doveva affermare non di lui , mi del Cardinal
„ Fra Gio:, il quale come Fratello del Vice-Rè potea bavere maneggio
„ in quell'opera . Quel anche che l'Adriani ultimamente foggiunge , cioè
„ che il Cardinale Theatino cercaHe, perfeguitando l'herefie, diacqui-
hjjhUr.tnPfai.^^ fì^rfinome, è fegnoefpreffo di malevolenza, e di calunnia. [b]Cdumnia
aiitem ejl , dice S. Ilario , cum bono operi facinom mali crimen adfcribi»
tur. Giache il penetrare audacemente nell'intimo dell'animo altrui, e dell*
opere buone,e condannare l'intentione dell'operantcquefionon è oifizio
di fincerolftorico, ma di livido calunniatore. Così fi anche di Paolo
^dr.iih.6.fo!.'^^ Terzo, quale vi [e] taflando fieramente, infin di haver procurato, che
*• non feguilfe unione tra i Principi di Germania fotto una Religione Cat-
tolica, acciò che Carlo Quinto non diventafle più potente in quelle par-
ti. Ma diciònonfimaraviglierà il Lettore, fefaprà, che l'Autore del
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„ la detta Hiftoria fu l'Adriani: e ben fi sa, ch'egli fi teneva otFefo da
„ Farnefe , e da Caraffa, come quelli, che cercarono di haver Siena, e
tennero in Roma ifuorufciti di Fiorenza. Anzi quando a tempo di Pio
Quarto Cofimo venne in Roma, molti differo , che procurò la rovina,
e la morte de'Caraffeichi: e tanto bafti haver detto contro l'Adriani per
tutto ciò, che eglifiniftramentefcriffe in altri luoghi della fua Hiftoria,
& altrove va interpretando della mente, e de ipenfieri di Paolo Quarto;
e ben poteva egli facilmente, e deftramentefare, come hanfatto al-
cuni altri Scrittori , cioè il Panvino , il Campana, il Rofeo, & altri,
li quali tutto quello che di finifìro, e ài biafimevole C\ viddein quel
Papato di Paolo Quarto , attribuirono ai Miniftri dell' Imperatore , i
„ quali mofferoafdegno il Papa, òalliNepoti di Paolo Quarto, e parti-
5, colarmentea quell infelice Carlo Caraffa, il quale, come l'ifteffo Pao-
^ lo Quarto fcuoprì , finifìramente infiammandolo a muover guerra ,
5, l'ingannò, eloriduffeafarrumori, &:amettereillVIondofoffopra.Mi
„ ne pagò ben egli la pena, privato di ogni officio, e maneggio, fcaccia-
j, to da Roma dall'iftcffo Paplo Quarto fuo Zio .
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Capitelo VII. ^gq PaoloIV,
Hora ritornando al filo dell'Hiftoria, rimetto il curiofo Lettore
à leggere coloro, che diftintamente raccontano i rumori di Napoli ca- _
gionati dalla violenza di quel ViceRè, fattagli per fondarvi il Sant' „
Offizio al modo di Spagna. Qnefti fonoilRofeo, ilCofto, l'Adriani,
il Foglietta, & altri. Noi, per quel che tocca al Cardinal Theatino, di-
remo folamente alcune cofe .
La prima è , che i noftri Padri fcoprirono l'Herefie in Napoli , ef-
fendo il noftro Ordine, per dirlo con le paroIe[^] dell'Adriani, acerri- „ ^j^drM.ii.foi.
moperfecutore dell'Herefie, e che fi profeflìone di difendere la Fede
Cattolica. Il modo conche furono dai noftri fcoperti, fiì quefto . Si
hàdafapere, che Raniero Gualante, & Antonio Cappone per la prat-
tica che hebbero col Vvaldes , e con TOkino , furono anch' effi macchia-
ti un poco di quella pece; ma perche fi confeffavano da'noftri à S.Pao-
lo, cheneftavanofofpetti, (\ fecero riferire da loro tutto quello in-
tendevano da quelli occulti Heretici.
In quefto modo vennero d conofcere i noftri il mal feme , che
coloro feminavano , e le fecrete conventicole di huomini , e di don-
ne, che facevano, le quali da loro [ ^ ] fcovcrte , e fcritte al Car- „ ^ Thu^n^ta.t./o!.
dinal Theatino in Roma, quei Capi Heretici fé ne fuggirono via tur- '^'
ti da Napoli. Per la fuga del Padre Bernardino Okino fcrifle il Car-
dinal Theatino una bella , e lunga lettera Latina , tutta compofta
dalle parole della Sacra Scrittura , nella quale parte allettandolo
( perche vi era rimafta ancora qualche fperanza di lui ) parte rimpro-
verandogli l'apoftafia, & il pericolo dell'anima fua, e di tante altre „ cThoc4a<\
da lui ingannate , cercò di ridurlo à penitenza Mi [e] fu indar- „ card.contareru
no, perche fé bene egli non così fubito fi fuggì d'Italia, nondimeno non
folo non volfe obbedire al Cardinal Contareno, il quale piacevolmente
raccogliendolo , l'efortò ù prefentarfi fponte in Roma ; ma quel che
fu peggio, fé ne fuggì in Ginevra, e diede voce , che il Contareno
fteflb haveva approvato il fuo penfiero , e di là cominciò X dir male del-
la Corte di Roma, e della Chiefa Cattolica, come fan fare gli Heretici:
il quale difordinefuccefle per la troppa piacevolezza del Cardinal Con-
tareno, perche doveva pigliarlo prigione, quando ftì i cafafua, e non
afpettare che fi partifle .
Hora prima che l'Okinofene fuggiffe, andò d cafa della Ducheffa di
Camerino , chiamata Catarina Cybo ,e quivi fi fpogliò l'habito, e fi sfra-
tò, e poi fé ne [d] fuggì in Ginevra. Haveva egli particolare ftrettezza „ d /«.-«K^/r.cv.T-rr
con quella Signora, econquelladiPefcara; onde coftei ne fu pofcia in- „ ^''^'•'«'•'''»«r/>'j
quifita, emoleftata.
Del Vvaldes capo , e maeftro di tutti coftoro non trovo altro , fé non
che il Pierio Valeriani Canonico di S.Pietro , e Poeta egregio defcrifle 1'
infelice, e meritato fine del Vvaldes , che fi buttò da una Torre .
Juveììis ptilcher, nifi prorfus & amens . „
Stultith ergo omnes longc ut fuperarety ab alta „
Tuni [ponte fua pnectpitatus obit . „
La feconda cofa , che mi occorre dire , è , che ne'tempi addietro anco- „
ra Ferdinando il Cattolico tanto di porre l'Inquifizione in Napoli, ma „
non potè , percioche i Napolitani contradiflero in modo tale , che [e] gì' „ ^ ^^^^^ ^.^ .^ ^^
Inquifitori mandatigli furono da loro maltrattati, e cacciati fuori dal Re- „ 154, '*""' ' ' ' ■'" "
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PAOIOIV.
498
Secolo XVI.
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gno, & il Campanile nella famiglia Filomarina fi menzione di Scipione
Filomarino mandato dalla Città di Napoli al Rè Cattolico , il quale
con la fua prudenza, & eloquenza lo diftolfe da quel penderò . L'ifteiTo
fucceffe quefta volta nel 1547. percioche placido diSangro mandato
Ambafciatore à Carlo V. ottenne, che per allora nonfiparlafle più di
„ Inquifizione; e finalmente à tempo delviceRè il P, D, Paolo d' Arezr
„ za uoftro Theatino eftinfe affatto la rinovata prattica<Ìeirifteiro .
Così l'allegato Caracciolo , la cui relazione è ftata à noi opportu-
namente fomminiftrata dall' erudito Gio: Antonio Moraldi Cittadino
Romano, che con meraviglia di duefecolihiì copiato di fuo proprio ca-
rattere quanti Manufcritti ha egli potuto rinvenire nella Europa antichi ,
e moderni j eincinquant'anni di faticofo, e aflidup lavorio ne ha ordi-
nata una Libraria in fua cafa à publico beneficio de'virtuofi, onde meri-
tevolmente bennerelUimpreltoilfuo nome fu le carte ancora di quefta
Boftra Hiftoria.
Cà-
499
CAPITOLO VIIL
Pio Quarto Milanefe, creato Pontefice li
16. Decembfe 1559.
c/^ffoluzjone del Cardinal Morone . Affari de Cal^vinifli
di Francia, Etimologia, e origine del nome di Hugonotti ^
Caduta, CS^ herefte del Cardinale Odetto Colligny^ e jue
efecrahili procedure . Condanna Pontificia di alcuni Vefco-
'vi di Francia . Adonti eretti da queflo Pontefice in [oc-
cor fo de" Cattolici contro gli heretici. Ultime compoftzioni ,
e libri di Calvino , e fua morte . Theodoro 'Bez^a , fue
qualità i ^ herefte . Morte di Pietro Martire ■> di
Valentino Gentile , di Gio. Las\o , e di Filippo Me-
lanBone . ^alita , ti^ herefte diMatthia Fiacco lllyri'
co . Contezza del libro degli heretici Magdehurgenft ,
chiamato CcvìtWllC ' Libri di di'vérft heretici, ediffenzjo-
ni fra ejji . Heretici in Italia , e loro cafiighi . Profegui-
mento del Concilio di Trento , e fue fejjìoni dalla decimafet-
tima fino alla ^igefimaquinta . 3oila di Pio ^arto fopra
li libri prohibiti . Altre molte 'Bolle di Pio per offer^van-
z^a de"" Decreti Conciliari . Ifiituzjone della Congregazjone
del Concilio in "Koma . Scritti degli heretici contro il Con-
cilio Tridentino . Carlo Molinco , fue qualità , ^ he-
refte . A^ari deli Inghilterra . Notizja del Calendario di
Gio. F 0x0 . Origine de' Puritani, e de' Presbiterani , e di
molte altre fette in quel ^gnOi
Pio IV.
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Pio IV. ^nn Secolo XV f.
L rigore del palTato governo ridondando più tofto in irrita-
mento, che m ravvedimento del popolo, fiidalfiicceirore
di Paolo con tal mifto di prudenza temperato, che per V
avvenire non fi poteffe né troppo temere, né troppo fpe-
rare dalla nnova condotta del fuo "Pontificato . Onde fui
bel principio di efib egli condonò alla plebe Jlomana li com-
^.Ì?;LÌr££- tnefll eccelli, con la pronta riiazione de'danni feguiti , e al [a] Sanfelice,
driun.viro.^pas. che ìu feufo Cattollco fpiegò alcune propofizioni , delle quali era ftato
ìtuiv'tltfi incolpato, reftituì la libertà della perfona, elafmceritàdellafamai e con
48'. ma2«^ior pompa di giudicatura, vedutafi, e rivedutafi per fua commif-
s1nfdlrè?e fki fionda caufa del Cardinal Morone da due Cardinali riputatiffimi per in-
Morone,' te*^ritd , e pet dottrina, fra'qualiil Ghislieri allora fupremo Inquifitore,
ìn!tT'\ì''aai] epoifuccelloreal Pontificato, egli procede allafentenza ài afibluzione,
concificriaHL i i. chc fè Icggcrc [b] nelConciftorodalSecretario Tommafo Gallio , in cui
j.Urt,ni^o. ^jcevafi,^che la prigionia del Cardinal Morone fattafi per avventura con
ordine di Paolo IV. era feguita fenza precederle pur un legitimo indi-
zio , e che l'inquifizione , e tutto il procelfo era Itato nullo , iniquo , ed
ingiufto, fpecialmente per non eirerfi offervata la forma prelcritta nel
Conclave, e necelTaria nella caufa centra il prefato Cardinale: oltre à ciò
dal procelfo medefimo non apparire, nonché alcun fondamento per con-
dannarlo, md né meno alcuna piccola fufpicione in lui di non retta fede;
anzi dalle difefe fatte per lui apparire il contrario , in rifguardo ed alle fue
parole, ed al concetto perpetuo di tutti i buoni, e Cattolici: e che pe-
rò l'affolveva come innocente , imponendo perpetuo filenzio al fifco-
Così la dichiarazione della innocenza del Cardinal Morone . Circa poi
lecenfure fulminate dall' Anteceflbre contro i lettori, e ritentori de'libri
prohibiti, rimeflfaa'Padri Tridentini la riformazione dell'Indice, egli fa-
viamente moderò , come (ì dirà, più tofto il rigore , che'l vigore della pu-
blicata prohibizione .
Affari de- Calvi- Ma all'afibluzioue di un Cardinale feguì^ con lacrimevole oppofto la
niiu in Francia, pervcrfioue, la coudannazionc , e ciò che fu di peggio, l'oftinazione, el*
impenitenza finale di un altra Cardinale, che nontanto macchiò il Senato
Apoftolico, quanto rinuovò nel Senato Apoftolico la caduta , e'I tradi-
mento di Giuda. Per la cui ordinata intelligenza convien ripetere da più
vr-ip d- alti principii il racconto. Il Rè Francefco II. che regnava [e] in Francia,
PaoViv.,Z%l tolto dal Regno, e da tutto il Mondo [rf] inetàdidiearetteanniccnmor-
479. <;• die s. -De- te acccleratagU , come portò la fama, da Chirurgo Calviniila , che nel
dBcUairL°i. 29. medicargli una Parotide, [e] infufegli per l'orecchia il veleno j follevò l'
&spond.An.ii6Q. animo degli Heretici ad aita Iperanza di profperi avvenimenti , fpargendo
e%'ond.ibìd.n.7. eglino libelli pe'l Regno, non tanto adonta della ài lui regia memoria,
quanto in trionfo di vittoria da efli gii decantata, anzi con la efpettazionq
già divorata, di renderli non men Padroni del Regno con le armi, che
della Fede conlaHerefia. Poiché nel breve Principato di fedici mefidel
defunto Rè, eglino erano così fmifuratam ente crefciuti nella Francia, che
il medefimo Francefe Spendano di eiTihebbe i dire: ObimmenfamCal-
vimarìQv.m tuta I{egno nmUtruinneraj qtiayi coerceri non pojìet, fup-plìcia ,
rclign^irs tr.{0 mfiitutay remìfj'a funi:. Onde avvenne , che refi feroci dal
numero, ccngiuralfero contro la vita de'regnanti , e finalmente godefiero
di quella del Rè Francefco ò procurata, come fi dlflè, col veleno, òfofpi»
rata
n, IO.
Capìtolo VI II. yoi Pio IV. .
rata per la licenza , in cui fi folleva ogni flato con la mnta2Ìone del Regnan-
te . Ed in fatti eglino nniti ne'fentimenti , ne'difegni , e nelle imprefe vollero
ancora nnirfi nel nonie,equafidifdegnandoilcommunede'Cal\'ini{]:i , vo-
lentien riceverono quello di H«^o«of fi, col quale fin daquella età comin-
ciarono à denominarli gli Heretici Francefi^ Calvinifti , D'onde derivalfe
à loro tal nome , è cola ancora incerta fra Scrittori . Il nobile Sponda-
no , che fiì Francefe òi nazione , Vefcovo di Pamiers , e che anch'
.elfo pianfe [ ^z ] la caduta di qualche fuo antenato nella herefia cor- a/^m4«».i54<).
rente della Francia, e dal quale à noi deriva maggior authentica di tefti- '''^'
monianza, che da altri Autori^ cosine rapporta la denominazione, eia
origine, [b] Obfervant ^u^ores , hoc primàm tempore Calvimams inGnllia h rJeman»,is60é
€ ce pijfe dici Hiiqonotos: nectamen de vocis origine, qua multipLex ajfertur ^
adeò confentiunt . Conveniunt plerique dedut^am à porta Urbis Duronis , quiQ
B^gis Hiigonis appellatur , ad quam Calviniani fua conventicula celebrare
confueverant . Quidam exprejjius ; quòd cum ftnguU Gallile urbe s pccidar io.
nomina babeant 3 qmbus mormones , lemuresy manducosy & CtXterabujiifmo-
di monflra inania anilibus fabulis ad incuticnduminfantibus , ac fmplicibus
fofminis terrorem vulgo indigitant, Turonis Hugo p^x celebretur , qui no-
6ÌupomeriaCivitatisobequitare, & obvios homines pulfare y ac rapere dici-
tur: ab coque Hugonoti appellati fuerint y qui ad ea loca adconciones au-
diendas y ac preces faciendas itidemno&uagminatim conveniebant. yAt con-
venientijjimè id quidem, fi mores eoruMy (tudia, conatus , feditiofa, turbu-
lentaqueconfilia fpe6ies'y ft f^evitiasy & crudelitates in Deum , Eccleftam ,
"B^egem , Tatriam , divina! , & humanas leges , omnes bonos , quibus ingentem
ubiqucy i^ terrorem y & horrorem, flrepttumque ^cherontis primùm , de in-
de perniaem , & fubverfionem attulerimt y adeò ut pr.-ecipua ipforum fides
efìevìdeatury omnia furfum deorfum agerCy ima fummis permi fiere ; pneci-
puus fcopusy cladcy e ne de y ferro y fanguine , igne, patria fuoi cineribus fa-
ginari. Hugonotorum non adeò ineptam olim retulimus rationem fumptam à
voce Fcederis Helvetici y quafeinvicemEydgcnoffcn vocitant, male à Gallis
pronunciata . Sen denique , ut alibi eam mterpretatam reperimus ad rem
ttem conveniemiffimèy qiiaft Hens-guenaus , quod apud eofdem Helvetios
ftgnificat gentes y &homines feditiofos. Così egli . Ma qualunque fiali la
fignificazione del loro nome , certamente ne furono Tempre efecrabili li fat-
ti, e tali , quali proceder potevano da gente, che ribelle à Chrii^o, noa
iftimò gran cofa il ribellarfi a'ioro Principi , e fin'intinger le loro facrileohe
fpade nel fangue reale delle più riverite Maeftà. Noi, che fin dal bel prin-
cipio ci fiamo dichiarati di ìcrivere la Hiftoria [e] dell'Herefie, e non degli ^^'■f''''.*">fl
Heretici, malagevole cofa riputando lo (tendere il lacrimevole, e" lungo 'i^e^aìvlntittp!^',
racconto delle guerre civili, follevate dagli Hugonotti nella Francia, ci "^'^'"'^'^ ^•^»'^»
atterremo accuratamente nella fola defcrizione di quanto può portar pre-
gio di utile infieme , e di dilettevole à quella noftra Opera, e tralafciando ad
altri Scrittori la ferie degli accidenti civili , e militari, da cui con lunpo
terremoto di quarantanni fu fcolTo quel Chriftianiflìmo Regno, rappor-
teremo ordinatamente que'folifuccelfi, che appartengono ò alla detella-
zione della ferocia degli Heretici , ò alla dichiarazione de'Miflerii oppugna-
ti delIaFede, òaila enumerazione degl'indegni fatti, e fcritti degli Hugo-
"<^"^> ò all'ammirazione de! zelo de'Pontefici Romani, e di quegli Eccle-
iiamci Gallicani , che chi d'apprelTo, echi da lun^i feppero col Maijiile-
Tomo IF. fi 3 "^ r%
'ra fu*
all' a-
Pio IV. JQ2. Secolo XV L
rio del timone, e con la forza de'remi ridurre in ficiiro porto la nave perì^"
colaiiue ài quelle nobiliffime Chiefe .
E primieramente , forzofamente ci convien dire ciò , che volentieri sfug-
giremmo anche di accennare, fé laveritd della Hiftoria non ci obligafle
a ^nn.is6o. egualmente al racconto del bene , che à quello del male . Al Rè Francefco
Secondo era fucceduto [a] nella Corona di Francia il fratello Carlo , che in
ordine de'Rè di tal nome fi difle il Nono, fanciullo anch'eflb di dieci anni,
fotto la Reggenza della Madre regnante Caterina de'Medici , donnadomi-
nata dall'ambizione di dominare,' e perciò fofpetta i tutti, e fofpetta di
^ohd\ c^'^rdina' ^^'^^^ * ^^" ^ P"^ ^^^^ ' quanto in queftf Principato ancora del nuovo
le V coHig"y Rè crefceffe la fazione Hugonotta nella Francia, e quanto ella folle pro-
nciiaherefiaHu mofla dachicflcr doveval'oppugnatore di cffa, e lo ftabilimento della Cat-
|r,"fa"ti,'e^déici',^e toKca , cioè dal Cardinal Odetto di Chatillon . Era egli d'illuftre ilirpe , na-
aiortediiui. to daóafparc diCoUigny , e da Ludovica Montmor ansi, e fratello di due
gran PerfonaggiGafpare di CoUigny Ammiraglio di Francia, e Signor di
Chatillon, feudo foggetto alla lor cafa , e Francefco Collignypeneraled*
eferciti , e Signore d'Andclot . In età di undici anni f» promoffo al Cardi-
nalato da Clemente Settimo in quella promozione di quattro Cardinali
h Din.Novimb. Francefi, che a compiacimento del Rè Francefco Primo egli fece [ ^ ] in
«JJ3- Marfiglia, annumerato prima fri i Diaconi Cardinali de'Santi Sergio e
Bacco, epoidi S.Hadriano , pofcia honorato dal Rè di quattro pingui
Abazie , e fuccelllvamente de'due nobili Vefcfevadi di Tolofa , e di Boves ,
e videspitfiann. ìu cui egli fin all'età di trcutacinquc anni dipottoifi con fama, e pregio di
M58. buon Cattolico . Ma dalla infezione òcommune, ò dell'Ammiraglio, [e]
ò dell'Andelot fuoi fratelli , rimanendo anch' egli contaminato di Calvi-
nifmo, ne die fuori apertamente non tanto il fegno , quanto la autentica
i^H.jSi. nel giorno medefimo di [d] Pafqua, in cui tralafciata la fuaChiefa Matri-
ce di Boves , fi ridufTe nel fuo domeftico Oratorio , ove non privatamente ,
ma con invitto di Hugonotti , e con intervenimento di domeftici fece la
funzione della Cena fotto l'una , e l'altra fpecie nella ufanza, e forma de'Cal-
vinilii . Quindi deporto e habito , e titolo di Cardinale , veftito da Capita-
no, ufcìal publico co'l nome di Conte di Boves, facendola nel rimanente
da Capitano, e da Conte, enon piùdaVefcovo, e da Cardinale, fé non
quanto che con comando da Superiore propofe alle fcuole Maeftri Hu-
gonotti, e publicò in quella fuaChiefa la nuova dottrina di Calvino con
tutta quella pompa di eccelli enumerati nella Bolla condannatoria di lui,
che apprelfo riferiralfi. Fu egualmente deplorabile il fuccefìfo di quefta
fìrepitofa caduta, cheperniciofolo fcandalo. Conciofiacofache fette Ve-
fcoviò ne lodarono incontanente, ònefeguironorefempiojondedilui, e
e Bniur. in Pio di eflì giuntouc ìlfentore al Poutcfice, egliordinonne [ e ] feveriifima In-
i^,ctnjiit'.67. quifizione, & al f upremo Inquifitore , ch'era, come altrove fi difle, il Cardi-
nalGhislieri, ordinonne il proceffo, la follecita relazione, e lacaufa. Era-
no li denunziati Vefcovi il S. Romano, ò come altri vogliono, [/] Fran-
f spond.an«,xs6s ccfco di Noaillcs Arcivcfcovo ài Acqs , Gio. Monluc di Valence , Gio.Bar-
«.ai- * banfon di Pamiers, Giacomo Gillary di Schiartres, Claudio Regino [g]
V'IftLI-ll diOleron, queldiLaidour^, eGio.diSangelafiodiUzez,febenloSpon-
h spond.an.156} (jano [/;] con forti ragioni rigetta l'alferzione del citato Tortora, e in luo-
"'làcoùus ^Hgu- godelVefcovodìLaiiftoure ripone quello di Lefcar nella Bearnia , che
jìHiThHAnmii.ìs. chiamavafi Ludovico Albret. Dunque quelli ciuti [/] dal Tribunale ài
Roma,
Capitolo Vili. 50^ Pi° IV.
Roma, ilMonliic, l'Albret, & il Regino furono condannati, e privati de'
loro Vefcovadi , & i rimanenti fofpcli dairamminiflrazione delle loro Chie-
fe , fin tanto , ch'eifi fi prefehtaflerò perfonalmente in Roma , e ciò, datane
ficLirtà, in termine di un'anno, palTato il quale, fé non follerò venuti, e
nonhaveflero fincerato la loro innocenza, eglino s'intendeffero per con-
vinti* e nella medefima pena involti, che gli altri . Il Cardinal Filiberto
NaldidelaBourdcfiere Ambafciadore in Roma del Rè Carlo , dalle cui
lettere [a\ originali fi deduce la notizia dillinta di queftofuccelfo, interce- « ^pui spond.
de qualche dilazione di tempo per efil, e a tanto intercelfore ne fiì dal Pon- '"^' "^'
tefice benignamente accordata la richieftà, co'l motivo principalmente
Quoufiiue de bis certior fa6ius ejjet I{ex Carolus « Onofrio Panvino nobile
Hiftorico ,■ chiamato [b] óhìM^liuìzìo Helluonem ^ntiquhatisy dallo Sca- J;^^^fJ';£*]:/^;;^'^'
h^eroTatrem Hi/iori^, dal Lipfio Trìncipalis Hijìorìa , & Fajìorum •pete- & corneimmcur'
rum Vatremy àÀThwànoVirum ad omnes ^omanas , & Eccleftafticas anti- '^^^^■^"jj;'^'''^'*'
qmtàtesàtenebrtseruendasnatumi attefta il medefimo, anzi qualche cofa
di più, dicendo, [e] Epìfcopos circiter decem eadem labe in Galliis macula- e onufrìus Panvi-
tos, fuifìeàVto IFiSacerdottis privatosi ed il Panvino dimorava allora in nus invita pniv.
Roma> ónde per tutti li capi rendefi provata , e certa la teftimonianza
di un tanto Autore i contro ciòcheafferifce il Natale, allegando li dritti
de Regno di Francia, e le libertà della Chiefa Gallicana; [ d 1 J{cx Chn- d Nat.^hx Uc
ftiantljimus per Óratorem fuum , qui tunc B^6?n£ agcbat , graviter expoflaU- ^6^c.uar,i^.n.im
vit apud fuam San5iitatem , quòd ipfa cantra l\egni fui jura , & Eccleft£
Gallicana libertates , ejufmodi caufarum primàm cognitionem , ac judicium
fufcepijjet; e citando alcuni Tomi Libertatum Eccleju Gallicana y ccnchiu-
de, Es'giusOrator apudSummum Vonttficem ejfecit j ne a&a judiciarid cantra
illos Epìfcopos dmpliàs urgerentur. Ma [e] per render chiara la; verità del If^^^'/'J^^^J^
AiccefTo, i noi bafta di ha ver citate le lettere del Cardinal la Bourdefiere ^w".4V..'"jój'.«.
Ambafciadore del Rè Carlo in Roma, riferite ancora , & approvate dal- 5°.
loSpondanoFrancefe, e l'autentica teftimonianza del Panvino Veronefe
dimorante allora in Roma, checoncordementeatteftano, eiVere flati que'
Vefcovi condannati nel modo , e forma , che veniam pur hora di dire . Re-
plica [f] il Natale, Quod jpc6latCardinalisCajiillionci depofttionem. Sena- i^fm.
tus Ecclefta Callican£ libertates Decreto folemni vindicavit , quo fancitum
ejì , ut ad fuperiorem fuum , id efi Metropolitanum B^hemenfem , cui [uberai:
utBellovacenfis EpifcopuSy prò crimine h^erefeos remitteretur y qui Metro-
politanus y cum fu£ TrovincÌ£ Epifcopis , ejus caufam fecundàm Canones
cognofcerety acjudicaret. Mi ciò, che fi facelfe in Francia, òà noi non ap~
parifce, ò apparendo, prontamente opponiamo la Bolla Pontificia di Pio
Quarto, chehavendo prima più volte fenza frutto ammonito il prevarica-
to Cardinale, finalmente dichiarollo fcommunicato , hereticc , e decadu-
to da ogni Sacerdozio, e dignità, nel terribil tenore , e forma, che fie- ^r„ Bkiiar.pn iv,
gUe . [g] confi. 66.
Onerofum fupremi Tafloris officium &c. §.i. Sane cum nuper , magna
cum animinojlrimoerore y plurimorum fide dignorum relatione, acfamapu-
blicay nonquidem àmalevolis & fufpe&is, [ed gravibus & honeflisy ac ve- '
ridicis perjonisexortay etiara permodum notorii fa6ii pcrmanentis , ad au-
res noflras perpenerit , tniquitatis filium Odettum à Caftillione S. B^ E. Dia-
conum Cardmalem , & Ecclefm EsUovacen. perpetuum adminiflratorem in
fpiritualibus & temporalibiis , alias per Sedem ^o[iolicarifi dsputatiimy ad
li 4 quem
Pio IV. ^04 Secolo XV L
quem yclut ipfms univerfalis , & B^omanx Ecclefm Curdindem y &honor abile
membrum pertmcbat-, prò fidei Catholicce defenftonc , ^pojìolic^que Scdis con-
fervatione , proprium fanguinem i ubi opus fiiifiet ^ cfjundere , vitamque ex-,
ponere , ac bxreticostmdique , & praeìpuè ab Ecclejia Bclvacen. pr^ediBa ,
ìllnifque Civitate , &diceceft, quarum curam gerebaty potifjimùm expelkre ,
illofque totis -piribus, ac omni conatupcrfequt, fmrummuneris , jìatiis, de-
coris , honoris , ac propria [alutis , necnon bencficiorum , qnibus illum Sedes
Apoflrolica, tot tantifque dignitatibus decoraverat , receptorum, & fidelita-
tis 'muramenti eidem Sedt per eum prilliti , nobilitatifque fu<£ originis prorjus
immemorem , Deique timore poftpofito , cantra Sedem eandem fé temere eri-
gentem adeò in profimdum malorum prolapfumfuiffe , ut in pefjìmam ilUm
t]U£ bis calamito fts, & deplorandis temporibus ininclyto T{egno Francia , proh
dolor ! maxime invaluit, Hugonotorum mtncupatam h<£re(im , nedum inci-
derit, fed ipfos Bugonotos hareticos, quos prafertim in Civitate, & dicecefi
pri€di5ìis corrigere ,& punire 3 velfaltem ab eis profligare debebat , defende-
rcj fovcre,protegereyanttuerì curaverit , & quamplures hujujmodi peflifem
Jeàa viros , pfeudotheologos , mre^oresy & concionatores y quibiis alws fe-
ducercy ac inficere pofiet , familiariter retmuerit y arma fmnpferit y ac alia
gravifjìmay hnerefim manifefiam denotantia , pertinaciter , cantra fidem Ca-
tholicam , fan6iamque F^manam Ecclefiam commifcrit , & perpetraverit ,
in gravem divina Majefiatis ojjenfam, ac omnium Chrifii fideliitm fcanda-
lum.
§.2. 1slj)s ìgitur y quorum ejl prò noflro Tajìoralis officii minijìerio pr£-
mifjis debite providere , non valentes citra immenfj! illius divina Majefiatis
ojjenfam y necnon Cbriftifidelium eorundcm fcandalum y modo^aliquo pramijfa,
tit potètamimpiay & enormiay conniventibus oculis pertranfire , ut tamen vi-
deremusy anclamorem qui adnos pervcnerat , idem Odettus opere compievi f-
jet, venerabilibus Fratribns nojìris S.I{.E. Cardinalibus haretica prapita-
tis Inqiiifitoribus generalibus in Bimana Curia deputati: , ut de pramijjis
omnibus, & fmgulis fé diligenter informarent , vcritatemque defupcr mqni-
rerenty ac deinde nobis in Conjtfìorionofìro fecretoreferrent , commiftmus &
mandavimus.
§.3. Cumque Cardinales Inquifttorcs pncfati , mandatis nojìris bujuf-
modi parentesy fuper bis diligenter mquifivif^cnt , ac di6lum Odettiim nedum
fuperiùs expnfia , fed etiam longè deteriora commi ftffe c^perpetrafìe y nempè
inter aliadixijk , & pertinaciter tenuiffe , Ecclefiam ufque adifia tempora
ht&reticorum Hugonotorum errafie , necnon palam , & piiblicè partcs dicìorum
Hugonotorum bmreticorum , illorumque conventiculas , (jr feBas favtfk , fccu-
tum ac tutatum fuijje, & laudafle, abje£iifque Cardinalatus babitu , & infi-
gniis , quihus fé indignum reddiderat , ad Hugonotos hicreticos ipfos declinaf-
fe , eorumque feUarn cxpr--fsè profefium fuifìe , feque illorum cxercitus du^o-
rem fecifie y & adhuc cxi(ìercy diaque ia fan^iam fidcm y & Catholtcam l\cli'
gionem co?nmi(ìlJe compenifient , & nobis m Confiftorio pradifìo retulifient ,
illaque adeò notoria efsent , ut nulla pofsent tergiverfatione celari , cifdem
Cardinalibus laquifitoribus etium ■pivd vocis oracolo dedimus in mandatis ,
ut pi Jèfatitm Odettum fub excomniuìncacionis laticfententiiC , aliifque cenjuris ,
(jT pa-ns tunc expnjjìs ad perfonaliter comparendum , & fé à pnsmijfis cx^
purgandm>i infra certum tunc cxprcfsum, ac alias f^ub certismodoy & forma
niQììcrent ,reqMÌrerent , &citarent, ac litteras monitoriales , & citatoria! con-^
tra
Capitolo VI IL 50^ ^''-^ ^^''-
tra eundem Odcttum per cdì^inm publìcum in dicia Ecclcfia Behacen . & ìllius
palata Epi/copalis vahis , ac in ^Ima Urbe no/ira in locis confuctisexequeti-
dJs y & publicandas decernereut, ac illis (le ^ ut prxmittitur , executis , tic
corani ipfts inquifitoribui reproiu^lis, terminifque ad docerìdiim fu tllis paraif-
[e fervart folnis fcrvatis i dióìuqus Odet'to priùs ad audicìidam fcntentiam per
nos ferendarn legitiniè citato y & dilc^ofilioTctroBcloTirocstratoreFifci ejnf- .
dem h.€retii\epravnatis generalislnqnifitionis adhoc inJiantCj ad biijufmodì
caujiS expcdniorìc-m , jiijiiti-t mediante y devenire volcntes .
§. 4. Habita defuper cum prxdtdis, & aliis venerabilihus Fratribus no-
ftris cjHfJern S.I{.E. Cardinalibus matura dcliberatione ^ de eorundem unani-
mi voto , coniti iC) & afknfu y Chrifli priàs Saivatoris nojìri nomine invoca-
to y m tbrono jiijtici^ prò tribunali fedentes ^ & folmn Dcumpr^t ocuHs haben-
tes y per hanc nofiram fcntcntiam y quam ferini in m hisfcriptis y pronuncia-
musy decermmtts & declaramus , pncfaturn Oclcttum in excommunicationis
lata fcntcììti.-e y privaticniSy confife ationis omninm bonornmfuornmj prafen-
tiiitn &■ fiitir/ornm y offitiorumy &■ dignitatum ctiam Cardinalatus y juriurai
privilegiorum&- a^lionumy ac crirì'ànishxrcfts prò cofifefo habitt panas indi-
6ìis litteris monitortalibus & citatoriis contentai obipfiusOdetti dlisnon pari-
tionem damn.ibiliterincidife & incurrilfe y & nihilorninàs quia tamex procef
fu contra cum formato y & per di5ìos Inquifitores , ut prxmittitiir , reluo,
qiiàm not orici afe" favi i y qnod nulla prorfus excufatione palliari aut tergiver-
Jarionecelaripotejlf & ex quampluTTmis aliis y qim nobis innntuermity ac de
qiiibus alias •ìrrultipUciter confi lenti am nojìram piene informar am habemus , de
barejis & fcbifmatis crimhilbus hitj:tfmodi , omnibufque fupernis enarratis
per eum conirnijjls 1^ perpetratis darò & aperte confiitlt &■ confiaty ipfurn
Odettum bareticum , exco'>r:.iUnicatì:m , Hngonottimi , fcbljmaticum , &"
blafpbemtmi , ac a fide Catbolica <& Sanala E^ivana Ecclefla apojìatam , C^
trans fugam, fideifratlorem, & perji4rMmpronHnciamus,&' judicamiis , ac de-
claramus j c^proptereacum ab om?n Cardinalatus commQdo&h more ac pri-
vilegio ctiam clericali d die tommijjorum crimimrm bit]uf'Vodi ipfo jure dcpofi-
tnm y diCliCque Ecclefu Belvacen. adm ini flrat Ione , ac omnibus bencficiis &
officiis , boyoribus y dignitatibus , ac pr^laturisprivatmn y & adilla inbabi-
lem c^ perpetuò incapacem y ac ejus bona, juray & jurifdi^iones public a-
ta fuiffe & effe , & ab bis ad quos fpe5lat capi pofìe , dicìamqae Eccle-
fiam Belvaccn. & aetera beneficia quacunque & qualiacunque Ecclefiajilcaf
& officia per eum obtcntavacavif e y & vacare fimiliter declaramus & decer-
nimus y ac eundem Odettum quatenììs opus fir deponimus , privamusy & in-
babilemfacirnus y ejufqiic bona omnia, jura& jurifdi6ìtones publicamus y de-
pofitumque & privatum ac inbabilcm tffc£ìum , ac velut talcm hareticum ,
fcbifmaticum , O" blafpbemum , & infru&uofum paknitem ab Ecclefia pr£-
clfumulterlus legitimè pimiendum fore decernimus y ejiifque perfonam à Cbri-
ftifidelibus capiendam dr detmendam y & ad ]ufiiti£ minifirorum manus y ut^
panis debitis affici poffit , tradendam omni meliori modo & forma , quibus pof-
fumus & debemus , exponimus .
V.5. Tslulliergo&c.Dat.I^oma apud S.Tctrirm anno Incarnatlonis Domlni-
camdlefirno qulngentefimofexagefimo tertioy Trldie Kalendas ^prilis , Ton-
tificatus nofìri anno quarto .
Così il Pontefice in condannazione , e depofizione di un Cardi-
nale divenuto Apoftata nell' Hercfia . Ma non così il mal configliato
Hccle-
Pio IV. -o5 Secolo XVI.
Ècclelìaftico , che dovendo prendere in horrore il fuo peccato, rivolto^
fi qual cane al baftone , ch'il percofife , e quindi precipitato, e cieco cor-
(e ad ogni eccefib di empietà . Conciofiacofach' egli che già deporto have-
va rhabito, e'I titolo Clericale', in contumelia, & onta dèi Pontefice
riaflunta, allora la Porpora Cardinalizia , con non più udito attentato fat-
.dtt Dictmby. tofi in publico con quella facra Verte, [<z] fposò in mezzo alla fua Ghie-
a I
j'J<54. . fa di Boves Ifabella d'Altavilla Signora di Lorè-, affiftendo al facrilego
biu^rlnvulett Matrimonio [^1 Pietro Melet Miniftro Calvinirta, e fofcrivendonel'ap-
j ^ j ^- . • \ r -1^ ^ w r-^ w 1»A I" _1'A ti x.-r'^
dtrn aottif
cacf. provazionei due fuoi Fratelli CoUigny, T Ammiraglio, el'Andelot. Né
"""'^'^"'^'^■^ qui fermolfi ola rabbia, ola baldanza, ola temerarietà del nuovo Hugo-
notto i che facendo pompa della fua feguita Apoftafia hebbe eziandio ardi-
mento d' intervenir veftito in Cappa Magna nel Celebre Cougreifo di
Roan, allorquando al Rè Carlo divenuto maggiore in età fii conferita pie-
e sptnà.An.xiùì. namentel'amminirtrazione, e'I governo del Regno, lc]magno'Càtholico-
*"*^' rumfcandalo, idad fummum au£Ìorttatis Tonttficia contemptum, &Ordmis
EcclefìafticiderifHmpertinereexiftimantium: ma providde il Pontefice a co-
tanta sfacciataggine: Incedebat[d] purpuratus f dic^CincWsL dìliu vita, i li-
rifr^^*'^^'""*""' cètharejìpollutus: atViì Quarti diligentiaeffe^lum ejìj utnon modòhabitum
Cardinalis volens notens dimiferit , "perùm etiam locus et m Concilio utmque Pre-
gio fuerit denegatus : e procedendo a più publica dichiarazione de i di lui
- o. j / •. misfatti, e a più conteftato obbrobrio della di lui perfona, Te" 1 Ctìwawomr
e Spond. toc, ctt, „_ ^.,,1. . ^ r <-t /- -' • ^ n
faaiis Tontifex, ejus privattonem , ac depojitionem , qua f atta fuerat m Concijto-
i ^nn.iKói, rio fecreto, die undecima [f] Septembrts publìcari y & locis confuetis ]\om£
affigicurapit, eandemqueTypismandari, ejufque excmplaria perGalliamdif-
feminari: in modo tale che ritorto contro lui quel fulmine, ch'egli mala-
mente pretefe d' indrizzare contro la fanticà della Religione, elamaeftà
del Pontificato, abbandonata la Fede, fùilmiferabilecoftretto ad abban-
donar lafuaChiefa , e le fue Abadie ,le fue Dignità , la fua Patria, elfuo Re-
gcìAcc.ibid, gilo: QuarCy foggiunge [^] l'Autor della di lui vita, Ecclefia Catholic£de-
jertor , ac transfuga ad ^ngLorum regionem harelì jam infe£lam fé converti t , ut
liberiùs ibi viverci . Tlurimum m illa aula , au£ioritate èr gratia potens , pro-
curavit ì\egin£ Eltfabetbx Matrimonium cum Henrico ^ndcgavenfi Duce , po-
fteà Gallorum I{ege . 1>(ec unquam Odeitum Elifabetha Fuegina babebat obvmm ,
quinofculoenmjalutaret: eidemmet uxori adesdedit habitandas putgò Sion ad
Tamefim; nunquam Odettus Fuegina ^nglican<£ aulam invifebat , prafentt-
h ^««.1568. 13. bus Francia Legatis » Colàegii Heretico [h] morì fra gli Heretici in età
Ftbruarii. frefca di 46. auui , fepellitone in Conturbery il cadavere , dov' egli hi
portato, e r animanti Chnflt Tribunal evocata y rationemviUicatioms male-
gejìa redditura . Ferunt y domejiicos odio du^os in pellicemOdettty toxicum
praparafk inferculis: e di quanta sfrenata audacia, & inverecondia baldan-
i ^pHdciAct.Uc. za foffe comporta quefta rea Dama, quindi foldeducafi, che ed [i] pro-
f"' g^'^jf^ ^fi bae Concubina , utpoji quadraginta annos aufa fuerit litem movere m
Senatu Tariftenftpro dote ,
Spirico indomito Né la fola maertàl^ontificialoutana era colà in Francia dilpreggiata da-
di ribellione ne gli Hugonotti, ma la Regia eziandioa loro prefente. Ond' eglino furo-
IrS!"""' '*' rio foliti rifpondere, quando nominavafida alcuno il Rè, [K] Q^tem F^-
v ^pnd' Biafmm gern^ "ì<[os ipjì fumus F^cges, QuernvosFegem vocatis y merdofus eji F^egulus y
MmLuimm iib. j. ^^^^ ^^^ viTgis cafììgabimus , & opìficium aliquod difcerefaciemus , utfciat vi-
hum lucrari , ficut C esteri : non fenza grand' ammirazione di cliì confi-
derà ,
Capitolo Vili. • IJ07 P^^ ^^^•
^era, che non mai furfe Herefia contro Chrifto, ch'ella nel medefimo
tempo non forgefl'e control Principi, e Rè, che fi chiamano gli Unti di
Chrifto; e flirta conpafH eguali ha ella fempre poi caminato, ribelle al
Cielo, & al Principato, deftruttrice della Fede, e dello Stato , inimica
di Dio, e della publica quiete. Del che niirun altra Provincia può forfè
renderne pili pronta teftimonianza, chela Francia, fempre felice quando
fedele, e fempre funeftata da mille tragiche ribellioni, quando macchia-
ta di Herefia. Eia ragione Héj perche non eflendo nell'huomo paflìone
più potente, ftimolo più efficace, & incitamento più nobile, che quel-
lo della Religione, e della Fede; quando quefta è unita ne' popoli, dia
unifce, e compone ogni altra loro difcordia; e quando ella è infranta, e
divifa, e divide fra efli ogni altro affare, e rende tutti ©incapaci di ragio-
ne , e perciò fieri, ò avidi di vendetta, e perciò efafperati , ò ckchidi men-
te, e perciò pronti, &^fpofti ad ogni più azzardofo pericolo, [a] Fides iS.^n,i,r.iJLdt
vera, dice S. Ambrogio, nunquam turbatur; e S. Agoftino [b] Fidelis fi''^ ""fri'^Hs-
totum mundum habet, cum Dcum habet ; & al contrario [ e] E^tigio ubi Ts.--^ug. ni,.^.
nulla efly virtutesefienonpo^unt , E ben in quefta [rfj età quefta maflìma fu J";'{'^ ^-/i-
predicata in Francia non folamente dagli Hugonotti, ma da un* Anabatti- cìv/dcu.'zT '^'
fta ancora, che pedante di profeffione in Roano, invafo dallo fpiritofana- '^ ^""'^s^à.
tico della Herefia , lafciata la fcuola de' Fanciulli , gittoflì in campo a predi-
care , anzi a follevare i popoli » diffeminando fri eflì [ e ] ^nttchriflum brevi ,-;,yiJ ^'Jr'"'!"^
armorumvi periturum: feexercipus Ducem à Deo delcttim, ut omnes impios ThHanùmiiù.fs%
everteret , & Vrincipes , ac Magifiratus de medio auferret . Seque non ante mori- ^'** '
turum , qndm Mundum purum ab omni [celere , culpaquejiatueret : e perciò tut-
ti egli incitava a prender' armi contro il Regio Governo fotto la condot-
ta di lui, ch'era deftinatodal Cielo alla oppreffione de'Magiftrati. Mail ^^'^vo Heretico
Magiftrato deftinato da Dio a punir la infolenza de' colpevoli feceloincon- l'ufc\u"ml7:T.
tanente arder vivo, eviddefi torto ridotto in cenere chi vantavafi di non
dover morir mai fin' alla fine del Mondo. Ma non così debolmente gli Hu-
gonotti giuQcarono in altra parte con le fpade, eco'lfuoco, comeilfana- BaiJanra.cfira-
tico Anabattifta con la predicazione, e con la voce. Poiché eglino afledia- g^. e crudeltà dc-
ta e prefa laPuy, entrarono nel Monafterio chiamato C^/^iDf/, ovetraf- s''""s°"°"'-
portato da Avignone giaceva il corpo di Clemente Sefto, e [/] Monafìe- i cucancur^wn,
rium tpfum , racconta l' Hiftorico , anno 1 5 52. cum obfìdereturà militibus Cai. ^^- "'fi'*' •
ì^inianis plufqiiam barbaris , Templum diriphur, ftatuamejusmarmoream con-
fringiMt., [epulcbrumviolatur , atque diripitur , ubi ipfe Clemens pene formi-
dabilis jacebat ; armati emm homimsfpeciem exhibeye videbatur , quia (ìnguU
corporis partes plumbo te£l^ erant : cadavere igitur nudato nihil pr^eter offa , c^
cimres repereruntieaque inflammasfacrilegi^mifere . L'ifteflb barbaro fuccef-
fo rapporta il Mafone da noi in altro luogo citato, [g] onde comprovata f? v<d! unoifr»^,
fialadeteftabile barbarie degli Hugonotti contro il venerando cadavere di a^^^^"/'^^'' "
un Papa Francefe, empii contro ìa Fede, contro Dio, e confeguente-
mente contro la memoria fteifa, e contro le ceneri di un Pontefi^ce loro
connazionale compatriotta , che vilfuto , e morto gloriofo ha illuftrata la
Patria, e'I Mondo con atteftati eterni di riguardevohfiìme operazioni . Con
il medefimo furore invertirono [ h ] gli Hugonotti il Tempio di S. Gregorio ^ -^"'^ »5^^-
Turonenfe ne' Borghi della Cittàdi Tours, ove ripofava, e veneravafi il
corpo del miracolofo S. Francefco di Paola, fin' allora per lo fpazio di cin- U^(:^""'^-,,^7
quanta cinque anni fempre incorrotto. Eglino dal fepoIcro[/] lo ertrafte- FZ'na/cl Z' p^ll
/
Piò IV. ^ 508 • Secolo XVI,
ro, ccomefe odiaflerQ quel vivo miracolo della noflraFede, lojripore-
ro facrilegamente fii'l fuoco', appena campandone dal difpergimento le
ceneri, chepuriviprefentementelì confervano per beneficio del Cielo in
venerazione de' pofteri :. H^retici facrum illud Depofttum invadentes , Fran-
cifci corpus igni dcdtrunt confumandum , quod tabes ipfa non poterai putrefa^
cere. Così nella vita del Santo Giofeppe Maria Perrimezzi Vefcovo ài
Favello, e Scala, Autore venerato da noi come Maeftro, da cuiquefta
noftra Hiftoria hi ricevuto in gran parte correzzione, fplendore, &au-
gumento . Ma peggio di tutti , perche contro Dio medelìmo , la fece in que-
a ^nn.ìssf, fìa età [a] un'Hugonotto Francefe , di cui raccontafi negli Annali di
Francia, SceleratìJJìmus quidam bxreticus , fpiritu Satanico motus , in Ec-
clefta S. Genovefe , è manti Sacerdotis Mijìam celebranti! Sacratifjimam Eu-
charijìiam rapuit . Qui confejiim captus , condemnatufque , manu fcelerata
anteEcclefìarntruncatusefl, & m platea Mauberti fu jpenfus , & igne crema-
tus; adjìanteMonmorantio "Provincie pnefidemanu armata, nequidtumultus
à fremente populo adverfus Hugonotos excitaretur . ^d pleniorem vero tam
'^^--^,7-2 horrendi faeinorìs expiationem y die vigefma feptma ejufdem menfìsfa&aejl
• " '■ (olemnis fupplicatioà ScinBa Capella ad pr£dÌLÌam Ecckftam San5i<£ Genove-
fji) cut B^xcumMatref& Fratribus , cMerifqueTrincipibuSiCicTroceribus y
Cancellarioy Stnatu, aliifque Magifirattbus gejìantibus fingulisfaces candidas
ardentes in honorem San6i;ilfim.£ Eucbarijìi£ , tnterfuit . Così gli Annali
Francefi. Il Rè Carlo fi bppofcconlearmi alla baldanza degli Heretici;
&infoftentamento della guerra con Regio editto C\ ordinò agli Ecclefia-
fìici r alienazione de' fondi delle Chiefe in fomma di trecento mila lire,cioè
b vìàeSpond.ann. di ceHto mila fcudi . SÌ ricorfc [/?] dal Clero Francefe al Papa, e fi op-
Vbli'c-t^"^'' pofeilPapa con vigore all'importuno comandamento: ma rinvenutane
i .2i.c.y.«.5. i2,^£(-£^j-^ pej- bei-i della Religione, egli acconfentì, e confermonne la
vendita con Breve dato fotto li 17. di Ottobre dell'anno i^ó^.Miiù più
Pontificii Tocf or- provido, & opportuno il foccorfo, che colàia Francia mandò Pioaquel
goMouT? ^^'"'" Rèperproleguir la guerra contro gli Hugonotti, e per prefervar' Avigno-
ne dalla invafione di elli. Poich'egìi accorrendo al mal di quei Regni con
l'oro de'proprii Vaflalli, impofe nuovi datii in fondo di un Monte chia-
mato Tio , e ài altri Monti denominati foccorfo primo, foccorfo fecondo , e
di Avignone y in quantità di dieci mila Lochi, per la cui direzione egli con-
traifeilclebitodi un milione di feudi. Qi.iali Monti trafportati da AlelTan-
dro Settimo in altro maggior Monte, detto B^ilorato, vano nome, mi
continuò femprenell'erfctco; onde prefcntementc ancora ne rifentono 1'
aggravio li fudditi del Pontefice, mcilicome a parte anch' efiì da Dio ,nel-
la follecitudine , e difefa di tutte le Chiefe del Mondo .
Calvino intanto vedeva, e godeva dalla fua Genevra della perverfione
Nuovi Libri He. <jella Inghilterra, e della Francia, come haveva veduto, egoduto Lute-
Lo'.'Ll'^' ^^ ^'' ro dal fifolslebio della dcfolazione della Germania; e perche le infermità,
che lo refero cagionevole, eia età di fopra cinquant'anni lo riteneva im-
potente ad accalorire co'i fiato il fuoco già accefo , egli non defifiè dì fup-
plirconlamano, econla penna a' difetti della perfona, e volòper tutta
l'Europafe non con le a/ideila voce, con quelle più fpedite de' libri, che
in "ran numero divulgò \n differenti occafioni, Tempre però con l'iftef-
fo propofitoò in ajuto de'fuoi, ò almeno in danno della Cattolica Fede,
e ^„v. 1555. Ed' eglino furono [ e jli Commentarii/w omncs Tfalmosy l'Apologia della fua
Dot-
Capitolo Vili. J09 ^^^ ^^''
Dottrina [ 4] de occulta Dei providentia , il libro ad Tolonos quomodo [b}
medtatorfu Chri/iitSy l'altro [e] de-verapartkipatione Carnis, &Sanguims i^Z>o\'s6Ó.
Chrijii in Sacra Cosna , Tneleóiìones m Danielem , & adverfus FrancijcHm e ^nn. 1561.
BddHÌnum]im(conMto infigiie, una volta fuo discepolo, ma pofcia aper-
to impiignatore della Calviniftica Sinagoga, [d] un Commentano in Li- ci^««.i5<f2.
brumjofHej un'altro in quatuor rcliquos Moyjis Libros t Oc in fine Confe/Jio
fidei, che fu l'ultimo trattato, e tratto della fuamiferabile vita. Poich'egli ^*"^'"°"^*
finilUoppreflodagraviiUmi dolori di micrania, di ftomaco, e di ventre
nel vigeiimo felto giorno di Maggio dell'anno i<)6^. in età di anni non
ancor terminati cinquanta cinque, nonplacidiffmèj comefcrifleJeJTheo- e nezahvUaCai.
doroBeza; ma, come attediano dotti, verdadieri, ealcundielfi,prefenti ^''»-
Scrittori, [f]Diemonesinì^ocantem, dejerantemjexecrantem, vit^iiudiras { Boifecuiin vita
tmprecantem, ac juìs jtudiis , & fcripds m ale die e nt enti denique ex Jhis ulce- <^'»''"'«''
ribus intolerabilcm fostorem emittentemy in Locurn fmim defcendifìei efecra-
todafuoi ftellì Ginevrini, iquali, elio vivente, per giuoco dir folevanoj
Malie fé apud inf eros cumBe'T^^a effe; ( FiiBeza, di cui hor hora parleraffi ,
quanto empio di fentimenti, tanto faceto di parole ) quam apndfuperos
cum Calvino: e di deteftanda memoria a'fuoi connazionali Francefi, fri
quali il celebre PapirioMaflbne Jurifconfulto Parifienfe hebbe a dire, [^] .
THderefefateriy hoc monfirum in Gallia natnm;, multumque debere Galliajìi f^f^f^'"'*""'-'-
anno 1 564. quo portentum illud extin^ium ejì .
Nella Cathedra della Herefia fuccelfe a Calvino Theodoro Beza, altro Rc^^a.fue qualità.
Calvino nella diilolutezza de'coftumi, e più tolto fuo Compagno, che f^J'dPcL'^m"!!
Difcepolo nella efecrabiliti della coadotta. Poiché anch' egli, comeCal- GmeUa^/"""'*
vino, [h] vocatusinjudiciumde predir ajìia 3 & prapoliera libidine apud Se- ^„ Boifccus in-vitx
natum Tartjtenjemy leu fuggi vergognolo , e ivergognatoda Vczelayfua cem^rUs Evan^e-
Patria, e dal Ducato di Borec mia, d'onde era nativo"; f i 1 e portatoli a Gi- ''^''':f'"A^^'-«'» ■
nevracommun Porto non de Naufraganti, ma de Naufragati, fipofefoc- dusdeortah^mi:.,
to la difciplina di Calvino, di cui egli divenne in breve cotanto appafilo- '^ ^^"'^j ^""i' •^«n»»
nato veneratore, ciie Beza da tutti fu detto Calvmolatra. Condulle egli '"'"•'^'^*
feco nel fuo ingrcifo in Ginevra la moglie rapita ad un Sartor diParigi,
chiamata Candida, publica meretrice, e publicata maggiormente da luì
con la decantazione ài ofceniUìmi verfì , quali egli emular volefTe le famofe
glorie deiÌ4 Cdiia Lama del Petrarca con la oppofla sfacciataggine della fua
adultera concubina: del che egli compofe un pieno Volume di fporchiflì-
mi Poemi , al quale pofe il tìtolo Juvenilìa , come mendicando compalilo-
ne al fnofc atto dalia fcufa della gioventù. Mi egli tanto arroffiffi dientrac
inGinevra, ciuc in quella Iralla ài Porci, fodomita, rattore, adultera,
eapoltaui, che vergognandoli di fé fleffo, e della fua avvilita cafata ( ef-
iecido f-gli naco di parentado civile ) mutoli! il nome , e lafciato quello di
Theo(;oro Beza , fccefì per qualche tempo chiamare Theobaldo de Majo ,
infin atauLOchencoijofciutoperdeffo, non trovando piùripofo al pale- 'M^f'
fato vituperio della fua perfona, non tanto riafTunfe il fuo primo nome, ; -
quanto làiciaro il fecondo, fmafcheratamente, qual elfo era, rapprefeii- ^t
toili ai mondo non foIamentcHeretico, màHerefiarca, conlaiftituzione "^
di unzuiicìv aletta. col noai^ di Se^iaBe'i^anorHm, che meglio haverebb' egli
intitolata 5'e^<7^É;/<i//a»'«wi. Conciofiacofache nell'herefie, e nella empie- ' ''^
tdy egli di gran lungo avvanzò Calvino, di cui fu prima idolatra , e pofcia
al folito degli Heretici ^ in molti punti contradittore . Nel Sacramento dell* . ^ ,
' '■"■• '"' ■ ■ ''''''' ' ' Aka.re " "
'WCM.
. -AfiC*
Pio IV. ^ j Q Secolo XVI.
2 ^nr, I Altare appena Beza riconofceva la figurarlo ne di Calvino y e nel colloquio
b ull'lpld tof' ài [a] Poifsì, tra li Cattolici, & Hiigonotti, alqual'egli intervenne iti
*'"»• nome di Calvino s [b] tanto nequam jpirìtus impetu abreptus ejl, ut etiam
fu a profejjionis hommibusparum acceptus fuerit : Catholich autcm ita exofus ,
tum pr<£C}pnc , cutn aufus eji execrabiles in Sdntlifjìmam Ei4chari/iium ore im-
puriffimo blafphemias effutire ^ dicens. Tantum ab cadiftàre Corpus Chri-
fti, quantum fupremiim Ccelum ab infima terra, non fine ddftantium fre-
mitu , acflrepitu auditus fuerit : della qual beftenimia bench' egli allora tbf-
fe coftretto a ritrattarfi, nuUadimeno refo libero de'fuoi fefttimenti re-
plicollapiti volte anche con pompa di frare* fcrivendo nelle fueEpiftole
e £ez*epsjt.y6. [c] Corpiii Chrìjìì tunto intervallo abefic ànobìs, idejì ab eo loeOi inquover^
famuYi quanto abeji Calum à terrai cum illud quidem ftt in Calo i nos vero in
terra: onde ben' diife uno, uria volta fuofeguace, inhorridito a sì empio
d ^pud sptnd. parlare, che meraviglia non era, [d] fé Beza non credeva il Corpo ài
ann.ii6i.n.i9. q]^^ì{^q nella Eucharlftia, qui vixin Calo crederet ^ ullum efieDeum. Chi
tanto diffe contro Dio j molto più fece contro gli huomini , inferocito
perlaHerefia, che toglie di fenno anche i Savii. Onde aluifiattribuifce
Du"mb]f'' ''^" l'uccifione de' Cattolici feguita [e] in Parigi preifo laChiefa diS. Medar-
do, allorquando venendo difturbatanonsòquàl predica degli Hugonot-
ti dal fuono delie Campane della profllma Chiefa nell' hora de' Vefperi j
Beza in vendetta eccitò quella congregata moltitudine di Hugonotti a un
f^/7«:V^y>,«<^.4«, pronto rifentimento, ed effo fatto capo * e condottiere di tutti , C«m[/]
cit. », ìH. furore in Ecdefìam S. Medardi irruens , ruptis foribusj qua obferatafuerant ,
nonnullt equis ingreffi y esteri armi s graffante s ^ plurimos utriujque fexuseX its
qui convenerant ( ed erano più di due mila ) ad officium vejpcrtinum , occi-
derunt 3 aut vulnerarunt , Sacraslmaginesdejeccrunt, altariaevcrterunti or-
namenta diripuerunt y San£Ìiffimam Èucharijiiam (òfcelusplufquam Ùiaboli-
cum ! nonenim fané hoc Diaboli auderent ) pedtbus conculcaruntj &tanquam
de re preclare gejìa triuryiphantes i urbem ingreffi, per illam mediamrniferos
Tresbyteros faucLos , & f angui ne perfufoSi funibus ligatos duxerunt, & in
publtcumcarcerem tanquam feditionis au&ores trujerunt , comitati, ut nihil
deeffet ad pompara , prafe^iis armatisi qui facram hanc reformationem pro-
tegere jujfft fuerant . Del qual gloriofo fucceflb fpedì fubito Beza lettera
g Bet* Ep!ft, ad trionfale a Calvino, fcrivendogli in ragguaglio della ottenuta vittoria [g]
caivinum . ' "Plus valuitin mediis etiam arma I{egn Trafe5Ìi au^ioritas , quàm tra. Sed
qui hoflibus armatìs pepercerant i Jdolis, & Tanaceo Hit Deo parcerenon po-
tuerunt : frufira reclamantibus , quibus ifla non placebant * . . . Captivi hojtes
triginta feXy ita ut erant fere omnes vulnerati, C^ in iis decem ad minimum
Sacrifici , funibus vin6li , [pe^lantibus , & ne mutientibus quidem udverfa-
riiSy non aliter tranfve£ìi funt in Minori! Cajlelli career ibus ^ quàmolim noflri
illifratres , inD.Jacobi Fico deprehenfi . Così egli, che non dubitò anco-
h ^tx* Epìii. de. ra di fcrivere alla Regina d'Inghilterra, [/;] Inpralio Druidenfì ( quella
au.t,,co,Tejìa^. f^^^^^^ gran battaglia feguita in Francia fra gli Hugonotti , e li Cattolici )
ja^afuifk prima refìituenda in GalliaChriftiame T{eligionisfundamenta. Ond'
i ,4pud sp!,nd.an. egli pctciò andava faftofo , non di gloria militare, ma di ferocia barbara,
Viì:^i'pl>.:'f.di & inhiimana , folito dire , [i] Tiantatam à fé efìefidemin Gallia gladìis ,
fu^uii. t'om' 4. &armis, in conformità del noto infegnamento del fuo Maeiì:ro Calvino,
^TJdilfiK, ,,n:r. ^l^" [K] >'^^' pacem mittere , fed gladium . Sopra il qual propofìto [/]
BcM>», ' inttiro£,ato Btza daMelanCìone, allor quando egli fu da Calvino manda-
to alla
Capìtolo Vili. ^11 Pro IV.
to alla Dieta di Vvormazia per procacciar foccorfo, e gente agli Hugo-
notti di Francia, Cur feditiojt QalU [{egem fuitm tempore pericnlofo , & ]\e-
gnum fati s ali unde pertHrbatum vexarm^ egli rifpofe, J^htl ipfos agere,
quodmn egificnt ^pojiolii e replicando apertamente Melandone, Cur er-
go non pater entur potìm ^ quod ^polìoli pattebanturì egli non Capendo che
fi rifpondere , con fafto tacque , e fdegnofamente partiffi : perloche
non fenza gran ragione meritoflì gl'improperi!, eie deteftazioni de' Cat-
tolici egualmente , e de' Luterani, che con più voci ufcite tutte come d4
una bocca, lo chiamarono »/if /;£•«»! , mente Lucianumy manti J^eronem^
Epicurum triplkem Infernalem ; e quanto di lui fi riferifce appreffo il Pra-
teolo, & il Refcio ne' loro Cataloghi dell' Herefie, e più diftufamente 'dal
Balduino, edaÌBolfeco nella fua vita, che tirò a lungo quafì nonagena^
rio lino al Pontificato di Paolo V. con que' rimanenti fucceflì, chea fuo
[4] luogo riferiremo. Alla vita di Beza corrifpofero l' Herefie fiie prò- ^ veduiPontif.d»
prie, e quelle di Calvino . Defcriveleil [ b ] Malvafia , che le trafcriife rlm.'^'/' ^'^'' ^'
dal [e] Surio inquefto tenore, Omnipotentiam Dei in conjììtucndo fubfìan- ^^^'^iv.ìn c*tai.
tialiter uno corpor e pluribuslocis eodem tempore aperte negavitì e in ciò Beza bTì^T'^'
fegui in qualche fenfoBrenzio, celi Ubiquiftij Tro reprobis orandum efie '^^'"'""'"^'fi»''*
tn bocmundoinfictatus ejt: ELeclos nullo peccato mortati contamman , repro-
bos nullo veniali i ajjeruit: Omnipotentem Deumefie negapitj nifi peccati im-
pulfor fit, atque operatori non tantum permiffor. Il che fu ancora Dogma
di Calvino, cioè, che Dio fia autore del Peccato: ma Calvino [d] af- iZti' ìÌ''s?ìu
feverollo con altro principio, cioè diftinguendo \a. permiffione dalla voli- caiv.cnort» t^.
T^^ione, dove che Beza dectufle l'afierzione dal difetto della onnipotenza.
Capitalemfe hofiem exhibuit honoris Beatiffima yirginis, & San&orum: Sa-
crts Conciliis Satanam pr<£fedtfie , non Spiritum SanÙum afieruit . Cosi l' He-
refie proprie òì Beza. Dunque fotto quefto Maeftro continuò la fcuola
di Ginevra per quarantun'anno, con quel profitto di empietà ne' Scolari,
che iacrinievolmente è noto a tutto il Mondo ,
Alla morte di Calvino andò quafi del pari nella circoftanza del tempo ^one i\ aUr»
quella di altri Heretici parimente celebri , com' egli , nella profefi[ìone degli a5^'^"" ""*'
errori . Fra eflì [ e ] fi annumerano Pietro Vermilio, [f] detto il Martire: Va- ^ '^' Novembri*
lentino [g ] Gentile Anti Trinitario Serveziano , per le fue horribili beftem- W/diuPonuf. di
mie contro Dio,decapitato in Berna dagl' iftefiì Heretici Cai vinifti, del qua- ^''''<' '"• """• 4-
le dice l' Hiftorico , [ ^ J Cum adfupplicium duceretur , non defjit ingeminare fé g''r.rfl>?. 467.
prò gloria altifjìmi DetVatris mortem oppetere f quod nemini ha6ienus conttgi- ^^ spond.ànni$6j.
fé diccbat yjed omnes ^poftolos , & Martyres prò Filtt tantum gloria pafios ej]e : TZin «?'. y<j2
Lelio Sqccino [ i ] in Zurigo, di cui in altro [^ luogo fi parlò : Gio: [/ J a La- ^^^'f'Hf""'^'''*
skojinfigne Sacramentano, e pefte della Polonia: e Filippo [w] Melando- ^g.'lci^' """"**
ne , che in morendo fcongiurandolo per Dio la Madre , che le dicefie libera- ,i,'^"'„'''^°ò
mente , Qux [ « ] melior efiet P^ltgio , rifpofe, T^ovamplaufìbiliorem effe , anti- '" FUr"m.T{°mHn.
quam fecuriorem , Autore egli fu della confeflìone Auguftana, e capo de' ''''^'"<' 2.^-9.
Molli Luterani a diftinzione de' H^gidi , de' quali vantofiì per Corifeo , e Prin-
cipe Matthia Fiacco Illy rico , primo Miniltro della Scuola di Magdeburgh , 0 ^nn. 1^60,
che appunto in quefta [ 0 ] età publicò la Hiftona Ecclefiaftica e ol nome di
Centurie i onde gfi Autori fi diifero Centunatort Magdeburgmfi-. della cui
opera opportunamente cade in quelto luogo la congiuntura di darne al
Lettore diltinra contezza, ficcome ancora del mentovato Illyrico, che
ni il principale promotore, e direttore di elTa.
Fa
PioW. 5,2, Secolo XVI.
Matthiaiiiyrico, Fiì Mattia Flaco , Illyrico di nazione, e nativo di Albona, hiiomo
fue qualità, & he- afpro di natuta, e perciò tenace, e fìflb negl'infegnamenti apprefi da Lii-
"vUiiiFtntif.di tero, fin quando di lui [a] dicemmo, che giovane allora di vent' otto
Paolo III. in fint j^ni ferocemente fi oppofeaMelantì:one, c[a tutta la novella fetta de eli
bTccXrad'Jchiuf. Adiaforifti . Il Saifone Schlufielburgio , Luterano anch' elfo, ripone [?]
reib.inCAtau tì*- 1' iHyrico ucl fuo Catalogo degli Heretici, e dice, egli il primo haverri-
tet, 1 .2. fufcitata in quello Secolo 1' antica beftemmia de' Manichei circa!' efienza
del peccato originale, nelqual punto l' Illyrico andò molto lunghi dal fen-
timento di Lutero. Conciofiacofache Lutero difle, il peccato originale
efiere IdifiefsaconcupìfcenT^, e 1' Illyrico la ftefsafoftan^a dell' huomo , Fii
egli eccitato , anzi fpinto all' aflerzione di quefto eftremo dall' eftremo con-
trario afferito da Vittorino Strigelio in una difputa, chequeftihebbecon
e ^puispand.An. lui, nella quale lo Strigelio pretefe difoftenere, [r ] Teccatumoriginisef-
1560. ». j 1. y-^ alìquod leve accidens , inflar allei magnete Hliti , per quod non tota fuhflan-
tia corrupta , fed tantum leviter in accidentibus vulnerata effet : onde i fe-
guaci di elfo furono detti Synergifli, cioè virium humanarum, in conver-
Jìone haminis nondum renati ad Deunit Tatroniy overo Cooperatores , cioè
dalla cooperazione alla grazia di Die, che lo Strigelio rigettava; dalla
oppugnazione di quella apertamente Pclagianaairerzione, traboccò Mat-
thia Fiacco Illyrico nella oppolla riferita Manichea, e con molti ferirti
malamente difefa da moki infigni Luterani, che in quefto punto fatta fet-
ta con lui. Ci denominarono perì' ■dvveniì:cSubflantialiJl<e y overo piaccia-'
ni: confutati tutti a lungo in quel Secolo dai fopràcitato Schluflelburgio ,
A Bdìdr.Và.^.de e molto meglio nel feguente dai dotto, e celebre [ rf ] Bellarmino . Hoc
^^'^A^n^i'óo ^o^^» ^^^^ ^' li^y^ico, quanco rigido nelle fentenze Luterane, tanto ini-
Nonzu'^dei li mico delle Cattoliche, hebbe in animo, & {e] efeguì, di comporre
^\? t^dec'v'u '^"^ Hiftoria Ecclefiailica col nome di Centurie , incuipiùtoftoficenfura-
xilt'ori ^ivi.Vdf no, che fi centuriano gli auvenimenti gloriofi della Fede Romana. Suoi
bur^en/i. Commilitoni nella iinprefa furono Gio: Vvigaudo, Matteo Judice, eBa-
filio Fabro, Miniitri, e Predicatori diMagdeburgh, i quali fi rinvengono
fottofcritti nella lettera prefifTaal Libro, e nella dedicatoria del Libro al-
la Regina Elifabetta d' Inghilterra : ad efiì fi aggiunfero Niccolò Gallo ,
Sceleftino Hutteno , Gafparo Nidprukio , Gio:BattiftaHeincelio, & al-
tri di limil farina, uftiti tutti dalla fcuolaLiiterana diMagdeburgh. Chia-
mofii queito Libro dagli Heretici per antomafia ^ureo , per l' aurea dottri-
na, eh* eglino dicevano, in elfo contenerfi; ma con più vera, e fecreta
fignificazione, perch* egli fu fiampato con il denarodi molti Prencipi, e
Città heretiche, raccolto in elemofina da' CompofitoriMagdeburgenfi ,
i quali poi riportarono l'efilio dalle loro patrie per le gran contradizioni
de' dogmi rinvenute in que* volumi. Al contrario furono efll volumi tanto
fccputin Dialo- efaltati, & in tanta efìiimazione havuti da altri loro Vartitzntì,[f]UtqutC'
*"' quid in Centuìiis legerenty prò puro puto Dei Ferborecìpiendum putarent : fic-
cherifenfce l' Inglefe Alano Copo, eh' eglino Io veneravano comcStatua
^ t^alucdonofor, ò Idolo della yenere Sacratijjìma . Ma le falfità intolle-
rabili di quefte Centurie , e le empietà diaboliche di quefta Pfeudo-Ec-
clefiaftira Hiftoha furono a lungo difculìe, rivelate, e concitate dal fo-
s£4r. in^nnaì. pracitato Copo, e da' due gran fofl:enitori delle Cattoliche verità Cefare
f'lÌZ''ZdvJX Baronio, e Roberto Bellarmino, e da Francefco Turrianoi [g] onde a
Magi(b„rgenfa . noialttonon rella, che continuar l'infamia di quefto Libro nelle carte an-
Cora
Capitolo V 1 1 1. 513 Pio IV.
Cora di quefta noftra Hiftoria. Fu figlio di efTo l'altro libro ufcito dalla
llampa di VVittemberga l'anno 1555. col titolo di Liber Quintus Chro-
nici Carìonisy ò comporto , ò accrefciiito da Gafpare Peucero Genero
di Melandone, ripieno d'incredibil furore contro i Pontefici Romani,
e perciò della medefima pece tinto, che le centurie.
Né le contrarietd miferabili degli Heretici fi fermarono allora sii lefo- Contrarietà mife.
le carte delle riferite centurie , ma con molti altri libri volarono pe'l Mon- 11^1^1. mo/enu!'
do non tanto in opprobrip loro, guanto, efll non volendo, in difefa, e
laude della vera Religione di Chrifto, fempre una, Tempre concorde, e
non mai alterata ò dalla paffione de' litiganti, ò dalla interpretazione de*
fìudiofi, ò dalla predicazione degli Evangelici operarli. Tilmano Heshu-
fio Luterano, inquietijjìmi ingenii [4] Homoy e perciò dalla fama chiamato =» '^/'««i. ««.ijtfo,
co'l fopranomedi Flahellum feditionumy divulgò in quella etd mordaciifi. '""^* ^^'
me fcritture contro i Sacramentarii : Beza rifpoìegli con altrctcanta audacia
in due libri, eh' egli intitolò l'uno Cyclops, l'altro Sophijìa : Pietro Boqui-
no Apoftata dal Monachifmo , e Predicante d'HeideIbcrgh accorfe alla di-
fefa di Beza con altro libro, in cui efaminavafi quello deli' Heshufio, e
co'lBoquino fi congiunfe il Sacramentario Guglielmo Clebizio> che die
alle fìampe la fua Fi6ioria veritatts , & ruma Vapatus Saxonici , in cui
egli accufal'Heshufio di mille infamie, elo pone alla berlina de' Theologi
infieme, e de' Logici, come quello che haveva più volte aiTerito quefta
propofizione, Trinkas [b] ejì Unitas; onde il Boquino ancora ripigliol- ^ Rivedi n ne.
lo di Arriano , e i Calvinifti di Serveziano : perloche'l'Heshufio vituperofa- fo^. '* """' ^"'^
mente fcacciato da molte Città della Germania, pur fuggendo qua, e U,
rivoltolfi intrepido alla offefa del Boquino, e malediflelo come empio fri
gh empii, perchè infegnato haveffe, Chriflum non effe prò omnibus , aut
omnium peccatis crucifixum , C5^ mortuum , fed tantum prò fidelibus , &
piis-j e perciò egli volefle, Chri(ii Corpus in C cena, ab tis tantum manducar! y
prò ^«/k/y e-jf/ei^wor^^^y : al contrario i Cai vinifì:i deridendo l'Heshufio, e
i Luterani, perch'efliunitifi [e] inNaumbourgh nella Thuringiahavendo x^SSó- Si
propofto una commune unione fra loro in una fola confefilone , e volendo '"««^ ''^-i» '
tutti l'Auguftana, ma rinvenendola tutti bora ftampata con un'aggiunta,
hora pubhcata con una limitazione, bora in una forma, bora in. un'altra,
fempre fra fé contraria, pofero tutta la Scuola Luterana in un' aperto di-
fpregio, chiamando li Calviniflii la Confefiìone Luterana hora Cothurno,
cioè calzatura atta a due piedi, hora I/ìde cioè gran Madre di molte figlie,
hora Sfinge y cioè moftro co'l capo, e mano di fanciulla, corpo di cane,
alad'ucello, voced'huomo, unghie di Leone, e coda di Dragone; onde
i Confeflìoniftifividderoridicolofamentedivifi in Molli con diecifette fu-
balterne, in Bugiai con quattordici, & in Extravagantt con altre fette,
diligentemente annotate tutte da Andrea Fabrizio di^Liegi, nella fua Har-
monia Evangelica , edalGretfero [ci] in altro libro, i quali pongono a ^^j^^'f^-^f ''■''■^-
vifl:adituttoilMondomiIIeefemphlridc41aConfefiìoneAuguflana, emil-"'^""^''' ■"■ '■"'
le capi di contrarietà dell'una con l'altra. E quindi gli uni, cioè i Luterani
pretefero , che fi condannalìèro i Calvinifti , i Calvinifti li Luterani , e tutti
e Calvinifti , e Luterani fecero gagliarde iftanze, che con publico decreto
di tutte le fcuole [e] fi anathematizzafle la dottrina, elafett^, com'effi ^ ^P'^'^ -^ffdu»»
chiamavano, de'Giefuiti, con gran pregio di gloria di quefta nobilifilm^ ^J/f *"""'• ^'""*-
Religione, efecrata concordemente dagìi Heretici al par della Cattolica;
Tomo jy, Kk " Con-
Pio IV. 51^ Secolo XVI.
i spond an i<6o Conftifioni tuttc, pìù tofto miferabilì, chemifere, le quali fecero ragio-
X.ììTinfini. °' nevolmente efclamare nn'Eccleiìaftico [a] Annalifta, Quis aut ejufmoS
errores , aut errones dinumerare -pdeat ? Conati funt nonnulli , [ed operar»
luferunt . Hydra enim plufquam lern^ea efi , cujus quot capita excidas , lon-
gè plura Ygnafcantur . ^ugi<e Jhbulum , cui purgando nec Hercules fufficiat .
B^deant in Infernum barathrum, unde ortum habuerunt, nec ampliùs Eccle-
fìam inficiant, aut corrumpant. E ben intefe cotal verità il celebre Ludovi-
b ww«. 1J55. 5. coStaphylo, che dieci annifeguace di Lutero, fottoquefto [t] Pontifica-
to finì fantamentefuavitainlngolftadio, configliere dell' Imperador Fer-
dinando , & annumerato fri Cattolici sì per 1 abjura , ch'elfo fece deli' He-
refia, come per i potenti ferirti, ch'egli comminò contro li Luterani, ne
quali confefla , haverlo Dio illuminato con la cognizione delle horrende te-
nebre di diffenzioni, in cui fcorgeva involti coloro, che abbandonato il
Sole della Evangelica verità, fi davano ciecamente in preda all'errore, &
horrore dell' Herefia. E notò egli cotal contradizione non folamente da*
e sraphyius ,, loto libri , ma dall'iftcffo fatto di Lutcto , dicui raccouta, [e] che invitato
trodrtm» ^fgi. all' efotcifmo di uua indemoniata di Mifuia, egli prima timorofo per co-
fcienza, ma poi ardito per impegno, fopralei fujfurrando incognite note,
datantofpaventofolfefubitoforprefo, che invano cercando fcampo con
la fuga , né potendo aprir la porta della Sacreftia della Chiefa di V Vittem-
berga, dove rapprefentavafi la funzione, egh aggrappofli alla ferrata del-
la Jfineftra, né potendo fmoverne il ferro, a voci difperate vociferando
ajutOy e foccorfoi il medefimoStaphylo allora giovane in età, e fuo fe-
guace, per li forami della ferrata gittatagli dentro un'accetta, con ella
rompendo la porta, quindi Lutero ufcille , infeguito dall' invafata , e dal-
le fifchiate degli aftanti , che viddero in quel giorno con iftrano fpetta-
. colo correrfi dietro l'un l'altro , un Diavolo , & un Demonio .
HeVefki'^' ndk Ma haveflc voluto il Cielo , che contro la canaglia heretica Tedefca
Italia . proceduto fi fofl'e da' Principi della Germania , come da que' dell' Italia lì
^nno is6t. pi^Qcedè ìu qucfto [d] tempo contro i follevadori Hereticì della Calabria .
e Hi/ì. Ntapoi. Non sò qual reliquia [e] de' VValdenfifacevafi colà fentire in numero di
^'"''■*' ^ tremila perfone nella Città di Montalto prelfo Cofenza , alla quale Calvi-
sacchinHsibid.Hb. no haveva tré anni avanti mandato due fuoi Miniftri per diriggerli perfetta-
^ mente nel Calvinifmo. Ma eglino fcoperti,&invelì:itidalie Regie Milizie,
jujju Troregis profligati funt , multi occift , multi igne , multi fufpendio
fublati, plurimi ad triremes relegati; obfiinatijfimè plerifque morientibus ,
ttift quos evocati à Cardinale Gaddio ^rchiepifcopo Cofentino duo Sacerdotes
Societatis Jefu fuis e^fortationibus ad fanam mentem prius revocarunt .
Gio. Ludovico Pafchale Piemontefe , un de' due inviati Miniftri di Cal-
vino, refo in poter di Salvador Spinelli Principe di quel luogo, doppo
lunga carcerazione in Cofenza, in Napoli, e poi in Roma, fu quivi vi-
BtxAinicoHibHs , vo , & impenitente brugiato , e perciò annoverato da [/] Beza fra i
Martiri della fua facrilega Religione .
Per le quali cofe, che veniam pur'hora di dire , Scorgendo Pio dall'
alta Cathedra del Pontificato Romano , quanta gran commozione di Reli-
continuatione g^^nc agitaflc pct Ogni parte il Chriftianefimo , e quanto fpalancate minac-
del Concilio di cialfcro le pottc dell'Inferno irruzione, e danno alla Chiefa di Dio , non
Trento . rinvenendo altro più confacevole rimedio , che la continuazione del Con-
cilio di Trento > incominciato fotto Paolo Terzo j feguitato, e quindi fo-
fpefo
Capìtolo Vili. 515 P'o ÌV.
jpefo da Giulio Terzo, rifolvè , comefeguì, di bandirne di nuovo il prò- ^^^^^^^^^ p..
(egiiimento, emanandone a tal effetto la indizione con [a] precifa Bolla, iv.confliuìl
checonfolò il Chriftianefìmo, & atterrì gli Heretici alla confiderazione
del forte argine, che haverebbeoppofto alla loro baldanza l'adunanza fa- rftanza rigettata
era di que' Padri. Girolamo Zanchio di Bergamo Apofkata doppio e della ^jj^^p^je''^"''^""
Fede, e de'Canonici Regolari, lo SturmioFratel giurato di lui, e Maeftro '
allora di lettere humane in Argentina , Ludovico Cartel vetro celebre negli
eruditi componimenti, rifugiato nelle terre de'Proteftanti per non so qual
fuacaufa introdotta nella Inquifizione di Roma, l'altre volte [b] nomina- d.^p^ltJ'in'TJl^'.
to Apoilata Pietro Paolo Vergerio, &: altra fimil gente fuggita in Germa- pag.^^^.ediPaoio
niadallo Stato Venezianoò per mutazione, ò per fofpezionediFede, fi ^^•'"•4./"«i.4 ì-
prefentarono in Argentina , e in altri profJìmi luoghi avanti il Nunzio Pon- ^ ^^^. ,^ p^^^^^.^
tificio [e] Zaccharia Delfino fpedito colà per laftare del Concilio, richie "dno'i.'s! c.io.7'r
dendo non tanto perdono come rei, quanto condizioni , eprivilegiicome ('"*'"•
eguali, ò per il loro intervenimento in Trento, ò per il loro ritorno nella
communione della Chiefa : mi la Chiefa , che vuol rifoluzioni , e non con- v^fg^'l^o ""nlo
dizioni, e ftima infedele chiunque è foldubbiofo nella Fede, rigettollitut- ii indizione dei
ti, non dal ravvedimento, e dal perdono, che il Nunzio benignamente ^on'iiìo-
ofterfe a tutti , mi dalle importune , & indecenti richiede , con cui eglino
pretendevano di elTere a caro prezzo comprati, e non femplicemente ri-
cevuti dal Papa « Onde il Vergerio rifentiill in acerbe doglianze , e con la
fuapenna Tempre irritata contro la Sede Apoftolica, econ una certa fua
eloquenza popolare, sfacciatamente maledica, publicò vituperofe Scrit-
ture contro la Bolla del Papa, nelle quali egli rinnovava le antiche cantile-
ne della corruzione, com'egli diceva, della Curia Romana, e della Ti-
rannica podefti de' Pontefici. Màfioppofe incontanente, e a tempo U
rtfpofia d' Hippolito Chi':^'^uoU Brefciano , Canonico Bagolare Lateranenfe j
alle bejìemmiey e maledicen'^e contenute in tré fcritti di ÌPaolo Vergerio con-
tro l'ìndi's^ione del Concilio publicata da TapaVio QiiartOy prcziofo, e raro
libriccivolo, che con l'accennato \dì titolo è ftato a Noi fomminiftra* ^ imprefoì» vt.
to nor appunto, che quelte cote Icriviamo. drea ^rrivaòene
Mi eli Heretici duocarono allora con le parole, e li Cattolici co'fat- ''""■!L5'^*' . ,
• _, o, . . ^ . 1 1^ *^i- 1- ■rr' ì- '. filone 17. del
ti. Poiché intimatalacontinuazione del Concilio, egli apriili di nuovo in conci.o di
Trento nella decimafettima [e] Seflione, relativamente alle dieci tenute ^'^^'l^^' lanuariì
fotto Paolo Terzo, & alle fei ix)tto Giulio Terzo, che f-iì ancora la prima i,'r;2. '
fotto il prefente Pontefice Pio Quarto. Mi crafcorfa ella con altre tré %^'*'^''it,^^' '^'
Seffioni in diverfi preamboli non necelfarii a riferirfi , finalmente fi procede
alla vigefimaprima, che fu la quinta fotto Papa Pio, fopra il punto con-
troverTo da'moderni Heretici della necefiiti della communione fotto i'uaa
e l'altra fpecie . La queftione apparve fubito a'Padri decifa fin ab antiquo
dal confenfo communc della Chiefa, che non può errare, la quale have-
va per lungo tempo vietato nella communion Laicale l'ufo del Calice .
Ag^iungevanfi in oltre li moderni decreti de'Concilii di Coftanza, e di
Bafilea, e'I concorfo di tutti gli Scholaftici per trent'anni addietro, che
davan certezza, la communione di ambedue le fpecie edere per comman-
damento Divino neceffaria nel Sacrificio, mi non gii nel Sacramento: e
su quello punto difcorfe dottamente , e lungamente Alfonfo Salmerone
della Compagnia di Giesù, Theologo mandato al Concilio dal Pontefice
con lettere efpnmen ti l'alto concetto, in cui egli era appreffo il Papa , e
Kk 2 tutta
Pio IV. 51(5 Secolo XVI.
tutta la Corte di Roma > e di già efperimentato ài profonda dottrina fotto
Giulio Terzo , e che unitamente con Diego Lainez fu egli a Trento colà in-
viato per fuo Theologo . Onde rinvenendofì facile la rifoluzione fu quefto
punto contro la pretefaneceffità, doppo di haver eglino ftefa la dottrina
Cattolica in quattro Capitoli, difcefero a quattro Canoni efprimentila
realtà del Corpo di Chrillo fotto l'una fpecie, e l'altra, e la ordinazione
della Chiefa circa la par ticipazione di efle , & aggiunfero la dilazione della
rifoluzione di quelli altri due Articoli, cioè, Skn rationes, quibus Sanala.
^ Catholica Ecclejia addu6la fuit , ut communicaret Laicos , atque etiam non
celebrantes Sacerdotes , fub una tantum panìs fpecie , ita ftnt retinendiC , ut
nulla rat ione Calie is ufus cuiquam ftt permittendus ; e, ^«, fi honefiis, &
Chrìjiiante charitati confentaneis rationibus concedendus alieni , vel gattoni ,
•pel regno, Calicis ufus videatur , fub aliquibus conditionibus concedekdus fìt;
& quanam fmt ilU . Eadem San&a Synodus in aliud tempus , oblato, fibi
quàm prìmùm occafione , examinandos , atque definiendos refcrvat j e ciò
a pittj.Stptem- feffi nel iìue della Seflloue vigclìmafecouda , che fu [a] fopra il Sacrifìcio
seifione «. ^^^\^ Mcffa , ai cui uove Canoni da' Padri fi pofe in fronte la dottrina efpli-
cativadieffi, diflintain nove Capitoli, ne' quali fi vedono fortificate le de-
finizioni Cattoliche, e ribattute le oppofìzioniHeretiche Calviniftice, e
Luterane : ad efll immediatamente fìegue un Decreto di quanto devefì of-
fervare , & evitare nella celebrazione della MefTa -, e nel fine della Sezione ,
un' altro Decreto relativo ai due quefìti propofti nell' antecedente Seffione
fopra l'ufo del Calice , che fi flendeva in quelle parole, Infuper cum eadem
Sacrofan6la Synodus fuperiori Seffione duos artìculos , alias propofitos , &
tunc non nondum difcuffos, videlicet, e fono li medefìmi riferiti poc'anzi ,
J<lj4nc eorum, prò quibus petitur, faluti optimè confultum volens, decrepita
integrum negotium ad Santiiffimum Dominum noflrum efie referendum , prò-
ut prafcnti decreto refert ; qui prò fua fingulari prudentia id efficiat , quod
utile ^ipublica ChrijUame , & falutare petentibus ufum Calicis fore judi-
caverit.
i5<5?" '^* ^*'''' Qijin^^i fi difcefe all'altra Seffione , che fu la [^] vigefimaterza, del
Seffione Ji, Sacramento dell'Ordine, nella quale , come nelle altre , preceduta la
dottrina efplicativa dell' aifunto in quattro Capitoli , continuolll pofcia
l'afferzione de'dogmi in otto Canoni , à cui andarono congiunti nella con-
nefiìone delle Selìioni quegli parimente fopra il Matrimonio , di cui fu-
^c^ii, Ncymbre ^QY:2,te tuttc Ic difficoltà, [ c] che nella difcuffione fopragiunfero nel
'^ ^' punto de'matrimonii clandeftini, e preceduta con breve decreto la dot-
trina fopra queflo Sacramento , ne feguirono dodici Canoni formati
Seffione S4. nella vigefima quarta Seflione con dieci Capitoli de B^eformatìone Matri-
moniiy in cui fi prefcrivono regole efattiflìme foprale perfone, icafì,
e'I tempo della celebrazione di effi .
Rigettate con quefti oppofli Oracoli l'Herefìe infurte de' moderni
Novatori contro il numero, e'I valore de'libri facri, controia effenza
del peccato Originale, la giuflifìcaziOne delì'huomo, il valore, e'i nu-
mero de' Sacramenti , e dilungati quegli delia Euchariftia con la opportu-
na provifìone, e decifione tanto in riguardo all'ufo del Calice, quanto al
a 4. Dectmhh Sacrofanto Sacrifìcio della Meifa , aprifii finalmente [d] la vigefìmaquinta
^^p- Seflione, che fu ancora l'ultima, in cui fenza eftenzione di Canoni fìfor-
seuone 2j. marono fei Decreti, per pienamente contraporre le maffime Cattoliche
agli
Capitolo Vili. 517 Pio IV.
agli ticreticalì commenti , da Noi riferiti in tutto il lungo corfo di quefto
Secolo , prima circa il Purgatorio , e fufleguentemente fopra la invocazio-
ne, venerazione, e Reliquie de* Santi, fopra le Indulgenze, e li Digiuni,
e l'Indice de'Libri , nella efecuzione del qual Decreto il Pontefice , forma-
to [<«] da' Padri l'Indice, confermonne [è] con precifa Bolla il contenu-fJ''^^*'/-^ff:
to, e le regole ad e ito annef fé, conlereftrizioni, e pene ingiunte nell'ac-.?"/" «»;?« co«.
cennata Bolla, in cui ilnuovo Pontefice moderando le cenfure, epeneim- 'b'^MUr.inPio
pofte [e] dalfuoAnteceffore, refe nel medefimo tempo , epiiiautorevo-/f'.c<i«/?/>,7<J-77-
lelaprohibizione, e più agevole la ofTervanza. Fu ampliato quell'Indice 5, p'^^V'/r.^M*
da Sifto Quinto , da Clemente VIII. , [if] e da molti altri Pontefici, fe-MM»».
condochelafopravenienzadinuovi Libri infetti ne richiederono il bifo- thmLyiiLCo'Z
gno , accorrendofi prontamente alla dilucidazione del vero con la riprova- /?'>• ì^- è-^- '^ j.
zionedelfalfo. Finalmente terminarono i Decreti con l'altro de recipien-
dts , & objervandis Decretìs Concila, & ad eflo feguì la richieda al Regnan-
te Pontefice per la confermazione degli Atti fatti nel Concilio, quindi le Terminaiione
folite acclamazioni, & in ultimo le fottofcrizioni de'Padri , che tìirono du' deiCQHcUio.
tento cinquantacinque, cioè quattro Legati , undeci Cardinali, tré Pa-
triarchi , venticinque Arcivefcovi, centofelfantotto Vefcovi , fette Abati,
trentanove legitimi Procuratori degli affenti , e fette Generali di diverfi confermaz.'one
Ordmi Religiofi . Terminò il grand' affare del Concilio , e fuggillonne au- couciuò^ '^^^
thenticamente gli Atti la Pontificia confermazione, che, portatifi incon-
tanente a Roma, humilmenterichieferoaPio Quarto nel fecreto Conci-
ftoro [e] li Cardinali Morene, e Simonetta Legati, che incontanente la j/;^'^^^^'^.'"''»
ottennero con la Bolla precifa [/J Benedi6lus Deus, & Tater Domini «0- f 'h/sTiu'r'.lnpIò
flri Jefu Chrifli, alla quale feguirono altre Bolle, l'una^^] Sicut ad Sacro- \^^-^'':^'^'^-^^ì^^^i'^
rum Conciliorum Decreta , declaratoria, cheli Decreti del Concilio, circa 15^4.'^'
la Riformazione, e il Juspofitivofolamente, cominciafferoad obligare ^ ''^'^•^*''^^"'^°*
ciafcun fedele alla oflervanza di effi , dal primo giorno di Maggio dell'anno
1 554. l'altra t [h'\ Dominici Gregis euftodia , in approvazione dell' Indice de' ^ ^'^"^* ^«"'^''•77.
Libri vietati , conleregoleformateda'PadriDeputati dal Concilio, e in .
prohibizione di leggerli, òdi ritenerli; l'altra [/] ^gmamm Vontificem ' ^^'''•^'"J^'f-^S'
cóntro qualunqueperfonaritentrice di Chiefe, e di Beneficii Ecclefiaftici
jn Confidentiam i cioè Simoniacamente , contro la mente, eia difpofizione
del Concilio; l'altra [fQ In Sacrofan&a B.Tetrì, in ordinazione di imnuo^^^''^-^'"^'^'^^'
vo giuramento, dicuieglineftendelaformola, elaprofeifione, da reci-
tarfi da qualunque perfona promofla , ò promovenda a qualunque Magifte-
ro di publiche Scuole ; l'altra [ / ] In'ìunBum nobìs con la forinola di un fimi- 1 ii'id. conjiu.^.
le giuramento a chiunque prò villo fia di Ecclefiaftici Beneficii gl'altra [m] In mind. condirsi.
fuprema Militamis Ecclefici fpecula fopra l'obligo della Refidenza de' Pre-
lati, ede'Parochi; l'altra [«] In Trine ipis jtpojìolorum Sede revocatoria n ii,u.c»»ji;t.94.
di tutti gl'indulti , efenzioni, e facoltà pafiate, che poteflero in qualunque
modo prefentemente contrariare a Decreti del Tridentino ; e l'altra in fine
[0] ^liàs noi nonnullas Conjiitutiones in erezione di una Congregazione di ^ ^^;j conint.u.
otto Cardinali in Roma fopra la efecuzione, e la ofTervanza de'ftabiliti
Decreti dal Concilio Tridentino , che dicefi la CongregaT^jone del Concilio
di Trento. Ed ella fiì allora eretta da Pio per il folo effetto della efecu-
zione degli atti Conciliari, ma non già per la interpretazione di eflì : co^ng^Jg^^ione
eflendo cofa chela interpretazione fiinell' accennata Bolla intieramente ri- <iei concilio .
fervata al Papa , prohibendoncegliefprelfamenteognigloffa, òcommen-
Tomo JV, Kk 3 to.
Piò IV. ^jg Secolo XV L
^ìnBuiur. xifii to. Sifto Quinto poi con preponderanti motivi [a] aedunfe alIaConere-
V. e oujttt. •74. . ^^ 1 r 1^ \ j* • '^ • Il /* I ^ ,
gazione anche la facoltà d interpretare in quelle cole, che concernono la
Riforma, e non la Fede, quali ultime egli rifervò a fé, & a fuoi fucceflbri ;
onde adinviene , che doppo la Coftituzione di Sifto Quinto iì dica Congrega-
^ione interprete del Conalio , elfendone prima folamente efecutrice . Dal-
le quali cofe , che veniam pur hora di riferire , rendefi palefe la follecittidi-
ne di Pio Quarto non tanto nella celebrazione , e terminazione del Conci-
lio di Trento , quanto nella efatta olfervanza di eflb , formandone Congre-
gazioni per la efecuzione , Bolle per la validità , Oracoli per la fincerazione,
e trafmettendone impreffi li Decreti per li Regni Cattolici del Mondo i on-
de fé ne diffufe in tutta la Chriitianità un concetto di fomma venerazione ,
venendone li Decreti della dottrina adorati come facr ofanti da tutti li Cat-
r/'"*'J' ^''"''*- tolici, equeidelladifciplinainfommopreggiodirifpetto, anche [b] nel-
& SFonXanAll^ la Ftaucia , ove incontrarono qualche ditiicultà [ e ] apprelfo il Conlìgiio ,
^^T'ocd' A etti P^^^ch'eglino furono rapprefentati come pregiudiciali a'privilegii del Re , e
^tur./dti conc'iL alla hberti afferra della ChiefaGallicana. Nel rimanente quante gran pia-
fJvédìli're^Zn' ^^^ rimaneffero fanate dal falutevole farmaco di qiiefto gran Conciho , la
u^Pontìjì'c.dfpZ'- èfperienzalodimoftra, poiché il male della Herefia non potè per l'avveni-
lo V. tom 4. j.g giammai più dilatarli in altre parti , e ò die indietro , ò almen fermollì ,
eftagnato rimafe nel puzzore de'fuoi errori , Al contrario daeflb riconob-
be il Chriftianefimo un nuovofplendore sì nella dilucidazionedella Regola
della Fede, come nella efemplarità della prattica de'coftumi, e in tutto
ciò, checon regia, e fantadettaturafignifìcò al Pontefice il pio Re Ba-
fìiano di Portogallo, allor quando ricevendone da Pio Quarto gli atti Sino-
dali,eia BoUadella confermazione, così gli rifcriffe, accertato egregio non
men della Religiofità di quel Principe , che della utilità di quefto Concilio ,
A tìtt ì, -osfcbr. [(/] Beatijjìmo Tadre, non mi perfuado , che forge ffe mai neW età nojira ò
v^ticJ>!l^}TiPai- de l^oftri Tadri alcun giorno a tutta la Chrijiiana I^epublica più felice di
Uv. hi>.z4. cap.^. quello i in cui la Santità Fojìra confermati tutti i decreti del [acro Concilio
IcTuri'dciRe.r. Tridentino» ha innal:i^ato dalla I\pcca di cotejìa uipoflolica Sede un fegnofa-
PorrogaiioaiPa. lutare a jpevar bene della Jìejfa B^publtca^ Baftava pr e fio gli huomini pii y e
vanifficoStu gelanti della publica falute l'autorità di quel graviffimo decreto , ond' ella
ho . con la fua ^poflolica podefià havca comprovati tutti i Canoni di quel Santif'
fimo Concilio : ma prefjo i protervi ed ojiinati , finche ciò non ft notificava
per publiche lettere della Santità Fofira , non pur vacillava la fermc:^a del
Sacrofanto Concilio , ma correva pericolo nella dignità , e nella ripata'S^ione
dell* integrità la Sede ^pojìolica ; interpretando alcuni la circospetta dimora
di yojira Santità » e la B^ligiofay e matura prtiden'^a di cote fio fiero Senato
in promulgar la Bolla, afjui diverfamente da ciò y che ha dimofirato l'even-
to . Ora mentre con le Lettere Tontificie tutti canfc^fìano , che ogni caligine è
di(Jlpatay ed ogni ambiguità è levata; penfano alla maniera di mutare vita;
"veggono i convenir loro vejìirfi d'altri cofìumi, e procedere per altra via; ft
rifiora la feverità della difciplina Chrijiiana ; rifiorifce lo fiudio delle buone
arti ; ft ripiglia la cura dell' anime già mtermefj'a ; fi rende il debito fplendore
alla Chic fa ; fi prefla onore a Sacerdoti , e a' Mmifìri di Dio ; i Tafiori adem-
piono l'uffi:(jo loro ; fi ef aminano le obliga'^^oni di molti benefÌ7;ji:, e le prifii-
n€ f un'ioni fi ripongono in ufo» Ver tanto rendiamo tutti publiche gra-:^ie alla
Divina Maejià, che ifpirò una mente sì pia alla Santità yoflra : eie rendere-
mo anche femprea Fofira Santità» per la cui infaticabil cojiani^a s'è ridotta
a com-
Capitolo Vili. 519 P*^ J^-'
4 covnpimento un opera così [aiutare. Quanto appartiene alla nofir a ofter-
vanTra in mamener Li dignità del Sacro Concilio , e l'autorità di cotejìaSede ,
farò , che i nojìri [additi , ed anche ^li altri intendano , mtnte a ì^i pia
ejfere a cuore, che il rifiituire la prifiina dignità alla Chiefi , e'I farfi c4)t'
tutti i decreti del facro Concilio , tanto fopra la Fede , quanto [opra i coJìh-
rni, fieno ojjervati con inconcufja , ed inviolabile integrità : il che immanti-
nente ho fignificato a tutti i Trelati de'^hlofiri B^gni, e Dominii , ed ho ac-
curatamente raccomandato , che con ogni Jludio vi foprintenda il Cardinal
Enrico mio riverito Zio Legatodella Santità Fa/ira : non tanto a fine di ren-
derlo pia pronto , efsendo egli a ciò afsai incitato dall' innata pietà ; quanto
pere h' egli fapefse, che in quello affare la nofìra mente con la fua fede , con
la fua religione y e con la fua integrità fi conforma a pieno; e perche min-
cordafse paternamente quel , eh' egli giudicafse poterfi da me operare. Co- Maledrcenze de-
si il Re al Papa. Ma quanto goderono i Cattolici delia terminazione fro u conciiio''dà
del Concilio di Trento, tanto malene dilTero gli Heretici, che ò ne tre- Tremo.
merono convinti, ò ne morfero maledichi le ordinazioni, e li dogmi ,
Gio. Fabrizio Montano, Martin Kemnizio , Giacomo d'Andrea , e peggio
di tutti Carlo Molineo mandarono alle ftampe fatire puì torto, cherela-
zionidielfo. Era il Molineo Heretico Calvinifta inlìeme, e Luterano, ^ ^^^'^^^^l^^°^\i,
tale, quale lo facevano ò la diverfitù de' tempi, ola utilità de'negozii, ò tà! '
l'avvantaggio de'Colleghi. Egli nativo di Parigi, e in quella Città celebre
Jurifconfulto, e come defcrivelo l'Annalifta [^] Francefe Vrifae liberta- a spond. an,is64
tis fìtblimis ofientatory era di già reo di odio(e fcritture, onde una, ch'ei ""'"•^
a contemplazione degli Hiigonotti divulgò con nome fupprefl'o contro
l'autorità *del Re, e del Magi tirato, [b] fu in publica Piazza di Lione ri- ^JsThuani^1fj%
tuperofamente arfa , & abbrugiata, & un'altra contro la Pontificia podeffà
hebbegli a procacciar la morte , [e] fé a tempo egli non fi fottraheva dalla e vide spo»d. a».
Francia al folito afilo degli Heretici nella Germania, d'onde richiamato ^sH-»-^-
dagli Hugonotti, fu di nuovo per lìmil cagione di malat'edecoilrettoa
partirfi Bomo cervicofus-, & arrogantia[d^ corruptus , comeliegueloade- ^ ibidem,
lineare il fopracitato Spondano . Sicché havendo egli cominciato l'arringo
del dir male de'Re terreni, maraviglia non fu, che olrrepaHàfle a lacerar
li Principi della Chiefa , formando un libro , in cui con cavillofi argomenti
dimoftrava [e] ISljtllo il Concilio y e vi':i^ioft la indi':^ioney e jacriiig-o ti prò- ^ i^*>» ^'^-i^-
grejsoy e contrario il fine ai Decreti antichi de'Vadri. Nonhebbequefto
libero per lui miglior fortuna, che gli altri; poiché per eflb egli provaco
tanquam male [/'] de I\eligione fenttens , & feditionis incentor, ignominiose f ibidem.
in carcerem con]e6ius fuit : né dal carcere ufcìfenza la condizione, [g\ ne g ibidem,
quid impoflerum in vulgus edere injufsu l^egis pofset . Perloche correva la
famadiluidiConfeilionifta Luterano egualmente, e di Calvinifia, com-
provandone egli medefimo la fama con una tacita teftimonianza, folico,
alludendo ad ambedue, di fottokriverfi [/?] Fr<z«a^, & Germania Jurif ^^ j^^'" ^^''""»'
confultus ; benché Genebrardo [i'] attedi , haver il Molineo ftabilito di feri- \Gentbr.in chro-
vere un copiofo trattato contro la Herelìa Calviniana, che non potè poi '"'■ /"'** ^"' ^•
profeguire, prevenuto dallamorte. Nel rimanente [k,] chi defcrille li fuc- j/''|.'^'/"t;j^7»
cedi, & il catalogo de' Moderni Heretici, anche co'l telhmonio di Buce- /-«li^ £«««^w.'
ro, annoverafràefii Carlo Molineo , che feguace di horridi Heretici alfcri,
Jefum nafcentem adaperuijse Fulvam Marice : e , Errare Dotlorts Tapifli-
» OS , dum urgtnt merita tum incarnatioms , tum nativitatis , tum tentativi
Kk 4 (inm.
Pio IV. 52,0 Secolo XVI:
num, & affliBionum Chrìflì ; nihil enim h£c omnia prodejìe mbìsj fed [q-
lam monem Chrijiiy folam à Deó acceptatam prò expiatione nojirorum pec-
catorumt & lurevitteaetern^'y e, Tetrum^om^enunquam fuifie; perloche
efiftenti cotante , e così poderofe caufe di meritata condanna , meraviglia
Eolia Pomificu ^0" ^ > ^^ ^' Padri Tridentini habbiano annotati li di lui Libri nella prima
contro il Moli- Claflc degli Aiitoriprohibiti > e Clemente Ottavo ne habbia rinov.ata la
"^° • prohibizione con una Bolla precifa , in cui riferva a fé folo , & a'fuoi fuccef-
lori la facoltà di poter dar licenza , eh' eglino fi leggano . Eccone la Bolla ,
a BHiiar.incicf». la cuì folalcziouc bcu dcfcrivc diqual fcdc folfc il MoHnco : [al^Apojiolica
viii.confiit.S9' sedis au5loritati maxime conpenit, & ad noflrum pertinct officium , accura-
te profpicere, ne impiorum hominum libris, ac monumenti! , fidelium men-
tes feducantUYj aut quovis modo à via verìtatis avocentur,
. T^^os itaque conjtderantes damnati memorile Caroli Molinai [cripta , &
commentarla y doilrinam pernicìofamy &Catholicce fideicontrariam contine-
re, &, ideò hujus impiiy & hareticihominis in prima clafie defcripti opera
omnia in Indice Ltbrorum prohibitorum tam per nofiros Trxdecejfores ^pma'
nos Tonti fices, quàm etiam per '^ps nuper edito , exprefsè , ac nominatim
fiib cenfuris , & pcsnis in eo contenti^ prohibita , c^ interdilla fuiffe i & atten-
dentes etiam, ftcut ad audientiani nojiram pervenity quàm eorundem operum
le£lio, & retentio ab univerfis Chrijiifidelibus maxime vitanda 'fit,
'hljhilominus à pluribus , & iis pnefertim , qui utriufque juris fcientiam
profitentur, cantra hujufmodi prohibitionem , di&i Caroli firipta, &■ Com-
mentaria , fub variis pr^textibus , Jìve illa examinandi , & expurgandi ,
frve corrigendi , & cmendandi , ut dicunt , five etiam ut illis utantur in
judiciis , cr deciftonibus canfarum , & aliis eorum fcriptionibus frequenter
legi, & retineri maxima cum eorumdem , & aliorum animarum periculo ,
& fub bis prAtextibus varias licentias etiam à nonmlUs Epifcopis , &
aliis locorum Ordinariis , & ab Inquifitoribus temere , ac de fa£io , &
etiam quandoque ab hac Sanala Sede , & à Venerabilibus Fratribus noftris
S. ^. E. Cardinaltbus fuper Indice librorum prohibitorum deputatis , fìve
etiam interdum à Generatibus Inquifitoribus fub prmcepto , ut nonnifì expur-
gatis , & cun6iis erroribus deletis uti pojfmt , diverfimodè ab eifdem extor-
tas y aut impetratas fuiffe .
Tropterea prò noftra Taflorali folicitudine cun^orum Chrijiifidelium ani-
marum fecuritatiy & f aluti y quantum cum Domino pofiumus, confulerey &
ne ipft Chrifiifideles mali hominis prava do6irina, & impietate falUntur ,
aut inficiantur , opportune providere volentes , prò potiori cautela , motu
proprio, & ex certa fcientia, ac matura deliberatione nojirisy ì?ac noflra
perpetuò valitura conftitutione , omnia, & quAcumque pnedi^ii Caroli Mo-
lin£i H£r etici f cripta, opera, & commentar ia , Beatorum ^poflolorum Pe-
tri & Tauli, ac noftra au6loritate de novo perpetuò damnamus, reprobamus,
tnterdtcimus , & anathematii^amus , eorum que le£iionem , & retentionem
univerfiSy & fmgulis Chrifiifidelibus , cujufcunque flatus, gradus, ordinis ,
conditioniSy dignitatis y honoris y <&■ pri^eminentia , licèt de illis fpecialis ,
& individua mentio habenda far et , exiftanty edam fub excommunicationis
lat<£ fententia , aliifque cenfuris , & pcsnis in Indice librorum prohibitO'
rum contentis , ac etiam fuf^icionis ipfius harefìs , quantumvis fcripta. ,
opera, & commentarla ipfa ]am quovis modo fuifie expurgata pratemant ,
diftri£lò perpetuò interdicimus , & prohibemus, Equìfoggiungelacaflazio-
" nedi
»
Capitolo Vili, 5 Z I Pio I V.
'fìé dì ogni qualunque ottenuta licenza , con le folite claiifule delle Bolle ,
Datum porrne apnd San6lum Marcum , fub anulo Tifcatoris , die vi^efìma
prima ^ugujii , mille fimo fexcentcfimo fecundo , Vontificatiis noflri ^nno
undecima, Papirio Malfoneriferifce, eltere il Molineo [a] morto in età iDiezS.Decemù.
fefTagenario , [b] & ab eo fub mortem vocatos futfie tres t^r^cipuotTheo- l'^^^^^ seond,
logos, qui ei morienti adjiiterunt , Ut fpes ftt , foggiiinge 1 allegato Spon- an.xse^.n.j, '
dano , eum tunc rcjìpitifk a fuis erroribus , & in Communione Ecclefitjs de-
ceffijfe. Ma iìccome [e] "ì^on potejìmalè mori, qui bene -pixcrit ; cosi , e s.^ug. iniibro
dice Sant' Agoftino > rix bene moritura qui male vixit. dtDoar.curifi,.
Dal continente dell'Europa ci convien hora paflare non tanto il mare
dell'Inghilterra, quanto un pelago d'infiniti difaftri, che inondarono l'In-
ehilterra, doveElifabetta Idi regnava più tofìo come regnano le ir^iere ']}'"'', \[/f"^'-'^'
ne Dolchi, cheleRegmene Regni. Al decreto, che habbiamo accenna- /.«t^. 475.
to , del Parlamento , al giuramento , che fi è riferito , della primazia , fé- Ji^'à'd^'ena Regina
guirono incontanente così barbare rifoluzioniper la efecuzione dell' inten- Eitiibetu comro
to,chelaperfecuzione Inglefe contro i Cattolici fottoElifabetta ben ugna- ghjilefji" '^' ^"*
gliarfi fi può à quelle più fpietate , che moffero ò gli antichi Imperadori del-
la Gentilità ,. ò li più moderni di Oriente foftenitori dell'Herefie . Scrillele
[ ff ] il Sommo Pontefice Pio Quarto lettere dettate da un'amor paterno , e e ^nno isco,
daunzelo Apoftolico; ma ella ò non degnò rifpondergli, ò elleno à nulla
profittarono. Inviollefi [/] l'Abate Martinenghià richiederla ài mandar £^««9 li-S'.
fuoi Theologi al Concilio di Trento , màellanefùsìdalungi, che mandò
vietando al Martinenghi , che di Fiandra, dov'egli era , fi tragittaiib à met-
ter piede nell'Inghilterra : anzi in onta del Papa, in difpetto della Chiefa
Romana, in ifcheinodel Concilio, adunati à [gì parlamento gli Stati, g ^^^^^^ ,^5^^
vi kcQ. diifinirecafo di lefaMaeftà l'aderire, trovarfi in terrapodefì:à fpi-
. rituale, ò temporale, fuperioreall'airolutofuo Imperio nell'Inghilterra. h.^i>Hd^>idrtam
E primieramente 'piccolo Hetho (fono [h] parole dello StovvProteftante) PhUopatrum [ut.
^rcipefcovo d'Torch, e i Vefcovi di Ely, e di Londra, conaltriquattordici,'^''''^'^^'
perciocché ricufarono di prendere quefio giuramento , furono caffi, e privati
da'loroFefcovadi, come altresì moltt Decani, ^Arcidiaconi , Rettori, Vie ariì,
& altri del Clero, i quali tutti fpogliati de' beneficii, furono chiù ft indiverfe
prigioni. Così egli; e noi aggiungiamo , che non ne ufcironvivi, confu-
mati, [/] quivi dentro fino alla morte dalla lunga miferia delia inedia, del j p,;^^ ^,„^;„^^„,
fetore, e de* patimenti. Quindi con efattifiìma diligenza tratte dalle im- nm s^ndcri i. ?.
mondezze le ofla della Concubina di Pietro Virmilio Martire , dove elleno ^t ^[^"{'."ef^/df^
furono fatte gettare dalla Regina Maria diflbtterrate da una Chiefa di Oxo- scinfm. ex iioris
nioj quell'altra Regina Elifabetta le fece riporre dentro l'Arca, dov'era il ^^rfitm'."'"" ""
, Corpo di Santa Frifvvida, equivimefcolare, e confondere quelle della
fporca Meretrice con quelle della caftiflìma Vergine, tal eh' elleno non fi
poteflero giammai difìiinguere, ò feparare : e ricoperchiato poi l'avello,
ella vi fé fcriverfopra à gran lettere, Hìc lacet B^ligio cumSupcrfiitione,
/dando il Titolo di Religione alla Femmina dell' Heretico, e quello di Sa-
perfii'sjone all'Ancilla di Chrifto . Di quelle poi [ k] del Bucero , e del Fa- k ^pudsanderum
gio, che, regnante Maria , furono medefimamentebrugiate, e fparfe al ^^,; JY^J^ ^'"""'*
vento, non rimanendone reliquia, .ordinò la nuova Regina, cheilhono-'^'" ' ' "
raffero nella memoria delli loro nomi , coftituendone la tefla nel dì' trente-
fimo di Luglio con tanto applaufo degl' Inglefi , quanto più degnamente
meritato lo haverebbe ò un San Gregorio Magno , che fpedì il primo colà
> . Pre»
Pio IV. ^2^2, Secolo XV F.
D Kaitnd j/ PJ^cdicatorl Evangelici, ò quel Sant'Agoftino, chefii il primo Apoftolo
Fox! vf/t^Nicoi. deiringliiiterra . Qiundiprefe proporzionato motivo [a \ Giovanni Foxo
^Z'"J,'J-'^"^'% '" di comporre, e dedicare alla fua Regina lìlifabetta un Calendario, ò un
mit. Martirologio , intitolato , Fatti , e memorie jtngolan , e degne di ncor-
Gio*Foxo cnor' '^^**-(' » ^^^ divengono HelU Chiefa , intendendo egli per la C/^/e/ìz la fola
ludi elfo. Chiefa, ò per meglio dire. Sinagoga Inglefe. Ineiibrinvengonfì/^caflati»
come indegni di memoria al mondo , quanti S^nti, quanti Martiri , quanti
Dottori, sì Greci, come Latini, venera la Chiefa Cattolica, in luogo de*
quali leggonli foflituiti U nomi di Bucero , del Fagio , di Erafmo , di Lute-
ro, di Melandone, di Eduardo Seflo , e corali altri, chi Heretico, chi
Herefiarca : in quella guifa appunto,' che di già TheodoroBezahaveva en-
comiato come Martiri li fuoiCalviniftibrugiati chi vivo, chi morto, e li
Predicatori della Tua Setta come fondatori di di vèrfeChiefe nel libro da elfo
ftampato de Iconibus . MàilFoxopafsò più avanti nelle beftemmie, che
il Beza : conciofiacofach' egli non fi vergogna di fcrivere, cheilfuo Nic-
colò Ridleo, e il nodro San Niccolò di Mira à bilanciarne la virtù, e i
meriti, fon pan nella fantità , eilfuo Tommafo Cranmero valeva più egli
folo, che San Tommafo Cantuarienfe, e mille altri noftri Santi. Infom-
ma la maU Volpe ( che tanto fuona il fuo cognome Fox ) compofe de'
fuoi Diavoli un Martirologio molto più empio degli antichi de'Marcio-
niti. Montanini, Novaziani, eDonatilH; onde meraviglia non lìa, che
la nuova Jezabelle d'Inghilterra con ifpecial Decreto ordinalfe, che que-
fto Martirologio lì teneife appiccato à una catenella in ogni Chie(ade'Pro-
teftanti, e ne' giorni feftividoppo la lezione della Bibbia fi leggeiie al po-
polo una novella di elfo .
H^'efil'e dd^pJli Q"^^ faccia riprendefle allora l'Inghilterra nella diverfità delle mafche-
fìmo Stato dell' re, chc ciafcun poneva fu'l volto della fua Fede, farebbe cofa più facile,
inghiUcrra. gi|. qq\.j^ ^ g vederne con gli occhi le pazzie , che defcriverne fu le carte e li
nomi , e gli errori . In un Regno dove fi accolfe tutto quel più di male , che
deformava ciafcuna delle Provincie infette dell'Europa, confiderifi, che
contrarietà non incrudehflero, chemaledicenzenon fi uiceilero, che be-
ftemmie non fi proferiffero, quali, e quant'herefie fi prò fé iVatiero, onde
hvid s dk ^^^^'^^'^ "^ poteffe, divenuta l'Inghilterra cloaca d'immondezze. Quivi
4«. ' "" " *^' Protellanti rigidi, e molli; quivi Calviniftimedefimamente [Z?] rigidi,
e puri, e perciò chiamati Puritani; e quivi li IVIolli, cheindì:ato Lutero
à Calvino, fi divulgarono fotto il nome di Anglo-Calvinifi:i; quivi tutti li
Anti-Trinitarii , quivi li Presbyteriani , che con governo Ariftocratico
governavano eifi. Preti e non Vefcovi, la Chiefa; e quivi tutto quel lun-
go Catalogo di Heretica canaglia , che pone in confufione gli ferirti , e gli
Scrittori, gli Autori, e le Opere, echecomevereteftedi Hidra favolo-
sa, giornalmente fi raultiplicano in sì horrendo numero, che oramai elle-
no dir fi devono, non più l'herefie di quel Regno, ma quello il Regno di
herefie . Noi ne' feguenti racconti con la occalìone de' gloriofi fucceifi
quivi avvenuti e d'infigni Martiri, e di nobili Con felibri, ne anderemo
ordinatamente annotando il numero , e gli errori , fé pur potrà regger-
ne la penna al pefo > ^ al corfo dell' Hiftoria la carta .
C A-
5^3
Pio y.
CAPITOLO IX.
Pio Quinto del Bofco nell' Aleflàndrino , crealo
Pontefice li 7. Gennaro 1566.
Qualità di queflo Santo Pontìfice ; e fuo telo contro gli here-
tici nella Scozia , nella Inghilterra , nella Germania , nel-
la Francia , e nella Hollanda , cy^Jferzjone contra il Na-
tale del Dominio Temporale indiretto del Papa [opra
tutto il Afondo . Afonti eretti da quefìo Pontefice in f oc-
cor fo de" Cattolici . Origine , e rito del Sacro Pileo , e Stoc-
co . Prigionia , e morte del figlio unigenito del 1^ Filippo
Secondo di Spagna . Detti , e fatti di Pio contro di'verft
heretici . Michel "Bajo , e 'Bolla Pontificia in condanna^
zjone di fettantano've propofizjoni ajTerite da lui^
I qual forte tempra folfe il cuor di qiiefto Pontefice contro gli
Heretici , anche avanti che t'ode inalzato al Pontificato, lo di-
molirano le cariche valorofamentefofl:enute[«]d'Inquifitor ^ '^'"" ow»'" t//V»
dì Como, le difpiite quivi dottamente tenute in Toftenimento oVr!'£'^' w"v
I dell'Indice de' vietati Libri, laduplicata,epericolofaMiflìone (^'^'-d-foi.s^s.to.j.
contro il Vefcovo di Bergamo ò infetto , ò fofpetto di Here- p^t/Kp/^'/J.
fia, il pofto di Commiirario generale della Sacra Inquifizione di Roma, à cui J^^f '^^ ^. * ^^j"*
in iftaro di femplice Religioso fii egli aifunto, e quello più raro , e perciò più p"vi'"ficf ' esonero
commendabile, in iftato Cardinalizio , di fuprcmo [b] Inquifitore della ^'^,^'1"»'/
Fede . Mi giunto finalmente per impenrate firade al fupremo governo del- ca ^Sulomif.
laChiefaUniverfale [e] l>{pn tarn capii efìe, quod non eraty come dilfe '^'J'o^i^^-'"»-<i-
Sant'Eucherio di San Maifimo inalzato al Vefcovado di R eggio , quàm prò- V £«</.„-. ,•,
dtdit, quodlatebat. Egli lanciò il primo fguardo del fno Apoftolico zelo '•^j^'^^'^' ^^-^i^-
nell'ultima, e più lontana parte dell'Europa, doveveggendo nella Scozia "^ ""'
la Regina Maria Stuard \d\ opprefia dagli Heretici egualmente, eda'fedi^ -/«7/?wrl?%fi'
ziofi , egli prontamente fovvennela , e apprefTo Dio con efficaci Orazioni , "•' x"^/".f / ó* 'dìf.
€ apprefib i Redi Francia, e di Spagna con validi incitamenti di folleciti Ì!nHf.di7To"\
foccorfi, oc apprefib ella frelTa con la fpedizione di un Pontificio Nunzio, ^"^ /^'^'f p^' i^,
che dovefie aiiifterle in quelle gravi turbolenze , inviandole perciò due let- !H?R'g*'.!Ì7S'
tere di fuo proprio pugny, e di dettacura propriamente celefte, che pre- ri-j suiard,
fentemente (ì confervano nella famof: Libraria Barberina di Roma , da cui
Giorgio Cuneo n'eftrafi'e le copie, che imprelfe nella vita di quefta degnif-
fima Principefra;& aggiungendo alle intercellìoni, &alli detti il potente rin-
contro de'fatti,fè Pio con Pcntificialiberalita confegnarlefubito ventimila
feudi d'oro in ficura caparra di più ampli fovvenimenti, che prometceva-
le.
P^° ^- 5 Z4 Secolo XVI.
E f"a ,^fro"'r r" ^^ • ^^ ''^^ breve tragitto entrato egli col penfiere dalla Scozia nella In-
gfnr'^Ehfaljeuà ghiltcrra, dove ili quel Regno di Scozia dimoftroffi tutto Padre verfola
«l'Inghilterra . Cattolica Maria , in quefto d'Inghilterra infurfe tutto rigore contro la He-
retica Elifabetta , che multiplicando giornalmente ecceffi in furore , e rab-
bia contro il Pontificato, e Chiefa Romana, finalmente pofìa la mano d'
a w4». 1569. a5- più taglienti ferri dichiarolla [^] per folenne Bolla, Heretica, divifadalla
Ftbrure. communiouc de'Fcdeli, privata di ogni Dominio, Dignità, e Privilegio,
&aflblvè dalla fedeltà giuratale li fudditi, e di Scommunica maggiore al-
V, Lftil'X' ^" laccio chi le obedifle , emanando à tal'effetto la Bolla I{egnans [ b] in Ex-
cclfìs y forfè di più ftrepitofo tenore di (Quella emanata già da Paolo Terzo ,
che fulminò contro il Padre fomiglianti cenfure . Così Pio V. che in con-
fermazione della fua aflbiuta podeftà di deporre Re , e crearne nuovi , ogni
qualunque voltalo richieggia ò il decoro , ò l'utile della Religione Cattoli-
l»^uiJ&"Z C3, condecorò con [e] nuovo Titolo di Granduca Cofm odi Medici, à
Catena in vita r',i cuì mandò uuaCoroua di Rc cou facoltà di potcr cgH fcrvirfcue, e i fuoi
^&tiihibiTm"^ SuccefTori, con quefta nobile ifcnzione :T?ii Scinti Tomificis Maxim t oh
conferiic Tito exiwiam dìleBioìiem y acCatholic^ ~B^ìigionis 7;clum , fnecipuumque jujiiti£
co^ù^'d'Mtàtaftiidium : e ben degnamente ; andando allora quel Principe gloriofo pe'l
rcr i fuoi riif Chriftiauefimo , e per lo sborfo di cdiì tornila feudi alliFranceli Cattolici
nfa"ldatj in^Vran' coutto gli Hugonotti , c pcr poteuti foccorfi mandati in difefa della Fede
eia contro gì. in quclle patti . A Cefare, che parve, non approvale tal nuova Maeftà
d^jbìd'hccit. e onferita al Mediceo, [(i] Quo jurcy rifpofePio, Imperatores, vel funtf
Sua gna rifpo. y^/ dicuntuY , tiifi au6loritate ^pofiolic£ Sedis f* Ad un tanto Pontefice dop-
r// i"'P"^ "■•- piamente fanto , e per qualità di Grado , e di Perfona , fi oppone [e] il Natà-
Q Nat. ^hx s^c le ^ che contro lui replica ciò, che già contro Paolo III. egli ratifica di haver
1 .f.i.r„io «4. jjgj^Q^ cioè ch'effi nel procedere contro Henrico Vili, refpettivamente, e
contro Elifabetta con la depofizione dal Regno,e con l'affoluzione a'fudditi
f nemUid.arr.i6 dal giuramento, havcvauo fcguitata ,[/] T/?co/o^or«w, & Jurifconfultorum
ntim.i. quorundam Italorum improbabilem , & falfam opinionem , in Aula, , Scholifqtte
Sentimemi dtii' Romani! tunc vi^cntcm : nec ad Dogmattctx Theolovi^e principia, re^afque,
Autore rontro / , , ^ , >» , f" r a • J- ì- '^ rr ■'^ * '
Natale Aicii.ui fed ad Vradecefsorum quorundam /«or«7» /^«4: quindi egli pafla più avanti,
'^7i(fru"p!)n ^fi ^^^^^» che in (gualche modo fi farebbe potuta falvare quefta pretenzione di
pcnorua onc p^^j^ ^ e di Pio , ogiii quaUinquc volta il Rcguo d*Inghilterra folfc flato
g ibìd.art.ic.m. Feudatario e Tributario de' Papi , ma [g\ hac anglicani F{egni fub]e6lio in
temporalibus domante Sedi fi£ltua eji . In fine conchiude , fcuiar'egli Pio, che
feguitò Tefempio di alcuni altri fuoi Predeceflbri , ma nullamente poter'egli
h iiid.art.io.1,.4. fcufat San Gregorio VII. , che arrogoffi il primo cotale autorità . [b] Vium
f;irc«/«rf , fono di lui quefte parole , longt facilius, & proclivius eJl , quàm
CregoriumSeptimum : nam CregoriusSeptimusnullumexemplumhabuity quo
B^gum exauClorandorum potejiatem fibi , ac Sedi fu^e tribueret . Così egli con
,...., A reperita cantilena quafi in ceni pagina della fua EcclefiafticaHiftoria. Noi
Vedi il tieflro to. - ^ '. .- . ^ , F>, .'■ *^ . .« .
a. pas. 369. 391.' bencheinaltri luoghi [/Jhabbiamochriftianamenterapprefentato, quanto
467. f^ te. ì.^p.<!.^ i^ij^oj y^(]^ quefto, per altro erudito, Scrittore , dalla verità del fatto , e dalla
}ìg.inll'ejìì\\'i!. ragione della giuftizia^ nulladimeno comporti pazientemente il Lettore,
'xiv^'^'aÈì^''' che qui fi foggiungano poche parole, e quefte: Come opinione falfa, e im-
probabile Quorumdam Theologorum , & Jurifconfultorum Italicorum , in ^u-
Uy Scholifque B^manis tunc yigentem, Taflerire Tapam haberein ordmead
bonum fpirituale fummam potejiatem difponendi de temporalibus rebus om-
nium Cbriftianorum ^ S'ella ^' falfa, perche non riprovata, anzi venerata
da'
Capitolo /X 5x5 Pio V.
da'Dottori del Chriftiàrtefimo , allor quando Sant'Ambrogio fcommiinicò
rimperador Theodofio^, & [f] obligolloà disfar, e rifar nuove Leggi per ^ ^'^"'^•^•J-^'7.
la feguita carnificina de' Thefl'alonicenfi ? S'ella è improbabile, mancava-
no forfè Theologi [ ^ ] in Francia , che accorrelfero alla difefa dei Re , al- ""* ^^^'
lora quando San Gregorio Magno [e] ad iftanza de'mcdelimi Re di Francia ] J%'^* '■^' ^"^
conceflel'ampioprivilegiodifuperioiitdalMonarteriodi San Medardo di ''" '' '
Soiffons, & allo Spedale di Autun 5 [d] conia formidabile claufoladi de- j /^,„ ,„ ,^, ^,i
pofizione da' Regni a'Re, edidignitàadEcclefiaftici, che contravenilVe- Senatorem Praiy
ro alla fua Pontificia determinazione ? Non dicevafi quivi , Si qms I\cgiim , ^''"^'^ '
^ntijiitum , Judicum , vel quarumcumque S^cularium perfonarum , hujus
xApojiolicie au6loritatis , & noftra praceptionis Decreta violaverit , aut
contradixerit , aut negltgcnteY duxerit , vel fratres inquietaverit , vcl con-
turhaverit , vel aliter ordinaverit : cujufcumque dignitatis , rei fublimitatis
fity honore juo privetur f" Non ftì egli fottofcritto quefto Decreto Papale
dalmedefimoReTheodorico, e da molti Vefcovi della Francia ? Non hi
egli approvato quefto Decreto per legitimo, e vero nei [e] principio del J/„'éf/;<,r«w!'°"''
feguente Secolo in pieno Concilio di Vefcovi Francefi , allor quando con-
dannolfi [/'] unafomigliantepropofizionedel Richerio dal CardmalGia- iveduipomf.di
corno di Perona ? Se nuova quefta opinione in tempo di Paolo Terzo, e di ^«"'o ^^•
Pio Quinto , ed in autorità nelle fole fcuole di Roma , come poi mille anni
addietro fenza riclamo di una voce , fenza contrarietà di una penna , prat-
ticata e in Italia da Sant' Ambrogio contro Theodofio , e in Francia da San
Gregorio contro i violatori del fuo accennato privilegio , e da Zaccharia,
chedepofeChilderico, e in Oriente da San Gregorio Secondo, che fot-
trafle i tributi all'Imperador Leone, e in Germania da San Gregorio Set-
timo, che depofeHenrico dall' Imperio, non con efempio nuovo , come
dice il Natale, che perciò lo rende inefcufabile, ma con fondate prove
dell' antichità , e col precifo efempio di San Gregorio Magno , eh' egli al-
legò fin d'allora in preveduta difcolpaà fuo favore, fcrivendone ad un ce-
lebre [g] Vefcovo Francefe in quelle precife parole : Qiiòd fi Beatus Cre^ ^ ffi'i^'Id'épìfc.
gorius y JJo^or utique mnijjimus , F^eges , qui Jiatuta fua fuper unum Xeno- \Lmenfim , &
dochium yiolarent , non modo deponi ^ [ed etiam excommunicari y atque in '^^^^^l'iL^.coifi.i.iT
aterno examine damnart decrevtt -, qiiis nos Henricum non folùm .Jpojìoli-
coYum judiciorum contemptorem , verùm etiam ipjìus Matris Ecclefm impro-
bijjìnium pvicdonemy & atrocijjimum defiru&orem depofmfje, & excommu-
nicajje reprebcndat , nifi ftmilis ejus ? Seguirono gì' infegnamenti , e la
prarticadi un Sant' Ambrogio, e di quattro Papi fantifìcati su gli Altari ,
Celefuno Terzo y [h] che con un calcio sbalzò di tel1:a la Corona Imperia- h vedi ;/ Pontif'H
le al Figlio del Barbarofla , Bonifacio Ottavo , [ / ] che divulgonne la Bolla, ^'J'^^"' "^- '" ''
Giovanni Vigelimofecondo, [A^] chedepofeil Bavaro, & altri Santi Pon- i vtdl li i. tom.
tefìci lin' all' età noftra , fenza fiato di chi difdegnafle cotanta autorità in un J"^,"^'/;/ ,,.„,
Papa, fé pur fiato non vuol dirfi l'alito peftilente ài Marfilio [ / ] Menandri- pag.^^s.
no, di Giovanni Janduno, di Okamo, e del Cefena, dalla cui bocca doppo \iy^J[cì'6r'
fcorfi dodici Secoli di perpetuo interrotto filenzio di tutti li Cattolici Dot-
tori Greci, e Latini, ufcì fuori la prima volta la opinione vituperofa, e vi-
tuperata, contraria all'antica della fuperiorità Papale indiretta [Wii] fopra il •" De t,ac rivide
temporale di tutto il mondo . Onde maraviglia non è, che il fopracitato Na- i^'omTo'J'. c.ó. &
tale riponga nel Capitolo de Uarefihus [ w ] Giovanni Tanquerello, e l'Ago- M- ^ .,
fliniano Florenzio Jacob, fol perch* eglino infegnavano in Parigi propofi- ""c.L'Za^!'"" '
zioni
Pio V. j2^(5 Secolo XVI.
zioni favorevoli all'aut oriti temporale de'Pontefici. Che poi > comerog-
giunge il Natale, anglicani B^egnt fubjc^io in temporalibus B^man<e Sedi
Ji8itia fìty non è noltra intenzione Tinvelligarlo : bensì Tappiamo , che
^ a idems*s. 7. il medefimo Natale apertamente in altro luogo aflerifce , e bene, [4]
,i.%.Hie. j^^ B^egmrm fuum, cioè la Inghilterra, Bimano Tomifici yeBigale fecit ,
lingulis argemeis nmnmis in ftngulas ciomos impofttis , anno circiter feptin-
gente fimo qHadragefimo : e per corroborar queftafua veriflima allerzione ,
egli cita à fuo favore Polidoro Virgilio nel Libro quinto della dia Hiftoria
Anglicana , e ripete l'iftefib m molti altri luoghi della Tua Ecclefiaftica
Hiiioria : hor perchequì il Nàtale dica altrimente , non ne ritroviamo altra
ragione, fé non perche qui il dir così, gli giova perii fuointento di contra-
dir fempre all' autorità del Pontificato Romano, con la fottrazione della
ì z^in'/hi"'^^^^' ^''go^zione della Inghilterra, chiamata già da un altro fcrittorFrancefe[^]
Ecclefim I\gman£ I{egnum benefictarium , juxta contra^us ab Ina , Henrico
Attogenerofodi ^^^^'^^<^ > ^ Joanuc ByCgìbui initi , & renovatt leges .
un Cavaliere In- Hor tomiamo alla Hìftorla . Fu la Balla di Pio {lampara in Roma, e
^'''^'^* trafmefìa in Inghilterra , e ò ordine fofle , ò generofità fpontanea di fpirito
nobile, Giovanni FeltoneCavalierilluftrc di fangue, ma più illuftre per
i
fuo bell'agio volle riportarne a cafa in copia il tenore. Un' amico confape-
vole del fatto pensò faggiamente alla partenza, e fuggendo partilfi : ma il
Feltone, parutogli il fuggire atto di pufillanimo , òdi pentito, non vol-
le pregiudicare alla generoiìtd del fuo fpirito . Onde indiziato da congettu-
re, e cercato, e prefo dalle guardie, conunconfeilàrecoftantementeil
tutto, terminò in poche righe il proceffb, e otferiflì volentieri per sì de-
gna caufa alla morte . Ma ella fu tanto atroce, quanto fi è l'efler prima co'l
laccio al collo lafciato pendolonè dal trave della forca , e quindi taghata la
fune , precipitato mezzo vi vo in ter ra , tagliati à un colpo di rafoj o li geni-
tali, e gittati fu'l fuoco , e poi fquarciato con un coltello il ventre, tratti
fuori gl'mtefìini , polmoni, e cuore, finalmente decapitato, e partito in
quattro pezzi, fuppliciofolitoàdarfi a' ribelli nella Inghilterra. Màquefto
martirio, cheanimò li Cattolici, e confufe gli Heretici , tanto lungi an-
dò dal piegare à qualche fenfo di dovere , e di cofcienza la pervertita Elifa-
betta, che quindi furfe in lei più, chegiammai, feroce l'impegno e con-
trolaChiefa, e contro il Papa, e contro i Cattolici, de'quali prolilfa co-
fa farebbe Tannumerarne le prigionie, gliefilii, elaftrage.
opersT^ionf di Con la condotta del medefimo zelo difefePio la Religione Cattolica
nir coni:r.!t^^LHe- '""s^l^ Germania , e all'Imperador Mafìimiliano , che moftrofiì [e] inclinato
ret*t:i. di permettere nell'Auilria la libera profeilìone della confeffione Augufta-
1568"'»?,?''''"'' "^» fpedìfollecitamente [/] fuo Legato il Cardinal Commendone con mi-
{GÀi.tiu:inv:r^ naccic di dcpofiziouc anchc dall' Impctio , fé Decreto tale egli pnblicafle,
"soccoTti'iVu, cotanto pregiudicevole alla Cattolica Religione : nel quale affare ftimolò .
^"^or'^u -'^'*i ^'^^^^'i^^*^^ Spagna al Ji^edefimo uffizio, e concordementene ottennero la
irogi S'"^"'- efeci-zione. Afiìcuraca la Germania, accorfe Pio alla difefa della Francia
contro gli Hugcnctti, che con le arm^forgevano potenti, e formidabili
g Hìerer>j?nufCa. contto il Rc Caiio , & Ì Cattolici di qucl Rcgno . Con Apoftohca[g', libe-
tena in v>u ?i:v. ^^{-^^^ (jj prcnto fovvcnimcnto egli mandò colà lo Sterza Conte di S. Fiora
con
Capitolo IX. f^z'j P^o V-
con quattromila cinquecento pedoni, e mille Cavalli , con il cui valevole
a)iito riceverono li Cattolici due [a] memorabili vittorie contro gli Hereti- «.L^'j^/Tif"^
ci , delle quali refe teftimonianza à Roma per mezzo del Tuo AmSafciadore <^ <J.
l'iftelibRe, cheproteftò, haverle efTo ricevute dalla potente interceiUo-
ne delle Pontifìcie Orazioni , onde à lui eflfo mandò ventifette ftendardi tol-
ti anemici , che incontanente fece Pio innalzare Ibpra la porta della Ballli-
ca di San Giovanni in Laterano con quella ifcrizione , Tius V, Tont. Max,
Signa. De. Caroli IX. Chrìfiianiffìmi. Gdlu-e. Regis. VerdHeUibus. Iifdeinqiie .
Eccleft£.Hoflibus.^.Sfonta.Comite. S.flor^. Tontificis. ^uxiliaris. Exerci-
tus. Duce. Capta. Bjelataque.In.Vnncipc Eccleftarum. B^ftlica. Sufpendit. Et,
Omntpotenti. Deo. Tanta. Ft6iori^. Àti6lori. Dicavit. Unno M. D. LXX,
Così le parole del monumento egregio delle armi Cattoliche contro gli
Hugonotti di Francia . Coftò à Pio la caufa commune ò contro i Turchi , ò
contro gli Heretici i'orfe preflb due milioni di feudi , eh' egli ritralfe da una
numerofa aggiunta a'monti 'Novennali , e da altri da efifo eretti , e denomi-
nati monti Lega , e monti Religione , benché non tutto il loro prezzo foflfe
rifcolfo da lui , che prevenuto dalla morte , lafcionne a* SucceflTori Grego-
rio Decimoterzo, Sifto Quinto, e Gregorio Decimoquarto la foUedtu-
dinedellaefiggenza,elayerfione. Quali monti Lega y e J\e//^/o«e Alelfan-
dro Settimo trasferì in altri da effo eretti co'l nome di F\ifìorato , in eterna
gloria non mende* Pontefici Romani, che de' popoli foggetti al Pontefice
Romano, impoveriti per debiti non fuoi , efottopoftia'poderofi, e con-
tinui pagamenti per comperar agli efieri il Teforo della Fede .
Ma fcorno forfè maggiore riceverono gli Hugonotti da' Turchi, che
da' Cattolici , allor quando mandata [/?] un' Ambafciariaall'lmperador Se- b ^«r. ,« com.
limo di Coftantinopoli , eglino chiamarono le di lui armi all' acquifto della ^'^Y^ij^i","^ ^^^^J*
Francia, non con altra mercede, e condizione, fé non quanta recar loro t?"». de origine
poteva la libertd, e l'ufo publico della Calvinifiica fetta :\Ad qua Turcus, <"«''M.f.9.^»/'i.
riferifcono li citati Scrittori, valdè cantra eos commotus , refpondity Hugo-
nottos tam efìe ab]e£Ìosy ut fupremus TerrarumOrbis Imperator rem fé indi' _
gnam putaret , c^ rebelles , & impios f avere : quorum non poffet fana fides
cenferiy qui fuum ip forum B^gem oppugnarent : Turcascum Trincipibus , &
E^egibus negociari foìcre , non cum fubditis , ac fervìs eorum . Cosi egli . Ai ^ *" ^oilanda .
moti della Francia acudirono ài concerto nuovi tumulti di Religione nella
Hollanda, ribellandofile [e] ultmieà Dio quelle Provincie, che prefen- "^ "*""* '^^^'
temente fono le più pertinaci nella ribellione intraprefa contro Dio : e ò
ella provenifle da concepito aborrimento al Tribunale della Inquifizione,
ò da defiderata libertà nel Tribunale della cofcienza, ò dalla vicinanza in-
fetta della Inghilterra, Germania, e Francia, certacofafiè, che colà an-
cora prima fcorfe, e poi ftagnò la illuvione dell'Herefìa con un mefcolamen-
to tale di errori, che nella profefiione delle Religioni ben l'Hollanda può
dirfi la feconda Inghilterra della Europa. Noi, tome altre volte habbiamo
proteftato , fé feguir [d^ voleifimo il racconto degli Heretici , e non dell' d^ive.au m/?.
