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Full text of "Historia di tutte l'heresie"

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Brandeis  University 
Library 


This  Book 

Has  Been  Presented  By 

Maurice  and  Badona  Spertus 


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HISTORIA 

TUTTE  L  HERESIE 

Defcritta 

DA 

DOMENICO  BERNINO 

Tomo  Qjiarto 

fin  air  anno  1700.  I 

ALLA    SANTITÀ    DI   N.   S. 

CLEMENTE  XL 


1 

VENEZIA,   MDCCXVIL 

Nella  Stamperia  Baglioni. 

CON  LICENZA   DE  SUPERIORI,   E  PRIVILEUIO. 


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Beatiffimo  Padre 


eco  la  quarta  ^olta  a  fuoi 
Santijftmi  Piedi  la  mia  Htjtoria  ,  per  ottener 
dalla  S,  V.  quella  henediz^ione  y  che  già  diede 
il  Patriarca  Giacoh  al  fuo  quarto  Figliuolo  9 
Te  laudabunt  Fratres  tui  :  adorabunt  Te^'"'^'^^* 
Filli    Patris  tui  .    EJfendo    che    quefio    quarto 


mia 


27B816 


mio  Torno  portando  [eco   il  pregio   ài   maggio- 
ranz^a    /òpra   gli   altri  :,   tanto   nella   mae^k  , 
?  e  copia  delle  materie  y   quanto  nella   utilità  y  e 

^agheZjZ^a  della  lez^Zjione  ,  può  ben  egli   augu- 
rar fi  vantaggio  di  henediZjioni ,  per  poter  quin^ 
di  ufcire  alta  luce  ^   come   in  campo  aperto  di 
lattaria  contro  i  moderni  Heretici  ,  più    for- 
nito   di  armi ,    e  più   ajftflito   di     protezione  . 
Fra  le  gran  cure  dunque  di  quejìi  difficilijfimi 
tempi  y   in  cui  Dio  con  particolar  pro^idenz^a 
ha  collocata  la  S*  V*  su   t  alto  Trono  del  Fon- 
ttficato  Romano ,   degnifi  Ella   volger  gli   occhi 
ancora  fi)pra  quefie  mie  Carte  ^   nelle  quali  la 
*y.  /^.  rawijera   tanto  più  m'vamente   delinea- 
ta fé  fiejfa  fra  i  chiarori  de  fuoi  infigni  Fre- 
decejfori ,  quanto  più  *vero  fi  è  laureo  detto  di 
San  Gregorio  Settimo  ^  Nufquam  meliùs  pof 
s.Greg.vii.in  fé    aliquein    nominari    Pontificem  ,    quàm 
^°^jjR^s^°^ca.  cum  perlecutionem  patitur    propter  juiti- 
tiam  .   Ma  connjien  ^   che  io  taccia   per  breve 
fpaZjio  di  tempo   le  fiie   eccelfe  laudi ,   cioè  fin 
tanto  che  la  bocca  chiufa  in  filenz^io  dal  fuo  pre- 
cetto mi  venga  aperta  dalla  necejfttà     di    ren-- 
der  conteZjZ^a   a  Fojìeri   degli  avvenimenti  an* 
cor  a  di  queflo  Secolo  cotanto   illuflrato    fra  U 
prefenti  calamitofe  ,     e    note   contingent^e  dagli 
tfempii  gloriofi  delle  fue   efimie   Virtù,  t     onde 
^rrepo  la  penna  ,    e  fol  mi  cofiituifìo  genufl^f 
fi  y  e  cheto   implorando   da  lei  gradimento  all' 
Opera ,  e  patrocinio  alt  Autore  ,  e  da  Dio  tanf 


accrefamento  dt  "vita  alla  S,  V.  quanto  dalla 
S*V'  fi  accrefce  a  Lui  di  veneraXjione  y  è  di 
mito  in  quello  mondo. 

Della  S.  V. 


mi 


;  HnmHifs,       Ubbidiente     Suddito 
;        Domenico  Bernino . 


Tomo  IF.  a    ^  ^;/. 


All'  ////"   >  (f  Bccr     Signor  Principe      . 

D.  NICCOLO  MARIA 

PALLAVlt:iNO. 


ICCOAfE  e  ben  do'vuta  al  Fadron  del 
Terreno  la  quarta  parte  della  mejje 
raccolta ,  così  ben  fi  contiene  aW  E,  V. 
il  quarto  Tomo  di  quefla  Hifloria  ,  na- 
ta 5  per  così  dire  ,  nelfuo  Principato , 
e  Terra  di  Gallicano  ,  o've  con  lungo 
ritiro  ne  intraprefi  da  frefca  età  il  larve- 
rò ,  pafciuto  da  quel  grand  ozjo  ,  di  cui  hehbe  a  dire  Sant* 
Ly^goflino  ,  aliar  quando  folitario  anch'  egli ,  fegregatofi  da 
fuoi  domejìici ,  fcrijfe  il  nobile  Trattato  de    H^refibus, 

^•^"s-ep'.io-Nemo  invideat odo  meo,  quod  magnum  habuit 
negotium .  Né  io  flimo  andar  lungi  daW  efempio  di  Emi- 

Barcn.  nentijjimo  Scrittore ,  che  benché  il  quarto  Tomo  de^fuoi  an- 

nali principalmente  dedicale  al  Regnante  allora  Pontefice 
Clemente  Otta'vo  ,    pur  tuttavia  non  giudicò  difcon^venien- 

le  «/- 


te  alla  maefla  dell*  implorato  Monarca  ,  procacdarfi  ancora 
il  Patrocinio  di  minor  Principe  ,  offerendone  la  ftampa  al 
Cardinale  Ottavio  Par  avvicini,  con  il  me  de  fimo  motl'z/o ,  ut 
cederet  Terme  arbor  ,  in  qua  primùir  cinifit  pian-  Bar.  m  DeJic. 
ra  radices ,  ond^  Jt  'yedejje  crejcmto  in  grande  altetz^a  pa-  Patavic. 
fillus  fulcus  in  ejus  folo  plantatus  .  A  do  aggiungafi  U 
commodita  ,  e  còpia  di  Libri  da  V-  E.  fomminijìrati  alla 
mia  Hiftorìa  ,  ona"  ella  invigorita  con  augumento  di  pregia- 
te notizie  ,  tutta  a  lei  fi  debba  ,  sì  per  la  gran  ragione 
della  origine  ,  come  per  l'  altra  majjima  dell*  incremento  ^ 
che  ,  fecondo  il  detto  di  S.  Paolo  ,  jì abili fce  la  'vera  padro-  t,Cor.^ 

nania  del  frutto  y  Non  qui  piantar,  efìaliquid,  ncque 
qui  rigar,  fedquiincremenrunidar. 

A  quefle  giufle  riflejfioni  concorre  /'  altra  ,  che  più  pre- 
mer de've  a  Compjfttor  di  [acri  fucceffi ,  cioè  il  merito  fin- 
golare  di  V.  E.  in  cui  nulla  maggiormente  rifplende  ,  che 
una  Heroica  virtù  ,  onde  il  Principato  ferva  più  toflo  di 
adornamento  ,  che  di  fofiegno  alla  di  lei  Perfona  *  La  no- 
biltà de^  fuoi  Genitori  ,  le  Porpore  de'fuoi  Congiunti  ,  e  fin 
la  dignità  Pontificale  de"  fuoi  Jkfaggiori ,  che  altri  ammira- 
no nell'  E.  y.  in  me  diminuifcono  lo  ftupore  ,  riguardandoli 
come  pregi  o  altrui,  e  non  fuoi,  o  fé  pur  fuoiy  de"  fmi  fé  poi- 
cri  .  Ciò  ,  che  mi  rapi  fce  V  animo  ,  fi  è  la  nota  ,  e  prefente 
teflimonianz,a  de*  fuoi  lodevolijjimi  coflumi^  che  lo  coflitui- 
fcono  non  tanto  idea  de*  Principi ,  quanto  fra  Principi  prin- 
cipalijjimo  fpettacolo  della  divina  beneficenz^a  .  Juventus ,  s.Aiiguft.rib.i. 
&  fenium ,  fcrijje  come  co  fa  rara  Sant*  Agofiino ,  in  ani-  ''^^''''^' 
mo  die  pofTunr  ;  ed  ella  co*  fatti  ne  avvera  così  bene  lo 
fcritto  ,  chela  fua  vita  porgendo  ad  altri  flimolo  maggiore 
di  forprendimento  ,  che  d*  imitazione ,  con  iflupore  di  quefla 
gran  Corte  vedefi  l*  E.  V-  frequente  ,  e  maeftofa  ne*  Tem- 
pii y  amabile  >  &  amata  ne*  divertimenti  ,  apprez.z.atrice 
delle  lettere  ■>  <^  apfrezxata  da  Letterati ,  affabile  fenz,*  af- 
fettazione co*  Grandi  ,  docile  fenza  biaftmo  co*  Domefiici  ,  e 
con  un  mifio  tale  di  arte  Cavallerefca ,  e  di  devozione  Chri- 


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ftiana  ,  che  mera'viglia  non  è  ,  ch^  Ella  hahhia  faputo  porre 
come  in  in'vidia  apprejfo  altri  Principi  la  fua  paterna  Ec" 
cellentìffima  Cafof  ^fpigliofi  5  ed  eglino  hahhiano  non  tanto 
addottata  Lei  nella  Cafa  Palki'vicinij  quanto  comprato  al- 
la Cafa  Palla'vicinl  con  ishorzp  di  copiofe  entrate  il  ricco 
te  foro  della  fua  ambita  Per  fona  .  Accrefca  Dio  neW  E-  V^ 
air  una,  e  alt  altra  di  quefle  due  nobiliffime  famiglie  quel- 
la felicita,  ci)  Ella  già  con  la  efpettazjone  promette  ad  am- 
bedue 5  €  goda  intanto  'BsOma  nell'  E.V.  un^  ineflo  prezjofo 
di  Vifcendenzji ,  e  di  Principati ,  onde  /*  Italia  ammiri  in  un 
fuo  folo  Principe  i  più'  rinomati  'vanti  delle  tre  famofe  Pro- 
vincie,  Tofcma  ,  Ligure  ,  e  l^omma.  E  qui  humilmente 
m'inchino. 

Di  V.E. 


Devotifsimo  Obbligatifsimo  Servitore 
Domenico  Bernmo  » 


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AL    LETTOR 

Preghiera  y  e  Protesa  adi  Autore  * 

Abbiam  folcato  con  piccol  battel- 
lo gran  mare  ,  mercè  Taffiftenza 
di  quel  Piloto,  che  (  ^  )  ^vm/V /"-"'•  ^* 
cj^  ?w^r/  imperai  ;  e  compita  h ab- 
biamo co'l  Quarto  Tomo  la  lun- 
ga navigazione  di  ciiecifette  Se- 
coli, e  fra  continui  fcogli ,  e  tem- 
pefte  ridotta  a  falvamento  in  Porto  la  nave  del- 
la Chiefa  da*  turbini  dell'  Herefia  .  Sofpendiamo 
pertanto  la  penna  ,  e'I  cuore  in  voto  avanti  l'Al- 
tare deir  Altiffimo ,  e  rifondendo  nel  Donatore 
tutta  la  magnificenza  del  dono  ,  hlimilmente  di- 
ciamo (h)  ^od  debmmus  facerè  ,  fecimus  i  &  cumfe-  ^  ^i^'d-^h 
cerimus  omnia  ^  fornici  inutiles  fumus  ì  effèndo  cofa  che  ^^ 
(  e  )  Non  qui  -plantat  ,  eft  aliquid  ,  neque  qui  rigat ,  [ed 
qui  incrementum  dM  ,  Deus ,  Chiunque  poi  fia  il  Let- 
tor di  quefti  fogli ,  glifiaà  grado,  porger  preghie- 
re à  Dio  per  chi  li  fcrilfe  ,  e  vivo  ò  morto  fiane  T 
Autore ,  reftar  perfuafo ,  non  haver*egli  altro  de- 
fiderato  in  vita  ,  che  dieffère  (  d  )  utile  ^as  in  domo  a  hAs.y!ug.d, 
Domini ,  per  poter  quindi  trapalare  in   morte  al  °''°^'"^'^*'^- 

fuo  Creatore  (e)  fecundmn  fidem  EleBommDei  .  A  eMTinmci. 

tal 


tal  fine  replicamo  con  vero  cuore  le  confuete  Pro- 
zius.À»^.dt  tefte,  e  fé  in  quefto  Libro  {a)  aliquid  W  indoEi'ms, 
^"p%  'flini-  '^^^  incautius  pofitum  efl ,  tutto  fottoponiamo  allacen- 
celii'nlm,  qZ  fi;ii;2i  dcI  Reguaute  Pontefice  CLEMENTE  Un- 

decimojCon  le  medefime  parole  ,  di  cui  fi  fervi  S. 

Tommafo  in  una  fua  Dedicatoria  ad    Urbano 

b  s.rh.invedi~  QliartO  ,  {h  J  Sufcipiat  'veftra  SanElitas  prafins  opus  , 
zefiro  difcutiendum ,  corrigendumcfue  judicio  ,  ^ejìra  foli- 
citudinis ,  Cj57*  ohedientU  me£  fruElum  ,  ut  dum  a  'vohis 
emana'vit  praceptum ,  CiS^*  'voIpìs  refeyvetur  finale  judicium , 
^  ad  locum  ,  unde  exeunt  y  flamine  re'vertamur  .  Cosi 

Egli,  e  così  Noi, 


efl  43.     ultima: 
tditionis  * 


CAtor.CAtetìée  au 
re^adFrb.IF. 


Con 


COii  quell'  attenzione  ,  che  fuol'eircr  dettata  da  un  giufto piacere, 
d'ordine  del  Revereridiflimo  Padre  F.  Paolino  Bernardin)  Maeftro 
del  Sacro  Palazzo ,  ho  letto  il  decimofettimo  Secolo  dell'  Hiftoria  dell* 
Erefie  ,  contenuto  nell'ultimo  de' quattro  Torni  compofti  dal  Sig.  Do- 
menico Bernino  :  e  non  folamcnte  non  vi  ho  ritrovata  cofa  contraria 
alla  Fede,  e  buoni  coftumi,  ma  bensì  vi  ho  ammirati  quei  due  fingo- 
lariffimi  pregi ,  che  come  gemme  preziofe  rifplendevano  nel  Raziona- 
le del  Sommo  Sacerdote  :  yeritatcm  fcUicet  &  do6lnnam  j  come  ferivo 
Filone  ;  verità,  ed  accuratezza  nel  riferire;  dottrina  ed  erudizione nell* 
impugnare  gl'errori  ;  unendo  mirabilmente  l'Autore  l'uno  all'altro,  a 
fine  a  inferire  fempre  più  nel  cuore  de'  Fedeli  la  puritd  della  Cattolica 
Fede;  fecondo  l'infegnamento  di  Filoftrato ad  Afpafia:  Facilìùf  perfuo- 
debimusy  fi  piene,  ac dilucidò expltcabimus .  Laonde  fé  è  vero,  come've- 
riffimo  ,  il  detto  di  San  Gregorio  Nazianzeno  ad  Nicobolum  }  che 
Tneclarum  eji  mentem  hifloriarum  cognitione  injlru£ìamhabere:  elfendo  la 
prefente  Opera  condotta  a  termine  con  tanta  lode  ,  io  la  giudico  e  de- 
gna delle  ftampe,  e  della  ftima  degl'  Eruditi.  Dat.  in  Roma  nel  Con- 
vento di  S,  Maria  in  Viali  24.Agofto  lyo^j. 


Fr.  Antonio  Maria  Cafìelli  de*  Servi  di  Maria  tergine , 
Maeftro  in  Sacra  Theologia,  e  Qualificatore  del  S.  Uf- 


Juffu 


JUlliiReverendifllmi  P.  Paiilini  Bernardiiiii  Sac.  Palatii  ApoftoHci  Magi- 
ftri,  opus  infcriptum  :  Il  Secolo  Decimofettimo  del  Tomo  ^.  dell' Ifioria  di 
tutte  iHerefìe ,  defcripta  ab  lUnftrifs.  D.Dominico  Bernino ,  attente  legi ,  in 
eoque  nihil  orthodoxìe  fìdeivel  probatis  moribiis  contrarium  arbitror  in- 
veniri,  quinimò  itafediilòelaboratum,  reconditaqueeruditioneparicum 
diftinaione  diftributum ,  ut  hac  ex  parte  eruditi  omn/^s  Catholici  eolligerc 
poflìnt  copiofam  fegetem  non  folum  ad  earum  notitiani ,  &  reftam  intelli- 
gentiam ,  fed  etiam  ad  ingentem  horrorem ,  ac  deteftationem  :  ex  alia 
vero  hoftes  ipfiin  perluflrandis  propriis  diflldiis,  Babylonicis  conftifioni- 
bus,  fallaciis,  ac  nseniis,  perfpicuè  infpicient  feitìoto  partium  ftudio  , 
qudm  inique  i  Matre  Tua,  pra:rente  Catholixro-Romana  recedant,  quàm 
injuftè  caftra  moveant ,  quàni  gratis  eam  exagitent ,  &  impugnent ,  ut 
novum  adverfus  illius  regnum ,  principatutn  ftabiliant ,  &  altare  centra 
altare  erigant:  Noverine  piane,  quàm  veridico  ejus  pracclariflìmas  dotes, 
quas  ipfi  contumeliose  defpiciunt,  dotìiflìmi ,  acpiiifimi  illius  hlii  inviótis 
momentispr^edicent,  &:confirment.  Noverint,  incjuam,  quòd  ejus  an- 
tiquitas omnem tranfeendat  memoriam,  ejus  duratio  finem  n^fciat,  ejus 
amplitudo  metas  omnes  prartergrediatur ,  ejus  filiorum  multitudo  arc- 
nam  fuperetmaris,  &  ftellas  cogli,  ejus  fanciimonia  necfimilem  habeat 
nec  parem  habebit..  Noverint,  quòd  ejusfponfusfitChriftus;  Dos,  gra- 
tiaj  Redor,  SpiritusSandusi  Teftimomum,  Verbum  Dei fcriptum ,  vel 
traditum  j  Pra:mium  ,  fummum  bonum  Tandis  operibus  obtinendum  ; 
Cuftodes,  Angeli;  Fortitudo  ejus  Crux,  feu  virtus  Crucifìxi ,  ab  omni 
portarum  Inferi  conculfionibus  fecura  ;  &quiE  i^ti  capiti  obediens  Roma- 
no Pontifici,  fit  omnium  domina;  quse  in  varias  dlfperfa  nationes  fit  una; 
quìenonnuliorum  licèt  fordibns  obfcurata  ,  fit  fanda;  in  pluribus  diftin- 
fta  gradibus,  confona  ;  adveriìtatibus  exagitata  ,  fit  pacifica  ;  expugna- 
ta ,  femper  viélrix ,  femper  triumpiians ,  tot  ornata  pahnis ,  quot  fuit  infi- 
deliumarmis,  &  irruptionibus  lacelfita.  Hunc  duplicem  fruftum  confe- 
quipoterit,  ut fperaverim ,  Au<5lor  eximii,  ac eruditiflìmi  Operis .  Pro- 
inde pr^lo,  &  luce  dignum  affirmo.  Dat.in  Colleg.CafanatenfiS.Ma- 
lìx  fuper  Minervam ,  die  i  o.  Odobris  ann.  i  yop. 


f.  Tauìus  Maria  Cauvinm  Sac.  Theologi^  Mdgijier,  ac  Theologus  CafnM' 
t enfiai  Ordmis  Tr^difatorum, 


Se 


SE  air  ammirazione  tempre  più  in  me  giuftamente  fvegliata  nell'  ofler  va- 
re per  ordine  del  Reverendiflimo  Padre  Maeftro  del  Sagro  Palazzo  F. 
Paolino  Bernardm)  li  precedenti  tre  Tomi  dell' Iftoria  dell' Erefie  dati  fe- 
licemente alla  luce  dal Sig. Domenico Benimo,  fa  eco l' applanfo  d'ogni 
erudito ,  sì  per  la  candidezza  della  frafe ,  fodezza  ,  e  foavità  dello  ftile 
(  preggi  lingolari  d*  un  fagro  Iftorico  )  come  per  ritrovarvifi  l' utile  col  dol- 
ce, (  effetto  fpeciale  dell'Iftoria,  )  pafcendo  coli' intelletto  la  volontà, 
dando  lume,  3c  ardore;  maggiore  farà  fenza  fallo  quello,  che  farà  pec 
attrarli  il  prefente  quarto  Tomo,  ultimo,  e  Corona  dell' Opera ,  in  cui, 
oltre  di  fodisfare  l'Autore  all' efpettazione  commune  ,  non  lafcia  parte 
non  adempita,  e  nel  giudizio  di  leguirele  opinioni  più  claifiche,  e  nella 
profondità  unita  alla  chiarezza  ,  (  preggi  di  pochi  )  profondandoli  nell* 
erudizione  con  maeftà,  fenza  affettatura  d'ofcuro;  unendo  alla  verità  de* 
fattila  coftanzareligiofa  dell' Ortodoflia;  ponendo  su  gì' occhi  l' Apoftoli- 
co  zelo  di  tanti  Sommi  Pontefici  in  ftrozzare  i  più  orribili  moftri  delle  Ere- 
tiche pravità ,  le  penne  di  tanti  rinomati  Scrittori  Ecclefiaftici,  quali  for- 
mano l'ali  alla  Donna  Apocaliflìca  per  fottrarfi  dal  fiume  di  tante  falfità, 
che  le  vomita  l' Infernal  Dragone  :  onde  fon  di  parere  ,  che  la  cenfura 
debba  mutarfi  in  lode,  e  che  meriti  con  ragione  l'Autore  del  Libro  l'Elo- 
gio dato  dalla  penna  di  Geronimo  al  Santo  Vefcovo  Paolino  lib.  2.  Epi.  14. 
Librumtuumlibenterlegii  cumque  in  primis  partibus  vincas  alios,  inpenul- 
timis  te  tpfumfuperas .  Degno  per  ciò  di  ufcire  da  fotto  de'  Torchi ,  non  f  o 
lo  per  confolazione  commune  de' Cattolici,  e  publico  beneficio  dellivir- 
tuofiLettori;  ma  per  gloria  fpecial  della  Chiefa,  che  su  le  mine  dell' Ere- 
fie fempre  hi  trionfato,  e  trionfa.  Dal  Convento  della  Minerva  di  Roma 
20.  Ottobre  lyop. 

Fra.  Gregorio  Maria  Smerìglio  dell' Ordine  de  Tredicatorii  Figlio  del  Con- 
vento  di S.  Maria  dellaSanità  dil^apoli,  Maeftro  in  Sacra  ThQQl^i 
già,  eConfultore  della  Sacra  Congrega:^ion€ dellUndia » 


li 


I 


L  cjuarto  Tomo  dell'  Hiftoria  di  tutte  V  Erefie  compofto  dall'  erudita 
penna  del  Sig- Domenico  Bernino,  e  da  me  per  commiffione  dclRe- 
rerendiffimo  Padre  Paulino  Bernardin)  Maeftro  del  Sac  Palazzo  Apoftoli- 
co  attentamente  confiderato ,  è  ricolmo  di  quella  feliciti ,  che  ben  io  pre- 
viddi ,  mentre  che  per  anco  non  ridotto  a  tutta  perfezione  (ì  incaminava  al 
pieno  pofleflb  di  ella .  Di  qual  fentunento  bavendone  dato  faggio  baftante 
nell'approvazione  del  Terzo,  non  rimarrebbe  altro  da  foggiungere ,  fel' 
A  utore  e  per  la  vaftità  della  materia  intraprefa  a  defcrivere ,  e  per  la  fua  in- 
nata facondia  ,  non  fuife  flato  aftretto  di  accrefcere  le  quattro  parti  dell* 
Opera  credute  fuiiìcienti  al  premeditato  difegno ,  con  la  quinta  deftinata 
alle  gloriolìffime  azioni  della  Santità  di  Noftro  Signore  a  prò  della  confer- 
vazione  della  purità  della  Fede  *  ben  degne  di  occupare  un  Tomo  intiero, 
non  orante,  che  cadauna  dell' altre  fia  fiata  manifeftativa  delle  glorie  do- 
vute a' Papi  di  molti  Secoli.  Senza  che  per  queflo prognoftico  preventi- 
vamente fatto  il  quarto  Tomo  perda  punto  del  fuo  vigore,  tanto  che  fìa 
in  obligo  di  recedere  dall' infinuato  confronto,  animandomi  a  foflenerlo 
Gregorio  il  Grande,  il  quale  non  lafciò  già  di  comparare  i  quattro  primi 
Concila  Ecumenici  con  li  quattro  facrofanti  Evangelii,  perche  fi  fulfe  di 
già  celebrato  il  quinto,  nell'autorità,  in  virtù  della  Pontificia  conferma 
non  inferiore  alli  precedenti ,  fecondo  la  teftimonianza,  che  ne  fece  a  Gio- 
a  Li&.t,ep.24.  vauni  Vffcovo di Coflantinopohio flcflo  S.  Dottore,  (a)  Onde  non  già 
per  dilungarmi  dall* ideato  concetto,  ma  folo  per  fcieglierne  uno,  che 
abbracci  pienamente  tutti  cinque  li  Tomi ,  motivato,  che  poffono  cre- 
derfì  omoreggiati  nelle  cinque  iimpidifllme  pietre  fcelte  da  David  per  ab- 
batter Goliath,  nel  quale  l'allegato  Gregorio  rimirò  figurata,  ed  efpreffa 
b  Lii'.i.in  e.  17.  hUreticorum  fuperbiam  (b)  Tanto  più,  che  fé  la  vittoria  riportata  con- 
jobtdP.iu  ^j-Q  qygj  Filifleo  feguì  per  mezzo  di  una  fola  piea'a ,  con  cui  il  valorofo  Pa- 

c  Lii.i.T^fg.cjy.  iìovepeniiJfìtThiliJtlMHm  in  fronte,  ìnfixufqMe  e/i  tapis  in  fronte  ejus;  (e)  del 
noltro  Autore  parimente  s'avvei^a,  che  in  cinque  pietre  di  cinque  Tomi , 
fia  per  trionfare  degli  Eretici,  con  una  fola  pietra,  nella  quale  tutte  le  cin- 
que racchiudonfì ,  ed  alla  quale  tutte  le  cinque  s' indrizzano ,  cioè  con  la 
Cattolica  Fede ,  unico  fcopo  di  tutti  effi ,  nel  profpetto  de  quali  potrebbe 
però  con  verità  imprimerli  l'aureo  detto  del  Difcepolo  diletto  del  Reden- 
d  /./».?.  tore:  ((/)  Hac  ejì  vi6lortci,  qn^e  vincit  mundum ,  FIDES  T^qST^,  Dal 

Nazionale  Collegio  di  S.  Paolo  alla  Regola  della  Provincia  di  Siciha  il  pri- 
mo A  goffco  1709. 

F.  Bonaventura  S.  Elia  da  "Palermo  del  TerT^Ordine  di  S.  Francefco,  Con- 
fdtore  della  Sacra  Congrega^jone  dell'Indice,  e  Qualificatore  della. 
5.  Fumana ,  ed  Univerjale  InqirifrQone , 


IN- 


INDICE 

DE'    CAPITOLI, 

Che  fi  contengono  in  quéfiò  Qjiarto  Tomo . 


-■   ':    ■  -  .  *'*■'     '■ 


SECOLO     DECIMOQJJI NTO. 

CAPITOLO     L 

Innocenzo  Settimo  di  Sulmona  ,  creato  Pon- 
tefice li  j  7.  Ottobre  1404. 

Operazioni ,  e  Coftituzjoni  di  qHefto  Pontefice  contro  gli  fferetici^ 
e  ConcuUnmi.  Condanna  degli  Articoli  di  PViccleff.  pag.^ 

CAPITOLO    IL 

Gregorio  Duodecimo  Veneziano,  creato  Pon- 
tefice li  jo.  Novembre  1406, 

Sinodo  di  Oxford j  e  fuoi  Canoni,  Stato  della  "Bohemta  ,  e pre^ 
€Ìpitati  cojlumi  del  2(è  Wenceslao  ,  Magìe  Jpai/entofe  del 
Mago  "^ytone ,  Per'verfione  di  quel  2{egno  nelle  maffime 
Wiccleffifìe ,  Origine^  e  notizia  deW  Accademia  di  Praga, 
patita  y  e  PoJlidiGio.ffuSy  di  Girolamo  di  Praga  ,  di  Ja- 
cohello  di  Mifnia  ,  di  Pietro  Drefda  ,  e  di  altri  Herettci» 
Herefia  de^Calixtini.  Dubio  infarto^  fé  n^i  fa  prefentemente 
nel  JMiondo  alcuna  goccia  confer'vata  del  Sangue  di  GiesU' 
Chrifto,  Sinodo  celebre  di  Praga  [otto  i'  Arci'vefco'vo  Shin^ 
i^o  5  €  fuo  corfo  •  Miracolofo  A'v%fenimento  della  Santi jfima 
Euchariflia^ 


C  A- 


CAPITOLO      III. 

AleiTàndro  Quinto  di  Candia ,  creato  Pontefice 

li  7.  Luglio  1409. 

Arrogante  ,  e  paniche  maligne  di  Gio'vanni  Hus  .    Af-- 
plicazfone  ,    e   follecitudine  del   Pontefice .   ^elo ,   e  mor- 
te   dell*  Arci*vefco%fo    Sbin\gne  .    Succeffione  dell*  empio 
Albico   aW  Arci'vefco'vado  di    Praga  •   Altri  Hereticì  ^a^ 
ganti  per  la  Germania,  le 

CAPITOLO    IV. 

Giovanni  Vigefimoterzo  Napolitano  ,  creato 
Pontefice  li  17.  Maggio  1410. 

Her etici ,  e  fetta  degV  Intelligenti .  Cenfure ,  e  cruciata  Pontifi- 
cia contro  il  "Kl  Ladislao  di  Napoli:  moti'vi,  che  quindi  pren- 
de dimaledicenta  Gio^vanni  Hus  :  e  fuo  attentato ,  e  fraudo- 
lente confefjìone  di  fede  .  Sua  empia  fcrittura  contro  il  Pon- 
tificato 'Bsomano  :  Ó"  altri  fuoi  facrileghi  fritti .  Enumera- 
Telone  difiinta  degli  errori ,  che  in  efjì  fi  contenevano .  Sinodo 
Komano,  e  condanna  diV'viccleff ,  e  V<viccleffifli.  2^fen- 
timento  dell' Hus ,  e  fuoi  nuovi  attentati .  Scommunica  dell* 
Hus ,  e  "Bsegii  bandi  contro  luì .  Nuovi  torbidi  deVviccleffifli 
neW  Inghilterra  .  Herefie  dell'  Oldcaflel  :  fua  condanna  . 
Hìhelltone ,  e  guerra  de' Vviccle ffifli  -  Fittoria  de' Cattolici  y 
e  morte  delt  oldcaflel.  Herefie  di  diverfi  Fviccleffifli,  Tre 
prodigiofi  miracoli  della  Euchariflla  in  confutazjone  degli  He- 
reticì.  Concilio  Generale  di  Coflania  .  Salvccondotto  Jmfe- 
ri  al  e  a  favore  di  Giovanni  Hus  :  fua  fuga  da  C  oflan^a  ,  e 
prigionia .  coltri  libri  Hereticali  divulgati  dall'  Hus  nel  fuo  car- 
cere .  Suo  impegno  fopra  l'ufo  del  Calice  ai  Laici ,  e  fua  va- 
ria fede  [opra  il  mifierio  del  Sacramento.  Condanna  Conci- 
liare di  fv'iccleff,  e  difpergimento  al  vento  delle  di  lui  offa^ 
VefcrizJGne  difiinta  delie  Herefie  di  Giovanni  Hus ,  e  fua  ofiin- 


z^kne  in  effe .  Suii  ultima  condanna ,  abbruciamento ,  e  mor- 
te ,  e  particolarità  fucceffe  in  quefi*  atto  .  Girolamo  di  Pra- 
ga ,  fue  qualità  ,  e  prigionìa  ,  finto  ra'v^edimento  , 
e  fue  Herefte  ,  condanna ,  e  morte  nel  fuoco  .  Gio'van- 
ni  Petit  ,  fuoi  errori ,  e  condanna  .  Depofizjone  dal  Pon- 
tificato di  Giovanni  Vigefimo  Terzj).  %o 

CAPITOLO     V. 

-   Martino  Quinto  Romano ,  creato  Pontefice 

li  II. Novembre  141 7. 

Creazione  di  Afartino  ^into  ,  e  fuo  elogio  .  Confermazione 
Pontificia  degli  atti  Conciliari  di  Coflan^a  .  2{ipro'vaz,ione 
della  opinione  ,  che  il  Concilio  fta  fopra  il  Papa.  Operazio- 
ni ,  telo  ,  "Bolle  ,  ^  armi  di  Martino  ^into  contro  li  Fra- 
ticelli 3  e  Simoniaci  .  Errori ,  e  condanna  del  Serurario . 
Errori  ,  e  condanna  del  Grabon  .  Affari  d*  Inghilterra  ,  e 
premurofe  applicazioni  del  Pontefice  contro  gli  Heretici  di  quel 
j^no  .  I^oluzione  ,  e  total  per^verftone  della  "Bohemia  , 
^  horrìbili  attentati  degli  Hufjtti  :  rifoluzioni ,  c^  opere  del 
Pontefice.  Morte  dell^Vk/enceslao  di  iohemia  .  Saccheg- 
giamenti ,  e  barbarie  degli  Muffiti .  Callifiini,  eThaboriti;e 
differenzia  di  quefle  due  fette .  Gio^vanniZisl^acapode^Tha- 
horiti ,  e  fue  ree  qualità  .  Defcriz^ione  del  Caflello  Thahor 
de'Thaboriti  ,  e  del  Caflello  Oreb  degli  Orebitiy  e  del  C anel- 
lo Sion  de'Sioniti .  Affé  dio  ,  e  prefa  di  Praga  :  cruciata  de* 
Cattolici  ,  e  loro  infaufla  moffa  :  baldanza  delle  armi  degli 
Heretici  in  quel  ^gno ,  Setta  de'  nuo^i  Adamiti,  e  loro  efe- 
crabilifceleratei^e .  Nuoue ,  e  fubalterne  Sette  de  Vivicele ffi- 
fli  in  Inghilterra,  e  loro  nuo'vi  errori i  e  de* Deifli  in  Fran- 
cia .  Sinodo  di  Saltzjburg ,  e  condanna  degli  Huffiti  .  Nuo- 
fvo  bandimento  di  cruciata  ,  e  nuo^vi  provvedimenti  Pontificii 
contro  gli  Muffiti.  Morte  del  Zis^a .  Coftanza  del  Pontefice. 
Sinìfìri  avvenimenti  degli  eferciti  Cattolici .  Procopio  nuovo 

Tomo  IF.  b  con- 


condottìere  de  Th^horiti ,  Setta  degli  Orfani ,  0  defolazjone 
de  "^gni  Cattolici  delU^ohemi^ ,  Germania  ,  &  Ungaria, 
Alane  di  Aiartino  ^into ,  e  ripro'va  di  calunnia  oppojìagli»  6  J 

CAPITOLO    VI, 

Eugenio  Quarto  Veneziano  ,  creato  Pontefi- 
ce li  5.  Maggio  1451. 

Indi^avone  de' Concila  di  Fifa ,  Siena ,  ^  indizione  di  quello  di 
^afilea  .  Card.  Cefarini ,  e  fue  qualità  .  A^'venìmenti  di 
queflo  Concilio ,  mtÌTjie ,  e  conftderazjoni  necejfarie  fopra  di  ef- 
fo  .  Condanna  di  alcune  propoftz^ioni  di  Agojìino  di  !Roma . 
'Battaglia  ,  e  <z/ittoria  de*  Cattolici  contro  gli  Buffiti.  Concor- 
dia tra  bohemi ,  e  Cattolici  col  celebre  nome  di  Compa<5bata 
Pragenfia .  Traslazione  flel  Concilio  da  %afdea  a  Ferrara^ 
da  Ferrara  a  Fiorenza,  e  da  Fiorenza  a  T^ma ,  e  corfo  di 
ejfo  .  Proporzioni  di  diwrfe  Autori ,  e  loro  cenfura  ,  e  con- 
danna .  Origine  della  Figura ,  e  della  Congregazione  del  no- 
me di  Giesii.  95 

CAPÌTOLO    VII 

^      Niccolò  Quinto  di  Sarzana  ,  creato  Pontefice 

li  7.  Marzo  1447. 

Efecrahili  fatti  di  alcuni  Maghi  .  t)injerfe  degne  operazioni 
di  queflo  Pontefice  j:ontro  gli  Heretici .  Propofizionì  hereticali 
dedotte  da  lihri  di  Ariflotile  ,  e  loro  condanna  .  Defolazione 
dell'Imperio  Greco ,  pre fa  di  Coflantinopoli  ,  e  rifleffioni  dell* 
Autore  fopra  queflo  fuc ceffo  .  Affari  degli  Huffiti  in  3ohe- 
mia  5  emìracoloft  a'wenimenti  in  compro'v azione  della  F e  de 
'Cattolica .  Annotazione  di  un  difcorfo  fatto  dal  Pontefice  ai 
Cardinali  poco  acanti  la  fua  morte*  161 


e  A- 


CAPITOLO    Vllt 

Calliftò  Terzo  Spagiluolo  ,  creato  Poutefice 

li  8.  Aprile  1455. 

Cojlanta  di  Callijìo  per  la  immunita  Eccleftaflica  .  Annotazjo* 
ne  di  egre  gii  fatti  di  alcuni  Cardinali  .  Canoni  contro  i  Cori- 
cuhinarii .  Aforte  del  Viftgnani  Heretìco  ,  e  cowverftone 
del  Pe^più  .  S^ualita  ,  é^*  herefta  di  Giorgio  Podiehrazjo 
2^  di  "Bohemià,  ^  affari  degli  Her etici  Hujfitt  di  quel  J^- 

.  gno.  Doglianz^e  de^Tedefchi  contro  il  Papa,  e  rifpofle  ad  effe  * 
-Diploma  Pontificio  contro  alcuni  Heretici  in  Italia.  171 

CAPITOLO    IX. 

Pio  Secondo  Senefe  ,  creato  Pontefice  li  19. 
-  Agofto  1458.  /; 

§lualita  di  Pio  Secondo  acanti  il  Pontificato,  "Bolla  di  fua  ritrat- 
tazione.  Suoiegregii  fatti  contro  dit/erft  Her  etici  del  fuo  temk 
pò.  Fafcinariij  e  loro  indegna  herefta  .  "Bolla  contro  gli  Ap- 
pellatori al  futuro  Concilio .  Celebre  conte  fa  fopra  il  Sangue  di 
Giesu  Chriflo,  é  Coflituzjone  Pontificia  di  filenzjo  é  Morte  , 
^  elogio  di  Pio   Secondo')     '  .      .  j— ^ 

CAPI  T  o  L  ò    X. 

Paolo  Secondo  Veneziano,  creato  Pontefice   -s 

li   31.  Agofto  1464, 

Condannav&ne  in  Bulla  Ccen^^del 'Podiehrazjio   2(e    di  Bo- 
'-    hemia  ,    e    Pontificia   affoluzione   ai    Vaffalli    dal    Giura- 
mento .    He  retici    Fraticelli    della   Terra    di   Poli  ;     loro 
punizione  ,    berlina  ,    e    ra'wedimento  .   Lettera   dogma- 
tica di  Papa  Paolo  al  Patriarca  de*  Afaroniti,  loó 

b    2  C  A- 


CAPITOLO    XL 

Sifto  Quarto  di  Savona ,  creato  Pontefice 
li  9.  Agofto  147Ì. 

Scritti  egregii  eli  Siflo  Squarto  acanti  il  Pontificato  .  Panico^ 
larità  notabili  fuccedute  in  un  Concljìoro  da  ejjo  tenuto  * 
Sue  cojìituiioni  contro  li  Simoniaci ,  contro  gli  Appellanti 
al  futuro  Concilio  ,  fopra  gli  haliti  Clericali  ,  e  [opra 
altri  emergenti  della  Fede,  Affari  della  ^ohemìa .  tìerefte 
di  Gio'vannì  l^chàrdo  in  Germania  j  e  di  Pietro  fl[*  Opna 
in  Spagna,  xoi 

CAPITOLO    XIL 

Innocenzo  Ottavo  Genovefe  ^  creato  Pontefice 

li  xj.  Agofto  1484* 

Dl'verfe  Coflituzjoni  di  quefto  Pontefice  contro  li  Maghi  >  e  con-- 
tro  gli  Heretici:  e  fuo  zjelo  per  la  purità  della  Fede .  Calunnie 
ad  effo  oppofle ,  e  dìfefa .  2-1  ^ 

CAPITOLO    XIIL 

Aleffàndro  Sefto  Spagnuolo,  creato  Pontefice 

li  II.  Agofto  Ì45I1. 

Cojìituzjìoni  di  quejìo  Pontefice  contro  gli  Heretici  5  e  Ma0}i. 
Fojfarii ,  e  loro  Herefie  .  Gio'vanni  Pico  Conte  della  Mi- 
randola :  fue  qualità ,  propofizioni ,  cenfura ,  ritrattazio- 
ne, e  morte 0  xij 


S  ìE" 


S  ECOLO     DEC  I MO  SESTO  . 

C  A  P  I  T  O  L  O     I. 

Pio  Terzo  Senefe  ,  creato  Pontefice  li  zj. 

Settembre  1J03. 
Giulio  Secondo  di  Savona  ,  creato  Pontefice  il  i. 

Novembre  1503, 

'Breve  Pontificato  di  Pio  Terz,o.  ^alitky  tru'verfie^  edifefadel 
Pontificato  di  Giulio  Secondo .  Cowv  oc  azione  del  Concilio  Gene" 
Yale  Lateranenfe  quinto  :  efua  'Bolla  éondannatoria  /*  elezioni 
Simoniache  de^  Pontefici  .  Altre  fue  operazioni  contro  gli 
Heretici  ,  Hermanno  "B^ffuich  ,  fue  Herefie,  e  morte,     z^i 

CAPITOLO    IL 

Leone  Decimo  Fiorentino  ,  creato  Pontefice 

li  II.  Marzo  151 3. 

Corfo,  e  terminazione  del  Concilio  Lateranenfe  ^into.  Pragma- 
tica Sanzione  ,  fua  origine  ,  O*  aholimento  ^  Concordati  tra 
la  Sede  Apoftolica ,  e  la  Francia .  Operazioni  di  Leone  contro  gli 
Huffiti,  S uè  egregie  qualità .  Origine  della  Herefia  dì  Lutero  ^ 
fuo  corfo  5  condanne ,  e  bandi .  ^alìtà ,  e3^  Herefie  di  Erafmoy 
Hutten  5  Zuuinglio^  Carlofi;adio ,  e  MelanEihone .  Oppofizione 
ad  effe  del  Cardinal  Gaetano^  de  W  Echio  ^  del  Fabri^  del  Ca» 
tarino  :,  e  di  altri  molti  Cattolici ,  e  loro  dotte  ^  e  degne  quali- 
tà. Bolle  di  Leone  in  condannazione  di  Lutero.  Dieta  dìFor- 
mazia ,  e  Bando  Imperiale  contro  lui .  Condotta  del  Pontefice 
su queflo affare. Libro  di Henrico  Ottavo d' Inghilterra dc  Se- 
ptem  Sacramentis ,  e  Titolo  a  lui  conceduto  dal  Papa  di  Di- 
fenfor  della  Fede .  '^vinglio  ^fue  qualità ,  c^  Herefie.  Mor- 
te del  Pontefice.  136 

Tomo  IF.  b    3  C  A- 


CAPITOLO     IIL 

Hadriano  Seftp  di  Utrech  ,  creato  Pontefice 

li  9.  Gennaro  152-2-, 

patita ,  e  lodi  di  quejìo  Pontefice  ;  fue  operazioni  contro  Lutero , 
"  e  Luterani .  Altri  libri  h  erette  ali  di  Lutero .  Suo  ritorno  in  V^it- 
temberga ,  ratto  di  Monache ,  e  fuo  facrilego  matrimonio  con 
VAbadeffa  di  effe .  Autori  Cattolici ,  che [criffero  contro  lui .  An- 
drea Carlofìadio,   e  Filippo  AdelanBone:  loro  qualità^  [cele- 

-  -  ratez^te ,  Ò^  herefie .  patita ,  c^  herefie  dello  Scu^^enkjeldioy 
dell'Agricola ,  dell' Oftandro ,  e  di'Brmz^io .  Origine  de'Liber^ 
tini.  Herefie ,  e  multiplicate  Sette  fubalterne  degli  ^nabattifli. 
^elo  Pontificio  contro  effe,  e  'Bre've  di  Hadriano  al  Duca  di 
Saffonia,  }2.} 

CAPITOLO    IV. 

Clemente  Settimo  di  Fiorenza,  creato  Pontefice 

li  ì5.  Settembre  iji-J. 

Nuo've  facrileghe procedure  di  Lutero .  Zu^inglio ,  e  corfo  della 
fuaherefta.  Suo  fentìmento  foprailmiflerio  del  S ami ffimo  Sa- 
cramento y  fuoi  congreffi  tenuti  con  Lutero  [opra  queflo  [oggetto, 
e  [opra  il  peccato  originale.  Sinodi  di  Francia  contro  Lutero  . 

.  Vieta  di  Norimberga ,  e  fuo  corfo ,  Origine  de' Proteflanti .  "Bat- 
taglia ,  e  morte  di  Zwvinglio .  Nuo^ve  littorie  de' Cattolici  con- 
tro li  Zu^ingliani.  Soccor fi  mandati  dal  Pontefice  aS^vizxfi- 
ri  Cattolici.  \^alit  a,  herefie,  e  morte  di  Giovanni  Ecolam- 
padio.  Saccheggiamento  degli  o^nabattifli ,  e  loro  battaglie 
to' Cattolici  ,  e  dtfperfione  .  Per^erfione  nella  herefia  del- 
la Danimarca  ,  S'vezja  ,  Lipoma  ,  tS^  altre  Provincie 
Cattoliche  .  Sacco  di  T^ma  ,  prigionia  del  Pontefice,  ediftin- 
ta  relazione  di  quefii  lacrimevoli  a'wenimenti ,  e  Monti 

eretti  da  quello  Pontefice  in  beneficio  della  Fede  Cattolica  . 
^    -^  Libro 


Lihro  di  Lutero ,  de  Abrogaiida  Miffà ,  ^  altri  fuoi  libri 
hereticali.  Serpeggiamento  della  herefia  Luterana  per  l'Ita- 
Ita  .  Dieta  di  Augujla  ■>  e  fuo  corfo  .  Confejjìone  Augujìana^ 
è  fuo  contenuto  .  Lega  Smàlchaldica  ,  [uà  orìgine ,  e  capito- 
Iasioni.  Dieta  di  Spira ,  e  di  l{atisbona ,  e  loro  corfo  .  Inte- 
f  im  di  Carlo  Quinto  ,  e  fuo  contenuto ,  "Baldanz^a  degli  Ana- 
hattìfìi,  e  de* Luterani .  Nuo've  herefte  dcll*Oftandro .  Fran- 
cefco  Stancaro ,  e  fue  herefie .  Altre  herefie  di  di'verft  hereti- 
ci  Luterani  fotto  di'verft  capi ,  efazjoni.  Scifma  della  Inghil- 
terra con  la  Chiefa  ^mana  ;  fua  origine  ,  e  progreffo  ;  Cru- 
deltà) ^  indegne  procedure  di  Henrico  Oita'vo  "B^  d' Inghil- 
terra ,  e  cofìanz^à  illuftre  di  Tommafo  Adoro  ,  e  di  Gio'vanni 
Fifchero  detto  il  J^ffenfe .  Condotta  del  Pontefice  Clemente 
fopra  quejì' affare,  e  fua  morte  i  i^^6 

CAPITOLO      V. 

Paolo  Terzo  Romano  ,  cfeatò  Pontefice 
li  13*  Ottobre  1534. 

Continuazione  della per'vèr (ione  diHenrìco  Otta^vo  2^  d'Inghitter^ 
ra .  Adartirio  del  Cardinal  j^jfenfe  ,  e  di  Tommafo  Adoro  : 
fuccefft ,  e  detti  rigudr deboli  nella  morte  dell'uno ,  e  dell'  al- 
tro. 'Bolla,  e  condanna  Pontificia  contro  Henrico  .  Perfecu- 
zjonè  contro  il  Cardinal  2{egìnaldo  Polo  >  e  morte  di  Henrico 
Otta'vò  4  Calvino ,  fue  qualità ,  libri ,  C^  herefie  .  Introdu- 
zione del  Cal^inìfmo  nel  T^gno  di  Francia  .  Pér^erftone 
di  Ginevra  •>  è  de  Gine^vrini  *  Introduzione  di  tutte  le  nuo- 
*ve  herefie  nella  Inghilterra  fiotto  il  2^  Eduardo  Sefto  . 
Adartin  "Bucero ,  Pietro  Adartire ,  "Bernardino  Okjno,  loro  qua- 
lità, &"  herefie.  Morte  di  Adartin  Lutero  .  Concilio  Gene- 
nerale  di  Trento^  è  dieci  feffioni  tenute  fotto  quéflo  Pon- 
tefice nelle  materie  de' libri  Canonici ,  del  peccato  ori<yinale  j 
della  Giuflificazione ,  de' Sacramenti  ingenerale ,  e  del  Bette- 
fimo  ,  e  della  Confermazione  in  particolare ,  fi.no  alla  fojpen- 

b    4  :<^io- 


V 


zione  del  Concilio .  Caduta  nella  herefta  di  Hermanno  Ar^- 
ci'vefco'vo  di  Colonia ,  e  di  Pietro  Paolo  Vergerio  Vefco'vo  di 
Capo  d' Iflria  ,  Interim  di  Carlo  Quinto  ,  e  fuo  contenuto , 
mali,  e  fette,  che  da  ejjo  provennero  *  Indicazione  della  Con- 
gregaz^ione  del  S.  Offiz^o  in  'B^ma .  40  8 

CAPITOLO    VI. 

Giulio  Terzo  Romàno  ,  creato  Pontefice 

liS.Febraroijjo* 

Stato  mifirahile  della  Germania .  Liberta  di  cofcienzjt  concedu" 
ta  dal  j^  Ferdinando  in  nome  di  Carlo  ^into  .  Solimano  2^ 
de'  Turchi  handifce  /*  herefte  dalla  Tranfdvania  ,  Profegui^ 
mento  ,  difpute  ,  e  libri  di  Cal'vino  .  Michel  Ser^veto ,  fue 
qualità  ,  e  morte  nel  fuoco  .  Herefta  degli  Anti-Trinitarii . 
^e filone  fra  gli  Her  etici  ,  fé  gli  He  retici  debbano  punirft 
con  pene  afflittive  di  corpo  .  Decreto  Pontificio  di  prohibi- 
tione  di  tutti  li  libri  hereticali ,  non  mai  per  /'  addietro  ema- 
nato da  alcun  Pontefice .  3olla  di  Giulio  Terzf)  di  habilita- 
tjone  agli  Heretici  per  penitenza  fccreta .  Profeguimento  del 
Concilio  di  Trento  ,  e  Jet  fejfioni  tenute  fitto  queflo  Pontifica- 
to, de  Euchariftia,  de  Foenitentia,  &  de  Extrema 
Unzione .  "F^ejjìoni  dell''  Autore  fopra  t  (lAttrizjone ,  e  Con- 
trizione richiefia  per  la  ConfeJJione  Sacramentale  .  Affari  d" 
Inghilterra.  Aiorte  di  Eduardo  Se  fio  ,  affunz,ione  al  2{egno 
della  ^gina  Maria  ,  e  riflabilimento  della  Fede  Cattolica 
in  ejfo  •  4^4 


C  A- 


CAPITOLO    VII. 

Marcello  Secondo  di  Montepulciano  ,  creato 
Pontefice  li  9.  Aprile  1555. 

Paolo  Quarto  Napolitano,  creato  Pontefic-e 
li  15.  Maggio  1555. 

Frofeguimento  degli  affari  d^ Inghilterra .  Soccorjl  colà  mandati  d^ 
Paolo  ^arto  .  Aforte  della  ^gina  Maria  ,  e  del  Cardinal 
Polo.  Succejjìone dell'empia Elifakettay  enuo<vaper<verJione 
dell'Inghilterra  nell'herefta.  Spedizione,  emiffione  de^Mini-' 
jlriCal<vinifli  in  America  .  Entrata  del  Cal'vinifmo  nel  ^- 
gno  di  Francia  .  Heretici  puniti  ,  (s^  ahhrugiati  in  Spagna. 
Prigionia  di  Bartolomeo  Caranz^a  Arci'vefco^o  di  Toledo  . 
Herefte  ,  e  morte  di  Da'vid  Giorgio .  ^alita  di  Paolo  Quar- 
to,  €  fuecojìituzioni,  ti^  operaz^ioni  contro  gli  heretici .  Infoiti 
del  popolo  alle  carceri  della  Inquifizjione  :  origine ,  e  flahili' 
mento  della  Congregazione  del  S.OffizJo  »  474 

CAPITOLO    Vili. 

Pio  Quarto  Milanefe,  creato  Pontefice  li 
x6.  Decembre  1559. 

t^ffoluzione  del  Cardinal  Aforone  .  Affari  de'  Cal^inijit  di 
Francia.  Etimologia,  e  origine  del  nome  di  Hugonotti .  Cadu- 
ta, <s^  herefte  del  Cardinale  Odetto  Colligny  ^  e  jue  efecrahili 
procedure  .  Condanna  Pontificia  di  alcuni  Vefco'vi  di  Fran- 
cia .  Monti  eretti  da  queflo  Pontefice  in  foccorfo  de'Cattolici 
contro  gli  heretici .  Ultime  compofizjioni  ,  e  libri  di  C alitino, 
e  fua  morte  .  Th eodoro  'Bez.a  ,  fue  qualità  ,  tfr  herefte  . 
Morte  di  Pietro  Martire  ,  di  Valentino  Gentile  ,  di  Gio, 
Las\p ,  e  di  Filippo  Melandone  .  ^alità  ,   t5^  herefte  di 

Matthia  Fiacco  Illyrico  .  Contezza  del  libro  degli  heretici 
Tomo  ly.  t>     5  Mag. 


Adagdehargenft ,  chiamato  CctìtUtÌG  .  Libri  di  di'verft  here- 
tieiy  e  diffenzioni  fraejji.  Heretìci  in  Italia,  e  loro  cajlighi , 
Profeguimento  del  Concilio  di  Trento ,  e  fue  fejjioni  dalla  deci- 
mafettima  Jino  alla  ^igefimaquinta  .  iolla  ai  Pio  ^arto  fo- 
pra  li  libri  prohihiti .  Altre  molte  3olle  di  Pio  per  offer^van- 
za  de""  Decreti  Conciliari .  Ifiitu^ione  della  CongHgazJone  del 
Concilio  in  2^ma  '  Scritti  degli  heretici contro  il ConcilioTri- 
■  dentino  .  Carlo  Aiolineo  ,  fue  qualità  ,  ^  herefte  .  Affari 
dell'Inghilterra .  Notizia  del  Calendario  di  Gio.  Foxo  .  Ori- 
one de' Puritani-,  e  de^Presbiterani,  e  dì  molte  altre  fette  in 
quel  2(€gno,  499 

CAPITOLO    IX. 

Pio  Quinto  del  Bofco  nell*  Aleflfàndrino  ,  creata 
Pontefice  li  7.  Gennaro  1^66. 

patita  di  quefio  Santo  Pontifice ,  e  fuo  zelo  contro  gli  hereticì  nel- 
la Scozia ,  nella  Inghilterra ,  nella  Germania ,  nella  Francia, 
e  nella  Hollanda ,  c^Jferzione  contra  il  Natale  del  Dominio 
Temporale  indiretto  del  Papa  [opra  tutto  il  Adondo.  Adonti 
eretti  da  queflo  Pontefice  in  Joccorfo  de* Cattolici  .  Origine ,  e 
rito  del  Sacro  Pileo ,  e  Stocco .  Prigionia ,  e  morte  del  figlio  uni- 
genito del  liè  Filippo  Secondo  di  Spagna .  Detti ,  e  fiatti  di  Pio 
contro  di'verft  heretici .  JUichel  ^ajo  ,  e  "Bolla  Pontificia  in 
condannazione  di  fettantano^e  propofizioni afferite  da  lui,  jrj 

G  A  P  I  T  O  L  O    X. 

Gregorio  Decimoterzo  Bolognefe,  creato 
Pontefice  li  17.  Maggio  15 72-» 

^linfeguimcnto  della  condanna  delle  propoftzioni  di  Michel  3aJo„ 

e  tmo^>^  Bolla  di  Gregorio  Decimoterzo  .  Sofifmi  ,  e  tergì- 

:.  %€ifaziout  de'Bajifii.   Sentimenti  di  alcuni  Dottori  Cattolici 


fopra  la  feguita  condanna.  Al?JHra  dell'  Arci^pfco'vo  CaraH- 
la.  Affari  de  Cal'umjti  di  Francia,  e  potenti  foccor fi  man- 
dati a' Cattolici  dal  Pontefice .  Nuow  confufiioni ,  concordie  , 
e  difcordie  de  Luterani  Tedefchi  .  Avoftafie  del  Vefco'vo  di 
Cinque  Chief e  ,  e  dell' Arci'vefco'vo  di  Colonia.  Herefie del 
Poftello ,  e  di  un  altro  Her etico  nel  Perii .  Corfo  della  Pér- 
fecuzjone  d'Inghilterra  ,  e  Alartiri  di  quel  tegm .  Opere 
fiupende  ai  quefio  Pontefice  in  aUattimento  dell'  herefte ,  e 
in  propagazione  della  Fede  Cattolica.  Fondazioni  de' Semi4 
narii  Germanico y  Greco,  Inglefe,  e  Maronito,  efue'Bollem 
ìftituzjone  di  ejfi.  Monti  eretti  da  quefto  Pontefice  in  [otte- 
nimento della  caufa  de'  Cattolici .  Indicazione  del  Kalendario 
riformato ,  e  hre-ue  elogio  di  Gregorio  Decimotcrzfi  •  539 

C  A  P  I  T  O  L  O    XI. 

Sifto  Quinto  di  Móntalto,  creato  Pontefice 

li  7.  Aprile  1585* 

affari  di  Francia,  e  del  l{e  di  N'amarra,  e  Pontificia  condanna 
di  quefto .  Libro  cy^nonimo  contro  il  Pontificato  2{omato .  Mar- 
tirio e  morte  della  2^gina  Maria  Stuard ,  e  nuo^^a  condan- 
na  Pontificia  di  Elifabetta  d'  Inghilterra  .  Monti  eretti  da 
quefto  Pontefice  in  fo^'venimento  de'  Cattolici  contro  gli  He- 
retici .  Operazioni  degne  di  Siflo  ^into  ,  e  fuo  accumulato 
te  foro  dentro  il  Caftello  S.  Angelo  di  "Koma  in  beneficio  publicù 
delChrifiianefinw,  e  di  ^ma.  5JJ 


C  A 


CAPITOLO    XII. 

Urbano  Settimo  Romano,  creato  Pontefice 
li  15.  Settembre  1590. 

Gregorio  Decimoquarto  Milanefe,  creato  Ponte- 
fice li  13.  Decembre  1590. 

Turholenzs  della  Francia  in  materia  di  l^eligione .  patita  di 
Henrico  'Borbone  jR^  di  Na^varra ,  e  fuccefji'v amente  di  Fran- 
cia .  Diploma  Pontificio  di  fcommunica  ,  e  di  defofizjnne  dal 
j^gno  contro  lui .  Sentimenti ,  e  querele  de"  Parlamenti  Hereti- 

.  ci  della  Francia .  Ponderazioni  aell'  Autore  [opra  que fio  fuc  cef- 
fo :  e  argomento pr attico ,  C^  invincibile  contro  i  Francefi  dell* 
autorità  indiretta  de'  Papi  [opra  la  temporale  giurifdizjione  de* 
^  '  ^  ^^w^  Chrifliani .  558 

CAPITOLO    XIII. 

Innocenzo  Nono  Bolognefe  ,  creato  Pontefice 

li  30.  Ottobre  1591. 

Clemente  Ottavo  Fiorentino ,  creato  Pontefice 

li  50.  Gennaro  1592- 

CoH'verfwne  di  Henrico  ^arto  ^  di  Francia  alla  Fede  Cattoli- 
ca, e  particolarità  di  e jfa.  Affari  d*  Inghilterra,  e  morte  del- 
la 2{egina  Elìfabetta .  Open^zjoni ,  e  z,elo  di  queflo  Pontefi- 
ce contro  gli  heretici  .  Adonti  eretti  da  lui  in  beneficio  della 
caufa  publica  de'  Cattolici^  Con^verfione  alla  Fede  di  Stefano 
Calvino .  Filippo  Adorne  celebre  Calvinifia ,  fue  qualità ,  e 
fritti  .  Danielle  Carnerio,  e  fue  herefie .  'Bolla  Pontificia  a 
favore  de' ^ligioft  circa  V  amminiflr azione  de'  Sacramenti, 
Famofa  difputa  in  "B^ma  tra  li  Padri  Domenicani ,  e  Gie- 
fuitifoprala  w^rm^  de  Auxillis  ,  e  fuo  corfo  fiotto  quefto 
Pontificato,  5^^ 


S  E' 


SECOLO    DECIMOSETTIMO. 

CAPITOLO     I. 

Leone Undecimo  Fiorentino,  creato  Pontefice 

il  I.  Aprile  1505. 

Paolo  Quinto  Romano  ,  creato  Pontefice 

li  16.  Maggio  1605. 

Profeguìmento  delle  difpute  nella  ^eflione  De  Auxiliis .  Marc* 
Antonio  de  Domìnis ,  fue  qualità ,  apojiafta ,  &*  herefie .  Nuo- 
nje  Sette  in  Inghilterra ,  in  Hollanda ,  &  in  Germania .  Ci^- 
hileo  de^  Luterani .  Edmondo  J^cherio ,  fuo  libro ,  errori ,  e  con" 
danna .  JHorte  diTheodoro  'Bez.a .  Profejjìone  di  Fede  Cattoli- 
ca de' Alaroniti ,  Chaldei,  &  Armeni.  Accettazione  del  Con- 
cilio diTrento  nel  "Kegno  di  Francia  .  Adir  acolo  fa  'vittoria  della 
armi  Cattoliche  contro  gli  Her etici  nella  Germania ,  c^  iflituzjo- 
ne  della  Fé fla  della  Adadonna  della  Vittoria  y  e  Adonti  eretti 
da  quefto  Pontefice  in  fo^'venimento  dell'  Imperio  contro  gli  he- 
r  etici.  583 

CAPI  T  O  L  O    lì. 

Gregorio  Decinioquinto  Bolognefc;  crealo 
Pontefice  li  9.  Febraro  162.1. 

Profeguimento  della  miracolo  fa  Vittoria  di  Praga ,  ^  erez^tjone  1^ 
^ma  della  Imagine ,  è  Chic  fa  della  Aiadonna  della  Vittoria . 
F ondazione  della  Congregazjone  de  Propaganda  Fide  .  ^olle  i 
(^  operazioni  di  quefìo  Pontefice  contro  gli  Her  etici .  'B^'v  'vedi- 
mento ,  e  ritorno  in  Koma  di  Adarc"  Antonio  de  Dominis .      60 1» 

CAPITOLO      IIL 

Urbano  Ottavo  Fiorentino ,  creato  Pontefice 

li  6.  Agofto  162.3. 

J^Iuo'V  a  precarie  azione  diAdarc*  Antonio  de  Dominis  ,fua  morte, 
&  ahhrugiamentQ  del  cadi^"^^''^  »  Sett^  della  Indifferenza ,  fuà 


ori' 


Orìgine  5  e  corfo  *  ^trattazione ,  e  morte  di  Edmondo  T^ìctoerìó  . 
Decreto  di  giuramento  fatto  dalla  Sorbona  [oprai  Decreti  Pon^ 
tìficii  •  Condanna  di  alcuni  Libri .  Ajfarì  degli  Hugonotti  dì 
Francia .  Stato  mifer abile  dell'  herefte  neW  Inghilterra  ^  e  nella 
Germania  •  Setta  della  2{ofea  Croce ,  e  degl*  illuminati ,  e  ^/>- 
tijii  in  Spagna  y  &  in  Italia .  Condanna  di  una  propo fittone  del 
Galileo  y  e  del  Sifiema  Solare  di  Copernico  .l^olle  Pontificie  con- 
cernenti il  culto  i  l^  abito  5  e  ^^  fift^  de  Santi  ^  e  terribile 
JucceJJo  di  alcuni  trafgrejfori  di  effe .  Cornelio  Janfenio ,  fuo  libro 
e  intitolato  5  Auguftinus  5  e  corfo  degli  affari  ddli  Janfenifli [òt- 
to quefio  Pontificato  *  608 

CAPITOLO    IV. 

Innocenzo  Decimo  Romano,  creato  Pontefice 

li  17.  Settembre  1645. 

Profeguimento  degli  affari  delli  Janfenìfli ,  Condanna  di  un  Libro 
Anonimo  deWT^qu2i\k^tì:7LS.Victw,  e  S.  Paolo.  "Bolla 
Pontificia  contro  la  Pace  di  Jìdunfterpregiudiciale  alla  Religióne 
Cattolica  ^  Qualitìl  del  j^  Carlo  Primo  (f  Inghilterra  ^  e  [uà  de" 
capitatione .  Operazioni ^  e  z,elo  d' Innocenzo  nella  Inghilterra ,  e 
nella  Hibernia .  Heretici  con'Vértiti  alla  Fede  Cattolica  ••  Chri-^ 
fiina  "Regina  di  S'vezja  ^  [uè  rare  qualità ,  cont/erftone ,  e  'viag- 
gio a  J^ma  «  ■    612. 

CAPITOLO     V. 

Aleffàndro  Settimo  Seriefe  5  creato  Pontefice 

li  ijé  Aprile  1655. 

Public  a  abiura  della  "Fuegina  Chrifìina  di  S'vtTÌa  j[uà  ^Venuta  a  ^-^ 
ma  5  operazioni y  e  morte .  Giufippe  FrancefcO  "Borri ,  fue  quali- 
tà 5  &  herefie ,  Coftituzione  Pontificia  per  la  denunzia  degli  He- 
retici .  Pr^adamui ,  e  loro  herefia  i  ripro<vazione ,  e  corfi  di  effa • 
'Bolla di que fio  Pontefice  [oprala  Immacolata  Concezióne  della 
Madre dt Dio •>  orìgine^  eprogreffo di  queft:a difputazione .  Pro- 
pofizioni  della  Sorbona  contro  /*  autorità  Pontificia .  Propofizìoni 
condannate  da  Aleffandro,  'Bolle  Pontificie  contro  li  Jan[enifti  ^ 

e  prò- 


efrofeguìmentOy  s  corfo  della  loro  condona  fono  quejio  Pontifi^ 
fato,  ^P 

CAPITOLO    VI. 

Clemente  N9no  di  Piftoja ,  creato  Pontefice      v 
li  19.  Giugno  1667* 

Sottofcrìzjone  del  Formulario  contro  li  'Janfenijli  »  Spedizione  in 
Francia  del  J^unzjo  'Ba^gellini,  e  (uè  operazioni  in  quel  2^- 
gno.  Traduzione  di  JHons ,  fua  ripro'va ,  e  condanna .  Attentati 
di  alcuni  Fé f coi/i  Fr ance  fi  in  abrogazione  di  alcune  Fejie*  676 

CAPITOLO    VII. 

Clemente  Decimo  Romano ,  creato  Pontefice 

li  19.  Aprile  1670. 

Carcerazione ,  ahjura ,  e  morte  del  'Borri .  Herefie  dello  Spinofa ,  e 
del  Sandio .  Gio.  JLaunoyo ,  fue  qualità ,  libri ,  e  ripro'v azione 
diejfi.  681 

CAPITOLO    VIIL 

Innocenzo  Undecimo  di  Como ,  creato  Pontefice 

li  2- 1 ,  Settembre  1 6j6. 

Condanna  di  molti  libri,  e  notizia  di  ejjì,e  de^  loro  cy^utori .  Efpulfio- 
ne  degli  Hugonotti  dalla  Francia  ^  e  de*  Barbetti  dallaSa^voja , 
Con^erfione  delt  Inghilterra  alla  Fede  Cattolica ,  e  nuo^oper- 
'vertimento  di  quel  2{egno ,  Confejfione  di  Fede  Cattolica  di  mol- 
ti popoli  fcifmatici  >  Stabilimento  in  "B^ma  di  un*  hofpizio  per  gli 
heretici  concertiti ,  Affari^  e  libri  delli  Janfenifti ,  e  loro  con- 
danna .  Condanna  Pontificia  di  fettantacinque propofitzioni .  He- 
refie di  Michel  Alolinos ,  fuo  corfo ,  e  condanna .  687 

C  A- 


e  A  P  I  T  O  L  O    IX. 

AlefTandro  Ottavo  Veneziano ,  creato  Ponte- 
fice li  6.  Ottobre  1689, 

Operazjonì ,   e  z,elo  di  c^leffandro  Otta'vo  contro  ì  ^ìetlfli ,  e 

Alolinifli ,  e  nuo'vi  Heretici  Pelagìani ,  anche  a'vanti  che  fof- 

fe  ajfunto  al  Pontificato  .    Appltcaz^ione  indefejfa  di  quefto 

Pontefice  negli  affari  appartenenti  alla  purità  della  Fede  - 

\    Condanna  di  Soggetto  (qualificato  per  nafcita ,  e  per  poflo  neU 

l    la  Corte  "Bimana,  feguace  dello  Spino  fa-.  Afferzjone  delpec- 

'"  cato  filofofico ,  fua  notiTJa ,  origine ,  e  condanna  .  Condanna 

Pontificia  di  alcune  propofizjoni  appartenenti  alla  Adorale .  "BoU 

la  di  caffazjone ,  ^'  annullazjone  di  alcuni  atti  fatti  dall'  Ajfem- 

hlea  del  Chro  di  Francia-  yii^- 

CAPITOLO    X. 

Innocenzo  Duodecimo  Napolitano  ,    creato  Ponte- 
j  ^  fice  li  iL.Luglio  169 1. 

Sodisfazioni  date  alla  SedeApoflolica,  ^  alla  Chic  fa  da'  F'efco- 
<vi  di  Francia  ,  che  intervennero  neW  Affemhlea  del  Clero  neW 
anno  1682..  e  ciò  che  fegut  in  tal  materia.  Affari  delti  Janfe- 
nifti  ■  Prohihizjone  del  libro  deW  Arci'zjefco'vo  di  Camhray . 
Career azjone  -,  e  condanna  di  di^verfi  Adolìnifli .  Diverfe  glo- 
riofe  operazioni  diqueflo  Pontefice  in  depreffìone  dell' herefia  , 
Con<verftone  del  Duca  di  Saffonia  alla  j^ligione  Cattolica . 
Indicazione  di  altri fucceffi ,  eh'  hehhero  il  loroprofeguimento  nel 
feguente  Secolo ,  7j8 


V 


I  N- 


INDICE 

DE'    PONTEFICI 


Secondo  V  Ordine  de* Tempi, 


INnocenzo  VII.  pagi- 
na 3 

Gregorio  XIL  $ 

Aleflandf o  V.  le 

Giovanni  XXIIL  io 

Martino  V.  53 

Eugenio  IV*  95 

Niccolò  V.  i5i 

CailiftoIIL  171 

Pioli.  179 

Paolo  IL  19^ 

SiftoIV.  ^01 

Innocenzo  Vili.  1 1  z 

Aleffandro  VI.  215 

Pio  III.  ^31 

Giulio  IL  X3I 

Leone  X.  236 

HadrianoVL  32} 

Clemente  VII.  345 

Paolo  IH.  408 

Giulio  IIL  454 


Marcello  IL  474 

Paolo  IV*  474 

Pio  IV.  499 

PioV.  523 

Gregorio  XIII.  539 

Sirto  V.  555 

Urbano  VIL  55S 

Gregorio  XIV.  558 

Innocenzo  IX.  56z 

Clemente  VIIL  s6z 

Leone  XL  583 

Paolo  V.  583 

Gregorio  XV*  6oz 

Urbano  VIIL  5o8 

Innocenzo  X.  62% 

Aleffandro  VIL  538 

Clemente  IX.  676 

Clemente  X.  68  r 

Innocenzo  XL  587 

Aleffandro  VIIL  722, 

Innocenzo  XIL  7}S 


I  N* 


IN  DICE 

DE'    PONTEFICI 


Secondo  £  Ordine  d/ilfahetkò.^ 


A   LefTandroV. 

pag. 

Innocenzo  IX. 

$6^ 

Jl\  i^. 

Innocenzo  X. 

62% 

Aleflkndro  VI. 

2If 

Innocenzo  XI. 

687 

AleffandroVII. 

538 

Innocenzo  XIL 

7}8 

AleffandroVIII. 

'711 

Leone  X. 

2}6 

CalIiftoIII. 

171 

Leone  XI. 

583 

Clemente  VII. 

34<5 

Marcello  IL 

474 

Clemente  Vili. 

^6% 

Martino  V. 

6Z 

Clemente  IX. 

676 

Niccolò  V. 

\6l 

Clemente  X. 

681 

Paolo  IL 

196 

Eugenio  IV. 

95 

Paolo  IIL 

40  S 

GiovanniXXIIL 

20 

Paolo  IV. 

474 

Giulio  II. 

^Zl 

Paolo  V. 

683 

Giulio  IIL 

464 

Pio  IL 

179 

Gregorio  XIL 

S 

Pio  III. 

23f 

Gregorio  XIII. 

SÌ9 

Pio  IV. 

499 

Gregorio  XI V» 

558 

Pio  V. 

^2  3 

GregorioXV. 

602 

SiftoIV. 

201 

HadrìanoVI. 

}2} 

SiftoV. 

sn 

Innocenzo  VII. 

3 

UrbanoVIL 

55^ 

Innocenzo  VIIL 

212 

Urbano  VIIL 

60S 

I  N- 


INDICE 

pi  quegli  ff eretici ,  de*  quali  fi  fa  menzione  in  quefti 
^artoTomo  p  annotati  fecondo   l*  ordina 

de"  tempii 


Giovanni  Hus, 
Girolamo  diT?r4gft  ^ 
Ucobello  di  Mifnia  • 
Tietro  Drefda , 
Intelligenti , 
Giovanni  Oldcaflel  • 
^damiti  nuovi, 
Cuglielmo  Sartore. 
Deijli^ 

Antonio  Vìftgnani, 
Fafcinarìi, 
Giovanni  [{uchardi, 
dietro  d'Ofma, 
Vofiarii, 

Hermanno  B^fìwpich  p 
Martin  Lutero . 
vldarico  Hutten  • 
Zuvinglio . 
Andrea  Carlofiadio  • 
Filippo  MelanUone . 
C  a/paro  Scuvenhfeldio  > 


V^i^ 


IO, 

II 
II 

n 

21 

35 
|53 
^8 
SS 

172 
IS<S 
209 
210 
;2ió 

235 
244 

257 
319 
331 

334 
3  37 


Ciovanni  agricola  » 

33$ 

Andrea  Oftandro . 

3  3t 

Giovanni  BrenT^o» 

33$ 

vbiquifti. 

338 

Libertini, 

339 

^nabattijli. 

340 

Jr  ance fco  Stancarci 

395 

Giovanni  Calvino, 

426 

Thepdoro  Be':(a. 

509 

Tdarc*  Antonio  deDominis, 

5S5 

Comarrifli. 

5  SS 

^rminiani. 

588 

^uietifti. 

59P 

Indifferenti  t 

608 

Illuminati, 

6IJ 

Janfenifli, 

617 

Borriflt , 

641 

Treadamiti, 

642 

Spinofa , 

682 

Molìnifti, 

7n 

"Pelagini, 

723 

IN- 


INDICE 

Vi  quegli  Her etici ,  de'  quali  fifa  menzione  in  quefii 

^artoTomO)  annotati  j  e condo  l*  ordine 

Alfabetico  * 


ILSl.  ^nahattifli. 

fag.63. 

340 

Andrea  Carlojladid .  ^ 

331 

\4ndrea  Oftandro . 

338 

\Antonio  Vifìgnani . 

172 

jlmàniani. 

588 

Borrifit ,              " 

641 

DeiCii» 

88 

tafanarti» 

186 

FUippo  Melan£lone  l 

334 

Fol<arii, 

216 

F  rane  e fco  Stancavo, 

395 

Cdfparo  Scuvenkfeldio , 

337 

Cioranni  agricola , 

338 

Giovanni  Bren'2^0 , 

338 

Giovanni  C({lvino , 

426 

GovanniHus, 

IO 

Giovanni  Oldcaflel . 

35 

Giovaìini  I{ucbardi , 

209 

Girolamo  diVraga, 

II 

Gomarrijii, 

588 

Guglielmo  Sartore. 

88 

Hermanno  ^ifìuvich . 

235 

lacohello  di  Mìfnia , 

n 

lanfenifli. 

617 

Illuminati. 

613 

Indifferenti,          ' 

60S 

Intelligenti , 

21 

Liberimi , 

339 

T^arc  Antonio  de  Dominis , 

585 

Martin  Lutero , 

244 

Molinijli. 

7H 

Telagmi. 

723 

Tietrod'Ofmà, 

210 

Tietro  Drefda . 

II 

Treadamiti. 

642 

Ouietifti . 

590 

Spino/a , 

682 

Tbeodoro  Be^^ . 

509 

vbiquifii. 

^^^ 

vldarico  Hutten . 

'2''>7 

Zuvinglio  • 

319 

r\:jii^- 


«&t 


S  E- 


* 

V 


S    E    e    O    L    O       XV. 

CONTIENE 

LI    PONTIFICATI 

D    I 

Innocenzo  VII.,  Gregorio  XII,  Alef- 
fandro  V.,  Giovanni  XXIII. ,  Mar- 
tino V. ,  Eugenio  I V. ,  Niccolò  V. , 
CalliftoIIL,  Pioli.,  Paolo  IL,  Si- 
ilo IV. ,  Innocenzo  Vili,  &Alef- 
fandro  Vi. ,  fin'  all'  Anno  1503. 

E 

L'    H    E    R    E    S    I    E 

Di  Giovanni  Hus,  e  degli  Muffiti ,  degl*  Intelligen- 
ti, Adamiti  recenziori,  di  alcuni  errori  di  di- 
verfi  Autori ,  di  Pietro  d' Ofraa ,  e  de' 

Foffàrii. 


Ttmo  IV. 


M 


r\ 


^ 


Ad  Komanam  Ecclejlampropferpotentioremprin^ 

cipalitatem  necep  e  fi  ,  omnem  convenire 

Ecclefiam,  hoc  e  fi  omnes ,  qui  fnnt 

undique  fideles^ 

S.  Irenasus  iib.3.  cap.3. 


\  '^ 


SECO-' 


2        Innocfn- 
^  zoVlI. 

SECOLO     DECIMOQ^INTO . 
CAPITOLO!. 

Innocenzo  Settimo  di  Sulmona,  creato  Pon- 
tefice li  17.  Ottobre  1404. 

Operazioni^  ^  Coftituzjionì  di  queflo  Pontefice  contro  vii  He^ 
retici^  e  Concuhinmi.  Condanna  degli  Articoli  di  Wic- 
deff. 

Icutbonii  dice  S.Gregorio,  [a]per  contumelias  exijìunt  ss.Grfg.epifi.56. 
meliores  :  ita  reprobi  de  beneficio  evadunt  pejores.  La 
condanna  di  VViccIeff ,  e  la  fegiiita  diffamazione  della 
di  lui  dottrina,  ficcome  fervi  ói  fìabilimento  a  buoni 
per  confolidarfi  nella  coftanza  della  Fede ,  così  riufcì  di 
eccitamento  a'  reprobi  per  inoltrarfi  nella  efecrabiliti 
degli  errori,  pervertendo  eglino  in  affronto  il  benefìcio, 
in  impegno  l'invito,  &in  detrimento  il  rimedio,  con 
quel  folito  infortunio ,  che  fuol  recare  la  Pefte ,  e  che  cotanto  pianfe  S.Gio- 
\anniChn{o[iomOi  allorquando  egli  di{{'e,[b]I{erum  natura  Jìcejiy  ut  quo-  b  s.h.chrjf.  fm. 
ties  bonus  malo  conjmgitur ,  non  ex  bonomalus  melioretur  y  Jed  ex  malo  bonus  p^r.Matth. 
contaminettir .  Conciofiacofache  dal  motivo  dell'  Apoftolica  follecitudine , 
con  cui  li  Padri  Cattolici  accorfero  i  fupprimere  il  fuoco  della  nuova  Here- 
fia  di  queir  Inglefe  Herefiarca,  prendendo  pretefto  alcuni  Bohemi  di  ravvi- 
varne con  nuovo  pabulo  le  fiamme,  eccitofH  quindi  un'incendio,  che  di- 
vorò incontanente  con  la  Bohemia,  la  Germania,  l'Ollanda ,  il  Settentrio- 
ne, eia  Francia,  con  il  corfo  impetuofo  di  qne'funefti  avvenimenti,  che 
pur' hora  Noi  in  quefto  Quarto  Tomo  ci  accingiamo  à  deferi  vere,  con  la 
narrazione  delie  itrepitofeHerefieHuflitica,  Luterana,  e  Calvinida.  Ma, 
grazie  al  Cielo ,  che  con  l' avveramento  della  feconda  parte  del  riferito  det- 
to di  S.Gregorio,  fcorgefì  così  bene  avverata  ancora  laprima,  che  pon- 
derata la  riforma  de' Laici,  la  efemplarità  degli  Ecclefiafliici,  e  tutto  ciò  di 
bene ,  che  ci  hi  recato  il  male  di  qaefte  ultime  Herefie ,  non  poiììamo  cer- 
tamente contenerci  di  non  efclamare,  [e]  Malisetiam  ad  laudern  bononm  e  s.^n^.dtgr^t 
Deus  ut n uri  e  [e/]  Ideo  Deus  inJHJios e[k permiftt y  ut  virtusejjetpretiofior  :  *^''^' 
in  modo  tale  che  le  ferite  date  dagli  Heretici  alla  Chiefa  Cattolica  fono  riu-  i^£ 
Iciteperlei,  come  quelle  date  dall' Agricoltore  alla  vite,  allor  quand'egli 
potandola,  la  fa  ringiovinire  nella  verdura,  e  rinvigorire  nel  frutto ,  onde 
il  taglio  vibrato  ridondi  in  utile,  e  pompa,  e  non  in  deterioramento  di  ef- 
fa.  Ilcherenderaflìpalefe  dalla  lezione  di  quanto  foggiungiamo  in  qr.eft' 
opera,  fé  per  terminarla  darà  il  Cielo  vitad  Noi,  e  vigore  proporzionato 
alla  noftra  penna. 

A     z  Jncck- 


ro  arbitrio  . 
[iantius  is  /»• 
iraDtt, 


Innocen-        ^  Secolo  XV. 

5,f?   ;  coftì-     Incominciando  dunque  dal  Pontificato  d'Innocenzo  Settimo,  che  nella 
luxroai'diqudto'  conneflìone  della  noftra  Hiftoria  aprì  il  primo  al  Chriftiane/ìmo  il  Decimo- 
arw^},«,w  quinto  Secalo,  dice  di  lui  TheodoroNiemio  Chierico  di  Lucca,  eabbre- 
z.cof.  jj.     ■   *  viatore  delle  Lettere  Apoftoliche ,  [a]ljìe Tonttfexfuh mitis ,  benignus , & 
compattens  afjii^ìs  j  nec  erat  aliqudjuperbia  in  eo ,  neque  apud  ipfum  acceptio 
perjonarum  :  libens pofcentibus  audientiam  dabat,  &ferèdiebus  fìngulis  cenis 
horisfupplicationesftbiporre6las[ollicitèfìgnabat',  Confìdoria  privata  y  &  pu- 
blic a  tenebaty  diebus  y  &  horis  confuetis  ,  nec  alicui  mole flus ,  ncque cupidus^ 
feu  avams  exijiebat]  Simoniaco^ exofos habuit i  e  contro  di  ellì  foggiunge  Go- 
belino  Perfona ,  Decano  di  Padeborna ,  nel  fuo  Cofmodromio  Temano  In- 
hGoM.  Pfy/««4  nocenzo  una  formidabile  Coftituzione  in  quefto  tenore,  [b]  Inomnesy  & 
itut.t.t.u.       ftngulos cujufcumqHe gradiis  t  flatus y  vel  conditionis exifierent ,  etia^ ji Tonti- 
ficali,  aut  aliaqua-pis  prafulgerent  dtgnitatCy  quosforfitanm  futurum  Imjuf- 
modi  nefanda  in  rotults  hujufmodì ,  voi  extra  illos  (ìmoniacè  procurare ,  yel  tra- 
mare, autpxopterea  pecunìas  ,  velalia  munera  dare ,  yel  promittere ,  feti  re- 
cipere  continger  et  y  excommunìcationis  fententiam  promulgavit ,  d  qua  per 
alium  y  quàm  t{pmanum  Vontificem ,  praterquam  in  mortis  articulo ,  abfolvi 
nonpojjent:  &  nihilominus procurantes  y  tra&antes,  dantesj  promittentes,  & 
Yccipientes  hujufmodi  omnes,  &  fmgulos y  fiveprofe,  ftveproaliis y  omnibus 
beneficiis  Ecclefìaflicis  y  qua  eo  tempore  quomodolib et  obtinerent,  efient  priva- 
ti ,  &  inhabiles  ad  alia  beneficia  obtinenda  .Così  egli ,  Sotto  il  caftigo  del  me- 
defimo  vituperio ,  e  perdita  d' ufficio ,  egl'  involfe  parimente  li  fuoi  Miniiiri 
ioc.cir!c.4i»'  Concubinarii;  onde  di  lui  replica  il  fopracitatoTheodoro,  [c]Dumrefìde- 
ret  in  yiterbio ,  utpr^fertur ,  fcriptores  literarum  ^poflolicarum  per privatio- 
nes  officiorum  fuoruniy  &  alias  formidabiles  pcenas  compulit  ad  dimittendum 
Focarias  eorundem  :  &  verijìmiliter  multa  alia  utilia  peregifìet  in  ejus  Tapatu  , 
fieumDominusàfieculoitafubitònon-pocafiet.  Poiché  fotto  il  fiio  Pontifica- 
to ,  che  funefto  gli  corfe  per  le  agitazioni  del  mentovato  Scifma ,  altro  non 
rinvienfi  di  memorabile  appartenente  al  racconto  dell'  Herefie ,  che  la  con- 
danna degli  Articoli  di  VVicclefffeguitain  Parigi  da' Dottori  di  queir  Ac- 
"' -'  cademia,  della  quale  fa  menzione  il  VVindefordo  nel  Commentario  con- 

tro i  VViccleffiiti,  e  Gio.  Coeleo  nel  fuo  primo  libro  dell' Hiftoria  degli 
Hufiìti.  ^ 


C  A- 


"  w        Gregorio 

5  XII. 

C  A  P  I  T  O  L  O     IL 

Gregorio  Duodecimo  Veneziano ,  creato  Pon- 
tefice li  jo.  Novembre  1406. 

Sinodo  di  Oxford^  e  fmi  Canoni.  Stato  dalla 'Bohcmia  ^  e  pre- 
cipitati cojìumi  del  2(è  FFenceslao.  Magìe  fpa'ventofe  del 
AdagoZytone,  Per^ver/ione  di  quel  2{egno  nelle  majjìme 
VFiccle-ffifte .  Origine^  e  notizia  delP  Accademia  di  Praga, 
patita  ^  ePoflidiGio,Htis^  di  Girolamo  di  Praga  ^  di  Ja- 
cohello  di  Mifnia^  di  Pietro  Drefda^  e  di  altri  Heretici, 
Herefta  de^  Calixtini ,  Duhio  infarto ,  [e  'vifia  prefentemente 
nel  Àiondo  alcuna  goccia  confer'vata  del  Sangue  diGiesu 
Chriflo .  Sinodo  celebre  di  Praga  [otto  /'  Arci'vefco'vo  Shin- 
^0,  ejuocorfo.  Miracolofo  A'V'venimento  della  Santiffìma 
Èucharijìia. 

]\  A  dove  nacque,  e  maggiormente  allora  vagava  la  pefte  dell'  Provifioni.exeio 
Herefia,  quivi  li  Prelati  Cattolici ,  e  maggior  ftudiopofero  ArmidluoconTr 
perfupprimerla,  e  maggiormente  fi  affaticarono  per  eftirpar-  i  vviccieffifti. 
la.  L'Arundelio  Arcivefcovo  Cantuarienfe,  condannati  nel  Si- 
nodo li  dieciotto  Articoli  VVicclelfifti,  quali habbiamo  [a]  a  <«».  1^9^., , 
alttovc  accennati ,  furfe  con  maggior  premura  di  Apoftolico  '^Boniflcu^xHo^" 
zelo  nella  celebrazione,  eh' eflbfece, di  un'[^]  altro  Concilio  in  Oxford,  e  ì-Mn-     '     ' 
tredici  Canoni  in  efToftabilì,  quali  poi  l' anno  feguente  promulgò  da  Lon-  ^  *^"'"'''>of. 
dra  per  tutto  il  Regno  d' Inghilterra,  [e]  Prohibì  le  difpute  di  nuove  opinioni  e  apud  Nat.^ifx. 
contro  le  antiche  Decifioni  della  Chiefa ,  li  Libri  dcll'Herefiarca  V  Viccleff,  '^X'^-''^'  "'''  *'" 
e  generalmente  tutte  le  di  lui  opere,fe  prima  elleno  corrette,e  rivedute  non 
follerò  dalle  due  Accademie  di  Oxford,  e  diConturbery,  conl'interve- 
nimento  di  dodici  approvati  Theologi ,  e  confeguentemente  poi  approvate 
dall'  Arcivefcovo  di  quella  Città  ;  la  predicazione  della  parola  àÀ  Dio  fenza 
l'autentica,  inchì  efercitavala,  della  fuaMiflìone,  il  ricevimento  de'Sco- 
lari  nelle  publiche  adunanze  fenza  il  previo  efame  della  loro  Cattolica  Fe- 
de, laverfione  della  facra  Scrittura  nell'Idioma  nativo  dell' Inghilterra;  e 
contro  i  fofpetti  di  Herefia  egli  comandò,  che  irremiflìbilmente ,  e  fomma- 
riamentefi  procedefle  come  contro  fofpetti  di  lefa  Maeftà  Divina  per  la 
fola  indicazione  della  loro  non  fana  credenza.  Ma  fé  al  Corpo  infetto  gio- 
vò il  rimedio  à  tempo  applicato ,  sfogò  horribilmente  in  altre  parti  la  in-    .    ' 
tezione  del  male ,  che  dilatato  dai  V  Viccleffiftì  per  le  profTime  Provincie , 
opprede  impenfatamente  la  Bohemia ,  la  quale  incontanente  viddefi  Hcre- 
tica  con  una  Herefia  non  fua ,  navigata  dall'  Inghilterra  dai  Seguaci  di  VVic- 
cleft,  che  fatti  forti  dall'  accrefcimento  desìi  Hui35ti,  mneltarono  quivi 
Tomo  IV,  "  ^  A     3  l' una 


o 
nero 


■>. ,  ev- 


Gregorio       g  Secolo  XV. 

-^  ^  ^*       r  una  Herefia  con  l' altra ,  rapprefentando  avverato  auell'  Albero  abomine- 
't  dmìiI.  4.        vole  di  Daniele ,  fotte  il  quale  [a]  habitabant  ammalia ,  &  befii£ ,  &  in  ra- 
mis  ejus  convfrfabantur-polmns  Calii  &exea  vefcebatHr  omniscaro.  Co- 
me tali  cofe  feguiflero,  è  d' uvopo  defcriverne  accuratamente  i  pnncipii,per 
comprenderne  poi  adequatamente ,  e  meglio  li  fircceffi . 
Stato  della  Bobe-     Rcggcva  lo  Scettro  delIaBohemja il  Rè  VVenceslao ,  ma  con  maggior 
""'ì-'n  ^  ciTr"  ^'^"^^  ^^^  nome  Paterno,  che  delfuo  .  Poich'egli  figlio  dell'Imperador 
vvencesiao.    '  Catlo  Quarto  haveodo  ricevuto  dal  moribondo  Genitore  documenti  da 
Santo,  tralignò  daefficonenormiflìmavita  in  precipitati  ecceflì  di  ogni 
sfrenata paflìone;  ond'hebbe  a  dire  Enea  Silvio  Piccolomini ,  che  poi  afcefo 
b  c^«  siMus  in  3I  Pontificato  chiamolfi  Pio  Secondo ,  [b]  'domini  fuo  Carolus  Quartus  non 
Hift.Bo'hmicacap.  paYvam  inuffit  maculam  ,  mòd  FFenceslaum  ex  filiis  fuis  natu  majorem  in 
^*'  Imperio  libi  Succejjorem  ddhuc  vivens  ordinare  conatus  eft  ,  idque  pecunia; 

nam  cum  Trincipes  Ele&ores  haud  facile  ad  eam  rem  traht  pojjent  t  quodvir- 
tute  obt mere  non  potuit ,  predo  comparavit ,  promifjis  cuique  EleSiori  centum 
miUibus  aurei  s  ,   quos  cum  repraftntare  non  poffet ,    public  a  illis  ^pman£ 
J^ipublic£  ve&igalia  obligavity  perpetuum  Imperii  malum.  Così  egli.  Sti- 
Documenti  la.  v^o  il  faggio  Ccfatc  habilc  il  Figlio  all'  Imperio ,  ein  quello  folame^te  egl* 
fciati  a  lui  dal  fuo  mgannoflì ,  petche  malamente  fi  perfuafe  di  non  poter'  efler  ingannato  da 
Regio'Geimore.   q^eHaefpettazione ,  che  dava  al  Mondo  la  di  lui  minorità  ben*  educata;  al 
quale  in  morendo  egli  lafciò  ancora  ferirti  in  muta  carta  que'fentimenti, 
ch'efTo  vivendo  gli  haveva  così  bene  iftillati  con  la  voce    iva  nel  cuore, 
e  ^pni  cocUnm  [p ]  Quicumquercgnabitis  poflme,  diceva  la  carta,  decorati  diademate  B^- 
ìb  Hift.  HHfvfica  gum ,  mementote ,  quòd  &  ego  rexi  ante  vos,  &  inpulverem  reda^usfum ,  & 
''^•''  mlutum  -permium  fimilìter  vos  cadetis,  tranfeuntes  ut  umbra ^  &  velut flos- 

agri.  Quid  valet  nobilitas  generis ,  ant  rerum  aflluemiay  nifi adftt pura  con- 
fcientia  cum  fide  re6lay  &  jpefan6lal\efurre6iionis^  Tslon  afiimetisvitam  ve- 
flramficutimpiinonre6lècogitantes,  cum  exiguum  ftt  y  quodeftis,  quia  à  Beo 
creati  y  &exrìihilonatifitisy  &  pojihac  ad  nihilum  re  digemini  y  tanquamnon 
fuifietis.  ScitotCy  -pos  habereTatrem  atcrnum  y  dr  Filium  ejus  Dommum  no- 
firumjefum  Chriflum ,  qui  primogenitus  eft  in  multisfratribus ,  qui  vos  vult  fieri 
participes  regni  fui.  Si  mandata  e jus  ferva-peritisy  &non  inquinai?  eritis  men- 
tes,  confcientias y  &  -poluntates peccatis  carnis-peflne ,  efficiemini Filii  Dei, 
proutjoannes  in  Evangelio ,  Dedit  eis  poteftatcm  Filios  Dei  fieri .  Si  igitur  vultis 
effict  Filli  Dei ,  mandata  Tatris  veftri  fervate  ,  qua  annunciavit  vobis  per 
Filium  fuum  Dominum  noflrumjefum  Chriftum  I\egem  Cosleftem ,  cu]us  typum , 
^-picesgeritisin  terris:  mandatumverò  majusejìy  diligere  Dominum  Deum 
ex  toto  corde  y  &  ex  tota  anima,  &  proximum  ftcut  feipjum:  fi  ea  dile6tione 
Deum  diligetis  y  proipfoponere  animas  vefiras  non  formidabitis  y  &nontime- 
bitis  eos ,  qui  corpus  qiiidem  pofiunt  interficere  y  animam  vero  perdere  nonva- 
lent'y  fedtimebitis  Tatrem  vejl^um,  qui  potens  eflfalvare,  4^  mittere  inge- 
hennamfempiternam. 

Si  vero  in  timore  Domini  ambulaveritis  ,  fapientia  erit  veflrum  initium , 
&  judicabitis  fratres  veftros  in  juflitia ,  &  aquitatCy  prout  ipfi fperatis  judi- 
cari  a  Domino  :  nec  fic  deviabitis  in  devium  ,  quia  via  Domini  re£ia  eft, 
tritque  mifericordia  veftra  fuper  egenos  ,  &  paupercsy  prout  optatis  miferi- 
cordiam  confequi  de  egt fiate  ,  &  fragilitate  veftra  à  Domim  ,  &  fapientia 
veftra  fortificabitur  in  rotore  Domini,  &ponety  Htarcum  aneumy  brachium 
•pefirum  ,  &  conteretis  bella  fortia ,  &  cadent  impii  coram  vobis  ;   jufti 

autem 


Capitolo   II.  rj       Gregorio 

autem  gaudcbmt .  Cogitationes  quoque  inimìcorum  vefìrorum  Deus  dif/ìpa-  A  il. 
bit  i  &  docebit  vos  ficere  jufiitiam,  &  jttdicium  ,  rcvclabtt  vobis  fecretdy 
fcmtinìumjujìum  ojiendet  vobis,  &  non  palliabit  vir  afiutus  malitiam  [uam 
ante  faciem  vejiram  i  quia  Spiritus  fapienti£  ^  &  intelligenti^  Domini  erit 
in  vobis,  &  velabumur  ocult  in  j  u  fior  urne  or  am  vobis  y  tolletque  Deus  de  cor- 
dtbus  eorum  verbum  ,  &  amentcs  erunt  propofttiones  eorum  ,  ]ulìus  autem 
falvabitvitamfuam:  (ìcque  erit  honor  regius  y  quia  bonor  I{egts  judicium  dt- 
Itgit ,  &  fceptra  vejìra  florebunt  corani  Domino  y  quia  porte xijìis  ea  lapfo  , 
&  inopem  extraxijiis  de  laqueo  venantium  :  diademata  vejìra  fpLende- 
bunt  &c.  Così  r  Imperador  Carlo  Quarto  al  fuo  Figliuolo  Rè  VVenceslao 
di Bohemia. Ma [^]Ho«orei', dice S. Gregorio, /«/?è»2«ftf«/»wor^i',eperve-  a  s^Greg,ìn  Pa- 
nato  al  Regno  VVenceslao,  aprì  nella  Bohemia,  e  nell' Imperio  una  tra- ^'"■• 
gica  fcena  di  non  preveduti  fuccefli,  rapprefentando  al  Mondo  una  vita 
così  fcandalofaper  i  coftumi ,  così  barbara  peir  la  fierezza ,  e  così  vituperofa 
per  ogni  riguardo ,  che  in  fine  egli  meritò  di  edere  sbalzato  dal  Trono ,  da 
lui  più  tofto  profanato ,  che  polTeduto  :  Vino ,  ciboque  marcens  i  così  fcrifle 
diluì  il  fopracitato  Enea  Silvio,  lucemque  dormendo  no^i  conjungcnsy  ab 
Elehoribus  Imperii ,  comprobante  Bimano  Tontifice,  deje£ius  efl  *  Sciope- 
ratamente vivendo ,  egli  berte  fpeflb  vendeva  nude ,  e  bianche  carte  fegnate 
col  Recio  Sieillo,  e  Regia  fottofcrizione ,  l  b]  qua  ex  re  ab  f acri  Romani  ^  Hdctxtanttom. 

_  ■  ■'-!        •       •-'         ,'  f    *-'  I  r  \né.     ìir       ^'        Z.  rerum  Ocrm.^n. 

Imperli  juriumi  &  emolumentorum  damnofam  tmminutionem  y  (&  dijjipatio-  p^r.i.pag.i^o. , 
nem  ,  graves  querela  fubort£  funt  :   Controverfias  porro  ,  bellaque  ,  qu£i  f"""  '^"'"^  \^y"' 
proh  dolor  ÌGermaniamy  aliafque  [acri  Imperii  terras  miferè  afflixerunt ,  &  '"'•"i°'^-''-'^- 
pefiumdederunt ,  atque  etiamnum  peffumdant ,  nil  unquam  cune  habuit ,  Rine 
pr^edationes  ,  incendia  ,   &  latrocinia  otta  adeo  funeflis  ufque  hodie  incre- 
mentis  y  ut  nulli  ncque  Clerici  y  ncque  Laici  y  ncque  ^gricoU ,  ncque  Mere  a- 
tores  y  ncque  viri ,  ncque  mulieres  >  five  terra  >  five  mari  tuti  verfentur. 
Tempia y  Coenobiay  &  Domusfacr^y  quas  Jacrum  Imperiummanu  afiererc, 
atque  tueri  dicebat ,  rapinis  ,  &  incendiis  patent ,  (jr  ad  interitum  redigun- 
tur.  Eo  rcs  abiity  ut  quivi s  cantra  juris ,  <&  aqui  rationem,  alium  prò  ar* 
bitrio  tra6iarit ,  ac  etiam  tra&et,  abfque  ulla  facr*€ ,  fpreticque  diu  Imperia- 
lis  au6ioritatis  reformidatione  ,  ftc  ut  &  locus  conveniendi  qiiempiam  ,  ubi 
nomine  j un s  def enfia  y  &  patrocinium  fiifcipiatury  piane  ignoretur .  Denique 
(  quod  horrendum,  &  immane  di&uj  cum  propria  y  tum  aliorum  facinor§- 
forum  y  quosfecumhabety  manureverendos facrorum  ydntifìitcs  y  Sacerdotes, 
&  [pirituales  perfonas  ,  &  alios  iterum  plures  honejìie  notte  hcmines  contra 
juris  normam  ,  fecus  quàm  B^omanorum  I^egem  decebat ,  ned  dedit  ,  aquis 
fubmerfit ,  igne  cremavit  miferabilitcr  ,   atque  truculenter  ptremit  ,    Qués 
quidem  memorata  ,   aliaque  multa  gravia  facinora  ,    atque  damna  adeo  di- 
vulgata funt ,  &  palam  nota ,  ut  &  excufari ,  vel  celar t  nullatenus  queant , 
Così  l'Arcivefcovo  di  Magonza  nella  formola  della  di  lui  depofizione 
dall'Imperio.  Ma  fiironoqueftì  piccioli  delitti,  fé  fi  paragonano  co' mag- 
giori: Poiché  di  lui  [e]  foggiungefi,  che  ammonito  dalla  fua  Regia  Con-    ^  nuhtvius  i^ 
forte  à  ritirarfi  dalla  indegnità  de'Lupanarii,rifpondeflele  obbrobrlofamen-  H'jt.  BohemUauo. 
te,  eh' elfo  era  pronto  à  condurvi  ancor  lei;  e  quindi  fattofi  chiamare  il  ^^' 
Confelfore  della  Regina,  richiefelo  dei  peccati  di  effa;  e  deludendo  il  de- 
voto Sacerdote  con  dubbiofe parole  l'arroganza  della  domanda,  e  perfi- 
ftendo  l'empio  Rè  nella  oftinazione  della  nchiefta,  e'ibuon  Servo  di  Dìo 
nella  coftanza  della  repulfa ,  facelTelo  allor'  allora gittar  dal  Ponte  di  Praga 

A    4  nel 


a  «4/;/; 


b  Edmundus  apuà 
ChronieoH     Belgi' 


cttm 


c  Idtmilfiitmt 


à  litmWtitmt 


Gregorio        g  Secolo  XV^ 

V^^^'  .    nelprofondif1imo[^]  Molta,  conhonore,  e  riverenza  dell' iflelfo  fiume, 
US  Moldavia,  offerendo  l' HìftoHco ,  Quàm  fanBuSi  &  innocens  Sacerdos  iUefìterit,  ip[e 
fiuvius  oflendit  ita  de  repente  arefa^us  ,   ut  corpus  nudaret  fubmerft  :  infla- 
tuque  ilio  tricttnmi  permaner ,  donec  Jubmerfus  ad  S.  Fitum  fcpeliretur  :  ubi 
in  hunc  diem  quìcumque  fepulchro  temere  infaltaverit ,  immmiis  ab  infamia, 
non  epadit.  Per  il  qiial  barbaro  fiicceflo  ne  morì  di  cordoglio  la  Regina. 
Altr'idi  nuovo  foggiungono  [b]  tefbmonii  di  veduta,  che  quando  nella 
menfa non  gli  andavano  à  piacere  le  vivande,  egli  incontanente  t'aceffe  in- 
filzar negli  fpiedi  li  Cuochi ,  e  con  prolungata  morte  in  fua  prefenza  à  lento 
fuoco  arroftirli  :  [e]  Che  forprefo  una  volta  da  uno  flravagantedesìodifa- 
per'à  che  penfaffe  il  condannato  alla  morte  nell'atto  imminente  dieffa, 
chiamaire  afe  un  fuo  Figliano ,  e  poflofi  elio  inginnocchione  rifolutamente 
gli  ordinalfe ,  che  ^sfoderata  la  fciabla,  lo  decapitane  :  inhorridito  alla  ri- 
chieda, e  difdegnandone  quell'  innocente  Giovane  la  efecuzione ,  fol  volle 
per  ifcherzo  avvicinargli  di  piatto  al  collo  la  fpada,  mofìrandofi  nel  me- 
defimo  tempo,  e  riverente  alla  perfona,  e  pronto  al  comando.  Surrexijìe 
B^egem,  replica  l'Hiftoricojtutt*  allora  adirato,  e  fuor  di  fé,  e  conavverfa^ 
rifoluzione,  ^ie«iy«<ir«,  difl  e  ai  Figliano,  e  in  mio  luogo  ti  poni,  e  impara 
di  ubbidir  à  unF{è  quando  comanda  ;  e  in  così  dicendo  ,  gli  recife  con  un 
fol  taglio  la  tefù,  calpeftandone  sfarzofamente  il  fangue  in  dimoflrazione 
di  vanto  della  fua  defirezza:  E  che  un'altra  [d]  volta  incontrando  egli 
nella  Caccia  un  Monaco  per  una  Selva ,  trafìggeflfelo  con  un  dardo  da  parte 
i  parte,  &cOh  bel  colpo,  diceffe,  è  ucci  fa  la  fiera  \  alche,  replicando  il  fuo 
Scudiere,  non  ejjèr  ella  una  fiera  ,  md  un  Monaco  ,  rifpondelfe  VVencef- 
lao,  Monachum  manere  debere  in  fuo  Clauflro,  non  in  Silva,  ubi  ejjet  habi- 
tatio ,  &  converfatioferarum  :  [  e  ]  Et  in  fine ,  conchiude  il  citato  Edmon- 
do ,  Mudivi  etiam  dici  de  eo ,  cum  quadam  vice  videret  adparietern  fcriptum , 
VVenceslaus  alter  Nero ,  ftatimaccepta  creta,  manu  propria  adjunxiffe  htsc 
verba.  Si  non  fui,  adhuc  ero;  ed  in  fatti  egli  pretto  non  folamente  diven- 
ne un  moderno  Nerone,  mi  nella  fierezza  oltrepafsò  l' antico  :  I\ex,  fog- 
giunge  il  Dubravio  ,    alia  occultiora  naufragia  adverfos  fuos  adverfarios 
excogitavit ,    extrtiÙo  fub  arce  yicegradenfi  in  ripa  Vvlt avite  balneo  (  nam 
fapijjimè  balneis  utebatur  )  machinofo  ,  in  quo  tabuU  pavimenti  certa  fui 
parte  ita  leviter  coagmentata  fuerunt ,  ut  vel  uno  pede  proculcatae  facile  la- 
xarentur .  Quos  igitur  ex  tis  ,  qui  ad  lavacra  invitati  erant  ,  perdere  vole- 
bat,  per  hanc  rimam,  ruinamque  pnecipites  in  flumen  dabat  ;  adeò  natura 
ferus ,  &  fanguìnarius,  ut  ajfiduum  penes  fé  carnificem  haberet ,  qucm  vul- 
garivocabulo  Compa.UQm  familiariter  appellabat,  quia  filium  ejus  de  fonte 
/acro  levavit,  &tam  proximumfibi  adhtbuit,  ut  aliquoties  uno,  eodemque 
equo  fé  cum  vehi  illum  pajfus  fuerit ,  defdientemque  rapi  ad  pcenas ,  quos  juf 
ferat,  fpe^averit.  Così  egli ,  e  certamente  quello  crudeli^uiio,  ed  im- 
piiflimo  Rè  non  potè  apprendere  quefte  ree  maflìme  di  vivere ,  fé  non 
dalla fcuola del  D.avolo,  e  dagl' infegnamenti  de' Maghi,  de' quali  molti 
egli  falariati  riteneva  nella  fua  Reggia.  Fra  eiil  il  più  bombile  eraZytone, 
Negroni^intc  degno  di  paragonarii  per  le  maraviglie  degl'incantefimi  agli 
antichi  Simun  Mago,  Apollonio  Tyaneo,  e  al  più  moderno  Pietro  Abai- 
lardo  ;  [/]  poiclVegli  appariva  bene  fpelTo  con  una  larga  bocca  fìn'alie 
crecchia  ,  e  dimoiuv.va  d' improvifamente  ingojarfi  vivi  gli  huomiiìi,  e 
incontanente  à  pezzi  a  pezzi  fcaricandofene  il  corpo  perla  via  communc 

delle 


Idmlòidtmt 


Zyt«ne,efiiehor- 

rende  in^'aie . 


f  Dtt'ravìus  in 
IL/:,  Eiihemicatit/. 

2J. 


Capitolo   IL  g         Greco 

delle  feccie,  ricompagfnavaliinfieme,  e  ridicevalinel  primiero  flato  di    RIC>AÌi. 
prima:  compariva  con  faccia  non  fiiaveftito  nel  medefimo  tempo  bordi 
coiorrolVo,  hordinero:  vedevafi  nuotare  ignudo  per  le  Camere,  come 
per  un  gran  fiume:  correvalepoikal  par  d'ogni  veloce  deftriere  fopra  un 
piccolo  Carro  tirato  da  due  Gallinacci:  nella  menfa  reale  faceva  improvi- 
famente  tramutar  le  mani  dc'Convitaci  in  piedi  ò  di  Cavallo,  ò  di  Bue  , 
eprendevafi  giuoco  di effireiìinhabilià  prender  il  cibo:  fufcitava  repentini 
rumori  per  iailrada,  eaiDomeftici  del  Rea!  Palazzo,  che  accorrevano 
alle  fìncitre  per  rimirarne  il  lucceflb,  comparir  faceva  in  un'ifiante  sii  U 
fronte  due  graudiflìme,  e  fpaziofe  corna  di  Cervo,  onde  ritrar'eglino  non 
poteffero  il  Capo  dal  vano  di  effe,-  e  ciò  fpeffe  volte  avveniva ,  quando  alla 
menfa  egli  fede  va  con  loro ,  rimanendo  egli  folo  aflìfo,  efollecito  ad  ingur- 
gitar le  vivande ,  quando  i  Compagni  combattevano  à  ritirare ,  e  ritrarre  le 
loro  Corna  dalle  fineftre:  faceva  comparir  mandre  di  Porci,  e  ritraheva- 
ne  in  vendita  copiofl  denari  ;  ma  gl'infelici  compratori  nel  voler  rimetterli 
nelle  flalle,  foli  fenza  Porci  confuti,  e  mefti  ritornavano  i  eàunMicheie 
fornaro  di  Praga ,  à  cui  fuccef  le  tal  fatto,  rinvenuto  dormendo  in  una  ho- 
fleriaZytone,  e  prendendolo  j>er  un  piede  per  ifcuoterlo  dal  fonno,  e 
ridomandargli  il  denaro ,  col  piede  rete  in  mano  tutta  la  cofcia,  ond* 
hebbe dgran miracololo fcappar via fenza moneta,  fenza Porci,  e  tacere: 
perlo  che  fin  d'allora  corfe  per  tutta  la  Bohemia  il  proverbio,  quando  ta- 
lunfacevainqualche  mercanzia  mala  elezione,  ò  mala  fpefa,  Lucrum  fa- 
cies y  quantum  Michael  in  fuibus.  In  modo  tale  che  l'horribilMagoerain 
horroreà  tutti  per  tutto  quel  tempo,  che  nella  Corte  viife  di  VVenceslao, 
dalla  quale  un  giorno  improvifamente  egli  difparve,  à  Cacod^mone  ,  co- 
me dice  l'Hiftorico,  chequeftecofe  riferifce,  [a]  curri  corpore,  &  anima 
de  medio  bominum  fublatas .  Dalla  fcuola  dì  Zy tone  propagollì  poi  in  quello 
Secolo  la  Magia  in  molte  parti  del  Chriftianefimo ,  e  noi  ne  accenne  lemo  à 
fuo  luogo  [b]  prodigiofi ,  &  horribili  avvenimenti .  Sotto  un  tal  Rè  dunque  b  vedui  ponùfM 
non  potè  avvenire  alla  Bohemia  altrimente,  Ai  quanto  avvenne  all'Inghil-  Eage^^oiv.,ujinr._ 
terra  fotto[c]il  Rè  Eduardo  Terzo  ;  e  fé  dalla  mala  vita  dell'uno  prefe  vigore  Grttxi!tTì/pÌ. 
la  Herefia  di  V  VicclefF,  dallapeflìma  condotta  dell'altro  prefe  incitamento,  ^"■• 
e  forza  quella  degli  Hulliti .  Conciofiache  non  ritrovando  li  VVicclefiilii 
banditi  per  gli  Editti  Ecclefiaftici,  e  Regii  dal  loro  nativo  Paefe,  Theatro 
più  proporzionato  al  profeguimentodelfa  loro  intraprefa,  che  un  Regno,     mgreffo.epro. 
in  cui  regnava  un  Rè  per  così  dire  Atheifta ,  tutti  colà  accorfero  ,  e  nella  iate'fuvvKl 
Bohemia  fi  portarono,  carichi  della  loro  infetta  merce,  cioè  de'libri  di  df^'t-»  per  la 
V  Viccleff ,  per  farne  quivi  pompa,  e  diffeminarne  in  quel  terreno  gli  errori»  ^°^""'^  • 
Fri  gli  apportatori  dell'efecrabile  mercatanzia  uno  [d]  fu ,  e  forfè  il  princi- 
pale, Pietro Paynecollegiante dell'Accademia  di  Oxford,  ea  forfan  occa- ÌÌ//£"' "'^' 
/ione  permotusi  quòd  ante  eum  Bohemus  quidam  genere  nobilis  ex  domo, 
quam  Vutridi  pifcis  vocant,  apud  Oxoniam  in  litteranm  fludioconfiituta  , 
librosFFiccleffiy  quibustimluseJìyDemivQvf'dlibusveaMbuSyindeinTatriam  ^  ^^^ 
fecumretulity  velut  pretiofumthefaurum,  quos  Tragadiverftstranfcriptiom-  le^ttleTcTc-J] 
bus  multis  hominibus  communica-pit ,  &  juxta  nomenfuum  Vutridi  iMretici  le-  ^"'f  ^'i"  '"■  f' 
thale-pirusCivibus  fuisinfudit.  Fioriva  [e]  allora  la  Univerfità  di  Praga  mìcl'l à-intillù 
in  qualità  di  Soggetti  molto  accreditati  nelle  fcienze,  ma  conlagrimevoie  ^Ifcademù  di 
avventura  di  finiftro  accidente,  erano  eglino  tri  loro  così  mal  concordi  Praga^,  cA'udif. 
dunimo,  e  di  genio,  che  più  tofto  parevano  contradittori,  che  compa-  '°'^''* 


litm  tbidt 


gni 


Greco-        jq  Secolo  XV- 

RIO  XII.  2fìi  neir  infegnarle .  E  la  contradizione  nafcevaineffi,  non  da  lodevole 
iftinto  di  rintracciarli  vero  fra  le  ofcurità  delie  contefe,  ma  di  contendere 
anche  il  vero,  quand'egli  appariva  nella  bocca  dell'Avverfario,  e  tanti 
erano  gli  Avverfarii ,  quante  le  Nazioni ,  ài  cui  quell'Accademia  era  com- 
porta. In  quattro  Nazioni  ella  fin  dalla  fua  fondazione  fotto  Tlmperador 
Carlo  Quarto  fu  divifa,  cioè  nella Bohemica,Saxonica,  Bavarica ,  e  Polo- 
nica, tutte  e  quattro  con  gl'ifteili  privilegii  condecorate ,  e  con  li  medefimi 
emolumenti  largamente  pro  vedute.  Ma  li  Bohemi,  ò  come  gente  più  feroce 
degli  altri,  ò  come  meglio  proveduta  degli  altri  in  ragion  di  voler' elfi 
in  cafa  loro  governar  quello  ftudio,  fempre  di  mal'occhio  riguardarono 
i Dottori Tedefchi,  e  Polacchi,  come  quelli  che  fembravano  loro  coli 
introdotti  più  come  Maeftri,  che  concathedratici  in  quelle  fcuole.  Quindi 
Tpeifo  tira  eillfuccedevano  riffe  intempeftive,  e  inutili  difcrepanze ,  che  più 
tofìo  tendevano  alla  diftruzione ,  che  al  coltivamento  delle  fcienze:  e  come 
che  è  molto  più  ardente  la  gara  dell'ingegno  nella  diverfità  delle  Nazioni, 
che  quella  delle  Nazioni  nella  diverfità ,  e  valore  delle  armi ,  ad  altro  non  at- 
tendevail ,  che  ad  abbattere  i  Compagni  hor  con  la  fottigliezza  de'fofifmi, 
su?i'iti""^'^^"^  hor  con  la  novità  delle  opinioni,  ed  hor  col  peggio  che  fuccederpofla  nelle 
fcuoie,  con  la  impugnazione  dell'ifteffa  verità ,  per  rendere  in  qualche  modo 
confufo  col  verifìmile  anche  il  vero.In  quello  torbido  ftato  di  quell'Accade- 
mia iVViccleffifti  avvicinarono  il  fuoco,  dove  f)iùparevadirpoftala  mate- 
ria all'incendio ,  e  i  loro  Libri  communicarono  ai  Maeftri  Bohemi,  fra  quali 
Giovanni  nativo  di  Hus  piccola  Terra  di  quel  Regno  fopra  tutti  s'inalzava 
più  per  ferocia,  che  per  acutezza  d'ingegno,  onde  gli  altri  ciecamente  lo 
feguivano,  come  Huomo  forte  nell'impegno,  e  Capo  di  fazione  contro  la 
a:^«.r4oJ.  Nazione  de'Dottori  Tedefchi .  [^]  Entrò  volentieri  T Hus  nell'apertura 
di  quella  nuova  Scuola,  &  avidamente  s'inoltrò  nella  lezione  de' Libri  di 
VViccleff ,  e  ritrovando  in  effi  pronto  motivo  di  peregrine  fentenze,  avida- 
mente le  propofe  ai  fuoi  Avverfarii  non  tanto  per  foggetto  di  queflione  > 
quanto  per  articoli  di  afferzione .  Tuttavia  non  hebb'egli  allora  ardimento 
di  apertamente  approvare  la  Herefia  di  VViccleff;conciofiacofache  eflendo 
ìrlfàt^Td^T'  '1  ella  ftata  di  frefco  condannata  dalla  Univerfità  di  Praga >  ed  ellendofi  [b] 
ar^ttcuidvvicchjf^  cHo  mcdefimo  fottofcritto  alla  coudanua ,  non  voleva  così  predo  renderli 
Vì'Z  s'aT'i^e''  òfpergiuro  nel  fatto,  òcontradittoreàfefteflb,  e  baftogli  allora  mettere 
'•rf!ii,§!6.'''*''^'^' in  campo  l'inimico  fenza  azzardarlo  alla  battaglia,  fin  tanto  che  fi  difpo- 
nelTe  meglio  l'attacco  con  l'indebolimento  dell'Avverfario.  A  tal  fine  in^ 
finuatofi  elfo  nella  confidenza  di  Vvenceslao ,  à  lui  propofe,  e  daini  otten- 
ne cofa  cotanto  gradita  à  tutta  la  Nazione  Bohema ,  ch'ella  non  potè  v  a  de- 
fiderarne  altra  maggiore  tanto  in  riguardo  al  decoro ,  quanto  all'utile,  cioè 
che  nell'Accademia  di  Praga  la  Nazione  Bohema  precedere  aliealtre  tré  , 
ed  ella  fola  tanta  forza  havelle  nclie  decifi  oni,  nelle  difpofizioni,eneiram- 
miniftramento  di  eflà,quanto  tutte  e  tré  la  Sa(fonica,la  Bavarica,  e  la  Poloni- 
ca iniìeme .  E  ciò  con  Regio  diploma  fu  incontanente  ordinato,  publicato, 
&  efeguiro  con  sì  grande  indignazione  de'Maeftri  Tedefchi ,  che  quindi  to- 
fìo  tutti  fi  partirono  con  cinque  mila  Scolari  loro  nazionali ,  e  fi  portarono 
a  Lipfia ,  Città  tré  giornate  dirtante  da  Praga ,  dove  fotto  la  protezione  de' 
divoti  Principili  LantgraviodellaThuringia,  eilMarchefe  di  Mifnia  fon- 
darono una  nuova,  e  celebre  Accademia,  in  competenza  di  quella  di  Pra- 
ga, la  quale  allora  refa  totalmente  in  poter  de'B.ohemi,  e  fotto  la  condotr 

ta 


Capitolo  IL  II        Grego- 

tadifpotica  di  Giovanni  Hus,  divenne  in  breve  una  Sinagoga  d'increduli,    ^^'-'^U. 
&  un  Aiìemblea  di  Heretici .  Poiché  THus,  che  nera  il  Direttore,  cornin- 
.ciò  in  effa  à  fpargere  pnblicamente  il  veleno  V  Viccleffiftico ,  ch'egli  già  ha-  f.^^l'^it^/r'olf^^ 
veva  altamente  bevuto ,  edi  cui  havevagià  infetto  l'animo,  e  la  dottrina. 
ElTendocofa  che  eifendo  egli  potente  nel  dire,  &  in  eftimazionepreffogli 
altri  per  una  mal  fondata  opinione  dj  vita  auftera,  e  fanta,  predicando  nel 
celebre  Tempio  di  Bethlem  in  Praga,  confacrato  alla  memoria  de' Santi 
ApoilioIiMattheo,  eMatthia,  e  de'Santi  Innocenti ,  propofe  all'udienza 
li  libri  di  VViccleff,  come  libri  pregiati,  edotti,  e  la  perfona  dell'Autore, 
come  data  da  Dio  alla  illuminazione  di  quel  Secolo  j  onde  fpefle  volte  egli 
ripeteva ,  Defiderar  ejfo  in  morendo  quella  gloria ,  in  cui  era  entrata  V anima 
fortunata  diyyicclejfi  huomo  buono,  perfetto,  e  degno  del  Cielo.  Ne  (i  con- 
tenne l'Hus  nelle  fole  parole ,  che  fol  intefe ,  perfuntoriamente  perfuadono: 
màappigliandofiaglifcritti,  che  fono  le  arme  più  potenti  della  Herefia  , 
rivolfe  in  lingua  Bohema  alcuni  libri  di  lui,  e  come  facro  dono  prefentolli 
d  tutti  li  più  potenti  Principi  della  Bohemia,  &àGiudoco  Marchefe  della 
Moravia  quello  di  Trialogo  ,  ch'era  il  più  infetto ,  e  il  più  pieno  di  here- 
fie.  Molti  Chierici  aggravati  di  debiti ,  e  rei  di  enormi  delitti,  avidi  difot- 
trarfì  dai  preveduti  caftighi ,  congiuratili  infieme ,  fi  pofero  uniti  alla  fe- 
queladilui,  e  lo  feguirono  altri  mal'configliati  Dottori,  che  invidiofi,  & 
infofferenti  di  veder  promoffi  alle  pingui  dignità  Ecclefiaftiche  della  Bohe- 
mia Perfonaggi  Nobili,  ma  ignoranti,  s'invehirono  indiftintamente  con- 
tro tutto  il  corpo,  e  contro  il  Capo  medefimo  della  Chiefa,  fenza  diftin- 
zione  tra  colpevoli,  &  innocenti ,  biafimando  tutti  per  la  reità  di  pochi .  Fra 
quefti  per  eloquenza,  e  dottrina  fi  annumerarono  come  i  più  riguardevoli 
Girolamo  di  Praga,  JacobellodiMifnia,  ePietrodiDrefda,  trèhuomini 
infigni  per  empietà,  e  celebri  nell'atrocità  de'fucceifi  di  quefti  tempi  :  [  ^  ]  ^  ^n""'  '"  "'^' 
Sidiligentiùs  quis  difcutiathancrem,  djcedi  Girolamo  di  Praga  un'Auto- oTuiùà'di  Giro, 
re  contemporaneo  di  lui  ,  inveniet  Hieronymum  ijìum  circa  VFiccleffi  do-  lamo  dì  Praga. 
6lrinamterque ,  quaterque,  utaitToeta,  perfidum.  Trimò  quidem  Trag£  , 
quando  ipfe  anno  Domini  1408.  quadraginta   qninque   articulos  Vyiccleffi 
fimulcumc£terispubltcè  damnapjt,  tum  ut  Magifler  univerfttatis ,  tum  ut 
membrum  Bohemien nationis:  bis  igitur ,  aut  ter  eam  do£irinam  fub  initium 
damnavitTraga ,  fcilicet  in  Collegio  Caroli ,  in  Tsi^tgra  rofa,  &  in  Tnetorio  , 
Tacco  de  ea  damnatione ,  qu<£  in  profefìoribus  Theologica  facultatis  fa£ia  fuit, 
quia  non  reperioeum  ili ms  facultatis  membrum  fuifie.  *At  paulo  pòjì  maxime 
afieruit ,  &  pradicavit  jeditioftffimè  eandem   do6lrinam  ,   nec  puduit  eam 
cum  fociis  fuis  contra  OoEiorum  conftlium  tn  articulis  obje&ionis  fu£  dicere 
iniquam ,  mjujìam ,  ac  temerariam  ej]e,  <&fuifìe ,  XLV.  .Articulorum  condemna- 
tionem ,  &  prohibitionem .  Così  il  Coeleo  di  Girolamo  di  Praga,  il  quale  da  ^  ^.^  .^  -^^ 
un'altro  Autore  [b]  è  ripigliato  come  comphce  fra  gli  errori  nefandi  óq' faal'' 7n 'coZ7i', 
Turlupini.  Nel  rimanente  era  egli  graduato  Dottore  della  univerfità  <^'^'^fiJlZ'i;'l''f  ^'' 
Parigi,  di  Praga ,  di  Colonia ,  ed'Heidelbergh,  eabileàgrancofe,fenon'^""'""  ' '*' 
foffe  fiato  pervertito  dall'Herefia .  Il  Jacobello  di  Mifnia  poi  predicava 
allora  nel  celebre  Tempio  di  San  Michele,  onde  tanto  più  gli  era  agevole  f^^flJ^'^''^^^^°^^ 
l'infettar  molti  in  poco  tempo ,  quanto  più  gli  era  facile  l'elTere  udito  da    E"dt  Pietro  di 
molti  in  poche  parole  ;  e  il  terzo  in  fine  Pietro  di  Drefda  acudendo  ai  due  f/J^'^j^PcommuI 
f>rimi  nella  conformità  delle  mafiìme ,  volle  fegnalarfi  fopra  efli  con  toglier-  ^o  *e  Vou^^lTm* 
fi  dal  numero  de'feguaci ,  e  renderfi  in  fama  di  Capo ,  onde  cominciò  à  ma-  ^educ  le  ipecie. 

ravi- 


Greco-        j^  Secolo  XV. 

RIO  Ali.   ravigliarfi  ài  VViccleff,  e  dell'Hiis ,  ripigliandoli  modertamente ,'  che  huo- 
mini  di  tal  pregio  in  dottrina,piir  avveduti  non  fi  follerò  ancora  dell'errore, 
che  ^\  era  infinuato  fin'allora  nella  Chiefa  di  Dio  circa  la  Communione  del- 
la Euchariftia ,  fomminiftrata  ai  popoli  fotto  la  fpecie  folamente  delCor- 
*  Dì  quella  mat,.  po,  quando  efpreffamente  [*]  GiesùChriftohavevala  comandata  fotto  am- 
r,a  vedi  il  noftr»  bcdue ,  c  dcl  Corpo ,  e  del  Sangue,  in  conformità  delle  parole  riferite  da  San 
a"/»'. V""^' ^^^*    Giovanni,  [a']  J^ft  manducaventiscarnemFilii  hominis,  &  biberitis ejui 
fanguinem ,  non  babebitis  vitam  in  vobis .  Il  Mifnienfe  non  moftrò  al  princi- 
pio di  applaudire  alla  nuova  dottrina  del  Drefdenfe ,  ma  havendo  poi  egli 
con  foUecita  diligenza  rivoltate  le  antiche  carte  de'Dottori,  e  ritrovati  in 
effe  gli  alti  elogii ,  che  San  Dionifio,  e  San  Cipriano  fanno  della  Communio- 
ne del  Calice ,  arditamente  propofe  di  foftenerne  ad  ogni  cofto  Taffunto ,  e 
cominciò  à  commovere  il  popolo ,  &  à  predicare ,  che  per  l'avvenire  niffun 
fedele  fi  falvarebbe,  fé  fotto  l'una,  e  l'altra  fpecie  egli  non  fi  communicaf- 
fe,  ripigliando  nel  medefimo  tempo,  ò  d'ignoranza,  òdi  malizia  l'ifteffa 
Sede  Romana ,  che  altrimente  collumava  :  e'I  fuo  detto  talmente  infinuolfi 
b  Gerfo»  tu.  1.      poi ,  c  propagoffi  da  un  Giovanni  cognominato  il  Cardinale ,  \b]  e  così  pro- 
fonde fiffe  le  radici  negli  animi  de'Bohemi,  ch'eglino  poi  nel  progreffodel 
tempo ,  benché  ogni  altro  errore  abjuraffero  dì  VViccIetf,  e  dell'Hus,  nulla- 
dimenoquefìo  della  Communione  del  Calice  fempre  cotanto  pertinace- 
Dubr^vtus  de  ^^^^^^^  f  ollcnnero ,  che  dagli  Alatori  furono  chiamati  Calixtini  :  [e]  Profolo 
Thabornlrum,  &  Calicc  obtmcndo ,  fcriffe de'Bohemi  Hufilti  il  Dubravio,  adeòfoUicitterant, 
^d,&hn{Ùtri6  i^tpaJJìmiUumin  parietibus ,  in  vexillis ,  in  templis  pingebant;  &  ilmede- 
)iiji%she'n!ìL']  '  fimoriferifcequeftoingegnofoDiftico,  cheinloroderjfo  corfe  allora  per 
la  Germania: 

Tot  pingit  Calices  Boemorum  Terra  per  Urbes, 

Ut  credas  Bacchi  numina  fola  coli. 

Mi  con  più  verificato  prognoftico  fcagliofli  contro  il  Drefdenfe ,  e'I 

Jacobello  un  Dottor  Theologo  Tedefco ,  allorché  udendo  la  prima  volta 

Aidim  ibid.       predicare  in  Praga  quella  nuova  necefliti  del  Calice,  [d]  Isl^n  tu  Calicem 

falutisy  diCfe  intrepido  ai  Predicante,  fed  cyathum  furortSy  &poculumrui- 

S^Tc^w'a  h  f"r  na&ohemis  fuppediialìi^  ut  ilio  hai^fio  furiant ,  vomant ,  infaniant  ,&rnutuis 

ra'vifiaprci'entè  adextremumpraliisìììter  fé  dimicent.  Così  egli,  che  prediffe  troppo  bene 

prr't'rdi  1."ar!gÌe  ig^anmali,  che  quindi  [e]  provennero  in  qiiel  Regno.  E  notabile  ci  fi  ren- 

prcziofo  di  ciie  dc  la  confiderazionc ,  che  appunto  allora  quando  nella  Bohemia  dibatte- 

l'\^Ìnfpont,f.di  vafi  l'ufo  neceffario  del  Sangue  ,  nella  Diocefi  di  [/]  Saintes  in  Francia  fur- 

Martmov.to^n'.;.  fc  [^  ]  la  queffìoiie,  e'I  dubio  ,  fé  creder  fi  poteffe  Cattolicamente,  che 

Po^nnjcato^d'icu  Ì"  quefto  Moudo  vi  fofle^  alcuna  particella  di  quel  preziofo  Sangue  , 

?nenteSei}oto^,2.i,  che Gìcsù Chofio  fpatfc ,  ò  nella  Flagellazione,  ò  nella  Croce  fopra  la 

itfniUi  ^c'ii!iK  terra.  Circa  il  Sangue  miracolofo  certa,  e  chiara  cofafi  è,  che  molto  ve 

(juejìoto.^.^         ne  fiaprefentementeconfervato  nelle  Chiefe  de'Cattolici  in  reliquia  vene- 

Lr^f  ^f.°f>t^at7  i^anda,  einteiiimonianzaauthentica  di  feguiti miracoli:  onde  tal  forre 

dii-pin  »,  B)bt.,th.  Qi  fangue  dìccd  miracolofo ,  perche  apparfo  miracolofamente,  ò  in  fudore  di 

^';P;W/'"rM.^'"''  "  qualche  Imagine  del  Salvadore,  ò  in  impronto  di  qualche  hofìia  confacrata. 

;     Mi  circa  il  Sangue,  che  dice  fi />re^/o/ò,  cioè  del  proprio  preziofo  Corpo  di 

•     Giesù  Chrifto ,  varie  fono  le  opinioni,  afferendo  San  Tommafo,  che  tutto  il 

hsTh  ì  par  q      Sangiic  ioffc  da  Chnfto  rialfunto ,  effendo  che  ad  veritatem  ìmmamc  natur/C 

ari.z.  anuiùur,'.  pertineat  [/?]  in  conformità  del  celebre  detto  di  San  Giovanni  Damafceno, 

■"***"•    che  di  Giesù  Chnfto^diffe,  Q^od  femel  ajjumpfìt,  nunquam  dimiftt  ;  onde 

«Vi,*  dediir 


Capìtolo  IL  I  ^        G  R  E  G  d- 

dedar  fi  potrebbe  ,  che  il  Sangue  fparfo  nella  Pallone ,  fofle  flato  da  lui  riaf-   ^^*^  ^^^' 
funto  tutto  nella  Refurrezione.  Ma  tal  argomento  [a]  vien  confiderato  da  al-  ^  d^  hac  re  vide 
tri  Theolo^i  con  la  dovuta  diftinzione ,  concedendoiì  la  riafllinzione  ò  delle  ^''l/'Al;',!' 
fole  parti  ellenziali,  e  principali ,  o  le  anco  delle  integrali,  fra  le  quali  più  prò-  rcci.6.  «.  82.87.8i. 
babilmente  fi  annovera  il  Sangue ,  non  già  però  di  ogni  minima  parte  di  elTe:  '^oZ/rtcfcalìòT 
onde  richiefla  allora  la  fcuola  di  Parigi  fopra  la  efpofta  dubietà ,  ben  ella  rif- 
pofe,non  efTer  contraria  alla  Chrifliana  pietà  la  opinione  di  chi  fofliene ,  che 
qualche  particella  di  preziofo  Sangue  fi  confervi  prefentemente  ancora  nel 
Mondo ,  come  teflimonianza  ne  fanno  le  Reliquie  del  preziofo  Sangue,  che 
in  piccoli  vafetti  confervanfi  in  parecchie  Bafiliche  di  Roma,  il  quale  non 
[b]  perciò  devefi  neceffariamente  dire  tuttavia  unito  alla  Divinità ,  ma  fola-  b  hù  vìdtcajit.m 
mente  venerarfi  come  piccola  porzione  ài  una  parte  integrale  del  Corpo  di  ^T^/i'J^'"^;!k 
Chrifto ,  che  una  volta  fu  alla  Divinità  di  eflb  ipoftaticamente  unita .  »f  y&ii  ^nèfìo  no- 

Con  quelli  pafii  dunque  caminando ,  e  dilatandofi  la  Herefia  di  VVicclefF  2/°Ì^Ip///a '2"^ 
periiBohemia,  furfe  lo  Sbinko  Arcivefcovo  di  Praga  à  contraflarle  la  flra-  d>f^r-*'^e„tè'    fi 
da  in  maggior  profegaimento  con  un  gran  Sinodo,  ch'egh  [e]  intimò  in  ^^^^I"!  ^'"'^ '" '"*" 
quella  Metropoli  de'più  accreditati,  e  fani  Dottori  de'Cattolici.  Il  corfo    celebre  sinodo 
di  edò ,  ch'è  molto  celebre  nelle  Hillorie,  vien  prima  riferito  da  Enea  Silvio  f/  wvifd/Rììii'!* 
Piccolomini,  e  poi  dal  Coeleo  con  diflinzione  di  fatti,  e  degne  particolari-  e  ^«.  ir-^. 
tà  del  racconto,  [d]  Shinkgcognomine  Lepus  y  dice  il  Piccolomini,  clarh  .i  ^^nc^j  syivi^s 
parentibus  apiid  Bohemos  ortus  t  per  idem  tcmpusTrazenfem  EcclefiamTontifi-  f '"^°'"- ^'Z^*  ■^»" 
cioretmebatconlniOi  &  ammo  lUujtns ,  qui  orienti  calamitati  obviam  ire  cu- 
piens ,  prhifquam  amplius  debaccharetur ,  librosjoannis  FFicdeffi  ad  fé  ferri, 
omnefque  Do^urumvirorum  confilio  adhìbito  publkè  concremari  jufjit,  Supra 
ducenta  volumina  fuiffe  traduntur ,  pulcherrimè  confcripta ,  bnllis  aureis^  f^^^- 
ntentifqitepretiojts ornata.  Joanni  prxdìcatio  interdilla,  &  adje£Ì£  rnhiie,  fi 
quando  priores  in populoerrores  vulgare  auderet .  Ipfe  Tragam  excedens  apud 
•pillami  ubi  fibiorigofuit,  accognomen,  permittente  loci  Domino ^  qui  e]us: 
infamia  faveb.it,  vacare  plebes,  acdocere  non  dejiitit ,  multa  in  I\gmanum 
Trajulem ,  multa  in  reliquos  Ecclcfi£  Vontifices  maledica  congerens  -,  utque  pò- 
pulianìmos  fibimagis,  acmagis  conciliar  et ,  decimas  haud  aliter  quàmelee- 
mofynas  Sacerdotibus  debitas  adjìruit:  liberum  pr^edia  pofjìdentibus ,  fivelinti 
easdare;  ftnolinty  nullo  jurecogipofìe .  Così  il  Piccolomini ,  ma  più  à  lun- 
go il  Coeleo,  [e]  Fa&Hmeft,  utpofimortemVViccleffiy  quidamexDifcipu-  e  lo.cccUusHiff. 
lise]us  nomine  Vetrus  Tay ne  angelus  Tragam  cum  librisillms  profugerit,  re-  HitfjitarHmi.i, 
gnameyyenceslao,  ea  forfitan  occafwne  permotus,  quòd  ante  eumBohemus 
quidam  genere  nobilis  ex  domo,  quamputridi  pifcisvocant)  apud  Oxoniamin 
litterarumjìudio  conftitutus ,  libroi  yt^iccleffi ,  quibus  titulus  efl ,  De univerfa- 
libns  realibas ,  inde  inpatriamjccum  retulit ,  velut pretiofum  thefaurum ,  quos 
Trag^  di  verfis  tranfcriptìonibus  multis  hominibus  communicavit ,  &  juxta  no- 
mcnfuum  putridi  Hxretici  lethale  virus  civibusfms  infudit .  Communicavit ve^ 
ròlibrosillosiis  poti/Jimum,  quiTbeuto/ncorum^utirefertJEneas  )  odio  tene- 
hantur,  utiilU per  nova  dogmata  vexati  ^cademiamTragenfem ,  in  qua  pr^- 
"valehant,  Bahemisregendamdifcedentesrelinquerent:  priufquam  tamen  inva- 
luifjct  luci  illa  vulgo  apud  multos  Dolores,  &  Magtjiros  alma  univerfitatis  Tra^- 
genCis,  qui  ]am  acceperant multos Joannis  l^Ficcleffi ^4rticulos publicèdamna- 
tos  ft'fjenon folum in^nglia per ConciliumVrovinciale ,  &  peruniverfitatem 
Oxiontnfem,  ve/àmetiam  Bornie  in  Concilio  Generali ,  &  Tarifiis  à  celeberri- 
ma f  acuir  ate  Theologica,  propofuermit  &  ipft  quadraginta  quinque  articulos 
VVicclejfì  pnblicè  examinandos .  XLV, 


Greco-         j ^  Secolo  X V- 

S"coirdi  vvu-      Trìmò.  Stibfiamia  panis  materialisy  &  ftmiliter  fubfiantia  vini  manent  ìh 
clcff.  Sacramento  aitar is  poft  confecrationem ,  z.  ^ccidentta  panis  non  manent  fine 

fubjeCio  in  Sacramento  alt  aris.  ^.Chrijìus  non  e  fi  in  eodem  Sacramento  identi- 
eè ,  realiter ,  &  in  propria  effentia  corporali  .4.5/  EpifcopuSy  vel  Sacerdos  exi- 
ftat  inmortali  peccato  y  nonordinat,  nonconficity  nec  bapti-T^at ,  nec  confecrat, 
5 .  Von  efi  fundatum  in  Evangelio ,  quòd  Chrifìus  Mtffam  ordinaverit .  6.  Deus 
debet  obedire  Diabolo .  -j.  Si  homo  fuerit  debite  contritus  ,  omnis  confeffìo  exte- 
rior efi ftbi fuperfiua y  &inutilis,  S.SiTapa  (tt  prafcitus»  &malusy  &hinc 
fnembrum  Diaboli y  non  habet poteftatem  fuper  fideles  ab  aliquo (ibi datam  y  nifi 
forte  d  C<£fare .  9.  Poj?  Urbanum  Sextum  non  efl  alius  recipiendus  in  Tapam ,  fed 
vivendum  more  Grcecorumfub  legibus  propriis .  i  o.  Cantra Sacram  Scripturam 
efl  3  quòd  viri  Ecclejìajìici  habeant  pofieffiones  .11.  7{ullus  Tralatus  debet  alt- 
quem excommunicare ,  nifi  priiis  fciatipfumexcommunicatumàDeo,  iz.Ex- 
commmicans  Clericum ,  qui  appcllavit  ad  I{egem ,  &  conftlium  regni,  eo  ipjo  efl 
tr ad itor regni.  13. ///i,  qui dimittunt predicare ,  (ìveverbumDei  audire  prò- 
pter  excom rnunìcationem  Tr celati ,  funt  excommunicati ,  &  in  die  judicii  tradi- 
toresChriflibabebuntur.  i  ^,Ornnes  de  Ordine  Mendicantium  funt  h  Aretici  y  & 
dantes  eis  elcemof^nam  funt  excommunicati.  15.  Jiullus  efl  Dominus  Civilis, 
nulluseftTralati^:Sy  nullus  efi  Epifcopus,  dum  efl  in  peccato  mortali.  16.  Do- 
mini temporales  poffunt  ad  arbitrium  fuum  auferre  bona  tempor alia  y  &  poflef- 
fionesabbabitualiter  peccantibus .  17.  Vopulares  poffunt  ad  fuum  arbitrium, 
Dominos  deltnquentes  corrigere .  1 8. Decima  funt  mera  eleemofyme ,  &  Varo- 
chiani  propter  peccata  poffunt  eas  ad  libitum  auferre  .  19.  Speciales  oratio- 
nes  applicata  uni  perfona  per  Tralatosreligiofos  non  plus  prò  funt  eidem  ,  qudm 
generalcs ,  cateris  paribus .  20.  Cenferens  eleemofynam  Fratribus  efl  excom- 
municatus  ex  faóìo.  21.  Sì aliquis  ingreditur  P^eligionem  privatam  quamcum- 
quetam  pofìeffionatorum ,  quàm  mendicantium,redditur ineptior ,  & inhabilior 
ad obfervanda mandata  Dei.  22.  Sanali inflituentes B^ligiones  privatas y  ficin- 
fiituendo ,  peccaverunt  .23.  B^ligiofì  viventes  in  B^eligionibus  privatis  non  funt; 
de  Religione  Chrifliana .  24.  Fratres  tenentur  per  labores  manuum  vi6lum  ac- 
cipere ,  non  per  mendicitatem  .25.  Omnes  funt  Simoniaci ,  qui  fé  obligant  orare 
prò  aliis  in  temporalibus  obvenientibus .  26.  Oratio  prafciti  nihil  valet .  ij.Om- 
niadeneceffìt^itcabfolutaeveniunt .  2)i.Confirmatio  juvenuWy  Clericorum  or- 
dinatio»  érlocorumconfecratiorefervanturTapa y  &  Epifcopis  propter  cupi- 
ditatem  lucri  temporalis ,  &  honoris.  zp.Univerfltates  y  fludia ,  graduationes, 
collegia y  & minifleria in eifdcm  funt vanagentilttate introdurla ,  e5* tantum pro- 
funt  Ecclefu ,  ficut  Diabolus .  30.  Excommunicatio  Tapa ,  vcl  alterius  Vr ala- 
ti non  efl  curandai  quia  efl  cenfura  ^ntichrifii.  31.  Teccant  fundantes  clau- 
ftrdy  &  ingredientes  funt  veri  Diabolici .  ^z.  Ditare  Clerum  eflcontraregulam 
Chrifli .  33.  SilvefierTapay  &  Confiantimis  Imperator  erraverunt Ecclefiam 
ditando .  34.  Licet  alicui  Diacono ,  velTresbytero  pradicare  Verbum  Dei  abf- 
que^poflolicaSedisy  vel Epifcoùt  au6loritate .  ^^.  Ingredientes  aliquam  I{eli- 
gionem  eo  tpfo  funt  inhabiles  ad  obfervanda  divina  pracepta ,  &  perveniendum 
^adT\egnum  Calorum ,  nifi  apoflatavermt  ab  eifdem.  36.  Vapa  cum  omnibus 
Cardinaiibus  y  &Clericis  poffejfionem  habcnttbus  funt  bar  etici,  &  laici  iflis 
confentientes .  ^j.Ecclefla  Romana  efl  Synagoga  Sathana .  38.  Credere  indul- 
gentias ,  efl  fatunm .  39.  Decretales  epifloU  funt apocrypba ,  &feduBiva  àfi- 
de Chrifli,  &  Clerici  funt  fluiti  y  qnieisfludent.  ^o.  Imperator  y  &Saculares 

funt 


r- 


Capitolo  I L  1  J  G  R  F  G  Ò- 

funt  fedu6li  a  Diabolo,  ut  Eccleftam  ditarem  bonii temporalibus.  ^i.EleBio     RIOXII. 

Tapjz  à  Cardinalibus  eji  per  Diabolttm  introdu6la .  42.  'hipn  efi  de  neceffitatcfa- 

lutis  credere  y  I{pmanam  Ecclefìam  efte  fummam  inter  alias  EccleCtas  .  ^-^Jura- 

menta  illicita  funt  y  qiae  fiunt  ad  roborandum  humanos  contra6ius  y  C/'civilia 

commercia.  44.  .Augufìinus y  BenediU^iiSy  Bernardusdimnati  fum,  niftpceni- 

tueriat  de  hoc ,  quòdhabuerunt  poflejftones  y  &  intro]eruntB^ltgiones  .^'^.Om- 

nes B^ligiones  indrjferenter  mtrodu6l£  Junt  à  Diabolo,, 

Quos  quidem  aniculos  ritè  y  &  legitimè exammatos y  generali  fententiauno 
ore  y  &  communi  omnium  confenfu  per  folemne  decretum  condemnarunt  Dolo- 
res y  &  Magijiri  ^cademr>£  Tragenfis  anno  Domini  1408.  cujui  rei  tcfiem  ocu- 
larem  produco  M.  Joannem  T':!^ibram  Bohemum ,  qui  cum  multis  annis  inter  Muf- 
fii arum  Do6loresfuerit  unus de  pr^^cipuis ,  reftpifL ens  tamen  pofiremò  ,  accerrimè 
yf^iccleffì/ias  impugnava ,  atque  ex  proriis  Ff^iccleffi  i^erbii  confuta-pit  ,  & 
convicit .  Così  il  Coeleo. 

Ma  mentre  i  Vefcovi  fulminavano  condanne ,  Dio  confermavane  le  de-    MSracolofo  r 
cifioni  con  gli  atteftati  de'Miracoli.  Negavano  i  nuovi  VViccleffilb  nella  ceiio  in°c"nf^i 
Bohemia  la  realtà  Cattolica  del  Corpo  di  Chrifto  nel  Sacramento,  quando  r"ahàd!i  clrp* 
di  repente  nella  Germania  fatto  avvenne,  che  fmentir  fece  ogni  contraria  d<  ciesù  chrifto 
credenza,  e  che  noi  per  authenticaditertimonianza  riferiremo  conlapen-  "''Jll"/'l?''c'^: 
namedelimadichi Ividde;  [aj  ^nno  i ^oS.  contigitillud,  quodmagnoTo-  rint  Mt^untinur. 
full  concurfu  quotannts ,  prout  ipfe  vidi  y  celebratur  y^aUdune^qu^  Moguntino  ''"''''^' 
nunc  Jubefiy  miraculnm Eucharifttcum .  Fuit hoc olim quidem fcriptum y& cu- 
fum  y  fed  puulò  accuratiHS  renovatum ,  ac  recufum  Her bipoli  anno  1 5  S^.ftc  :  Efi 
FVirtT^eburgenfis  Dioecefts  Oppidum  Durn ,  aut  Fyaltdura  appellatum  ;  inibì  in 
facra  D.  Georgii  xde  mcruentum  Mifj^  facrificium faciebat Sacerdos ,  cuinomen 
Henricus  Otho  :  fed  dum  inconfiderattùs  y  negligentiùfqueremtantamagity  caU- 
cem  ritè  jam  confecracum  evertit .  Et  ecce  Uè  repente  fanguis  Domìnicus  per 
fubje6lum  corporale  efjìmditur .  Fini  fpecies  Sanguinis  inflarrubefcit:  quocum- 
que  attingit  miram  imaginem  exprimit  ;  in  medio  qutdem  Crucifixi,  ad  latera 
•però  Veronicarum  plurium ,  ftc  cnim  eas  tcunculas  vulgo  appellamus ,  qu<e  fa- 
crum  Chrifti  Caput  fpinis  redimitum  ojiendunt.  Territus  Sacerdos  y  &  (i  non 
deefient  y  qui  factum  vidifient  y  pannum  tamen  illum,  itàuteraty  janguineis  il- 
lis  imaginibus  tin&um  in  altare  ipfum ,  lapide  unofemotOy  cond'dit ,  ut  quemad- 
modum  pannus  fitUy  ércaney  ftc fa&i  memoria  ipfius panni putredl?ie  interiret, 
^t  noluit  tantum  ftumoDus  Deus OptimusMaximuslatere-y  venie ille Sacerdos 
ad  vita  extremum ,  morbo  angitur ,  fed  magis  fceleris  fui  confcitntia  torquetun 
mori  cupiebafy  fed  mortem  nefcio  quid  retardabat ,  Collegit  fefe ,  fa5ium  confi- 
tetur y  pannum commemorati locum m quo jaceat , indicat ,  & moritur .  Inven- 
ta omnia-,  multus  de  re  tota  fitubique  fermo  i  eumque  novis  quoadiè  miraculis 
Deus  auget ,  ita  ut  jam  pofi  annum  fere  feptuagefimum  accuratiffmè  in  rem  to- 
tam  inquirere  y  iUradSummum  Tontificem,  quod  comperifìcnt  y  referre  Magi- 
Jiratus  fiatuerint .  Quce  omnia  anno  1408.  ita  diligenter ,  graviter,  &  vere  fa- 
£ia  y  ut  Tonti fex  Maximus  ad  locum  Dei  glorile ,  &  majeflatt  convtnitntiìii  or- 
mandum ,  &  cekbrandum ,  omnium  bencficentiam  diplomate  tnvitandam  cenfue- 
■rttanno  mille  fimo  quadrigentefmo  quadrageftmo  quinto  prtdie  Kal,  ^prilis  .     - 
Cosili  Serario . 


C  À- 


Alessan- 
dro V. 


j  5  Secolo  XV. 

CAPITOLO    IH. 

AlefTandro  Quinto  di  Candia ,  creato  Pontefice 

li  7.  Luglio  1409. 

Arropanta  ,  e  frattìche  maligne  di  G'wvanni  Hus  .  Ap'- 
pitcazjone  ,  e  follccttudine  del  Pomefice  .  ^eio  ,  e  mor- 
te dell*  Arcf'vefco'vo  òbmkone  .  Sucajjione  dell*  empio 
Albico  all'Arci%'efco'vado  di  Fraga  ,  Altri  ^eretici  'Vw 
gami  per  la  Germania  9 


Arroganta  ,  t 
pratt'che  diGi'^- 
vanni  Hus, 


a  Th.VVald.lr- 


*  Dì  cfueffo  Pente 
fice,  e  dello  Sc'fira 
di  tjutflo  terr2po  ve 
dm  nsjlro  torno  j. 

Applicazioni,  e 
lettera  del  niiovi^ 
Pontefice  conrr- 
gli  HcrericiEoe- 


b^lex,V.yf^ff  1 
(p2ji.cKr,yag- iS. 


A  dalla  contradizione  dell' Arcivefcovo  refo  piiì  petuhnte  9 
&aiiaiìcerHereiìarca,  dal  Tuo  ritiro  neiia  terra  di  Hus,  co- 
meda  torte  ri  tirata,  daellofcclcapei  quindi  combattere  la 
Religione  Cattolica,  dava  fuori  ipcfli  lampi  di  maiigiiifii- 
laavverfione,  econtro  gli  £ccle(ìaltici,  e  contto  3  loro 
iani  dogmi,  folkvando  lìn  la  vii  plebe  degli  Artiiìti,  e  la  tur- 
ba imbelle  delle  Oonnead.fputardiFedeco  Sacerdoti  diChnlto,  anhelan- 
doaldifcredico  de'fuoi  nemici  con  la  oppoiìzione  ài  gente  rozza,  &igno* 
rante;  onde  il  VVaWenfe  racconta,  che  lìn'una  pazza  Vecchia  [a]  Do- 
flrix ,  le5irìxilliusperv.''rfitatis faìaojadefendn ì  &d'Uuitt  Beatam^irginem 
Mar inm  non  m anfibie  yirginem  poft  partum,  quia  Jcilicet  non  eft  in  Scriptum 
exprtjjum.  L'ArcivefcovoSbinkone  adempitele  fue  parti  con  la feguita,  e 
riferita  condanna  nel  Sinodo  di  Praga ,  rimefTene  le  informazioni,  e  le  accu- 
fe  alla  iiiede  a  poitolica ,  che  reggeva  allora  in  quaiiti  di  Sommo  [  *  ]  Ponte- 
fice A  lelfandro  V.  attendendone  da  lui  più  opportuno ,  e  vigorofo  il  rime- 
dio .  £  quefto  Pontefice  fé  non  operò  quanto  richiedevall  al  gran  bifogno , 
fiì non  fua  colpa ,  ma  infortunio  di  que'tempi,  ne' quali  più  che  giammai 
oflinava  lo  fcifma  nel  Pontificato  Romano ,  e  rendeva  tanto  maggiormen- 
te imootenti  li  Papi  ad  accorrere  al  male  degli  eltranei ,  quanto  eglino  ritro- 
vavanfioppreflìdaldomeftico,  che  ordinàriamente  fi  è  piufenhbilenell' 
animo,  più  iinportuno  negli  accidenti,  epiùpcricolofo  ne'danni,  prima, 
per  così  dire,  provati,  che  preveduti.  NuUudimeno  il  faggio  Pontefice 
dolorofamente  ricevè  dall'Arcivefcovorinfaufto  avvifo,  e  con  pronta  fol- 
lecitndine  così  à  luirifpofecon  lunga  deplorazione  de'feguiti  fconcerti, 
[b]  Sedìs  ^pu(iolic£  ddigentia  circumjpe6la  corina  hceretìae  pravitatis  labe 
refperjos ,  quorum  nequiiia  ferpit  ut  cancer  ,  ne  in  aliorum  peìweiem  fua 
yenerìad.ff:indat,  remedium  libenn'radhibetopportufium',  ut&mgotnm  fidei 
jugi  prùfeftu ,  t'iifis  omninò ,  &  tradìcatis  erroribus  ,  profperetur  ,  ac  fidcs 
carhJua  fmiùs  mvakfcat  ,  fu£  fìlUcitudinis  partes  interpomt  .  Tsljiper 
ficjìfidem  ad  audientiam  nojìram  quamplurium  fide  dignorum  relattone  de- 
duco, quòd  oim  à  qaibujdam  proximè  lapfis  (cmporibus  3  humani  generis 

inimico 


Capitolo  III,  jij       Alessan- 

iìiìm'K^ò  procHìdnte,  in  Chitate  Tragenfi,  &  l^e^no  "BohemU,  ac  Marchio-  ^^^  ^* 
natu  Moravia  j  &  quibujdam  altis  Trùvmciis  ^  nonnulli  articulì  erronei  y  qui 
h£reftm  ,  feu  fcifìuram  m  Fide  Catholica  fapiunt  ,  pneftrtim  circa  Sacra- 
mentum  Eucbarifli^e ,  per  damnatum  hUreftarcham  quondam  Joannem  Fvic-^ 
cleff  concepù ,  &  in  librts  eius  dogmatÌ7^atr  ,  damnabiliter  pullularum  ,  & 
tnultorum  corda  adeò  tnfecerunt ,  quòd  quamvis  poflmoduw  per  Fcclefiam 
jufio  judicio  reprobati  fuifient y  expedtttamen  proptermagnammultttudinem 
eorum  ,  qui  hujujmodi  perverjis  articults  .,  &  dogmatibus  funt  in/cóli ,  ut 
remedium  emendattonis ,  &  corre6iionis  ,  ne  ulrertùs  pulluknt ,  &  gregem 
Dominicum  per  amplms  inficiant,  teleriter  adbibeatury  quòdque  ad  hoc  ne- 
cejjarium  fit  prohiberiy  ne  per  aliquofy  etiamft  fint  fuper  hoc  ^pojiolico  , 
vel  alio  quovis  indulto  muniti  ,  pradicationes  ,  aut  fermones  ad  populum 
fiant  t  nifi  in  Cathedralibus ,  Collegiatis ,  Varochialibus  ,  aut  Monajierwrum 
Ecclejiis  ,  [eu  earum  ccemeteriis ,  prout  ohm  juxta  juris  ordinem  fieri  con- 
fuevit^,  &  ne  etiam  aliquis  cuìufcumquc  fiatui  ^  gradus,  ordimsy  -pel  condi- 
tioms  exijìat ,  hujufmodi  articulos  audeat  pubi  tee ,  rei  occulte  aftruere ,  feti 
ajierere  y  vel  dogmatfT^are  y  aut  de  fende  re  quoquo  modo. 

Ti^os  igitury  prout  ad  hoc  ex  debito  pafioralis  obligamur  officii  y  fuper  iisy 
tfuantum  nobis  ex  alto  permittitur  y  providere  cupientes  ,  ac  omnes  ,  ($"  ftn- 
gulas  tam  appellatwnum  ,  quàm  altas  caufas  ,  occaftone  pramifjorum  ,  ex 
-commiffionibus  ^pofiolicisy  feualiisy  m  Romana  Curia  y  vH  alibi  in  quocum- 
que  etiam  ftatu  pendente^ ,  ad  nos  advocantes  ,  fraternnati  tua ,  de  qua  in 
bis  y  &  altis  fpecialem  m  Domino  fiduciam  obtmemus ,  &  cnm  etiam  tu  « 
ftcut  accepimus ,  circa  extirpatwncm  errorum  hujufmodi  retroa6ìts  tempòri- 
bus folicitam  fecerisy  prout  faciSy  diliga  nttamy  per  ^pojiolica  [cripta  com- 
mittimus ,  &  mandamus ,  quatenùs  ajjumptis  per  te  ad  hoc  quatuor  in  Theo- 
logia  Magìflris  ,  &  duobus  Decretorum  Do£ioribus  ,  quos  ad  id  duxeris  eli- 
gendosy  de  ip forum  Magifcrorum ,  &  DoEiorum  confilio  fuper  pramiffìs  au&o- 
ritate  nojìra  procedens  ,  eadem  au6ioritate  prohibeas  ,  ne  quis  in  Eccleftis  , 
five  fcholis  y  aut  quibufvis  aliis  Locis  ,  pr<cdì£los  articulos  doceat ,  defen- 
dat  y  vel  approbct ,  ita  quòd  ,  fì  quis  contrarium  fecerit ,  vclut  hareticus  ' 

cenfeatury  &  ab  òmnibus  habeatur.  Et  ne  etiam  aliquis  de  catero  quovis 
quafito  colore  in  privatis  locis  Civitatis  pradiSìce  ,  fed  in  tllis  dumtaxat 
Ecclcfiisy  &  Monajieriis  y  ubi  de  jure  fieri  debety  <&confuevity  ad  populum 
predicare  prafumat  :  illos  vcròy  qui  hujufmodi  articulos  y  &  errore s  a[lr ue- 
rcyajfererey  ftudogmatiT^arey  vel  tenere  prjefumpferinty  fi  Ecclefìa/iica  per- 
fona  fuerinty  ac  eorum  receptores ,  vel  defenfores  y  ipfofque  in  di^is  errori- 
bus  foventesy  aut  crcdentes  eìfdem  ,  ettamjl  in  Theologia  Magi(hi,  feu  Sa- 
cerdotes  ,  vel  alii  Clerici  fuerint ,  aut  alia  quacumque  prafulgeant  dignità- 
te,  nifi  fuper  lis  au6ìoritate  prajentium  moniti y  diéos  articulos  Jolemniter, 
&  pubi  ice  revocaverint ,  ac  perpetuò  abjuraverinty  libros  quoque  ,  ac  tra- 
&atus,  feu  quaternos  prafati  Joannis  yviccleff' harefiarcha  ,  hujufmodi  ar- 
ticulos in  fé  continentes ,  fi  quos  habeanty  exhibuerim  ,  &  tibi ,  ut  à  fide- 
lium  oculis  amovcii  valermi  ,  prafentaverint  ;  ac  etiam  tefies  celantes  veri- 
totem  ,  aut  impedimtes  executionem  fieri  in  pramiffìs  ,  per  captivationem 
perfonarum  fuarum ,  ac  etiam  alias ,  prout  culpa  ipforum  exegtrit ,  n^c  no» 
per  privationem  bairficiorum  Ecclefiiflicorum ,  qua  tunc  obtinebunt ,  &  iri- 
habilitationem  ad  'lU  ,  &  quacumque  alia  Beneficia  Ecdefìajìica  impofie- 
rum  obtinenda  compellas ,  &  alias  mpramiffts  omnibus,  &  fmgulis  oppor^ 
Toma  jr.  B  tumm 


\ 


Alessan-         jg  Secolo  XV' 

DRO    V.    fi^tTMtn  juris  YemeMtm  apponas  ,  contradiBores  cAdem  auUmtau  y  appelU- 
itone  pojìpo/itay  compefcendo ■,  invocato  etiam  ad  hoc,  fi  opus  fuerity  auxi- 
Ho  brachii  facularis  ,  non  obfiantibus  quìbufcumque  appellai ionibtis  pramif- 
forum  occafione  ad  Sedem  prjedi6ìam  forfan  interpofitis  ,  &  aliis  contrariis 
quibHfcMmquey  aut  fi  aliqmbus  communìter ,  veldivifim  à  Sede  .Apoflolica  fit 
indultum,  quòd  interdici  ,  fu/pendi y  vel  excommunicari  non  pojjìnt ,  per  li- 
teras  ^poftoUcas  non  facientes  plenam ,  &  expreffam,  ac  de  verbo  ad  ver- 
bum  de  indulto  hujufmodi  mentionem .  Così  il  Pontefice  all'  Arcivefcovo  di 
Appeitaiione  Praga.  Ma  nuHa  giovandole  fulminate  cenfure,  e  le  paterne  provifioni 
f/('ct"b7n''irfo'-  dell' Arcivefcovq,  e  del  Pontefice,  à  chi  digiàhaveva  rifoliitala  guerra 
ma'odaiPonr"fi.'  agli  Ecclefiaftici',  &  al  Chriftianefimo ,  appellò  l'Hus  dal  Pontefice  [4] 
ce  marinforma  j^^j^  informato  al  Pontcfice  bene  informato,  e  m  tanto  con  la  predica- 
■^ita  ii'feio.  H::s  zìonc ,  e  con  gli  fcritti  gran  mina  di  anime  faceva  in  quelle  partii  [b  ] 
m.dtE'cbjiacap  inflorentiffimumn^gnumUludy  fcrifle  p' ungendo  un' Hiftorico,  acervatim 
h  /».  cocU.  Hift  irrucrunt  hi£re[es  ,  fchifina ,  blafphemi£  ,  diftenftones ,  odia  ,  detra5ìiones  , 
mfi.iiù.u         difputationes  ventofae  y  profana  colloquia  y  temeraria  judicia  ,  rix£y  feditio- 
nesy  cadesy  bella,  pugna,  direptiones ,  prad<e  iniqua ,  nefanda  facrilegia, 
immoìiiffìma  ftrages  ,  &  quid  non  ^  &  duraverunt  ea  mala  in  continuo  fer- 
vore y  &  motu  [upra  quinquaginta  annosy  nernpe  ab  anno  Domini  1409.  uf- 
quc  in  annum  1460.  &  ultra  in  co  B^gno .  Così  il  Coeleo.  Màio  Sbinko- 
Morte  deiiArcì-  "^  infofferentc di vedct fotto i'obbrobriodi un  Hcrctico gli  articoli  della 
vefcovo  sbinko  CattoHca  Fede,  reclamandoinvano  avanti  il  Regio  cofpetto  del  Re  Vven- 
"''•  ceslao,  che  à  tutto  attendeva  fuor  che  à  proteggere  la  Fede,  confollecito 

viaggio  portoffi  dal  di  lui  fratello  Sigifmondo,  che  reggeva  allora  lo  fcet- 
tro^deirUngaria,  perimplorar  dalla  pietà  di  quel  degno  Principe  quella 
protezione  alla  Chiefa ,  quale  egli  invano  haveva  richieda  al  Re  Vvencef- 
c  s.Grt^.  in  mar.  Uo  ài  Bohemia .  Ma  (  oh  alti,  e  fecreti  giudizii  di  Dio,  [e]  T^n  au- 
daci fermone  difcutienda,  come  dice  S.Gregorio,  fed  formidolofo  filentio 
à  Idem  II. m»rat.  Veneranda  ì  [d]  Quia  homo  de  humo  fumptus  efi  ,  Soggiunge  l'allegato  S. 
Gregorio,  ]udicia  Dei  difcutere dignus non  efi )  il  buon  Ecclefiaftico ,  che 
folo  vigoroiamente  fi  opponeva  alla  ferocia  di  quefta  nuova  herefia  , 
morì  nel  termine  del  fuo  viaggio  ,  lafciando  con  la  fua  morte  libero  il 
campo  di  battaglia  all'Inimico.  A  un  venerato  Arcivefcovo  fuccelTe  un 
deU'emp"  A?bT.  abominato  Prelato ,  che  fu  Albico ,  Bohemo  dì  nazione ,  Medico  di  pro- 
co.  feflìone,  fa-di ffimum  avariti^  monflrum,  chefempre  riteneva  appreifo  di 
le  legate  alla  cintola  le  chiavi  della  cantina,  qui  ammalia  viventia  dono  ac- 
cepta  tlluò  vendebat ,  che  all'  honefto  fervizio  della  fua  perfona  altri  fa- 
migli non  riteneva,  che  una  vilillima  vecchia,  che  odiava  di  vivere  per 
non  haver  più  da  fpendere  in  mangiare  ;   onde  interrogato  ,  Qual  mal 
maggiormente  gli  difpiacejje  i  Maxillarumy  e^li  rifpofe,  ojja  frangentium; 
^  in  fine ,  Jdoneus  profezia  Tontifex ,  qui  nafienti  fomentum  bare  fi  prabc- 
c  Kntas  siìvius  yct .  Così  [  ^  ]  di  lui  Enea  Silvio  Piccolomini . 

*Ti;.  '"  *  E  non  folamente  fi  viddero  in  quella  lagrimevole  età ,  e  in  quelle  de- 
lor  Vi  plorabili  Provincie  tolti  allora  dal  Mondo  li  buoni,  che  foftenevano  la  Fe- 
ie''dci!e''ch:efè  dc ,  Hià  ucl  mcdefimo  tcmpo  coB  maraviglia  del  Chrifi:ianefimofufcitati, 
della  Bohemia.  g  ^qj^  nuova  eruzionc  come  vomitati  dall'Inferno  nuovi  Heretici,  e  nuo- 
vi ingannatori  per  la  Germania,  che  dilacerarono  in  ogni  fua  parte  il  fe- 
f  lo.Mdtrin  fot.  "0  '^  qucllc  Chìcfe .  [/]  Sunt  pauci  [^]  anni  tranfaUi ,  riferifce  l'Inquifi- 
f4/'.Ì.  ■  ter  Dominicano  Giovanni  Nider ,  quoid  circa  tempora  Tifani  Concila ,  me 


Capitolo  1 1 L  ig       Atfssan- 

*pivente  in  Ordine ,  in  Dioecefì  Conftantienft  Eeguardus  fuit ,  feu  Fraticellus  me-  "^^^    V . 
rè  faciilaris Burginus nomine  :  hic  eremum  ibideyn  mtravtt m eodtmviBu ^  c^ 
yefiitUi  cibi  ciujicms  valdè  extitit  i  or  adoni  y  &  contempLniont  multum  ,  ut 
videbatur ,  incubuit ,  &  in  bis  revelationes  ,  ftd  heu  illuforias  à  maligno 
fpiritii  fub  ftmilittfdirre  angeli  lucis  habere  cocpit ,  quibus  (  qttod  pejus  erat) 
etiam  nimiàm  credidit .  T^am  ex  •piftonibus  ifiis  regulam  qnandam  y  ó'novam 
religionem  cudit ,  &  eandem  difcipulos  exinde  ^  velut  B.^ntonius  effety  aut 
Tachomms,  docere  cospit  :  tara  rigidam,  &  aujìeram  vitam  in  dicìa  reguU 
fcripftt,  &  in  fé  y  &  in  fuis  fervavit ,  ut  nifi  pertinacia  ,  .&  inobedieraia 
accejjìjjet  ,  veri  ,  &  boni  angeli  injlin6Ìus  tntercejjiffe  videretur  ;  nam  una 
cum  fuis  Dicipulis  nov£  B^eligionis  cutter  f  &  au^ior  captus  per  Epifcopum 
Conjiantienfem  ,  &  examitiatus  ,  repertus  efl  ,  tam  aecam  ,  &  protervam 
habere mentem ,  ut  etiam  fi  Dominus  Apojiolicus y  &  Dei  Ecclejiaregulamy 
quam  reperity  condemnaret ,  non  fé,  fed  errare  talcsomninò  crederei -.m qua, 
pertinacia  perfeveranSj  per  Inquifitorem  judicio  fceculari  traditus  y  ab  eodem 
incìneratus  eft  F{eBor  cum  B^egula .  Il  medefìmo  Nider  [a]  fi  menzione  di  un'  i  mdtm. 
altro  Begiiardo,  che  prelloBafilea  vantava eftafi,  e  miracolofevifioni,  e 
stac datamente  afleriva,  effo  in  quell'atto  eirere  Giesii  Chriito,  e  quòd  nereCu  rif.ifcita- 
Chrijius  in  eo  ejìet  a6lu,  &  ipfe  tn  Chrifto  ;  onde  pertinacemente  egli  fo-  ddiolpui't'o!'" 
ftenendocotal  pazzia  fii  vivo  abbruciarlo  in  Vienna.  Errore  antico  de'Be- 
guardi  circa  la  libertà  dello  fpirito  infinuata  fuileguentemente  poi  in  [b]  At^alò.xxi'r'lii 
Ékardo,  nella  cui  decima,  &  undecima  propofizionel'habbiam  veduta  ri-  errori 'd^i' e  k^rdo 
nafcere,  edhorlaveggiamoriforgere  nella  medelìma  Germania  in  perfo-  '""  ^-  ^"^  '^^^' 
na  del  riferito  Beguardo,  che  negli  atti  de'fuoi  eftafififpacciavaarrogan-    ^^  ^  ^  .^  ^^^ 
temente  per  Chrifto  ,  e  quòd  Chnflus  in  eo  ejjet ,  &  ipfe  in  Chriflo.  [e  ]  %o».  adiigl'ndln 
Fuit  error  de  legey  &  fpiritu  libertatis  y  dice  Giovanni  Gerfone,  fub  qua  ''^  7j. 
Beguardty  ^Beguarda  nefanda  y  &  aborninabdta  perpetrar unt  facinor a.  To- 
na error  ifìe ,  quòd  anima  perfcBa  reda6ia  in  Deum  perdit  fuum  velie ,  ita  quòd 
nihil  habet  velie  y  vel  noUcy  nifi  velie  divinum  ,  quale  habuit  ah  eeterno  m 
effe  ideali  divino  :  quo  adjeBo,  dicunt  fé  confequenter  pofìe  agere  ^  quidquid 
e  amali  s  affi  elio  depofcitj  fine  peccato  vel  crimine  ,  cum  non  habcant  velie, 
&  noi  le.  DiverfificatHr  autem  modus  tfte  y  quoniam  fufficitaliquibusy  ut  fub 
Deo  folo  fuamtotaliter  i  veltaliter  abnegent  voiuntatern  ;  in  qua  abneghiti one 
dicunt  fummam  confiCtcre  pcrfeBionem .  Suntalii  rudiores  idiota  y  &  fimpli- 
ces  y  qui  feduBi  psr  aflutos  faciunt  banc  fubnegationem  propria,  voluntatis 
per  modum  proftffionls ,  &  obedientta  inmanibus  fuis  ;  qua  fa£Ìa  promittunt 
afiuti  tales ,  &  perverfi ,  quòd  ampliùs  peccare  nequeunt  :  fub  quo  prat-extu 
perpetrant  innumerabiles  ,  nec  refcre.idas  abominai: ione s  .  Fuit  alter  error  , 
quòd  homo  pcrfe^lusnullamcuram  debet  habere  de  rebus  humanisy  quomodo- 
cumque  vadant 'y  imo  nec  de  feipfoy  fi  damnetur  y  vel  falvetur  :  fed  in  omni- 
bus, ^  fmgulis  divinam  expeóiare  voluntatem debet ,  &  in  illa  compiacere, 
fife  falvet  y  fìve  damnet  y  quia  etiam  y  quidquid  velitvoluntas  Dei  y  fiet .  Ha- 
bet error  ifìeramos  plurimos  pullulantesexdt&is^pojhliy  ^uguftiniy  &  fi- 
miliummalè intelleóiis  fuper  pradefìinatione  Dei,  &  fu£  provtdentia  infalli- 
bili firrnitate,  de  quibus  non  efi  fcnbendum  per  fingala.  Così  Gerfone  di  j  y^^.  ^  p„„,y^ 
queftatàllace,  &emv>ia  liberti  di  fpirito,  divulgata  a'tempi  noftri[^]caN'/«.o<r.A'/.  fo.4* 
Moiiaos  anche  in  Roma  :  onde  anche  noi  ben  dir  pofTiamo  con  l'allegato  lJff7,Xìà!t: 
Gerfone  [e]  lllufiones  plurimas  nofìro  tempore  co^novi  contigifje,  C^  etiam  in  «-•  veran^K  vif.»- 
hoc  fenio  f^culi,  m  hac  bora  novijfima .  Così  egìi .  ^7  "  ^"'^"  ^'^^ 

B     2  CA- 


^  vvnT      ^O  Secolo  XK 

NI  XXIII. 

CAPITOLO     IV. 

Giovanni  Vigefimo  Terzo  Napolitano  ,  creato 
Pontefice  li  17.  Maggio  141  o. 

Heretki ,  e  fetta  de^l*  Intelligenti .  Cenfurè  ,  e  cruci ata> 
Pontificia  contro  il  ^  Ladislao  di  Napoli  :  motivi  , 
ihe  quindi  prende  di  maledicenta  Giovanni  Hus  :  e 
fuo  attentato  ,  e  fraudolente  confejjione  di  fede  .  Sua 
empia  fcrittura  contro  il  Pontificato  limano  :  &  al- 
tri fuoi  [acrileghi  fcritti .  Enumeratone  diftinta  degli 
irrori ,  che  in  effi  fi  contenevano  .  Sinodo  2(omano  , 
€  condanna  di  F'viccleff ,  e  V'viccleffifti .  I^^fentimen- 
to  dell' Hus  ,  e  fuoi  nuovi  attentati.  Scommunica  dell* 
Hus  3  e  I^egii  handi  contro  lui  .  Nuovi  torbidi  de 
Fviccleffifii  nell'  Inghilterra  .  Herefie  dell'  Oldcaftel  : 
fua  condanna  .    ^E^ellione  ,  e  guerra  de*  VviccU  " 


Vittoria  de' Cattolici  ^  e  morte  dell*  Oldcaftel.  Herefie 
di  diverfi  Fviccleffifti .  Tre  prodigiofi  miracoli  della 
Euchariftia  in  confutazione  degli  Heretici .  Concilio  Ge- 
nerale di  Coftania  .  Salvo  condotto  Imperiale  a  fa- 
vore di  Giovanni  Hus  :  fua  fuga  da  Coftanz^a  ,  e 
prigionia  .  c^/fn"  libri  HereticaU  divulgati  dall'  Hus 
nel  fuo  carcere .  Suo  impegno  [opra  l'ufo  del  Calice  ai 
Laici ,  e  fua  varia  fede  fopra  il  mifterio  del  Sacra- 
mento .  Condanna  Conciliare  di  Fviccleff ,  e  dìfpergi- 
mento .  al  vento  delle  di  lui  offa  .  Defcrizjone  diftinta 
delle  Herefie  di  Giovanni  Hus  ,  e  fua  oftinazjione  in 
effe .  Sua  ultima  condanna  ,  abbruciamento  ,  e  morte  , 
e  particolarità  fucccffe  in  qucft'  atto  .  Girolamo  di  Pra- 
ga ,  fue  qualità  ,  e  prigionìa  ,  e  finto  ravvedimento  ,, 
e  fue  Herefie  ,  condanna  ,  e  morte  nel  fuoco .  Giovan- 
ni Petit  ,  fuoi  errori ,  e  condanna.  Dépofizjone  dal  Pon- 
tificato di  Giovanni  Vigefimo  Teript 

Dalla 


Capitolo  IV»  ZI        GiovAN- 

Alla  liberta  dello  fpirito  follevoffi  il  Diavolo  alla  intelli-  ^^  XXIII. 
genza  della  mente.  Poiché  furfe  in  quell'anno  [a]  nella  d^gfimeìifgS 
Fiandra  una  nuova  herefia ,  che  fotto  il  nome  di  eccel-  »  ^nn.i^it. 
lente  dottrina  infinuava  ,  e  pratticava  errori  fediflimi  ,  e 
carnali ,  chiamata  dal  folle  volgo  intelligentics  fe5Ìa  ;  emen- 
do che  i  feguaci  di  cfla  magnihcandoli  riempiti,  e  colmi 
di  fapere  ,  ogni  qualunque  altra  Religione  ,  e  fetta  difpregievolmente 
cenfuravano,  [^]  Ne  fu  Autore  Egidio  Cantore,  huomo  laico,  e  Gu-  b  m.  i.coihgn 
glielmo  de  HildernilTen  Religiofo  Carmelitano  ;  i  quali  unitamente  in-  ^'^^'"'""  ^"^'J' 
fieme  furono  convenuti  in  S.  Quintino  della  Piccardia  dall'  Inquifitor  / 

Domenicano,  e  colà  trafportati  per  abiurarne  gli  aifunti.  Egidio  fo- 
rteneva,  e  predicava,  Trimò  fé  ede  Sahatorem  hominum  ,  q>ti  per  ipfum 
vifuri  Chriftim  esenti  ficut  per  Cbriflum ,  Vatrem.  2.  Diabolum  ,  omnef- 
qiie  komines  tandem  falvandos  [ore.  3.  ^6ìhs carnalis  copulai  dele&ationes 
Taradifì  vocahant  homincs  fpurcijjìmi  ,  &  fine  peccato  exerceri  docebant  . 
4.  Omnes  a6ìus  nefarios  ad  divinam  referebant  voluntatem .  5.  Témpus  vete- 
ris  Legis  tempus  fitifìe  Vatris  j  ajebam  ;  tempus  nov^  Legis,  Filio  ;  tempus 
proximum  ,  Spiritui  San&o  attrìbiitum ,  qiiod ,  tempus  Elia  ,  appctlabant  , 
quo  reconciliabantur  Scripturce ,  ut  qu£  priàs  tanqitam  vera  habebantur ,  jam 
refutarentur  i  ficuti  &  Catholiae  veritateSi  qu£  confueverant  pnedicari ,  de 
paupertatCi  continentiay  obedientia,  quarum  oppojìtum  tempore Spiritus San- 
6ii  pradicandum  ejjet .  ^fflatum  Spiritus  Sanai  in  rebus  etiam  inhoneflis  , 
&  nefariis  ja&itabant .  Orationes  ,  jejunia  ,  Ecclefi^e  pr^cepta  ,  cajìitatem 
&  continentiam  fummoperè  oderanty  mdlam  efie  in  mundo  vìrginem  effutien- 
tes,  pncter  unam-,  cui  Sapienti^  nomm  :  circa  Turgatorium  quoque ,  (jr  in- 
fcrnum  contraria  do£lrin£  Eccle(t<g  dogmata  tradebant.  Md  il  Guglielmo 
agli  errori  del  compagno  aggiunfe  i  proprii,  che  furono,  Trimà»  Quid- 
quid  agit  homo  ,  illì  non  cedere  ad  falutem  »  vel  damnationem  ;  quòd  VaJJio 
Chrijìi  Jatisfaceret  prò  omnibus.  2.  Hominem  exteriorem  non  maculare  in- 
terior em.  3.  Deum  ejìe  ubique ,  in  lapide  ^  in  membris  hommisy  in  Inferno ^ 
fìcut  in  Sacramento  Siltaris .  4.  I{efurre6iionem  amplius  fperandam  ?ion  efk , 
quòd  jam  fa&a  fit  in  Chrijìo ,  cujus  membra  fumus^  cum  caput  fine  mem- 
bris non  furrexit.  Da  quello  fonte  beverono  le  loro  hereiie  li  novatori 
Giorgio  Maggiore  ,  che  delirò  alferendo  ,  eflb  efTere  il  Salvatore  del 
Mondo  ;  Lutero  che  tolfe  all'  animo  dell' huomo  il  merito  ,  &  il  de- 
merito, &  orgogliofamente  eflb  vantoifi  efler  l'organo  dello  Spirito 
Santo  ;  Calvino  che  impugnò  il  Santilfimo  Sacramento  dell'  Altare ,  e 
tutti  in  fine  li  moderni  Heretici,  inimici,  e  contradittori  della  Evange- 
lica caftiti.  Come  che  li  fopraccennati  errori  furono  dai  due  Herefiar- 
chi  ampiamente  divulgati  nelle  Città  di  Bruffelles,  e  ài  Cambray,  così 
prima  in  S.  Quintino  furono  dal  Guglielmo  abiurati  avanti  Pietro  de  Al- 
liaco  Cardinal  di  Cambray  con  l'intervento  di  quel  Prior  de'  Domeni- 
cani, Inquilìtor  della  Fede  ,  e  quindi  poi  con  maggior  dimollrazio- 
ne  di  pentimento  publicamente  efecrati  [e]  nelle  Città fcandalizzace di  e  n.  imùiann. 
Cambray,  e  di  Bruffelles.  Giovanni  Gerfone  nel  fuo  libro  de  difiinèìio-  *->'^* 
ne  vifionum  verarum  à  faljts  ,  accenna  un'altra  herefia  come  germoglio 
delle  qui  fopra  accennate,  jÓ«^  amores  carnis  ,  divini  amoris  fucata  ^dul- 
cedine  obvolutosy  injiillabat . 