Herefie, ci converrebbe , non rcfiringer la Hiftoria in cinque Tomi, ma titnTstrJdfre
compor cinque Tomi in ogni punto , e parte della Hiftoria : tanto lifuccefll ^'^ card.Bennve^
fon varii , oitinate le guerre , e mifti d.' Religione , e di fiato gli avvenimen- ^'' '
ti . Conciofiacofache non già , come in altri tempi , dibatteronfi le opinio-
ni con la penna , e con la lingua ; ma i efa feroce l'Herefia facevafi largo con
la punta della fpada, e chi più valeva in forze, colà portava quella Reli-
gione
Pxo V. ^2-8 Secolo XVI.
gione, che profeffava , prefa molte volte eziandio per pretefto di politici
difegni , per foggiogar prima gli animi con la credenza , e poi li corpi co'l
dominio. Quindi ficcome in tutti fu una la cagione, cioè laHerelìa, ò
Calvinifta, ò Luterana; così feguirono in tutti li medelìmi effetti, cioè ri-
bellione a loro Principi, deflazione di Chiefe, ratto di Vergini, abbat-
timento d'Imagini, eciòcheàunfommo, e cieco furore fuolfuccedere ,
difpregio di Dio , avvilimento de'Magiftrati , e precipizio di fé fteffo . Fer-
dinando Alvarez Duca d'Alba Governador del Re Filippo Secondo in
quelle Provincie domò con le armi la ferocia di quei popoli, e in una bat-
taglia ruppe Ludovico Conte di Naflau, che con gli Heretici Hollandefi
feglid incontro nella Frifiafotto un'alta mfegna, in cui quella ifcrizione
legge vali, ^ut recuperarì , aut morii e quindi poi disfece il di lui Fratello
Guglielmo Principe di Oranges , che con le milizie heretiche Tedefche in-
controllo nella Fiandra fotto altro Stendardo , con la ifcrizione , "Pro Lege ,
Grege., &B^ege. Accorfe Pio à quella lontana, e prevaricata gente ancora
dall'Europa, e in eccitamento di devozione egli il primo con induflriofo
zelo mandò à quella parte di popoli , che (ì mantennero in tanta agitazione
di Fede collanti nel profelfaria , il pregiato dono di alcune monete benedet-
te , che diconfi Medaglie , concedendo Indulgenze , à chi portavale indolfo
ò nel ritiro delle loro cafe , ò negl'incontri della guerra :^c/ augendam^ ài-
a oido. hi addit. ce rOldoino , [ ^ ] Belgarum I{eligionem numi/mata primus omnium Vius con-
fié. citicc. fecrat , facrofque ejufmodi nummos gefìantibus Indulgmtms concedit : & all'
Alvarez, che per il fuo zelo, e valore meritò diftinti encomii da tutto il
Chriflianefimo , ne' bifogni della guerra Pio fovvenne con pronta pecunia,
e in honorificenza della perfona trafmeile in dono il facro Pileo , e Stocco ,
Origine del i-^cro comc ù bcnemetito Priucipc della Rcligioue Cattolica . E il facro Pileo ,
l'deo, e Stacco, e Stocco un facro rito della Chiefa, in lignificazione di gran Miflerii, e in
dimoilrazione di Apoftolica beneficenza verfo chi eglino fono dellmati in
y/wlSwK" dono da Pontefici Romani. Il rito è antichiffimo, &[b] approbatam ,
^v.rr.'Wr'«i '§'.7. dilfelo Siilo Quarto fin dal Secolo Decimociuinto , San&omm Tatrum , cioè
^y7-''p>'<iT'''^F''j'- 'Pontificum. confuetudinem . Solent Epmani Tonti fices y dicefi nell'allegato
vont'jiciatofn.vo. Scrìttote, Iti pracUra 'ìslatalis Domini celebritate , Chrijttantjjimo , clarif-
TiUòtT'^'^''''^^ /ìwo^we alicui Vrincipi omamm enfem dare , aut dejiinare : qu<e res profe-
£lò non caret myjierio; tmigenitus namque Dei FiliuSy ut bumanam naturam
[ho reconciltaret authoriy eam afìumere dìgnatus ejì; ut inventor mortis Dia-
bolus y per ìpfam, qua viceraty vincereturi qua quidem vióioria per enfem
congruo deftgnatur. Fuerunt infuper mfideles ariani y qui non veriti funt ,
Dei Filium , puram creaturam affirmare : cum tamen hodierni Evangelii
Scriptura tejìetury Deum omnia fecijje per Ferbum. Largitur igitur prxfen-
ti die Maximum Tontifex enfem , Dei ìnfinitam potentiam fignantem , in
Chrifto Deo vero y Tatrique a quali y & vero h ornine re ftdentem y per quem
fa5ìa funt omnia y juxta Davidicum illudy Tui funt Coeli, &tua efì: terra;
orbem terree, & plenitudinem e)us tu fundads Aquilonem, de mare tu
creafti. Sedesdcnique Dei (^poflolica videlicetSedes) à Chrifto fuum fump-
fit jlabilimentum y extititque preparata )ufioDei }udicioy premio, atque )U-
Jìitiay quibus Salvator l^ojierjefusy verus Deus, & HomOy profligavit Se-
dis ipfiHS adverjarios , hareticos videlìcet , ac Tyrannos , ]uxta id quoque
Tropheticum y Juftitia, & judicium pr^pauatioSedis tua:. Figuratdenique
Tontificalis hic gladms potejiatem fummam temporalem , à Chrijio Tonti-
fici,
Capitolo IX. 529 Pio V.
fici , e]ui in terris Vicario , collatam , juxta illud , Data eft mihi omnis
poteftas in Coelo, & in terra. Et alibi 3 Dominabitur à mari iifqiie ad
mare , & i flumine iifque ad terminos orbis terrarum . Quam & decla-
rat Cappa illa ferie ea , quam Tonti fices geflare folent in no6ie T^tivitatis
Domini. Quello è il mifterio, ma qiiefte le parole della confegna, allor
quando il Papa nobilita con tal dono qualche Regio Perfonaggio ; J^os
ergo volente! (ut jujium ejl) approhatas SS. Vatrum confuetudines ob ferra-
re 3 flatuìmus te "Principem Catholicum , San^aque Sedis à Deo Htrumqiie
gladium habentis filium de^otìffimum , hoc nofìro preclaro munere inftgnire ;
nec non & hoc pileo, in fìgnum muniminisy & defenfionis adverfusinimicos
fideii & S.B^manix, Ecclejt£, protegere . Firmetur igitur manus tua contra
hojìes San5i<£ Sedis j ac Chrifli nomints , & exalteturdexteratua, eos reluti
ipftus ajfìduus , intrepidufque propugnator , de terra delendo ; & armetur ca-
put ttmm Spiritus Sancii per colunwam figurati prote£itoney adverfus eos ,
in quos Dei jujìitia, atque judicium prò S. Romana Ecclefia, (jr ^pojiolica
Sede prceparatur ; quod tibi praftare dignetur idem Dei Filiusy qui curnVa-
tre, &SpirituSanào riritj & regnai Deus, per infinita facula faculorum,
^men. Così egli. Di quefto pregiato dono fii honoraco da Pio il Dur
ca d'Alba , che feppe cotanto ben foftenere la maeftà della Chiefa, e
del fuo Re in quelle Provincie titubanti nella Fede.
Mi meglio, e con più ftrepitofo, perche tremendo fucceffo manten- Mone dei piglio
nela in quefta età Filippo Secondo nelle Spagne, cioè con la prigionia, e npp^^5r°Re ^Ji
conlamorte, che (ju indi feguì, del Principe Carlo fuo unigenito Figlio, spagna, 'e /onfi-
havuto da Maria di Portogallo . Cafo veramente ò unico , ò raro , per queitcÌfi"Jc/jJ"
cui maggiormentepreponderòin quel Monarca il zelo della Religione air
affetto di un Padre , & alla fuccelfione di una sì vafta Monarchia . Molti ne
handefcritto il tragico avvenimento, alquanto diverfamente i'un dall'al-
tro ; nifìun però fenza qualche difplicenza, efommacommiferazione . Noi
ne habbiamo un' antico manufcritto, trafmelfo in Italia da Madrid m lin-
gua Itahanafotto li 26. di Gennaro, [«] cioè fei giorni doppo la carcera- a^.m.iyfjg.
zionedel figliuolo, dalla cui relazione, òdafimileadefTa, ne deduffe Na-
tale Conti [h] nella fuaHiftoriaUniverfale il racconto. Onde procedere b N^taih c^^ts
l'alto , e R egio fdegno del Padre , ò non fi sa , ò fé vai congettura a faperfi , j? f^l^^^y"''""^'*'
dicefi l'Herelia di Calvino, di cui folle di già imbevuto il mifero Principe ,
e de' cui Catechifmi tradotti in lingua Spagnuola meditalfe fpargerne le co-
pie pe'l Regno , fé da' Mmiflri non ne folfero ftate intercette le piene balle
in Lione , & in Tolofa : altri neafcrivono [ (^ ] la cagione al genio indocile , ^llfós. «Jf'"'"
e fiero del figliuolo, che fin d'allora meditaflè, anche con la morte del ge-
nitore, di poggiar al comando affoluto della Monarchia. Ma l'haver egli
Tempre odiato il Duca d'Alba , e fempre fcufata la ribellione degli Heretici
Hollandefi , porgono a noi gran motivo di ciò , che pur hora veniam di di-
re, cioèdellafuaFedeòinfetta, òproclive, òproUìmaalIainfezionemel
checiconfermalafamadichìvuoleafferire, effereftataalui accelerata la
morte dal medefimo Padre, communicatane prima con gl'Inquifitori la
rifoluzione. Ma qualunque ne foffe la fecretacaufa, certamente gli effetti
furono publici , e li feguenti. Ordinò il Re a' portieri della camera del
Principe Carlo , che la notte non ne ferraffero la porta , e poftolo in letto
lo divertilfero in ragionamenti , fin eh' elfo fopraveniffe : ed egli fopraven-
nevisii la mezza notte accompagnato chetamente, e lenza lumi, daquat-
Tomo Jy. LI tro
Pio V. 5 ^o " Secolo XVI.
tro Conlìglieri di Stato , e due Portieri , provifti ambedue di chiodi , tài
martello , che entrati , l'ifteflb Re tolfe dal guanciale del letto del Figlio il
pugnale, ed'appre{foillettoIafpada , prima ch'egli fé ne avvedeffe, in-
tento, e rivolto air altro lato in ragionamento co' fuoi , Ma fcolFo da qual-
che piccolo fentore, e forprefoin queir importuno tempo dalla vifta pre-
lente del Padre , che formidabile gli apparve con in mano le armi a lui fot-
tratte, furfe tra dolente , e fiero con mezzo corpo dal letto, e quanto fol
Tichiefe a' fuoi Portieri, Se colà fofie il Tadre p^nnto per ucciderlo ^ Ts^ò,
rifpofe il Re , e con una mano fatto alui cenno di pofare » con l'altra impo-
fe a'fuoiMiniftri, che fermalFero le fineftre co* chiodi» Il Principe allora
sbalzando da letto , p recipitofo andò per gittarfi fui fuoco, chequiviap-
prefTo ardeva nel focolare, minefùrattenuto ; die allora di piglio ad un
gran candeliere per percoterfi la tefta , ma gli fu dalla manofottratto : e veg-
gendofiimpoffibilitata la ftrada alla morte, ricorfe ginocchione alla cle-
menza del Re , acciò TuccidelTe . Fa , diffegli il Re , e ti riduci al tuo letto :
equinduifcendofè levar da quella camera quanti fcrigni, caffè, e mobili
vi fi ritrovarono , e confegnato il figlio a' quattro ConfigUeri di Stato , che
fecohaveva condotti, neimpofelacuftodiaalDuca di Feria, acui ezian-
dio confegnò la chiave di quella ftanza, che di già chiamavafi Torre; onde
• u.Bdptifia Ha- l'Hadriano abbagliato dall' equivoco hebbe [a] a fcrivere, effere (lato il
Principe Carlo dal Re fuo Padre racchiufo in carcere dentro un'altiffima
Torre , Giunto il mattino convocò Filippo il real Configlio , a cui con«mu-
nicatoilfucceffo, mànongiàlacaufa, ch'eglirifervofilin alto fecreto nel
petto , ordinò a' fuoi Secretarii , che ne tramandaffero l'avvifo per tutta la
Mon^rchi^ j ed egli fteffo di fuo pugno fcriffe al Pontefice , al quale rappre-
fentò, cheilferviziodiDio, e de'fuoi Regni l'haveano indotto a cotanto
flrana rifoluzione . Sin qui la relazione accennata, che fcritta fei giorni
doppo la carcerazione , non potè feguitarne il racconto fin' alla morte . E
quefta ben dilungo(fi fei mefi , benché l'infelice Principe tutte le ftrade pro-
fa MMtatinusLi. cacciaffc per accelerarla, fin con inghiottire [/»] un diamante, che tramandò
per la via comniune delle fecce , e con ingurgitar larga copia di acqua , che
fenondiegli, difpofeloalineno al refrigerio bramato della morte. Poiché
indebolito il vigor nativo dello ftomaco, mancando di animo, e di forze
f *l! ^."^i'!?,"'"" perfopragiuntadiffentcria, in età di anni ventiquattro, placidamente [e]
rmProt.ttore dii. fiìovit premunitoprim^da Sacramenti della Chiela, eh egli attefe, eri-
i€ spagftt . cejè con dimoftrazione , e coftanza di devoti fentimenti . Fu il corpo con
Regia pompa fepellito in Madrid nella Chiefa di S.Giacomo, nulla com-
mofibauntantocafoilRe Filippo fuo Padre, del quale ingegnofamente
d Nnt.^iix.féc. fcrilfe il Natale Aleffandro, [rf] Tatrem fé effe oblitus efl, ut P^gem prò-
jó.c.y.arr.s.i.u ^^ygf . natuYalcm pìetatem extinxit, ut Majejfatem tueretur.
Diligenza ó\ Pio Ricevcndo duuquc, e fomminiftrandoefempi rari d'invitto zelo di Fe-
^^ntCoàhux^o- tle> profeguì Pio V. la gloriola carriera del fuo Apoftolico governo con
"■» E^Jcfiafiiche, tutte quelle più degne maniere, chelo refero ammirabile all'età pafl'ate,
* " *""""*• e v^ner^bile alle prefenti, calle feiture. Egli promo(fe a tutto potere la
piena efecuzione delle Coltituzioni Tridentine circa la offervanza delle Fe-
ite, la venerazione de' Tempii, lapunizionpde'fimoniaci, ebeftemmia-
cori, ede'concubinani; elagnandofiilSenatodiRomadeldifcacciamen-
to, ch'egli fece dalla Città ai tutte le donne curiali, per il detrimento ,
cbe quindi proveniva al loro £rario si nel!' affitto delle cafe, come nella
multa ,
Capitolo IX, 531 Pio V.
multa delle pene, impofe pio rigorofofilenzio ad ogni loro doglianza, di- ^ .^^^^^^^^^^
ccndo \cC\ Ergane Romani Senatus erit, mulierculai has Uteri , & impudi- ]:JeLm^&d^t
chi£ [avere f* ^tqui) nifi ilU [{orna difcedant ^ IS^oscum tiniver fa Curia dt- ^^fj':*' vn^pu
fcedemus : replicando egli in altro propófito quella degna fentenza, Tr^^ S memorabili
fiatCìmamy qudm f{eligiottis ^ & Ecclefia Catholic<e flatum everti. E'ripie- '*""•
no il Bollano di Coftituzioni di quefto S. Pontefice , e circa l'abrogazione
delle [ b] Indulgenze queftuarie , e circa le facoltà concedute [e] per lo ^ ^l"^- f^;
innanzi a Greci di celebrar nel rito Latino, & a'Latini nel Greco, e circa d c«"/?." jj-
la collazione [d] delle Chiefe Parochiali, la refidenza [e] de'Parochi , = ''''"^- ^*'
le prefenzioni, [/] e congetture legitime, con cui debba, e pofTa prò- icc»/i. sj.
varfilaefecrata Confidenza neJl affare de'beneficii, la riforma de' [g] Mef- b^»«M4.^xo«.
fali, e de'Breviarii , gl'impedimenti del [h] Matrimonio, e tuttociò in hCenft.62.
fomma , che apparteneva alla efecuzione de* Decreti Tridentini, & alla
loro inviolabile venerazione . Quindi egli per raffrenar in carcere la bal-
danza degli Heretici ridufle il Palazzo de i Pucci preflb S.Pietro in carcere Altre fae «lami
per i rei, &inhabitazione per i Miniftri del S. Officio, indicandone la "r'^Tgi-'^H'creticrrn
maeflà , e'I terrore con queila ifcrizione fcolpitasù la porta é .^mcuramenco di
Fede»
PETS F. P. M.
Congregatìonis SanEl<e Inquifuìonìs domum hanc > (^ua
Haretkdt pra'vitatis feBa'tores cautiùs coercentur , k
fundamentis in augmentum Catholk£ ^ligio-
nis erexit Anno Ai. DLXlX*
Agli Armeni ailegnò la Chiefa prima dedicata alla B. V. e pofcia a Santi!
Maria Egiziaca , permettendo, eh' eglino quivi celebrafTero nel loro rito
Cattolico li divini Ufficii : avocò a fé la cauta di Bartholomeo Caranza Ar-
civefcovo di Toledo [i] carcerato nella Inqnifizione di Spagna; e benché ^paoUiKTolif.'^!
Paolo IV. l'havefle rimefla al Tribunale di Spagna fin' alla fentenza efclufi- P'*ì-'ì19.
vamente, nuUadimeno come caufa delle maggiori, e confe^uentemente
rifervata alla Sede Apoftolica, eglirifolutamentenevollein Roma il pro-
ceflb , e la continuazione , che terminò, come fi diri , fotto il Pontificato di
Gregorio Decimoterzo : a Sigifmondo Augufto Re di Polonia , che conde-
fcefe a permettere l'efercizio della Confeflìone Atiguftana nel Ducato di
Pruflìa, minacciò cenfure, [y e fcrifle Apoflolici Brevi per la ritrattazio- ^ <^*^«'•'•^<^•'«•
nedel Regio Decreto, e il pio Re [/] incontanente rivocollo, ut reBam i canin vitara
fuaminDeum fidem, atque in ipfumViumobfervanmmteflareturìzXSQndito ^' '"fi'*'-
[m] Venero domandò , & ottenne la perfona di Giulio Zoannecto Padova- "^ lo.Daptifra h*-
no , incolpato di Herefie : al Gran Duca di Fiorenza Pietro Carnefeco , eh' ''''"""" ''^■'^'
egli ricevè nelle carceri della Inquifizione di Roma, infiemecon Antonio Heretici conver
Paleario, Fir in litteris eruditusj fed liberioris lingua t e così venerabile, cirVa^ii'aPede LC-
e terribile egli fi refe generalmente a tutto il Mondo , quando trattavafi di ^°^'^ ^'"^ i'o""fi-
Fedeò contaminata, òviolata, che meraviglia non fu, che, come dice un
Hiiliorico , [ « ] Heretici tanti Trincipii exemplo permott , viam veritatis ",%^''/"'J"J,'l,'!i
amplexi funt. Inter quoi mftgnis fitit OliaeVrincepi, qui I{pmam profc£ìus , cince' tom.j.'cei,
ac Vii fan£ìitatem demiratus , h^refeSy quas ha6lmùs profefius fuerat, cja- '°°'**
ravit» ^Iter quoque ex *Anglia vir primarius, qui primùm facros ritus irri-
Ll a debati
Pio V. ^^2, Secolo XVI.
dehaty ubi interfuit folemniy & amiverfarU Corporìs Clmjli fuppUcationi,
•fiiditquey quareverentidVius adorandum illud circumferret Sacramentum ,
abdicato errore, poenitens in Satt£Ì£ Ecclefta gremium receptus efl. In mo-
do tale che di lui hebbe a fcrivere, terminando la fiia Hiftoria deiPon-
a on»ph. Panvi. tefici, Onofrlo Panvino allor vivente in Roma, [a] Dedit Tius y. Tori-
invita Piiv. tifex Mciximus adhuc id ì^eligionis, jufliti£ , patienti£y liberalitatis , grati
animi fpecimen, ut fi ei tam longa dabitur vita, quàm longam, & ex ad-
mirabili quadam ipfius vióius temperantia fperare debemus , & tempiis I\ei-
piiblic£ pofiulat , neque ad bene adminijlrandam Dei Ecclefìam eonfequenti-
bus deinceps Tontificibus exempU , ncque eloquentibus pìris ob laudem inge-
nii ab eo fa£ia defutura videantur . Così egli .
P?o°p"o^fiSf'"^ Ma fé alcuna irà le tanto degne operazioni di Fio fu più neceffaria, &
Michel Eajo , Utile all'età future , certamente li è la condanna, eh' egli fece delle propo-
enod^b àdfq'u'l- fizioni delBajo , che furono allora come i primi femi di quella zizania , che
ta di queftofuc- infettò nel fcgueuteSecolo ìputi Campi della Chiefa cou la uota agitazione
"'^°* delli Janfenilti. E'confìderabileilfuccelfo, e degno di regiftrarfene con
ogni efattezza la notizia . Era Michiel Bajo molto riputato in pregio di
efemplarità, edifcienzanellafamofaUniverfìtàdiLovanio, ma amatore
di opinioni nuove, e vago di prò feifarle ronde sì nelle difpute, come ne
b Hos vide apud fcritti , c ue' libri [b] ftampati haveva finallora foftenute [e] alcune fentenze
pfaTus^Jonm circa il libero arbitrio, le opere humane, e'I merito, quali gli havevano
2?*^ in Michatù acquiftata doppia , ma differente fama , di fommamente ingegnofo , e fot-
^clÀnn. circitcr^^^^?^^^^^^^^^^^^ c di fommameute audace , c temerario prclTo altri . Fra
ijóo. * i primi fi fegnalò Gio. Heflel Dottore parimente di quella Univerfità, e
Decanodieffa, che in gioventù fiì coetaneo del Ba)o nell'apprendimento
d ^p;td Paiuv. delle Theologiche fcienze fotto il magifterio del celebre Ruardo , che [d]
Lis. f .7. «.?. ^jj^ j^ q^^gj tempo notò in ambedue l'infaufto accoppiamento dell'ingegno ,
e dell'ardire; ond'egli ripigliandolifolevadire. Che non appettava da ejji
altro, che uno Sci/ma, e che perciò haveva loro lungamente ritardata la di-
gnità Dottorale : onde, come che la novità nel medefimo tempo forpren-
de. Sgalletta, quefti due Maeftri con ifpeciofo numero di adherenti, ha-'
vevano divulgate così ampiamente le loro nuove propofizioni, che ora-
mai la maggior parte de' Licenziati , e de' BacceUieri di quella Univerfità ,
publicamenteleprofeflavano, anche con pompa d'irritamento. Al con*
trario frali fecondi , diedero la molfa a maggior impegno alcuni Difcepoli
del medefimo Bajo, e quefti furono alcuni dell'Ordine Francefcano, che
amando meglio la ficura ftrada calcata dagli antichi , che la fallace de' mo-
derni , procacciarono la cenfura di quefta nuova dottrina dal Collegio del-
la Sorbona , ridotta allora in dieciotto articoli , che fu più tofto un rifufci-
tare, cheunfopprimereledifcordie, che bollivano . Poiché li foftenitori
del Bajo punti dalla cenfura Parigina, e dalla domeftica gara degl'ingegni,
chefuol'eirerepiùftimolante, &afpra, che quella delle armi, ricorren-
do al loro Maeiìro per foccorfo nella difefa , furfe quindi un' incendio , che
non fuppreffo a tempo , haverebbe allora anticipate quelle mine, che poi
feguite fono a' tempi iioflri per opera delli Janfenifti : effendo cofa che
publicoili da i Bajiifi una Apologia controia cenfura deilaSorbona, rin-
e liid. »,?. venute, & [e] offervate ambedue dal Pallavicini fra le fcritture del Card.
Seripando, e prepararonfi Libri , Autori, e difpute per foftener ciafcur
na parte chi l'apologia » chìlacenfura. Sopravenne opportunamente quivi
per
Capitolo /X 5 33 Pio V.
per affare del Concilio ài Trento il Nunzio Pontificio Gio.FranceSo Com-
mendone, che con deftrezza pari albifogno, anche per ordine del Papa,
eh' era Pio Quarto , impofe ad una parte, & all' altra il (ìlenzio, fé un Su-
periore Francefcano in Brufelles con zelo importuno caftigando alcuni fuoi
iudditi foftenitori delle fentenzedelBajo, e condannandole come hereti-
che, anzi minacciando di volerne procurare una tal dichiarazione dal Pa'
pa, non havelTe di nuovo inafpettatamente efacerbati gli animi de' Mae-
Itri , e de' fcolari . NuUadimeno fupprelfo ancora dolcemente fotto cene-
re quello fuoco, dalla Governatrice di Fiandra furono e il Bajo, e l'Hef-
fel honorevolmentecome Theologi Regii mandati al Concilio di Trento ,
infieme con Cornelio Janfenio medefimamente Dottore della Univerfiti
diLovanio, chefùpoi VefcovodiGant, denominato il Vecchio ,• quali
predicendo il cafo nella collufione de' nomi , e neiramicizia delle perfone ,
l'unione de'fentimenti, e la uniformità delle fentenze, che indi a mez-
zo fecolo hebbe col morto Bajo il nuovo Cornelio Janfenio Vefcovo
d'Ipri. NuUadimeno non trattandoli allora nel Sinodo quePJoni apparte-
nenti alle loro dottrine , faggiamente fi andò temporeggiando fopra ef-
fe, per ifcanfarlilitigiidomefticiintempo di guerra commune , Ma tro-
vandofi poi feminate dal Bajo le fue propofizioni in moltilibri, e dall' af-
ferzione di un'errore non potendone altro feguire , che la conclufione dell'
altro , e perciò crefcendo fempre più e la inquietudine dellecofcienze, e lo
fcandalo delle fcuole , e il tumulto delle difcordie, il Pontefice Pio Quin-
to avvocò rifolutamente a fé la caufa, ed efaminatala maturamente nel
Tribunale fupremo della Inquifizione di Roma, formòla Bolla, Ex omni-
bus affli&ionibus , che hor hora riferirafll, nella quale egli, fupprelfo il
nome dell'Autore, condannò fettantanove propofizioni di Michel Bajo,
fenza però fpecificazione di cenfura, che a ciafcuna di efle convenifle, fe-
guendo in ciò l'ufo del Concilio di Coftanza contro l'Herefie di Vviccleff ,
e del Pontefice Leone Decimo contro quelle di Lutero , con il tenore del-
le feguenti parole.
Ex [a] omnibus afflidionibus quas in hoc locoà Domino conili- „ *u^i!!'^appfraTK
tuti tani luduofo tempore fuftinemus, illeanimumnoftrum prsecipuè „ f'"=''o '<"«• 4. ir.
excruciat dolor , qnòd Religio Chriftiana , tantis jam pridem turbinibus ^'"^" ^" '" '
agitata , novis quotidie propofitis opinionibus conflidetur , Chrifliafluf-
que populus antiqui hofì:isfuggeftionedifledus, inaliosinque alios er-
rores, paflìm, &promifcuèdeferatur. Q£antum veròad nos attinet,
totis viribus conamur, ut illi , fimulatque profiliunt , penitùs oppriman-
tur : Magno etenim mcerore aificimur, quòd plerique fpedat^ alio-
quin probitatis, &dod:rincEviriina]iquasfententiasofFenfionis, & pe-
nculiplenas, cum verbo, tumfcriptisprorumpunt, deniqueeisetiam „
in fcholis invicem controverfantur , cujufmodi funt fequentes . Nec
Angeli , nec primi homines adhuc integri merita rcdè vocantur grada .
Sicut opus malum ex natura fua eli mortis eterna» meritorium, iìc bo-
num opus ex natura fua eli vita: xternas meritorium . Et bonis Angelis ,
& primo homini, Ci in ftatu illopermanfiflent ufque ad ultimum vits,
felicitas eflet merces, & non gratia. Vita «terna homini integro, & „
Angelo promifla fuitintuitu honorum operum, & bona opera ex lege „
natura? adillam confequendam per fé fuificiunt. In promiflione fafta „
Angelo, & primo homini contineturnaturalis juftitixconilitutio, qua
Tomo IV, LI 3 prò
»
j,
»»
»
)]
Pio V.
534
Secolo XVI.
, prò bonisopcribus fine alio refpeótu vita^pernajuftispromittitiir. Na^
, turali lege conftitiitijm jfiiit homini , ut fi in pb^dientia perfe veraret , ad
, jcam vitampertranfiret^ in^uanio^|no.npp0et. primi honiini.s integri
, merita fuerunt primae creationis munera, fed juxta modum ioquendi
, Scripturs Sacra;, non redè vocanturgratiae; quo fit, ut tantum me-
rita, non ^tiam gratia: debeant nuncupari . In redemptis per gratiam
Chnftinulluminveniripoteftbonummeritum, quodnonnt gratis in-
(digno collatum. Dona concelTa homini integro, & Angelo, forfitan
non improbanda ratione poflunt dici gratia; fed.quia,fecundumufum
Scriptura» nomine gratise tantum eamuneraintelligiintur, qu» per Je-
fum male merentibus, & indignis .conferuntur ; ideò, neque merita,
nec merces, qus illis redditur, gratia dici debet. Solutionem poena:
temporalis, qii3^ peccato dinriiflofarpè manet, & corporis refurredio-
nem proprie , non nifi meritis Chrifti adfcribendam eiie . Quòd pie , &
jiiflè in nac vita mortali ufque in finem converfati vitam confequimur
a^ternam, id non proprie gratia: Dei, fed ordinationi naturali ftatim
initio creationis conftituta: juito Deijudicip deputandum eft ; nec in hac
rctcibutione bonoriim ad Chrifti meritum refpicitur , fed tantum ad pri-
maai infkiturionem generis humani, in qua lege naturali inftitutum eft,
ut jufto Dqì jiidicio , obedientix mandatoruni vita «terna reddatur . Pe-
lagli fententiaelt^ ppusbonuni citra gratiam adoptionis faftum, non
eit ]R.egni Cceleftis meritorium . Opera bona i. filiis adoptionis faóta non
accipiunt rationem meriti, ex eo quòd fiunt per fpiritum adoptionis in-
habitantem corda Filiorum Dei , fed tantum ex eo quòd flint conformia
legi, quòdquepereapr^ftaturobedientialegi. Opera bona )uftorum
non accipient in à\Q Judicii extremi ampliorem mercedem , quàm jufto
t>ti judiciomererenturaccipere. Dick rationem meriti non confiftere
ineo, quòd qui bene pperatur, habeat gratiam , & inhabitantem Spiri-
tumSandumi fed in eo folùm , quòd obedit Divina legi : quamfenten-
tiam fajpiùs repetit, &multis rationibusprobat fere toto libro. Ineo-
dem libro fsEpiiìs repetit, quòd non eft vera legis obedientia, qua: fit
fine charitate . Dicitfentirecum Pelagio, qui dicunt effe jnecefiarium
ad rationem meriti, ut homo per gratiam adoptionis fubJimetur ad fta-
tum Deificum . Dicit opera Catechumenorum , ut fidem & poeniten-
tiam ante remiffionempeccatorum fadam, eife vita? alterna: merita ;
quam vitam non coniTequentur Catechumeni, jpifi priùs pr^cedentiiun
deìidorum impedimenta tollantur . yideturinfinuare, quòd opera ju-
ftitice, & temperantisc , qua» Chriftus fecit , ex dignitate perfonjp ope-
rantis non traxprint majorem valoreni . Nullum eft peccatum ex natura
fua veniale , fed omne peccatum meretur pcenam aternam . Humana?
natura? fublimatio , & exaltatio in confortium Divinse naturse debita fuit
integritati prima? conditionis, &proi.nde,naturalisdicenda eft, &: non
fupernaturalis, Cum Pelagio fentiunt, qui textum Apofloli adRoma-
nos fecundo, Gentes, quce legem non habent , naturaliter, quse legis
funt, faciunt, intelligunt de gentibus fidem non habentibus . Abfurda
/eft eprum fentpntia , (^ui dicunt , hominem ab initio , dono quodam fu-
pernaturali, & gratuito fupraconditionemnaturcE fiiille exaltatum, ut
fide, fpe, charitate Deunifupernaturalitercoleret. A vanis, & otio-
fis hominibus fecundum infipientiam Philofophorum excogitata eft
fen-
5>
)»
5>
CdpitòiólX, 5 3^ Pio V.
ffrttéritiai hominem ab mitio lìc cónftitiitiim i ntper dona nàturse lupe- „
tàddita , tueritlargitate conditorisfiiblimatus , & in Dei Filium àdopta
tus. EtadPelagianiriiiiunrejiciendaéftillàrenténtia, Omnia opera In-
fideliiimfiirìtpeccata,- &Philofophorum virtutes f unt vitia. Integritas
f>rinT^ creatiònis non fuit indebita hiimanar natura exaltatio, fed nata-
r^liseiuscoriditiorquamferitentiàm repetit j &pròbàtper plura Capi- „
tuia. LiberumarbitriumiinegratiaeDeiadjutoriò^ non nifi ad peccan- ^,
dnrti valet. Pelàgianusefterror dicere, quòd liberum arbitrium valet „
ad ulliim peccatum vitahdum . Nòrifoiùmfuresiifunt, &làtroneS, qui
Chriftnmì viam , &òftiumveritatis, &vitajriegant, fed etiam quicum-
quealiunde, quàmperChriftumin vianl |uftiti£ei hoc eft ad aliquam
iiiftitiartìcòrtfGeridipofrèdiciint, anttentationiullifinegtatiae ipfius ad-
jiitorio reiifteré hòmineni pofle , (ic ut in éam non inducàtur , aut ab ea
fuperetur i Charitas perfeda & fyncera i quje eft ex corde puro , & con-
fcietìtià boria, & fide non fida, tàm inCatechumehis, quàm in poéni-
tentibiispòteftelfe fine remi Alone peccatorum. Charitas illa^ quse eft
plenitudo legis j non eft femper cónjunda cumt remifllone peccàtorum .
Catechumertus juftèy redè, &fandè viviti 5^ mandata Dei òbfervat,
àc ìegeril inì{)let per charitàtem ante obtentam remilfionem peccato-
rum i quaè in Baptifmi lavacro demum per cipitur. Diftindio Illa dupli-
cis amoris , naturalis videhcet i qiio Deusamatur , ut audor naturje , &
gratuiti, quo Deus ani atur, utbeatificator, vanaeft, & commentiti^,
& ad illudendum facfis litteris i & plurimis veterum teftimoniis excogita-
ta . Omne, quod agit peccator, vel ferviis peccati ^ peccatum eft . Amor
naturalis, qui ex viribusnaturaeexoritttr, ex ^ola Phildfòphia per ela.-
tionem prarfumptiorìis Humana: cum injurià Crucis Chrifti detenditur a
nonnullis Dodoribus . Cum Pelagio fencit, qui boni àliquid naturalis, '»
hoc eft, quod ex naturai folis viribus ortum duciti agnofcit. Omnis '»
amor creatura rationalis aut vitiofa eft cupidif as , qua mundus diligitur , »>
qua: à Joarineprohibetuti àutlaudabilisilla charitas, qua per Spiritiim '»
Sandum in corde dirfiifa Deus amatur i Quo»d voluntariè fit , etiam fi in "
necefiltate fiat j libere tamenfit. In omnibus fuis adibus peccator fer- »»
vitddminantieupiditati. Is libertatis modus qui eft à necelficate, Tub "
libertatis nomine non reperitur in Scripturis, fedfolum nomeri liberta- ?»
tisà peccato. Juftitia, qua juftificaturperfidem impius, confiftit for- »»
maliterin obedientia mandatorum, quse eft operum juftitia, non au- >»
temingratiaaliquaanimsinfufa, qnaàdoptaturhomoinfiliumDei, & >>
fecuridwm interiorem hominem renovatur j 6^ Divina; natura confors et- ?»
ficiturj ut fic per Spiritum Sandum renovatusdeinceps bene vivere, & j»
Dei mandatis obedire poifit . In hominibiis poenitentibus ante Sacra- »
mentumabfolutionis, &mCatechumenisanteBaptirmum, eft vera ju- „
ftificàtio, féparatatameiìd juftificatione peccàtorum. Operibus plenf- *,
que, quae à fidelibitsfiunt, ut mandatis Dei pàreant, cujufinodi funt „
obedire par entibus, depofitumrcddere> abhomicidio, à furto, àtbr- „
nicatione abftinere , juftificànturquidemhomines, quiafunt legis obe- ,j
dienti» i &veras legis juftitia:, nontamen iis obtinent incrementa vir- „
tutum* Sacdftciiim Miftae non alia ratione eft Sacrificium ,quàm genera- ,«
li illa , quàomtie opus quod fit > ut fanda focietate Deo homo inhxreat *
Ad racionem & definiciorlem peccati non pertinec volunj:arium , necde-
Ll 4 fini'
3*
>»
ìi
Pio V.
53^
Secolo XV l
finitionis quc^flio eft , fed caufe & originis , iitrnm omiie peccatimi de-
beat effe voluntariLim ? Unde peccatimi originis vere habet rationetn
peccati line lilla relatione, ac refpedii ad voluntatem, dquaoriginem
habuit. Peccatuin originis eft habitiiati parvuli voluntate voluntarinm ,
& habitiialiter dominatur parviilo , ex quo non gerir contrarium volunta-
tis arbitriiim ; & ex habitiiali voluntate dominante fit , ut parvulus à^cc-
dens fine regenerationis Sacramento , quando ufum rationis confequutus
eratj aftualiterDeiimodiohabeatj Deumblafphemet, &legi Dei re-
pugnet. Prava defideria,quibus ratio non confenfit, &qucehomoinvi-
.ms patitur , funt prohibita pr^ecepto , Non concupifces . Goncupifcentia
five lex membronim , & prava ejus defideria , qua: inviti fentiunt homi-
nes, funt vera legisinobedientia. Omne fcelus ejus eft conditionis, ut
fuum audorem , &omnespofteroseomodoinficerepoHìt, quoinfecic
prima tranfgreflìo . Quantum efl: ex vi tranfgreflìonis, tantum meritorum
malorum à generante contrahunt, quicumminoribiisnafcunturvitiis,
quàm qui cum majoribus . Diffinitiva base fententia , Deum homini nihil
impofllbile prajcepiffe , falsò tribuitur Auguftino , cum Pelagli fit . Deus
non potuilfet ab initiotalem creare hominem, qualisnunc nafcitur. In
peccato duo funt , aólus & reatus -, tranfeunte autem adu nihil manet, nifi
reatus, five obligatio ad pcenam . Unde in Sacramento Baptifmi, aut
Sacerdotis abfolutione , proprie reatus peccati dumtaxat tollitur , & Mi-
nifterium Sacerdotum folùm liberar à reatu . Peccator poeniteiis non vi-
vificatur minifterio Sacerdotis abfolventis , fed à folo Deo , qui poeniten-
tiam fuggerens , & infpirans vivificar eum, & refufcitat ; minifl:erio au-
tem Sacerdotis folus reatus tollitur. Quando per eleemofynas, aUaque
pietatis opera Deo fatisfacimus prò pcenis temporalibus, non dignum
pretium Deo prò peccatis noftris offerimus , ficiit quidam errantes autii-
mant, nam alioquin effemus faltem aliqua ex parte redemptoresj fed
aliquid facimus , cujus intuitu Chrifti fatisfadio nobis applicatur , & com-
municatur » Per paffiones Sandorum in Indulgentiis communicatas , non ^
proprie redimuntur noftra delidai fed per communionem charitatis no- '
biseorumpaflìonesimpartiuntur, utdignifimus, qui pretio Sanguinis
Chriftià pcenis prò peccatis debitishberemur. Celebris illaDoftorum
diftindioj divina legis mandata bifariàm impleri, altero modo quan-
tum ad prseceptorum operum fubftantiam tantum, altero quantum ad
certumquemdam modum, videlicet fecundum quem valeant operan-
tem perducere ad Regnum sternum^hoc eft ad modum meritorum, con-
mentitia eft, & explodenda . Illa quoque diftinélio, qua opus dicitur bifa-
riàm bonum , vel quia ex objedo , & omnibus circumftantiis redum eft,
& bonum , quod moraliter bonum appellar! confiievit , vel quia eft meri-
torium Regni £Eterni,eò quòdfit à vivo Chrifti membro per fpÌL'itum cha-
ritatis, rejiciendaputatur . Similiter & illa diftindio duplicis juftitia: , al-
terius qu^E fit per Ipiritum charitatis inhabitantem , alterius qua? fit ex in-
fpiratione quidem Spiritus Sandi cor ad paenitentiam excitantis,fed non-
dum cor inhabitantis , & in eo charitatcm diffundentis , qua Divina legis
juftificatio impleatur , odiofilfima , & pertinacifiìma rejicitur . DeniquQ
& illa diftinòlio duplicis vivificationis , alterius qua vivificatur peccator ,
dum ei poenitentia, & vitée novée propofitum , & inchoatio per Dei gra-
tiam infpiratrr, alterius qua vivificatur, qui vere ;uftificatur, & pal-
mes
Capitolo / X 5^7 Pio V.
mesvìvusinvìte Chriftoefficitur, commentitia jiidicàtnr, &Scriptun's „
minime congniens . Non nifi Pelagiano errore admitti poteft iifiis aliqiiis „
liberi arbitrii bonus , fivenon malus; & grada: Chrifti injiiriam facit , „
qiiiitafentit, &docet. Sola violentiarepugnat libertari hominis natu-
rali . Homo peccat etiam damnabilicer in eo , quod neceilanò facit . In-
lidelitas purè negativa in iis , quibus Chriftus non eiì pr^dicatus , pecca-
tum eft . Juftificatio impii fit formaliter per obedienciarn legis , non au-
tem per occultam communicationem , & infpirationem gratise , quae pei*
eam juftificatos faciat implere legem . Homo exillens in peccato morta-
li, five in reatu jetern^ damnarionis :, poteft habere veram charitatem , &
charitas etiam perfecla poteft conlilliere cum reatu xternx damnationis .
Per contritionem etiam cum charitate perfecla , & cum voto fufcipiendi
Sacramentum conjunólam , non remittitur crimen extia cafum nccellìta-
tis, autmartyrii, fine aduali fufceptione Sacramenti. Omnesomninò
juftorumafflidionesfuntultionespeccatorum ipforum ; unde Job, oc
Martyres, quspafiìfunt, propterfua peccata pafiifunt. Nemoprseter
Chriftum eft abfque peccato originali ; bine Beata Virgo mortua eft pro-
pterpeccatumexAdamcontractum, omnefqueejus afBidiones in hac
vita, ficut & aliorum juftorum , fuerunt ultiones peccati adualis , vel ori-
ginalis . Concupifcentia in renatis relapfis in peccatum mortale , in qui-
bus jam dominatur peccatum , eft ficut & alii habitus pravi . Motus pravi
concupifcenti^e ftmt prò ftatu hominis vitiari , prohibiti pr^ecepto , Non
concupifces : unde homo eos fentiens , & non confentiens, tranfgreditur
praeceptum. Non concupifces, qnamvistranfgreilìo in percatum non
deputetur. Quamdiualiquidconcupifcenti^Ecarnalis in diligente eft,non
facit prxceptum , Diligcs Dominum Deum tuum ex toto corde tuo . Sa-
tisfadioneslaboriofejuftificatorum non valentexpiarede condigno poe- '*
nam temporalem rcftantempoft culpam condonatam . Immortahtas pri- "
mi hominis non erat gratile beneficium , fed naturalis conditio . Falfa eft ''
Dodorum fentcntia , primum hominem potuifie à Deo creari , 3c inftitui '*
fine juftitia naturali . Quas quidem fententias ftrido coram nobis exami- '>
neponderatas, quamquam nonnulla: aliquo pado fuftineri pofient , in >>
rigore , & proprio verborum fenfu ab affertoribus intento h^reticas , er- '»
roneas , fufpedas , temera-rias , Tcandalofas , & in pias aures offenfioncm j>
immittentes , refpedivè àc quajcumque fuper iis verbo , fcriptoquc emif- 3>
fa, pr^efentiumaudoritatedamnamus, circumfcribimusj&abolemus, ?>
deque eifdem * & fimilibus pofthac quocumque paolo loquendi , fcriben- «
di, &difputandi, facultateniquibufcumqueinterdicimus. Quifecùsfe- «
cerint , ipfos omnibus dignitatibus , gradibus , honoribus , beneficiis & «
officiis perpetuò privamus, ac etiam inhabiles ad quocumque decerni- „
mus, vinculo quoque anathematiseoipfoinnodamus, àquonullusRo- ,>
mano Pontifice infcrior valeat ipfos , excepto mortis articulo , liberare . ,»
Coeterùm ut jam commoti his de rebus tumultus , & contrada odia faci- „
liiìs comprimi poffint , fimulque animarum faluti pleniiìs confulatur, Di- „
ledo Filio noftro Antonio Tituli Sandi Bartholomsi in Infula Presbyte- „
ro Cardinali Granvelano nuncupato , per Apoftolica fcripta mandamus , „
iitipfequidadperpetuamdidarumfententiarum, & fcripturarum abo- „
litionem , quid ad arcenda hujufmodi proloquia , & difputationes , quid
denique ad unionem , de pacem cum communi omnium , & Ecclefi^ Ca-
tholi-
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Pio V. 538 Secolo XV L
iy tholicas fatisfedione componeridu'niiÉ fàdo opUt fit iri pfrimis diligeritef
„ expendat. Deinde iti iiso'mmbiisy quie prò communi: fallite,- tranquil-
, „ litate , & bonore optimum judicaverit , faka femper Ecclefia* pr'^didsB"
uriitate, etiamtper'alium, feitaliósfidcy do'd'rinay& religione prajftan-
tesotyùsexequatury f;itiatqtie, <|uicquiddecrévent, inviolate ab om-
nibus obferVan .• Cóntràdiótoresquoslibet percenfuras, & poena&prs-
„ didas , caèteraque juris , & t^éti remedia oj^ortuna, appellatiórie poft-
,', polita, cojnpefcendo : invocato etiam ad hoc, fiopusfuerit, auxilio
,i brachii fajcularis . Non obitanifibus , quòd forfltan aliquibus ab Apofto-
„ lica fit Sede indultiim, quòd interdici, fiifpendi, vel excommunicari
„. nortpoffìntperlitterasApoftolicasy non facientes plerfa'm , expteftamy
aC de verbo ad vctbitrri de indnìtu hujufmòdi mentionem : & quibusHbet
aliis privilegiis i exempcionibus y indulgentiis ,- & litceris Apottolicis
^ fpecialibus, velgeriefaHbusquonimcumquetenorumexiftant, per quar
^^ prscfentibiisnonexprefla, vel totaliter non inferra, effedus- pr^fentium
^^ im|fediri valeat quomòdolibet vel differri , & de quibus , quorumqueto-
^^ tistenoribiisdeverboadtverbum habenda fit in nófkis litteris mentio
^^. foecialis. Nulli ergo omniriò hominum liceat haric paginam noftrae
dàmnationis, circumfcriptionis^iabolitionis,- iriterdidi, decreti, man-
dati ,• privati onis i & inriódationis infringere ^ vel ei aufu temerario con-
traire . Si quis autem hoc attentare prsefumijferir > indignatiónem Omni-
'» potentisDei, acBeatorum Petri & Pauli Apoftolorum ejus fé noverit
>■> incurfurum. DatumRom*e apud Sànduni Petrum Anno Iricairnatióni^
5> Dominiccfe millcfimo quingentefimó fexagefirtK> fe^imo, Kal.Odob.
Pòntific. noftrianno io Quelita Bolla in vita di Pio fu per maggior foaviti
[ a] intimata fol privatamente air Accsldetnia' òì LoyaniodairÀrcivefcovo'
di Maiines di commifìione ApoftoHca : e qual fofle l'effetto ,- eh' ella foni^
fcj faptaffì dal Racconto del Pontificato, che fiegue.
7^
« ZiÓifik i5€fc
C A-
<^0 Grego-
C A P I T O L O X. ^'"^ ^"^
Gregorio Decimoterzo Bolognefe , creato Ponte-
fice li 17. Maggio 1572-.
Profegulmento della condanna delle propoftvonl di Jìdkhel
iajo , e nuo'va ^olla di Gregorio Decimoterzjj . Sofifmi,
e tergi'verfaz.ione de' ^ajifli . Sentimenti di alcuni Dotto-
ri Cattolici fipr a la fegmta condanna. Ah] ara dell' Ar-
ci'vefco'V.o C.aranz^a , Affari de' Cal'pinifti di Francia , e
potenti foccorfi mandati a^ Cattolici dal Pontefice, Nuoi/e
confufioniy concordie , e difcordie de' Luterani Tedefchi.
Apoflafie del Vefconi/o di Cincjue Chiefe , e delF Arci^e-
fco'vo di Colonia. Herefie del Pojìello , § di un altro
Heretico nel Perù . Corfo della Perficuzjone d' Inghil-
terra ? e Martiri di quel T^gno , Opere flupende di
quejlo Pontefice in battimento delP herefie , e in pro^
pagazionc della Fede Cattolica . Fondazioni de' Semina-
rii Germanico , Qreco , Inglefe , e Maronito , e fue "Bol-
le in iflituz^ione di ejji . Monti eretti da quefto Pontefice
in fo^'venimento della caufa de' Cattolici. Indicazione
del Calendario riformato , e hre've Elogio di Gregorio
Decimoterzp !•
A -non ceflando, benché fegiiita ne fofTe la condanna, né alle Nuova boJI.
fentenzedelBajojlfeguito, nei tumulti per effe, Gregorio «^«"^^a i Bajii»
Decimoterzo publicòfolennementela Bolla del fuo Prede- Tdi"ìT"°"^
celfore , ch'egl' inferì in un'altra fua Bolla , che comincia , [a] » --if""i Mivu
Troviftonis noflr^, confermatoria della Bolla di Pio, quale Z7,'nZ^T'^
per comandamento Pontifìcio tuprefentata all'Accademia ^'^''-Bafo'.
di LovaniodaFrancefco Toledo della Compagnia di Giesii, allora Predi- Ba/o7&"'"''^''
accetca»
catore del Papa , e poi fotto Clemente Ottavo Cardinale, il quale dirpofó^'o^^/^f'^^Bo'ia
facilmente il Bai o a quietarli fopra la determinazione prefada Gregorio, g'"* '^^ ^*"'*"'^-
ricevendo il Toledo da lui una privata ritrattazione delle propofizioni con-
dannate, qual'egli prima fece , e poi fottofcriffe , tramandandone [b] quindi b 14. Mé,r$ìi 1580,
lo fcritto al Papa in quefto tenore : Ego Michael de Baji Cancellar ius Univerjì-
tatisLovanienfìsagnofcot & profìteormeex varìis collo^juiif , &commHnica-
tìonìbm hahitìs cnm B^.D, Francijco Toledo Concionatore /«^ San£Ìitati5,& ad
hancrem fpecialitermiJfQyfuperdtverJisfententiìSj& propojitionibus jamolim
À S* D.7>{. Vio V, fel. ree or. fub data Kal. O^ob. anno 1 5 (5/, c^ mper à Grego-
rio
Greco- ^^^ Secolo XVI.
uro AHI. y^^ ^^j^ moderno Tontifice Max, fub data 4. Kal. Febr^an. 1579. iterato
damnatis, & prohibitis , ita motum, & eò perduBum efìe , ut piane mihi
habeam perfuafum earum omnium fententiarum damnationem , atque prohi-
bitionemjure, meritoque, ac non nifi maturo judicìo , & diligentijjìma ex-
cujjione pramìfjis fa^iam , atque decretam efie . Fateor ìnfuper plurimas ex
iifdem fententiis in nonnullis libellis à me olìm , & ante emanatam Sedis
JìpojioUciè fuper iis cenfuram confcriptisy & inlucem editi f, cont inerì, &
defendi i ettam in eo fenfu, in quo reprobantur . Denique dcclaro me in pr^e-
fentiarum ab tis omnibus recedere ^ Ò" damnationi à S.Sede fa£Ì<e acquiefce'
re, ncque pofthac illas docere, ajjerere , aut defendere velie, Datum Lova-
nit die 24. Martii anno 1580.
Michael de Baji.
Così la ritrattazione del Bajo: anzi di più la UniverfitàmedefimadiLo-
vaiiio accettò contanta venerazionelaBolla, cheobligò, chiiinquerice-
ver voleflela dignità di Dottore, alla perpetua olfervanza di efTa. Mific-
come avviene, che ne' gran mali le cure nfiiti, e leggieri ò non operano la
fallite , ò la peggiorano ; così fuccelTe , che palpata allora la piaga, fi profon-
dale la cicatrice in cancr-ena , dandoli ben tofto nuove interpretazioni flot-
te , ò dal Ba)o iìeffo , ò da'fnoi difcepoli , al benigno tenore della Bolla , in
cui non fol amente per dona vali al nome del Baj o , e tralafciavafi la fpecifì-
cazione della cenfura , ma gli errori medellmi venivano percoffi con mano
cotanto manfiieta , che appena pareffero errori ,dicendofi in efTa, che alcu-
ne delle condannate propofizioni potevano foftenerfi in qualche men pro-
ma[fgn=^'"dena prio fignificato . Onde le flotte interpretazioni, dchidigiàerarifolutodi
Bolla fitu da" ritrovarle, furono pronte, e la principaliifimafli quella, che produlTero
^^' '' fiiora li Bajifli, cioè che la Bolla folle adulterata da chi haveva maligna-
mente ripofto la virgola doppo quelle parole, fujiinerì pojjent, acciò le fe-
guenti, m rigore, f^" proprio verborum fcnfu ab ajjertoribus intento , firife-
riifero alla condanna , come fé le propofizioni non folTero Hate condannate
in fenfu ab ^uBore mtento . A quefto cavillofo commento diede riputazio-
ne, e credito Giacomo Janfonio Dottore anch'elfo di Lovanio, che pro-
dotto l'originale medefimo del.' i Bolla di Pio V. con authentica teftifica-
zionediè a conofcere la pretefatalfiiicazione delle copie, e la pretefaag-
^corn.unf.ipren^ giùnta dcUa vir^oh : il cheparimenre india molti anni r^l rattifìcò Corne-
iaplx e. uit. ho Janfenio Vefco vo d ipn , che atteito non havcr mai elio notata alcuna
interjezione di divifìone nel citato peii odo , e foggiunfe , che faggiamente
tolfela quindi il Pontefice , per lignificare , che molte propofizioni del Bajo
poteanodifenderfi in fenju intento ab ^ìM ore : in modo tale, cheliBa)ifli
leggevano quefto paragrafo della Bollain quello tenore, Quas quidem fen-
tentias firiEio coram nobis examine ponderatas , quamquam nonnulla aliquo
paBo fufìineri pofjent in rigore , & proprio yirborum fenfu ab afjertoribus
intento , h^reticas , erroneas damnamus : 6: al contrario li Pontificii leg-
jievanlo con queft' aggiiinta virgola, O^ias quidem fententias jìriBo coram
nobis examine ponderatns , quamquam nor.ttidla aliquo pa&o fujìmeri pof-
jent, in rigore, & proprw t>erboru7a fcnfn ab <ijJcrtoribus intento hxreticasy
b V(di il ncjiro crroncas damnamus . [^] Qual fiàudolenza hereticale anche in un pun-
p^r.cip,!T^e 'l'iL to, einiina virgola habbianio ia altro liìogo ravvifata ne'Cherinthiani,
TS'ì7''^''naudo ^ Hcgli allerti Predeftinaziani ; onde fcuipre apparifca, quanto canto,
to'!,%cMTsa°. & efatto efler deve chi fcrivecofe, la (;ui dignità può rovinare in un pun-
me in Artnutnlia fQ
punta 2.]a', &fiq.
Capitolo X; ^[41 Orego-
to. Ma benché nel Diploma di Pio fofle mancata la dibattuta virgola, nul- ^^^ XIH.
lamente ella manca in quello di Gregorio , né nella Bolla In eminenti di Ur-
bano Ottavo, che citerafll a fno luogo . Oltre a che , fé la enunciata fenten-
za nel Diploma di Pio legger fi doveflefenza la nota della dillinzione, ©del-
la virgola, quel fapientimmo Pontefice fi farebb'egli Itetiò contradetto;
poiché, ciòfuppofto, alcune propofizioni del Ba)o, non folamente ali^
quo modo, ma (tmpliciter, &abfolutè, fipotrebbonofoftenere, &ilfen'^
fo della Bolla farebbe, ch'elleno in rigore , & fenfu proprio tblTero fofte-
nibili, che fi è l'ifteffo, chepoterfi abfolutè, & (ìmplictter fujlinerci ef-
fendo cofa, che quella propofizione, la quale di fua natura , e fecondo il
fignificato proprio, eh' ella rende , può difenderfi, abfolutè, & fìmplici-
ter può difenderfi : onde malamente dicefi, che il Pontefice habbia con-
dannate quelle fentenze, quafielTomedefimo dichiara, in rigore ^ & pro-
prio fenfu poterfi difendere . Perloche deve onninamenteleggerfi quel luo- o
go del Pontificio Diploma con la nota della diftinzione , e conia interjezio-
ne della virgola, e prenderfi quelle parole in fcnfuadverfativo, cioè Quam-
quam nonnulla aliquo pa5io fuftineri poffent , idejì in fanum fenfum unum-
que fle£ìi ; tamen m rigore , & proprio fenfu , quem verba pnefeferunt ,
damnamus , circumfcribimus , & abolemus . Ma quefke deboli tergiverfazio-
ni di manifefta difubidienza farebbono fiate facilmente ò non curate , ò di-
fpreggiate , fé ad effe non fi fofiero accrefciuti nuovi motivi di più fottile
malignità, con cui nel progreffo del tempo quel male, che nel luo princi-
pio parve debole , non fi foife poi impenfatamente ingrandito con famofe ,
& ardue contefe , feguite ne' Pontificati , e tempi , che ordinatamente a ^ ^^^. ^, ^^^^
fuo [a] luogo riferiremo . N on mancarono però allora Dottori Cattolici , ,^; v'rUno vài'.
che aflerifiero, condannate alcune propofizioni del Baio, non eflenzialmen- f.'J'y"y /■ '
te come falle m fé Itefle , e per errore, eh elleno contenellero , ma loia-
mente per una certa afpra cenfura , che dalla loro afierzione deducevafi del-
la fentenza contraria , in modo tale , che alcune di elfe fiano folamente cen-
furabili, ex parte modi, benché le medefimefofìfero vere, ex parte dt6Ìi.
Il che foffe poi la pietra, elacaufadellofcandalo. Così il Vafquez[/;J Uni- b vafc,. i.i.difp.
gamente commentato dall' Eminentiflìmo[t] Noris nelle fue Vmdicte Uu- l^clrd^' H7Jr/cus
gulìiniane , Mail Bellarmino rigetta [ci] molte di eife, come ftmpliciter dtNoris in v.r.di-.
falfa^ anche ex parte di5li : e noi riferito quello primo fucceflb ne rimet- T.l.'^arai.'z'.'""*
tiamoaTheologiilpiùaflrufo, e lungo dibattimento, rifervandociade- à Beiiarm.i.t.df
fcriverneilcorfohiftorico [e] in altro Pontificato. ^medum,&tz^c!l.
Condannate quelle propofizioni di Lovanio , riafllinfe Gregorio la %^'t&?'''-\h^'
gran caufa di Toledo, & il proceffo dell' Arcivefcovo Caranza, che hab- c.ir^&Mì.
biamo già veduto fotto Paolo Quarto carcerato in Spagna, e fotto Pio ^^."^'"'f'"''^-'''
Quinto fatto trafportare da Spagna a Roma con lunga carcerazione di die-
cifetteannihorainCaftiglia, bora in Calici Sant'Angelo di Roma. Con- p^^^^^^ ^^j ^^^
fideratone dunque con attenta perquifizione il Procellb, e determinatane ranza, àefuodi
il Pontefice una condizionata aiVolutione , citate le parti, fiiil Caranza q"e't-i"ufa.
levato [/] da Caftello da Gio: Antonio Facchinetti Patriarcha di Gierufa- i 14. ^priu 1576.
lemme, e da Cammillo Boccamazzi Cameriere del Papa, e per il Corridore
fecreto [g] condotto nel Palazzo Vaticano, nella cui gran fala fotto il Bai- g noc haùctt-.r m
dacchino vedevafi il Pontefice con i Confultori , e Giudici del Sant] Offizio , xnrt[ ^.T^'
e con i Cardinali Madrucci, e Montalto deftinati allìflenti alla funzione. pai.26^,.\x^rch\
Nel fine del Cancello formato da' banchi de' Cardinali, in faccia al Trono li/r^dT ^"'"'*
Ponti-
GRego- ^^2^ Secolo XVI.
RIO AHI. pontiricio rimiravafi iiigìnocchione il Caranza tri il dio Avvocato il ri-
nomato Martino Azpilcueta detto il Navarro, Canonico Regolare di
Sant' Agoftino , che amico del Caranza, volle, benché ottogenario in
a ^nn. ij8(j. jo. età, accomiatarlo a Roma, ove [4] poi morì gloriofope' ferirti, e quali
Gwgn, ^tat. m. centenario in etiì, e Alfonfo del Grado Scholaftico della Chiefa Toletana,
mandato da quel Capitolo alla difefa del fuo Paftore * Da un'altro lato fta-
vano in piedi il Fifcale, e gli agenti della Inquifizione di Spagna. Il Pa-
pa die allora la cedola della fentenza al Notato, il quale ad alta voce la
pronunciò , e*l contenuto n' era , di quanto era feguito nella caufa dell'
Arcivefcovofin'a quel giorno, con piena giuftificazione di chil'haveva
per così lun^o tempo efaminata, edifcufla ; quindi in efla il Papa lo di-
chiarava grandemente fofpetto di herefia, ed obligavalo a deteftare , &
abiurare fedici Capi molto gravi, &importanti, ed in fine lo fofpendeva
e per cinque anni dalle funzioni Ecclefiaftiche , & a beneplacito dall' ammi-
niftrazione della fua Chiefa , nel quale fpazio di tempo egli confinoli© den-
tro il Monafterio di San Domenico in Orvieto, con facoltà però di cami-
nare per tutta quella Città , e con afTegnamento fopra le rendite dell' Arci-
vefcovado di mille feudi d'oro il mefe per il foftenimento di lui, e della fua
famiglia, rifervando a fé la difpenfazione de' frutti reftanti acquiftati , e
rifcofiì dal principio della ritenzione dell'accufato, fin quanto duralfel'efi-
lio. Impofe in oltre alcune penitenze falutifere ali Arcivefcovo, il quale
incontanente , tenendo le mani fopra i Sacri Evangelii, abjurò ad una ad
una le condannate propofizioni . Terminata lab^urafiìammefloal bacio
de'fantiflìmi piedi, fenza licenza però di aprir bocca. Ben' il Papa con
volto fevero a lui dilfe, Che gli errori meritavano caligo maggior e, mala
lunga prigionia haverne diminuita la pena. Partitofi dal cofpetto del Papa,
fu allora l'Arcivefcovo condotto in cocchio da Horazio Caetano Capitano
della guardia Pontificia fino al Monafterio della Minerva, dove con reli-
giofi fentimenti di Chriftiana pietà indi a pochi giorni , aggravato da ma-
le di calcoli, e da profonda malinconia, penitente morì , refo celebre al
mondo per humiliazione pazientemente fofferta , e per difcolpa conclu-
b cafaUi in lìk dentcmente couvincente dì chi di Ufi dìffc, [^] Errare potuitj nufquam ta-
f7/.mfh"6o7 ' " «*^w hareticus , qui humillimo famulatu [ubjecit fé judicio , & arbitrio
Tontificis.
soccorfi del Pon- Combattcvafi intanto dagli Heretici la Religione Cattolica non meii
contro'gi/Hugo! ^^" ^^ ^^^^ ^^^^^ peuna, che comi l'erro delle fpade. La Francia, che
notJ? ' rapprefentava allora nel Teatro del Mondo una lacrimevole tragedia
della Religione opprelTa dalle armi degli Hugonotti , fu ella altresì la più
prò filma a ricevere potenti foccorfi dal Pontefice , che giudicolla per que-
fto capo eziandio la Chiefa più pericolofa. Onde ad Henrico Terzo , che
Scudi 7?,„4„; "o""^^"l3^^^§^^^^ ^" S"^lif^QÌR^» che di Capitano , permeffeun fuifi-
joo.'wjL MfTrcI' dio dagli Eccleliaftici di quel Regno [e] di un milione di lire Turonenfi,
t!^tur 'Tn'^'Nat [ <^ ] ^ die podcftà ad alcuni Cardinali , e a fuoi Miniftri Ecclefiaftici in Fran-
Su7. fl'^.i6j!i. eia di alienare, e-vcndere per altrettanta fomma, e di nuovo un'altra volta
peraltrafomraadimezzomilionedifcudi d'oro, li fondi dipartitamente
delle Chiefe colàefiftenti ( ad eccettuazione folamente de'fondi, e feudi
primarii, e principali della loro fondazione ) in fovvenimento delle armi
Regie, aprendoin quel gran bifogno la teforeria di Dio in beneficio della
caufa di Dio, e meglio giudicando impoverire il Clero delle Chiefe, che
perver-
aTt.it, n,it
Capitolo X. J4.3 Greco-
pervertire il culto della Chiefa : anzi ne' Diplomi impofe la riferita alie- ^^^ AHI.,
nazione, e vendita etiam invitis , & conpradicentibus pofìefforibus i onde
maggiormente apparifle la Tua ferma determinazione in foltenerela parte
Cattolica , anche m pregiiidicio degl' intereflati , e la caufa commune con
la oppre/fione eziandio della privata. Perloche ricevè Gregorio publici
ringraziame*iti da quel Regno , che in teftiiìcazione di eterna memoria in-
feri li Pontificii [a] Diplomi ne' [b] Commentarii del Clero Gallicano , in- , i^.^^.y?» , j^^
dicati , & annotati dai Natale Aleflandro da noi citato nel margine di que^ ^ »• ^K^f^o « j7«.
fto racconto . Gli Hngonotti combattuti , e combattendo contro le armi , curT' gIuuZ'ì
e li denari del Clero Cattolico , infierip non tanto co* vivi, quanto co' fj^'^^^f; ^^'"^
morti, invafero [e] di repente il fepolcro di Clemente Quinto nella Chiefa l"^,".' .c.i.att.u,
diS.MariadiUzeftanellaPipcefidiBazas, e non perdonando né pure a ^ *"'Jf «o. ^«en-
un Papa loro connazionale, doppoduecentofettantadue anni di ripofo, ne n'o°ti/^ ' "^'"
[d] diireppellirono le offa , e per pompa ài empietà lacerandole , e confe- ^ '^^;J^Pcmié
gnandole prima al fuoco, e pofcia al vento, ftimarono di vendicarfi del inch7onjiòm!po''
Pontefice allora vivente con jl trucidamento del morto , ^'^•"' ^^"*' ^'
Ma nella Germania pugnavano fird fé gli Hereti ci pili con gli ferirti , che
con le armi. Siccome gli Hugonotti chiamarono [e] i Turchi in loro aju- p,y^^'/^'J'J^^^^^^
to , così li Luterani tentarono collegazione ne' dogmi con gli Scifmatici ; Luteran'i rigettati
e Giacomo d'Andrea celebre proteftante» chiamato Schmidelino, overo '^*' scfinacici .
il Fabrizio dall' arte di ferr^jo, che havevaefercitata il fuo Padre, màal- . ...
lora Canc«lliere dell'Accademia di Tubinghen , e il Crufio [/] fecero l:f^f,n,%T
prefentare al Patriarca Gieremia de' Greci inCoftantinopolilaConfeflio-
neAuguftana, per riceverne da lui approvazione, e conferma. Ricqfolla
tré volte il Patriarca, e nella repulia tré lettere fcrifle confutatorie dief-
fa, quali fempre tenute celate da Luterani, fprono prodotte al publico
con le ftampe da Stanislao Socolo vio Theologo del Ke Stefano di Polonia >
col titolo di Cetifitra Orientali^ Ecclefta ^ Come a rivelata ignominia , die- pifTemìoni, e
dero fuori anch' efll le loro rifpofte li Luterani, ma con altrettanto rincon- J^Jj7»nL"' ^^'
tro di potente contradizione, fuppreflenejloronafcere dallo ftile, epen- ' ,
na del Jurifconfulto Gio: Battifta Fiklero , che ^d elfi replicò cpl libro in-
titolato Spongia^ e del medefimoSocolovio con nuova publicazione della
fentenza diffinitiva del Patriarca . Quindi eglino inferociti nella difpera-
zione , chi ài eifi gittofll a formar nuove Sette col nome di Familta iìmo-
ris , e Domo Chdritatis , predicando , ' Solos in Uhm famiUam adfcitos
eleéos ejje , & falvandos , rdiquos omnff reprobos , e^ damnandos , Ulifque
polis licttum effe negare jurejurando quicquid lìberet coram Magiflratu , aup
quovisalioy quinonef^et ex eorum /4W//'«: il cui Fondatore, cnechiamava-
lì Hermann© [^] Nicolai di Leyden, àall'eriva. Se Dei , Deumque fita & ^p**^ sp>n4.
humanitatis efse parti fipem , fu brugiato'vivo con tutti li fuoi libri, con ""'^^ *^''''^**
pompa di titolo, ma confupprelTo nome publicati, Evan^elium Bfgni,
Sententi^ doeumentales t Trophetia fpmtHs amorisy Tacif fuper terram pu-
blicatioy ^4u6iore 1i.Ì{. Altri con difperato configUo precipitarono nel-
la Setta Fanatica degli Anabattifti , e da effa combattendo la Luterana j un
Hadriano [h] Hamftedioinfegnò prima nella Zelandia, e poi inlnghilter- S,f,'^'&Sr
ra , Liherum efse , infante^ fine haptifmo ferrare ad, ali^not annos , nec M*
ullius confcientiam hac in re adjirin^i ^d ^ertum tempus cHJufpis au^oritate
pofse ; e, credere Chrijìnm ex femtm mtUieris natum , atque immane car-
nis participem faClum , non pertinerc ad ipfum B^ligionis Catbolic<e fur^
da-
Grego- j^^ Secolo XV J.
RIO AHI. damentum, fed ad quandam fundamenti circumftantiam , adeò ut qukumque
Chrifium ex mulieris femine natum negaret , non fidei fundamentum , fed
unam ex fundamenti circumjiantiis negaret . Errore cotanto più deteftabi-
le , quanto più è illuminata nella cognizione de'Divini Mifterii la noftra
età della antica . Un'altro Giacomo Vvillelmio, predicandoli mandato
da Dio ad annunciare al popolo la verità della Fede, andò Tempre cinto ài
lunga fciabla, dicendo ella effere il famofo G/<i(//o di Gedeone; e perciò
coftituitofi egli Re degli Anabattifti , e di profughi Luterani , rinovò la fo-
lita cantilena degli Heretici, ISJullum effe legitimum Magiftratum exifiiman-
d«w, permefle Times uxores habere, e divulgò un libro, in cui preten-
deva di provar lecita la Poligamia, e infinuando fra la turba imbelle di
chi lo feguiva , più tofto la sfrenatezza , che la credenza de'fuoi infe-
gnamenti, diceva, In gladio Dei, & Gedeonis jufiitiam fé Divinam exer-
cercy comandando, onde foftentarpoteffero ed egli, edeflllavita, aflfaf-
finamenti, frodi , e rubbarie,.con io fpeciofo motivo, quòd bona terrx
Chrijìi, ac difcipulorum ejas efìent , qu<ie , quia per leges humanas iniquifji-
me divija cernerentur , velie Deum , ut ipfe <£quus ea inter fuos dijiribue-
ret, divitibus, quod nimium erat, adempto, & egentibus collato : e fafto-
fo andando con l'allettamento di quelle m adirne per numero di fegua-
ci, e lulfuriofo per copia di moglie, furono effe, ed egli fermati pref-
fo Giuliers, e dal Magiftrato , eh' egli annichilar voleva, ridotti in cene-
re , col fupplicio del fuoco , nel cui tormento affettando oftentazione
a w4«p.i58o. [tf] morì impenitente con tutta la mandra delle fue mal avventurate Re-
gine, e con tal confufione, e dlfcordia delle Sette Heretiche, che ben
tofto ufcì alla luce un groflb libro intitolato Concordia, in cui progetta-
vanfi nuove unioni fra Luterani in tanti difparati dogmi , e contrarie
confefiìoni, che dagli uni profeflavanfi , e dagli altri ; ma col folito ef-
fetto di chi cerca la verità nella menzogna , cioè accumular falfità fen-
„ ,. .,, za fperanza di non mai rinvenirne il vero. Gregorio mandò in Augu-
b v^««.ij8i, fta, [^] ove eglino a nuovi trattati fi erano congregati, il Cardinal Lu-
dovico Campeggi, acciò quivi dal partito Cattolico fi oftaflead ogni no-
vità, che intentar fi potefle da' Luterani : ma fé fu commendabile la di-
ligenza del Pontefice, fu altresì altrettanto meno neceifaria; conciofia-
còfache meglio operarono con le loro dilVenfioni gli Heretici contro gli
Heretici , di quanto potevafi cóntro efii agitare da' Cattolici , mentre
furfe fri loro una nuova Setta di Concordijli , che accettarono la divifa-
ta concordia , & un altra di Difcordijìi , che la rigettarono ; onde de'
primi, e de' fecondi lepidamente cantofiì :
,.^ . ^ ,. . Jn libro Fit<£ qui non potuere notari,
Libri Cattolici * • i ^ ri ^ ^ r r
contro il libro 'ì^omen lu huuc librum compofuere Juum,
de'Luttf'nr'^''"* E ^^" P^^' fondate ragioni il Lindano ripofe in alto difcredito e
gli uni, e gli altri con il libro, ch'egli allora àivulgò, Difcordia difcors;
e col Judicium Concordine, il Bellarmino, che in eflb dimoftra non men
vano il titolo del loro libro , che le afi'erzioni di efib : Liber concor-
' A ■ di£, dice egli, nuper editus à Luther anis , trìa mihi continere videtur ,
■■■ pneter communes , & notos Lutberanorum errores , infignem videlicet va-
nitatem, gravifflmas barefes contra Symbolum ^poftoltcum , e?" mendacia
innumerabilia , apertiffima , atque inter fé pugnantia : e ad uno ad uno
egli n efpone le prove.
Nulla-
Capitolo X 54^ Gregorio
Nulladimeno per quanto grandi elleno foflero, eledifcordie, eleccfn- -^^-^A.
fufioni deU'herefie, e degli Heretici, non mancò all'inimico infernale ,
onde gloriarfi di nuovi acquifti, anche su la parte piiìcofpicua, e glorio-
fadelChriftianelìmo: ed eglino fnrono due Vcfcovi , che vilmente apo- Prevar?«i(one
fiatarono dalla Fede, voltando le fpallc à Dio per rivolger gl'occhi ad una onq^e'-ch'iefe?'
donna, tanto più emp) nel peccato , quanto più ingannati , non nell' a' /;?;>«..«. /.24e&-
intelletto, ma dal diletto . L'uno fu Andrea [a] Dudithio, Vefcovo ai ^'"'''''''^^''"■'•"*
Cinque-ChiefeiriHungaria, foggetto altrettanto Religiofo , e cofpicuo ,
quand'egli fu Cattolico, quanto deteftabile, e infame, quando precipi-
tò nella herefia: caro ai Rè, & amato dalla plebe , efercitò lunghe,' e
fcabrofe Legazioni, e con fomma laude della perfona , e della nazione
havevaaflìiìiico fra'Padri nel Sacro Congreffo dì Trento, riputato perciò
per acerrimo foftenitore di que'dogmi , la cui publicazione egli doveva
Ticonofcere come figlia delle Tue fatiche: ma, così piange l'allegato Chro-
nologoHungarola di lui caduta, Perfona , dignitatifo^ue fme oblitHS , non
fine fumma omnium admiratione , fceleratis innixus confiUis , injano puel-
LtèGyneceo P^gnut Tolont£ amore infiammatus y a vera Religione addam-
vatos errores defcifcens, nuptias cum ea peregit : nec femeìinfamreconien-
tus y camortua alteram duxity ac liberos fufcepit: donec tandem nulla I\e-
ligione addi6lus , fed -pago Dei cultu vivens^ VFrajliilavice Silecìa repenti-
na apoplexia correptus , mfelicem anìmam exhalavit anno Domini 1589., Altra firepu^fa
atatis 56. Così egli dell'uno Vefcovo prevaricato in drudo di una femmi- '^^^."'^^ dell'Arci.
na. Ma dell'altro fu più confiderabile il cafo, perche più prepotente la nu",*'^° 'J'^"''^-
perfona, condecorata di alta dignità nella Chiefa, e di ampio dominio
nell'Imperio. Governava come [^J Arcivefcovo la Chiefa , e come Prin- b r* ii/'V^x^f/'//"-
cipe, & Elettore la Città di Colonia Gebhardo Truchfes , Perfonaggio (l'^'" ^p^'"''"""'
infigne per pregio di Antenati, della famiglia illuiire de'Principi di VVald- '^ ^''*'^°'
burgh nella Svevia, enepotedel Cardinal Othone Truchfes morto di me-
moranda memoria nove anni avanti quefto infelice fucceflb. Quelli con
fuoi meriti dovevano almeno ritenerlo à non macchiar Io fplendore de'
fuoi maggiori nel gran poflo, ch'egli fofleneva nella Germania. Ma pofto
in oblio e grandezza di famiglia, e venerazione di Ecclefiaftico , e co-
gnazione di Porpore, abbagliatafilaviftaalfolo gittar gli occhi fui volto
di Agnefe , figlia di Giovanni Giorgio di Matisfeld , così fpafimato ne diven-
ne , che nulla più veggendo, che lei, fecretamente nel Tuo Cailello di
Bonna fpofolla , e cieco cadendo da un precipizio in un'altro, permante-
nerfi in pofTeflb dell'Amata infieme , e dell' Arciveicovado , maneggiò
trattati co'Proteftanti d'introdurre la religione Luterana in quel Tuo Srato,
acciò almen per mezzo della Herefia glifbUe plaufibile , e tollerato ilfa-
■crilego attentato delle nozze. Refiftè con falda coftanza il Senato di Co-
•lonia , onde venendofi da ambe le parti alle mani, con tragico avvenimen-
to e quello flato , e quel vicinato fi vidde ingombrato dall'armi , accor-
rendo Luterani àfoftenerl'Arcivefcovo nuovo marito, e Cattolici à riget-
tarlo, ardendone fin la Fiandra nel repentino incendio della guerra. Ce-
fare col terrore delle minaccie, e il Pontefice con paterne ammonizioni
molto fecero, ma nulla operarono j ^a ille omnia, dice il citato Scrit-
tore, inreprobum jam fenfum aperte tradita, & àTrinapibusLutheranis^
&Calvinifìis opes juas, ad incendenda ejus turbida conftLa, polliceniibus ,
ampliusdementatusy facile e ontempfit, &in ipfum Tùntificem mter pocitla^
Tomo IK U m &. fai-
Gregorio ^^g Secolo XVI.
Aili. ^ faltationes debaccharì capiti dznòoCi non tanto in preda alla fua pacio-
ne, quanto in abbandono in braccio alla fuadirperazione. Onde dall'Im-
peradore privato della Stato « dal Pontefice dell' Arcivefcovado , e del-
la Communione Ecclefiallica , Demum viribus , C^ animo fra^us in Bata-
ìfiam ad Trine ipem ^urangiumxum fua ^gncte profugit ^ 0- Hag<£ aliquam-
diù privatus , att^ue inglorms , omnium derifui expofttus , -pixit , ac de-
mum omnium rerum inopsextin&as efl. Avvenimenti tremendi à chi confi-
derà, quanta ruinafeco porti la caduta di chi più alto ficde nella Chiefa
ài Dio,
Guglielmo Po- ^^ qucfti duc Ecclcfiaftici , caduti in mano di femmine, precipita-
fttiio, efuequa- Tono ìu Hcrcfia, paflarono oltre due Laici, che da adoratori di donne
mor'te^"^^'^ ' * divennero hcrcfiarchi. [e] Guglielmo Portello Normanno di nazione »
iD,iPofttih,vedi profellbre di Filofofia, e di Matematica, e huomo noto al mondo per
'ioXpag.l^g."^^' lunga peregrinazione di tutto il mondo, e perpratticadi linguaggi appre-
fi di tutte le nazioni del mondo , favio per altro di maffime, e pio di coftu-
b oW4«d,i.y.«3, mi, onde dicefi [b] ammeifo da Sant'Ignazio fra iNovizii della Compa-
gnia di Giesiì, ma quindi poi fcacciato per protervia di mente afpra , &
indocile, cadde finalmente in enormiJjDiaii errori, fra quali il principale
fu, che le donne nonerano ftate ancora redente , e doveva adempirfi la
loro redenzione danna vecchia Vergine Veneziana , Giovanna; efponen-
done le prove in un libro , ch'egli intitolò Firgo Veneta , da cui forfè
prefegl'infegnamenti l'Autore di quell'altro moderno libro , di cui hab-
c vedili noflro to. biamo [c] infomigli^nte occafione trattato nel principio di quefla Hiftoria .
à^'f^°' -Remm Flo"mondo Remondo [d] fcufailPoftello, & attribuifce non à delirio di
du^ ub'.7^ %TrtH mente, né ad inganno d'intelletto l'allegata alfcrzione, ma à.sfogodilau-
i/^rf/.c.iy. ^j verfoGiovanna fua benefattrice, ch'egli foleva chiamar fua madre, e
dalla quale egli haveva ricevuto pronto fufjidio di denari ne'fuoi viaggi
pe'l mondo. Ma efli terminati, venn'eglià cadere in Roma nelle carceri
xlegl'Inquifitori, d'onde fottra.ttofi , e riportatofi in Francia, menò quivi
Tua vitahonorato dal Rè Carlo Nono, & ammirato dagli eruditi per la pron-
ta facilità di tutti li linguaggi , fintanto che ripigliato da'Theologi di alcu-
ni flioi non fani fentimenti, nel Monafterio di San Marcino,dove fu relegato,
« 7-^'^^<'«.^-'58i- iìnì [e] centenario la vita nella Communione della Chiefa,dicendo [f]nd mo-
drtr,tmì»''i>'orm'it\ tirc , clTo udcam ^tatem projpera femper valetudine pervenire , ab impol-
dja'.i.uHmitnium jiffa, €X omni a5iu venereo y natura. I Libri, ch'egli lafciò , furono mol-
t.is.&aiioi. ti, e tutti perla maggior parte inietti di qualche errore , cioc Ve Trini-
tate mundi , Corporis , & yAntmarum ; de Chrijio intoxicato ; de Matri-
ce Mundi : de fahandis uniperfn omnis generis hominum fe5iis : de cla-
ve abfconditorum à fxciilo , qui& nec ^pojioli , nec ipfa Ecclefia portare
potuifiet; de Mijieriis fibiper ^ngelum I{a':^iel revelatis : de Ts^ativitate me-
Vi^clh.'^É'opa diatorìs futura, & altri, che à lungo fi regiftrano [g] dal citato Autore .
^»r;.t./r/«/.2,Wf (^Qj^ l'incontro di una donna inciampò ancora [h] un TheologodelPeriì ,
AiVo nuovo He- che invaghito, òillufoda alcune fanatiche rivelazioni di efla, giunfe ad
itcico nelPtrù , a(ferire predicando, Datum fibi à Deo Angelum , à quo , quicquid vel-
let , addifceret : Se famtliariffimè cum Deo colloqui immediate : B^gem [e
futurum , ac Summum Tontificem , translata in eas regiones Sede ^pojiolica:
oblatam [ibi fuiffe à Deo unionem hypojtaticam , fed eam /e recufafìe : fé
mundi Redemptorem conftitutum fuifie (ecundum efficacitatem , cum Chn-
fius tantum fuerit fecundum Jufficientiam ; Jiatum univerf^ Ecclejì<6 abroga-
tum
Capitolo X. ^^rj Gregorio
tum iri; fé vero alias leges ^ claras y & facilcs conditumm , quibus Cle- -^iil»
ricorumdeltbatttstollendùseftet, uxomm multitudo concedenda, & confiten-
dtneceffitasexcludenda» Confiifo coftui dalle difpiite degl'Inquifitori, alle
quali il medefimoAcofta, che queftecofe racconta, fu prefente; minoii
mai convinto ; condannato , & oftinato morì nel fuoco, ma non perciò in-
cenerita la dottrina ne'feguaci , chefiìpofcia fupprefla dai vigilanti prove-
dimenti di un Concilio tenuto in Lima, citato prima dal Labbè, e poi dal
moderno [a] Battaglini, e quindi approvato nell'età noftra dal Pontefice ^ Battaxi.mictn-
[b] Paolo Qiiinto . ' f^-^^'^' ^'"^^ ""'••
Ma non cosi, come quefte, ò con gli allettamenti , ò con le rivela- ^G^iiter.inchyo,
zioni, diportoifi in fovverfionede'Cattolici l'altra famofa, e crudele don- R£vlti'Òné°di
na, la Regina Elifabetta d'Inghilterra . Ellarinuovò la perfecuzione con- perfecunone tu
troi Cattolici, non più con editti, e con minaccie, ma con pronti tor- lu°roT^^oTo/che
menti, e capeftri, che per renderli a'Martiri più dolorofi nell'animo, liban- d'Reiistone .
diva efeguiti non per odio di Religione, ma per caftigo di fellonia, e di
tramata ribellione. MiilSuarez efaminataiì tutto [ e ] rigore Theologi- LlT^/^i'^'iS
co la caufa della perfecuzione della Inghilterra da Henrico Ottavo fino al 6-"jeq!'
Rè Giacomo , aflerì , ella elTere ftrettamente perfecuzione di Fede . Di quei
glonoiì Martiri dunque ne fon ripiene le carte [d] de'Scrittori , econ più dsandtr.deSchif,
fplendidi caratteri i Libri della vita , in cui eglino fi reeiftrano imitatori '/"H'Jph^S'*""
dell antica coltanza di que torti Chriftiani, che confufero , & atterrirono Martiri d'inghiU
la fierezza de'Tiranni Romani. Frdi più riguar devoli Campioni di quella ^^'"'
Chiefa fi annumerafrà primi Edmondo [e] Campioni della Compagnia di
Giesù, Cuthberto [f] Mayno, Pattino [g] Ochelio, e Connaz io Orna- f ;!"„"■ ,777:
rio Minoriti, che nell'efler'eglino condotti al patibolo intimarono al Vice g -^«n. 1579.
Rè d'Ibernia, che condannollijil giudizio di Dio , e la imminente fua
morte fri quindici giorni, e, ut fides Martyrii diSìo conflaret , pojì paucos
dies incurabili morbo coneptum, in medio fuo cxercitu^ alta., (^ intelligi-
bili voce clamantem fé tormentis Inferni cruciariy putrì adeo morbo, ut ne-
mo eiauxilmm prxhere pojjeti die decimaquarta à necemartyrum animam
exhaU(Ì€ ; exemplum horrendum Judicii divini : m^ non folo : poiché
[h] Rolando Inckfio Libraro Inglefe in Oxonio condannato al taglio delle k iuid.ann.ts77.
orecchia pernonsòqual parola proferita à favore del Papa, e della Fede
Ron.ana, viddeco'proprii occhi, appena proferitane la fentenza, morir
tutti li fiioi , e accufatori , e giudici , e miniilri di Giuftizia , e in nu-
mero preiToà trecento di repentino, esìftrano, ma peftilente morbo, ut
nominili flatim, quidam paulò pòft, esteri int^a paucos dies, ad unum om-
nes tnteriermt y circiter tercenti, con quella degna , e particolarifiìma ri-
fleffione dell'Autore, che racconta cotal fuccelfo , nullis praterea tota Ci-
vttace ea contagiane ta6lis : con meraviglia più torto , che con emenda-
zione di que'cuori indocili, che oftinati dimoftravano di volerla combat-
tere col Cielo. Mi Dio, ì\(\u2\QÌdemipfc [i] eji, cioèeglièl'ifteffo, che
negli antichi tempi, fempredimofhoflì pronto alla difefade'fuoi fervi, fem- ' ^^'''■'^'■
pre fornito di ^^ardarobbc di miracoli, e fempre giufto i1:imatore della
vTcùdiquei, che non fi [ìQ vergognano nella loro in-'--" ^''" — '- -adiiom.j.
impreffo l'Evangelio di Chrifto. Né la empietà Inclefe (ì riftrinfe allora """Jar* .k-iic
Af^ni-fr.. ; ^-, ti: j: ii»rr_i- > i. j.t.. Ar^ T-i;r i__^^- • r_ Corti di Europa
nvitta fronte portare Heretid na'coftì
jlefe {ì riftrinfe allora """Jari .k-iic
dentro i cancelH di quell'Ifola, ma la difpeVfe Elifabetta con ingegnofa iX il^'Im-
fraude per tutte le parti della Europa, mandando fuoi fecreti Araldi, co- '"'^^""•^ d-inghiU
meperdilIcmmarHerefie, ne'Semmarii della Francia, e di Roma, fotto ^' '^*
M m z l'pe-
Gregorio ^ .g Secolo XV L
^^^^' fpecie di ftudenti , md con vera intenzione d'infettare i fani con la
contagione del proprio male . Vagavano qnefti qua , e li per le
principali Corti della Italia , frequentando in palefe i Sacramenti , e
le prediche , per ingannar poi più potentemente con l'occulto vele-
no della loro herefìa chi con eill converfava ; e tri loro correva
divifa, e ingergo di un tal contrafegno , per cui eglino conofcendoiì
Vnr«r eT^'l 't. inficme , uou folTcro riconofciuti dagli altri : della qual cofa [a] diede pron-
^ntonii ii/<.r«/rfi toavvifo al Pontefice il Nunzio di Francia, con indicazione di molti di ellì
yj^y^S' '8j. & ^iniorantiinRoma, i quali però furono prima difcoperti dalla publicita de'
loro falli , che dall'indizio delle loro perfone . Conciofiacofache un di loro
Attenracodiiin Hibcmefe di uaziouc , forprefo dal furore hereticale contro li Santi, lanciò
Herttico contro tré falli alla Imagiue della Madonna de'Monti, venerata in Roma con di-
mideiKTdon! fìinta nota di devozione i un altro nella Chiefa del Popolo, dato di piglio
na de'monti . ^iì Meffalc , allor quando il fervente alla Meffa di un'Agofliniano portavalo
dal corno fìniflro al deftro dell'Altare perla recitazione dell'Evangelio ,
Ko^uen^ln*^""' S^^^^^^^^^^P^^"^^'^*"^"^^^^'^^^^''^^^^^^^^ ^^^ all'urto sbalzò interra
polo'." ^'' ^°" infieme co'l Sacerdote, fpinto anch'egli dall'Heretico, che gli fii fopra,
dicendo : E quando finirà quefia Idolatria nel mondo ^ e finalmente un'ln-
E contro il Sacra- glefc temerariamente falito su l'Aitar del Tempio di San Pietro in tempo del
m^cncoiasanpk- Sacrificio, tolfefuriofamente dall'Altare il Calice, egittoUoinmezzoalla
Chiefa in onta di Chrifto, e in pompa del fuo misfatto: li primi due furo-
no incontanente carcerati nelle prigioni della Inquifizion.e: e il terzo, per-
tinace nella profeffataherefia di Calvino, confegnato al braccio fecolare,
morì bruggiato vivo sii la Piazza medefima della profanata Bafilica. Succefli
invero horribili, mi che tutti ridondarono in infamia della Regina Ingle-
se , Capitana , e Protettrice di sì facrilega gente , e in avvantaggio ài Culto
in Roma alle Sacre Imagini, & all'adorato Sacrificio, tanto più venerato
da'Cattoiici , quanto pw vilipefo dagli Heretici .
o eraiioVi ri- Nullaperò maggìormcnte in quefta età refe gloriofa la Religione Cat-
marcab^u di' qu"- tolica , chc la follccitudinc del Pontefice Gregorio nel procurarne la gloria.
be°nefido"1;"ro' Ifuoi fatti, le fuc Opere, c le grandi fue idee ridotte felicemente inpratti-
pagaxfòn<;''ddh ca, furonotaiitc, che chi le confiderà, non di un Pontefice le flimaparto ,
^^'^^' midi molti . Tralafciatele di lui grandi operazioni nel mantenimento del-
la Le<^a contro il Turco, delle quali habbiamo in [b] altro luogo trattato ,
wi ''«.&; e quelle più lontane in beneficio fin de' Giapponefi , e degl'Indiani, & a.\-
par.i, in Gregorio trc chc fi fouo ìu qucflo Capitolo acccnnatc , egli fu il Riduttore della Fede
^"^' Cattolica nella Livonia, eccitando alla grande imprefa il Rè Stefano Bat-
teri, i cui mandò gran doni in riconofcimento del fuo animo pio, egli
efemplari del Concilio Fiorentino in illuminazione, e guida di que'popo-
c Vedi 'iP'"!'/-^ '•'' li : egli al Libano mandò operarli per la efterminazione de'Giacobiti , coiV;
Tjn"''£l.lLr!''t, fermando quivi il Patriarca Cattolico de'Maroniii: egli eftinfe in Italia la
creg. J^/^''- <^''«- fetta riforgente de'Fraticelli, che in altra [c]eticlilamoflÌinSpagnadegr
iVi'd.cof,/}.9. Illuminati: egl'intraprcfela grand'opera della emendazione delle Bibbie ,
£/SV?"/;f iiV <^^c"^^^^^'^^'^""^''^^^^^^ ^^ gloria al fuo fuccefibrSiUo Quinto. Egli con
<^/'oriX'" /,« preciia Bolla [d] tolleTabufo di miniare, dipingere, e vendere le cere be-
ì1iiiV'%!"fius ^^àoxXQ , che diconfi ^gnitsDei: egliridufle [e] riftrctti alle regole del
41. PajiorA.s : r CoucìIìo di Tteiito li Privilcgii coufcriti da Pio Quinto agli Ordini mendi-
lJSfii;fr/Ìl4 «^anti: egliprefcriife [f] in precifi termini a'Greci la profeffione della Fé-
t^i''7^' ' deOrthodoilai egli ampliò [g\ l'antica^oll^di fcommiinic^ in Ccsna Da-
mini
Capitolo X. J4C) Gregorio
twin/ contro gli Heretici, ed in fine con grave diTpcndio delrApoftolico v^\\i^-
Erario egli fondò in diverfe parti del modo [a] ventitré Scminarii , òQo\-ld'cucc."!nCr%
legii per la educazione della giovennìnelle Sacre Lettere, e in Roma preci- -^'^^^'
famente il Germanico, Greco, Inglefe, e Maronita, nelle cui fondazioai
perche fpiccò con maggior campo il zelo òi Gregorio , cOsì richiede il pre-
gio dell'opera con maggior accuratezza defcriverne i motivi , le origini, e lo
Itabilimento .
E per incominciar dal Germanico, il Cardinal GafparoContarini ri-^^jjf^^^o"^^'^^^
trovandoli in Trento fin dall'anno 1 541. , fcriffe al PonteHce Paolo Terzo, mSo .**
non [^Jfovvenirgli mezzo pili atto per eftirpar laHerefia dalla Germania , ^ ^■^''*^ PaiUv,i.
che proveder la Germania di Vefcovi , e di Predicatori , e di Maeftri idonei '^'''^^'"'^^'
perfapere, e zelanti per bontà, i quali infegnaflero con leparole, e con
l'opere, ed applicalTero quello ftuclio ad iftmire i popoli nella verità, che
applicavano i Miniftri Eretici ad imbeverli dell'Herefia . Percioche i Vefco-
vi delI'Alemagna erano per lo più allora sì negligenti, che trattandofi nel-
la conferenza l'articolo de' Vefcovi, i Theològi Protefianti diifero, che
lodavansìnellaChiefatuttoqueirOrdine, ma che non intendevano , co-
mei Prelati di Germania per verità foflero Vefcovi, nome che nell'origi- '
nario idioma greco vale Soprintendenti; mentre ninna foprintendenzà fi
efercitava da loro : e per tanto erano bensì buoni e gran Principi, ma non
Vefcovi . Così appreffo l'allegato Pallavicino . Il Cardinal Giovanni More-
ne confapevole della verità di quefta maffima per la lunga efperien2a,ch'egli
haveva degli affari della Germania, e congiuntiiilmo di fenti menti , e di
amore co'l Contarino , egli fu il primo Autore , che infinuaife al Pontefice
Giulio Terzo la fondazione di un Seminano in Roma per i giovani Tede-
fchi, cioè una fcuola di buoni Pafìori per falvar da'Lupi il gregge di
Chrifto in quelle parti, e per mantenere la parte finallora fedele , e ri-
cuperar la ribellata : e non vi volle di più, che il femplice motivo , affinchè
Giulio incontanente ne ifiiituiffe un Collegio, ove fi educaffero nell'una, e
nell'altra molti giovani di quella nazione, che moflralfero buona indo-
le: i quali poi ritornando colà, epofli allacuradelleChiefe, edall'eferci-
zio della predicazione, diveniffero come offa, e nervi ben forti di quei
corpo Cattolico . Di queflo Collegio alimentato àfue fpefe die la cura à
Sant'Ignazio Lojola , allora vivente , fondatore della Compagnia di Giesù,
confermata in ampia forma dallo fleflb Pontefice : l'iffituto della qual
Compagnia come indirizzato all'ammaeftramento de'giovani , alle miffioni
tra gl'infedeli , egeneralmenteall'ajuto dell'anime, gli parve del tutto ac-
concio alla buona educizione di quel Seminario. I principii allora, come
li primi virgulti di tutte le piante , benché grandi , furono tenui , e forfè an-
cora per mancanza di alimento nutritivo, cioè per deficienza di aflegna-
menti proporzionati al mantenimento di una sì grand'Opera , non atti al di-
fegno, fé la Regia, & Apoftolica liberalità diGregorio Decimoterzo non
folte accorfa non tanto àfo fletterla, quanto à rifarla, fornendo un Colle-
gio di So/ci^f/'y/ro^^, come il Pallavicino [e] chiamaquei Nobili Alunni, e P4//.ik./.ij.c.s.
che difendelfero in Germania la Religione Cattolica con maggior valore " ^*
diquello, dw àrebbono li Soldati dì Spada. La Bolla della erezione por-
ta fecoannefle degne confiderazioni del Pontificio zelo , e della Apoflolica
liberalità, con cui egli dotò di dieci mila kudi d'oro di annua rendita
quel Seminario, e recarebbe laude, e pregio all'Opera il trafcriverla , fé
Tomo IV. Mm 3 noa
Gregorio ^^q Secolo XV L
^^"' non giudicafllmo molto più potenti ad eccitare lo flupore li fatti fleUì del
Pontefice , che le parole . Nella medefima Bolla regiftra li Privilegii , con
a Uid.c»nfi,to. cui [a] arricchì gl'Alunni , liMaeftri, e gli Offiziali , foftituendo in al-
tra Bolla quegli , ch'ei medefimamente conferì al Cardinal Protettore
di effi.
Fondatione del Con il medefiiHO motivo , e con proporzionato affegnamento di pin-
seininarioGreco, g^^ggj^^^^taegli fiifleguentementc iftituì il Collegio per la nazione Greca
con il Diploma di Bolla [b] confiderabile anch'clla per i motivi narrati
^««tijVV."^''"**' nella prima, per gli aflfegnamenti di cento feudi d'oro in ciafcunmefe, ol-
tre ad altre rendite , e peri Privilegii, come nell'altra, e per le benedizio-
ni del Cielo, chepoifeguironoeperl'una, e per l'altra d'ingrandimento,
e difefa della Religione Cattolica nelle parti Orientali, & Occidentali del
mondo .
Ma all'Oriente, & all'Occidente aggiungali ancora l'altra parte quali
divifa dal mondo, cioè l'Inghilterra, beneficata anch'erta da Gregorio
con la fondazione di un Seminario in Roma per ifuoi Alunni; E'n era stop'
e Daniti Bartoii ponunamentedìfpojìo quell'^pojìolico cuore, riferifce Daniello [e] Battoli
fieinnghiucrra u fcrittot delle cofe d'Inghilterra , che Gregorio DecimoterTio Sommo Tontefì-
ce bave a i^lantìjjìmo della falute delle anime , che per condurlo à volere
un Collegio della medefima nai^^ìone in I{oma , e mettere incontanente mano à
cominciarlo , più avanti non bi fognò y che il jemplicemente proporglieloMon-
fignor Odoeno Luigi Inglefe, allora Referendario ^Apoftolico , & Jdrchidiaco-
no della Chic fa di Cambrai, pofciayefcovo, e J^nT^o, e in quanto riffe ,
adoperato à molti affari in fervigio della Santa Sede, 'Klè mancherebbe ope
fondarlo in fui proprio, lo Spedale , che la na'S^ione Jnglefe fin da trecento,
e più anni addietro, haveva in Roma, dove hora né il Collegio , prejfo al
gran Talagio Farne fé: con duemila feudi di rendita annuale, confueti ado-
perar fi al ricevere , e albergare de'Tellegrini , che d'Inghilterra vengono al'
la Santa Città i i poveri otto giorni, e tre gli altri ; e alimentare otto Sacer-
doti , che ne ufficiavari la Chic fa , quella medefima che hora ve , confagrata al-
laBeatijJimaTrinità , e al Martire San Tommafo uircivefcovo di Conturbe-
ry: e ciò in tejiimonian'^ de'meriti di quel gran Trelato , gloria d'Inghilterra,
ancor ch'ella noi voglia ; e non perche egli vi confagrafìe una non so qual
Cappella, come doppo alcun altro, ha fcritto Giovanni Stovv Cronifta Inglefe,
credendolo all'opinione delvolgo: ejjendo il vero, che I{oma non vide il Santo
^rcivefcovo, da che fu afiuntoà quella primaria dignità, Ticcolo, come pur*
è confueto avvenire delle cofe grandi , al lor primo nafcere , /« /'/ Collegio Inglefe
di B^mct, ma in breve fpaTJo multiplicò, e venne fino al numero di cin-
quanta: e ciò tra per lo fomminiftrato dal Santo Tadre Gregorio , e peri' ap-
propriargli fi , lui mede fimo concedente , le cafe , la Chiefa , le rendite dello
Spedale, falvo il ricogliere come dian^^ iVellegrini, Così concepito ,avven-
gache non ancor animato , come pofcia nonmolto, per Bolla del medefima
Sommo Tonte fice , glifi die "Protettore il Cardinal Giovanni Morone , E la Bolla
éinBuUar.Grego.^^^^^^^^^ H fi ftcfe cou l'alTegnamento annuo di tré mila feudi d'oro ,
riixin.cènft.sì. con Privilegii a'Miniftri, & agli Alunni, come più ampiamente nel riferito
Diploma . Così egli per gl'Inglefi Cattolici in Roma . Né con minor
perfeveranza di zelo per imedefimi rifugiati in Francia. Conciofiacofache
Altri serainarii in havendonefoftituitoun'altroiu Rhemns, trafportato da Dovay , d'onde li
Aiununiffr^'' havevanofcacciatii Luterani, il pietoio Pontefice lo dotò di unapenfione
Capitolo X. 551 Gregorio
di mille , e ducente feudi cf oro , oltre à un quafi ordinario mantenimento, AHI.
& oltre à ciò, che dalla pietà di tutti li fedeli del mondo potè quel Semina-
rio ricevere dalle Pontificie interceflìoni, divulgate con una nuova Bolla ,
in cui Gregorio , qual dolente Padre, implora il foccorfo de' Fratelli per
quel perfeguitato , e meritevole figlio. Si è tenero il tenore di efla, e però a /^w. e «»)?,v.7i,
degno [a] d'indicarfi, e più degno di leggerfi , e diammirarfi da chi con-
fiderà la immenfafollecitudine di quefto Apoftolico Pontefice , che aprì
così profufamente l'erario della Chiefa in beneficio, e difefa del Chriftia-
nefimo.
Ma più dilatavafi il mondo, e il bifogno nel mondo , più crefceva
l'ampio zelo di Gregorio, e là fin Ci ftefe nell'Afia, dovei Maroniti hanno Fondaxione dei
illorloggiorno. Egli da quei paefiò infetti, òprofllmi alla infezione, afe ^SS? ''*'
chiamò in Romagiovani di efpettazione, edifpirito, per quivi iftruirli in
Seminario proporzionato a'ioro bifogni . La Bolla della fondazione fom-
miniftrerà , à chi la legge , e i fucceflì del fatto , e le circoftanze di effo, e per
ciò noi ne indichiamo il contenuto per proseguire in altri racconti la Hifto-
ria. Il Cherubini, chelaregiflra, indica [è] altri fufiìdii conferiti à quefto J]/^7*|- ^"^^^'i
Seminario da Sifto Quinto, ma da noi non fé ne rinviene altra certezza . citJl*
Si rinviene bensì, che in tutte quefte grandi Opere di fondazioni di Semi-
narii, edifoccorfipreftati a'Regni Cattolici contro gUHeretici, erogafle
Gregorio non foll'oro ritratto da'monti Religione eretti da Pio Quinto, e
quello pmprezioforifcoffo dalla fua Apoftolica parfimonia ; ma eziandio
l'altro delle aggiunte fatte à diverfi monti e camerali, e proprii del popolo
Romano, fin'alla (ommadi un milione di feudi , de'quali prefentemente
ancora fottodiverfo nome di Monti y paganfi h frutti , rimanendone femore
vivo il debito preflb i Romani , e forfè morta la obligazione preflb le nazio-
ni, cotanto prodigamentefovvenite dalla Romana. • ^i
; Ma non contento Gregorio di combattere l'Herefie nelfolo mondo » KÌienS.
volle ancora riformare il Cielo ne'fuoi moti per dar più certa legge alle fo-
lennità della Chiefa, oramai non di nuovo ridotta à combattere contro i
Quarto-Decimani, mi confufa in fé llefì'a nella variata calculazione delle
Lune; onde avveniva, chelaPafquaficelebralfeingiornononfuo, e quin-
di tutto l'anno corre(fefcorretto ne'fuoi Cycli. Opera grande, e ònon
mai tentata da alcun Pontefice , ò formtraprefa dal Concilio Niceno , che
(ormato l'^ureol>liimero 3 neimpofe , comegià da [e] noi fi difle, nuova ^ ^^^^.^.^^^^^^ ^^
oflervanza. Disìalta, efcabrofa [d] materia, nonèoperadiqueftaHi- to.pag.zìi/
ftoria altro inferirne , che la lode dell'Autore, ben'appropriandofi à Grego- t^f,'Ja'/aJj&
rio Decimoterzo ciò, ch'ei dir folevade'Pontefici Romani, [e] J'^utLum fadum nnrrln».
magis debere plura fcire , quàm Vontificem P^manmn . "J^^ ^iz^nu.Tiù-
E ben dalla pioggia opportuna di sì benefica magnificenza riconobbefi bhiuk. mCregor,
come rinverdito il Chriftianefimo nella efemplarità de'coftumi , e nel culto ^^"pid"^7Jtr. in
della vera Fede in tante difparate parti del mondo, d'onde quanti giovani Greg.xni.mfne.
\ -n •>(- • •• • « ni- 1 ^ • 11 Uciiita,'.hcridon«
vengono a Roma neSemmarii, tanti Apoitoli tornano cola in quelle darononeichn-
lontane regioni, anche di fcienze, dottori della Legge, efoftenitoridella f'n^^f|"°/^'[fi
Fede. Onde i noi rivolgendo fpeilbco'lpenfiete, qual'argine mai potente q*'„em^s"m!narii,
fiaftato quello, che oppofto alla efcrefcCnza eforbitante dell'Herefiein ^^'^^yg^J'^rag^^j*
quefto Secolo, nehabbianonfolrattenuto, mi fatto retrocederne iltor- •'^"°" °^"^ '*
rente, certamente altro non neapparifce, che il Concilio di Trento , eia
fondazione de Seminarii , dall'uno uifegnata perfettamente , dagli altri per-
Mm 4 fetta-
Gre/sorio ^^2, Secolo XV L
^^^^' fettamente efeguita la vera regola della Fede , e de'coflumi . E tal maflìma
fu predicata prima che da noi, da medefimi Heretici di quel tempo, che
Hcretìci conver.jn ye^jerne in Roma i fondamenti, ne ftupirono prima, e pofcia anch'eflì
CUI in orna, jj jjocca piena predicarono la veracità contraftata della Fede Romana, Così
■ 3 viSfortiiHs ;„ avvenne ad Abraham [a] Rutheno Luterano, ad un'altro [b] vecchio Po-
"e^mmenudeLlt lacco Predicante della medefima fetta, che avanti li piedi di Gregorio [e]
Slw^iTr'T abjuròinRomalaHerefia, & il Polacco indi i tré giorni di gioja ne morì ,
..2. ' ' '^*''' ma con funello, e difllmil fine à Giacomo Paleologo, che bene incomin-
S.5n^' wTf/ ciò, ma mal finì il tragico, e miferabil corfodifuavita. Egli Sciotto di
li. Patria, e ò vero, ò finto difcendente dell'Imperiai fangue Paleologo, for-
Cw4«.i575. prefo in Roma dalla magnificenza delle Chiefe, dalla efemplarità degli Ec-
clefiaftici, e dalla fantita del Pontificato, quafiufcendo fuoridife, ufcito
logoTcHerlfi?; fuori delle pooìpe del moudo, e delle vanità del Secolo, veftì l'habito Re-
cmofie. ' ligiofo de domenicani , ch'egli poi co'l progreifo del tempo profanò facri-
è^r,^K<. legamenie, abbandonandolo \d'\ doppio Apoflata della Religione profef-
•i £a- òr. «.'^.ii^,. fa^a^ creila Fede. Fiipiù \e\ volte riftretto in carcere dagl'InquifitoriCat-
'''»^<^'» colici, ma femprc invano, trovando egli fcampo alla fuga con violenza di
fratture, e con incitamento di ribellioni, annumerandofi il Paleologo fra
un di quei, che, morto Paolo Quarto, il furore del popolo Romano fottraffe
dalle mani della Inquifizione, allorquando tumultuò la plebe, einfranfele
prigioni del Santo Offizio. Quindi egli fuggiffene prima in Francia, poi in
Germania , e profefTato quivi il Luteranifmo, e nella Polonia il Zuvinglianif-
mo, delufe molto tempo le diligenze de'Pontefici, che molto operarono per
rihaverlo in potere , e di Pio Quinto particolarmente , che tutto tentò , ma
nulla fece per dar di elfo efempio formidabile à tutto il mondo. Ma final-
mente con lunga traccia arredato da Cefare in Vienna , fiì quindi non fenz
alti clamori de'PrincipiProteftanti trafmefTo alla Inquifizione di Roma ,
avanti li cui Giudici abjurati li fuoi errori per timor del fuoco , al qual'egli
f .>!«». IJ75. incontanente fu condannato, ma quindi toflo tornandone al vomito , fu
finalmente impenitente uccifo [/J col taglio della tefta dentro le carceri
diTordinona, & arfone il cadavere in f^ublica Piazza di Campo di Fiore.
■ it.cafaUi in U- qq^^ \\ citato mauufcritto : ma non così l'erudito Apologifla Domenicano,
cludTr' Jitral che del Paleologo dice, [g] Quemquidem damnatum ad ignem ob hxreftm
mhi59' docet Ciappiin vita Italicè [cripta Gregorii XIIL^.-j. pag. 6j. ,/trf dum igni efiet
tradendus, repente de Coslotadlus, pceuituit, &fcribens prò fide pie ohìit in car-
eer e , "N ce C tappi autem, necVittorellus in additionibus ad Ciacconum intuita
Gregorii XlU.dicmt eumfuiffe Dominicanum . De quo & altum ftlentium apud
TrapeolumfSpondanumjCualteriumi&aliof,
••
C A-
Sisto V.
CAPITOLO XI.
553
, Sifto Quinto di Montalto , creato Pontefice
li 7. Aprile 1585.
tLy^ffari di Francia , e del 2{è di Na'varra , e Pontifìcia condan^
na di quejlo . Libro (^Anonimo contro il Pontificato limano .
Alar tir io , e morte della "B^ina Maria Stuard , e nmi/a
condanna Pontificia di Elifiahetta d' Inghilterra . Afontl
eretti da que fio Pontefice in fo'wenimento de' Cattolici con-
trolli Heretici , Operazioni degne di Sifi:o ^into , efuo ac-
cumulato teforo dentro il Caftello S. Angelo di 2^ma in be-
neficio publico del Chrifiianeftmo , e di IB^oma .
Al forte fpirito di quello Pontefice non poteva afpettarfìil operazioni rifo.
Chriftiandìmo altro corfo di Pontificato,che quello che fuc- '"^'>^'^'"°'^-
cede, magnanimo a Roma, formidabile al Mondo, e fino
agi' iikflì Heretici irreprenribile,eforprendente. Appena egli
ailiintoH al Soglio folcnnementefcommunicò il Rè Henri- f i^' ^.Sc^ttmb,
co[/'] diNavarra, eiidiluiZioPrincipe diCondè, come ' ' &
ricaduti nel Calvinifmo , e protettori , e capi degli Hugonotti \ e difautorol- ^duiVolf/lfcu
li dalle loro dignitijpublicoUiefclufi dalla RealSucceiiìone della Francia, mnttvni.ùmX
e i loro fudditi ailblvè dal giuramento di fedeltà , imponendo la promulga-
zione della fua Pontificia condanna a tutti gli Arcivelcovi, e Vefcovi di
quel Regno. Leggefidiftefamente a lungo quella tremenda fentenza, che
comincì^L^b immenfo y preflb [e] ilGoldalto, che ne' tomi della fua Mo- e ^pud ccidajf.
narchia cura Ci prefe di. regiftrarne il tenore . EpercheilRèHenricoTer- f"»-?- MonArch.
20 di Francia , ò oftcio dalla determinazione ài Sifto contro quel di Na- ^''^' '^■^*
varrà, ò per altra qualunque caufa fi fofle, non volle ricevere in Parigi il
Nunzio Pontificio , egli comandò all' Ambafciadore di lui , che incon-
tanente da Roma fi partine , perfuafo, cheficcome nel corpo humano hi
più bifogno la mano del capo , che il capo della mano , così nel corpo poli-
tico , e facro del Mondo, può Roma haver minor bifogno de' Rè , che i Rè
di Roma. Màòdaquefti privati difgufti, ò come meglio, dal corrotto
genio di qualche Francefe Calvinifta, comparve inafpettatamente .per la
Italia unpeflifero libro contro il Pontificato Romano, compofizionehe- Jont7o u "CtTif-
retica di Anonimo Scrittore, che portava feco il titolo in Lingua Italiana , "toRomai.o.
^yvifo piacevole dato alla bella Italia da un T^obile giovane Francefe . i^'ad'l'itTZ
libelli [d] au^or, dice, il Bellarmino, che fotto Clemente Ottavo ade- summo Pontijice,
quatamente rif{)ofe alla petulanza di quefto giovane, ita fuum opus con- ponfioZT'iyij-.
texuit, ut prtmUm in ^gmanum Tontifìcemj quem ^nticbrijinm haberi cu- '"'""' 5»'»'^'»"'
piti canina eloqmntia invelmiiri & deinde quadam ex Dante , Tetrarcha, r.wITf/,' av!'"
&Bo- ^"^'<^-
Sisto V. ^^^ Secolo XV 1.
& Bocacio adducat in medium , (^UiS adverfus emdem Tontlficem facete /«-
dicavit ; poflremò unam , & qmnquaginta fatyras non furore poetico , fed
rabiey ut dixi , canina in ipfum Chrijìi Vicarium Sixtum Q»intum evomat »
Solite cantilene di difperati nemici, che non potendo giungere alla offefa
dell' avverfario , cercano confolarfì con il vano sfogo della maledJcenza
inetta del nome .
niiTdi EuSK: Dalla fcommunica del Rè Navarro procede Sifto a quella della Regi-
mi ^t> '■ -e "^ Inglefe, che inafprita nell'odio contro i Romaui , perfeguitavane la
/•^.■/i^ff.'c.V"" Religione, e'i nome con quella forte d'iraprecipitofa, chenon potè me-
glio efprimerft da S. Agoftino , che con le parole [a] I{abiem foemineam ,
j, ^. Jed B^giam . Elifabetta dunque con un ecceflb di furore, che hebbe dell' ;
d'egneqSii.co! inluimauo , coudaunò al taglio della tefla la Regina Maria Sruard, in ap-
ftanza neiiaVe- parcuza comccomplice di fedìzioui , e tumulti, ma in foflanza come non
e , e morte . j-^j Cattolica efla , mi protettrice invitta di eli! . E per tal cagione ella
rotta in guerra dagli Heretici Scozzefì , e quindi rifugiatali innocentemen-
te in poter di Elifabetta fua parente in fangue, e fwa fin allora corrifpon-
dente in dimoflrazioni di affetto > fii da lei ricevuta, prima come hofpite ,
e pofcia trattata cóme prigioniera, fempré con diverfità di carceri ^ mi ■-
Tempre con uniformità di patimenti, e ciò petil lungo fpazjodidiecinove
anni , invano efclamandone il giovane Rè Giacomo dellaScozzia fuo figlio,
e li Rè Carlo, & Henrico della Francia, cognati di lei, che nelle prime
nozze haveva goduto il letto maritale del Rè Francefco Secondo loro Fra-
tello. Ma òfazia Elifabetta de' ftrapazzi di Maria , ò vogliofa di togliere
b r^rf/rf,//^ 7^,^;. davanti quella, che, eifamorendo, poteva, e doveva fuccedere alla Co-
nA Maria fyiia di Toua d' Inghilterra , e che già prevedevafi una feconda Maria '.[^] nella re-
?ÓntMpJoUJv.[ duzione alla Fede Cattolica di quel Regno, con un fol tagliò ruppe ogni
rc«j. 4. ;,^^. 47^; ' nodo , cd egli fu quello della tefla, a cui ella condannoUa, [<:] Regina
d /?rVi«5i ^4- parente , ^^ innocente. Ricevè [d] Maria l'avvilo della morte, elofpo-
btntur tx cande- gIio dc' Rcgii paludamenti , de' quali la denudarono incontanente i cufto-
ZTi.^i'^dcSchff. <^^» conauell'ifteffo volto, con cui haveva prima ricevuta la Corona in
•^"sì- ' tefta, e lo fcettro in mano, & haveva pofcia mirata tutta la lunga ferie
de' fuoi travàgli, coftante, intrepida, e sfarzofa, e quanto fol domandò
» '9. ntitmbris la penna , & ad Elifabetta [e] fcrifTc tre cofe , e quefte : Trimùm , cum adver-
■'^ ' fani innocenti fanguine forent faturati i ut corpus in alìquam ifanlìam ter-
ram fepeliendum à famulis deferretur , prafertim in Galliarn , ubi Matcr
ipfjus in pace quiefceret: quandoquidem majorum cineribus in Scotia visilla-
ta ef[et , templaque diruta , aut profanata : nec in briglia inter prifcos
I{eges communes utriufque majores Jepulturam Catholico ritu fperare pofiet ,
Secundànìy ne fupplicwm occulto afficeretur, fed famulis y & aliis fpelian-
tibus , qui rerum de Fide in Chrifìum , obedientia erga Ecclefiam , & vi-
ì£ exitu tefiimonium perhiberent , contra falfos rurnorcs , quos adverfarii
comminijci poffent , Tertiùm , ut famuli libere , & in pace y quo vellent,
difcederent y bonifque y qua testamento legai? erat , gauderetit i Così ella:
€ ben potevano quefì:' efpreflloni di coftante, e giovane Principeffa ammol-
lire ogni cuore, che men crudele fofle ftato di quello di Elifabetta i ma
tutto Tn damo : poiché con prolongazione di morte più tofto, che di vita
differita nella efecuzione la fentenza due mefi , apparve l'alba di;quel[/j
^^i^^is. Fcùruarn f^^y^Q^^Q ^ per lei gìullvo giomo , che la tolfenon tanto dal Mondo, quàn-
, to dalla carcere del Mondo , per condurla trionfante nel Regno del Cielo .
Do
Capitolo XL %%% ^^^^^ ^'
Domandò ella avanti di iifcir dalla prigione ìlfuoConfefTore per riconci-
liarfi con Dio , ma negatole quefto , fiì ivi in fuo luogo introdotto il
Decano Petroburgenfe Heretico, che la confolafle ; e la Regina rifiu-
tollo : òìccCi , ] tf ] che ella da fe medefima fi communicaffe con ^ suareitom.iin
una Particola confacrata, fattale penetrare dentro il carcere da un de- ]t's?aJ!lnfiÌ!'
voto Sacerdote con permiifione ottenuta fin da Pio Qninto di poter ef-
fa fteffa in quel gran cafo effer miniftro , e foggetto della recezione del
Sacramento. Ma fé le fii negato il Confeflbre, ben la zelante Dama vo-
lò a trovarlo con la penna, e a lui fcrifle, al Rè dì Francia, e al Duca
di Guifa, e confolando alla lontana il Aio mal prefente, veftifli pompo-
fa mente, come fé a Regie nozze ne andafie, e nel fuo Oratorio ginoc-
chione orò , fin tanto che appreftato il fupplicio , e i manigoldi , ella
avviofll al campo del fuo gloriofo Martirio . Egli era preparato in una
gran Sala del Palazzo di Forthringay, luogo del fuo ultimo carcere de*
fedici , che ne hebbe , parato tutto a nera gramaglia , con un cu-
fcino pur nero in terra , & un pulpito d' apprefib , onde legger fi do-
veva la fentenza capitale fottofcritta da Elifabetta . E la Regina Maria
vi giunfe fu 1' alba , ricoperta da un lungo velo , che giù pendolonè
dalla tefta alla fchiena fcendevale fin a i piedi , con una Croce di oro
al collo , con alla cintura la corona , e con in una mano un Crocififlb
d'avorio, e nell'altra 1* Officio della Madonna, nulla intimorita nella
faccia , e tutta bella , e maeftofa , non paflando ella allora la età di
quarantacinque anni , e molto più franca di parole , veggendo quivi a
parte il Mei vino fuo Maeftro di caia , cortefemente falutollo, e come
forridendo gli dific , ^i, ò mio Miniftro, morta ch'io fìa, al mio figlio,
e digli , che cojlante io muojo nclU Cattolica Fede , e nel fuo amore , e
per quanto egli ama e fé, e me, che non mai permetta muta^jone di ì{e-
ligione nel fuo I{egno , ed ogni fua fperanT^t egli pur gìttt in Dio , che D/'o
proteggerà lui, el fuo I{egno : con la Regina Elifabetta mantenga amici'ì^at
e pace , e condoni la morte della Madre , eh' efa volentieri fopporta,
non rea di ribellione , ma Cattolica di fede : e quindi rivolta agli efe-
cutori ; Vi prego , replicò , che (tan prefcnti al mio pajfaggio li miei
fervi j in teflimoniaii'T^a della mia Religione ; [ 6 ] Qtiod, ibggiunge 1' Au-
tore , d&grè obtinmt , ut quinque viri, & duji fmninA fupplicio pra- ° ^''^*"'^•*'^•
jentes ejjent . Ella allora inginocchiofiì , e letta la fentenza , le fu in
due colpi tagliata la tefta : nel cui atto unitamente gli Heretici dif-
fero , Sic pereant Verbi Dei , & B^egin^ Eltjabeth^ boftes . Il fuo ca-
davere trafportato a Petroburgh fu fepelito preffo quello della Cat-
tolica Regina Caterina moglie ài Henrico Ottavo , con quefta ifcriz-
zione , che vi durò pochi giorni , cioè fin tanto che ne pervenne in
Londra jl fentore alla Regina Elifabetta , che toflò comandò , che quin-
di ella Ci toglieffe , [ e] Maria Scotorum Bregma , Begis fìlia , è^gis e idimindem,
Gallorum Vidua , Regina duglia agnata , & hares proxima , virtù-
tibus I{eglis , & animo t{egio ornata , jure Fregio fruftra fapiàs implo*
rato , barbara , & tyrannica crudeltate , crnamentum noftri Speculi , dr
lumen vere P^egium extinguitur . Eodemque nefario judicio ^ & Maria
Scotorum B^egina morte naturali , & omnes fuperftites Beges plebei fa-
sti morte civili mul6lantur . Ts^ovurn , & inauditum tumuli genus , in
quo cum vivis mortui includuntur , hìc extat . Cum Sacris enim Diva
Ma'
SisrX)V. ^^5 Secolo XVI.
MarÌ£cineribuSi omnium ì\egum y atqueTrìncìptim vioUtant , àtque projird-
tamMajeftatcm Ine jac erefe ito. Et^mafa5Ìumhoc regale fatisfuperque^ges
fui officii moneti plura non addo y Viator, Queftofuccelfo, la cui tama volò
in un' iftante per tutte le Corti dell' Europa , forprefe egualmente gli amici ,
e gl'inimici i.\\ Elifabetta, ed Elifabettamedefima, che uditone il racconto,
dimoftronne dolore , & accusò precipitazione nella efecuzione del coman-
do.Il Pontefice efecrolla dì nuovo, rinovando, confermando & approvando
la Coftituzione di Pio Quinto contro lei,& efortando,& eccitando gl'Ingie^
fi a prender l'armi contro lei,fubito che a quei lidi comparifle la potente Ar-
mata del Rè Filippo Secondo , denominata la /«j?/«c/^/7e, che dirizzavafi
contro la Inghilterra . Ma li voti , e le forze de* Cattolici per giudi giudizii
di Dio andarono fparfial vento, dal quale diflìpata la gran flotta, viddefi
naufragata la fperanza della defiderata conquifta . Onde Elifabetta furta in
animo di peggio fare , di quanto fatto haveva, rincrudelì contro li Catto- |
i ms vide api'.: licilaperfecuzione, arricchendo di nuovi [a] Martiri la Chiefa , edinuo-
*^"s^vfnTni'cn o vì trionfanti Cittadini il Cielo , e dì nuovi Efulì Cattolici la Inghilterra , ri-
^"""("/'d* ""' ^ ' covrati ne' Seminarli Apoftolici di Roma, ediRhemns,perilfovvenimen-
Rhemn^.' to del qualc , Sifto ad imitazione di Gregorio Decimoterzo publicò la [i>]
h inBHii.sìxtiv. ■^Q\\2^ ^ffli^ic, efortatoria a tutti li Fedeli del Moado, acciò pronti accor-
co>,ft.i9. reiferoalfoccorfo di quei Fratelli, che pativano cotanto atroce perfecu-
zioneperlagiuftizia.
ifiirutioiie della Mi non perciò rallcntofll nel zelante Pontefice la follecitudine di com-
d^Kdice?"^ batter, benahe di lontano, tutte le Herefie del Mondo con fanti Decreti,
e vigilanti Congregazioni, che l' ajutalfero a foftener la gran machina del
Pontificato contro r urto impetuofo de' novatori ribelli del Chriftianefi-
mo ■ Veggendo egli moltiplicarfi in moflruofa copia li libri perniciofi ò di
occulti, ò dipublici Heretici, e quafi non potendo regiftrarne la penna
r Indice formato già da Paolo Quarto , e quello più difì:efo del Concilio di
Trento, e del Pontefice Pio Quarto , formò una Congregazione di Cardi-
c /;,£«//. i'/.v/ir. nali perla fopraintendenza di elllj [e]eQuiaHierefiSy die' egli nella Bolla
Co ij>. 74. dellaerezione di quella Congregazione, morbus anima pernicioftffimus y ut
cancer ferpit , & filtitenebrarum arcemCatholiaeveritatis omni machinatio-
nis genere oppugnant , librisprafertim hxrefis veneno infeBis promulgandis,
aliifquenoxiado6lrinaafpergendisy corrumpendijque y pojìulat à nobispajiora-
lis ojjìcii joLicitudo , ut vulpes dolofasy & ktpos rapaees ab ovili Chrijìiomni
Emenj i vigiUntiaarceamus . Così egli contro le carte flieHeHeretiche degli Hereti-
dau's^bbfsT"^ cifcrittoriindifefa della Cattolica Fede. Mi forfè più falutevole la offe-
fa , che potente la difefa : poiché Sifto alla infezione de' loro libri oppofe la
purgazione, eia emenda de'facri, reftituendo alla primiera fincerita la
vulgata verfione Latina, che dalla lontananza de' tempi, e dalla negligen-
za de' Tipografi rinvenivafi in qualche parte adulterata . Opera laborioliflì-
ma , nei cui lavorio ferviffi Sifto di pentitimi Dottori , e di antichiffimi Ma-
nofcritti Hebraici, eGreci, e di copioficommentarii di Santi Padri Gre-
ci , e Latini ; e con tanta efattezza egli procuronne la terminazione , che ve-
nendone l'opera impreffa, & in elfa egli fcorgendo qualche piccol diffetto
di vizio di ftampa , hebbe'in penfiere di rimetterla ài nuovo con lunga fati-
ca, e difpendiofa curafotto il torchio , fé non havelfe prevenuto la morte il
fuo difegno j che pienamente poi forti fotto il Pontificato di Clemente Ot-
tavo , Ma la Verfion Greca de' Settanta Interpreti emendata con la intet-
preta-
~ , Capitolo XI. 557 Sisto V.
pretazione Latina ella iifcì alla luce delle ftampe, anch' eflb vivente, l'anno p.i.,jQjjj ^^ ya-
15 88. Dalla pariti de'libripafsòSifto alla magnificenza delia libraria, e qua- ùcana. ^
fi in efTa aprir vòleife un armeria proporzionata a' Letterati contro gli erro-
ri della Herefia , edificonne una nel Vaticano , eh' è lo flupor del Mondo sì
per la còpia de' volumi, come peri' architettura, e mole della fabrica. La
ifcrizione , eh' egli pofe nella deftra parte di ella , bene fpiega in pochi ver-
fi, quanto da Noi potrebbe in molti riterirfi.
^ Sixtus V, Tom» Max.
Bìbliothecam ^pofiolicam à SanUiffim is prìorìhus illis Tomifìcìbus , qui Bea-
ti Tetri vocem audieritnty in ipfìs adirne furgcntis Eccleftce primordiis inchoa-
tam , pace Ecclefiie reddita , Lateram infìitutam , à pofierioribus deinde in Vati-
canumy ut ad ufus Vontifìcios^ paratior efìet y translatam; ibique à Islicolao
Qiiinto au6iam , d Sixto Quarto infìgniter excultam , quo Fidei noflra , & vete-
Yum Eccleftaftic£ Difciplin£ rituum documenta omnibus linguis exprefìa, &
aliorum multiple x facrorum copialibrorum confervaretur , adpuram , & incor-
ruptam fidei i & do5irin:èventatem -, perpetua fuccejjìone in nos derivandam,
toto texrarum Orbe céleberr imam y cumlocodeprejfo, obfcuroy &infalubri [ita.
eflet i aulaperempta , veftibulo , cubicuUs , circum , c^ infra ,fcalis , porticibus ,
totoque (edificio àfundamentis extru6io , fubfelLiis , pluteifque dire6lis , librts dif-
pojìtis in hunc edttum , perluctdum , falubre , magifque opportunum locum extu-
ììt y pi6iuris iUujlribus undique ornavit , liberaltbufque do£irmis , & publicajìu-
diorum utilitari dicavit^nn.i^SS. Tontif.^. Così la ifcrizione. Perle quali
degne opere in beneficio publico , come riferito habbiamo , de' Regni , Rè ,
e Regia del Chriftianefimo , fii obhgato Sifto a una nuova aggiunta di Mon-
ti Fede , & ad una nuova erezione di altro Monte Camerale in quantità di fei-
<;ento quarantaquattro lochi, per cui egl' indebitò lo flato proprio con nuo-
ve contribuzioni per redimerne gli altrui .
Mi quelìio "ran Pontefice giudicando alle correnti Hereiìe forfè più vale- ^, „ .„
voh le armi, cheUlibri, concepì un idea, epoieinoperaunpenliereonon accumulato in
fovvenuto, ò non mai certiamente effettuato da alcun fuopredeceflbre, ò C;ìfteiioindifef4
fucceflbre nell' Apoftóhco foglio del Pontificato Romano . E ciò fiì l' accu- ^ ^^^ ^ •
mulamento di un teforo di tré millioni di feudi d'oro, eh' egli.in tré [<2 Janni a ^,i.i. 2. & j.
adunò , e ripofe confacrato aSS.Pietro , e Paolo dentro il CaftelS. Angelo f^'tPor.tificatus.
con leggi prefcrittedanondoverfi quindi eftrarne alcuna fomma, fé non in
feicafi, che avvenir potrebbono, e fra efll egli annumerò quello, \bisi- . , „ „ ^. .
mamfejtum periculum immineat i ne aliquaexChrijtiams Trovincits abmjide- v.conjiit.ji,
libtts, & Catholica Ecclefice Hofiibus occupetury tuncque fubftdii tantum fe-
rendicaufa. Qualgenerofa, e falutevole idea confermò apprelfo ipofteri
iafamadi quello Pontefice d'inconcufla fortezza, e d'invitto zelo contro gli '
Heretici inimici della Sede Romana, aificurata da elfg con azioni forpr^rh
denti, emaravigliofe. " ' '"
C A-
G R F. G O-
RIOXIV.
ctmb.
Henrii© il gr.m
de, RèdiNavar
X» , e di Francia ,
e Tue qiulità .
b Calv.ti>iji. 284.
d yAnno 1572.
558 Secolo XVI.
CAPITOLO
XII.
Converfionc 1
lui slla FedeCj
tolira.
Urbano Settimo Romano, creato Pontefice
li 15. Settembre 1590.
Gregorio Decimoquarto Milanefe , creato Pon-
tefice li 1 3. Decembre i j9o.
Turholenz^e della Franerà in materia di2{eligione . ^alita di
Henrico "Borbone 1^ di Na^varra , e facce jji'v amente di
Francia .Diploma Pontificio di fcommunica , e di defofizjo-
ne dal "Regno contro lui , Sentimenti , e querele de* Parla-
menti Her etici della Francia . Ponderazjoni dell' Autore
[opra queflo fuccejfo : e argomento pr attico y CiT* invincibile
contro i Francefi dell' autorità indiretta de' Papi [opra la
temporale giurifdizjone de* 2(è , e Regni Chrifliani .
lecinove Cardinali creò Gregorio Decimo terzo nell'ultima
promozione, cheeflb fece, e quattro di queftifucceflìvamen-
te afcefero al Soglio Pontificio , cioè Urbano Settimo , Gre-
gorio Decimoquarto, Innocenzo Nono, e Leone Undeci-
mo, tutti di breviUìmo Pontificato, mentre due di efiì non
paflarono unmefe, egli altri due un'anno. Morto Urbano
dodici giorni doppo la Aia creazione, il Pontificato dì Gregorio Decimo-
quarto, che glifuccefl'e, riman memorabile per gli affari della Francia, il
cui Re^no era allora governato da Henrico di Borbone Rè ài Navarra , che
divenuto poi Gri2wrff, e per fopranome, eperglonofe imprefe, darà à Noi
ampia materia di difcorfo in qucfta Hilloria. Era egli [a] nato di Padre Cat-
tolico, màdiMadreHugonotta, Figliodi Antonio Borbone Duca di Ven-
derne, e di Giovanna Regina di Navarra, fottola cui tutela eglifinpic-
colo di nove anni, in cui lafciollo il Padre, beve il. veleno della Hereiìa
Calviniftica: onde perciò fùfemprc dilacerato da Calvino [/>] il nome del
Padre, ed efaltato da Beza quello della Madre. Nellapiù florida età di pri-
ma [e] gioventù fu egli eletto dalla fazione Herctica per Capitano , e
guida; e perdura la Madre, indi[rf] a tre anni fposò in Moglie Margherita
Sorella del Rè Carlo Nono di Francia, la quale ottenne prima da Grego-
rio Decimoterzo difpenfa òi parentela, e di difparità di Religione. Mi
non pafsò l'anno delle nozze, che invitato dal Rè, e dalla fpoTa alla Reli-
ligione Cattolica , e convinto della falfità della Calvinirta dal Cardinal
Carlo Borbone Tuo Zio, publicamente abjurolla, ammeffodal fopracita-
to Cardinale con autorità Apoitolicaallacommunionc della Chiefa, al-
ia n-
'Capitolo XI L ^59 Grego^
la ribenedizione della perfona, e airafliftenza de'Divini Ufficii, e della ^^^ AlV.
Meffa. Ma i torbidi del Regno sbalzandone qui, e U nonmen il corpo,
che l'animo, eglidirgraziat3mentericadde[a] nedi errori abjuratidella a^«»,iy7y.
Herefia, onde da Sifto Quinto ricevette il fulmine[6] della condanna, che b »/<««. 1585.
temporeggiò Tempre a lanciare il Tuo antecefFore Gregorio Decimoterzo,
ò fperanzofo del ravvedimento, òpreveniito dalla morte. Ma variarono sua rradut», e
per tutti li verfi , indianon molto, lecofe: conciofiacofache morto Hen- *"'"'^""»"'
rico Terzo [e] Rèdi Francia fenza figliuolanza mafcolina, ed Henrico
come più proflimo portandoli al Regno per ragion di fucceffione , e per *^ ^nntx^ 9.
potenza d'armi, fi divife allora m due parti la Francia, e li confederati
Cattolici rifolutamente fi oppofero alla novità di ricevere un Rè Heretico sua affunzione
m Francia , e li confederati Hugonotti potentemente lì dichiararono di fo- ^^^„fj-^"° ' l^%
ftenerlo. Quindi furfero crudeli Hìme guerre, &* alti clamori, che giunti le qIxxo\iI\\^\
alle orecchia del Pontefice Gregorio Decimoquarto, rifolverono a batta- J^gi'Hererid.
glia non men le fazzioni de' Soldati, che le penne de' Scrittori per gli av-
venimenti, che foggiungiamo. Eifendo cofa che Gregorio fpedìcolàin
Francia a favor della Lega Cattolica Hercole Stòndrato Duca di Monte
Marciano fuo Nipote con tré mila Svizzeri pagati, e buon nervo di Solda- ^occorfi dei Pa-
tefca Italiana, e con fovvenimento al Senato fedele di Parigi eziandio di paa'Cauoitci.
quindicimila feudi il mefe, da pagarfi dall' Erario Apoftolico peri bifogni
della Lega, ch'egli dichiarò unita per caufa di Religione , Mi quefte trup-
pe mal giunte in Francia pe' patimenti , trapaflata la Borgogna , e la Lore-
na , diedero più animo, cheajutoad AlefiandroFarnefe Duca di Parma,
con le cui genti elleno prima fi unirono, e poi fi difperfero, fopravenuta
indi a pochi mefi la inafpettata nuova della morte di Gregorio. Fùperò
piùfirepitofalafpedizione de' Monitorii Pontificii, che quella delle armi . suoi Monitora
Eifendo cofa che Gregorio nel medefimo tempo deftinò in Francia fuo contro Hcnric©
Nunzio MarfilioLandriani con due Monitorii, in data del primo [rf] àX'^^'^nmi^ \
Marzo, l'uno diretto agli Ecclefiafiici del Regno, in cui, di qualunque
condizione eglino fi fofl'ero , fi ammonivano ad abbandonare fotto pena di
fcommunica, e di fofpenfione in termini di quindici giorni il partito, ere-
cedere dalla obedienza di Henrico, che gii dicevafi Quarto in ordine a*
Rè di Francia, e fé fri altri quindici giorni eftettivamente non fi gittaffcr
ro a quello della Lega Cattolica , eglino incorreifero irremifiìbilmente nel-
la depofizione, e privazione delle loro dignità . L'altro Monitorio veni-
va indirizzato ai Principi Laici, e al popolo con il medefimo precetto , e
con la medefima pena di fcommunica, & in ambedue dichiaravafi Henrico
Borbone Heretico recidivo, perfecutore della Chiefa, fcommunicato, e
decaduto da tutti li Regni, eRegiepretenzioni. Il Nunzio fé ftamparne
le copie in Rhemns, chepublicatepe'l Regno eccitarono, com'èfolito Attenuto de-
nelle gran rifoluzioni, fremiti, e clamori da una parte, e ringraziamen- J^^f'^-'^^e|^i'*Herf.
ti, e laudi dall'altra, [e] I parlamenti delle Città Heretiche,' feguacidi niVoni'poiulfifrr'
Henrico , con precipitato rifentimento , dichiararono li Pontificii T>\- "^ ^,'y^'^'^'J'' ]^,l';l
plomicontrarii alle ragioni della Chiefa Gallicana, incitativi di ribellioni , "//■ji./.Z &"frq.
abufivi, e perciò irriti, e miìlì ìpfofa£ìo, e temerariamente li condanna- f^'/'"'';^'^'^'^'*
rono al fuoco per man di bo)a in mezzo alle pubhche Piazze j epublicaca /nCrti.Xiv.n.i',
taglia di tré mila feudi a favore di chi arreftaife il Nunzio Landriani , che
fcntenziarono alle publiche carceri fra malfattori, impofero pena di vita a
chiunque lo ri ccttalfe, e dichiararono rei di lefa Maellà tutti quegli Ecclcr
fiailici,
Greco- ^ ^^ Secolo XV I.
RIO AlV . fJaftici , che le Pontificie Bolle riteneltero , ò diviilgaffero; e quindi più alto
forgendo contro il medefimo Pontefice, ò lo dichiararono illegitimamente
clettOjò della di lui elezione appellarono al Concilio futuro.Così gli Hereti-
a NAt. ^lex. toc. cì . GloiTa qucfto fucceflb il Natale , e dice » [ <t ] Fatendum , hiec Diplomata
seitim-nto del ^'^^ /^/^^, ncc pì'udenter data , mijja, & publicatafuijje . Lafa juflitia ejìt
Natale r.ifo({eni. quoniam P^gni Succefìorem legitimumy Tontifex nulUm in F^gum nojirorum
mento di ciii. teniporalem ]urifdi£Ìionem habcns'y B^gni poffefjìone depcere tentaret \ così
egli. DunqueunPapa, ch'èilprimoPaftoredelChriftianefimo,nonpuò
Rigettati dall'Ali- fcacciare un Lupo dalla Mandra delle fuepecore? Dunque neghittofo hi
«ore. damirarnela defolazione, e lo sbandimento, fenza né pur dar una voce,
T - né pure alzare una verga? Se così è, li Succeirori di Pietro faran dati da
Chrifto alla Ghiefa per (edere in efia, come fiedono i loro fimulacri sui fe-
polcri, fenza parola, fenza motto, efoldiftucco. La Fedepericolava in
trancia : una mano Hereticaimbrandiva quel Chriltianifllmo Scettro : il Rè
Primogenito della Chiefa confederavafi con l'Heretico Calvino: ardeva
jnunmaredi fangue il nobil popolo di quel Regno, equelpoderofo, &
unico rimedio, efpeiimentato tante volte cotanto utile, perche formidabile
al Chriftianefimo, dovevarigetcarfi, far ire in perdizione tant' anime, in
mina tantipopoli, fol perche le Leggi del Regno ne vietavano l'applica-
zione, ne prohibivano il comando? Se qucfte fon Leggi del Regno, e fé le
Leggi di quello Regno non airiiiiettonocotal rimedio, come poi nell'anno
1589. cioè due anni avanti queflifuccelTì, che narriamo, il Collegio de
Theologi, edellaSorbona di Parigi, decretò, m mine r e fr agame, populum
La Sorbona aiToi. folutum ejje à facrameuto fidelitatis , & obedienti£ prxjiito Henrico Tertio
ve i Sadditi dal q^ Eum y cioè il popolo , pofsc Ucìtt ,& tuta confcicntia armari ,uniri y& pe-
lacche" n'papa citnias colUgere y e contro il Rè Henrico Terzo Cattolico, e legittimo pof-
poin .iiroivere i f^forc dì qucl Regno, fol perche egli odiato foife da'fuoifudditi,òperlauc-
mento" '"''' cifioue con ordine di luifeguita ili perfona del Cardinal diGuifa, edelfra-
tello , ò per altra caufa civile, e mifla , eh' ella fi folle ? Il fatto vien rapporta-
to dall' Ukfio Annalifta Francefe Henrico Spendano , e con circoilanze tali,
che Noi non poiiìamo in alcun conto tralafciar di defcriverne con le fue
proprie parole in quefto tenore il racconto. Si ricercò dal popolo diPari-
fe spor,d,<in.i5'9. gialla Sorboua, [b] ^npopulus Pregni Gallio poffet liberariy & [ohi afa-
tijim.ì. ' ' cramento fideiitatis y <T obedienti^e Henrico Tento prafiitOy &an tuta con-
fcientia pofiet idemTopulus armari y uniriy pecunias e Diligere ad defenfìonem ,
j& conferpationem Bjlìgionis Catholic^ adverfus ejufdem Henrici , e]ufque
fautorumnefirìa confilta^ Super quibus articulis y (fono parole del Decre-
to, che tol1;o ufcì per le fìampe ) congregata die feptima Januarii facultas
TheologiiC apudCollegìum Sorbona y pojì publicam fupplicationemomniitm or-
éinum di6i(e facultatis y & Mifiam de Spiritu San^o cclebratam, audita om-
nium, & fingulorum Mj.gifirorum , qui ad feptuaginta convenerunt , matu-
ra, accurata, & libera deliberatione , &multis, ac variis rationibus , qu^e
magna ex parte ex facris ScnpturiSf Canonicis janEliombusy & DecretisTon-
tificumy in medium prodit£ fuercy conclufum efi à D.De4:ano ejujdem facul-
tatis, nemine refragante, permodum Confilii ad liberandas con/c ientiaspri£'
... dióiipopuli: primumypQpulum folutum ejkà Sacramento fidclitatis , & obe-
;dientia Henrico praftito : deinde, enm pojje Hate y&\tuta confcientia armari,
antri , & pccunias colligere &c. Cosi ad verbum lo Spondano . Dunque
ÌJ4 lecito à Noi jl foqgiungere , ò la Sorbona ilima lecita iiialcuni cafi la li-
bera-
Capitolo XII. 5^1 Grego^
berazione dal giuramento ai fudditi , e perche tante (Querele contro i Papi , ^^^ ^^ * •
quando eglino la publicano nel cafo graviamo della Herefìainun Re ? ò
non la giudicano lecita , e perche tante orazioni , e confulte per emanarne
un Decreto contrario in inganno de' popoli ? Forfè la Sorbona ha maggior
autorità nella Chiefa di Chrifto, che li Pontefici Romani ? Forfè ad eflfa
fii conceflb l'ampio privilegio di alTolvere, e legare, e non a'Succeflbri di
Pietro ? Nell'anno 1589. i Dottori ài Parigi, poji publicam fupplicatio-
nem, convocati fin' al numero ad feptucigima,t con determinazione ma-
turai accurata, & libera y perfuafi, e convinti, ex Sacris Scrìpturis, Ca-
nomcis fan^iionibus , & decretis Tontificum , conchiudono , nemine difcre-
pante , queft' articolo , Topulum folutum ejk à facramento fidelitatis , &
obedmitiie Henrwo Tertio ; e poi indi a due anni nel 1 591. havendo ema-
nata quefta ifteffa decifione Gregorio Decimoquarto contro Henrico
Quarto, Hereticopublico, e recidivo, li Parlamenti di Francia ne fanno
abbrugiar il Diploma per man diBojanelle publiche Piazze, bandifcono
in tagha il Nunzio Landriani, cheportoUo in quel Re^no, e minacciano
alPapadepofizionidal foglio, e nuove pragmatiche dai futuri Concilii.
Di chi fia la ragione in quefta lite , ne fia giudice il Lettore , che noi voglia-
mo profeguire il racconto Hiftorico della converfione alla Fede del grand*
Henrico, conceputacon immenfi ftenti da Gregorio Decimoquarto, e
•partorita poi felicemente da Clemente Ottavo, ai quali Pontefici deve
principalmente la Francia e la bella Corona della Fede, eia nobile fuccef-
lìone in quel Regno della ftirpe Bortjona , foftentacolo della Chiefa Roma?
na, e gloria del Chriftianefimo,
Tomo ly.
Nn C A-
Clemen-
te VIIL
Condotta di quc-
no Poncefice re-
gi' affari della
Francia.
a. Vedi it neftro j.
tom. p*%.2^.
b Snh ritta «J.
e ,^ptid Spendi
^6z Secolo XVI.
C API.T O L O XIII.
Innocenzo Nono Bolognefe , creato Pontefice
li 50. Ottobre 1591.
Clemente Ottavo Fiorentino , creato Pontefice
li 30. Gennaro 1591.
Conruerftone di Henrico ^arto 2(è dì Francia alla fe-
de Cattolica , e partigoJarita di cjfa - Affari d' InghiU
terra , e morte aella "Bigina Elifabetta . Oferazjoni ,
e z^elo di queflo Pontefice contro gli heretici . J\4onti
eretti da lui in beneficio della cauf^ fuhlica de^ Catto-
lici. Connjerfione alla Fede di Stefano Cal'vino. Fi-
lippo 2\dornè celebre Cal'vinifla , fue quelita , e fcritti .
Danielle Carnerio , e fue herefte . 'Bolla Pontificia a fa-
'" 'pere de' ^ligiofi circa V amminiJìr^z,ione de Sacramen-
ti. F amo fa difputa in "Bscma trpi> h Padri Domenicani ,
e Giefuiti [opra la materia de Auxiliis , e fuo corfo
fotta queflo Pontificato.
Quanto falutevok fofle alla Francia il paterno rigore di Gre-
gorio Decimoqiiarto , e quanto bene ne feguitalle la condot-
ta il Aio Succeflore Clemente Ottavo, fu comprovato dagli
avveninjeAtiprofperijchefeguiron'o , di converfione del Re •
e di pace nel Regno,. Dunque Cleniente , I^neo nella Fede» co-
me il fuo gloriofo antenato, di cui[4] altrove parlammo,
fcefe nella gran battaglia, armato dal medefimo zelo del fuo Anteceffore ,
e fu'l bel principio del fuo Pontificato rifolutaménte [ ^ j fcrilfe al Cardinal
Filippo Sega detto il Piacentino dal Vefcovado di Piacenza, eh' ei re^e^/a ,
Legato in Francia della Sede Apoftolica , acciò ognjfua opera pone(k alla
follecita elezione di un Re Cattolico in quel Regno, il quale havede forze,c
animo proporzionato , e pronto a combattere ,' & abbattere la Herefia . A
queft' effetto eccitò egli ancora li confederati Cattolici communi contro
l'inimico commune , che tal'effo chiama il Re Hugonotto , che fofiene va al-
lora quello Scettro . Il Parlamento , e Camera Heretica al Breve di Clemen-
te oppofe un Decreto fomigliante all'accennato, publicato da'medefimi
Heretici contro quello di Gregorio,quale [e] dal Senato Cattolico di Parigi
fiì fatto ardere per man di Boja in mezzo alla Piazza . Onde deducefi, che la
migliore , e maggior parte della Francia atteftò co' fatti l'autorità Pontifì-
cia , e forella fu calpeftata, e contradetta dagli Heretici . Perloche Dio non
volle
conver .
e
Capitolo XIII. 5(^3 Clemen-
volle abbandonarla caufa dell' antichiffiina Chiefa Gallicana cotanto bene- TE Vili,
inerita del ChriftiartefimOj e con maravigliofo fiicceflbla volle diilintainen-
te riconofcere dall' altre tante Chiefe nella Germania , nel Settentrione , e
nell'lnghilterraj date in preda all'Herefia j e perdute nell'abilfo degli errori :
poiché nel boUor maggiore delle armi fra le fazioni della diverfiti de' Setta*
rii, e dello fdegno Regio co'l Pontefice i fé forgere inafpettataniertte la quie-
te nel Principato , l'uniformità nella Religionej e la fuggezione al Pontefice {Jone j^i ""
per quella ftradajonde meno afpettavafi cotanta mutazione,cioè per la nnò- coffo di que'fio
va converfione alla Fede Cattolica del Re Henrico, che con un tiro d'anima ^"*^"'^'' •
grande ricuperò a fé il Regno, al Regno la pace j e alla vera Religione l'anti-
co Imperio . Come ciò fuccedelle, eccone diflinta, e breve la contezza . O
folVe il timore di vederfi in faccia un Re creato dalla Lega Cattolica, ò ne-
ceflltà di non vederfi ribellato tutto il rimanente della Francia, ò con più ra-
gionevól motivo lalta^e fecreCa difpofizionedel Cielo,che fpefle volte fi fer-
ve a fua balia degli humani accidenti per rendere operativi, e fermi li fiioi di-
vini decretijCerta cofa fi è,che comincioifi da Henrico a feriamente penfare
alla ficurezza dell'anima fua, e del fuo foglio , quale altronde venir non pote-
va^ che dalla rifoluziorte della fua converfione alla Fede Cattolica < E perdi
egli era fornito di fpirito nobile , e rifoluto , e perciò atto non men a cOno-
fcere il vero , che ad abbracciarne le confeguenze , chiamò \a] a. fc quattro a d!* aj, luin
infigni Ecclefiafticil'Arcivefcovo di Bourges Reginaldo Belnen,il Vefcovo *^^^'
di Nantes Filippo Beco , quel di Du Mayne Claudio AngeneO > e quel di Eu-
reux Giacomo DavyPerronCi ecommunicati [b] ad efil alcuni fuoi dubii tnt'Hr'exìmhlZ
circa alcuni articoli controverfi della Fede,& uditili con imperturbabile fof- t'ch aais ^/«i
ferenza per intiere fei hore, alzoffi dal Trono, ov egli fedcva, e rivolti prima l'!tjf'&''"x 'T,Ì
gli occhi al Cielo, epoialoro^ Fi ringrd'^io, dilfe, ò fniei Maefiri i che ^eud^H^orim.
per VOI apprefa la vera fcienT^ay da voi ho imparato ciòt che non fapevo i
e quindi egli dichiaratofi Cattolico, agitófll da' Vefcovi la forma , e'I modo
delia riconciliazione publica con la Chiefa . Il Cardinal Legato , che quefte
coferifeppe, proteftò con divulgato Diploma, appartenere al Papa cotal
funzione : eflendo cofa, che havendo Sifto Quinto dichiarato il Re Henricp
Heretico, recidivo, impenitente, fautore, econdozieredi Heretici, iigin^
diziO di eflb era rifervato alla Sede Apoftolica, dalla quale n'era direttamen-
te provenuta la condannazione, eia prima fentenza. MdgliEcciefiaiiicidi
Francia giudicando pericolofa la dilazione , ftimarono loro dovere , ailicu-
rarfi con atto pubiico della Fede del Re , e rimetterne quindi rollecif a la no-
tizia al Papa, dal cui oracolo attender poi fé ne doveife la defiderata confer-
mazione é Ed in cfecuzione di eflb la Domenica, [e] in cui cadde in queli'an- « 1$. Lugli» ij? j.
no la ferta dell' Apoftolo S.Giacomo,portatofi il Re a giorno chiaro al Tem-
pio proflìmo di S.Dionigi, veffcito di candida vefte, mi con manto.e cappel-
lo nero , fri gran comitiva di Principi , e Minifiri , circondato a difefa , & a
pompa da multiplicate guardie di Svizzeri, Scozzefi, e Francefi , fermoflì fu
la foglia della Chiefa in preparato Trono , ricoperto anch'eflb di bianca col-
tre, fin tanto, che fecefegli avanti il Vefcovo di Bourges in habito Pontifica-
le, accompagnato dal Cardinal di Borbone, e da altri undici Vefcovi,e molti
Abbati, e domandogli, Q^uifnam ejìet ? e rifpondendo egli , EJJ'o ejjcrc il
T{e, il Vefcovo di nuovo interrogollo , Quid peteret ? ed egli di nuovo
replicando. Di ejfere ammeffo nel nembo della Chiefa Cattolica, ^pofloli-
caj Bimana y fu la terza volta ricniefto, u^n id ex animo vellet ? ed egli
N n 2 allora
Clemen- j^^ Secolo XV L
TE Vili» allora pofloll ingìnocchiòne , Trotefior j diffe , ac juro coram Dea OmnU
potente , vivere me velie , & mori in I\eligione Catholica , ^poflolica , l{g-
mana, eamdemque protegerc, ac defendere adverfus omnes periculo [angui-
niSi & vitte mea : renuncians omnibus harefìbus contrarits do^ìrime San£ii&
Ecclefia CatholiciS, ^poftoHea , B^oman<& ; & in così dire , egli porfe all'
Arcivefcovo la carta della Gonfeffione Cattolica da elTo di fna mano fotto-
fcritta, e baciandogli devotamente l'anello Epifcopale ricevè da lui la be-
nedizione, e raflbluzionedellaHerefia. Ciò fatto, egli entrò in Chiefa ,
avantiilSantiffimo Sacramento ripetè la medefimaConfelIìone di Fede, e
baciato l'Altare , Ci ritirò in difparte, e con confefllone fecretaavifta di
tutti confellbilì, ricevendo dal medefimo Vefcovo l'aHbluzione de' pec-
cati. Rimbombò intanto la Città di allegro fparo di bellici ftromenti, e la
Chiefa di devoto concerto di facre melodie, &intonofli il Te Deum, au-
gurando il popolo con vive voci vita, e felicità al fuo Monarca : can-
toflilaMefla, alla quale aflìftè il Re, fìccome il giorno alla Predica, &
agli Uificii del Vefpero , portandoli fui far della fera pompofamente a Ca-
vallo alla Chiefa del Monte de' Martiri, dove refe grazie a Dio, al quale
raccomandò fé , & il fuo Regno j e fi vidde allora la Francia ardere in fuo-
chi di fanto gaudio all' annunzio della feguita riconciliazione, che Go'l vo-
lo de' Corrieri fi fparfe incontanente per tutta dentro, e fuori la Francia,
deputando il Re una fontuofa Ambafciaria al Pontefice in perfona del Duca
di Nivers, di Claudio AngeneO Vefcovo du Mayne, e di Ludo vico Se-
guerio Decano della Chiefa di Parigi , ai quali precorfe , come foriere di
gioja , Ifaja Brochardo Cliella con lettere del Re al Pontefice enunciatorie
della fua converfione alla Fede , e come preparatorie alla grande Ambafcia-
ria, che fopravenne.
Gitifte rifleffioni ^à uou COSI in Roma, in cui varii riflefH ritardavano il gaudio della
vere qSe/'RVnd- convcrfionc del Re , sì perche il fofpetto di uno , eh' era fi:ato recidivo nel-
d if Thìfci"'°"^ laHerefia, faceva creder poco, come perche le frefche cenfure fulminate
da Siilo ponevano la cofa in iftato di pretender molto. Coriciofiacofache
non giudicandofi valida l'afibluzione del Re ricevuta in Francia fenza il pie-
no confenfo del Regnante Pontefice, e confeguentemente dubitandofi fem-
pre più della varia , e mala fede fin'allora profelfata da Henrico , Clemente
per non elfere come forprefo in un fatto cotanto confiderabile , pefava con
lungo indugio le fue deliberazioni, non tanto in riguardo alla fua maffima
podeftà, quanto in riflelib alla publicafodisfazione, correndo allora per
la Italia alcune fcritture di chi folleneva , non poterli almeno sì facilmente
dalla Sede Apoftolica rihabilitare al Regno un Heretico recidivo , e di chi
aflerendp il contrario, difendeva con autorità pronte della Sacra Scrittu-
ra, e de' ferirti de' Padri, non folamente poter il Pontefice difpenfare eoa
un Heretico recidivo, e di gran lunga errare, chi altrim ente infegnaffe, e
difputaffe contro l'autorità delle chiavi , ma eziandio Clemente ri.trovarfi
in obligazione precifa ài difpenfare alla inhabilitazionediguelRe per la
Corona di Francia, bench'egli fofle recidivo nella prevaricazione della
Fede, con il motivo precifamente delle malfime, & emergenti utilità, e
neceilìtà della Chiefa , e per li graviiiìmi imminenti mali , che farebbono
per fortire , fé fi negafie la richiefta difpenfa. Frài primi Ci annumera
la fcrittura di Gonfalvo Ponce di Lion di Spagna, e fri fecondi quella di
Arnaldo OlfatFrancefe, che per fregio di dottrina, e pregio di Chiftian.i
coftu-
Cadmio XIII. 565 Clemhn-
coftiimi merito Hi poi dal medefimo Clemente Ottavo il titolo , e la dignità ^ ^
di Cardinale . Fri il dibattimento di quefte apprefe incertezze , fi attenne
il faggio Pontefice al partito ficnro del tempo , che in ogni gran male è un
gran rimedio, e particolarmente egli è maflìmo , quando da eflb dipende
lo fcuoprimento del vero . Duncjue Clemente né volendo udir gì* inviati ,
né dar'orecchia ai trattati, fpedì incontro al Duca di Nivers Antonio Voi-
ievino della Compagnia di Giesù , Religiofodigiàefperimentato in gravi
affari , e da Gregorio Decimoterzo altre volte impiegato nella Legazione
inMofcovia, conlettere, &ordini, incuifignificavafiairAmbafciiadore,
goder Clemente dellaconverfione del Re, e defiderarlatale, qual'erane-
ceflaria al bene publico della Francia, ma non poter' elfo ammettere lui ad
udienza , come Legato di un Re , non riconofciuto per deflb dall'Apoftoli-
caSede, ma femplicemente come perfona particolare, e pellegrin devoto
di Roma; però egli Ci afteneire da ogni publica entrata > e fol facefle fiia di-
mora in quella Città per lo fpazio di dieci giorni, doppoilquale ne partif-
fe : e fe il Vefcovo du Maynefiio collega volefle alcuna cofa riferire fui ?
propofto progetto , andafle prima in nome di Henrico Borbone ai piedi del \
Penitenziere Maggiore , ede'SacriInquifitori, e poi a quelli del Papa j e ■'
rAmbafciataimpoftaalPoffevino fu ne'medefimi termini replicata altre ;
due volte in Roma al medefimo Duca di Nivers , prima dal Maeftro di Ca- ^^
mera di C lemente, e fecondariamente dal Cardinal Francefco Toledo della • ;:
Compagnia di Giesù, che diporto Ili valentemente in queft' affare tanto in
foftenimento, e credito dell' Apoftolica autorità di Clemente, quanto in I
rifpetto, e fervizio della Regia perfona di Henrico. Lunghi però furono, ì
e di fcabrofa riufcita li trattati , che durarono difficultifiìmi due intieri ' '" \
anni con l'impegno della Francia da una parre, e di Roma dall'altra, che '.
tiroffi dietro quello di tutto il mondo, divifo chi in favore dell' uno, e chi >'
dell'altra . Né meno ci voleva a ripartorire al Chriltianefimo il Re Chriftia-
niflìmo , & alla Chiefa il Figlio Primogenito òi\ ella ; onde ben dir Ci potreb- {
be, mutato il nome della nazione, ciò che già della Romana fcriffe il Poe- .
ta Tants, molis erat Gallorum condere gentem . Ma combattendofi \
tra l'efiggerfi il buono , e l'elferlo , facilmente avvenne , che altro non '
cercando Clemente che vera fede in Henrico , e dimoftrando Henrico in
ogni fua azione la fincerità di efia, fi avviafle da fé medefimo il negozio ;
alla conclufione , fenz'altro dibattimento , che del tempo , il quale pofe in
chiaro la rettitudine delle intenzioni. Comeapiùprofiìmo, prima quelle
del Re apparvero al Regno di Francia, le cui principali Città, tutte fi affog-
gettarono volentieri al fuo comando , e poi al Pontefice , che con paflìone
di defiderio ne attendeva da lungi il fucceffo : in modo tale , che refo certo il
Papa dall'autentica de' fatti della ferma deliberazione di Henrico nella
profeffione Cattolica , & aflìcurato il Re della benigna intenzione del Papa
nella richiefta riconciliazione, fpediffi [<z] da Parigi nuova Ambafciaria a a ^wn, 1J55,
Clemente in perfona di Giacomo Davy Signor di Perrone , e Vefcovo d'
Eureux, che giunto a Roma , prefentò al Papa il Libello fupplichevole
di Henrico , e fcongiurollo per Dio a non ritardar maggiormente e la con-
folazione alla Chiefa, e la quiete alla Francia. Arnaldo Offat ( in qualità
allora di femplice Sacerdote, dimorante in Roma) replicò di regia commif-
fionelamedefimafiipplica, e benché Clemente fi ritrovaffe difpofì:iflImo
alla richiefta, nulladin^cno tanto giudicò preponderante l'affare di rihabili-
Tomo IV. Nn 3 tare
Clemen- ^^^ Secolo XVI.
TE V 111. ^^^^ m^ j^g recidivo al Regno , che non mai egli foflfrì più angofciofe le pe-
* i.sAug, ì595> n€ di quefto parto , che nell'atto del partorirlo . Intimò [d\ il Conciftoro ,
€ in eflb efpofe ai Cardinali, quanto fin dal primo anno del fuo Pontifi-
cato eflb operato havefle in queft' affare, e con quant' Apoftolico vigore ,
e rigore havefl'e maneggiata fin' allora quefta caiifa : nulladimeno rinve-
nirfi Henrico non efacerbato dalla repulfa , non irritato dalla non curanza ,
ma co ftante nella Fede , oflequiofo al Pontificato Romano, ebenche pa-
drone fofie di tutto il Regno, pur' egli replicar le inchiede, avvalorar le
fuppliche, e domandar pentito l'alibluzione : nulla a'fuoi Predeceflbri
effcrfi affacciato di più arduo da molti fecoli addietro , che il prefente trat-
tato, eperòeffo a nulla maggiormente efortarli, che a proporre i loro
configli con fol Dio avanti gli occhi , l'augumento della Religione , la con-
fervazione, e l'amplificazione della Chiefa, e latranquillitd, e concordia
del Chriftianefimo : e fu quefto punto in fecreto colloquio egli volle udir ad
unoadunolifentimenti precifi di tutti li Cardinali. Quindi H volfe alle
orazioni, & a Dio, & intimate publiche preghiere per la Cittd, edefpo-
fto in diftinte Chiefe, e giorni con publico apparato il SantiiTimo Sacramen-
to, egli con la fiia famiglia due volte portofil a* piedi nudiinprocelfione
dal Quirinale a S. Maria Maggiore, nella cui Chiefa celebrata laMeffa ,
\t^Z'^'fit'!'*^^^ ''^^^^^^^^^'^^^^^ ^ ^^^^^^^ Quirinale, [i>] demifio capite,
comedic^unHìiìovicoy flenfque, ac neminem r^fpictens, neiquebenedt^iio-
nem occurentibus , ut moris efty impertwns,
E con l'ajuto del Cielo venne finalmente a luce il gran parto. Prima
furono ftabilite le condizioni dell' affoluzione , e poi il compimento .
e idttmhid. «.j). Elleno vengono riftrette dall' Annalifta Francefe [r] a quefìe {edici.
Trimò . Ut Trocuratores jurarent B^^is nomine , [e San&£ Sedis , &
wandatis Ecclefìa parituros .
Secundò . Coram Tontifice Cahinifmum , atiafqMc omncs harefes ejuratu-
ros , ac profejjìonem fidei ci tradituros . .;.;.t r
Tertiò. I{ex m Vrinctpatu Bearnenft ^eiiglonem Catholicam reftituerct ;
Catholicos Epifcopos in eo nominaret ; & quoufque antiqua bona eis redde-
rentur, de fuo eis largir etur^ quo fé prò dignitate fuftentartnt ,
Quarto . Ut intra annum Trincipem Cond^um è manibus H<£reticorum edu-
ceret , & in Catholicorum reponeret , à qutbus m Religione Cathoiìca , &
Cbrifliana pietate educaretur.
Quinto . Concordata cnm Sede ^poflolica tam in Beneficiorum nominatio-
ne y quàm in omnibus aliis integre Jervaret .
Sextò . Concilium Tridentinum promulgandum curarci , & fervandum in
omnibus, tisexceptisy quae cifra publica tranquitlitatis perturbationem , aut
fimiles confidi rationes , executiont demandari non pojfmt .
Septimò . "^ullum Hareticum , aut de harefì fufpcóium , ad Epifcopatus ,
aut Monafteria , (j7- alia Beneficia Ecclefiaftica nominaret .
05iavò . Tracipuo loco haberet , <jr in patrocinium fufciperet perfonas
Ecclefìajiicas 'y ncque eas ab aliis opprimi, aut vexari , eorumve bona reti-
neri pateretur.
Ts^onò. Si qu£ bona, aut caflra ditionis Ecclefiaflic^y bene fidi profani ti-
tulo cuiquam five Catholico , five h^retico data efient , revocarentur , &
Ecclefiói reftituerentur , , -
Decime. B^x fa£lo di6ìoque , ac precipue in difpenfatiom bonorum >
&di-
Capitolo XI I L 567 CrFMEK-
C^ dignitatum, oflenderety Catholicos fibt precipuo efte loco ; omnefqHC in- ^^ Vili.
telligerent i percupere ipfum folam Catholicam l{eligionem m ipfius kegno
vigere,
Dectmoprimò . Legitimo impedimento cefìante , quotidie Coronam B^atifjì-
ms yirgmisj quarta quaque feria Litanias-, (tngulis Sabbatis ^pfarmm t'juf-
dem l/irgintSt quam prò Vatrona fua in l oelis aftumet ^ recitaret : Je^unia,
eir cheterà pracepta Eccle(ìx fervane : quotidie Sacrum audiret : fejìis die-
bus Mijj£ foLemni intere jjet,
Decimojecuudò. In (inguln 1\^gni fui Trovinciis, <& in 'Principatu Bcar-
nenjii unum Monajienum virorum , vel fcemmarum I\€ltgionis Monaflic<£ »
vel mendicantium ex reformatis adifie iret.
Deamotertiò . Saltcm quater in anno peccata fua facramcntaliter confite-
retur i er Sacram EuchartJ^am publicè fumerei .
Decimoquartò . B^tam habiret; , totam legato , aut T^uncio in Franciam
mittendj, abjuratijnem hierefum^ profeffiontm fidei, & alia àVrocuratori-
bus promijja , (jr ratil^ibitiiottts- infirìimemum. ad Tomificcm mitceret .
Decim^qmntò . yd-d Vrinapes Catholicos fcréeret , gratuUns de fua re-
conciUatione cum Eccleftj ì\gm.ana j^ of^ndcnfqu^ fé in. ea. fmper perf entra-
re velie,
Dccimofeì^t^k» Jubertt i per unitferfum B^gmmi gratiastì^o agi protamin- Airimione , e
ftgni acceco ab eo bcmficio. Così elleno . Difpoiic ciwiquie , enfolLUce le p,^n"H'J:;toi'Re
cofe, (ì procede aH'acmalearibluzione, i cui acci, annotati allora lUiJiibli- Henrico iv. dt
caiitrojuentada'Notanprerenci, cita [a] lo Sponduno fra le relazioni del l'sllni.a». i5yy.
Perroncallequa-li concordano quelle della Bibliotheca Vaticana, [b] Se- ■'«'"?
devail Poncefice in alto Trono nel Porcico della Baiìlica di San Piecro, le cui j, ^"s^puZrtt
porte vedevaniì chiufe , per aprirle a fuo cempo airingreflo dei penitence . 1595-
Quivi comparve il Perrone , e l'Oliac Regii Procuracori , che baciaci al Pa-
pa li piedi, utidiellicioèil Perroneadaltavoce, l'altro cioè TvOiiat a vo-
ce balia IcHero m nome di Hentico il Libello fuppLchevole, o vogliaai dire
il Memoriale , in cui efponevaii la preghiera di Henrico, chedo.nandava
la benedizione , e la tocale airoluzione dalle Cenrure , dalle quali era itato
inrrancia à qiiodam'Tr^^lat-o alloluco : ed eglino nel aiedeamo tempo lo
prelencarouoal Pontert-ce. AUorarAlVciiordel S.Oiiizio lelfe il Decreto
dei Papa, mcui, dichiarata nulla , e invalida i'alibluzioue dt quel Vrtlato
Francelc, iìgnitìcavatidetepaìinacoilPonceiìce di aggraziare Henrico di
ognirichielta benedizione, e riconciliazione, ogni qualunque volca egli
pennezzode'fuoi Procuratori abjurall'e tutte le profetiate Hcte'ìe, e gui-
ralìe de jiando^ &" parendo mandat li Ecclefu , Il che da elli latto, e giurato
coi cocco de'Sacri hvaugelii, Recitata, e fcntta la Conte. lìone di Fede ( cioè
quellamedelima,chefu-ole[tf]proteirarlìda'Vercovi,edaaitnpromoiìia' «^ w.t»f t/H? ;»
Benertcìi hceieualtici ) lecce le canuizioni impolte ai Re m penuenza , ól ap- c»V«r.' Z,' " '
provaceda'Ptocuratonconprofnefladiproncaollervanza, il pcironc, e
l*Uitac li giLtaronodi nuovo, ai piedi delPontedce, che ad adagiato canto
del Mifhere j con una verga percoUeadogni vciTeccodelSai aO le (o'diìc
di eiiì. Terminaceli Salmo, il Papa alzoilì in piedi dai loglio, e recita-
te le lolite orazionjpre^ricte nel Poncihcale, di nuovo ledeiKlo, pronuii-
cioad alca voce la lentenza dell* alibluzione, e comandando, che il aprif-
feroiepotte della Chiela-, impofeai Cardinal Scniiiuo Pcnicenziere, che
v'inmadiKèfleéeiicro li Regn Procuratori ; il che fegui al canco dei Te
Nn 4 Deum,
CtEMEN- j58 Secolo XVI.
TE vili. Deuruy & al rimbombo de* cannoni del proflìmo Caftello, che annunzia-
rono a Roma quel gaudio , in cui quefta Città per tré intieri giorni tutta,
per così dire, fi dirtrulfe in lumidifefta, in eccitamento di allegrezza, e
indimoftrazionedihonoreverfoilChriftianiflimoRe, e Regno di Fran-
cia. Clemente fé coniare medàglie con in una parte la fua effigie, e'I mot-
to , Clemens Vili. Tom. Max. an. ly. e nell' altra quella del Re Henrico
col motto, Henricus W, DeigratiaFrancUy & '^avarra F{ex ChriftianiJJi'
mus : e a gloria eterna della converfione di quefto Monarca fui Monte
Efquilino di Roma in faccia alla Chiefa di S. Antonio inalzoflì una gran Cro-
ce, eCrocififlb di marmo fotto un maeftofo Baldacchino foftenuto da
quattro colonne medefimamente di marmo con quefta ifcrizione.
D. 0. M.
CLEMENS FIIL P. M.
AD memo:bjam
A3S0LUTI0NIS HENl^ICI /PI
F2{_ANC. ET NAVA^
\EG. CH'BsJSTl^NlSSlMl
Cl^F. A. V. W. KAL. OCTO% M.D.XCF.
Dalla converfione gloriofa di un Re Chriftianiffimo in Francia, paflia-
mohora alla oftinazione diabolica di una Regina Heretica in Inghilterra.
a Dhi3»^prìiis £^j Apparvero in Cielo con raro prodigio [b] nel Contado di Norfolch
h%lbad,»eira de moItc Ctoci preuuncie del furore di Elifabetta contro i Cattolici , come fé
SMfm.^ngm. ji Cielo ftcflo animar li voleffe alla fofferenza di que' patimenti, che mi-
'* ■^* nacciavagli ogni giorno la fpietata Regina, con la moftra dì quella infe-
Rinovaiione di gn^, coulaqualc in collo precorfe a tutti li Martiri Giesiì Chrifto. AH'
pWeciiiione in avvenimento fcguito in Clelo andò di pari un altro feguito in terra, md
inghiiurra. ^^^ dall'Inferno venne foprala terra, fufcitato dal Diavolo per animare
e idimibid,t»^. anch' effo i fuoi feguaci nella pertinacia della Herefia. Un Calvinifta [e]
Guglielmo Hacketto , che fi predicava mandato da Dio alla Inghilterra per
ridurla tutta nella fola confefllone della Calviniftica Setta, prefo dalla
sbirraglia, inattoch'effo in publica Piazza trapafsò ferocemente con un
pugnale la Imagine della Regina, vociferandola donna indegna di coman-
do, perche feguace di tutte l'herefie, fii condotto al patibolo, come reo
di lefa Maeftiì, e quivi da quell'alto infultando il Cielo, la Regina, il
Magiftrato, e'I mondo, Deus aterne, efclamò. Tu nofli, me rerum effe
Jehovam , quem mijtfti : aliquod miraculum è nube ai convertendos hos
mfideles exhihe, & me ab inimicis eripe : fin mìnus calos inflammabo, &
te tuo throno bis manibus deturbabo . Ma il miracolo fu , eh' egli allora fi
vidde impello il capefìro al collo, acciò dalla gola alla bocca non più paf-
falfero corali facrileghe beftemmie : md pur trovonne l'adito un'altra.
Attentato, e mor. qujindo nell'cfler giùgittato dalBoja dalla fcala, Hoctine, fremendo dif-
te di unCaivini. (q ^ ^q j^ayio colUto rependis i Venìo ulturus : e fu il mal andato, non in
^ ' vendetta (ielle fue pene , ma in caftigo delle fue colpe . Un fuo compa-
d Idem ihidi gno Edmondo [rf] Copingero non con ferocia , come l'Hacketto , ma con
oflinazione morì di volontaria inedia nel carcere : efaltati però l'uno, e
l'ai-
Capitolo XI I L 5^9 Clemen-
l'altro con laude, elaureadiMartindai legnaci della Herefia. Quelli por- '^E Vili.
tentidel Cielo, e dell'Inferno, precorfero all'horribile W Editto della ^ ^^'"^ ''-'''
Regina, che intimò a Cattolici , tormenti , confifcazione , e morte , fé tem-
po Dio datole bavelle di penfare più alla morte altrui, che alla propria.
Conciofiacofach' ella fui finir [^] di Gennaro portatali a diportarll al fuo '3^««.t(?oj.
Reale, e deliziofo Palazzo di Richmond, nell' entrar di iMarzo ammalò, e Morte deir em-
poco oltre alle tré fettimanefii morta di anni fettanta in età, e quaranta- ge'c^^^'"',^^'^**
cinque di Regno . [e] Il Camdeno Proteftante defcrivela morta da Santa e c<imi.,in Eiifa-
nelle mani dell' Arcivefcovo Heretico di Conturbery ; onde il Foxo y[d] fé ''^^^^^^ ^^;,„^^^;,
vivo fofs' egli flato, l'haverebbe certamente annoverata fri i più riguarde- dd foxo 'vedi ,t
voli.SantidelfuoCalvinifticoKalendario. Ella nominò nel morire fuccef- i'''^'l,(jift,^Ì!pZg.
Tore, &herede alla Corona Giacomo Sello Re di Scozia, che fi dille primo 5".
d'Inghilterra, inquanto l'Inghilterra comprende il Regno dell'Angha, e
dellaScozia, ondeglipoichiamofli il Redola gran Brettagna. Fortunato
Principe, e Figlio di Padre Cattolico, e di Madre [e] Martire, nuovo ' ^'^^'^ ^""""'^
poflelfore di ampio Dominio , eh* egli governò in alta pace ventidue anni ,
e degno di encomio, fé non havelTe vituperati li doni della natura, e del
Cielo con la Herefia , eh' egli fempre profefsò fino alla morte .
LaconverfionediHenrico, e la morte di Elifabetta furono di gran van- Nobm opcrazio-
taggio alla Fede Cattolica e nell'un Regno , e nell'altro , & ambedue quefti '^'^t^fj^'vin.^'m
fuccefli refero famofo il Pontificato di Clemente Vili, il primo come par- difefa,e propaga-
to, il fecondo come guiderdone delle fue fatiche. Ond'egli da cotanto ^'onedaiai^de.
profperi avvenimenti animato , e fperanzofo di altri maggiori , con f omma
alacrità , e zelo di animo fi pofe all'ampliazione , divulgazione , e promo-
zione della Religione Ortodofla per tutto il Mondo . A bella polla qui tra-
lafciato ciò, ch'egli operò [/J con poderofa mano contro i Turchi infefta- f y,di u «ofin
tori della Germania, & invafori della Hungaria, per cui gli convenne indebi- '^^'"'■^'cu"'vm
tare lo Stato proprio con l'aggiunta di prellb due mila lochi di Monti al J^'^.
Mom.Q'ì<lovemale , con la erezzione di un nuovo Monte chiamato c/ì H«w- :, ,.
garia in fomma di duecento mila feudi, e di altro Monte denominato Soc-
corfo in fomma di altri quattrocento mila feudi ( quali pefi fopporta prefen-
temente lo Stato del Papa per la confervazione dell' Imperio nella Germa-
nia ) tralafciata , come fi dille , la enumerazione di cjuefl;i cotanto poderofi
fovenimenti in difefa della Cattolica Fede , de'quali in altro luogo [g] hab- e ^^.f^l^f^'Hi.
biamo fatta fufficiente commemorazione . [/;] Egli mandò Girolamo Vec- filZ adci^ccmum
chietti fino all'Egitto , con lettere , [ » ] e fulfidii a quelle defolate Chiefe , il '>' cum, vni. ^
cui Patriarca fepolto negli antichi errori , & idolatra della memoria del i Btr"'ann,%i'
condannato Diofcoro , aprendo gli occhi doppo dodici Secoli al lume del- «.-i-
la Fede , fpedì due Monaci Macariani , e l'illelfo Archidiacono della Chie-
fa Aleflandrina , fuoi AmbaCciadori , con humil richiefla della Cattolica
communione , ricevuti perciò fplendidamente da Clemente , che rimandol-
li poi indietro fantificati di precetti , e trombe fonore d' Apollolica benefi-
cenza del Pontefice Romano. Il Baronio ne rapporta negli Annali di [kì k ideminfint to,
paflaggioilfuccelfo, &inaltro luogo [/] diflefamente il racconto , &au- t'^nn'^ii.'
gurando ad efiì perfeveranza nella confefsione della Fede , Serò , dice j tan-
dem hoc [m] anno, Catholicam Fìdem, &^poJìolic£ Sedis communionem m ^„„, ,59;.
qiiàm avidtjjimè UH capere figmficamnt . Faxit Deus , ut qui ifta fcrihentes
. aolemus eorum lapfìt , atque mina , pariter & reparathne Utemur . Con
\2l medefima ampiezza di, cuore ApoIloUco ricevè Clemente la ricon-
cilia-
Clemen- j^q Secolo XVI.
JL Jri% filiazione con la Chiefa Romana de' Scifmatici Rutheni, della d[iiàlé'pafi*
^An^naiìnm.""'^' mcntc ne jegifìra a luiigo li fuccefll [ rt j il citato Baronio, rappreientan do
anche la figuradellcimprelie medaglie con in una parte la ifcrizione, 7^
thetiis receptiSy e nell'altra parte , Clemens yill. T.M, anno 5. Quindi egli
in beneficio di tutte le Chiele del Chriftianefinioterminò la edizione, e la
h In Bnii<ir ctem. emenda della Bibbia , di già incominciata da SiftoV. fpiegòq^iialifiano[^]
7ml'cÌ"iiìt^.^^. liRiti Greci leciti, equali gl'illeciti; die nuovo [e] fupplemento all' Indice
d c»nft.29 iv\di di Pio IV. fopra i libri prohibiti, e con la Bolla [rf] precifa prohibì li H*
Jl«!4!/^j!/lio/'^' bri dell'Heretico Carlo Molineo : Ìcméò-[e']\nw Collegio per la nazione
e cor'ftit. -jì. Scozzefe rifiigiata in Roma dalle violenze dell' Hercfia in quellerparti : pro-
t conjut. 42. j^.|^N ^j, Italiani [/ j il poter far dimora fuor d'Italia in luoghi , ove non (ìa
lecito j epublicoilculto delia Religione Catcolica rinnovò, ecoiifennò
% confiit. 9f. la Bolla di Paolo Quarto contro gli [^] Anti-Trinitarii, & alt-ri Heretici :
h ^onjiMj & hìc condannò [hi come falfa almeno, temeraria, efcandaloralai>ropolìz-it3-
f.5- fta.ii.n.i. ne. Licere per litteras, feu mternunUum Confelsario abfemi, p recata SacrOf
mentaltter confiterii & ab eodcm abfenteabjolutionem obt'mer-e; e come di-
ce il Decreto nella citata Conftituzione, adminùs^uti faljam, temerc^mm ,
& Jcandalojam danniavit , ac prohibwt t pracepit^He , m^ dtinceps tfta fftih
pofttio puilicis , prjvatifpc leÙi^nibus , conctoniBuS' , cir- eong^effibus éofea-
tur y tmprtmatur, aut ad praxim quovismododeduiatuT'j quòd Jtquit idiarit
docuerit, defend^rit , mprirm fecerity aut de ea etiamdifpnt:Hi'vè'trtt6fa't^e-'
rit (nifi far fan impugnando Jth^I ad pitaxim dire6lèj fm-mén^^ écdux^erit;
prMer excoimnHmcatwnem latai fenPenti,»^ qiiam ipf^i fàBo nuurnmt-x d^ à
qua non pofjint ( pp^terquàm m arfkulo mortis ) ab alio quaetmcpie^ ctiam
digrtitate fulgente j etiatn San^£ S^omanje heclef{£ Major i, Tignitt-athrio ,
nifi à- prò tempore exifteme {{ornano Tontifice abfolvi , alijs cPiam pv^ms ar-
bitrio infiigendis i fubjaceat ; e con forti Coftituzioni corroborò la Fede,
dov'ella rionva, eintroduUela, dove mancava. Per le quali cofèmeravi-
i j>(»i.</.4*.i<j95. glianonfiì, chel'Arcivefcovo [/] di Livoniacon un fuo Ivlipote , eil Du-
r7;''*' <c^ ca r/tl di V vittembersa a Romane veniirero per abiurare, come fceuì ,
mum,z. avanti h di lui piedi la Kerelia Luterana; che Stellano Calvino [/'|paren-
i ibid. ^g dell'Herefiarca Calvino rinunciale al Calvinifme , e perciò dai e mani
dell'ilkflb Pontefice riceveiie il Sacramento della Confermazione, ed en-
trato nell'Ordine de' Carmelitani Scalai, in quella devota Religione ter-
ta tbn» minaflefantamentclafuavita ì e finalmente [m] K^n panai ex Hxreticis
madmirationemrapti, depojtta omni< inept-a f dr iniqua Mmiflvorum fuorum
. ... €riminatione i quòd Tontifcx Jtt ^ntt-Chrijhs y & B^ma Baby Ionia, ejerata
Harefif fidem K^omanam amplexi fune.
S'fi'i'di'pfiippo Né al cumulo di tante degne laudi di queftogloriofo Pontificato, puoffi
Mornco , e ii.a non aggiungete la deteftata perfidia dell' Heretico Filippo Mornè Plelfis
itifc*»? ^'*' ^'^ rintuzzata in pubhcadifputa da un valente campione della Chiefa Gallica-
na. Hra il Mornco grande in fangue, in erudizione, & in Hercfia, tré
qualità atte a coftituire un grandiìììmoHerefiaica. Fu Normanno di na-
fl Omnia k4c ha. zione , e d» ordine Reeioreile alcun tempo in erado di Governardore [ » ]
-*«. jsoc. r,.9. ,x afeunc Citta aeiia Francia, ma lempre; inimico della Chieia Romana, &
T,:r^c .r^.perro,, f 3^^,.fjij]^,,^0 al CalvinfiiìO. Hot egli cra di già faiiiofo , e dif&matoper
CCI.ÌÌS.& «xBar libri Heretical-r dati alle itampe , e per queJlo parricolarmente mntola-
^i'o" "'^'^"'■''^- to Myjkrium iniquitatìs -, m cui non vi e periodo, che non fia veramen^
t?e empio- y & inic^uo contro la Fede , contro li Papi- , e contro i facrt
'i,^v... Riti
Capitolo XI IL 571 Clemen-
Riti della Ghiefa : veleno veramente bifognofodi que' granfi antidoti , ^^ Vili.
che preparogii nel fuo ^ntimorneo l'erudito , e Cattolico Leonardo Co-
rneo. Ma quello, ch'egli compofe de Miffx ahufibus , & antiquo Sacrai
Eucharijìi£ ufu, meritò più d'apprelTo il bjafimo, e il vituperio di tutta
la Francia. Poiché in elio egli havevaconfarcinati [a] più di ieicento paffi satlagu^J. ftH'^
della Sacra Scrittura, e di diverfi Santi Padri, tutti talmente adulterati ,
falfificati, mutilati, e guafti, che recavano horrore, e naufea a chi va-
go, ^ iWiofo del vero , egualmenteambiva la cognizione di eflb, e la ri-
provazione del falfo. Fra quefti uno n'era il Cardinal Giacomo Davy Si-
gnore di Perrone Vefcovo allora di Eureuz, Ecclefiafticoinfigne in tutto
quel Regno per vera laude di bontà, e di dottrina, e zelantiifimo della
Cattolica Religione , quando particolarmente trattavafi di difputare , e
convincere con ragioni fcolaftiche li feguaci dellafaira : ond' egli di fé lepi-
damente fcherzando dir foleva. Si cupitis Hareticos convinci, ad me per-
ducite; & converfos fi avetis , dirigite ad Epifcopum Cenevenfem , cioè a
San Francefcodi Sales Vefcovo di Ginevra, di gii celebre per Cantica in
quelle parti . Ed in fatti veggendo , e rileggendo il Perrone quel difgrazia-
to libro del Morneo , arfe di fanto fdegno , & infofferente di una tanta frau-
dolenza, publicate acerbe doglianze in difcredito dell'Autore, e del trat-
tato, fu in procinto più volte d.i fmentirne il falfario nelle publiche ftra-
de, efale, fé la dignità, chefefteneva, non l'havefle rinioflb dal cimen-
to con un Herefiarca cotanto precipitato in ogni €cce{[o. Ma ciò, ch'ei
faggiamente sfuggì , fu neceflìtato ad incontrare per ordine Regio, e per de-
coro della Fede Romana . Il Morneo ben confapevole de'ftrepitofi lamenti
del Cardinale , ricorfealReHcnrico IV. di Francia, portando invettive
contro invettive , querele contro querele , & ad alta voce efciamando , e ri-
pigliando d'impoiforeil critico cenfore, e di calunniatore apertoli fuo
contradittore ; e tant'oltre egli giunfe in isfogo della fua lacerata fama , che
porfe fupphca al Re , affine ch'egli fi degnaife intimare un publico congref-
fo, in cui fi agitafle l'accufa, perdifvelare ò la innocenza, ò la fraude.
Unico ripiego di chi è notabilmente reo, otferirfi petulantemente al difgra-
vio della fua reità , per forprendere con la propria prontezza l'altrui creden-
za. Il Re facendo cafo di queftadifl'enzione litterana per la conneflione ,
che ella potrebbe haver con l'intereffe di Stato , moilroifi inclinato à per-
mettergli una conferenza folenne avanti di fé, ove il publico giudizio di
quanti Dottori erano allora in Parigi , dichiaraffe chi di eflì fofle in errore :
edellafùdellinatainFontanebleaii, doveafliftèilRe con tutta la Corte ,
e alcuni Giudi ci per parte, Giacomo Aygufto Thuano Senatordi Parigi,
e Hiftorico ardito di penna non totalmente Cattolica, Francefco Pitheo
rinomato Jurifconfulto, e Niccolò Fabbri eruditifJìmo Maeftro in ogni ge-
nere di lettere, per la Cattolica , e Sofredo Caligno , Cancelliere del Regno
di Navarra, & Ifaac Cafaubono noto per i fuoi varii ferirti , per la Heretica .
11 Cardinale vi corfe [ b] come a preparato trionfo, e recati li libri dagli uni , '' •* M^^iiin. i5co.
e dagli altri, e rinvenuti li paffi citati dal Morneo con ogni efattezza, e
giuftizia , dal primo all' ultimo furono rinvenuti tutti con tanta falntà adul-
terati , ò mutilati , che benché uno Scrittore [ f ] Francefe ne voglia ' ^p°»''' "«.i^co,
fcufare il Morneo con ritorcer la colpa fopra gli Amanuenfi di lui, ni.Hadi- """^'
meno non può non confeffare , [d] Mornxumadeò poenitentia. fme confiden- ^^.^ ^^^
tke fiibeunte , ut parum abfuern I{ege infalutato recederei , vixque unc'tam
Clemen- ^rj2. Secolo XVI.
T£ vili» ^ ji^is pudore ignominiofe fuga fugu(is induci potuerit in acìem defcSndere»
Mi fu più vergognofo per lui il rine, che il principio . Concfofiacofach'
egli efpofto per fei bore , come a piiblica berlina , trovofsi cotanto agitato
dalla rabbia, che incontanente ne cadde malato, e di un male, cherover-
fciogli dalla bocca fin'il fangue , e quafi fcompaginogli le offa con horribile
tremore : onde confufo , e meftoritirofsi al luo governo. Dottor di men-
zogne, & inventor di favole . E ben parve, che rapprefentar Dio volefle
a^v./;|/«<.y?rof«, atichea'tempinoftri, comeinfigura, la celebre di jputa, eh' hebbe [^] gii
I. p-j, no. Origene in Aleffandria contro i foftenitori de'Secoli di Valentino , havendo
in ella il Perrone vinto ancora li Giudici contrarii Filippo Canajo , che fub-
entrò al Caligno , e Ifaac Cafaubono , il primo de' quali abjurò allora allo-
ra il Cai vinifmo, il fecondo maledirtelo, màlafciòal figlio la beata forte
di ab) ararlo , che profetata prima la Religione Cattolica , veftì pofcia con
nobile rifoluzione l'habito de'Capuccini . Il Perrone ricevè congratulazio-
p. af;„ttyr^,, i^i dsU'ifteffo Pontefice , enetrafmelfe il ragguaglio ad un fuo corrifpon-
jo. *Ìint?MlZÀdi dente in Italia in quefto tenore ; [Z»j Tur alla fine del contraflo pajjato tra
ro.6.rci.div. /">?. ;/ Stgnorc Du-Vlefjis y e me, è reflata vincitrice la Cbiefa , doppo molti fot-
**°' terfuggii da lui tentati à Fontanablò per lo fpa':Qo di cinque, ò fei giorni •
Mercordì alli 4. di Maggio Io gli mandai come di prima pofia fejfanta faljì-
tà , acciò venifie preparato il giorno feguente per rifpondervi : Lui di queflo
numero havendone cappate diecinove a modo fuo, venne il giorno feguente dal
I{e , & difje a fua Maefìà , che haveva eletti quei diecinove articoli , e verifica-
tili di modo, che fi contentava di perder la vita in cafo, che di quei tefii un
folo fi trovajfe falftficato; doppo pranfo poi neW ifieffo giorno , e luogo com-
parfe alla prefenT^a di Sua Maejìà , di fette overo otto Trincipi , di Monftgno-
re il Cancelliere , & altri Officiali della Corona, e Conftglieri di Stato, Dove^
primieramente dichiarò S. M. di fua bocca , e fece in nome fuo replicare poi
da Monftgnor Cancelliere , che non voleva , che in quefia conferen'^a fi trattaffe
degl'articoli della Fede , de' quali flava fenT^a alcun dubbio, e fapevail gm-
dicio appartenerne alla Sede ^pojìolica; ma folamente fi vedefje il fatto par-
ticolare del Signor Du-TleJJis per rifolvere, fé fofje vero, che lui havefìe fal-
ftficati i tefii de' Tadri antichi . Io poi foggiunfì , che quando Hunnerico I{e
^^ffna upoVif. [c] de' y vandali volfe , che i Cattolici difputaffero contro gli Mrtani, Eugenio
li.Fciktiu p<^^. udrcivefcovo diCartagena , fi come riferifce Vittore dVtica^ rifpofe, dinonpo-
^^'^' ter lo fare fen^^a l'autorità degli altri Fefcovi, e fpecialmente della Chiefa Ro-
mana capo di tutte le Chiefe.; ed Io venendo a quefia conferen":^ non era, che
portajfimancorifpetto alla Sede ^pofiolica di quello, che facefiequel Santo Ve-
fcovo , ma perche in effetto la quefiione non era della Fede , ma folamente
delle falfità del Signor Dii-Vlefjis , fopra delle quali Io accettavo il giudicio
delli affiftenti quanto alla Grammatica , per conofcere fé detto Signor Du-Tlef-
fis haveva corrotto le parole degli autori , ma non già quanto alla Theolo-
gia, alla quale prudentiffimamente haveva S.M. vietato, che fi veniffe, non
volendo, come quel I{e di Giuda, ufurpare il Turibolo , e l'OffiT^io Sacerdo-
tale-, ma coli' efiempio di Coftantino, Theodofio, & altri ^eligiofi Imperato-
ri rimandare alla Chiefa la decifione delle cofe Ecclefiafiiche , Detto queflo
entrammo nella difputa, ed Io cominciai ad accufare i punti da lui fcel-
ti fra li miei fefianta articoli fecondo l'ordine , che da lui erano fiati no-
tati : tutti fubito propofli furono infieme convinti di falfità, e fopra di cia-
fcuno gli fìi data la fentenT^a cantra dagli fteffi heretici affiftenti in quella
attio-
Capìtolo XIII, e 7 5 ClEMEN-
attUne] quàlituttidiunaì^oce lo condannarono : SM. fi è mofiratacosì pru- TE Vili.
dente, così intelligente y così affe's^jonato, e così 'Telante y pigliando lei Jiejfa
' bene fpejio la parola j e per feguit andò con la difputa del Signor DuVle(fis ,
convincendolo di falfttà , che lo jpirito , e la pajjione fua alla Religione Cat-
tolica fi è fatto mirabile a tutta la Francia y la quale bora piange lacrime di
giubilo, vedendo S.M. excellere agli altri in pietà i devo':^ione, e T^lo, allo
aecrefcimento della Chic fa , quanto egli ha avan7;ati col valore , con le vittorie .
Finita quefta prima conferenti , il Signor Du-Tleffis ritirandoli dal campo
pallido, attonito, e maravigliofamente confufo , e afe ò in grandifjime convul-
ftoni, vomiti, e fremiti, e tutto quel giorno , & il fegiiente ancora fu agi-
tato di flrano , & univerfal tremore per tutta la vita , recando poi fempre
ammalato fen\a potere, ò ardire di comparire. Trego Iddio, che qucfio gio-
vi non alla confufione folamente, ma più preflo alla converftone fua . Eureux
IO. Maggio 1600. Così egli. Col Morneo andò di pari nella proteflionc
Heretica [a] Gio: Pifcatore Theologo Calviniano nella fciiola di Herborn , ^ Guaitenu» iti
aflertore del medefitno errore, di cui habbiamo notato [b] incolpato il He7e''iìl''jeVp.fcà-
Molineo , negando egli , Jujiitiam a6iivam , & obedientiam perfe£Ìam , -ofe-e dei canie-
qua Chriftus legem implevit , nobis imputar i ad jujiitiam , fed tantum obe- \^^i,^, ,7 ponti f.
aientiam mortis : [e] e Daniele Carnerio , che agli errori di Calvino aggiiin- ^' f'" '^- tom.^.
gendo quegli dell'antico, [^]e deteftando Eiinomio, aderiva, il Ver- c''Ìf^/,?o,7j,m<».
bo Divino non vero Figlio, né veraimaginediDio, ma Figlio, ^^^'^p- '^;^lfmF°^''{'
ne metaforica, e qual dicefi hiiomo un huomo dipinto. Onde da lui ò /^l-.lsT" ''"^' ''
furfe, ò di nuovo rifurfe la fetta de'Metaforifti.
Non però in metafora, ma in chiari fenfi, e libere parole rinovò in que- Boiia PontifiL-ia
flaprefente età gli antichi errori un cervello moderno , ufcito non so d'on- giofi"iieiP aSmu
de ò dalla Francia, ò dalla Fiandra, perinfettar, feriufcivagli, da quelle niftrazione ' de'
parti tutto il Chnftianefimo. N'è neceifariala contezza, e degna darin- sacramenti.
venirfi dalla fua origine la notizia. Innocenzo Terzo nel rinomato Conci-
lio Lateranenfe quarto formò [é-] il Canone della Confeflìone annuale ^ ^""-'-'y-
[/"] Omnis utriufque fexus, pojiquamadannosdifcretionis pervenerit , omnia '^ ccncLnter.iv.
fua folus peccata confiteatur fideliter, faltem femel in anno, proprio Sacer- ^i'tò^t.'p'.i^^'^'"
doti &c. Sufcipiens reverenter ad minus in Tafcha Eucharijìia Sacramenttim ,
nifi forte de confilio proprii Sacerdotis ob aliquam rationabilem caufam ad
tempus ab ejus perceptione duxerit abjiinendum. Quarant'anni doppo la
formazione , e la ofiervanza di quello Canone furfe un potente inimico del-
lo Stato Religiofo, e Guglielmo Sant'Amore [g] impugnandone ne' fuoi ^ ^p'ag!!^T.^%['
(acrileghi libri l'iflituto, & il valore, tra le altre propolìzioni, ch'egli af- ^'
ferì, la decimaottava, e la decimanona flirono le feguenti : [/?] Summum \^ n^ii^p^g^^^^^^
Tontificem non pofie toti Ordini poteftatem dare pmdicandi, confejfiones au-
diendi, & abfolvendi poenitentes per totum Orbem, & quòd Tontifìciis pri-
-vilegtìs muniti fiera illa munia obire non pojfent abfque licentia Tarochia-
lium Vresbytcrorum . Decimonono , Fratribus ab Eptfcopo , vel Tapa Cano-
nicè deftmatis confcfsus , non fatisfacit Statuto, Omnis utriufque fexus . T^am
praceptum ejì Prxlatis curam animarum habentibus , quòd ipfi cognofcant
■ vultus pecorum fuorum , ideji , confcientias fubditorum fuorum . Conftat au-
tem, quòd animo s, <&a^us ftngulorum non potefl Vr flatus conftderare , nec
piene cognofcere , nifi audiendo confeffiones illorum . Ciò , che Aleflandro
IV. che allora viveva , operaife e contro il temerario Autore , e con-
tro il fuo libro, rinvengafi il luogo,. \ i] ove noi altrove ne parlammo. \ nid. p^g-i^u
Ma'
CtEMEN' ^fjA, Secolo XVI,
TE VIIL ij[.x la feminata zizanìa del Sant' Amore inafoctt^t^titente rinafccndo ìndi a
feffant'anni nel terreno della Chiefa* (Ividdedi nuovo Come pompeggiar
in Francia nella perfona di Gio. Poliacò j che infinuò arìch'egli , fotto il no- '
medi proprio Sacerdote intenderfi il proprio Tàroco , ond'efcliife dal mi-
nifterio della Confeflione Sacramentale ogni qualunque altro Sacerdote
Regolare , ò Secolare , che Paroco non foife t ancorché deputato da' Vefco-
vi , e dallo ftellb Sommo Pontefice ì e a tal' effetto egli pretere di fofteilere
4 nu. fét. 44«. quelle tré propofizioni , che noi altrove [a] habbiamo riferite, e confutate
^ ^*^' con l'Oracolo de' Pontefici , e con la fana dottrina de' Dottori Cattolici ,
b tbii 4 . Qil^fi ne'medefimi fentimenti del Sant'Amore , e del Poliacoconcorfe indi
& /V- ^*^' "^' a quarantanni TArmacalio tìellefue [ ^ J propofizioni, onde deducefi,che
di^sl'ffo" iv'"J'Ù nonoftantitantedecirioni[c]de'Papi, eillungocorfodietà, pur tuttavia
fL Sia in 9«/- l'Inferno non cefsò fin' a' giorni noftri di molefftar non tanto lo flato Reli-
" ^,;giofo, quanto la Religione Gattolicai contemetarie, & importune cavil-
?» re. 4. f4.f, Z't.
inntccml V///.' lazioni contro i Regolari j come appunto avv^enne fotto quefto Pontifica-
'ìttnTiik to nella Fiandra nel tenore > e forma che fiegue ,[d] Nella Diocefi di Ar-
ras moifi da fpirito antico di dilTeniione recente cominciarono^alcuni Pa-
rochi a predicare una rigorofà obligazione ai Laici di fentir le Mefle , e far
le loro Confefiìoni nelle Chiefe Parochiali , & appreflb li loro Parochi ,416*
giorniparticolarmente della Domenica j e nel tempo precifamente della
Pafqua , fotto intermirtazione della divina vendetta j e precetto ftretto di
colpa mortale . O' follevatore * ò promotore di un tanto fcandalofurfe fri
e Frénf BtnafPts ptimi Bonavcntuta Baffco , òpure altri che fia quello, chiamato [e] dal
f4w;r4,'"lni'rt- Bonafpè quidam lar-patusVartftenfis , del quale egli dice , fub ementito Cap-
\T'p!!r'ofheT^''& V^^^^^^ p<z///t) Ita [{egulares aggreditur ( cioè in un libro del detto Baffeo,
FértcTpbiili! intitolato Tarocophilos ) ut pr^Jumat, nefcio quo jpiritUi vel plaufu, di-
cere , illos privilegiis prò Mtff^ , Concionis , & Confejfionis fatisfa£Ìione , à
S.Sede in fuii & Chrifti fidelium favor em juflèi ac benigne datis , & ac-
ceptts, Hierarchiam i & difciplmam evertere Eccleftafticam . Al contrario
in Dovay , ove maggiormente bollivala contradizione de' Parochi , efcla-
marono acremente contro i Parochi i Regolari, e con più pronta invetti-
va li Padri della Compagnia di Giesu* che giudicando, come in effetto
egli era, rinnovato l'antico errore del Sant' Amore, e del Poliaeo, man-
davano alte doglianze da' Pulpiti contro la temeraria afler^ione diqnefli re-
centi nemici dello Stato Religiofo : eie querele dell'una parte , e dell' altra
giunfero a f^gno y che meritarono i rifleffi dell'Atei- Vefcovo di Cambray ,
e del Vefcovo di Arras > i quali per rimediare a un male y ne incorfero in un
maggiore , che fu , incon/nlta Sede ^pojìolica ì come dice il Pontificio Brc-
f v,di le pught ve, che hor'hora fi rapporterà, prima riporre in difputa il già tante [/]
dt' nofir^tomi di voltc dccifo puuto , c poi timettcrlo cziaudio fotto ò la decifione, òlare-
fopr* cit»t,. vifione della corte Secolare. EtVendocofa che eglino ne fcriffero al Gover-
nador Regio della Fiandra , il quale , benché in materia non foggetta alla
fuagiurifdizione, pur in quefti termini molto confacevoli, e giufli efpofe
ai Miniftri di quella Città li fuoi Religiofi fentimenti *
8 ^pndtìt.BonA- Dìle^iiffimi y [g] intelleBoj tum^è Concila noflri J[rtheftdni refcriptis ,
tp^ Aub.xo, pag. ifimetiam à plur ium major isnot^ perfonarnm relatts, S.JsiCobiOppidi noflri
*' ' ''"' Ditacenjìs Curatum, aliofquede vicinia, in fuis concionibus axiomatapropo-
fuijje, ex qmbus fubinferebant , eos in peccatum mortale incidere, qut (tn-
gulis Domintcis & Fefiis Ecclefia 'Parochiali non interejjem, aut Confeljionif
Sacra-
Capitolo XI IL 575 Clemen-
Sacramentum , pr^fertim Tafchali ac Quadrageftmali tempore , ab aliis , quàm ^^ Vili.
à fuisTarochis t fitfciperent ; Et ob hoc Tatrem Serpium , (quefti sì crauti
Giefiiita ) diverfis pr^idic^tionibus fuis , contrarium promnciafìe , adeò-
que exinde diviftonem quandam, nuUatenus certe nobis gratatn , fubortam
e/set iikeriùs vero protrahi fine praeiudicio non pofTe. Quo obviaremus
promptiùs, (criplìnius ad Epifcopmt Mrebatenfem t ut citta didos Taro^
cibo^ provideat : & ad Troìfincialem Hanart ^ ut fH^Societatis vìris modum
f)onat ; & omnes bonse unioni , fincera:que inter fé intelligenti^ ftudere ve-
lint ; quo tandem ne minimum quid fuperfit acerbitatis animorum , ut prac-
fatis Tarochis à Tarochianìs omnibus reverentia exhibeatur , ita tamen ut
illieos à peculiari devotione, quam in Sacramenti Pcpnitentiaereceptionc
haberepoffent, minime diftrahant , Et ut ex parte veftra votis noftris fuf-
fragemini , ac ad fopiendam hanc contentionem prò viribus enitamini :
OrainamuSi ut feriò cives veflros commoncatif ju^ta hanc normam fé gere-
re : Mifi^ pimiriim Tarochialit quàm frequentilUmè poterunt , ajji^erei
fuos etiam Tarochos fufcipere ac revereri : utque illi reciproca > eos ne-
quaquam impediant in devota Sacramentorum fufceptione , de mmu perfo^
narum pripdegiatarum, atque ad e a minifirandum a S.Sede facultatem btt-
hentinm . In quo acceptilfimum nobis pr$ftabitis obfequium , qiin & in
hoc etiam, fividelicet, quo prsmemorati P4/?orey , ac Tatres Societatis ,
ad bonam intelligentiam > unionem, amicitiamqueredcant, fatageritis.
Huod vobis particuUriter commendamuf. Quare chariflimi confervet vo$
Dominus. E Civitate noflra Bruxjsllenfi ?8. Odob. 1582. Ma perche per
providenzadel Cielonon mancano mai buoni fra cattivi, tramandata di
quelle dilfenzioni la contezza al Tribunale di Roma , con più potente ftile
decife Clemente Vili, la lite, fé pur nuova decifione potèclirfi quella >
che da' Tuoi Predecefforicrri f]:ata in altri tempi concordemente ^abilita ,
cdecrerata. Ella rien rapportata dal fopracitato Bonafpè in quefto teno-
re, diretto in forma di Breve ai Vefcovi della Fiandra, [a] ztbidrm,
Significatum fuk nobis t non fine gravi animi nofiri moleflia , nuper in
Oppido Duacenft^trebatenfis Dìaecefts nonnullos Tarochos maximo cum fide-
lium [candaloy cum^ doceado ^ concionando y tum omnes reprehenfionibus
(jr cenfurarum Ecclefiaflicarum comminationibus perterrendo Cbrifli fidclcs
averterei ne fefiis diebus ad Ecclefias FratrumOrdinis Mendicantium atque
Collega Societatis Jefìt prò M'Jfis audìendis accedere, & ne etiam Quadra^-
fmait 3 & Vajcbali tempore pratribus Ordinum ac Tresbyteris Societatis
Jefu peccata fua (onfìteri pofsent t aufos fuifse, ^ffirmantes ipfts fidelibus,
tam de jurej quàrn de confuetudine , prohibitum ejìe in aliis , quàm Taro-
cbialibus Ecclejiisy Mifsas diebus Fefiis audire , ne e licere illis Quadragejì-
ìnaliy & Tafc hall tempore j aliis y praeterquam propri is Tarochis, peccata
fua confiteri. Unde max imam in fiddi populo exortam fuifse animoru^ per-
turbationem accepimus . Contrà enim Fratres Ord. Tradicatorum , c^ Con-
ventualium , ac Tresbyteri di&^e Societatis prtvilegiis ,Apofiolicis fuffulti , tum
privatim , tum publicè in concionibus contrarium ufum in Ecclefìa Dei rece-
ptum & permifsum , ac a SS. Tatribus Oecumenicifquc Conciliis approba-
tum y defendere conati fuerunt . I{em autem co pertra6lam fuifse intelleximus ,
ut graves inde difsenftoncs inter di£los Tarochos y & Tresbyteros Societatis Je-
fu fubortie fuermt . Quod autem nos graviùsaffecit ,illudimprimis fuit , quòd
yenerabiles Fratres jlrchiepifcopus Cameracenfis & Epifcopus Mrebatenfis ,
incon-^
CtEMEN- ^^g 'Secolo XV I?
TE V Ili. inconfulta Sede JLpojìolìca , negotium in difceptationem , tum etiain iti judi-
cium fortajjìs apud Sxcularem Curiam deduxerant , *At nos negraviora fcanda-
la Juboriantur y paterne confulcr e y & celeri remedio profpicerevolentes : cau^
fam & caufas bujufmodi, fi qu£ coram qmcumque Judice introduóla reperian-
tur 3 ad nos harum ferie avocante!, illafque penitus extìnguentes , ac perpC'
tiiumdefuper,tum'Parqchis i tumaliis pradiÙis, fìlemiumimponentes, pra-
[enti noftro decreto fancimus , fecularibus univerfis licere Mijfas diebus Do-
minicis y & aliis majoribus Fejlis audire in Ecclefiis , tam Fratrum Tnedica^
forum , quàm aliorum Mendicantìum , nec non etiam Societatis Jefu , juxta
illoYnm privilegia y & antiquas confuetudìnes : dummodò in contemptum Ta-
rochialium Ecclefiarumnon faciant. Et tam dióìis Fratnbus Tradicatonbus ,
& Tresbyteris di£Ì£ Societatis y quàm aliis privilegiatis pr£di&is , quibus id
à Sede Apojìolica indultum eji , idoncis tamen , (jr ab Ordinario approbatis ,
peccata fua , etiam Quadragefìmali , & Tafcbdi , & quovis alio tempore
confìteri licite poffe, Dummodò tamen iidem Chrifii fideles Sacram Euchari-
ftiamdieFeJioTajchatisI{efurre6lionis in propria Varochia ab eorum Tarocho
fumant. Vroindetibi per prafentes committimus ^ c^mandamusy ut prafens
noflrum decretum pr<edi6iis ^rchiepifcopo Cameracenfi , c^ Epifcopo ^treba-
tenfi notum faciasy iifdcmqueauBoritatenofira^pofiolicamandeSy utilludin
pradi5io Oppido Duacenjty & ubicumque opus fuerity publicariy & obfer-
vari faciant : utque Tarochos in eorum officio contineant , illofque ab avoca-
tione populi ab Ecclefiis privilegiatorum, ac etiam à propofttwnibus , quibus
tollitur populo libertas audiendi Mi(ias in Ecclefiis privilegiatorum fupradi^is
diebus y ac confitendi peccata fua etiam in Tafchate ipfts privilegiatis , abfti-
ncre faciant. Ipfis vero privilegiatis eadera audoritate pr^ecipias , utcon-
cionibiis y <& catechifmis populum ipfum, tum adreverentiam Tarochorum y
tum ad eorum MiJJas , prafertim Dominicis , C^ aliis folemnibus Fefiis die-
bus audiendas , tum ad decimas , refque alias Ecclefiis debitas folvendas , fre^
quenter moneant, & adhortentur, ^Ac denique omnem bujufmodi contr over-
ftiC occafionem precidere y & t oliere y & Chrijii fìdeliumanimosadunionemy
C^ quietem traducere cures : omniaque pramijfa publicari & exequt , adje-
£iis etiam cenfuris Eccleftajiicis y Ó" aliis libi bene vijìs poenis y opportunifque
omnibus jurisy & fa£ii remediis adhibitis ; non obflantibus quwufcumque ,
Datiim RomsB 1592. Pontif^ noftri anno primo Decembris 22.
Così egli, che nel Breve ordinò, comefeguì, Japiiblicazionedi effo,
divulgato, & alKlTo nelle Chiefe Parochiali dal Vefcovo di Arras Cottoli
quattro del meCe di Aprile deiranno proffimo fufleguente alla data del
pontificio diploma,
p battimento , e Mipiù ftrepitofameute agitofll in quefta erd l'alta materia de ^uxilìis
dtua'matenfde da'Religiofi dì S.Domenico , e da' Padri della Compagnia di Giesù. Con-
Auxtiiis,e fuodi- ciofiacofachc cglìuo ttou già dibattendo dogma, efprelfamente ò rigettato
qii"fto'pomifica° dalla Chiefa,ò condannato da'Concilii, ò riprovato dal commune aflcnfo
fo» de' Dottori, ondeòl'una, ò l'altra fcuola ricever potefle efecrazione da*
Cattolici ; ma proponendo ambedue una queftione , fublime nell'aflunto , e
perciò afcofa fin bora fra le mifteriofe tenebre de'divinifecreti, probabile
negli argornenti , e perciò divifa nelle fentenze di chi foftenevala , e di chi
rigettavala , trafl'ero come in due gran fazioni il Chriflianefimo con nobil
£onrefa de' primi ingegni del mondo, che fi urtarono così profondamen-
te hor con la viva voce delle difpute , hor con la morta parola delle carter
che
Capitolo XI IL t^rjrj ClEMFN-
che rifteffo giudice della lite, chefiìriftelFo coflituito da Dio per primo, ^^ ViU.j
e folo giudice del popolo fedele, ammutolito eflb , f'carnmatolir le parti,
imponendo e all'una, e all'altra devoto filenzio , nonrinvenendoii altro
modo di concordar cotanto lìrepitofagara, che , come argutamente difle
fopra quello medefimo foggetto il Rè Filippo Terzo di Spagna , ògU uniflti-
diafieropm, àgli altri meno: indicando egli con quefto detto la gran diffi-
coltà deir una , e l' altra fentenza , che parea ò troppo concedelfe alla grazia,
e poco air arbitrio , ò troppo all' arbitrio , e poco alla grazia : onde da chi
nonbenprot'ondavadne'fentimentidi ella, potea arguirli ò novità di Pe-
lagianifmo, ò reità di Calvinifmo. Noicompendioraaiente indicaremo
prima lo (tato della Queftione , e poi della Hiftoria , fé pure un sì gran fatto
potrà SII quelle carte efprimerfi in poche, e femplici parole. Lacontrover-
fiafiera, Inqualmodo y e come conciliar fi pò ffa l' humana libertà con la effi-
cacia della Gra'2^ia^ Infegnavano li Domenicani, che Dio dona a quelli,
che corrifpondono alle divine chiamate, una grazia efiicace, mediante la
quale ei'ìl fi efercitano nell' opere buone meritorie della eterna Beatitudine :
Cratia cfficax i [a] dicono e^ìmomtevmìmkhohiìici. Ita fortitiirefìeBiim n a. ,,
[uum, ut eo fnfjtran non pojjit ; e lieguono , Illa, cioè la volontà creata, nTr/hcome ufuf-
(tc movetm ad (X7-ndnm, ut, cum vel maxime ant, non averetamen poffit: />'«'■'•'''/'""'/"'-
ll-t -. V \ rC /^ \ ■ ì-^ 1- • ■ I ^ I ■/" puramente co-
qual liberta d indifterenza ammetteu da tutti li Cattolici: in modo tale, me termini f.h,u.
cheliThomiiiicoftituifcono la forza efficace della Grazia divina wrfccre- ']''i,'"j!!fr^'°'''
tis dandce motioms , qn,£ antecedat vomntatem aclus , c^ qum ejjeaum mfe-
rat , ancorché non necelìariamente , ma liberamente , ed infallibilmente lo
caufi , e ciò eghno chiamano Vredctermma'^one Fiftca . Al contrario li
Padri della Coinpagnia dicevano , troppo reilringerll la libertà dell' hu-
mano arbitrio con l' afìegnamento della fudetta intrinleca Grazia efficace ;
onde aiferivano, che Dio doni a tutti tale Grazia indifferente, che refìia
piacimento di chi la riceve, il fervirfene, in modo tale che di due pari
negl'iileffi gradi di Grazia, unobenefpeiìo fifalvi, e l'altro fi danni, rife-
rendo eglino la forza, e la efficacia della Grazia alla divina prefcienza, qua
Deus certifjiinè novit , fi detur in talibus circumjìantus talis Gratta , futu-
rum, ut ejfetìum confequatur ; e chiamano Saewc^-^w^rfw quella cognizione,
quie dìvinis qua(i Decretis pralucet , eaque antecedit : e la dicono fcienT^n
perche ella è certiffima; media, perch'ella (là come in luogo di mezzo /«-
ter fcientiam Dei naturalem , feuftmplicis mtelligentice , & [cicntiam lìberam ,
feu vijionis . Propagatore, ed illuftratore della fentenza de' Domenicani
fiì Domenico Bannes, Domenicano anch' egli , Spagnuolo di Nazione, ;
direttore deli' anima di S.Terefa, e rinomato Theologo per profondità, e
copia de' fuoi fcritti . Ludovico Molina medefimamente Spagnuolo, della
Compagnia di Giesù, fu il primo, che nel fuo libro Concordia liberi arbi-
tri cum donis divina gratin fpiegafiepiii dift-lifamente la fentenza de' Padri
della Coiiìpagnia fopra la efpofta fcienza media , nel qual libro bench' egli
aflerifca molte propofizioni circa le forze del libero arbitrio, nelle quali
convengono anche 1 Dottori Domenicani, nuUadimeno non tutte effe fono ; . ,
approvate da' Padri della Compagnia, come la fcienza media, chefolamen- ■-'
te ella viene abbracciata, e foftenuta per fentenza propria della loro fcuola.
Quello libro del Molina hebbe per contradittore , chi di già haveva ' t"
divulgata, e fcritta la opinione contraria, cioè il Bannes, che volle affo- '
garlo fu'lfuo primo nafcere fra il torchio medefimo della llampainSpa-
Tomo IF, Oo gii^j '
Clemen-
te VIIL
a xMHfis 1554.
b ViUt lliflor. de
flirti le Blanch im-
freffa L«vanii an.
lyoc.id'" LUieUam,
jeu refponfioncm
ed eundminpref-
fum an. 17CO. Ty-
ptl N. N.
c ^nno 153S,
e uMArtinssi.
^ryg Secolo XV J.
gna, non eflendo egli ancora iifcitofoori alla vifta, e luce del mondo. Mi
havendolo ampiamente approvato l' ifteffo Bartolomeo Ferreira Domeni-
cano , Cenfore ordinario de' Libri in Portogallo, e communemente li Theo-
logi della Cartiglia, edell' Aragona, e con molta maggiore authenticadi
-pronta difefa havendo il Molina medefimo adeguatamente rifpofto alle
obiezioni del Bannes, il Libro finalmente fn imprelTo , e divulgato conque*
foiiti incontri di ogni ardua intraprefa, cioè con fomma approvazione degli
amici, e co-n fomma avverfione degl'inimici. Nonperò defiftè il Bannes
dalla cfecuzione del fuo intento : anzi che procacciandone egli per ogni par-
te la prohibizione, l'impegno de' particolari divenne caufa di molti, eli
vidderoalloratutte le Accademie della Spagna dìvife, de irritate in acerbi
contraili, urtarfi una con l'altra, chi di elie in foftentamento del Molina,
chi del Bannes, (cendendo in favore del primo nell'arena di publicheCon-
clufioni Prudenzio Montemayor Theologo della Compagnia in Salamanca,
e Antonio Padilla medefimamente della Compagnia in V agliadolid , come
fonando eglino i primila Tromba in difefa di quella dotta guerra contro i
Domenicani, che dal canto loro anch' ellìfeguiti da' partegiani, ecopiofì
in numero , e riguardevoli in qualità, comparvero pronti, e difpoftì ad ogni
pili duro combattimento. Dallo ftrepito tumultuofo di cotanta contradi-
zione eccitato [a] il Pontefice Clemente Ottavo a un follecito provedimen-
to , fcrifie al fuo Nunzio in Francia , nt qmndoquidem mota inter aliquos Va-
tresOrdinis Tr^dicatorum , & quo fdam è Soci etate lefu controverfta circagra,-
tiamfufficientem , & efficacem , Deci fio ad fìdem fpc^aret , pertineretque adSe-
dem ^pofiolicam , fignifìcaret Cardinali Toletano , fi quam forte cogmtionem
hujnsìiegotninchoafjeti ne uUerius procederei: quali parole malamente di-
florte diedero motivo ad alcuni di afferire , [ ^ ] che il libro del Molina folle
per comandamento del Pontefice chiamato al Tribunale di Romaperprc*
tefacenfura, benché dalla lettera del Pontefice non mai dedur fipolfatal
cofa. Commandò bensì Clemente, [e] che l' una, e l'altra parte traman-
dane a Roma li pareri, e lefentenzede'Prelati, Accademie, e Dottori di
Spagnafopra quella difficil contro verfia, e che intanto fotto alto filenzio (ì
fopprimelfe ogni nuova agitazione ài difpute, quali ftante l' avvocazione a
fé della caufa, fatta dalla Sede Apoftolica, riufcirebbonononfolamente
importune, mapericolofe: nulladimeno ad inilanza e de' Domenicani, e
de' Padri della Compagnia fciolfe il Pontefice Clemente le lingue agli uni,
& agli altri, purchenifiuna di elfe trafiggefle la fentenaa contraria con la
taccia di Herctica , ò di altra odiofa cenfura .
In efecuzione dunque della Pontificia determinazione, attendevafi con
alta afpettazione il giudizio della gran caufa , la cui fama haveva di già
preoccnpatilidifcorli di tutte le Accademie dell'Europa. Eraprecorfo a
Roma, in nome del Bannes, Diego Alvarez Domenicano, il quale inftò,
di ottenne , che s' mcominciafle la caufa dall' efame del libro della Concordia
del Molina, dalla cui condanna ben egli fi figurava che dipendefle tutto
l'efito della lite: ed in fatti deputati dalPapalicenfori, edeffi[</]aduna-
tifi alla difculllone del libro, in termine di due [e] mefi ne determinarono
una rigorofiilìma cenfura , cioè la condanna di ottantanove propofizioni , e
la prohibizione eziandio dei commentarii del medefimo Molina fopra la
prima parte di S. Tommafo ; ma qualunque folfe la parzialità , ò l' avverfio-
ne de' cenfori nel leggere , e rileggere , e cenfurare cotanto grofli volumi in
poco
Capitolo XIII, 579 ClEMEN-
pocopiiìdidiiemefi , certa cofa fi è, che per comandamento del Pontefice "^^ Vili.
fi procede a replicate revifioni , e moderato il numero delle cenfnrate pro-
pofizioni , elleno fi reftrinfero prima a felìantauna , poi a quarantadue , e fi-
nalmente a venti. Si fparfe quindi per la Europa la fama, che il libro del
Molina f'ofle di già ftato in Roma condannato , fenza né pure udirne l' Auto-
re: ondein foftenimentodiluifopraggiunfero volando lettere da Filippo
T'Crzo di Spagna rapprefentanti al Pontefice, che in formato contradittorio
la Santità fua fi degnalTefentir dell' una, e dell' altra parte le ragioni, & un
[<i] memoriale dèi medefimo Molina, che fupplicava il Papa a dargli com- a ^«««ijp,,
modo , e tempo di difenderfi ; per il qual' effetto ,'non potendo elfo porcarfi
aRoma, ftante la fua decrepitezza in età, e cagionevolezza in faluce , da'
Padri furono fpedi ti Diego Alarconio, eChriftofarodelosCobos, Theo-
logi infigfii della Compagnia , che precorfero con l' arrivo in Roma la fama
ftefià della loro partenza da Spagna. Il Pontefice reputando ragionevole e
la Regia richiefta, e la fupplica del contraflato Autore, impofe ai Dome-
nicani , & ai Padri della Compagnia , che avanti il Cardinal Madrucci
ciafcun di eiilidiceire il lor parere, econfcgnafie in ifcritto la propria fen-
tenza. Al Madrucci egli aggiunfe li Cardinali di Afcoli, e'I Bellarmino, li
quali in determinati capi propofero quinci, e quindi il riflretto della Que-
Itione. Ma quando altro non attendevafi, chel attuai difpnta, cheimpo-
ne(re il defiderato termine alla caufa, comparve fu'l campo Francefco Da-
vila Domenicano con un libro da elfo comporto contro il Molina, che di-
vertì notabilmente li combattenti dalla pugna primaria, accorrendo con
nuovi fcritti, e proclami alla difcfa privatali Domenicani dell' Avila, e i
Giefuiti del Molina, nella qual piccola zutfa inafprita la contefa, prefero
alcuni opportuna congiontura di prefcntare alPapa[Z'] la tante volte ftam- j^ ^^^^^ ^
pata, troncata, e riformata cenfura della (ro«cortì?wMo//rt?i:?Mi«, acciò dalla trU i6oo.
S. Sua ella ricevefle il tiilmine dell'approvata condanna. Il faggio Ponte-
fice non volle altrimente in materia cotanto preponderante accelerarne il
giudizio, sì perche l'ardenza della parte refelo fofpetto del vero, come
perche le replicate teilimonianzcdell' Arciduca Alberto, e di molti Dot-
tori Cattolici, che con ampie approvazioni concorrevano nella approva-
zione del Molina, lo pofero in dubio del fai fo: ond'egliappigliofiìal più fi-
curo partito, di legger' elfo flelio il libro, e nel rileggerlo, 6l annotarlo,
alium penitus Mclinam efje , fono parole di un manofcritto prelfo di Noi , at-
que ja^dbatur , comperit , notatis ctiam locis , adjcriptifque ad margìne?n mcinii
fua verbis , (ju£ ììlum à Semhdagianoriim errore quàm longijjiwè abejje
demonflrarit, Extat hicLibcr [e] in Tabnlario Etmano Societatis Icj'u . Mi %^^^f„ ^j[Ji,f.'^„
comunque lì andalTe l' affare j fcorfa gran parte di un' [d] anno in ingegnofe, fe^^a'^DornHi^ro-
mà non mai concludenti confiderazioni fopra le cenfurate venti propofi- hiTfSoc.uiu., &
zioni, il Pontehce decreto, voler effomedeiimofeder Giudice di un tanto d ^nn.icoi.
affare , e udir le parti , effo fteffo fpettacolo, e fpettatore della dotta,e cele-
bre difputa, benché prediceffe con ifpirito fuperiore il Bellarmino, che
quella lice non farebbe rtata giammai da lui definita , parole molertamente
dal Pontefice apprefe , e che forfè cagionarono l' allontanamento da Roma
di quel Cardinale , tramandato honorevolmente dal Papa all' Arcivefcova-
do di Capua : onde avvenne , che una tal remozione , e qualche altro fegno ,
che ne' grandi affari femore trafparifce nella faccia de' Principi , faceife
credere, che il Papa inchinafle à favore della fentenzaoppofla alla Com-
Oo 2 pagnia.
tn-
ClF MEN-
TE Vili.
a Inm.f. citatoli
e or por e .
b ìjMarti'iiCoz,
fin' al fine di Set-
tembr€an,i6QZ,
d ^nnoiSoì,
e ^.nno i6q$.
580
Secolo xvr.
pagaia, cioè alla fìfica predeterminazione, mentr'cgli debilitò notabile
mente con la partenza del [ <i] Bellarmino la caufa de' Giefiiiti .
Clemente, ficcomehaveva promeflb, così rifoluto di attendere, inti-
mò [ ^ ] il primo folenne Congreffo per la definizione della materia , ed elFo
ileflb portovvifi nella gran Sala del Vaticano , afTiftito da due Cardinali
Pompeo Arigoni , e Cammillo Borghefe , deftinato dal Cielo prima al Pon-
tificato, e poi alla terminazione di qnefta caufa. Sedevano fotto il Trono
Pontificio Tedici tra Dottori, e Prelati, il Beccaria, el'Acquaviva Gene-
rali de' Domenicani , e della Compagnia . Gli Antagonifli ektti dall'un'Or-
dine, e dall' altro alla gran difputa, tiirono Diego Alvarez per la parte de
Padri Predicatori , e Gregorio di Valenza per quella de* Giefuiti. Con ur-
to ftrepitofo fiordi argomenti, hor di dottrine combatteffi valentemente
quattro intiere bore , doppo le quali fatti entrare ambedue con i loro Ge-
nerali in una prof1]ma ftan'za, e fermatofi lungo tempo il Papa a confultar
co' Dottori aliiftenti , e quindi fuori richiamati e li Generali , e li difenden-
ti, impofe loro fotto graviflìme pene il fecreto, &ilfilenzio. Qtindi pro-
cederi ad altre otto [e] Congregazioni, nelle quali à Diego Alvarez fu fo-
llituito Tommafo deLemos, & à tutte prefcrjlle gli argomenti T ifteifo
Pontefice circa la natura della Grazia efficace , e la concordia di ella con la
libertà creata , eh' era il fol punto , per il quale era Itata avocata al Tribuna-
le di Roma la caufa. Doppo la nona Congregazione Gregorio di Valenza
forprefo da tediof<a infermità, emutandopiiìtoftoMondo, chearia, mo-
rì in [d] Napoli , fubentrandoin luogo di lui Pietro Arrubal , che anch'egli
paifato ad altra vita doppo la decimanona |,Congregazione , lafciò l'arena ,
t la pugna a Ferdinando Baftida , Theologo della Conipagnia , non inferio-
re agli altri nel pregio, e fregio della dottrina. Non mai s'intermifero le
Congregazioni, che giunfero fin' alla trentefimafettima; ma nella penden-
za della trentefima ottava intimata ]e] perFebraro, ammaloflìil Ponte-
fice, che morìsùliprincipiidi Marzo, lafciandoal Succeiibre digerita in
gran parte > ma non rifoluta la Queflione ,
Fine del Secolo DecimofeJlo<
s E-
S E
LI
581
COLO XVIL
CONTIENE
PONTIFICATI
DI
Leone XL , Paolo V. , Gregorio XV. ,
Urbano Vili. , Innocenzo X., Alef-
fandro VII. , Clemente IX. , Cle-
mente X. j Innocenzo XI. , Aleffan-
droVIIL, & Innocenzo XIL
U H E R E S I E
Di Marc' Antonio de Dominis , degli Arminiani
degP Illuminati , delli Janfenifti , Preadami-
ti, Borrirti, Quietifti, edeiMoIiniftì
fin air anno 1700,
Tomo ly.
Oo 3
CathO'
5 82.
Catholica Dei ^ Apoflolicaque EccU/lafemper
defuis oppHgnatoribus triumphavit •
In Epift. Patrum Orient.
ad Stephanum VI.
SECO'-
^ g ^ Paolo V.
S E COLO DEC IMO SETTIMO.
CAPITOLO I.
Leone Undecime Fiorentino , creato Pontefice
il I. Aprile 1605,
Paolo Quinto Romano , creato Pontefice li
16. Maggio 1605.
Profeguimento delle difpute nella ^ejìione De Auxil iis .
Marc* Antonio de Dominis , [uè qualità y apoflafta, (!^ He-
refte . Nuo^e Sette in Inghilterra , in Hollanda , & in Ger-
mania. Giuhileo de Luterani. Edmondo "Kìcherio , fuo li-
bro, errori, e condanna. Alorte dìTheodoro 'Bez,a* Pro-
fejjtone di Fede Cattolica de' Alaroniti, Chaldei, & Ar-
meni . Accettazione del Concilio di Trento nel 'B^gno di
Francia . Adiracolofa 'vittoria delle armi Cattoliche contro
gli Her etici nella Germania -, & iflituzione della Fefta del-
la Adadonna della Vittoria , e Adonti eretti da que fio Pon-
tefice in fo'wenimento dell' Imperio contro gli her etici.
Profeguimento
ri. De yAuxiliis,\a
Decreto Poiitiiì>
tiofopra efla.
Unquerinovatafi fottoii Pontificato di Paolo Quinto
la riterita difputa , ed effendo ftate fino nllora come
comb utLite le fortificazioni efterion della Otta , cioè puu neiM mftcl
li libro del Molina,finaliiiente Ci ginnfe a battere laRoc-
ca, eil forte della queltione, cioèlapredetenninazio-
nefifica, elafcienzamediajinnovedilpute, tenute in
Famofo contradittorio da una parte, e dall'altra alla
"-" maertofa prefenza del nuovo Pontefice. Lanfoliizio-
ne apparve ardua , e ditTÌcoltofa per tutti li verfi , nel principio, ne'progrefii ,
enelfuofine; onde, fecondo!' antico coftume della Chiefa di nulla decide-
re , ogni qualunc^ue volta non ne apparifc a ò rivelata , ò convincentemente
provata la verità, e laluflìftenza del DogiDa, il faggio Pontefice impofe
il filenzio ai Domenicani, ea'Giefuiticirca la qualificazione dell' unafen-
tenza , e dell' altra, e comandò ai loro Generali , che ciafcuno fcrivelfe , cor
mefeguì, a Superiori delle loro cafe una lettera in quefto precifo tenore:
5«4 Santità ha fatto intendere tanto a quelli , che hanno difputato , quan-
to a Confultori dell'affare de Auxiliis, che poteva ciafcuno tornarfene afuoi,
aggiungendo , eh' ella publicarcbbe , quando farebbe tempo , la dich'una'^iQ-
O o 4 /if ,
Paolo, V. 584 Secolo XVII.
ne, e la fua decifione: che intanto prohìbìva ferììfjìmamente , che nìuno
trattando quefta Quejiione , qualifìcafk , ò cenjurafìc l' altra parte : di più
ci? ella ordinava tanto a Giefuiti , quanto a Domenicani di punire fevcra-
mente quegli j che in qualche co/a contravenifìe a quejì' ordine , il quale vo-
leva , che fojìe ojìervato inviolabilmente . Ella defidera parimente , che ft
afiengano da parole dure che mofirino afpre':!^':i^a , e perciò havrà cura V.
j{. di far ojìervare tutto ciò , e di darmi avvifo di tutto quello che pafòcrà in
quefla materia , affinchè io ne pojja render conto a S. Santità . Così la let-
tera: alla quale j per togliere ogni pabulo al fuoco, &ogn'irritamento
a ^nnticu. alla dìfcordia, feguì la [a] Pontifìcia prohibizione, CN^e libri ^ & [cripta
de ^Auxiliis gratu m lucem ederentur, nifi prius à Sacra Urbis Inquifitione
recognofcantur ,
Quelle favie provifioni parvero allora fufEcienti a fupprimere que' di-
fturbi, che follevatipoteano renderli fcandalofi alla pietà de' Fedeli, ed
aggradevoli alla malignità degli Heretici, i quali godevano alla diflenzio-
ne di quelle due Scuole , che per la eccellenza della loro dottrina fi rappre-
fentavano a loro formidabili, quando elleno foffero unite . Mdindiaqua-
rant' anni rinuovoffi per la Europa una fama, né fi si, d'onde ella ufcifle,
che il Pontefice Paolo Quinto havefle condannata la fcienza media, pro-
ducendofi copia di Bolla iklTa da' cenfori , &c approvata, msì non promul-
gata pofcia da quel Pontefice; il che fu un nuovo allarme, per cui fivid-
derocome di nuovo difpofti, e pronti li litiganti a reintegrare il combat-
timento: e ne farebbe feguito con maggior pregiudizio tri elfi l'attacco,
fé la previdenza di chi fedeva allora per maeftro, e giudice nella Cate-
dra di S. Pietro, nonne havefle d tempo fupprefla la commozione con il fe-
^ij.^;«7,Viff;4. guente Decreto, che la Sacra Inquifizione emanò in quefto [b] tenore:
* Cum tam ^oma , quàm alibi circumferantur quidam afìerta a5ia m. f. , &
forfan typis excufa Congregai ionum habitarum coram fel. recor. Clemente
OCiavOi ac Taulo iliiimofuper Qii^Jiione de AuxìVnsDiwinx s,i2itìx , tam [uh
nomine FrancifciTegn^ olim B^gmame T{pt£ Decani, quàm Fratris Thoma de
Lemos Ordinis Trtsdicatorum , aliorumque Tralatorum , & Theologorum ,
qui, ut afferitur, pr^di^ìis interfuerunt Congregatiombus : nec non quoddam
^utographum , feu exemplar, cujufdam afierta Conftitutionis ejufdeìn Vaull
Qiimtifuper definitionepr£di6ì<£ Qu^ftionis de Auxiliis , ac damnationisfenteu-
ti^, Jeu fententiarum Ludovici Molin^e Societatis Jefu : eadem San&itas Sua
pnefenti hoc Decreto declarat , ac decernit, pr^^di^is aJJ'ertis adis, tam prò
fententia Fratrum Ordinis S. Dominici, quàm Ludovici Molina , *aliorumque
Societatisjeju E^eligw forum , & ^utographo five exemplar i pr adirla aj] er-
ta Conftitutionis Tauli Quinti nullam omninò effe fidem adhibendam , ncque
ab alter utra parte, Jeu à quocumquc alio allegari poffe , vel debere, fedfuper
Quafiione pradi^a, objervanda effe Decreta Tauli Quinti, & Urbani 06ìa-
vi fuorum pradecefiorum. Così la dichiarazione d'Innocenzo Decimo, e
Dio voleffe , che così fofle ancora il fine della Queftione , ficcome non mai
decifaj«i«rc da'Vicariidi Chrifto, così non mai concordata infamo dai
partitantidi^fla.
Alle agitazioni narrate della Grazia andò di pari nel corfo del tempo
Anconi^o^d e d'o- «" dìfgi aziato Ecclcfiaftico , che pafciuto feinpre nel meglio , e vifllito fem-
niiiiis, fucHcre- pre nel fommo della Chiefa , nulladimeno non mai coli' animo fu nella
?ffe' * "'^° '^' Chiefa, onde né pur morto meritonne il corpo la communione con ella.
Quelli
Capitolo L «J85 Paolo V.
Quefti fu Marc'Antonio de Domìnis nato in Dalmazia nella Città di Arbe,
huomo cotanto inclinato inficme, & avverfo alla Religione , che entra-
to in Verona fra'Padri della Compagnia di Giesù, quindi ne ufcìò attedia-
to di quel ben vivere, òfcacciato pe'l fuo mal vivere; ond'eflo fteiTo \_à\ 1 Marcus ^nt.dt
ndho deted^to Libro de I{epitblicaChrifliana afferma ài efiere flato Gie- ;?/J''J/T,£f/*
fuita, e iì vanta, ch'eifiì gran Lettore di Rhetorica, e di Filofofia in Bre- chrìfi. '
fcia, intendentifilmoProTeilbre di Matematica in Padova, d'ingegno va-
lente, e che ( fé vogl'am credere à lui ) la Compagnia molto perde con
perder fé j chedaleieflbnonfiìfcacciato, midi volontà ufcinne, non gra-
dendogli quell'Iftituto, in cui più volte, come dicefi, eglifù penitenziato
perambiziofo, inquieto, e mancante di fenno, epocomen di ragione,
havendolo poi tale dimoftrato li futuri eventi, che foggiungeremo . Dal
pafcolo diquella nobile Religione egli, non so come, falì fempre imper-
fettodimente, e di cuore allo ftato perfetto della Chiefa di Dio, pri- ^ ^„ ,-„^.
ma da Clemente Ottavo [b] promoiVo al Vefcovado di Segni, e poi da
Paolo Quinto traslato all' Avcivefcovado diSpalatro , che reile poco tem-
po,cioé iìn tanto che richiefto prima, e poi forzato co'foliti termini della ra-
gione civile al pagamento, ch'ei ricufava , di una penfione, dì cui fu
gravato, effo confenziente , dal detto Pontefice , concepì odio, e ven-
detta contro la Sede Anofiiolica, e coltivandone ipenfieri, e congiungen-
do ai penfieridi fdcgncf una fomentata paiiionedi fuperbia, per cui pare*
vali, non goder'elfo appreUb i Vefcovi fuffraganei della fua Provincia
l'eftimazione dovuta alla qualità di Metropolita , Primate della Dal-
mazia, e della Croazia, della qual dignità veniva fregiata quella fua Chie-
fa , [e] ambìtione du^ui , dice, e piange di lui un'Autore, ex Oliv<.-e nu- e Bonavcnt. Md-
eleo afpcr Oleajìcr i ut Ter tulli ani verbis utar^ eruptt, & velut novus de va/iam cataLn^-
CoiloLucìfer , è fiiblimi Epifcopatus dignitatis arce deje^fits ^ in hxrefimcor- M'^^/iDomin^s.
ruit, atqucexCatholicOj-Ò' I^eligiofo homine ^pojiata^ ex Tafiore Idolum ^
ex Epifcopo Lupus ^ ex Fidei Magifìro tandem Schijmaticus ., & H^retìcus
fa&us. Ma ficcome del bene, effendo ancora proprietà del male , il
diffonderfi, non ifìimando loSpalatenfe buon Heretico, chi nel medefi-
mo precipizio non tira fecofeguaci, die di piglio alla folita, e pronta fpa-
da degli Heretici, cioè alla penna, e in due groflì Tomi compofe un Li-
bro, ò per meglio dire , in que'due Tomi confarcinò molti Libri di diver-
11 Heretici, che per offendere la Religione Cattolica prendendo à mira il
Pontificato Romano, contro quefto vomitarono mille aflerzioni, non
menfacrileghe nella empietà, chedecantate nell'affunto. Pervenuto dun-
que al termine del fuo difegno , egli die titolo al Libro de F^epublica Chrìjiia-
na, e proveduto di quefta merce , meditonne lo fpaccio nelle Piazze ,
ove ne correva libero il traffico', e gradito. Conteneva il Libro trentafet-
tepropofizioni di qiiella Herefia, pari alla quale nifuina ne compariva co-
tanto applaudita .da'mal'affetti alla purità della Fede nelle Regioni Setten-
trionali della Europa. Elle erano . Primo, Omnimodam [d] paritatem , d De Domina i.t.
& (nquditatem mter ^pojiolos fuijje : Secondo, Vetrum ncque [elCaput, ne- i'StT\x^c'^''!i''-o.
queTrincipem'tApoftolorumfuiJJc: Terzo, ^poflolis [/] nihil datum, mìni £ lùid'.i.i'.c.z.n.zo'.
concejjivm , nifi purum minifkrium Fidei Chrijitper Evangelii pradicationem
Paolc.IV. -g^ Secolo XVII.
che l'iniquo replica {jìù volte, hoftilmente, e da difperato mordendo , e
i^n.dAA.c.i.n.ìo j.jpjgiJ2,-,^ÌQ la Ecclelìaftica Monarchia: Scilo, Chrijius [a] fuìt tantum in-
vifìbile Ecckficè Caput y ond'eglifempreerdudendola Monarchia, coftitui-
b ibìd.i.i.ci.n.io \z. nella Chiefa l'Ariftocratia: Settimo, l^uUam [b] omniuòpotejìatem,
e ibid.i.i.c.j.„.i4 ji,^ nurjum tantum minifierium , (juocl poteftatem expellitt in ^pofìolts fuif-
fe: Ottavo j Tetrus [e] nonfortnalitery & verèi Jedpotiùsparabolicècla-
ifòìi'.i'ucf"'^' "^^^ recepii à Domino t onde inferiva, Tetrum efie Ecclefite figurami No-
f uìdj.'i'c'ióy no, ^Apofioli [ci] utChriJìiTaJiores ,rion funt oves: Decimo, Tetrum [e]
a io,d.Lz.c.un.u. jJYaelitarum tantum Oves pafcendasfufcepifk: Undecimo, Tetrum [/[ tion
habuijje fupremum Trincipatum-.DuoàQQÌmOi Quicunque [g] ab ^poflo-
\ibidti.c.i2,n.ii. ^i^ Epifcopi fiebant i eos protmusbabere eandem ^pojìolicam potejiatcm uni-
verjalem m Ecclcfia : Decimoterzo , Epifcopi [h] & presbyterì ìnter fs
k ii'id.i.ìc.^.n.c, differuntefientialitcr: Decimoquarto , Quilibet [i] Epifcopus efi Monarcha m
1 iùid.i,i.c.4.n.ic. j-^Q regimine: Decimoqninto, Deusfuum[h^]concur]umfpecialcmnoluitt4llo
Sacramento obhgare: Decimofefto , Sacramentum[l]Ordinis j cui Deus jpe-
cialem fuum concurfum obligavtt , non efie vere Sacramentum : Dccimofet-
mii,ed.i.i.c.s.n:6 umo , Jurifdi£ìionem [m] tn habitu mutroque Epifcopo de jure Divino uni-
verfalem, in totaEcchfia eJJ'cy ina&uverò non c{]e, nifi in propria Eccleftai
^ ii'id.i.i.c.s^ptr V>Qc\\r\oil2L\OiTapam [«] m Epifcoposnullampotefìatemhabere y aut txer-
'"'"• cere pojìe , conia pretefa ragione, perche Tota junfili£ìio de jure Divi-
no y quixin ^pojiolis fuit i e[i etiam in Epifcopo y onde l'empio conchiu-
deva, Totefìatcm Epifcopi non pendere àTapa, fed aqualcmcumTapahabe-
re in tota Eulefia , e foggiungeva , Epifcopus nulli certx Eccleft£ de
o iùid.t.z.c.j.n.24 ji^yg Divino efl ardandus , eò quòd de jure Divino per omnes Ecclefìas
poffit excurrcre : Decimonono , Finculum [ 0 ] Epijcopi cum Ecclefta in
P iiid.i.2,c.9.r,.^. communi folvibile efì : Vigeiìmo , Epifcopi [ p ] pr^elationem , ac jurif-
diBionem in Tresbyteros, ex Laicorum Trwcipum potefìate fumpfjfjeexor-
q iiid.i.2,c,it.?,.ì. f^if^Y^^. vigefimoprimo, Ecclefìa [ q ] votum continenti^ Sacris Ordini-
bus anne£iere non fotefl : Vigefimofecondo , Monachorum [ r ] infìitu-
'&LÌ'i'.\'''nT ^■' ^^^^ ""^^^ publica infìitutione emerfu , & ^orum flatus à Late ali s Ordì-
14- " ""' ' nis fiatu non efì feparatus : Vigefimoterzo , Votum [/] perfonale ex
tiiid^i.i.c.iz.n.fi,. j-Qia interna dcliberatione , & plenifjima elc£iione , non oritur : Vigefi-
moquarto , Imequalitas [f] pralationis y & fub]etlionisin Ecclefta introdu-
L?o'n.'l'.&"f''"^' àa» maximam in cam invcxit confufionem : Vigeiìmoquinto , Topuli [u]
u lùidj.i.c.j.n.i. confenfmn in Epifcoporum eletìione y ele6iionis jus intrinsecò habent : V'jge-
iìmofefto, Epifcopi [x] habent jus eligendi Succeffores : Vigeiìmofetti-
ìi. uìd.n.ci. j-jio, Ordmationem [}'] Epifcoporum y non legcm y nonCanonem , non pr^ce-
^ ib'id.l'.yl'.l'. & ptum,fed nudam confuetudincm efje :V igciimottsivo y Epifcopi [:(\in(uaEccle-
CI l.n
fia jure Divino, fupremiy & immediate foli Deofunt fubje£ii : Vigefìmonono,
iziù-d é-i J^^*'^ i^^ì I>^'^^^o nulli junt Metropolitani y nulli Trimatesy nulli Tatriar-
(.10,'n/^'.'^' ~ ^" cb£y & nullum efie difcrirnen intcr Tatriarcham, & ^j^cbiepifcopum : Tri-
gfiemo, Tatriarchalcs [bb] Sedcs , fcilicet ^Icxandrina y i{pmanay ^dntio-
bb ibid.c.io.v..i'j. cbenay primatum fuper c<tteres Ecclcfias babent y obeminentiamCivitatumf£-
cliùid.iiù.\c.u. eularium: Trigelìmoprimo, Tallium [ce] nihil potefiatis tribuit Mctrapo-
w.iV" ''■ ■ ■ litanis: Trigeiìmofecondo , Ecchfia [dà] Romana paucarum dumtaxat Ec-
dd ii>id.i.4.r.s.n. f/^/;^j.^^;2 eji Caput y & e jus prxeminentia ab Urbis magnitudine pendet i
7 (ir 14
K< iù,.ÌLì..cap.r.>. Trigeimioterzo, Isleque [ee] Tetro y neque ulli ^pofiolo datur perfonalis
f ;f^ 'V:'' '■ *^ '* '^' Ecclefìa fucccjjio rò' clave) non Tetro , 'fed Eceleju à Cbriftofmt collat£y
ft- u-,j. 'r.s. ^ claves Tapa ab Ecckfta accepit : Trigeiimoqnarto, ^ppeltatic nes [ff\ Ea-
(.Le-
Capitolo L 587 I^AOLoV.
cleJtarumad!{ontamnodebefit: fieri: Tr^gclìmoqninto, Canones [a ] 5<zr- ^ /ìì<ì./4.c.8.«.jj
dicenfis Concilii in Ecclefìa nullius funt auujritatis : Trigefimofefto, Car- ?^ '
dinales [h] mllamaliam fuper dtos pr >ìrog.Uìvam bahent: Trigefimofet- ^ ^^"'•'•^•
timo, Tapa [e] P^qmanus non cji vere Tetri Succcffor . Così l'herefie à^ì e ibid.c.6.
deDominis nell'allegato fuo libro: altrove [d] poi egli in ogni pagina ^ ^' oominìs in
chiama la Chiefa Romana JS^i*//o«/^, e sfacciatamente [e] ripiglia i\S2^-%offffitriTt.i7--
ero Collegio de'Cardinali , nuo vo Lutero di temerarietà in qiiefto Secolo. ^ //f" '« trastM
Md fcLioprinne , e confntonne egregiamente le pazzie, e gli errori il celebre ca'SuHm!"""
Maefìro Domenico di Gravina Domenicano , Filippo Fabro Minore
Conventuale , Zaccharia Boverio Cappuccino , e Domenico Veneto Vef-
covo di Vercelli , che valentemente fcriffero contro quefto forgente Here-
Ikrca. Mi per il premeditato viaggio in Inghilterra ftimando il deDomi-
nis poco e tenue fi fuo havere, fé non provedevafi ancora di quello del
compagno, procaccioflì la fallace Hiftoria del Concilio ài Trento com-
pofta da fra Paolo [/] Sarpi, per imprimerla prima nelle flampe, epre- fFràPaoio nacque
Tentarla pofcia,come feguì,à qualche gran Perfonaggio della Religione Pro- J^ ^T"-'" , '', l^}
teftante, con ficurezza di accatcivarfene con tal dono la protezione. Alle- Se^clio^''lhìamfft
ftito dunque quefto nobile Equipaggio , egli il miferabile [g] fuggiffene da ^''j^^^/^^^^'
Spalatro, e tirapaflando li Svizzeri, e la Germania fuperiore pervenne in ^
Inghilterra, e quivi date alla ftampa le (uz Opere, prefentolle al Rè Gia-
como, al quale precifamente dedicò la fopranominata Hiftoria del Conci-
lio di Trento fotto il finto nome di PietroPaolo Soave,fcritta,com'egli affer-
ma nella lettera Dedicatoria, daperfona, che viveva fra'Cattolici . Doni
degni da ofiferirfi ad un Rè Heretico da un'Apoftata [ /; ] della Religione hniM^rc- ^n-.
Cattolica . ''' Domnit vedi l
Ne bifogno haveva allora l'Inghilterra di eflere accalorata nel male "nuovi HeVetk-i
dagli fcritti d'Autori ftranieri , eifendovene tanto de'paefani, che oltre '" ^"^hiiterra.
paftavano eziandio il defìderio di chi coltivavane la promulgazione . Im-
percioche coli ripullulavano allora oltre aU'herefìe lacrimevoli , che noi
habbiamone'precedenti Capitoli enumerate, le nuove fentenze degli an-
tichi Origenifti , Ebioniti , e SabeUiani , & un Hincmanno Cavaliere Ingle-
fediffe, e fcriifefopra la futura falvazione de' Reprobi , e dc'Demonii ; j ^f^i^^r / ,;
un'Hercole Coxarn [ì] Ts[i^ilim interrai efìe alium TaÌioremnifiChri{ÌHm,\nn\cì9* "'"''
moftrandofì egiiinqnelto errore òcondottiere, ò feguace del deDomi-
nis, Diesomnes fejios penitits abolitosi & tri Sabbathumtngrefìos ; nulUm
altam pocnitcnttam admitti oportere, nifi [olam jujìifiiationem , (jna acce-
ptat impeccabiles bomines fiebant: genuflexionem in Cana Domini y & alias ■
reverentias efje IdoloUtriam : omnia nomina ( exccpto Cana nomine ) quibus
hoc Sacrarnenmm appellari folitum efi i rejicienda efk tanquam nova , &
mScripturlsSan&isinufitata; un Giovanni Trafto, che, rinovate l'herefie
del Coxam , aggiunfe , yicìjjim ornndum effe , quandct plures exijiunt ,
tum Viri y tumFcemin^y un nuovo Theologo Spa;:^nuolo Serveziano, ]e-
fum Cbrtjium prorfus abnegari debere : unam tantìm effe Ter fonarn Divinam,
&agno[cendos potiusmDeo perfióiionis gradus j quàm ulUm perfonarum di-
ftin6iionemy ed elio dic^vaiiSalvadore del mondo. Sicché entrato il de Do-
minis nella regione , e religione Inglefe , entrò non.tanto in un mare ài he-
refie, quanto in una plaude ftagnante dì oj;ni più fetida hcvefia, onde il
puzzoreferviffegli di rifvegliamento nella futura converfìone, chediluiin Gr^^Z/xv''"'-^''^'
uo[ y luogo foggiungeremo .
Con
PaoioV. ^gg Secolo XV IL
Conlimedefimìconfufi pafll di fiibalteme fette givàfi in fé fteffa intri-
cando la herefia in HoUanda . Francefco Gomaro di Bruges profeffore del-
^ i^iT'inlHa la fetta rigida di Calvino infegnò in Leyden, [^] Defcenfum Chrijii ad Infe-
fi^ttraan. iGo'i!"^ Yos ììou fccundùm ^Animam , fed fecundUm Corpus quìefcendo in fepulchro,
notneninfeyni fepukhmminterpretans ; & altri al contrario, cioèlifegua-
h Maiv.ioc.cit.in cì dcUo Smidclino , J^'fnm [b] Cbriflum defcendifìe ufque ad locum dam-
^"' ^^""^^'"^ -^^^ natorum , ibique ejt4s animam damnatorum posnas pafiam futfie : Deunt
praordinafie homines , pleropiue ad inepitabilem , ac fempiternum crucia'
tum ex abfoluto fuo beneplacito ; & illos praeordinafie ad ipfum peccaturrit
laiSa^'^de-Goma- ^ pcccandi necejjìtatem : Deum eltgifje aUos ahfolutè cura refpeBum fi-
niììAAnmnuni. dei mChnJhm: Chriftumnon ejfc mortuum prò omnibus hominibus , fed tati-
tttmpro paucìs , illis abfultuè eleólis : Deum ne quidem •pelle eos omnes fal-
yos fieri i quibusEvanielium prxdicaiur: Deum nolie bis omnibus fufficien-
tcmy acnecefiariamioHì/erJìoiiiS grat'.am largiri: qmtquot convertuntur , ir-
rejljiibiliter quadam Dei virtHtv converti , & jemtl converfos nunquam
pofic grafia Dei excidere y aut fidem fuapte culpa amittere: Chrijium non
mceijijje eadem virtutis, ac fanciituris via ^ quam nobis ?nonflravit; Chri-
jium non effe adeptum eam felnit-iiÀm :, quam adis promifiti Chrijium vel-
ie y ut omnes firmiter crcdant y [e eieSlos effe, licèi hoc falfum (ìt: Fidem
vivam 3 quatcnus viva eji , nullo modo nob:s impiitari ad jujlitiam : ean-
dem fidem non e[ic jnfiniam nobis inh^rvntcm; pcenitmtiam efie fimplici-
tcr pojìerioreni ]uftific atione . Nel medelìmo tempo fall sn la Catedra di
Leydenfucceifore, mi ccntradittoredelGomaio Giacomo Arminio, e
dell' Arminio Conrado V Vorliio , gli uni impugnatori dell'altro i ma tutti
e ìmprtjToin u-- refrattari! al vero dogma della Chiefa nel punto principalmente della gin-
dt!i<i.i,iGiz. ' ftitìcazione, ondeil VVoriìiohebbe à coniporneun [e] Libro jintitola-
**■ to C atalogus erro) um y [eu allucinatio D.SihrandiB^berti ( quefti fi era un
ofìinatilfimoGomarifta ) perlochetra'iGomarifti, e gli Arminiani fotto
laprocetiione di potenti Principi, dalle penne fi venne alle fpade con tragici
avvenimenti di una Religione, che non mai potefll accordare nella confef-
fione uniforme della lua fede, nèdperfuafione di fcritti, né à forza d'ar-
mi, rcndendofi ella con quello fol motivo iliabile, perche fenz'appoggio
di fondamento.
NèlaGermaniafiìefentedallamoftruofitidi un nuovo Dio, comparfo
, ^^^ [f/] nella perfona di Ezechielle Medenfe Heretico Luterano della Thurin-
e ""ex Mercurio già, il qualc [e] aflcrivafi il gran Principio , e il Verbo Divino, e però
Ga^//o £*/^/c«d««. ^{jQJj^j^-^j-^e^ ^ineHlnza il vero Giesù Chrifto. Pazzia da noi non mai
ia'oermana. notatane pume'Diavoli , non che negli Hereticii e pure un Luterano non-
fololadifle, màvoUe, ch'ella lì credeife, ònd'egli fpacciava patenti d'im-
mortalità à chi'l feguiva .
\vni'\' ^ W contrario m Italia un Lucilio diceva , Tsj^ow enervi alcun Dio:
ò ch'egli credeife, non mai eiferviffcato alcun Dio, ò pur elfer morto Dio,
quando morì Ezechielle Medenfe, che predi cavafi per Dio. Certo fi è ,
che Lucilio con dodici compagni Napolitani predicò l'Atheifmo nell'Ita-
liaprima, epofcia nella Francia, irrifo da tutti , e pur cotanto pertinace
neli'afferzione, che ammonito dal Parlamento di Tolofaà rientrare in fé,
à confcfiare Dio , e à fottoporfi al Rè, & alla Giuftizia, rifpofeilteme-
ceY/xvj'v(rl'd'' ^"^^^o > [5 ] ^^^ ^^ Dcum attinet , nuilum efie credo : qiwd ad I^egcm ,
Lucifio, '""" ' " nunquam iilum effendi: quod ad jufiitiam , iUam ego Damonibus ( fi ta-
men
Capitolo L ^89 Paolo V.
tHcr. DiCmònesali^julexiflnnt ) devoveo . Onde incontanente •gli fu tagliata
laiingua, affogata la gola, e condannato il corpo ad ellecbrugiatonel
fuoco.
Poteva, e doveva l'Herefia , più todo confufa , e mefta piangei* fé Giubileo de'Lu;
fìeffa, dilacerata in tante fette, erefahorrida come l'Hidra con tanta mo- '"^"''
Àriiofità di errori, cioè quanti enumerati ne habbiamo (ino dal tempo, in
cui apoftatò Lutero dalla Fede; quando come innocente ella foffe, e pe-
rò degna di publici ringraziamenti, e di eterna memoria , aprì [a] in z ^nn.tSi^, '
queft'anno una Scena non più comparfa nel Theatro borrendo di tutte le
hsrefietrafcorfe, cioè una funtuofa commemorazione del centenario , ò
vogliam dire del Secolo Luterano, felicemente , come diilero i Lutera-
ni, trafcorfo, e terminato dall'anno della gran ribellione di Lutero. Gio-
vanni Giorgio Duca di Saflbnia , i cui Antenati diedero i primi la mofla in-
faufta à quel Secolo , egli fu , che nel termine di elTo , decretonne lapublica
folennizzazione , epubliconne, fui finir di Ottobre, come un Giubileo,
a'ieguaci della fetta Luterana con tré giorni di orazioni, e di digiuno in
fefteggiamento , ringrazia;nento, epompadel gran peccato: equivigiu-
dicando paffaggierc le impofte divozioni, e fol durevoli nella durazione
di pochi giorni, per eternarne a'Pofteri la reminifcenza , fece coniare, e
fparger medaglie con la ifcrjzione Stsculitm Luter^niim . O mifcreden-
te popolo di Dio! v'illumini pur quello, che già fii chiamato [b'] Confpe- ^ ecci.ì^.
BorSMulornm, e vi riduca alla via della vita quel forte Dio, che [ e ] eji '^ if''i»9'
Tater futuri [acuii i &Vrincepspacis; che noi nell'haver confiderato fin
ora in tutto il lungo corfo di quefta Hiftoria la lacrimevole perverfione
dell'herefia, non poflìamo non efclamare alla oppofizione dell' Anniver-
fario de'voftri precipizii, [ rf ] T{ecordamint prioris Siculi , cioè del Se- ^ uìd,,^^^
colo antecedente à quello, che malamente fefteggiate, quando figli di
Dio con la fiaccola in mano della Fede v'incamminavate così bene al Re-
eno de'Cieli, e ricordatevi, che il voftro prefente peccato, quand'esli „
iia pertinace, egli e un di quegli , che [ej non remittitur neque m hoc Si-
culo, ncque in futuro. Li Calvinifl:i molto pofteriori à Lutero , non po-
tendo anch'elll indicar fimil feftaal lor partito, e dall'altro cauto non vo-
lendo giacer in ozio nella commozione di tanto giubilo per il fottratto gio-
go dal Pontificato Romano, il Conte Palatino Antefignano di eifi, in quel
medefimo tempo ordinò difpute dottrinali contro la Podeftd Papale, in for- e co» luroni , e
ma non di argomenti, màdiconclufioni, in cui per quiete, e gaudio de' ^^j*'^ '^<='^^^''''''"'-
fazzionanti C\ regiftravano li motivi , e le cagioni della loro fottrazzione
dalla ubbidienza de'Papi. rj . n- .
empio tripudio de Luterani , e Calviniiti precoifc , e come die rio.fuequaUt.iai-
lamoflaunSacerdoteCattolico, che àconfufionede'buoni, voirelfoflef- ''"' ^^^'^'^'''
fo porre le armi in mano agl'inimici , O difegno , ò avvenimento egli fi fof-
fe, mentre il Coxam in Inghilterra, il de Dominis in Italia, egeneralmen-
te gli Heretici nella Germania oppugnavano l'autorità Pontificia [/] furfe ^ -^««•'<^'•■•■
inFranciaconil medefimofUle infetto di veleno Edmondo Richerio Sacer-
dote di Langres , e Dottor mal configliato della Sorbona, divulgando un
Libro de Ecclefìafìica y & politica potcjìatej le cui propofizioni apparvero
fubito cotanto difibnanti dal fentimentocommune della Chiefa, che rice-
verono incontanente cfccrazione, e condannada quella medefimafcuola,
ove l'Autore le bave va propoftc , & iiifegnate , Prefigge vafi in effo la decan-
tata
Paolo .V, ^^^ Secolo XVII.
tata malfima , Ecclejìa & Politia Monarchica adfìnem pupernaturalcm inflituta
regimine ^riflocratico , temperataàfummo ^dnimarum Taflore D.'Ì^.Jefu Chri-
floi e quivi condannavafi S.Gregorio Settimo come ufiirpatore di autorità
fol dovuta alla Chiefa univerfale nell'ufo dell'Ecclefiaftiche Cenfure , come
s'egli folle ftato il primo dfervirfene, e non altri molti Pontefici anteriori à
lui . Infomma il Libro era tale , che in elfo non tanto dicevalì male, quanto
maledicevafi in quefto particolare il Pontificato Romano , onde di lui dir (ì
a s.^ug. l. i<S' dr poffa con Sant'Agoiìino [a] Quid efl aliud , quàm nefcire dicere , & tamen non
Ctv. Dt,c. 4. ^^jj^ ^ij-^ maledicerc ? Ma grazie al Cielo, che la opinione di Edmondo Riche*
no fiifu'lfuo primo germogliare recifa da'medefimi Francefi nella meded-
ma Francia, e dalla medefima Sorbona, ondequefto maligno Autore pofl'a
reftarfmentitoda'fuoimedefimi connazionali. Poiché recando fubitanea
naufea il Libro del Richerio à tutto il Clero della Francia,il Cardinal Giaco-
bitaB^ttai.ina». "^^ Davì Siguor di Pcrroua , che per chiarore d'ogni virtù era allora [^jT
nai.ar,. tóiz'.n t} Agoftino óì qucl Rcguo , & il martello degl'Heretici, adunò follecitamente
d 'l^i^tè !o.\]' [c\ in Parigi un Sinodo , ov'eiTo Prefidente , come Metropolitano , & Arcive-
c^n.ii. fcovo di Sens , letto [d] l'eftratto del Libro , e confutatene capo per capo le
fentenzc dal famofo Dottor Sorbonico Andrea Duallio, elleno furono da
quei Padri condannate con la cenfura di falfe , erronee, fcandalofe , fcifmati-
che, & hereticali , e della condanna furono quivi prodotte pronte ragioni \n
e ved',iipoHt,f.di difefa del Pontificato Romano , e della fuflìltenza, e prove delle due altre[£']
Pi,v.'tt.^.fag.$\s, volte da noi citate lettere di San Gregorio Magno, lacui validitàpretefero
allora d'impugnare i Richeriani, Il Labbè tutto à lungo riferifce il corfo, eli
fentimenti 'di quello Concilio , che fé noi regiflrar qui voleflimo , ci conver-
rebbe rireliere tutta quella noiìraHiftoria, tanto in ogni pagina dielfa
habbiamo notata, erintuzzatala malignità di quei traviati Dottori, che
ne'loro ferirti non hanno havuto altro maggiormente à cuore , che il difere -
dito, elamaledicenzacontro il Primato Apoflolico, e contro la da tutti
i Secoli venerata ampia podeftàde'Pontefici Romani . La maggior riprova
però de'Richeriani fi è la ifleffa ritrattazione del Richerio, che accomna-
enata da altre rilevanti circolianze, farà da noi in fu o [/] proprio luona
vrbaHoviii. annotata.
Mànon cosìcon femplici fcritti refeinfame, & horrida anche la con-
Riforgimeiicode- dizioue dell'hercfia il prevaricato Aniello Arcieri, Sacerdote Regolare,
6^.'^Ì"|^'chi Gno nella diflblutezza del fenlo, e nella elevazione dell'inganno . Rinnovò in
di'ciuictifli""'"^ lui il Diavolo le antiche mailìme de'Valentiniani, e Montanifti conlafor-
genteherefiade'Quietifìi, de'quali vedremo horribilmentc infetto quefto
Secolo, di cui prefentemente fcriviamoifucccffi. Egli dall'altezza del Sa-
cerdozio precipitato in ogni fozzura di atto venereo, pratticò, e predicò
lecita ogn'immondczza di fenfo, ogni qualunque volta lo fpirito elevato
in Dio difpreggiafle con fafto le diffoluzioni , anche volontarie , del corpo.
Particolarità cosi deteftande fi rinvengono nella fua ab)ura, che feguì in
%izxugii»t6i<). Roma, [g] chea noi piace più l'accennarle, che il defcriverle, per rendere
nel medefimo tempo ragione all'Opera , e notizia al Lettore , che l'Herefic,
b vediiiTmtìf.dì chenelprogreflbdi [h] queflo Secolo riferiremo, de'Quietifti, furon tutte
y^^^"^"^^;'^^;»''''' uniformi nella efecrabilità de'coflumi , e de'dogmi , ond'eglino poffino
piùtoftodirfi ingannatori, che ingannati. Ma dalle bruttezze degli Hercti-
ci paffiamo alle glorie della Religione Cattolica , che fotte quello Pontifi-
cato non furono ne poche , né difpregievoli .
Ecer-
'U,
trìtolo L ^C)! Paolo V.
E certamente in ordine de'tempi può annoverarfi fra i di lei avvantaggi _^ ^ ^^^^^
la [^] morte dell'infame Herefiarca Theodoro Beza, di cui havendo già Xvhìuplntìf.dì
noi[Z>] defcritte rherefie , e la vita, altro qui non rimane à riferir, che il fi- f^'>iv.um.^.fag,
ne di ella, & il principio della di lui eterna dannazione. Kgli fede \c\ fuc- f%ond.anMo^.
ceflbre di Calvino nella Catedra di Ginevra quarantun'anno, due de'quali, "•"•
che furono gli ultimi, pafsò in una perdita totale della memoria, òdebili-
tata dalla età fcorfafin'all'ottantefimofefto anno di decrepita vecchiezza , JfJt" b/m J^'*'*
ò toltagli per divina permiifione nella oftinazione della fua invecchiata ma-
lizia. EnegodèilChriftianefimo, non perche conia morte di lui ne folFe
eftinta ancora la herefia, ma perche ben fi gode della morte del nemico,
benché fubentri nella pugna un nuovo contradittore .
AprìintatitoilPonteficeinRomaun Teatro di lingue, acciò ogni boc- poScl°hi' fv!
ca celebrar potelTe gli encomii della Religione Cattolica, & ogni palato vròlaggll "de^iTl
aflaporare il gullo della Dottrina facra con la riptovazione della falfa. Egli ^^'^^*
perciò con la Bolla [rf] ^poflolic^ Servitutis ìngiunfe, che in tutte le
Univerfitàde'Reoolari ii profeflafle lo ftudio delle Lingue principali, e Ìr!*l»Tl?L'"*Jj!
dottrmauditutto il mondo, cioè della Hebraica, Greca, Latina, &Ara-«5io.
bica, a'Maeltri delle quali prefcriffe Catedre, e premii . E ben parve,
che opportunamente Paolo ifbituilfe il magifterio delle Lingue , allor quan-
do a'fuoi piedi fi viddero in Roma nazioni llraniere con pronta fommifiìo-
ncdiubidienza, e di Fede alla Sede Romana. Pietro Patriarca de'Maroni- ^^ ^^^^
ti [e] fpedigliàtal'erfettof noi Oratori, che ricevuti con dimoflrazioni di ì i.DeccnlUn.ch,
Apofìolica carità, &erauditi nelle loro fuppliche, furono [f] rifpediticon fr '^"„^///''!^-^''*'''
facoltà [g] diretta all'ifteffo Patriarca , &àtuttiliVefcovi di quel lontano h'^^.'^ìTi^.
tratto di Paefe, di poter per una fol volta benedir quei popoli con la pie-
nezza della benedizione Papale, e della Indulgenza plenaria . Quindi [h] coiifeiT5one di
fopravenneroiChaldei, ed Elia loro Patriarca fpedìàRoma Adamo Arci- ^f^^^ M^^onUi"!
diacono della fua Camera Patriarcale, Archimandrita de' Monaci Chal- cLidei , & Ar-
ód i che per comandamento del Pontefice, iflrutto dal Commilfario del
Sant'Offizio circa l'errore in effi ancor perfeverante del Neftorianifmo, così
bene in ire anni ne apprefe il Cattolico dogma, che ne compofe in Roma
dueOpufcoli, giudicati degni da Paolo di eireretrafmefiì, come feguì , al
Patriarca per norma, e regola di Fede; perloche tornato Adamo i"n Babi- i ^«. iit6.
Ionia, [i] convocò il Patriarca in Amed un Sinodo di Vefcovi, i quali
abiurato il Neftorianifmo fecero ritorno doppo molti Secoli di alienazio-
ne allaFede Romana. Gli atti di quefto Concilio furono prima trafmeifi k ^». icit.
àRoma, e poi [^] approvati dal Pontefice, che ingiunfe a'Chaldei [/j con i tx ' Bìo-uÌ, in
Breve fpeditofocto lì fefto giorno di Aprile la correzione di alcuni abufine' ^''"'' ^'
Riti, elaperfeveranza nella cufi:odia illibata della Fede . Agli Armeni ,
dalcuiClero Paolo ricevè [w] medefimamcnte laprofeflìone Cattolica, '"'^''•"^' •
prohibìla continuazione dell'antico errore del Gnafeo nella recitazione del
Sagro Trifagio, & ammonilli ói oflervar la divina Tradizione d'infonder
poc'acquanel Calice, e quindi rimandò l'Inviato Zaccharia Vartabid al
fuo Patriarca Melchifedechconil Tello emendato del Concilio Chalcedo-
nenfe m lingua Arabica, conpreziofi donativi di Croci d'oro, edifacri
paramenti, e con lettera commendatizia della nazione Armena al Rè di
Perfia, di cui ella vive Vaifalla .
Quefti lontani ingrandimenti della Religione Cattolica furono come Jo"c[f,o°"Tr^n!
preiudii di quei prolfimi , e perciò più falutevoli, che fuccelfero nella Fran- to inFunaal "'
cia^
mtni ,
Paolo V. ^g^ Secolo XV 1 1.
a .^ i6i ^'"^' indotta finalmente con fomma gloria di quel nobiliilìmo Clero aM'ac-
'^* cettazione finallora controverfa , e non mai ottenuta del Concilio di Xren-
b cuecenusinti. ^^ ' Adunofll [u] cgH uclla Citta di Parigi per altri affari, che digeriti, fi
racard. de lai^o- vcnue pofcia allaptopofta della publicazione del mentovato Concilio . Due
fh^ff^HeaHu.^.coi. Prelati ripugnarono , ma i rimanenti concorfero talmente, che [b]in Comi-
tiisy dice un'Autore , Cleri univcr fi mmfe JuUo Galliarum Luttiiahabnisy
titi Synodus Oecumenica Tridentina ab Epifcopis j qui tunc aderant, recipere-
tur, quod fpopondere communi calculo, quotquot aderant Trafules y duobus
tantum, exceptis . Itaque fé facramento obfirinxerunt fervanda Synodi Tri-
dentina in fiiis Dicecefibus, & incardinali! ( quefti fu il Cardinal de la Ro-
chefoucau ) ipfusmanibus fé obligavere . Soggiunge l'Annalifta Francefe ,
csptrJa}:. am. [c] Menfe JuUo ingenerali Convcntu Cleri Gallicani Lutetii€ habito t quod ilio
tCis: n. j. nunquam ha6temis à I{egibus obtinerc potuijjet frequemiffimn precibus , neque
etìam in ultimis Comitiis y quarnvis & nobilitas vota fua mjunxifìet, vide-
lìcet ut Sacrum Concilium Tridentinum B^gia au6Ìoritate promulgaretur in
I{egno, prdflitum à Cardinalibus y ^rchiepifcopis , Epifcopis, ^bbatibus y&
tieteris , qui aderant ex cun£lis ^gni Trovmciis delegati! viris Ecclefiafti-
cis, extitity quantum in ipfts fuit: dttm fcilicet unanimi omnium e onjenfu il-
ludrecipientesy fuis fé fun&iunibiis obfervaturos promijerunt y ac jurarimt .
Così egli: e notano l'uno, e l'altro Scrittore quefta degna rifoluzione, co-
me parto in parte della perfuafiva , e zelo del Cardinal Francefco de la Ro-
chetòucau, che intervenne nell'Aflemblea , non tanto come membro di e{fa,
quanto come Capo del buon configlio. Edinefecuzione della Ecclefiafti-
ca determinazione di veder rifiorire la Fede Cattolica in quel Chriftia-
niffimo Regno , il Rè Luigi Decimoterzo prefifle il Bando, chenelPaefe
d ^m.1617. di Bearne fi [d] ftabihfle libero, e publico l'efercizio della Religione Ro-
mana. La Regina Giovanna di Navarra, Madre di Henrico Quarto, gitta-
E cr.nverfione tafi difperatamente alla nuova fetta degli Hugonotti, haveva colàperver-
cadfnaB^afLu'] tito in maniera l'ufo dell'antica Fede, che parevane quafi eftintalaiftefla
memoria; e benché nel Decreto dell'affoluzione conferita ai fudetto Heii-
rico da Clemente Ottavo veniiTe importo à quel Rèdi reftituir l'efercizio
di efla nel Bearne , nuUadimeno differitane la efecuzione, non prima fé ne
viddelaconverfione, che fotto il Figliuolo Luigi, il quale prima co'lBan-
{ cild'il'^B^nti a ^^» e poi, [e] nonprofittando il Bando, con le armi, ridulìe quei [/] po-
giiZue"fJltul'. poli alla ubidienza della Chiefa, e del regio comando. Efempio, che dal
rep*r.i. gloriofo fuo Padre apprefe Luigi Decimoquarto nel famofo difcacciamento
di tutti t^li Hugonotti dal Regno, come li rapprefenterà ne'fucceifi, che
ìJ^f::l!'xÌ{-'' altrove [5] foggiungeremo . .
Mi nulla maggiormente refe fefteggiante, e gloriofo fotto quelto Pon-
h ^»n.iS2o. tificatoil Chriftlanefimo, chelamiracolofa [/;J vittoria delle armi Catto-
liche contro l'heretiche della Germania . E riguardevole il fatto , e perciò
ì ziHoiìHtfi.i.6. degna di Ogni efattezza la notizia. Efacerbati [i] li Bohemi e contro iCac-
'^''•^' toìici, perche il Vefcovo di Praga haveva denegato agli Heretici ì'inalza-
mentodiunnuovo Tempio per l'efercizio della loro predicazione nel Ca-
StmT'c mila' ftellodiBranaiì, e contro la Regia, & Imperiai Famiglia degli Auflriaci
coiofa v.tioi u per odiata rimembranza di fuccelFione in quel Regno, e per altre private
fuòSfo'."' ' ^ doglianze, che lungo farebbe il rapportarle, conaperta ribellione all'Im-
perador Mathias, &alRc i^erdinando, dichiararono Generale delle loro
armi il Conte Ernefto di Mansfelt , e per loro Rè il Conte Palatino dei
' * Khe-
Capìtolo /. 59 3 Paolo V.
Rheno, ambedue Heretici, chi Lnccrano , chi Calvinifla, i quali incon-
tanente occupata la Città di Praga, e tutto il Regno, ponaron la guer-
ra airimperadore fin fotte le mura di Vienna /anche con rajuco del
Turco, ch'eglino implorarono in loro foccorfo . Invano Ferdinando ,
ch'era fuccedutoàMathias , giudicò fchermirfi dalle furie de'Ribelli con
un bando Imperiale contro il Palatino, e con la comminazione di terribi-
liflìme pene contro i violatori della publica cjuiete dell'Imperio : onde con-
venendogli adoperar le armi contro le armi, con la collegazione di Aufi-
liarii Cattolici pofe in campo un valevole efercito, di cui dienne il coman-
do al Duca Maflìmiliano di Baviera, che entrato nell'Auftria, efcacciati
quindi li Ribelli, i quali in gran parte la tenevano foggetta, portofli con
gran cuoreentro il cuore della Bohemia, per ferir più fenfibilmente TAv-
verfario , e finir con una fola battagliala guerra . Di quefto gloriofofuccef-
fo corfe per le flampe un non men veridico , ch'elegante racconto , compo-
fto da Fra Biagio della Purificazione, Hiftorico Generale de' Carmelitani ^ ^^.^^^^ ;„ t^,.
Scalzi, nella relazione [a] eh' t%\\iiàQ\\2ilmzQ^mQ della Madonna della Vit- m» con u f^fin
toria, la quale diede, e riportò il nome dal combattimento, ilcuicorfo "^'^'<'»«'"»'^7oj.
con quelle parole egli defcrive , Quell' eccellente Dipintore , che deft-
derò colorire nel ritratto d' una fola Don'^ella tutte quelle bellc^^e , che
poftono eftere invenujiijjimo fembiante ammirate , le sfiorò da uncoro dielet-
tijjime V ergini : ma s' egli h at? e fiehavutoà dipinger e l'animo di Martino Lute-
ro, h aver ebbe dovuto da tutte le mofiruo fé fembiante de'vitii fciegliereil pia
deforme, per apprefentarlo cofuoi coloriti lineamenti in un quadro . L'ajiu-
tia, l'arrogan':^a , e le diUolutc':^'^e , l cippo[ìa(ia, /' empietà cotanto depra-
varono il juo ingegno, la fua eloquen'^a^ la fuacruditione , e dottrina, che
quejìe fplendide , & egregie doti de II' h uomo fi arr olirono nel comparire in così
horribile, e disfigurato fembiante. Egli è bajievolmente vituperato dall'ha-
vere co' fuoi erronei infegnamcnti contaminata la candide-^a della na-^ione ale-
manna, alla quale è fempre mai trafpirato il cuore nella lingua, e pur bora in
gran parte di fé medefima ha la menT^ogna nel cuore .
2 Escono fceva quefìa, non sa fé per propria fua sfera, ò albergo il pet-
to del Valatino del B^no, Trencipe di tanto vaflì, quanto turbolenti penfic"
ri. Ter fodisfure alleambìtìofe fue voglie, afpirava ad incoronarle col dia-
dema Imperiale, &à f coronare de'fplendori della Cattolica P^elìgione la Ger-
mania. ^ queflo fine e allegato fi co'Trencipi del fuo partito, haveva inva-
fo il Pregno della Boemia , & haveva e/pugnata Traga fua Metropoli . Minac-
ciando quefia nuvola di fcoppiare in più fpaventevoli fulgori, fé glioppofe
.Ferdinando Secondo Imperatore con un fuo Efercito ; mànon efìendo bafìevole
à reprimere le afiai più valide for7;e del Valatino, coU'ajuto d'altri Tren-
cipi Cattolici sì d Italia, come di Germania ne affoldà un'altro, detto della Le-
ga, e nominò per fuo Capitan Generale Majjimiliano Duca di Baviera . Islei
■cuore di quefio Trencipe albergavano con vincendevole profitto il valore, e la
pietà, quegli era la fiamma, e quefia la fua lue e, con quegli trattava l'armi,
'con quefia fantificava la fua fpada, quegli riportava trofei , quefia li con/agra-
■va à gl'altari .
3 Ter il che oltre modo compiacevafi del famigliar tratto con que-
■gli, che perii grido della famaerano celebrati per mfigni fervi di Dio. Go-
~ deva in quel tempo di qixiioapplaufo il noflro venerabile T.Domenico di Gie-
-SU Maria Carw,elitmo Scal^^o , per opinione d'heroica virtù , e di operata
Torno IF, Pp mara-
Paolo V. ^g^ Secolo XVII.
ntaravt^lie, delle quali nel libro della fua vita hanno in {{oma, ed altrovepro»
multate le {lampe diffufe reLi's^ioni . Del Juo Configlio , & Orationi defiderava
prevalerfi il Duca in quella sì grave emergen-^^a , fapendo , che le palme delle
vittorie fì di fpenjano dal Dio degli Eferciti; per la qual cofa avvalorando queW
iflauT^ey con le quali molto prima non haveva potuto ottenerlo » fupplicò la San-
tità di Taolo Qninto à concederglielo m urgeuT^^adi queW imprefa , che portava
nella gloria di Dio, nella di fé fa del Bimano Imperio y e neu efaltatione della
Santa Chic [a le fue più efficaci perjuafìoni .
4 t^conofciutaft dal Tomefice la convenienT^a di fodisfarlo , e pofponendo
ixl proprio [ho piacere li comun profitto ^ mentre ungwrno il venerando Tadre ,
iallora Generale del fuo Ordine y era all' udienT^a, per trattar negotii della fua
y^Jigione, con qualche fentimento gli dtfìe: Che faremo Padre Domenico,
che il Duca di Baviera ci fa grand'iftanza, che vi mandiamo in Germa-
nia, fperando che gli fiate per effer di non poco ajuto ne'prefenti bifo-
gni della guerra ^ ^fpofe il venerabile Tadre : Voftra Santità veda quel-
lo fia conveniente di fare, perche dal canto mio mi accingerò à qualfivo-
glia viaggio, né temerò di cofa alcuna per obedirla, e per procurare la
gloria di Dio : equi prefo tn mano il Crocififio, che portavanel petto , fog-
gmnfe : Con quefto Crocifiilb inaiano mi atFaticarò in guerra , ne esige-
rò di efortare i Cattolici , che generofamente difendino la caufa di Dio
contro i ribelli di Santi Chiefa, (ino che riportino la vliièria , sAmmirofJi
il Tontefice al fuo fervorofo proponimento y e riputando ^ chi, alU vivacità
della fua Fede corrifponderebbe felice V avvenimento , deliberò compiacere ti
Duca di Baviera.
- - 5 Uttefe intanto il venerando Tadre ad apparecchiarftalla parten-
za , e difpofto il bifognevole , fu di nuovo ammeffo all' udien's^a del Som-
mo Tontefice , dal quale con la fua beneditione gli furono date l" ifirw}^
^ioni , le commtfjioni d' altri affari , e copiofe Indulgen^^e per difpenfa-
ye à quelli , che haveffero in quella facra milita combattuto , ò vi fof-
fero morti . Tartitofi con detta fperan:(a delia futura vittoria , perven-
ne à Monaco , e di lì à Scardinghia , luogo fituato ne confini de' Stati
di Baviera, dove fi era trasferito il Duca, impiegandoli àdifporre quello fi
richiedeva àdar principio all' imbrefa, E {perimento ivi t' amorevoli aceoglien-
^e di Mafjìmiliano i che al vederle jiimò foffepontol' ^Angelo tutelare delle fue
firmi . Gli /conferì i più fecrett dtfegniy ed animato dal Servo di Dio con certe
promejfe di vittoria y volle partirli per B^ettco . 'ìsl^el fepararft dalla Duchefja y
s' avvidde Domenico della fua mefiitiay originata dal timore di fmifiro avveni-
mento; laonde a confolarUy le prediffe con lumen profetico : Voftr' Altezza
fìiadi buon' animo, perche Io le prometto di ricondurle ficuramente il
Duca fano , e vittoriofo à cafa . B^fferenoffi alle fue parole la Duchefja , e
ritornò à Monaco,
6 Tervenuto il Duca con il fuo Efercito à Grcshia, ridufìe quella Città à
fua divoT^ione , e quivi volle , che il Tadre Domenico benedtcefje lo Stendar-
do GeneralÌTÌo . Era quello riccamente intefiuto, e da una parte vi fi vedeva l*
Jmagine della Santifjima Vergine con quefla ifcri^^'S^ione Terribilis ut caftro-
rum acies ordinata, e dall' altra erano à caratteri grandi ìmpref/i i dolcifjìmì
nomi di Giesu , e Maria in quefla forma IHS M^4 , e con queji' altra
ìfcriT^ione : Da mihi virtutem contra hoftes tiios. Efeguitajt con pom-
fa militare la fagrafunT^ione ^ rimaneva per anche dubbiofo , fefofìe efpediente
mire
Capitolo L f^g^ Paolo V.
unire l'Ef eretto Bavaro coW Imperiale ; e difìuadendolo alcuni efperimentati
Capitani y feguì il Duca di Baviera foppofto fentimento di Domenico , ed in-
"pioffi à porlo in efecuT^ione . Di que mede fimi giorni fcrifle l'Imperatore una
Lettera al Servo dt Dio y nella quale egli faceva iflaifs^a delle /ne ora^^ioni , e
che andajje à vederlo ; ed egli gli rifpofe con le jeguenti parole : Hoggi
Itiamotutt'intentià tirar avanti la caufa di Dio, e ài Voftra Maefti, e à
deporre il facrilego , e falfo Rèdi Boemia: doppo la vittoria verrò ad
obedirla, e riverire la Maefti Voftra caramente. Con quefìa certe^^'^^a fa-
vellava del trionfo prima della vittoria y intendendo y che l'armi favorite dal
Tatroctnto della tergine y non tanto s'impugnano per combattere y quanto per
vincere .
7 ,A promovere la fua divQiQone difpensò asoldati un gran numero di
Sagri Scapolari, incitando con quell'efìerno portamento del fuo Habitmoà de-
dicarle le più riverenti affe':(joni de'proprii cuori. Vrecederono à tutti mi prert--
derloil Duca y cdi Capi dell' Efercito, dando d vedere y che a(iai di più buon
talento haveriano tolerato l'efier pareggiati da'gregarii Soldati nella preemi-
nen'i^a del grado, che in quello odorava di pietà verfo la gran Madre di Dio, . . >-
Con più follecitudine impiegavaft il venerando Tadre in amminiftrar loro i
Santi Sacramenti , in fervorofamente e fonarli ad aflenerfì dall' offe fé di -
Dio , ricordando loro , che molto più (i devono temere i fulmini dell' adi-
rato Iddio, che quelli del fuoco y e delle fpade mimiche . Difìribuì parimen-
te medaglie y e croci benedette dal Sommo Tonte fice, avvalorando ne' fuoi Sol-
dati quella Fede , che sì (ioltamente era dagli Hcretici impugnata , havendo il
loro empio Maeliro Lutero prefo motivo della fua apoflafia dalla promulga':Qo-
ne dell' Indulgen'^e .
8 Vervennero intanto gli Eferciti li nove Settembre ad unirft nel^egno
di Boemia, con fommo piacere del venerabile Tadre Damnenico, e con pari
giubilo delie mdiT^ie aufiliarie . Haveva l' Efercito Imperiale inalberato uno
jieniardo di ncc hifjima tela , ma più pre's;iofo era , per haver da una parte im-
pref^a limjtgine di Chrijìo Signor TS{pJìro Crocififjo , coli' ifcri-:^ione Exurge
Domine, 6c )iidica caufamtiiam, e dall'altra parte quella della Glortofijjt-
ma fua Madre y coll'ifcrii^'2:^iiìne Monftra te efte Matrem . ^ quefio Divina
Guerriero, cvalorofa Debcilatrice dell' tìeretica perfidia haveva Cefare confe-
gnato il reggimento dell'armi fue , certamente perfuadendofì , che ad un Sole di
gtujii':^ia, e adun'^aroradtlla gra?;iajariano per cedere le tenebroft legioni de
gii errori. 'N.è tardò molto à comparirne l'effetto ndl' afsedio diVrifca, Città
di non fpr€7;^7Jibili fortificaTi^iom, e preftdiata damille , e cinquecento Soldati ;
attcfo che fé bene dicevano i penti della mili':Qa , che non così tojio potria efpu-
gnarfi, il Tadre Domenico tuttavia predijfe, che prima di me7^:^o giorno ca-
dcrcbbem potere de'CeJarei, e dopo due bore con ammira-^Qone degli aggref-
fori avverojfi il fuo detto.
^ ^wan7;^andoii à paffi di Vittorio fé conquijie gli Ej creiti Cattoli-
ci , pervennero à veduta dell' tìcretico ; ma quefio , • à cagione di aC'
quiflar pofìo piùvantaggiofo per il proffimo combattimento , fi andava ritiran-
do, B qui al fermarli degli Eferciti, è me/iieri pofarfi per riferire un avveni-
mento, dal quale in gran parte originoffi la vittoria de' Cattolici. In poca di-
fian-T^a daTrtfca eraimgii fontuofoTalaT^'^o detto StrakfinitT^o , ed era forfè
di delitie , efkndo fabruato (opra d'un Colle , ed in vicinariT^a di un Lago. i/Ltte-
fiavano però le fue rovine il furare degli Heretici , che entrati à depredarlo, oltre
Pp a Cha*
Paolo V. ^g^ Secolo XVII.
lljaver rapito quello vi era di ricco, Jì erano con la confmta empietà diportati
contro le Sagre Imaginij fpe^^andole , e profanandole con ogni più bar bar a
maniera,
10 Isl^l mede fimo, e non fen-^a divino ijlinto , entrò il Tadre Domeni-
co, e veduto un cumulo dir obbe rotte , e lacere, nel ricercarle, s' a-p-pidde
efervi alcuni peT^T^iditavolettCi nelle quali erano dipinte T Imagini di S.Gi-
rolamo, e di Santa Maria Maddalena, yi trovò parimente un altra tavolet-
ta alta un palmo, eme^^xo, ed uno larga , e fen^^a verun ornamento, ma ri-
coperta tutta di polvere t e lordure: havendola raccolta, e purificata dalle mac-
chie, e dalla polvere, s'avvidde e jfer dipinta à gè fio , e che rapprefentava
la 'Natività di Chrijio Signor noflro . Giace il Bambino Giesù fopra il manto
della fuaSantijfima Madre ■> che geni^flejja con le mani giunte riverentemente l'
adora; alle fpalle della mede fimavedeft SanGiofeppe, quale ha una lanterna
nella fmijlra , e nella defìra un baftoncello : dirimpetto alla tergine fono
due Tajiori 9. che rimirano il Santo Bambino appoggiati a muri in parte di-
roccati.