Mi  torniamo  agli  Hulfiti,  a' quali  porfe  nuovo  incitamento  di  male- 
•     Tomo  ly.  B    3  dicenza 


GiovAN-       2.X  Secolo  XV- 

^^  XXlll.  (licenza  un' nuovo  fatto,  che  avvenne.  Haveva il  Pontefice  Giovanni pu- 
blicate  nel  Conciftoro  formidabili  cenfure  contro  il  Re  Ladislao  di  Napo- 
cruciata  '"""i»^  H,  invafot  dello  Stato  Ecclcfiaftico ,  perturbator  della  pace  in  Italia,  fo- 
coiitro  ii°Re  di  meutator  di  Scifmi ,  e  contradittor  eterno  de'Pontefici ,  non  men  àlui  ben 
Napoli.  affetti,  che  di  lui  nemici.  Alle  cenfure,  che  non  fiiron  badanti  à  raffrenar 

queir  ambiziofo  cuore  dalla  mal  intraprefa  carriera  di  divenir  Re  d'Italia , 
aggiunfe  Giovanni  la  determinazione  di  una  ftrepitofa  cruciata,  intiman- 
»  vi^t  \ayn.M».  doìa ,  [a]  e  contro  lui  promulgandola  per  tutte  le  parti  del  Chriftianefimo 
•4".«-5.  inFrancia,  Inghilterra,  Italia,  Germania,  Bohemia,  Ungaria, Dania, 

Svezia ,  Norvvegia ,  Prufia ,  Polonia ,  Lituania ,  Cipro ,  &  in  tutto  l'Orien- 
te, con  indulgenze,  e  pronte  mercedi  verfo  chiunque  quello  fi  fofle,  che 
contro  quei  traviato  Re  ò  impiegafl'e  la  perfona  in  esercizio  di  Guerra ,  ò  il 
Maiedicentadci  dcnaro  Iti  pagamento  di  Soldatetca .  Altro  non  volle  allora  Giovanni  Hus , 
p"nefice"%''fo-  chc qucPto nuovo iTiotivo ,  per porrc in dìfcrcdito ,  d'autorità  Papale,  e 
ivicntaca  ribeìiio-  la  podcftà  dcllc  Chiavi  i  cmeiitre  un  giotuo  da  un  Sacerdote  leggevafinel 
ro^iicr""^  '^'^"  Pergamo  di  Praga  la  Bolla  della  deftinata  cruciata,  tré  vili,  e  sfacciati  huo- 
b  jo.  cocu.  jiifi.  minacci  fubornatidaU'Hus,  [/»J  cominciarono  ad  alta  voce  nel  mezzo  della 
tìafi.itb.i.         Chiefaad  efclamare,  Ejiere  il  Tapa  l'^ntichrijlo  del  Mondo  ,  che  contro  i 
Chrifliam  incitava  l'armi  de'  Chriftiani ,  ed  indulgewT^e  deflinava  alla  oppref- 
fione  ,  e  non  al  follevamento  del  Chrijiianeftmo.  Il  Magiftrato  ,  che  ritro- 
voffi  prefente  alla  funzione ,  ordinò  di  que'  tré  temerarii  la  carcerazione , 
&  indi  incontanente  la  morte .  Tumultuolll  repentinamente  dal  popolo'  > 
che  non  fu  allora  baftevole  a  fottrarli  dalla  efecuzione  della  fentenza,  ma 
fi  refe  ben  tofto  in  animo,  e  in  forze  per  ricompenfar  loro  con  altrettan- 
to honore  il  dishonore  del  fupplicio.  Poiché  accorfo  l'Hus  con  la  fazio- 
ne de'fuoi,  rapì  dal  palco  del  patibolo  quegl' infami  cadaveri,  e  colloca- 
tili fopra  dorati  tapeti,  come  corpi  di  martiri  di  Chrifto,  chefparfo  ha- 
veflero  il  loro  fangue  in  teftimonianza  della  Fede,  li  portarono  proceifio- 
siio  attentato  Sa-  nalmcnte  in  giro  per  le  Strade,  Piazze  >  eChiefediPraga,  col  trionfo,  e 
criiego .  canto  di  quelle  parole ,  Jlii  funt  Sancii ,  ^ui  prò  teflaménto  Dei  fua  corpora 

tradiderunty  riponendoli  pofcia  con  odorofi  balfami  dentro  il  Sacrario  del- 
la Cappella  di  Bethlem ,  ed  in  loro  honore  molti  elogii  ftefe  l'Hus  nel  fuo 
e  lo.HusimUi.dt  Libro  [e]  de  Ecclefia^  publicandoneun  Panegirico,  in  cui  egli  afferiva  , 
Ecdefiat.is.       verificato  nella  loro  morte  l'Oracolo  de' Martiri  predicato  da  Danielle. 
Ma  rintuzzò  l'arroganza  dell'  Autore ,  e  dello  fcritto  il  Cattolico  Theolo- 
go  Stefano  Paletz,  che  contro  lui  fcrifle  ,  e  à  lui  rivolto  rimproverò,  e  dif- 
M*«//?'^  'nnùtt^  ^^*  [^]7^ce«f/«w  rebellium  corpora  fub  mediafiino  fujìultftiy  &  cum  eay 
Tumtil'.i.  "*"*  qua  ubi  videbatur  i  fumma  reverentia,  ad  Cathedram  tu£  fuperbia  Cappel- 
tam  dì£lam  Bethlehem  detulifiiy  tut  ipjìusy  &  Scholarium  fu£  focìetatis  fan- 
6la  obedientia  contrariis  ,  clamorofìs  ,  &  altijjimis  vocibus  ufqne  ad  inferni 
novilfima  concrepantibus  :  ifti  funt  Sancii  ;  quibus  ftc  indu6Ìis  per  te  in  Cap- 
pellam  illam ,  tantum  fecifii  popularts  tui  favoris  concurfum ,  ut  non  folum 
illorum  ftc  jufiè  decollatorum  fangumem  linteis  ,  maxime  Beinga  tua  ,  C^ 
quidam  alti  extergerent  y  fed  quafì  pra  illorum  fan6iitate  lambcrent,  ita  ut  , 
te  largiente,  &  te  donante ,  locus  ille  tua:  Cathedra  fummus  non  tam  Bethlehem , 
fed  ad  tres  San6los  per  te y  &  tuos  complicesy  vocaretur .  Quoufquey  Deus, 
improperabit  inimicus  f*  irritai  hic  adverfarius  nomen  tuum  in  finem  ?  Ecce 
qualis  ,   &  quàm  manifejia  fan6litatts  illorum  rebellium  indicia  fannia  in- 
"penit  Mater  Ecclefia ,  ut  Hufca  Magifler  ille  audeat  tam  miferabili  pr^e- 

fum- 


Capitolo   /K  ^3        GiovAN- 

fumpttone  ,  fan6ia  ,  &  occulta  tua  judicia  decernere  ,  &  homines ,  utique  ^^  XXI il. 
temporali  (C^  fi  aterna  ,  ?«  noftt ,  Domine  )  poena  dignos  ,  /«*  vertigmis 
affertione  m  populis  fin5iificare .  I\evertere  Hufca  Magijkr ,  ^««  //e  i«  altis 
volitai  ,  ttf  intueamur  te .  Ecce  tua  ,  &  tuorum  pradicatio  ,  venerationem 
fanClorum  ofjium  juxta  ritum  Eccltft£  fan6l£  cum  tuis  reprobai  ,  dicens  , 
quòd  San6ius  Fyenceslaus  modico  y  ideji  fratricidio,  B^gnum  promeruit Mar- 
tyrii,  &hìc  cumSan6lis  aliis,  quos  Sacerdotes t  &  Monachi  predicanti  ha- 
bent  unius  SanBi  multa  capita,  multa  brachia,  &  diverfa  offa,  qu^  ubique 
non  San6lorum ,  fed  vilium  cadaverum  ejje  potiìk  rcputantur  j  cujus  exem- 
plum  accipe  Magifler,  quid  factum  fuerit  publicè  in  EcclejìaFratrum  Carme- 
litarum,  qua  vocatur  in  ^rena,  in  Tragenfì  civitate  :  ibidem  enim  fedente 
aliquo  Fratre  cum  reliquiis ,  &  quibufdam  monflrantiis ,  &  ad  fabncam  Ec- 
clejt£  mendicante  i  acceffit  quidam  tua  fortis  difcipulus,  &  cum  fedenti  di- 
ceret  :  Quid  hìc  agis,  Fraterì  quo  rcfmndente  :  Cum  San6iorum  F^liquiis  ex- 
pe&o  beneficium  eleemofynarum  ;  at  ille  per  fuperbiam  :  Mentiris  ,  inquit  , 
efìe  San^lorum  B^liquias  :  ofiamortuorum  cadaverum  hìc  retineSy  &  Chrijlia- 
nos  decipis  ,  cupide  mendicando  :  quo  di6lo  ,  tamquam  equus  inftliens  ,  pede  ■ 
repedans  evertit  menfam  ad  terram  cum  Reliquiis .  Quo  -piro  per  Fratres  eofdem 
comprehenfo  ,  &  de  tanta  nequitia  tento  ,  venerunt  tua  fortis  armati  pluri- 
mi, <T excuffo Fratrumhabitaculomaxima  fit  Jìrages,  &confufto,  &  fcan- 
dalum  manifejìiffimum  eji  factum,  ut  etiam  Vrior  illorum  Fratrumcum  fuis 
plurimis  comprehenfi ,  non  folùm  verbis  turpibus  ,  fed  etiam  verberibus  in- 
honejiijjimè  traóiarentur .  Jam  vide  ,  quomodo  cantra  Sanala  Ecclefìa  riturn 
Latrones  recenter  fan6ìificas  ,  &  I{itum  SanBa  Matris  Ecclefta  honorabili- 
ter ,  &  ritè  à  prifcis  temporibus  fervatum  ,  ha^lenùs  vilificai  ,  quo  in  tato 
terrarum  orbe  San£iorum  Reliquia  bine  inde  periata ,  &  tradita ,  falva  Fi- 
de Catholica,  honorabiliter  venerantur.  Cosi  egli.  ^ 

Allanotiziadi  cotanti facrileghi attentati commoffo  il  PonteHce  deter-   pin»  confeiiìo. 
minò  di  convocare  nell' anno  fegiiente  un  Sinodo  in  Roma  per  prendere  in  '"^  ^^'  f^^^«  '^"^^ 
eflb quelle  vigorofe  rifoliizioni,  che farebbono  apparfe  più  atte,  e  vale-  "'**' 
voli  à  Cupprimere  la  baldanza  degli  Huflìti.  Ma l'Hus  volle  più  tollo  pre- 
venirne il  colpo  con  una  rintafommilFione,  che  fottomettcrfi  aderto  con 
una  durevole  ritrattazione  :  conciofìacofache  atterrito  egli  dalla  fola  inti- 
mazione di  quelìio  Sinodo,  e  prevenuto  dalla efpectazione del  timore  di 
eiìere  elfo  citato  dal  Papa  a  comparirvi  ,  incontanente  fpedì  à  Roma 
una  confeffione  di  Fede  ,  che  coniìderata  nelle  parole  par'  ella  dettata  • 
da  un  San  Giovanni,  ma  paragonata  coYatti  di  Giovanni  Hus,  non  pote- 
va ella  non  riprovarfi,  comefubdola,  coUuùva,  iìraudolente,  emah^iia. 
[<i]  ^d  revercntiam  Jefu  Chriflo  ,  egli  diceva,  Ecclefia,  fupremoqueejus  a  ^pud i>.cocIj. 
Tomifici  exhibendam,  paratus  femper  ad  fatisfaóiionem  omni  pofcenti  de  ea  '^''^'  '^*/^"'^'^--» 
fide ,  quam  teneo  ,  rationem  reddere  ,  confiteor  corde  integro  ,  Jefum  Chri- 
fium  Dominum  effe  verum  Deum,  &  verum  hominem,  totamque legem tjus  • 
tam  firma  veritatis  cxiftere  ,  quòd  nullum  jota  ,  vel  apex  ipfius  fallere  po- 
tejì  domum  fuam  San^am  Eccleftam  fundatam  tam  firmiter  fupra  firmam 
petram ,  quòd  Torta  Inferi  non  poflunt  adperfus  eam  quomodolibet  prava-  ■ 
lere;  promptufque  in  fpe  ipfius  capitis  Jefu  Chrifii  Dominimort^s  die  poùks 
fujiinere  fupp  liei  uni ,  quà.n  ele6iivè  dicere,  velajjcrere,  quod  fora  ChrijU, 
juaque  Ecclefia  contrarium  volumati  :  ex  bis  fidenttr  ,  veraciter ,  &  '^on-  ■ 
iiamer  afiero,  quòd  à  veritatis  amulis  fmifirè  Sedi  ^ìoofioLica  J.m  del' usi 

B    4  /'^^■ià 


G I  o  VA  K-       ^  ^  Secolo  XV. 

^l.  ^^^^^'  false  fiquidemdetulermit,  &deferunt)  quòddocneYÌm  populumy  quM  in  Sa- 
cramento ^harisremaneat  fubflantia  pana  materialis  :  false,  quòdy  quando 
elev^tur  hojìiay  fune  ejì  corpus  Chrijìi  ,  &  quando  ponitur ,,  tunc  non  efl  : 
false,  quòd  Sacerdos  in  peccato  mortali  non  conficit  %  falsò ,  quòd  domini,  a 
clero  auferant  temporalia y  quòd decimas  non  folvant  :  false,  quòd  indulgenr 
ti£  nihil  funt  :  false  ,  quòd  gladio  materiali  fuaferim  Clerum  percutere  . 
Così  le  parole  di  Giovanni  Hus,  ma  non  così  li  fatti.  Poiché  foggiunge 
A  SuphAn.  TAhtt  à  lui,  e  di  lui  il  fopracitatoPaletz,  [a]  Contumax  a  S.Ecclefi£Catholic£ 
m"i.  "^  "'  '^'"^'  receffijii  obedientia,  &  in  multorum  Jcandalum,  &  periculum  in  fententtis 

Libri  cfe'Ottoii-  plurimarum Ecclefiarum ,  &  fuper omnia SummiTontificis  Chrifii  Ftcarii  po- 
ti coniroiui.     r.         ,       1 1-  \  j      X-  ^  •  ^  ■    /  ••  • 

fìtus  y  &  publicc  denuntiatus  excommumcatus  y  timorem  Dei  abiicis,  nec 

cenfuram  Ecclefiajìicam  advertis  :  de  verbo  Dei  in  Cathedra  fupcrbi£  tua  , 

&  quod  ampliàs  eji  ,  de  di-pino  mijjarum  officio  ,  bona  fitffojja  confcientia  , 

audaci ,  &  Sathanica  prafumptione  piena  gemitu  ,  tu  audes  ingerere  ,  & 

cum  B^ge  Saule  contra  divinam  obedientiam.  non  vi6ìimas  offerre ,  fed  fcelus 

idololatrite  perpetrare .  ^t  -però  fi  dixeris  :  l^o»  peccavi ,  die  ,  fub  cujus 

Tr alati  Ecclefìafliae  difciplica  jugo  fiSy  ne  tu  ipfe,  &  auàor  caufarum ,  & 

judex  efle  -pidearis.  En  &  agis  caufas  ,  &  folus  judicas  caufas  ,  proponis, 

&  decidis  caufas ,  te  ipfum  prò  tefiibus  comprobas ,  non  ^pojìolos  pojtulas  : 

& nequaquam  Chrifti invocato  nomine ,  determinas  fententias ,  &  promulgai . 

JQ«/V  ergo  tibi  comprobabitur  ?  Diacefanum  proprium  cum  omnibus  fuis  offi- 

cialibus  ordinariis  contemnis ,  &"  tanquam  fejìucam  reputas  ;  quinimò  Sum- 

mumTontificem abominationem y  & ^nticbriftum  publicèpradicas,  c^romne 

fan6ium  fuumdecretumy  au£Ìoritatem ,  &  officiummajori  arrogantia,  tiuàm 

Dathan ,  &  ^biron ,  fuperbijjimè abjicis ,  &  contemnis .  Ecce  quomodo  ahfque 

jugofa£ius  es,  quafi  folus  Dominus  y  folus  ^Itiffimus.  Così  il  Paletz;  mi 

con  più  prolifTo,  e  potente  nerro  di  ftile,  l'altro  gran  Theologo  Bohe- 

b  ^Wr.  Bri)d»nìO  Andrea  Broda  à  lui  medefimamente  ,  e  di  lui,  [b]  Te/te,  dice, 

tifHdtmdtmii'id.  j^^CregoriOy  charitas  divifaunitj  eonfufa  ordinai ,  inaqualia  fociat,  &ipfa 

charitas  dicit  :  Qui  non  colligit  mecum  ,   dijpergit  :  quod  exponens  Hugo  jìc 

dicit  :  Officium  Diaboli  eji  congregata  difpergere  ,  officium  autem  Chrijìi  di' 

fperfa  congregare ,  Ecce,  Magifler  reverende ,  quomodo  charitas tendit ad uni- 

tatem.  Quid  ergo  nosdicemusadhacy  inter  quos  frnt  tanta  diffentiones ,  & 

fchifmata ,  ut  ille  Joannifla  ,  ijle  Vviccleffilìa  ,  caterique  Mahumetifla  nun- 

cupentur  ?  Dipifus  eji  Chrijius  «*  lS[unquid  Fvicclefj  eji  erucifixus  prò  nobis  ? 

aut  in  nomine  ipftus  bapti'^ati  jumus  ^  Gratias  ago  Beo  meo  ,  quòd  opinio 

ipftus  minquam  intravit  m  cor  meum  :  &  pos  in  litera  appellatis  me  Fra- 

trem  charijfimum .  Det  mihi  Chrijius  Jefus  prò  magno  y  quajo  ,  munere  ,  ut 

fuis  in  Domino  Fratermeus  ;  nam  ex  tota  cordis  affe6lu  de  fiderò ,  vosaduni- 

tatem  Sanala  Matris  Ecclefia  jam  redire  :  in  qua,  inquam  ,  funt  Chrifìiani 

ad  invicem  vere  Fratres ,  à  qua  (quod  dolenter  refero  )  per  inobedientiam 

receffifiis  :  vcjìra  enim  patefecit  litera  ,  quam  mibi  dejìinatis  ,   quòd  mori 

magis  cupitis  3  quàm  reperti.  Quomodo  ergo  Fratres  erimus  ,   quorum  non 

eji  una  Mater,  &  per  confequens  nec  unus  Vater  ^  Et  quomodo  fcribitis  rrre 

charijjfimum ,  cumtamentenditis adhoc ,  ut  me  reddatis  omnibus  vililfimumy 

O"  odiofum  ?  fcribitis  enim  fociomeodileU:o  Domiri^Petro,  quòd  ex  partici- 

pationemea  vobifcum  fum  excommunicatus ,  profanus ,  &  irregularis.  Bene 

quidem  multls temporibus bibi y  &  comedi  vobifcum,  &"  in  uno  k6Ìo  jacui  : 

fed  ab  ilio  tempore,  quo  procefus  contra  vos  public ati  junt,  ncque  ego  vos 

yidis 


Capitolo  IV.  %K        GioVAN^ 

i  •        ^        NT  yviTT 

'pìdi,  neque  voi  me  vidìjìis  :  palpate  ergo  y  &  videtCt  utràmijìaexcharìta-  ^^  ^^^aii. 
te  ,  an  eX  odio  procedane.  Dtcìtis  ,  quòd  expc^atis  martyrìum,  Quomodo 
-pultiseffeAdartyreSy  cnm  etiam  locum,  ubi  cognofcimr  veritas,  declinatisi 
LegemcUiisobjicitis;  vosunàcHmveJìris  y  &nemoexvobis  facit  legern .  Ta- 
rietespr£ceptis  depingitis,  quxiitinam  in  cordibustcnerctis .  'forine  lex  di- 
cit;  Diisnondetrabes  ^  .&  orane s  vejìri  quantis  funt  detra6lionibiis ,  cr  con- 
yiciis  pieni  ^  Lex  pracipit  ;  Islon  concupifces  :  &  vos  una  cum  ve/iris  difcì- 
pulis  aliena  tollere  pnedicatis  ;  mibi  judicium  imponitis  ^  qmdtamenmihiin 
ventate  adfcribere  non  debetts  ,  Sedv£  qui  alium  docci  ^  te  ipfum  non  doces, 
dicit  Apojiolus.  Quare  vos  Tapam  y  Cardinalesy  Epifcopos  y  TralatoSy  & 
cmnes  indifferenter  Clericos  vituperose  ,  imo  incuriose  verins  judicatis  ,  dr 
imponitiseis criminay  qu£  fortafjìs,  quoadufquevivitis y  non  probaretis^  Cur 
non  fequimini  legem  Chrifti  dicentis  :  Si  videris  Fratrem  pecca?item,  corripe 
ipfum  inter  te ,  &  ipfum  folum  y  &c.  Dicitis  me  colare  Culicem ,  &  Camclum 
deglutire .  Verms  hoc  de  vobis  dicercm  ,  dr  de  rejlris  :  nam  ìllos  ,  qui  non 
funt  de  Je6ìa  Fviccleffy  etiam  parvulos  acriter  increpatis  ,  fed  veflros  fecia- 
rios  perjuros  y  blafphcmosy  homicidasy  fHreSy&  adulteros  y  let^iterpalpatis. 
Così  il  Broda.  Ma  l'Hiisfeguicando  la  carriera  de' fuoifacnleghidilegm, 
per  ingannar  con  maggior  agevolezza  li  femplici  Laici,  e  divertir  l'idiota 
plebe  dalla  riverenza  filiale  al  Pontificato  Romano,  fparfe  Fra  il  popolo  jP^^^rSTcT'* 
prolifla  fcrittura  per  eccitar  in  elfo  mortai  fciflura  nellaFedecon  ingannc-  hus"""'"' 
voli,  e  riprovati  fofifmi  :  conciofiacofacheinHolomutz  [a]  divulgò  un  a-4»».i4". 
publico  iitromento,  che  conteneva  un  Trattato  di  tré  queiì:ionij  ch'egli 
proponeva,  UtràminTapamcredendumefiet^  Utràm  pojpbdeeffety  aliquem 
hominem  falvariy  qui  non  confiteretur  ore  mortali  Sacerdoti  ?  Qy  Utràm  ali- 
quisSan6lorum  fenferit  y  aut  dixerit»  quòd  aliquis  de  Tharaonis  populo  fub- 
nerfi  in  mari  rubro  ,  &  de  Sodomitts  fubverjis  ,  fint  falvati  ?  Alla  prima 
egli  rifpondeva  negativamente,  e  ripigliava  indirettamente  li  Prelati,  eli 
Dottori ,  che  infegnavano  l'ofl'equio ,  e  la  credenza  al  Pontificato  Ron)a- 
no.  Egliafleriva  la  feconda,  e  ne  allegava  in  prova  il  detto  del  Mac  ftro 
delle fentenze,  [b]  Q^wd  fine  confejjìone  orisy  ér  folutione  posn£  exterioris  ^J^,"^'/^"^''"'^' 
delentur  peccata  per  contritionemy  &  humilitatem  cordis .  Et  in  conferma-   '  ■'^■'^■^' 
zione  della  terza  egli  riferiva  un'altro  [e]  detto  del  medefimo  Maellro  y/'"''^''^-  ''•'^• 
delle  fentenze,  che  il  maligno  conduceva  in  fenfo  eftorto  al  fuo  intento  j   "* 
e  pili  diftlìfamente le  parole  di  S.Girolamo,  [d]  Quod  Deus  genus  humanum  tfn'r"'in' Nlh7^ 
diluvio,  Sodornitas  igney  JEgyptios  mariy  Ifraelitas  in  eremo  perdidit  ,  fci-  Proph. 
tote  y  ideò  temporaliter  eos  prò  peccatis  punivijje  ,  ne  in  aternum  puniren- 
tur,  quia  non  [>]  judicat  Deus  bis  in  idipfum  (  quefta  fentenzadel  Profeta  ^  ^"'j"»»  '• 
Naumvien  riferirà  nella  Vulgata  con  altre  parole,  cioè  'Klonconfurgct  du- 
plex tribulatio .)  Quia  ergo  puniti  junty  pofteànon  punientur .  ^lioqummen- 
iiturScriptura  :  quod  nefas  eft  dicere  .  Ma  l'ingannatore  pervertì  l'un  lenfo ,  e 
l'altro,  e  mutilonne  a  fuo  piacere  le  parole  :  conciofiacofache  nell' allega-- 
to primo  tefto  del  Maeftro  delle  fentenze  egli  tralafciò  ciò,  che  in  effo 
rinyienfi,  '^onnulli  in  vita  peccata  confiteri  ncgligunty  vel  erubefcunty  C^ 
ideò  non  mercntur  juftificari.  Sicut  enim  pracepta  eft  nobis  interior  pceniten^ 
tiayita&orisconfefftoy  &  exterior  [atisfaUio,  ft  adfit  facultas .  Unde  ncc 
vere  pcenitens  eft ,  qui  Confefjionis  votum  non  habet  :  provando  à  lungo  nell' 
accennata  dillinzione  l'allegato  Maeftro  delle  fentenze  la  verità  Cattolica 
della  ConfeiiìoneSacram^nrale,  &  ex  teftimoniis  SanCforum  Tatrum  indu- 

bitan- 


bitanter  ojiendt,  ùportere  Deo  primum  ,  &  deinceps  Sacerdoti  offerri  confa f- 
ftonem  :  nec  aliter  pofìe  perveniri  ad  ingreffum  Taradijì ,  fi  adjit  facultas  , 
Con  pari  fraudolenza  egli  difmezzò  il  detto  di  S.Girolamo,  la  cui  vera 
fentenzafièlafeguente,  Deum  ut  omnium  rerum,  ita  [upplictorum  quoque 
fare  menfuras,  &  non  praveniri  fcntentiam  Judicis,  nec  illim  peccatorem 
exercendx  dehinc  pana  auferri  poteftatem ,  é^  magnum  peccatum  magni?  , 
dtuturnifque  lui  cruciatibus  :  levem  vero  culpam  prafenti  compenfari  fup- 
plicio  ,  qualis  fuerat  tUius  ,  qui  in  jabbatho  Ugna  collegerat.  Mioquin  fi 
magna  peccata  prafenti  compenfarentur  fuppliciOy  optandum  foret  adulteri s, 
ut  iti  prafentiarum  brevi ,  &  cita  poena  ,  cruciatur  frujìraretur  aternus  , 
Così  S.Girolamo  i  diinoftrando  egli,  doverli  intendere  l'allegata  fenteii- 
2a  di Naum  in  riguardo  di  quelli,  che  approfittandofi  de' paterni  caftighi 
del  Cielo ,  fi  convertono  dal  male,  eperfeveranopoinelbene;  e  non  in 
riguardo  di  quelli,  che  come  Faraone  refi  più  oftinati,  e  duri  nella  proter- 
via del  peccato,  connettendo  li  prefenti  caftighi  con  li  futuri,  lapenatem- 

a  Dt^ttr  ti       P?'^^^  diventa  loro  principio  della  eterna ,  fecondo  il  fentimento  ài  S.  Ago- 
•  ^  •       ftino  fopra  quel  paiib  del  Deuteronomio  :  [a]  Jgnis  fuccefus  efl  in  furore 
meo ,  &  ardebit  ufquc  ad  Inferni  novijfma .  Contro  quefta  maligna  frau- 
dolenza dell' Hus  hebbe  allora  dottamente,  e  ragionevolmente  ad  efcla- 

HHPh^m'.u^'"''  iT^^i'e,  e fcrivereil Coeleo, dicendo,  [b]Mihi  fanèy  utcitraodmm ,  &li- 
Riprovixio.ie  v§rem  ingenue  fatear,  petulans,  ac  malignus  fuifje  videtur  Joannes  Hus  in 

dell' HiVs!^'^'^""  dubiis  iftis,  petulans,  tnquam,  ad  vexandumeruditos,malignusveròad  fub- 
vertendum  fimplices.  Si  entm  vere  de  iis  tribus  quaftionibus  dubitafjet,  non 
determinajfet  protmus  abfquc  deliberatione  ,  &  conftlio  aliorum  :  fi  doceri 
voluìfjet,  mifijfet  ea  dubia  potius  ad  DoSiores  Theologia  privatim,  quàmad 
Jdiotas  laicos  per  publica  mfirumenta .  Si  in  adificationem  ,  &  non  m  fub' 
verfionem  fcribere  voluijfet ,  certe  dubia  jjìa  fecundùm  fìmplicem  Ecclefa 
fententiam  determinafjet  ad  pium  fenfum ,  &  non  depravafìet  di6ia  Do6lorum 
per  trmcatas  allegationes  ,  per  quas  &  jenfum  eorum  pervertii ,  fimplices 
decipiens  ,  &  bonis  au£ioribus  calumniam  fecit  de  reprobo  ,  &  adulterino 
fenju,  quem  tota  damnati  &  exhorret  Ecclefta , 

In  primo  namque  dubio  Tapam  irridens  ,  Tralatos  calumniari  videtur  , 
tanquam  docuermt  plebem  in  Tapam  credere,  quod  illi  numquam  fecerunt, 
ne  cogitarunt  quidern  :  docuerunt  autem  credere  in  Deum ,  credere  Eccleftam 
San6ìam  Catholicam ,  credere  Tapam,  quòd  fit  fcilicet  Vicarius  Chrijii ,  & 
Succeffor  Tetri,  cui  clavesB^egmCalorum  tradita  funt,  &ovesChrifli  com- 
mijjoi .  Docuerunt  item  credere  Tapa  ,  &  Eccle(t£  ,  obediendo  fcilicet ,  d?* 
acceptando  ea  ,  qua  in  Decretis  Conciliorum  ,  c^  Decretalibus  I{omanorum 
Tontijicum  conjiituta  funt  :fed  in  Tapam,  aut  in  Eccleftam,  ficutinDeum, 
credere  nunquam  docuerunt. 

In  fecundo  autem  dubio  ,  fimiiiter  &  in  tertio  ,  truncatim  allegat  Jiu- 
£iores,  &  per  hoc  detonjuet  malitiosè  diBa  eorum  in  contrarium  fenfum  ; 
nam  in  Magijìro  fententiarum  omtttit  hac  verba  :  '^onnulli  enim  in  vita, 
peccata  confiteri  negligunt ,  velerubefcunt ,  &  ideò  non  merentur  fuflificari; 
ficut  enim  pracepta  efl  nobis  mterior  panitentia  ,  ita  &  oris  confeffio ,  Ó* 
exterior  fatisfatlio,  fi  a^fit  facultas .  Hac  verba  ponuntur  in  eodem  Capitulo , 
quod  Hus  allegavit  :  &  m  hanc  fententiam  fubjunguntur  multò  plura  in  ea- 
dem  diflinBicne ,  quòd  non  fufficiat  foli  Deo  confiteri,  fi  haberi  Sacerdos  pof- 
fit .  Solvuntur  pratereà  ibidem  Do6iorum  diCia,  qua  Hus  ex  Magiftro  con- 

tra 


Capitolo  IV.  ^•7        Giova N- 

tra  oris  Confeffionem  adduxìt  :  ex  quibus  fané  convìncitur,  ipfum  Hus  mali-  ^^  -a.-a.ìia. 
pìtam  habuiffe  decipiendiz  plebis  mtentionem  per  truncatas  ex  Magìjiro  dle- 
gationcs  :  e  qui  ripone  il  Coeleo  la  fpiegazione  allegata  della  (entenzadi  ^  ^^^^  .^.^^ 
S.Girolamo  ,  e  foggiunge  ,  [  <i  ]  H£c  qutdem  ,  &  id  genus  multa  legerat 
tpfe  Husy  dum  cantra  h£c  omnia  definirei  :  fed  /cientia  inflatuf,  &  perino- 
hedtentiam  in  reprobum  fenfum  traditus ,  odioque  in  Clerumaccenfus,  &ex- 
c£catus ,  malmt  ex  infiin6iu  diaboli  laicos  fuos  decipere ,  quàm  decere  -peri- 
tatem  ,  maluit  in  Clerum  exafperare  ,  &  ei  inobedientem  reddere  plebem  , 
quàm  vel  errores  Fvtccleffi  fui  agnofcere  ,  vel  à  feditiofis  defijlere  captis  . 
Così  il  Coeleo .  Ed  allor  fu ,  che  timorofo  l'Hiis  della  condanna  Pontificia ,  fcr^iYjji^HJf  *' 
eh' elfo  contro  fé  prevedeva  dal  Concilio  intimato  in  Roma,  nonsòfeper 
renderfiò  maggiormente  formidabile,  ò  maggiormente  reo,  ò  maggior- 
mente afliciirato  dalla  fazione  degli  heretici,  divulgò  [6  j  quantità  di  (crit-  b  euìas  Jmrimi» 
ti ,  e  farragini  di  queflioni  contro  le  eenfure  de'  Dottori  di  Praga ,  ch'egli  *'*'•  ^••"*  ''•^* 
per  difpregio  chiamò  Tretorianii  foftenendo  molti  articoli  da  elfi  condan- 
nati ,  concernenti  alla  libertà  della  predicazione ,  alla  podeftà  de*  Principi 
laicali fopra  i  beni  della  Chiefa,  alla foluzione volontaria  delle  decime, 
&  alla  perdita,  che  i  Signori  fpirituali,  e  temporali  fanno  della  loro  po- 
tenza, quando  eglino  cadono  per  mezzo  della  colpa  mortale  dalla  grazia 
di  Dio .  Compofe  un  volumincfo  Trattato ,  in  cui  egli  alferiva ,  che  la 
Chiefa  è  ella  compofta  de' foli  predeftinati,  che  Giesiì  Chrifto  n' è  il  Ca- 
po, e  il  Papa,  i  Cardinali,  e  li  Prelati  fono  egualmente  membra  di  efla, 
non  doverli  loro  ubidire ,  fé  non  nelle  cofe  efpreiTamente  comandate  dalla 
Legge  di  Dio,  e  che  lafcommunicaingiuftamentefulminataficcomenon 
legare,  così  né  pur  doverfi  temere  daquei,  contro  i  quali  ella  viene  fulmi- 
nata. Rifpofe  egli  poi  in  particolare  agli  ferirti  de' tré  famofi  Theologi 
Bohemi  Stefano  Paletz ,  Stanislao  Znoima ,  e  Andrea  Broda ,  e  temeraria- 
mente alfifl'e  un  cartello  nella  Chiefa  di  Betlem,  nel  quale  egli  accufava  il 
Clero  di  cinque ,  ch'egli  chiamava ,  errori ,  fé  ben  alcun  di  elfi  rinvienfi  da 
Uiiafferito,  come  fi  dirà,  ne' fuoi  libri .  Il  primo  fi  era.  Che  il  Sacerdote 
confacrante  diveniva  Creatore  del  fuo  Creatore .  Ma  erra  l'Hus  nel  fervirfi 
del  termine  di  Crea-:(ione  y  quando  meglio  fervir  potevafi  del  termine  di 
^duyone  ,  ò  òi  TroduTJone ,  Il  fecondo  ,  Che  i  Treti  credevano  nella. 
Vergine  y  in  un  Vapa,  e  ne  Santi ,  e  dicevano  y  dover ft  credere  nella  Chiefa , 
come  credevaft  in  Dio  :  ed  in  quello  parimente  l'Hus  errò,  efiendo  che  li 
Cattolici  credono  m  Dio  propter  Deum  y  ma  nella  Chiefa  credono  perl'af- 
fiftenza  ad  elfa  promelfa  dal  medefimo  Dio.  Il  terzo,  Ch' eglino  poteva- 
no y  quand' effi  volevano  y  e  quando  loro  piaceva,  rimetter  la  pena  y  e  la  colpa 
de' peccati .  Maligna  interpretazione;  poiché  né  i  Sacerdoti  rimettono  tut- 
ta la  pena,  ma  fol  commutano  la  eterna  in  temporale;  né  alTolvono  ad  ar- 
bitrio le  colpe,  fé  non  con  la  previa  difpofizione  de' penitenti.  Il  quarto, 
Che  predicavano  l'ubidien'^a  verfo  i  Superiori ,  e  ne'  comandamenti  giufiiy  e 
negl'  ingiufli .  Falfa  illazione  :  ellendo  che  comandafi  da'  Cattolici  ubidienza 
a' Superiori  benché  fcandalofi,  e  colpevoli  ,  ma  non  già  in  cofe  perni- 
ciofe,  &  ingiiifte  .  Il  quinto.  Che  ogni  qualunque  fcommunicay  ò  ella  giu- 
fta  ftUy  ò  ingmfia  ,  lega  lo  fcommuntcato .  Ma  la  falfità  dell' alferzione'di- 
moftrolfi  poc'anzi  m  quefti  fogli .  Quindi  egli  [e]  divulgò  altri  tré  copiofi  '  '■'""  '*''• 
trattati,  il  primo  intitolato  l'anatomia  delle  membra  dell' Unttchrifio ,  il 
fecondo  //  B^gno  del  popolo,  e  vita,  e  coftumi  deW^ntichriflo,  il  terzo  1* 


GiovAK-       2.8  Secolo  XV. 

^^  -^-^IH»  ^bomìna:(ione  de*Tretit  e  de* Monaci  Carnali  nella  Chiefa  dì  Gìesà  Chriflol 
^  altre  molte  efecrabili  Operette  contro  le  Tradizioni,  &  Uniti  della 
Chiefa,  fopra  la  perfezione  Evangelica,  fopra  il  Mini  fterio  d'iniquità,  e 
fopra  la  comparfa  dell' Antichrifto,  la  concordanza  de' quattro  Evangeli! 
con  alcune  note  morali ,  molti  Sermoni,  un  Commentario  fopra  li  primi 
fette  Capitolidella  prima  lettera  a  Corinthii,  alcuni  Commentarii  fopra 
le  fette  epiftole  Canoniche,  fopra  li  Salmi,  cioè  dal  109.  fin' al  119.  un 
Trattato  fopra  l'Adorazione  delle  Imagini  ,  &  un  lungo  difcorfo  fopra 
l'accennata  di  fopra  propofizione,  cioè  che  il  Prete  nella  Confacrazione 
jciA    divien  Creatore  del  fuo  Creatore;  nel  qual  difcorfo  bench'  egli  fempre 
moftri  di  foftenere  la  tranfuflanziazione,  niilladimeno  afferifce,  che  per 
evitar  l'inconveniente,  che  il  Prete  fia  Creatore  del  fuo  Creatore,  è  d' 
uvopo  dire,  che  il  Corpo  di  GiesùChriftoritrovifi  nel  Pane  anche  avanti 
che  il  Pane  fia  tranfuftanziato  nel  Corpo .  Sicché  l'Hus  nelle  fue  Opere ,  e 
ferirti  fempre  in  foftanzafoftennelatranfuftanziazione,  quantunque  in  ri- 
gore chiamar  non  fi  pofia  tranfuftanziazione  quella ,  che  fuppone  nel  pane- 
preefiftente  il  Corpo  di  Chrifto,  dovendo  quefto  addurn,  òprodurfi  in 
virtù  delle  parole  della  Confacrazione ,  come  più  à  lungo  fi  efporrà  nel  fuo 
Coflituto  fatto  nel  Concilio  di  Coftanza  ;  ficcome  ancora  fempre  parlò 
«  ^"j-jf^*;- '"f///  Cattolicamente  circa  [a'\  la  Confeffione  Sacramentale,  e  circa  la  Eftrema 
(ir'cLlTnoJin,  [b'\  unzione,  e  generalmente  circa  tutti  li  fétte  Sacramenti,  e  circa  [e]  la 
b^i^cfJntènt  hi  e^itenza  del  Purgatorio ,  la  invocazione  [d]  de'Santi,  e  l'adorazione  [  e  ] 
</'.  sjl^óbi"^'  '"  delle  loro  Imagini  ;  non  fenza  noftra  gran  maraviglia  nella  confiderazione, 
e  inftrm-de  Exe-  che  facciamo ,  fopra  la  dottrina  de' prefenti  Luterani,  che  venerano  Gio- 
T'ìn'  eìHcidathne  vantti  Hus  comc  Santo ,  e  come  Martire ,  e  poi  ne  mipugnano  le  accennate 
fi^"^"*-  ,     .  dottrine  come  falfe,  &heretiche.  Lutero  chiamoUo  \f\  ma^nis,  &  ex- 
nu»i  adorutione     cellentwus  SpiTttus  Sancìi  donis  ovnatum ,  e  di  lui  dice  ,  jcriptis  ,  diciifque 
iLutcr.in  fcripto  /"     (lo£ìrin£  Chri(ìian£  confenfijfe  j  &mortem  proafkrtione  veritatis  toleraf- 
furum  io.Hu>a>i.  fcy  c,  Si  pYQ  H<£retico  babendus  elt  JoannesHus,  Imud  facile  qmjquam  om- 
l^t^r' ^'^""^'"^ ''' nmm i  quosunquarnSolvidity  vere  Chrijiìmus  haberi  poterit  ;  e  fiegue  ad 
innalzarlo  con  gli  egregiipreconii  di  magnanimum  ^  &  fortem  ChrifìiMar- 
tyrem  .  E  perche  dunque  Lutero  nella  Chiefa  Romana  biafima  quella  dot- 
trina, che  così  giuitamente  lauda  nella  perfona  dell' Hus  ?  Se  THus  f^o^r/- 
noi  Chrìjiian<£  confenfit ,  perche  poi  Lutero  impugna  li  Sacramenti  della 
Chiefa,  la  orazioneper  i  Morti,  la  Tranfuftanziazione  del  pane,  il  Pur- 
gatorio, la  Invocazione  de'Santi,  e  le  Imagini  ?non  è  egli  quefìio  ,  un 
¥.s.^'^g.dev.nit.  voler  più  tofto  ,  come  dice  S.Agoftino,  [g]  claufis^  oculis  offendere  in 
Ea'tcfac.16.      '  montcm ,  quàm  in  eum  afcendere;  e  un  voler  effere  più  tofto  Heretico per 
pazzo  furore ,  che  Cattolico  per  verità  conofciuta  ?  Negar  però  non  puoifi  r 
che  l'Hus  benché  afieriffe  in  parte  alcune  Cattoliche  maffime  ne'fuoi  fcritti 
fopra  gli  allegati  punti  di  Religione,  non  fofle  egli  nulladimeno ripiglia- 
to ,  e  convinto  da'  Padri  di  Coftanza  di  haver  predicato  il  contrario ,  e  noi 
d  fuo  luogo  ne  rapporteremo  à  lungo  il  Coftituto . 
PrroM  !^h.r.r,.      Ma  da"li  fctitti  dcH' Hus  palTiamo  agli  errori  ,  e  di  quali  ,  e  quanti 

irrori ,  )X  nercjie  .  /-    J?  .....      V  •       r  ir»  i  •  ni 

ctU'Hus.  errori  fodero  eglino  ripieni,  fiapregio  deli  opera,  renderne  in  qucito  luo- 

go diftinta,  e  piena  la  conrezza,  acciò  quindi  diftintamente,  e  più  piena- 
mente poi  fi  comprendala  forza  delle  condanne ,  che  contro  efll  fulminaro- 
no li  Concilii  di  Roma,  e  di  Coftanza.  Trenta  dunque  fé  ne  annumerano 
frù  i  principaii?  quali  Giovanni  Hus  difefe,  infegnò,  e  predicò  in  confor- 
mità 


Capitolo  IV.  ag       ^^°^^Jt' 

mìtà  delle  allegazioni ,  che  faremo  de'  di  lui  fcritti ,  e  della  teftimonianza ,  ^^  A  Alll. 
che  ce  ne  porfe  il  Concilio  di  Collanza;  e  primieramente ,  \a\Trimòt  Uni- ^  cndi.  conUn- 
ca  eji  Sanala  Univerfalis Ecclefia y  qua  eji  pr^edefiinatorum  Umverfttas  ....*  tienfeff.iS' 
Univerfalis  Sanata  Ecclefia  tantum  efl  una  ,  jìcut  tantum  eji  numerus  unus 
omnium  prddejiinatorum  :  l'una,  e  l'altra  propofizione  egli  efpreiTamente 
iniegnò  nel  Trattato  de  Ecclefia ,  ufcico  alla  luce  nell'anno  141 3.  nel  cap.  i. 
e  2.  ne'qualiconteda,  che  li  prefciti  fiano /«  fcc/e//^ ,  mi  nega,  ch'egli- 
no fiano  (/e  Ecc/c//^ ,  ficcomerhiimore  della  pituita,  ejiinhumano  corpore, 
ma  non  de  corpore.  2.  Vaulus  nunquam  fuit  membrum  diaboli  ■>  licòt  fecerit 
a6ÌkS  quofdam  a£libus  Ecclefia  malignantium  confimiles  :  quella  propofizio- 
ne  medefìmamente  fi  rinviene  nel  cap.3.  di  detto  libro,  ò<:inifpiegazione 
di  elfaegli  premette  la  diftinzione  di  due  grazie,  cioè  Gratìa  pruideflina- 
tionis  vita  aterna  ,  à  qua  praordmatus  non  potefi  finaliter  excidere  ,  e  , 
Gratia  fecundùm  prafentem  juiìitiam  i  qua  nunc  adefi  y  <&  alio  tempore  abejì  t 
quia,  com'egli  dice,  nunc  accidt  ,  &  nunc  excidit.  Con  tal  diftinzione 
di  grazie  egli  liegue,  e  dice,  l^rima  gratta  facit  filios  Ecclefia  Sanala  Unt- 
yerfalis  ,  i^  facit  hominem  quodammodò  in  infinitum  perfe6liorem ,  quàm 
fecunda,  quia  infinitum  bonum  confert ad  perpetuò  fruendumy  0"  non  fic  fé- 
cunda.  Et  prima  facit  filios  bareditatts  aterna  y  fed  fecunda  facit  Deoacce- 
ptos  officiales  temporales .  Unde  videtur  efìe  probabile  ,  quòd  ftcut  Vaulus  , 
fuit  ftmul  blafphemus  jecundùm  prafentem  jufiitiam  ,  c^  de  Sanzio,  Matre 
Ecclefia y  &cumhoc  fideliSy  atque in  gratia  fecundùm  pradeflinationemvit<i6 
atems  :  fic  Ifchanoth  fuit  fimul  in  gratia  fecundùm  prafentem  jufiitiam  ,  ; 

eJr-  nunquam  de  SanEla  Matre  Ecclefia  fecundùm  pradejiinationem  vita  ater- 
ina,  cumdefuit  fibi  iUa  pradejiinatio .  3.  Trafeiti  non  funt  partes  Ecclefia, 
cum  nulla  pars  ejus  ab  ea  finaliter  cxcidat  ,  eò  quòd  pradejiinationis  chari- 
tas  y  qux  ipfam  ligat ,  non  excidit.  Idem  ibid.  4.  Dua  natura  y  dtvinitas  cjr 
humanitas  y  funt  unus  Chriftus.  Idem  cap.^..  <y.TrafcituSy  et  fi  ali  quando  fit 
in  gratia  fecundùm  prafentem  jufiitiam  ,  tamen  nunquam  efi  pars  Sanila 
Ecclefia  :&  pradefitnatus  femper  manet  membrum  Ecclefia  y  licèt  aliquando 
exctdat  à  grafia  adventitiay  fed  non  à  gratia  prxdefiinationis  :  ibidem  cap.^» 
6.  Sumendo  Ecclefiam  prò  convocatione  pradefiinatorum  y  five  fint  in  gratìa , 
five  non ,  fecundùm  prafentem  jufiitiam  ^  i/io  modo  Ecclefia  efl  articulus 
E  idei  :  ibidem  cap.  7.  7.  Tetrus  non  fuity  nec  efl  Caput  Ecclefia  San6ia  Ca.. 
tholica  :  ibid.  c.9.  qual  propofizione  egli  fi  dichiara  di  alFerire  in  quefto  fen- 
fo ,  cioè  che  Chrillo  (olo  è  capo  della  Chiefa  de'prgdeftinati ,  ficcome  egli 
folo la perfona pili  degna  in  quella Chiefa,  il  quale  conferifce  à  lei,  e  alli 
òì\QÌmQmhni\motOyQÌ\ÌQn^o  in  i?itam  gratia.  Egli  però  non  nega,  che 
S.Pietro  non  na  ftato  il  Capitano  degli  Apoftoli ,  il  primo  fra  eflì  fecondo 
alcuna  prerogativa*  il  fondamento ,  e  capo  di  tutta  la  Chiefa,  quale  egli 
reggeva  con  la  dottrina,  e  con  l'efempio.  8.  Sacerdotesquomodolibetcri* 
minosè  viventesy  Sacerdotii  polluunt  potejiatem  y  &  ficut  filii  infideles  fen- 
tiunt  mfidelitcr  de  feptem  Sacramentis  Ecclefia  y  de  clavibusy  officiisy  cen^ 
furisy  moribus  j  caremoniiSy  &  facrts  rebus  Ecclefia  i  veneratione  T{eliquia- 
runty  Indulgemiisy  &  Ordinibus  :  ibid.  cap,  11.  9.  Tapalis  dignitas  à  Cafa- 
re  inolevity  &  Tapa  perfidilo  ,  &  inflitiitio  à  Cafaris  potentia  emanavit  : 
ibid.  cap.i-^.  e  in  quelto  medeiìmo  Capitolo  egli  ripiglia  come  nugas  iti" 
do6iorum  le  fei  Tegnenti  propofizioni .  Vapa  efl  Caput  Sanala  Romana  Ec^ 
cleftx ,  Collegium  Qardinaliim  efl  corpus  Sanila  Bimana  Ecclefia ,  Tapa  efl 

mani" 


GiovAN-       ^Q  Secolo  XV: 

Kl  AAlll.  fnamfeftusy  &  verus  Succefior  Vrmctpis  Apofiolorum  Vetri.  Cardinale^  fmit 
mt^nifefii,  &  veri  Juccefiores  Collegii  attor um  ^pojiolorumChrtjìi.  Vro  regi- 
mine Eccleftoi  per  univerfum  mundum  oportet  femper  manere  hujufmodi  ma- 
nifeftos  veros  fucceffores  in  tali  officio  Trincipis  ^pojiotorum  Vetri ,  &  alto- 
rum  ^poftolorum  Chrijii.  Istori,  pò jjunt  inveniri,  vel  dari  fuper  terram  alti 
tales  juccejjaresj  quàm  Vapa  exijìens  caputa  &Collegium  Card  inai  ium  exi- 
fiens  corpus  Ecclefite  I{gman£,  Quali  propofizioni  egli  rigettava  con  il  fe- 
.giiente  raziocinio .  Omnis  veritas  in  Religione  Cbrifli  fequenda  ,  O-  folàm 
ipfa,  vel  e/i  veritas  à  fenfu  corporeo  cognita  ,  vel  ab  intelligentta  infallibili 
inventa ,  vel  per  revelationem  cognita  ,  vel  in  divina  poftta  Scriptura  :  [ed 
nullus  [ex  pun&orum  ejì  veritas  à  fenfu  corporeo  cognita  y  vel  ab  intelligen- 
tta infallibili  inventa,  vel  per  revelationem  cognita  ,  vel  in  divina  poftta 
Scriptura  :  igitur  nullus  fex  pun5iorum  ejì  veritas  in  Chrijii  T^eligione  fe- 
quenda.  Argomento  in  ogni  fuo  membro,  epartefalfiflìmo,  e  da  noi  ri- 
provato quafi  in  ogni  periodo  di  qiieftaHiftoria.  io.  Is^ullus  fine  revela- 
tione  ajfereret  rationabiliter  de  fé ,  vel  de  alto ,  quòd  ejjet  Caput  particularis 
SanS^e  Ecclefu  :  nec  I{gmanHS  Vanti  fex  ejì  Caput  I{gmanx  Ecclefim .  ibid.  1 1. 
l<lon  oportet  credere  ,  quòdijicy  quicunque  eji  particularis  J\pmanus  Vontt- 
fex,  fu  caput  cujufcunque  particularis  Ecclejiif:  San^a ,  nifi  Deus  eum  pne- 
deftinaverit .  ibid.  1 1.  "Ujmo  gerit  vicem  Chrijii  ,  vel  Vetri ,  nifi  fequatur 
eum  irt  moribus  :  cum  nulla  alia  fequela  fit  pertinenttor  y  nec  altter  à  Beo 
recipiat  procuratoriam  potefiatem  :  quia  ad  illud  officium  Ficarii  requiritur 
&  morum  conformitas ,  &  mfiituentis  auBoritas.  ibid.  cap.  14.  13.  Vapa 
mn  ejt  manifefiusy  &"  verus  Succeffor  Vrmcipts  ^pofiolorum  Vetri y  fi  vivtt 
moribus  contrariis  Vetro  :  &  fi  qu£rit  avaritiam  ,  tunc  efi  Ficartns  Jud£ 
Jfchariotis.  Et  parìevidentiaCardinales  non  funt  manifefìi ,  &  venSuccefio- 
'  res  Collega  aliorum  ^oflolorum  Chrifii,  nifi  vixerint  mor»  ^poflolorum , 
fervantes  confilia  ,  &  mandata  Domini  Jefu  Chrifii,  ibid.i^.  Dolores 
ponentes  ,  quòd  aliquis  per  cenfuram  Ecclefiafiicam  emendandus  ,  fi  corrigi 
noluerit,  judicio  (oculari  efi  tradendus  ;  prò  certo  fequuntur  in  hoc  Vontifi- 
ces,  Scribasy  &  Vharifaos ,  qui  Chrrfium  nolentem  eis  ebedtrc  in  omnibus, 
dicentes,  l^bis  non  licei  mterficere  quemquam ,  ipfum  faculari  judicio  tra- 
diderunt,  eò  quòd  tales  funt  homicidie  graviores,  quàm  Vilatus ,  Idem  ibid. 
cap.  16.  1%.  Obedientia  Ecclefiafticà  efi  obedientia  fecundùm  admventionem 
Sacerdotum  Ecclefi^y  prater  exprejjam  au5ioritatem  Scriptura.  Idem  ibid. 
cap.ij,  16.  Divi  fio  immediate  humanorum  operum  efi,  quòd  fint  ,  vel  vir- 
tuofa ,  vel  vitiofa  :  quia  fi  homo  efi  vtrtuofus ,  &  agat  qitidquam ,  tunc  agit 
"virtuose  ,  quia  ficut  vitium ,  quod  crimen  dicitur  ,  five  peccatmn  mortale  , 
jnficit  univerfaliter  adus  hominis  vitiofi ,  fic  virtus  vivificai  omnes  atlus 
fjominis  virtuofi.  Idem  ibid,  cap.  19.  17.  Sacerdos  Chrifii  vivens  jecundàm 
legcm  eìus,  &  habens  notìtiam  Scripturae  ,  &  affeBum  ad  adificandum  pò- 
pulum  ,  dcbet  predicare  ,  non  obfiante  prxtenfa  excommunicatione  .... 
Q^òd  fi  Vapa  ,  vel  aliquis  Vr^Iatus  mandat  Sacerdoti  fic  difpofito  non  pr ab- 
dicare ,  non  debet  obedire  fubditus .  1 8.  Quilibet  pradicantis  cfficium  de 
mandato  accipit ,  qui  ad  Sacerdotium  accedit,  &  illud  mandatum  debet  exe- 
qui,  pratenja  excommunicatione  non  obfiante ,  ibidem,  Quefte due propofi* 
zioni  egjii  medefimamente  óikndQ  nel  Libro  intitolato  de  Vradicatione , 
&  Audizione  verbi  Dei,  tatto,  e  compofto  nell'anno  1415.  qual  empio 
volume  porta  feco   anche  il  titolo  di  Defenfio  quornmdam  articulorum 

Joannis 


I  O  VA  N- 


Capitolo   IV.  31^ 

ìóAtinìs  Vvkchff.  rp.  TercenfurasEccleftajVcasexcommunicationis ,  fufpen-  ^^  A  AHI. 
(tonisj  &  interdirti  ad  fui  exaltationem  Clerus  populum  laicalem  fibi  fu^ 
peditati  avaritiam  multipltcat  i  malttiam  protegit,  &  viam  praparat  ,An- 
tichrifto.  Signum  autem  evidens  eji ,  ^uòd  ab  ^ntichrijlo  tales  procedant 
tenfur^ì  <?«'^^  vocant  in  procefjìbus  fuiSf  fulminationes y  quibus  clerus  prin- 
cipalifjìmè  procedit  cantra  tllos,  qm  denudant  neqmtiam  ^ntichrtfliy  quam 
clerus  maxime  prò  fé  ufurpavit,  lbid.cap.2-;.  20.  SiTapaejìmalusy  &  pr<e- 
fertim  (i  efl  pnefcitus  y  tunc  ut  Judas  ^poflolns  eji  diabolus,  fur,  &  filtug 
perditionisy  &  non  eji  caput  SanBa  militantis  Eccleft^  ,  cum  nec  Jit  mem- 
brum  ejus.  Rinvienfi  qiiefta  propofizione  nella  rifpofta  di  Giovanni  Hus, 
ad  [cripta  Magi/iri  Stephani  TaletT^j  Decano  della  Univerficà  di  Praga  , 
pag.z^S.  21.  Gratta  prade/iinationis  efl  >inciilumy  quo  corpus  Ecclefì^y  & 
quodlibet  ejusmembrum  jungitur  Chriflo  capiti  infolubiliter .  Ibid.  pag.2^j. 
22.  Tapay  -pelTrdatus  malus,  &  prxfcitusy  efl  equivocò  Taflor y  &verè 
fury  &  latro,  ibid.  pag.  258.  23.  Vapa  non  debet  dici  fan^iiffimus  ,  etiam 
fectmdùm  officium ,  quia  alias  I{ex  etiam  dici  deberet  fan6iij]imus  fecundùm 
officium;  cjrtortoresy  &  pr^cones  dtcerentur  fanSiii  imo  etiam  diabolus  dc^ 
ber  et  dici  fan£lus  ,  cum  ftt  offici  arius  Dei.  Ibid.  pag.  2^8.  In  fomiglianti 
beftemmie  egli  precipitò  contro  il  Pontefice  Romano,  chiamandolo  An- 
tichrifto  ne*  Sermoni  <fev/i«f/c/7r/^o,  e  nel  libro,  che  porta  feco  il  titolo  , 
de  ^Antichriflo ,  &  membrorum  ejus  anatomia ,  ufcito  alla  luce ,  ò  per  meglio 
dire  alle  tenebre  delle  ftampe  nell'  anno  1524.  e  cfedicato  à  un  Demonio  da 
un  Diavolo,  cioè  a  Lutero  da  Ottone  Brunfelfìo.  24.  SiVapavivat  Chriflo 
contrarie  y  etiam  fi  afcenderet  per  ritam  ,  &  legitimam  ele6iionem  fecundùm 
Conflitutionem  humanam  -pulgatam  ,   tamen  aliunde  afcenderet ,   quàm  per 
Cbriflumy  dato  etiam  quòd  intraret  per  ele&ionem  à  Deo  principaliter  fa- 
6lam.  islam  Judas  Ifcharioth  ritèy  &  legitimè  efl ele6Ìus  a  Deo  Jefu  Cbriflo 
ad  Apoflolatum y  &  tamcn  afcendit  aliunde  tn  ovile  ovium.  ibid.  pag. 2 ^9, 
25.  Condemnatio  45.  articulorum  Joannis  f^viccleff  per  Dolores  faÙa,  efl 
irrationabilisy  &  iniqua  y  &  male  fa^ia,  &  fi6la  eftcaufa  per  eos allegata  ^ 
videltcet  ex  co  ,  quòd  nnllus  eoritm  ftt  Catholicus  ,  fed  quilibet  eorum  aut 
efl  hareticus  ,  aut  erroneus  ,  aut  fcandalojus .  ibid.  pag.  260.  E  negl'Atti 
intitolaci,  Tro  dcfenfione  Libri  Joannis  Fviccleffy  de  Trinitate  Sanala  y  pu- 
blicamenre  celebrati  nell'anno  1410.  la  Domenica  fuHeguente  alla  tefta  di 
S.Giacomo;  &  in  altro  libro  intitolato  ,  Replica  contra  Joannem  Stok^s 
Fviccleffi  calumniatorem .  26.  'hjon  eo  ipfo  quo  Ele5lores  ,  vcl  major  pars 
eorum  confcnferit  viva  voce  fecundìim  ritus  hominum  tn  perfonam  aliquam , 
eoipfo  illa  per  fona  efl  legltimè  elecla  y  vel  eoipfo  efl  verus  y  &  manifeflus  Fi- 
carms  y  vel  Succefjor  Tetri  y^pofloli,  vel  alterius  ^pofloli  in  officio  Ecclefìa- 
ftico .  Unde  fìve  ele6lores  bene ,  vel  male  elegerint ,  operibus  ele6ii  debemus 
credere .  Islam  eo  ipfo  quo  quis  copioftàs  operatur  meritorie  ad  profe6ium  Ec- 
defiiey  babet  à  Deo  ad  hoc  copioftùs  poteflatem.  Quefta  propoiìzione  vien 
efprelilanellibro intitolato,  ^efponfìo  Joannis  Hus  ad  fcripta  Magiflri  Sta- 
nislai  de  Znoyma ,  Dottore  Cattolico  nella  Univerfità  di  Praga ,  &  ima  vol- 
ta Maeftro  dell' Hus ,  cap. 2.  pag. 271.  in  fine.  27.  1s(on  eji  fcintilla  ap- 
parenti<£ ,  quòd  oporteat  effe  unum  caput  in  fpiritualibus  regens  Eccleflam  , 
quod  j'emper  cum  ipfa  militante  Ecclcfta  converfetur ,  &  confervetur .  ibid, 
c^p.5.  pag.  277.  28.  Chriflus  fine  talibus  capitibus  monflruofts  y  per  fuos  ve- 
races  difcipulos  fparfos  per  orbem  terrarum ,  meltùs  fuam  Eccleftam  regula- 

ret» 


GiovAN-       ^^  Secolo  XK 

NI  AAlll.  y^^  ìbid.29.  ^pojloliy  &  fideles  Sacerdote^ Domini  firenuè  iftneceffariis  ai 
falutem  regularunt  Eccleftam  ,  antequam  Tap<e  officium  foret  introduBum  i 
fic  faierent  deficiente  ^  per  fummè  poffibile  y  PapUt  ufque  ad  d'erri  iudicit  , 
ibid.  cap.S.  fui.  285.  go.  'hlullus  ejì  Dominus  ctvilis  ,  nullus  eji  Tr status  » 
nultus  ejì  Epifcopus  ,  dum  eji  tn  peccato  mortali  :  nel  libro  contra  Steph^f^ 
num  Valeti^  pag.2<y6.  e  nel  Trattato  de  Decimis  pag.  12S. 

Così  li  trenta  errori  tiell'  Hus  :  ma  oltre  à  quefti  egli  efpreflamen- 
te  aderì,  e  di fefe  li  Tegnenti  articoli  di  VvicdefF.  Trimòt  lUi  qui  dimit- 
tunt  predicare  ,  five  rerbum  Dei  audire  propter  excommunicationem  homi" 
num ,  funt  excommunicati ,  &  in  die  judicit  traditores  Cbnfli  habebuntur  : 
nel  libro  intitolato  Defenfto  quorundam  articulorum  Joannìs  yvicclejfy  ò 
vero  in  Determinatione  de  Troidicatione ,  &  ^uditione  verbi  Pei  faBa  an- 
no 141 2.  2.  Ltcet  alieni  Diacono  ,  vel  Vresbytero  predicare  verbum  Dei 
abfque  auBoritate  Sedis  ^pojìoltc^,  five  Eptfcopt  Catholifi,  ibtd.  ^.  Domi- 
ni temporales  po{ìunt  ad  arbmium  fuum  auferre  bona  temporalia  ab  Eccle- 
ftajiicis  habitualiter  delmquentibus  :  nel  Trattato  de  ^blatione  honorum 
temporalium  à  Clericis .  4.  Decima  junt  pura  eleemofynce  :  nel  Trattato 
de  Decimis .  5.  Si  Epifcopuf,  vd  Sacerdos  exifiat  in  peccato  mortali  ,  non 
ordinati  nonconjicitt  non  confi crat ,  nec  bapt>':^at .  Ibid.  pag.ii^.  ó.Lìbros 
haretitorum  legendos  effe,  non  comburendos  :  nel  Libro  intitolato  de  Libris 
hareticorum  legendis, 

«  ^nn.J4ìt.  Rinvienfi  parimente  fri  le  Operpdi  Giovanni  Hus  una  Tua  difputa  [a] 

contro  le  Indulgenze  Papali,  nella  quale  quefteConclufioni  egli  ftabilì,  e 
difefe  :  Trimò,  Sacerdote!  Chrifit  habent  potefiatem  vere  posnitentes  ahfol- 
"pere  à  posna,  &  à  culpa,  2.  TS[ow  tamen  debent  ahfolvere  fub  hac  forma  , 
nec  abfolvcndi  debent  tllud  expetere  ,  nifi  hoc  fpecialiter  fuerit  revelatum  . 
5.  'ìslemo  ejìcapax  Indulgenti^ y  nifi  fuerit,  &■  de  quanto  fuerit dignus y  vel 
dijpofitus  per  gratiam  apud  Deum.  4,  Omnts  recipiens  tales  Indulgentias ,  de 
tanto  eas  recipit,  de  quanto  fuerit  habilior  quoad  Deum,  5.  Tslutlius  Tapa, 
vel  EpifcQpi  prodefi  Indulgentia  hommty  nifi  de  guanto  prius  fé  dtfpofuerit 
apud  Dtum .  6.  Epijcopi  Indulgentia  de  tanto  recipienti  proderit ,  de  quan- 
to Epifcopus  eum  m  fide  Chrifii  infiruxcrit ,  &  in  devoti onem ,  &inamorem 
pei  accenderit ,  vel  quandocunque  habilcm  ad  Indulgentiam  Dei  fecerit  . 
7,  Sacerdote!  Chrifit  non  habent  potefiatem  don.mdi  Indulgentias  fccundùm 
quantitatem  temporis,  nifi  eis  fpecialiter  fuerit  revelatum.  S.  Tralati  Ec- 
cleft£  debent  m  ifìa  veritate  CathoUca  fubjeBos  infìruere  ,  ne  Laici  wfideli- 
^\.  ter  occupati  circa  minàs  utilia  attendant.  9.  Licet  faculari  brathio  pugna- 
re ,  &  fibi  fubftdia  ad  bellandum  prafìare  ,  habitis  conditionibus  fcxdecim 
charitatis.  io.  Tslon  l;cet  Romano  Tontifici ,  nec  expcdit  ftbi ,  vel  cwcum- 
que  Epifcopoi  vel  Clerico  ^  prò  dommatione  faiulari,  vel  mundi  divitiis  pu- 
gnare. II.  Quamvis  non  litigare  prò  terrenis  fìt  infenoribus  Chrifiiams 
confHiumy  Sacerdotihus  tamen  prò  ìocoy  cìr  tempore  tranfit  in  praceptum, 

12.  7{on  poteft  homo  fahariy  qui  peccaverity  fine  p&nitentia  competenti,. 

13.  7V(o«  efi  pertinens  Tapa y  fubduBa  revelationCy  cuilibet  corde  contrito y 
&  ore  confefìo  ,  dare  ,  C^  concedere  plemffìmam  remifjìonem  omnium  pec- 
caminum ,  &  à  pana ,  &  à  culpa .  1 4.  Tapa  multis  talìbus  concedit  Indulgen- 
tias 5  qui  ex  ftbi  dubto  funi  prJfciti ,  c^  Deus  nulli  tali  concedit  tales  Indulgen- 
tias ,  ergo  Tapa  in  talibus  extollitur  fupra  Chrifìum .  15.  Tapa  in  conceffione  In- 
dulgenti(X  ufurpat,  quod  Deo  proprium  efi ,  fcilicet  donare ,  vel  remitteré 

i  inju- 


Capitolo   IV.  5  5       Giovanni 

i  j  j  y  YTTT 

ìnìttrìam  ipfi  fa5iam.  i6.  Vofitis  Indulgentìis  Tapàljbus  à  panay  &  à  cui-     -^^^^x. 

•pa,  vtdetury  quòd  potè  fi  Tapa  Vurgatorium  defiruere  ,  27.  Temerarie  Sa- 
cerdotes  praconi-:!^ant  y  jìnerevelatione  affirmantes  y  Crmis  ereEiionem  efìe  li- 
citam.  18.  l^lon  invcnitur  in  Script ur a,  ^uòd  aliquis  San6iorum  diceret ali- 
eni: Ego tibi peccata dimi fi y  Egote  abfolvi .  T^c  etiam  inveniuntur  SanBì, 
qui  do^aflcnt  Indulgentias  fui  amoruniy  -pel  dierum  numero  ,  vel  à  pcena  , 
veld  culpa;  undequ^fivi ,  &  ufque  hodiè  requiro  ,  quis  San6lorum  donavit 
Indulgcntias}  &  non  invenio .  Contro  le  Indulgenze  medefimamente  egli 
fìrabocchevohnente  fi  fcagliò  in  un  Sermone,  che  nell'ordine  diedi  fi  p 
il  Vigefimo  fecondo.  L'errore  della  neceflìtà  della  communione  ai  Laici 
fottol'una,  e  l'altra  fpecie  non  fìì  né  motivato ,  nèpropoftoda  lui,  ma  fu 
ritrovamento  di  Pietro  Drefdenfe,  edivulgaro,  e  predicato  pofcia  dal  Ja- 
cobello ,  e  fol  dall'Hus  non  riprovato ,  anzi  approvato .  Qiielì:'  Hcrefie  poi 
dell'Hus  furono  da'fuoi  feguaci ,  ò  ampliate,  ò  riftrette,  conforme  la  mali- 
zia porgeva  loro  occafione  di  divulgarle  più  pompofamente,  ò  ài  perfua- 
,derlepiù  fraudolentemente. 

Hor  dunque  finalmente  [a'\  aprifilil  Sinodo  di  già  l'anno  avanti  inti-  sim.'dó'di'Roma 
anato  in  Roma  dal  Pontefice,  di  cui  di  fopra  habbiamo  fatta  menzione,  e  contro  gìo.hus, 
cdel  quale  l'Hushaveva  di  gii  concepito  un  fommohorrore,  e  fpavento,  e^  ^ozozo, 
contro  il  quale  egli  fi  era  armato  nel  medefimo  tempo  con  due  oppofte  di- 
fefe,  cioèconlamultiplicazionede'fcritti,  ediHerefie,  e  con  la  ritratta-    - 
zione  diede  nella  confezione  da  lui  fpeditaà  Roma  per  quefìi'effetto .  Mi 
il  Papa  nel  Sinodo,  per  non  irritar  l'Herefiarca  vivente,  volle  più  tofto 
-condannar  il  defunto,  cioèilVViccleff,  da  cui  l'Hus  haveva  apprefo  i  fuoi 
errori,  e  nella  condanna  del  quale  fi  poteva  quefti  fpecchiare,  feravvifa- 
ivafireo,  ed  emendare  il  male  proprio  con  la  infamia  dellaperfona  altrui. 
Procede  per  tanto  il  Pontefice  con  rigorofe  cenfure  contro  V  Viccletf ,  con-   ^^"*  Pontificu 
dannandone,  &  efecrandone  gli  ferirci ,  e  principalmente  il  Dialogo,  &il  ei'HiTsy^'*''^'^'^' 
Trial ogo ,  e  volle  che  contro  i  di  lui  feguaci  irremiffibilmente  fi  procedeUe 
con  il  più  vigorofo  rigore  dell'Ecclefiafiiche  Leggi,  dirigendo  à  ral'efFetto 
un  Diploma  à  tutti  li  Prelati  del  Chriftianefimo  fotto  li  y.Febraro  141 3.  in  |,  ^  ^^^^^ 
proliifo  [b]  tenore,  confermato  pofcia  da  Martino  V.fuoSuccefibre  con  i4i/»!r. ''^'''*''* 
maggior  applaufo,  e  forza  di  concorfo  nel  Concilio,  che  foggiungeremo, 
-  di  Cofianza. 

Qiiefta  Bolla  Pontificia  mirò  uno,  ma  colpì  due,  e  diretta  contro    mrentimenti,e 
VViccleffella  venne  non  tanto  à  ripercuotere,  quanto  à  percuotere  l'Hus,  faeiiemmie  deh* 
che  nella  fua  Herefia  altro  maggiormente  non  foflieneva,  che  quella  di  ^^"^' 
VViccleff .  Onde  il  primo  à  rifentirfi  contro  il  Papa  i'ù  il  primo  havuto  nel- 
la intenzione  del  Papa,  cioè  l'Hus,  che  con  profane  interpretazioni  deri- 
dendone laBolla,  chiamò  il  Concilio  Romano  ,  [e]  non  Synodum  Gene-  ].^\'^^-  ^'.^'^-f' 
ralcr.iy  [ed  Synodum  angitlarem  y  lacerando  la  fama  di  que'Padricon  la  cen- 
sura J'inettJ ,  Ignoranti,  edifenfori  più  tofto  delle  loro  ragioni,  che  della 
-Chiefa .  Cofpirò  con  l'Hus  il  popolo  più  vile  di  tutta  la  Bohemia ,  e  allora 
-viddelì  la  parte  più  fana  del  Clero  Cattolico  gemer  fotto  il  timore  di  una 
profiìiiia ,   e  fiera  ribellione .  Corrado  Vefcovo  Olomucenfe ,  che  per  la  in- 
erzia di  Aloico  ammmiitrava  allora  la  Chiefa  Archiepifcopale  di  Praga ,  [^J  d  DHhav!H,i.iù 
tulmmo  di  Icommanica  l'Hus ,  e  nell'ifteifo  tempo  il  Papa  fofpefe  l'Hereti- 
codaognielerciz.o  difiuuione  Ecclefiafticaii\  contumacia  di  nonelTer 
^gli  comparfo  in  Roma ,  benché  più  volte  invitato ,  e  citato  à  comparirvii 

..Tomo  IV.         '  C  Li 


Giovanni        5^  Secolo  XV. 

XXIII.  Li  Sacerdoti ,  e  Dottori  Bohemi  propofero  medefimamente  {a\  diverfi  con- 
ijln'an.'i%  i^.l  figli  j  c  partiti  pcr  eftingnere  qiiefto  nuovo  incendio  di  Herefie,  e  la  Sorbona 
'^  f'i''  di  Parigi  accorfe  [b]  uniformemente  co'Bohemi  conifcritture,  econcen- 

Lf^/r^Lr^,tfut*eàfiipprimere  il  fuoco,  e  ilRè  VVenceslaofcoflb  al  Terremoto  di  un 
r.2.§.j.  tantoturbine,  pablicò  Regio  [e]  Bando  contro gliHuflìti,  difcacciandoli 

e  coci.hc.ar.     ^qJ  [oro  Capodal  Rcgno ,  mi  in  irritamento  pitHolto,  che  in  rimedio  del 
male,  avvanzato  di  già  à  fegno ,  che  per  curarlo  bitognò  finalmente,  tra- 
lafciace  dagli  Ecclefiaftici  le  Cenfure,  edaìRèliBandi,  venir  alle  prigioni, 
-alli  carnefici ,  alle  armi ,  &  al  fuoco . 
Nuove  emergen.      Mentre  ardeva  la  Bohemia  fra  le  fiamme  della  Herefia  Huffitica  , 
^iVh  héua"'per  -cccitoflì  nuovo  iuceudio  nell'Inghilterra  dalla  parte  VViccleffifta,  e  ficco- 
caiu  de'  vvk-  nie l'una c l'altra cra ftimolata dal  medefimo  motivo  di  vana  Religione  , 
à^nlì^r'sfcìMHsin  eosìl'una,  e  l'altra  di  accordo  operò  in  oppreffione  della  vera.  [d]Unus 
H.fi.vi'uciiffcaj.  ex  pr£cipuis  fcoprif  y  quo  FFiccleffiani  coHtmaiÌMnt y  dice  Niccolò  Harpsfel- 
dio  nella  fua  Hiftoria  VViccleffiana,  ille  erat,  ut  pofìejjìones  omnes  Clero 
excuterenty  atquetn  fHmmatllttmegeftateconjlituerent,  Quo  &  Libellus  ille, 
de  quo  commemoravi ,  licèt  tertius  fpe£iabat .  Sed  regnantibus  Henrico  IV, 
atqueVéCallidum  hoc ,  & nefar'mm  confiltum  apertiàs y  &violentiùs  erupit, 
rejque in  ipfo  parlamento  traviata  ejì,  rapìn^ame  buie  fpeciofui  quidam  B^gta, 
&  piibltca  utilitatis  fucus ,  ad  Bsges  y  illuftriorefqtte  Firos  injecandos  obten- 
debatur ,  Ja5ìabant  itaque  y  temporales  Ecclejioi  pofieffiones ,  quas  Monaftici 
yiriy  &  aia  ex  Clero  y  malèy  &  perdite  (  ut  ifli  ajebant  )  collocabanty  pofie 
infìgnemy  &  incredibileml^egiy  ^egnoque  fruóiumafferre,  Toffe  ex  bis  emo- 
lumentis  quindecim  Comttesy  decem  mille  y  &  qutnque  centum  Equeflris  ev 
dinis  hominesy  duo  mtllia  ^rmigerorum  y  (  utappdlamus  )  ad  B^ipubUcA 
defcnfìonemy  atquetutelam  fovert.  Vofle pneterea  centum  pauperumhofpitia 
adificarly  prater  viginti  mille  Hbrarum  annuos  pr oremus  y  qui  Fregio  Fifco 
accederent .  Hoc  certe  fuit  novum  fub  pietatis  fpecie  aucupium ,  &  quo  B^- 
ges facile  irretiendos  exijlimabant .  Tentata  res  efi ,  ut  dixi ,  fub  E^chardoy  ten- 
tata fub  Henrico  IF.y  tentata  &  fub  Henrico  V.  Sed  privatis  illi  comperi- 
.    diisy  Dety  &  Ecclefia  honorem  prò  in[ìta  fuapietate  pr^etulerunt  ;  <&  aditum 
ipfum,  quem  per  hoc  fraudulentum  commentum  veteratores   ifii  fé   aperi- 
.    '  re  pojje  fperabant  i  objiruebant.  Henricus  prxterea  uterqueFFJCcleffianorum 

infolentiam  feveriffìmis  legibus  coercuit .  Henricus  pater  maximorum  Corna- 
ti or  um  auBoritat  e  conflituity  &  fancivity  ne  quifquam  (ine  licentia  Epifco- 
pi  (  exccptiiiis  y  quos  jus  Ecclefiaflicum  admittit  )  concionari  audeat  ;  ne 
.quifquam  ad  prava ,  &  damnata  dogmata  difcenday  conventus  aliquos  homi- 
num  crcet.'y  ne  quis  aurem  hujufmodi  docenubus  pr^beat  ;  ne  quis  dam- 
natos  ìibros  apitd  fé  retineat  ;  ut  qui  obfiinati  in  errortbus  perftjìunty  pa- 

•  '  lam  incendio  ad  terrorem  y  &  exemplumaliorum  abfumantur ^deò 

autem  I{ex  ifie  ad  profiigandam  hanc  h^rcticam  luem  accuratas  cogitatio- 
nes  fufctpìt,  ut  Epifcopos  ad  fuum  mhac  canfamunus  vigilantery  &  firennè 
cbeundumy  mijjìs  fcele£it(fmis  adipfcrrum  Synodum  ex  fua  nobilitate y  fecre- 
toque  co7ifiUo  viris,  vehementer  y  &  folicitè  excitarit  y  ^  eis  inhactamne^ 
xefiaria  perfun5iione  quodammodò  pneiverit.  ^tque  in  hoc  pietatis  genera 
noneum  modo  ccquavity  fed  fuperavit  potiùs  filius  ejus  Henricus  Quintus  , 
qui  in  Summis  i\egni  Comitiis  cavit ,  ut  qui  barefeos  damnarentur ,  fuppli- 
ciumque  propter  eam  fubirent ,  omnibus  borns ,  atque  pofkffionibus  excick' 
Y^nt .  Cautum  praterea,  ut  I^gni  Cancellarius ,  ut  qui  efjent  à  thejauris, 

mei- 


Capitolo   IV.  35        Giovanni 

ut  Cìvitatum  VrMores  ,  aliìque  civilei  MagiflratiH  ,  cùm  Magifiratum  -^-^i^** 
inirent,  Religione  conceptis  verbìs  obflingefenhur  ,  qua  conteflarentur  ,  fc 
nìhil  fumm£  diligenti^  prMermiffuros  y  quaexort<£  h^refes  exterminarentur  ^ 
omneque  confilium ,  opem ,  &  auxilìum  Èpifcopis  ad  eas  obruendas  colUtu- 
ros.  Cautum  pr^terea  ,  ut  P^giì  Jujìitia  Trxftdes,  quique  de  maUficis  de 
more  inquirerent ,  fimul  etiam  inquir^ent  de  HcÈrettcis  ,  &  eorum  fautori- 
bus  y  captofque  ad  Epifcoposremhterent .  Così  egli.  Ma  fu  delufo  dagli  He-  ^'  dell' ^oJdc!' 
retici  il  zelo ,  e'I  Bando  del  Rè  Henrico:  conciofiacofache  Giovanni  Old-  »ei. 
cartel  fattofi  Capo  di  eflì ,  potentemente  furfe  contro  il  Regio  comando, 
&à  terrore  del  Principe  Regnante  te  [a']  ritrovare  affilio  nelle  porte  delle  -^  WAifmgh.in  hì^ 
Chiefe  di  Londra  un  cartello,  in  cui  efponevafi ,  Centum  mille  FFicdeffiflcis  Htnri^"v."* 
paratos  efìe  ad  infurgendum  contM  cun^os  ,  qui  non  faperent  fe&am  fuam  * 
Era  roidcaftel antelignano  degli Her etici.  Signor  dì  Cobbam,  Cavalier 
prode  inf  arme ,  e  perciò  caro  al  Rè ,  mi  inimico  altrettanto  pertinace  de'  \,v\uifmgjn  titn^ 
Cattolici,  e  fomentator  di  ribellioni,  ediHerelìe;  [^]  Eo  tempore  y  dic^  ruov.an.'i/^xi. 
fi  VValfingamo,  fa&aLondonii  Cleri  convocafione  per  Dominum  Cantuaricn- 
fem  (  eraallora  Arcivefcovo  di  Contiirbery  Henrico  Cichelejo  )  maxima 
jam  catifa  pnedi&ijoannis,  repertum  fuit ,  quòd  idem  Joannes  fuit ,  &  efi 
prmcipalis  receptator  y  &  (autor  y  protc^or,  &  defcnfor  Lollardorum  ,  & 
quòd  pnefertim  in  Dtceceftbus  Lomlomenfty  B^ffenfi,  &  Herefordienfi  tpfos 
Lollardos  ab  Ordinanti  y  ft>e  Di<£c€[anii  locorum  minime  licentiatos  contro, 
conftitutionem  Vrovincialem  inde  fa6ìam  ad  pr£dicandum  tranfmifit  ,  eo- 
rumque  pnedicationibus  nefarits  interfuit  i  &  contradiEioreSy  fi  quos  repe- 
reraty  minis ,  &  terroribus,  ac  brachit  SjecuUris  potejìate  compefcuit:  df- 
fcrens  Inter  estera ,  quòd  Cantuarienfts  ^rchiepifcopus  ,  &  ejus  Suffraganei  non 
habueruntj  necbabentpotefiatemaliquam  bujufmodi  conflitutioncm  faciendi  . 
Così  egli .  Per  le  quali  co  fé  arrcftato  egli  prigione  per  comandamento  del 
Rè  nel  Cartello  di  Londra,  e  quindi  eftratto,  e  coftituito  avanti  il  Tribu- 
nale dell'Arcivefcovo  ,  proFcfsò  una  confeillonedidubiofa  fede,  dillìmu- 
lando  gli  errori,  ch'elio  covava  nel  cuore,  e  negando  apertamente  dì  rif- 
pondere  alle  interrogazioni  dei  Giudici,  fin  tanto  che  nel  feguente  [e]  gior- =  *^  Sepumhh 
nocoftretto,  òaU'abjura,  ò  alla  morte,  peggio  rifpofe  di  quel  che  tacque,  ''*'^* 
vomitando  per  la  bocca  il  veleno  di  quell'Herelìe,  delle  quali  haveva  l'ani- 
mo mortalmente  infetto  :  \d]  Super Sacramentum  Èucbarifiia  tnrer  estera 
refponditi  quòd  ficut  Chrijius  Ine  in  terra  degens  babuit  in  fé  divmitatemi 
&  humamtatem,  divinttatem  tamen  velatam,  (jr  invifibilcm  fub  humani- 
tate y  qu^  in eo  aperta,  &vifibtlis  fuerat;  fic  in  Sacramento  editar is  eft  ve- 
rum  Corpus  y  &  verus  panis  y  videlicet  quemvidemus  y  &  Corpus  Chnfìi  fuk 
eodemveUtum,  quod  rum  videmus;  ac  fidem  circa  Sacramentum  hujufmodi 
in  Scbedula  per  Dominum  Cantuarienfem  tranfmtffa  fibi ,  perque  San£ìam 
B^manam  Ecclefiam ,  &  Dolores  San&os  determinatam  exprefsè  riegavit  , 
dicensy  quòddeterminatiif  Ecclefiie  fa6laeftcontra  Sacr^m  Scripturam  ,  pojì^ 
quam  Ecctefta  dotata efly  &  venenum  infufum  in  Ecclefiam  y  &  non  ante  » 
U^ò  etiam  ad  Sacramentum  poenitentiii  ,  &  ConfeJJionis  dixity  &  afferuit  , 
quòd  ft  quisejjet  in  aliquo  gravi  peccato  conjiitutus  ,  àqiio  ipje  furgere  nefci- 
rety  expedirety  &  bonum  ef^ct  fibi  adire  aliqHem  jandumy  c^difiretum  Sa- 
cerdotem  prò  confìlio  ab  eo  habendo  :  fed  quòd  confiteretur  peccatum  fuum 
proprio  Curato y  jeualteriTresbytero  y  etiam  ft  haberetcopiam  ejufdem  y  non 
efi  necefiarium  ad  falutem  ,   quia  fola  xontritio  peccatum  hujufmodi  delere 

C    2  pofict. 


d  Idtm  tùid. 


Giovanni        ^g  ^  Secolo  XV" 

XXIIL    porret&  ipfe peccato-,'  purgari,  Egliaggiunfe  ancora  la  conteffione  di  altri 
errori  in  aperto  difpregio  delle  Sacre  Imagini,  e  della  Pontificia  MaelU 
della  Sede  Romana,  onde  dal  Sinodo  ricevè  con  decretorio  refcrittola 
s«  fuga  dalle  fcommunica,  e  la  condanna  al  fupplicio .  Ma  l'Arcivefcovo  compalTìonan- 
Caieeri,  ^q  ^  ò l'anima,  ò  il  corpo  di  quel  Cavaliere,  ottenuta  dal  Re  una  dilazio- 

ne di  cinquanta  giorni  per  la  efecuzione  della  fentenza,  diècampo  al  reo 
difottrarfi  felicemente  con  repentina  fuga  dal  Carcere,  d'onde ufcì  come 
furia  d'Inferno  per  eccitar  guerra,  e  ftrai^i  contro  il  Principato  Ecclcfìafti- 
a  ^icoi  Hurp:fei.  CO,  cSccolare.  Niccolò  [a]  Harpsfeldio  racconta  à  lungo  nella  vita  di 
rf/«^ mx,;,^  me  VViccleff  l'efecrabili trame,  congiure,  e nbelliommachinate  allóra  da 
thff.c.  ij.  V  VicclefKfti ,  che  cofpirando  contro  la  vita  del  Rè ,  li  beni ,  e  le  perfone  de' 

Sacerdoti ,  pofero  in  Campo  un  rifoluto  tfercito  di  venti  mila  Combattenti, 
t^?/f^-'''-'''  per  introdur  nel  Regno  l'Anarchia.  Il  VValfingamo  [b]  proliffamente  ne 
Vittoria  de'  Cat-  rapporta  li  fucceflì ,  e  qualmente  il  Rè  con  famofa  vittoria  frans^eiìe  le  cor- 
troeir&iur:  na a queribelH con difperllone della  fazione,  e  fupplicio  de' rei:  [e]  B^x 
cThom.waid.in  Ucmìcus  QuintusChrifto  ^  &  mundo  commendatijjimus,  foggiunge  ilVVal- 
Pro<xmio,  jjgj^fg^  f^j^^y.  B^egesgaudebaty  in  ipfo  I{egm  fuo  primordio  primo  cantra  V Vie- 

cleffiftas  Hareticos  erexijje  vexillum ,  dum  fcilicct  ad  Chrifii  natalem  cum 
Duce  iniquìtatis  eorum  Joanne  Cajiriveteris  (  con  quefìonomeil  V  Valdeii- 
àider»;»  opere ad_  ^^  r  ^  n  ^j  foUto  di  chiamate  Giovamù  Oldcaftel  J)  cantra  mclytum  B^gem 
lui^es.  confpirare  ccspermti  nec  mora  longa  procefit,  quin  jiatutumpublicum  per 

omneremiConciliHm  in  publico  emanavit  cdi^o  y  quod  omnesFVicclejfijU  , 
ficutDii  proditores  effent ,  fic  proditores  I{egis  profcnpti  bams  cenferentur, 
^rerni  duplici  pcen^,dandi,  incendio  propter  Deum  ,  fufpendio  propter  B,e- 
oem  'faUumcme  efi  ita .  Stat  res  jure perenni .  Multi  eorum  deprehenft  ignibus 
confumpti  flint,  contriti  funi  ;  &  ftc  malignantium  habita  opportmntate  , 
reli6lo  regno  decefìerunt.  Si  qua  alia  gens  hujus  fafcinatacrimimbuscollige- 
re  dignum  ducat  pakas  ,  quas  nos  au&oritate  San5iorum  Antiflitum  cum 
Clero  regni  y  &  principali  terrore  dìfcttfjimus ,  quis  imputet  ^nglicis>  Mare 
nojìrnm  e'ìicit  mortuas  noflros,  &  terra  noflra  dedit  f^uBum  centuplum  ; 
■  '  quis  criminabitur  ^ngliam,  quòd  populus  circumt^entus  dolo  haretico  mor- 
zuoniofiroscolity  &veneratur ut Deos^  Così  il  VV2.\dcnk,\\qua\e in  altro 

luoco  offerva ,  che  avanti  il  Regio  Bando  i  VViccleffifti  appellarono  dal 
Tribunale  Ecclefiaftico  al  Secolare  i  mi  colpiti  poi  dal  Secolare  conl'ac- 
''  '''"  ""''  cennato  Editto,  egualmente  contro  quello  eglino  fi  fcagharono,  mala- 
mente perfuafi  di  poter  ritrovar  nelmondo  Chriftiano  un  favorevole Gui- 
-rflTiV'"''^*'' (lice  per  una  pelTimacaufa;  [e]  ^on  alia  ratione  y  dic'egli  ,  cantra  Cleri 
judices,  Epifcoposy  atqueVapasindifpofitionis  notam o^ponmit y  quam contro, 
faculares  judices  y  fìvi6ìi  fmty  murmurabunt ,  ^dhuc  bis  no/iris  annis  FFic- 
cleffijU  nofiri  fecere  conformiter  :  <iuid  clamaverunt  fortiùs  ?  quid^  inflan- 
tmsì  quàmutapud  Dominos  feculares tam  fideiy  quàmmorum  judiciarema:> 
nerent;  &tamen  jam  cum  regnare  ccepijjet  illufiris  I{ex  Henricus  Quintus  ^ 
qui  adhuc  agit  in  fceptrti  ,  C^  de  eorum  perfidia  per  Catholicosbenèdo6lus. 
legem  fìatui  fecit  y  ut  ubiqueperregnum  FFtccleffijìa  probatusy  ut  reuspunire- 
tur  de  crimine  Uf£majejiatis  ,  fiat im  per  Itbellos  famofos  cUmdbant  fidelcm 
Trincipem  efie  corruptum  y  &  nominare  cceperunt  eum  Trinapem  Saccrdotum, 
Vx  il  fòpracitato  VValdenfe  divinamente  conchiude  ;  Bene  Jixit  ergo  ^ugu~ 
àinusy  quòd  ea  editate  bareticus  de  innocente  judice  miirmurat y  quacaci- 
tat<-  cum  ifmcente  litvjabat  adverfario.  L'Okicaftel  Aiicor  del  tumulto.^ 
'      •  "  ■  ed 


Capitolo  I V.  3  7  GlOVANfNI 

edeccìtatorde'VViccieffididoppoladifperfioae  deTuoi  fu  l'anno  [a]  (e-     -^-^Ul. 
guente  prefentato  al  Rè ,  e  convinto  di  ribellione,  e  di  Herefia ,  tramandato  ^  '  ""  ''^"^* 
al  Palo,  dove  impenitente  egli  morì  [b']  fra  le  fiamme  di  meritato  fuoco,  b  Eijiasd^pinin 
lafciandoa'Pofteri  un  gran  documento  dell'antico  zelo  dc'Rè  Inglefi  ,  ed  So?té''né7Vuoco 
altrettantamaravigliadellaperverfioneprefente della  Inghilterra.  ddi'oidcaftei . 

Mi  benché  con  la  morte  dell'Oldcaftel  fi  fupprimefle  in  quel  Regno  l'He-  r/dS^d.TilJr fi 
refiaVViccleffiftica,  furfero  da  efla,  come  rami  dal  tronco ,  nuovi,  &  ^erenci  ingiefì. 
efecrandi  errori,  di  Guglielmo  Tayler,  che  aflerì  [e]  B^egespermifjione  'di^sTj'Hifl^vvtl 
divina,  non  voluntate  beneplaciti  dominari,  e  di  Ruffelio  Staffordio  ,  che  tuff.c.ic. 
nella Diocefi  di  Lincolme predicò  [d]  Fornicationemlicìtam[{eligio(t5:on' 
de  da  ambedue  provennero  gravi  fcandali,  benché  gli  Autori  ne  ritrattaf-     ^'^""'^"^' 
fero  l'afferzione  con  quella  forte  di  rimedio,  che  folamente  può  giovare 
alla  fama  del  male,  ma  non  al  male.  Fu  però  più  di  eill  empio  il  Conbri- 
gio,  che  dall'Herefia precipitando  nell'Atheifmo,  arrogofll  [e]  benché  "^  i^i>»\bìd,c.^. 
Laico,  il  Sacerdozio,  enelmedefimo  tempo  rinegò  GiesùChrilio  Som- 
mo Sacerdote  del  Chriftianefimo  ,  fcancellandone  il  nome  da' Libri ,  & 
efecrandolo  con  odio  cotanto  intenfo ,  che  hebbe  ardimento  dì  foflenere, 
niun  di  quei  che  nominato  havefieroil  fanti0ìmonomedi  lui,  poter  effer 
capace  della  falute  .  Cofahorrida  invero,  e  che  rende  profondamente  cfe- 
crabile  non  meno  la  Herefia,  chel'Heretico  .  Qiiindi  egli  trafportato  dal 
Diavolo  mille  beftemmiatrici  interpretazioni  divulgò  fopra  le  parole  della 
Confacrazione  della  Euchariftia,  non  tanto  per  avvilirne  la  Maeftà,  quan-     Tiè  miracolofi 
to  per  deluderne  il  mifterio.  Ma  accorfe  incontanente  Giesiì  Chrifto  Sa- "Srmaxione" 
cramentato  alla  difefa della fuacaufa,  e  del  fuo  Sacramento,  e  in  quel  ^,'^"*  santnBma 
medefimo  [/]  anno  tré  teftimonianze  ne  diede  nella InghiIterra,nellaGer-  (""^r^^ìj^xl' 
mania,  e  nella  Spagna,  così  chiare,  che  parvero  evidenti,  e  naturali,  e     j.,^  vvMen  t». 
non  miracolofe .  [g]  Ridolfo  Greenhereft  Cavaliere  Inglefe ,  fecreto  V Vie-  ^.cCu 
clefiifta ,  per  vomito ,  e  naufea  di  ogni  qualunque ,  benché  minimo ,  cibo, 
ridotto  à  morte  nella  Città  di  Conturbery,  tocco  in  quel  punto  da  Dio,    Tré  miracoio/ì 
che  non  mai  abbandona  i  Peccatori,  0  Domine,  dilfe,  ^edemptor omnium  pr^isIcramcn^J 
falvandorum ,  da  mihi  fentire ,  &  credere ,  quod  de  hoc  Sacramento  crederi-  ^^e"^  Eucariaia . 
dumefi:  &  fiquidemretineam,  corporeus  cibus  non  efl,  quem  ufquequaque 
tianfeaplenus horreo ,  &  procul evito;  fedboc  ipfum  folum  in  natura  ,  qmd 
nnper  credere  difìuli ,  tut  corporisdtvmijjimi  ferculum  [aiutare;  e  così  detto 
richiefe,  e  ottenne,  e  ritenne  la  particola  confacrata  del Santiflìmo  Via- 
tico con  tal  fortezza  di  ftomaco ,  che  Qui  omnem  cibum  corporalem  evomuit, 
fpiriiualemChrijìumcibumretmuit,  cumaccepit,  ac  po(l  pcrceptumo&odie- 
bus  continuis  miraculum  pnedicans,  feà  omnem  corporeum  abumrenuens ,  fu- 
pervixit,  &  tandem  falubris  lamenti  completo  tempore,  &  incredulitatem  h  u.^i^rinfor- 
prifiinam  validis  delens  gemttibus  obdormivit  in  Chriflo  .  In  Colonia  [h]  ^n'carioLi.cj, 
una  devota  Giovane  Vergine  iiifermò    con  tal  contrazione  di  nervi  , 
ut  etiam  adhibito  toto  canata  cor  por  is ,  &  anim.-e  ora  aperir  e  nequirct  ad  cibum 
fumcndum  corporeum,  tantumque  fuperiormandibula  inferiori  coharebat ,  ut 
■pix  ,  Vii  nullatenui  ad  minuttjfimum  fumendum  cibum  cum  infirumento  ar- 
genteo, yel cocleari ap'eriri  pofkt .  Per  mancanza  dunque  di  alimento  ella 
in  pochi  giorni  fi  ndufie  all'ultimo  di  fua  vita,  e  con  preghi,  econgefti 
fupplicando  di  poter  veder  almeno  avanti  il  fuo  gran  viaggio  il  conforto 
del  Sacramento,  le  fu  recato  dal  Sacerdote,  che  nell' apprefiarlo ,  ritro- 
vollamodeftamente  con  la  bocca  aperta  in  atto  di  riceverlo,  comefeguì, 
Tomo  ly.  Q    ^  ^ita 


Giovanni        -5  g  Secolo   XV. 

XXII 1      <^  ìtaChrifliSponfaSoror  i  &  qui  ^derant  admirantes,  Deo  gratias  de  colU- 

tomiraculocoutulerunt ,  Così  il  Nider  Domenicano  nelfuo  famofoFormi- 

a  z)i^i.//'7?./.j-f- cario.  In  [a]  Godolo)araCaftello  della  Cartiglia  predicando  un  [b]  gior- 

V'D.eii.MArtii.  no  un  ReligiofoFrancefcano  contro  le  correnti  Herefìe  (opra  il  Santiflìmo 

e  lucm.  Sacramento,  apparve  di  repente  nell'aria  una  bianchiflima  Croce  [ì:]  ad 

confirmandam  do6lrinam  Cariontcam  pnedicantls  ,  come  fcrifle  fopra  que- 

fto  fucceflo  al  Rè  Ferdinando  di  Aragona  il  miracolofo  San  Vincenzo  Fer- 

rerio . 

Mentre  dunque à gran  pafll  caminava  la  Herefia  di  VViccleff  per  l'In- 
ghilterra, e  quella  di  Giovanni  Hus  nella  Bohemia,  eia  Chriftianità  tutta 
ritrovavafi  come  in  fé  medefima  avvilita,  econfufa,  e  per  lo  Scifma  inter- 
no nel  Pontificato  Romano ,  e  per  gli  accennati  errori  hereticali  nella  Chie- 
d  s.^»toi:in.tk.2  (z  Cattolica  y  [d]  Unicum  remedium  y  come  riferifce  Sant'Antonino, /»2pe- 
r>,if  e.  6  §.i.       yatori ,  &  Tonttfici  vifum  fuit ,  Generale  Concilium  advocare  ;  e  fu  egli  con- 
vocato [e]  nella  Città  di  Coftanza  per  comandamento  del  Papa,  e  con 
^c^.Ki'uò'^d.co.  confentimento  dell' Imperador  Sigifmondo  ,  Principe  benemerito  della 
lìanza ,  e   i"o  ch^-iftianità,  sì  ucU'Ungaria ,  quando  egli  reliela  in  grado  di  Rè,  comedi 
"     '  tutto  il  Mondo ,  quando  egli  governoUo  in  porto  di  Cefare .  Giace  Cortan- 

zaiìtuataalle  fponde  di  un  Lago  del  medefimonome,  fondata  daCoftan- 
zo  Padre  del  gran  Cortantjno,  Città  libera,  &  Imperiale  dell' AUemagna, 
con  titolo  di  Vefcovado  fuffraganeo  di  Magonza .  Il  Vefcovo ,  fé  fi  riguar- 
da il  Dominio  Temporale,  egli  è  un  potente  Signore ,  Padrone  di  più  di 
cento  tra  Cartelli,  e  Ville;  e  (e  la  giurifdizione  fpirituale,  egli  fottodi 
fehdpiiìdidue  mila  Parrochie,  una  Catedrale  ,  e  22.  Collegiate,  €350. 
Monarterii,  in  cui  fi  annumerano  erette  49.  Abbadie,  con  numerofo  Clero 
di  Sacerdoti ,  dei  quali  fotto  l'Imperio  di  Sigifmondo  contavanfene  fin  al 
numero  di  fette  mila.  In  efla  dunque  convennero  per  l'intimato  Conci- 
,„    ,      „      lio  rfl  circacentofefiantaVefcovijquarantafetteArcivefcovi, ventinove 

t  NttiiCltrUS  vene-  -"^L'J  ,.        ._  -ii-iNir^  •         xl-i  T^ 

rar.  48.  &  LaUé  Cardinali,  quattro  Patriarchi,  i  Legati  dei  Re  di  Francia,  Inghilterra,  Po- 
t:i2.co»c,i.        ionia,Cipro, Norvegia, e Navarra,  del Ducadi Milano,  del  Marchefe di 
Monferrato;  màl'Imperadore,  e'I  Papa  in  perfona  propria,  prefidendo 
quertid  tutto  il  Concilio  nelle  due  prime  Sefiìoni,  ad  altre  molte  il  Cardi- 
nale Oftienfe ,  &  alle  ultime  cinque  Martino  Quinto ,  il  quale  chiufe  il  Sino- 
do con  la  quarantefima  quinta  SefTione,  confermandone,  come  fi  dirà,  li 
.   j.  ,      Decreti  appartenenti  alle  materie  della  Fede;  onde  meritevolmente  fiìque- 
fnHìjUH^jfit.i.^  rto  Concilio  chiamato  ro/iwy  [g]  Chnlìumtatis  Congregano .  Hor  noi  nella 
diverfità  di  molti  fcabrofi  accidenti ,  che  accompagnarono  i  principii ,  &  i 
progreffi  di  quefto  Concilio ,  ci  atterremo  unicamente  al  racconto  prefifìb 
della  condanna  dell'Herefie ,  &  ad  altri  più  nobili  Hiftorici  volentieri  rimet- 
teremo quello  delio  Scifma,  e  della  fuppreflìone  ài  erto,  al qual etfetto 
fu  prima  da  Gregorio  Decimo  Secondo  intimato  il  Concilio  diPifa,  e  poi 
da  Giovanni  Vigefimo  Terzo  quefto ,  che  prefentemente  noi  defcriviamo, 
diCortanza. 
hcociHift.H.ffir.      E  primieramente  [b]  per  comandamento  di  Cefare,  e  con  Impcnal 
/'■*•=•'     *         falvocondottoefprimenteladiUii  ficurezza,  co'l motivo  [/]  ut  nimirum 
\^,'^t}?>'!''"    fifosaccufatores  in  Concilio  refellerety  portofli  Giovanni  Hus  al  luogo  defli- 
A.)\iir..,'econ.-  nato  del  Concjlio ,  e  avanti  di  portarvifi ,  baldanzofan.ente  affifle  un  car- 
fncoftilia'.^  '  tcllo  alle  porte  delle  Chiefe,  &  ai  ponte  di  Praga ,  fcritto  in  lingua  Latina, 
Bohema,  eTedefca,  in  cui  egli  fuperbamente  fignificava,  andar  elfo  i 

Coftan- 


Capitolo   IV.  5  9        Giovanni 

Coftanza  per  render  ragione  à  quei  Padri  della  fua  dottrina  :  il  che  pari-     -^A.iiL 
mente  ancoraeglifece  in  Norimberga,  e  in  ogni  Città,  percuipafsò,  (in 
àColUnza,  dove  [a]  pervenuto  egli  fpedì  alPapadiiefuoifeguaci  Gio- ^^-^^'^.J^m-ia^- 
vanniChlumeo,  &HenricoLazembogio,  per palefare il fuo arrivo,  &  jj  ^'"^ ''"• 
falvocondotto,  con  cui  Cefarc  l'haveva  accompagnato.  Ma  egli  in  ar- 
rivare comparve  tutt'altro  di  quello ,  che  fi  era  partito .  Conciofiacofache 
fcorgendocontrodifeilmiferabile  pronto  un'apparato  di  un  gran  giudi- 
zio, coftituiti  per  ordine  del  Pontefice  il  Patriarca  di  Coftantinopoli,  e  li 
VefcovidiLubecca  ,  e  di  Città  di  Cartello  all'efame,  eprocefib  della  Tua 
caufadariferirfi  poi  al  Concilio,  da  cui  attender  e  fio  doveva  l'ultima,  e 
decretonafentenza,  benperfijafo,  che  la  Aia  affettata  iattanza  non  have- 
rebbe  havuto  luogo  in  mezzo  à  quell'auguflio  Senato  del  Chriilianelìmo  , 
come  havuto  l'haveva  dentro  la  fua  Cappella  di  Bethlem  in  Praga,  avvilito  suaf.igadaq»eN 
dalla  cofcienza  de'fiioi  misfatti,  intimorito  dall'apparenza,  e  maefii'''^""' 
di  un  tanto  Tribunale ,  appena  giunto  à  Cofl:anza ,  rifol  ve  &  efeguì  la  fuga 
daquelmaeflofo,  e  formidabile  Tribunale ,  efeppellinopiùtolto,  cherìa- 
fcoltofràil  fieno  di  un  ruftico  carro  ufcì  fuori  di  quella  Città,  dov'egli 
poc'anzi  pien  di  fafto  era  entrato  come  trionfante  con  applaufo  di  feguaci  ^^ 

l'opra  cocchio  di  fuperbia.  [^]  Hus  y  ubi  Confi  ami  amvemty  diceil  Coeleo  J]//j.''  *' ' 
raccontando  quelìiofucceflb,  &  vidit  longè  aliam  ibi  difceptandi  rationem 
effe mccetudo£lil]ìmorum ex  omni  natione  hommum,  quàm  Trag£  in  Cappel- 
la Bethlchem  coramlaicis  novarum  rerum  cupidts  y  aut  in  aula  coram  nabdi- 
bus  Eccleftajiicorumcenfuum  avidi s y  autetiamin  foro  coram  minaci  ,  <S  cle- 
ro tnfejìa  plebe:  vidit itemnotos y  &■  jibi  jam  dm  infenfos èclero  Bohemico 
adì>erfarios  ad  accufandum  paratosy  &  infiru^osy  coepit  de  fugacircumfpt- 
cere,  facile  conftderans  feTatrtbusdetot  excitatis  in  Bohemia  adverfus  de- 
rum,  &  omnem  religionem  malii  fatisfacerenonpojiey  mft  per publitamre- 
■pocationem  y  &  pcsnitentiamy  ubi  adverfarns  fuis  licerct  liberò  y  <Tabp}ue 
omnimetu,  &  furtntis  plebis  terrore  dicere,  actefiari cantra  ipfum  de  omni- 
bus in'juriis  Clero  y  templi fque  y  &  univerfa  Catholica  religioni  pereiusp>£- 
dicationes  illatis ,  Ut  igitur  fuga  omne  periculum  evaderei  ,  haic  fa^icndi 
rationem  adinvenit  :  quippc  conduxit  currum  ruflicanum  ,  m  quem  clam 
afcendens  y  abdidit  fefeflrammibus  undique  tcóius .  Soggiunge  Ulrico  [  e  ]  li,,'^!'"'^  ewdtm 
Reichentalteftimonio oculato,  eprefentealfatto,  che  l'Huscosìprecipi- 
tofamentefiparcilfe,  fpaventato  da  un  interno  horrore  di  haverefio  ,  ben- 
ché fcommunicato,  più  volte  con  pompa  d'invito  dettala  Mefia  in  non  so 
qual  Cappella  di  Coftanza,  del  qualefecrando  Sacrilegio  venendo  egli  ri- 
pigliato dal  Vefcovo  di  quella  Città,  frettolofa;nente  quindi  fenefuggifie 
dentro  un  carrodi  ftramedi  Henrico  Latzcmbochio,  Cavalier  di  iìcde  , 
alla  cui  cuftodia  era  egli  llatoconfegnato;  e  che  HenrivO  awedutofi  del-  suicamira.epri- 
la  fuga  ricorrelfe  incontanente  al  Confole  del  luogo,  dalla  cui  sbirraglia  g'»'"'»- 
fopragiunto  l'Herefiarca ,  fofie  crafportato  al  Palazzo  Epifcopale,  e^nel 
trafporto  lagnandofi  della  violata  fede  promelfa  da  L efare  nell'Imperial 
Salvocondotto,  efentendofidall'accennato  Hennco  rifpondere,  [d]  Ica  \  ^pud  tund^m 
decretumefly  ut  eaufam  tuam  jujiifices  y  ne  (it  H£reticay  autmoriariSy  ne ''''^^ 
revicesy  fi  lanciaile  fuori  della  fella  del  Cavallo,  fopra  cui  era  ftato  im- 
poito,  efràlaturbafigettaile  de'fuoi  feguaci  Boheini ,  ch'erano  accorfi 
al  fucceffo  ;  ma  che  quindi  ancora  rinvenuno ,  e  prefo  da'm»niitri  della  Giù- 
ftizu>  nel  Convento  de'Doinenicanirincaiufofolfe,  fotto  pronta,  e  forte 

C    4  cullo- 


Giovanni        aq  Secolo  X  K 

XXIIL     ciiftodia  con  la  fola  libertà  di  fcrivere  in  carta  le  fne  ragioni,  e  di  parlarci 
bocca  con  huomini  dotti,  e  Cattolici  i  mi  quindi  ancora  machinando  il 
Reo  la  fuga,  funi  altro  più  ficuro  carcere  racchinfo,  d'onde  finalmente 
a  f?4/  vidi  npui  egliufcìal  fupplicio  della  morte.  Da  quefto  avvenimento  furfero  infinite 
•\ajnai.an.  14» j.  [^j  cloglianzc  dcgH  Hcrctici  allora  viventi,  e  de'futuri  ,  che  vollero  in- 
"quèreie  perciò  colpar  manchevole  di  promcUa  fede  il  Concilio ,  con  l'acconfentimento  di 
j?rorrS"ova  '  ^  violazione  del  falvocondotto  Imperiale.  Ma  giufìamente  vane  furono  le 
rova.      j^^^  doglianze ,  e  malamente  eglino  procurarono  di  lafciar  apprellb  gl'ine- 
ruditi quella  macchia  fopra  la  Chiefa  .  Concioiìacofache  il  falvocondot- 
to non  mai  fii  fpedito  à  Giovanni  Hus  dal  Concilio  de' Padri,  mddaSi- 
gifmondo  Imperadore ,  e  leficurezze  date  agli  Heretici  dalle  podeftà  Se- 
colari non  mai  legano  li  Giudici  Ecclefiaftici ,  a  quali  unicamente  appar- 
tiene il  procedere  in  quefte  caufe  ;  ondeilMagiftrato  Laicale  olfervando  il 
falvocondotto  dal  canto  fuo,  non  è  tenuto  à  maggior  fede ,  el'Ecclefia- 
fìico,  il  quale  non  l'ha  conceduto,  riman  libero  ad  efercitare  le  lue  parti. 
Oltre  lì  che  non  potèlagnarfi  l'Hus  della  infrazione  del  falvocondotto, 
havendoegliil  primo  infranta  la  fede  data,  e  ricevuta  fcambievolmente 
dal  Tribunale  Imperiale:  eflendochelaficurezzaglifudata,  acciò  egli  di- 
ceife  le  fue  difcolpe ,  e  fi  giuftificafl^e  con  i  Padri  di  Coftanza ,  e  non  luggif- 
fedaCoftanza;  onde  non  adempiuta  da  lui  la  enunciazione  del  motivo, 
per  cui  fiì  conceduto  il  falvocondotto,  rimane  non  tanto  invalida  ,  quan- 
to defraudata  la  promefla,  econfeguentementeliberoilMagiftrato  Laica- 
le d  procedere  prowffif /«re  contro  un'Herefiarca  publicamente  fcommuni- 
cato,  e  in  più  Sinodi  condannato;  e  poi  foggiunge  il  Coeleo ,  [  b  ]  Ejio, 
h  cothL  lociit.     ^^^^  promiferit  Hex  etiam  ad  redeundum  falvum  peromniacondu6liim,  non 
erat  I^x  major  Deo,  nec  fide,  nec  jn/iitia  ,  nec  Concilio  .  Fecit  ergo  qum- 
%!,f^^iJ'*  "'^'  tum  decuh,  aut  licuit  i  &  altrove  :  [  e  ]  Singulari  Dei  nutu  ,^  &  provi- 
dentia  fa&um  efie  arbitrar  ,   ne  Hus  in  Bohemiam  rediens  majora  perpe- 
trafiet  adverfus  Clerum  i  &  Ecclefiammala,  qudmunqNam  perpetraveratan- 

Mi  il  carcere  ficcome  per  l'ordinario  ferve  di  ravvedimento  ai  Rei, 
cosìfpefie  volte  egliriefce  d'irritamento  aglioftinati.  Riftretto  l'Hus  fri 
le  claufure  di  qiiel  Convento,  divulgò  ampiamente  per  l'Europa  ferirci 
AFJiUsd».Tìn;n  peflilcntifiìmi  di  Hcrefic .  Quivi  egli  [d]  compofe  alcuni  Trattati  fopra  i 
Biti.  to.  ii.c.7.      Comandamenti  di  Dio ,  fopra  la  Orazione  Domenicale ,  fopra  il  peccato 
huz'ndS:ull'  mortale,  il  matrimonio,  l'amor  di  Dio,  la  penitenza,  e  li  tre  nemici 
'  dell'huomo.  Haveva  l'Hus  poco  avanti,  ch'egli  entraffe  nel  Carcere,  fcnt- 
to  in  Coftanza  per  modo  di  queftione  un  Libretto,  Utrìira  expediat  Laicis 
fidelibus  fumere  Sanguinem  Chnjìi  fub  fpecie  viniì  ebench'egli,  come  fi 
difle,  non  mai  folle  ì'Autor  di  quefto  errore,  di  cui  fu  l'inventore  Pietro 
diDrefda;  nuliadimeno  in  elfo  unicamente  conclude.  Licere,  &exp€dire, 
Laicis  fidelibus  jumer e  Sanguinem  Chrtfii  fub  fpecie  vini,  quia  lic et  Corpus, 
Sua  fentenz.1  fo   c^  Sangiùs  Chriflì  ftt  fub  utraque  fpecie  Sacramentali ,  tamen  Chriflus  non 
pr_i^  l'ufo  dtiCa  p^^  ratione,  nec  gratis  injìituit  utrumque  modura  Sacramcntalem  fui s  Fide- 
libus, fedadmagmm  profetlum-y  e  allor  dal  Carcere  non  folamente  confi- 
glionne  l'ufo,  màcomandollo,  fcrivendo  à  un  Francefe  fuo  feguace  , 
e.  io.HHtefìji.26.  j-^.j  ^qI'^  Ycfifìere  Sacramento  Calicis Domini,  quemChrifins  per  fé ,  CT  per 
fmm  ^pofiolum  injiituit  :  quia  nulla  Scriptiira  ej'ì  in  oppufitum  ,  fed  fola  con 
[net  lido,  qisie  (  Ht  ^flimo  )  ex  neglige  ntld  idQkvit,  Jam  nQndsbemusconfuQ 

ttidinem 


Capitolo  IV.  41        ^^-SV^^^ 

uàmm  ^e(\uìy  [ed  Chrifli  exemplum^  &  veritatem.  Modo  ConcUtum  alle-     ■^■^'^^^' 
^ms  confuettidimm  y  damnavit  Communionem  Calids  quoad  Latcos,  uterro- 
rem,  &  quipra^icaverit  y  nifirefìpìfcaty  tanquantH^-ercticuspuniatur .  Ecce 
rnilitit  Cnnlìi  ìnflitutionem  jam  ut  errorem  damnat  .   I\pgo  propter  Deuniy 
ut  non  impugnes  Magiflmm  Jacobellum,  ne  fiat  [cijjìo  inter  fidcles,  de  qua 
gaudet  Diabolus .  f.tiamy  chartjjime  ,  prepara  te  ad  paffionem  in  manduca - 
tiene  y   &  communione  Calicis  ,  &  Jìa  fortiter  in  ventate  Chrifli  ,    timore 
illicito  poflpofitOy  confortans  Fratres  alias  in  Evangelio  Domini Jefu  Chrifli. 
Motiva  prò  Communione  Calicis  j  ieflimoy  quòd  dabunt  tibiy  quoi  Jcripft  in 
Conflcintia-y  &  altrove  à  un  Sacerdote  della  fua  Setta,  [a]  Hortare  ad  con-  «  idemipijì.^. 
feffionfm  fidei ,  &  communionem  utriufque  fpeciei  Corporis  ,    &  Sanguinis 
Chrifli  y  ut  qui  de  peccatis  fuis  vere  pcenitentiam  egerunt  y  eò  f£piàs  ad  com- 
munionem accedatit ,  Così  egli.  Riflette,  e  pondera  il  Dubravio,  che  ben 
fìnd'alloraprevedelVerHiislaoppofizione,  che  haverebbono  fatta  li  Cat- 
tolici iquefta  nuova  impoita  necefìità  dell'ufo  del  Calice  ^  onde  veggen^ 
doli  elio  in  impegno  di  foiknerla,  a  i  Bohemi  fcrivefle  dal  Carcere,  [b]  ^^'^^^'f/J^'Ill'J'l 
Illos  tandem  reperijìe  poculum  y  quod  flbi  mortem  acceleraret .  Ed  in  fatti  il     '^-  "  '■ 
Concilio  allora  aperto  in  Coftanza,  ponderato  quello  punto  con  quelle 
gravi  rifleilìoni ,  che tralafcianio  di  riferire,  eflendo  che  lehabbiamo  in 
altro  [e]  luogo  lungamente  dilkfe,  quando  ci  conviene  parlar  di  quefìa  %^jfJi"p'f/^£' 
materiafotco  il  Pontificato  di  San  Leone,  nella  decimaterza  Seflioneltabilì 
il  feguente  Decreto  ,  [d]  Hoc  pnefens  Concilmm  [urum  Generale Conflan-     j  ^pud  Laooè 
tienfe  m  Spiritai  Sanzio  legitimò  congregamm  adverfus  hmc  errorem  [aiuti  'om.iz.conc 
fidtlmm  providere  fatagcns  ,    matura  plurium  Do6ìorum  tam  divini  ,    qiiàm 
hurnani  ]nris  ddiberationeprcebabita  y  dedaraty  decernit  y  definii  y  quòd  lice* 
Chrilius  pofi  ccenam  injìituerit  ,    &  fuis  Difcipulis  adminiflraverit  fub  utra-  Decreto  del  con- 
qucfpeciep.misy  &  vini  hoc  venerabile  Sacramentum  y  tamen ,  hoc  non  ob-  ^'Ji  Cilici. 
ftante  ,  facrorum  Canonum  au&oritas  Liudabilis  ,    dr  approbata  confuetudo 
Ecclefìx  fervavity  &  fervat y  quòd  hujufmodi  Sacramentum  non  debet  confici 
pofl  cosnaniy  nequtà  ficielibus  recipi  non  jejunisy  nifi  in  cafuinfirmitatiSy  aut 
alterms  neceffitans  a  jurcy  vtl  Ecclefìa  conce  fio  ,  vel  admifio:  <&  fìcut  h(CC 
confuetudo   ad  evitandum  aliqua  pericula  ,    &  fcandala   efl   ratwnabUirei^ 
introduca  ,  quòd  licèt  in  primitiva  Ecclefìa  bujufmodi  Sacramentum  reci- 
peretur  à  fidelibus  fub  utraque  fpecie ,  poflea  à  conficientibus fub  utraque  ,  & 
à  laicis  tanturnmodo  fub  fpece  panis  fufcipiatur  )  cuTrl  firmiffimè  credendum 
y?f,  &  nMatenus  dubitandumy  integrum  Chrifli  Corpus y  &"  Sanguinem  tam 
fub  fpecie  panis  y  quàm  fub  fpecie  vini  veraciter  comincrt  ;  unde  cum  hujuf- 
nit^di  confuetudo  ab  Ecclefìa  ,  &  San8is  Tatribus  rati^nabiltter  introduóia^t 
&  diutiffimè  obfervata  fit ,  habenda  efl  prò  legej  quam  non  licet  reprobare t 
:iHt  fine  EccleftJi  au^oritate  prò  libito  mutare  .    Quapropter  dicere  ,    quòd 
hmc  confuetudinem  ,  aut  iegem  obfervare  ,  (it  facrilegum  ,  aut  illicìtum  , 
cenferi  debet  erroneum  ,  &  pertinaciter  ajìerentes  oppofltum  pramiflorum 
tanquam  haeretici  arcendi  Junt  >    &  graviter  puniendi  per  Dicecefanos  loco- 
rum  y  feu  officiales  eorum  ,  aut  inqmfltores  h^retiae  pravitatis  in  I^egnis, 
feu  Trovinciisy  in  quibus  contra  hoc  Dccretum  aliquid  fucrit  forfan  attenta- 
tum  y  aut  pr£fnmp!;umy  juxta  canonicas ,  &  legitimas  find;iones  mfavorem 
Catholiccc  fidei  contra  h^reticos  ,  &  eorum  fautores  falubriter  admventas , 
Così  il  Decieto,  che  vedremo  poi  acremente  impugnato  da' Bohemi  nel 
futuro  Concilio  di  BafUea.  Iiuanto  Ti  cominciò  da' Padri  ad  agitarla  dif- 

CLiliione 


Giovanni        ^^  Secolo    XV. 

AAlll»     fciiilìone  di  quegli  errori ,  de'  quali  l' Hus  veniva  accufato ,  e  per  i  quali  e^li 
.      ritrovavaficoliìrinferratoin  quel  carcere.  Come  che  dunque  eraapprefo 
Hus  fop"r"irsà.  l'HusperHererico  VViccleffitU,  havendo  egli  foftenuta  tanto  tempo,  e 
cramenco  dell'Ai- con  tanta  paffione  la  dottrina,  li  libri,  laperfona,  e  la  memoria  di  VVic- 
cleff ,  fu  conildcrato  ancora  come  Heretico  Sacramentario ,  e  qualmente 
eziandio,  come  VViccleff,  egli  afferifle  la  impanazione  nel  Sacramento; 
ìCocUus  lib.  II.  onde  fopraqueito  punto  precifamente  egli  richiedo,  rifpofe,  [ajnonha- 
tj.Huf:,r.        ver  giammai  efibaiierita  tal'Herefiai  &  al  Broda,  chefiuino  degli  accu- 
fatori, foggiunfe  ,  Dixi  ,  &  dico,  quòd  in  Hofì'a  remanet  ille  panis,  qui 
dicit ,  Ego  fum  panis  vit<£ .  Et  Apo(iolus  dicit  :  Vrobet  autem  [e  ipfum  homo  , 
'&  ftc  de  pane  ilio  cdat  ^  &  de  calice  bibat  .   De  quo  dtcit  qutlibet  Sacerdos 
in  Mifia:  Vanem  caelejtem  acciptam,  &  nomen  Domini  in-pocabo...  Ferum 
ejìy  qiiòd  panis  manet  in  Hofiia,  [ed  nonmaterialis  •  &  al  Cardinal  di  Cam- 
bray  Pietro  di  Alìiaco,  che  gli  li  oppofe  con  quello  argomento ,  Tofttis 
univerfalìbus  à  parte  rei ^  tunc  fequitur,  quòd  fa6la  confecrattone  manet  ibi 
panis  materialis  ;  altoquin  ad  defitioncm  fmgularis  deftneret  miperfale  ;  egli 
rifpofe,  Qjwd  univerfale  definii  efje  in  hoc  ftngulariy  fcilicet  pane  materiali 
definente-,  cum  ille  rnutatur  ,  &  tranfit  in  Corpus  Domini  .  Sed  ntbilominus 
in  aliis  fingularibus  fuhjìantiatur;  ma  replicando  il  Cardinale,  Tantmnon 
annihiUrty  di  nuovo  foggiunge  l'Hus,  Quòd  non  annihilatur ,  fed  ibi  die 
fingiilaris  panis  definii  efie  per  tranfubflantiationem  in  Corpus  Chrifii  .     In 
oltre  nfpondendo  egli  agli  articoli  propolligli  nel  carcere  il  giorno  avanti 
alla fua  morte,  e  primieramente  à  quello,  Quòd  pofi  con/ecrationern  Hojìi<e 
in  ettari ,  maneret  panis  materialis  ,  veL  fubjìantia  panis  ,  1'  Hus  rifpofe, 
2\(p«  eflverum .  Quali  rifpofle  ftefe  Giovanni  Hus  medefimo  di  fua  propria 
mano  in  una  carta,  e  da  quell'  Originale  le  trafportò  poi  nel  fuo  Libro  De 
non  remanentia  panis  cantra  FFiccleffiJìas  Giovanni  Przibram,  Maellro  dì 
grand'  autorità  una  volta  prelfo  gli  Huflìti ,  ma  che  poi  felicemente  perfuafo 
dalla  verità  Cattolica  ftì  acre  loro  contradittore,  ede' VViccleiiìlli .  Mi 
fé  bene  r  Hus  negaife  nel  carcere  la  impanazione,  e  non  mai  ne'fuoifcricti 
^foften!ffeTa.  Tra'.  ^  ^  ^  impugualfe  fa  tranfuftanziazione ,  anzi  pofitivamente  l' aderiife ,  nulla- 
/«y^^Jt/^ira»/";,' dimeno  dai  Padri  di  Coilanza  furono  citati,  [e]  e  prodotti  molti,  e  gravi 
^uefie^roftro  Tcrr.o  XeiHmònji ,  chedepofero,  haver  l'Hus  pubicamente  à  bocca  infegnata, 
^  Huvide^pu-  e  predicata  la  Herctical  dottrina  della  impanazione;  ond'egli  fùconvinto 
7;aT.««.,4,  y  „  40.  Q  come  contrario  à  fé ,  ò  come  ini^annatore  degli  altri:  [  d  ]  Gra-pe  certe  dede- 
Hifi.H>iiiit,        €USy  dice  di  lui  il  Coeleo,  CT  fempiternum  opprobrium  ,  &  (ibiiplt,  er  om- 
niòus  juis  peperit  ,  dum  fibi  ipfi  contrarius  fcipfum  proprio  condemnavìt  ju- 
dicio:  licèt  i4  vitit  omnibus  hareticis  commune ,  &  familiare  fìt^  ^pojiolo 
tejiej  qui  ait ,  tìiXreticmn  hominem  devitandum  efie  ,  quia  delinquit  proprio 
judiciocondemnatus.  Così  egli.  Ma  haveife  il  Cielo  voluto,  cheficcome 
fana  in  parte  fu  la  contèiiìoìie  dell' Hus  nel  Carcere  fopra  la  tranfuftanzia- 
zione del  pane  ,  cosi  fana  in  tutto  lì:ata  fofle  quella  degli  altri  punti,  fopra 
cui  fu  egli  ripigliato .  Poiché  il  miferabile  oftmò ,  come  fi  dirà ,  nella  difefa 
dell' Herefia,  e  li  accelerò  la  morte  dell' anima,  e  del  corpo  nel  fupplicio 
prima  temporale,  e  poi  eterno  del  Rioco . 
Condanna  Conci-      In  taiito  1  Padri  per  dar  tempo  ài  ravvedimento  al  Reo  ,  fi  accinfero 
lur^.omrovric  alla  Condanna  di  VViccleff,  acciò  almeno  folle  prevenuto  ,  e  sfuggito  dal 
vivoqueUuimine,  chefilanciavacontroilmorto.  Eradigià  ftataefecrata 
la  perfona,  eia  dottrina  di  Giovanni  VViccleifda  moki  Sinodi  tenuti, 

come 


Capitolo     IV,  4^  GlCVANxVl 

come  fi  difle ,  in  diverfi  luoghi  dei  Chnftianelìmoi  aii  richiedeva  il  bifo-  -^^ÌaI. 
gno,  che  da' Padri  di  Coftanza  con  maggior  publicità  di  vituperio  Tene 
divulgale  in  quella  maeftofa  adunanza  più  fìrepitofa,  e  terribile  la  con- 
danna. Ed  ellafeguì  diftefamente  fopra  tutte  le  di  lui  Herefiediftinteda* 
Dottori  [  a  ]  Cattolici  in  trecento ,  e  tre  capi ,  overo  [  ^  ]  in  quaranta  Gladi ,  'w,^^^  ^^'^ 
correlative  a'Mifterii,  ch'egli  impugnava,  ridotti  tutti  da' Padri  dì  Co-  ì'^'-m.  de  MatrL] 
ftanza  in  quaranta  cinque  [e]  Articoli,  da  Noi  in  altro  luogo  rammemora-  v^ul-X^l^f!, 
ti,  mi  che  per  più  piena  intelligenza  di  nuovo  rapportiamo  con  ilmedefi-  '  /•4- 
mo  ordine,  con  cui  eglino  furono  dal  Concilio  riferiti.  Trimò  fabjlantia  ^^^^^'^ ''''*-5-^'A 
panis  materialis  ,  &  (ìmiUter  fubflantia  vini  matertalis  ,  rcmanem  in  Sa-  •■  rn„di,co»iia,.t. 
cramento  ^Altaris.  Fonte,  onde  beve  la  Tua  Herefia  Lutero  ,  e  Calvino,  ^'^'^' 
2.  ^ccidentia  panis  non  manent  fine  fubje5ìo  in  eodem  Sacramento .  3.  Chri- 
fius  non  eji  in  eodem  Sacramento  identico  ,  c^  realiter  in  propria  prafentia 
corporali .  Herefia  rinovata  pofcia  da  Calvino.  4.  Si  Epifcopus  ,  vel  Sa- 
cerdos  exifìat  in  peccato  mortali ,  non  ordinai ,  non  confecrat  ,  non  conficitt 
non  bapti-^at,  5.  Tslon  efl  fundatum  in  Evangelio  ,  quòd  Chriflns  Mifìam  or- 
dinaverit.  Herefia  di  Lutero,  e  di  Calvino.  6.  Deus  dehet  obedire  Diabo- 
lo .  7.  Si  Homo  fuerit  debite  contritus ,  omnis  confefjìo  extcrior  ejì  fuperflua , 
&  mutilis.  Propofizionemedefimamentefoftenuta  da  Lutero,  e  da  Cai  i- 
no .  8.  Si  Tapa  fu  pr^efcitus  ,  (jr  maluf  ,  &  per  confequens  membrum  Dia- 
boli ,  non  habet  poteflatem  fuper  fìdeles  (ibi  ab  aliquo  datam  ,  nift  forte  à 
C<efare  .  9,  Tofl  Urbanum  FI.  non  efl  aliquis  recipiendus  in  Tapam  ,  fed  vi- 
vendum  eJì  more  Crtecorum  fub  legibus  propnis  ,  io.  Lontra  Scripturam  Sa- 
cram  eji ,  quòd  Firi  Ecclcfiajiici  habeant  poffejjìones .  11.  Julius  Tr^latHS 
debet  aliquem  excommimicare  y  nifi  priàs  fciat  eum  excommunicatum  à  Deo  : 
&  qui  fic  excommunicat  i  {itexhoc  h£reticus  t  velexcommunicatus .  ii.Trjg- 
Idtus  excommimicans  Clericumf  qui  appellavit  ad  F^gem^  vel  ad  Concilìum 
I{egniy  eo  ipfo  traditor  ejì  i\egis »  &  B^gni.  i^.  Illi  qui  dimittuntpmdica- 
rcy  five  audirevi^rbun  Dei  propter  excommunicationem  hominum,  funt  ex- 
communicati ,  &  in  Dei  Judicio  traditore s  Chrifli  habentur  .  14.  Licet  ali' 
cui  Diacono i  vel  Tresbytero  predicare  verbum  Dei  ^  abfque  au&oritate  Sedis 
»Apojìolic£y  five  Epifcopi  Catholici .  15.  T<l[ulluseji  Dominus  Civtlis  ^  nullus 
efiTrxlatuSy  nullus  eji  Epifcopus y  dum  ejì  in  peccano  mortali.  16.  Domini 
tempnrales  pofjmit  ad  arbitrium  fuum  auferrc  bona  temporalia  ab  Ecclejìa, 
pojieifioruitis  habitualitcr  delinquentibus  ,  id  eji  ex  habitu  ,  non  folùm  a&u 
delinquentibus  .  17.  Topulares  pojjunt  ad  fuum  arbitrium  Dominos  delin- 
quentes  corrigere .  18.  Decim<ie  funt  pune  eleemofyna  y  &  pofjunt  Tarochia- 
ni  y  propter  peccata  fuorum  Trcelatorum  ,  ad  libitum  fuum  eas  ^uferre  . 
19.  Specialcs  orattones  applicata  uni  per fon£  per  Tr^latos  ,  vel  I\eligio(os, 
non  plus  profunt  tidem  ,  quàm  gcneralcs  ,  cateris  paribus  .  20.  Conferens 
eleemofynam  Fratribus,  e(ì  excommunicatus  eo  fa£io  .  21.  5^'  aliquis  ingre- 
ditur  F{eligtonem  privatam  qualemcumque ,  tam  pojjejjìonatorum ,  quàm  men- 
dicantmm ,  reddttur  ineptior  ,  e^  mhabilior  ad  obfervationem  mandatorum 
Dei.  12.  Sanfli  injiituendo  ^eligiones  privatas  ,  fic  infiituendo  y  peccave- 
runt  .  2^,  E^eligiofi  viventcs  in  I{eligionibm  privatis  ,  non  funt  de  I{eligione 
Chrijiiana  .  24.  Fratres  tenentur  per  labores  manuum  vi5ium  acquirere  , 
C^  non  per  mendtcitatem .  25.  Gmnes  funt  Simoniaci  y  qui  fé  obligant  orare 
prò  aliiSy  eis  m  temporalibus  fulvenientibus  ,  26.  Oratio  pnefciti  nulli  va- 
let.  ij.  Omnia  de  necejjìtate  abfpluta  eveniunt.  Quindi  Lutero  imparò  ad 

impu- 


Giovanni       ^^  Secolo  XV. 

XaIII.  impugnare  il  libero  arbitrio  .  28.  Confirmatio  juveuHMi  Clericomm  ordì- 
natio i  locorum confecratìo j  refervanturTap^ ,  ó"  Epifcopìsy  propter cupidi' 
tatem  lucri  temporalts  y  &  honoris.  Herefiadi  Lutero  parimente ,  e  di  Cal- 
vino .  29.  Univerfìtates  ,  fludia  ,  Collegìa  ,  Graduationcs  ,  &  Magifteria 
in  iifdem  ,  funi  vana  Gentilitate  introduca  ,  &  tantum  profunt  Ecclefta , 
ficut  Diabolus .  ^o.  ExcommunicatioTap£ ,  velcujujcunque  Tr^elatiy  noneft 
timenday  quia  efl  cenfura  ^ntichrijìt .  Così  ancora  Lutero  .  ;i.  Teccant 
fundantes  claujiray  &  ingredientes  funt  viri  diabolici ,  32.  Ditare  Clerum , 
eji  contra  I^egulam  Chrijii .  33.  Sdve/ier  Tapay  &  Coriflantinus  Imperatcr 
erraverunt  Eccleftam  dotando  .  34.  Omnes  de  Ordine  Mendtcantium  ,  funt 
h^retici:  &  dantes  eis eleemofynam»  funt  excommunicati .  35.  Ingrediente^ 
J^eligwnem ,  aut  aliquem  Ordmem  ,  eo  ipfo  mhabiles  funt  ad  obfervanda  di- 
vina pr^cepta ,  &  per  confequens  ad  pervemendum  ad  T{egna  Ccelorum ,  nifi 
apojìataverint  abeifdem.  Suniii  beilemmie  vomitarono  dalle  lorobocche 
Lutero ,  e  Calvino ,  inimici  implacabili  de' voti,  evitaReligiofa,  e  primi 
Maeftri dell' Apoitalìa.  7^6.  Tapa  cum  omnibus  Clericis  fuispofìeffionem  hd- 
bentibus  funt  hareticiy  eò  quòdpoftefjiones  habcnt:  &  confentientes  eis  y  om- 
<;"  nes  videlicet  Domini  S^ciilaresy  ò' esteri  Laici ,  ^j.  Ecclefìa  t{omana  eflSy- 

nagoga  Satana:  nec  Tapa  ejiproximusy  <ir  immediatus  Vicarius  Chrijii,  Ò" 
^poftolorum.  Errorcommuneà  Lutero,  e  Calvino,  e  a  tutta  la  fcuola  de' 
•  f        Moderni  Novatori.  38.  Decretales  EpifloU  fimtapocryphay  &  feducunt  à 

fide  Chrifii:  &  Clerici  funt  fluiti  ^  qui  jìudent  eas  .  39.  Imperator,  &  Do- 
mini Sacularcs  funt  fedu6ìi  d  Diabolo ,  ut  Ecclefiam  dotarent  bonis  tempora- 
libus .  40.  Eleàio  Tapa  d  Cardinalibus,  d  Diabolo  efl  introdurla.  /^i.T<lon 
eji  de  nsceffitate  falutis  ,  credere  ,  B^manam  Ecclefiam  effe  fupremam  inter 
alias  Eccleftas .  In  quello  punto  ancora  Lutero ,  e  Calvino  furono  VVicclef- 
j         fifti.  42.  Fatuum  eji  credere  Indulgentiis  Tap£  ,  &  Epifcoporum  .  Errore 
!         parimente  di  Lutero,  e  di  Calvino,  ^^.  Juramenta  illic  ita  funt  y  quafiunt 
1  ad  corroborandos  humanos  contra6ìus  ,   c5"  commercia  civiltà  .  44.  y^ugujìi- 

i  nus  y    Benedi^us  ,  0'  Bernardus  ,   damnati  funt  ,  nifi  poenituermt  de  hoc  , 

quòd  habuerunt  pojjeffioncs  ,  &  injìituerunt ,  (ir  intraverunt  F^ligiones  :  (jr 
jìc  d  Tapa  ujquead  ultimum  B^ligioJHm  omnes  Junt  h <er etici .  ^'^.Omnes^e- 
ligiones  indiffcrenter  introdurla  funt  d  Diabolo  .    Così  gli  Articoli  condan- 
gentenza  Conci  nati  di  VViccleff.  Deputarono  pofcia  li  Padri  nuovi  giudici  per  la  condanna 
liare contro  vvic  ^^  j  ^jj  ^^^j  LJb,,j  ^  g  feutenziarono  con  precife  parole  morto  VVicclefFimpe- 
'^^  '  nitente,  e  qualmente  le  olla  del  di  lui  cadavere,  fé  riconofcer  elleno  fipo- 

telfero  per  delle  dall'  altre  ripoftenel  medelìmo  fepolcro ,  fi  dilìbterrailero, 
e  fuor  del  luogo  facro  li  gittafTero,  ò  al  vento  dell'  aria,  ò  nell'acque 
del  Mare . 

everte  facre  cenfure  ,    e  quelli  formidabili  rifentimenti  di  tutto  il 

a  ibid,Sejf.  2j.     ChnlUanefimo  contro  il  defunto  Herefiarca ,  e  la  riferita  [a]  condanna  di 

Pietro  Drefdenfe,  e  di  JacobelloMifnienfefoftenitori  dell' ufo  necelfario 

del  Calice,  furono  dall' Hus  apprele  come  forieri,  e  lampi  di  quelfulmi- 

t'i^usinriinaaiia  "^j  che  da' Padri  iì  preparava  contro  dì  lui  in  quel  Concilio.  Onde  mal 

rimuazione  ^^ti- ficuro  della  vita ,  e  peggio  agitato  dalla  cofcienza,  egli  cominciò  à  porger 

laiuaHereiia.      Q^gcchiafane  alle  ammonizioni  di  que' Dottori ,  chc  gli  conlìgliavauo  fom- 

miirione  al  Concilio,  ritrattazione  degli  errori,  e  riconciliazione  conia 

Chiefa.  \_b]  Mtgijierjoannts Husy  dicono  gli  atti  Conciliari,  fuit  interra" 

b  Seff.  fs.  ^^^^^  ^  ^^^  vellet  diCìos  *Aniculos ,  cioè  di  V  Viccleff ,  defenfare ,  aut  confiteri  ^ 

qui 


Capitolo  IV.  45        Giovanni 

-qui  Magifìer  Joannes  Hus  urne  fubmifit  fé  determinationi  Cqncìliì  ;    &  fuh^     AAiil. 

fequenter  uno  dio  tempore  fimiìitcr  inter  deputatos  J^tionum  y  &  inprafen- 

tta  Dominorum  Cameracenjis  &  Floreminenfis  Cardimlium  fimiliter  refpon- 

dit.  E  foggiunge  il  Coeleo  in  perfona  di  Ulrico  Reichental,  [a]  Ulricus    acoeUnstiù.z, 

B^ichental  tefìis  oculatiis  y  &  CivisConiìantienfis  ajjirmat  y  &JoattnemHuSi  ^^'y^-^"^.     — 

eir  Hieronynum  Tragenfem  promififie  DoBorìbus  ,   qni  eos  in  carcere  ■pifita- 

"perant  y  velie je,  &  hxrefes  revocare  y  &  contrarium  priCdicare;  oh  id  ita- 

que  compulfatum  fuifìe  ter  omnibus  in  Urbe  Campanis  in  fignum  Utitia  loco 

tanticiTe  Deumlaudamus .  Deinde y  cum  celebraretur  SeJJio,  conclujumfuif-     ^., .?.,•..•.  5 

fé,  ut  ambo  retinerentur  in  Sitevia  ,  nec  unquam  revertcrentur  in  Bobe- 
miam ,  mrique  autem  provideretur  bonefiè  in  altquo  SuevÌ£  Monajìerio  ,  ubi 
ftngulis  daretur  fumptus  prò  fenis  per  fonisi  ita  tamen,  ut  uterque  manu  pro- 
pria conteflarctur  fé  errajfe  ,  1^  à  retta  fide  de.clmaffe  ,  tdque  fcriberent  am- 
bii tn  lingua  quoque  Bohemica  :  illi  vero  dixerunt ,  [e fé  faÙuros  cheterà  libert 
_tcr  omnia y  rerum  fcripturam  m  Bobemiam  nollent.mntere .  Così  egli.  Mi 
poco  durò  nel  buon  proponimento  il  malvaggio;  ed  òche  cercafTe  dilazio- 
ni, òfubcerfugii, quella fraudolen te confelfione egli prefentò  a' Padri,  in 
cui  audacemente  negò ,  elfo  elfere  reo  degli  oppoftì  errori:  Egojoannes  Hus  sua  temeriria 
in  fpe  Sacerdos  Jefu  Cbriflij  timens  Deum  offendere  ,  &  timens  incidere  iti  ^^^1^^'^°'^^  ^' 
per]uriumy  nolo  abiurare  articulos  omnes  y  c^  quemltbet  ex  illis  y  qui  per  faU        *  ■:> 

jfbs  tejìcs  in attejìationibus  produrli funt contrame  j  quia.  Beo  tefie y  nonpr^e- 
iticaviy  neque  afkruiy  nec  eos  defendi ,  ficut  dixerunt  meeosdefenfiffe ,  pra- 
dicaffcy  &  n(ferHÌj]e .  Itera  de  articulis  extra6iis  de  meis  libellisy  faltfimqui 
funt  debite  extraÙiy  dico  ,  quòd  quirumque  ex  illis  miludit  aliquem  falfum 
fenfum ,  illum  detefìor  ;  fed  timendo  offendere  Deum  in  veritate  ,  &  cantra 
Sanclorum  fententiam  dicere ,  non  quemlibet  eorum  volo  abjurare  ;  &  fi  pof- 
fibile  efìet,  quòd  toti  Mundo  mine  vox  mea  pateret,  ftcut  omne  mendaciHmy 
'Ù"  omne  meum  peccatum  in  die  pidicupatebit  y  libemifjimè  omnem  falfitatem , 
0*  omnem  errorem ,  quem  unquam  ad  diccndum  conceperim ,  vel  dixerim  ,  co- 
ram  tota  mundo  revocarem  .  Ijla  dico  ,  &  fcribo  liberò,  <^  volmitariè  feri- 
ptum  marni  mea  propria  prima  diejumi .  Ma  loggiunge  il  Codeo  y  [b]  Q^tàm  '^  cocUns  he  dt 
impudcns  fuerit  ipfius  Hus  ad  omnia  fere  oblerà,  quantumvis  manifejia  j  &  Eripruvaiioué 
notoria  ,  tergiverfatio  ,  inficiatio  improba  ,  excu/atto  calva  ,  aut  cavillatio  ^^^^^' 
callida,  ex  ipfts  a^is y  tametfi  à  magno  ejus  amico fcriptisy  conjicerelicebit: 
ubica  de  re  quemdamtextum  biflorice  y  utjacet,  exTbeutonicorecitaverunt; 
ita  enim  habet  :  Hac  contentione  parumper  fedata  ,  ait  Cardinalis  Florenti- 
«us:  Magiflcrjoannes  Hus  y  vos  bene  fcitis  fcriptum  efse  ,  quòd  in  ore  duo- 
rum,  aut  trium  teftium  ftahit  omne  ver  bum  i  &  videtis  quòd  bene  vi^intite- 
fies  fine  centra  vos,  Dolores  ,  Tnelati ,  aliique  magn£  extflimationìs  viri,  ' 

quorum  nonnulli  ex  auditUy  &  communi  fama  y  atque  etiam  aliquiex  propri<t 
fcientia  omnium  jujìas  judicant  caufas,  &  adperfum  vosteftantur:  quomoda 
igttur  potejiis  cantra  eos  omnes  inficiarl ,  aut  negare  ?  Et  refponditjoannes 
Hus  :  Cum  Deus  ritibi  teflis  fit ,  &  confcientia  mea ,  quòd  ego  ea ,  qujì  illi  ad- 
verfum  me  tefiificantur ,  ncque  predicavi  ,  ncque  docui i  ncque  in  cor  meum 
venerunt  unquam  y  etiamft  omnes  adverfarii  mei  contrame  tefiificantur ,  quid 
pofjum  i  imo  ad  extremum  non  nocebit  mibì  .  I\efpondit  Cardinalis  :  islps 
fecundum  confcientiam  tuam  judicare  non  pofumus  ,  fed  fecundum  ea  ,  quA 
hi  e  cantra  le  produ6la,  &  probata  funt ,  &  quiC  tu  ipfe  ex  parte  confiteris: 
nrbitrQr  vos  velie  omnes  eos  prò  .inimicìs^  babare,  qui  fuper  vostefiificaniHrj 

■  ■  ■  '     "  e^  icfìi- 


Giovanni       ^^  Secolo  XV. 

A AllJ,    ^  teftimeniorum  fuorum  leghimas  caufas  oftendunt  :    illis  certe  nos  cred<:r€ 
oportet.  DixtfttSy  Stephanum  Talets  vobis  efìe  fufpe6lum  ,  qui  tamen  adma- 
dum  benigne ,  &  amicò  habuìt  fefe  in  illis  artìcuìisy  quos  èlibris-peflrisex- 
cerpfity  quos  &  meliores  pofuit,  quàm  habentur  in  ìibris  -peflris  :  it idem  fé- 
cerwit  &  omnes  olii  Do5Ìores .  Dieitis  item  ,  Cancellarium  Tarifienfem  fkp- 
feSlum  -pobis  exiftere  ,    qui  tamen  ufque  adeo  fuper€:)cceUens  Doàor  ejl , 
qualis  in  tota  Clm/iianìtate  vix  reperiri  queat  .  Così   il  Coeleo  ,   il  quale 
parimente  riferifce,  che  ammonito  T  Herefiarca  da  Pietro  de  Alliaco  Cardi- 
a  litmikUcm^    »ak  Arcivcfcovo  di  Cambray  X  fottometterfl  alConcilio,[^]c/^rf  hxc  Joannes 
Hhs  inclinato  capite  rejpondens  ait,  Je  eò  yeniffe,  non  ut  pertinaciter  quid- 
quam.  ajfereret ,  Jed  ut  à  Concilu  infovmationem  meliorem ,  fi  erraret ,  acci- 
feret  :  cumque  nonnulli  diccrent ,  ipfum  callide  loqui  ,  quòd  vdit  fttbfedìm 
quidem  efìe  mformationi  Conditi ,  [ed  non  ejus  fententi^  ,  Ó"  corre£iiom  ; 
Jmòi  aitipfe,  nonfolùm  informationij  fed&  fententi<£  Ó*  corre&ioni.  Noti 
corrifpofero  però  li  fatti  alle  parole ,  conciofiacofache  coftretto  egli  ad 
abj  urare ,  diffe ,  non  haver  elio  cuore  da  mentire ,  poiché  importando  l'ab- 
jirra  rivocaziottedel  fatto,  e  del  detto,  e  non havendo  elfo,  ò  fatta,  ò 
detta  cofa  alcuna  contro  il  fentimento  della  Chiefa,  incorrerebbe  certa- 
mente nella  menzogna,  enellofpergiuro.  Cefare,  che  ritrova  vali  prefen- 
K  tdimibidirnr,    tc  al  coftituto ,  lepidamente ,  e  giuftamente  rifpore  y  [b]  ^^di Joannes  Bus , 
ciir  non  vis  omnss  erroncos  articulos  abjurare ,  qms adverfum  temale,  ut  tu 
dicis,  depojueYPtnttefies?  Ego  tamen  eos  abiurare  volo  y  &abjuro  jamomnes 
tuoserroresj  quòd  nuUum  eorum  tenere  voioy  non  quòdnullum  eorum  tenu»- 
rimprius.  Tergiverfaiido,  com'aiigue,  l' Herefiarca ,  ruppe  Cefare  ogni 
proreguimentodidifcorfoconuiK),  che  dimoftrava,  non  voler  intender- 
ne il  contenuto,  e  Ecce  dti<£  vix  propofttjs  funttibi,  dillegli  rifo Ultamente 
r  Imperador  Sigismondo ,  nempe  aut  abiures ,  &revocescrroreshìcconden^' 
natosy  Jubda/qucte  gratin  Concilii;  ftc  fiet,  ut  Conciliumaliquid  gratin  tibi 
exì)ibeat  .  Si  ajttem  dìBos  errores  de  catcro  defendere  volueris  ,  Concilium , 
<£^  I>o6fores  habent  jura  fua  ,    quidnam  tecum  finaliter  agere  debeant  ^   E 
nell'ifteflo  tenore,  e  più  ditfiifamente  ancora  replicogli  Cefare  un  altro 
giorno  il  g,ran  dilemma,  Quoi  tibi  beri  dixiy  nunc  tterumdico:  non  poljum 
Japè  repetere:  atatemhabes ,  fi  vis,  percipe.  ^udif  Dominostibì  duas  pra- 
pofuìffeviafy  primo,  ut  omnino  cammendesteingratiamComriio,  &  quanta 
(itiùSf  tanta  meliusy  atque  revoces^  & abjures  omnes  eos  articulos,  qui  in 
tujs  [cripti  funi  libris,  &  alios,  quos  tenuijii ,  de  quibus  fufficienter  conpi- 
Qus  es  tefiibus  ;  fcimus  enim  Scripturam  dicere  r  In  ore  duorum  ,  aut  trtum 
tefiium  fiabit  omne  verbum  .    Jam  multi  adverfum  te  fefiifi'cati  futa  fuper 
quibujdam  arttcuUs ,  &  it  funt  virt  pr^jtantes  ,  ac  docii ,  ac  prò  erroribus 
illis  dcbes  peenitentitm  corde  contrito  fufcipere  ,    fecundùm  quod  tibi  Conci-: 
iium  proponcty  &  debes  contra  errores  illos  predicare,  doeere,  &fcriberey 
&  jurare,  qmddc  acteromhìt  vtlis  perttnactter tenere ,  aut  defendere,  quod 
cjufmc'di  erroribus  conforme  cfte  queat  .  Si  autem  illos  adhuc  vis  ttmerariè 
tenere,,  ac  refendere  ,  Concdium  adverfus  te  procedet  juxta  tenorem  Sacro- 
rum  Canonu,m .  Così  egli .  Perfillendo  dunque  nella  iux  oftinazioae  l' He- 
■ciu  */7ù  cncu  rellarea,  òtaftermando[r]voler'eiro  puì  torto  effer  mille  volte  vivo  abru- 
cr,.fi^>,t.fc£  ij.    ^,^jQ  ^  ^YiQ  mentire  al  Mondo ,  e  ritrattare ,  &  abjurare  la  fua  dottrina ,.  fiì 
#      u.  r.,r       edì finalmente alli  fei  di  Lucilo  [d]  dal  Vefcovo  di  Rige  dalcarcere  tra- 
fportato nella Chiela del  Concilio,  equividinuovoanjmonitoa  condan.^ 

aare 


Capitolo  IV.  47       ^™'',^ 

lìàrcli  tante  volte  condannati  quarantacinque  errori  di  V  Viccleff ,  ne'  quali  -^-^^11. 
s'includeva  gran  parte  della  fua  nuova  efecrabile  dottrina:  mil'Hus  Tem- 
pre oftinò  nel  rigettarne  r  abiura,  [a]  &  fatebaturfenon  pojje  illos,  re»/- *  ^•'^**''»*''^» 
tente  confàentia  fua  y  condemnare,  prafertim  trcs  iflos  .  Silvejìer  Tapa,  & 
Condantifiits  Imperato*-  enarunt  ,  quòd  dotaverunt  Ecclefìam.  Item  fi  Tapa, 
aut  Sacerdos  in  mortali  exiflat  peccato  ,  non  ordinai ,  nor%  confecrat ,  nec 
bapti'^at  .  Item  decima  Junt  pura  eleemofyna  ,  Surfe  allora  il  Vefcovo  ài 
Laon  ,  e  con  eloquente  fermone  deteftata  in  genei;ale  la  pervicacia  della 
Herefia ,  fi  procede  da'  Padri  à  una  nuova  condanna ,  prima  conflifamente 
dell' Herefie  di  VYicckS,  e  dell' Hus,  e  quindi  poi  alle  particolari  deli' 
Husfolafnente,  quali,  oltre  à quelle  di  VVJCclefF da  lui  foftenutc,  furono 
rifirette  nel  numero  ói  trenta  in  quell'ordine,  e  tenore.  [b]i.  Unica  eft  ^  *»'»<^«'*^' 
fannia  miverjalis  Ecclefia  ,  qua  eji  pradcfìinatorum  unii^erfitéis  ,  Univer-  ^^^  .^^^ 
falis  Sanala  Ecclefìa  tantum  eji  una  ,  ficut  tantum  eji  numerus  unus  omnium  deii"]tSrcfie'de"r 
Tradefiin^orum  .  2.  Taulns  nunquam  fuit  membrum  Diaboli ,  licèt  fecerit  t*^. 
a6lus  quofdam  aBibus  Ecclefta  malignant'fHm  coìifmiles  .  3.  Tr^fciti  non 
funi  partes  Ecclejta ,  cum  nulla  pars  ejus  ab  ea  finaliter  excidat  ,  eò  quòd 
pradejiinationis  charitas ,  qua  ipfam  ligat ,  non  exctdit .  4.  Dna  natura 
divinitasy  &  humanitas  Junt  unus  ChrTfius .  $.Trafcitus,  etfi  altquando  jìt 
in  grafia  fecundum  prafentem  jujiitiam  ,  tamen  numquam  eji  pars  San&K 
EccLcfia,  &  pradejiinatus  jemper  manet  membrum  Ecclejta  »  licèt  aliquanio 
excidat  à  gratta  adventìtia  ,  fed  non  à  grada  pradejìinationis  .  6.  Sumenèo 
Ecclefìam  prò  convocatione  pradejiinatorum  ,  jive  fìnt  m  gratia  ,  ftve  non , 
fecundum praftntem  JHJiittam  y  ijio  modo  Ecclefìa  eji  articulus  fìdei .  'j,  "Petrus 
nonfuit  ,  nec  eft  caput  Ecclejia  Sanala  Catholica  .  8.  Sacerdotes  quomodo- 
libct  criminose  viventes  Sacerdoti!  pollumt  potejiatem  ,  c^  jìcut  filii  infide^ 
les  fentiunt  infideliter  de  f^ptem  Sacrameutis  Ecclefìa  y  de  clavibus  ,  officiis  y 
cenfuris ,  moribus ,  caremomis  y&facris  rebus  Ecclefìa ,  veneratione  reliquia- 
rum  y  mdiilgentiis  y  &  ordinibus  .  9,  Tapalis  dignttas  à  C afare  inolevit ,  c5* 
Tapa  prafe5lioy  &  injìitutio  à  Cafaris  potentia  emanavit .  io.  Isfullus  jìne 
revelatione  ajfereret  rattonabiliter  de  fé  y  vel  de  alioy  quòd  ejiet  caput  parti- 
cularis  SanEla  Ecclefta  ,  nec  P^manus  Tontifex  eji  Caput  Fumana  Ecclefìa» 
II.  T^n  oportet  credere  ,  quòd  ijie  ,  quìcunque  eji  particularis  J^omanus 
Tontifex ,  fìt  caput  cujufcumque  particularis  Ecclefìa  fannia ,  nifì  Deus  eum 
pradejiinaverit  .  12.  T^lemo  gerit  vicem  Chrijìi  ,  -pel  Tetri  ,  nifì  fequatur 
eum  m  moribus y  cum  nulla  alia  fequela  fìt  pertinentiory  nec  aUter  d  DcQre- 
eipiat  procuratoriam  potejiatem  ,  quia  ad  tllud  Officium  Ficarit  requirit^r 
&  motum  conformitas  ,  <jr  infìituentis  au6ioritas  .  i^.  "Papa  non  eft  mani- 
feflusy  &  verus  Succejfor  Vrincipis  ^poflolorum  Tetri,  fìvivit  moribus  con- 
trarits  Tetro  ;  &  fì  quarit  avaritiam  ,  tunc  eji  yicarius  Judas  Ifcariotbis  . 
14.  Tari  evidentia  Cardinales  non  funt  manifejii  ,  &  -peri  Succejiores  Colle- 
ga aliorum  ^pofìolorum  Chrifti ,  nifi  vixerint  more  ^poflolorum ,  fervantes 
confi  Ha  y  &  mandata  Dommt  nojirij  e  fu  Cìorifìi-y  &  Do£iores  ponentes  y  quòd 
aliquis  per  cenfuram  Ecclefìaflicam  emeniandus  ,  fì  corrigi  noluerit ,  judicio 
facularieft  tradendhs ,  pro  certo  fequunturin  hocTontifìces Scribas ,  &  Tha- 
rifaosy  quiChrijium  nolentem  eis  obedire  in  omnibus  dtcentes  y  l^obis  non  lice f 
interficere  quemquam  ,  jpfnm  faculari  judicio  tradidemnt ,  eò  quòd  tales 
funt  bomicida.graviores  y  quàm  Tilatus  .  1%,  Obedientia  Ecclefìaftica  eji 
obedicntia  fecundum  adinventionem  Saeerdothm  Ecclefìa  prater  exprefìam 

au£ÌO' 


CióVANm       ^^  Secolo    XK 

AXlll.     auBoritatem  SerìptUYX  .    i6.  Divijìo  immediate  himianoYum   operum  efl  i 
.  .^,  .        quòd  fmt  vel  virtuofa ,    -pel  vitiofa,   quia  fi  homo  eji  vitiofus  -,  &  agat 
'  quidquam  ,    tunc  agit  vitiosè  :    &  fi  cjì  -ptrtuofus  ,    &  agat  quidquam  ì 
tunc  agit  virtuose  j  ficut  vitium  ,  quod  crimcn  dicitur  ,  &  ftcut  peccatum 
mortale  infidi  univerfaliter  a£ìui  hominis  ■pittoft ,  ftc  virtits  vivificat  omnes 
a5ìus  hominis  virtuofi .  17.  Sacerdos   Chrifli  vivens  fecundum  legem  ejus  , 
&  habens  notitmm  Scriptura  ,  &  affeBnm  ad  adificandam  populum  ,  debet 
predicare  j  non  objìante  pr<etenfa  excommunicatione  .   Quòd  fi  Tapa  ,    vel 
^liquis  "Praìatus  mandai  Sacerdoti  fic  depofito  non  prcedicare ,  non  debet  ohe- 
dire  fubditus  .    18.  Quilibet  pradicantis  officiam  de  mandato  accipit  ,    qui 
,.^,  .^    ,      idd  Sacerdotium  accedit  ,  &  illud  mandatum  debet  exequi ,  pratenj'a  excom- 
'  "*'  *  '^        wunicatione  non  ob(lante.  19,  Ter  cenfuras  Ecclefiajìicas excommunìcatioms , 
fufpenfionis  ,  0"  interdici  ad  fui  exalt^ationem  Clerus  populum  Laicalem  fibi 
'.,  j...  fuppeditat ,   àvaritiam  multiplicat  t   mditiam  protegit  ^   &- viam  preparai: 

jlntichriflo  :  fignum  autem  evtdens  eft  ,  quòd  ab  .Antichrijìo  tales  procedant 
cenfura  ,  quas  vocant  m  proceffìbus  futs  fulminationcs  ,  quibus  Clerus  prin-r 
cìpalifjimè  prùcedit  contra  illos  ,  qui  denudant  nequitiam  ^luichrifti ,  quam 
Clerus  maxime  prò  fé  ufurpavit.  20.  Si  Tapa  eft  malus,  &  prafcrtim  fi  eft 
prafcitusy  tunc  utjudas  ^4poftolus  eft  Diabolus  y  fur  ,  &  filius  pcrditionis, 
^  non  eft  caput  fan6{£  militantis  Ecclefi^  ,  cum  ncc  fit  membrum  ejusy 
■ZI.  Gratta  pradeftinationis  eft  vinculumy  quo  Corpus  Eccleft<£  ,  <&  quodlibet 
ejus  membrum  jungitur  Chrifto  capiti  mfolubititer .  22.  Tapa^  -pel  Trxlatus 
malus y  &pr£fi;itusy  eft  aquivocèTaftory  &  -però  Pur  C  Latro.  2^.  Taptt 
non  debet  dici  San£ii(Jimus  etiam  fecundìtm  officium  ,  quia  alias  B^x  etiam 
deberet  dici San5li{fmus fecundum  officium,  cjrtortoresy  &priecones  diceren^ 
turSandìiy  imo  etiam  Diabolus  deberet  dici  San6lus^  cum  fit  officiarius  Dei. 
24.  Si  Tapa  vipat  Chrifto  contrarie ,  etiam  fi  afcenderet  per  ritam ,  &  legi-. 
tìmam  ele&ionem  fecundum  conftitutionem  humanam  vulgatam ,  tamen 
aliunde  afcenderet  y  quàm  per  Chriftum  ,  dato  etiam  ,  quòd  intraret  per  .eie - 
Bionem  à  Deo  principaliter  faBam;  namjudas  Ifcharioth  ritèy  &  legitimk 
eft  eleBus  à  Domino  Jéfu  Chrifto  ad  ^poftolatum  y  eir  tcimen  afe endit  aliunde 
in  ovile  ovium  .  25.  Condemnatio  quadragmtaquinque  articulorum  Joannis 
Vyiccleffper  Dolores  fa£ia  ,  efl  irrationabilis  ,  &  iniqua  ,  &  malcfaBa; 
&  fiUa  eft  caufa  per  eos  allegata  ,  videlicet  ex  eo  ,  quòd  nullus  eorum  fit 
CatholicHSy  fed  quiUbet  eorum  aut  eft  hareticusy  aut  erroneus ,  autfcanda- 
lojus.  zó.'hloneo'ipfoy  quo  EleBoreSy  vel  major  pars  eorum  confenferic  viva 
voce  fecundum  ritus  hominum  in  perfonam  altquatn ,  eo  ipfo  illa  perfona  eft 
les^itimè  eleBa  i  vel  eo  tpjo  eftveruSy  &manifeftus  f^icariusy  velSuccefjor, 
Tetri  .Apoftoliy  vel  alterms  ^poftoli  in  Officio  Ecclefiaftico;  undefive^le&o- 
res  bency  vel  malo  elegermt y  operibus  eleUi  debemus credere,  num  eo  ipfof 
quo  qiiis  copiofiùs  operatur  meritorie  ad  profiSium  Ecclefite  ,  habet  à  Dea 
ad  hoc  copiofms  poteftatem  .  37.  "^oneft  fcmtilU  apparenti^:  y  quòd  oportcat 
efie  umm  caput  'mfpirituaiibus  ,  regens  Ecclefìam  ,  quod  femper  cum  ipja 
militante  EccUfu  converfetur.  28.  Chriftus  fine  talibus  capitibus  monftruo- 
fisy  per  fuos  vcraces  Difcipulos  ,  fparfos  per  orbem  terrarum  ,  meliùs  fuam 
Ecclefìam  rcgidaret .  29.  ^pofloli,  &  fideles  Sacerdotes  Domini ,  Jimmè  irk 
necefiariìs  ad  falutem  regularunt  Ecclefìam  ,  autequam  Tape»  officium  fuerit 
inirodu6ÌHmy  fic  facerent  deficiente y  per  fimmè  poffibile  ,  Tapa,  ufque  ad 
diem  fudicii  .20.  -Nullus  eft  Pommus  Civilis  ,  nullus  eft  Tr<(latus ,  millni 
.  ■  ~         eft 


Capitolo  IK  49       Giovan- 

eji  Epifcopusy  dttm  eji  in  peccato  mortali.  Così  l'Herefie  diGio:Hns  :  non  ^^  -^XIIL 
lenza  noftra  gran  maraviglia  nel  confiderare,  quanto  col  mondo  fi  fia  in- 
vecchiatala malizia  negli  hiiomini  ,  che  fé  i  maffimi  Herefiarchi  de' primi 
Secoli  Sabellio ,  Arrio ,  Neftorio ,  Eutyche ,  e  Pelagio  furono  Herefiarchi 
diunfolo  errore,  li  moderni  prefentemente  fono  di  mille.  Condannate 
l'herefie,  e  [<?]  Reperto  Joannem  Hus  remanere  in  perverfttate  fuay  &  di-  ubideml 
centem ,  quòd  propter  homines  ,  quos  docuit  de  oppofito  ,  non  -pellet  abjura-  bii"e""df  mone 
re,  fedmdleftes  comburi y  quìa  pereJHs  abjurationem  generaretur  fcandalum  contro  l'Hus. 
illis,  quos  docuit  de  oppofìto,  fi  venne  alla  condanna  della  perfona,  il  cui 
principal  tenore  fu  il  feguente,  TrafatumJo.Hus  h^reticum  fm(ìe  y  &  effe 
h£c  San&a  Synodus  pronunciai  ,  Ò*  tanquam  hareticum  judicandum  ,  & 
condemnandum  [ore  judicat ,  &  condemnat  per  pr^fentes ,  di6iamque  appella- 
tionem  tanquam  injuriofam ,  &  fcandalojam ,  &  illuforiam  jurifdiBionis  Ec- 
clefìajìica  reprobando  ,  ìpfumque  Joannerfi  Hus  populum  Chriflianmn  ìnaxi- 
me  in  F^egno  Bohemi^  in  prcedicationibus  fuis  publicis  ,  &  [cripturis  per 
eum  compilatis  [eduxifie  ,  ac  ejufdem  populi  Chrifliaìii  non  veracem  pr^di- 
catorem  Evangelii  Cimili  fecundàm  expofitionem  San6lorum  Do6Ìorurn  ,  fed 
fuifie  veriùs  fedu&orem .  Verùm  quia  per  ea  ,  qux  h^c  facrofanSia  Synodus 
yidit ,  &  audivit ,  cognovit  eundeni  Joannem  Hus  pertinacem ,  &  incorrigi- 
hilem,  &  adeò  totaliter  y  quòd  non  cupiebat  ad  gremìur/i  SanBa  Matris  EC' 
clefìie  redire,  ncque  barefes ,  c^  errores  pereum  publicè defenfatos ,  &  pr^- 
dicatos  velie  abiurare  ,  idcircò  hoc  facrum  Concilium  Conjìantienfe  eundem 
Joannem  Hus  ab  ordine  Sacerdotii,  &  aliis  ordinibus,  quibits  exijìit  infigm- 
tus ,  deponendum ,  &  degradandum  [ore  declarat ,  &  decernit ,  committens 
mhilominàs  reverendis  inChrifio  Tatribus  ^rchiepifcopoMcdiolanenfiy  Fel- 
trenfiy  ylflenfi,  ^lexandrino,  Bagarenfì ,  &  yaurenjt  Epifcopis,  ut  in  prjs- 
fentia  hujus  jacrofan6ì<x  Synodi  dt6lam  degradationem  ,  fecu?idùm  quòd  ordo 
juYis  requirit,  debite  exequamur.  Haec  Santìa  Synodus  Confiantienfis  Joan- 
nem Hus  y  attento  quòd  Ecclefta  Dei  non  habeat  ultra  quid,  gerere  valeat, 
jiidicio  fMulari  relinquere ,  &  ipfum  Curios  [aeculari  relinquendum  [ore  de- 
cernit. Così  gli  atti  Conciliari. 

In  efecuzione  dunque  della  pronunciata  formidabile  fentenza,  l'Arci- 
vefcovo  [b]  di  Milano,  eliVefcovidiCoftanza,eBagnareafpogliarono  ^^*''*''^- 
delli  paramenti  Sacerdotali  l'infelice  Giovanni ,  degradandolo  dall'eferci- 
zio  del  Sacerdozio  con  le  parole ,  e  riti  preferirti  nel  Pontificale  Romano , 
e  confegnandolo  quindi  al  braccio  fecolare  ,  acciò  Cefare  di  lui  daffe     f^iecuzione  a 
efempio  tremendo  di  giuftiziaà  tutto  il  mondo.  Allora  l'ImperadorSigif-  ^^'''* 
mondo  rivolto  al  Duca  ài  Baviera,  che  quivi  aillfteva  al  fuo  ufficio  col 
pomo  d'oro  m  mano,  [e]  Vade,  dinfegli,  recipe  eum;  e  ricevelloil  Duca  '^^'"''''^' 
con  una  mano ,  e  con  l'altra  pretencollo  al  Carnefice ,  che  rafigli  prima  tut- 
ti li  capelli  della  telìa,  fopralatefiaglipofeun'alta  Mitraci  carta,  in  cui 
a  gran  lettere  ftavano  incife  quefre  parole ,  Hic  eji  Hereftarcha .  Dal  luogo 
del  Concilio  condulTelo  la  sbirraghaal  luogo  del  fupplicio  ,  e  nel  condur- 
lo, vcggendo  egli  avanti  le  porte  del  Tempio  li  fuoi  libri ,  che  per  com- 
mandamento de'Padri  ardevano  nel  fuoco ,  sfarzofamente  forrife  ;  anzi  di- 
ccfi,  cheavvicinandofi  al  patibolo,  nello  fcorgere  il  palo,  acni  egli  doveva 
effere  affido  per  bruciar  vivo,  con  affettata  leggiadria  ai  Manigoldi  dicef- 
fe  ,  [  rf  ]  Hodie  ^nferem  ajjatis  ,  centum  ab  bine  amiis  niveiis  Cygnus  ve-     d  ^pnd  Nav. 
niety  quem  uccidere nonvakbitis .  Qual  diabolico  Vaticinio,  fé  pur  egli  è  ^JtT laril' l''h 
Tomo  jy.  D  vero,     fint. 


GiovAN-       ^Q  Secolo  XK 

^^  XXIII.  vera,  parve  poi  adempito  fn  Luteròi!4rianiato  da'Luterani  7^/ye«^Cy^««j. 
Giunto  al  palo,  con  allegro,  e  faftofo  volto  intonò  il  Salmo  trigefimo  :  In 
te  Domine  fperavi,  e  il  cinquantefimo  :  A/Z/er^ re  mei  Deus,  replicando  più 
volte  il  verfetto  :  Jn  manus  tuas,  Domme,  commendo  fpiritum  meum;  nel 
qual  canto  denudatolo  il  Carnefice  delle  vefti  laicali ,  legategli  dietro  la 
fchiena  ambe  le  mani,  al  preparato  palo  l'affiUe ,  acni  d'intorno  già  difpo- 
fta  fcorgevafi  materia  pronta  all'  incendio .  Accoftoglifi  allora  con  Chri- 
a  ibjdm .  ftiana  pietà  il  Duca  di  Baviera ,  &  il  Signor  de  Pappenheim ,  [a]  admonentes 

eum,  ut  adhuc  revocarci  y  ac  fu£  parceret  vitiC  :  Ma  tutto  in  vanoi  repli- 
cando egli  fempre ,  voler  mille  volte  arder  vivo ,  e  bruciare ,  che  una  fol 
volta  ab)urare  ;  onde  accefo  il  fuoco ,  e  cominciando ,  com'egli  voleva ,  ad 
arder  vivo,  fiìintefoad  alta  voce  efclamare  y  Jefu  Chrijley  fili  Dei  vivi  y 
b  Die  6.  Mi!  mifcrere  mei  :  e  fra  fante  parole  morendo  [^]  da  Diavolo  ne  fii  ingombrata 
'*'^"  la  vifta  dalle  fiamme,  edalfumo,  fra  le  quali  rinvenute  le  ceneri ,  furono 

incontanente  gittate  nel  Rheno ,  acciò  elleno  non  rimanelfero  in  pregio  di 
reliquie  a'fuoi  feguaci ,  per  inganno  de'quali  volle  l'Hus  nella  fua  morte  con 
lacrimevole  cftentazione  finger  fantità ,  coftanza ,  e  religione .  Il  che  vien 
proliflamenteconfiderato  dal  tante  volte  citato  Coeleo  con  quefta  degna 
rifleiiione,  ^nte  ipfumy  cioè  avanti  Giovanni  Hus,  erat  in  B^gno  Bobe- 
mi£  unus  in  Chrijìo  populusy  idipfum  dicebant  omnes  ,  idem  de  fide  y  &  re- 
ligione fapiebant  omnes y  in  eodem  fenfu  de  Chrijìo  y  &  SanSiis  eJHs  confentie- 
bant  omnes,  idem  erat  per  omnes  Ecclefias  ubique  ritus  ,  una  fides y  e^dem 
cdìremoni<£y  eadem  Sacramenta  :  Uus  vero  pnUherrimam  illam  mitatem  ha 
fctdtty  ac  difperfity  ut  in  hodternum  ufque  diem  miferanda  permaneat  iuBo- 
hemica  gente  divi  fio,  Eft  autem  divi  fio  illa  tam  grande  fcelusy  &  immanis 
culpa  y  ut  vel  mille  rogi  ,  aut  mortcs  hanc  maculam  eluere  ,  aut  expurgare 
nequeant.  Si  ergo  Hus  opera  illa  non  fi5lè  in  hypocrtfi  propter  vanam  glo- 
riamy  fed  verèy  &  ex  animo  y  &  cordis  devotione  fecity  mifcrabilis  profezìa 
efi  fua  infelicitate  y  quòd  tam  multa  y  &  gravia  pertulit  frufira^  dummiferè 
àFvicclephodcccptus  putaret  fé  bene agere intanto  divifionis  fcelere  :  fin  ve- 
ro fi&c ,  &  in  hypocrtfi  fic  fecit ,  five  utlaudem ,  &  vanam  gloriam  captaret, 
ut  ab  hominibus  videretur  conflans  viry  aut  Sanctus  y  ac  Martyr  Chrijiiy  ju- 
Jlam  recepit  ficiionis  mercedcm  :  fìveut  perhac  fe6iam  fuam  m  fuado6Ìrma , 
&  in  odio  contraClerum  confortarety  dignum  nequiti£  exitum  inveìiit .  Quo- 
cumque  autem  fecit ,  &  pafius  efi  animo ,  culpa  £tern£  mortisei  femper  adh^- 
ret;  nam  five  verèy  five  fi£lè  fic  fecity  pertinax  in  fenfu  fuo,  &in  divi  fio- 
nis  fcelere  in  mortem  ufque  permanfit ,  peccans  per  hoc  in  Spiritum  San6ium 
finali  impcenitcntia ,  T^llam  igitur  fpem  falutts  ipfe  fibi  reliquit .  Così  il 
Coeleo  Autor  Cattolico ,  e  degno  non  men  di  porger  fede ,  che  di  ricever- 
la :  ed  in  quelli  fentimentimedelìmi  fi  ftefero  à  lungo  li  Padri  di  Coftanza 
fcrivendo  eglino  di  quefto  avvenimento  pochi  giorni  doppo  il  feguito  fup- 
c  .^/7«/i  r(?f/<«»w  plicioal  Vefcovo,  eClerodiUratislavia,  \  c'\  Sciant  igitur  y  fi  qui  aufute- 
''*•'''  merario  hanc  nofiram  fententiam  Deo  gratiffimamy  totique  Chrtftiano  populo 

falutarem  ,  quoquomodo  tentaverint  impugnare  ,  ac  in  eadem  damnatijjima 
h^refi  perfliterint  y  aut  perfifìentes  in  ca  irerint,  aut  quomodolibet  defènde- 
rint  ,  ultra  divinam  vinditiam  ,  quam  debent  verifimiliter  expe&are  ,  nos 
in  eofdem  debito  modo  juxta  fan6iiones  Canon icas  proccjfuros ,  ut  fictalium 
corredilo  aliis  tranfeat  in  exemplum .  Così  eglino.  E  quanto  fi  affaticaflb  il 
Concilio  per  ridurre  in  cenere ,  ^  efterminar  dal  mondo  non  folamente  le 

olia , 


Capitolo  IV.  <i       GiovAN- 

OfTTa,  ma  THerefia  di  Giovanni  Hlis,  appreso  li  Bohemi  particolarmente,  ^^  ^^ììì- 

che  irritati  dalla  obbrobriofa  morte  del  loro  connazionale ,  di  già  fotto  ri- 

foliiti  Capi  machinavano  quelle  ribellioni,  e  guerre,  chedfuo  [^]  luogo  ^■^/jj/^""'''- 

defcriveremo ,  rendefi  chiaro  dalla  lettera  circolare,  chefcrifleroi  Padri 

à  tutte  le  Chiefe  del  mondo,  h«ui  notizia  noi  [^]  indichiamo  in  quefto  */;:'^,'^/"'  ""''• 

margine.  Ma  fé  il  Concilio  cito  li  rei,  l'Imperadore  [//]  procedèconlc  d^.»«<ì  cncUum 

minaccie di unageneraleCruciataper togliere  dalla  Boliemia quegli  here- '^'^-  «"^•''^•4. 

tici,  che  da  quel  Regno  preparavano  la  fconvoluzione  di  tutto  il  Chriftia- 

nefimo.  De' quali fuccelfi in  altro  [e]  più  opportuno  luogo  faremo  prò-  ^..^t/y^,  ^^ 

porzionata,  e  degna  menzione. 

Ma  dal  fupolicio  di  un  Herefiarca  pafllamo  all'altro  diunnuovoHere-  Girolamo  di  Pra- 
fiarca,  cioè  da  quello  di  Giovanni  Hus  à  quello  di  Girolamo  di  Pr;jga,  il  £^;/|i7;°^^;;^' 
quale  può  più  tolto  dirfi  compagno ,  che  feguace  dell'  Hus ,  O  fé  ne  riguar- 
dila  dottrina,  ò  fé  ne  abomini  la  empietà,  ò  fé  ne  confideti  la  pertinacia. 
Era  egli  laico*  come[(f]  fidifle,  pervertito  prima  dai  libri  di  Vvicckfl:,  e  j  vedi  n  Po.tif. 
poi  dagl'infegnamenti  dell' Hus,  lacuifetta,  dogmi,  religione,  eperfo- f;^^'■';-;,;^''f• 
na  ancora  tenacemente  egli  feguiva  con  tanta  pafJìone  d'impegno ,  che  non 
volendo  ubidire  alla  citazione,  ch'egli  hebbe  di  comparire  al  Concilio, 
prontamente  colà  portoffi  alla  notizia ,  che  poi  egli  ricevè  della  carcera- 
zione dell'Hus,per  foftenere  ramico,e  nella  difefa  degli  errori,  e  nella  com- 
pagnia de'  travagli .  Nulladimeno  com'  egli  venne  nafcoftamente ,  così  fe- 
cretamente  li  partì,  contentandofi  dello  sfogo,  che  inutilmente  diede  alla 
fuapaflìone,  con  lafciaraffilfo  un  gran  cartello  alla  porta  della  Chiefa  Cà- 
thedrale,  nel  quale  egli  ripigliava  d'mgiufto  il  Concilio,  ed  efaltava  per 
Cattolica,  e  fana  la  dottrina  dell'Hus .  Ma  nel  fuo  ritorno  in  Bohemia  pre- 
fo  dalle  guardie  Imperiali ,  fuo  mal  grado,  rientrò  in  Coftanza ,  &  aflicurato 
in  un  Monafterio  della  Svevia ,  tofto  depofe  la  fua  affettata  intrepidezza,  at- 
territo al  fupplit  io  dell' amico,  chefervìàlui  per  ravvedimento,  benché 
efìmero,  de' fuoi  errori.  Poiché  introdotto  nel  confeflb  de' Padri,  doppo 
eloquente  conclone ,  in  cui  egli  fignificò  haver  eflb  errato  non  ingannatore, 
ma  ingannato  ,quefta  confeifionè^publicò  della  fua  fède:  [e]  Ego  Hicronymus  e  Ex  na>s  Conc 
de  Traga  artmm  liberalmm  Magtjicr ,  e ognofcem  veram  Catholicam  Ecclcfìan?,  ^f^  'j^;,,^ confef» 
&  ^pofloik.im  fidem,  anatbemm':^oomnemh£ref2m ,  &  precipue eam,  (/e  iione  di  fede. 
qua ha6ieìiùs infamams  fui,  & quam  prateritìs temporibus dogmati^jiverum , 
&  tenuentm  Joanncs rviccliff ,  &  JoannesHusin  [uis  opufculis ,  libellis,  fin 
fermonibus  ad  clerum  ,  &  ad  populum;  propter  quam  caufam  praJiBì  cum 
juis  dogmatibus ,  &  erronbus  damnati  funt  ab  hac  Confiantienft  Synodo  tan- 
quam  harettch  &  eorum  doHrina  pr,.tdi6ia  ftmiliter  damnata  ,  maxime  in 
nonniillis  articults  expreijis  in  fententiis  per  hoc  Sacrum  Concilium  corina 
ipfoslatis  :  Confentio  autem  San6t£  l{gman£  Eccleft£,  &  ^pojlolica  Sedi, 
&  buie  Sacro  Concilio  ,  &  ore  ,  ac  corde  profiteor  m  omnibus,  &  per  om- 
nia ,  &  pr£fertim  de  clavibus ,  Sacramentis ,  ordmibus ,  officiis ,  &cenfuris  Ec- 
clefiafiicis ,  mdulgentiis ,  &  rcliquiis  San6iorum ,  &  Eccleftafiica  liberiate ,  ac 
etiam  de  aeremoniiSy  &  aliis  omnibus  ad  religionem  Chrijltanam  pcnincnti- 
biis ,  prout  ipfa  Romana  Ecclcfta ,  &  jlpojìolica  Sedes ,  &  hoc  Sacrum  Con- 
cdium  profitentur,  &  fpecialiter  qnòd  pr£di£ìorum  articulorum  plures  funt 
notorie  b^retict,  &dudumà  San^iisTatribus  reprobati,  quidam  ver òctiam. 
piarumauriumoffenjìvi ,  Cir  ip forum  nonnulli  temerarii,  &  jcduioft,  CiT  prò 
talibus  fmrunt  'pradi6ìt  articuli  per  hoc  Sacrum  Concilum  nuper  condemna- 

D     2  ti,& 


GiovAN-       ^2j  Secolo  XV. 