11 M mirarla cosi indecentemente trattata , grandemente $" afjlifje il
Servo di Dio; ma fijfandovi pia attentamente i [guardi, gli trafife il cuore un
acerbijjimo dolore : La mano facrilega d'un Soldato Heretico ( come fu rivela-
to al venerabile Tadre ) haveva con un pugnale cavati gli occhi alla Santijfima
Vergine , à San Giofeppe juoSpofo, ér à que'divotiTaftori : Haveva nondi-
meno perdonato à quelli del divino fuo Figlio, e fé bene non è nota la cagione ,
detejiando gli HereticiqualfivogliaSagralmagine, può nondimeno effere , lo
'x>olejfe il Verbo Incarnato, à far cono/cere, ch'egli mirarebbe fempre all' of-
fe fé fatte alla fua dilettijjima Madre, & al fuo lSlutrÌ7^io , per [everamente ven-
dicarle . oilla vifla di sì empia fceleraggine la baciò riverentemente Domenico , e
bagnandola con abbondanti lagrime, fupplicò ijìantemente il Signore ad efalta-
■re la fua Santifjima Madre in quella Imagine , à confufione degli Heretici, che
sì crudelmente l'havevano trattata. Genufieffo in oltre alla fua preferr^a , (i
oblilo con fervorofo voto ad impiegare ogni fuo sfor^ per glorificarla con il piìi
fplendido, ed o[iequiofo culto. In quel mede fimo puntogli furtvelata non folo
la vittoria, della quale già haveva certe-^^xa, ma ei^iandio le fue particolari
circo/ian':^e .
12 Tartitoft con quefla nuova luce da quel luogo , andò à ritrovare il Du-
ca, ernoftrandosìàlui, come à tutti gli altri titolati dell' Efercito la Sagra
Jmagine, con fervorofe parole gli animò à virilmente combattere , per vendi-
care qptell efec randa ingiuria fatta alla gran Madre di Dio: chea loro favore
militariano tutte l'angeliche legioni per difendere l'oltraggiato honore della lo-
ro Fuegina y e che bavendo i loro nemici tolti gli occhi alla Madre della mi feri-
cordia, e fperiment ariano i fulmini della Divina giu[litia. Effer già certa la
•vittoria dell' armiC attoliche , mentre gli Hereticilfì erano provQiaii t giu[lifjì-
mi fde'^ni di quella ^ugufìa Signora , qual dalla Santa Chiefa ha titolo di De-
belìatricedithtcel'Herefi'-'. S'intenerirono tutti quei generoft Guerrieri al mi-
rare sì empiamente difonorata la Vergine , e s'animarono infieme à combattere
•perla fua?loria; ed il Padre Domenico ricoperta l'Imaglr.econ un pre':^o fave-
to, [e l'appe[e al collo, e rivolto d Compagno , con fpirito profetico gli di[fe;
Vi dico Padre, che quella Sagra Imagine farà maraviglie grandi, e fari
adorata da meco il Mdndo .
13 Gmnfe intanto il fettimo giorno di V^ovembre, e nella [eguent e noti ^
facen-
Capìtolo I. 597 ^Aoi^o V.
facendo oratìone il Servo di D/o, parveglì di vedere aperto il Cielo y e dae^o
diflenderfi fino in terra una via fimile a quella apparifce nel Cielo fereno, & è
dettavia Lattea: difcendevano per quella numerofe fchiere d\^ngiolii che in
humane femhiani^ veflivano luddiffimearmi t e conbelliffimaordinanT^a fi po-
nevano avanti l'Ejercito Cattolico: fé gli rapprefentò inoltre la Battaglia, nel-
la quale quella angelica Mtlitta valurofamente combattendo , riportava dagV
Heretici glorio fa vittoria . : ^s^!»
14 MI' aprir dell' ottavo giorno invìatoft V Efercito ad incontrar V irit-
mico , pervenne ad un Caftello di là dal quale le truppe degli Here-
tici s'avvan^avano i ma effendo f coperte dalTclli, fi ritirarono t & il Du-
ca di Baviera comandò, che l' Efercito Cattolico fi portale avanti aW altra
pianura, difegnando provocare da quel luogo il nemico a Battaglia» Il Conte
della Torre, & il Generale jinaltmo , Generali degt' Heretici , elefìero il
piano Jopra il Monte bianco, così nominato dalla biancheT^a delle pietre, che
vi fono. Ivi ft difpiega una fpa':(iofa campagna commoda al combattimento di
grandi E fercitij e da Settentrione riguarda la Città diTraga, terminandola
da tré parti grandi fcofceje, e prectpi':(ii . Da Levante Ricorre il fiume, e
neWOccafoè fituato il Hegio Orto, quél per la fua figura hd nome la Stellata .
Ma dal me'^':^ giorno ha una difficile falita, cbe haveva dirimpetto l' Efercito
Cattolico; onde accampate le fchiere degl' Heretici f opra la pianura del mento-
vato Monte godendo di luogo ficuro, audacemente affettava, che l' Eferci-
to Cattolico falijfe,
l'i Lo fermarono nondimeno i Capitani di Cefare , per meglio riconofce-
releforT^c dell'inimico, che sì da vicino gli cadeva fiotto gl'occhi . I{iflettevafi
da più efperimentati al vantaggio fo pofl;o, di cui godeva, al numero maggiore
de'comhattenti , all'ejjere i C e farei fianchi , e non poco indeboliti dalla toler a-
ta penuria delle vettovaglie; là dove gli Heretici erano abbondantemente pro^
veduti, e per H precedente ripofovigorofì: onderiputaronoefjer non folo ardi-
to, ma quafi temerario penfieroilvenira giornata. Effer maffima de' Savii,
e valorofi Capitani il non doverfì avventurare un Efìercito, quando da qualche
vantaggio òdi pofio, òdi numero, ò di veterana milÌT^ia, ò d'altro fimi le ac-^
adente non può prudentemente fperarfì la vittoria : hor quanto più in quelle cir^
cofian"^ tutte favorevoli , e vantaggiofc all'inimico ? che fé ciò doveva of-
fcrvarfiinqualfìvoglia battaglia, quanto maggiormente in quella, in cut fi
efponevaa pencolo l'Imperio, lacafad'.Aufiria, la Germania, e la Fede Cat-
tolica > ^ggiongevafi , che quando anco gli Heretici haveffcro havuto la peg^
gio , non mancava loro il ficuro ricovero di Vraga , che havevano allefpalle ; ma
fefofiero rotti gì' Imperiali , rimarriano in paeje inimico, efeni^ rifugio,lafciati in
preda al furore dell' armi vittor taf e, d' onde fegmria una total defola-i^one. Tuoter-
fifpcrare dal tempo più oportunacongiontura di combattere, efiendo dettame ri-
cevuto da' più e fperimentati Guerrieri, che il fine de' gran Capitani non è mai il
combattere, ma fempre il vincere . "\,
16 Quefip , alla militare peri-:^a infuper abili ragioni , obligarono
a vacillare ii magnanimo, e cauto cuore del Duca Majfimiliano; ma non già
la fopranaturale certe^^T^t della vittoria , nella quale era fermo l'animo del
Venerabile Tadre Domenico. Laonde ardendo di :^elo della gloria di Dio, ed
honore della Vergine, mofirandola fualmagine, che haveva appefa al collo,
e prefo nella mano ilCrocififfo, animò tutto quel Confeglio con fervorofamente
dire.
Tomo ly, Pp 3 Ah Fi'
y
Paoìo V. ^ ^ g Secolo XVI I.
Ah^Figlio della Chiefa, è tempo quello di dubitare? hora, cheil Signo-
re vi dà fuoi nemici in mano, :e vi aiScura della vittoria, non li vorrete af-
jfalic^? O Felix pugna, in qua Deus. cftcaufa! Quefta è caufadiDio; an-
idumo animofamente , che ci darà la vittoria . Confidino i fuoi nemici
iidilaiorofuperbia, fperjamonoijnpio, e nella fua Santiffima Madre.
ÌE qui accennando aWlmagine empiamente profanata dagt'Heretici , profeguì
dire: Siate pur certi, che la Madre di Dio ci proteggerà, &ilfuo Figlio ca-
iligharà gl'infulti fatti a quefta fagrata Imagine .
if jl gli ardori , che fpargepano quefie parole , f$ accefe un nuovo co-
raggio non foto ne' petti del Tellì , della Motta , e del Buccoy -, che
aderivano a' fentimenti di Domenico , ma ei^iandìo di quelli , che più fi
erano oppo J , e folo un Generale dell' armi aujiliarie perfifieva, nel pro-
ponimento di non venire a giornata , proteftandofi di non voler efporre le
fue genti ad elidente pericolo d' efler minio ; . pertiche il fervo di Dio
con lume profetico gli prediffe , che nifiuno delle [uè fchiere perirebbe
in quel conflitto , e la raffegna fatta dopo lavittfiria, avverò laJuapredÌTJo-
ne, Fermataft per tanto la dcliberatione del combattimento, udirono provocar ft
dagV inimici con lo fparo dell' ^rtigHasria ; laonde dato alle Squadre il nome
Santa Maria ^ e baciata riverentemente da Capitanila Sagra Imagine y gli fu
con pari coraggio corri fpojìo , [parando dodici grafie Bombarde con grave nocu-
mento degli Heretici, Combatteva intanto Domjenico coli' armi delie fue ora-
^lonli e ìagr ime , fupplic andò Sua Divina Maeftà a proteggere quelli , cb'efpoi'
nevano la propria vttaadifefadel fuohonore, e di quello della Jua Santiffima
Madre,
i8 Fù da principio dubbiofa la vittoria , ma fopravenuti gli Hmga-
riin riforT^o degli Heretici , fi fpinfero con sì grand' impeto compro al'
citne[chi€r e die avallarla Imperiale , che rottele incominciorono à gridare , vit-
toria, vittoria, ^d quefie confufe grida, & aW avvi fa portatogli da akmd
non fi moffe punto il Tadre Domenico dall' oratone, fermando con la cojian-
'7^ della [uà fede t vacillamenti dell' bum ano [gomento; e [e bene il Duca di
Baviera grandemente perturbato andò aritrovarlo con dirgli; O Padre , co-
me va qiiefto, .che i noflri fuggono j e gl'iniraici gridano vittoria ? egli
nondimeno re[ortò a [tare dibuodanimo^^cheìt^allibilmente fi fariana avverate
U Divine promefie, ^ ..5,- ^^ ' ci!<'— <^f- : \,^ s • : - v
19 Sperando però , c/jc la vittoria era rlfervata all' interceffione della
gran Madre di Dio , volle in quell' Imagine , che gli pendeva fui petto
condurla nei Campo ; per la qual cofa cavalcando al lato del mede fimo
puca y entrò dove fi combatteva , e [correndo per ti campo con il Cro-
cififfo nella [uà de^ra e[clamava : Ubi funt mifericordise tuse antiqua- ,
Domine ? Exurge , ik judica caufam tuam , & Matris tu«E : e ri-
volto alla SantiffimaVerginc diceva y e voleva replicaffero i S.ddati quelle p*'
rote della Salve Bigina, Illos tuos mifericordes oculos ad nos converte :■
.òclemens, òpia, ò dulcis Virgo Maria. Implorava i pietofif^i [guiordi
degl'occhi della Vergine, havendoii bensì oltraggiati, manon già ù[curati le
piaghe di quella facrilegamano. Giovarono quefte, & altre fue pie , e fervo-
rojeefclama':^ionÌArinvtgorire l'E[erc ito Cattolico, che firipofe m miglior or-
dinan':^a, riducendo i Capitani quei che avviliti fuggivano. Il Tellì parimente
Capitano di gran cuore fpedììlColomello Gar^ia con cinque compagnie di Ca-
yallt [opra la Cavalleria degli Heretici, e con gran bravura parte ne ucci fé f
<\iih V {; i * "^^ '- e par-
Capitolo L ^00 Paolo V
é parteng coftrmfe alla fuga. DaGuglielmo Ver dugo fu ferito i e fatto prigione
ilTrencipe ^naltino il giovine. Carlo Spinello ejkndofi con fegnalató valore
impadronito di un Forte con due pe-^^j^i d'^rtigliariay li voltò contro gl'inimi-
ci, facendone gran firagCy onde via più inoltrato fi y ricuperò il Treinero pri-
gione dell'aitino f e tolfe molti Stendardi ,
20 avvedutoli Domenico dell' abbattimento de'nemici t rimproverando-
gli col giubilo nel cuore la ribellione contro il Bimano Imperio , profemiva ad
efclamare : Redditerebelles, qua? funt Csefaris Cìefari, & quae flint Dei
r>eo. Ter il che via più fati animofii Cefarei infeguivano ^e'medejtmi fug-
gitivi y che poch'anT^i gli havevano con le lesoci di vittoria infultati \ Sparge
vafida per tutto gran copia di fangue nemico , atte foche pojìi in confitfa difor-
dinan's;a gliHeretici, lafciarono all'armi Cattoliche lo [correre fe^r^a veru-
na re ffjienl(a alla propria de fola-^ione . attònito di un sì improvifo cambiamen-
to di fortuita ti Generaliffimo del campo ribelle y ericonofcendolo per opera
fuperiore aWhumano potere, e valore , difìe all'ufurpatore del I{emo della
Boemia il Conte Talatino: Fuggiamo Re, che il Duca di Baviera ha con
denari fatto venire un Mago da Roma, quale co'fiioi ineantefimi ha af-
falcinatiinoftri Soldati, li ha vinti, ediflìpati. Malignità intollerabili di
un cuore perverfo, fciegliere per carnefice delle proprie fceleraggini il Demo-
nio, quando la vendicatrice degradi Dio con il fuo flagello lo percuote, affin-
chè ft ravveda^
21 Tslè lafciarono di viftbtlmente apparirne manifefii fegni , attefoche men-
tre il venerabile noflroTadre Domenico /correndo per il campo dell' E fercito
Cattolico, implorava con le riferite e fclamatiom il Divino a'juto , & il favore
della Vergine, vidde eglt mede'imo , e feco altrividderOj che da quella Sacra
Imagine fì vibravano raggi di luce, e ghbi di fuoco i che percuotevano le [qua-
dre degli lieretici , ed erano come tanti folgori di terrore, che [gomentandoii ,
gli toglievano il vigore , e li ponevano in confusone, dal che originojji quella
sì ignommio[a fuga, alla quale fi abbandonarono . In quefla gùi[a fi ridde-
rò abbattuti , e puniti coifplcndori della luce quegli Her etici , che havevano { a-
crilegamame incrudelito contro gli occhi della Sani0ma Vergine ^ e del fuo Spo-
fo S. Giofeppe .
22 Durò il conflitto la [path di tré bore , nelle quali fì -pìdde daW
Efercito Imperiale inferiore di numero , difavvamaggiofo di pojlo , e non
poco abbattuto di vigore , disfatto l' heretico numero[o di cento mila
combattenti, [otto la condotta de' più valorofi Capitani di que' tempi t
aggue/rito dall' eferci-^o del militare > e quello è più , audace , & ant-
mojij per le riportate vittorie . Ma quando anche i fuoi Soldati fofftro
flati formidabili al pari de' Gig^mti, e feroci quanto i Leoni, qualprofperità
fi potevano promettere quell'armi , che combattevamo alU rovina del nome
Cattolico} Quelle , che nel cavar gl'occhi alla Vergine, havevano con [acri-
lego agetto intentato infangitmarfi nelle piaghe di qiteiU , che quanto più inno^
cerne d Abele, con tanto più valide voci incitava il [uo Divino Figlio a ven-
detta} Sette mila ne rima[ero morti [ul campo, due mila furono i prigioni, e
de fuggitivi p. irte fi fommerfero nel Fiume Moldovio , e parte miferarntnte fu-
rono uccifì, ovunque erano ritrovati . Vt/ìeJJo Conte Talatino con la Moglie, e
figli travediti in habiti vili fi fuggirono nel Slefia . Efiendo inoltre dichiarato
I{ibelle, lo fpogliò Ce[are de fitoi Stati, e del titolo di Elettore-, onde gli con-
venne andare fuggitivo hor qua , boria fino alla morte. Ts^c- >dtra pena, che
Pp ^ quel-
Paolo V. ^^q Secolo XV IL
quella di mi difperato Caino ft doveva a chi portava nel volto , e viapià nel cuo-
re l' ignominiofo meno della fua empietà .
23. Terminato con sì gran profperitd il combattimento dell'armi Ce-
[aree , era inefplicabile il giubilo , col quale fi rendevano gra'^ie a Dio ,
& alla fua Santifjima Madre : riverivano , e baciavano tutti quella Sa'
gra Imagine , e commojji a tenere^^a dall' empietà , con la quale /' ìia-
vevano oltraggiata glìHeretici, la bagnavano con le lagrime ; incitati altre-
sì dal Tadre Domenico feco ji congratulavano della confeguita vittoria con of-
fequiofamente ripetergli : Gaude Maria , cundas hasrefes fola interemifti
in univerfo Mundo . Cantarono di poi con più fejìofe acclama^^ioni , che fo-
lenne apparato ( non permettendo più l angujiie del tempo ) // confueto
ninno di gratie , mefcolandofi le voci de Mujici con lo ftrepito delle /parate
Bombarde .
24. Effendoft raccolto V Efercito vittoriofo , & alquanto rifiorato $
di/egnavaft da* Soldati , e da Capi dell' Efercito condurre in Traga il
Duca di Baviera con pompa di trionfante ; ma il modefitfjimo Vrcncipe
attribuendo a Dio , ed alla Santifjima Vergine V honore di quella mara-
ìfigliofa vittoria , cofiantemente lo ricusò : attione degna della fua fi-
gnorile , e valorofa pietà ; che il piantare la palma fui trionfato appe-
tito della gloria , richiede talora maggior fortcT^T^a d' animo , che di
mieter con la fpada nel campo nemico gli allori della vittoria . Entrò
in Traga fenT^'applaufi di trionfo , ma tutto lui era Campidoglio , tea-
tro t trionfo i e trofeo a fé mede fimo : richiamò incontinente nella Città
V^rcivefcovOi i Bagolari, e tutti que' Sagri Miniflri, che h aveva banditi l'
herejia, e reftituiffi al culto Ecclefiaflico dprijtino fplendore; fabricofji pari-
mente nel luogo del combattimento una piccola Chiefa , per eternare la memoria
di sì fegnalata vittoria .
25 /» adempimento della parola data all'Imperadore andò il Tadre Do-
menico a riverirlo , c^ egli V accolfe con efpreffione di fommo giubilo ,
e gradimento . Viddero quelle Cefaree Maefta la profanata Imagine del-
la ■■ Vergine , e non fen':(a fpargimento di lagrime venerarono la loro Ce-
lefte Liberatrice . V havrebbono di buon grado ritenuta , quando non V
havefìe fupplicate il Servo di Dio y che ficompiacefìero lafciargliela portare in
I{gma . Efierfì egli obligato con voto a procurar ogni fuo maggior honore , e che
in quel Capo y e I{egia della Cattolica Religione fariafi ciò con maggior decoro
confeguito. accoglier ngl fuo feno quella gran Madre de' Fedeli lenationi dell'
univerfo, ed alla loro venerazione dover effer efpofta l' jiugufiijjima Bigina
deirumverfo .
2(5 Cedendo V humanijjimo Ferdinando al piacere del Tadre , & al-
la convenienza delle fue ragioni , fi piegò a concedergliela , & in atte-
fiatione della fua ofiequiofa gratitudine gli confagrò la fua Corona Impe-
riale y non per arricchirne la fronte della Vergine , ma perche da quel-
la ricevejfe unpreT^ofo y ed eccelfo adornamento . Ella è d'oro mafjiccio , e di
pefo di nove libre-, l' arricchifcono molte perle y e pietre di gran pre^^^o, e gli
aggiunfeil fuo fcettro di argenta dorato convemicmquc fiendardi preji in batta-
^ia . il Sereniffimo Majfimiliano Duca di Baviera gli prefentò altresì la fua €&•
rona Ducale y lo flendardo di GenL-rdiffìmo con altre venti infegne tolte al cam-
po nemi 0. Ornò di cornici di argento il quadro della Santifjima Imagine,
e la collocò in un Tabernccolo grande d'Ebano , arricchito con piccole fiatue,
e la-
Capitolo I. '^ 6oi ^^^^^ "^^
e lajire di argento. Fece parimente con affai ben ime fa difpofttione dipingere in
quattrog^an quadri il principio j profeguìmemo t e vittoria della Battaglia, e
]ì confervano nel noflro Convento della Santiffima Vergine della Vittoria in I{o-
ma. Donarono altresì molti Trincipi y sì allora, come ne' frguenti tempi altri
ricchiffimi doni y de' quali fida difiintarelat ione nella Vita del Venerabile Tadre
Domenico, ftampata mB^fna. Così quella Vergine, che fa da una facrilegn
mano con ferro oltraggiata, vidde aperte tante liberali mani d' Imperatori , e
Trincipi , che /* ojfequiarono co loro ricchi doni .
27 Con qiiefti , e con il pregiatiffimo fuo te foro della Sagra Imagine
Jpeditofi il Venerabile Tadre Domenico dall' Imperatore , dal Duca di Bavie- -' i
ra , e da altri Trincipi della Germania, da' quali haveva ricevuti honore-
voliffimi trattamenti , partiffi per l^ansì Metropoli della Lorena , dove a
nome del Sommo Vontefice condufte a felicijfimo fine un molto grave nego-
tio, che nella Corte di quel Duca havevano altri infruttuofamente trattato.
Tafsò parimente in Fiandra, dove da B^ligioftjfimiTrencipi di quelle Trovincie
Alberto , ed Ifabella Chiara Eugenia fa con efpreffioni di fornma efiimatione
onorato : trasferi(fl altresì in Francia , e da Lodovico XIIL allora regnante
riportò accogltcnT^e di.grandijfima benevolen'j^a , (& accrefcendo da per tutto
coli' operate maraviglie il grido del celebrato fuo nome , pervenne m B^ma,
quando era già dùfonto Taolo Quinto , ed eragli fucceduto Gregorio Decimo-
quinto. Sotto il cui Pontificato noi proleguiremo il racconto con le paro-
le mededme dell' allegato Scrittore .
Mi avanti di riauovarne il difcorfo, notar convienfi, che Paolo Quin- p^'"'f;J""'['^f,*,
toin fovvenimento dell'Imperadore in qiieftagran guerra, da cui dipende- :o*'"de'"atcoTici'
va la forte , e la Fede della Germania , erefife un nuovo Monte, eh* egli deno- contro gUHcrcii-
minò Religione feconda , nella fomma di ducentomila feudi, di cuiprefen- '^'*
temente ancora continua il pagamento de' frutti, e laimpofizione del fon-
do fopraiVaffalli del Pontefice Romano, onde ad elfi reftino fempre vive
nel proprio feno quelle piaghe , che dall' Herefia ftirono imprelTe ne* corpi
lontani di altri Regni del Cnriftianefimo .
C A-
G RE G O-
RIO XV.
60 Z Seccia XF/l
CAPITOLO IL
Gregorio Decimoquinto Bolognefe, creato Pon-
tefice li 9, Febraro 1 6ri .
ProfegHÌmento della miracolo/a Vittoria di Praga , & erez^
z^ione in %oma della Imagine , e Chiefa della Madonna
della Vittoria, Fondazione della Congregazione de Propa-
ganda Fide . "Bolle y ^operazioni diqueflo Pontefice con-
tro gli Heretici. ^avvedimento , e ritorno^ ìn^ma di
Af are' Antonio de Dominis ^ a^'^^^-
Profeguimcnto
óAìa. ir.irarolofa
vuroria de'Cactf-
*ct contro gli
Hereiict di Vfs-
jlAtoniifii al racconto della gjan battaglia, e vittoria di Pra-
ga . ^mmefio il venerabile Tadre alla Udienza del nuovQ>
Tonteficei così fìegue V allegato Hiftorica » dopo una di-
jiinta relaT^iorie della mrraeohfa vittoria conferita da Dìo
, per intercejfione della Sautiffima Vergine, e di quello h ave a
operata negl' affari commeffigli dalla Santa Sede , lo fupplicò^
ad ijian7;a di Sua Maeftà Cejarea, del Duca di Batnera, e di altri Trincipt
della Germania , che quel trionfo modefiamente ricujato da MafJimiUano ,
fofie celebrato in 1\pma alla Sagra Imagme* Eccola ( così forfè nel mo-
flrar gliela dijje) miri» Santi Aimo Padre, a qual empietà, fiagiontor odio
de'pertinaci Heretici coitcro il culto delle Sagre Imagini . Quefte piaghe
degli occhi della Vergine , e del fuo rantiriìino Spofo efcl amano ven-
detta de' loro oltraggi : ella fi è in parte efeguita con il ferro , e fuoco
che hanno defolato i' Efercito de' fnoi inimici , e disfatto 1' orgoglio del
ribelle Palatino : rimane folo , che la Santità Voftra fi degni concedere,
fia confplendido trionfo olfecjuiata, affinchè conqueifa pompa di gran-
dezza fi compenìì ildir<3fnore fattogli dagl'inimici di Dio, della Fede, e
della Santità Voifra. Non ceda la pietà Romana all' antica de' Greci Im-
pcradori , che più volte gli celebrarono fomiglianti trionfi in Coftanti-
nopoli; &elfcndo fiata filala vittoria, a lei unicamente fi deve quel trion-
fo, che lafommamodcrazionediMafiìmiliano Duca di Baviera ha con si
chiaro cfeinpio di Chriftiana humilrà ricnfato .
29 J^ a facevano we(heri di qucjìi motivi per inchinare l' animo di Gre-
g:>rio fomm.imente propenfo alt' cfequio della Gran Madre di Dio : laonde
non folo di buon grado e onci e fc e fé , màdimojtròy gli recarebbefommo piacere ,
quando quti trionfo foft con la più fontuoja magnificen'T^a celebrato . Gli refe
Domenico humUi<jime gratiepsr l ynpetrato beneplacito, & avvi fato il Tren-
Cip e
Capitolo IL 603 Orego-
£'tpe S avelli oimhafciatore Cefareo , unitamente i impiegarono ad apparcc- ^^^ A V.
cniare quella {agra , e /plendida fontione . Difegnoffi, che dalla Chiefa di
Santa Maria Maggiore, quaV è'>nel Monte Efquilio , fofie trasferita alla
Chiefa allora di San Taolo , quale hora è la nojlra con titolo di Santa Maria del'
la Vittoria , per ejier collocatala [uà Jmagme neW ^Itar Maggiore.
^o ^ quefto fine fa quella Baftiica riccamente addobbata , e vi fa
fretto un trono magnifico d modo di piccai Tempio , qnale da ogni parte r/-
luceva con gioielli , pietre pretiofe, e perle, privandone fé medefime le Trìn-
cipeffe, e Signore Bimane , per farle fervire all' adornamento del Trono del-
la Vergine . V arricchivano parimente ftatue, vafì, e candellieri di argeìi-,
to , che mef colando lo fplendore delle fiaccole con la vaghe7^':i^a de' fiorii
e la maefld della Machina, formapam un teatro di maravigliofo piacere^
H avevano inoltre le P^verende Madri di Torre di Specchi, Figlie di San-
ta francefca Matrona Bimana , ritenuta per un mefe nel loro Monafìero
la Sagra Imagine , & oltre all' h avere goduto di venerarla, fi erano cm
fgmma efquifìte^^a impiegate a venufiamente adornarla , e co' medeftmt do-
vitiofi abbigliamenti fu collocata nel defcritto trono . La Chiefa parimente
di SanTaolo de' Carmelitani ScaIt;^ erariccamente tappe'S^'T^^ata , ed il fuo ^l-
tar Maggiore, nel quale doveva pofarfrla Sagra Imagine, e per il numera
delle fiaccole , e per la prettofità degli adornamenti fplendeva con Jontuofa
maefià* ■ ■ f^^^u.
31 Tutto quel tratto di via, per il /}uale doveva caminare la Trocefjìo-
ne ,era ricoperto di tende , e dalle pareti pendevano araT^i, e paramenti
diprctiofiffime tele . In quel pìccolo teatro , che formano Le quattro fontane ,
ed è quafinelme'^o di quella fpatiofa flrada , qual conduce a Torta Tia, ve-
deva fi eretto un eminente^ emaefiofo altare , al quale fi afcendeva per dO'
dici^adini, ne' quali erano collocate ftatue, vafì , e candelieri d' argento, <0^
era ricoperto con un baldacchino di broccato d' oro , che le aggiongevaau-
gufia rniefiÀ : ne' quattro angoli delle Fontane pendevan altrettanti gran
quadri fregiati d' intorno ajjai nobilmente : il primo rapprefentava Gregorio
Decimo epimto , il fecondo l' Imperatore Ferdinando Secondo, il ter'S^o Maf-
fimilumo Duca di Baviera, & il quarto il Cardinal Ludovifio Ts[ipotc di Sua
Santità .
32 Difpofio in quefiaguifaV apparato della pompa trionfale per il gior*
no ottavo di Maggio dedicato a S, Michel arcangelo, vincitore del Dragone
Infernale, doppo che la Sagra Imagine erafiata efpojia fino alle 20. hore ad
un'immenfo popolo accorfo a venerarla, fi principiò la folenneVroceffione con
lo fparo de' mortaletti, Precedevano in quefla le foldatefche difpofie in ordi-
nauT^a , guermte di fplendide armatore , e riccÌT^ vefiimema , alle quali fe-
guiva gran numero d' altri foldati , che portavano le fpoglie prefe nella bat'
taglia , archibugi, moschetti , fcim itane , & alcuni pe:(^:^i in hafla con un
pe^etto d' artigliarla , ed erano dì forma affai diver/a dall' armi Italiane ,
Veniva doppo il vittoriofo Stendardo Generalitìo del Sereniamo di Baviera ,
qual era feguito da cinquanta Soldati armati dì cora'^a , che trafcinavano
cinquanta fiendardi tolti a gli Heretici. C aminavano doppo, gl'Ordini delle
F^iipittti , terminati da un belliffìmo fiendardo della nojìra Serafica S. Tere-
fs, portato da feiVadri Carmelitani Scal'^i fuoì Figli, in habito Sacerdotale
cm Vianete bianche: non dovendo e fiere efclufa dai trionfo della Vergine quel-
la Santa, che in tanti Conventi di lleligioft, e Religiofe F^ormati faceva con
lafof.
Greg'o- qq^ Secolo XV IL
RIO X y. i^ fofferertTia trionfare l' humuna fiacche^x^ dell' antico rigore della pegola
primitiva di l>lpflra Signora del Monte Carmelo ,
3^ Succedevano i Canonici delle Collegiate, e Bafiliche di I{pma , con
i loro Conf aloni i e numero grandijjimo di Clero , quaV era feguitato da "Pre-
lati della Corte Bimana-, e dagranmoltitudine di Titolati, Baroni, e Trinci-
pi Bimani, quali con altri Signori alemanni per loro devotione accompagna-
yanoj e ofjeQuiavanol' Imperatrice del Cielo. Finalmente era portato ti Trono
trionfale delta fua miracoloja Imaginey afft{iendogli in habitoTontificale Mon-
ftgnore Sanvitale Maggiordomo di '^ojiro Signore , & ^rcivefcovo di Bari
€on il Sagro Collegio de' Cardinali, & era circondato da' Muftci della Cappella
Tonttficia. Tuttala Troceffione era illuminata da torce, applaudita da pie, e
feflofe voci di un popolo infinito, e dallo /paro de' mortaletti, & arteglia-
via di Ca(ielS, angelo. '■■ -> ^ì.'Sì t»*Vv
., . 34 Quando pervenne la Machina trionfale della Samiffìma Tmagine al-
la Chiefa di S. Taolo , ufcirono ad accoglierla tutti i Carmelitani ScalT^i con
le torce accfe , ed inginocchiati venerarono la loro Santifjima Madre , e
V accompagnarono (ino air altare Maggiore . allora il Sommo Tontefite , che
anticipatamente fiera trasferito al Convento de' mentovati Tadri , ufcito dal
Coro adorò genuflefìo la miracoloja Imagine , e con Mufica folenne fi cantò il
confueto ninno di rendimento di gratie . Dopoi Sua Santità fi mirò per dar
luogo alla moltitudine del popolo , quale in qnel giorno , e per li otto fegnenti
continuò a venerarla con fegni di grandifjima riverenT^a , impetrando da Sua
Divina Maefìà per intercefjione della fua Santijfima Madre numeroftffime
gratie . Qualfofte la pompa , maefià , e fplendore di quefio trionfai porta-
mento della Vergine , non può bafìevolmente efprimerfi . Si difpiegarono
én efìo i più dovitiofì abbigliamenti della T{pm ana magni ficem^a, lemili'i^econ
la vaghcjip^a delle vefli , e dell ordinanza abbellirono il terrore deW armi: vi
concorfe la piti fcelta , e cofpicua Tsjobiltà di quella Metropoli del mondo :
ì Sacri Ordini delle B^Ugioni, il Clero, e Trelatura della Tontificia Corte la
refero venerabile, gli aggiunfero un eccelfo decoro le porpore del Collegio Car-
diuali^io , e non mancò al compimento della fua maefìofa grandcT^a la pre-
^' fen'j^a del Vicario di Chrifto, Tanto però, e molto più dovevafia quella Signo-
ra, che haveva con qaefìa vittoria fermata fu la fronte di Ce farei' Imperiai
" ' Corona y riparato alle ruine della Cattolica B^eligione nella Germania, e/pf^-
^ato l'impeto dell' ufurpatore del Bearne della Boemia, che afpirava alla de-
fola'^ione della Santa Sede B^omana . E perciò in un piccolo fìendardo , quale
per anche pende nella nofìra Chiefa della Santifjima Vergine della Vittoria,
fi veggono dipinti il Triregno Tontificio , il Capello Cardinalizio , \& altre
mfcgne de' Santi Trelati, che in fegno di fchernimento Jonoroverfciati , e vi fi
legge Exnv^2inmr ,
35 Ma quefìa efecrabile imprecatione , ed allora cadde fopra l' empie
tefle de' libelli difjipati con quel fpaventevole eccidio , e di prefente è cadu-
tfljopra l' hcrefìa di quei paefi, che foggiacevano al dominio del "Palatino del
B^no. Imper Cloche ter minatafi la difcendenT^a de' fignori heretici, vi fi è fta-
biiìto il Cattolico Vrincipe, havendone il pofiefjo i Duchi dilsl^eoburgo , flretta-
mtnte per affinità e ongionti al Birmano Imperatore Leodoldo regnante : devefen-
•s^a dubbio fperarfi , lìbe folto il dominio di quei piijjìmi Sìgf'$ri , farà per tanto
abbellirfilò fplendore della Fede Cattolica , quanto fé tenebre degli erronei infe-
mamentt l' havevano deformato ,
Capitolo IL do^ Grego.
^6 Quelli i ed ajìaì maggiori fono gV emolumenti, che la. Santa Chiefa ^^^ XV.
ha ritratti dalla narrata vittoria di Traga ; laonde riconofcendoli Gregorio
Decimoquinto conceffe Indulgen':!^a Tlenaria perpetua in detta Chiefa del-
la Santi ffima y ergine della littoria ^ tanto per il giorno della translatione
della Sagra Imagine, che fa li otto di Maggio, quanto per quello della Fitto-
ria, che feguì li otto di Islovembre, Ottava di tutti i Santi , quali fejieggia-
no in Cielo quella littoria , che per intercejfione della loro P\egina era/i con-
feguita in terra . TsIjeI me de (imo giorno di islovembre fì celebrava la Fefia,
ma la Santità di ^lefiandro Settimo a renderla più folenne , gì' afjegnò la fe-
conda Domenica di l^vembre con la medefima Inditlgcn-^i Tlenaria , e con
officio proprio di feconda clafie : e donò qucfio piilfimo Tontefìce un Taltot-
to di ricamo d'argento di gran ricche'^a, e valuta, h avendoglielo fatto pre-
fentare nella Fefia dell' Imm-acolata Conce\':Qone della Fergine . Fifitava egli
jlefio molto frequentemente quejla Chiefa , dimojìrando con la fua ofkquio-
fa pietà ver [q la AUdre di Dio ejfer figlio di Siena, qual' è la Città della ter-
gine . .
37 1^ cefìa per anche queft' ^ugufliffima Imperatrice del Cielo di
mojìrarj'i vittoria fa Debellatrice dell infedeltà , e dell heretica perfidia.
Tsljlie vittorie , che; Cefàre ha ottenute mgl' anni correnti dall' Ottow.anà.
Monarchia , fu fupplicata la Regina di Tolonia , hora moglie del Serc-
niffmo Duca di Lorena , a voler concedere alcuni fìendardi alla nofira
Chiefa della Santijjima Vergine della Vittoria ; e Sua Maeftà haven-
do benignamente condefcefo alla domanda , ne fece ifian7;a al fuo Sere-
niffimo Conforte , che ordinò ne fojfer mandati quattro de migliori . Tre
fono tolti a Turchi , & uno è del ribelle Techclì : vi è in qucjìo un
braccio di color bianco, che impugna una fpada , e tre lettere, cioè E.T.T^
e vogliono dire Emericus Techelì Princeps Ungavi^ , imperoche la fpa-
da impugnata dal braccio forma la lettera V. E fu notato , che que-
Jìi fìendardi furono ricevuti nel nofiro Convento li i6, Fcbrajo , gior-
no appunto della morte del Venerabile Tadre Domenico , di cui fi è fa-
vellato nella Vittoria di Traga . Finalmente da un Soldato, che ha com-
battuto per la E^publica Veneta nella Morea , fi è havuto un altro pic-
colo fìendardo tolto a' Turchi . Tendono tutti quefìi nella mentovata Chie-
fa con Stendardi acquifiati nella Vittoria di Traga , e con lo Stendar^
do\ t{eale tolto da' Cavalieri di Malta nella preda , che fecero di quel
Galeone, qual conduceva la Sultana. Sono tutte quefìe , quantunque ho-
mai lacere Infegne , trofei della Vittoriofa Signora deli' ^rmi Cattoli-
che , & attefiano haver Iddio fingolarrnente eletta Maria a felicitare
tutte quelle gloriofe imprcfe , che all' eftirpatione dell' infedeltà , e dell'
herefie , ed all' efaltatione della Santa Chiefa , e Fede Cattolica condii-^
cono .
Così la relazione, non meno autentica pe'l vero , che dilettevole pe'l
vago. Ne quella vittoria, benchegrande, tu termine della pugna, anzi
principio di nuovi acquilH: poiché li t'uggitivi, faccomella la Città di Pa-
derbon, e'I Vefcovadodi Spira, e defolate le Chiefe del Palatinato fino
a fonderne Calici , e Patene in moneta, furono [^]di nuovo invertiti dal * '^'"■"'^--'
Cefareo Generale Tillì predo Oben Erifim, e con tal rotta disfatti ,
che il combattimento potè più toilo dirli ftrage , che pugna. Onde
gì' infelici , che vollero prenderla con Dio, nell' atto ileifo del lo-
ro fu-
Greco- ^q^ Secolo XVI L
RIO Xy. J.Q ftirore rimafero ludibrio degli hiiomini , e preda de* loro nemici,
c,u?(?o"ponKfi« Mentre dunque i Cattolici con le armi alla mano propagavano la Re-
in beneficio del. ligione Cattolica per la Germania, propagolta Gregorio Decimoquinto
giS!°'"^^^'' per tutto il Mondo con la erezione del Collegio de Propaganda Fide, for-
a In BuiUr. Gre- mandouc la [ «I ] Bolla Infcrutabdi , in cui più tofto egli piange , che defcri-
^Jnnfil'it!"-'*'^^' ve il motivo, e l'oggetto del Tuo penfiere ; [b] Quantum his calamitofis
h ièid.s.7. temporibus y ineffa egli dice, excreverit errantium , & difpcrfarum ovium
numerus , qui Ecclefiam San6lam e)us Catholtcam , Chrijti ovile , vel nunquam
cognoverunt , vel cognitam Satana dolis deferuerunt , fine lacrymis comme-
morari non potefl . Si enim mentis nojira aciem convertimus ad innumera-
bilem pofulorum multitudinem , jam tot SmuIis ^garenorum impuriffima de-
mentia captam , infaniaque erroris , ac mendacii tenebris obcacatam , mtfe-
ratione commoventur vifccra nojìra , e emente s , tam multis , ac variis cce-
lefiibus donts olim celebres nationes , per ignoranti^ , & pejiilentis perfua-
fionis fiuporem , humanitatem in bejiiarum naturam fere mutafìe , atque
ad aterna incendia , Diabolo , & ^ngelts e jus parata , ali , ac propagavi .
Et licèt inter eas aliqua fint gentes in juftitia detenta , qua Chrijii nomen
tnvocant ; tamen ita antiquarum harejum veneno funt infera , ut finceram
vernatem pauctffima agnofcant , ac fere omnes , in multis , nedum in uno ^
peccantes , fa^la ftnt omnium rea . Ubi vero peccatis nojiris facientibus , ini-
mtcus homo fuper bmum jemcn in Septentrwnalibus partibus feminav:t ha-
tefum 7^':^nia : ita dira contagia graffata funt , ut animas innumcrabilcs
jamdiìt perdiderit , ac Vrovincias , & B^gna Chriflo per fummam injuriam
erepta, fua tyranmdi mancipaverit ,
Quamobrem , etfì à fel. ree. !\pmanis Vontificibus pradecejjoribus no-
ftrist palìorali vigilantia , opc , fludio , & indurr ia elaborata m fuerit , ne
tammultameffi dcefient operarii, <3' negotiatio hac Jan5ia non negliger etur -y
nihUominàs nos , ut majori cum vigilantia , cura , & fervore, opus proje-
qui pojfimus , 0" in pofierum Succeffores nofiri poffint , nonnullorurn Fc-
nerab. Fratrum Tslofirorum San5la Promana Ecclefia Cardinatium pecu-
liari follie itudini negotium committendum duximus y prout tenore prajen
tiurn committtmus , & demandamus , e qui egli lì iVende nella erezio-
ne del Collegio , p referi vcn don e i Miniftri , e il Miniilerio , E quaiv
to bene corrifpondelVe alla efpcttazione il fuccelVo , chiaro lì rende
dall'Oriente all' Occidente , cioè ovunque gira 1' ampia machin^i del
mondo , illuminata nella Fede da Apoftolici Mifllonarii , fowenuta
ne' bifogni da' pronti fuiiìdii , e ricercata in ogni angolo del mondo
dalla Pontificia l'ollecitudine , e da' Prefidenti deputati a queffc' effetto .
Et accioche dall'Italia , che è la Sede principale della Religione Catto-
lica , cominciafle a rifplendere l'efempio, e la efemplarità della Fede,
e o*i»e><?«. egli rinnovò [e] la Coltituzione[rf] di Clemente Ottavo, Quodlt di extra.
cu'mviìiToL'^ì /ftf//^?« non hahitent in locis , ubi liber , & publicus cultus , Jive ufus
pl"'.'sio. " ' catholica F\eltgtonis non exijiat ; formando precifa Bolla y [e] cantra ha-
jci^ c^Js'.'ii.'^'^' reticos in locis Italia y 0" Infularum adjacernium y quovis pratextu commo^-
nwrej , cor«w^«f /a«forff, concila come purgando la Regia del ChriiUa-
nehmo dalle lordure della Hereiìa .
jimmodi ^ ^*^" attratto da tanto zelo del Pontefice , rimproverato dalla
M7a^\moi!lo°Jt cofcienza della fua efecrabile apollafia , ed efortato dalla Chriftiana
Doinims. compaiUone de' iuoi antichi corrifpondenti , rifoivè tar ritorno alla
tfa.
Capitolo IL
Greco-
bafciador di Spagna preflb quel Rè, edefibitofi mezzano del fuo ravvedi-
mento, operò, ch'eine veniire [h] penitente a Roma, ovegittatofi ai ^ '^'"»» ««"•
piedi del Pontefice, [c'\Erraviyài^ei (ìcmo-pis^ qttaperiity BcattjJìmeVa- f ^f»"^ Malva-
ter: Qu^re fervum tuum y quia mandai ci Dei y & Ecclefi^non fumoblitusJl'fltl^tm'is"*»,
^j dolenti gemiti inteneriti il gran Padre di famiglia , e perfuafo della emen- "'•
da , ricevello nella.Pontificia grazia, mi con eftetto in nulla corrifponden-
ce alla intenzione . £ quai' egli ibiTe» ij c^o del jt^mpo richiede darne
contezza nel Pontificato, che fier^ue.
C A-
Urbano
Vili.
H'iovapervcrfio-
t!£ del de pomi-
nis.
Setta (if aV Indif.
ferenii,e f m aini-
ichiirima origine .
a ò'. ^«r.* '.■/'•4''.
<« / Vi li e ili tini» .
b Tf^/iV Ponf. (^;
Liberio ton*,l.pa^.
280,
C r^rt?/ // PiJ«r. di
Simplicio tQyn,i,
fZ-Sào,
608 '^^^olo XV IL
GAP I T O L O III
Urbano Ottavo Fiorentino, creato Pon-
tefice li 6. Agofto 1613.
Nwva pre'varicaz.ione di Marc^ Antonio de Dominio,
- fua morte , &" ahhrugiamento del cada<vere , Setta^
della Indifferenza , fua orìgine , e corfo , ^trattazjo^
ne y e morte di Edmondo 2(icherio . Decreto di giura-
mento fatto dalla Sorbona [opra i Decreti Pontificii ,
Condanna di alcuni Libri . Affari degli Hugonottl di
Francia . Stato miferahile dell* herefie neW Inghilter-
ra 5 e nella Germania • Setta della 2{ofea Croce , e
degl* illuminati , e Quieti fti in Spagna , ^ in Italia.
Condanna di una propo/izjone del Galileo , e del Siflema
Solare di Copernico . *Bolle Pontificie concernenti il culto ,
l^ abito ^ e lefejie de* Santi ^ e terribile fucceffo di alcuni
trafgreffori di effe . Cornelio Janfenio , fuo libro intitolato ,
Auguftinus, e cor fo degli affari delli Janfenifii fitto quejio
Pontificato.
E' lungi andò, che, benché vomitato, rigorgogh'ando nell'
animo del de Dominis il bevuto veleno dell' Herefia> e
dal cuore pacandone il fegno alla bocca , & alla faccia,
egli folle, come fofpetto ài nuovo ricadimento, riftretto
dal Tribunale della Inquifizione nelle carceri di Cartel S. An-
gelo , nel cui arrefto furongli rinvenute lettere di corrif-
fpondenzacongliHereticilnglefi, che fignificavano maneggi di una nuo-
va Herefia, cioèrailerzione, e la prattica dell' antico dogma. Che potè-
yafì l huomo falvare in qualunque Setta Chrìjitana , la quale profejjafie gli
articoli fondamentali della Fede ,
Fiì antichi ilìma, e per partito di feguaci ampiamente dilatata fin dagli
antichi Secoli quefta Herefia. Ella prima cadde in bocca ai Donatifii,[<j]
quorum aliqui, dice S. Agoftino, nihil intercfie credebant , in qua quifque
■parte Chriftianusefict. Propagolla pofcia con determinata fetta Rhetorio,
di cui habbiam parlato [6] in altro luogo: e ne pretefe laoflervanza [e]
V empio Zenone con la formazione dell' Enotico , editto conciliatorio fra i
Cattolici, e gli Eutichiani. Ma efecratafempre dalla Chiefa cotalfenten-
za, e feppellica nella oblivione dell' età decorfe, fii la deteftandaniaflima
nfufcitata, e ricondotta nelle difpute delle publiche Accademie dai Lute-
". _ rani,
Capitolo III. 509 ^Vlu''°
vanì, ì quali di nuovo la predicarono, e come di effi fcrifTe lo Sturmio , [^] ^ sLrmu^ì ini
Mediam viam , formulam concordia , & harmoniam excogitarunt : onde cui T>t^uTM'!diÀ
provennero [^]gliAdiaforifti,ela fetta peflìmadcgl'Indifterenti, fra quali 'J'I;^^. -i j,^^^.,
Bramhallio in Germania, Stillinfletoin Inghilterra, e l'Hobbefio inHol- d.pJio'jiifL!^'.
landa acremente propugnarono, Chnfliamm quemque pojfe in fua religione /'•"•s-^*^'*
falvari : e quind' inferifcono li moderni herétici , che fra loro , e i Cat-
tohci palTando fol differenza di queftioni , com'eglino dicono , accidentali ,
e probabili, non devono eflì perciò riputarfipet mifcredenti, &heretici.
Il Cardinal Richelieu nel fuo Methodo potentemente convince un tanto er-
rore, dimoftrando la mafllma discrepanza ne'punti principali, & eflenziali ^ ^ ^ ^.^ ^
tri i Cattolici , e gli Heretici , de'quali difle Sant'Agoftino , [e] Quod volunt , e. j.* centrA ' flt
credunt : quod nolunt , non credunt : (ìbique potius , quàm Evangelio ere- ^'"^ •
dunt. Queftaherefia, come gratifllmafopra ogni altra agli Heretici, ha-
veva già il de Dominis rinnovata, &imprefla[<i] nel fuo Libro de I\epubli- Ì,f^ùj^'//^tpTbu
e a in molti luoghi; e benché avanti Gregorio Decimoquinto ne havelfe de- c.ioW^o.&ciù
teftati, & abiurati gli errori, nuUadimeno ritornandone al vomito, have-"''"
va introdotti fecreti trattati con i Calvinifti Inglefi di promoverla di bel
nuovo , e forfè più determinatamente di prima , fé non gli havefle Dio tol- Ss, & Ibb^ru-
ta di mano la penna con toglier lui di vita. Conciofìacofache mentre com- s'^^^V ^<^' «''
pilavafi il proceffo della fua reincidenza, fri egli [e] forprefo dalla morte ^ eVsfpteml^.àzi.
che tagliò il filo a fuoi efecrati difegni : e fiì gran mi fé ricordi a di Dio, che
nel chiuder gli occhi della fronte , apriffe quegli della mente in ricognizio-
ne de' fuoi falli ; onde dicefi , che morilfe con atti concludenti di peniten-
za, per Io che fperar fi poffa la fiia falvazione . MdlaChiefa, che non giu-
dica delle contingenze arcane dell'anima, fé , pendente il proceffo , depo-
fitarne [/] il cadavere nella Chiefa de'Santi Apoftoli, e rinvenute pienamen- ^ -^/""^ Maivaf.
te le di lui colpe, elanuovamachinata Apoftafia, ordinò, come feguì , '"• ""■•
che foffe quindi eftratto , e con la di lui dipinta effigie brugiato in Campo di
Fiore per man dì Boja, in borrendo fpettacolo, e memorando efempio
della vendetta, che prende Dio , e'I mondo de' Ribelli alla Fede.
Ma conformoladipiiiconcludenterapporto[^]morìgiuftificatoappref- g -^«w. i-ji?. 7.
fo tutti il ravveduto [/?] Richerio, che con pronta ritrattazione in pochi u7/7^''','- ..
..-VI.. \ ■' ..i ^.r. ,. .,, ,^ . "■ f <■»' 5' Ponti/,
momenti die di tiro a quanto egli haveva Icritto m molti anni . Venn egh à ^' P"'!» v. .-<r. 4.
morte , e nel ferrar degli occhrveggendo più , e meglio di quanto haveva ^Sv^dim-n-.o ,
vivendo traveduto, kfciò un' ampia dichiarazione di quanto in contrario ricr^ru-.one ^ é
agl'infegnamenti della Romana Chiefa egli havefle fcritto nelfuo Libro de ["o"" '^''^^^'*^^'^'
Eccleftàjìica i & politica potefiatey condannato già, come fi diffe, dieci-
fette anni addietro dal Sinodo de'Padri di Parigi . Confermonne egli allora,
perquantovalfuta foffe la fua confermazione, la riferita condanna, dete-
flando , e riprovando le proprie fentenze , e con le proprie mani congegnan-
do la fcrittura della ritrattazione al Cardinal Richelieu Provifore della Uni-
verfitàTheologica della Sorbona, e pregando quel zelante Ecclefiaftico à ,
riparare con la ìlia potenza allo fcandalo eccitato dalla propria iniquità, [i] J^^^'"^ '""'•'^-9'
Luteti£ feptimo Septembris^ dice l'Annaliflia Francefe , Edmundus I{icbe-
rius declarationem corani dignis teflibus edidit à fé fcriptam , & obfigna-
taifti qua fé, libellumque fuum de Eccleftaflica y & politica potefiatey ac
quafcum^ue eJHS propoJitioncSy Ecclefta CatÌyoliC£l{pman£, & S.Sedis^Apo-
fiolicx judicio fubjicere declaravit , eam matrem , & magijlram omnium
Eccleftarum , & infdlibilem verttatis judicem agnofcens : & quatenus con-
Tomo ly, Q3 trana
Urbano g^^ Secolo XVI I.
VITI ^ * '^^ .
^ '*-^** trarU tlU effent eidem Ecckfue B^mame , improbavit , & condemnavit .
Hancque declarationem confignavh Eminentifjimo Cardinali nichelio Trovifo-
tibid.n.io. yI Bomm Sorbon,£ . Così egli , che fiegue, [a] lifdem temporibus decre-
tum faUum eji ptiblicum ab eadem Sorbona, ut deinceps renovareturmos an-
tiquus y & laudabilis, à quibufdam omitti coeptus y ut iquique Baccalaureus in
TheologiiO a6libus refpondens , juraret in decreta Summorum Tontificurn i
Degne laudi del- oiide ammirifì la fempre pronta, e filiale offervanza verfolaSedeApofto-
la Sorbona. Uca della Univei'fità della Sorbona , la quale quand' ella ha operato tutta
infieme, e come in corpo, nonforprefadanfpetto, oda timore, ha dato
fuori faggio ampli^fimo , e documenti incontrovertibili dell'autorità del
Pontificato Romano : e fé qualche Dottore di eifaò errante , ò malvolente
alcuna volta ha trafcorfoin propofizioni improprie ò alla Fede , ò alla rive-
renza, n' è incontanente feguita ola ritrattazione, òlacondanna, come
\unf' di ^'mZu veniam pur hora di riferire del Richerio , e riferiremo [b]dì altri nel breve
^ujfandro fono corfo , chercfta, di quella Hiftoria . Nonperò all'accennato decreto, &
^LLT/xl to.'s . 'air importo giuramento mancò contradittore fra i Richeri^ni , che contra-
c HtcvtdeBdUr. diceflcro al vicario di Chrifto [e] la podeftddi pubìicar Bolle, ò divul-
i'ij""*^*"'* '''* gar Canoni, reflringendo l'autorità di lui ne'limiti del folo governo della
Chiefa Romana. Ma ad effi valentemente fi oppofe Gio. Francefco de'Con-
iti Guidi del Bagno Nunzio Pontificio in Parigi in prolifla fcrittura , indriz-
2ata al medefimo Cardinal Richelieu , nella quale a capo a capo riprovati
j'alTerzioneRicheriana, e fondamente fi ftabilifce l'autoriti Pontificia su
LffZ'^ióii^niL qnefto punto . Ella viene à lungo riferita dal moderno Italiano [ d ] Annali-
ita, che con pari maeftà, e vaghezza ne rapporta il contenuto , e'I valore .
e ^nn. 1699, Né dcfiftè la Francia, collegata in quefla [e J età con Roma, di abbat-
tere con feverifUmi Editti la non mai quieta baldanza delle penne Hugo-
f spond.ann»\ 6 }9,.nottQ contta l'autorità del Pontificato Romano . O tiro [/] egli folle di
'"'"libro Anoni. niauo hetctica , ò certamente poco Cattolica, ufcirono inalpettaeamen-
nio prohibitoTn te alla lucc di Parigi due Tomi in linguaggio Francefe, fupprelfo il nome
Francia. deli' Autote , e dell o Stampatore , con lo fpeciofo Titolo J«r/«?w, &liber-
tatum Eccleji^ Gallicana , earumque probationum : in cui* coftituendofi il
Papa nel folo Primato di Dignità , contradicevanglifi li diritti dell' Autori-
tà fuprema di fciogliere, e di legare; onde inferiva l'Autore, efente, &
immune il Clero Gallicano dalla fuggezione della Chiefa Romana, ch'egli
voleva ridotta non diliìmile all'acefala Chiefa dell'Inghilterra . Quivi il ma-
ligno Anonimo non intendeva, che la libertà della Chiefa Gallicana (ì eften-
•ieife nell'ufo folo de'privilegii conceduti à quel Clero dalla Santa Sede , il
che necelfariamente importa fuggezione nell'uno , e fuperiorità nell'altra ;
ma contendeva una efenzione intiera da ogni podeftààguifa della Chiefa
Greca Scifmatica, ò della Sinagoga heretica di Lutero, e di Calvino. Ma
il libro fu incontanente apprefo per quel eh' egli era, e prohibito dà dieci-
nove tri Cardinali, e Veicovi, che fi ritrovarono, in Parigi , i quali pro-
teftarono, voler elfi il godimento de'privilegii, ma non già ambire, òfii-
g j^.^^ periorirà , ò ugualità , ò emulazione con il privilegiante : [g ] Vjjcit enim ,
foggiunge lo Spondano, Ecclefìa Gallicana libertates, qua malum operen-
tur : nejcit jura, qua illam a E^rrtana Matris fìue firmiffima conncxioncy Ó"
filiali obedientia di^vellant y ac Jfeparent : e fi farebbe feveraniente procedu-
to contro l'Autore del- Libro, feconlafupprefilonedel nome egli non fi
foffe fottratto dalla cognizione della perfona, e dalla infamia dello fcritta.
Non
Capitolo in. 6ll Urbano^
Non così torto fu fiippreffo il volume, in cui inalzavafi fopra il termine ^ ^^^*
del giufto la libertà della Chiefa Gallicana , che incontanente [a] ufcì * '^"'*' '^'»°'
dalle medelìme ftampe della Francia un' oppofto trattato, in cui predice-
va(ì imminente lo feifma della Chiefa Gallicana dalla Romana, fé non con-
dannavanfi come ree , e fcifmatiche quelle fentenze , che fi tolleravano in
quel Regno p dalla confuetudme, ò da'pretefi privilegii. Tanto diverfe
fono le penne degli Heretici, bench' elleno vengano guidate da una fola ^jj,, 1^,^., ^^j^.
mano . Il libro fenza nome del vero Autore ( che fu Michel Rabardeo ) /imamente prò.
portavano uno finto di Optato Gallo co'l titolo de capendo fchifmate : ^'''"' *
onde ò perche parve à tutti importuno quello zelo, ò perche piacque d
pochi la difcufilone di quefta materia, quando particolarmente l'ufo degli
aflerti privilegii non haveva mai pervertita la Francia dalla profeilata devo-
zione alla Sede Apoftolica , fu il Libro involto nelle medefìme cenfure , co-
me gli altri accennati, e dall'/Vrcivefcovo di Parigi, e fuoi Suffraganei di-
chiarato fcandalofo nelle [Z>] mafllme, perturbatore della publica quiete, hspond.ann.ìG^o.
e per ordine del Parlamento arfo nel fuoco. Di quefl:o Libro nfenfce lo '"*'"-^'
Spondano, Multi adverfus cum fcripferunt prò dcfenftone pacisy & Eccle-
fi£ Gallicana, cii]us [cijfionis nulla videretur efteu^.ìbra : quamquam & fue-
runt Inter ejufdem libelli oppugnatores y qui limitesrationis ih grave Libjrta-
tis Eccleftafliaè prajudicium non parum excefìerint, Cofa , che fpeflb fuc-
cede a chi troppo d'apprello vuole inveilir l'inimico con maggior calo-
re, che avvertenza.
Fremevano intanto) li Calvinifti di Francia, perfeguitati non men dagli
Editti della Sorbona, che dalle armi vincitrici del Re Luigi, che[r]debel- c^«».is:g.
lata, e prefacon memorabile afledio la Roccella nido, e ritirata dell'he- dan.mk"''*and!e
refia, profeguiva le vittorie in eflierminio degli Hugonotti, &inefaltazio- a..' sc ìr.nacici , e
ne della Fede Romana, Mi raddoppioili in effi il dolore nella congiunzio- ^"'^'^'^'•
ne delle avverfità , che minacciarono la loro peftifera fetta anche in Orien-
te. Reggeva il Patriarcato di Coftantinopoli Cirillo, huomo [rf] prima .\ BifaccUnut in
Maomettano, poiScifmatico, e finalmente Calvinifì:a, e perciò per tutti ^'"'"'"f*
quelli tré capi tanto inimico del Pontificato Romano , quanto difpofi;© , 6c
avido di contradirlo anche con la opponzione de'fuoiSucceffon, alquai'
effetto egli haveva mandato giovani Greci ad apprendere le fcienze nelle
fcuolc heretiche della Hollanda , e publicata per la Grecia una confefiìone
di Fede, in cui, oltre agli articoli del vecchio feifma, haveva inferito die-
cifetce propofizioni di Calvino , quali dalla turba imbelle , e dalle ignoran-
ti Catedre dì que'defolati paefi apprefe , & infegnate per Cattoliche , riuu-
cevano la miferabile Grecia in una Ginevra di Calviniiti. Acudivanoi Mer-
canti Heretici delle parti Occidentali alle operazioni d\ Cirillo, e con irpeilì
donativi di denaro, di cui il Patriarca dimollravafi avidifiìu.o, tenevaiiO
fortemente in ìcd^ il di lui animo. Mi i Turchi, che odiano il Calvi-
nifmo, come inimico del Monarchico reggimento, siilacuibafeiìe!lol-
le la Ottomana potenza, precipitarono da [e] alta torre nel mare il e^nn.iSì^.
fraudolente Patriarca, incolpato di atroci delitti , ò in preteso , òinpro- *; /f""'*^'- '"^'"'-
vadlverareiti. Il Succeffore, dal Batcaglini denominato ni un [f] luogo Wcon'^uà^'cZ
Tartbenìoy & in un'altro [g] Cirillo d' Iberiay avvedutofi dv-ilacorruzio- 'l", ,'^' f.'^' ' ^.^
ne generale della Fede Cattolica, pervertita in Calviniftica, convoca '^u/tZ'^.^'Tzt
to in [h] Callantinopoli un Sinodo di Suffraganei, efecioUa con taittu ■•" .'^X.' .«,/, -?
vivezza di zelo > che della condanna tramandandone notizia , e lettere i\i\ /«:. -C &"hliù
Q^ 2 agli "'^-f^^-ro.
Urbano ^j^, Secolo XV 1 1.
Vlil. 2gjj ultimi termini dell'Europa infieme, edell'Afia, fepalefeal mondo,"
quanto efecrabile folfe quella fetta , che né pur volevall ammettere da'
daSiUnSi'p^i Scifmatici, e da' Maomettani. E con ragione ; conciofiacofache oltre agli
«omio. ' ' articoli deteftabili, ch'ellainfegnava, e circa Dio, che io rendeva autore
del peccato, ecircalapredeftinazione, òlareprovazione, chela voleva
forzofa , e necefTaria , e circa tutto ciò che toglieva fplendore , e lullro alla
Chiefa di Dio , ch'eippiamente diftruggeva, ella fu riconofciuta per cotan-
to contraria alla focietàmedefimade'popoli, che badava girar gli occhi
pei mondo, per rigettarla dal mondo. Vedevafi la Francia di frefco nau-
fraga nel fangue de' Francelì, i loro Re ò uccifi, ò oppreflì dalle ribellio-
ni, la Helvezia in fé divifa con rotture interne d'inimicizie immortali ; e
ciò che più face vane inhorridire il penfiere , la Inghilterra dilacerata da tan-
te fubalterne fette, quanti erano i fettarii, e giiìdifpoftad condurre il fuo
Re fui palco per recidergli la tefta, comehorhora vedremo ne' racconti
,Si«e numerofe fìinefti del Pontificato , che ilegue . Quivi allora ò furfero , ò fi augumen-
«re i ng icrra. ^.^^qj^q jj p^^^y vccchì , detti Presbytetiani , de' quali di{fe un'Autore ,
%!^!ì'tJ''HT!r"' f^^ Fac'mnt Ecclefìam ^Arijìocraticam , ita quòd amotis Epifcopis B^6lores
/.zl^miii it;."' fmt Tresbyteri: quivi gì' Independenti oppofti a' Presbyteriani , chefichia-
b i!;hi. marono Vatrice, & libertatts amatoresy i quali [b] Ecclefìam faciuntDe-
mocraticam y /eque, ajunt, folìDeo fubje^os : quivi li Quak^riy detti Tre-
^JphhnTntfb'.'cl'i''^^^^''^^^ i ^* Gioachimo Zentgrafio [e] denominati Co//«v/ex Q^ak^ro-
'iit.còiiHviti^a- rum, feguaci di Giacomo Nayler Inglefe, che fi finfe, e predicoflì Chri-
Aerornm. {{q '. quìvì \i nuovì Libertini , feccia dell' Inghilterra, che ammaeftrati da
d vtdi il p„nnf. unBurtune, che fefillor Capo, oltre agli antichi errori [d] de' Libertini,
t.^"pa"iil ^^' infegnavano [e] l^on nos, fed Dei fpiritus in nobis habitans operatur omnia
e oii.ùd.ioe.cit. mala, qu£ facere dicimur : peccatum nil aliadefi, quàm opinio : pimiendo
fAi.m,h,ii6. peccata Deus ipfe punitur : e quivi finalmente 5/? ^ntifcritturifii , i Quereli-
ti, gli Sceptici, gli Efpettanti, li Terfettifli, li Sabbatarii, gli ^ntifabba-
tarli, e fini nuovi Chiliafti, e i nuovi Arriani, abjque numero , & ordine,
come conchiude il citato Jadertino , fedyerc omnes ^nttchifti. Sicché ben
per tutti hebbe adire un d'eiiiinglefi, allor quando richiefio in Roma da
un Perfonaggio Cattolico, Di qual Religione egli fojje ? rifoofe l'Heretico ,
Di nifìuna ancora , perche la Luterana parer agli indegna , la Calvinijia em-
pia, e la Cattolica difficile : onde fin' allora il miferabile havea vifliito cin-
quant' anni fenza Sacramenti , fenza regola , fenza Chiefa , e fenza Chrifto,
e fenza faper di qual Religione effo fi foffe .
Né la Germania pativa minori infortuni dalla fetta Luterana , che le
£ ^nn.i6i6, altri parti del moudo dalla Calvinifta . L'Auftriafii [f] manomeffa da una
fubiranea rivoluzione di Villani heretici , che inforferenti de'Magiftrati
gvideziini., & Imperiali, arfero[^] Chiefe,caIpeftar.onoIm3gini, profanarono con hor-
£>/ac.m Hift, j.^^^'^- f^^^jiggii Saccrdozio , e Tabernacolo del Sacramento , né ceflarono
h w4«». 1627. (jalla barbara intraprefa , fé non trucidati [ h ] dalle arme vincitrici dell'lm-
perador Ferdinando Secondo, che per ridurre nel lor dovere i Vaflalli ,
quafi ne venne à perdere il Vaflallaggio , forzato ò egli à ucciderli , ò eflì ,
Sette fubairernc cioè quci cIic fopraviffcro alle duplicate ftragi , à ucciderfidafemedefimi,
G^rmS?^ '" difperatamente amando più torto morire heretici, chefoggiacer Vivendo
al comando de' Cattolic i . Eranfi li miferabili uniti da varie fette , nià i più
Luterani . Annoveravanfi fra efllalcuni Stregoni , che denominavanfi , hor-
ridi anche nel nome , Soldati incantati, overo aggiacciati, veftiti di nera
grama-
Capitolo III. 613 Urbano
gramagliàjfpaventofidihabito, e di volto, e tanto più precipitati in ogni Vili,
incontro, quanto più la loro magia rendevaliefentidalla offefa delle ftefle
palle infocate de' mofchetti : fé ben' à fottrarli dalla morte , nulla valfe a^
lora il Diavolo, che d bella pofta conducevali à morire , anch' efTì uccifi
da'Cattolici , ò da fé medefimi. Fra i Maghi vede vanfi quei della T^gfea
Croce t fetta nuova, che aliena per profefllone dall' arme, pur tuttavia ac-
corfe à far numero co' Luterani per genio imperverfato , e proclive alla ri-
bellione, &^1 tumulto. Er^ comporta quejfla fetta di una congregazione,
ò fratellanza di huomini denominati B^fè^ie Crucis y overo luvi/ibilium y &
Immortalìum . Cominciò ella occiilta [<i] molti anni prima à vagar per la «•^"".«^U»
Germania; non però tant' occulta, che non fofle cognita in un Libro ài
Niccolò Notfmanufcito dalle flampe della Germania nell'anno 1618. nel
cui titolo così leggevafi , Themis aurea , hoc efi de Legibus Fraternitatis
^. C. tra£ìatus , quo carum cum veritate convenientia , utilitas publica , c^
privata , nec non caufa neceffarìte evohuntur , & demonjirantur , ^uÌIot€
(nome finto) Michaele Mairo. Dal che ne apparifce ò incerto, ò anoni-
mo lo Scrittore , che vanta l'antichità di quella congregazione fin dall'an-
no 141 5. Md chiunque fi fofie l'Autore dell'aurea Themis, quivi feipre-
certi s'imponevano a'Teguaci, quali il Malvafia [b] diligentemente rac- ce^ril' '"' ''"''
colfedal [e] Mercurio Gallo, e dal [d] Galaflb in quc^fto tenore. Tri- e Mtm^r. caiius
mò. Ut nemo illorum iter agendo t aliud profiteatur, nifi morborum curatio- d'p'/ur'alLjfu,
nem , & illam gratuitam . Secundò , Ut nemo , eò quòd in Fraternitatem in- ^(>c.jrfu,\ tx^mi.
grefìus fitj eerto habitus genere uti compellatur , fed regionis dumtaxat con-}!,, "^""'^ """""
fuetudini fé fé conformet. Tertiòy Unumquemque Fratrum debere fingulis an-
nis die C. in loco S.Spiritus ftflere f(}, vel abfenti^ fu£ caufas litteris dee la-
rare. Quarto , Debere unumquemque Fratrum perfonam aptam , cJr* ida-
neam , qu^ fibi vita funaio fuccedat , eligere, ì^intò , Vocabulum i^. C,
debere Hlis cjie infiar fymboli , chara£leris , aut ftgilli. Sextò , Hanc Fra-
ternitatem y necefie eft, debere centum annis latere . Setta occulta nel figni-
ficato, e nell'intento, che noi facilmente riduciamo d quella àQQpÌQti- cVtdniPontif.di
fti, da noi altrove [e] annotata, echepurhorarifufcitofliinSpagna fot- ^'«o/'' y- tom.^,,
tonome degl'Illuminati} echebentofto [/] vedremo vagar per Roma in ^n'v'^/rVPc-jn/. w;
perfonadel Molinos. Li„i,cnno xi.
Da deboli principi! rinvennefi [g] prodigiofamente dilatata nelle vici- ^ ^""-'^-^^
nanze di Siviglia una fetta, chiamata da' Sectarii degl'Illuminati, Andrea ^^^^^ ^^ j, ^^^^^
Pacecco Supremo Inquifitore di quel Regno ne condannò fellantafei prò- nìniacì.'^^
pofizioni, e ne fece abbrugiar vivi fette oflinati feguaci , abbruftolitipiù
tofto, che illuminati da quel fuoco . Eglino profeffavano perniciofiffima he-
refia , che noi reftringiamo nelle propofizioni , che fieguono . [ /? ] Vrimò , I',,^,*„ ^H'^iJa?.
Mentalem orationem Divino pr£cepto adeò imperatam ejje , ut per eam omnia ciÒMeivuru aài'
impleantur. Secundò , Orationem Sacramentum effe fub accidentibus , idejì ''*
mentalem: vocalem vero parvi efie momenti. Tertiòy DeiServosnec labora-
re debere , nec Tralato ulli obedire , quando mentalis oratio impediatm .
Qjttartòy Tsleminem adipifci pojfe virtutis fecretumy nifi Magiflrishac docen-
tibus dtfcipulum. Qtwìtò , Divinam efientiam , ac Trinitatis arcala videri
pofìeinhac vitaabeoy quiadcertum perfe£lioms gradum perveneyìt, Scxtày
Spiritum San6Ìum immediate cos eligere , & eos regcre , qui fic vivunt ,
Septimòy In elevatione SanUtjfimi Sacramenti claudendi funt oculi . Odiavo,
J^ù pervenerit ad certitm perfeélionis jiatum , nec videre potej^ /*>
Tomo IV. Q£ 3 cras
Urbano gj^ Secolo XV I L
Vili. ^Yat Imagines , nec dhìnum Verbum audire , nec loquì de Deo , ncque alia fa*
cere, buie feSice, & do£ìrin£ contraria, l^onò , Debere omnes vovere y fé
fìtatrimonium minime contra^uros : religionem tamen nequaquam ingredi . De-
cimò, Tane co£Ìocommmionemacciperc. Decimoprimo, Orationem, &ab'
ftinentiam non poffe din fìmul , nifi miraculo , conftjìere . Decimofecundò ,
Oramem ita fé debere in Dei prafentiam collidere , utnecdifcurrat, nec medi-
tetur, vel paffionem , vel humanitatem Chrifti. Decimotertiò , Qui orationi
mentali vacat , potefi ab audienda Miffa ctiam diebus fe[ìis abfiinere , &
qui in oratione, aut in Ecclefta verfatur, deb et rerum fua domus oblivìfci ,.
Decimoquartò , Se faminis , quas fpiritus , & do6lrìn*e magijìras ducunt >
obedientiam debere . Decimoquintò , ^ffinis debere filias, cafiitatis quidem
fervand£ , religionis tamen non ingrediente! decimoquarto anno votum edere
debere : & confejjionìs filias rovere debere, fé non aliis, quàm illuminatis
confefiuras . Decimo fextò , Fosminas conjugatas non debere viris in matrimo-
nii debito obedire , Decimofeptimò , Debere Illuminatis aurum , & argentum
oppignorare, Decimoo5iavò , Licere Confejfariis Confejfwnes revelare et, cui
obedientiam dederunt, & fìbi invicem. Decimononò , Tanitentìa Sacramen-
tum pofjeabfqueullacommijjione, aut licentia adminiflrari . Vigeftmoprimò ,
Illuminato^ habere auBoritatem abfolvendi ab omni peccatorum genere ,
Ctiam fi fint Sedi ^pofiolica rejervata . yigefimoprimò , 'Hon pojjè abfol-
vi follicitantes in confejfìone , nifi declarent follicitatas . Vigeftmofecundò ,
Jn communione per paucas forma f , ftve Hofiias , Deum parumrecipi . Vigeft-
motertiò , T?o[ìe communicari homines non jejunos . yigefìmoquartò , VerfeBum
hominem pojìeabfque fpecialirevelatione fcire, utrùm ftt in grafia, &cha-
ritate, necne. Vigefimoqmntò, Tojfe hominem ad eum perfeBionìs fiatum
pervenire, ut gratta anim^e facilitate s fubmergat, nec poffit anima vel pro-
gredì, vel retrogredi , & ad eum perfe6lioni$ flatum pervenire, ut SanBo-
rum intercefjione non egeat, Vigeftmofextò, Si Deus anim^e dicat, ut ftt bo-
na, bonam fubflantialiter fore, & ideò non eftnecefie , ut operetur bene , nec
amet. yigejimofeptimò , JlBuseòmagismeritoriosefie, quo minor efl fenjìbi-
lis devotio. VigeftmooÈavò , Turpes a£ìus , ac inhonefìos taSus eum feB^e
fute fceminis , de puellis non efse peccata , imo virtutem potiùs , ac pietatem .
yigefmoìionÒ , Hominem excommunicatum publicè , fi celebratione , & ad-
tninifiratione Sacramentorum non abfìineat, dummodò hanc fe£lam amplexus
ftt, nequaquam debere fé prò excommunicato habere, Trigejtmò, Seinextaft-
bus dar ^ videre Deum , érinhisnibil efse fidei, eòquòd Deum dare vident,
Trigejtmoprimò , llluminatos immunes efse à Turgatorio , & qui eorum do-
£irm£ nolunt acquiefcere , damnandos efse in Turgatorio . Trìgefimojccundò ,
^quam benediBam peccata venialia non delere , Trigefimotertiò , In orat io-
ne non efse utendum imaginibus . Trigeftmoquartò , Evangelium , & Scriptn-
ram prò arbitrio interpretantur centra communem Tatrum expofttionem , &
verba illa San£Ìi T'^U » Mortui in Chrifto refurgent primi , ad litteram intel-
ligunt de quodam Confefsario , & quadamconfefflonis filia; & verba. Petite,
&accipietis, de folis pradefiinatis intelligunt ; & verba, Jefumcìcterislo-
quLitiim effe in parabolis , intdligunt de reprobis ; & verba Sancii Tauli , Sine
pcenitentia flint dona Dei, accipiunt, acfidiceret, Deum, ut nobis gratìfi-
cctur, nojìra non egere pcenitentia, Trigefimoquimò , Teccatoresnonefficaci-
ter audiri à Deo , quia Deus pcccatores non audit , Trige/tmofextò, Illumina^
tos fpernere debere mninò Tkeologos , & coneionatores , Trigefimofeptimò ,
Capitolo III, ^15 Urbano
Qjixdam aiant , qu£ adverfantur , ut matrimoniuni fit Sacramentum . Vili»
Così gì' Illuminati di Spagna , e così in molte cofe [ 4 ] hot hora i iVeUUPontt.di
Qllietilli d' Italia . Innocenzo XI.
Nel feminatodnnqiie della diabolica mefTe di qncft'herefie conindereflTa conJanna diana
foUicitndine attendeva Urbano àfvellerne la zizania , per ridurre il campo Fopoii^'one dei
Evangelico alla cultura fola della vera Fede, nel qual'oggetto celi intento,
condannò [b] una propofizione, che Galileo Galilei prima dedufl'e, e poi '' *^"''' *^i^
dilatò , apprefa da'fcritti di Copernico . Vilfe Nicolò Copernico in grand*
eftimazionedelfuo Secolo per la fcienza particolarmente dell' Aerologia
nelle parti Settentrionali della Germania, nato [e] in Thorn Città della- e ^utus tcf.F/r.
Pruflìa Reale, Profeflbre di Matematica in Roma, dotato di varie lingue, \f,MTjiTsl\T'
e proveduto di Canonicato in Varmia* e finalmente quivi morto in età di
felFant anni . Fra molte fue illuftri opere , nel Libro de rnotu oSiava Sphara
egli rinovò l'antica opinione, e'I fiftema, come riferifce Plutarco j di Fi-
lolao, ediHeraclidediPonto, cioè che il Sole fofle immobile, e latefra
mobile. Galileo Galilei, { d] nato in Pifa, nuovo Copernico di quefta t^f^'^'^.'^'"'
età, nelleguitarneloitudio, feguitonne ancora il parere, o come [e] al- s. lanuariìió^i.
tri vogliono, imparonne l'aflunto dal celebre Michele Meftlin, e ne (noi l^f1^2'^;/ll^l';i
Dialoghi fopra liSiftemi di Ptolomeo, e di Copernico tradotti in latino rom.i.verioGaiìi
col titolo SiJìemaCofmicumy alferì, Scampliòlamedelìma opinione della ''*'*''
immobilità del Sole , e della mobilità della terra . Accorfero incontanente
li Cattolici al riflirto fiftema, che notabilmente contradiceva alla Sacra
Scrittura, e quando [/] Giofuè fermò ilSole,e quando David [^jindiconne f J/;*' ''''?' ann
l'orto , el occafo , e quando Giesù Chrifto [h] authenticollo Nafcente , Si h M^bif."
Occidente . Al contrario li Copernichifti, e i Gallicani contendevano acre-
mente il fenfo allegato della Scrittura , e ad alte voci efclamavano, infegnar
ella non le fi:rade del Cielo , ma la ftrada al Cielo ; e Pietro Galfendi Antefir
gnano di tutti dice, [/] Quod aliquiVroceres Ecclefì/£ , dìcantury interpreta- \ Petr.GajTtndit».
tionem hujufmodi ìmprobajset decretoque fanxifse, terram in centro mundi l]ZìjJ'}>!e\f'ai.
quiefcere , non autem circa Solem moverli partimOrthodoxi id quidem Deere- mihiiìo.coi.ì.
tum revercnter accìpiunty [ci non putant tamen, fidei articulum cfse i quòd
promulgatum non fuerit : partim Heterodoxi non admittunt. Così egli : mi
noi , a cui ogni Decreto dellaSanta Inquifitione Romana rimaiie venerabi-
le , ò promulgato egli fia , ò fol defcritto , ad elio ci rimettiamo fenza cri-
tica di fottigliezze . Mail Pontefice Urbano , che invigilava al manteni-
mento illibato della Religione e in terra, e in Cielo, carcerato il Galileo
nelle prigioni del Sant'Omzio, quivi lo ritenne cinque anni, cioè fin'tanto
ch'egliabjuronneinvoce, ed in ifcrittoTerrorcmorendo quindi nella com-
munione della Chiefa in età prefTo che ottogenaria buon Cattolico , e gran-
de Aftrologo, fé non havefl'epretefò fermare il Sole nel fuo gran moto.
Con li Decreti fopra il Cielo congiunfe Urbano quelli foprail culto crrca^luiacor?
de' Santi, formandone due Bolle, la prima [ K.'] Ccelejìis Hierufalem, in habito e lefùié
cui prohibifce ogni laureola, e fegno efteriore di adorazione alli non fanti- 'l^'rl'gliaar.vrb.
ficati, ò canonicamente non beatificati dalla Chiefa; lafeconda[/ ] S^fro- viii. conjìh. lio.
fanUa Tridentina Synodus i circa la forma, e l'habito delle Imagini Sacre, f"":]'y°„*^,^,8c.
ordinando in effa , l>{emini licere ullo loco , vel Ecclefia ullam tnfolitcìm ^««.1(542,
imaginem ponere , vel ponendam curare , nifi ab Epifcopo approbata fue-
rit ^ prefcrivendo contro molti infurti abufi, Vj^ qtiis Imagincs San6iorum
fculpcrCy aut pingercy vel fculpi, aut pingi facere y aut antehac fculptas ,
Q q 4 aut
Urbano (Jjg Secolo XVI L
y*^^^' aut pi£iasi & alias quomodolibet effi&as tenere i feu publico affre&ui exp&'
nere , aut vejtire cum alio habitu , & forma , quàm in ^pofiolica , & Catholi-
ca Ecclefia ab antiquo tempore confuevit ^ nec etiam cum habitu peculiari ali-
cujusOrdinis B^gularis , tenore prafentium probibemus : ac ut Imagines ali-
ter pillai vel fculpt£j abEccleftis, & aliis locis quibuilibetamoveantur i&
ieleantur j ycl reducantur , & reformentur ad habitum * & formam in Ec-
cleftaCatholicay & ^poflólica ab antiquo tempore confuetamy ut veneratio,
& cultus fìc di£lis imaginibus augeatur , <& qus oculis fideltum fubjiciuntur
non inordinata , nec infolita appareant j fed devotionem pariant , & pieta-
/e?» . Così egli , che prefcrille con nuova Bolla le loro Fede , abolendone il
a ibid.c»nfii:,i$i precetto di molte con li due ponderanti motivi , eh' egli efpoue dicendo, [<?]
Ann, i6r-. Qdiìmmò & clamor pauperum frequens afcendit ad nos, eamdem multitudinem
ob quotidiani vi£ius laboribus fuis compar aridi necejjitatem {ibi valdè damno-
fam conquerentium , & quod fummoperè dolendum ejì , magno cum animinoflri
mcerore didicimus t tanta fcepè fepiàs malignatum inimicum in fan£lo, utipfa.
- multitudinc non ad adtficationem , & ad laudandum in Ecclefìis Deum populi
Ktantur, fedadotia, vanitatcsy & vitia frequenterabutinonformident, ita
ut qu<e ad glorificandum divinum nomen funt primitus infiituta, temporisde-
curfu inimtcushomo corruperttj & in magnam illius offenjìonem ^ gravemque
jaéuram converterit animarum . Così egli , che nella medefima Bolla ftabilì
quelle, che olfervar fi dovevano in precetto , cioè, comeinefla foggiun-
gefi, Dominicos dies totius anni j '^ati'pitatis Dommi'ì^ojiri JefuChrifiiy Cir-
cumcifionisyEpiphaniie, ^efurre£iioniscumduabus fequentibus feriist^fcen-
fionis, Tentecoftes cum duabus par iter fequentibus feri isy Santjffima Trinita-
tis, SolemnitatisCoYporisCbrifttj &Jnventionis Sancite Crucis, necnon fefti-
vitatum Turificationis y ^nnunciationis , ^Jfumptionis, & 'l^tivitatis Dei-
pardi Virginis , Dedicationis San6ii Michaelis ^rchahgeli , l^ativitatis San6Ìi
JoannisBaptifia, Sanóiorum Tetri, & Tauli, San^i u^ndrea , Sanali Jaco-
bi, San^ijoannisySan6itThom<e, SS.Thilippi, & Jacobi, S.Bartholomaìy
S.Matthai , SS. Simonis , & Jud£ , & S.Mathia Chrijit D.Upojiolorum , itern
Sancii Stephani Vrotomartyris , SSJnnocentium , San£Ìi Laurentii Martyris, Sari-
di Silvefiri Tap£ , & Confèfioris , SanUi Jofepb i etiam ConfcJJoris , & S.iinn^
Deipara refpekivèSponfty ac Ccnitricis , Solemnitatis omnium San^iorum, at-
que unius ex principalioribus Tatronis in quocumque P^gno , [ìve Trovincia , &
alterius pariter principalioris inquacumqueCivitate, oppido, rei Vago, ubi
hos Tatronos haberi, & venerar ìcontigerit . E moftrò Dio , anche [^J avanti
inìfi"."' '*'^' "' la promulgazione dellaBolla, con horrido avvenimento, quanto religiofa
cofa ila la ofl'ervanza delle fefteftabilite, &impofte dalla Chiefa, e quanto
e H*t,tut tx tp. terribilmente egli ne caftighi i trafgreflbri . In [e] Poflega Cittadella Schia-
^l'j' fxtat in ^r. vouiafecondo il folitocoitumefii dal Paroco Martino Bofnefe Francefca-
* "TjZràidì't^^y. no annunziata al popolo la oflervanza delia Fefta di Sant'Elia Protettore del
temi.
rtUzjoni diverft Regno della Boifina,e per molti cafi feguiti miracolofo Benefattore di quel-
Terri'biie fuccef- Icpatti. Un pacfauo doveudoquel giomo mietete il fuograuo , beuche la
^°reHorUenc''Fe- "^'^^^^^ ^^u conftringeil'e precifamente all'opera , nuUadimeno cpn franca
gr^eor ec e jj^^j-^^ jjg jf-j^j-opj-gfe jl l^Yorojaggiungendo alpeccatolapompadelderifOjC
dicendo, Haver efso fentito, eh' Elia ancor vivepa, e che però era più con-
veniente differir la fua fejla, come quella degli altri Santi , àquand' egli fofse
morto. Con tal' animo portolli il miferabile al feminato con altre undici
pcrfone della Tua famiglia , attendendo quivi tutti al desinato lavoro fin' al
merig-
Capitolo I IL 6iq Urbano
menggìo j quando rifocillate le forze con pronto riftòro di cibo , e rifcal- Vili.
daùin allegria sì dal fuoco della ftagione , come da quello più potente del
vino, e con più fecretadifpofi^ione del Cielo eccitati improvifamente da
un' importuno , e vehemente ftimolo di ballo , eglino diederlì di piglio l'un
l'altro, eftrettifiinfiemeingirocon il legame reciproco delle niani, co-
minciarono in tondo ballo una danza, che fu per effi la vigilia della loro
eterna dannazione. Conciolìacofache ballando allegri qualche hora, e de-
generando poi l'allegria in iltupore , e pur feguitando il ballo mutoli , e che-
ti altre bore , fiflati(ì l'un l'altro gli occhi , e pur profeguendo , lor mal gra-
do, il ballo fln'alla fera , e dalla fera continuando forzofamente à faltare
fin' alla mattina , e dalla mattina fin alla nuova fera per lo fpazio di quarant*
hore, caddero in fine tutti d'un colpo repentinamente morti fui terreno >
con faccia cotanto horrida, cheinelfefcorgendofivifibile Tira di Dio, fi
riempì incontanente il vicinato di fpaventevole flordimento. Accorfe il
Curato air annunzio delio ftrano ballo, e doppo il Curato anche il Vefco-
vodiScardonaTommafo Jucovich, che in vano implorato fopra quegl'
infelici il foGcorfo pietofo del Cielo con orazioni, e con eforcifmi , fìiro-
nodolentifpettatori di sì terribile avvenimento, publicato per la Europa
dalmedefimo VefcovodiScardona, dalla cui annotata lettera habbiamo
Noi rapportato in quello luogo il corfo infaufto del fuccelfo .
Godeyaintanto il Chriftianefimo qualche ombra di quiete dalle invafio- Ju'g^i'a^ti.rVddh
ni formidabili delle molte Sette, edHerefie, che habbiamo fin' hora de- Janieniiti fotco
fcritte, quando, onde men fi credeva, furfe da'fcritti di un Cattolico Ve- u.^rnovni! "^^
fcovo una nuova perturbazione d'inopinati accidenti, che refi poderofi ò
dalla congiuntura de'tcmpi , ò dalla malvaggità delle menti , hanno ftrana-
mente agitato per tutti li otto feguenri Pontificati non men la Chiefa di Ro-
ma, che leChiefe tutte del Moudo. Cornelio Janfenio Vefcovo d'Ipri fu
l'Autore della fazzione delli Janfenifii, e quello, che con la morta voce
dello fcritto lafciò a Poderi un vivo cumulo di errori . Fu egli grande
egualmente in pregio di bontà, e di dottrina, nato [a] inLeerdam d'Ho- ^jj^.^^* ^'^''"'"
landa, e che trafcorfi gli ftudii ne' Colleg) di Utrecht, e per dodici anni
quelH della Francia, fermofilpoiinLovanio, dove creato Dottore, fu da
quella Univerfità tré volte fpeditofuoAmbafciadore in Spagna, e dichia-
rato da quel Re prima profelfore della SacraScrittura, e pofcia nominato
[b] Veicovo d'Ipri nel giorno appunto anniverfario del fuo nafcimento. ,A*^' ^^'^'''^
Benemerito delle ftampe egli die alla luce di elTe li commentarii fopra li ' ^ '
cinque Libri di Moisè, fopra li quattro Evangelii, & altre molte compofi-
zioni, che lo comprovano Ecclefiaftico amatore de'fl:udii ; ma non tanto
elfo , quanto la fua fama urtò in un grande fcoglio , quand'egli hebbe à trat-
tare degli ajuti , e della grazia di Dio in un libro, di cui è pregio egualmen-
te, e neceliìcà dell'oper^a defcriverne la origine , le fentenze , la condanna*
e i varii avvenimenti , che ne feguirono, con quelle degne annotazioni
fomminiftrate a Noi da autorevoli personaggi , in un fatto per altro che nel
progreflb del fuo corfo è fiato contemporaneo all'Autore , che in quefto
luogo lo defcrive . Quand'egli giovane ftudiò Theologia in Lovanio , forti
per Direttore in quella vafta, & alta fcienza Giacomo Janfonio acerrimo
ditenfore delle propofizioni del Bajo , che ne imprefle ancora indelebilmen-
te le fpecie nel fuo Difcepolo Janfenio. E la impresone ricevè augumento,
allor quand'egli portatofi in Bifcaglia , e rinvenuto quivi Gio.Vergerio Ca-
nonico
Urbano gjg Secolo XV I L
^^^^' riónieo di Ba)onà,pafsò con lui, eh' era tinto dellàmedefirtlà pece, ftretfà
corrifpondenza di amicizia , co'l cui favore prima ottenne ii Rettorato di
quel piccolo Collegio , e pofcia eflb > e'I Vergerio paflarono al ferviiio di
N. Bouttellier Vefcovo di Aire, dopo la di cui nFiorte tì ritirarono ambedue
in una tetra de' Pirenei chiamata Lourdes nella Diocefi di Tarbes, dove
^ unitamente applicarono alle materie Ecclefiaftiche>airumendofi l'impegno
no!"fueq^ùahti! «ii^if'^ndere le opinioni del Bajo, Tunocioè il Vergerio circa là direzione
de' coftumi , l'altro cioè il Janfenio circa la dottrina della grazia, e del li-
bero arbitrio , onde ambedue divennero perniciofiflìmi al Chriftianefimo *
w4t iSTtì, Conciofiacofache il Vergerio pafl'ato quindi a Poidiers , e ricevuta da quel
Vefcovo \cl\ la rinunzia dell'Abadiadi San Cyrano (ond'egli poi denominof-
fi fempre l'Abate di San Cyrano ) fatto fuo ritorno à Parigi, quivi a titolo di
devozione guadagnò l'animo di alcune Dame, e fpecialmente delle Reli-
giofe di Portoreale , le quali riempiteli delle fue maHime , fi fottomeflero
intieramente alla fua de v ozione ; ed invano efclamando il Vefcovo di Lan-
greslorofuperiore, efibironoàlui, & à fuoi compagni parte della loro
cafa, contigua al Monafterio, per haverne fempre pronti a loro comandi
gi'infegnamenti. Ma poco durò quivi la fua Cathedra, poiché fatto arre-
Itare dal Re Luigi XIIL non prima potè egli ufcirne dal carcere, ehequan-
6 ^». i<?4 j, do quel pio Re ufcì dal Mondo , dopo la cui morte morì [6] ancora il S. Cy-
rano di Apoplefia, mentre tuttavia pendeva il proceffo della malvaggia
dottrina daini infcgnata à quelle Religiofe, una ava copia fu prefentata indi
e u». \6%i. d molti anni al Vefcovo [e] di Chiartres, ed ella prefentemcnterinvienfi nel
libro intitolato Progrejso di Janfcnìo. Ma tale fu l'infezione , ch'egli in
morendo lafciò a quelle Monache , che il Monaftero di Portoreale hi il por-
d D! Quifio M.'^^f e l'arfenale di tutti li Janfeniiti. Quindi ukì M. [i/J Arnaudd'AndilH,
^rriAttdveéiaiMn- il dottor fuo Fratcllo , e la fua Sorella Superiore di detto Monaftero, M.le
f^/r^^^rif^///* Maiftre Avvocato del parlamento di Parigi, e M. Pascale, il quale fotto
Ài sAUffa»'dr, nome di Montalto divulgò in ftampa alcune lettere intitolate Lettere Tro-
'"' -pimìaUj alle quali léce poi un'aggiunta M. Nicolas compagno dell* Arnaiid
fotto nome di Vandrochio , come difdegnando tutti d' imbrattare il loro
proprio nome tra le lordure delle condannate fentenze del Bajo, edi quel-
le, che appunto allora haveva fcritte Janfenio nel fuo libro ^ugufi'mus.
Notixiadeii'^». Poiché Jaiifcniodipartitofi dal Vergcrio (clie per l'avvenire fempre chia-
nToi'**' ^ ^*"^'* merafll li S. Cyrano ) e ricondottofi m Ipri , havendo dopo il lungo corfo
di ventiduc anni ridotta à fine la teflìtura di un groilo volume , eh' egrinti-
e ^nn. i5j8, «. ^o\ò *Auguflinus y feu do^rina ^Augujiiniy in [f ] morendo lafciollo in te-
^"i'- ftamento a RegmaldoLameo fuo Cappellano, acciò co'l configlio j e àì-
rezzione di Liberto Fromondo, edi Henrico Caleno Archi diacono di Ma-
^iJv't Hti'^ccncii ^""^^s, lo faceife fedelmente ftampare, dichiarandofi , che [f] fé ben egli
TndtnrM.t'i'!c!7'. ftimava , che difficilmente fi potelfe ivi cofa alcuna mutare , nulladimeno
«w.ij. quando dallaSanta Sede di Roma fofle ftato ordinato in contrario r egli
craprontiffimo di far quanto fi conveniva a chi era vifluto, & allora mo-
riva vero, &obediente Figlio della Chiefa Romana. Qual protetta egli
ancora haveva replicata nel fine del libro de gratia Chrijiiy in cui dichia-
roflì, voler'efib tenere quella fola dottrina, che da'Sommi Pontefici folfe
approvata ; ficcome al contrario voler eflb ricufare , e condannare quella ,
che da' medefimi fofle ftata rigettata , e condannata .
Quefte cotante ampie protètte , fé bene non poilbno giuftificare la dot-
trina
Capitolo III. 6lo Urbajsiq
trina del libro, qnale fò poi condannata, difendono con tutto ciò notabil- Vlu.
mente la perfona dell'Autore , che dimoftrò la prontezza , ch'eflb havereb-
he havuca ^i confervarfifempre ubidiente figlio della Chiefa Romana . non
oftante ciò che afferica [a] l'Autor difenfor della Bolla ^d SanUanty il a g.v. s^nderd
quale per Herefie fcritte lo aflerifce fallace nella fua protefta . [ ^ ] ImprefTo 5''[^J;'"f^ ^ *••
dunque l'^Hgnjiinus in Lovanio,incontanente fi riconobbero in eflb rinuo- *'*' ' ^°*
vatealcune[c] propofizioni di Michel Bajo, e difguftofamente quivi anco- e v,diiip»Htif.M
ra cenfurate come Pelagiane le opinioni di Ludovico Molina, e di altri rf#r.f»».4./.^.
Scrittori della Compagnia di Giesiì; onde fufcitaronfi gran tumulti prima ^"*
inFiandra, e poi in Francia, dove il libro [rf] fu rifl:ampato. Accorfefu- .
bito aquefto grave difconcio con ApoftoIicafoUecitudine il Pontefice Ur- Boìfril urban»
bano, e da torbidi principiitimorofo, eprefago d'infaufli fuccefll, volle c«"tro 'i ubro di
fupprimerne fin d'allora ogni avvanzamento con la publicazione della [e] e^'in'Bui'u vrà*.
BoììSL In eminenti , in cui riferì, e confermò quella di Pio Quinto, e di Gre- "^ vm.conflit,
gorio Decimoterzo, eprohibìillibrodi Janfenio, perche in eflb non fo- *'***'''"^'"
lamentetrattavafi la materia de oiuxiliis , ma ci fi contenevano, e difen-
devano molte propofizioni delle gii dannate dalli detti Pontefici , e come
nella Bolla C\ efprime , con difprezzo della S. Sede , fcandalo di tutta la Re-
publica Chriftiana, e grave danno della Fede Cattolica . La Bolla per i buo-
ni fiì farmaco di falute , mi per i cattivi incitamento , e non rimedio del ma-
le . Conciofiacofache l'inimico Infernale fomentando ne' feguaci di Janfe-
nio quegl'ifteffifentimenti, quali il medefimo inimico una volta haveva
iflillati ne'partitantidelBajo, cominciarono li Janfenifti adaltavocead
cfclamare, che la Bolla di Urbano era falfa, apocrifa, furrettizia,eparto
in fomma de' Giefuiti , i quali con ingegnofe , e fraudolenti maniere have-
vano faputo far impiegare il braccio , e la penna del Vicario di Chrifto nel-
la difefa del loro Molina : onde ella non doverfi attendere allora, cioè fin
tanto che ne fofle emanato più maturo , e fano il giudizio . Da quella im-
penfata oppofizione furto Urbano al penfiere di rifolutamente recidere
ogni mal prefo fubterfugio , con opportuno , e prefentaneo provedimento f ^w»*/ a* dii
[/■] fcriflediverfi Brevi al Governador della Fiandra, agli Arcivefcovi dì i^.oaobri,\6tl!
Malines, e di Cambray, al Vefcovo di Anverfa, & alle due Univerfiti di Lo-
vanio, e ài Dovay, ne' quali egli dichiarò, haver elfo condannato nella
riferita Coftituzione l'^ugujiims di Janfenio, perche vi fi contenevano al-
cune propofizioni gii dannate , e perciò faceva iftanza , che foflero corret-
ti ad obedire alla Sede Apoftolica que'contumaci , che andavano fpargendo
apocrifa la Bolla. Ne'medefimifentimenti la Congregazione del S.Oifizio
[g] fcriffe all' Abate di S.Anaftafia Internuncio Pontificio in Fiandra, %i,Dtctmhk
dandogli notizia, ch'effendofi portati a Roma Gio.Sinnichio, e Cornelio '*'*^"
Pape Dottori di Lovanio , i quali moftrando defiderio , che la Bolla fi rivo-
cafle, ò almeno fi mitigafle , era fiato loro rifpofto in termini rifoluti, che
il Papa voleva , ch'ella onninamente fofle con ogni efattezza obedita , e che
l'efcmplare imprelfo in Roma fofle riconofciuto per vero, e non altrimente
quello fliampato in Colonia , ò in Parigi : e ciò facevafi a lui faperc , accioc- p„,^„, .
che fé Sinnichio fi foflbavvanzatoafcrivere diverfamente all' Univerfiti, faitTod/urb^an^
rimanefle tutto noto al Minifl:ro della S. Sedei & intanto H tramandò al |;X"° " ^^"^•"
medefimo Internunzio il feguente formulario , ad effetto eh' egli fofle in-
contanente fottofcritto da'Dottori di Lovanio, come feguì con fomma
laude di quella illuftre Univerfiti, che amò meglio porger allora fua fede
al
'A
Urbano ^^.o Secolo XV I L
VITI
^ *'^*-' al Vicario di Chrifto , che fue orecchia alle cjuerele de' malcontenti . In-
frafcripti ad requifitionem ( così diceva il Formulario ) I{. D. Tro-mncii
^poflolici in Belgio decliframus , no$ Eullam San^ìjjimi D.l^. Urbani yui.
qua confimi antUY Confi itutìones Tii Tap^ F,, & Gregorii XIIL, ac prohi-
betur ^uguftinus Cornelii Janfenii olim Iprenfts Epifcòpi , in quo mmt<6 ex
fropofttióntbus a Sede ^pofloUca damnatio continentur , & contra eafdem
damnationes defenduntur t tanquam B^om<e legitimè affixam , & publicatam
reverenter rectpere , ideoqtie in omnibus , (ùr per omnia parituros . Così il
t le.iunn i<?4^ Formulario, al quale feguì [a] nuovo Decreto in Roma efprimente la ri-
foluta intenzione del Pontefice per la efatta intiera oflervanza della Bolla .
Mi non oftante la fudetta fottofcrizione , il Sinnichio , e'I Pape per parte
della Univerfitiprefentarono al Papa medefimo un memoriale, acciò foffc
di nuovo efaminato, e decifo il dubiofopra la impreffione della Bolla, ca-
lunniata da elfi per le fopracitate ragioni ò furrettizia , ò apocrifa , ò fallata .
Urbano forte nell'impegno, ed altrettanto inchinevole a fuperar l'impegno
con la fodisfazione della parte, formò un Decreto, incuiordinavafi, che
fofle eftratto dall' Archivio l'Originale della Bolla, e collazionato , &im-
preflbfolfeconfegnatoalSinnichio, e al Pape con efprefla dichiarazione,
che a quell'efemplare dovefle preftarfì intiera Fede da tutti li Fedeli Chri-
b t9.Lvgno KJ44. ftiani , fotto le pene , e cenfure in elfo contenute : e ne [ ^ ] feguì la confegna
per mano di Bernardino Spada, Gio.Battifìa Panfilio, e Lelio Falconieri
Cardinali di Santa Chiefa, in prefenza dell'Afleflbre del Sant'Ofl5zio , e con
fede authentica di Gio. Antonio TommafiNotaro di qliel Tribunale, che
vi ripofe il figillo della medefima Congregazione, la quale per ordine del
Pontefice die contezza di tutto il feguito alli Nunzii Apoftolici , al Gover-
nadore di Fiandra , & alla Univerfita di Lovanio .
àlnnixfnS' ^l^"^'^^ qucfte cofc agitavaufi in Roma, la Univerfità della Sorbona
^annafi m ran- yf(,j ^jj^ j^ p^j jy^^ viéiìz. uobile arena di queftaEcclefiaftica pugna, e fcor-
gendo quanto gl'infegnamenti del Bajo , e di Janfenio folfero proflimi all'
error di Calvino , onde tanti anni fu folTopra la Francia, congenerofa ri-
foliizioneprohibì a tutti li Dottori, e Baccellieri il foftenere le propofizio-
ni condannate nelle Bolle di Pio Quinto,di Gregorio DecimoterzOjC di Ur-
bano Ottavo; edinfiemeafferì, che alcune propofizioni del Bajo erano
contenute nell' Auguftinus di Janfenio , ficche nell'uno , e nell'altro Autore
vi era folamente differenza di nome, e di tempo. Rifentironfi fortemente
iLovanifti a una tanta dichiarazione, e diftolti dal profeflato Formulario,
f ^.nnt 15^4. come dì fopra fi difle , trafmelTero [ e ] acerbe doglianze alla Univerfità di
Parigi, dicendo. Che non fenT^a gran maravigliai e dtfpiacere havevano
intejo , come la loro accademia non follmente bavera ricevuta la Bolla
efiorta daCiefuiti contro il già Fefcovoct Iprit ma che ancora ella inclina-
•pa alla condanna di alcuni articoli dell' iflej so Janfenio y la quale direttamen-
te feriva la dottrina di S.^goflino per tanti Secoli Vittorio fa nel Mondo : É^
seriamente haver ricufato di ricever tal Bolla , nel qual pentimento inftjìen-
do parimente li Regii Miniflri della Fiandra , haver determinato , che
quefi' affare reflafse fofpefo , fin che la Santità del Tontefice fofsc meglio in-
formata di quanto gl'inimici di Janfenio machmavano contro di lui 3 e contro
la Chiefa i€ contro S.AgofimOy la cui dottrina fpcttante alla Gra':^ia era fem^
pre difptaciuta aQiefuiti fin dal principio della lor Compagnia, onde non
hayer ejji mai cefsato i> apertamente ^ ò occultamente d'impugnarla. Ter le
tonali
Capitolo III.
6zi
ì^uàli cofe pareva loro incredibile , che una, cotanto ìnfìgne ^Accademia , f o-
me la Sorbona y la quale y doppo il Romano, è il primo Tribunale, e pro-
pugnacolo della Chiefa, fi foffe indotta a precipitar la fenten^a in un affa-
re così incerto , e pericolofo , & ad ejjere con tanta [implicita ingannata da-
gli avverfarii , i quali dicevano , condannarli nella Bolla f^gojtino Jpren-
fe, e non l' Hipponenfe -, quando con maggior verità chi confrontar voleffe
l'uno con l'altro , fcorgerebbe l'inganno , e più fondatamente direbbe , non
efjer più, fìmile l'uovo all'uovo, che l'Iprenfe all'Hipponenfe , Così eglino;
mi la fedel Sorbona tacendo poco conto di quell'inutili lamenti al con-
fronto dell'autorità Papale, procede alla cenfura formale di fette pro-
pofizioni, cinque delle quali furono le medefime , che hor'hora rife-
riremo condannate da Innocenzo Decimo ; e le altre due , fé bene in
foggetto di altra rifleflìone, le feguenti, Senftt olim Ecclefìa, privatam
facramentalem pcenitentiam prò peccatis occultis non fufficere, e, Islatura-
lis attritio fufficit ad Sacramentum Toenitenṭ .
Nell'agitata pendenza di queft' affare, morì [a] Urbano Ottavo
lafciando al Succeflbre l'arena, e la gloria della gran pugna.
Urbano
Vili. .
ì a i5< IcUi 1644.
C A-
Ini^ocen-
zo X.
6 li Secolo XV 1 1.
CAPITOLO IV.
Innocenzo Decimo Romano , creato Pontefice
li 17. Settembre 1645.
Profegutmento degli affari delti Janfentfti, Condanna di un
Libro Anonimo rf^//' Equalità tra S.Pietro, eS.PaoIo.
'Bolla Pontificia contro la Pace di Munfter pregitidicìale al-
la "E^ligione Cattolica . ^alita del ^ Carlo Primo d* In-
ghilterra^ e fua decapitazione , Operazioni y e zelo d'Inno-
cenzo nella Inghilterra , e nella Hìbcrnia • ff eretici con^
avertiti alla Fede Cattolica , Chriftina j^gina di S'vezja ,
[ne rare qualità , con^verftone , e 'viaggio a 2{oma .
Operailoni te-
lanti di qiieflo
Pontefice contro
li Janfeiiifti.
?fOte1ie , e De-
creti di diverfc
Univerfità, e Ve-
scovi contro la
dottrina di Jan-
ftnio .
a lildnttArli 1(^50
* Eguì valentemente il nuovo Pontefice l'orme , e la car-
riera del fuo gloriofo Anteceffore nel foftenimento della
Bolla, e nella pronta efecuzione , che ne richicfe da tut-
ti li Fedeli. Per il qual etfctto egli in Fiandra, cioè dove
più bolliva la inquieta fazione delli Janfenilii, fcriirc quin-
dici Brevi a diverfe perfone, cioè all' Arciduca Leopoldo,
al Marchefe di Caftel Rodrigo Governadore di quelle Provincie , all' Ar-
civefcovo di Malines, alle Univerfità di Lovanio, e di Dovay, & uno
ne inviò anche in Francia alla Univerfità della Sorbona , ne' quali egli
confermava contenuta nel libro di Janfenio la dottrina già condannata
del Ba)0, & efortava que' Principi , quegli Ecclefìaflici , e quelle Uni-
verfità alla pronta oflervanza del contenuto , e prefcritto nella Bolla .
Non il può dire, quanto univerfalmente fi rifentifie allora a una tanta,
e sì continuata determinazione di due Pontefici gran parte del Chriftia-
nefimo, divifa chi in foftener l'oracolo della prima Sede, e chi lofcrit-
to dannato di Janfenio. Molte Religioni impofero rigorofe penea'fuoi
Sudditi contro chiunque quello di effi ii fotìe , che havefle prefo ardi-
mento di foftenere la dottrina ddV ^uguflìnus ; ed il fimile fi deceda molti
Vefcovi , cjj Anverfa , di Nemours , e dagli Arci vefcovi di Soilfons, e mol-
to tempo prima da quello di Parigi nelle loro Diocefi , e quefti precifamen-
te interdilfeur? Predicatore infigne della fazione Janfeniana, perche nel
giorno di S. Agoftino predicando al popolo nel Monafterio di Portoreale ,
*ì era avvanzatoall'alferzione di alcune propofizioni di Janfenio; ne il ze-
lante Prelato volle giammai alfolverlo, fé prima, come [a] feguì, pre-
ceduta non fòffe alla affoluzione la ritrattazione. L'Arcivefcovo mede^
mamente di Bifanzon con Apoftolico fervore , e zelo, come fatto capo
di tutti
Capitolo IV. 5x3 Innocen-
di tutti li Cattolici della Francia , piiblicò [a\ un Decreto , ài cui è pregio fPt.^' -
dell* Òpera regiftrarne in quefto luogo il tenore ; Exigit à nobis San5l<e * ^ ' *''*
Sedis UpojìoUca obedientia , ut cum e a , qua par efl , fedulitate , & dili-
gentiay do6lnnas ab ea velut cxterarum matre Eccleftarum damnatas ^ dam-
riemus & nos , vel jk majorum veftigiis inharentes , quorum mentibus ab
ipfts Fidei incunabults alte ìmprejja verfus eandem , nedum in maximis ,
quin & in minimi s fuit reverenti a . Hinc emanai am à fel. ree. Urbano O^ia-
yo Summo Vontifice Conjìitutionem , ^ua incipit ^ In eminenti Ecdefia&c,„
& qua Cornelii Janfenii Liber , cui titulus Auguftinus , legi , aut etiam à.
non legemibus fervari , diflri6iè prohibetur propter damnatas in opere ejuf-
rnodi opiniones, ^Apofiolicis pnedi^ìi Urbani O^aviDecretis parere cupientes
in omnibus , venerabundi admittimus , e^ ufque adeo flridè fervari manda-
mus i ut in pofterum ( quo ad nobis placuent ) nullus omninò ad curam ani-
marum admittatur , nifi qui poji Jolem^em Cane. Trid. Fidei profejjìonem ,
formulam hìc adjeàam coram Sicario T^flro Generali attente legerit , &
juraverìt : Ego "i^. ?v(. profiteor me obedientem S. I{. Ecclejìx. , & S,D.T>^
Innocentio X. Tontifici Bimano , ejufque Succejjoribus , atque ideo me ac-
ceptaturum , prout de faÙo accepto , debita fummiffione C onjiitutionem fel,
ree. Urbani FUI. editam anno decimonono fui Tontificatus , Incarnatiànis
Dominic<e i6^i. pridie nonas Martii, qua incipit j In eminenti Ecclef̣ &c,
m qua damnatur, & prohibetur Liber Cornelii Janfenii y cui titulus Augu-
ftinus . Quam Confiitutionem ego integre accepto , & cum ea in omnibus
confentio, & fentioy & promittOy me (quantum in me fuerit ) curaturum ,
ut prafatam Confiitutionem omnes , & fmguli acceptent , & in omnibus
cum eadem fentiant , & confcribant . Ica fpondeo , voveo , ae juro Ego idem
"JSl.TSlj fic me Deusadjuvet, & h£cSan£ìa Dei Evangelia. Concorfe à que-
fte communi acclamazioni l'Accademia di Dovay, che allegata fraudo-
lentemente dalli Janfenifti a loro favore , proteftò in una fua [b] lette- b 17. ruiu 164B.
ra all'Arciduca Leopoldo con quefte parole : Hìc protefìati fumus y &
protefìamur iterum iterumqucy Ts^os femper prafiitijfe obedientiam erga San-
BaìnSedem Tetri y imo femper DoBrinam Janfenii profcriptam voluij^e; e,
Cenfuimus communibus fujfragiis humillimè celfitudinemtuam rogandant , ut
pergat doÙrinam illam Janfenianam feriò extirpare , in qua nequaquam do-
cetur B.^uguflini mens : é* cum hoc malum in pejus ita ferpat, verendum
magis efiy ne petutantia ingenia me aut os, & minus verfatos in S.^ugufii-
ni volummibus hac perniciofa do5lrina imbuant. Rifpofele l'Arciduca : In-
telleximus noflro fingulari gaudio y ac voluptatey quanta fortitudine animi y
quantoque honore nominis vefiri fìeteritis cantra perniciofam do6lrinam Jan-
fenii ^ jub pallio y & nomine D.Augufìiniy veluti fub mellc venenum fi m-
plicioribus y atque incautis propinatum . La Univerfità parimente di Sa-
lamanca ripigliata calunniofamente dalli Janfenifti di concorde fenten-
za, die pronta atteftazione della fua riverenza verfo il Pontefice Roma-
no in foftentamento , e venerazione della Bolla di Urbano, e prefentò
nelle mani dell' Arcivefcovo di Tharfo Giulio Rofpigliofi Nunzio Pon-
tificio in quel Regno due fedi, l'una [e] fottofcritta dal Secretano delle e ly. FeLr. itfy..
Scuole della Umverlìtà, e l'altra [d\ da' Dottori , e Maeftri più cofpi- '' '^' f'^»-. '«j*.
cui, in cui egualmente efecravafi il Janfenifmo, e flrettamenteapprova-
vafì la condanna di elfo . Alle teib'monianze degli Ecclefiaftici , e delle
Univerfità [e] fegui il Regio editto.del Cattolico Re Filippo Quarto, in e 28, F,ùn ttfj»,
cui
Innocen- g^^ Secolo XVI L
20 A. j.yi narravafi prima , che la Bolla di Urbano Ottavo contro la dottrina di
Janfenio non eflendofi potuta publicare uniformemente in tutte le Diocefi
della Fiandra, perche alcuni Dottori di Lovanio fotto varii pretefti lefi
erano oppofti; e perciò eglino havendo domandato, & ottenuto largo
fpazio di tempo per dedurre le loro ragioni, come fecero, nella Congre-
gazione del Sant' Olhzio di Roma, e contuttociò la Santità di Urbano
Ottavo havendo di nuovo , con Decreto fegnato fotto li 25. di Giugno
dell'anno 1644. ordinatala intiera, e piena oflervanza della Bolla : nédi
ciò eglino fodisfatti eliendo ricorfi al Re in Madrid, e non proponendo
alcun forte motivo per impedire , ò differire la piiblicazione di elTa : quindi
era , che deiiderando fua Maeftà difodisfare alle iftanze del Sommo Ponte-
fice , udito il parere de' fiioi Configlieri , e la deliberazione dell' Arci-
duca, rinnovava, come difenfore della Chiefa, e Fede Cattolica, le me-
defimeprohìbizioni, che fi contenevano nell'accennata Bolla, e flabiliva
diverfe pene contro coloro , che in qualfivoglia modo le controvenivano •
Cosila maggiore , e miglior parte de' Vcfcovi Francefi : cosile tré Univer-
■fità di Parigi , diDovay, e di Salamanca; e cosi l'editto Regio del Re Fi-
• lippo contro la nuova fazzione delli Janfeniftì .
subtcrfugii , e ri- Ma qucfti inferociti dalla contradizione , inafpriti dalla condanna, e
pieghi, e ma- pazzamente precipitati nella tenacità dell'impegno, con voci difperate ef-
ddii'janf/nuh y damavano contro la Bolla, qual' eglino, a tanta evidenza di Pontificie
ratificazioni , & univerfali acccttazioni , non potendo più ò rigettar come
< apocrifa, efurrettizia, ò impugnar come falfa, e viziata, cercavano per
'altra via di abbattere, cioè non più falvando in certo modo la riputazione
e'I decoro del Legislatore , mi calpefiandone apertamente l'Oracolo , di-
cendo, e foltenendo con largo giro di mendicati involucri. Che le propo-
ft'^ìoni di Junfenio condannate erano Sante, e Cattoliche; il che tanto lì era ,
•"' • quanto l'aflcrire errante il Giudice nella fentenza. Con la temerarietà di
queft'aliuntofi avvanzò un Carlo Herfent Prete Secolare, Profelfore di
Theologia, di recitare in mezzo a Roma un Sermone nella Chiefa di San
* 17- Fc^r. ii?5o- Luigi de* Francefi, e quindi publiconne per la Città le ftampe, [a] citato,
ma non mai rinvenuto dal Sant' Offizio, che fece affiggere public! cedoloni
per la inquifizionedelreo. Ma in Francia, e ingagliardivano i lamenti,
edilatavafi il Janfenifmo, e con nuovo turbine di prefanti diffenzioni ve-
devafi fconvoltaquellagran Chiefa con una Herefia non fua. Li partitanti
erano molti, epoderofi, arduo, & alto l'intendimento della Qieftione,
e divifi in due fazzioni li Dottori , fra chi difendeva Cattolico , chi foftene-
va Heretico V^ugujiinus di Janfenio , chi imputava falfata la Bolla , chi
atteftavala venerabile; e al folito di fomiglianticontrafti di Fede, da' Cat-
tolici fi perdeva tutto , fé non fi vinceva tutto ; dagli Heretici fempre fi vin-
ceva tutto, benché fi perdelfe di molto . Perloche avvenne, che tutta la
Francia fi riempifle allora di libri per difendere la dottrina di Janfenio , ft"a'
b ^nn,i6so. quali un de' più fcandalofi , e nocivi {b] fu il Catechifmo della gra-^ia ,
in cui contenevafi un compendio ài tutti quegli errori , che li Janfeniftì ha-
vevano intenzione di divulgare nel Chriftianefimo : il che obligò la Inquifi-
zione di Roma a procederne alla prohibizione , con feverifiimo Editto pii-
c 6, o^ih.isso. blicato [e] dalla Congregazione del S.Offizio.
Queftì torbidi diedero come un'allarme ai Vefcovi zelanti della Fran-
cia 3 da' quali giudicandofi bifognofa la piaga di più forte rimedio , e iner-
mi per
Capitolo IV. 6t$ Innocen-
fni per Te medefimi di recidere con rifohito , e potente taglio V orgo??lio ^ ^ ^*
della contraria fazzione , ricorfero per aintaalla gran Torre di David/T <* ] a e «r. 4.
onde mille clypei pendent , omnis armaturdfortium , e otranracinque Vefco-
vi di quel' Chriftianiifimo Regno in quefìo tenore Vh 1 fcriflerp al Pontefice b JSxLaùùèto.ij.
._,*• *^.*- ».. j fQl.2713.& hic vi-
KOmanO. (teCardJe^xuir'
Bedtifjìme Tater, reTr^.t.d,fp,%,
Majoret [e ] càufasad Sedem ^poftoltcam referre folemnis Eccleft^mos ^ -^'"'''^^'»
efi, quem fides Tetri mnquam deficiens perpetuò retìneri prò jure fuo poflu-
Ut . JEquiJlfma buie IcgiobfequenteSi de graviffìmo circa I{eligionem nego-
ciò Sanàitati tu^e fcribendum effe cenfuimus , Decennium efl , ex quo -pehe- cT«oTic?^e lene-
mentiffimis tur bis Gallia magno noftro maerore commoretur, ob Ubrum pofi- re de' vefcovi
humumy & do6lrinam i^ Corneliijanfenii Jprcnfts Eptfcopi . Tales qmdem f^ncefiaiPap»,
<tnotus fedari opartebat tum Concila Tridentini au£foritate, tum BidU illius,
qua Urbanus FlILfel. mem. adverfus J inferni dogmata pronunciavìt , &
Decreta Tii F, ac Gregorii XIII. in Bajum edita coìifìrmavit . ^tque hujus
quidem Bull^ "peritatemi ac robur novo diplomate vindicajìi; f ed quia nulli
fìgillatim propofttìoni certa cenfura nota inufla fuit 3 \ locus etiamnum ali-
quis quorumdam cavillis , & effugio relt£ius e(i . Intercludendum autem
peni t US fperamus y fi t ut precamur , SanBitas tua , quid hac in re fen-
tiendumfit, dare, diflin6ièque definiat . Obteflamur ergo , ut has prafertim
propofìtiones , de quibus difceptatÌQ periculofior , ac contentio ardentior eft,
San6iitas tua expendap, & perjpicuam, ac cmam,de unaquaque fentemiam
ferat .
Trima, \Aliqua Dei pr^cepta Jjominibusjujìis volentibus, & conantibus,
fecundùm prxfentes quas hahent vires , fumimpoffibilia : deefi quoque illis gra-
fia, quapoffibiliafiant, J .,
Secunda , Interiori gratin in ftatu natura Upf4 nunquam refifii-^ >
tur,
Tertia . ^d merendum , & demercndum in fiata natura lapfa non
requiritur in homirie libcrtas è necejjiute , [ed jufficit Itbertas à coa-^
6iione,
Quarta . Semipelagiani admittebant pravenientis gratin %terioris ne»
eeffìtatem ad fingulos aElus , etiam ad initium fidei : & in hoc erant ha-
retici , quòd yellent pam gratiam t4lem effe , cui pofiet ìmmana poluntas
re fi fiere .
Quinta, Semipelagianum efi dicere, Chrifium prò omnibus omninò homini-
bus mortuum efie , AUt fanguinem fudifie ,
Experta efi nuper Beatitudo tua , quantum ^poflolica Sedis ingemini
Ecclefia ca^itis errore profiigando ( di quell'errore fi parlerà qui appref-
fo ) valuerit au6Ìoritas: continuò fidata eft tempeftas, atque ad ChrifiiCru-
cem & mperium venti, & mare obedierint. Quamobrem flagitamus , Bea-
tiffme Tater, ut darà , firmaque de propofitionum iftarum fenfu prolata fen-
lentia , cui I{. ipfejanfenius morti proxmus opus fuum fiibjecit, caliginem
omnem difcutias , animos fiuSiuantes componas , diffidia probibeas , Ec-
€le(t^ tranquilUtatem , fpkndoremque refittuas . t>um h<ec fpes mentibus
nofìris affulget. Sancitati tu^multos, & profperos annos, fieculoque bea- ' ■■
tiffmam aternitatem B^x f^culorum immortalis adjiciat , optamus , ac
vovemus. Così eglino con gran pregio, e laude della loro ApoftolicafoK
kcitudine, '
Tomo IF. R r Dalla
Innocen- ^^^ Secolo XV IL
20 X. Dalla efficacia del ricorfo conobbe Innocenzo la gravezza dermale
intima^teTe^dm. prefenfe, li fintomi preniinzii del futuro, e confegiientemente la necef-
gen" ufate dal fifa di un pronto , &opportuno rimedio: onde linefecuzione del fuo zelo
i>^o"poft3^ mate* deputò incontanente una Congregazione di [cinqne Cardinali, Bernardino
"^« Spada, Marzio Ginnetti Vicario di Roma, Domenico Cecchini Datario,
Cammino Aftalli, Fabio Ghigi Secretano di Stato, e Succeflbre ad Inno-
cenzo nel Pontificato, a* quali fi aggiunfero quattordici rinomati Theolo-
|i, FrancefcoAlbizi celebre Jurifconfulto, che perla egregia, e faticofa
lua condotta fu poi dal medefimo Innocenzo promoffo al Cardinalato ,
''"■"' Vincenzo Candido Maeftro del Sacro Palazzo, Vincenzo. Pretufa Conv
miffario Generale del Sant' Offizio , Angelo Maria Ciria Procurator Gene-
rale de' Serviti, Ratfaele Avérfa Generale de* Chierici Regolari Minori,
Luca EvaddiiTgo Minorità , famofoAnnaliftainfieme, e Theologo , Filip-
po Vifconti focurator Generale di Sant' Agoftino , e Celeftino Bruno
Agoftiniano, ambedue inalzati pofcia alla dignità ppifcopale , Modello Ga-
vazio Commilfario Generale à€ Conventuali di San Francefco , e poi Arci-
yefcovo. Marc' Antonio di Carpineto Procurator Generale de Cappuc-
cini, Gio: Agoftino Tartaglia Carmelitano Scalzo, di famiglia, di dottri-
na, edifantitàcelebratiUìmo (oggetto, Sforza Pallavicino della Compa-
gnia di Giesù, Theologo infiemc, &Hiftoricoinfigne, che dal Succelfo-
red'Innocenzofùanch'eflopronioflb al Cardinalato, Tommafo Campa-
nella Carmelitano , che anch' eflb afccfe alla dignità ài Vefcovo , e Tom-
mafo del Bene Chierico Regolare Theatino , nella fua Religione, snella
ChiefadiDio non inferiore ad alcuno in pregio Ai fcienza. Inquefìa ri-
guardevole Congregazione aflìftè il Pontefice ifteffo ben due, e tre bore
il giorno non folamente come Giudice , mi come Parte , interrogando , rif-
pondendo , e proponendo con fottiliifima inquifizionc, quanto concerner
poteva alla giufta decifione , & alla fegregaziòne , che far fi doveva fopra le
accennate cinque propofizioni , della vera , e fanà dottrina, dalla erronea ,
cdallafalfa,
£ fentimenti , & Havcvàuo iutauto li Janfeuifti penetrato il ricorfo fatto al Papa da*
uarirS ja^nfe." Vcfcovi della Fraucia , e la depurazione dì una Congregazione cotanto
nifti. ' firepitofa li haveva eccitati ad entrar e#ì ancora a far parte contro i loro
emuli , perkiafi , che dall' effere intefi altro derivar non poteva, che l*
avvantaggio folito a procacciarfi da' rei , ò l' intorbidamento , ò la dilazio-
ne della caufa. Eglino perciò con incredibile foUecitudine fpedirono a Ro-
« hutpìjt.pr^rcn' ma M. di S. Amore con quattro [<z] lettere al Papa, la prima fcritta, efot-
nt di, tofcritta dall' Arci vefcovo di Senes , e dalli Vefcovi di Agen , di Comengh ,
*' Valencè , Orleans, Papoul , e Lefcar , la feconda da quello di Amiens , la
terza daquello di Angers , e la quarta dal Vefcovo , e Conte di Beavuois .
Elleno contenevano , fé non le illeife parole , gì' iikffi fentimenti , i quali iì
reftringevano nel perfuadere il Papa , eh' egli non veniife a definizione al-
cuna di quefte cinque propofizioni, fé prinria non ne ifì:ituiva un giudizio
formale', e (bienne , come appunto haveva pratticato Clemente Ottavo , e
Paolo Quinto nella celebre queftionerfe*/^«A://w, con una parte, e l'altra
prefente , onde la condannata non havefie occafione'di dolerfi ò di precipi-
tazione, òdi negligenza fopra la decifione di un punto, fopracuiraggira-
vanfi infinite difcordie nelle Univerfità più cofpicue dell'Europa; tenerfi
daefll Agoftiniano X^ugufiinusóì Janfenio, ed haver prove concludenti
in
tata fuerun
to. Iuta 163
y-i^.
Capitolo iV. 5X7 ^NNOCEN-
111 rapprefentazione del vero , dedotte tutte dalle parole medefime dell' ^ ^ '*••
Agoftino Hipponenfe, che haveva hora parlaito per bocca dell* Iprenfe:
prcf^avano in fine il Papa , che lidifle anch' effi ; al che coridifcele con tanta
bontà Innocenzo: che condottogli per grazia ciò, ch'eglino chiedevano
pergiuftizià. Poiché con Apoftolitài e lunga pazienta quattro intieri meli
egli foftenne il pefo bordi Uditore, hòr di Giudice in tredici feflìoni, no-
tando in ifcritto le difficultà ^ è le ragioni dell' una parte* e dell'altra, per
quindi renderne pieno j e in tutte le fue parti applaudito il giudizio. Mi
quefto finalmente giungendo al fuo fine , ed havendo là Congregazione roIu Pontificu
deputata rapprefentati al Papali proprii fentimenti circa ciafcuna delle ^^ d°1f/""f,^',^'
cinque agitate propofizioni* Inttocenzo intimate publiche preghiere per Jropofiiio'i'^"d^«
tutto il Chriftianefimo, con maturità di grave Corifighopubìicòfinalmen- Janfenio.
te la feguente[<z] Bolla in ctnfura ì é condanna di effe. . ^ , jv^i^t » inBHiiar.inn,"
Cum occafionc impreffionh libri i cui tìtulus , oiugufììms Corneiìijari' \2^a„^6SiT^'''
fenii Épifcopi Iprertfts , inter alias ejus opinione^ órta fuerit , prafertim
in Galliii f controverfia fuper quinque ex tllis i complures Galliarum Épi-
fcopi apud noi infleterum , ut eafdent propojìtioues nobis oblatas exptii-
deremui , ae de urtaquaque earum certam , & perfpicuam ferremus fen-
tentiam,
§. I. Trimit. MiquaibeipY£C€ptA\hominibusìuliis i^olentibus'i &conantì-
bus fecmdàm prafentes , quas habent vires i funt impoffibilia ; dee(i quoque th-
lisgratia $ qua poffibilia fiant . ,
Sccunda , interiori gratin injiatu naturjs tappai nunquam refìflitur , -i *
Tertia. ^dmerendum , &d€merenduminJÌatu natura lapfie non Yequiritur
in homine libertas à necejfìtate , fedfufficit liberta^ à coa£iione .
Qaarta * Semipdagiani admittebant pr^evenientii gratile interioris necefi
ptatem ad jìngulos aiius y etiam adinitium fidei i & in hoc erant h^retici , mài
yellentcam gratiam talem effci cuipojjet humana voluntàs refijierci vet ob-
Pemperare.
Quinta . Semipelagianum eft diceré, Chrijlutnpro omnibus omninò hominibus
mortuumejfe i autjanguinemfudijje.
.§.2. 7v(of qiiibustnter multiplices curas, qu<ganimum noftrum affiduè puU
fanti tlla in primis cordi efli ut Ecclefia Dei nobis ex alto commijfaj purgati^
pravarum opinionumerroribus t tino militare, & tanquamHavis tn tranquillo
mari , fedatis omnium tcmpeflatumfluBibHS , acprocellis , fecurè na-pigare , &
ad optatumfalutis portum pervenire pojjìt^
^.'^. Tro rei gravitate, coram aliquibui San&je Bimana Ecclefix Car*
dinalibus ad id Jpecialiter fepiàs congregatisi àpluribus in Sacra Theologia
Magijiris eafdem quinque propofitiones , ut fupra nobis oblatas , fecimus fi-
gdlatim diligenterexaminari, eorumque fuffragia , turnvoce, tum fcripto re-
lata, mature confideravimus , eofdemque Magiflros, variis coram noòis a6Ìti
Congregationibus , prolixèfuper eifdem , acfuper earum qualibet diferentès aa-
divimus,
§.4. Cum autem ab initio hujufcemodi difcujjionis adDivinum implorandum
auxiliummultorum Chrifìifideliumpreces tum privatimi tumpublicè mdtxifje'
mus, pojimodum iterai is eifdem fervemiàs , ac per nosfoUtcitè implorata Sanai
Spiritus affiflentia , tandem Divino TSlumìnefavente ,adinfrafcriptam devenimtts
àeclarationem , & definìtionem .
Trimam prMiiiarum propofuionum : Miqua Dei pracepta hominibus
R r 2 jujiis
Innocen- 52^g Secolo XVII.
ZO A. juflìs volcntHìUS , & conantibus/iccundùmprafentes, quashctbenfPireSi funi
impoffibilia, deejl quoque illis gratta , qua pojjibilia fiant : Temerarìam, im-
piam, bl^fphemam , anathemate damnatam, & barcticam declaramus , ^
uti talem datmiamus »
Secundam, Interiori ^ratìa in flatunamr^lap fé nunquàrnvefifli^ur'. H^reti-
§amdeclaramus, &untalemdamnamus .
Tertiam. ^dmerendum , & dcmerendum ìnjiatu natunelapjanonrequirì'
tur in homine libertas à neceffitate , fcd fufficit libertas d coazione : Haeremam
declaramus i & uti talem damnamus ,
Quartam . Semipelagiani admittebant pravenientir~pati<t interioris ne-
cejjitatem ad fmgulos a£lus , etiam ad initmm fida , & in hoc erant ha-
retici y quàd yellent eam gratiam talem effe , cui pofiet humana volumas
refiftere, vel obtemperare ì Falfam, & hareticam declaramus , & ut i talem
éamnamus,
Q^intam . Semipelagianum eft dicere , Chrijìum prò omnibus omninò homini-
busmortuumefie, autjanguinemfudifie: Falfam, temer ariam, fcandalofam,
& intelie&am eo Jenfu , ut Chriftusprofalute dumtaxat pr^deftìnatorum mor-
%tttHsfiti impiami, blafphemam, contumeltofam , didime pietati derogantem ^
Wf hicreticam dectaramus , &uti talem damnamus,
§.5. Mandamusigitur omnibus Chrifiifidelibus utriufque fexus , ne dedi5lis
propofìtionibusfentire, docercjpr^dicare aliter prafumam , qudm in hoc prafenti
no/tra desiar atione , & definitione continetur , fub cenfuris , & panis contra hx-
reticos, & cor tim fautore s in jur e exprejjis ,
§. 6. Tracipimus far iter omnibus Tatriarchis , t/trchiepifcopìs , Epi-
fiopìs , aliifque locorum Ordinariis , necnon haretiae pravitatis Inquifìto-
ribus , ut contradi£iores , & rebelles quofcumque per cenfuras , & poenas
pradiiias y cateraque juris , & fa6Ìi remedia opportuna, invocato etiam
ad hoc ( fi opus fìterit ) auxilio brachii ficculatrìs , omninò coerceant, &
€ompefcant,
§.7. '^onintendentes tamenper hanc declarattonem , & definitionemfuper
pradi6Ìisquinquepropofttionibus fa£Ìam y apprnbare ullatenùs alias opimones ,
qua continentur in pr adirlo libro Cornelitjanfenii *
Datum Fatila apud SanBam Mariam Majarem annolncarnationis Domini-
c<e mille fimo fexcente fimo quinquagefìmo tcrtio , pridie Kal.Junii Tontifica-
tus nofiri anno nono .
Così il Pontefice , che voile eziandio , che dal fepolcro di Janfenio
(ì cancellaife un epitafio, che donavagli merito per haver comporto l*
^ugufiinus j jdz cui erano nate cotante numerofe, e fcandalofe dilTen-
zionii & accompagnò la Bolla > e T ordine dellaeraiìon dell' epitafio con la
feguente lettera al Rè Luigi Decimoqiiarto di Francia promotore della
condanna, e che già da molto tempo (ofoirava il finediquefteinteftiojSa,
a ìu A/4 /rf e erude difcordie; [a] Chariffime in Chr/jìo fili nnfter falutem , &^^pofio-
^E/eucr/dd pl- Ucam bcncdictionem . Confiitutionem, qua pofi longam accurati cxamimsinr
paal RèdiFran- ^aginem , & Spiritus Sanali lumen publicèy acprivatim fapiùs imploratumy
quid fcmiendum fit de quibufdam propofitiombm, declaravim»s y & definii
■pimus y Majaftati tua cum bis litteris mittimus. Ex ea pntentiam CathoUr
c£ fidei m gravi hoc negotio a nobis audies; me dubitamusy quincadem fu-
tura fit cum populis Chnfiianis falutaris y tum fummoperè grata pietati tua.,
€tm pmfertim & ipfe per Oratorem tuum prò fannia bnjus Sedis fuper bis.
4m-
cu
•■apa
Capitolo IV. 6zg Innocen;
decìfione àpud nos ìnflìteris . Majejìati Tux bencdifiionem ^pofiolìcam ^^ ^'
amantijjimè impartìmur . Neil Rè fiìmen pronto a dar follecita efeciizione
per mezzo de' fuoiRegii bandi alla Bolla Pontificia di quello, ch'egli era
iUtofollecito a procurarla. E ne refe hunnili grazieal Pontefice perilfuo
AmbafciadoreinRomaDucadiValence, eper il grand' utile, che dalfuo
oracolo era derivato nella Francia, eper quel di più, che quindi fperar fi
poteva in quel Regno per beneficio publico de' fedeli. Mi gli Ecclefiaftici
della Francia efultarono con più profondo gaudio all' annunzio felice del-
la feguita condanna, e con Apoftolica dettatura trafmeifero ad Innocenzo
quelh digniflima lettera , monumento egregio di venerazione , e di fede di
quella Chriftianiflìma Chiefa verfo il Pontificato Romano .
' * Optata [a] pervenit ai nos tandem Confi iti4t io illa , ijiia Vejìrce SanBita- a £,,> jy. _^^/;,-
tii an6ioritate quid fentìendum ftt de controverfts quinque propofttiombus , '^53- , . ,
qni^ fum excerpta è Cornelii Janfemt Iprenfis Epifcopi librh, perfpicuède- Francc: ^''^'°'''
ccrnìtur. Excitatos in Belgio contentìones flxgrabant etiam in Galliìs, & la-
tijjimum incendmm per univer/as Ecdeftx partes minabantur , ni pejìì gr af-
fanti j & certìjjimam perniciem allatura objiitifiet Beatitudini^ VeflrA inde-
fefium JiHdiuniy & ex alto petita potefias , qu.-e fola acerrimam illam animO'-
rum colli ftonem compejcere poterai . J^gebatur de re magni momenti y de adi-
tu fcilicet ad falutem per necefjaria Chriiiianx gratin pr^fìdia , & bumame
voktntatis ad]umentis illis excitatie , ac fotte conatus liberos , atque de divi-
na Chrifli pietate, ac benefìcentiain Jtniverfum genus humanum . Hujus do-
6Ìrinj& lucem recentioris illius ^u&oris difputatiombus obfcuratam , prijìim
nitori refiituit juxta veterem fidei regulam ex Scripturis , & antiqua Ta-
trum traditione in ConciUis olim, & nuper Audoribus Summis Tonti ficibus
confiitutam prolatum d~San5litate Vefira, pnfiulantibus compluribus Gallia-
Yum Epifcopis , Decretum i quo in negotio illud obfervatione dignum accidit , ut
quemadmodum ad Epifcoporum africa relationem Innocentim Trimas TeU-
gianam Imre firn damnavit olim , fìc ad Callicanorum Epifcoporum conjulta-
tionem harefìm ex adverfo Telagtana oppofìtam Innocentius Decimus au6ÌQ-
ritate fua profcripferit . Enim vero vetufia illius atatis Ecclefia Catholica ,
fola Cathedra Tetri communioncy & auàoritate fulta, qua m Decretali Epì-
fiola Innocentii ad ^Africano: data elucebat , quamque dein Zoftmi altera ad
univerfos Or bis Epifcopos Epiftola fubfccuta efi, Telagiana harefts damna-
ttoni abfque cunEiatione fubfcripftt . Terfpe8um enim habebat, nonfolùmex
Chrifii Domini ^oflri pollicitatione Tetro fa&ayfed etiam ex a&is prtorum
-Tontificum , & ex anathematifmis adverfus ^pollinarium , c^ Macedo-
nium, nondum ab ulla Synodo Oecumemca damnatos , d Damafo paulò an-
tea ja£lis , Judicia prò fancienda regula fidei à Summis Tontificibus lata
fuper Epifcoporum conjultatione ( ftve fuam m a&is relationis fententiam
-ponanty ftve omittant y prout illis collibuerit ) divina aquè acfumma per uni-
yerfam Eccleftam au6ioritate niti; cuiChrijiianiomnesex officio y ipftus quo-
tane mentis objequium prafìare teneantur . Ea nos quoque fentcntia , ac fide
imbuti y Bimana Ecclefìa prafentem y qua in SummoTontifice Innocenti^ De-
cimo vigetaudoritatemy debita obfervantia colente s y Conjiitutwnem divini
"Himinis injìin6ìu à Beatitudine Feftra conditam , nobifque tradttam ab Illu-
flrifs. yithenarum ^rchiepifcopo , 'h{uncio ^pofiolico , & promulgandam-
curabimus in Ecclefiis , ac dioecefibus noflris , atque Ulius executionem apud
fideles populos urgebimus , "Njeque vero pcena deerunt adverfus temerarios
Tomo IV. Rr 3 illmz
Innocen- ^^q Secolo XV IL
2 O A. jiiijfj -piolatores , qua a ]ure hareticis infliguntur , ^uibus juxta ConflitmiO'
ttts tenorem , & Breve SanCìitatis yejlra nobìs dire^Hm , contumaces om^
neSi nullo conditionum, vel fiatuum difcrimme fa6lo perflringemus , prafer"
tim cum in Qalliìsad Epifcopos infolidum ifihac cura penine at , ubi nullos
haretica pravitatls Inquifitores conjìitui patitur mos antiquus ex jure com-
fnfini profe&us . Sane jpondere pofìumus Beatitudini Feflrjs, nihil forej quod
Decréto ^4pojioUco , nojìraque in eo exequendo follie itudini moram afferre
pojfit : precipue cum piijjimus , ac Chrijiianijjìmus B^x nofler , cut Breve
tApoftolicurn una cum exemplo Conflitutionis IllufiriJJìmus TSl^ncius tradidit ,
interpellato quoque B^giie Majeflatis prdftdio , nos ad illius Decreti execu-
tionem edi5io fuo ad nos dato prò ea , quam dcbet Ecclefia conflitutis tuitio-
net conftanter hortetury & Magtjiratibus univerfìs ^ atque cceteris [ibi fub'
ditistum m vim arcendam, tum ad amputandas , qua forte pojjent ab h<iC'
refeos reis cxcitari de foro competenti cavillationes, pnecipiat, quatenus
executionem illam omni Jiudio, dr opera )uvent , atque tueantur . Quare cum
^ex cceleftis hac in caufa fcederatum habeat B^egem terrarum ( fu fas ita lo-
qui cum Sixto Tertio ) SanElitas Feftra per Tetra folidttatem jam contufis
veritatis hojìium animis , fecuros ab omni externa perturbatione de novaha-
refì tnumphos aget. Vorrò nos Innocentio Decimo, cujus ore Tetrus locutus
eft, ut Leoni Trimo acclamabat quarta Synodusy banc divinam lauream gra-
tulati, facros inter Ecclefta fajios, quod olim de Synodis Occumenicis fieri
folitum , Confiitutionem ijiam ab eo editam, lubentes ex animò reponemus :
Cui optatiffimam in longeva vita felicitatem adprecamur , Ò'c. Così
eglino.
Nuovi fubterfit. Vcdcndofi dunquc COSÌ terribilmente perfeguitati li parziali di Jan-
jinf/nilf."'^''''' fenio, vinti dalla ragione, ma non convinti della loro temeraria oftina-
2Ìone, timorofidauna parte diopporfi ad unaBolla ricevuta, &applau-
ditada tutta la Chiefa, &infotfereiiti dall'altra di ciedere all' impegno, da
rei feronfi attori , e con nuovo modo di pugna vantar onfi vincitori nella
defolazione medefima delle loro perdite . Scoccato appena dalla mano
d' Innocenzo il fulmine contro la precifa dottrina di Janfenio , eglino fenza
perdere né cuor , né luogo , fecero ogni lor polfa per far cader lungi dal lor
Maeftro quel mortaliflìmo colpo; e rivolgendo ogni foUecitudine nel dimo-
flrarfi invitti nella medefima disfatta , con una mano ricoperta la piaga , sfi-
darono i lùraici con l' altra , quafi non vivi folamente , ma intieri, e in forze ,
né fol non atterrati, ma non atterriti, anzi né pur tocchi dall' Apoflolica
faetta. Ritenuto dunque in apparenza tutto il rifpetto verfola Santa Se-
de, fi accinfero a muover lite fu'l fatto , ammettenqo la condanna , e negan-
dofi condannati , afpirando co'l mezzo di una contumacia mafcherata di of-
fequio a quellalode d'innocenza^ che non era dafperarfi legitima, fé non da
un vero pentimento. Difl'ero àuaque pnmìerzmcnte , Le cinque propojb^io-
ni dannate non legger ft per verità nell' ^ngujìinifs di Janfenio , m à efler fobri-
cate dal capriccio de' Sorbonifti , concepute da' Molinifli, ambigue , e cavil-
lofe,, a far plaufibile l' impoftura . Perciò ben haver fatto il Pontefice a con-
dannarle , ma ciò , eglino foggiungevano , Che ha 4:hefat con noi , che non
(blamente non le habbiamo mai infegnate, màtuttoaroverfcio riprovate
naókoprima come deliri He' Calviniftif' E portarono in ciò così innanzi la
^oro confidènza , che in più loro opere ofarono pronunziare , Tanto efìer tc-
rù y che quelle propoft7;ioni non fojkro mai dette da Janfenio , cheanT^i le loro
. .... . son-
Capitolo IV. 631 ÌNN^OCFM-
eontradittorie erano fiate da lui ex profefio difefe • e in confeguenza effer" 2 O A <
tenuta a Janfenio la Chiefa , che l' hi precorfo nel condannarle . Ma perche
qit-elto primo fnbterfugio era d'hiiomini, che fapponevano , fol efJihaver
occhi per leggere il libro, ò fol efli haver mente per capire il linguaggio
del lor Maeftro , ò pure , che promettevano ( come fé quel faifo ^ugujiinus '
fofle un vecchio volume chiufo tri riportigli di qualche antichi fJìma libra-
riaj altri occhi , che i loro , noti haver mai a gittarci fopra una fguardo per
difcoprirne la frode i fi rivolfero ben torto altrove , e difpofero una feconda
più valida ritirata. Aggiunfero dunque^ che benché le propofizioni con-
dannate per impolTìbil rinvenimento'fi leggelfero in Janfenio , nuUadimeno
non efler elleno condannate ilei fenfo intefo da Janfenio. A ben condurre
querto configlio y due furono le rtrade , a cui efli ^\ tennero : la prima , che
havendo quelle propofizioni due fenfii l'uno improprio, ed alleno, acuì
potevano malignamente ftorcerfi, ed in querto fe^foda Janfeiiio ancora
elleno erano condannate; l'altro proprio, elcgitimo, m cui da Janfenio
erano valentemente fortenute; e conchiudevano j che le riferire cinque
propofizioni nel primo, e non nel fecondo fenfo erano ftate da' Pontefici
riprovate. Diquertalorocàvillofa, e maligna interpretazione haveyano
li Janfenifti fatta correre un manifefto per Roma, anche avanti la promul-
gazione dellaBollaInnocenziana, [^] prefentandonealPapaun'opufcolò i i^.majM^^*
in torma é^ Memoriale co'l titolo , De triplici qnìnque propojttìomm fenfu «
eh' efli finalmente riducevano a due, cioè al fenfo Cattòlico atteftato da
Janfenio, & al fenfo hereticoafferito da Calvino, e condannato dal Papa .