^^  AXlll.  j^^  ^  inhibitum  omnibus ,  &  ftnguUs  Catholicis  fuh  anathematts  intermi- 
natione ,  ne  de  catero  diclos  artkulos ,  fcn  eorum  aliquem  aliqiùs  predicare , 
dogmati'^are i  vel  tenere  profumerei.  Così  egli,  che  dichiaroHì  ancora  di 
haver  eifo  adherito  all'Hus ,  malamente  perfuafo  dalla  di  lui  apparente 
buona  vita,  e  dottrina;  ma  hor'che  il  Sacro  Concilio  haveva  difgregate 
le  tenebre  dalla  luce,  e  la  zizaniadal  grano,  ancor' effo  fottomettevaft 
alle  decifioni  de'  Padri ,  alla  condanna  del  reo ,  e  prometteva  perfeveranza 
finale  ne'  fentimenti ,  e  dogmi  della  Chiefa .  Con  la  medefima  humiliazio- 
ne  di  atti ,  e  di  parole  egli  domandò  perdono  ai  Padri ,  di  haver'eflb  alTeri- 
to,  Quòd  Fede  fio  triumphanti  fidem  tribuifiet,  come  fé  i  Beati  nel  Cielo 
haveffero  bifogno  di  credere  ciò ,  eh'  effi  vedevano  :  ed  havendo  egli  nelle 
fcuole  di  Praga  in  difefa  della  opinione  degli  Univerfali  reali  introdotta 
lina  figura  triangolare,  che  chiamava  Scutum  fidci  j  fpiegòil  fuofenfo  in 
fentimento  così  Cattolico,  che  pareva,  ch'egli  in  quel  triangolo  adom- 
brar'volefie  la  Divina  ElTenza  in  tré  Perfone.  Qual  articolo  afl'eriva  Ca- 
tholiae  veritatis  clypeus ,  &  fundamentum  :  e  tutto  i'efpolìio  di  fua  pro- 
pria mano  egli  fcriffe,  e  fottofcrifie . 
uLafianthiiUL.c.      Ma  [a]  Utimm  tam  facile  ejjet  prafiare ,  quàm  facile  efl  fimulare  boni- 
^ngÌ^'r& em- f ^^^'w  •  Poichcnonsì  tofto  eglidichiarofl]  fiuto  Cattolico ,  che  i  Padri  del 
pietà.    '  Concilio  lo  pronunciarono  vero  Heretico,  formandone  un  lungo  pro- 

ceffo, in  cui  egli  Riprovato  ingannatore,  e  fraudolente  infieme,  &Here- 
b  ^»».i4ij.       fiarca.  Fins' [f]  egli ,  comel'Hus,  un  palliato  ravvedimento,  che  in  lui 
procede  da  un  vero  terrore  del  profllmo  fupplicio  j  e  mal'  s' avvidde  il  mi- 
ferabile,  quanto  in  vano  cerchi  la  malizia  humana  ingannar  l'alta  Poten- 
za di  Dio  nella  fua  Chiefa.  Poiché  furfe  contro  lui  il  Promoter  del  Coaci- 
lio,  e  proponendo  a'Padri ,  che  fé  il  Prag^nfe  quindi  libero  ufciva  dalle  car- 
ceri di  Coftanza,  haverebbe  egli  fconvolto  il  Chrifrianefimo  con  herefia 
piùfuriofa,  che  1  antica  Arriana,  incontanente  ripigliollo  di  mille  efecran- 
di  eccefll ,  che  non  così  facilmente  purgar'  potevanfi  con  femplice  ritratta- 
zione, proferita  danna  bocca  diftomaco  infetto  avvelenato  :  E  i  capi  di 
Herefia ,  e  i  fatti  fcandalofi ,  di  cui  il  Promotore  incolpollo ,  fiirono  tanti , 
e  tali,  che  renderebbono  pregio  all' Opera  il  tralafciarne  il  racconto,  fé  il 
racconto  di  eilì  non  ridondafle  egualmente  in  informazione  del  Lettore,  in 
obbrobrio  deli' herefia,  e  in  gloria  della  Chiefa,  chesìbenfeppefcoprire, 
condannare ,  e  caftigare  non  folamente  gli  errof i  correnti  de'  VviccleflSftì , 
&  Hnfiìti  di  quefto  Secolo ,  ma  i  futuri  ancora  ge'Luterani ,  che  infuriaro- 
c  Omnia  hic  ex-  nouelfuturo.  FU  primieramente  [e]  dunque  Girolamo  di  Praga  ripiglia- 
'Jlf 'l6'^'!/riLis  ^^  '  ^^^  ^^^^^  carceri  ài  Vienna ,  nelle  quali  egli  era  fiato  rinchiufo  per  que- 
tIig!'  q»*  refert  rcladì  herefia,  nafcoftamentefolfe  fuggito,  benché  con  giuramento  obli- 
-^yn.an.cit.n.i}.  gato  di  attendete  in  efiela  fentenza  della  Chiefa  :  chefcommunicato  dall' 
'^'  Arcivefcovo  di  Praga,  haveffe  difpregiate  le  fulminate  cenfure:  che  mol- 

te fatire,  e  famofi  libelli  contro  il  Papa,  contro  l'ArcivefcovoSbinkone, 
e  generalmente  contro  tutti  gli  Ecclefiaftici  Prelati  compoflii,  e  divulga- 
ti haveffe  :  che  nel  giorno  Anniverfario  di  S.Vvenceslao  Martire,  nella 
Chiefa  entraflè  de'  Frati  Carmelitani ,  e  fuori  di  ella  ne  gittalfe  le  facre  Re- 
liquie, e'I  Predicatore  legafle  con  funi,  un  Carmelita  fchiatfeggiaUe ,  3c 
un  Domenicano  nel  fiume  precipitale  :  che  nella  Polonia ,  Moravia ,  e  Bo- 
hemia tumulti,  e  fedizioni  eccitati havefie  contro  il Magiftrato  Laico,  6i 
Ecclefiaftico  ,  e  nella  Lithuania  predicati  ,  e  foficnuti  li  quarantacinque 

artiv 


Capitolo  IV.  53       GiovAN- 

àrtìcolì  condannati  di  VvicclefFj  e  preferita  la  Chiefa  Scifmatica  alla  Ro-  ^^  XXlxI. 
mana ,  che  Tempre  con  Heretici  converfato  foffe ,  nelle  loro  Chìefe  entra- 
to, e  la  dottrina  di  VvicclefF,  e  dell' Hiis  in  ogni  luogo,  e  tempo  difefa , 
che  in  Parigi ,  Colonia ,  &  Heidelbergh  molt'  herefie  publicafe  havefTe 
contro  il  Mifterio  della  Santiffima  Triniti ,  e  da  per  tutto  con  fé  portata  la 
Imagine  di  VvicclefF  con  diadema  attorno  di  Santo ,  e  che  in  fine  con  hor- 
rida  ,  e  facrilega  rimembranza  ,  Chrijii  imagmem  fceleraùffimè  ftercore 
f^edajfet .  Ma  gli  atti  allegati  del  Concilio  più  individualmente  n'enumerano 
l'enormità,  eTherellein  quefto  tenore,  Quòdìn  Sacramento  ^Uarìs  pofl 
Confecrationem  remaneat  panis  materiali^.  Item  ,  quòd  panis  non  tranfuò" 
fiantiabatur  in  Corpus  Chrijii  in  Sacramento  principaliter  ,  &  corporale er  , 
fed  ut  ftgnatum  in  jtgno  ;  &  ad  fic  credendum  induxit ,  &  feduxit  ^uamplu- 
resy  qui  adirne  damnabiliter  in  di6io  errore  perfeverant  :  &  ftc  fuit,  &  eji 
rerum ,  publicum ,  &  notorium .  Item ,  quòd  tn  Hofiia ,  ftve  Sacramento  M- 
taris  non  eji  vere  Chrifius.  E  qui  tralafciate  molte  di  lui  difpregievoli  ar- 
guzie, degnediunCelfo,  e  di  un  Porfirio ,  così  fi  foggiunge  : /r^w? ,  quòd 
ad  firmandum  do5irinam  damnatam  di6li  Joannis  Vvicclejf,  &  confunden- 
dum  Catholicam  fidem,  deannis,  &menfibuSy  acdiebus,  ut  fuprà,  dtxit, 
afieruit ,  docun ,  ac  publicè  pradicavit ,  quòd  nullus  ,  quantum  ad  trium- 
phum  Martyris ,  feu  aureolam  Confefìorum ,  atque  Virginum  ,  in  calis  coro- 
nabitur,  ni ft credati  teneat,  menteque,  &  ore  confiteatur  fidem ,  &  doólri- 
Tiam,  quam  di6ius  Joannes  Vviccleff  fcripftty  docuit ,  atque  pmdic aviti  & 
in  fuis libriti  & opufcults cont'metur j  nec  extra  illam  efi  vera  do6lrina  :  CJr 
ita  fuit vcrum,  publicum j notorium,  & manifeflum .  Item,  quòddi6lusHie- 
ronymus  fentiens  Sacerdote s ,  &  alios  literatos  fibicontrarios  in  fuprà  proxi- 
mo  errore,  ad  hoc  ut  fuam  h^reftm  executioni  demandare  pofìet,  errores  er- 
roribus  accumula-pit,  &  de  novo  tenuit,  &  ajferuit,  quòd  virgìneSf  &  vi- 
duiC  i  imo  cujufcumque  flatus  ,  atque  fexus  rufiici ,  atque  plebeji ,  do&ri' 
nam  dióìi  Vviccleff  credendo  ,  &  veraciter  defendendo  ,  &  realiter  impu- 
gnando ea ,  qua  in  ftudto  Oxonienfi ,  &  fynodo  Cantuarienft ,  in  fiudio  Tra' 
genfi,  &  fynodo  Pragenft,  &  San&o  Bimano  Concilio  generali  funt  fuccefjh- 
vis  temporibus  in  contrarmm  condemnata  ,  pofl  hanc  vitam  in  ccelis  trium- 
fhatores  repromifit  ;  &  ita  fuit  publicatum,  &  notorium,  c^  manifeftum, 
Item  ,  quòd  diBus  Hieronymus  per  executionem  fu<e  furiojttatis  in  vulgari 
Bohemico  fecit ,  feu  fieri  procuravit  cantilenas  ,  &  carmina  continentes  in 
fenfu  ,  &  effe&u  verba  Canonis  conflituta  ,  &  ordinata  ad  confecrationem 
Chrifli ,  quas  mechanici  didicerunt ,  vir  eas  cantant ,  c^  cum  illis  dietim  [e 
pojje  conficere  Corpus  Chrifli ,  quod  perficere  attentant  de  diverfts  horis;  prò- 
pter  quod  invaluit  peffìmus  error,  &  maxima  commotio  cantra  Sacerdotes , 
&1U0S  de  Clero  in  partibusBohemia,  &  partibus  circumvicinis  :  &  fic  fuit, 
&  efl  verum  ,  publicum  ,  &  notorium.  Item,  quòd  d'-6lus  Hieronymus  ad 
confirmationem  fuorum  error um ,  &  harefum ,  ut  prcedi^os  Laicos  in  fuo  per- 
tinaci errore  confirmar  et ,  &  ut  fé  habiltores  ,  &  digniores  reputar  ent  ad 
pr^miffa,  inflruxit,  quantum  potuit ,  plurimos,  &  cantilenas  confinxtt,  & 
compofuit  y  in  quibus  textum  Biblia ,  dr  Sacr^e  Scrjptur<£  expreffit ,  &  capi- 
tuia  annotavit,  ut  ipfi  foli  videantur ,  &  non  Ecclejia  Promanai  ncque  aliide 
Clero  Sacram  Scripturam  intdligere ,  quae  ad  confufìonem  illorumde  Ecclefia, 
quando  placet  eis  ,  publicè  de  die  ,  &  de  no6ie  manifeflè  decantant.  Item, 
quòd  idetn  Hieronymus  ,  poflquam  diverfos  laicos  verba  confecrationis  , 
Tomo  ly,  D    3  dr  can- 


GiovAN-      ^4  ySecolo  XV, 

^^  -^Alll.  ^  cmtdmashujufmodidùcuit ,  temit,  dixìt,  &  pr£dicavit,afferuiti  quòd 
laici  Htriufque  fexus,  videticet  viri  ^  &  mulieres  de  [e Eia  Vvicdeffiflarum 
exijlentesy  &  do6lrmam  Fvicclejf  firmiter  devote  tenentes  ,  pofimt  confice 
re  Corpus  Chrifli ,   bapti'Zjire  ,  confefjiones  audire  ,  atque  alia  qu^cumque 
Ecclefiajìica  Sacramenta  conferre,  dummodò  proferant  verha  apta  ,  &  ordi- 
nata ad  confecrationem ,  &  Sacramcntorum  collattonem  :  cì'^  quòd  talia  Sa- 
cramenta fiant  tantic  !efficaci<£  i  &  vtrtutis ,  ac  ft  per  Sacerdotes  JHXta  for- 
Wam  Ecclefìie  conficerentur  ^  &  conferrentur,  per  hanc  damnabilem  h^rejìm 
"polem  talittr  enervare  potefìatem  ,  <&  au6loritatem  Ecclefìie  in  damnatio- 
ìier^  animar um  :  ex  hoc  &  Corpus  Chrifli  po[ìe  confiti  per  eos,  quandocumque 
"pellcnty  &  quacumque  bora,  etiam ajjeruit ^  &  publicè  dixit;  &  fic  fuit , 
&  eji  verum  ,  publicum ,  &  notorium ,  Iterai ,  quòd  di&us  Hieronynius  de 
ani'o  Domini  1409.  dte  Dominica  proxima  pofi.  Feflum  ^.(ìumptionis  Mari£ 
Fnginis  y  in  civitatc  Tragenfi  ,  &  diverfìs  aliis  locis  ,  &  fpecialiter  in  Ca<. 
pelia  B'thlekeni  mmcupata  ,  proòdicavtt,  docmt,  &  afieruit  jìmilem  bare- 
firn ,  quam  temit  Joannes  Husy  vtdelicet  quòd  excommunicatio  Tapa  y  Epi- 
fcopiy  -pel  cujuftumque  alter  ius  mimfiri  Ecclefì^y  non  fit  ttmenda  ,  ne  e  cu- 
randum  de  ea  ,  nifi  de  quo  conflaret  excommunicatum  priùs  effe  à  Deo,  ac 
proptereà  cxcommunicationes  latas  in  loco  Vragenji  contra  defendentes  do5iri- 
nam  f^'vicclejfy  &  intcrdi^um  in  loco  appofitum  au6ioritate  yìpoftolica  tn 
nullo  effe  tcnendum  :  ncque  de  excommunicattone  curandum,  quianecTapa , 
nec  alicu:  alteri  minifìro  Ecclefi£  erat ,  ncque  unquam  fuerat  falis  ,  ncque 
tanta  potefias  attributa  à  Deo  ;    &  propter  hoc  de  fa&o  m  pluribus  locis  , 
&  Civitatibus  Dia^cefis  Tragenfis  fuerunt  compulfi  Tresbyteri  ,  (^  Sacerdo- 
tes per  potentiam  laicalem  celebrare  ,    0"  divina  minifìrare  ,   non  obftan- 
tc   interdico  ,   auBoritate    ^pofìolica  poftto  ,    in  i  ivi  tate  Vragenfì   :    & 
ita  fuit  ,  &  efi  verum  ,  publicum  ,  e^  notorium  .  Jtem  dixit ,  C^  pradi- 
cavit  pnediBus  Hieronymus  m  fua  nequitia  perfiflens  ,   &  errores  Fvic- 
cleff ,  &  Joannis  Bus  Jeminando  ,  &  defendendo  ,  quòd  nulla  potefìas  dan- 
ài  mdulgentias   refidet  fipud  Tapam  ,   ncque   Epijcopos  ;   quòdque  literis 
^poflùltcis ,  ncque  Epifcoporum  ,  contincntibus  mdulgentias  y  nulla  fides  fit 
adhibenda  ;  (jr  quòd  mdulgentia  tales  de  nihilo  proficiunt  j  prt^dicantefque 
indulgentias  impedivit ,  &  defìflere  fecit ,  quando  prafens  fuit ,  prout  de 
anno  Domini  1412.  &  de  menfe  ^ugufii  in  Oppido  ISlova  Domo  Tragenfis 
Dioecefis  &c.  Quindi profeguifcono  gli  atti,  lam memorando  i  di  lui  ec- 
celli, allor  quando  egli  con  armi  alla  manoperfeguitò,  e  pofeinfugali 
Predicatori  delie  Indulgenze,  infeguendoli  pofcia  con  gì'  improperii  d' 
jmpoftori,  e  temerarif,  e  chiairandó  il  Pontefice  bugrardo ,  heretico, 
&  ufurario  delle  cofc.  facre ,  e  profane  :  e  lìcguono  poicia  :  Item ,  quòd 
idem  Hieronymus  publicè  afj'eruit  ,  C^  dixit  in  contcmptum  clavium,  &  Se- 
dis  xApoflolic£ ,  quòd  Bullis  Tapalibus  non  efìet  credendum  ,  quia  nulU  ef- 
fent,  necetiam  Tapa  pofjet  Indulgentias  aliquas  dare,  aut  concedere;  &  hoc 
m  contcmptum ,  &■  vtlipendium  Sedis  ^pojìolic£ ,  Ù"  etiam  I{omana  Curia , 
cujus  caput  efl  Tapa  :  &  fic  fuit,  &  cji  verum y  publicum  y  &  notorium  , 
Item  y  quòd  di^iis  Hieronymus  dixit,  tenuity  &  afjeruir  tam  in  Civitate  , 
&  Dietcefi  Tragenfì ,  quàm  extra  ,  contra  determinationem  Ecclefia  ,  quòd 
licitum  efl  cuique  laico  literato  ,  vel  alias  intelligenti ,  ubique  ,  &  quolibet 
loco,  five  in  Ecclefia,  [ive  extra,  &  fine  Tapa,  &  Epijcopi ,  Curati,  aut 
cujufcumque  alterius  licentia  predicare  verbum  Dei ,  prout  idem  Hierony- 
mus 


Capitolo   IK  <<        GiovAN- 

fntìs  plwies  in  diverfis  dioecefibus ,  &  Ycgnis  fecit  publicè,  tamin  Buhemiai  ^^  v^^^^ìIì. 
quàm  in  Moravia)  cum  longa  barba  publicè  ,  e^r  notorie  ,  laicus  exifiens  , 
Verbum  Dei  pr^dicans  fine  cujufquam  Epifcopi  y  vel  akerius  presbyterilicen- 
ttaj  eò  quòd  videntur  licéntiati  à  Dco  vacati  j  aut  yttifji  :  (jr  fic  fnit,  &eji 
verum,  &manifeftum.  Iterai,  quòd  idem  Hteronymus  m  Hungaria ,  inBud^t 
coram  Serem/Jlmo  Trincipe  ,  &  domino  Sigijmundo  r\omanorum  ,  &  Hun- 
garia t{eg€-,  in  Capella  regia  Cajìri  Budenfis  de  anno  Domini  1410.  in  Coeniz 
Domini  i  laicus  exijiens  y  &  in  habitu  laicali  cum  longa  barba  y  in  pr^fentix 
Domini  I^egisy  &  multorum  i\7(;  Tatrum  Epifcoporum,  &  altorum  Trala- 
torum  y  &  etiam  aliorum  diverforum  jlatuum  ,  fupra  ,  &  infra/cripta  ,  ac 
multa  alia  fcandalofay  &  erronea  in  fide  y  &  ctiam  h^reticade  Sacramenta 
u4ltaris,  &  alta  contra  fiatutmn  Ecclefia(ìicum i  <T  ptarum  aurium  ofjenfi- 
yUy  ex  quibus  pojjent [equi  feditioneSy  &  commottones  populares contrade- 
rum  per  Dominos  temporalesy  nulla  poteflate  fuffultusj  fcd  errore s  Joannis 
rpiccle§  publicè  pr^dicavity  &  ftc  fuity  &ejì  verum,  publicumy  '&noto- 
rium.  Itemi  quòd  propter  pramifìa  pr£di6ius Dominus l\ex  fecit  diCtum  Hie- 
ronymumcapty  &  eum  Domino  Strigonienfì  captivum  prajentariy  &  fic  fuit, 
&  efì  verum  ,  publtcum  ,  &  manifejìum .  Item  ,  quòd  diBus  Hieronymus 
Indulgentiarum  pradrcationem  impedivtt ,  qu.mdo  prafens  fuit  ,  &  quando 
prafens  non  ejjet ,  deputava  certos  praterifos  laicos  ,  qui  difcurrebam  per 
Eccleftas  civitatis  Tragenfis ,  dum  ibi  fermocinaretur  ,  c^  pradicationem 
Indulgentiarum  impediverunt  i  &  turbavcrunt,  de  mandato  ,  &  induzione 
ditìi  Hieronymi  clamantes ,  &  dicenteSy  Di£ios  pr^dicatorcs  effe  menda^es, 
deceptores  y  &  feduBores  illorum  de  populo  j  quce  quidem  Indulgenti^  ,  ut 
di£ii  laici  publicè  afjertbanty  non  proficiebant  in  aliqito  populo  Cbrijliano:&' 
ftc  fuity  &  ejl  verum.  Item  y  quòd  di6Ìus  Hieronymus  prò  exccutione  fu  te. , 
furto/itatiSj  pr^mijfis  malis  non  conttntus  ,  jed  pejora  malis  accumulando  , 
de  anno  Domini  141 1*  feria  tertia  infra  oBavam  Tentecofies  literas  ^pojio- 
licaSf  Indulgentias  contmentes  i  exhortatorias  ad  piai  &  meritoria  opera, 
fecit  capii  ac  recipi  in  quodam  curru  cum  meretricibus y  quibus  hujufmodi 
BulU  ad  mammilias  appendebantur  ,  &  procuravit  paU'.'i  ,  ac  publicè  de 
minori  Civttate  ,  &  per  antiquam  civitatem  Tragenfem  duci  ,  circur-f tanti- 
bus  juxta  currum  Vvicclcifijiis  armatis  cum  fujiibusy  &  gladiis  jiixtaip(ìus- 
Hieronymi  ordinationem  clamantibus  y  &  pr£coni'7iantibus y  quòdsMaSy  & 
literas  uniiis  h jer etici y  ■&  ruffiani  ducer ent  ai  comburcndum  :  cr  fic  in  nova 
civitate  Tragcnft  in  platea  prope  mediajìinum ,  tamquam  hxrcticaSy  <&  ve- 
lut  continentes  crrores  juxt a  fententiam  Joannis  V vie cieff  y  &  Joannis  Hus 
ht&reticorum  y  eas  publuè  comburi  fecit  y  fcu  fieri  procuravit,  V  difpofuit  : 
<^  ftc  futty  & ejì verum y  publtcum y  mtorium,  & manifejium  .  Item,  quòd 
di&us  Hieronymus y  in  fua  perfidia  perfifiendoy  dixit  y  érajjcruity  &  pnb'i- 
cè  pr.€dicavit  ,  fufcitando  errorem  alias  per  Ecclejiam  damnatum  ,  qaod 
imagines  ad  repr^fentationem  Chri(ìi,  cffigies  Crucis,  Firginifque  g'oriof^, 
vel  cujufcumque  aiterius  Sanali  canoni':^uti  in  Ecclefiis  ,  nec  in  uliis  lotis  non. 
funt  pingendx ,  nec  uliitenus  veneranda ,  fed  hoc  facerv  ejì  bxrcticurn  ;  non 
attendensy  quòd  !- e  de  fiat  alia  voluit  fieri ,  ut  per  objetìum  talium  imaginurn 
reprafentantnim  SanBum y  in  cujus  memoriarn  piṭ  funt,  moverentur  tnte- 
rions  potentine  ,  &  excitarentur  ad  devotionem  ,  CT  quòd  funt  jinptur^. 
laicorum  ,  maxime  forma  vivifica  crucis  y  qua  terretur  da^mon  ,  &  pr*/^iit 
fugit,  Item  ,  quòd  dìBus  Hieronymus  fperabat  ,  ut  verifimiliter  cn^duur  , 

D     4  pojfe 


NI  AAlll.  pofieUhertere  populos  à  contìnuatione,  &  vifttatme  Ecclefwum]  detefiart- 
do,  & condemnando imagines San&omm ,  credens etiam  per  hoc ,  quòd  ipfum 
libenttùs  fequerentur,  &  audirent  doóirinam  ejus  ;  <^  videns,  quòd  per  hoc 
non  proficeret ,  quadam  die  de  menfe  Martii ,  ami  videlicet  141 5.  acceffit  ad 
Monajierium  Fratrum  Minorum  San&i  Jacobi  in  majori  civìtate  Tragenfi  , 
&  imagmem  Crucifixi  ligneam  extra  kccleftam  in  angulo  ex  oppofito  Domus 
S,KreiJJe,  ad  quam  confnevit  effe  curjus  hominum  caufa  devotioms  ab  me- 
moriam  paffioms  Cbri/ii ,  invajit ,  &  infultavit  in  eam  ,  &  fiercoribus  hu- 
manis,  &  vilitatibus  imdt^ue  maculat^it ,  dicendo,  hxreticumejje  depingere 
imaginem Crucifixi ,  &  cu'ìufcumque alterins San6li;  per  quod  fpterunt quam- 
flurmi  multum  fcandaliT^att ,  &  ftc  fuit,  &  efi  rerum.  Mi  il  medefìmo 
Girolamo,  che  tanto  aborriva  le  Sacre  Imagini,  egli  poi  adorava  quella 
di  Vviccleif  dipinto  con  diadema  di  luce,  e  di  fplendori .  Onde  quindi  de- 
ducafi ,  con  quale  animo  egl'  intraprendeire  tali  cofe  :  Et  illud  idem  voluit , 
&  difpojuit  fieri  diclus  Hteronymus  de  oìino  pradiSio  die  [abbati  proxima 
ante  Dommicam ,  Domine  nelongè,  mdi6lo  Monafterio  S. Jacobi  per  quem- 
dam  fabrum  f^viccleffijiam  de  nova  civitate  Tragenft  de  Tort:^ie:^ ,  qui  ac- 
cedens  pradi^am  imaginem  Crucifixi  cum  fiercoribus  humanis  fcedavit  infra 
fermonem,  dicendo,  hxreticum  effe  depingere  imaginem  Crucifixi;  per  quod. 
fuerunt  quarnplurimi  afiantes  multùm  fcandali7^att  :  qui  quidem  laicus  fuit 
ibidem  publicè  detentus ,  &  recognovit ,  quòd  ex  induzione  di£ti  Hieronymi 
facere  voluit  :  &  fic  fuit ,  &ejiverumi  publicum,  &notorium.  Et  illud, 
idem  fecit ,  &  procuravit  fieri  di6lus  Hteronymus  in  die  Feneris  fancii  in 
Monajìerio  B.  Maria  in  ^rena  in  civitate  nova  Tragenft  per  quemdam  lai- 
(um  fe&a:  Fviccleffijìarum  ,  qui  crucem  ,  coram  qua  fannia  crux  fub  effigie 
pr<edt6ia  ipftus  venerabatur,  Jìcr  cori  bus  deturpavit,  ac  tot  al  iter  maculaviti 
i&  ita  eft  verum ,  publicum ,  &  notorium  .  Item ,  quòd  diclus  Hieronymus  , 
perfijìendo  in  erroribus  Fviccleffiftis  ,  fpecialiter  Joannis  Hus  damnatis ,  & 
eos  defendendo  ,  dixit ,  afferuit ,  &pradicavit,  quòd  nullo  modo  P^liquia 
San£Ìorum  funt reverendce ,  nec  adorando:  &  hoc  pluries ,  &  fapè,  acetiam 
publicè,  &notanter  in  civitate  Tragenft,  in  cujus  Cathedrali  Ecclefia  ve- 
lum,  &  peplum  yirginis  gloriofa  habetur,  ac  reverenter  veneratur  à  Chrifii 
fidelibus,  dixtt,  quòd  non  plufquam  cmis  tllius  aftni,  m  quo  Chrijius  infide- 
bat,  debeat  in  reverentia  Liberi  :  &  de  menfe  Septembris  anni  141 2.  in  die 
S.Vvenceslai  in  Monajierio  pr£di6lo  S.  Maria  in  ^rena  ipfe ,  &  quidam  lai- 
ci yviccleffijìarum  quafdarn  reliquias  repofitas  in  quodam  Mtari ,  de  fa6io 
extraxerunt,  &  ad  terram  viliter  projecerunt,  pedibus  conculcando  :  &  af- 
feruit idem  Hieronymus  ,  &  publicè  tenuit  ,  quòd  venerari ,  &  adorare 
B^liqutas  San£iurum  ,  aut  eas  adornare  auro  ,  vel  argento  ,  efi:  hareticum  , 
quòd  fuit ,  <&  efi  in  mervationem  fidei ,  &  defiruUimem  ^ligionis  Chrifiia- 
7i<6,  &m  fcanddutn  tctius  Ecclefia:  &  fic  futt ,  &  efi  verum,  publicum,, 
&  notorium,  Ittm,  quòd  di6lus  Hieronymus  tenuit,  afferuit,  &dixit,  ac 
pradicavit ,  veram  Ecclefiam  Catholicam  effe  apud  obfervantes  fe£iam  ,  <& 
do^lrmamVviccU'ffiiìarHm,  &  Joannis  Hus  ;  quòdque  illi  ,  qui  prò  Jufl'men' 
do,  &  defendendo  di£iam  do^nnam  moriuntur  ,  funt  veri  ,  c^  glorio  fi  Mar- 
tyres  Chrifii  :  ^  proptcreà  tres  nequt[fimos  viros  di6io  ,  fa6ioque  obflinatos 
in  ca  decapitatos  m  Traga  de  anno  Domini  141 2.  de  menfe  J unii ,  Hierony- 
ìnus  cum  fms  fequacibus ,  cum  aromatibus ,  &  incenfo  ad tumulum  fecit ,  feti 
procuravit ,  portavi  prò  e  ejJionaUtcr  cantando  :  IftifuntfanUi ,  qui  prò  tefiamen- 

to  Dà 


Capkola  IV.  57      GiovAK- 

tù  liei  fuà  coYpora  tradìderunt  ad  fupplicia,  ad  firmandum  per  hoc  hareti-  ^-^  -a.^ììi. 

cos  illius  fe5i£  in  eorum  errore  ,  &  perfìdia  ;  &  ftc  fuk ,  (jr  eji  verum  , 
publicum  y  &  notorium .  Item  quòd  di^us  Hicronymus  in  craflinum  tumula- 
tionis  dt^orum  b^reticorum  in  Capella  di6la  Bethlebem  à  multitudine  illius 
fe&£  cantari  procurdvit ,  &  fecit  prò  eorum  memoria  Mijjam  de  Martyri- 
bus ,  &  incipit  officium  ,  Gaudeamus  ,  dr  fubjunxit ,  In  honorem  Sanzio- 
rum  Martyrum ,  de  quorum  efj'uftone  fangmnis  gaudent  angeli  ;  crimen  cri- 
mini damnabilijjimè  adjungendo  ,  videltcct  idololatme ,  &  fic  venerando  fa- 
crilegos  damnatiffimos  ,  &  ufurpando  auZioritatem  Sedis  ^poftolic£  ,  fine 
cujus  au6loritate ,  &  approbatione  nullus  prò  San^o  debet  haberi ,  vel 
venerar t  ;  &  in  tantum  excitavit  rabiem  virorum  ,  &  mulierum  illius 
fe6ia  ,  quòd  per  quamordecim  dies,  vel  circiter ,  fucceffivè  ,  poji  decapita- 
tionem  pnedi^orum  ,  fmgulis  diebus  erat  concurfus  quadraginta  ,  aut  quin- 
quaginta  veniemmm  ad  pr<ietorium  di6ijs  Civitatis  Tragenfis  prope  locum  ,  in 
quo  fuerunt ,  dicentes  quòd  veri  Martyres  erant ,  &  prò  vera  Chrijii  fide 
mortut  j  parati  Jìmilem  mortem  fubire  prò  eadem  fide  ,  ut  dicebant  ;  ex 
quo  fnit  grave  fcandalum  cantra  fidelcs  Catholicos  ,  &  horror  maximus  , 
atque  turbatio  in  Cìvitate  Tragenfì  exorta  :  &  fic  fuit  ,  &  eji  verum ,  pu- 
blicum t  notorium  ,  ^  manifefium.  Così  l'Herefie  ,  e  le  fceleracezze  di 

Girolamo  di  Praga.  z  srjr.it. 

Formato,  e  provato  l'horrido  proceffo,  ne  fu  al  Reo  [a]  conteftatò 
il  tenore  nel  publico  Concilio  >  e  fenza  pena  di  contradizionefiidaluiil  ^^^  r-enc^n^a  fa- 
tutto  approvato,  e  confeflato,  francamente  aderendo,  haver'elFo  abju-  pa  la  realtà  dei 
rati  gli  errori  di  VvicclefF,  e  dell'  Hus  incenda  metu ,  &  non  confcientia ,  ^.acrainento , 
eifendo  ch'eflb  era  rifoluto  di  voler' loro  adherirelìn' alla  morte.  Negò 
egli  folamente  di  approvare  le  opinioni  di  Vviccletf  circa  il  Sacramento 
dell'Altare ,  onde  dfcono  gli  atti  [  6  ]  citati ,  clie  Hieronymus  de  Sacramento  b  ^i>HdT{ajn.  an, 
^Itarisy  &  tranfiubfi,antiatÌQne  panis  in  corùus  profefius  eft ,  fé  tenere ,  &  ere-  '"f"^'»'"* 
dere  ,  quod  Ecclefia  tenet ,  duens  ,  [e  plus  credere  ^ugufiino  ,  cJ"  cxteris 
Ecclefije  Do6ìoribus,  quàm  Joànni  ^viccleff ,  &  Joanni  Hus  :  &  al  Vefco- 
vo  di  Lodi,  che  npiglioUo  di  oftinazione^  e  di  perfìdia  ,  nel  rigettar  , 
eh' egli  faceva  le  ceremonie,  e  riti  della  Chiefa,  francamente  rifpofe,  £/^  e  fopraie  incfui- 
fo  non  negarne  alcuno  y  econfefsò,  JndulgentiasTap£  y  &Cardinaliumy  effe  .^erimVnif/e'rf- 
ritèdatasy  c^concejjasy  &  fieri  pojfe .  Sed  indulgentìasemptasy  proutTapa  n  delia  chiefa 
communiter  mittit  quaftuarios  fuos  ad  partes  alienas  y  adextorquendum  dena-  Ca«oiica» 
rios  S.V'tri ,  qui  communiter  qucefiuarii  emunt  primo  à  Tapa  ad  extorquen-^ 
durnmajores  fummas  y  &  deinde  pr^dicant  dlas  in  partibusy  in  quibus  eorum 
qiixfius  fieri  debet  ì  quòd  ilU  indulgenti^  non  funt  indulgenti^  t  fed  abufiones 
indulgenti arum ,  Così  gli  Atti  :  ma  li  Padri  non  conliderato  il  primo  buo-  sua  condanna. 
no  f:à  tanto  male  luiieguente  procederono  alla  condanna  formale ,  che  fu 
pronuntiata,  e  ftefa  in  quello  tenore  :  [e]  Sanala  Synodus  eundem  Hiero-    e  in  tCUs  apud 
nymum  palmitem  putridum ,  aridum ,  in  vite  non  manentem ,  foras  mitten-  J-^,"*  """•  ^'*^^* 
dum  decernity  ipfumque  hareticum  y  &  in  b^refimrelapfumy  excommunica- 
tum,  aaathemati'^atum  pronuntiaty  &declaraty  atque  damnat  :  ecosìcon-^ 
dannato,  fu  Girolamo  di  Praga  da' Padri  confegnato  al  braccio  Secolare*  ^^.^  o  Mai, 
che  ne  prefedi  lui  [d]  in  quell' ifteflb  giorno  il  meritato  caftigo  del  fuoco,  ra  lo^^'nn.^i'ieT 
Nelcondurfialluoqodel  fupplicio,  interrogato  da  un'amico  :  [^  1  ^"'^  "•  po^''"'/'''»''"'' 
entiret  de  Sacramento  f  ad  alta  voce  egli  rifpoie,  Snatura  panem  :  in  con-  dnm  ^r<t.  pug, 
fecratione,  &  pofi,  verum  Cbrilìi Corpus,  &reliqua  fecundùm  fidemicrc-  ''^' 

I^1|  c  morte  a 


NI  A^lll.  piicandogli  Lin  altro  degli  adanti ,  M  qui  ajunt ,  te  dixijje  ,  pojl  confe- 
crationem  remanere  panem,  Q2,h  (onid^ndo  di  luiovo  nfpok  ,  Cum  ad  Va-' 

/o.xi///.""""*./^^^^'^  rm^«er,  remanet  paais .  [a]  Tandem  y  foggiunge  il  Niemio  3  ipfe 
Hieronymus  dignis  digna  recipierii  ,  hìc  firuliter  condemnatus  de  harefì  ,  & 
etiam  curia  f^eculart  traditus ,  &  ipfo  die,  qui  fuitS abbati  ^o.  MenfisMaji 
bora  lo.fpiritum  igne  combujius  mifer  efjiavit  :  & dum  ligatus  diueretur  ad 
mortem,  cantavit  publicè  SymboUm  ,  videlicet  :  Credo  in  unum  Deum  &c. 
licèt  tarde  j  &  concinne  loquebatury  quoitfque  decejjit ,  fed  os  ad  loquendum 
fotmt  aperir  e  i  objìinatiffìmus  in  pradi6ìis  fuiserroribus,  invita,  &  in  mor- 
te ,  pYàìfumptione  diabolica  ,  &  damnabilt  perfeverans,  Un'Heretico  Au- 
tor del  Libro  intitolato  de  beilo  Hufjicico,  riferifce  che  nell'atto,  incili  fu 
legatoGirolamoalPalo,  rivolto  al  popolo  ,  così  ad  alta  voce  egh  dicef- 
fe.  Ad  jujiiffimum  Jcfu  Chrifìi  Tribunal  appello,  ut  cerne  fimo  ab^h  ine  anno 
mihiadhjecrefpondeatis;  alludendo  egli  tbrfe  al  detto  dall'Hns,  che  parve, 
chepreiagiirelaHerelìa,  ch'india  cent'anni  furfe di  Lutero  :  ma  dique- 
fk)  vaticinio,  liccome  dell' altro  da  noi  accennato  nella  morte  deli'Hus, 
non  fanno  alcuna  menzione  gli  Autori  contemporanei  à  quei  fucceifi ,  on- 
de non  fol  dabbiofa ,  ma  falfa  ne  ripatiamo  la  tradizione .  Che  il  Pragenfe , 
fìccomerHus,  affettane  coftanza in  quella  terribile  forte  di  morte,  fu  ef- 
fetto di  fuperbia,  e  non  ficurezza  di  cofcienza,  che  non  mai  può  darli  in 
cuore  refrattario  allaChiefa,  &  oftinato  nella  Herelìai  ella  però  fi  refe 
ammirabile  una  tanta  intrepidezza  a  chi  non  ben' confiderà,  quanto  s'in- 
gegna il  Diavolo  di  haver'  anch'  elfo  i  fuoi  martiri  non  fol  con  laurea  d'in- 
felice martirio,  ma  con  pregio  eziamdio  di  male  impiegata  magnanimità,. 

b  ?o?^uiFioii«.Uf\  stabat  impavidus ,  dice  elegantemente  del  Praffenferallesato  Poggio, 
^  Icrivendo  ali  Aretino,  mtrepidus,  mortem  non  contemnens  jolum  ,  fed  ap- 
petens  ,  ut  alterum  Catonem  dixifjes .  Tsl^on  laudo  ,  fi  quid  adverfus  Ecclefia 
injìituta  fentiebat  :  do&rinam  admiror  rerum  plurirnarum  ,  fciemiam  ,  elo- 
quentiam  ,  dicendi  fuavitatem  ,  &  argutiam  refpondendt  .  Sed  vereor  ,  ne 
h£c  omnia  in  pefiem  fuam  fibi  fuerint  à  natura  cóncejja,  Datum  deinde  fpa- 
tium  poenitendi  biduo.  Multi  ad  eum  accedere  viri  eruditiffimi,  ut  ipfum  à 
fententia  fua  dtmoverent  :  inter  quos  Cardinalis  Florentinus  eum  adiit ,  ut 
eum  fle6leretadre£Ìamviam  ;  fed  eum  pertinacia!  in  erroribus  perfeveraret , 
per  Concilium  barefis  damnattis  eji ,  &  igne  combufius .  Jucimda  fronte  ,  (j7- 
alacri  vultu  ad  exitum  fuum  accefjit;  non  ignem  expavit  ,  non  tormenti  ge- 
nus,  non  mortis.  l^ullus  unquarn Stoicorum  tam  confianti  animo,  tam  forti 
mortem  perpejjus  ,  quàm  ipfe  appetiifk  videtur .  Cum  veniffet  ad  locum 
mortis,  fé  ipfum  exuit  vejìimentis  :  tum  procumbens  flexis  geni  bus,  venera- 
tus  palum  ,  ad  quem  ligatus  fuit  ,  primàm  funibus  madentibus  cum  catena, 
nudus  ad  palum  conJìriÙus  fuit  :  lignademde  circumpoftta  pectore  tenus ,  non 
minufcula,  fed  grofja,  paleis  inter  je5iis  :  tum  fiamma  adhibita,  e  anere  cce- 
pitHymnumquemdam,  quem  fumus,  &  ignisvix  mterrupit.  Hoc  maximum 
conjiantis  animi  fignum ,  cum  Licior  ignem  poft  tergum  injicere  vellet ,  ne  id 
riderei,  Huc ,  inquit,  accede,  &  in  confpeBu  accende  ignem,  fi enim illum 
tmuifiem ,  nunquam  ad  hunc  locum ,  quem  effugiendt  facultas  erat ,  acceffif- 
jem .  Hoc  mudo  vir  (  pneter  fidem  )  egregius  eji  confumptus .  Vidi  hunc  exi- 
tum, fingulos  a6ius  infpexi.  Stve  perfidia  ,  five  pertinacia  id  egerit  ;  ceriè 
ex  Thilofophice  fchola  interitum  viri  defcnpfifies .  Così  il  Poggio  ripigliato 
4air  Aretino  di  troppa  laude  ad  un  perfido  Herefiarca,  refcrivendoalui: 

T^dius 


Capitolo   IV.  59        GiovAN- 

fa]"Nudius  tertìus  exemplum  habuìmus  litterarum  tuarum  à  Barbaro  mif  ^^   AaIU. 
fum  de  Hieronymi  fupplicio  ;  quarum  elegantum  yaldè  probo  :  tu  illi  tarnen  ]\turatro^iHm 
plus  tribuere  rider  is,  quàm  ego  vellem  ^  et  fi  judicium  tuum  Japè  purgas...  p/orentin.  epi/foi. 
Ego  cautms  hifce  de  rebus  fcribendum  puto .   Soggiunge  [b\  Enea  Silvio  ''^'È-neas  suvius 
defcrivendo  la  morte  dell' Hus,  e  del  Pragenfe  ,  Vertulerunt  ambo  con-  "»  "'fi'  ^<>^*^- 
ftanti  animo  necem  ,  &  quajt  ad  eptdas  invitati  y  ad  incendium  properamnt ,  "*^'  ^  ' 
nullam  emittcntes  vuem^  qu£  miferi  animi  pofìet  facere  indicmm .  ubi  ar- 
dere cceperunt ,  Hymnum  cecmere ,  quem  vix  fiamma  ,  &  fragor  ignis  in- 
tercipere  potuit.  ISlemo  Thilofophorum  tam  forti  animo  mortem  per  tuli ffe 
traditur,  quàm  tjii  incendium  ,  onde  mgegnofamente  della  Cittd  di  Co-  ^  -,   j  .     ^.^ 
fìanza  cosi  IcrifTe  il  Niemio,  [e]  Sic  ipfa  Conjìantia  fa&a  eji  hoc  tempo-  'L.us'lnfua  loln. 
re  quoddam  Turgatorium  perverforum .  Furono  le  ceneri  del  Pragenfe  git-  xxiii. 
tate  nel  Rheno,  come  quelle  dell' Hus,  e  poca  parte  di  effe  framirchia- 
te  con  terra  raccolte  dagli  Muffiti,  e  da  effi  trafportate  con  gran  folen- 
nità  nella  Cappella  di  Bethelem in  Praga,  che  da  quel  tempo  eglino  de- 
nominarono la  Cappella  de' martiri,  celebrandovi  con  pompa  l'anniver- 
fario  ogni  anno  della  loro  morte.  ^ 

Né  tralafciar  dobbiamo  di  riferire  in  quefto  luogo  la  condanna  fatta  [d]       ■''  '^' 
dal  Concilio  di  alcune  propofizioni  hereticali,  infinuatenelChriftianefimo  ^  ^.^^^  mrfDfei- 
da  alcuni  [e]  Vvicclellifti ,  e  divulgate  poi  ampiamente  perla  Francia  da  \ìhs  Lnift!  vvic- 
Gio:  Petit  nella  congiuntura,  forma,  emodo,  chefoggiungiamo.  Pe^^s  t'if^,*^!,  j^^e„a- 
note  inimicizie  [/]  tra Gio:  Duca  di  Borgogna,  e  Ludovico  Duca  di  Or-  um  '<//'  vr/ìnis 
leans  fratello  del  Re  Carlo  VI.  di  Francia,  e  Zio  refpettivamente  del  fo-  rf'!'^-  "^'"l^"-"" 
praccennato  Duca  Gio:  ardendo  m  un  Mare  di  difienzioni  la  Francia,  e  per  conjamia  con- 
grazia  del  Cielo  finalmente  feguirane  la  riconciliazione  in  publicaChiefa,  ri'''Vdd!'bro'^di 
dove  ambedue  que'  Regii  Principi  in  dimoftrazione  di  reciproca  amifti  G'o:Petu,  eno- 
[g']  riceverono  unicamente  la  SantiffimaCommunionej  nulladimeno  due  [li^cc^flb'  ''"""^ 
giorni  doppo  la  giurata  fede ,  il  Duca  di  Borgogna  con  inopinato  tradimen-  g  du  io.  Novtm. 
toha^'endo  fatto  barbaramente  da  Sicarii  uccidere  il  Zio,  fé  ne  fuggi  in  '"■"  ""-'-to?- 
Fiandra,  con  pompa  di  confeiTione  di  eifer'effoftato  l'Autore  di  un' tanto 
Patricidio.  Gio:  Petit  nativo  della  Normandia,  Theologo  nell'Accade- 
mia di  Parigi  (quale  malamente  alcuni  [/)Jaffer;fcono  Francefcano,  altri  h  vide  io.  i»ye- 
Domjnicano)huomo laico,  e  di  animo  venale,  con  horribilesfacciataggi-  "hdZ-.  '  ^''■^""^ 
ne  fi  accinfe  a  difendere  la  fceleraggine  del  Borgognone ,  perfeguitando  ef- 
folafama  del  dehinto  Duca  di  Orleans  molto  più  crudelmente  di  quello  , 
che  ne  foffe  lì:ato  il  corpo  trafitto  da'  pugnali  ;  egli  dille ,  &  in  efecrando  li- 
bro ripofe  il  detto  in  ifcritto,  ed  mtitolonneil  tv attsizo  J ufi ificat io  Ducis 
Burgundi^,  in  cui  troppo  ingegnoffi  di  provare  con  otto  ?//o»2f«^/,  ch'egli 
chiamò  verità  ,  QuiUbet  Tyrannus  potcft ,  &  debct  licite  3"  meritorie  occi- 
di  per  quemcumque  Fajjallum  fuum  ,  vel  fubditum  ,  etiam  per  clanculares 
infidias,  &  fubtiles blanditiasy  vel adulationesy  nonobftantequocumque  pr£- 
fìito  juramentOy  feu  confcederatione  fa^is  cum  eo  y  nonexpe&ata  ftiitenriaj 
■pel  mandato  judicis  cujufcumque .  Mudai  fatto  del  Borgognone,  e  dal  det- 
to di  Gio:  Petit  fi  accefero  i  corpi,  e  gli  animi  della  Francia  in  così  efizia- 
le  incendio  di  turbolenze,  ediguerre,  che  per  effer' elleno  ben  note  agii 
eruditi ,  bafta  a  noi  l'efclamare  con  il  Clemangio ,  che  i  lungo  piange  gl'ìn- 
fortunii  della  Francia.,  [i]  Et  mirar i  debet  aliquis  y  fi  Chrifii  defertores    '  Mcoiaits  ci,. 
Cbrijìus  deferuit  ?  quo  deferente  cun6ìa  fuper  nos  violenti  torrentis  impetu  &'%ZtìÌ7/'lH- 
undique  mala  inundaverunt ,  ut  a  pianta  pedis  ufque   ad  fumnium  -per- ftititcx. 

ticem 


GiovAN-       ^Q  Secolo  XV* 

^^  AXlll.  tìcemtfixaliquafit  in  nobis  fanitas  reliSla,  Undeenm^egemnojirum  fuàptf 
natura  clementifimum ,  &  optimum  ita  flagellatum  credimus  ^  unde  tantam 
mafculinam  ejus  progeniem  extin6lam ,  ut  jam  propè  necejjarium  ftt  ad  exter- 
nos  jura  Corona  devolvi  ?  unde  nojìrorum  exercituum  quondam  invi6lorum  co- 
ram  exiguts  hojimm  copiis  fugaturpis ,  &  contrit io  ^  unde  omnium  fere  nojìro- 
rum principum,  tantxque  nobilitatis,  autmors,  aut  ignominiofa  captivitas  i 
unde  pratereà  ab alienis  tantaregni occupatio  i  unde  a  nojìris cohortibus  regni 
univerfi  per  rapinas  horrenda  ,  atque  inaudita  depopulatio  f  unde  pojìremò  , 
ut  fontem  malorum  aperiam  ,  bella  inter  nos  tam  cruddia ,  tam  inipia  , 
tamque  infaufla  ?  nifi  prvpter  execrabilia  ,  Deoque  ulteriùs  imponabilia  , 
qua  inter  nos  regnant  [celerà,  qua  necefie  ejì,  ut  nos  mature ,  ni(ì  aliterob- 
fiftamus,  in  capitale,  atque  irreparabile  demergant  exitium.  Così  egli  :  mi 
a  noi  appartiene  non  il  piangere,  ma  il  defcrivere  i  fucceiii.  Gli  orrendi 
Notiiia ,  e  qua-  momenti  dunque  dei  Petit ,  i  quali  per  fette  anni  rimafcro  fciiza  cenfura, 
{oL^^  ^'°'^^''"  appoggiati,  e  foftenuti  dalla  potenza  del  Duca  di  Borgogna  ,  morto  il 
Petit,  che  ne  fiì  l'Autore,  e  dalle  armi ,  &  editti  Regii  perfeguitato  a 
morte  il  Borgognone ,  che  n'era  il  Protettore,  giunfero  finalmente  fotto 
il  torchio  della  Ecclcfiaftica  cenfura,  e  dal  Vefcovo  di  Parigi  Gerardo  de 
Montaign,  e  da  Gio:Polet  Inquifìtor'Domenicanoin  quel  Regno  furo- 
i^fe»fe  Fehua- no  cgliuo  folcnnemente  [a]  condannati.  Promotore  della  cenfura,  e 
ru  4««.i4i4.        (jella'  condanna  fii  il  celebre  Gio:  Charlier  fopranominato  Gerfone  dal  no- 
b  14.  Decemhù  mc  di  un' Villaggio  della Dioccfi  di  Rhems  vicino  à  Rhetel,  ov'egli  [b] 
ninnai,  nacque,  e  d'onde  portatofi  allo  ftudio  di  Parigi  ne  divenne  poi  graduato 

in  Theologia ,  Cancelliere  della  Univerfità ,  e  Canonico  della  Chiefa  ?  fpe- 
dito  quindi  dal  Re  fuo  Ambafciadore  al  Concilio  di  Coflanza,  nel  quale 
acremente  egli  combattè  l'errore  del  Petit,  procurandone,  comeìi  di- 
rà ,  la  condanna  ;  onde  avvenne ,  che  per  evitar  lo  fdegno  indomito  del 
Duca  di  Borgogna,  egli  nella  Germania  fi  ritirafle,  fuggendo  colà  in  ha- 
bitodi  Pellegrino,  non  eflendogli  permeilo,  fé  non  doppo  molto  tem- 
po, far  ritorno  in  Lione,  nella  qual  Città  finalmente  in  età  di  fe0antafei 
e  12.  iftnii  4-r.  ^""^  terminò  [e]  i  fuoi  giorni  con  laude ,  e  pregio  di  gran  Dottore .  Hor* 
»459.'  "  *  dunque  il  Gerfone  eftratti  dal  libro  del  Petit  gli  otto  accennati  momenti 
in  quefto  tenore  li  efpofe  al  Vefcovo,  &  all'Inquifitore  per  riceverne, 
à  Hcs  lecere  ef}  comt{es,uì,  la  prima  coudanna ,  [d]  Licitum  eft  unicuique  fubdito ,  abfque 
ffH'! pag^^op!"""  quocumque  pn&cepto,  vel  mandato,  fecundùm  Leges  naturalem,  moralem  , 
&  divinam,  occidere,  vel  occidi  facere  quemlibet  Tyrannum,  qui  per  citpi- 
ditatem,  fraudem,  vel  malum  ingenmm ,  machinatur  contra  falutem  corpo- 
ralem  I{egis  fui ,  &  Supertorum  omnium  ,  prò  auferendo  fihi  fuam  nobìlifji- 
mam  ,  &  altiffimam  domwationem  :  nedum  licitum ,  fed  honorabile ,  &  me- 
YÌtorium,  maxime  quando  e  fi  potentiatant^e ,  qiiòd  ^ujiitia  non  potejibono  mo- 
do fieri  per  Superiorem .  Fiicenfurataqueftapropofizione  f^«^»^w  erronea 
m  fide,  e^  moribus  :  ììiultipUciter  fcandalofa.  2.  Leges  naturalis,  moralis, 
.&  divina,  au^lorìT^nt  unumquemque  fubditum  de  occidendo,  vel  occidt  fa- 
ciendo  di6ium  Tyrannum  .  La  cenfura  ne  fu ,  Erronea  in  fide ,  &moribus;  ac 
Icgibus naturali ,  morali,  & divimeinjuricfa*  ^.  Licitum  efl  unicuique  fubdi- 
10,  honorabile,  ^mcritorium  occidere,  vel  occidi  facere  fupr a  nominatum 
Tyrannum  proditorem,  &  infidelem  jiioP\tgi,  &  fuprcmo  Domino ,  per  ex- 
pìorationes  ,  &  infidias.  Et  eft  propria  mors  qua  dcbent  mori  Tyranm.  Et 
efi  licitum  diffmulare ,  &  fikre  vohtntatem  fuam  de  fw  f adendo,  Fii  ripro- 
vata 


I 


Capitolo    IV.  $1  Gì  O  VA  NT- 

vàtà  come  falfa,  erronea,  e  fcandalofa.  ^.  Jus  efl,  ratio  ,  &  tequitas  ,  ^^  XXlIIi 
quòd  omnis  Tyrannus  occidatur  per  exploratioms ,  &infidias,  &  efi  propria 
mors ,  qua  mori  debent  Tyranni  ,  &  Infideles .  Fiì  cenfurata  tanquam  erro- 
nea ,  crudeli!  ,  &  impia.  5.  llle  ,  qui  occidit ,  vel  oc  cidi  facit  Tyrannum 
modis  pr£di&is  ,  non  deb  et  de  di  quo  repr  ebendi ,  &  B^x  non  debet  folum 
effe  contentus,  [ed  debet  habere  faUum  acceptabile,  &  auclorÌT^re  ,  quan- 
tum opus ,  -pel  neccjjitas  effet .  Propofizione  erronea  in  fide  ,  &  moribus  , 
ac  B^cgiie  dominationi  ÌHJuriofa .  6.  I\cx  debet  premiare  ,  vel  remunerare  il- 
lumy  qui  occidit  modo,  qui  dióius  efi,  vel  occidi  facit  Tyrannum  fupra  no- 
minatum y  in  tribus  rebus,  [cilicet  in  operibus  ,  honoribus ,  divitiis  -,  exem- 
pio  remunerationum  fa&arum  S.  Michaeli  yìrchangelo  prò  expulfione  Lucife- 
ri à  Pregno  Taradiji,  &  Thinees  prò  occifione  Ducis  Zambri.  Fiì  ella  cenfu- 
rata, come  fopra  ,  con  l'aggiunta  di  Scandalo/a.  7.  P^x  debet  plus  ama- 
re, quàm  priàs,  illum,  qui  occidit,  vel  occidt  facitTyrannum  fupranomina-^ 
tum  modis  fupra  di6iis  :  &  debet  faccre  pr.-cdicari  fuam  fidem  ,  Cr  bonarti 
fidelitatem  fuam  per  B^gnum  fuumj  <&  extra  ficere  public  ari  per  literas  1 
cenfurata  come  le  due  precedenti.  8.  Littera  occidit,  Spiritus autem vivi- 
ficai,  hoc  efi  dicere ,  quòd  femper  fenfum  literalem  fervare  in  Scriptura  Sa- 
cra ,   e(ì  occidere  animam  fuam  (  Efpofizione  diftorta,  &  erronea.  )  In 
cafu  focietatis  ,  muramenti ,  promiffionis ,  feu  confcederationis  fa6iarum  ab 
uno  milite  ad  alterum ,  quocumque  modo  illud  fiat ,  aut  fieri  poffit ,  fi  con- 
tingati quòd  illud  vertatur  in  prajudicium  unius  promittentmm  ad  confcede- 
rationem ,  fponfoi  fua  ,  aut  fuorum  liberorum  ,  ipfe  de  nullo  tenetur  eas  ob- 
fervare.  Hoc  probatur  ex  ordine  charitatis  ,  quo  quilibet  tenetur  feipfum 
plus  dilìgere  ,  quàm  uxorem  ,  &  liberos .  Proporzione  ripigliata  >  come  ': 

Falfa ,  erronea ,  jcditiofa  ,  &•  perjurìo  viam  pr.tbens . 

Cosile  otto  propofìzioni  del  Petit,  alle  quali  incontanente  fcgui  in  que- 
llo tenore  la  condanna,  l^os  Girardus,  miferatione  divina  Varificnfis  Epi^ 
fcopus  ,  (Cìr  Fr.Joannes  Toleti  Ordmis  FF.  Tradicatorum  Sacra  Theologi^ 
Tr  afe  fior,  Inquifitor  h^retic^  pravitatis  in  I{egno  Francia,  au5loritate  ^po- 
flolica  deputatus  &c.  Evocato  vocibus  npetitts  Magifirorum ,  ^  Liccntiato- 
Yumin  TheologiaTarifiìs exiftentium ,  & alìorum  peritorum  faluberrimo,  fa- 
pientiffimoque  Concilio  ,  diu  ,  multumque  deliberantium  ,  Chrifii  nomine  in- 
vocato ,  ad  ejus  laudem ,  gloriam ,  &  honorem ,  ac  fidei  exaltationem  ,  de-  • 
crevimus  ,  &  decernimus  per  prafentes  ,  quòd  antediBa  propofuio  Magiftri 
JoannisTerit  in  fefe,  &  fuisafiertionibus  principaliterintentis,  &ineacon- 
tentis ,  ac  in  proceffu  latiùs  declaratis ,  efi  abolenda ,  atque  damnanda  tam- 
quam  erronea  in  fide,  &  boms  moribus,  acmultiplic iter  fcandalofa,  &  eam 
ficabolemus,  &  damnamus,  &  cremandam  folemniter  decernimus,  crema- 
rique pracipimus ,  ac  jubemus.  Monentesomnes  fubditosnoflros,  cujufcum- 
que  flatus  ,  gradus ,  ordints  ,  conditionis  ,  aut  praeminentia  exifiant ,  pri- 
mo, fecundò,  tertiò,  ac  una  canonica  monitione  prò  omnibus ,  fub  pcenaeX' 
communicationis ,  quaipfos in  his  fcriptis  ferimus,  nifi  fecerint ,  quod  man- 
damus,  ut  ipfi  infra  fex  dies,  pofìquam  prxfentesadeorum  pervenerint  noti- 
tiam,  quorum  [ex  dierum ,  duos  prò  primo,  duo s  prò  fecundo ,  &  reliquos 
duos  prò  tertio ,  ^  &  peremptorio  termino  ajfignamus  eis ,  fi  quos  haberent  penes 
fequaternos  hujufmodi  propofitionem  in  fé  continente s,  nobis  afferant ,  feu  af- 
ferri faciant ,.  ut  de  eis  difpcnerevaleamus  juxta,  &  fecundùm  formam ,  & 
modum  nofirA  condemnationis  hujufmodi .  Jnhibentes  nihilominùs ,  &  interdi- 

centes 


GiovAN-       ^2,  Secolo  XV* 

^I  XXlll.  c^m^s  omnibus  i  &  fìngulìs  fuprà  dìBis,  fuh  eifdemy  nedsìnceps  quifquani 
ipfomm  audeat  »  pradi^am  propofttionem  ajferere  ,  predicare  ,  publicare  , 
de  fendere  ,  feu  dogmati'2(are  publicè  ,  vel  occulte .  ^^ò^  ft  quis  audierit  , 
rei  fciverit  aliquem  in  hac  parte  culpabiUm ,  nobis  infra  o£fo  dies,  vel  Can- 
cellarlo Tarifienfij  denuntiare  teneatur .  Datum ,  &  a£ìum  in  ^ula  Epifco- 
paliTarifìenJìy  anno  ejufdem  Domini  14.13.  fecundùm  moremy  &  confuetu- 
dinem  Gallicana  Ecclefix  ,  indiBione  7.  Tontijìcatus  SanBifjìmi  in  Cbrijìo 
Tatris  ,  C^  Domini  no/tri  Joannis  divina  providentia  Tapa  XXIII.   anno 
a  i^.Fetrnar.A».  quarto .  Piiblicata  [a]  neir accennato  tenore  la  fentenza  contro  gli  arti- 
b^'^^arhus  San  ^^^^  ^^^  Pctìt,  fcgùì  [b]  in  Parigi  la  conflagrazione  di  effi.  Ma  propo- 
dhnyìanmtn  viTa  Hendone  il  Gerfone  più  ftrepitofa  ,  autorevole  ,  e  publica  la  condanna 
^/l!'^/'t^i^c7  "^^  Concilio  di  Coftanza,  non  oftanti  le  forti  oppofizioni  dell' oftinato 
iij/^'iV."^  Borgognone,  che  mille  arti  tentò  per  evitarne  l'obbrobrio,  li  Padri  con 
favia  economia  procederono  al  Decreto,  tacendone  il  nome  dell'Auto- 
re,  e  del  Libro ,  ma  condannandone  la  pefìiilente  dottrina  con  quefìo 
Decreto ,  acciò  la  queftione  del  fuccelTo  intempeftivamente  promofia 
non  eccitalfe  nuove  turbolenze,  e  con  honefto  filenzio  qualche  cofa  (ì 
e  SejT.  1$.  Condì,  condonale  al  Regio  nome  di  un  Duca  di  Borgogna  :  [e]  Hac  San6iu  Sy- 
ctnjtant.  nodus  pofihabitadeliberatione  matura  declarat,  decernit-,  &■  definit  Jmjufmo- 

di  doólrinam  erroneam  effe  in  fide,  &  monbus,  ipfamque  tamquam  b£reti' 
cara  ,  fcandalofam  ,  &  ad  fraudes  ,  deceptiones  ,  mcnda£Ìa  ,  proditiones  , 
perjuria  ,  vias  dantem  ,  reprobat ,  &  condemnat .  DecUrat  mfuper ,  decer- 
mi y  &  definii,  quòd  pertinaciter do6ìrinam hanc  per?iiciofì(fimam  afferente!, 
fum  h<xr etici,  &  tanquam  tales  juxta  Canonicas  fan&wnes  pUniendi.  Così 
gli  errori  del  Petit ,  e  le  loro  replicate  condanne. 
o'^^^'xSli'^^dai      ^^  intanto  nella  duodecima  feiTione  del  Concilio  per  le  note  ragio- 
Poncificato.'    ^   nì  del  grande  fcifma  nel  Pontificato  [d]  Romano  ,  fu  da' Padri  depofto 
d  Diqtt'ftAmau^  dalla  Sede  Pontificia  Giovanni  XXIlI.  Ecclefiaftico  chiamato  prima  fé] 
M^mentlTnoii  da  Lconardo  Aretino,  e  poi  da  [/]  S.Antonino  ,  Vir  quidem  in  tempo- 
PontificarUjMar^  y^Hl^^fg  magnus ,  ìn  fpiritualibus  nullus  omninò ,  atque  ineptus  :  onde  avven- 
\'éri^;'JtT" conct  ne ,  come  ben  pondera  il  Bellarmino ,  che  folfegli  da'  malevoli  finiftra- 
iio  di  coftanz.a .     .-ppnte  incolpato ,  eum  [?!  non  credere  vitam  futuram  ,  &  carnis  refurre- 
in Hifl. rerum  Ita-  ^ìoncM .  M  fcjfione  duodccima ,  ioggiunge  il  citato  Bellarmino,  recitatur 
T'&^ntonm  ì  P.  fcntcntia  definitiva  Concilii  Conjìantienfis  contra  Joanntm  Tapam,  &  brevi- 
th.iì.c.6.    '       ter  recenfentur  caufce  damnationis ,  &  depofttioms  ejus  :  nulla  autem  mentio 
l^.7fT{om!'plttù  erroris,  aut  Harefeos  fit.  Quod  certe  efl  argumentum  evidens  ,  non  potuifie 
€.14.        '         probari,  quod  Joanni  Tap^e  fuerat  obje£ÌMm  circa  harefes.  Si  enim  id  pro- 
bari potutfiet ,  debuijfet  primo  loco  recenferi  inter  caufas  damnationis ,  cum 
nulla  fit  juftior  cauja  judicandi  Tortificem  ,  quàm  nota  Harcjeos  -,  imo  nul- 
la ftt  alia  caufa ,  ab  quam  judicari  me  queat  :  anzi  le  tal  cofa  mai  avvenif- 
fe,  non  farebbe  il  Papa  da^alcun  Concilio  giudicato,  ma  dichiarato  de- 
caduto ipfo  faBo  dal  Pontificato  :  eifendoche  la  primaSede  non  è  giam- 
mai da  alcuno  giudicata  ,  ed  è  fuperiore  il  Papa  ad  ogni  Concilio ,  co- 
me apprello  diremo  nel  futuro  Pontificato . 


C  A" 


63 
CAPITOLO      V. 

Martino  Quinto  Romano  ,  creato  Pontefice 
li  II.  Novembre  1417. 

Creazione  di  Af urtino  ^into  ,  e  fm  elogio .  Confermazio' 
ne  Pontificia  degli  atti  Conciliari  di  Cmanza .  'Ripro'va- 
Tjtone  della  opinione  ■>  che  il  Concilio  fia  (opra  il  Papa  . 
Operazioni ,  zelo  ,  ^olle  -,  ^  armi  di  Martino  ^into 
contro  li  Fraticelli  ■>  e  Simoniaci .  Errori ,  e  condanna 
del  Serurario.  Errori  ,  e  condanna  del  Grabon.  Affari 
d^  Inghilterra  ,  e  premuro  fé  applicazioni  del  Pontefice  con- 
tro gli  Heretici  di  quel  T^no .  'Evoluzione  ,  e  total  per- 
^erfione  della  'Bohemia  ,  d^  horribili  attentati  degli  Huf 
fitti  :  rifoluzjoni ,  ^  opere  del  Pontefice .  Morte  del  2^ 
Vk^enceslao  di  'Bohemia  .  Saccheggiamenti ,  e  barbarie 
degli  Muffiti .  Calliflini ,  e  Th aboriti  i  e  differenza  di 
quefle  due  fette  .  Gio'vanni  ^iska  capo  de'  Thaboriti ,  & 
fiue  ree  qualità.  De  frizione  del  Caftello  Thabor  de*  Tha- 
boriti ,  e  del  Caflello  Oreb  degli  Ore  bit  i ,  e  del  Cafiello 
Sion  de*  Stoniti.  Affé  dio  ,  e  prefa  di  Praga  :  cruciata  de* 
Cattolici  ,  e  loro  infiaufla  moffa  :  baldanza  delle  armi  de- 
gli Heretici  in  quel  Éegno ,  Setta  de'  nuo^i  Adamiti ,  e 
loro  efecrabili  fceleratezze  -  Nuo%fe  ,  e  fubalterne  Sette 
de'  V^iccleffifti  in  Inghilterra ,  e  loro  nuo'vi  errori ,  e  de 
Deifli  in  Francia.  Sinodo  di  Saltz^burg  ,  e  condanna  de- 
gli Muffiti .  Nuo^o  bandimento  di  cruciata ,  e  nuo^i  pro- 
redìmenti  Pontificii  contro  gli  Muffiti .  Aiorte  del  Zis\a . 
Cofianza  del  Pontefice  •  Sinifìri  a<vrenimenti  degli  eferci- 
ti  Cattolici  .  Procopio  nuo^vo  condottiere  de' Thaboriti  . 
Setta  degli  Orfani ,  e  deflazione  de'  2{egni  Cattolici  del- 
la Bohemia  ,  Germania  ,  <!9^  Ungaria .  Morte  di  Mar- 
tino ^into  ,  e  ripro'va  di  calunnia  oppofiagli. 

Dun- 


MaRTINO' 


Martino 
V. 


64 


a  Stff.  41. 


Affunzionc  al 
Pontificato  di 
Martino  V,  e  fuo 
elogio. 


b  Bì.iv'ius  in  an- 
nal.  ìnan,  i.  Mar- 
tini V, 


e  In  infcriptione 
ftpulchrali  in  Bafi- 
lieo,  LaìtTAnenfi . 
d  ^nn.  1418, 
e  In  BullAr.  in 
Mart.  V.Confitt.i, 
furagr,  2, 


Secolo  XV. 

Unquc  efauttorati,  e  depofli  dal  Concilio  di  Coflanza  Be- 
nedetto Decimoterzo  ,  e  Giovanni  Vigefimoterzo ,  e  ri- 
nunziando volontariamente  il  Papato  Gregorio  Duodeci- 
cimo  j  fu  da'  Padri  inalzato  [  ^  ]  al  Pontificato  con  applau- 
fo  commune  di  tutto  il  Chriftianefimo  il  Cardinale  Odo- 
ne Colonna  ,  Ecclefiafti  co  giudicato  meritevole  di  quel 
pofto,  anche  da  un  Mondo  cotanto  divilo,  e  diftratto  nella  oftinazio- 
ne  dello  fcifma ,  e  nella  parzialità  delle  perfone.  Era  egli  flato  in  gra- 
zia  del  popolo  Romano  promoffo  al  Cardinalato  da  Innocenzo  Setti- 
mo, era  intervenuto  in  Pifa  alla  elezzione  di  Aleflandro  Quinto ,  &  in 
Bologna  a  quella  di  Giovanni  Vigefimoterzo,  fotto  il  qual  Pontefice  ha- 
veva  egregiamente  efercitate  in  malagevoliflimi tempi  le  Legazioni  del  Pa- 
trimonio di  S.Pietro,  nella  Tofcana,  Umbria,  e  Sabina,  e  che  allora 
nel  Concilio  di  Coftanza  fi  era  diportato  con  un  mirto  tale  di  avvedutezza 
civile,  edizeloApoftolico,  che  fu  ammirato  da  tutti,  come  unico  Con- 
ciliatore delle  difcordie ,  &  amato  come  Padre  da  tutto  il  ChriiUanefimo , 
anche  prima  che  ne  divenilfe.  Non  era  egli  ancora  [/?]  Sacerdote,  quando 
fu  alTunto  al  Pontificato ,  e  de  tjus  creationd  dice  degnamente  il  Platina, 
tanta  fuit  omnium  Utitia,  ut  pr<£  gaudio  vìx  loquihomines  pofìem.  Effufus 
nimio  gaudio  Imperator  ,  nullo  hahito  dignitatis  jua  di/crimine  ,  Conciarie 
ingrefjus  gratias  omnibus  egit,  qui  tantum  virnm^  &  tam  neceffartum  B^i- 
publiae  Chrifliame  propè  extin£Ì£  ddegifient  :  &  ante  Tontìficem  ^rofira- 
tus,  cum  fumma  yener attorie  ejus  pedes  exofculatus  ejì;  quem  cantra  Tonti- 
fex  amplexusy  non  fecùs  ac  fratrcm  in  pretio  habuity  eique  gratias  egit  y 
quòd  fua  opera  ,  &  induflria  pax  tandem  Ecclefu  reddita  ejjet.  ^Ad  hunc 
honoris  apicem  tum  catene  virtutes ,  tum  eximia  precipue  moderatio  ipfum 
extulere .  Islam  cum  in  Conventu  Conftantienfi multa  inutramque  partem  al' 
tcrcationes  haberentur  propter  divcrja  fa&ionum  ftudia,  ipfe  medium  quod- 
dam  tenuit,  quo  in  alterutram  partem  inclinare  nullomodo  videbatur,  com- 
muni utilitati  femper  confulens.  In  confultationibus  autem  mira  prudenti^ 
•pir  ejt  habitus .  l<lam  ,  <jr  q^id  agcndum  ,  &  quid  vitandum  ejjet  ,  jiatim 
re  propofita  acutijjimè  dijudicabat .  Brevis  in  dicendo  ,  cautior  in  agendo  , 
adeò  ut  priùs  rem  fa^ìam  cerner ent  homines,  quàm  ab  eo  excogitatam  pu- 
tarent,  Ejus  autem  jermo  pknus  fententiis  erat.  Ex  ore  ejus  nullum  ver- 
bum  tam  crebro  ,  quàm  jujlitia  nomen  prodibat  .  ^d  juos  perjapc  con- 
yerjus,  maxime  ad  eos,  qui  Trovmciasy  &  Civitates  gubcrnabant  ^  hisvo- 
cibus  utebatur  3  Diligite  juftitiam  ,  qui  judicatis  terram.  Indigebat  tum 
profezìa  tali  Tontijice  Ecclefia  Dei ,  qui  i^aviculam  Tetri  fchijmatis  ,  & 
omnium  feditionum  jlu^ibus  quajjatam  redigere  in  portum  falutis  guberna- 
culo  admotus  jciret,  ac  poijit.  Così  il  Platina,  onde  meritevolmente  da 
tutte  le  lingue  delle  nazioni  Chriftiane  fa  Martino  Quinto  con  una  foi 
voce  chiamato,  [e]  Temporum  fuorum  felicitas.  Prefiedè  egli  dunque 
alle  altre  quattro  feiiioni  termine  del  [d]  Concilio  ,  che  era  durato 
quattr'anni,  e  fei  mefi,  e  nella  ultima,  che  fu  la  45.  furono  in  tal  forma 
condannate  l'Herefie  :  [e]  Ceneralis  Conjiantienjis  Synodits  tantarri  jide- 
lìum  ,  &  fidei  Orthodoxa  plagam  ,  &  ruinam  videns  ,  ad  Ommpotentis 
Dei  gloriam  ,  ipjiufque  Cathoùca  Fidei ,  ac  Chrijìiana  B^ligionis  conferva- 
tionem  ,  augmmtum  ,  &  animarum  falutem  ,  &  prajervationem  ,  eof- 

dem 


Capitolo  V.  6$        Martino 

demJoanncmyFicdejf,  &Joannem  Hus,  &  Hieronymnm,  qui  ìnter  actera  c„ndaXefu!m<. 
de  Sacro  Eucharilìia  Sacramento  y  &  alìis  Sacramcritis  Ecclefu ,  &  articults.  n.,teneiconciiió 
jìdeii  aliter  quàm  Sanala  Romana  Ecclefìa  credit  y  &tenet,  &pr abdicai  y  c^* '*^C'^*"z«- 
docet,  quamplttrima  temere  y  &  damnabiliter  credere  y  ac  tenere  y  pr medicare , 
atque  docere  peninaciter  attentabant  ,  velut  hareticos  ,  &  pertmacesy  ac 
objiinatos  jam  à  communìone  fidelium  feparatos  ,  de  ì>Qmo  Dei  corporaliter 
ejecity  &  fpiritualiter  ejeóìos  declaravit.  Così  li  Padri.  Approvonne  poi  n /„ buiu anfir- 
il  nuovo  Pontefice,  econfermonnegliatti,  hìXÌconciliariterinmateria[a^  matoria  concini^ 
fidei-y  il  che  quo  fenfu  fit  intelligendum ,  foggiiinge  in  qiiefto  luogo  un  mo-  lZitYZ%sTo£, 
derno  [ b]  Autovcy  feqttentidijjertationeexponemus .  En'efponeegliilfenfo  ^  Nat.^ux.s^c. 
in  una  diiiertazione,  che  nell'ordine  di  effe  fi  è  la  quarta,  ma  nella  lun-  '^"p-SeVazfc 
ghezzaiìpuò  dir  la  prima,  in  cui  difFufamente  pondera  le  parole,  e'ifenfo  JeirAutore,feii 
della  quarta,  e  quinta  Seffione  del  menzionato  Concilio,  e  da  effe  poi  nPapV?  *^  °^" 
deduce  la  ricantata  concluilone,  [c]Sicincfie  ylpoflolic-cSediy  acTetriSuc-  ^  n^^^'^i^Wcrt,^, 
cefioribus  Chrijii  Vtcariis  rerum  [piritualium  plenam  poteftatemy  utftmul  va-  "'^'''""P'^' 
leanty  atqiie  immota  conftfiant  Sacra OecumentcaSynodiConflantienfts  àSede 
jipojìolica  comprobatay  ipfoque  I\pmanorum  Tonti ficum,  ac  totius  Ecclefìa 
uju  confirmata ,  atque  ab  Ecclefta  Gallicana  perpetua  religione  cufiodita  Decre- 
ta de  ^dudoYÌtate  Conciiiorum  Ccneralium  ,  qu£  Sejfìone  quarta y  &  quinta 
continemur:  l^c  probari à  Gallicana  Ecclefia,  quieorum  Decretorum,  qua- 
fidubuftntau5ioritatis,  ac  minusapprobataj  robur  infrmgant y  autadfolum 
fchifmatistempusConciUtdi6ladetorqueant .  Così  il  Natale  :  e  le  parole  del- 
leaiiegate  Semoni,  nelle  quali  egli  ftabilifce  il  fuo  argomento,  fono  le  te- 
gnenti :  [d'I  Q^iodipfa  Synodus  in  Spiritu  Sanalo  legitimè  congregata y  Gene-  à  ftjf.^,  ,\ 
vale  Conciliumfaciens ,   Ecclefiam  Catholicam  Militantem  reprafcntans ,  pote- 
ftatem  à  Chrijìo  immediate  habet  y  cui  quilibetcujufcumque flatus  y  veldigni- 
tatisy  etiamfi  Tapalis  exijìat,  obedire  tenetur  in  bis  ,  qu£  pertinent  ad^Fì- 
deMy  &  extirpationem  di6ìi  Schifmatis,  c^'  reformationemgeneralem  Ecole- 
fi£  Dei  in  capite ,  &  in  membris ,  e ,  [  e  ]  Concilium  Generale  Ecclefiam  Ca-  e  fef.  $, 
tholicam  repr^fentam ,  poteflatem  d  Chriflo  immediate  habere  y  cui  quilibet 
cujufcumquc flatus  vel  digmtatiSy  etiamfi  Tapalis  exiflat,  obedire  tenetur  in 
hiSy  qua  pertinent  ad  Fidem  y  &  extirpationem  fchifmatisy  &  reformationem 
Ecclefia  m  capite,  &in  membris.  E  quefte  fono  le  parole  delie  dueSefllo- 
ni ,  e  quella  la  conclufione ,  che  da  effe  inferifceil  citato  Natale  Alexandro , 
eruttala  Scuola  di  Parigi,  aderendo  l' opinione  del Co«ci//o /opr^z  il  Tapa 
nelle  materie  di  fede  y  [f]non  ut  dogma  fìdei,  fed  ut  probabiliorem  y  &  Scrip-  f  Kat.^AUx.iUd. 
tura  Sacra  y  actraditionimagisconfonam. 

Noi  nel  ribattere  quefta  opinione  nuova  nel  Mondo,  anzi  nuova  nella 
iftefìa  Scuoia  di  Parigi,  eflendo  che  per  quattordici  fecoli  non  mai  agitoflì 
nella  Chiefa  tal  queitione ,  e  di  efia  fol  cominciolfene  a  parlare  con  l'occa- 
lìone  del  grande  Scifma  d' Occidente ,  che  pur'  hora  brevemente  habbiamo 
più  tolto  indicato,  che  defcritto ,  [^Jciferviremodegl'ifteffi  argomenti,  ^  ^J'/^^^c-'/-  ?.t. 
che  CI  vengono  propofti ,  ò  per  dir  meglio  oppofti ,  cioè  del  fenfo  vero  del-  j/.X"  ^it 
le  parole  bene  ilpiegate  del  Concilio,  delfentimento  dellaScrittura,  e  del  '»'ne£uge'>r>Lo^.'. 
confentimento della  tradizione,  e  ne  riferiremo  in  brevi,  e  femplici  pe-  ^'"■'^'''■^•'■^•^' 
riodi  prove  efficaciilìme  contro  gli  affertori  della  contraria  fentenza ,  e  ciò 
da  Hillorici  più  torto,  che  da  Polemici,  indagatori  del  vero ,  ch'è  l'unico 
hne  dell  Hiftoria ,  e  che  folo  è  l' Hiftoria . 

E  primieramente  notar  fi  deve  ciò  ,  che  accuratamente  ha  rinvenuto 
Tomo  IV,  E  lidi- 


Martino        ^^  Secolo  XV. 

^'  [^]ildiligentiflìnioScheleftrac,  che  nel  contenuto  della  riferita  Se  filo  ne 

)}r!i7o''bi'''tib!^laa  quarta  quelle  parole  u^(/^Ww2,  e,  ^dreformattonem  generalem  Eccleft<;e  Dei 
conjìunt.  Condì. e.  jfi  capite ,  &  mcmbrìs y  fi  rapportano  folamente  nella  Edizione  Colonienfe  di 
b //«  r-^Jif/!^^  Pietro  Crabbe  ,  [/»]  feguitatapofciadal  Labbè  ,  e  da' compilatori  fuffe- 
fut:  an.  i;j8,       quenti  de'  Concilii,  ma  non  già  nell'  Edizioni  anteriori  al  Crabbe ,  e  confe- 
guentemente  più  proflìme  alla  celebrazione  del  Concilio  Coftanzienfe,  e 
necclìariamente  di  teftimonianza  pili  valevole  del  fenfo,  e  delle  parole  di 
que' Padri.  Qual  verità  à  lungo  prova  il  fopracitato  Scheleftrat,  il  quale 
inferifce  adulterato  il  tenore  della  Seffione ,  onde  per  ella  nullamente  com- 
c  De  hac  rev.de  ptoviil  l' iutcuto  maliguo  degli  avvetfarii .  La  Seffione  [e]  quinta  poi  (fic- 
card.    Tur/^crc-  cQme  ancHc  la  quarta)  ella  è  cotauto  lontana  dal  poter' obligarei  Fedeli  al- 
£cc7c/ja'p"Ji!mm.  1^  oiTcrvanza  di eflfa per  le  ragioni ,  che  foggiungonfi  nell'  allegato  Scrittore, 
d  ^4nH3i^is.       chel'ifteflb  Martino  Quinto  eletto  da  quell' ifteflb  Concilio  emanò  [rf]in- 
contanente  nella  medefima  Città  di  Coftanza  in  publico  Conciftoro  la  Co- 
{Hziizìon^ ^Ad perpetuam  rei  memoriam y  nella  quale,  prefenti  molti  Padri 
e  Vide  eh.  Scie!,  dcl Conciiio  j  alferì ,  [e]lSlullifasefiy  àSupremoJudice  y  videlìcet^pojio- 
c.i. infine.         /^'^^^  Sede,  fcu  Etmano  Tontifjcejefn  Chrijìi Vicario  in  terris  appellare  ,  aut 
illius  judtcium  tn  caufis  fidei  ^  qua  tamquam  majores  ad  ipfum  y  &  Sedem 
»Apofiolicamdeferend£funt,  declinare.  Così  egli,  cioè  quell' ifteflb  Ponte- 
l  Ibidem.  fice  [/]  abipjo  Confi  ami  enfi  Concilio  ele^us,  inConfifiorio  publico  Conflantia 

habitOy  ut  Orbìs  univerfus  agnofceret.  Decreta  Seffìonis  quinta  de  fuperiori- 
tate  Concila  intelle^ia  ,  nullatenus  confirmata  fuifìe  à  Martino  V. ,  fed  po- 
tiusreje6la,  &  improbata.  Quefte  ragioni  delloScheleftrat  furono  à  lungo 
g  ^loyf.MaimL.  coutradette [^ ]  dalMaimbourg,  ma  conia  folita infelicità,  che  Tempre 
in  tran.  Hìftùrico  fucccde  à  chi  vuol  opporfi  al  vero ,  ricevendo  maggior  difcredito  il  celi- 
ai Sr.T/4-'  '  iiiratore ,  che  '1  cenfurato .  Poiché  lo  Scheleftrat  rifpofegli ,  corroborando 
nella  rifpofta  il  primiero  fuo  detto  con  nuove  prove  d' incontraftabili  teftì* 
monianze,  cheNoitralafciamo,  fol  con  accennarne  il  valore,  per  non  di- 
ftenderci  nella  relazione  di  una  contefa  non  men  lunga  per  la  proliifità ,  che 
h5.../.y?....,v,P"blica[/.]  per  le  Stampe  ..    .    ,  ^     .  '     ,,  ,         ' 

.appendice  tra/fa-  Ma  auche  fuppofto ,  che  le  riferite  Seflioni  non  nano  elleno  adulterate , 
{"Hi'c^v'ìde'l'faie  c  fi  coufeUì  finceto  il  fenfo,  e  le  parole  di  effe,  con  qual  mai  frafeconce- 
Sacerdottum  cnn-  pirdoveva[i]  li fuoi  Decrcti  uu  Concilio,  congregato  principalmente,  non 
tum  \ib.  a.§.  16.  p^j^  decider  punti  di  Fede,mà  per  recider  Io  fcifma  del  Pontificato  Romano, 
ridotto  oramaiinhorroreal  Chriftianefimo,  che  vedeva  fotto  tré  capi  il 
corpo  della  Chiefa,  Benedetto,  Gregorio,  e  Giovanni?  Doveva  forfè 
egli  decretare,  che  il  Concilio  folle  foggetto  al  Papa,  fei  Papi  erano  tré, 
enon  bendifcernevafi,  qualdieflì  fofie  il  legitimo ,  e  divifa  nelle  fue  ado- 
razioni la  Chriftianità,  moltiTheologi,  eSanti,  Regni,  eRèubbidivano 
aduno,  ed  altri  agli  altri?  S'egli  uniflìper  deporrei  Papi,  come  mai  li 
vuole ,  che  ftabilir  potefle  la  fuperiorità  de'  Papi  ?  Ed  anche  ammeffa  la  fua 
fubordinazione  ai  Papi ,  à  chi  di  efiì  doveva  egli  prima  fubordinarfi ,  fé 
dal  Concilio  furono  tutti  e  tré  riconofciuti  egualmente  fofpetti ,  e  dubbio- 
fi^  Nelle  materie  neceffarie,  come  vienconfiderato  il  Papa  nella  Chiefa, 
tanto  fi  è  il  negar  la  efiftenza  di  uno,  quanto  il  dubitar  della  efiftenza  di 
tré:  onde  il  Concilio  di  Coftanzacon  avvedutezza  fuperiore  all'humana 
in  un' azione  cotanto  difficultofa  operò  con  riflefli  cosi  ponderati,  edilfc' 
renti,  che  volle  nel  medefimo  tempo  con  dueoppofte  rifoluzioniricono- 
fcere  la  fuperiorità  del  Papa  foprail  Concilio ,  e  la  fuperiorità  del  Concilio 

fopra 


Capitolo  V.  6j        Martino 

fopraqiie' Pani,  ed  i  Padri  per  congregarli  attefero  prima  la  difpofizionei  ^  ' 

e  r  ordine  dd  Pontefice  Giovanni^  qualunque  egli  (ì  folle  j  òlegitimo  ,  ò 
dnbbiofo  ,  e  poi  1'  intervenimento  ancora  de'  Legati  di  Gregorio  j  e 
di  Benedetto  ,  e  porta  in  ficuro  la  loro  fubordinazione  all'oracolo  del- 
la prima  Sede  ,  quindi  difcefeto  all'  altro  punto  di  fubordinare  al  Con- 
cilio le  loro  Perfone ,  in  modo  tale ,  che  eglino  venerarono  altamente  il 
Pontificato  in  tré  Papi,  e  nel  medelìmo  tempo  efecrarono  tiè  Papi  nel 
Pontificato ,  e  dichiararono  quello  fuperiore  al  Concilio ,  e  quefìi  in  queir 
horrendocafo  di  fcifma  inferiori  al  Concilio;  e  come  dividendo  la  dignità 
dalle  perfone ,  con  diverfi  riguardi ,  eflì  Ci  alToggettarono  all'  una ,  &  aifog- 
gettarono  a  fé  le  altre ,  falvando  con  tal  economia  il  decoro  infieme,  e  l' uti- 
le della  Chiefa  Cattolica  nella  confidcrazione^  che  fecero,  di  mantenere 
incattalafuperioritàdel  Papato,  e  di  raffrenare  la  competenza  viziofa  dei 
tré  Papi.  E  che  ciò  fia  verità  confeffata  da  qiie'medefimi,  chela  contra- 
ftano ,  dicafi ,  fé  il  Chriftianefimo  unito  iri  Concilio  riconofcevafi  fuperiore 
al  Papa,  perche  attender  dal  Papà  le  lettere  convocatorie,  e  décretorie 
della  unione?  perche  terminata  la  Seffione,  (ofiFrirne  la  confermazione, 
che  ne  fece  Martino  V.  con  dimezzarne  la  validità,  approvando  egli  con 
il  fuo  Oracolo  gli  articoli  appartenenti  alla  Fede ,  e  non  i  rimanenti  Conci- 
liari fpettanti  ò  alle  perfone,  ò  ai  fatti?  Il  Concilio  indubitatamente  attri- 
buiti r  autorità  fopra  i  Papi  allora  viventi  i  ma  non  fopra  il  Papa  :  e  fé  fcif- 
ma flato  non  foffe  nella  Chiefa  di  Dio  i  haverebb'  egli  certamente  operato  i 
come  gli  altri  Conciliii  i  quali  non  folamente  non  contraverterono  con  le 
J^arole  queflo  punto,  màrafferirono  e  cori  le  parole,  e  co' fatti,  e  fend 
darà  hor'hora  chiara  teftimonianza  ,  quando  addurremo  la  prova  della 
tradizione.  Il  cafo  allora  fihiuovo,  e  nuovo  ancor' applicar  lì  doveva  il 
rimedio,  &  acciocché  la  novità  non  paffaffe  in  ufo,  i  Padri  nella  terza 
SeUIonefpicgaronlì,  QuòdifludSacYumConcilium  nondebet  diffolvi,  neque 
dijìolpitur  ufque  ad  cxtirpationem  pr^fcntis  fchifmatis  :  nella  quarta  eglino 
foggiunfero,  QHÌlibet  cujiifcumque  flatus  y  vel  dignitatis^  etiamft  Tapalis  ^ 
exiftat  ,  obedire  tenetur  in  bis  ,  qui&  pertment  ad  fidem  ,  &  extirpationem 
diài  fchifmatis  :  P  ifteffo  eglino  replicano  nella  quinta ,  iilculcando  fempte^ 
che  tutta  la  loro  intenzione  era  ài  toglier  quelprefcnte  fcifma,  per  la  cui 
eftirpazione  non  poteva  certamente  procederli,  fé  non  con  autorità  difpoti- 
ca  fopra  i  contumaci  :  e  confeguentemente  tolto  di  mezzo  lo  fcandalo  della 
fciilione,  i  Padri  nella  decimaquinta,  e  decimafettimafefiionerifervarono 
pienamente  al  Papa,  come  à  capo  independente,  la  podeifà  di  difpenfare 
ne'ftatuti  del  Concilio  ,  e  condannarono  precifamente  la  propofìzione 
dell' Hus,  Vapa  canonicèele&us  non  eflSucceJJor  Tetri  y  nec  habet  in  Ecdefta 
fnpremam  auàoritatem  .  Onde  appare ,  che  il  Concilio  (\ì  Coftanza  non  fole 
non oftò alia  fuprema autorità  del  Ponteficefopra  i  Concihi,  màconfer- 
molla ,  per  non  rendere  Acefali  li^inodi  feiiza  la  fuperiorirà  de'  Papi ,  com' 
era  Acefala  allora  la  Chiefa  per  [oScifma  di  efii;  oltre  a  che,  come  ben  no- 
tò r  erudito  [a]  Scheleltrat ,  molte  parole  nelle  fopracennate  Sellioni ,  pre-  «  ^'  ^y"'>d'>  ^"f- 
giudiciali  all'  autorità  de'  Papi,  Girono  inferite  fra  quegli  atti  dal  conciliabo-  ^'*'"' 
lo,  chefoggiungeremo,  diBafilea. 

Circa  il  fenfo  poi  della  Sacra  Scrittura,  Noi  ne  tralafciamo  ad  altri  la 
difcuflìone,  e  per  render  ragione  alnollro  afTunto,  fol  qui  ci  aggrada  di 
Soggiungere,  che  i  Padri  non  perche  li  ritrovano  congregati  in  Sinodo, 

E     2  laftiaiio 


Martino        ^g  Secolo  XK 

^  •         lafciano  di  efier  nel  numero  di  quelle  Pecorelle,  lacui  cura  Giesiì  ChriAo 
8/9.21.  commefleà  S.Pietro,  quando  gli  diffe[(z]P<?/J:eC>37f^»2f^^,  Confìrma[b] 

b  j.fie.22^  Pratresmos'y  onde  il  dire,  eh' cm  nel  Concilio  fianofuperiori  al  Papa,  è  un 

dire,  che  il  Gregge  guidi  il  Paftore,  òche  sbandato,  e  non  congregato, 
vada  ramingo  fenzaaffiftenza  di  direttore.  Tutti  sì  Heretici,  come  Catto- 
lici conveniamo,  che  la  regola  della  Fede  efler  debba  infallibile.  Horfe  il 
Concilio  èfopra  il  Papa,  il  Concilio  egli  elTer  dovrebbe  la  regola  infalli- 
bile della  Fede .  Ma  à  ciò  opponendoli  la  evidenza  in  contrario ,  cioè  la 
certa fcienza,  che  molti  Concilii,  comeilSardicenfe,  e  l'Efefino  prodito- 
rio, habbiano  errato  anche  in  materia  di  Fede,  dunque  da  chi  hi  fior  di 
fennoincapo,  devefi  concludere,  che  non  il  Concilio,  mi  qualche  altro 
Maeftro ,  oltre  al  Concilio ,  elfere  a  noi  debba  regola  certa  di  Fede.  E  quelli 
altro  dir  non  puoflì ,  che  fia ,  che  il  Pontefice  Romano ,  la  cui  approvazione 
convalida  il  Concilio,  enon  il  Concilioledecifioni  dilui.  Onde  s'inferi- 
fce ,  che  dipendendo  l' autorità ,  e  valore  de'  Concilii  dagli  oracoli  de'  Papi , 
quefti debbano  dirfi  fuperiori  a  quegli,  e  non  quelli  a  quefti.  Et  in  fatti 
Chrifto  non  dille  agli  Apoftoli,  Rogavi  prorobìs  y  ut  non  deficìatfides  ve/ira; 
c'jùidem»  «1^  3  S.  Pietro  folamente,  [e]  leggavi  prò  te y  Tetre  y  ut  non  deficiat fides 

tua  .  Il  che  dimoftra  ,  che  il  dono  della  infallibilità  ,  che  tira  feco 
indivifibilmente  quello  della  fuperiorità  ,  egli  è  dono  perfonale  di 
S.  Pietro,  ede'fuoi  SuccefTori,  e  non  degli  Apoftoli,  e  de' loro Succef- 
fori.  Perloche  meritevolmente  Giulio  Secondo  nel  Concilio  Generale  La- 
ffjfX"^'^"^*'''^'  teranenfe  Quinto  fi  eflefe  nell'  Oracolo  di  queftoDecreto  [  d  ]  Solum  l{gma- 
tìum  Tontificem  prò  tempore  exiflentem  ,  tanquam  auBorìtatem  fuper  omnia 
Concilia  habentem  ,  Conciliorum  indicendorum  ,  transfer endorum ,  ac  difiol- 
yendorum  plenum  jiis ,  ac  poteflatem  habeve ,  nedum  è  Sacra  Scriptum  tejìi- 
monio ,  dibis  Sanèiorum  Tatrum ,  ac  aliorum  PyOmanorum  Tontificum  etiam 
Tradecefjorum  nofirorum  j  facrorumque  Canonumdecretis  y  [ed  propria  ctiam 
eorumdem  Conciliorum  confejjione  manifeftè  confiat .  Così  il  Decreto  del  Con- 
cilio Lateranenfe,  contraitato  allora,  ma  poi  accettato  da'  Francefi,  e 
quale  mirabilmente  bene  ci  conduce  allaefplicazione  propofta  del  confen- 
timento  della  tradizione . 

Circa  la  quale  per  eflenderci  noi  nella  prova  di  tutti  li  Concilii  traf- 
fcorfi,  ci  converrebbe  replicare,  quanto  fin' hora in  tutti  quefli  tré  Tomi 
narrato  habbiamo,  quando  ci  è  accaduto  fcrivere  la  Hiftoria  de' Concilii 
sì  generali,  come  particolari  ,ne'quaiifemprehàprefieduto  così  difpotica- 
mente  il  Pontefice  RomanOjChe  non  folamente  niffun  di  effi  è  ftato  dalChri- 
Itianefimo  riputato  Ecumenico ,  fé  non  corroborato ,  &  autorizzato  dalla 
e  vediiintfìrtpyi  coufermazione de' Papi,  mà[e]rEfefino iftefib tenuto  contro Diof coro, 
mt.Tomopaz.  524-  che  hcbbc  fin'  alfine  tutte  le  qualità  necelìàrie  a  formare  un  Sinodo  Ecume- 
nico, cioèilconfencimento  del  Pontefice,  l'aflìftenza  de'fuoi  Legati,  e 
l'intervento  de'  Vefcovi  dimoltiffime  parti  del  Mondo,  niilladimeno  egli 
divenne  invalido,  e  Pfeudofinodo  di  niun  valore,  fol  perche  fu  dal  Pontefice 
S.  Leone  per  le  note  ragioni,  che  habbiamo  altrove  accennate,riprovato,an- 
nullatOj&efecrato.MàNoivogliam  combattere  queftanuova  dottrina  con 
le  armi  ilfefle  dei  contraditton,e  tralafciata  generalmente  la  enumerazione 
de*  Concilii  generali,  e  particolari  tenuti  in  tutti  li  Secoli  nelChrifiianefi- 
f  vedifoj^rtqutfia  iyio,e  h  loro  Sefìa  confefiione,come  fi  dice[/]neiraccennato  di  fopra  Decre- 
^^t^'d)  'Ulne'x.  io  Laceranenfe,chc  il  Papa  fia  fuperiore  al  Concilio^  ciporuamo  nelIaFran- 


Capitolo  V.  6g       Martino 

da  i\e(ìà,  e  quivi  come  da  Cathedra  di  verità  vogliainoefporre  al  Lettore  '  * 

il  fentimento  fteflb folTrenuto  fempre  dalla  Chiefa  Gallicana  circa  l'auto- 
rità del  Papa  foprai  Concilii,  acciò  qiiindifi  comprendala  contrarietà  in 
qiiefto  punto  tra  1*  antica  Chiefa  Gallicana ,  &  alcuni  Autori  della  moderna . 
E  primieramente  fotto  T  Imperador  Carlo  Magno  nel  Sinodo  Romano 
adunato  per  la  nota  caufa  di  Leone  Terzo ,  dai  Vefcovi  della  Francia  quefto 
punto  fiì  iUbilito  in  quefte  precife ,  e  chiare  parole ,  l^os ^poflolicam Sedem, 
qu£  caput  ejì  omnium  Eccleftarum ,  indicare  non  audemus  j  nam  ab  ipfa  nos 
omnes  ]udìcamur,  ipfa  autem  à  nemine  judìcatur,  quemadmodum  anticjuitus 
mosfuit.  Così  riferifce  Anaftafio  in  Leone  Terzo,  e  così  Emilio  in  Carlo 
Magno,  e  cosi  lo  Spondano  nell'anno  800.  n.  2.  con  particolarità  notabile 
in  quelle  parole  ,  Quemadmodum  antiquitus  mos  fuit  :  foggiungendofi  ne' 
medefimi  allegati  Autori  Francefì  l'alta  ammirazione  di  que' Padri  dell' al- 
trui temeraria  pretenzione,che  il  Papa  poteffe  elfere  fotropofto  al  Concilio, 
I{em  inauditam  efìe ,  I{omanum  Tontificem  in  Concilio  reum  ftfli,  qui  nun- 
quam  alium ,  quàm  fejudicem  habuerit .  In  fecondo  luogo  S.  Ivo  Carno- 
tenfe  annumerato  fra  i  più  infigni  Dottori  della  Francia  così  dice  nella  fua 
epiftola  iS^.Jtidicia  F^omame  Ecclefìa  à  nemine  retraElari  pofìe y  &  fi'quis 
aliquando  hujus  Ecclefia  au6ior!tate  pragravatum  fé  Jentiat ,  non  debere  in 
JEgyptam  defcendere  propter  auxiUum ,  fed  ab  ipfa  ad  ipfum  confugere ,  & 
inde  expetere  levamen,  unde  je  conquerìtur  accepijfe  gravamen  .  In  oltre 
S.Bernardo,  lume,  e  gloria  della  Francia,  nella  fua  Epìltola  11,3.,  enelfuo 
Libro  terzo  de  Confideratione  nel  capitolo  2.  così  parlando  al  Papa  raffer- 
ma, Q^is  mihi  faciet  jujiitiam  de  nobis  ?  extat  quidem  Tribunal  Chrijìi, 
fed  abjit  i  ut  ad  illud  appellem:  itaque  recurro  ad  eum  ^  cut  datumefl  indi- 
care de  uuiverfìsy  hoc  efi,  ad  vos  appello  ,  ad  vos  ,  judicate  inter  me  ,  & 
vos .  S.Bonaventura,  S.  Tommafo,  tutti  Dottori  della  Sorbona  il  mede- 
fimo  attefìano  quafiinogni  carta  de' loro  libri.  Nel  Concilio  Fiorentino 
il  Vefcovo  Meldenfe  in  nome  del  Rè  Chriftianifìlmo ,  e  di  tutta  la  Francia , 
fupremam  potefiatem  in  uno  fuppoftto  conftfìere  profejfus  ejì  ;  qui  eam  m 
Concilio  collocant ,  vefanos  ejìe  ,  &  Catholicam  unitatem  fcindere  :  cosi 
Raynaldi nell'anno  1441.  num.  io.  IlFrancefe  Maimbourg  nel  Tomo  fe- 
condo della  fua  Hiftoria  del  grande  fcifma  di  Occidente,  libro  5.  foglio 
2S0.  della  feconda  Edizione  Parigina,  aflerifce,  Ts(^n  poter  fi  il  Tap^  giudi- 
care da  alcun  foro  i  anche  Conciliare ,  fé  non  per  caufa  di  Herefia  ;  e  fog- 
giunge  nella  pagina  feguente ,  che  la  Francia  per  haver ,  fecondo  ilfuofolito, 
tutela  della  verità ,  e  giufìitia  ,  &  della  Santa  Sede  ,  non  potè  mai  accom- 
modarft  ad  approvare  il  procedere  del  Concilio  diCojiani^^ay  nelVroceffoy  che 
facca  contro  Vap a  Giovanni,  mentre  riputavafi  da' Dottori,  e  Tbeologi  fuoiy 
che  f offe  piìt  dicevole  il  procedere  a  liberare  la  Chiefa  dallo  fcifma  per  via 
di  ceffione  ,  da  procurarli  da  1  tré  Tapi ,  fen':(a  por  mano  all'  attentato  di  ' 

procefjare  Giovanni  ,  e  di  fpogliarlo  per  fenten':(a  Criminale  della  fua  digni- 
tà-, an':^i  i  Vefcovi  di  Eiircs,  e  di  Carcafiona,  che  ritornarono  da  Coftan7;aà 
San  Dionigi,  per  ragguagliare  il  E^  degli  avvenimenti  Judetti,  furono  male 
accolti,  e  la  Corte  fece  dirgli,  parere  fommamente  (ìranala  intraprefa  di  de- 
porre un  Vapa  ;  ed  il  Dottor  Giovanni  di  Cajiiglioney  eh'  era  fiato  a  Cofian- 
'^{a,  fa  per  ordine  di  Luigi ,  Trimogenito  del  E^' ,  fatto  carcerare,  perche  ri- 
prefo  da  luifopra  l' attentato  fiidctto  ,  hapeva  voluto  replicargli  brufcc  .'cntc 
per  fofienerlo ,  foggiungendcgli ,  che  effo  havendo  altre  volte  aitent-  '  '"'^'^ 
Tomo  IV,  E     2 


Martino        rjQ  Secolo  XV. 

'  •         fuperiorì  alla  propria  condi':{ione,  n  erano  proceduti  di fordinl  allo  Stato-.' Màche 
poi  havejje  ardito  di  attaccare  unTapa,  di  concorrere  colfuo  parere  à  levargli 
daTiara,  e  la  dignità,  eraun'a':(ionedafar  temere  dell'  altra  j  cioè  di  togliere 
al  I{èfuo  Tadre  la  Corona  di  Capo .  E  quelli  furono  li  fentimenti  della  Francia  : 
e  così  li  riferifceil  Francefe  Maimbourg,  non  fenza  noftra  gran  meravi- 
glia, come  poira  quello  Autore  accordare  il  fuo  riferito  detto  .con  l'altro 
l'rlS/r/Ifff  contrario  ,  ch'egli  inferifce  nell*  Opufculo  dello  [a]  Stabilimento  della 
Éi,iift1.ii.'&fHi  ChiefadiRoma,  onde  inferir  neceflariamente  fi  debba,  ò  egli  mentitore 
vont,  in  un  libro,  ò  nell' altro.  E  finalmente  nel  Concilio  Lateranenfefotto  Leo- 

ne Decimo  il  Cardinal  Federico  S.  Severino,  Claudio  eletto  Vefcovo di 
•Marfiglia,eLudovicoSignordiSoteryLegatidelRèChriftianiflìmo,  tan- 
to in  loro  proprio  nome,  quanto  in  nome  del  Rè,  avanti  Notari ,  etefti- 
monii ,  con  Lettere  patenti  fottofcritte  di  proprio  Regio  pugno ,  e  figillate 
medefimamente  con  Regio  Sigillo,  puramente  ,  liberamente,  e  fempli- 
cementeadherirono,  &  accettarono  quel facrofanto  Concilio,  come  ve- 
ro, unico,elegitimo:  e  in  elfo  Concilio  d  lettere  palmari  fu  decifo,  T>^p<c 
au6ioritatem  Concilio  pracellere .  Così  gli  atti  chiari  di  elfo.  Hor  dicafi  breve- 
mente ,  e  di  paifaggio ,  dove ,  e  qual'  è  quefta  Chiefa  Gallicana ,  alla  quale 
il  Natale  appone  la  opinione  contraria  alla  riferita?  Rè  Francefi,  Velcovi 
Francefi ,  Dottori  Francefi ,  e  Conciiii  Francefi  dicono ,  che  il  Papa  è  fo- 
pra  il  Concilio  ;  e  il  Natale  al  contrario  dice ,  che  la  Chiefa  Gallicana  Itabili- 
(ce  il  Concilio  fopra  il  Papa .  O  vi  è  differenza  tra  la  Chiefa  Francefe,  e  la 
Chiefa  Gallicana,  il  che  non  crediamo  i  ò  effendo  ella  la  medefima ,  certa- 
mente la  medefimadeviadagrinfegnamenti  dell' antica,  ond'ellagiuftamen- 
b  Prove  i-        te  divenga foggctta  al  rimprovero  del  Savio,  [b]  J^c tranfgredtarìs termi- 
nosantiquos,  quos pofueruntTatrestui , 
.    .   ,.      Md  dal  dibattimento  delle  contefe  riportiamoci  al  racconto  della  Hi- 
Marcino  V.  con-  Itoria ,  e  profcguiamo  gli  egregii fatti  di  Martino  Quinto  contro  gli  Here- 
troghHeretici.   jj^^j^  j-^g  terminato  il  Concilio  di  Cofìanza  intraprefe  la  condotta  di  un 
Pontificato  egregio,  e  quale  conveniva  non  men'd  que'  tempi,  che  alla  difefa 
e  ^4nn9 1418.       della  Fede ,  e  alla  riforma  della  Chiefa .  E  primieramente  [  e  ]  al  principio 
del  fuo  Pontificato,  cioè  doppo  il  fine  del  Concilio  di  Coftanza,  riferifcefi 
•la  origine  della  publicazione  della  Bolla  in  Ca?«4£>ow/W,  di  cui  ci  aggrada 
rapportar  qui  le  medefime  parole  di  un  Autor  Francefe ,  che  cura  fi  prefe  di 
à  Ex m.s. Tranci.  V^^%^^y  comc di paflaggio ,  qualchc coutczza di  effa,  [d]  BullamCana, 
fii  Diròj/i poSo-  dic'egli ,  tempore  Martini  Quinti  ccspifìe  anno  1420.  quando  in  Conjìantwnfi 
fisSorbonici.       Sjnodo  Bohcmorum  harefes  profcripta  fuere  ,  docmtolim  Dominicus  à  Soto, 
(  non  tamen  Cardinalis  Toletus,  ut  falsò  ei  imponunt  altqui  )  hoc  unico  fretus 
fundamento ,  quòd  ^ngelicus ,  aliique  Trifci  Scriptores  altum  de  ea  refdentium 
fervaverint.  Caterumnon  Martino  tantum  j  fed&  Clemente  Quinto  antiquio- 
rem  ipfam  effe ,  eruditorum  efl  conftam  opinio  ;  idque  ex  eo  potijjìmum  evincunt , 
quòdipfeClemens  Quintusin  Clem.i,  dejudiciis,  paUmfateatur,  quibujdam 
folemnibus  anni  diebus  P^manos  Vontifices,  generales  quojdam  procefìusfacere 
confue-pifte,  ubi  ob ferve  tur  glofia,  qua  buie  opinioni  favet  .  Figuifie  autem 
hanc  Bullam  ante  Urbanum  Tertium ,  &  Clementem  Quartum ,  &  Quintumy  ea 
non  contemnenda  conje&ura  efi,  quòd  Hofìwnfis  DiviThoma  contemporaneus , 
imo  &  antiquior,floruit  enimfub  Innocemio  Quarto ,  &  ^le fiandra  Quarto  Ton^ 
tifìcibus circa ammm  1254.  exprefschujusproceffusmeminit  intit.de  Crim. fal- 
y?  /.  5 .  §.  Qualiter  committatur .  yerf.  Porrò . 


Capitolo  V.  71        Martino 

"Vow  Umen  tot ,  cjuot  nunc  habet ,  conti /^^  ebat  Canones ,  fed  datis  occafionibus  5  ^  • 

à  Martino  Quinto  i  TauloSecundoy  Sixto  Quarto  In  extrav.y  Et  fi  Dominici 
Gregis  ,  Leone  Decimo  ,  Taulo  Tcrtio  ,  Julio  Tertio  ,  Vaulo  Quarto  ,  Tio 
Qjiinto,  Gregorio XI1L& aliis varice ad]e6iionesfa^x funt .  Mukos  cafus  con- 
tentos inTrocefiu BhIU  Coen^ey  notatos fuijje cenfuris ,  jure antiquiore ipfts  ClC' 
mentinisj  nemoy  quamvis  leviter  Canonum  notitia  poUens  y  e(iy  qut  tgnoret  ; 
cumtam  multi  habeantur  Canones  de  percufforibus  Clericorum ,  de  molejìantibus 
I{omipetas,  delureticis,  de  deferentibus  adhofles  prohibita ,  de  imponentibui 
padagix&c.  in  Decreto  y  &  extra. 

Quo  ad  ufum   hos  cafus  folemnìtcr  proh i bendi  ;  fi  de  annuali  quara- 
tur  y  verojimile  puto  non  efle  morem  Martino  Quinto  antiquiorem  ,  fi  de  il- 
io, qui  ter  inannofiebaty  incertijjìmum  ejì  initiunny  fcd  mdubitanter  Urbano 
Quarto  antiquius  ,   tdefi  ante  annum  1260.  e  fi  jtudiofiorum  commune  piaci-- 
tum .  Così  egli  di  Martino  Quinto ,  che  più  precifamente  con  lettera  circola- 
re, &  Apoftolica  Bolla  confermò  le  condanne  emanate  dal  Concilio  di  Co- 
flanzacontro  gli  accennati  Herefiarchi,  diftintamente  enunciando  in  efla 
tutti  li  loro  errori ,  e  la  loro  condotta ,  applicando  rimedii  adequati  al  ma-  \^^\  com"? mJl 
le ,  e  in  prefervazione  de*  buoni ,  e  à  terrore ,  e  caftigo  de  cattivi  :  onde  ben-  defimi .  ' 
eh'  ella  fi  ftenda  in  prolifla  lunghezza ,  Noi  tuttala  rapportiamo  con  il  moti- 
vo ,  che  non  mai  ètedio{a,e  lunga  quella  ftrada,  che  conduce  al  defiato  ter- 
mine, cioè  alla  intelligenza  della  Hiftoria;  [a]  Martinus  Epifcopus  Servus     »  H^ctxtatpofi 
Servorum  Dei  &c.  Inter  cunBas  pafioralis  Curjs  fol'citudines  ,  quibus  pre-f'^'^^-^"'"^'^'"^ 
mimur  incefjanter  y   illa  potiffimè  fortiàs  nos  angit ,    ut  h neretta s  de  finibus 
Cbrifiicolarum  expulfis  ,  fuifque  falfis  do£irinis  ,  &  erroribus  perverfis  pc- 
nitusy  quantum  nobis  ex  alto  conceditur ,  extirpatis,  orthodoxay  &  Catho^ 
licafides integra,  &  illibata  permaneat ,  ac  Vopttlus[Chrifiianus  in  ejufdem 
fidei  finceritate  ,  quoltbet  obfcurationis  femoto  velamine  ,  immobilis ,  &  in- 
violatus  perfifiat  .   Sane  dudum  pilufquam  omnibus  retroaSiis  temporibus  in 
nonnullis  E^gionibus ,  &  Dominits ,  prafertim  in  Fregna  Bohemi^  ,  &•  Mar- 
chionatu  Moravia ,  ac  locis  &  difirttltbus  illis  vicmis ,  adverfus  fidei  Catho- 
licds  dogmata ,   &  San5i£   Matrts  Ecclefiae  traditiones  ,    non  folàm  cantra 
unum  y  quinimmo  cantra  plura  fidei  Catholiae  dogmata ,  infurrexerunt  qui- 
dam harefiarchi&y  cìrcumcelliones  ,  fchifmatici,  c^  fedttiofì ,  Lue i ferina  fu- 
pcrbia,  &  rabie  lupina  eveUi,  damoniorum  fraudibus  illufi,  de  vanitale  in 
idipfum  ( licèt  forent  de  diverfis  mundi  partibus  oriundi  )  convenientes  ,  Ó* 
caudas  colligatas  habentes  ,  damnat<&  videlicet  memoria  Joannes  FFiccleff 
de  ungila  "joannes  Husde  Bobemia,  &  Hieronymus  de  Traga,  quiutinam 
alios  fecum  ad  infidelitatis  interitum  non  traxijknt  .   '^am  ubi  hujufmodi 
pefiilentes  per  fona  perverfa  dogmata  pertinaciter  feminabant ,  in  fua  dottri- 
na pefiifera  primordio  pralati  ,   &  alii  judiciaria  poteftatis  regimina  exer-. 
centes ,  tanquam  canes  muti  non  valentes  latrare ,  nec  ulcifcentes  cum  xApo- 
fiolo  in  promptu  omnem  inobedientiam  y  harefiarchas  ipfos  peftiferos ,  &  do- 
lofosy  eorum  lupinamrabiem  truculentam  [iatim  (ut  adfiriai  fuerant  )  cano- 
nicè  coercere  y  eofque  de  Domo  Domini  cor  por  alitereijcer  e ,  noncurarunt,  fed 
facrilegam ,  falfam  &  perniciofam  ip forum  do£Ìriuam ,  per  longas  moras  ne- 
gligenter  convalere  permiferunt  :  populorum  multitudo  ,  illorum  opimonibus 
falfis  decepta,  prò  veris  accepit  ,  qua  diu  mendaciter  ,  &  perniciose  ,  ac 
damnabiliter  feminaverunt ,   eifque  credendo  ,    d  re£ia  fide  cecidit  turba, 
multa  f  (ir  errore  devio  involvitur,  prob  dolor  i  Taganorum,  adeò  qubd  per    . 

£    4  divcrfa 


Martino        r^^,  Secolo  XK 

^  •  dlverfa  illarum  ,  eifdemque  convicinarum  partium  e  limata,  ores  ChrifliCa- 
thoUcas  Hicrefiarcb^  ipft  fucceljivè  infecerunt  y  &  in  fiere  or  e  mendaciomm 
feccrunt  putrefcere  .  Ouapropter  generali!  Con/i antienfis  Synodus  tantum 
fidelmm  ,  C^  fidei  Orthodoxa  plngam  ,  &  ruinam  -pidens ,  exilamars  com- 
pul/a  efi  cum  ^Augujiino  :  Quid  faciet  Eccle(t£  medicina  ,  fzlutem  omnium 
materna  charìtate  conquirens ,  tamquam  inter  phreneticos ,  &  lethargicos 
^jiuans^  nmiquid  contemnere,  nunquid  defiftcre  vel  dcbet,  vel  potejì^  certe 
non  fecundiim  eundem  ,  imo  utrifque  Jìt  necefje  efie  molejìa,  quae  neutrisc(i 
inimica.  ']>{am&  moleftuseftmediGus  furenti phrenetico ,  &  pater  indi j e ipli- 
'  3lS.  iuguli. d<  nato  filiOi  ille  Uganda ,  ijìe  credendo,  [ed  ambo  diligendo  .  [a]  Si  autem  ne- 
c»rreaione  noH^'  oljocint ,  &  SOS  perire  permittant ,  inquit  ^uguflinus  ,  ilìa  manfuetudo ,  po- 

tifiitr^im  ad  Boni-  ^.^    r-  ir  ti  rf    ^^    •     ì-      •  c     -r     r      -^         \      r  ^     i    i   ^-        j       '■ 

faciumcs.  tiHs  falja  crudelttas  eji.  Quindi  ritenlceii  ciò,  che  li  opero  dal  Sinodo  ai 
Coftanza  contro  li  detti  Herefìar  chi,  rapportandone  egli  ifteflò  le  condan- 
ne, fogginngendo ,  Et  fi  tales  Hcsretici  publici  y  ac  manifefiiy  licèt  nondum 
per  Ecclefiam  declarati ,  in  hoc  tam  gravi  crimine  decefierint ,  Ecclefiafiica 
careant  fepultura  ,  nec  oblationes  fiant ,  aut  recipiantur  prò  eijdem  :  bona 
tamen  ipforum  à  tempore  commijji  criminis  fecundum  Canonicas  SanCliones 
confifcatay  non  occupentur  per  illos  ,  ad  quos  alias  pertitierent ,  donec  per 
hujufmodi  judices  ecclejiajiicos  fuper  hoc  poteflatem  habentes ,  fententia  de- 
I  claratoria  fuper  ipfo  harefis  crimine  fuerit  promulgata  .  Qui  autem  de  ha- 

refi  per  judicem  competentem  ecclcfiajiicum  inventi  fuerint  fola fufpic ione  no- 
tati y  feii  fufpeCii  y  nifi  juxta  confìderationem  ,  &  exigentiam^  fufpicionis , 
qualttatcmque  perfon^e  ,  ad  arbitrium  judicis  hujufmodi  propriarn  innocen- 
tiam  congrua  devotione  monflraperint  ,  in  purgationt  eis  canonie  è  indivia  de- 
ficiente!, &  fé  canonicè  purgare  non  valentesy  aut  prò  hujufmodi  purgatione 
facienda  ,  objiinatione  damnabili  jurare  renuentcs  ,  tamquam  baretici  con- 
demnentur  .  Qui  vero  di6iam  innocentiam  monflrare  ex  quadam  negligentia  y 
feu  defìdia^  <& purgationem  hujufmodi  facere  omiferint  ,  anathematis  gladio 
feriantur  y  &  ufque  ad  fatisfa&ionem  condignam  ab  omnibus  evitentur;  ita 
quòd fi  per  annum  inexcommunicatione  hujufmodi  perfliterint y  extunc  velut 
haretiisi  condemnentur  .  5"/'  qui!  vero  fuper  aliquo  jiepedi£ix  peftifcr^  do6ìrt- 
me  hiere/ìarcarum  prccdi^ìorum  ,  vel  aliquibu!  articulÌ!  dumtaxat  fcanda- 
lofi!  y  tùkierariis,  feditioftSy  vel  piarum  aurium  cjfenfivis ,  culpabilis  reper- 
ttis  fuerit  y  canonicè  puniatur:  Si  vero  propter  folam  mfamiam ,  autfufpicio- 
nem  dìèiorum  articutorum,  vel  alicujus  ipforum  ,  quis  repertus  fuerit  fuf- 
p^Uus ,  &  in  purgatione  Canonica  propter  hoc  fibi  indiala  dejicerety  prò  con- 
dicio habefltur  ,  Ci7*  tanquam  canonicè  convi6ìus  puniatur  .  Quindi  egli  ri- 
novòlaBolia  di  Bonifacio  Ottavo,  ut  Inquifitionisnegocium,  eminacciòa* 
Velcovi  la  depolizione  da' loro  Vefcovadi,  ogni  qualunque  volta  negli- 
genti ellì  follerò  nella  perquifizione ,  &  eftirpazione  delle  accennate  Here-> 
lìe,  &  a' dehnquentiimpofe  la  formoLa  del  giuramento  in  comprovazione.^ 
della  loro  fede,  e  precifa  abjura  di  tutti  nominatamente  gli  artìcoli  altre 
suoiprecifi  de- volte  riferiti,  delVviccletf,  edell'Hus.  Cosìegli,  che  da  Mantova  repli- 
crcti^  contro  i  còle medefime  ordinazioni  à  tutti  li  Vefcovi  contro  la  ripullulante  fetta 
biLw.  W  iib.  I.  [b  ]  de'  Fraticelli,  e  precifamente  impofe  ai  Cardinali  ài  Albano,  e  di  Porto, 
e^.air.pa^Mi.  coutra  prafatos  Hcercticos  y  eifque  adharentes  y  compliceSy  &  fautoresy  eo- 
rumque  receptatores  ,  cujufcumque  Jìatus ,  gradus  ,  ordinisy  conditioms  y  ó^ 
digmtatisy  etiamfi  univcrfitates  ,  commumtates  ,  &  municipia  fmt y  in  qui-' 
bitfcnmque  mundi  partibus,  ubi  efk  compcrirentur  j  inqulrendi  3  procedendij 

capiendì 


Capitolo  K  73        Martino 

càplendi  plenam  &  liberam  tenore  pr^fenùum  concedìmus  facultatem  ,-  e  ^  ' 

delle  medefime  ampie  facoki  contro  i  medefimi  Heretici  egli  providde 
[a]  San  Giovanni  di  Capiftrano,  &  altri  Religiofi ,  acciò  eglino  nelle  Dioce-  ^ J:'t'^- ^ff^Yi 
fi  di  Barcellona,  Girona,  &  adiacenti  con  la  predicazione,  e  conle  opere  p^^i'^jt. 
rinveftidero ,  efimile  fchiatta  d'Hipocnti  toglieirero  dal  mondo .  Mi  in 
altre  parti  al  comando  egli  [6]  aggiun[eIearmi,cheadei1:irparefonomol-  b?^«.:i4ir. 
to  più  potenti,  che  le  voci,  [e]  e,  Vap.i  Manums,  dice  Sant'Antonino  ,  "ìil^lf.^'^.l'y^' 
f^iftt  in  Marchiam gentes  armorHmadextinguendMm  gladio  materiali  hiereticos 
FraticelloSj  fcilicet  de  opinione  y  qui  ibi  multum  abiindabant  y  Ó*  aliqua  ca- 
ftra  errore  ilio  tota  infeUa  erant ,  ut  Mafiatiiim,  Meliorata,  cujiis  bomwcs 
•pel  occift,  vel  expulft  funt,  deftruUis  locis  habitationis  eorum  ,  qui  fugien- 
tesinGr<£ciam  fetranjiulerunt.  Mi  Tempre  più  baldanzofa  riforgendo  nella  ^h^  Sni' du"! 
Marca  quella  Herefia,  egl'impofe  al  Vefcovo  di  Ancona  la  demolizione  [oro°caHeìio.' 
del  Cartello  Magnalate ,  in  cui  lì  erano  aiiìcurati ,  comeiu  forte  Afilo,  li 
Fraticelli,  efpedìcommifllonicosìrifolute,  eforti,  che  ben  quindi  fi  ap- 
prefe,  quanto  il  di  lui  animo  fofleavverfo,  &  inimico  alla  Herefia  .   Leg- 
gafi  la  lettera,  che  all'accennato  Vefcovo  eglifcrifie,  e  dalla  di  lei  lezio- 
ne fi  comprenda,  quale  veramente  fia  il  rimediò  proporzionato  à  quello 
male. 

Generabili  [d]  Fratri  ^(lorgioEpifcopo^^nconitanoinTrovlncia Marchia  àMart.v.Ld.e^ìji, 
^nconitan£  prò  nobis ,  c^  Romana  Ecclefia  locum  tenenti  falutem  &c,  cur-pa^,  25. 

Tsluper  ad  audientiam  nojiram  fidedigna  relnione  pcrventty  quòdinCaflro 
Magnalate  JEfìrae  Dicscefis  nonnulli  h^eretici  Fraticelli  de  opinione  vulgariter 
nuncupatij  qui  per  Trovine iamnofiram  Marchia  ^nconitaniC  in  mentibus  ho- 
minumnon  [anam  doBrinam  ^  fedbjsrcfesy  &erroresy  &  [alfa  dogmat a  fug- 
ge jjerunty  &  in  dies  fuggererefludenty  principale  eorumreceptaculumhabue- 
runt,  &  indialo  Cajiro  bodierna  die  ab  tUius incolis y  &  habitatoribushujuf- 
modi  errorum  y  C^  barefum  y  (icnt  nobis  innotuit  ex  fide  digna  r e lat ione  multo r 
rum  y  labe  infe6lis  yftmiliter  receptantur inpericulum  Chrtjiijidelium  animar umy 
C^  exemplum  deteflabile plurimorum  4 

"ì^s  igitur  attendentes  ,  quanti  poffit  efìe  difcriminìs  fidelibus  populis 
convicinis  di6i£  TProvtncix  ,  qui  ambulant  in  via  Domini  ,  ft  nidus  ,  ci;- 
receptaculum  ipforum  Fraticellorum  h.neticorum  in  di^o  Caftro  funditus 
nontollatury  ac  folo^equeiur,  &  proinde  attendentes y  quod  legiturdehare- 
ticis  indiverfis  Civitattbusy  terris  y  Caftris  ^  &  locis  commorantibus  ,  ibi  : 
Incendes  Civitates  eorum  igni  ,  nec  erit  ibi  habitaculum  in  £eternum  ; 
&  proptereapramifia  debita confideratione  penfantesy  habitaque  fuperiisde- 
Uberationematuray  quantum  materia  requirtbat  y  volumus  y  <&  fraternitati 
tH£  per  ^poflolica  fcripta  committimusy  &  mandamus ,  utdiHumCajirum 
Magnalate ,  &  cjus  arcem ,  ft  quam  habeat ,  ad  terrorem ,  &  exemplum 
perpetuum  aliorumCaJìrorumy  &  locorumdiÙaVrovmciiCy  ne  de catero ta- 
les  bareticos  Fraticellosreceptarcy  auteis  pr abere  confilium,  auxilìum,  vel 
favorem  per  /e,  vel  alioSy  audeanty  vel  pr£fmnanty  ex  toto  mandes  ,  & 
facias  demoltriy  provifurus  j  quòd  nullum  ibide^  de  catero  adificium ,  vel 
domiciUum  confiruatur;  &  tempore  demolitioms  bujufmodi  virum  B^ligio-  ♦ 

funiinflnuas  ad  pradicandum  inibiverbum  Dei y  qui  populos  de  e au fa  demo- 
litiohìs  prxdi6i£  fapienter  infiituaty  &  informet:  &  deinde  y  pojìquam  di- 
CiumCalìrumdemolitumy  &  folo  aquatum  fuerit  y  ut  prafertury  convocatis 
aliquibiis Ma^ris inTbeologia y  &  DoStorlbus  juris  Cammei 3  vel  civilis  , 

&ali' 


Martino        rj^  Secolo  XV* 

^  *  &  aUquibusreligioftsvÌYÌs  ,  &  illist  ibi  in  hoc  ajjiflentìbus,  &  confidentibuif 
pueripatrum  hxreticorum  fegregentur  ab  eis,  &  procul  mittantur,  ne  Imre» 
fica  labe  pofjìnt infici quo(juo modo,  Majores  autem  exhabitatoribus  ,  &  in- 
colfs  di6li  Caftri  intenogentur  fuper  h^refi  di&orum  Fraticellorum ,  in  qua  (i 
obftinatis,  &  induratis  animis  perjeverent ,  pmiantur  fecundum  Canonicas 
fanÓiiones:  fi  vero  poeniterevoluerint ,  &  pramifiam  harefim  abiurare  y  tunc 
qui  in  di5io  errore  fuerint  principale!  y  &  magis  perverfly  ad  altorum  terra- 
rem  ad  perpctuos  career es  deputentur,  &  fi  bene  fé  habuermt,  infuturum 
mifericorditer  agetur  cum  eis  ex  benignitate  Sedis ^poflolic£ ,  qua  nulli cum 
poenitentia  redeunti  gremium  claudìt  mifericordia,  &  pietatisfua.  Infi*per 
tnnocentes ,  &  etiam  multùm  fimplices ,  fi  qui  fint  inter  habitatores  ,  dr  ho- 
minesdi5liCaftri,  divifimlocentur  mterris  conpìcinis  y  ut  colere  poffìntagros 
fuosde  territorio  di6Ìi  Caftri:  aliorum  autem  hareticorum  pradtatamquam 
confifcata  ad  B^manam  Ecclefiam  decernimus  pertinere  ,  quorum  partem 
juxta  tuam  ,  &  ipforum  convocandorum  ajjifientium  ttbi  Magiftrorum ,  Do- 
iiorum  ,  &  B^ligio forum  difcretionem ,  prudenttam  ,  &  arbitrìum  illis  in- 
nocentibus  appìicari  volumus  propter  damnum  eis  illatum  ex  demolitione 
pradi£iay  quòdque  omnes,  five  qui  manifeflè  fuerint  bar  etici,  five  aliitan- 
quam  de  harefi  -pehementer  fufpeUi ,  abjurent  pr£di5iam  bare  firn  ,  omnem- 
que  haereticorum  converfationem  ,  &  fautorìam  juxta  decreta  San£lorum 
Tatrum,  &  Canonicas  fanBiones .  Tropterea  placet  nobiSy  quòd  aliquibus 
principibus  di£li  Caflri  terror  tormentorum  incutiatur ,  &  fi  opus  fuent  , 
torqueantur,  utrevclent,  fiquoiinVrovinciapradiBa,  vel alibi,  fciant,fen^ 
tianty  &  cognofcant  prafata  harefis  labe  infeaos  y  vel  occulte  exiflant,  ut  prò 
illorum  redu£ìione,  ac  punitioncy  ne  inficiant  alios,  poffit  falubriter  provi- 
deri.  Et  fimiliter  prò  libris  di5Ìorum  Fraticellorum ,  &  proextirpandiseo- 
rum  reliquiis  ,  fi  qua  remanferint  %  per  totam  Tropinciam  inquiriy  &  invefiigari 
facias  diligenter  y  deputando  ubique  Tradicatores  idoneos,  infiru£los  in  facra 
panna  y  qui  de  menttbus  oberrantiumhareticasopiniones  evellant,  &  fanam 
docirinam  illos  edoceant ,  &  per  re£ìam  viam  mandatorum  Dei ,  &  Ecclefufua 
incedere  moneanty  infiruant,  &  informent, 

Caterùm  attendentesy  quia  jam  din  di6li  Fraticelli  aufugifient  de  pr  a  fa- 
ta Trovincia,  nifi  haberent  occultos  receptatores  y  &  fautores  eorum  ,  qui 
eos  fuis  fecretis  prafidiis  y  &  favoribus  mcmutenent,  fuper  quibus  etiam  no- 
ftrainterefiy  quantum  cum  Beo  pofiumus  ,  de  opportuno  remedio  providere» 
Similiter  volumus  &  mandamus ,  utuniverfis,  &  fingulis  Ficariis  nofirts  m 
temporalibus  deputatis  ,  nec  non  communitatibus  ,  univerfitatibus ,  &  fm- 
gularibus  quibufcumque  perfonis  Civitatum  ,  terrarum  ,  Caftrorum ,  &  lo- 
corum  quorumlibet  di6Ì£  Trovincia  fub  privatione  vicariatuum ,  &  excom- 
municationis  y  fufpenfionis,  &  interdigli,  aliifque gravijfimis  fententtis ycenfu-' 
rts,  & poenis  fpiritualibus ,  &  temporalibus ,  à  jure,  vel  ab  homine promul- 
gatis,  contra  eos,  qui  contrà  fecerint,  infiigendis ,  au&oritate  noftra  man- 
desy  atque  prohibeas ,  ne  di5los  Hareticos  Fraticellos  per  fé,  vel  alios y  pu- 
blicè,  vel  occulte,  in  Civitatibus ,  terris ,  Caflris,  &  locis  pradi6ìis  fubquo* 
""  vis  qua  filo  colore  receptent,  aut  receptari  faciant ,  vel  permittant ,  nec  illis 

mìnifirent,  aut  prafient  quovis  modo  auxilia  ,  confilia  ,  vel  fan^ores  ;  vo- 
lentes  quòd  contra  tranfgrefiores  mandatorum  noftrorum  ,  &  ad  publicatio- 
nem  pcenarum,  in quas illos,  vel  eorum  aliquem tncidifje cognoveris ,  eadem 
MuSoritate  procedas  ,  atque  [declares ,  prout  illorum  temeraria  prafumptio 

exi- 


Capitolo  K  75        Martino 

exiiei&requirct,  ineasjententias,  cenfuras,  &  panas  in  tuìs contentai  prò-  *• 

cc$bus  incidiffe .  Demum  de  omnibus ,  quagejferis  inpr^mijfis ,  nos  provtdeas 
per  tuas  literas  informare ,  ut  ad  ulteriora ,  fi  necejsè  fnerit ,  profalute  anima- 
rum  fidelium,  fuadente  juflìtia,  aurore Dommo  3  procederei  providere,  &con- 
fulere  valeamus .  Così  egli. 

ConilmedefimoApoftolico,  e  publico  zelo  mfiirfe  Martino  contro  i  ^"^«^[;'^^'^;f,^J';'^ 
Simoniaci,  che  fin  da  quindici  Secoli  addietro  pur  oftinati  perfeveravano  simoniaci . 
ad  infettar  la  Chiefa  con  la  loro  efecrabile  condotta,  e  contro  e  Alar  mof- 
fi  il  Santo  Pontefice  con  una  conftituzione ,  in  cui  non  folamente  egli  ana- 
thematizza  i  rei  di  fimil  colpa ,  mi  eziamdio  chi  fra  Chriftiani  negligente, 
e  pigro  fi  rende  à  denunziarli,  [a]  Travalente  ^equitia,  dic'egli  in  Bolla  ^  uu.  efifi.m^. 
publicata t>Ì£Ì  perpetuam  (  quodnon  fine gravìjjìma  cordis  amaritudine r e cen-  p'^g.^^^ 
(ernus  )  hocexitialCi  pefliferum,  &  multiforme  monfirum  Simonia  nondum 
potuit  ab  Ecclefia  prorfus  abjici  ;  fed  in  grapiffimum  ^  &  periculofum  diferi- 
men  Ecclefìa  Jemper  in  ea  granari ,  favire  ,  &  dominari  molitur  ;  quibus 
perniciofìffimisconatibusy  &  tantis  Ecclefu  ruinis  vehementer  cupientes  oc- 
currere,  &  (  quoadnobis ex altodabitur  )  prò  falute  fideliumefficaciter pro- 
ridere  volentes ,  innovamus ,  ac  de  novo  confirmamus  omnes  excommunicof 
tionìs ,  fufpenfionis  y  atque  privationis  ,&  interdigli fententias  y  &  alias poenasy 
&  cenfuras  dudum  a  Summis  T?ontificihusinfimoniacoslatas,  atquepromul- 
gatasy  quasipfofa£ioincurrerevolumus  omnem  manifejiumy  veloccultum[b]  f>  ^^'"^'^  prohibita. 
Stmoniacum  y  ubicumque  Simontam  eommiferity  &  cujufcumque  flatus  ,  gra~  ["i'^Jé  TJ  simÓ- 
dusy  conditioniSy  emmenti^y  vel  dignitatis  ex i fiat ,  etiamft  Cardinalatus  ^niatccuita,  e  qui 
Epi j copali y  vel  alia  quavis  Ecclefiafticay  vel  temporali  etiam  maxima  pra-mt'p'agTz^j.^'^'" 
fulgeat  dignitate;  di&arumque  fententiarum  excommunicationis ,  fufpenfìo- 
nisy  privationis  y  &  interdicliy  aliarumque  cenfurarumy  &  pcenarumabfolu- 
tionem  five  relevationemnobis  y  &■  fuccejjoribus  noflris  j  praterquam  in  mortis 
articulo,  fpecialiter  refervamus .  Quindi  caflati ,  &  annullati  tutti  li  privile- 
gii ,  ragioni ,  e  fcufe ,  che  potefiero  in  alcun  modo  dedurre  li  Simoniaci ,  egli 
lìegue,  Caterùmy  quiapefiishac  Simoniaca  timens  agnofci,  frequenter  ovile 
Dominicum  vulpinosc  fubintrat ,  &  aflutia mirabililatenter  ferpit ,  &  inficiti 
nec  potefl  facilius  buie  letbali  morbo  mederi ,  quàm  quòdflatim  detegatur,  & 
prodeat  in  publicum  ;  proinde  (iatuimusy  pracipimus  y  &ordinamuSy  utomnei  . 
CHJufcumque  flatus  y  conditioniSy  emmenti^yvel  dignitatis  exiflant:  qui fciverìt 
aliquem  pofihac  commi  fi  ffe  fimoniam ,  infra  duos  dies  naturales ,  pofiquam  id  ad 
fuam  notittam  dedu6lum  extiterit ,  teneatur ,  fìprafens  fuerit  in  Bimana  curia, 
nobisy  vel  ^poflolica  fedis  Camerario  y  aut  fuovicegerentiy  &hunc  inuniusj 
vel  duorum  teftium  prafentia ,  revelare  y  fub  etfdem  excommunicationis,  fufpen- 
fioniSy  aliifque cenfuris  y  &poenisy  quibus  ,utprafertury  tpfuma6lorem  Simo- 
nia efie  volumus  innodatum  ;  quas  diìius  non  revelans,  ut  pradicitur ,  feu  tegens 
Simoniam ,  tanquam  ejufdem  /autor fceleris  incurrat  ipfofa£lo ,  cujus  abjolutio- 
nem  nobis ,  aut  Succefioribus  nojiris  fpecialiter  refervamus,  decernentes  ex  nunc 
irritumy  &■  inane  y  fìfecus  àquoquam,  quavis  au^oritatCyContigerit  attentarti 
Così  egli. 

Ma  ìiccome  fi  eftendeva  nella  malizia  il  Diavolo,  così  fi  diffondeva  ani-  E.rorì  deiseMi. 
piamente  per  tutte  le  parti  del  mondo  il  zelo  di  Martino.  Nella  Fiandra  ^^,ar^o^e  condanna 
Niccolò  Serurario  Rehgiofo  fra  gli  Eremiti  di  Sant'Agoflino  haveva  publi-  ' 
cate  nelle  Diocefi  di  Tournay,  ediCambray  fentenze  infette  circa  li  Sa- 
cramenti conferiti  da'  Fitti  peccatori,  circa  il  culto  de' Santi  ,  con- 
tro 


Martino        ^^  Secolo  XV. 

^ '  tro  la  penitenza  ,  contro  li  Religiofi  di  Sant'  Antonio  Abate,  "e  con- 
tro ì  Curati ,  e  Parochiani  ,  onde  n'era  flato  condannato  dal  Con- 
cilio dì  Coftanza  ,  nel  qual'  egli  poi  ritrattofll ,  in  perpetuo  Carcere 
dentro  il  Monafterio  di  Metz  :  ma  infiftendo  i  di  lui  fautori  ,  e  fe- 
guaci  d  difcuterne  le  ree  dottrine  ,  efaggerando  con  la  diminuzione 
della  colpa  la  graviti  del  caftigo  ,  fi  ritrovò  in  obligo  il  Pontefice 
di  confermarne  la  cenfura  con  un'Apoltolica  Bolla  ,  in  cui  riferifcon- 
tM4rt.i.$.pag.'jì.  fi  li  Teguenti  errori  ,  annotati  con  la  cenfura  [  ^  ]  di  ^rticulos  ha- 
retìca  labe  infe&os  ,  fcandalofos  ,  injiiriofos  ,  feditìofos ,  &  temer arios  :  ed 
il  I.  fi  era.  Cbarìtas  efi  ad  Deum  ,  &  proximum  ,  &  non  ad  feipfum  , 
2.  Deus  non  remiftt ,  neque  remittere  potefl  culpam  peccatori  abfque  pravìa 
contritione,  3.  Tresbyteri  publìci  concubinarii  non  habent  au&orhatem ,  feu 
poteflatem  abfolvendi  peccatorem  ,  &  peccator  confefìus  Sacerdoti  publi- 
co concub'mario  recedìtabfqueabfolutione,  ^.Oratìones&  preces  mijjalesta- 
Hum  Sacerdotum  publicorum  concubinariorum  funt  nullius  valorìs ,  &  Mijìdi 
per  tales  concubinarios  celebrata  prò  defun6lis ,  aut  vivis ,  funt  nullius  valo- 
rìs .  ^.Orationon  debet  dirigi y  nifi  ad  Deum  folummodo,  àr  non  adSarMos  . 
6.  Curati  dicune  parochianis  fUis  ,  quòd  Jaltem  fernet  in  anno  parochiani  te- 
nentur  confiteri  fuo  proprio  Curato  :  I^eligiofi  preferitati  funt  proprii  Sacer- 
dotes 3  &  yen  Curati:  Curati impediunt parochtanos  fuos ,  nedent,  nec  fa- 
ciant  eleemojtnas ,  dona,  aut  legata  mendìcantibus  ,  &  ne  di5ìi  parochiani 
elìgant  fepuìturas  fuas  in  domibus  di6lorum  mendicantium  .  7.  Mendicantibus 
prafentatis  ipfis  confefius  licite  pQteJi  recipere  Corpus  Chrifli ,  &  non  po^ 
tefiy  necdebetCuratusconfefior  mendicantibus  prefatit  denegare  Corpus  Chri- 
fli) quòd  fi  deneget  di£ÌusCuratuspcccatmortaliter,  &  eflexcommunicatus, 
8.  Statim  peccato  mortali commijfo  peccator  fub  pcena  peccati  mortalis  de- 
het  illtid  confiteri  priufquam  oblivtfcatur .  9.  7s(o?i  efi  multeri  opus  purificari: 
quinimò  hoc 3  fcilicet purificari,  efi  judaÌT^are.  io.  Tresbyteri  publici concu- 
binarii funt  pejores  Juda,  qui  de  loculis  .Apofiolorum  fuam  nutrivit  concu- 
hinam-,  &  fuasproles.  11.  Tresbyteri  publici  concubinarii  funt  excommuni- 
vatiy  &  fecum  publicè  fcienter  participantes .  ii.Tlures Sacerdotes àmodi- 
co  tempore  citra  licentiaverunt  fi6iè  fuas  concubinas  ;  fiElè  ,  inquam ,  quia 
occulte  bibuntj  &  comedimt  cum  fuis  concubinis:  quod  nidllus  debet  pati, 
imo  cum  eifdem  Sacerdoti  bus  concubinariis  publicè  converfantes,  <&  eos  fa- 
vorÌT^antes  funt  in  pari  peccato,  &peccant,  qui  eos  nituntur  cxcufare  falfis 
%lofis .  13.  si  Tarochiani  alicujus  Curati  concubinari  publici  bene  Deum  di' 
"ìigcrent,  deberent  inhibere  fuo  Curato  publicoconcubmario,  ne  Miffam ,  aut 
aliud  divìnum  officium  coram  ejus  parochianis  celebrarci  .  14.  Facientes  ce- 
lebravi Mifias  per  Sacerdotes  concubmarios  publicos  peccant  mortaliter  . 
1 5 .  .,'Iudientes  fcienter  Mifjas  Sacerdotum  publicorum  concubinariorum  pec- 
cant titortaUter.  ló.Inaliquibus  fermonibus  fuis  vocavit  obfiinatos  ,  &  re- 
prob^tos,  adjiciensultcrnts ,  quòd  non  fine  caufa  Tresbyteri  yocantur  ribaldi , 
17.  l:cftrrc  honorem  feretro  Beati  ^Àntonii  erat  cririntn  ìdùlclatria  .  iSJllij 

:  qui  dam  ad  comsdendum  porcisba'udantibus  campanidaìn  Beati  untomi,  pec- 

•  e ant mortaliter  ratione  precedente,  io.  MuUum  mirabatur,  quomodo  Tri- 
tati fubilinebanttale  ,  quòd  fcilicet  (kferrent  hujufmodi  feretrum  per  Tatrias 
fuas  proptcr  larga  donaria ,  qu£  à  Kc  ligio  fi  s  Sarf^i  untomi  babebant.  Deputati 
ad  purtandum  hnjnfmodi  feretrum  non  funt  tufi  tri'mpatores ,  &  abufaiores, 
idefì,  impofìcrcs.  JSlec  credebat ,   quòd  Bytligioft  pr<xfati  fuperdeponatione 

feretri 


Capitolo  K  rjrj       MAnriNo 

feretri cum e ctterisy  quaibìfìunt,  obtimerunt  aliqua  privilegia:  hoc  faciimt         ^' 
indebite j  &  injnjlè,  ■populum  [educendo.  20.'ì<[on  crcdebat  [ore  rerum, quòd 
habeant illil^eligiofilndiilgennasàVapa prò  dando  altquid  Beato  Antonio y  feu 
nunciisejuT,  feu  porcis  portdntibus  eampanulam  Beati  <Antonii,  addens  quòd 


habent  nifi  unum  denarium ,  darent  eundem .  Enumerati  gli  errori,  e  de- sj,o  ravvedimeli. 
fcrittane la  ritrattazione,  foggiunge  il  Pontefice,  qualmente  il  fopracenna- to,  epeaUenxj. 
to  Serurario  ricevefl'e  l'eiìlio  dalle  da  Ini  infette  Città  di  Tournay ,  e  di  Cam- 
bray  per  tutto  il  tempo  di  fua  vita ,  e  la  carcerazione  in  Metz  per  due  anni 
dentro  un  Convento  degli  Agoiliniani .  Così  la  Bolla  dì  Martino  V.  contro 
il  Serurario . 

E  certamente  andarono  di  pari  gli  errori  delSerurario  Ago ftiniano  Errori,  e  conciane 

nella  Fiandra  con  quei  di  Mathia  Grabon  Domenicana  nella  Sallbnia  ,  e  jacràbonY'  ** 
nella  contingenza  del  tempo,  e  nella  empietà  deirafiertione,e  nella  ritratta- 
zione dell'errore ,  e  nella  uniformità  della  condanna  contro  ambidue  fulmi- 
nata dal  Concilio  di  Coftanza,  e  nella  confermazione  di  efla  fatta  dal  Pon- 
tefice Martino  .  Scrille  il  Grabon  un'piccol  Libro  di  grandi  errori  contro 
un'adunanza  di  Frati ,  che  fotto  Iftituto  non  approvato  dalla  Sede  Apoito- 
lica,  i:\'aà'.v\dLV2.n^\  Fratresvitce  communis .  Fùquelìio  libretto  presentato  da 
Theologi  Cattolici  ai  Padri  di  Coftanza  per  ottenere  cenfura  fopra  parec- 
chie propoiìzioni  in  elfo  inferite ,  dilìbnanti ,  e  contrarie  al  fano  fentimento 
della  Chiefa:  e  eifendone  fiata  la  revifione  commefTa  al   Cardinale  ài 
Aquileja,  àquel  di  Cambray  Pietro  d'Alliaco,  &  ad  altri  Dottori,  fra  quali 
ritrovolfì  ancora  il  celebre  Giovan  Gerfone  Cancelliere  della  Chiefa,  e  dell' 
Accademia  Gallicana,  ne  fuiono  incontanente  molte  alferzioni  riprovate, 
alcune  come  apertamente heretiche,  altre  come  erronee,  e  molte  come 
fcandalofe,  &  otfenfive  alle  orecchia  pie  de'Chriftiani;  onde  ncceflìtato  l'A  li- 
tote all'abjur  adi  efl  e,  confermonne  Martino  la  condanna,  eprohibinnela 
difefa.  [a]  Elleno  rinvengonfi  tutte  diftefe  frale  opere  del  fopracitatoGer-  a  ro.Gcrfon.tom.t. 
fone,  che  fu  alloraun  de' Giudici  deputati  ,  e  poi  un  degl'Hiftorici ,  ch&f'^-^-^' 
trafmeffero  a   Polteri  la  notizia  dicotal'avvenimento,  annumerandole^ 
condannate  propofizioni  fin'al  numero ,  che  fiegue  ,   ài  venticinque  : 

1.  Vroprietas  temporalium  rerum  jìatui  faculari   efkntialiter  ejì  annexa  . 

2.  ISljdlus  fine  peccato  potefiillud  abjtcere,  quo  retento  y  potefl  convenicnter 
vivere  fecundùm  (latum  fuum.  3.  Omnes  peccanty  qui  bona  fua fimplic iter 
m  elet'rnojynarn  largiuntur  per  Chrijìum .  4.  ^bdicationem  omnium  propter 
Chriflmn  nullus  facere  potefi  extra  perai  B^eligiones  manendo  fine  peccato 
mortati:  &dicoverasI\eligÌGnes  per  Sedem  ^pojiolicam  approbatas.  'y.Ta- 
pa  non  poteji  difpenfare  cum  f^cularibus y  ut  omnibus  in  fmgulari  careant, 
6.  SiTupa  pojjet  alieni  concedere  hoc,  tunc  poffet  ei  concedere  proprice  vit^e 
fiib traci  1  onera  y  quodeflcoritra  Traceptum  Decalogi:  Non  occides.  j.  ]\eli- 
giofusnon  poteft  fine  peccato  mortali  abdicare  voluntatem  habendicommunia,  '] 
quando  a^u  talia  non  habet .  8.  Quòd  aliquis  fu  voluntariè  pauper  propter 
CÌ?riflutn,  in  ficaio  manens,  omnmò  nihil  habendo  in  fìngulari  ,  nec  etiarn 
ipfamvoLihtateMhabendi  propria  y  ìncludit  omni  tempore  contradi6lionem  . 
ìj.'I^'.IIhs  potefi  paupertatis  confilium  meritorie  obfervare  ,  nifi  fuerit  in  Jia- 

fu  foiritaalis  perfeÙionis ,  five  verc^  l\eligionis :  dico  autem  rtram  Religio- 
ne m. 


Martino       ryg  Secolo  XF. 

nerriy  fecundomoào  diclam  I{elìgionem .  io.  B^putantes  fé  bene  facere  af^u-' 
menda  paMpertaum,  quaed  Salvatori!  cotifilinm ,  remanendo  in  flatufacu- 
lariy  peccant  mortaliter ,  li.  abdicare  omnia  etiam  propter  Chri^nmy  nifi 
veram  y  &  approbatam  B^ligionem  mgrediatur y  ejì  fibi\  &  pus,  quorum 
cura  fibiincumbity  vitam  fubtrahere;  quod  e/i  homicidium  committere  tot 
hominumt  quot  e'jus  curx  fubduntur  .  12.  Credentes  fé  mereri  -pitam  atcr- 
nam  abdicattone,  credunt  fé  p  offe  mereri  vitam  aternam  mortaliter  peccando. 
13.  Efj'undiomnesopes  fimulab  bis,  qm-polunt  in  f^cido  manere  ,  reduci  tur 
quafi  immediate  ad  illud  pr^ceptuììiy  Non  occides.  14.  Dicens  omnia  me- 
ritorie efe  abjicienda  propter  Chriflum ,  remanenti  in  f^culo  ,  efi  hereticus 
judicandus .  15.  'hljillus  potefi meritorie y  &  fecundàm  Deum,  obedientiae  , 
paupcrtatiSy  &  cajìitatis  confilia,  extra  -peras  y   &  approbatas  I\eli^iones 
manendoy  adimplere .  16.  Tria  Sahatoris  confilia  jìc  funt  concatenata,  ut 
ubi  paiipertas  meritoria ,  in  quantum  efi  Sahatoris  conftlium  ,   invenitur  , 
oportety  ut  neceffariò  alia  duo  y  fcilicet  cafiitas  y  &  obedientiay  inveniantury 
qii£  à  paupertate  feparari  non  pofiunt .  iq.  Matrona y  feu  mulieres commu- 
nem  vitam  ducentesy  inftmul   commorantes y  Begutta  vulgariter  nuncupat£  , 
quofcunque  errores  non  tenentesy  aut  pradicantes  ,  feu  alias  de  erroribusy 
vel  haretica  pravitate  non  fufpcUa ,  aterndi  damnationis  funt  filia  :  &  earum 
flatus  efi  prohibitusy  &  damnatus .  iS.  Teccant ,  qui  propria  fua  refìgnant, 
non  infrante s  E^ligionem  approbatam.  19.  TSlpn  licet  Tresbyteris  ,  Ò"  Cle- 
ricis  communem  vitam  ducere  y  nifi  in  B^cligione  approbata ,  fub  pcena  peccati 
mortalis.  20.  Teccant  omneSy  qui  fovent  confilo  ,   (jr  auxilio  communem 
vitam  ducente!   extra    B^ligionem   approbatam  .   21.   Excommunicati  funt 
omnes  communem  vitam  ducentes  extra  I{eligionem  approbatam  .  22.  Si- 
militer  excommunicati  funtilli,  qui  vitam  communem  extra  ^eligionem  ap- 
probatam ducenttbus  prabent  eleemofynas .  Et  qui  tales  fovent  confilio  ,  e^r 
auxilio  y  vel  defenfione  y  fimiliter  fiant  ,  &  funt  in  fiatu  perpetua  damnatio- 
nis:  &nifì  de  bujufmodi  exceffibus  eorum  magna  contritione  panituerint,  ad 
vitam  aternam  non  pojjunt  pervenire  y  neque  falvi  permanere .  Omnes  vitam 
communem  ducentes  extra  E^ligionem  approbatam ,  funt  il  Ir,  à  qmbus  Sal- 
vator nofier  pr<xcipit  efie  abfiinendum  y  èr  tanquam  à  falfts  Trophetis  attcn- 
Qdendum.  24.  Quilibet  faciens  contra  jura  Canonica  peccat  mortaliter  .  25.. 
T^lluscorporevalidusy  abfque  communi  utilitate  y  &neceJ/itate,potefi  extra 
veras  I\eligiones  fine  peccato  eleemofynas  Chrifii  fidelium  tollere .  Così  le  pr  o- 
pofìzioni  condannate  dal  Grabon,  che,  come  di  lui  ben  dice  l'Apologifta 
a  io.cafaiasinit':  Domcnlcano  ,  [a]  Compulfus ea revocare y  revocavitfiatim yparuitque Mar- 
umiló'f^LmiZ  ^^"^  ^'  'Pontìficis  fic  jubentìs  imperio  y  obedientia  filiuSy  indcviumiramitem 
40.       '        ■    errore  hutnano  abreptus,  fed  rcduXy  ac  pedcm  revocans  ad  reóium  veritatis 
iter,  Catholico  famulatu ,  ftatim  ac  jufius . 

Ammirabile  zelo      Sc  COSI  DÌcn  di  zclo ,  c  vigilante  infutfc  Martino  contro  sii  errori  par- 
di   Martino    V.  ^-       ,      -    ,.*  r  ,-  *^  ,  ■  s    r-  ,       i  /-     ^  ,t   r  " 

coatro  i  maligni  ticolari di  unaiempuceperfona ,  molto  piii  fi  accele  ilfiiointernotuoco 
dcpreirori   dell'  di  Dio  contto  coloto ,  chc  coftitiiiti  dall'AItiflìmo  nel  poi1:o  di  Prìncipi 

Autorità  Pontih-  -  ^  ,.  x  o  ,-  .  ,  .    .    .     r       , .  r 

eia.  non  mai  errano  foli,  ma  Tempre  leco  tirano  nel  precipizio  degli  errori  o  per 

adulazione,  ò  per  inganno,  ò  per  potenza  il  loro  miferabileValTallaggio. 
NellaminoritàdelRè  Henrico  Sefìo.d'Inghilterra  iiavevano  quei Gi^aìidi, 
che  difegnavano preparar  la ftrada  all'Herefìainquel  Regno,  promulgati 
Editti  fopra  materie  Ecclefiaftiche  con  l'impronto  del  Regio  nome  contro 
la  fuprema  autorità  del  Pontefice,  e  contro  chiunque  ricevclie  ammini- 

iirazio- 


Capitolo  V.  rjg        Martino 

{Irazione  di  Sacerdotii,  e  Chiefe  dal  Vicario  di  Chrifto,  ch'eglino  fog-  ^* 

getto  volevano  alla  Regia  potenza.  Accorfefubito  Martino  alla  depreiiìo- 

ne di  cotanto  facrilega,  e  ftrana novità,  &  eccitato  Henrico  Vefcovodi 

VVincefter,  che  fiì  gran  foftegno  poi  nella  Inghilterra,  enellaGerma-  ^  ^^^  ^  ^^^,.^. 

niadella  Religione  Cattolica,  àdiportarficon  Apoftolicacoftanza  contro  ietterà  iiVfcot 

i  traviati  Miniitri,  fcridegliquefta  memorabile  lettera,  che  fembra  nuova  ^«'J'vvincefter. 

dettatura  degli  antichi  Gregorii,  tanto  ben  ella  fi  ftende  in  ogni  pregio 

di  Apoftolica  dottrina,  [a]  Si  quam  ydic  egli  y  indi/iridio  Dei  judìcio  de  com-  \,^'t;uemVfen 

mifjìs  tibi  ovibus  rationemredditurus  eSy  aliquando  cogitares ,  fi  memintjfes  TÌ'^y.an,i4z6.n.i9, 

&tUy  quaTaJìor^lis  officii  cura  effe  debeat  y  quàmque  Ecclefia  Romana  ,  à 

qua  dignitatem  y  &  au6ioritatemvendicas ,  jusy  atque  honorem  tueri  obliga- 

tusesy  in  confideratione  duceres,  profezia  non  ufque  adeò  dormitares  y  neque 

ne^ligeres:  furrexiftes  jamdudurn  ,  q^  pofloves  jamlongè aberrantesinclama- 

res  ,  ac  proviribus  refijieres  ìois  y  qui  ìur a  ac  privilegia  à  fummo  omnium  Ec- 

clefiarum  capite Chri/ii  Ecclefia  I{omana  tradita  facrilego  aufuviolant  y  atque 

contemnunt.  l^umquid  ideò  Tontificalis  dignitas  tibi  commifiaefly  uthomi- 

nibus  pmfiSy  opescumuleSy  &qu^  tua  funty  non  qu£jefu  Chrijiiy  quarere 

debeasì  Siidexiflimasy  vebementer  erras ,  &  àChriJii  intentione  longè  abes, 

qui  cum  Beato  Tetro  oves  fuascommitterety  mleialiudy  nifi  utillas  pafceret, 

indixity  prius  non  fernet  y  fed  bis  y  actertiòy  an  ab  e o  diliger etur  y  expoflulansy 

ejìnehxc  dileólto  in  Chriflumy  quam  habesì  efl,  ne  hoc  curare y  acpafcere 

oves  f"  ita  ne  debitum ,  quo  Fumana  Eccle(t£  ajìringeris ,  re5iè  exolvis  ?  en 

ante  oculos  tuos  ab  ovili  errantes  inpmcipitiumlabunturoves y  necillasre- 

vocasy  nec  reducis:  in  confpeólu  tuo  herbas  pergunt  pefiiferas  pajcere  y  nec 

illas  prohibes ,  imo  (  quod  abominabile  efl  )  tuis  quafi  manibus  hujujmodi 

prabcs  mortiferum  cibum  :  te  vident e  lupus  illas  difperdity  &  ]acestanquam 

canis  mutus  non  valens  latrare:  afpicis  fìmul&  Chrifìi y  <&  Ecclefit£y  acSe- 

dis  ^poftoliciie,  mandata ,  au^iorit^Jiem  ,  reverentiamque  contemni ,  nec  vel 

unum  murmuras  verbum ,  clanculum  faltem ,  fi  nolles  palam  .  ^n  ignoras  ante 

aterni  Tribunal  Judtcishujufmodireatusy  ac  culpa  ufque  ad  minimum  qua- 

drantem  redditurum  te  rationem  ?  num  credis ,  fi  qua  tuo  negle^lu  perierit  ovium 

(  pereunt  autemmult<£  )  de  tuis  manibus  fanguis  earum  exigetur}  Qiddperos 

E':(echielis  Dominus  comminetur y  memorare  y  &  extimefce.  Ipfe  inquit  Domì- 

niiSy  Speculatorern  Domui  Ifrael  pofuite:  fi  videris  gladiumvenientem, 

&non  fonueris  buccina,  &aliquis  perierit,  fanguinemejus  de  manibus  tuis 

reqniram  .  Hiccdicit  Dominus. 

Qualis  autem ,  ac  quantus  iniquitatis ,  &  abominationis  gladius  in  ^n- 
gli^  F{egniim  y  atque  oves tuas  de fccndcrity  tuojudicioyfirationeuterisy  relin- 
quimus .  Terlege  fìatutum  illud regium ,  fi  tamenftatutum  ,  fi  tamcn  &  regium 
dici  fas efl:  namquomodo  flatutum  ,  quod  fiatata  Dei ,  &  EcclefiiC  deflruit? 
quomodo  regium  y  quod  juftitiam  perimitcontraidy  quod  fcriptume/i:  Honor 
Regis  judicium diligiti  &  pudica y  venerabilisfraterChriflianc Epifcope y  ac 
Catholice  praifuly  fijufiumy  fi^quiiniy  fi  quod  Chr i filano  populo  fervari  de- 
bcat,  dignumefl.  In  primis  per  id  execrabile  fiatutum  ita  T{ex  ^ngli^y  e  qui 
egHfillendeindimoftrarelamalvaggiti,  &  incompetenza  del  Regio  De- 
creto, e  poi  foggiunge. 

yide  fi  audita  efl  unqttam  fimilis  fiatuti  ìnìquitas  :  confiderei  prudentìa 
tuay  fi  F^gemy  ac  ^egnam  hujufmodi  fiatuta  decent  :  cogita  ,  fi  talia  m- 
fpicientem  filere  oporteat  y  &  non  magi s  clamare,  contradicere ,  &  prò  viri- 
bus 


Martino       g^  Secolo  XV. 

^'  bus  refijìere,  Eji  ne  ifia  fitialis  revcrentra^  Eji  ne  ifict  Chrìjìiana  ifeVjtlo  l 
quam  B^egnum  ^nglU  SanBx  Mnri  Ecclefja  y  ac  Sedi  ^pojiolicaexhibet  ? 
Totejìne  Catholicumregnumiddìcty  ubihu'jufmodi  ftatmintur  profana  leges, 
&  objervantur}  ubi  prohibetur  admitti  VicariusChrifìisì  ubi  oves  fuas fi  e- 
ceffor ^poiìoli  Tetri  pafcere  juxtamandatum Domini  non  permìttiturì  Chri- 
(ìhs  dixit  Tetro  y  (uifque  fuccefforibus:  Fafce  Oves  meas;  flatuttim  autem 
regnipafcereipfasnon  ftnit  y  fed  vulty  ut  B^x  ipfe  pafvat,  devolvendo  ad  eum 
in  certis  cafìbus  ^poflolicam  auBoritatem  .  Chrifius  adtficavit  Ecclefiam 
Jiipra  Tetrum-y  [ed  regni Jìatutum  id  prohibet:  nam  non  patiturTetri  cathe- 
dram  de  Ecclefia ,  prout  judicaverit  expedtre  ,  difponere  .  Chrijìm  voluit  , 
quòd  quidquid  Summus  Tonti ftx  in  terris  folverit,  aut  ligaveritj  folutum, 
ligatumve  efjet  in  cctlisi  fiat  ut  um  autem  huic  divinte  voluntatinon  afìentit  : 
nam  (i  quos  Sacerdotes  ad  ligandum ,  folvendumve  animas  Chrijìi  Ficarius 
inl\egnumcontra  ftatuti  tenorem  dejlinaverit y  non  modo  ipfos  non  admittit  , 
fed  exulare  jubet ,  bonis  privari  y  alufque  poenis  ajfligi  y  cP"  eenjuram  ,  feu 
procefium  ^pofiolicum  in  regnum  deferensy  tanquam  facrilegus  capite  puni- 
tur ,  Quidadhac  tuadifcretfo  rcfpondebìt^  Efìnehoc  Catholicum  fìatutnm} 
potè  fine  fine  Cbrtftt  ini  uria,  fine  Evangelii  tranfgrefjione  y  fine  anima  interitn 
tolerariy  aut  obfervari^ 

Cur  igitur  non  clamai  y  &  quaft  tuba  exaltas  vocem  tuarriy  annuntians  pò- 
puh  tuo  peccata  fuay  &  domui  Ifracl  [celerà  eorum  ,  ne  fanguis  eorum 
dctuismanibusrequiratur}  Et  ftomnesy  quibus  populorum  curacornmifiaeft, 
faceretcncantur;  quanto  magisidtibinecefiarium  exequi y  cui&populos,  & 
populorum  minijìros y  oves  y  &  ovium  paflores  tua  folicitudini  Romana depu- 
tavitEccleftay  àqua&Trimatumy  & fedis  ^poftolica  legationem  fuper  ^n- 
glicanas  Eccleftas  fufccpifli ,  &  per  ipfam  itli^s  gloriuftffimi  martyris  Beati 
Thoma  olmi  Cantuarienfis  ^rchiepifcopi  fuccefjor  effcBus  esy  qui  adverfus  fi- 
milia  decertans  [iatuta ,  holocauflum  fé  Deo  ojferens ,  prò  libertate  Eccleftafìica 
occubuit}  Tu  certe  obhicc  omnium  primus,  qui  vexdloafiumpto  prodire  in 
aciemdeberesy  &  Fratres  Coepifcopos  tuostuo  exemplo  incertamineftfìere  , 
omnium  terga  vertis  3  &aliquoSy  qui  forte  re  ftftendi  impetumcarperetity  tua 
five  puftllanimitate  y  fivc  dijjimulatione  y  ftvey  ut  omnes  attefìantur  y  eviden- 
ti pr£varicatione  a  bono  propofito  deji-cis .  Itaque  de  te  queritur  Ecclefia  :  fi  in 
te  omnis  culpa  transfertur  y  njnmirariy  fed  dolere  y  imo  potius  te  ipfum  corri- 
geredebesy  &  debìtum  quo  omni  jure  adjiri6ius  es  y  audaBer  exolvere  :  prò  qua 
re  efficienday  ftvelisy  qu.vin  potes  adbibere  operamy  non  magnum  certamen 
fubeundum  eft .  Terfuade  tantum  prò  officio  y  &auBoritatetuay  facidaribus  , 
&  ex>s  ventate  inftrue  y  ofìende  ets  peccatum  y  quo  obfervantes  pr,£di6ium  fia- 
tutumillaqueantur y  &  erunt ,  ut  omnes  ajjerunty  prava  in  direna  ,  &  a/pe- 
ra in  vias  planas . 

7{e  igitury  fi  tacuerimus  &  nos  ,  tuam  ,  aliorumque  deftdiam  dijjimu- 
lantesy  fimilis  :pudOmnipotentem  Deum  lulpa  reos  efficiaty  neve  ovium  ?;o- 
firarum  fanguis  y  (ìneglexerimus  ,  a  manibus  nofìris  exigatur,  tuam  frater- 
'  nitatemy  qìtanta  poftumus  indufirt:iy  tato  corde  y  totoque  affeBu  hortamur  , 
monemus  y  requirimusy  &  in  virtute  fanBa  obedientia,  &  fub  excommuni' 
cationis  p(snay  cui,  fi  neglexeris  y  ipjo  fitto  te  fuhjicimuSy  di/ìri&è  pracipien- 
domandamnSy  quatenus  quamprmiur,  ad  locuw  y  ubi  &c.  y  equi  conchiu- 
de, che  egli  fi  porti  alla  Corte  dei  Ré,  minacci,  predichi,  e  difenda  la 
caufa  della  Cattolica  Religione  con  pronte  cenfure,  e  con  zelo  proporzio- 
nato 


Capitolo  V.  81        Martino 

nàto  al  gran  biTogTio.  Così  egli,  cheallalettera  del  Vcfcovo  aggiunfe[^]  ^  ^  J' 
commiffioni  a  Giuliano  Cefarinifiio  Interniinzio  in  quel  Regno,  acciò  uni-  cjf.  Ì!'iqX%T 
tamente ambedue inveftiflero rinimico»  comefecuì,  con  quella  merita* 
ta  laude  di  Apoftolici  Miniftri ,  per  cui  in  quel  medefimo  anno  fi  refero  poi 
af-nbedue  degni  di  effer  promoffi  al  Cardinalato ,  il  primo  con  publica  di- 
chiarazione, il  fecondo  con  rifervazione/w/je^ore,  chiamato  fecondo  1* 
antica  ufanza  [  h  ]  Cardinal  fecreto .        _  ^^£^^^71' 

Ma  qiiefte  furono  piccole  fcintille  di  quel  fuoco,  di  cui  ardeva  Martino  «''.i4io.».y.;«/». 
contro  gli  Heretici  perturbatori  del  Chriftianefìmo .  La  Bohemia  aprì  a  Affari  deiu  eo. 
lui  un  gran  campo  di  guerra,  e  gli  Huflìti  gli  furono  non  men  oftacolo  di  henna,  e  guerre 
contradizione,  che  materia  di  trionfo  :ond' è  d'uvopo,che  colàficonver-  Rdlgio'ne!"^   ' 
ta  il  noftro  racconto  in  profeguimento  di  quella  Hiftoria,  che  incomincia- 
ta con  le  difpute,  e  con  i  Concilii,  divertifll  poi  dalle  fcuole  alle  armi  con 
avvenimenti  feroci  di  afpri  combattimenti .  Non  così  torto  dunque  giunfe 
a  Praga  la  nuova  della  morte  dell'  Hus ,  e  di  Girolamo  di  Praga ,  che  viddefi 
tutta  folfopra  quella  Città  in  una  aperta  ribellione  contro  T  Arcivefcovo , 
contro  gli  Ecclefiaftici,  e  generalmente  contro  li  Cattolici.  [c]^udìentes  cTbeod.NUm.in 
H^rcticiin  Civitate  Tragenfì,  dice  il  Niemio,  cjm  evrores  ip forum  duorum  ''"'*  ^'-^^^"^ 
hxreticorum  fequtintur ,  ó'fovent ,  ut  apud  nos  fama  eji ,  &funt  valdè  mul- 
ti ^  &  potentes  ,  illìcò  in(ìmul  trruemes  ,  domus  qttamplures  Catholicomm. 
Tresbyterorum  Traga ,  &  optnìonibus  eorum  contranorum  impetuose  deftm- 
xerunt,  ip  forum  aliquos  m  gladio  peremerunt,  &  quofdam  m  fiumen  Mult£ , 
quod  penetrat  Tragam ,  fubmerferunt  :  domum  ^rchiepifcopi  Vragenfts  circum- 
vallar unt ,  tamen  di&us  Archiepifcopus  manus  eorum  vix  evafit  :  &  multa  alici 
ficva ,  &  horribtlia  contra  Dei  minijlros ,  &  Ecdeftas  temere  commiferunt ,  Co- 
sì egli .  La  nobiltà  della  Bohemia ,  e  della  Moravia  infotferente  delle  feguite 
condanne ,  altamente  efclamò  contro  il  Concilio,  e  rigettandone  le  decifio- 
ni  rifolvè  difendere  la  memoria  dei  due  abbrugiati  Herefiarchi,  nel  medefi- 
mo tempo,  che  la  plebe  pronta  ai  più  precipitati  eftremi,in  difpregio,&  on- 
ta della  Cattolica  Religione  cominciò  impunemente  in  ogni  Chiefa  [^]ad  '^  "^'  h^btntut^ 
amminiftrare  eifa  medefima  i  Sacramenti ,  e  poi  contro  le  Chiefe  rivolgeii-  ««//r.^  ''^'^'  ^'^' 
dofi ,  le  pofe  tutte  à  fuoco ,  &  à  facco,e  quindi  nell'  aperta  campagna  trecen- 
to menfe  difpofe ,  nelle  quali  alcuni  Ecclefiai^ici  più  facinorolì ,  non  so  fé  in 
vendetta  altrui ,  ò  propria ,  communicarono  trentamila  Heretici  con  la  fola 
recezione  del  Calice .  Rifentiffi  più  al  tuono  delle  armi ,  che  al  difcapito  del- 
la Religione  l' effeminato  Rè  Vvenceslao ,  e  fé  vivo  incontanente  abbrugia- 
re  un  Sartore ,  ch^  fu  ò  l' autore,  ò  il  promotore  del  feguito  Sacrilegio  :  el' 
Arcivefcovo  Conrado  exautorò,  edepofeilVefcovo  diNicopoIi  Herma- 
no ,  foftituito  da  lui  al  governo  di  quella  Chiefa ,  nella  quale  il  mifcredente 
havevaconfacrati Sacerdoti  parecchi  pnblici  Heretici,  accrefcendo  forza 
alla  fazione,  e  pabulo  al  fuoco  .  Meditò  fin  d' allora  Martino  la  publicazione 
di  una  general  cruciata  contro  quefli  Heretici,  rifolutodi  eftirparli,  non 
che  dalla  Germania ,  dal  Mondo  :  ma  ne  fu  divertito  dall' Imperador  Sigif- 
mondo ,  che  proclive  à  fperar  bene  in  ciò ,  che  bene  delìderava ,  fi  lafciòìn- 
gannare  dall'  affczzione ,  eh'  egli  portava  a'  fuoi  Vaffalli ,  i  quali  dalla  propo-  ' 
Ita  cruciata  farebbono  Itati  certamente  tutti  manomelTi ,  diffipati  ,e  difper- 
'  ^A\    acquietandoli  Martino  al  configlio  dì  un  Cefare  cotanto  beneme- 
nto  del  ChriiHanefimOjContentoifi  allora  d'inviare  queftafua  lettera  a'Bo- 
iiemi,  degnoritrattodelfuoanimoApoflolico,  ^invitto. 

Tomo  IV,  p  Gra- 


Martino        g^  Secolo  XV. 

J  '  Crapis  admodum,  [<z]  flebilis  ,  &  horrenda  querela  noflras  àttres  quoti- 

*,LÌ!hifl!^Huf,'iu  dianis  clamorìbus  pulfat ,  quod  etiam  dolenter  referre  cogimur,  quomodo  re- 
^'^bT ^°""^*^'^  ^'^'^  perverfis  dogmatibus  per  ohm  damnati  memoria  Joannem  Fviccleff, 
^  Joannem  Hus  ,  ipforum  fequaces  fuperftites  ,  damnabiltter  inferpientes  , 
ipfum  regnum  Bohemi^  hujufmodi  pcrverfis  do6lrinis  ,  &  erroribus  adeò  in' 
fecerunt ,  &  pejìiferè  impleverunt ,  quòd  jam  fides  Catholìca  ,  &  Evange- 
lica difciplina  ibidem  y  ubi  ha6ìenùs  fummo,  veneratione  ,  &  excellenti/Jìma 
devotionè  colebatur  ,  fere  feratur  extm6ia  :  Imagines  Crucifìxi ,  Beata  Ma- 
ria yirginisy  &  aliorum  San£iorum  irrevercnter  frmguntur  ,  ér  comburun- 
tur  p  <&  impudico  defcedantur  :  ritus  ,  &  caremonia  ,  &  alia  ad  cultum 
divinum  percinentiat  penitits  contemnuntur:  dipina,  heu,  profanantur  :  ex- 
tommunicatt ,  &  interdici  ad  contemptum  clayium  tolerantur  ,  &  foven- 
tur  :  re^lorcs  parochialium  Eccleftarum ,  &  alti  beneficiati  de  benefidis  fuis 
laicali  potentia  y  &  crudeli  faritia  opprobriosè  expelluntur  ;  nonnulli  etiam 
ex  ipfis  viris  Ecclefiafiicis,  variis  injurùf  lacefjiti ,  per  laicos  captivantur, 
exa^iwnantur  y  &  crudelifjìmè  cruciantur  :  fpolia  ubique  per  regnum  fupra 
Clerum  committuntur :  cenfns,  &  reddifus  ipforum,  de  quibus  ftatum  fuum 
tenere  deberent,  violenter  auferuntur  .  Et  (^uod  horrendum  di^u  e[ì  )  Ca- 
tholici 'Pnedicatores  y  &  etiam  certi  Magifiri  Catholicam  fidempradicantes , 
&  docente s,  per  cruciatus,  <&  tormenta,  %eronica  perjequutwne  fidem  Ca- 
tbolicam,  quam  pradicaverunt ,  (^  docuerunty  abiurare  coguntur:  Tradica- 
tores,  (ùr  Do6ìores  errorum  pradi5ìorum.per  eos  fovcntur ,  &  laicali  poten- 
tia defenduntur  :  Imagines  pradi6lorum  Joannis  Hus ,  Ó"  Hieronymi  haretico- 
rum  condemnatorum  ,  (jr  fefia  celebrantur  ,  CT  venerantur  :  confìitutiones 
frivola  contra  determinationem ,  &  decreta  Sanóia  Matris  Ecclefia ,  &  pra- 
fertimde  Communione  fub  utraque  fpe.cie ,  temerario  promulgantur ,  &  non- 
nulli  Laici  Catholici  ad  hujufmodi  communicationem  fub  utraque  fpecie  fufci^ 
piendam  marni  faculari  fapiàs  confiringuntur  w  ^lia  quoque  molefìationes 
eppreffiones ,  perfecutiones ,  &  abominationes  >  quas  lingua  e arnis  exprime\ 
ve,  aut  certe  calamus  vix  pofjet  defcribere,  quale s  nec  tempore  Tharaonis 
tiec  tempore  Taganorum  perfecutorum Ecclefia audita  fueruntp  Clero,  &po- 
pulo  Catholico  mferuntur;  quas  &  audire  ,  aurespi£  perhorrefcunt  ,  &  re- 
ferre ftngula,  velutifama,  &  relatione  crebra  ad  nos pprdn£la  didicimus,  non 
valemùs. 

Et  quoniam  nonnuUos  ex  vobisy  prout  audivimus ,  eadem  pefte  nefanda 
laborare  cognovimus  ,  graviùs  in  animo  confervamus,  dum  tales  ,  ac  tan- 
ti viri,  quorum  progenitores  femper  veri  pugiles  fidei  Catbolica  ,  ac  Eccle- 
fiarum  ,  c^  Cleri  fortes  defcnfores  fuere,  ad  tamos  errores,  &  tyrannidem 
pervenerunt  .  l^os  igitur  ,  qui  ex  injunÈio  cura  pajìoralis  officio  faluti  cun- 
£lorum  Cbrifìi  fidelmm  providere  difponimus  ,  pracipuc  tamen  ad  fidem  Ca- 
tholicam,  Chrifii,  cujus  licèt  immeriti  in  terra  vice$  gerìmns,  fanguine  de- 
dicatam,  defcndendam  etiam  ufque  ad  fanguinem  tenemur  ,  ad  extirpandum 
hujufmodi  errores  ,  &  ad  defenfìonem  fidei  accurata  foUcitudine  volcbamus 
procedere ,  ut  tenemur  :  fed  ajjìdua ,  atque  importuna  chariffimi  in  Chrifìo  fi- 
lii  Sigi f mundi  Promanar um  I\fgis,  qui  prò  unione  SanSìa  Matris  Ecclefia  mul- 
tos  ,  Ù*  gravifjìmos  labores  pertulit  ,  intcrv emione  permoti  ;  potifjimè  vero 
confìderatione ,  ac  intuitu  regni  injìgnis  Boijcmia ,  quod  ba^enùs  prtmum ,  ac 
Ecclefia  Bimana  femper  obedientiifìmum  extitcrat ,  probibemur  à  procefiu, 
cxpeàantes  paterna  pietate  ipforum  reditum  ad  obedientiam ,  &  errores  fuos 

corri- 


Capitolo  V,  g  ^        Martino 

torrigere;  ad  quod  tenebatur .  Così  il  Pontefice  ,  ma  invano:  poiché  gli  ^• 

Heretici prendendo àfcherno  le  parole,  che  in  quel  cafo,  comefoffiodi 
vento  ,  accefero  maggioriiiente  il  fuoco  della  dilfenzione ,  baldanzofa- 
nience  invertirono  il  Monafterio  [a]  de' Carmelitani,  e  fotto  Gio:  Mo-  a  idemibià. 
naco  Apoftata  Premonftratenfe  commeflero  così  horribili  ecceifi  y  q  co- 
tanto  terribili  fi  refero  riellà fazione ^  e  nelle  armi,  che  fu  coftretto  il  me-      soiievaiìone 
defimo  Rè  Vvertceslao  prender  ficuro  partito ,  e  ritirarfi  dentro  la  For-  pj]^^^  it^.^oll 
tezzadiViffegrado,  peif  non  lafciare  efpofta  la  Maeftà  del  Principe  agi' in-  ci.' 
fulti de' follevati .  Continuò  Martino  gli  nfficii,  e  co\i  fpedìil  Cardinale 
di  S.Sifto fu o Legato  in  quel  Regno  con  [b]  ampia  podellà  ó\  raffrena-  ^  Mart.  v.ub.  r. 
re,  e  caftigare  anche  per  mezzo  dell' ultimo  fupplicio,  e  del  Regio  brac-  ^^'/'•^^«'••/"'ì-'ìJ- 
ciò  fecolare la  infolenza  degli  Hufiìti.  Ma  il  Legato  ritrovò  così  avvanza- 
to  il  male,  che  tardi  fi  avvide  l'imperador  Sigifmondo,  clie  l'unico  reme- 
dio alla  cancrena  della  Herefia  fi  è  il  taglio,  e'I  fuoco.  Poiché  ad  onta  del 
Legato  r  Apoftata  Pfemonftratenfe  [e]  con  ii  Sacramento  in  mano  gi-  e  c^«.  syiviusm 
rando,  qual  furia,  per  leftrade  di  Praga,  cont-ocò  gente,  e  per  óften-  ^^fi-  ^«^'«'"•«••s? 
fazione  di  pietà  inalzando  altari  rielle  publiche  Piazze,  fopraefll,  come 
per  implorar  da  Dio  efitó  felice  alla  loro  ribellione,  fece  celebrar  parec- 
chie[d]  Mefle  con  infolite,  e  nuove,  e  ftrane  cerimonie  ,  orazioni ,  e  d  n.vvM.to.i, 
riti,  e  quindi  tutti  eccitò  ad  una  horribile  rivoluzione,  incendiando  Chie-  "^•^•'^•^s- 
fé,  faccheggiando  cafe  ,  e  riempiendo  tutto  di  terribilillìmo  fpavento. 
Appena  [e]  undici  Confoli  ài  quella  Metropoli  poterono  fuggendo  fai-  ^  cocUaì.s.Lcìu 
varfilavita,  rimanendone  fette  prima  gittati  dalle  finefl:re  del  Pretorio, 
e  poi  trafitti  dalle  hafte ,  e  fra  le  fozzure  del  fango  trucidati  in  mille  pezzi  ad 
eccitamento  ,  e  comando  dell'  empio  Premonftratenfe ,  che  fempre  prefen- 
te  ad  ogni  piiì  fiero  ecceflb ,  animava  gli  HulUti  cori  il  Sacramento  in  mano , 
fervendofi  dell'  autorità  Sacerdotale,  e  Sacra  in  conculcamento  del  Sacer- 
dotio,  e  del  Sacramento .  La  Regia  Cavaleria ,  eh'  era  accorfa  al  tumulto,fii 
dagli  Heretici  diUìpata,  e  disfatta,  &  attonito  il  Rè  a  una  tanta  novità,richie- 
fta  invano  la  follecitudine  delle  armi  dall'  Lnperador  Sigifmondo  fuo  fratel- 
lo, per  r  apprefo  fpavento  cadde  con  accidente  di  apoplefia ,  del  qual  male 
indi  a  dieciotto  giorni  [/]  egli  morì,  chiudendo  miferabilmente  gli  occhi  al-  f^.,,^  ^^  ^^ 
la  vifta  della  rovina  del  fuo  Regno ,  che  precipitò  in  pochi  anni ,  tolto  il  fon-  ^««!i4i9.  '*^'*  ' 
damento  della  Rehgione ,  in  difperatiflìmi  fucceiiì . 

Perduta  dunque  la  riverenza  à  Dio,  e  morto  il  Rè,  perderono  facil- 
mentegli  Heretici  anche  ciò,  che  rimane  in  venerazione  prelibi  Barbari, 
cioè  il  rifpettoair  augufta  memoria  de' loro  Antenati,  &  infuriando  fm 
contro  i  fafiìde'loro  antichi  monumenti ,  gittarono  [g]  a  terra,  e  (ja' J/''*'"^'"'''' '"'' 
fondamenti rafero l'Imperiai  Monafterio  della  Regia  Corte,  fituatosùle  "'' 
ripe  del  Fiume  Multavia,  nel  cui  dormitorio  haveva  l'Imperador  Carlo 
Quarto  fatta  dipingere  tutta  la  Sacra  Hiftoria,  dal  Genefifin  all'Apoca- 
lifle ,  con  la  indicazione  pronta  di  lettere  dinotanti  que'  fucceiiì ,  in  modo 
tale  che,  benché  il  vafo  fofle  ampio,  evafto,  dal  mezzo  di efib  poteva- 
no tutt' egualmente  vederfi  le  figure,  e  leggerfi  le  ifcrizioni,  che  andava- 
no tanto  più  crefcendo  in  altezza ,  quanto  più  lontano  n'  era  formato  l' og- 
getto. ICarthufiani,  che  uiiìciavano  quel  divoto  Santuario,  furono  quin- 
di tutti  à  forza  di  battiture,  &  adimproperio  di  rampogne,  vituperofa- 
mentefcacciati,  &  infultati  dagli  Heretici,  col  nome  di  Torci ingrafiati ,l,Z;;Jl^^^^^^^^^^^ 
imuilt  al  popolo ,  &àDio .  L' Imperador  Sigifmondo  divertito  dallaT/-^  ]  fpe-  ^o>.r>-oi  r.rdnp  i. 

*■  "^  ,^  J        „  in  Martino  V. 

F     z  dizione 


Martino        g^  Secolo    XV. 

y^^.^^.^  dizione  contro  i  Turchi  nella  Ungaria ,  [a]  nec  defendit  Hungarìam  ^  com' 
i/y?.  £9;;4!c!ji"  elegantemente  dice  un  nobile  Hiftorico,  &  Bohemiamamijitj  e  in  ogni 

luogo  ftrani  avvenimenti  feguirono  di  funeftiflìme  perdite . 
Setta  dc'Caiixti-     Effeudo  cofa  che  in  due  fette  Ci  divife  allora  il  miferabile  Regno  della 
ri ' \\wVÌtÌoIì'.  Bohemia ; l'una fi difle de' Caiixtmi,  overo Pragenfi ,  overo Semplici Hulfi- 
■ .  *  '  ti ,  r  altra  de'  Thaboriti  :  li  primi  meno  empii ,  ma  li  fecondi  efecrabili  per 

ogni  enormità  di  errori .  Li  Calixtini ,  Pragenfi ,  e  Semplici  Hufiìti  conveni- 
vano  coni  Thaboriti  in  quattro  punti,  che  furono  i  quattro  celebri  artico- 
Lr'«;V/r.T<S.<!  li,  acremente  [b]  difputaticon  i  Cattolici  nel  Concilio  futuro  di  Bafilea: 
ed  eghno  fono  quelli ,  Trimò,  Quòd  verbum  Dei  per  F^gnmn  Bohemia  y  li- 
Quattro   celebri  bere  j  &  [me  impedimento  y  ordinate  a  Sacerdotibus  Domini  pradicetur ,  & 
benUHcr^cici^°"  «««^'^^«'''  Secundò,  Quòd  Sacramentum  DiviniJJìmA  Euchariflia  ,  fub  ittra- 
que  fpecie ,  fcilicet  panis ,  &  "pini ,  omnibus  Chrifli  Fidelibus ,  nullo  pecca- 
to mortali  indi  fpofitis  y  libere  minifiretur ,  Tertiò,  QuòdDominium  Speculare 
fuper  divitiis,  &  bonis  temporalibus  ,  quod  contra  praeceptum  Cbrijii  Clerm 
occupai  y  in  pr<iejudicium  fui  officii ,  &  damnum  brachii  facularis  ,  ab  ipfo 
auferatur ,  (ér  ipfe  Clerus  ad  regulam  Evangelicam ,  &  vitam  ^poftolicam , 
quam  Chrifius  vixit  cum  fuis  Jipoftolis  ,  reducatur  .  Quarto  ,   Quòd  omnia, 
feccata  mortalia ,  &  fpecialiter  publica ,  aliceque  deordinationes  Legi  Dei  con- 
traria i  in  quolibetftatH  ritè,  &  rationabiliter  ,  per  eos  ,  ad  quos  fpe&at, 
prohibeantur,  &  deftruantur.  Così  gli  articoli.  Nei  rimanente  li  Calixti- 
c  vidi  eornmiì.  ni  Convenivano  più  co' Cattolici,  che  con  gli  Heretici,  e  fé  in  [e]  altri 
ThiTorL)  ""^Hts  punti  non  era  intieramente  fincera  la  loro  fede,  non  perciò  ella  dir  fi  po- 
rtftncocu.iìb,'i  teva  intieramente  contraria  alla  Cattolica.  Ma  li  Thaboriti  havevano  più 
f^^n/syìv.mft,  errori ,  che  feguaci .  [d]  Horumfe£ia ,  dice  di  effi  Enea  Silvio  Piccolomini , 
ii2.ad'card.'ie.'dl pefiifera,  &  abominabilis  efl  ,  ac  fummo  digna  fupplicio  .  P^omanam  Eccle- 
carava/aU  |j^^  nolunt  haberc  Trimatum ,  aut  proprii  Clerum  habere  quicquam  :  Imagi- 

nes  Chrifli  y  San£iorumque  delent:  ignem  Turgatorium  infìciantur  :  nihil  San- 
£iorumpreces]am  cumChriflo  regnantium  prodefìemortalibus  ajjeverant.  Ve- 
ftum  diem  prater  Dominicam  ,  &  Tafchalem  non  agunt  :  jejunia  fpernunty 
Horas  Canonicas  abjiciunt:  Euc bari ftiam  fub  fpecie  panis  y  &  -piniy  &  par- 
•piilisy  &  dementibus  prabent:  Confìcientes  ,  nibil  prater  Orationem  Domi- 
nicam y  &  verbaconfecrationis  dicunty  ncque  vefiimenta  mutanty  neque  or- 
natus  affumunt  aliquos .  Quidam  fcrò  eò  ujque  deftpiunty  ut  non  verum  Chri- 
fli Corpus  m  Sacramento  Mtaris y  fedreprafentationem  quamdam  effe  conten- 
dant  y  errantis  Berengarii ,  non  converfì  ,  fequaces  .  Ex  Sacramentis  Eccle- 
fue,  Baptifmumy  Euchariftiam  y  Matrimonium  y  Ordinemque  recipiunt  .  De 
Tcsnitentia  parum  [entiunt  :  de  Confirmatione  ,  &  Extrer.ia  Un^iione  nibii . 
Monachorum  T\eligionibus  infeflijfimi  juuty  invcnticnefque  diabolicas  afjerunt 
efie.  Baptifma  fimplicis  undce  -polunt.  T^llam  aquam  benedicunt  .  Cotmetc- 
rianon  habentconfecrata:  cadaveramortuorumincampis ,  &  {ut  digna  funt) 
cumbefliìs  fepeliuntury  vanumque  cenfent  orare  prò  mortuis.  Ecclefìarum 
confecratioìies  derident ,  &  in  omnibus  locis  pajfim  conHciunt  SacramentKmK 
'ì^illa  major  bis  cura  efl,  quàm  fermonis  auàiendi.  Siquis  negligens  ?fk  y  do-, 
rniquetorpet,  autnegotioy  ludovevacaty  dum  fermo  efl,  virgts  c^fditur ,  (ir 
furare  y  utverbum  Dei  audiat,  compeUitur .  Efl  illis  domus  qaadam  lignea  y 
finùlis  borreo  ruris  ,  baac  Tempi nm  appellant .  Hìc  populo  pnedicant ,  hk 
legem  per  omnes  dies  exponunt  :  hìc  altare  unicum  babent ,  neque  confecratum , 
neque  ccnfecraudum  f  ex  quo  Sacramentum  pkbibus  exbibent ,  Sacerdotes  neque 

corQ' 


Capitolo  K  85        Martino 

coYónas  ferunt  i  ncque  barh^s  tondent.  His  Thaùotitj;  frumento  y  cervi fia  ,  ^* 

lardo ,  leguminibus ,  ìignis  ,  &  omni  fuppelleóìili  necefìaria  publìcè  domum 
compienti  &  addunt  in  fmgula capita  fingulis  menftbus  fexagenam  ,  ex  quo 
pifces,  carnes  recentesy  &  {  fi  velint  )  vinum  emant:  in  Mtari  nihilojfe- 
runt:  Decimas  omnes  damnant  :  Trimitiarum  ncque  nomeny  ncque  rem  te- 
nent.  T^on  tamen  concordes  funi  in  una  Fide:  fedaliter  ijìiy  aliter  ifii  fen- 
tiunt:  ydle  fuumcuique  efl,  nec  voto  vivitur  uno  .  Così  egli  de  Thabori- 
ti.  Si  erano  coftoro  coftitiiitipercapounde'piùmalvaggi  huomini  della  gìo.  ziska  ,  Aie 
Bohemia,  cieco  di  un  occhio  fin  dalla  fua  fanciullezza,  deforme  di  fac-  za!'"'  ^^"^*' 
eia,  feroce  di  genio ,  e  perciò  valorofo  di  mano,  ma  egualmente  preci- 
pitato di  animo  nella  rifoluzione  di  ogni  più  facrilego  attentato  .  Egli 
chiamavafi  Giovanni  Ziska,  che  non  cosi  tofto  fiì  da'foUevati  afllinto  al 
comando  delle  loro  armi ,  che  in  un  ermo  monte  prelfo  Praga  edificato 
un  forti(fimo  Cartello ,  quivi  convocò  il  più  forte  delle  fue  milizie  ,  e  de- 
nominollo  il  Thabor  (  onde  eglino  furono  detti  Thaboriti  )   [a'[  tamquamy  a  idem  in  Hifior, 
come  di  efilfoggiunge  in  altro  luogo  il  fopracitato  Hiilorico,  cum  tribus  ^'^""-'•'i^' 
^pofiolisSalv^torisChriftitransfigurationem  in  monte  vidiffenty  indeque  fuas 
opimones mutuati ejjent i  quasfideiveritates  vocitabant.  Hnea  Silvio  elegan-  bo'itr^,  efulde* 
temente  defcrive  quefto  nuovo  Thaborinfernale  nella  menzionata  lettera,  Scrizione, 
ch'egli  fcriifc  al  Cardinal  Giovanni  de  Caravajal,  allor  quandogli con- 
venne far  paffaggio  da  quelluogo,  Vnemifimus y  egli  dice,  quiThabori- 
tas  accederent ,  atque  munus  hofpitalitatis  expetcrent .  ^cceperunt  hac  U- 
tis  animi!  Tbaborit£ ,  dederuntque  fidem ,  atque  obviam  venerunt .  I{es  fpe- 
Baculo  digna  fuit  ruflicanum ,  d^  incompofitum  vulgus ,  quamvis  urbani  vide- 
ri  vellent.  Frigus  eraty  pluviale  tempus  (  nam  Bohemia  fjepè  mifcet sfiati 
byemem  )  Ex  tllis  aliqut  nudierant  y  I.  Listelli  carni fiiSy  alti  pelliceastunicas 
indueranty  alii  fella  e  are  barn  y  alii  frano,  alii  calcar  ibus  :  alteri  crusocrea- 
tumfmty  alteri  nudum  :  buie  oculus  defuit  y  illimanusy  c5"  (  ut  Virgiliani s 
utamur  verbis  )  Foedum  videre  fuit . . , .  populataqiie  tempora  ,  raptis  auri- 
bus,  &  truncas inhoneftovulnere  nares:  incedendinullus  orda ,  loquendi  tini- 
lamodefìiay  barbaro,  c5"  rufitcano  ritti  nos  exceperunt  .  Obtulerunt  tamen 
xenia ,  ptfces ,  vinum ,  cerviftam  ,  Sic  oppidum  ingrejfi  ,   lociim  vidimus  . 
Quemnift  H^reticorum  arcem,  autafylumvocem,  nefcio  quo  appellem  nomi^, 
ne.  Tiam  qu^cunquedetegunturinter  Chrifiianos  impietatis,  ac  blafpbemict- 
rum man/ira,  bue  confugiunt,  tutamentumque  habent-  ubi  tot  funt  harefes , 
quot capita:  &  libertas  cfi,  qua  velis  credere  ,  In  exteriori  civitatts  porta 
duo  fuerunt  futa;  in  altero  pi6luraerat  angeli  Calicem  tenentis,  quaft  Com- 
munionem  fub  fpecie  vini  fuaderet  populo  :  in  altero  lisina  pi6iusfuit ,  homo  fé- 
nex  y  &-  utroqueluminecafus,  Hicolimdux  Thaboritamm  fuerat ,  c:^  aite- 
rum  oculumin  puentiaperdideraty  alter umhofìili  fagitta  confixus  amifit .  Jtb 
hoc  fxpè  vi&os  Fideles  ajunt  y  f^pèChriJiianorum  c^des  fa^iasy  compLuresci- 
vitatesexuflasy  diaita  Monajieriay  facras  Ades  incenfas  ,  profìitutai  Virgi- 
nes,  Sacerdotes  occifos .  Quem  Thaboriti  non  folkm  monoculum,  fed  cacum 
quoque  fi  quut!  flint  DHcem  y  n.ciueabfurdè.  ì^am  tali  populo  y  quinihil  divi- 
nitatisintcUigity  mbilreltgionis  ttnet ,  mhiUqui,  reóìique  videt,  quis  diica- 
tum  pr^berc  d-butt ,  ntft  caji.i$  f  Impletum  e/ì  illnd  Salvatoris  in  eisiSi  c£cus  e  ce- 
co ducatumpr^beat ,  i7nbo  nfovcam  cadunt .  Hw  dum  morti  proximus  ejfet, 
CQnfuUarentque  rijabont.iy  qu'mpojì  fé  Trincipemdeftgnarent  ;  Tojiqimn  , 
mquity  anmusà  me  fugeritj  excorìate  corpus  meum,  &  carnes  due  volti- 
Tomo  W,  F     3  ^^'^«^: 


Martino       g^  Secolo  XV. 

^'         cribtts:  excorioverò  tympamm  facite,  at^ue  hoc  in  prxlio  Ducem  h abete  ì 
T^am  quovis  locorum  Theutones  fonum  ejus  audìerint ,  mox  ter^a  dabunt, 
Zifckam  in  tympano  formidantes ,  Hic  poflquam  óbiit ,  Thabontarum  alii 
Trocopium  ftbt  Ducem  elegerunt  :  alii  in  tantum  illius  memeriam  dtkxeruntt 
ut  neminem  dignum  exijiimarent,  qui  tanto  Duci  fuccederet  :  afpernatique 
Trincipemy  Orphanos  fefevocabant ,  quafì  patre  carentes  ,  atque  orbatos, 
ut  qui  cacitatem  non  vivam  tantum ,  fed  mortuam  quoque  colendam  cenfe- 
hant,  &  inferos  ufque  fequendam ,  Hunc  autem  veluti 'blumen  Thcéorenjts 
habent.  Etquampis  pi5ìuras  omnes  abominentur  ,  huìus  tamen  pi£iuram  re- 
ligiose colunt ,  &  honorem ,  quem  Chrifio  negant ,   concedunt  Zisk£  .  Così 
egli  del  Thabor ,  de'Thaboriti,  cdelloroZiska,  di  cui  ordinatamente  i. 
a  Idem  ^nW/ior.  fuo  luogo  riferiremo  le  crudeltà,  e  le  prodezze,  li  combattimenti ,  le 
£ohem.eAì'        vittorie,  clamorte,  Aldi  lui  efempio  un  Sacerdote  Thaborita  delia  [a] 
Moravia  (  huomo  iìxanamente  anch'elfo  feroce  ,  poiché  incontrandoli 
con  Sacerdoti  Cattolici ,  ò  incontanente  egli  li  arroftiva  sii  le  bragie ,  ò 
nudi  fra  il  giplo  dj'Laghili  riponeva,  ò  recidendoli  li  genitali*  forfenna- 
h  NaytUrHs  Ce-  jcamentc  rideva  à  que*tormenti  )  [b]  inalzò  fopra  alto  monte  una  fortez- 
V^Pr'aTeli.^vtr.io.  ^^  '  c  chiamolla l'Orf^ ,  e i conmgiati in efla gli Orebiti j  e  [e]  Gio.Roatio 
Hoatius.'        *  pur  elfo  Thaborita  9  inalzò  dentro  denfiflìmafelva  un'altro  Caftello,  e  de- 
or?b'?d"egiiore  Hominollo  Sion ,  eglihabitanti  in  elfoSioniti,  emulando  il  Diavolo  con 
bitièòhemi,e  del  la  fantità  di  quenomi  1  i  principi!  divini  della  noftra  fede . 
Bohemi!^'"""'      E  ai  detti  corrifpofero  potentemente  ancora  li  fatti ,  &  agli  errori  le  ar- 
d  ^n.  'syivìHs  mi ,  gittandofi inopinatamente  il  Ziska  [d]  in  campagna  con  un  efercito 
ouclauimimata  di  quaranta  milla  combattenti ,  co'qualiegliincaminofll  verfo  la  Metropo- 
dai  Pontefice  co  li  di  Praga,  cHc  prima  ritrovoflìforprefa  dalla  fama  del  terrore,  che  dalla 
Sohemi  f  """^'  forza  deH'Jnimico .  Convocò  allora  [e]  il  Pontefice  contro  i  doppii  ribelli  di 
e  Extant  lìttttA  pio ,  e  di  Cefarc  la  cruciata  con  le  folite  formaliti ,  &  indulgenze  di  già  ufa- 
^*7;,j'.''^'"'^''"  te  nell'ultima  intimata  contro  gli  Albigenfi,  e  coji  grande  ftrepito  di  ani- 
mannimenti  militari  prefero  la  Croce  l'Imperador  Sigifmondo,  gli  Arci- 
vefcovi  di  Colonia,  Magonza ,  Treveri ,  il  Vefcovo  di  Liegi,  Ludovico  Pala- 
tino del  Reno ,  li  due  Marchefi  di  Mifnia,e  di  Brandeburgo,  li  due  Duchi  di 
Saflbnia,  ed'Anftr^a,  e  fotto  le  infegne  di  Cefare  prefentaronfi  tutti  formi- 
dabili fotto  Praga  per  foggiogarne  nel  medefimo  tempo  non  men  le  mu- 
ra ,  che  i  difenfori .  Mi  tutto  invano ,  poiché  fupplendo  negli  ajfediati  la  di- 
fpera?ione  alle  forze ,  e  refiftendo  il  folo  Ziska  ad  ogni  terrore ,  che  incuter 

f  DtthrAvius m  V^^^^^^^^^^^^^^^'^^^^^^^^^^  fiìcoftretto Sigifmondo  toglier  quindi  l'af- 
i4Mft.''BlTni.'  '  fedioconinfaufte,  e  vili  condizioni,  riferite[/]  dal  Dubravio  più  in  difcre- 
ro  ^'èffi  *"^'''"  .dito,  cheinifcufade'Crucefignati.  Poiché  alia  viltà  fi  aggiunfeilfacrile- 
progre  i .  ^.^  ^  ^  ^^^  pagar  le  mercedi  ai  SoJdati,con  mal  configliata  rifoluzione  in  vo- 

zUem  ibid.  fò  Cefare  tutto  il  facto  teforo  [g]  del  Sepolcro  del  Rè  S.Vvenceslao,  che 
per  giufta  vendetta  del  Cielo  fervi  più  tolto  in  diflìpamcnto,  che  in  foften- 
tamento  dellefercito ,  il  quale  non  tanto  riti  roflì,  quanto  sbandolfi  in  fo- 
lazzamento  delle  male  ufurpatc  ricchezze .  Il  Ziska  rivolfe  prontamente  a 
Ilio  vantaggio  J'cfempio  malamente  dato  da'Cattolici,  e  faccheggiate 
anch'elfo  le  Chiefe  di  Praga,  e  di  que'contorni ,  ed  impadronitifi  gliHe- 
h  Monfirdet.voi.  rctìci  di  Btoda ,  Mymburgo  ,  Cuthna ,  Colonia,  Muta,  Politz,  e  di 
I  .f .  i2(j .  ^jj^g  molte  Città  dejia  Bphemia ,  da  per  tutto  uccifero  [h]  Sacerdoti ,  pro- 

fanarono Tempii ,  vioiarono  Vergini ,  e  terribili  fi  refero  alle  armi  egual- 
mente, &  agli  animi  de'Cattolici.  Màfràle  vittorie  del  Ziska  trionfò  an- 
cora 


Capitolq  V.  87        Martino 

cora  per  man  degl i  Herecici  la  Religione  Cattolica  in  quelle  parti  con  qiielP         ^  • 
alta,  e  faviadifpofizione  del  Cielo,  che  non  mai  lafcia  perire  del  tutto  il 
Chriftianelìmo.  Dice  [a]  l'Harpsfeldio,  Trodiifkexf^piccleffifcholay  qui  ^■f^yj'^l^l'J/'^' 
nudi  in  publicum  prodirenttamviri,  quàm  fccmin^ ,  &  ita  in  omnibus  mfUr    '" 
^dami,  &Ilev£Ìncedendum  effe  contenderemo  La  contagione  di  quefti  mio-   ^^^^.^  Adamici 
vi  ^^^/«^V^propagolil  dalla  Inghilterra  nella  Frància,  e  dalla  Francia  por-  ndb^'Bohtmia. 
tolla  nella  Bohemia  un  Piccardo ,  [b]  che  all'incentivo  della  nudità  aggiun-  L^f^SJ^V." 
gendo  la  sfacciataggine  di  moftruofalafci  via,  haveva  in  unlfola,  che  for- 
ma il  Fiume  Lnrmicio ,  congregati  feguaci  di  digerente  feffo ,  e  condizione 
con  piena  podelH  di  efercitarinfieme  ogni  più  abominevole  eccelfo.  A 
tartine  eflb  predicavafi  loro  figlio  di  Dio,  e  come  tale  prohibiva  ogni 
qualunque  congiimgimento  di  corpi,  fé  prima  ad  eflb  non  richiedevafene 
licenza  con  humiliazione  di  atto,  e  di  voce,  alla  qual  fupplici  egli  allora 
acconfentiva  ,  e  graziofamente  nTpondeva  ,  Ite  ,  crefcite  ,  multiplicami- 
ni,  &  replete  Terram .  Hot  [e]  fu  di  paflTaggio  per  que'contorni  il  Ziska  ,^  ^„„^,.it. 
ecome  che  rHerefiaèbenefpeflbinhorrore  agl'iftelfi  Heretici,  ficcome 
al  detto  di  S.Agoftino  la  pazzia  a'pazzi,  Stultitia  mi/era  ejl  etiam  fiukorum  ^  g.  ^^^  i;/,^^ 
[d]  judicio;  così  non  piacendo  né  pur  àZiska  tal  reo  modo  di  vivere  ,  fca- "«'*  ^cademì- 
ricolTlfopra  loro  con  tal  ferocia,  che  tutti  egli  pofe  al  taglio  delle  fpade  ,  rràndm,  edif. 
e  molte  di  quelle  donne  fè  arder  vive,  che  crederonfi  ammaliate  dal  Dia-  perfi  dagli  huAì. 
voloperlacoftanza,  che  dimoftrarono  in  quel  duro  martirio,  eflendo"' 
che  [e]  eWcnoridenteSj  cantantefque ftammarum  incendia pertulere,  ^  si 

Ma  in  querta  eri ,  in  cui  infuriava  nelle  parti  Oltramontane  SetCentrio-  ' /ó■^     "'  ^  '"' 
nalilaHerefia,  maitre  parti  il  Diavolo  chi  acciecava  con  le  fozzure  del  f^""Y''^"'^|^^'!! 
fenfo,  chi  inferociva  con  la  contrarietà  della  Religione,  e  chi  pervertiva  KdobaSmo! 
conlafottJgliezza  de'Dogmi»  Raccontai!  Vvaldenfe,  [f]  che  furfe  nel-  f^^  vvaidtn.tn, 
la  Scozia  una  fetta,  rampollo  della Vviccleffiftica,  la  quale fofteneva  ,  jtirj.csj- 
Quòd  foetns  è  fidelibus  propagatus  non  fit  facramentaltter  bapti^^andus  i  imo 
parvulis  dixerunt  inutiliter  baptifma  con/erri  fecmdàm  ritum ,  quentfervat 
Ecchfìapro  eui  quòd  quàm  citò  anima  eji  carpari  unita  y  infunditur  gratiaSpi- 
rttusSan^iy  perquam  fu^ienterparvtdusbapti'^^atury  (&  cum  adannosper- 
•penerit  matiiriores ,  ita  quòd  intelligere  fciat  ferbum  Dei ,  e  fi  fufficienter  cott- 
firmatus'y  e  confermavano  queftiHeretici  il  loro  detto  con  l'Oracoio  dell' 
Apoftolo,  [g'\  SanBificatus  efl  vir infidelis  per  mulierem  fidelemi  &  fan-  g  r,  ad cen'» e.r, 
6lificataefl  mulier  infidelis  per  virum  fidelemi  alioqum  filli  vefcri  immundi  e f-  4f^ei^!"^&ffìrà 
fenty  nuncautem  fanCii  funt.  Errore  rino  vato  in  quella  noflra  era  dai  [h]  %eiig<'ont,cueri:s 
Novatori  Oltramontani,  i  quali  non  hanno  confiderato,  che  òl'Apofto-  'clixdnìstì-ìribSlt 
lo  parlò  in  queiìo  luogo  di  una  certa  [/]  fantiti  civile,  per  cui  li  figlino-  --ntocis,  '" 
lifonolegitimi,  e  nonrpuni,  [y  ò  della  confacrazione  al  Battefimo  *  clt„t;l,^t^/Ì 
che  dal  coniuge  fedele  il  fa  à  Dio  del  nato  parto,  ò  della  fantificazione  del  '>/>r^=>'>«'-, 'ir 
conjuge  infedele  per  mezzo  del  fedele  nell'ufo  del  matrimonio ,  non  ^^t-^Z^uJ,Ì\v.,Ì'^' 
vertito  dairabufo  della  dilettazione  carnale,  come  alcuni  hanno  fpiega-  ^  ^"^  TertHu.ub. 
to  apprefìb  H  citati  Santi  Agoftino,  &  Anfelmo,  riferiti  [/]  inquelto  wt'i^Tìn  L 
medelìmo  proposto  dal  Bellarmino,  il  quale  à  lungo  difcioglie,  e  ribat- •^'"■<^'^•^''-•''^• 
tegliob)ettidegliHereticifopralafpiegazionediquefto  paffo.  Pafsò  poi  'tisTl'ft^h'xT(i. 
queft'HtTefiadallaScozianellaFiandra,  dove  li  Vviccleffifti  nel  Cartello  di  'J//-;;,  f  •  Vj 
SainsprcflòDovay  C\  [m]  congregarono  in  Conciliabolo  per  fofìenerne  mULZ'.''"^    ' 
con  ogni  ardore  la  difefa:  Mail  Vefcovo  di  Arras,  e  gl'lnquilìtori  della  Fé-  'n^^j^/'^'/^f-v/. 
oe  [«]  liforprefero  nell'atto  della  loro  Congrega,  e  quindi  al  fuoco  li  n  Um,\r-o. 

F    4  {tralci- 


Martino        gg  Secoh   XV. 

Pro  aYc'  ftrafcinarono  per  i/piirgar  la  Provincia  da  quella  Pefte .  In  Londra  pari- 
i^Kufdra?^  "^  ^  mente  [n]  fii  condannato  un  Guglielmo  Sartore,  che  tant'oltre  ginnfe 
a  ^««.1422.       nella  oppusnazione  del  culto  de'Santi,  che  né  pur  permette  va,  poter  por- 

fcrrori ,  &  nerefie  r       r         ^•    \        \  y-^-       \  ..^1     -n  ^   ì  1  •        n      •  • 

iiiGugiiemoSar-  gerc fueluppliche aGiesuChrilto  cornea  nuomo  hipoltaticamente  unito 
b'ri'vvaide,,      col  Verbo  Divino,  mdfemplicementeàGiesiiChrifto  come  fol  Dio.  [h] 
ì.tie'.'iiy.ioz,'^"'  Guillielmiy  dice  l'Hiftorico  Controveriìfta  ,  cognomento  Sanoris  damnati 
Londini  anno  Domini  1^22.  prima  conclufio  erat  ifla:  Omnis  oratio,  qua  cjl 
petitio  alicujus  donifapernaturalts ,  vel gratuiti y  [oli  Deo  ejidirigenda .  Secun- 
da:  Oratio  foli  Deoejìdìrigenda.  Tenia:  Orare  aliquamcreaturameji  com- 
vnittere  idololatriam  :  Fideìes  nunquam  dirigere  debent   orationes  fuas  ad 
Deum  fub  ratione  humanttatìs  ,  fed  folum  fub  ratione  deitatis .  Così  egli, 
che  fiegue,  e  rigetta  le  riferite  inettie.  Ergo  Taulus  ^4pojiolus  erat  Idolo- 
latra,  qui  ait:  Obfecro   vos,  fratres  ,  per  Dominum  nojìrum  Jefum  Chri- 
ftumy  Ò"  charitatem  Spiritus  Sanali  3  ut  folicitudinem  impertiamini  in  oratio- 
nibus  preme  ad  Deum  i  ut  liberer  ab  infidelibus  y  qui  funt  in  JudiCa}  Ecce  non 
folum  infiaty  ut  orentprofe ,  fed  orationi  adjurationem  accumulati  contefians  eos 
per  Dominum  Jefum  Chrijìum ,  &per  Spiritus  San6li  charitatem ,  obfecrans  eos 
impertiriftbi  folicitudinem  in  orationibus  prò  fé  Deo.  Quid  efl  ergo  obfecrare  eos, 
r  ij.^^.,„  ,,',  aiit  quid  minus  j  quàm  eos  orare  prò  fé  >  Cosiceli:  che  fosgiunge  ancora  la  con- 
''j.c.ós.     •         danna  [e]  fulminata  dal  Veicovo  di  Noruuyck  contro  un  altro  Gugliel- 
BuS''^'"^"'' ^^o  cognominato  il  Bianco,  che  inimico  prima  della  Evangelica  pover- 
tà, fi  gittò  pofcia  d  riprovare  il  Celibato  Sacerdotale  con  il  motivo  dell' 
à^dGaiat.s.    Apoftolo ,  che  dille  [^J  Fos  in  libertatem  vocali  efiis  y  Fratres.  Ma  il 
e /rffw  Kv4W.V«.  Vvaldenfe  citato  a  lungo  ribatte  [e]  lidi  lui  primo  errore,  &  al  fecondo 
Ì'!^d°o\iUt'. s.    prontamente rifponde con  ciò,  che  replica  incontanente  S. Paolo,  [f] 
Tantum  nelibertatem in  occafionem  detis  carnis.  Ma  dall'Inghilterra  l'He- 
refiapaflata  in  Francia,  fconvolfeftranamentelafantafiadi  un  Herefiarca, 
e  ,  ,  ,^  .„.     che  componeva  la  fetta  degli  Deifti,  aderendo,  nulla  doverfi  credere. 

Setta  de  Demi ,     ,-  ^  ir  i  •    ■  i       j    n»  u 

fé  non  quanto  comprender  fi  poteva  conia  cognizione  naturale  dell  mi- 
mano intendimento.  Defcrive  graziofamente  la  dì  lui  pazzia  Giovanni 
NidernelfuoFormicoIario,  e  qualmente  ne  guari(fe  l'Herefiarcaà  forza 
litcìRVil'^"^'  del  rimedio  del  baftone:  [g]  Cum  perfidus  infuapertinaciaperfeveraret  ,qum- 
imòdicerety  feinfcientia  fua  mori  velie  y  excogitaverunt  viriprudentes  y  ani- 
ma ipfmsmiferi  plus  faventes,  quàm  corpori,  aliud  conftlium  :  Vinculetur  , 
dicebant  ad  Epifcopiofficialem  fecrettàs,  ver(ipellis  ifìe  ar6liits ,  ponatur  ad 
cippumy  &  Loris  fìringatur ',  inhis  forte  pernottanti  vexatto  dabitintelleBum. 
Qtto  per  ordinem  failoy  venerunt  in  craftino  fapedi£ìifìdeles  anima  chirurgiy 
videre  voltntes  fuum  agrotum ,  ad  qttos  impatienter  clamavit  :  Me ,  quajo , 
incinerate  ;  paratus  enim  fum .  Quoufque  animam  meam  fruflra  yexatis  ?  ìl- 
li  vero  fomenta  acriora  anima  de  JEgyptiorum  thefauro  philofophico  applican- 
tesy  ofìenderunt  erranti,  quàm  imbecille  foret  humanum  ingenium ,  quàm 
ars  multa,  vita  brevis,  &  judicmm  fallax ,  tempus  acutum ,  &fimilia-y  & 
meditativum  in  bis  iterato  reliquerunt  non  minùs ,  quàm  antea ,  vinBum .  In 
crajìinoveròredeuntes  per divinum  lumen  infpirntumbonimi hominem  invene- 
rum.  Fidi  (  inquitreus  )  quòdanimamea  falutemindtfefsè quaritisy  litteris 
eminentes  efiis ,  &  inorbc  terrarum  faì,2ati  :  paratus  fum  ingenium  meum  va- 
bis  fubrnittere:  jubete,  quodplaéuerity  quia  paratus  fum  Jmefi^iìone  parere  . 
Itaque  revocare  fHamperfidiamjujJuseft,  &  fecit  publicèi  &  ne  mundoulte- 
Yiùsferviensdectpereturà-panìSj  petivit in  ordine  Taulìtacmn  recipi  in  Mona- 

(itrio. 


Capitolo   K  8g        Martino 

^erto ,  uhìDeofmpliciteri  &  valdè  devote  fervitur  in  Hungaria ,  ubi  ordo  ijìe  ^  • 

jn  magno  efl  vigore  :  ibi  reccptus  militavn  Chrijii  tyrocinio  . 

Ma  nella  Germania  con  più  premurofa  foUecitudine  attefe  Eberardo  f'""'^°p,''Ì  ^'^f; 
Arcivefcovo  diSalzburg  à  riparar  dagl' infiliti  dell'Herefia  Hiiffiticailfuo  Hcraiu Bohemi'. 
'Tregge ,  che  già  cominciava  in  parte  X  rimanerne  infetto  di  veleno .  Convo- 
cò[^j  egli  nella  fuaMetropoli  un  Sinodo,  e  queftacondanna  fulminò  con-  ì^w^.j^zo.  ■ 
troeffi)  e  quefto  forte  argine  egli  oppofe  alla  loro  prò  ffima  inondazione:  r,f;I/7J^  ^'^  j; 
Statuimus -,  dicono  gli  atti  di  quello  Sinodo,  [/>]  utfìatiquis  Clericus ,  vel  hxreticis.'  '  '.' 
Laicus  utriufque  jexus ,  cujufcumqMe  dignitatis ,  religionis ,  vel  (iatus  exìftat , 
aufus  fìt  prafumptione  damnabilipublicè  predicare  ,  aiu occulte  decere ^  ere- e i""»» decreti. 
dere  ,  vel  tenere  ,    quòd  Sacerdos  in  mortali  peccato  exijìens  non  poffit  confi- 
cere  Corpus  Chrijii,  [eu.fic  ligatus  non  poffit  f oh  ere ,  vel  ligure  fuos  [uh  ditos 
à  peccatis ,  prò  hxretico  ,  &  incredulo  habeatur  :  quem  errorem  hitjus  Sacri 
Concilitapprobationedamnamus  1  anathemati'^mus  ^  &pennìis  reprobamus, 
cum  Sacra  Scripturx  dicat  au6loritas ,  quòd  fìve  bonus ,  five  malus  fu  Mini- 
fler,  per  utrumque  Deus  eff^5ìum  gratile  confert  :  non  enim  ,   qujs  fannia, 
coinquinari  pofìunt  ,  nec  ipfa  Sacramenta  propter  humanam  malittam  prò- 
pbanari  ;  unde  Sacerdos  ,  quantumcumque  pollutus  exiflat ,   divina  non  po- 
teft  poUuere  Sacramenta:  e  quindi provvidefi  alla  indennità  della  Fede  con 
il  feguente  refcritto^,  [e]  Omnibus  Ducibus  ,  Comitibus  ,   Baronibus,  Ca-  e  lùtion. 
pitands  ,  Burgraviis  ,  Caflellanis  ,  Magifiris  civium  ,   Confulibus  ,  Judici- 
biiSi  &  Officialibus  aliis  qmbufcumque  dijìri£iè  pnecipimus  ,  &  mandamus 
fub  pcenis  pr<£mijjis  ,  ut  ad  requifitionem  fuffraganeorum  noflrorum  ,    eorum- 
dem  Vicariorum  i  feu  Liquifìtorum  pravitatis  harctica  ,  fen  cujufcumque  al- 
ter ius  pnedi^iùrum , taliter de h<:erefì infe^os ,  infamatosi  autfufpe^ios incarce- 
rare, captivare,  aut  detineredebeant ,  &"  teneamur  y  &  fitalcs  [e  pnztende- 
rent  m  SacrisOrdinibusi^cùnfiitutos y  nobifque ,  acnoftris  fuffraganeis ,  ^rchi- 
diaconisy  Vicariis ,  &  eorumdem  officiis  ,  ac  haretica  praviiatis  inquifitori- 
bfts  deputatis  prò  mine ,  aut  in  nofìra  Trovine la  poflea  deputandis ,  tradant , 
&  ajjignent  taliter  denmciatos ,  &fufpe8os,  ut  prò  extirpatione tampericu- 
lofi  criminis  libere  procedant ,  &  procedi  faciant  juxta  Canonicas  Santiiones, 
I{eceptatores  quoque  y  fautores ,  &  defenfores  eorumdem  posnis ,  ftt  pramitti- 
tur  3  volunmsfubiacere . 

Però  con  più  forte  rifoluzione  fi  oppofe  il  Pontefice  agli  Heretici  con  i' 
armi,  fé  maggiore  avvedntezza  haveliero  havuta  liCrocefignati  nel  ma-  Po,n'ficif"ÌiTo! 
neggiarle  .  Èglifpedì  [d^  di  nuovo  colà  Legati  per  ravviarne  più  regolata-  va  crudau  con- 
mente  l'aifare ,  e  lunghe  lettere  [e-  ]  agliEcclefiaftici  della  Bohemia,  Mora-  Till^lf/k  j. 
via,  Mifnia,  e  Germania,  per  eccitar  tutti  alla  degna  imprefa  di  far  riforgere  ^p  atrMg.i.^<i'.ul 
con  l'abbattimento  della  Herefia  la  Religione  Cattolica  in  quelle  partii  &  l'l[Ìu?'''^'''^ 
il  Cardinale  Branda,  che  fu  il  Legato  deftinatoàun  tanto  aifare,  pronta-  e^ik^^i.ijr. 
mente  corrifpofc  con  l'avveramento  de  fatti  alla  efpettazione  della  fama. 
Di  lui  lì  legge  nella  gran  Chronica  della  Fiandra,  ^nno  1421.  menjis  Ju- 
nii  die  21.  intravit  Leodtum  cum  magno  honore  à  Domino  Epifcopo,  &  om- 
nibus Ecclejìajlicis  ,  procefjionaliter  obviam  procedentibus  ufque  ad  portam 
S.Leonardi  ,  receptus  Dominus  Branda  Cardmalis  Tlacentinus  à  latere  TapiC 
Lega:  US  ad  ftgnum  crucis  pradicandiim  contea  perfìdos  hareticos  regni  Bobe- 
mi£  :  quo  ipfo  die  Mijfa  fpecialis  in  Ecclefia  major i  per  univerfum  Clerum  Ci- 
vitatis  coram  di&a  Cardinale  fokmniter  prò  extirpatione  harefis  hujufmodi 
efi celebrata.  TojieadìeVenms prima  ^ugufli  iterum  Miffa  fpecialis  fa6iain 

w^.jori 


Martlno        qq  Secolo  XV. 

^*         majori  Ecclefta ,  Dominus  Epifcopus  Leodienfis  cum  pluribus  nobilihus  fa- 
tis magna,  ut  apparebat,  devotione  recepit  crucemad  pergendum contra  per- 
fidosfipradi£ìos:  &  eadem  diepofl  prandium  cum  pnblico  comitatu  [uorum^ 
dr  alioYum  Crucefignatorum,  Leodio  recejjit  verfus  t{egnum  Bobemia  in  fub- 
fidium  Mchiepifcopi  Colonienfis ,  &  aliorum  Ek8orum  Imperii,  &  Trincipum 
^kmannidi .  Ccncorfe  allafamofa,  efanrafpedizione  dalla  Germania,  Ol- 
landa ,  Zelanda,  2i  Hannonia ,  gran  moltitudine  di  Prelati ,  Principi ,  e  Ple- 
bei, e  per  il  mantenimento  della  guerra  impofe  il  Pontefice  ad  ogni  Ve- 
*L,b  9.!>^s.iì.&  fcovo  [  4  ]  di  que' Paefi ,  che  proporzionatamente  dal  Clero  fi  pagafleafle- 
lib.  uit.png.  i4j.  gnamentocongruoa  foldati.  Ma  tardando  [Z>]Sigifmondo  la  mofl'a  delle 
\njn!X.i^i-r!'nl'.  2xm\ ,  inteliccmente  fi  avviarono  le  operazioni  con  fucceilì  varii  ,perlo  più 
e  vui^ccUdh  dannofi  a' Cattolici  >  de' quali  altri  Autori  [e]  defcrivono  àlungo  gliavve- 
lrav'.im\  "Ì4i!!e.  uimeuti .  NuUadimeno  quanto  ne*  cafi  awerfi ,  tanto  ne'  felici  delie  armi  rif- 
SìmlSr  '  tvven'i'  pl^udè  fcmpte  r  animo  Apof lolico  di  Martino  Quinto ,  non  mai  né  foìleva- 
mentijieffa?"    to  da' profpcri.  Ile  abbattuto  da' Contrarli,  anzi  così  uniforme  in  ogni  fuc- 
d  Lih.^.epift.cur.  ccfio  all' avvantaggìc  della  Religione  Cattolica,  che  hor  [d}  prego  il  Rè 
f  "x  140.  '  Uladislao  di  Polonia ,  che  divertifie  Sigifmondo  Koribnt  dallaprotezzionc 

e  Li  .\i.pag,iio.   ^^^j.  j-jej-etjcijhor fulminò  di  [fjfcommunicail  prevaricato  Conrado  Vefco- 
vo  di  Praga,  che  fi  era  unito  con  gli  Huilìti ,  horafpedìcon  fommodifpen- 
{  ub. 6. pag.su    dio  della  Camera  Apt>ftoiica  [/]  duplicati,  e  nuovi  Legati  per  foftenere  in 
BD-,v^r'arum  cvr  'l"^^^^  P^^^^  laFcdc,  hora  invigiiò  al  vituperio  degli  Heretici,  ordinando  [g  ] 
f .  «Ty^^T.^^»"  '  I^  difumazione  delle  offa  di  V  vicclefF,  e  l' abbnigiamento  di  effe,  «3c  hora  [X  ] 
h  v^t<ie^ajn^  Ann.  jj^  ^j-j^  auimò  Priucipi ,  confortò  popoli ,  e  tutto  in  lettere  fi  diftrufle  d' in- 
/ii?'     ''*^^'     focatiffimozelo.  Alle  dirgraziepoi,  di  cui  fu  tutta  piena  quefta  guerra, 
con  tanta  fermezza  di  coftanza  egli  fi  oppof e ,  che  rimane  in  dubio ,  fé  mag- 
giore ftudioriponeffe  l'inimico  infernale à  diftornarne  l'imprefa,  òilPon- 
i  cocu.iib.s*      teficeàfoftenerla.  Il  fiero  [/]  Monoculo  Ziska  più  volte  ruppe  il  Cattoli- 
co efercito,  e  nella  oppugnazione  del  Cartello  di  Rabi  havendo  egli  perdu- 
to f  altro  occhio ,  così  tutto  cieco,  combattendo  fempre  alla  cieca ,  fu  ài  tal* 
terrore  àCrucefigtrati,  che  la  fola  fama  del  fuo  nome  ne  abbatteva  gli  ani- 
,  mi,  e  colfoloavvieinarfi  egli  metteva  in  fuga  gli  awerfarii:  Pipo  à.\[kSi 

'""  '  '        Fiorenza  General  della  Cavalleria  trapaffando  uno  itagno  aggiacciato, 
rotto  repentinamente  il  gelo,  viddefi  all'orbito  dalle  acque  il  fuo  eferci- 
to ,  e  poco  men  che  annegati  tutti  i  quindici  milla  Cavalli ,  ài  cui  efib  n'  era 
il  condottiere  :  Tré  Campi  fotto  diverfi  Capitani  in  una  battaglia  furono 
\.^ni.Syiv.hifl.  rotti  ,  fugati  ,  e  difperfi  ,  [/]  nec  prius  Theutones  fugire  ,  quàm  Bohemi 
m'^pud'^'^coci^.  perfeqmdejìiterum.  Tì'oh  dolor  l  efclama  qui  giustamente  il  Cardinal  [m] 
bifi.tìi*f.ub.6.     Giuliano Cefar ini,  abominanda  h^refìs  Fvicdeffijiarum ,  & HuJJìtarum  de 
Bohemia  ,  omne^  fuperiorum  temporum  h^refes  crudclitate  fuperans  ,  diebus 
nojiris  mvaluit ,  qu£  tantam  cordibus  eorum  objimationem  ,    &  JAVitiam 
invexit,  ut  more  afpidis  furd^  obturantis  aures  juas  ad  maternas  voccs  Ec- 
vittorìe,faccheg-  ^^'^fì'^  »  '^*  fan5fani  doHnnam  ejus  ,  ita  ut  nec  aófione  ,  ratione  ,  aut  man- 
%ìvn^ent\,cvuìrìe  fuetudincy  vel  cxhortatione  jam  fle&i  pofìe  videantur  :  ac  prater  pejiiferct 
d>fgUh^ret*ci.     dogmata ,  qu^  omne  genus  blafphemiie  proclamante  ommm  bumanitatcm  , 
ac  pietatem  àjc  pcnitus  exuerunt ,  &  qua  fi  bellu.-e  cffe6ii  nihilalìudy  quàm 
fangmnem ,  ^pncdam  Cathoticorum  anhelaiit .  Horum  federa ,  &  facrilegi't 
ìnDeum  ,  &homìnes,  ac  Sacramenta  Eccleft.^ ,  <2r  tempia  dcq  dicatay  homi- 
cidia,  Yapm<e ,  &  omnisbuman<.^  F^ipnbUc^e  fubpertendje  cupiditas  tamnota- 
TÌa  JHììt ,  c^  omnibus  manifejìa  ,  ut  fupervaeaneum  fit  narrare  per  fingula» 

Iti 


Capitolo  V.  91        Ma-tino 

In  àrwìs  j  &  vìolentìafilum  confidunt ,  ferroque ,  &  igne  erroresfuos defende-  ^  ' 

re  conantur  :  &  fuper  omnia  fangumem  Catholicorum  fitientest  i^uofcumque 
fuis  erroribus  non  acquiefcentes  ferali  crudelitate  trucidane  ,  C^  cremant ,  & 
deformiter  mutiUnt ,  varUfque  cruciatihus  affligum  .  Quàm  turpiter  autem , 
&  ignominiose  contra6Ìent  divina  Eucharifii^  Sacramentum  ,  quod  profanis 
pedibus  in  fanguine  occi forum  conculcanty  quàm  ìmmaniter  frangant ,  c^exu- 
rant  imagines  Domini  noftri  Jefu  Chriflt,  &  Gloriofiffima  Vtrginis  Matris 
eJHS  j  omniumque  SanClorum^  Eccleftas,  &  Oratoria  à  fundamentisdemolian- 
tury  nimis  lacrymabile  ejì  referre,  L'Imperador  Sigifmondo  avvilito  nelle 
perdite,  richiefe  ilZiska  dipace,  e  ciò  con  quanta  ignominia  del  nome 
Chriiiiano,  da  quello  che  fi  foggmnge,  ciafcun  comprenda  ,  [a]  Sigif-  a  idemibid.t.^s. 
miindus  ,  ubi  Zisk^s  cnn&a  ex  fementia  cedere  animadventt ,  &  jam  illum 
ejìe  unum,  ex  quo  res  Bohemi  iC  pender  ent ,  clam  fibieum  conciliare  tentava , 
gubernationem  totius  i{egmy  militi^  quoque  Ducatum,  &  ingens  auripondus 
quotannis  p'^omittens ,  fi  [e  I\egem  nominaret,  &  in  verbo,  fua  Civitates  ju- 
rare  cogeret  .    Magna  profetò  regia  majefiatis  ignominia  ,    &  imperialis 
gloria  dedecus,  atque  infamia  I{eipublica  Chriftiana  fempiterna  ,  Sigifmun- 
dum  pluribus  annìs  proveClum,  ex  Imperatoribus  natum,  &  ipfum  Impera- 
torem  ,  cujus  nomen  Italia  ,  Calila ,  Germania,  dr  omnts  Europa  venerata 
efl,  quem  barbara  nationes  timuerunt ,  fupplicem  vidit  noflra  atas  homini 
haudexparemibusadmodumnobilibusnato,  feni,  caco,  haretico ,  facrilego , 
&  ìh  omne/celus  audaci  pecunram,  &  fummos  honores  offerre ,  ut  juarum  ejfe  Morte  del  ziska . 
partium  dignaretur  :  Sed  avertit  divina  pietas  eam  pefiem  ,  &  tantum  ma- 
lum  è  medio  Chrifìianomm  eripuit  ;  nam  Zist{a  conditionibus  annuens  ,  dum 
conventus  comtlexurus  Sìgifmundum  petit,  iuter  eundem  apudCaftellum  Tri- 
fcoviam  divinitus ,  ut  par  efi credere,  pefle  ta&us  expiravtt:  monjlrum  dete- 
/labile,  crudele yhorrendum,  importunum,  quodpoflquammanus  humana  con- 
ficere  non  valuit ,  dìgitus  Dei  extinxit .  [  ^  ]  Morì  il  fiero  Ziska ,  e  in  morendo  ^  ^"^^  '4^4- 
lafciò  detto  ,  che  le  liie  carni  fi  dafifero  in  cibo  agli  uccelli  dell*  aria ,  e  della 
fuapelle  [cjafacefreiiiiTamburo,  al  cui fuono  fuggir  doveffero  i  Catto-  1,1^; ^^'^i'"^' 
liei,  [djTympanumfacite,  atque  hoc  inpralio  Ducem  habete:  namquovis  d  ideMiU.i.'tpìjf. 
locar um  Theutones  fonum  ejus  audierint,  mox  terga  dabunt,  Ziskamin  tym-  '"• 
pano  formidantes  :  Awenimenci  tutti  atroci,  perdite  tutte  grandi,  sì  in 
riguardo  alla  riputazione  delle  armi ,  come  al  corfo  ftefìb  della  guerra ,  che  vigi.o""  i  Su 
poterono  abbattere  ogni  gran  cuore,  che  minore  flato  folfe  di  quello  del  ne  v.  ideile  awer- 
Vontc^cQ.[e]'ìipnftnegraì>imoleiiia,  &  mcer  ore  animi  ,icx\(s  c^\\d\  Cardi-  t^^ùb.sBnv.pés, 
naie  Henricofuo  Legato  in  Germania,  intelleximus  d  dtlecioplio  'l^icolao  44. 
Bildejìon  Cancellarlo  tuo  turpem  dfcefìum  ,  feu  potius  inconftderatam  fugam 
exercitus  fidelium  ,  qui  erant  in  Bohemia  :  nam  quo  major  erat  fpes  no(ira 
confequenda  vigoria ,  quam  jam  tenere  videbamur  ex  lis  ,  qua  referebantur 
nobis  ,  eò  gravìiis  ferinius  hunc  cafum  ,  ex  quo  maxime  veremur  ,  ne  ha- 
.  reticis  vires  crevennt  ,  &  animi  :  dolemus  quippe  tantum  conatum  Trin- 
cipum ,  &  aliorum  fidelium ,  quos  omnes  fperabatur  magna  quadam  prò  fide 
Catholica  effe  faiiuros ,  tantam  ignommiam  ,  &  dedecus  domum  reportage* 
Tuam  vero  folicitudinem  in  accedendo  ad  Bohemiam  ,    diligentiam  in  folici- 
tando  Trincipes ,  ZiT  exercitum  ,  mag  animitatem  in  cohortando ,  fortitudi- 
nem  in  perfeverando  ,    quoad  potueris  ,    meritis   laudibus   commendamus . 
Ofiendijii  quidem  ,  te  effe  eum  ,  quem  credebamus ,  manifeflans  virtutem 
tuam ,  O'  prudentiam .  Verum  licèt  conftlia  hominum  parum  videantur  pro- 

ficere^ 


Martino        g^  Secolo  XK 

^'         ficere  ,  tamen  non  defìcìendum  efi  animo ,  aut  defiflendum;  fed  quo  minùs 
fuccefferunt  nobis  res  i  prout  cupiebamus ,  eò  majori  animo  )  &  viribiis  infur- 
gendum  e(i ,   atque  incumbendum  ad  hujus  rei  profecutioncm  .  Itaque  nulla 
modo  ceffet  tua  fapientia,  &fblicitudo  in  agendis;  fedlabora,  &enitere  op^ 
fortune ,  &  importunò  cum  Vrincipibus  ^lemannia  (  in  quibus  tamen  nejcimus 
quantum  fit  [pei  ponendum  )  &  cum  Vralatis  ,  quorum  proprior  eji  defmftOs 
ut  non  defictant ,  ncque  defmt  ad  defendendam  fidem  :  prudentia  tua  per- 
magna  efi,  non  es  infiruendus  particulatim,  quid  fu  agendum  :  tu,  qui  nofli 
quantum  cuique  credendum  y  &  quid  à  quoque  [per andum  fit ,  Jume  confilmm 
ex  tempore,  &  qua  ad  hanc  caufam  expedire  videris  ,  profequaris  ,ac  effi- 
cias,  ut  hoc  opprobrium  toUatur  de  fide  .  Hoc  erit  perpetua  gloria  nominis 
tui:  namita  exifiimare  te  -polumus ,  ft  tuo  du6iu,  atque  aufpicio  Deus  dede^ 
rit  nobis  vi£ioriam  de  mimicis  fuis ,  pr£ter  merita  ,  qu£  ab  ^Itijjimo  confc' 
queris ,  fa6la  omnium  B^gum ,  Ò'  Trir.cipum ,  qui  temporibus  noflris  fuerunt ,  te 
fuperaturum .  l^s  interim  hìc  etiam  deliberabimus ,  qu^  nobis  vide antur  ad 
rempertinere,  &  de  ciste  factemus  certiorem.  Unum  tamen  efi,  quod  exifìi- 
mamus  magni eljeponderis:  clamant multi,  &accufant  nonnullorumVralato- 
■Yum  ^dlem^nnijè ,  &  Cleri  malos  mores ,  ac  vitam ,  à  quibus  male  fentiendì ,  & 
pejùs agendimatcriam  laici  fumant  :  bosvolumus,  ut  tua  circumfpeóìio ,  pra- 
fertim  ^rchiepijcopum  Colonienjem ,  &  Epijcopum  Hcrbipolenfcm ,  de  quibus 
nonnulla  indigna  Trmlaiis  audimus,  moneas  ex  parte  nofira,  &  horteris  in 
chantate  Dei,  ut  ita  je  gerant ,  ita  vivant  tumpropter  falutem  anima,  tum 
propter  prafcns  fcandalum  (  quod  maxime dtbet  eorum  mentes  movere )  ut 
ex  vita  eorum  cMc^i  bonum  exemplum  fumane ,  ncque  babeant  caufam  mar' 
murandi;  Colonienft  autem  ,  &  Moguntmo  Archiepifcopis  mandes  ,  &  pr<e- 
iipias,  ut  cejkntàbellis ,  &vires,  quas ponunt  ad  effundendum  Chriftianum 
fanguinem  ,  vertant  ad  h<£reticos  oppugnandos  ,    quia  nimiùm  ipforum  error 
nocitit  cauf£  fidei:  nam  fi  cumreliquis  fé  adBohemiam,  prout  debebant,  & 
JìatMtum  erat  ,  contulifient ,  nunquam  profezìa  exercitus  ille  tanta  cum  ve- 
recundia  recejfifìet:  quare  curent ,  ut  prMeritum  errorcm  reflaurent,  futura 
provideant ,  &  ita  fé  gerani ,  ut  alti  eorum  fatlts  ad  fuccurendum  fidei  mo- 
veantur .  Così  egli .  Ma  Te  Dio  per  alti  fiioi ,  &  afcoii  giudizii  non  felicitò  le 
armi  de'  Cattolici ,  non  perciò  toife  à  molti  Cavalieri  Cattolici  il  merito  d' 
illnilri  fatti ,  e  di  egregie  operazioni  in  quella  guerra .  Un  valorofo  foldato 
doppo  molte  Campagne  contro  gli  Hiiliiti,  rimunerato  da  Alberto  Du- 
MiraroioFo  f^K-  ^a  cl' Auftria dcUa Caltcilama d' igfavia ,  iìnaimente  m  altro combattimen- 
xoio^k'ià'àto'c^'t-  to  trafitto  nel  corpo  da  quarantadue  ferite,  pur  (òpravilfe  à  tanta  morte, 
toiico.  e^j  anche  ne  fanò,  ma  lacero  avvanzo  di  corpo  morto  più  tofto,  che  vi- 

vo .  La  Madre  di  Dio  fcefe  giù  dal  Cielo  à  confolarlo,  e  un  nobile  Hifto- 
i  lo.Nider.inFor.  nco  ne  rapporta  il  fatto ,  e  il  premio,  [a]  Ifte  miles ,  dice  Gio:Nider  nel 
i.o.,i.,c.  .  fuo  Formiculario ,  mihi  retulit,  nontambumanomedicamine,  quàm  divino 

munercfab  omnibus  pulneribiis  piane  janatus  efi  in  brevi  dievum  fpatio  ,  yi_ 
dit  eodem  tempore  miles  ìfic  natie  qundam  mentalihus  oculis  Chrifii  Ma- 
trern  ,  cui  femper  fòlebat  obfeqin  devotiffimc  ,  fc  confolantem  ,  &  fibi  fua- 
cientcm,  ne  trifiaretur  de  lacerato  ^  &  fauciato  corpore ,  quod  exinde  amplius 
^  animce  erat  profuturum  .    ^pparebat  denique  ftbi  Vnnc  in  vifione  ,   quomodo 

intueretur  arborem  quondam  gnrndem  ere/cere  ex  corpore  proprio  ,  cujus  fii- 
pes  5  &  rami  de  terra  per  aera  marce fcentcs ,  &  aridi  piotendebnntur,  (T 
fine  frii^u  ,  exclufivè  ufque  ad  calum  ,   ubi  primo  vircntìbus  foliis  fru^us 

ìtberes 


Capitolo  V.  g  ^       Martino 

^beres  incoilo  produxerunt:  perqux,  ut  rei  e-pentus  pofimodam  docuit,  mi-       V- 
litidabatHrintelligìy  quòd  in  terris  prò  tanta  fiiei  vigoria  non  condiznum  à 


qmemilitem  Chrijii  apud  Trine ipes  falsò  de  quihujdam  accufavit:  à  quibus 

tamen,  ut  certuni  efìy  fufjicicntijjlmèpoftnìodum  milcs  fé  expurgayit.   Così 

egli,  e  di un'aitro  degno  iodato  chiamato  Boari  foggiunge  li  medefimo  fj^°  ""'"'^^  ^"'^* 

[a]  Autore,  cheporcandoliaiiaSacira  Guerra  per  patir  anch'eflb  alcuna  "/i^w»i/<i./*^,4. 

cofa  ad  efempio  di  Giesù  Crociti  (io,  di  cui  egli  era  (ommamente  di  voto, '^•'*^' 

apparilfegli  il  fuo  Diletto,  e  tré  volte  gli  promettelfe  di  renderlo  cinque 

giorni  prima  avvifato  della  fua  morte:  il  checficndo  fucceduto,  eglimorì 

in  battaglia  ammazzato  dagli  Huffiti,  prima,  per  così  dire,  prenunziato 

Martire ,  che  morto  per  la  Fede . 

Mine  la  vigilanza  del  Vicario  di  Dio ,  né  li  miracoli  dcirii^eiTo  Dio  può-  n.L'.hnfJ''  ^T- 
terono  ammollir  la  terrea  cervice  de  Tnabonti,i  quali,  morto  il  Ziska,lidi-  Tnaborui. 
vifero  in  due  fazioni ,  ed  una  che  ritenne  il  nome  di  TA^^orrW,  (lelelTe  per 
Comandante  Procopio ,  fopranominato  il  {{afa  dalla  Chierica ,  che  in  qua- 
lità di  Prete  egli  hav  èva  portato,  avanti  che  neiia  Hereiìa  cadeffe  de'Tha- 
boriti,  Huomo  pervertitamente  dotto ,  più  toitu  tercce ,  che  valorofo,  che 
infelicemente  follevato  all'altezza  di  quel  polto,  lafcjòpoi  [b]  inbartagiia  a  -^««..i4?4- 
morendo  la  vita,  e'i  comando:  e  l'altra,  che  non  volle  eleggcrfi  alcun 
Capitano  per  Capo,  come  non  ritrovando  ella  Perfonaggio  habile  à  rieni   ^  «a  degli  or- 
pirilluogodiZiska,  prefeilnomediOr/^«/,  cioè  privi  di  Condottiere,  e^^"'* 
di  Padre,  e  fol'ella  governofll  informamiftadiRepublica  [  e  ]  Vofìquam 
obiit  Ziska  ,  dice  Enea  Silvio  ,   Thaboritanim  alii  Trocopium  ftbi  Ducem  [^^ub'.u 
elegerunt  :  alii  in  tantum  illius  memortam  dìlexerunt,  ut  nemmem  di^num 
exifimarent j  qui  tanto  Duci  fuccederet:  afpernatiqueTrmcipem ,  Orphanos 
fefevocabanty  quafìPatrecarenteSi  atque  orbatos .  Mi  sì  gli  uni,  come  i?li 
altri  uniti  contro  i  Cattolici  [d]  defolarono  ampiamente  la  Germania,  la  ^cocujnft.mf. 
Polonia,  e  rUngaria  ,  Provincie  mal  difefe  da'Crccefignati ,  pochi  in^^^''»^-^- 
numero,  difcordi  in  animo,  evogliofipiiitófto  di  veder  finita  la  guerra, 
che  di  finirla .  Rinnovò  il  Pontefice  fui  finir  della  fua  vita  le  applicazioni ,  e 
gli  ordini  per  radunaménto  di  nuova  gente,  e  molto  [e]  egli  operò  per  e /^;^. 
mezzo  del  Cardinal  Giuliano  Cefarino  fuo  Legato  nella  Germania,  alfin 
che  l'atfarericeveflcprofperi  gli  avvenimenti;  ma  ruppe  ogni  trattato  la  Mone  del  Ponte. 
morte,  chelotolfedivitaful  maggior  ardor  della  imprefa,  rifervandone  ^"* 
Dio  felice  l'efito  al  fuo  fuccelfore  Eugenio  Quarto,  i  cui  egregii  fatti  pur 
hor,  piacendo  al  Cielo,  foggiungeremo ,  doppo  di  haver  liberato  il  nome 
di  Martino  Q^iinto  da  una  ftrana  impoitura ,  che  al  loro  folito  mentifcono 
gli  Hereticiper  offufcarlo . 

Angelo  Clavafio  Minorità  nella  fua  Somma  de'cafi  ài  Cofcienza  ,  che 
ùìctiiSumma angelica,  imprelTa  in  Nurembergh  l'anno  1498.  cioè  tre 
anni  doppo  la  fua  morte,  atferma,  che  Martino  Quinto,  Cuidamveniam  nf^ManmfA" 
fecerit  matrmonu  cum  forare  germana  contrahendi  ;  efalfamente  alle^^a,  e^"»  riprova.  * 
comeollerva  [/]  loSpondano,  teftimonio  della  fua  aflTerzione  S.  Aifto- 
nino .  Quindi  h  moderni  Novatori ,  che  non  riconofcono  il  Pontefice  Ro-  ^  spond^ns  «««. 
mano  lupenore  a'Sacri  Canoni ,  dpiena  bocca  ripigliano  quefto  Pontefice,  '^^'•'"^' 
^omeinirattoredi  effi.  E  ben  egli  direbbono  fecondo  la  loro  falfa  fen- 


tcnza 


> 


Martino 


94 


Secolo  XV. 


a  *3^ 


^'        tenza,  fé intalconformid operato haveffe Martino.  IIRayria^pera  n- 

jj"^"'*'"*-''»''' getta  il  fatto,  e  dice,  [  a  ]  H^c  ab  adulteratore  literarum  ^poftolorum 

V  Nat,^4ii,c.  Uc  confi£Ìa,  cenumefl:  Ma  forfè  meglio  un  altro  Autore,  che  fcriffe  r  [  ^  ] 

is,c.i.ar.ì.n.6,    j^^y^jf^j^j  difùcnfavìt  dumtaxat  cum  h ornine  ,  qui  fcsminam  duxerat ,  chjus 

fororem  conflupraverat .  Cujus  affinitatis  impsdimentum  folvcre  pofìe  fum- 

mumTantificem  i  cum  nec  juris  naturalis  ftt ,  nec  divini  f  omnesTheologì,  & 

Canonici Juris  Interpretes  docent.  Quamquam  5".  ^ntoninui  ^.  par.  fumm£ 

tit.  I.  cap.  I  r .  tefìetur  ea  de  re  varie  tunc  à  Do5ioribus  fuifk  difceptatum  :  ideò- 

quedifpenfaJIeMartinumQuintumi  quòd  fornicatio  ejjet  occulta  y  &  vir  ille 

, .  Monaftica  Vrofefjìoniy  aut  longinqua  peregrtnationt  impar  ejjet  ?  &  gravia, 

c»nL.Vom.^.fol  ex  divorilo  jcandala  fecutafuijknt»  [e]  Così  il  Natale  A  lexandro,  che  nel 

«w.».ii.  medefimo  luogo  lungamente  fi  ftende  in  dimoftrare,  quanto  rigorofo,  e 

parco  fbffe  Martino  Quinto  nella  conceflìone  delle  difpenfe . 


C  A- 


Q  ^       Eugenio 
CAPITOLO      VI  ^V- 

Eugenio  Quarto  Veneziano,  creato  Pontefice 

li  5.  Maggio  143 1. 

Indicazione  de"  Conditi  di  Fifa  ^  Siena  ^  &  indizione  di 
quello  di^ajilea.  Card.  Cejariniy  e  fue  qualità.  A'we'' 
nimenti  di  quefto  Concilio  :  notizie ,  e  confederazioni  ne- 
ceffarie  [opra  di  ejfo .  Condanna  di  alcune  propofizjoni 
di  Agofìino  di  2{oma  .  "Battaglia  ,  e  littoria  de*  Catto- 
lici contro  gli  Hujjìti^  Concordia  tra  "Bohemi  ^  e  Cattoli' 
ci  col  celebre  nome  di  Compa£i:ata  Pragenfia .  Tras-- 
Iasione  del  Concilio  da  Bajslea  a  Ferrara ,  e  da  Ferrara 
a  Fiorenza^  e  da  Fiorenza  a  \oma^  e  corfo  di  ejfo.  Fro^ 
pofizioni  di  di'verft  Autori  ,  e  loro  cenfure  ,  e  condanna. 
Origine  della  Figura^  e  della  Congregazione  del  nome  di 
Giesà» 

A'daHarmi  facciam  paflaggio  ai  negoziati,  per  dover  poi 
quindi  far  ritorno  con  maggior  felicità  ài  racconti  da  nego- 
ziati un'altra  volta  alle  armi.  Dal  corfo  accennato  de'poco 
profperi  avvenimenti  ben  perfuafi  il  Papa ,  e  Cefare ,  che  in- 
vano tentavaiì  con  la  forza  di  ridurre  gli  Heretici  delia  Bo- 
hemia  ne'loro  doveri,  avvedutamente  rifolverono  ài  pro- 
cacciarne per  altro  mezzo  la  converfione ,  cioè  con  l'invito ,  col  tratto ,  e 
col  trattato  .  Ritrovavafi  appunto  allora  aperto  un  Concilio  Generale 
nella  Città  di  Bafilea,  dal  cui  principio,  corfo,  e  termine  dipendendo  la 
contezza  deTiiccelTifeguitifotto  quefto  Pontificato,  è  d'uvopo  rintrac- 
ciarne da  più  alta  origine  l'avviamento  con  quella  diflinzione  di  particola- 
rità, che  render  poflbno  non  men  chiara,  che  provata  la  intelligenza  della 
Hiftoria,  e  non  men  motivati,  che Iciolti  li  dubii,  che  fopra  eÌTa  concor- 
rono, molti  in  numero,  rilevanti  in  qualità,  e  tutti  degni  non  men  di  ri- 
provazione, che  di  racconto. 

L'alta  agitazione  di  tutto  il  Chriftianefimo  per  l'accennato  lungo  Scif- 
ma  nei  Pontificato  Romano  indulTe  i  Padri  di  Coftanza  [a]  à  decretare  la  ,  ^  ,  r   /?   . 
frequente ceiebrazionede'Concilii generali,  ò  di  cinque,  òdifette,  òdi  F^Z'^'P^lZì 
dieci  anni  d'intervallo  fra  eflì,  daindicarfi  da'Papi,  e  quanto  al  luogo,  e  ""'■''^' 
quanto  al  tempo .  Sulfegucntemente  Martino  Quinto  comprovando  non 
lolamentecon  le  parole ,  ma  eziandio  co'fatti  il  Decreto  Concihare,  avido 
parimente,  e  zelante ddJadepreiTione  degli  Huflìti,  e  della  unione  della  i"Jic«ione  dd 
Chiefa  Greca  con  la  Latina,  denunziò  un  nuovo  Concilio  Generale  nella  '-""'''''^  '*'^•''• 
Citta  di  Pila  per  quell'anno  medefimo,  che  allora  correva,  il  quale  era  il 

1423. 


Eugenio"      ^5  Secolo  XV. 

*-  ^ '         1425.  deftinandovi  Cuoi  Legati  l'Arcivefcpvo  di  Candia  ,  il  Vefcovo  di 
Spoleti ,  e  l'Abate  di  Aquileja dell'Ordine  de'Predicatori ,  i  quali  portatili 
incontanente  à  quella  Città  fiirono  non  folamente  li  primi,  ma  per  così 
dire,  ancora  gli  ultimi,  che  colà  concorreflero  ;  poiché  ò  non  volendo,  ò 
non  potendo  venirvi  gli  Oltramontani,  i  Legati  invano  Tempre  afpettan- 
do  chi  Venir  non  voleva,  &  incrudelendo  ogni  giorno  più  la  pelle  per  la 
Lombardia,  per  togliere  ogni pretefto  alla  contumacia  de'Velcovi,  trasfe- 
rirono in  Siena  il  Conciliò,  enepublicaronoil  folenne  Decreto  con  prof- 
.    pero  fuccelfo  ;  efl'endo  che  in  breve  viddefi  numerofo  di  Prelati  il  Congref- 
^^"^^^  '"'•  '"•  fo,  e  H  celebrata  la  prima  feffione,  che  fi  reftrinfe  nell'approvazione  della 
ueiio  j^i  condanna  degli  Huifiti,  nella  lezione  della  Bolla  di  Bonifazio  Ottavo  con- 
sien'a ,  T  Decreti  tro  gli  Hcretici ,  e  in  alcune  propofte  fopra  gli  affari  promoffi  della  riunio- 
quiyi  ftabiiiti.    ne  della  ChicfaGreca  con  la  Latina,  Ma  la  prima  feflìone  fii  anche  l'ulti- 
ma, concioiìacofache  inafpettatamente(qualunque  (e  ne  fofle  la  caura)giun- 
fe  ordine  da  Roma  di  fofpenderne  il  profeguimento  ,•  onde  nel  principio 
b  Nel  FtbrarùAd  dell' [6]  annofcguentefurono  con  alte  doglianze ,  e  rammarico  de'concor- 
amo  1^14..         renti,  licenziati  li  Padri,  e  pel  medefimo  tempo  intimato  un  nuovo  Conci- 
lio da  celebrarli  indi  à  fette  anni  nella  Città  di  Bafilea,  nel  compimento  de* 
quali  deputò  Martino  Quinto  per  fuo  Legato  ad  aprirlo,  il  Cardinal  Giu- 
liano Cefarini ,  /oggetto  di  già  erperimentato ,  e  prattico  sì  nelle  armi  con- 
tro gli  Hullìti ,  come  generalmente  in  ogni  altro  Ecclefiaftico  negoziato  in 
quelle  parti,  e  perciò  accreditato  per  fama,  &  habileàfoftenerla.  Ma  nel 
punto  dell'aprimento  del  Concilio  chiufe  i  giorni  della  fua  vitaMartino  , 
e  fii  alfunto  Eugenio  al  Pontificato .  Cotanta  novità  non  ritardò  però  il 
profeguimento  del  Sinodo:  poiché  il  nuovo  Pontefice  incontanente  ne 
e  Extdt  in  appen-  confemiò  [c]  la  cclebrazione ,  imponendone  al  Cefarini  con  ogni  ardore 
'Ì!id!^°T^'à^lfa,Z,  il  principio,  che  felicemente  feguìfotto  il  giorno  dicianovefimo  di  Luglio 
i4?i,«.i7..        dell'anno  1 431.  Ma  il  numero  de'Prelatij  che  quivi  giunfero,  fùcosìpoco, 
fer/nimero^dc'  cvarìo,  cheottomcfi  doppo  il  fio  principio  vi  fi  contarono  folamente 
Padii,  efuocor  trèVcfcovi,  e  dicci  Abati  di  Ordine  inferiore,  come  apertamente  fi  nota 
*"'  nellaterza  Bolla  publicata  da  Papa  Eugenio  perla  traslazione  di  quel  Con- 

cilio nella  Città  di  Bologna:  nella  fella  fefiìone  fi  ritrovarono  prefenti  due 
Cardinali  folamente,  e  30.  Prelati  mitrati  tra  Vefco  vi,  eAbati:  nella  17. 
in  cui  aillflè  in  perfona  TlmperadorSigifmondo,  intervennero  due  Cardi- 
nali, l'Arcivefcovo  di  Trento,  il  Vefcovo  di  Padova,  e  l'Abate  di  Santa 
Giuftina  medefimamente  di  Padova  in  qualità  di  Legato  ,  e  100.  Prelati 
mitrati;  nella 34.  in  cui  fu  temerariamente  deporto  Eugenio,  appena  fi 
numerarono  fette  Vefcovi  col  Cardinal  d'Arles,  &  una  infinità  di  Preti  del 
£" Viifi^'"  '  ^  Clero  di  Bafilea  ammcillinjuel  Conciliabolo  per  far  fazione,  e  fetta  de' 
uequaira.        fediziofi.  Il  condoutier  dì  ;ifi  era  il  Cardinal  Ludovico  Alemanno  Arci- 
A   .A-v      „     vefcovo  di  Arles,  Ecclefiaftico  pio  d'intenzione,  ma  ingannato  daqiiel 
e  ^pud  cìAcciìi,  zelo  chiamato  da  |  a]  S.Paoio  non  Jecundum  fcienttamy  e  tralportato  a 
iìffr-^^'''*'        molti  eccefiì  [e]  nhnt2  credendicMummatorìbus  facilitate  i  e  perciò  priva- 
to da  Eugenio ,  m-  poi  reintegrato  nella  dignità  del  Cardinalato  da  Nicco* 
^  '''■^-  lo  Quinto,  fotto  il  cui  Pontificato  egi:  morì  [f]  con  fama  di  Santo . 

^  .  .  Giace  Bafilea  Capitale  de'tredeci  Cantoni  fopra  le  fponde  del  Rheno  , 

JafiSr'''  che  li  dividein  due  parti,  la  p!.'.  grande  celie  quali  riguarda  la  Francia,  T 
altra i'Ailemagna.  Era  ella  aiiora  Vefco vado  fuifraganeo  di  Bifanzone  , 
paà  trasferito  mt^ribourgh  il  Capitolo  di  quella  ChiefaCathedrale,  traf- 

ferì 


Capitolo  VI.  9  7       Eugenio 

feri  anche  il  Vcfcovo  la  fua  Refidenza  in  Porentrn ,  quando  li  Bafileenfi  ab-       ^  ^* 
bracciati  prima  gli  errori  di  Zuvinglio ,  e  poi  quegli  òì  Calvino ,  rinunzia- 
rono  [a]  alla  Religione  Romana,  e  ciecamente  feguirono  l'efempio  di  l'^onr,f![fa'm 
Berna,  dlZurich,  e  di  SchafFoufen  .  Hor  dunque  ordinatamente  da  noi  fi  viiTepàoum'. 
efporrà  in  racconto  quefto  difordinato  Sinodo ,  in  aii  fi  vedranno  intrec-  '"'"•'»• 
date  con  lagrimevole,  &  infelice  inefto  veriti  Cattoliche,e  fentimenti  hcre- 
ticali ,  fante  decifioni,  e  perverfifiìme  rifolu2Ìoni,e  nel  medefimo  tempo  ve- 
nerazione ,  e  diforeggio  della  Chiefa ,  formazione ,  e  conculcamento  di  Ca- 
noni, e  quanto  (lamo  pur  hora  perfoggiungere. 

Era,  comefidifle,  di frefco aflimto  al  Pontificato  Eugenio  Quarto  Ec-  deS'S//"' 
clefiaftico  nato  anch'egli,  come  il  fiioAnteceflbre,  a  gran  travagli,  eà    '    '"'  * 
gran  felicità ,  e  perciò  animato  à  gran  cofe  dagli  fteffi  Santi  Apoftoli  Pie- 
tro, e  Paolo,  allorquando  gli  apparvero  in  vifione,  e  gli  prenunziarono 
il  Pontificato,  [b]  Gabriel  Condulmerim ,  dice  l'erudito,  e  allora  vivente  ,,„f/;r;<,„/Ì4Ì 
FrancefcoFilelfo  (  qui  pojieaEugenius  nominatus  fumma  cumdignkate,  &  'rio  ad  io.  ^nun. 
gloria  Fumano  Tontifìcatui  pr^fuit  )  cum  vehementer iegrotaret ,  efietquede  vlZ'tumT'''""^' 
ejus  falute  à  medicis  omnibus  di/peratum  j  Hit  ]am  de  morte  non  tam  jollicitOi 
quàm  nìhìl  certius  expe£lanti ,  Tetrut ,  &  Taulus  ^pojioli  apparuerunt  in 
fomnisy  utque  bono  animo  effetf  hortatì  funt ,  nam  c^  bonam  valetudmem 
ei  redditam  effe ,  &  propediemfore ,  ut  Summus  Tontifex  crearetur  :  quod  qui- 
demutrumque  fecutumeft;  nam  tum  ftmulcum  fomno  illum  reliquit  febris, 
tum  non  multò  pòfl,  cum  Martinus  Colnmna  y  prudentijjimus  ille ,  &  ampliffì- 
tnus  Tontifex,  quam  fortunatijjìmè  ,  &  cum  mirifico  Ec  e  le  fi  a  F{gman,ie  in- 
cremento egerat,  vitam  finiffety  VontificatuiilleprafeBus  efi.  CosìilFilel- 
fo.  Ma  il  nuovo  Pontefice,  come  dice  Sant'Antonino,  [e]  Statum  quidem  e  s  ^ntomn.eap. 
Ecclefue  invenit  fatis potentem ,  &opulentum,  acquietum:  [ed  fub  eoy  per-  '^^^p-^-'-'O'"» /'•-'»- 
mittente  Beo ,  &  demeritis  hominum  exigentibus  ,  ac  malitia  tyrannorum 
operante,  precipue  ducis  Mediolanenfìs ,  ^aldè  perturbata s  eft,  &  diminu- 
tus.  E  il  perturbamento  della  Chiefa,  efuo,  appunto  principiò  dal  prin-    KA-ai 
cipio  del  Concilio  di  Bafilea.  Havevalo  per  comandamento  di  Eugenio  il  Pon:ificiV"''dei 
Cefarini  aperto ,  quando  non  ancor  terminata  la  prima  feffione ,  era  foprag-  J^*'"':'*»»  ^'  b*"- 
giunto  al  Legato  nuovo  comandamento  di  difcioglierlo,  e  ài  trasferirlo  d  "' 
Bologna  per  molte,  e  ponderanti  ragioni,  che  ilmedefimo  [d]  Pontefice  d  ^/-«^z-s^. 
efprefie  al  Cefarini  in  una  fua  lettera,  ira  le  quali  rilevante  Ci  era  l'impedì-  i4jif»r.^^i.  "*"*' 
mento  delle  flrade  infettate  da'Soldati>  e  dalle  guerre,  e  la  inclinazione' 
delll'Imperador Greco  di  ritrovarfi  elfo  prefente  in  un  Concilio  dacele- 
brarfi  in  Italia  :  Cumque ,  dic'egli  nell'allegata  lettera ,  cbariffimus  in  Chri/lo 
filius  nofier  Joannes  TaUologus  Imperai  or  Conflantinopolitanus  nuncupatus 
Oratorem  fuum  adnos,  &  prafatos  fratres  noflros  defiinaverit ,  qui  expo- 
nendo nos  requiftpit,  ut  juxta  ordinationem  di^ipradecejjorisy  prò  uniminc 
Orientalis  Ecclefucum^mana,  &  Occidentali  Ecclefia  Concilium  celebra- 
retur,  nofque  conventtonem ,  &  ordinationem  di6lt  Tradeccfìoris  ctiam  cum 
conftliQ  dióìorum  Fratrum  noftrorum  approbantcs,  ipftfque  Gradi  pofiulan- 
tibus  juxtaconventionesdt^i  Tradece fforis  expenfas  galenrum  eos  ad  Conci- 
lium  conducere  y  &  ipfo  finito  ad  partes  fuas  reducere  debentium,  &  alias 
expenfas opportunasy  & necejiarias  obtulerimus ,  multaque etiam  loca  Lalia, 
cum  alibi  prò  Gracis  commodè  fieri  non  poffet  y  procelebrationedi^ii  Concilii, 
eorumque  r eduzione  ad  ritum  R^omana  Ecclef̣  per  nos  oblatafueri^it,  di- 
aujque  Orator  certQs  noseffecertt,  Imperatorem,  &  Tatriarcham  prafatos 
Tomo  IF.  '  Q  \u,, 


Eugenio        pg  Secolo  XV.  ^ 

^  ^'         alios  fuos  Oratore!  cttm  piena  potè  fiate  tranfmifjuros  efìe  ,  qui  ex  oblatis  in 
Italia  lodi  aliquem,  pnefertim  cum  piena  poteflate  Bononiam,  acceptabunt, 
proHt  ad  pnefatum  pr<edecejjbrem  ante  fui  obttus  notitiam  tranfmittebanti 
cumque  fi  novaVralatorum  voeath,  utpramittitur  y  fieret,  hcec  duo  Concilia 
uno  pYOpè  tempore  cc^currere  videantur ,  &  fi eadisjunSla fieri,  &celebrari 
contingcret ,  unum  ex  altero  debilius ,  &  minoris  efficeretur  au6loritatis  , 
Hd^c  infuper  una  cum  di6li$  fratrtbus  nofiris  animo  nofiro  contemplantes ,, 
cum  in  unherfa  B^epublica  Chriftianorum  nìhtl  defiderabilius  contingere  po^ 
tefl  y  quàm  ridere  Cracos  tanto  temporis  intervallo  à  di6ia  Bimana  Ecclefia 
diftin£Ìa  dii]un6los,  fitb  ritu  ipfius  Ecclefite  ,  &  meritate  Catholica  fidei  re- 
du6los  efie,  &  illam  Grecite  nationem  ,  qu<!e  tot  San&os  Tatres  ,  é*  viros 
egregiosy  &  fapientes  genuit ,  qui  humano  generi  tam  Sacratarum  ,  quàm 
Sacularium  Itteraium  Seminarium  dederunt ,  Romana  Ecclefia  unitam  ,  & 
fub  ipfius  unico  ovili  reduSiam  y  hisy  &  aliisrationabilibus  caufis  indu£li ,  ut 
tamrrformationem Cleri y  &  Ecclefia y  ac  extirpationem  harefum,  ac  paci, 
<jr  tranquillitati  Chrìfiianorum ,  quàm  etiam  Cracorum  redu&ioni ,   qua 
omnia  fummis  defidsramus  affeBibus  ,  providere  perfonaliter  valeamus  ; 
circumfpe^toni  tua  tpfitm  Concilium,  fi  quod  adhuc  pendere  videatur,  dif- 
ContTiTìeiì  del  folvendi y  &  nìhilominus  ante  difiolutionem  hujufmodi  in  CivitatenoftraBo- 
jegaroCefariiùà  nonìenfiy  ubi  Deo  aurore  perfonaliter  intendimns  praftdere  ufque  ad  annum 
gla^'^en'lo  ^'^'dei  cum  dimidio  à  die  difiolutionis  hujufmodi  computandum  ,  novum  Concilium 
Concilio.^        ìndicendi,  MailCefarini  ò  vago  di  (quella  prefidenza,  ò  ingannato  dalle 
a  I  id,n.ii.      ^ergiverfazioni  de'Prelati  infetti,  che  di  già  colà  erano  concorfi,  oftò  [al 
.  „.    „.  -  „   con  ragioni  alle  ragioni,  e  dimollrolfi  fermo  nel  propofito  di  profe^Liirlo 
fHzretraaationif  [b\  ^nno  143 1 .  dicc  Jn  lina  fua  Bolu  Pio  Secondo ,  Bafueam  petivimus ,  tbi- 
ia  Buiur.  conftìt,  ^j^g  ConcHìum  ìnchoatum  invenimus,  verùm  ab  Eugenio  revocatum,  quam- 
vis  congregati  noluerant  obedire  ,  afierentes  jam  mceptum  Concilium  ,  fine 
confenfu  Tatrum  ,  qui  convenifìcnt ,  haud  quaquam  potuifie  difìolvi  .  Julia- 
ms  aderat  San£ii  angeli Cardinalis  nazione  Bfimanus,  moribuf ,  &  do6lrina  cor,» 
fpicuus:  isy  cum  cateris  praftarety  audita  Eugeniirevocatione  prafidentiam 
dimiftty  tanquam SummoTontifici  vellet  ohedirei  fed  cum  augefceret  in  dies, 
Eugenio  vel invito y  Concilium,  &  multi  ex  diverfis  regionibus  Epifcopi ,  & 
B^gum  legati  adventarant ,  Caràinales  quoque  ex  Bimana  cuna  profugi  in 
dies  nonnulli  concurrerent y  prafidentiam  refumpfit ,  Cp"  aucioritatem  Concila 
mirum  in  modum  extollensy  eminentiam  prima  Sedi$  fupprimere ccepit  ^  ve- 
nientes  Eugenii  legatos  ,  &  poteflatem  B^manorum  prafulum  magnificante^ 
apparenter  confutatiti  &  cum  ejjet  facundiffimus  ,  facile  pcrfuafit  auditori- 
bus,  qui»cupiebat,  Cardinales  ex  urbe  proferii  Eugenio  inf enfi  vitam  ejus  , 
morefque  carpebant .  ^ccedebant  in  horas  catervatim  novi  Curiales ,  qui 
(  ut  efiomnis  multitudo  maledica  ,  &  inimica  Trincipi  )  Eugenii  nomenmo- 
dis  omnibus  lacerabant .  De  potè  fiate  Bimani  Tontificis  pauci  erant ,  qui  loqui 
prafumerent:  omnes  ,  qui  publicè  loqucbantur  ,  prurientes  auribus  multitu- 
dini  applaudebant .  Dicimus,  qua  nos  ante  latebant:  Eugenium  falsò  de  multi: 
accujatum invenimus,  Cardinatefque  ,  qui  Bafileam  vencrant ,  ob  privatas 
inimicitias  bono,  &  jan6to  viro  notam  inurere  voluifie  .  Così  egli .  Né  (1 
fermarono  i  Padri  nelle  fole  parole,  ma  animati  da' decreti  del  trafcorfo 
Concilio  di  Coftanza,  inciiiiì  degradarono  Papi,  e  creofl'ene  un  nuovo, 
malamente  perfuafi ,  che  le  medefime  ragioni,  le  quali  militavano  contro 
im  Pontefice  dubiofo,  &  ambiguo,  militaiiero  ancora  contro  un  vero,  e 

legiti- 


Capitolo  VI.  Art        Eugenio 

legitìmo ,  armgandofi  autorità  fuperiore  ad  effe ,  e  difpoticamente  operali-      ^  ^* 
do  con  i  fatti ,  fpedirono  lettere  [a]  agli  Huffiti Bohemi,in  cui  eglino  l'invita-  %TihaT' 
vano  al  Concilio  di  Bafilea  con  promeffa*  che  le  loro  ragioni  farebbono  fta-  ^  hxc  exta»t  m 
te  pazientemente  afcoltate ,  e  li  Salvicondotti  *  che  fi  fpedivano  j  inviolabil-  /■''^4.c««nv.54/r/. 
mente  olTervati»  Gotalimpenfatarifoluzionein  cortculcamento  della  Mae- 
M  Pontificia  commoife  altamente  à  fdegno  l'animo  di  Eugenio ,  il  quale  da 
queftiprimi  moti  prevedendo  il  pericolo ,  che  fovraftava  al  Chriftianefimo 
dalla  orinazione  de  Padri  Bafileenfi ,  e  qualmente  quelli  aprivano  nuovo  Bolla  Pontificia 
campo  di  dircuffione  agli  articoli  Huffitici  di  già  condannati  dai  Concilii  di  hÌi"?one  dd  con'. 
Coftanza,  e  diSiena,  rifolutamente  promulgò  [h]  una  Bolla  ,   in  cui  cii.odrBafiiea^"* 
con  piena  autorità  egli  difciolfe  ogni  Concilio  <  recife  ogni  trattato ,  eften-  ^f^^/^f^^^f"' 
dendofi  con  final  decreto  inquefte  parole >  Quia  pofi  tranfmijjionem  prxfct- 
tarumnoflrarum  litfèrarum  adnotìtiam  noftramperveniti  ultra  ea^  qu<e  fu" 
periùs  continentur ,  pnefatos  Bohemos  haretkos  in  Conjiamiertfì  Concilio  tam 
mature  ,  atque  folemniter  condemnatos ,  &  in  Senenfi  Concilio  ,  acperdiver- 
fos  procefìus  Sedis  ^poflolic<£ ,  &  Legatorum  cjus  fubfequenter  aggrapatoi^ 
dr  reaggrapatos  y  cum  invocatione  etiam  auxilti  hracbii  Specular is^  'i^publici 
belli  indt£iionemultiplicii  quofque  toti  orbi  plufquam  notiffimum  ejiy  catho- 
lica  fidei  effe  notorios  hojies ,  ó"  perfidos  inimicos  armatos  j  harefes  pertina- 
ciffimè,  &  inflexibiliter  de  fendente  $,  fm[ie  invitatos  Baftleam  ad  difputan- 
dum ,  &  contendendum  fuper  articulis  in  prafatis  Conciliis  generalibiiS ,  <& 
per  procejjus  ^pojlolicos  tam  folemniter y  ut  prafertur,  condemnatos ,  inin- 
juriam  autioritatts  ^pojioliCie  i  Sacrarumque  Conciliorumpr^diUorum,  con- 
tra  decreta  San^orum  Tatrum,  &  flatuta  légum  Imperialium  ,  in  civìlibus 
audientiarn  exprefsc  denegantmm ,  &  alia  diverja  fcandala,  &  peri  cu!  a  im- 
minere,  uteòcittùs  ad  terminum  currantt  &  veniant  ipforum  Conciliorum  f 
quòcitiùs  pramijfa  fuerìnt  public ata-^  ex  nunc  tenore  prafentium^  de  nofiro- 
rum  fratrum  Cardinal  fum  confi  Ho  y  &  afenfu,  Conciliumi  fiquodjUtpramit- 
titur  y  Bafde^  congregatum  videatur  j  de  ^pofloliae  potejiatis  noftne  plenitu- 
dine dijiolvimus ,  &  totaltter  liberamus  ,  aliudque  Conctlium  in  anno  cum 
dimidiOy  àdiedatae  pr.xf enti um  computando  i  in  pr tifata  CivitateBononienfi  , 
quam  ad  hoc  cognovimus  aptam  quamplurimum  ,  ut  prafertur  y  mdicimus  i 
publicamiiSy  &  tenore  prajcntium  declaramus  :  in  quo  cum  prafatis  fr atri- 
bus  nojiris  y  dante  Domino ,  intendimus  interefk ,  dr-  perfonaliter  prjejidcre  t 
&  nihilommus  in  decennio  aliud  fimileConcilium  juxta  Jiatuta  Conjìanticnfts 
Synodi  de  eorumdem  fratrum  no  [ir  or  um  confuto  *  &  afìenfu  in  Ctvitate  ^vc- 
nionenft  fmiliter  ex tunc  indicimus y  publicamus j  &  declaramus.  Ne'mede- 
filili  fentimenti  egli fcriifeairimperador  [e]  Sigifmondo,  ma  con  finiftio  -  ind.n.ìS. 
effetto ,  eifendo  cofa  che  le  lettere  ritrovarono  di  già  difpollo  l'animo  di  lui 
al  compiacimento  de'Padri ,  &  alla  continuazione  del  Concilio,  quai'egli 
riconofceva  [d]  allora  per  unico  rimedio  ai  gran  mali  degli  Hufiìti  lóohQ-àcod.Htfl.mffc 
mi ,  contro  i  quali  haveva  tante  volte  invano  mofie  Tarmi  per  fupprimetij  "^  ^• 
con  la  forza.  Ma  il  Cardinal  Cefarini  con  più  forte  nervo  di  ftiie  ranpre- 
fentò  al  Pontefice  la  inconvenienza  della  dilibluzione  del  Concilio,  elpo- f/f  "dl'pld^n^r," 
nendogli  in  una  lettera  dieci  Capi,  i  quali  tutti  perfuadevano  il  profei^ui-  coi.'far.o. 
mento  di  elfo,  [e]  Qjiantahìc  fcandala  Jequantur y  fcrifs'  egli,  &  quLia  ^-Iflf  :VJ;Ì: 
cperjio  fidet  y  aufcultet  patienter  San£litas  yejira.  ^n.i4ji.«,27. 

Trimò ,  evocati  fum  Bohemi  ad  tjiud  Conciltum  :  literas  vocationis  alias 
mijt  Sancitati  vejir^ .  Hoc  fa^lum  quiiibct  probat  tanquam  falubre  ,   ac 

G     2  nctij- 


Eugenio         jqq  Secolo  XK 

^ '^'  neceffarhtmt  ut  poflquàmarmistoties  fruflra  certatumefl,  alia  via  teme  tur, 
Jam  literx  iverunt  Tragam ,  &  Tragenfes  refpondent  JEgrenjìbus  ,  prout 
contineturin  Htterainterdufa.  Speratur,  quòd  veniant.  Si  Concilium  difìol- 
vitury  quiddkent  haretìci?  "forine  infultabunt  in  noftros  ,  &  fient  proter- 
yiores}  TipmeEcclefìa  fatebitur,  fé  efiepi£Ìam,  cum  non  aufa  fueritexpe- 
(ìareillosy  quosvocaveratì  0  quanta  hìc  eratconfufio  Chrtfiianxrelìgionis\ 
s4ppYobahmus  per  hanc  fugam  errores  eorum ,  &  condemnabimus  ven- 
tatemi <i^  jujiniam  nofiram,  "^onnevidebitur  hicdigitus  Deiì  Ecceexerci" 
tus  armatorum  toties  fugtt  a  facie  eorum ,  &  nunc  ftmiliter  Ecclejta  univcT' 
falis  fugit .  Ecce  nee  armìs ,  net  litteris  vinci  pofiunt  :  Fidebitur  miracttlum 
^^'  Deit  evidenter demonjiram illos  vera  fentire,  &  nos  /alfa.  0  infelicem  pò- 

pHlumChriJìtanum  ì  0  fidemcatholicam  ab  omnibus  dejiitutaml  temilites,  te 
Sacerdote  dcferunt,  &  vituperant ,  jam  nemoaudet  prcAeJiare.  'Isonne  hoc 
facrtlegium  imputabitur  et ,  qui  hujtts  Concilit  di[jolvendi  caufa  ejjet?  Omnes 
latrabunt ,  &  blafphemabunt  curiam  B^manam ,  qu<s  tantam  fidei  confujtonem 
procuravit. 

Secundò  ,  nonne  omnes  fideles  ,  qui  fciunt  priediBos  h^reticos  epe  ai 
Concilium  vocatos,  remanebunt  flupefàóii  y  &putanteSi  quòd  propter  hujuf- 
modi fugam  noftram  do£irinafalfafit ,  cum  ipfi  non  audeamus  defendere ,  fequen- 
tur  bare  firn  Bohemorum  ?  pnejertim  cum  Hit  jam  plurtes ,  &  nunc  proximis  die- 
:>.•.-  IfuSi  diffuderint per  totam  lAlemanniam  libellos  famofos  continente s  circi- 

ter tr iginta  articulos cantra  fìdem,  pr a fertim  cantra  jiatum  Eccleftafiicum  , 
cum  multts  au^oritatibus  Sacra  Scriptura ,  &  San6Ìorum  Do£Ìorum ,  in  qutbus 
exprefiè  afìerunt ,  quòd  noftri  Sacerdotes  non  habentes  ,  quod  illis  refpon- 
deant,  nunquamvolucrunt  illis  dare  audientiam,  Qiiid  ergo  nunc  dicent  Ca- 
tholiciy  fi  pofl  collatam  audientiam  fugimusì  Et  advertat  San&itas  Fefira  , 
quòd  major  pars  illorum  articulorum  efl  contra  Sedem  ^Apoftolicam ,  &  in  de- 
traàionem  curia  Bimana ,  Item  nuntiatum  e  fi  omnibus  Vniverfitatibus ,  quòd 
mittant  folemniores  Do£iores  ,  &  Magifiros  ,  quos  habent ,  hoc  prò  ifia 
caufa . 

Tertiò ,  cum  fitubique  publicatumy  hoc  Concilium  prìncìpaliter  effe  con- 
gregatum  prò  harefi  Bohemi  a  extirpanda:  quanta  poftea  confufio  ,  &  ignomi- 
nia erit  Ecclefì^ ,  fi  re  infesta  recedat  ?  Quantum  igitur  periculum  evidentis 
fubverfionis  immineat,  quis  non  confiderete  Fa  miferts  clericiSy  ubicumque 
reperti  fuerint, 

Qjtartòy  quid  dicet  univerfus  orbis,  cum  hoc  fentìet  ?  Isonne  judicabit  , 
clerum  efie  mcorrigibilem  y  ér  velie  femperin  fuis  deformitatibus  fordefcere  ? 
Celebrata  tot  funt  diebus  nofiris  Concilia  j  ex  quibus  nulla  fecuta  eft  reforma- 
tio,  ExpeClabantgenteSy  ut  ex  hoc  fequeretur  aliquis  frutius,  Sed  fi  fìc  dif- 
folvatury  dicetur,  quòd  nos  irridemus  Deum ,  &  homtnes:  &cum  jam  nulla 
fpes  fupererit  de  noftra  correzione y  irruent  meritò  laici  in  nos  more  Huffi- 
tarum.  Et  certe  fama  publica  de  hoc  e  fi',  animi  hominum  pr  ugnante  s  funti 
jam  incipiunt  evomere  venenum,  quo  nos  perimant*  putabuntfe  Sacrificium 
praflare  Deo,  qui  Clerico s  aut  trucidabunt ,  aut  fpoliabunt ,  quontam  repu- 
tabunt  jam  in  profundum  malorum  venifie:  fient  odiofi  DcOy  &mund0y  & 
cum  modica  nunc  ad  eos  fit  devotio,  tunc  omnis  pertbit .  Erat  ifiud Concilium 
quoddam  retinaculum  f^cularium-y  fed  cum  viderint  fpem  omnem  dcficere, 
laxabunt  habenas  publicè  perfequendo  nos .  ^4h  y  quis  honor  erit  Bimana  Cu- 
na ,  qua  Concilium  congregatum  prò  reformatione  turbavit  ?  Certe  totum 

odium^ 


Capitolo  VL  lOl        riTGi-mo 

oà'mm  t  totx  culpa  ,  &  ignominia  transferetur  in  ìllam  ,  Uncjunm  caufam,       ■*■  ^  * 
auhricemque  tot  malorum,  ^dh,  Beatijjime  Tater^  abfttàSan6litate  veflra, 
ut  unquam  dici  pojjit  fuiffe  tantorum  malorum  caufa  :  requiretur  de  mani- 
bui  veftris  fanguis  pereuntium  :  e  qui  il  Cefarini  doppo  una  lunga  enumera- 
zione d'inconvenienti,  e  fcandali ,  che  rendevano  deplorabile  lo  flato 
della  Germania,  e  del  Chriftianefimo ,  egli  foggiunge,  Beatijjime  Tater  y 
per  hujufmodi  prorogationem  non  tolluntur  fc andata ,  qua:  narrata  funt ,  Effent 
interrogandi  hcCretici,  fi  volunt  cxpe^iare  ufque  ad  annum   cum   dimidio  , 
ut  non  difìeminent  virus  fuum  .  EJJent  &  interrogandi ,   qui  fcandalÌT^antur 
de deformitate  Cleri,  an  interim  velini  fuperfedere  ,  Ecce  quotidie  pullulai 
ifla  h^refts  :  ////  quotidie  feducunt  Catholtcos  ,  aut  vi  opprimunt  :  non  pcr- 
diint  minimum  temporis  momentum  :  quotidie  nova  fcandala  ex  deformitate 
Clericorum  infurgunt;  &  nihilominus  provifìones ,  &  remedia  procrajìinan- 
tur^  fiat,  quod  fieri  potefi,  nunc  :  reliquum  fervetur  ad  annum  cum  dimi- 
dto.  Egotimeo,  qubd  ufque  ad  annum  cum  dimidio,  nifi  aliter  provide atur , 
magna  pars  Cleri  ^lemanni£  erit  defolata  :  fi  per  Germaniam  diff'underetur 
bxcvox,  quòd  Concilium  e^etdifjolutum,  prò  certo  Clerus  omnis  daretur  in 
pr£dam.  Cosìil Cefarini.  Replicò  [a]  Sigifmondo  altre  preghiere,  &al-  ^  ^pudi^yn.an. 
treperfuafioni  al  PonteficeperlacontinuazionedelConcilio.mì  Tempre  in-  '^^'•''•^• 
vano,  dimoftrandofi  Eugenio  per  le  allegate  ragioni  inflefiìbileallarichie-  coRanxa  deiPa. 
fìa .  Nlà  dal  voler  egli  difcrolto  il  Concilio ,  e  dal  volerlo  i  Padri  continuato,  pa*  nd^voier  dù 
e  fermo ,  ne  nacquero  quegl'inconvenienti ,  che  nafcerebbono  in  un  Corpo,  jJò"'&  o(\ina£ 
fé i membri fubordinati non ubidilTero  al  capo,  e  ò  v oleifero i piedi,  che  nT de- PaX^nei 
caminafferolemani,  òvolelTerolemani,  che  li  piedi  porgelfero  cibo  alla  ^°^"'**     *^°""* 
bocca,  &  ogni  altro  ufficio  amminiftraffero,  ch'è  proprio  diefìfe,  òpre-  """^* 
tendeiVero  gli  occhi ,  che  la  bocca  vcdeffe,  ò  prefumefle  la  bocca,  che  gli 
occhi  parlàlfero.  Dalla  fconvenevolezza  dunque  della  dovuta fubordina- 
zionefurfe  quello  fcifnia,  tanto  chiaramente  fZ»!  prosnofticato  dalla  Beata  ì^^„ff!"<Ì"^2" 
Coletta,  che  partorì  al  Chriitianelimo  il  moftro  di  un  nuovo  latrocinio 
Efefino ,  &  un  de'  più  efecrabili  Conciliaboli ,  che  habbiano  gimmai  vi- 
tuperato il  nome ,  e'I  corfo  della  Eccleiìaftica  Hiftoria  .  Poiché  li  Padri 
contro  le  Bolle  Pontificie  flendcndo  anch' eflì  le  loro  ,  divulgarono  pel 
Chriftianefimo  [e]  la  continuazione  del  Concilio,  allegando  in  efleprefun-  ,  ^i'^^'K''y»' '*'">' 
tuofefperanze,  chehaverebbe  Eugenio  nel  progrcllb  del  tempo  mutato  '^^■•"■'*-"'-'^'"* 
parere,  e riconofciuta la  fuflìftenza  delle  loro  ragioni.  Atalfine  eglino  d^p>id,undiéid 
replicarono  [  d  ]  altre  lettere  invitatorie  agli  Huffiti  Bohemi ,  altre  il  Legato  n.5.6.&7. 
Cefarini,  il  Rè  di  Francia,  quel  di  Caitiglia,  e  quello  d'Inghilterra  al 
Pontefice  Eugenio  per  ifmuoverlo  dalfuofentimento,  e  con  quefta  unione 
di  quafi  tutto  il  Chriftianefimo  procede  il  Concilio  alla  formazione  delle 
felTioni,  ede'decreti,  il  cui  valore  fé  vuolfi  apprezzare  dall'evento,  ren- 
derafll  confiderabile  dall' efito,  ch'eglino  hebbero  ,  il  quale  fii  la  difii- 
nione  delle  Chiefe,  e  lo  fcifma  del  Pontificato  .   Tanto  prepondera  al- 
lautiJiti  de'tedeliilfolo  voto  di  un  Pontefice  al  confrontodel  confenti- 
mento  benché  uniforme  di  tutte  le  Chiefe.  Cominciarono  dunque  i  Padri  e  ^„„  ,4» 
a  formar  l'edificio  con  la  everfione  del  fondamento ,  e[eJconfei:mata  gene-  '      * 

Talmente  la  coftitnzione  delCoiUnzienfe ,  che   limitatamente   dichiara  f  refratani  loro 
la  lupenonta  del  Concilio  fopra  il  Papa  ambiguo,  edubio,  eglino  ftabilif-  ''  '^"*- 
cono  un  decreto  in  queiìo  tenore,  [f]  Synodus  Bafdeenjis  decernit  ,  &  fiuL}:""''^ '"' 
declarat,  quodipfa  prò  harefum  exttrpatione ,  ac  montm  generali  reforma-. 
2^^^»^  i^'  G    3  tione 


Eugenio         ^^n  Secolo  XF. 

^^'         tìone  Ecclefìie  in  capite,  &inmembns,  nec  non  pace  Inter  Chriflianos  proni- 
randa y  ut  prxmiUttur ,  in  Spiritu  SatiUo  kgitimè  congregata  ,  per  nullum 
éfuavis  auHoritate  ,  etiamfì  Tapali  dignitate  prafulgeat,  dijjolvi  ,  aut  ad 
aliumlocum  tr am ferri  ^  feti  ad  alìud  tempus  prorogavi  debu.it  ^  aut  potuit  , 
debet  i  aut  potejìy  debebity  aut  poterit  in  futurumabfqueejufdemSynodìBa- 
fileenfts  deliberatione ,  &  confenfu .  Così  egli  .  Il  Cardinal  Turrecremata  i 
3  car.TiirrecrH.  Uiiigo  [a]  rigetta,  c  fpiegal'acceiinato  Dectcto  del  Sinodo  Co ftanzienfe, 
Eccief,ai.2.c.  ,00.  onde  prende  il  fiio  visore  quello  del  Bafileenfe,  Curadicunty  dicceli,  quòd 
■ued:'j,.,eiìo^.x<.rno  Sancta  Catholica  EccLe(ia  in  Sancto  Conitantien(t    Concilio  ,   (y'c.  prefuppo- 
f///r  ■'^'"' "^"'^  ^^ntdiiOy  quorum  primum  e{i  manifeflè  falfum,  utdicunt:  quòd  in  Concilio 
Conjìantienfì  fuerit  univerfaliter  diffinitum ,  quòd  Concilium  generale  ,  &c, 
quoniam  non  univerfaliter y  aut  indefinite,  fed  fmguUriter  faBa  fuit  illa  de- 
finitioy  five  deUaratlOy  ut  in  refponfione  ad  ea,  qnjì  mducuntur  de  Concilio 
Conjìantienfì ,  piene  in  precedenti  capite  diBum  eji  .  Secundò  fupponunt ,  quòd 
illud  decretum  fa^um  fità  fannia  univerfali  Ecclefìay  hocautem,  falvapace 
eoruniy  qui  ita  opinati  funt ,  nullo  modo  potefi  probari  verum  ejjcy  (ìcut  jam 
b  cioèdiGìo  B^t  ^ntè diximus  :  imòtemerariumvideturyplurimùmque  fcandalofumvelle  diffini- 
thaf^r  C-fa  allo,  re  y  quòd  obcdicntid  fola  Joannis  \b]  Balthafary  qua  fola  Conjiantiam  con- 
'^Ponuficef'^'"''^^^^^^^f^^^^  ^^  rf/:Trfr«TW   tcmporc  fchifmatis  ,   efìet   univerfalis  Ecclejta 
Cattolica,  legìtimè  à  verOy  &  indubitato  Ta/iore  univerfalis  E  e  de  fi  ae  congre- 
gata, fan&um  uniì?erfale  Concilium  faciens:  hoc  enimefiet  dicere,  quòd  fola 
ohedientia  Joannis  Balthafar  inter  tres  obedientias  fuifiet  Ecclefia,  dir  tha- 
Umus  Chrifii,  &  ali£  ohedientia  fcilicet  Gregorii ,  &  Benedi£lt  fuifientpro- 
Jilbula,  (jr  fynagoga  fathana;  &  hoc  non  efl  aliud  y  quàm  fufcitareantiquum 
fchifma  in  Ecclefta  Dei .  Secundò ,  non  militant  pr afata  decreta  Baftlecnfis 
Condili  y  eò  quòd  Concilium  illud  nolnit  recipere  pr^fidentes  VapiC  in  au£io- 
ritute  fua  debita  ,  juxta  morem  antiquorum  Conciliorum  univerfalmm  ,  de 
quorum  au£ìoritate  in  aditone  fexta  Concilii  Cbalcedonenfis,  ut  refertlfido- 
rus  in  libro  Conciliorum  y  ita  habetur:  In  omnibus  Synodis  ^pocrifìarii  xApo- 
Jiolici decrctasfententias  primo  propter  fummam  au&oritatem  fanÙ<s  ejufdcm 
Sedis  confirmabant y  &  fubfcribebant ,  quia  aliter  nullum  robur  habebant  ; 
unde  fcribit  Tafchajius&c.  Ex  quibus  patet,  decretatila  omninò  vacua  effe 
auUoritate .  Tertiò,  patttidemy  quia  non  fuerunt  concluja  unanimi  confenfu 
totius  Synodi.  Si  autem  Concilium  non  aganty  ut  inqutt  ifidorus  6,  ethico- 
rumy  &  in  cap.  i.  difi.  15.  qui  non  confcntiunt  in  unum  ,   non  potefi  dici 
conclufio  Concila  univerfalis ,  maxime  in  materia  fida  ,   cujus  unitas  ma- 
xime rcquiritur  in  corpore  Ecclefix ,  qu£  ex  univerfali  confenfu  non  emanai , 
Quòd  autem  univerfalis  confenfus  in  decretis  illis  Baftleenfibus  non  interve- 
nerit  y  patet  tum  quia  multis  Tralatis,  ^  doBoribus  in  utroque  jure  gra- 
duatis,  fapientia  y  &  virtutibus  clariffimis  non  confemientibus  edita  funi, 
quorum  plures  eorum  attendentes  pr^cdi^a  decreta  adverfa  efie  SanBorum 
Tatrum  Do^rinis  y  nonmodò  in  deputationibus  fuiscontradixerunt ,  &  recla- 
maverunty  -ptrùm  etiam  in  felfionibus  ipfis  Condili,  in  quibus  talia  dt creta 
ad  favorem  quorundam  hofìium  ^poflolica  Scdis   cum  multitudine  Vopuli 
parvi  pretti ,  &  nullius  au£ìoritatis  publicata  funi  ,  tnterefie  noluerunt .  Se- 
cundò non  fuerunt  unanimttate  univerfaii  conclufa ,  quia  non  expeciata  piene 
uni>erfali  Ecclefìa  y  nec  integre  Sy nodo  congregata  ;  non  enim  expe6iatis  più- 
rium  E^egum ,  C?"  Trincipum  Oratoribus  conclufa  fuerunt  ,  licèt  aliquos  co- 
rum  noverwt  jam  in  via  confìitutos  :  nude  Baftkcnfes  cupidi  renovare  de- 
creta 


Capitolo   VI.  103        Eugenio 

creta  fua,  poflquam  fan&£  memorici  D&minus  Eugemus  ad  Trincipam  preces       *  ^  * 

revocaverat  dijfolunonem  Concila  y  quam  fecerat  ^  timentes  Dominorum  Ca- 

ftelUi  &^^ngliie oratore s,  quostam  propinquos  noveram ,  proiorumfapien- 

tia ,  &  ':^elo  ad  {idem  ,  (jr  ^pofioiicam  Sedem  concluftonibus  eorum  non  prabttu- 

ros  conftnfum ,  pracììidvernnt ,  ut  ante  adventumprxfatorum  Dominorum  Ora- 

torum  innovatto  fieret  fuontm  decretorum  ,  quod  fa&um  efl   in  fejjtone  18. 

T^ullui  profetò  farne  mentis  vir ,  qui  novit  cum  quanta  gravitate ,  integri- 

tatCy  &  mode jiia  fide ì  Sudicia  tramanda  funi ,  judicabit  efie  univerjalt  con- 

Jenfi4totiusEccle/t£conclufay  SpiritHqnc  SanBo  dilata  j  inquibus  hujufmodì 

failtones ,  &  pra6iic<£  interveneritnt .  Quarto  ,  decreta   Bafdecnfium  invali 

daeffemonjirantur  y  eòquòdeisnon  intervenit  afìenjus  ^pofiolide  Sedis  y  qu<e 

ttuamquamqueSynodum  fua  au6ÌorUatc  confirmat  y  ut  in  cap.Conftderemns  z%\ 

qi4£Jì.  r.  Così  il  Turrecremata.  Ma  non  così  li  Padri  Balìleenfi,  che  paf- 

iando  dalla  prefunzione  alla  temerarietà  citarono  [a]  Eugenio  ad interve-  a  sefs.  j.  condi; 

nire  al  Sinodo  ò  in  Derfona,  òper  mezzo  de'Le^ati ,  formandone  publico  s^/;'- 

,,   ,.  ,  V    '^  .  .    h         .  \      rr  f        •        •        •  1    r^  r  r/ 1    '■•  S.  ^'•tonili.  ì-p. 

Eaitto,  che  reco  maggiore  intamia  ad  eili,  che  ingiuria  ai  Pontcnce.  [wj  n>.  2z.f.io§.4. 
Bafileenfes  obturaverunt  anresfuas ,  efclama  qui  con  gran  ragione  l'Arcivef- 
covo  Sant'Antonino,  non  audientes  vocem  Domini  ,  fed  congregatione  illa  Nuova  bai. ianxi,' 
fx£lay  concìiiahulo  nullas  vires  habente  y  nifi  ut  Synagogà  Satbance  y  auUo-  jj/p"j[i  Ji'S*. 
Yitate  fux  temer ar ice  prxfumptionts  ,  c&perunt  Eugcnium  ad  Conciltum  ad-  i;a. 
eundum  citare  ,  felicitati  ad  hoc  d  Duce  Mediolam  negre  Tontificatum  ejus 
ferente y  quianon  (ibi fivebat .  Né  l'accennata  baldanza  de'Padri  termoffi 
nella  fola  citazione  al  Pontefice,  mù  affUmendofi  eglino  una  difpotica au- 
torità fopra  il  regalamc'.ito  della Ch'.efa,  [e]  ptohibirono,  chepotefreii  ^  ^'J^-  <• 
Papa ,  durante  il  -sinodo ,  crear  nuovi  Cardinali ,  ò  rimuovere  dal  Concilio 
li  già  creati  y  che ,  fuccedendo  la  di  lui  morte ,  la  elezione  ad  elfo  ne  ap- 
partenefl'e;  gf  intimarono  [d'I  la  contumacia,  e  fé  nello  [  e]  fpazio  di  due  j  ^f/tf. 
meli  egli  non  folle  comparfo  in  Baiìlea>  Ognifeveriti  dì  pena,  la  dcpofi-  '  ^^••/•7-8» 
zione,  eia  creazione  di  nuovo  Papa,  al  qual'etfetto  eglino  ftabilirono 
nel  termine  deu^li  accennati feflanta  giorni  l'ingrelfo  nel  Conclave,  fin- 
tanto dichiararono  decaduti  dalla  dignità,  e  Sacerdozio  que'  Cardinali  , 
che  colà  al  Concilio  non  lì  troTtavano,  e  f coni  mimi  caro  no  quelli,  che  fe- 
condo il fentimento  del  Pontefice,  foifero  m  Bologna  comparfi . 

Onelle  maligne,  arroganti,  e  fcandalofe  procedure  de'Padri  Baiì- 
leeniì,  le  quali  poi  in  fine  in  più  avveduto  tempo  fi  tirarono  contro  tutte  na''d^.nÌ!;,Kelk& 
le  penne,  tutte  le  querele,  e  tutto  l'odio  del  Chriitianefimo,  fecero  alta  Eugenio. 
imprelììone  nell'animo  del  Pontefice,  che  prevedendo  proiìima  una  gran 
procella  di  f  cifmi  contro  la  nave  della  Chiefa ,  da  buon  Piloto  hora  fcanzon- 
ne  le  onde ,  hora  fecondonne  forzofamente  il  corlo ,  e  hora  ne  delufe  la  ki- 
ria,  con  prudente,  e  variaeconomia.  Spedi  perciò  colà  due  Internuntii 
Andrea  Petra  Arcivefcovo  di  Colocza,  e  Giovanni  di  Taranto,  foggccti 
habili,  e  forti  di  lingua,' e  di  fede,  acciò  àque'Padri  eglino  rapprefentaf- 
fero,  quanto  lungi  andalTe  il  loro  Sinodo  da  quella  pace,  che  i  congre- 
gati profelf  a  vano  con  le  parole.  [/]  Sunty  ni  fallar  y  diflc  perorando  a'Pa- f  ^,«^^7^^p,.^,^„^ 
driilColocenle,  duo  genera  hominurny  qui  fi.ieiCatholic^aadvcrfamur  y  Gr^e-  i^ìtr-n.i^.. 
cijcilicety  atqae  HufJìtXy  qutbus  propidere  oportet;  e  poco  doppo,  Qj^ìo- 
modo  Grcccus  tantum  in  hoc  nojiro  Eccleftafiico  corpore  diffidium  audiens  ,  .■^'''l^}},fXrtr^'- 
ctdt-m  fé  conìungere  pellet  ,  aut  cum  F^rnanumVontificemtam  facile  à  futs  ilone '7: 'r^'jr- 
tonte rmi  vidertty  eidcm  bo.iorsi  debitos  reddat  ?    J^onyie  ridebit  ?  'Honne  i^'i5'ttT.u. 

Ci      4  lUfof- 


Eugenio  jq^  Secolo  XK 

*  '^^  utrofque   leveSj  &  longè  à  Chrìfliana  charitate  feJNn^os  judicabìt}  l^nne 

pofiulantiy  utadgremmm  Ecclefia  redeaty  mox  Evangilicamillam  refponde- 
bit  fententiam  :  Frater ,  vade  ,  erue  prius  trabem  de  oculo  tuo  ,  &  tmc 
veniens  erue  feflucam  de  oiulo  fratrts  tut  ?  Cum  fuperiori  tempore  nullus 
indubitatus  Tomifex  habereturj  neminem  Gratcorum  aliquis  audivitt  qui  de 
unione  EcclejU  tra&aret ,  at  ubi  omnium  difjidentium  vota  ad  unum  Tajio- 
rem  convenerunt ,  max  Legati  Gracorum  Tomificem  adjerunt ,  &  coram 
gloriofiffimo  ,  ac  invi6lilfimo  I\pmanorum  I{ege  Domino  Si%tfmundo  femper 
^ugufloi  prò  unionis  negotio  Imperator ,  &Tatriarcha  Confìantino^oLitanus 
•poluntatem ,  &  vota  trtginta  fex  articulis  patefecerunt  .  Scio  quòd  verum 
loqmr  y  &  quòd  ha  manus  Itteras  obftgnatas  explicuerint ,  eìr  qua  illic  conti- 
nebantur,  ex  Gracis  Latina  fecerim.  Quindi  egli  paffando  agli  Hiiflìti  , 
^Itentm,  dice,  perditijjlmorum  hominum genus  j  de quibus ob fummam  per- 
nicìem,  gemmali  omnium  Tatrum  infìitutione  y  confulendum.eji  ,  HuJJìtas 
inteliigo  :  gens  profezia  pejìilentijfima  ,  &  velut  exitiale  virus  per  corpus 
Eccìeftaflicum  repens.  Illud  etiam  fummo  fludio  agendum  eji  y  utdebitus  ho- 
nor,  acreverentta  Tontifici  maximo  ,  quem  unicum  loco  Dei  mterris  fufpi- 
cimus  3  tribuatur  :  quod  omninò  faciendum ,  quijque  hommur^judicabit,  fi 
de  hujus  Tatris  SanSiiffmi ,  ac  Beatiffimi  vita  mtegritate  ,  ^  innocentia 
noverit.  ^d  harefum  extirpationem  ,  ac  infidelium  expugnationem  nemo 
Chrijìianorum  ilio  flagrantior .  Taceo  alia  ipftus  fan6itj]imi  frafults  orna- 
menta virtutum,  illa  enim  aliud  tempus  deftderant .  Cum  privatis  negotiis 
operam  darei  e ontra- infide lium ,  ac  hareticorum  errore Sy  &  impetusy  pluri- 
ma egregia,  &  memoria  digna  cogitaveraty  atque  injiitueraty  I{e-perendifji' 
rnorum  Tatrum  Cardinalium  numero  aggregatus ,  mox  qua  privatim  exco- 
gitaperat,  publica  au6ioritate  perficere  conatus  efi  :  propterea  &  legatio- 
Tiem  in  Epirum ,  Macedoniam ,  Tbraciamy  Tropontidem ,  ^am ,  Ciliciam, 
Syriamy  atque  JEgyptum,  ubi  vera  fideijura,  &  dignitas  in  fpretium  maxi- 
mum veniunty  paratijjimo  animo  fufceperat,  propterea  &  confcribi  jujferat  , 
quibus  artibus  dia  nationes  poteftati  Ecclefia  adigi  pofunt  ;  quòd  fi  ipfi  prò 
magnitudine  animi,  c^T^elo  fidei  parem  poteflatem,  &  au^ioritatem  conferri 
contigifist  y  nihilefì,  quòd  vexiltum  San6lifiima  Crucis  inter  remotiffìmas 
gentes  fumma  gloria  no  ra  religionis  non  figeretfir .  ^4dfcitus  Sanóiijfimi  I{o- 
mani  Tontificisdignitati,  qua  jam  tot  labentibus  annis  excogitaveraty  ineffe- 
6ium  omninò  deduxiffct ,  fi  inteflina  difcordia  ,  atque  vicina  bello  fanBo  ejus 
propofito  non  impedimento  extnifient.  Con  egual  forza  di  dire  dif'efe  il  Ta- 
tentino  le  rifoluzioni ,  li  decreti ,  e  l'autorità  fuprema  del  Papa ,  e  di  Eugcr 
nio  dille,  Intuebatur  ille  Tonti  fex  San£lijfimustantarum  rerum  expeditionem 
non  efie  finem  optatum  habituram,  nifi  fua  San6iitas  Concilio  adefiety  atque 
praefiety  &  cum  B^vcrendiffimorum  Tatrum,  &  Dominorum  meorum  facrì 
Collega,  aliorumque  magnorum  Trincipum,  &  totiusChùfiianitatisorthor 
doxorum  Trxjidum  confuitatione  ,  favore  ,  atque  prafidio  tanta  ,  tamqus 
ardua  negoiia  dirigerete  aìque  difp'-nerct;  quod  in  hac  ipfa  Civitate  proptCT 
noto-'-iaui  'janrìnatis  fta  invaiitudincm  ,  cjt  quonram  plcrique  Illufiri(fimi 
Trincipes  ad  eum  loium  convenire  denegabant ,  nullatenus  fieri  potuifiet  . 
^ccidcbat  infuper  ad  hoc  y  quòd  locm  ifie  nimiùm  vulnus  videbaturpoten- 
ria  Huifiiarum  .  c/-  magna  imprudtm  la  tnbutum  fuifiet  (  maxime pofi  cognitior 
ncm  ptriculi  y  quod  non  parum  formidabile  efk  :  rator  refènbat  )  univerfalem 
Eait'fiam  tanto  fitoponerc   difcrimmi  ,   Majori  cum  ^dmiratione  iignum 

exti- 


Capitolo  VI.  105        Eugenio 

extimatum  ,  quòd  I{omaniim  Vontifìcem  citare  pr^efumpferitis ,  dum  diji,  g,  '  ' 

a.  2.  fcriptum  fit  :  T^emo  judcx  judicabit  primamScdem  juflitiam  temperare 
defiderantem  i  ncque  etiam  ab  ^uguflo  ^  ncque  ab  omni  Clero  y  neqns  àB^gi- 
bus  1  ncque  à  populo  judex  ]udicabitur  .  Et  glofìa  fuper  verba  y  omni  Clero 
habet  ita  :  argmnentum  ,  qaòd  Concilium  non  potejl  Vapam  judicare,  «t 
extra  de  ele£Ìionibus  fignificafii  ;  unde  fi  totus  mundus  fententiaret  in  aliquo 
negotio  contra  Tapam  ,  videtur  ,  quòd  Tap.i  fentemi^  jiandum  ejjet ,  ut  24. 
a.  r.  H^c  eftfidesy  nec  ab  argumentum  gì.  in  contrarìum  y  quia  orbis  major  efi 
urbe;  g^.  diJcgimus  ;  quin  ali  udirne  lligi  e  ur  y  cum  TapadifkntiretàtotaEc- 
clefia  marticulisfidei.  19,  difi.  Sicut  Sanala  y  ubi  efi  gloria  ad  hoc  notabilif- 
ftma  fuper  verbo  y  prafumpferit  ;  &  illa  gì.  fatis  fujfic temer  folvit  obje£iio' 
nem ,  qua  fieri  pofjit  per  e.  illud  frequens ,  editum  in  Sacro  Concilio  Conflan- 
tìenfty  quod  certe  non  ita  ar6iat  Tapam  ,  qnm  polfit  ex  fuprema  fua  au6lori' 
tate  fuper  loco ,  &  tempore  celebra/idi  Concilit  difpenfare  :  quam  quidem  au- 
óioritatetn  nimis  impia  vult  pnefumptione  violare  ,  quifquis  ejus  potejìatem 
tentai mfringerc  y  [avendo  cupiditatibus  fuis  ,  &id,  quodaccepitàveteribuSi 
non  fequcndoy  ut  e(ì  textus  19.  di.  ita  Dominus  :  moraliter  etiam  hujufmodi 
legum  ci^cumjiantice  femper  in  au^oritate  ',  &  prudentia  Trincipis  refervat^ 
flint  y  mutatisenim  tllisy  frequenter  non  folùm  difpenfationem ,  fed  abrogatio- 
nem  leges  pafi£  funt . . . . 

Formale  legis  efly  caufis,  perfonas  ,  loca  ,  &  tempora  metìri  y  dijl.zgi 
jciendumy  Ó'c.neque:  propterea  e.  illud  frequens y  &  alia  edita  in  Sacro  Con^ 
alio  Confiantienfi ,  cafja ,  &  invalida  reputari  debent ,  quotidie  enim  in  pofiti- 
yis  y  etiam  fine  caufa  ,  nedum  cum  gravis  caufa  infity  ut  efi  Do6iorumcom- 
munis  fententia  y  Tapa  difpenfat  j  eaque  penitus  tolltt ,  legibusin  fuafolidita- 
te  remaneutibus . 

Illud  pr^tereo  ,    Vatres  optimi  ,   quàm  ftt  ab  omni  religione  alienum  « 
Domini  nofirijefu  Chrifli  yicarium  ad  infiunttam ,  &  prò  intereffe  unius  Viri 
et'am  quantacumque  dignitate  prediti  y  vefìro  Decreto  impeti  y  i^molejiari^ 
Scioy  quòdfcitisy  I^everendifjìmi  Vatres  y  &  frequentius  me  vidifiis  cap.  il-         * 
lud  frequens  &c.  e  profegiiì  dicendo  ,  ^liorum  hominum  caufas  Deus  voluiè 
per  homines  terminari ,  fed  Scfiis  i(ìius  Vr^efulem  fuo  fine  quxfiione  rcferva- 
•pit  arbitrio  :  yoluit  B.  oipojiolt  fuccefiores  calo  tantam  debere  innocentiam , 
&  fubtilìffìmi  dffcufjoris  indagine  inviolatam  habere  confcientiam  .   Is^olité 
^filmare  ,  eas  dnimas  inquifitionis  non  habere  formidmem  ,  quas  Deus  prtfi 
c£teris  fuo  reffrvavit  examini.  Scitis  infuper  y  Tatres  y  quanta  cum  humani- 
tate  Marcellijium  Epifcopum  alm£  Urbis ,  fuo  ore  etiam  de  Idololatria  convi- 
Bumy  Concilium  ritè  congregatum  colligere  in  finu  fuo  caufam  fuamexhorta- 
tum  eji  y    tanquam  non  licer  et  à  quoquam  primam  Sedem  judicare  ,  25.  di, 
"ì^nc  autem:  facitadhocc.  fequens  ,  &  e.  li  In  tantum  illud,  ibii  Così  il 
Tarentino .  Ma  da'  Bafileenfi  furono  delufi  con  i  fofifmi  gli  argomenti ,  e  ri- 
battuta oftinatamcnte  con  falfe  interpretazioni  la  verità  degli  Oratori* 
Dilfero[^]  elVerefuperiore  l'autorità  del  Concilio  a  quella  del  Papa,  pre-  aiùid.n.ts. 
tendendo  di  provarne  l' aflerzione  con  l' Oracolo  Evangelico,[^J  Si  peccare-  ^  ^^^^^^  ^^^ 
rit  m  te  Frater  tuus ,  die  Ecclefi^y  &  ft  Ecclefia  non  audierit,  fit  tibiftcut 
Ethnicusy  &  Tublicanus y  interpretandone  eglino  il  fenfo  in  modo,  che  ^,r^t'r///i/iiÌf/ 
dall'allegata  fentenza  non  folle  efclufo  né  pure'il  Papa ,  e  in  nome  di  Chieja  aai  apttd  sund^. 
intender  li  doveffe  folaaiente  il  Concilio.  E  bene:  [c]s  elll  n'havelfero  appli-  ^r^'^nìnlu^^^' 
eat-a  la  fpiegazione  alla  riprenfione  fraterna  >  e  non  alla  giudiciale ,  non  ri-  vedi  ,1  nopr„  r'om^ 

•  trovaa-      ^''"'^^*-'^ 


Eugenio  jq^  Secolo  XV, 

•*-^'  trovandofi giiirirdizJone  giudiciale  fupen'ore  a  quella  del  Papa,  ond'egU 

«  Btii4rm.dec»n-  pcGCiodo,  dìce il Bellarmino ,  [a]  judicio Deirefervandus efl\  non  havcn- 
cii.au£forir.ub.i.  doIaChìcra,  come foggiungerallegato[^]  Autore,  rimedio  alcuno erfì- 
bhc.l'it.  cace  contro  il  Pontefice,  e  s'eglino  havelTero  intefo  per  la  C  Ine  fa  il  Conci- 

lio col  fuo  capo  ^  e  non  una  Sinagoga  Acefala,  comelaBafileenfe.  Soggiun- 
fero  in  prova  della  (uperiorita  del  Concilio  fopra  il  Papa,  lafentenza  di  Gic- 
.^  ..I.  ,,        -sii Chrifto ,  Fcl  Ubi  (unt  duOi  vel  tres  congregati  in  nomine  meo  ,  ibi  fum 
?«  »we<//o  f-or^j^z ,  ed  inferirono ,  che  invano  ncniedevali  la  prelenza ,  e  topra- 
intendenzadelPapa,  dove  rifedeva  la  presenza,  eia  fopraintendenza  del- 
lo  Spirito  Santo  :  Mi  dottamente  rifponde  a  quefte  loro  arguzie  ilCardi- 
d  Card.  Turrecre-  nal  Turrecremata ,  che óicey[d]  Si confequemia illa y alida eQtt , nallus Trin- 
cata Si*rnm.  di  f-^p^  pr^fidcrct  alieni  regno,  aut  Vr flatus  alicui  Sandt^ Congregaciom ]  linde 
EccUfiaito.ì.cz-i.  ^if^^fiiinfncji^  quòd  fiCMt caiifalitas prim£  caufx  non  tollit  caufalitatem  fecun- 
d£  cauf£ ,  itànec  prafìdentia ,  (ìvepr^jentia  Dei  tollit  prafidentiam  minijiro- 
rum  ejus .  Ver  hoc  ergo  ,  quòd  Sprntus  San6ìus  dtcitur  prajìdere  San5ìji  Sy- 
nodo ,  nec  pricfidentia  Rimani  Tontificis  tòllitur  ,  nec  ejus  au6ìoritas  dimi- 
nuitnr .  Tr^terea  fi  confequemia  dia  efiet  bona  ,  peccaftent  Summi  Tontifices 
Sanali  tanquam  pr^fumptuofì  ,    qui  pr^fedifie  kguntur  ,  ficut  vifum  e/i  in 
multis  Conciliis  untì^erfalibus .  Teccafknt  etiam  Concilia  ipfa  ,  qua  hoc  per- 
mittebautt  maxime  fi  hoc,  utadverfarioriunfìultittaargun,  'pergentincon- 
tumeltam  Spiritus  Sau^i,  quorum  tamen  mrumque  efje  erroneum,  nullusCa- 
tholicm  ignorai . 

Secundò  refpondetur ,  quòd  fai fum  ejì  univerfaliter ,  quod  afinmitur  ^  fìcut 
patet  de  feainda  Synodo  Epheftna  ,  qu^  cum  damnatiffima  fuertt  ,  magis  ei 
pnefedijje  credendus  eJì Spiritus  malignus,  quàm  Sanèìusy  iicèc  Tatres  m  ea 
congregati  fé  ]a3affenty  quòd  Spiritus  San&us  eisconfedifjet ,  unde  fic  leguntur 
dixiffe  in  eornm  Synodo  :  Si  ergo  Spiritus  San^us  confidit  Tatribus ,  fi  e  ut  nia- 
nifefiè  confedit ,  &ordina'ì?ity  qu<e  ordinata funt,  qmsretra£lat^  quis  Spiritus 
San6iicafiatgratiamì 

Quod  -però  inducitur  ex  Matth^i  i8.  ubi  Chriftus  ait ,  Ubi  duo  vel 
tres,  &c.  adpropofitumnonefì ,  quiacumau5loritasloquaturadlitera.ru  de 
congregatione  quorumcumque  fidelium ,  fire  laicorum  ,  five  clericoram  ,  qui 
congngantur  m  nomine  Domffii,  nec  loquatur  de  Congrcgatione  laicali  m  alt- 
quo  loco  five  Civitate  ,  fed  de  Congrcgatione  ,  qu£  eji  nnanimitas  in  atiqua 
una  re,  in  qua  conveniunt,  non  loqmtur  ad  literam  de  Conciliis  Univerfa- 
libus ,  ficut  manifejìum  efi  cuique  Evangelium  legenti.  l^on  negamus  tamen 
di&um  illud  adaptart  pofle  Conciliis  Univerfalibus  ,  &  Trovincialibus ,  cjr 
Capniilis  etiam  I\eligioforiéin  in  nomine  Domini  congregatis  quoad  promijjio- 
nem  ajjìiìentj£  divincs  gratta ,  arguendo  per  locum  à  minori  ad  majus  .  Tr.i- 
terea  ajfiflentia  illa  ibidem  promifia  congregatis  in  nomine  Domini  non  efi 
prjcfidmtia  Syn-odalis ,  ut  <ie  fé  patet;  unde  non  c/i  ad  propofitum  .  Tr^terea 
•cum  non  pofjìnt  dici  congregati  in  nomine  Domini ,  qun-jus  l^icariumUnipcr- 
jalem  ad  pr4:fidentiarrì  non  admittitnt ,  fed  contemnunt ,  mamfefiitm  ejì ,  quòd 
ratio  illa  adverfariorum  nullms  ftt  roboris ,  atquc  momenti .  Così  egli:  mi 
non  dando  i  Padri  orecchia  alle  ragioni,  rifoJuti  nella  oitmazione  nge.tta- 
rono  ogni  perfuafìoiie ,  e  fermi  nel  propoiìto  dmon  ubidire ,  né  pur  fi  de- 
gnarono di  ri'fpoiia,  quando  il  difcorfo  portoliì  alla  celebratione  in  altra 
parte  di  altro  Concilio:  onde  il  male  awanzoiiì,  e  né  per  medicamenti 
applicati,  né  per  cura  intrapreili  poterono  giammai  diminuirfilifinromi, 

che 


Capi 


»7- 


itolo  VI.  107        Eugenio 

che  di  <^ià  bave  vano  fatto  prevaricar  quel  Concilio  in  Conciliabolo .  Non 
perciò^efiflè  il  faggio  Pontefice  di  continuarne  il  riforgimento ,  non  irrita- 
to allidifprezzi,  non  avvilito  alle  contradizioni,  e  femprecoftante  nel  pro- 
curare il  loro  bene,  edelChriftianefimo.  Poich'[a]eglireplicònuoviLe-  J„5S^4i'^' 
"ati  à  Cefare  il  Cardinal  Giordano  Vefcovo  della  Sabina ,  e  il  Cardinal  Gu- 
glielmo Prete  di  S.  Anaftafia ,  acciò  elfi  a  lui  dimoftraflero  il  profllmo  peri- 
colo dello  fcifma ,  il  conculcamenco  della  maeftà  Pontificia ,  e  i  gravi  mali , 
che  da^li  accennati  difturbi  temer  giuftamente  potevanfi  in  pregiudizio 
della  Fede ,  e  fcandalo  de'  Fedeli ,  fé  oìtinati perseveravano  i  Padri  di  Bafilea 
nella  continuazione  di  quel  Sinodo .  Ma  nuovo  accidente  avvenne,  che  giu- 
ftamente dil^olfe  in  parte  dal  fuo  impegno  il  Pontefice.  •    DirienTioni  fra 

Havevano,  come  i\  diffe,  fin  dalla  prima  apertura  di  quel  Congrego  giiHu^ti  di  ve- 
invitato  i  Padri  gli  Hulfiti  Bohemi  a  portarfi  in  Bafilea  per  introdurre  il  al^cir.concmor 
trattato  di  qualche  amichevole  concordia  in  quelle  materie,  e  punti,  che 
dall' unaparte  fi  controvertevano,  e  dall'altra:  e  bencheli  Bohemi  fi  mo- 
ftraflero  alieni  all'invito,  nuUadimeno  le  orferte  furono  da  e  fil  differente- 
mente gradite ,  e  difgradite .  Gli  Orfani ,  li  Thaboriti ,  e  generalmente  tutta 
la  plebe,  ricordevoli  della  feguita  morte  <ìi  Gio.Hus,  e  di  Girolamo  dì 
Praga  rigettarono  alfolutamente  quelle  efibizioni,  &  altamente  efclama- 
rono,  non  doverfi  dar  fede  a  chi  una  volta  l'haveva  violata:  e  fi  dichia- 
rarono rifolutifiìmi  di  non  intervenire  al  Concilio,  per  nongittarfi,  com' 
eifi  dicevano ,  ciecamente  nelle  mani  de'  nemici .  Al  contrario  la  Nobiltà , 
e  quell  a  fana  parte  di  Theologi ,  che  ancor  rimaneva  in  piedi  per  mifericor- 
dia  del  Cielo  in  quell*  afflitto ,  e  diflìpato  Regno ,  fofteneva,  doverfi  ac- 
cettar l'invito,  e  terminare  gì' infortì  litigii  col  confentimento  generale  di 
una  così  numerofa  Congrega.  Vinfe  queft' ultima  fentenza  ,  e  appunto 
allora  fi  accingevano  1  Bohemi  a  fpedire  i  loro  Oratori  al  Concilio ,  quando 
giunfero  gli  accennati  Legati  del  Pontefice  all'  ImperadorSigifmondo  con 
ì'  efpofte  querele  contro  il  Concilio.  [  b  ]  Onde  Cefare  nonfol  non  fi  mofie  a  ^^Jj^  "''J'jf'f' 
compiacere  ad  Eugenio  nella  richictf a  traslazione,  ma  portò  a  luicaldifli-  pll'.'z'i^.       '"' 
me  iftanze,che  concorrefl'e  anch'egli  a  quel  Concilio  conpiena  approvazio- 
ne, per  renderne  convalidati  gli  atti,  e  agevole,  e  durevole  la  prommafpera-  Agicaiione  varia 
tareduzioneder^li  Muffiti.  Quella  novità  contufe  in  unfanto  gaudio  l'ani   t"'.^"[;,J"jP„Yi 
mo  del  Pontefice ,  che  ritrovoifi  in  un  iftante  alieno ,  &  inclinato ,  vogliofo,  huuìcì  ai  conri. 
etimorofodiqueifucceifi.  Poiché  concorrendo  egli  nell' approvazione,  '"*  • 
condannava  ogni  fua  pafiata  rifoluzione,  e  non  concorrendovi,  venivain 
un  certo  modo  ò  ad  impedire,  òanon  acconfentire,  ò  a  non  approvare 
la  reduzione  degli  Heretici  alla  Fede,  che  era  l'unico  fcopo  di  tutte  le  fue 
brame,  e  il  più  potente  motivo,  che  fin' allora  indotto  l'havelfe  ad  annui- . 
lare  quel  Sinodo,  e  trasferirlo  altrove .  Nuìladimeno  preponderando  in  lui 
il  ben  della  Religione  ad  ogni  qualunque  motivo ,  che  apprender  fi  potefie 
contrario  alla  fua  perfona,  determinò  di  fpedir  a  Bafilea,  come  feguì,  il 
Vefcovo  di  Cervia,  due  Abati,  ò<:unNotarocon  leprecife  commiifioni, 
che  a  loro  in  quefia  lettera  egli  direlfe,  [e]  Dile&o  FdioMagijhoJoanni  de  e  Eug.ir.  iib.t^. 
Mellajecretorum  dolori  'ìiotario^  ac  venerabili  fratri  Chrijhphoro  Epifcopo  ^^'^- /"'■?•  ^'''  ^ 
Cervienfi  I{cferendariis  y  nec  non  dile6ìii filiis  Ludovico  S .Jufiin^  Taduatu  y  &  ^'.  '"adeterminv 
'NjcolaoS.MarÌ£  de  MoviatisMontisrcgalis  Dmcefis  Monafleriorum y  jlbba,-  .""ónval'iday'Lor^" 
tibiis  y  (ratoribus  y  &'^ncus  nojiris  jalutcm  &c.  dei  concilio . 

'ì^dla  major  cura  ,  teftìs  eft  ipfe  ,  cui  not^  funt  cogitationcs  bomimm. 

Deus, 


Eugenio         j^g  Secolo  XV. 

^  ^*  Deus ,  continuò  agitai  mentem  noflram ,  poflquam  MtìJJimo  placuit  nos ,  licèt 
ìmmeritosy  ad  regimen  fummi  ^pofiolatus  ajjumerey  quàm  ut  generale  Con' 
cilium  fierety  &  eoloco  &  tempore,  in  qutbuspneefie  illi perfonalìter  pofie- 
wusy  uty  quantum Omnipotens  concederei ,  ea  ftatuerentur  y  &  ordinar entuv 
in  €0,  qua  ad  laudem  Dei  ccderenty  &  augmentum  reltgionis  fpe5ìarent,  & 
utilìtatem  F^ipublica  Chrifliana ,  qu£  cum  propter  ìnfìrmtiatem  noflram  ,  & 
alias  juflas ,  &  rationabiles  caufas  in  Civitate  Bafileenfi  ,  in  qua  olim  (ìatu- 
tum  Concilium  fuerat ,  fieri  nuUatenus  pojje  vidcretur  ,  Concilium ,  quod  ibi 
effe  videbatur  ,  auBoritate  ^poflolica  dpolpentes  ,  illud  in  Civìtate  noflra 
Bononìenji  tempore  tuncjìatuto  de  confilio ,  &  ajfenfu  venerabilium  Fratrum 
noftrorum  SanB<£  Romana  Ecclefìa  Cardinalium  duximus  celebrandum ,  man- 
dantes  univerfìs  Ecclefìarum,  &  Monafleriorum  Tralatis,  ut  di5lo  tempore 
deberentad  di£Ìum  Concilium  convenire,  proni  in  litteris  inde  confe6lìs pleniks 
conttnetur. 

Cum  autem  in  dìBa  Civitate  Baftleenfl  nonnulli  adverfarum  partium 
Tr  alati  y  Magiflri,  &  Dolores,  ac  alia  Ecdefiaflicce  per  fona  y  qua  fé  aire- 
duBionem  hareticorum  Bohemìa  ,  extirpationem  harefum  ,  pacem  Chriflia- 
norum  ,  &  univerjalis  Ecclefia  reformationem  afìerunt  congregato!  ,  Conci" 
lium  ipfum  in  prafataBajìleenft  Civitate  fieri  y  &  celebravi  pojiulemy  &  re- 
quìrant  ;  nos  ,  quamvis  ex  pluribus  caujis  fanBius  vidcretur  ,  ut  Concilium 
celebraretur  loco  y  &  termino  per  nos  ftatuto;  tamen ,  ne  propter  varietatem, 
'■'  '    '  cJ^  difientionem  loci  prò  celebratione  Concilii ,    profecutio  tanti  boni  valeat 

retardari ,  ut  bonus  Tafior  providere  volentesy  ac  conftdcrantes  plurimarum 
virtutum  dona  ,  quibus  perfonas  veflras  ^Itifimus  inftgnivit  ,  fperantejquc 
per  -POS  potentes  quidem  opere,  &  fermane  inmawisexpertos,  ac  innoflris , 
&  ipfius  Ecclefia  negotiis  pracipua  fidelitate  probatos ,  ea  ,  qua  vobis  cotn- 
wittenda  duxerimusy  laudabiliter  exequemini ,  vobis  cum  prafatis  ,  CÌT  aliis 
perfonis  Baftlea  congregatis  tam  de  locoj  &  tempore  ,  quàm  aliis  debite  re- 
qtiifitis  ad  hujufmodi  generale  Concilium  prò  exiirpatione  harefum  ,  redu- 
Bione  Bohemorum  y  pace  inter  Chriflifideles  flatuenda,  reformatione  univer- 
falis  Ecclcfta  celebrandum ,  ac  aliis  ordinandtSy  &  decernendiSy  qua  ad  lau- 
dem Dei  j  augmentum  fidei  ,  falutem  religionis  Chriftiana ,  ac  Bimana  Ec- 
clefia  nofirum  ,  fratrumque  pradiBorum  ftatum  ,  &  hono'-cm  concernenty 
praBìcandi  ,  ordinandi  ,  concordandi ,  capitulandi  &  concludendt ,  fervatis 
tamen  y  &  adimpletis  mflruBionibns  y  fcu  advifamentis  y  devotioni  veftra 
per  biillas  noflras  [ub  data  i^.  Kal.Jtnuarii  datis  ,  &  ordinatis  ,  auBori- 
tate  pradiBa,  plenariam  de  eorumdem  Fratrum  confilio  concedimusy  tenore 
prafentium  ,  poteflatem  ,  ratum  ,  &  gratum  habititri ,  quidquìd  per  vos 
aBum,  &  geflumfuerit  inpramiffis.  Così  Eugenio  ,  il  quale  per  reinte- 

Ext^y,t;n^PP(r,-  grarc  nella  fua  autorità  il  Concilio,  preferire  [  ^ ]  parimente  li  principali 
r«;c««c»7.  fi<tyT/.  plinti,  che  in  elfo  lì  dovevano  agitare,  cioè  la  reauzione  degli  HuflìtiBv-:!- 


a 

dice 

a  'ud    7Uyn 


P 

1432.;,.  ^io'!'  ""  hemi  alla  Religione  Romana,  e  l'abolizione  degli  atti  fin  allora  titci  da' 


Padri  dìBafilea  contra  ogni  qualunque  perfona  ;  provedendo  egli  favia- 
mente  nel  medefimo  tempo  alla  indennità  della  Fede  Cattolica  con  la  coo- 
perazione alla  converlìone  degli  Heretici,  &  alla  poteftà  del  Pontiticato 
Romano  con  la  ritrattazione  de' Decreti  formati,  contrarli  all'  autorità  fti- 
prema  de'  Papi . 

Rellaurato  dunque ,  e  reintegrato  [  b  ]  nel  fuo  primiero  valore  quel 
b  <.4'inci4ìì'      QqiiqUio,  elic  da  prima  cra  ftato  dal  PouteHce  difciolto ,  e  dichiarato  ilie- 

gitimo,      , 


Capitolo  VL  109        Eugenio 

gìtimo ,  attcfero  i  Padri  con  ogni  fervore  alla  converilone  degli  Hiiflìti,     com  arfa  ni 
ch'era  il potiflìmo  oggetto  della  ottenuta  conferma .  Ed  era  appunto  allora  conS*'  degu 
comparfainBaiìleaunafontuofaAmbafciatadi  trecento  Dottori,  e  Cava-  Herecici Bohemi, 
lieri  Bohemi  desinati  dalla  Univerfalità  ò\  quel  Regno  per  efporre  nel  Si- 
nodo le  loro  ragioni ,  in  co  nformità  dell'  invito ,  che  rephcatamente  li  Pa- 
dri havevano  loro  trafmeiro  .  Capi  dell'  Ambafciaria  \_a\  erano  cinque,  a  cocU.i}h,6,Hiji, 
Guglielmo  Cofca  famofe-per  nobiltà  di  fangue  illuftre,  e  per  infamia  di  ^''^"^• 
Chiefefaccheggiate ,  Procopio  Rafo  terribile  per  gran  vittorie  riportate ,  e 
per  gran  fceleratezze  commelfe,  Giovanni  Rokifana  Rettore  degUHulfiti 
ài  Praga ,  Niccolò  Galeco  Prete  Thaborita ,  e  Pietro  Payne  Inglefe ,  fug- 
gitivo dalla  Patria,  e  negli  altrui  Paefi  più  celebre  in  fofifmi,  che  in  argo- 
menti .  Furono  quelli  accolti  nel  Concilio  dal  Cefarini  con  elegante ,  e 
pronta  Orazione,  alla  quale  fu  da  efficorrifpofto  con  poche,  ediìordinate 
parole,  [^J  Bohemi j  quibus  par  facundianon  eraty  pauca  refponderunt ;  e  ^  y«/«»»;^;</fw. 
richiedendo  eglino  udienza  fopra  quattro  punti  di  Religione,  fugli beni- 
gnamente accordata  dal  Legato ,  e  il  Rokifana  per  tré  intieri  giorni  perorò  ^"fi  proJSi?. 
fopra  il  primo  articolo  della  Communione/«è  utraquefpecìe ,  il  Payne  per 
altrettanti  giorni  fopra  il  fecondo  de  Civili  Clcricorum  dominio ,  l' Uldari- 
co  Prete  degli  Orfani  per  due  giorni  fopra  il  terzo  articolo  de  libera pr^x- 
dicatione  i  e  il  Galeco  per  altrettanti  giorni  fopra  il  quarto  articolo  de  cor- 
rigendis peccatìs  publicis y  che  furono  i  quattro  celebri  articoli,  che  Noi 
habbiamo  in  altro  [e]  luogo  riferiti.  Conciofiacofache  benché  moltiflìmi  e  vtduiPmtif.dt 
follerò  i  punti  della  difcordia  fra  gli  Huffiti ,  e  li  Cattolici,  nulladimeno  ^^^'•J"'''^•^"'^■'J• 
eglinocJuelbquattrofoli(icompromifer<Jdipoterdifenderein  quel  dotto   "  '  ^* 
Confeflo,  e  m  efll  folamente  reftrinfero  tutte  le  loro  ampie  pretenzioni , 
Mi  [d]  il  Legato  ben  confapevole  di  quanti  errori  folfero  i  Bohemi  ma-  ^cocU.ìm, 
chiari ,  e  tra  gli  altri  che  il  Galeco  nella  enunciata  fua  Orazione  haveva 
nominato  Vviccleff  col  titolo  di  Dottore  Evangelico,  e  un  altro  di  elfi 
havelfe  aderito  ,  che  le  Religioni  de'  Mendicanti  folFero  invenzione ,  e 
ritrovamento  del  Diavolo ,  li  ridufle  al  punto ,  eh'  eglino  con  femplici ,  e 
fchiette  parole  dovefl'eropalefare  fopra  gli  Articoli  diVviccletf  la  loro  fe- 
de col  Crerf/w«5,  overoco\'l>{pncredimusy  per  poi  quindi  più  liberamente 
procedere  alla  difcuflìone  delli  quattro  Articoli  propofti.  Sfuggirono  gli  " 

Huiiiti  un  tanto  cimento ,  e  folamente  foggiunfero ,  che  il  Regno  della  Bo- 
hemia  voleva  con  i  Cattolici  concordare  per  hora  fopra  gli  efpofti  quattro 
Capitoli ,  poiché  circa  li  rimanenti  ò  fi  agitarebbe  m  altro  tempo  la  mate- 
ria, ò  fé  ne  cederebbe  per  allora  la pretenzione .  Il  Procopio  folamente 
hebbe  ardimento  di  farli  avanti ,  e  fopra  il  punto  delle  Religioni  Mendi* 
canti,  T^que  hoc  falfum  efi,  egli  dille  ,  nam  fi  neque  Moyfes,  neqne  ante 
eum  Tatriarcha  ,  neqne  pofl  eum  Trophet£  ,  ncque  in  nova  Lege  Chriflus 
DominuSy  ncque  ^pojioli  Mendìcantes  inftituere:  quisnonintelligit  Diaboli  » 
tencbrarumque  opus  efjeì  Fu  prima  ricevuta  con  rifo  la  objezione,  e  poi 
dai  Cefarini  pazientemente  ribattuta  con  quefte  parole ,  It^eque  enim  Ta- 
triarcharum,  Trophetarumque  placita  ,  &  qux,  Chriflus  inflituity  qu^  fan- 
xerunt  ^pojioliy  dumtaxat  d  Deo  effe  docuit  :  veruni  Eccleftt&  quoque  Decreta , 
^ua  fanSo  dirigente  Spirttu  ducitur  ,  opera  Dei  efie  monftravit  :  quamvis 
^  aliunae  Mendicantium  vita  ex  Evangelio  fumpta  videri  pofjìt  .  Termi- 
nate dunque  li  Bohemi  le  loro  commilfioni,  e  le  loro  Orazioni,  furono 
ds' Padri  prefcjelti quattro  infigni  Ecclelìaftici,  i  quali  dovclTero  lororif- 

pondere 


j  •<#>  .i. 


Eugenio  j  j  q  Secolo  XV. 

^  ^«         pendere  capo  per  capo  foprali  quattro  Articoli .  [  4  ]  Contro  il  primo  pe- 
*x"lTtT„%TùZ'.  rorò  otto  intieri  giorni  Giovanni  di  Ragufa  Procurator  Generale  dell'  Ordi- 
niùus  conciUcrum  ne  (jg'  predicatotì ,  Dalmato  di  nazione ,  e  poi  Cardinale  di  Santa  Chiefa  : 
^£aj:ufnfa'l'"'"'"  contro  il  fecondo  tré  giorni  Giovanni  Polemar  Archidiacono  di  Barcello- 
na, Auditor  della  Camera:contro  il  terzo  altrettantigiorni  Henrico  Kaltfein 
Inquifitor  Domenicano  :  e  contro  il  quarto  quattro  giorni  Egidio  Carleno 
Decano  della  Chiefa  di  Cambray .  Benché  convincentiflìme ,  e  concludenti 
foflerole  ragioni  de' Cattolici, 'tuttavia  il  Rokifana  per  fei  intieri  giorni 
\^m.c%"'^'  ribattè  gli  argomenti  addotti  dalRagufino,  [^]  q Difputatum efi quinqua- 
ginta  diebfis ,  dice  l'Hiftorico,  &  multa  in  utramque  partem  adduéìa .  To- 
Jiremò  cum  vi6ia  HujJitarHm  perfidia  vinci  nollet ,    ad  tra^atus  vsmnm  :  ■ 
tentatum  ff  forte  amicò  trahi  pofient  .  Mijfi  &  Oratores  ex  Concilio  ìnBo- 
hemiam  virtdo6ìijJimi,  &  qui  gentis  verfuttam  nofìent:  multa  cum  Bohemis 
agitata  y  nunc  pacìsfpes  fa^a,  nunc  belli  metus.  Così  egli.  Mài  Padri  non 
Concordia  prò-  volcndo  perder  il  merito  di  pietofa  indulgenza,  dall'uffizio  di  Giudici 
orc!b  có;5^mÌ  ^bbaflandofi  a  quello  di  mediatori,  allorché  l'affare  era  in  difcorfo,  èc 
moncfub'ntr'.iTue  inclmato  T avverfatìp  alla  concordia,  per  fopire  ogni  futura  controver- 
{kriVrctcou"^''  ^^>  ^  toglier  pabulo  al  fuoco  dell'impegno,  deputarono  dieci  Legati  in 
Bohemiacon  la  norma,  e  forma  di  una  concordia,  che  fottofcritta,  & 
ammeflahaverebbe  recato  il  defiderato  termine  alle  difcordie,  concepen- 
c  /o.cocU.uLj.  tlone  il  tenore  in  quelle  parole,  [e]  Qnòd  di£lis  Bohemis,  &  Moravis  fu- 
Htfilmfsi't,    *  *  fcjpientibus  Ecclefiajìicam  unitatem  ,  &  pacem  ,  realiter  ,  &  cum  ejfedu , 
tam  in  omnibus  aliis,  quàm  in  ufu  communionis  utriufque  /peciei,  fìdeiy  & 
ritui  univerfalis  Eccleftx  conformthus,  illr,  &  ilU,  quitalem  ujum  babtnr, 
communicabunt  fub  duplici  fpecie  cum  au5ìoritate  Domini  noflri  Jefu  Chrt- 
ftij  (Q"  Ecclefia  Sponfa  ejns  ;  &  art'tculus  die  in  Sacro  Concilio  difcutietur 
quoad  materiam  de  pracepto  ad  plenum ,  &  videbttur  quid  circa  illum  arti- 
culum  prò  -peritate  catholica  fit  tenendum  ,  &  agendum  prò  utilitate ,  &  fa- 
tute  populi  Chrifliani  :  &  omnibns  mature  ,   0-  digefiè  pertraBatis  ,  nibtlo- 
minus  fi  in  deftderio  b abendi  di£lam  communionem  fub  duplici  fpecie perfeve- 
raverinty  hoc  eorum  ^mbafatoribus  indicemibusy  Sacrum  Concilimn  Sacer- 
dotibus  di^iorum  regni ,  dr  Marchionatus  communi  candì  fub  utraque  fpecie 
populum ,  cas  videìicet  perfonas ,  qu^  m  annis  difcretionis  confiituta  reve- 
renter  ,  c^  devote  pofiulaverint ,  faeultatem  in  Domino  prò  eorum  utilitate, 
^  falute  largietur-y  hoc  femper  obfervatOy  quòd  Sacerdotes  fic  communican- 
tibus  femper  dicant,  quòd  ipfi  debeant  firmiter  credere  ,  quòd  non  fub  fpecie 
panis  caro  tantum ,  nec  fub  fpecie  vini  fanguis  tantum  ,  fed  fub  qualibet  fpe- 
cie eji  mteger,  &  totus  Chrijìus:  ac  Legati  Sacri  Concila  per  fuas  literas  au- 
£ìoritate  Sacri  Concilii  mandabmt  univerfts,  &  fmgulis  cujufcumquefiatus, 
aut  conditionis  exiftant ,  utdióiis  Bohemis  y  &  Moravis  utentibus  di£Ìa  com- 
minione  fub  duplici  fpecie  nemo  audeat  improperare  ,  aut  e&rum  fam£  ,  aut 
bonari  detrahere:  &  hoc  idemfaciet  Sacrum  Conctliumy  quando  e  once ffionem 
liberationis  faciet  memoratam ,  Così  fopr a  il  punto  della  Communione /«^ 
utraque  fpecie .  Sopra  la  correzione  de' peccati  publici ,  Ci  (labili  y  ut  ab 
jis,  ad  quos  fpeàarety  ex  divina  lege ,  &San&orum  Tatrmìì  injì imtis  corri- 
gcrentur.  Sopra  la  libera  predicazione  della  parola  di  Dio,  utà  Sacerdoti-^ 
%us  ,  &  Levitis  idoneis  yfa6ia  a  Vrafulibus  ,  F{pmanove  Tontifice  facultate, 
ritè  conciones  haberentur  :  e  fopra  il  dominio  civile  degli  Ecclefiallici ,  Ec- 
ilcfum  tenere,  &  poffidere pojj'e  ^des,  agros,  cajira,  urbes ,  &  in  iis domi- 
nai i^m 


Capitolo  VI.  Ijl       Eugenio 

nàtum  h altre ì  ncque  ea  à  quovis  inique  occupanda:  fi  <iui  yerò abufus ejìent ,  ^'  . 
Condili  opera  removendo s .  Qiiefta  prefcritta  convenzione  fiì  agitata  molto 
tempo  ne*  famoiì  Congreifi  della  Bohemia  ,  e  della  Moravia  ,  rigettata 
Tempre  dagli  Orfani,  Hiifliti,  e  Thaboriti,  e  quindi  poidoppo  ilcorfo 
di  tré  anni  abbracciata  generalmente  da' Bohemi,  allor  quando,  come  fi 
dirà ,  con  le  arme  de'  Cattolici  fu  finalmente  fupprefla  l' arroganza ,  e  la  for- 
za degli  Heretici. 

Hor  mentre  agitavafi  quella  ftrepitofa  riconciliazione,  tornò  il  Con- J;^^"JJ'^J5[]^^[J° - 
cilio  à  ergerla  fronte  contro  il  Pontefice  ,  come  fé  la  mira  di  que' Padri  de*Pa*drrd?S 
foffe  r  abbattere  pili  torto  il  direttore ,  che  l'inimico  della  Chiefa.  Eglino  J|^^°"'''°"'p°"- 
primieramente  non  [a]  mai  vollero  hiimiliarfi  a  ricevere  dagl'Interminzii  ^^  tìijf.^.Cìnciu 
Apoftolici  r  affoluzione  delle  cenfure ,  in  cui  erano  incorfi  per  la  loro  refrat-  ^''^'• 
tari  a  paflata  baldanza,  allegando  ò  parità,  òfuperiorità  dtgiurifdizione, 
SII  la  qual  mafllma  eglino  temerariamente  refciflero  tutti  gli  editti  di  Euge- 
nio  concernenti  ò  alle  perfone,  ò  agli  atti  del  Concilio,  decretando,  [b]  b  Sef.io» 
non  poterlo  il  Papa  trasferire  altrove  fenza  confentimento  di  eilì .  Ma  quan- 
to falfa  fia  cotal  folle  opinione ,  ella  a  lungo,  e  dottamente  vien  riferita,  e 
rigettata  [  e  ]  dall'altre  volte  allegato  Turrecremata,  al  quale  Noi  volentieri  <=  ^'"'''«  Turrecre. 
rimettiamo  il  Lettore .  Con  la  iftelia  oftinazione  fi  procede  da'  Padri  nelle  frWr/f /™f^?. 
fegiienti  [d]  feflìoni ,  citando  eglino  il  Pontefice  al  Concilio  per  un  deter-  ^  ^'JI'-  "• 
minato  tempo,  acciò  col  fuo  confentimento  ne  authenticafTe  le  decifioni, 
invoigendofi  efiì  ftefli  ne' lacci  con  un' apcrtifiìma  contradizione.  Poiché 
ò  i  Padri  pretendevano ,  che  il  Concilio  folfe  fopra  il  Papa  \  e  perche  tanto 
cafo  eglino  fare ,  che  intervenire  al  Concilio  un  Veicovo  inferiore  al  Con- 
cilio? O  volevano,  che  vi  veniffe  ilPapa,  perche  fenza  lui  reftarebbono 
invalidi  gli  atti  del  Concilio  j  e  perche  poi  dire,  che  l' autorità  del  Papa  fia 
inferiore  al  Concilio ,  quando  fecondo  la  loro  medefima  afferzione ,  l'auto- 
rità del  Concilio  dipende  dal  Papa?  xMà  ruppe  il  Papa  il  nodo  della  difficul- SdifugenS! 
tà,  econ  una  Decifione  desiderata  da'Padri,  chiufe  la  bocca  al  Concilio, 
&  alli  Padri .  Voleva  il  Concilio  efler  dichiarato  valido  ,  e  legitimo  dal 
Papa  ;  e  il  Papa  compiacqueli ,  e  dichiarollo  tale  con  la  fola  aggiunta  di  due 
femplici  parole ,  concernenti  unicamente  la  eftirpazione  della  Herefia ,  e  la 
pace  fra  Principi  Chriftiani,  [cjecontalcommiflìone  eglidi  nuovo  fpedì  ^/i^^/^/^-g^'/^- 
colàqnattroCardinalifuoi  Ledati,  edopola  loro  fpedizioneegli  divulgò     '    ■     '    ^' 
un'editto  in  quefto  tenore':  [/]  ^poftolica  au6ioritate  decerntmm  ,  qmd  (  lùid.pag.iot. 
inpr^fato  Concilio  Baftleenft  nulU  cauJA  fingularium  publica ,  vel  privata, 
Eccleftaflica y  vels^ecularesj  quovìsmodoy  caufa,  t>el colore ìntrodu6i<is,vel 
introducendo  poffint,  veldebeant  mdi&oBafdeen/ì  Concilio  agitariy  cognofci, 
aut  terminari;  [ed  dirigente  Domino  fìdelium  opcras  ad  extirpationem  ìxere- 
fum,  ad  pacem  ponendam  inter  Trincipes ,  &  Vopulos  Chriflianos ,  &  ad  morum 
reformationem  omnia  jiudia  dirigantury  &  nulUtenus  ad  alias  caufas  j  quàm 
ad  promijjasj  Concilinm  ordinatum  efi ,  converti  debeant ,  decernentes  irritum , 
&  inane  j  fifecusà  quoquam  quavìs  auSìoritate  fcienter ,  velignoranter  con- 
tigerit  attentari .  7>(ullt  ergo,  &c.  Dat.  I{gm£  apud  S.Vetrim  anno  Incarna- 
tionts  Dominici  143?.  Kal.Junii  Tontificatus  noflri  anno  2.  Così  egli .  Ma 
il  taglio  fcuoprìla  cancrena,  e  non  mai  più  rifentironfi  contro  Eugenio  li 
Padri ,  che  allora  quando  fi  conobbero  fccperti  nella  trama  della  loro  mali- 
zia.Conciofiacofache  pretendendo  eglino  una  conferma  generale  di  tutti  gli 
atti  Conciliari ,  &  ottenendone  una  folamente  rifiretta  alla  fola  deprcfilohe 

dell' He-   ' 


Eugenio         t  1%  Secolo  XV. 

IV.         deirHerefie,  Sl  alla  fola  concordia  fra  Principi  Chriftiani,  efclamarono 
con  voci  difperate ,  &  alle  voci  aggiungendo  empii ,  e  facrilegi  fatti  dichia- 
a  ^#.12.  rarono  Eugenio  [a}  decaduto  dal  Pontificato,  fé  m  termine  di  felfanta 

giorni  egli  non  approvaflefemplicemente  il  Concilio,  e  gli  atti  in  quello 
h  ^pud r latina)?)  precifo tcnotc ,  [b]  Declarct  à  tempore hujufmodi inchoationis  continuatum 
vt  Eugenio  r,'.      y^ -^^  ^  &  cfìc  y  profecutionemquefemperìmbmjjet  contimarique ,  ac  projecu- 
tionemhabere debere,  èripftpurè,  &  fimpUciter  adh^reat y  &cumejeBu, 
&  hujufmodi  revocationem  ,  declarationemque  ,   &  puram  adhafìonem^  per 
fuas  literas  more  I\gman£  Curia  bullatas  buie  {acro  Condito  notificet  infra 
fexaginta  dies  à  die  prafentis  public^  feffionis   immediate  fejuentis  .  Ed  in 
fatti  nella  feguente  feffione,  che  fiìla  Decimaterza,  eglino  ripigliarono 
il  Papa  di  contumacia,  e  fi  accinfero  al  decreto  della  depofizione,  che 
haverebbono  ancora  efeguito,  fé  Dio  contro  gli  Ecdefiaftici  non  havefle 
e  5./.13.  eccitato  un  fecolare,  che  fu  Guglielmo  Duca  di  Baviera,  [e]  il  quale  in 

d  6.^.itomn.i.p.  noiTie  diCcfate  fcrmò  il  corfo  [  rf]  all' attentato  di  cotal  deteftanda  azione  : 
tmXcv,tg.^s.  onde  il  Pontefice  hebbe[  e]  à  renderne  grazie  àSigifmondo,  chetolfe  per 
'  allora  dal  Chriftianefimo  un  tanto  fcandalo ,  e  ridufle  i  Padri  alla  convenien- 
za di  più  moderato  configlio .  Mi  fu  fiipprelfo,  e  noneftinto  allora  il  fiioco 
ivide^p:,dLMè  della  diflenzione,  poich'elladurò[/j  tra  quel  Conciliabolo,  e'lPapa,fin- 
to.ii.fejr.fec,Hin.  che  duratono  ìu  Bafilea  h  Padri,  fempre  termi  nelpropofito  di  abbattere 
tm,)iuo>HtL        ^.  autorità  di  quel  Pontificato ,  chericonofce  fol  Dio  autore  della  fua  gran- 
dezza,  e  promotore,  e  giudice  della  fua  poterti.  Legga  chi  più  precifa 
contezza  vuole  di  queftiefecrabiliecceffi,  il  Libello  publicato  dal  niedefi- 
mo  Pontefice  Eugenio  contro  i  Padri  Bafileenfi ,  che  Noiper  isfuggirne  la 
gvide\api.M.  ftraordinaria  lunghezza,  rimettiamo  altrove  [5]  il  Lettore:  con  renderlo 
Uì6.».^.  prima  in  quefta  fola  parte  ammonito,  che  chi  nega  l' autoriti  delPapafo- 

hB.//^r«...rf.f*«.pra il  Concilio,  k bene [h] non funt proprie Haret tei,  nuUadimeno,  com« 
eiLauthcrtt.iio.2.  dice  il  Bellarmino,  à  temer itate  magna  excufari  non  pofiunt ,  Tramanda- 
"^'  '^*  rono  però  al  Mondo  li  Padri  Bafileenfi  qualche  lampo  di  favie  ordinazioni 

fri  le  ofcuriti  dello  Scifma,  che  promovevano,  e  intimarono  [ilunarigo- 
1  sef. 20.  ro(a riforma  alli  coftumi  de  Popoli,  ammonendo  i  Principi  adacciudire 

^  .  ^ .  p  ,  alla  foUecitudine  de'  Vefcovi ,  i  conjugati  a  mantenere  illibata  la  tede 
ìlmZa  fopra  matrimoniale,  e  i  liberi  a  prender  moglie,  fé  il  fuoco  della  libidine  lifti- 
diverfe  matenct  molalfc  ciecameiitc  al  malfare .  Mi  contro  i  Chierici  Concubinarii  furono 
k  SI'.  pili  vigorofe  le  Leggi ,  e  più  rigorofi  li  Decreti ,  [  ^]  Tublicus  Concubmanus 

\c      -r         d  perceptione  fruCiuum  omnium  fuorum  beneficiorum  trium  menftum  fpatio  pt 
coZThcZTJ.  ipfo  faao  fujpenfus  ,  quos  fuus  fuperior  in  fabricam  ,  vel  altam  evidentcm 


nec 


binarli.  Eccleftarum  utilitatem  ,  ex  quibus  hifru&us  percipiuntur ,  convertat  : 

non  &  hujufmodi  publicum  Concubinarium ,  ut  primùm  talem  ejje  innotuerit, 
moxfuus  fuperior  monere  teneatur  ,  ut  infra  breviffmum  terminum  concubi- 
nam  dmittet ,  quam  ft  non  dimiferit ,  vel  dmifiam  aliam  publicè  rejum- 
-  pferit,  jubet  hM  fanÙa  Synodus  y  ut  ipfum  fais  omnibus  beneficiis  privet  :  e^ 
nihilominus  hi  ùublici  concubinarii,  ujquequo  cumeisperfuosfuperiores,  poft 
jpfarum  concublnarum  dimijfionem ,  manifeftamqne  vit£  emendationem  juerìt 
difpenfatum ,  ad  fufceptionem  quorumcumque  honorum ,  dignttatum ,  beneficio- 

E  Decreto  di  E»  ruM,  "pel  officlotum  fmt  whabiUs  :  qui  fi  poft  difpenfationem  rectàtro  vomitu 

limo°-'ci"°  ^'  ^«^  hujufmodi  publicum  concubinatum  redieànt,  fine  fpe  altcujus  difpenfatich 
nisfmt  inhabiles .  Così  eglino  nell'  allegata  Seflìone  :  e  forfè  ad  efempio  de 

1  ^nno  14 j4.      Decreti  \\  1 1  emanati  poc'  anzi  dal  Pontefice  in  Roma  contro  i  Simoniaci, 

'■■  -'  '  inhabi- 


Capitolo  V  L  115 

[  a,  ]  inhabilitancfo  egli  d  cfiialunqiie  grado  Ecclefiaftico  non  folamentc  i 
colpevoli,  ma  eziandio  li  confultori,  e  promotori  di  così  efecrandahe- 
refia,  e  ^m  grifteiTi  confapevoli  dell' altrui  delitto  ,  obligandoli  ftretta- 
mente  ad  una  pronta  ,  e  giuridica  denun2ia-.>ii!mf;.=:,i^'(;. 

Né  fcrmandofi  folamente  li  Padri  nella  condanna  de'fornicarii ,  paflaro- 
no  da'coftumi  alle  maffime ,  e  da'fatti  ai  dogmi ,  nella  condanna  eh  eglino 
fecero  delle  propofizioni ,  e  libro  di  Agoftino  di  Roma  Arcivefcovo  di  Na- 
zareth .  Fii  quefti  Religiofo ,  e  Generale  [  h  ]  dell'Ordine  degli  Eremiti  di 
S.  Agoftino ,  prima  Vefcovo  di  Cefena in  Romagna ,  e  poi  Arcivefcovo  di 
Nazareth  nel  Regno  ò\  Napoli ,  Autore  di  molti  Libri ,  che  vengono  à  lun- 
go deferirti  dal  citato  Bibliothecario,  e  dal  Cardinal  [e]  Bellarmino  :  mi, 
\\\  uno  di  effi  egli  compilò  molti  errori ,  che  denunziati  a'  Padri  di  Bafilea 
riceverono  pronta  la  condanna  :  [rf]  Libellum  quemdam  editum  ,  così  di- 
cono gli  atti  di  quel  Concilio  ,  à  Magiflro  ^ugujlino  vulgariter  di6lo  de 
I{gmay  ^rchiepifcopoT^aTiareno  ^  cujus  primus  tra^atus  de  Sacramento  mi- 
tatis  Jefu  Chrifiit  &  Eccleft^,  ftve  de  Chrifio  integro  intitulatur , 

Secundus  de  Chrifio  capite,  &  ejus  inclyto  principatu  :  alius  de  charita- 
te  Chrìfli  circa  ele6los ,  ^  e]us  infinito  amore  :  tanqmm  non  fanam  in  fide 
do£irinam  continentem  cum  juis  defenforiis  damnat ,  &  reprobai  ,  &  potif- 
fimè  fcandalofam  illam  erroneam  in  fide  in  ipfo  libello  contentam  propojttio- 
nem ,  quam  pi£  fidelium  aures  fine  barrare  audire  non  poffunt ,  videlicet  : 
Chriftus  quotidiè  peccar  ,  &  ex  quo  fiiit  Chriftus  ,  quotidiè  peccavit , 
quamvis  de  capite  Ecclefìs  Chrifio  Jefu  Salvatore  nojiro  dicat  fé  non  intelli- 
gere  ,  fed  ad  membra  fua  ,  quiC  cum  Chrifio  capite  unum  ejje  Chrifium  affe- 
rmi,  intelligemiam  ejus  efle  refcrendam,  dicat, 

"ì^c  non  &  propofitiones  iflas  ejus  in  fententia  fimiles ,  quas  in  articu- 
los  damnatos  in  [acro  Conftantienfì  Concilio,  incidere  declarat ,  -pidelicet  : 
Non  omnes  fideles  juftificatifunt membra  Chrifti,  fed  foli  eledi  finaliter 
in  perpetuum  regnaturi  cum  Chrifto  fecundùm  ineffabilem  pra:fcientiam 
Dei  funt  membra  Chrifti,  ex  quibus  conftat  Ecclefia,  qux  tamen  non 
conftat ,  nifi  ex  eis ,  qui  fecundùm  propofitum  eledionis  vocati  funt . 

Non  fulBcit  Chrifto  uniri  vinculocharitatis,  utaliqui  efficiantur  mem- 
bra Chrifti,  fed  requiritur  alia  unio.  Has  etiam,  qua  feqmmtur.  Humana 
natura  in  Chrifto  vere  eft  Chriftus.  Humana  natura  in  Chrifto  eftperfona 
Chrifti.  Ratio  fuppofitalis  determinans  humanam  naturamin  Chrifto  non 
realiter  diftinguitur  ab  ipfa  natura  determinata .  Natura  humana  in  Chri- 
fto proculdubio  eft  perlona  Verbi ,  &  Verbum .  In  Chrifto  natura  af- 
fumpta  eft  realiter  perfona  alfumens . 

Natura  humana  affìimpta  X  Verbo  ex  unione  petfonali  eft  veraciter  Deus 
naturalis ,  &  proprius .  Chriftus  fecundùm  voluntatem  creatam  tantum  di- 
1  igitnaturam humanam unitam  perfona»  Verbi,  quantum  diligit  naturam 
divinam.  Sicutduseperfonse  indivinis  funt  «rqualiter  diligibiles,  ita  duce 
natursE  in  Chrifto  humana,  &  divina  funt  sequaliter  diligibiles  propter  per- 
fonam  communem .  Anima  Chrifti  videt  Deum  tam  clarè,  &  intense,  quan- 
tum clarè ,  &  intense  Deus  videt  feipfum .  /Furono  dunque  tutte  quefte 
propofizioni  condannate  da'Padri  con  la  cenfura  di  Erronea  in  fide,  epro- 
hibito  il  libro ,  in  cui  elleno  C\  ritrovavano  efpofte .  Perdonofiì  all'  Autore 
l'improperio  della  condanna ,  perch'egli  haveva  nel  fuo  volume  proteftato 
fommjflìoneallaChiefa;  e  citato  i  comparir  perfonalmente al  Concilio, 
Toìno  IV,  H 


Eugenio 
IV. 

a  Ev.g.  IV.  etnfl.f, 
in  BnlUrit  > 


Condanna  de! 
Libro  di  AgoIiU 
no  di  Roma* 


b  Ellìasdu  Ptntn 
B'tblioth,  e.4. 


e  Card.  Bellarm. 
dt  Script, EccUf. 


A  Sejf.  il.  Ctneil. 
BafUttnf, 


Errori  in  eflb 
contenuù. 


kitre  fiie  prop*o. 
ìxioni  dannate. 


Q 


egli 


Eugenio         j  j^  Secolo  XV; 

^  ^ "       egli  haveva  parimente  allegate fciife  d'impotenza,  rinvenute  giuridiche, 

e  valevoli.  •>;•'?)•'"  -•         ■ 

M°opra1iqua«"o  ^^  ^"  P^"  ftrcpitofoi  &  Utile  il  Decteto  de'PadridiBalilea  nella  con- 
ankoii  con  i  Bo-  cordiafeguita  co'  Bohemi  foprali  quattro  articoli ,  che  habbiamo  di  fopra 
hemi,  riferiti.  Tré  anni  durò  vivo  il  negoziato  fra  i  Legati  del  Concilio ,  elimi- 

niftri  Bohemi  perlaconclufionedieflb  :  &  avverte  il  Nider,  che  in  tutto 
quel  tempo  infliriando  con  miferabile  ftrage  il  furor  della  pefte  nella  Cit- 
td  di  Praga ,  e  non  eflendo  efente  alcuna  cafa  dalla  contagione  di  replicate 
morti ,  la  fola  cafa  de'  Legati  Cattolici  rimafe  immune  dal  publico  flagello 
quafi  la  pefl:e  folle  da  Dio  coli  mandata  per  contaminar  que'  foli ,  eh'  erano 
a  A.  Nidtr  lib.  j.  contaminati  nella  Fede  :  [^]  Spe6Ìaculum  tunc  Deusj  mirantibus  omnibus 
'•'^*  perfidis ,  fecit  in  hofpitio  noftrorum ,  ut  licèi  in  omnibus  adjacentibus  ,  prò- 

pinquis,  c^  difìantibus  domibus  peflilentia  regnaret  valide  ,  nunquam  tamert 
domum  prtufatam  fidelium  intravit ,  nec  per  totum  decurfum  prafentia  eo- 
rum  quijquam  mortuus  ,  nec  pefte  in  mimmo  ta£ius  fuit .  Così  il  Nider . 
Ma  mentre  dibattevafi  con  il  trattato  l'aggiuftamento ,  fé  ne  pervenne  per 
mezzo  dell'armi  alla  conclufione,  e  nuovo  accidente furfe ,  che  per  via 
impenfata  condulfe  felicemente  a  fine  la  dibattuta  concordia.  Havevano 
fempre  li  Thaboriti,  e  gli  Orfani  rigettata  ogni  motivata  riunione ,  e  doppo 
di  baver  eglino  sfacciatamente  difefi  li  loro  errori  nel  Confeflb  diBafilea, 
fi  fpinfero  armati  fotto  Pilzina  Colonia  Cattolica  j  e  con  feroce  alfedio  ri- 
progreiu    delle  dottala  all' ultimo  pericolo,  minacciavano  l'eflerminio  con  l'armi  iì  tutta 
m'ire  degii^oT  la  Bohemia.  Procopio  Rafo  era  lor  capo,  ereftaindubio,  fé  più  fpi  e  tati 
fani.      °        foffero  i  feguaci ,  o'icondottiere.  Unironfi  i  pi»  docili  Hufiìti  con  i  Cat- 
tolici,  e  tutti  infieme  formarono  un  corpo  confiderabile  di  foldatefcapiii 
Ìj'ÌÌ'/'ó''"^?''^^"  difefa,  che  in  otfefa  del  terribile  awerfario.  Mala  necefiìti  [/>]  poftili 
'*  '  ''^'     '     nel  cimento,  vennero  ambedue  gli  eferciti  iniprovifamente  alle  mani,  e 
Vittoria  de'Cat-  Combattendo  i  Cattolici  più  con  difperazione,  che  con  arte,  venne  loro 
tolici.  fatto  d'inoltrarfi  in  modo  nella  pugna,  che  ò  fortunatamente ,  òmiraco- 

lofamente,  ò  valorofamente  cominciarono  prima  à  rimaner  fuperiori  di 
qualche  pofìo,  poi  della  vanguardia  nemica,  e  finalmente  del  corpo  di 
battaglia,  che  datofi alla  fuga  lafciò  morti  fui  Campo  ventidue  mila folda- 
ti.  Riftaurò  incontanente  le  forze  il  fiero  Procopio,  e  dall' altro  canto  i 
Cattolici  ricevuti  frettolofamente,  ma  opportunamente  in  quel  bifogno 
otto  mila  feudi  di  fuflidio  da'Padri  di  Bafilea,  di  nuovo  fi  venne  alle  mani  in 
una  pianura  fra  le  Città  di  Broda,  e  di  Biri  ;  e feguitando gli  uni  col me- 
defimo  valore,  gli  altri  con  la  medefima  ferocia  il  combattimento,  rima- 
fero  la  feconda  volta  vincitori  li  Cattolici  del  Campo  con  sì  piena  vittoria , 
che  vi  reftò  morto  il  medefimo  Procopio ,  e  morti  gl'ifteffi  Thaboriti ,  che 
fi  falvaronoconlafuga  dalla  fìirage  :  conciofiacofache  dal  Maynard©  Ca- 
c  jdeTHiiU.    .    pitano  dell' Efercito  Cattolico  invitati  pofcia  fotto  la  fua  [e]  kócà  non  so 
qual  altra  azione ,  furono  tutti  ricovrati  prima  in  diverfe  ruftiche  Capanne 
E  nuova,  e  piena  di  Campagna,  c  poi  quivi  rinferrati,  &arfi  dal  fuoco,  eh' egli  vi  fece ap- 
loro  Vittoria .     pj^^c^re ,  c  coufumare  in  cenere  non  tanto  le  loro  offa ,  quanto  le  reliquie 
della  Religione  Hufiitica,  che  con  eflì  C\  vidde  affatto  annichilata,  e  difper- 
fa ,  con  maraviglia  di  chi  confiderà ,  haver  maggiormente  operato  in  un 
d  lAtttra  Fiki  giomo  il  fuoco  dc'foldati,  che  in  trent'anniledifpute  de' Dottori,  [d] 
t"ynTann.  Zìi  ^«^  inflaTct  hova  ccrtandt  j  riferifcono  le  lettere  laureate  notificanti  quefte 
accennate  battaglie  ,  &  acies  centra  fé  procederent ,  nos  ordinati  cmmus 

retro 


11.22. 


e 


Capitolo    IV.  115        Eugenio 

retro  in  pane  pofleriori  :  tttnc  nojirx  aciest  Jecundkm  quod  ordinatum  erat,       ^  ^' 
terga  vertermi)  fugam  fingentes,  itaquòd  nosy  qm  tramus  in  cauda  in  par- 
te pojìeriori ,  fuimus  in  capite  à  parte  anteriori.  Inimici  autem  hoc  vidtn- 
tes,  videlicet  nos  terga  vertice  ,  concrepantcs  buccinis  clamabam  horribili- 
ter  magnìs  vocibus-.Confurgite,  confurgite  y  infequamur,  ecce  enim  fugiunti 
&  fic  omnes  adverfarii  confurgentes  de  fuiscajìris,  &tnrribusj  egrejjìeque- 
ftreSi  &  pedefires  nos  funt  infecutt.  I^s  autcmy  quieramus  in  parte  pofie- 
riorij  videnteSi  quòd  fé  d  juis  caflrtSy  cìr  turribus  elongaverunt ,  afiitrgen- 
tes  in  nomine  Domini y  cujus  caufa  agebatur^  aggrejji  fumus  cosà  tergo  y  & 
intercepimus  eorumregrejjum  adeorum  e  a/ira  t  ó"  turres  :  alii  autem  Barones 
nobiles  cum  omni  moltitudine  confurgentes  à  parte  anteriori  invaferunt  eos 
unanimiter,  quafi  vir  unusy  &  fìc  ante ,  &  a  tergo  eos  tanquam  manipulos 
dejiciebamus  aedentes  ,  quamvis  multi  reddebant  [e  ,  &  reddidifient  capti- 
vos .  Ts^o»  erat  tunc  tempus  captiì?andi ,  [ed  interficiendi  folùm ,  etiam  aliqui 
per  nos  captivi  extrahebantur  violenter  de  noflris  manibus ,  &  interficieban- 
tur  :  &  fìc  per  hunc  modumy  Domino  Deo  nos  precedente ,  omnes  inimicos 
projiravimus ,  paucis  evadentibus  :  &  altre  [a]  lettere  foggiungono  ,  Ceci-  .^^.^^'^  eimdtm 
derunt  prò  parte  HuJJitarum  univerfì  campeflres  numero  tredeam  millium,  in-  ''*"'• 
ter  quos  mterempti  funt  ille  ZapegoCapitaneuSy  Trocopius,  &  Lupus  Tref- 
byteri  fedu6Ìores  nequam  y  &  feptingenti  capti  exiftunt  carceribus  mancipatt  y 
&  de  parte  noflra,  quam  ^Itijfimus  conferpare  dignatus  eji  j  perierunt  dum- 
taxat  ducenti ,  quibus  clementia  Salvatoris  dignetur  mifereri  i  e  circa  l'in- 
cendio feguito  del  rimanente  de'Thaboriti,  conchiude  l'allegato  Coeleo, 
Confetto  bello  ,  cum  multa  millia  captivorum  efìent ,  Maynardus  ,  conftlio 
procerum  accerfito ,  perdere  pejfimam  plebem  Jiatuit,  qu£  nutrita  in  armis 
omncm  atatem  in  cajìris  egerat ,  nec  fub  legtbus  visura  crederetur,  rapinis, 
cxdibusy  atque  adulteriis  affuetay  qua  ft ante  pacatum  regnum  ftare  non  po- 
te{i;  fed  veritus,  ne  ftmul  innocentes  interficerety  qui  ex  agris  coa6ii  ad  pu- 
gnam  venerant,  voce  praconis  edici  jubet ,  nondum  bellum  pera6ium  effe  , 
fugi(ie  C^apchonemy  Coloniam  expugnari  oporterey  vicinafque  per  circmtum 
gentes  ,  qua  regnum  popularentur  ,  armis  domandas .  Ad  eam  rem  nccefia- 
riosy  qui  fub  Trocopio  militajjent,  viros  fortes,  &  in  bello  exercitatos;  de- 
cretum  eis  ex  publico  ftipendium  ,  donec  regnum  pacaretur  ;  proinde  omnes  , 
qui  jiipendia  facere  vellent,  in  borre  a  fé  fé  proxima  reciperefJt  ;  caverenty 
nerudes  inexpertefque  belli  fecum  admitterent  y  illos  fua  ruray  fuofque  lares 
repetere  pojfe .  Intraverunt  horrea  (  qu£  apud  Bohemos  in  villis  ex  materia  cui- 
ino  teEia  frequentia  funt)  pleraque  Thaboritarum  ,  &  Orphanorum  millia: 
clauja  funt  confejiim  o/iuty  &  ignis  immijfus  horreis,  quo  f<£X  illay  &col' 
luvies  hominum  ignomtniofum  agmen  poji  multa,  que  patraverat,  federa  , 
exujia  y  contemptie  demum  niigionis  pcenas  dedit.  Così  egli.  Hor  quefta 
l^rage,  anzi  total  difperfione  de' nemici  non  folamente  agevolò,  ma  [^j  b  ^flj».i4j<f. 
itrinle  l'awiato  trattato  della  propofla unione,  e  dibattuto  prima  in  repli- 
cate adunanze  di  Dottori  Bohemi ,  e  Moravi ,  fii  finalmente  conchiufo ,  di- 
vifo  in  quattro  punti ,  com'erano  divife  le  pretenzioni  in  quattro  articoli ,  e 
tal  concordato  chiamoifi  col  nome  di  Compattata  Tragenfta,  fottofcritto ,  e  u.coeu.hijiar. 
&  approvato  dal  Concilio  nel  tenore  di  quelle  parole  :  [  e  ]  Sopra  il  primo  coSiufionc  deU 
articolo  della  Communione  fub  utraque  fpecie  fi  ftabilì,  Ut  Bobemis  y  &  l'accordato  tra  a 
^Jpravis  fufcipientibusEccleftaJitcamunitatemy  &  pacem,  realitery  &  cura  hcm?''fopra^j 
tffeEÌHy  &  in  omnibus  aliis ,  quàm  in  ufn  communionis  utriufque  fveciei,  qiuttro    articoli 

H       2  paei  ,         ctAtaPragtnfia.. 


Eugenio  jj^  Secolo  XV. 

^  *  fidei,  &ritui  univerfalis  Ecclefìa  conformibus  j  ilUi  &HUy  qui  talemufum 
habent,  communicabunt  Jub  duplici  fpecie  cum  au6ìoritate  Domini  nofiri  Jefu 
Chrijiii  &Ecclefi£  vera  fponfe  ejust  &  artìculus  ilkin  Sacro  Concilio  di- 
fcunetur  ad  plenum ,  quoadmateriamde  pracepto,  c2r  videbttur  ^  quid  circa 
illum  articulum  prò  veritate  CatÌTolica  fìt  tenendum^  &agendum  prò  falute 
populi  Chrijiiani  :  &  omnibus  mature  t  &  digcflè  pertra£latis  ,  nihilominùs 
fi  in  defiderio  habendi  diClam  communionem  fub  duplici  fpecie  perfcverave- 
rint ,  hoc  eorum  »AmbaJiatoribus  indicantibus ,  Sacrum  Conctlium  Sacerdotibus 
di£Ìorum  regni  j  &  Marchionatus  commumcandi  fub  utraque  fpecie  populum^ 
eas  "pidelicet  perfonas ,  qu<e  in  annis  difcretionis  reperentcrj  &  depotè  poflu- 
laverintj  facultatem  prò  eorum  utilitate,  &  falute  in  Domino  largitur,  hoc 
femper  obfervato  i  quòd  Sacerdotes  ftc  communicantibus  femper  dicant  y  quòd 
ipft  debeut  firmiter  credere  i  quòd  non  fub  fpecie  panis  caro  tantum  t  nec  fub 
foecie  pini  fanguis  tantum ,  fed  fubqualibet  fpecie  efiintegery  &  totus  Chrt- 
ftus  :  dr  juxta  diólorum  Compahorum  formam  di5lis  Bohemis  ,  ^  Moravis 
fufcipientibus  Ecclefiafticam  unitatemy  &  pacemy  realiter,  &  cumeffe6lu, 
C^  in  omnibus  aliis ,  qudmin  ufucommunionisutriufque  fpecieiy  fìdei,  &  ri- 
tibus uniperfalis Ecclefu conformibus ,  ìlli,  &ilUj  qui  talemufum  habent t 
valeant  communicare  fub  duplici  fpecie  cum  au£loritate  Domini  nojiri  Jefu 
Chrijiii  &  Ecclefia  pera  fponfa  ejus j  hocexprefsè  declarato,  quòd  per  ver- 
bum  fidei  fupra,  &  infra  pofitum  intclligunt ,  &  intelligi  volunt  veritatem 
primam ,  &  omnes  alias  credendas  perttates  fecundàm  quod  manifejiantur 
in  Scripturis  facris,  &dù^rinaEcclefìa  fané  intelleóiis,  Itemcumdiciturde 
ritibus  uniperfalis  Eccleft£  ,  intelligunt ,  &  intelligi  polunt  non  de  ritibus 
fpecialibus  ,  de  quibus  in  diperjis  Vrovinciis  diperfa  ferpantur  ,  fed  de  riti- 
bus,  qui communiter ,  &  generaliter  circa  divina  ferpantur  :  &  quod,  poji- 
quam  nomine  B^gnì,  &  Marchìonatus  in  unìperfitate  hoc  fufcipietur,  fi  ali- 
qui  in  divinis  celebrandis  non  fiatim  fufcipiant  ritus ,  qui  generaliter  obfer- 
vantur,  proptereà  non  fiat  impedìmentum  pacis,  nec  unitatis. 