£taddncendonela fpiegazione^ eTefempio, dicevano, cheilpr>mofenf6 '
della prima propofizione era per efli il feguente i\Alctmi precetti di Dio fono
impoffibili d' impofjìbilità fecundumquidi e refpe^ìiyèi cioè eglino non po-
tevano olfervarfi da alcuno, pèrche Dio non dava loro la grazia dipoterli
ofi'ervare: e in querto fenfo , replicavano, haver parlato Janfenio . Il fe-
condo fenfo poi così da efli fpiegavafij »^lcimi precetti di Dio fono impoffibi-
lid' impafjìbilità afìoluta , & ohjeììipa , cioè eglino^ non pofibno in nilrtma
manieraefeguirfi né con la grazia, né fenzala grazia; ed in qiierto fenfo ,
dicevano, haver parlato gli Heretici, emeritevohnente le propofizioni
condannate da' Papi . Infomma èglino conchiudevano j che le propofizioni
cenfurate havevaho due fenfi , V uno de- Thomifti fermamente Cattolico, 1'
altro de' Calvihirti indubitatarrtente Heretico . Hor , ficcom' egli è certiflU-
ma,replicavano li JanfemiU, che non fiì mai penfier de' Papi voler profcrit-
te quelle propofizioni in» quel'fenfo', in cui fortengoofi danna sìCattoIicai
Scuola ; cosi non? hebbemai^ altro difegno il Vefcovo d'Ipri , che proferirle
hel fenfo Orthodoifo di^S. Tommafo, e non gii nell' Heretico di Calvino. E
quertafièladefia fam'ofa rifporta, nella quale come in ficuriflìmo Afilo
ripofaronolijanfenifti, e crederono di haver franchigia dagli aifalti de' ne-
mici, e dai fo-lgorj del Vaticano. ' ,
I primi, che (i oppofero a quefta loro altrettanto debole , che frai^ opp?<J^o"e ad
dolente ritirata, furono que'medellmi, cherìeprevidderopiiiprofllmo il *"'' " ''"''•''•
danno nelle loro Diocefi, cioè li Vefcovi della Francia, nel qual Regno e
piùpoderofi, e piti arroganti forgevano li Janfenirti. Ond'eglino[i]con.
gregarono un' Aflemblca in Parigi, in cui deputati all' efame della materia ^""'^ ^^'
molti dotti Ecclefiaftici del -Regno, e riferitofi da queftì, che le cinq^ie
propofizioni erano manifeftamente contenutene! libro di Janfenio, e da
Rr 4 quell'
Innocen- ^^2, Secolo XVII.
^^ ^' queir Aurore afferite nel fenfo condannato dalla Bolla, i'Ailemblea eoii
maturità di nuovo efame rinvenutane la certezza, in ampia, epublica di-
chiarazione del vero ne direlfe lettera circolare a tutti li Vefcovi della Fran-
a »8.^/4mVi5;4. eia , participandone [ a] al Pontefice il contenuto , con pregio egualmente
di fommiflione , e di zelo , efaltato con grandi atteftati di lode nella rifpo-
fta , che ad efli diede Innocenzo / E quei1:o fu T ultimo figlilo delle fervoro-
fe operazioni d' Innocenzo contro li Janfenifti , de' quali profeguiraiìi il di-
fcorfo nel Pontificato , chefiegue, di Aleflandro Settimo.
Libro Anonimo Né il loro affare foUmente empiè l'alta mente di quello Pontefice, ed
«kibequaiitatrà efetcìtò coH memorabili azioni l'egregia condotta del Aio Apollolico go-
kr,'fu^d*o?t/i'nt,* verno. Mentre bolliva la Francia frù le accennate diilenzioni, furCein fo-
Tifpofta , e con' mcuto dcUc difcordic lapefìileutc dottrina di un' Anonimo Scrittore, che
b'!Aml,i6^6. haveva di frefco [ 6 ] publicato un fibre , col titolo. De Magnitudine P^ma'
Ttje Ecclefi£ , & SS. Tetri, &T?ault fuprcmo TontificatUt in cui alTerivafi
una total equalità tra S. Pietro, e S< Paolo , fenza fubordinazione di S. Paolo
aS. Pietro nell'amminiftrazione del governo Ecdefiaftico, e della giurif-r
dizione Pontificia. Dicevafi quefto libro compofizione, e parto di An-
v^ùviiflom^'i' to"Jo Arnaud celebre Janfenifta, di cui altrove [ e ] facemo menzione , che
si'i! ' ""''^ ' fin d' allora pretefe per indiretta via di abbattere la. Monarchia del Pontifi-
cato Romano. Cereamente una talientenzafiì incontanente ravvifata per
d Tbioph. -K^j. Janfenifta, onde un moderno [d] Autore apertamente chiamoila Lernceam
'^Ao!deluiffEljanfenifmiExc^tram, cu]us fartus eji ponentiffimum Ecclefta bicipitis fom-
<ùf,* in dtdic. Ma fiium . Niccolò del Bagno Nunzio in quel Regno tramandò follecitamen-
£m,n,nr.^iùn'H. ^^ ^ Roma la notizia, e'I contenuto del libro, il quale in foftanza rinno-
vava la Herefia Luterana, e Calvinifta , aggiungendo alla Chiefa Capi
finti per reciderne il vero. In prova del peffimo intento ivi fi adduceva 1'
antica confuetudine di collocar la imaglne di S. Pietro alla finiftra di San
Paolo nelle pitture di direrfe Chiefe , e con più proflima ifpezione il mo-
derno efempio de' Pontificii diplomi, in cuimirafi impreffa in piombo la
figura di S. Paolo nella deftra parte, e di S. Pietro nella finiftra, elaco-
^umanza di riporre la iiatua di S. Paolo alla diritta di quella di San Pietro
neir Aitar Papale della Bafilica di S.Pietro, ò quando il Papa in eflb cele-
bra, ò quando in fuaprefenza un Cardinal Prete ivi canta folennemente la
Meffa. Aquefti pratici avvertimenti fi aggiungevano gli uniformi enco-
« s^piph hit 27 "^" ^^" ^^ ^^"^^ Pietro , e Paolo da molti Santi Padri , cioè di Vefcovi [ e ]
cb-^./f//«Ar.i'. entrambi di Roma, chiamando eglino la Sede Pontificia Catedra [/] di
tmurf/n'uep!/}. San Paolo , e li due Apofìoli Prefetti [g] della Chiefa. Così il libro , che
i9'Greg.7.inccn' propofto alU ccnfura de'Theologi, e fotto il torchio di rigorofo efame
h'p'^Zu'ss^^Ji'- "ella Congregazione del Sant' Olhzio , (à egli riconofciuto errante e nel fin^
pojt.H^drianiJi.ìn dQÌÌ' intento i e uellc provc dc* mczzì . Poiché T argomento addotto d^lla
^fpiatfef.'"'" imaginediSan Pietro collocata in luogo men degno di quella di S. Paolo,
g s.cyriu.6.catb. provaudo ttoppo , uulla concludeva , potendofi ben quindi inferire non
io\zxnQntQ egHaglian':(^ i come pretendeva l'Anonimo, mi Superiorità con-
hvd--i noiiro X ^'■'^ ^^ mcnte ftcfla dell' Autore : oltre a che habbiamo in altro [ h ] luogo aa-
tom'pag ily. '' notato l'ufo antico della Chiefa Orientale, preifocuifù fcmpre più hono-
iio.chrif.Bntttt revole, edegno il latofiniflro, cheildcftro: onde avvenne, come ben
S -»«r'It" confiderà [/]. l' erudito Gio: Chriftoforo Battelli, che la Bafilica Vatica-
k7J' e/ 'tisv^ii na di S. Pietro tenaciffima delle antiche memorie diligentemente confer-
cJHs/^^'" "'" vi alcune rehquie delle prime^età, dinotanti m figure [^] di MofgicgS*
pie-
Capitolo IF* 635 Innocf.n-
;Pietro nella finiftra parte, e San Paolo nella deftra, opera ò di Artefice ^^ ^'
Greco, che fegLiitòilcolhimedegli Orientali, ò di Latino, che imitol-
lo. Circa poi alla precedenza, che nelì'Altar Papale, come fi dilTe , d
concede àS. Paolo, ^ffolent Beges , dicefi in un preziofo manufcritto ano-
nimo fopra la divifata materia , ripofto nella Bibliotheca fecreta del Re-
gnante Pontefice Clemente Undecime, e communicato à noidal fopra-
citato Battelli , magnisVrincipibus , quos htfpitio accipiunt , dexteram ho-
noris caufa pr£bere: ideòTetmsTaulo pr^eflamiffimoTrincipi j ac fteumdo-
mi fuaretineret, dexteram defert : e qnivi pur fogginngefi in propofito de-
gli allegati Pontificii diplomi , Hac de caiifa hoc fieri cenfemusj uthocexem-
plo oiìendant Summi TontificeSy quamvis in excelfo Tetri Solio fedeant ^ fu-
perciiium t amen orane i acregìumfirepitum fc fugere-, humilitatem yeròam-
pleSii . 'Ìs(amlìexordmmlitterarum^polìolicarumre6lè perpendamiis, Sum-
mas 'Pontifex fé fcrvum ferìforum Dei appellai y &hoc ipfumy qitod [cripto .. -..^
proferì, re ipfa quodammodò fé óbfervaturum polUcetur , dmn figillo etiam
qitoutttHry traditamfibipotefiatem, qiiamTetrus demonflrat, ad^Tauli fini-
flram , qui fé fertfum Dei yocat , collocandam curat: nec auro , & argento , fed
plttmbometallorum omnium vilifjimo Stimmi Vontifices utuntur y atque illud-
non ferico aurei s filis contexto , fed vtlifuniculo alligant Bullas , & fimt humi-
litatem in fronte epifiolarum profitentur, itaetiam in earum obfignatione imi-
tari volunty &hocpa£lofe fervosefìe, fequeminifiros docent fervorum Dei.
Le laudi finalmente, e gli allegati encomii de'riterti Santi Padri, come
ofcuri, devonfi fpìegare con il confronto de'chiari, e non involgere i
chiari (òtto le tenebre mifleriofe degli ofcuri . San Paolo fiì detto Vefco-
vo di Roma impropriamente, e non in rigore, ed [a] egli fu coadiutore;
di S.Pietro nella fondazione della Catedra Romana , e non precifamente ^,J^/^'"J;^,''^"'''^^
fondatore, òVefcovo: e perche l'uno, e l'altro godevano il privilegio
della infallibilità, quindi è, che la Catedra Romana fia fiata chiamata Ca-
tedra di S. Paolo, il quale à titolo di dottrina, non di autorità, di reggi-
mento efecutivo , nonaflbluto, dicefi Principe della Chiefa, e Vefcòvo
di Roma. Rinvenuto dunque il libro accennato , macchiato di falfe in-
terpretazioni, e reo nelle afferzioni, ne fu da Innocenzo dichiarata he-
retica la dottrina, 3c affida la dichiarazione nelle publiche cantonate di
Roma, con Decreto precifo , à tal effetto [b] divulgato dalla Sacra In- ^ 24. ^-«««t.! ^47.
quifizione. Ma l'Autore fu cotanto alieno dalntirarfi daqueft'errore , an- li^lTctetTfri,!^.
zicheconfermolloin [e ] altro libro, la cui ftampa fu per ordine Regio '7"'^'"'" ''' "^v'?*;
lacerata [d] ebrugiatapermandiBojanellapublica Piazza di Parigi con 'd^ 'prLep's""'dll
obbrobrio dell'Autore , che fotto il feguente Pontificato vedremo fempre ^^s'pJfi' ^''""'
oiiinatamente refrattario de'Pontificii Decreti. Ma ne fu reprelTa allora "dó'./iliiió^-^.
e la temerarietà, e la dottrina, [ e ] contra quam , dice il Ciaccone , %^l^n''"eìu-'
fuas elucubrationes do8iffimi Firi, hortanteVontifìce y evulgarmt Jo: *Augu- '"'""'^' " ' ^"**
fiinus de Bellis Clericus B^gularis , Theophilus i{aynaudus Societatisjefu , Ifaa^-
cusHabertusEpìfcopus Vabrenfìsy Tetrus de Marca ^rchiepifcopus Tholo-
Janiis, Tetrus à S.Jofeph FuUienft:, aliique permulti, fra quali noi aggiun-
giamo il dottiflìmo Diana, Avvantaggi degli
Dalle dilfenzioni delli Janfenifti ci chiama à fé una pace de'Cattolici "^diMimaé/re'
conclufa con tanto avvantaggio degli Heretici , che ben ella fola recò mag- ^^''^ i^ontificu
gior pregiudizio alla Chiefa, che tutto il fangue fparfo in molti anni di oftì- iièdrerra"""'^*
pgtiifima guerra. EUafù ia paceconcluCa in Munfter [/] tra diverfi Po- i^'«''.'<^4J-
tentaci
Innccin- ^^^ Secolo XV L
ZO X. tentati Cattolici con le Provincie di Hollanda, e Corone Heretiche delf^
Germania, incuicoftituiflì un ottavo Elettorato nella perfona del Con-
te Palatino del Rheno^ lainveftitura dell'Abadia ài Hioflert con le quat-
tro prepofitnre del Vefcovado di Minden in quella del Lantgravio d'Haf-
fia, la facoltà a tutti li Principi dell'Imperio di collegarfi con qualunque
ftraniera Potenza, parità di voti nelle Diete tri Cattolici, e Proteftanti,
là ceffione alla Svezia dell'Arcivefcovado di Bremen , del Vefcovado di
Vverden, & all'Elettore di Brandebourgh queglidiCamin, di Minden ,
di Magdebourgh, e l'Arcivefcovado di Alberltat , ai Duchi di Michel-
bourgh li Vefcovadi diSverin, e di Razzembourgh , e le Commende in
eflb eiiftenti della Religione di Malta, e la elezione alternativa di un Cat-
tolico, e di un'Heretico nelVefGova<iodiOrnabourgh con la inveftitura
z inBitit ì ad efli di ricchi Monafterii, & altri molti incompetenti patti, qutz [ ^ j
IakcìJ! '""*^"" come diffe nella fua Bolla il Pontefice, pudct referre ; e quali fé fcufarono
appreflb il Tribunale del Mondo la Fede de'Principi Cattolici, che vi ac";
confentironoòperrifleflbdi danno futuro, ò per necefìità ài ftfettezza
prefente, certamente nell'altro di Dio non farad paflati fenza que'giufti
rimproveri, ben dovuti à chi mal fi ferve delle armi temporali m pregiiì.-
dizio della immunità della Chiefa . Certamente Fabio Chigi , Nunzia
allora Apoftolico in quel Congrego, e pofcia Cardinale , e quindi Suò-
b ciacc, in Wf^ cellbre d'Innocenzo nel Pontificato [ b ] EcaleftajìicammmHnitatem for-
Card. Fabiichifi ^j p^^Qyg fulììnuit coutYa H£ireticoSi proteflattones habens , e dichiarando
irrita, e nulla quella pace, che intimava itera guerra alla Religione
di Chrifto . Il Pontefice Innocenzo trafportato , anzi divorato dal ze-
lo della cafa, e caufa ài Dio, volle riprovarla con memorando abbor-
rimento , edichiarolla iniqua» empia, & attentata; e come capo, etu-
tore della Chiefa, ecomemaeftro, e difenditpre della Dottrina Cattoli-
c In BHii.inmcnu ca, mandolla cfccrata à tuttala poftetità cou la [c[ Bolla Zelo Domus Dei^
X. Confi. i^Mnn. jj^ j,^j ^glj moftroHìinvitto , e formidabile ai Cattolici egualmente , &
agliHeretici*
Affari vfciiain- E appuuto ttionfaronoin qucfta ctà gli Heretici non meno fopraiCac-
ghi!:trra,eHec.- tolici cott gli avvautaggi della fcguitapacc, che fopra la tefta coronata ài
picaxior.e iqac yj^ Jq^q j^è Calviuifta , ctecifa, emelfaàterra dalla loro fierezza ; onde
Tempre più fi apprenda l'herefia indocile, e refrattaria non meno contro
il Monarca del Cielo, che contro i proprii, e naturali Principi della ter-
d ^nn.i6A9 ^^' RcguaVa [(/] in Inghilterra il Rè Carlo Suiard , primo ài quello no-
me. Principe ficcome di varia fortuna, così di varia tede , hora inclina-
^ to.alCattolichifmo, e perciò non folo Marito di Henrietta di Borbone ,
Sorella del Rè Luigi Decimoterzo di Francia, ma Protettore de' Vefco-
vi, e de'SacerdoEÌ deftinati al fervizio del di lei Oratorio, e generalmen-
te difinvoltotolleratore di ruttili Cattolici fparfipe'l fuo Regno; bor tut-
to deTuoi Puritani , epereiòadiftanzadi e/ii perfecutore in altro tempo
de'Cattolici, ch'egli dilcacciò con vituperio domeftico non fol dalla Jn;-
ghiltejra, ma dallapropria Cadmerà della fua Regia Conforte ;& hora ti-
llauratore dell'Ecclefiaftiche convenienze, formando -Editto,- che li Ve-
fcovi Inglefi riaifnmelléro l'habito Prelatizio , fecondo' le divife , che
prattica la Chiefa Roraaria; onde a^venwe , che concitoffi contro l'odio
de' Calvinifii, i quali timorc^fi , che -il portamento efteriore delP ha-
bito non folle indicamento deli'mteriorre del- cuore , adunarono mal-
eoa-
Capitolo IV. 635, Inkccen;-
contenti, efettarii, e offerte a'Nobili l'eiurate delle Chiefe, che ancor ^^ ^*
godevano gli EcclefiafticiScifmatici, prima con fecreta ribellione alzaro-
no nuovi Tribunali oppoftiai Regii ,^ e pofcia con aperta guerra fotto no-
mQ òiTarlamentarinmQUìnono il Rè, e doppo tragici fucceflì di fangui-
nofi incontri , lo coftrinfero alla fuga, con la quale ricovratofi fra' fuoi
nazionali Scozzefi, fiì da tiR conhorrido tradimento venduto agl'Ingle-
fi per prezzo di un milione, e feicentomila feudi Romani, ricavati dalla
vendita de'beniEcclefiaftici dell'Inghilterra, nella quale egli tornò non
piùRè, màprigione, &indiàpoco tempo non più prigione, mi reo di- a ^««.1^49. io.
chiarate , e punito col [a] taglio della tefta nella publica Piazza ài Lon- ^'^'■- ^^^^
dra, overapprefentoffilofpettacolo del [b'\ quinto Capo coronato ca- d^^hteLtueii
duto à terra per man di Boja nello fpazio di un folo Secolo, cioè dal tem- ^'%'"]^Jl^' ^^\
pocheimpotreiroffidella[nghilterrala Herefia. Nell'avvenimento ò\ que- Z'//'""^ **
IH variifucceflì apparendo favorevole la congiuntura al Pontefice Urbano
d'introdurre colà in quel defolato Regno qualche avviamento alla reinte-
grazione della Fede Cattolica, fpedìin [ e ] Hibernia i'Arcivefcovo di c\^«k. i^n,
Calcedonia, equindialRè medefimo prima Gregorio [rf] Panzano Pre- J jj'^^/^^"*
te dell'Oratorio àx S.Filippo Neri , e pofcia Carlo [e] Roffetti Prelato .
Romano, che molto operò , mi nulla conclufe, implorando ilRèajuto
dal Papa contro i Parlamentarli, ed efibendogli prontamente il Papa cin-
quecento mila feudi da eftraerfi dal teforo di'Caftel S. Angelo , deftinato
da SiitoV.à qualche grand'avvantaggio della Religione Cattolica, come
giudicavafiil prefente della fperata converilone del Rè Carlo . Non però
mai il concertarono ipromeffi accordi, richiedendo da una parte Urba-
no prima dell'offerto foccorfola confeffione della Fede, e dall'altra pre-
tendendo il Rè prima della confeiUone della Fede lo sborfo del denaro ,
Ma non militando cotal circofpezione nella perfona della Cattolica Regi-
na Henrietta, benché Moglie di un Rè Heretico, Innocenzo SuccefTore
di Urbano largamente fowennealle ftrettezze àà quella travagliata Pria- tici^ccininnocev
cipelfa, e come [/] diceì'tìii\oncn:^dI{egm£^4ngli^Henriett<:€Borboniie xjom!^.-"!'.^^?*
preces non defuit fuis parttbus Pontificia Innocentit pro-pidentia, nam per Equi-
tem Dominum Digbii Ànglum Catholtcum , & T{gm<£ B^egin^e mandata exequen-
tem , plura aureorum miLlia ad eamdem R^ginam trmfmifit , ut iis ad fuumfub-
fidium, & Catbolicorum in ungila levamen meretirr . Dal medefimo Pon-
tefice foggiunge il citato Autore: [g] IpfoVontificatus initio in Hiberno- s ^''"'•" ■^>^-
rum Catholicortimauxilium expedierat cum auro^ argentoque Catbolica B^eli'-
gionis fervand£ fludio(ìj]imum Joannem Baptijiam ^inuccinum ^rchiepifco-
pumi & Trincipem Firmanum, morum imegritate, & Sacra Do&rin<£pr<£-
JìantiaTrafulem probatìffìmum , qui cnm è F^upelU ad Gallio litus pojieafol-
vijìety ut Hibernia I\pgriwn appelleret y pojì arduam navigationem , evitati!
anglica navit eum per ccntummans millìaria perfequentis fceliciter tnfidiisy
appidit tandem in Kilmarii portum y ex quo ufquead KilkeviaUrbenunTro-
vincia Lagenia ^ inexplicabde dt6iu t-fi , quàm piò y & officiose Tontificius
Legatus y ab Epifcopisy "^pbilibus , Ductbus , totoque exercitu , & populo
fueritexceptus ; efiegue, che doppo il dibattimento di vani affari , ven-
tumefl, ut inHareticos variis artibus eludentesCatholicos , fcedus facrum
denuò firmaretur , & Vontijicia pecunia firmatusexercitmbellum in ^nglos
profequeretur y proDeOy I{ege y & Tatriay ut publici [ìgilli feeder atorumfu-
premi Senatus i & aliquot FexiUoritm lemmata tcfìabantur . I{€f tum Catho-
licis
Innocfn- ^^g Secolo XV IL
20 A. iif-i^ peraliquotannos fubUrbamyiIL & Innocentii X. facvì belli aufpìcibus
feliciter fuccedebaty & Catholic£l{eligionis liberum exercitiumin multis Hi-
hernU munitis Urbibus, oppidifque floruù, donec per qumdam amulationem
virtutum, & opmìonumvarietatem , pofimodum turbata fuit. Sicché cadu-
te à voto le fperanze di due Papi, rinfeliceRè Carlo morì miferabilmen-
tc di anima, e di corpo, tradito da'fuoi nell'uno , e da fé nell'ai tra, eter-
no documento a'Principi, che la fola Fede Cattolica può falvar loro la
-\ Vita, l'anima, e gli Stati . Quanto quindi rimaneffe agitato negli affari
della Religione, e dell'Imperio quel femore tumultuante Regno d' In-
AVtttìiivcntìf.ài ghilterra, in altro più opportuno [<i] luogo ne riferiremo compendio-
innot.xLto»»'^. fameutc il ragguaglio .
Md non così, come il Rè Carlo, chiufero gli occhi al lume apparfo
della Cattolica Fede molti riguardevoli Perfonaggi , che fotto quello
Pontificato abiurata la herefia fecero ritorno alla Communione della
b cuec le eh Chiefa coufauto gaudio del Pontefice Innocenzo , il quale molti di eflì
cci.ói".' ""' ' ' [b] ftimma cum voluptate excepit ipfead pedes fuos, & tnm verbis blandif-
ftmis, tum mmeribus facris eorum font pietatem , & fidem commendavit.
converfion? alla Egliuo futouo, Odoardo Coutc Palatino , Uldarico Duca di Vvittem-
S PeHoi^-^gi bergh, il Duca di Holfazia , Gio: Federico di Rranfuvich, quello di Lu-
He'rctici." ° ncbourgh, Ernefto, e Leonora Lantgravi di Haflia , Vvolfango Federi-
co Hofman Barone della Moravia , Chriflofaro Ranzovio Cavalier dell'
E principaimen- Holfazia, Erardo Conte di Truxes, e frieflì, ediciÌÌDuxfaiminafa6iì,
chrSa chll"/. la gran Chriflina Regina di Svezia, che, benché fola, fervi di poderofo
l'a. rinforzo alla fazzione , e gloria de' Cattolici . Morto [e] nella memo-
c ^n». i6ìz. rubile battaglia prefTo Lipfia in Germania il Rè Guftavo Adolfo di Svezia ,
fii da quegli Stati acclamata Regina la di lui unica figliuola di fette anni
Chriflina, fotto la tutela di AxalioOxenflernen gran Cancelliere del Re*
d^na.rc^. gj^Q ^ Compita [d] la minorità , ella dimoftroffi maflìma negli affari
della Religione, e dell'Imperio : conciofìacofache vittoriofa in guerra
contro il Rè Danefe, e la Germania, fu arbitra della pace di Munfter con
Breve, e dìfiinto queldifcapito dclU Religione Cattolica, che habbiamo riferito, contro
cSér&e^^'dl la quale manteneva quella profonda avverfìone, che poteva haver ella ri-
eflà, cevutacolfanguedalRèGuflavofuo Padre, inimicimmo de' Cattolici ,
e olfervantifiìmo Luterano. Md ceffate le armi, e con ciò dato luogo, e
tempo alla ragione, non potè l'alta capacità di Chriftina non rimaner per-
fuafa dalla gran confiderazione della diverfìtà delle fette della Germania,
della infuflìiìenza di efle , e prima dall'invefligamento , e poi dal compiaci-
mento della Cattolica, E come che è cofa molto più difficile l'effer forpre-
fadatalipenfieri, che il coltivarli, quindi fu, che filmando ella queflo il
flialfimo , che occupar le doveffe , e le poteffe la mente, tutta gli fi die, e pò-
JTcia tutta fi pcfeadefeguirlo. E'ifuoprimo paflb, che in fomighanti ardue
rifoluzioni conduce incontanente al termine nella prefifTa flrada , fu il chia-
mare a fé Antonio Maquedo della Compagnia di Giesù, interprete dell*
AmbafciadorPortoghefe in quella fua Regia, e il palefargli la fiia inclina-
zione di abbracciar la Fede Cattolica , per il cui effetto ella fi eftefe nella ri-
chiefia, ch'egli à Roma fi portallè per impetrarle da Gofuvino Nikel Ge-
nerale della Compagnia di Giesù,due Religiofi per fua iftruzione, fcieglien-
<do ella per più ficurocompendiofo partito la viva voce del colloquio, che
la morta parpla de'hbri, i quali moke volte ò non rifpondono, ò non
fupe-
Capitolo IV. 6$n iNNOcrN-
fiiperano le difficolti d'ingegno elevato , e pronto , di cui fopra il felVo ^^ ^'
era dalla natura, e dalla grazia a maraviglia fornita la Regina Chriftina*
Fu dal Nikel deftinato al pregiato impiego Paolo Cafati foggetto di fede ,
e proveduto di tutti que'meravigliofi talenti, ch'erano neceflarii à una sì a Mcnft u^rtH
ardua condotta. Ma nel [a] giungetegli in Svezia per ifìruir Chriftina , "«"«"^i*'
ritrovò Chriftina cotanto bene iftrutta dallo Spirito dì Dio , che ne' di-
fcorfi potè più torto egli dirfi compagno di lei, che maellro. Onde non
rimanendo d lui altro che fare, né à lei altro che rifol vere, da amendiie il
fcrifle a Francefco Piccolomini nuovo Generale della Compagnia di Gie-
siì, che rapprefentafl'e al Papa la conclufione dell' affare, prima per così
dire terminato, che difpofto, e la deliberazione della Regina di ellbre a*
fuoifantiffimi piedi conia profelHone nel cuore, e nella bocca della Fe-
de. Gioì il Santo Vecchio , qual'akro Simone , al grand' annunzio , e
tanto maggiormente alzò mani, e occhi al Cielo in ringraziamento à
Dio dì un tanto trionfo della Religione Romana , quanto che tornò à
giungergli follecito awifo , qualmente Chriftina con raro efempio di
Chrilìiiana fortezza [b] rinunziato il Regno nel ConfelTo publico de' Sta- ^ *6' itnìi ^^Ui
ti à Carlo Guftavo fuo Cugino , figlio di Caterina forella di fuo Padre ,
dando voce di palTare ai bagni di Spà, e paiTato il Zund fopra dodici Va-
fcelli di Fiotta Svezzefe, sbarcò in Hclfenor , dove ritrovare Carrozze
preparate colà da Antonio Pimentel Ambafciador di Spagna in Svezia, à
cui ella haveva confidata la fua nobile fuga, fece quindi, travefcita in ha- ^ ^,
bito d'htfomo, tragii:to in Paefe Cattolico , e giunta in [e] Bruifelles il^l^.'^"'"* '" '
profefs^ quivi \^d\ fecretamente la Fede Cattolica nel Palazzo dell'Arci- ^ ^>i»nuatut6ss,
duca Leopoldo Guglielmo d* Auftria Governador della Fiandra , nelle
mani di Gio.Battiita GuemesReligiofo Domenicano, il quale ancora ac-
compagnoUa à Roma direttore di "lei nell'anima, e nella Fede, prefente
il medenmo Arciduca y e ipTincipali Miniftn , e Cavalieri di quella Cor*
te . L'iftromento originale della recitata profellìone coiifervafi nell'Ar-
chivio del Convento della Minerva in Roma, con l'aggiunta che fiegue,
oltre al folito-contenuto ^i fomiglianti profeflloni , In cufus reifigmm , corde
tenusj tot a mente, <& tota anima, quorumcumque Hierefami errorum , fàl-
forumque dogmatum, in prajentem ufque diemàme retcntorum, fe&arìorum
quorumcumque cuJHJvis conditionit, & quovis modo, à S. Bimana Ecclefn
damnatorum, humtlltmè veniam peto , & plcnariam abfolutioncm rogo. In
quorum &c. die 2, Januarii 1555. Bruxellis in ^gia. IIGuemes affolvettela
dalle cenfure, edellaafliftè giornalmente alla Mefla con la percezione de'
Sacramenti, mi con avvedutezza di ben eonfigliata fecretezza , atten^
dendofi l'apertura del Conclave ferrato per la [ e ] morte d'Innocenzoy ^.^
che in morendo, [/] Duabus tantum de rationibus immaturam ftbi mor- ìc.aTcjTvilàìn'-
tem videri dicebat, fcilicet, quìa nec fidere Catholicam Svecia Rsginam vi- «""^^''^-tom.^.
yens potuerit, nec reddttam Orbi Catholico pacem , quorum utrumque arden- " ' °*
tjjjimis ipfe deftdertis non optaperat tantum , (ed mdefejjo labore proiurave^
rat. Così egli^
C A-
Alessan-
dro VIL
538 SecMo XV IL
CAPITOLO V.
Aleffàildro Settimo Senefc , creato PotiteS
li 17. Aprile 165J.
Puhlica ahjtsrd della Regina Chrilìina di S'Vtxìa, ; fua ornata a
^ma y opera tìoni ^ e morte, Giufeppe Francefco ^orri ^ fue
quelita y &henfie, Cojìituzjione Pontificia per la denunzia
degli Heretici . Preadamiti 3 e loro herefia ; riprovatone , e
corfo dì ejja • 'Bolla di quefto Pontefice fopra la Immacolata
Con centone della Madre di Dio ; origine , eprogreffo di quefta
diffutatione • Propofizjoni della Sorbona contro l* autorità
Pontificia . Propofizìoni condannate da Alejfandro . %}lk
Pontificie contro li Janfenifii y e frofeguimento y e corfo del-
ia loro condotta fiftto quefio Pontificato^
S e, T^eX' <*
Profegnlmento
della narrazione
della coiiver/?o-
fic,e BrHvoin Rr .
ma della Reiiuia
ChrtHina di Svc-
Bbracciò ìi nuovo Pontefice cori tutta T ampiezza <IeI fiio
magnanimo cruore la nuova Regina, che qual [ « } akra
Saba, dagli ultimi tratti dell'Europa venivafene in nomine
jDow/B/acfudire, efeguitare gl'infegnamenti del Vicario di
Chrifto. E prima operazione del fuo Apoftolico governa
fiì lo fpedire fino a' confini della Gentiania alla eaiditi^ima
Dama Teniditiflimo Luca Holftenio Cuftode della Biblioteca Vaticana
conprecifa» & efemplar corri miffione, che per edificazione delCbriltia-
nefimo, e per decoro^ della medefima Regina, dovefs'ella recitare pu-
blicamente nella Città d'Infpruch Ja Confelfione Cattolica, come [ b ]
feguì, avanti il medefimo Holftenio , acciò da quella porta d'Itah'a com-
panfl'e à Roma Chriftinanonmenfregiata dalla veracità della Fede , che
e chriiioph.^Jci. pompofa, & illuiiredallaprofefiìone publicatadi efla^ [e] Catholica f^-
pirusThuidtn.ii.i. ^cì profitenda condita eft forma, dice il Thuldeno, quaT^eani Symboii vcr^
''i^!''^^'^'*^''^'* bistraditìones^ipcfiolicasadjungit; Scriptur^e fanÙ<e , non aliatide quàm ab^
EcdefiiS Mane intcrpr^tationes pendeantj docet : feptem nova legis , qua
ipfa D<minas mliituit , Sacramenta ^ cura eofkm illaminiflrandi apud Catho-
lieoskfiij rituqueretmet'y de peccato-, quod ^dami crimine omncs nafcendxf
contraximus , de jufliiia , quam Cbrifii virtute, & meritis in baptifmo indui-
tnhSi deMifìa proptervjyorum , acmortuorum falutem Sacrificio, de pra-
fentiaCorporis& Sanguini $ Domini in falutaris Hoftta Sacramento , de Sath-
^lorumveneratione y deTurgatoriis ìgnibus , de Indulgentiarum Ecclefia the-
fairro, de unico Chrijìi grcgis Tafiore , fieique in tcrris Vicario Tontifice
Capitolo V. 639 Alessan-
fumano-, de aliisdenique fideiortho4oX£ fententìis , non aliter fé fentire , aut^^^ ^*^^*
credere, quàm facrofan£liejusConcilii placita ferant , aperttjjimè profitetur.
Quindi ella adempita la Tua parte con Dio, rimirando dopo Dio il Ponte-
fice Romano, d luì tutta incontanente fi rivolfe con la efpreflione di que--
lia lettera , dettatura non di humatia fapienza , ma dello Spirito di Dio »;
chele moffeifcriverepiutofto il cuore, che la mano.
BeatiJJimo Tadre. Ciunt4 pur io al da me tanto bramato fine divedermi nei
grembo della noftra Santa Madre CbiefaCattolica F^^mana , non mi rimando di
recarne l' avvifg à y,B, e di ringraT^iarla humilmente deWhonor fattomi cofuoi
benigniffimi comandamenti , iaualihò adempito con la veneraTiione dovuta. H^
rifiutato con profondijfimo gtfibtlo quel Bfigno i ove il riverirla è figlio irremijji-
bile, ed ho me JJb in non caie ogni human rifpetto, per far cono/cere, che Jli'
tno molto pie la gloria di ubidir eàF.S. nell'ejjer ricevuta così priva di ogni
grandeT^X'** ^^'"^ fono, conia paterna benignità, che fi è degnata di uf armi
finora. Q^ì, oltre il f angue , eia vita, altro non mi rimane da facrificare a
fuoi SS.piedi: la offerifco tutta df^.B. con la dovuta cieca ubidien':(a , fuppli-
candólaà difporre dime , come riputerà convenire maggiormente al publico bc'
ne della n&ftra Santa Cbiefa-, alla quale, ed alla S.F. come fuo unico, e ver 9
Capa, ho dedicato , quanto mi riman di vita, con deftderio ardentiffimo d' irrìp le-
garla tutta in fervigio della maggior gloriadi Dio, dal quale le auguro que lun-
ghi, e feliciifimi anni, che Jon tanto neceffariialbene, & al eommunripofo
della Chriftianitd, pregando ti Signore, che le confervi que'gran doni , ehe le
diede, e dirender me così fortunata, fhe mi fta lecito di arrivare al giorno df-
fiderato d'inclinarmi a'fuoi Santiffimi piedi, quali bacio humilmente , pre-
gandola della fuaf anta, e paterna benedicane . Dilfpruch a i<^. di J^ovent-
bredeiió'^'^. di V.S. Figliola ubbidientiffima Chrifiina , Così ella; à cuiri-
fpofe Aleffandro piiico'fatti, che con le parole, facendo come ufcir Ro-
ma di fé all'incontro della nobile, e religiofa Pellegrina : fpedille quattro
NunziiApoftolici Annibale BentivogliArcivefcovo di Thebe , Luca Tor-
reggiano di Ravenna, Innico Caraccioli Decano de* Chierici della Ca-
mera Apoftolica, e Filippo Cefariui Chierico della medefima Camera , e
quindi fu(leguentemente due Cardinali Legati à/4i-^r^ Gio. Carlo de'Me-
dici, e Federico Langravio d'Haifia , in mezzo a' quali ella cavalcando
entrò [^] in RomajTpettacolo, e fpettatrice della prima Metropoli a 2o.z)«*wir;>
del Mondo. Accolfela il Pontefice nel fuo Palazzo del Vaticano , e nell^ ^^''^'
lolennità del profllmo Natale egli medefimo conferille il Sacramento del-
la Confermazione, nella qual funzione aiiìfteileinnome di Filippo Quar-
to Rè di Spagna il fopranominato Cardinal àc Medici, ricevencfo ella dal
Pontefice al nativo nomediChriftina, cheprognofticolle fin dalla nafcita
la vera Fede Chriftiana, l'aggiunta di quello di Alellandra non tanto in»
memoria di ehi confermoUa nel Chriftianefimo , quanto in impronta, e
merco delle fueheroiche, e grandi azioni. A un tanto fucceffo di rinun-
zia di Regni poifeduti , e di abbandono di regie grandezze col folo motivo
di abbracciata, e profetata Religione , vano fi è ogni altro pregio , che
foggiunger fipofla, ò della di lei pieti, ò del di lei magnanimo difpregio
diognihumanointereffe, che non fofì'e concatenato, e ftretto col divi-
no; e chìfcrive quefte cofe, molt'illuftri efempii rammemorar potreb-
be di qnefta pia, e Regia Principelfa, de'quali egli fteflb è fiato fortuna-
to fpettatore nella lunga dimora , eh' ella fin' alla morte fece in Roma ^
fé il
AtEssAN- g^Q Secolo XVII.
DRO vii. fc lì ma/ìinio , che habbiamo accennato, non forprendefle talniente con
ramnurazione ogni animo , che ogni altro gran vanto in lei apparifce ò
difpregievoleal confronto, ò minore alla efpettazione ; ficcome avvie-
«ed chi al vivo raggio del Sole aggiunger voglia la morta luce di una Stel^
;^,r la. Ed efprefs'elia in altro prbpofito queito noftro fentimento con fon-
'-"■'•■■ datifllma rifleffione, allor quando interrogato da lei un nobile Svezzefc
Luterano, che portoiii ad inchinarfele in Roma , Qual forte motivo lo
trattenere nella Herpfia} ^ rifpondendo il Cavaliere , La difficultd , cb'ejjo
provava > m credere nella efifiery^a del Turgatorioi e di nuovo egli richie-
do dalla Regina, §e credejìeyche Dio fojje Trino t & Uno ? e replicando
fubitoloSvezzefediSh con sferzo infieme, e con rampogno cofto fog;-
' giunfe Chriftina , Oh paT^T^o , cheftete ! ?^o« vi dà pena à credere un Dio Tri-
no , & Uno , e vi dà pena à credere un poco di fuoco in un tal luogo ! inferendo
laingegnolìflimaDama, che chi crede il più, deve credere il meno , co-
me pur'hora noi veniam di dire di lei, che al folo riguardo della Fede ha-
vendo fatto il gran rifiuto di Regio, & ampio patrimonio, quello fol'ap-
to la canonizza per maflima in ogni predio , non convenendo titolo di
grande à chi già poggia all'altezza <lell'heroico. Ediheroica, rinomata ,
& eterna memoria fu non folamente la fua partenza, ma eziandio il fuo
ritorno nella Svezia . Morto il Rè Carlo Guftavo , la Regina Chriftina
,^^ vaga d'intervenir nella Dieta del Regno, sì per rinuovar la rinuncia de*
t«S^65j. ° Stati, come per iftabilir nella mutazione del Governo fotto la [4] mino-
rità del figliuolo del defunto la riferva delle fue rendite fopra diverfi ap-
b Mtnfem,i66o, pannaggi del Regio Patrimonio, i&ce. [^] partenza da Roma, e la fua
entrata nella Svezia fi) àguifa di trionfo, con cui gloriofa porroifi la Reli-
gione Cattolica in quelle parti. Le Leggi della Svezia condannavano alla
perdita della vita, e de'beni chiunque quello fia, che per Ceguir altra Reli-
gione, abbandonalfe la Luterana; onde al primo udir la mofla della Regi-
»;i , tutto fi pofe in armi quel Regno , come s'ella armata vi entraffe à por-
tar guerra all'Herefia. Ma non armata, e co'lfolofeguitode'fuoi familiari
pur tirdi sì ftrano terrore a'Luterani , ch'ella entrò in quel Regno Heretico
con tale intrepidezza di cuore, e con tal fermezza di fede, come fé per mez-
zo à Roma fi conduceire in devozione al Vaticano ; onde ne rimafero atto-
niti per lo ftupore , benché armati , gli Heretici , a'quali ella , con fpettaco-
lononpiùcolàdaun Secolo veduto, efpofeinvifta, quanto nobile, e bella
folle ne'fuoimifterii la R-eligione Romana. Poiché Chriftina, comefe Re-
gnante folle, nel Real Palazzo, ove la Vedova Regina , e l'infante Rè riceve-
ronlain alloggio , ella quivi aprì Chiefa, in cui ogni mattina udì la Mefla di
Matteo Santini fuo Cappdlano , concorrendo alla funzione i Grandi, e'I Po-
polo, e non pur non fremendo, ma tacitamente applaudendone il ijiifte-
rio, e'I rito gl'iftefll Predicanti Luterani, con humile fuggezione alle alte
idee di quefta dignillìma Priucipelfa ., dì cui ben'hebbe à dire un nobile Pa-
ii p^nfsyr!'ad%'. «cgirlfta, [c] Totutt ChrijUna fc Imperio abdicare j non imperare non potuit.
^ó'^ì^'ióg""" ' Q"i»^^i ^113 [d] tornata à Roma , & indi à quattr'anni da domeftici affari ne-
p ^'.Utó. ceffitata al {e] ritorno in quelle parti, giunta quafi alle porte della Reggia
di Stokolm , e quivi udita la riloluzione del Rè , che prohibì al Cappellano
di Chriftina ringreflJo in quella Città, ella con regio sfarzo , $e tlB^non
yuole ilVrete , rifpofe, nò nteno egli h avrà Chrijiinat e incontanente die di
vjolt^j e quafi à viaggio fatto per delizia, iifci dal Regno , e ricevendo in
Ham-
Capìtolo K 64-1 ^'"^'^^V
Hambourgh l'avvlfo dell'aiTunzione di Clemente Nono al Pontificato, in ^ ^ '
quella Città Luterana fece publiche allegrezze con illiimina2Ìone mifterio^ '
fa di torcie foftenute da braccia dorate filTe nel muro , con in mezzo un
gran cartellone , in cui a lettere cubitali leggevanfi incife ad oro quefte pa-
role, Clemens^onus V.M. vivai . Del che facendo ftrepito il Magiftrato ,
-e'I popolo , ella tentò di fpingerfi in mezzo al tumulto con la fpada alla ma-
no, preparata, come dine, à morire allora allora per laconfelfioiie, e
difefa del Pontificato Romano. Ma Dio volle fervarla i maggior kiftrore
diefib, & a gàudio maggiore di Roma, ove [a] ricondottafi figillòlafua a^»»»i(?tf5.
gran vita conunaefemplariflìmaf/»] morte, feppellita con regiapompa nel- ^ *^*f''f>**^^
la Bafilica del Vaticano, con la ifcrizione fopra calfa di piombo di quello
tenore, Chrifiina^lexandray Cothommy Svecoruniy yyandalorumquel^e-
^inay Hxreft abiurata, terrenoque B^gno oh Ccelefie abdicato , moritur J^oìn^
ari. i6Sp, 19. ^^prilis , ortaan. i6i6. 1 8. Decembris ,'■■- <
Mi laSvezia, e le regioni proifime della Germania, che diedero alla oi.,feppe Fran-
Italia un sì nobile efehipio di tede foftemita, riceverono inquefta etàd^.l- ctko Borrì , fue
la Italia uri peffimo cambio di fede violata. Giufeppe FrarK:efco Borri,nobi- ^ £gÌ dairìuhl!
ie Milanefe, giovane d'ingegno acuto , e penetrante , fcorfe le Scuole
della TheologiainRoma, & incontratofi nello fcorrerle ne'folitnnciampi
di chi pretende fapere oltre la vera fcienza, invaghiti in modo di divenir
anch'elfo maravigìiofo nel mondo, come maravigliofi, e forprendenti gli
fi affacciavano gli alti mifterii di quella diviniilìmafcienza , che quindi diefÒ
all'arte Chimica, per arrivar con tal fallisce mezzo all'albagia di renderli
con la cura fkrepitofa delle infermità nor^ tanto ammirabile, quanto
miracolofo apprefib le genti . Era egli fornito ài una rara vivacità , e dagli
occhi, come da due ftelle, brillavagli fuori uno fpirito quafi Àipcriore
airhumano, onde ne'difcorfiattrahevainfieme, e dilettava i e, cornea Noi
teftificò Evangelifta Matutino Sacerdote della Compagnia di Giesù , eh'
hebbelo giovane fotto la fuadifciplina nel Seminario Romano , motivava
dubii di fede, e fcioglievane àfuo capriccio le difficoltà contale incanto di
errore, e di franchezza, che appari va egli nel medefimo tempo e riprenfi-
bile, e giocondo, con quel gran mifto d'idee., che bene fpelfo rende
f auto pili reo l'human intelletto, quanto più adorno di parti nobili, e va-
ghe . Con tal comporto di animo, ediftudia, datofi il miferabile in preda
alla folita libertà della vita giovanile, & incontrate [d per ciò in Roma
difgiraziedirifìfe, nel rifugio ch'egli prefe in una Chiefa, cangiate le laici- '^ ^'"'«'^54«
vie in un'empia hipocrifia, finfe di haver deliberato di feguir la vitafpin-
tuale, per perturbar poi la Chiefa diDio, e feminar in effa dogmi nuovi
diHerede. Conciofiacofachearrollando feguaci, e predicandoli eflb Pro-
Chrifìoy ne coftituì dodici, come fuoìApolfòli, nella conformità medefima
pratdcara poc'anzi [f/j in Hoflanda da Matthia Harlem, in [e] Italia daLu- j v.dniP , -fr
cilio, e in [/] Inghilterra dal Nayler, Fra effi[5]introdotti fecretillìmi tratta- cum'.-r, nT.'Le
ti di varie idee, cioè ch'elio con le vittorie foggiogar doveva tutto il {''^^■■f/,^,';^[/;-j;
Mondo, e ridurlo in una fede ^ che gli Angeli gli parlavano, e perciò van- p^J^'k Tom.\'.
tava profezie, e precifamente di chi doveva effere afllmto al Pontificato f"f,2'!7p,,^,7.rf.-
Romant) nel Conclave, che allora tenevafi chiufo per la morte d'Innocen iv4..«,t'///,'rgV'
zo X. Ma appena creato Aleflundro , egli fiì corretto à fuggir più rollo , che l'v3friUit^-.r^
dpartirfida Roma, indiziato, e cercato dalla vigilanza dcgl'Inquificori "]tran.H>ji»r,Po^
Romani, daeffog non preveduta, ò non curata nel fervore pazzo delle fue '""■'""' '^a-
Tomoli Sf prof?-
Alessan- ^^2. Secolo XV IL
DRO VIL profezie , e in Milano ; ove rifugioijì , con più fecreta, e cauta trama attcn*
deo<Jo à;[arfegvi.aci> &4 fen:>inar fràfeguaciiin cuiniiloimmenfo di errori,
«iiiviegliquattr'anni vifTe Herefiarca occulto ài jcapricciofa, efolleHercT
uà, che la Madonna fantiflìma era Dea, che nella Trinità la Deità era
una terza Entità, e fpiegavan.e refleozacon aftrufilljiriii termini, rinuo-
vando hor l'Arrianefimo nelle tré Perfone , hor ij Neitorjaniiino in auella
di Clwifto , e fopra tutto fingendo nuova mutazione òi kóiC^ , di Chiefa , di
riti , jC di Apoiloli , alla cui dignità havendo ^gH follevati li fuoi Difcepoli »
augurava ad effidoniinio di ftato, e copia di ricchezze. Ma hebbero egli-
no prima à combattere contro. gl'Inquifitori di Milano veri loro nemici,che
con le fognate Nazioni , ch'effi dovevano foggiogare per l'ampli azione del
a \A»nt ««w. JQf Q fperato Imperio . Conciofiacofache molti ne furono [<«] prefi , e pofti
in carcere, altri sbandati, e tutti fottopofti alla confifcai;ione de'beni, al-
la coudanna della dottrina, e . all'improperio dìHeretici. Queftafentenza
colpì però più torto il nome , che la perfona del Borri , fottrattofi matura-
mente à tempo dalla Italia, e dalla Patria, prima fri i Luterani della Ger-
b unn fS6i. ^^nia ^ € pofcianclla|)iazzapublica di ogni Herefia [b] in Amfterdam,ove
"** ' ìirà molti Apoftati viife con aura di nuovo Apoftolo per le maravighofc
curazioni, ch'egli qui vi. fece ^ dii^ropii, e d'infermi, ijianeggiandQ alla
grande la fua fortuna con altezza di pofto, epompa di fervizio . Ma àpoco à
poco mancando ò i miracoli alla fua fede^ ò la fede ai fuoi vani miracoli , per
non rinvaneroppreflb daTuoi creditori, del cui denaro «fi era egijfervito
per pabulo di alterigia fin^Mlafomma di quarantacinque mila feudi » così
fecretamenteiiiggiflene, che pnma la fama portello giunto in Danimarca
{otto la protezione di quel Rè Federico III. , che fi aw.edefle l'Hollanda
della fuga di lui. 11 Pontefice molto operò j ma nulla ottenne per haverlo
e /'•^«//-»'.v<''- nelle mani, e publicata prima [e] la Bolla rinuovatoria della Coftituzione
xa»4ri.vii. Confi, jj p^qjq V. i^w4w«i Poorf/eAT , ìh cw iotto gravifiìmc pene imponefi la de-
nunzia al Tribunale delS. Offizio di ogni qualunque, benché leggermente,
macchiato di Herefi^a, anche efclufo il pretefo fubterfiigi.o della correzio-
d ^n»n66i ne fraterna, contentoffi allora per fodisfare apparentemente alla publicità
"'" '' della Religione Cattolica, (arne[rf] pubhcamente leggere nella Chiefa del-
la Minerva le predicate Herefie, e la condanna di jefl'e^ e dell'Autore, con
incendiarne l'effigie permandiboja in campo di Fiore, rifondendo nella
copia la pena meritata dairoriginale , che dalla Giuftizia di Dio fatto cader
in altro tempo fotto il poter della giuftizia del mondo fQmminiftrerà altro-
e T Mi il Pentì/, di ve [e] à N oi nuova materia di racconto .
cumeftt IX , r jvientre il Borri mnltiplicava pe'i Chriftianefimo nuovi pii, un Calvi-
ftnJxLtniu^fl» nifta Francefe multiplicò pe'l Mondo nuovi huomini con lanojimaipiù
'^.tomo. udita Herefia de'Preadamiti, fé pur dir non vogliamo ^ theunafìmile ne
predicaflenclla Lombardia queUTmpx)jftore , di cui faceffimo menziona fot»
M'm'^' 'pa'^'"^l%6 to il Pontificato di [f] Pio ILAutoredielfa fu un cervello travolto d'idee,
rV" |;. ^ che in fuo {g] Libercolo intitolato Syftetna Theolopcum ex Tr^adamita-
g EditHs^n.iiss- yiffn Hypo/j^^e/irinversò tutto ilfiftemadt Ila Sacra Theologia, e temc-raria-
mence Ci oppofe, à quanto fin hora hanno infegnato li Santi Padri , decretato
of!g ne^H' ;. fia "^ 1 Concilii , ^ authcnticato la Chiefa , In elfo Ifaac Pereyro ( così chiamava-
e conJanna. ' feuel'Autore ) dalla fìefia Scrittura pretefe dedurre lafua aflerzionc con-
ti o la Scrittura, e vaneggiando fcrilfe, Haver pio create due gmera's^toni
4i huomini j l'Hna ftefcritta nel primo Capito^ del Cenefì , tn tui dicefi ,
Maicu-
Capitolo V^ ($4.^ AiessAn-
Mafculum, & foeminam creavit eos, dando toro ampia pòdefid fopra tui- ^^^ \\ì«
io il Mondo, Crefcite, &multiplicamini, & replete terram , & fubjicite
eam, &domitlaminipircibusmaris, & vólatflibus Cceliy & iinivvjrfisani-
màntibiis , quse moventiir fìiper terram , fen':(4 reJirinT^ione di alcun precetto ,
òprohibi^ione di alcun cibo, Eccededivobisoinnem herbam afifereritera fé-
men fuper terram , & iiniverfa ligria , qux habcntin femetipfis fementem
generis fui j ut Cini vobis in efcam. Qual genera's^ione prevaricata in Idola-
tria, fu repfovata (ufjeguententertte da Dio, che in altri luoghi [a] della '^^*"-^jìF
Scrittura chìamolta poi co 7 nome di Filii hominum , à di(iin':(ione dell' altra
generatione i che pofcia egli formò, echiamòViWì Dei . Concio fiacofache da-
tafi la prima generandone in fenfo reprobo , Dio che valeva un popolo fe-
dele alle fue leggi, onde nafcer doi>eJfe il Mefjidj rifolvè di procedere ad un
altra creaT^ione di huomini, ed ella fu quella, che viett de ferina nel Capi-
tolo [ h ]feguente , irt cui con difUn'ì^iórìe dalla prima diceft , chefofiero formati \
unitamente infieme ti mafchio , e la femina , prima l'uno cioè\Adarno ex ^ ^"'"^ *•
lima térrsB , e poi l' àltracioè Eva de coftisejus, collocati non miverfalmentc
nel Mando, màfeparatamentenelTaràdifoferreftre, Pofiiit euiti in Paràdifo
voluptatis, enoneoflituiti indifferentemente liberiTadronì di ogni cibo, Ecce
dedi vobis omnem' herbam , ut (ìnt vobis in efcam , md refirittiv amente con
precifo precetto , De ligno fcicntia? boni , & mali ne comedas , €on penalità ag-
giuntai alla dìffubidien^a , Inquocifrtique etìim die coniederis ex co, morte
morieris. £d infatti per prova del fuù huovofiflemà rapportava il Tereyro ,
che caino ben confapevole dell'altra genera^^ioned' huomini , uccifo ^bel, temè
l'incontro di effì , dicendo , [e] Omnis, quiinVeneriume,occrdetme,/7c/?^ é ibidemi,'
non havrvbb' egli potuta dire , fé faputù havefje , non rinvenirli altra gente
nel Mondo i che il "Padre , e la Madre; né Dia l' h aver ebbe mercato in fron-
te, ut non intérficeretcum omnis y quiinvenifief cfum, cori bandirne contro
ilprefuntoucciforelapenaj Omnis y qiri occiderit Gain , feptuplnm punie-
tnr . QMinditgli confeicma la fua folle afier'jìjóne conilfatiò deWJjlefjo Caino ^
che fé rte fuggì nelle lontane parti d' Oriente j e quivi ritrovate per Jone metà
nubili y e grandi i prefe moglie, EgrelTufque Gain à facie Domini , habita-
vit profugift in terra ad Oricntakm plagam Eden . Gognovit autem Gain
uxOFcm fuam, quje concepir, & peperitHertoch"; e rinvenute colà popola-
T^ioytt intiere di huomìni , Cain edificò una Città, Et sdificavit Givitatem,
M che certaynente non haverebb' egli potuto fare fen':^a r djuto di molti ma-
nuali i e concorrenti , e quefii efkre li difcendenti di quella prima genera-
•:^ione ribelle à Dio, creata avanti la creazione di Jldamo, la qual peffimà
profapia haveva già in gran parte riempita la terrai e la ^gione Orienta-
le di Edcni che poi co' l progrefio del tempo venne à congiungerji con la fchiat-
ta di ^damo, [d] Videntes filii Dei filiashominum, quòdeflentpulchisEi dubidtmt,
acceperunt fibi uxores ; onde adiroffi Dìo , e nel diluvio fommerfe tutta la
prevaricata prima generai^ione , rifervando neW ^rca la fola diftendenT^a
di <,ddamo , il quale intanto fi difìed primo hitomo, in quanto egli fu il pri-
mo huonio, che peccafie: Adamum^ dice il Tereyro, dici primum homi-
nem, qua rationeprimus homo peccatoreft. Così le vane idee del Prea-
damita Pereyro, che contro il fentimento univerfale di tutti li Dottori del
Ghriftianefimo, malamente diftinguendo ciò, che generalmente dicelì
nel primo Capitolo del Genefi, da quello, che più drilintamente fi riferi-
fcc nel fecondo , divide àfuo capriccio un huomo in due, e pretende ren-
S f 2 der-
Alessak. ^^^ Secolo XVII.
^^2 der menzognero S.PaoIo, che diih [a] Fa^lusejiprimus homo ^dam in an'U
3 f. Ctmt^i;^ tnamyi-pentem, cioè non ea ratione qua prmus homo eji peccator, ma pfi-
tnus homo in antmam -phentem * Oltre a che potè Adamo , allor quando Cai-
fio uccifc Abel, haver ampiamente propagata la fiia difcendenza, si per la ro-
buftezzaj e fecondità dell'hiimana natura non ancora infiacchita nelle cra-
pole, né debilitata dalle maligne influenze del diluvio, come per il corfo
dit^mpo, che annumeravafi di prefTo ù venti anni dalla nafcita di Caino
V alla uccifione di Abel ; onde Caino potelfe rinvenir in altre parti gente , e
donne, habili al lavoro, & atte al matrimonio. Così Eufebio Romano
An,i6^. nel ftio libro ^nimadverfiones [ b J in LibrumTraadamuamm , in cui à
m ^f/ù ^st"''" ^»"§o confuta quello errore : e così [e] altrove Natale Alexandro , che aper-
me^t'ipJr'i '"'"' tamentc iì prende giuoco di quefta idea. Ma la più prattica riprova del Pe-
reyro lì è l'iftelfo Pereyro,che per queftafua j non fol non applaudita , ma
deteftata infieme , ederifaHerefia, caduto in odio de'Cattolici egualmen-
te, e degli Heretici , e da mtti incìirferentemente cercato i morte , perduta
la grazia, e'ifervizio del Prencipe di Condè fuo Signore, e racchiufo nel-
i fmirorI\n.., k carccri di BrufTelles dall'Arcivefcovo dì Malìues, finalmente quindi [d]
««,1557/ portoflihumiliato, e pentito ai piedi del Pontefice, divulgando prima [e]
una lettera, ch'egli direlTe i Filothimo , qua exponit rationes , propterquas
f;4^f ìw '" /^""Sr ^Ì«^^^^^'^ fe6iam Calvini, quam ipfe profitebatur , (ir librum de Tmada»
/'./^»3. mitis, quemedideraty e doppo la lettera una fupplica [/] porgendo, al Papa
di pentimento, e di ritrattazione : f<«feor , dic'egliin ella, coram San£iita-
te veftrat tamquam coram Beo , cujus maginem San6iitas vefira gerit in
Ecclejta Dei, me non Utuijje Hypotheftm , qu^ inibì venitin mentem de pri-
mis hominibus ante ^damnm condii js , dipcrfam penitus abiifie ab opinione
" SanBorum Tatrum , necnon aberravijje à tota Orthodoxgrum Canone Conci-
iiorum j tamquam doBrma Chriflian^ fabricam de bomineUpfo, c^redcm-
pto fmdatam ftiifie àTatribus, &ConcilitsfiiperHypothefìm de yìdamo pri-
mo omnium homtnum formato, à quo deincepstotum genushumanum deriva-
tum, & prop^gatumeffet . Così egli più laggiamente in abjura eterna del
fuo errore, chermyerfava, com'egli Ikffo atteftò nella fua riferita ritrat-
tazione, li dogma del peccato oviginale, e il mifferio augufto della re-
denzione humana . E opportunamente il Pontefice , benché eccitato da al-
tro più alto motivo, publicò allora [gì una Bolla in confermazione delle
g w^««9 1 r. Coitituzioni, e Decreti emanati in favore della Concezione Immaculala
della Madre di Dio nella congiuntura, che iiam pur bora per riferire , e che
per degnamente riferirla ci convien da più nobile principio dedurne il rac-
conto, ficcome richiedela graviti della materia, e i'aliUntodellanoftra
HiPioria . , -' .
Sfntimentodc' H pcccato originale, che da Adamo commelfo ., dà noi Tuoi fi-
Padri antichi , e gli f^^ coutratto, pcr cuì egli, e noi perdcffimo la giuilizia originale,^
conc'zi'one'im^ e la grazia fantificante , così profondamente ha impreffo nella difcen^
jnact.ìata _deiia ^gnza il dcbito d'incorrtmc il reato, che ricercandone, anzi rigettaa-
Lour PoncTfi' la doue Ì Pclagiaui la propagazione co'l motivo , 7s^o« [ h ] pecsat ifle ,
dielrl"*^''^"'''"' ^^'' «^z/c/f/zr, non peccat ijie, qui genuit , non peccai ifie , qui eondidit ;
h ^pud s. .-4».': ■ per quas igitur rimai inter tot . pì <x,fidia imioccmi£ peccatum fmgulis in-
uh.z.de nuyt., o~ argìlum ? lifpofff loio brevemente , ma aroutamente Sant' A^ofiino »
iluid quarit latentem rimani y cum habeat aperti}Jima,m fanuara ì Ter unmu
hominem 3 ait ^pofiolus, per unius bominìs inobsdientiam , ait ,ApoMoli}i'^
Ouui
irò i. t^m.
Capitolo K -645 AT.F.SSAM-
Quìà qu£)'is àmplius ? Q^'id quxris apertius ? Quid qu^cris incKlcatiits ? ^^^ VII»
In modo tale che chi nafce daU'huomo, nafce co'l merco del peccato del
primo hnomo, il quale benchenel nato non Ila volontario [a\ voluntate ^ ,^f;/"^f ^J;^7
ipjìUSy come dice S. Tommafo ; egli tuttavia può dirfi volontario volm- diVnoftr'^"'^'
tate primi parentisj qui movet motione generattonis omnesy qui ex ejus ori- /"«5-4o5-
oine derivantur. Per lo che ficcome havendo Adamo generato un figho
avanti la commiffione del peccato, quelfi^lio, e tutta la di lui difcenden-
za non haverebbe contratto il peccato originale ; così havendo Adam«
primapeccato, e poi generata la figliuolanza, ella, eidileipofterihanno
irremilFibilmente contratto il peccato del loro primo Padre, dalla cui vir-
tù feminale eglino fono difcefi . Quindi furfe il dubio, & agitò l'Ange-
lico la Queftione, [b] Utrùm ft aliquis ex humana carne formaretur miracH- J^ ^^'^ '^''^^
losè , contraheret pcccatum originale^ e, Utràm fi .Adam non peccateti He-p a
peccante , filii originale peccatum contraherent ^ egli conclude di nò con la ra-
gione, perche quel corpo miracolofo [e] nonfuijfetinAdamfecundumfemi- cidtmibid.art,^,
nalemrationemy quod folum caufat tradu£iionem peccati origmalis , e il na-
to da Adamo innocente, e da Eva peccante riterrebbe la innocenza origi-
naria dal feme paterno , [d] & fecundùm hoc , fiegue S.Tommafo , /i, sAdam d uìd. art.^,
non peccante y Heva peccajìet, filii originale peccatum non contraherent: è
eonverfo autem ejjet , (i Adam pece aj^ct , & Beva non. E Noiinqueftopro-
pofitonon polfiamo certamente non ripigliar d'ideali, e difantaftici due
fucceffi riferiti da alcuni Scrittori, i quali dicono, [e] che daunafemina e z,w«t/i'<r«/ te.
di humana natura, e da un orfo fofle concepito, e nato unhuomo,che Zf^^s'/atuT.
poiviflevalorofo, e pio, dal quale derivaffe la nobiliflìma famiglia degli tib,isc.9. cr nuo-
Orfini; & altri narrano [f] che nella Parochia di UlaslaooinDovay [g] it^aJc'l]?''""
angosciando Elifabetta tra i ftenti delparto , e Ludovico RoofelfuoMari- f lu.ìovìc's Bd-
to rimproverandole con derifo gli atti fconci, ch'ella faceva, intollerante 'reTJ!*Thell' n'iu.
del rimprovero gli rifpondeffe Elifabetta, Tojjità patir que dolori , che pa.- Anun dijficutra-
tifcoio, e che morendo in quell'atto la partoriente, fopravenifle avvera- YHVJlTtl7n'"7.
ta la imprecazione al marito, al quale doppo nove mefi d'intollerabile fpa- -^'''- ^74- 'f^prejf.
fimo nel deftro fianco, cavoflì fuori da un gran taglio, che i Chirurghi gli tml"rt'!"T{o%i^.
tu
fecero, un Figliuolo, che ricevè nafcendo i'iftelìb nome del Padre . Sog- dmSocUt^.iefu
giungefi, che Ludovico pentitofi del fallo commefìfo , portafie, mentre Ti'lUr. aZ'V"^,
vifle, ungiuppon di ferro sii la nuda carne , [ /? ] morendo lafcialfe alla ^^. '^'^'''p^^^o^h,
ChiefadiUlaslaoo un podere per fondo di un Anniverfario dacelebrarfiin 'i'i^r^no ijjo.
perpetuo tempo per l'anima fua nel giorno di San Tommafo, e che tutto ^ -^'». nij-
quell'avvenimento Ci rinvenilfe defcritto, & incifo nella pietra del fuo Sepol-
cro, in cui leggevafi parimente il nome del Vefcovo di quella Chiefa,che era
A.Stollebeecke. Succeflì, il primo certamente impoilìbile, perche ripu-
gnante ad ogni ragion methodica di Filofofia; il fecondo, fé pur vero , cer- i ,?.r;;««.i s.^.Sr.
tamente miracolofo, del quale fecondo la dottrina di San Tommafo [/] '>rt.^. in/im'.
dovrebbe dirfi, che non haveflfe contratta la macchia originale, perch'egli
farebbe flato in Adamo folamente fecondo la foftanza corpulenta, ma non
già fecondo la propagazione feminale .
Dalle quali cofe , che veniam pur hora di dire , cioè del debito di ogni
nato da Adamo d'incorrere nel reato della colpa originale, hi la fua ori-
gine la Qiieftione , fé Maria Madre di Dio nel primo iftante della fua anima-
^^one nell'utero di Sant'Anna contrahefle il commun reato, onde la di
!£i Concezione dir fi debba Maculata y ò Jmmacuhta . Per la prima fen-
Sf 3 tenza
Alessan-
dro VII.
a Ffal. I ij.
b adGalat. J.
d Ibid. 5.
e Inidem,
i i.adT'tmoth.i,
g i.adCorintlì.S,
ti Etcì. 7,
64.6
Secolo XVII.
i Lie.J.
k Cant. 4.
m £ccl,2^.
tenza concorrono non pochi argomenti, & ampie deduzioni della facrà
Scrittura, che dice, [a] Omnis homo mendax , Conclufit [b] Scrìptura
omnia fub peccato ^ Omnes [e] peccaverunt, & egent glena Dety Ter[d]
unum hominem in hunc pimdum peccatum ìntravity & perpeccatummors,
& ita in omnes pertranfiit, in quo omnes peccaverunt 3 Sicut [e] per unius
delirium in omnes homines in condemnationem t (te (jr per unius jufiitiam
in omnes hom ine s in jufiificationemvit^, Unus [/] eft mediator Deij &ho-
minum Chrijìus » qui dedit femetipfum redemptionem prò omnibus , Quo-
niam [g] fi unus prò omnibus mortuusy e jì y ergo omnes mortui funt y &pro
omnibus mortuus eft Chriftusy Virum \^b] de mille unum reperi y mulierem
autem exomnrbusnon inveni: Tefti tutti , che par , che provino indiffe-
rentemente incorfi tutti li difcendenti feminalmente da Adamo nel reato
originale di lui , fé con pronta ,» e confacevole interpretazione non fi accor-
rere ifoftener la pia fentenza della Immaculata Concezione, dilucidando
ifenfi ofcuri, òdubbioii con la efplicazione dieffi, e con l'annotazione
««di 'altri chiari j e convincenti . Conciofiacofach' egli è veriifimo , che
ogni huomo è mendace, non perche attualmente egli mentifca , mi per-
ch egli pofla mentire; ficcome dicefi ogni huomo peccatore, non perche
ogni huomo pecchi , ma perche ogni huomo poffa peccare : Perloche
riducendofi l' allegato paflb al peccato originale , ben dicefi , ogni huo-
mo in eflb incorfo , perche ogni huomo ha contratto il debito d'incorrerlo,
elamacchia dihaverlo itjcorfo, eccettuatane la Vergine Madre di Dio,
ch'elfa ancora l'haverebbe incprio, fé con particolarilllmo privilegio non
ne foife fiata dall'Altifllmo prefervata. E che p^ia, e conveniente cofafia
rafferire, efferne ella fiata prefervata, può facilmente dedurfi da chi con-
fiderà, eflfer ella ftata chiamata [i] dall'Angelo Tiena di gra^^ia, con il
Signore fempre foco, ed efaltataco'l titolo di Benedetta fopra tutte le Don-
ne: il che parimente ella confefsò, allor che diffe, haver il potente Dio
operato in lei gran cofe, Fecitmihi magna y qui potens e/i, cioè non fola-
mente haverla egli eletta in fua Madre, mdhaverle contribuite tutte quel-
le gran prerogative cont'acevolià una tanta dignità, previamente, conco-
mitantem'ente, e confecutivamente con privilegi! condegni , e fingolari
della Concezione Immaculata, della Maternità illibata, e dell'Affunzio-
neglorificata. Onde in ifpirito cantarono di lei li Santi Profeti, [k] Tota
pulcbra es Amica mea, [/] Dominus pofìedit me in initio viarumfuarumy
[m] Ego ex ore oiltijfimt prodivi y quali vaticinii, benché non provmo evi-
dentemente l'intento, nulladimeno uniti con l'autorità , e propeufione
uni verfale della Chiefa, ne dimoflrano ferma la Conclufione. Chefiegua
poi la Scrittura adire, Conclufit Scriptura omnia fub peccato &c. rifpondeu
con il medefimo motivo, che tutti li Figliuoli, e difcendenti dalla femi-
nale origine di Adamo, contraflero il debito del peccato originale, & ol-
tre al debito ancor la macchia, della quale poteva rimaner tinta anche la
Madre di Dio , fé la Grazia preiervativa non l'haveffe eccettuata dalla
contrazione di eiTa. Onde i recitati paflì di San Paolo altro nonprovàiio ,
fé non che la Vergine fantiffimacomedifcendente dalla feminale origine
di Adamo incorrefle il debito del peccato originale , ma non già della colpa,
dalla quale fu ella prefervata. Né perciò quindi deducefi, che ficcome
la Madre ài Dio per privilegio non peccò in Adamo , così ella non fof-
fe redenta da Chriflo Jiella redenzione generale del mondo . Poiché fé
l'efler-
Capitolo V. ^47 AtEssAM-
l'effer redento tanto importa, quanto l'effer liberato dal male, ò dal debito ^^^ VIL
d'incorrere il male , certamente ella fiì redenta dal fno Diviniffimo Figliuolo
con una tanto più nobile redenzione , quanto più nobile < e riguardevole do-
no (ì è l'efler prefervato , che l'effere liberato dal male : perloche ben nfpon-
defi all'ultimo allegato Tefto , yirum de mille unum reperì , multerem autem
ex omnibus non inveni , cioè alfolutamentei e non ammello alcun privilegio^
mi non già condizionatamente , e fuppofto il privilegio . H qui notar con-
viene , che nella Sacra Scrittura molto maggiori tcftimonianze rinvengono
della redenzione liberativa del genere humano , che della prefervativa , con
la ragione , perche tutta la Sacra Scrittura sì vecchia , come nuova^efaltando
per fuo primario fcopo la redenzione di Giesù Chrillo , e confeguentemen-
te rapportando iempre il cafo awerfo del primo peccato di Adamo , onde
derivò la infezione à tutti li Porteti , ella intentai un tanto fine non così
fpeffo fa commemorazione della eccezione efprefla della Madre di Dio ,
come ò quando ella tutta pofta nell'enumerar le particolarità nella nafcita
di Giesù Chrifto , tralafcia quella della maternità Verginale della di lui Ma-
dre, ò quando tutta riftretta al racconto della morte, Refurrezione, &
Afcenfione del Figlio , nulla difcorre dell' Adunzione gloriofa della Madre.
E perciò à favor della Immaculata Concezione di Maria Vergine addurfi
può l'argomento addotto daS.Agoftino contro chi controverteva in quel-
la fua età la incorruzzione del di lei fantifllmo Corpo , e l'anticipata Alilin-
2Ìone di elfo, [a] Quid de Manomorte ^ qmdejus^fiumptionedicendumefi , ll'^Jùmp?.'""'
undeScripturanibil commemorati Islift qu<£rendum rat ione , qmd conveniat
verìtati, ftatque iplaveritas an^ioritas i fine qua necejiy nec valet au6loritas *
Così egli dell' Alfunzione , e così Noi per parità > ò per maggioranza di ra-
gione della Immaculata Concezione *
E quanto bene à noftro parere l'autorità della tradizione confermi
lapiafentenzadielfa, deducelì dal corfo iftelfo de'primi undici Secoli*
cioè dal tempo medefimo de'Santi Apoifoli fin'al tempo,quando da più fot-
tili ingegni , e quindi dalla Scholaftica Theologia fi propofe in controverlia
la materia. Rendelì ella molto probabile dal communconfentimento de'
primi Padri, efpreflone'loro libri, alcuni de'quali, benché apocrifi, cioè
di diibbiofa autorità in qualche loro enunciazione, nuUadimenonelpun- h ^.Pttr.Dam.
to della Immaculata Concezione parlano con termini tali , quali verifi- A'-'"^- -^^ "'^f-s-
car pienamente non fi potrebbono fenza T afferzione della Immaculata ^ll7Ì^'^tAr;>f^
Concezione. Gli atti di S.Andrea raccolti da'Preti, e Diaconi dell'Acha- ^"^'^'f-'" ] ^
ja, e communemente ricevuti [b] in fìngularem, come dice S. Pier Da- '^ dDev£.t7tl
miano , auCiorìtatis arcem , dicono , [ e ] Qjtoniam de immaculata ttr- ''J'/Z^JZ'^!^!'!'
ra fa£ius fuerat homo primus , neccffarium fuit , ut de immaculata Vir- tLJ7n"lp!jì!'ad
gine natus Chrijlus perfeEius Homovitam <etcrnamreportaret . S.Giacomo %Z''^t""l ^Lab
nella fua [d] Liturgia [e] Commemorationemagamus, egli dice, fan^liffi- ra7oc.au & card.
W4?, immaculata , gloriojijfima benedt£Ì£ Domina nojìra Matris Dei, '& ^«"T/^^T/'"
femper Virgmis Maria. Neirantichillìmo fioro/o^/w?» Cracorum , credu- e'^j/w^Lvl";?;
tocompofizione de'Santi Apofìoli, fempre la Vergine Madre di Dio [f] ì''JI^I'''^'-'^^^-p'^'
èchizm2Lta.Tanagiay cioè tutta fanta» il che dir non fi potrebbe , fé in ^'^JjVhocUhrovide
lei per qualche iltantehaveifehavuto luogo il peccato. S. Ignazio Martire ^Zr'™vw^
la predica dotata òi Santità Angelica, [g] la Maria Matre Jefu humana c-^ro^aUtan,/'
natura natura San^itatis angelica Jociata efi; né la Santità Angelica al- l///'"'iÌ,f;]!:
tronde può dirfi di diverfa condizione dalla humana , fé non perche negli ■•'*'''.
Sf 4 Angeli
Alessan- ^^g Secolo XV li.
ORO \iu Angdiellafiìfcmpre, ed è del tutto pura da ogni colpa, ciò che none,
nèbilahumana: e S. DioniiìoAreopagita fi avanzò neirefpreflìoni , eia
inalzò ad una eccellenza quali Divina, quando defcrivendo ilfuoincon-
3. s.pionjC.^^ret^ troconlei, [a'] Du6ius fuiy eglidice, ad deiformem prcefentìamaitijjìm^
imì'f' '"^'^*^'"'' yir^mìs i & tantus me , tamque immenfiis divinus fplendor circumfulfit
exteriùSi & pleniùs irradiavìt interiàs , ut nec corpus infelix , nec fpiri-
tus pofjet totms , actam atern£ fdicitatismfignm [uflinere; efiegue,re/?o/:-5
*^ qui aderat in Virgint , Dcum , fi tua Divina còncepta mente me non do-
euìfjent, hanc ego verum Deum ejje credidifiem . A quelli prjmi Dottori del
h onz.tem, x.!n ChriftianeittìK^ a22iungefi Orisene, che chiamala, \b] Di?na dimi, im-
maculata immacuLati , una umus , unica unici , CoelejUs B^gis Sponfi Do-
4efo^'ÌL'. MunUi". mus Immaculata y S.Hippolito [e] Martire, ImpolLuta , & immaculata ,
d s.orfs,ThaHm'. S.Grcgorio [d] Thaumaturg<? , Ex omnibus generationibus hac fola Virgo
{^I^ìonf!^"''""' f^n6lacorpore , & fpirituextitìt, e in altro luogo [e] Tibiy ò Maria, ni-
t ibid.ferm.ì, hil timcndum efl, quoniam a^ tu fanda, omni humana natura gloriofìor ,
ac purior, fanÙiorque es eff'e&a, ac nive quidem candidiorem habens men-
tem, quovisautem auroj quantumvis probato , purifìcatummagis corpus, &
i liid ferm.ì. altrove [/]à chiare note, Virgo inviolata, atque immaculata, e, Flos vi-
tonn'palì/^sa' ^'^ i^imaculatus , S. [g'\ Dionifio Alellandrino , Mater incorrupta , d pedi-
mofat. " '^ " bus ufque ad caput benediùia , S. Athanafio [h] Calum nunquam contamina-
h s.^tb inferm. fj^j^ y^^ nunquam confpurcatum , S. Bafilio [ / 1 SanBilììma , & Imma-
Dthara. cuUta Dommatrix no/tra, S. Gregorio Nazianzeno L^J «^ Spiritu Sancto
shtT£r!ffÌ'''7;^ f!oagmentata , & fannia flru6la , e S. Epifanio [/] con nobile rifoluzione
guflsan.i6o^.^ ' efclama, Deme adorationem à Virgine Maria, cioè togli l'adorarla per
%t'dNfm?f^m" ^^o, & omnia alia quantum ad puritatem , & fan&itatem , & immuni-
l 's.Epiph.adverf. tatcm à peccato concede : Così egli, e così tutti li Padri Greci, e Latini
coujridiancs b^r. fi^'aii'undecimo Secolo della Chiefa, co'qualià pieni voti concorre San
m s.Hìer.ftrm.dt Girolamo , chc di Maria fcrilì'e [tw] Ideo immaculata , quia in nullo cor-
^^f"^l:!^"''J'''' rutta , S. A^oftino, fw] SanUa de SanUo, immaculata de immaculato , S.
^.dc^jr^mpr. Ambrogio [oj Sanaa, immaculata, & intatta ovis , e S. Leone ip \ n-
iilùel!itciy & nalmente, S.Fulgenzio, [q] S.Eucherio, [r] e quanti hanno fcritto, e par-
r^w.' ' lato delia Vergine Maria per undici Secoli , onde comprovifi il fentimento
Nftiv!'s^afv7tì'£. commune della Chiefa avvanzaco al primo Millenario di elfa non fol amen -
q s.Fui^enrUs de tc cou gli fcritti , mi con il culto univerfale di tutte le nazioni Chriftiane.
Si'"' "'''^""" Nella [/] Spagna fi celebrava, eficelcbrala Feftadell'ImmacuIataCon-
r i. EncherìHs cczioue fiu per comandameiito , come dicefi , dell' Apoflolo S.Gi^como. Il
l>^il'Lidv!ntus. Martirologio di S.Girolamo, e di Beda nerapportanolafolenqitàfinda*
f^/miz«^//.3.r.j.' loro antichilfimi tempi. L'Ufficio [t] de'Greci riferito da S.Saba preferi--
vva[nfref<Capud vc dilf intcpreci in honorc dclU Imuiaculata Concezioue : Quello diS.Au-
^ifrtmbergh , & felmo Tccita Cujus San6lam Conceptionem celebramus in Tcrris, anche ma-
'ept!'i^[lfdife7r. nifeitatacon molte rivelazioni a'fuoi fervi, onde fogguingcfi , Cujus San-
u^ÀT'"*' ^^"^^ Conceptionem, te jubsnte, celebramus in Terris; 6c in [u] Aquileja,
f.6.&Jè<^!'"^' Francia, Normandia , &c Inghilterra con devozione celebravafi, e con
pompa fefteggiavafi il giorno ottavo di Decembre fotto il preciio titolo
ài Fefla della ImmacuIatiiConce-^ione . Cofe tutte, che rendono à noftro pa-
rere chiara credenza degli antichi Scrittori in queflo augufto mifterio , beri-
che le dubbietà, che pofcia ne infurfero, foifero poderofe per partito di
huomini egualmente dotti , che fanti .
Ed elleno infurfero negli avvenimenti, che fiamp^r hora per fog-
giun-
Capitolo V. (^49 Alessan-
giungere. Preflb la [ ^ ] metà del duodecimo Secolo la illuftre Città di Lione ^^^ ^ ^^*
111 Francia, moiraò dall' efempio dell'altre, ò dalla propria devozione, * -^«"'«'iy-
cominciò anch' ella à celebrar folenne fefta alla Concezione . Giuntane no-
tizia à Chiaravalle, ove ritrovavafi San Bernardo, fi oppofe alla rifolu-
zione de' Canonici Lusduneniì , e fcriile loro una \ b 1 memorabile , e lun- ^^- ^"■" 'Z'-,'^^'
galettera, quale nel margine li accennaper brevità di racconto, e noi che ^««««/"f^.
propoflo habbiamo di rapprefentare al Lettore il folo corfo dell' Hiftoria
lopra la controverfa materia della Immaculata Concezione, enonaltri-
mente il dibattimento Theologico fopradiefla, tralafciamo à bella porta
di riferire, ò che [e] ella non fia genuina di San Bernardo,ò che San Bernardo ^ y,^^ TietmLjU-
[rf] in eiraparlaflefolamented-lla prima Concezione, cioè del congref- dam -.ninfotm^t,
foconjugale de' Genitori di Maria, e non della feconda Concezione, cioè ''Jcnce'^'.Tx'^'i^ì.
dell'animazione del di lei Sancidìmo Corpo, ò eh' egli non irtimafle la Ver- à- j.o- c,<£^,,ciia7»
gineconceputa in peccato, ma folameute col debito di contrarlo nella in- ^«/■f""'"''* <<' '"<"'-
fnfione dell' Anima, e perciò non contradittore alla Concezione immacu- k/i'? p.fr« c^z-
lata nel fenfo , in cui ellaprefentemente fiveneraj efolocigiova replicar W«'»^-?-f-'(^-
col Baronio [e] Vorrò hxc pcrfecit Bernardus QJiicct diverfa fenjerit)utres e Bar.ann.n jd
ipfa accHratiHS examìmretur y atque defferreturad judìcium ^pofloiicaScdiSj "''^*
ubi ex Scripturis facris proditis in medium tejiimoniiSypraviis fidclmrn precibus y
Tontificiofanctretur Decreto , celebrandam ejìe hiEcclefia San£iiJJim<£ DeìGe^
nitrieis Conceptionem . Ita Bernardus in Spiritu fapienti£, & intellc6lus j at-
que confUii. Ondededucefi, che San Bernardo non fol può, ma devefico-
ftantementeriporretràpiiì zelanti propugnatori della immaculata Conce-
zione , non folamente perche in progreflb di tempo ( anche ammeflb che al-
lora egli fentiliealtrimente) mutò fentenza, come apparifce [/] con mani- iyije Frane niva.
fefta evidenza nelle fue opere pofteriori à quefta lettera;mà con molta mag- num in e ('mard»
gior prova di confeflato fentimento, con cui,fin dal tempo della fcritta lette- '^'"^''^"'o •
ra, egli dichiarò la fentenza, che prefentemente fofterrebbe , s' ei vivelTe nel
mondOiCioè quella che ò renelle, ò alla quale inclinalfe la Chiefa di Roma .
Non però non devefi allerire, che quefta lettera di San Bernardo non
ifvcglialie allora un gran rumore perla Francia, e per il mondo, efofs'el-
lail primo invito, che fufcitaife la controverfia, la quale poi per piiìfe-
coli agitoifi nelle fcuole. Poiché intimando ella guerra alla feita, e pec
bandirla impugnando l' oggetto di eflTa, eh* è la Concezione , fi pugnò per
lo fpazio di cent'anni intorno all'ufo di folenizzarla; e quindi ne' Secoli
fufleguenti fi accefe l' altra contefa intorno alla purità non folo della prima »
ma della feconda Concezione . Conciofiacofache come al fuono di una
tromba ò fi arrollanofotto le infegne li Venturieri, ò fi attruppano i Solda- '
jià prenderle armi, e d ufcir in campo à battaglia; cosi alla fama , con ^- ■\
cui rifonò la lettera di San Bernardo, &allerimoftranze> che fi iidiron fat- ,=
te da* Canonici di Lione , fi condullero molti à prendere ò l' un partito , ò
l'altro, e fi dibattè da per tutto con ardore , e ftrepito la controverfia*
Contradifl'e il primo alla riferita lettera Niccolò Ciftercienfe Inglefe,il qua-
le , mutata velie , pafsò in Inghilterra fra i Monaci di Sant' Albano , mal'af-
fetto per altri capi à San Bernardo, di cui egli, non tollerando le correzio-
ni , havcva abbandonato l' Ordine , e prefo indolfo l' habito Benedittino', e
quindi in mano la penna, efclamando in laceramento del fuo Avverfario
con detti pungenti , e mordaci [e] Firgmis animam pertranftpit dadius | ^'"Z- C'^'»''^. »'«
■non joLnmin pa/jione. FtUt, jea etiam m Coneeptioms jux contradictione^ di- intp.ji.adr.nHm
(pn. Cttitnftm.
AlfssXn- ^^q Secolo XVI L
^^^ } ^e"^efi<io egli nel medefimo tempo la Concezione Immaculata, & ofteti-
%fft/ìì!t%iùi. dendo laiama, e'I nome del Tuo Avverfario, ripigliato [a] perciò grave-
i*tr.tom.zi. mente da Pietro Abate Cellenfe, che prontamente accorre a foftenere li
fentimenti , e la lettera di San Bernardo . Con Niccolò fi unirono follenito-
ìnflrmdec^ofci^t' ^^ ^^^^^ ^^^^ inttodotta itt Lconc Riccardo [ b ] di San Vittore Scozzefe,Ca-
quemàiitt'ìll'un't nonico Regolare , foggetto di gran dottrina, e pietà , un altro Niccolò In-
c'nldrdv'^ì'nUde g^efe, anch*egli Canonico Regolare nella Congregazione di San Rufo in
Concepì. v''"g!\d Francia , poi Cardinale , e quindi adunto [ e ] col nome di Hadriano Quarto
Parum pontmia. al Poutificato, Pictto [(Ì ] Comcflore prima Cancelliere della Chiefa dì Pari-
ti P/fr.r»»K,^»^.,„ gi, e poi Canonico Regolare nel Monafterio di San Vittore, rinomato Ec-
fe^' ^»Z^r' ^^^ fiaftico per la Tua Ecclefiaftica Hiftoria , e finalmente Pietro [ e ] Cantore
pixann.i5j"s7" della Chicfa di Parigi , Dottore in quella Univerfità, e verfoil finedella
lal'dfcZ'c'pt f"a vita Religiofo dell' Ordine Ciftercienfe nell' A badia di Lungo Ponte .
Ed in fatti da sì famofa contefa altro non guadagnofli dai contraditto-
ri della fefta della Concezione, che un breve interrompimento di eflanel-
f GugUei.^ntif.o 1^ Chicfadi Parigi, prohibita [f] da Maurizio Soliac Vefcovo di quella
dorenftsi.i.sHm- Città, il quale, prefa la Concezione della Vergine per la copulazione car-
*"**^''* naie di congiungimento maritale tri San Gioachimo, eSant'j^nna,. cioè
prefa la Concezione nel fenfo della prima Concezione , non iftimò merito-
vole di culto, e di fefta queir atto, in cui concorrendo conciipifcenza,
non può egli rimaner efente da quei reato materiale, che alcuni largameii-
g s.^nftiM Con- te chiamano peccato originale . [g ] ?^o« quòd m [emine y come dice Sant'An-
«optHVtrginis , felino , fit immtiìiditia peccati , aut peccatum, five iniquità! ; [ed quia air
ip[o [emine , & tp[a conceptione , ex qua incipit homo ejky accipitneceffita-
tem , ut cum hahebit animam rattonalem , habeat peccati immunditiam .
Màin^annollìinqueftoilSoliac; e malamente apprefe, che i devoti del-
la pia ^ntenzafefteggiaflbro la prima Concezione, e non la feconda, cioè
l'animazione del Corpo immaculato di Maria, folo oggetto della loro an-
niverfaria coftumanza . E l' inganno difcifrato fé ritornare ne' primieri fen-
timenti la Chiefa di Parigi , che è ftata pofcia una delle principali foftenitrici
di quella fefta.
Dalla controverfia della fefta (i difcefe ben tofto alla controverfia del Mi-
jj fìerio fefteggiato, ed allor che[^] apriflì nelle fcuole di Parigi la gran
-vretferan.ti^o. f^^jj^^ ^jeHaScholafticaTheologia, in cui incomincioflìàdar punta, efilo
allearmi dottrinali per trafiggere più altamente gli errori dell' Herefie, fi
prefe ad agitar da que' primi Maeftri , che colà fiorivano, la Queftione
della Concezione di Maria, per avanti ò creduta univerfalmente immacu-
lata, òimpugnatafolamente nella fua fefta nel modo, eformachehabbia-
modefcrittal E diverfi furono i loro pareri, come diverfi fono gì' interpre-
ti, che li efpongono , ò contrari!, ò favorevoli alla pia fentenza . llMae-
j 5< r ^^^ [ ' ] <^^^^^ Sentenze Pietro Lombardo non par che mai agitaffe ne' pro-
tufl.i ""■^''"*^' prii termini la controverfia, &idiluiDifcepoliolfervano, ch'egli né diret-
tamente, né indirettamente parlaflé mai della Concezione paifiva della
Madre di Dio, md dell'attiva, che fiì la Concezione di GiesùChrifto; e
quando mai arguir fi vogHa , eh' egli habbia parlato della Concezione paifi-
va, egli habbia folamente conceduto in lei laobligazione, e'I debito di
contrarne il peccato, md non già la contrazione attuale del peccato : [^]
%nls2^i!,Tarl'. £>ieimus , dicc uufuo Difccpolo, quòdprtus itamundata fuit Maria in ute-
far. 4.ft 7. fo y Ut ejjet [m pcccato , foHns tamen peccare . Aleilandro di Ales bencne
polfe
Capitolo F. • S%1 Alessan-
poffaconcederfi [^Javverfoallapiafentenza della ImmaciilataConcezio- ^^^ ^ 7
ne, niilladimeno rimati tanto convincibilmente provata lafiia[^] ritratta- v^.slmm1^^".l\
zionesiì quefto punto, chen'efclude ogni contraria aflèrzione. Alberto ^//-7^«;*""'^*'""*
Magno [ e] concorre ne fentimenti dell' Alenfe , benché da' foPcenitori del- bvidl'strot.i.^. e.
la Concezione Immaciilata fene fpieghino [dym altro fenfo le parole . Pari- J"^'£/-Jj'r '•
mente S. Bonaventura : che [e] inoltratoli il primo à determinare il tempo ì.!ent.7r^.u>Ì'ì.
precifo della Santificazione dell' Anima della Madre ài Dio , par, che con- ^ ^"'' ^"">^' "'•
corra nella opinione allora corrente della Concezione maculata,benche[/] e'ì'. Bonav.in j.
dicafi , che in altre fue opere predicafle il contrario . In quefta diveriìtà di 'itipltTstlncìt
fentenze, quando pareva, che il partito di chi fofteneva maculata dal pec- cis.
cato originale la Concezione di Maria, foffeilpiùplaufibile, e di maggior
feguitOjfopravenne fortunatamente dalla Inghilterra in Francia[^] Giovan- %Scotusv;x;ts*c^
ni'Duns Scoto , che parve un' Angelo mandato da Dio in difefa della Imma- ' J.^iX^""'^""^
culata Concezione della fua Madre. Egli l'haveva difefa poco avanti nella
Univerfità di Oxford contro la impugnazione di molti , mi con molto mag-
giore applaufo di miracoli, e feguito di concorrenti horla difeìe in Parigi
nella occafione, e forma, che fiam pur' hora per foggiungere . Crefceva
Tempre piiilacontefafràScolaftici, e trattandoli la Queftione come mate-
ria appartenente alla Fede, alla quale dicevanfi opporfi quegli , che toglie-
vano la macchia originale alla Vergine , Benedetto Undecimo , all' avvifo
che n'hebbe, flimò fuo obhgoil provedere ad ogni preveduto difturbo,
ed ordinò, eh' ella fi efaminalfe in una regolata difputa inprefenza di due
fuoi Legati . Entrò Scoto in quefto famofo (leccato non fol'avvalorato dal-
la forza del fuo grand' intelletto , ma rinforzato alla grand' opera da un po-
tente foccorfo della gran Madre di Dio , quando in andando egli all'atto
intimato, & in raccomandandofi per la via ad una Imagine di marmo di
Noftra Signora, egli vddela piegar Iatefl:a, dandogli con quell'inchino
fegno iicurode'la vittoria . Confervafi ancor prefentemente in Parigi la
miracolofa Statua con lateHi inchinata, nellacui politura el la reftònlTa,
e di cui volle [/>] prenderne l' effigie Francefco Gonzaga Generale dell' Or- h ^«»»ij7?.
neFrancefcano, e poi Vefcovo, e quindi pei merito di vita fantamente
condotta propofto ne' prcceflì all' efame della Rota Romana per la fua San-
tificazione, il quale fparie per tutta l'Europa le copie di quellafigura, di
cui efib fleiTo vidde l' Originale in Parigi, notonne la fama, e compro-
vonnecoftante, e ftabile la tradizione, ì noi tramandata da lungo corfo
di tempo, & attefìatada San Bernardino di Siena in un fuo Sermone, del
quale fanno commemorazione il Pofle vino, il VVillotto, ilVVadingo, il
[ i] Labbè, e più diffufamente Bernardino [^ de Buftis nell'Officio della i LaMè dcfcript.
Concezione da fé compofto, e che ùì poi confermato da Sifto Quarto. Il l'^'^f-
Natale Aleifandro [ / ] rigetta dalla fua Hiftoria , come apocrifo , anzi falfo , Ìu!ìV,Z%\ cct
quefto miracolofofuccelfo. Mi per crederlo vero , à noi baftala fofpe- ^tpt.teif.4.»»prcjr»
zione dell' Autore, che lo nega, l' autorità de' Scrittori, che l'affermano, :%["&%oz''é^
eia venerata antichità della tradizione, che lo comprova. Hor dunque ^«^'^«"""'••jo».
Scoto intraprefa nella tenzone la difefa della Concezione Immaculata, por- \^!!t!)^n'.u'ì''''
toffi in efia da così valente Campione, che ficcome l'evento felice, òfini-
ftrod'una gran battaglia campale muta foventelo ftato d'un Principato,
così la vittoria riportata da Scoto nel narrato conflitto mutò fiftema alle
due opinioni, e l'affermativa della Concezione maculata, il cui partito
fembrava di trionfare, fcen)ò di credito, edifegtuci, e la negativa, che
da
Alessan- ^^^ • Secolo XV II.
DRO VII. ^a alcuni giudicavafi come contraria alla divina Scrittura, &alcommun
confentimento de' nuovi Maeftri, alla nuova luce , che Scoto le diede t
guadagnò in credito ,*e comparfaallavifta degl' intelletti con altro afpetto ,
allettò molti , i quali abbandonata la prima , paflarono alle fue parti , e cre-
fcendone in pochi anni à difmifura il numero, giunfe finalmente àrenderfì
vincitrice in quella nobile Accademia ài Parigi, la quale fii la prima ad
addottarla, efoftenerla. Quindi è, che fri ruttili Difenfori della Imma-
culata Concezione a Scoto viene attribuito meritamente il primato, poi-
ch' egli fu il primo, cheufcì come con regolata pugna incontro alla mag-
gior parte de' Scolaftici Tuoi Anteceflbrià difenderla, trahendofi dietro il
numerofofquadrone delle fue Scuole, che commentandone i pafll, edi-
chiarandone le dottrine, hi così ben dilucidato il fuoMaeftro, che fé que-
llo parve, che in que' principii ò timidamente difendere lapiafentenza , ò
A Scotusin-i.d.\. noncosìprolilTamentela fpiegafìfe, allor quand' egli fcrifìfe , \_a'\ Si autori-
t].u%.sAdqK^ji. ^^^^ Ecclefi£ i vel auUoritati Scriptura non repugnat ^ videtur probabile y
quod excellentius efl , attrìbuere Marine : nulladimeno per eflb ritrovanfii
tutti forniti d'arme proporzionate alla imprefa, ch'ei cominciò, ed elfi
terminarono: fé pur dirpuoiìì, che timidamente parlaffe Scoto di quello
h Sema i.^jx^. Mifterio, allorché difle, [ b] Efl etiam ibi Beata Fir?o Mater Dei y quienun-
aicnur,vei§.Hoc quamfuit inimica actualiter , ratione peccati aciualts ^ nec ratione onginalis ,
^'f" ' Quindi fi accefe gran materia di dotto litigio fri Tomifìi , e Scotiftì in fen-
tenzeoppofte; e la Univerfiti di Parigi, che concorfe incontanente nel
fentime'nto di Scoto, die gran travagli a' Domenicani, che accorfero à fo-
c Vedi il Pontif.di flener V opinione di Giovanni Montefono da noi in altro [ e ] luogo riferita >
'^IgTio.''''""^' onde qui balli rinovellarne folamente la memoria .
Mi la pia fentenza, avanti ancora i quefti fucceffi, erafi refa applau-
dita , e venerabile , fin dal tempo in cui fi dichiararono Partegiani di ella li
Pontefici Romani, e li Concilii generali , che quind' in appreflb moftraronli
Tempre inclinati al follenimentò della Immaculata Concezione. Il Decreto
del Concilio di Bafilea, il quale fé ben' illegitimo , & acefalo, rende gran
pregio alla punti immaculata della Concezione di Maria, efaltata a forza
dì verità da quegl'illelfi, che non havevano allora voce nella Chiefa di
à sp<,nd.AnnMi9. Dio, [d] Inter h£c Bajìleenfes jùknCcc lo Spendano, ne/emper malèagc-
nì'.m. {9. ' ré dici pofìent i illudboniprr^flitermt, quòd[e]declararunt, do^irinam -parie
V^'.Y^lìlafolìS'. agitatam de Conceptione Beata Firginis, qua docet eam , preveniente , &
' operante divini Tsluminis gratia fingulari , numquam aElualitCT [ttbjacuifie
originali peccato , fed^ immunem femper fuifie ab omni originali y ac a^lua-
li culpa i tanquam piam, (^ confonam cultui Ecclefiaflico y Fidei Catholica,
re5ìx rat ioni, & Sacra Scriptura, ab omnibus Catholicis approbandamefie,
tenendam , & amplcHcndxm : renovantes praterea inflitutionem antiquata
de celebrandt ejus Conceptionis Fejiivitate fexto idus Decembris cum addi-
tione Indulgentiarum . Vcrkm non hac gloria Bafìleenfìbus tribuenda , ut ab
. , iis hanc doUrinam teneat Ecclefta Catholica , aut feflivitatem ab iis ccle-
elmll'«.LUT/e- brandam acceperit , cum jam antea, ut tpfìmet afferunt , ita obf errar etur,
'Ina ^,'"""'''^' Siilo Quarto con due[/] precifi Decreti propalò al Chrillianefimo lifuoi
SI'."''* ''"^' fentimentifoprala Immaculata Concezione, Alelìandro Sello [g] conler-
p BHiia^icxyi. monne con fua Bolla ampiamente di oracoli, &il Concilio di Trento am-
ijoi. piamente dichiaro, yh ] Declarat bxcS.Synodus non ejiejua mtentionis coni-
hcondi.Trident. ^Ychendcve IH hoc Decrcto y ubi de peccato originali, Beatam & Immacula-
' Capitolo V. ^5 3 AtrssAN-
iàm yirginem Mariani £>ei Genìtricem , fed obfervaridas ejìe Con/iitiìthues ^^^ *^^^*
XyJiiTapalf^. fub posnis in eis Con/iitutionibus contentis . Qiiiadi oppugnane
do [ <x ] il Bajo nella fua fectantefima terza propofizione la Concezione '^^'^f 'V/>9«f'7.'''
Immaciilata , Pio Quinto riprovonneil contenuto con la cenfura da noi '" '"■"^'
in altro luogo riferita , e cont'ermando la Bolla di Siilo Quarto , emanonne
una[^]fimile inpiiìpreffante, e fìefa dilucidazione . E perche i contradit- j^ ^^^^^^ p.^. ^
tori della pia fentenza non defiftcvano di oppugnare il mifterio ò con inter- cenjt.tHt'.u^.
pretazioniincongrue alle Bolle, ò con fentenze poco conFace voli al com-
mune afìTeiifo della Chiefa , Paolo Quinto ilimò opportuna eofa con nuova
Bolla dar nuovo vjgore alle pairate, epublicòla celebre [e] Con-ftituzio- cBuiUr.Pai'.uv.
neI{egisTacifici, in cui diltefo il riftretto delle Bolle di Siilo Quarto, e di confin.^^j.
Pio Quinto , le convalida e circa le ordinazioni , e circa l' ampliazione delle
pene a' trafgreirori di eile , co '1 politivo Decre.to della Romana Inquifizio-
ne, riferito [d\ à lungo nel Bollario. Macon maggior chiarezza di fentl .i /iìd.coniiit.7,
Gregorio Decimoquitiito [e] prohibì, che ne meno ne 'privati difcorli al- 'xy"cÌ„fi)^,7K'''
cm ardimento prendelle di affermare, che la Béatifllma Vergine folfe fiata
concetta in peccato originale , fin tanto che dalla Santa Sede f ofTe quelV ar-
ticolo definito : quindiilifiedefimo Pontefice comanda con precetto, che
non debba ufarli altro titolo che di Conceì^ionei contro quei , che declinan-
do dalia obligazione della feftaiflituita agli otto di Dece.mbre^ la chiama-
vano Santificatione.
In quefto flato ritrovavafi la qneflione. della Concezione Ifninacula-
ta della Madre di Dio nella età > in cui fu aliunto al Pontificato Alelian-
dro Settimo , cioè fé non in iflato di definizione à favore di ella , in iffata
almeno di proffima conclufione , concorrendo nella pia fentenza le Univer-'
fità più celebri dell' iiuropà, i 'Dottori più cofpicui della Chiefa, le Con-
gregazioni erette, gli Ultìcii permeili, eciòchereca maggior fondamen-
to-alla prova , la inclinazione de' Concilii , e le Bolle de' Papi . Quando dalia-
pietà Auftriaca del Rè Filippo Quarto ài Spagna fu fpedita un Ambafciaria
al Pontefice tanto in nome fuo, quanto di tuttili fuoi Regni nella perfona
di Luigi Crefpi Borgia Vefcovo glàdi Orignela, ed allor di Piacenza, per
cui fìipplicoiìi Aleliandro con precifa iff anza à por fine alle fin allora feerie
dubbietà fu'l ponto della Immaculata Concezione , in efaltazione di un tan-
to milterio, e della fua fella; fignificando [/]: il Rè al Pontefice, cheniuiT ^^, ^^^^^ .^
beneficio, di quanti la Sede Apollolica haveva conferiti alla Spagna, fa- ^^' "" "'^'^
rebbe apprefìb que' Regnidi egual pregio à quello , che in favore di quella
caufa li confeguilfe ò' per grazia, opergiuftizia. Lunghi furono, epode-
rofi li trattati , gli efami , e k orazioni , e giunto finalmente il tempo deflina-
to dalla divina prefcienza^ [g] emanò il Pontefice Alelfandro la famofa g^.DitemiM-^s.
Bolla nel gio-rno appunto còiifeerato alla tefta della Immaculata Concezio-
ne, per la cui devozione egli, celebrato il Sacrificio, fcrifiela tutta di fua
propria mano ,• ordinandone la impreHione nel tenore, e forma, che fie-
nile . [hi • u „ ,, >•/
iioLicitAdo omnium Ecclejtarum , quam kcèt mentis &viribits longe tnt- vii.conjìn. n-i.
partSy DeiO'^timi Maximiyoluntate , & providentia gerimus , inidnos an-
xiè tenet inteutos & vigilantes y ut feandaia qu^ inter fideks prò immane
natura corruptione & fragilitat'e necefk efi ut veniant , quantum fieri potefi
pauciffima exoriantur , utquc exorta, quàm celerrimè , & quàm diligentifji-
mè amovciintur; nim iis'per qitos ycninnt certam peccati pcrmciemj qmbu^
AmsAN- ^j^ Secolo XVI t.
DRO VIL ygYÒprsientùTi préeferis afjerunt labendi pemulttm; quorum ho s prò nofirH
fajiordlis officii debito % & damnum fummoperè dolemus, & difcrimine affi-
duè urimur .
§. I. Sunè ifùtus eft Ch^i fideliunt erga ejuf Beatiffimam Matrem Vir-
ginem idaviam pietas t f&itientiMn^ ejus animam in primo incanti cre^iù-
nis , àtqu€ mfufìoms in corpus , fuifte f pedali Dei gratta & privilegio , intuttu
meritorum Jefu Chrijii ejus filii , humani generis B^demptoris ., à macula
peccati origmaiti pr^efervatam immùnem, atque iti hoc fenju ejus Conceptto-
nii fefliìfitatem folemni ritti cakntìum, C celibrantium: crevitque horum
numerus, atque hufufmodi cultus poji editasè fd.rec^ SiXto TV.lV» prade-
cejfore nofiro in ejus cammetidationem ^poftoUcas Conjittutiones , quas Sa-
c/um Cónciiium Tridentinum irmoifavit, atque obfervari mandavité *AuSa
rur/Us, & propagata fuit pietas h^c, & cultus erga Deiparam poft ere£la hoc
nomine, approbantibus I\pmatiis Tontificibus y [{eligiofum Ordinem, & Con-
fraternitates , acconceftas abiifdem indulgentias , ttaut accedentibus quoque
plerifque celebriotibus ^Aeademiisadhanc fententidm, jajotferè omnes Catho-
licieam comple6tantur ,
$.2. Et quia ex occaftone (^trarÌ£ affertioftis iti Concionibuf, lc£Ìionibus ,
conclufionibus , & a6iibus publicis, quod nempò cadenti Beatiffìmayirgo Ma-
ria fuerit coticcptacum peccato originali, oriebantur in populo ChràfiMno cum
magna Dei off enja fcandala t jurgia, & diffenfiones, recolendje memoria l^au-
lus Vapa y, ctiam pr^xdeceffor ìtojler vetuìt horum opmtonem prafat^ /ententi^
contrartam publicè docerit àuipr^edicari^, Quam probibitionem pine memoria
ùregorius Vapa xy. ftmiliter pr^decefior nojier ad privata etiam colloquia e x-
tendit; mandans infuper in favorem eiufdem fententia i ut infacrofan^oMifix
Sacrifidoj ac divino officio cetebrandis tam publicè, quàm prìvatim , tian alia
quàmConceptionis nomine ufi quicumqiK debeanté
§.3. 'hJÀhilominus , prout yenerabtles frafres Epifcopi fere omnes Hi/pa-
niarum cum Èccleftarum fuorum Capitulis datis ad nos literis expofucrunt ,
accedente etiam infìnuatione chariffimt in Chrifio fiìiinojiriThdippi earwr.dcm
tìifpaniarum l{egis Catholict, quifpecidemfuperhoc mijifad nos Oratorent
Fenerabilem firatrem Ludovictim Èpifcopum Vlacentinum , per quem etiam
delata fuerunt ad nos fuppti catione s B^-gnorum carundern Hijpaniarum y pergunt
aliqui contraria illius opmionis afjertorcs contraprxfatas probibitioiies tùmpri-
"patim, tumpublieèprafatamjententtamaut impugnare, aut vellicare , & fa-
•poremàl^pmani Tontifictbus cultut , & feflo [ecundùm illam prajiitum ita fif-
terpretari , ut frujirentur : imo Ecclefìam ì\omanam buie fententis , & cul-
fui fuxta illam Beata yirgtni exhibito [avere negant , pios Chrifiifìdeles è fua
pacifica quafi pojleffiotte deturbare conando ; unde offenftones , fcandala y &
furgia , quibus obviare voluerunt Vaulus y. & Gregorius xy. noflri pradecejio-
res, perdurant adhuc y & ex occaftone eorumdem advcrfantium ma fora bis in-
commoda in poflerum prudenter , & meritò timentur . Quapropter fttper bis
tam prafati Epifcopi cum Èccleftarum fttarum Capitulis, quàm memoratus
Thilippus B^Xy ejujquel^gnanobispro opportftnoremcdioinjian/ter fupplicari
fecerunt.
§. 4. J^os confiderantes > qftòd SanBa Bimana Ecclefia de intemerat4 ,
femperque yirgmis Maria Conceptiom ftjium folemniter celebrai, & ^pr cibi-
le, ac proprium fuper hoc officium olim ordinavitjuxta piam, dtvotam , cr
landabilem injUiutionem , qua à òiXto ly.préidieejjore nojiro tum emanavit-^
v eli u
Capitolo V. 6<% .AlESSAK-
volente fqtte laudabili buie pietati , & devotioni ; ^feflot ac cuUui jecun- ^^^ V 1 !•
dkm ìllam exhibtto in Eccltfia T^pmma poji ipfìuf fuLfus ìnfiifutionem nun-
quam immutato i ^pmanorumTontificumpradecefiorum nojìrorum exemplofa-
•pere, necnonti4eripietatem& depotionem hanc colendi & celebrandi Eeattffi-
mam Ftrgincm , preveniente fcilicet Spiritus San6ligratia , à peccato originali
praftrpatam; CHpientcftiue in Chrijiigrege unitatem fpiritus in vincnlo pacis^
fcdatisoffenfionibus , & ìurgiiSf amotif^uefcandalis, fonfervare: ad pr tifato-
rum Epijcoporum cum Ecclefiarumfuarum Capitulis , ac vfyilippi t{cgis , e]ufque
^egnorum obtafam nobis infiamiam acprefcs , Conlittn^^fs , 0" DecretaàR^-
man s Toatifictbuspradecefforibus no/irti , & prficipu^Sixto IF, Taulo F. &
Gregorio XF. edita tn favorem fententie afierentis, antmam Beata Ftrgmis in
fui creatione & in corpus ìnfnftone Spiritus Sanpigratia donatam , &à peccato
^rtginialiprefervatamfuifie, necnon^'infapé^mfffli, & cultus Conceptìoni
eiujdem Firginis Deipara fecunditm piam iflam fententiam , ut prafertur , exhi-
bitiy innovamus, é" fub cenfuris , g^ peenis ineifdcmConJìitfttionibus contentis
nbfervarimandamus .
§.5. Et infuper omnes, & fmgulos , qui pr^fatas Conflitutiones, feu pe-
creta itapergunt interpretari , utfavorem per tllas di£l£ fententi/e , &fefio,
feu cultui fecundìtm illam exhibito frufìrentur , yel qui k^nc eandem fenten-
tiam , feftum , feu cultum in dijputationem revocare , a.ì^ cont/a ea quoquo
modo direste y pel indirette , aut fub quopis pratextH, ftiamdefinibititatis
e'jus examinand<e, ftpe Sacram Scripturam , ant San£Ìos Tatresj five Do-
lores glojjandi , pel inter pretendi , denique alio quopts pr^textu , feu oc'
cafione , [cripto , jeu voce , loqui , cnncionari , traviare > difputare , centra
sa quicquam determinando , aut ajjerendo , pel argumenta cantra ea affé-
rendo, 0- infoluta relmquendo , aut alto quopjsexcogitabili modo differendo ^
aufi fuerint'. prxter poenas, 0 cenfuras m Conftitutionibus Sixti ir, conten-
tas, quibffs tUos fukjacerepolumus, &per pr^fentesfubjtcimus, etiam con-
cionandi , pubHcè legendt , feu docendi , & interpretandi facultate , ac voce
a£lipa , Ó paffiva in quibufcumque ele^tonibus eo ipfo abfque alfa declara-
tione privatoi efie poiuntus , necnon ad concionandum , publicè legsndum , do-
cendum , & interpretandum perpetua inhabilititis pcenas ipfo fa^o incurrere
abfque alia declaratione: à qmbus poMis nonniftànobisip(is , Pel à fuccefìori-
bus nojìris [{pmanis Tontificwus abfolpi, aut juper tis dtfpenfari pofjint : nec-
non eofdem aliispoenis nofiro c^ eorumdem I{omaMorum Tomificum fucccfiorum
nojìrorum arbitrio infligendi$ parifer Jubiacere volumus , prout fubiicimus per
prixfentes, mnopantes Tauli F.&Cregorii XF, fàptrius mcmoratas Conjìitu^
tiones, jive Decreta,
, 6. ^clibrosm quibus prafata fententia, feftum, feu cultus fecundùm
illumin dubiumrevtìcatur, aut centra ea quomodocumque , ut fupra^ Minuti
ftnbitur, aut legttur, feu locutiones, concignes , fratìatus , <T difputatio-
nes comraeadem continentur, pofi Vauli F. fupralaudatum Detretum edita,
aut inpojìfrum quomodolibet edenda, prohibemus, fub pcems , &cenfurism
Indice librorurn prohibitorum contentis, 0- ipfo fa6lo abfque alia declaratio-
ne prò exprefsè prohibitis fjaberi volumus, 0 mandamus, F^tamus autem
Sixtt IF, Conjìitutiontbus inhxrentes , quewpiam afkrete, quòd propter l?oc
contrartam opintonem tenentes , videlicef gloriofam F'rgincm Mariam cum
originali peciatofiiifie conceptam, hicrefis crimen, aut mortale peccatum in-
currant : cum à i^omana Ecclejia , & ab ^pofìolica Sede nundumfu crit hoc dee ir
fum ,
Aless A^ ^^é Secolo JVi L
BRO;.. V-11. y^^.^ pr-ouù nos nunc Minime decidere volumus y'aut iritendlmiis : quia potìàs con-
trariam illam opinionem hiereits , aut peccati monalis , aut impietatis dammre
audentesj pixterpanaijquibuseosfubjecit SixtusIF.aliique pradecèj^oresm-
ftrj Bimani Vontifices , grafioribus altis poenis fub'pcimus , quas in c^tntrafa"
cientes hn(c nofìne Conjiituttonifupentis infliximus .
§.7. Folentes^ quòd coltra hu]us nnflra Confiitutionis tranfgreffores , ctiam
regulares cujufvis Ordinis , e5" Inftituti , etiam Societatiijefu , (jr quom&doUbet
exemptos , & alias quafcumque Ecclefiafìicas , & facuUres perfonas cujkfcum-
que flatus ,gradus , ordinis , aut dignitatis tam Eccleftafiica , quàmfMularif , ut
prafertur y tam Eptfcopiy & Truelati fuperiores , aliique locorum Ordinarii ,
quàmhjeretica pravitatis ubique locorum deputati Inquifitores procedant, &
inquirant, atquem eos(iri6lè animadvertant: nos enim iìs, & eorum cuilibet
eontì'aeofdemtranfgrefìores procederidi , &inquirendiy ac poenis coercendi, &
puniendi liberam facultatem , & auÙoritatem iifdem auEioritate , & tenore tri-
, ..^ buimus , & impartimur , eafque , ut prafertur , procedere , inquirere , & punire
diftri^ièpracipimus , &mandamus .
- §.8. TSlon obfiantibus Conftitutiorfibus, & orditiationibus , acquibufvis in-
dultis , & litteris ^pojioUcis quibujvis perfonis quantumcumque qualificatisy &
in quacumque yetiam C ardinalatus yTatriarchali y ^rchiepifcopati , Epifcopali,
ì:^ quavis alia digmtate y & honoreconflitutisy etiam quòd cantra eos procedi,
interdici ,fufpendi,vel excommunicarinequeaty quomodolibet concejjis . Quibut
omnibus y & eorum fìngulis y etiamft prò /ufficienti illorum derogatione de eis 1
ipforumquetotis tenoribus fpecialis y fpectfica, individua, &exprefidy ac de
verbo adverbum y non autem per generales , etiam id importantes , claufulas,
mentio habenda , aut alici, exquifìta forma obfervanda foret , tenores hujufmodi
ac fi de verbo ad verbumjnfertiforcnt , praefentibus profufficienter express , &
infertishabentesy harum Jerie fpecialiter y & exprefsè derogamus , caterifque
contrariis quibufcumque ,
§.9. Ut autem hac noflra Conjiìtutìo , & pramijja omnia ad éorum omnium ,
quorum intereft , notniam congruentiùs pervenire poffmt, in virtute fanS£ obe-
dientia y &fub poena privatioms ab ingrefìu Ecclefta eo tpfo incurrenda pracipi-
vnus y & mandamus omnibus , & ftngulis locorum Ordinariis , ac eorum yicariis
fuffraganeis , & Officialtbus qmbufcumque y & aliis fingulis , ad quos quomodo-
libet fpe&aty & pertinety quatenut hujufmodino/iram Confiitutionem fingulis
fua. Dicecejìs j vel di(iri£ius pradicatoribus y &aliisy quibus expedire judicave-
rinty opportune inftnuent y & publicent y acinfinuariy &publicanfacianty ne
quts mpofierum, quoquo modo tgnorantiam de prxmijjis poffit pretendere , autfc
contrapramijjavaleatexcufare.
§.io. p'olumus, & fimilitereademauQoritatedecernimuSy & mandamus,
quòd pr£fentes litterx per aliquos ex nofìris Curforibus in B-iftltcarnm Sancii
Joannis Lateranenfisy ac Tnncipis ^p.ojìolorum , & Cancellarla ^pofloUc^
>valvis , ac in acie Campi Flor^ de Urbe de more publicentur , ■& affigantur ; qu£
f ' affixio & publicatio ita omnes & fingulos , ad quosfpetlat , afficiat'y & arèìet , ac
fi illis perfonaliter intimata fuijjent,; vjr quòd illarum tranjiimptis y etiam im-
preffis ymanu alicuìus "optarli fubfcriptis , & figlilo alicujus perfona in dignitate
Ecclefiafhca conjiitut^ munitis , eadem prorfusfides adhibeatury qux pr£Jentibus
literis adhiherctur y fojìenjXy vslcxbibitxforent,
Datmn F{pm£ apudSanÉfam Mariam Majorem y fub ^nnuloTifcatoris ^ die
^. Decembns 1 661 . TmtificatMS 7ipflr!,^4nrw Seppimo ,
Così
Capitolo V. ^S1 ^^^^^^^^
Cosi il Pontefice [ a] AleiTandro Settimo , e con le parole c^el ^^^ ■ ^^*
pio Sfondano così parimente ancor noi , [b ] l^ps fané prò ajkr- ^d^fJZfnM.'-
tione immaculatijjim£ Conccptionis Deipari^ Vir7inrs , eìufque propugna- y.icHmCard.io^n.
Uone, paratiffimt ejjemus toties vttam profmdere , fi fieri pofjet ^ qmttes .^is^ciefu.
contingeret eam in dubium revocari, Jdqueex toto animo fcribimus , &pro- ^ •^p<">^-'>»-n^o.
fitemur.
Al gaudio «niverfale del Chriftianefinw concepiito per la emanazione
della riferita Bolla [e] precede un* importuno accidente , che rattriftò e lo.^w^.iest.
egualmente la Corte di Roma, e la Chiefadi Dio. Oinfolenza, ò cafua- Serf^lfrlndi
litd, ò vendetta fi f'oire della milizia Corfa del Pontefice, alcuni di elfi affai- contro^i-^ucoru»
tarono con armi di fuoco la famiglia del Duca di Crequì Ambafciadore al- ^o'i'^"*»
iora in Roma del Rè di Francia , e malmenatine molti , e uccifo un Paggio ,
coftrinfero i rimanenti a falvarlor vita con la fuga. Il fatto fu difTapprova-
to dal medefimo Pontefice , che ordinò incontanente pronto .caftigo de'
rei . Mi il Crequì eccitando V animo del Rè à fubitaneo rifentimento , ac-
cefe un fuoco, che fé a tempo non accorreva^ ad efiinguere, haverebbe
certamente ridotta in cenere l'Italia con pericolofi/fima guerra. t'notoT
avvenimento , il cui racconto rimettiamo ad altro Autore, di cui fia pregio,
€ fcopo il defcriverlo . A noi bafi;a il dire , che canto n arfe il fuoco , eh' egli
traportolil fin nel Santuario della Chiefa , contro la quale fi armarono non
meno le armi de'Francefi, chele penne. Poiché come accorrendo anch'
eira la Sorbona a militar co'fcritti nell' efercito Regio contro il Pontefice ,
promulgò fei propofizioni, al cui foftenimento formò il Rè editti,e [,rf ] bau- ^ ^Jì^^-iI^Ìóg^
diininculcamento di oflervanza con pene formidabili agi' impugnatori di ''^' ''^""
efiì. ?\(p« effe do6Irinam facultatis , così elleno dicevano , Summum Ton-
ti ficem aliquam in temporalia I{egis Chrijìianiffimi au6Ìoritatem babere , ima
obti/iifk ftcultatem etiam iis , qui indiredlam tantummodò -poluerunt effe il-
Umfacultatem : Efe do6irinam facultatis , quòd I{ex Chrijiianiffimus nullum
omninò agnofcit , nec habet in temporalibus Superiorem prater Deum , eam-
que ejìe amiquam do£irinam t à qua nunquam recefjuraeji: Efìe do6irinam fa-
cultatis y quòdfubditifidem, & obedientiam ^egi Chrifiianiffimo ita debent,
ut ab in nullo pnetextu dijpenfari pofjìnt : Eandem facultatem non probare, ' '* "
neque probajfeunquampropofitiones ulLas Chriflianijfimi ^egts au^oritati, aut
germani! Ecdeftx Gallicana libertatibus , dr receptis m [{egno Canoni-
bus contrarias , v. g. Quòd Summus Vontifex deponere pojfit Epifcopos
adverfus eojdsm Canones : 'Hon efie do6irinam facultatis , quòd Summus
Tontifex ftt fupra Concilium Oecumenicum ; Is^pn efie do6lrmam , nec dogma,
facultatis y quòd Summus Tonti fé X nullo accedente Ecclefue confenfu fitinfalli-
bilis. Così le propofizioni della Sorbona, decantate allora da'Franccfi,
e rinnovate [ej fempre daeifi inognioccafion didifgufto controia Cor- e v,diiiPontif.cf
tedi Roma, che aflliefatta a fomiglianti querule doglianze, oramai quefte 'xTfZ^a/,//fJ,
punture rifana più co'ldifpregio, che con la cura. Del qual remedio ci "/^ ''» r.wl-
ferviamo ancor noi, che veniamo dalla riprova di elfequafi in ogni carta *""'
di queftaHiftoria.
Ma molto più hebbefi a fareinquefto Pontificato contro lifofifmi, e
li raggiri de' Janfenifti, che contro tutte le armi, e propofizioni accenna- j/|f'^^>- ^"[1"
te della Francia. Fremevano eglino al pcfo della Bolla Innocenziana, e Kinl'nriw'rco'rfò
d'addoflo procuravano fcuoterfi cotanto terribile cenfura con tutti que' i't^ii ' n^.'^j" '5"^'
ripieghi di aperta fraude, ò di fecrcta trama, che havelfe loro iiiggcrica "^ ^"" "'"*'
Tomo ir. Xt ola
Alessan- ^jg Secolo XV IL
DRO VII. òlaoftinazionedeirimpegno, ò la baldanzadell' arringo, eccitando, co»
me forieri delle loro future rifoliizioni , novità di lentenze, verfioni dili-
Vi" ''''"' *'""' '^^^» ^ norme flravagantiflime di coOumi, Precorfero [«] al loro dife-
^ ^ ■ gno quattordici lettere fcritteai Provinciali didiverfe Provincie, e perciò
à^ttQ Trovinciali 3 compofizione dì M.Pafqual, arrogantiflìmo Janfeni-
fta, fotto il fìnto nome di Ludovico Montalto, con le annotazioni diGu-
glielmo Vvendrokio , e coni' aggiunta dì un' altro piccolo trattato dell' Ar-
naud, intitolato con mendicato Autore jD//^«///rio/iÉ'sPdH/iJre«;ci. InelTe
efprimevanfi così chiare le maflìme Janfenifte, che ben diflero alcuni Ve>
^ varifis 7. St icovi Ffancefi nella cenfura , che per comandamento del Rè ne fecero , [ 6 ]
itemMs i6io. Tejìamur infuper maledicentiam , Ò" petulantiam trìbus illis ^AuBoribus ( cioè
Loro Libri Pro- il Pafqual , il Moutalto , e r Arnaud , ò Ireneo ) adeò elJefamiliarem , ut nulli
bibiti. homiìium conditioni par canti exceptisjanfemjitSy non Summo Tomificiy non
Epjfcopìs, non I^egijttonpracipuis B^gni adminiftratoribus , non f(icr<& [acui-
tati "Pariftenfi , non I\eltgiofis famtlits . Ideòque Itbrum ( cioè le accennate
lettere Provinciali ) efje dignum poeria famojis libellisy & H<ereticis àjure
e i4.oa,6r.i66o confutata. Edin fatti fiì il Libro per man di Boja [r] brugiato nella Piazza
d6.Sfp em(,'.i6i7 di Parigi . Alla fentenza di Parigi precede [d] il Decreto della Inquifizione
& 2i.w4«x.i(jjy. ^iRoma, che con le lettere Provinciali condannò una puzzolente farragine
di altri molti libri Janfenifti. Ma fu più lìrepitofala condanna della ?ra^«-
i^ione del Mejjale /^om^wo fatta in lingua Francefe dal Voifin, traviato Dot-
tore in Theologia, che pretefe d'infamar dì Janfenifmo le pagitie ftefle
en.Dtet >.b.i66o. degli Evangelii di Chrifto, Il Clero di Francia [e] prohibilla fotto rigo-
roliflìmepene: ma oftando altri àqueftagiufta prohibizione, i primi por-
tarono il loro ricorfo all' oracolo del Papa , che con una Bolla in forma di
Breve terminò la conteftazione , e la lite delle parti. Conciofiacofacher
avveduto Pontefice fcorgendo da lungi la torbidezza delle intenzioni in
chi giàmactiinava la fovverlìone della Fede, accorfe con pronto rimedio al
£„// ^,,^. VII male, eprimaconfiia[/'JBollaprohibìla verfione degli accennati Mefl'ali,
co>",. i^.?2. u- eh' ecli nella fua Coftituzione chiamò paT^^iia; e pofcia con altra [g ] fomi-
ibv Confi i 8 gliaiite riprovò alcune cenfure emanate dalla facoltà Parifienfe contro mol-
lo./»»» lóój*^ • té ptopolìzioni, qii<£ ad Romani Vontificis , O- Sedis ^pojiolica auBorita-
tem , lEpifcoporum ]urifdi6lionem , Tarochorum munus , Trivilegia à Sanala
Seae lomcefìa , dijpenfationcs ^pofiolicas , a^ionumque moralmm t^egulam
pertinent i & ali£, qu£ & graviffimorum Scriptorum ati6ìoritate, & perpe-
tuo Ccltholic or nmu fu nituntur» Cosi le parole della Bolla» Intanto a fin che
• i fedeli fapelfero, a' quali eglino attener fi dovellcro fra le tante diverfe
" opinioni della Morale, ftranamente ftravolta da' moderni rinnovatori del
Chnftianefimo, AlelTandro ne fece nndiligentiifimo efame, epublicon-
h n, St^ttmbrh ne due [Z^] Decreti , co* quali condanno quelle , che apparvero allora
i6tfj.ViS.itf4rf// piùnocevoli, acciò la mai feminatazizania non s' inferirle negli animi de'
*^'^^* popoli Chrifiiani, U ali' impreflione del falfo accorrelle prontamente la
dilucidazione del vero . Ea'ecconed'amendneil tenore ne' differenti gior-
ni, che habbiamo accennato .
• Propofizioni „ ^ Anfìiflìmus D. N. audivitnon finemagno animifui mcerore, com-
fmTro vfì ^^"^ » ^ plures opiniones Chriftians difciplinse relaxativas , & animarum
*" ^° * >, permcieminferentcs, partimantiquatasiterùm fufcitari, partim novi-
„ ter prodite i & fummam illam luxuriantium ingeniorum licentiam ia
. - dies
Capitolo K S^§ Alessan
Jfesmagis excrefcere, per qiiam rebus ad confcientiam pertinentibiis ,sv^^^ y li-*
modus oppinaadi irreplìt alienus otnninò ab' Evangelica fimplicitate, „
Sanftoruraque Patrum doftrina, & quem fipro red:aregula fidelesin „.
pravi fequerentur, ingens erupturaeffet Chriftianse vitse corruptela. Qua-
rc , ne uJIounquam tempore viam falutis , quam fuprema veritas Deus ,
cu)us verbain a^ternum permanent , ardam efle definivit , in anin- amai
peraiciem' dil'aiari , feu vcriiìs perverti contingeret; Sandifilmus D. N. ut
oveS'llbicreditasabejurmodiff>ariofa, lataque, perquamitur ad perdi-
tioiiem, via, proPafl:oraIifoli<:itudineinretì:amfcmitamevo'caret, ea-
riimdeni opinionum examen pluribus in Sacra Theologia Magiftris , &
deinde Eminentiflìmis , & Reverendiflìmis DD. Cardinalibus contra
ha:reticam pravitatem Generalibus Inquifitoribus feriò commidt: qui
tantum negotiumftrenuèaggreffi, eiquefedulòincumbentes, &matu yy
rè difcuilis ufque ad hanc diem infrafcnptis propofitionibus,- iUper una-
quaqiie ipfarum fuafuff ragia Sanditati Tua? fingillatim expofuerunt.
1. Homo nullo unquam vìtx fuse tempore tenetur elicere adum fì-
dei, fpeiy &charitatis,ex vi pr^eceptorum divinorum adeas virtutes
pertinentium'. „
2. Virequeftrisaddtiellumprovocatus, poteflillndacceptare, ne ti „.
mi Jitatis notam apud alios incurrat .
5. SententiaalTerens, Bullam Coena? folùm prohibere abfoliitionem
hxreds, &aliorumcriminum, quando pubiicafunt, & id non deroga-
re facultati Tridentini, in qua de otcultis criminibus- fermo eft, anno
1529. r8. Julii in ConfiftoriO' Sacrai Congtegationis Eniinentifs.Cardi-
Qalium vifa , 6ctoIerataeft.
4. Pra:lati Regulares poffunt in foro confcientije abfolvere quofc.um-
que farculares ab h^erefi occulta , & ab excommunicatione propter „
eamincurfa.
5 . Qiiamvis evidenter tibi confliet , Petrum effe hsereticum,.non teneris
denunciare, lìprobacenonpoflìs.
6. Confeliarius , qui in' Sacramentali Confezione tribuit Poenitenti
chartam poftea kgendam, in qua ao Venerem incitat,. non cenfctur
folicicalVe in ConfeUIone , ac proinde non c'ì; denunciandus .
7. Modus evitandi obligationem denunciauda;foiicitaticfi:'s eft, fifo-
licitatusconHceatur cuni iblicitante, hicpote.l ipfum abfolvere abfque
onere denunciandi.
. 8. Duplicatum ftipendium potefi: Sacerdos prò eadem Miffà licite ac-
cipere, applicando petenti pattern etlam Ipecialiiiìinam frudusipfimct
celebranti correfpondentem ; idque poft Decretum Urbani Vili.
9. Poft Decretum Urbani poteft Sacerdos , cui Milfse celebrando
traduntur, peraliumfatisfacere, collato illi minori iìipcndio, alia parte
ib'pendii fibi retenta .
. IO. Non eit contra )uftitiam prò plunbus facrificn's ftipendium acci-
pere , & facrificium unum ofFerre . Ncque etiam eft contra fidelicatem ,
etiamfipromittampromiirione etiam )uramento firmata, danti ftipen-
dium, quòd prò nullo alio ofteram .
II. Peccata in Confeffione omifTa , feu oblita ob inftans pericii-
lum vit£e, aut ob aliam caufam, nontenemur :n fequenti confezione
e^xpcimsre . „,
; . ' " Tt 2. Mendi.-
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AiEssAN- g^Q Secolo XVII.
DKO Vii» j^ j 2. Mendicantes pofllint abfol vere à cafibus Epifcopis refervacis , noe
obtentaad id Epifcoporum facilitate .
13. Satisfacit praecepto annua: conFeilìonis , qui confiteturRegulari
Epifcopo prxfentato , fed ab eo injuftè reprobato .
14. Qui facic conf'eflioneni voluntariè nullani , fatisfacit prarcepto
ti
3i
„ Ecclefije.
„ 15. Pcenitens propria audoricate fubflituere (ibi alium poteft , qui lo
31
3>
9>
co ipfius poenitentiam adimpleat .
„ 16 Qui Benefìcium curatum habent, pofllint fibi eligere in Confefia-
rium fimplicem Sacerdotem non approbatum ab Ordinario .
17. EfttiGitumReligiofo, vel Clerico calumniatorem gravia crimina
de fé, velde fua Religione fpargeremmantem, occidere, quando alitis
modus dcfendendi nonfuppetit, uti fuppetere non videtur , ficalumnia-
tor fit paratus , velipfi Religiofo, vel e) us Religioni publicè, &corani
„ gravifliffiis viris pr^dida impingere , nifi occidatur .
18. Licètinterticere falfum accufatorem, falfos tefìes, acetiam Ju-
dicem, 2 quo iniqua certo imminet fententia, fi aUa via non poteft in-
y, nocensdamnum evitare,
» 19. Non peccat maritus occìdens propria audoritate uxorem in
7, adulterio deprehenfam .
5, 20. Reftitutio à Pio Vr impofita beneficiatis non recitantibus non
» debeturin confcientiaante fententiam declaratoriam judicis, eò quòci
yy fitpcEna.
yy 21. Habens Cappellaniam coHativam, autquodvis aliudBeneficiuni
9, Ecclefiafticum, fi fludio literarumvacet, fatisfacit fuse obligationi, Ci
3, officium per alium reeitet.
5, 22, Non eft contrajuftitiam Beneficia Ecclefiaftica rron conferre gra-
3i tis, quia collatorconferensilla Beneficia Ecclelìaftica, pecunia interve-
5, niente, noncxigitillampro colbtione Beneficii, fedvelutiproemolu-
y, mento temporali, quod tibi conferre non tenebatur,
5, 25. Frangensjejunium Ecclefise , ad quod tenetur, non peccat mortali-
5, ter , nifi ex contemptu, vel inobedientia hoc faciat , puta, quia no n vulc
3, fefubjicereprscepto.
y, 24. Mollities , fodomia , & beflialitas funt peccata ejufdem fpeeiei
„ infimo?, ideòque fuflìcit dicere in Confeffione? feprocurafi^ polUitio'-
„ nem.
„ 25. Qaihabuit eopulam cumfoluta fatisfacit Confeilìonispr^cepro,
j, dicens, commilfi cum foluta grave peccatum contra caftitatem, no»
59 explicando eopulam.
y, 2<5. Quando litigantes habent prò fé opinìones ^eguè probabiles, poreilr
j, Judexpecuniamaccipere prò ferenda fententia in favoremuniusprse alio,
y, 27. Silibcrfitalicujusjunioris, & moderni, debet opiniocenferipro-
y, babilis, dum non conftet , rejetìam effe àSecic Apoftolica tanquam
:,, improbabilem .
„ 28. Populus non peccat , etiamfì abfque ulla caufa non- recipiat le-
„ gem à Principe promulgatam .
„ Quibus peraòiis , dum fimilium propofitionum examini cura, &
j, ftudium irapenditur, intereà idem Sanàifilmus, re mature confiderà-
„ ta,f^atuic, Ócdecrevitjpr^edidaspro^poiicionss, & unamquamque ipfa-
runij
Capitolo V. 5^1 Alfssa^J"
mm, ut minimum tanquam fcandalofas , efle damnandas , & prohi „ ^^^ ^^^'
bendas, (ìcuteasdamnat, acprohibet, itautquiciimqiieillas, autcon-
jtinòtim ,aiit divifim docuerit, & defenderit , ediderit, autdc cis etiam di-
fputativè, publicè , aut privatim tradaverit, nifi forfan impugnando , ip-
fofadoincidatinexcommimicationem, àquanonpoflìt f prcecerquam „
inarticulomortis ) ab alio qiiacumque etiam dignitate fulgente, nifià „
prò tempore exiftente Romano Pontifice, abfolvi. „
Infuper diftridè in virtute fanda; obedientia? , & fub interminatio-
ne divini judicii prohibet omnibus Chrifti fìdelibus cujufcumque con-
dltionis, dignitatis , ac flatus, etiam fpeciali , & fpceialiffima nota
dignis, ne prasdidas opiniones , aut aliquam ipfarum ad praxim de-
diicant.
C' AndiflìmusD.N. poftlatum decretum die 24. Septembrisproximè
k3 elapfi , quo viginti odo propofitionesdamnat^e fuerunt; exami-
natis fedulò, & accurate ufque ad hanc diem infrafcriptis aliisquadra-
gefimum quintnm numerum implentibus, per pinres in Sacra Theolo-
gia Magifìros , acperEminentillimos, &Reverendiflìmos DD.Cardi-
nales adverfus hxreticam pravitatem Generales Inquifitores, eorum fuf-
fragia fingillatim fuper unaquaque ipfarum audivit .
Propoiìtio 29. In die jejunii , qui fsepiùs modicum quid comedit , etfi
notabilemquantitateminfinecomederit, nonfrangitjejunium.
50. OmnesOfficiales, quiinRepublica corporaliter laborant, funt
excufati ab obligatione jejuaii, nec debent fé certificare, an laborfit
compatibilis cum jejunio .
51. Excufanturabfolutè à prajceptojejuniiomnesilli, qui iter agunt
equitando, utcumque iter agant, etiamfi iter neceffarium nonfit, &
etiam fi iter uni US dici conficiant .
32. Noneft evidens, quòd confuetudo non comedendi ova, & la-
dicinia in Quadragefimaobliget .
55. Reftitutio fruduum ob omifllonem horarum fuppleripoteft per
quafcumque eleemofynas , quas antea beneficiarius de frudibus fui bene-
ficii fecerit .
34. Ili die Palmarum recitans Officium Pafchalé {atisFacit pnxce-
pto.
35. Unico Officio poteft quis fatisfacere duplici praicepto prò dÌQ
pr^fenti, &craftino.
^6. Regulares polìunt in foro confcientis uti privilegiis fuis , qux funt
exprefsè revocata per Concilium Tridentinum .
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die funt rcvalidat£E .
38. Mandatum Tridentini fadum Sacerdoti facrificanti ex neceflìta-
te cum peccato mortali conficendi quamprimùm, eftconfilium, non
prjEceptum .
59. Illa, pmicuh, quamprimùm j intelligitur, cum Sacerdosfuo tem-
pore confitebitur.
40. Ed probabilis opinio , quse dicit , effe tantum veniale ofculum ha •
bitum ob delcdationem carnalem , & fenfibilem , qiìx ex ofculo oritur ,
feclufopericuloconfenfusulterioris, àpollutionis.
41. Non eft obligandus concubinarius ad ejiciendam concubinam, „
Tomo ly. Tt 3 fihsec
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Alessan- gg^ Secolo XVI L
DRO VII- jj fi ha?c nimis utilis eflet adobledaraentiim concubfnarii, vulgo, regalo ^
„ dum deficiente ilio, nimis; xgrè agerec vitam , & alia? epiilx t^edio ma-
„ gno concubinarium afficerenti oc alia famula nimis difficile inveni-
„ retnr .
„ 42. Licitum eft mutuanti aliquid ultra fortem exigere , fi fé obliget ad
^ non repetendam fortem ufque ad certum tempus .
„ 43. Annuumlegatumpro anima reliftum non tiuratplus, qudm per
„ decemannos.
„ 44. Qupad forum confcientia: , reo corredo , ejufque contumacia
5, ceflante, ceCfant cenfura .
„ 45. Libri prohibiti , donec expurgentur , poflunt retineri, ufque
„ dum adhibita diligentia corrigantur .
3, Qurbus mature penfatis , idemSandiilìnuisflamit, acdecrevit, pra?-
„ didas propofitiones , & unaraquamque ipfarum , ut minimum tan-
„ quam fcandalofas , effe damnandas , & prohibendas , ficut eas dam»
„ nat, ac prohibet: ita, ut quicumque lllas , aut conjundim, aut di-
„ vifim docuerit, defenderit , ediderit , aut de eis etiam difputativè,
„ publicèautprivatimtradaverit, nifi forfan impugnando, ipfofatìoin-
„ cidat in excommunicationem, i qua non poiiit ( pra»terquam in'arti-
„ culomortis ) ab alio, quacumque etiam dignicate fulgente, nifi apro
tempore exillente Romano Pontifice , abfolvi .
Infuper diftridè in virtute faadje Obedientix, & fub interminatio-
ne Divini Judicii prohibet omnibus Chrifl:i fidelibus cujufcumique con-
ditionis , dignitatis , ac flatus , etiam fpeciali , & fpecialiflima nota
dignis, ne prsedidas opiniones, aut aliquam ipfarum ad praxim dedu-
„ cant.
Cosile propofizioni della Morale condannate da Aleflandro* Mi non
perciò fi compofero li Moralifti , e cominciarono à fortemente difputa-
re nellaUniverfità diLovanio circala (ufficienza della attrizione in ifcan-
cellamento de' peccati nel Tribunale della Penitenza , concludendo,
e publicando come errore graviflimo la opinione commune delle fcuo-
le , che bafti ia femplice attrizione per ottener da ConfelTori l'af-
foluzione de' peccati , efiendo che fia ella fufficiente all' intento
neir efercizio del Sacramento accennato della Penitenza . Di quefta
:ifcJTa c"ntr^ materia gii altrove [ <i ] a lungo parlofii , quando ella venne in di-
tone, e l'Attru fcorfo tra Padri del Concilio di Trento. Ma non ballando ad efii l'Ora-
»
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Bfuo Decreto
circa
Vvldi\i ro%rif.d, colo di quello venerato Concilio , fu d' uvopo al Pontefice Aleflàndro
^Ì"^"r-^^&d7'hlc rinuovarne la validità del Decreto con altro [ b] Decreti? della Sacra
re^vfuFr.Jinro Inquifizionc in quefto tenore ; SS, D.ls^. Alexander Tapa Septimus ami ac-
Tn^Zo" /air,'-- ceperit non (ine gravi animi marore Scholafiicos qmfdam acriùs, nec.abfquo
'scruti ù ' Dc'i'r,- Fìdelium Jcandaio Inter fé contendere i an illaattritio, qua concipiturexme-
narum&ctap.-j. ^ gg^^nn^ ^ exdudcns voluntatem peccandt cum fpe venia, ad impctrandam
b s.MartUiùST. gratiam in Sacramento pcenitentne requirat infuper aliquem a6lum dile£tioni$
Dei : afferenttbus quibufdam , negantibus aliis , & mvicem adverjam fen^
tentiam cenfurantibus . San&itas Sua enixè cupiens pacts vinculum tnter fi-
deles fervavi y omnemque jcifura fomitem extinguerCy auditìs votis EE, FJ{,
DD, Cardlnalium adverjus Htereticam pravitatem Ceneralium Inquiftto-
rum, net non DD, Confultorum, & Qiialijicatorum 5. Congregatwnis , hoc
pYAifenti Decreto m vntnte fan£ia Obedientia, & fub alns p^nis excommu-^
nicationis
Capitolo V, 6(5 5 Alessan-
nkationislat£ fententia buie S.Sedi refervat^y aliifque pcenis ejufdem S. Se- ^^^ \ IL
dts arbitrio taxandis , prMtpit cun6lis ^ & fmgulis fidelibus j quocumque gra-
du, ac dignitate, etiam Epifcopalìj & majori , imo & Cardinalitia fulgen-
tibuSi ut ft demceps de materia attritionis pr£fat£ fcribenty -pel ItbroSy ani
fcripturas edetit y vel daeebunt , vtl pradicabunt , -pel alio quovis modo Pce-
nitentes, autScolaresy cceterofque erHdiem , non audeant, alicujus Theologi-
€(€ cenfura , alteriufve mjtirne , aut contumelia nota taxare alteram fenten-
tiamy fivenegantemneccjjitatem aliqmlts dile^lionis Dei inpr<£fata attritione
ex mctugebenniC conceptay quiC hodie inter Scholafìicos communior videtur ,
five afierentem di£i£ dile6iionis necejjitatem y donec ab hac S. Sede fuerit ali-
quid hac iure definittim. Statuitque praterea Decretum hoc j feu illius exem-
plum adVahas&c. Mi furono qiicfte contefe di Theologi, dopo le quali
fopravennero maggiori delli Janfenifti .