Idcircò  I{everendis  in  Chrifio  Tatribus  Urchiepifcopo  Tragenji ,  &  Ola- 
mucenfì,  &  Luthomislenfì  Epifcopis,  qui  funt ,  pel  qui  prò  tempore  erunt, 
univerfis,  &  fmgulis  Ecclefìarum  TrMatis  curam  habentibus  animarum ,  in 
virtute  fan£Ì£  obedientia  dtftri£lè  pracipiendo  mandamus,  quatenùs  illis  per- 
fonis  y  qua  ufum  habent  communicandi  fub  duplici  fpecie  juxta  formam  in 
di5io  Capitulo  contentam ,  Sacrum  Eucharifiia  Sacramentum  fub  duplici  fpe- 
cie re  qui  ftti  ,  prout  ad  unumquemque  pertinet,  aut  pertinebit  in  futurum, 
minijirenty  &  prò  necejfitate  plebis,  ut  non  ncgligatur,  faciant  minifirari , 
&  his  nullatenùs  refiflere,  aut  contraire  prafumant»  Scholares  quoque,  qui 
communic ay erunt ,  &  demceps  juxta  di£iorum  capitulorum  formam  commu- 
nicare polent,  &  etiam  cum  promoti  fuerint ,  &  adeos  ex  officio  pertinebit 
aliis  minifirare  fub  duplici  fpecie,  proptereà  à  promotione ad Sacros Ordines 
non  prohibeant ,  fed  fi  almd  Canonicum  non  obfìftat  ,  eos  ritè  promoveant 
eorum  Epifcopi.  Quòd  fi  quifquam  cantra  hoc  facere  prafumpferit ,  perejus 
fuperiorem  debite  puniatur ,  ut ,  poena  docente  ,  cognofcat ,  quàm  grave  fit 
au6loritatem  Sacri  Concilii  generalis  habere  contemptam.  Uniperfis  quoque  , 
C5*  fmgulis  cujufcumque  flatus ,  praemineritia ,  aut  conditionis  exiftant ,  pra- 
fentium  tenore  diflriCiè  pracipiendo  mandamus ,  quatenùs  di£its  Bohemis ,  c^ 
Moravis  fervantibus  Ecclefiaflicam  unttatem ,  &  utentibus  Communione  fub 
duplici  fpecie  modOyO"  forma  pradi^is ,  nemo  audeat  impr  operare ,  aut  eorum 

famm  j 


Capitolo  VI.  117       Eugenio 

fam^iSi  vel  honori  detrahere  ,  &c.  ^d  majorem  eìfìdentiam  ^  rohur,  &  fìr-       ^^  ' 

tnitatem ,  figilU  Sereniffimi  Sigifmundi  T{gmanoYum  Imperatoris ,  &  lllujirif- 
ftmi  Vrincipis  Domini  ^Alberti  Ducis  ^ujina  ,  &  Marchionìs  Moravia ,  ad 
tnftantes  preces  nofiras  funt  pnefentibus  appenfa  . 

Circa  il  fecondo  ,  de  civili  Clericorum  dominio ,  fi  concliife  ,  Meminì- 
mus ,  quòd  dum  in  Sacro  Concilio  fuper  hoc  difputatio  ageretur  publica  , 
&  folemnis ,  ilLe  qui  ad  difputandum  per  Sacrum  Conciliiim  extitit  deputatus , 
duas  conchifiones  pofuit  fub  hisverbis  :  Trima,  Quòd  Clerici  non  Religijfi, 
feti  qui  voto  fé  ad  hoc  non  obligarunt ,  licite  poffunt  habere ,  &  poffidere 
quceciimque  bona  temporalia,  h<$reditates  paternas  ,  aut  aliorum  ,  fi  eis  re- 
Imquantur  ,  &  alia  bona  jujìè  acquiftta  ex  caufa  donationis  ,  vel  alterius 
liciti  contra^us  ,  vel  arte  licita  :  Secunda  ,  Quòd  Ecclefia  poteft  licite  ha- 
bere,  &  pojfidere  bona  temporalia,  mobilia,  &  immobilia,  domos ,  pr^dia, 
villas ,  oppida  ,  cafira  ,  civitates  ,  &  in  eis  habere  prtvatum  ,  &  civile 
dominium  .  Ille  fiquidem  ex  vejìris  Ambafiatoribus ,  qui  difputabat ,  conce f- 
jit  eajdem ,  dicens  :  Illas  fenfui  fui  articuli  bene  intelle&o  non  contradicere  : 
cum  ipfe  articulum  fnum  intellexerit  de  dominio  civili  formaliter  intelle6lo, 
ex  quo,  &  aliis  fatis  pojlet  intelligi,  quòdverba,  f cecular iter  dominar i ,  in 
prainferto  articulo  pò  fu  a  ,  ad  aliquem  fpecialcm  dominandi  modum  ,  vel 
ufum  videantur  referri,  Sed  quoniam  do6lrina  Eccleftx  non  eft  verbis  ambi- 
guis  pertra^ianda ,  fed  piane;  proptered  illud  quod  fecundàm  legem  Dei,  &" 
fandorum  documenta  DoBorum  Catbolicè  tenendum  efl  ,  duximus  exprimen- 
dum ,  videlicet  :  Vramifìas  duas  conclufiones  effe  veras  :  Quòdque  Ecclefia- 
fiici  viri  bona  Ecclefi£,  quorum  funi  adminifiratores ,  debent  fideliter  admi- 
nijìrare,  juxta  SS.  Tatrum  falubria  infiituta  :  Ipfaque  bona  Ecclefiac  ab  aliis 
injujìè  non  debent  detineri ,  vel  occupari . 

Circa  il  terzo  ,  de  libera pradicatione  verbi  Dei,  fi  decretò,  Dicimus, 
quòd  fecundàm  Scriptum  Sacra  fententiam,  fan6Ìorumque  documenta  Do6io- 
rum,  fic  Catholicè  cfi  tenendum  :  Quòd  verbum  Dei  a  Sacerdotibus  Domini, 
&  Levitis  ad  hoc  idoneis,  &  per  Superiores ,  adquos  pertinet ,  approbatis, 
&  miffis,  libere,  non  tamen  paljìm,  fed  ordinate,  &  fidcliter  pradicetur; 
falva  auÙoritate  Tontijicis  ,  qui  eft  praordinator  in  cun6ìis  ,  juxta  SS.  Ta- 
trum infiituta. 

Circa  il  quarto  ,  &  ultimo  ,  de  corrigendis  peccatis  publicis  ,  fi  difpo- 
fe  ,  Dicimus ,  quòd  fecundàm  Scriptura  Sacra  fententiam  ,  fanUorumque 
documenta  Do6lorum ,  fic  Catholicè  ejl  tenendum  :  Quòd  omnia  pcccatamor- 
talia ,  prafertim  publica ,  quantàm  rationabilitcr  fieri  poteji  ,  fecundàm  le- 
gem Dei,  '&  San6iorum  Tatrum  infiituta  ,  funt  cohibenda,  corripienda,  & 
elinunanda.  Totefìas  autem  puniendi  criminofos  ,  non  ad  privatas  perfonas , 
fed  ad  eos  tantummodò  pertinet  ,  qui  jurifdikioncm  habent  m  eos  ,  fori  di- 
fiin£ìione ,  juris ,  &  jufiitia  ordine  obfervatis. 

E  quelli  fono  li  celebri  Compa6lati  concepiti  in  Praga,  fottofcritti  in  Qiiai  concordia 
Iglavia,  e  confermati  dal  Concilio  in  Bafilea,  allorquando  egli  foprala  ài&UH^&iu 
materia  della  riduzione  degli  Hereticihaveva  piena  autorità  dal  Pontefice 
Romano.  Mi  li  più  ollmati  Muffiti ,  alcuni  acquali  pur  fopravilfero  alla 
accennata  disfatta ,  benché  apparentemente  accettaflero  il  concordato  con 
le  parole,  fcguitarono  però  i  contrariarlo  fempie  co' fatti;  [a]  Muffita, 
òict  il  Coeleo,  in  multis  aliis  pun6lis  à  Catholica  Ealefia  cantra  fua com- 
pagina difcordant ,  nam  communicant  parvulos  ,  &  Sacerdotes  eorum  non 
Tomo  IF.  ^  H    3  dicunt 


va» 


a  I.Um   ihid. 


Eugenio         ^  jg  Secolo  XV. 

^  '        dìcum  Communicantihus  fuh  una  fpecie  totum^  &  mtegrum  effe  Chriflum  , 
fu  ut  ptbentuY  in  CompaCìatis  dicere  ,  fed  adhuc  hodìe  fub  duplici  fpecie  , 
exclufci  unitale  Ecclefìa  ,  fervant  duplicitatem  fchifmatis  in  damnata  parte 
Joannis  Hus ,  qucm  in  dedecus  totius  Ecclefia  prò  San6lo  venerantur ,  &feflum 
diemin  honorem  nominis  ejus  quotannis  celebrant .  1S(//?//  igitur  juvant,  aut 
excufant  eos  Compattata  illa  ,  quia  minime  ea  fervant  ,  nec  unquam  fer- 
vaverunt  y  quapropter  funt  in  ftatu  aternce  damnationis ,  nifi  ad  Ecclejtam 
fìmpliciter  revertantur  i  damnata  parte  Joannis  Hus .  Faxit  omnipotens  j  & 
mifericors  Domtnus  y  inclyti  Barones ,  &  Ts^obilesy  aliique  honefli  Firi,  qui 
de  Joanne  Hus  male  credunt  y  fuis  Sacerdotibus  Hufjitis  aperiant  Jemeloculos  y 
ut  reBc  infpiciant  Compattata  y  &  perlegant  hanc  hi/ioriam  ex  vetufiis  codici- 
bus  abfque  omni  fraude  ,   &  dolo  laboriose  colle6Ìam  ,  ut  intelligere  va- 
leant ,  m  quanto  periculo  jalutis  animarum  verfentur  ,  dum  falsò  perfuaft 
Joannem  Hus  cantra  Eccleftam  prò  SanBo  venerantur  ,  &  nihilominùs  pu- 
tiint  [e  Eccleftae  fìlios  effe ,  quod  omninò  falfum ,  &  impoffibtle  eji .  Hus  enim  , 
<&  Ecclefiay  nunquam  fìant  fimul  -y  nam  Ecclefia  Joannem  Hus  y  ut  h^ereti- 
cuniy  c^boflem  fuumdamnavtt  in  generali  Concilio  y  qui  &  in  £ternum  dam- 
natus  manet  ,  quid  quid  prò  eo  fingant ,  &  rnentiantur  Sacerdotes  Hujjìta  . 
Così  egli  :  e  il  Rokyfana,  che  t'ii  un  degli  Autori  della  Concordia ,  fiìegli 
ancora  un  de' principali  Refrattori  di  elFa,  onde  ed  egli  fii  dall' Imperador 
a  idrm  Hà.i.        Sigifmondo  [^]  caftigatoconl'efilio,  e  un  altro  Sacerdote  [/>]  chiamato 
le^S'.f.S  ''''^'  Medio  in  mezzo  à  due  travi  appefo  su  la  forca.  Con  la  quiete  della  Reli- 
gione tornò  la  quiete  del  regimento  nel  Regno  della  Bohemia.  Entrovvi 
Riftaurazione  trionfante  l'impcrador  Sigifmondo ,  e  così  defcrivene  il  Coeleo  il  fontuofo 
della  fede  Cacto- ingreflb,  c  la  rillaurazioue  fcguita  della  Cattolica  Religione  in  quelle 
fe"'neifa  ^Bohe-  Chiefc .  [c]  Vctus  Codex  teflatur  y  eum  Tragam  veniffe  m  vigilia  Divi  Bar- 
>ii»a-  .       tholom<ei  bora  quafidecimotiavay  ubi  qui  paulò  ante  y  Bobemorum  bofiis  y  ex 

oca,  c.cit.  a^^ii(;YjQ  natusy  ^nticbrifit  filius y  facrilegus  ,  publicis  hominum  votis  per- 
dendus  cenfebatur  y  extremis  bonoribus  exceptus  eft:  Barones  y  ac  civitatesin 
ejus  verba  juraverunty  (ir  magifìratus  fuos ,  quosipfe  confiituityacccperunt  y 
certantes  tnter  fé ,  quis  alter  altero  fuo  I{egi  obfequentior  videretur  :  Thili- 
bertus  Epifcopus  Confìantienfìs  natione  Gallicus  ,  &  collega  fui  ex  Bafilea 
mi(ft  Ecclefidfìicos  introducere  ritus  ,  Sacerdotes  infiituere  ,  ex  Mtffarum 
folemnibus  vulgaria  verba  ,  cantilenafque  detrabere  ,  San&orum  imagines 
reducere y  aquam  benedióiam  in  adibits  facris  reponercy  baptifmatis  fonte s 
facrare ,  altana  ornare ,  fpurcitias  omnes  abolere .  Sigifmundus  Imperator  , 
cum  Ecclefias  pollutas  intrare  nollet  ,  templum  SJacobi ,  (  quod  fratrum 
Minorum  fuerat  ,  &  in  quo  macbime  belliae  tum  fervabantur )  refiitui  /ibi 
popofcit.  ^Anniiit  civitds  y  &  '^It qui  Monachi  introdurli  funt  y  qui  verbum  Dei 
pr^tdicarent .  E^dierunt  &  alii  mendicantes  ,  tum  Cale/imi  ,  Sciavi  ,  Servi 
S.  MariiC  ,  Theutones  ,  Jerofolymitani ,  nonnulli  Monafteriorum  ^bbates . 
^.Abbatiffa  quoque  S.Georgii  in  arce  Tragenfi  y  quiC  principisbonore  defungitttr  y 
&  Tajiorali  baculo  utitur  ,  atqiie  ex  veteri  tnore  quotannis  in  celebritate 
5.  Fitì  novellum  B^gi  panem  offerre  tenetur ,  facris  pr^fe&a  Firgmibus ,  ab 
exilio  remeavit .  B^flituti  funt  &  Cathedralis  Ecclefia  Canonici  ,  ac  Vica- 
riiy  &  Manfionarti  ,  ornamenta  altaribus  reddita  ,  divinum  officium  itifiaut- 
ratum.  Cùmque  nulli  efient  Ecclefice  redditus,  ex  quibus  ali  templorum  mi- 
nifìri  pofknt  y  jujfit  Imperator  ex  fifco  regio  per  fingula  Canonicorum  capita 
bebdomadatim   aureum   nummnm  difiribui ,   minoribus    Clericis  di'midium 

dari . 


Capitolo   VI.  Iig       Eugenio 

dari.  Ea  res  annua  aureorum  [ex  millìa  apud  Eccleftam  Cathedralem  ah-  ^^  ' 
fmnpfit.  In  alia  quoque  tempia  donarla  cullata  Jìint .  Telava  jam  facies 
urbis  y  novus  populus  ,  verus  rediìjk  religionis  cultus  apparcbat ,  jamque 
I{eges  ,  &  Trincipes  ,  populique  Chrifìiani  Imperatori  de  l{cgno  recupera- 
to congratulabantur  ,  e]ujque  nomen  in  omni  Ecclefia  magnum  erat .  Co- 
sì egli* 

Non  è  credibile,  quanto  godefle  il  Pontefice  alla  nuova  della  redazio- 
ne feguita  de' Bohemi  alla  Fede,  e  [a']Gratus'lsljincmsy  fcfifs'egliàloro,  ^/^w.^'-^v-f^i. 
dudum  Utificavit  animum  nofìrum  ddcÙi  filii ,  ciim  audivimus ,  quòd  pietas  ^  ' 
Mtijfimi  infuderat  fpiritum  concordia:  ,  &  unitatis  in  cordibus  ve/iris  cum  q^^.^ìo^  e  lettera 
reliquis  Chrijìi  fidclibus ,  de  qua  re  quantam  confolationem  m  Domino  fufce-  dei  Ponceficfp.r 
fimus  propter  pacem  >   &  quietem  vejiram  ,  &  alwrum  Cbrijìi  fideliim  i  \\^'^^l\''  ^'^^^"' 
novit  die  i  cui  corda,  &  cogitationes  hominum  patent.  Et  quidem  fpera- 
mus  i  quòd  mifericordia  bluffimi ,  cujus  miferatioms  funt  propter  omnia 
opera  ejus ,  augebit  in  vobis  gratiam  fuam ,  quòdque  virtus ,  &  devotio  ve- 
jira  lucebit  in  Dei  Ecclefia ,  &■  erga  fummum  Tontifìcem ,  ojtcndcns  debitam 
obcdientiam  ,  &  fidern  ad  falutem  animarum  vejirarum  ,  quemadmodum 
etiam  nobis  retulit  venerabilis  frater  nofter  Joannes  Epifcopus  Signenjis  , 
quem  fuis  exigentibus  meritis  paterna  dil e 6ìione  profequimur,  multa  ajjerens 
de  vejìra  devotioncy  &  affezione  [incera  erga  nos  y  &  Eccle(tam  1\pmanam . 
Ex  quìbiis  rebus  charitatem  vcfìram  mentis  laudibus  commcndamus  ,  ex- 
'hortantesvos  y  ut  pie  m  Domino  vivatis  y  ut  gratia  ,  qua:  data  efl  vobis  d 
Salvatore  nojìroy  per  vcflrabona,  &  laudabilia  opera  y  frtitìum  afferatnbe- 
rem  in  odorem  fnavitatis. 

Inter  c<£tcra  gratijjlmum  fuit  audire  concordiam  bonam  vcfiram  cum  cla- 
riffimo  in  Chri/io  Filio  nojìro  Sigifmundo  I\pmanorHm  Imperatore  fcmper^u- 
gujio  I\ege  veflro ,  quem  cum  fumma  charitate  diligimus  ,  prout  tanti  Trin- 
cipis virtus,  &" merita requirunt y  exaltationcm,  <&  fiatum  fmim,  cum  fue- 
ritjempcry  ór  fu  pr.-ec\puus  nojìery  &  Ecclefia:  Dei  defenfor,  <&  protcÙor, 
augcri  tota  mente  exoptamus .  Itaque  ci  ,  prout  decet  fubditos  fuo  P^cgi  pa- 
rentes  y  ac  debitam  reverentiam  ,  &  obedientiam  pra:Jiantes  ,  diligatis  ip- 
fum  in  fmceritate  mentis  y  &  animi ,  cum  ipfc  fit  Trinccps  prudentijjinms  , 
ac  diligaty  &  amet  voSy  qnotidie  agens,  qua:  fpcrat  pertinere  adbonum  ve- 
ftrum  y  &  E^gniiitilitatem  y  nam  petivitànobis  ahqua  prò  quiete,  ac  honore 
veflro  y  &  ì\egni  per  organum  Epifcopi  pr^fatiy  qu£  nos  libenter  concefjìmus , 
parati  etiam  in  poj'lerum  oìtmia  factre ,  qu£  concernmt  honorem ,  coramodum , 
&  utditatem  veflram,  turn  propter  bonum  vefrum,  quorum  honeftis  dcfide- 
riis  femper  imendimus  compiacere  ,  tum  contetnplatione  Imperatoris ,  cujus 
laudabilis ,  &  fincera  voluntas  Jemper  nobifcum  unita  fiat  in  fide  pura ,  c^ 
charitate  non  fiUay  ac  prò  «0/7/5,  &  Ecclefia  flatu  ea  fecit,  qua  laudem ,  & 
gloriam  perpetuam  nicrcantur.  Così  egli.  E  veramente  queitodeguiUìmo  Condotta  marà- 
Pontefice  li  refe  ammirabile  alla  età  allora  prefente,  &  ailatiitura,  &c  a  n',o^°pra'io"P' 


,quant( 

egli  fempre  unicamente  volle  il  benedcTedeii,  li  cui  vantaggigli  llirono  Ja^'^sflldT-t!"/^^ 
lommamente  à  cuore ,  e  nelfiiedclìmo  tempo  hebbe  ù  combattere  contro  "°oÌard'  ^uì'  ' 
quegli  medelìmi,  ch'eranodeilinatidaDio  à  promuoverli,  operando  in  .^^r^^^^;.  "" 
quello  gran  caio  à  favore ,  e  contro  li  Padri  di  Bafilea ,  come  già  ne'Secoii  ' 

H    4  traf^ 


Eugenio         j^q  Secolo  XV. 

a  vtdiumffroto.  ^i^^^corfi  haveva  operato  [a]  Papa  Vigilio à favore,  e  contro  li  Padri  di 
z.pa^.ìi^."  ''"  "'  Coftaiitinopoli,  hor  approvando  il  Concilio,  bora  riprovandolo,  fecon- 
do che  li  loro  atti  furono  fani,  òviziofi,  e  fecondo  le  congiunture,  che  io 
rendevano  degno,  ò  indegno  della  Pontificia  conferma:  onde  il  di  lui  ani- 
mo fu  fempre  faggio,  e  fempre  collante,  non  mai  abbattuto  dalle  contra- 
rietà, enonmaivagodifuperar  le  contrarietà  con  l'opprcfllone  dell' av- 
verfario,  ma  fempre  difpoìlo  ad  efler  Padre  a  buoni,  e  Giudice,  e  non 
b  Carriere  in  E»-  parte  a' Cattivi ,  e  tale,  quale  lo  dilfe  un  moderno  Hiftorico  \b']  Mamus 

ginto   poli    Condì,   r  ^  ■>  -,  .'     ^l        ,.         -.-NI  •       1-    T^      1     ■     ]•   T>     /-i -^  *^    1 

eitraii.  in  fme.   piane  vir ,  femper  jibi  £(jnalis.  Ma  al  contrario  li  Padri  di  Balileacon  la 
lorooftinazione  contro  il  primato  Pontificio  macchiando  lafantità  de'De- 
creti  da  eili  concepiti  per  la  riduzione  de' Bohemi,  rapprefentarono ,  co- 
me in  theatro ,  al  mondo  una  delle  piiilacrimevoli  tragedie,  che  giammai 
fi  narrino  nelle  Hiftorie  della  Chiefa  :  poich' eglino  net  bene  inclinati  fem- 
pre al  male,  promoflero  gì' interefll  della  Fede  di  Chrifto,  e  calpeilaro- 
Niiovam^dmone  nolaMaeftàdel  Vicario  di Chrifto ,  condannarono,  &alferironopropo- 
dei  Concilio  da  fizioui  iniquiilìme ,  e  con  enorme  fcifma  nel  Pontificato  diedero  due  Capi 
Baiika  in  Ferra-  alla  Chiefa,  fatcudo  divenir  moftruofoqucl  corpo,  fopra  il  quale  eglino 
tanto  Ci  affaticavano ,  per  ridurlo  in  ifiato  di  perfezione . 

Dunque  non  folamente  irritato,  ma  annojato  finalmente  il  Pontefice 
dalle  temerarie  procedure  di  que'fediziofi  Ecclefiaftici ,  determinò ,  come 
feguì,  con  la  pienezza  della  fua  Apoftolica  autorità,  richiamare  i  Legati 
e  Lìb.ii.  pag.106.  daBafilea,  e  trasferire  in  Ferrara  [cj  il  Concilio,  dove  con  il  gradimento 
A  ^nn,  i4j8.      dcllapiùfana patte  del  Chriftianefimo  cominciarono  [(/]  à  concorrere  da 
ogni  parte  i  Prelati,  &  il  Legato  Pontificio,  che  fii  Niccolò  Albergati 
e  Vide  sigon.  de  Catd.  di  S.Crocc  in  Gierufalemme ,  Ecclefiaftico ,  [e]  che  dall'  Eremo  de' 
EpìfcBonon.iib.i.  Carthufiaui  palTato  al  Vefcovado  di  Bologna ,  e  quindi  [/]  al  Cardinalato , 
Martina  V.         mcrito  VÌVO  pct  le  fuc  egregie  virtu  applauii  dal  Chriitianeiimo,  e  morto 
anche  il  titolo  di  Beato  dalla  Chiefa.  Li  Bafileenfi  irritati  dalla  rifoluta 
Rifentimento  pe-  ttafportationc  altrove  del  loro  Coucilio ,  precipitarono  in  ogni  più  h  3rri- 
]Erafiita,^e'^"o?ò  bile  dimoftrazione  di  appaflìonata  vcudctta ,  enellatrentunefimafelfione 
nuovi  acce  liuti,    doppo  molte  difordinatc  Ordinazioni ,  fofpefero  formalmente  Eugenio 
IV.  dall' efercizio  del  Pontificato,  &  al  dispregio  del  Pontificato  aggiun- 
gendo l'improperio  del  Pontefice ,  eglino  fcriffero  à  tutti  li  Re ,  Principi , 
e  Prelati  del  Chriftianefimo,  che  in  virtù  di  fanta  obedienza,  einpenadi 
fcommunica,  niunodiefiì  prendelfe ardimento  di  ubidirlo,  come  fé  non 
gradifleloroilconculcamentofenza  il  fafto,  e  l'obbrobrio  fenza  la  dimo- 
flrazione  di  pompa .  Ma  una  tanta  temerità  irritò  giuftamente  tutti  gli  ani- 
mi de'fedeii ,  e  il  Card.  Giuliano  Cefarini ,  che  fin  allora  era  ftato  con  ingan- 
nato zelo  foftenitore,  e  ditenfore  del  Concilio,  aborrendo  l'eccefib della 
infolenza,  quindiincontanenteparcifll  daBafilea,  nella qual Città  rimafe 
folo  con  pochi  Mitrati,  e  molti  Preti  il  Cardinal  di  Arles,  mantenitori  di 
quella  efecranda  Conventicola ,  che  divenne  allora  un  delli  più  inefcufabili 
Conciliaboli  del  Chriftianefimo.  Hor  noi  in  quella  medefima  conformità 
g  Vidi  il  nofiro  I,  come  di  già  ci  diportaliìmo  nel  racconto  del  Concilio ,  [^g  ]  e  del  Concilia- 
lo»;»/-a^.:;!.       bolo  di  Sardica,  ci  diporteremo  parimente  nella  relazione  del  Concilio 
di  Ferrara,  e  fufiequentemente  di  Fiorenza  ,  e  del  Conciliabolo  di  Ba- 
filea,  e  diftintamentc  annoteremo  li  fanti  Decreti  degli  uni ,  e  le  fcif- 
matiche  rifoluzioni  deli'  altro ,  e  pofta  in  confronto  la  herefia  con  la  fede, 
la  menzogna  con  la  verità,  rapprefentaremo  un  de'più  memorabili fuc- 

ceiiìj 


Capitolo  VI,  lil        Eugenio 

eeilì,  che  fi  ritrovino  fcritti  ne'regiftri  a  noi  più  profllmi  della  Chiefa.       •'■  ^  ' 

Aprì  [a]  dunque  il  Legato  Apoilolico  in  profeguimento  del  Concilio  3  s.  to«<?;-.i4j?. 
la  prima  fefìlone  in  Ferrara,  quale  fi  reftrinfe  nella  riprovazione,  anathe-        .j.       .    .^ 
matizzazione ,  e  refcilfione  degli  atti  fatti  in  quello  di  Bafilea,  con  la  efpli-  pbto'il^Fe^'rrTra',' 
cita  rifervaconfermatoria  di  quanto  colà  fatto  fi  folle  contro  gli  HuiTiti  di  ouindin-af  ora. 
Boheinia,  volendofi  da' Padri  rattificata la  condanna  di  efil,  e  la  unione  to7nFio"uizT."' 
riferita  de*  Bohemi .  E  perche  giudicodì  porta  in  ficuro  la  Fede  contro  i  no- 
velli Heretici  con  le  decifioni  del  Sinodo  di  Coftanza ,  e  di  Bafilea ,  quindi  C\ 
procede vigorofamente alla  riunione  de' Greci,  ch'era  uno  de' principali 
motivi  dell' adunanza,  elofcopo,  per  cui  ardeva  di  fanto  zelo  il  Pontefi- 
ce Eugenio .  Doppo  la  concordia  feguitafrà  Latini,  ed  efiì ,  fotto  Gregorio  ^^^cr^'^j  J^  ^^'^' 
Decimo  nel  Concilio  fecondo  di  Lione ,  ritornarono  i  Greci  alle  fcifiure  ài 
prima,  e  come  fé  nulla  fi  folle  operato  per  il  loro  ravvedimento,  perfe- 
verarono  ofì:inatamente nello fcifma con  un mifto  tale  di  pertinacia,  e  di 
pentimento,  di  avverfione ,  e  d'inclinazione  verfo  la  Chiefa  Romana ,  che  fi 
dimoftrarono  in  un  certo  modo  fempre  pronti  ad  abbracciarne  la  dottrina» 
mù  non  mai rifoluti di  apprenderla,  fempre  defiderofi  del  bene,  ma  non 
maififll  a  confeguirlo,  efempreinfommaScifmaticine'fatti,  e  Cattolici 
nel  defiderio  ;  ond' erano  pallati  vigorofì  trattati  tra  effi,  e  li  Pontefici 
Gio.-XXIL  Niccolò  Terzo,  Honorio Quarto,  Celeftino Qu^into ,  Boni- 
facio Ottavo,  Benedetto  Undecime,  Clemente,  e  Martino  Quinto ,  con  la 
folitaconclufionedi  una  fomma  irrefoluzione ,  dimoftrandofi  eglino  più 
torto  avidi  di  unire  la  Latina  Chiefa  alla  Greca,  che  la  Greca  alla  Latina. 
Ma  prefentemente  concorrendo  a  qualche  principio  di  motivo  di  vera 
Religione  il  prelfante  rtimolo  delle  armi  Turchefche,  che  debellata  gran 
parte  del  loro  Imperio,  minacciavano  l'efterminio  al  rimanente,  e  perciò 
bifognofi  di  pronto  foccorfo  da' Latini,  piegarono  forzofamente,  d'on- 
de volontariamente  fuggivano,  ed  eccitati  dal  zelo  di  Martino  Quinto,  e 
quindi  di  Eugenio  ad  aprire  gli  occhi  all' antica  Fede,  &  alle  prefenti  fcia- 
gure ,  nfolverono  invitati  diprefentarfi  al  Concilio ,  e  doppo  qualche  di- 
battimento ,  fé  intervenir  elfi  dovevano  a  quello  di  Bafilea,  ò  al  legitimo  di 
Ferrara ,  fcelfero  finalmente  la  più  giurta  rifoluzione,  e  fopra  le  Galere ,  che 
i  Veneziani  dertinarono  a  quefto  effetto,  \_b]  giunfe  al  lido  di  Venezia  b  8.ffir.i4jS, 
rimperador  Gio:  Ottavo  Paleologo  ,  e'I  Patriarca  Cortantinopolitano 
Giofeppe  con  numerofo  feguito  di  Greci  Prelati,  e pompofo  equipaggio  di 
fopra fettecentoperfone.  [e]  J{onaFebruarii  die y  cosìdefcrive  ne'fuoiat-  e  ^ndr.s.Crucins 
tiAndreaSantaCrocel'ingrelibin  Venezia  della  Greca  comitiva,  ^«.  1438.  w^'*/"'^-7o. 
magno  cura  campanarum  pulfu  Cracì  Venettis  recepii  flint ,  Duce  ,  Vencto- 
rumve  civibus  dominio  pr a fsntibus ^  in  navi,  quam  Bucentaurum  nominant ,  pe^^aor f e'p.v.nl 
obviàm  euntibus  ,  in  qua  Imperatore  rceepto  ,  ad  palatmm  ftbi  difpofttum  arca  Greco  àvc. 
£onduxere  ;   veniebant  namque  ,  ut  ajjerebatur  ,   omm  dimijja  credulitatis  "^^*^^' 
pertinacia,  ut  veritatem  cognofcerent ,  meritò que  plaudendum  fucrat .  Così 
egli.  Eraprecoifoda  Bologna  a  Ferrara  l'irteflb  Pontefice  in  perfona  per 
aififtere  al  Concilio,  ancheprimache  giungefiero  li  Greci  a  Venezia  :  [(/]  àidemibu.foi.^o 
Die  Veneris  vige  firn  a  quarta  pr^di6ii  menfis  Januarii  San^ifjimus  Dominus 
noftcr  Dominus  Eugenius  Tapa  Quartus  de  civitate  Bononienjt  verfus  Civita-  p^J^lJ'""^^'^"^ 
tem  Ferrartenfem  veniendo  E^everendifjimorum  Dominorum  S.  !{.  E.  Cardina- 
lium  ,  .Archiepifcoporum  ,  Epifcoporum  ,  Ele6ìorum  ,  &  alionim  TrxlatQ- 
rum  multnudine  copiofa  fokmmter  afjocmusy  Monajierium  S.sAntonii  extra 

muros 


Eugenio  j^^.  Secolo   XV. 

TV  ^  .     . 

^'         muros  applicuit ,  illudane  felicìtcr  intravit.  Die  lun<e  vigefima  feptìma  pré- 

fati  menfis  bora,  vige/ima  prima  y  -pel  quafiy  pralib.it ns  Vominus  nofler  Pava 
per  Tatres  ,  &  Dominos  bujus  Sacri  Concini^  equitando  in  cappis  ,  nec  non 
clerum  Civitatis  Ferrarienfn  procejjionaliter  >  cum  reliquis  bonorificè  rece- 
ptusmagnificis  viris  Dominis  <Antomo  de  Tace  Decretorum  Dolore ,  &  mili- 
te Sereniffimi  Domini  Domini  Joannis  CajìelU,  &  Legionis  F{eg!s  d  dextris  , 
ac  T>{icoÌao  Marchiane  Ferraricnfì  à  finiflris  pcdes  equi  ipfms  Domini  nojiri 
ducentibus  ,  civitatem  pradi&am  feliciter  intravit  ,  ac  ufque  ad  Eccleftam 
majorem  di6t<:s  Civitatis  inchifivc afìociatus  fuit .  Fa6ia  quoque  per  ipfum  Do- 
mmum  nojìrum,  ante  altare  in  medio  ipjius  Ecclefia  paratum^  oratione,  (jr- 
di&a  colle&ay  ipfe  in  quadam  cathedra  ibidem  folcmniter  parata  [e  repojuity 
^demum  per  lieverendum  Tatrem  Epifcopmn  Forolivicnfem ,  fermoncm  bre- 
•vem  fecity  utque  complevit,  quo  completo,  ipfe  Dominus  nojìer  ,  data  per 
Ricevimento  del-  eUM  pTimitus  beuediBionc  y  abmde  dijcedens,  palatium  fuum  intravit .  Hor 
i'imperadorGrc-  tiuiique  rcfo  ccrto  Eu«enio  dcli'arrivo  deli' Imperador  Greco  in  Venezia 
logguinge  1  allegato  Santa  Croce,  Eugemus  Summus  Tontifex  E^verendilji- 
mum  Cardinal  era  San&m  Crucis,  ac  Marchionem  Ferrarienfem  ad  Crxcos  re- 
iipiendos  Fcnetids  mifity  audito  Gnecorum  adventu  :  [ed  &'  ì\everendifjìmus 
Dominus  Cardmalis  San&a  Sabina  S.  .Angeli  cognominatus  ,  qui  Baftleenfi 
Concilio  prdifuerat y  quiadboc  pot:JJimcconve?ìtionem  illam  protexijjc ajjerue- 
rat,  ut  Cr£corum  unioni  caufamdarety  cumGracosTontifictis  napibas  adve- 
hi  confpexit ,  ex  Dajilea  Fenctias  venit  paulò  pòfi  pra/atorum  Cardmalis  y  & 
Marchionis  advemum  ;  e  ficgiie,  Imperator  ,  &  Tatriarcba  Gracorum  pri- 
t/7o  eomm  ingreffu  ex  Venetiis  ad  fummum  Tonti ficem  Oratorcs  deflinarunt, 
J£culares  tres  ,  y.hbates  duos  ,  qui  vigcfima  Fcbruarii  Tontificem  adierunt , 
data  eis  licentia  publn è difjeren di .  Saculares  convenienter  fammi  Tontificis  in 
accefju  gcnuftexi  funi .  Clerici  vero  curvato  capite  aliam  reverentiam  non  ex- 
hibuerunt .  Expofuerunt  Impcratorem  y  &Tatriarcham  adnutum  fu£  San^i- 
tatis  venijfey  illicòque  y  paufa  exlongo  itinere  fumptay  adventuros.  Quindi 
dal  medeiìmo  Autore  fi  defcrive  l'arrivo  in  Ferrara  dell' Imperadore,  e'I 
ricevimento  ,  Quarto  Martii  Gracsrum  Imperator  Ferrariam  magno  cum 
equitum  apparata  ingrefus  efi .  Occurrerunt  ei  Cardinales  obviam  omnes ,  qui 
tunc  Ferraris  erant  ,  extra  Civitatem  cum  magno  Tnelatcrum  comitatu  . 
Sub  pallio  aureo  du6lus  e/i  ad  Talaùum  .Apoftolicum ,  &  equefler  ufque  ad 
TapiS  cameram ,  via  ad  hoc  in  Talatto  Ferrar lenfì  per  Marchioncs  antiqiiitus 
conftru&a  ,  exhtbitaque  Romano  Tontifici  rcverentia  debita  ,  ad  Talatmm  , 
Taradfus  cognominatum  y  prò  fui  refìdcntia  difpojìtumy  fimili  pompa  jjjocia- 
tus  efi .  Vedefi  per  ordine  del  medefimo  Eugenio  etligiato  tal  nobile 
incontro  nelle  porte  di  bronzo  della  Bafìlica  di  San  Pietro  j  nelle  quali 
il  Pontcìice  col  Trirei^no  in  teila  porge  la  mano  a  Cefare  ,  che  con  un 
ginocchio  à  terra  ,  e  capo  fcoperto  rimirati  in  atto  di  adorazione  :  e 
poco  divariando  dal  riferito  racconto  il  Frantzes ,  di  Eugenio  dice  , 
a  FhrantT^t:  m.i.  ^a]  Ccvntto  Imperatorcm  ad  pGrtamadefje ,  furrexity  &  inambulavit  y  &  ita 
t'^p'ts.  fpatia  facicntem  Imperator  cjf:ndit  ,  qui  cum  in  genua  vellet  p^ocumbere  , 

non  id  Tapa  permifit ,  [ed  eum  complcxus  ,  porre&aque  dextera  ojculatus 
eli y  &  ad  finiflram  fuam  collocavi;: .  Doppo  il  primo  ricevimento  diC^- 
E  dc-i^GrecJV!-  ^^^^  »   fucccfle  [  ^  ]  il  fecocdo  del  Patriarca  ,  defcritto  medeiìmamente 
uiarca .  dal  Santa  Croce  m   quello  tenore  ,  In  diluculo  diei  fequentis  ,  requifitis 

<^urialibus  fpeciali  nuntio  adportumy  quo  naves  Ferrariam  applicant  y  Curia- 

lium 


Capitolo   VL  1x3        Eugenio 

Vmm  qiiif^He  equeder  acceffit .  Duo  Cardìnales  juniores  Diaconi,  Trofper  de  '^  ^ * 
Columnatit.  San&i  Georgii  ad  velum  atireumy  &  Firmanus  SatSiC  Maria  in 
via  lata  pariter  acceffemm  ^  Tonti  fidi  jujfn  ,  equitantibus  Tatriarcha  ,  & 
Gracis  aliis  :  Cardìnales  et  occurrerunt  obìfiam  ,  nullaque  ad  invicem  alia 
inclinatione  faSìa,  nec  alter  alteri  pileum  fleciens  ,  Dominus  de  Columna  , 
qui  ex  duobus  atate  minor  ,  dignitatis  tamen  adeptione  major  collega  ,  Ta- 
triarchie  fic  inquit  :  B^everendifjirne  Tater,  Dominus  nofier  Vapa  mifit  nos  , 
ut  affociaremus  paternitatem  vejìram  :  eoque  in  medio  fampto  ad  Valatium 
^pofiolicum  conduxere.  Vapa  eidem  non  occurrit  in  puhlico,  qmnimò  ultra 
confuetum  morem  in  privata  camera  fecreti  cubiculi  manfit  ,  ut  arbitrar  , 
pranarrat£  difficultatis  refpeBu ,  ingrefìufquc  eft  Tatriarcha  [ex  fociatus  tan- 
tum :  Tapaque  ,  ut  tottdem  fecum  haberct ,  fi  vellet  ,  ultra  Cardinales  , 
convento .  Sedit  fummus  Tontifex  ufque  ad  Tatriarcha  adventum  m  fecreta 
camera ,  Cardinaltbus  ad  dexteram  Tapa  conftitutis .  In  fcabello  ad  ftnijlram 
difpofito  receptus  efl  ,  eoque  paululùm  Summum  Tontifìcem  alloquuto  ,  ad 
Talatium  (ibi  prò  habitatione  afjignatum  afjociarunt  omnes  ,  qui  fecum  ex 
navi  venerant  i  Cardinalibus  demptis .  E  qiiefti  furono  li  fcambievoli  ri- 
cevimenti, incontri,  &  accoglienze  :  quindi  la  Domenica  fegiiente  per 
dimoftrare ,  che  la  Chiefa  Latina  approvava  li  riti  Greci ,  Cx  celebraro- 
no molte  Mefle  alla  Greca  con  folenne  apparato ,  e  fi  difpofero  le  cofe 
al  profeguimento  delle  feflìoni . 

Ma  grave  oftacolo  infurfe  nel  bel  principio  della  celebrazione  di  efle .  Greco"Ln'*"e^rado' 
Haveva  il  Papa  divifato,  chedifpofteduefiladi  fedie  nella  Chiefa  di  San  re  crrcT^iT^i^o' 
Giorgio ,  dove  adunavafi  il  Concilio ,  in  una  di  efle  fedeflero  i  Greci ,  nell*  co°rf^'^Ho  ^'^''*  "'' 
altra  li  Latini,  a  capo  delle  quali  in  mezzo  allo  fcaglione  dell' Altare  dovef- 
fe  poi  federe  il  Papa  fopra  il  Faldiftorio.  Non  piacque  cotaldifpofizione  al  ,  svand.a^uT^ìS. 
[^]  Greco  Imperadore,  che  allegando  efempii  antichi,  incuili  Cefarine' «.«. 
Concilii  di  Oriente  fi  erano  rifervàti per  efiì  quel  luogo,  che  in  queflo  di 
Ferrara  haveva  il  Pontefice  defìinato  per  fé,  pretefe  di  continuarne  il  co- 
fiume  i  non  riflettendo  egli,  che  negli  allegati  Concilii  di  Oriente  non 
era  mai  intervenuto  alcun  Papa  in  perfona  ,  come  ritrovavafi  prefente-  ^  y^^..^  ^^^ 
mente  in  quefio  di  Occidente .  Oltre  a  che ,  come  altrove  Ci  difle ,  [b]  Co-  ron/.plg.  "lo7  '* 
ftantiiio  nel  Niceno  volle  federe  in  fedia  più  bafla  de'  Padri .  Ma  Eugenio , 
cheanhelavaalvei'ofine  di  ridurre  le  Chiefe  all' antica  concordia,  per  il 
cui  effetto  tante  fatiche  haveva  egli  tollerate,  etantodifpendio  patito  , 
che  per  il  viaggio,  foftentamento ,  alloggio,  e  vitto  de'Greci,  gli  era 
convenuto  [f  ]  impegnare lapreziofa mitra  Pontificale  ai  Fiorentini,  co-  l.^f7s'""''Ztett 
me  feguì,  per  quarantamila  feudi,  non  volle  difìiurbare  il  gran  negozio  '''^'■d  Ephe/ì. 
della  Fede  con  fraporre  difpute  vane,  e  inutili  articoli  di  odioficontra- 
fti ,  e  paternamente  contentoflì  di  rivocar  l'ordine  della  ftabilita  difpofizio- 
ne  con  la  nuova  fequente,  diflintamente  defcritta  dall'altre  volte  citato 
Autore  nella  conformità,  e  tenore  ài  quefìie  parole  [d]  Odiavo  Uprilis  ,  t^£'pfi'!yl^'' 
Ordo  inmajori  Ecclefia  datus  eft.  Fuerunt  prò  generali  Concilio  fcdilia  in  me- 
dio Ferrar  tennis  Ecclej̣  primitus  ordinata.  Dextera   pars  Ecclefue  ,   ubi  e  come  (opha. 
fummi  Tonti ficis  erat  Sedes  y  Latini s  ,  fmiflra  Gracis  dijpofita  funi.  Inter 
Tapa  tribunal ,  &  S.B^.  E.  Cardinales ,  fedes  erat  prò  R^manorum  Imperato- 
re ,  etfi  abfente  ,  preordinata .  Sequcbatur  B^verendiffimoruìn  Cardinalium 
S.1{.E.  Senatusy  I\evL're:'idi(Jìmus  Dominus  Cardinalis  de  Ur finis  primo  Epi- 
fcopus  Sabmenfts  Jordanus  nomine  y  Dominus  &c,  Inter  primum  ,    cr  fe- 

cunditm 


uGENio         j2,4  Secolo  XF. 

^'         cmdum  Cardindes  Epifcopos  Jerofolymitanus  Tatriarchat  quem  San&a  Ro- 
mana Ecclefta  prò  Tatriarcha  tenebat .  Tofi  B^everendiffimorum  Cardinalium 
ordinem  feqitcbcitur  E^vercndiJJimus  Tatriarcha  Gradenfis  ,  demum  ^rchie- 
pifcopi  y  proHt  primum  qms  dignitatem  habuerat  ,  pojì  ^rchiepifcopos  Epi- 
fcopiy  poli  Epifcopos  ^bbates  pan  ordine  [eque  bantu  r .  Così  egli,  che  rife- 
rito il  numero  di  cento ,  e  feflanta  Padri  Latini  mitrati ,  così  profegiiifce 
il  racconto  di  quefto  gran  Confeffo ,  e  le  particolarità  di  eflb ,  Summu€ 
Tontifex  aderat  mitra  gemmata  ,   ac  facris  indutus  veflibus  ,  fmiiliterve 
Cardinalibus  Epifcopis  y  &  Vresbyteris  fìantibus y  mitra  demptay  quibusabf 
que  ornamento  albx  eranty  Cardinalibufque  Diaconibus  Dìaconorum  vejìibus  y 
alhaque  mitra  cd^teris  Tatriarchis  y  ^rchiepifcopis  y  &  Epifcopis  ornamento  3 
Cardmalium  Epifcoporum  more  y  confedentibus y  Trotonotariisy  corre6iore  in 
fcabello  per  tranfverfum  de  dextera  ad  fìniflram  Ecclefta  partem  difpofito  or- 
dinatis ,  nobifve  advocatis  nojiro  ordine  ad  eorum  pedes  in  graduum  fummitate 
locatis  y   ^udìtoribus  ,   Clericis  Camene  ad  Tontificis  pedes  prope  terram 
manentibus .  Hip  fuit  Latinorum  modus ,  ordo ,  formare  in  pradièlo  conveìi- 
tu,  ac  in Gracorumabf ernia  fuit  Spiritus  San&i  Mijja  folemniter  celebrata, 
fervatifque ,  qua  funt  folita  fervavi  in  fcffionibus  publicis ,  fummo  Tontifìce , 
Latinorumque  Tatribus  ad  dexteram  Ecclejìa  partem  flantibus  ,  advenerunt 
Graci ,  &  fmiftra  Ecclefta  parte  prò  ets  ordinata  recepii  funt .  Quindi  egli 
fiegue  a  defcrivere  l'ordine,  e'I  fedimento  <3e' Greci,  In  ftniflra  parte  de 
dire&o  Cathedra  Imperatoris  I^omanorum  pariformiter  conflituta  Sedes  efi. 
^d  ejus  dexteram  fcabello  quodam  pofito  erat  Demetrìus  ejufdem  Imperato- 
ris gerrnanus  Defpota  Morea ,  In  oppofttum  primi  Cardinalts  Sedes  Tatriar- 
cha fuerat  conflituta  y  qui  infirmitate  detentus  non  adfuit  ilio  die  y  &  fpecia- 
le  miftt  mandatum,  quod  publicc  le5ium  extitit .  Quatuor  fcabellis  pofi  Ta- 
triarcham  difpofitis  fequebantur  ^rchiepifcopus  Heraclecnjìs  ^lexandrini  Ta- 
triarcha legitimum  mandatum  habens ,  ejufdem  locum  tenens  ,  Archicpifco- 
pus  Ephefinus  Tatriarcha  antiocheni  Legatusy  ^Archiepifcopus  &c.  pofi  quo- 
rum confefìum  erant  fex  ,  Tresbytcrorum  habitum  gercntes  ,  Metropolitana 
Ecclefta  Conjlantinopolitana  Cruciferi  appellati  ,  ex  eo  quòd  crucem  fupra 
pileum  y  ultra  communem  Tresbyterorum  habitum  gcjiabant  ,  &  Monacho- 
rum  venerabilis  comitiva  fuo  ordine  fequehatur .  Fra  queiìi  vedevanfi  due 
Vefcovi  Giorgiani  dell' Afia  ,  gl'Inviati  de  Rucheni  ,  de'  Vallacchi  ,  e 
quei  che  fopragiunfero  degli  Armeni ,  accorfi  alla  fperanza  della  riunione 
con  la  Chiefa  Romana,  e  in  quantità  Ambafciadori  di  Principi,  ediRepu- 
bliche ,  moltitudin-e  ài  Cavalieri  titolati ,  ailifi  avanti  li  gradini  della  Sedia 
Pontitìcia,  quali  tutti  davano,  e  ricevevano  infieme  maeftà ,  evenerazio- 
tCinc.Gy^^o.La.  ne  da qucl  CongrefFo .  Soggiunge  [a]  la  relazione  Greco-Latina  di  quefto 
r^T.?4vo?'''"'  Concilio,  che  nel  Trono  in  mezzo  ,  in  cui  collocoffi  il  Libro  de' Santi 
Evangelii,  facefìe  ancora  Eugenio  riporre  le  telìe  de' Santi  Apolloli  Pie- 
tro, ePaolo,  che  feco  egli  condufle  da  Roma,  e  degnamente  conclude, 
Erat  planò  die  ilio  fpe6iaculum  vifu  horrendum  ,  &  admirationis  plenum , 
nam  Ecclefta  illa  facia  erat  alterum  Coelum . 
Errori  de'Grcci .       Stabiliti  li  pofti,  cominciofll  a  difcorrere ,  come  divifar  fi  doveva  il  modo 
di  concordare  i  Greci  con  i  Latini  fopra  li  punti  della  fola  dottrina,  che 
hiacoiHsSirmun  non craiio uè pochi  in iuimero ,  uè  diforcgicvoli ìu  qualità,  [b]  Negavano 
■m  ^P'^.d  spo.'ìd.  hq^qqì  il  Primato  della  Chiefa  Romana,  la  efiflenza  del  Corpo  di  Giesù 
.f.i4j8.«.2.      ^[^j.j{|.Q    quando  edi  confacravaiì fecondo  il  rito  Latino  nell'Azimo. 

^  ^  Afferi- 


A 


Capitolo  VI.  1x5       Eugenio 

Aflerivàno  errante  la  Chiefa  Romana  nella  forma  delBattefimo,  e  nella  ^  ^  ' 
celebrazione  delle  Meffe  nella  Quadragefima,  ad  eccettuazione  del  Saba- 
to, e  della.Domenica  i  e  perciò  la  fcommiinicavano  ogni  anno ,  e  non 
permettevano,  che  i  Latini  celebralfero  ne' loro  Altari,  dicendo,  pec- 
car'eglino  gravemente,  perche  mangiavano  animali  foftbgati,  perche  fi 
radevano  la  barba,  e  fi  cibavano  di  carni  il  Mercordì,  e  non  il  Sabbato. 
Affermavano  alcuni  di  erti,  non  darfi  il  Purgatorio  del  fuoco,  ma  i  fuffra- 
gii  della  Chiefa  giovare  alle  anime  defonte  per  alleviamento  di  altre  pene  : 
condannavano  le  feconde,  e  terze  nozze:  foftenevano  non  effer  peccato 
mortale  l'ufura  :  ammettevano  per  cofa  lecita  il  vendere  gli  Ordini,  eie 
Ecclefiaftiche  dignità  :  non  ammettevano  le  unzioni  delBattefimo,  e  li 
Sacramenti  della  Confermazione ,  &  Eftrema  Unzione  :  non  imponevano 
fatisfazioniper  i  peccati  nella  Confefilone  Sacramentale  :  confacravano  il 
pane  per  il  Viatico  nel  folo  giorno  della  Cena  del  Signore:  non  concede- 
vano altri  Ordini ,  che  il  Lettorato,  Suddiaconato,  Diaconato,  Presbi- 
terato ,  e  Vefcovado  :  negavano ,  che  foife  peccato  mortale  la  femplice 
fornicazione  :  concedevano  al  Prencipe  temporale  la  elezione  de'  Prelati  , 
e  la  collazione  de'  Beneficii  :  non  credevano ,  che  incorrefle  in  cenfure  il 
percuffore  de' Chierici,  e  che  alcuno,  ò  almeno  pochiflìmi  incorrer  po- 
teffero  nel  peccato  mortale  :  &  in  fine  ammettevano  lecito  lofpergiuro, 
ogni  qualunque  volta  egli  s' indirizzane  a  tradire  il  fuo  nemico .  Tali  erano  ©. 

gli  errori  de*  miferabili  Greci ,  e  di  quella  celebre  Chiefa ,  già  una  volta  lo 
(plendore  della  Cattolica.  Ma  tutte  quefte  riferite  propofizioni  militava- 
no fotto  quattro  maflìme ,  che  furono  coftituite  per  foggetto  delle  difpu- 
te,  parendo  a' Padri,  che  concordato  fopra  elle  ,  venilìe  poi  iw  confe- 
quenza  anche  la  pace  nel  rimanente.  E  quefl;i  quattro  capi  erano  circa  la 
proceffione  dello  Spirito  Santo ,  e  fé  li  Latini  havefl'ero  potuto  lecitamen- 
te aggiungere  al  Simbolo  la  parola,  FìUoqucy  circa  il  Purgatorio ,  il  Pri- Difpute  fopr«  di 
maro  del  Papa  nella  Chiefa  univerfale,  e  la  confacrazione  nell'Azimo .  Que-  ^^^  • 
fli  punti  dunque  furono  efpofì:i  a  folenni  difpute  nel  Tempio  di  S.Francefco 
della  medefima  Città  di  Ferrara  da  dodici  Soggetti  per  parte,cioò  dalla  par- 
te de'Latini  da'due  Cardinali ,  dueArcivefcovi,  due  Vefcovi,  e  fei  Sacer- 
doti Theologi ,  fra  quali  annumeravafi  S.Antonino ,  che  fu  poi  ancora  Ar- 
civefcovo  di  Fiorenza;  e  dalla  parte  de' Greci  da  due  primarii  Metropoli- 
tani ,  e  da  altri  dieci  tra  Vefcovi ,  e  Theologi .  Due  volte  la  fettimana  egli- 
no fi  univano ,  e  la  prima  materia ,  che  Ci  propofe ,  fu  quella  della  gloria  de' 
Beati,  e  delle  pene  del  Purgatorio,  che  abitata  in  Ferrara,  determinoffi 
poi  in  Fiorenza,  dove  il  Gennaro  dell'anno  [a]  feguente,  a  cagion  di  *  ^""''^JP' 
pefte  inforta  in  cjuella  Città  ,  fii  trafportato  il  Concilio.  ^  ^^^  ^^^^  ^^^ 

Diflentivano  li  Greci  da' Latini  in  ciò,  ch'eglino  [b]  pcsnam,  mce-  crl^o.L'JtllnJ"^' 
Yorem  ,  &  pcena  locum  afìerunt ,  jed  non  per  ignem  :  &  quidem  eos  ,  /"^  h- 
qui  nunc  fuppliciis  addigli  fmit,  negant  perfette  fufcepijfe  poenas  ,  [ed  cor- 
poro,  etiam  expe6iare  :  quemadmodum  &  amm<e  SanÙorum  funi  quidem  ^°?^^  '^  Purga. 
ajfecuta  beatitudinem  ,  non  perfe^ò  tamen  :  frucntur  autem  ea  perfe^è  ,  °    '  e 
cum  fiet  refurre8io  corporum  ,   iuxta  ^pojlolum  dicentem  ,   [  e  ]  Et  hi  dmJdì^sfntY."'*' 
omnes  tefiimonio  fidei  probati  non  acceperunt  repromijfionem  ,  hoc  efi  ,  e  ^d  HtUr.  ù 
per  corpora  non  acceperunt.   Cum  vero  corporibus  anima  in  refurre£iione 
conjungentur y  tum  perfe&a  fruentur  beatitudine.  Et  altri  di  elfi  diceva-  ^  ^„  ^^^^-^^  ^^^^ 
no,  [d]  San^orum  animas  non  cjìe  perfèCiam  confscutas  beatitudinem  , /o/.jj. 

fed 


Eugenio         ^^^  Secolo  XV. 

^  *        fed  in  loco  ver/ari  feparato,  ibique  lattari,  mente  volventes  cogh^uionem  de 
perfe^ay  qu^e  ipfos  manet ,  laureola  ,  abfolutaque  beatitudine  Pregni  Dei  , 
Li  Latini  al  contrario  foltenevano ,  Effe  panarn ,  &  ignem  purgatorium , 
per  quem  anima  mundentur  opitulantibus  Ecclefta  orationibus  ,  &  facrìfi- 
ciis  :  &  ignem  in  pnefenti  Jaculo  effe  ad  tempus,  in  futuro  autem  ^eternum  i 
t  nid.f»i,U'     e  circa  la  eterna  beatitudine  ,  e  dannazione  ,  afferivano  y  [a]  ^nimas 
quidem  damnatorum  non  perfeóìè  cruciari,  cum  non  adfmt  carperà  :  t une  enim 
cum  corporibus  aternas  panas  fubjiinebum .  Ammas  autem  Sanólorum  per' 
feBarn  in  Collis  jam  adeptas  effe  laureolam  ,  nunc  quidem  ut  ammas  ,  tunc 
autem  fuis  corporibus  induta  perpetuò  Utabuntur .  Sfiiggirono  lungamente 
.li  Greci  la  diTcuflìone  di  queflo  punto  ,  e  più  volte  eglino  rifpofero  , 
Sejr.yuc»n€,ttt,  ^y-^  D^'P^^yg^torìodicimus ,  ncque  propter  illud  nos  fuiffe  Je]un6toSi  nec  effe 
neceffdrium  :  ma  li  Latini  al  contrario ,  Impoffibile  eji  uniri  Eccleftam ,  re- 
plicarono, nift  h£c  controverffa  adderetur  de  "Purgatorio ,  E  certamente  la 
differenza  fri  effi  non  era  circa,  efopralaefiftenzadel  Purgatorio,  quale 
ambe  le  parti  ammettevano;  ma  circa,  efoprala  materia  del  Purgato- 
c  nidem .  ^^o  >  w^^  ^ii^<^  ^^^t  in  controverffa  ,  dicono  [  e  ]  gli  atti ,  nifì  materia  de 

"Purgatorio .  Onde  quefto  punto  riufcì  agevole  nella  conclufione,  che  forti 
contàcevole  alla  intenzione  di  ambedue  le  parti ,  determinandoli  con  com- 
d  Definita  s.S).  mune  confentimento.  Idi  Si  vere  pcemtentes  in  Dei  charitate  decefferint , 
mac»Hcit.         antequam  dignis  pantfentta  fruttibus  de  commifjis  jatisfecerint ,  cr  omifps, 
eorum  ammas  posnis  Turgatoriis  poft  mortem  purgari,  &  ut  à  pcenis  Imjuf- 
E  loro  concordia  ìnodi  reUvcntur ,  prode ff e  eis  fidelium  vivorum  fuffragta,  Miffarum  fcilicet 
i'iE.*^"""'  '^"'  f^crificiay  orationes,  &  eleemofynas ,  &  alia  pietatis  officia  y  qu^e  à  fideli- 
bus  prò  aliis  fidelibus  fieri  confueverunt ,  fecundum  Ecclefm  inflituta  :  illo" 
rumque  animas,  qui  poflbaptifma  fufceptumy  nullam  omninò  peccati  macu- 
lam  incurrerum  ',  illas  etiam ,  qua  pofl  contra5lam  peccati  maculam ,  vel  in 
fuis  corporibus  y  (prout  fuperiùs  dt^um  efi)  funt  purgata  ,  in  ccelum  mox 
recipi,  &  intueri  dare  ipfum  Deum  trinum,  &  unum  ,  ftcuti  efi ,  prò  me- 
ritorum  tamen  diverfttate ,  alium  alio  perfe^tiiis  :  illvrum  autem  animas  > 
t  Vedi,  enotA  u  q^  j^  o&ualì  mortali  peccato,  -pel  Colo  originali  [e'\  dccedunt ,  mox  in  in- 
quefiauecret»,»  i  femum  defcendcre ,  panis  tamen  difpanbus  pumendas . 
400^*  L'/'^òsfL      N^"  ^^^^  facile  però  fi  refe  la  difcuffione  del  Primato  del  Papa  fopra 
jwt\  &  'f,<,,  '  "'  tuttala  Chriftianità  del  Mondo .  Confeffavano  li  Greci ,  che  generalmente 
parlando ,  il  Pontefice  Romano  foffe  Capo  della  Chiefa  ;  ma  eglino  nuUa- 
Difpiita  fopra  !a  mcutc  difcender  volevano  a  riconofcerlo  fuperiore  in  forma , ch'egli  potef- 
jipenorita  Pon-  ^^  ricevere  Ic  appellazionì  fopralc  quattro  Sedie  Patriarchali  dell*  Oriente  > 
e  independentemente  fenzal'aflenfo  del  Patriarca  Greco,  dell' Imperado- 
re,  e  degli  altri  Patriarchi  convocar  potefl'e  il  Concilio  Ecumenico.  Ehi 
cotanto  afpro  5  eUmgoilcontrafto,  chepiiidiunavoltafen'hebbe  per  di- 
fperata  la  conclufione ,  fé  opportunamente  il  tamofo  Arcivefcovo  Niceno 
Bafilio  Beflarione  non  havelfe  con  dotto  ripiego  conciliate  ambelefazio^ 
ni,  conia  formola  da  inferirfi  nel  Decreto  della  concordia  su  quefto  pun- 
1  forinola  di  cor-  to,  cioè  Solvis  privi  legUs  omnibusy  &  juribus  Cracorum  :  conciofiacofa- 
cofdia.  che  la  parola  privilegio  importando  un  concedimento  fatto  dal  Sovrano 

contro  il  diritto commune,  ò  particolare,  ella  operava,  che  li  Patriar- 
chi Orientali  riputandofi  privilegiati,  fofle  il  loro  privilegio  una  deroga 
alla  ragione  univerfale ,  che  ha  il  Papa  fopra  tutte  le  Chiefe  del  Chriftiane- 
fimo,  e  così  nell'acquiftar'efli  la  efenzione,  eglino  venivano  a  confef- 

fare 


Capitolo   VI.  1x7        Eugenio 

fare  la  fiiggezione  a  quella  Cathedra ,  dalla  quale  effi  l'have  vano  riportata .  ^  • 

Piacque  a  tutti  cotarefpofizione,  onde  concordemente  formofleiie  il  De- 
creto in  quefto  tenore,  [a]  Diffinimus  San£iam  ^poftolicam  Sedem,  &  ^-^  ''*  '''/«'"•«« 
I{gmanum  Tontijicem  in  umverfum  orbem  tenere  Vrimatum  ,  &  ipfum  Ton- 
tificem  ligmanum  fuccejìorem  efje  B.  Vetri  Trincìpis  ^pojiolorum ,  e^  verum 
Chrifli  Vicarium  ,  totiufque  Eccle(Ì£  caput ,  &  omnium  Chriflianorum  Ta- 
trem,  ac  Do&orem  exijiere  i  &  ipfi  in  B.  Vetro  pafcendi,  regendi ,  ac  gu- 
bernandi  univerfalem  Eccleftam  à  Domino  nojlro  Jefu  Chrijlo  plenum  potejia- 
tem  ejie  traditam  ;  quemadmodum  etiam  in  geflis  cecumenicorum  Concilio- 
rum  ,  &  in  facris  Canonibus  continetur.  B^enovantcs  infuper  ordinem  tradi- 
tum  in  Canonibus  cmterorum  venerabilium  Vatriarcharum  ,  ut  Tatriarcha 
Conflantmopolitanus  fecundus  jtt  pofl  San6lij]imum  B^manum  Tontificem ,  ter- 
tius  vtrò  ^lexandrinus  y  quartus  autem  ^ntiochenus ,  &  qumtus  Jerofolymi- 
tanuSi  falvis  videlicet  privtlcgiis  omnibus,  <&"  juribus  eorum  . 

Circa  l'altro  articolo  della  confacrazione  nel  fermentato ,  ficonvenne,  concordia  fopra 
che ciafcuna nazione riteneife il fuo rito,  [b]  juxta  fu£  Ecclejia  ftve  Occi-  b  utmìbid. 
dentalis,  (tve  Orientalis  confuetudmem . 

Ma  lo  fcoglio  maggiore,  in  cui  lungo  tempo  urtarono  li  Greci,  fiil'ag-  Dìfputa  fopra  u 
giunta  al  Simbolo  della  parola,  Filioque,  e  la  negata  proce^ione  dello  Spi-  simtosanco!'*° 
rito  Santo  dal  Padre  unitamente,  e  dal  Figliuolo .  Softenitore  della  fen- 
tenza  Greca  fu  Marco  Metropolitano  di  £fefo  ,  Ecclefiaftico  oftinata- 
mente  pertinace,  e  che  contradittore  eterno  de' Latini,  trafTc  fecopoi 
in  nuova  ruinadifcifma  tutta  la  ravveduta  Chiefa  di  Oriente.  Mail  di&n- 
fore  della  Cattolica  fu  Andrea  Arcivefcovo  di  Rhodi,  celeberrimo  Theo- 
logo  dell'Ordine  de' Predicatori ,  che  furfe  il  primo  ad  intraprender,  e 
[e]  provare  la  verità  alTerta  dalla  Chiefa  Romana.  Oppofe  Marco,  come  ^'^'■^•** 
facrilega,  &  illecita  ogni  aggiunta,  che  fi  facefl'e  agli  antichi  Simboli  della 
Chiefa,  de' quali  egli  richiefe  efplicita,  e  chiara  la  lezione  avanti  il  Con- 
greifo  di  tutti  li  Padri  del  Concilio .  Alla  oppofizione  di  lui  rifpofe  Andrea 
con  fortiilìmi  argomenti  in  fa&o,  e  in  jure;  e  primieramente  ciò  efferfì 
pratticato  dal  Concilio  primo  di  Nicea ,  nel  quale  erall  aggiunta  la  voce  di 
confnftanzialità  del  Figliuolo  al  Padre,  bench'ella  ò  non  vi  foffe  avanti 
nel  Simbolo,  ò  almeno  [d]  folfe  raramente  ufata  da  qualche  Scrittore;  e  tmfpìllll?  '* 
ciò  kcefi  per  ifpiegare  più  individualmente  quel  gran  mifterio,  dal  qua- 
le non  ifpiegato,  [e]  prefero  incautamente  motivo  gli  Arriani della  lo-  e  s.rhom. 2.1.^. 
ro  Herefia.  Così  havere  il  Concilio  di  Efefo,  e  di  Catcedonia  aggiunto  a'  ^-ort-io.  ad  pn- 
Decreti  del  Niceno ,  dichiarando  eifere  il  Salvatore  di  due  nature ,  per  ef-  """"  ' 
plicazione,  nonperaddizioneagliarticoli  della  Fede;  l'afJìftenza  del  Di- 
vino Spirito ,  promefla  da  Dio  alla  fua  Chiefa ,  non  eifere  riftrctta  ad  alcun 
tempo,  havendoglielaegliatreftata  fin  alla  confiimazione  del  fecolo;  e  fé 
col  favore  di  quella  potè  l'Apoftolo  S.  Paolo  far  qualche  aggiunta ,  poterli 
fare  ancora  dalla  Chiefa ,  nella  quale  è  pallata  ereditaria  tal  poteltà  ,*  in  tut- 
to quello  ,  che  concerne  la  confervazione  della  Fede ,  e  l'abbattimento  del- 
le infortenti  herefie ,  eftrahendo  ella  ab  implicito  ad  explicitum  ciò  ,  che 
con  mitteriofa  ofcurità  ci  è  ftaro  infegnato  dallo  Spirito  Santo  per  mezzo  ò 
de' Scrittori  Canonici,  ò  delle  Divine,  &  Apoftoliche  tradizioni.  Così 
San  Paolo  nel  quarto  agli  Etefii  in  dicendo,  che  uno  era  il  Signore,  una 
la  Fede,  aggiunfe,  ed  una  è  la  Chiefa  :  aggiunta  fimiliilìma  a  quella  del 
Simbolo,  fatta  non  di  punto  nuovo,  ò  fallo,  mi  per  mera  efplicazione. 

E  quali- 


Eugenio  ^^,8  eccolo  XV. 

^  '  E  quando  fi  doveflero  tenere  Tempre  mai  impotenti  li  Prefidenti  della 
Chiefa  a  far  fimili  aggiiinte^^certamente  non  farebbe  così  facile  cofa  il  con- 
flitar  l'Herefie ,  chepotrebbonoinfurgere,  mentrenonè  pofllbileil  pre- 
vedere quello ,  che  la  ftrana  voglia  deTazziofi  può  metter  fuori  di  novità 
per  alterazione  degli  antichi  Dogmi  :  fé  quefti  debbano  efìfer  cuftoditi  con 
ifchiava  purità  di  parole,  farà  un  rilalfar  inermi  le  braccia  per  non  poterfi  di- 
fendere dagli  errori  ;  onde  fé  un  empio  dirà ,  efler  Dio  temporaneo ,  ò  cor- 
ruttibile ,  perche  non  farà  lecito  di  aggiungere  al  Simbolo  di  credere  in  Dio 
eterno,  quando  la  fede  lo  fa  profeflare  per  tale  ?  Né  perche  Ci  aggiungano 
parole,  puòdirfi,  che  gli  antichi  Simboli  fieno  imperfetti,  mentre  fono 
Jeffi  perfetti  quanto  alla  Verità ,  &  alla  Fede ,  ma  non  quanto  alla  efatta  co- 
gnizione degli  huomini,  a'qualiò  per  loro  empietà,  ò  per  loro  imperizia 
Tempre  poflfono  maggiormente  dilucidarfi .  Didurfi  da  tutto  ciò ,  che  l'ag- 
giunta della  parola,  Filioque,  erafi  fatta  dalla  Chiefa  Latina  fenza  il  fuppo- 
Ito  facrilegio ,  per  maggior  chiarezza  della  Fede ,  e  della  Verità ,  e  non  per 
arguire  d'imperfetto  il  Simbolo ,  ma  per  ifpiegarlo .  Ripigliò  quefto  ragio- 
namento del  Rhodienfe  il  Cardinal  Giuliano  Cefarini,  efplicandolo  con  ter- 
mini Filofofici ,  eTheologici,  e coll'autorità de' Santi  Padri,  affin  di  pie- 
gar rimperador  Giovanni ,  che  dimoftravafi  fopramodo  abborrente  a  tale 
aggiunta  -y  ma  il  Rhodienfe  terminò  poi  il  difcorfo ,  con  dire  :  bavere  i  Gre- 
ci medefimi  doppo  i  due  Concilii  Efefino ,  e  Calcedonenfe ,  aggiunto  al 
Simbolo  quello,  che  non  impugnava  la  Fede,  facendo  vedere  la  formola 
avtdi  il  ptntìf.  profeflatanel  Nieeno fecondo,  ove  diceafi  [a]  lo  Spinto  Santo  procedere 
pisS'&uTo'm  ^^^  "Padre,  e  dal  Figliuolo ,  e  ch'altri  Dottori  Greci havevano confeflato 
I.  ias'499,  '  "  '  che  lo  Spirito  Santo  procedeva  dal  Padre  per  lo  Figliuolo ,  né  correre  di- 
vario dalla  particella  £a:,  e  Ter.  Di  più  bavere  i  Patriarchi  Greci,  anche 
6t  ifmatici ,  come  Fozio ,  ricevute ,  &  ammeffe  per  Canoniche  le  lettere  ói 
varii  Romani  Pontefici,  nelle  quali  chiaramente  profeflavafi  lo  Spirito  San- 
to procedere  dal  Padre ,  e  dal  Figliuolo ,  né  ciò  haver  cagionata  in  efli  mini- 
ma commozione  ,  eflendo  che  eglino  havevano  ben  conofciuto,  non  efier 
quegli  nuovo  dogma ,  ma  dichiarazione  degli  antichi ,  il  che  non  può  cader 
in  dubio  eflere  lecito  alla  Chiefa  fuprema,  &univerfale.  Nulladimeno  il 
Rhodienfe  entrando  più  a  dentro  nel  merito  della  caufa ,  così  argomentan- 
h  liidimp  do  ftrinfe  li  fofifmi ,  e  la  pertinacia  del  Greco ,  [i^]  Trulla  expo fìiio,  expla- 
natio ,  feu  declaratio  alicujus  fcìeiìtifi ,  vel  dij'ciplin<ie  dicenda  eft  additio  ;  fed 
rox  illainSymbolo,  Filioque,  contìnetur  in  altera  voce,  fcilicet,  ExPatrc, 
curn  ftt  explanatio  ,  <&  explicatio  illius  ;  non  eji  ergo  additio .  Hu]ufmodi 
confeqttentia,  &  Syllogifmus  eji  optivnus  ,  nec  poteji  negari  :  probanda  jam 
cft  major,  &  minor  hu\us  Syllogifmi.  Major  hoc  modo  demonjìratur ,  Quod 
alieni additur,  extrinfecùs additur -.  ita  fcntiuntThilofophi ,  &  prizfertim^ri- 
fioteles  in  libro  de  Generatione,  &  Corruptione^  ubi  de  nutritione  ait  :  'ì^ecefte  eji , 
quod  nUtritur ,  ali  addito  extrinfecùs  aliquo .  Si  ergo  omnis  additio  extrinfecùs 
fit  ;  explanatio  -però ,  &  explicatio  non  extrinfecùs ,  fed  ex  iis ,  qua  in  textn 
jacent  -,  fequitur,  quottefcumque  fit  expofttio  ,  vel  explicatio  alicujus  [den- 
ti £,  qua  in  prajacente  contineatur ,  noncjje  additionem .  ^lioquin  multa  je- 
querentur  abfurda .  Islam  fi  demus  omnem  cxplicationem  »  feu  declarationem 
cjìe  additionem ,  hoc  pa6lo  concedemus ,  ad  Sacram  Scripturam  multas  accejjijie 
adjc&iones,  Cumentm  Tatres,  quìTsljcaam  convenerunt ,  fuum  expofuennt 
Symbolum ,  ut  expofuere  Tatres  ,  qui  fecundum  generale  celebrarunt  Conci- 

lium  t 


Capitolo  VI.  1X9       Eugenio 

lium  i  addìdijje  aliquid  videntur  :  nibilominus  tamen  dixerunt,  eadem  effe,  ^^ ' 
quA  priores  dixere  Tatres.  Hu]us  res  teftisefty  quiSynodoìlliinterfmti  Cre- 
^orius  TheologHsjcribens  ad  Chclidonium  ita  :  Nos  fidei ,  quam  Sandi  Patres 
Nicaeam  convenientes  expofuere  ad  improbandam  Arianam  ha:refim,  „ 
nihil  iinquam ,  aut^r^Etulimus,  aut  prajferre  polfumus:  fed  illamtene-  „ 
miis ,  ac  tenebimiis  fidem ,  dilucidiùs  explicantes ,  quod  de  Spiritu  Sando  „ 
miniìs  declaratum  eft:  nondiim  enim  mota  erat  ha»c  qiiseftio  :  quando  „ 
qiiidem  uniiis  Deitatis  oportetintelligere  Patrem ,  &  Filiiitn ,  &  Spidtiim  „ 
Sand'im,  Deum  agnofcendo ,  &Spiritiim.  „ 

Ex  bis  ipfi  dtdmiis ,  &  ft  multa  expofìta  funi  in  fecunda  Synodo  ,  non 
[aere  tamen  additamentum ,  fed  cxplicatìo  ,  &  expo(ttio  .  V^am  in  Symbolo 
TrimA  nondicebatur ,  „  Vifibiliiim omnium,  &  invifibilium ,  „  nec  etìam 
illndy  „  Filium  natum  ante  omnia  fecula,  „  nec  illuda  „  Deum  verum 
de  Deovero;  nec,  Spirimm Sanftum  D ominum ,  &  vivificantem,  ,,  &^ 
tamen  Secundne  SynodiTatres,  pofttisillis  vocibus,  nihil  fé  addidifie  arbitrati 
funt  :  atque  ut  nulli  fa6la  additione  beatus  Cregorius  nihil  aliud  aìt ,  fé  cre- 
dere y  quàm  quod  dixerunt  Tatres  'ì^tcani .  Quinimmo  ,  fi  rem  exaElc  veli- 
tis  perpendere,  nulla  fuit  infequens  Synodus,  qu£  non  detraxerit ,  aut^  adje- 
ccrit .  Islam  in  fecunda  fublatum  efl  ìllud  àpriore  pofitum ,  Ex  fubftantia  Pa- 
tris.  I\urfus  quarta  loco  ejus,  quod  in  primo  Symbolo  dicebatur-.  Natum  ex 
Patre ,  hoc  eli  exfubfiantia  Tatris  :  dixit  ì  confubftantialem  Tatri  fecundùm^ 
Deitatem,  &  confubftantialem  nobis  fecundiìm  humanitatem,  „  opinioni 
Eutychis  contraria flatuentes ,  Liquet  igitur  non  ejje  additamentum ,  [tquisex- 
plicet  aliquid,  feddeclarationem .  Così  egli.  Provatafi  dal  Rhodienfe  leci- 
ta r  aggiunta,anzi  necefFaria la  efplicazione  de*  Mifterii  con  formola  di  nuo- 
ve parole,  lì  condufle  [  ^  ]  in  altra  Selfione  il  difcorfo  alla  quiddità  dell*  agi-  ^scff.tt. 
tatamatena,  cioè  alle  prove  (iella  proceifione  dell  ©Spirito  Santo  dal  Pa- 
dre unitamente ,  e  dal  Figliuolo . 

Intraprefe  la  grande  imprefa  [  è  ]  Gio:  Theologo  ,  e  Provinciate  de'  h  Sopra  qutff.^  ma. 
Domenicani,  epremelTala  fentenzadiS.Agoftino,  chediffe,  [c]Deiisy[';;;^^'';tg%]tìl 
qua  ad  fidem  fpe^iant,  difputandum  eft  cum  reverentia  ,  così  ai  Padri  egli  5^4  cN'?.. 
parlò  con  breve,  &  efficace  argomento,  [d]  ^ quo Spiritus San^us  acci-  Ib.'iA^TrTnhMi". 
pit  effe  in  Divinis ,  ab  eo  etiam  procediti  dicitur autem  Spiritus accipere  e(Ìe  ^  V  "^'^  ^«nca, 
à  Filio ,  ergo  Spiritus  proceda  à  Filio  juxta  propriam  Troceffionis  ftgnifican-  ^■^'  '^' 
tiam.  E  perche  Marco  negogli,  che  lo  Spirito  Santo  ricevefle  il  fuoeflere 
dal  Figlio,  allegò  intrepido  Gio:  il  Tefto  dì  S.  Epifanio,  [e]  che  in  un  e  s. Epith.in ^n- 
Greco  Codice  tradotto  in  Latino  da  S.  Ambrogio  ,  parlando  egli  della  '''""^'' 
Perfona del  Padre,  Filium  illum  dico,  quiexipfo,  cioèex  Tatrj:,  eft:  Spi- 
ritum  vero  San&um ,  quifolus^ex  ambobus  eft  ;  onde  Gio:  inferì ,  fi  Spiritus  ex 
ambobuseft,  ergo  accipit  etiam  efteab  ambobus.  Ma  al  Tefto  francamente 
fi  oppofel'Efelinoi  foftenendo,  che  non  perciò,  che  lo  Spirito  Santo ^f 
exTatre,  &  Filio,  quindi fiegue,  che habeat effe  ab illis:  ellendo cofa che 
ly  fit  ex  Tatre ,  &  Filio  ,  denotat  confenftonem ,  &  convenientiam  Spiritus 
Sancii  cum  Tatrc,  &  Filio,  &  nonprocedentiam ,  Ripigliò  incontanente  il 
Domenicano,  Effe  aliquid  ab  alio ,  nullo  alio  modo  potè  ft  intelligi,  quàm  ut 
accìpiat  effe y  quatenus  ab  ilio  eft:  ita  nos  dicimus  cum  [/]  Dionyfio  ,  crea-  i  s.Dicyf  hiiti 
turas  cfìe  à  Deo  ;  ed  infiftendoin  qnefto  punto  il  Latino,  egli  domandò  al  à^^d-^m- """>'"'- 
Greco,  Cum  dicimus  ,  Creaturas  effe  à  Deo ,  mtelligimus  ne,  Creaturas  ac- 
cipere fmm  cfìe  à  Deo^  Concedo,  rifpofe  il  Greco  3  efìendo  che /(/t-ò  dicun- 
Tomo  IF.  i  tur 


Eugenio         j  ^q  Secolo  XV. 

^^  *         tur  creamra  ,  quòà  earum  cauja  efi  Deus  :  dunque  ,  replicò  il  Latino, 
Quonìam  crecitur<e  dìfferenter  accipiunt  fuum  effe  à  Deo ,  propterea  dìjferen- 
ter  etiam  dicuntur  efie  d  fub(iant.ia  Dei  :  atindt6lofuoEpìphanms ,  Spiritus, 
inquit  i  efìàFilio:  eji  autem  infert  ejìe  :  aut  enim  inferi  epe  y  autaliud;  ne- 
^ue  enim  efìe  à  Filio  aliud  efi ,  quàm  diflin6ium  quid  efie  :  non  efi  ergo  diceria 
dum ,  Spiritum  non  habere  efie  à  Filio .  Quare  neceffariò  colligìtur ,  Spiritum 
hahere  idem  effe  à  Filio j  quod  habet  etiam  à  Taire:  hoc  enim  jìgnìficatur, 
cum  dicit ,  eft .  Così  egli .  Quefta  difputa  della  Proceflìone  procede  tanto  à. 
lungo  per  la  enorme  oftinazione  dei  Greco  Marco,  che  ben  dieflahavereb- 
a  s.^ug.de  ctv,  be  potuto  replicare  Sant'Agofuno  [a]  Quis  difceptandi  finis  erit ,  &  lo- 
jDeiiU, 2. CI.      quendi  modus  ,    fi  refpondendum  efie  refpondentihus  femper  exifiimemus  ^ 
Onde  ruppe  Dio  con  un  flrepitofo,  e  rimarcabile  avvenimento  li  fofifmi 
deli'Efefino  per  mezzo  di  un  inopinato  cafo,  che  atterrì  infìeme,  convinfe , 
Morte  repentina  e  confufc  tuttala  fozione  dc'Greci.  Giofeppe  Patriarca  Greco  diCoflan* 
del  Patriarca  Gre.  tniopolì,  cagionevole  in  forzc  ,edecrepitoinetàdi  fopraottant'anni,  ri- 
doctofl  dalla  cena  alla  flanza,  con  fervore  ftraordinario  di  fpirito  richiefe 
aunfuo  Famiglio  carta,  e  penna,  e  fcritta  in  brevi ,  e  forti  parole  la  for- 
b  LammfujTe.  niola  dcl'a  umonc,  e  la  confefJìone  della  Cattolica  fede,  [^]  incontanente 
quun:  r.iiì  IO.  di  morì,  come  iìgilLindo  con  la  propria  vita  laconfelTata  verità  della'Chiefa 
c"inah)'!ìft.  fef.  llomana .  E  il  fuofcrittofù  ilfeguente:  [e]  Jofeph miferatione  divina ^r- 
»;•  chiepìfcopus  Confiantinopolis  nov<e  P^m<e  y  &  Oecumenicus  Tatriarcha  (  Tol- 

Jeroilì  allora  dal  Pontefice  quefto  contraflato  titolo,  sì  per  non  porre  ofta- 
^  F^V""'''*^^'  ^^^^  diparole  a  un  tanto  fatto,  come  perche  [d]  ,nonex  arrogantiay  fog- 
».  .mjiHt,         giunge  il  Raynaldi ,  fed  ex  fimplici  confuetudine  titulum  bmic  inanem  ab  an- 
tecefforibus  perperam  ufurpatum  ,   adjecijje  videtur  Jofeph  .   Simili  ratione 
f^pè  F{pmaniTonti{}Ces  paffì  flint  Tatrianhas  ^rmenomm,  0"  Georgianorum 
Coxholicos  fé appellafie y  cu'jus vocis  eademy  atque Occvim^n'ici)  fignificatio 
efi,  fed  abuftvè  ab  iis  fumpta y  fcilicetftcut  prò  Orbis parte  Orbis  accipi  folet , 
Ò"  B^ges  Orbis  imaginem  praferunt  manibusy  quamvis  exigua  Orbis  parte 
potiantur.  Così  egli  .  )  Quoniam  ad  finemvitie mea  perveni y  foluturns  jam 
commune  debitum.  Dei  gratiUy  fcribo,  <^  fubfcribo  fententiam  meam  aperte 
univerfitati  meorum  Filiorum  .   Omnia  igitur  ,  qua!  fcntit ,  &  qu<e  dogma- 
ti7^at  Catholica  ,  &  ^pofiólica  Ecclefia  Domini  nofirijefu  Chrifii  Senioris 
B^m(Zy  ipfe  quoque  fent io  ,  &  Hs  me  acquiefcentem  do  ,  ac  dico,  Trofheor 
quoque  BeatiffimumTatremTatrum y  &  maximum  Tontificemy  &Ficarium 
Domini  nofirt  Jefu  Chrifii ,  antiqua  B^mce  Tapam  ,  ad  certam  omnium  fi- 
dem  :  necnon  purgatorium  animarum  .  In  horum  quippe  fidem  fubfcriptum 
cji  die  menfisjunii  nono  ,  mille  fimo  quadr  ingente  fimo  trigefimo  nono  ,  indi- 
éione  fecunda .  Così  egli,  che  finita,  come  iì  dille,  conlafcritturalavita, 
fiicon  magnificenza  feppellito  nella  Chiefa  in  Fiorenza  di  S.  Maria  No- 
vella, dov'era  il  Palazzo,  e  refidenza  del  Pontefice.  Ilfucceflofii  confi- 
derato  univerfalmente  da  tutti  per  forprendente  ,  non  tanto  in  riguardo 
alla  morte  di  un  vecchio  ottogenario,  quanto  in  riguardo  al  tempo,  e 
circoflanzedielfa:  onde  i  Latini  gioirono  a  una  cotanto  mifteriofa  con- 
fefllone  del  Patriarca ,  capo ,  e  condottiere  di  tutta  la  fazzione  contra- 
ria :  e  i  Greci  con  una  eloquente  mutolezza  ben  confèifarono ,  tacendo ,  a 
qual  parte  inclinafie  la  gjufta  decifione  della  caufa.  Surfe  allora  con  fpi- 
«.T^^a:'  Tu'rwfn  ^ì^o  Veramente  Apoftolico ,  perche  miracolofo ,  [  ^  ]  S.  Bernardino  di  Siena, 
r/f.«  s.  Benmdmi  jntervcnuto  anch'  elfo  ntl  confeflb  del  Concilio ,  e  benché  idiota  folle  della 


Capitolo  VI.  1 5 1        Eugenio 

Greca  favella ,  nunadimeno  così  felicemente  perorò  in  quella  lingua  contro     .  -^Y; 
iGreci,  che  rinovò  [^]  gli  antichi  ftupori,  allorquando  egli  fu  udito  rife-  '^'^^"''*^''='^^^- 


mmenro  diS.Btr» 


rire,  e  predicare  con  nuove,  e  varie  lingue  la  grandezza,  everitddellaFe-  nardino  disiena, 
de  Romana .  Al  forprendente  miracolo  di  S.  Bernardino,  fi  congiunfe  l' ar-  ^  ^''^'^' 
dente  zelo ,  e  profonda  dottrina  del  BelTarione,  e  di  Gregorio  Scholari  am- 
bedue Greci,  &  ambedue  gran  Theologi,  l'uno  Arcivefcovo  di  Nicea, 
r  altro  femplice  Laico ,  e  tutti,  e  due  appaffionati  amatori  della  Greca  unio- 
■ne,  e  difenfori  accerrimi  della  Chiefa  Romana.  Conciofiacofach' eglino 
prendendo  pronto  motivo  dal  narrato  accidente  del  Greco  Patriarca,  non  porte ,  e  pronto 
mutoli  attcfero  la  rifoluzione  de'  compatrioti ,  ma  con  tanto  ardore  la  prò-  ^^^ 'o  dèi  EefiTario- 
moffero,  che  ben  ad  eifi  in  gran  parte  fi  develaconclufione  feguita  della  ,"^^^.>^^'^«*^'>scho. 
concordia;  onde  l'uno  terminato  il  Concilio,  fiì  da  Eugenio  rimunerato 
della  porpora  Cardinalizia,  e  l'altro  da  Laico,  com'egliera,  poitato[^]  b^nmi^sì* 
da'  Greci  al  Patriarcato  di  Coftantinopoli . 

Determinata  dunque  di  commun  confenfo  la  um'one ,  ne  fu  folennemente 

ftefo  ;,  e  publicamente   recitato  il  Decreto  col  tenore  di  quefte  parole 

[  e  ]  Definitio  S.  Oecumenicse  Synodi  Fiorentine^ .  „ 

Eugenius  Epifcopus  Servus  Servorum  Dei  ad  perpetuam  rei  memo-  „  LÌu"h,um''%t 
riam,confentiente  adinfrafcriptacharilììmoinChriJl:oFiIionofl:ro  Joan-  „  rent. infine. 
ne  Pala^ologo  Romanorum  Imperatore  illultri,  &  loca  tenentibus  vene-  „  Defin.tione  con. 
rabilium  fratrum  noftrorum  Patriarcharum ,  &  cxteris  Orientalem  Ec-  „  ciliare . 
clefiam  reprcefentantibus . 

Lsetentur  Coeli,  &  exultet  terra:  fublatuseft  enim  de  medio  paries, 
qui  Occidentalem  Orientalemque  dividebatEcclefiam,  &pax,  atque 
concordia  rediit;  ilio  angulari  lapide  Chrifto,  quifecitutraqueuuuoT, 
vinculofortiilìmocharitatis,  &pacis  utrumquejungente  parietem,  & 
perpetuai  unitatis  foedere  copulante  ,  ac  continente;  poJlque  longam 
moeroris  nebulam,  &  difildii  diuturni  atram  ingratamque  caliginem, 
ferenum  omnibus  unionis  optatae  jubar  illuxit.  Gaudeat  &  Mater  Ec- 
clefia,  qua?filios  fuoshaòìenus  invicemdiflldentes,  )am  videt  in  unita- 
tene pacemqucrediiir(^:  &  qua?  anteà  in  eorum  fepararionc  amariflimè 
flebat ,  ex  ipfonim  modo  mira  concordia  cum  ineffabili  gaudio,  omnipo- 
tenti  Deo  gt^atias  referat .  Cuncli  gratulcntur  fideles  ubique  per  Orbem , 
&  qui  Chrilliano  cenfentur  nomine ,  Matri  Catholicar  Ecclefia:  colla;- 
tentur .  Ecce  enim  Occidentales  Orientalcfque  Patres  poft  longiffimum 
difientionis ,  atque  difcordicT  tempus ,  fé  maris ,  ac  terr^  periculis  expo- 
nentes,  omnibufquefupsratislaboribus,  adhocfacrum  Oecumenicum 
ConciliumdefideriofacratifJìmar  unionis,  &  antiqua:  cbaritatis  reinte- 
^grandsegratia,  larti,  alacrcfqueconvenerunt,  &  inteiltione  fuanequa- 
quamfruftrati  funt.  PoiUongam  enim,  laboriofamque  indaginem  tan- 
dem Spiritus  Sandi  clemeiitia  ipfam  optatifiimam  ,  fanclijiìmamque 
unionem  confecuti  funt.  Qiiis  igitur  dignas  Omnipotentis  Dei  benefi- 
ciis  gratias  referre  fuiiiciat  ?  Cjiiis  autem  divinse  miferationis  diviiias 
non  obrtupefcat  ?  Cujus  vel  ferreum  pedLis-tanta  fupern^  pietatis  magni- 
tudo non  molliat?  Suntifta  prorfus  divina  opera,  nonhumana?  fragili- 
tat!<>  inventa;  atque  ideò  eximia  cum  venerationefufcipienda,  &divi- 
ms  laudibusprofcquenda.  Tibilaus,  tibi gloria,  tibi gratiaram  adio» 
Chrifte ,  tons  mifcricordiarum ,  qui  tantum  boni  Sponfa?  tiix  Catholic^ 
Eccleli^  contulifti,  acque  in  generatione  nollra  tu^  pietatis  miracula 

I    2  demon- 


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Eugenio         j^^  Secolo    XV. 

^  ^  '         „  demonftrafti,  ut  enarrentomnes  mirabilia  tua.  Magnum  fiquidem ,  òì- 
viniimque  munus  nobis  Deus  largitus  eft  ;  oculifque  vidimus  ,  quodante 
nos multi,  cumvaldècupierint,  adfpicere  nequiverunt.  Convenientes 
enimLa^'ni,  acGra:ciinhac  facrofandaOecumenica  Synodo,  magno 
ftudio  invicem  ufifuiit,  ut  inter  alia  etiam  articulus  illede  divina  Spiri- 
a,  tus  Sandi  proceflìone  fumma  cum  diligentia ,  &  allìdua  inquifitione  dif- 
„  cuteretur.  Prolatis  veròTeftimoniis  ex  divinis  Scripturis,  plurimifque 
„  auctoritatibus  Sandorum  Dodorum  Orientalium ,  &  Occidentalium , 
„  aliquibus  quidem  ex  Patte  &  Filio  ,  quibufdam  vero  ex  Patre  per  Fi- 
„  lium  procedere  dicentibusSpiriturnSandum,  &  ad  eandem  intelligen- 
„  tiam  adfpicientibus  omnibus  fub  diverfìs  vocabulis ,  Gra^ci  quidem  afìe- 
„  ruerunt,  quòdid,  quoddicunt,  SpiritumSandum  ex  Patre  procedere, 
„  non hac mente  proferunt,  ut  excludant  Filium,  fedquia  eis  videbatur 
„  (  ut  ajuntj  Latinos  afferere Spiritum Sandum ex  Patre,  &Filio proce- 
dere tanquam  ex  duobusprincipiis,  &duabusfpirationibus,  ideò  abfti- 
nuerunt  à  dicendo,  quòd  Spiritus  Sandus  à  Patre  procedat,  &  Filio. 
Latini  vero  affirmarunt,  non  fé  hac  mente  dicere  Spiritum  Sandum  ex 
Patre,  Filioque  procedere,  ut  excludant  Patrem,qumfitfons,  acprin- 
„  cipium  totius  Deitatis ,  Filii  fcilicet,  ac  Spiritus  Sandi,  aut  quòd  id, 
quòd  Spiritus  Sandusprocedit  ex  Filio,  Filius  à  Patre  non  habeat;  five 
quòd  duoponant  effe  principia,  feuduasfpirationes;  fed  unum  tantum 
alferant  elle  principium ,  unicamque  fpirationem  Spiritus  Sandi ,  prout 
„  hadenus  afferuerunt.  Et  cum  ex  bis  ombibus  unus,  &  idem  eliciatur 
„  veritatis  fenfus,  tandem  in  infrafcriptam  fandam  ,  &  Deo  amabileni 
«  eodem  fenili,  eademque mente unionemunanimiterconcordarunt,  & 
it  confenferunt.  In  nomine  igiturSandseTrinitatis,  Patris,  &  Filii,  &  Spi- 
„  ritus  Sandi ,  hoc  Sacro  Univerfali  approbante  Fiorentino  Concilio ,  diitì- 
j,  nimus,  uthxc  fideiveritas  ab  omnibus  Chriftianis  credatur,  &fiifcip!a- 
„  tur,  ficque  omnes  profiteantur ,  quòd  Spiritus  Sandusex  Patre  &  Filio 
„  ìcternaliter  eft,  &  effentiam fuam ,  fuumque  effe  fubfiilens  habet  ex  Patre 
„  fimul& Filio,  &exutroqueìeternaliter  tanquam  ab  uno  principio,  oc 
„  unica fpirationeprocedit;  declarantes, quòdid,  quod Sandi Dodores, 
j,  &  Patres  dicunt ,  ex  Patre  per  Filium  procedere  Spiritum  Sandum,  ad 
„  hanc  intelligentiam  tendit ,  ut  per  hoc  fignificetur,  Filium  quoque  efie 
„  fecundùm  GrjECOs  quidem  caufam ,  fecundùm  Latinos  vero  principium 
„  fubfiftentix  Spiritus  Sandi,  ficut&  Pattern.  Et  quoniam omnia,  quas 
„  Patris  funt.  Pater  ipfe  unigenito  Filio  fuo  gignendo  dedit,  pr^ter  effe 
„  Patrem,  hoc  ipfum  quòd  Spiritus  Sandusprocedit  ex  Filio,  ipfe  Filius  i 
Patre  seternaliter  habet ,  X  quo  etiam  ^eternaliter  genitus  eft .  Diflinimus 
infuper,  explicationem  verborum  illorum ,  Filioque t  veritatis  declaraiv 
àx  gratia ,  &  imminente  tunc  neceiiìtace,  licite,  ac  rationabiliter  Symba- 
„  lo  fuiffe  appoiìtam .  Item  ,ia  azymo  live  fermentato  pane  triticeo ,  Cor- 
„  pus  Chriftì  veraciter  confici  ;  Sacerdotefque  in  altero  ipfum  Domini 
Corpus  conficere debere ,  unumquemque  fcilicet  juxtafua?  Hcclelìa:  live 
Occidentalis,  live  Orientalis  confuetudinem .  Iteni ,  lì  vere  panitentes  in 
Dei  charitate  decefferint ,  antequam  dignis  poenitentise  frudibus  de  com» 
„  miliìs  facisfecerint ,  &  omiflìs,  eorum  animas  poenispurgatoriis  poft  mor- 
„  tempurgari,  &uti  poenis  hujufmodi  releventur,  prodeffe  eisfidelium 
„  vivorumfuftragia,  Miffarumfcilicetfacrificia,  orationes,  &eleemofy- 

nas, 


33 
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3t 


Capitolo  VL  133       Eugenio 

fias r^  alia  pietatis  officia,  quseàfidelibus  prò  aliisfìdelibus  fieri  confile-  ,>       ^  ^* 

verunt,  fecundnmEcclèfixinftituta;  illoriimqne  animas,  qui  poftba-  ,> 

ptilmarufceptiim,  nullam  omnin©  peccati  maciilain  inciirreriint^  illas  „ 

etiam,  qujE  polì:  contradam  peccati  maciilam,  vel  in  fiiis  corporibus,  „ 

velcifdemexLitSECorporibus,  (proutfLiperiiìsdidumertJftmtpurgat.'E  ,  „ 

in  ccelumnioxrecipi,  &  intiieri  clarè  ipfumDeumtnnum,  &iumm,  ,> 

fiditi  ed,  promeritorumtamendiverfitate,  aliiimaliopertediùsi  ilio-  „ 

rum  autem  animas ,  qui  in  aftnali  mortali  peccato,  vel  M  folo  originali  „  ^  Notacth  eie  au 

,  ,  .     .    .*■  ,    f         j  "^        .  ,.L    J  o    ,  '     troveji  edetto   fo' 

decediint,moxininfernumdelcendere,  pcems tamen diipanbus  punien-  „  pra  cjHt.fo  pmto 
das .  Item ,  diffinimus  Sandam  Apoftolicam  Sedem ,  &  Romanum  Pon-  „  «''  '">fl'">  f"^-  f- 
tificem  in  univerfum  orbem tenere  Primatum ,  & ipfum Pontificein  ito-  „  ^fincT&  /4°/*  "* 
manum  Succelloremefle  Beati  Petri  Principis  Apoftolorum ,  &  venim 
Chrifti  Vicarium ,  totiiifque  Ecclefi^  caput,  &  omnium  Chriftianorum 
Patrem ,  ac  Dodorem  exiftere  ;  &  ipiì  in  Beato  Petro  pafcendi ,  regendi, 
ac  gubernandi  univerfalem  Ecclefiam  à  Domino  noflro  Jefu  Chrifto 
plenam  poteftatem  effe traditam  ;  quemadmodum  etiamin  geftis  Oecu-  „ 
menicorum  Conciliorum,  &  in  Sacris  Canonibus  continetur.  Reno-  „ 
vantes  infuper  ordinem  traditum  in  Canonibus  cajterorum  venerabilium  „ 
Patriarcharum  i  ut  Patriarcha  Conftantinopolitanus  fecundus  lìt  polì:  „ 
Sandiflìmum  Romanum  Ponteficem ,  tertius  vero  Alexandrinus,quartus  „ 
autem  Antiocbenus,  &  quintus  JeroColymitanus,  falvis  videlicet  pri  „ 
vilegiis omnibus,  &  juribuseorum.  Datum Fiorenti^  in  Seflìone  pu-  „ 
blicaSynodalifolemniter  in  Ecclefia  majori  celebrata ,  Anno  Incarna- ,, 
tionis Dominica:  millefimo  quadringentefimotrigefimo  nono,  pridie  „ 
Nonasjulii,  Pontificatus nollri  anno  nono.  Ego  Eugenius  Catholicce  „ 
Ecclefiae  Epifcopus  ita  definiens  fubfcripfi  j  efeguivanole  fottofcrizioni  „ 
di  otto  Cardinali ,  dell'Imperadqr  Greco ,  de' Vicarii  de'Patriarchi ,  e  de'Pa- 
triarchi,  e  finalmente  de  vefcovi Latini,  e  Greci,  di  quattro  Generali  di  Re- 
golari, e  degli  Abbati  dell'una  j  e  dell'altra  Nazione.  Quindi  fi  partirono! 
Greci ,  e  come  dicono  gli  Atti  allegati  „  Die  z6.  Augufti  folemniter  per  to- 
tum  Sacrum  Cardinalium  Collegium  fociati  Imperator ,  GrsEcive  ex  Fio-  „ 
rentiaadPatrjam  redeuntes  exiverunt,  aflbciantibus  eundem  demum  „ 
per  Territorium  Florentinum  Cardinalibus  tribus ,  ac  multis  aliis;  hifque  „ 
fandiflìniìe  unioni  optatus  finis  impofitus  eft ,  „  Così  gli  Atti  citati .  „ 

Ma  [b]  nella  partenza  de'Greci  fopravennero  in  Fiorenza  gli  Armtmh^ytvtdintgi'ir. 
chiamati  anch'em  al  Concilio  per  zelo  di  ridurli  ftabilmente  una  volta  ali*  PoLu-HereJf'df. 
antica  oflervanza  della  Fede  Cattolica,  la  quale  in  loro  fi  era  così  jftranamen-  .^'  ^rm.-n.  verb. 
te  infalvatichita,  che  appena  fi  riconofceva  per  Chriftiana  :  effendocofache  ^^'*""'* 
impedita  da'Turchi,  Perfiani,Mofcoviti,  e  Tartari,  firà  quali,  e  da' quali  Compara  degli 
vien  circondata  l' Armenia,  ogni  qualunque  fpedizione  di  Miflionarii,  che  ^/J^J""'  '""*  ^*'°" 
fqventelaSede  ApoftolicahavevacoU  inviati  per  il  loro  coltivamento  , 
giaceva  miferabilmente  quella  Provincia  in  mezzo  a  tenebre  deplorabili 
di  errori.  Hor  dunque  quel  Patriarca,  che  fiDftiene  le  veci  di  Pallore  uni- 
verfaie,  detto  perciò  da  effi  il  Cattolico ,  che  chiamavafi  Vagar-Sabath  , 
fpedì  a  Fiorenza  quattro  Perfonaggi  riputati  per  dotti  dagl'ignoranti  ,  ed 
eglino  [e]  furono  Sarchim,  Marco,  Tommafo,  e  Gioachino  Vefcovo  di  j^,/^,f/ì/^'«-  '?• 
Piere.  Accoifeli il  Pontefice  con  tenerezza  di  paterna  carità,  deputando 
li  Cardinali  di  Oftia ,  di  Sabina ,  e  l'Albergati  a  conferir  con  eflì ,  acciò  of- 
fcrvanti  li  punti,  ne'quali  eglino  diflentivano dalla  Cattolica  credenza  , 
Tomo^lF.  i    3  quindi 


EtTGENio         j^^  Secolo  XV. 

•*•  ^ '         quindi  poi griftruiflero,  e  riferi0ero  ciò,  che  ò  di  duro,  ò d'indocile,  ò 
d'incorriggibile  fi  rinvenifTe .  Ma  la  eftrema  imperizia ,  in  cui  eglino  furono 
ritrovati  nelle  cofe  appartenenti  alla  Fede,  infinuò  negli  animi  de'Padriun 
irtrurione  data  giuftoefpediente  per  loro  iftruzione,  e  quello  fu  un  compendio  di  tutta  la 
dmaTi'^cdUre  dottrina  Cattolica ,  acciò  quivi  in  Fiorenza  eglino  con  giuramento  lo  pro- 
Decreto  Euginia-  felTafìTero ,  c  poi  quindi  nell'Armenia  lo  portaflero  ad  erudizione ,  &  am- 
"*  •  maeftramento  ài  que'Popoli .  E  tale  n'è  il  fuo  riftretto ,  che  fotto  nome  di 

Decreto  Eugcniano  porta  feco  rifleffioni  molto  confiderabili  in  dilucidazio- 
ne, &efprefllone  della  Cattolica  credenza. 

i  Extat  apud  [a]  Ad Pcrpetuam  rei  mcmoriam . 

Card,  injììnj unum  luPrimìs:  Damus  eis  f  cioè  adi  Armeni  )  Sandum  Symbolumi 
p.3.  P^.g.i6ì.  &  3i  centum  quinqnaginta  Epncopis  m  Oecumenico  Conltantmopolitano 
^pudPrir^xmpaj.  ^^  Concilio  cdituni  cumillaadditione ,  Filioque,  ipfiSymboIojdeclarand^e 
veritatis  gratia  j  &  urgente  jjecefliltate ,  licite,  &  rationabiliter  appofita, 
cnjus  tenor  talis  efl  :  Credo  in  unum  Deum ,  Patrem  omnipotentem ,  fa- 
dorem  coeli  &  terree,  &c.  HocautemSandumSymbolum,  ficut  apud 
Latinosmoseft,  .ita  decernimusper  omnesArmenorumEcclefias  intra 
Miffarum  folemnia  fingulis  faltem  diebus  Dominicis,  &  majoribus  feflivi- 


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5,  tatibus  decantari ,  vel  legi .. 

5,      Secundò  :   Tradimus  eis   definitionem  quarti  univerfalis   Concilii 


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Chalcedonenfis ,  in  quinto  poflea ,  &  fexto  univerfalibus  Conciliis  reno- 
vatam ,  de  duabus  naturis  in  una  Chrifti  perfona ,  cujus  tenor  efl  talis:  Suf- 
fìceret  quidem  fapiens  hoc ,  &  (aiutare  divina:  gratias  Symbolum  ad  ple- 
namcognitionem,  &  confìrmationem  pietatis:  de  Patte  enim,  &Fil]o, 
&SpirituSantì:o  perfedionem  docet,  &  Domini  humanationem  fide- 
liter  accipientibus  repr^fenrat  :  fed  qtioniam  hi ,  qui  conantur  reprobare 
prsedicationem  veritatis,  per proprias hserefes novas  voces  genuerunt ,  & 
hi  quidem  prsefumentescorrumpere  my/lerium  difpenfationis  Domini, 
qu^  pròpter  nos  fada  eft,  alii  vero  introducentes  confufionem,  per- 
mixtionemque ,  &  fl:ultè  confingentes  unam  elFe  naturam  carnis ,  &  Dei- 
tatis,  &  portentose  dicentespambilem  Unigeniti  divinam  naturam:  ob 
„  hoc,  volens  claudere  illis  omnem  machinationem  contraveritatem, 
j,  prseJensnollrafanda,  &  magna,  atque  univerfalis Synodus,  prardicatio- 
,j  nem  hancdocens  ab  inidoimmobilem,  decrevit  ante  omnia  fidemtre- 
„  centorumdecem,  &  odo  Sandorum  Patrum  manere  irrecufabilem ,  & 
„  p ofteriore  tempore  propter illos  quidem ,  qui  pugnant  adverfus  Spiritum 
3,  Sandum,  corroborat  dodrinam  de  fubflantia  Spiritus  traditam  a  Pa- 
„  tribus  centum  quinquaginta  apud  Conftantinopolim  congregatis ,  quam 
„  illi  omnibus  notamfecerunt,  non  quali inferentes,  quòdaliquidminus 
„  eflet  in  pr^ecedentibus ,  fedeorumintelledumdeSpirituSando  Scnptu- 
„  rarum  teftimoniis  declarantes  adverfus  eos ,  qui  dominationem  ejus 
„  refpuere  tentaverunt ,  Propter  illos  autem  qui  moliuntur  corrumpere  dif- 
„  penfationismyfterium,  &imprudenter  delirant,  dicentes,  purum  ho- 
„  minemeireillum,  qui  ex  S.  Maria  Virgine  natus  eft ,  fufceplt  epiftolas 
„  Synonicas  B.Cyrilli  quondam  PrscfulisÈcclefi^e  Alexandrinse  ad  Neflo- 
„  rium,  &  adOrientales,  congruas exiftentes  adconvincendas  Neftorii 
„  vefanias ,  &  ad  interpretationem  eorum ,  quifalutaris  Symbolimentem 
„  prò  zelo  nolfe  defideranr.  Quibus  edam  confequentiffimè  epiftolam  coa- 

ptavit 


Capitolo  V L  I  9 1^        Eugenio 

ptavit maglia,  &  fenioris Urbis  Rom^  Pra:fiilisbeatiflìmi,  ac  fandif-  „  ^  V. 
fimi Leonis Papié,  qua;  fcriptaeftad  fanft^  memonVArchiepifcopum 
Flaviaiium  ad  perimendam  Eutychis  malam  intelligentiam ,  iitpote  coii- 
griientem  illius  magni  Petri  confeflìoni,  &  exiftentem  nobis  communem 
quandam  colitmnam  adverfus  prava  dogmata,  &  ad  confìrmationem 
redorum  dogmatiim  :  bis  nanique ,  qui  in  duos  Filios  difpenfacionis  di- 
vina myfleriiiin  difcerpere  nituntur,  obfiftitj  &ilIos,  qui paflìbilem 
deitatem Unigeniti  aufi  funt  dicere,  à  facro  coetuexpellit;  &hisqui 
induabusnaturisChriftitemperamentum,  aut  confufìonem  exquirunt, 
refillit;  &:eos,  qui  dicunt  fervi  fonnam,quam  ex  nobis  aflumpfi  e,  cce- 
leftemefle,  autalteriusalicujusfubftantise,  utdementes  abigit^  &  qui 
duas  quidem  anteunitionern  naturas  Domini  f'abulantur,  unam  vero  poft 
unitionem  confingunt ,  anathcmatizac .  Sequentes  igitur  Sandos  Patres, 
unum ,  eurldemque  confiteri  Filium  Dominum  noftrum  Jefum  Chriftum 
confonanteromnes  docemus,  eundem  perfedum  in  Deitate,  eundem 
perteduminhumanitate,  Deumverè,  &  hominem  vere,  eundem  ex 
anima  rationali,  &  corpore,  confubrtantialem  Patri  fecundum  Deitatem, 
&confubfi:antialem  nobis  eundem  fecundum  hnmanitatem,  per  omnia 
nobis fimilem ,  abfque peccato,  ante  f^ecuh quidem  de  Patte  genitum 
fecuudùm  Deitatem ,  innovillìmisautemdiebus  eundem  propter  nos  ,  „ 
&?^ropter  noftram  falutem  ex  Maria  Virgine  Dei  Genitrice  fecundum 
humanitatem,  unum,  eundemqueChriftum,  veriim  Filium  Dominum 
Unigenituminduabus  naturis  inconfusè,  immutabiliter,  indivise,  in- 
feparabiliter agnofcendum ,  nufquam  fublata  ditferentia  natiirarum  pro- 
pterimitiortem,  falvaproprietateutriufque  naturjt,  &  in  unam  perfo- 
nam,  atque  fiibriftcritiam  concurrente ,  non  \\\  duasperfonas  partitum  five 
diviftim ,  fed  unum ,  &  eundem  Filium  Unigenitum  ,  Deum  veruni  Do- 
minum Jefum  Chriftum,  ficutantè  Prophecce  de  eo,  &  ipfe  nos  Jefus 
Chriftuserudivit,  &Sanòì:orumPatrum  nobis  tradidit  Symbolum. 

Tertiò  :  Detìnitionem  de  duabus  voiuntatibns  ,  duabufque  Chriftì 
operationibusinprajdidofexto  Concilio  promulgatam,  cu)us tener ta- 
lis  efì:  :  Suifficeret  quidem  &c.  Et  duas  voluntates  naturai cs  'w^  eo ,  &  duas 
naturales  operationes  indivise ,  inconvertibiliter ,  infeparabiliter,  incon- 
fusè fecundum  Sandorum  Parrum  doftrinam  pr^^dicamus  ,  &  duas  na- 
turales voluntates  non  contrarias ,  juxta  quod  impii  afferuerunt  hier;itici, 
fedfequentemhumaname)usvoluntatem,  ànonrefilientem  ,  velrelu- 
ftantem,  fed  potiùs  &fubjeftam  divina ejus,  atque  omnipotenti  vo- 
luntati:  oportebatenimcarnis  voinntatem  moveri,  fubjici  vero  volun- 
tatidivincT  juxta  fapientilUmum  Athanafìum,  Skut  enim  ejiis  caro  Dei 
Verbi  dicitnr  ,  &  eji  ^  ita  &  naturalts  carnis  ejus  voluntas  propria  Dei 
Verbi  dtcìtury  &  cfiy  ficut  ipfeait:  Quiadefcendi  de  ccelo,  nonutfa- 
ciam  voluntatem  n»eam ,  fed  ejus  qui  mifit  me  Pattisi  fuamproprir-.m 
dicensvoluntatem,  quceerat  carnis  ejus,  nam&caro  propria  ipiìus  fa- 
ftaeft:  quemadmodum  enim  fanóiilllma,  &  immaculata  animata  ejus 
caro  deificata  eft ,  &  non  effe  perempta ,  (ed  in  proprio  fui  ftatu,&  ratione 
permanfit;  ita  àhumana  ejus  voluntas  deificata  e'ft,  &  non  perempta  , 
falvataeft  autem  magis  lecundùm  Deiloquum  Gregoriuai  dicentem  : 
'Nj:^^  "^^lle  illius^  qui  in  Salvatore  intelligitury  noni/i contrariumDeo  . 
Deincatum  eft  totum ,  duas  enim  naturales  operationes  indivise ,  incon- 

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Eucmo         j^g  Secolo  XF. 

j,  vertibiliter,  inconfusè,  infeparabiliter,in eodem Domino JefuChril^o 
„  veroDeonoftro^Iorificamiis,  hoc  eft  divinani  operationem ,  &huma- 
y,  nam  operationem  fecundikii  diviniim  prsedicatorem  Leonem  apertiffi- 
„  me  afTerentem.  Agitenim  utraqiie  forma  ami  alterius  communionej 
„  quod  propriiim  eft ,  Verbo  fcilicet  operante,  qiiod  Verbi  eft,&  carne  exe- 
„  quente,  quodcarnis:  nec  enim  in  quoquam  dabimus  imam  naturalem 
yy  operationem  Dei,  &  creatura,  ut  ncque  quod  creatum  eftindivinam 
„  ducamus  eflentiam,  neque  quodeximiumeftdivinie  natura  ad  compe- 
„  tentemcreaturislocumdejiciamus;  unius  enim  ejufdem  tam  miracula  * 
,j  quàmpaflìonescognofcimusfecundiìmaliud,  &aliudearum,  exquibus 
„  eftnaturarum,  &inquibus  habet  effe,  ficut  admirabilis  inquitCyril- 
„  lus.  Undique  igiturincontiifum,  atquc  indivifum  confervantes  unum 
„  S.Trinitatis,  brevi  voce  cundaproferimus,  &poftInearnationemDo- 
3,  minum  noftrum  Jefum  Chriftum  verum  Deum  effe  credentes,  afferimus 
5,  duasejuseffenaturasinunaejus  radiantesfubfiftentia,  in  qua  tam  mi- 
3,  racula,  quàmque  paflìones  peromnem  fuidifpenfativamconverfatio- 
„  nem ,  non  per  phantafiam ,  fed  veraciter  demonftravit  ob  naturalem 
3,  differentiam  in  eadem  una  fubfiftentia  cognofcendam ,  dum  utraque  na- 
3i  turacum  alterius  communione indivise,  &  inconfusè,  propria  vellet, 
3,  atqueoperaretur^  juxtaquamrationem,  &duasnaturalesvoluntates  , 
3,  &  operationes  confitemur  ad  falutem  humani  generis  convenienter  in  èo 
3,  concurrentes . 

3,  Quarto,  quoniam  haftenus  ip(i  Armeni  pr^eterhastresNicajnam  > 
3,  Conftantinopolitanam,  &EphefinamprimamSynodosnullas  alias  uni- 
3>  verfalespofteacelebratas,  nec  ipfum  Beatiffimum  hujus  Sand^e  Sedis 
3»  Antiftitem  Leonem ,  cujusaudoritateipfaChalcedonenfisSynodus  ex- 
3>  titit  congregata,  fufceperunt,  afferentcs eifdem fuiffe fuggeftum ,  tam 
3,  Synodum  ipfam  Chalcedonenfem  >  quàmmemoratum  Leonem  fecun- 
33  dùm  damnatam  Neilorii  hxrefim ,  definitionem  feciffe  ;  inflruximus  eos, 
3,  &declaravimushujufmodifalfamfuiffe  fuggeflionem,  ipfamque  Syno- 
3j  dum  Chalcedonenfem ,  &  Beatiffimum  Leonem  fan ftè ,  &red:è  verità^ 
tem  de  duabus  in  una  perfona  Chrifti  naturis  fuperiùs  defcriptam  defìni- 
vifie  centra impiaNeflorii,  &  Eutychis  dogmata,  injunximufque ,  ut 
ipfum  Beatiffimum  Leonem,  qui  vera?  fìdeicolumna  fiiit,  &  omnifan- 
33  ditate,  &dod:rina  refertus,  tanquam  Sandum,  &  in  catalogo  San- 
„  dorum  meritò  defcriptumde  CcEtero  reputent,  &  venerentur,  atque 
3,  nonfolùmdidastressj'nodos,  fed  omnes  alias  univerfales  audoritate 
3>  Romani Pontificislegitimè celebratasi  fìcut&Céeteri  fìdeles  ,  reveren- 
3,  ter  fufcipiant. 

3,      Quinto:  Ecclefìafficorum  Sacramentorum  veritatem  prò  ipforum 

5,  Armenorum,  tam  prsfentium ,  quàmfliturorum,facilioridodrinafub 

3,  hac  breviffìma  redigimus  formula  *  Nova?  legis  feptem  funt  Sacramenta, 

„  videlicetBaptifmus,  Confìrmatio,  Euchariftia,  Poenitentia,  Extrema 

„  Undio,  Ordo,  &Matrimonium,  qucemuItùmàSacramentisdifferunt 

3,  antiqua  legis;  illa  enim  non  caufabantgratiam,  fed  eam  foliìm  per  paf- 

„  fionem  Chriff i  dandam  effe  fìgurabant  ;  hì^c  vero  noftra  &  continent gra- 

tiam,  &ipfamdignèfufcipientibus  conferunt.  Horum  quinque  prima 

ad  fpiritualem  uniufcujufque  hominis  in  fé  ipfo  perfedionem ,  duo  ultima 

ad  totius  Ecciefiie  regimen,  multiplicationemque  ordinata  funt .  Pei' 

bapti- 


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Capitolo  VL  lon       Eugenio 

'baptifmiim  enim  fpiritualiter  renalcimur ,  per  confirmationem  aiigemur  „       ^^  * 
ingratia,  &roboramurinfide,  renati  aiitem ,  &roborati  niitrimur  di- 
vina Eucharilbs  alimonia:  quòd  fi  per  peccatimi  «gritudinem  incurri- 
iniis animar,  per poenitentiam fpiritualiter fanamur:  fpiritualiter etiam, 
&  corporaliter,  proutanimce  expedit,  perextremam  unétionem;  per 
Ordinem  vero  Ecclelia  gubernatur  ,  &  multiplicatur  fpiritualiter;  per 
matrimonium  corporaliter  augetur .  Hcec  omnia  Sacramenta  tribus  per-  _ 
fìciuntur,  videlicet,  rebus tanquam materia,  verbistanquam forma,  &  ,] 
perfona  Miniftri  conferentis  Sacramentum  cum  intentione  faciendi, 
quod  facitEcclefia:  quorum  fialiquid  defit,  nonperficitur  Sacramen- 
tum ♦  Inter  hxc  Sacramenta  ,  tria  funt  Baptifmus ,   Ccnfirmatio,  & 
Ordo,  qusE  charaderem,  iàtiì  fpirituale  quoddam  à  c^eteris  dii^indi- 
vum,  imprimuntin  anima  indelebile,  unde  nieadem  perfona  nonrei- 
terantur  :  reliqua  vero  quatuor  charaderem  non  imprimunt ,  &  reitera- 
tionemadmittunt*  ,., 

Primum  omnium  Sacramentorum  locnm  tener  Sandum  Baptifma,  „ 
quod  vitse  fpiritualisjanua  eft,  per  ipfum  enim  membra  Chrifti ,  acde  « 
corpore  efficimurEcclefisB,  &cnm  per  primum  hominem  morsintro-  „ 
ierit  in  univerfos,  nifi  ex  aqua,  &  Spiricu  renafcamur,  non  poflumus  „ 
(  utinquitVeritas)  in  regmim  coelorum  introire.  Materia  hujus  Sacra-  „ 
menti  eft  aqua  vera ,  &iiaturalis,  necrefert  frigida  fit,  ancalida.  Por-  „ 
maautemert:  Egote  bapti'^o in  nomine  Tatris ,  &  Filli y  &Spintus  Scin- 
di,  Nontamennegamus,  quin&perillaverba:  BaptiT^eturtalii  Seri^us 
C-hrifli  in  nomine  Tatris  ,  &  Filli ,  &  Spiritus  Sanali ,  vcl  :  Bapti':^atfir  mani- 
bus  meistalis  Servus  Chri(ii  in  nomine  Tatris  ^  &Filiiy  &  Spiritus  Sanai 
"pel:  BaptÌT^^atur  manibus  meistalts  innomine  Tatris y  &  Filli,  &  Spiritus 
San5ìi  ;  verum  perficiatur  baptifma ,  quoniam  cum  principalis  caufa ,  ex 
qua  baptifmus  virtutem  haber,  fit  Sanda  Trinitas,  inftrumentalis  au- 
temfit  Minifter,  qui  tradir  exteriùs  Sacramentum,  fi  exprimituradus, 
qui  per  ipfum exerceturiMiniflrum,  cumSand^eTrinitatisinvocatione, 
perficitur  Sacramentum.  Minifter  hujus  Sacramenti  eft  Sacerdos,  cui 
ex  officio  competit  baptizare  ;   in  cafu  autem  neceffitatis  non  foliìm 
Sacerdos,  velDiaconus,  fed  etiam  laicus,  vel  mulier,  imòPaganus, 
&  hsereticus  baptizare  poteft,  dummodò  formam  fervet  EcclelìiE,  & 
facere  intendat ,  quod  facit  Ecclefia  .    Hujus  Sacramenti  effedus  eft 
remi/fio  omnis  culpa?  originalis,  &adualis,  omnis  quoque pcense,  quse 
prò  ipfa  culpa  debetur;  pVoptereabaptizatis  nulla  prò  peccatis  prarteri- 
tis  in)ungenda  eft  fatisfadio  ;   fed  morientes  ,   antequam  culpam  ali- 
quamcommittant,  ihtim  ad  regnumcoilorum,  &  Deivifionem  per- 
veniunt . 

Secundum  Sacramentum  eft  Confirmatio,  cujus  materia  eft  Chrifma 
confedum  ex  oleo,quod  nitorem  fignificat  confcientis,  &  balfamo,  quod 
odorem  fignificat  bon^e  hmx ,  per  Epiicopum  benedido  ;  Forma  autem  „ 
eft:  Signo  te  figno  crucis  y  &  confirmo  te  chrifmate  falutis  in  nomineTatris,  „ 
&  Filli y^  Spiritus  Sancii.  Ordinarius  minifter  eft  Epifcopus,  &  cum  „ 
c^terasundionesfimplex  Sacerdos  valeat  exhibere,  hanc  non  nifi  Epi-  „ 
fcopus  debetconferre,  quia  de  folis  Apoftolislegitur,  quorum  vicem  „ 
tenent  Epifcopi,  quòd  per  manus  impofitionem  Spiritum  Sanduni  da-  „ 
bant,  quemadmodum  Aduum  Apoftolorum  ledio  manifeftat  ;  Cum  „ 

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Eugenio         j  ^  g  Secolo  XK 

^^*  „  enim  audijfenty  inquit ,  ^pofloli ,  qui  erantjerofolymis  ,  quia  recepijìei 
Samaria  verbum  Dei,  mìferunt  ad  eos  Vetrum  ,  &Joamem  ,  qui,  cum 
vcnifknt ,  oravermt  prò  eis ,  ut  acciperent  Spiritum  San^um  j  nondum  enim 
in  quemquam  illorum  venerai ,  fed  bapti-:(ati  tantum  erant  in  nomine  Domini 
nojìrijefu  :  tunc  imponebant  manus  fuper  illos  ,  &  accipiebant  Spiritum. 
SanBum.  Loco  autemillius  manus  impofitionis  datiirin  EccIelìaCon- 
finnatio.  Legitut  tamen  aliquando  per  Apoftolica»  Sedis  difpenfatio- 
nem  exrationabilij  &  urgenti  admodùm  caufa  lìmplicemSacerdoteni 
„  Chrifmate  per  Epifcopiim  confedo  hoc  adminirtralfe  Confirmationis 
Sacramentnm.  Erfedus  antem  hujnfmodi Sacramenti  eft*  quòd  ineo 
datiir  Spiritiis  Sanftus  ad  robiir  ^  ficiit  datiis  eft  Apoftolis  die  Pentecoftes , 
utvidelicetGhriftianusaudader  Chrifti  confiteatiir  nomeni  ideòqueiii 
fronte,  ubi  verecundi^e  fedes  eft,  confirmandus  inungitur,  ne  Chrifti 
nomen  confiteri  erubefcat,  &  prascipuè  crucem  e)us,  qua:  Judseis  eft  fcan- 
dalum,  Gentibusautemftultitia,  fecundumApoftolum,  propterquod 
figno  Crucis  fignatur, 

Tertium  eft  Eucharifti^  Sacramentum  ,  cujus  materia  eft  panis  tri- 
ticeus,  &  vinum  de  vite,  cui  ante  confecrationem  aqua  modiciflìma 
admifceri  debet  j  aqua  autem  ideò  admifcetur,  quoniamjuxtateftimo» 
niaSandorumPatrum,  ac  DodorumEcclefisEjpridem  in  dift>utatione 
exhibita  creditur ,  ipfum  Dominum  in  vino  aqua  permixto  hoc  inftituifle 
Sacramentum,  deinde  quia  hocconvenitDominiccepaflionisreprcsfen- 
tationi:  inquit  enim  Alexander  Papa  :  In  Sacramentorum  oblationibus , 
„  quie  intra  Mifiarum  folemnia  Domino  ojfnuntur  ,  panis  tantum  ,   &  >/- 
num  aqua  permixtum  in  facrificium  ojjeruntur  ;  non  enim  debet  in  ca- 
lice Domini  aut  vinum  folum,  aut  aqua  fola otferri:  fed  utrumque  per- 
mixtum, quia  utrumque,  id  eftfanguis,  &  aquaexiatere  Chrjftipro- 
„  fluxiflelegitur;  tum  etiamquia  convenir  ad  fìgnificandum  hujus  Sacra- 
„  menti  eftedum,  quieftuniopopuliChriftianiad  Chriftum;  aqua  enim 
„.  populum  fignificat  fecundum  illud  Apocalypfis  :  ^qui€  multa  populi  multi» 
9,  Et  Julius  Papa  poftBeatum  Silveftriim  air,  Caltx  Dominicus  juxta  cano- 
„  num  prceceptum  vino ,  &  aqua  permixtus  debet  offerri ,  quia  videmus  in  aqua 
„  populum  i  telligi ,  in  vino  vero  ojiendi  Sanguinem  Chrijti .  Ergo  cu  m  in  cali- 
i,  ce  vtnum ,  &  aqua  mifcentur,  Chrijio  populus  adunatur ,  &fìdelium  plcbs  ei , 
j,  in  quem  credit ,  copulatur ,  &  jungitur.  Cùm  ergo  tam  Sanda  Romana 
EcclefiaàBeatifllmis  Apoftolis Petro,  &  Pauloedoda,  quàm  reliqu^ 
omnes Latinorum,  Gra:corumque  Ecclefije,  inquibus  omnis  fandita- 
tis,  &dodrin^  lumina  claruerunt,  abinitionafcentisEcclefi^  ficferva- 
verint ,  &  modo  fervent ,   inconveniens  admodùm  videtur  ,  ut  alia 
quiEvis  regio  ab  hac  univerfali ,  &  rationabili  difcrepet  obfervantia  ► 
Decernimus  igitur,  ut  etiam  ipfl  Armeni  fé  cum  univerfo  orbe  Chri- 
„  ftianoconforment,  eorumque  Sacerdotesincalicisoblationepanlulum 
aquoe  ,  prout  didum  eft ,  vino  admifceant.  Forma  hujus  Sacramenti 
funt  verba  Salvatoris  ,  quibus  hoc  confecit  Sacramentum  ;  Sacerdos 
enim  in  pcrfona  Chrifti  loquens,  hoc  contìcit Sacramentum  j  namipfo- 
rum  verborum  virtute,  fubftantia  panis  in  corpus  Chrifti,  &fubftantia 
vini  in  fanguinem  convertuntur,  ita  tamen,  quòd  totus  Chriftus  conti- 
netur  fub  fpecie  panis  ,  &  totus  fub  fpecie  vini;  fub  qualibet  quoque 
parte  hoftia?  confecratse  ,  &  vini  confecrati ,  feparatione  fada,  totus 

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Capitolo  VL  I  ^  g       Eugenio 

eftChriflus.  Hiij  us  Sacramenti  efteóèus,  qiiem  in  anima  operatiir  dignè  „       ^^  * 

fiimentis,  eft  adunatio  hominis  ad  Chriftum  ;  &  quia  per  ^atiam  homo  „ 

Chriftoincorporatur,  &  membris  ejus  iinitur,  confequens  eft,  quòd  „ 

perhocSacramentuminfiimentibus  dignè  graciaaiigeatiir,  omnemque  „ 

efFedum,  qiiemmaterialiscibus,  &potus,  qiioad  vitam  agunt  corpo-  „ 

ralem,ruftcntando,augendo,  reparando,  &  delegando /Sacramentiim  „ 

hoc  qiioad  vitam  operatur  fpiritualem  :    In  quo  ,    ut  inquit  Urbanus  „ 

Papa  ,  gratam   Salvatoris  nofiri  recenfemus  memoriam  ,  à  malo  retrahi-  „ 

mur^  confonamur  in  bono ,  &  advirtutum,  & gratìarum  proficimus  incre-  „ 

mentum .  „ 

Quartum  Sacramentum  eft  Poenitentia  ,  cujus  quafi  materia  funt  „ 

aftusposnitentis,  qui  in  tresdiftingnunturpartes,quarum  prima  eft  cor-  „ 

dis  contritio,  adquampertinet ,  ut  doleat  de  peccato  commifTo,  cum  „ 

propofìto  non  peccandi  de  ca:tero  i  fecunda  eft  oris  conf'eflìo ,  adquam  „ 

pertinet ,  ut  peccator  omnia  peccata ,  quorum  memoriam  habet ,  fuo  Sa-  „ 

cerdoti  confiteaturintegraliteri  tertiaeft  fatisfadio  propecc^tisfecun-  „ 

dum  arbitriumSacerdotis,  quxquidemprajcipuèfitperorationem,  je-  „ 

junium,  &  eleemofynam .  Forma  hujus  Sacramenti  funt  verbaabfolutio-  „ 

nis,qucESacerdosprofert,  cumdicit:  Egoteabfoho,  c^c.Minifter hujus  „ 

Sacramenti  eft  Sacerdos  habens  audoritatem  abfolvendi,  vel  ordina-  „ 

riam,  vel  ex  commilfione  Superioris .  Eftedus  hujus  Sacramenti  eftab- 

folutioà  peccaris. 

Quintum   Sacramentum  eft  Extrema  undio  ,    cujus  materia  eft  . 
oleum  olivcc  per  Epifcopum  benedidum.Hoc  Sacramentum  nifi  infirmo ,  „ 
de  cujus  morte  timetur,  dari  non  debet,  qui  in  his  locis  ungendus  eft , 
in  ocuIjs propter  vifum ,  in  auribus  propter auditum ,  in  naribus  propter 
odoratum  ,  in  ore  propter  guftum,  vellocutionem,  in  manibus  propter 
tadum ,  in  pedibus  propter  grelfum ,  in  renibus  propter  deledationem 
ibidem  vigentem .  Forma  hujus  Sacramenti  eft  hsec  :  Ter  ijìamfan£iam  un- 
6iìonem,  &  fuam  piijjìmam  mijericordiam  indulgeat  ubi  Dominus  quidquid  „ 
per  Vifum  dehquiiìi;  &  fimiliter  in  aliis  membris.  Minifter  hujus  Sacra-  „ 
menti  eft  Sacerdos;  eftedus  vero  eft  mentis  fanatio ,  &in  quantum  ani-  „ 
majexpedit,  ipfiusetiam  corporis.  De  hoc  Sacramento  inquit  Beatus  „ 
Jacobus  Apoltoius  cap.  5.  Infirmatur  quis  in  ì^obìsi  inducat  Tresbyteros  „ 
Ecclefi<e->  &  orent  [uper  eum ,  ungenteseumoleo  in  nomine  Domini:  O-ora- 
tiofid/ifdvabitinjirmum,  &allepiabh  eum  Dominus:  0'fttnpeccat;isfif, 
dimittentur  et, 

Sextum  Sacramentum  eft  Ordinis,  cujus  materia  eft  illud,  per  cujus 
traditionem  confertur  Ordo,  ficut  Presbyteratus  traditur  per  calicis 
cum  vino,  &  patena:  cum  pane  porredionem;  Diaconatus  vero  per  libri 
Evangeliorumdationem;  Subdiaconatus  vero  per  calicis  vacui  cumpa-  .. 
tena  vacua  fuperimpofita  traditionem;  &  fimiliter  de  aliis  per  rerum  ad  ,j 
minirteriaiiiapertmentium  aftignationem .  Forma  Sacerdotis  eft  talis: 
Recipe  poteftatem  ofjerendi  Sacrificium  mEcclefìapro  fivis,  c^  mortuis  m 
nomine  Vatris y  &  Filli y  &  Spiritus  Sanati  &  fic  de  aliorum  Ordinum 
A  "J*^*  prout  in  Pontificali  Romano  late  continetur.  Ordinarius  Mini- 
iter hii)us  Sacramenti  eftEpiftropus;  efFeduseft  auementumgratia:,  ut 
quis  fitidoneus  Chriftì  minifter . 

Septimum  Sacramentum  eft  Matrimoni!,  quod  eft  fignum  conjun-  „ 

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Eugenio         j  ^^  Secolo  XV. 

•*■  V^»  j^  dionis Chrifti >  & Ecclefìse  feciindiìm  A|)oftoIiini  dicentem:  Sacràmen- 
„  tum  hoc  magnum  efi ,  ego  autem  dico  in  Chrijìo ,  &  Ecclefia .  Caufa  efficiens 
9,  Matrimoni ìregulariter  eft  mutuiis  confeiifus  per  verba  de  preferiti  ex- 
preflus.  Aflìgnatiir  autem  triplexbonummatrimonii,  primum  eft  pro- 
les  fiìfcipienda ,  &  educanda  ad  cultumDei,  fecundumeftfides,  quam 
unus  conjugum  alteri  fervare  debet ,  tertium  eft  indiviiibilitas  matrimo- 
niipropterhoc ,  quòdfignifìcatindivifibilemconjunóiionem  Chrifti,  & 
Ecclefììe.  Quamvis  autem  ex  caufa  fornicationis  liceat  thori  feparatio- 
nem  facete ,  non  tamen  aliud  matrimonium  contrahere  fas  eft ,  cum  ma- 
trimonii  vinculum  legitimè  contradum  perpetuum  fit . 

Sextò,  compendiofamillamfidei  regulam  per  Beatiilìmum  Athana- 
fium  editam  ipfis  pra:bemus  Oratoribus  ,  cujus  tenor  talis  eft  ;  Qui- 
cumque  -pult  fdvus  effe,  ante  omnia  opus  eft,  ut  teneat  Catholicamfidem 


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99    &C. 

„  Septimò,  decretum  iinionis  cum  Griccis  confummataepridem  in  hoc 
5,  Sacro  Ojcumenico  Concilio  Fiorentino  promulgatum,  cujus  tenor  talis 
3,  eft;  &c, 

„  Odavò ,  cum  inter  alia  fit  etiam  cum  ipfis  Armenis  difputatum ,  qui- 
i,  bus  dicbusfeftivitatesAnnuntiationisBeatse  Marine  Virginis,  Nativitatis 
3,  Beati  JoannisBaptiftse,  &  confequenter  Nativitatis ,  &  Circumcifionis 
s9  Domini  noftri  Jefu  Chrifti ,  ac  Pr^fentationis  e)iifdem  in  tempio ,  feu  Pu- 
rificationis  Beatje  Virginis  Marióe  celebrare  debeant,  fatifque  dilucidò  ve- 
ritas  patefada  fuerit  tam  Sandorum  Patrum  Teftimoniis ,  quam  confue- 
tudine  Romanie  Ecclefix,  &  omnium  aliarum  univerfaliter  apudLati- 
nos,  &Gra?cosi  neintantis  celebritatibus  difpariìt  Chriftianorum  ri- 
5,  tus,  undeperturbandsE  charitatis  occafio  poftetorid,  decernimus  taii- 
„  quam  veritati,  &  rationi  confentaneum ,  ut  juxta  totius  reliqui  orbis 
„  obfervantiam  ipfi  etiam  Armeni  feftum  Annuntiationis  Beatje  Maria? 
„  die  25.Martii,  Nativitatis  Joannis  BaptiftìB24.Junii,  Nativitatis  vero 
„  fecundum  carnem  Salvatoris  noftri  25.  Decembris  ,  Circumcifionis 
„  ejufdem  i.  Januarii  ,  Epiphania?  ^.  ejufdem  Januarii  ,  Prxfentationis 
,>  Domini  in  tempio ,  feu  Purificationis  Dei  Genitricis  2.  Februarii  de- 
„  beant  folemniter  celebrare .  „  Così  il  decreto  Eugeniano,  che  giurato, 
frovedimemo  ^  p^QteflafQ  allora  dagli  Armeni ,  fervi  di  norma,  e  regola  di  Fede  non  tan- 
^delgi'^Armeni/"  to  à quc' lontani {)opolì,  quanto  eziamdio  a  noftri,  che  daeftb  appren- 
dono un  diftinto  fimboJo,  Canone  della  Cattolica  credenza.  Confejfato 
dunque  da  elfi  il  contenuto  del  decreto,  furono  ammeflì  fra  Padri  nella 
communione,  della  Chiefa ,  ricevuti  intieramente  come  Cattolici  .  E 
perche  in  CaflFa  del  Cherfoiiefo  ritto  va  vanfi  rifugiati  dalle  invafioni  de' 
Turchi  molti  Armeni  ,  e'I  Vefcovo  Latino  di  quella  Città  haveva  pro- 
hibito  ai  Vefcovo  Armeno  di  portar  la  Mitra  Epifcopale  nelle  publiche 
funzioni  della  Chiefa,  e  di  diftribuire  con  la  elevazione  della deftra  ma- 
no il  fegno  della  Croce  a'fuoi  Armeni,  del  che  quefta  Nazione  con  op- 
portuna doglianza  haveva  reclamato  in  Fiorenza  al  Pontefice,  tolfe Eu- 
genio con  pronto  decreto  ogni  nuovo  motivo  ài  diflenzione ,  con- 
fermando al  Vefcovo  Armeno  di  Caffa  V  ufo  della  Mitra  ,  e  nei  me- 
defimo  tempo  condannando  l'Anabattefimo  ,  coftumato  dagli  Arme- 
ni ài  conferirlo,  a  chi  rinegata  la  Fede,  tornava  pentito  alla  confezione 

di  e^a. 

Ad 


Capitolo  VI.  x±l        Eugenio 

f  <«  1  Ad  perpetuam  rei  memoriam  .  „       ^  ^ ' 

■•     •"  a  EHStn.epIftJ.it. 

AdApoflolic^  dignitatis  apicem  divina  difpofitione  vocati,  ex  m- 
ciimbente  nobis  folicitudinis  officio  ,  Ecclefiariim  omnium  difcutere 
conditiones  habemus,  ut  debite  omnia  profpicientes  fìc  circa  illarum, 
&  fubjedorum  eis  populorum  falubrem  llatum  vigilanti  cura  vacemus 
quòd  fuperni  favoris  affluente  priefidio ,  amotis  omnibus,  qua:  difturbia , 
errores,  &fcandalaafFerebant, optata fufcipiant incrementa.  Sanèpoft  ,7 
conclufam  folemniter  in  fcflìone  publicapromulgatam  proximis  diebus  „ 
gloriofiflìmam  populo  Chrifliano  Armenorum  cum  Romana  Eccleiìa  „ 
unionem,  cum diledosfiliosipforum  Armenorum  Oratores,  qui  cade 
caufa  apud  nos  erant ,  diligcnter  interrogaremus  de  modis ,  qui  hadenus 
apud  eos,  &  pracfertim  in  CivitateCaphenfi,  in  qua  ipforum  magna 
multitudo convenit ,  obfervatituerunt,  aliqua ipforum relationeintelle- 
ximus ,  circa  qua:  prsefentium  tenore  debitum ,  &  conveniens  remedium 
decrevimus  adhibere .  In  primis  namque ,  cum  venerabiles  Fratres  Epi- 
fcopi  Caphenfes ,  qui  hadenus  prò  tempore  fuerunt ,  Epifcopos  Arine- 
norumtanquamfchifmaticos,  ^hEèreticosprohibuille  dicantur  deferre 
Mithraminprocelfionibusgeneralibus,  quarinipfaCivitate  tìebant,  &c 
nullo  in  loco,  nulloque  tempore  benedidione  cum  flgno  Crucis,  etiam 
ritusfui,  populo  dare  permilerint^  nosattendentes,  quòdlicètCivitas 
illaunicam,  ficut  carter^e ,  habeatDioecefim,  tamen  ipfa  Armenorum  „ 
gens  fedibuspropriis  pulfa,  ibidem  in  maximo  habitat  numero,  volu- 
mus,  &  pr^efentium  tenore  audoritate  Apoftolica  mandamus,  quòd 
Epilcopi  Armenorum ,  qui  in  futuram  prò  tempore  crune ,  in  Proceilìo- 
nibus,  &aliisquibu(cumqueadibuspublicis  Mithram,  ilcut&Caphen- 
fis  Epifcopus ,  per  didam  Cìvitatem ,  &  Dicecefim  deferre  poflìnt^  ìk  va- 
leant.  Circa  benedidionem vero,  &i]gnaculum Crucis,  eamadhiberi  „ 
modeftiam  volumus,  ut  Armenorum  Epifcopi  fuis  tantummodò  popu-  „ 
lis,  quando  eos  privatim  falutatum  ibunt,  aut  quando  obviantcs  manum  „ 
ofculabantur,  dexteraleviter  elevata  cum  figno  Crucis  bcnedidionem  ,« 
annuntient . 

Prxtereà  cum  ad  noftramperveneritnòtJtiam,  quofdam,  &inpr£e- 
dida  Civitate  Caphenli ,  Se  aliis  in  partibus  circumftantibus  ,  tantam 
habere  facrarum  Inftitutionum  ignorationem ,  ut  multos,  qui  poit  fufcep- 
tumbaptifma  i  redis  Catholic^efidei  viis  deviaverint,  &po{tmodum  „ 
rdìpifcerevelint,  iterùmbaptizent;  attendentesàjure,  &facrisCano-  „ 
nibus  omninò prohibitum efle  baptifma reiterari ,  volumus,  &audori- 
tate,  ac tenore fimilibus mandamus,  utnullus  Sacerdos  de  cjetero  fub 
excommunicationis ,  quas  ipfo  fado  incurrat ,  &  aliarum  Ecdelix  cenfu- 
rarum  poenis ,  audeat ,  vel  prcefumat  aliquem ,  cujufcumque  nationis,  & 
ritusfit,  fiveGrarcum,  fiveSclavuiti,  aut  Armenum,  aut  aliumquem- 
cumque ,  qui  femel  ritè  fuerit  baptizatus ,  aliqua  ratione ,  vel  caufa  ite- 
rum  baptizare.  Cupientes etiam,  quòd didorum Armenorum  Epifco- 
pus debicis  in  prardida  Civitate  furigatur  honoribus,  &  fubjedumfibi 
populuaivaleat  debite  cum  juftitiagubernare,  eundem  fimilibus  audo-  „ 
ritate,  &  tenore  volumus,  &  mandamus,  nullo  modo  in  judiciis,  8ccx-  „ 
tensadEcclefiafticamjurifdidionem  pertinentibus,  quantum  ad  ea  ,  „ 
qu^  fune  de  foro  Epifcoporum,  à  quoquam  ,  live  Epifcopo  Caphenli,  „ 

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Eugenio         14.%  Secolo  XV- 

^'  ■      „  fivealìaEcclefìaflica,  velfeciilariperfona,  quomodolibetimpediriifed 
„  pofTe  in  omnibus  ;,  &  per  omnia,  eamiurirdictioneminfuosArmenosjiii 
„  Ci  vitate,  &  Dioecefì  Caphenil  habentes ,  exercere ,  quam  alii  Epifcopi  in 
Comparfadeiii  »  ^^"^ Dioeccfibas  CKcrcent;  de conmetiidine,  vel  de jiire . „  Così  egli . 
jacobiti  nel  Con-     Havcva  parimente  il  Pontefice  fpedito  da  Roma  Alberto  Pvcligiofo  Mino- 
"^'''^  '  e  rita  alli  JacobitijPopoli  habitatori  dell'Egitto,!]  quali  bene  iftrutti  una  volta 

loro^ifcorfo,  e  ncf'li  atticolì  di  noftta  fede ,  havevano  poi  traviato  dalla  rettitudine  di  efll 
condone  a!  Pa-  jj^  ^^qI^^  errori  diiiemiuati  colà  dagli  Armeni ,  e  da'Greciiftcffi  ;  ondefepa- 
a  ^sn.t^^i,       ratiiì dalla Ctiiefa Romana,  furono  prerentementeinvitat'i  da  Eugenio  al- 
•  la  riunione  in  quello  Concilio  dì  Fiorenza  .  Coli  [a]  dunque  anch'egli- 
'  Ro  comparvero ,  e  Capo  della  Legazione  che  fpedì  il  loro  Patriarca ,  fu  An- 
^  drea  Abate  dei  celebre  Monafteno  di  Sant'Antonio ,  che  inchinatofi  al  Pon- 
h  ^.  ^T?  .«  ..  tefice,  così  paiìogli  in  quello  lacrimevole  ,  fano,  e  ferio  tenore;  [b] 
i44i.fl.i.  Cogrtarataltam  jyLiieftuem  tuctìn,  &  meam  humiUmem^  TaterBeatifJme, 

tantus  [iworitRr  pavoy-,  ut  fi  dliqua  erravero  in  dicendis  paucis,  primàmid 
mihi  inaidgeas i  deprecor)  rdl  cnim  aliud  quàm  ùrerkor  apprehendcre  poxcft  ho- 
minem me  :  pìilvis  cnnnfimi ,  &  cinis  coram  te  Ùeo  uìterris  verba  faciens .  Es 
ncimque  Deus  m  terra .  &Chyjfi!is ,  &  cjus  Vicarius ,  es  Tetri  fucceffor ,  &  pa- 
ter ,  Caput ,  &  DoUor  EccleftiC  nniverfalis,  cui  data  funt  clayes  claudendi ,  & 
TaradifHr^icuìcimqueyolueris,  referandi.  TWPrincepsB^gum,  &  MàXimus 
es  Magijirorum. 

Qucè  ornniaf  &  fimilia  conftderans  y  expavejco  tuam  alloqui  San5ììtatem, 
cum  maxime  ante  ocubs  mentis  proponctm  non  folum  potejìatem  tuam ,  Jed  fa- 
piemiiim  Latinorum  y  qui  in  jìudio  fapìentitS  divinar um  rerum ,  &  difciplm£ 
JefuChriJtii  quodà  principio  falutis  Fìdclium  imbiberunt ,  continuò  in  hac 
tempora  exer citati  y  eanunctenent ,  &  fentiunt,  qi^£  Beatiffimi  ^pofiolorum 
TrincipesTctrus  y  &  Paulus  iliisà  principio  tradiderunt;  qua  autem  Eccle- 
fiiC  i  hujufmodi  fapientiay  &  difctplina  aliquandoprivatXy  prima  non  tenuerunt 
fundamenta^  &  à  Bimana  Ecclefta  Maire ,  &  Magiara  [eparata  fuerunt,  eas 
permiftt  Deusgentibus  in  opprobriumy  Cìr  mfidelibus  in  rapmam ,  prout  evtden- 
tcr  cernere  datur  in  Gracis ,  &  ^rmenìs ,  &  par  iter  in  nobis  Ethiopibusjacobi- 
■  ia  u  fin  fi,  ^^'^'  pojlquam  anno  [e]  nongente  fimo  à  vobis  fuimus  feparati . 
^'^"■vf^/i^'TdJ-     Confolamurverò y  &  majìitia  nojira  fpemearationc  amplam  ajlumìmusy 


e    per' 


lacchiti  vi.ii  il  US-  ^uQij^  qui  libi  concefjit  Gracos  y  &  ^Armenos  in  Catholica  Fideiunionemlatiàs 

froro.ìf^^.'j  .    .y^^j.^^^  quique  tibi  infpiravit  y  ut  nos  per  dile&um  filium  tuum  Mbertum 

Ordinis  Minorimi  ad unioueìn  quarendam  inpitarcs,  idem  pnjjimus  Deus  nofter 

fuamnobis  elargietur  benedi6ìionem  y  uteadem  tecum  in  CatholicaDeìEccle- 

fia  jemiamusy  quod  quìdem  perficietur .  Ego  ,  ut  tu  videsy  atate  jam  gra- 

yiscdomo  fum  profe&us  ad  tuaSan6iitatis  pedes,  prajentiamqucy  fuperatis 

' terra y  ^  maris  pericuiis  ptrventuriis y  P^verendijjimi  mei  Vatriarcha  Ora- 

tory  4c  indigniffimus  Locumtenms ,  ^nemaimodtìfn conflare  videbis  inmanda- 

ti?  y  quatib)  ab  eodem  Tatriarcha  txhibeo  y  quénìadmodiìm  poter n  enarrare 

t^%m\xzò.t%\\  i^:>ij,  prater  Albertus,  qui  multa  mecum  pericuta,  muUos  fubiit  labores  prò 

auo?'  hac dlgmjjima unione  fidei  Chrijìiana.  Cosi  egli.  Con  l'Abate  Jacobitadi 

Sant'Antonio  pervennero  ancora  in  FioVènz^  gli  Ambafciadori  dcll'Impe- 

'  rader  Co  fantino  di  Ethiop'ia,  detto  communeaìente  il  Prete  Gianni  ;  e 

l'Abate  Nicodcmo,  che rapprefentava  il  Perfonaggio  principale  dell'Am- 

'bafciaria',  ai  primo  comparire  avanti  il  Pontefice,  dilungoflì  in  una  forni- 

glianteOrMonc,  che  noi  non  polliamo  trafandare  di  efporre  ancora  in 

que- 


Capitolo  VI.  14^        Eugenio 

quefte  Carte  per  inobilifentimenti,  ch'ella  in  fé  contiene ,  epcrleriguar-       ^  ^• 
devoli  eriidizioni,  di  cui  ella  fornita  può  arricchire  egualmente  la  noftra 
Hiftoria,  &  ammaeftrare  l'intendimento  di  chi  la  legge,  [a]  Omnes  ho-  a /iw.».'j. 
mines  ad  tuam  prxfentiam  interveniente^  ,  difs'egli  coìi  ftile  fuperiore  al 
concetto  barbaro,  che  noi  falfamente  habbiamo  di  quelle  genti,  'Pater  ^^J^'J^^^^^^^^ 
BeatiJJìmey  multàmtenentur,  Deo gratias  agore  j  qui  eos  feceritdignosvidere 
iute  Chrifium  etiam  in  terris,  inter  peccatores  hommes  converfantem  .  Sed 
nos  in  JEthiopianati  multis  ,  mcìgnifque  cogimur  rationibusj  qui nobis dedii 
facrnm  fidemtuamin  prxfenti  tempore  intuéri .  Trimùm  quodrieminem  crcdi- 
mns reinotiorem  ab  Orbis  parte'huc  feconferrCy  quàm  nos,  qui  non  adextre- 
mam  modo  omnibus  partem,  fed  pene  extra  ipfum  Orbem  pofitam  incolmut 
JEthiopia  regìonem. 

Secundàm ,  quia  {  [ah  a  e  iterar  um  pace  )  non  credimus  gentem  effe  aliam, 
qu^  majori  fide y  &  devotione Fspmanum  Tontificem-tfeneretur,  qu/dquidem 
experientia  apud  nos  notortum  efie  dignofcitur ,  ut  reverfuri  in  patriam  ap- 
plaufus  y  exultationejque  noftrorum  homnmm  ,  &  populi  obviam  procejjuri 
timere  cogamnr  y  quia  femper  ha^lenus  obfsrvatum  ejiy  ut  venicntium  à  Bi- 
mani Vontificis  confpe^iu  plebs ,  &  omnis  fexus  <etatis  multitudo  conforta  pe- 
des  ofculariy  &■  vejìis  partem ,  prò  reliquiis  falvandam ,  lacerare  contendat, 
linde  intelligi  potefi ,  quanta  ftt  no/ìris  homìnibus  Bimani  Tonti ficis  opinio  San- 
Clitatis . 

Tertio  loco  :  majori  excipiendum  Utitia  ,  &  jubilo  gaudium  nojìrum  ,  ■ 
quod  majus  imperium  nojìrum  y  quàm  aliud  effe  opinamury  ftquidem  l\eges 
centum  nojìro  Imperio  etiam  prxfenti  tempore  funt  fubje6ii,  &pr£ter)joc 
glorix  nojìrx pars  non  eji  minima  Regina  Saba,  qu<i  excitata  fama  Sapienti^ 
Salomonis  ita  fé  contulit  in  Jerufalem,  quemadmodum  nos  y  qui  licct  multò 
minores  jìmus  Pagina  Saba,  adtevenimusy  quies  etiam  plus quam  Salomon', 
ex  gente  ignurnoJlr.i  fuerunt  Candacis  B^egina,  &EunuchuSj  quos  Vhilippus 
Domini  nojìri  ^Apoficdus  btpw;^avity  quarum  rerum  corte  magnarum  gratia. 
tUy  qui  maximus  cs  Magnatum ,  nos  licèt  parvulos  des  libenter,  prout  confidi- 
musy  teintueri. 

Tofìremò  vero  &  rationum  pr<jefiantiffima  ,  quibus  advenife  Utamur  , 
ea  efi ,  qua  ab  ipfis  effsBibus  innotuit ,  &  mundo  palam  ejì  faBmn ,  omnes 
qui  à  tOy  &àI\omana  Ecclofta  difcejjerunty  penitus  corruifk  ;  nojira  tamen 
inter  e  a  te  ras  Ecclefias,  qua  à  pradiaa  Bimana  vidcntur  Ecclefia  roceffìffe, 
fortis  etiam  y  &  potensy  ac  libera  exifìit ,  cujus  quidem  rei  nullam  aliam 
dicent  fapiemes  caufam  exifìere  ,  quàm  quia  aliarum  Ecclefiarum  fecejfio  , 
atque  rebellio  ftùt  voluntaria;  hincque  eorum  populi  in  fervitutemy  exter- 
minìumque  funt  dati ,  nofìra  autem  intermiffio  ,  &  elongatio  à  Sede  tua  ne- 
quaquam  à  perfidia  y  aut  levitate  alia  y  fed  potius  proceffit  à  Trovinciarum 
difiantiay  &  à  pcriculis ,  qu^e  fubeunt  commeantos  ,  atque  etiam  à  Trxde- 
cefiorum  tuorum  B^omanorum  Tontificum  negligentia ,  cum  nulla  apud  nofìros 
homines  fit  memoria  vijltationisy  aut  cura  totChrijii  oviumy  quam  Tafio- 
rum  quifpiam  ante  te  voluerit  fufcipere  ;  nam  fert  opinio  nofìra  o5ltngentos 
effiuxìfie  mnos  y  ex  quo  nullus  ante  Tontifex  B^manus  nos  vel  leviy  aut  uni- 
co verbo  curaverit  falutare .  (  Ma  non  difs'egli  bene  in  quefto  particolare 
1  eloquente  Ethiopo,  e  la  di Ihnza  allegata  delle  Provincie  lo  fecero  rinve- 
nire molto  diftante  dalla  cognizione  della  Ecclefialtica  Hiftoria>  anche  in 
quelle  materie,  che  appartenevano  alla  loro  Chiefa .  Conciofiacofa  che  d 

ri  chic- 


Eugenio  j^^  Secolo  XK 

j  y  ^  richieftade'medefimìEthiopiAleflandro  [^JTerzoconcefleloroun'Orà- 
L77.J.f4T*'''''"''"  torio  in  Gieriifalemme,  lina  Chiefa  in  Jloma,  efpedìnelloro  [/>]  Inìperio 
b  %o^triu$jn  an-  un  Lcgato ,  da  cui  eglino  riceveflero  ammaeftramento  nella  Fede:  e  con- 
1^77.'^'^'""""''  fecutivamente  altri  molti  Miflipnarii  furono  colà  mandati  da  [e]  Niccolò 
c^\ayn.4nn.ii29.  Quafto ,  c da  [d]  Gìovaiini XXII.  pct  reintegrare  la  loro  unione  con  la 
d  Idem  ann.  i  J29  Chicfa  Romsna .  ) 

"■"'''  Jnhocitaque  fummalaustuay  &noflri gaudi imulmudoconfìflitj  quodtufo' 

lus ,  ac  primus  Jmperatorem  nojirum ,  ac  nojlramgentem  Catholtca  fidei ,  &  ti- 
biipft  fludeas  unire  per  veftra  Congregationìs  operam  &c.Te  aatem  inprimis 
fcrtum  reddo ,  Imperatorem  JEthiopum  nihil  in  rebus  humanis  ducere  majus  , 
nihil  affeBuofiùs  cupere ,  quàm  uniri  I\omana  Ecclejta ,  &  tuis [an^ijjimìs  fub- 
jicipedibus:  tanta  magnitudinis  apud  eum  funt  F{pmanum  nomeny  &  Latino- 
rum fides ,  quam  tecurn  Chrijius  augere ,  &  confcryare  dignetur  infeculafecuto- 
rum,  ^men.  Così  egli.  Àllaerpreflìone  de'concetti  corrifpofe  adequata- 
mente  la  efecuzione  de'fatti .  Conciofiacofache  abbracciarono  pronta- 
mente e  li  Jacobiti ,  e  gli  Ethiopi  la  Fede  ELomana ,  e  nel  ritorno  alla  Patria 
paifando  eglino  per  Roma  furono  dal  Pontefice  ammeffi  à  poter  venerare 
d'appreflb  il  Volto  Santo ,  detto  la  P'eronicay  in  San  Pietro ,  inviando  ataref- 
fetto  Hugenio  un precifo Breve  ai  Canonici  di  quella  Bafilica,  rapportato 
e  'Rayn.tim.T^',1.  dal Raynaldi  [e]  ne'fuoi  Annali. 

f^«»  I    f  Mi  la  Fede,  che  quelli  devoti  Popoli  [f]  profeflarono  in  Fiorenza,  fu 

««.1441.        poiiimiglior'opportunitàdi  tempo  lieta,  e dcfcritta in  lungo  decreto  dal 
R  H.-s  vid^  ^bui  Pontefice  Eugenio,  &  ad  efiì  tralmefla  all'Ethiopia  da  Roma ,  dove  l'anno 
'K'=yn.an.i44ut,'!i.  fiituro  fù  per  [g]  giufte  caufetrafportato  da  Fiorenza  il  Concilio.  Il  decre- 
to in  1  ungo  tenore  egli  fi  ftende ,  mi  non  è  mai  difettofamente  lungo  xtò , 
che  fempre  ci  porta  alla  cognizione  adeguata  della  Hifloria  delle  Herefie, 
chenoifcriviamo. 
h  md.na.         ^^  j/,j  Adperpetuam  rei  memoriam» 

«Ko  dcfr^pT^ii  "  Cantate  Domino,  quoniam  magnificè  fecit  &c.  Nos  igitur,  quibus  vice 
A-thiopi.  ^  „  Domini  cammifium  eftpafcereovesChriili,  ipfumAndreamAbbatem 
per  nonnullos  hujus  tam  facri  Concilii  infignesviros  fuper  articulis  fidei, 
&  Sacramentis Ècclefia? ,  &  quibufque ad  falutem  fpedantibus  diligenter 
exammarifecimus,&  tandem,  quantum  viftim  eftfore  neceirarium,expo- 
fira  eidem  Abbati  Sanala;  Romanie  Ecvlefije  fide  Catholica ,  &  per  ipfurn 
huiiìiliter  acceptata ,  hanc,  qua:  fequitur ,  veram ,  neceffariamque  dodri- 
nam  iiodiè  in  hac folemni  Sefiìone ,  facro  approbante  Oecumenico  Con- 
cilio Fiorentino ,  in  nomine  Domini  tradidimus. 

In  primis  igitur  Sacrofanfta  Romana  Ecclefia  Domini,  &  Salvatoris 
nofìri  voce fundatafirmiter credit,  profitetur,  & prsedicatunum verum 
Deumomnipotentem,  incommutabilem,  &a:ternum,Patrem,Fi1ium, 
&  Spiritr.m  Sauctum,  unum  in  eflentia,  trinum  in  perfonis,  Patrem 
ingenitum ,  Fiiium  ex  Patre  genitum ,  Spiritiim  Sanftum  ex  Patte ,  &  Fi- 
lio  procedentem  :  Patrem  non  efie  Fiiium ,  aut  Spiritum  Sanótum ,  Fiiium 
non efie Patrem,  autSpiritumSanddm,  Spiritum Sandum non  elfe Pa- 
trem, aut  Fiiium  j  fed  Pater  tantum  Pater  eft,  Filius  tantum  Filius  eft, 
Spiritus  Sanftus tantum  Spiritus  Sanctus  cfì: ,  folus  Pater  de  fubftantia 
fuagcnuitFiluim,  folus  Filius  de  fcJo  Patte  eft  genitus,  folus  Spiritus 
fi  Sandus  fimul de  Patre  proceditj  &Filio.  Hse  trcs  perfona:  funt  umis 

Deus  3 


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C^/?^?V^/t?  F/.  145        Eugenio 

Deus  ,  &  non  tres  Dii  ,  quia  trium  eft  una  fubftantia  ,  una  effencia, 
una  natura,  unadivinitas,  una  immenfitas,  una  ajtemitas,  omniaque 
funtunutn,  ubi  non  obviat  relationis  oppofitio  .  Propter  hanc  unita- 
tem  Pater  totus  eft  in  Filio,  totusin  Spiritii  Sando:  Filius  totus  eft  in 
Patre,  totus  in  Spiritu  Sando  :  Spiritus  Sandus  totus  eft  in  Patre  ,  to- 
tus in  Filio.  Nullus  alium  aut  prscedit  seternitate,  autexcedit  magni- 
tudine ,  aut  fuperat  poteftate .  y€ternum  quippe ,  &  fine  initio  eft ,  quòd 
Filius  de  Patre  extitit ,  &  jeternum ,  ac  fine  initio  eft ,  quòd  Spiritus  San- 
tìus  de  Patre,  Filioque  procedit.  Pater  quidquid  eft,  aut  habet,  non 
habetabalio,  fed  ex  fé,  &eft  principiumfine  principio.  Filius  quid- 
quid  eft,  aut  habet ,  habet  à  Patre  ,  &  eft  principium  de  principio  . 
Spiritus Sandus  quidquid  eft,  aut  habet,  habet  à  Patre  fiimil  ,  &  Fi- 
lio ;  fed  Pater  ,  &  Filius  non  funt  duo  principia  Spiritus  Sandi ,  fed 
unum  principium  i  fìcut  Pater  ,  Filius  ,  &  Spiritus  Sandus  non  funt 
tria principia  creaturse,  fed  unum  principium.  Qupfcumque  ergo  ad- 
verfa,  &  contraria  fentientes  damnat ,  reprobat ,  &  anathematizat, 
&àChrifticorpore,  quod  eft  Ecclefia  ,  alienos  effe  denuntiat .  Hinc 
damnat  Sabellium  perfonas  confundentem  ,  &:ipfarum  diftindionem 
realem  penitùs  auferentem.  Damnat  Arianos  ,  Eunomianos ,  Mace- 
donianos ,  folum  Patrem  Deum  verum  efle  dicentes ,  Filium  autem ,  & 
Spiritum  Sanòlum  in  creaturarum  ordine  collocantes .  Damnat  &  quof- 
cumque  alios  gradus ,  feu  injcqualitatem  in  Trinitate  facientes . 

Firmifllmè  credit,  profitetur,  &pr£edicat,  unum  verum  Deum  Pa- 
trem ,  &  Filium ,  &  Spiritum  Sandum  effe  omnium  vifibilium  ,  &  invifi- 
bilium  Creatorem ,  qui  quomodo  voluit ,  bonitate  fua  univerfas  tam 
fpirituales,  quàmcorporales,condidit  creaturas,  bonasquidem,  quia 
a  fummo  bono  fadcB  funt  ;  fed  mutabiles ,  quia  de  nihilo  fad^e  funt  ;  nul- 
lamquemaliafleritefre  naturam,  quia omnis natura,  in  quantum  natu- 
ra efl ,  bona  eft .  Unum ,  atque  eundem  Deum  veteris  &  novi  Teftamen- 
ti,  hoceftLegis,  &Prophetarum,  atque  Evangelii,  profitetur. audo- 
rem ,  quoniam  eodem  Spiritu  Sando  infpirante ,  utriufque  Teftamenti 
Sandi locuti funt,  quorum  libros  fufcipit ,  &veneratur,  qui  titulis  fe- 
queatibuscontinentur:  quinque  Moyfis,  ideftGenefi,  Exodo,  Leviti- 
co  ,  Numeris ,  Deuteronomio  ;  Jofue ,  Judicum ,  Ruth ,  quatuor  Regum , 
duobusParalipomenon,  Efdra,Nehemia, Tobia,  Judith,  Efther,Job, 
Pfalmis David,  Parabolis,  Ecclefiafte,  Canticis  Canticorum,  Sapien- 
tia,Ecclefiaftico,Ifaja,  Jeremia,  Baruch,  Ezechiele,  Daniele, duode- 
cim  Prophetis  minonbus ,  id  eft  Ofea ,  Joele ,  Amos ,  Abdia ,  Jona ,  Mi- 
chaea,  Nahum  ,  Habacuc,  Sophonia,  Aggceo,  Zacharia,  Malachia, 
duobus  Machabxorum  ,  quatuor  Evangeliis  Matthcci,  Marci  ,  Luca:,  „ 
Joannis,  quatuordecimEpiftolis  Pauli,  ad  Romanos,  duabus  ad  Co-  „ 
rinthios,  adGahicas,  ad  Ephefios,  ad  Philippenfes ,  duabus  adTheffa- 
lonicenfes,  adCololfenfes,  duabus  ad  Timotheum,  adTitum,  adPhi- 
lemonem,  adHcbr^os,  Petri duabus,  tnbus  Joannis,  unajacobi,  una 
Judx ,  Adibus  Apoftolorum,&  Apocalypfi  Joannis.Prceterea  xManichseo - 
rum  anatheiuatizat  infamiam  ,  qui  duo  prima  principia  pofuerunt, 
unumviiìbiluim,  aliudinvifìbilium;  Se  alium  novi  Teftamenti  Deum, 
alium  vcttns  effe  Lfeimi  dixcrunt . 

Firmiter  credit,  profitetur,  &  pr^dicat,  unam  ex  Trinitate  perfo- 
Tomo  ly.  X^  nam, 


Eugenio         jj_^  Secolo  XK 

^  *^'  „  nam ,  ve  rum  Deum ,  Dei  Filium ,  ex  Patre  genitum ,  Patri  confubflantia- 
„  lem,  &  costerniim,  in  plenitudine  temporis,  quam  divini confiliiin- 
,,  fcrutabilisaltitudodifpofuit,  propter  falutem  humani  generis,  veram 
,,  hominis,  integraanquenaturamex  immaculato  utero  MariaeVirginis  af- 
„  fumpfiile,  Sifibiinunitatemperfonas  copulaiTe  tanta  unitate,  ut  quid- 
„  quid  ibi  Dei  eft,  non  fit  ab  homine  feparatum ,  &quidquideft  hominis, 
„  non  fit  à  Deitate  divifum ,  fitque  unus ,  &  idem  indivifus ,  utraque  natura 
„  in  fuis  proprietatibus  permanente  ,  Deus  ,  &  homo  ,  Dei  Filius  ,  & 
„  hominis  Filius,  sequalis  Patri  fecundiìm  divinitatem ,  minor  Patre  fecun- 
„  dùmhumanitatem,  immortalis,  &a:ternus  ex  natura  Divinitatis,  paflì- 
„  bilis,  &  temporalis  ex  conditione  aflumptx  humanitatis .  Firmiter  credit, 
„  profitetur ,  &  prardicat  Dei  Filium  in  aflumpta  humanitate  ex  Virgine 
„  vere  natum ,  vere  paflum ,  vere  mortuum ,  &  fepultum ,  vere  ex  mortuis 
refurrexifle,  in  ccelum  afcendifle  ,  federeque  ad  dexteram  Patris  ,  & 
venturum  in  fine  fa?cuIorum  ad  vivos,  mortuofquejudicandos . 

Anathematizat  autem ,  execratur ,  &  damnat  omnem  harrefim  con- 
traria fapientem  .  Et  primo  damnat  Ebionem  ,  Cerinthum  ,  Marcio- 
nem,  Paulum  Samofatenum,  Photinum,  omnefque  fimiliter  blafphe- 
„  mantes,  qui  percipere  non  valentes  unionem  perfonalem  humanitatis 
5,  ad  Verbum ,  Jefum  Chriftum  Dpminum  noilrum  ,  verum  Deum  elle 
„  negaverunt ,  ipfum  purum  hominem  confitentes  ,  qui  divinx  gratin 
„  participatione  ma) ori ,  quam  fandiorjs  vitse  inerito  fufcepiffet ,  divi^ 
;,,  nushomodiceretur. 

5,  Anathematizat  etiam  Manichseum  cum  fedatoribus  fuis  ,  qui  Dei 
„  Filium  non  verum  Corpus,  fedphantafticumfumpfijnfefbmniantes,  hu- 
,,  manitatisinChrifì:overitatempenitusfuftulerunt:  nec  non  Valentinum 
,,  aflerentem.  Dei  Filium  nihil  de  Virgine  Matre  cepiile,  fed  Corpus  coe- 
,,  lefte  fumpfifle,  atqueitatranfifieperuterum  Virginis,  ficut  per  aqoiJE- 
„  du(Stum  defluens  aqua  tranfcurrit  i  Arium  etiam ,  qui  alferens  Corpus 
„  ex  Virgine  affumptum  anima  caruifle,  voluit  loco  animce  fuilfeDeita- 
yy  tem:  ApoUinarem  quoque,  qui  intelligens,  fi  anima  corpus  informans 
„  negetur  in  Chrilto ,  humanitatem  veram  ibidem  non  fuilie ,  folam  po- 
„  fuit  animam  fenfitivam  ,  fed  Deitatem  Verbi  vicem  rationalis  anima 

,j  tenuif fé  voluit. 

„      Anathematizat  etiam  Theodorum  Mopfueftenum,  atque  Nellorium 

„  afferentes  humanitatem  Dei  Filio  unitamene  per  gratiam,  &  ob  idduas 

„  eflein  Chrifto  perfonas,  ficut  duas  fatentur  elle  naturas,  cum  intelli- 

3,  gere  non  valerent,  unionem  humanitatis  ad  Verbum  hypoftaticam  ex- 

3,  titilfe  ,  &  proptereà  negarent  Verbi  fubfiitentiam  accepilìe  ;  nam  fé- 

cundiìm  hancblafphemiam  non  Verbum  caro  fatìumeft,  fed  Verbum 

per  gratiam  habitavit  in  carne,  hoc  eft  non  Dei  Filius  homofaclus  eft, 

fed  magis  Dei  Filius  habitavit  in  homine . 

Anathematizat  etiam ,  execratur ,  &  damnat  Eutychem  Archimandri- 
",  tam,  qui  cum  intelligeret  juxta  Neftorii  blafphemiam  ,  veritatem  in- 
„  carnationisexcludi,  &proptereàoportere,  quòd  ita  Dei  Verbo  unita 
„  eifethumanitas,  utDeitatis,  &  humanitatis  una  eflet,  eademqueper- 
„  fona  j  ac  etiam  capere  non  poffet ,  ftante  pluralitate  naturarum ,  unitatem 
„  perlonie,  ficut  Deitatis,  &  humanitatis  in  Chrifto,  unampofuitetfeper- 
»  fonam,  ita unama(feruiteflcnaturam,volens ante  unionem dualitatem 

fuifl'e 


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IV. 


Capitolo  VI.  I4«7       Eugenio 

fiiiffenaturamm,  fedinunamnatLiram  in  afTumptione  tranfiiffe,  maxi-  „ 
mablafphemia,  &  impiétate  concedens  authumanitateminDeitatem,  „ 
aut  Deitatem  in  humanitatem  eflb  convcrfam .  „ 

Anathematizac  etiam  ,  execratur  ,  &  damnat  Macadam  Antioche-  „ 
mim,  omnelqiie  fimilia  fapientes,  qui  licèt  vere  de  naturariim  dualità-  „ 
te,  &  perfon^  unitale  fentiret,  tamen  circa  Chrifti  operationes  enor-  „ 
miteraberravit,  dicens,  in  Chrifto  utriufque  natura  imam  fuilTe  ope-  „ 
rationem,  unamquevokmtatem.  Hos  omnes  cum  hserefibus  fuis  ana-  „ 
thematizat  Sacrofanda  Romana  Ecclefia,  aflirmans  in  Chrifto  duas  ef-  „ 
fé  voluntates ,  duafque  operationes .  „ 

Firmiter  credit ,  profìtetur  ,  &  docet ,  neminem  unquam  ex  viro,  „ 
foeminaque  conceptiim  ,  à  Diaboli  dominatione  fuiffe  liberatiim,  nifi  „ 
permeritiim  mediatorisDei,  &  hominiim  Jefu  Chrifti  Domini  noftri,  j, 
qui  fine  peccato  conceptus  ,  natus,  &  mortuus ,  humani  generis  ho-  „ 
ftem,  peccata  noftradelendo,  folus  Tua  morte  proftravit,  &  regni  eoe-  „ 
leftis  introitum,  qiiem  primus  homo  peccato  proprio  cum  omni  fuc-  „ 
celfioneperdiderat,  referavit,  quem  aliquandoventurum  omnia  veteris  „ 
Teftamenti  Sacra , Sacrificia ,  Sacramenta ,  Cceremoni^  prcefignarunt .      ,, 

Firmiter  credit ,  profitetur,  &  docet,  legalia  veteris  teftamenti,  feu  Mo-  „ 
faiccelegis,quxdividunturin Cseremonias, Sacra, Sacrificia,Sacramenta,  „ 
quiafignificandialicujus  futuri  gratiafuerant  in ftituta,  licèt  divino  cui-  „ 
tui illa cetate  congruerent,  lignificato  perillaDominonoftroJeluChri-  „ 
fto  advenience ,  ceiTaffe ,  &  novi  Teftamenti  Sacramenta  coepilfe;  quem-  ^, 
cumque  etiam  poft  Pafilonem  in  legalibus  fpemponentem ,  &  illis  velut 
adfaUitemneceffariisfefubdentem,  quafi  Chrifti  Fides  fine  illis  falvare 
nonpoffet,  peccare  mortaliter;  non tamen negati  Chrifti  Pafiloneuf- 
que ad promulgatum Evangelium  illa  potuifte  fervati,  dnm  tamen  ma-  „ 
ximè  ad  falutem  neceffaria  crederentur  ,  fed  poft  promulgatum  Evan- 
gelium  fine  interitu  falutis  cTtern^e  alferit  non  polle  fervari . 

Omnes  ergo  poft  illud  tempus  Circumcifionis ,  &  Sabbati ,  reliqno- 
rumque  legalium  obfervatores ,  alienos  à  Chrifti  fide  denuntiat ,  òl  falutis 
jcteruce  minime  pofleeifeparticipes,  nifi  aliqaandoabiis  erroribus  refi- 
pifcant.  Omnibus  igitur,  qui  Chriftiano  nomine  gloriantur,  pr^cipit 
omninò  quocumque  tempore ,  vel ante ,  vel  poft'baptifmum  ,  à  Circum- 
cifionecelfandum,  quoniam five  quis in eafpem  ponat,  live  non,  {mo. 
interitu  falutis  jeternse  obfervari  omninò  non  poteft.  Circa  pueros  vero 
propterpericulummortis,  quod poteft fsepè contingere,  ciìm  ipfisnon 
poliit  alio  remedio  fubveniri ,  nifi  per  Sacramentum  Baptifini ,  per  quod 
eripiuntur  a  Diaboli  dominatu,  Ù  in  Dei  filios  adoptancur,  admonet, 
non  elle  per  quadraginta ,  auto«Suaginta  dit;s,  feualiud  tempus,  juxta 
quorumdam  obfervantiam,  facrum  baptifma  diiferendum ,  ledquam- 
primiim  commodè  fieri  poteft  debere  confern,  ita  tamen  quòd  mor- 
tis  imminente  periculo  non  fine  ulla  dilatione  baptizentur,  etiam  per  „ 
Laicum,  vel  mulieremin  forma  Ecclefise  ,  \\dQ^\t  Sacerdos,  quemad-  „ 
modum  in  Decreto  Avmcnorum  pleniùs  continetur  . 

Firmiter  credit  ,   profitetur  ,   &  predicar    omnem  creaturam  Dei 
bonam ,  nihilque  rejiciendum,  quod  cum  gratiarum  adione  percipitur  , 
quiajusta  verbum  Domini,  non  quod  intrat  inos,  coinquUlat  houli-  „ 
nem:  illamqueMofaicsek^iscibonimmundorum,  &immiindorumdft-  „ 

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Eugenio  j^g  Secolo  XV. 

i  V.         ^j  ferentiam  ad  cajremonialia  afferit  pertinere  ,  qiix  fiirgente  Evangelio 
,,  tranfierunt ,  &  efficacia  elfc  deiìeriint .  Illam  etiam  Apoftolorum  prohi- 
bitionem  ab  immolatis  finiiilacrprum ,  &  fanguine ,  &  fuifocato,  dicit  illi 
tempori  congniifle ,  quòd  ex  Judaris ,  atqiie  Gentilibus ,  qui  antea  diver- 
fis  c^remoniis ,  moribiifque  vivebanc ,  furgebat Ecclefia  una ,  ut  cum  Jii- 
„  dccis  etiam  Gentiles  aliquid  communiter  obfervarent,  &  in  unum  Dei  cul- 
j^tum,  fidemque  conveniendipr^eberetur  occafio,  &  diffenfionis materia 
tolleretur,  cum  Judseis  propter  antiquam  confuetudinem  fanguis  ,  & 
fulfocatumabominabiliaviderentur,  &  efu  immolatitii  poterant  arbi- 
trari Gentiles  ad  idololatriam  redituros.  Ubi  autem  eò  ufque  propaga- 
ta eft  Chriftiana  religio,  ut  nuUus  in  ea  Jud^eus  carnalis  appareat,  fed 
omnes  ad  Eccleiìam  tranfeuntes  in  eofdem  ritus  Evangeli! ,    cieremo- 
niafque  conveniant ,  credentes  omnia  munda  mundis,  illius  Apoftoli- 
Cceprohibitioniscaufacelfante,  etiam  ceflavit  efFedus .  NuUam  itaque 
cibi  naturam  condemnandam  effe  denuntiat ,   quam  focietas  admittit 
humana,  nec  inter  animalia  difcernendum ,  per  quemcumque  five  vi- 
,„  rum,  live  mulierem,  &  quocumque  genere  mortis  intereant,  quam- 
vispro  falute  corporis,  prò  virtutis  exercitio,  prò  regulari,  &Eccle- 
fiafticadifciplinapofllnt,  &debeant  multa  non  negata  dimitti,  quiajux- 
taApoftolum,  omnialicent,  fed  non  omnia expediunt. 

Firmiter credit,  profìtetur,&pr£edicat,  nullos  intra CatholicamEc- 
clefiam  non  exiftentes,  non  foliim  Paganos ,  fed  nec  Judccos ,  aut  H^reti- 
cos ,  atque  Schiimaticos ,  xttmx  vkx  fieri  poffe  participes ,  fed  in  ignem 
sBternum  ituros ,  qui  paratus  eft  Diabolo ,  &  Angelis  ejus ,  nifi  ante  finem 
vitx  eidem  fuerint  aggregati  -,  tantumque  valere  Ecclefiaftici  corporis 
unitatem  ,  ut  folum  in  ea  manentibus  ad  falutem  Ecclefiaftica  Sacra- 
menta proficiant,  &jejunia,  eleemofyn^,  ac  caetera  pietatis  ofHcia, 
&  exercitia  militile  Chriftiance  premia  eterna  partnriant ,  neminemque , 
quantafcumque  eleemofynas  fecerit ,  &  fi  prò  Chrifti  nomine  fangui- 
nemetfuderit,  poffefalvari,  nifi  mCatholiciE  Ecclefia  gremio,  &  uni- 
tate  permanferit. 

Ampleditur  autem ,  approbat ,  &  fufcipit  fandam  Niccenam  Syno- 
dum  trecentorum  decem  &  odo  Patrum  ,  temporibus  Beatiffimi  Sii- 
veflri  Prardecefforis  noftri ,  &  Magni  Conftantini  piilfimiPrincipis  con- 
gregatam,  in  quaimpiah^erefis  Ariana  cumfuo  Audore  damnata  eft, 
!<c  definitum  eft,  Filium  Deo  Patri  effe  confubftantialem  ,  &  coseter- 


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Ampleditur  etiam  j,  &  approbat,  &  fufcipit  Sandam  Con  ftantinqpo- 
litanam  centum  quinquaginta  Patrum  Beatifiìmi  Damafi  Pr^edecefibris 
noftri,  &  Theodofiifenioris  tempore  convocatam,  quse  ipfum  Mace- 
doniianathematizaviterrorem,  quiSpiritumSandum  non  Deum,  fed 
creaturam  alferebat  ;  quod  damnat ,  damnat ,  quod  approbat ,  ap- 
probat, &  per  omnia  vult ibidem  definita,  &ill^fa,  &  inviolata  fublì- 
ftere . 

Ampleditur  etiam ,  approbat ,  &  fufcipit  fandam  primam  Ephefinam 
Synodum  ducentorum  Patrum ,  qux  tertia  eft  in  ordine  univerfalium  Sy- 
nodorumfub  Beatifiìmo  Cceleftino  Prxdeceffore  noftro,  &Theodorio 
juniore  convocatam ,  in  qua  impii  Neftorii  eft  damnata  blafphemia,  diUi- 
nitamciue  eft  Domini  aoitn  Tefu  Chrifti  veri  Dei ,  ^c  veri  hominis  uoam 

effe 


Capitolo  VI.  149        Eugenio 

effeperfonatn,  Se  Beatam  Mariani  femper  Virginem  non  foliim  Chri-  „  ^^  ' 
ftotocon ,  fed  etiam  Theotocon  ,  hoc  eft  non  tantum  hominis ,  fed  „ 
Dei  GeiiitricemabomniEcclefiapriedicandam.  Damnat  autem ,  ana- 
thematizat,  &refpuitimpiamfeaindam  Ephefinam  Synodum  fub  bea- 
ti fTimo  Leone  prsdeceflbrenoftro,  &  prsefato  Principe  congregatam , 
in  qua Diofcorus  Alexandrinus  AnciftesEutychis  h^refiarchae  defenfor, 
&  Sandi  Flaviani  Conftantinopolitani  Pontificis  impius  perfecutor 
execrandam  illam  Synodum  ad  approbationem  Eutychiana:  impietatis 
arte,  &: minis attraxit .  „ 

Ampledituretiam,  approbat,  &  fufcipit  Sandam  Chalcedonenfem  „ 
Synodum  quartam  in  ordine  univerfalium  Synodorum ,  fexcentoriim ,  &: 
tngintaPatriim ,  temporibus  prìpfati  Beatifliimi  Leonis  Prsedeceflbris  no- 
ftri,  &  Marciani  Principis  celebratam ,  in  qua  hserefìs  Eutychiana  ciim 
fuo  auótore  Eutyche ,  &  Diofcoro  defenfore  damnata  eft  :  &diifinitimi 
eft ,  Domimim  noftrum  Jefum  Chriftum  efle  vernm  Deum ,  &  verum  ho 
mincm,  &  in  una,  eademque  perfona  divinam,  hiimanamque  naturas 
integras,  mviolatas,  incorruptas,  inconfufas,  diftindafque  manfiire, 
hnmanitate  agente  quae  hominis  funt ,  &  deitate  qii^  Dei  :  quos  damnat, 
damnatos  habet ,  quos  approbat,  approbatos. 

Ampleditur  etiam,  approbat,  &  fufcipit fandam  quintam  Synodum 
fecundam  ConftantinopoUtanam  tempore  beatililmi  Vigilii  Prcedecef- 
foris  noftri,  &  Juftini^i  Principis  celebratam ,  in  qua  Sacri  Chalce- 
donenfis  Concini  definitiodeduabus  naturis,  &  una  perfona  Chrifti  re- 
novataeft,  multiqueOrigenis  errores,fuorumquefequacium,  prsefer-  „ 
timdeDsmonum,  aliorumquedamnatorumpoenitentia,  &hberatione  „ 
reprobati ,  atque  damnati  funt ,  Am.pleditur  etiam ,  approbat,  &  fufcipit 
fandam  tertiam  Conftantinopohtanam  Synodum  centum,  &  quinqua- 
ginta  Patrum ,  cjuce  fexta  eft  in  ordme  univerfah'um  Synodorum ,  tempo- 
ribus Beatiifimi  Agathonis  Prsedecefibris  noftri,  &  Conftantini Quarti 
hujusnominis  Principis  congregatam,  in  qua  Macarii  Antiocheni,  & 
fedatorumhrerefiscondemnataeft,  Scdillìnitumeil:,  in  Domino  noftro 
Jefu  Chrifto  duas  efle  perfedas ,  integrafque  naturas ,  &  duas  operatio- 
nes,  duas  etiam  voluntates,  licèt  eflet  una,  eademque  perfona  ,  cui 
iitriufque  naturse  competerent  adiones ,  deitate  agente  qua?  Dei  funt ,  & 
humanitate,  quje  hominis  funt.  Ampleditur  etiam ,  v€neratur,&  fufci- 
pit omnes  alias  univerfales  Synodos  audoritate  Romani  Pontificis  legi- 
timè  congregatas ,  accelebratas,  &confirmatas,  &  prjefertim  hanc  fan- 
dam Florentinam ,  in  qua  inter  alia  Gracco  rum ,  &  Armenorum  fandiflì- 
ma  unio  confummata  eft ,  &  multac  circa  utramque  unionem  faluberri- 
mc-Ediitìnitionesedit^efunt,  proutin  Decretis  defuper  promul^atis  ple- 
niùscontinetur,  quorum tenor in huncmodum  fequitur.,,  Qiiindireci-  „ 
tavanfi,  &efponevanfi  ordinatamente  H  due  Decreti  Eugeniani,  l'uno  prò 
Gracìs,  V  altro  prò  ^rmenis ,  quali  noi  habbiamo  di  fopra  deferirti  \  e  perche 
in  e(ìi  nulla  dicevafi  della  formola  delle  parole  della  Confecrazione,  e  della 
difficoltà  altre  volte  efpofta  delle  quarte  nozze,  così  foggiungevafi.  „  Ve-  „ 
rum ,  quia  in  fuprafcripto  Decreto  Armenorum  non  eft  explicata  for- 
ma ycrborum,  quibus  in  confecratione  Corporis  ,  &  Sanguinis  Do- 
mini  Sacrofanda  Romana  Ecciefia ,  Apoftolorum  dodrina ,  &  audorita- 
te hrmata  ,  femper  uu  confueverat ,  illam  prsefentibus  duximus  infe- 
Tomoiy,  K    3  ren- 


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Eugenio         j^q  Secolo  XF. 

^  »  ^  '■  „  rendam.  In  cónfecrationeCorporisDominihacutitur  forma verborum: 
M  Hoc  ejì  enm  Corpus  meum-,  Sanguinisverò:  Hit-  eji  enim  Calìx  Sanguinìs 
,)  meii  novi  &  MemiTejlamenti'.mylieriumjìdeh  qui  prò  vobis  &  prò  multis  ef- 
„  fundeturin  remijjìonempeccatorum .  Paiiis  vero  triticeus  ,in  quo  Sacramen- 
,)  tiim  conficimr ,  an  eo  die ,  an  anted  co&m  fit ,  nihil  omnmò  refert  ;  dum- 
9,  modo  enim  panis  fiibitantia  maneat ,  nuUatenùs  dnbitandum  eft,  quin 
n  poftpr^fata  verba  confecrationisCorporis  à  Sacerdote  e  uni  intentione 
„  conficiendi  prolata,  mox  in  verum  Chrifti  Corpus  tranfubftantietur . 
A  Quoniam  per  nonnullos  afleritur  ,  quarcas  nuptias  tamquam  con- 
«  demtiacas  refpuere  i  ne  peccatum ,  ubi  non  eft ,  elle  putetur ,  cum  fecun- 
y,  dimiApoO:olum,mortuo  viro,  mnlierfitabejuskge folata,  &nubendi 
>,  ciii\Tdt,  in  Domino  habeatfacultatem,  nec  diftinguat  mortuo  primo , 
„  velfecundo,  veltertioj  declaramus  nonfohìm  fecundas,  fedtertias, 
„  &  quartas  ,  at<jue  iilteriores  ,  11  aliquod  canonicum  impedimentum 
»  nonobftat,  licite  contraili  pofle;  commendatiores  tamen  dicimus,  fi 
„  ultenùs  à  conjugio  abftinentes,  in  caftitate  permanferint,  quia  ficut 
„  viduitati virginitatem ,  ita  nuptiiscaftamviduitatem,  laude,  ac  meri- 
Terminei  del  „  to  prxferendam  efìe  cenfemus .  „  Così  il  Pontefice  :  e  con  qliefte  gran 
Concilio.  decifioni,  Theologici  Libelli,  e  forti  iftrnzzioni  in  beneficio  di  tutto  Tarn- 

pio  giro  del  Mondo  terminoUl  il  Concilio  intimato  prima  inBafilea,  e 
quindi  trasferito  a  Ferrara,  poi  a  Fiorenza,  e  finalmente  in  Roma,  Con- 
cilio pieno  di  grandi  azzioni,  e  perciò  ricolmo  per  il  Pontefice  d'infinite 
agitazioni,  cioè  di  tante,  quante  meritar  poteva  lariduzzione,  e  la  riu- 
nione dì  un'  intiero  Mondo  alla  Fede .  Onde  riman  fempre  grande  nelle  Hi- 
fìorie  lafama,  e'inome  di  Eugenio  Quarto ,  che  non  mai  abbattuto  dalle 
contradizioni ,  feppe.non  folamentefofìenerle  òppofizioni  degli  amici,  ma 
refpingere  quelle  ancora  de'  nemici . 

E  contradizioni  continue  gli  partorì  il  Conciliabolo  di  Bafilea ,  chia 
a  s.io.cafìflrJc  mato da  S.Gio:  Capiftrano  [a]  Bafilifcorum  Spelmca,  il  quale  benché  ri 
Fap^  ,&  Conci',  dotto  afctte  Vefcovi , pochi  Abati,  e  i  rimanenti  femplici  Sacerdoti , nulla 
auaoritatepar.i.  ^jn^gno  hcbbc  ardimento  di  alzat  le  comacontro  il  Pontefice,  circondato 
Proieguimento  da  uu  ConciHo  cotanto  numerofo,  e  maeftofo  ,  qual  era  il  Fiorentino 
del  Conciliabolo  defcritto ,  ccon  efecrabìlcefempio  frapporre  accufc,  iiitimat  caftighi ,  m- 
ma^.^Vcórfo^'di  colpat  di  Hercfic ,  e  finalmente  fpogliar  del  Pontificato  il  vero  Vicario  di 
eflo.  Chrifto  Eugenio ,  opponendogli  con  dolorofofcifma  Amedeo  Duca  di  Sa- 

voia, che  dall'Eremitaggio,  in  cui  egli  viveva,  quella  icelerata  Conven- 
ticola follevò  al  Trono  con  la  infelicità  del  nome  di  Felice  Quinto ,  Recò 
queft'  atto  cotant'horrore  al  Mondo ,  che  fé  neinhorridirono  gì'  ifteffi  Au- 
tori i  e  il  Rè  ifteifo  di  Francia  Carlo  Settimo,  che  prima  havevamoftrato 
di  achcrire  ai  Bafileenfi,  rivolto  apinfaggiarifoluzione  il  penfiere,  fpedì 
al  Pontefice  Eugenio  ima  fontuofa  Legazione ,  òi  cui  fii  capo ,  e  condot- 
\"T^'Ka'^^^'*^"*^  tiere  il  VefcovodiMeaux,  dal  quale  infigne  foggetto  noi  habbiamo  [^] 
il'^i.>uVo.'&  r"q.  quella  chiara,  e  fchietta  confezione,  ch'egli  fa  in  nome  di  tutta  laChic^ 
toi%"u*t''v'ldni  ^^  Gallicana  della  peteftà  del  Papa  fopra  il  Concilio:  onde  il  medefimo 
noftro^.'TtZpVg.  Amcdco  difingannato,  e  refo  certo  della  fraudolenza  de'fediziofi,  e  de- 
^c's.  ^ntonin       l'^^^^to  czìamdio  da'  pili  faiiiofi  Perfonaggi ,  fra  quali  l' Abate  Panormita* 
tit. 21. capi' iò!'pà-  no,  che  [e]  rinunciogli  il  Cappello  Pfeudo-Cardinalizio ,  di  cui  egli  1^ 
ragr.^.  haveva  proveduto,  &  Alfonzo  TotaftoVefcovoAbulenfe,  chehumiliof- 

fiad  Eugenio,  egli  ritornò  all'efferdi  prima,  aflbggettandofi  i.  Niccolò 

Quinto 


Capitolo  VI.  151         Eugenio 

Quinto  Siicceffore  di  Eugenio ,  e  ritornando  alla  beatitudine  di  quella  vita ,       ^  ^  ' 
eh'  egli  haveva  lafciata , 

Dalle  quali  cofe,  che  veniam  purhoradi  dire,  noi  non  poflìamo  ba-  j/roirnd"^re""- 
ftantemente  maravigliarci  dell'alta  previdenza  di  Dio  nel  regolamento,  làmemodciufiu 
efaltazione,  edifefadellaruaChiefa,  oppugnatanelmedefimo  tempo  da  ehkia. 
Fedeli  nel  Conciliabolo  di  Bafilea  ,  e  fortenuta  da'Scifmatici  ridotti  alla 
Fede  nel  Concilio  fiorentino  j  onde  appariva  infieme  la  potenza,  e  l'at- 
tenzione di  quello,  [<«]  Qutfaclt  concordiaminfublimibHSy  e  che  non  mai  aMij. 
permette  contro  la  nave  della  iuaChiefa  cotanta  agitazione  di  mare,  eh" 
ella  pericoli,  e  non  vengafempreailiftita da  quella  gran  protezione,  con 
CUI  nelle  narrate  difcordie  feppe,  e  potè  provederla  di  fantililmi  Perfo- 
naggi,  ediprofondiflimi  Dottori  >  quali  furono  S.  Lorenzo  Giuftiniano  , 
S.Antonino,  S. Vincenzo Ferrerio,  S. Bernardino,  S. Niccolò  Alberga- 
to, S.GiordaCapiftrano,  S.Francefca,  S.  Coletta,  e  S.Liduina,  li  Car- 
dinali infigni  in  dottrina  Beflarione,  Turrecremata ,  Niccolò  di  Cufa,  & 
altri  molti,  che  ò  co' miracoli ,  ò  co' ferirti  talmente  comprovarono  la 
luperiorità de' Pontefici fopra il  Concilio,  [6]«/-,  diceunnioderno,  fag-  ^  CAtd.  sfondrat 

eio ,  &  eminente  fcrittore,  meritò  Sanftorum/e'Wff  «f  w  h<:sc  dici  debeat  ,ftcut  in  i^eg^n  sacerdo- 
te .      _     ••    •  tia  fui/  ficlo  nomine 

aueracontruriaVoìmcoram*  e Js^nU  Lombardi 

Ma  dal  Concilio  Fiorentino,  dal  Conciliabolo  di  Bafilea,  e  da  unAme-  /'^•i'^e'^''-?''^^^;. 
deo  Scifmatico,  palliamo  ad  un  Amedeo  [e]  Heretico,  che  diHemina-  Amc'deo'^Miiane- 
va  Herefie  nel  Milanefe ,  come  il  primo  fofteneva  lo  fcifma  nel  Savojardo .  ^^  • 
Di  lui  fi  si  più  torto  la  perverfità,  che  la  perverfione,  e  ókeCi,  che  dall'  *^  '"^""*  ^^^  ' 
Arkhmetica,  ch'egliinfegnava  in  Milano,  foUevandofi  alle  fpeculazioni 
Theologiche,  confondeiìe  numeri,  e  dottrina,  e  in  pochi  numeri  re- 
flringelfe  errori  innumerabili .  Quali  eglino  fofiero ,  Ci  tacciono  da'  Scrit- 
tori, che  fol  annotano,  effer  egli  flato  più  volte  potentemente  ripiglia- 
to da  S.  Bernardino  nelle  fue  prediche,  e  finalmente  efecraro  da' Eugenio 
[d]  ne' fuoi Decreti:  fra  quali  citafi  da! [e]  Raynaldi  quello  parimente,  ^  ..  /;^y^ 

con  cui  quefto  Pontefice  riprovò,  e  con  nuova  condanna  anathematizzò  pa^r.^^l  '  ' . 
alcuni  rinovatori  della  dottrina  di  [f]  Gio:   Poliaco  circa  il  Miniitro  '«  "t^^j"- '«"«•H47. 
della  Confellìone  Sacramentale  1,  li  quali  agli  antichi  errori  aggiungendo  iTeduii'onùf.di 
nuovi foiìfmi,  foftenevano ,  [^]  ^mbiguum^  ac  mimmè  explaratitm  efìe ,  oi»:xxn.tom.ì^ 
an  valeret  Sacra  Confeffio  apud  Sacerdotes  religiofos  pera6i^;  proinde  cum  id,  g'l4pJdi{aj.iùìd. 
quod  dubiHmeft,  (tt  in  tanta  re  pratermittendi4m,  deyincire  ft  lethali  noxa,  g^i  aUn  ì  nno- 
quialiiy  quàm  Tarocho ,  cnmìnapatefaceret  y  iiravtterque  delinquere  relmo-  v^  ond  giierro- 
jos  viros  y   qui  hac  de  re  pnvuegta  a  Sede  ^pojtolica  eliccrent  ,  panterque 
To/itifjcem  ,  qui  concederei ,  peccare .  Mi  di  propoiìzioni  oppolle  alla  ri- 
ferita ,  lunga  farragine  ne  riferifce  nella  fua  [  h  1  Hiitoria  de'  Concilii  Aso-  ^    ,     „    .  . 
Itmo  Patricio  ,  condaniiate  pure  allora  da'Padricon  la  cenfura  di  faljc,  inmiucmc  u.'.a- 
&  erronee  ,  che  noi  ordinatamente  ,  e  compendiofamente  riferiamo  iìn  '""■/'";  &Fiorm. 
al  numero  di  fette    Trimay  Tarochianinontenmtur  de  pire  y  Dominicis  die-  """'■'^^*  . 
bus  y  &  folemntbus  ,  Mijfas  in  propriis  Ecclefiis  Tarocblilibus  audire  ,  fed 
ubi  prò  fua  devotione  rnaluerint  ,  praetermifjis  fuis  Tarochiis  :  ncque  b£c  li- 
bertas  ipfis  adimipotefi  à  Synodalibus  Conjtitutionibus .  Secmday  Varotbiani 
futs  Curatis  illis  diebus  non  tenentitr  ad  oblationem  faciendam  ^  fedtn  volutila- 
te  dantisefiy  cmvclityoblationemfacere.  Tenia  y  obnox:usqiiai?iscaitj}i ,  ut 
Miftascelebraricuretprovivis  y  &  defungi s  y  non  jatisfacit  debito  fuo  y  fi  per 
Cnvatum  Sacerdotem  id  fieri  curetì  quoniam  ratione  Bcneficii  adidefl  obiiga- 

K     4  tus. 


Eugenio         j^^  Secolo    XV. 

^^*         tus .  Quarta,  decimarumfolutìo,  etjtdcpraceptoftt,  non  tamende  pr<£ceptQ 
efl ,  ciiifitfohenda:  liberumigitm  eft  omnibus,  cui  velini  easfolvcret  -pclm 
opera  pietatis  prò  arbitrio  impendere .  Quinta,  morientes  inhabitu,  &profef- 
pone  Crdinis  Minor um ,  ultra  annum,  poenas  Vurgatorii  non  patiuntur ,  quo- 
niam  B.Francifcus  ex  divino  privilegio  quotannis  ad  Turgatorium  defcendit , 
Trofefiorefque  omnes  fui  Ordmis  ad  Coelum  fecum  deducit  .   Sexta  ,  Fratres 
Mendicante!  ,   etiam  non  priefentati  Ordinariis  ,   omnium  Confeffiones  audire 
pojjunt:  &  quiapud  eos  funi  confefji,  non  tenentur  etiam  jemel  in  a  mio  confi- 
teri  proprio  Sacerdoti,  necpctere  confitendiveniam ,  Septima,  Epijcopi  Dia:ce- 
fani,  etiam  in  fuis Synodis ,  nonpofiuntfìbt  refervare  abjfolutiones  alìquorum  cri- 
mìnum,  pneter cajusin]ure expreffos . 
JheoPaimierfr"      Màgli  errori  dì  tré  infigni  Perfonaggi  furono  in  qneftaetà,  e  piiifcan- 
dalofi  per  fama  di  Autori ,  e  più  ftrepitolì  per  oppofizione  di  contradittori . 
Mattheo  Palmieri  Fiorentino,  AHbnfo  Tortato  Spagnuolo ,  e  Lorenzo  Val- 
la Romano ,  fi  reputarono  tré  foggetti ,  che  illuftrarono  il  Pontificato  di  Eu- 
genio con  parecchi  ferirti ,  chi  m  ornamento ,  e  chi  in  foiì;egno  delia  Reli- 
gione Cattolica ,  ma  con  quella  folita  difgrazia  di  chi  molto  fcrive ,  che  al- 
cuna volta  ò  mal  fcrive  per  impegno ,  ò  mal  s' impegna  nello  fcrivere .  Il  Pal- 
mieri fcrittor' di  quattro  libri  rf^j^/^iZc/W/i,  di  uno  de  bello  Tifano,  econti- 
nuator*  della  Chronica  di  Profpero  per  mille  anni ,  cioè  dall'  anno  449.  fin 
all'  anno  144P.  forprefo  da  eflro  Poetico ,  e  non  volendo  rivocare,  &  abiu- 
rare alcune  propoiìzioniArriane,  ch'eglihaveva  inferite  in  un' Poema  Ita- 
fi  Tnti,,&  Gente.  Iìutìo  da  efTo  compoito  fopra  la  creazione  degli  Angeli ,  dicefi  ,[a]  che  con- 
inchron.An>t.i449.  datinato  foffe  vivo  alle  fiamme .  Trithcmio,  eGenebrardo  ne  rapportano 
b  Phi/.  Berremo.,  cf^guic^la^^ntenza .  Ma  [  6  ]  FiUppo  di  Bergamo ,  chenedefcrivelavita,  e 
ttim  fuppitm?Td  Raffaelle  [  e  ]  Volaterraiio ne'commentarii  Urbani ,  e  [</]  Ugolino  Verino 
Ti'Ji^l^';      ;•/  nella  fua  Fiorenza  illujìrata ,  ne  pretermettono  il  fucceflb ,  &  un  di  eflì ,  cioè 
2i.row?,.iv^^«.  ilVolaterrano,  dice  del  Palmieri,  Maxima  rerum  cognttione,  ac  prudentia 
^ii^mù/r^FÌ'o^'en  "^^^^^^^  '  &(^dextremamfene6ÌHtemperveniffe',  &  un' altro,  cioè  il  Verino 
tu ,      '    "'"*  '  fuo  Concittadino ,  e  Coetaneo ,  del  medefimo  cantò  : 
Tu  quoque,  T?almeri,  quamquam  te  ceperiterror 
Spirituum ,  haud  parvo  tamen  es  celebrandus  honore . 
Onde  avvenne,  che  non  ricevuta  dal  commune  degli  eruditi  raflferzione 
dei  due  Chronifti  Trithemio ,  e  Genebrardo,  rimanga  fra  li  Letterati  più 
verifimileil  parere  di  Paolo  Giovio»  che  attefta  non  l'Autore,  ma  bru- 
B    ,    ,   .    .  eiato  il  libro  del  Palmieri  y  { e]  Tahncrii Librum ,  cum  de  divinis  perperam 
tìifl.  incaute  loqHensin*Arian£Harejisfufpicionetìs  incidijkt,  ex  Tbeologorum  fen- 

tentia  damnatum ,  crematumque  efie  .  Così  egli . 

Ma  r  errore ,  di  cui  fu  imputato  AUonfo  Toilato ,  richiede  maggior' at- 
tenzione, e  nella  informazione  dell'  i*iutore,  e  nella  diftinzione  della  Dottri- 
E  di  Aifonfo  To-  "^  •  Alfoufo  Tolìiato  Spagnuolo  forti  dalla  natura  cotanta  habilità  per  l' ap- 
ftaco .  prendimento  delle  fcienze ,  che  in  età  di  22.  anni  terminonne  il  corfo  di  tut- 

te nellaUniverfità  di  Salamanca ,  con  divenirne  non  fol  Maeflro ,  e  Dotto- 
re, ma  Maeftro,  e  Dottore  così  indefellò  nell'  iniegnamento  di  efie ,  che  ne* 
dieciotto  anni ,  eh'  egli  fopraviife ,  oltre  all'  afiìftenza  della  Chiefa  di  Avila , 
alcui  Vefcovado  fu  promofio,  e  per  la  cui  denominazione  egli  dicefi  1* 
Abulenfe ,  oltre  alii  grandi  afirari  del  Concilio  di  Bafilea ,  al  quale  interven- 
ne ,  &c  oltre  air  impiego  delle  prime  cariche ,  eh'  egli  foltenne  nel  Regno  ài 
Spagna ,  fcrilFe ,  e  compofe  ventiquattro  copiofi Tomiin efplicazione del- 
la Sa- 


Capitolo  Vi.  153       EUGENIO 

laSacraScrittura,  e'I vigefimo quinto  continente  diverfi  opufcoli,  perlo-    ^^  ^*^^    .^ 
che  fu  egli  chiamato  da  un  moderno  Autore,  [a]  legendiy  docendi,  fcn-lifl^Eccifflc\s.c. 
bendique Uboribus indefefìus y  acpropè  adamantinus,  [/>]  e,  quod  magis  eji  '•"'^-J'    .  r^-^ 
admirandum,  foggiunge  il  Bellarmino,  tanta  fcrìpfijje  brevìfjìmo  tempore,  eJ.  "'''       '''' 
cumnonvixeriti  nifi  amos  quadragima:  onde  meritevolmente  con  quello 
JBpitafìo  fiì  feppellito  nella  lua  Chiefa  di  Avila  : 

Rie  jiuporejì  mundi  y  qui  [cibile  difcmit  omne  » 
Hor  egli  dunque  nel  palVaggio  da  Fiorenza  à  Roma  di  Papa  Eugenio  per 
Siena ,  nelle  conclufioni ,  che  foftenne  per  due  giorni  in  gran  congrellb  ài 
Prelati ,  quella  propofizione  erronea  proferì ,  Licèt  nullum  peccatum  cu- 
jnfcumque  conditionis ,  dr  prò  quocumque  flatu  irremijfibile  fit ,  àpoena  tamen, 
autà  culpa  Deus  non  abfohity  nec  aliquis  abfolvere  potefl  Sacerdos,  Fùperef- 
la  egli  accufato  al  Tribunale  del  Pontefice ,  al  quale  incontanente  ancora  il 
Toìlato  efibl  una  pronta  ò  apologia,  òfpiegazione  in  tenore  così  degno  , 
emagiftrale,  che  ftì  più  lodevole,  &  utile  la  fcufa,  chebiafimevole,efcan- 
dalofo  l'errore  :  ed  ecco  le  parole  del  fupplichevole  Libello  ,  eh'  egli  ai 
piedi  produfle  del  Pontefice . 

^d  [  e  ]  Tapam  Eugenìum  .  e  ^i^he,,.  toja* 

Beatifjìme  Tater  :  Tridie  exercitandi  ingenii  caufa  ,  ficut  aeteris  fcho- 
lafticis  yiris  folitum  efi ,  in  hac  Sacra  Curia  SanSlitati  vejir£  quafdarn  con- 
clujìonss  fchola/iicè,  <& difputativè  tenui,  nihil  ex  meipfo  determinare ,  aut 
reprobare  intendens ,  nifi  quod  Sacrofan^ìa  Bimana  Ecclefia  ,  &  Sanhitas 
yeflra  determinant  j  &  reprobanti  bocenim  fempermtbt  propofitum  fuit,  & 
efi,  &  ego  nunquam  intendo  recedere  à  veritate  doClrma  Sanala  I\pman^ 
Ecclefu,  &  San6iitatisveflray  &"  omnia  mea  di6ìa  femper  Hit,  &  San6li- 
tati  -ìfejìra  fubmift^  &  femper  [ubmifja  efie  volo  ,  qualttercumque  contitigat 
me  loqm.  Quidam  tamen  condufionum  mearum  vifcn  funt  aliqmbus  non  fa- 
tis  confonare  do&rin<£  communi  Do&orum.  Trima  erat,  quòd  peccatimi  prò 
nullo  fiat uirremijjibile  efi;  in  qua  ego  nonvolui  fentire,  quòd  peccatum  in' in- 
ferno, vel  pofl  banc  vitam  dimitteretur  aliquibus  ;  fed  fentio,  quòd  nullum  pec- 
catum mortale  poteftdimittibomini,  nifi  invita,  fìcut  tota  tenet  Ecclefta.  Sei 
accepnllum  terminum ,  irremiflìbile,  firi^è  ,fcilicet,  quòdlicct  peccatum  ani- 
mai exuta  extra  vitamnunquam  dimittatur ,  tamen  non  repugnat  ex  condittone 
peccati  fecundàm  fé  pojje  rem  itti ,  licèt  repugnet  ex  habitudme  anim<ii ,  qus 
jamejiob/iinata,  &  etiam  repugnet  ex  ordmatione  Dei  j  qui  difpofuit  non  con- 
currere  ad  caufandum  a£ium  contritionts  cum  animabus  pofitis  extra  corpus  .Si 
tamenpofjetefk,  quòd  anima  exijientes  in  inferno  vere  dolerent  de  peccato  fuo  , 
fcilicet  in  quantum  offender unt De um ,  per  illudremitteretur  eispeccatum,  &  (ìg 
non  ejl  adhuc  peccatum  illud  fecundùmfe  irremijfibile,  licèt  certum  efi ,  quòd  nun- 
quam remittetur  ;  &  talesmodi loquendi  recipmntur  apud  omnes viros fcholafti- 
cos ,  qualis  ego  fui ,  dijputando  ijia . 

Mia  particula  conclufionis  hujus  erat,  fcilicet:  o€  pana  ,   aut  à  culpa  ' 

Deus  non  abfohit ,  nec  aliquis  Sacerdos  abfolvere  potejì .  In  qua  non  inten- 
di, nec  nunc  non  intendo  negare  poteflatem  Dei ,  nec  Sacerdotum  in  abfol- 
vendo ,  quia  alias  me  oporteret  concedere ,  quòd  omnes  homines ,  qui  femel pec- 
ca fjem,  nuUam  pofient  babere  remijjìoncm  peccatorum  ,  &  quòd  perirent 
aternaliter,  quod  tamen  ego  riegabam,  &  nego  femper -,  fed  ego  concedo  ,  & 

con- 


Eugenio        j^^  Secolo  XV. 

concejji  femper ,  quòd  Deus potefi  abfolvere  ab  omnibus peccatis .  Vapactiam 
potejìabfolvere  ab  omnibus peccatis,  c5*  poteftdare  plenariam  indulgentiam  , 
liberando  hominem  à  tota  p cena  Turgatorii,  fcilicet  [adendo  ,  quòd  non  ye- 
niat  in  illam,  etiam  fi  multa  peccata  commiferit  i  &  hoc  eji ,  quòd  Tapa. 
bahet  cla-pemliberam  fupertotumthefaurum  Eccleft^:  conceffi  enim,  &  con- 
cedo y  quòd  Sacerdotes  minore s  poflunt  abfolvere  à  peccatis  ■»  &po/}unt  tollera 
■pirtute  clavium  quandam  partem  pceme  Vurgatorii ,  ad  quam  peccator  pofi 
contritionem  ,  &  confeffionem  mambat  obligatus  j  dtxi  tamen  ,  quòd  Deus 
nonabfolvebat  à  paenay  autdculpa,  nec  aliquis  Sacerdos,  quia  accepiijium 
terminum,  a.bCohcre,jìri6iiffimcyó^ilìumterminum,  poenam,  &  culpam 
ftri&iljimè,  di/iinguendo  pcenam ,  &  culpam  à  reatu ,  idefi  obligatione  ;  dr 
iflomodo  dicebam,  quòd  Deus y  -pel Sacerdos  ri6lè  fumenéì  abjolvit  à  reattt 
pana ,  &■  non  àpoena  ifed  quantum  ad  realitatem  idem  efi  utrumqiie . 

Ts^ec  ego  concedo ,  nec  credo  y  minorem  efìe  potejtatem  Dei ,  nec  auBori- 
tatem  Det,  ci'"  Ecclefi^e  m  abfohendoy  quàm  credìderit  ufque  bue  aliquis 
Do6ìordeCatholicJS  i  cujus  do5irina  communiter  teneatm  ,  &  etiam  bene  con- 
cedo ijìas  propofttiones,  quas  ipft  dicunt  ,  fciHeet  :  Deus  abfolvit  à  culpa  : 
Deus  abfolvit  à  pcena:  etiam  Sacerdos  abfolvit  à  pcena;  &  omnes  jìmilts 
propofttionesin  fenfu,  in  quo  ipfi  accipiunt,  non  difìinguendo  panam  ,  & 
culpam  à  reatu  omnibus  modis ,  quibus  ego  difiinxi  .  Si  tamen  accipiatur 
firiUifjimèy  jtcut  ego  accepi ,  debet  concedi y  quòd  abfolvitur  quisà  reatu  foloy 
C^  nona  posnay  nec à culpa;  fed  pcena  tollitur  ablato  reatu y  five  auferend» 
reaturn  ,  &  ijìe  modus  loquendi  convenit  vjris  fcholajìicis  y  ad  quos  conve- 
fiit  flnéèloquideterminis  .  E  fiegiie,  H<£c  funtj  Tater  Beatijfime  j  qua  in 
pradi5ìis  fenfi,  &  fentto  :  nec  tamen  intendo  deviare  in  aliquo  a  do6ìrina 
San6l^  Bimana  Ecclefia ,  &  SanEiitatis  vejine  ,  qu£  fi  illud  tenet  ,  illud 
egoteneo:  ft  hoc  tenet  y  ijiud  ego  profiteor  .  Sed  in  omnibus  determinai ioniy 
^  correzioni  San&itatìsvefìra  y  c!^  Sancite  Romana  Ecclefìa  tam  in  fenten- 
tiay  quàm  in  verbis  me  fubmifiy  &  fubmitto,  à  qua  nunquam  intendo  de- 
viare y  ficutnechucufque  atiquando  f ponte  deviavi;  nec  eti.im  intendi  pr^ju- 
dkare  veritati  y  aut  doBrinx  ,  vel  au6loritati  quommcumque  melius  fen- 
ttentium:  (ed omnia  falva pace  fidei,  &veritatis  diUa  firn.  Così  egli  ò  in 
emenda,  ò  in  dilucidazione  della  fiia  riferita  allerzione. 

Non  così  però  Lorenzo  Valla ,  il  quale  al  falò  nervo  ,  non  già  delle 

vaiu'  canomco  ragioni,  mù  delle  battiture ,,  volle  reo  dichiararfi ,  e  profeifar  rabiurade" 

'^'S-Gfo^  in  £-ac^»fuoi  errori  ►  Era  egli  d'illuftrefangue  nativo  di  Roma,  addetto  al  fervizio 

della  ChiefaLateranenfe in  qualità honorifìcadiCanonico,  e  verfatonegii 

ftudii  con  un  mirto  tale  mal  coltivato  di  erudizione  facra ,  e  profana ,  che  m 

niiìiuia di  efle riportando  il  pregio  di  Grande,  in  ambedue  egl'  incontrò 

Cenfori ,  ripigliato  nella  profana  dal  Poggio ,  e  nella  facra  dagl'Inquifitori,. 

che  ritrovarono  ne'fuoi  Libri  feminata  ,  e  fparfa  lunga  farragine  di  non 

difpregievoli  errori.  Enumerane  molti  il  fopracitato  Poggio  Bracciohni  , 

a  Po  lu       H\  Secretario  di  Memoriali  di  due  Pontefici  Eugenio  Quarto  ,  e  Niccolò 

^•« S'^l/z4wV  Qiìinto ,.  e  contradittore  acerrimo  del  Valla  :  [4]  Boetium,  óicciWo^- 

gio  del  Valla, /<cp/«y<?rg«/t,  tum  maxime  in  eadefinitione,  cumait:  Perfona 

eitincommutabilis  natura?  individua  fubftantia  :  e  fiegue:  ^rguit  proc^ix 

bellua  tanta  pertinacia y  ut  in  bareftm  f£pius  tncurrat  .  I^efcio  fiudio  detra- 

hendiy  an  mentis  vttioy  in  hxrefim  ,  inquam  ,   manifeflam  dilabitur  ;   nam 

ajìerere  perfonam,  ficut  bejlialis  prxfumptio  fcribic ,  non  effe  magisinDeo  , 

quàm 


Capitolo  VI.  155        Eugenio 

quàm  in  bruto  animali  ,  manifejìa  efl  harefis,  i;^  igne,  non  -fierbis-,  cafii-       ■*•  ^* 
ganda .  Dicit  prjeterea ,  perfonam  fignificare  ^ualitatem  ,  rem  omnibus  in- 
"auditim  ■>  Infuper  perfonam  afìeverat  efie  qualitatem  m  Deo  ,  neejHe  fignifi- 
care  fubjlantiam  ,  quod  hxreticum  efl  .  Item  ftmiii  harefi  ait  triplicem  qua- 
litatem in  Deo  effe,  cumnequequalitas^  ncque  quantità!  y  ncque  quid  eorum  , 
qii^vocantpradicamentaj  in  Deo  fu.  Tluribus  quoque  in  locts  ea  fcribit  de 
perfonat  quomodoin  Deo  fit,  ut  millusunquam  hareticus  majora  ,  ac  perni- 
ciofiorain  fidedixerit.  Quindi  il  [a]  Poggio  foggiunge,  che  ripigliato  il  a  idem  invea.z. 
Valla  di  cemerarietd  dal  Panormitano ,  perch'egli  mal  dicefle  di  S.Girola- 
mo, eiefueparoleponeffe  al  pari  in  autorità  di  quelle  della  Sacra  Scrit- 
tura, rirpondeiTe  arrogantemente  il  Valla,  Haì>er  cfio  che  dire  anche  di 
Chrijlo;  echeinhorriditodiunatanta  beftemnnia,  quindi  dalla  diluipre- 
fenza  fi  dipartiiredifpettofamente  il  Panormitano,  dicendo,  "Convoleremo 
trattare  con  una  befiia:  e  finalmente  con  odiofa  ricordanza  della  herefia  di 
Gioviniano  rapporta  il  Poggio  del  Valla,  ch'egli  riprovafle  la  verginità; 
onde  di  lui  fiegue  adire,  [b]  ISlpn  in  una  re  tantum  y  neque  uno  in  crimine  ^  idtmibid. 
convincer is  h^ereticus ,  &  imptus  efìe ,  fed  in  primo  libro ,  quem  De  vero  bono 
fcrip(tfìii  verba  quidem  facrilega,  &  fcelerata  nimiàm  ,  qu^  à  me  referen- 
tury  ijìapofuiftfy  inquisenim.  Ego  vero  inde  quanta  libertate,  aclicentia 
refpondeam,  ficftatuo:  quifquisVirginesSandimoniales  primus invenir, 
abominandum,  atqueinultimasterras  exterminandum  morem  in  Civita- 
tem  induxilTe ,  licèt  nomen  Religionis  imponat ,  qu^  potiùs eft  fuperflitio  , 
licèt  has  Virgines ,  Sandimonialefqueappellent.  Etpaulòpoflais:  Meliùs 
merenturfcorta,  &proftibu!a  de  genere  humano,quàm  Sanftimoniales, 
&  contincntes:  Et  deinde  fubdis  :  Nolo  aliquid  ccntumcliofius  loqui  in 
homines,  quifacerdotiamuliebria  in  honore  habent:  hoc  dixerim:  Qui 
hiEclaudant,  autinfanos  effe,  aut  pauperes,  aut  avàros.  Hac  tua  fannia 
proftfjio^  h£ctu.i  religioni^  opimo,  hac  confeffio  habetur  .  0  deterior  Jovi- 
nianol  òvirgimtatiskojìisl  ò  pudoris  cxpugnator  ì  Tutaris  Jententiam  Epicu- 
ri:  fit  hoc  vit4!tu£  tejiimomum:  e  fiegue  :  Cognofcetur  hoc  uno  infani  ho- 
minis eximia  religio ,  qui  fé  omnium  dotirinarum  prmcipem  fcribit,  &  illis 
prifcis  viris  do^iffìmts  comparandum.  Così  il  Poggio  del  Valla  .  Ma  il 
Valla portatofià Napoli,  e  facendo  quivi  pompa  di  quefti  fuoi  heretici 
brutali  fentimenti,  caduto  nelle  mani  degl'Inquifitori  Cattolici,  tanto  fol 
non  arfs  vivo  nel  fuoco ,  quanto  che  fi  paternamente  condonato  il  reo  alla 
pietàdelRèAlfonfo di  Aragona,  che  contentoill  di  farlo  publicamente 
abiurare,  e  in  pena  de'commefli delitti  batter  su  le  fpalle  co'flagelli  den- 
tro il  Convento  de'Domenicani:  [e]  Qué^dam  T^eapoli,  conchiude  il  ?og-  e  iùidt»> 
gio,  non  fenfit  folum  y  fcd  publicè  ajfcruit ,  in  quibus  deprehendatur  hxre- 
ticuimanifefius:  res  ad  Inquifitorem  defertur.  Capnur  Valla  y  caufam  perfi- 
dia in  vinculìs  dixit,  damnatur  prò  haretico  ,  decernitur  illi  pcenay  homo 
profanus  P^gis  beneficio  ignis  fuppicìo  liberatury  ea  tamen  conditione  ,  ut 
puhlicèabeo  prolata  cum  revocaffet ,  &  damnaffet,  fcopis  crimen  lueret  :  e 
fiegue  :  Xfquit  negare,  cum  tefies  adfìnt ,  &  chirographum  damnationis  . 
Cosi  egli.  E  ben  può  dirfi  del  Valla,  [d]  yir^^atua,  &  baculus  tuus  ipja  j  p/^/ij 
rnecmfolatafunt;  conciofiacofach'egli  ravveduto,  e  compunto  de  fuoi 
trafcorfi errori,  lafciò poi  vive  teftimonianze  della  fua  retta  Fede,  nel-  e  u.re„t.  v^iu 
la  orazione,  ch'egli  recitò  ad  Eugenio  Quarto,  contro  il  quale  havevail  ['y^f- ^dEu^en. 
Valla  adherito  al  Conciliabolo  de'Bafileenfi  :  [  e  ]  Sunt,  qui  [cripta  mea  Z\ntTf.t7Z' 

q,UA- 


Eugenio         j^^  Secolo  XK 

^  ^*  qujedaniy  di  fs  egli  perorando  al  Pontefice,  apudte  conantur  incejjere,  qu£ 
quidem.  Beati fjime  Tater,  partim  data  funt  confilns  quorundam  hominuntf 
partim  prxceptis,  partim  glorile  cupiditati ,  partim  confuetudini  dijputandi , 
in  quibus  ita  me  fruì  benevolentìa  tua  Itceat ,  ut  nunquam  ncque  tua ,  neque 
tui  fimilium  majeftati ,  atque  au5ìoritati  derogare  propofttum  fìt  ^  ac  fi  quid 
retra^atione  opus  cjì  ,  &  quaft  ablutione  ,  tibi  me  nudumoffero:  Tu  qua 
tua  ahluendi  poteflas  eft,  ifia  aqua  profluentt  à  Tetra,  qua  efi  Chrijius  , 
ablues .  *An  ignurem ,  me  unum  effe  tuarum  ovium ,  quas  foles  in  lavacro  re- 
mijfionis  abluerCi  unumque  eorum,  qui  in  narigio,  cui  tu  praftdes  ,  navi- 
gante ^naeteriseòi  quo  curfum  dirigi  jubes,  remìgantibus  ego  unmincon- 
trnniim  remigarem  ?  cum  etiam  fufpenfum  tenere  remum  ftt  reprehenden- 
dm?.  EgovJròy  Tater  San&iffime  ,  fi  tibi  forte,  aut  in adverjumremigafie, 
aut  d  remigando  cejjafie  ,  yifus  fum  ,  id  affignandum  efi  magnitudini  tempe- 
ftatisy  uù  etiam  f ci entijjimi nauta,  acpraftantiffimigubcrnatores  perturban- 
tur,  &  inopes confilii  fiunt,  nedum  nos  remiges,  quibus  adverfus  mfeftas  , 
inverfafque  undas  efl  obluElandum  ,  ubi  quo  tendas  ,  ubi  declines ,  tncertum 
efi ,  &  in  ipfo  conatu  inter  fé  remi  non  modo  implrcantur,  fed  etiam  fapè 
franguntur.  Satisffi  fic,  quòd  fi  quis  in  hac  confufione  rerum  admifit  ali- 
quid  errati,  veniam  petit,  in  officio  deinceps  futurum  fé  efìe  promittat,  & 
fuperiorem  -pel  culpam  ,  rei  negligentiam  compenfare  in  pofìerum  indu- 
firia ,  &  obfervantia  velit  :  ac  nefcio  an  magis  dominos  agnofcant ,  atque 
ardcntiàs  ament  a ,  quibus  poena  remifìaefì,  quàm[quibus  opus  reminone  non 
fuit.  Cosili  contrito  Valla,  nel  cui  fepolcro  dentro  la  Bafilica  Lateranen- 
feqaefto  degno  Epitafioritrovavafiimpreflb,  avanti  il  nviovo  rifarcimen- 
to,  che  di  effa  fece  Innocenzo  Decimo  : 
9  In  libra  i  cui  ti-  l^aurens  [a]  Falla  jacet.  Bimana  gloria  lingua: 
^flTncéfcr^Tcfti  Trimusenimdocuit,  qua  decet  arte ,  loqui. 

par"  2/ T/.  Terza  Ma il  corfo  della HiftoHa ,  che  habbiam  voluto  mantenere  unita  ne'rac- 
f,ei  Lat  frano  f"'  coptide'defctitti  CoucìIìì,  e  nella  relazione  degli  accennati  errori,  ci  hi 
Figura  del  nome  forzofamcnte divertiti,  e  come  forzati  à  riporre  nel  fine  del  Pontificato  dì 
^i'au'df  maievo  Eugenio  Quatto  ciò ,  che  chronologicamenteripor  fi  doveva  nel  principio 
li ,  e  foftenuta  d^  dj  eilo  .  E  qucfti  fi  è  uua  flrcpitofa  contefa  fopra  la  figura  del  nome  di  Gie- 
liena'"e^'tiÌ'"pon!  SII,  perla  CUI  intcUigenza convicu  ritrarre  alquanto  indietro  il  noftro  di- 
tefiri  Romani,  fcorfo .  Iliiome di  (?/^53! ,  chciu liiigua HcbraicafignificaS^/ì^^^rore ,  anche 
e  tddphiiip.i.  avanti  che  Giesù  nafceffe ,  fiì  annunziato  [b]  da'Spiriti  Celefti  venerabile  , 
efacro  à  tutto  il  mondo .  San  Paolo  [e]  n'eftefela  venerazione  fin'all'Jn- 
a  Matth-.  ferno,  e  predicollo  agli  huomini  adorabile,  ^  agli  Angeli.  In  virtù  di  e  ilo 
€^a.i9.  fin  dalla  nafcenteChiefa  fugarono  non  folamente  gli  Apoftoli  [d]  da'cor- 

fs.Ej'.phMr.io.  pJQ^efniii)emoiiii,màgl'iikm[e]Hebrei,egrifteffiInfedelii/jmifcreden- 
B  Grfs.Turon.  de  ti  opcratono  cofe  forpr^ndenti,  e  miracolofe .  La  converfione  alla  Fede  del- 
gefiis  Fr-mcii^.z.  ]a  Frauciadevefi  alla  efficsciadi  qucfto  uome ,  che  invocato  [g]  daClocio- 
**^°'  veopofeinfugacon  prodigiofo  avvenimento  l'Hfercito  finallora  vincito- 

re degli  Alemanni;  e  chi  enumerar  ne  voleffe  li  miracoli,  gli  converrebbe 
teflerneunaHil^oria,  che  farebbe  un  miracolo  fràleHillorie.  Ondeadin- 
viene ,  che  cotanto  religiofamente,  &  humilmente  da  tutti  li  Chriibani  egli 
fempre  s'implori ,  e  fi  benedica ,  che  oramai  la  prima  voce  di  chi  nafce ,  e  1* 
ultima  di  chi  muore,  altra  non  fi  è,  che  quel  diviniflìmo  nome,  che  ai 
putti  il  primo  s'impara,  e  dai  trapananti  l'ultimo  s'invoca,  come  primo  , 
uca'f'r!'ìs!!  '^'"''  ^  ultimo  fiato  della  vita  :  anzi  come  vita  iftelìà  ,quo,[h]  dice  S.Bernardo, 

mi 


Capitolo  VI.  i^ij       Eugenio 

nìlcÀnitur  [uàvius,  nilàuditur jucundius ,  nilcogitaturdulcìus:  quippèmeleji       '•^' 
more,  in  aure  melos  y  in  corde  jubilus:  adcujus  lumen,  nubiliimomne  di ffugit, 
reditferenum  ;  [a]  onde  leggefi ,  che  richiefto  S.  Ignazio  Martire  dagl'Idola-  ^,  ^j'*"'^'.^  '"*;'* 
tri  di  rinegare  il  nome  di  Giesù ,  eflb  nfpondefle  non  poter  ciò  fare ,  perche  rh  f"""     '*"^' 
havevaloincifonelcnore:  ed  in  fatti  nel  cuore  portavalo  allora,  quando 
doppo  la  morte  in  ogni  particella  di  effo  fuvi  ritrovato  incifo  quel  bel  no- 
me .  II  primo,  che  pa(rafle[^]  dall'adorazione  del  nome  di  Giesù  all'adora-  ^  ^^  ,,^^  ^^  ,,„y, 
zionedellafiguradel  nome  di  Giesù,  fùS.Bernardino  diSiena,  che  ne  fece  ^'/^««'»   hifl^r. 
imprimere  nelle  tabelle  le  Imagini ,  epropofelealla  venerazione  del  popò-  ^'«"^•''^•J^-'- 
Io,  edivulgoUepel  Chriftianeilmo ,  con  rimproveri  prima  contro  cotal 
nuova  invenzione ,  e  con  accufe  eziandio  ne'Tribunali  della  Fede ,  mi  con 
eterni  applaufipofcia  di  così  facrofanto  ritrovamento,  che  prima  da  lui  , 
e  dai  Frati  Minori ,  e  col  progrefib  del  tempo  dai  figli,  e  Religioli  di  Sant' 
Ignazio  di  Lojola,  ampliato  pe'l  mondo,  ha  refoegual  decoro,  e  pregio 
al  nome  degl'Iftitutori ,  e  alla  Religione  ài  Giesù  Chrifto .  Godeva  il  Santo 
d'interno  giubilo  nel  proferir  cosìToave  voce,  e  fpeflb  ufcendogli  da  boc- 
ca nelle  concioni,  e  ne'difcorfi,  venne  poi  ad  efprimerne  la  figura  nella 
congiuntura,  che  fiam  pur  bora  per  Soggiungere .  Su  le  [e]  fcale  di  S.Pe-  e  vv^d.  ^«.5243. 
tronio  di  Bologna  predicando  un  giorno  il  Santo  vigorofamente  al  popò-  "-4. 
lo  contro  l'ufo ,  e'I  giuoco  delle  carte ,  al  quale  era  già  da  gran  tempo  incli- 
natiflima  quella  Città ,  tutti  mofll ,  e  commofll  da  interno ,  &  intenfo  pen- 
timento, à  gara  portarono  àS.Bernardnioquegl'iftrumenti  della  loro  per- 
dizione, econfufi,  e  pentiti  avanti  li  piedi  del  Santo  gittarono  non  tanto  un 
cumulo  immenfo  di  carte  da  giuoco,  quanto  al  Santo  elpofero,  &  Dio  il 
loro  Inabile  proponimento  di  non  mai  più  ricadere  in  fomigliante  peccato  . 
Arfe  il  Santo  quegli  merchi  miferabili  del  Demonio ,  e  formata  una  catafta 
di  carte,  &  accefogiifotto  il  fuoco,  dalla  medefima  Piazza  [d]  ài  S.  Pe-  J  JiVi$.  diuag. 
tronio  mandonnc  al  Cielo  il  fumo  in  facrificio  à  Dio  del  commun  penti-  •^'*  ''^^'' 
mento.  Mààniifun  più  difpiacque  quello  commun  pentimento,  che  all' 
Artefice  fabricatore ,  e  pittore  delle  carte,  il  quale  privo  della  fua,  allora 
abominata  mercanzia,  corfe  dolente  al  Santo,  edefpoftogliilcafo,  Mtr 
arte,  Tadre,  piangendo  dille,  non  ho  imparata,  che  il  dipinger  le  carte:  fé 
diqueflemi  privi,  privi  me  di  vita,  e  di  [oficntamentohonejio  la  mia  derelit- 
ta famiglia.  Si  nefcts  aliud  pmgere  ,  rifpofegli  incontanente  con  allegra 
faccia  San  Bernardino,  hanc  imaginem  pinge,  nec  te  omninò  pigebit  ;  &'iti 
così  dire  dato  di  piglio  à  una  tavoletta  ,  quivi  egli  in  tondo  giro  formò  il 
Sole  con  fuoi  raggi ,  &  in  mezzo  di  elio ,  come  Sole  più  bello ,  il  nome  ài 
Giesù  con  quelle  allora  inufitate  note  IHS.  Ubbidì  prontamente  il  fortu- 
nato mercante  di  Gicsù ,  e  tanti  furono  in  un  tratto  gli  avventori ,  e  concor- 
renti alla  compra  della  nuova  merce,  che  ne  divenne  in  bteve  ricco  con 
preziofo  lucro  di  mercanzia  egualmente,  e  di  divozione.  Hor  ài  quefte 
tabelle  con  l'impronto  del  nome  di  Giesù  fervilfifempre  pofcia  il  Santo  in 
inculcamentoa'popoli  di  devozione,  e  predicando  per  la  Italia,  nel  fine 
della  conclone  efponevane  [e]  fempreuna  dal  Pergamo  alpopolo,  che '■^^'"^•''«•*4J7.".i 
genuflellbadoravala,  come  impronto  di  Divinità  j  e  dilatandofene  quindi 
13  devozione,  d  viddero  in  breve  Oratorii,  e  Capelle  dedicate  al  nome 
di  Giesù,  ein  Volterra  [/]  annotavafene  una  governata,  e  retta  da  una  e  Boiund^,sc  i.n. 
Confraternita,  chedicevafi  la  Compagnia  di  Giesù,  ò  eretta  allora  la  pri-  ",;;,V"!/1'^"'"' 
ma,  volta  fotto  tal  nome  ,   ò  rinnovata  dall'  antica  ,  che  dicefi  fondata  '^S'". 

da 


Eugenio  j  ;-  g  Secolo  X  V. 

H  da  S.Domenico.  Come  che  l'Italia  ritrovavafì  allora  infetta  da  qiisl- 
Ih'A'umìntverZ  che relìquia  d'Herefiade'Fraticelli,  quefta novità  porfe  pronta  imprelììo- 
t'f"»-  nedifofpettoaibnoni,  e  molto  valfeàfollevari  cattivi  ad  im a  ape^rta con- 

tradizione contro  il  Santo ,  al  quale ,  com'è  (olito ,  non  mancavano  emoli, 
e  beffatori  della  fnafantità.  Etant'oltre  pafsòinefll  l'arroganza,  cbecon- 
tro  lui ,  come  contro  un  Novatore ,  &  Heretico ,  portarono  formidabili  ac- 
b  Ita  B»iu»dus  cufe  al  Tribunale  ifteffo  di  Martino  Quinto,  che  reggeva  allora  il  Somma 
UvitaS.  Btrn.c.  Pontificato  di  Roma ,  dicendo,  [b'\  B^nuovarfi  per  opera  di  Fra  Bernardino 
m!!j7'/°''''*  ^°'  l*idolatrianelle  Chiefe con  la efpoft':^ione i  e  conUadora-T^one  di  non  mai  vedu- 
te t  e  firane  tabelle ,  in  ciii  fcorgevafì  incifo  il  SolCi  e  in  meT^'^o  di  efjó  note 
ftrane  di  magici  caratteri,  &  ine  ante  fimi.  Martino  vigilante  ad  ogni  nuo- 
vo moto  di  Religione ,  chiamò  à  Roma  il  prefunto  reo ,  e  brufcamente  ac- 
coltolo, minacciogli,  ogni  qualunque  volta  fi  rinvenifie  veraTaccufa,  ccn- 
fure,  e  precetti,  abolizion  di  tabelle,  e  pronti  interdetti,  tanquam  temer  a- 
c  vvai.  an^i4:7.  rio  [c]  Ecclejtafia 3  comefcrivel'Hiftorico,  novaque  Hareftsmagiflro.  E 
**•  vennefi  prontamente  ancora  all'efame,  &  al  proceffo  .  Moki  The-òlogi 

Domenicani,  &  Eremitani  di  S.AgoItino  furono  trafcelti  alla  Inquifizione 
de'fatti ,  detti ,  e  fcritti  di  S.Bernardino ,  &  al  contrario  molti  Minoriti  ac- 
corfero  à  foftener  la  innocenza ,  e  fra  eflì  il  condotti  ere  di  tutti  fu  S.  Gio.  di 
Capiftrano ,  terrore  allora  degli  Heretici  nelle  parti  della  Germania ,  e  del- 
d  H!c  vid.  vvad.  la  Italia  ,  edefterminatorede'Fraticelli,  contro  i  quali  ben  cinque  volte  da 
*nn'.' 1^26.  »4jc\  diverfi  Pontefici  era  ftato  dichiarato  Inquifitore,  e[rf]  Giudice.  Portofli 
f4ji.i447.H4»-    egli  allora  dall'Aquila,  overitrovavafi,  à  Roma,  &  all'entrar  della  por- 
ta, inalzata  fopra  lunga  Kafìa  una  dipinta  Tabella  col  nome  ài  Giesii  ,  ii> 
oltroiil  per  mezzo  della  Città  fin  al  Vaticano ,  luogo  ftabiliro  alla  difinizio- 
ne della  fentenza,  e  dove  giunfe  in  quel  giorno  appunto ,  in  cui  n'era  ftabi- 
litala  pronunzia .  Dietro  à  lui  affoUoffi innumerabile  popolo,  che  ben  per- 
fuafo  della  fana  Fede  di  S.Bernardino,  e  della  maligniti  de'calunniatori  , 
cantavano  laudi,  &  hitini  al  nome  di  Giesiì  ;  onde  tutte  le  ftrade  rifuonaiv 
do  comeàfefta,  fembravano  tutti  non  contradittori  nella  dottrina,  mi 
emoli  nel  gaudio ,  &  invitati  parevano,  anche  avanti  la  pugna,  al  trioi> 
fo .  Il  Papa  conimoffo  dalla  affluenza  ,  e  pietà  del  popola  differì  per  il 
Tegnente  giorno  il  confefib ,  &  intanto  die  facoltà  al  Capillrano  dì  pren- 
der le  difefe  di  Bernardino.  Ma  Bernardino  nonhaveva  bifogno  di  Avvo- 
cati in  una  Caufa  così  di  Dio,  quai'era  quella  di  Giesù,  e  tanto  ben  egli 
e  u,  vvéd,  dnv»  pcrorò  per  falvardaogni  calunnia  il  fuoSalvadore,  che  [e]  Tomifexpro^ 
***7.  bè animadverttt  omnem  accufationern  odio,  &  livore  confiatam:  quippè  nc- 

que in  vcrbis,  ncque m  jcripùs qitippiamdepn-ehenfum  ejì,  quod  à  re6lareguLt 
deviaret .  Ne  lafentenza  fermo  (fi  folo  su  la  Caufa ,  ma  ridondandone  in  lode 
dell'accufato ,  nelfeguente  giorno  chiamollo  afe  il  Pontefice,  e  con  ho- 
noranzadi  meritata  giuflizia,  ^d  fé  vocdtum  copiojì/jima  impertiit  benedi- 
6iione ,  amplamque  fccit  copiam  libere  circumquaque  pnedicandt  verbum  Dei^ 
dulcijJimHmque  némeii  Jefn  populis  ojìentandi  :  e  fuffeguendo  alli  detti  li  fat- 
f  iM^^  3.  ti  >  J^jjìt  [/]  Tentifex,  ut  in  honorem  [acratijfimi  Tslominis  publica  totius  Cleri 
fieretfupplicatio,  in fublme  eredo  Vexilla ,  depìBis  Imjus  v-ocis  charaBeribusi 
ex  quo  tempore  Tefnplorim  foribus  ^  domorum  frontibus ,  &  pojlibtis  capit  affi- 
ci, crevitqìiibiq;  um  ergafacratifjrmum  l^omen ,  tum  ergafacraiijjìmum  pr<£co^ 
.  nem  veneratìo .  E  quella  fu  rorigine,il  progrelfo ,  e'ifine  della  prima  pcrfecu- 
zione  molla  contro  ì\  Sanso  forco  il  Pontificato  di  Martino  V.  Ma  più  fiire^ 

pico- 


Capitolo  FI.  159       Eugenio 

pitofa,  e  perciò  più gloriofa per  lui,  epiùvituperofaper  gli  avverfarii,  fu  ^  ^» 
la  nuova ,  ch'effi  gli  moflero  contro  fotto  il  Pontificato ,  che  fcriviamo ,  dì 
Eu^'enioIV.  chenonfolamente  aflblvè  S.  Bernardino  dall' oppofta  calun- 
nia^ mi  condannò  i  calunniatori  con  la  obbrobriofa  cenfura  di  menzo- 
qnieri ,  e  di  nialvaggi .  Non  così  tofto  fii  morto  Martino  V.  che  riputando 
h  miferabiJi  con  la  morte  del  Giudice  morta  ancora  la  Giuftizia ,  baldanzo- 
famente  fi  fcagliarono  ài  nuovo  in  vituperio  del  Santo  ;  e  Ludovico  Pifano 
Jnquifitor  nella  Romagna  fece  radere  il  nome  di  Giesù  da  una  tabella  ef- 
poila  da  S.  Bernardino  nella  Chiefa  di  Bologna,  in  cui  vece  fece  dipingervi 
un  CrocitìlTo  ;  e  ne'medefimi  fentimenti  concorrendo  Michel  Plebano  Pro- 
motore, e  Procuratore  in  Roma  della  Fede,  feveriflimamente  procede  con- 
tro il  Santo ,  e  contro  i  di  lui  ricettatori ,  e  fautori ,  come  contro  un'hereti- 
co  dichiarato .  Quindi  egli  deputò  alla  formazione  di  nuovo  proceifo ,  &  al 
giudizio  della  Caufa  Giovanni  Cafanuova  dell'Ordine  de'Predicatori,  che 
creato  Cardinal  fecretoda  Martino  V.  era  flato  di  frefco  dichiarato  da 
Eugenio  IV.  Ma  il  rimedio  fii  più  foUecito  del  malej  poiché  effendo  fiata 
tutta  la  congiura  tramata  fuor  di  ogni  intendimento  del  Pontefice  ,  non  co- 
sì tofto  egli  rifeppela ,  che  con  un  potente  taglio ,  avocata  à  fé  la  Caufa ,  e 
nella  difcuffione  in  effa  rinvenuti  comprovatamente  fallì  li  teflimonii, 
emanò  non  tanto  una  fentenza,  quanto  un  paneeirico  à  favore ,  e  laude  di  .  ,,,  j  ., 
S.Bernar ditto  nel  tenore ,  e  forma  che  hegue .  rt.;».i43i.».j. 

c/frf  [  ^  ]  perpetuam  rei  memoriam . 

Seàis  *Apoflolic£  circumfpe£la  benignkas  nonnumquam  ea,  qu£  fubdolis, 

&  impiis  fuggefliombus  cantra  perfonas  Ecclefiafìicas  y  prdfertim  B^ligioms 

i?Qto  dicatas  y  attentata,  funty  ut  eò  libentìàsy  &  quietiùs  fedulum,  &devo' 

tura  y  ftcut  ex  debito  fitie  profiffìonis  adjirìnguntur  y  exhiberevaleant  oiltìjjìmo 

famulatum,  potioribus  indu6iarationibuSy  &  veritate  comperta  ,  revocai  , 

ac  in  ftatum  priftinum  rejiituit,  prout  rerum  y  &  temporum  qualitate  peti- 

fataidnovit  rationabiliàs  expedire,  Dudum  fiquidem  caufas  inqui/ttionis ,  ac 

demmciattonis  y  quasdileElus  filius  Michael  Tlebanus  Sanali  AdalbertiSujtdc- 

rafien.  Tragen.  Trocuratory  &  Tromotor  caufarum  fideiin  Bimana  Curia, 

movcbaty  feu  movere  intendebat  centra  dile&um  filiumBernardinumdeSenis 

Qrdinìs  Frati'um  Minorumy  dcy  &  fuper  crimine  h<er e fis,  &fupereOy  quòd 

quendam  cbaraEicrem  novum  hiijus  nommis  JefuSy  quemipfe  Bernardinus  de 

novo  adorandum  invenerat  ,  &  aliis  criminibus  ,  excefjibus  ,  temeritati- 

bus ,  &  fcandalis  ,  ut  di5lus  Michael  afìerebat  ,  in  hujufmodi  caufa  dedu- 

cendisy  necnon  ipfius  Bernardini  fautores ,  receptatoreSydogmatÌ7^toreSy  par- 

ticipesy  &  fequacesy  prafertim  in  pr^mijjis  criminales  y  tam  conjunÈiim  , 

quàmdìviftmy  cum  potejiate  fimpliciy  &  de  plano  etiam  ex  officiOy  fine  [ìrepi- 

tUy  &  figura  judicUy  jnxta  tcnorem  quarundam  Literarum  fel.  ree.  Martini 

"Papa  Qitmtim  [acro  Vradecejjoris  nofìri  Generali  Concilio  Conjiantien.  fuper 

hoc  conce ffarurriy  procedendiy  dilc&o  filio  J canni  tituli  Sanìlt  Sixtt  Tresby- 

tero  Cardinali y  audiendasy  cognofcendas  y  &  fine  debito  terminandas,  fine 

fcitu  y  &  voluntate  nofira  cornmifìas  fuifìe  reperimus .  Et  deinde ,  ficut  ac- 

ctpimusy  dtle6ius  Cardinalis  nonnullis  coram  eo  perdi&um  Michaelem  Tro- 

curatorem  tefiibus  produ&iSy  qui  minp.s  veraciter y  &  improbe  depofuermt, 

ut  afieritury  di£lum  Bernardinum  publicè,  (jr  notorie  de  pmmiffisàiffama- 

tum  exijìerey  tum  &  omncs  alios  ftngulos  fautores  ,  receptatores y  dogmati- 

\atores,  partìcipesy  &  fequaces  in  earnm  propriis  perfonis  per  fuas  certi 

teno- 


Eugenio         j^q  Secolo  XV. 

a  21.  jDsc  ni  •  tenorìsliterasy  fubanno  à  1>{atmtate  Domini  [a]  143 1.  ut  coram  fé  infra 
eccM  ni.  ^^yj.j^^y^  terminum  peremptormm  competentem  tunc  exprejìum ,  comparere  de- 
berent,  citar t  fecit,  &mandat>tt,  ac  ipje  Bernardinus  y  <&  quidam  alii  pra- 
fati  Fratres  ad  Romanam  Curiam  pr<cfatam  coram  eodem  Cardinale  literarum 
prafatarum  vigore  citati  perfonalner  extiterint ,  non  fine  eorum  gravamine, 
contumelia,  &ja£lura.  Cum  itaque  fidedignorum  tefltmoniisnobisluculenter 
innotmt,  quòd  di&us  Bernardina  habetur  y  reputatur,  &  cfibamobonefl^con- 
verfationis,  vita  laudabilis  y  &religiof<£,  &  optimi  fam<£ ,  nedum  Catholi- 
cusy  &Chriflianusfideli(fimuSy  fed  &  acerrimus ,  &  rigorofus  harefum  extir- 
pator  ,  (&  ob  ejus  integritatem  vita ,  laudabiles  verbi  Dei pr^edicationes ,  <:^  ja- 

..  lutares  bonorum  operumfru6ius ,  pr^xclanffimns  fidei  Catholica  pradicator ,  & 

infiru6ior  re6liffimus  in  omni  fere  Italia ,  &  extra  inter  c<eterosfamofos  evange- 
li^atores  Ferbi  Dei  pnefentis  atatis  probatus ,  &  notits  communiter  referatur, 
nec  unquam  fmt de  hi^erefs. crimine apudbonos  y  &gravesy  ut  proponitur y  dif- 
famatus'y  qumìmò  repertus  traditionibus  y  &  mandatis  Sacrofan^a  B^omana 
EcclefìiC  y  ejufque  SummorumTontifìcum y  Do6lorum y  &  San6lormnTatrum 
totis  viribus  inh^erere ,  ac  profiteri ,  &  predicare  quidquid  eadem  Santìa  Mater 

.'  .  .  .  Ecclefiajubet-i  &docety  nec  ab  eis  in  aliquo  deviare  y  proponatquenojirisy  & 

di&a  Eccle(t£y  ftcìit  femper  ajjolet ,  humiliter,  &  devote  praceptisy  &-juffio' 
.   \  nibus  protinus  obedire .  T^os  igitur  cupientes  eundem  Bernardmum  falutiferis 

pradicationibus  y  &  aliisdivinisobfequiiseò  liberius  intendere  s  quo  fuerit  ab 
antedi6lis  odiofts  impugnationibus  abfolutus ,  ut  ex  ejus  virtuofìs  operibus  incre- 
■  mentu m  fidei Chrifiianx ,  &  [aiutar ia  proveniant  documenta ,  pramijjìs  ,  &  aliis 

nonnullts  rationabtlibus  caufts  animum  noflrum  moventibus  ,  fiatum  cauf£ 
hujujmodihabentes  prafemibus  proexprefto,  perfuaftones ,  &  originem  >  me- 
dia y  &  fequentia  quacumque  y  &  quafcumque  alias  fuper  pramiffìs  cum  pr£- 

,.^  cedentibusaddióiamcitationem  dependentibusy  incidenttbus  y  emergentibus  , 

Cl^connexisy  caujaspendentesy  &motaSy  &  caufarum  menta  y  cum  fmt  de 
ìnajortbus  y  ad  Sedem  nojiram  immediate  fpeBantes y  &  fine  nofiro  fcitUy  ut 
fuprày  commijjadicuntur  ab  eodem  Cardinale  ad  fcrinium  noflri  pe6ioris  ,  C5" 
ad  nos  tenore  prafentium  advocantes  ,  illas  penitàs  extwguimus  ,  cafamus  , 
annullamus ,  ac  prò  extin6iisy  cajjatisy  &  annullatis  habert  volumus  ,  & 
mandamus ,  &  nibilominiis  citationem ,  &  literas  pramiffas  viribus  omnibus 
vacuamus .  Jpfumque  Bernardmum  y  &  alios  in  di6la  citatione  defcnptos  ab 
auditorio  pricfatiCardinalisabfolvimuSy  &liberamusy  &  in  priflinum  fiatum 
refiituimusy  ac  perpricfentes  decernimusreflitutoSyfiatuentes ,  utpramtfiarum 
literarum ,  &  citationis  vigore  coram  eodem  Cardinale,  aut  coram  alio  ejus  loco 
/ubrogato ,  vel  fubrogandojudice ,  pr^mifja  de  caufa  in  prafato,  aut  alio  termi-, 
noy  minime  comparere  teneatur  y  fuper  bis  omnibus  y&  fingulis,  ex  certanoflra 

e  Sul,  cf^ta  fept:  fcientia ,  &  motuproprio y  perpetuum  filcntium  [b']  imponentes  c5^c.  Cosi  egli, 

moidiuiun.i^ir-  che  la  feconila  volta  confermò  dall'alto  della  Sede  Pontifìcia  la  innocenza 
di S. Bernardino,  e  la  venerazione  al  contraftato  nome  di  Giesiì,  contro  il 
quale,  avvedendofi  il  Diavolo  delle  perdite,  che  gli  (bvraftavano  per  mez- 
zo de'ieguaci  di  S.Bernardino  nel  Serafico  lilituto,  e  della  nuova  ihfegna 
diGiesù,  ch'erger  doveva S. Ignazio  di  Lojola,  potentemente  allora  fca- 
gliofli,  per  abbattere  in fafcie  quell'inimico,  che  ingrandito  farebbe  ere- 
vincibile,  e  formidabile  à  tutte  le  potenze  dell'Inferno,  che  india 


fciuto  nivincibile ,  e  tormidabile  a  tutte  ie  potenze 
poco  tempo  fiirfero  nelle  Sette  di  Lutero ,  e  di  Calvino 


C  A- 


CAPITOLO     VII. 


16 1        Niccolò 


Niccolò  Quinto  di  Sarzana,  creato  Pontefice 

li  7.  Marzo  1447, 

£fecr abili  fatti  di  alcuni  Maghi  .  Dì^erfe  degne  operazioni 
di  queflo  Pontefice  contro  gli  Heretici.  Propoftz^ioni /.ereticali 
dedotte  da  Itbri  di  Ariflotile ,  e  loro  condanna .  DefolazSone 
dell'Imperio  Greco,prefa  di  Coflantimpoli ,  e  riflefjioni  dell' 
Autore  [opra  queflo  fucceffo  .  Affari  degli  Muffiti  in  ^ohe~ 

mta.emtracolofiarv^enimenti  in  comprovazione  della  Fede 
Cattolica.  Annotaziione  di  un  difcorfo  fatto  dal  Pontefice  ai 
Cardinali  poco  avanti  la  [uà  morte. 

Alla  dolce  adorazione  del  nome  di  Giesù  fi  oaffi  ^WharruM 
rimembranza  dell'inimico  di  Giesù    e  oè  de"^^^^^^^^^ 
vocatofpefloinquefta  età  da'Maghi  per  rende  fi  ammira- 
bilial  mondo  con  glmcantefimi,  "e  però  non  tanto™- 
J  nati,  quanto  ingannatori  del  mondo.  Chi  più  reo  fri  efii 
f  (T  ^  ^/^^  ^}  ^^^^^"^  deteftabiliflìmi  fu  uno  ,  che  per  la  fiia  oro 

fedone,  eperlafua  dottrina  efler  doveva  lo  fpecchio  delirvirt-r  r w 
ghelmoEdelinofràTheologiFrancefi  follevato  Kac^SdiMJZ    -fri 
gh  Eremiti  di  Sant'Agoltino'al  poftodi  Priore:^  QlfSa^h^  o^^^^  S^i^SS: 

lifilma Donzella,  per  ottenere  i  bramati amplefjf,  adorava  il Diavolofn  '-addino?  '' 
forma  di  Caprone ,  e  fopra  elio  aflìfo  facevafi  qua    e  laTor^r^    !f^       - 
violentemente  fpingevalo  la  fua  pafTione,  e'  Demonfo  Sd-criVri^^^^^ 
pio  fatto ,  e  il  ravvedimento  del  Mago  il  Taquerio  ?el7uò  Ì.Ze\\<^ A^f' 
fcinati,  donde  Io  traduffe  il  Del  rIo  nella  Difouifi^ln^rr^^ff^^ 

Monftrekto  nella  terza  parte  della  fua  Chron,cÌ .  eh' e^S  foTlI  Xo 
c&f  ft^rbi'deirdeS'^'è;;  ^k  ^^ ^^\^ 

Timo  ir  "•  '''"'''"•'&'""">cum ,  &  fidem  Catholkam,  Bea- 

L  tam- 


Niccolò         jg^  Secolo  XF. 

y  '       .  tamquc  yirgìnem  ,  &  Crucem  .  Tradì&us  autem  MdgìjieryocatusMagìfler 
]a^ÌTdhit"dUì4.  Cuillelmus ^deline anno  DùmmÌT^%-^.  die  12.  Menfìs  [  a]  Septembris  mCa- 
Dectmbris .         pclla  Epjfcopali  Ebroìccnfi  judicialiter  coram  judictbus  fidei  cum  lacrymis  in 
terram  proftratus  exhibuit  quandam  fchedulam  continentem  fuacommifiacon- 
tra  fìdofTi  in  di^a  h^refì  j  &■  feBa  ,  offerendopradi&isjitdicibHsabìurationem. 
Ipfaautem  fcbedulacontinebat  intercalerà ,  quòd  quando  ip fé  fu  it  introdu&us 
addi5iam  fe^am,  Diabolusajjerebat,  quòd  ìpfe  Magijler  Guillelmus  bene  pof- 
fet,  fìvelleti  augmentare  ejufdem  Damonis  dominatum  ,  pracipiendo  eidem 
Magtjìro  Guilklmopr amicare  i  quòd  e^ujmodi  fe6{a  non  erat  nifi  illu fio  y  &quòd 
hccpraidicaretadcontentandumpopulum  patri<£y  ubi  tmic  morabatur  ipfe  Ma- 
gìfter  Guillelmus.  Rune  Magijhum  GuiUelmum  ego,  qui  hac  fcripft ,  novit 
Lettera, &opcr?-  &  frequentijjìmèvidiy  antequam  e(iet  de  hoc  crimine  fufpe6lus .  Così  egli, 
rioni  dì  Niccf,  ò  Onde  prcfe  proiito  motivo  il  vigilante  Pontefice  di  ftabilire  nel  Regno  di 
/lémmiato'ri*  &  1  Fr?.acia coH ampie facoltà  lUi  nuovo  Inquifitore  contro  lefecrabile fetta 
Maghi.      '       de'Beftemmiatori,  e  de' Maghi,  eleggendo àqueft'ardua  imprel'a  Mago- 
ne Nigro  dell'Ordine  de'Precficatori ,  ai  quale  indirizzò  le  coramiflìotti ,  e 
liprivileggi,  che  fi  contengono  efprefii  nella  lettera,  che  annotiamo  nel 
margine  di  qucfto  foglio .  Di  quefta  deteftabile  razza  di  Maghi  ^\  vidde  ftra- 
h  vediiuyn.ann.  naiiientc  infetta  ìu  qùcfia  eti  l'Eutopa ,  e  certamente  forprendenti  cofe  di 
i4J7.w.28,érA^.   eilì  fi  narrano  [/>]  che  noi  volontieri  tralafciamo  òì  riferire,  defiderofi 
più  torto  di  fcrivere  la  Hiftoria  degli  Heretici  invafati  da'Demonii ,  che  de* 


Demonii. 


In  Francia  intanto  non  mancavano  humori  torbidi,  e  rifeligni  ,  che 
davano  fegno  al  dì  fuora  di  fecreto  veleno ,  ogni  qualunque  volta  chi  co- 
fiituito  da  Dio  ìw  qualità  di  fupremo  Medico ,  accorfo  non  fofle  con  pronto 
oTmonHhec'^Jr!  ^^''^edio  alla  fcgregazionc  della  parte  infetta  per  mantenere  illibata  la  pu- 
revano  in  q'^iiefta  riti  dcUa  fsua .  Nella  Borgogua  paricnence  fi  difcorreva  impunemente  di 
nefimo^  ^^""'^*  uua  dubiofa  validità  delle  Sacre  Indulgenze,  ài  fofpetta  autorità  delle  fu- 
preme  Chiavi  della  Chiefa,  edituttiociò,  che  offendere,  e  rinverfarpo- 
tevail  bel  filtema  dell'antichità,  e  il  verace  Oracolo  di  Chrifto .  Infurfe 
il  Pontefice  Niccolò  con  pronta,  e  publica  difefa  alla  machinata  oflefa  dell' 
inimico,  e  prevedendo  ò  dalla  ignoranza ,  ò  dallamaliziadique'mal  con- 
cila. j.f;-,)?.M<r.  flgiiatiTheologaflri  qualche  nuovo  germoglio  di  herefie,  [e]  Tafioralis 
'^"^''^^'  nosimpeUitEcclefiadebitumy  così  egli  fcriflb  ai  due  Vefcovi  Giovanni  di 

I  Fettera  Pnntifi  ^hialou ,  &  Autonio  di  Siou ,  &  quotidiana  omnium  Ecclejtarum  nos  angit 
cùa  èontroeflV,  follicitudo  ,  Ut  pYO  confutandis  fuperftitiofts  Catholica  B^ligiom  contrarli s 
erroribus ^poftolicx  cur<x  partes  ferventms  impendamus.  Sane,  ficut  tntel- 
leximuSi  in  nonnullis  Burgundi^  partibus  plerique  faculares ,  &  regulares 
Tresbyterivelex  imperitia,  fiveinadvertentia^  aut  Imgm  lapfu  ^  etiamnon- 
nunquamm  fermonibus  publicisad  populum  i  ac  collationibus ,  &  difputatio- 
nibus  utrimque,  &  bine  inde  habitiSj  aliqua  piarurn  aurium  offenjiva,  & 
quiC  omninò  Catholiae  fidei ,  &  illius  articulis  ,  ac  fanBorum  Vatrum ,  ó* 
Catholicorum  Do6ìorum  traditwnibus  conformia  non  junt,  c^ prafertim  in- 
dulgentiarum ,  &  remijjionum  peccaminum ,  nec  non  clavium  Ecclefi^e  ,  & 
Sacramenti  parnitentiae  materias  concernentia  affirmarunt ,  dogmatf^arunt  , 
0"  prxdicarunt ,  imde  ibi  grafia  fcandaU  fucceferunt ,  &  nifi  ^poJiolic£ 
provi fionis  remedio  jalubriter  provideatur ,  inter  fideks  ,  ac  vulgares  ,  &■ 
p&puUres  partiiifn  illarum  poterunt  b/irefes  ,  &  errores  varii  periculofiùs 
puliMlare, 


Capitolo   VII.  1^3         Niccolò 

Ts^Of  itaque,  prout  ex  fufcepta  fervitutis  aflri&i  cenfemur  officio  ,   tam        ^  * 
dtfpendiojìs  ulterioribus  illarum  progrefjìbus  felkiter  obviarc  cupientes ,  ad 
vos,  quos  T^elus  comedit:  animarum,  &  in  [aera  pagina  ejiis  Magiftrij  ac 
pr£mìflorum  ,  nec  non  aliorum  ejufdem  fidei  articulorum  veram  notìtiam, 
(jr  claram  informationem  obtinetis ,  direximus  oculos  noftra  mentis ,  frat^r- 
nitatibus  vefiris  per  ^poflolica  [cripta  mandantes,  &  mrcmiffionempccca- 
minum  vejirorum  injangentes,  quatenus  vos  (intuì,  vel  alter  ■pejlrum  in[o- 
lidurriy  focato  fidei  Inqmfttore ,  prout  idutiliàs fieri  po[fecomperietis,  &tam 
publicè  i  quàm  private,  prout id etiam congruere ,  &•  magis  opportunum[ore 
pro[pexeritis ,  pnedicandi  officittm  ,  ó*  evangeli7;andi  mintfierium  pncdiSlo- 
ruìn,  &  quorumcumque  aliorum  plenaria  extirpaùione  devote  a[sunìatis,  & 
reverenter  acceptetis ,  ac  fidelibus  ipjis  in  ei[dem  partibus  in  Ecclefìis ,  cir 
locis ,  quibus  convenientiùs  fieri  poffit,  veritatem  ,  (jr  [anas San^lorumTa- 
trum ,  &  Doóiorum  opinione!  ,  ac  traditiones  ,  prout  Sacrojan^a  I{omana 
Ecclefia  tenet,  credit,  &  fervat,  proponatis  ,  doceatis ,  publicetis,  dogma- 
tf^^etis,  &  prjedi  cetis ,  faciatifque  ,  difponatis  ,  ordinetis  ,  &  exequamini , 
prout  ipfius  fidei  corroborationi ,  ac  di6iorum  fideltum  [aiuti  vobis  vifum 
fuerit  opportunum:  [uper  quibus  omnibus  ,  &  fìngulis  vobis  plenum ,  acli- 
beram  concedimus,  tenore  pr/2[entium,  facultatem  ,  Così  il  Pontefice.  Con  ^j^^^  operazioni 
riftelTofpinto  di  fanto  zelo  egli  ordinò  [a]  all'Arcivefcovo  di  Milano,  che  liquefto  dc?']'f- 
conogni  feveritd  di  giudizio reftringelfe nelle  carceri,  difcuteiie  coi  prò-  condro ai^Heretu 
ceffi,  e  caftigaffeco'tormenti il  recidivo  [b]  Heretico  Amedeo,  che  faifi- tki, 
fìcate alciinebolle Pontificie ,  fervivafì di elTe per authenticateftimonianza  d/tfi'/" yS- 
deTiioihereticaliinfcgnamenti;  &  àSan  Giovanni  ài  Capilìrano  ,  ch'era  j-j?.  .        .^  ,. 
allora l'Apoftolo  dell' [e]  Europa  e  contro  i  Turchi,  e  contro  gliHeretici,  \l{th^iv.\'r!fine, 
qnefta  lettera  egli  fcrilfe  in  vituperio-  della  Tempre  ripullulante  fetta  de' /"'5- '5'- 
Fraticelli,  [d'I  Cum,  (ìcutex  fide dignarelationeplurimorumnobisdi[pltcen-  r^adfihnoftl'emt' 
ter  innotuit ,  in  pleri[fne  mundi  partibus  qu^edam  [e6ia  h^reticorum nefan-  yior.Hiftorichecon- 
da,  qu£  Fraticellorum  della  Opinione  nuncupatur  ,  operante  [atorc  7^170.-  TontMc7uftlni. 
ni£,  proh  dolori  eruperit,  qud  pejliferum  virus  evomens  [implices  animus  d  lìI:ì^-.  pag.17. 
[uis  tendiculis,  &"  palliatis  coloribus  [ub  prMextu  [imulata  [an5iitatis  illa-  t  Aia  kt'tera'con. 
queando  decìpit ,  illas  ^eterno  [atagem  igni  tranjmittcre  conjumendas  ,   ....  troii  Fraticelli , 
[perantes  ,  quòd  tu  ,  qitem  ,  ficut  tam  magijira  experientia  ,   quàm  etiam 
icfiimonio  fide  dignOrum  acceptmus  ,  con[iantia  fidei  ,  religionis  \elo,  vits 
munditia,  &  aliis  multiplicinm  virtiitum  mentis  illu[tratum  ^Ittfjimus  in- 
[ignivit,  per  tua  prudenti^ ,  &  [olicitudinis  fludium,  labem  huju[modi  ex-   e  fucccdb  degli 
turpare ,  &  OrthodoX£  fidei  palmites  tran[plantare  conaberis .  Cosi  egli  .  Am  jdiitì . 
Ma  in  Roma  gli  convenne  con  maggior  pericolo ,  fé  ben  con  minor  tempo, 
reprimere,  &  affatto  eli: irpare  la  fempre  anch'effa  rinafcente  Herefia  degli 
Arnaldifti .  Nedefcrive  elegantemente  il  fattol'ingegnofo  Enea  Silvio  Plc- 
colomini  col  dolce  flilediqnelto  degno  racconto,  [e]  Stephanus  [{omanus  c^n.SyivjnCoC- 
familiaVorcaria,  tenui cen[u eque s,  resnovas  [ape  inUrbemolitus,  ac  prò-  mogra'phia  de  e». 
pterea  Bononiam  relegatus  ,   clam    inde  excedens  magnis  itineribus  ì^omam  '^''^'''  ^^' 
rediit ,  convocati[cjue  mox  amicis  mentem  [uam  expo[uit ,  turpe  e[ìe  ditli- 
tansy  eamUi'bem,  qu^totum  fibi  [iib]eceritorbem ,  nunc  Sacerdotum  imperio 
[ubjacere,  quos  rc£ìÌHS  faminas ,  quàm  viros  quifique  appellaverit ,    venifie 
P'iratumpatriiejugumexcutere,  rem  [a6Ìu[acilem  ,  fivirifiucrint;  l-^ljcolaum 
Tontificem  celebri  Epiphaniarum  die  iti  cede  Beati  Tauli  Sacra  faUurum, 
band  magno  negotio  comprebendi  pojje,  populum  libertatis  amore ,  qn^mpro- 

L     2,  da- 


Niccolò         j^^  Secolo  XV.  ^ 

^*  clamavi  audjerit ,  mox  opem  audientibus  daturum  .  ^Ad  colligandum  antera 
Traftilem  catenam  auream  fecum  attulit  à  fé  jampridem  paratam  ,  quam 
congregatis  ojlendit;  ncque  enimmox occidendumTrafulemex ufueffedkebat, 
fedobjervandum,  donec  arcem  Sanali  angeli  per  eum  recuperarent .  ^ique, 
nt  erat  homo  facmdus ,  facile  in  fuam  fententiam  congregato!  traxit ,  atqiic  eò 
facìliìis,  quòdinopeS)  are  alieno  gravatos ,  &  ab patrata  federa  judicmmfor- 
midantes  ad  fevaca-perat  y  qmbusnihileratin  pace  fperandum.  Sed  pnefenftt 
inftdias  "ì^colaus ,  mifjifque  militibus  comprebendi  hominem  juffit ,  Illi  eum 
jam  animo  fra£Ìum ,  &  apud  fororem  in  arca  latentem  invenerunt  :  compli- 
ce seìus  in  domo,  qua convenerant ,  expugnatiycaptique [unt ,  è qmbusunus  Ba- 
ptiJìaSciarra,  manu  promptus ,  &  animo  intrepido  per  medìasTontificisco- 
hortes-pìam  gladio  fwi  aperiens  ejjugit  :  Stephauus  in^rceSan5ii^Angeli ,  alti 
in  Capitolio  fujpenfi  wtam  finiere ,  atque  ita  Vontifex  Maximus  ingenti  pericu- 
a  unmvui  24a.  loUberatus  B^manxScdis  dignitatem  imperiumque  fervavit;  e  foggiiinge  un* 
«/f.'«^?»  i//>«  M- altro  Autore ,  [a]  che  f'ulie  in  fogno  prenunziato  al  Pontefice  un  cotanto 
ecceflb,  allorquando  ei  I{pma  m  cubiculo  fuo  dormitami ,  Stephanus  "Por- 
carius  civis  B^manus ,  quicum  aliquibus  aliis  nefariis  hominibus ,  ac  perditi! 
ftcariis  crudeliter  in  caput  fuum  ad  necem  conjuraverat ,  baculum  quendam 
dextramanutenens  apparuit,  atque  eo  baculo  brachium  fuum  ita  percutere 
yidcbatur ,  ut  nuUatenus Uderet  :  quod  id  ipfumy  quale  for et,  dete6Ìapaulò 
pòficonjuratione,  &  confpiratoribus  captis,  ac ultimo,  ut  merebantur,  fup- 
Nu       ^.^  ^^^f^plicioaffe£Ìis,  inlucemvenit. 

opTraxion'i^^'Vi      Né  con  iTiinor  forza  ài  coftante  condotta  maneggiò  Niccolò  Quinto 

conilo  \°^Min\.  ^^  ^^ufa  dì  DÌO  ucl  Rcgno  della  Boflìna ,  dove  infuriando ,  come  rifurto  dal- 

^^hei'^dcila  ioli'-  le  ccueri  degli  Albigenfi ,  il  Manicheifmo,  egli  ferviffi  per  opprimerlo  della 

b^ N!c  V  tpijì  i  iz  più  potente  oppofizione  delle  armi .  Prima  il  Santo  Pontefice  con  efficaci 

f^s-'yi'*         '  promede  [b]  animò  il  Rè  Stefano  Tommafo  à  flar  faldo  nella  profeffata 

Religione  Cattolica ,  &  à  Pietro  Vaivoda ,  e  Padrone  di  alcuni  Cartelli  polii 

nel  confine  della  Bofllna ,  trafmefle  infigni  privilegii  d'Indulgenze ,  e  di  efen- 

zioni,  acciò  egli  manteneffeneTuoifudditi  la  purità  della  Fede  contro  gli 

errori  de'Manichei,  chehavevano  ormai  pervertita  con  la  predicazione 

cii,d.pag.6s.       (^e'ioro  errori  quella  Chriftiana  Provincia;  [e]  Inter  Hareticos  conjUtutus, 

^    6  fcnfl'egl'il  Pontefice ,  Tu  folus  Catholicus  inter  Trincipes  I{egni  Bofna  fan- 

&  aV  '&tbfz'^,  ^am  fidem Catholicam illibatam  fervajìi;  e  colà  egli  inviò  [d]  replicata- 

fpi^^-<-«r.pas.97.&  niente  fuo  Legato  Tommafo  Vefcovo  di  Fara ,  e  poi  il  Vefcovo  di  Coftan- 

.2  •/"'5.J  .         za  con  ampia  poteftà  di  armar  Cittadini,  di  convocar  milizie,  e  di  aflal- 

tar  le  terre  degli  Heretici  con  il  fulmine  previo  di  horribiliflìme  cenfure. 

Ma  li  Bofllnefi  Manichei  contro  le  armi  de'Cattolici  collegatifi  coTurchi, 

lì  chiamarono  quel  male,  che  ancor'oggi  fopportano,  e  che  li  ha  ridotti 

in  quella  ultima  infelicità ,  ch'eifi  flefli  Ci  procacciarono  con  la  Herefia, 

e  ^«.i4<;j.       foggiogatidaque'  [e]  medefimi,  ch'eglino  havevano  implorato  perfoc- 

corlo. 
Grecia  foggioga-     E  parvc  allora»  che  Dio  irritato  in  una  Provincia  dall'Herefia*  enell* 
laHeSr.^'  ^"^  altra  dallo  Scifma,  fcorre.Te  vindicatore  col  flagello  in  mano  tutte  le  Pro- 
vincie della  Grecia,  fottomettendole  tutte  fenza  diftinzione  alla  tirannia 
fw4».i45j.         de'Turchi,  che  foggiogara  [f]  Codantinopoli  aprirono  al  Chriitianefimo 
queirinfaulloProicenio  di  calamitofi  avvenimenti,  che  pur  prefentemente 
ancora  ingombrano  l'anin-o  di  tutte  le  popolazioni  dell'Occidente,  altre 
oppreffe  dalla  fchiavitiì  delle  loro  armi,  altre  dall'agitazione  del  loro  fpa- 

vento . 


Capitolo  VII.  iS^        Niccolò 

vento .  Effetti  tutti  della  Greca  oftinazione ,  con  cui  eglino  non  ancora,  per  ^  • 

così  dire,  giunti  da  Fiorenza  àCoftantinopoli,  come  fé  la  Fede  loro  fofie 

iifanzade'Paefi,  e  nonanima  de'cuori,  poftergata  la  confelTione  Latina 

contanta  laude  profeiì'ata  nel  Concilio  Fiorentino,  ritornarono  al  vomito 

de'iorocfecrandi errori i  ondediemhebbeàfcrivere  Gennadio,  [a]Latm  %TTn'Ì'ra7'Td 

Griscos  diligebant  i  &  optabant  cum  eis  uniri  ;  Oraci  vero  ex  eo  tempore  ,  &  Gr<ec». 

bue  ufque  non  de fmunt  omnem  laptdem  adverfitsLatinos  movere  i  &fanda,  & 

nefanda  contra  ipfos  evomere  :  ncque  Dei  timor ,  neqiie  diuturna  confenfioy  ncque 

SynodusOecumenica  y  nequevernasipfapotuit  illos  pcrjuadere,  ut  ad  bonam 

frugem  converterentur .  Così  egli  .  É  ben  cent  anni  prima  predifle  Dio  i.  bi"s,v?;r«rm/. 

Santa  Brigida  la  defoiazione  totale  del  loro  Imperio  :  [b]  Gracif  qui  fciunt,  /.7.C.19.  '    '"  '  ' 

dicefi  in  nome  di  Giesiì  Chrifto  nelle  rivelazioni  di  quella  Santa  ,  quòd 

omnes  Chrifiianos  tenere  oport et  unam  tantum  fidem  Chrijìianam  Catholicatn, 

&uni  tantum  fubejfe  Ecclefia  ,  fciltcet  B^matKe  ,  unumque  folum  Vtcarium 

meum  generalem  in  mundo ,  videlicet  B^manum  Smnmum  Tuntifìcem  fupra 

fé  fpiritualem  habere  Tajiorem ,  &  tamen  nolmt  fé  eidem  Ecdefia  I{omana, 

C^  Sicario  meo  fptritualtter  fubjugare  ,  propter  eorum  pertinacem  fuper- 

biam  ,  &  propter  aliquod  aliud  ,  quod  ad  mundum  pertinet ,  indigni  funi 

pofl  mortem ,  ventam  4  we,  c5"  mifericordiam  obtinere Sciant  etiam 

Crxciy  quòd  eorum  imperium,  &  regna  five  dominia^  nunquam  ftabunt  fé- 
cura»  neque  in  pace  tranquilla,  fed  inimicis  fuis  femper  fubjc&i  erunt  , 
à  qutbus  femper  fufiinebunt  gravifima  damna  y  &  miferiasdinturnas,  donec 
ipjt  cum  vera  humilitate ,  dr  charitate  Ecclefìid ,  ^  fidd  B^omana  fc  devote 
fubjecerint ,  ejufdem  Ecclefìafacris  conjlitutionibus ,  eir  rittbusfe  totaliter  con- 
formando .  Così  la  Rivelazione ,  della  quale  dottamente  foggiunge  il  Sande- 
ro,  [e]  Quamrevelationemverèdtvinamextitiffe,  exeojcimus ,  quèditares  lfi"j;/,-Jf/l[;^'f' 
fune  futuras  pradixity  ut  eas  evenijfe  nunc  videmus;  nam  San6ia  Birigitta 
tnultis  annis  priàs  mortua  eft  ,  quàm  tota  Cracorum  F{efpubltca  deleretur  , 
futura  vero  predici  non  pofìunt,  praterquam  à  Dei  fpiritu  y  qui  jolus  futura 
novit,  velut  is,  qui  &  au£lor  eft  eorum,  &  cui  jam  nunc  prafentia  exi- 
ftunt.  Ma  ciò,  che  ai  Greci  maggiormente  aggrava  il  peccato ,  e  la  pena, 
fi  è,  che  dìjfipatt  junt,  nec  [d]  compunóìi.  Cicche  ancora  durano  nella  d  pm  J4. 
oflinazione  dell'errore,  e  malamente  perdendo  V  utile  della  calamità  , 
benché  miferi ,  eglino  continuano  ad  eflere  peflìmi  j  onde  di  loro  dir  fi  può 
ciò,  che  di  altri  difleSant' A goftino,  [e]  TerdidiftiFutilitatem  calamitatisi  ^  s  ^^^  !„!=!;  d, 
miferifa^iieflify  &  peffmipermanfiftis .  E  qui  ci  convien'lafciare  nel  loro  <^'w>.'>«- 
fcifina,  e  nella  loro  fchiavitù  li  Greci,  ha  vendo  noi  à  baftanza  parlato  iw 
queftaHiftoriadeUoro  peccato,  &  in  altre  noftre  [/!  opere  della  punizio-  iyediieHc[ìretrì 

ne  di  elfo  *  i.^  j    r  r  y,„^,,  driu  w.«o- 

Ma  fé  contro  li  Greci  di  Oriente  ootentemente  tonava  Dio  con  le  ar- f  ' '"'^''*  *^*''^"' 
mide'Turchi,  don  paterna  providenza  contro  gli  Huflìu  della  Bohemia  lrr7?k";f. 
egh  operava  con  la  forza  de  miracoli .  Li  Comparati  della  Bohemia  i  ^VjS  ""^* 
pochi  giovarono,  perche  in  pochi  fi  reftringeva  la  volontà  della  emenda,  e    '     ' 
j  più  havevaiìo  voluto  più  tolto  dimoftrare  di  amar  la  concordia ,  che  ài  vo- 
lerla. Onde  il  Regno  era  ancora  divifo  in  fazioni,  el'Heretica  tanto  fol 
^^^^P'jvajeva,  quanto  fol  non  ha  ve  va  forza  di  prevalere,  abbattuta  dalle 


Tomo  IF, 


Niccolò         j^^  Secolo  XV. 

*^*         mi  Tempre  invano.-poiche  oftinati  gli  Heretici  nel  preponimento  delle  loro 
maffime,  giunsero  fin  à  fegno  di  sfidare  il  Cardinal  Caravajal  Legato  Apo- 
fìolico  à  publica  dirputa ,  per  renderfi  eglino,  ò  vincitori ,  ò  vinti ,  Tempre 
Difputatrà  gli  formidabili  ò  per  fuperiorità  di  vittoria,  ò  per  incitamento  di  fdegno.M«l 
ì?c"um'incoiarn  confiifeli DÌO  nel  òcl principio  del  loro  mal  difegnato  cimento  nella con- 
tffl^k&u\to,  °  '"  formiti  medefima ,  con  cui  egli  confiife  li  temerarii  Architetti  della  Torre 
ac«.  II.,         diBabel,  cioè  con  una  mio  va  confiifione  di  lingua,  chereftò  [a]  muta  in 
bocca ,  à  chi  fciogliere  la  voleva  in  contradizione ,  &  onta  della  Fede .  Ha- 
vevanogliHuffiti  fcelto  il  Rokifana  per  foftenitor  della  difput»,  come 
Theologoil  più  infigne  nella  loro  Accademia,  Heretico  più  protervo  nella 
loro  fetta,  e  millantatore  più  acclamato  nella  loro  fazione,  tanto  per  arte 
del  dire,  quanto  per  mordacità  del  mal  dire  contro  la  Chiefa  Romana. 
ìolZÌtrTclr  Theatro  [b]  della  tenzone  fu  la  gran  fala  del  Collegio  di  Praga,  eperve- 
i'<j/'if««w/«j;?.  nutoildì  prefiflb,  accorfc  alla  funzione  tanto  Popolo ,  quanto  ne  meri- 
"'"  •  tava  lo  ftupendo  miracolo ,  che  opportunamente  operò  Dio  in  quella 

grande  occafione .  Conciofiacofache  alfiftendo  il  Cardinale  al  CongrefTo  , 
e  contro  il  Cardinale  cominciar  volendo  ad  argomentare  il  Rokifana,  ed 
in  incominciamento  del  fuo  dire  principiando  quefte  parole ,  JEterni.Tatris 
Verbum ,  elleno  gli  Ci  intorzarono  così  tenacemente  nella  gola ,  che  non  po- 
tendone alcun'altra  proferire,  e  ftentatamente  ripetendo  una,  due,  e  tré 
volte  le  medefime  voci ,  e  non  potendo  mai  profeguir  il  difcorfo,  finalmente 
ammutolì  con  tal  horrore  della  udienza ,  che  certamente  fi  farebb'ella 
frettolofamente  quindi  partita  come  da  luogo  di  terrore ,  fé  Dio  con  nuovo 
miracolo  non  havelTe  incontanente  animato  il  Caravajal  àfubentrar  elfo 
prontamente  nella  profecuzione  delle  incominciate  parole ,  ch'egli  riprefc 
ad  una  ad  una,  e  da  effe  prefe  pronto  argomento  di  unalungaconcione  in 
dimoftrazione  della  verità  Cattolica,  in  modo  tale  che  convertendo  Dio 
in  vantaggio  della  Fede  quelle  parole  malamente  difpofl:e  dall'Heretico  in 
contradizione  di  effa ,  rimafero  in  quel  giorno  molti  Heretici  convertiti ,  e 
e  litm  ibìi,       tutti  coaEifi  alla  novità  di  un  tanto  fucceifo.  [e]  Joames  Cardinalis  Car- 
rapajal ,  raccontane  l'Hifliorico  l'avvenimento ,  à  I{okifana  h^reftarcha gen- 
ti s  in  publicam  de  fide  difputationem  vocatus ,  ne  diffidere  in  tanta  expe&a- 
tione  Bimano  dogmati  videretur ,  affenfit:  cumque  ad  diem  di6lam  in  magno 
B^gniconventuuterque  fmflet,  prior  B^kifana  ab  bis  -perbis  difputationem  or- 
fus,  videlìcet:  interni Patris  Verbum:  offmdente  flatim  Deomalignuementi 
tenebrasi  progredì  ultra  non  valuit ,  ac  flatim  obticuit .  I{efumente  iterum ,  ac 
tenìò  ex  Longis  femper  intervallis  idem  orattonìs  initium ,  iterum  cca^ìus  eji 
obmutefcere.  Cam  -però  fluperet  jam  confefittsomnis.,  prosuratorque  obcon- 
fu[tonem  agre  conftfleret ,  Uto  vultu  Joannes  fìlentium  ejus  excipiensy  idem- 
que  initium  repetens,  tantamemoria ,  fpirituque  digerendo  peregit  reliqua  , 
ut  plerique  divinum'Opus  mirati 3  pofito  errore ,  ad  fanitatcm  redierint ,  prò- 
fnijjitmque  divini  Sahatoris  manifefiè  ^nitkerit ,  ajentis  fidelibus    fuis  , 
Ego  dabo  vobis  OS ,  &fapientiam,  cui  non  poteruntrefiftere  omnes  ad- 
verfarii  velìri .  Uunc  exitum  difputationis  ,  &  qui  adfliterunt ,  narrave- 
runt  Japè,  &  ip fé  J  Cannes  vereeundè  admodum  ,  ne  e  tam  ad  fuam,  quàm 
Deigloriamnobis  mterrogantibusconfirmabat.  Così  egli.  Rinovando  Dio 
nell'età  prefente  li  Miracolifucceduti,  e  da  noi  [d]  riferiti  nelle  antiche. 
v.nor\'iiJ!m  ì.  Né  quelli  Eirono  difpregievoli  in  qualità,  ò  pochi  in  numero .  Conciofiacc- 
t^g.6-j,  Is^ch^  San  Giovanni  di  Capiflrano  mandato  colà  dal  Pontefice  per  la  con- 

verfione 


Capitolo  Vii.  i^r-j       Niccolò 

'Verfione  di  quelle  genti ,  tanti  ne  operò ,  che  parve  à  tempi  noftri  rifurta  la         ♦^• 
condotta miracolofade'SantiApoftoli.  ^nno  falutis  1452.,  dice  la  gran 
Ghronica  di  Fiandra ,  Frater  Ordinìs  Minorum  Joannes  de  Capifirana  Daflor 
decretorum,  DìfcipulusSandi Bernardini  y  à  Domino  ^poflolicomijjus  adpra-  aìui  méracoiofi 
dicandum  i  &  convertendum  Bohemos,  defcendem  per  Thuringtam,  S^xo- '■^^^^^'^l'^l'^^^j^ 
nianty  Mifniamy  &  Moraviam  cum  gloria  fìmili ,  &  terra  principibus  ah  denrf^/e"ca«o. 
omni Clero,  &  populo cum crucibus ,  &  vexìllis  procejjìonaliter  ei  obviami-  ''"• 
bus,  &  Juftiim  deduxit  concìnentibus  devote  jufceptus  ,  &  in  Ecclefum  Fatti,  edeniiiiu- 
ftbi  competentem  fuit  introdu^ius .  Ijìe  communiter  ante  prandium  faU^  do-  Q^f^^'^l^'''  ^^ 
muncula  in  altum  elevata y  primo  celebravity  deinde  duabus  ,  aut  tribus  ho-    ^^^ 
ris  ibidem    latine  omni  populo  pradicavit,  manibufque ,  &  pedibus,  ideji 
gefiu ,  more  Italico  prmicata  demonflravit .  ^junt  Erfordia  fexaginta  mil- 
^liapopulijuxtaeìus  afiimationem  in  fermone  ejus  tunc  fuijjè,  ubi  omnesviri 
inunolatere,  <&  mulieres  in  altero  latere  divifim  fubftiterunt .  Quem  alius 
ejufdem  Ordinis  DoUor  continuò  fubfecutus  Theutonicè  de  verbo  ad  verbum 
exprejjìt ,  quod  ipfe  priùs  in  latino  pmdicavit ,  quod  inde  potuit ,  quia  in 
membrana  feriem  fermonis  audiendo  confcripfìt .  Trandio  autem  fa6ìo  omnes 
Civitatisy  &  patri/è  illius  infirmi  m  forum  convenientes  in  circulum  conje- 
derunt ,  (&  ille  fuperveniens  cum  fratribus  fui  Ordinis  bene  reformatis  ,  re- 
liquiisy  quas  fecum  detulit ,  fmgulorum  capita  tangens  y  plurimos  infirmo- 
rum  fanavit ,  quacumque  infirmitate  quifque  detineretur  ,  modo  bonam  fi- 
dem  recipiend<e  fanitatis  haberet  :   qua  omnia  Erfordia  ,  VFymaria  ,  in 
J^uenbourch  y  &Hally  ipfum  profecuti ,  fieri  confpeximusy  &  mirati  fumu$i 
quia  nufquam  talia  in  libris  fin6Ìis  unquam  legimus,  Lipfta  fexaginta  fup- 
pofita  univerfttatis  illius  y  per  caput  mortuì  in  ambone  fori  populo  demonjlra- 
tum  dicitur  convertifìe y  &eos  Ordinis  fui  habitu  ibidem  in  foro  induifie  ,  E 
perche  l'oftinàtoRokifana  volle  cimentare  d  difputa  qiiefto  gran  Servo  di 
Dio  ancora,  màinluògononficuro,  ond'egli  ò  dovelfe  foccombere  alla 
morte,  òisRiggire,  comefaggiamentefeguì,  l'invito,  e  per  talcofaor- 
gogliofo  il  Rokifana  n'andalTe ,  come  fé  eflb  havefle  pofto  in  fuga  l'Avver- 
fario,  il  Santo  infofferente  dell'aggravio ,  che  quindi  provenir  poteva  alla 
Religione,  con  publicomanifcfto  refe  palefe  al  Mondo  la  ói  lui  maligniti, 
[^]  e,  OI\okìfanay  diife,  hommum  infeliciffime ,  dicis  tu  me  profugum ,  fé-  ^^P">i  CocUnm 
duàoremy  &  anticbrifium y  quinotus  fum  omnibus»  0  magnifici,  &  excel-  ''^°* 
lentes  Barónes y  cioè  ò  Bohemi,  l{pkifana  efi  oculoftor  toto  populo  Cbrt- 
filano  y  ac  omnibus  univerfitatibus  fiudiorum  infrafcriptis  ,  putat  fé  doBia- 
rem,  & oculofìorem ,  fcilicet B^ma yl^apolis y  Senarum ,Terufti y Fiorenti^, 
Ferrarla  y  Bononiay  Tadua,  Tapia ,  in  quibus  quidem  per  tot  annorum  curri- 
cula  rerbum  Dei  pr adicavi .  Tu  me  profugum  appellare  non  erubcfcisy  (jr 
fortikgum  ?  ^^t ,  cum  cfjem  altenigena ,  &  facie  tncognitus  in  Civitate  Olo- 
mucenfiy  quodam  die  Dominico  ,  jicut  omnium  fuit  judicium,  nofirispradi- 
cationibus  centum  milita  perfonarum  tunc  interfuerunt .  0  belluay  <&  lingua 
viperea  l  tu  me  profugum  pradicas  y  numquidab  omnibus  ^uflralibus ,  Olo- 
mucenjtbusy  Brunnenftbus  ,  Znaymenftbus ,  magnificis  domìnis  de  B^fts,  Va- 
tavienfihusy  ì{atifponenfìbus  ,  JEgrenfibus  ,  ab  Illufìriffimis  Excellentiifmis 
Trincipibus  Dominò  Ludovico  Duce  Bavaria ,  Domino  Gilberto ,  Domino Joan- 
fie  Marcbionibus  Brandeburgenfibus  ,    atque  ab  lUufiriffimo  ,  &  Excellen- 
tijjimo  Trincipe  Domino  Federico  Duce  Saxonia  ,  atque  ab  omnibus  y  &  fin- 
gulisOvttatibus  eorundem  Vrincipum,  apud  quos  tranjitum  feci ,  tanta  cum 

L    4  honori- 


Niccolò        j^g  Secolo  XV.  ' 

*•         hornvificentia  fuifufceptusj  quanta  nemo  B^ligiofus  hac  nojìra  aitate  habitus 
ejiì  Così  egli, 
i^adisiao  Rè  di      N^fol  per  mezzo  di  Cardinali,  Religiofi,  e  Santi  volle  confondere  Dio 
dcgDrqua!id,"e  la  oftinazione  degli  Hufllti ,  ma  con  le  opere  eziamdio  di  un  tenero  Gio- 
^«"»  vanetto,  che  tutto  have va  di  grande,  fuorchel'etd.  Egli  fu  quefti  il  Cat- 

tolico Ladislao,  che  in  età  di  tredici  anniaffunto  al  Regno  di  Bohemia  , 
tìijfBo'h/mUc'f^'  ^^  entrato  in  Praga,  [a]  nunquam  H<ereticoruin  Eccleftas ,  quamvis  roga- 
<ù- cacuT/UfiZ'.  tus  y  intravìt,  necSacriseorumìnterfuit:  anzi  [h]  dicefi,  che  comandando 
e'fù!'"'         egli  una  volta,  che  fi  preparafle  un  Sacerdote  per  la  Mefla,  e  fubentrando 
prontamente  alla efecuzione  del  comando  un  Prete  Muffita,  il  Rè  avver- 
tito nell'incominciamento  di  eifa ,  in  piedi  fi  levaffe ,  e  torto  ordinafle ,  che 
il  temerario  Prete  incontanente  da  unaaltiffimarupefigettafle;  e  unaltr* 
volta  pafl'andogli  proceilìonalmente  avanti  con  il  Sacramento  in  mano  il 
Rokifana,  chelafacevadaArcivefcovodi  Prag^,  egli  voltategli  rifoluta- 
mentelefpallej  edchìdimoftrogli  Tirreverenza  dell'atto  verfo  l'auguftQ 
n  iòi<ì,  Mifterio,  francamente  rifpondefie,  [e]  T^onmelatet,  dìviniJfJìmumChri' 

iit  Corpus  dìgnius  e jjet  quàm  per  me  fatìs  honoitanpojjìty  nec  mea  reverentia 
gloriam  eìus  auget  y  necque  dehonejiatiodecus  imminuit  :  verum  mihi  caveu- 
dum ,  ne  dum  Chrifium  honoro  ,  facrilegum  Tresbyterum  I{gche'^anam  popu- 
larìbus  approbaffe  videary  quorum  plerumque  mores  ex  Vrincipe  pendent, 
nec  UH  me  Deum  contempjifie  putabunt ,  cu]hs  facratijjìmum  corpus  Ca- 
tholici  Tresbyteri  manu  delatum  [ummis  fcmper  honoribus  profecutum  vi- 

iite.  '  **  -  Intanto  venne  i  morte  Niccolò  Quinto  ,  Pontefice  di  alto  intendi- 
mento, edivaftidifegni,  d'infelice  Pontificato,  fé  fi  riguarda  la  prefa 
fatta  da'Turchi della  Città,  &  Imperio  di  Coflantinopoh ,  ma  di  felicif- 
fimo  governo ,  fé  fi  confiderà  l'abolizione  dello  fcifma  dell'Antipapa  Ame- 
deo ,  che  depofe  a'fuoi  piedi  la  falfa  infegna  del  Papato ,  e  reftituì  durevole 
la  pace  fin  alla  età  prefente,  e,  come  fperar  dobbiamo  ,  fin  al  fine  del 
mondo,  alla Chiefa Romana.  Invitaereffe  Niccolò  gran  Torri,  e  fornì 
digran  difefe  lo  Stato  di  Roma,  edin  morte  lafciò  con  la  proj)ria  bocca 
un  gran  documento  a'Pofieri,  che  per  rendere  immune  il  Pontificato  Ro- 
mano dalla  infolenza  degli  Heretici ,  potentiffimo  antemurale  fi  è  la  forza  , 
laiìo'cóir/^of^  e  l'armi,  che  forfè  meglio  giovano  à  tempi  noliri  contro  i  Ribelli  della 
Chiefa,  che  le  cenfure  medefime  della  Chiefa;  poiché  quefie  fono  fola- 
mente  formidabifi  a  chi  le  teme,  quelle  fempre  formidabilmente  fi  temo- 
no, e  nonmaifidifpregiano.  E  beata  Roma,  e  li  Romani,  s'eglino  ha- 
veiiero  feguitato  à  premunirfi  di  armi ,  e  di  difefe  in  quegli  ottanta  anni  , 
che  fcorkro  dal  Pontificato  di  Niccolò  Quinto  fin  à  quello  di  Clemente 
Settimo ,  che  certamente  eglino  non  haverebbono  vilmente  pianto ,  e  tol- 
lerato il  crudo  Sacco,  che  diedero  li  Tedefchi  alla  Città  Metropoli  del 
Chrifiianefimo .  Ecco  le  parole,  che  in  morendo  dille  Niccolò  Quinto  a* 
Cardinah  prefenti  nella  fua  Camera,  degne  da  iiiferirfi,  non  tanto  in  ogni 
carta  della  Ecdefiaftica  Hilìoria,  quanto  m  ogni  cuore  di  quegli  Eccls- 
^M^Mtttniib.  3.  (esilici ,  che  porgono  fossetto  dì  racconto  alla  facra  Hifioria ,  [  cf  ]  ^uditCi 
inDibiiot.vaùc.fi-  aiiduey  Vcnerabtles  FratreSy  rationes  y  caajajquey  qiias  veneratioms  vejtvas 
gn.n.20's,6,  fcircy  atque  inieiUgire  -pohimus  ,  I{pwana  namque  Ec^lefìa  au^aritatem 

tnaxiìnamy  &  fummame(ÌSy  ii  foliintcliigmt,  quiorìgmem.y  &  incrementa 
fua  ex  Literarum  co^mtione  perceperunt  i  c^eferomm  yerò  cunCiorum  papula- 
''  rum 


Capitolo  VII.  169       Nicco/Ò 

rum  turba  ,  Uneramm  ignara  ,  penitufque  expertes  ,  ^uàtnvis  do6lis ,  &  ^  ' 
truditis  viris  affentiri  ìfidearttur ,  nifi  tamen  egregiis  quibufdam  -pifìs 
moveantur ,  profeSiò  ilio,  omnis  eorum  ajjentio  debdìbusy  &  imbeallis  futi- 
damentis  innixa ,  diuturnitate  temporis  ita  paulatim  elabitur  ,  ut  pie- 
rumque  ad  nihilum  recidat,  ^tn^rò  cum  Illa  vulgaris  opinio  ,  DoBorum 
hominum  relationibus  fundata  ,  magnis  adìficiis  ,  perpetuis  quodamìnodo 
monumentisy  ac  teftimoniispenè  fempiternis,  quafi  d  Deo  fabricatis  ^  indies 
ufque  adeo  corroboratur ,  &  confirmatur,  ut  in  viros  pojìeriores  illarum  ad- 
mirabilium  conflru6lionum  confpeBuros  continuò  traducatur  ,  atque  per  hunc 
modum  confervatur  ,  &  augetur  ,  atquc  ftc  conferi>ata  ,  &  autla,  admira- 
bili  quadam  devotione  colitnr ,  *Ad  hanc  Chrifitanorum  populorum  erga  ]\p- 
manam  Ecclefìam ,  &  Sedem  »Apofiolicam  devotionem  tutx  quiedam  habita- 
toribus  ipfts  y  ac  terribile s  inimicis  oppidorumi  Urbiumque  munitiones  acce- 
dunt ,  quie  nimtrum  per  has  magnorum  £dificiorurn  confiru6liones  adverfus 
extcrnos  hoftes  ,  ac  domejìicos  novarum  rerum  cuptdos  ,  quotidiè  diripiendi 
gratta  confpirantes  ,  &  in  grave  Ecclefiafticorum  ,  &  Ecclejiarum  damnum 
infurgentes  ,  munitiores  redduntur  .  Quocirca  nos  ,  (jr  Gualdi  i  ut  à  nobis  .     i/^ 

incipiamus,  &  tAffìfìiy  &  Fabrìani,  &  in  utraque  Civitate  Caftellmay  & 
J^rniiey  &  Vrbeveteri  y  Spoletiy  &  Viterbii ,  &  multis  aliis  Eccleft<&  no-  '   'C; 

ftra  locis  ,  plura  peregregia  ad  certuni  quemdam  ,  (jr  exprejjum  utriufque 
devotionis  >  munitionifque  e^edlum  adijicia  condidimus  ,  atque  eifdem  caufis 
abundantiùs  y  -pebementiìifque  addugli  multa.  ,  &  quidem  (tngnlaria  ,  hic  in 
Urbe  opera  non  immcritò  incboavimuSy  quanto  enim  h^ec  tAlmaUrbs  cateris 
omnibus  major  y  &  dignior  habetury  quantòque  ampiiori  cunBorum  Chri/iia-  '' 

noritm  populorum  devotione  magis  cekbratur ,  <(^  colitur y  tanca  profcCìòeam 
aliis  omnibus  ornatiorem ,  acque  mimìtiorem  fare  oportere  cenfebamus ,  pr<e-  ■   - 

fertim  cuminperpetuamSummorumTontifìcum  fedemy  atque  aternum  Tonti- 
fici£  San£litatis  habitaculum  ab  omnipotenti  Deo  conflitutam  fuijjenon  igno-  -,iw 

raremus'.  proinde  Urbis  mania  pluribus  bine  inde  locis  collapfa  ,  c^  confra- 
gofa  reparavimus  ,  multijque  Turribus  circumquaque  munivimus  ,  ac  novd 
mfuper  cum  crebrls  propMgnacidis  abfohimus.  Qjtadraginta  pnetsrea  fannia-  ": 

rum  Stationum  Baftlicas  à   Gregorio  Magno  Trtedecefiore  nojiro  ab  origine  % 

inftitutas  y  pene  ad  ultimam  abfolutionem  reformavimus ,  atque  ad  extremuni 
hoc  Talatium  *  in  quo  nuncfumus ,  idoneum  fummorum  Tontifieum  domicilium^ 
&  hoc  Sacrofan&um  Tetri  ^ApofiolorumTrincipis  templimi  buie  no^r<£  domui  "  _ 

contiguum  cum  magno  y  ac  novo  vico  adjacente  y  prò  digna  quadam,  &  fé  cura 
cum  Capitisy  tum  omnium  membrorum,  &  totius  Curidshabitatione  jampri- 
dem edificare y  &  reformare  inehoavìmus:  qucs  quidem  opera  antea  ut  vide-  '  .— 

tis  incoeptay  nifi  morsa  tergo  inopinata  pervenifiety  Omnipotentis  Dei  gratia, 
&  SS.^pojiolorumTetriy  &Tauli  au6loritate y  & potefiate adjuti y  quando 
ea  boni  gratta  agebamus  ,  nfque  perduxijjemtts  i  qu ce  quidem  fi ,  ut  cupieba- 
musy  expleta  fuiffent  y  autfty  ut  inftifueramus  y  ullo  unquam  tempore  m  po^ 
fterum  ahfohentur  ,  profetò  Succefìores  noftri  majori  quadam  Chrifiianorurri 
omnium  populorum  veneratione  adorarentur  ,  atque  tute  ,  &  fecurè  intra 
Urbem  commorantes ,  impias ,  &  confuetas ,  &  externorum  hofiium ,  &  do- 
nteflicorum  quoque  intmìeorum  perfecutiones  ,  faciliàs  evitarent .  Quibus 
quidem  nos  caufis  non  ambitione y  non  pompa,  non  inani  gloria  ,  non  fama, 
non  diuturniori  nominis  noflri  propagatione ,  fed  majori  quadam  Bimana  Ec' 
dcfi^  au£loritatej  &  ampiiori  Scdis  Upoftoliac  apud  cmdos  Chrijìianos  pò-  ' 

pulos 


Niccolò         jn^  Secolo  XV? 

^'        pttlos  dimtate  i  ac  certiorì  ufltatarum  perfecutìonumerìtatiotfe ,  tdta,  tanta- 
que  adipe  ia  mente,  &  animo  comeperamus&c. 

Hasquidcm,  &veteres,  &Yccentes  perfecutlones  Romani  Tontifìcei  nullo 
unquam  exiflimamus ,  &  credimus ,  tempore pertuli^ent ,  fi  novis ,  &  ìnexpH- 
gnabilibus  munitionibus  fefe ,  prafertim  intra  Urbem,  protextjfent;  nuriquam. 
enim,  neque interni  hojìes,  ncque  domejìici  inimici,  quamquam  novarum  re* 
rum  cupidi,  ufque  adeotemerarii,  infaniquefuifient,  ut  ea  cum  pefieulo  capi- 
ti! fui  aggrederentur,  qux  optatosydeftgnatofqueeffeóìusnequaquamfortiripoffe 
-pidebantur.  At  vero  fi  temeraria  audacia  alUBi,  &  cacacupiditaté  raptatifé- 
ciffent,  profeUòconatus  fui  ad  nihilum  r ecidi ff ent ,  ac  per  hunc  ffiodum  futi, 
Quieti,  ac  fecurt  in  continua  Sedis  ^poftolica  tranquillitate  cummàìcifna  au- 
Sioritate ,  cumfummapoteflate ,  cum  immenfa  denìque  dignitàte jempet  refedif- 
fent.  Quocirca,  ut  de  hac  adijicatione  a  principali  proposto  parumper  digre- 
dientes  alìquem  certum ,  &  folidumfru&Hm  capiamus,  Fenerattones  vejìras  in 
Domino  exhortamur ,  quatenuspradi5ia  confiru6iionum  nojirarum  opera  inchoa- 
ta  profequi ,  ac  perficere  velint ,  ut  Succefiores  noftri  externorum  tumultuum ,  do- 
mejiicarumque  perjecutionum  penitus ,  omnmoque  expertesgregem  Dominìcum  , 
fibi  ab  Ommpotenti  Deo  commiffum ,  tanquam  veri  animarum  pajìores ,  àiligen- 
ttàs,  atqueliberiùs ,  falubribus  cibariis  alere,  ac  per  hunc  modum  aditum  in 
tfiamfalutis  atern^  traducere  poffint ,  &  valeant . 

Sacrofan&am  ^omanam  Ecclefiam ,  quam  mutilatam ,  (fcilicetob  fchìfma 
Jimedei  )  frequcntibus  beliis ,  aliquot  oppidis  apprimè  dtminutam,  atque  are 
infuper  alieno  admoditm  opprefiamjufcepimus ,  divina  omnipotentis  Dei  gratta 
itartfarcivimus,  itareformapimus,  ita  denique  corroboravimus ,  m&fchif- 
mat  a  penitus,  &  omnino  aboleremus ,  &  oppida,  urbefque  fuasanteabellicis 
fremitibus  amiffas,  ac  deperditas ,  per  pacem ,  &  tranquillitdtem  réciiperaremus, 
&fedatis  bine  inde  beliis ,  atque  ita  deletis ,  ut  nulLum  prorfus  vefiigium ,  nequis 
inagroEeclefìaJìico,  neque  in  tota  Italia  ufque  apparerei ,  non  modo  dfuo  are 
alieno  liberar emus ,  fcdpluribus  etiam  pretio forum  rerum  formis  cum  margari- 
tis,  gemmis,  &  aliis  hujufmodi  nobilibus  lapillis ,  tum  quoque  adificiis ,  & 
libris ,  &  auUis  infuper ,  actapetibus,  ^plerifque  pratereavajìs  partimar- 
genteis,  partimaureis,  CT  demum  omnibus  Ecclefiajitcorum  indumentorum gè- 
neribus  ad  cultum  divinum  vel  maxime  pertinentibus  ditifjìmam,  ac  opulen- 
tifjimamredderemus ,  atque  hac  omnia  pluraque  alta  divitiarum ,  &ga':^arum 
genera,  nonexavaritia,  non  ex  fimonia ,  nonexlargitionibus,  non  ex parfimo- 
nia ,  cum  nulla  liberalitatis ,  nulla  magnificentia  genera  partim  crebris plurimi 
munitionum  adificationibus ,  partim  frequentibus  miiltorum  librorum  empti&- 
nibHs ,  continuifque  codicnm  Latinorum ,  &  Gracorum  tranfcriptiombus ,  par- 
tim plerifque  erga  eruditos ,  &  do5Ios  viros  ajfiduis  donationiùus ,  intentata , 
inexpertaque  reliquerimus ,  fed  ex  divina  dumtaxat  benignijjimi  Creatoris gra- 
tia ,  ac  ex  pace  Eecleftafìica ,  perpetuaqite  Vontificatus  noftri  iranqHillitate pra-- 
venifienondubitamus ,  Così  egli» 


C  A- 


Callisto^ 
III. 

CAPITOLO    Vili 

Callido  Terzo  Spagnuolo ,  creato  Pontefice 

li  8.  Aprile  1455. 

Cojlan^a  di  Callijloper  la  immunità  Eccleftafiica .  AnnotAzia- 
ne  di  egr  egli  fatti  di  alcuni  Cardinali .  Canoni  contro  i  Con- 
cuhinarii .  Adorte  del  Viftgnani  Heretico  ,   e  con^verfionc 

;  del  P cappio,  ^alità  ,  O"  herefia  di  Giorgio  Podiehrazja 
^  di  "Bohemia,  &  affari  degli  Heretici  Hujjìti  di  quel  :^' 
gno .  Doglianze  de*  Teaefchi  contro  il  Papa ,  e  rifpofle  ad  effe . 
Diploma  Pontificio  contro  alcuni  Her etici  in  Italia . 

Allifto  [a  ]  Terzo  fuit  Fir  magna  ìujli>i£  ,    &  aquitatis  ,  a  s.^nunv,.^.ri 
e  difenlore  acerrimo  della  Ecclefiaftica  immunità;  onde  ""'."•  ^-v- m. '«» 
di  lui  leggeri,  con  Apoftolico  zelo  [b]  refiftefle  (em-b7i'dc\ajn.^nr,. 
pre  alk  novità  del  Clero  di  Germania  ,    che  millantava  '4JJ.».j7.,<ì^A?. 
privilegii ,   &  incitava  1'  animo   del  Rè  Federico  Terzo 
de'  Romani  contro  la  Sede  Romana  in  foftenimcnto  del- 
le pretenzioni  Imperiali.  Ma  per  bocca  del  Pontefice  rifpofe  chi  fcriffe, 
[e]   'Hon  ejie  è  re  Cafaris  ,  Romani  Tontifkìs  au£lomatem  reprimere  ,  ut    e  <y£n.  sìMm 
popnligratia  iniretur ,  qu^  fiii  natura  inconjiamiffma  efl:  necmultitudinire-  Zm,^t''ntp"l'n''' 
linquendashabenas.,qtiamnofìetT?rmcipatibus  inimicami  inter  Trincipes ali-   *"""'"'"  "   * 
quando  amicitiam  invcniri,  inter  plebcm,  &  B^gem  odium  immortale  :  Va-  zelo  dei  Pontefi- 
pamlmperatoris ,  &  Jmperatorem  Tap£  auxilio  indigere  :  ftultum  efìe  UH  no-  f  "zion•,Tn^uftè 
cercy  cuJHsexpe£lc5  0pem:  cum  Tontificatmnov^isinitur,  tunc Romani  Tr^- '^eul°conefmf e. 
fulisgratiambcnefìciisemerendam.  "*'^  • 

Ma  il  principio  di  qiiefto  Pontificato,  che  fi  refe  famofoper  la  oppo-    ^ortc  dimoili 
fizione  accennata ,  fùancoraalMondoinfaufto  per  la  morte,  chefiiccelTe  ^''"^''  e 
diS.  Gio:  Capiftrano,  che  reduJÀt  adunitatem  Ecclefia  B^man^  quafìfex-  ^°^°  degne  vir. 
decim mille H^reticosHuffitas,  [d]  di S. Vincenzo Ferrerio,  diS. Lorenzo  dvir^H.-.^usto  6. 
Giuftiniano,  e  del  Cardinal  Giacomo  di  PortogaUo,  Martire  di  cailità,  <^»n.i^ì^.n.^. 
del  quale  dicefi ,  [  e  ]  che  m  ipfo  juventutis  flore ,  exfeminis  copia  pblegmone  e  Vr-  «»  '4,-^. 
correptus  obiit  ;  onde  di  lui  fii  chi  fcrifle ,  [  f]  Cum  omnis  libidinis  expers  ejTet    »«'".  7 1. 
&  ingraviijimum  morbum  mcidifiet,  à  quo  liberari  pofie  Medici  dicebant ,  fi  T^SlZrtlaLge. 
Toemmx accederei',  magno  animo  ,  &  majoripuritaterefpondit  j  Maliefemo-  '""'■''! ^^'">^^^ 
ri,  cjuàmpollui.  Obiit  Fiorenti^ ,  &  ibi  fepelitur  honorificcntijjimèin  ade'^i^tQzÀSSt^* 
S.  Mmiatis .  Così  egli  del  Cardinal  Giacomo  di  Portogallo ,  alle  cui  eccelfe 
landi  giuitamente  fi  può  ammettere  l' altro  gran  lume  della  Chiefa ,  che  pur 
mori  fotto  il  Pontificato  di  Callifto,  il  Cardinal  Domenico  Capranica,  il  g  p,^^,-,,  ,-„  ^,v^ 
.quale  [^J  Foeminam  nullam  Domum fuam  ingrediefl  pajìus,  ftve  eae  aliena y  m.s.c^trd.F.rm^ 
fipe  conJHna^  aliqua  c9gnatione  ejjent:  quòdft  forte  aliqua  fua  opera  indige^  ^^^;»">''i^-pra. 


Callisto         ^rj^.  Secolo  XF. 

•*•*■*•  re,  aut  conjun&amm  ullam  ad  fé  venire  fontigipct ,  in  veflìbulum  domus 

defcendens,  aut  propinquam  adem ,  illam  audiebat,  dimittebatque .  Così  il 
Poggio  nella  vita  di  lui.  Né  in  Francia  conminor  fortezza  di  zelo  opera- 
vafi  contro  quelle  Reliquie  di  Nicolaitirecenziori,  che  ancor  ripullulavano 
e  milito  i4yy.      alla  infezzione,  e  danno  del  Chriftianefimo .  Conciofiacofache  [a]  rinvienti 
fofls"co'I)'?ro'fNl^^  celebrato  un  gran  Concilio  in  SoilfonsdaGiorArcivefcovodiRhems,  in 
co!aitr"rcTcnzio  cui  da  hombili  ccufurc  ,e  terribilifllme  pene  vengono  diftintamente  colpiti 
ri ,  e  fuo  caoone  »  j  j  coucubinarii,  cou  prccife  annotazioni ,  e  per  il  rinvenimento  del  loro  pec- 
cato, e  per  la  vigilanza  della  loro  emenda»  e  per  tutto  ciò ,  che  render  può 
confiderabileilzelo  in  quella  età  della  Chiefa,  e  de*  Padri  di  pj-ancia.  E 
come  eh'  è  ponderatiffimo  il  Canone ,  diligentiflimo  T  efame ,  e  di  fomma 
rifleflione  il  f^tto ,  ci  giova  riferirne  ij  tenpre ,  di  cui  non  farà  men  necefla- 
b  Mmc  synodum  ria,  che  Utile  al  Lctcore  la  contezza:  \^b'\„  Inruperniandamus>^'^^«7;>o«o 
rcfert  7,.,yn.  ann.  ^^  quc' V advì ,  &c  à\Ìimà.h  ^xxQÌ^nxwxs  y  decretumperEccieliamGallicanam 
Wbuvaìficiiunl'.  ,3  Bitutis acccptatum ,  intitulatum , de  Concubinariis,  per  tot^m Rhemen- 
„  fem  Provinciam  ab  onginibus  quibufcumque,  etiam  fi  Epifcopalis  dignita- 
„  tis ,  aut  alterius  prcEeminentig:  exiftant ,  inconcufsè ,  &  inviolabiliter  ob- 
j,  fervati  i  cujus  quidem  decreti  tenorfequitur:  Qiiicumque  Clericus  cu- 
„  jufcumqueconditionis,  ftatus,  Religionis,  dignitatis ,  etiam  fi  Pontifì- 
j,  calis,  vel  altenus  pr^miiientisE  exiftat,  qui  poft  hujus  Conftitutionis 
„  notitiam,  quam  habere  prasfumatur  poftduos  menles  poft  publicatio- 
„  nein  ejufdem  in  Ecclefiis  Cathedralibus,  quamfacere  omninp tenean- 
,,  turipfi  DicEcefani  ,poi^quam  eadem  Conlhtutio  ad  earum  notjtiam  per- 
3,  venentjfueritpublicus  Concubinarius ,  àpercepticftie  fruduum  omnium 
5,  beneficiorum  fuor um  trium  menfmm  fpatio  fit  ipfo  fado  fufpenfus ,  quos 
„  fuus  fuperior  in  fabricam ,  velaliam  evidentem  Ecclefiarum  utilitatem, 
„  exquibushifruduspercipiuntur,  convertati  necnon  &  hu)ufmodipu- 
3,  blicum  Coiìcubinarium ,  ut  primiìmelfeinnotuerit,  mox  fuusfuperioc 
„  monereteneatur,  &  fi  non  dimiferit ,  veldimifl'am,  aut  aliam  publicani 
„  refumpferit,  jubeth^cSandaSynodus,  ut  ipfum  fuis  beneficiis  omni- 
,,  bus  omuinò  privet ,  &  iiihilominus  hi  publici  Concubinarii  ufquequò 
„  cum  eis  per  fuos  fuperiores  poft  ipfarumConcubinarumdimiflìonem, 
„  manifeftamque  vitx  emendationem  fuerit  difpenfatum»  ad  fufceptionem 
„  quorumcumque  bonorum ,  dignitatum ,  beneficiorum ,  vel  oflìciorum 
„  fintinhabiles;  qui,  fi  poft difpenfationem recidivo  vomitu ad publicum 
concubinatum  redierint ,    fine  fpe  alicujus  difpenfationis  ad  prsedida 
prorfus  inhabiles  exiftant .  Quòd  ii  hi  ,*  ad  quos  talium  corredio  pertine- 
ret ,  eos ,  ut  prsedidum  eft  >  punire neglexerint ,  eorum  fuperiores  tam  in 
5,  ipfosde  eorum  negledu ,  quàm  in  illos  prò  concubmatu  modis  omni- 
bus dignapunitioneanimadvertant.  In  Conciliis  etiam  Provincialibus, 
&  Synodalibus  adverfus  tales  punire  negligentes ,  vel  de  hoc  crimine  dif- 
famatosi etiam  per  fufpcnfionem  à  coUatione  beneficiorum,  vel  alia  con- 
dignapcenapro  crimine procedatur .  Et  li  hi ,  quorum  deftitutio  adSum- 
mum  Pontificem  fpedat ,  per  Concilia  provincialia ,  aut  fuos  fuperiores 
propter  publicum  concubinaciim  reperiantur  privatione  digni,  ftatim 
3y  cumproceffuinquifìtionisipii  Summo  Pontifici  deferantur.  Eadem  di- 
„  ligentia,  &inquiiìcio,  inquibufcuin^tieCapitulisGeneralibus,  &Pro- 
„  vmcialibusquoadfuos  ferventur,  poenisaliiscontra  prardidos,  &alios 
^,  non  publicos  concubinanos  ftauitis  in  ilio  robore  pcrmanfuris . 

Publi- 


3> 

» 


Sì 
» 


ti 
» 


Capitolo  Vili.  173        Callisto 

Publici autemintelligendi  funt  non  foliìm  hi,  quorum concubinatus  ;,       ^  ^  *•' 
per  fententiam ,  aut  confeflìonem  in  j  ure  fadam ,  feu  per  rei  e videntiam ,  . , 
qu^  nulla  polfet  tergiverfatione  celari,notorius  eft,fed  fi  qui  mulierem  de  j, 
ìncontinentia  fiifpeftam,  &  infamatam  tenet,per  fuum  fuperiorem  admo- 
nitus,  ipfam  cum  erfedu  non  dimittit .  Qui  vero  inconcubinarios  pro- 
cedere erubefcunt ,  patiendo  eos  in  tali  foeditate  fordefcere ,  fub  poena 
maIedi(5tionis  jeternse  prsecipit ,  ne  deinceps  fub  pafto ,  compofitione,  aut 
fpe  alicujus  qucTftus  talia  quovis  modo  tolerent,  ac  diilimulent  j  alio- 
quin ultra prxmiffamnegligentia^pcenamduplum  ejus,  quod propterea  „ 
acceperint,  reftituereadpiosufusomninoteneantur,  &compellantur.  ,, 
Ipfas  autem  concubinas ,  feumulieres  fufpeéìas  Traviati  modis  omnibus  „ 
curent  d  fuis  fubditis ,  etiamperbrachiifarcularis  auxilium,  fi  opus  fue-  j, 
rit,  penitùs  arcere  :   quòd  etiam  in  tali  concublnatu  procreatos  fiiiós  j> 

apudfuos  Patres  cohabitare  non  permittant .  „ 

Injungitprsterea  omnibus  féecularibus  viris,  etiamfi  regali  pra;fulgeant  j, 
dignitate,  neullumqualecumqueinferant  impedimentuni ,  quocumque  „ 
qu^fito  colore,  PrjElatis,  qui  ratione  oflicii  fui  adverfus fuos fubditos  „ 
prohujufmodi  concubinatu  procedant:  &cum  omne  fornicationiscri-  j, 
menlege  divina  prohibicumfit,  &  fub  poena  peccati  mortalis  neceffariò  iy 
evitandum,  monetomneslaicosjtamuxoratos,  qudmfolutosj  ut  fimi-  >, 
literà  concubinatu  àbflineant.  Nimisenimreprehenfibilisefì:,  quiuxo-  j, 
remhabec,  &admulieremalienamaccedit.Qiiiveròiblutuse{t,fi  con-  „ 
tinerenolit,  juxta  Apoftoli  Dodrinam  ducat  uxorem.  Prohujufmodi  „ 
autem divim  obfervatione  prjecepti  hi,  ad  quos  pertinet,  tam  falubri-  „ 
busmonitis,  quàmaliisCanonicisremeciiisomniihidio  laborent.  „ 

_  Etut  nullusqiiamcumque  prjefati  Deuretipra^tenderepoHìtignoran-  „ 
tiam,jubemushocdecretumper  Dominos  Epifcoposj  ik tam  Cathedra-  j, 
lium,  quàmCoIIegiatarum  Ècclefiarum,  necnon  Abbates,  &ccEteros  y, 
jurifdidionem  Ecclefiadicam  habentcs ,  infra  duos  menfes ,  ì  fine  pra:fen-  „ 
tis  Concini  numerandos,  fuis  fubditis  intimati,  &  deinde  in  fingulisSy-  « 
nodis  Dioecefanis  ,  nec  non  generalibus  quarumcumque  Ècclefiarum  „ 
Capitulis,  etiam  evocacis,  ac  bujufmodi  fingulis  fuppofitis  earundem  j, 
alta ,  &  intelligibili  voce  publicare  :  moneant  infuper  didi  Domini  Epi-  „ 
fcopi,  Capitula,  Abbates,  nec  non  jurifdidionemhabentesomnes,  &:  „ 
fingulos  fuos  fubditos  concubinariosnotorios  generaliter,  quatenusin-  „ 
fratriummenfiumfpatium,  concubinas,  feu  mulieres  fufpedas,  &fa-  „ 
matasabjiciant,  &dimittant,  nec  dimifias,  vel alias,  fecum refumant  „ 
fub  poena  perditionis  fruduum  omnium  beneficiorum  fuorum  trium  meu-  „ 
fium  fpatio  ipfo  fado .  Et  quoniam  nonnulla  Capitula  Ècclefiarum  ad  fub-  „ 
ditorum  fuorum  de  hoc  crimine  dirfamatorum  corredionem  miniìs  dili-  ,i 
genter  hadenus  comperimus  proceififfe ,  unde  prjedida  in  dies  magis  fo-  ,* 
ventur ,  &  deterioribus  adaugentur  incrementis ,  in  grave  fcandalum  Ec-  „ 
clefiaftici flatus ,  &perditionemanimarum  ,  prsecipimus,  &mandamus  „ 
omnibus,  &  fingulis  Ècclefiarum  Cathedralium,  &  Collegiatarum  Ca-  „ 
pitulis,  &pr^fidentibus in eifdem fub pcenisip forum fufpenfionis  adivi-  „ 
nis,  &  aliis  per  fuos  fuperiores  arbitrandis,  quatenus  poft  fupradido-  „ 
rum  triuuì  menfium  à  tempore  pr^milfa:  monitionis  generalis  fpatium  „ 
elapfum  infra  quindecim  dies  exinde  proximè  fequentes  conrra  fingu- 
los fubditos  fuos  de  hoc  crimine  difi^matos,  qui proedidas  concubinas 

fua$ 


n 


» 

9» 


Callisto  j  ry^  Secolo    XV. 

*-*'^*         „  fiiasr  cai  iter,  &  cimi  effedii ,  nondimiferint,  procedantviajurisfpecia- 

liter ,  &  nominatim ,  ad  declarandnm  eos  prxdiólam  fiifpenfìonem  tiru- 

diiiim  fpatio  crium  menfium  incurrille ,  tiec  non  confequcnter  ad  iilterio- 

respcenas  jiixta  tenorem  Decreti  ruprafcripti  eifdern  infligendas  :  &  fi 

„  hoc  facete  neglexerint ,  fuperiores  eoriim  procedant ,  ac  cseteros  Epilco- 

„  pos ,  &  alios  qiiofcumqiie  Ecclefiafticam  junfdidionem  habentes  j  qui  in 

«  ejufdem  criminis  piinitionem  negligentes  invenientiir,  fuperiores  eoriim 

,,  punianturdenegligentia,  &  in  defeda  ipforum  pcenas  contta  concubi- 

«  narios  in  fupradido  Decreto  pofitas  cum  omni  diligentia  realiter  exe- 

»i  qiiantur .  InjungimusprstereauniverfisEpifcopis, & aliis junfdidionem 

„  Ecclefiafticam  exercentibus ,  quateniis  ad  corredionem  fornicatorum , 

„  &  maxime  adulterorumpublicorumintendant,  &invigilent,  proutani- 

„  marumfaUitividerintexpedire,  „  Così  eglino. 

«  ^pttd'Kay». an.      Mentre  quefti  Decreti  Ci  ftabilivano  in  Francia  i  [a]  ftrozzofii  con  il 

cit,  «.74.  cingolo  dellafuavefte  nelle  carceri  di  Brefcia  Antonio  Vifignano  Ateifta 

Atheifmo,  Here- piutofto,  chc  hcretico,  il  qualc  negava  la  immortalità  dell' anima ,  lare- 

fi^>  e  morte  del  furrezioncde' morti ,  e  tutti  li  Riti,  e  Sacramenti  della  Chiefa;  einlnghil- 

b  Li»»e  1457.       terra  Reginaldo  [  b  ]  Pekopio  Vefcovo  di Licelìer  ritrattò  li  fuoi  errori ,  co* 

quali  alla  Herefia  di  Vvicclefffi  era  compiaciuto  di  aggiungerne  una  nuova , 

Herefia  del  Peko-  chc  fùil  radete  quattto  Articoli  dal  Simbolo .  L' Harspfeldio  non  ne  enume- 

P'"  •  ra  precifamente  il  tenore  nella  notitia ,  eh'  egli  ci  porge ,  di  quefto  fuccelfo 

e  lurpsfddiusin  con  le  fegucnti  patolc  [  c  ]  ExEptfcopisneminemreperio,  quifeyvtcckffianis 

ki]i.vvic!i,ff.c.i6.  bxreftbus  hoc  f<£culo  implìcutt ,  printer  B^ginaldum  Tekppium  Licejirenjem ,  qui 

prater  Vviccleffi  dogmata ,  qmbus  erat  inetuus ,  quatuor  articulos  ex  Sacro fan- 

6I9  Symbolo [uftulit  :  fed/ubdu&is  tandem  meliùs  rationibus  coram  ^rchiepìfco- 

pò  Cantuarierifiy  &  altisex  Clero,  crrores  illosjuos  agnovit,  &deteflatu5  e/i, 

& palam  apud  Dtvum  Tantum  Londmiillos  revoc aviti  qui  Epifcopatu [polla- 

,tusy  prhatuspojieavixìt.  Libri  autem  ejus ,  quibusdogmatiillafua  afperfìt 

tum  Londini,  tum  in  Oxonienft  accademia  Vulcano  commijjìfunt.  Così  egli  del 

traviato ,  e  poi  ravveduto  Ecclefiaftico . 

Né  con  zelo  inferiore  a'  fuoi  gloriofi  Antecefibri  attefe  Callifto  alla  con- 
,verfione  della  Bohemia,  né  con  efito  inferiore aflecòndòprofperamente 
Dio  alla  efpettazione  del  fuo  zelo .  Conciofiacofache  ò  volontariamente , 
ò  equivocamente ,  ò  fraudolentemente  ,ò  comunque  andalTe  la  cofa,doppo 
^  ^"^ -yyf'w  la  morte  del  Rè  Ladislao,  [d^^  poggiando  al  Regno  Geòrgie  Podiebrazio, 
0^.^.72.     Huomo  doppio,  e  di  quella  Religione,  che  conducevafecondoi  tempi  all' 
^'."^^confeiiìone  intento  dc'fuoi  difegni,  e^li  per  non  diguftarfi  gli  Hufiìti,  nèalienarfili 
diebrazro  Rè  di  Cattolici ,  moftrofli  nel  principio  del  fuo  governo  Heretico ,  e  Cattolico , 
Bohemia.  profeflando  fecretamente  un  giuramento  di  Santa  Fede,  e  moftrando  pale- 

mente  ogni  adherenza  a  Rokifana,  &  agli  Huifiti.  Mi  quefta  fteffa  fua 
confefiìone,  fé  utile  non  fu  per  l'anima  fua,  fu  certamente  gloriofa  per  la 
Chiefa  noftra ,  perche  per  elfa  vennefi  à  comprendere ,  che  la  Herefia  appa- 
re horrida  aimedefimi  Heretici,  ogni  qualunque  volta  ella  non  venga  ac- 
compagnata da  una  eftrinfeca  finzione ,  ò  in  qualche  modo  non  comparif- 
ca  fotto  la  mafchera  Cattolica .  Ecco  le  parole  del  di  lui  giuramento ,  e  Dio 
voleffe,  che  havelfecorrifpofto  il  fatto  air  enunciato. 
cW5Cf.vMf;«w.r.  [e]  In  nomine  Domini  y  Vatris  fcilicet,  &Filiit  & 

ftr^:!^!!:^:.'  Spiritus  sanai,  ^men, 

Priviteg.-B^m.Ec  „      Ego  Gcorgius clcdus Rgx  B 3hemiar  inproximocoronandiispromJC-. 


Capitolo  Vili,  irj^        Calusto 

to ,  fpondeo ,  polliceor ,  atque  juro  coram  Deo ,  3c  Angelis  ejiis  in  mani-  „  i  1 1.  ^ 
busPatrum&c.qiiòdab  hinc,  &  inantea.  &  deiiiceps  fìdelis ,  &  obc-  „ 
diens ero Sacrofandx  Romana,  &Catholic2E  Ecclefia;,  acSandiffìmo  „ 
DominonoflroDominoCallifto  divinaprovideiuia  Papce  III.,  ejufque  „ 
Siiccefforibus  canonicè  intrantibiis ,  &eisobedientiam,  &  conformità-  „ 
tem,  morealioriimCatholicorLim,  &ChriftianorumRegum,  in  unita-  „ 
teOrthodoxarfidei,  quamipfaSanda  Romana  Catholica,  &Apofl:oli-  „ 
ca  Ecclefia  conficetur ,  prjedicat ,  &  tener ,  lideliter  obfervabo,  ipfamque  „ 
CathoIic3m,&Orthodoxamfidemprotegere,  tueri,  &  defendere  volo  „ 
totopoffe,  populumque  mihi  fubjediam  feciindùm  prudenciam  dDeo  « 
mihidatam  ab  omnibus erroribus,  fedis,  &hcerefibus,  &  ab  aliisarti-  „ 
culis,  Sandse Romanie Ecclefia: ,  &FideiCatholicìecontrariis,  revoca- „ 
re,  &  ad  verx  Catholic^ ,  &Orthodox£Efìdei  obfervationem,  ac  obe-  „ 
dicntiam,  conformitatem ,  &  unionem,  acritum,  cnltumque  Sandx  >, 
Romana Ecclefia? reducere,  &reftituerevoIo:  &laborabo,  daboque,  „ 
&adhibeboomnem  diligentiam, ut  omnia  prsefcriptacompleanturtoto  „ 
meopofle,  &  conamine  ad  laudem,  gloriam,  &  honorem  Dei,  &  ad  „ 
exaltationem  Sand^e ,  &Catholicìefidei.  Sic  me  Deus  adjuvet,  &haec  „ 
Sanda  Dei  Evangelia  manibusmeiscorporahtertada.  Infìdemautem,  „ 
&teftifnonium  omnium ptcefcriptorum.  Ego  GeorgiuseledusRexprse-  „ 
didus  hìc  infra  figillum  meumbona,  &  propria  voluntate,  &  ex  certa  „ 
fcientia appendi  mandavi.  Così  il  giuramento  del  nuovo  Rè  Podiebra-  „ 
zio.  „ 

Nulladimeno  ,    come  che  nella  Bohemia  fi  operava  con  fraude  dalla 
parte  degli  Heretici,  elfi  nel  medefimo  tempo  confeflavano  con  la  voce 
fuggezdone  al  Pontificato  Romano,e  potentemente  poi  lo  calunniavano  „ 
co 'fatti.  Ma  in  poche  parole  rifpofe  alle  doglianze  de' Bohemi  l'ingegno- 
fiflìmo  Enea  Silvio  Cardinal Piccolomini [a]  TSlpn  magnum putamus ,  ft quis  a  ^n.sih.£pi/f. 
detrahat  Callixto  ,  cum  Magiflro  ejus  ,  fciamus  ,  detra6ium  fmjje  Chrifto,  ^J^- 
E  le  doglianze  in  quattro  capi  elleno  fi  reftringevano ,  cioè  Decreta  Conctlti  Doglianze de'Te- 
Bafileenfis  infringi  ;    non  confirmari  Ele£iiones  Canonicas  ;   extorqueri  pluri-  cSÌro"""  '* 
mam  vim  auri  ab  iis  ,   qui  Sacerdotìa  aftequerentur  ;   &  Germamam  Indul-      ^  *  »'"«"«• 
gcnttarurny  Decimammqne  occaftone  exinaniri  .   Mi  d  tutte  dirtufamente , 
e  convincentemente  rifpofe  l'allegato  Piccolomini  nella fua lettera  à  Mar- 
tino Meyer  Cancelliere  dell' Arcivefcovo  di  Magonza,  dicendo  [  ^]„Cogi-  b  Idem  Epift.  119. 
mur  ad  ha^c  nonnihilrefpondere,  &  in  primis  quidem  fatemur,  quod  „ 
fcribis ,  inclytam  fcilicet  nationsm  veftram  olim  fuilfe  florentem ,  &  fuis  „  e rifpofte  ad  cflV. 
virtutibus  Romanumlmperiummeriiiire:  ad)icimustamen&illud,  ex-  „ 
cellentiflìmam  B.  Petti  Sedem,  poftquam  ille  Martirio  coronatus  efl,  „ 
femperRomicfuilVe,  in  qua,  quifederunc,  VicariatumChrillitenuere^  „ 
clavefqueligandi,  atque  folvendipenesfehabuere,  fiveGrseci,  fi  ve  Ita- 
li, five  Germani,  aut  ex  alia  gente  fuere,  nec  unquam  Regni  Cceleftis 
introirejanuam  potui(re,qui  Romanorum  Pontificum  audoritatem  con- 
tumaciter contempfere i  nec hodie illis gloriandum  elle, qui  audoritate 
propria  leges  fibi  conftituunt ,  quibus  prò  fuo  libito  Romana  Sedis  )  uflio   „ 
nes  fpernere  poflìnt  :   hos  enim  Catholica  veritas,  nifi  refipuerint  ante  „ 
obitum ,  ignis  jeterni  mancipio  fine  intermiirione  deputar .  Fatemur  infu-  „ 
per,  ahqnando  in  Romana  Curia,  qiiamregunthomines,  aliqua  fieri,  „ 
qua:  digna  effent  emendatione  :  nec  dubitamus  ipfos  Romana  Urbis  „ 

Pra- 


» 


Callisto         ^rj^  Secolo  XV. 

^^^'        a,  Prafiiles  edam,  in  quantum  homines,  falli ,  errare,  labi,  àc  i&^fi 


99 

9) 

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3» 


pofie» 

Sedutadquerelas  mas  veniamus ,  dicimus  tibi  dignum  effe,  ut  com- 
parata cum  veftranationcferventur,  idque  femper  prjedicavimus,  Qc 
in  futurum  predicare  non  omittemus .  Siquidem  nationi  tu^ ,  à  qua  plu- 
rimùmfumushonorati,  non  minùs,  quiim  noftra:,  afficimur.  Verùm 
cum  dicis  Decreta  Bafileenfis  Concilii  non  cuftodiri ,  idque  putas  injurio- 
3,  funi  efle  nationi,  indignam  dicimus  efrequerelam  tuam;  propterDe- 
„  creta  enimBafileenfis  Concilii  inter  Sedem  Apoftolicam,  &  nationem 
veftram ,  diflìdium  ccepit ,  cum  vos  illa  prorfus  tenenda  diceretis ,  Apo- 
flolica  vero  Sedes  omnia  rejiceret  :  atque  fuit  denique  compofitio  faóìa , 
inquanos  imperatorio  nomine  mterluimus,  eam  certamlegem  dedit 
deinde  inviolabiliter  obfervandam,  per  quam  aliqua  ex  Decretis  Conci- 
lii prscdidi  recepta  videntur ,  aliqua  rejetìia i  itaque  non  juftè  agis ,  fi  per 
omnia  fervanda  effe  decreta  contendis.  Sed  venioad  elediones,  quas 
paffìm  contemnirefers:  hoc  non  nos  invenimus  ita  elfe,  ut  afleveras  ,- 
nam  poftquam  ex  Alemannia  huc  venimus ,  plures  EcclefisE  Cathedrales 
ejufdemnationisvacaverunt,  m  quibusvelpoftulationesfads,  velele- 
ftiones t'uere .  De  poftulationibus  nihil  eft, quod  ob)ici  poflìt  j  nam  illse  ex 
gratia  pendent  etjam  vetufto  ;ure ,  liberumque  eft  Pontifici  Maximo  eas 
vel  admittere ,  vel  re;  icere .  Eled Jones  aucem ,  fi  Canonica  fiierint  com- 
padatorum  vigore ,  confirmationem  merentur;  nec repelli  pofTiint,  nifi 
de  utiliori  perfona  Romanus  Pontifex   de  confili©  Fratrum  Suorum 
S.R.E.  Cardinaliiim  duxerit  providendum  ;  fed  neque  hìceft  aliquid, 
quod  reprehendi  meritò  pofilt . 

Qiiod  deinde  fubjungis ,  extorqueri  multum  auri  ab  his ,  qui  dignita- 

tes,  vel  alia  beneficia  alfequuntnrj  non  eli,  cur  de  hac  Sede  conquera- 

,,  mini,  fedpotiusdecupiditate,  Srambitione  veitrorum hominum ,  qui 

^^  currentes  prò  Epifcopatibus  ,  invenientes  competitores  ,  his  ,  quibus 

Palacium  patet ,  certacim  pecunias  offerunt  :  illi  vero ,  qui  alloqui  Ponti- 

ficem  polfunt ,  non funt  fimiles  Angelis , fed  quales  in  Alemannia ,  Gallia- 

qiie  multos  reperias  i  recipiuntenim,  quodoifertur,  non  extorquent  r 

Romanus  autem  Pr^eful  folus  in  thalamo  fuo  nunc  illos  audit,  &  illos 

JJ  promovere  folet ,  qui  magis  coramendantur  ;  nec  fcit ,  ncc  etiam  arbitra- 

tur ,  pecunia  caufa ,  hos ,  ant  illos  commendatione  pr^ferri ,  nec  fibi  plus 

auri  dacur  ,quim  concordata  permittant ,  nifi  fortalfealiquando  occafio- 

neexpeditionis  centra  Turcas  (  quodfibi  profetò  non  fuit  in  tanta  ne- 

ceffitate  negandum  )  aliquando  iuper  Annatas  recepir.  Habes  ergo  in  hac 

parte  refponfionem  nofiram . 

Verùm,  quiadicis  Germaniam  veftram  quondam  ditifiìmam  fuilTe, 
nunc  vero  prorfus  exhauftam,  &  omni  sere  vacuam  efle ,  nos  contrafen- 
timus ,  illudque  audafter  dicimus ,  nunquam  Germaniam  ditiorem  fuilfe, 
„  quàm  hodie , nunquam  ornatiorem  , nunquam  armis  potentiorem,  fi  uni 
„  Domino paruerit.  Namque,  fi Icgamusvetufta  tempora,  inveniemus, 
„  Germanos olim ritu  vixiiie  Darbaro ,  veftibus ufos laceris,  venationi tan- 
„  tùm,  &agrorum cultura dedilfeoperam,  feroces quidem homines,  &: 
j,  belli  appecentes,  fed  argenti  prorfus  iiiopes,  quibus  quippe  nec  vini 
,j  ufus  erat . 

„      Verùm  hanc  mutaticnem  quis  tecit  hi  vobisj  nifi  Religio  Chrifti  i*  CuU 

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Capitolavi  FL  ^177        Caltisto 


UT 

tusquippcChrifliansReligioiiisàvobis  barbariem  omnem  expulit,  at-  „  ^^^* 
queitaexpolivit,  ut jamGrasciipfi  barbari,  vos  autcm  redè  Laiini ap-  » 
pellarimereamini.  CuItumaiitcmrakitiferjeReligionis,  lì  verumfateri  „ 
vultiSjRomavobisj&ApoftolicaSedesdedit,  qiia:Prjedicacoresad  vos  „ 
juittens  idolorum  relinqiiere  cultum ,  &  veruni  Deum  colere  docuit.  Plus  „ 
eli  hoc,  Martine,  quam  aurum,  &  argentum,  plus  cfli  quod  accipitis  „ 
quàmquoddatis.  Itaq;decetvos,  acceptibenefìciimemoreseire,  q:iod  „ 
quidem  tantum  eft,  ut  nullo  pofìitthefauro  compenfari.  „  Cosili  Pie-  „ 
colomini  contro  le  querele  de'Tedefchi  ,  ie  quali  benché  dinefllin  pefo 
fodero  in  fé  ftefle ,  agitarono  fommamente l'animo  del  Pontefice,  che  tut- 
to intento  alla  difefa  della  Germania,  &  alla  fupprefiione  della Herelìa,  e 
difcacciamento  [d\  de'Turchi  da  quegli  Stati,  riceveva  tanto  più  fenfihilì 
li  lamenti ,  quanto  men  giufte  ne  apparivano  le  ragioni .  l,^;^''' Jfi.iTcZ 

Ed  egli  finì  ben  tofto  la  vita,  non  ancor  compiuto  il  quarto  anno  del  nìhiii. 
fuo  Pontifìcaro ,  fuggillando  le  opere  del  fuozelo  con  quella  memorabile  ^^^-e^e  fj]  uftS 
lettera,  ch'egli  fcriffe  alenili  mefi  avanti  la  Tua  morte  al  fuo  Nunzio  in  ietterà  contro  ai- 
Lombardia  contro  alcuni  vaganti  Heretici ,  che   con  nuove  dottrine  neUaLombSu! 
fovvertivano  gli  animi  di  quei  popoli,  &  inquietavano  lo  flato  della  Reli- 
gione in  Italia .  [b]  b  e^i/i.  catixji. 

Adnofìrum,  non  fine  admiratione  ,&  mentis  amaritudine,  plurimo-  „  M4/"»ì.j5J. 
rum  fide  dignisrelatibus,  pervenitauditum,  quod  inBrixienfi,  &  Ber-  „ 
gomenfiCivitatibus,  &  Dioecefibus  nonnulli  tam  Ecclefiaftici  ,  quàm  „ 
ficulares,  feinaniterChriftianaprofelfionecenfentes,  ac  nefcientes  per  „ 
femitasveritatisgrefllisfuos dirigere,  damnabilibus,  &  temerariis  aufi-  „ 
bus,  tam  de  Salvatore  noftro  Domino  jefu  Chrifto  Dd  Patris  unigeni-  „ 
to,  quàm  de ejus Genitrice  VirgineGloriofa Maria,  ac  Militante  Eccle-  „ 
fiaSacrofanda,  &  alia  falfiffimaqujedam  confida  mendacia  polluto  ore 
aiferere,  acquamplura  Catholica?  Fidei,  &  Sanftorum  Patrum  Cano- 
nicis  inftitutis  manifeftè  repugnantia ,  contraria ,  &  adverfa ,  propter  quze 
feipfos,  &  nonnullos  alios  fimplices  fecum  trahunt  damnabiliter  in 
gehennam,  aftruere,  &  dogmatizare,  acin  ejufdem  fidei  averfionem 
pariter ,  &  contemptum ,  fuorum  quoque  errorum ,  fchifmatifque  fo-  ,. 
mentum ,  Sandorum  Patrum  determinationes  falubres  Sandi  Spiritus 
infufionefirmatas,  callidisfuggeftionibus,  verbo,  &  opere,  impugna- 
re, novafquefetì:as,ritufqueprohibitos,  &àChriftiana  veritate  diver- 
fos ,  quos  faltem  in  privato  ingerunt ,  &  perfonis  indoftis  pr^dicant ,  ad- 
inveaire ,  animafque  fidelium  tanquam  Minifìri  Sathana?  à  veritate  aver- 
tere, in  perditionemque  deduc^ere  moliuntur .  Nonnulli  vero  aliictiam 
illic  degentes,  a  quorum  oculis  fimiliter  Dei  timor  abfceiTit,  invocatio- 
nibus ,  carminibus , &  adjurationibus fuperftitiofis,  ac magicis ,  & nefa- 
riisarcibus  infervientes,  fuis  illuiìonibus  illos  ex  Chriftiano  populo, 
quosfimpHces,  &incautosefrecognoverint,  fecum  participare,  Se  à 
iuo  Creatore  deviare ,  eorumq;làllacifJìmis  artibus  infordefcere  docent  , 
fuadeat,  &propo{feinduciint,  inanimarumfifarumpericulum,  perni- 
ciofumexemplum  fidelium  ,'&  fcandalumplurimorum. 

Nos  igitur ,  qui  prò  tuitione  fidei  Catholica: ,  ad  exterminandas  hsre- 

fes  hujurmodi  potillìmè  pelbferas,  atque  damnabiles,  majeftatem  Altif- 

iimi  oftendentes ,  fidivjnametfugerevolumus  ultionem,  totisnifibusaf- 

iurgere ,  &  aniiuacum  periculis  obviare  tenemur ,  pra^mijlìs  C<^ux  adeò 

Tmo  IV.  M  mani. 


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Cauisto       j^8  Secolo  XF. 

^^^'  ,3  manifeftadicuntiir,  utnonpoflìmiis,  nec  debeamns  fiibdiflimulatione 
„  iniilt?^ìEteirire  )  neeorumcontagionequotidieferpendo,  aliosfiileles 
y,  inficiane,  acfinii^roscaruspaitiinant,  veleventus,  de  opportuno  reme- 
„  dio  providere  cupientes ,  ac  omnes ,  éc  fingiilas  caufàs ,  eciam  per  appel- 
„  lationes  ad  nos  interpofitas ,  coram  quibufvis  Praelatjis ,  auditoribiis ,  aut 
„  judicibus,  tam  in  Romana  Curia,  quàm  extra  peridentes ,  adnosadvo- 
5,  cantes,  dbi,  cjuietiam  caufauimPalatiiApoftoliq  Auditor  exiftis,  & 
„  de  CU)  US  integritate ,  prò videntia ,  &  probitate  fidaciatn  gerimus  in  Do- 
„  mino  fpecialem,  per  Apoftolica  fcripta  committiniiio ,  &  mandamus, 
„  quatenus  ad  extirpationem  prxmiflbrum  ,  &  quorumcunque  aliorum 
„  erroruin ,  hjerefum ,  ac  pravitatum  in  eifdem  Civitatibus,  &  Dioecefibus, 
„  acetiamllflieritexpediensinCivitate,  &  Dioecpfi  Veronenfi ,  &  Terra, 
„  fìve  oppido  Crem^E ,  Placentinse ,  Laudenfis ,  &  Cremonenfis  Dioecefum 
»  vigilanter  infiflens  i  poftquam  aimlocorumÓrdinariis,  &  Inquifitore 
j,  hjereticìe  pravitati$ in illis  partibus deputato,  fi  tibi expediens videatur, 
„  fuperprìEmiUìsconfilium,  &  plenam  informationem habueris ,  centra 
,t  omnes,  &  fingiilas utrinfque fexus ,  tam  Ecclefiafticas ,  quàm fseculares 
„  perfonas,  cujufcumque  dignitatis,  flatus ,  gradus ,  ordinis,  vel  conditionis 
„  fuerint,  qui  hujufmodi  damnabiles  errores  fovere ,  feu  aftruere ,  velde- 
„  fendere,  feualia'sfequiprxfumimt,  autearumfautores,receptores,  & 
,3  defenfores,  acfequaces,  &contranovarumfe<3:arum,  &rituuminven- 
„  tores ,  &  fedatores ,  ac  eos ,  qui  palam,  ^  in  privato,  aliud  contra  Fidem 
„  Catholicam  dogmatizant ,  &  generaliter  contra  quofcunque ,  qui  fidei 
„  noilra;  Orthodoxx  maculam  non  habenti,  pubìicè,  vel  occulte  contra-^ 
„  dicunt,  &abeadeviant,  ut  prjrfertur ,  omnium  perfonarum  acceptio- 
„  ne  ceflante ,  prout  Canonica:  Sandiones ,  &  Sanidorum  Patrum  inftituta 
„  perfuadent,  etiamfummariè,  (ìmpliciter,  &deplanp,  acfineflrepitu^ 
„  &  figura  judicii ,  fola  fad:i  veritate  infpefta ,  ufque  ad  definitiv  am  fevl- 
„  tentìam ,  &  illius  executionem  inclufivè  auótoritate  nòftra  procedas  ;  nec 
„  non  perfonas  ipfas ,  adiocumtutum,  m  quo  hujufmodi  Jhserefes,  crimi- 
„  na,  &  errores  libere  examinarevaleas,  cites,  ac  illas  ex  perfonisipfis, 
„  quasperlnquifitionemdidam  culpabiles,  ac  erroribus,  &  criminibus 
„  implicatas  fore ,  fivealiaspravitates  hujufmodi  qxercuifle,  &exercere 
.,,  repereris,  puniasjuxta  eorundem  delinquentium  demerita,  Scexcefliis, 
„  ac  eorundem  Canonum  inftitutai  nec  non  Ecclefiafticas  perfonas  qui- 
>,  bufvisdignitatibus,  honoribus,  ofEciis,  &beneficiisEcclefiafticis,  nifi 
„  hserefim  hujufmodi  alias  per  eos  non  abjuraverint,  prout  juftum  fiierit, 
;,  prives,  omnique  honore ,  &  dignitate  exuas  Clericali ,  Così  egli . 


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1 79       ^^^  ^^' 

CAPITOLO    IX. 

Pio  Secondo  Senefe  ,  creato  Pontefice  li  19. 

Agofto  1458* 

^alìtà  di  Pio  Secondo  acanti  il  Pontificato  l  'Bolla  di 
fua  Yttrattatione  :  fuoì  e^regii  fatti  contro  di'verfi  fiere- 
tici  del  fm  tempo  ,  Fafcinarii ,  e  loro  indegna  Herefta  . 
'Bolla  contro  gli  appellatori  al  futuro  Concilio .  Celebre 
contefa  [opra  il  Sangue  di  Giesù  Chrijlo  :  è  Cojiitutjo^ 
ne  Pontificia  di  ftlenzjio  «  Morte ,  &  elogio  di  Pio  Se^ 
condo  • 

Or  per  defcrivere  gli  awenìitienti  memorandi  del  Pontificato 
di  Pio  Secondo  *  ci  convien  prima  riferire  il  eorfo  della  vi- 
ta ^  che  vifle  Pio  Secondo,  avanti  che  al  Soglio fofle inalza-  "^^^Xlon'.lt 
todi  Pontefice,  acciò  quindi  meglio  dedur  fi  pofla  ,  con  ti  il  Ponciiicato. 
quaranimo  pronto  alla  difefa  della  Fede  egli  fubentraffe  in 
quello  grado  alla  cuftodia  di  ella.  Venga  dunque  egli  fteflb 
adefporci,  quareilbfoife,  fpettacolo,  efpettatore^  foggetto<&  Mio- 
tico della  fua  Hiftoria  [  4  ]  „  Annos  fex ,  &  viginti  natus ,  „  dic'egli  di  fé ,  ,<     ^ 
fcrivendoì  Pietro  di  NoxataCavalier  Napolitano  „  cum  darem  juri  ci-  ,i  V^Hiuil'm 
vilioperam,  exorto  belio  ,Patriam ,  &ftudiumcoadusfumrelinquerej 
acceflitamen  grande  illud  Bafileenfe  Cortcilium,  invenique  gratiain  in 
oculisPatrum:  Scriba  in  Synodo  fui,  &literarumabbreviator,  &  unus 
de  duodecim  viris  ,  qui  Magiftratus  illic  quafi  Cenforius  videbatur; 
ncque  enim  fine  duodecim  virisad  confultandum  de  rebus  Conciliari-  „ 
btisquifquam  admirtebatur,  ^admifll,  qui  non  invcnirentur  idonei  ,  „ 
his  jubentibus  amovebantur  ^  Erant  in  Concilio  quatuor  conventus,  „ 
quideputationesappellabanturdefide,  &pace,  dereformatorio  ,  de  „ 
communibus,  prasfidenteshasfuosfmgul^fingulos  elegerunt:  in  depu-  „ 
tatione  hdei,  in  qua  eram  infcriptus,  f^pè  prsefedij  inter  CoUatores  „ 
quoque  beneficiorum  bis  fum  eledus  j  legatus  ab  ipfo  Concilio  ad  „ 
conìplures  principesmifllis.  Cum  Pontificatum  Amedeus  Dux  Si^bau- 
di^UircepilTet,  Felix  nunciipatns,  in  fecretarium  fum  ab  eo  accitiis  , 
nec  din  poft  vocatus  ad  Fredericum  Imperatorem  Pro ton ariani s  otfi- 
ciumabeofumadeptus  (  fic  Germani  Secretariumappellant  )diimLe- 
gationesCa?farisobeo,  univerfam ferme  Germaniam  circuivi. 

Diifidebant  Theutones  cum  Eugenio  maximo  Pontefice  :  at  ncque  illi 
ncque  Felici  obedientes,  naturales  vocabantur .  Concordia  plunbus  in  „ 
conventibus agitata eft,  quibus,  jubente Calare,  femper  interfui.  Bis  „ 
^^"yf^r^^^atnpacisad  Eugenium  veni:  tertiò  nationis  illius  Apofìolic^e  „ 
Sedi  obedientiam  attuli.  Secretariatus,  &  Subdiaconatus  honorem  ab  „ 
Eugenio,  &mox,  ilio  defunfto,  i  Nicolao  fufcepi ,  cujus  Conclavis  „ 

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Pio  II.         jgo  :    Secolo  XK 


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cum  eligeretiir ,  ciim  cjEteris  Principum  legatis  cuftodfa:  prajfui .  Lapfutn 
eftpoftea  breve  tempiis,  in  quo  me  Nicoiaiis  Tergeftina:  Ecclcfise  nihi! 
tale  merentem  pr^efccit  Epifcopiim ,  quadriennioq;  ab  indedecurfo  ,Se- 
nenfis  Urbis ,  imdemihiorigoeft,  Pontifìcatum  ad  me  detiilic.  C^efar 
vero,  i  quo  cum  in  confiliariorum  ordine  fufcepuis  elVem,  Neapolim 
me  petere  juflìt  :  quo  in  loco  matrimonium  inter  ipfum  Cxfarem ,  & 
Leonoram  Portugallia;  Regis  fororem,  Alfoiifique  neptem  contraxi, 
„  eandemquelmperamcemanno  polì:,  nayigio  vedam,  &  Pifis  ad  Im- 
peratoremSenisagentemconduxi,  cum  id  mihi  unicommitterctur. 

In  Coronacione  Csefaris ,  quse  Romse  celebrata  efì: ,  nofti,  qusmea: 
partesfuerint,  quippèquime  (xpìùs  Imperatorio  nomine  apudRoma- 
num  Pontifìcem ,  &  publicè ,  &  privatim  loquentem  audivifìi .  Reverfo 
inGermaniam  Legatio  mihi  ApoftolicjE Sedis  per Bohemiam,  &omnes 
„  Provincias  AuftriìE  Ducum  commiffa  eli .  In  conventu  Germanorum  , 
«  qui  RatisbonsE  habitus  eft,  quo  &  PhiUppus  Burgundije ,  &  Ludovicus 
3,  Bavarijc  Duces ,  &  alii  quamplures  Principes ,  &  Reguli  convenerunt  de 
„  faUite ChriilianjE  Reipublic»  agcntes,  Impcratorias  vices  tenui.  Simili 
a.  modo  &  in  Franckfordienfi  Concilio,  ubi  &  Germanos  adverfus  Tur- 
3,  cas decernere  bellum ,  dida  oratione ,  fuafimus,  quamvis  poftea negli- 
„  gentia,  &  infcitia  eorum ,  qui  cumfta  fé  decere  putant ,  Germani  te- 
3,  puemnt. 

3,  Mortuo  Nicolao,  Calixtum  SuccelTorem  ejus,quem  nunc  Imperatorio 
„  nomine  tanquam  Succefforem  verum  GhriftiVicarium  recognqvimus. 
Inhifcenoshonoribus,  Petre,  verfati  fumus ,  nec  tamen  intelligimus , 
cur  adeò  divina  pietas  noftram  parvitatem  extulerit  ;  non  dottrina ,  non 
vita:bonitashcecmeruit.  Cognofcimus  imperfedum  noilrum,  &  nos 
ipfosfepècogitantes  non  extollimurquidem,  fed  magis  erubefcimus, 
,,  &confundimur,  qui  prò  tantis  beneficiis  non  fumus  grati:  refpicimus 
„  aliquando  retro ,  &  quomodo  multi  viri  nobilibus  ornati  natalibus  , 
„  virtute,  &dod:rinapr^ftabiles,  abjedi,  &  incogniti  jaceant,  confide- 
ramus;  fateor,  quamplurimi  funt,  qui  opibus,  &  honoribus  antece- 
dunt ,  fed  multò  plures  fequuntur  ;  pluribus  commifereri ,  quàm  invide- 
_  repofllim;  &illiquidem,  qui  me  dignitate  prsecedunt,  etiam  virtute 
j,  fuperant;  egohis,  qui  fequuntur ,  nulla  ratione  fum  melior.  O  quoc 
„  viri  funt,  quinoncentumaureosannuosexbenefìciis  Ecclefiarticis  hau- 
„  rirepolfunt,  juris  divini,  atquehumaniinterpretes,  quorum  non  elfem 
dignus  corrigiam  calceamenti  folvere  !  atque  ego  ignarus,  hebes ,  atque 
vitiorum  mole  prefilis ,  atque  iniquitate  circumdatus ,  qui  aliquo  benefì- 
ciolocontentusextitiffem,  vel minimo,  jamannuos mille auteos  poffi- 
deo ,  quodque  magis  mirere,  dum  Germaniam  perii ,  Epifcopatum  in  Pa- 
tria confequor .  Magna  harc,  mi  Petre,  in  quibus  non  folùm  mea  parvi- 
tas,  fed  magna  virtusquiefc ere  poilit. 

Apud  tresEpifcopos,  &  totidem  Cardinales  didandarum  Epiftola- 
„  rum  oiliciiim  exercui .  Hi  tres  quoq;  Pontifìces  Maximi  Secretariorum 
Collegio  me  arcrii'femntjEugenius,  Nicolaus,  &  Felix,  quamvis  hunc 
adultcdiuim  dixerim.  Apud  Ofarem  nonSecretariatus  modo,  fed  Coniì- 
liariatus,  &PrincipaLUshonoreaudusfum:  neqjego  ifta  fortuna  impu- 
to ,  quamvis  nefcio  caufam ,  fed  ipiius  Redori ,  &  Dominatori  omnium 
Deo,  cujuseil:,  in  quemcumque  voluerit  ufum,  vaftì  formare  ,  ncque 

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Capitolo  IX,  i8l        Pio     II. 

human»  corredfoni  rubjiciunciir,  qua:  libera  fiint,  ejufque  liberalitatì  „ 
gratias  agere  decet,  quidat  omnibus  abundanter,  &nonimproperat.  „ 
Annosig?tur tanta  miferatione proventi,  Cardinalatum  anxii  expefta-  „ 
vimus,  àtquehunc  quoque  nobis  honorem  deberi  putavimus?  Utinam 
dignitati,  quamconfecutifumus,  paresinvéniamur,  &itaquodfuper- 
ertsEvi,  traducamus,  ne  qua  poilìtinnobis  ingratitudo  notari.  Porrò 
Cardinalatusfaiìiigiuminajusexiftimanius,  quàm  noftris  humeris  com-  *, 
mirti  debeat:  utinam  ea  dignitashis  credatur,  qui  afterre  illi  potius,  „ 
quàm  ab  eareciperegloriampoffint,  qualesnos  effe,  nullo  pado  co-  „ 
gnofcimus  .  „  Così  egli  di  fé ,  enoidilui.  Ma  quefta  vita,  che  per  vie  „ 
così  diverfe,  e  ftranecondufle  Enea  [4]  Silvio  Piccolomini  al  Pontificato ,  a  itA  prjus  'vtca- 
tùà  lui  Pontefice  una  fempré  dolorofa  rapprefentazione  di  odiofa  rimem-  teTonUfiVJLV' 
branza,  rinvenendo  egliinelfa,  cioè  non  tanto  nella  perfona  fua,  quanto 
in  alcuni  fuoifcritti,  gran  materia  di  rimprovero  a  Te  ììq^o-,  allor  quando 
Pontefice riconobbefi  maldicente  una  volta  del  Pontificato,  e  detrattore  Giovanili  Jvanità 
una  volta  di  quella  divina  autorità,  alla  quale  allora  elio  ritrovavafiailun-  diPioii. 
to.  Egli  per  lo  fpazio  dì  dieci  anni  era  intervenuto  in  qualità  di  Secretano 
nel  Concilio  di  Bafilea,  nel  cuipofto  molto  fcrifiein  foftentamento  dell' 
autorità  del  Concilio  fopra  il  Papa  ,  e  confeguentementein  djfefa  dell' An- 
tipapa Felice  Quinto  contro  il  Pontefice  Eugenio  j  e  benché  1*  impegno,  ò 
la  pa/fionelo  trarportaife  allora  giovane  volonterofo,  &  ardente  à  far  par-  EfuarUrattatio. 
te  co' fediziofi  contro  il  più, e'I  meglio  de' Dottori  Cattolici,  nuUadimeno  "^* 
riconofcendo egli fempre come inefcufabile,  e deteftabileil fuo errore,  al- 
trettanto godè  di  elfere  flato  dalla  fecreta  providenza  di  Dio  efaltato  al 
Pontificato,  perhaver  quindi  tanta  maggiore  autorità,  e  credito  nella  ri- 
trattazione di  elfo .  Elfendo  cofa  che  può  ben  fupporfi  un  giovane  errante  , 
ma  non  già  menzognere  un  Pontefice:  ond'egli  in  altro  iìmile  propofito, 
cioè  in  ritrattazione  di  un  LibtodaefTo  [b]  comporto  in  giovanile  età  di  [,  ^;^^^    ^^.j.;.^ 
folli  amori ,  hebbe  à  feri  vere  à  Carlo  Cipriaco  ,[c  \  Tra6iatum  de  amoreyoltm  l'^s  '//  \'ròft\tuìu 
fenfu ,  parittrque  retate  juvenes ,  cum  nos  fcripfìjie  recolimus ,  Carole  fili  dile-  ^st7lsbw  "hT£l 
diffìmei  p(snitentianon modica,  pudorque y  ac  m cerar animum  nojirum  vebe-  1507. 
mcnter  excniciant ,   qmppè  qui  fciamus  ^  quique  protefiati  cxprefsc  fuimus,  ^  ^''''''^.'■^v?.?3J. 
duo  continerim  eo  libello  ,  aportam  videlicet  ,  feu  ,  heu  ,  laftivam  nimis, 
prurientanque  amoris  hiftoriam  :  &  morale  y  quodeam  confeqititur,  adifìcans 
dogma  :  quorum  primum  fatuos  ,    atque  crrantes  video  feBarì  quampluri- 
mos  :  altemm ,  heu  dolor ,  pene  nu  llos  :  ita  depravatum ,  atque  obfufcatum  in- 
felixmortalium  genus  !  De  amore  igitur,  qu£  fcripfìmtis  olim  juycnes,  con- 
temnitey  òmortalesy  atque  refpuite  :  fequimini  qu£  nunc  dicimus  ,  &  ferii 
magiSy  quàm  jupeni  ,  credile  ,  nec  privatum  hominem  pluris  factte  ,  quàm 
Tontificem:  JEneam  re'jicite ^  TPimn  fufcipite:  ili ud gentile  nomen  parente s in- 
didere  ìiafcenti  y  hoc  Clmftianum  m^pofiolatH  fufcepimus .  Così  egh  contro 
un  trafporto  di  gioventù,  atto  più  tolto  ad  ingannar  il  fenfo  col  d-.Ietto, 
che  l'intelletto  con  laragione.  Hor  quanto  Pio  fofle  vivamente  puntoda 
interna  difplicenza  di  elfere  eflb  ftato  contradittore  della  Pontificia  autorità 
fopra  il  Concilio,  e  confeguentemente  Promotore,  Confultore,  eSofle- 
nitorcdidogaiafcandalofilfimo,  erroneo,  eriprovato,  quindifoi  fi  rac-  ^boii  dif  ,  r- 
co  ga.,  eh' eflb  prima  di  riprovarlo  al  publico  con  Apoflolica  ritrattazione , 


:ruitaxionc  circa 


^^^'^Pj:'''-"§erlo  avanti  Dio  con  lacrime  di  Pontefice,  perquafi  tutto  il  tem-  ',■',  p^'"^/,'.'^^].'^ 
pò  del  luo  Pontificato  i  onde  non  prima  dell'anno  quinto  di  elfo,  che  fol  pra  aPapl  !"  "" 
Tomo  ly,  j^l    3  gì  un. 


Pio     II.       j22.  Secolo    XV. 

gìimfealfefto,  mandonne ftiori  la  ritrattazione,  ad  efempio  di S.Agofti- 
no,  in  quefto  forte ,  dolorofo ,  e  flebile  tenore,  di  cui  poche  parole  indi- 
chiamo, rimettendone  al  fonte  fteflo  dell  a  Bolla,  ch'èmolto  proliffa,  il 
Lettore  » 
a  Exut  in  Bulu  [^]  T*/«f  Eptfcopus  ScTVus  ServoYum  Dei, 

Fini,  Confi it,  IO, 

Diledis  Filiis  Redori ,"  &  Univerfitati  Scholas  Colonienfis, 
Saliitem,  &  Apoftolicam  benedidionem . 