Condannate da Innocenzo Decimo le propofizioni di Janfenio, li par- 3 vedi u Ponti/ j-
ziali di effo riceverono, come [a], Ci diffe , la Bolla, e la condanna, mi ^""l'i^o!^'"'''^'
Gonlareftrizione, che le propofizioni quivi condannate né fi ritrovavano Antonio AmauJ,
neir.X«^«^in«^ di Janfenio,. ne le haveva proferite Janfenio nel fenfo con- ^ "e ree qua ua.
dannatadal Papa , màin altro fenfo Cattolico , che habbiamo di fopra fpie-
gato . E tanto eglino fi oftinarono nel foftenimenro di quefto fallace fubtcr-
tugio, che oramai non correvano per la Francia altro che libri dinotanti
il loro affunto , & altro non udivanfi , che difperate vociferazioni, che
era fiata condannata una Herefia imaginaria , non mai né fcritta , né af-
ferita da Janfenio. Capo di quefti maligni fazzionantifecefi Antonio [^] b yinàs\^rri^<ior
Arnaud, chiamato da un [e j Autore il Theodoro dilslejìoriay il Giuliano t„l'!d-7mocer,[<,
di Telagioy eV\Arnaldodeir ^bailardo , daun'Eminentifiìmo [rf]Scrittore x.tom.^.pag.6ì-ì^
Quebmavo^ difenfore di Janfenio, a cui Theofilo [e] I^aynaudo per unintiero difefadTiLBliu
■polumeinfidta fatto nome di Arnaldo di Brefcia rifufcitato in Tarigiy e di cui '(^Sanaampar.ì..
il Jurius Miniliro Hollandefe , chiamato anch' eflb da un [/j moderno Con- 'i^'clrdM ^gH-r-
troveriìita, Terpetuus dcclamatory & pfeudopropheta y defcrive a lun^o li ""^'A-f^-
coltumi, e la condotta nel libro da elio compolto, & intitolato, Inge- de bicipiti EaUfi.
nium untomi Arnaldi, Di lui, e del fuo Maeftro l' Abate di San Cyrano f°ff rS'j cron^^-r-
teftiftcò gran reità in punto di morte Ottavio de Bellagard Arcivefcovo m^^'Tn J^illt.
di Sens, in vita protettore deili Janfenifti, ma che in termine dieflaper lff\^lff"Ì^'
ifgraviodifuacofcienzalafciò alla Chiefa, & al Papa il giudizio [g\ più T/^oV [ìL'l'pU
Tero, che di loro formato haveva, eie gravifUme ragioni, che loYorza- 'J'-'^I'q'''""""^"^*
vanoafofpetcarediqueftafazzione. Mi il Difcepolo forfè più empio del "' '^ '
Maeffronon ufcì prefentemente la prima volta contro la Chiefa, màmol-
to prima egli haveva inalzata bandiera contro il Pontificato Romano .
Egli fu il capo di coloro, che con cento libelli vollero farpafiarela Cofti-
tuzione di Urbano Vili. 7«c?«/?/(?«f/ prima per fuppofta, e poi per furretti-
zia: edavvengacheAlelfandro Vili, come fi [/j] dirà, condannairequefta i> vedi a fontìfji
propofizione', non perciò l ' Arnaud perde ói animo , anzi in una delle fiie ul- fjjflf'" ^'^^^'
time opere, cioè a dire nella nona parte delle difficoltà propojie al Signore
Steyaert, fenza punto paventare la fcommunica vibrata dalla mano ApO'
ftolicainqutl Decreto, ha di bel nuovo foltenuto, che l' accennata prò-
polìzione non è né falfa, né temeraria, e che in (uà vece il Decreto, che « f* uyacint»
la condanna, è egli obretti zio: egli fu, che dikk[i]idtradu:(iione di Mons f,'}-^'^^^^^^^^
condannata prima da Clemente [ f^] Nono, e pofcia da Innocenzo /'•'<r;^//''f s»-
Undccimo come temeranam, damnofam » à vulgata cditione difformem , àlnc'^^'.'xli'^'X
Tt 4 cr/irti-
Alessan- g^^ Secolo XV IL
DRO VII. ^ fjYriplicium offendicula continentem ; e nulladimeno egli nell'Apologia,
che ne divulgò, ha ofato di fcrivere, che quella è una tradw^one fedelijjp-
mai & efattìffima del nuovo Tefiamento diGìesùChriJlo: che gli occhi mede-
fimi deW invidia non trovano nulla da riprenderci con ragione : e che non bà po-
tuto ederella attaccata fuori che per wcT^ie, e per tmpertinen':^ : egli fu l' As-
tore della propofizione, che S.Tietroy e S.Taolo fono due Capi della Chie-
si vedtUPcntif.d: /^> difefa da lui anche dopo [a]\z Pontificia condanna: egli non pago
/»n»a«i«A'.rM- di difiibidire alla Coftituzione, che horhorarif'eriralll, di AleffandroVII.
r-^.tfj». g trarfi dietro la contumacia di tutti li fazzionanti, giunfe a trattarla di
Violenta , e di Tirannica y come quella che con ingiuiliflìma ufurpazione
fi arrogava fopra gli altrui fentimenti un potere oltre ai confini della Pa-
palpodeftà: egli pafsò a fpacciar per Hereticitutti quelli, che credeva-
no eflere nella Chiefa un'autorità di tal fatta, e tra quelli era fenza dub-
bio il Pontefice Alelfandro, che l'haveva pratticata : e conchiufe, che
la fcommunica lanciata contro i fuoi, che havevano rifiutato dì ricever-
la, era nulla, e calla avanti Dio, e che fé ella haveva qualche forza , l"
havevafolamente per ricader SLÌ la teftadi chi l'haveva fulminata: eglifiì,
che tra con la fua, e con le penne de' fuoi adherenti con infolenza' mag-
giore invertì lapodeftà infallibile della Santa Sede , animando co' fuoi eii-
com) coloro, che la sferzavano . E perche non fi creda, ch'egli fopra
ciò cangiafl'e tenore, ed animo, due anni prima della fua morte l'hàcomT
battuta "alla fcoperta anche in ciò , che d attiene al diritto, & al jus m
queWanona parte delle ci/j^co/f^ da noi di fopra accennate : egli fu, che in
unafuafamofa lettera non fol mantenne, che le proporzioni condanna-
. te non erano neìV^Augufiinus di Janfenio, né condannate nel fenfo da lui
intefo, ma nel medefimo tempo avanzò una dieflepropofizioni, eia di-
fefej onde per l'uno, e per l'altro capo fii calfato dalla Sorbona ed egli,
e tutti coloro , che non vollero (ottoicrivere la di lui condanna , e quindi lla-
bilito in perpetuo, che ninno potelfe in quella grande Univerfità afcen-
deread alcun grado, fé non havefle prima fegnato il Decreto della con-
dannazione della dottrina, e della perfona dell' Arnaud: e ciò ( foggiun-
b B^rd: he. citar S^^* T^] nell'allegato Bordone) fi olferva fino al giorno prefente in tal
ca^.uiKB^.Sìs, rigore, che volendo dottorarfi nellafacoltà un fuo Nipote, figliuolo di
un Miniftro distato, echiedendo in graziadipoter condannare ladottri-
nafolamente, e non la perfona del Zio, non potè giammai impetrarla ;
ed egli finalmente fui' Autoredi tutte quelle mabgneprocedure, che an-
davano direttamente a rinverfare, quanto fi andava edificando, & a ferire
mortalmente il valore della Bolla Innocenziana, e l'autorità del Pontefi-
ce. Alle inique procedure dunque delli Janfcniftì, che dafe medefime fi
tiravano feco dietro l'horrore, e'ibiafimo d» tutto il Mondo, opportu-
c^nn.iis<^. namente [c]fopragg!unfe al Papa una calda iftanza de' Vefcovi France-
fi, con la qualclofupplicavanoa darruitiniotaglio alla teftadi queft'Hi-
dra, cherecifainuncapo, feracemente hon ida , ripullnlavaincontanente
in un'altro. Fu quello non eccitamento, m.icermine delia rifoUizione di
Aleflandto, chefcorgcndoiì obligatoarofi-ocarnellagoladelli Janfenifti,
edell'Aniaud tutte le mal difpoitc, e da no» riferite interpretazioni, in
rifpf fta ai Vtfcoviemnnò una nuova Coftituzione, in cui repercotendo
con mano A.)OiloIica su lagran piaga di quel parato, rinnovò tutte da ca-
decelibri > e fi efpreiie in termini così chiari , che chiù-
pò kcenfurede'Prcc
fé ogni
Capitolo K 66% Alessan^
fé Ogni adito aU'efpofizioni maligne, né lafciò agli avverfarii altro rico- ^^^ ^ ^^*
vero, che fotte le ali della temerarietà, e tra le braccia della contumacia,
dichiarando m precifi termini , che le cinque propofizioni erano fiate ellrat- J^^'Jlro ^f r'f^c^
tcdairc/^/^^?wy?i««^diJanrenio, e condannare dalla Sede Apoftolica nel fcnfo n'ifì»""
intefo dal detto Autore . E perche la oppofizione,che dalli Janfenifti fi diede
d quella Bolla , pofe in campo come una nuova difputa , ove prefentemente
fi raggirano tutte le pretenzioni di ellì , necefi'aria cofa riputiamo foctopor-
ne diftintamente il fenfo al Lettore, acciò quindi meglio comprcndafi l'in-
tendimento di effa.
^d Sanfl^m [a] Beati Tetri Sedem , <& imiverfalis Ecclefìx regimcn, in- =• Bidi.^Ux.vir.
fcrutabili Divina providentia difpofitione , nidlis no/iris fuffragantibus me- is^iiT^' '
ritis eve£ii , mhil nobis antiqmus ex rnuneris noflri debito efk duximus ,
ijuàm ut fantÌA: fida nojir^ , ac facrorum dogmatum integritati tradita,
nobis à Deo pote/ìate opportune confuleremus ; ac licòt ea , qux ^pofiolicis
CQnfiitutionibus abundè fuerint definita ^ nov£ decifionis , five declarationis ac-
ceffione nequiqu.im indigeant^ quia tamen aliqui publiae tranquillitatis per^
turbatoresnlaindubium revocare ^ vel fubdolis interpretationibus labefaÙare
nonverentur i ne morbus ifie latiàs di^agetur^ promptum xApojiolic£ authori-
tatis remedium cenfuimus non efie differcndum .
1. I. Emanava ftquidem alias à fel. recor. Innocentìo Tapa X. Trxde-*
ecfore nofiro Conftitutio , declaratio , & definitio tenoris , qui jequitur , vi'
delicct . Innocentius Epifcopus fervus fervorum Dei . Univerfts Chrifii fi-
delibus falutem , (jr ^pojioUcam benedi£lionem . Cum occaftone impref-
fionis libri y cui titulus Cornelii Janfenii Epifcopi Iprenfis , inter alias ejus
opiniones orta fuerit , pr^ferti'n in Galliis , controverfia fuper quinque ex ■'
illis, complurcs GaUiarum Epifcopi apud nos infieterunt , ut eafdem pro^
pofitioncs nobis oblatas cxpenderemus , ac de unaquaque earum certam, <& . '" '
perfpicuam ferremus fententtam. Tenor vero prafatarum propofitionum ejìt r
prout fequititr . Trima. ^liqua Dei prcQcepta hominibus jujlis volentibus ,
& conantibus fecundiim pr<iefentes , quas habent vires , funi impoffibilia^
deefi quoque illis gratia , qua pofjibilia fiant . Secunda . Interiori gratile
in flatu naturile lapfe nunquam refìfiitur. Tertia. jLd mercndumi & dcme-
rendum in jiatu natura lapfne, non requirttur in homine libertas à neceffitate^ '• - -
fed fufficit libertas à coazione . Quarta . Semipelagiani admittebant prce-
vemcntis gratili interioris mccjjitatem ad fingulos aUus , etiam ad initium
fidei; & m hoc erant h eretici , quòàvellent eam gratiam talem efie , cui
pofjet humana voluntas refifìercy vel obtemperare . Quinta . Semipelagia-
numefidtcere, Chrijium prò omnibus omninò hominibus mortuumcffet aut^.
fanguinem 'udifìe*
§. z. T>{js qmbus inter multiplices curas , qu£ ammum nofìrum a/Jì-
due pulfant , illa in primis cordi eji, ut Ecclefta Dei nobis ex alto commip
fa purgatis pravarum opinionum erroribus tutò militare, <& tanquam navis
in tranquillo mari y fedatis omnium tempefiatum flu^ibus , ac procellis , fe^
cure navigare, & ad optatum falutis portum pervenire pofjit . Tro rei gra-
vitate coram aliquibus S.I{.E. Cardtnalibus y ad id fpecialiter fepiiis congrega-
tisi à pluribus in Sacra Theologia Magijìris , eafdem quinque propofitio-
nes , ut (upra, nobis oblatas , fecimus ftngillatirn diligenter cXaminari ^
eorumque fuffragia tum voce , tum fcripto relata mature confideravtmus >
eofdemque Magijìros , variis coram nobii aBis Congregationibus , prolixè
fiper
AtEssAN- ^55 Secolo XVI f.
V li* fuper eifiem , ac fuper earum qudìhet dijjerentes , audivimus . Cum aw-
tem ab initio hujufcemodi di/cuffianis ad Divinum implorandum auxilmm
multorum Cìmftifìdel'mm preces, tum privattm, tum publkè indixìfiemus ;
pofimodum iteratis eifdem fervemiàs , ac per nos folicitè implorata Sancii
Spirkus affì/ientia , tandem Dipìno Tslumim fallente adinfrafcriptam det^emntus
decLarationem , & definitioncm .
§.3. Vrimam pmdt6larum propofttionum : KAlìqua. Dei pr^cepta homìni'
bus ìuflisvolentibuty &conamibi4S t fecundum prcefentesy quas habcntviresy
flint impojjibilia i deefi quoque tllis gratta, qua pojjibtlia fiant : Temerarìaniy
impiam i blafphemam, anatbemate damnatam y & ÌMreticam declararrjus,
dr uti talem damnamus . Secundam : Interiori gratin in fiatu natura lapfe
tìunquam refìfiitur: Hareticam declaramus , & uti talem damnamus . Ter-
tiam : ^Admerendum, & demerendum in flatu naturie lap/a non requiritur in
hominelibertas à neceffitatey fed [uffictt libertasà coa&ione: Hxreticamde^
claramusy & uti talem damnamus . Quartam : Semipelagiani admittebant
pr<£venientis gratin interioris necejjitatem ad fìngulosa^us etiam ad i/ìitium
fideiy & in hoc erant hiereticiy quòdvellent eam gratiam talem efiey cui
poffet humana -poluntas reftftere , yd obtemperare : Falfam , ^ h^reticam^
declaramus y & uti talem damnamus . Qutntam : Scmìpelagianum e fi diccr
re, Chriftum prò omnibus omninò h omini bu s mortuum efie , autfanguinem fu-
dijje : Falfam , temerariam , fcandalojam , & intellcÙam eo fenju, ut Chrt-
ftus prò [dute dumtaxtat prmdelìmatorum mortuus ftt , impiam , blafphe-
mam, contumeliofam , divinte pietati derogantem y & hicreticam declaramusy,
& uti talem damnamus.
§. 4. Mandamus igitur omnibus Chrifli jìdelibus utriufque fexus , ne'
de di£ìis propofitiombus fentircy dosere y predicare diterprafumant , quàm-
tn hac prafcnti no/ira declarationcy & definii ione continctur y fnb cenfurìs y
& poents cantra hareticos , <^ eorum fautores in jure exprijfis , Tr.tcipi-
rnus pariter omnibus Tatriarchis y ^rchiepifcopis , Epifcopis , aliifque loca^
rumijrdinariisy necnon haretica pravitatis-Inquifitoribus y ut contradi5ÌoreSt:
CiT rebelles quofcHmque percenfu^aSy (^ poenas pr^di^ìas y c^teraquejurisy &■
fa6li remedia opportuna, invocato etiam ad hoc ( ftopusfuerit ) auxilio bra^
chii fiCcularis y omninò coerceant , & compefcant. l^on. intendentes tornea
per hanc declarationemy & definitioncm fuper pr£di5iis quinque propofitionibus-
faElam y approbare ullatenùs alias opiniones , qu^e contmentur in prcedióio li-
bro Corneln Janfeni. Datum B^mje apudSan£ìam Martam Ma]orem anno In^
carnationis Dominici millefimoquinquageftmo tertio, pridièKaljmiiiy Vomì-
ficatns nojìri anno nono-,
§. 5. Cum autem , ficut accepimus , nonnulli iniquitatis filii pradi&as
quinque propofitiones , rei in libro pradiBo ejufdem Cornelit Janfenti non
repeririy fed fi5ìè y Ó" prò arbitrio compofitas ejje y vel m fenju ab e odem in-
tento damnatas non fuifie, aftcrerc magno cum Chrijii jidelium- fcandalo non.
teformtdent .
t^. 6. 'HoSy qui omnia y qua hac inre gefìafunt y fufficientery &' attentò
perfpeximus y ut potè qui ejufdem hinocentii Tnedecefioris jufu, dum adhuc
in m'moribu» conjìitutiy Cardj,nalis munere funger emur , omnibus illis con-
grefjìbus interfuimus y in quibus ^pofiolica authoritate , eadem caufa difcuf-
faefly ea profetìò diligentia, qua major defìderari non pofiet y quanicumque
diibitationem Juper pnsmijjìs m pùjkrum mferre volente s y ut omnes Chriffii
jìdi:L&
Capitolo V. (J^ry Alessan-.
fideles in ejufdent fìdct unitate fé [e contineant , ex debito nofìnVafioralis ^^^ ^"'
offìcUi ac matura deliberatione , prainfertam Innocentii Tradecejjoris noftri
Conjiitutionem y declarationem y & definitionem, harum ferie confirmamus ,
approbamusy &innoyamuSy & quinque illas propofìtiones ex libro prame-
moratiCornéUtJanfemty Epifcopt JprenftSy cui tttulus ejì y sAugufiinus y ex-
cerptasy ac infenfuabeode Corneltojanfenio intento damnatas fuijTe , de-
claramuSy & definimusy ac uti tales y inufta fcilicet eadem finguiis nota,
qu£ in pr£di£ia declarationcy & defìnitione unìcuique illarum ftgillatiminuri'
r«r, iterùm damnamus , ac eumdem librum f^pè di6it Cornelii Janfenii ,
cut tituiusy ^uguftinusy omnefque alios tam manufcriptos , quàm typis edt-
tos y & ft quos forfan impvjierum edt contigertt y in quibuspnediBaeiufdem
Cornelii Janfenii doèirina utjupra damnata defenditur , vel ajiruitur , aut defeu-
detur^ <& aflruetur , damnamus itidem , atque prohibemui . Mandantes omnibus
Chriftifidelibus, nepr£di£lam do6irinam teneantypradicent , doceant verbo , vel
in fcriptis exponant yVel interpretentitr publicè yVelpriì^atim ypalam vel occulte
imprimant , fub panis , & cenfuris cantra Hareticos in jure exprejjis tpfo fa6io 9
abjfque aliadeclaratione , incurrendis .
§.7. Tr^e€ipimus igitur omnibus Venerabilibus Fratrìbus nofirisTatriar-
chisj TrimatibuSy Metropolitanis y ^rchiepifcopis y EpifcopisycaterifquelO'
€orumOrdinariiSy ac haretide pravitatis Inquifitoribus , ac Judtcìbus Eccle-
fiafiiciSi ad quospertinety ut pr^einfertam ejufdem Innocentiil?r£deceJ}bris Confìi-
tutimemy declarationem yac defìnitionem,juxta prafentem noflram determinatio-
nem ab omnibus obfervarifaciant , ac inobed'entes , & rebelles pradiBis pcenis ,
aliifque juris , &faBi remediis , invocato etiam , fi opusfuerk , brachiifjscularis
auxilio y omninò coerceant.
Datum F{omie apud SanBam Mariam Majorem ^nno Jncamationrs Domini'
Cig millefimo fexcente fimo quinquage fimo fextOy decimofeptimo KaL '^ovem-
briSyVontificatus IS^ofìrianno fecundo.
Così la ftrepitofa Bolla di Aleirandro contro chiunque negaffe le pro-
pofizioni inferite nel libro di Janfenio , ò il loro fenfo intefo da Janfenio ♦
A un tanto colpo , che recideva dalle radici il mal nato virgulto del Jan- g/ìlnxedciujau"
fenifmo, fi oppofero per altra parte li Janfenifti ; e quei, che fin allora fi lenifti.
erano diportati con qualche freno di riverenza verfo il Vicario di Chrifto ^
interpretando bensì le propofizioni condannate, ma non mai negando l'
autorità del Giudice nel condannarle , con temeraria baldanza fi fcagliaro-
no allora e contro le une , e contro l'altra , e ripigliando il Giudice egual-
mente, e lafentenzaefclamarono, ^Agitarfi la quejiione fopra una materia
di fatto , quaVera yje le propojì'S^ioni (ì rìtrovafiero , 0 nonft ritrovaftero nell'^u-
guflinus di Janfenio y e fé Janfenio le havcfìe afìerite tn fenfo hereticale, ò
Cattolico : nel che non apparire alcun punto di fede , ma unfolo articolo di
fatto y cioè adire y quel cbehaveva ò fcrittOy ò f entità in materia di gra-:^ia
un Dottor particolare della Chiefa : onde inferivafi ò ingamiarfì il Tapa , ò
efiere egli ingannato in cofa non rivelata dalla S. Scrittura , non difcujja
da'Conciliiy non afierita da' Tadriy e che dipendendo tutta da un fempltce
fatto y non ammetteva infallibilità di fenten';^a y ò incontrovertibilità di afjer-
•:^ione; Hglino allegavano antichi efempii, e pieni di e/fi le e arte dell' Eul<-
fiaflica Hifioria : Conchiudevano , tal njpolia non ingiuriofa alla Catedra
diSanVietroy & approvata buona dagl'ilieffi Scrittori Cattolici y i quali nel
riferire fomiglianti fatti , non per tiò furono mai da vernn fatti rei d'imvg'
reii':^
Alessan- ^^g Secolo XVII.
DRO VII. Yen\a ver/o V autorità deVonteficì, e molto meno d' errore contro la fède'*'
Così eglino, che quindi ritornando al loro primieio adunto, rendevano
inìbelli due Coftituzioni Pontifìcie la Innocenziana, e rAlefTandrina, col-
ludendo la prima con la interpretazione delle propofizioni , la feconda con
la incompetenza del Giudice. Quefta dottrina, ch'era fpecialmente infe-
gnata dai Vefcovi di Angers, d'Alet,diPamiers, e di Beauvois, fatti Capi
della fazione, cominciò prima àdideminarfi per la Francia con la voce, e
poico'fcritti, e talradiceineirafiffe, che, benché fuppreffa dalle penne
de'Cattolici, ne rigermogliarono fempre con perniciofa fecondità per fet-
te Pontificati li virgulti .
Riprova delle lo- Mìuoì, chc habbiamo la penna in iTiano , non tanto per riferir l'Here-
ro addotte ragio- ^^^ quanto pct ifcuoptir le fallacie degli Heretici , non habbiam cuore
di paflar'oltre, fenza rivolgerli almeno ad elfi, e dire: Come? Le propofi-
zioni condannate di Janfenio non ritrovanfi elleno ndV ^ugi^Jìinus di Jan-
, . „ r feniò? 'Nec fa] m Tanfenio, necinullis ejus dtfenforibus extantì" Dunque,
qfMis in defcnf. fé cosi e, di prello cento trenta Velcovi della trancia, quegli ottantacin-
Ì4i/f«. Q^wQ^ che denunciarono ad Innocenzo Decimo le cinque propofizioni , e
profetarono apertamente, ch'elleno erano tolte dal libro pofihumo di Cor-
nelio Janfenio già Vefcovo d'Ipri , ò fcrilVero come fentivano, e ferono tut-
ti ignoranti , ò non fentiiono come fcrilTero, e tutti menzogneri ? E quali al-
tri furono i motivi degli fconvolgimenti per dieci anni nella Francia avanti
laCoftituzione Innocenziana, che quelle propofizioni, dalli Janfenifti me-
defimiconfeflate di Janfenio, e in Janfenio? Come poi doppo la Bolla ne^
garle in lui contro la confeflìone propria, contro il fentimento di tutti li
Dottori della Sorbona congregati in tante Allemblee, contro il parere ài
tutti li Padri della Chiefa Gallicana, anzi della Europa, contro le giurate
aflerzioni de'Cenfori di Roma , contro le autentiche teftificazioni in folen-
ne giudizio con Apoftolica autorità ài due Papi , contro il filenzio compro-
vativo di fette loro Succelibri , fol perche il Pafqual , e l'Arnaud con fermez-
za di voce, & intrepidezza difaccia in faccia a tutta la Chiefa per mezzo di
b s cpr. in Uh: de publìchc fcritture sfacciatamente atteftano , Quelle propofiT^ioni nec in Jan-
i'anit:àe'vt(ri^» fenio, nec in ulLisc'jHsdcfenforibus extare ì [b] H<ic efi fumma deH6lt , efcla-
merebbe certame!ite contro elfi fin dall'Africa S.Cipriano , nolle agnofcercy
quod ignorar e non t)oj]is. Ma a che andar tracciando autorità, e maeftà ài
Dottori, quando li medefimijanfenifti hanno refa chiara al mondo la evi-
denza fieli ad -1 ratto ? L'Arnaud nulla pena ad atreiìare, che la prima delle
cinque propofizioni fi è quella ( ondelealtre, come da fonte, originano)
^//^'''«/'r^'^"''''''* ^^^^^"J^'^^'-'"^^'-^'^^^^'^^' ^^^'^^^ [^J 'Propofltionum prima i cujusuniusver-
' """^ ''' ba apu'd Janfemumreperiuntur . Quefia di lui confefiione della prima pro-
pofizionedeveneceflariamente portarlo alla confellìone delle rimanenti:
poiché s'egli è vero, chedaqueiiaprima vuol farfi il giudizio delle altre,
le quali hanno con la prima sì ftrettaconnefiione, che quando quefta fi fta-
bibfca, non rimanga più altra lite per le rimanenti, ritrovandoli ella per
confefiione di lui ndi'u^/z^^/if/iwr di Janfenio, nonpolfono le altre non rin-
venirli nel medefime libro, ondela prima fu efiratca. E s'egli nega cotal
illazione, noi fenz'altra prova lo conduciamo a mano avanti Y^ylugufiinus
medelimo di Janfenio, edaprendogli il Capitolo decimoterzo del libro
terzo de tratta Salvacorisy co'ldito^in guida così gl'indichiamo il contrq-
yerrofeiitimento, Hicc omnia pie nijjimè, fcrive adverbum Janfenio nel ci-
tato
Capìtolo K 66g Alessa>t
tato luogo, plenijjìmè(]ue demonftrant nibilejje m S.^ugujlìni doSlrina cer- ^^^ *^-*- •
tiusy ac fmdatius , fjudm effe pracepta^u/damj quje bominìbusnontantkm
infidelibus i exc<ecatis, obdtiratts y [ed fidelibus quoque , & juflis , volenti-
bus , conantibus y feciindimprjefemes , quas babcnt, vires , funt ìmpoffìbilia:
deefie quoque gratiam , qua fìant pojfibilia: hoc enim S. Vetri exemplo y aliif-
que multis mamfeflum eji , qui tentantur ultra qiiàm pojjìnt fujìinere . Hor
quefta non è la medefima in proprii termini condannata da Innocenzo? Di
pili ritraggali l'Arnaud alquanto indietro, che troverà nel Capitolo, vige-
fimoquinto del fecondo libro , che cosi fcriHe Janfenio , Hxc itaque^e/i
veraratioy &radixt cur nulla omninò medicinalis Chrt(ìi gratta effe£lu fuo
careat-y [edomnìsefficiaty ut volmtas velit, (& aliquid operetur . Chi dice
dunque , che ninna grazia medicinale è mai priva del fuo crfetto, vuol dire ,
che à niuna grazia , che fi conceda alla natura caduta, mai fi refifte. Hor
quefta è delfala feconda propolìzione condannata da Innocenzo. Si palli
oltre, e fi rivolga il fefto libro, ivi fi rinverrà il titolo del Capitolo fello,
che così dice. Duplex necejjìtas ^ugujìino , coaóiiontSy &ftmplex: ilUy non
hac, repugnatlibertati; e quivi egli lungamente dichiara la femplicenecef-
fità diftinta dalla violenza. Hor non fa qui di bifogno di molta Theologia
per intendere , ch'ella fia la iftefiìifima propofizione cenfurata in terzo luo-
go dalla Bolla Innocenziana. La quarta propofizione percofia dagli ana-
themi d'Innocenzo , ella è affermata da Janfenionel Capitolo fefto del libro
ottavo in quefto tenore, Itaque Maffdienfium opinionibus y & ^ugujìini do-
Urina diligentijjimè ponderata y certum^ & indubitatum debere efie fentio ,
quòd Mafjìlienjes pratcr pnedicatmiem y atque naturam , veram etiam , at-
que internam , & a^lualem gratiam ad ipjam etiam fidem , quam bumancs
yoluntatis , ac libertatis adfcnbunt viribus , neceJJ'ariam effe fateantur : in
quefte parole fpiegafi aperia la prima parte della propolizione dannata :
ecco le altre, per cui dichiarafi la feconda, In hoc ergo proprie Mafjilienfium
errorfttusefi y quòd aliquid prirmeva. libertatis reliquum putam y quoyjìcut
^dam, ft voluijjety poterai perfeveranter operarì bonum , ita lapfus homo
eredere poftet, fìvetlety ncuter tamen fine interioris gratin adfutorio , cujus
ttfusy "pel abufus relt&us efjet in uniufcujufque arbitrio , & potefìate . La
quinta in fine delle propofizioni dannate non fi ritrova ella nel terzo libro
di Janfenio in quefti precifi termini ? "^ec enim juxta do£lrinam antiquorum
prò omnibus omninò Cbrijius pafìus y autmortuusc/iy aut prò omnibus omni-
nò tam generalitcr fanguinem fudity cum hoc potiùs tamquam errorem àfide
abhorrentem doceant ejle refpuendum ; e poco apprelfo , Tra primi generisi
hominibus y tamquamyeris ovibus juis y vero populo fuoy tamquam abfolutè
falvando , fernet ipfum dcdit , ac tradidit ..... non prò cateris, qui àfidcy & cha-
ritate d<;fiùentes , in iniquitate moriumur . Così egli , Son dunque delfe-
in Janfenio le propofizioni condannate da Innocenzo ? Quanti hanno fcrit-
to fu quefta materia, nonfinifcono di ammirare la fronte durifiima degli
avverfarii, che doppohaver per tanti anni foltenute al cofpetto del Cielo v
e della terra quelle cnique propofizioni , come dottrina di Janfenio , udito
lofcoppiodelfulmine Vaticano fcefo ad incenerirle, che mutato non fo-
iamente linguaggio , màfiftema, dicono con refrattaria oftinazione, T^o»
mai h averle adente Janfenio. Cofa invero, che merita la obbrobriofa ceti*
furadiS.Agoftino, che dille: [a] Q^ii fé dtcìt fcirequod nefcit y temerarius lif^^^JniH'"''^'
eji; Qui fé negatfcire quodfeit , temerarius efiy ingratus » & impius ,
Mi
cS
ici
Alessan- ^^q Secolo XV I L
DRO VIL y^^ paliamo al fecondo punto. Sofigi ungono' fi Janfenifti ciò che at
altro propolTto fcrifle S. Agollino, [ a ] Fa^ias non efl inverbis, ftd in
a identiè.i.foji^j-^fjj'j^^ . g Jicono,. tc cimjue propt>ft7^ioni ò non rinvenirli nellihro dijanfemo, ò
fé pur elleno in qualunque modo vi fi adocchiano , certamente non ejjer ejle
quelle, che vengono condannate dalla Bolla . Conctojiacofathe , eghno fog-
giungono,, le propofjT^ioìii di Janfcnio haver due feti fi, uno apertamente He-
retico, l'altro Cattolico , ilprimo alieno dalla mente di lui, it fecondo prò. rio di
b rw;;/ Pon^.dì lui^ come noi habblanrio altrove [^J diffufamente fpiegato . Ciò fuppofto,
^'i^ni^.x,to.^.pag ^a\[xio concludono , cfjcre fiate dal Tapa condannate le cinque propojì'sijo-
nì nel fenfo alieno, enongiànel proprio di Janj^nio; ed iiv vertono, t/>e //
primo non. era di Janfenio, ma di Calvino , e perciò da tjji appellar ft fenfo
alieno, & heretico, quale mali'2^0 fornente dar fi. potrebbe à quella propoft-
'3^one, che ella perà in fé non ha, fé ben (i intende. Tali erano ii fentimen-
tideili Janfcnifti,, fimili a quegli antichi di un feguace di Prifcilliano , di
Hierdtfcrbt. cuidilfe S. Giiolamo [e] Mie ufque hodie à nonnullis Guofiic^ Hcerefeos ac-
''^' cufatHr , defendentibus aliis, non ita eum^ [enftfk, ut arguttur . Mi dicali
ingrazia-, avanti la Bolla Innocenziana in qiial fenfo pigliavano li Janfe-
niitile cinque propofizioni, per cui tanto rumore fecero, e tante contro»-
verfiefufcitatono' nella Francia, in Roma., e per la Europa?' Certamen-
te non nel primo, chiamato unitamente da tutti fenfo heretico, fopia il
quale non cadeva dilfenlìone alcuna fra luna parte, e l'altra. Dunque tutta
laquefìione avanti la Bolla aggirava^ fu'l fecondo fenfo,. dagli uninonam^
melfo perCattolico j e dalli Janfenifìi foftenuto per deflb. Hor come
avanti la Bolla tuccaia difficoltà conlìflevanel valore del fecondo fenfo, di-
tutte le difpute era egl'il (oggetto, e l'oggetto, di tutta lalitelofcopo; e
poidoppolaBolIadice(ì-,"ch£lacondanna cadde fui primo, e non fu'l fe-
condo? Sul primo fenfo tutti caminavano d'accordo, né per la dichiara-,
zionedielfo fi fece alcuna ilianza avanti il Tribunal fupremo di Roma ;
come dunque fi vuole, chelafcntenzadi Roma colpilfe il primo fenfo ,..
chenondibattevafi, e lafciaife incarto- il fecondo, ch'era il nodo della.
qucftione? Qiial Giudice richiefio di una fentenza, dehnifce ciò, che da-
gli Attori non Ci addimanda , e doppo Io firepito de'contradittorii , e del-
le confulte decide il certo ,. e lafcia indecifo il controverfo ? Il coftume
della Chiefaé egli fempre fiato di condannar le propofizioni nel fenfo pro-
prio, ch'elleno fanno. Perii Janfenifli il fenfo proprio è il fecondo ;
dunque elleno fono fiate condannate, dalla Chiefa nel fenfo fecondo . Ol-
tre àche dichiarandofi heretiche le cinque propofizioni, vengono effe à.
dichiararfi heretiche 5 enonaltrepropolìzionidiverfe: màfefi foflero di-
chiarate heretiche. nei primo, e non nel fecondo fenfo , farebbonfi di-
chiarate heretiche non effe propofizioni, ma altre diverfe di fenfo alieno *
dunque fi fono dichiarate heretiche non nel primo fenfo , ch'è l'alieno , mi
nel fecondo, ch'è il proprio.. Quefie fono dimoftrazioni invincibili , poi-
ché il negar, che le cinque propofizioni fiano dichiarate heretiche nel
fenfo di Janfenio 5 fi è un negarle dichiarate heretiche nel fecondo fenfo ,
nel quale convenivafi dalle parti, eiiec d^^^o il fenfo di. Janfenio: dun-
que fi è un negarle dichiarate heretiche nel fenfo proprio , ch'efle fanno ,
e in confegircnza è un negare , che le cinque propofizioni fiano efie
" le dichiarate heretiche. Màìafcianio l'altezza de' fillogifmi aifpeculativi ,,
edifcendiaiì:io nella òafia arena, fopra cuihabbiamfempregiofirato dai
Capìtolo V. Sq i Alessan.
parìHiftorici. Certamente Janfenio hùegli fcritto non con caratteri Ci- ^^^ y*^*'
nefi, nècongieroglifìciEgizziani, mi in lingua latina commnne à tutti li
Dotti, e bench'elegante oltre allo Scolaftico, niilladimeno intelligibile ^
e chiara anche alli mediocremente intelligenti: Limedefimi Tuoi fcgiiaci ,
prima che le di lui fentenzefoflero dalla Chiefa fulminate, ne riconofceva-
no n proprio fenfo, e'I foftenevano come Cattolico : Hor come così pre-
fio l'hanno obliato? Comeqneftoprimaerailbuon fenfo di Janfenio, ed
hora, che lo veggono condannato, dicono, ch'è il fenfo heretico di Cal-
vino ? Forfè la Chiefa condannale propofizioni nel fenfo , che malignamen-
te ad elTetìpuò dare, òpnr nel fenfo in cui élleno fonano ? Se così foffe,
caderebbe certamente tutta l'autorità ài que'Canoni, percuidannanfile
Hcrefie , rimanendo incerto , fé le propofizioni ferite dagli anathemi deb-
banprenderfi nelfignificato, ch^elleno hanno, ò in altro, incuipoflfono
eftorcerfi da un'interprete maligno. In fomma il fubterfugio dellijanfe-
niftièvano, e debole, ovunque fi aggiri ; e, come dice [a] un moderno ^ q;^^.^
Autore , Tutto è in falvo per la Bolla , e per la fede , tutto è m ruma per la ca- linTiudiMaVeù
lumia, e per /' errore, purché folo fi rifletta , che il fenfo di Janfe-[^^"f^''/"^^'*'*^*
ìlio , e il fenfo proprio delle pro^oftT^ioni condannate , fono una medefìma. ""*•"' ^"''
cofa,
Miilterzopunto, clie pare il più forte, fi è appreifò noi il men for-
nito di ragioni, e il più debole di prove, cioè che il Pontefice Alelfandro
Settimo nel decretare. Le cinque propo(ì^ioni vjìere mferrte nelV oiugujiinus
di Janfenio, e cenfurate da Innoceni^o nel fenfo intefo , fignifìcato dall' auto-
re , procede da Giudice humano , foggetto ad errare , ed haver egli errato ;
londe la di lui fenten'T^a, come data fopra materia di puro fatto, cffer capa-
te di riforma, e come appoggiata fopra fatfi rapporti , bifognofa di emenda-,
Cosìi'Arnaud, e tutti li Janfeniiii . Ma eglino fono i mentitori, €noa
ingannati , ò ingannatori li Papi . Fors'effi fteifi non portarono le loro iftan-
ze al Pontefice Innocenzo per un giudizio irrefragabile, infallibile, e divi-
no? E come hora dichiarati eflì rei , ripigliano il giudizio di quel Tribu-
nale da loro ammelfo, e da loro voluto, per cenfurabjle , fallibile, & hu-
mano ? In un loro libro Anonimo intitolato , S^£ fìt ^ugnfìinì, & ejus do-
Brindi auSloritas ili Ecctcfia , nelfoglio appunto centofettantnno, non di-
cono eifi quivi, 'Xon minor eli m ^Sede sApofiolica docendi potefias , quàm
rcgendt; e, Utramque violar, & mancamefficit, ac debilem, qui dividit ,
aut minus audiendum cenfet B^manumVontificemdocentem, quàmimperan-
tem , & docendo nnperet , ì:^ imperando doctat? Or come nella gran dot-
trina, chelaSedeA-poftolicainfegnaalChriftianefiiiiO, e nel gì an coman-
do, che à lui fa il Vicario cu Chrii'to Aielfandro Settimo, obligando li fe-
deli i credere, che le cinque propofizioni fiano nel libro di Janfenio, e
condannate nel fenfo intefo , epretefoda Janfenio, fi ritirano dairafferto,
negano il con felfaco, e rendono debole, emancal'una, e l'altra podeftà,
da eifi prima foitenuta per venerabile, efacra? Nonèegli quello un in-
correre malignamente nella tacci a di temerario , e nella ioff^czione di Here-
tico? L'iftelib Janfenio non infegnovvi, ò mal configliacijanfenilti, che
quella verità è (tata non fola.nenteammella, ma confefiata da lui, allora
quandoeghfottopofetutcilifuoilibrial giudizio della Santa Sede, e im-
pofe agli efecutori dell'ultima fua volontà, che da lei ne attendelfero la
cenfuraper foilenerli, correggerli , ò condannarli ad ogni cenno deiia Ro-
mana
Alessan- ^rj^ Secolo XVI I.
DRO vii. manaChiefafiiaMaeflra, e Madre? Non ha meftfere òì argomenti, ove
eimedefimo apertamente (e ne dichiara. Mi comein paifaggio dicafi j il
Vicario di Chrifto in terraèegliilmaeflro della Fede, l'organo dello Spi-
rito Santo, il medico iiniverfale della Chiefa per il regolamento di effa?
Certo che sì. Hor fé al Maeftro appartiene la f celta d^^'libri, allo Spirito
Santo la elncidazione delle fentenze, al Medico l'applicazione locale de*
remedii, perche al Papa non apparterrà il notificare, che nel tal libro rin-
vengonfi propofizioni infette , quale fia il fenfo di efle , e l'efcludere dalla
fiia Scuola , ch'è la Chiefa di Chrifto , chiunque refrattario non ubidifce
a'fuoi iiifegnamenti ? Forfè è cofa nuova nel Chriftianefimo , che il Papa
condanni UH libro conlaindicazione di quelle opinioni, .che in efTo fi con-
tengono? E che altro infinuòAleflandro Settimo nella fisa Bolla contro li
Janfenilli, che ciò che impofe in unafua Decretale S.Leonecontro i Pela-
giani ? Onde deducafi , ò che S.Leone fallilfefil che niffun temerario anche
..- . fra'Pelagianigammaiafierì ) òche Aleflandro Settimo colìautemente ca-
minaffe fule orme de'fuoiantecefìbri.
' - '^ Qiiel venerato, e magno Pontefice fcrivendo X Nieeta Vefcovo di
Aquileia riferifce, che molti Pelagiani, ò Celeftiam erano ritornati alla
Cattolica Communione fenza premettere , fecondo l'antico (tile della Chie-
fa, l'abjurade'loro errori. Impone egli pertanto d quel Vefcovo, che
radunato un Sinodo Provinciale coftringa i mal convertiti., de'quali comin-
ciava à trafparire l'hipocrifia , ù deteftare m primo luogo infieme con gli er-
rori anche gli Autori : indi attentamente avvertifce , che le loro abjurazioni
non fodero né ofcure , né ambigue ; giacche fapeafi, die' egli, che quei
perfidi con tutto l'ingegno delle fallaci loro arti ftudiavanfi di non dannare
Riammali loro dogmi elecrabili, fenonriferbandoli interi, efalvinelfen-
^A'S^i^f^o'-ìbdaeflìintefo. Ecco le parole, ci comandi del Santo Padre : [a] Dam-
nentapertis profejjionibus fui fuperbi ìsrroris ^u6iores , & ^uidquidindo£lri-
na eorum univerfalis Ecclefia exhonuìt , detejìemiir , omniaque decreta Sy-
nodalia, qua ad excifionem hasrefeos ^/ipoftolic^ Sedis confirmavit authoritas
ampleUi fé, & in omnibus approbare , plenis , &apertis, ac propria marni
fubfcriptìs proteftationibus eloquantur . '^ihil in yerbis eorum obfcurum ,
nihil inventatur ambiguum : quoniam novimus hanc ijìorum effe verfutiam,
ut in quacumque particuU dogmatis execrandi, qua feà damnatorum focieta-
te difcrcvermt , nihil fihi fenfuum juorum exijiiment effe non fahum . Co-
sì egli . Qui riflettafi , ihe non baitò à San Leone , che i Pelagiani condan-
nailero gli errori di Pelagio ; ma comandò ancora più oltre , cioè che con-
dannalfeio Pelagio . Lollefìbhà voluto dalli Janfenifli Alcilandro^ cioè
' che non folamence abjuralfero le dottrine heretiche., ma riconofceflero an-
cora, cdeteftalferoillibro, chele conteneva. Né giova il dire, che di
quegli errori eracertilììmo Autore Pelagio* ma di.queft'Herefie non è che
-dubbiofo albergo X ^uguflmus é\]d.n{tmo. Impercioche l'imo, e l'altro
4ià la ifìefla certezza, fefi.hàiluune al Decreto della Chiefa; e l'uno, e
l'altro hi Ìamedefimadubbie?za, fé fi hààudirne il giudizio, eil richia-
mo della parte. Ma -di quella materia, come di controverfia corrente,
fon piene le carte , onde ù noi fol reftì defcrivere il fatto dfcli' Ki-
Hona , al cui racconto volentieri facciamo ritorno , con premuni-
re chi leg^e, li Janlenifc' quali aflbmgnare in qualclie parte que* ta-
li , de i quali diiié Sant'AgolUno , dlor.a che fp;egando le parole dei
Sai-
.' Capitolo V. ÓT^ Alessa>:-
Salmo ottavo, U£ dejtruas inimiciim , C;'" [^] dtfenforem, eglifoggmnge, ^^^ ^^'•
[b] Quem? nifi H^retlcumì mm ipfe eft mimicus , & defenJQTi qui Fidm^J.luolfT^'^*'
Chrijiianam, cum oppugnai 3 videtur defendere . bs.^ng.inpfai.^»
Nelle agitazioni dunque, in cui lì ritrovava immerfa la Francia, fri
chi fofteneva le Bolle , e chi riprovavale , l' Affemblea de' Vefcovi Cattoli- Formulario prò.
cipropofe un Formulario da fottofcriverfi da tutti gli Ecclefiafticidel Re- L'im^eff^conuò
gnoò promovendi, òpromofiì à qualunque dignità nel Clero, onde di- l'Jaafeniai. .
(cerner fi potelib la Fede di ciafcheduno ò rea nella ripulfa, òfinceranell'
ubidienza. E fé ne ftefe[c] nell' Ailemblea il contenuto, incuigiuravafi
la offervanza delle due Bolle , e quanto in effe contenevafì , Ma la npugnan- *^ '7.-^'»^^'« »^57.
za de'partitanti fomentando fempre difficultànellaefecuzione, & alle diffi-
cultà aggiungendo formoleefpreffe di oftinata contradizione, obligòilRè
Luigi Dècimoquarto à chiamare à (e li tre Prefidenti dell' Affemblea del
Clero, a' quali [d] fignificò la fua Regia rifoluzione di bandire dalla Fran- di7.z)^«w.i5(fo.
eia tutta la fazzione delli Janfenifli, per rendere nel medefimo tempo la
pace alla Chiefa , & al fuo Regno , di gii divifo in fazzionanti (òtto il prer
teffo, e manto di Religione: & accioche il fulmine foffe prevenuto dal
lampo, moftrandofi fiffo nell'impegno , e fperanzofo di emenda, fi di-
chiarò di volere fcrivere, comefegui, al Papa, acciò dall' alto Tribunale
di Roma fi formaffe un Formulario, & al Formulario il aggiungeffe pre-
cetto della fottofcrizione à tutti gli Ecclefiaflici di quel Regno, con quel Bolla Pontificia
pefo di venerato comando, che non va mai diftinto da' Decreti delle Apo- pScruToTJnuo
floliche ordinazioni . Parve ad Aleffandro e opportuna la doipanda, efa-iUaufeniiti.
lutifero il rimedio i onde avvalorando le regie iftanze con la prontezza di
giufla condifcendenza, oltrepafsò il defiderio del Rè, e con Bolla pre-
cifa volle emanarne il comando conceputo , e ftefo in quello tenore ,
[e] T{egiminis ^pojiolici divina providentia nobis , 'quamvìs \immentis,
commiffi ratio pojiulat y ut adeapotijjimum, quaCatholicxB^eligionismtegri-^^^l'*JJ\'i^^['i:^^^
tatiy & propagationì y animarumque falutiy & fidelium tranqmllitati confa- ' '
lereaptay & idonea efie judicantur , animum, & curamomncrriy quantum li-
€et in Domino , appltcemus .
(^. I. Quamobrem Cornclii Janfenii harefm in Galliis pr^fertimjerpentem
ab Innocentto X.fel. ree. Tradecefìore nojiro fere oppreffam y adinjiar colubri
tortuoft, cu]us caput attritumefiy invarios gyrosy & cavilUtiomtmdefleXHs
euntem yftngulariConJìitutione ad hmc finem edita altero afìumptionis nofins
anno extinguere conati fuimus : jed ut multiplices hojìis hominum generis artes
adhibety nondum piene confequipotuimusy ut omnes errantes in viam falutis
redirent , qui tamen unicus erat votorum , & curarum noflrarumfcopus , quibus
operam, O' indujiriamfuam egregio fané fludio Venerabiles fratres noflri^r-
chiepifcopi y & Epifcopi B^gni Gallia earumdemConflitutionum ^pojiolica-
rum executwm prcecipuè intenti contulerunt , & chariffmus in Chrifto filius
nojier B^ex Chriflianijfimus /iugulari pietate auxiliarem dexteram jirenuo , ac
conjiantijfmio animo porrexit .
§.2. Cum autem prafatus B^x Chrijìianiffmus eodern Heligionis :^elo
duBus per fu imi in Urbem oratorem nobis fignificariy exponique curaverit ,
nullum aliud opportutiius remedium peflifene hujus contagionis reliquiis ex-
tirpandis adhiberi pojje , quàm fi omnes certam formulam fubfcriberent no-
fira auóìoritate firmatam , m qua qninque propofitiones ex Cgmelii Janfenii
Tomo IV, Vu libro.
Alessan- gpj^ Secolo XVI L
DRO VII» libro i CUI titulus,^uguflinmi excerpta! i fmcerèdamnarent , oc proinde illam
ànobis quantociàs expediri ad qualibet effugìa pracludenda , omnefque retitO'-
•pendos obtentus , flagitaverìt : nos tam pits di9i B^egis Chrijìianìfjimi votis beni'
fjnè annuendum efie ducente s , formulam infrafcriptam ab omnibus Ecclefiajìic is ,
etiam yenerabiltbusfratribus mflris ^rchiepifcopis , C^ Epifcopìs , necnon aliis
i. qmbufcumqHe Eccleftafìici OrdinistamB^gularibus y qudm Sficularibuf j et tam
•/'" Monialtbus , Do&oribus , & Licentiatis , altifque Coilegiorum B^6iortbus , atque
Magiflris fubfcribi dijiriàè mandamus; idque intra tres menfes à die publicatio-
nisy fcunùtificattorùspnefentium, alias (ontra eos i qui intra terminum pr£di'
Bum nonparuerint , irremiffibiliter procedi polumuf ptxta Canonicas ConJiitU'
pione s, & Conciliorum Decreta,
Formula à fiipradidis fubfcribeuda.
Ego T^. Confittutioni ^pofiolic<e Innocentii X. datce die 31. Maii i6<,^. &
Confiitutioni^lexandri VII. data die 16. O6lobris 1656. SummorurnVontificiim
mefubjicio, & quinquepropofttiones ex Corneliijanfenit libro, cui uomen^u-
guftinus, excerptasy <&infenjuabeodemau6lore intento, proutillasperdi£ias
Conjiitutiones Sedes ^poflolica damnavit , /incero animo re j icio ac damno » &
itajuro, fìcmeDeusadjuvety &h<ecfanàa Dei Evangelia.
Decernentes infuperprafentes ittteras femper , & perpetuò validas , & effica-
ces exijiere y & [ore ,fmfque plenarios , & integros e§e6ÌJ4sfortiri , & obtinere.
Sicque per quofcumquejudices Or dinar ios , & Delegatos ubique JHdicari , & de-
finiri debere ,fublata eis , & eorum cuilibet quavis aliter judtcandi , & interpre-
tandifacultate , & au5ioritate , ac irritum , cr inane effe , fifecusfnper bis à quo-
cumquc quavis auBoritate fcienter , vel ignoranter contigerit attentari .
Quocirca yenerabilibus fratribus ^rchiepjfcopis , & Eptfcopis, aliifquclo-
corum Ordinar iis committimus , & mandamus , ut fmguli infuis Dioecefibus , ac
locisfua jurifdi5Ìioni /ubje5iis prafentes Ittteras , & in eìs contenta quacumque
exequantuY , & cxecutioni mandari , ac obfervari ab omnibus curent , & inobe-
dientesquofcumqueperfententiasj cenfuras , & poenas , aliaqup juris & faQi
remedia , appellatione poflpojita , invocato etiam ad hoc , fi opus fuerìt y bracini
facularis auxtlio , omninò compellant .
yolumusautemyUtprafentiumtranfumptiSy etiam imprejjìs, manuT^otarii
publicifubf cripti, & figlilo alicìijusperfon£ indignitate Eccleftafiica conflitut£
munitis eademfides prorfus adhibeatur 3 quaipfis originalibus litteris adlibere-
tur, fìeffentexhibit£y vel ofienfa .
ISlulli ergo omninò hominumliccat , hanc noftram Confìitutioncm , & ordma-
tioneminfrìngere , veleiaufu temerario contraire ; ftquisautem hoc attentare
prdjutnpjerit 3 indignationemOmnipotentisDei, ac Beatorum Tetri y &VauU
^pofiolorum e]us fé novertt imurfurum .
Datum I{pma apifd San£Ìam Mariam Majoremy ^nno Incarnationis Domini-
c£ 166^. quintodecimo Kalendis Martiiy Tontificatus Islpjìri ^nno Decimo ,
Così la Bolla, che trafmefla in Francia, e publicata ricevè nuova maefìà
^^.').^ir:iisi66s. da una regia dichiarazione, chene [4] ordinava irremiflìbilmente la efecu-
zione , e l' oifervanza .
. - Alla collegazione delle due Potenze Ecclefiaftica, e Regia ficcome in
-i.ir-^^wkov! alto gaudio gioì il partito Cattolico, così in alta difperazione precipitò il
fVàii'.:eiy,. .' Janfeniftico, rifolutodinon ubidire né alla terza Bolla de'Papi, né al ter-
zo comando del proprio Rè, Capo di eifi fi dichiararono quattro Vefco-
\i anello diAngers, di Alet, di Pamiers, e di Beavvois, che diedero in-
cori-
Capitolo V. (J«75 AiessaW-
contanente alle ftampe alcuni editti col nome di Mandamenti , ne' quali ^^^ \ÌU
efortavanfi i loro Diocefani à non fottofcrivere il Formulario fenza la pro-
teica, che credendo eglino, come articolo d'infallibilità, effere le cinque
propofizioniheretiche, non erano tenuti à credere perobligodifedeef-
fer elleno inferite neir4^«^«/^/«?/y dijanfenio nelfenfo condannato da* Pa-
pi. QùQ^ì Mandamenti furono vietati , [ ^ ] e proferirti dalla Sacra Con- nZ.fdr.icci,
gregazione dell' Indice , e potentemente contrariati dal Regio fdegno , che
alla fua comminata difgrazia contro i rei, aggiunfe la iftanza al Papa per
la delegazione in perfona di dodici Vefcovi della Francia, affine diprocef-
fareli quattro contumaci, e caftigare la loro fcandalofa difubbidienza .
Hebbe Alelfandro qualche difficukà nel numero di Dodici , per non ca-
nonizzare la pretenzione , che hanno li Prelati di quel Regno ,che niun Ve-
fcovopolfa edere giudicato da minor numero dì Dodici: il che fé bene fi
trova determinato in alcuni Canoni antichi, egli però procede, quando il
Vefcovo è accufato avanti il Metropolitano, ma non quando 1* acaifa vie-
ne delata al Papa , il quale non è foggetto à quelle leggi . NuUadimeno egli
contentoHì di commettere la cognizione della caufa ad altri nove Vefcovi
del Regno. Ma quando agitavafi òTampliazione di queflo numero, ola
qualità delle Perfone da eleggerfi in queflo cafo , il che durò tré anni , li
Janfenifli hebbero agio di fortificare il lor partito , che renduto più orgo-
gliofo per la morte [b] del Pontefice , foniminiflrcrà à noi il profegiiimen^ b 22, Maji i6éi>
to del racconto fotco il Pontificato j chefiegiie.
V 11 2 C A-
ClEMEN«
TE IX.
r> , if
gry^J Secolo XVII.
C A P I T O L O VI.
Clemente Nono di Piftoja , creato Pontefice
li 19. Giugno 1667.
brfifìcoIìà,chc s*
incontrano, per
lafottofcrixione
rirhielta delFor-
inalarlo,
y
Sottofcnzjone del Formulario contro li Janfenìjìi . Spedizione
in Francia del Nunz^io 'Bargellini , e fue of erazioni in quel
I^no . Traduzione di J\4ons , fua ripro'va , e condanna .
Attentati di alcuni Vefco'vi Francefi in ahrogazione di alcur
ne Fefie,
El bollore di quefto arduo aftare afTunto Glemente Nono al
Pontificato, riipp'egli incontanente ogni frapofto indugio
alla fottofcrizione del Formulario, e confermata la Delega-
zione fatta dal fuo Anteceffore contro li quattro Vefcovi
contumaci , fpedì colà in Francia fuo Nunzio l' Arcivefcovo
di Tfeebe Pietro Bargellini con prefTanti commiilloni fopra
la richiefta fottofcrizione.Corrifpofe il Nunzio alla efpettazione del Ponte-
fice, e per fua prima operazione ottenne dal Regio beneplacito ordini vigo-
rofi, diretti al caftigo de' Vefcovi rei, emanati però più tof\o con difegno
d' intimorirli , che con rifoluzione di atterrirli . Conciofiacofache il partito
di eflì divenuto fortifllmo haveva guadagnato la protezione, e T aura de'Ml-
niftri Regii j di alcune Principefle del fangue , e della maggior parte de'Dot-
tori della Sorbona , & eragli riufcito d' indurre ventidue Vefcovi , allìftiti ta-
citamente da altri venti , à fcrivere una lettera al Pontefice , in cui dichiara-
vanfi tutti dielfere nel medefimofentimento delli quattro con quefìe preci-
feparole, Sihoccrimenefly noflrmn crimen efi , Conlifteva la pretenzione di
Roma in due cofe, cioè nella ritrattazione deg\Ì3.cccnn:ìti Mandamenti, e
nella fottofcrizione del Formulario : hor vedendo il Papa cotanta ollinazio-
ne de' Vefcovi , giudicò bene cedere à ciò , che meno importava, per poter
più vigorofamente infiilere in ciò , che al tutto preponderava: onde perfua-
fo, che nella fottofcrizione del Formulario lì comprendclle una tacita ri vo-
cazione de' Mandameiit? , tralafciata la iitanza della ritrattazione , tutto fi
pofe nella richieita della fottofcrizione , quale finalmente efeguì con la me-
diazione zelante di Cefared'EftreesVefcovo allora di Laon, e poi Cardi-
nale, e di quella parimente del Vefcovo di Chalons,per la cui operali
quattro Vefcovi fottofcrifìero il Formulario , ed a loro impulfo i Diocefa-
nidiefiì, inviandone lettera al Papa denotante la loro lommiflìone, &ubi-
dienza . Mi appena feguita la fottofcrizione , e trafmefTa la lettera di avvilo 3,
divulgoffi in Francia quell'atto poco fincero, e prevenuto daprotefte ài
molte fecreterefìrizioni, che venivano arfatto à diflruggere il vero fenfo
della richieda fottofcrizioae; onde furfe dubbia fama, s'eglino haveiiero
ope-
Capitolo IV. ^77 Clemen-^
operato di buon cuore , ò con artificiofa maniera conforme al loro antico "^^ ^ ^*
cofliime, e tanto più ne crebbe in Roma il fofpetto, quanto che sii quelle
pendenze di affari ufcì alla luce delle ftampe in nome del Vefcovo di Aleth
un Rituale di grofla mole, in cui leggevafi chiaramente efprefla tutta la
condotta Janfeniftica, efpofta al publico, come modello, e norma agli
altri Vefcovi . Del quale fcandalofo emergente giuntone fentore d Cle-
mente, egli non dififerinne punto il dovuto rifentimento con rigorofa, e
pronta [^] cenfura, e condanna del libro. L'Autor della [^Jdifefadel- ^o.^prìih' ìges.
la Bollarci SmBam fofpetta gravemente, fé li quattro Vefcovi, e l'Ar- uit.'pròpèfitlml'
naudfottofcriveflero con penna veramente Cattolica il richiedo Formula-
rio, e parlando dell' Arnaud, foggiunge, T^egli, nèìFe/covifegnaronoil
Formulario j che ad inganno, doppo haver rìnovate in publico Sinodo Diocefa-
no tutte le mede/ime ecceT^ioni, rejìrignimenti , e protefle 3 per cui I\pma ri- Edubiafama di
gettava la loro fognatura come dime'^:^ata , e fraudolente. Contuttociò quel fn''q"ue"vefcov'!^
fiìigiìnento fa efpofio in F^oma con tutti i colori della migliore , e più intera am-
menda-, e fu creduto vittoria della Fede quely che era trionfo dell' Ipocrifia ,
Sed Deus non inidetur . Certamente la Sorbona che feppe tutta per filo la
tejjitura di quella trama, non volle mai confentire à rimettere ^Arnaldo, ned
rivocare il proprio decreto; ftccomebavrebbe fatto, fé V haveffe [corto miglio-
rato ne' [entimemi , ò che havefk già [ottojcritto nella maniera, che[i era al
Tontefice per[ua[o. '^e può dubitar [t, che'l mede/imo inganno non induce[[e
poilnnocen^^oUndecimo d far ringra^^iare da [uà parte lo fiefio Arnaldo, per
non sòcheLibrodiControì>erfiepre[entatogli; perocché di quel Santiffimo Ton-
tefice, così "^^lante dell honor di Dio, e del mantenimento della [uà Chie[a,
non è da crederfi , che havefie havuto à [offrire l approva'^ione, e le lodi di un
huomo ancor [aldo in quei medefimi configli, che da un fuo Tredecefiore gli
bavean meritato il nome, e' l trattamento di V\^mo\od''mìc[mti. Moltome-
no l' hatf crebbe fatto , [e lette haveffe quelle parole , eh' egli ha di poi lafciate
come eterni tefìimonii dell'ultima [uà infiefjibile volontà: K^on ho potuto mai
ri[olvermi, die' egli, à [egnare [chiettamente il Formulario, perche non ha
creduto potere [enT^a men':^ogna, e [en'^a [pergiuro tefìificare con Sacramento,
che le propoli':^oni[onoinunlibro, ove ho ragion di credere, ch'elle non[ono,
doppo haverlo letto con diligen^^a , [en':^a haverle mai ritrovate, an":!^ haven- rnóur^nne di
doct ritrovato il contrario &c. Così il Bandoni contro l'Arnaud, e li fegua- Mon?. Libro )an'-
cidijanfenio; quefti alTalito dalla Bolla, quegli affalitor della Bolla . Al- p^jffoiVton/.''''
lapublicazione dell' accennato Rituale fegui come parto gemello di penna
Janfeniftica la publicazione di una nuova Traduzione del Teftamento
Nuovo ftampatain Mons, & in Lione , detta communemente la Tradu-
T^ione di Mons , in cui tutti li palli, che potevano in alcun modo contraria-
re alle opinioni dellijanfenilii, fi rinvenivano alterati, e quei che pareva-
no confacevoli ad effi , malignamente fpiegati in pefiìnVo fenfo ; onde
ogni palato, anche di fedo ignorante, eimbelle, potefle pafcerfene à fuo
beli' agio nel nativo idioma del paefe. Fiì egli incontanente condannato da
Arduino di Pcrefix Arcivefcovo di Parigi , e con più potente cenfura [c]d3. e io. ^prii. i66S.
Clemente Nono, tamquam temerarium, damnofum, à vulgata Edittone
difformem, & offendicula (ìmplieium continentem. A queft'Apoftolica cen-
furafioppofe fubito l'Arnaud, e nell'Apologia, ch'egli divulgò di quefta
traduzione, non fi vergognò di fcrivere. Ella effere una tradu^^ione fede- ^.^o-an addi'
liffima, ed e[attijfima , m cui gì' occhi medefìmi dell' inì?idia nulla trovano da Atniud^^^
Tomo jr.' Vu 3 ripren-
Clemen- ^pyg Secolo XVI L
TE IX» riprendervi con ragione , e che non ha potuto efier ella attaccata , fuor' che per
ine';^ie , e per impertinente , Soggiunge un Parteggiano dell' Arnaud con dia-
bolico zelo, l:\uoyofcandalo ! Le adorabili parole , che Dio ha lafciate a'fuoi
fervi per confolarli inqueft' efilio , fon tolte loro di mano come cattivi, e peri-
colo fi Libri: e ciò per comando de^li tArcivefcovi diMalines, e diCambray,
Spaventofo acciecamento \ e conchiude, Tovera CbiefadelmioDìo, comefei
tu hoggi governata ! San Taolo vuole , che tutti li Fedeli leggano le fue Epiflo'
le, ei yejcovi di I{oma ( notifi bene ) i Vefcovi di B^ma , di Malines , di Cam'
hray , e di Tarigi non vogliono : à chi dobbiamo noi credere f ^l primo fenica
dubbio , àcui Dio ha parlato . Così l' iniquo Janfenifta .
Quelle novità di ftampe ò fomentate da' Vefcovi fofpetti , ò applau-
dite da effi , ripofero in gran perpleflìtà l' animo di Clemente, fé veramente
eglino haveffero fottofcritto con retta intenzione il propofto Formulario:
Breve Pontificio ma al dubbìo fopravcnendo la Regia teftimonianza, le fedi di molti Eccle-
v'ideluFrantu' ^^^^^1 , nuove dichiarazioni de'medefimi Vefcovi, e nuove prove della
" '^^* loro fincera tede, onde appoggiar ben fi poteffe la credenza, eh* effi havel-
fero finceramente obedito , dichiarandofene il Pontefice fodisfatto , deli-
berò di reftituir loro la fua communione, e di abbracciarli con la trafmif-
fione òi queiìo Breve , eh' egli fcriffe ad effi , anche in rifpofta della loro let-
tera : [ <^ 1 Venerahilibus Fratrìbus Remico Arnaldo jlndegaven. I^icolao
it9,T4>,H4r.i6^9. 0Q^y^ Bellovacen. Francifco Stephano ^pamien.y & J^icolao Tavillon^le-
iien. Epifcopis, ClemensTapa IX. Venerabile? Fratres, Salutem, Venera-
bilis Frater ^rcbiepifcopus Thebarum T^untius ijiic nojier miftp ad nos
elapfìs diebus Fraternitatum vejirarum epifiolam , in qua cum ingenti obfe-
quiinobis, &huic San6l(£ Sediper vos debiti teflatione fignifìcabatis , vosjuxta
prafcriptum Lttterarmn ^poftolicarum à fel. ree. Tr&iec efior ibus noflris In-
nocen. X. , & Mexan. VIL emanatarum (incerò fubfcripfijje , & fubfcribi
fecìjje Formulario in ejufdem ^lexandri FU. litteris edito . Etftautem quadam
de hac re fecùs circumlata occaftonem nobis prxbuerat in tam gravi negotio
feriùsprocedendii nam di6Ìorum Prpedecefjorum noftrorum confiitutionibus fir-
miffimè inharentes, nullam circa illud exceptionem , aut reftn^lionem admtf-
furi unquam fuifjemus : in prdjens tamen cum nova , & gravia tjihinc acce-
perimus documenta vera , ac totalis obedientice veflra , qua & Formulario
fmcerè fubfcrìptis , & damnatis abfque ulla exceptione , aut rejìri&ione ,
quinque propofttionibus , in omnibus fenfibus , in quibus à Sede ^poflolica
damnati fuerint y alieni prorfus efiis à renovandis in hac re erroribus illis ,
qui ab eadem damnati funt , tribuere vobis voluimus hoc patern<i nofir^e be-
nevolentite argumentum , fidentes piane divina gratile , ac virtuti, & pietà-
ti vejìne, quòd omni conatu fatturi fìtis in poflerum, ut fincera obedientia ,
& fubmiffioms à vobis in hoc a£iu nobis praftita, plenttudomagis femper ap-
pareat , do6lrinam , & probitatem vejìram in id potifjimum adhibemcs , ut
una cumobfequio nobis, & buie Sanala Sedi per vos debito, Catholicamveri-
tatemfirmitertueamini, ':(elo, curaque Tontificia fedulò cooperantes in extir-
pando ab Ecclefta Dei novitates omncs , ac perturbationes fidelmm anima-
rum : vobis Venerabiles Fratres , ^pofiolicam benedi6tionem peramanter im-
pertimur. Così il breve Pontificio. Gioì la Francia alla terminazione disi
arduo affare , che riponeva in pace tutte quelle agitate Chiefe , e volarono
b Scritta da Pt„- multiplicatc lettere al Ponteficc in congratulaziouc disi nobil trionfo della
fi/;«J«?«ffli« Religione Cattolica in quelle par ti. [b] Firmata armis ^ opibufqueCandia,
1568. in
Capitolo Vi. S^g Clemem-
ifl qiieftonobil tenore fcrifleà Clemente, come in nome di tutti, ilVefco- ^^ *'^'
vo di Laon Cefare d' Eftrées , pacata Europa , refìitutts apud Lufttanos
Hpifcopisy aut propemodttm rcjiituendìs ^ nihil Ujquam majus ad]ici poterai y
aut [plendtdius y quàm Ecclefiae Gallicana tranquillitas . Hoc femperìn bona-
rum omnium voìis fummoperc fuit , Ó* proviribusnon expc^atumtKodòy Jcd
à decem annis tentatum a me non femél fuerat , fed fruflra , O" immature ;
quod folum imperante Beatitudine veflra perficiendum fuit . [Abfolvts tandem
magnum tllud opus , Bcatiffime "Pater : nova , necnon [incera fubfcriptione
aliis Epifcopis confentiunt llluflrifjìmi ^leBenfts j ^pamienfìs , ^ndegaven-
fis i & Bellovacenfts , à qiiibus in fubfcribenda Fidci formula alìquatenus
recej^erant . Illud in communi non folum ad Beatitudmem Veflram epijìola •,
[ed in privatis ad Illufiriffimum Felicem Epijcopum Catalctuncnfem litteris , " ' •' v
difertis verbis profejji funt : adeòque in prajìanda j & exigenda Conjìitutio- [
nibus ^poftolicis debita obfervantU diligentem operam navaturos [e polli-
centur > ut fubditos fibi Clericos omnibus pcenis Canonicis mul6landos effe
credidcrint) qui quolibet modo y vel obtentu, feu doBrina, lihrique janfenii
occaftone quavis , vel minimum Confiitutionum au6loritati detraxiffe vide- '%
buntur é Vcràm de eventu tam faufio , àtque felici gratulatianem , non tam
illorum quattior Èpifcoporumpietatiy atque objequio ^ autlahoribus utcumque . .
noflris , quibus negotium illud adjuvimus , tllujirijfmus Epi/copus Catalau-
nenfìSy & egOy quàm Beatitudinis Fejir<£ fumm£ prudenti^ , attjue eximiae
benignitatìy deberi exifìimavtmus . Sed animos omnium fpe&atiffma , atque
ftaviffima virtutes tua ita devinciunt , ut durum , ac difficile nihil appd'
reaty quod Beatitudini reftra gratum , acceptumque futurum efi. Laudando
etiam , atque precipue ajiimanda Jllufiri/Jimi fui Ts^ncii gratia , fagacì-
tasy atque dexterttas, qua in Dominorum amicitiam adeò commodè fefe infi-
Huat y ut quod au&oritate alii ncque ant , ipfe ftngulari humanitate poffit fd-
cilinegotioconjegm . Quod reliquumejiy BeatiffimeTater, univerfalem Eccle-
ftam tuis aufpiciis , tuis curis , fub tuo , ut ita dicam , fplendidiffimo fydere da-
rioremindieSy ornatioremque fore confidimus: quo magis parenti optimoy dr
clementiffìmo falutem optimamy atque dmturnam ardenti ffimisvotis , omnique i
quo popumus y /indio ì affidile precamiir. Beatitudinis Fe(iraohfequentiffinìus ^
addi6liffimus y & humillimus Servus Cafard' Eftrees Epifcopus Dux Laudunen-
fis ) par FranciiC . Cosi egli . Ne' medefimi fentimenti fi efpreflero altri mol-
tiflìmi Ecclelìaftici della Francia ^ atteftando ai Pontefice la pura , fcliietta ,
e non equivoca {ottofcrizione degli accennati qnattro Vefcovi j onde pale-
fefia* chefequei1:apace data ad effi da Clemente,- cotanto vantàtai dalli
Janfenifti , flì esorta con inganno , e fraude , V obbrobrio dell* inganno cada
tutto Copra gì' incannatori, enonfopral'injTannato: Tslcquel a] enim cul^ ^„ ^...^
panduseJtiUey dille in (imile propolito San Cipriano, cmncgligenter obre- qnam'nos r^cru
ptumed, quàmhicy quifraudolenterobrepftt. mustQA,pag,i<ii,
Mentre dunque andavano declinando gli accennati torbidi nella Fran-
cia, ne furfero altri in quel Regno dì non difpregievole pena al zelo Tempre
contraftato de' Cattolici , fé foflero eglino ftati ò da più rea gente promoilì s Alterazione dei-
ò da più oftinati impegni foftenuti. Ma come che provennero daEcclefia- ieuo'inpi'rigiT
ftici puri di fede , e zelanti nel confervarla, non così preflo fi accefero, che
fi eftinfero , con maggior gloria di ritrattazione , che vituperio di commef-
fo errore. Arduino de Perefix Arcivefcovo di Parigi ò ad iftanza » ò ^
compafiìonede'mirerabililavorieri di Parigi [^]publicòun'£ditto con un ^ccg" ° '"
Vu 4 Cata-
ClFMEN-
TE IX.
680
Secolo XV IL
a VeJ'i il PoHtif.dì
"Vrbano Vili pagt
h yAnno i66i.
E in altri luoghi
delU Francia •
Catalogo anneflb per la offervanza delle Fefte , eh* egli voleva , che foffero
celebrate nella Città, efuaDiocelì, lafciando di comprendervi quelle de'
Santi Matthia, Tommafo, Bartolomeo, Silveftro, eGiofeppe, la terza
della Pentecofie, l' Invenzione della Croce , la Dedicazione di San Miche-
le Arcangelo, i Santi Innocenti, e Sant' Anna, le quali fi venerano dì precet-
to per ufo commune della Chiefa. La novità òì quella abrogazione rifve-
glio le doglianze di Roma trafmetre colà dal Pontefice Aleflandro Settimo ,
che allora regnava nel Pontificato, per mezzo di Carlo Roberti fuo Nun-
zio in quel Regno , il quale portò le fue maraviglie al Rè , & all' Arcivefco-
vo fopra il feguito attentato contro il coflume inveterato della Chiefa , con-
tro i Decreti Pontificii, e principalmente contro la Bolla di Urbano Otta-
vo da noi in [ <z j altro luogo rapportata . Mofìrò allora l' Arcivefcovo qual-
che ripugnanza alla ritrattazione, ma prelTando le fueiftanze Clemente
Nono per mezzo di Pietro Bargellini fuo Nunzio, finalmente viddeiì livo-
cato r Editto nel nuovo Kalendario , che d* ordine [b] dell' Arcivefcovo fiì
divulgato con applaufo di chi dichiarofll vinto, e convinto dal primo, e
fommo gran Maeltro del Chriilianefimo, O adefempio, ò ad emulazione
del Parilìenfe altri VefcoviintrapreferoriftelTa condotta, e quello di Zain-
des abrogò anch' egli molte Fefle de' Santi Apoftoli , e Martin , e quello ài
Perigueux tramutandone i giorni Feftivi, gliOilìcii, Vigilie, eDigiuni:
ma conia medefima forte opposizione della Sede Apoftolica, che volle
mantenere intatti li riti, e lecoflumanze dell' antichità contro le mnova-
zìgm 4; piai confighati Prelati ,
C A-
68 1
CAPITOLO VII.
C LEM EN-
TE X.
Clemente Decimo Romano , creato Pontefice
li 19. Aprile 1670.
Carcerazione , ahjura , e morte del "Borri . Herùfte dello
Spinofa ) e del Sandio . Gio. Launoyo , ftie au alita ,
libri , e ripro'vaz.ione di ejjì .
j Ottofciitto dunque il Formuìario dai Vefcovi della Francia i
ripoiìe nella loro on'ervanzale abrogate tefte, e condannato fS^lTo'not
come temerario unLbro, che dalle tenebre della malizia -a^'ie dei janf.--
janfenilta ufcì alla luce contro la devozione della gran Ma- '"^'"''"
dre d\ Dio i godè la ch.efa qualche tregua dal Janfcnifma per
tutto il rimanente di quefto Secolo, e potè quafi e^li dirli
eftint o , fé la Herefia non folle un fuoco ineftinguibiie, come quello dell' In-
ferno, che fempre arde, e non mai fi confuma. Onde il Pontiricato di Cle-
mente Decimo corfe in quella parte felice , e per l'altra ancora gloriofo ne'
faufti avvenimenti, che foggiungiamo .
Il Borri, da Noi in altro [a] Pontificato lafciato nel Regno dì Dani- U:£m![^.
marca in preda alla fua hereticapredicazione, incontrò dalla vigilanza di 4/"'^-^4'.
queito Pontefice oppofizione tale , che , onde egli partifiì fuggendo, fu co-
rretto far ritorno fremendo , accompagnato da sbirraglia, e ilretto da funi.
O ad liianza del pio Imperador Leopoldo, òad illigazione de'fuoi mede-
fimi Heretici predicanti, fcacciato il Borri dal Rè Chrifiierno ài Dani-
marca, e corretto quindi portar fua vita à falvamento nella Turchia, in
palfando per la Moravia j cadde in poter di Cefare, che confegnatolo in-
contanente à Cario Garaifa Nunzio Pontificio , fii trafnielfo à Roma , nelle
cui carceri entrato colpevole, ulcinne in breve penitente all'abjura, che b27.Scpurnu.16-2
feguì [b] publicaneilaChiefa della Minerva, nella quale azione due volte
£gii tramorti ò per rofibrede'commelli delitti, ò per timore de'preveduti Pngion.a del
catiighi, mitigatigh dalla paterna indulgenza del Sacro Tribunale alla per- e r ì efaaabju-
petiia carcerazione . Ondepoftogli dal minifiro l'habito confueto della Pe- "'" '"^*
mrenza con una Croce al petto, e con l'altra alle fpalle, alìbluto dalle cen-
fureincorfe, pafsò prima alle Carceri del Sant'Offizio, e da effe à quelle di
Cartel Sant'Angelo, nelle quali egh morì nel Pontificato, chefiegue, con
fentimenti C attohci , e con atteftati pronti d'ingannato più toi1:o , che d'in-
gannatore, de'quahnoi, che fcnviamo quelle cofe, facciaci o publicate-
Ibmonianza per rincontri di duplicato abboccamento , che habbiamo ha-
vuto con lui , e dentro Caftel Sant'Angelo , e fuori di elfo , in occaiìone che
alcune volte ben cutlodito da guardie con Pontificia permifiìone d'Innocen-
zo Un decimo ufcinne fuori alla cura di riguardevoliPerfonaggi malati,
che per la di Un arte medica ò ricuperarono lafalute, ò prolungarono la
Vita,
Mi
Clemen- 5g2, Secolo XV IL
TE Ao j^^ {g l'Inferno fcarfeggiò in qiiefta etàdiHerefiarchi, non però fcaf-»
quiE&herelì"! feggiarono libri, che come forieri d'iniquità andavano preparando la ftra-
da a'fucun Herefiarchi: e molti fé ne viddero nelle lìampe della Francia*
Fiandra, e Germania, di cuiinqiiefto, e ne'fegaenti Pontificati fari no-
a ^n 1670 ^^^ curadefcriverne prima gli errori, e pofcia le condanne. E primo in
b io!'BÌt. Pack- ordine [a\ de'tempi fi rapprefenta il Trattato Theologico-Politico dello
mut^ipSili. Spinofa, dicnifcrifle \\}\ un Autore, Spiriofa^M^ior eji TraBatusTheolo-
gìco-Tolitici , qui Hamburgi lójo, in lucem prodiit . Tarentibus Judcis ria-
tus ejl , quorum B^ligionem nunquam ejuravit , nec Chrijiianit facris ha£ìe-
nus inttiatHS ejl . 'PlurimiC memorantur hujus viri de Religione fententìm . In
traviata pYxdi6lo , omnium I{eligionum , fed prjecipuejudaica ,• c^ Chrijìia-
na everftonem f fibi propofuifie videtur j ut ^theifmo , c^ Libertini fmo adi-
tus pateat . I{eligiones omnes inventas effe ajjerit prapter bonum , quod B^eì-
public<e evenit, cum plurimum conferai i ut Cives interfe pacem cólant , &
Magffiratibus obediant: l^que admittit, ab fpem pramii , aut metum piC-
narum in altera vita, homines vìrtutem ample&i, fed potius propter ipfius
■pirtutis prxftantiam , & commoda ^ qu£ in hac vita ab e'jus cultoribus de-
cer puntur , Qualem de Deo opinionem foveat , non fati $ aperte prodit. Vi-
detur tamen tnnu^re, Deum Jìbi nonvideri ens fitmmè perfe£ium, intelUgen-
tia prxditum , & feliciffimumy qualem homines vulgo (ibi fuadent ; fed fo-
lam illam virtutem fingulis rebus inditam 3 & per omnia diffufam , unicum
ef^enumen. Haga Comitis, ubi aliquando bufiti crebro ìnvifebatur ab omni-
bus novitatum paulò amantioribus , etiam à puellis melioris naf^, qu£ ftbi
de ingenio blandiebantitr , & fupra fui fexus fortem fapere cupiebant . In
Bollandia, ubi maxime ferpìt h^c pefìts, Spinofita non fé audcnt inpublicum
proferre^ nec rotundè animi fenfus expromere, Magiflratuum decretis coer-
cìtié Multasnovas, & inauditas fementias i quoque à communibus hominum
opinionibus abhorrent , in lucem prodidit Spinofa. Q^tas intcr vel illa mira-
bilis ejìi quam de Tropheti^ dono vulgavit j quod vi tmaginativ^ fortiori
attribuit . Verbo ut abfolvam y totusinco eji , ut I\eligionem ad nórmam fu£
Thilojopbj^i quxinmuliis errai y effingat . Così il Pacicchelli dello Spinofa»
Qualità,* herefic dacui apprefe gran parte della fua heretica condotta un Chierico dell' Apo-
^"ì'^/^^i^'rj- ftolica Camera, di cui farafll menzione in altro [ci luogo. Allo Spinofa
^ufandriy vui. ando di [a] pan nel corfo del tempo, e nella empietà delle mamme Chri-
S'J^'«. i<f7r. ftofano Sandio ? che nel fuo libro de origine Animce , inveftigate prima
t chrlftcph.'san- tutte le fentenzefopra la origine dell'anima, finalmente conchiude [e] ^n-
Im/maparl'Jihif. tiquiffimi quiquc cum Tyth agora y omnibufqueTlatonicis , & Origene, animasi
' antecorpora, in principio ftngulas (ìmul conditas in ftatu folte torli quàtn m
cor por e funt, fiatuebant. Huie fententia nos quoque fubfcribimus , quianti-
qiiiffima dogmata , ut plerumque fanìoraj recenttortbusanteferre doBt fumus^
à Tertulliano, j^c nos quidquarn movet auSìoritas Conetlti Juftinianxi
an.')'^'^. celebrati, in quo ab ornni £po recepta fententia dammta eji. Et qut-
dem potuifie animam ante corpus crearì , quia jeparata à corpore exiftat , in-
ivtdiiinofiroti. ^orruptaquc pcrmaneat , fusèprobavcre multi Do^OTCS , Verum quòd & a^ti
t.pag.iii. ante corpus creata jit , hoc traviai u probandum fufceptmus . Così egli, che
féfiuvoìitifqi'l'. quindi fi diffonde eziandio à provare, che le anime humane tutte peccaf-
fiaHifloru, e per ^ fero in Adamo . Herelìa altrove [/] da Noi annotata , alloE che tractoHì di
J/.i/mr^i'-'vl'- Origene in quefta Hiftoria.
^:Gio.LaMcyo, Ma COR maggiorc lUepìto YoUtono per la Europa li Libri diGio. [g}
Lj.Ur
c~
Capitolo VIL ^g ^ Clem
taiinoyo Dottor Sorbonico di Parigi , hiiomo altrettanto adorno di erudì- TEA.
zione nelle fcienze, quanto mal fornito di Tana erudizione della Ecclefia-
lUcafcienza. Chi egli fofTe, equalelafuaprofapia, à Noi noto non è, fé
non dalla relazione di uno Scrittore, che irritato dalla penna di lui, argu-
tamente infieme, e profondamente prefeàfcrivere contro lui: onde à chi z ntophUus tu-,.
fecegli la domanda, Chi fofteil Launoyo? egli rifpofe, [a] Debere launo- «'^udu, in roUmì-
yummatri foli tantundem , quantum alii patri fimulac mairi debe^nt y juxta '/'JanT'^huno^Hf
Synefium Epi^ola 3. ad finentt & five adoptione j ftve arrogatione in Launo- /"■'> r.pai.mihi
yumcognomenirrepferity ancipitis tamenjurisejie , an ( utBleJenfisEpiJi.21, ^^oio.Launoyo,
dtxitin ftmili ) pater ejusy ctiamftconjìet j B^gem non fuìfìe, fuerit corona- fuc qualità, erro*
tus. Minutam xtatem y & primos fludiorum annos, Scoparium in I^othoma- ''»''''f'»*'^"efie.
genfi Collegio everrendis fcholis vi£ium conquirentem , exegifie , alterum
JEfchinem, Barn quippè operam y Demoflhenes ab JEf chine navatam in mmnf-
cula aitate i memorati nec fine falcy inOratione de^orona . Os efje ferreum ,
ingenium procellofìtm , tumuUuofum , fa&iofum , ciendis turbimbus natum ,
Scriptiones e'jus ( nam id fpeciatim quoifttum erat ) non alias extare 3 quàm.
aliquot Satyras in SandionyjÌAnos Monachos , in Dominicanos , quos prò mon-
ftruofts impofloribus traducit, inCuefnayum è Societate Jefuy in Carmelita-
nos [acri Scapularis indulgentias , & ufum celebrantes , in Trovinciales ,
qui extremam Calliam incolunt : apud quos Supremi Senatus arrefio , fìve
Jolemni publicadefinitioneirretra6iabiliy notatus infamia y impietatifque y &
id genus aliis notis deformatus y in gentemuniverfam Lugianicè fitbacchatus.
Effe denique ut mufcamy ad exulcerata, (fìquxoccurrant ) illicò advolan-
tem y ut de Judaicis mgeniis diClum eft à Juflino fub fine Dialogi cum Try^
fhone: nec aliter de invido cummufca , & vulture collato, nec nifi ad ulcera,
veltabida, & feculenta accurrente, S. Bafilius homil. 11. qua eft de invfr
dia .
Ita quippe de Launoyo tefles idonei , cjr complures : quos nihilerat ne-
ceffe, de duritiaoriSy & turbido, ac tumukuofo Launoyi ingenio admonere;
cum vel ex qualibet lucubrationum ejus pagella, id itaftt perfpicuum, ut
nihil fit necejie docere » Quod enim de ejufdem geniihominibus di£ium eft à
S. Ireneo, non totum mane epotafidum eft, ut fciatur ejus aqua effe falfa» Sic
■utmalignitas fcriptionis aliquorum appareat, non eft , quòd univerfam qui§
fcrutetur . Così egli. Quanti libri poicompofeil Launoyo, tanti rinven-
gonfene prohibiti nell'Appendice dell' Indice de' libri prohibiti , inimico
egualmente de'Santi in Cielo, de'Religiofi in terra , e dell'autorità Mo-
narchica nel Pontificato Romano . Di due di eflì ci aggrada in quefto luo-
go far menzione , l'uno impreflb [b] co'ìtìtolo Fregia mmatrimonium potè- b Editus par/ìh
/ìas, l'altro Feneranda Romana Ecclefta circa Simoniam traditio , ambedue ""'"^74.
ripieni di errori Calvinifti , e Luterani . Del primo dille un'erudito Auto-
re , [e] ^d Catholica veritatis tranquillitatem evertendam , c^ facra coin- u^sl^Tù'^Lm-
quinanda in lucem prodiit traClatusinfcriptus y Regia in matrimonium pò- "'':"* fy^'f^fii-
teftas, quo Ecclefiaftica, & Laicalia jura confunduntur , injuriofis commen- ptr'eji^r'^'TolnT,
tislacerantury unicuique, quod fuum eft, tollitur , quod non eft, tribuitur , ^^"^X'^J" '^'
^uinimò Laicali poteftati conceditur , quod non fine gravi Ecclefiaftici juris " d ' Hit"^fcripfxt
mjuria , fuique dcdecore , fuum facere nequit . T>{ovum hoc inter Orthodoxos, \Yonibuf "^f "'
Heterodoxos vero vetus in Ecclefiafticam poteftatem commentum Jeanne glnm & 'aiia'Z'
Launoyo ^u£ìore erupit . Così Domenico [d] Galefi, accreditato, e nobile ('/J'*'" '"^"^ ^'*
Scrittore, che dal pofto di Confultore in Roma della Congregazione
dell'In-
Clemik- ^^^ Secolo XVII.
TE X. dell'Indice, e di profeffore de'Sacri Canoni nella Univerfiti della Sapien*
za> paflato al pili riguardevole del Vefco vado di Ruvo, co'l merito della
dottrina, e con la candidezza della vita, che pafsò poc'oltre agli otto lii-
a Ka:tnti Finale, flti, in pochi anni refe Celebre al Mondo la fuaperfona , la fi.ia[<z] Patria, e'I
fuo Vefcovado . Egli tri le altre defcritte fue opere accorfe fubito con
potente ftile alla difefa della invertita Cattolica Chiefa , e contro la T{egia in
b Ed.tHs TioKx matrmonium poteftas del Launoyo , die fuori alle ftampe il confumato
an.ìójs. Trattato [b] Eccleftajiicainmatrimonìumpotefiasy pronto antidoto al ve-
leno dell'avverfario , in cui propone , & eruditamente dibatte , diftin-
gue, e conchÓQ p^ovetujiiffìmaj univerfalijjìmay & Catholica dottrina de
jure Ecclefixin fanciendis legibus fideimm matrimonium impedientibus ^ Ù*
dìrimentibus , nec non in ipfis difpenfandis . Porfe eccitamento àfcrivere al
Launoyo, non so fé la fua ò poca inclinazione alli dogmi Cattolici, ò
troppa condifcendenza alle fentenze di alcuni fuoi connazionali Francefi.
^nno ifjjj. Sinda [f] quarant' anni addietro agitofll in un Aflembleadi Vefcovi iti
$iSM%^^'"^^''^" Parigi quefto punto , [rf] Unum matrimonia Trincipum ¥{egn fmgninìs ^ qui
pojjnnt ajpirare ad [uccefjionem Corona , ac fpeciatim eornm , qui proximio-
res [unti & hccredes priejumptiy pojjìnt efte r alida , & legitima , ft fa5ia
fucrint non folum abfque confenfu pojjejioris Corona , rerum etiam cen-
tra ipftus voluntatem , & probibittonem : e ne fu decifa fri efll la fen-
tenza negativa , e rigettati come illegitirai , invalidi , e nulli gli ac-
cennati matrimonii y in vigore degli afl'erti privilegii , e confuetudini
pretefe della Chiefa Gallicana , non fenza però grave fdegno , e mor-
morazione di chi giuftamente riguardando 1' eccelfa qualità del Sa-
cramento del matrimonio , lo rinviene libero anche nelle fue larghe
appendici da ogni fuggezione alla podeftà fecolare : Multis , foggiun-
ge il citato Francefe Spondano , omnis generis homìnibus adverfus
hac non parum murmuranttbus . Ma la mormorazione de' buoni fu
fupprelfa dall'audacia de' temerarii , fra quali furfe il Launoyo , an-
tf;aUf,ue,at. ^.g^gj^ano di efll, e confarcinator di errori, e dibeftemmie: [e] Tur-
bavi fateoY , dice del di lui libro il <:itato Galefi , confejiim coepi ip-
fum legenda, fimulque dolere, quòd in eo Ecclefia jura tam male haberen-
tur . Hunc ab orthodoxa veritate omnino alienum , cum Heterodoxorum
do^matibus , impiifque impojluris convenientem comperi . Mordaci calamo
à Launoyo punguntur Tatres , carpuntur Do£lores , [ugillanturque omnes
Catbolici Scriptores , docentes. Ad jufla Ecclefia: pertinerc, inflituere le-
c^es fidelium matrimonium refpicientes , nihilque juris in matrimonio
elTentialibus Laicos Principes (Ibi vindicare poffe , quafi neglexermt Ca-
none!, do^rinam corruperint, & anjam Heterodoxis dederint , Catholicam
verìtatem calumniandi . Onde giuftamente 1' Ecclelìaftico Scrittore
efclama , Hxc quis credet ? Omnes Santlijjimos Tatres canones con-
tempjtjje , & ex eorum ignorantia lapfos efie ? Scholaflìcos omnes DoBo-
res eofdem defpexifie , & minus reverenter tra^afje ? Terfuafum ejì mi-
biy Lnunoyum aut eos non yidifìe , aut alios legijj'e cum legebat . Così
egli. Il Launoyo invertito dal Galefi, accorfe con [/] pronta Apologia
{opHfcuhm con- q^\^ difefa del fuo libro ; ma il libro , e la difefa riceverono prohibi-
Gnu}^7 !^Jaore zione, [g] e condanna dalla Sacra Congregazione dell' Indice fotto il
'fi's^J""6^'' ^""^ Pontificato, che fiegue .
Ì'ij.'sutìmb,i6',% Né men fii empio il Launoyo nelle airerzioni del primo affunto, che
in quel-
Capitolo TIL 68- ClTMFN-^
in quelle del fecondo, ch'ei , come fi diffe , piiblicò nel libro intitolato ^^ .;r
\_a'\ Veneranda B^omame Ecclc(Ì£ circa Smoniam tradìtio, contro il quale m^iÌjs! ^^
farfe incontanente il primo Natale Alelfandro, dalla cui penna nfcìpari-
mentefuori proporzionato antidoto sii qncfto punto al preparato velenOi
cioè contro la efprella dal Launoyo Veneranda I{oma Eccufia circa Simo-
niam traditio , la aderta dal Natale cantra Launoyanas dream Smo-
niam obfervattones animadverfio t primo [ b ] parto di quell'erudito in- ^t'Zlk^'T^'^^'^''
gegno, che invertendo di faccia l'inimico, ne difcuopre il malanimo, c'hcm intrici. d-
e'I prevaricato intento , giullamente contro lui foggiungendo [e] Simidetj '"JJ^ ^'^^ ""'""'' '
quantum poterit, juam in Scdem ^4pofìolicamrevercnttam LaunoyuSi ah in-
curia illata Tontificibm non facile fé purgahit . Il trattato del Natale in
due parti dividefi, come in due errori dividelìl'operadcl Launoyo. Qiiefti
[d] ònegò, ò dubitò, che la So?ww^ foffe conipofizione di S.Tommafo tr/d. dc.'ln'corp.
d'Aquino, & il Natale nella prima parte fi flende in vendicar la grand'Opc- "^^^ ',"■'' •^\
raal fuo Angelico Autore , & intitolonne la [e] Diilcrtaziòne Smnma l 'ìl't! JiUx.'ìl
D.Thorme vindicata. Qual' afiunto profeguì felicemente poi il Cardinal ^fX'^'f'^'ll'
[/] Raimondo Capifucchi con la reftimonianza non rinvenuta dal Natale di />//•/ ' co-^rovtr.
PtolomeoLucenfe contemporaneo, e familiare di S.Tommafo, riferirai '^^''''f°fJ'l7Ì'eÌ
lungo [g] dalfopracitatoGalefi. Md la feconda parte del Natale è più for- J!5!V°''^"'*
te, perche più calunniofa Ci è quella del Launoyo, che invellendo la '^ "^'"'.^"/ìÌìI-'!
Chiefa Romana con taccia di faccilega Simonia, la' ripiglia di Herctica r-Irf/w^^ro/;;;»^
nella rifcofiìone delle ^'Zwr.tf. Sono {cannate la efazione di alcuna parte '"'c^-J'^T/iftca
de'fruttide'BenefiziiEcclefiaftici, che fi rifcuotonodal Papi [/; ] in reco- tow 12. di fai,- f.-
gnitionem univerfalis domimi , qnod Tonti/ex , cr Ecck-fta V^omana habet l^;.^f ^""-''"'^
omnium Ecclefìarum , & Monafìeriorum : Soggiunge [/jilFagnanij ftir/i'/i.tJ i f.;J:«. /.; 5. £».-■
Sponfiis eftI\omams Traful, & propterea dicitur^ 'Pater Tatrmn : fed p^- 'prl^iSi^'lZ''"'
ter natitralis potéfi corripere filium [ibi alimenta negantem , & ad ea pra-
ftanda compcUcre> item Fili£ tenentur alcre Matrem tnopem: ergo eadem Annate, e lor*
aliane Vater fptritualis ^ quem non minus diligere dcbemus, quàm t^r«.^- antichitt.
rem, & Mater (piritualis Ecclefia poterit à fuis filiis fpiritualibus , & Ec-
Iclefiis inferioribusalimcntarecipere, & confequenter ^nnatasexigere , quas >
ut efì notar ium, Summits Tontifex accipit prò [ui fuhjlentatione . Così eqli,
chea lungo quivi rintraccia la origine, giuftizia, e l'ufo delle Annate .
Contro di efle dunque difperatamentefcagiiolii il Launoyo, mal perfuafo
dagli allerti Decreti de'Concilii dì Bafilea, e di Coftanza, e ribattuti, e
dottamente fpiegati dalfopracitatoGalefi, eFagnani. Il Natale fcefe an-
ch'egli nella dotta arena, ma nel profeguimento dell'inimico urtò fopra
VafcelFrancefe proveniente dalla Sorbona in un di quei fcogli, che bene
fpeffo s'incontrano da chi oltramontano naviga ilvalìomare della Eccle- , ^
fiafticaHiftoria, edifle, \_ì(] .Jnnatas citra calumniam , & Simonis notam ìnttl'/^Ig^m'nJh
Summus T'ontifex rccipere potefi , & exigere , B^gum , & Eccle fiarum cu- 78.
juslibet l^i'gni accedente e onfenfu. [/] Mira junty qu£ dicitis , così Noi n- co,ur'f"iuiiat'J/
volti al Natale con li rimproveri di Sant'Agoftino, nova fmt, quadicitis , '"P-ì-
falfa flint , qux dicitis . Mira fìupemtts , nova cavemus , fai fa convinci-
mus. Dunque il confenfode'Rè bavera egli forza di purgare un'atto fimo-
niaco fco'ne la rifcolfione delle Annate vien chiamata dal Launoyo ) dalla 'I','^,"^''iF'';-'f-'^'
taccia, enotadellaSimoniaf Certamente unatalempiapropolizione non pa^'.6.i.
così torto ufci dalla penna di Michel [m] Rabardeo nel (uo Heretico[?i]Oj&M- .^ ^nn'M^mi
(usCallus, che fu ella condannata dal Tribunale di Roma, come attefta ';/.'' "^'
li
Clemen-
te X.
a Diana in ^pc-
log.contrn Tiabard
in] erta i>i truci, de
immunit at e .
b Idem traci, i.
ttftl j;9.
e Hic liber Natalii
^lexand. prohiii-
t»s fuit IO. luhi
J684. utvietry i e fi
in t^-^cpend, .".d li
bros prohìb.
d Hos vidi in <^p.
ptnd. ad hìdicem
lib. prohib. verbo
lo. Launoyus .
e Z^.Ma/ì i6^o.
6S6
Secolo XF lì.
[a] il Diana, che in altro [b] luogo à lungo rigetta il falfo commento 4jsÌ
Rabardeo . Leggali il citato Galelì , che ben conclude , EtfideMer con(ÌM ,
Tapam adfuiy & f{pmanx Curi^ infervientium fubftentatìonem y ex bonìs Ec-
cleftafìtcorum ^nnatas exìgere y nulloque pa6ioinhisl\eges ìmmifcert (e pofie,
cumagatur de re à Laicali jurtfdt Storie omnimodè fegregata , & cu'fUì Do-
mininmy feu potius àdminifìratio pcrtinet ad Tapam . Così egli. Mitrala-
fciato [e] ilNatale, e le fne non fané fentenze contro la Chiefa Romana,
il libro del Launoyo ricevè dalla Sede Apoftolica quelfapplaufo, che me-
ritava chi con tanti diverfi fcritti ne impugnava le leggi , cioè la condanna,
che ne [d] feguì nella Congregazione dell'Indice fotte [e] il Pontificato
di Aleffandro Ottavo .
C A-
687
Innocen-
zo XI.
CAPITOLO VIIL
Innocenzo Undecimo di Como , creato Pontefice
li L I . Settembre i G^G»
Condanna di mòkilihri , e notìzia dì e ffhe de loro o^utori. Sf-
pulftone degli Hugonotti dalla Francia , e de*'Barl?etti dalla
Sa'voja . Con^erftone deW Inghilterra alla Fede Cattolica ,
e nuo'uoper'vertìmento di quel l^gno, Confejjione di Fede
Cattolica di molti popoli Jcifmatici . Stabilimento in "B^ma
di un' hofpìziopergli heretici cont/ertìti . Affari , e libri delli
Janfenijìì, e loro condanna . CondannaPontìficiadifettan-
tacinque propoftzjoni . Herefte di Afichel Alolinos , fuo corfo,
e condanna ,
A felice la Francia , e con la Francia il Chrillianefimo, fé le
male dottrine del Launoyo fodero (lagnate in effo, e non , co-
me da elfo, sboccate nelle bocche di altretanti rivi, quante
penne ne trafcriflero fé non tutte le fentenze , certamente in
gran parte tutta la malignità, e tutta l'avverlione contro le EHiadu-pin.fuoi
fentenze della Chiefa Romana. Difgrazia ò\ quel nobilifiìmo , ^\onlÌ\ e'iif I^''" '
e ChriftianifTimo Regno , in cui par che non poifà Dottor forgere in Cate-
dra, e poggiare al grido di egregio, fé non peri gradini di aperta contradi- a /« Brevi inm.
zione all'aiitoriti fuprema , e independente del Pontificato Romano. Alla J2«ÌrX^"i(j88 "*
prohibizione de'libri del Launoyo fegui ben \a\ tofto quella del libro inti- \^Tmp'r'ejr„s pari-
loìSLto de antiqua Ib] Ecclefia DifciplinatCompoCìzione, cpanodiLudovi- ^^'Y"' "'^'ì^ , •
,,. , . ' ,.'--'.. • % '. -t ì r r r ' -i ^ ■ r- <^ ImprfJJ- Coloni*
coElliesdii-Tm) di cui ci converrà rinovare il difcorfo fotto il Pontificato a„.i68ì., & pro-
ài Clemente XI., e degli altri [e] Methodo facile , e pacifico per convertir fen- %%"\^''^''p^^"il
:ì^adifputeli protejiami alla vera fede foprail punto della Eucharifiia^ Hi/io- DecmoSc. indi-
ria [d] del Luterani fmo y Critica [e] generale dell' Hijioria del C alvini fmo , j'pVo/;;^ li De-
Hifiorta della decaden'S^a dell Imperio , Hijioria del grande fchtfma d' Occi cmhris 1680. De-
dente ^ tutti dettatura dell' infelice Ludovico Maimbourg , che con il Tili'rlfVcil'^
fulmine Pontificio ripercoflb da'libri nella perfona, fii prima per coman- p>oh,b^,tjupr.2tS.
damento d'Innocenzo fcacciato, come inaridito tralce, dalla Compagnia ub'i''dc\^'lu'm.
diGicsiì, e quindi più dolorofamente, fpaventofamentedaDio tolto dal ''."«jrge loro pro-
Mondo con morte in opinata, allor quando fremendo di fdegnoperlafe- n^^pr^ef^'parifis
guitaefpulfione dal Sacro Chioftro , tramandò nuova fpuma di maledi- ""■ "^^6., cr-^;^-
cenza contro il Pontificato Romano ne'libri daini comporti, Hijioria [/] /«„<,?. '"x//'^26'
del'Pontificato di San Gregorio ti Grande, e. Trattato [g] Hifìorico dello fla- FeOr.ièSj.
bilimentOj e delle prerogative della Cbiefa di B^ma , e de fuoi Vefcovi , foglipiù 'inlóL Iat'm.wì
tofto atti al fuoco , chea dar luce alle fiampe. Nella medefima condanna fu '^25.
pari-
jNNocEN- |5gg Secolo XV IL
^^ /^ . parimente involto il tomo Hiftorico Conciliorum [a\ generdium àoì)! dSxxQ
^ ^'^6^.6- prillo. '^o\tQ nommù.Ko'KìchQ la TraduT^ione \_bYdiMonSy opera, come al-
a>i.
3»£^fT/./,;»of.x-/. trove detto habbiamo, di manojanfeniftica, e con più rinomata cenfiira,
^b' i^'/septernh: pcrche di più rinomato Autore, li feguenti Libri [e] Htfioria Ecclefìajìicacum
J^jp- Dtfjertattonibus i e, Summa D.Thomje vindicataj e, Difiertatio Tolemka.
\)ibus"i"noT. XI. de Confejfione Sacramentali y Cy Contra [d] Lannoyanas circa Simoniam ob-
^'l'^Vnii"^' /^^"^^f ^'^^^^^ animadverfìo , parti tutti di Natale AleiTandro deli' Ordine
àFM^L'mBrl- de'Predicatori , da Noiin molti luoghi di quella Hiftoria riprovato nella
ìii/i'Tóé'^^' '°' P^i^ticolarità delle dottrine, quantunque nella univerfalitàdell'erudizioni
"Libri /iNataie degno di lode, fé non havefle pervertito li gran doni della natura, e dell*
A'^Shb tiioie ^^^^ ^^^ foftenimento più tofto della Sorbona di Parigi, che della fapienza di
ro prò ìd izione. j^^^^^ ^ j^^ ^- jj^j ancora rlnuovcrafiì ii difcorfo fotto il Pontificato di Cle-
mente XI. j allor quando il corfo de'racconti ci porterai defcrivere il fuo
nobile ravvedimento nel nuovo libro da effo dedicato al Pontefice Re-
gnante. Né qui fermaronil li Francelì in corpi divifi di diverfi libri, ma
unitifi in corpo nella loro Sorbona di nuovo [e] rinnovarono, e fottoicrif-
c ^nno i«8i . fcro quefte quattro propofizioni contrarie alla Ecclefiaftica podeftà , fimili
à quelle già [/] emanate contra la iuprema autorità del Pontificato Ro-
ivediuPomyfji liiano fotto Aieffandro VII.
^4leJ]r.7:drcVll.tc. " '
to^'^d'innocnno Clcr ì G aliì c unì dc Ecclefiaftica potè fiate declaratìo*
X li-) '« cm.iejuc-
ceffe la r-tnitt^-
Trimùm [g] Beato Tetro, ejufque Succefìoribus Chrijli Vicariis, ipjìqtie
Ecclefi£ t rerum fpiritualmm ,' ér ad aternam jalutem peninentium , non
g ìo.Martiii6%-i. autemciviltum-, ac temporalium à Deo traditam potefiatern , &c,Reges er-
Smrdtfcic!'. ,?o> & Trìncipes m temporalibus nulli Ecclejìafìiae poteftati Deiordinatione
dì Francia contro y"j^^y/fy^ fic^ne antìoritatc clavutrìi Ecclefia dire6lè , ve t indir e 6lè deponi, aut
chida'!''ei\ut.ii' Ulorum fubditos eximì à fide , ac obedientia , ac prefitto fidelitatisfacramento
caco Rop-uno. jolvi poffc Ó'C.
Secundò: Sic inefie ^po ftalica Sedi , ac Tetri SMCceJòoribus rerum fpiritua-^
lium plenum poteftateni, ut fìmulvaleant , atque immota confiftantS. OEcum-
meniae Synodi Conftantienfis à Sede .dpoftolica comprobata , ipforumque B^ma-
norum Tontilicumy ac totius Eccleft^ ufu confirmata y atque ab Ecclefia Galli-
cana perpetua I{eligionecuflodita decreta, de au6ioritate Conciliorum Genera-
%tÌhlov'!llL t ^^«^' ^""^ SeIJìone quarta y[h]& quinta continentur &c.
m-<^ì- ' Tertiò: Hinc ^4poftoliciC poteftatis ufum moderandum per Canones Spirita
Deiconditosy &totius mundi reverentia confecratos&c.
Scartò : Li fidei quoque quéòfìionibus pracipiras Summi Tontificis effe partes,
ejufque decreta ad omneSy & fmgulas Eccleftas pertinere -, nec tankn irreformabi-
le effe judicium , nifi confenfus Eccleft^ accefterit .
A quefte propofizioni (\ fottofcrifiero trentaquattro tra Arcivefcovi,
e Vefcovi, e trenc'otto minori Ecclefia.Vi-i del Clero di Francia, & alla
loro fottofcrizion feguì il Regio Dccr^io , ut e£ propofttionesinuntverfa
dittane y & Troviuciis , atque ^AcadcmiisE^gnorum fuorumdefendantury nc-
que quifqiiam gradum aliqucm litieraruìn in Theologiay aut Jure Canonico
accjpiaty nifi furata prius earum di.fenfìone . Cosile propofizioni del Clero,
d'ArreicodelRè, e l'uno, e l'altro non à Concilio y come nota [/] l'Emir
retr, difp. I, traci, nentimmo de Aguirre, aut limatura conjultatJone prolat.-i y jed jubitaqua-
i.f(ti,z.n.ii,& Il ^^^^ ^^j-^^j- commotioae ...... occafione grapis dijjidii inier Jnnocentium ,
i Card.de^guìtre
in de feri f, C atb S
Capitolo VII L 589 I^NOCEN-u
Xl. & IXegem Chrijiiamjjìmum , provando il medefimo [a] in Capitolo d par- ^ ^^^^ ii^T Jir
te, DecUratìonemhanc contradtcere pala-m fenfui, & doÓìriria communi Ept- l.fea7i',&[t<ì',
fcopornm GallU, expreffa in litteris ad Innocentmm X. anno 1(555. nelle
qualiil Clero Gallicano richiefe fopra le cinque propofizioni ài Janfenio
l'oracolo infallibile del Pontili caro Romano , daTrancell ne'fecoli pafTati
foftenuto Tempre con lafpada, mi con compaffionevole divario da'medc-
fimi impugnato Tempre ne'tempi correnti con la penna.
E con lafpada foftennelo in quelli tempi cotanto rifolutamente il Rè P»(^cacciamento
Luigi XIV. di Francia, che rari altri fatti certamente (ì rmverranno ò più danaF^ETe
nobili nella intenzione, ò più flrepitofi nella efecuzione, ò piùgloriofi, e S'"^^" 'i' ^"èft^
profperi nella felicitai e grandezza degli avvenimenti . Ritrovava!! così ""^"*'
flranamence infetta la Francia di lue Hugonotta, che poche cafe n'erano
immuni, e niifuna Provincia efence. Fri gli ammorbati da tal pelle fcor-
gcvafene qualche Ecclefiaftico di quelle Chiefe , molti Principi dì quel
Regno, e moltifiìmi Commandanti delle regie truppe; ondeilfolopen-
lìere del rimedio atfacciavafi prima arduo, e poi impoilibile ad efeguirfi
perle ditHcoIti, che s'incontrerebbono nel!' applicarlo , di contradizio-
ne ne'Grandi , di ripugnanza ne'Predicanti , e di tumulto , & armi ne'Solda-
ti . Ma il Rè forprefodal zelo di veder riunita la Francia nei coftume dell'
antica Religione, e quindi vago della quiete de'popoli, che non mai han-
no pace nella diverfit^ delle Sette, gittata tutta la fua fperanza in Dio,
1^ cui giuftacaufa intraprendeva, e meflb in non cale ogni contrario mo-
tivo di difficile riufcita , rifolvè, & efeguì una delle più grandi azioni ,
che ò fi leggano deferi tte nelle Hiftorie palfate, ò fi poffan defcrive-
re nelle future , cioè vincere à forza d' armi molti milioni di Here-
tici fenza fpargimento di una flilla dì fangue , e convincere la dura
loro ollinazione con la fola muta parola di un bandc^. Alla eenerofa
determinazione del Rè volle Dio far precedere l'incitamento del Cle-
ro , anzi l'incitamento degli fleifi Hugonotti , che poderofi in autori-
ti, e forfi in numero, hor con le prediche, hor co'fcritti cominciarono
così ftranamente à moleflare i Cattolici , che non potendo dagli Eccle-
fìaftici oramai più difllmularfi una tanta audacia, adunatifi in Aflemblea
porfero [b] al Rè in ifcrittoi loro lamenti con una lunga fupplica, chefer- f» r4.z;B5/;»i<j8jr,
vi di potente fprone all'animo di chi già da fé correva all'abbattimento di
e ili. La fupplica fu fottofcritta da feifantacinque tra Vefcovi, & Ecclefiar
ilici, i quali al fin di ella in feparati fogli, cioè in due colonne per foglio,
regiftrarono capo per capo da una parte la profeilìone Cattolica fecondo
ipecreti del Concilio di Trento, e dall'altra le calunnie, ingiurie, efalfi-
tàoppofte dagli Hugonotti alla riferita profeiiìone con la indicazione de'
libri, ove rinvenivanfiquefte loro efecrabili menzogne, quali lunga cofa fa- ^ H-cexutapui
rebbe [e] il riferire. Il Rè non così tofto ricevè la ifianza del Clero, che ol- L.X'ì^lv.'S".
trepalfando anche la fperanza di efio, mandò [rf] fuori contro gli Heretici tÌ'ti">lÌ7h'm''' ''
Hugonotti del Aio Regno due bandi, degnacopia di quegli antichi famofi d^/z^n^tT-Z.^-sM
del gran [e] Theodolìo , e Giuftiniano , che hanno nobilitato in altro luogo 'li'fj;„;^j'-!ifll'
lanoftraHiltoria. Conciofiacofacheforgendoildi lui Chrifiianifiìmo zelo o/,oi.re i^gy.
à quell'alto di Religione, ove poggiar poflaosni Cattolico Monarca, con 'nV/^'.'f".^)
eroica riloluzione|/J bandi per tutto il fuovalto Dominio la demolizione tom.z.pu'^.<;6.-^s-
de'Tempiidegl'Heretici, la confifcazione de'lorobeni, etuttociòditerri- l"Z^p';,f;^^'!l
bile, che piegar li poreiie ad abbracciar la Religione antica della Francia, tW*'w.',..nr.
Toììio IK Xx Al
Innocen^ ^gQ Secolo XVII.
ZO Xlf ^\ bando feguì incontanente la efecnzione , flrepitofa quanto dir fi pofla j
sì in riguardo airiniprefa, come in riguardo alle circollanze di efTa. Poich*
egli mandò per tutto il fuo Regno Predicatori infieme, e Soldati, e gli uni
tutti zelo in grado di Miflìonanti, gli altri tutti terrore anche nel nome,
quali entrando nelle cafe degli Heretici, quivi à truppe pigliavano il loro
' alloggio, fin tanto che gli Heretici pigliaflero altro partito. Mirabil cafo
invero! e che conferma, quanto altre volte in quefta Hiftoria habbiam
notato, alla conyerfione di quei rtiiferabili più giovò il cerror prefente
delle pene, che le fante perfuafive de'Predicatori ,• poiché à truppa corre-
vano gli Kugonotti alle Chiefe Cattoliche con tanto fpurgo di quelle in-
fette Provincie , che nel breve fpazio di due foli mefi elleno fi viddero intie-
ramente Cattoliche, con potente , e prattica apologia contro chi volle cen-
furar la Regia condotta di quefto fucceflb , e con egual ftupore ^i chi con-
a j,^,,^.,^;y?^43. fiderò, quanto vaglia la verità, quando ella venga afllftita dalle fpade.
[<i] Doc«/^ f 05 /o//d?«/(),difl'e degli Heretici DonatiftiS.Agoftino, ^«of
negligentes fecuritas fecit j e foggiunge , Mea quidem primitus fentcntia
erat , nemìnem ad unitatem Chrìjti ejje cogendum : verbo effe agendum : dif-
putatione pugnandum : ratione yincendum : ne fiólos Catholicos haberemust
quos apertos Hareticos noveramus . Sed h£c opimo mea non contradicemium
verbis , fed demonjirantìum fuperabatur exemplis ; e ne allega il Santo la
ragione. Ut legum ifiarum vinculis, H<!ereticitam(jftam Thrànetici ligaren-
tur, & tamquam de fomno lethargico emergerent, & in falutem evigilarent
TIMOI\E LEGUM IMTEBJ^LIUM. Al rimbombo del regio zelo di Lui-
gi applaudì da Roma il Pontefice Innocenzo , che non potendofi contene-
jbij.A'ov/wj.itfSj re di non efporne in carta il godimento, [b] Cum pra c^teris illuflribus
documentìsy egli fcrilfegli, qua mgenitam Majeflatis tua pietatem abundè
declarant, maxime excellat eximius ille , B^geque Chrifiianijfimo dignus
^UdVconTl!t-P^^^^^ 7S^^^> H^^ ftf(^^"^ incenfus fallente s ijìius I{egni Hareticas Conflitutio-
ìazione alile, fies penìtus abrogaftt , fideique Orthodoxa propagationi , fapientifjimis editis
Decretis, egregie confuluifti, offici i effe nofiri duximus, fplendido, ac man-
furo hoc litterarum noftrarum te/iimonio inclitam animi tut B^digionem effu-
se commendare , cumque rebus hucufqueàte praclarè gejiis infigniìmjufmodi
fa&o immortalium cumulum laudum adjecifti, mpensè tibi gratulari . ^e-
cenfebit profetò fuis m Faflis CatholicaEccle/ìa tam grande tua ergaipfam
devotìonis opus, nomenque tuurn non interituris praconiis profequetur . Ube-
rem vero in primis à divina bonitate praflantiffimi confilii retributwnem
polUceritìbimeritò poteris, perfuafumque h abere , non omijìuros noi enixa
ad^eandem bonitatem in hunc fco^um vota continenter effundere . E per ren-
der publica Innocenzo la congratulatione privata, ch'egli pafsò co'l Rè di
Francia, nel profllmo Concifloro fecreto in quello tenore parlò al Sacro
Collegio de'Cardinali,
e Die i8 Murtn V^ner abile s Fratres . [ e ] Q^àm profperè fuperiori anno Chrijliana res
tùU, ' adminifirata fuerit vi£io late, fugatoquc in Hungaria , & ad Mejìeniacum
fìnum hofie immanifjimo , atque ibidem expugnatis munitiffimis oppidis, &
quanta Catholica Ecclefia , cui nos immerentes praftdemus, feliciter acci-
derint, vobìs , qui omnia cognoviftis , ac Domino Deoexer e ituum, quapubli-
ce, qua privatim prò vefira egregia pietate de rebus tam Utis gratias egi-
fiis, commemorare fupervacaneum ducimus . Juvat tamen paucis vos collo-
qui de iis, qua per clarifimum Filium noflrum Ludovicum B^egem Chnjiia-
nijfi-
Capitolo Vili. égi Innocen-
fiìjfmum pneclarè gefla , & per ejus Oratorem T^obilem Vìrum Ducem de ^^ •^^*
Mjirees ad nos delata patemam charitatem , qua I^gem ipfum , & florentif
fimum Galli£ I{egmm fempcr complexi fuimus , incredibili gaudio affecc-
rimt . Mirificavit enim Dominus mifericordiam fuam , cum dans B^gi po^
tentiàm ad auferendas abomlnationes impietatis j brevi paucorum menjium
[patio utiiverfam pene Gàlliam admirabili rerum converftone ab dia fuper-
ftitioneliberavit, quce fuperiori f^culo à nefariis hominibu$ illic excitamiferè
populos civilibus bellis afflixit^ ingenti cum periculo apudinclytamillamgen-
tem Orthódoxé fidei , & public^ mcolumitatis . abrogati! autem ab eodcm
clarijjimo Filió noflro lis edi6Ìts , qum perduclles H eretici ab ipfìus majo-
ribus B^gibus Cbriflianijjimis inter bellomm aftus , & pericula extorferant,
novifque editis Decretis , qui bus illius fc6ia hominibus omnisTemplorum ufus,
& coeuridi libertas interdicebatur ^ fa&a ejì fuper illos manus Domini y qui,
ut ipftus mifericordia fperàre nos jubet , dedlt eis cor novum , utfacerent
juxta prjeceptum F^egis verbum ejus , & ab erroribus , qnibus nati , & innu-
triti fueram j ad ventatem Catholicam redirera . Qua fané in re cum Chri-
flianiffimi I{egis '^elus , cìr pietas mirificè eluceant , ipfius immortali merito
nojìrie ,■ & omnium veflrum laudes debenttir , quas quìdem uberes omnis
pofieritas UH feddet i dum hujus tara praedari fa5Ìi memoriam recolet. In-
terim à Tatré luminum accuratis precibus expofcendum efl , ut E^gium ani-
mum qiiotidiÈ màgis inflammet ad ea peragenda , qute Chrijiiana B^ìpublic<£,
ac Catholic£ Ecclcft£ Uta ^ & [aiutarla efie pojiunt . Così egli , e con lui
tutto il facro Collegio, chefidiffufe in ringraziamenti, &: encortiii per unì Difcacciamenttf
tanto vantaggio della Cattolica Religione. Accudì anch'elfo volentieri à Afp^dera'savò^-
qucftégloiiofe operazioni Vittorio Amedeo Duca di Savoja, che inconta- h.
nente [a] difeàcciò con pronte truppe dalle balze delle Alpi gli Heretici
Barbetti, reliquie degli antichi Vvaldenfi, che parte difperfi, parte conver- ^ ^nn.tad.
titi riposero in irtato iìcuro non men di Religione, che di quiete quelle Pro-
vincie.
Ma non così durevole fiì il gaudio del Chriftianefimo nella converfio-
ne della Inghilterra , come durevole Fii quello , che veniam pur hora
di riferire della Francia, e della Savoia . Il Rè Carlo Secondo d'Inghil-
terra, di cui in altro [b] luogo habbiamo fatto menzione , doppo ^'i^Q'ri^')^„ltx^,to!lfpag.
tafeiannidi Regno, forprefo [e] dà accidente epileptico , (ì ritrovò in- 6ì6.
contanente al line de'fuo giorni: ed egli fìnilli molto più degnamente ^ ' -^««•«'^gy.
e gloriofamente di quello , che li haveva incominciati . Conciofiaco- ^^ . ^^jj^ ^^^
fache non fol difpolto , ma maravigliofamente inclinato alla Religio- gh,itérrs,ebreve
ne Cattolica haveva femprequefto Principe coltivato nel fuo interno ien- Ji^'^p'^f^cltS
timentiorthodoffi, e in atteliazione di eilìfurongìi ritrovate doppo la mor- La. ^'^
te due feri tture , ambedue fcntte di fuo proprio pugno , & amendue ferra-
te in una fua recondita caffettina , quali il Rè Giacomo fuo fuccelfore,
egli morto, fé imprimere in ftampa nel medelìmo idioma Inglefe, in
cui elleno fi rinvennero compofte, &à noi amorevolmente, & opportu-
namente fomminiftrate in piccolo libretto da Filippo Michele Mylord El-
lis Vefcovo prefentemente ài Segni, di noftro Signore affiliente, e Pre-
lato domeftico, e per il pattato Cappellano ordinario di Giacomo Secon-
do Rè della gran Brettagna, e della s. m. di Maria fua Serenifllma Con-
forte, il quale ancora craslatolle in lingua Italiana nel tenore, e forma che
fiegue .
Xx z Spe-
Inkocen- ^g^ Secolo XV I L
Prf^ " Spero, che il difcorfo dell'altro giorno haverà convinto V.S. nel
derRècSoTi! jj pxmto principale, cioè clie Chrifto non puòhavere qui in terra fé non
ò'inghiherra. ^^ una Chiefa ( il che pare à me effer tanto evidente, quanto che la fcrit-
5, turafiiftampata, ) e che quell'unica Chiefa non può efler altra, fé non
„ quella, cheli chiama Ternana Cattolica. Onde non ftimo elfer necelTa-
5, no di entrare in quell'Oceano di particolari difpute , mentre la più ef-
y, fentiale, òperdirmeglio l'unica queflione è di fapere, dove fia quel-
„ la Chiefa, che noi proferiamo di credere in ambedue li Simboli, nelli
a qualidichiariamodi credere una Cattolica, & Apoftolica Chiefa. Nèè
„ permeflb à ciafcuno di credere à modo fuo quel che gli pare , e piace , mi
„ deve credere quello, che gli propone la Chiefa, à cui Chnfto lafciò T
„ autorità di governarci qui in terra, in materia di Fede, e la quale com-
5, pofequefti'Simboli per la noftra direzione. Sarebbe certamente troppo
„ fuor di ragione di far leggi per un paefe, e poi lafciare in potere degli
j, habitatori di quel paefe, di elfere li giudici , e gl'interpreti delle leg-
j, gì così ftabilite ; perche allora farebbe ogniuno fuo giudice, e per con-
„ feguenza non vi farebbe né il giufto, nèl'ingiuilo. Comepoflìamodun-
„ queimaginaici, che Dio ci habbia abbandonati a tanta incertezza, qua-
4, le farebbe il prefcriverci una regola per noflra guida, enelmedefimo
i, tempo il lafciare ad ogniuno di elfer fuo giudice? Domando dunque 1
a, qualunque huomo ingenuo , le non è la iftelTa cofa , di leguitare la no-
„ fìra fantafia , overo d*interpretare la fcrittura fecondo la medefima ? Vor-
j, rei, chequalchedunomimoAralfe, dove la podeftà di decidere in ma-
teria di fede fia Hata conceifa ad ogni particolare f Chrifto lafciò alla fua
Chiefa e ilfuofpirito, elapodeftàdifciogliere i peccati anche nel Cie-
lo, e la Chiefa'doppolaRefurrezzione del Salvatore efercitò qucfta pò-
della prima per mezzo degUApoftoli nel loro Simbolo, e doppo perii
Concilio Niceno, dove fu comporto il Simbolo, che ne porta il no-
me : e perquefta medefima podcftà, da Chrifto ricevuta, moltiUImi
anni doppo il tempo degli Apoftoli, la Chiefa era giudice anche del-
la medefima Scrittura Sacra, per dichiarare quali libri erano, e quali
non erano Canonici . Se dunque allora la Chiefa hebbequeftapodefti,
defidero fapere, come venne i perderla? e con quale autoriti la gen-
te fi fepara da quefta Chiefa? L'unico pretefto , che io ho mai inte-
fo, èftato, perche fi pretende, chelaChiefa habbia errato in ftorcere,
,,' & interpretare la Scrittura contro il vero fenfo, & intento di efla , e che
a, habbia impofto ai fedeli certi articoli di kdey li quali non fono fofte-
nutiper la parola di Dio. Domando dunque, chi hi da efi'er giudice
di quello? fé la Chiefa Univerfale , la di cui fucceilione è ftata conti-
nuata fcnza interruzzione fino al dì di oggi, overo buomini particola-
ri, li quali hanno fufcitati fcifmi per loro proprio incerelfe ? E quejU (ì
èia prima fcrittura, ed ccione la feconda. E cofa molto deplorabile, e
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rfdd Ricado » dcgua di conlìdcrazione , come un mare di herefie habbia inondato que-
lì.d- Inghilterra. ,, i\o Regno, m.eutre ogniuno ftima fé ilefib tanto giudice competente
„ nella Scrittura, quanto furono gli Apoftoli medefimi 1 né è meraviglia
ciò elfere così, imperoche quella parte di quella nazione , che più li
avvicina alla fembianza di una Chiefa, non ha ardire di pro|?orre alcun
argomento vero contro l'altre Sette, perttmore, che fi ripiglialfe con-
tro ilei medefima, e che refterebbe con li fuoi ragionamenti confutata,
e co-
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93
33
Capitolo Vili. 693 Innoc en-
e convìnta. LaChlefadetta Anglicana hi gran delio, che fi creda, che ,, ^^ ^^'
ella fia Giudice in caiife fpiritualij con tutto ciò non ardifce poiìtiva- »
mente allerire, che dalle fuedecifioni non fi dia appellazione; concio- „
fiacofache fari corretta dire, ò ch'eflafia infallibile ( cofa chenonpuò «
pretendere ) overodiconfeiiare, che tutto ciò, ch'ella decide in ma- „
teriadicofcienza, non oWigapiii di quello, ch'è conforme al privato
giudizio di ognuno . Se Chrifto ha lafciata una fola Chiefa qui in ter-
ra, di cui tutti noi altri altre volte fiamo (tati membri, come dunque ,
e con qual autorità ci fiamo feparati da quella ? e fé l'autorità d'inter-
pretare le Scritture fti riporta nel cervello di ogniuno, che bifogno hab-
biamo di una Chiefa , e di Paftori f* A che propofito dunque Chrifto
Salvator noftro doppo haver data la podefìd agli Apoftoli òi legare, e
fcioglicre in Cielo, e in terra, aggiunfe a quefta, che le haverebbe
aiUttito infino alla confumazione del mondo? Quefte parole non furo-
no di già proferite dal Salvatore per via, ò modo di parabola, òdi figu-
ra; poiché egli afcendeva allora alla fua gloria, e lafciava lafuapodeità
alla fua Chiefa, da durare con lei infino alla fine de'Secoli: e noi nel Se-
colo decorfo habbiamo Tentiti gli eftetti lacrimevoli, di eflere negata
alla Chiefa la podeftàfuprema di decidere in cofe fpirituali fenz' appella-
zione. Che giuftizia fi può afpettare, dove li rei fono loro proprii Giu-
dici, e fedono interpreti della legge, uguali à quelli, che fono cofti-
tuiti peramminiftrarela giuftizia? Quefto appunto è il cafonoftro in
Inghilterra, imperocché li Proteftanti fono membri della Chiefa Angli-
cana, non perche ella è la vera Chiefa, da cui non fi dà appellazione,
ma perche la difciplina di quella Chiefa al prefente è conforme al capric-
cio loro, al quale quando contradirrà , òvarieràunpoco, fono pronti
ad abbandonarla, & unirfi alla prima Congregazione del popolo, di
cui la difciplina, e'I culto fi accorta alla lor prefente opinione; di modo
che fecondo quefta dottrina non vi è altra Chiefa, né interprete della
Sacra Scrittura, che quella che ftà nel volubile cervello d'ogniuno . „
Domando dunque da ogni perfona, che confidererà fedamente le cofe „
fudette, fé il grand'edificio della nortra falute poffa foftenerfi fopra un „
fondamento tanto arenofo? Hi mai promeflb Chrifto al Magiftrato ci- ,,
vile, non che alla plebe, che farebbe con loro fino alla confumazio-
ne de'Secoli ; ò li ha data mai l'autorità di rimettere li peccati ? San Paolo
fcrivendo alli Corinthii, gli òicQ, Voi fiete /' agricoltura y e V edificio
di Dio, e noi fiamo fuoi minijirit & agricoltori ; mentre in tutto il ci-
tato Capitolo , come anche nel precedente [a] tutto San Paolo fi sfor- W * Mtn.Fihr,\Gvi*
zadidimoftrare, che quegli, cioè gli Eccleììaftici poflìedono lo fpirito
di Dio, fenza il quale ninno può penetrare il fenfo profondo di Dio; e
conchiude il Capitolo con quefto verfetto , Chi mai ha penetrato il fen-
fo di Cbrijioy che poffa infegv.arlo ^ l^oi peropojiedemo ti fenfo del Signo-
re . Noi dunque , fé vogliamo pefare con un poco di giudizio ,overo hu-
mano intendimento queft'autorità, di cui Chrifto nell'Evangelo inveftì
la fua Chiefa , che poi con parole si precifefpiegò S.Paolo , non potiamo
imaginarci, che Chrifto hi pronunziato tutte quefte cofe indarno ; e
vi prego à riflettere all'altra banda , che tutti quelli, cherefiilonoalla
verità, e non vogliono fottometterfi alla fua Chie(a , cavano )i lo-
ro argomenti dall'implicazioni, e dall'interpretazioni violenti neii'iftcf- ,i
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InMocen- ^g^ Secolo XVI L
•ZOXi. ^^ fo tempo, che negano le chiare, e le fchiette parole: cofa , che pro-
iy viene da una grand'infincerità , ò vogliamo dire , difingenuità , che
„ qnafi fia impombileàperfuaderfi, che tal gente creda ife fteifa. Vie
„ dunque altro fondamento della Chiefa Proteftante, fé non che quando
„ piace al Magiftrato Civile pofla chiamare quelli del Clero, che paiono
„ più X fuo propofito in quel tempo , e con quefti mutare la Chiefa An-
„ glicana in Presbiteriana, ò nell'mdependente, overo in tal altra fetta,
„ che più li piacerà? Quella ftrada tenne la noftra pretefa riformazione
„ qui in Inghilterra, e per lamedefimaregola, & autoritàpuòeffereogni
„ giorno mutata in tante altre diverfe forme, e figure, che fono li capric-
« ci degli huomini.
E queito è il tenore delle due accennate ftampe trafmeffe à noi dal
a Sotto li 2j. ^. Mylord EUis Vefcovo di Segni , che con una precifa fede , {ottofcriz-
g'fto 1709, zione, efigillone [^] attefta la fedeltà della traslazione, e la collazione
con !a ftanipa. Ma quefte fcritture , chiufe nel gabinetto del Rè Carlo
potevano porgere indizio, mi non prova de'fuoi fani fentimenti, &anfa
amale voli di afferire, ch'egli ò non havefle vifluto come credeva, ò non
havefle creduto come fcrjveva. Quando fopraggiunfegli, come fi difle,
la morte, cherefepublicaal mondo ( quanto permeffero le ftrettezze del-
l'ultima agonia ) la fua fede. Noi certamente in un fatto recente , e fe-
cretodi un Rè, non haverefllmo ardimento di particolarizzarne gli avve-
nimenti, fé quefti non fofl'ero pienamente aflicurati dalla teftimonianza di
autorevoliflìmi Perfonaggi , co'qualihabbiamo communicata la materia,
e molto piùprecifamentedall'atteftato del fopracitato Mylord Vefcovo ài
Segni , richiefto da chi fcrive quefte cofe , anche di ordine , e con ordine
<leì regnante Pontefice, acciò in tal fatto egli fomminiftrafTe non tanto à
noi la notizia, quanto a'pofterila contezza di quefto glonofo fuccefib,
.ch'egli tutto òiiiti^Q in quefta lettera à noi diretta , che qui fedelmente tra-
fcriviamo.
„ La Santità di Noftro Signore fi è degnato di darmi ungraziofiUImo
?;';l^rr°"/pi'^''B! „ contrafesno della fua inefplicabile benii^nità verfo di me in ordinarci
morte uei fxQ ^' o . >-f* ^' r • v* 1 1 • ti 1 r • y
Carlo II. d'In-,, V.S. Illuitriflima di fervirli della mia debolezza per tornire lememo-
£hii:erra . ^^ ^.j^ iieceflfarie ad una relazione, tanto gloriofa >qnanto neceflaria alla nobil
„ Opra, che ftiper ufcire alla luce con le ftaiiipe. Conciofiacofache la
„ piilllma, ci. efemplariffima morte della gloriof.mem. ò. Carlo Secon-
„ do Re della gran Brettagna mio Signore è un potentiiilmo argomento
,5 contro gl'Heretici di qualfifia denominazione ; perche tutti quanti T
„ adoravano non folo come Capo della lor pretefa Chiefa Anglicana, ma
„ ancoralo riguardavano come un Principe ornato di miolte virtii, e d'
erudizione in tutte le fcienzci emendo fiato il fuo fine tanto efemplare,
doppohaver abiurata l'Herefia, quanto fu di poca edificazione, quan-
do ville Heretico . Reftano confuii tutti quelli , ({ni fecuti fimt eìrantem^
„ & nolunt fequLpanitentem ; mentre fi è fempre ofTervato quefta diffe-
„ renza tra la Fede Cattolica, el'herefia, cheremendazionedellicoftumi,
e la morte quieta fono compagne infeparabili della vera Fede , dove l'He-
refia precipita l'huomo prima nella diflbiutezza, e poi nella morte infeli-
ce . Efappia V.S. Illuftrifllma, che la converfione alla Santa Fede Cat*
talica Romana del Rè Cario mio Signore è tanto nota à tutti, ch'appe-
na fi troverà in tutti tré li Regni della gran Brettagna , uim perfona , che
con-
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Capitolo VI IL (yg^ Innocen-
controvertaqiiefla verità, e gloria allaChiefa. Per lamiadifgrazia, la ,s ^^ -^^•
maggior parte delli miei libri, e fcritti fon reftati in Roma, e perciò non „
poiib fornire tutte le memorie, che fono appreflb di me , e farebbo-
no forfi non inutili alla Tua Hi ftoria, perefler materia conofciuta da po-
chi. Forlì laSantitàdi Noftro Signore condefcenderù di dare unapre^
ziofa occhiata à quefte fcritture, che prèndo la confidenza di mandare
in mano di V. S. Illurtriflima. La prima fiifcritta dalla chiar.uìem.deU'
Altezza Reale d'Anna Hyde, [a] prima moglie della gloriof. mem.del „ ì-dì quella Scrh.
Rè Giacomo IL mio Signore, la quale da inimica profetata ch'era del- „ '"l^/ctluotnT
la noftra Santa Fede, ne divenne il primo Campione nella C afa Reale , „ "
havendo l'honore efler feguitata inqueftogloriofo trionfo dal Tuo ma- j,
rito, allora Duca d'York, e dal fuo cognato, il Rè Carlo Secondo. Lei ,j
medefima publicòlafcritturafudetta, e poi il Rè Giacomo pervenuto
alla Corona la diede alla (lampa, che V.S. Illuftriffima riceverà quìi n-
clufa. L'altre due aggiunte fono ftatecompofte* efcrittedi proprio pu-„
gno del detto Rè Carlo, il quale nella bellezza del dire era inimitabile: «
ma quella beltà non (ì capifce da chi non è ben verfato nella lingua; e «
per tema che V.S. Illuftriffima non trovafle chi potelTefervirla in quella 3^
minuzia, per haver la lingua Inglele aliai del laconico , e fublime , „
(e perciò domanda un liudio particolare, ) ho prefa la confidenza èia
mandarle tradotte in Italiano rozzai^tnte, ma con attenzione partico- j,
lare all'idioma, efenfo. La penna aurea di V.S. Illuftrifiima indorerà li „
miei mancamenti, e perdonerà la prefonzione d\m Oltramontano, di xt
mettere fotto li fuoi occhi purgatimmi un flile pellegrino. Comunque 3^
fìa, quefte fcritture come raggi del Sole fanno rifplendere il cuorCat- »
tolico di quel Principe, con tutto che non fia (tato riconciliato alla ys
Chiefa,fenon vicino alla morte ^ nella maniera che fegue. ^
Nell'anno 1585. ( del mefenon mi raccordo per non haver nelle ma- « ^^'^^j^n ^ J"i*
... ■ r • • \ r^ r I \ ■> i -i • ,-- "'ca nella morte
nilimieilcritti J fu forpreio da un accidente cpilepnco , e per efier
medicato per l'apopleiìa, patì dalli Medici orrendi tormenti; ma ritor-
nato in fé, fopiaviife alcuni giorni, con pochi contrafegni di riaverfi .
In qual ftato mifcrabile veduto dal Principe Giacomo^ fuo fratello,
Ducad'jfork , fil quale non lo lafciò mai per un momento, fervendolo
con fvifcerato affetto, ) e fpinto da un vero amore fraterno per Lafalute „
dell'animafua, fi proftrò inginocchioni à canto del letto , pregandolo 3,
diperdonarli, fé li portava un'imbafciata tanto afflittiva, quanto dovu- «
ta, che il finedellifuoj giorni s'accoftava; echefi dcgnalTed'agiuftareli „
fuoi conti conDio, da vero Chriftiano, e buon Cattolico, di cui fapeva, „
cheluihavevalifentimenti. Tra tanto vennero , e volfero onninaraen- „
te elfer ammelFi nella Camera Reale li fuppofli Vefcovi dellapretefa
X.hiefa Anglicana, liqualiefortavano il Rè di morirfenzafcrupolodei-
lalorSetta, &infiftevano che pigliale di maiìo loro la Cena . IlRèper
gran pezzo non li kct rifpofta alcuna ; ma mentre quelli facevano l'iftan-
ze pili gagliarde, li pregò di ritirarfi, perche haveva defideriodi ripo-
farfi; e fece votar la ftanza di tutti gl'affiftenti , fuori del fratello, àcui
aprila fua rifoluzione di morire nel grembo della Chiefa Romana, im- „
ponendoli di condurli, perlafcalafecrera, un Sacerdote: e domandan- „
do il Duca , che Sacerdote defiderava ^ rifpofe , quello, che m'ha falvato, «
>"ant'aanifoQo> la vita del corpo, al fine mi fai vera l'anima. „
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del Rè Carlo U.
d'ìnghilcerra.
Innocen- ^g^ Secolo XV IL
zoXl. ^^ Quertofùil P. Giovanni Hiiddlefton, difcendente da una nobile , &
antica cafa della Provincia diCiiambria, e di prò fefllone Monaco Be-
ncdirtino della Congregazione Inglefe , dell'Abadia Lambfprigenfe nel-
la Vvesfalia della medefima Congregazione: huomo di biro ne lettere, e
fantiflìmi coftumi , il quale flava per Millionario Apoftolico non molto
lontano dalla Città di Vvorceftria, quando il Rè Carlo Secondo ha-
vendo unito le reliquie dell'ariTiata del fuo Padre, infelicemente distat-
to nella battaglia di Neubury, volfe efperimentare l'awerfa fortuna
della fua cafa Reale con dar battaglia all'ufurpatrice Republica, vicino
alla detta Città , dove la fua armata fu tagliata in pezzi , & il Rè iftelfo
hebbe careftiadifalvarficonla fuga, inunafelva, con ricovrarfi den-
tro un arbore voto . Mentre vi flava, fentiva la Cavalleria inimica, che
batteva il paefe, ecercavalodapertutto; tra tanto il fuo unico Com-
pagno Mylord Vvilmot s'era rifugiato in una cafa vicina di poveri Cat-
tolici, dinomePendrel, àcuifii neceflltato di rivelare il fecreto del mi-
rabile ricovero d'un sì gran Rè, con pregarli di portarle qualche cofa
perriflorarlo. Quefla povera gente, come niente fofpetta, fervi alRè
confommapontualità, e fedeltà, havendo prima nafcoflo il Mylord fot-
to il fieno . E quando le truppe inimiche fi fiirono allontanate, condulTe
fuaMaeflàin cafa dove habitavail P.Giovanni, loro direttore, il quale
con gran fentimentidirifpetto atfBplfeilRèallafuaflanza, con fcoprir-
liilnafcondiglio, dove poteva celarli: mentre il Padre faceva la fenti-
nella, e li Pendrelli battevano il paefe per portar intelligenza. Mentre
il Rè flava fervito da queflo buon Padre , fìprefume, chericeveffe ,
tanto dalli fuoidifcorfì, quanto dall'efempio, li primi femi del Cattoli-
chifmo , li quali fi maturarono , e furono raccolti dal medefimo nel fine
della vita; perche havendo trovato mezzo ditraveflire quel giovane
Principe m donzella, lo fece partire à Cavallo dietro uno delli fudetti
fratelli, il quale con felice fuccefTo loconduffealMare, dove s'imbar-
cò per laFrancia. Subito che queflo Principe fu richiamato al Trono,
chiamò appreffo di fé il fuo Padre Giovanni, e gli fece palfare un'atto
di Parlamento, che non farebbe moleflato, dichiarando à tutti leobli-
gazioni, chegl'haveva. Quando fposò la Principeffa Caterina, Infanta
di Portogallo , diede à fua Moglie per Capellano queflo Padre , con fett'
altri Benedittini fcielti dalle migliori cafe d'Inghilterra . Il grande ap-
poggio, eprotezzione, che godeva il P.Giovanni, non lo lafciava ozio-
fo; ma impiegandoli continuamente alla direzzione dell'anime, tra li
altri fuoi virtuofi coflumi , uno fu di calare nella fecreta, ò foffa fotter-
ranea, dove flavano li condannati à morte, donde cavava molte anime
difperate, dagl'artigli del nemico infernale, & accompagnava il fuoac-
quiflo nella carretta fino al patibolo, dove gl'aflìfleva fin all' ultimo
i, refi^iro, &efortavaà morire Chriflianamente.
Eflèndo dunque chiamato queflo Padre , & introdotto dal Duca
nella Camera Reale, cominciò S.M. con gran tenerezza, e lagrime, à
confelTare, &à rimproverare à fé ilciVo la fua ingratitudine verfo Iddio
per l'infinità delli benefìzii, e grazie fìngolari, che gl'haveva fatte per
tutto il corfo della fua vita; e confeguentcmente nelle mani deU'iflefTo ^
abjuròl'Herefia, fece la ConfefTionc Generale della fua vita, e ricevè il
SS. Viatico , portato nafcofamente dal medelimo Padre , reflando doppo
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Capitolo Vili. 6gq Innocfn-
conrolatifliino , e contentifllmo a morire, foggiiingendo però , che fé „ ^^ ^^'
Dioglihavefle prolungati li fuoi giorni, haverebbe dichiarata la Tua Fé- „
de a Charin-Crofle, cioè nella Piazza più frequentata di Londra. Mi „
poco tempo doppo, replicatoflil parolìlmo, pafsò a miglior vita, con „
pace, e tranquillità, econtrafegni di faUite, aflìiìito lin all' ultimo re- „
fpiro dal Duca d'Yorchfuo Fratello, e dal P. Giovanni, il quale dop- „
pò tutti li riti dell^ Chiefa , gli conceife l' ultima afToluzione . „
Ilmedefimo Padre vifle poco meno d'un Secolo, e morì fantamen-
te nella fua ftanza , nel Palazzo Reale di Sommerfet queft' anni addietro,
con lafciare a tutto il Regno un' odor preziofo delle fue virtù .
Tutte le cofe fudettc io so , perche le ho intefe , con molt' altre circo-
ftanze, dalla propria bocca del fudetto P.Giovanni più d'una volta, 8c
m}paxticoìa.rc immediate óoppo il tranfitodiS.M. perch'io ali *hora fla-
vo di cafa vicino a Londra , & alle nuove della morte del Rè Carlo, e della
fucceffione pacifica del Rè Giacomo , io fubito accorfi , ellendo quel Pa-
dre mio amiciffimo , & incrinfecc da molt' anni , mi feci raccontare tutte
le circoftanze della reconciliazione 5 e felice morte d'un Rè, acni por-
tavo un affetto teneriffimo, e perla requie di quell'anima giornalmen-
te , e fino al dì d' hoggi , otfero fredde preghiere . „
Di più ho intefa tutta la foftanza di queiì:a relazione dalla propria
bocca della gloriof. mem. del Rè Giacomo mio Signore, quale ho in-
tefo difcorrere più d'una volta con gran giubilo di fpirito della morte
efemplare , e Cattolica del fuo Fratello .
Spero, chela bontà di V.S. lUuftriflìma fcuferà la longhezza di que-
lla lettera, la quale tratta d'una materia, che non fi puoi, né fi deve
fpiegarein poche parole, e fperofarà per la maggior gloria di Dio, e „
trionfo della fua Chiefa fopral'Herefiain quella mia povera Patria, do-
ve il Signore hàfempre mantenuta un'ampia femenza della vera Fede,
come pegno delli fuoi infcrutabili configli, da richiamar un giorno al
grembo della fua Chiefa uri Paefe, altre volte il più devoto della Santa
Sede di tutto il Chriilianefimo , e che hi trafmelfi più Santi alParadi-
fo, che molt' altri Regni aflìeme. A tal fine canto lofpirato, non poco
contribuirà il profondo rifpetto , che tutti quelli nazionali portano al-
le fublimi virtù , e beneficenza della Santità di Nofì:ro Signore, allidi
cui fantiflimi Piedi , quando V. S . Illuftriflima bavera l' honore d' effe-
re ammelfo , la fupplico di proftrarmi afileme, e chieder penne, e
per queflia gregge benignamente commeffami la fua Apoflolica benedi-
zione i e con pregarla di altri fuoi favoritiflìmi comandi , mi con-
fermo .
pi V. S. IlluftriiUma . Segni li 2 5 , Agofto 1 70^.
Umiltfs. ed Obligatìfs. Sert^itore .
// Vefcovo di Segm,
Hor dunque trapafifato con felice fine il Rè Carlo all' altra vita , fuccef- sacceffione ai So
fegli alla Corona il Fratello, allorDuca diYorch, col nome di Giaco- gi'od'inghi ter
mo Secondo, Principe fempre nutrito con maffime Cattoliche , e che ha- .nolit^^ *^'*^*''
veva fempre confervata illibata in ogni condizione di flato la fua creden-
za. Nel primo paflb eh' egli fece al regio Trono, non tanto defiderofodi
profeifare la Religione Cattolica, quanto zelante di ampliarla, publicò
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ter-
Innocen- 5gg Secolo XVII.
Z O Al. pg^. |g ftampe d' Inghilterra una fcrittiira , compofìzione fcritta di pro^
prio pugno di Anna Hyde Ducheffa di Yorch fua prima Moglie , quale
rfm 'S'^r'^d't P^*^ profondità di fentimenti , atti a convertire alla Fede Romana ogni
oSdi^Yorch, gran cuore , a benefìcio publico qui ancora inferiamo in quelli noilri fo-
moff ^°'^'*'^^' &^^' moi''"''Jici'ito egregio , e perpetuo della Ecclefiaftica Hil1:oria , fom-
*"° ' miniflrato a noi dall' altre volte menzionato Vefcovo di Segni > con le
medefimeatteftazioniefpreifeda lui nella di fopra riferita lettera, inque-
fto tenore.
E cofa molto ragionevole , che una perfona allevata fempre nella
Chiefa Anglicana , e nelli Dogmi dì eifa ( fecondo la fua capaciti ) tanto
ben addottrinata', quanto li più dotti Theologi la poterono rendere,
debba afpettare di foggiacere allecenfuredi molti, per haver abbando-
nata quella , & abbracciata la Chiefa Romana Cattolica , alla quale con-
felfo di elfereftata una delle più gran nemiche, ch'hebbemai. Onde IH-
mo effer meglio sforzarmi di fodisfare alli miei amici con quefto fcritto ,
che di haver in faftidio dì rifpondere ad una infinità di queftioni, che
jiornalmentemi fi pocrebbono fare . E primieramente protello avanti
la prefenza di Dio Onnipotente, che nefliina perfona dell'uno, e dell'altro
fello fda chefono ritornata in Inghilterra) direttamente, ò indiretta-
mente mi hi dettaparola, ò ufatoqualfifia mezzo per farmi mutare la
y, mia Religione. E una benedizione, che devo totalmente a Dio folo, il
>, quale fpero, bavera efaudua una mia fupplica, chegiornalmente intra-
prefi a fargli , da chepratticai Francia, e ^iandra , dove vedendo fiorire
aifaila devozione de' Cattolici ( benché niente di fimile fi ritrovafie nel-
la mia perfona) feci fempre quefta domanda al Signore, che fé non mi
trovavo allora nella vera Religione, mi facelfe la grazia almeno di mo-
„ rirvi. Non che dubitaflì punto della verità della mia Religione, giacché
nonn'hebbimaifcrupolo finoal decorfo Novembre, Mentre leggevo
un libro intitolato , V Hijìoria della I{iforma7i}one compojìa dal Dottor Vìey-
Un , che havevo intefa eflere affai lodata, e di cui mi hi detto , che mi to-
glierebbe qualunque dubbio , che mai poteifi bavere nella mia Religio-
ne: in vece di che ho trovato quel libro elfcr ladefcrizione dellipiùhor-
rendifacrilegiifotto il Cielo, né ho potuto trovarvi altra ragione, per-
che abbandonammo la Chiefa, fuor di quelle tré, le più abominevoli,
che habbia mai fentite la Chriitianità . Primo , Henrico Vili, per non ha-
verglipermelfoilPapa di ripudiare la propria Moglie, epigliarfi un' al-
i, tra, rinunzia all'autorità dellaSedeApoftolica; fecondo, Eduardo Sefia
a eranella fua minorità, e governato da Zio materno, il quale cavava le
), fue rendite dalli beni Ecclefiaftici , che haveva ufurpati; e terzo, la Regina
Elifabettaperfarfida illegitima herede ch'era, ficurapoffeditrice della
Corona, non potè trovare aitro mezzo, fé non di rinunziare a quella
Chiefa , che non permette cofa sì ingiuftain veruno de' fuoi figli . Io per
me confeflbdi non poter credere, che lo Spirito Santo afiìltefie mai a
„ quefti Concilii ; e poi mi pare molto Urano , che fé li Vefcovi non hebbe-
ro altro difegno , fé non ( come dicono ) di ricondurre noi altri alla difci-
plina della primitiva Chi'efa, non haveffero ciò mai penfato, fin che Hen-
rico Vili, apriffe loro la ftradafotto pretefìo sì illegitimo . Ellendo dun-
i, que aiìalita da queftifcrupoli, cominciai ad e-faminare le dilicrenze, che
vi fono trànoj altri , e li Cattolici , .e per far quell' efame con tutta 1' efac»
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Capitolo VI I L 6gg I^nocen-
rezza, che mi era pofTibile, mi fervii del mezzo della Sacra Scrittura, nel- „ ^^ ^^'
la quale C benché io non pretenda edere habile a penetrarla )hò nondi- „
meno trovate alcune cofe tanto chiare , e facili a capire , che mi maravi- „
glio, come fono rtatatanto tempo ad accorgermene. Tali fono la pre- „ . ,
fenza reale del SS. Sacramento, l'infallibilità della Chiefa, la Confeilìone, „
e le preghiere peri morti. Doppo di che cominciai a difcorrerefeparata- „
mentccondue[tf jdelliprimi, epiiìfavii VefcovideirjInghiIterra,iqua- „
limiconfedarono, che nella Chiefa Romana vi fono molte cofe, le qua- „ if/clit'di c^tut
li, farebbe molto da defiderarfi, chenoihavefUmo ritenute, come la „ ^'rj,e Stanford di
Confeflione, la quale fenza dubbio è ftata comandata da Dio; eche il „ ^^"'"fi''"*'
pregare per i Morti era uno de' più antichi coftumidel Chriftianefìmo: „
che efiì lo facevano giornalmente, benché non voleiiero confeflarlopu- „
blicam.ente: e poi premendo, e ftringendo [b] uno diloroalFaifopra „ ^^^fl^a^-^'^ ^^
gli altri punti controverfi , mi diife , che fé egli foffe nato Cattolico , non
inutarebbe la fua Religione ; ma che ellendo un membro di un' altra
Chiefa , nella quale era certo di bavere tutte le cofe necefiarie per falvar-
fi, {limava elTer cofa molto cattiva a darefcandalo con lafciare quella
Chiefa, nella quale ricevè il fuobattefimo, „
Tutti queftidifcorfi non giovarono ad altro. Te non a maggiormente ,^
accrefcermi il defiderio , chegiàhavevo diefler Cattolica, edinlìeme-
mente ad angofciarmi più nell' animo con sì fieri tormenti , che mi riduf-
fero quali all'agonia. Con tutto ciò per non precipitare niente in una
materia òì tanta confeguenza , ho fatto il poffibile per fodisfarmi : porge-
vo quotidianamente fupplichea Dio, acciò fi degnafle flabilirmi nella
verità, ed effendo così difpofta , andai il giorno di Natale alla Cappella
reale per ivi communicarmi : ma doppo la Communione mi fei.itii agita-
ta, e (limolata molto più crudelmente di prima, fenza poter darmi mai
la minima pace, fin che palefai il mio defiderio ad un Cattolico, che mi „
«onduire un Sacerdote , il quale , fopra la mia parola , è flato il primo,con
cui-intraprefi mai a difcor rere . Più parlavo a quello Sacerdote , più veni-
vo confermata nel mio dilegno. E come mie poffibile il dubitare delle
parole del noftro fanto Salvatore, il quale dice, che nel SS. Sacramento
vi è il fuo Corpo , & il fuo Sangue ; così non polfo mai darmi a credere ,
che l'Autore di ogni verità, il quale promife diflarconlafua Chiefa in-
fin'alla confumazione de' Secoli, permettefle poi àquefla fua Chiefa „
communicare i Laici fotto una fola fpecie , fé non fofle lecito di così fare .
Non ho io tanta capaciti , & havendone , non vorrei però entrare in
difpute con veruno: dico folamente in una parola in difefa 'della muta-
zione della mia Religione,la quale ( Dio mi è teflimonio ) non havrei mai „
fatta , Ce haveiii creduto , efler poflìbile di falvar l' anima mia altrimente .
Mipare fiiperfluo il dire, che nilTun' interefle di quefto Mondo mihab-
bia indotta a tal rifoluzione, perla quale è evidente abaflariza ad ogni
uno, che ho da perdere tutti gli amici, elaftima, che ho qui: & ho ben
ben bilanciato quale di quelle due cofe potrei più facilmente rinunzia-
re, ò alla parte che ho in quello Mondo, ò all' altra parte che iperonell'
altro . Ringraziando Dio , che non trovai difhcoltà nella mia elezione .
L'unicamia orazione è , cheli poveri Cattolici di quella nazione
non habbiano da patire per caufa, che io fono della loro Religione, e
che Dio fi degni ài darmi pazienza di fopportare le affiizioni , e poi man- ,,
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Innocen- p^qq Secolo XV IL
ZO Xl. ^^ darmi tutte quelle , che poflbno accadere in qiiefto Mondo, pur che
„ doppo arrivi a godere una beata eterniti.
S. Giacomo all'i 20. rf' ^gofìo i «570.
Operaiionitrop- Così la fcrittuta della DuchefTa d' Yorch, publicata dal Rè Giacomo
Si'ca^ner'dirf Rè ^^' ^^^^^ ftaoipe , non tanto in atteftazione di fede della fua prima Con-
cimo in più forte, quanto ni dimoflrazionc di fermo fuo propofito nella coftanzadel-
pidcCanoiiS la Religione Cattolica in quel fuo primo ingreflo al Regno, e Soglio d'in-
inghiiterra . ghilterra . Quindi debellati li ribelli con prigionia del Duca di Montmouth
loro capo, fubitaneo di zelo, e di configlio pubhcolla, comandolla, e
favorilla, con fecreta maraviglia prima, e poi con aperto rincrefci men-
to di chi confiderandó sì gran mutazione di Religione in un Regno avvez-
zo à non haverne alcuna, defiderò nel Regnante ò più maturità, ò mi-
nor'ardenza nella rifoluzione. Ma fpeflb avviene, che le grand* imprefe
molto fi lodano , fé bene riefcono , e molto fi vituperano , fé non corrifpon-
dono alla efpettazione co'l fucceffo : e il fatto del Rè Luigi nella efpulfione
degli Hugonotti, e quello del Rè Giacomo nella converfione dell'Inghil-
terra meritarono applaufo , ecenfura, fecondo ch'eglino fortirono diffe-
renti, e diverfi gli effetti, quando ambedue nella intenzione hebbero egua-
le il merito, e la lode . Comunque dunque la cofa andaffe , il primo paffo del
nuovo Rè Inglefe fii verfo Roma, cioè a riflabilire la communicazione
a w44».i<587. della Inghilterra con il Pontefice Romano, al quale egli [ a] deflinò fuo
Ambafciadore il Milord di Cartel Mayn, che pervenne in Roma, accolto
con pienezza di gaudio da Innocenzo, che da quelli profperi primi fuccef-
fi concepì fperanza di profperitd maggiore^ ne' futuri . Nulladimeno egli re-
golò il fuo zelo con tanta maturità di configlio, che benché flimolatodal
nuovo Rè di fpedir in quel Regno un Nunzio Pontificio, non volle in que'
principiidi frefca confufione più tofto, che converfione di gente varia dì
genio, e proclive alla novità, avventurar la maeftà di un' Apoftolica Mif-
fione alla incertezza di dubbiofi eventi; contentoflì di condifcendere alle
regie iftanze conia fpedizione folamente di un Cavalier privato in habito
laicale, e quelli fu il Conte Ferdinando d'Adda, che per ordine del Pon-
tefice depofe allora la mantelletta Prelatizia, e cinfefpada per comparir
più grato , ò men folpetto agi' Inglelì . Ma vogliofo il Rè di aperta commu-
nicazione con la Sede Apoftolica, tante ragioni , eprieghif:apofe, che dal
Pontefice ottenne al nobil Cavaliere prima il titolo d'Inviato ( nome for-
fè nuovo ai Miniftri Pontificii) e poi finalmente quello di Nunzio, il cui
iiabito egli allora alfunfe co'l carattere di Arcivefcovo di Amafia , che
aprìfubito nella Chiefa ài Londra publico efercizioaUe funzioni Cattoli-
che: ed allor fu, che il Pontefice impofe a noi una diftinta defcrizzione
dello flato antico, in cuiritrovavanfile Chiefe dì quel Regno avanti lo
fcifmadi Henrico VIII. per prender quindi quelle giufle provifioni, che
condurpotelferoallo ftabilimento colà della Cattolica Religione. Ecer-
b V autore tra tamcute uoi ìli frcfca [ & ] età intraprendcflimo allora dura fatica , compen-
aiiora di anni 27. (3^^ largamente, nel prefentargliela, dal Pontificio gradimento . Ma le
noflre fperanze non perfeverarono, e paflaggiere fu il gaudio di un tanto
avvenimento. Conciofiacofache con breve tragitto di mare, e con più
b:^nf!o 1626. breve [ e ] paflaggio da una fomma confolazione a una fomma defolazione ,
portatofi dalla HoUanda in Inghilterra Guglielmo Principe d'Oranges, e
dalla fazione più poderola degli Heretici acclamato Rè in quel Regno , dif-
fatto
Capitolo VI IL 701 In>Jocen-
fattodue volte l'efercìto Cattolico, coftrinfe il Rè Giacomo à partirti ^^ -^^*
non fol dal campo, mi dalla Inghilterra, d' onde più tofto fuggendo, che
ritirandofipafsòinafpettatamente in Francia, dove turiera prevenne qiic- ^,-,I,'Jri'^"'/[,''3-',;
fta lacrimevole lettera della Regina fpofa di quel Rè al Rè Luigi di Fran- uZlùì "^'""
eia . Sire , una povera Regina fuggita , e bagnata dalle fue lacrime non ha
dubitato efporli alli più gran' pericoli del mare per venir' a cercare quab
chefoUievo, Sbafilo alli piedi del più gran Rè, e Monarca del Mondo :
lamia cattiva fortuna mi procura un bene ambito dalle nazioni piùlon- „
tane , né la neceHltà , che mi ha cofìretto di venire a fuoi Dominii, m' im- „
pedjfce la elezione, cheio ho fatta: perche molla dalla lì:ima Angolare j,
verfodi VofiraMaeflà, gli ho voluto fidare tutto, quant'hò dipiùca- „
ronellaperfona del Principe di Galles mio figlio, eh' è troppo tenero
per poter participaieconmelafua gratitudine, la quale è tutta nel mio
cuore : mi coiifolo nelle mie difgrazie di trovarmi ficura fotto la fua pro-
tezione. L(X I{e^ina d'Inghilterra. u/£ccolfe il P\è la l^c'gia Cafa conmagniji-
cen':^a , e pietà di Cbrijìianifjimo Monarca , e , Habbiamo in Francia,
cosi fcridè [a] a noi un noibo coirifpondente da Parigi, il Rè, e la „ * io,Gc»,x6S9
Regina d'Inghilterra ricevuti, e trattati dal Rè Chrjftianiiilmo contut- .,
te le maggiori dimoftrazioni di ftima, e d'atfetto. Vengono alloggiati „
nel Camello di S. Germano, ferviti, e fpefati dagli Officiali del Rè con le „
guardie Francefì , e Svizzere alla porta del Palazzo, econleguardiedel „
corpo nella fala, havendo i'ifteflb appartamento, chehavevailRè, e „
la defunta Regina. La Regina d'Inghilterra ha trovate nel fuo Cabinet- „
tofcicallctte tutte piene d'habiti, e di altre cole, che le potevano bifo- „
gnare, efeimilaLuigid'oro per le fpille. Il Rè ha pur trovato nelfuo
appartamento diche dar le mancie a chi l'ha accompagnato da Inghil-
terra vicino al lido di Francia , cioè diecimila Luigi d' oro , havendo Sua
MaeftàChriflianifJìmaalfegnato un fondo per il mantenimento della di
lui Corte. Al Rè faranno pagarla quelF effetto cinquanta niila feudi il
mefe, & alla Regina cinquanta milelire. Il RèChriiliianiiiìmo l'afpet-
tòin S. Germano, ed efl'endogli andato incontro fin' al capo delle fca-
le, l'abbracciò con iftraordinaria tenerezza. Il Rè Brittanico fimife
in atto di abbracciarle le ginocchia, e non gli fu permefibdal Chriflia- „
nifiimo, che fé lo mefle quafi per forza alla man' diritta: eifendo poi
convenuti, che quando uno anderà a cafa dell'altro , ivi riceverà la
man' dritta, confiderandofi per cafa del Rè d'Inghilterra il Palazzo di
S. Germano , e Verfaglies per la dimora del Ré di Francia . „ Così
egli, che in altra lettera ci foggiunge, che richiello il Rè Giacomo,
Perche abbandonato egli haveiiè cotanto precipitofamente il fuo Re-
gno? rifpondefk, Eller poca diftanza per i Rè tra la prigionia, e'ifepol-
cro. „ Nel compianto imiverlale di sì alto infortunio, rifplendendo co-
me iride nella tempeita, il Regio zelo di Luigi, Cum vosj fcriflè[Z»] a „ 13 ,. ^,^^.,^8^.
lui efclamando Innocenzo da Roma, prcecipuè affidai [plendidum ., ac ab LetceraPontific'ìa
univnrfis Chrifùfidelibus majorem inmodum commendandum confugium, quod tì^rafcnmlndT-
Alagaa Brittunnia tumultuante, eidem B^egin^, ac infanti Trinci pi , ejfufia, zione dei lu- d'
nuUifque comlafa finibus munijicentia prJhm Majeflas tua, munerisejie no- ^"s^^'^'<-"-**
fin i-uxmius, eas ad te grata refponfionis tejies dare litteras : etfiautemnon
dubitamusy qum prò pietate , ac parata ad magna qu^eqiie prò Catholica B^'li-
pone aggredienda , perficiendaque amplitudine tua praftantijjima pr^edtfli
r\egis
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33
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ÌNNocEN- -Q2. Secolo XVI L
Z O Al. j^gj^ caufam , cum qua eadem B^lìgió conjun&a eji j conflanter juvare per'-:
^as; tantoperè nihilominiis nobis cordi & ejl, & ejic debet mriujqit^ ìncolit'
mitas , ut Majeflatem tuam prò eXplorato habere cupiamus , hi partem nos
•penturosimlitorum omnium operum t quibus I{egi ipfty necnonmemoratcc t{e-
giriit ftrentiè adèjje curaveris , non omifìuros ajjiduts , enixifque -poiis divi'
nam bonitatem etìam rogare ^ ut merita » qua propoJìt£ Ubi vera glorice men-
fuy-am implendo comparaveris y inexhauftis beneficeniia fua thefaurii cumula-
taretribuat. Così al Rè di Francia il Pontefice, che di quefto fiicceiro die
iòiti.FebrHarii parimente contczza al Collegio de' Cardinali radunato in [a] Concifloro
***J*- . con il feguente tenero, e ben ponderato difcorfo .
ne al Sacro còf.' FencrabiLes Fratres . Cum prò egregia ptetàte , ac perfpe6io :^elo zefiro,
i^&io . quibus Tafioralem folicitudtnem nojtram in Catholicx Ecclefu admimftratio-
ne juvare non pnetertnittitis , communis vobis fuertt dolor , quérn Jane ma-
ximum in charijjimi fìlii noflrijacobi Magna Britanni^ I{egis , acejus[I{cgta
Domus calamitate experti fumus y nullum nobis dubiumefly quinanirnosaquè
veflros ingenti folatio affecerit T^ntius huc ex Gallia ante aliquot dtes allatus
de chariffima filia nojira Maria Fuegina cum regio Infante y ac pojìeà ipfiuf-
met {{egisexrebellium manibus elapft illuc àppulju . Incolumi eriim I{ege cla-
rijjimo Utiora nobis fperànda fuperfunt à mi^ericordicrum 'Patre i qui juxta
Tropheticum illud -- Dominatur excelfus fuper B^gnum hominum , & cui-
cumque voluerity dai illud. Sed intanto infortunio y peculiari quodam gaudio
paternum animum nofirum perfudit àdmirabiUs ejufdem I{egis conftantiay &
animi magnitudo, qua omnibus ab ipfo infìgni perfidia ad hofiem deficientibus ,
ac tis etiam dilabtntibusy quos UH natura^ ac beneficiorum nexus ar6iiffimè
devinxeranty mgruentem tcmpejìatettì fortiter excepit . Tam praclara enim i
i& piane heroica optimi I{€gis virtus maximum decus affertCatholica Religio-
ni t cui illc Tatriar/iy Opes , B^gnum , & -pitam tpfam poflhabere non dubi-
tavit, Delatum igitur poji plura difcrimma ìnGalliam, ChariJJimus jìlius nó-
fter Ludovieus B^x Chrifiianiffimus profua tnirificapietate, ac accenfomfibi
£on'jun6iiffimum Trincipem ftudio, illum cum Fregia e onjugey & nato in tani
gravi ja&ura advenientem ràagntficè , & liberaiiijimò excepit , omnibufque
officiis bene-p olenti a y & humamtatis coluit. Illuc quoque venerabilis Frairr
^rchiepifcopus ^maftenfts Ferdinandus , nojier , & hu]us ^paftolica Sedis
àpud eundem Magna Britaìinia Regcm T^uncius , fmgulari Dei beneficio ex
graviffimis pericuLis ereptus, non ita pr idem fé contulity ut prafati Bri tanni-
ti l{egis defìderio obfequeretur . De iis omnibus quamfis plurimorum Itterit
bue perlatiSy vos tamen ex hoc loco alloqui opportunum exifiimavimus , ut
& t>obis patcrnamnoflram ergal{egemde Catholica B^hgione optimè meritum
charitatem declararemus y & eximiam pietatem -pefiram in bisaffli£ìis, tur-
bidifque temporibus excitaremus ad Divinam bonitatem exorandam , ut P^e-
gem ipfum in locum , ex quo nefariè fuit deturbatus , & Chri/iiana B^ipu-
blica prijiinam tranquillttatem rejìituere mifericorditer velit . Così egli ::
tnà delle confeguenze , che feguirono à queft' infelice avvenimento^
in più opportuno luogo fé nerinuoverà la memoria nel Pontificata di
Clemente XI.
Ntrtoni Orienta- £ parve veramente rinvigorirfi in qucfta età la Religione Cattofica in
fdmJnc''oddPon- tutte le parti del Mondo ò in abbattimento degli Hugonotti in Francia, ò
t4ficato Romano, jn xìdutìone degli Heretici in Inghilterra, ò in abjurazione di lungi fcif-
mi nell'Aila, nell'Africa, e nella Grecia. In quelli fentimentifcriiie alla
Sacra
Capitolo VI IL 703 Innocen-
Sacra Congregazione de Tropaganda Fide , Biagio [a] Arcivefcovo di j,o2»,^,/j.j
Samaco nella Provincia Scirvacienfe, Maidirio ói Samandri Vefcovo, e *-°*^'^"" "•
Locotenence, com'egli fi fottofcrifle in lettera diretta [b] 3.1 Pontefice b ^««.kssj.
Innocenzo XI. del Protomartire S.Stefano, Giufeppe [ e] Patriarca de' e ii.Af^rr» 1684.
Caldei, & Ignazio [d] di Antiochia, e con più proliffi, e forti termini dij.^/'r/.KSgj.
Euthymio Arcivefcovo [ e,] Greco di Tiro, e Sidone, abiurando tutti ^g^°- ^f'"»^ris
le antiche Herefie , e fcifmi, fra' quali come con tante catene fi ritrovava- f nàsemnis epi/f,
no ancora allacciati , & involti , e con profonda venerazione [/"] fotto- gf J,/-,^^"^, '^%'
mettendo fé, e le loro Diocefi alla grandezza conofciuta del Pontificato famiLpar!iT '
Romano . Sicché parve appunto , che in proporzionata congiuntura difpo- ."^'[Sj p^^ gfj
nefie Dio r alta pieti degli, Ecclefiaftici Romani à fondare un' Hofpizio in Hereuci conver-
Romaperli convertiti dalla Herefia alla Fede, da! quale fi porgelfeai lon- e^'pVpfeguimen*
taniftimolo di ravvedimento, & ai ravveduti commoditi di foftentamen- to.
to, & iflruzione adequata al conofcimento del vero. Eglifùftabilitoia
ampia habitazione nel Borgo prefib S, Pietro dalla generolìtàdel Cardinal
Girolomo Gaftaldicon defiinati proventi al ricevimento, e trattamento
di qualunque quello fia, che da ogni parte del Mondo venifl'eàRoma ad
ab) urare gli errori della Hercfia , e dal naufragio della Fede fi ricovralie , co-
me in porto, prefib la Bafilicafempre augufta di S.Pietro. La ifcrizione,
che fi rapprefenta à tutti fu'l frontifpizio deli' habitazione , dimoftra
egualmente la munificenza, la intenzione, e'i zelo del Fondatore: Hofpi-
t!um, die' ella , ex Harefì adOrthodoxam Fìdem-penientibus huctranslatum ,
niunfficentìa Hieronymi S.P^E. Tresbyteri Cardinali Gajìald^. sAnno Domini
M.D. C. LXXXy, La idea veramente dì sì bell'opera fiì parto di due Preti
dell'Oratorio di San Filippo Neri, l'un de' quali Giovenale Ancma[^] g ^««91^00,
comincionne l'avviamento fotto il Pontificato di Clemente Ottavo, l'al-
tro Mariano Soccino incalorinne il profeguimento [h] fotto quello di h ^nnoi6i5.
Clemente X. fin tanto che accrefciuto" di rendite, e di Miniftri con le he-
reditd, e legati de' Cardinali Cefare Rafponi , e Giacomo Nini , final-
mente dal Gattaldi ricevè [ i ] quel compimento , che ben dimoftra , i p^ f>oc Hofpuio
quei del Clero Romano non menvivi, che morti pugnar fempre òindife- tit{ff^''%^Y,ù'.
fa , ò in foflenimento della Fede . opere p>e dm^m*
Mentre dunque da' Rè conia forza della fpada, e dagli Ecclefiaftici col L'b'fo^ddiVVre-
vigore de' Decreti, e con l'efempio più petente della loro Apoftolica quante commu-
condotta combattevafi in ogni parte la Herefia, lijanfenifii infinuavano m°mò pomi*fia'J
anch' eifi in ogni parte la loro dottrina conlamultiplicitd nonmendier- f^pra ui mne-
rori , che di libri . A chi haveva fcritto con poca maturità di fentimenti à fa- "^ '
vote dell' ufo frequente della Communione Sacramentale , rifpofe l'Arnaud
con altro libro , in cui cenfuravafi la Communione frequente , come uno ,
e il mafllmo principale a bufo del Chrifiiancfimo, allontanando i fedeli da
quefto Mifterio di amore con terrori panici della maefti di elfo, e con
necefiìtà inventate di fublimiflime difpofizioni , contrarie al fentimento
della Chiefa, e de' Padri, che Dio le ha dati per direttori, e maeftri. Al
contrario qualche Cattolico Scrittore, che haveva fcritto in riprova di
quell'errore, fi era cotanto avvanzato in perfuafione della /re^wfwf e Co ?»-
munione, che particolarmente ne'Regni di Spagna n'era indiltintamente
da tutti frequentato r ufo , comedi pane quotidiano. La poca devozione
degli uni, e la troppa, ed ideale degli altri obligò Innocenzo a regolare
l'affare con un Decreto non meno neceflario, che dilettevole à riferirfi:
Cnm
1
Iknocen- rjQ^ Secolo XVII.
ZO Al. j-^-j ^^^^ ^^ aures SanBìffimi , egli diceva, fide dìgnoruwi teflimonio per-
r/i67p! ^'^""" "penerìt, in quihufdam Diacefibusvigere ufum quotidianm commumonìs , etìam
in Feria fexta Tarafceve ■, & fimul affirmari, eamdem cjuotidianam commu-
nìonem praccptam ejse a jure divino , quin etiam in illiits admìni/tratìone
aliquos abufus inolevìjje , videlicet quòd alicjui , non in Ecclefia , fed in
privatis Oratoriisy & Domi , imo cubantes in ledo , & non laborantes ul-
ta gravis infìrmitatis nota [umani Sacrofanólam Euchariftiam , quam ar-
gentea tbeca wclufam in crumena , aut fecretò illts deferunt Sacerdotes S^-
culares aut J\egulares , aliique in communione accipiant plures formas , ac
particulas , vel grandiores f olito , ac tandem qms confiteatur peccata venia-
Uà fimplìci Sacerdoti non approbato ab EprfcopOy aut Ordinario . Curii au-
tem h£c SanBijJimus confìderanda comrniferit Sacra Congregationi Cardina-
lìum Condili Tridentini interpretum , eadem Sacra Congregatio , previa
matura difcujjionc fuper prddi6iis , unanimi fententia ita cenfmt . Etft fre-
quens , quotidianufque Sacro San£Ì£ Eucharifii£ ujus à San^lis Tatri*
bus fucrìt (emper in Ecclefìa probatusj nunquam tamcn^ aut fepiàs illam
percipiendi , aut ab ea abjiinendi , certos fìngulis menftbus , aut behdo-
madis dies jiatuerunt , quos nec Conciltum Tridentinum prafcripfit ; fed
quaft humcnam infirmitatem fecum reputarety nihil pracipiensy quid cupe-
ret tantum indicavit , cum inquit ; Optaret quidem Sacro-Santìa Syno-
. . dus , ut in fìngulis Miflìs fìdeles adllantes Sacramentali Euchariftias
perceptione communicarent; idque non immeritò : multiplices enim funt
conjcientiarum recejjus , vana ob negotia fpirìtus alienationes , multa è
centra gratin i & Dei dona parvulis concefja, qua cum humanis oculis fcru-
tari non pojjìmus , nihil certi de cujufque dtgnitate , atque integritate , &
' ' conjequenter de frequentiori, aut quotidiano vicalis panis efupoteft conjiitui.
Et proptereà quod ad negotiatores ipjos attinet , frcquens ad facram alimo-
niam percipiendam accejìus , ConfeJJariorum fecrcta cordis explorantium su-
dicio efi relinquendus y qui ex confcicntiarum puritatCy & frequentiafru^iu,
& ad pietatem procefìu laicisnegotiatoribus y & conjugatis y quodprofpicìent
eorum [aiuti profuturumy id illts pra[cribere debebmt . In conjugatis autem
hoc aìììplius ammadvertcnt : cum Beatus ^dpojiolus nolit eos invicem [rauda-
ri, ni[i [ortè exconfenfuadtehipHS y ut vacent orationi y eos jeriè admoneant y
tanto magls ob [acratij[ma Euchariftia reverentiam continentia vacan-
dum y puriorique mente ad ccslefìium epularum communionem ej]e convenien-
dum . In hoc igitur Tajlorum ddigentia potiffimum invigilabit , non ut à
frequenti y aut quctidiana Siterà Com-munionis [umptwne unica pracepti for-
mula aliqui deterreantur y aut[umendi dies generaliter conjlituantur y [ed ma-
gis quid fìngulis pcrmittendumy per fé y autTarochoSy [euConfefiarios [ibide-
cernendum putet: illudque omninò provi de at y utnerno à [acro Convivio j [eu
frequenter , [eu quoticliè accejjerit , repellatur , & nihilominàs dct ope-
ram y ut unufquìjqne dignè y prò devotionis y & praparationis modo y rariùs,
aut crebriùs Dominici corporis fuavitatem degujiet . Itidem Monialcs quoti-
die Sacram Communionem pctentes admonenda erunt y ut in diebus ex earum
Ordinis injìttuto prajìitutis commumcent . St qua vero piiritate mentis em-
teanty &fjrvors[pirttus ita Laluennty ut digna freqiientiori y aut quotidia-
na Santi (Jìmi Sacranienn pacepiione videri po[/int , id lilis à Superiori per-
mittatur . Troderit etiain printer Tarochorum , & ConfcparÌGrum diligentiani ,
(pera quoque Concionatorum uti» & cum eis conjìitutkm haberiy ut cum fi^
deles
Capitolo Vili. 705 Innocen-
deles ad Saii&ijjìmì Sacramenti frequentìam ( quod faccre dehcnt ) accende- ^^
rintyftatim de magna ad illiid Jumendum praparatione orationem habeant 3
^eneratimque ojiendant y eos qui ad frequentiorem , aut quotidianam falu-
ti/eri cibi fumptionem devoto jìudio excitantur ^ debere , ftvc Laici negotiato-
res ftnt, ftve coniugati, five quicumque alti , fuam agnofcere infirmitatem,
ut dignitate Sacramenti y ac divini Judicii. formidine difcant ccelejiem men-
famy in. qua Chrijius efty revereri: & fi quando fé minìts paratos fenferinty
ab ea abflinere y Jeque ad majorem preparationcm accingere. Epifcopi autem
in quorum Dicecefibus viget hujufmodi devotio erga Santi6lijjimum Sacra-
Tnentum, prò illa gratias Deos aganty eamqueipfi adhibito prudenti^ y &ju'
dicii temperamento alere debebunt j & ab eorum officio pofìulari ftbi maxime
perjuadeant , nulli labori , aut diligenti^ parcendum , ut omnis irreve-
rentiay & fcandali fufpicio in veri , & immaculati tAgni perceptione tolla-
tur y -pirtutefque , ac dona in fumentibus augeantur . Q^od abundè continget,
fi a y qui devoto huiufmodi ftudioy divina prafìante gratta , tenentury feque
Sacratifjìmo Tane frequentiùs refici cupiunt , fuas vires expendere , feque
probare cum timore y & charitate affueverunt . Quibus Chrijìum Dominum,
qui fé fidelibus manducandum , & fé pretium in morte tradidit , atque in
Ccelefii B^gno fé pramiumeft daturusy precatur Sacra Congregatio , ut fuam
opem ad dignam praparationem j & fumptionem largiatur. Vorrò Epijcopì
& Tarochi , feu Confeff^rii redarguant afjerentes communionem quotidianam
efìe de iure divino , doceant in Ecclefiisy feu Oratortis privatìSy exdifpcn-
fatione , feu privilegio Tontificis de manu Sacerdotis fumendam San6iiffimam
Eucharifitam , nec eam ullo modo deferendam in crumena , aut fecretò ad
exifientes domiy vel cubantes in le&o, quàm ad infirmosy qui ad illamfu-
fcipìendam ad locapradi^la accedere non valeant, 0" ad cos fi abEcclefta
deferatury publicè, & cum pompa juxtaformam B^tualts Bimani; fi vero
ab Oratorio privilegiato y cum forma decenti. Curent etiam y ut circa Commu-
nionem Feria fexta Tarafceve MiJJ'alis Rubrica , & Ecclefi^e rimana ufus
ferventur . Infuper admoneant nulli tradendas plures Eucharijii^ formas ,
feu particulasy neque grandioxes , fed confuetas . ?\(p» permittanty ut ve-
nialtum confefjio fiat fìmplici Sacerdotinon approbato ab Epifcopo, aut Ordi-
nario. Si Tarochi y & Confefiarii etiam Begularesy aut quicumque alii Sa-
cerdotes fecùs egerinty fciant DeoOpt.Max. rationem reddituros efìcy neque
defuturam Epifcoporumy & Ordinartorum jufiam ac rigorofam animadver-
fionem in contrafacientes , etiam B^gulares , etiam Societatis Jefu , facultate
ipfis Epifcopis y & Or dinar in per hoc Deere tum, perSedem ^poftolicamfpe-
cialiter atributa.
Così il Decreto d'Innocenzo XI. in regolamento dell' ufo della frequente
Communione . Da quefto palio Scorgendo il Pontefice Tempre più avvanza-
ta la temeraria baldanza di alcuni Scrittori contro la difciplina morale,da ef-
fi hora troppo riftretta , bora troppo nlaflata, prefe giufto motivo di prohi-
bire molte propofizioni , folfe neira{funto,e nocevoli nella efecuzione al po-
polo di Dio. Èra egli Ecclefiaftico di antica faviezza, e quale Noi altre Quaf't^.f-'JfjriA
volte [a] habbiamo defcritto, allor quando giovani in età ne mirammo, ftoSw
& ammirammo d'appreflb li coftumi , e di cui ci giova ripetere , che con ve- ^ ^'"'' '' '-'"f^"
rità potrebbe riporfi in dubio , s'egli maggiormente cooperafle all'eitermi- ^^!^?,if "' "
nio degl'infedeli, ò alla educazion de' fedeli , havendo con felice fuccef-
fo abbattuti gli uni con la forza delle Orazioni, e con la copia de'foccorlì ,
Tomo ly, Yy cri-
Innocen- rjQ^ Secolo XVII.
ZO XI. e riformata la difciplina negli altri con l'autorità del comando, econlapiii
fic'ia'^T' aliarne potente efficacia dell'efempio . Hor dunque havendofatt'egliefaminare da'
propo/ÌLioni . Theologi feflantacinquc propofitioni eftratte da parecchi libri , tutte con-
dannolle con la giulta [a] cenfura , che loggiungiamo .
Q Andifs.D^N. Inno centius Papa XLpr^edidus, ovium fibiàDeo cre-
a z.Marliii677.
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ditarum faluti fedulò incumbens , & falubre opus in fegregandis no-
xiis dodrinarum pafcuis ab innoxiis à fel. ree. Alexandro VÌI.Pr^edeceflb-
re fuo inchoatum profequi volens, plurimas propofitiones partim ex
diverfis, vellibris, velthefibus, feu fcriptis excerptas , &partimno-
viter adinventas , Theologorum plurium examini , & deinde Eininentif-
fimis^ & Reverendiffimis DominisCardinalibus centra hcereticam pravi-
tateniGencralibus Inquifitoribus fubjecit. Quibus propofitionibus fe-
dulò , & accurate fepiiis difcuffis, eorundem Enninentiffimoruin Cardina-
lium, & Theologorum votis per Santìitatemfuamauditis, idemSan-
ctiiiìmusD.N.repoftea mature confiderata, ftatuit,& decrevitpro nunc
fcquentespuopofitioneSj&unamquamqueipfarum, ficut jacent, ut mi-
nimum , tanquamfcandalofas, & in praxi perniciofas , effe damnandas,
&prohibendas; ficuti eas damnat, & prohibeti nonintendens tamcn
Sanditasfua per hoc decretum alias propofitiones in ipfo non expreflas,
&Sand:itatifu£equoniodolibet, & ex quacamque parte exhibitas, vel
exhibendas , uUatenùs approbare .
I. NÒneftillicituminSacramentisconferendis fequi opinionem pro-
bàbilcm de valore Sacramenti , relida tutiore , nifi id vetet lex, conven-
ti©, aut periculum gravis damni incurrendi. Hinc fententia probabili
tantiìm utendum non eft in collatione Baptifmi, Ordinis Sacerdotali s,
,, aut Epifcopalis .
„ 2. Probabiliter exiftimo , judicempofle Hidicare juxta opinionem
„ etiam minùs probabilem .
„ 3. Generatim, dum probabilitate, five intrinfeca, five extrinfeca,quan-
tumvis tenui, modo àprobabilitatisfinibus non exeatur, confifìaliquid
agimus, (emperprudenteragimus.
4. Ab infidelitate excufabitur infidelis non credens dudus opinione
minùs probabili.
*j. An peccet mortaliter, qui adum dileétionis Dei femel tantum in
vita eliceret , condemnare non audemiis .
6. Probabile eft , ne fingulisquidem rigorose quinquennis per fé obli-
gare pr^ecepturncharitatis erga Deum.
■7. Tuncfoliìmobligat, quando tenemur juftificari, &nonhabemus
aliamviam,qua)uÌlifìcaripolIimus.
8. Comedere, & bibere ufque adfatietatemobfolam voluptatem,
noneftpeccatum, modo nonòbfit valetudini, quia licite poteft appe-
titus naturalis fuis aftibus frui .
9. Opus con) ugiiobfolam voluptatem exercitum omni penirùs caret
culpa , ac defetìiu veniali .
■ 10. Non tenemur proximum diligere adu interno, & formali.
.>«i*-v>' „ 'I-I. Pr^cepto proximum diligendi fatisfacerc poflumus per folos
à(Sus externos .
12. Vix in f«ecularibus invenies, etiam in Regibus, fnperfluumfta-
tui.
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Capitolo Vili. 707 Innocen-
tui. Etitavixaliquistenetur ad eleemofynam , quando tenetiir tantum ,, ^^ -^^'
ex fuperfluo fiatili . «
13. Si cum debita moderatione facias, potes abfque peccato morta- ,»
lidevitaalicujiisttiftari, &deilliiis morte naturali gaucfere, illaminef- ^
ficaci afFedu petere , & defiderare ; non quideni ex difplicentia perfonse, ,i
fed ob aliquod temporale emolumentum .
14. Licitum eft abloluto defiderio cuperemortem Patris, non qui-
dem ut maUim patris, fed ut bonum cupientis , quia nimirum ei obventu-
ra eft pinguis hsréditas .
1%. Licitum eft filio gaudere de parricidio parentis d fé m ebrie-
tate perpetrato , propter ingentes divitias inde ex hsereditate confecu-
tas .
16. Fides non cenfetur cadere fub pra^ceptun^ fpeciale, & fecun-
dnmfe.
17. Satis eft adum fìdei femel in vita elicere,
18. Si à poteftate publica quis interrogetur , fìdem ingenue confì-
teri , ut Deo , & fìdei gloriofum, confulo ; tacere 3 ut peccaminofum per
fé , non damno .
19. Voluntasnon poteftelficere, ut aftenfus fìdei in fé ipfofìtmagis
fìrmus, quàm mereaturpondusrationumadalfenfum imp^Uentium .
20. Hinc poteft quis prudenter repudiare alfenfum , quemhabebat
fupernaturalem . „
2 1 . Afl'enfus fìdei fupernaturalis , & utilis ad falutem fìat cum notitia
folùm probabili revelationisi iniò cum formidine, qua quis formidet,
nenonfìt locutusDeus.
22. Non nifi fidesunius Dei neceflariavidetur neceflìtatemedii, non
autem explicita remuneratoris .
23. Fides late dida ex teftimonio creaturarum, fìmilive motivo, ad
juftifìcationem fufficit.
24. Vocare Deum in teftem mendacii levis, non eft tanta irreverentia,
propter quam velit, aut pò flit damnare hominem ,
,5. Cum caufa licitum eft jurare fine animo jurandi, five resfitlevis.
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fivegravis. ,^
26. Si quis j velfolus, vel coram aliis ,. five interrogatus, five propria \,
fpontèy five recreationis caufa, five qupcumque alio fine juret, fé non ,,
feciffealiquid, quod re vera feciti intelligendo intra fé aliquidaliud , ,,
quodnonfecit, velaliamviamabea, inquafecit, vel quodvis aliud ad- «
ditum verum ,re vera non nnientitur , nec eit perjurus . „
27. Caufa juftautendihisamphibologiis eft, quoties id neccffarium, „
aut utile eft ad falutem corporis, honorem, res familiares tuendas, vel „
ad quemiibet alium virtutis adum, itaut veritatisoccultatiocenfeatur „
tunc expediens, & ftudiofa . „
28. Qui mediante cpmmendatione, vel munere ad Magìftratum , „
vel Officium publicum promotus eft, poterit cum reftridione mentali „
prseftarejuramentum, quod de mandato Regis à fimilibus foletexigi, j,
nonhabito refpeduadintentionem exigentis, quia non tenetur fateri „
crimenoccultum. ,,
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Yy "2 50. Fas
■^*.;r-
Innocen- rj^2 ^ Secolo XVII.
ZO Al. ^^ ^Q^ Paseft viro honorato Decidere invaforem, qui nititur calumniani
3, inferre, fi aliterhajc ignominia vitarineqiiic; idem quoque dicendum,
„ fi quis impingat alapam , vel fiifte percutiat , & poft impadam alapam ve!
„ iaum fuftis fugiat .
„ 31. Regulariter occidere poffum furem prò confervatione unius au-
)') rei.
3, $2» Non foliìm licitum eft defendere defenfione occifiva, qu^e afta
j, poffidemus, fedetiamadqusejusinchoatum habemus, &quìenos pof-
j, felfuros fperamus,
3, ^3. Licitum eft tam hsBredi 3 quàm legatario contrainjuftè impedien-
3> tem, ne vel hxreditas adeatur , vel legata folvantur, fé taliter defende-
3j re, ficut&jushabentiinCathedram, vel prasbendamcontraearumpof-
3, fioneminjuftèimpedientem.
3) 34. Licetprocurareabortumante animationem foetus, ne puella de-
3i prehenfa gravida occidatur , aut infametur .
), 35. Videtur probabile, omnem foetum , quamdiu in utero eft,
3, carere anima rationali , &tuncprimiimincipere eamdemhabere, cùm
3, paritur ; ac confequenter dicendum erit, in nullo abortu homicidium
), committi.
>, 35. PermiflUm eft flirari , non foliìm in extrema neceflltate , fed etiani
„ in gravi.
3, 37. Famuli, & famuli? domeftic^ pommt occulte heris fuis furripe-
9» re ad compenfandam operam fuam , quam majorem judicant falario,
ì> quodrecipiunt.
3, 38. Non tenetur quis fub poena peccati mortalis reftituere , quod
3, ablatum eft per panca flirta, quantumcumque fit magna fumma to-
» talis.
M 39- Quialiummovet, aut inducit ad inferendum grave damnumter-
ii tio, non tenetur ad reftitutionem iftius damni lUati .
i, 40. Contradus Mohatra licitus eft etiam refpedu ejufdem perfo-
>> nje, & cum contrada retrovenditionis prjeviè inito , cum intentione
3» lucri.
», 41. Cùm numerata pecunia pretiofior fit numeranda , & nullus
33 fit, quitìonmajorisfaciatpecuniam pr^fentem, quàm futuram, poteft
93 creditoraliquid ultra fortemà mutuatario exigere, & eo titulo ab ufura
9> excufari,
3» 42. Ufura non eft, dum ultra fortem aliquid exigitur, tanquam ex
33 benevolentia, & gratitudine debitum , fed folùm fi exigatur tamquam
33 ex juftitia debitum .
iy 43. Quidni non nifi veniale fit detrahentisauétoritatem magnani, fibi
), noxiam , falfo crimine elidere ?
), 44. Probabile eft nonpeccaremortaiiter, quiirtiponitfalfum crimen
», alieni, ut fuam juftitiam, & honorem defendat . Et fi hoc non fit probabile,
33 vix uUa erit opinio probabilis in Theologìa .
a 45. Dare temporale prò fpirituali non eft fimonia, quando tempora-
3> le non datur tamquam pretium , fed dumtaxat tamquam motivumcon-
„ ferendi, velefficiendifpirituale, vel etiam quando temporale fit folùm
„ gratuitacompenfatio prò fpirituali, aut ècontra.
„ 4(5. Et id quoque locum habet, etiam fi temporale fit principale
moti-
■f.
»
Capitolo VII L rjQg Inn'-cfh-
motivnmdandifpiritnale; imo etiam fi fit finis ipfìiis rei rpiritualis, fic j, ^^ ■*'
wtilludpluris^ftimetur, quimresfpiritiialis, „
47. Cuoi dixit Concilium Tridentinum , eos alienis peccatis „
communicantes mortaliter peccare , qui nifi qiios digniores , &
Ecclefiae magis utiles , ipfi judicaverint , ad Ecclefias promovent ;
Concilium , vel primo videtur per hoc digniores non aliud fignifi-
care velie, nifi dignitatem eligendomm , fiimpto comparativo prò
pofitivo : vel fecundò locutione minùs propria ponit digniores , ut „
excludat indignos , non vero dignos ; ^vel tandem loquitur tertiò, »
quando fit concurfus . „
48. Tarn clarum videtur , fornicationftn fecundum fé nullam invol- „
vere malitiam, & folùm effe malam, quia interdica , ut contrarium «
omninò rationi diflbnum videatur . „
49. Mollities jure naturse prohibita non eft . Unde , fi Deus eam „
non interdixiffet, fsepè effet bona, & aliquando obligatoria fiib mor- „
tali . „
50. Copula ciim coniugata , confentiente marito , non eft adulterium i „
adeòquefuliicit in confeflione dicere, fé effe fornicatum . „
51. Famulus , qui fubmiflìs humeris fcientcr adjuvat herum „
fuum afcenderc per feneftras ad ftuprandum virgìnem, &multoties ei-
dem fubfervit, deferendo fcalam, aperiendo januam , aut quid fimile
cooperando, non peccat mortaliter, fi id faciat metu notabilis detri-
menti, puta nei domino male tradetur, ne torvis oculis afpiciatur , ne
domoexpellatur.
52. PrjEceptum fervandi fefta non obligatfub mortali, fepofito fcan-
dalo, fi abfit contemptus .
5j. Satistacit prscepto Ecclefia de audiendo Sacro , qui duas^ejus
partes, imòquatuorfimulàdiverfiscelebrantibusaudit,
54. Qui non poteft recitare Matutinum , & Laudes, poteft autem
reliquas Horas , ad nihii tenetur , quia major pars trahit ad fé mi-
norem . „
55. PrìEcepto Communionis ànnuae fatisfit per facrilegam Domini „
manducationem . „
%6, Frequens Confefllo, & Communio etiam in bis, qui gentiliter
vìvunt , eft nota prajdeftinationis .
57. Probabile eft , fufHcere attritionem naturalem , modo hone-
ftam , „
58. Non tenemur Confeffario interroganti fateti peccati alicujuscon- „
fuetudinem . „
59. Licet facramentaliterabfolveredimidiacè tantum confeffos ratio- „
ne magni concurfus pcenitentium , qualis ver, gr. poteft contingere in „
die magnse alicujus Feftivitatis , aut Indulgenti» .
(5o. Poenitenti habenti confuetudinem peccandi contra legem Dei,
Naturai, autEcclefi^e, etfiemendationisfpes nulla appareat, neceftne-
ganda, nec differenda abfolutio ; dummodò ore proferir , fé dolere, &
proponereemendationcm .
61. Poteft aiiquando abfolvi , qui m proxima occaficne peccandi
verfatur, quam poteft , cc non vult omittere, quinimmò diredè, & „
expropofìtoqu.-eric, auteifeingerit,
Tomo IV. Yy 5 Pro-
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Innocen- rj^Q Secolo XVI h
ZO XI. ^^ 5^^ Proxima occafio peccandi non eft fugienda, quando caufa ai^
quautilis, authoneftanonfngiendioccurrit. .-
^3. Licitum eftqiiasrerediretìèoccafionemproximam peccandi prò
bono fpirituali , vel temporali noftro, vel proximi .
54. Abfolutionis capax eft homo , quantumvis laboret ignoran-
„ tiaMyfteriommFidei, & etianafi per negligentiam , etiam culpabilem,
„ nefciat MyfteriiimSantìilfimìeTrinitatis, & Incarnationis Domini no-
„ ftriJESUChrifti.
„ 65. Sufficit Illa Myfteriafenielcredidiffe.
„ Qujcumque autem cujufvis conditionis , ftatus, & dignitatis illas ,
vel lUarum aliquam conjundim, vel divifim defenderit, vel ediderit,
velde eisdifputativè ,publicèr aut privatim tradaverit , velprsedicave-
rit, nifi forlan impugnando , ipfo fado incidat in excommqnicationem
latsefententize , à qua non poffit ( prsetercjuam in articulo mortis ) ab alio
„ quacumque etiam dignitate fulgente , hìIì à prò tempore exiftente Ro-
„ mano Pontifice , abfolvi .
„ Infuper diftridè in virtute Santì:a: Obedienti^e , & fub intermina-
„ tione Divini Judicii prahibet omnibus Ghriftifidelibus cujufcumque
„ conditionis, dignitatis, & ftatus, etiamfpecialij & fpecialifllmanota
„ dignis, ne prardidasopiniones, aut aliquam ipfarum ad praxim dedu-
„ cant.
„ Tandem, ut ab injuriofis contentionibus Dodores, feuScholaftici,
s, aut alii quicumque in pofterum Te abftineant , & ut paci, & charitati
.„ confulatur, idem Sandiffimus in virtute Sand^Obedienti^eisprìEcipit,
„ uttam inlibrisimprimendis, ac manufcriptis , quàm inThefibus, Dif-
,„ putationibus , ac Prìcdicationibus caveant ab omni cenfura, & nota,
,, necnonàquibufcumqueconviciiscontraeas propoficiones, quse adhuc
:,, Inter Catholicoshmc inde controverruntur, donec àS.Sede, re cogni-
.,, ta, fuperiifdempropofìtionibusjudiciumproferatur.
ìEduicuni libri.' CosìHctniivcs,^ j^ )a conàdim^' Nel-medefimo tempo «volendo Inno-
' ,xenzo dimoftrarfi egualmente vigilante fu'l punto della purità della fede , e
.dc'coftumi, fcorgendo egli, che comparivano giornalmente nuove edi-
.zionidi libri, ne' quali fotto pretefto della feveritiì della Morale, rinuo-
.vavafi la dottrina delie cinque propofizioni condannate dijanfenio, pron-
. tamentepublicò la prohibizione del libro intitolato [ ^ ji)//^/^ della Difci-
à imprefoinSens^pii^^^ che fi ofisrva nelU Dìocefi di Sem circa la impofi's^ione delia peniten-
*"' *^^^' ,7^a publicaper li peccati publicit in cui con novità di riti ò inventati dal ca-
priccio Janfeniftico^ ò antiquati dal coftume Ecclefiaftico , fi rifulcitavano
tra* fedeli diftinzione di penitenze , e diverfiti odiofa di fodisfazioni . Sotto
b ly.Maii ifjsy. iamedefima [^] cenfura fu involtoli Libro della TraduT^one delle tìomilte
i » .i/i S". Gio, Chrifoflomo yqucWo [ e ] di Egidio Gabriele adulteratore della vera
^67^. '^'"" '^"'Morale, che leggevafi inùzohto Specimina moralis Chrijiiana j &moralis
^ ,g ; „;, ,58o ^i^boìica-; econ"[rf] effo tré Opufculi differenti, in cui da- Anonimo Jan-
I . .mi I °- f-gj^ji^j fi ripigliavano li Religiofi della Compagnia di Giesii, comeAutori
delle feflantacinquepropofizioni condannate da Innocenzo . Ma dove infi-
ilerono in quefta età li Janfenifti , fu nel rendere ò fofpctti , ò odiofi ai Po-
poli Chriftiani li Sacramenti, introducendo novità di nuovi riti nellepeni-
tenze publiche de'publici peccati; e quindi non fermandofi il loro indi-
screto zelo inquefti primi paflì di pretendere la riforma della difciplina
0.7. V ■'• nell'ufo
Capitolo VI il. 71 r iNNOCEb^-
neir ufo del! a penitenza, e nell'horrore alla Confezione, eglino fiavvan- ^O^a.-
zarono al di là dal fecreto inviolabile di e{fa , aderendo cofa lecita il poterlo
violare in alcune determinate occalìoni per utilità, e bene del penitente, J^o"^°,^|'*s",^jJÌ^
anch' e(fo renitente. Queftadanno(ìlìinia opinione, che gii correva publi- i«° "'lukerabué
caper li Paelì, e Gatedre oltramontane, e rimbombavane il Tuono anche nesjcr^mem'aie'
in qualche Scuola della nofìra Italia, non così torto giunfe alle orecchia ''"*;•:
del vigilante Pontefice, che Tuffo colla nelle bocche con un Teveriliìmo di*
vieto formato dalla Congregazione del Sant' Offizio in quefto tenore y [ <»] a iì,N»vtmbr,
Travia matura confidcratione Dd. Cónfuttorfim , faSìa fuit difcùffio fetjuerh', *^^^' , ,
tii propofitionis : Sciemia ex Confezione acquifua idtì'licet: , modo fiat fine
direóia , aut indire6ia revelatione , & gravarnine patnitentis , mfi aliud
multò grapÌHS ex non ufu fequatur , in eujus comparatione prius meritò con-
temnatur. addita deinde explicatione'j [ive limitatione ^ q-uòd ftt intelligenda
deufufcienṭexConfe(JioneacquifitiecHm gravarnine poenitentisj feclufa qua*
cumque revelatione i atqnfincafu quo multò graviui grar amen ejufdem pceni^
t'entisexnon ufu fequeretur: Et jlatuerunt di6lam propofitionem quatenus ad-'
mtttit ufum dt6Ì£ fcienti£ cum gravarnine paenitenttsyomninòprohibendamej- ■ . -, ■ t
jc , etiam cum di&a explicatione^ ftve limitatione ; & pmfenti Decreto prò- ''.. '"'
hibenty ne quis ultra audeat talem do6irinam public è ^ aut privatim docere f
àut defendere y fubfcenis arbitrio Sacrte Congregationisinfiigendis* Mandante^ .-avr ..*
etiam univerjii Sacramenti posnitenti^e Minijiris , ut ab ea mpraxim deducenda
prorjus abflmeant 4
Così il Decreto. Dalla violazione del Tecreto procederono li violatori
della Morale a un più pernicioTo, e maligno alfunto di cenTurarer.alTolH- .,, ,
zione ai penitenti avanti T attuai' eTercizio della importa penitenza,. mala-<
mente allegando gli antichi eTemp), da' quali, egl4no dicevano, dedurfi non- ..' ' .
mai artbluti li penitenti , Te non doppo là eTecuzione della penitenza prc-
Tcrittada'Sacerdoti; In querto-tenoreufcì alla luce un libro, che dall' ar-
rogante Autore, il quale non feppe-diftinguere l' afloluzione Sacramentale
dalla Canonica, ne fu offerta la lezione al Pontefice medefimo, che nel
primo adocchiarne il titolo-, venne;a fcuoprirne la fraudolenza: Tentalo-^
gus Dtaphoricus i ^^\ìdìcew3.i' fiveqHÌHfftedffferefitiari4mrationeSy ex quibus-
•perum )udicatur de ratione abfoìtàiomsi ad 'mentem gemini Eccleft£ folts SS*\
^Hgufiini , &• Thoma , oblatmad examen SS. Ù. Q^. ìnnocentio XI. Onde me-
ritevolmente fu ecli da Innocenzo f ^'1 condaiitìato , e proscritto • con De- . , ^^ ... ,3^
cretoproporzionatoairallunto. ■•■.:■' ■ • Rivedi n noUro
Ài Decreti di quello gran Ponccfiee corrifpoféro li fatti , autenticati fo«.4f''^-i"-
per grandi neU'Apoftolicavigòrofadppofizionè, eh' egli fece all'Herefia,
chefoggiungiamo, de'Mohnirti, parto in'frfrnie, & infame di al tri più an-
tichi Herefiarchi. Habbiamo in altro [cjluogodefcrittalahipocritaTpiri- e vedui nofiroi.
tualici di Valentino , che doppo IrGnortici traboccò il primo in eTecrabiliT- ''""i"'^' ^**
fimicortumi. Quindi non Turfe forfè Herefiarea, che da maflinje alte , ma ^ fiade'Moii-
non conformi a quelle della Cattolica Ghiefa, non degeneraffe poi' nelle „iftr,eruo\orfo."
Tozzure del TenTo , volute da loro indivifibili compagne delle proprie operi<-
zioni. Màcomecheilrimordimenton?.turale d'ella leTa conTcienzaglie le
proponeva illecite, eglino pertoglicrfi quel continuo Tecreto rimprovero.
Torto il quale fi ritrovavanoTemprein atto òdi timidi, ò di flagellati, vana-
mente cercavano motivi infuffiftenti di cohoneftar le loro bruttezze con
ifpecioTe invenzioni , ò di fpiricualità di mente v © di libertà difpirito , ò
■ Yy 4 di
Innocen-
zo XI.
a Vedi il noflro
primo tom.pag,6ì.
b Vtdi il noflro j.
t»r»opag. 459.
C Vtàl il 4 . t»mo
fAg. 19.
d Vidi il tornii^.
pag.2i.
« Vtdt il 4. temo
nil Ptntif.cato di
'Urbano VUl, bag.
61}.
Michel Molino!^,
e f ne qualità , er-
rori , e libri .
{ ^nno 1680.
h ^y^nn. 167(5.
ic .Ann» 16%S.
Divulgazione
delia luaHerefìa.
ni2. Secolo XV IL
difetta d' Intelligenti,ò di fazzione d'Illiiminati,come notato hàbbiamo ho-
ra \n[a] Valentino,hora [ ^ ] in Ekardo, hora ne'[ e ] Begiiardi,& hora ne* fe-
guaci della Settaf d ] degrintelligenti,e [ e ] degrUluminati.Nel principio di
qiiefto Secolo , di cui fcnviamo 1 fLicceiiì , vagò queita peilìma razza di He-
rctici ampianmente per l* Italia , onde leggonfi fpefle ab)ure di prevaricati Sa-
cerdoti,e Laici,che pur troppo cercarono di ricuoprir le loro laidezze fotto
lofpeciofonnantodialte Ipeculazioni : ma Tempre invano , poiché Tempre
la Chiefa invigilò contro efiì, i quali per non render fé rei di violata fede,
prefumerono render reo l'iftclfo Dio delle loro efecrabili procedure. La
cancrena dunque di quella pefte fpelfo tagliata co'l ferro, e purgata col
fuoco neir età decorfe , venne di nuovo a capo nel Pontificato d' Innocenzo
XI. ma con fintomi tanto più difficili a curarfi, quanto meno apparivano
mortali, nafcofti nell'alto della contemplazione, e nella fublimità d'idee
immortali. Ellaprefeilnomedi Quictifmo commotivo dell* orazione della
Quiete y alla quale li profeflbri vantavano di elevarci loro feguaci, per in-
durli poi con una vantata folpenfione imaginariade'fenfi nelle più difperatc
brutalità, onde paga reftar pofla ogni precipitata fenfualità. Michel Moli-
nos, Prete Spagnuolo, nativo di Muniozzo nella Diocefi di Saragozza in
Arragona , grand' hipocrita , e famofo mipoftore la infegnò per 1* Italia con
glifcritti, e in Roma [/] conia predicazione, acquiftando con effa fama
d' Illuminato Dottore nella Guida dello Spirito . Haveva egli comporto , e
dato alla luce delle ftampe un libro co'l titolo di Guida Spirituale , che condu-
ce C animaper un camino interiore a conjeguire la perfetta contempla'^^ione , el
ricco teforo della pace interiore , Viddefi tal volume prima [g] impreflb in
Roma, poi in [/?] Madrid, quindi [/] in Saragozza, & ultimamente [ Z;^]
in Siviglia: onde m breve reftò avvelenata da pefiilentiflìme maflìme nel
medefimo tempo la Spagna, e l'Italia, e Roma. Poiché in eflbcontene-
vanfinotabiliflìmefalfita con arte atta ad ingannare, non, comeufarono
altri Herefiarchi , perfone difpofte all' inganno , ma anime puriffime , dedi-
te alla orazione , e che altro non cercavano , che il mezzo più proporziona-
to, e facile a pervenirvi: ficche al contrario dituttele altr'Herefie, che
incominciarono , e prefero vigore da' cattivi , quefta incominciò da' buoni ,
e da ellì , che poi prevaricarono nel male , ella hebbe i fuoi progrefli , e i fuoi
moftruofi ingrandimenti . Infegnava in quel libro il fottiliffimo Herefiarca
non tanto molti errori, quanto in eflo egli apriva il fonte a tutti quegli er-
rorijche nel progrelTo del tempo feguirono , e nel corfo appariranno di que-
fta Hiftoria , e fi renderanno palefi dalle propofizioni condannate da Inno-
cenzo Undecime . Quindi avvenne , che chi ieggevalo, ne rimaneva oppref-
fo come da un mortale letargo di contemplazione , e di quiete , dalla qual^
poi prevaricando , convenivano fpelTo in conventicole le donne , che prò-.
fclTavano quella nuova contempb.zione , e fi portavano alla menfa della Eih
chariftia paghe di fé ftefie , fenza preparamento , e confezione , orando ftot^
lide in ozio nelle Chiefe fenza giammai aprir* occhi ò v^rfo il Sacramento, 6
verfo lefacre Imagini, timorofe di non interrompere co'l folo lampo di uà*
occhiaia la loro alta pretefa contemplazione .
Ma non poteva quefta nuova Scuola fuflìfkre , fé il Maeflro , che V
aprì, non ifpiegavapuì precifamente li dogmi, i quali nella itampa erano
più tolto indicati, che efprelfi: ficche huomini, e donne. Sacerdoti, e
Laici, oc Ecdefiaftici ancora d'^infigne concetto, che di già bave vano in-.
;, * traprefo
Capitolo Vili. 713 Innocfn-
traprefo il corfo dietro qiie{l3G«/c/<z fallace, fcrivendochìiindiibio,cliiua* ^^ •^^*
altro al loro Direttore in difcioglimento di difficoltà incontrate, òdi temu-
te perpelfllti , il Molinos nfpondefle à tutti bora in voce ù i proflìmi , hora
in ifcritto à i lontani cotanto efplicitatnente , e chiaramente , che dalle rif-
pofteben'altrodedur non (1 poteva, chelapermiilione di ogni deteltando
peccato, co'l motivo, che chi una volta pofa con l'anima in Dio per mezzo
della Orai^ons della quiete , nullamente può peccare con la volontà j elFendo
che ogni ciualunque atto, benché malo egli fia, inipntar dovevall , òà vio-
lenza di tentazione, ò à paflìone di corpo , allegando egli à Tuo favore con
diabolica mterpretazione il fatto di Job, di cui dice la Sacra Scrittura in per-
fonadilui; [a] H<£cpa[iu$ jumahjque miquìute manus meXy cùm haherem ^ ^"^ ^'^'
mHndts ad Deum preces ; fpiegandolo l'iniquo in quefti termini ,Job ex violen-
tiaD£monisj^propriismanibuspol{uebaty eodem tempore , quo mundas babe-
bat ad Deumpreces: propofizioné quarancanovefima delle felTantotto del
iWu/wojcondannate da Innocenzo, quali qui apprelVo le foggiungeremo .
Alla iniìnuazione di quell'ambita libertà accorsero velotemente,come Cer-
vi alfetati, liQiietiili, e riputando far cofa grata à Dio il parircotali violen-
ze nell'atto delle loro contemplazioni, ciafcun faceva à gara co'l compagno
d chi più poteva gittar l'anima in Dio, e'I corpo in preda del fenfo ; onde in
breve fi viddero rinnovati nella Spagna j nella Italia, & in Roma gli antichi b vedui nojirct^.
congreffi dei Gnolbci , e le procedure efecrabili [^J de'Turlupini . llMae- ^/"'•s-57?.
fìro, che poiledeva meglio di tutti quell'arte, dava egli il primo agli altri
l'efempio, ediluiraccontanfìcofelaide, Séhorride, iegne piùtoiiodief-
fere fupprefle in profondo (ìlenzio, che publicatein quelle nollre ftampe.
Màcomecheperelier'empiofenzacaitigo, convivrn'elier finto, emenzo- ^ irediUmdro t,
gnerefenzafparagno, quindi fu, che il Molinos, qual altro Marco [e] Valen- 'o-p^g-r-. eftg.
tiniano, ndleparolefpirava Tempre divinità, e rapprefcntando nel porta-
mento una veneranda divozione , con la fola villa attraheva la fequela , e la "7//" ^^["^,01^"
credenza delle genti. Voltocompofto, e grave :habito talare, e negletto: nó's*
barba , come dicelì , à fcopetta, folta nel labro , e lata nel mento : età meli- ^ -d/ ^^"«j "'^«'■^
nata [e?] alia vecchiezza , e moto maeftofo, e robuflo corpo , lo rendevano
in credito di apparenza, fé apprellb alcuni non havelfe pregiudicato all'ap-
parenza la malinconica guardatura di occhio fofpettofo, e lento, e nella
bruna faccia proBlo di nafo acuminato, e lungo, onde indiziavafi fcaltrez-
za d'animo , infedeltà ài cuore , e cuor difpollo all'inganno . Ed'in fatti pof-
fedè egliquefta parte in grado cotanto eminente , che nilfun'Herefiarca for-
fè bavera fapncoefl'er meglio malvaggio, quant'egli. Poiché egli non fola-
jnente per il lungo fpazio di ventidue anni conversò in Roma co'Grandi, _ '
ma iVi ambita la fua con verfazione da'Grandi , riputato univerfalmentein
fama d'huomo infigne nella eccellenza delle maflime, enellafpiriuuahti
delle dottrine, con meraviglia poi di quegli, che rivelatane la malvaggità,
feppero in lui riconofcere, che non mai egli con Perfonaggi dotti, e fublimi :'-'
jnfinuòfentimentivili, edishonelìi, ma bensì con gente ò idiota, òple- J''
bea, che a confronto del vero potelfe facilmente edere Cmentita dall'atter.
dazione de'Grandi .
Ma come che Roma' alcuna volta travede bensì, ma non mai perde la
vifta, non guari andò, cbepnmaladottrina,e poi la perfona del Molinos ■ -, .
cadelTe apprelTo 1 Giudici fotto quei foliti efami , per cui nel C hriltianefimo
fi diitingue , e lì fepara la 2izania dal grano, e'i buono dal reo. Quella
quie-
Ìnnocem: ^j^ Secolo XV lì.
ZO AL quiete, che degenerava in letargo, e quefto nuovo Tpirito, che prevart-
Ì?q^Scftah«eS cava tutto in fenfualità, fparfo pe'l mondo, ed entrato ne' Clauitri più
venerandi del Chriftianelimo, cominciò da fé medefimo à comparir ben
tofto, qual'era, abominevole y & efecrando . Innico Garaccioli Cardi-
> ^ nai di San Clemente fcuoprinne miferabilmente infetta la fua Diocefi di Na-
"' ' '* poli, efcriifeal [a\ Pontefice, acciòcon fupremà autorità egli raffrenaf-
feilcorfoJqueftafecretapelk, di cui era tocco ogni ftatodiperfone: il
medefimo ricorfo fecero parecchi Vefcovi dell'Italia, e fin dalla Francia
furono trafinefleà Roma notizie precife del gran mal, che vagava: mdve-
t diligenze del dcudofiil male , enonifcuoprendofiil maligno, lemifure, che fi prefero,
nermin?rii'!' * furouo vigorofe bcusì , ma non proporzionate d fupprimerlo. Ordinò il
Pontefice, che circolarmente camminalfe per l'Italia una lettera dinotan-
b ti.Fcbr, i(j82. te non tanto il remedio, quanto il pericolo i & Alderano Cardinal Cybò
in nome della Congregazione del Sant'Offizio [b] fcriffe in prefiknti termini
àtuttili Vefcovi dell'Italia.
Qiiefl:e precauzioni di quel Santifiìmo Tribunale i airecondate dall'
afllfìcnzadiDio, che, non così fubito comparifce ruga nella faccia della
Chiefa fua Spofa , tofto accorre à tergerla per mano de' Sacerdoti
fuoi Minil\ri , fortirono cotanto felice progreffo, che ò con efami
forzòfi, ò con ifpontanee delazioni de' delinquenti, ò con pronta con-
frontazione delle maxime ^ratticate con le maflfme flampate ne' li-
bri imprefiiì , onde dedur Ci potefl'e dall'Autore de' detti l'Autore, e'I
Promotore de' fatti , venne à poco à j)oco X indiziarfi l' Oloferne di
quefte truppe , e il Lupo divoratore di quefte Mandre , che fotto il
manto d'innocente Agnello ritrovavafi nel feno di Roma , non fol
carceraxioiM d-i "^" abbotrito , mi abbracciato, & applaudito da' Romani. Ed egli fil
Mo"noL° ' Michel Molinos , che appoggiato alla protezione di molti ingannati
Perfonaggi, apprefl'o i quali era in concetto ài huomo dato da Dio
per giunger preflo con la contemplazione à Dio , albergava di cafa
ancora nell' altezza de' Monti , cioè per quella ftrada , che prefib il
Bione de Monti conduce i paffaggieri da i Serpenti all'Efquilino. Fiì dun-
que doppo la formazione di fecretoproceflb incontanente ordinata dagl*
Inquifitorila carcerazione del reo , e fu accorta prudenza di alcuni più
zelanti Ecclefiaftici della Congregazione , che quefto iniquo Seduttore
folle arreftato dagli Efecutori , prima che fi fcioglielfeilcongreflb, in cui
fu rifolutala ài lui afilcurazione ; efiendo che la fua foprafina hipocrifia ha-
vendo così bene ingannata la cognizione di molti, dubitoflene malagevo-
le la eftettuazione, quand'ella fofle lUta penetrata da'fuoi pàrziah: onde
avvenne, che afficuraco il Molmos nelle fue fperateafiillenze, egli nel fuo
inopinato [e] arreftoingiuriafiecometemerarii gli sbirri, e difcacciarpre-
fumeìfe dalla fua cafa con oppofizione ài violenza li Miniftri deftinatial
fuocaftigo. Dicefi, che prelTo lui fi ntrovalfero quantità di lettere de'fuoi
Gorrifpondenti pe'l mondo, foftenitori, e feguacidienormiilimierrori, e
copiadi monete pervenutagli in talfa da lui importa à chi con lui carteg-
giava in direzione di fpirito per fupplire allafpefa delle lettere . Dal che
arguifcefi, quanta moltitudine di gente havefs'egli arrol lata fotto la fua
t tt.Lu^ìkt6%s^ infegna, mentre una tenue contribuzione ajccumulogli tanra quantità ài
d lo.'Baptìfl.Pack- ^cnaro , che tra in cafa , e ne'banchi calcoloffi fin'alla fomma di quattro mi-
tZt-lzlf^'^ la feudi Romani, [d]. Cuj^visinfamiam, dice di queft'Herefiarca un mor
demo
Capitolò VII L >7 1 5 Ikngcekv
(derno Autore, lon^^ faperavit 4^mnatì/Jìmi nominis Michael Molinos na- -^^ '^**
tìone Hifpanus , patria Jiragonius , viginti & duobus annis , quibus Blindi
ìfixity ftabtliend^ Quietifiarum Ha^refi , quam ipfe commentus eflt fedulam
navav it operam , à [ubornatione fequioris fexusy uti Hareticis femper folem-
ne fuiti aufpieatus, Tropriam annihilationem ( fic enim loquuntur vulgo, )
qua medi a j Deo miri pofjit *Anima , &qmefcere, mimmèfolicitadehisj qua
corpori obveniunt , jummoperè inculcabat , qua in re nimirum do6lritia fua
cardinem conjlituit . Ex hoc principio velutt fonte hauriebat, nulluma6lum
anima pofttivHm, aut premio, aut pcem dignum e(ìe , cum nec animai ^ nec
ejus potentine utpotè annihilat<£ cooperentur . Hinc facilis in omne fcelus ,
omnemque voluptatem ruina . Capto Molinos anno lóSj.Tropofitionibus, qua:
fé promidgajfe fafìm efl y ad examen à Fideilnquifitoribus coram Cardinalibus,
^Summo Tonti fice vocatis , Orationis methodurriy quam profìtebantur Qutc-
tijìit , fìc di6iis à quiete , ob quod & fetidi nomen adhafit , damnavit Sanala
Sedes fimul cum fexagintao6lo numero propofìtionibuSy H^refeos, fcandaliy&
blafphemia . EasiterumcufaSy &hacin Urbe ad exemplaria millenaprofian-
tes materno fdiomate , ad fcandalum evttandum faniori confilio ^pofiolici Mi-
niflri Librariis fuflulerunt . Jufiu etiamSummi Tontifìcis Innocenti! XI. cun^ia
ehis opera flammis adjudicata funt . Coa^us ipfe Molinos de pegmate ere6loin
Tempio Dominicanorum San5i<£ Maria fuper Minervam inùrbe, coram Sacro
San6Ìa Fumana Ecclefia Cardinalium Senatu y palinodiam canere , adperpetuos
carceres damnatus fuit. Fertur illum feriò poenitere criminum fexagefìmum
atatisannum agens . Illativa y qua pollet y dtcendi facultate » aliifque artibus
ita plurimis impofuit y ut Satmushaberetury licèt vitam fadiffimisfceleribuf
contamìnatam duxerit . Ter duodecim integros annos crimìna apud Sacerdo-
tem nunquam depofuit, quamvis à ficiendo Sacra non abfiineret . Quatuor
milita aureorum , & duodecim milita epijiolarum , quarum ape feEiatores
ejusinnotuerunt, reperta funt in illius fcrintis , Così egli dell' inquifito Mo-
linos. Dietro al reo andaron di pari nelle carceri del Sant'Ofllzio due Fra-
telli Leoni y l'uno chiamato Simone Sacerdote , e Confelibre del Monafterio
de'Santi Quattro di Roma, l'altro Antonio Maria Laico, nativi ambedue
della Terra di Cambieglio preflb Como , ambedue primarii , e degni Di-
fcepoli del loro indegniflìmo Maeftro.
Al rimbomdo di quefto gran tuono di Roma rifveglioffi come da mor- conJ^nnadi fi(,
tal letargo anche la lontana Spagna , i cui vigilanti Inquifitori riporta al fanorto propofi*
torchio di rigorofìflimo efame la fallace Guida Spirituale del Molinos , ne nó'j"' '^^' ^^°''"
prohibirono [a'] rigorofamente il libro , econpiùprecifo, erigorofoDe- a iVAroi-^^raK^sj,
creto la Sacra Inquifìzione di Roma, cheparimente [b] ^lohìhi la Guiday^ ^^"^'*^'*^^'^'
& ogni altro qualunque libro del Molinos , d'onde furono eftratte feffaiv
totto propofizioni , confefVate poi per fue dal reo ifteflb nel profeguimento
delprocelfo. In Congregatione generali <^c. diceva il Decreto, ..dd abolen-
dam pernicioft-fima hxrefis pravitatem y qua in plerifque mundi parti bus,
non fine maxima ^iiimarum difcrimine invaluit , rtgor debet ^pojìoltcus
excttariy ut Tonttfìcia folicitudinis authoritate y & providentia y Har eti fo-
rum protervia in ipfts fua falfitatis conatibus elidatur y & Catholicx verita-
tis lumen in Ecclefta Sanala refplendens , eam utique demonjìret ab omni
execrattone falforum dogmatum expiatam . Cum igitur compertum fuerit
quemdam Michaelem de Molinos perditionis filtum , prava dogmata y tum ver-
bo y tumfcriptispajjim docuifiey &in praxim deduxiffcy qua tnpratextu Ora-
ttonis
TNNÓCEN- rji6 SeColoXVH.
ZO Ai' fionìs qiiieùs cantra do&rìnam , & ufum à SanBis Tatribus ah ipfis Ecclefì^e na^
fcentis primordiis receptum Fideles à vera Religione , Ó* d Chrijiìana pietatis
puritate y inmaximos errores y & turpìjjìma quoque inducebat . Sanèliffimus
jD ominus TSlofler Innocentms Tapa XI. , cui cordi ejì , ut Fidelium *Amm<& (Ibi ex
alto commi ff:e , ptirgatispravarum opinionum erroribus , ad optatumfalutis por-
tum tutò pervenire poffint , prò re tam gravi , auditispluries coramfe Eminentif-
ftmis, & B^verendifjtrnis Dominìs Cardinalibus intota B^epublica ChriflianaGe^
neralibits Jnquifitoribus y ac pluribus in Sacra Theologia Magi/iris y eorumquc
jfuffragiis y tum voce , tumfcrtptofufceptis , maturèque perpenfuy implorata etiam
Sanali Spiritusajfiflentiay ad damnationem infrafcriptarum propofttionum ejuf-
dem Micio aelis de Molinos y àquo fuerunt profuisrecognita , & dequibftspro-
;•'/..■»» pofitionibusy tamqaam afe di£iatis , fcriptis , communicatisy& creditisy ipfe con-
7>i6lus y& re fpe£iivècQnfejjusefiy deventre y ut infra, decrevit. i. Oportet ho-
minem fiiaspotentias annihilare. Et hzeceft via interna. 2. Velie operati
aftivè , eft Deum offendere , qui vult effe ipfe foliisagens; & ideò opus eft,
fé ipfum in Deo totum , & totaliter derelinquere , & poftea permanere velut
corpus exanime . 3 . Vota de aliquo facienda funt perfedionis impeditiva .
4.Ad:ivitasnaturaliseft gratis inimica, impedicque Dei operationes, &
veram perfedionem , quia Deus vult operari innobis line nobis. 5.Nihil
operando Anima fé annihilat , &r ad fuuni principiuni redit , & ad fuam ori-
ginem , quse eft effentia Dei, in quem transformata remanet , ac divinizata,
& Deus tunc in fé ipfo remanet ; quia tunc non funt amplius du£e res unitse,
fed una tantum j & hac ratione Deus vivit , & regnat in nobis , & Anima fé
ipfam annihilat in effe operativo . 6. Via interna eii illa , in qua non cogno-
fciturnec lumen, necamor, necrefignatio,& non oportet Dcumcogno-
fcere, & hoc modo reólèproceditur. 7. Non debet Anima cogitare , nec
de proemio , nec de punitione, nec de Paradifo , nec de Inferno , nec de mor-
te, nec de aeternitate . 8. Non debet velie fcire , an gradiatur cum volun-
tate Dei , an cum cadem volunrate refignata maneat , nec ne . nec opus eft,
iitvelitcognofcerefuumftatum, necproprium nihìl, fed debet ut corpus
exanime manere. 9. Non debet Anima reminifci nec fui, nec Dei , nec
cu)ufcumque rei , & in via interna omnis reflexio eft nociva, etiam reflexio
ad fuas humanas adiones , & ad proprios defedus . io. Si propriisdefedi-
busaliosfcandalizet, non eft neceifariiim refledere, dummodò nonadfit
voluntas fcandalizandi ; & ad proprios defedus non poffe refledere , gratia
Dei eft. II. Addubia, quse occurrunt , an redè procedatur , nec ne, non
opus eft refledere. 12. Qui fuum liberum arbitrium Deo donavit, de nul-
la re debet curamhabere, nec de Inferno, nec de Paradifo, nec defideriuni
debet habere proprise perfedionis , nec virtutis , nec proprise fanditatis ,
•nec propria falutis , ciijus fpem purgare xlebet. 13. Refìgnato Deo libero
arbitrio, eiùemDeorelinquendaeftcogitatio, & cura de omni renoftra,
.& relinquere , ut faciat in nobis (ine nobis fuam divinam voluntatera.
14. Qni divina? voluntati refìgnacus eft, nonconvenit, ut à Deo rem ali-
quam petat j quia petereeft imperfedio , cum fit adus propria? voluntatis,
iU eledionis, & eli velie, quòddivinavoluntasnolìrseconformetuis&non
quòdnoftra.diviniE. EtilludEvangelii , Tetite , & ucipietis y non eft di-
dumàChriftopro Animabus internis , quo: nolunt habere voluntatem.
ImòhujufmodiAnimieeòperveniunt, utnon poffint à Deo rem aliquam
peicre. 15. Sicutnondebèt i Deo rem aliquam petere, itanecilliobrem
ali-
Capitolo VI IL 717 Innocen-
flexioné oniintiir . 59. Via interna fej Linda eft a confefUone , d confef- ^^ ^
fariis, & à cafibus confcientiae, ùTheoIogia, &àPhilorophia. 60. Ani-
mabiis provedis , qnse reflexionibus mori incipiunt , & eò edam perveniimc
ut fint mortiije , Deus confeffìonem aliqiiando efficit impolfibilem , & fup-
plet ipfe tanta gratiaprcefervante, quantam in Sacramento reciperenti &:
ideò hujiifmodi Animabus non eft bonum in tali cafu ad Sacramentum
poenitenti^ accedere , quia id eft illis impoffibile . 61. Anima cum ad
mortem myfticampervenit, non poteft ampliùs aliud velie, quàm quod
Deus vult, quia non habet ampliùs voluntatem , & Deus illi abftulit,
62. Per viam internam pervenitur adcontinuumftatum immobilem in pa-
ce imperturbabili . 65. Per viam internam pervenitur etiam ad mortem
fenfuum; quinimò fignum, quòd quis inftatu nihilitatis maneat, ideft,
mortis myftiCcE , eft fi fenfus exteriores non repra^fentent ampliùs res fenfibi-
les, ac fi non eflent, quianonperveniunt adfaciendumj quòd intelledus
ad eas applicet . 64. Theologus minorem difpofitionem habet, quàm ho-
mo rudis , ad i1:atum contemplativi . i . Quia non habet fidem adeò puram *
2. Quia non eft adeò humilis. 5. Quia non adeò curar propriamfalutem.
4. QLiia caput refertum habet phantafmatibus , fpeciebus , opinionibus , &
fpeculationibus, & non poteft in illum ingredi veruni lumen é 65. Prccpo-
fitis obediendum eft in exteriore ,& latitudo votiobedienticE Religiofjrum
tantummodò exteriùs pertingit . In interiore vero aliter res fé habet , quo
folusDeus, &diredorintrat. 66. Rifu dignaeft nova qu^edam dodrina
in Ecclefia Dei , quòd Anima , quoad internum , gubernari debeat ab Epif-
fcopo: quòdfiEpifcopusnon fitcapax. Anima ipfum cumfuo diredore
adeat. Novam, dico, dodrinam, quia nec Sacra Scriptura, nec Conci-
lia, neeCanones, necBuIlcE, necSandi, nec Audores eam unquamtra-
diderunt, nectradere poffunt, quia Ecclefia non )udicat deoccultis, &
anima e)us habet facultatem eligendi quodcumque fibi vifum fuerit . 6j. Di-
cere , quòd internum manifeltandum eft exteriori tribunali Prsepofitorum j,
& quòdpeccatumfit id non facete, eftmamtefta deceptio; quia Ecclefia
non judicat de occukis, & propriis animabus prae)udicant, hisdeceptio-
nibus , & fimulationibus . 68. In mundo non eft facultas , nec jurifdidio , ad
przEcipiendum , ut manifeftentur Epiftolse diredoris quoad internum
mìmx'i & ideò opus eft animadvertere, quòd hoc eft infultus Satana
&c.
Quas quidem propofitìones tamquam bisretìcas , fufpeBas , erronea f , fcanda:
lofas, blafphemaSi piarum aurium offenjtvasy temerarias, ChrifìUnadifcipli"
n<& relaxatipas, & everfivasy & Jeditiofas refpeBivè, ac qu^cumquefuper
ìis "perbo , fcripto , veL typis emijja , damnat , circumfcribit , d?* abo^
let,deque lifdem , & fmiUbus omnibus, & fmgulis pojìhac quoque paolo loquen-
dìjfcribendi , difputandt , eafque credendt , tenendi , docendi , aut inpraxi redu-
cendi facultatem quibufcumque interdicit . ^uifecus fecerint , ipfos omnibus di-
gnitatibus j gradibus , honoribus, beneficiis yd^officiisipfo fa^o perpetuò prì-
vaty &inbabtlesadqu^cumqMe decernit, rinculo etiam Ì4nathematis eo ipfct-
innodaty à quonullus Romano Tonufice inferior valeat ipfos (exceptouiortìs
arttculo) abfolvere*
Tr£tereà San^iitas Sua probibet , ac damnat omnes libros , omniaque
opera quocumque loco, & idiomate imprefja, necnon omnia manufcrita ejuf-
iemMichaelìs de Molinos, -petatquej ne quis cujufcumque gradus , conditio-
nis ,
lumciN- ^jg Secolo XVII.
Z O X L jjijg^ q^^Qjj experimur in vita fpiritiiali , eft abominabile i fpurcum , & ini-
mundum. 31. NiiUus meditativiis veras virtiites exercet internas, quse
non debent à fenfibus cognofci . Opus eft amittere virtiices . 32. Nec ante,
nec poft commiinionem alia reqiùritur prjEparatio,aut gratiarum ad:io(pro
ifìisanimabusinternis) quàm permanentia infolita refignatione pamva;
quia modo perfediore fupplet omnes aélus virtutiim , qui fieri poiìimt , &
fiunt in via ordinaria. Et lì hac occafione communionis infurgunt motus
humiliationis,petitionis, aut gratiarum adionis,reprimendifunt , quoties
non| dignofeatur , eos elle ex impulfu fpeciali Dei, alias funt impulfus natu-
IX nondum mortua; .53. Male agit anima , (\\xx procedi t per hanc viam in-
terriam , C\ in diebus folemnibus vult aliquo conatu particuiari excitare in fé
devotumaliquemfenfum; quomamanimse interna omnes diesfunt ^qua-
les, omnes feftivi. Et idemdÌGÌturdelocisfacris; quia hu)urmodi anima-
bus omnia loca sequalia funt. 34. Verbis, & lingua gratias agereDeonon
eft prò animabusinternis, quajinfilentio manere debent , nulIumDeoim-
pedimentum opponendo, quòdopereturinillis: &quòmagis Deo ferelì-
gnant , experiuntur fé non polfe Orationem Dominicam , feu Pater nofìer
recitare. 35. Non convenitanimabushu)us via; interna, quòdfaciantope-
rationes,etiamvirtuofas, ex propria eledione, &adivitate; alias non ef-
fent mortUcE : nec debent elicere adus amoris erga Beatam Virginem , San-
tftos,aut HumanitatemChrifti y quiaicumiftaobiedafenfiibiliafint, talis eft
amorergailla. 36. Nulla Creatura, nec Beata Virgo, nec Sandi federe de-
bent in noftro corde, quia folus Deus vult illud occupare, & poflìdere ,
37. In occafione tentationum , etiam furiofarum , non debet anima elicere
adusexplicitosvirtutumoppofitarumi fed debet in fupradido amore, &
refignatione permanere . 38.Cruxvoluntariamortificationumpondusgra-
ve eft , & infruduofum i ideoque dimittenda . ^9. Sandiora opera , & pccni-
tenti^i quasperegeruntSandi, non f uificiunt ad removendam ab anima
vel unicam adhsfionem . 40. Beata Virgo nullum unquam opusexterius
•peregit, &tamenfiiitSandis omnibus fandior: igitur ad fanditatem per-
venir! poteft abfque opere exteriori .41. Deus permittit, & vult ad nos hu-
miliandos , & ad veram transformationem perdueendos , quòd in aliquibus
animabusperfedis, etiam non arreptitiis , Dcemon vioLentiam inferateo-
riim corporibus , eafque adus carnales committere faciat , etiam in vigilia ,
& fine mentis otFufcatione , movendo phyficè illarum manus , & alia mem-
bra contra earum voluntatem .Et idem diciturquoad alios adus per fé
peccaminofos , in quo cafu non funt peccata, quia in iisnon adeftconfen-
llis. 42. Poteft daricafus, quòd bujufmodiviolentia: ad adus carnales con-
tingant eodem temporeexparte duarum perfonarum , fcilicet maris, & foe-
minx, & ex parte utriufque fequatiir adus . 43. Deus praeteritis fseculis
SandosefficiebatTyranorumminifterio , nunc vero eosefficitSandos mi^
nifterio Da;monum , qui caufando in eis prsedidas violentias , taciat , ut illi
feipfos magisdefpiciant, atque annihilent, & fé Deo refigncnt. 44.Iob
blafphemaviti &tamennonpeccavitlabiisfuis, quiatò exDìemonisvio-
kntia. 45. SapdusPaulus hujufmodi D^monis violentias in fuo corpore
paiibseft, undefcripfit: Vonquodvolo bonum^ hoc ago; fed quod nolo ma-
tum, hoc fido . 46. Hu>ufmodi violenti^ funt medium magis proportio-
natura ad annihiìandam animam , & ad eam ad veram transformationem ,
&:unÌQnem perducendumj nec alia fupereft via. £tha?ceftviafacilipr, 6c
tiiuor
Capitolo Vili. '719 ^^f^'ocFN'
futior. 47.CumhiijiirmodiviolentiiEOC,ciirriint, finere oportet, ut Sata- ^^ ^
nasoperetiir, nullam adhibendo induftriam , nullumqiie propriiim cona-
-tiim j fed permanere debet homo infuo nihilo, & etiamfi feqnanairpollii-
tiones, &:adiisobfccenipropriismanibiis,& edam pej ora, nonopuseftfe
ipfum inquietare , fed toras emittendi funt fcrupuli , dubia , & timores , quia
anima fitmagis illuminata, magisroborata, magifque candida, &acqui-
ritur fanda li'bertas . Et prae omnibus non opus eft hsec confiteri , & fandif-
fimèfitnon confitendo, quia hoc pado fuperatur Dìemon, & acquiritur
thefaurus pacis . 48. Satanas , qui hujufmodi yiolentias infere , fuadec
deinde graviaelfe delida, utanimafeinquietct, ne in via interna ulteriijs
progrediatur; unde ad ejus viresenervandas, meliusen: canon confiteri,
quia non funt peccata nec etiam venialia. 49. Job ex violentia D^monis
fé propriis manibus polluebat, ^odem tempore, quo mundas habebat ad
Deumpreces ( (le interpretando lócuniex cap. i5. Job.) 50. David, Jere-
mias, & multi ex Sandis Prophetis hujufmodi violentias patiebantur ha-
rum impurarum operationum externarum . 51. In Sacra Scriptura multa
funtexemplavioientiarum ad adusexternos peccaminofos: utilludSam-
fonis, quiperviolentiam fé ipfum occiditcumPhiiifeis, conjugiuminiit
cum allenigena, &cum Dalila meretrice fornicatus eft, qux alias erant
prohibita, & peccata fuiflent: de Elifeo, qui puerismaledixit: de Elia,
qui combuflìt Duces cum turmis Regis Acab. An vero fuerit violentia
immediate à Deo perada , vel Dsmonum minifterio , ut in aliis Animabus
contingit , in dubio relinquitur. ^2. Cum hujufmodi violentile, etiam im-
pur^e , abfque mentis offulcatione accidunt , tunc Anima Deo poteft uniti ,
& de fadofemper magisunitur. 53. Adcognofcenduminpraxi,analiqua
operatio in aliis perfonis fuerit violenta , regula , quam de hoc habeo,
nedum funt proteftationes Animarum illarum, quxproteftanturfedidis
violentiis non confenfìffe , autjurarenon poffe, quòd iis confenferint, &
videre, quodfìnt Animx, quae protìciunt in via interna: fed regulam fu-
mereàluminequodam aduali, cognitionehumana, ac Theologica fupe-
riore , quòd me certo cognofcere facit cum interna certitudine , quòd talis
operatio eft violenta: &certusfun,;quòdlumenà Deo procedit, quiaacj
mepervenitconjundum cum certitudine, quòdàDeo pervenir, & mihi
nec umbramdubiireiinquit in contrarium, eomodo, quo interdum con-
tingit , quòd Deus aliquid revelando , eodem tempore animam certam red-
dit, quod ipfe fit, qui revelat,& anima in contrarium non poteft dubitare.54.
Spiritualcsvit^e ordinaria in hora mortis fedelufos invenient, &confufos
cum omnibus paflionibus in alio mundo purgandis .55. Per hanc viam inter-
nampervenitur, etfi multa cum fufferentia, adpurgandas, & extinguendas
omnes pallìones , ita quòd nihil amplius fentitur , nihil , nihil ; nec ulla fenti-
tur inquietudo , ficut corpus mortuum , nec Anima fé amplius commoveri
finit. $6.Di\x leges, & ónx iniquitates, Animseuna, & amoris proprii
altera, tandiiiperdurant, quandiù per durat amor proprius: unde quando
hicpurgatuseft, &mortuns, utifit per viam internam, non adfunt am-
plius illse duo? leges, & duse cupiditates, nec ulteriùs iapfus aliquis incur-
•ritur, nec aliquid fentitur ampliiìs, nequidem veniale peccatum. 57. Per
contemplationem acquifitam pervenitur ad fta^um non faciendi amplius
peccata, necmortalia, nec venialia. 58. Ad hujufmodi ftatum perveni-
turnon refledendo ampliiìs ad propriasoperationes, quia dekdv.'jcx re^
flexio-
iNNoctN- pj^Q Secolo XVII.
2 O A 1. aiiquain gratias agere debent , quiaiitrumque eft adns propriìB volnntàtis l
i6. Non convenìt indulgentiasquajrere prò poenapropriis peccatis debi-
ta, qiiiameliiiseftDivinìefjiiftitia: fatisfacere, quàm Divinati! mifericor-
diam qiiacrere : qiioniam illud ex puro Dei amore procedit, & iftud ab
amore noftri intereflato , nec eft res Deo grata , nec meritoria , quia eft vel*
le Crucem fugere . 17. Tradito Deo libero arbitrio ,& eidem relida cu-
ra, & cognitione Anima: noflrscnon eft ampliiìs habenda ratio tentationum,
nec eis alia refiftentia fieri debct , nifi negativa , nulla adhibita induftria : &
fi natura commovetur , oportet finere , utcommoveatur, quia eft natura .
1 8. Qui in Oratione utitur imaginibus , figuris , fpcciebus , & propriis con-
ceptibus, non adorar Deumin fpiritu, & ventate. 19. Qui amat Deum
eo modo, quo ratio argumentatur, aut intelledus comprehendit, non
amat verum Deum. 20, Aflerere, quòd in Oratione opus eftfibi per dif-
fcurfum auxilium ferre, & per cogitationes, quando DeusAnimam non
alloquitur, ignorantiaeft. Deusnumquamloquituti ejuslocutio eftope-
ratio, & femper in Anima operatur, quando harc fuis difcurfibus , cogita-
tionibus , & operationibus eum non impedir . 2 1 . In Oratione opus eft ma-
nere in fide obfcura , &univerfali, cum quiete, & oblivione cujufcumque
co§itationisparticularis,acdiftin<9:2E, attributorum Dei , &Trinitatis, &
ficinDeipr^fentiamanere, adillumadorandum, &amandum, eiquein-
ferviendum , fed abfque produclione aduum , quia Deus in bis fibi non
complacet . 22. Cognitio Hsec per fidem non eft adus à creatura produtìrus ,
fed eft cognitio d Deo creatura? tradita, quam creaturafe haberenon co-
gnofeit, necpofteacognofcitillamfehabuillei &idem dicitur de amore.
s^.Myftici, cumS. Bernardo mfcala Clauftralium, diftinguunt quatuor
Gradus , Lecìionem , Meditationem , Orationem , & Contemplationem in-
fufam. Qui femper in primo fiftit, nunquam ad fecundum pertranfit. Qui
femper m fecundoperfiftit, nunquam ad tertium pervenir, quieftnoftra
contemplatioacquifita, in qua per totam vitam perfiftendum eft, dummo-
dò Deus Animam non trahat, abfque eo quòd ipfa id expedet, ad con-
templationem infufam , & hac ceflante , anima regredì dcbet ad ter-
tium gradum , & in ipfo permanere , abfque eo quòd ampliùs re-
deat ad fecundum , aut primum . 24. Qualefcumque cogitationes in
Oratione occurrant, edam impur^e, etiam contraDeum, Sanftos, Fi-
dem , & Sacramenta, fi voluntariè non nutriantur , nec voluntariè expellan-
tur , fed cum indifferentia , & reiìgnatione tolerentur , non impediunt Ora-
tionem Fidei , imo eam perfediorem efiìciunt ; quia anima tunc magis V>i-
vinsE voluntati refignata remanet .25. Etiamfi fuperveniat fomnus , &: dor-
miatur , nihilominus fit Orario , & contemplatio adualis , quia Orario , &
refignatio, refignatio, & Orario idem funti & dum refignatio perdurar,
& Orario. 2<5.TresillajvÌ2e, purgativa, illuminativa, & unitiva, funtab-
furdum maximum , quod didum fuerit in my ftica ; cum non fit nifi unica via
fcilicet via interna. 27. Quidefiderat, & ampleditur devotionem fcnfibi-
lem, nondefiderat, nec qu^erit Deum , fedfeipfum, & male agit, cum
éamdefiderat, & eam habere conatur, qui per viam internam incedir,
ram in locis facris , quàm in diebus folemnibus . 28. Taedium rerum fpiri-
tualium bonum eft , fiquidem per illud purgatur amor proprius . 29. Dum
anima interna faftidir difcurfus de Deo, & virtutes, & frigida remanet,
milluminfeipfafentiens fervorem, bonum fignum eft. 30. Totum fenfi-
Ibile,
Capì
^ /itolo VI II. ' 7X1 Innocen-
nìs i "if ci flatus i etìam fpecialinota dìgnusaudeat fithquovìspYiCtextuquoUhet ^ ^^'
par iter idiomate-, five jfUb eifdem verbisy ftve fub icqualibus , aut aquipol-
ientibits i ftveabfque nomine y feu fi^o, aut alìeììonomine ca imprimere , vel
imprimi faccre y neque imprejjay feu mam [cripta legere y rei apudfe retine-
re, fed Ordinar iis locorum , aut haretica pravitatis Inquifitoribus flatìm tra-
dere , & confignave teneaturfub iifdem panisfuperiàs infli6ìis , qui Ordinar ii ,
& Inquifitoresftatimeaigne comburant, & comburi factant . Cosìlepropo.
lìzioni del Molinos , e lóro condanna .
Ma vediamone bora condannata ancora la perfona . Scorfi ventidiie
mefi di carcerazione , prpvati li delitti , e conteftati gli errori , egli mo-
fìroflì difpofìo all'abiura di eflì. Ne fu dunque [a] intimata la funzio-
ne nella Chiefa di S. Maria fopra Minerva, &alcunigiorni prima notifica- *i'^'P*'"*'^^^7-
- ta la Indulgenza di quindici anni , & altrettante quarantene à chiunque pre- ^
fentefitrovafleaqueiratto. Intanto furono eretti a tal'efi-etto nella fopra- pe^doiìTjd m-
nominata Chiefa gran numero dipalchi, onde da'Prelati, edalla Nobil- ''"os.
ticommodamenteaflìfter fi potefle allo fpettacólo: e quefto finalmente
comparve in perfona del Molinos, che condotto dagli Efecutori fopra il
pulpito, quindi egli fteflfo flit fogg^tto della funzione , fpettacólo, efpet-
tatore di lacrimevole, & horrida rapprefentanza. Comincionne T abju- ^^'''""'
ra, ementreleggevafeneilprocefib, il popolo ad ogni propofizione he-
reticale , & ad ogni dishoneftà, che riferivafi, ad aita voce efclamava
fuoco fuoco y fin tanto che terminata la lezione delproceflb, fu egli con-
dotto ai piedi del Commiirario del S.Olfizio, avanti il quale abjurati con
folenne atto gli errori efpofti , e ricevuta da lui l' afloluzione , 1* habito con-
fueto della penitènza, e le vergate alle fpalle, fiì dalle guardie trafporta-
to alle carceri del S. Offizio in una piccola ftanza, incuivilfedieciannicon mo"r?J'.''^'°""' *
apparenza di pentimento , nella qual difpofizione egli morì reo pentito
nel giorno [b] appunto deftinato al culto de'SS. Innocenti. AU'abjura bid.Dfcem.tf^oe,
del Molinos [ e ] feguì incontanente la Bolla [ d ] d' Innocenzo in con- <= ì.Sfprerj.io^y.
danna publica di quelle medefime propofizioni , condannate dalla Sacra ÌJjlor&f.'^''^"
Inquifizione, e da noi di fopra riferite, e in prohibizione di tutti li di lui
libri i ficcome in differenti tempi furono parimente prohibiti, e condan-
nati tutti li libri ò fofpetti, ò infetti di Molinifmo, quali lung^, etediofa
cofa farebbe il riferire ,
Al Maeftro, che abjurò , andaron di pari [ e'.] li difcepoli penitenti, g^^ pontificia
fra quali li due fopranominati fratelli Anton Maria, eSimoneLeoni, Fie- in condannariò*
reeftratte dalle loro tane, epercofle dal fulmine del Vaticano, di cui in adMofinosY'""^
cjuefto giorno potè dirfi , come gii di queir huom forte, [/"] Et Rana- e^s^pur^é.jgsy.
jasfiUtisjojadie virifortiJJimi,tnagnorum operum , ìpfe percujfit duosLeones. fa^mnc dVlTJr
fratelli Leoni.'
Tomo IV, %z C A-
Alessan*
DRO Vili.
7^
%
Secolo XVI L
CAPITOLO IX.
Aleflàndro Ottavo Veneziano , creato Pontefice
li 6. Ottobre 1689.
Operazioni , e z,elo di cy^lejjandro Ottauo contro i ^ìe-
tijìi , e Molinijìi , e nuo^i Her etici Pelagiani , an-
che a^vanti che fojfe ajfunto al Pontificato . Appli-
cazjcne indefejfa di quejìo Pontefice negli affari ap-
partenenti alla purità della Fede , Condanna di Sog-
getto qualificato per nafcita, è per pojìo nella Corte
2(omana , feguace dello Spinoja . Afferzione del pec-
cato filofofico } fua notizja , origine , e condanna .
Condanna Pontificia di alcune propoftzjoni appartenen^
ti alla Adorale . ^olla di caffazjone 5 & annulla-
zione di alcuni atti fatti dall Affemhlea del Clero di
Francia,
b hb.^.
C ^nn, I(jy4.
Zelo di qiieflo
d-gtiilTìmo Pon-
tefice in tiirti li
fuoi Stati avanti
Il Pontificato ,j
Origine dell' He
re/ìa de'Pelagini
e lue corfo •
A' fé Innocenzo Undecimo [ó] percujfit duos Leones, dal
di lui fiicceflore AlelTandro Ottavo [è] contriti funt ru-
gìtus Leonis , vox Lean£ , & dentes catulorum Leonum ;
Tygris periit , & dijjipati funt catuli Leonis . Egli af-
fuefatto alla pugna con la ternbil Beftia de' Qiiietifti ,
fin quando in porto di Cardinale fedeva [ e ] nel Tro-
no Epifcopale di Brefcia, ne venne a Roma prattico combattente; on-
de maraviglia non è, Te in qualità prima di primo Inquifitore Generale,
e poidifupremo Monarca della Chiefa di Dio, ne feguitafle più tofto,
che ne incominciafle le vittorie con quell'egregie operazioni, che pur
hora di lui in tutti gli ftati riferiremo , di Vefcovo, di Cardinale, e di
Pontefice. Mentre fotto li Pontificati d' Innocenzo Decimo, e di Alef-
fandro Settimo combattevanfi da Roma li Janfenifli , furfero alcuni
torbidi, che fcoppiarono ben preflo in aperta Herefia , in quella parte
della Diocefi di Brekia, che dicefi ValCamonica, largo tratto diPaefe,
che circondato dalle balze delle Alpi racchiude in fé le Terre diBreno,
Niardo , Nadro , Cervio , Ciinbet:go , Sav'iore , e Pifogne . In efle
per irruzione, e profitto di quelle' genti con ottima intenzione, ma
conpeilimo effetto furono iftituiti da Marco Morofini Vefcovo di Brefcia
alcuni Oratorii , o Congregazioni , alla cui erezione, e profeguimen-
to diedero eccitamento, e Itimolo le calde perfuafioni di Giacomo Fi-
lippo
Capitolo IX. 7X^ Alessan^
lippo di Santa Pelagia , hiiom Laico Milanefe, che viveva allora in quelle ^'^^ Vili.
parti con efemplarità di vita tutta devota; acuifiì facile, come avvenne,
ài fpinger l'animo del Vefcovo alla rifokizione di quel!' operaafimilitudi-
ne degli Oratorii di S. Pelagia di Milano. Non sì torto però dieffi princi-
pio , avviamento, & ordine all' opera , che per gravitimi difordini il Moro •
fìniritrovolfi obligato afoffocar nelle fafcie il fuo parto, prohibendone ^ ,8./«»(Vi(;j}.
[ ^ ] il profeguimento , e fupprimendone la erezione , ogni qualunque volta
non a oflervaflero da' fratelli quelle regole , eh' egli a tal' effetto haveva lo-
ro prefcritte . Ma né olTervandofi le regole prefcritte , né calligandofi li rei
de' motivati difordini, anzi prendendo vigore, e pabulo il fuoco dalla im-
potenza del Vefcovo aggravato da lunga , e penofa infermità , di cui pofcia
morì , viddefi ìw un fubito più torto crefciuta , che nata un' Herefia , quale
da quel Giacomo Filippo di S. Pelagia di (opra nominato fi dille l' Herefia
de' "Pe/^Te/w/. Ella in foftanza era un mortro, nato, e comporto da divcrfe
Hererie,ò de' Quietirti moderni,ò degli antichi Oranti,de' quali altrove [ b ] Ì^l'!l>:,^^"$,
habbiamo fatta lunga , e dirtinta menzione . Predicavano eglino , anche Lai-
ci, e donne, publicamente nelle Chiefe, come gli Huifici : fi adunavano infie-
me l'uno fefl'o , e V altro in notturne , e fecrete conventicole , & a porte chiu-
fe il flagellavano, come i Flagellanti -, e commettevano laidezze enormi , cor
me gli Gnoftici: fi animavano atoglierfiilgiogo della ubidienza a Paro-
chi , e della fuggezzione a' Vefcovi , come i Luterani : oravano rtupidi fette,
e otto hore per volta, cornei Quietifii : sfuggivano il commercio degli al-
tri Cattolici , come i Donatifti , credendofi eli! li Saati , & effi la vera Chiefa
di Dio : aiferivano necelfaria allafalute la Orazione mentale, come li Mefia-
liani: fi confelìavano publicamente negli Oratorii: e nelle confefiìoni van-
tavano fatti ofceni , e dishonefti ad incitamento , & efempio di luliiiria , co-
me i Turlupini . Come che il male s'invigor.ifce prefto , al contrario del be-
ne che tardi fi avvanza, qucfta nuova pertefiranamente dilatofli in tutti gli
Oratorii ài ValCamonica, con pericolo proffimo difubitanea infezione Eiezione ai ve-
anche nelle vicine Provincie, fé Dio, che vigila fopra la fuaChiefa, non ha- [covado di Bre.
velfe a tempo proveduta quella Diocefi dizelantillimo Partorc. E qusfti cobonf.'"^'' °'*
fu Pietro Octoboni Cardinale allora diS. Salvadorc in Lauro, dertinato[c] e ^««.1654.
Vefcovo di Brefcia da Innocenzo Decimo , Pontefice di alto intendimen-
to , e che ben prevedeva a quella Chiefa agitata di ikaordinarie proccileil
bifogno di un Piloro di ikaordmario valore . E corrifpofe così bene in lui
allaefpettazione il fuccelTo, che rare altre Herefie certamente fortirono
più vigorofo il principio , e men fortunato il progrelfo , che quefta de' Pela-
gini , vinta , & ertinta alla fola comparfadel fuo nuovo contradittore . Con-
ciofiacofache giunto egli appena in Brefcia, rivelogliela Dio in un' avveni-
mento, dicuife fi confiderà lanuda apparenza, potrebbe giuftamenteap- Miravigiiofo .45.
plicarfeneacafualitàilfuccefib; ma fé di elfo fé ne ponderano le circoftan- qildhHeréfia di'
zc , non può certamente non autenticarfi forprendente , e miracololo . Star tciagim .
va egli in diporto appoggiato un giorno alla feneftra , . quando per la via vid-
defi paiiarfotto gli occhi un vile àrtii^a venditor ài chiavi, quali giù fcen-
devangli infilza atraverfo delle fpalle fin' alla cintola, con una caifetta a
lato, che alla kiperficiefembrava ripiena diefie, e che in palfando invitava
col folito grido le genti alla compra della fua mercanzia. Adocchiollodif-
finvoltamente il Vefcovo , ed egli trapafsò . Quando ne fopraggiunfe un al-
tro di fomigliante merce fornito , che coi medefimo ferreo , e baffo tuono
Zz a divo-
Alèssan- rj2,j^ Secolo XV II.
DRO Vili, (jj voce indicata la fiiaprofeflìone, feguitò come il primo per la ftefTaftra-»
da il fuo camino . Viddelo parimente il Vefcovo , e come a cofa non nuova,
appena degnollo di una femplice occhiata. Ma al fecondo fuccedendoil
terzo, al terzo il quarto j e fucceflìvamente in pocodivariodi tempo uno
all' altro , e fin al quinto il fefto , egli moffo da \m interno ftimolo , che pa-
rer poteva curiofità, ma era alto ,e fecreto intendimento di Dio, ordinò ad
un fuo famiglio, che fopra conduceffe nelle fue ftanze quel venditordi
chiavi j né pur' elfo ancora certo il Vefcovo , ò che volelfe , ò che ricercafle
da lui. Md (oh adorabile difpofizione de' divini fecreti ! ) giunto il chiava-
to avanti il Vefcovo, e dimandandogli il Vefcovo difparatamente cofe
nullamente concernenti al fine , dove Dio condur voleva quell'incontro,
e nel richiederlo di elle , rivolgendo il gran Miniftro di Dio con le facre ma-
ni liruginofi ferri di quella piccola cafla, fotto la copertura di poche chia-
vi , rinvenne una quantità non ordinaria di Catechifmi di Calvino , e molti
libretti dinotanti la prattica della nuova Herefia de'Pelagini, della quale
facevano incetta, e vendita que' neri Araldi dell' Herefia. Stupì il fanto
Vefcovo al difvelamento inopinato di sì rea mercanzia, e fattine foUecita-
mente rinferrare nelle carceri li colpevoli , nel medefimo tempo alzò gli
occhi, e le mani al Cielo, ebenedìDio, che fotto quelle materiali chiavi
a ^pu.i. haveflea lui congegnate [<«] cUves òdortis , & Inferni y con cui aprir' elfo
h \ti4.'t,ì.&ìQ. potefle quel [/»] puteum abyjji, prenunciato già da S. Giovanni nella fua
Apocalifl'e, e rinvenuto verificato nella Settainfame de' moderni Pelagini .
Incontanente dunque commefs' egli la cura del gran male alla diligenza di
peritiflìmi proteifori , co' quali difculfa prima m lunghi efami la materia,
rinvenute adequate le notizie, e proporzionatili mezzi per condurne fe-
wiflìone contro licemente a fine l'affare, impofe ad elfi la milfione in quelle parti, animan-
nPciagini. doliinfieme, & autorizzandoli con laconfegna di qucTt'Apofìolica lette-
ra, che foggiungiamo : "Petrus miferatione divina ^ titulo S. Salvatoris in
lauro, S. i^. E. Tresby ter Card. OMonuS) BrìxiiS Epifcopus , Dux, Mar-
chio, Comes &c.
e 1 3. J^rtii 1656. [ e ] DileSìis nobis in Chri(io admodàm t{. T. D. Lucio ^.Avokorìo noflra Ca-
thedralis Ecclefi<£ Canonico ^ Triori Carolo Como Fices-Gerenti Generali Ere-
mitarum San6ìi ^Augujìini Congregationis Lombardia , ac Triori in Con-
ventu SanCia Barnaba hujus Civitatis, & D, Carolo Montino B^6lori Ec'
clefìa Tarochialis SanUt Zenonis ejufdem Cipitatis , jalutem in Domino .
Exigit temporum conditio, ut difcretos viros , religione, piotate , acpruden-
tiaconfpicuos, in Vallem Camofam noflra Brixìenfis Dìcscefis mittamus, qui
ad diverfa ejufdem Vallis loca, prout necejjitas pojiulabit, accedant, & ea
nomine noflro perficiant , qua opportune perficienda exijlimabunt . Vos ita-
que , quorum -pirtus fatis , fuperque nobis probata efl , delegimus , ut ad
loca ejufdem Fallìs, nobis bene vifa, accedatìs , & quaoretenus lignificavi.
mus, jecundum opportunitatem tam conjun&im , quàm divifim adimpleatis,
C^ adimplenda curetis . Ut autem nullum objìet impedimentum , omnimodam
facultatem vobis, & ttnicutque vcftrum circa pramiffa, tam conjimSìim,
quàm divifim tribuimus , & impartimur , ac omnibusTarochis, aliifqueEc-
clcjiaflicis pcrfonis di£ia Vallis in virtute fannia obedientu praciptmus , ut
•vobis, acunicuique veflrum in cun£iis pa^eant, & ea exeqaamur , qua eif
dem injungerevolueritis; fciantque, fi dtfecerint ,Je pcenas ^irbitrionojìro infli-
gendas certe fub ituros . Ice ergo in nomine Domini ,J^ ea , qua dee et , folenia »
Capitolo /X 72,5 Alfssan-
Vobìs e ommijìaexecutìone mandate. Datum BrixÌ£ÌnTalatìoEpifcopaliy die ^^^ Vili.
i^.Manii 16^6. Così cg)ì. Andarono li valorofì operarli ncllavigna, non
gli delSignore, ma del Diavolo, poiché in eflfa eglino rinvennero quelle *;!|.',"i^,'°r^'H^"^
maliìmeHereticali, e quei nefandi coftiimi , che noi habbiatno di fopra o'itom di vaJ
accennaci: e dalleloro relazioni come chiamato il S. Oflizio all'efercizio <-anionica.
del fuo Minifterio , incontanente operò con quel folito vigore , con cui egli
è folito abbattere in ogni parte l' Herefia . Primieramente dunque egli ema-
nò [<? ] l'editto di abolizione , & eftinzione degli Oratorii , divenuti a j. /««;»• i^j*?.
finagoghe d'Inferno, e quindi ò rilegati, [^] ò carcerati come complici j,j^j^^^^,..,jj^^^
principali di enormifllmi fatti li Sacerdoti Marc' Antonio Ricaldini, Gio.
Battifta Maurizio , Benedetto Palfanefio , & altri Laici , un de' quali ( e que-
fìi fu Cofmo Dolci ) haveva precefo di miracolofamente illuminare un
cieco con rifa degli aftanti , e vituperio della perfona^ & un' altro ( e
queftichiamavafiFrancefco Negri fopranominato il Fabianini ) vantava!!
di parlare a faccia a faccia con Dio, ond'egli haveva comporto un intiero
volume di rivelazioni, e di profezie, in cui contenevano efecrandi errori
contro la Trinità, laChiefa, e li Prelati di eifa, degnamente pofciafenten-
ziato al fuoco per ordine [ e] dell' Inquifitore di Trevifo .
Ma la maggior percoira, ch'hebbe P Herefia Pelagina, fu il vituperio rll\?fìdu^ìJ,l
della publica ab) ura, che diefla fece Gio. Agoftino Ricaldini Fratello del Bùxu^.sefttm-
fopranominato Sacerdote Marc' Antonio. Hlla[(/J feguì nella Chiefade' d'j9^%'pufHèns
Frati Conventuali di Trevifo , e da effa , che noi originalmente riferiamo , "^«Jo.
potrà il lettor comprendere, di quante tefte fofle ferace queft'Hidra, e AbjuraddRicsi.
quantaruina minacciaffe ella al Chriftianefimo, fé opportunamente non diniPeiagino.
veniva òfnidata dalla tana dal vigilantiflìmo Vefcovo, òrecifa dal Tribu-
nal fupremo del S.Offizio: Io Gio:^goflmodelq.ì^caldinol{icddmiy così
r ab) ura, dellaT erra di l^rdo in f^al Camonica dell' età mia di anni 44. in cir-
ca ^ cofiitiiitoperfonalmente in giudicio, & inginocchiato avanti di voi B^ve-
rendifjimo Tadre Inquifitore Francefco Colli dell' Ordine de' Minori Conventua-
li ^ Inqmfitor generale di Trevifo i e voi P^verendiJJimo Signor Bombeni Cano-
nico , e Vicario Generale di Monfignor Illuflrifjimo Gio. Antonio Lugo Vefco-
vo di Trevifo y havendo avanti gli occhi miei li Sacrofanti Evangelii y quali
tocco con le proprie mani y giuro j che femprehò creduto, credo adefio, e con
r ajuto di Dio crederò fempre per l' avvenire tutto quello , che tiene , crede ,
predica, &infegna la Santa Cattolica, & Apofiolica Romana Chie fa; e per-
che da quello S. < ^ffi'^io per il volume da mefcritto , e per le propofi':(ioni detrat-
torie y temerarie y fcandalofe , & hereticaliy che in effo fi contengono, come
cofta nel Vrocefio contro me formato , fono flato [limato vehementemente fofpetto
di Herefia y cioè di haver tenuto y e creduto.
I. Che quefia ora:^ione mentale fia /' unica porta della falute . 2. Che
chi condanna la neceffità ài quejìa , è reprobo, e dannato. 5. Che il Figlio di
Dio altro non fia che V infinita perfc-^^i^one del Tadre, e che tutti gli attri-
buti facciano la feconda perfona della Santifjima Trinità . 4. Che la fantità
non confìfla ncll' afpre'^'^ , e peniten'^^e , ne meno fono care a Dio , fé non
intanto , quanto per domare la carne : ma emendo quefia foggetta , non era
bene macerarfì, non ci havendo creati per patire, ma per amare , e godere.
5. Che il capo di quefia ora'^one mentale non bavera minor autorità del
Sommo Tonteficc. 6. Che Dio vuole levare il Minifierio di efplicare le Sacre
Scritture dalle mani de' Minifìn della Cine fa , e darle in mano de' Secolari ^^
Tomo JV, Zz 3 per-
Alfssaì^- rj^^ Secolo XV IL
DRO Vlil. pgyf^jj^. a,deftole fcrltture fonoppiegate al ro-pcrfcio dì quello fi deve . 7. Chea
Chrijlo neW Orto fa levata la Divina gratia , la cognÌT^one fopranaturale »
' • c^ ogni aJHtOy e bene. 8. Che queflo dono dell' ora'^^jone mentale fta maggio^
re del dono della B^den':(ione , e dell' Ijìitw^one del Santijfimo Sacramento dell'
altare . 9. Che non debban(t obbedire i Superiori , che comandano , fi lafci-
no (jiiejìi\efcrci':^i; e fé ponefiero la Scommunica, non fi debba temere , per-
che è invalida, io. Che debba ejjer voltata jottof opra la Gerarchia Ecclefm-
ftica , e li Tafiori faranno f eparati dalle pecore y quelli che comandano,
& infegnano , dovcranno obedire , €^ effere infegnati .11. Che i Trincipi
Secolari baveranno giurifdiT^one [opra gli Ecclefìafliciy e per giftftiT^ia ne fa-
ranno morir wolti , molti altri faranno fpogliati delle dignità , e degradati.
Ter tanto volendo io levare dalla mente de' Fedeli di Chrifio quefiaveh:mente
fofpe'^ione contro di me , con giufte ragioni concetta , abiuro , maledico ,
detefìo detta Herefìa , & errori , e generalmente , & ogni qualunque altra
Hcrefia , C errore , che contradica alla detta Santa Cattolica , di'" .Apofio-
lica Bimana Chicfa ; e giuro , che per l' avvenire non farò , ne dirò , né
fcriverò mai più cofa , per la quale (ì poffa haver di me talfofpi-T^one , ne me-
no bavero prattica , ò e onver falcone d' Her etici , overo che fìano fofpetti di
Herefìa , ma fé conofcerò alcun tale y lo denunciare . Giuro ancOy e promet-
to di adempire , & offervare intieramente tutte le pene 3 e peniten'i^e y che mi
fono fiate y ò mi faranno da quefio S. OffÌ7;^io impofie j e contravenendo ad alcu-
ne di quefle mie protese y e giuramenti (il che Dio non voglia) mi fottopongo
a tutte le pene, ecajtighi, che fono da Sacri Canoni, & altre Co{ìitu':^iont ge-
• •■ ; ■■ iterali , e particolari contro fìmili delinquenti impofie , e promulgati : così
■Diomia]utiy e quefii fuoi Sacro fanti Evangelit, che tocco conle proprie mani .
Così egli . QuelVattopublico di reo confefl'o, e penitente diifingannòla
turba fedotta de' rei Confratelli degli Oratorii di Val Camonica, la cui
Monum^totgre- Hercfia fcopcrta , & abbattuta con infaticabile attenzione dal Cardinal
gì o ina! Lato da' pietro Ottoboni Dofe in obliso la Citt^, eChiefa di Brefcia di erigere alla
Canonie di Rre. • i t / ^ i-i » • • i
iciaaica.d.i'ie- memoria del luo gran liberatore un egregio monumento m mezzo al
tro ottoboni . chorodellaChicfa Catedrale , dinotante gratitudine , & oflequio con que-
fìe parole, incifein candido marmo fotto ilbufto della di lui figura in ha-
bito Pontificio fra due Angeli, l'unde* quali gli moftra il Triregno, l'altro
gli flende le chiavi del Vaticano , facendo bafe al gruppo T Aquila gentilizia
della Famiglia Ottoboni con lo ftemma in petto : Mexandro yiIL
exBrixienfì ad B^manam Cathedram unicc afjumpto , argumentum obfequii ,
Tnonumentum gloria Canonici pofuere ^n. M. DCXC.
Tnfaticabi fu3 ' D^lle vittorie riportate in Brefcia contro la Herefìa portollì Aleflan-
appii! orióne nel- dto Ottavo ìu qualità aucota allora ài Cardinale non tanto a Roma,
^^ììIyLu"^^'^^^' quanto al Campidoglio di Roma > da lui meritato nella condizione di
©gni^ftato della fua Ecclelìartica , & efeniplariflìma vita. La fama memo-
ria di ^le^andro Ottavo, [^] attefta un Religiofo, e rinomato foggetto,
a Damafccnus quandi era Cardinale y e primo Inquifttore Generale contro V Her etica pravità
clnvtlZitfiZ nella Congrega:(tone del S.Offi-KÌo, inforta la Jena de Quietifti, che sùf ap-
fiiitor s. offic.,, parenT^a di pietà h aveva validijjimi , e petentijfimi difenfori , fu egli fempre
£xaminarcr&r. ^•^^g.^^yy^ ^^ ne W Oppugnare , efojìenere contro quefìa fetta, come anche nello
fiudio afjidm per confutarla y a fegno che il Tadre Damafceno Minore Conven-
tuale allora Theologudi fua Eminew^ia puole attefiare , haverlo lafciato al tavo^
lm& m prima notte, di haverlo ritrovato al medemo di prima mattina, fen-
"i^ache
Capitolo IX. ^z6 AitssAN-
X<icheejlohavcffeprefoalcunnpofoy non o(ìante la fuaetà dì^ó.ami , e puoi ^^^ Vili.
dir fi y che peri' opera fua [offe pienamente [coperta quefia fetta , e li [uoi prin-
cipali propagatori . Così egli di lui: mi molto piu elio dife; poiché nel
defcrivere noi quefte cofe , rintracciandofi diligentemente le fcritture,
eie memorie di lui, fortunatamente iì avvenne in un foglio fcrittodifuo
carattere, il cui contenntodimofìra, elferquegli una nota, ò lìa ricordo
di quanto egli doveva fovvenirfi nella Congregazione del proflìmo giorno
del S.OHizio, e di quanto egli doveva in elfa proporre© perorando, òri-
ferendo nella materia, che allora in Romaagiravali, de'Molinilìi: e ben-
ché quei pochi caratteri fiano uno Scorcio di lunga fcnttura , nuUadimeno
in elli apparifce una sì grande ardenza di zelo , una sì vafta capaciti di men-
te, &una cotanto indefeiia applicazione alle cofe fpettanti alla Cattolica
Fede, che noi li habbiamo più volte oHequiofamcnte baciati, & anche sii
quefte noftre carte , ringraziandone chi benignamente degnoflì di commu-
nicarceli, pernon defraudarne della contezza i pofteri, habbiamo voluto
inferirgli in pregio, e fregio dellanoftraHiftoria. Eglino dunque in queltq
tenore fi ftendono, Che quefla grand' Hcrefta ft dilata &c. in Spagna con V
'^UrcivefcovodiS.&c.In Francia con molti libri pefjimiflampati &c.Che nel-
le ultime Congrega'^ioni fono fiati prohibiti dodici libri di quefta materia &c.
Che mj e fui Canonico i & il Curato del Duomo tengono fcuola formale di que^
fiaHerefìa &c. Che il Segretario è jof petto per le (lampe &c. Che in I{oma et è
del male affai &c. Che quella Herefiaabolifce tuttala Fede Cattolica ^ e tutte
le altre I{eligioni &c. Che lafcia libertà a tutti di fare ogni male&c. Che uno di
Jeft ricco y e potente y e amico di T. minacciali ti finnonti &c. Che civuole un
Commtfiario'intendentiffimo y e che non habbia da far altro &c.I{imovere per
qualche tempo quelli ■, che danno y ò poffono dar timóre con impedir la giufii-
^la&c. Chequefiaò peggiore di ogni altra H ere fia CìTc. Che lafciandola corre- . ■..
re , non fi potrà poi pia cjiinguere •i^c. Che nelVrocefto hoggi riferito fi vedono
avvelenati li Monaflerii di Faenza y e di Ravenna y cir uno di queftì è Confej]ore ■ - ■ ■
di HuMonafìe/io di Ferrara &c. Chr contro Lutero f 14. mandatoli Cardinal Cac-
tano &c. Che qucfta è una gran Tefie , e che periculum efì in mora y ecntlà
Tejle vuol ferro y e fuoco c^c. Che Chrifìa abandonò Giuda ^ipofiolo per ejem-
pio dcgl' altri &c. Cosiceli »
Mjl dai detti venendo a 1 fatti, tanto maggiore fcorgerafll Aleflandrd
Vili nelPontiticanv), quanto maggiormente lo inalzò i'augalladigniti di
queldivinillìmopoflo, e quanto piu in lui allora lì accrebbe al zelo la po-
tenza, al grado la maefta, e la venerazione alla perfonai e certamente si.e degne opera-
cotante cofe in breve Poiirilicato di fedici mefi eghi operò nellamateria iionineiPcnùfi-
folamente appartenente alia integrità, e difefadehaFede, che chi qui le '■^'°^"'"'"''-
deft rive può giultamente ripetere l'aureo detto di quell'antico Hiftor.co ,
che rapportando il poco tempo de' gran fatti del popolo Romano, mara-
vigliandoiihebbeadirc, [a] Siquls magmi udmem Impera cum annnconfe-
raty ,£tatem ultra putet . Onde fé il Cielo lohaveifeò pitiprelto daiO, ò tni'JJ^"' '^^'^'
piutardi tolto al governo del Mondo, certamente diluì rapportarcbbo- '"
no le Hiltorie cofe grandi, eforprendenti, delie quali i' età future ftupirtb*
bono in rileggerne 1 fucceflì . Non così tofto fuegli arlunto al Ponciticato ,
che quafi disdegnandone il polfeilb, fé non mirava efente,e pura da ogni neo
di Molinifmo la fua Chiefa Romana , fenz' accettazione di peifone , e fenza
riguardo di parentele , irremiffibil mente fé chiudere nelle carceri della Iiv
Zz 4 -qui-
Alessan-. ^2,8 Secolo XVII.
^^^^' quifizione, chiunque incolpato, ò macchiato roffe di tal pece, enonpcr-
donando né pure a Chierici della fua Apoftolica Camera, fé arreftarne
uno , eh' era ancora Proto-Notaro Apofìohco , ò complice negli errori de-
»v,dìiiPontif.di fcrittijò feguace,lcomeneportòlafama, dell' altre volte [^]nominato
P^r^it'""^'^' Spinofa, con maraviglia di chi confiderò proceflato il Chierico dalla Con-
gregazione del Sant' Offizio , nella quale il ritrovavano ben quattro Car-
dinali parenti del reo: tanto in quel gran Tribunale preponderò al fangiie
la Cattolica Fede, elafecretezza al proprio 'danno. Pietro Filippo Berni-
no noftro maggior fratello, promoilb per beneficenza ài quelio Pontefice
alla carica di Alieffor del Sane' Offizio , ài lui dirfoleva, Efìer più agevole
^lejjandro FUI. al perdono di un publico reo di lefaMaefià, che al campai i-
mento diunfcmplice Jnquiftto di rea fede: e a noi , che Ci gloriamo di haver-
ne fpeffo uditi gli Oracoli, anche prima eh' egli li proferiìfe dal Vaticano,
una volta 'diffe con voce, che parve Angelo alla faccia, & Apofiolo al
tuono , "ÌSlon vi è creatura pia infenfata nel Mondo , che ? Heretico , prit^o
perche di fede, così parimente di ragione. Con quefte gran maflìme intra-
prefa la condotta del fuo Pontificato, furfe in lui il penfiere ài feguitar
con l'efempio de'fuoi Predeceflbri a purgarla Chiefa fua fpofa da alcune
peftifere dottrine , che ferpeggiavano per la Chriftianità contro la vera
difciplina morale, impugnata acremente allora, e come fconvolta dalli
Janfenifti. E diedene a lui pronto incitamento la novità, cheinque' tem-
pi agitoflì in qualche (cuoia. àeìTeccato Filojofico : per la cui intelligenza ci
cgnvien ritrarre alquanto indietro il racconto .
1 v,Ji !fpont{f.d' Antonio Arnaud quel gran Janfenìfta da noi molte [ b ] volte mentovato ,
u«,ce»^o x'.'di cfacerbato di animo per le continue condanne, che C\ fulminarono daRo-
/w«s/x/! ^^^ contro li libri de' {noi partitanti , tanto appartenenti a'dogmi , quanto a'
tom. 4. coflumi,pretefe (conforme have va fatto pe'l palfato ) di tirar feco nel mede-
fimo difcredito la Morale infegnata da' Padri della Compagnia di Giesiì , in
e ^nn.ì6Z6, occafioue chc un loro fcolatc foftenne [ c ] nella univerfità di Dijon in Fran-
cia una Conclufione , in cui malamente egli difiinguendo il peccato , eh' è
^'^ e'Tonda^in'" ^^"^'^o ^^ ragione naturale,dal peccato,ch'è contro la Legge di Dio, chiamò
dei'peccaK) f iio^- ij primo pcccato Filolofico , e il fecondo peccato Theologicoiàaì che facilmente
fb£co. inferi vafi ( il che però non fiì giammai in intenzione di chi propofe, né ài ehi
foftenne la conclufione,come fi dirà^ che poteva farfi un peccato graviflìmo
contro la ragione , che nullamente folfe offefa di Dio , e in confeguenza nul-
lamente meritaiTe la eterna condannazionere le parole della conclufioneera-
no quefte, Teccatum Thilofophicum, feu morale ejì a&us humanus difcon-
yeniens natura rattonali , & re6la rationt: Tbeologlcum vero y jeu mortale
ejì tran fgrejjio libera Legis divina . Thilofophicum quantumvis grave , in ilio,
qui Deamvel ignorai y velaBude Deo non cogitai, eji grave pece atum ,f ed non
eji ojfenfa Dei y neque mortale difiolvens amicitiam Dei , ncque net ernap cena di-
gnum . Così la conclufione . Trionfò l' Arnaud a quefta peillma nuova
morale, e calunniandone Autori li Giefuiti, divulgò peftilcntifiimi ferir-
ti controloro, ripieni di ognipiù nera empietà. Ma come che la calunnia
è oppoftaair innocenza, comeil falfoalvero, quindi fu, che poco tem-
po fcorfe , che furfero contro il peccato Filofofico que' mcdefimi , che l' Ar-
naud ne imputava per foftenitori, vedendofi divulgati perla Francia libri,
e fcritture in riprovazione di elfo , opera de'medefimi Giefuiti,'un de'quali ,
doppo però la Pontificia condanna feguita in Roma , fcrilfe contro l' allerto
errore
Capitolo IX. 72C) Alfssan-
errore un trattato co'i titolo, V errore del peccato filofoftco combattuto da DRO Viil»'
Ciefuìti. Ma nulla più piinfe l'Arnaud, quanto la dichiarazione publicata
dalmedefiinoProfeirorediDijonfoprahi efpofta Conclufione, che ufcita
alla luce delle ftampe fii cfpreda in quello tenore , traslatato Fedelmente da
noi dall'idioma Francefe nell'Italiano, Io ho intefocon un'ejìremo fiitpore, e
con quel fentimento di dolore y che (i deve , qualmente (ia ufcito alla luce
un libro intitolato nuova Hercfìa C^c. in occajìone di una Conclufìone, cheto
ho fatto foftenere nel Collegio di Dijon nel mrfe di Giugno i6S$. [opra la ma-
teria del peccato , [opra la quale alcune perfone hanno fufcitato un grande
fcandalo fra li fedeli ^ incolpandone n^n folamente me^ ma con me tutta la.
mia Compagnia di Gtesùy come feto per ordine de'miei Superiori y e fecondo
li principii fonda?nentali della nojìra Theologia , habbta tnfegnato , che una,
gran parte de'peccatì , che (i commettono daChriftìaniy e dugl' Infedeli, non
fono altrimente offefadiDio, e non meritano né il di lui odio, né la pena eter-
nale . E come che io so , che prefio dovrà publicarfi un tipologia in no-
me della Compagnia contro una così tngiuflaaccufiy mi fonoperjuafo, che per
contribuire io Jitfj'odalcmtomioy quanto poiìoy alla difefa di tutto il corpo,
C^ CT^iandio per mia particolar giujiifìcaT^ione , di publtcarc , e dichiarare
ciòy che fegue.
Dunque, la Conclufione , in cui io ho detto, che il peccato filofofico non
è altrimente ojfefa di Dio, e che non menta punto nò l'odio divino, né la pe-
na eterna, quejìa Conclufione , dico , m verità è lonrenit:! in due termini, i
quali contro la mia inten'T^jone pojjono fare due pr ^jjo^.'^ioni totabnente d'.ffe-
remi, cioè /'««^afibluta, che ft commettono in effetto peccati puramente fi-
lo fofici da tutte le perfone, che non conofcono Dio , o che attualmente non pen-
fano à dìo, e l\iltra condizionata, & hypothecica , che fcmplicemente af-
ferma ciò, che farebbe il peccato filofofico in riguardo alla (ola nj7;jone de'
termini y fuppofioche fé ne commettefe qualchuno, non affermaìidc- però, che
attualmente tal peccato fi commetta . Circa la prima net termine aifokito.
Dio mi fia intefiimonio, che non è giammai fiata mia intcnT^ione l'alJerirUin
quefio fenfo : del che pienamente ancora fanno fede tutti gli fcritti Theologici,
da me fm bora dettati nelle fcuole . Toiche oltre che gli argomenti , de quali
io mi fono fervito per prova di quefla mia Conclufione, non concludono fenati
in forma dljypothejì, io ho condannata , e riprovata efpreffiffimameme ne
medefimi luoghi la propoft':(jone aflbluta con tutte quelle odiofe confeguen-^e,
che fé ne tirano contro di me : havendo io moltijjime volte dichiarato in forma-
li, & efpreffi termini, chelaignorani^, elainavverten:^, che renderebbe il
peccato puramente filofofico y farebbe una cofa moralmente imponibile sì fra
Chrifiiani y come fra gl'Infedeli : il t he io preft à dimofirare con due prove fonda-
te [opra l'autorità , e fopra la ragione . E per quefio Capo io ho avvertito due , e
trèvolte, che la mia affer:<^ione parlava di una cofa y che non mai avviene , e che
non può giammai avvenire . Tanto fono fiato lontano dall' affermare y che il pec-
cato filofofico fiacommune, c^ ordinario, comefalfamente, e fen':!^a fondamento
mi fi oppone .
In quanto poi alla propoff^^one prefa come una femplice hypothefi, che
folamente dice ciò, che farebbe il peccato filofofico, fé mai egli ftdafie, io non
l'ho già infegnato come un principio della noflra Compagnia particolare ad
effa, w,à come una dottrina ricevuta publicamente nelle fcuole , alla quale
io non ho pretefo dare maggior autorità , credito , e pefo di quello , che
'^lìe
AmsAN- ^^^ Secolo XVII.
DRO Vili* glie ne pojionohaver datoli Dottori i che la infegnanò , èie ragioni, che U^ro*
>ano.
Ter lo che i qualunque giudi'2^0 ò li Theologi , ò altre perfone pofjino
farediqucftamiaConclMfìone, io dichiaro in fecondo luogo, eh' egli non può né
ferir rriei né la mi a Compagni a . Efiendo co fa, che fé alcuni prendendo quella
Conclusone in fenfo affoluto , la trattano di herefla , e di empia, nulla di-
ranno di pia di ciò, che io (iefioil primo ho detto già da molto tempo avanti.
Sbando poi ft dirà ♦ che la mia propofi'^ione prefa come una femplice hypo-
thcCì menti il nome di Herefta , in quejìo cafo né io , né la mia Compagnia ci
fi intere ff aremo più di quello y che ci fi fono intereffati tutti quei Theologi, che
hanno tenuta quefta opinione; né io mi porrò più m animo di difenderla, non
havendolaperlopafiatodifefa, [e non perche mi è parfo , ch^ella fta ricevu-
ta dalla Chiefa, ò almeno , ch'ella non fta fiata giammai condannata dalla
Chiefa .
jprancefco Mufnier /.
Così egli, e qualunque fia quefta fua Apologia , quale non è ftata
nèammefla, né lufiiciente à purgar Taflerzione addotta, noifolamenre
foggiunglamoconlc parole dì un Anonimo Scrittore, Hxc difiin^lio ri-
-a ^^o^jm. ttties dctur inutHis . [a] Tslullum ji qu idem dar i poteft pcccmm Thilofophuum ,
..ia^oron .' quo d non fit vere Theologicum, Omnis namque aSlus humanus , qm advcr-
fatur natura rat lonali, tàt^ reB^ rationi , necefiariò pugnat cum Uge divina,
qu£ cum per fuarn naturam fitreQa, damnat, & prohibet idomne, quod
offendit Icgem naturalem , & re&am rationem . Vr£terquamquòd , fi redè
resconcipiatur, diccndumejì, re6ìam ratioìicrn nihil aliud effe, quàm ipfir/i
legem neternam, prout ab eterno numine menti human£ ftgnata, acimpref-
fa efi . Così l'allegato Anonimo , che à lungo lì ftcnde in dinioftrare
Heretica la propolìzione propoftadaDijon. E fé non tale, almeno fcan-
h i4.^ug.i69o. dalofa, temeraria, d^i erronea fentenziolla il Pontefice nel celebre Decrcro
[b] emanato dalla Congregazione del Sant'Offizio, la quale, inlìemecort
una antica , condannò parimente queila nuova alici zione nel tenore ,
e forma, chefiegue, SS.D.l^-l.^lexanderTapa Fili, non fine 7n agno animi
fui m afrore audivit duas thefei , feu propofttiones , imam denuò , & m
majorem fiddium perniciem /ufcitari, alter am de novo erumpcre . Et cum
fuiTafioralis officii munus fit oves (ibi ereditas à noxiispafcuis avertere, ó"
ad jalutaria femper dirigere , diéìarum thcfmm , feu propofitionum exa-
men pluribus in Sacra Thsokgia Magifiris , & deinde Eminentiffimis , &
E^verendiffimis DD.Cardmalihus contra Hxreticam pravitateìnGeneraliuHS
Inquifìtoribus fedulò cormniftt, qui pluries , & maturcdifLujfìs infrafcriptis
thefibus , feu propofitionibus , fuper unaquaque ipjarum fua fuf ragia Sa:ièì.i-
tati Sude (ìgillatim expofuerunt .