In  minor ibus  agente s  ,  nondttm  Sacris  Ordìnìbus  initiati ,    cum  Baftlea 
rnter  eos  verfaremur ,  ^ui  fé  generale  Cgncilium  facere  ,  &  univerfalcm  Ec- 
clefiam  rtpnefemare  ajebant  ,    dialogorum  quendam   libellum  ad  vos  feri- 
pjtmusy  in  quo  de  auSioritate  Conciliigeneralis,  ac  de  gejiis  Bafdeenjium ,  & 
Eugenii  Tap<e  contr adibitone  ,  ea  probavimus  ,  vel  damnavimus  ,   qua  pro- 
banda  ,  -pel  damnanda  cenfuimus  :   quantum  capiebamus  ,  tantum  defendi- 
mus ,  aut  oppugnapimus  :  nìhil  mentiti  fumus ,  nihil  ad  gratiam ,  nihil    ad 
odium  retulimus  :  exifiimavimus  bene  agere ,  &re6ia  incedere  via:  nec  men- 
tis nofim  aliud  erat  obje£ìum  ,  quàm  publica  utUitas  ,  &  amor  veri  .  Sed 
quis  non  errat  mortalis^  Sapientem  ,  inquiunt  philofophi ,  nunquam  errare  t 
verum  ejì.  ^t  quis  fapiens ^  nifi  bonus f  Quis bonus y  nifi folus Deus?  Omnes 
declmaverunt  ,  fmul  mutile^  fa£li  funt ,  rion  eji  qui  faci dt  bonum  ,  non  eft 
ufque  ad  unum^  inquit  Tropheta  F^gius .  Declinavimus  &  nof  ab  utero  Ma- 
tris ,  erravìmus in  invio ,  &  non  in  via:  ambulavimus  in  tenebrisi  (Ut  prò- 
cui  à  vera  luce  recejjimus:  nec  nobis  tantum  erravimusj  alios  quoque  in  pra- 
cipttium  traximus:  &  cacis  ducatum  pnsbentes  aecij  cum  illis  infoveam  ce- 
cidimus  :   forfitan  &  aliquos  ex  vobis  fcripta  nojira  decepere  ,  &  in  devia 
deduxerunt  :    quorum  fanguinem  fi  de  man/bus  nofifis  requijierit  Dominus, 
nonhabemus ,  quodrefponderepoffimus  y  niftnosy  uthominesy  peccavijje:  qui 
arbitrantes  re&tum  iter  ojicndere  ,  obliquum  monflravimus  .  In  mifericordia 
tantum  Dei  fpes  noflra/ìta  efl,  qu£  fuper  omnia  opera  ejus  e  lue  et.  Sedhaud' 
quaquam  fatis  fuerit  divinam  mifericordtam  implorare  ,  &  dicere  :  Farce , 
Domine,  parcepeccatis  noftris,  nifi  prò  viribus  vulnera,  qua  infiximus, 
meritate  curare  ahnìtamur:  &  fìcut  ejl  in  fabulis  y  Sagitta,  qiise  viilneravit , 
atferat  opem  :  five ,  ut  canit  Ecclefia ,  Medelam  inde  ferat ,  hoftis  linde  larfe- 
rat.  Mortem quidam  &c.  Così  l'addolorato,  e  zelante  Pontefice  .  Onde 
b  Fran.  Phiitipin  ben conchiufe  di  Papa Pio un' Autore  allora  vivente  [b]  Quid  Vius cogitati 
lib  ló.epift.i.ad  autloquitury  autagit,  quod  non  ex  media  vìrtute  prò  fìcifeaturf 
car  .^itx.^rag.     ^^  j.  ^j^g^^j  ^j  piQ  ridoiidatono  in  tanta  fua  lodc ,  ne  meritarono  certa- 
mente molto  più  egregia  la  virtù,  ch'egli  efercitò  nel  Pontificato,  e'I  ze- 
lo, con  cui  egli  fi  diportò  nell'abbattimento  dell' Herefie.  AlPodebrazio 
l>Xd?pìoiiìà  diBohemia,  che  richiefegli  trattamento,  e  nome  di  Rè  nella  medefima 
diverfi  Perfonag  conformiti ,  con  ciù  egli  era  trattato  da  gli  altri  Potentati  di  Europa,  rif- 
f  'EpìH.Piiii.  in  pofe  Pio  con  memorabile  fentenza,  [e]  Ts^on  decet  F{pmanum  Tontificemy  eum 
lib.brcu.pagìo.in  l\egem  publicè  appellare y  qui  non  ea  publicè  efficit,  quiC  Catholico  Trincipi 
TrÙh,>m'af,lm'^  (0^^^^^^^^  '  Tollantur  dc  medio  errores  :  Tr<xceptis  Ecclej(<£  pareatur  y  dein- 
eobimia.  de  à  nobis  omnes  y  quos  prò  ^egio  nomine  favores  impertirt  pojj'umusy  confe- 

queris'y  &  ù  Procopio  Ambafciadore  di  lui,  che  fi  dolfe  di  non  effere  fla- 
to publicamente  ricevuto ,  come  gli  altri  Regii  inviati ,  egli  coftantemente 
d  ibidtm  ,         replicò  [(/]  Quiailley  cioè  l' Ambafciadore,  in  mandatis  habuit  non  publt- 


Capitolo  IX.  l8j       Pio     IL 

tè,  fedprivatim,  ac fecreto  nomine I{egis prafati nos adire ,  & reì>erennam , 
&  obedientìampriejìare,  non  decebàt  nop^  tum  public  è,  utB^gis  Oratorem, 
fnfcipere,  &i  proni  intemionis  eratnofìra  y  honorare,  qui  nomine  t{egiopubli' 
ce  ad nos venire prohibitHseJi.  Troindè fi àliter forte,  quàm  cupiebat,  aut  fi- 
bi  vifum  fuerat ,  minùs  fublimiore  loco  pofttus  fit ,  intelligat ,  non  ex  mera 
voluntate  no/ira  ,  fed  ex  ipfms  rei  natura  procefjìjfe  i  adverfari  enim  hac  in- 
vicem  videbantur,  ut  fecretò  ob edienti am  prdjìar et ,  &  publicè  I\egii  Orato- 
rislocumobtinere  ■pellet.  Così  egli*  Enonfenza  particolare  illuftrazione  di  s<:ommunica  dei 
Dio ,  indiitre  Pio  non  mai  fi  potè  à  conciliarfi  intieram  ente  col  Podebra-  Bohém["'°  ''^ 
zio ,  perche  non  mai  il  Podebrazio  abbracciò  cordialmxnte  la  Religione 
Cattolica  i  moltrandofi  ferapre  egli  in  quelle  cofe  Cattolico  i  che  condurre 
potevano  ilfuo  intento  al  confeguimento  dì  un  pieno  Regio  dominio  fo- 
pra li  Cattolici  della  Bohemia.  E  il  tempo  difvelò  apertamentèi  elafana 
condotta  del  Pontefice,  e  la  reproba  malizia  di  queir  Heretico,  che  doppo 
horribili  misfatti,  &  atroci  attentati  contro  li  Religioil,  e  Minifìri  Ponti- 
ficii, incorfe  finalmente  nel!'  aperta  indignazione  di  Dio ,  e  del  mondo ,  inti- 
matagli da  Pio  col  tenore  di.  quefta  horribile  fsntenza,  dalla  cui  relazione 
ben  comprendefi  il  corro  di  c][uella  lunga  Hifì:oria  >  che  folamente  noi  hab- 
biamo  in  poche  pagine  accennata .  [a]  d^^LVi'^-f  ^'' 

Tini  Tapa  Secunàus . 
Dudum  inclytum  Boheitìias  Regnum ,  quod  Chriftianum ,  &  fideìem  „- 
populum  hàbere  confuevif ,  ad  perniciofam  [  b  ]  Jacobelli ,  &  fuorum  fé-  ,»  b    i.coMIo    di 
quacium  in  aliqtiibiis  partibus  Hufiìtarum  nuncupatam  hsreticàm  pra-  „  ^^'f"'*    n^rctua 
vitarempro  magna  ejus  parte  prolapfum ,  ut  Communionem  Euchariftia»  „  "''^^"''' 
Sacramenti fiib utraque fpecie ,  vini  videlicet,  &panis,  quoadLaieos, 
&  nonconficientes,  de  neceflitatefore  internai  falutisprofiteretur,  cum  „ 
prnpter  obitum  felicis  recordationis  quondam  Ladisiai  novifiimiRege  ii 
careret  j  Georgium  de  Podiebratz  fibi  Regem  elegit ,  qui  dum  fé  Catholi- 
cum  aifirmaflet ,  poftmodumdum  coronationisreciperetinfignu,  licèt 
in  Venerabilium  Fratrum  noftrorum  Jaurieiifis ,  &  Vvacieniìs  Epifcopo- 
rum,  acnonnullorumEcckfiarticorum,  &  f^cularium  virortimnotabi- 
lium ,  mani^s  tadis  per  eum  corporaliter  Sacramentis ,  &  Evan^eliisjpa- 
blicè ,  &  fponté  promiferit ,  fpoponderit  ,pollicitufquefuent,  atque  iiira- 
verit, cjuòd deinceps fidelis ,  & obediens  efiet Sand^ Romanze  Eccidio , 
&  illius  prò  tempore  Pontificibus ,  in  ejufque  obedientia ,  &  conformita- 
te,  morealiorumCatliólicorum,  &  ChrilìianorumRegum,  in  unitati 
Orthodoxiefidei,  quam  ipfa  Sanóìa  Romana  Catholica  Ecclefia  confi 
tetur,pr£edicat,&tenet,  fideliterobfervaret,  ac deinceps tìdem,  &Ec- 
clefiam  ipfam  protegeret ,  atque  tueretur ,  &  defenderet ,  &  populum  iìbi 
fubjedum  ab  omnibus  erronbus,  fedis,  ^fiserefibus,  ac  articulisipiìus 
Ecclefiajj&fideiCatholicjEcontrariis,  revocaret,  &averteret;  necnon 
Catholics  fidei  confervationem  ,   ac   obedientiam  ,   conformiratem , 
unionem,  ritumjCultumqueipfiusSanazeRomansE  Ecclefije  reauceret, 
&  reftitueret  in  dido  Regno  ;  licètque  didus  etiam  Georgius  deiiuie  per  „ 
diledum  filium  Joannem  de  Rabenitein  Notarium  noftrum ,  ejus  ad  iios  „ 
Oratorem  prò  le,  ejufque  conthorali,  &Iiberis  pollicitaretur,  utprx-  „ 
ceptanoftrareverenterfiifciperet,  &  eis  obfequereturi  ac  deindecum  „ 
ic  nujiilmodijuramento  artrinxifiet,  ac  obligaflet  per  cbarifiìmum  filium  „ 
noitrumFridericum  Romanorumlmperatoremillufirem,  ut  talis  exti-  „ 

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Pio     II.        jg^  Secolo  XV.  ' 

\y  tit  confirmatus  ;  nihilominùs ,  cum  ipfe  Georgius  his  omnibus  fada  con- 
y,  traria  ageret ,  publicaque  continuata  fama  adverfus  ipfum  laboraret , 
„  quòdcontra  tam  folemniter  fadas  fuas  promifliones ,  &  jusjurandum, 
„  diaamHxreticorumfeftamfoveret,  &ampletì:eretur,  diledi  fìIiiCle- 
„  n\s ,  Capitanei ,  Confulcs ,  &  Communitates  Civitatis  Vvratislavienris,& 
„  Oi^pidiNarnslavienfistanquamCatholici,  &  viriChrifti  fideles  eundem 
w  GeorgiumproRegefibirecipcre,  eiquchomagium  prillare  debite  re- 
5,  cufarunt,  propter  quod  Georgius  ipfe  belio  illos  impugnare  tcntavit,- 
j,  nostunc  de  hiscertamnotitiamhabentes,  uttancis  incommodis  repa- 
5,  guloeflemus,  didnmque;Gsorgium,  ac  ipfum  inclytum  Bohemisc  Re- 
„  gnumadveramobedientiam  ,&unionem  Apoftolia-eSedis,  &fan(5lasip- 
«  fius  Romana:  Ecclefia:  reducere  polfemus,  Venerabilem  Fratrem  No- 
3,  firum  Hieronymum  Archiepifcopum  Cretenfem,  &diledum  filiumSa- 
„  crs  Theologi^  profeiiorem  Francifcumde  Toleto  tunc  Archidiaconum 
3,  deAftorgiainEcclefia  Hifpalenfi,  Oratoresnoftros  adpartesillas  miiì- 
3,  inus ,  &  tandem  hujus  homagii  fufpenfìo  ad  triennium  ,  &  unum  menfem 
iy  per  eos  fada  extitit .  Verììm*"duobus  deinde  fere  annis  decurfis ,  cum  idem 
5,  Georgius  nihil  de  hujufmodi  juramentis  per  eum  promiUìsfe  fadurum 
ollenderet ,  nos  tant^  rei  moram  elle  periculofam  cenfentes ,  prcefatum 
Georgium,  utpromiflìonibus,  &  juramentis pr^fatis  fatisfaceret,  Re- 
gnumquepr^efatum  ad  unionem  Sandse  Matris  Eccleiìcereduceret,  per 
certum  Nuntium  noftrum  iterùm  fecimus  follicitari . 

Sic  demiìm  Georgius  ipfe ,  tranlado  polì:  unius  anni  fpatio ,  folemnes 

ad  nos  Oratores  tranfmittens ,  nobis  obedientiam  prajftitit  verbalem ,  ut 

„  prius,fednonrealemfui,& Regni,  inunitatefidei,  &rituscommunio- 

3,  nis ,  quam  juxta  ) uramentum ,  ac  promiflìones  antedidas  expedabamus , 

3,  eumque  tunc  per  proprios  Oratores  fuos  hortarinon  defivimus,  urpro 

hujus  rei  finali  confummatione ,  dimiffa  vsefania  fua  >  atque  hseretica  pra:- 

fumptione  fuper  articulo  Communionis  hujufmodi  ,  ipfe  cum  Regno 

Bohemice  fé  nobis,  acEcclefióeSandit,  atque  aliis  Regnisconformaret: 

diledumfilium  Fantinum  de  Valle  utriufquejunsDodorem  ad  eundem 

Georgium,  Regnum,  &  Marchionatum  Moravice ,  ac  vicina  ejusdomi- 

niatranfmifimus:  qui  libi  per  nos  injuntìa  fideliterin  conventu,  ob  id 

per didum Georgium  in  fedo  S.Laurentii  proximè  elapfoindido,  co- 

ramPr^latis,  Magnatibus,  &  aliis  multisexplevit.  Idem  tamenGeor- 

gius  Sathans  laqueis  ligatus  ,  in  fua  pertinacia  obftmatus  permanfit; 

nam  publicè  inibi  cumejus  conthorali  fibi  confidente  in  Pr^elatorum , 

Procerum,  &  Magnatum  prarfentia ,  proutintelleximus,  in  nos,  &San. 

damSedemApoitolicam',  ipfamque  Sandam  Romanam,  &  Apoftoii- 

camEcclelìam  fìdelium  Matremmuitis  detradionibus,  &  blalphemiis 

orepolluto,  &impudicislabiisiiivedus,  etiamproferreveritus  noneft 

hxQ,  velinefiedufimiliaverba,  videlicet  :  Utnemodeimepsde  fide,  & 

religione  mea,  conjagis,  &Ìiberorum  ìneorum  dttbins  exijiat,  mticpalawj 

&  publicè  profiteoil  chari/Jimos  parentes  meos  in  bac  vcritate  Communio- 

,]  nis  Calicis  'mriufqnefpcaei  mortuos  efje  ,  meque  in  ea  natum  ,  educatum y 

„  atque  ufquc  in  h.-ec  tempora  vixijie,  -piverequey  &  mori  velie  curnuxore, 

„  &libi'YÌs  meis]  afleiens  Communionem  lilamde  necefiltatefalutis;  & 

,,  adjecit,  Deomagis,  quàm  homimbus  ejkparendum .  Nec  his  contentus, 

„  fed  enam  prxlauim  Fantinum  Oratorem  noiu-um ,  poit  fadam  per  eum 


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capitolo  IX.  185         ^^^  ^^• 

tonfutationcm  aflertomm  compatìiorum  fiiper  commuilione  prsedida, 
poftqne  erroris  illins  declarationcm ,  &  propoiìrionem  eoriim ,  quce  ipfe 
Oratornofterànobishabuic  in  mandatis,  facniegè  in  eiim  manus  inje- 
cit ,  &  tiirpiter  dunirimis  carceribus  mancipavit ,  in  Dei,  hnjiis  Sancii  Se- 
dis,  &  Romance  Eccitila^  opprobrium,  atque  noftn,  qui  licèt  imme- 
riti ,  Chrifli vices  in terris genmiis ,  vilipendium, &  contemptum . 

Nos  aiitem ,  qui  nobis  fadam  injiiriam  nihil  pcndimns ,  Dei  tamen,  & 
Ecclefisefuajoifenfamvindicaretenemur,  fic  in  prccmillìs  animadverte- 
re  debite  volentes,  ne  error  ille  fa>viflìmus  arma  habensfub  rei igionis 
fpecie  ampliiisferperevaleret,  &  ne  fidelesChriftiperfubjedionemdi- 
tìiGeorgii  e)iis  erroribns  valeant maculari,  nuper  proprio  mota,  ex 
certanoftrafcientia,  fìdelium  profpicientes  faluti,  diclos  Clerum ,  Ca- 
pitaneos,  Coniules,  CommunitatesCivitatis  Vvratislavienfis,  necnon 
OppidiNamslavienfis,  abobfervatione  concordia;  pr^dida:  audorita- 
teOratorum  noflrorum  concUife,  omnium  dependentium,  &  conne- 
xorum,  etiamlìejiis  vigore  ad  homagium  pr^eilandum  tenerentur  ,  ab- 
folvimus,  &  abfolutos  fore  declaramus ,  ut  in  ali is  literis  noftris  contine- 
tur ,  quorum  tenores  volumus  in  prarfenti  habere  prò  exprcllìs .  Et  quam- 
vis  pridem  chariflìrr.us  fihusnoikr  Fridericus  Imperator,  ac  nobilis 
Ludovicus BavarisE  Diix  ilUii^res,  prarmifla  fent'entes  ,  nobis  fupplica- 
rent,  ut  ab  ulteriori  proceifucontiadidumGeorgium  oh  certascaii- 
fas  abftinere ,  five  )am  fados  procciVus  furpendere  vellcmuG  ,  CLim  di- 
duni  Georgium  ad  Ecclciis  gremium  redicurum  fpcrarent  ;  Nos  eo- 
rundem,  &  pra^rei-tim  ipiìns  Imperatoris  precibus inclinati,  ab  ulte- 
rioribus  procelìii>iis  adveifus  ipfiim  Georgiura  decerncadis  ufque  ad 
prarfensdiflulìnins.  Scdcumitenìmpoiìha^cdidus  Georgius  per  alium 
Nuncium  exhortatus,  ad  cor  redire,  errorefqiie  fuos  recognofcere  , 
&  ad  Eccleiìam  Catholicam  reverti,  &  fé illius  ritui conformare  non 
curavit,  nec curar,  nihilque  nobis  tpei  de  hoc  per  Imperatorem  ,  ac 
DucemprcEdidoshadenusallatutn  lltj  confideravimus  debitum  oiiicii 
noftritbre,  h^rcfcsextirpare,  &  Chrillitìdelesinobedientia,  ritu  ,  & 
orthodoxa  fide  Sanda:  Catholica?  Ecclefia:  confìrmare . 

Ne  igirur  Georgius  ipfefuum  venenum  liberiiìs  effundat ,   ac  didos 
Clernm,Capitaaeqs,  Confules,  Communitatem  Vvratislavienfem,  ac 
OppidumNamslavienfequovismodoopprnnatconrra  noftram,  ac  hu- 
jusApolioliccESedisprobibitionem,  vigore  did^ concordici,  adhoma- 
gium,  &quxvisalia  prceftanda  inducere,  &  compellere  poflit,  motu 
proprio ,  &  ex  certa  noftra  fcientia ,  noftroque  mero  officio ,  non  ad  eo- 
rum,  feualteriusproeisoblata:  nobjs  petitionis  inftantiam,  Clerum  , 
Capitaiieo? ,  Confules ,  Communitatem  Vvratislavienfem ,  ac  Oppidum 
NamslavienfeprcEfatos  fub  nodra,  &  Apoftolic^  Sedis  protcótione  uf- 
queadnodrum,  &  ejufdem  Sedis  beneplacitum  fufcepimus  ,  fufcipi-  „ 
m  ufque  per  pra:fentes&c.„  E  qui  egli  pofciaà  lungo  fi  ftende  in  effica-  „ 
cieforiazioni  1  Cefare ,  ai  Rè,ai  Magnati  della  Bohemia ,  e  a  chiunque  quel- 
lo h  fofle,che  à  cuore  haveife  il  propagamento ,  e  culto  della  Cattolica  Reli- 
gione,  athnche  tiitti.unitamente  accorreflero  alla  difefa  del  popolo  ài  Vvra- 
tislavia,  acciò  la  forza  dell'empio  Rè  non  opprimere  la  fede  di  que'Catto- 
Jici  Vaflalli,  che  amavano  meglio  flar  fottopofli  alla  fpada  del  Principe ,  che 
al  taglio  della  Herefia.  Così  Pio  contro  Giorgio  Podebrazio,  chefempre 

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Pio  il         ,og  Secolo  XV. 

a  KAnn.  1470.  M.  Kf  ,-,    •  %     r  •    •  « 

Altre  degne  ope-  ofìinato ,  fra  gli  Humti  tcmiino  [  ^  J  poi  in  altro  tempo  conmiferabile 
conrrS'  "^dive'rfi  fine lafua vam,  &inconftante  vita. 

macchiati  di  He.     Con  il  Hiedefimo  forte  nervo  dizeloimpofe  Pio  [b]  all'Arcivefcovo 
hEp'ijt.Pii  II,  ub.  di  Contiirbery ,  che  degradalfe  dal  Sacerdozio ,  e  dal  Vefcovado  Reginaldo 
V"ibàfm  i-b       PecoriVefcovodi  Licefter,  che  in  lingua  Inglefe,  e  Latina  efecrandivo- 
lag!nZ  '  '  ^^'  lumi  di  Herefiehaveva  perle  parti  difleminate  della  Inghilterra;  e  coftitiù 
[e]  nuovi  Inqiiifitori  per  la  Brettagna  contro  alcuni  rinuovàtori  delle  an- 
tiche Herefie ,  che  efecrato ,  come  li  Manichei,  il  Matrimonio ,  ai  foli  Celi- 
d  Ibidem  ub  6  bi,  come  Marcione,a(regnavano  il  Regno  de'Cieli,  mà«(fi  intanto,  come 
pag.2^%!    '■  'Gnqftici,  marcivano  in  ogni  lezzo  di  lulfuria;  [ci]  e  fece  racchiudere  in  per- 
petuo carcere  unimpoflore ,  che  nelle  parti  della  Lombardia  predicava  , 
Omnes  Chriftianos  falmem  adepturoi  i  mundi  machinam  fua  [ponte  difìolutum 
e  Herefia  dedotta  ^"^^  >  <z//«W2  etium  ab  iJio  orbcm  condìtHm  t  aliudquehumanum  genusefforma- 
da  quella  da  noi  tuTrt 3  Chrìjìum  SydcYum  [e]  vi  pajjumi  in  bojtia  divinitatem  ejus  tantum 
d'^Zìfcoif'tom."s.'i'^Kf''^^iy  Moyfenti  [f]  &  Mahometem  cum  Chrijia  conferebat^  luXHriam  , 
pag.4<^^.efec,.      fuYtumque  uoxas  lethales  e(Ì€  negabat  ,  tum  legem  Chrijìianam  nova  promul- 
]iem%Sltìm.gatione^abolimmiri'y  e  in  Arras  per  opera  degl'Inquifitofi  fé  brugiar  vivi 
r^g.^ìij.epa^.r-^  [  g^  parecchi  Cittadini  infigni,  framifchiati  con  ignobil  volgo  di  plebe, 
%pll%i'^"'^''^'  QhQiotlo  nomadi  Setta  delli  Fafcinariiy  fi  riducevano  di  notte  tempo,  i 
Setta  de' Fafcina.  guifa  de'Gnoftici,  Turlupini,  e  Stadinghi ,  in  fotterranee  grotte,  dove 
comparendo,  e  prefidendo  il  Diavolo  in  forma  di  huomo,  ma  con  il  ca- 
po fempre  avvolto  dentro  winero  ammanto,  richiedeva  prima  da  effi  pro- 
fonda adorazione,  quindi  poi  (  oh  cieca,  deplorabile,  e  non  più  udita 
pazzia!  )  à  fìngulisano  fuolibariofculajubebat;  comefegodefTe  il  Diavo- 
lo di  vedere  in  quell'atto  le  imagini  di  Dio  abbaflate  in  viliflìmo,  &  inde- 
gniffimo  oflequio  della  più  fetida  eftremiti del fuo  fantaftico  corpo:  il 
che  fatto,  egli à tutti  porgeva  una  fportadi  vivande,  cotte  al  fuoco  dell' 
Inferno,  cheda  que'miferabili  ingurgitate,  accendevano  in  elfi  un  così 
libidinofo  incendio  di  lafcivia,  che  pecudum,  ferarumque  ritu  ,  tutti  ma- 
li ^««i4«}.       fchi,  Q  iQmmc  in  concubitus  ruebant .  E  perche  tal  fetta  fotco  altro  nome 
2^^J^^-/'''^'-''^- di /^Wt/fy?^»<?  nella  medefima  Città  rifurfe  di  Arras  [  h  ]  indi  à  quattr*an- 
ni,  fcnìfe  Pio  à  quel Vefcovo ,  [?]  Invirtute  fan£i£  obedienti^  y  &quorfum 
noflram,  ^dpojiolicicque  fedisgratiamcharamìjabctis ,  tenore  pnefentiutn  per 
^pofiolica  /cripta  mandamus ,  quatcnùs  per  omnes  Ecclefias  vefirarum  Dicece- 
funiy  &  jurifdtóìionumy  omnibus  diebus  fé fiisinterMijIarumfolemniay  mdi- 
Bos,  &  alios  e]ufdem  malignantts  fe5Ì<ecrimme  vel  judicatos,  vel  diffama- 
tosy  tamdiu  afìante  populo  y  publicè,  palatn,  &  alta  voce  excommunicatos, 
anathemat l'iato fque  denuntietis  ,  &  denuntiari  faciatis  ,  donec  humiliave- 
rmt  cervicesy  &  corde  contrito  poenitudinemhabentes ,  ad  gremium  San6l£ 
Matris  Ecclefi^redierint ,  fuas  frivolas  appellationes  apud  forum  laicale  prò- 
fequiy  &jHdÌ£<sEcclefiajiicostamin]ulièvexaredejìiterinti  noftrum  y  &  Sa- 
crofanfìjiSedis  ^pojioliae  judiciumamplexi  fuerint.  H^c  autem  vosconflan- 
lijjìmè  agire  oportebit ,  utveros  Chrifti  milites  j  &  bellatores  j  cavendumque 
mpr!m;Sy  nevelmollitic  animorumy  vel  corruptela,  vel  humano  quovts  re- 
fpcfiu  temer  e  tur  ?nens  vejìray  &  lentefcat  y  quodvobis,  Cr  in  ruinam  vejìrì 
jiatusy  &  in  aternamperditioncmredundaret .  Così  egli,  che  non  haven- 
do  accettazione  alcuna  di  perfone ,  quando  del  gran  negozio  trattavafi 
k  Vide  T^^y».  ann  dcUa  Fcdc ,  fcomm unico  due  potenti  Perfonaggi ,  cioè  due  Sigifmondi, 

'^«■..si*^'""  [k]  l'uno  d'Auilria  ,  l'altro  il  Miilatefta  ,  che  mal  fentivano  dell'  auto- 
riti 


Capitolo  IX.  18-7        ^^°  "• 

rità  della Chiefa,  raccontaiidohdelMalatefta,  che  una  volta  [  a  ]  fuper- 

bus  per  contemptum  atque  iniftonem  interceptis  Epifcopi  Cornetaniornamen-    scommunicadi 

m,  emitem  ex  fuis  auemdantj  JHfferaty  tlla  induere  y  atque  obequitcìntem  P'^  fonerò  sig^r- 

f,*i    vi^n-v  ;  /  •  m   .  ..-l:   •        ^    ^    I  '     •!•    •  »'        !■  mondo dAiidrra, 

percajiray  quaft  Legatum  Jummi  Tontificis  ^  populo  ^  atque  militi  benedtcere.  e  sigifmondoM^. 
CosìGio:  Gobelino  Secretano  di  Pio  Secondo,  il  qnal  foggiunge  della  '"■'*2- 
penitenza,  e  reconciliazione  del  Malatefta,  [b]  Sigifmundus  Malate/la  ^  jy.^^^ 
animo  fraàus ^  Legatos  ad  Tontificem  mittenti  Pacem,  inquit,  viAus  pe-       '  ""* 
to,  quas  leges  dederis  fubituriisi  vidoris  honor  eft  vitìo  parcere  .  Con- 
fìteor, peccavi  in  te  graviter,  veriìm  neque  leves  dcàì  poenas  ;  fervatus 
deinceps  cavebo  Ecclefiam  la^dere .  Tontifex  exhiberi  mandata  jujjìt ,  qua 
pofiquam  jurccofifultì  probaverunt  y  in  hunc  modum  Sigi fmundo  pacem  dedit; 
Procuratores  ejui in Bafilica S. Tetri ,  diefefioy  dum  res  divina  geritur y  erro-  Abjura,  penìten- 
reSy  fuper  quìbus  accufatus  e(i  y  manifeflam  hare/im  fapientes  y  ab  eo  pnedi-  j^iy'KeHa'"^ 
catosy  atque  afiertos  fHijietelientury  illofque  fuo  nomine  revocent  y  &  abju- 
renty  eos  prafertimy  qui  mortuorum  referreCiionem  inficiantur  y  Ci^  animas 
hominum  tmmortdes .  Idem  Sigifmundus  per  [e fé  agat  in  xAriminOy  prò  cri- 
mine majeflatis ,  atque  h^erefis  omni  fé  pripatum  imperio ,  aeterifque  fortuna 
bonis  intelligat .  ^riminumy  ex  benignitate  ^pofìoìica  y  corre £ius  de  novo  , 
nomine  V le ariatusy  accipiaty  cenfumque  pendat  quotannis  mille  aureos  :  oppi- 
disy  &  arcibus  reliquis,  munitionibufque  ,  quocumque  in  loco  fìt<e  fuerinty 
nihilmoratus  cedati  Ecclefiay  quam  Ufìt,  prò  damnis  cun£Ìa  recipiat;  Fre- 
dericusUrbinaSy  qu^efuafuerunty  recuperet,  HisperaElispaxeJio'y  tum  quo- 
que apud^riminum  pars  agri  propinqua  y  &  urbi  neceftaria ,  &  imjnunita  re- 
conciliato Sigifmundo  dono  dabitur,  Trocuratores  di6ìam  pacem  acceperunt  , 
quibus perdendo  Civitatis  ^rminenfìs  magnus  inccfìerat  metusy  &  die  Domi- 
nicay  qua  proxima  fuit  y  in  ^poflolorumBafiltcay  frequente  ad  rem  divinam 
popuio  y  miiltis  ajiantibus  Epifcopis  ,  apud  aram  div£  Marta ,  alta ,  &  in- 
telligibili voce,  Sigi  [mundi  hicre firn  publicè  confejjìy  juxta  facultatem  tradita 
poteflatis  abjHrarunt . 

Sigifmundus  autem  oppìdorum  ,  &  arcium  ,  ut  erat  juffus  ,  Cardinali 
Theanenft  pofieffìonem  ad  prafiitutam  diem  tradidit ,  inter  qua  nobile  Oppi- 
dum  Cijìerna  in  Tufcia  Tifernatibus  imminens  ad  Eccleftam  pervenity  non 
fme  Florentinorum  moleftia,  qui  eo  loco  potiri  multis  artibus  adnixi  fuerant  , 
Terfc8a efl confignattolocorum  per  Sigifmundum  pridie  Kal.  l^ovembris .  Se- 
quenti  die  Cardinalis  pacem  eireddidity  &  agrum  prafcripfity  quem  pofiet 
^riminenfem  dtccre  y  &  fibi  pofjidendum  habere:  in  ar6ium  coar£lata  potè- 
ftasejus  ejl;  Tumba,  utappellant,  quidam  ei  dimiffa  funt ,  id  ffl  y  palatia 
paucis  habitata  colonis  ;  munita  y  &  frequentia  loca  cun£ìa  perdidit  .  Toji 
hxc  Sinuefìanus  Epifcopus  ex  imperio  Cardinalis  ^riminum  concejjit  y  anathe- 
ma  fublaturusy  cuique  univerfus  populusy  &  ipfe  Sigifmundus  occurrit ,  et- 
ratorur)%v€niam  petens ,  Epifcopus  ad  Ecclefiam  profeBus  y  q^uantum  errafjet 
&  tyrannusy  &  populus  y  palam  ojiendit  ,  qui  mandata  Eccìefu  contempfif 
fenty  juffitque  triduo  ceffare  divina  officia  y  atque  in  jejuniis  effe  populum  y  ut 
mereretur  abfolutionem  accipere .  Voft  triduum ,  congregato  in  Ecclcfia  popu- 
io y  Sigifmundus  flexis  genibus  corani  Epifcopo ,  (jr  ara  majori  errores  fuos 
confejjusefiy  veniam  petiity  atqueinverbaTit  juravity  idem que  populus  fé- 
city  promittentes  deinceps  mandata,  &  cenfuras  Ecclefta  omni  tempore  fer- 
vaturos  .Epifcopus  vtrò  hoc  fa&o  panitentes  abfolvity  Civitatique  benedixity 
Sacerdotibusy  qui  (iante  interdi&o,  divina  profanaverant  officia  y  prò  faci- 

noris 


?54' 


Pio  n.         j  g  g  Secolo  XV. 

noris  qualitate  fufpenfìs .  CosìilGobeilino  del  Malatefta  .  Mi  con  tanta 
maggiore  intrepidezza  fi  fcagliò  Pio  contro  l'Auftriaco,  quanto  maggio- 
re era  in  Pio  la  riverenza,  laeftimazione,  e  l'affetto,  cheiro  portava  al- 
a  r/'/T?. />;,//. /,^.  la  difcendenzainfigne  di  quella  cafai  [  a  ]  In  Sigifmundum,  fcrifs' egli  di 
brcv.pA^.20-7.       quello luccefìTo  àlì'Arcivefcovo  di  Colonia,  Beo  tefic,  cantra  voluntatem 
nojiram  proceffìmus ,  &nunc  feveriejje  compclUmurì  aynavimus  enim  fem- 
lì' condon,  *d.  V^^  perfonam,  &  charam  habutmus  totam  ilUm  ^Hflnaedomum;  fedquii 
Pio  contro  l'Au  aliud  poGumusì  cxcciius  hominìs  y  &  indurata  ohfl/nat  io  coiuntnos  .ìufiitidì  ar- 

Irriaco.e  monito  '    ^  ^,  i         •  •  .       /^  "  i.  ,     ,     ,. 

riocontroJui.     wanonpouere  .  Tslumquam  vel  minimum  pcsmtvntiji  ftgnum  aliquod  dediti 
contempftt  femper  cen/uras ,  contempfit  monita  nojìra ,  &  à  corrcciione  erro- 
ris  majorum  errorum  occaftonem  quafivit.  Cosi  egli,  il  quale  con  acerba 
'paflione  di  animo,  mi  con  invitta  coftanza  di  zelo ,  airAullriaco  quefto 
monitorio trafmefle,  publicoez)amdio àtutco il Chnilianefimo  del  Mon- 
rUU.T2.p"J."!fl'.  ^^  C^J  Un'verfis,  &  fmguUs  Cbrijìi  fide/ /bus .  Ex  quo  Satana  ipfms  rnem- 
&  u.ii.tpijh^.,7.  hrum  principale ,  impius  Sigifmundus  ex  ^ujìrue  Vrincipibust  qui  aliquatido  no- 
bifcurti ,  &  Eccl(fi£membrum  fueraty  in  fan6liiJi''''iaT  ifchatisfl'lìt  celebrita- 
te  in  fatanicam  fé  à  Catholtcorum  catu  abfcifìus  pr^xdoitaifii itigluviem  y  &  ab 
^pofiolica  Ecclefia  transfuga  fjfe5ìus ,  fub  diaboli  cvspit^ vexillo  militare  , 
anathema  y  pruh dolori  imurric,  & demum  infantas  infami s cumulando  y  & 
fejc  ap  .[fiatare  (uperbiendo  ^  faBo  quoque  [e  unitatis  Eccleft^  fidemy  au&o- 
ritatifqt4eejus  rationem  per  cenfurarum  contemptum  non  habere  y  palam  de- 
monjiravit  y  &  demum  y  ut  eum  in  malorum  omnium  profundum  pervenire 
omn'buscertum  forety  eadem  ja6ìattemeritate  y  nec  Sacrofan£ios  Canones  , 
nec  .Apofloica  pnecipta  ju/iiffima,  nec  judiciay  &  canonicis  fanBionibus  fa- 
£ia  folemnifjimc  euminullo  pojje  contingere  y  quandoquidem  ipfe  Dei  nefarius 
derifor  y  &  Ecclefh^  C'Htemptor  deChrijiiano  adhucnonerubejcat  ìiomineglo- 
riari  :  ob  quas  res  tametfi  pra:ter  fa6li  notorietatem ,  unufquifque  ipfum  re- 
Bifjìmèh^reticumjudicarity  ut  tamcn  ex  fuoore  judiciumprodeaty  habentes 
priorcsnojìros  procefiUSy  inquibusanathematis  y  criminis  Ufiemajeftatis  y  & 
f autor ix,  harefis  dtcLiratus  e/i  pcsnas  incurrifje ,  in  iisliteris  proinviolatis  , 
(^  expn'ìJis  y  quo  confìare  valeatnon  folum  ex  operum  improbitate  fcelefio- 
YUMy  fed  fuariiam  propria  confcffione  y  an  fith^reticus  y  vel  non  y  novumde- 
nuò  procejjum  inchoa-pimus  adverfus  di6ìum  Sigifmundum  ,    de  damnatijji- 
ma  b£reji  ,  qua  eli  omnium  Ixercj'um  h-irefis  ,  non  folum  [ufpeBum  noto- 
rie y  [ed  fcnlbiliter    maculatimi y  tamquam  [acne  fidei  non  recipientem  ar- 
ticulunìy  quem  per  h£c  Syniboli Spollaiici  verba  fidelium  exprimit  unufquif- 
que \  Credo  in  imam  SancLam,  òdApollolicam  Ecclefiami  namcum  ipfus 
£cclffi£  I{oni.m>:eVontifex  caput  fit ,  Canonefque&  cenfur<£  fic  fint  Ecclefi£  , 
quòdquifque  in  Ecclejìa  pofitus  y  &  tredens  capiti y  CanonibuSy  &  ejus  cenju- 
ris  tentaturobedire  ;  diB.is  quidem  Sigifmundus  non  folum  illis  non  ebedit  y  fed 
pr£dicat infuper ,  quòd miiirmè obedirr  teneacur ,  atque infuam protervamfcn- 
tentiam  tam  fubditus  y  quàm  quofcumqiie  potefì accedere  compellit y  &  hxc 
ubique  funt  notoria ,  nec  badie  quoque  cefjat  per  fé ,  &  fios  banc  fuam  perfì- 
diam  undique  divulgare . 

Qjiie  cM-rìi  ad  vebc'mentifjimam  fufpicionem  plufquam  fatis  fint  aperta  , 
idcircò  ipfum  Sigifmundurn  notorie  de  b£re fi  fujpeBum  per  pr<^ftnteSy  iépofio- 
licaauEtoritate ,  perempioriè  citamus  y  c^  requirimus ,  ut  fexagefimam  diem 
4  die  dat^y  qu>-e  &  ajfixionis  hujus  ad  valvas  Ecclefi£T?rincipis  Spoftolo- 
rum  de  Urbe,  &  ut  fequitur  ,  fucceffivè  compHtandam  ,  perfonaliter  coram 

nobis 


Capitolo  IX.  l8p        Pio     IL 

nohìs  compaveàt  i  &  de  fide  Catholica ,  prcefertim  inpr^ta5Ìo  articulo  unitatis 
Ecclefìi€y  quieadipfam,  &SS.Do6lorum  do&rinam,  /equuntur,  refi^ondeat, 
&  verbo,  &fa£iofepurgetdefufpictone  fnb  confefjì,  &  conviti  crimmis  ba- 
re ftspcena:  ^iioqidnnos cantra  tp firn  y  tamquam  confefìumy  &  convi£ium ,  in  e  fua  rlconciiia- 
D eiomnipotentts  nomine y  ufque  ad  definitivam  fententiam ,  juflitia  mediante ,  ''°."^    '^^^    ^* 
procedemus.  Così  Pio,  e  ben  forti  il  tnedefimo  fine  1'  Aiifìriaco  ,  che  il  ^  '^  ^* 
Malatefta  ,  riconciliato  poi  con  la  Chiefa,  per  mezzo  di  honorevoliffi- 
mo,  e  potente  Interceirore,  [a]  Sigifmundus  ex  Trincipibus  ^ufiria ,  di- z  card.  PapUnj:* 
ce  il  Cardinal  Papienfe,  propter  Cardinalem  [b]  {{omanx  Ecclef̣  in  vinca-  u'"^-.^^^-    r  -t 
lis  habttumpan  damnatus)udicio ,  pnncipatuque  omnt  eXHtus  ,  cum  propter  nìcoUmi  de  ck/'*  . 
amplijjimam  cognationem ,  Germanorumque  fadera,  ultores  facmorishabitu- 
ruinonputaretur,  vcxatus  tamenpcenii  continuis i  atque  odio  fuis  habitus ,  lon- 
ga  etiim  contumacia  fatigatus ,  ànullifque  interim  in fua  confortia  receptus ,  di- 
vino tandem  efi  humiUatus  m  ir  acuto  -,  atque  eò  quidern  ufque  humiliatus ,  ut  I{o- 
manorum  Imperator  ^/iuguflus  Cafar  orbis  nojiri  alterum  caput ,  confanguinitate 
jllum att ingens i  cum fummafedis gloria ,  ant? gcnualtgatt .Apojioliciprocidens 
nottante  furgendum  putaverity  vel  finemobfecratiombus  ir/iponmdumy  quàm 
fcenitenti,  (^  fatispromìm-iis  facienci,  p cenar urn  abolitionem ,  rejiitutionem- 
que  eft  confecutus .  Così  il  Papienfe  . 

QueRo  Apoftolico  rigore,  con  cui  Pio  Secondo  in  foftenimento  della  Bolla  di  piocon- 
Fede  Cattolica  indifferentemente  condannava  colpevoli,  fcommunicava  trogiìAppJiato^ 
Principi,  deponeva Ecclefiaftici,  &  intrepidamente  ogni  grave  negozio  clifof'"'"  '~'''^'° 
amminillrava  del  Chriilianelìmo  ,  ripofe  in  bocca  de' rei  un  ripiego ,  giu- 
dicato da  elìì  valevole  ad  elìmerli  dai  comminati  caitighi  ibttol"  involucro 
di  un'appellazione  ideale,  che  non  haveva,  né  haver  poteva  fondamen- 
to, fé  non  nella  vana  imaginazione  di  chi  proferivala.  Equefta  li  era  l'ap- 
pellazione al  futuro  Pontefice,  ò  al  futuro  Concilio;  e  di  quelf a  malamen- 
te eglino  fervironfià  deluderei  colpi  delle  cenfure,  e  pene,  prima  SÌ£^if- 
Jiiondo  d' Auftria,  poi  ad  efempio  di  lui  il  [  e  ]  Simoniaco  Arcivefcovo  e  v:!e%ty».  an». 
DietherodiMagonza,  &  in  fine  tutti  quei,  che  fotcrarre  fi  volevano  dal-  H'!9->'-}{.&'i>in. 
laobedienza,  e^dominio  del  Vicario  di  Chailo  [d]  Irrepferatjam  pridcm  'daluLnLì. 
mEccleftaDei  exitialis  conjuetudo  adverfus  l{omaniTontificis  cenjuras;  yi6iì 
enimy  damnatique  ^pojìolica  fententia  y  ai  futurum  Concdium  appcllabant, 
judicem ,  qui  non  eraty  fuperiorem  Bimano  Trafuli  dabanty  qui  non  inveni- 
tur  in  terris,  &  cum  tpjfi  à  fuis  fententiis  appellar i  non fìnerenty  à  Chrijii  si- 
cario appellandum  effe  confentiebant .  Così  il  Gobehno,  il  quale  [e]  rife-  e  idemUù.6, 
rifce  fopra  qnefto  propoiito  una  lunga  conclone  di  Gregorio  Haimbur- 
genfe ,  che  dalle  fue  iniquità  appellò  al  futuro  Concilio  con  tante  bel^em- 
mie  di  perverfi  errori ,  eh'  egli  per  l' avvenire  non  fu  più  da'  Cattolici  chia- 
mato Gregorio  ,  ma  Erbario  :  [f]Oro  ,  d  quojudice  provocafti  f   rifpofe  ..... 
Ridolfo  Germano  Nuntio  del  Papa  al  Diethero,  che  foftenne,  efeguitò  *^"^'^* 
l'orazione  accennata  dell' Haimburgenfe  ,  ^b  eo  certe  ,  qm  non  habet  in  ' 

terra  fuperiorem',  nam  quis  major  Tapa  interrisi  qutecelftor  au6loritas}  qu^ 
fublimtvrdignitas?  qu£  potefias  altior ,  quàmjefus  Cbrifti  Ficartatus^  abeo 
appeliafìi,  Dìethere  y  qui  tamen  agre /erre  s  y  fi  quisTrovmcialiumtuorum  à 
te  ipfo  appellajfet.  Scd  quemappella[U Judicem^  ^uem  provocafii  tua  cauf^ 
cogmtorcm^  Futurum  Conciliumy  dictSy  appellavi.  Et  ubi  efi  futurum  Con- 
ciliumi  ubifedet^  ubi  tribunal  ejus  requiremusi  pulchra  inventioy  utimpH' 
niiafint  [celerà,  ut  liceat  fine  meta  judicii  aliena  invadere  .  Is  judex  appel- 

la  tur, 


P'°     11-       190  Secolo  XV. 

latuYi  quinitfquam  reperitur.  Cosi  egli.  Ueterminò  dunque  Pio  fradica- 
re  dalle  bocche  de'  fedeli  quefto  empio  fubterfugio ,  e  richieftone  da*  Car- 
dinali >  e  Padri  nel  Concilio  di  Mantova  il  parere,  e'I  configlio,  di  coni- 
iidimiiè.},  mune  confentimento  ne  fu  formato  il  Decreto  :  [a]  Confuluit  Tìus, 
replica  il  Gobelino,  in  ea  res  Tatresy  qui  aderant  inconventUf  quidcenje- 
rentì  llli  concordi  voto  refpondermt,  appellationeslmjufmodi  cumfuisauào- 
ribtis  damnandas  efìe  y  atque  ita  decretum  eli  i  e  nefeguì  incontanente  la  Boi- 
fa  Plus  II.  inBihK  la  col  tenore  di  quelle  Apoftoliche  parole:  [b]  Execrabilis  ,  &  priftinis 
ccuftit.  s.  die  16.  tpwitjoYibus  inauditus  y  tempeflate  noflra  inolerit  abu/usy  ut  d  Romano  Tonti- 
^Ve,  Jefu  Chrifli  F  icario  (  cut  dictum  eftm  per  fona  beati  Tetrr,  Vafce  oves 
measy  &  quodcumqueligaperis  fuper  terramy  erit  ligatum  &  in  ccelis )  non- 
nulli  fptritu  rebelltonis  imbuti  y  nonfanìoris  cupiditate  judicii,  fed  commijji 
evaftone  peccati,  adfuturumConcilium  provocare  profumanti  quod quantum 
Jacris  canonibus  adverfctur  ,  ^uantumque  B^ipublico  Chrifiiana  noxium  ftt , 
qmfquis  non  ignarus  jurium ,  intelligere  potefi  .  T^^amque  (  ut  alia  praeterea- 
musy  qua  huic  corrupteU  manifejìiffimè  refragantur  )  quis  non  illud  ridicu- 
lumjiidicaverit  3  quòdad  idappellatury  quodnuf^uamejìj  ncque fcitur,  quan- 
do futurum  fui  Tauperes  dpotentioribus  multiphciter  opprimuntur  y  remanent 
impunita  fcelera  ,  nutritur  adverfus  primam  Sedem  rebellio ,  libertas  delin- 
quindi conccditur ,  &  omnis Ecclefiaftica difciplina ,  &  hierarchicus  ordo con- 

funditur. 

Folentes  igitur  hoc  pefliferum  virus  a  Chrifii  Ecclefuf,  procul  pellere  ,  & 
ovium  nobis ^commiffarum  faluti  confulere,  omnemque  materiam  fcandali  ab 
evili  noflri  Salvatore  arcere,  de  venerabilium  Fratrum  nojirorum  S.  i^.  E^Car- 
dinalium  ,  cundorumque  Tnelatorum  ,  ac  divini ,  &  humani  juris  mterpre- 
tumy  Curiam  fequenttum  ,  confiliOy  &  ajjenfuy  ac  certa  nojìra  fctentia,  hit- 
fufmodt provocationes  damnamus ,  Ò"  tamquam  erroneas ,  ac  detejiabiles  repro- 
bamus ,  Caffantes ,  &  penitàs  annullante^,  fi  qua  ha6lenùitaliter  interpofìt<e 
reperiantur  ,  eafque  tanquam  inanes y  ac peftiferas ,  nuillusmomemieffe  decer' 
nimusy  acdeclaramus.  Tracipientesdemceps,  utncmoaudeat  quovis  quafito 
colore,  abordinationibusy  fcnttntiisy  ftvemandatis  quibujeunque  nofirisy  ac 
fuccefiorum  nofìrorum,  talem  appellationem  interpomre,  aut  Inter pofita  per 
éLlmm ,  adharere ,  feu  ets  quomodolibet  uti. 

Si  quii  autem  eontrafecerit ,  à  diepublfcationisprafentium,  inCancellaria 
jìpojtolicay  poftduos  menfes ,  cujufcunque  flatus  y  gradus,  ordinisy  vcl  eon- 
ditionis  fkerity  etiamfi  Imperiali  y  Pagali ,  vel  Tontificali  prafulgea^  digni- 
tate  ,  ipfo  faUo  fententiam  execrationis  incurrat ,  à  qua  nifi  per  R^manum 
Tontificer/ìy  &  in  mortis  articuloy  abfolvi  non  poffit .  Univerfitas  vero,  fiye 
Collegium ,  Ecclefiaflico  jnbjaceat  interdillo  ,  &  nihtlqminm  tam  Collegia , 
0-  Univerfitates  y  qiiàm  pradiBa,  &  alia  quacunque  perfon^e  ,  eas  pcenas, 
Quefti<,ne  fc  irei  ac  ccnfuras  incuxranty  quas  rei  Majeflatis  y  &  haretiqa  pravìtatif  fautores, 
rr.dwo  dciramor-  incurrcrc  dignofcuntur .  Tabelliones  mfuper  y  ac  tefles,  qui  hujufmodi  a£ìibus 
lufsSt-i' Varilo  interjfuerinty  i&  generaliterquifcientcrconfiUmn  ,  auxtlmm  dederint ,  vel  for 
folle  unito,  ò  non  vQrem  talibus  appellantibus ,  pan  pana  pie  6ìantur , 
''^I'■Vfnc?^mT'^  rNjilliergohominumliceaty  Scc.Cosies,\i, 

corVadt'etìa'  e  A  qucfte  agitazioni  cfterne  ne  fopragiunfe  ima  interna  in  Roma,  che 
ìi^^^'clmJ^  non  fu  né  leggiera  in  qualità ,  né  difpregiabile  in  confequenza ,  per  la  cui  iii- 
datadap.o.        telli'^euza CI convienc ritrarre alquunto iudictTO il  racconto.  Riferifce[f] 

Ica",  f 7/0  ^'  r  E ytnerico ,  che  informato  Clemente  Sefto  da  Niccolò  Rofelli  Domenica. 

no. 


Capitolo  I X.  ipr        Pio     II. 

no,  Inqiiifitor  della  Fede  nelle  parti  di  Aragona,  e  Catalogna,  e  fuccef- 
fivamentepoi  promollb  al  Cardinalato  col  nome  di  Cardinal  di  S.  Sifto, 
qualmente  nella  Città  ói  Barcellona  publicamente  predicandoli ,  che  in 
Sanguine  Chrifif  [par fa  in  Varajceve  non  remanferaf  Dhmitas ,  ntc  Sanguis  ille 
erat  deificatus  ;  ilfopradetto  Pontefice  habno  folemni  Condito  Magifirorum , 
&  aliorum  perhorum  virorum ,  manduvit  perfuas  patentes  literas  dióio  Inqui fi- 
tori,  quatenùs  di^um  articulumut  Hareticalem  :,  &  erroneum  faceret  publi- 
cè revocarli  ac  folemniter  condemnaret .  Et  fic  ipfclnqutfttorfjcitin  Ecclefia. 
Cathedralt  publicè  Barcinona ,  diSium  aniculum ,  ut  vere  H^erettcalem  ,  pu- 
blicè  condemnando  .  Francefco  [  a  ]  Pegna  commentando  qiiefta  riferita  a  Framife.  Ptg»a 
queftione  dell' Eymerico,  foggiange,  f^erè  velut  Hareticus  y  veljamoltm  comyrt.ìymDi^ 
à  San^isTatribus explofus  videtur  (alif  articulus .  llli  enim  juxtaCatholicam  ^'  '  "'''"*' 
veritatem  aliud  femper  docuenmt  :  ^Augujìmus  fuperjo.  e.  i  o.  tra6i.  47.  ^m- 
brofiHS ,  &  aia ,  quos  refert  Magtfier  fententiarum  lib.  3 .  di£i.  21.;.  Sicut  JLu- 
gujìmus ,  &tradit luculenterS, Thomas  ^.p.q.  50.  art.  2.  dr 3.  Unde  commune 
efi  ,  &  certijjimum  Catholicorum  dogma  ,  videlicet ,  quòd  filius  Deijefus 
Chrifìus  nmquam  dimiftt ,  quod  femel  ajìumpfttt  ac  ftbi  univtt»  Così  il  Pe- 
gna commentator  dell'  Eymerico , 

Mi  né  il  Commentato,  né  il  Commentario  hanno  fuilìftenza  infamo 
drca  la  verità ,  fé  Clemente  Sello  dichiaraffe  Heretica  cotal  propolìzio- 
ne,  e  fé  la  contraria  alferzione  fia  commune,  &  certijjimum  Catbolicorur^^ 
dogma,  corno,  lì  awanza  à  dire  l' allegato  Pegna  :  conciofiacofache  rica- 
dendo indiTcorfounafomigliante  queilione,  indi  à  felfant'anni,  habbia- 
mo  altrove  [^]  riportata  lafentcnza  de' Dottori  Parigmi,  comprovata,  ^  veduipcntif.di 
come  appreifo  fi  dirà,  dalla  dichiarazione,  che  fopravenne,  indi  ad  al-  "^l'f X^ ''•''* ^' 
tri  cinquanta  tré  anni,  di  Pio  Secondo,  [e]  K(on  effe  contra  fidem  Ortho-  e  e  ard.de  Savona^ 
doxam  ajierere ,  quòdChrtftus  Dominus  reliqiierit  in  terris  parttculam  aliciuam  ^rta.^d^fanluÙ, 
fui  Sanguinis  pretiofi ,  quam  yefurgens  non  ajìumpftt .   Qual  dichiarazione,  à-^p-dio.Goyd^ 
benché  poHtivamente  non  parli,  fé  nel  Sangue  di  GiesùChriftofparfo  nel-  "*"'''*•"• 
lafua  paffione  rimanefle  doppo  la  di  lui  morte ,  ò  non  rimanelTe  unita  la  Di- 
vinità ;  ma  folamente,prefcindendo  da  qucfto  punto ,  intenda folamente  di 
lafciar  libera  la  credenza  de'fedeli  circa  la  efiftenza ,  ò  la  non  efiftenza  in  que- 
llo noftro  Mondo  di  qualche  piccola  parte  di  Sangue  prezioio  ,•  nulladimeno 
il  corfo  della  difpnta ,  che  agitoflì  in  Roma  fotto  Pio  II.  e  la  connelfione  di 
efla ,  che  hor  hora  riferirai!!,  convincentemente  conchiude  ,  non  effere  fiata 
giammai  dichiarata  heretica  la  riferita  opinione ,  come  fuppone  l' Eymeri- 
co ,  né  la  contraria  Dogma  certìjfimo  dtfede ,  come  atteìla  il  Pegna . 

Premelfa  quella  notizia,  il  Beato  Giacomo  delJa  Marca  Minorità,  li 
cui  gran  meriti,  pubhca  predicazione,  efantitàgià  fin  d' allora  andavano 
famofi  per  tutta  la  Europa,  predicando  [d]  m  Brefcia  nella  Domenica  ,  , 
diPafqua,  propofeperifcopodellafuaconqione,  [e]  In  morte  Domini  no-  UHl    '"''"  ""' 
ftnjefu  Chrijli  quatuorfa6ias  fuife  jeparatioms,  fciltcet  ^nima  à  Cor  por  e,  '  ^p*"^  Dtrmic. 
Sanguinis  à^  Corpore ,  Divmitatis  ab  Humanitate  ,  &  Divinitatis  à  Sanguine  VlTc.  'A/^^:!! 
mo:  &  a  lungo  egli  fi  ftefe  nella  prova  partitamente  di  tutte  le  rilerite  ^J'- 
tìiitinzioni  con  pronte  autorità  di  S.  Bonaventura,  òì  Riccardo  di  Me- 
dia-Villa,  di  Francefco  Mayrone,  e  di  altri  infigni  Cattolici  Dottori  di 
1  neologia.  Si  oppofe  incontanente  alla  ultima  diHinzione,  cioè  Sangui- 
nern  pmiofumin  triduo  pajfionis  e ffufum,  &  in  terra  jacentem,  ab  unione  hy- 
pojtaticaexci4tfie,  ^proptereà  cult» Latria  indignumfuiffe,  un  FràBattifta 

Predi- 


P'o     n.       ip2.  Secolo  XF. 

Predicatore  dell'Ordine  di  S.  Domenico,  e  dal  pulpito  della  Tua  Chiefa 
ripigliò  com'Heretica,  e  falfa  cotalpropofizione.  Fra  Giacomo  di  Bre- 
fciamedefimamente  Domenicano,  Inquifitore  allora  in  quella  Città  pet 
la  Fede ,  per  mezzo  di  lettera  exhorratoria  ammonì  il  Beato  Giacomo  della 
Marca,  ch'egli  rittrattar  fi  dovefle,  come  di  proferita  beftemmia.  Mail 
Santo  Minorità  (limolato  dal  zelo  della  Cattolica  Fede  non  fol  ricusò  la 

2  io,x^friU».c>t.  commefla  ritrattazione  ,  ma  nella  [a]  fnileguente  Predica  dichiaroffi 
non  mai  haver'  eflb  infegnara  una  fentenza  falfa,  erronea,  &:  hxretica, 
ma  benfi  una  dottrina  ricevuta  da  molti  inllgniTheologi,  i  cui  libri  egli 
portò  fui  Pergamo ,  e  leffe.  Non  giudicò  l'Inquilìtore  di  procedere  più 
oltre  in  convenienze,  ed  impugnata  la  fpada  della  fua  Apoitolica  autori- 
tà, quefta  citazione  gli  trafmefre  ne!  feguente  tenore  :  'ì^sFraterJacobus 
de  Brixia  facra  pagina  pYofefior^^  Qrdinis  T?r<£dicatornm ,  ac  haretica  pravi- 
tatis  Inquifitor  in  Lombardia  y  &  Ejpeiria  Januenfi  à.  San&aSede  ^pojìolica 
conjiitutus,  Fratri  Jacobo  de  Marchia  OrdinisMìnorumi  prudcntiamfe£ìari: 
quianobis  retatu  fide  dignorum  innotuit^  quòd  pofi  monitionem ,  qua  tibiinfì- 
fwavimiis  cum  orani  revtrentia,  minàs  Catholict  diBum  ,  divinitatem  à  San- 
guine ChrijiimCrucependcuisfufofuijkleparatam ,  bodiè  verp  proterviùs  id 

'^  in  populumjp urgere  voluìftì ,  idetiam)  quod  per  Ecclejiam  determinatum  efi 

Contradt6ìiorie  dióii  tui  i  hareticum  appellans .  Ideò  tenore  prafentium  te  re- 
quirimus  ,  &  monernus  .prima  y  Jecundò/tertiò  ,  cr  peremptorio  .  1<[JhilO' 
mmàs  tibt  invirtute  obedienti^e ,  &  fub excommv.niLatio^is  posnamandamus, 
quatenùsy  aut  di5ìam  fcntentiam  revocesy  fit  erroneam  ,  Ù"  hareticam  ,  an- 
tequam  de  hac  C imitate  recedas ,  aut  coram  nobis  de  fide  refponfurus  compayeas 
cras  in  mancante  horam  Tertiarum  in  Concerna  S,  l^ommicide  Brixia  re  fiden- 
ti^ noflra:  ajjìgnantes  tibi  di£ium  terminum  prò  primo  y  fecundo  y  tcrtio,  & 
peremptorio  termino  y  ac  Canonie  a  momt  ione:  alt  oquin  fi  h(^c  mandata  noftra, 
quod  non  credimusy  contempferis  y  ex  nurtc,  prout  ex  tunc ,  predicata  trina 
Canonica  monitione  pramifjay  in  ,  &  contra  te  ,  praàicatam  excommunica- 
tionis  jententiam  y  aiuhoritate  y^pojìolicay  qua  fungimur ,  ferimus  in  bis  fcri- 
ptis ,  &  etiam  promulgamus .  In  quorum  fìdem  pnefentes  fieri  juijimus  ,  & 
re'^ijìrarii  noflrique  figiili  imprcfjione  muniriy  de  quarum  prafentatione  rela- 
tionicujuslibetjiimcii  cum  ]uramentodabimus  fidem.  Così  egli.  Fiì  quefta 
citazione  una  tromba,  ch'eccitò  incontanente  le  due  nobili  Religioni  ad 
una  Ecclefiaibca  pugna,  ciafcuna  foftenendo  chi  il  fuo  Predicatore,  chi 
il  fuo  Inquifitor  e ,  pretendendo  li  Domenicani  di  già  condannata  com'  he- 
'  letica  cotal  propofizione  fin  dal  Pontificato  di  Clemente  Sefto ,  come  ve- 

niam  pur'hora  di  riferire  nell'allegato  racconto  dell' Eymerico,  e  com- 
mento delPegna,  e  foftenendo  li  Francefcani  non  mai  feguita  cotal  con- 
danna, onde  come  à  cofa  indecifa  efler  libero  à  ciafcuno  il  credere  fopra 
queftamaterJaciò,  che  più  aggradava.  Sicché  tutto  il  punto  reftringeva- 
fi  allora ,  non  tanto  nel  ]us  della  propofizione ,  quanto  nel  fatto  della  con- 
danna di  effa,  dai  primi  alferita,  dai  fecondi  negata.  Bartolomeo  Mauper- 
to  VcfcovodiBrefciazelantedellaconcordia,  la  cui  rottura  ridondar  po- 
teva in  ifcandalo  del  popolo,  avocò  afe  la  lite,  e  chi  amarai' una  parte,  e 
l'altra  con  l'intervcni  mento  di  molti  Dottori,  e  Nobili ,  efaminatele  ragio- 
ni di  ambedue  li Religiofi contraditori,  e  non  recandoli  Domenicani  al- 
cun'originale  j  né  afcun' authenjtico  tranfunto  della  pretefa  Clementina^ 
.    .. decretò  Utramque  [entsmiam  pr<edi(art  immunem  ab  errore  ,  donec  Sei€s 

jfpQ' 


Capitolo   IX,  193        Pio  II.  i 

jtpofìolicxm  Decifìonem  fuam  interponeret ,  E  non  corfe  gran  tratto  di  tem- 
pò ,  che  unitamente  [a\  Ci  ricorfe  alla  Sede  Apoftolica  dall'una  Religione ,  e  *  ""'  ''*  ^' 
dall'altra  ;  e  come  che  nifluna  difcordia  nel  Mondo  è  più  irritante,e  fìffajche 
quella  degl'ingegni,  da  Brefcia portata  à  Roma  Ialite,  ne  fii  introdotto  l'efa- 
meinunaftrepitofaConclufione  avanti  il  Tribunale  del  Pontefice  medefi- 
mo ,  che  in  una  gran  Sala  volle  aflìftere  al  dibattimento  con  la  maeftofa  aflì- 
(itenza  di  quanti  Cardinali ,  Prelati ,  Vefcovi ,  e  Dottori  trovavanlì  allora  in 
Curia ,  che  tutti  vollero  ritrovarli  prefenti  allo  (pcttacolo  di  quefta  gran  dc- 
cifione.  Tré  Religiofi  per  parte  furono  fcelti  à  foftenere  ciafcuno  contro  gli 
avverfarii  la  loro  aflerzione ,  e  capo  de'Domenicani  fu  Gabrielle  Catalano, 
dc'Francefcani  Francefco  di  Savona ,  e  fi  dibattè  così  acremente  l'aflunto , 
che  correndo  rigidiffima  pel  gelo  quella  giornata ,  pur  fi  viddero  gli  Argo- 
mentanti tramandar  fudore  per  la  fronte,  [b]  Il  Gobelmoriferifcealungo  h  Ceéei>„e  lu.ix, 
fu  argomenti  degli  uni ,  e  degli  altri,  e  Soggiunge ,  Tlures  Epifcopos ,  &  Ab- 
ates  fcientia  Theologica  injignes  quajiionem  problewaticam  cenfuijje  :  e  che  la 
maggior  parte  de'Cardinali ,  anzi  l'iftefib  Pontefice  Pio  inclinafle  nella  opi- 
nione de'Domenicani,mà  non  già  ne  volefle  alcuna  cofa  decidere,rimetten- 
done  in  altro  tempo  la  rifoluzione.  [c]'hlj}nelìviji4my  dic'egli,  eo  tempore  e  Gobei.hc.cir, 
fieri  decretum  decLarationis  y  ne  multitudo  Minor um  y  cujus  erat  cantra  Turcas 
pradicatto  necefiaria ,  oj^enderetur .  Ma  al  Gobelino  Secretario  di  Papa  Pio  Ci 
oppone  fortemente  il  [d]  Dermici©,  dicendo  y'hJjhUd  Gobelino  proHifioricì  tNhJFrànì.ì't 
aBum  Jìnceritate  y  &  ventate  ;  e.  Luce  clariàs  liquct ,  'pellibrum,  rei  *Au-  mihi^%h 
£iorem  corruptumejk;  &  in  prova  l'allegato  Dermicio  molti  tefti  rapporta 
del  Gobelino ,  non  ben  fofiìftenti  nella  verità  della  Hiftoria .  Ma  ò  habbia 
ingannato  il  Gobelino,ò  s'inganni  il  Dermicio,e  ò  inclinaife  il  Pontefice  al- 
la fentenza  deTrancefcani ,  òde' Domenicani,  certacofafiè,  che  la  Cle- 
mentina di  Clemente  Sefto  allegatadall'Eymerico  non  può  giammai  fufli- 
i^erei  eflendo  cofa  che,  quando  ella  folfeftata  rinvenuta  per  authentica,  e 
vera ,  ò  non  farebbe  flato  meflb  fotto  efame  un  punto  già  decifo ,  ò  non  fa- 
rebbe doppo  rigor  ofo  efame  fopravenuta  la  Decifione ,  che  riferiremo ,  di 
Pio  :  il  quale  con  paterna  previdenza  defiderofo  di  provedere  allaeftinzio- 
de  della  dotta  difcordia,amn  ch'ella  tra  que'riguardevoli  foggetti  non  dege- 
neraffe  in  difconcio ,  emanò  in  Ancona  l'anno  Teguente  la  Còltituzione ,  che 
nel  Bollario  di  Laerzio  Chaubini  fi  è  la  undecima  tra  li  Decreti  di  Pio  II. 
che  incomincisi  Ine ffabilis,  in  cui  doppo  breve  proemio,  Sanèy  dice,  aim 
dudnm  Inter  dileóios  Filios  Tnedicatoritm ,  &  Minorum  Qrdìnum  Fratrcs  (  fe- 
tore TlÌT^ania  operante)  fupereoy  quodeorum  aliqui  inip forum  pr^di e at toni- 
bus  predo fum  Sangumem  Domini  no flri  Jefu  Chrtfii  in  trìduo  Taffionis  e'^ifdem 
feparatum  fuijje  ab  ipfius  SanBi/Jìma  Vicinate  ajjeverabant ,  alti  vero  fore 
contrarium  tcmbant,  di(ìentionis materia cxorta forti y  ex  qua adtantam  inter 
eos  alt  creati  ontm  y  utaccepimus,  deventum  extitit  y  ut  facile  mentibus  fide- 
lium  poffet  f e andalum  generar i'y  &  licèt  alias  l^os  ad  obviandum  prccdi&isj 
AuditisiiSy  qux circa  pr^mìffa  utraque  pars  dicebaty  & allegabat y  fileni ntm 
impofuerimus ,  ac  materiam  ipfam  indifcufiam  protunc  reliquerimus ,  ac  man» 
daverimusy  dehujufmodi  dubietate  arnpliiis  difceptationem  aliquam  fieri  non 
debere  y  quiatamen  verendum  forety  ne  ex  contrarici  aie  pradiBay  in  menti- 
bus  eoYundem  Chrtfii  fidelium  aliquid  fcandalt  ad  eorum  an  mas  ilitqm  andas 
evenire  poffìt,  matura  pr^^meditatione  curai>imus  omnibus  finiflris  eventibus 
,prxmij]is  y  prout  ex  debito  Tajìoralis  officii  adjìrtngimur ,  obvuire. 

Temo  Il\  Ivi  Ut 


Pio  il  j^^  Secolo  XV. 

Ut  igitur  in  Scclejia  Dei  Orthodox^  fìdei  unitas  prxfervetUr ,  &  ié  càtt- 
ro  tollatur  occafto  in  hujufmodi  controverftas  incidcndi,  auBoritate  ^pojloti' 
cUi  tenore  prafentium,  fiatuifnftSy  &  ordmamus,  qnòd  nulli  FratrumTra- 
dicatorum  deinceps  liceat  de  fupradiSia  dubietate  di/putare,  predicare,  vel 
publìcè,  aut  private  verbum  facere,  feu  aliis  fuadere,  quòd  videlicet  Ha- 
reticum,  vel  peccatum  fìt,  tenere  y  vel  credere  y  Sanguinem  tpfum  f aerati f- 
ftmum  y  ut  pramittitur ,  triduo  pafjionis  e'jufdem  Domini  noflri  Jefu  Chrifti , 
ab  ipfa  Divinitate  quomodolibet  fuific,  vel  non  fmfie  divifum  ,  -pel  fepara- 
tumy  donec  fuper  dubietatis  hujufmodi  deciftone,  quid  tenendum  ftt ,  fuerit 
per  Tslps  ,  er  Sedem  ^poftolicam  diffinitum . 

Mandames  proptereà  umverfìs  ,  &  fmgults  eorumdem  ,  &  aliorum  quo- 
rumcumqueOrdinum  per  totum  Orbem  conjìitutis  Fratribus  y  cujufcunque  fta- 
'  ■  '■'  tus  y  graduSj  vel  conditionif  extjianty  prsfentibus y  &  futuns  ,  fub  excom- 

minicationis  lata  fentemia  pcena,  quam  ipjo  fa&o  incurranty  &  à  qua  nifi 
in  .nortis  articulo  confiimti ,  ni(ì  per  nos  ,  aut  Succejjores  noflros ,  abfolvi 
pof/mt  j  ne  contra  jiatutum  ,  &  ordinationem  noftram  prjedi6iam  venire  » 
aut  facere  ,  vel  tentare  quocptomodo  prafumant . 

J^cnon  omnibus  ,  &  ftngulis  pradi6lorum  ,  &  aliorum  Ordinum  Tra- 
latisy  ut  in  virtute  San5ì<eObedientÌ£  tranfgreffores  omnes,  quo s  in  poenam 
hujufmodi  incidifìe  y  aut  contra  pr,xdi6ia  dixijje ,  vel  fecijje  pr^sfump fermi  ^ 
dignis  pcenìs ,  dirifque  carceribus  punire ,  O"  mancipare  procurent ,  ac  Fra- 
tribus  ipfis  Htriufque  ,  feu  alterms  Ordinis  ,  de  estero  fub  eifdem  panis  , 
aliquem  Fratremy  feu  aimmy  hareticum  proptereà  proclamare ,  aut  hxre- 
fis  ex  hoc  labem  incurrifk  conjiiterit ,  illam ,_  vel  alias ,  apud  Sedem  ^po- 
fiolicam  demintiare  teneantur  ,  &  debeant  ,  quòdqtte  inter  alias  quafcunque 
Ecclefiafltcas ,  fcecularefve  perfonas ,  nullus  Fratrum  Ordinum  prusdi&orum , 
feu  aliorum  aliquem  de  pnedi^lis  infamare  ,  aut  de  ilio  quomodolibet  pro- 
clamare pnefumat . 

Quinimò  ,   ut  Fratres  ipft  Tradicatorum  ,  &  Minorum  Ordinum  hujuf 
modiy  mutuò  fé  diliganty  &  cum  charitate  pertra6Ìenty  fecundiim  Ordinum 
ipforum  inflituta  ,  &  P^guUris  obfervautia  regulam  ,  fub  pccna  ,  pramifia 
auSioritate  prafata,  tenore  prsfentium  ,  mjungimus  :  decernentes  ex  nunc , 
omnes  ,  &  fingulos  Fratres  Ordinum  pr£di£ìorum  ,  qui  pnediBa  non  objer- 
yare  ,  vel  illis  contrafacere  ,  vel  venire  ftuducrint  cum  ej}c6lu  ,  ad  omnes 
a6lus  legitimos  B^ligioforum  y  &  Ordinum  ipforum  penitùs  mhabiles  y  &  /»• 
Coipaces  y  necnon  irritum  ,  &  inane ,  fi  fecìis  fuper  bis  à  quoquam  ,  quavis 
au&oritate  fcientery  vel  ignoranter  contigerit  attemart.  K^ulli  ergo  &c.  Co- 
sì l'origine,  il  progredb,  e'i  fine  della  contefa,  nobile  per  la  preziofiti 
del  foggetto,  e  riguardevole  per  la  concorrenza  de'contradittori. 
Midi  tante  operazioni,  editantiegregii  fcritti,  con  cui  qiiefto  Santo 
Pfil.i'fi^  pèr'^'".  Pontefice  illuftrò  non  meno  il  fuo  Pontificato ,  che  il  fuo  Secolo ,  e  la  Chie- 
dtpr.  flione    .^e'  fa  tuttadi  Dio ,  nifluna  forfè  uguagliar  fi  può  al  di  lui  Apoftolico  zelo ,  di  cui 
l'on^di^u"  '^.o  fempre  arfe  il  fuo  cuore ,  ò  per  ladeprerflone ,  ò  per  la  converfione  de  Tur- 
dogmatico  Libd-  chi ,  che  baldanzofi  in  quefta  età  fottomettevano  alle  loro  armi  la  Europa  > 
iolViiVa'!'""  "O"  come  gli  altri  a  Città  a  Città,  maconifpaventofocorfodi  vittorie 
a  Regni  a  Regni.  Quaifaticofi  viaggi  egli  a  quefto  effetto  intraprendefl'e, 
•quanti torrenti  verfaife  di  denaro,  quali,  e  quante  cruciate ,  Eferciti,  e 
Leghe  egli  ò  intimaffe ,  ò  difponelle ,  ò  fri  Principi  Chriftiani  concludefle , 
e  comg  in  Ancona  fui  procinto  di  portarfi  elfo  fteflb  contro  i  Turchi ,  fi  par- 

tifl'e 


Capitolo  IX.  105       Pioli. 

tifle  moflb  da  qiiefto  Mondo ,  ne  habbiamo  in  altre  opere  [a]  (kfcrit-    a  va;  u  noflre 


nteiKorie  Hi/loriche 
contro  i  Turchi  in 


to  à  lungo  il  racconto.  Ciò  ch'egli  fece  ,  a  baftanza  Ci  difle  :  ridir  ri  ,„,„^„ 
marrebe  ciò,  ch'egli  fcrifle  per  convertire  alla  Fede  Chriftiana  l'Impe-  p'^  "■ 
rador  Maometto  Secondo  ,  che  fiì  il  propagator  dell'  Imperio  Tnrche- 
fco  in  Afia,  e'I  conqiiiftator  di  nuovo  Imperio  in  Europa.  Grande  ,  e 
malagevole  imprefa  invero  ,  mi  che  Pio  dal  canto  Tuo  tirò  così  bene  a 
fine,  che  rara  altra  fcrittura  rinverraffì  atta  a  fvolgere  un  cuore  da  una 
falfa  Legge  ,  e  ridurlo  alla  credenza  della  vera ,  come  quella  ,  eh'  egli 
compofe  ,  [b]  z  Maometto  indrizzò  ,  e  trafmefle  ,   con  felicità  di  fa-    b  Epin,  putt, 
era  ,  e  profana  eloquenza  ,  da  riputarci  ammirabile  in  un  Giovane  Ac-  r^'^.  '  '   "    * 
cademico  fpenfierato,  non  che  in  un  Pontefice  cagionevole,  e  in  altri 
grandi  affari  diftratto  fempre ,  &  impegnato.  La  proliiJità  però,  in  cui 
ella  fi  ftende,  ci  configlia  ad  additarne  più  torto  [e]  in  altro  Libro  il  e  t^j»-'"'-  »4<f»« 
contenuto,  che  a  riferirlo  sii  quefto  noftro.  Ma  non  hebbe  egli  la  for-  «•44-  à- feq. 
te  di  vedere  il  fortimento  ne  della  deprelfione  delle  armi  de'  Turchi ,  né 
della  converfione  de'  loro  cuori ,  forprefo  in  Ancona  ,*  come  fi  difle  , 
dalla  morte  nell'atto  fteflb  della  fpedizione  militare  contro  efiì.  Dice 
di  lui  il  Cardinal  Papienfe,  [d]  Tius  impleviti  quoddebuit,  idemque  fa-   ^  cm,ì,  papUn» 
tienter  tulity  quod  Dea  e/i  placitum  :  e  con  degna  riflefilone egli conchiu-  fpifi^so.' 
de.  Hoc  (amen  boni  affecma  efl  Sedei ^pojiolkay  ut  cum  anteà à Siculi pa- 
teftatibus  fidelium  calamitates  uni  imputarentur  "Pontifici ,  nunc  iifdem  me- 
rito  imputentuYy  quorum  &  accufata  fit  contumacia  ,  &  falfus  fer^or  de- 
te^us .  Così  il  Cardinal  Giacomo  Mentebona  Lucchefe ,  Vefcovo  di  Pa- 
via, per  le  fue  egregie  doti  honorato  da  Pio  Secondo  della  Cafata  Pic- 
colomini ,  e  del  Cappello  Cardinalizio ,  Secretario  di  lui ,  cognomina- 
to il  Papienfe  dalla  Chiefa>  ch'egli  come  Vefcovo  governava. 


N    2  C  A- 


Paolo  IL 


ig6  Secolo  XV. 

CAPITOLO     X. 


Paolo  Secondo  Veneziano ,  creato  Pontefice 

li  31.  Agollo  1464. 

Condannazione  in  'Bulla  Coena  del  Podiehrazio  ^  di  'Bo- 
hemia ,  e  Pontificia  ajfoluzjone  ai  Vaffalli  dal  Giura- 
mento .  Heretici  Fraticelli  della  Terra  di  Poli  :  loro 
punizione  ,  berlina ,  e  ra'v^edìmento .  Lettera  dogma- 
tica di  Papa  Paolo  al  Patriarca  de*  Maroniti, 


a  Unueì.  vol.t'  tf 


J^^o  [a]  Domini  1^66,  dice  il  Haiiclero  ,  Vaulus  TontifcJi 
Maxìmus  Ceorgium  Todiebracmm  BohemU  B^gem  Concijiono 
publico  de  Harefi  damnat,  dignitate,  &  I{egno  per  fententìam 
privai .  Strepitofo  fiì  qiiefto giudizio,  maeftofo il  Congref- 
fo  ,  e  rifoluta ,  e  pronta  la  efecuzione.  Haveva  già  Pio 
Secondo  citato  quell'empio  à  comparire  in  Roma,  e  del- 
oftinazione ,  e  la  di  lui  convcrfione  ,  e  penitenza  havevano  data  certa  fperanza  molti 
dlSf^zio!'  ^°'  Cattolici  Potentati,  e  precifamente  l'Imper^dor  Federico,  il  quale  ha- 
veva promeffo  al  Pontefice  di  ricondùrlo  eflo  fteflb  nel  feno  della  Ghie- 
fa  p.pùn.  incon.:  fa,  Ogni  qualunque  volta  fofpendelfe  Paolo  il  giudizio  intentato  da  [b] 
>nm.  iio.6.         pjQ  .  j^^  Tempre  attendendoli  l'efito  delle  promefTe  con  una  vana  efpet- 
c  r^.i.  P4/.,v«.  tazione  di  defiderato  fucceflb ,  [e]  Mìnifterìum  ìufiitU  operati  fumus  , 
tpifi.zsi.  ad  Ber.  ^^^v  j-jfenfce  il  Papienfe  in  perfona  del  Pontefice  la  condotta  ,  e  l'efito 
'^"Zn,'^""'  di  quefto  affare ,  juftitia  admìfcuìmus  ckmentiam  ,  nulla  fokmnitas  ,  ml- 
lus  ordo,  mila  expe^atio  eft  pr£termijfa  :  ritè  pcra6ia  funt  omnia  y  in  qua- 
àriennium  à  die  citati  rei  pYodu£tum  judicium  eji  :  non  negligentia  ulla  no- 
ftra ,  (ed  certo  femper  confilio ,  ter  fiagitante  Capare,  converfionemque  e'jus 
fpondentey  femel  autem  Trine tpibus,  quos  memoravi ,  nempè  quos  affinitate 
(ibi  devinxerat  i  id  ipjum  petentibus,  curfum  damnationis  fufpendimus  ma- 
mi  femper  grattficatione ,  qudm  fpe  :  ea  vero  lege  continuò  eJi  promijja 
Qifpenfto  ,  fi  interim  ille  fidelibus  pacatis  nihil  noceret  i  indidgentia  noftra 
abufus  contumaciter  eJl ,  non  quietem  agcns  ,  non  iis  etiam  parcens  ,  qiios 
propter  infUtittum  erat  judicium  :  per  has  moras  Jìc  eos  nequiter  habuit  , 
ftc  dure  affiixit,  ut  gravesad  nos  perferrentur  querelf.y  &  ficilitatis^  noftra 
aliquando  nos  panìtevet  ;  pertulimus  tamen  pMentcr  omnia  ,  ac  licct  dece- 
pti,  in  ea  lenitate  duravimusy  ne  aliquando  m  mali  F^egis  judicio,  aut  pra- 
cipitesy  aut  immifericcrdesexijìimari  pofieìims.  Così  egli.  Perloche giun- 
ta alla  falce  la  mefle  ,  ed  avvicinandofi  l'hora  prefcritta  del  comminato 
giudizio  ,  Vocat'ìs  in  fenatum  Tatribus  ,   commentariifque  aBorum  perle- 
"iìis ,   dato  etiam  ad  difquìrendum  fpatio  ,  tandem  una  omnium  oratione 
perjurus  ,  facrilegus ,   Ixnretìcufque  ,   conjìante  de  iis  criminibus  non  cq- 
^  guitto- 


ì 


Capitolo  X  ig^       Paolo  IL 

gnitioHe  tantum  t  [ed  famay  convtncìtury  utque  auSloritas  major  decernendìs 
vfìety  ex  quaque  natione  t  omnique  ^ntijlitum  ordine ,  qui  porrne  tunc  erant, 
Dokores  divina  legis ,  &  Tontifi»Ì£ adefle inConcilium  jubentur,  qui  rogati 
fmtlatint  fententiam  in  idem  cum  Vatribus  judicium  convenere .  MA  in  que- 
lla difpofizione  di  cofe  un'altra  riflefllone  ritardava  il  Pontefice  dalla  efe- 
cuzione  del  fuo  difegno ,  e  quefta  fi  era  la  promeffa  di  Cefare ,  e  di  altri 
Magnati,  che  parca à Paolo  ò  non  attefa,  ò  tton  foprabbondantemente  co^n?iftoÌo"pe?)i 
afpettata,  e  perciò  in  qualche  fenfoòdelufa,  ò  difgradita ,  e  confeguente-  promulgandone 
mente  valevole  ad  irritar  gli  animi  di  que' Grandi  contro  la  Pontificia  ri-  condro  uPoS. 
foluzione  :  concorrevano  col  loro  uniforme  parere  molti  Cardinali  nel  fen-  brano, 
timento  del  Pontefice,  onde  nell'atto ftefib della  conclufione  fi  viddero 
llranamente  raffreddati  gli  fpiriti  di  chi  voleva  più  rollio  minacciare,  che 
efeguire  la  preparata  condanna  :  quando  furfe  il  Cardinal  Portuenfe,  [<i]  a  nidm, 
magni  Confila  vir i  harefumque  femper  oppugnator  acerrimus,  e,  Quidme- 
timur ,  difle ,  humanis  judiciis  omnia  «*  an  non  relinquenda  magnìs  in  rebus 
Deo  funt  aliqua  i  fi  non  aderit  Cafar  ,  non  Tolonus,  non  Hungarus ,  fpon- 
deOi  aderit  de  excelfi)  San6ius  Deus ,  &  caput  impìum  conteret  ;  nos  jitfla  no- 
yimunerisimpleamusy  reliqua  ille  a£iutum  perficiet .  Così  egli  :  il  cui  dire 
ù  un  tuono,  da  cui  forprefo  il  Papa,  e  quanti  afliftevano  in  quel  facto 
Conciftorio  col  Papa  ,  incontanente  [a\  pera6lo  facro  folemnt,  Tontifex 
in  magna  hominum  firequentia  marmoreum  fuggefium  afcendens  ,  quod  ante 
fummum  Mtare  in  Bafilica  Tetri  ad  dexteram  efi ,  ex  diplomate  fententiam 
recitavitj  regnoque,  male  olim ,  deteriàs  inde  parto  ,  Bohemum  privavit , 
Era  allora  il  giorno  di  Natale,  e  fopraggiunfe in  breve  quello  nell'anno 
nuovo  della  Cena  del  Signore,  in  cui  Papa  Paolo  con  coftanza  di  non  mai 
interrotto  zelo  confermò  le  fulminate  cenfure ,  publicandone  la  fentenza  in 
quella  folennità  di  giorno  con  quefta  maefti  terribile  di  parole  :  [a\  Excom- 
municamus  ,  maledicimus  ,  &■  anathematiT^amus  perditionis  alumnum  Geor- 
gium  alias  Jerficum  de  Conftat,  &  TogiebratT^ ,  I{egni  Bohemì<!C  occupatorem  , 
olim  illius  I{egem  nominatum  ,  contra  quem  multorum  Catholicorum  Trinci- 
pum ,  &  aliorum  nobilium ,  ac  fidelium  Vopulorum ,  &  I{€<^ni  ejufdem  ere- 
bris  denuntiationibus ,  &  querelis  meritò  admtttendis ,  &  juflts ,  requifiti  , 
&  interpellati  procefium  jamdudum  per  feltcìs  recordationis  Vium  Vapam 
Secundum  TradeceJJorem  nojìrum  contra  ipfum  Georgium  j'uper  damnato  cri- 
mine h^refisj  atque  aliis  detejiandis  per  eum  perpetratis  exceffibus  inchoatum 
judiciario  ordine  projequendo  ,  tandem  exigente  jufiitia  ,  &  jujìo  judicio  , 
w«»  valentes  amplius  abfque  gravi  divina  Majeftatis  offenfa  ,  &  animarum 
earundem  periculo  excefius  tam  gravijjimos  fub  dijpmulatione  imtltos  prete- 
rire t  ipfum  Georgium  de  Fenerabilium  Fratrum  noftrorum  S'.i^f.  Cardinalium , 
&quarnplurium^rchiepi{coporumy  Epifcoporum  t  aliorumque  divini  y  &bu- 
mani  juris  interpretum ,  &  Magiflrorum ,  hareticum  pertinacem ,  h^ereticO' 
rum  fautorem ,  damnatarum  harefum  defcnforem ,  perjurum ,  atque  facrile- 
gum  fuijjey  <!r  effe  pronuntiavimus  ,  &  fcntentialiter  declaravimus , 

Item  excommimicamus  ,  &  anathematÌ7^amus  omnes ,  &  fmgulos  ipfi 
Ceorgiohareticoadharentesy  affijientes ,  obfequentes  y  faventes  y  autftbicon- 
filium ,  auxilium ,  vel  favorem  clam ,  vel  palam ,  dire£ìè ,  vel  indtreàè  prA- 
beritesy  cujufcumque  dign'tatis  y  flatus  y  gradus ,  ordinis,  praemmentie ,  vel 
ì'.obiiitatis  fuerinty  &  qui  fecum  commcniumhabcnt  ad  pr<efensy  vel  habe- 
•bunt  quomodohba  in  finurum.  Così  egli;  &  acciocché  della  validità  della 
Tomo  IF.  N     ?  fenten- 


Paolo  II.        j^g  Secolo  XV. 

fentenza  non  cade-ffe  alcun  dubio  ne' Baroni,  e  popoli  foggetti  à  qiiel  Re^ 
replicò  in  quello  tenore  fra  pochi  meli  la  Tegnente  dichiarazione . 

,Ad  futuram  reimemoriam. 
Vìgeftma  tenia  menjts  Decembris  proximè  elapfi  in  nojìro  Sacro  Conftjio- 
rio  public 0  ipfum  Ceorgium  haxeticum  pertinaccm,  hareticorum  [autor em^ 
damnatarum  jam  harefum  defenforem,  perjurum  ^  &  facrilegum  fuifìe ,  & 
^  ejìe ,  dignitateque  Hegia,  &  quavis  alia,  fi  qua: prafulgeret,  bonifque  ,  & 

dominiis  privatum,  ac  ab  omnibus  amovcndum ,  ipfum  denique  fingulas  cen- 
furasj  &  posnas  contra  lapfos  in  hjereftm,  perjitrofvey  fautores  ,  &  defen- 
forcs  eorum  ,  à  jure  jìatutas  ,  incurrifie  ,  pofUrofque  fms  ad  fucceffionem 
inhabiles  pronunttavimus . 

Et  (i  tam  divino  ,  quàm  humano  iure  lucidiiflmè  declaratum  confiet  Ca- 

tholìcis  mllum  foedus  ,  aut  vinculum  cum  baretico,  tanquam  exdufo  a  fide- 

Aium  confortioy  putrido  membro  y  efse  ineundum  ;  aut  initum  cum  co  ,  ante- 

quam  talis  condeninaretur  y  continuandumy  cum  crimmis  hujujmodi  declara- 

-tio  omncm  fohat  obligationem  y  &  p cerne  quocumque  juramento  firmata  im- 

.pediatcomrnifjionem  y  declarationemy  aut  cognitionem  y  &  diffinitionem  ipfms 

"h^refis  ad  B^manum  Tontificem  tantìim  fpeólare ,  (^,  pertinere  i  ad  abundan- 

\tem  tamen  cautelan/iy  &  ad  tollendum  omnem  dubitatwnis  materiam ,  qu£.y 

ut  prtemittitHr ,  vel  orta  jam  ed ,  vel  eriri  forfan  deinceps  quomédolibet  in 

■mentibus  bominum  pofjìty  au6loritate  ^poftolica,  tenore  pnefentiumy  &  ex 

'Certa  noflra  fcientia  declaramus  -,  ornile s.Baron e s  ,  Cipitatenfes y  Fafsallos  , 

.,&  fidbditoi  pr£di6los,  ubilib-et  exijientes  y  quocumque  nomine  eenfeantur  y  ab 

*omm  fubje5iionc  homagii  y  &  fidelitatis  juramentoy  ac  ohligatione  quacum- 

'tìue  y  quibus  fé  dì6io  baretico  damnato  teneri  ante à  quomodolibet  intellige- 

i)Aìity  pkniffimè  fuifse,  <&  efse  abfolutos  y  nèc  deinceps  eos  ad  obfervationem 

mIìcujus  eorum  teneri ,  nec  jure  conjìrmgi  y  aut  propter  non  objervationcm  , 

infamia  y  vel  alia-quavis  macula  notari  pofse  y.  aut  debere  y  per  inde  in  omni 

Jbus  y  &  per  omnia  ,  ac  fi  non  folàm  noflra^  ut  funt ,  ^pojiolica  ,  verùm 

etiam  Imperiali  auóìoritatibus  efsent  à  pramijjis  omnibus  ahfolutt ,  prout  etiam 

ex  nunc  iterum  ,   &  de  novo  abfo-lvimus .  Così  egli.  Quindi  demincioflì 

a  vìdeT{ay>r.  ««•  coutro  lui  [a]  la  cruciata,  che  con  felici progreflì  pcrfeguitoUo  fin'alla  mor- 

K»»*  1470.     te  ,  chelocolfe  [^]  nella  oftinazionefuriofa delia fuaherefia. 

Mi  mentre  ftrepitava  il  Pontefice  Romano  contro  l'Heretico  Podie- 
c  .^r.>w  1457.      -brazio  Re  diBohcmia,  Crepitavano  [e]  da  Poli  quattro  fcalzi  Fraticelli 
fj!,'^'-^"cl!£l'^omx:o  ìlPontelàcc  Komsino .  Rintanati  [d]  ancora  dentro  le  native  Valli 
f^^s.  Bibi.'vat'k.  idi  quella  Terra ,  alciuii  di  efli  oftinatamente  aderivano ,  nill'un  poter'elfere 
fgn.n.Mi.         vero  Papa  Vicario  di  Chrifto  i  che  aillftito  da  mondane  ricchezze,  nonha- 
vcfFe  pienamente  imitata  la  di  lui  Evangelica  povertà  ;  e  ali' aflerzione 
n'na'd'ak lini  Fri-  accopplando  li  fatti ,  in  quella  terra  in  faccia  à  Roma  ne  predicavano  l'af- 
ticeii  di  Poli,      funto ,  e  per  il  vicinato  ne  difieminavano  il  pazzo  errore .  Paolo  convinfeli 
maravighofameote  bene  tutti,  non  à  forza  di  difpute,  mdà  forza  di  bat- 
titure, e  fattine  .legare  quattordici  da'Sbirri,  li  fece  poi  efporre  fopra  un' 
alto  Palco  nella  fommità  di  quella  parte  di  ^ra-Conliy  che  volge  verfoil 
Campidoglio,  con  una  Mitra  di  cartone  in  capo  per  uno,  all'improperio 
delle  genti,  e  alle  tìfchiate  del  popolo.  Doppo  le  quali,  confefl'ato  il  loro 
inganno  avanti  il  Pontificio  Vicario  di  Roma ,  che  colà  comparve  con  cin- 
que Vefcovià  riceverne  i'ab)ura,  furono  eifi  aifoluti ,  e  per  merco  di  pro- 
ieflata  penitenza  veftiti  con  una  lunga  vefte  di  lana  con  Croce  bianca  al 

petto , 


T 

Capitolo  X.  Ì99       ^^^^^  II; 

|>etto,  &  alla  fchiena,  dinotante  il  loro  ravvedimento,  &  Herefia. 

Fu  richiefto  intanto  [a^ìì  Pontefice  da  Pietro  Antiocheno  Patriarca  de'  LuéTa  dogniaci. 
Maroniti  della  erplicazionede'piiifecretimifterii  della  Chiefa di  Dio,  cioè  "  dei  Pontefice 
de  i  duepiùnecelfariiifaperfi,  della  Trinità,  e  Incarnazione  di  effo.  E  ^'^^'°"'"- 
Paolo  coftituito  da  Dio  per  Dottore  del  Chriftianefimo,prontam ente  dall' 
alta  fiia  Cathedra  magifìralmenterefcriflegli,  inculcando  d  lui,  e  per  lui  à 
quel  popolo  ciò,  di  cui  erapiiìneceffaria  la  intelligenza,  [b]LicètmSan6ia  b  ^f  «'^"'l^j"». -««. 
Trincate aternaVatre ,  &Filio,  &SpirituSan&o  Jitmiaefjentia,  una  ìiatti- *'*  ^'"'^^' 
ra,  una  potentia,  unavoluntasy  &unaoperatìo,  juxtaea,  qux determinata 
funt  per  Sacrofan£Ìum  univerfale  Concilmm  TSlicanum  prtmum ,  &  juxta  au&o- 
ritatem  S.^ugufiini  ponentis  in  interpretatione  Evangelii  fecundùm  Joannem 
homilia 22.  &  dtcentis  :  Faciamus  volunratem  Patris,  voluntatemFilii,vo-' 
luntatemSpiritusSandi,qmaTrinitatishujus  ««^  voluhtas,  una  potettas, 
una  majeftas  eli.  Et  juxta di£ia B.BafdiiCiefarienfii  Epifcopi in  interpretatio- 
ne primi  Tfalmiy  ubi  alt  ;  Quorum  autem  una  natura  efly  horum  c£dem 
funt  operationes.  Et  juxta  di6Ìa  B.GregoriìKl^yJJem in  fermone cantra Euno- 
mium  ftcundo ,  ubi  ait  ;  Unam  voliintatem  efle  Patris ,  &  Filii ,  &  Spiritus 
Sandi ,  natura:  communio  proteftatur;  tamen  in  Domino  noltro  Jefu 
Chrifto  ex  tempore  incarnato ,  funt  duae  natura?  units  in  uno  fuppofìto  di- 
vino, fctlicet  divina,  &  humahaperfedè  in  omnibus  proprietatibus  fuis, 
Sicut  ex  detcrminatione  quarti  Condili  fcilicet  Chalcedonenjìs  exprefsè  habc" 
tur.  Simtliter  in  iofo  Domine  nojiro  Jefu  Chrijio  funt  dux  voluntates  quan- 
tum ad  proprietates  naturaleSy  id  eft  3  proprietates  duarum  naturarum,  fci'-^ 
iicet divina,  &humanay  unita  in  uno  ftippofito  divino  i&  concordesm unum, 
five  fimul  indivif£  y  inconvertibiles,  infeparabiles ,  inconfufe ,  nonautem  fe- 
parat£,  neque  contraria ,  ficut  impii  harettci  dixerunt .  Et  jìmiliter  dicendnm 
ejì  de  operationibus  Chrifii ,  agrt-  enim  utraqae  forma  fecunditm  divinorum' 
pradicatorem  Leonern  cum  alterius  communione ,  quod  proprium  efi  ,  f^erbo 
fcilicet  operante  ,  quod  Ferbi  ejì ,  &  carne  exequente  ,  quod  carnis  ejì  .    Et 
S.Mhanaftus  in  fermone  cantra  ^pollmarium  fa6io  ait  :  Quando  dicit:  Pa- 
ter, fi  polììbile  eft,  tranfeatàmecalix;  tamen  nonmea,  fed  tuavolun- 
tas fiati  &iteriim  :  Spiritus promptus eft,  c^r© autem  infirmai  duas  vo- 
luntates hìc  oftendit ,  tamJiumanam ,  qax  eft  carpis ,  quàm  divinam ,  (]ux 
eftDeitatis.  Et  Cyrillus  Epifcqpus  Mexandriain  interpretatione  EpifioUad 
Hebraos  ait  :  Si  autem  perfedos  hos  tecit  per  aquaiii,  &  Spiritum ,  quomodo 
non  operatus  eft  divine,. pariterque  humanè  ?  Hac  autem  manifeflat  DecrC' 
tum  Sacrofan^i  Sexti  Concilii  fub  Co?iJia.ntino  Triucipe  in  Regia  urbe  celebra- 
ti, quod  praftntium  lator  tibi  ojìendef,  eujus  Jententiis,  &  determmationi 
in  omnibus  acquiefcere ,  &  adhareredebes..  Così  egli  al  Patriarcha  de' Maro-  '^cT^c 
niti .  Ma  conchiudiamo  il  Pontificato  di  Paolo  Secondo,con  rapprefentare  in'  oppoue,  i  n 
sii  quefte  carte  la  morte  di  elfo-conteftimonio  contemporaneo  al  fucceflo  ^'^'^^'^ 
di  lei ,  acciò  più  potentemente  fmentir  polliamo  l'Autor  Calvinifta  [  e  1  del  ^  Mor?!^ush  My 
Libro  mtitolato  Myjterium  Imquttatis  ,   che  temerariamente  afterilce  ,  ■' 
eHer'egli  morto  in  aBu  venereo  à  Diabolo  tranfgulatum .  Illum  accufant  incon-  ,  ^^^.^  ^.^  ,     ^ 
tmntia,  [rf]  dice  di  Paolo  Secondo  Francesco  FilelfofcrivendoalSucccf- 
lore  Sifto  Qtiarto,  quo  ncque  frugalior  erat ,  ncque  temper attor  qmjquam  . 
Satis  is  nobisdcbtt  vidcricontinens ,  quia  delie  attor  ibus  obfoniis,  ac  potibus 
/(?  pottjjimitm  contmet  :  bine  enim  fons  manatad  omnem  voluptatis  intcriiue- 
rantiam .  Quando  tllum  audivimus  bis  replcri  in  die  ?  Obfonits  autem  quàm 

N     4  vililji- 


Morte  del  PoiKc- 
alunnif  à 


Paolo  IL       ^^^  Sewlo  XV. 

vìUJJirnh  uteretUY^  ipje  vit£  exitus  decUrat,  Fuerat  TaulusTomifex  ditas 
éìei  partes  »  &  amplius  occupatus  in  eorum  caufis  audiendis  ,  at^ue  expe- 
diendisy  qui  ex  toto  fere  tonar um  orbe  eh  corwenercmt  :  non  modo  oSava 
Marta  exulis  illtus  bora  pr^terierat ,  perùm  etiam^iona  ,  quod  erat  canati- 
dì  tempui  adI{omanos  :  menfa  apponitur  jejuno,  defefioqueVontifici  ;  atqui- 
bns  referto,  obfoniis  ?  regalibus  fané ,  &  Terjtcìs  .  Qiubus  tandem  j*  peponi- 
hus  fcilicet,  &  minutis  iftis,  albifque  pifcicuLiSy  qui  capiuntur  in  Tyberi  ; 
htéjtifmodi  enìm  ejculema  ad  panem  addiderat .  Quo  autem  vino  ,  Creten fi- 
ne ,  an  Cyprio  ,  an  B^odio  ,  an  Lesbia  <*  ex  ipfo  etiam  Tyberi  mera  aqua  : 
quibus  fané  rebus  effe£lum  ,  puto  ,  ut  ille  fibi  mortem  quodammodo.  confci- 
verit  i  nam  cum  vellet ,  naturjs  vim  omnem  ■pehementiorem  ,  fervoremque 
compefcerey  non  fatis  duxeraty  vino  uti  dilutijjimo  fempery  [ed  eo  die  aqua 
7neray  &  ea  admodum  frigida'  potui  ufus  eji,  Itaque  ex  iftiufmodi  efcuLen- 
torum  >  ac  potus.  mala  ,  &  turbulenta  conco£Ìione  ,  variis  furgemibus  fiati- 
bus,  tum  il  meatus,  per  quos  fit  refpiratio,  illieo  funt  objiruóli,  tum  mon 
continuò,  ner-porumque  omnium  contrario  confecuta,  Sed  ii,  qui  aut  hujuf- 
modi  caufas  natura  tgnorant,  aut  funt  animi  livore ,  atque  odio  in  San^liffi- 
raum  Tatrem  illum  exulcerati,  alti  infcitia,  alii  malevolentia,  novas  fabtt- 
las  per  Italiam  difpergunt  (  quali  egregiamente  vengono  confUtate  dall' 
a  G,  lift /Mi  <:.<J4-  crudito  [<z]  Gretlero  )  Quare  tui  muneris  effe  arbitrar,  Tater  pientijfime, 
&  optime ,  ut  tanta  vcl  hominum  impudenti^ ,  vel  impiotati  confulas ,  quo 
rei  cafligando ,  vel  ple£lendo  veritati  fit  locus .  'ì^n  multò  priufquam  mi- 
graret  ex  hac  luce  ,  in  te  unum  conje6iis  ocults  ,  eum  dixifje  audio  ,  Hxc 
mitra  ,  Pater  Francifce  (habebat  enim  in  manu  pretiojtffimam  illam  mi- 
tram  ,  quam  tantis  gemmarum ,  &  margarttarum  opibus  ad  honorem  Ton- 
tificatus  infìgnierat )  caput  tuum  decoraturaeftinChrifto  Jefu.  Cui  fané 
de  te  pradicationi  rem  videmus  non  multò  pòji  contigijfe .  Cosi  egli . 


C  A-' 


1,01       ^^^"^^  ^^* 

CAPITOLO      XI. 

Siilo  Quarto  dì  Savona,  creato  Pontefice 
li  9.  Agofto  1471. 

Scritti  egregii  di  Sifto  Quarto  a'vanti  il  Pontificato .  Par-- 
ticolarita  notabili  fuccedute  in  un  Concijìoro  da  ejfo  te- 
nuto .  Sue  cojiituzjonì  contro  li  Simoniaci ,  contro  gli 
Appellanti  al  futuro  Concilio  ,  e  [opra  gli  habiti  Cle- 
ricali ,  e  [opra  altri  emergenti  della  Fede  .  Affari  del- 
la 3ohemia .  Herefie  di  Gio^vanni  Kichardo  in  Germa- 
nia ,  €  di  Pietro  d' Oxma  in  Spagna . 

Nche  avanti ,  che  Sifto  fofle  alfunto  al  Pontificato  j  die  fuora 
lampi  d' inconcufia  fede  in  foftenimento ,  e  difefa  della  Reli- 
gione Cattolica .  Poiché  meditando  Paolo  Secondo  la  publi- 
cazione  delle  lettere  di  Calillo  Terzo  per  non  so  qual  riforma 
delle  Rehgioni  Mendicanti ,  e  li  Superiori  di  effe  appellar  pre- 
tendendo al  futuro  Concilio,  conillenderne  eziandio  in  carta    opere  d.pnf  àt 
l'appellazione ,  Francefco  (  che  così  allora  chiamavalì  Silì:o ,  il  quale  viveva  \!l^J^^  .'""*'  '! 
fra  Religiolì  della  Religione  Francefcana)  non  fol non  concorft:  con  gli  al- (JorfcrUtf, 
tri  nella  temerarietà  della  provocazione,  mi  apud[a]TaulMm  c/i  profcjius,  ^  t^''J''-'»««.»47i. 
fé  ab  €0  facinore  abfthmifje .  In  oltre  attaccata  la  Onnipotenza  di  Dio  in  Bo-  "'  ^' 
logna  da  un  Religiofo  Carmelitano  ,  che  in  publica  difputa  hebbe  ardimen- 
to di  aderire ,  Deum  fua  omnipotentia  hominem  damnatum  falvare  non  pojjet 
egli  contro  gli  fcrilfe  un  dotto  Trattato  in  oppugnazione  della  beftemmia , 
&  Herefia  :  [b]  Impugnavit  errorem  à  Carmelita  quodam  Bononìa  excitatum  :  ^  Plàtina  in  vita 
anfns  namque  e/i  homo  temerarius  ajjerere  y  Deumqmdem  /uà  omnipotentia  ^  ut  '^•''^'^'^^^ 
vocabulo  Theologico  utary  hominem  damnatnm  ferrare  non  p offe .  Così  Bar- 
tolomeo ,  ò  come  altri  lo  chiamano ,  Battifta  Platina  nella  vita  manofcrit- 
tadi Sifto  Quarto.  Et  libi um  edidit y  egli  Soggiunge ,  de  Sanguine  Chri/ìt, 
fopra  la  materia  agitata  fotco  Pio  Secondo  fra  le  Religioni  Fracefcana,  e 
Domenicana  ,  e  ,  <^ggrcf/us  e/i  &  opus  admodum  nece/ìarium  j  o/iendere 
enim  anni/us  e/i  rationibus  quidem ,  &  non  vuigaribus ,  Thomam  ^quinatem  % 
&  Scotum  in  fententiis  convenire ,  licèt  verbis  di f erre  viderentur ,  ad  tollen- 
4as  difcordiasy  cr  alter cattones  ,  qua  ob  hanc  rem  tnter  utrumque  Ordinem 
quotidie  na/cebantur  :  tanta  enim  integritatis  habebatur  ,  c^  do5Ìrina  ,  ut 
mie  uni  ex  coetu  Cardmalium  ad  /idem  pertmentia  poti/fimàm  committeren- 
tUY .  Ferùm  dum  his  rebus  intentiore  cura  vacaret  ,  dumque  ]us  Canonicum 
legendo  pcrcurrerety  mortuoTauloy  Vatrum  confenfu  Tomi/ex  creatus  anno 
/alutis  Chri/iian^  ^471'  5*  '^«^  -^^gJi/Hj  &  in  /ine  fcrip/ìt  de  futuris  con- 
tingentibus  propter  altercationem  Lovania  ortam  inter  Henricum  quemdam 
pirim  do^lim ,  <sr  omnes  fchola/iicos  Lovantenfes  ;  E  queft'altercazione  fu 

lire- 


SìSTo  ly.       -«,  Secolo  XV. 


1Q^ 


a  Elias  dit  Fin  in  ftrcpitofa ,  c  capo  dì  eflfa  fiUin  Pietro  Tommafo ,  il  quale  in  [a]  collufióne 
fii^i'n.IitTo.'""^'"  de' Sacri  Vaticinii  aderiva  ,  Che  le  propoff^^oni  defutitrt.  contingenti  non 
Difputafopra  li  efjendo  né  vercy  né  falfe^  confeguentemente  le  propoft'^oni  del  Simbolo  ^  che 
^utun  connngei,-  ^^^^^^.^^^^  ^  ^^f^yg  ^  come  fono  quelle  ,  Cbrijìus  venturns  eft  judicare ,  e  , 
Credo  refunehionem  mortuorum ,  effe  mede/imamente  non  fono  né  vere  ,  né 
/alfe .  Si  oppofe  all'ardimento  di  quelli  temerarii  argomentanti  tutta  la  più 
fanafcuoladiLovanio,  e  in  confermazione  ne  richlefe  il  fentimento  della 
univerlìtà  di  Parigi,  che  rilpofe.  Gli  artìcoli  di  fede  effere  tutti,  prefenu;- 
mente  veriy  perche  neceffarit ,  neteffttate  confequentt ,  e  come  dicono  le 
fcuole,  noH  neceffitate  libertatts  ,  fed  neceffìtate  fidei .  E  quefta  materia  , 
che  cadde  in  contro verfia  nella  Univerfità  di  Lovanio  verfo  il  fine,  del 
Pontificato  di  Paolo  Secondo ,  è  controia  quale  fcriiTeSifto  Quarto,  avan- 
ti ch'egli  fofle  inalzato  al  Pontificato,  ricadde  fotto  nuovo  efame  in  un 
Conciiloro  da  eflb  poi  tenuto  fotto  li  primi  anni  del  fuo  Pontificato ,  nel 
quale  lì  decife  la  materia  con  li  medefimi  fentimenti  da  noi  di  fopra  èfpófii , 
acremente  foiìienuti,  e difefi  dal  fempre invitto,  e^tto Cardinal  Pa^pien- 
fe .  Quando  nuovo  fiotto  avvenne  in  quefto  medefimo  ConcjiftQro ,  c^p  re- 
b  Maff^us  Vola  felo  fopra  gli  altri  celebre  per  fuccefìb  degno  da  regifìrarfì .  Poiché  [b]  pe- 
l^.rr^^siii'ard'.v.  ^oraudo  in  elfo  l'Ambafciador  dell'Imperador  Federico  Terzo ,  che  allora 
r-i'f/c.  '  regnava,  einlungaconcione,  ch'egli  hebbe  i  favore  di  Domenico  Ve- 

bfi/fuc"'?u"oh,  ^covo  di  Brefcia  nominato  da  Cefare  al  Cardinalato,  in  faccia  airifteflo 
un  conciitoro.     Pontefice  chiamando  fpefle  volte  nel  fervor  del  fuo  dire  l'Imperadore  Mo- 
narca del  Mondo ,  infofferente  di  quefto  faftofo  titolo  furfe  intrepido  il  Car- 
c  idm'bid.       dinal  di  Roano ,  e,  [e]  Malè^  difle  in  alta,  e  rifentita  voce,  agis  Thoma 
(  che  Tommafo  chiamavafi  i'Ambafciadore  di  Cefare  )  'Klon  tms  Imperator , 
fed  hìc  nofter  Tontifex,  Monarcha  efì  Orbis .  Tati  non  poffum.  Fumana  de- 
tr  ahi  amplitudini .  Tslp,  ripigliò  fubito  il  Mini  ftro  Imperiale,  non  omnium 
Monarcham  Imperatorem  ajo,  temporalium  tantum  intelligo  :  al  che  il  Ro- 
thomagenfe,  l>{ec  temporalium  quoque  illt  efi  Monarchia .  Jur e  divino  ^  dr 
"Pontificio  tota  Monarchia  efi  Trafulis  B^omani.  Tacque  I'Ambafciadore  , 
e  l'Hiftorico  foggiunge,  Idem  omnes  uno  judicio  confirmanmt . 
Dunque  elevato  Siito  al  Pontificato,  egl' incontanente  nobilitollocon 
A^Lib^  hcv.sifii  ngiiardevolifiime  conftitutioni .  Rinovò  [^]  le  pene  ,  e  l'Ecclefiaftiche 
■  p'i-'is-         Cenfure  contro  li  Simoniaci i  e  contro  li  Veneziani,  che  hebbero ardi- 
mento dì  appellare  al  futuro  Concilio  ,  quefta  Bolla  formò  ,  e  divulgò 
per  tutto  il  mondo  Chriftiano . 

e  F.xtatapndT{cj.      T  ^1  Siftus  Eoifcopus  Scrvus  Servorum  Dci .  Ad  futuram  rei  memoriam. 

Bolla  Pontificia  »      Cum  fuperiori  anno  Veneti  noftrum  Ferrarienfe  territorium  hoftiliter 

coiuro  li  vei.e   „  invafiflcnt,  &  1  nobìs,  ut  defifterent,  moniti,  &  inftantiflìmèfspiùs 

krmiò  "^ÌY  Eo  »  l'equifiti ,  fé  id  non  belli  gerendi ,  fed  pacis  habendx  caufa ,  &  prò  ^urium 

Concilio.  j,  fuorum  confervatione  agere  affirmarent ,  ac  bellum  continue  acriùs  pFo- 

„  fequerentur,  &  adeò  ultra  proceflìlfent,  utdeFerrarienfiscivitatis  oc- 

„  cupatione  in  brevi  dubitareturi  ne  tamlongamoranoftra,  quiinillo- 

i,  rum  verbis  confidebamus ,  Romanie  Hcclefia-  damnofa  foret ,  ipfique  eo-. 

„  rum  voti  compoccs  fierent,  Ferrarienfi  ci  vitati  prajdida-,  ne  occuparetur 

„  abeis,  occurrereetiamcumgentibusnoftrisarmigeris,  &  alias,  prone 

i,  fas,  &  poflibikfuit,  ac  tcnebamur,  curavimus,  &univerfali  in  Italia 

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Capitolo  XL  X0  3       Sisto  IV. 

paceiiiteraliquosilliusPotentatiis  per nos compofita ,  eifdem Venetis ,  „ 
ut  1  bello  prgedido  Ferrarienil  defifterent ,  &  pacem  ipfam ,  qiiam  nos 
ut  inarftimabile  boniim  fidei  Catholicje  ardenti  defiderio  ad  etfedum  de- 
ducere ciiravimus ,  ampledierentur  ,  conditionibus  eorum ,  &  ftatui , 
&Potentatuiconvenientibus,  repetitis  mintiis ,  &  literis  perfuadere ,  & 
eos  faluberrimispaternis  monitis  ab  eorum  belli  propofito  ad  tramitem 
reftitudinis  revocare  ardentiiìs  non  ceflavimus .  Cumque  expedatis  più- 
ribus  menlìbus ,  noftris  perfuafionibus  obtemperare  nullatenus  velie  , 
&  bellum  ipfum  Ferrarienfe  contra  nos,&  Romanam  Ecclefiam  omninò 
profequidecreviflerefponderenti  nequid  omicteremus  de  iis ,  qu^e  no- 
Uro  incumbunt officio,  eofdem  Venetos ,  quos  ob  invafiim  Ferrarien- 
fe territorium  prolatas  in  id  facientes,  nominatiin  in  Coena  Domini , 
per  nos  ,  &  Pr^edeceflbres  noftros  Romanos  Pontifices  Ecclefiafticas 
cenfuras,  &poenas  incurrifìe notorie conftabat,  ut  jureoptimo tacere 
potuifTenius,  cenfuras  ipfas  incurnìre  minime  declaravimusi  fedutmi-  ,, 
tiùs  ageremus,  cum  eifdem  noftris  patentibus  literis  eos,  ut  à  bello 
prsedido  tam  injufto  defifterent,  &  occupata  reftituerent,  denuòmo- 
nnimus,  &  requifivimiis,  Ecclefiafticas,  quas  fadi  qualitasexigebat,  „ 
fentcntias,  cenfuras,  &poenasproferentes  in  eos,  fi  noftris,  ut  debe- 
bant ,  tam  fanftis  ,  tamque^iuftis  non  obtemperarent  mandatis. 

Ipfi  vero  quanto  mitiùs  procefllmus  contra  eos,  tanto  magis exce- 
dere  non  formidarunt  ;  nam  non  folùm  monitionibus  ,  &  mandatis 
przedidis  obtemperare  ,  aut  pr^fixi  eis  ad  id  termini  prorogationem  „ 
petere,  &  de  parendo  fpem  dare  non  curarunti  imo  ipiritu  rebellio- 
nis  afTnmpto,  accerfitis  in  eorum  Ducali  Palatio  nonnullis  Prselatis  Ec- 
clefiafticis  tunc  Venetiis  commorandbus,  corameis,  ut  honeftis  per- 
fonis  ,  à  monitionibus ,  &  mandatis  hujufmodi  noftris  ad  Tribunal 
Omnipotentis  Dei,  &  ad  id,  quoddeproximocelebrarideberet,  te- 
mere affirmare  non  erubuerunt,  futurum  generale  Concilium  appella- 
re; &  ut  appellatio  ipfa  per  eofdem  Prajlatosreciperetiu*,  laudaretur  , 
&  admicteretur ,  ac  tandem  ad  noftram  deduceretur  notitiam ,  procura- 
re, &  Chriftitìdelibus,  Clero,  &  populo  cii;uslibet  civitatum,  terra- 
rum  ,  &  locoriim  eorum  ditioni  obtemperantium ,  quòd  prsetextu  appel- 
lationis  hujufmodi,  monitionibus,  &  mandatis  noftris  obtemperare 
non  tenerentur ,  nihilque  contra  eos  hujufmodi ,  prxtenfa  eorum  appel- 
latione  pendente,  polle,  aut  debere  innovari,  perfuadere,  &  eorum 
animas  hujufmodi  falfis  perfuafionibus  illaqueare  non  formidarunt  in 
hujus  Sandse  Sedis  Apoftolica:  audoritatis  contemptum ,  perniciofum 
exeniplum,  &  fcandalum  plurimorum.  A  quibus  omnibus  Veneti  pr^e- 
didi  profedò  ,  ut  credimus  ,  abftinuiflent ,  fi  confiderafTent  attente 
cam,  qucE  apud  nos  in  Beatro  Petto  à  Domino  nobisconceflaligandi,  „ 
atque  folvendi  juxta  meritorum  exigentiam  plenitudo  refidet  potefta-  „ 
tis ,  qua  non  extollimur  ad  fuperbiam ,  fed  ad  providentiam  excitamur  : 
&  illius  esemplo ,  qui  omnes  falvat ,  &  neminem  vult  perire ,  libentiùs 
utimur  adfolvendum,  quàm  ligandum;  &  voluiftent  diligentiiìs  intue- 
ri ,  qua  fada  noftra  profequi  perfedione  velimus  ,  quòdque  eos  ut 
peculiares  Romana;  Ecclefi^  filios  fcmper  geftìmus  in  vifceribus  cha- 
ritatis,  &gratiis,  ac  favoribus  profequi  non  celfavimus. 

Nos  igitur ,  qui  difponente  Domino  ,  qui  nos  unxit  oleo  l^titis 

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Sisto  IV.       ^q.  Secolo  XV. 

a  praj  confortibus  noftris,  in  eo  fumus  officio  conftituti,  ut  fingiilarum 
„  animarum  faluti  confiilere ,  juftitiam  colere,  &  iniquitatem  odire  debea- 
»  miis,  attendentes,  quòddeminoribusadmajores  iiidicesdiimtaxatap- 
„  pellare  legalis  permittit  audoritas ,  &  propterea  inhibet  ab  Imperiali  >  & 
»  prjefato  Pretorio  jiidicioappellari,&  qiiòd  non  homo,  fedisdiimtaxat, 
s)  qui  folo  verbo  fecit  coelum,  &terram,  Apoftolicam  Sedem,  &inea 
))  fedentem  prjetiilit  univerfis  edam  Conciliis ,  quse  ab  ea  robur  accepifle  » 
a  Sandorum  Patrum  decreta  teftantur  ,  &  etiam  Gelafius  Papa  contra 
j)  Acacium  Faufto  legato  fcribens ,  òxmzxt-,  Ipft  j unte  anone  s ,  qui  appella- 
si tiones  tot  IMS  Ecclcfite  ad  hujus  Sedìs  examen  voluere  deferri ,  ab  tpfa  autem 
,)  nunquam appellar! debere;  ó"  ipfamdetotaEcclefìa  judìcare,  deipjiusau- 
i,  tem  judicio  nunquam  judicari  fenferunt.  Et  dum  fcribit  ad  Orientales 
3i  Epifcopos  dicens  :  Sff/erw  pr£di£iam,  nulla  Synodo  precedente  j  folvendì» 
jy  quos  Synodus  inique  damnaverat ,  &  damnandi ,  quos  oportuit ,  nulla  exi- 
n  flente  Synodoy  habuiffe  facultatem .  Teltantur  etiam  qiiamplunniorum 
j,  antiquorum  Conciliorum  epiftol^e,  in  quibus  verba  illa  apponuntur  : 
»,  Salva  in  omnibus  ^pofloliae  Sedis  au^oritate;  &  quòd  de  iis,  &  quàm 
„  plurimisaliis  junbus,  &canonibus,acaudoritatibuspÌ2EmemoriaePius 
},  Papa  Secundus  Pra;decefl*or  nofter  dudum  de  Fratrum  fuorum  Sacrae  Ro- 
9,  mansE  Ecclefije  Cardinalium,  &:  Prarlatorurh ,  ac  Jurifperitorum  tunc  Ro- 
„  manam  Curiam  fequentium  confilio ,  in  Conventu  Mantuano, audorita- 
39  te  Apoftolica ,  in  perpetuum  valitura conftirutione,  omncs  qualitercum- 
„  que  appellantes à  Romano  Pontifice ,  Canonum  tranfgrellbres ,  &  illos 
9>  ex  eis ,  qui  ad  non  indidum ,  nec  congregatum  Concilium  appellare  prsc- 
j,  fumerent,  aliud  caput  in  Ecclefia  Dei,  acimaginariummajus,  &lubli- 
j,  mius  Tribunal  confingentes  contra  Apoftolumdicentem:  Fundamentum 
3,  aliud  nemo  poteji  p onere  pr<£ter  td  ,  quod  Chrijius  injiituit,  hujus  SandsE 
a,  Sedis  Primatum  negare,  EccìeCix  unitatem  dividere,  non  unum  folum  pri- 
5,  vilegium  eidem  Ecclefi.T  adimere ,  fed  prsecipuam ,  &  principalem  didae 
»,  Sedis  audoritatem ,  quam  &  vox  Chrifti ,  &i.  Majorum  traditio ,  &  Cano- 
„  num  fulcit  audoritas ,  penitùsfubverterenon  verentur,  prae  carteris  de- 
»,  tefìabilioresefle,  &eornm  appellationes  hujufmodi  quacumque  occa- 
si fione  interponerentur ,  non  foliun  irritas ,  &  inanes ,  fed  fraudulofas ,  & 
„  facrilegas,  &h^reticasefledeclaravitj  ac  ftatuit,  nulli,  cujufcumque 
j,  flatus,  ordinis,  velconditionisexifleret,  licere deinceps prò quacum- 
„  que  caufa  ù  Sede  Apoftolica ,  prsefertim  fub  hoc  prsetextu  nominis  futuri 
st  Concilii  appellare ,  aut  hu)us  appellatione  uti ,  &  inniti  fub  excommuni- 
„  cationis  ìztx  fententia;  poena ,  à  qua  à  nemine  abfolvi  poffit ,  prjeterquàm 
„  à  Romano  Pontifice ,  niliinmortisarticuloconftitutus  :  &voluit,  om- 
„  nes  adh^erentes  appellationibus  eifdem,  Procuratores  quoque,  Syndicos, 
„  &aliosquoslibet  alio  nomine  appellantes,  ilmili  fententijc  fubjacere  : 
5,  Norariosverò,  &:Scribentes,  didantes,&teftifìcantesineis,  autcon- 
„  filium  prjeftantes,  vei  favorem,  ultra  anathematis  poenam,  perpetua 
,j  notari infamia,  di  advocationis,  procurationis ,  &  notariatus  otiiciis 
9,  fore  privatos;  &  fi  in  hujufinodi  excommunicationis  fententiapcran- 
„  numperfifterent,  tanquamdehscrefi,  &fchifmate  fufpedos  ab  omni- 
j,  bushaberi,  ìfe  reputati;  &  contra  cos,  ut  tales,  juxta  Canonum  pra:- 
9,  cepta,  procedi,  proutineadcmconilitutione  lacins  continetur. 
„  Ex  quibus  manifeftè  infertur ,  quòd  hujufmodi  eorumdem  Vene- 
toni  ni 


Capitolo  XL  X05       ^^^"^^  ^^- 

torum  appellano ,  ex  eo  quia  à  Romano  Pontificenonappellatur,  eft  „ 

ipfo  fado  nulla  ;  &  quia  ad  ndutn ,  &  imaginarium  Concilium  interposta  „ 

fuit,  facrilega,  &abhorrendaextitit  :  &  ut  ad  Tribunal  Oninipotentis  „ 

Deiinterpolitaper  eos  fuftineri  non  poteft ,  ni(ì  alterum  de  duobus  affir-  „ 

menr,  videlicet  vel  Omnipotentem  ipfum  B.  Petro  Apoitolorum  Princi-  „ 

pi,  &pereumejusSucceiroribusomniniodanipoteftateinin  tetris  non  „ 

tradidifle,  &  aliquid  de  ea  retinuifle ,  vel  quòdà  Vicario  ad  eum,  cujus  „ 

vicesgerit,  cu)  ufque  unum  &  idem  efl  Tribunal,  valeatappellari,  quo-  „ 

rum  primum  h^ereticum ,  aliud  vero  i  Sacris  Canonibus  alienum  eiTe  ne-  „ 

moambiget.  Etnonminùsconfiderantes,  quòd  fi  Veneti  pr^tatinon  „ 

appellalfent,  fedconceflagravatis à Romano Pontifice via,  non  fuppli-  „ 

candi,  autinintegrumreftitutionemànobispetendi,  ufifuiilent;  nihi-  „ 

lominusexfexcaufisineorum  prastenfa  appellatione  pra^dióta  deducìis ,  „ 

qusE  fi  redèprocederetur,  adunumreducuntur,  videlicet  quòd  ob  pa-  „ 

da  eis  non  fervata  à  Duce  Ferrarienfi ,  nobis  confentientibus ,  bellum  ei  ,> 

indixerunt ,  &  quxfita  in  eo  bello ,  utpotè  licito ,  ad  eqs  pertinent ,  exau-  „ 

dirinullatenusdeberent,  cumcaufseipfeàfadiveritate,  &  jurisdifpofi- „ 

tione  fint  penitus  alience  :  nam  ut  ex  noftrarum  literarum ,  per  quas  mo-  „ 

nitifuere,  leduraevidenterapparet,  DuxipfeFerrarienfispada  ferva-  „ 

re ,  &  noftrs  ordinationi  defuper  parere  fccpiiis  obtulit ,  &  ad  bellum  ip-  „ 

fum,  penitus  nobisinfciis,  de  ventumextitit,  &c.„  Così  egli:  e  perdi'  „ 

eglino,  cioè  li  Veneziani,  doppo  la  promulgazione  di  quelta  Bolla  ecci- J^I^^^'j.'p^M^ 

tarono  con  potentiilìmi  mezzi  Luigi  XI.  Rè  di  Francia  à  vigorofo  rifcnti-  verfo  la  sede  a- 

mento  contro  il  Pontefice,  quel  pio  Re,  rigettate  le  vane  illanze,  icccin^^^^'^^^'^^' 

publica  adunanza  del  Regno  legger  la  Bolla,  e  promulgarla  fentenza  :  del 

che  il  Pontefice refegliene  [a]  grazie  permezzodiSanFrancefcodiPao-  ^^^^^*  ^'"^'- P"^' 

la allor  vivente,  al  quale  ancora  con  quefti  due  Bireviimpofe,  chedoveffe 

porgere  preghiere  à  Dio  pel  Re  di  Francia . 

Francifco  de  Paula*  ,* 

Diledle  fili  falutem  &c.  Intelleximus  te  pervenifle  incolumem  ad  Re-  „   y}^l^^  Pomifi- 

.     n  1         I         r  'vi  o  •  I  eia  a  Sili  France- 

giam  majeltatem  ,  quod  nobis  lummopere  placet  :  &  quoniam  vehe-  „  fcodiPaoU. 
menterdefideramus,  utejusSerenitaseumfrudum,  quemfperavit,  de  ,> 
tuo  illuc  adventu  fentiat ,  volumus ,  ac  tibi  in  virtute  fanda*  obedientise  „ 
ftridiffimèprcEcipiendomandamus,  utomnicura,  fì:udio,&diligentia  „ 
intendasadrecuperationemincolumitatisMajeftatisfujE,  &nihilinhoc  „ 
pra:tennittas  Deum  rogando,  &  omnia  alia  remedia  adhibendo,  quse  „ 
adprofperamillius  valetudinem  pertinere  quoquo  modo  poffint,  non  „  ,;- 

obrtantibusquibufcumqueperfuafionibus,  qux  tibi  forfan  ab  aliis  fadar  „ 
cfTent  in  contrarium.  Nos  quoque  non  definimus  ad  ipfum  Deum  ere-  „ 
bras  preces  effundere ,  ut  Celfitudinem  fuam  mediantibus  ofationibus  „ 
tnis  in  bona  difpofitione ,  &  incolumitate  confervet ,  quam  nos  prò  no-  „ 
ftra  in  eum  benevolentia  maxime  optamus. ,,  Così  egli  :  e  come  per  al-  „ 
tro  Breve  al  medefimo  Re  indrizzato  in  quello  tenore  : 

B^egi  Francia. 
Charijjìme  in  Chriflo  Fili  nofier .  Quoniam  Celftmdinìs tu>£  incolumitatem,  &  fo^Jlfgu'/„"e"fog. 
felicem  fiatum  femper  optavimus ,  &  optamus ,  mandamus  diletto  filio  Frana-  getto . 
fvQ  de  Tania,  qHemadpepenire  juffinins,  per  duo  Brevia  allegata,  in  altero  in 

virtute 


Sisto  IV.       ^q^  Secolo  XV. 

Tftrtute  fan£{:e  obedìentia  ,  in  altero  fub  excommunkatìonìs  pcena ,  ut  omnt 
cura,  jiudiOi  C5*  diligentia  Deum  orare  non  daftnat  prò  bona  difpofuione  , 
dr  optimo  (ìatu  celfttudinis  tn£  ,  non  objianttbiis  qnibufcumque  perfuafio^ 
nibus ,  qui£  forfan  ei  in  contrarium  ab  aliis  faci£  efjent .  Itaque  poterit  Ma- 
jefìas  tua  alterum  ex  ipfts  brevibus ,  quod  ftbi  magis  vide  bit  ur  ,  ipfi  Fra- 
tri  Francijco  reddcre.  'ì<Iqs  quoque  non  omittimus  ipft  Deo  fupplicare  ,  ut 
celfttudmem  tuamtn  ea^  quamdefideraty  valetudine,  dr  felici  regimine  con- 
fervet,  &  manuteneat ,  etiamfi  aliud  per  nos  contra  hoc  tibi  factendum  vi- 
debitur.  Così  il  Pontefice. 
bSJÌ'To'iKl'fic.o  Né  perch'egli  così  teneramente  amava  quefto  devoto  Re  di  Francia, 
fopra  l'ufo  negli  fu  riteniito  à  Tìovì  dìportarfi  reverillimamente  con  il  Clero  Francefe,  che 
h^buotaiarc'!'^'''  tralignava  dal  retto  fentiere  della  Ecclefiaftica  difciplina,  edallapieti 
efemplare  del  Tuo  Regio  Monarca  :  poiché  havendo  egli  prefentito ,  che  li 
Sacerdoti  di  quel  Regno,  abbandonati  nella  diflbliitezza  del  vivere,  ren- 
devano appreifo  li  Laici  difpregievole  il  loro  fiiblime  grado ,  anche  neU* 
habito  efterno  del  gorpo,  mandò  colà  Giovanni  Cardinal  Vefcovo  di  Al- 
bano in  qualità  di  Apoftohco  Legato  con  rigorofecommiflìoni  di  fofpen- 
zioni,  e  di  fcommuniche,  anche  contro  quei,  chedifufando  la  ve|te  ta- 
lare comandata  da' Canoni,  in  obbrobrio  della  dignità  veftivano,  come 
dicefi,  di  corto,  quafi  vergognandofi  di  quella  veneranda  mfegna ,  che 
neir  citeriore  li  diltingue  dal  volgo  commune  delle  genti  ;  e  perche  il  Bre- 
ve ,  con  cui  il  Pontefice  accompagnò  il  fuo  Legato ,  porta  feco  annefle  ri- 
levanti confiderazioni  contro  le  querele  de'  moderni  Ecclefiaflici ,  che  mal* 
volontieri  ricevono  li  replicati  comandi  de'loro  Vefcovi  fopra  l'ufo  dell'ha- 
bito  talare,  ci  piace  qui  di  riferirlo,  acciò  in  leggendolo  pofia  l'Ecclefia- 
ftico  lettore,  ò  gioire,  s'egli  è  buono,  òconfbnderfi,  fé  cattivo. 
a  ^■^ttd'^ajn.AH.  [4]  yener abili  Fratri  Joanni  Epifcopo^lbanenft ad  B^gnum Francia,  & 
^■i^ì-n.i6.  jini-perfas  Galliarum  partes  ^pofiolicii  Sedis  Legato. 

Fraternitatitu£  per^poftolica  [cripta  committimus ,  &  mandamus,  qua- 
tenus  folum  Deum  pr£  oculis  habens  omnia,  &  Jtngula  pramijìa  ,  qu£  re- 
fortnationis ,  C^corre^iionisminifierio,  prout  dare  patet ,  indigerenofcuntur  , 
feciindàm  Deum ,  &  Canonicas  fan^tiones  corrigere,  reformare,  &  emenda- 
re aufìcritate  nojìra  procures  ,  monendo  omnes  ,  &  jìngulos  tam  ^rchiepì- 
fcopos,  quàm  Epifiopos ,  &  alwsTralatos,  ac  Ecclejiajitcos,  &Laicospr£' 
diàos  ,  exemptos  ,  &  non  exemptos  ,  in  virtute  fannia  obedientia  ,  ac  fub 
excommunicationis ,  fufpenfionis ,  &  interdi6ii,  ac  etiam  fuarum  dignitatum, 
C^  beneficiorum  quorumlibet ,  qu£obtinent,  privationis,  &  aliis  formidabi- 
lioribus ,  de  quibus  tibiexpediens  vìdebitur,  fententiìs,  cenfuris,  &poeniSy 
ut  de  estero  à  pr^milfis  omnibus  ,  &  fìngulis  debeant  abflinere  ,  ac  fecun- 
dUm  Canonicas  fan6iiones  tara  in  habitu ,  quàm  in  eorum  vita ,  (jr  moribus  vi- 
vere, fugiendo  venationes,  &  aucupationes ,  deferendo  in  Eccleftis,  &  locis 
pubiìcis  I\gquetos ,  & Mantellum ,  five  Clocam ,  prout  Tralatos  decet ,  devitan- 
do breves  veftes  cura  corve6iis ,  qu£  habitus  funtLaicorum ,  non  incedendo  cum 
F^quetis  difcopertis  in  prafentia  fuperiorum  fuornm,  &  Cardinalium  predi' 
6iorum ,  caiifas  eorum  in  foro  faculari  non  tramando ,  de  Sedepr£di6ia,  &■  mem- 
bris  non  obloquendo ,  nec  de  Sedis  ^poflolic£  poteflate  judicando ,  ncque  conjir- 
mationes  eleiìionum  ad  Cathedrales ,  vel  Metropolitanas  Eccleftas ,  ac  Monafle- 
ria,  &  alias  dignitates  ele5Ìivas  hujujmodt  contra  refervationes  ^pofiolicas 
refervando,  &alia,  qu£  juxta  Sacrorum  Canonum  inflituta  ad  honorem  Dei, 

&0r- 


Capitolo  XI,  IO  7       ^'"°  ^^- 

tir  Ordìnis  Clerìcalis  augmemum ,  animamm  falutem ,  Ó"  £on«m  cxemplum 
Chrijiifidelium  neceffariat  feu  quomodolibet  opportuna  ubi  videbuntury  ge- 
rendo ,  ftatuendo ,  faciendo ,  disponendo ,  dr  exequendo , plenam ,  /«- 

beram,  &omnimodam,  au&oritate  ^poflolica  y  tenore  prafentium ,  tibicon- 
cedimus  facultatem ,  cJ'f .  Così  egli  con  vigore ,  e  rigore  gradito  anche 
da' rei,  perche  anche  da  effi  conofciuto  per  profittevole  ai  coftumi ,  e 
avvantaggiofo  al  decoro  della  Ecclefiaftica  difciplina. 

Ma  dove  rimediavafi  in  una  parte  à  qualche  fconccrto ,  forgevane  in  al- 
tre un  nuovo ,  e  ò  da  Herefie ,  ò  da  diirenzioni ,  ò  da  recenti  non  ben  fon- 
date opinioni ,  ritrovavafi  Tempre  in  moto ,  e  Tempre  in  atto  ò  di  difefa ,  ò  ^  ^pujxtym,  «4. 
di  otfefa  l'alta  [<i]  Catedra  del  Pontificato  Romano.  Sononote,  edanoi  mtS-m?.  *' 
pili  volte  riferite  le  acri  difpute  fufcitate  prima  da  Guglielmo  di  Santo 
Amore,  e  feguitatepofcia  da  Guglielmo  di  Poliac,  fopra  li  privilegii  de' 
Religiofi ,  l'obligazione  di  udir  la  Meffa  nella  Chiefa  del  Paroco ,  e  le  con- 
feflìonidafarfiòagliuni,  ò  all' altro.  Sotto  il  Pontificato  di  Sifto  nuova 
zizania  furfe  nella  Germania  fopra  la  medefima  materia ,  e  i  noi  bafterà  in 
quello  luogo  di  riferir  un  Diploma  Pontificio,  che  direfTe  Sifto  à  quelle 
Chiefe,  per  doverne  poi  quindi  tefìer  più  ampio  difcorfo,  comem  al- 
tre congiunture  habbiamo  accennato,  fot to  il  Pontificato  di  Clemente  Ot- 
tavo :  e'I  tenore  del  Diploma  fi  è  il  feguente. 

Tarochiani  Sacerdote!  de  ca-tero  non  dicant  ,  à  Adendicantibus  harefes 
proceffijjey  cum  in  veritate  fides  noflra  fit  illuminata ,  &  Ecclesia  exaita- 
ta, per  eofdem ,  c^  pnefertim  per  Ordines  Vradicatorum ,  (jr  Mmorum  y  ut 
JHra  tejiantur ,  Fratres  Mendicantes non  predicenti  populosTarochianosnon 
teneri  audire  MiJJam  in  eorum  Tarochiis  diebus  feftivis  ,  &  Dominici!  , 
cum  jure  fit  cautum ,  illis  diebus  Tarochianos  teneri  audire  Mifiam  in  eormn 
Tarofbia/ì  Ecclefiay  nifi  [or fan  ex  honefìa  caufa  ab  ipfa  Ecclefia  [e  abfenta- 
rent;  quòdquc  etiam  nec  Fratres  y  nec  Curati  mducant  aliquomodo  laicosad 
eligendunt  .fepulturam  apud  eos ,  &  bene  caveant  propter  pcsnas  ,  qnas  im- 
ponunt  Canones ,  cum  fit  liberum  . 

Etiam  ipfì  Mendicantes  defijiant  pr dedicare y  quòdVarochtani  non  fmt  obli- 
gatì)  faltem  in  Pafchate  ,  proprio  confìttn  Sacerdoti  ,  quia  de  mre  tenetur 
Tarocbianus  faltem  m  Tafchace  proprio  confìteri  Sacerdoti  ;  per  hoc  tamen 
ipfi  Fratres  Mendicantes  non  cenfeantur  excluji  ,  quommùs  fecundUm  juris 
commums  ,  c^  privilegiorum  eifdem  conccftorum  difpofìtionem  ,  confe^ones 
audire  i  &  panitentias  injungere  valeant.  Etiam  de  ccetero  inter  ipfos  Fra- 
tres Mendicantes  y  C^  CuratoSy  quo  ad  effe  Bum  pradicandi,  horas  cantanii , 
&  campanas  pulfandi ,  fcrvetur  confuetudo  arif.qua  ,  que  temporibus  anti- 
quis  fervata  futt  in  ipfo  oppido  Elingenfi  j  &  cafu ,  quo  veniat  aliqua  occa- 
fio,  fìve  necefjìtas  ,  non  fìat  commutatio  tempons  ,  vel  hor£  in  ipfìs  pr<^di- 
cationibus  fiendis,  nifi  de  confenfu  partium .  Etiam  ipfi  Fratres  in  fcrmoni- 
bus  eorum  non  detrahant  Tralatis ,  &  ^c&oribus  Tarochialium  Ecclcfiarum , 
nec  etiam  populos  à  Juamm  Eccleftarum  Tarochialium  frequenti  a  ,  &  ac- 
cefìu  abjirahant,  fìve  ntrahant  quoquo  modo.  Così  il  diploma  Pontincio, 
il  quale  ,  benché  m  apparenza  fenibri  contrario  ai  Regolari  ,  nuliadi- 
meno  nella  foltanza  convalida  le  loro  ragioni,  come  f^T in  altro  1uog[0  ^^.^'f'  •'  ''l"''^- 
convincentemente  dimoftrerafJÌ.  ^^  Ulf^^Z^^^ 

Ma  qiieftì  furono  provedimenti  a' mali  preveduti,  e  non  caftigo  de* 
commeliì.  Fu  denunciato  airApollohca  Sede ,  che  da  alcuni  Pfeiuiò  Car- 
melitani 


Sisto  IV.       ^^g  Secolo   XV. 

melitani  in  Bologna  nelle  publiche  Prediche,  e  concioni  temerariamente 
dimemi'co?-°JT.  foftenevafi  l'iiorribile  propofizione,  l^on  efse  lUreticum,  &  à  puntate 
Maghi ,  e  k  mi-  fidei  alimum ,  Damonum  expedare  refponfa,  Inhorridim  il  Pontefice  Ro- 
^"*  mano,  eRomaall'efecrabileannuntio,  econofcendofiqueftomale,  non 

tanto  come  caufa,  quanto  com' effetto  dell'Herefia,  fiirfe  potentemente 
i^pud  r^^.,-.  il  Pontefice  con  ogni rigorofo rimedio  contro  i  delinquenti,  e,  [ajTSljin' 
poH  Dinaoroi»,  ^,^j,^;^  ^ji  nobiSy  COSI  egli  fcrifle  al  Vicario  del  Vefcovo  di  Bologna  , 
^''^'   ■'  nomullos  Ordinis  San6Ì£  Maria  de  Monte  Carmeli  Fratres  tanta  fuifseteme- 

ritatisy  ut  verni  non  fmt  difputando,  &  predicando  in  noftra  civitate  Bono- 
nìenjì  ,  e]u[que  Comitatu  afsenre  ,  non  efse  hareticum  ,  &  à  puntate  fidei 
altenum ,  D^momm  expe5iare  refponfa  :  ob  quod  adverfus  ipftus  fidei  puri- 
tatcm  fcandaU  multa  ex»rta  videntur .  'hljìs  id  indignò  y  moleflèque  ferentes  , 
<ir  de  pramifjis  certamnotitiam  non  habentesy  difcretioni  tua  per  prafentes 
committmusy  &  mandamusy  ut  omni  opportuna  adhibita  diligentiay  &  in- 
duflria  veram  notitiam  habere  curcsy  an  fmt,  qui  fuermt  hu]ufmodi af serto- 
rcs  ,  &  qua  fcandala  proptereà  fmt  exorta .  Quidqmd  autem  in  pramifjìs 
invenerisy  m  fcriptis  authenticè  rcda&um  ,  ad  dileElum  Filium  Francifcum 
de  Toleto  Tsiotarium ,  &  Datarium  nofìrum  domefiuum ,  fub  tuo  figlilo  tranf- 
mittas  :  ut  ab  eo  de  omni  re  certtores  fa&iy  quid  agi  conveniaty  aurore  Do- 
mino y  jiatHere  valeamus .  Cosi  egli  :  e  perche  negli  Autori  altro  divul- 
gamento non  legqefi  di  sì  ftrano  malore,  giuftamente  fi  attribuifce  alla 
vigilanza  di  Siftoìa  fuppreflìone  di  effo. 
Affari  d*"ii  Huf-      Non  così  però  con  lepropofizioni  meramente  verbali  fi  avyantaggiava- 
fici  Bohemi .       j^q  gì,  Huiliti  nclU  Bohemia ,  ftranamente  fempre  fconvolta  dalla  fazione 
de^liHeretici,  laquale  dove  una  volta  pone  il  piede,  fifla  fi  ferma,  e  non 
b  erm^ras  J.29.  jj^lj  Jq  ritraile  fenza precipizio ,  e  defolazione  del  paefe  :  Klsc  Bohemia ,  [b] 
&  Traga  prafertm  ,  dice  il  Cromerò  raccontando  gli  fconvolgimenti  dell' 
Hungaria ,  e  Germania  defolate  da  una  parte  dalle  armi  de  Turchi ,  dall'al- 
tra dalle  fazioni  de'pretendenti ,  à  domefiicis  motibus  quieta  fuit,  fchifma- 
ticisy  &  profli%atis  Sacerdotibus ,  atque  Concionatoribus  in  abfentes  Epifco- 
posy  &  Cardinaìes  y&  Vontijicem  maximum  y  mox  in  prafentes  Monachos  ,& 
Ma\iflratus  urbanosy  ac  in  Rcgem  dcnique  populum  comitantibus y  nec  pro- 
fuitindidgmtiay  &  patientia  I\egis  y  ac  ne  coercitio  qutdem  feditioforum  y  quo 
'mìnùs  probra ,  &  contumelia  in  cum  ja^arentur ,  ac  de  vita  is  quoque  Traga , 
&apudCuthnos  Montesy  quo  fecefserat  y  periclitaretur .  Senatus  quidemve- 
teris    &  nova  Traga  à  furente  multitudmecontrucidutusefiy  &  Monafteria 
Aim  provedi  diTeòta .  Soliti  cifetti  della Hcrcfia femprc pertinace ,  benché  battuta,  fin 
memi    di   ^M^^>\^nio  che  almciio  non  venga  ella  dalle  radici  recifa,  &abbattutada  ton- 
<ontro£ii  Huin-  ^^^^^^^^j  ^.^'j  f^^j-o .  Si  ftrufie  Siilo  in  compaffionevoli  lamenti  alla  fola 
imaginazione  della  defolazione  lacrimevole  di  quelle  Chiefe  ,  e  non  rin- 
venendo altro  più  pronto  riparo ,  che  le  armi  del  Re  Matthia  d'Ungaria,  ad 
elfo  fcnffe  più  con  lacrime,  che  con  inchioftro,  [e]  Innotuifse credimus 
1/^'::::^:"''  Maj^ft  ti  t^  ,  quod  nupcrctiam  nobis   trifli  nuntio  relatum  efl  y  harett- 
cos  fcilicet  civitatis   Tragenfis   proximè  fa&o  tumultu  tnfurrextjse  cantra 
CatholiiGS  nojirosy  &  rabiem  Juan:  crudeliter  exercentcSy  eos  y  quotquot  m 
pratoriisy  in  facrìs  adibuSy  in  privatis  dcnique domibus  mvem  funty  vane 
trutidafse.  Qua  res  ficutienormismconfpeau  Dei  y  &  hominumextitit;  ita 
nosy  quibustura  eft  femper  caufa  Catholica  fidei,  a^ecit  incredibili  dolore ^ 
Timmes  itaque  plurimim,  nifi  fiatim  de  remedns  opportums  provideatur. 


Capitolo  XI.  i09       ^'=^°  ^'•^- 

«ff  longìùs  jerpat  hic  mùrbus,  ac  majorem  ùi  partibus  ìllis  producat  iìifeUlo- 
nem ,  Majeflati  tua  fcribendttm  duximus  ,  non  quia  putemus  necefinritim  cjìe 
VerbifexcitaretCi  qui  femper  malleus  infidelìum  ^  &  hareticorumfiiìfiij  & 
curl{egnum  illud  Bohemi^e  exiflens  etiam  tua  Majeflati /ubje&um  conferpare, 
ac  defenderc abhu'ìufmodi  opprejjìonibus  expedif,  fed  prò  debito  noJlriVaflora- 
lisofficiinon  omittendum  omninò  cenfuimns  y  te,  chariffime  fili ,  bonari,  fi-- 
cut  per  prafentesaffc£ltiosèfacimi4Sj  ut  falutiCatholicorum  hoc  tempore  velis 
confulercy  C^  opemferre,  ne  ab  impiis  hMeticti  tam  foedè  lanientur  -,  omne 
enint  malum  nafcens  facile  opprimirur ,  inveteratumfit  plerumque  robuflius , 
facile  tamen  erit  ,  fi  manum  tuam  ,  femper  à  Chriflo  juvari  folitam  ,  appo- 
fueris,  priufquam  magisabundet  [anies,  &h£c  [anentur  vulnera:  facietMa- 
jeflas  tua  fan6ium  ,  ac  pium  opus  ,  dignum  laude  apud  homines  ,  ac  meritis 
perpetui!  apud  Mtiffimum  .  ^io$  quaecumque  in  haccaufa  intelligemus  fore 
prò  confervatione  fidelium  ,  &  opprejfione  h^eretic^  pravitatis  accomoda  , 
modo  reddamnr  de  flatu  ipjim  rei  certiores  ,  non  omittemus  efficere.  Scripfi- 
mas  de  hocetiam  venerabili  Epifcopo  Civitatis  C  afiellil^ntio ,  &  Oratori  no- 
flro,  eique  commifimus,  ut  cum  eaiem  tua  Majeflate  latiùs  nomine  nofiro  la- 
quatur .  Così  egli, 

Qiiefti  gravi  difcoiici  in  quella  parte  del  Chiiftianefimo  furono  come  li 
Forieri  di  que'maflìmi,  che  nel  feguente  Secolo  fopravennero,  e  che  gii 
minacciavano  al  Pontificato  Romano,  eà  tuttala  Cattolica  Chiefa  qual- 
che poderofo  follevamento  di  popoli  in  efterminio  nella  Germania  della 
Fede .  Poiché  rendutifi  gli  Heretici  poderofi  in  arme  aprirono  à  tutti  li  mal- 
contenti un'  ampia ,  e  ficura  fìrada  di  dire ,  e  fare  ciò ,  cIV  eifi  volevano ,  non 
più  curata ,  non  che  non  venerata ,  la  dignità  de'  Vefcovi ,  l' autorità  de'Ce- 
fari,  e  la  maeftà  de' Pontefici.  E  appunto  [^]  furfe  in  quefta  etd  nelle  vici-  a  ^Kn,iv79. 
nanzediMagonzaun'efecrabiliflìmo  Herefiarca,  che  tutt'hebbe  di  Lute- 
ro, fuor  che  il  nome,  echealmenco'fuoifacrileghidettimoftrò  ài  preve- 
nirlo nella  deteftabile  imprefa  della perverfione  della  Germania;  chiama- 
vaficoftui  Giovanni  Ruchardo  nativo  della  Vvellfalia  fuperiore ,  Dottore  Cio.Ruchardo  e 
ìnTheologia,  màprofeflbrenellaUniverfitàdiVvormazia  piiìtofto  delle  fua^ere/iajork- 
mafllmede' Valdenfi  jBeguardi,  e  di  Marfilio  Padovano ,  che  di  quelle  Cat-  LirÌro?"^"*  '^^ 
toliche,  e  di  Dio.  Vengono  elleno  riferite ,  e  regiftrate  nella  Chronica  di 
Trithemio,  e  dallo  Spendano  enumerate  con  qneft' ordine,  e  danoirico- 
nofciute  come  enunciate  da  Maeftro ,  dalla  cui  fcuola  quafi  tutte  poi  le 
apprendefle  Lutero  ;  [  ^  ]  »  Primus  articulus  ,  quem  prsdicalTe  fere-  „ 
batur  ,  fuit  ,    quòd  Prelati  Ecclefi^e  non  haberent  audoritatem  con-  „  6^^w/''.^'[,"^* 
dendi,  velaliquid addendi  ad  ea,  qu^Chriflus,  &  Apoftolidixere,  nec  „  w/"'"*" 
fummi  Pontifices  talem  poteftatem  à  Chriflo  acceperunt .  „ 

Secundus  articulus.  Nulli  hominum  ,  quantumcumque  fanello,  do-  „ 
fìo,  vel  erudito  licet  verbaChrifti,  &  Evangeluimexponere,  &  quòd  „ 
Sacra  Scriptura  non  Ijt  per  Sandos  Patres  eo  Spiritu  interpretata,  „ 
quo primitns tradica,  &inftituta.  ''  ^^ 

Tertius  articulus  fuit  contra  Papam,  &  auftoritatem  Clavium  San- 
d<E  Matiis  EcclefiìE  ,  quia  dixit ,  indulgentias  nihil  aliud  effe  ,  quàm 
pias  fraudes ,  &  deceptiones  Chriflianòrum  ,  eofque  flultos  elle  ,  & 
fatuos ,  qui  prò  indulgentiis  Romam  pergerent  ;  quas  domi ,  modo 
fi  effent  vere  contriti  ds  peccatis  fuis  cum  emendandi  propofito  ,  in- 
venire pò  tuiffent.  ,  .  . 

Tomo  IF.  O  Quartus' 


Sisto  IV.       2,10  Secolo  XV. 

„  Quartus  articiiliis  ex  primo  ,  qiiòd  mandata  Ecclefìse  ,  Papx  ,  & 
„  alioriim  Prselatorum  non  obligent  ad  mortale  peccatiim ,  prò  eo  quòd 
non  habeant  aiiftoritatem  legis  condendo . 

Quintus  articulus,  quòd  non  fit ,  nec  imqiiam  fiierit  originale  pec- 

catum ,  nec  parvulos  in  originali  concipi  ,  ncque  proptereà  damnari , 

,,  fé  quoque  nunquam  originali  fubjacuiffe  peccato . 

„      Sextus  articulus  fuit,  quòdomnes  Presbyteri  realiter  fint  Epifcopi , 

„  &Papje,  foloque  nomine  ,  &  hominum  inftitutione  ditferant  i  quòd- 

que  PapjE  ,  Epifcopi ,  Sacerdotes  nihil  hominibus  conferant  ad  falu- 

tem,  fedfide,  concordia,  &  pace  falvaripoife  fine  Sacerdoti  bus. 

Septimus  articulus  :  jejunium  ,  cum  non  fit  à  Chrifto  inftitutum , 
nonobligatnosad  jejunandum:  Ecclefia  enim  obligarcnon  poteft  no- 
lentemineo,  quod  Chriftus  non  prarcepit,  cum  non  habeat  auólorita- 
tem,  Canones,  &legescondendi,  utinprimoarticulo. 

Odavus  articulus,  quòd  extremaundionon  fit  Sacramentum,  quia 
nonperChriftum,  fed  perhomines  fit  inftituta>  fed  fit  oleum,  &  ma- 


» 

>j 

3,  ncat  oleum ,  ficut  antea  fuit . 

„      Nonus  articulus  fuit:  cum  nufquam  legatur,  quòd  Spiritus  Sand:us 


procedat  àFilio  m  Sacra  Scriptura,  fed  potiiis  contrarium ,  potiùs  efi: 
credere  cum  Grjecis  fapientibus  ,  Spiritum  Sandum  i  Patte  tantum , 
&  non  à  Filio  procedere,  quia  Filius  hoc  dixit.  Alios quoque  plurcs 
„  articules  erroneospra^dicafle  perhibetur,  ficut  de  horisCanonicis  non 
.,  dicendis,  de  non  lervandis  feilis,  de  continentia  Clericorum  non  fer- 
„  vanda  ,  de  benediótionibus  rerum  inanimatarum  in  Ecclefia  ,  hcrba* 
„  nim,  lumiiium,  aqus,  vaforum,  velli  um,  &  fimiliumnon  curandis, 
„  &  alios  multos,  quos  tamen  omnesanno  prsefcripto  inDominica  Efio 
„  w?7j/  publicè  revocavit  .„  Ed  egli  revocoUe  forzato  dagl'Inquifitori  Cat- 
tolici, che,  eflb prefenie ,  fecero publicamente  abbruciare  ingrancatafta 
di  fuoco  tutti  li  fuoi  libri,  condannandone  l'Autore  in  perpetuo  carcere 
nel  convento  degli  Agoftiniani ,  dove ,  come  foggiunge  X  allegato  Autore , 
mcerore  confumptus ,  brevi  obiit.  E  felice  la  Germania ,  fé  contro  il  di  lui  Di- 
fcepolo  Lutero  haveffe  così  ben  maneggiata  la  caufa  éi  Dio ,  come  maneg- 
gioUa  allora  contro  il.di  lui  MaeftroRuchardo.  • 

Propo|>*ionì  he.     E  parve",  che  l'Inimico  infernale,  ficcome  nella  Germania,  così  ancora 
dforma'^!  ^""°  nella  Spagna ,  haveife  premeflì  gli  Araldi  alla  Herefia  Luterana  ;  effendo  co- 
a  ^««.1479.      fa  che  andò  di  pari  nella  empietà ,  e  nel  [  <j  ]  tempo  la  perverfità  di  Giovan- 
ni Ruchardo  in  una  Provincia,  e  di  Pietro  d' Ofma  nell' altra .  Era  Pietro  di 
b  Nar.^iex.  f4e,  ofmaprofcifote  auch' ciTo  ìu  Thcologia  nella  Univerfità  di  Salamanca  [b] 
jj.c.2.4r.7.       fludacivirmgeniOy  come  di  luidiceun  moderno  Autore,  il  quale  preten- 
dendo di  giungere  al  fommo  della  gloria  coir  andar  fuori  di  ftrada,  giunfe 
al  precipizio  di  ogni  vituperio  col  perdere  ilbelpregio  della  Fede.  EiTen- 
do  cofa  che  far  volendo  pompa  di  fua  dottrina  con  propofizioni^  nuove , 
almeno  inquellaetà,  publicòper  la  ftampa  un  libro,  in  cui  egl' inferì  li 
fcguenti  errori  condannati  prima  in  Alcali  dall'  Arcivefcovo  di  Toledo 
e  Bawies  in  c,m.  Aifoufo  Corillo ,  cHe  nc  fccc  abbruciare  il  libro,  e  la  [c[  Cathedra  in 
«.f«f.i.2.^.i.«r.  j^^£2zo  defla  Scuola,   &  annumerati  dal  Pontefice  nella  confermazione 
d'jSi/K.wi?»//.  della  condanna,    in  cui  Sifto   l  d  ]  dedaravit  illas  propofttìones  y    per 
conjiit,  17,  ^^^^  Tetrus  de  Ofma  ,    &  ejus  [equaces  pra:diQi  pertmaciter  affirmare  non 

-perebantur,  confeffionempeccaterum  infpecie  ex  univcrfalis  Ecclefia  fiatmo , 

non 


Capitolo  XL  %\\        Sisto  IV. 

non  divino  jure  ,  compenam  fare  ;  &  peccata  mortalia  ,  eimad  culpam,  & 
pcenam  alt  eri  us  f^e  culi ,  abftfue  confeffione ,  fola  cardia  contritipne ,  pravas  vero 
cogitationes  fola  difplicentta  deieri  :  &  qitòd  confefjio  fecrcta  fìt ,  necefiariò 
nonexigiy  &  non  peraBa  pcenitentia  confìtentes  ,  abfolvi  non  debcre;  &  i^- 
manumVontificem  pnrgatorii  posnara  remlttere,  &  fu  per  bis,  qua  umverfa- 
lis  Ecclefta  fiatuit ,  difpenfare  non  poffe  .  Sacramenmm  quoque  pesnitentiie 
quantum  ad  collatìonemgratiii,  natura^  non  autem  mflitutionis  noviy  autve- 
ieris  teflamenti exifìere  '.  '&  alias  ^  quas  propter  earum  enormitatem  (Htilli , 
qui  de  eis  notttiam  habent ,  oblivifcantur  earum ,  &  qui  de  eis  notitiam  non 
habenty  ex  pr^fentibus  non  infiruantur  in  eis  )  fikmiopratereundas  ducimust 
falfas,  fan£Ì£  Catholic<£  fidei  contrariai,  erronea^  ,  &  fcandalofas ,  ac  à  fi- 
dei  veritate  alienas  y  ac  San6Ìorum  Vatrum  decretis;  y  &  ^pojioiicis  conjìitu- 
tionibus  contrarias  [ore  y  mantfe/i>zm  hi^refim  contìnue  ..*,^  nihilominàs 
prò  potioris  cauteU Jujjragio  ornnes,  &  ftngulas  propofltiones  pr£di5lasfalfas , 
fanèla Catholic^fidei  contrarias,  erroneas ,  &  fcandalofas y  &  ab  Evangeli- 
ca veritate penitùs  alienas y  Santiorum  quoqueVatrum decretis y  & aliis ^po- 
^ftolicisconfiitutionibus  fo'<e ,  ac  manife/tam  hierefim  continere  di6la  auQorita- 
te declaramus ,  Così  la  Bolla  contro  quello  nuovo  difcepolo  di  Novazia- 
no,  eMaeftrp  di  Lutero  .  Di  ella  ii  parimente  menzione  una  moderna  ^  ^^,  ,^  ^;, 
[a]  cenfura  della  facoltà  di  Parigi ,  nella  quale  medefimamente  fi  riget-  xi.iJn.' 
ta,  e  fi  ripruovacome  temeraria,  &  hereticala  propofizione  accennata 
deirOfma,  cioè,  non  nifi  peraBa  posnitentia ,  con^tentes  debere  abfolvi.  Af- 
ferzionemeriiamente  riprovata  non  folamentecom'Heretica,  ma  anche 
come  infufiìfteace  eziandio  in  virtù  della  fignificazione  medefima,  e  del 
concetto  medefimo  della  fodisfazione  .  Conciofiacofache  cadendo  ella 
Tempre  fopra  la  pena  temporale,  e  non  già  fopra  l'eterna,  quale  da  noi 
huomini  non  può  giammai  fodisfarfi,  come  può  ella  prevenir  raflbluzio- 
ne  ,  fé  avanti  l'airoluzione  il  peccatore  per  lo  più  è  reo  di  pena  eterna? 
Confeguito  il  perdono  della  colpa,  edellapenaeternaperi  meriti  diGie- 
sù  Chrifto  conferiti  al  peccatore  con  l'aflohizione,  e  rimanendo  in  ella 
la  purgazione  temporale  della  pena,  ben  dicela  Chiefa,  dover  fuffegui- 
re  airaiibluzione  [b]  la  futisfazione ,  per  cui  fi  fo  disfa  a  quelle  pene  tem-  b  vut  viKdkia^ 
porali  ,  di  cui  fi  refta  debitore  dopo  il  perdono  dell'eterne.  Id  adeò  ra-  p^ofio/^t'"»"-^ pro^ 
tum  y  foggiunge  il  Bonucci ,  adeò  certuni  efì  apndprimje  not^  Theologos ,  ut  'xìUdr^vni.  '^l'. 
indefumant  occa(tonem  qu£rendiy  aaVcenitens  teneatur  obtemperarc confejjlt-  ^o'-'-^jt'  Mar,* 
rio,  fthicjubeaty  utpcenitentiaexecutionimandeturante  abfolutionem  concef  pal^mihiys.'  '^' 
fami  Etrefpondsnty  quòdexpote/iate,  quam babet  Sacerdos  irnponendipceni- 
tentiam ,  ncquaquam  pcenitens  obligaripofjìt  ;  quia  nequit  Sacerdos  vindicare  de- 
lirium s  antequam  de  ilio  fententiam  pronuntiet,  ncque  pars  integralis  Sacra- 
menti e  fie  potefi,  anteqnam  Sacramentum  in  fuo  effe  efjentiali  fit  conftnutum: 
priùs  enim  in  efimtia  confìitut  Sacramentum  debet ,  ut  integritas  illi  advemai» 
Così  egli , 


O    z  C  A' 


Innocen- 
zo Vili.  - 


l,iz  Secolo  Xy^ 

CAPITOLO     XII. 


Innocenzo  Ottavo  Genovefe  >  creato  Pontefice 

li  15.  Agofto  1484, 

Di'verfe  Cojlituztòni  di  quejìo  Pontefice  contro  li  Maghi ,  e 
contro  gli  Heretici  :  e  feto  lelo per  la  pHrìtk  della  Fede, 
Calunnie  ad  ejfo  oppofie^  e  difefa. 


CoftituiJonì  di 
i^usilo  Pontefici; 
«ontro  la  Magi.i , 
e  li  Maghi  della 
(Germania. 


Eraorabili  fono  le  Coflitiizioni  di  qiiefto  Pontefice  perla  prc- 
fervazione  della  Germania,  che  con  la  corruttela  de'coftii- 
con  la  efercitazione  dell'arte  magica^  e  con  la  predi- 


mi 


b  Vedi  ciò ,  cht  più 
■volte  fi  è  fcrìttosH 
^titflo  propojito 
fieli' Indice  dil  ts. 
3,  vtrbo  Purgatio 
Sacrificii . 
e  Lìl.  I.  Lrev,  In* 
nof.yiII.pai.ZQ:', 


cazione  di  mafllme  erronee  già  inclinava  à  queir  abilFo ,  in 
cui  poi  ella  miferamente  precipitò  ,  fpinta  colà  fra  pochi 
anni  dall'  horribil  Demonio  ,  che  fopravenne  ,  di  Lutero . 
Egli  adunque  ne  trafmeffe  la  prima  alli  Vefcovi  di  Magonza,  Colonia, 
Tre  veri ,  '  Saltzburgh ,  e  Brema ,  per  le  cui  Diocefì  vagava  una  nuova  fchiat- 
ta  di  Maghi,  checonifpaventofi  portenti  ingombravano  gli  animi  di  que' 
popoli;  ordinando  agli  Ecclefiaftici  un  rigorolìllìmo  giudizio  contro  effi 
con  il  motivo,  che  non  può  non  nafcere  zizania  di  errori,  dove  impune- 
mente fcorre,  e  paffeggia  l'inimico  di  Dio  .  La  Coftituzione  comincia 
Summisdeftderantes  affe6libns  ;  edellavien  riferita  [a]  a  lungo  dall' Eyme- 
rico  doppo  il  Direttòrio.  Perla  eftirpazione  del  medefimo  malore  feri  fle 
Innocenzo  all'Arciduca  d'Auflria,  acciò  da' fuoi  flati  egliancora  refpìn- 
gefle  sì  rea  genia  di  gente,  che  per  authenticare  lifuoi  ammirabili  incan- 
tefimi,  con  nuovo  incantefimo  ftringevano fenza  lefione  un'ardente  fer- 
ro; prohibendone  egli  l'atto,  anche  in  virtù  di  qualunque  prova,  ò  giu- 
diziale, òextragiudiciale  ella  fi  folle;  ed  infiftendofempre  nella  efecuzio- 
ze  degli  antichi  [  ^  ]  Canoni  ,  così  ne  fcrifle  all'Arciduca,  [e]  Ex  fide 
dignis  relatibus  accepimm ,  &  re  etiam  ipfa  compertum  habemus ,  quantus , 
&qHdmfervensftt':^elustniisergafidem  ortbodoxam ,  illiufque  fumendcim  pro- 
te&ìonem  adverjus  hoÈreticorum  ,  &  maleficorum  [e6ìam  ,  in  quo  vere  ojìen- 
diSf  te  ejie  prmdpem  Catholìcum ,  &Deura  timcntem ,  quod  detefemper  omni- 
nò  opinati  JHinus;  unde  nobiUtatcm  tuamplurimàm  commcndamus,  hortantei. 
paterno  afjetìu ,  ut  in  bona  opere ,  &fan6lo  injlituto  animofiàs  in  dicsperfcveres, 
fiditi  te fa6fururn  non  dubitamtis:  Cum  autemofficiammquifitiomsm  hacre  fìt 
yaldò  opportunum ,  eandem  tuam  nobilit^itcm  pari  modo  bortamur ,  ntJnquifiio- 
rìbus per Sedem ^pojìolicam i  vcl  cxe'ìusco.mnijjìone  deputatisi  aut  deputan- 
dis ,  ormii  auxiliot  ijr  favore  ajjifiasy  &  tamqttam  Cdrcbidux  alias  quoque  inducas^ 
^  excites  adfavo'-'cmfimiliter  juum  pr^Jìandum  ;  maxime  vero  cantra  repror 
bos  maleficos utnufqke fexus ,  nealiquopaUo  adjudicium  candentis ferri  admit- 
tantur ,  prout jure  cautum  habetur ,  fcd  juxtafan£iorum  Canonum  injìituta ,  & 
kges  Impertalespro  qualitate  fcelerum  d'.bnis  poniis  affici  an  t  ur  »  Così  egli;  e 

per- 


Capìtolo  XII.  ^I5       -^"""v?!! 

perche  li  Magiftrati  Secolari  tardavano  alcune  volte  la  pronta  efeciizionc  ^-^    ^ 
alle  (entenKC^e' Sacri Tnqiiifitori  contro ò  gli  Hereticf,  òli  fofpetti  di  he- 
refia,  Innocenzo  dichiarò  [a]  ipfo  fa£lo  incorfo  nella  fcommiinica  ogni  y/"jJ,nfiJo"^'' 
qualunque  Potentato ,  che  ò  con  vane  dilazioni  prolungafle  la  effettua- 
zione delle  fentenze  Ecclefiaftiche,  ò  pretender  ^volefle  di  rivederne  il  pro- 
ceifo .  Qinndi  egli  ravvifando  fempre  di  nuovo  ripullulare  le  antiche  difere-  Aitrafiu  Cofiit». 
panzefeminate  già  nel  campo  della  Chiefa  da  Guglielmo  di  S.  Amore,  e  da  i»one  contro  gu 
bio.  Poliaco  fra  i  Parochi ,   e  li  Religiofi,  confermò  con  nuova  Bolla  VelVÌtilluaTo: 
[b]  Dudum felicis  recordatìonisi  quella  da  noi  riferita  di  Sifto  Quarto,  e  bMi./»  Buiur, 
della  quale  m  altro  luogo  faraiTi  pifi  prolifl'a  [  e  ]  menzione .  e  vednipontif.  dt 

Nèlalciò  Innocenzo  impuniti  h  grandi  ò  per  privilegio  di  digniti,  ò  cum.viii.tom.^. 
per  timore  di  potenza .  Al  Rè  Matthia  d' Ungaria  [  d  ]  minacciò  le^cenfure ,  vmf'Iiò?fil!gn. 
perch' egli  hebbe  ardimento  di  appellare  al  futuro  Concilio  contro  una fen-  "•'9°': 
tenza,  da  eflb  fuppofla  emanata  dal  Pontefice  à  favoredelRè  Ferdinan-  fax'onun"queao 
do  dì  Napoli;  e  perche  l*  Ambafciador  del  Rè  Ferdinando  ajppdlò  anch'  ^°""^^^;^^  . 
erto  in  nome  delfuo  Principe  al  tiituro 'Concilio,  Innocenzo  [e]  dichiarò  chttnXsjnJ* 
Ferdinando  decaduto  dal  Regno  di  Napoli,  e  per  l'appellazione  feguita,  e  f'^f^lninnoc 
perii  cenfo  non  pagato.  Contro  glìHuflìti  della  Bohemia  [f]  providde  yni.'27'!pàg.7i"' 
hora  con  allettamenti  ,hora  con  minacci  e ,  poderofe  precauzioni  ;  e  contro 
ì  Valdenfì ,  che  prefToÉlbrunhavevano  trucidaci  li  fervi  dell' Inquifitore,  e 
coftrettol'Inquifìtorealla  fuga,  eccitò  le  armi  de'Francefi,  de*  Savoiar- 
di, e  de'  Tedefchi ,   imponendo  all'  Arcidiacono  di  Crema  Alberto  de 
Capitaneis  di  arrolar  gente  fotto  la  infegna  della  cruciata,  e  condurle  uni- 
te in  truppe  alla  efterminazione  di  elfi.  Contro  Cio.Ferieres  Paroco  di  S. 
Albino  in  Francia,  che  fra  le  folenniti  della  MefTa  rivolto  al  popolo  pu- 
blicòuna  falfa  ò  difpenfa,  ò  licenza  Pontifìcia  di  poter  elfo  prender  mo- 
glie ,  procede  Innocenzo  con  irremiflìbile  rigore ,  fcrivendone  a  tal  effetto 
Ig  ]  con  rifentiti  termini  all'  Arcivefcovo  di  Roano  ,    e  contro  un  [A]  %^'^'  J;^  ^'"'{g 
Prete  Heretico  Catalano,  che  ne*  giorni  Quadragefimali  cibavalì  delle  vie- J^^.l^r?"'  '* 
tate  carni,  e  non  mai  dimoftravalì  ofTcquiofo  alla  elevazione  del  Sacra-  ^  '^"^/"»2-J4. 
mento  dell' Altare  col  difcuoprirfiil  capo,  e  piegar  le  ginocchia,  egl'  in- 
contanente impofe,  che  di  lui  fi  facelie  ciò,  che  dalle  Leggi  (ì  comanda 
contro  gli  Heretici  ,•  e  finalmente  meritoffi  quello  Pontefice  ogni  più  alto 
titolo  di  egregio,  &  Apoflolicozelo,  nella  prefervazione ,  edifefadella 
Fede,  con  quella  laude,  che  può  egli  ricevere  per  ciò,  che  foggiunge  V 
Annalifta,  cioè  che  fotto  ilfuo  Pontificato  [<]  Extin£ia  fenftm  eft  Muffita-  i\ayn.<tmui4i6, 
YumHierejtStdonec  Lutherus eam Hydram pluribus horrentem capitibus  inChri-  "'^^-'"fi"*' 
ftianorumexitiumfufcitavit. 

Mi  non  perciò  rimafe  Innocenzo  Ottavo  efente  dalle  calunnie,  come  SaqSo°Pon* 
fempre  fìì  egli  lontano  dal  meritarle  .  RaccontafI  di  lui ,  J^afì  dìxem,  "'^--^  «'«^o  '»- 
[k^]  privatim  fcortationem  non  vetitam:  T^rvegis  [  l  ]  permiftfte,  fine  vi-  kr,de'?,ain.  ^n-, 
nocalicem  confecrarcy  quod  m  ea regione  ob  immenja  frigoravinum  importa-  \%..l\'l-  y, 
tumacefceret:  de'qualiadulterini  commenti  non  fé  ne  apporta  altro  tello,  rer^-„:^i,.-j.G^ 
che  quello  del  Volaterrano,  òde' maligni  Domenico  di  Viterbo,  eFran-  s^  ^"'• 
cefco  Maldente  [m]  condannati  perciò  al  capeflro,  e  fatti  quindi  abbru-  o>  ste/>k.  infi/r^ra 
giare  dal  Pontefice  in  pena  della lorofcandalofa  audacia,  non  olbntc  che  '^^f/"""^;  f'';„^ 
li  loro  parenti  per  la  liberazione  di  effi  offeriffero  al  Fifco,  oltre  i  tutti  gli  il^l^nuiviiì!''* 
altri  baveri,  fedicimila  feudi  d'oro  .  Circa  la  feconda  calunnia  incauta- 
;nente  riporta  ne' fcritti  dei  Volaterrano,  ben  rifponde  il  Bellarmino  ;  [n]  , '^'"r /!*-»•  t 
Tomo  IV,  .  ^03/»      llJn'T^'"" 


Innòcen-       ^  I  a  '  Secolo  XV;: 

ZQ     y^i-^'jnpnmisnonedìdk  ipfedecretum ,  quo  univerfa  £cclefia  dedararet,  He  ere  fi- 
ne vino  facrificinm  offerre  .  Jtaque  fi  erravit ,  erravit  fa&o  ,  non  dogmate, 
JOeindenon  fermijìt,  loco  rini  liquorem  alium  confecrari,  quodfuifict  mate- 
riamSacramemipervntere:  fed  id  folum  permiftt ,  ut  in  altera  tantum  fpeck 
Euchariftiam  conjecranent ,  ìdqiie  ob  cxtriemam  neceffitatem  ,   cum  in  ea  re- 
gione vinum  confervari  non  pojjit ,  quin  ftattm  acefcat .  Q^Hod  qmdem  aut  nul- 
tu s  errar  eft,  aut  certe  exploratuserrornonefi.  ^ccedit,  mirum  vidtri  pof^e, 
fico  tempore  vini  ufum  non  habuerint  y  aut  confermare  non  potuerint,  cum  hoc 
tempore  (ideò  ftt  frequens ,  ut  fine  ilio  ne  communi  care  quidem  velint .  Così 
a  Nat.f^e.  u.  in  egli,  &  il  Natale  nel  medefimo  fentimeiljco  foggiunge  :  [a'\  T^ullum  ea 
Innocenti»  Vili-  ^^  ,.^  joccretumextat  y  nec  ulla  apud  Mios  ^uthores  memoria  :  (;:!r  falfafitra- 
^uart.io.         ^.^^  ^^  ^^^^  hujufmodi  difpenfationem  concefJAm  Volaìerranusfcripfit ,  quòd 
fcilicetvmumÌHeam  regionem  importatumfiatim  acejcaty  cumibi  vina  gene- 
'    "  rofiffima  confervari  experientia  comproba-perit .  Così  egli.  Mi,  fecondo  il 

noftio  fentimento ,  quelle  appofte calunnie  furono  non  tanto  impofture 
/      .  alia  tama  d'Innocenzo,  quanto  facnleghi  concerti  di  fconcertata  cana- 

glia, a  cui  gradì  falfificar  le  Bolle  di  diverfi  Pontefici,  per  render  a  mo- 
do loro  authentica  la  sfacciataggine  de' proprii  fentimenti.  E  di  corrut- 
tori, e  falficatori  de' Pontifìcii  diplomi  ne  fu  talmente  infetta  allora  quel- 
V  Et6v,AmMr>-  j^  g^^^  j-he  jl  j-^-j  Bzovioracconta,  molti  di  elfi  impiccati  nellaNorvc- 
gia;  ondeiiGonetsdquetìomederimopropofito  della  pretefa  concelfio- 
;  ne  fattadalnnocenzo  Ottavo  di  confacrare  il  Calice  fenza  il  vino  hebbe  à 
a  Gtnet  in  fìjpeo  f^{xc^  [f  ]  ^ddo  cx  B'^ovio  ad aunum  1^90. circa  Uludtempus,  nonnullos  Sa- 
][%p^iJ^EthlcerdoieSy  qui  pofleàcomuujìifunt  propter fai frficat a  diplomata  Tontificiay  pò- 
tift.art.6,  par*£r.  ^j^^jj^  inilUs  partibusjalfam  aliquam  difpenfationem  public  are  ;  e  noi  di  parec- 
*''*'^''         '    chi  faliiticatori  habbiamo  fatta  menzione  in qnefto  fecolo,  e  nel  fine  del 
Pontificato  di  Martino  Quinto  ,  e. nel  principio  .di  quello  di  Niccolò  V. 
atizi  in  quefto  medetìmo ,  che  terrainiamD ,  d' Imiocenzo  Ottavo .     ^     -, 

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XIJ 


CAPITOLO    XIII. 


Alessan- 
dro VI. 


Aleffàndro  Sefto  Spagnuolo,  creato  Pontefice 

li  II*  Agofto  149L. 

Coflituzjonì  di  queflo  Pontefice  contro  gli  Her etici,  e  Afaghi  .• 
Fojfariij  e  loro  Herefie.  Gioì/ anni  Pico  Conte  della  A4i-- 
randola:  fue  qualità  i  propofizjoni  y  cenfura,  ritrattalo-" 
ni ,  e  morte. 


Il  K©^^^  Iccome diffe  S.  Agoftino ,  [a]  Ita  diligendi fmt  homìnes ,  uè  AS.Mfi,tfifl.AÌ 
1  ^i^El^  eorum  non  diligantur  errores  ;  così  noi  dir  ben  vogliamo  di  '^'*'^"^- 
quefto  Pontefice ,  benché  ben  dir  non  poffiamo  de'  fuoi  hu- 
mani  trafcorfì ,  quando  però  ben  dir  non  Ci  voglia  di  lui , 
perciò  folamente  eh' egli  tiiT  ultimo  nel  Pontificato  Roma- 
no ,  che  rinuovalfe  nella  Chiefa  Romana  I'  odiofa  memo- 
ria di  que' Pontefici  del  Decimo  Secolo,  i  cui  fatti  noi  inqueflaHifloria 
habbiamo  pili  tofto  fupprelfi  ,  che  riferiti .  Comunque  dunque  ,  e  qua-  - 

lunquefofle  la  vita  di  Aledandro  Sello,  e  nel  Pontificato  j  e  avanti  di  ef- 
fo,  Melìusefli  ut  pereat  unus,  dice  S.Bernardo,  quàm  unitasi  e  ripigli- 
fi  egli  pureò  ci  fcandalofo,  ò  d'indegno,  che  nulla  furfraga  agli  Hereti- 
cilamaledicenza  della  perfona,  pur  che  a'Cattoilci  rimangain  ficurola 
fantità  del  porto,  non  mai  oftufcato,  come  l'alto  Cielo,  dalla  vicende- 
volezza de' fintomi  della  bafia  terra.  [6]  Loca  vìrosy  non  viri  loca  faciunt  bM?'//-»*;  apud 
honorata  .    Ed  in  fatti  nel   Pontificato   di   Alefiandro   Sedo  [e]  re-li''"''^''''^'"^ 
fioruit  Relino  in  Bohemia  ,  dice  l'  Annalifta  $  ac  pauci  in  imputate  ab-  ^X^jn.ann.i^^^, 
duruere.  r  r  „«;..  30.  ,„;;.... 

Hor  dunque  fpiccò  in  Aleffandro  Sefto  ancora  il  di  vin  raggio  del  Poo-    operaTiom  re- 
tificato,  e  s'egli  non  fu  ardente  nella  difciplina  de'coftumi,  fiì  perorale  J.'"^',  '^'  Aieiian. 
nella  efemplariti  della  Fede .  Per  fupprimere  il  fuoco  Infernale  de*'  libri  he-  t/rTe'^JoncernTnl 
reticali,  che  sii  le  carte  volava  ad  accender  fuoco  pel  Mondo,  e  parcico-  f' ^l'afet^c* 
larmente  per  le  contaminate  Provincie  della  Germania,  egli  con  Bolla  [d]  a  ^pHd\ay>, 
Inter  multiplices  prohibì  a  tutti  li  Bibliopoli  lafiampa  de'libri,  che  fcgna-  'i'°'-"'36- 
ti  non  follerò  dalla  approvazione  de'  Vefcovi  i  e  comandò ,  che  li  fin  allo- 
ra imprefli,  tutti  fi  confegnafleroirremiflìbilmente  alle  fiamme.  Trafmef- 
fe  [cj  il  Decreto  Fiorentino  al  Rède'Giorgiani  per  la  riunione  di  quelle  «  it>id.ann,u,& 
Chiefe;  e  perche  controverfia  furfe  fra  Rutheni,  foilienendo  molti,  che  •^'^* 
ribattezzar  fi  dovelferoqnei,  che  in  rito  Greco  havevano  il  battefimo  ri- 
cevuto; Alelfandro  in  nulla  deviando  dagl' infegnamenti  de' fuoi  antecef-  Battefimo   ufato 
fori,  fpedì  la  fentenza  in  comprovazione  della  validità  di  elfo.  Sigifmon-  ^•»'M'?'<^?viti ,  e 
doHerbeftenioCavalìer  peritiiilmo  de' riti  Mofcovitici  quelle  particola-    *'''2'"''- 
ritd  foggjunge  circa  il  Battefimo  ufato  in  quelle  parti,  [  /]  Bapti^aritur  ^  ^..^  ^^^^  g 
boe  modo;  nato  infante  mox  accerfitas  ^acerdos  ante januam habitatÌGnis ,  in     "'""  '     * 

O    4  ^na 


arti 


Alessan-         ^jg  Secolo  XF. 

DRO  VI,  gji^  efl  puerpera  ,  certas  Jìando  recitai  oratìones  ,  pueroque  nomen  imponiti 
dein  quadrageftmo  communiter  die  ,  ft  forte  puer  ^grotet ,  defertur  m  tem- 
plum  ,  &  bapti':^atur  y  ac  ter  in  aquam  totus  immergitur  ,  alioqui  baptÌT^a.^ 
tum  non  crederent.  Max  inungitnr  chrifmate,  quod  confecratum  efl  in  hebdo- 
madamagnay  inungitur denique  myrrha,  ut  ipfi  dicunt,  aqua  vero  baptifma- 
tis  fingttlts  infantibus  confecratur  ,  &  continuò  pojl  baptifmum  extra  templi 
portam  effitnditur  .  Semper  in  tempio  bapti?^antur  infantes  ,  nifi  longinquttas 
locinimia,  aut  frigus  pnero  obejjet ,  ncque  unquam  aqua  tepida  y  nifi  puer is 
infirmis  ,  utuntur  .  Sufceptores,  exvoluntate  parentum,  afiumuntur,  &quO' 
ties  pr^eunte  certis  verbis  Sacerdote,  Diabolo  renuntiant ,  toties  in  terram 
expuunt,  Sacerdos  etìam  infanti  capillos  abfcindit ,  eofquc  cera  etiam  intri- 
catj  &  in  tempio,  loco  certo,  repontt:  nonadhibent  fai,  neque  falivam  cum 
puhere.  Così  egli. 