Trimò. Bonitas objeBiva conCifiit in convenientia obje&i cum natura ra-
' tionalt . Formalisverò, m conformitate aÓìus cum rtgula morum . ^dhoc
Jufficit, ut a^ìus moralis tendoìt in fìnem ultimum interpretative . Hmc ho-
monon tenetur amare Deum ncque m principio , ncque in decurfuvitx fu^cmo-
ralis, ^
Secundò. Veecatum Thilofophicum , feu morale efi a£lushumanusdiJ(on-
-aeniens natura rationali , & rc6ìce rationi . Theologicum vero, & morale efi
tranjgrefiìo libera divina legis . Thilofophicum quamumvts grave , m ilio ,
qui Deumvel Ignorai , velie Deo acìu n»n cogitai, efi grave peccatum; fei
non
Capitolo IX. mi Alessan-
non efl ojfenfa Dei i ncque peccatum mortale dijiolvens amìcitUm Dety neque ^^^ v iii.
interna pana dignum .
Quibus pera5iis , SanBijJimus , omnibus piene , <& mature confide-
ratisy primam the firn , feu propofitionem declaravit Hareticam , & uti ta-
lem damnandam j & probibendam e[ie , ficuti damnat , & prohibct fub
cenfuris , & pcenis cantra Hareticos , (^ eorum fautores in jure expreffìs ,.
Secundam thefim , feu propofitionem declaravit fcandalofam , temerariam ,
piarum aurìum offenftvam , C^ erroneam , cìr «f? f<:/e»2 damnandam , dr
probibendam efiCt ficuti damnat , C^ probibet; ita ut quicumque tllam do-
cuerit , defenderit , ediderit , <i«t rfe- e^ difputaverit , publicè , /è» /^r/V^*
r/.'« , «?^ forfan impugnando , /p/b /(S^o incidat in excommunicationem , 4
^«^ «o« /5rj/7if ( pr£terqudm in articulo mortis ) <7^ aliOy quacumqne etiam
dignitate fulgente , nifi à prò tempore exifìente F^gmano Tomifice abfolvi^
Infuper dtJiriSiè in virtute fan6l<£ obedientia , & fub interminatione divini
judicii probibet omnibus Cbrijìifidelibus cujufcumque conditionis , ac flatus ,
etiam f pedali, & fpecialijjima nota dignts , ne pr<£di6iam the firn, feu pro-
pofitionem ad praxim deducant. Così il Pontifìcio Decreto contro il pec-
cato lilofofico ,
Ma molte più furono le propofizioni condannate da Alefìandro Vili, ò Altre propo/ìz.io-
circa la pervertita Morale delli Janfenifti, òli prevaricati coftumide'Moli- "^ p*-''"i'""^^p
nifti, onde apprendali Tempre vigilante, & invitto quefto degno Pontefice '^ '"'"'^ "'
contro ogni forte ài Herefia . M
SAndiilìmiisD.N, ALEXANDER Divina Providentia Papa VIILprae- „
di<:ìus, prò Paftorali cura ovium à CHRISTO Domino fibi com- „
milia de earuni falute folicitus , ut inoftenfo gradu per redas femitas „
poflìnt incedere, & pafcua nimiiim perniciofa in pravis dodrinis exhi- „
bita vitare , unius fupra triginta propofitionum examen pluribus in Sa- „
era TheologiaMagillris, & deinde Emmentiflìmis, acReverendifllmis „
DD, Cardinalibus contra hsereticam pravitatem Generalibus Inquieto- „
ribuscommifit, qui tantum negotiumdiligenter aggrefll, eiquefedulò, „
acpluriesincnmbentes, fuper unaquaque iplarum Tua fuffragia Saudita- „
tiSuóE lìngillatim detulerunt. ,i
Tropofìtiones aiitem funt infrafcripta , videlicet .
a 20. Dectmbris
1690.
1. T Nflatu natura? lapfx ad peccatum formale , & demeritum fuffi-
J. citilla libertas, quavoiuntarium, ac liberumfuit incaufafua,
peccato originali , & libertate Adami peccantis .
2. Tametfi detur ignorantia invincibilis juris natura; , hxc in ftatu „
naturiE lapfce operantem ex ipfa non cxcufat à peccato formali , „
3. Non licet fequi opinionem vel inter probabilcs probabiliffi „
mam. „
4. Deditfemetipfum prò nobis oblationem Deo, non profolis eie- „
dis, (qò prò omnibus, & folis fidelibus . „
5. Pagani, Judiei , Hasretici , aliique hujus generis nullumomninò „
accipiuntà JefuChrifto influxum; adeòque hinc reftè inferes in illis „
elfe voluntatem nudam, & inermem, fine omni gratia fuificienti . ,,
6. Gratia fufficiens Itatui noitro, non tam utilis , quàm perniciofa „.
eft.
Alessan. rj'j^ Secolo XV IL
DRO Vili. ^^ g|^^ ij^m- proindè meritò poflìmiis petere, ^ gratia [ufficienti y Libera
„ nos Domine.
„ 7. Omnis humana aftio deliberata, eft Dei diledio, vel mundi; fi
„ Dei, charitas Patriselì:; fi mundi, concupifcentia carnis , hoc eft ma-
„ la eft.
3, 8. Neceire eft infidelem in omni opere peccare.
„ 9. Re vera peccar, qui odio habetpeccatummerè ob ejus turpitudi-
„ nem , & difconvenientiani cum natura rationali , fine uUo ad Deum of-
,) fenfunìtefpedu.
j, I o, Intentio, qua quis deteftatur malum, & profequitur bonum, mere
5, ut coeleftem obtineat gloriam , non eft reda, nec Deo placens .
„ II. Omne quod non eft ex fide Chriftiana fupernaturali , qua? per dile-
9, dionemoperatur,peccatumeft.
„ 12. Quando in magnis peccatoribus deficit omnis amor , deficit
„ etianifides; &etiamfivideantur credere, non eft fides divina, fed hu-
j, mana.
3, 13. Quifquis edam ajtern^ mercedis intuitu Deo famulatur, chari-
5, tate fi caruent, vitiononcaret, quoties incuitu licèt beatitudinis ope-
3, ratur.
3, 14. Timor gehennse non eft fupernaturalis.
3, i^. Attritio, qusegehenn^E, & poenarum metu concipitur, fine di-
3, ledionebenevolentia: Dei propter ie, non eft bonus motus, ac fuper-
3, naturalis.
3, 1(5. Ordinem prajmittendi fatisfadionem abfolutioni induxit , non
,, politia, autinftitutioEcclefia:, fed ipfa Chrifti lex , & prasfcriptio, na-
turarci idiplum quodamraodo didante.
17. Per illam praxim mox ablblvendi, ordo poenitentia? eft inver-
fiis .
18. Confiietudo moderna quoad adminiftrationem Sacramenti Pce-
nitentisE , etiamfi eam plurnnorum hommum fuftentet autìoritas , &
multi temporisdiuturnitas confirmet, nihilomiuùs ih Ecclefia non ha-
bctur prò ufii , fed abufu .
ip. Homo debet agere tota vita pcenitentiam prò peccato ori-
9>
9»
3>
J>
3>
3>
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„ ginali.
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9)
20. Confcfilones apud Religiofos hdx , plerajque vel facrilega?
funtjVelinvalid^E.
21. Parochianus poteftfufpicarideMendicantibus, qui eleemofynis
communibusvivunt, deimponendanimis levi, & incongrua poeniten-
tia, leu fatisfadione , ob qu^eftum, feu lucruni fubfidii temporalis .
22. Sacrilegi lunt judicandi, qui )us ad Communionem percipien-
dam prxtendunt, antequam condignam de delidis fuis pcenitentiam
„ egerint.
3, 25. Similiterarcendifuntà Sacra Communione, quibusnondumineft
amor Dei punlfimus ,& omnis mixtionis expers .
24. Oblatio in Tempio, qua: fiebat à Beata Virgine MARIA in die
Purificationis iux per duos pullos Coilumbarum , unum in holocauftiim,
&altGnim prò peccatis, fiiitìcicnter rcftatur, quòd indiguerit purifica-
tione, &quòdFilius, quiotfcrebatur, e tiam macula matrismaculatus
elfec, kcunaLÌm verbaLegis.
Dei
3ì
if
»
3f
7X
3>
Capitolo IX. 733 A^^^^^;jj
25. Dei Patris fedentis fimulacrum nefas eft Chriftiano in Tempio „ ^^^ ^
collocare. . . n '*
2^. Laiis, qiisBdefertiir Man SE ut Marine, vana eit. . a
27. Valuit aliquando baptifmus fub hac forma coUatus , In nomine
Patris y &c. prastermiilìs illis , Ego te bapti-^o .
28. Valer baptifmiis coUatiis à Miniftro , qui omnem ritum exter-
num, formamquebaptizandiobfervat, intiìs vero in corde fuo apud le
leioìvit: 'ÌSlj)n intendo facerCjqtiodfacitEcclefia. »»
2p. Futilis, &toties convulfaeilaffertiodePontificisRomamlupra „
Concilium Oecumeniaim audoritate, atque in fidei qu^ftionibus de- „
cernendis infallibilitate. 1 xr j -i '*
30. Ubi quis invenerit dodrinam in Augultmo dare tundatam , il- „
lamabfolutèpotefì: tenere, Scdocere, non refpiciendo ad uUam Ponti- „
fìcisBallam. . • n r , • ■ "
21. Bulla Urbani Vili. ///mw»?/, eft fubreptitia .
Quibus mature confideratis , idem Saridiifimus ftatuit , & decrevit^
21. fupradiótas propofitiones tanquam temerarias, fcandalofas, ma^e
fonantes, injuriofas, hserefi proximas, h^refim fapientes , erroneas „
fchifmaticas , & hcereticas refpeaivè, efledamnandas, &prohibendas, ,j
ficuteasdamnat, &prohibet; itaut quìcumque illa, aut conjundim , a
autdivifìmdocueritj defenderit, ediderit, autdeeisetiamdifputativè, ,>
publicè, autprivatimtraaaverit, nifi forfan impugnando , ipio tado in- „
cidatinexcommunicationem: d qua non poflìt [ pra:terquam in artica- „
lomorcis ] ab alio quacumqueenamdignitate fulgente, nifiaprotem- „
pore exiftente Romano Pontifìce abfol vi. . . »
Infuper diftriaè in virtute fanóte obedientise, & lub mtermmatione „
divini )udicii prohibet omnibus Chriftì hdelibus , cu)u(cumque condì- -
tionis, dignitatis, & ftatus, etiam fpeclali , & fpecialifiima nota di-
gnis, ne pr^didas opiniones, aut aliquam ipfarum ad praxim dedu-
Nonintendittamen Sanftitas Sua per hoc Decretutn alias propofi- „
tionesin ma)ori numero ultra fupradidas 31. )am exhibitas, & in hoc ,,
Decreto non expreflas, approbare . „ Così le trentuna propofizioni cen- „
furate, e condannate da Aleflandro Ottavo. . »
Ma faldate quefìe cicatrici, rimaneva al Pontefice à faldarla gran piaga Bolla dìAUffan.
imprelfa nel feno della Chiefa da molti anni addietro , in cui alcuni Arcive- ^:°,4^[^- ;^ ^'f.
fcovi, Vefcovi, & altri del Clero di Francia adunatili in Affemblea nella cu.-.i atti dei eie-
Città di Parigi confentirono alla efenzione di quel dritto , ò fervitù , di F{e- [["neiVaniio i'ó/z.'
galia, acuì li trovavano foggette alcune Chiefe, dilatandolo à tutte quel-
le del Regno di Francia, e medefimamente formarono quella dichiara-
zione, comporta di quattro propofizioni contro l'autorità del Pontefice ^ ^^^. .^^^^^ ^.
Romano , e della Chiefa ftefla , delle quali m altro [^J luogo habbiamo tatta /„„,,,„„ xi.tc^.
menzione. Haveva in animo Aleflandro ( e manifeftonne il fentimento con t"*i> 688.
gravi, e fenfate parole à que Cardinali , che poco avanti la fua morte fu-
rono da lui chiamati , come appreflb diremo ) di terminare amichevolmen-
te quefto importantiffimo aftare,fe haveffe Dio conceduto à lui tempo pro-
porzionato à terminarlo : ma forprefo dal male , che in età decrepita appar-
ve fubito mortale , egli più zelante della indennità della Chiefa di Dio , che
atterrito all'urto di ogni altro hiimano riHelTo , con tutto lo fpirito accorfe
- .ilri-
AlESSAN- ry^^ ScColo XV I L
DRO VllL al rimedio, e fé con effo non guarì la piaga, moftrò almeno la follecitudH
nedel Profelfore nel curarla . E come che ne'Papi, quando loro manchi
ò il tempo, òli modo di compir co'figli l'ufficio òi Padre, non manca pe-
rò giammai l'autorità , e'I zelo di appigliarfi ai Decreti di Giudice, Alelfan-
dro poco avanti la fua morte te publicare in prefenza di dodici Cardinali,
edidueProtonotariiApofloliciinformafolenne la Bolla di riprovazione,
&annullazionedegliattifuddettideirA{remblea di Francia, e di quanto in
quel Regno con qualfifia autorità era flato fatto in pregiudizio dell'auto-
rità, giurifdizione, immunità, e libertà EcclefialHca, facendo ad aitavo-*
ce leggere l'accennata Bolla da Gio: Francefco Cardinale Albani Segreta-
rio allora de'Bre vi, chedifuo ordine alcuni me(ì avanti l'haveva diftefa in
quello tenore .
Inter multipìices Tafloralis officii nojìricuras , quibus jugiter premimur ,
in illam peculiari jludio incumbimus , ut ^poflolica Sedìs , ac univerfalts Eccle-
fmy necnonetiamftngularumEcclefiarum, locorumque piorurriy ac perfonarum
Ecclefiafìicarum juraubtque fartate6lu , ac illibata tueri ^ & confervarci eaque
adverfus qu£cumque y per quie, illis aliquid detrimenti inferri poffet i tradita
nobis dipinitàs potejiate -pindicare fatagamus , omnibus mature , ac de-
bite penfatis y jujìiti£ ac rationi confentaneum ejìe in Domino arbitramur ^
Cum itaque ex quo primàm humilitatem nofiram infcrutabili Divina fui^
Trovidentia arcano in fuprema militantis Ecclefi£ fpecuU collocavit ^Itif-
[ìmuSi pr£C£teriSy qu£T'ontificÌ£ noflra follicitudini fefe obtulere, negotiisy
illa in primis gravi/Jima nobis , qui chanjjimum in Chrijio filium nojìrum
Ludovicum Francorum 1\egem Cbri(ìianiJJimum , ac florentijjìmum illius i^e-
gnum in vifceribus gerimus cbaritatis , permolejìa , & piane acerba accide-
rinty qua fìve adverfus di5ìi I\egni Ecclefiarum jura , five adverfus B^oma-
nìTontificis y & Ecclefi£ uniperfa authoritatem , nonnulli Fenerab. Fratres
tArchicpifcopi , Epifcopi , & alii ejufdem I{egni Ecclefiaflici Viri in Corni-
tiii Cleri GallicaniTarijtisan.ióSi. congregati y tam praflito inibi pereosex-
tenfioni illius juris , quod vocant Regalia , ad omnes di6ii l^egni Ecclefìas aj-
fenfu j tum edita fubinde de potejiate Eccleftajìica quatuor propofttiones con-
tinente declarathne peregerunty quoque ipja Comitia fubfecuta fuerum man-
data) arreJìa,confirmationcs,declarationeSy epifloLi'-^edi8ay& decreta qu^cumque
a quibufvisperfonis yfive Eccleftaflias jftve laicii , quavis auBoritate , & potè-
fiate fungentibus y edita y feu puhlicatay nec non qu£ aliai nonnullis ab hmc
annis in I\egno prafato eidem Sedi ^poflolic.^ I\oman£que Ecclefìa , [eu qui-
hufcumque aliis Ecclefìis y MonafieriiSy & locis piisy illorumque refpe&ivè
perfonisy rebus y bonisy & juribusy feu alias jurifdinioui y vel immunitati y
aut libertati Ecclefiafliae quomodobbet prajudicialia quovis modo pera6la ,
ac gefia fuerunt. Hac nosy qui jurium Ecclefiajiieorum ajjertores in terris
à Dommo conftituti fumusy dies no6iefque in amaritudine anima noflra ca-
gitantes , manus noflras cumlacrimis , & fufpiriis levavimus ad Dominum ,
eumque loto cordis afft6ÌH rogavimuSj ut nobis potenti gratta fua auxilioad-
ejiet y quo ardua hac in re commiffi noflri ^poflolici muneris parte s falubri-
ter exequi valeremus : eaque confideratione adduci , ac ne fupremo Judici
rationem vUlicationis noflra reddituri, negligentia in eredita nobis admini-
firatione argueremur ( quantum Di-pina Bonitas dedit ) nihil hucufquc pra-
iermiftmus] quo prAJuduialia pra/ata ab iifmet , qui ea peri gerani, ex ani-
ma
Capitolo IX. ry^i^ Alessam-
fno retr amareni ur . Verùntt quo efficaciùsy ac uberiàs Sedis prafata, Eccle- ^^^ Vili.
ft<e Unherfie ] uri fdi£i ioni f que , & immunitattSy ac libertatis Ecclefiajìic<e ,
Eccleftarumque y Monaflerìorum , & locorum piorum hu'ìufmodt , illarumque
perfonarum pr^fatariim indcmnttatt perpetuis futuris temporibus conjultum
jìt, auditis quamplurium ex Venerabilìbus Fratribus nojtris Sanala {{orna-
na Eccleft^ Cardinalibus , & nonnnllorum in Sacra Theotogia Magijìrorttm ,
ac etiam in decretis DoBorum ad examen negotii hujujmodi à nobis fpecia-
liter dele&orumy qui illud mature difcufjerunt j remque totam nobis expo-
fuerunti fententiis , quantum nobis ex aito conceditury proyidere -polentes ,
ac fel. ree. Innocentii Tapa XI. T?r£decefJorìs nojiriy qui in occafìone refcri-
bendi ad litteraSy quibut xArchìcpijcopi y Epìfcopiy (jr alii Eccle/iaflici Fi-
ri [upradiBi de rebus ab ipfts geftis certtorem eum reddiderant , per quafdam
fuas in ftm di forma Brevis die ii. ^prilis 16S2. expeditas litteras impro-
bavìt y refcidit , & cafìavit , qu<e in di£Iis Comniis a5ìa fuerant in nego-
tio F^gali^y cum omnibus inde fecutisy & qua fubinde attentar i contigiffit,
eaque perpetuò irrita y cjr inania declaravit , vefiigiis inh^rentes-, nec non
in di5iis Comitiis ann iióSz.tam circa extenfionem juris Regalia y quàm circa de-
clarationem de poteflate Ecclefìajìica hujufmodi a6iorum\ ac etiam omnium ,
& fmgulorum mandatorum , arrejiorum , confirmationum , declaratìonum ,
epifiolarum , ediBorum , decretorum quavis authoritate , jìve Ecclefiafti-
ca , fìve etiam laicali editorum , feu publicatorum , nec non aliorum quomor
dolibet pr^judicialium prafatorum in F{egno fupradi&o quandocumque ,
& à quibufvisy ac exquacumque caufa, (jr quovis modo faaorum , & gejio-
rumy acindefecutorumquorumcumqucy etiam fpccificam y & individuammen-
tionem, (jr exprejjìonem de neteffitaterequìrentium tenorcs , & datas etiam
yeriores , pr£fentibus prò piene , & fufficienter exprejjis , ac de verbo ad
verbum infertis , & exaÙiffimc Jpecificatis habentes -. Motu proprio , ac
ex certa fcientia , c^ matura deliberatione noflrisy deque ^pofiolica pò-
teflatis plenitudine y omnia y & fìngula y qua tamquoad extenfionem juris I{e-
galia, quàm quoad declarationem de poteflate Ecclejìaflicay ac quatuor in
ea contentas propofttiones in fupradi6tis Comitiis Cleri Gallicani an. 16S2,
habitis a&ay & gefla fuerunty cum omnibus y & fingulis mandatis , arreflis
confìrmationibus , declarattonibus , epifloUs , ediiiis , & decretis à quibuf-
yis perfonis , jìve Ecclefiafticis , five laicis quomodolibet qualificatìs qua-
vis authoritate , & poteflate , etiam individuare exprefjiontm requirente ,
fungentibus y editisyjeu publicatis y nec non reliqua omnia quandocumque y <&
qualiacumque eidem Sedi ^poflolicay I\pmanaque Ecclefta y vel jurifdi^ìio-
ni y immunitati , vel libertati Ecclefiaflica y feu aliis Eccleftis, Monafteriis y
& locis pris prafatis , illorumque refpeBivè perfonis , rebus , bonis , pri-
vilcgiisy prarogativis y & juribus quibufcumque quomodolibet prajudicialia
in di£ìo I\egno pera&a , & gefla , cum omnibus , & (tngulis quandocum-
que inde fecutiSy & quocumque tempore fecuturis , ipfo jure nulla y irrita y in-
valida y inaniay viribufque y & effe^u penitàs , dr omninò vacua ab ipfo ini-
zio fuifìey & eflcy ac perpetuò fore y neminemque ad illorum , feu cujuslibet
eoruniy etiamft juramento vallata firn y obfervantiam teneri y ncque ex illis
cuiquam atiquod jus, vel a6iionemy aut titulum y etiam coluratum, vel poffi-
dendiy aut prajcribendi caufam , etiam fi longijjimi , & immeworabilis tem-
pori s pofleffione y citrà ullam interpellationem y vel interruptionem fubfecuta
fiti velfubfequatury-acquifitumfuifìey nec eficy mmufque ullo tempore acquir
ri, &
Alessan- rj'^^ Secolo XVI I.
DRO V Ili. yi^ ^ competere pojje, ncque illa ullum jìatum facere , "pel feci ffe^fed per-
inde , ac fi nunquam emanajjent , vel fa&a fuifent , prò non extamibus , &
non fa6iis perpetuò haberi debere ^ tenore prafentmm declaramus , & decerni-
mus] & nihilominàs ad abundatiorem cautelam, & quateniis opus ftt, a&a,
& gefta prafatay alìaque pramijfa omnia, motti y fcientia, deliberatione ,
& poteftatis plenitudine paribus improbamus , cafìamus , trritamus, & an-
nullamusy vinbufque, (jr effe^upenitus, & omninò vacuamus, & cantra il-
la , deque eorum nullitate coram Deo proteflamur . Decernentes eafdem pr^e-
fentes litteras , & ineìs contenta quacumque , etiam ex eo, quòd quicumque
in prmnijjis interefìe habentes y etiam fpecifica, & individua mentione dignt
illts non confenferint i nec ad eavocati y citati, & mdttì, ncque caufiXy prò-
■pter quas e^dem pr^fcntts emanar int , fu fficienter adduci cq , verificata, aut
ulto modo ju£iìficat£ fuerint , aut ex alia quacumque caufa , colore , pra-
textUy Ó" capite, etiam in corporeìurisclaufo , nullo unquam tempore de fub-
reptionis , vel obreptionis , aut mdlitatis , vd invaliditatis vitio , feu intentio-
nis nojira, aut intercfie babentium , vel habere pratendemium confenfus , alio-
l ve quacumque , etiam quantumlibet magno , ac incagitato , inexcogìtabili-
que defe6ln, aut ex alto quovis capite à jure , vel fa6io, aut Jìatuto , con-
fuetudine , vel privilegio refultante notari , impugnari , invalidari , retra-
£iari , in contraverftam vocart , feu ad terminos juris reduci ullatenìis
fofje ; fed ipfas prcefentes litteras femper , & perpetuò firmas, validas,
& efficaces exijlere , & fore, fuofque plenarios , & tntcgros effeèlus forti'
ri y & obtìnere , ac ab omnibus y Ò" Jtngulis, ad quos fpeaat, & prò tem-
/ porequandocumquefpe6iabit, inviolabiltter obfer'pari. Sicque, & non aliter
in pr^xmiffis omnibus , c^ Jingulis per quofcumque Judices Ordinar ios, & de-
legar os, etiam caufarum Vaiati i sApojiolici auditor es, ac ejufdem San&£
J{gman£ Ecclefi<e Cardinales, etiam de latere Legatos, & Sedis ^pojìolica
prafata Ts[unctos, aliofve quasi ibet quacumque praemincntia, & poteflate
fungentes , <& fun£Ìuros , fumata eis , & eorum cuilibet quavis aliter judi-
candi, & tnterpretandi facultate , & authoritate , judicari , & definir i de-
bere , acirritum, & inane ft fecus fuper bis à quoquam quavis autboritate
fcienter , vel tgnoranter contìgerit attentari . J^n obfìantibus pnemiffis, ac
^pojiclicts , & in univerfalibus , Trovincialibufque , & Synodalibus Con-
ciliis ednis gencralibus , vclfpecialihus Conjìitutionibus y & Ordinationibus ,
!& quateniis Opus ftp, nofìra, & Cancellari£ ^poffolicte I\egula de jure qua-
fito non tallendo, legìbus quoque etiam Imperialtbus , & municipalibus , nec
non quibufvis , etiam muramento > confirmatione ^dpofìolica , vel quavis fir-
mttate alia roboratis ftatutis, & confuetitdinibus , etiam immemorabilibus;
privilegiis quoque , tndultis , conceljìonibus , & litteris ^paftolicis quibufcum'
quelocis, & pcrfonis, etiam regali, (& alias quomodolibet qualificatis , ac
fpecialem exprtffionem requirentibus , fub quibufcumque verborum tenoribus,
C^ formis , ac cum quibufvis etiam derogatoriarum derogatortis , aliifque
efficacioribus, efficacifjimis, & infalitis claufults , irritantibufque , & aliis
decretis, etiam mot u, fcientia, & patefiatis plenitudine fmilibus , acconftfio-
rialiter, & alias quomodolibet in contrarium pr^emifforum conceffìs , editis,
faUiSi ^ pluries iieratis, & quantifcumque vicibus approbatis, confirma-
tisy & iìinovatis. Q^ihus omnibus , & fingt^lis , etiamfi prò illorum fuf-
fìcunti^erogatione deillis, eorumque toiis tenoribus fpecialis, fpecifica , ex-
prefja , & individua , ac de verbo ad verbum , non amcm per claufulas ge-
..'. ^ nera-
■ j-
Capitalo /X 717 Alessan-
nerales idem importantes , mentio feu quavis alia exprejjio habenda , aut ^^^ /HI.
alia exquifìta forma ad hoc fervanda foxètj tenores hufufmodì, ac fi de ver-
bo ad verbum , mhil penìtùs omiffo , & forma in illis tradita ohfervata ,
exprimerentur , a^ infererentur , pr^fentthus prò piene , & fhfHcienU'r ex-
preffis, & infertis habentes , alias in fuo robore permanfuris , ad pr ami fo-
rum ejfv&Hm hac vice dumtaxat fpecialiter^ & exprcfsè derogamus ■, acde-
rogatum efe volumus, CAterifque centrar lis quibufcumque . v'olumus autem ,
ut earumdem prafentium literarum tranfurnptis , feu exempiis , etiam ìm-
preffis,manu alicujusTSlotarii ^ublici fubfcriptisy & ftgillo perfona iuEccle-
fiajiica dignitate conjlituta munitis eadem prorfus jides ubique locorum , (&
gentìum in Judicio , & extra illud habeatur , qua haberetur ipfìs prafenti-
ÙHs , fi forent exhibita , vel ofienfai . Datum B^oma apud San5iam Mariam
Majorem fub ^nnulo Tifcatorisy die quarta ^ugufti ló^o.TontificatusJ^o-
jìri anno primo .
Così [a] egli, che alla publicazione della Bolla aggiunfe qiiefto Breve ' ^^"'' '" ^''^-tr-
al Re di Francia in teftimonianza e di Apoftolica intrepidezza , con pVopojJLlTff.
cui terminava la fiia vita, e di paterna > e intenfa atfezione verfo quel ^"'"^^ Pontifica.
Chriflianiflìmo Monarca : ^'' '
Charijfmoin Chriflo Filio l^pflro Ludovico Francorum T^gi Chriflianiffmo , Previdi ^ufr.,>,~
^LEX^1ipE\ TV, VIIL frali!!' "' ^' '''
Chariffime in Chrifio Fili l^ofter, Salutem, &c. Cam in fummoperè me- '''"""'^'
tuendo mortalis hujus vit^e confinio confìitmiy de reddenda Judict diflri£fo ,
C^ pulfanti, demandata nobis in Ecclefta Dei fuprema admtnijirationis ra-
tione feriòcogitemus, nofirarum ejje partiumomninòduximusy irrita, atque
inania declarare omnia, qu^e altquot ab hmcannis in jfio B^gnotuo, fìvead-
verfus Ecclefiarum ejufdem I{egni , Terfonammque , & locorum Ecclefiafiico-
rum jura, five alias adverfus Promani Tonti ficis , ^poJìolic£ Sedis , Eccle^
ftoeque univerf£ authoritatem a6ia, gejia, & re fpe^ivè pronunciata fkerunty
quoque inde quomodocumque fecuta , & fecutura funt, ficuti ex Brevi haq
fuper re edito manifeftè apparet . Q^ia vero nullis concluditur finibus cbari-
tas, quaMajeftatem tuamcomplexi femper fumus, & compleéiimur , fufce-
ptam à T^obìs perquàm necejjariam hujufmodi deliberationem hifce Tibi (tgni-
ficamus , effufo cum T aterni e or di s afje6lu etiam , atque etiam à Te flagitarh-
tesy ut ipfam aqui bonique habeas, ac ab univerfts pr£di5it I\egm tui ordi-
nibus fideliter fervari cures. Sane ubi id prafies, quemadmodum à filio fuo
primogenito prafata Sedes , & Ecclefta jure meritò expe6lant , confiantem
Tibi ab ilio , per quem B^ges regnant , fecundorum eventuum fauflitatem
polliceri proculdubio poteris , dum 'K^os folicitudinem Islojiram firma hac
fpe non parùm levantes Majejìati tua Jlpojiolìcam benedi&ionem amantifjimè
impertimur . Datum Bpraa tà e. die trigejima Januarii 1691,
Così egli, un giorno e mezzo avanti la fua morte , figgillando la fua
decrepita età con vjgorofo atteftato ài Pontifìcia vigilanza .
Tomo IV, Aaa r A-
Innocen-
zo XII.
Sodlsfaiìonì dare
da' Vcfcovi di
Francia alla&edc
ApoftoUca,
738 '^^^olo XV II.
C A P I T O L O X.
Innocenzo Duodecimo Napolitano , creato
Pontefice li il. Luglio 1691.
Sodisfaz}ont daH alla Sede Apojlolica , & alla Ghie fa da^
Vefco'vi di Francia , che intervennero nell* Affernhlea
del clero ne W anno i68ì. e ciò che [eguì in tal materia.
Affari delli Janfenifti • Prohihizjone del Libro dell* Ar-
ci^vefco'vo dt Camfray. Di'verfe gloriofe operazioni di
quello Pontefice in deprejjìone dell* Herefta . Con'verftone
del Duca di Sajfonia alla ^Religione Cattolica. Indica-
zione di altri f^cceffi y eh* hehhero il loro frofeguimento
nel feguente Secolo ,
' ' ' ■ ' .'1
'Effetto, che partorì la Bolla di Aleffandro, fu quello mede-
lìmo , che fogliono partorire tutte le Bolle fomigliaiiti
de' Papi, ftrepito di querele, indiififtenza di lamenti , e ò
ravvedutezza negl'inclinati al bene, ò precipizio negli ofti-
nati nel male. Il Clero di Francia, che in pregio, e fregio
del fuonome porta feco il Titolo diChriftianiffimo, vene-
rò con offequiofo filenzio l'oracolo Poiitificio ; e benché lungo , e
fcabrofo riufciffe l'affare circa la precifa dichiarazione , ò ritrattazione
da ferii da quei Vefcovi , & altri Ecclefìaftici , che intervennero nella
mentovata Affemblea, ad effetto di pienamente fodisfare alla Sede Apo-
ftolica, &allaChiefa; nulladimeno in occafione di trattari! della trasla-
zione, ò promozione refpettivamente di molti di loro a varie Chiefe , al-
le quali erano i^ati nominati dal Re Chriftianiiiìmo , effendofi molto di-
battuto fopra quello > che doveffero elfi fare per renderfene capaci, con-
tentoffi a tal conio Innocenzo Duodecimo, che fu il Succelfoie di Alcf-
faridro Ottavo nel Pontificato, di paternamente accettare le lettere, che
nella propofta materia alui fi fcriffero da ciafcheduno di loro. Erano elle-
no concepite con fentimenti pieni di riverenza, edifommiffione, efpref-
live del fommo, & inefplicabil dolore, che ciafcun di elfi provava, di
quellecofe, eh' erano feguite nell' Affemblea dell' anno 1682. e chetanto
erano djfpiacciute non meno allo fleffo Innocenzo Duodecimo, che a
fuoi Predeceffori i proteltando eglino perciò, che quanto ivi erafi decre-
tato circa la PodeflàEcclenaftica, & autorità Pontificia, ò altresì deter-
minato in pregiudizio de' diritti delle Chiefe, havevafi, e riputavali da
loro per non decretato , né determinato , come doveva parimente ha-
verfi, e riputarfi da ciafcun altro : promettendo in fine di diportarh per
^ ^ l'ave-
Capitolo X. 17 5 g Innocen-
l'avenire in giiifa, che tanto della dovuta loro obedienza verfo la (anta ^^ Xll.
Sede, quanto del loro zelo per la ditefa de' diritti delle Chiefe non reftalie
giammai, chedelìderarfi maggiormente d'avvantaggio in alcun tempo.
Furono qiiefte lettere accompagnate da altra lettera , «. he fcrilfe il medefi-
mo Re al Pontefice, inafiicurazionedihavergiàefrodatigli ordini necef-
farii, onde rimaneflefenza alcun effetto l'Editto da lui publicato fin dal dì
due di Marzo i(582. in fiji1:enimento della dichiarazione fatta in quel tem-
po circa la PodelU Ecclefiaftica dal Clero di Francia nella menzionata Af-
femblea , di maniera, che le cofe in quello contenute non dovelfero efle-
re punto oflervate . Ecco il tenore della lettera [4] a perpetua memoria * ^"■'f* 'p ''"'
della giufl:izia, e pietàdichìla fcrilie. ^ ]t"h»e>Te"tr'às*iat4
SantiJJimo Vadre, Io ho fempre molto fpernto dall' efaltaT^ìone di Vofìra "''^'« italiana.
Santità al Tontificato , per i vantaggi della Cbiefa , e per tavan7;amento
della nofira Santa B^ligione. 2v(e ho ben tofio propati gli effetti con molta
confoU'^ione in tutto ciò , che la Santità yojira ha fatto di grande, e di van-
taggio/o per ti bene dell' una , e dell' altra , Ciò raddoppia il mio rifpetto fi-
liale verfo Vofira Santità , e ficcarne io cerco di farglielo conojcere con le
più forti prove che poffa darlene , così godo di far fapere alla Santità Vo-
fira t ch'io ho dati gli ordini neceffarii , affinchè le cofe contenute nel Mio
Editto delli 2. A/<zr:^o 1682. toccante la dichiarazione fatta in quel tempo
dal Clero di Francia, non ftano punto ofjervate; defiderando chenon folamen-
te yoftra Santità fta informata de' miei femimenti , ma ancora che tutto il
Mondo conofca con un contrafegno particolare la venera's^ione , che io ho per
le fue grandi , e fante qualità . lo non dubito , che Fojìra Beatitudine non
jia per corrifpondere con tutte le prove , e dimoflra'^ioni verfo di me del fuo
Taterno affetto ; e prego Dio trattanto , che confervi la Santità yojira mol-
ti anniy e così felici , come li defidero ,
SantiJJimo Tadre
à ^erfaglie li 24. di Settembre i^P3«
Voftro Divotifs. Figlio Luigi.
Sodisfatto il Pontefice di quelle vive efpreflioni, pres'egli finalmen-
te la rifoluzione di ammettere quelle regie nominazioni , quali per ef-
fere feguite in Perfone, ch'erano intervenute nell'Afiemblea predetta,
erano itate fin a quel tempo rigettate non meno da Innocenzo Duode-
cimo, che da' fuoiAntecelTori Innocenzo Undecimo, & Aleifandro Ot-
tavo. E perche foife a tutti nota la giuftificazione, con cui in sì grave
arfare elfo haveva proceduto , nel Conciiloro de'fei [b] di Ottobre , '' ^""' ^^9>'
prima che fi preconi zzaffe, e proponeife alcuna di quelle Chicfe , per
le quali erano ftate fatte le fuddette nominazioni , die conto di tutto ai
Cardmali con le feguenti parole. 26 on b
„ VenerabilesFratres. [e] Vacantibus, ut probe noftis, )amà multo ^ ^ ' ""*"'* '''
^, tempore phinbus Regni GalliaruniEccleiiis, illosexiis, quos Charifll- ^^^^^^.^^^ ^^l
„ mus in Chriflo Filius NóJler Ludovicus Francorum RexChriftianilfimus pontefice ai con,
>, Nobis ad eas nominavit , Prsedeceirorum noilrorum veftigiis inhserentes , ^^'^[.°J° d^;*carji-
„ praeficere hactenùs recufavimus , qui fatis notis Cleri Gallicani Comitiis
„ annomillefimofexcentefimo oclogefimo fecundo Pariliis habitis inter-
„ fuerant, atque inibì geftis, jampridem ab hac S.Sede reprobatis , af- '
.„ ienfum prseftiterant . Verùm, cumipfinoviflìmèdatisadNos literisfe
Aaa 2 de gè-
INNOCEN- rj^Q ScColo XFfl.
ZO Ali. ^^ degeftishiijufmodi vehementerquidem, & fupra omtie id, qiiod dici
3, poteil:, ex corde dolere fignificaverint, ac quarciimque in priet'acis Co-
„ mitiis, five circa EcclefiafUcam poteftatem , & Pontificiam authorita-
„ tem decreta, fiveinpr£E)udiciumjLiriiimearumdemEcclefiarumdelibe-
„ rata, pronondecretis, necdeliberatishabere, &habendaefledeclara-
„ verint j feriò infuper fpondentes , fé ita in poftenim gefturos , ut nihil pe-
„ nitiìs de vera eòriim erga haricS.Scdeni obedientia, ac debito prò juri-
„ bus ipfarum Ecclefiarum defendendis zelo Nobis defiderandum fuper-
fit ; Apoftolica illos benignitate complefti , nec diutiùs à Paftorali offi-
cio arcere conftituimus . Porrò , ut id confilii caperemus ,efFeceruntpo-
tiflìmùm enixap , ac pluries iterata: ejufdem Chriibaniilìini Regis preccs ,
„ cujusinfigiiis, ac Regia vere pietas, & ingens Catholicce Religionis ze-
„ lus tantum libi apud univerfam Ecclefiam meriti compararunt , ut in ejus
„ gratiam detrahendum aliquidfeveritati duxerimus ; cum praefertim ipfe-
„ metRexfuisNosliteriscertiores reddiderit, fé nuperrimè Regium il-
„ lud Edidum , quo in Comitiis prxdidis edita de potevate Ecclefiaftica
„ declaratio fìrmabatur, ita haberi juffiffe, ut neminem adilliusobfer-
„ vantiam teneri perfpeftum omnibus fit , ac exploratum . C^eterùm in il-
„ lorumpromotione, quiadeasexpr^didisEcclefiisprìeficiendi erunt ,
Si quibus Regalia onus non ita pridem extenfum fuit , quo ejufmodi exten-
„ fionem non minùs à Nobis , quàm à Praedecefforibus noftris fempee
„ reprobatamfuiffe liquidò appareat, opportunas cautelas , quibus alias
j, ad id ufi lliimus, fimiliter adhibebimus. Ha?c omnia eximise pietati ,
), ac zelo, quo Vos paftoralem folicitudinem noftram in Ecclefias Dei
j, adminiftratione , opera, & confilio juvare non pr^termittitis, refer-
M re sequum duximus, tum ut officio noftro, & paternse erga Voschari-
„ tati fatisfaceremus , tum ut omnium veftrum preces excitaremus ad di-
3, vinam bonitatem exorandam, ut cundainmajusEcclefia: bonum, at-
3, que animarum falutem cedere mifericorditer faciat .
Condotta dt' Così il Pontefice . Mi per piena intelligenza di chi legge, èdanotarfi,
fare'ddu Rei!" ^^^ "^^^^ fuddctta Pontificia allocuzione, ove Ci fa menzione delle pre-
lu. cauzioni, chehaveva, e che havrebbe ufato il Pontefice per render pale-
fe, che la nota eftenzione della Regalia non meno da lui, che da'fuoiPre-
deceflbri era ftatafempre riprovata, fi accenna tanto il Decreto Concifto-
riale , quale , fin ch'egli ville , usò fempre di apporre fopra quefl:a materia
in qualunque provifì:a di quelle Chiefe, alle quali contro la celebre difpo-
fizione del Concilio di Lione era ftata indebitamente diftefa la Regalia ,
quanto il Breve, quale parimente,, finch'egli vilTe, coftumòdifcrivere
per l'iftefib effetto a qualunque proviflo di alcuna di dette Chiefe nel gior-
no iftelTo della fua provifione. Ecco la Formola del Decreto Conciftoria^
le, Etdem^ue wjungentes , quòd memor fanUionis ecumenici Concilii Lugdu-'
nenfis abflinere de beat à quocumque a6lu, ex quo tacite, velexprefsè inferri
pofjit approbatio extentionis B^gaVm . Ed ecco il tenore del Breve concepi-
to in due maniere , l'una per quei Nominati , che erano intervenuti
nella fuddetta Alfemblea , l'altra per quelli , che non vi erano interve-
nuti. Scrivevafi alli primi in quello tenore.
„ Dilede Fili falutem. Quàm folliciti eifedebeamus, ne Ecclefiarum
„ Jura ullum Pontificatus Nofì:ri tempore detrimentum patiantur , non
„ eft , quòd multis tibi explicemus j id enim ipfe facile intelliges , ubi feriò
per-
J>
J»
Capitolo X ^41 Innocen-
perpenderis, iliiiis hos in terris , immeritoslicét, vicesgerere,quihii- , ^^ '^J^*
jufmodihsBreditatemacquifivitfangiiinefuo, cjuamque proptered pro-
penfis ftiidiis à quolibet damno immiinem, inviolatamque fervare te- *'
nemur . Cum aiitem in noftro fecreto Conciftorio hoc mane habito ,
poftquam nimirum tuis ad nos datis litteris, te de iis, qii^in Comi-
tiis Cleri Gallicani , qiiibtis intcrfuifti anno 1682. celebratis , minùs
reólè gefta fiierunt, t^ corde dolere fignificaveras, nobifque, &huic
Sanda? Sedi defuper fatisfeceras, ob virtutes , qiiibus cìeteroqiii prseftas ,
N.N. EcclefisE te pr^efecerimus , noftrariim efle partium prorfus du-
ximus tibi injungere , ut Sacrornm Canoniim Ecclefiaftica jura viola-
re, aut violati finere vetantiiim, imprimifqiie Sanótionis Lugdnnenfis
Concilii, qiisE ad regaliam , uti niincupant, attinet, poenarumqiie ab
ipfis inflidariim memor , eidem regalia nullatenus tacite unqiiam vel
exprefsè confentias, fed ab iis omnibus abftineas, undè illins ufusad- "
miflus quoquo modo videri poflet , ne de tuo tuendis Ecclefi^ juri- "
bus zelo, quemadmodum nobis pollicitus fuifti, quidquam defiderari "
patiaris. Et quidem de avita Chriftianidimi Regis pietate , dequefilia- "
li ipfiuserga fanftam hanc Sedem obfervantia adeò pr^eclarè fentimus, "
ut veteri, inconcufl&que Ecclefiarum, quse oneri hujufmodiobnoxia: '*
nonfunt, indemnitati, egregie confulturum omninò cenfcamus . Ti- "
bique interim, dileéle Fili, Apoftolicam benedidionem peramanter "
impertimur. Datum RomcE &c. 12. Otìobris lóg-^. Agli altri poi »»
fcrivevafi in quell'altro quali non diflìmile tenore. »»
Dilede Fili falutem . QuàmfollicitielTedebeamus, ne Ecclefiarum "
juraullum PontificatusNoftri tempore detrimentumpatiantur, noneft »
quòd multis tibi expliccmusj id enim ipfe facile intelliges, ubi feriò »
perpenderis , illius nos in terris , immeritos licèt , vices gerere , qui hujuf- "
modi hxreditatem acquifivit fanguine fuo , quamque proptereà prò- »
penfis ftudiis a quolibet damno immunem, inviolatamque fervare tene- '»
mur. Cum autem in noftro fecreto Conciftorio hoc mane habito, ob >?
virtutes , quibus prjcftas , N. N. Ecclefise tepnTfecerimus , noftrarum elfe »>
partium prorfus duximus tibi injungere, utSacrorumCanonum Eccle- j»
lìaftica jura violare , aut violati finere vetantium, imprimjfqueSandio- -
nis Lugdunenfis Concilii, quje ad regaliam, uti nuncupant, attinet , »
pcenarumque ab ipfis inflidarum memor, eidem regalile nullatenus :.,
tacite unquani, vel exprefsè confentias, fed ab iis omnibus abftineas, „
unde illius ufus admiftìis quoquo modo videri polfet . Et quidem de avita •,,
Chriftiani filmi Regis pietate , deque filiali ipfius erga fandam liane Se- „
demobfervantiaadeò preclare fentimus, ut veteri, incòncuflarque Ec- „
clefiarum, qua? oneri hujufmodiobnoxise non funt,indemnitati egregie ,,
confulturum, piane nobis poUiceamur. Tibique interim, dilede Fili , „
Apoftolicam benedidionem peramanter impertimur . Datum Romar „
&c. die &c. „ Così li due Brevi . Dall'ufo di sì forti,e chiare precauzioni, „
quali ancor hoggi efattamente fi pratticano dal Regnante Clemente Un de-
cimo, ben manifcfto fi fcorge , non haver punto degenerato dal zelo d'In-
nocenzo Undecimo li di lui Succelfori , e perciò non meno talfamente, che
empiamente eficrc ftato fcritto da Gafparo Audoul nel fuo dannato [^] ^ProUbhus k,.
Trattato della Origine della Regalia, [b] Le Papa Innocent XI. a taitces ^og.^^* •^''^'""^•
effortsparfesBrefs, pourobligerleRoy de caflèr,& abolirla Declaration <^' <^^rp.^»iouii.
Tomo jy. Aaa 3 de IS^tiT^^f
Inkocen- rj^^ Secolo XVI I.
ZO Ali. de ló^j. toiichant l'univerfalitè de la Regale, & apres la mort de c^e
Pontifex , ceiix qui luy ont fuccedè , ont connii la juftice de la Re-
gale ; dont noflre Augiifte Monarqiie joiiit aujoiird'huy paifiblement
daiis tonte letendiie de fon Royaume . Così egli .
Quella fommiifione, che, come detto habbiamo, pratticarono i Ve-
fcovi, & altri Ecclefiaftici della Francia verfo la Santa Sede, non fu punto
imitata dalli Janfenifti, che inimici hor fecreti, horpublici del Pontifi-
zvedi n Pentìf^^^^^^^^^^^' & infofFerenti fcmptc della proptia dcpreflìone , alzavano
w.J/Ìtìw^^Jk// alte grida al Cielo pe'l Formulario [a] prefcritto, ò alterandone i fenfi,
to.^.pag.cj^. 5 variandone le parole, conforme loro perfuadevaò l'impegno, ò il di-
fcredito della loro dottrina. Accorfe Innocenzo al mal paflato con rime-
fa 23, /4».i<r94. (jioprefente, prima con publico [b] Decreto della Congregazione del
e 6. Ftbr.i6c,^. Santo Offizio , e pofcia con due Brevi diretti ad alcuni [e] Vefcovi della
Pontefice' coiu'ro Fiandra , il cuì tciiore in diverfa data di tempo , e a perpetua memoria
li Janfenifti. della pofteritù noi qui riferiamo in quefti fogli.
yenerahilibus Fratribus ^rchiepifcopo Machlimenft y Epifcopjs
tAntverpienfi , Brugenft , Candavenft ,
C^ B^iremundenftj
INNOCENTIUS PP. XII.
„ Venerabiles Fratfes , Salutem &c. Nuper ex litteris fraternitatum
j, veftrarum primùm accepimus , ortaefle aliqua inter Theologos Belgii
„ diifidia, dum alii alios incufanttanquamnovarumopinionum fedato-
„ res, qui cu m verbo, tum fcriptis Conftitutiones fel. ree. Innocentii X.
„ & Alexandri VII. Prc-cdecefTorumNoftrorum, inquibusquinque pro-
>, pofitiones ex Libro Cornelii Janfenii , cui titulus eft— Auguftinus—
5, excerptìE, & damnati, una cum Formulario juramenti in earumdem
„ condemnationemprjefìandicontinentur, variis interpretationibus inu-
„ tiles, & ineiìicacesquodammodòreddere non fine gravi Animarumde-
„ trimento conantur . Cumque maxime nobis c\xxx efle debeat prò debito
„ pafloralis Regiminis nobis ex alto commini , ut femper firm*e Prxdecef-
3, forumNoftrorum Conftitutiones permaneant in rebus, quaradOrtho-
« doxa^fideiintegritatemconducunt, ad diifidia omnia, qu^EccleficC, &
„ FideliumPacemperturbant, compefcenda : Inprimis prcedidis Confti-
„ tutionibus Innocentii X. , & Alexandri VII. exemplo Pr^decetforum
„ Noftrorum firmiter inh^rentes, eafqueinfuoroborefuifTe, &eifede-
„ clarantes , Fraternitatibus vciiris , de quarum zelo , & pictate plurimiìm
„ in Domino confidimus, mandamus, utcontraomnes, &:quofcumque
„ cujuslibet ftatus, gradus, & conditionis exiftant, quiaufu temerario
prairdiftasquinquepropofitionesfic damnatas in Conltitutionibus Inno-
centii X. , &. Alexandri VII. publicè, vel privatim, tam in Scholis,
quàm in Concionibus verbo , vel fcripto defendere pr^efumpferint ( fer-
vato tamcn juris Ordine ) proccdatis, eofquedebitispoenis in eifdem
Conftitutionibus contentispuniri curetis , cum ad comprimendum tam
„ grave malum, quod jamdiùCatholicamEcclefiamvexat, efficaciusre-
„ medium adhiberi non pofle videatur. Pr^eterea Fraternitatibus veftris
„ injungendumduximus, prout per pra;fentesin;ungimus, ut prò veftra
pie-
Capitolo X. 7^5^ Innocen-
pietate, & prudenti^, f;icitltate illa , qua per Gorìftitiltioncm Apoftolicam j, ^^ AlL
mimiti eftis, icaFormulariifubfcriptionein, fcii jiiramentimiadpraxim ,j
rediicatis» utinexigendo iuramentppr^edido, zelus, «Sj charitas veftra ,»
qiiàm maxime eluceati ne alicujils fama indebite l£Edatiir,autdetradio- ,*
nibiiSj&mtirmitrationibuslocusdetur. Qnarepr^cipimiis, utquemad- ,«
modumii, quiad juramentumadigendifiint, illiid predare debent fin- ,j.
cere , abfque uUa diftindione > & retlridione , feii expofitioiie > damnan- ^
do eas propófitionesexLibro Janfeniiexcerptasinfenfuobvio, quem „
ipfamet propofitionmn verba pr^feferunt, proutfenfiimillLini dainna- n
flint Siimmi PontificesPr^EdecelToresNoftri, damnatumqtie haberi vo^ a
liieriint à Chrifti Fidelibus ; ita per Fraternitates Veiìiras ab iis , qui For^ ,i
niularioprjeditìofubfcribent, ac juramentum prceftabunt , prazter for- ,>
mulamipfamtraditam, verbaquein Conftitutione Apoftolica prxfcri- j^
pta^quicquid aliud vel minimum declarationis, interpretatioiiis , aut ex- ,i^
plicationis verbo, velfcriptOnonexigatur, etiamfub pra;textu, quòd ,^
additiones ad nos tranfmiife comprehendantur , feu contineantur in ,*
Formulario Alexandri VII. C^terùm ad prxcavendas omries diflìdiorum ,>
caufas, qua» Chriftianatlipacem dilacerante nosquofcumquealios fen- ,»
fus Formularii prsEter eum , quem ipfius verba exhibent, afferri, vel „
ufurparij autdehis difputari interdiximtis * & prohibuimus, ac fuper j,
ejufdemFormulariiinterpretationeficut&prà^didarumpropofitionum „
in alios fenfus pr^ter eum i qitem ipfa verba per fé exhibent , perpetuum ,>
filentiumimpofuimiiSj ut ex noftrisDecretis, tàm fuper ipfofilentio, ,*
quàm fuper prohibitione omniuni librorum editorum , Se edcndo- j^^
rum in hac materia pleniiis innotefcetj cum ad Summum Pontifìcem ,>
dumtaxatpertineat, fenfum , queminhispropofitionibusdamnaverit, ,>
& ut damnatum à lìdelibus credi cenfuerit , declarare . Demum ,>
ad extinguenda Theologorum jamprideminter fefe excitata diffidia,
Fraternkatibus Veftris, quantum in Domino pofllimus, pr^fencibus
noftris maiidacis injungi'Lnus, ne uUa rationequemquam vaga irta ac--
cufatione^ & invidiofo nomine Janfenifmi traduci , aut nuncupari fina- ,^
tis, nifipriùsfufpetìiumcirelegirimèconfl-iterit, aliquamexhispropo- ,>
fitionibus dotuilfe, auttenuiife; ncc quemquamfubhocpr^etextu re- „
pelli ab otiìciis , muni's, beneficiis, gradibus,acconcionibushabendis, ,,
vel alia quacumqueilindioneEcclefiafticapermittatis, nififervato juris
ordine , eam pcenam , qux viris alioquin Catholicis graviilìma eft , com-
meruiffe probatum fuerjt . Hsec ad Fraternitates veftras fcribenda decre-
vimus , non de veftra voluncate , & ftudio erga Ecclefias Fidei veftrie ere- „
ditasditiidentes, fed animi noftri ai+edum» & omnium Bcclefiarum fo- „
licitudinemteftificantes, ut tandem qui Pal^or Paftorum eft, vigihfle „
vos in Gregis veftricuftodia divino fuo judicio comprobare dignetur. *,
Fraternitatibus interim Veftris Apoftolicam benedidionemperamanter j,
inapertimur . Datum Romsc &c. diefexta Februarii 169^.
yenerabilibus Fratrtbus ^rchìepifcopo Machlinienfi , Epifcopis ^nt-
verpienft, E^uremundenjì , Burgenfit Gandavenft,
INNOCENTIUS PP. XII.
Venerabiles Fratres, Salutem^c. Literas, quas decima nona Junii «
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InNOCEN- Ky^^ cf^^cj/c? XV IL
ZO Ali. ^^ adnosdediftis, libeiiti animo accepimus, cum in iltis veflras ad hanc
Sandam Sedem preces intellexerimiis , quibus noftrum judicium prò
fana dodrina veftris in Dioecefibiisregiilandapoftulatis. Ex iifdem au-
tein literis aperte deprehendimiis, mala, quasquoad Janfenifmiim ex-
pofiiiftis , non procedere ex eo , qnòd Brevi à nobis fexta Februarii An-
ni millefimifexcentefiminonagefimi quarti ad vos dato, fatis ipfis non
fìt confultiim , fedpotiùs quia idem Breve execiitioni fortafleuti par ef-
fet , non mandetur , cum illud nulla prorfus indigeat explicatione j aptum-
qiie fit , libi in ipfo prajfcripta adimpleantur , efficax , atque opportunum
aiferre remedium . Quòd fi prjBtenll Janfeniftx interne, & abfque eo
quòd devcniantaduUumaòtum externum, dum jurant Formularium,
nonaliterdamnent quinque propofitiones, qudminfenfu obvio, non
habitorefpeduobviifenfusdicli Formulari!, fuoque arbitrio effingant
ejufmodi fenfum obvium* Ecclefia non judieat de occultis, quse foli
Deo cordium fcrutatori innotefcunt . Sinverò iidem pr^tend Janfeni-
ftae vocej aut fcriptisedant propri os fenfus ApoftolicarumConftitutiO'
numj pradidique Brevis fenfui dilfentaneos ; debent Epifcopi, prout
de jure, contraeos procedere non tantum audoritate ordinaria, fed
etiam fpeciali facultate ipfis indulta à Conftitutionibus Prasdeceflbruni
noftrorum fel. record. Innocenti! Decimi, &AlexandriSeptimi, quas
^' nos quoque confirmavimus , ita ut fervatis fervandis congrue puniati-
*' taVi cum ea omnia facile probari poflìnt, quiaagitur de adibus exter-
^' nis. Non fine admiratione intelleximus, nonnullos iftis in Dicecefibus
*' reperir!, quiverbis, & calamo aufi fuerint affirmare , fupradido noftro
" Brevi alteratam , feu reformatam clfe Conftitutionem Alexandri Septi-
" mi decima fexta Odobris Anni millefimifexcentefimi quinquagefimi
fexti editam, necnon Formularium ab ipfomet pronuntiatum, cwm
diólo Brevi utrumquefpecificèconfirmetur, & omninò intenderimus ,
*' & intendamus iifdem adbcerere , & nequaquam fine re < ut aliquid ad-
datur, vel dematuràpr^editìio Formulario, illud quovis modo alteran-
do in aliqua ejus minima parte , fed in omnibus , & fingulis ejufdem par-
tibus , ut! mandavimus , mandamus etiam adamuffim obfervari . Qiipd
atcinet ad Libros SacrsE Scripturìe idiomate vulgati tradudos, & alios
prohibitos, patentConftitutionesPrafdeceflGrumj & potifi^ìmiìm fel.
record. Pi! Quarti , à quibus fatis fuperque abufibus providetur , uri
*' etiam confugia ad Laica Tribunalia à confimilibus Conftitutionibus in-
*' hibentur, quarum Epifcopi fuis in Dicecefibus obfervantifiìmi executo-
*' res effe debent . Quodpertinetadpendentescontroverfias circa admil»
*' niftrationemSacramentorum, donec aliquid fpecialius decernatur ah
" iifdem Epifcopis, advigilandum eft, ut juxta Santìiones Canonicas ,
»' Statuta Conciliortim , & praxim Ecclefi^e adminiftrentur , habita cafuum,
3» atque eorum circumftantiarum rationei etenim in prcefens magna fo-
»y licitudine difcuffioni propofitionum , quse, inter alias abundèdelatas,
5> ad hòc argumentum fpedant , adlaboratur 1 Confultoribus , & Qua-
5> lificatoribus fupremse hujufce Inquifitionis , qui omnes funt pietate ,
,> ac dotìrina prsftantcs. De veflra autem in hanc Sandam Sedem ob-
,j fervantia adcò preclare fentimus , ut piane confidanuis non omiffu.,
,, ros vos ejufdem mandata debita charitate, & prudentia exequi , fir^
3, mam in fpemvenientes, reftituendam tandem iiti Provincia: tranquilli-
tatem ,
5>
3ì
Pi
j>
Cafttolo X " . 745 INNOCEN-
l^ateni j qUà coetetse omnes fruiintur. Fracernitatibus interim veftris „ ^^ ^^^' '
Apoftolicaiii Beneditìionem peramanter impertimur . Dat. &c. die „
vigelim squarta Novembris 16^6. &c. Anno fexto. „
Li Janfenifti colpiti dalla vigilanza del Pontefice cercarono fcampo alla
loro perfidia con nuovi atteihti di temeraria baldanza, & EUies du Pin ne
publicò uno nel Libro intitolato TS^nova Btbliotheca degli Ruttori Ecclefia-
fiiciy & altri , tutti parti della medefima loro oftinazione, [a] Litterji .^^/X^/óy^!"''*
B^ma datai ad Do6lorem Lovamenfe??i circa novum dccretuniy & breve San-
muffimi Domini Ts^ofìri Innocentii XII. ad Epifcopos Beigli de formulario can-
tra Janfemum, [b] Tanegyris Janfeniana, fen te{ìimonia eruditorum ^'*'^-^^/f^^)l'J^\^'^*'"*'
rum celebrantia librum, cui titulus, Cornelii Janfenii Epifcopt Iprenfis Au- "''^'° '"'"''' ^ '
gujìinusj quali riceverono incontanente pronta, e meritata condanna.
Molto però più Itrepitofo pe'l Chriftianefimo fiiil Libro diFrancefco Libro ddi'Arcu
di Salignac Fenelon, che tirò feco dietro l'impegno della Francia, e di l'f^^^l fJ^^cX
Roma. Era l'Autore in pregio di bontà di vita, di aura di potenza, e di dana».
profondità di fapere, Arcivefcovo, eDucadiCambray, Precettore, e
Direttore della Famiglia Regnante òi Borgogna, d'Angiò, e di Bcrry,
Figli del Delfino , e Nepoti del Re Luigi dì Francia , e perciò applaudito ,
e temuto per merito proprio , e per regia ProtcKione. Egli dedito all' al-
tezza della contemplazione partorì le fue fecrete Idee fopra un Libro , che
dalle Stampe di Parigi [e] ufcì alla luce di tutto il Mondo co'l titolo Efpli- '^ '^"«« ''^^7*
caT^ione, e dichiaraT^one delle maffirne de' Santi fopra la via interiore, con-
tro il quale infurfe lubito lacenfura de Dottori , quali rinvennero in eflb
Mafllme Qjiietijiey che degenerar facilmente potevano in Molintjie. Fu-
rono elleno prima Chriftianamente ripigliate dal Vefcovo di Meaux, e
pofcia da altri molti Sorbonici della Francia , che accorfero alla caufa
commune della Religione Cattolica, mi con quella folita oppofizione ò
degli appaHlonati , ó de* malevoli , ò degli adherenti , che fempre C\ oppon-
gono al ben fatto . Onde fi viddero le Chiefe allora della Francia divife in
duefazzioni, chi à favore, chi contro al Cameracenfe, porgendo pabulo
al fuoco li Janfenifti fempre intenti à quelle occafioni, che fomminiftrar
potevano detrimento ai ben publico , e difcapito all'autorità fuprema del
Pontificato Romano. E già al Papa erano pervenute le accufe del Libro,
e le querele di una parte, e dell'altra; onde in lui era tutto fi Ilo il Chri-
ftianefimo, attendendone con ficurezza, ò gli oracoli dell alfoluzione, ò
la rifoluzione della condanna. IlRemedefimo, che ne veniva allora glo-
nolo dalla fupprefiione delli Janfenifti, timorofo di nuovo moto di Re-
ligione nel fuo Regno per caula dell' accennata difcordia, ben configliatc»
da'faoipiùfani Theologi, SantijJimoTadre, eglifcrilfe [d] di proprio ca- <^ ì}. t)cce^b.
rattereal Pontefice, nel tempo che io fperavo dall' amtci7;ja, e dal ■:(elo di [^^f^radei Re di
Vojira Santità una pronta deci/ione intorno al Libro dell' Arcivefcovo di Cam- Francia aiPonce-
brayy non ho potuto fentire jen':^a rammarico) che un tal CiudÌ7iio sì necef- defr'Arctveicovo
fario alia pace della Chiefa fta ancor ritardato dagli artificii di coloro , che diCambray. ._
credono il proprio interejie il digerirlo . Io vedo sì chiare le dannofe confe-
gitenT^e di quefic dilaT^oni , che non mi parerebbe di degnamente foftenere il
titolo di Figlio Trimogenito della Chiefa , fé io non replicafji le mie calde
ijìan'Te tante volte fatte à yojlra Santità , e non fupplicajjì ad acquietare
finalmente la commoi^ione eccitata nelle cofcien':^ da quefio Libro ; nò può
prefentemente fperarfi quefio ripofo , che dalla Decifigne del Tadre commu-
ni 3 .u-.
Innocen- rj^f; Secolo XVII.
5:o Ali. fic . j^^ chiara , efprcffa , e che non pojfa ammettere alcuna falfa ìnterpré-»
ta'7;^ionef e tale finalmente, quale convkn , che jta t per non lafciare alcun
dubio intorno alla dottrina , & i/veliere intieramente quefto male* Doman-
do ^ Santìjfmio Tadre , quejìa Decifione a Fojira Beatitudine per il bene della
eh le fa, per la tranquillità de" Fedeli, e per la propria gloria di rojira San-
tità, fapendo ella, quanto quefia mi fia a cuore : e come che io fono in ol-
tre per/Uafo della fua tener e'2;^7:a paterna, aggiungerò a tante gravi cagioni,
che ve la devono indurre, la conJideraT^ione , che io la prego di fare alle mie
ijìan'^^ei & al filiale affetto, con il quale &c. Così egli. >
La tardanza Pontifìcia non fu però effetto di trarciiratezza> mddifom^
ma prudenza , con ciii non volendo Innocenzo precipitare un giudizio
sì grave, deliberò prima della decifione ponderarne con ogni efattezza
refame, e li meriti; tanto più, quanto che havendo egli voluto, per
maggiore iffruzione de' Fedeli foflero di (tintamente note le propo{Ì2;ioni>
^ che nelLibro accennato meritavano cenfura , non potè ciò farfi fenza mol-
ta maturità, e lunghezza di tempo. Ma finalmente rinvenutevi ventitré
propolìzioni meritevoli di condanna, ella tantoflofeguì con applaufo del
Chrifìiianefimo nel tenore del Breve, che foggiungiamo.
CUm alias ad ^pojlolatus Islofìri notitiam pervenerit in lucer/i prodìijìe
Libmm quemdam Gallico idiomate editum , cui titulus : Explicatioii
des Maximes de Saint Tur la Vie interieure, par Meiilre Francois de Sali-
gnac Fenelon , Archevèque Due de Cambray j Preceptenr de MefTeigneurs
ics Ducs de Bourgogne, d'Aujou, &de Berry. A Paris che2; Pietre Au-
bouin, Pierre Emery, Charles Cloufìer 1697.; mgem vero Jubinde denon
fana libri hujufmodi do6lrina excitatus in Galliis rumor adeò percrebuerit ,
nt opportunam Vajloralis vigilanti^ nofira opem effiagitaverit : TS^os eum-
dcm librum nonnullis ex Fenerabilibus Fratribus Ì<[ojiris S. I\. E. Cardinali-
bus, aliifque in Sacra Theologia Magi/iris , mature , ut rei gravitas poftu-
lare vide batur, examinandum commijìmus . Vorrò hi mandatis nojìris obfe-
quentes , poflquam in quamplurimis Congregationibus varias propofitiones
ex eodem libro excerptas diuturno , accuratoque examine difcujìerant , quid
fuper earum fingulis fibi viderctur, tam voce, quàni [cripto nobis expofue-
Tunt . ^uditis igmir in pluribus itidem cotam K^obis de fuper a£ìis Congrega-
tionibus metnoratorurt Cardinalium , & in Sacra Theologia Magiftrorum
fenteiìtiis. Dominici Gregis Islobis ah JEterno Tafiore crediti pcriculis, quan-
^ tum Islobis ex alto conceditur , occurrerecupientes, motuproprio, ac ex cer-
ta fcientia, a^ matura deliberatione'ì^oftris, deque^pofìolìcm poteflatis ple-
nitudine, tibrum pncdiclUm ubìeumque, & quocumque alio idiomate, fcu
quavis editione , aut verfione hucufque imprefsum , aut in pojierum impri-
mendum , quippe ex cujus legione , Ù'ufu fideles fenfim in errores ab Ecclefia
Cattolica jam damnatos induci pofsent, ac infuper tanquam continentem pro-r
pofttiones fìve in obvio earum vtrborum jcnfu , five attenta fententiarum
connexione, temerarias, fcandalofas, male fonantes , piarmn aurium offen^
fivas, in praxi perniciofas , ac ctiam erroneas rffpe&ivè, tenore prafentium
d:mnamus, &• reprobamus, ipfwfquelihn imprejjionem, defcriptwnsm , le-
Ctionehi, retenttonem, >& ufum omnibus, & ftugulis Chriftifidelibus ettam
fpecifua, (oT individua mentione , & exprejfiGne dignis, fub posna excommu-
nicatmnis per contrafuientes ipfo facio abfque alia declaratione incurrenda ,
interdicimus , & prohibemus . p-'olentes, & ^poflolica Au^oritate mandan-
tes ,
Capìtolo X. ^^rj lNNOCEt<-
tes, ut quicumque fupradi&um librum penès fé habuerìntt illum fiatim at- ^^ Ali.
que prafentes littem eìs innotuerint ■, locorum Ordinariis ■> rei hxreticoi pra-
vitatis Inquijitoribus tradere , ac con/ignare omnmò teneantur . In contra-
rium facientibus non obftantibus quibtifcumque . deterum Tropojttiones in dì-
£lo libro coment. -e 3 qnas^Apojiolici cenfura judiciiy ficut priemittitur , confi-
gendas duximus t ex Gallico idiomatc in latmum verf^, fiint tenoris , qui fe-
quitur, videlicet : I. Datar habitualis flatus amoris Dei, qui eft charitas
pura , & fine uUa admixtione motivi proprii interefle . Neque timor poena-
rum, neque defiderium remunerationum habent ampliiìs in eo pattern.
Non amatur ampliùs Deus propter meritum , neque propter perfeftionem,
neque propter lèlicitatem in eo amando inveniendam . IL In ftatu vitse
contemplativa?, feu unitiva? amittitur omne motivum intereflatum timori?,
& fpei . III. Id quod eft eflentiale in direzione animce , eft , non aliud face-
re , quàm fequi pedetentim gratiam cum infinita patientia , próccautione , &
fubtilitate . Oportet le intra hos limites continere,ut finatur Deus agere, de
nunquam ad purum amorem ducere , nifi quando Deus per undionem in-
teriorem incipit aperire cor huic verbo, quodadeò durumefìanimabus
adhuc fibimet affixis , & ideò poteftillas/candalizare, autinperturbatio-
nem conjicere . IV. In ftatu fandje indifferentia; anima non habet ampliiìs
defideriavoluntaria, & deliberata propter fuumintereire, exceptisiisoc-
cafionibus, in quibus tori fuiEgratÌ2Endeliternoncooperatur. V. Ineo-
dem ftatu fandse indift'erentia; nihil nobis , omnia Deo volumus . Nihil vo-
lumus , ut fimus perfeéti , & beati propter interefleproprium ; fed omnem
perfetì:ionem,acbeatitudinem volumus, in quantum Deo placet eftìcere>
ut velimus res iftas imprefiìone fiisc gratin?. VI. in hocfantìceindifferen-
tix ftatu nolumus ampliùs falutem , ut falutem propriam , ut liberationem
ìEternam , ut mercedem noftrorum meritorum , ut noftrum intereife om-
nium maximum ; fed eam volumus voluntate piena, ut gloriam, & benepla-
citumDei,utrem, quamipfevult, &quamnosvult velie propter ipfum.
VII. Derelidio non eft nifi abnegatio, feu fuiipfiusrenunciatio, quam Je-
■fusChriftusà nobis in Evangelio requirit, poftquam externa omnia reli-
querimus . Ita noftri ipforum abnegatio non eft , nifi quoad intereffe pro-
prium. Extrem.Tprobationes, in quibus ha:c abnegatio, feu fui ipfius de-
reliftio exerceri debet , funt tentationes , quibus Deus icmulator vult pur-
gare amorem , ntiUum ei oftendendo perfugium , neque ullam fpem quoad
ftmm interefle proprium , etiama?ternum. Vili. Omnia Sacrificia, qu^
fieri folcnt ab.animabus quàm maxime difintereflatis circa earum zeternam
beatitudinem , funt conditionalia . Sed hoc Sacrificium non poteft efle ab-
foiutum in ftatu ordinario . In uno extremarum probationum cafu hoc Sa-
crificium fit aliquo modo.^bfolutum. IX. In extremis probationibus poteft
anim^ invincibiliterperfuafumeiTeperfuafionereflexa, &qua?non eftin-
timus confcienti^e fundus, fé juftè reprobatum eflTe à Deo . X. Tunc anima
divifa à femetìpfa expirat cum Chrifto in Cruce , dicens : Deus Deus meus ,
ut quid dereliquifti me? In hac involuntaria impreilìone defperationis con-
ficit Sacrificium abfolutum fui interelfe proprii quoad sternitatem . XI. In
hoc ftatu anima amittit omnem fpem fui proprii interelfe, (ed nunquam
arhittit in parte fuperiori , ideft in fuis adibus diredis , & intimis fpem per-
fectam, qus eft defiderium difintereflatumpromifiìonum. XII. Diredor
tunc poteft huk animai permittere, ut fimpliciter acquiefcat jafturx fui
proprii
InNOCFN- rj^2 ^^Colo XV IL
ZO Ali. proprii intereffe, & juftae condemnationi, quam (ibi a Deo indidam credic.
XIII. Inferior Chrifti pars in Cruce non communicavit fuperiori fuas invo-
luntarias perturbationes . XI V. In extremis probationibiis prò purificatio-
ne amoris fit quajdam feparatio partisUiperioris animse ab inferiori-In ifta
feparatione aftus partis interioris manant ex omninò cécca , & involuntaria
perturbatione ; nam totiim qiiod eft voluntarium & intelletì:uale , eft partis
fiiperioris . XV. Meditati© conftat difcurfivis a(51:ibiis,qui à fé invicem facile
dilìiinguuntiir- Ifta compofitio aduum difcurfivoriim , & reflexorum eft
propria exercitatio amoris interefifati . XVI. Datur ftatus contemplationis
adeò fablimis , adeòque perfedse, ut fiat habitualis , itaiit qiioties anima adu
orar , fna orano fit coatemplativa , non difcurfiva . Tiinc non ampliùs indi-
getredire admeditationem, ejufque adus methodicos . XVII. Anims con-
templativje privantur intuita diftindo , fenfibili , & reflexo Jefu Chrifti duo-
bus temporibus diverfis-Primò , In fervore nafcente earum contemplati o-
nis-Secundò, Anima amittitintuitum Jefu Chrifti in extremis probationi-
bus . XVIII. In ftatu padìvo-exercentur omnes virtutes diftindix , non co-
gitando quòd fint virtutes. In quolibet momento aliud non cogitatur, qudra
tacere id , quod Deus vult ; & amor zelotypus fimul eificit , ne quis ampliùs
(ibi virtutem velit, nec unquam fit adeò virtute prseditus , quàm cum virtuti
ampliùs afiixus non eft . XIX. Poteft dici in hoc fenfu , quòd anima padìva,
^ difinterelfata nec ipfum amorem vult ampliùs , quatenùs eft fua perfedio,
&fuafelicitas, fedfolùm quatenùs eft id, quod Deus ànobis vult. XX. In
confitendodebentanimsEtransformatsE fua peccata deteftari , & condem-
nare fé , & defiderare remilfionem fuorum peccatorum , non ut propriam
purificationem , & liberationem , fed ut rem , quam Deus vult , & vult nos
velie propter fuam gloriam . XXI. Sandi Myftici excluferunt ì ftatu anima-
rum transformatarum exercitationes virtutum . XXII. Quamvis hxc do^
^nnz{de pwro^morf) elfet pura, & fimplexperfedio Evangelica in univer-
fa traditione defignata > antiqui Paftores non proponebant paflìm multitu-
dini Juftorum , nifi exercitia amoris interelfati eorum gratile proportiona-
ta . XXIII. Purus amor ipfe folus conftituit totam vitani interiorem,& tunc
evaditunicum principium,c^ unicum motivum omnium aduum, qui delibe-
rati, &meritoriifunt. T<lon intendimus tamen per exprejjam propofitionum
hujufmodi reprobationem alta in eodem libro contenta, ullatenus approhare . Ut
auteme£devì pr^fentes Ikene omnibus facilmsinnotefcantt nec quifquam illa-
rum ìgnorantiam valeat allegare, volumus pariter y ò' au6iorttate pr£fatade-
cernimus, ut ilU ad valvas Ba[tlic£ Trincipis ^pojiolorum , ac Cancellane
^pojìolica , nec non Curia generalis in Monte Citatorio , (jr in ^cie Campi Flo-
ra de Urbe per aliquem ex Curforibus nojìris, ut morisejì, public entur , Uh-
rumque exemplaibidem affixarelinquantur i itaut ftc publicata omnes ■,& ftn-
gulos, quos concernnnti perinde afjiciant , ac fi unicuiqite illorum perfonali-
ter notificata y & intimata fuijjent : utque tpfarum prafentium literarum tran-
fumptis , feu exemplis , etiam imprefjis , manu alicujus T<lotarii publici fub-
fcri'ptisy & figillo perfona inEcclefia/ìicadignitateconJiitutamunitis , eadem
prorjus fidestam in judicio, quàm extra illud ubique locorumhabcatury qua
ipjìs pr/fentibus haberetur , (tforent exhib ita , i^el oflcnfa . JDatum I\gma apud
Sanarmi Mariam Major em fub annulo Tifcatoris die iz. Martii MDCXCIX».
Tp/ìtificaths T^flri Jlnno Odiavo .
J, F, Card. ^Ibauus, ^ i
Còsi
Capitolo X 749 Innocen-
' Così il Breve in condanna bensì del Libro, mi non dell* Autore, che ^^ ^^^*
pili gloriofo per la pronta ritrattazione , che biafimevole per Terrore ,
quella lettera fcrifle circolarmente per la fua Diocefi, preziofo, e raro p- pobiie ritrat-
fuccellbdainferiufi negli Annali della Ecclefìaftica Hiilioria in laude della [01^,"* ^"'
noftra età, & in efempio delle future.
Mandatnm IlluftriJJìmi , ac ^everendijjìmì Domini D.^rcbìepifcopì Dhcìs
CameracenfiSy Sacri Romani Impesti TrincipiSy
Comitts Cameracenfts &c.
Datura Cameraci die p. ^prilis 16 p^.
Francifcus Miferatione Divina, & S.Sedis Apoftolicar gratia Ar-'
chiepifcopus Dux Cameracenfìs , Sacri Romani Imperii
Princeps, Comes Cameracenfìs &c. Clero Speculari,
de Regulari noftrae Dioecefìs falutem , & bene-
didionem in Domino.
» Vobis, FratresChariflimi, riostotosdebemus, quippenon jamno'
>, fìri> fedgregi credito devoti fumus : Servos autem veflros per Jefum*
j. Sic affeéti , quse nos attinent fuper libello , cui titulus , Tlacita San6lomm
„ explicita, apertis prcECordiis hìc exponendum effe arbitramur.
i. Tandem opufculum cum 23. Propolitionibus excerptis dàrnnatum efì:
♦, Brevi Pontificio Martii die 12. dato, quod jamvulgatumlegiftis.
„ Cui quidem Brevi Apoftolico, tam de libelli contextu , quim de 23*
}, Propofitionibusfimpliciter, abfoiutè, & abfqueullareftriCtionis um-
>, braadhajrentes, libellumcum23.Propofitionibus, eadem pra:c.sèfor-
„ ma, iifdemque qualificationibus fimpliclter , abfoiutè, & abfque ulla
33 reftridione condemnamus. Infuper & eadem poena prohibemus , ne
« quis hujusDioecefislibellum, autlegat, aut domi fervei:.
}, C^cerum, FratresChariffimi, quamquam humiliaturMinifler, haud
„ deerit folatfum , modo verbi miniflerium, quod accepitd Domino ad
3, fandificationem veftram, non fordefcat in illius ore , ncque eò miniìs
i, grex apud Deum gratia crefcat .
ìi Porrò vos omnesex animo adhortamur ad finceram fubmiilìonem,
& intimam docilitatem, ne fenfim marcefcat illa erga SedemApoflo-
licam obedientisc fimplicitas , in qua prseftanda , Deo mifericorditer ad-
juvante, ad extremum ufque fpiritum vobis exemplo erimus .
Abfit, ut uhquam noftri mentio fiat, nifi forte ut meminerint ali-
quando fideles Paftorem infima gregis ove fé docilioretn pr^ebendum
ìi duxifle , nuUumque obedientisc limitem fuiffe pofitum .
Oro, Fratres Charilfimi , ut gratia Domini noftri JefuChrifti"
CharitasDei, ScCommunicatioSpiritusSandimaneatcum omnibus vo-
bis. Amen.
Signatum f
Francifcus Archiepifcopus Dux Cameracenfis .
De mandato lUuftrifs. & Reverendifs. Domini mei
Des Agnes Secret.
Dalla
ìi
»
a 2z
InnoceN' rj^Q Secolo XVI L
^? ^ Ponti Dalla condanna de' Quietifti in Francia , e dal caftigo de' Molinifti In
ficia"rRe di^E- differenti pai'tì della Europa fi ftcfc il zclo d' Innocenzo iìn'agli ultimi con-
thiopia , fii^i della Chrirtianità -più remòta del Mondo . Compalfionando gli antichi
errori , in cui giaceva immerfa la gran Chiejfa deirEthiopia , egli fpedì coli
l'Evangelico Milfionario Francefco Maria di Salemme Francefcano con
lettera a quel Re , che in ogni fiio periodo fpirafollecitudine, e fervore di
,M4noi7Qo. Apoftolo : [a] lllujìrijjime , ac T?otentt(]ìme P^x , diceva la lettera, falu-
tem , & lumen Divina gratta : Quòd ad fublime terrena dtgnitatis fafiigium
celjìtudinem tuam Deus 0. M, qui P^^x ejl l{egum , & Dominus Dominantium ,
evexerit, tibique feceritnomen grande, quod nedumToptdi, quoslongè-, la-
tèque moderar is Imperio, revereantur , fed extera quoque quantumvis dijjìta
nationes in honore habeant, eidem profe£Ìò largitori bonorum omnium accep-
tum referre debcs , ac proinde pronum , docilemque animum ad eundem pro-
be recolendum^ exhibere , l^s ìtaque , qui Ite et immerentes, Deiipfiusvi-
ces gerimus in Terrts , et^ longo locorum intervallo à Te feparati , i/ipojlo-
lica tamen charitate non disjunBi , mdeficientibus votis optamus , ut ccelefii
beneficenti^ congrue refpondeaSi ita ut tibihumAnis, qmbus frueris bonis , ó*
bis quidem fugacibus, ac tranfitoriis , fuperna aliquando felicitates, & im-
mortales addamur . Verùm quia id nemo afiequi poteft , nifi hanc Ffimanam
Eccleftam Trincipis ^pojiolorum Sedem , omniumque Orbis Ecdefiarum Ma-
trem, ac Magiflram agnofcat , eique firmiter adhareat , Pontificia nojira fol-
licitudinis partes effe duximus , Te etiam atque etiam hortari , ut Jemitam
Catholica veritatis , qua ducit ad vitam , ingrediaris, & ma'jorum tuorum ,
GUI hanc ipfam veritatem amplexi funt , fequarts exemplum ; Tuque ipfe pra-
heascaterisy quoaternam jalutem fibi -valeant comparare . Quindi egli fie-
gue a raccomandargli ilReligiofoMiflìonante, che in quelle parti a lui,
& a'fuoi Popoli elio inviavai e foggiunge pofcia : Certo tibi perfuadeas,
Islos unicè Dei honorem , animarumque pHtiofijJìmo Chrifii Sanguine redem-
ptarum falutem nobis hac in re propofutfie, qui de catero parati fumus cel-
fitudmem tuam, eofque omnes , qui prafatam veritatem alacriter, & fince-
rè fufceperint, ficutreliquos omnes Catholicos , inTontificia cbaritatis finum
amanter recipere , & foyer e , Interim Omnipotentem Deum propitium , ac
faventem celfitudini tua ex animo precamur, Cos̀gli a quel Re, aggiun-
gendo ai detti un fondo di cinquantamila feudi, che quefto Pontefice affe-
gnò al Collegio de Tropaganda Fide perleMiflìoniaque'Popoli, non mai
coifanti nella riprovazione delle antiche Herefie . Mi molto più egli iecc
per la converfione della Cina dalla Idolatria alla Fede Cattolica , & al culto
del vero Dio i il cui racconto fé ben non cade in foggetto della noftraHi-
ftoria dell' Herefie, nulladimeno mirabilmente conduce alla intelligenza
di quanto faremo per riferire nel Quinto Tomo, allorquando li difpareri
di Religione infurti colà in quella lontana parte del Mondo , daranno a Noi
ampia materia di difcorfo nella noilraHiftoria . Gonciofiacofache alfegnò
Innocenzo al medefimo Collegio de Tropaganda Fide il fondo di altri cen-
tomila feudi pei le Millloni della Cina , tramandando colà numerofi Mif-
f onarii ; e ciò che maggiormente dimoflra l'Apoftolica di lui foliecitudi-
r e in beneficio di quelle Chiefe , fmembrando Provincie intiere da alcune
lìiocefi , & erigendo nuovi Apoftoiici Vicariati in quelle parti , come dal
h vuuiPomìfi , B5,'sve, che in altro pili [i>] opportuno luogo riferiremo, renderaifi pale-
dt cu^^f.ce XI. iC:. con circoftanzenon meu nccclfarie , che gravi.
«.^o-, ° E con-
Capitolo X. 751 Innocen-
E conceflc Dio ampio premio di gloria al fuo zelo, anch' effo vivente, ^^ .^^^'
coftretta ad encomiatile i fatti la maledicenzamedefima degli Hereti ci, s^queltrponte'ì
che non poterono in Ini non ammirare rifoluzioni Apofloliche, e forpren- ^" «^ag'' fte'S
denti . Un di elfi dall' Haya hebbe a feri vere , allor quando egli publicò la a 7"^ìùa. bhiu
Bolla M in moderazione del Nepotifmo , Che \b] quefia Bolla, havercbbe ^«"""«f" xir.
partorito, ogni maUtnque volta foffe bene ojfirì^ata ^ avvantaggi cotanto con- $)f*"7?Sl*«^'
fìderabili , ci)' ejji foli hajierebbono a rendere immortale il nome d'innocenT^ %Tdét ^"*''^""*
Duodecimo y e celebra il fuo Tontificato a tutta la poflerità. E ciò che re- nUic^z. ^^' ^'*'
AuguftodiSaflbnianefeguì gì' infegnamenti , e la dottrina con la inafpec- paimzjkr.iX
tata, e perciò tanto più grata fua converfione dal Luteranifmo allaChiefa fo'^xti'.f'ifiK'
Cattolica, primo fra i pai profllmifuoi Antenati nella profe/Hone della ve- dui J/rÓ ?!"tZ'.
raFede, come un di loro [e] fùil primo per la Germania nella fowerlìone '„T'^Ì^L7u'^^'
di efia. Egli attratto ( comepofciaattellòunfuomedellmo Miniftroalla ào/po u meli!V'
Corte di Roma) non meno dalla verità de' dogmi, che dall' efempio della f°d7"'c°"roS
fanta condotta di quell'irreprenfibile Pontificato, abjurò la Setta Luterana Jei Duca a° gu*
con atteftazione di Apoflolica credenza nelle mani del fuo Cugino Chriftia- ? r?Ìf 'S^^^,-
no Augufto di Sallbnia Vefcovo di Giavarino: rimunerati ambedue anche Lione x.rom.^. *
da' Magnati del Mondo , l'uno efaltato con pieni voti della Republicadi
Polonia al Soglio di quel Regno, l'altre da Clemente Undecimo con ac-
clamazione di tutto il Chriftianefimo al pollo di Cardinale.rc^jP^rerwow^T/'O' d ^„„. ,698.
ftolic£ charitatis ardore accenfty rcriHegli con lacPTie di fantoga^idio il de-
crepito Pontefice , atque animo exultantes occurrimus in amplexum Majefla- LetteraPontificia
tis tu£, qu£ fupremo lumine du£ìa in portum fé recipit (alutis-.nec [anela- ^l'^"?^ ^^' ^•"r
II* • • . n t ^ <rt I "'* Eletto Ke di
crymas cohibere potmmus , cogitantes atatem nojtram ab ^uctore honorum Poignu,
omnium Deo ufque adeò fuifje protra6Ìam , ut te viderent oculi nojiri femitam
"peritatis tenentem y adeèqueTontifici^tiofiradtle^ioms m fmum meritò exci-
pere valeremuf . Cum enim excedat quodcumquc terrena dignitatis fajiigìum
hareditas preclara nimisy quam conjlituit Deusinquirentibus /è, inde potijjì-
mum ducendum effe arbicramur (incerale noflra gratulationis officium , unde tibi
fa6iumefic cognofcimm ver£ , & (incera felicitatisaufpicium , Satis proinde
ajlequi verbis non pojj'umus , quo gaudio affeSii fuimus , ubi primàm vel ipfo
rumore publico nunciante accepimuSy Teabjuratis hareiica pravitatis errori^
bus orthodoxdn Fidei profejjionem in manibus f^enerabilis Fratris Chrifliani
^ugufli Epifcopi Javaren. Confanguinei tuiy cujus jam pridem ■s^lum Catho-
lico ^ntijiite dignum probe agnovimus , emififfe ; quam quidem Utitiam ea
deinde piene cumularunt , quei ad voluntatis ime in eodem propoftto firmita-
temmagismagifque ftgnificandimy à te pera6la fuijie intelkxtmus . iiddide-
runt luculentum hujus rei tejìimonium litter^e tu£ à dile£lo Filio Barone de
Tayenobìs redditi y ac proea, qua pollet , in rebus agendis prudentia, expli-
cat^e , in quibus nihil omifit , quod ai declarandam filialem tuam erga hanc
SanBam Sedcmy ISl^ofque ipfos obfervantiam, & dcvotionem pertinent. Ex
quibus omnibus certam in fpem adducimur , fplendidijjimam Tolonici I\egni
coronam , ditemi fapientia confilio , tuo Capiti ideò fuifie impofitam , ut
Tu Catholic£ fidei, cujus moda pro/effor agnofceris , non multò pòjì vindeXy
& ajfertor egregius evaderes . ,Age igitur, c'oarijime in Chrijio fili nojìer ,
opportunitatem bene merendi de re chrijliana, ut fpe^anda bello vlrtus tua
INNOCEN- ^^^ Secolo XVII.
' /ìrennis , ac fìdelibus populis incitamento fit , & exemplo ad profligandum
Chrijiiant nommis hojìem , ac proindè ad comparandos nomini tuo trmmphos
in terrisy qui fmt voluti additamentum eorum, quos m coslis ab reportatam
de te ipfo vi&oriam , Te jam effe afiecutum in Domino confidmus . Interim
ut Uta tibi , ac profpera cunSia contingant , enixìs à Deo 0, M, precibus
expofcimus , ac Majefìati Tu<e ^pofiolicam benedi5iionem amantifjimè im-
pertimur. Così egli nobil Pefcatore di grand' Anima nell'Evangelica re-
te della Chiefa ,
Fu però qnefta lontana confolazione amareggiata fotto il Pontificato
d'Innocenzo Duodecimo da novità importune nella Germania di odiofe
tene de' P^oi''^ozioni di Prìncipi Hereticiò alla Dignità di Elettori, òalSoglio di
g?an"^fconloigu Re; ondc rinvigorifli in quelle parti la fazzione contraria de' Luterani;
s"eco'i'o''''& uu^r ^ ^^ P'" proiilrni dilTapori nel Piemonte per turbolenze infurte tra la Sede
zlone^ de 1 1 ■Auto- Apoftolìca , c il Duca di Savoja in materie non men religiofe , che gravi ;
Urlccon^"^"'^"'' quali cofc tutte crefcendo pofcia con fucceffivo tratto di penofi affanni ,
aprirono il nuovo Secolo infaiilìco alla Italia per t^averfie di Religione, e
violenze d' armi , e deplorabile alla Chiefa Cattolica in tutto il Mondo
per confufione d'idee, e di animi , onde viddefi repentinamente fcon»
volto il Chriflianefimo negli anni fm'horafcorfi del calamitofo, e di gran
cafi ripieno Pontificato di Clemente Undecime , i cui poderofi avveni-
menti nel Quinto Tomo defcriveremo , fé per degnamente defcriverli
concederà il Cielo vita a Noi, e vigore proporzionato alla noftra penna,
acciò polla ella renderne così chiara appreflb i poderi la nienioria , come
n' è fiata celebre appreifo la noftra età la notizia »
Fine del Decimo Settimo Secolo^
E
^eflo fi è il J^iflretto non tanto della Hifloria Eccle-
^^^^^ ftapica , quanto degli argomenti più pofsenti , e frat-
tlci a ridurre gli Heretxi alla Chiefa di Chrijio . Lon-
. Seneca Epi- 8"^ itcr (a) per prxcepta , breve & efficax per
fìoLd. exempla : onde cht quejte cofe ha fcritte, a quejto pajsoaj-
fetta Voi , che ciechi traviando dal ^ero feritiere della Fe-
de y precifitofamente correte fuor diflrada alla ^vofìra rui-
7Ìi
na> Nel gran ^viaggio j che ìndifpenf abilmente tutti faccia-
mo 'verfo la Cafa ( a ) della noflra Eternità , qual follia fi è
mai quefla , prender per guida della fua condotta , chi ban-
dito dalla Chiefa, e dal Adondo ^ per ^ie non calcate da fuoi
A4aggiori 'va , qual immondo , e dt te fato Spirito- errando
ramingo, e profugo , per loca (h) arida, quxrens £• Match, xi.
requiem, & non inveniens? O infeliciffimum Po-
puium 1 efclamo piangendo di Voi S. "Bernardo . Ad VO-
cem (e) iinius Hxretici llliieriint omnes Prophe- j^ s- Rem- q/i-
tkx, &: Apoftolicas voces , &c proh dolor/ audi- °'''^'''
tur tamen a pluribus , &:Popn]uiTi, quifibicredat,
habec . Ergo , conchiude attonito, e, come [patentato il
Santo Abate, fefellerunt divina oracula ? falluntur
omnium ociili, S>C animi, qui, quod legunt pr^-
diólum , intuentur impletum ? Forfè Lutero meglio
credè, e feri jf e di Sant' ^gofino , Cal'vìno di S.Girolamo,
e la Scuola di Jllagdeburgh , e di Ginevra con più illumi-
nata dottrina di diecino've Concila Generali , di ducento
quarantotto Sommi Pontefici del Chrifianefmo , e di tutto
l^ ampio Catalogo de"" Dottori Cattolici ì Non atteftarono que-
Jìi , cioè dall'Africa San Cipriano , Ad Romanam ( d) "^ |:§'^''' ^'^'
Ecclefiam perfidia Hasreticorum non potefl habe- '
re acceflìim ? dagli ultimi confini dell' Europa San Gre-
gorio Naùanz,eno , Vetus ( e ) Roma habet reftam e s.Greg.Na7.
fidem , &C femper eam retinet ? dal mezxo della me- J5|j:^r;n.dcvita
defima Europa Sant^ Ambrogio , Is ( f ) cum Epifcopis /s. Ambr. di;
Catholicis convenir , qui cum Romana Eccleiia
convenir ? e dall' Afta San Girolamo , Romana ( g J ^ s.Hier. iib.;.
Sedes Apoftolica voce laudata pnxftigias H.Treci- tue
corum non recipit, Pauli auftoritate munita non
potefl" mutar i ? E quando concfcer pur fi 'voglia , che fi-
no i ciechi hanno talor^-eduta sì chiara 'verità, qp andò egli-
no fcrijfero alla lucerna delt E<vangelico lume , /' ifleffo 'vo- ^^ . , . ^ ,
firn Lutero nonprotcflo egli, Filius (h) fupplex, &obe- pioceuàt. ad
diens Sandx Eccleilx Catholica: , Deo Optimo ^«fì.'S"r«o>vI
Tomo ir. Bbb Maxi- ^.Tono^.ijó,
754
Maximo adjuvante , mori volo *, e in altro luogo , Non
bnSm^^df (a) video, quomodo fintexcufati àSchifmatis rea-
htù^u^^edhl tu , qui voluntati Dei contravenientes fele à Ro-
T,;jho 4. Tomo mani Pontificis audoritate fubtrahunt ? L'tfleffo 'vg-
VcaiV. inftit.^ro Cal'vmo non confefso egli, (h) Doólrin^ feinel tra-
rei^HmfirK ditae Ecclefia Romana femperfuitaliis omnibus te-
r^Apud'^^F'io nacior ? Il 'voftro medefttno (e) MeUnEione richiejìo in
K\ c^^T"i ^^^^^^0 ^^^^^ f^^ Madre j Quas melior effet Religio ?
redi ti ttofiro ^. non rifpofe edi gemendo con ultimo , e di fp erato fiato , No-
Tw.Ìp^iA! vam plaiifibiliorem , antiquam fecuriorem ? ^h
^'^^^' che d* 'v uopo fi è foggiugner con Sani* Agofiino , Roman 32
ds.AuguR.m(d) Ecciefiis nolle primatum dare, vel fummx
^J^;^^f,";;^;."'' impietatis eft, vel praecipitis arrogantiae, ond'egU,
meriti 0 la eterna pena com* Empio , 0 la eterna deteflazjo"
ne come c^rrogante .
IN-
I N
V-< ^^
D I
DELLE
MATERIE PRINCIPALI,
Che fi contengono nel Quarto Tomo.
// Numero Ji^nifica le pagine del Libro •
ABate Panormitano , fue qualità j e rinun-
zia allo fcifma j p. lyo.
Abate di S. Cyrano j Tue qualità j & errori , p.
6i7.creg.
Abulenfc , vedi Alfonfo Toftato .
Adamiti riforti in Bohemi a , p. 87.
Adamiti nuovi, eloroherefie , p. 65.
Adiaforiili , e loro fetta j p. 461.
Àgoftino di Roma , fuoi errori, e condanna
delfuo libro , p. n^.
Agricola, vedi Gio: Agricola.
Aleflandro Quinto , e corfo del Tuo Ponti-
ficato, pag. 1(5. e Tuo Breve contro gli he-
retici Bohemi, ivi.
Aleffandro Serto , e Tue zelanti operazioni
concernenti alla Fede, p. 2 ly, calunnie à lui
opporte, e loro riprova, p. 227.
Aleffandro Settimo , e Tuo ricevimento in
Roma della Regina Chrilìina di Svezia ,
pagina <5j8. e fua Bolla in denunzia de-
gli heretici > pag 642. fa abbracciar l' ef-
figie del Borri , ivi : altra Tua Bolla fopra
la Concezione Immaculata di Maria Ver-
f;ine , pagina 6J5. fuc operazioni contro
i Janfenifti, pagina 6^7, fua Bolla con-
tro erti , pagina 66'i. e fuo formulario ad
effi importo j pag. 674. fuo decreto fopra
l'attrizione, pagina 66%. e fua morte, p.
67f.
Alefl*andro Natale , fuoi libri , e prohibizìone
di alcuni di ci^Ci , p. 688.
Aleflindro Ottavo , fuo Pontificato , e lo-
di, p. 722 fuo AportoHco zelo contro i
Pelagiani in qualità di Vefcovo di Brefcia ,
pag. 725. fue degni flime operazioni con-
tro i Molinirti, &■ aitri heretici in qualità
di Pontefice, pagina 72^. condanna della
propofizione del peccato filofofico, pag.
730. edi altrepropofizioni, ivi: pag. 751.
fua Bolla in cartazione degli atti fatti
dal Clero di Francia nell'anno 1682. pag,
73 j. Breve fcritto da lui al Rè di Fran-
cia, poche bore avanti la fua morte, p,
737.
Alfonfo Tortato ,fue qualità , e rinunzia allo
fcifma, p. ifo. e feg. errori à lui imputati,
e fua difefa , p. 1 51. e feg.
Alienazione de' beni Ecclefiartici per difefa
della fede contro li heretici, non efegiiita
da Clemente Settimo , e perciò ripigliato
da' Scrittori , p. 36^. efeguita da Gregorio
XIII. p. 5:41.
Amedeo Milanefe, e fue herefie, pag. ij:i.
ei63.
Amedeo di Sav oja creato Antipapa , p. 1 yo.e
fuo ravvedimento, ivi, e feg.
Anabattilti, loro herefie , e furori , p.340. lo-
ro disfatte, cperdte, p. 35:8.
Andrea Carloftadio, e difefa che eì prende
di Lutero, p. 26^. 315. fue herefie, e mor-
te, p.33i»
Andrea Dudithio Vefcovo di cinque Chie-
fe , e fua prevaricazione in herefia , pag.
Andtea Ofiandro , e (ut herefie , p. 338. e
fetta, p. 395.
Anima rationale, e Bolla di Leone Decimo
fu querto punto , p 240.
Anna d'Hyle prima moglie del Rè Giaco-
mo Secondo d'Inghilterra , fua fcrittu-
ra, e convcrfione alla fede Cattolica, p.
Bbb 2 An-
Annate, e loro origine, p. 685".
Anonimo, e Tuo Libro, Jurinm , &rlibcrta-
tumGalliie, p, 610. altro libro dell' equa-
Ijtà tra San Pietro 3 e San Paolo , prg.
Antonio Arnaud Janfenilh ,p. 6iS.6^x. fuoi
libri ,p. 6$6. file ree qualità 3 p. 665. fua ar-
roganza , pag. 677- Tuo libro fopra la fre-
quente Cominimione» p. 70^ e contro il
peccato filofoiìco , p. 7z8. '
Antonio Vifignani 3 fue here/ìe , e morte , p.
172-
Appellazione al futuro Concilio prohibita
da Pio Secondo, p. 18^. da Sifto Quar-
to , p. t02.
Arcivefcovo dlCambray, prohibìzlone , e
condanna di un Tuo libro, pag. 74^. nobile
fommiflìone di lui alla S. Sede di Roma , p,
749-
Armeni , e loro venuta al Concilio di Fio-
renza, pag. 155. Decreto Eugeniano fatto
perefli, p. 154.
Arnaldifti , e loro temerità in Roma , pag.
1(5?.
Arnaldo Janfenilìai vedi Antonio Arnaud.
Articoli di Bafilca , vedi Compaia di Ba»
filea.
Attrizione , e Tuo valore nella Confeflìonefa-
cramentalcjp. 470. 662.7^1.
Augufto Duca di Saffonia j e fua converfìone
alla Fede Cattolica , p. 75'i.
Autore, e moderazione d' un fuo detto circa
la dottrina del Beato Egidio Colonna, pag.
240. e fua intenzione di profeguire nel quin-
to Tomo il racconto delle gloriofe opera-
zioni di Nofìro Signore Clemente Unde-
cimo .
Deauxiliis, efualungadifputa fotto il Pon-
tificato di Clemente Ottavo , pag. $76. Tuo
profeguimento , e termine fotto Paolo V.
p. JS5. e feg.
Azimo , e concordia feguìta co' Greci nel
Concilio di Fiorenza fu quello punto ,
p. 127.
Indice delle Materie frincìf alt.
e feg. trafportazione del Concilio da quel-
la Città à Ferrara , pag. izo, fcifma de' Pa-
dri Bafìlecnfì, p. lyo.
Beatitudine de' Santi afferita da' Cattolici
contro li Greci nel Concilio di Ferrara j
p. lij.
S. Bernardino di Siena , e fuo dono di lingue ,
p. 131. inventore della tabella col nome di
Giesù, p. iy<?.e feg.
Bernardino Okino , fue qualità 3 & hercfìe 3
P-448.
Bettonio, vedi David Bettonio.
Bohemia, e flato miferabile di quelle Chic-
fepercaufa d'herefia, pag. iS. 81. 85. ri-
Ihurazione di effe , pag- 1 1 8. nuovi tumul-
ti, p. io8. fi? 2,
Bohemi heretici , e loro comparfa nel Conci-
lio di Bafilea,p. 109. e loro concordia co'
Cattolici, p. 114. e feg.
Bolla in Cocna Domini , e fua origine , p. 70.
Borri , vedi GiufeppeFrancelco Borri.
Brenzio, vedi Gio:Brenzio .
Bucero , vedi Martin Bucero .
Buchanan!, vedi Giorgio Buchanan! ,
B
BArbetti difcacciati dalla Savoja dal Duca
Vittorio Amedeo, p.<?^i.
Bartolomeo Caranza , fua carcerazione, e
proceffo per caufa di fede , p. 479. 481.
541- ; .
Bafilea, e Concilio quivi tenuto , pag. 56.
CAlilìini Heretici , e loro ertoti, p. 84^
Callido Terzo, e fuacoftanza per T im-
munità Eccle/ìailica , p. 171. fua morte , e
lettera controalcuni heretici 5 p. 177.
Calvinifmo, e fua propagazione in Ameri-
ca, p. 477. & in Francia , p. 478. y 00, 5:07.
condannato anco da' Scifmatici , e Turchi ,
p. 61 1.
Calvino, vedi Gio: Calvino .
Cappuccini, laudi, & elogio di quella Reli-
gione,?. 449-.
Capranica , vedi Card. Capranica .
Caranza, vedi Bartolomeo Caranza .
Carnerio , vedi Daniele Carnerio .
Cardinale di Arles, vedi Ludovico Alemarì-
no Arcivefcovo di Arles .
Cardinale Domenico Capranica , e fua cufto-*
dia circa la caftità, p. 171.
Card. Gaetano , vedi Tommafo de Vio .
Card. Roffenfe , vedi Gio: Fifchero .
Card. deColigny, vedi Odetto deColigny,
Card. Bafilio Beffarione,fuo favio ripiego per
la concordia tra i Romani , & i Greci, e fuo
valore nel Concilio di Fiorenza, ivi: per
tutta la pagina 151.
Cardin. Morone , e fofpetii della fua per-
fo-
' fona in materia difede, pag.48i. yoo.
Carlo IV. Re di Bohemia , e fuoi fanti docu-
menti al Tuo figliuolo , p.6.
Cado V. Imperadorc , e Tuo bando Imperia-
le contro Luteroj p. joi. fuo editto ciiiama-
to Interim ,p.59j.
Carlo Molineo ,e Tue empie qualità jp.'^i^.
Carlo Principe delie Spagne, e Tua prigionia,
e morte , p.rip.
Carlo I. Re dlngliilrerra , e fua decapitazio-
ne, p.634.
Carlo IL Re d'Ingliilterra, fua inclinazione al-
la Religione Cattolica, converfioiie, e mor-
te, p.épi.efeg.
Cavaliei Bernino , vedi Gio. Lorenzo Cava-
lierBernino .
Coena Domini , vedi Bolla in Coena Donaini .
Centurie Magdeburgenfì , e notizia di quello
libro ,p. yii.
Cefarei , e loro ietta , p.4^2.
Chrifìierno Re di Danimarca , e fuo horrendo
attentato ,p..? 65.
Chriftina Regina di Svezia , e fua converflone
alla Fede Cattolica pag.(< j 6. fuo viaggio à
Roma, pag.^5S.emorte,pag.64i.
Chriflofaro Sandio , efueherefie, p,68z.
Clemente Settimo, e Tuo Pontificato, pag.
347. fue operazioni contro i Ziivingliani,
p.^n» ùccodiRoma^ e fua prigionia in
Cartello, p..?6f. monti da lui eretti, pag.
5 80. fua condotta nell'affare dell' Inghilter-
ra con Henrico Ottavo.
Clemente Ottavo, e Tua condotta negli affari
Indice delle Materie principali.
di Praga contro li medefimi, p. i^. di Roma
contro THus , pag.55. di Coftanza generale
contro li fuddetti , p. j S. di Salzburg contro
gli heretici Bohemi, pag.8^. di Pifa,p.ipj. di
Siena , p. 96. di Bafilea Jvi , e fcg. di Ferra-
ra, p.izi. di Fiorenza generale, pag. izy. di
Soifons contro i concubinani , p. 127. Late-
ranenfe quinto generale,?. 25 6.di Trento, p.
452,. di Lima nel Perù , p. 5-47.
Concubinarii , e coltituzioni contro eflì , p.4.
112. 172. 242.
ConfeflloneAugurtana, e fuo contenuto, d.
5S8. ^
Congregazione del Concilio , e fua erezione,
PS 17- de Propaganda Fide , p.6o6.
ContrÌ7Ìone, epretenfionedellafuaneceflìtà
nllaconfefTìone ; p.170.
Converfìone alla Fede di molti infigni Pcrfo-
"aggi,po-r2. 6^6. di Augullo Duca di Saf-
fonia ,p 75-1.
Cornelio Janfcnio , fue qualità , libri , e mor-
te, p, 617.
Cruciari di Martino V. contro gli heretici Bo-
hemi ,p.8i. 86. 8^.
D
DAniele Carnerio , e fuoi errori , p.f 75.
Danicnarca, e fua perver/ìone nell'here-
David Bcttonio , fua promozione al Cardina-
lato, prigioniaje morte datagli dagli hereti-
ci ,p.4-4-efeg.
della conveifone del Re Henricodi Fran- _ . . _ ^
da>p.^g.y62. e feg. fue degne operazioni in ' David Giorgio, t fue herefìe,p.4?o. emorte
propagazioncedifefadclla Fede,p.5-<?5).fua f ivi.
Bolla à favore de* Religiofi circa Tammini- Decreti Eugeniani nel Concilio di Fiorenza
Bolla a favore de' Keligio.
frazione de'Sacrameiiti, p-57j. fua condot
ta nell'affare della difputa deauxiliis, p.j7é.
Clemente Nono, e fuo Pontificato , p.676. (ne
operazioni contro !i JanfeniUijivi^e feg. fuo
Breve à quattro Vefcovi Francefi penitenti,
P'^79' ^ncerazione' della fua condotta in
quello affare, ivi .
Clemente X. e corfo del fiio Pontificato ,6S\.
Communione fotto ambedue le fpecie infì
nuaca, e promoffa nella Bohemia , p. u. e
feg.decreto del Concilio di Colbnza fopra
quella materia, p3g.4 1 . concordia propofta
dal Concilio di Bafilea, p.i 10.
Comparata di Bafilea , e loro contenuto , p.
1 o^ì. 1 1 4. e feg.
Concezione Immaculata dì Maria Vergine 3
origine , e progreffo di quella difputa , p.
^ 644. e feg.
Concilio di Oxford contro i Vviccleffiflijp.y.
Tatno ir.
iji.efej^.
Dieia di Spira , p.543^. 3 S7. di Ratisbona, 502.
Diilti heretici . p.S 8.
Domenico Galefi , fue degne qualità , crudi-
zioncj elibrijp.óSj.
E
EColampadio , vedi Gio. Ecolampadio .
Edmondo Richerio, fue qualità , libri , &
errori, p.j 80. e fua ritrattazione, p,6o9.
Eduardo Terzo Re dTnghilterra , eprogreffa
dell'herefie in quel Regno , p.44j. fuamor-
te,p.47i.
B. Egidio Colonna,e moderazione di un detto
dell'Autore circa la di lui dottrina , p.240.
Elifabetta Regina dlnghiltera, fue qualità, e
fede , P.47-J. fua perfecuzione contro li Cat-
B b b ; to-
telici, p.47<^._ fi I. fiiarcommunicaj p. J24-
manda hert-tici travelliti in Roma , p.547. e
Tua morte, p ^($5».
Ellies diiPin , Tuoi libri j eprohibizione dìef^
fi , P.6S7.
Equalità tra S. Pietro , e S.PaoIo , e condanna
di un libro con quello titolo , p. 6$ 2.
Ernfmo, Tue qualità, libri , errori , e morte , p.
2-' 5.
Ethiopi, e loro comparfa nel Concilio di Fio-
renza , p.i4i.
Eugenio IVt e Tua affunzìone al Pontificato, p.
Indice delle Materie principali,
qLiciio fogge cto lòtto i! Pontificato di Siilo
IV.
p.202>
G
/'^Aetano , vedi Cardinale Tommafb de
Vio Gaetano.
Galileo Galilei, Tua propofizione , libro , e
condanna, p.éif.
GafparoScuvenkfeldio, e Tue herefie, P'j;5 7.
Gebhardo Truchxes Arcivefcovo di Colo-
_ ^ nìa, e Tua pcrverfione nell'herefia , p.j-ì 5.
^'i. Tue qualità, & elogio, p.<?7. fuoimaneg- . Giacomo Cardinale di Portogallo, efuoatto
gicon } Padri eli Bafitea, e fa via condotta I heroico di caftità ,p.i7i.
nell'aff redel Concilio,ivi,ereg.fino alla p. ; Giacomo PaleoIogo,fue herefie, e morte f yz.
1 20 ^uo viaggio à Ferrara per la celebrazio- ; Giacomo Secondo Re d'Inghilterra, e fua afll.
ne del Concilio , pag. 121. fuoi decreti nel ftenza alla morte di Carlo II. fuo fratello,?.
Concilio di Fiorenza >p. 131. efeg. ^^^f. fua fucceflìone al Regno, p.6s>7. quivi
publica la Religione CattoIicajp,7oo.fua fcr-
ga dal Regno , e ricovro in Francia , p. 701,
Gianfenio , vedi Cornelio Janfènio
Gio. Hus, fue qualità, e principii d'herefìe, p,
IO» lue maligne prediche,eprattiche, p. 1 u
16. 18. fua maledicenza contro il P.npa per la
FAfcinarii , e loro herefia , p.i 8^»
Faufto Soccìni , e fuc herefie , p.4é7.
Federico Duca di Saffbnia à favore di Lutero,
e corfo di quello fuo impegno, p. 2 f j>. e feg.
Breve di Hadriano VI. à lui , p.545'
Ferrara, e trafportazione in quella Città del
Concilio di Bafilea , p, 1 20. e feg.
Felle , e terribile fucceflb contro ì trafgrelfori
di effe , p.6i6. alternate con nuovo Calen-
dario da alcuni Vefcovi di Francia , p.67^.
Filippo Melandone, e difefa, che ei prende di
Lutero, pag.2^6,. 3 ij. flie herefie, & indica-
zione della fua morte, p.334. e morte, pag.
511.
Filippo Morneo, fue qualità, herefie, e dilputa
co' Cattolici ,p.y7o.
Fiorenza , eConcilio quivi tenuto, p.i25r.
Foffarii , e loro herefie , p.2iéf. e feg.
Francefco di Salignac , vedi Arcivefcovo dì
C ambra y .
S. Francefco di Paola , e Breve fcritto à luì da
Sirto IV. pag.20T. dal medcfimo al Rè di
Trancia in fimile fpggetto , ivi .
Francefco Stancaro, e fue herefie, p. 3^ j.
Francefco Primo Re di Francia, fue lodi, e be-
ncmeriti verfo la KeligioncCattolica,p.442.
Francia, e perverfione di molte Provincie di
quel Regno nel Calvinifmo, p.478. fua ac-
cettazione del Concilio di Trento , p.f5>i.
Francici, e loro fetta , p.462.
Fraticelli, e decreti contro loro di Martino V.
p.72 edi Niccolò V. p.i6?Joro attentati,
e caftighi fbtto Paolo II. ly».
Futuri contingenù , e difputa infuria fopra
Cruciata da effo intimata
pa^
S.22.
fua finta
confelfionc di fede,p.23. e fue herefie, p.2 f.
e feg. 43.C feg. fua condanna nel Sinodo Ro-
mano, p.33. e morte nel fuoco , p. 4p.
Giovanni XXIII. t(\xt contradizioni dagli he-
retici per la Cruciata da effo intimata con-
tro il Re di Napoli, p.2 2. condanna rHus,p.
33. fua comparfa ne} Concilio di Coilanza,
e avvenimenti in effo , p. 3 8. e leg. fua depo-
fizione dal Pontificato, p.6z.
Gio, Oldcailel, fue qualità, & herefie, pag.3 f,
e fua morte nel fuoco , p.37.
Gio, Petit, fuo libro, propofizioni hereticali ,
e condanna , p.55. e {^%,
Gio.Gerfone, notizia , e qualità di effo , p.tfo,
Gio. Ziskacondotfriere de'Thaboriti, fuc qua-
lità, e ferocia, p.Sjr. 510, e fua morte, p <?i^
Gio. Paleologolmperadore d' Oriente, e fua
comparfa nel Concilio di Ferrara, p. 121. fue
pretenfionì circa il luogo nel Concilio 123»
ScGio. di Capirtrano, e fua prontezza in difefa
della tabella del nome di Giesìi,p.i j6. e feg.
fuoi fatti , e detti contro diverfi heretici , p.
167. e fila morte, p.171.
Gio. Ruchardo foriere di Luthero , e fue here^
fie,p, aop. e morte ,p.2io.
Gio. Pico dell.1 Mirandola, fue qualit3,propo-
fizioni , cenfura , & apologetica ritrattazio-
ne di effe , p.2 2 2. e feg,
Gio. Echio , e fua invitta contradizlone à Lu-
tero, p.253.
Gio. Lorenzo CavalierBernino, e modettp
cir-
Indice delle Materie principali,
c\t<i il valore della Chiefa di J>an Pietro di Greci , e loro errori propofti
Roma , p. z6i.
Gio: Fifchero , detto il Rotfenfe , e fuo zelo
per la Religione Cattolica, p. 2i?T. Tua pri-
gionia, e morte , p. 410.
Gio: Agricola , e Tue herefie , p. 538.
Gio.'Brenzio, e Tue herefie , p. 358.
Gio: Ecolampadio j Tue qualità, herefie, e
morte , p. 3f 8.
Gio: Knoxo heretico Scozefe , p. 41? .
Gio: Calvino, Tue qualità , libri, & herefìe, p.
416. e feg comparazione tràini , e Lutero,
p. 417. propagazione della Tua herefìa , p.
442
e feg.
e morte ^ p. J09
Gio: Cardinale Morene , vedi Cardinale Mo-
rone.
Gio: Tommafo S. Felice , e fofpetti della Tua
perfona in materia di Fede, p. 481. yo-^.
Gio: Antonio Moraldi, e fua copiofa Libraria
di Manufcritti , p. 4^S.
Gio: Lasko heretico Sacramentario , e Tua
morte , p. jri.
edifcufli nel
Concilio di Ferrara , p i24'
Grecia fotto il giogo de' Turchi per le Tue he-
refìe , p. Ié4.
Gregorio XlLe corfo del fuo Pontificato.p.f .
Gregorio XIIL e fua Bella contro Michel Ba-
jo , p. T3i>- ^^»oi foccorfì in Francia contro
gliHugonotti,p J4i. e fuediverfe memo-
rabili operazioni in propagazione della Fe-
de Cattolica , p. 548. e feg.
Gregorio XIV. e fuo Pontificato, p. y^S.fua
condotta contro gli Hugonotti di Francia ,
Gregorio XV. e fuo Pontificalo, p. (?oz profe-
guimento della narrazione della vittoria di
Praga lotto il fuo Pontificato, ivi : e Tue de-
gne operazioni in efaltazione della Fede, p.
606.
Gregorio Scholari Greco, e fue degne quali-
tà, p. 131.
Guglielmo Farello primo Miniftro di Calvino
in Ginevra , p. 443.
Gio. Foxo , e fuo Kalendario hereticale , f 12. ' Guglielmo Poikllo , lue qualità , herefie ,
Gio: Feltone Cavaliere Inglefe, e fuo atto gè-
nerofo in dichiarazione della Fede Cattoli-
ca , p. ^2 6.
GioiPifcatore, cfue herefie, p. S73'
Gio; Vergerò Canonico di Ba;ona,vedi Aba-
te di S. Cyrano.
Gio; Ldunoyo, fue qualità, & errori ,p 683.
Giesiì , e origine dellatabella diqueftoSan-
tiflìinonome, p.1^6.
Ginevra, e Tua perverfione nelCalvinifmo,
P- 443.
Giofeppc Patriarcha di Cortantinopoli , e fua
morte, p. f 46.
Guglielmo Sutore, efue herefie, p. 88.
Guglielmo 1 Bianco , e Tuoi errori contro il
Celibato Sacerdotale, p. 88.
H
H Abito talare , e coftituzioni di Siflo IV.
fopra r ufo di eflb , p zo6.
HadrianoVL e fue degne qualità, p. 323. fuo
Breve al Duca diSaflbnia, p. 343.
venuta al Concilio di Ferrara, p. 121. e feg. Henrico Ottavo Rè d'Inghilterra, e fua bene
e fua repentina morte , p. r3o
Giofeppe Maria Perrimezzi Vefcovo di Ra-
vello , e Scala , e degna commemorazione,
che di lui far Autore, p fo8.
Giofeppe Francefco Borri , fue qualità , here-
fie, e corfo di efiejp- 641 ^ e feg. fua carcera-
zione,converfione, e morte, p. 681.
Giorgio Podiebrazio Rèdi Bohemia, e fue
ree qualità, p,i72. 174. 183. 196. e feg.
Giorgio Buchanani heretico Scozefe , p. 42 j.
e (uè qualità , ivi , e feg.
Giubileo celebrato da' Luterani , p. f 89.
Girolamo di Praga, fue qualità, & herefie, p,
1 1. ^s.eCeg. e morte nel fuoco, p. f 7.
Giulio Secondo,fua auflera condotta n.-I Pon-
tificato, p. 231. e fua terribile cofiituzione
contro i Simoniaci , p. 234. e fue vigorofe
operazioni in difefa della fede , ivi.
Giulio Terzo , e corfo del fuo Pontificato , p.
464.6 del Cócilio diTrento folto di lui,46^.
inerenza verfo la Fede Cattolica ,p. 316. e
feg. fua lettera al Duca di Safi!bnia contro
Lutero ,p.34y. fue pie qualità , p. 3517. fuo
innamoramento con la Bolena, pervtrfione
di animo,e fcifma con la Chiefa, ivi,e feg. e
p. 4o8.efeg. ep.414.fuoi horrjbili attentati,
p.423. efeg. fuoi cruciati , e morte, 424.
Henrico Rè di Navarra, e fcommunica contro
lui fulminata da Sirto V. p.jy3. fue qualità,
p.sjS, fua converfione alla fede, ivi: fua re-
incidenza nell herefia,p. s^9 nuova fcom-
munica fulminatag.i da Gregorio XIV. ivi :
fua nuova converfione alla Fede Cattolica ,
afloluzione, nef^oziati, e difficoltà incon-
trate in queftofuccefib , p. ^63. efeg.
Heretici vaganti di di ^erfi errori , p.^9. i6i.
177. 186. 208. 213. il 6. e feg. e p. 222. 467.
507.5,14 T43-54«^. 587. efeg j>o. 612. efeg.
Heretici, e loro habilitazione à penitenza pri-
vata;p.46^. abbrucciaci vivi in Spagna, pag.
47^.
479- contrarietà fri cfli, p 515. convcrlìo-
ne di alcuni di eflì alla Fede Cattolica, p.
f^i.f yi. rigettati da'Scifmr.tici, p. ^45-
Hermanno Arùvefcovo di Colonia, e Tua mi-
ferabile caf'uta nel]' herefia , p. 45 8.
Hermanno Riffuvich 3 Tue herefìe , e morte", p.
Hoirazia, e fuaperverfìone nella Setta Lute-
rana, p. 362.
Hofpizio in Roma per gli heretici convertiti
alla fede, e Tua fondazione, p. 705.
Hugonotti , e origine di quefto nome , p. j o i.
loro furore, p. 507. e feg. e p.545.dircaccia-
ti dalla Francia dal Rè Luigi XIV. p. 6^9.
Hungaria, & entrata dell' herefìa in quel Re-
gno, p. i9e.
Hiis, ved Giovanni Hiis.
Huflìti , e loro comp «rfa al Concilio di Bafi-
leajp.107. loro difputa co'CattoIici ,p, i66.
JAcobello diMifnia, Tue qualità, & here-
fie, p. ri.
Jacobifi , e loro comparfa al Concilio ai Fio-
renza, p. 142-
Janfcniltije corfo de' loro affari lotto il Ponti-
ficato di Urbano Ottavo ,p.<?i7. efeg. prò-
feguimento di eflì fotto quello d'Innocen-
zo X. pag.^ii.efotto quello di Aleflandro
VII. p.é63 riprova delle loro afferzioni , p.
66b. loro condotta fotto il Pontificato di
Clemente TX. p 67^. e fotto quello d' Inno-
cenzo XI. p.yoz. e d'Innocenzo XII.p.742-
Illuminati , fetta di heretici , e loro hereiìa , e
condanna, p. 613. e feg.
Illirico , vedi Mitthia Fiacco Illirico . _
Indice , e i ' ituzione ella Congregazione di
quello nome ; p.55^.
Indifiertnti, eloio fetta, p, 46a._
Ineiv:tcrr:i,e fuo ftr'to avanti lo fcifma, p.3^''.
fuaperverfìon' if CiTo, p.402.4 o. sza. per-
fecuzicne de' Cattolici in quel Regno, pag.
547-5^8- , ,. . .
Inno-enzo VII. efuecoftituzioi:. contro gli
hrrriici, econcuLiiaru, p. 3. efeg.
Ir.Docnzo Vili, e lue c'iverfe roftituzioni
control Maghi egli iicieti-i r '- ii.efeg.ca-
luriiiie à lui oppoJlc, e loro rii-rova , p. 214-
Innocenzo IX. ^ fuo Porr'fi'ato , p. j6z.
Innocenzo X.^ lueoper ,'Z'o:-! contro li lanfe-
nifti,p. 622. e iegfua Bolla ^ontrolapace
di MunfiT , p, 633. iiioi foccorfi all' Inghil-
tcn. , p. 635.
Innocenzo Xi. e fuoi decreti contro diver/ì li-
Indice delle Adaterie principali.
bri, p 687. efeg.p. 710. fuo Breve al Rè di
Francia in congratulazione perla efpulfio-
ne degli Hugonotti
, p. éjjo. e m raccoman-
dazione del Rè Giacomo Secondo d'Inghil-
terra , p. 701. fuo decreto fopra la frequente
Communione, p. 703. e Tua condanna di 6^.
propofìzioni, p./oé.c contro la rivelazione
della Confeflione,a(foluzione,e fodisfazio-
ne di effa, p.71 i.e fua zelante condotta nell*
affare , & herefìa del Molinos , ivi , e teg.
Innocenzo XII. e fua Apoftolica condotta ne-
gli affari della Regalia di Francia, p. 7 3^- e
feg. due fuoi Brevi contro li lanfenifti , pag.
742.efeg. fua prohbizione del libro dell'
Arcivefcovo di Cambray , p. 746. fi]e gran-
di ,& egregie operazioni in propagazione
della Fede Cattolica, p.7fo. fuo Breve al
Duca di Safibnia convertito alla fede,p.7) i
Inquifìzione , vedi S. Oiììzio .
Intelligenti heretici , e loro herefia .
Interim di Cario V. e fuo contenuto, p. 393.
459-
Interimnifliei, e loro fetta, p. 462.
Ifaach Pereyro Autore de' Preatiamiti , e fua
herefìa, p. 642. e ritrattazione, p. 644.
K
KAlendario Romano, e fua riforma, p. yf r.
Kalendario hereticale dtl Foxo , e noti-
zia di effo 5 p. J2 2,
Knoxo hcretico Scozefe , vedi Gio: Knoxo.
L
Adislao Rè di Boemia , e fue degne quali-
tà, p. 168.
Launoyo , vedi Gio: Launoyo .
Lega Smakhaldica , e fua origine , p. 3 y r.
Lcho Soccini , e fuc herefìe , p. 467. e morte ,
p. 511.
Leone X. e corfo del fuo Pontificato , p. 2^6.
fuoi decreti Latei a nenfì, p 239. efeg. fua
Bolla contro chi malfcntiva dell' anima ra-
zionale p. 240. fuo zelo, &: operazioni con-
tro gli Huflìti di Boemia, p. 242. fue (tcgnc
qualità , e condotta contro la herefìa di Lu
tero, ivi , per tutto il Pontificato : fìia dìtcf
contro la malignità d' alcune accufe, p-260.
fue Bolle contio Lutero , p. 28^. 298. fuc
operazioni , e zelo contro Zuvinglio , pag.
321. emorte, p.322.
Leone XI. e fuo Pontificato , p. J83.
Li-
libertà dello fpirito , hert-lìa rifufcitata ap
predo Bafìlea , p.i?-
Libertà di cofcienza conceduta à Tcdcfchi ,
p.4<?4. efeg.
Libertini, e loro nereiia, p. 55 9.
Libri , e pronibi?ione Pontificia di tutti gli
herericali j p.463. In-dke di eflì fotto Pao-
lo IV. p.482.
Libro Anonimo contro il Pontificato Roma-
no, p.f r^-
Livonia , e Tua perverfionenell'herefìa, p.
Lochi di Monte , vedi Monti
San Lorenzo Giulliniano , e
Inciice delle Materie principali.
p.472.
fiia morte , p.
171.
Lorenzo Valla Canonico di S Gio. Latera-
no, fiie qualità , & errori , p.i)4. efeg. ^
Ludov co Alemanno Card. Arcivefcovo di
Arles , e Tue qualità, p.p<?
quei Regno alla Fede Cattolica ,
Tua morte, p.47 5'.
Maria Stunrd Regina di Scozia, e foccoifi
mandati à Igfì da Pio V. pag.523. fua deca-
pitazione , e morte, P054.
Maroniti, e lettera dogmatica di Paolo Se-
condo adcffij p.'pp.
Martino Qiiinto, fua affunzìone a! Pontifi-
cato, & elogio, p.64. fui lettera circola-
re contro gli Huffiti , pag. 71. Tuoi decreti
contro i Fraticelli , p.7z. e contro i Simo-
niaci , p.7^_ altra fua lettera in follenimen-
to della dignità Pontificia, p.79. altra con-
tro gli Hufllti , pag. 82. Tua Cruciata con-
tro gli Heretici Bohemi , pagina Si. §6.
8y. Tua morte , pagina 95. e riprovazio-
ne d'alcune calunnie à luioppolle, ivi ,
e feg.
Martin Lutero , vedi Lutero.
Ludovico Maimbourg , Tuoi libri , prohibi- j Martin Bucero compagno di Zuvinglio, pag,
zionedielfi, emorte, p.687, 55:8. fuequalità, &herefie, p.446.
Luigi Xin. Rè di Francia , e Tue degne ope- j Maflìmilianolmperadore , e ilie precauzio-
re in dilatazione della fede Cattolica nella! ni contro Lutero , pag.ajG. fua morte , p.
Bearnia , p $92. ^ z66.
Luigi XIV. Rè di Francia , e fuo dìfcaccia- Matteo Palmieri , e fuoi errori, p.iya.
mento degli Hugonotti dal Regno , pag. j Matthia Grabon , fue propofìzioni , e con-
689. riceve il Rè Giacomo d'Inghilterra, i danna , p.77.
p.701 follecita la prohibizione del libro Matthia Fiacco Illyrico, p.4é5. fuequalità ,
dell'Arcivefcovo diCambray, p.74s:. ! Scherefie, p.512.
Luterani molli , e loro fetta 3 rigidi j e Io- Melandone, vedi Filippo Melanfcone .
ro fetta .
Lutero , origine della fua here/ìa , e cor-
fo di efìfa fotto Leone X. p.244. e feg. e fot-
te Hadriano VI. p. jzf. e fotto Clemente
VII. p.5 47. efuamorte,p.4J4'
Xypfici , e loro fetta , p.462.
M
MAdonna della Vittoria, e Iftìtuzionc di
queftafelta, p.f^j. efeg.
Maimbourg , vedi Ludovico Màmbourg .
Marc'Antonio de Dominis , fue herefie, e cor-
fo di effe , p.j8f. fuo ravvedimento , pag.
606, fuo ricadimento , enuovaherc/ìa, p.
«08 . fua morte , & abbrucciamento del ca-
davere, p.609.
Marcello Secondo , e fua elezione al Ponti-
ficato , p. 474.
Manichei nella Bodìna, p.164.
Maria Regina d'Inghilterra, e riduzione di
Michele Rabardeo , e fuo libro , p.6 1 1.
Michel Serverò , fuequalità, herefìe ^ e mor-
te nel fuoco, p.466.
Michel Bajo, fue propofìzioni , e condanna
di effe, p n^- nuova Bolla fu '1 medefìmo
foggetto di condanna, p.sjc, fua ritratta-
zione, ivi: maligne interpretazioni de'Ba-
jirti contro la Bolla, p.Ho.
Michel Molinos , fue qualità , errori, e li-
bri, pag. 712. fuo eilrinfetoporr imento,
pagina7i3. carcerazione, p. 714. fue pro-
pofìzioni condannate , p.71 j. e morter^i.
Minilhi CalvinilH , e origine di quello no-
me , p.44i«
Miracolofo fucceffo di due foldati Cattoli-
ci 3 che combattevano contro gli hereti-
ci , p. jia. e feg. altro in favore de'Cat-
tolicì , che difputavano contro gli here-
tici , p. ì66. altri miracolofi avvenimenti
in comprovazione della- Fede Cattolica ,
pag.167.
Molineo , vedi Carlo Moline©.
Molinirti, e loro herefia , p.711.
Molinos , vedi Micliiel Molinos.
Monti , cioè luoghi di Monte , eretti in Ro-
ma da Clemente Settimo, pag.^jSo. da Pio
IV.
Indice delle Materie principali .
IV. pag.foS. daPio V. pag.yi/. da Sifto V. la materia de aiixiliis , p.fSj. e Teg. Tue de-
pag.yf7.
da Clemente Vili, p.jép. daPao
lo V. p.601.
Morneo , vedi Filippo Morneo .
Morene, vedi Gio. Cardinal Morene.
gne operazioni in ingrandimento , e vantag*
gio della Religione Cattolica , p. 5$) i • vitto-
ria di Praga , e narrazione di quello fuccef-
fo fotto il Pontificato di Paolo V. p. $95-
Munller , e fua pace riprovata da Innocen- Peccato filofofico , Tua aflerzione 3 e condan»
zoX. p.633. i na, p.728. ^
Muntzero capo degli Anabattifti , e {ùo furo- Pcdobatteiìmo impugnato da alcuni Vvlccle&
re, p.5J8.
N
Nicola Seryrario , fue propoiizionì , e
condanna, p.7S-
Niccolò V. e Tue de^ne operazioni control
Maghi, e contro gli herctici , p.i6i. efeg.
fila morte, p.i68. e nobili ricordi , cheef^
folafciò al facro Collegio de' Cardinali ,
ivi , e feg.
O
O Detto Cardinal de Coligny j e Tua caduta
nella herefìa di Calvino, p.joz.
OKino, vedi Bernardino OKino.
Optato Gallo, e Tuo libro, p.6ii.
Orebiti , heretici Bohemi , p.86.
Orfani, heretici Bohemi, p. ^3. e ptogrcfli
delle loro armi,p.u4.
Ofìandrici, e loro fetta, p.j^y.
Ofiandro , vedi Andrea Ofiandro .
P
PAnormitano , vedi Abbate Panormitano .
Paolo Secondo, e fua fentenza di depofì-
zione dai Regno contro il Re Podiebrazio ,
p. 196. fua lettera dogmatica a' Maroniti, p.
J99. fua morte vendicata d'alcune calun-
nie, ivi.
Paolo Terzo , e fuo Pontificato , p.408. fua
fcommunica contro HenricoVIII. p«4i4.
fue operazioni à benefizio della Scozia , p.
424. e feg. aprimento del Concilio di Tren
to , e feflìoni fatte fotto queilo Pontificato ,
p. 452. fuoi inutili rifentimenti contro T In-
terim di Carlo V. p.461.
paolo IV. e fuoi provedimenti per la Reli-
gione d' Inghilterra , p.474. fua aufterità , p.
47?. fue qualità , operazioni , e proceflì
contro parecchi Ecclefiaftici fofpetti di he
refia, p. 481. e fua Bolla contro gli Anri
trinit.irii, p.482.
Paolo QointOj e filenzio impofto da lui fopra
fifti ,p.87.
Pelagiani, origine, eprogreflb , ecorfo del-
la loro herefia, p.iz3-
Pene afflittive di corpo contro gli heretici , e
difputa fopra quefto foggetto fatta dagli
fteffì heretici , p.468.
Pereyro , vedi Ifaac Pereyro .
Pico della Mirandola , vedi Gio. Pico .
Pietro Drefda, fue qualità, & herefie , p. 1 1.
Pileo, e Stocco, e fua facra origine, p,ji8.
Pietro dOfma, e fuepropofizioni heretica»
licircalaConfeflìone> p.zio.
Pietro Vermilio detto il Martire , fue qualità ,
& herefie, p. 447-
Pietro Filippo Bernino AlTeffor del S.Offizio ,
e fuo detto circa il fanto zelo di Alcflandro
Ottavo, p.728.
Pietro Paolo Vergerlo, Nunzio Apoftolico, e
fua caduta ncll'herefia , p.459. fua maledi-
cenza contro l'Indice deMibri prohibiti , p«
4H5. e contro il Concilio di Trento ,p. ?i j.
Pio Secondo, e fue qualità avanti il Pontifica-
to, p. 179. e feg. fua ritrattazione di alcuni
fuoi fcritti, p. 1 8 1 . fue memorabili rifpofte à
diverfi Principi, p.ib'2. fcommunica il Re di
Bohemia , p. 185. fue operazioni contro di-
verfi herctici, p. 1 $6. fue fcommuniche con-
tro due Sigifmondi d'Auftria, eMalatefta j
ivi, efeg. fua Bolla contro gli appellatori
al futuro Concilio, p.i8^. fuamorte,p.i^?^
e fuo libello dogmatico contro la fetta de'
Turchi, p.ii> 5".
Pio Terzo, e fuo Pontificato, p.251.
Pio Quarto , e corfo del fuo Pontificato ,
p.yoo. fuoifoccorfi a'Cattolici contro gli
Hugonotti , p.f 08. monti da lui eretti , ivi ;
e continuazione del Concilio di Trento fot-
to quefto Pontificato , p.f 1 4.
Pio Quinto , qualità , e zelo invitto di quefto
Pontefice, p.jaj. fua fcommunica contro
Elifabetta Regina d'Inghilterra , p.y 24. fuoi
foccorfi nella Germania , &alla Francia
contro gli heretici, p.ii6. monti da lui eret-
ti,p.f27» e fue operazioni contro gli here-
tici in Olanda, e Fiandra, pag. ^27. & altro-
ve, p.sji. fuo zelo per l'olTervanza de' de-,
creti Tridentini , pag. 550. fuoi memorabili
detti , pagina j 2 4. jji. fua Bolla contro
le
le proporzioni di Michele Bajo, pagina
US'
Pifcatore , vedi Gio. Pifcatore .
Podicbrazio , vedi Giorgio Podiebrazio .
Polo , vedi Reginaldo Polo.
Polonia , edcntratain quel Regno dell' hc-
refìa , p.?9<5.
Pontefice Romano fuperiore ad ogni Conci-
lio , p.67. fLiaruperiorirvì aflerita da' Catto-
lici contro i Greci nel Concilio di Ferrara ,
p.iic^. fatto notabile fiicceflb inConciilo-
ro fopra quello foggetto , p.ioi.fua fupe-
rioritàfopra li Rè ,p.5a4. T^o.
Praga, università di lludii , e contradizionc in
elfa nelle dottrine, pag.^. vittoria di Praga
contro gli heretici, p.S93-
Pragmatica Santione, Tua origine, & aboli-
zione, p. 137-
Preadamiti , e lero herefìa , p. 641.
Procopio comandante de' Thaborlti , e Tue
qualità, p.i»3.
Propaganda fide , iftituzione , e lode di que-
llo Apollolico Collegio , p. 606.
Propofì^-ioni condannate da Aleflàndro Setti-
mo , p 6^9.
Proporzioni della Sorbona fotto Aleflàndro
Settimo, pag.iSj?- della medcfìma fotto il
Pontificato d'Innocenzo Undecimo, p.6o8.
Proporzioni condannate da Innocenzo Un-
decime j p 706. e da Aleflàndro Ottavo ,
p.73i-
Proteihntì , e loro origine, pjn-
Purgati© Sacrifìcii prohibita da Innocenzo
Ottavo, p. 212. e feg.
Purgatorio aflerito da' Cattolici contro i Gre-
ci nel Concilio di Ferrara , p^iiy.
Indice delle Materie principali.
fp.vorc di Siilo IV. p. 207. e di Clemente
Vili. P.S73-
Richerio , vedi Edmondo Richerio.
Roffenfe, vedi Gio. Fifchero.
Rqfa aurea, e origine di tal facro Rito, P.Ì67.
Q
QUietifti heretici , p.y^o. 71*.
(fintino Autor de' Libertini , e fua he-
refìa, p.239»
R
fu
R Egali a , e condotta de' Pontefici
quell'affare, p. 741.
Regimldo Polo , e fua perfecuzioneperla
Fede Cattolica , P.42J. e morte , P.47V. e
vani folpetti, che fi hebbefo di lui in ma-
teria di fede, p.48i.
g.eligiofi perfeguitati dagli Huflìti , p.8|. pro-
porzioni contro loro circa l' amminiftra-
s&eiìe dc'Sacramenti j p. i;:* Breve à loro
SAcco di Roma, efuo diftinto acconto ,
p.36').
Sacro Pileo, e Stocco , e fua oiigìne jp.fiR.
Sacramentarli, e loro contefe co' Luterani ,
p.348. in. jSt.
Sacramento dell' Eucharifiia , e miracolofo
avvenimento in comprovazione di eflb , p,
11-37.
San Cyrano, vedi Abbate di S. Cyrano .
Sandio , vedi Criiìoforo Sandio .
San Felice, vedi Go. Tommalb S Felice.
Sangue di GiesùCiniflo, e quellionc inforta
fé ve ne fìa prefentemente alcuna goccia nel
mondo, p.iz. e feg. ed eflendovcne fé ad tf-
fa fia unita la Divinità , p. i^jo. e feg.
Sant' Offizio , e fua fondazione , p. 46 j. flabi-
limentodi eflb, p. 484. utilità che quind»
provenne al Chriftianefìmo, p.48y. e feg.
Scifma dell'Inghilterra , p.404. e feg.
Scozia, e fua perveifìonenell'here/ia , p.444.
ScuvenKfeldio, vediGafparo ScuvenKfeldio o
Seminario Germanico ,e fua fondazione, pag.
Hs». Greco, p.5jo.de'Maroniti,pag. jfi.ai»
tri in altre Città , p.f fo.
Serveto , vedi Michel Serverò .
Sigifinondo d'Auflria, efcommnnlca contro
lui di Pio Secondo, p.i 87» e feg. fua ricon-
ciliazione conia Chiefa ,p.i85i.
Sigifmondo Malateiia , efcommunica contro
lui di Pio Secondo, p. 1 87. fua riconciliazio-
ne con la Chiefa , p.1851.
Simonia prohibita , benché occulta , p.7S'.
Simoniaci , e formidabile Decreto contro lo-
ro di Martino V.p.7f. edel Concilio diBi-
fìlea,p.ii2. e di Giulio II. p. 134.
Siflo IV. {uè opere,e ferirti avant il Pontifica-
to, p.ioi. due funi Brevi, unoàSanFran-
celco di Paola a e l'altro al Rè di Francia in
fimi 1 foggetto, p.zof. fua c.oftitnzione fo-
pra l'ufo dell'Hab'to talare , p.2o6.aItro fuo
j&revc à favore de'ReJigiofi nell'amminiftra-
zione de'Sacramenti , p.ro7. fuoi provedi-
menti contro grHuffìti , p.208.
SiftoV. e fuerilolute operazioni contro gli
heretici , p.ff 5. si^- e feg.
Soccino , vedi Lelio , e Fauflo Soccino .
Sorbona j e fue degne laudi ^p.éio*
Spi-
Spinofa, Tuo libro, &herefìe, pag. 6^2
Spirito Santo, e Tua procedenza dal Padre,
e dal Figliuolo, provata da'Cattolici con-
tro i Greci nel Concilio di Ferrara, p. 1x7.
Stancato , vedi Francefco Stancato .
Svezia , e pervcrfione diefla nell'herefia ,
Indice delle Jklatcrie principali »
Vergerlo , vedi Pietro Paolo Vergerlo Nun-
zio Apoftolico.
Vergerio , vedi Glo. Vergerlo Canonico di
Bajona .
San Vincenzo Ferrerlo > e fua morte , p.
J7I.
Vifìgnani heretico , vedi Antonio Vi%na-
ni.
Vittoria miracolofa de' Cattolici contro i
Zuvingliani, p.jjé. e contro i Luterani ,
PS9S-
TEdefchi , e loro doglianze contro la Uldarico Hutten , e lue herefìe , p.zjz.
Chiefa Romana , p. 17J. e rifpofte ad Urbano Settimo , e Tuo Pontificato , p.fjS.
efl;, ivi, ep.aiS. Urbano Ottavo, e Tuo Pontificato , pag.608
Thaboriti , e loro errori , p. 8y. progreflì
delle loro armi, p. U4.
Theodor© Beza, fue qualità, & herefia , e
cathedra, p.5051. fua morte , p.y5>i.
Tommafo de Vio Cardinale Gaetano , fue
qualità , fciitti , ed oppofizione invitta
contro Lutero, p.26i.
Tommafo Moro , e Tuo libro contro Lute-
ro , p.344.(uo valore , e zelo contro Hen-
rico Ottavo, p»4o3. fua prigionia, e mor-
te, P.41Ì.
Tommafo Volfeo 3 fue qualità, e condotta,
P-3i?8.
Traduzione del Meflale Romano , e fua
prohibizione , e condanna, p.^jS.
Traduzione di Mons, e fua prohibizione ,
e condanna , p.^77.
Tranfilvania, e fua perverfione nell'herefia ,
P.46J.
Trento , vedi Concilio di Trento.
V
VAlentino Gentile Heretico , e fua morte ,
p.ju.
UbiquiiH, e Ubiquitarii , p,538.
Veneziani , e loro appellazione al futuro
Concilio, e Bolla di Siilo IV. coiìiro di
elfi , p.ioz.
fua fentenza contro Marc'Antonio de Do-
minis, pag. 60^, fuo Decreto contro una
propofizione di Galileo Galilei , p. óif.
fue degne operazioni , e Bolle in efalta-
zione della Fede , ivi, e feg. fua condot-
ta , e Bolla contro li Janfenifti , p 617.
e feg. fuoi foccorfi a' Cattolici d'Inghil-
terra, p. 63 j. fua morte, p.621.
Vvenceslao Rè di Bohemia , e fue pefllme
qualità, p.6. e morte, p 8j.
Vviccletfilli , e condanna de' loro articoli
feguita in Parigi , p. 4- in Oxford , p. f .
entrano nella Bohemia , e la pervertono
nell'herefia, pag.51. nuova condanna di e(^
fi in Praga, p.14. e in Roma, p. 33. loro
fiuovi tumulti in Inghilterra , p 3.!. loro
nuova condannane! Concilio di Cpibnza ,
p.42.
ZIska, vedi Gio. Ziska.
Znvinglio, fue qualità , & herefie , e
corfo v'i effe, pag.315. 347. SSS- compa-
razione tra lui , e Lutero , p. 3f4. fua
battaglia co' Cattolici, p^g. 3 5'4. e morte,
ivi .
2ÌLtoneMago , e fue Ihipende Magie, p.8.
fine del quarto Tomo^
^
Y
^r-
Vf