Ma  il  mal  maggiore  di  quefta  età  fiì  la  Magia,  con  la  quale  volle  pre- 
correrei! Diavolo  alla  Herefia  di  Lutero,  come  precorfe  à  quella  di  Si' 
mon  Mago.  Per  la  Lombardia  ibftbcolla  il  Pontefice  per  mezzo  di  vigi- 
'liffr'in^fuur'ìs  ^antifllmi  Inquifitori',  ai  quali  rinvienfi  diretto  [a]  un  Breve  con  feverif- 
^fcfi.pagM.     fimi  comandi,  e  coiirifolute  protette  contro  tal  diabolica  razza  d'Infer- 
no: md  nella  Germania,  enellaBohemia  precifamente  tant' oltre  ella  ra- 
dicoffi,  che  ne  fiìdifperato  per  allora  il  rimedio;  poiché  all'inganno  deli' 
intelletto  fubentrando  la  orinazione  della  volontà  circa  li  dogmi,  &  alla 
oftinazionc  della  volontà  aggiungendofi  fpettri  horribilidivifìoni,  ed  in- 
cantefimi ,  venne  colà  a  comporli  un  mifto  ài  gente  cotanto  efecrabile, 
Hsrefia  e  Magia  &horrida,  che fomiglianti ad  cffa  poche  ne  racconta  la  paflata  Hiftoria, 
e  Foi  ani .       ^  ^^^  ^^  ^^  rinverrà  così  facilmente  1*  efempio  nella  fìitura .  Foffarii  fi  dilfe- 
ro  coftoro ,  perche  in  profonde  foflc ,  e  in  romiti  nafcondigli  eglino  fi  rin- 
tanavano per  isfuggir,  fé  pofiìbilelorofolTe,  ilcofpetto  ftefib  del  Cielo, 
acciò  il  Cielo  medefimo  di  la&iì  non  miraffele  loro  abbominevoli  fcelera- 
b    Ttithm    in  ^^zze,  [^]  Hìs  temporibus  multiplicati  fuerunt  Hxretici  tn  Bohemia  ,  dice 
chron!". sp'anbli'  Gìovauni  Trithémio  Abate  di  Spanheim  ,  qui  vulgo  Fojfarii  nommantur , 
tutn/i  4B».ijoi,   pYQpteteà  quòd  in  foffis ,  &  occulti:  fpeluncis  no5ie  conveniunt,  turpitudinem 
fine diffcrentia per fonarum y  more  befiiarumt  exercentes  :  qui  Ecclefiam  Dei, 
&  Mmijìros  ejus  contemnunt^  Sacramenta  irrident,  infinitos  fcaturientes  er- 
rore s.  Crefcit  hoc  nefandiffimumgenus  hominum  y  &  mirum  in  modum  quoti- 
dieaugetury  in  tantum,  quòd  anno,  prenotato numerus  eorum  major  novemde- 
cimmdlibus  fuit  inventus,  Sed&nobiles,  atque  potentes  quamplures  in  I\e- 
gno  Bohemia  ad eos  turpiffimos  hareticos  declinarunt,  è  quibus  unus  Chrifto- 
f horus  nomine  yvirnobilis  y  &dives,  qnadragintnflorcnorummtlliaintereof- 
dem  hareticos  prò  eleemofyna  dìftribuens ,  unus  ex  eisfa^us  eji .  E  fiegue ,  che 
nella  celebrazione  di  querti  loro  mifterii ,  eglino  erano  foliti  rinunziare  pu- 
blicamentc ,  e  folennemente  alla  Fede  Chr iitiana ,  nel'quale  atto  entravagli 
vifibilmente  per  la  bocca  un  Demonio  in  fotmadi  fpavcntofo  mofcone,  e 
quindi  incontanente  per  permilfione  di  Dio ,  eglino  fcordavanlì  di  ogni  mi- 
Iterio  della  Religione  Cattolica ,  &  al  contrario  così  tenacemente  s' impreC- 
fionavano  de'riti ,  e  precetti  della  loro  fetta ,  che  ne  parevano  divenuti  Dot-* 
tori  >  sì  per  foftecerne  le  maflìme  ,  come  per  porre  in  derifo  quelle  della 
Chriftiana ,  e  coltantemente  fotfr i vano  ogni  più  duro  fuppiicio ,  e  martiri  Ci 
npucavano ,  osni  qualunque  volta  ò  catturati  dagli  Inquifitori ,  ò  derifi 
■  calla  gente  più  favià ,  ò  tormentati  ancora  foffero  dai  rifentimento  de'  Giu- 

dici , 


Capitolo  XIII.  I17       Alessan. 

dici.  »  His tempoìribiis in  Bohemia,  replica  il  citato  Trithemio ,  nobilis  ^^^  ^ 

quidam LaiirentiusGlatz de Rotenhaufen fide,  &  converfatione  bonus  „ 

Chriftianus,  qui  emerat  oppidum  quoddam  Guiricke  ditìum,  in  quo  » 

reperitoppidanos ferme  omnes  pr^Fatse  fedsc  héercticos,  quibus  cum  „ 

legem propofuiiTet ,  ut aut rcnuntiarent errori,  auc  bonis omnibus  rcli    „ 

tìis  ab  oppidodifcederent,  omnes unanimiter  in  baculis  fuis  exierunt  ,  » 

omnibus,  quxhabuerant,relidis,  profedi  ad  alioserrons  fui  confcios,  ,> 

dquibtistanquamMartyres  Chril^i  fuerunt  in  gaudio,  &  honorefufce-  „ 

pti,  &  in  cundisnecellariiscopiofiffimè  provili.  Apoftolorum  feprofi-  „ 

tentur  imitatores ,  homines  fine  Deo,  fine  corde,  Diabolo  pieni  .  Sunt  „ 

autem  homines  alìutiffimi,  &  in  fua  feda  mirabilicer  docendo ,  difputan   „ 

do ,  &  defendeodo  periti,  in  tantum  quòd  non  facile  à  quolibet,  rationi-  „ 

bus  difceptando ,  poterunt  fuperari  :  nullustamcrafilintelledus  reperi-  „ 

tur,  quiramenufumrationishabeatliberum,quinonmox  ,  acfedam  ,» 

fueritprofelTus,  ineadefendcndarationibus,  uteisvidecur,dodifilmus  „ 

evadat .  Sed  ne quis  rem  alicu)us  miraculi  exiftimet ,  caiifam  tanta;  muta-  ,> 

tionis  dicemus ,  ut  omnes  non  Deum,  fed  malignum  fpiritum  in  ipfis  ,> 

operantem  intelligant .  Qiiicunque  in  illam  fecretam  intromitti  pruden-  ,, 

tÌ3B  focietatem  exoptatjprimùm  aliquo  celebrante  Cathol  co  Sacerdote  „ 

Ecclefiam  ingreditur ,  &  ftans  in  angulo ,  vel  fecreto  aliquo  loco  per  to-  „ 

tam Miffam  verba qusedam  contumeliofa  Cqjée nos  propter infirmos ex-  ,» 

primerenon  decet;  contra  Sacramenta loquiturfub  fiientio ,  cum  inten-  » 

tione  fibi  d  docente  propofita  :  quibus  poft  finem  ÌAìiXx  completis,Mufca  „ 

magni  corporis  advolat ,  &  pennarum  ftrepitu  fignificans ,  fé  adelfe  pr^e-  „ 

fentem ,  oris  introitum  petit  ;  at  vero  mox ,  ut  ille  os  fuum  aperueri  t ,  m-  „ 

greditur  illa ,  &  homo  fpiritu  Diabolico  impletur ,  efficiturque  in  ea  feda  ,> 

dodus,&  mirabiliter  aftutus.  Verùm  ipfi  Mufcam  illam  non  Daemonem  ,  „ 

fed  Spiritum  Sandum  effe  confirmant ,  qui  in  eos ,  ut  veros  Apoftolorum 

imitatores,  ficut in  die  Pentecoftes,  in illos  quondam  defcendens,  eru- 

ditos  faciat,  &  conftantes;  &  revera  non  conftantes ,  fed  pertinacesfiunt, 

necullistorm£ntorumgeneribusàfuiserr<S;)ribusad  redam  fidem  reduci 

unquam  potuerunt .  Novimusconverfum unum ,  qui h^reticorum  dece- 

ptiis  confilio  ea  (  quse  diximus  )  fub  Milfa  fecit ,  &  dixit,  fed  cum  ftrepitum 

Mufc«  caput  circumvolantisaudiffet,  pavefadus  in  terram  cecidit,  &  „ 

vix  Mufcam ,  ne  os  ingrederetur ,  abigere  potuit .  Verùm  non  omnes,  qui 

eamprofitenturfedamerroris,  ad  hanc  fecretam  maligni  fpiritus  infu- 

fionem  venire  permittunturobcertasrationes,  &cau(as.  „  Così  egli  , 

col  quale  concorda  un'altro  Autore,  dicendo,  [4]  Qjjidameorum  (e-  „  ,  HtnrUus  tnfiit, 

damvolensaflumere,  habiiit  juxta  eorum  informationem  in  quadam  „  i.y.i.tr^j*. 

domuncula verfus Orientem  orare,  &  fic per  feneftram  parvam apertam 

claufis  oculis  Spiritum  Sandum ,  juxta  eorum  relata,  expedare  j  quod 

dum  ille  fecilfet ,  Mufca  quidam  cum  fiifurro ,  &  fono  ante  faciem  ejus 

dum  volafiet,"  ilio  fé  figno  Crucis  non  muniendo,  os  fuum  intravit,  &  „ 

protinus  omnem  litteram  in  vulgari ,  &  in  latino  legebat,  cum  tamen  an-  ,j 

«lea  nec  minimam  literam  agnoviffet .  Rediens  autem  per  aliquod  tempus  ^^ 

:ad<;or,  cogitanfque  de  animajfii^damnatione  propter  fidei  abnegatio-  j^ 

aera ,  contritus ,  dum  confefliis  fuiifet ,  fubitò  omnem  fcientiam  amifit,  ^j 

infcius ,  ^  ignarus ,  ut  per  antea  extiterat  :  &  ne  ledor  fub  ambiguitate*  „ 

&iiifufpenfo»dYemii^?mmaneat,  tef^orD^um,  &  omnes  Saados    ita  ,1 

fadum 


Ì9 


Alessan- 
dro VI. 


J> 
J> 

»y 
» 
» 


9) 


Ragioni  pretefe 
degli  Herecici 
delia  Germaiiia 
contri  U  Reli- 
giouc  Cattolica. 


a  ^pud  'R^ayn.  an. 
1J00.W.64, 


Prima  ragione.      " 


Sua  riprova, 


Seconda  ragloBf. 


2,18  Secolo  XF.^ 

faftum  fuiire ,  veriflìmopliirirnorumfidedignoriini  relatii  didici,  &qiii 
hoc  ipfum  ex  propria  confeflione  illiiis ,  cui  accidie,  perceperiint ,  ipùini 
edam  addidifle ,  quòd  commimiter  omnes  inter  eoseffentobfefli ,  eò 
quòdtalemfcientiamlegendipertalemcaperent  modum  narrantur:  & 
alia  etiam  fub  prjcftito  jiiramento  ab  ilio ,  cui  acciderunt,  qus  in  pr^fen- 
tia  plurimoriim  percepì ,  quiaderuicexeoruminlbrmatione,  quòd  re- 
tro Miflam  dum  ftaret ,  habuiUecad  fingulaverba,  &  gefta  Sacerdotis 
femper  dicere  :  Mentitum  eft  ;  quòd  tunc  finita  Milla ,  os  fuum  aperiendo^ 
SpiritumSanduin  ad  modum  Mufc^  perciperet;  quse  fingula  dum  per- 
fecilfet,  etiam omnemliteramlegerefciebat,  &quòddum  poenituiifet, 
ignarus,utpriiis,  remanfiflet,  idemrecitans,  ut  alter,  quòdveraciter 
ìEllimaret  prò  majori  parte  eos  fore  obfelfos ,  quoad  infpirationem  illius 
fcienti^,  licèt  non  quoad  extrinfecasvexationes,  ut  c^eterireperiuntur., 
undecertifllmè  verba  thematis  eis  conveniunt,  jquòd  dotìrrinis  darmo- 
niorumattendunt.  „  CosìHenricoInftitoreReligiofo Domenicano,  e 
creato  dal  Papa  Inquifitore  contro  li  Foffarii ,  che  fatta  unione  co'Vvalden- 
fì ,  e  Ficcar  di,  tali  ancor'eglino  fi  denominarono  da  Scrittori . 

Nènoitrafandarpoffiamo  d'inferire  in  quello  luogo  della  noflraHifto- 
ria  le  ragioni  oppofte  da  quefti  Heretici  per  colorire  la  loro  ribellione  con- 
tro la  Chiefa  Romana,  cadute  poi  così  delle  in  bocca  di  Lutero,  che  ben 
Lutero  potrà  dirfi  Promotore  più  tofto  delle  altrui  Herefie,  che  Autore 
delleproprie.  Il  fopracitato  Inquifitore  Henricolnftitore  egli  tutte,  e  le 
riferifce ,  e  le  ribatte ,  e  noi  tutte  con  la  fua  penna  qui  ne  defcriveremo  e  le 
propofte ,  e  le  rifpofte  :  [a]  „  Caufasfeptem ,  vel  difficultates  Inquifitori;  ob- 
jiciuntfuper  caufam  rebellionisVvaldenfium  contra  Roinanam  Eccle- 
fiam,  quasjEftimantefiejuftas,  utnonhabeant  obedire.  Prima,  quòd 
Romana  Ecelefia omnibus  vitiiseftpermixta,  unde  malignantiuni  cen- 
fetur,  nonChriftiSponfa.,»  Herefiadefla  di  Lutero. 

Contra  primam  caufam  rebellionis  datur  hxc  conclufio.  Abftrahere 
fé  ab  obedientia  Sandae  Romanie Ecclefise ,  eò  quòd  permixta  fit  repro- 
bis ,  &  bonis ,  eft  conjungere  fé  numero  damnatorum ,  ubitalis  perraix.- 
tiononexiflit. 

Probat  dida  firmillìmis  argumentis  r  quid  enim  aliud  pr^etendit  do- 
drinaChriftiMatth^i  13.  ubi  RegnumCcelorum,  ideft,  SandamEc- 
clefiamDominuscomparavit  fagena: miffae  in  mare,  &exomnigenere 
pifcium  congreganti ,  fcilicet  bonos ,  &  malos ,  utper  fé  Chriftus  exponit> 
&  polì:  dicens  :  Elegenmt  bonos  in  vafa  fua ,  malos  autem  foras  miferunt  ; 
ubi  Gregorius  in  homilia:  Sanda  Ecelefia  comparatur  fagena:  milfe 
in  mare ,  &  ex  omni  genere  pifcum  congreganti ,  quia  nunc  bonos ,  ma- 
lofquecommuniter,  quafipermixtos  pifces,  fidei  fagena  continet,  fed 
litusSanft^RomanGeEcclefia:, ideft,  nnisindicat,  quosfagena trahat  . 
Etiterùminaliahomilia,  Boni  foli  nufquam  funt  nifi  inCoelo,.  &  mali 
foli  nufquam  nifi  in  Inferno;  hsec  autemvita,  quóe  inter  Coelum,  &In- 
fernumfitaeft>  ficut  in  medio  exiftir  ,  ita  utrarumque  partium  Cives^ 
communiter  recipit,  quostamenSanda  Ecelefia,  &  nunc  indiftindè: 
fufcipit ,  &  poftmodumin  egrefllone  difcernentur. 

Secunda,  quianoneftobediendum  PapcE  moribus  fuis  pravis  fcanda- 

lizantiEcclefiam,  cum  per  fubtractìonem  obedientia;  cogatur  ad  corri-r 

\l  gendumfeinmonbus.  „  Intraprefa tentata  pofcia  da  Lutero.  Rigetta 

qiieftT 


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Capitolo  XI II.  2-ro        AmsAm 


^nell'arguzia  l'Inflitore  con  le  parole  di  S.  Pietro ,  i .  Pctr.  1 1 .  „  Obedire  do-  J^^^^ 

»M/«/y  T^y/m  wo«  tantum  bonis ,  <ìr  modejìtSyfedettam  dyfcoUs  :  e  fiegiie  :  De  ,>    '^"^"^^ 

fpirituali  poteftate  vohiit  Dominus intelligi ,  Mitth.i^. Super  C'^th edram  » 

Moyfi  federunt  Scrib<£,&  Vharifiei-.qujccHmque  dixerint vobii,fervate,  &fa- 

che;  fecundùm  vero  eontm  opera  nuli  te  facere  \  ubi  certnm  eli,  quòd  Do  ni- 

nus  loquitur  de  malis ,  &  de  illis  dix/c ,  reverentiam  effe  exhibendam ,  & 

obedientiam :  quoad  eoium  dodr inani  vult  Dominus,  Pra:Iatis  etiam  „ 

inalisbonosfubditosfubefTe.  Adfunt  etiam  rationes  ad  hoc  cogentes,  fi  „ 

cnimfol.s  jullisPrselatisefletobedienduiiì,  cumuemonecdefe,  necde  „ 

aliofcirepoteft,  utrumfit)uftus,  juxta  Apoftolum,  'ìiihilmihiconfctus  „ 

fum  ,fed  non  in  hoc  jufiificatus  fum ,  &  quia  quis  de  fé  non  eft  certus ,  minùs  „ 

de  alio,  fequerenmr  duo  maxima  inconvenientia,priiTiuiTi,  quòd  fi  foli  „ 

boni  haberent prajlationem  in  Ecclcfia,ligare,  & folvere  peccata,  confice-  ,, 

re&  miniftrare Sacramenta tìdelibus,  quodnunquamfidelespoflentelfe  „ 

certi ,  nec de  baptifmo ,  nec  de  remiflìone  peccaminum  per  claves  Petto  „ 

datas,  nec  de  ventate  Sacramenti  Eucharifii^....  Aliud  inconveniens,  3, 

quòd Chriftus Ecclefias fuse ,  quam  redemit  fua  morte,  non  fufficienter  „ 

providi(fet,imò  male  inftituiiret,&  quòd  non  eflet  fundata  in  fundamento  „ 

ventatis  xternx.  ,>  E  foggiungendo  gli  Heretici,  ch'efil  riconofcevano  „ 

GiesùChrifto,  e  non  altri,  come  loro  Capo,da  cui  ricevevano  l'influffo  i  lo-  Tersa     ragione 

ro  corpi,  replica  Henricolnftitore  con  dotte  ragioni  la  neceffità  di  unCa-  '^'^s^' «"«tici . 

pò  vifibilè  nella  Chiefa,  da  cui  ella  dipenda  nella  via  di  queflio  mondo:  „ 

Ex  eo,  dic'egli,  neceffarium  eft  habere  caput  vifibilè ,  &  conforme  ex  indi-  „ 

tutione  Chrifti ,  &  pradica  ab  eo  tenta:  qua  enim  de  caufa  noluit,  Petrum  „  e  nuovariprova. 

ante  fuam  refurredionem  in  Paftorem  Ecclefise  inftituere ,  nec  etiam  eia-  „ 

ves  Ecclelise  fibi  tradere ,  fed  tantum  promittere ,  dicens  :  Tibi  dabo  eia   „ 

ves;  &  non  dix't  :  Do  claves  I'  Matth.  16.  nifi  quòd  per  fé ,  dum  adhuc  erat  „ 

morralis,  ik  conformismembris,etiamfufficiebatEcclefiam  ipfamhabe-  „ 

re  caput  vifibilè,  &  mortale?  Ubi  vero  fatì:usimmortalis,  &  inviubilis  „ 

voluitfuamEccìefiam  habere  caput  vifibilè,  &membns  conforme,  di-  „ 

cens  Petro ,  ut  Paitoralem  curam  gereret  ovium ,  Tafces  oves  meas;  unde  „ 

&intt.tutio  Chnfti  demonftrat  Ecclefiam  regendam  non  per  Chriftum  „ 

folum ,  quare  eiiam  non  obedire ,  fed  elfe  feparatum  à  tali  capite,  eft  non  „ 

recipere  influxum  vita:  fpiritualisper  Sacramentorum  fufceptionem  .  ,> 

Qua  de  caufa  ficutomnes  Epifcopi  aflumnntur  ab  ilio  capite  inpartem  „ 

folicitudinis  ad  pafcendum ,  &  regencrandum  oves  ;  ita  omnes  infe-  „ 

rioresPaftores,  &  Pleban)  ab  Epifcopis  aflumnntur  in  parte  h  folici   „ 

tudinis,  ut  fic  unitas,  &con)untìio  membrorum  ad  caput  fervetur  , 

tam  audoritativa,  quàmm  niftenalisi  unde  finedamno  Ecclefia;  non 

fieret,  ubi,  extra cafumhcerefis,  non effetPapse,  eciam  aperte  malo  , 

obediendum .  „ 

Tertia,  quiadicimusPapam  ànemine  mortalium  effe  corrigcndum,  „  ^^0^3    ragione 
nifiàDeo,  ideòipfifoli,  quiejus  corredoreft,  a:ftimant  tiWz  obeditn   „  degUHerecici. 
dmn,  ne  fibi  videantur  in  mala  opera  fua  confentire,  &  non  fint  aliqua  „ 
remedia  contra  pravos  mores  Pap^e,  ubi  Ecclefiam  fcandalizat . 

Màdiremediiintalcafonon  e  foro  veduta  l'Arca  della  Chiefa,  e  fono 
queglimedefimi,  chenoihabbiamoiu altro [4] luogo  accennati,  cioè  le  .1  r»w. j.^^^.j. 
orazioni,  &  il ricorfo  à  Dio  :  e  fiegue  Hcnr;  o„  Non  eft  verifimile, quòd  ^'"P"''*' 
obturpemvitam,  aut  mores  uniusSufiionPonuficisEcclefiaipfa,  cum  „ 

qua 


Alessan-        £^q  Secolo  XV. 

DUO  Vi,  ^^  qiiaChrifluspollicitiiseft,  fé  eire  tanquam  proteé^orem  fortemurqué 
„  ad confumationemfeciili,  debeat omninò  perire j  ficutenimaitLeoPa- 
;,  paSandiflìmusfcribensadPulcheriamAuguftam,  Vs^  deferii  Ecclefiam 
yy  fuam  divina  protei  IO  y  di  cente  Domino  :  Ecce  ego  vohifcum  fum  ufque  ad 
yy  confumationem  f acuii.  Idem fcribens Clero ,  &  Plebi Civicatis Conftan- 
„  tmopolitansE  :  lolite  arbitrari,  dile6li£imi,quòdSan£iaEccle(ìafu£defit, 
„  Mkt  defutura  ftt  divina  proteBio.  Tum  etiam ,  quia  non  eft  diffidendum  in 
,.  fimili  articulo  de  clementiaSalvatoris,  qui  etfi  aliquando  permiferit ,  Na- 
.<  „  viculamEcclefijBfujcmultisperfecutionum  procellis  agitari,  nunquam 

5,  tamenpafliiseft,  illam perpeti naufragium ,  afleverante,  &dicenteDo- 
„  mino  Matth.  1 6.  Et  porta  Inferi  non  pravalebunt  adverfus  eam  .  Ecce  renic- 
,»  dia ,  ad  qua?  convenientiùs ,  &  confukiiìs  in  articulo  neceffitatis,  fiveca- 
„  fusprardidiconfiigiendumforet,  quàm  ufurpando  divinum  judicium  « 
„  &involvendofeinfìnitisdifficultatibus,  &  multiplicando  fcandala  fcan- 
„  dalis  tentare,  ut  etiam  quidam  Catholici  seflimant,  in  tali  cafu  ad  veri, 
„  Se  indubitati  Pontificis  Romani  dcpofitionem  recurrere,  cujus  rei  pra- 
5,  dica  non  modo  divinae  Majeftatis ,  cuj  us  judicium  ufurparet ,  eifet  offen- 
„  fiva,  fed  etiam  nimisdifficilis,  utpotèfchifmatisintroduftiva,  quaelon* 
„  gè  fcandalofior ,  &  damnofior  Ecclefiìe  efle  poteft  ,  quàm  vita  turpis 

Quarta     ragione  „  UUius  Pontlficìs . 

degli  Heretki.    ^^      Quarta,  quìa  Pr^elatinon  funt  imitatores  Apoftolorum  in  fanditate 

„  vitae,  ideònecin  Ecclefiaftica  poteftate. 

^e'nHereSV*"'  '»      Quinta,  quia  flatus  perfedionis  omninò  deficit  in  Romana  Eccle- 

egi  creaci.    ^^  fia .,,  Bcftemmie  tutte ufcite  indi dpochi  anni  dalla  bocca di LuterOjchc 

havevaie  fucchiate  dalla  cloaca  de' Vvaldenfi  Heretici,  com'efFo.  Ma  chi 

giammai  in  alcun  tempo  diffe,  dover'edere  li  noftn  Vefcovi  perfetti ,  come 

iiororiprova.    g^j  ^poftoli,  clìc  ricevuta  la  pienezza  delio  Spinto  Santo ,  rimafero  à  noi 

più  tofto  ammirabili ,  che  immitabili  nella  perfezione  della  loro  vita  ?  onde 

ben  difle^.  Paolo ,  eflcr'eflì non  [a]  fondamento  della  Chiefa ,  mà„  fuper- 

I  ^dEphef. II.    ^^  asdificatifuper  fundamentum  Apoftolorum,  &  Prophetarum.  „  Nulla- 

dimeno  il  fopracitatoHennco  direttamente rifponde  alla  vana  objezione  » 

€  foggi  unge  „  Dicitur ,  quòd  fint  imitatores  Apoftolorum  quantum  ad  pro- 

feifionem,  quiaprofiteri  oportet  Epifcopos  ftatum  perfedionis,  licèt 

non  ftatum  perfedse  charitatis  :  quem  etiam  perfedionis  Itatum  fi  non 

fervant ,  damnationem  libi  ipfis  accumulant ,  &  non  propterea  Ecclefiam 

in  aliis  membris  vivis  mortificant,  &  adnihilant,  ficut  perfidi  hseretici  sefti- 

„  mant  j  &  hoc  ideò ,  quia  non  funt  Domini  Sacramentorum ,  fed  Miniftri . 

fefia  ragione  de- 7>      Sexta,  quia  tempore  fchifmatis ,  ubi  duo,  vel  tres  fé  ingerebant  prò 

giiHcreùci.       ^^  Summis  Poutificibus,  fine  obedientia  Romanie  EcclefiìE ,  fidelesfalva- 

„  bantur,  ita&nunc:  &  ultimò  al legant,  quòd  jam  per  Regnum  Bohe- 

„  miffpluresneutralitervivunt.  . 

E  riproTa .  jvja  gran  difparità  rapporta  Henrico  firà  gli  uni,  e  gl'altri  „  In  ilio  fchif- 

mate,  dic'egli,  illifiienintverè,  &  proprie  fchifmatici,  qui  prjefentes, 

fcicntesfadumcontraiura,  fcienter,  vel  contraconlcientiam  fecenint 

fchifmatale,  pafllonibus  ckidi  amoris ,  vel  odii ,  cupiditatis ,  &  ambitio- 

nis  :  alii  vero,  qui  uni ,  vel  alteri ,  Urbano  fcilicet,  vel  Clementi  obcdien- 

tes  adharrebant ,  motiadhujufmoditenendum,  nontemporalitatc,  fed 

ex  confcicntia ,  ex  auditis confi liis  peritorum ,  non  erant  vere ,  &  proprie 

(thifmatici ,  ctiamli  ci ,  qui  non  crat  verus ,  adh^iiiient ,  quia  praztcr  in- 

ten- 


9> 

9i 


Capitolo  XI II.  XXI        Ai.FssAN- 

tentionemeorimieratefror,  &  divido  eorumrquamviseniinignorantia  ,*    ^^^-^  ^  ' 
iuris divini,  velnaturalisneminemexcufet,  ut dicit  Gratianus  in  dido  „ 
cap.rìon  tiim  erat  talis  ignorancia ,  quia  etfi  credere  in  unum  Caput ,  ficuc  „  - 

in  unam  Ecdefiam  Catholicam  etiam  de  articulis  tìdei ,  qui  fpedant  ad  « 
jus  divinum ,  fit  neceffariuni  :  fìdeli  tamen  credere,  hunc  efle  illuni  unum  „ 
Caput,  velalium,  cumduofuntgerentesfeproPapa,  noneftarticulus  „ 
fìdei,  fedquifecundrimjuraEcclefia:eiì:eled:us,  quodfcire,  pcrtinetad  „ 
faduminfe,  &)usCanonicum.  Quamvis  ergounapars  excoinmunica-  ,* 
retalteramcumfequacibus,  &fchirmaticosnuncuparet,  quifinipliciter  3, 
inhìerebant,  excufari  videbantur  à  vitro  fchifmatis;  „  e  lìegue  pofcia  „ 
rapportando  lo  fcifma  degli  Heretici.  „  Tot  errores  intereos  vigere  vi-  „ 
demus ,  quotfamili^  funt,  cum  &  ¥xmd\x  Matris,  Mafculi  Patris  per  fé  « 
opinioneshabentfequi.  Imo  &  ipll  Pickardi  quantum  inter  fé  fune  di-  ,> 
vifi  in  erroribus,  eft  inexplicabile  i  cum  etfi  quadraginta  articuli  erronei  „ 
in  lucem  devenerunt ,  in  ipfis  tamen  plurimorum  diverfifìcantur ,  opinati-  „ 
doinfingulis,  proutvolunt;  unde&  quidam  de  veritate  Euchariftiie  ni-  „ 
hil tenenti  &quòdfolùmrignificativèfub  fpeciebus  panis,  &  vini  poft  y^ 
confecrationem  contineatur ,  de  quorum  numero  fuerunt ,  qui  cultris  in-  „ 
fixis in Hoftias  confecratas ,  non  quidem  ab  eis  ciontecratas ,  fed  d  Catho-  « 
licis ,  ab  ipfis  autem  furtive  fublatas ,  veritatem  experiri  vokierunt ,  ut  fu-  „ 
pri  tadum  fuit,  aliis  oppofitum  credentibus  *  _  a 

Hoc  etiam  nianifeltum,  quòdeorumfeniores  fecreta  in  eoriimc^-  ,« 
remonialibusnanquamfimplicibusmanifelTiant  inter  eos  converfantes  ,  ^ 
prout  ex  eorum  propria  relatione  didicimus,  femper  timentcs  proditio-  ,1 
-ilem  >  unde  verifimile  eft  i  quòdquafiinnumerisinvolvantur  erroribus,  „ 
quce  omnia à totRegnisChriltianorum  per  orbem longèjlatè  que difperiis  ,» 
pkirimùmalienafun't, omnesfubuniusVicariiChriftij&Petrifucceiforis  „  /■ 

obedientia  conlHcuti ,  fcientes  quòd  fubeffe  Romano  Pontifici ,  tanquam  ,1 
ipfi  Chrifto ,  cum  e)us  exitìat Vicarius,  fit  de  neceiììtate  falutis:  B  fiegue  ,  „ 
Si quis omnia miracula alia à Sandis negare vellet,hanc tamen conveifio-  „ 
nem  mundi  ad  iidem  negare  non  poteft,cum  ad  fenfum  paceat:&ficut  hanc  „ 
converfionem  factam  nemo  adverfariorum  infidelium,nifi  frivolè,&  mali-  „ 
tiosè  potefi:  negare,  ita  nec  miracula  Santìiorum,  cum  per  hu)ufmodi  mun-  „ 
dus  fliit  converfus  :  UH  autem  profe&i  prt&dicaverunt  ubique  Domino  coope-  ,i 
rame ,  &  fermonem  confirmante  fequentibusjìgms.,,  Quindi  il  citato  autore  „ 
foggiunge  la  fettima  caufa ,  che  non  è  foggetta  alla  nollra  Hifroria .  Ma  Dio 
oppofe  loro  la  evidenza,  e  la  forza  de'miracoli;  e  negando  eglino  la  realti 
del  corpo  di  Giesù  Chrifto  nella  Euchariftia ,  tanti  ,  e  tali  miracoli  egli 
operò  allora  in  dimoftrazione  di  efia,  che  volendoli  noi  tutti  defcrivere  ci 
converrebbe comporne una Hiftoria*  Ilfopracitato  Henrico  [a]  moltine  i  idem  in  tt^if. 
enumera  operati  ò  immediatamente  da  Dio ,  ò  per  mezzo  de'fervi  di  Dio  ,  ^""(r^Piccardos . 
&  in  fine  con  degna  rifleflìone  egli  conchiude,.  Ultima  differencia  vero-  ,, 
rum  miraculorum  à  falfis  notatur  quoad  diiferentiam  vitse ,  &  mortis,  „ 
quia  a  mabs  intra  Ecclefiam,  faltem  numero,  etfi  non  merito  exiftenti-  „ 
bus,  fiunt  miracula  vera,  hoc  tamen  in  vita  eorum  poteft  fieri,  nunquam  „ 
tamen  poit  mortem ,  prout  à  Sandis  in  vita ,  &  poli  mortem  clarefcunt  ;  „ 
linde  quia  majoris  funt  ieftimationis  miracula  poft  mortem,  quoniam  „ 
illadenionftrant,  animam  in  coelis  maxima  frui  gloria  beatitudinis,  &  « 
hocexmagnisprjecedenribus  mentis  in  tetris  acqnifitis,  &  talium  in-  „ 

nume- 


Albssan-         X2X  Secolo  XV. 

DRO  VI.     ^^  numerabiles  repcrinnturinEcclefia,  qui  pò  fi:  mortesi  potiùs  quàmiti 

„  vita  maximis  clarueriint  miraculis ,  imo  in  vita  nufcjuam .  Così  egli . 
Dìverfe  Magie ,  e      £  ben  aticotain  quefta  medefima  età  l'inimico  infernale  in  emulazione 
M|g  t  in  qiie  a  deH'AitifJìn^o  >  per  mezzo  dcTuoi  Maghi  operava  eofe  nella  Germania,  e 
chJ'''s'"''h  -m  nella  Francia  non  tanto  maravigliofe,  quanto  incredibili.  In  Giemps  [a] 
anlTi'oi/""  '""'  piccolo  Cartello  della  Moravia  furono  da  due  Incantatori  introdotti  tanti 
Denionii ,  che  partitoli  per  ifpavento  quel  popolo  dalle  loro  cafe ,  quivi  al- 
tro non  udivafi  notte,  e  giorno,  che{lrepiti,mugiti,  &  urli  d'Inferno,  co- 
me fé  l'Inferno  da  quel  luogo  la  tromba  fonafle  della  fatai  guerra,  con  cui 
iiìinvafa  indiàpocni  anni  la  Germania  da  Lutero.  In  Francia  poi  cafo 
avvenne,  che  potrebbe  giuftamente  riputarli  miracolofo,  fé  grimpoftori 
non  fapelfero  mafcherare  le  loro  heretiche  perfuafìoni  con  il  velo  della 
b  tdiMìbìd         Religione:  [b]  AppofuithisdiebusLugduni  in  Gallia,  foggiunge il  citato 
Chronifta,  Homo  natione  Italus,  nomine  Joannes  ,  qui  fé  Mercurium 
„  maluitappellari  propter  omnimodamfapientiam  ,  quam  profìtebatuB 
„  antiquorum.  Uxorem circumduxit,  &hlios  omnes  lineis  indutos,  & 
„  imitatione  ApolloniiThyanenfis  quondam  Philofophi,  utDanuseftté- 
r„  ftis,  catenam  ferreamd collo portantes,  magna promittebat,& fé vete- 
.„  rum  Hebrseorum ,  Gr^corum,&  Latinorum  omnium  perfeaiflìmam  glo- 
.„  riabaturhaberefcientiam,  contemptor  veterum ,  fecundoseruditione 
„  excellereputabat,  afl'erens  neminem  Grarcorum ,  vel  Latinorum  ,  prjE- 
,„  ter  fé  unicum,  fuirtè  fapientem,  fé  namque  in  omni  fcientia  mundi  con- 
>,  fumatum  oftendit,  rerum  naturalium  ,  ac  arcanorum  omnium  inter- 
„  pretem  profundiflìmumeireconfìrmat.  Magnam  prse  fé  inpublicofert 
„  gravitatem ,  moribus ,  &  inceilu  feverus ,  cum  mendicitate ,  vitam  docet 
propheticam,  fenatumadresfummasteftatur ,  &  divino  Numine  ple- 
num. Metallorumtranfmutationemverampromittit,  &nihil  ignorare 
videri  appetit:  fé  felicia  infelicia  ,  infeliciaque  felicia  reddere  polle 
pollicetur:  artemfequutusmagicam  naturale m,  quam  prifciReges,  & 
lapientes  in  pretio  habuifìe  cognofcuntur .  Aliquanto  tempore  apud  Re- 
„  gemGallorum  in  pretio  fuit,  cui  duo  triumphantiifima  dona  contulilìe 
„  memoratur,  àlterum fuit enfis centum ,  &oduagintagladiolisrefertus, 
alterum  vero  clypeus  mirabili  Ipeculo  ilìuftratus .  Vixc  duo  miranda  fub 
certa  conlkllationemirabiliterfada  inquodam  libello  commemorat  , 
&  quemfìntproduduraeffedum  vi  natura,  fecretummanitef^at.  Deni- 
queRexvolenshominisexperiri  fcientiam,  pr^cepit  medicos  conveni- 
re omnes ,  gratia  difputationis,  qui  fado  examine  dixerunt  ad  Regem,  il- 
luni fupra hominem  lapere,  &  cundos  mortales  fapientia  fuperare  :  au- 
rum,  quo  illuni  Rexhonoravit,  omnepauperibusdilìribuit,  &fuapau- 
5,  pei'tatecontentus,  fìbi  ex  omnibus  penitùsnihilrefervavit.  „  Così  egli. 
Replica faggiamenteTAnnaliftaRaynaldi  inconfiderazione  del  citato  au- 
«.Jj^/««'". '^°'  lenimento:  [c]„  ExternamfapientijE  fpeciem,  auiamque  captare impo- 
„  ftores,  atquehjereticosconfuevifìe,  ut  fìmplices  fuis  erroribus  irreti- 
Gio:  Pico  della  «  ccnt ,  fa^piùs  ìu  Awialibus  dióluiii  cft ,  nimiùmque  facile  hiijufmodi  ho- 
'  Mirandola ,  iiit  ^  mittìbus  Principum  aulae  patent,  pafcend^  inani  nosiidLiQ  Qi\noÌxm^^- 
ii'onsVen^fL''M°&  «  tis  gratia,  ex  quo  graviflimapoftea  mala  eruperunt.,,  Così  egli. 
apologetica  'ri-      Ma  il  piiì  grau  prodigiodi  quciU  ctd  fù  il  ptodigiofo  iugeguo  di  Gio:Pi- 
trat  aiione .       ^^  Coute  dclU  Mirandola,  che  ripigliato  dialferzioni  hereticali,  purgò  la 
fila  fama  con  tale  autentica  di  dottrina,  che  rimaner  può  m  dubio  ,  fé 

più 


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Capitolo  XI IL  ^ ^  5       Aless AN 


piiVvitiiperofane  fofle  la  cenfiira,  ò  più  fondata,  e  forte  la  difefa  :  onde  ^^^  .  \l^ 
meritevolmente  fu  egli  da'Scrittor  i  [4]  chiamato  fenice ,  e  gloria  delfuo  Se-  i-d"  '  '^""  * 
colo,  Scorfa  in  età  di  quattordici  anni  Filofofia,  Canonica,  e  Legge  in 
Bologna,  egli  fi  avvanzò  in  tutti  gli  ftudii  così  facri,  come  profani  con 
tal  felicità  di  apprendimento ,  che  teftimonio  ne  fanno  le  molte  opere ,  eh* 
egli  diede  alla  luce,  quali  veramente  porgono  luce  agli  ftudii  in  ogni  elu- 
cubrazione delle  più  aftrufe  queftioni  .  Eccitato  dalla  fontuofità  del  più 
famofo Theatro portofll  à Roma ,  dovefulfine  del  Pontificato d'Innocen- 
20  Ottavo  foftenne  nuove  cento  conclufioni ,  quafi  tutte  appartenenti  alla 
Metafilica,  e  Filofofia  diAriftotile,  e  di  Platone,  alli  principii  della  ca- 
bala, e  della  magia,  e  le  rimanenti  alle  queftioni  Theologiche  della  Sco- 
laftica.  Màfopraquefteegl'incontrò  incontanente  lo  fcogliodirigorofa 
cenfura,  e  tredici  di  elfe  furono  dagl'Inquifitori  ripigliate  di  erranti  in  Fe- 
de, ondedituttenefùprohibito  da  quel  Regnante  Pontefice  il  Libello. 
Ferì  il  cuore  al  generofo  giovane  cotal  impenfata  trafittura,  e  come  eh' 
eglierapiodifentimenti,  e  puriffimo  di  Fede ,  fubito  fi  accinfe ,  non  alJa 
ù(c[a  con  animo  oftinato ,  ma  alla  interpretazione  di  effe  con  animo  in  tut- 
to Chriftiano ,  e  Cattolico ,  e  die  fuori  alla  vifta  di  Roma ,  e  del  mondo  una 
nobiliflìma  Apologia ,  da'  cui  primi  periodi  ben  fi  conofce ,  qual  foife  l'in- 
terno del  fuo  fpirito  ;  [/>]„  Fui  ego,,  egli  diceva,,  Deum  teftor,  dubio  b.^p»i./oan.Pi. 
diuconfilio,  diluendamihihscobjeftamenta,  an  filanti©  potiùs  pr^eter-  „  '^oo^l'JnTuf!'*^*' 
eunda  effent .  Movebant  me ,  ut  tacerem ,  duo  prcecipuè.  Primum,  quòd 
ego  contentionis  ,  &  jurgiorum  abhorrens,  animi  pacem,  quammihi 
meaprseftiteruntftudia,  &  placidilllm^  vitse  tranquillitatem  amavi  fem- 
per ,  nec  odi  uUum  magis  fcribendi  munus ,  quam  quod  in  difceptatione , 
&amarulenta  quoquomodo  altercationc  fic  conftitutum;  quippè  qui 
nonminiìsreferre,  quàminferreinjnriam,  vel  contumeliam ,  nec  boni 
viri  duxerameffeunquam,  nec  philofophi.  Altemm  hoc  ipfum  erat , 
quòd  &  ftimmi  Fontificis,  cujus  mihi  meritò  celebranda  femper  memo- 
ria, &  exSanclifiìmo  ApoftolicoSenatu  complurium  judicio  conten- 
tus,  quorlim  &  benignitatem ,  &  benevolentiflìmum  in  meanimum 
obliv'fcininiquam,  aut  poffum,  aut  debeo,  videbar  facile,  &  odium 
poffe  negligere ,  &convitiahominumimproborum  .  Etprofedò,quod 
attinet  .Incarterà,  inhaceramfententia,  utindignos  illos  exiftimarem, 
quibnsaliquandorefponderemi  fed  in  uno  mihi  objetìo  hscrefeos  crimi- 
ne, hoc  fi  facerem,  verebar,  ne  quod  non  diluerem ,  viderer  crimen 
agnofcere  :  fcribitautem  &  (apientilllmus  Ruffinus,  effe  quidemglorio- 
fum,  Chriftiexemplo,  patienterinjurjastolerare,  atunamnotam  h^- 
refeos,  qniferat,  vel  difiìmulet,  non  effe  Chriftianum.  EtHierony- 
musnofter,  quanta poreft  animi  content!one,clarilIìmaexclamatvoce: 
7S(o/o  in  fufpìcione  hccrefeos  qucmqiiam  effe  patientem  :  Tacere  ergo  non 
vultHieronymus;  invitum,  otiofumque  hominem  prò  ea,  qua  poteft> 
audoritate  ad  fcribendum  trahit,  &  impellit.  Quarc  fi  qui  funt ,  qui  , 
forte  me  tacere  veilent,  fciant  fibi  non  mecum,  fed  cum  Hieronymo  „ 
effecontroverfiam,  qui  me  tacere  nonvult  Hieronymumnon  audire  „ 
quis  poteft  fine  flagitio?  ipfo  ergo  fuadente,  imo  cogente,  etiam  „ 
brevem  aggreffus  fum  afcribere  Apologiam,  non  ut  quemquam  lace-  „ 
rem ,  vel  accufem,  fedut  à  ma:dmo ,  quod  mihi  injuria  objicitur,  impieta-  „ 
tis  crimine  jure  me  excufem.  Hoc,  quacfo ,  patiantur  obtredatores  mei  eo  „ 

animo, 


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Alessan-        ^2^4  ^  secolo  XV. 

DRO  VI.    ^^  animo,  qiioegofniqiiamillomm  offenfam  pafTus  fum  femper:  pàtian- 
5,  tur,  inquam,  utquiChriftianusde  Chriftianis  fum  parentibus  natus  , 
„  qui  vexillum  Chrifti  Jefu  in  fronte  gero,  qui  prò  Chrifti  fide  etiam  ob 
„  eamlubensquaficum  Paulo  hoc  ipfis  se  quo  animo  audientibus  excla- 
„  memvoce,  NonMagus,  non  Judasus  fum ,  nonIfmaelita,nonHìEreti- 
„  cus,  fedjefumcolo,  &  Jefu Crucem incorpora  meo  porto,  per quem 
„  mihimunduscrucifixuseft,  &  ego  mundo.  Denique  cum  fanditatis  , 
5,  &fapientiaj,  &idgenusegregiostitulosnecmihi  arrogem,  necillisde- 
„  rogem,  huncunum  mihi  ipfi  ,pro  quotiiendo  etiam  fanguinem  ultrò  ef- 
„  fundam ,  qu£efo,non  demant,  ut  fciiicetmepollìm  dicere  Chrifiianum.,» 
Così  egli .  Quindi  difcendeva  ad  una  ad  una  alle  cenfurate  propofizioni  nel- 
la conformità ,  riftretto ,  e  forma,  che  di  effe  noi  ne  facciamo .  La  prima  ella 
era,  che  Giesà  Chriflo  non  mai  era  egli  perfonalmente y  e  realmente  difcefo 
all'Inferno  ,  ma  folamente  in  quanto  aWcffetto .  Ad  cfla  egli  rifpofe  ,  che 
eifo  confeifava,  che  credere  fi  dovelfe,  l'anima  di  GitsùChriftoeflere 
difcefa  all'Inferno  :  ma  che  circa  la  maniera,  nulla  ne  veniva  determinato 
dalla  Chiefa:  anzi  che  l'anima  di  Chrifto  eilendo  allora  fcparata  dal  cor- 
po, non  occupando  luogo  con  la  prefenza,  mi  con  la  operazione,  la  fua 
3  ;^r^,^^„^^^,;,  propofizione  non  doveva  ella  ritorcerfi  infenloherericale, 
e/i  vK^efimapnma      La  [  <?  ]  fccouda,  Cbe  non  potcva  cffcre  dovuta  una  pena  infinita  al  pec- 
Zti'cS/J'LmnllhCato  mortale  d'un  tempo  finito  ,  wi  pena  folamente  limitata,  e  finita.  Qui 
Fw  c/'#,  *i/f<iM' egli  due  cofediftingueva  nel  peccato,  cioè  l'avverfione  d  Dio,  e  la  con- 
^07j!/i:."K5.f^^verfione  alla  creatura  :  onde  inferiva,  che  al  peccato  è  dovuta  la  pena  in 
iinoftro4.ti>mo'nei  due fcnfi ,  cioè in quauto ella gli fata etfettiv amcute  data,  òinquantoegli 
■£«JÌ/l/?."y:^'5t  la  merita.  Se  il  peccato  farà  infinito  nella  fua  durazione,  cioè  non  mai 
dove/iiratta  deiù  caucellato  dalla  penitenza,  allora  la  pena  di  elfo  ellafarà  infinita  :  ma  al  con- 
^JfrS-ff^vttrano  facendone  l'huomo  penitenza  avanti  la  m9rte  ,  e  non  dimorando 
/a  rew7/:*;7;>  A  rf^l'h^omo  in  peccato  fé  non  per  ifpazio  di  tempo  finito,  allora  la  di  lui  pena 
pncatoi>,oinifia  f^j.^  f^^j^a .  ond'cgH  concludcva  ,  tal' efkre  la  pena  del  peccato  ,  quanto  la 
di  lut  duraT^ione , 

Laterza,  l^on dover ft adorare  la  Croce,  ne  alcuna  Imagine  con  ador albio- 
ne di  Latria  fecondo  il  fentimento  di  San  Tommafo  .  Ed  in  quefta  così  egli 
fpiegavafi.  S.  Tommafo  dice,  doverfi  adorare  le  Imaginì,  anche  come 
Imagini;  ma  al  contrario  Guglielmo  Durante,  Henrico  di  Gant ,  Rober- 
to Holkot,  &  altri  molti  Theologifoftengono,  le  Imagini  doverfi  elleno 
adorare,  non  come  Imagini,  ma  come  in  elTe  adorafi  quello  ,  ch'elleno 
rapprefentano  :  e  perciò  eifo  appigliarfi  al  fentimento  à  lui  più  probabile 
di  quefti  ultimi  Theologi,  e  rigettare  come  meno  probabile  quello  dell* 
Angelico. 

La  quarta,  T>{pn  efiere  co  fa  certa,  fé  Dio  unir  fi  potefse  hipoflaticamen- 
te  à  tutte  le  creature,  ma  folamente  a  una  creatura  ragionevole .  Egli  difen- 
devafiinciò,  che  non  havevaalferita  con  certezza  cotal  propofizione,  co- 
me Henrico  di  Ganti  màhavevafopraeflafofpefo  ogni  fuoparticolar  giu- 
dizio, efentimento. 

La  quinta,  'ì<lonefieryifcien'2^a,  che  più  ceriti  ci  renda  della  dottrina  di 
GiesàChrifio,  che  la  magia,  e  la  cabala.  Egli  fpiegofiì,  che  quefta  pro- 
pofizione reftringevafià  quelle  fcienze,  che  non  hanno  fondamento  nella 
rivelazione  :  onde ,  efclufe  quelle ,  egli  parlava  delle  altre . 

La  fefia,  Suppojìa  la  opinione  commune,  che  il  Verbo  pofìa  hipoflatica- 

mente 


Capitolo  XI IL  i 2  5       Aless AN- 

i^ente  unirfi  à  una  Creatura  inanimata  ,  potrebbe  darfi  il  cafo,.  che  il  CJ^^C)  Vl« 
Corpo  di  GiesH  Chriflo  fojje  realmente  [opra  /'  Mtarc  fenyi  V  annienta- 
mento y  ò  la  tranfuiian-s^ia-j^one  del  pane  :  il  che  dover/t  intendere  della 
fola  pofftbilità  .  Ciò  ,  egli  diceva  ,  non  recare  alcun  pregiudizio  al- 
la realtà  del  Corpo  di  Chrifto  nella  Euchariftia  ,  non  parlandoli  in 
fenfo  delle  parole  della  Confacrazione ,  ma  in  puro  fenfo  pofUbile  , 
&  ideale. 

Larettima,  EJfere  ragionevole  il  credere ,  che  Origene  piàtofio  fia  falpo, 
che  dannato  :  il  che  egli  fofteneva  con  laragione  del  ripentimento ,  che  egli 
havelTe  potuto  havere  delle  fue  fcritte  Herefie . 

La  ottava,  Siccomenìfiunoè  precifamentediun  fentimentOy  per  eh"  egli  vo- 
glia ejìerci:  e  osi  nijjuno  preci f amente  credei  perch'enti  voglia  credere:  Non 
perciò ,  egli  foggiungeva,  l'atto  della  Fede  non  eller  egli  atto  libero,  e  vo- 
lontario ;  poiché  nifluno  può  credere  una  cofa  fenza  fufficienti  motivi ,  che 
l'induchino  à  Crederla . 

Lanona,  Chi  [oflenefiCi  che  gli  accidenti  non  potejjerofufffiere,  s'eglinonon 
foffero [oftenuti  dalla  Euchariftia ,  non  perciò  non  foflerrebbe  la  verità  del  Sacra- 
mento ^  elatranfuflan':i^ia':^ione  delTane.  La  propofizione,  egli  replicava  , 
•può  veramente foflenerfi,  giovando  il  dire  con  SanTommafo,  che  vi  fia 
■una  diftinzione  reale  tràlaeffenza,  e  la  efiftenza del  Pane,  echeinque- 
fìo  cafo  Dio  potrebbe  confervare  la  efiftenza,  acciò  ella  foftenelfe gli 
accidenti. 

r.  La  decima,  Le  parole  della  Confacra^^one  proferirli  da*  Sacerdoti  ma- 
terialmente y  e  recitativamente  ,  e  non  (ìgnificatiyamcnte  .  Su'l  qual  pro- 
pofito  egli  in  quefta  forma  Ipiegavafi  :  Le  parole  della  Confacrazio- 
ne  in  bocca  di  Giesù  Chrifto  fono  ftate  lìguificative ,  perche  effet- 
tivamente egli  dava  a'  fuoi  Apoftoli  il  fuo  Corpo  ,  che  doveva  effe- 
re  crocifìffo  :  ma  che  in  bocca  de' Sacerdoti ,  che  non  danno  il  lo- 
ro Corpo  ,  ma  quello  di  Giesù  Chrifto  ,  il  quale  non  deve  più  effe- 
re  per  l'avvenire  crocifìffo  ,  doverfi  quelle  parole  confiderare ,  come 
recitative,  e  materiali. 

La  undecima ,  Li  miracoli  di  Giesù  Chrifto  non  fono  prova  eviden- 
te della  dì  lui  Divinità  per  la  opera'^one  ,  ma  per  la  maniera  ,  con 
cui  egli  li  ha  operati  .  Soggiungeva  ,  che  li  miracoli  di  Giesù  Chri- 
fto precifamente  provano,  eh'  egli  li  operalfe  in  nome  di  Dio  :'  mi 
'  ciò  che  prova  effer'egli  Dio,  iìii  l'havergli  egli  operati,  e  fatti  per  pro- 
pria autoriti. 

La  duodecima,  Ejjere  cofa  più  impropria ,  dir  di  Dio  ,  ch'egli  è  intelli- 
gente ^  &  intendente  i  che  il  dir  degl'angeli,  ch'eglino  fono  unirne  ragionali: 
Ed  egli  difendevafi  con  1'  autonti  de'  libri  di  SanDionifìo  Areopagi- 
ta  ,  il  quale  non  ammette  ,  che  di  Dio  fi  dica  \  ch'egli  fia  una  in- 
telligenza . 

La  decimaterza ,  &  ultima  ,  I'  ^nima  niuna  cofa  diflintamente  cò- 
nofce  ,  come  fé  fteJJ'a  :  Parlando  ,  com'egli  poi  foggiunfe  ,  non  di 
tutte  le  forti  di  cognizioni,  ma  folamente  della  fecreta  ,  che  1'  Ani- 
ma inimediatamente  riceve  da  fé  fteffa ,  &  in  fé  fteffa  .  Così  egli  in 
materia  per  altro  aftrufa  ,  e  che  forfè  richiedeva  ma^eior  chiarezza 
di  parole. 

.      Ma  la  più  potente  difefa  delle  fue  propofizioni  fu  la  protefta", 
'     Tomo  IF,  '  p  ch'egii"' 


Alessan-        W  >>  <  Secolo  X  V* 


DRO  VL        ch'egli  foggìuftfe  ^U*  Apo.logi^a  di  effe;  „  Oro  ,  igitur  ,  obfecro  ,  & 
,,  obteftor  amicos  ,  &  inimicos ,  pios  ,  &  impios  ,  dodos ,  &  indo- 
„  aos,  per  vifcera  Jefu  Chrifti  Pomini  ;ioftri,  per  mirabile  defcenfus 
„  ejus  ad  inferos  myfterium  ,  per  a?terniim  damnatorum  ignem  ,  qui 
„  non  extingiiitiir,  bsereticis  prìecipuè,  &  Sacrofandx  Romana  Ecclc- 
„  £\x  hoftibusdebitiim,  per  veri,  &  myftic.i  corporis ,  fangiiinifque  Sa; 
„  cramentum  ,  per  Dei  omnipotentiam  ,  per  exhibendam  merito  Filii 
>,  ejus,  cohserendam  imaginibus  reverentiam ,  legant  fine  livore,  fine 
invidia,  quic  nunc  fcribimus,  priora,  ideft  ipfas  propofitiones  non 
enarratas ,  non  explicatas ,  non  legant ,  quando  inter  dodos  eas  propo- 
fuimusdifputandas,  non  paflìm  legendas  omnibus  publicavimus  j  nam 
ibi  plurima  funt  impia  dogmata  veterum  philofopborum  Averrois  ,  & 
Alexandria  &  aliorumquamplurimorum,  quse  nos  etfi  femper  profeffi 
fumus,  afferuimus,  prgfdicavimus  publicè ,  &  privatim,  non  miniis  a 
vera,  redaquephilofojHiia,  quàm  fide  effe  aliena;  Scholafticamtameii 
exercitationem  meditantes  de  more  Academiarum  inter  paucos ,  &:  do- 
dos, fecretocongreffu,  difputanda  fufcepimu?.:  qui  vcròipfum  legct 
Ubellumpropofitionumdifputandarum,  ut  ex  ipfopoterittituIoa,drno- 
neri,  dumquicexnoftradicunturfcjentìa,  qujE  item  ex  aliorum  difcer- 
no,  non  proponi illas  à me ,  ut  meas  veras  opiniones,  fedutcreditas 
abillis;  it^  &  fufpicaripoterit,  &  fi  aliorum  dicantur  dogmata,  &  m- 
yenta,  vifatamenmihi,  &  hxc,  &illa,  vera,  &  probabiha.  Qui  er- 
go me  oderunt ,  ideò  illa  non  legaof  >  quia  noflra  funt  :  qui  me  amant  , 
fdeò  non  legant,  quiaexillis,  quxmeafiint,  cogitare  plunmapoflunt, 
qu£E  non  funt  noftra.  „  Così  egli.  Di  quefto  libro  Apologetico  fcriffc 
Giovanni  Francefco  Pico  nepote  di  Pico  nella  vita  di  lui,  „  Librumip- 
fum ,  &  qua:  fcripturus  erat  in  in  pofterum ,  Matris  Ecclefi^,  ej  ufque  Pr^- 
fidis  fandifllmo  judicio  ,  ChriftiAniffimi  hominis  more  commifit  :  id 
enimvelexprefsè,  vel  tacite  gerjoportere  perfuafimmum  elt,  quafiil- 
lud  Auguftini  proferret ,  Errare  pojjum^  hareticusejjemnpofìum,  quan- 
do altèrum  fit  hominis  proprium,  alterum  perverfa:,  &  obftinata?vo- 
„  luntatis^  „  Così  egli.  Per  laqual  cofaegli  menròdaAleffandro  Selto 
a  i>nru,n  u-ffini,  W  Succcflore  d'Inuoccnzo  Ottavo  il  Diploma  di  un^mpia  dichiarazione, 
*»».  H9i>  in  Gjai  affolvevafi  l'Autore  da  ogni  principiato  giudizio  nel  Tribunale  della 

Inquifizione,  e  molto  più  da  pio  la  grazia  di  condurre  felicemente  a  fanto 
fine  la  fua  vita  nel  florido  anno  trentefimo  fecondo  deUafua  età ,  riferendo 
di  lui  ilfopracitato  Tuo  degno  nipote;  „  ImmenfaDei  bonitate,  quxex 
malisetiambonaelicit,  effedumeffe  (  qu^madmodum  mihi  retulit) 
judicabat,  ut  calumnia  illa  falsò  àmalevolis  irrogata  veroserrores  corri- 
eeret,  eiquein  tenebris  aberranti,  ut  quantum  exorbitaffet  a  tramite 
r,  veritatiscontueripoffet,  ceu  fplendidiffìm.um  iubarillucefceret;  prius 
,  enim ,  &  gloria  cupidus ,  &  amore  vano  fuccenfus ,  muliebnbufque  illc- 
!'  cebrisconimotusHierat;  foeminarum  quippè  plurim^  ob  venuitatem 
„  corporis,  orifque gratiam ,  cui  dodrina,  ampl^que  divitix,  &  genc- 
,,  ris  nobilitasaccedebant,  in  ejus  amorem  exarferunt,  ab  quarum  Itu- 
diononabhorrens,  parumper  via  vitx  pofthabitamdeliciasdeHuxerat: 
'  verùm  fimultate  jlla  experredus  ditfluentem  luxu  animum retulit,  & 
convcrtitadChriftum,  atque  fceminea  blandimenta  m  fupernar  patri» 
gaudiacommutavit,  negledaqueauragloris,  quamaffedaverat.  Dei 


a 

*> 

»> 

„  neri, 

n 

9» 


capitolo  XI IL  ±zy      Alessan- 

glorjam,  ^Ecclefi^eiitilitatern  tota coepìt mente perquireré,  adeòquc  „•  ^^^  ^^'i. 
mores  componete,  ntpófthac  vel  inimico  judicecomptobatipofTet.  „ 
E  così  afdentemeritediefllàDio,  che  votò  dì  veftir  [a]  l'habitò  Relìgio-  ^.Jr^L'lS 
fode'Domenicani,  fé  la  morte  non  glie  ne  havelfe  interrotto  il  difegno. /(/.pù/;». 
Vide  mi  Angele,  così  egli  fcrJtfe  in  fentimenti  alti,-  e  divini  ad  Angelo  Po- 
liziano *  d  cui  egli  dedicato  haveva  il  libro  de  Ènte,  &  Uno,  quainosin- 
fania  terieat.  Amare  Deiim,  dum  fumusin  corpote,  plus  poHlimus  ,  „ 
quàm  vel  eloqui,  vel  cognofcere  :  amando  {)lus  nobis  proficimus  ,  mi-  „ 
nus  laboramus ,  illi  magis  obrequimur  :  malumus  tameri  femper  per  ,, 
cognitionemtiuriquam invenire,  quod quajrimus ,  quim  amando pofli-  „ 
dereid,  quod  non  amando  fruftra  etiami  inveniretur,  „  ripetendo  egli  „ 
fpeflbqueftepatoìe,  che  fpeflb  proferiva  ancóra  Sari  FranVefco,  Tantum 
fcitbomót  quantum  operatur ,  Onde  TAutore  della  di  lui  vita  degnamente 
conchiude  i  „  Adeò  in  Deum  exarfifle  illuni  meminij  ut  cum  Ferrarise  ,j 
in  pomario  quodam  adChrifti  amore  coUoqùenteslongis  fpatiaremur  „ 
ambulacrìs,  inejufmodiverbaproruperit:  Tibì  hxc  dixerim  inarcanis  ,•, 
recondito,  opes,  qua:  mihi  reliqua:  funt,  abfolutis,  confummatifque  „ 
elitcubrationibus  quibufdam,  egenis  elargiar,  &  Crucifìxo  municus  ,  » 
exertis,  nudatifquepedibtisorbem  peragrans  per  Caftella,  perUrbes  „ 
Chriftum  pr^edicabo .  „  Così  Giovanni  Francelcó  Pico  nepote  di  Gio-  „ 
vanni  Pico .  Sentimenti  veramente  degni  di  chi  eflendo  appoggiato  al  fom- 
mo  della  vera  fcienza  ,  poggia  nel  medefimo  tempo  al  fomnlo  della  ve- 
ra intelligenza ,  percui  apprendefi  infulfiftente,  e  fterìle  ógni  qualunque 
humana  contentezza,  quand'ella  non  venga  oda  Dio,-  ò  non  polì  in  Dio  . 
Infdix  [b]  homo,  qui fcit omnia,  efclamò  Sant'Agoftino ,  te  autem  j,  b^^^^'/'^M"»- 
nefcit:  beatus  autem,  qui  te  fcit,  etiam  fi  illa  nefciat.  Nonne  Deus  ,> 
meus  l  e  ]  non  tantum  bonus ,  fed  ipfum  bonum  ?  Soggiunge  di  Gio-  «  t  ii>id.i.7.c.3. 
vanni  Pico  l'Annalifta  .  „  [d]  Dum  nimiiim  ditferebat  pium  confi-  „  J  'fi^]'„f„"e''J^'*' 
lium  (  cioè  di  fcorrere  predicando  Chrifto  pe'l  mondo  }  adexitum 
perducere,  proximo  anno  millefimo  quatercentefimo  nonagefimo 
quarto  ,  aetatis  trigefimo  fecundo  ì  Florentise  ,  cum  prius  voviflet 
Prafdicatorum  familiam  ingredi  ,  piiflimè  obiit  :  ferturque  poft  „ 
mortem  ignibus  vallatum  apparuiffe  ,  quòd  irt  Purgatorio  pcenas  ,f 
daret  ob  ingrati  animi  vitium  ,  quòd  ingences  natura  dotes  peni-  „• 
tùs  Chrifto  non  confecralTet ,  feque  p\orum  precibus  commendaffe .  3^ 
Così  egli. 

Di  Alelfartdro  Sefto  dicefi ,  [e]  che  richiedo  da  alcuni  Popoli,  nelle  p  ^pud  bmm. 
cui  remoni  penuriavafidivino,  di  iitó>ter  confumare  il  Sacrificio  fenza  F'*^'*'»^"^'"^'^''' 

.T"         "^  il-       {•        -.-        Il         •    I  •    n       ì-r^       r  \       I  •     .,-,  CaliJnnie  appo* 

elio,  eglirtchnalte  alla  richieltadirpenla;  ma  che  portato  in  Congrega-  de  à  quefto  i^o-.- 
zione  1  affare ,  contro  il  fcntimento  Pontificio  fi  rifolvefle  con  negativa  Jj^^^^y  *  ^**^*'  '*' 
rifpoflia,  elfendo  che  da'Papi  difpenfar  non  puollì  nelle  cofe  effenziali 
de'Sacramenti  *  Mi  d'onde  il  Fumo  raccoglieffe  tal  vaniti  ,  né  i  noi 
apparifce,  nèilui;  onde  meraviglia  non  è,  che  ne  vada  in  fumo  anco- 
ra la  credenza.  i£quc  incertum  eft,  dice  di  lui  il  Natale,  quod  ex  ,> 
vagis  rumoribus refert  BartholomscusPumus  in  Summa,  Alexandrum  „ 
Sextum  voluifle  difpenfare  quibufdam  petentibus  ,  ut  fine  vino  con-  „ 
ficeretur  Euchariftia  in  locis,  ubi  non  poteil  vinum  haberi  ;  Se  fuif-  „  ThÌ'!D^!&'M:'. 
fc  declaratum  ,  quòd  non  poterat ,   quia  in  iis  quce  funt  efientialia  „  rai.deSacr.Euj,. 
Sacramentis,  Summus  Pontifex  difpenfare  non  potell.  Così  [f]  egli.  „  Ti^wf^T^tS 
.:  r  P    2  Vaniti, 


3t 


Alessan-        z%2  Secolo  XK 

DRO  VI»  Vanità  ,  e  commenti  di  falfificatori  de'  Pontificii  Diplomi  ,  de'qua*' 
li  fu  molto  abondante  quefto  Secolo,  come  veniam  pur'hora di riferi-; 
re  nel  Pontificato  decorfo  di  Innocenzo  Ottavo ,  allor  quando  fé  né 
viddero  vagar  molti  per  la  Europa  ,  doppii  menzogneri  di  facrileghc 
invenzioni,  e  rei  convinti  di  falfificate  fcritture. 


Fme  del  Secolo  Decìmoquinto 


SE' 


%%9 

SECOLO     XVL 

co  N  T  I  E  N  E  ^ 

LI    PONTIFICATI 

DI 

^    ir 

Pio  IH,  Giulio  IL,  Leone  X.  ,Hadria- 
no  VI.,  Clemente  VII.,  Paolo  III, 
Giulio  IH,  Marcello  II.,Paolo  IV., 
PioIV.,Pio  V.,  Gregorio  XlII.jSi- 
fto  V. ,  Urbano  VII.  ,  Gregorio 
XIV. ,  Innocenzo  IX. ,  e  Clemen- 
te VII! 

E 

1/     H    E    R    E    S    I    E 

Di  Lutero ,  di  Zuvinglio ,  di  Calvino ,  e  de'Ioro 

molti  fèguaci,  degli  Anti-Trinitarii,  eie 

propofizioni  di  Michel  Bajo. 


Tornir.  p   j  cur 


^30 


Cur  pojl  quadringentes annos  docere  nos  n'iteri s  , 

quodanfenefci'vimtis?  Cur  profers  in  me* 

dium  y  quod  Petrus  y  Cf  Paulus  edere 

noluerunt  ?  ^fq^^  ^d  hanc  diem 

pnehMdoBrinamunius 

Chrifiiantis  fuit. 

S.  Hier  de  error.  Origenis  ad  Pamm. ,  &  Oceati. 

epift.  65. 


SECO- 


SECOLO     DEC  IMOSESTO  . 
CAPITOLO    I. 

Pio  Terzo  Senefe  ,  creato  Pouteficeliij . 
Settembre  1J03. 

Giulio  Secondo  di  Savona,  creato  Pontefice  il  r. 

Novembre  1505. 

"Bre^ve  Pontificato  di  PloTenOé  Qualità ^  tra^er/ie y  e  difefa 
del  Pontificato  di  Giulio  Secondo .  Con'vocazione  del  Conci* 
Ho  Generale  Lateranenfe  quinto  :  fua  "Botta  condannatoria 
V  elezioni  Simoniache  de  Pontefici .  Altre  fiie  operazioni 
contro  gli  Heretici .  Hermanno  2{i^jjuich  ,  Jks  Herefie  ^  0 
morte . 


Giulio  II« 


JusTertiui  [a"]  ex  ulcere  crurit  ^  ex  quo  dm  laboraverae i 
trige/lmo  poji  creationem  die  dece [J^t ,  tiibtlo  rerum  ab  fé 
gejio,  quAs  maximo  animo  c6nceperat\  nam  &  Eccle- 
ftam  B^manam  reformare  i  Concilium  celebrurey  ac  in  Tur- 
casproficifcif  ^punculi  [b]  imitatione  Jiatuerat .  Così 
Raffaele  Volaterrano  di  Pio  Terzo.Mà  il  Siicceflbre,ch' 
hebbe  più  durevole  il  Pontificato,  riconobbefi  ancora 
più  obligato  alla  efaltazione  ài  elto,  &  à  compenfare 
con  le  virtù  proprie  alli  difetti  del  tempo  del  fuo  Anteceflbre  ;  ed  egli  fu  Giu- 
lio Secondo ,  Ecclcfiaftico,  culus  virtm  in  adverfìs  irritari  [c]poterat3non  ener- 
variie  quale,  come  defcriilelo  il  Bizarro,[(f]re  havefle  havuto  à  cozzar  con  le 
cenfure  contro  gli  Heretici ,  com'egli  hebbe  à  cozzar  con  le  armi  contro 
i  Cattolici,  concordemente  haverebbe  riportata  la  lode,  non  di  cuor  fe- 
roce, &  iracondo,  comechiamollo[e]il  Pallavicino,  mi  dotato  di  egual 
generofiti,  [f]  e  divozione,  come  avantiil  Pallavicino  encomioUo  quel 
feveriffimoCenforedituttiliPerfonaggi,  e  maflìmamente  de'Pontefici  , 
ilGuicciardino.  Conciolìacofache  nelle  note  difcordie  tra  eflb,  e  il  Rè 
Luigi  Duodecimo  di  Francia ,  egli  al  Conciliabolo  adunato  in  Pifa  da  pa- 
recchi Cardinali  eccitati  dall'ambizione  del  Pontificato ,  &  adherenti  al 
Franeefe,oppore,come  un  Forte,  che  lo  dominaffe,  e  lo  battefle,  un'altro 
Concilio  intimato  [g]  ioLaterano,  chepoifi  profeguì,  e  terminò  fotto  il 
Succefìbre  Leone  Decimo ,  nella  cui  apertura  egli  con  rifoJuzione  invitta  , 
e  coftante  fottopofe  all'interdetto,  ad  eccezione  della  Bretagna  divota 
alla  Sede  Romana,  tutta  la  Francia ,  proptereà  quia ,  [h]  dice  Paris  de  Graf- 

P    4  fis 


a  T^ph. 
az. 


VoUttyJ. 


Breve  Pontificato 
di  Pio  ni. 
b  Pio  II. 


Elo^ii  di  Giulio 
IL,  e  difefa  della 
fila  condotta  au- 
ilera,  e  guerriera. 
e  Ciacc.ittlalio  li, 

d  Biiar.inHiftor, 
latin  enfi  » 


e  Fallaio.Comc.-l.dì 
Trento  l.l.c.i.n.s. 
f  GmciÌArd,  i'  <  '• 


g  xAnn.iSii^ 


h  Pdrìs  de  Crafjìs 
in  Diariis  rn,  t,  to. 


Giulio  II.        ^^£  Secolo  XV L 

fis  Maeftro  di  Ccremonie  Pontifìcio  ne'fiioi  Diarii  manofcritti  degli  atti 
:k  Uem Parli 'tfi'.d  Coiicilloriali ,  QÙiìVonù^ciìi  Cardindcs hisreticos y  &  fahifmaticos  fove- 
jjj«.rfSB.r5i2.«.  ^^j.  vibròfcommunicacontro[^]ilRè,  e  fulminò  le  cenfurel^]  contro 
h'^^^pitdT^jn.an,  Ii condotticH  dcl Rcgio  Efcrcico,  chehollilmentehavevano  invafo  il  Ter- 
^r°c1'rrure    toft  ntOHo  di  Bologna  j.  &il  W  Carriere  giunge  iìn'ddire,  J«//«j  Secundusin- 
chrondogUm  Pm-  dulgenùam  coucedit cuìvìs  Francum  enecanti:  ma  dell'aflbrzione  non  rinve- 
%Z7l^^u°affca]  nendofi  altro  Autore,  cheefTo,  preffo  lui  rimanga  ancora  la  fede  di  una 
rn  <s.,ii,,i,4,'  '     Indulgenza  non  mai  pratticatada'Pontefìci,  e  non  mai  alterità  da  altri  Scrit- 
tori .  Mi  fé  Giulio  col  flagello  delle  paterne  Cenfure  accorfe  alla  emenda 
del  prevaricato  Regnante,  non  così  quel  Regio  Principe  moftrò  come  fi- 
glio di  gradirne  il  zelo  ;  anzi  che  precipitando  in  rifentimenti  improprii  di 
vendette ,  malamente  ftimò  giuflifìcar  le  fue  azioni  con  il  difcredìto  del  Pa- 
dre .  Conciofìacofache  richiamati  alla  Corte  di  Parigi  tutti  gli  Ecclefiaftici 
Francefi,  cherifedevanoinRoma,  li  fece  prima  adunare  con  il  Clero  di 
d  me  refert  Bel  qucl  Reguo  Ìli  Odcans ,  e  poi  in  Tours ,  d'onde  effi  emanarono  otto  [d]  ar- 
%'7rHnvAr"kT(^.  ticoH ,  alcuni  contto  iapotefti  Poutifìcia ,  altri  contro  le  ragioni ,  che  dal 
,xn.  ijio.».2o.       Pontefice  fi  allegavano  in  difefa  delle  fue  armi .  Mi  appreflfo  il  Chriftianefì- 
mocjuefti  articoli  hebbero  quel  credito,  che  haver  potrebbe  una  fentenza 
proferita  da  Giudice  incompetente  di  foro ,  &  intcrelTato  conia  parte .  Il 
e  Paris  de  Gntf/is  Cardinal  [e]  di  Nantes  né  à  Regio  invito,  né  i  Regie  minaccie,  volle  giam- 
row.4.f /.5.70,       ^^i  partirli  da  Roma ,  cioè  dall'affiftenza  del  Pontefice,  8c  amò  meglio.foc- 
combére  allo  fdegnodelRé,  &  alla  perdita  delle  prebenda  da  lui  godute 
nella  Francia ,  che  abbandonar  la  caufa  del  Capo  della  Chiefa ,  nel  cui  icor- 
po  elfo  riconofcevafi  membro  così  cofpicuo,  e  neceffario . 

Per  le  quali  cofe,  che  veniam  pur  hora  di  dire ,  non  potè  non  rifen- 
tirfi  tutto  il  communede'fedeli  con  ifcandalofiiiìmo  fcifma,  in  cui  quello 
t'ùpiiifenfibilmente  invertito,  che  più  in  alto  fi  ergeva  nella  contradizio- 
ne delle  parti.  Onde  da'malevolifùdilacerato  il  nome  di  Giulio  con  pun- 
gentiflimi  ditterii,  di  perturbatore  del  Chrirtianefimo ,  di  eccitatore  di 
guerre,  e  di  perverfoamminiftratore  di  quella  divina  Dignità,  che  render 
lo  doveva  tutto  à  tutti,  come  coftituito  in  grado  di  fantitàfuperiorei 
tutti.  Ma  chi  è  si  perfetto,  che  nelle  azioni  humane,  e  fpecialmente  in 
quelle,  che  non  fi  fanno  fenz'ardore,  ,e  fenza  impeto,  fi  contenga  dentro 
h  confini  di  perfettiflima  regola?  Giulio  intraprefe  giultiifime  guerre,  efc 
nelle  guerre  trafcorfe  in  qualche  eccello  militare ,  fii  effetto  di  bile  ragione- 
volmente accefa,  eriprenfibilefoltanto,  quanto  riprenfibili  fono  quelle 
indifcrete  penitenze,  chetalorfiufanoincaitigo  del  corpo  anche  da'Santi. 
fBf//4w.^i?p<,ff- Poiché  nel  rimanente,  Admonitos  [f]  Z,et?ore'^ej(féj?o/o,  dice  il  Bellarmino 
^^fic-J,T'uLpcr^-  in  quello  ifleflopropofito,  Bfimams  Tontifices  ,  qui  fimul  etiam  Trincipes 
nùHic.n,  fnnitemporales non contemnendi Imperili  non  minus  ex  officio obligari  ad  ca 

confervanda,  qux  Sedis  ^Apojidicx ,  five  Ecclcfta  [{ornante  funt  ^  quàm  Trin- 
cipes cateros:  qaare,  quemadmodum  I{eges  ,  0"  Trincipes  [upremi  cateri 
prò  defenjtone regnorum  fuorum,  ftpe  ditionum  aliarum  bella  gererepcfjunt, 
&dehent;  &  fiadea  defendend-i  confeeder at ione  cum  aliis  Trinctpibus  opus 
habcnt ,  jure  pofiuntcnm  focus  Trincipibus  fosdus  mire ,  &  conjuntiisviribus 
hojiern  populfire ,  quando  jufiam  belli  gerendi  caufam  habcnt  :  fic  etiam, 
Bimani  Tontifces  y  qua  Trine tpe s  fuprerni  funi  y  ornni  jure  pofunt,  &■  de^ 
hent  popidos  fibi  ere  dito  s  armis  protegere ,  &  fires  ita  pofiulet,  adverfus 
ho/ics  belUgererej  uec  nonadaiixilium  ^  vel  belli  foùetatem  Trincipes  alios 


Capitolo  L  '.  2,55       Giulio  IL 

e'Pùcare.  1{eque  primus  fuit  Julius  Secundus  y  qui  prò  recuperandis  Ecclefìne 
Romanie  Trovincits  bella  geffit:,  vel  snm  magnis  Trine ipibusfcedus  percuffìt; 
nam  Tìhs  Secundus  multò  ante  exercitum  armatum  ìjabuit  y  &  bella  cumho- 
ftibiis  ctm  laude  geffit ,  ut  'ì^auclcrus ,  &  Tlatina  referunt  ;  &  ante  Vii  Se- 
cundi  tempora  Innocemius  Sextus  vir  prudentia  ,  &  T^ita  innoccntia  clarus 
per  Legatumfuum  ^Ibernotium  Cardinalem  Ecclejtafllcam  ditionem  à  Tiran- 
nis  diverfts  occupatam  felicifjimè  armis  recuperava  j  ut  fcribum  iidem  J^an- 
clerus,  &  Tlatina  ,  multique  alii  Hijiorici .  Ciemens  Quartus  y  qui  Innocen- 
mm  Sextum  ?nultis  annts  pr<i£cejjìt  ,  &  Tontifex  Sandus  efl  habitus.  Caro- 
lum  ^ndcgavenfem  Ducem ,  S.Ludovici  {{egis  Frane  or  um  Fratreniy  è  Galliis 
evocavit  ,  ut  Manfredum  Tyrannum  è  B^egno  l^apolitano  ,  quod  e[t  Eccle- 
fta  limante  feudum  ,  armis  expelleret  y  ipfumque  Carolum  I{egem  infiituity 
impofita  quadraginta  millia  aureorum  pendone  quotannis  folvenda  in  reco- 
gnitionem  feudi  :  tejies  funi  au^lores  iidem  ,  &  alii ,  qnos  ipft  citant .  Sei 
ante  Imc  tempora  Leo  IX.  Tontifex  non  folàm  vitx  probnate  ,  fed  etiam  dt- 
ifinis  miraculis  clarus  ,  atque  adeo  in  San6iorum  numerum  relatus ,  adver- 
fus  T^orthmannos  pra  Beneventa^.a  Civitate  recuperanda  prafens  ipfe  in 
exercitu  armis  decertavit  ;  ut  Hermannus  ContraÙus  in  Chronico  ,  Ò"  Leo 
[a]  Ojiienfts  tejies  funt:  ubi  illud  memorabile  accidit;  Quòd ,  cumTontifex  a  Le»  oifn»/!/''^ 
d  T^orthmannis  viàusy  &  captus  fui(iet ,  ea  [ubmiffione  ,  &  reverentia  vi-  có!^s^!""'"'''^' 
Uores  erga  vi6Ìum  ufi  funty  ut  Tontifex  vi&us  ,  &  captus  vióìoribus  impe- 
rare y  ac  laminari  videretur  .  Torrò  Leo  IF,  Tontifex  plus  ducentis  annis 
Leone  IX.  antiquior  ,  vir  fan8i[Jìmus  ,  &  miraculis  clarus  ,  tefle  ^naftafio 
in  ejus  vita  ,  exercitum  duxit  adverfus  Saracenos  ,  qui  ad  oììia  Tyberina 
cum  ingenti  clajfe  appulfiy  B^ornanam  urbem  capere  ,  &  [pollare  cupiebant; 
C^  oratione  pramifìa  ad  Deum  ,  c^  exercitu  J^pojìolica  benedi£ìione  munita 
memorabtlem'viSioriam  reportavit.  Omitto  confaderationem  Zachari^y  Ste- 
pbani  Secundi ,  Hadriani ,  Leonis  Tcrtii ,  aliorumque  Tontificum  cum  F^gi- 
bus  Francorum  prò  recuperatione  ,  &  defenfione  Trovinciarum  ,  &  Civita- 
tum  ,  qui^e  ad  B^omanam  Eccle ftam  pertinebant ,   adverfus  Longobardos  y   &  ..   . 

GriUcos:  omitto  etiam  forti/Jimos  MachabaoSy  qui  &  fummi  Sacerdotcs  ,  Ó* 
Trincipes  eranty  <&  prò  patria  defenfione  gravifjìma  bella  gè jìerunt  :  omitto 
denique  Moyfis  Tontificisy  &  Trincipis  fapientiffimi  y  qui  adverfus  ^Amor- 
rhxosy  aliofque  populi  fui  perturbatores  armis  decertare  non  dubitavit .  Hos 
igitur  cLuiffìmos  ,  facrofque  v ir os  Julius  Secundus  imitatus  ,  eorumque  vir- 
intera  ,  &  diligentiam  amidatus  ,  partim  armis  propriis  ,  partim  auxilio 
fcederatorum  Begum  Ecclcfiajìicam  ditionem  fere  totam  amifìam  magno  labo- 
re recuperavi»  :  quod  factum  qui  reprehendere  voluerit  y  oportebit  etiam  t  ■'^' .'■.'-..", 
ut  indufiriam  ,  c^  virtutem  San6lorum  Tontificum  ,  addo  etiam  Machab^eo- 
rum  y  à^  ipfius  Moyfis  virtutem  bcllicam  reprehendat .  Così  egli  in  difefa  di 
Giulio:  al  quale  avvenne  ciò  ,  che  avvenir fuole  al prattico Piloto ,  che 
nel  contrailo  di  un  vento  prevedendo  il  forgimento  impetuofo  dell' altroj 
più  teme  del  futuro,  di  quello  che  fi  fgomenti  del  prefente .  Concioiìaco- 
fache  dalla  fluttuazione  di  tutto  il  Chriltianefimo ,  dalla  difpofizione  avver- 
sa al  Pontificato  Roncano,  e  da' clamori  degli  appafiìonati  fcifmatici,  che 
bifognofi  elfi  di  ritorma ,  ad  alte  voci  la  richiedevano  per  altri,  bencom^ 
prefe  il  faggio  Pontefice,  chedatalfiftemadimondo,  altro  afpettar  non  fi 
poteva,  che  un  horribile  terremoto,  che  ne  fcoteffe  quafi  da' fondamenti  2^1^,/f'!^  ^^"fjji 
h  Chiefa  ;  come  con  inùufio  prefagio  egli  anniinzionne  [  ^  ]  l' evento  ai  Pa-  rh.e  luuii  u'a,  ^'. 

da     ^•-' 


9 


Giulio  IL       2.34  Secolo    XVI. 

dri  congregati  nel  LateranO»  e  come  al  prefagio  còrrifpofcpoi  ravvenimen" 
toconlaHerefia^  che  fopraggiunfe ,  di  Lutero. 
ftit*u"ioÌ^''*  Co-      ivià  fc  non  hebbe  tempo  Giulio  di  poterfi^  opporre  all'Herefie  preveda- 
troi simoniache"  te,  fervifli  però  bene  di|qucì  tempo,  ch'egli  hebbe,  nella  oppofizionc 
tionnli^drf^/r''"  ^^^  ^^^^  alle  prefenti ,  che  vagavano  in  quella  età.  Appena  falito  al  Tro- 
gioria  della  Fede!  no  4  fentcndofi  egli  ferir  le  orecchia  da'fcandali  per  l' addietro  fucceduti 
nella  creazione  di  AleiTandro  Sefto,  pofe  tutta  la  fua  più  feria  applicazio- 
ne i  liberar  laSede  Apofloiica  dalle  dcteftande  corruttele  degli  ambiziofi  ; 
e  perfuafo ,  eh'  effo  invano  haverebbe  procacciata  con  le  armi  di  ferro  gran- 
dezza di  ttato ,  e  ricuperazione  di  ufurpate  Città ,  fé  non  accorreva  in  primo 
luogo  alla  difefa  della  eccelfa  Sede  Romana  invafa  ne' Conclavi  dalle  armi 
/«S/fr/r'"'''^*^^^^^  de' Simoniaci  pretendenti,  emanò  una  terribiliiiìma  \j]  Coftitu. 
4»»'iW.       *  ^'  zione  contro  efii ,  dichiarando  reo  harefìs  Simoniaca  chiunque  quello  foife 
che  per  l' avvenire  fopra  i  gradini  della  Simoniaair altezza afcendeflfe  dell* 
Apoftolico  foglio ,  liberando  i  Romani  dal  giuramento  preftata ,  e  condan- 
nando a  feveriffime  pene  i  promotori ,  e  fautori  di  un  tal  Diabolico  atten- 
tato, con  parole,  ognicuiletterafpirazeloinfieme,  eterrore,  divenuto 
altrettanto  più  formidabile,  eforprcndente,  allor  quando  indi  àfetteanni 
b  Tn  aais  cmcH.  egli  cGiifermonne  [  ^  ]  il  valore  col  confentimento  eziandio  di  tutti  lì  Padri 
''ter.fejf.s.       congregati  nel  Laterano .  Se  per  la  indennità  della  Fede  così  giuftamente  fe- 
vero  diportoHì  Giulio  negli  affari  domeftici  della  Chiefa  Romana ,  molto 
più  terribile  furfe  contro  li  Veneziani,  &  i  Tiranni  di  Bologna ,  che  dalle 
ìuffn'crlfiiiZ'  r^foi^^io"^  Pontificie  appellando  al  Concilio  futuro ,  fiirono  con  pronta  [e] 
22.1,.  lyjp.''"^'  Bolla  confermatoria  di  quella  di  Pio  Secondo,  [rfjanathematizzati  come 
ii^nill^'^^'^f  Scifmatici,  e  rcfciili  dal  Corpo  della  Chiefa .  Da  Ferdinando  di  Aragona, 
ISO.  '  "'"''^  ^''^'  che  dalla  beneficenza  di  lui  havcva  ottenuta  la  inveftitura  del  Regno  di 
e^pt!dT{ajn.an.  NapoH ,  richicfe  ucl  [  ^  1  fohto  giuramento  unafpecialeprotefta  di  non  far 
mai  lega  conHeretici;  &  ad  Achille  deGraflis  Velcovo  di  Citta  di  Ca- 
ftello,  che  poi  in  altro  tempo  dal  medefimo  Giulio  fu  promoflb  al  Cardi- 
f  Paris  de  Grafsù  "alato ,  impofe  ogui  fevcta  [/]  accuratezza  contro  i  fofpetti  diHeretica 
»,.  s.pag.  402.      pravità,  allorquando  egU  mandollofuo  Legato  ne' Svizzeri,  dove  prelfo 
Berna  egli  fece  ardere  vivi  nel  fuoco  alcuni  Religiofi,  che  per  infiniTare 
negli  animi  del  popolo  fentimenti  contrarii  alla  Immacolata  [^]  Conce- 
ìff/r'ì^ì'maTiZl  zione  della  Vergine  Madre  di  Dio ,  fervivanfi  di  magici  irìcantefimi  ^  edi 
c^rrezhne  vedi  in  Diabolici  infegnamcnti .  Racconta  il  fuccelTo  [h]ì\  Bafelio ,  e  Noi  da  lui  ne 
cì/h'.di'Jiili'andTo  traremo  ilfenfo,  eie  parole;  [i]  Eodem  amo  pridie  Kal/junii  apud  Ber- 
P^-    ,    r,  r  ,■    nam  in  Hehetia  auatuor  S.  Dominici  conventus   ibidem   Fratres  t   Vriory 
■/Hadd-.t.  anmìci.  Lettor  ,  Snbpnor ,  &  Cufios  capti ,  per  tonuram  exammati ,  degradati  , 
&  Triti  inchrcn.  ad  igìiefa  condtmnati  ,    miferahiliter  funt  combufii ,  propter  quafdam  dolo- 
tXrtoTjo^»      fas  i  falfas  y  unpias .  &  diabolicas  machinationes  ,  quas  in  odium  Immacii- 
latiffima   yirginis   Maria   Coriceptionis   occafìonaliter    exeogitarunt  ;    nam 
qnev.iam  ftmplìcemy  &  jujiura  tdtotarn  juperjiitiofts  quibujdam  incantatio- 
nibiii  Diaboli  arte  dementarunt  y  ae  plmima  tam  in  Sacrofan£Ì£  Euehariftue 
Sacramemo  ,    quàm  fctdptis   imaginibus  tentaverunt  ;   quemadmodum  fere 
faBa  eorimdem  hisrefiarcharum  in  lacfm  fmt  imprejj'a .  Tandem  -però  ad  in- 
jiantiam  Bernenfium  Ayv.zo  Lauf^inenfìs  Epifeopits  loci  Ordinarius  mquifìtio- 
nem  cantra  eos  fecit  ,    quo  adjìante  una  cura  Matthao-  Valejìano  Vontifice^ 
nAchìlles  Caflelli  Epifcopus,  &  ^poJìolic^Sedis  Legatus  ad  hoc àVapa Julia 
fpecialiHr  mijjus ,  ab  omni  grada ^  &  privilegio  Clericali  depofnos  2^.  die 

me  a- 


m»rce 
MermanBo  Ri£« 
fuich . 

b  Bernard.  Ltit' 
&  Pra> 


Capìtolo   I,  ^^5        Giulio II. 

wenfts  M^jipoteflati  tradidit  faculariy  atque  dehinc  ultima  die  cjufdem  menftSy 
igne  (ut  haYetict)funt  incinerati  in  prato  trans  ^rarium  Fhvium ,  prafentibus 
ibidem  atriufquefexm  condiiionìsmuliis  hcminum  milUbus .  Così  egli .  Ma  alla 
difefa  de'  Domenicani,  &  al  fofìentamento  della  verità  prontamente  accor- 
re l'invitto  Cafalas,[  a  ]  che  con  evidenti  ragioni  rigetta  la  favolofa,e  fraudo-  3  /».  cafaUn-,,  n. 
lentcmvo(ÌLir&yExfcripJìr>bancfabeilam , die' egli > Spondtnus ex Fraddm?o,  Tl/n'^Jj'L^Ì.Zi^ 
yyaddmgus  ex  ^ngleno ,  cr  Surw ,  hi  ex  Bajelio  monacho  Hirfaugienjt ,  qui  ap»  &ft^.  — . 
fendicem decem y  & o6io annorum  aa]unxit'h{auclero  adeò  inac curate,  utnec 
'^^auclerum  cxpHrgarit  ab  interpolationibus  Melan6lhonis,  qui  mille  ineptias, 
tefte  Spandano ,  immifcttit ,  homo  bareticus ,  Bafelim  ex  Urifhemio .  Rie  autem 
unde  excepit  f*  mutuatsis  efi  ab  Elc^therio  Bi'^eno ,  feu  ?\eucleno  (  autore  difcre- 
ditatiifimo  >  ed  inimico  aperto  de'  Domenicani  )  ^u5Ì9ritaqueflropb£  T{eu- 
clenus,  &primus  propalatori  amicijjìmus  ejus  Erafmus  in  colloquio  ilio  ab  Ec- 
clefia  confixo ,  quod  tnfcribìtur  Exequia;  Seraphicae  :  e  qui  a  lungo  egli  fi  ftende 
in  prove  incontraftabili  di  rivelata  malignità . 

Ma  peggio  del  fuoco  meritò  Hermanno  Rifliiich ,  che  peggio  di  ogni  Herefiè ,  t 
qualunque  Heretico  vomitò  beilemmie  horribili dalla fua  bocca.  Eglifiì  }?'       ' 
Fiammengo  di  Nazione  >  e  per  quelle  Provincie  [b]  non  tanto  infinuava,  "" 
«JUanto  pompa  faceva  di  quefti  Diabolici  infegnamenti  :  Vrimò  Angelos  à  Deo  ^f»»*»'.? , 
crcatos  non  effe .  Secundò  '^nìmamfimul  cum  corporc  interire .  Tertiò  nulluni  "''**'  '  '  ' 
efìe  Infemum .  Qjtartò  materiam ,  ex  qua  dementa  fa6lafunt ,  non  ejie  à  Deofa- 
éìam  yfed  ipft  coaternam .  QjtintòChriflfimfuiJìefiultum,  &(tmplicem,  pban- 
tafiicum  y  acfedu£lorem  hominem  ;  damnajje  univerfum  mmdum ,  &  neminem 
falvalje.  SextòqujecumqueChrifiusgeffìt,  hnmano generi  y  &  retia  rationi  effe 
emnino contraria:  proindeque ipfum  Omnipotentis  Dei  Ftlium  non  eJIe,  Sextò 
Mofsn  à  Deo  modo  vifìbili  Lcgem  non  accepifie ,  necfacie  adfaciem  cum  eo  locu- 
tum . Odiavo fidem  nofìram fabula fam effe,fatHam  Scripturamy  fi£la  Biblia,  de- 
lirum  Evangelium ,  ,7v(pwò  Evangeliumfalfum  effe ,  quòd ,  qui potuit creare  mun- 
dum  fine  Ine arnat ione,  eundem  quoque  falvare  fine  Incarnatione jpotuerit ,  Così 
egli.  Al  tuono  borrendo  di  quefte  facrileghepropofizioni  h  commoffero 
gì' Inquifitori  di  quelle  Provincie,  e  ne  racchiufero  [e]  il  reo  in  perpetuo  c^nntt^f^. 
carcere ,  per  feppellir  con  l' appellato  la  pefte  di  fomigliante  malore .  Mi  il 
Diavolo ,  che  lo  condufle  al  precipizio ,  lo  eftralTe  ancora  con  inopinata  fu- 
ga dal  carcere  per  farlo  giungere  in  quefto  mondo  nella  voragine  del  fuoco , 
in  cui  fu  arfo  vivo  nell'  Haya ,  e  pafTar  quindi  a  quella  dell'  eterno ,  da  lui  (in 
al  fine  meritato  per  le  fue  efecrande  beftemmie .  Poiché  fi  riferifce ,  che  le- 
gato al  palo,  fi  rivolgefle  allegro  a' circoftanti,  e.  Se Chriflianum y  dicefle, 
natttmejìey  fedjamd  Chrifliantfmo  defciviffe ,  quòd  Chrifiianos  omnes  amentif- 
fìmosJHdicaret.  Cosidapazzo,  eh' egli  era,  diife morendo ,  difperatopiù 
torto,  che  Heretico. 


C  A- 


Leone  X. 


^  5  (j  Secolo  xry. 

CAPITOLO    IL 

Leone  Decimo  Fiorentino,  creato  Pontefice 

li  II.  Marzo  1513. 


Cor  Co ,  e  terminazione  del  Concilio  Lateranenfe  ^into ,  Frag'^ 
matte  A  Sanzione  ^  fua  origine  ,  &*  aholimento  .  Concor"' 
dati  tra  la  Sede  Apoftolka ,  e  la  Francia .  Oferazjoni  di  Leo-^ 
ne  contro  gli  Huffiti .  Sne  egregie  qtialita .  Origine  della  /7(?- 
refta  di  Lutero ,  fm  corfo ,  condanne ,  e  bandi .  patita ,  &. 
Hercjte  di  Eraìmo^  Hutten^  Zwvinglio^  Carlo/ìadioy  e  Me^-. 
lanBhcne .  Oppoftzione  ad  effe  del  Cardinal  Gaetano ,  delì/{ 
Echio ,  del  Fabri ,  del  Cat arino ,  e  di  altri  molti  Cattolici  y- 
e  loro  note-,  e  degne  qualità ,  "Bolle  di  Leone  in  condanna^- 
z^ione  di  Lutero ,  Dieta  di  Formati^ ,  e  ^ando  Imperiale  con-, 
tro  lui ,  Condotta  del  Pontefice  su  quefto  affare.  Libro  di 
fJenricoOtta'Vod' Inghilterra  de  SeptcmS^cr^mcntis» 
e  Titolo  a  lui  conceduto  dal  Papa  di  Difenfor  della  Fede .; 
Tu^inglio  pfue  qualità ,  &*  Herefie  •  Morte  del  Pontefice . 

Obilitò  Leone  il  fiio  ingreffo  nel  Pontificato  con  il profegui- 
mento  del  Concilio  Lateranenfe  Quinto,  e  Decimo  ottavo 
Ecumenico,  [4  ]  aperto  gii  dal  fnoAntecefìbre,  chelalciò 
di  vivere,  terminata  la  Quinta  Seflìonc.  Afiiftevanoal  gran 
[  6  ]  CongrcfTo  fotto  la  Prefidenzadel  Pontefice  ortantacin- 
queVefcovi,  quattro  Generali  di  Religioni,  e  gli  Ambafcia- 
corfo ,  e  senioni  (Jori  à,i  quafi  tutti  li  Principi  del  Cliriftianefimo ,  fri  quali  (i  annumeravano 
fciifenfe  V  °  ^''  aucora  quelli  del  Rè  Luigi  XIL  di  Francia,  che  rinunciato  io  fcirma,e'l  Conr 
ciliabolodiPifajfi  era  finalmente  fottomeflb  alle  Pontificie  Decifioni,  non 
mcn  ravveduto  dalla  ragione ,  che  animato  ad  abbracciarla  dai  paterni  uffi- 
cii  del  nuovo  Pontefice ,  che  perfijafo  à  non  inafprire  li  principii  del  fiio  go- 
verno con  la  continuazione  de' paifati  rigori,  con  nuova  condotta  feppe 
ben  inclinare  alla  pietà  l'animo  ben  diCpoito  diquel  ChriftianifiìmoRe- 
f^nantt^s,  Le  cinque  Seilìpnifotto  Giulio  non  portarono  feco  notizie  rimar- 
cabili per  il  frofiro  racconto'.  Le  fette  poi  fotto  Leone  C\  aggitarono  iopra 
la  riforma  de' Chierici,  le  pretenzioni  de'  Regolari,  il  regolamento  de* 
Monti  di  Pietà,  el'  abolizione  della  Pragmatica  Sanzione,  ìa  cui  adequata 
cognizione  ci  pcrfuade  a  richiederne  da  più  alti  principii  l' origine . 
^  .  Ha- 


a  ^nn» t$lì, 

b  Lal/l/ètom,i4 
fui.  17 


^Capitolo  1 1,  2L^7        lì  ONE  X, 

Hàvendo  il  Conciliabolo  dì  Bafilea  molte, cofe  difpofto  fopia  la  ritor- 
ma de  Benefieii,  e  fopra  li  giudizii  delle  caiife  >  il  Rè  Carlo  Settimo  di     origine  óì\u 
Francia  adheren  te  a  qiie  Padri,  attento  a  procacciarfi  vantaggi,  allora  ì[ufu''einoìh" 
che  la  Chiefa,  fconvolto  l'ordine  delle  cofe  ,  travagliava  nella  divisone  i:niénto."'"'  °* 
dello  Scifma,  convocò  in  Bourges  nna  grande  Aflemblea  di  Ecclefiafticì 
Francefi,  nella  quale  fecondo  la  mente  de' Bafileenfì  fii  ftela[^]  una  Corti-  •»  7.0'V5«»m3S. 
tuzionein  ventitré  titoli,  che  (ìdiflb  Vragnutica Sanzione y  cioè  Coftitu- 
zioneriformatoria  di  alcuni,  da  effi  chiamati,  òabufì,  ò  inconvenieiizc. 
Ella  tutta  aggiravafi  nell'abolizione  delle  antiche  appellazioni  interpofte 
al  Papa,  e  nella prohibizione  di conterir  Prebende,  Abadie,  Vefcovadi, 
e  Commende  a  Perfone  non  nazionali  Francefi*  Eugenio  Quarto  che  allo- 
raregnava  i  altamente  [6]  rifentifll  di  una  tanta  innovazione:  ma  non  oftan-  \  ^f^^i^X^jn.an.. 
te  il  Pontificio  rifentimento,  per  venti  anni  ella  fìlte  alte  radici  nella  Fran-  '^'^■"'^^' 
dai  fin  tanto  che  Pio  Secondo,  che  già  in  (lato  privato  haveva  potente- 
mente impugnata  quefta  Tragmatica  Sanzione  nel  fuo  libro  de  Moribus 
Germdnorum,  aflunto  al  Pontificato ,  ne  ottenne  da  Luigi  Undecimo  la 
rjvocazione  nel  tenote ,  che  apprefl'o  fi  dirà ,  ma  che  fu  più  rodo  una  Regia 
condifcendenza  di  compiacere  al  Papa,  che  una rifoluta riprovazione  di 
«ffa.  In  quello  ftaco  di  cofe,  non  parendo  à  Giulio  Secondo  ben  faldata 
«na  tanta  piaga  ,  regnante  Luigi  Duodecimo  ne  intraprefe  coraggio- 
famente  la  cura  nel  Concilio  Lateranenfe  ,  nella  cui  quarta  Seliìone  egli 
volle,  cheinpnblicoConfetro  de'Padri  Cx  leggefle  la  rivocazionc  di  elfa, 
fatta  già,  come  fidifle,  da  Luigi  Undecimo,  per  difcender  quindi  al  De- 
creto Concihare  della  totale  abohzione.  Paris  de  Grafilsregiftraà  lungo 
ne  fuoi  Diadi  tal  fatto,  eNoidalui  ne  efponiamo  al  Lettore  il  racconto. 
Jtaque  DominUs  Thedra  Secret arius  Concilii  legit  litteras  patentes  olim  Lu- 
dovici {{egis  Francia  tempore  Vii  Sfcundi  faSias  ,  per  quas  ipfe  t{ex  ontnìnà 
abrenmtiabat  Tragmatìae  Sanzioni j  ut  iniquuii  &  injn(Ì£  ;  c^  fuit  ele?an- 
tiffimd  compofìtio  ,   qH£  omnibus  de  Synodo  noflra  pUcuit  tAm  tn  fententta^ 
quàm  in  o-^natu  :  qmbm  Uteris  le£iis  ,  Dominus  Melchior  Bartiffinus  J^leapo- 
titanus\4dvocatm  Conoiiorialis  ,  &  particularis  ^dpocatus  Concilit  ,   ac^ 
cepta  à  Tontifi^e  venta  dìcendi ,    accefjjt  (tmul  cum  Trocuratore  Fifcali  nort 
ad  pnlpitim  folitum  ,  quia  dixerunt  aliqui  Cardinales  ,   quòd  promotor  non 
debet  afcenderc  pulpitum  illud  ,  fed  accefkrmt  ad  pojìergale  Sedis  Epifcopo- 
rum  Cardhdiurliy  &  ibi  ambo  flantes  fuerunt;  tum  ipfe  Dominus  Melchior 
degantiffirriè  propofuit  detejlationem  Vragmmcon  San^tonis  omnino  toltcnda 
per  hoc  Sacruhii  ConctUum ,  &  quòd  Summus  Vontifex  cum  omnibus  Tatribtts 
ibi  exifientibus  cìccUraret  t    omnia  faBa  virtute  San6lionis  Tragmatiae  ari- 
imllarii  &  benefici^  per  illam  collata  non  bene  collata  efìe  y  imo  collatoresi 
&  omnes  adharentes  c.xcommunicari ,  &  cenfurisligariy  ac  fru£ius  benefìcio-    .  -" 
rum  ipforum  (te  collatorii/n  ex  nunc  applicari  expeditioni  cantra  Turcas  &c* 
quo  finiente  Dominus  Marianus  Cucinus  Trocurator  Fifcalts  ,   &  Concila  in- 
jlitit,  petens  omnia  per  ^dvocatum  propoftta  executioni  mandari ,  c^  Tori- 
tifex  nihil  ad  hocrejpondit?  fed  tunc  ego  j  &  nonprius,  juffi  omnes  exireex 
Concilio:  qui  quia  tarde,  &  vixexire  videbantur.  Tonti/ex  nutufa&ofuffìt, 
Jit  exirent:  &  fic  rem anentibus  tantum  Mithratis ,  &Oratortbusy  ac  Officia- 
libus  confuetis ,  Epifcopus  ^lexandrinus  ad  Tontificem  venit  ;  &  habita  hii- 
militer  dicendi venia,  afcendtt  pulpitum,  &  legit  cedulam  longam  fuper  ab* 
rogathnsTragman(;<^  San^ionìs  pr^di^a  f    &  riQnnulU  alia;   &  demqué 

indi- 


Leone  X.       ^^^  Secolo  XV 1. 

indìxit  quintam  SeJJionem  prò  die  Mer curii  ^  qujs  erit  Inter  prlmamy  &  fe^ 
cmdam  Dominicas  Qttadrageftm^  futura  .    Le6Ìa  ceduta  Vontifex  dtius  , 
quàm  forte  convenireti  clamaìritì  Tlacefj  tum  euntthus  ad  Cardirfakst  &- 
Officìales ,  &  Tralatosfuperfcrutatiorte  votorum ,  Vontifex  tttrbatmefl^  qm4 
non fìbì placet y  quòd piane f  fedquòd  alte,  &  altijfimè  omnes  tam  Cardinale: 
qnàm  Tralati  dicerent  t^tttm  fuum  ;  unde  neceffe  fuit ,  quòdùerum  dicerent 
alte.  Quid  piacerei.  ExquibusaliquiCardinakffurgentes,  &  imdato  capite 
adverfum  Tontificem  dixerunt  :    "Placet  ;    quod  videntes  ftnguli  alii  omnes 
idem  fecerunt  j  ex  quo  Tontifex  remanftt  fatisfailits  .  Hoc  fa6Ìo  fcrutatorcs 
votorum  retulerunt  Vontifici  omnibus  Tatribus  plaeuijfe  nemine  excepto  :  & 
ftc  finis.  Così  egli.  Qneftaperò  non  fiUentenzadiffiniti  Vii  Conciliare,  ma 
atto  preparatorio  al  folenne  giudicio,  che  ài  efTa  prendere  fi  doveva  da* 
s^pudBhìnf»  Padri  Lateranenfi:  onde  fi  citarono  [«}fu(reguenfemente  li  Padri  Franceli 
c\7tii'.LÌuif"^'  3  dir  loro  ragione,  perche  abolir  non  fi  doveire  la  riferita  5^«S/o«e.  Lari- 
f  oluzione  di  Giulio  riufcì  t(snfibilifllma  al  Rè  Luigi  di  Francia ,  che  ne  portò 
b  ExtanthaUne  alte  dogliauzc  [  i?]  al  Rè  Giacomo  di  Scozia,  e  generalmente  d  tutti  li  Po- 
r^intpp'nd.  Cor.-  tentati  Chtiftiani ,  querelandofi  del  Papa,  che  togliere  a,  lui  volefifeil  più 
r£*' ^''^""^"'^•preziofo  gioiello  della  Oia  Corona.  Ma  e  l'intraiprefa  di  Giulio,  e  la  refi- 
tknza  di  Luigi  furono  ambedue  recife  dalla  morte ,  cho,  tolf€  T  a  io ,  e  l' al- 
tro di  vita  nel  maneggio  ifteflbdi  quello  atfare,  la  cui  terminazione  fu  de- 
flinata dal  Cielo  a*  loro Succeflbriy  cioè  a  Leone  Decimo  nel  Pontificato, 
&  a  Francefco  Primo  nel  Regno .  E  la  terminazione  fù<;lla  così  fecretamen- 
te  difpofta ,  che  udifiene  il  tuono  fenza  vederfene  ìì  lampo  ;  eifendo  cofachc 
fiì  ella  amichevolmente  concertata  prima,  e  difpofta  fra  Leone,  e  Francefco 
nell'abboccaimento,  che  fra  effifeguì  in  Bologna,  e  che  partorì  con  reci- 
c  sef.ii.  proca  concordia  [  e  ]  l'abolizione  totale  della Tragmatica  Sancitone ,  e  li  ce- 

ti/»  5«//^r.i««r>  lebri  concordati  tra  la  Sede  Apoftolica,  e'I  Regno  di  Frància  con  [<i]  la 
fièid!§!^^  Bolla,  che  comincia  "Pafior  aternusi  in  cui  dicefi  :  [  e  ]  Cum  moniti ,  &  citati 
pradiBi,  e  cioè  li  Vefcovi  Francefi^  fublatis  jam  omnibus  impedimentiSy 
efjtuxtfque  omnibus  terminis,  coram  nobis,  &  di&o  Concilio  non  eomparuerint , 
nec  comparere  curaverint  ad  allcgandum  caufam  ,  quare  fan&io  pr^d^SIa^ 
nulla  dectarari  non  debeati  ita  ut  excufatiom  ultra  locus  non  fft,  pojjirtique, 
meritò  contumaces  reputari,  prout  eos  exigente  juflitia  reputamus .  i^s  ma- 
ture attendentcs  Tragmaticam  San6ìionem ,  velpotiuSy  ut  di&um  efiy  eorru^ 
ptelam  fchifmatis  tempore  à  non  habentibus  potefiatem  editam ,  reliqu£  Chri- 
ftiana  I^eipubliae  ,  Ecclefuque  Sanala  Dei  nullatenus  conformem  t  & 
à  clar.mcm.  Ludovico  Undecimo  Frartcorum  l{ege  Chriftianiffimo  revocatam  y 
'cafiatam  ,  atque  abolitam  ,  audioritaffem  ,  libertatem  ,  ac  dtgnitatem  diBa 
Sedis  violare 3  ac  d'mrnuere  ,  facultatemque  I^m.Tont.  prò  tempore  exi^cn- 
'  tis,  de  SancU  B^inance  Ecelejia  Cardinalium  prò  univerfali  Ecclefia  ajjiditè 
iaborantium  ,  virorumque  Dc&ornm  perfonis ,  quibus  abundat  Curia  ,  &' 
quorum  confiliis  Sedis  apoftolica  y  &  l(om.  Tom.  atqueUniverfaljs Ecclejì^ 
au^Giitasy  &  poteftas  conjervantur  y  mgotiaque  diriguntur y  &  in  profpera 
ftatuconf'ot>entùry  de  EcclcftiSy  &  Mon^eriis,  eifdemque  perfonis  j  de  reli- 
qiiis  beneficiis  Ecclefiafticis  juxta  eorum  flatus  exigentiam  providendi  peni- 
tus  au ferrei  Tralati s  vero  Ecckfiajiicis  illarum  partium  ,  caufam  prabere y 
ut  ipfì  nervum  Ecclefiafiica  difciplma  ,  e5"  obediemia  nexum  frangant ,  dr.. 
violenty  ac  cantra  nos  3  &Sedem  pradi^am  eorum  Matremy  cornua  erigane  y 
&  eis  ad  pramtfla  audendum  viam  aperire  j    tpjamque  notorie  mllatenus^ 

fubfz-^ 


Capi  foto  IL  2.39       I-eoneX. 

fubfij^erct  mlloque  nifi  alicujus  tempom,  feu  potmtolermù^  cu]ufdam  ad- 
minìeulofulcirl y  etft  l{pm.  Tom.  Vradereffores  nojlrì  pr^ifan  ,  prout  ipfi  fuo 
tempore  fummoperè  optare  demonjìrarmt  ^  corruptelaniy  &abuftonemhujuf- 
modii  -veltnaltgnhatetemporumj  vel  aliai  illiprovìdere,  &intotumoccur' 
rere  non  valentes  ,  [uìs  temporibus  toleràfic  vi  fi  fuerunt  ;  confidcrantes  ta- 
men  ab  ipftus  Biturtcen.  San£iionif  editionct  vix  annos  feptuaginta  fiuxiffe , 
nuUumque  infra  hoc  temporis  fpatìum  prater  hoc  LateranenXoncilium  t  legi- 
timèfniffecelebratum^  in^uocum^  disponente  Domino  y  conftituti  (ìmus  y  ab 
ejufdem  improba  San^ionts  extirpatione y  &  totali  annuUatione,  fine  nojira, 
&  tantorumVatrum  in  prajenti  Concilio  congregatorum  notay  acnoftr^y  & 
di6Ìorum  illa  utemium  y  animarum  periculo  abfiinerey  feu  defiflere  non  pojje , 
^ugujìino  tejie  y  judicamuf,  atqtte  cenfemus  :  E  qui  d  lungo  ftendefi  nell'alle- 
gazione di  mol  ti  antichi  efempii  in  rivocazione  di  male  ufurpate  ò  giurifdi- 
zioni,  òcoftumaiuei  cfiegue,  Cupientes  quoque  hujufmodi  negotium  ad  de- 
bitum  finem  perdufi  y  ac  tam  vigore  cttationum  h4^enusà  nobisy  &  prafato 
Julio  VradeceJJore  ex  abundanti  emamtarum ,  quàm  aliorum  pramifiorum  ,qu€ 
itanotoriafunty  utnulUvaleantexcufatione,  aut  tergiverfatione celari ,  ettam 
ex  no(iroTa[iordli  officio  procedente!  y  omnefque,  q^  fìngulos  tam  juris  y  quàm 
fa5li  defe6Ìus  y  ft  qui forfan  inpramiffis  intervenerint y  fupplenteSy  ex  certa  no- 
firafcientiay  &de  ^pofloUc£  poteflms  plenitudine  (eodem  facro  approbante 
Concilio^  tenore  pr^efentium  pr^fatam  Vragmaticam  San6lionem ,  feu  corrupte- 
lam  y  eiufque  approbationem  quomodolihet  emanatam  y  ommaqucy  &  fingu- 
la  decreta,  CapituUy  Statutay  Conjlitutiones  [tve  ordinationes  in  eadem  quo- 
modolibet  contentasi  feu etiam infertas ,  acabaliis  prius  editas,  nec  noncon- 
fuetudmes ,  flylum ,  ufus  j  fìve  potius  abujus ,  ex  ea  in  hanc  ufque  diem  quomo- 
dolibet  emamtos.,  feu  obfervatos ,  nullius  roboris ,  vel  momenti  fuifìe ,  &  ejf(f 
decermmusy  <&  declaramus .  Ts(ec  non  ad  abundantiorem  cautelam  eandem  Biturt- 
cen. Sayi£iior}em ,  ftve  corruptelam ,  ejufque  approbationem  tacitam ,  vel  expref- 
famy  utprjefiertur ,  &  in  ea  contenta  omnia  y  c^fmgula  etiam  infertaquacunque 
revocamus ,  cajjamus ,  abrogamus ,  irritamus ,  annullamus ,  ac  damnamus ,  & 
proin/e5ìtisy  revocatis,  cafiatis  y  abrogjUtis  ,irritatis  y  annullatiSy  &damnati$ 
haberivolumusy  decernimusy  &  declaramus . 

Et  cum  de  neceffitate  falutis  exiflaty  omnes  Chrijlifideles  Romano  Tonti- 
fici  fubejìey  prout  divina  Scriptur^e,  &  San6iorum  Vatrum  tejìimonio  edoce- 
mur  y  ac  conflitutione  fel.  mem.  Bonifacii  Tapa  Odiavi  (tmiltter  Vnedecefioris 
nofiriy  qu^e  incipit,  UnamSa»£Ìam,  declaratury  prò  eorumdem  fidelium  ani- 
marum falute  y  ac  I{pm,  Tontif  &  hujus  San^£  Sedis  fuprema  au£loritate, 
&  Eccleft<£  Sponf£  fu<e  unitale,  &  potevate  Conjiitutionem  ipfam  facro pr£- 
fcnti  Concilio  approbante  innovamus ,  &  approbamus ,  (irte  tamenprajudicio 
declarationis  fanda  memoria  Clementts  Vap  a  Quinti  y  qua  incipit,  Meruit , 
Inhibentes  &c.  Datum  B^ma  an.  i$i6.  14.  Kal.Januarii  .  Così  la  Bolla. 
Soggiunge  l'altre  volte  allegato  de  Graflìs,  che  tutti  li  Padri  Lateranenfi 
concorrerò  pienamente  nella  medefima  fentenza  ,  Omnes  abfolutè  refpon- 
derunty  Vlacet,  &  inter  alios  Tapa  dixit,  T<lpn  folùm  placet,  fed  multàm 
placet  y  &  perplacet.  Li  concordati  poi  furono  li  feguentì,  e  Quelli  tutti 
certamente  meritevoli  di  fottoporfi  a  gli  occhi  de' Lettori  per  aegna  noti- 
zia di  erudizione ,  e  per  pronte  proporzionate  condanne  de'  Nicolaiti  Con- 
cubinarii  ,  fé  la  proliintà  di  efll  non  ci  confìgliafl'e  ad  indicarne  più 
joflo[4]Ulezione,chc  àftenderia.  Soseiunee  il  (opra  riferito  de  Graflìs,  *  r,u^a,w,  énni 


•Leone  X^.^     ^^5  Sìcolà    XFl, 

pratorcs  FraricU  dua'ÈpiffOpi  in^Urbe  prafentes  noluermt  Concilio  pr^fenhs 
iffe ,  quia , ut mihì dixit *^apà ytioheram confentìre revocationi pragmatiche ,  ne 
diJplicérentTnelatiSjC^nationiifedconfenferunt/ecretè,  Così  egli.  ^ 

Eolla  di  Leone  '  Né  dì  mìnòre-Utile  al  Chriftfanefimo  fìì  la  celebre  Coftituzione ,  che  ema- 
"nuva  dtiiAnl'  "Q"  L^one  iicl  motìy^to  Concilio  contro  alcuni  Eterodoifi  Filolofi ,  che  mal 
ma'razionaic.  toìicordando  l'^angeliocon  Platonc,  aflferivano  l' Anima  raziottalc  ò  lina 
intutti ,  ò  tutte  mortali  ;  e  pervertendo  l' àureo  fiftema  del  vero  dicevano  y 
%pmulta[untverafecundùm  Vhtlofopbum  yfednonfecundum  fidem  CathoUcam  i 
a  ved,  n  r,o!irot<,.  Silògifmo  era  queltò  motivato  in  Parigi  fin  dal  tempo  [a]  degli  Almericiani, 
hìbfiìm.'  ^^^'  àtì  quale  havendo  noi  in  [  b]  altro  luogo  difcorfo ,  ci  fiamo  avvianzati  a  dire , 
eh'  egli  fofrc.ftato  ò  difefo,ò  ampliato  dal  Fondatifiìmo  Dottore  Egidio  Co- 
lonna ,  ond'  elfo  ricevelfe  il  comando  dal  Pontefice  Honorio  Quarto  di  ri- 
trattarne iti  Parigi  l'aflerzione.  Certamente  che  il  B.  Colonna  ricevefle  il 
pontificio  comando  di  ritrattare  quelle  propofizioni ,  che  dalla  maggior 
parte  de'  Dottori  Parigini  folfero  fiate  giudicate  doverfi  ritrattare,  e  ch'egli 
con  Chrifì:ianà  humilta  fi  efibifle  a  ridirfene ,  fi  è  cofa  cotanto  chiara/che  ba- 
fla  haver*  occhi  in  fironte  per  legger  la  lettera  di  quel  Pontefice  da  Noi  ac- 
cennata in  quefto  margine  :  m^a  chèuna  di  quefte  propofizioni  fofie  la  di  fo- 
pra  citata^  ^onmdlajmt  verafecHndàmT^hilofophum  yfed  nonfecundum  Fidem 
CathoUcam ,  lo  diciamo  folamenteper  femplici  congetture ,  e  non  con  evir 
dente  teftimonianza  :  elfendo  che  l' haver  Honorio  efprellb ,  che  11  Colonna 
havefle  detto ,  e  fcritto  alcune  propofizioni,  quali  efaminate  dal  Vefcovo ,  e 
dal  Cancelliere  di  Parigi  erano  fiate  rinvenute  degne  di  condanna,  e  non  rin- 
venendo Noi  altre  propofizioni  condannate  da  elfi ,  cioè  dal  Vefcovo  Stefa- 
fano,e  dal  Cancelliere  di  Parigi,che  la  fopra  riferita,ciò  e'  indulfe  ad  inferire, 
che  quefta  fofie  la  propofizione  cenfurata  del  Colonna .  Nel  rimanente  ò 
quefta  ella  folfe ,  ò  altra,  ò  nullamente  alcuna ,  e  folfe  una  vana  fama ,  che  fé- 
rifle  gli  orecchi  di  Honorio,il  che  Honorio  pare,che  inferir  volelfe  con  quel- 
le parole  ,  Sìcut  intelleximus ,  Noi  ne  lafciàmo  il  pio  giudizio  al  Lettore,  ba- 
ftandoci  in  quefto  luogo  far  palefe  al  Mondo  e  ilnoftro  olfequio  verlo  la 
ììeligione  Agoftiniana ,  e  il  noftro  rilpetto  a  un  Dottore ,  che  per  chiarezza 
di  Sangue ,  e  di  Dottrina ,  e  di  Santità,  è  flato ,  ed  è  i'honor  di  Roma ,  e  della 
Chiefa:  tanto  più,  quanto  che  non  apparifce ,  che  la  Univerfità  di  Parigi 
habbia  giudicato,  che  il  Colonna  dovelfe  ritrattare  determinatamente  alcu- 
napropofizione  da  lui  proferita;  màchepiiitofto,  come  atteftano  molti 
Dottori  di  que'  tempi ,  fofs'  egli  dichiarato  Prencipe  di  tutti  li  Theologi  di 
quella  età ,  e  per  merito  di  dottrina  aflunto  alla  Cathedra  di  S.  Tommafo  ♦ 
Facendo  dunque  ritorno  alla  Coftituzione  di  Leone,  in  quefte  parole  ella 
ftendevafi ,  degna  di  regiftrarfi  alla  memoria  de'  Pofteri  :  Cum  diebus  nojiris, 
„  ,,  ,  .  quoidolenterl ci  ferìmuSy  7ixani<£ féminator ,  antiquus  bumani  generis ìooflis 
x.co>,ii,t.^.&  ,H  non  ÉLlos perniciofijjimos errores  ajideubus  femperexplojo!  m  agro  Domini ju- 
f!Jr  8'"'f''^''^"''  pcyfemìnare ,  &  augeréfit  aujus ,  de  natura  prafcrtim  anima  rationalis ,  quòd  vi-r 
.p^g.  i.  ^^iif.^^  mortalis  ftty  aut  unica  in  cunUis  'hominibus:  &  nonnulli  temere  phh 
iofophantesy  fecundum  faltem  Thilofophiam  id  verum  efie  afieverent  :  contri 
huj-.ifmodi.peflcm  opportuna  remedia  adhibere  cupienteSy  hoc  /acro  approban- 
'te  Concilio  ,  damnamus  &■  reprobamus  omnes  afierentcs  animam  mtelle6iir 
vam  mortai em  ejjey  aut  unicam  in  cun£ìis  hominibus ,  &hxcin  dubium^er- 
tentés  :  cumilla  non  folùm  vere  per  [e  efjentialiter  humani  corporis  form^ 
exiftat ,  ftcut  in  Canone  felicis  recorddtionis  Clemmis.Vapa  Qumti  Trada- 
■-  •  cejfo' 


Capìtolo  IL  X4I        Leone  X. 

ccfforis  nùjlri  in  generali  yienrfìsnfiXmcìlio  edito  continetur  ;  rernm  &  im- 
fnortalis ,  &  prò  corporismy  quibus  infunditur  ,  multitudtne  ,  f:n?ulariter 
multiplicabilìs ,  &  multiplicata ,  &  multiplicanda  fu  -,  quod  mani}elib  con- 
ftat  ex  Evangelio  3  cum  Dominus  ait,  Animam  aiitem  occidere  non  pof- 
funt;  &  alibi  j  Qui  odit  animam  liiam  in  hoc  mundo,  in  vitam  asternam 
cufloditeam;  &  cnm  eterna  premia ,  &  aterna  fupplicia  prò  merito  vita 
judicandis  repromittit:  alias  me arnatioy  &  alia  Chrifti  myfterianobis mini- 
me profuifjent ,  nec  refnrre£lio  expeRanda  foret  ,  ac  fanali  ,  &  jttfli  mife- 
rabiliores  efìent  juxta  iipojiolum  cm6lishominibus  :  cùmque  verum  vero  mi- 
nime contradicaty  omnem  affertionem  ver  itati  illuminata  fidei  contrariatn 
omninò  falfam  ejie  definimus,  &ut  aliter  dogmati:(ar€ non  liceali  diJìri6iiìiS 
inhibemus  ,  omnefque  huJMfmodi  erroris  ajiertionibus  ìnharentes  ,  velati 
damnatiffimas  bare  fé  s  f eminante  s  y  per  omnia  y  ut  detefiabiles  y  &  abomina- 
bilcf  hareticof  y  &  infideles  Catholicam  fidemlabefa^antes ,  vitandos ,  &pU' 
niendos  fore  decernimus . 

Infuper  omnibus  ,  &  fmgulis  Thilofophis  in  univerjitatìbus  ftudiorum 
generaliumy  &  alibi  publicè  legenttbusy  diJiriSiè  pracipiendomandamusy  ut 
cum  Thilofophorum  principia ,  aut  conclujtones  ,  in  quibus  à  re&a  fide  de- 
viare nofcuntury  auditor ibus  fuis  legerint ,  feu  explanaverim  y  quale  hoc  efi 
de  anima  morta  Ut atCy  aut  unitale  y  &  mundi  alernitate  y  ac  alta  hujufmodiy 
teneantur  eifdem  veritatem  reltgionis  Chrifiiana  omni  conalu  mamfejiam 
facercy  &  perfuadendo  prò  pofie  docere,  ac  omni  ftudio  hujufmodi  Tbilofo' 
fhorum  argomenta ,  cum  omnia  folubilta  exiftant ,  prò  viribus  excludere,  atquc 
refolvere  . 

Et  cum  non  [ufficiai  aliquando  tribulorum  radiees  prafcindere ,  nifi  dT 
ne  iterùm  pullulem y  funditus  evellere y  ac  eorum /emina,  originalefquecau- 
fasy  unde  facile  or iuntur  y  removere -y  cum  precipue  humana  philofophiafiu- 
dia  diuturniora ,  quam  Deus  fecundùm  verbum  lApofioli  evacuavit  >  &  ftul- 
tam  fecil  abfque  divina  fapientia  condimento,  &  qua  fine  revelata  ver  ita- 
tis  lumine  inerrorem  quandoque  magis  inducunty  quam  in  veriiatis  eluctdA- 
tionem  ;  ad  tollendam  omnem  in  pramijffis  errandi  occafionem  y  hoc  falutari 
Conftitutione  ordinamus  y  &  fidtttimus  y  ne  quifquam  de  calerò  in  facrisOrdi- 
nibus  confìttuius  facularis  y  vel  regularis,  aut  alias  ad  illos  djure  ar^atus  , 
injiudtis  generalibusy  vel  alibi  publicè  audiendo  philofophia,  auipoefisftur 
diis  ultra  quinquennium  pofi  grammaiicam,  &  diale6iicam  fmealiquofiudi* 
theologia,  aut  jurts  Tonti ficii  incumbal  y  verùm  ditioexaÓio  quinqueimtOy  fi 
illis  fiudtis  infudarevoluerit y  liberumfitei,  dum  tamen  fimuly  autfeorfum, 
aut  theologia ,  aut  Sacris  Canonibus  operam  navaverit ,  ut  in  bis  fa£Ìis  ,  & 
utilibus  profejfionibus  Sacerdotes  Domini  inveniant  ,  unde  infeBas  philofo-  s 
phiay  &  poefis  radiees  purgare,  &  fonare valcant ;  &hosCanonesperOr' 
dinarios  locorum  ,  ubi  generalia  fiudia  vigcnt ,  &  B^Rores  Univerfiiatis  et- 
rmdem  fiudtorum  fingulis  annis  in  principio fiudii  in  virtutefanàa  obedien- 
tia  public  ari  mandamus .  Tslulliergo&c.  Datum  I{gma  in  publica  fejjione  in 
Lateranenfi  Sacrofan6ia  Baftlica   folemniier   celebrata    anno    Incarnationis 
Domimca  1513.  1^.  Hai,  Januarii  Toniificatus  noflri  anno  primo  .  Così 
egli. 

Non  però  volle  Leone  talmente  provedere  allo  fcandalo,  e  deXoncu- 
bmarii  nelle  Chiefe  lontane  della  Francia ,  e  degli  Heretici  generalmente  in 
tutte  le  parti  del  mondo,  fenzapor  l'occhio  fopra  la  fua,  che  dar  doveva 
Tomo  ly,  Q.  «^««n- 


Riforma 
Corte 
materie 
rabiliflìme  di  co 
Auini 


Leone  X.       j.a.z  Secolo  X  VL 

efempio  al  mondo ,  ficcome  d'illibata  credenza,  così  parimente  d'illibati 

dTRonu"n  coltumi .  Nella  nona  fefTione  del  Concilio  egl'impofe  a'Padri  una  feria 

confide-  applicazione  fopra  la  Riforma  della  Curia,  e  ne  ottenne  un  si  favorevole 

,tum..  '*'^'"' rincontro,  che  ben  fin  d'allora  egli  chiufe  la  bocca  a  Lutero,  che  indi  a 

a  7;.>«.4»/..iji4.  pochi  anni  altro  non  efclamò,  che  i^i/bm<z .  Leggah  ella  nel  [a]  Raynaldi, 

''■'^"  che  tutta  ne  rapporta  la  nota,  che  noi  contenti  fol  fiamo  di  riferirla  m 

quella  parte,  che  più connefla apparifce al  noilro  racconto  dell'Herefie., 

e  nella  laidezza  de'Concubinarii,  enellafceleratezza  della  Simonia. 

Ut  Clerici  cajiè  ,  continenterque  juxta  Canonum  pr^cepta  vivant  ,  fia- 
tuìmusy  ut  contrà  facientesacriter  fecundùmCanones  puniantur:  fi  qui  vero 
tam  Laicusy  quàm  Clericus  de  crimine  ,  propter  quod  venitira  Dei  in  filios 
diffidenti^,  convi6ìus  fuerit ,  pmn  per  Sacros  Canones ,  autJHs  civile refpe- 
dive  impofttis  puntatur-y  Concubmarii  autem  ftve  Laici,  five  Clerici  fuerint 
eorundvm  Canonum  poenis  mul6ìentur,  neque  fuperiorum  tolerantia ,  feu  pra- 
va conjuctudo  y  qua  potius  corriipteladicenda  efi,  à  multitudine  peccantium, 
aliavc  ay:£libct  cxcufmo  eis  aliquo  modo  fuffragetur;  fed  juxta  juriscenfu- 
ram  feverè  puniantur  .,  Et  ut  nefaria  fimonia  labes ,  ac  pefiis  non  folum 
à  Fumana  Curia,  fed  ex  omni  etiam  Chrifliana  ditione  m  perpetuum  eiicia- 
tun  Conlìitutiones  per  ^nteceffores  noftros  etiam  in  Sacris  Concdiis  cantra 
hujujmodi  fmoniacos  editas  mnovamus,  eafque  invtolabiliter  fervari  praci- 
pirnus,  ac  pcenas  in  eis  contentai  prò  expreffis ,  &  infertis  haberi  ,  &  delm- 
qucntes  etiam  au£ioritate  noflra  affici  volumus  ,  Così  le  parole  della  Ri- 
forma. ,  .-  •  r     1- 

operarionì   de)      ]\jè  I  eouc  ,  che  afccfe  glovauc  al  Pontihcato  in  età  di  non  ancor 
gli  Huflit-,  bX-  compiuti  trentotto  anni,  trafcurò  parte  alcuna  di  fatica,  e  di  penofa  {olle- 
mi.  citudinenel  provedimento,  e  regola  della  Fede  per  tuttele  Chicle  del 
Chriftianefimo ,  penfando  alle  lontane,  come  s'elleno  follerò  tutte  in  Ro- 
ma,, e  vigilando  alla  Romana,  come  s'ella  fo(fe  prefente  in  tutte  le  parti 
del  mondo.  Ancor  duravano  oftinate  nelle  bocche  de'Bohemi  le  doglian- 
ze ,  che  la  Sede  Apoftolica  non  oifervaife ,  e  mantenelfe  h  Concordati  fta- 
bilitiinBafileacongliHuflìti.  Egli  per  toglier  loro  ogn'inutile  lamento  di 
e  ::^;«'/&  an.  odiofe  querele  contro  i  Pontifici  Romani,  [b]  fpedi  colà  fuo  Legato  à  la- 
i;ii.«.7o.         tere  il  Cardinal  di  Strigonia  con  ampia  potefi:a  [e]  di  concordare,  e  conci- 
liare alla  Fede  Romana  tutti  que'miferabili  avanzi  di  reliquie  Huifitice,  in- 
Aitrc  fue  opera-  yitando  precìfamerrte  i  Bohemi  al  Concilio  Lateranenfe,  per  eftinguere 
lai-matki".""   '  uuavoltaquel  fcmprc  riiiafceiite  fuoco  della  loro  Herefia.  Col  medefimo 
fervore  di  A  poftolicafollecitudineeghfpedì  mefll  à  Mofcoviu ,  eMaroni- 
d  Hos  vid.npud  ti,  per  ridurre  li  primi  dallo  fcifma  de'Greci,  e  da  [d]  deplorabili  errori 
j^y«.i5i4.».7i  -Illa  unione,  e  purità  di  Fede  co'Cattolici,  e  per  emendar  neTecondiparec- 
cHoVvtdeibìd.n,  chititi,  chc  malamente  [e]  colà  ferpeggiavano  nell' amminiftrazione  de 
'O''  Sacramenti,  ecofefacre,  ditfondendo  quindi  il  fuo  zelo  fin  all'America  , 
nuovo  mondo  piiìtofto,  che  parte  del  mondo  ,  dov'egli  mandò,  [/]  e 
\^!n\'^*^"'  ""•  ftipendiò  MiiTionarii  Apolf  olici  per  il  divulgamento  dell'Evangelio . 

E  ben  Leone  à  una  perfettiiìimaamminiltrazione  Pontificia  conguiiir 
EducaTionc,  in  gciido  uua  condotta  illibata  di  Vita  divota,  dava  di  fé,  e  delle  fue  virtù 
doie,  cpiicofiii-  fineolareefpettazioneà  tutto  il  mondo.  Egh  giovanetto,  anche  per  meri- 
m.u.  Leone  X.  jq^j  coftumi  punflìmi ,  con  non  più  udito  efcmpiohr  in  età  di  quattordeci 
,  ,.  ,0  anni  promolTo  al  Cardinalato  da  Innocenzo  Ottavo,  al  quale  cosi  diluì, 
lìf:!)^:i^m.  edellelueinipareggiabilidotifcriife  Angelo  Poliziano,  .[g]./w  natus,  &. 
,:     ,  ..  V         fattus. 


Capitolo  I L  2-4^        Leone  X. 

faUus ,  ita  alitus ,  atque  educatus ,  ita  denique  eruditus ,  atque  injìitutus  hic  efi; 
utnemini  fecundus  ingemo  y  nec  aqualibui  indu/ina ,  nec  pr£ceptoribus  litera- 
turUy  ncque  gravitate  fenibus  conceficrit .  Ts^ativain  eo  probitasy  &  genuina 
diligentia  quoque  parentis  ita  impensè  eulta  efl,  ut  ex  tllius  ore  non  modo  non 
verbumdióìu  foediuSy  fedne  levius  quidem  unquam ,  aut  ettam  Licentms  exci- 
derit .  "Hpn  a&io ,  nongefius ,  non  incefjus  in  ilio  notatus ,  non  aliud  pojiremò , 
quod  in  deteriorem  partem  confpiceretur .  Sic  in  viridi  aitate  cana  matuntas ,  ut 
qui  loquentem  jenes  audtant  y  proavitam  in  eo  ,  nos  paternam  certe  indolem 
agnofcamus  .  Cultum  pietatis ,  (jr  religioni^  pene  etiam  cum  la&e  nutricis  ex- 
fuxit.  Etiam tum ab  incunabulis  facra  meditatus  officia,  quando  nondum  edi- 
tum  eum ,  tamen  Ecclefi^  jamgenitorprovidentiffimus  defiinavcrat .  Così  egli. 
Onde  maraviglia  non  è,  fé  nel  Pontificato  così  bene  adempielTe  allaefpet-  nefpomEo"* 
tazione  del  Chriftìanefmo  .  Conciofiacofach'  egli  due  volte  la  fettimana 
digiunando  con  rigorofaaftinenza,  nel  Mercordiprivavafi  di  carne  ,  enei 
Venerdì  pafcevafi  di  femplici  herbe,  e  legumi  (  indizio  di  un  gran  Princi- 
pe di  gran  pietà  interiore  )  e  fpeffo  egli  fii  veduto  lacerar  con  le  proprie 
mani fuppliche òmen ragionevoli,  òfofpette,  olTervando inalterabilmen- 
te, come  notò  nella  di  lui  vita  [a]  il  Giovio,  una  limpida  integrità  nella  «  ^»-f."«^  '"  v/r* 
collazione  de'beneficii,  e  raccomandandofì  fpefTo  al  Cardinal  Lorenzo  ^''"'^  ^- ''''■'*' 
Pucci fuoSecretario,  chenon  gli  facefle  conceder  grazia,  da  cui  gliri- 
dondaffe  pentimento,  ©vergogna;  anzi  à  Giulio  Slancio  fuo  Cameriere, 
che  «li  porfe  un  memoriale  di  domanda  incompetente,  esli  richiefe»  La''f^e,chegiidi 

/^        "J     ^  rr      1-  r  n    ^      7  r      ^-         j-  »»     ^  ^  ^/-  ,        ,      l  iltelto Lutero  . 

guanto  promejfo  gli  fojje  per  la  conjecw^ione  di  quella  graT^ia?  e  rifpondendo 
Giulio,  Duecento  fcudid'uroy  tolfe  Leone  dalla  borfa  la  moneta  ,  e  die- 
gliela  con  una  mano,  e  con  l'altra  fminuzzò  in  mille  pezzi  il  memoriale. 
[  b  ]  Sicché  l'iftefTo  Lutero neirinfolenti (limo  libro,  De  Liberiate  Chrr  ^f/J;;'^,'*jJ"^''t 
/]fm«^,  con  intolerabile  ardimento  dedicato  da  lui  à  Leone,  di  elio  con  ve-  u'one  xV" 
rità  hebbe  à  dire ,  E  n  celebrata  y  est  augufia  in  tutto  il  giro  della  terra  la  opi- 
nione y  e  la  fama  incontaminata  della  tua  vita  cantata  da  tanti  fcritti  di  sì 
gr-ind' h uomini y  che  nejjunoy  quantunque  di  grandifjimo  nome,  le  può  andar 
contra.  T^n  fon  io  sì  folle ,  che  biafìmi  chi  da  tutti  è  lodato  ^  e  lo  chiama  hor 
^gnellofrài  Litpiy  hov  Daniele  fra  i  Leoni  .  Così  egli  contro  fé  ftefib,  e 
così  noi  in  riprovazione  di  Lutero,  che  fra  tante  'maledicenze  contro  il 
Pontiiìcato  Romano  pur  non  potè  non  lodarne  il  Pontefice.  Egli  è  vero  , 
che  Leone  ò  per  impeto  digioventù,  ò  per  inclinazione  di  genio,  ò  per  di- 
vertimento di  cuore,  ò  per  difetto  più  torto  del  tempo  non  ancora  medica- 
to dal  Concilio  di  Trento,  che  del  Regnante,  fu  alquanto  proclive  alle  cac- ^"'* 
eie ,  alle  converfazioni ,  &  alle  pompe  non  in  tutto  convenienti  allo  ftato 
di  primo  Sacerdote  del  mondo.  Ma  ciò  non  importa  macchia  di  cofhimi  , 
rilaffamentodidifciplina,  fé  non  in  quanto  è  cotanto  facrofanta  la  dignità 
di  un  Pontefice ,  che  ogni  neo ,  come  nel  Sole ,  ne  rende  diiforme  il  fo^^'^et- 


'OO' 


to.  Nel  rimanente  s'egli  in  cafa,  ò  nelle  felve  fu  non  incolpabilmente  gio-  .  „...., 
condo,  certamente  nelle  Ciiiefe  apparve  fempre  così  feiio,  e  grave,  che  W.linLji'.ccnc', 
nel  decoro,  e  [t:]  maeftà  delle  facre  funzioni  fuperò  tutti  li  luoi  Antecelìb- ^''"',-. .  . 
ti:  Sacraemmy  dicediluiun  [d]  Compofitor  della  di  lui  vita,  confecity  ac  1.dcu::!:ì^i:^ 
jingHU  Cieremoniarum  mania  obivit  fingulari  cum  majcflate  ,  ut  non  falsò  f.ain.ji,  ■^, 
nemoantìquorwn  Tontificum  eo  angufiiùs ,  &  decentiùs  facrificafk  dicerctur  ;  a'I'oe".'  pù'ì  u.?:"o^, 
ed  egli  felice,  anzi  felice  il  Chriiìiianefimo,  fé  tanta  cura  haveiie  riporta  pi?^^4^i^'?,'';'',;;f;;j 
nello  ftipendiare,  e  mantenere  in  Roma  huominiillurtri  m  erudizione  Ec-  ch?;ìtiaÌ,^':'Hno''.'' 

Q_  z  Clelia- 


Leone  X.       ^^^  Secolo  XV L 

clefiaftica,  e  Polemica,  come  egli  godè  òi  vederfi  Tempre  attorniato  da 
Poeti,  e  lìmil  gente  più  tofto  dilettevole,  che  necefìfaria  alla  Republicaj 
della  qual  cofa  glie  ne  convenne  poi  pagar  la  pena,  imperoche,  come  dice 
il  Pallavicino,  fé  Leone  folle  flato  cinto  da  una  corona  diTheologi,  fareb- 
befi  col  configlio  di  effi  portato  più  cautamente  nella  diftribuzione  delle 
Indulgenze  ;  e  fé  non  gli  foffero  mancati  huomini  eccellenti  nella  erudizio- 
ne Ecclefiaftica,  con  gli  fcritti  loro  haverebbe  torto  potuto  opprimere  le 
faville  di  Lutero .  Ma  è  trafcuraggine  ufata  il  non  agguerrire  i  fudditi  in 
tempo  di  pace  i  fenza  penfare ,  che  non  fi  può  difciplinàre  la  foldatefcain 
nn  giorno,  quando  viene  improvifaneceffiti  di  combattere;  eperòfolod 
colto  di  moke  rotte  fi  forma  poi  la  buona  milizia . 
r«£on"o'^"de]f]  Dalle  quali  cofc ,  cheveniampurhoradidire,  ben  fi  avvede  il  Lettore , 
herefia  di  Lutero,  portarfi  dafemedcfimalanoftraHiftoria  al  racconto  della  famofa,  e  dif- 
famata Herefia  di  Lutero,  che  furta  fotto  il  Pontificato  ,  che  delcrivia- 
mo,  di  Leone,  ecrefciutaorgogliofafinallaetiprefente,  ha  tolto  fé  non 
mezza  parte  di  mondo  al  Chriìlianefimo ,  certamente  mezza  parte  di  Chri- 
ftianefimo  dal  mondo .  Noi  ne  riferiremo  la  origine,  le  herefie,  eli  fuc- 
ceflì  con  tal  varietà  di  accidenti ,  che  ne  farà  non  men  dilettevole,  che 
utile  la  lezione,  anche  nella  horridezza  di  fanguinofi  avvenimenti,  di  ri- 
voluzioni, di  battaglie,  di  faccheggiamenti ,  e  di  rapine  ,  circoftanze  i 
nilUina  herefia  delle  tante  fin  bora  defcritte  ,  maggiormente  annelfe,  che 
alla  Luterana,  chefièrefa  poderofa  nel  mondo  non  men  per  efecrabilità 
éi  dogmi ,  che  per  falfità  di  politica,  maneggiata  à  forza  d'armi ,  e  non  di 
ragione . 
Sua  orijine .  Giulio  Sccondo  Pontefice  di  vafte  idee  die  innocentemente  il  primo  mo- 

to alle  accennate  turbolenze,  e  con  fanto  fine  intraprefe. una  grand' ope- 
ra, dalla  cui  rifoluzione  nacquero  poi  per  difgrazia  commune  infiniti  mali, 
e  apri  (fi  al  Chriftianefimo  il  Profcenio  di  funelliflìme  Tragedie .  Ella  fu  lo 
ftupendo edificio  della  maeftofa  Bafilica  di  S.Pietro,  che  inalzata  prima 
dalla  pia  potenza  del  gran  Coftantino,  vedevafì  allora  diftrutta,  e  logora 
dalla  potenza  maggiore  del  tempo  :  Imprefa  veramente  degna  di  un  Som- 
mo Sacerdote ,  mi  egualmente  di  un  Sommo  Principe ,  in  cui  proporziona- 
tamente corrifpondeffero  alla  intenzione  le  forze.  Conciofiacofache  alla 
vafta  determinazione  di  Giulio  andando  di  pari  il  vafto  difegno  del  celebre 
LtJ'*''^*^''^*^'  Architetto  Lazaro  Bramante ,  fi  cominciò  [4]  l'avviamento  di  un  Tempio  , 
che,  afforbendo la fpefad'immenfitefon per profeguirne  l'edificio,  ripofe 
Leone  Decimo  fuo  fuccelfore  in  neceilità  d'impegno  di  promulgare  nel 
Chriftianefimo  alcune  [/;]  Indulgenze ,  ed  infieme  conceflioni  di  mangiar 
L«.  "laticini  ne'giorni  obligati  al  digiuno ,  e  dieleggerfi  il  ConfcHbre,  à  chi 

concorrere  con  volontaria  elemofinaàrifabricareil  Tempio  del  Principe 
Indulgenza  di  degli  Apoftoli  :  d'oiide  per  noftradifgraziaprefe  origine  la  Herefia  di  Lu- 
drrv"Afón"'dd  ^^'^o.  Non  fu  quefta  però  una  nuova  nfoUizione  di  Leone,  nèunaintrodu- 
TtmDi.MaVx^ie- zione  nuova  di  cofa  già  per  l'addietronon  pratticata  dagli  Anteceflori  di 
r^;i^'f''TJn1  eilb,  e  non  approvata  dalla  divozione  de' popoli  ,  e  dal  giudizio  de* 
da^iimPom-.fi  I.  Grandi.  Poiché  Niccolo  Q.ninto  una  fomigliante  Indulgenza  promulgo 
cvicit\^-jn.ann.[c]  per  hedificazionc dclU Chìcfa dì S.Pictro  in  Saintes  Città  della  Fran- 
14)-'. «9.  eia,  altra  [d]  Siilo  Quarto,  e  diverfi  Pontefici,  ò  per  la  efterminazione  de- 

;.Ì?     '""'•'~^'''"  gli  Her  etici,  òdeTurchi,  &  altra  di  più  frefca  memoria  daGiuho  Secon- 
'  "  "    "   "•    do,  [<?]  che  fin  dal  gettito  della  prima  pietra  fondameiiul^  di  una  sì  vada 

ma- 


c 


e  PaU.iv. 


Capitolo   II.  X45        Leone  X. 


machina  ben  previdde,  che  fenza  il  denaro  di  tutto  il  mondo  non  poteva 
certamente  inalzarli  l'edificio  del  più  famofo  Tempio  del  mondo.  E  non 
mai  in  alcun  tempo  udiffi  lamento  alcuno  de' Principi  fopra  quefte  difpen- 
fate  Indulgenze,anzi  in  un  [  ^  ]  Memoriale  di  pochi  queruli  appaflionati  pre^  a  nktxtat  in  ub. 
fentato  in  tempo  di  Giulio  Secondo  all'  Imperador  Maflìmiliano  con  titolo  \Ts'aL'!Ìy"w«'i 
éiDìeciaggi'aviij  che  da  efllpretendevanfi  fatti  alla  Germania  dalla  Corte  Tu'tti,uFafc,ci>ini 
di  Roma,  nell'ottavo  de'  quali  eglino  dolevanfi  della  concezione  delle  \'Z"!<^7>^l!lndZ 
nuove  Indulgenze  con  la  ri  vocazione,  òfofpenfione  delle  antiche,  Cefare  mm. 
fu  quefto  punto  nulla  rifpofe  ,  benché  fopra  gli  altri  dimofìraflfe  qualche 
fentmiento:  come  quegli  chericonofcevanel  Pontefice  l'autorità,  enei 
prefentecafo  la  convenevolezza,  &  eziandio  ilbifogno.  Ma  l'opera  ben- 
ché irreprehenfibile ,  e  fanta,  fu  malamente  apprefa  da  chi  già  pervertito  di 
animo  procacciava  occafione  pronta  di  maledicenza . 

Due  Religiofi  apoftati,  uno  fomminiflròpabulo al  fuoco,  l' altro Pac-         r  ■  a\\ 
cefe,  edErafmo,  cheprecorfe  i  Lutero,  fu  il  difpofitore  del  grande  in-  HSaL.uenna. 
cendio,  onde  arfe  il  Chriftianefimo .  [b]  Trudentes  viri  viam  Erafmum  bi^ayn.Mn.isio. 
Lutero,  dice r Annalifta ,  ut  irrumperet  in  Eccleftam,  flruxìffe  putarunt:  e  "•^'* 
bench'Erafmo  molto  fi  affaticale  di  toglierfi  dal  volto  quefla  obbrobriofa 
mafchera ,  nulla  però  fece  con  le  fue  molte ,  &  affettate  Apologie ,  à  lungo 
r  e  1  risettate  da  chi  cóntro  lui  fcrilTe ,  e  più  ponderofamente  dall'  Accade-  ^  ^''!'^'Ì''^iZ' 
mia  di  Parigi,  che  cenluronne  a  lungo  gli  errori.  12. 

Fu  Defiderio  Erafmo  nativo  della  Terra  di  Rottredam  in  Hollanda  ,  ^^^f^^^  f„equa- 
Profelfore  nove  anni  fra  Canonici  Regolari  ài  S.  Agoftino,  ma  che  atte-  lui.herèfie,  Ubri, 
diato  della  profenìoneReligiofa  tornò  alla  Secolare,  impaziente  ficcome  ctnorce. 
nello  fcrivere,  così  nel  vivere,  deponendo  l'habito  òcon  apofliafia,  ò, 
come  altri  vogliono,  [rf]  con  Pontificia  difpenfazione.  Era  egli  adornato  ^  j^f'^f^f""''"^' 
di  notizia  di  lingue ,  e  di  gran  fama  nello  fludio ,  fé  contenuto  egli  fi  foffe  ne' 
termini  delle  lettere  humane,  e  non  pafl'ato  à  valicar  l'alto  pelago  delle 
Divine ,  ne'  cui  fcogli  tante  volte  urtò ,  quanti  libri  compofe,  Major  futurus, 
comedi  lui  fcrifle  lo  Scaligero,  fìminorefje  -polmfjet.  Verteva  allora  per 
r  Alemagna  una  gran  contradizione  tri  i  Retorici ,  &  i  Theologi,  foftenen- 
do  li  primi  unloro  Compagno  Giovanni  Reuclino,[  e]  incolpato  da' fecon-  e  B^dius  infine 
di  di  Hebraifmo ,  e  confequentemente  dagl'  Inquifitori  Cattolici  condanna-  J,'",''^' -^^^J  ^'"" 
todiHerefia,  e  coftrettoàvederfi  co' proprii  occhi  ardere  ifuoiLibricon 
obbrobrio  del  nome,edellaprofeffione .  Onde  furfe  arrogantemente  fero- 
ce  contro  li  Theologi  la  fquadra  de' Retorici,  opponendo  loro  ignoranza 
de'  termini ,  &  imperizia  di  lingua  ;  e  vicendevolmente  i  Theologi  ai  Reto- 
rici confufione  di  fentenze,  improprietà  di  vocaboli,  eprofaniti  di  voci 
nella  efplicazione  degli  alti,  e  facrofanti  Mifterii  della  Fede.  Perloche  P 
Ordine  Domenicano,  che  reggeva  il  Miniflerio  della  Inquifizione,  e  lo 
Scholaflico ,  che  fo{1;eneva  la  fcienza,  e  l'honore  delle  facoltà  Theologiche, 
venne  in  derifo  apprefio  il  volgo,  che  per  l'ordinario  dà  più  fede  alle  ar- 
guzie della  maledicenza,  che  alle  verità  dellafcienza.  Erafmo  feffi  Capo 
oi  queffi,  e  co'l  pregio,  eh'  egli  haveva  di  pulito  Dicitore  ,  &  elegante  Scrit- 
tore,tant'oltre  avvanzoffi  nella  perfecuzione  de'Theologi,che  ponendo  pri- 
ma a  rifo  la  barbarie  de' loro  termini,  giunfe  poi  à riprovarne  ancora  gli 
argomenti ,  pretendendo ,  che  l' eflere  gran  Theologo  dipendeffe  non  dalle 
illazioni  fcientifiche ,  ma  dall'intendimento  delle  lingue  Greca ,  &  Hebrea , 
nondaldifcorfo,  ma  dalla  erudizione,  non  dalla  penetrazione  della  Scrit- 
Tomo  ly,  "^Q^  g  tura, 


Leone  X.       2.46  Secolo  XVI. 

tura,  ma  dalla  cognizione  delle  favole;  onde  il  miferabile  cadde  fin  nella 
bafezadimiitarfi  il  fuo  nativo  nome  di  Gherardo,  che  in  idioma  Fiam- 
mengo  fignjfìca  Defìderio,  nell' adottato  nome  di  Erafmo,  che  nella  lin- 
gua Greca  vale  medelìmamentelo  fteflb,  che  Defìderio:  feguitato  pofcia 
nella  fua  pazzia  ^nche  da  Filippo  Melanóthone ,  ed  efalcato  da  Carioftadio , 
che  nella  difpiita  di  Liplìa,  nommò  Erafmo,  Principe  de'Theologi,  fol 
perche  egli  era  eccellente  amatore  della  lingua  Greca,  e  delle  lettere  huma- 
ne.  Màciòcheprimafùinluiòforfennataggine,  ò  ripudio  di  quanto  non 
era  eleganza ,  ò  critica,  degenerò  ni  poco  tenrtpo  in  deplorabili  fconci ,  & 
in  divulgazione  diefecrabili  errori,  che  come  i  guailadori  negli  efercici, 
fpianarcno  à  Lutero  la  ftrada  della  Herefia  :  fìcch'  ella  trovando  la  Germa- 
nia fproveduta  di  Theologi  per  il  difcredito ,  in  cui  li  haveva  ripofti  Eraf 
mo ,  e  men  proveduta  di  eili  Roma  per  il  credito ,  in  cui ,  non  applauditi  li 
Theologi,  havearipofti  Leone  Decimo  liRettorici,  orgogliofe  ufcirono 
r  Herefie  in  campo  fenza  altra  contradizione ,  che  di  un  generale  compian- 
a  PaiUv.Uh:  J.C.  gimento ,  non  tanto  adherendo ,  come  fuppofe  [a]  il  Pallavicino ,  lafetta 
^ì-»-7-  di  Hrafmo  alla  fazione  di  Lutero,  quanto  lafazione  di  Lutero  alla  fetta  di 

Erafmo .  E  fetta  di  mille  Herefie  fu  quella  di  Erafmo ,  perch'  eglipublicon- 
ne  tante  nella  Germania ,  che  Alberto  Pico  ,  queir  erudito  Principe  di 
h  M„r!aH.  viHo.  Carpi  in  Italia,  appena  potè  tutte  confutarle  in  ventidue  Libri.[^]H^re'f /- 
ÌlLÌ"deffjì!'lo.'  ^"^  ^^^^  omnium peftilentijjìmus Erafmns ,  dice  Mariano  Vidorio ,  omnia  ad 
libitum  aut  expofuit  i  autvitiaptt.  Noi  ne  fcieglieremo  le  principali,  dalle 
quali  il  Lettore  potrà  dedurne  le  rimanenti .  E  primieramente  egli  fiì  folito 
di  dar  titolo  di  Giudaifmo  alla  Theologia,  vocilèrando  facrilegamente, 
c^pitd..AìhfrtHr>,  [c]  Utmamaliquando  expergifcatur  Clrriflus  3  atque  hocjudaifmo ,  cioè  dalla 
¥icumiih.^io,  de  Thcologìa,  atque  hac  Tyranntde  liberei  populumfuumy  nifi  forte  ideò  nosre- 
uoogis.  ^^^j^^  ^j  hujujmodi  portentis  ferviamus  :  onde  hebbe  contro  lui  ad  efcla- 
à  ibid.  mare  l'allegato  Principe  di  Carpi,  [d'jOptasy  ut  Tbeologorum  ordo  perda- 

tur  àChrifioy  ut  fcilicet  hareticis  licentioftùs  debacchandi  adjìt  facultasy  ut 
arrogantibus ,  &  temerariis  liberum  fìt  fcriberey  qu^cumquc  eis  adbuccam 
•penutnty  dumntodò  dicacitatem  aliquam  calleant.  Da'  Iheoiogi  egli  li  ri- 
volfe  contro  liP.eligiofi,  e  con  quanti  indegni  {commi,  con  quanti  arguti 
ditterii  li  motteggialfe ,  beiTalfe ,  e  forridelfe ,  è  cofa  più  tolto  horrida ,  che 
gradevole  à  nfcrirfi,  Chiamavali  nella  diverlìtà  degli  habitiff//?rio«/,  nel 
nome  di  Religiofi  Beliemmiatoriy  nella  qualità  della  vita  Ingannatori.  Ma 
,.      .    ,.       il  citato  fuo  Anta^onifìa,  \  e'\'lSIec  efiy  dice,  quòd  calumnieris  veflitum , 

e  Inem  de  Mena-  .         .  ,-        P  ■        !-  .  -l.    ^        •'    '  .        '  r       •        n        1 

chis.  utinquiSy  prociigtoja  multate  mjignem  y  ac  digito  notandumy  prxjertim  ji  ad 

ami£ìum  D.  Joannis  Baptijice  refpcxeris  tam  agrejìem  ,J  CT  horridum^ ,  fi  ad 
Jacobi  ^poitoli  Fratris  Domini  cultum  y  qui  (HegeftppOy  &Jofepho  teftibus ) 
Linea  tunica  fuccin6lus ,  pedibus  nudis ,  capiliojus ,  &  barba  borndus  femper 
inceffit'y  (i  par  Iter  ad  Eli£y  dr  Elifei  pallium  y  fì  adVauli  Thebaidis  tunicam 
palmulis  contcxtam ,  fì  ad  magni  untomi  cucuUum ,  &  D.  Martini  vejìcm , 
Monachorum.que  JEgyptiy  &  Syria  rufitcana  indumcnta  ;  nam  convenit  qui- 
dem  ,  &  vejtitum  ipfum  indicare  vita;  profefjioncm  .  Tlurimum  certe  dede- 
ceret  eos  y  qui  tota  vita  ex  profejjo  à  communi  vulgo  d/fcrepant  y  cultu  ip/o 
efte  fìmiles  ;  convenit  cnim ,  ut  externa  internis  confemiant  .  TSi^am  par  e/i 
dliumefìevejiitummilitis  y  civisy  &  agricola  y  cumille  chlamyde  y  hictogay 
alius  rudi  ttmicula  vefiiatur:  fìrniliter  aliud  Imperatori!  ,  Senatoris  ,  Tle- 
keitque  hominis  ;  nam  ille  paludamento ,  Senator  Latoclavo ,  Tlebejus  pallioloj 

vel 


Capitolo  IL  X4'7        Leone  X. 


-pel  tunica  inàuìtm .  Convenit  autem ,  &  communcm  efle  Monachorum  habi- 
tuniy  uniufque  forma  omnium ,  ut  Monachum  vifto  ipfa  dejìgnet .  ^ge  quce- 
sò ,  quis  tam  mentis  hebes ,  quis  tam  obc^catus  fenfu ,  qui  bis  verbi)  aud:tis 
nonvideat  mpotens  tuum  calumniandi  fludium  y    &  denahendt  F{eligiofis^ 
ridiculum  enim ,  ac  puerile  nimis  efl  ajjerere ,  non  abejje  à  blafphemia ,  fcm- 
dereque  tuntcamChrijìiy  qui  ditit  I\eltgiones  varias  y  quaft  non  poffint  fub  lyeli- 
^ione  communi  plures  partuularcs  ejje  ,  quemadmodum  fpecics  [uh  genere, 
Tilpn  certe  negare  poteris  ,  magis  B^ligiofos  fuifie  ,  nomenclaturamque  banC' 
potius  convenire  Jìpojìolis  y  quàm  turbisy  &  populo  communi  y  qui  ad  fidem 
Chrijii  convertebantur .  Kljc  efl  ,  quòd  compares  vitam  Chrifiianorum  com- 
munem  y  vit£  B^ligioforum  y  nifi  contenderis  y  as,  ac  plumbum  auroy  &gcm- 
mis  effe  conferendum  :  quantum  autem  inter  utrumque  fit  difcriminis  ,  Joark- 
nes  Cbryfofiomuiy  qui  nec  Monachus  y  nec  Monachorum  Tater  ,  quemadmo- 
dum magnus  Bufilius  fuit ,  declarat ,  afierens  Monachi  infiitutum  veram ,  & 
perfe6ìam  philofophiam  efie  ,   ipfofque  Monachos  virtutum  Magifiros  appel- 
landos  y  corumque  infeclatores  efie  in'qui(Jimos  gcbenna  aterna  ignis  ulcifcen- 
doSy  viventefqiis  in  urbibus ,  vitiis  y  ac  fceleribus  efie  obnoxios  ;  quamobrem 
nequaquam  conferendos  ets  ,  qui  ut  dia  dijfugerent ,  fecefferunt  ,  durifjimum 
vita  genus  praferentes  deliciis  Urbium .  Così  egli.   Ma  molto  peggio  egli 
gioco  fi  prefe  delle  Indulgenza  pontificie,  dicendo,  ISlam  quid  die am  de 
iis  y  qui  fìbi  fi6iis  fcelcrum  condonationibus  fuapiffimè  blandiuntur  ,  ac  Tur- 
gator ti  f patta  veluticlepfy drismetiimtur  fjcculay  annos  y  menfes  y  dies ,  horas, 
tanquam  è  tabula  mathemiticai  Così  Erafino  delle  Indulgenze,  contro  il 
quale  condegna  riflefllone  il  citato  r^l  Carpenfe,  j(3«/5 /^ì^cvótZ»^  ^«^/V^w     ,,     ,.,    •    . 
negare  audebity  Erafmum  Lutheri':^afie  ,  aut  potius  Lutberum  Erafmi'2;afse  <  Erafmtim. 
Né  qui  fi  contenne  la  maledica  lingua  di  Erafino,  ma  portandoli  con  efia 
fin  contro  i  Santi  del  Cielo,  motteggiava  [^]  loro,  echili  adorava,  eli  b  i.iemiib.9. 
facri  pellesrina^m,  lecerimonie,  [cliriti,  i^iornifeftivi  della  Chlefa, le     ,.     ,.,  ^ 
reliquie,!  adornamento,  [a  J  e  lenito  de  Tempii,  con  aculeati  ditterii  pò-  d  idemiib.j. 
nevain  derifo,  e  chi  efercitavali:  difcreditavali  [e] digiuni  :  contro  gli  „  ide^iib.4. 
Ecclefiaftici  [/jtbrfennatamenteefclamava,  e  contro  le  loro  ricchezze:  f  idemiib'.i'ì. 
maligne  opinioni  di(reminava[^^]  contro  la  poteft-i  del  Papa:  cliiamava  ti-  g  idemiiù.i^. 
rannidede'.Preti[^]  le  Decretali,  e  i  Canoni  diceva  formati  per  aggravio  ,  |^  ^,  ^^.^ 
e  nonperfollevamento  delle  anime:  efccrava  [/]  li  riti,  e'I celibato [ /^]  \  id!^i'i,*l!' 
ne*  Sacerdoti ,  ene'Vefcovi:  preferiva  [/]  il  matrimonio  alla  verginità,  e  J^//,V7/^l',g'' 
alcuna  volta  fra  i  Sacramenti  riponevalo,  altre  volte  da  efiì  rigettavalo: 
ridevafidellar  wl  Confeflìoneauriculare,  e  con  la  fola  federai  muitiricarfi  „,  ,-j  ^.f  ,„ 
1  huomoafleriva:  in!tgnava[  ojnonelierelecitaa  Chriitianilagucriaco'  n  iderri-b.-.o. 
Turchi:  affermavaprohibitoa'fedeliilgiuflo  [p]  giuramento r  giudicava  p  'fdZ'ii'bW'. 
[^]  convenevole  la  bugia  fecondo  la  congiuntura  de' luoghi,  ede'tempi: 
dubitava  dell'  autorità  delle  Sacre  [  r  ]  Scritturerapprovava  [/]  l' Arrianefmo,  ?  uZÙb.'xi'. 
e  nella  prefazione  del  fuo  Y.'òo^oadverfm  Hdariumy  ^Audemus  y  dille.  Spi-  (  {dtmub.n. 
ritum  Sm^lum  appellare  Deum,  quos  veteres  aufi  non  fum:  ed  ii\  fom.na 
conperfetto  Atheifmo  impugnando  tuttala  Religione  di  Chrifto,  [^t]Vor-  e  idemiocdr, 
pbyYÌus  y  aut  Julumus  y  illius  profejji  Hofles  ,  tam  execranda  adverfus  illam 
nunquam  fcripferiint .  E  quefta  d  è  la  figura ,  che  noi  rapprefentiamo  della 
fede  di Erafmo ,  e  cpelfo  il  vero  ritratto  del  Precurfore  di  Lutero.  Hoc 
virulento  sAtheifmoy  foggiunge  [u]  l' Annalilta,  inficiebat  incautam  juven-  ^^  7,^^„.^„„  j^,^, 
tutem  Erafmus  y  quamvis  Sacerdotio  initiacusy  ér  inter  Theologorum  nume-  n.ioo.iufi,u, 

Q^  4  rum 


Leone  X.       2,48  Secolo    XVI. 

rum  cooptatus ,  anteqaam  Lutherus  in  Ecclejtam  erumperet  :  eaque  venenà 
avidiàs  hauriebantur 3  quo  Latinarum  elegant'tarum  melle  pcrlita  erant;  nec 
H<ere(tarcharum   more  commentarios  omni  ex  parte  inqumatos  confìckbat, 
fed  brevtbuSi  &  aculeatis  fententiolis  hcerefes  inflilUbat,  ^tqui  cum  Je£iam 
concedere  non  videretur ,  interdumque  edam  nonnulla!  elucubrationes  prò 
Eccleft<e,  &  Tontificìs  au6Ìoritatey  ncc  non  adverfus  impia  aliqua  Lutheri 
dogmata  cdiderit,  ita  tamen  ,  ut  neutri  parti  addihum  fé  gereret:  à  plerif- 
que  etiamCardinalibuSi  Eùifcopis  j  &Do6ioribuSy  ut  CathoUcus  habitus  eflz 
cum  parte  alia  h^reticì  tlìum  /ibi  palam  vendicarent  ;    donec  excufia  ejus 
[cripta  primùm  a  Stunica  ^  deinde  à  Seda  ^  pofìea  ab  Alberto  Tio,  qui  ad  con- 
vellendas  inanes  ejus  cxcufationes  fmgulos  textus  harefibus  inqumatos  fupe- 
riìts  à  nobts  indicatos  recenfuit ,  ac  viginti  duobus  libris  egregie  confutatiti 
demùm  ab  Eccleftadamnatafuerunt .  Così  egli.  Hebbe  Erafmo  ftretta ami- 
cizia con  Lutero ,  e  ne  haveremo  fpeffi  rincontri  in  quefta  Hiftoria  i  mi  egli 
avvedutoli  pofcia  de' precipizii,  ove  traboccò  il  Tuo  amico,  ritiroflì  da  lui 
a  jdiùHsiunu  a„.  e  neir  amicizia,  e  nelle  fentenze,  e  morì  [a]m  BafiIea,come  di  lui  [  b]  fcrifle 
lllftf ^70."  ^'*'  il  Pallavicino ,  in  concetto  di  mal  Cattolico  sì ,  ma  non  però  di  Luterano . 
b  Pa/Uv.ué>.i.c.  Poiché  [e]  dicefì  di  lui,  che  Ecclefm  judiciofe,  librofquefuosfubjecitx   il 
V'Nàt.'^i.x.  féc,  che  quando  vero  fia,  certamente  lo  libera  dalla  infamia  di  Heretico,  ma 
*6.€s^,ar.ur,.i2.  nougiùlo  "cfalta  al  merito  della  dignità  Cardinalizia,  come  pur' hora  non 
Mtrjusjintm,       f£i^2a  uoflra  maraviglia  habbiamo  letto  in  un  moderno  Autore ,  il  quale  di 
d  Idem  Nat.  ioc.c.  Erafmo  lafciò  fcrìtto ,  [d]  Qjuin  etiam  deipfo  ornando  cogitavitVaulusTer- 
tiusy  &  Cardinalitias  infulasipft  decreverat .  Abbaglio,  che  forfè  prefe  il 
e  Hìer.NigriMsto.  Natale  da  chi  [e]  racconta  con  poco  fondamento  di  verità,  cheperfuafo 
j-jp'^^'iPrìncipfs  p^olo  Tcrzo  di  ammollire  la  durezza  di  Erafmo  con  l'amorevolezza  de' do- 
nativi, fin  dal  principio  del  fuo  Pontificato  gli  conferifl'e  motu  proprio  un 
Priorato  in  Fiandra  di  fei  cento  feudi,  tramandandogliene  gratis  le  Bolle, 
con  promelfa  eziandio  didimoftrazionipiù  grandi.  Il  che  fi  refe  credibile 
appreflbqualcheduno,  che  volle  notare  in  Paolo  Terzo  una  certa  fperan- 
za ,  eh'  eglifempr'  hebbe ,  di  conciliarfi ,  e  di  poter  ridurre  a  fana  mente  an- 
{to.Ma^}oisìs-  che  luteropermezzo  non  del  rigore,  ma  del  favore,  efaltando[/]alladi- 
g  Vedi  ,L  \«fceui  of^jj.^  Cardinalizia  Niccolò  \g  1  Chiomberi^h  fratello ,  come  diceiì ,  di  Ca- 
tom.z.d,  Ile  lenire  tcrina  Borc ,  prima  Monac3 ,  e  poi  concubina  di  Lutero.  Ma  il  primo  rac- 
a  Principi.  coiKO  di Erafmo  uou bcu fuiliftc alla prova dcl  vcro ,  enei  fecondo  di  Lute- 

1,  ,r-j    r-         ro ,  ammirifi  il  merito ,  e  l' alto  [  /?  1  valore  dell'  eletto ,  e  non  la  pretefa ,  e  à 

h  Vtdt     Ciac,     tn  '.  ^  ^      '  ■"'niTr' 

tfHtvitato.ì.co!.  noi  non  nota  luppoiia  cognazione  coni  Hereliarca. 
^^7.  Fràquefte  agitazioni  dunque  di  dottrine  nuove,  &  efecrabili,  ritrova- 

-.    j    r.^  ■  ri  vafi  dibattuta  la  Germania,  quando  colà  [;]  eiunfe  il  Breve  di  Leone  per 
Brev.Leonitx.ti.  le  Indulgeuzc  u  bcnchcio  dcila Fabrica  di  S.  Pietro,  e  la  delegazione  Pon- 
ci^/,*M./»&^-'^'  ^ific^^^"  perfona  di  Alberto  Arcivefcovo  Elettor  di  Magonza,  Principe 
Promuigax.one  della  Cala  di  Brandeburgh ,  che  ne  commelfe  la  promulgazione  à  Giovanni 
ne'xrper'^:Ì'in3  TetzelDomenicauo ,  Rehgiofohabileàuntarefercizio,  efercitatodalui 
duigénic'         felicemente  in  fomigliante  congiuntura  peri  Cavalieri  Teutonici.  Quefta 
commifiìone  impoita  all'Ordine  de' Predicatori  offefe  altamente  gli  Ere- 
mitani di  S.  Agoftino  :  non  perche  fofie  ella  folita  conferirfi  ad  eifi ,  ertendo 
Y  pdUv.iii.c.ì.  che  [/;..]  Giulio  Secondo,  eLeoneDecimo  l'haveva  altre  volte  conferita  ai 
«.7-      '  Minori,  &  i  Cavalieri  Teutonici  eranfi  ferviti  dell' opera  de' Domenicani 

per  publicare  alcune  fimili  Indulgenze,  concedute  loro  dal  Papa  infuilìdio 
delle  fpefe  da farfi  nelle  guerre  contro  il  Turco  j  ma  ò  perche  in  que'gior- 

ni  ap- 


Capitolo  IL  2/4Q        Leghe  X. 

ni  appunto  fone  flirta  non  so  qual  gara  frii  quefte  due  Religioni  Agoftinia- 
na,  e  Domenicana;  ò  perche  mal  volentieri  gli  Agoftiiiiani  foffrendofi 
pofpofti  a'Domenicani  neirinterelTe ,  giudicarono  tolti  al  loro  bifogno 
que'proventi,  che  per  giufto  riconofcimento  iì  affcgnavano  a'Queftori 
in  foftegno,  e  inpagamento  delle  loro  fatiche:  qiial  fiicceffo  primairri- 
tolli,  e  poi  fé  prorompere  gl'irritamenti  in  aperte  doglianze,  partico- 
larmente in  riguardo  a  quelli,  che  già  peraltro  capo  ritrovavano  mal  di- 
fpofìi,  non  tanto  contro  i  Domenicani,  quanto  contro  la  Corte  di  Ro- 
ma. Undieffi,  anzi  ifprimo  fri  efli  era  Martino  Lutero,  huomo  ardito, 
ma  non  forte;  fecondo  d'ingegno,  mi  non  maturo;  d'intelletto  easliar-  ,,    .   , 

1  \-vrL         ^^  jìi  u        ri-  •  r-    -^  ^  \    •     Martin  Lutero,  e 

do,  ma  pui  tolto  atto  a  diitniggere ,  che  a  f  abricare  ;  impetuofo,  miti- fue  quauu  . 
morofo,  che  facile  nell'impegno  penciili  poi  dell'elTerlì  troppo  impegna- 
to, ò  perche  non  gli  fortifle  ciò,  ch'egli  divifava,  ò  perche  gli  riufciffe 
più  di  quello,  ch'egli  pretendeva.  Erat  vehemens  y  dice  di  lui  uno  Scrit- 
tore della  fua  vita,  [a]  rigidusj  fero  ingenio  y  &  tracmadus  fupra  modum  :  i  vumbtrgius  i,% 
quo  faBumefì)  ut  in  rebus  agendis  nulli  cederei; ,  fedingenii  fui  du&:umpotiàSy  ^"'«^^f^"'^-'-'. 
quàm  aliorum  fanacoìiftlia  fequeretur:  quod  vitium  in  puerodeprenfum  qui- 
dem  fuity  eie  {eventate  quadam  cobihitiim^  (ed  evelli  radicitùs  non  potuit; 
imo  cumaetate  fumpfit  incrementa ,  donecadhanc  maturitMern  crevitj  ut  qui 
puer  contumacia  fua,  ac  ferocitate  parentes,  &  praceptores  exercuit,  jam 
vir  faFiiis  cantra  Trine ipes,  EpifcopoSy  Umverfnates  ,   Cafarem  ,  Tonti fi- 
cem,  Ecclcfìam  ipfam  non  triumphantem  minàsy  quàm  militantem  ,  proter- 
via y  fajìuque  tumensy  infurgeret;  ac  demum  ab   hac   indomita  pertinacia 
fymbolum  ftbi  defameret  :  Cedo  nemini  ;  (&  licòt  fubinde  verbis  ad  bumili- 
tatem  compofttis  fedemitteret,  qnafi  locumdarevellet  fanisconftliisy  &  ad 
aliorum  fé  duóìumadj ungere  ;  tamenfimulata  fuitilla  y  &  fuco  pi6la  demif- 
Jto ad captandum  favorem y  &  prenfandum hominum animos comparata:  quam 
ipfe  pofimodumy  ubi  rerum  potitus  eji ,  (iolidam  humilitatem  appellare  con- 
fuevit.  Mipiuhorribilmentediluiil  Sandero,  enumerandone  le  beflem- 
mie,  e  laprecipitata  licenza,  [^]  Lutherusy  dic'egh,  in  pr^fatione  pri-  h  s^ndey.  devift. 
mitomioperurn  fuorum-,  EgOy  inquity  non  amabam  ,  imo  odiebam  jufiumy  ^ji' -Monarchia ly. 
&  punicntem  peccatores  Deum,  tacitaque  y  fi  non  blafphemiay  certe  ingenti  e '^KS'ul 
murmnratione    indignabar  ,  atque  adeò  furebam  favay  e^  perturbata  con-  ften^m»*  • 
fcientia;  così  di  Lutero  il  Sandero,  il  quale  degnamente  efclama  ,  SiÒMnon 
eji  blafph ernia,  equidemnefcio,  quidappellemblafphemiamy  autquideo  no- 
mine acapi debeat.  'ì^n amabam y  inquity  Deumi  parumhocei  vifum  eji  . 
Imo,  inquity  odiebam ì  quem  tandem  ?  Deum  i  quemi  Creator em  tuum  } 
^t  forte  putaveras  illuni  potuifk  injufium  efìe  ?  Oderam  ,  inquit ,  jujium 
Deum:  imprudens  y  opinor  y  idfecijity  odio  quodam  occulto  y  quod  tpfe  non 
intellexeras  :  Imo  y  inquity  fi  non  tacita  blafphemiay  forte  igitury  te  ipfo  au- 
óìorey  etiam  tacita  blafphemia,  certe  ingenti  murmuratione  indignabar ,  at- 
que adeò  furebam  f£vay  &  perturbata  confcientia  ,  Omonjirumhominisy  qui 
non didicerat illud mite verbum Heli  [e]  Sacerdotis:  Dommuseji:  quodbonum  e  lT^^^.j, 
eftìnoculis  fuis  faciat.  T>{ecrefertquaoccafioneLutherushiec  dixerit;  nulla 
enim  potejl  fatis  jufta  caufa  intervenire ,  ob  quam  Deus  etiam ,  ut  juflus  eji ,  odio 
haberi ,  &  ingens  murmuratio  contra  illum  commoveri  debeat .  Così  egli  di  Lu- 
tero, e  contro  Lutero .  Di  qual  fede  poi  egli  fofle,dicalo  egli  fteflb ,  che  fcri- 
vendoadErarmodifehebbeàdire[c/]H^(.-^e«Wfi(?»e,  non  efìe  Deum,  acer-  d  ^pudu.  F..ùr. 
rmè  urgeor,  &  pnmor ,  &f(iteor  ingenue.  Così  egli,  Onde  meraviglia  non  è,  \ltZ\'i;f''''  ^'^' 

che 


Leone  X.        ^.50  Secolo   XV L 

che ò  negando,  ò  odiando  egli  Dio ,  beflemmiafTe ancora  la  (^ a  Madre  , 
e  li  Santi  del  Cielo  ,  fcancellando  dal  ruolo  delle  fefte  quella  deirAlUm- 
a  Isella  Fe/f  a  dtt-  2Ìone,  c  [a]  della  Concezione  ,  come  sello  difdegnafib  di  vedere  e  na- 
i1po"t$"'d{Ju/.  taal  Mondo,  eaflTuntaalCielo,  la  Madre  di  quel  Dio,  che  Àa,  luicotan- 
fr^'f7/?T/w'^  to  fi  odiava,  &  ai  Santi  togliefle  la  invocazione,  ch'è  l'uni/ea  gloria,  che 
^^JoutaConcaZ.  veda,  loto  in  quefto  baffo  Mondo.  Ma  della  fede  di  Lutero  parlerannOji 
patria  fiudio  baftanza  li  dilui  fatti,  che  compendiofamente  anderemo  hor' hora  fcri- 
e  vita  di'  Lutero!  vcndo .  [^]  La  fua  Patria  fu  Islebio  Città  della  SalTonia,  d'onde  porta- 
ì'oSww/'^^^  tofi in Erfordia nella  Thuringia,  egli  con feguì  [e]  la  laurea  di  profeflb- 
e  'JnnJcatii'fu^  TC ttclle lettetc humaue j  e  mentre applicavali allo  ftudio  della  Legge,  at- 
d°Lwh.  in  pr^fat  territo  [d]  da  un  fulmine,  che  gli  cadde  d'apprelìb  con  morte  del  com- 
tìùrtde'votis  MÒ  paguo ,  ritirofll  nella  medefima  Città  di  Erfordia  dentro  il  Chiolìro  degli 
ut!"'  "'^f"''"-  Eremiti  di  S.  Ago  Rino,  huomosì  ardito  y  dice  [e]  di  lui  il  Pallavicino  , 
e  PaiUvk.  lib.i.  che  à  [paventarlo  convenne  y  chel  Cielo  fpendeffeun  fulmine.  Vide  in  quel 
f.j.».2.  Convento  quattr'anni  ,  ma  fempre  così  agitato  di  animo,  e  di  corpo, 

che  parve  tocco  dal  fuoco  del  Cielo,  fé  pur  dir  non  vogliamo  da  quello 
dell'Inferno .  Conciofiacofache  vagava  la  fama ,  che  fin  d'allora  ò  egli  folle 
invafo  dal  Diavolo ,  ò  havefie  fecreto  commercio  co'l  Diavolo  ;  onde  rife- 
f  cof/*/;^  .n-ff;/,  rifcefi,  [f]  che  leggendofi  un  giorno  SII  l'Altare  l'Evangelio  delDemonio 
&jcriptùLutiuri[Q^^Q^  c muto ,  Lutcto  cadclfe prccipitofamentcboccone  interra,  inque- 
sui'pr^tt'tca  co-:  fte  parole  fpaventevolmente  urlando ,  T>{pn  fum  ytion  fum  :  e  della  fama  ne  ap- 
Diavoio ,  parifcono  authentiche  teftimonianze  riferite ,  e  dette ,  e  fcritte  da  lui  iriede- 

fimo,  che  in  un  Sermone  al  popolo  afieverò ,  [g\  Se  Diabolo  familiarem  effe, 
g  Idem  tbid.      [eque  cumipfo  pluf qitam  unum  modium  faliscomedifie-y  e  in  un'altro  luogo  óà 
Iq  conìckò y  [h]Diabolumno£ìequadameumàfomnoexcitaJJe y& ad fcriben- 
^^ngTiìr-t'ulgàf'  dumcsntraSacrificiumMtaris  juafifje.  Soggiunge  il  fopracitato  Coeleo, 
Sunt  &  alia  non  panca  bac  de  re  argumenta ,  quòd  etiam  corporaliter  vifus  qui- 
\^nn.isoi,       bufdamfuerit  D<£moncumeoconverfari  .   Da  Erfordia  egli  [/]  pafsòàVvit- 
temberga;  doveterminòilcorfode'Studii  conlalaureadi  Dottore,  e  di 
kLurhepiji.riB.  ProfelforeinTheologia.  Màconpeflìmodifegno,  com'egli  [k]  ftelfoal- 
27.r»m.i.  ep;^,i.    ferifce,  dì  abbattere  in  quella  celebre  Accademia  li  due  riveriti  nomi  nelle 
Scuole ,  cioè  di  Ariftotile  nella  Filofofia ,  e  di  S.Tommafo  nella  Theologia. 
EinqueftaUniverfità  appunto  egli  ritrovavafi  ,  quando  furfero  le  accen- 
Prodtgii ,  e  prc  nate  turbolenze  fra  gli  Agoftiniani ,  e  li  Domenicani,  e  quando  anche  il  Cie- 
r^'i^^W  fu!!\^^'  loconinufìtatiprodigii  volle  prefagire  le  calamità  fuffeguenti,  ch'eccita- 
i^nn.iiia.       rono  nella  Chiefa  di  Dio  li  due  prevaricati  Agolhniani  Eratmo,  e  Lutero. 
fisrlm'.itSlrfìs  U\  Couciofiacofachc in  Roma  [w]  in  Ecclefta  S.^ugufìini  Imago  Cruci- 
t^rem.m.s.^rch  fixi  y  qu£  pofitacrat  ingrcmio  DciVatris  y  totaliter  abrafa  efl  ;  cioè  colpita 
V'itit.gai.zio.      (ia un  fulmine:  ItemStmulacrum  pueri  Jefu  in  ftnuMatris  fulgure  dejeÙum 
efiy  &  nunquamrepertum .  ItemCrux  cumChriJio  crucifìxoinBafilica  S. Te- 
tri no6ìe  de  alto  columnatu ,  nullo  tangente ,  cectdit .  Item  in  campo  fanóìo 
cumquifpiam  Sacerdos  celebraret ,  &  elevata  Hofiia,  eamy  ut  fity  juper  cor- 
porali poftturusejj'ety  -vento  prevalente  exfujf lata  efl  indey  &  nufquam  am- 
plius  reperta  fuit  y  multis  id  fa6lum flupentibus y  &  continue  Hofliam  facra- 
tam  qud^jemibus .  Così  Paris  de  Grallìs  ne'fuoi  Diarii  :  e  nel  medefimo  an- 
nh  FAÓtrTheo  "<^  ^"^he  lu  [w]  Germania  nella  Terra  di  Vvcrd  prefloAugufta  una  Spina 
togu's  i^  ùrarnn'r  dclla  Coroua di  Noftro  Siguorc  ripofìa nella  Chiefa  de'Benedettini  di  San- 
'\{anr'  ^^''^"  ^^  Croce  in  giorno  di  Venerdì  Santo  fudò  fangue ,  quafi  piangendp  i  U- 
crime  ex  fangue  le  difgrazie  imminenti  alla  Germania . 

Lutero 


capitolo  //.  X5  I         I-F-.neX. 

Lutero  dunque  afpramente  malevolo  alia  Coree  di  Roma,  perche  [a]  'J;iJ::!;'^X:, 
non  vi  potè  confeguire  non  so  qual  cola,  ch'eflo  pretendeva,  e  col  ro-  tib.i.c.^.».i. 
mento  del fuo  [b\  Vicario  Generale  Giovanni  Staupizio  ,  Religiofo  in  lJJ,ZT2''oX 
fommo  erado  di  ftima,  e  di  atiezioneapprelTo  Federico  Duca  di  Sallonia,  hxrefcon. ub.i.cs, 
difpoftoaprofeguirle  gare  antiche,  &  ad  eccitarne  altre  nuove  contro  i 
Domenicani,  fece  un  palfo,  chefii  il  primo,  e  che  portoUo  nel  mede-  sua  m^aic dice «xa 
Timo  tempo  a  difcreditar  la  Curia  Romana,  facendo  materia  di  rilo  amaro  ,omroie  mduU 
quella  Corte,  &  a  ferire  infieme  gli  emoli  Domenicani,  publicandoli  ap- sen«- 
prelìo  il  popolo  in  concetto,  e  fama  d'ingannatori ,  d'intereliati ,  e  d' 
j<^aoranti:  e  quello  fu  ne'difcorfi  privati  :  e  poi  in  publico  co'l  muoverli 
contro  le  indulgenze,  efclamando,  chediniliun  prò  elleno  foffero;  e  in 
ciò  veniva  ad  Difendere  Roma:  e  magnificando ,  che  per  proprio  utile  , 
ècinrerelie  fi  predicavano  da'Domenicanii  e  in  ciò  egli  li  portava  all'attac-    ^^.^^^ 
codeTuoiAvverfarii.  Certamente  Lutero  fenile  [e]  a  quei  di  Argentina  ,      ' 
elTerfi  eflb  mollo  alle  novità  non  per  zelo  di  Dio,  ma  per  odio  di  Roma  . 
Queftamaledicenzafempre  grata  alle  orecchia  populari,  acquiftogli  cre- 
dito, e  feguaci;  onde  fatto  animofo  rifolvè  Lutero  di  efporre  in  aperto 
theatrociò,  che  fin  allora  haveva  propalato  fra  pochi;  e  per  gittarfi  con 
minor  difcapito  al  fuo  difegnato  eftremo,  accufando  la  parte  contraria  j  r.«,,  i.B/..r««, 
dcU'eftremo  oppofto ,  fcrilfe  all'Elettor  di  Magonza  [d]  (equeftaè  parte  ^'''^■;;^\/^l-J\^ 
dellalettera  )  Circumfenmtur indulgente Vapales  [ubtuoprMLariJfimotitulo  'Zt^L7the?icZ 
ad  fabricam  S  Vetri  ^  inquibusnonadeòaccufoTradicatomm  exclamationeSi  -"^ l'""^'' ^^' J""" 
quas  non  audivi]  feddoleo  falftjjìmas  intelltgentias  populi  ex  illis  conceptas  ,  'a^n.i^c^j. 
quas  vulgo  undique  ja&anty  vtdelicetquòdcredunt  infelices  aninne  ,Ji  litteras 
mdulgentiarum  reàemerint ,  [e  fecuras  e[k  de  fallite  jua .  Item  quod  anima  de 
purgatorio  flatim  evolent,  ubi  contributionem  inctjìam  conjecerint .  Ideino 
tacere  hac  ampliiis  non  potui;  non  entm  fit  homoperullummunMs  Epijcopife- 
curus  de  f aiuto  y  cum  nei  per gratiam  Dei  mfufam  fiatfecurus;  fedfemper  in  ti- 
more y  &  tremore  jubctnosoperari  [alutemnoftram^poftolus'.  &juflu5yin- 
quìt  Petrus  y  vix  fahabitur ,  Vcnique  tamar£iaeflviay  qu£  ducitadvitam, 
ut  Dommus  per  Trophetas  .Amos  y  &  Zachartamy  falvandos  appellet  torres 
raptos  de  incendio ,  &  ubique  Dominus  difficultatem  jalutis  denunttat .  Cur  er- 
go per  illas  falfas  ventarum  fabulas ,  &  promtffiones ,  Tradicatores  earumfa- 
cìunt  populum  fecurum ,  &  (ine  timore,  cum  mdulgentia  prorjus  nihil  boni 
conferant  animabus  ad  faliitcm-,  autfanSiitatem;  fed  tantummodò  panamex- 
ternam  olim  canonico  imponi Jolitam  auferant  ?  Così  egli ,  rallegrandofi  fecre- 
tamente  di  quel  male ,  ch'eflo  pretendeva  di  rimediare  col  veleno  della  fua 
maledicenza.  A'piè  della  lettera  Lutero  attergò  novantafette  conclufioni 
fopra  quefto,  com'eilb diceva ,  dubbiofo  punto  delleindulgenze,  epro- 
méttendo di  attenderne  da  lui  l'oracolo  del  fentimento,  nello  iftefib  gior- 
iw),  [e]  in  cui  il  maligno  né  trafmefle  la  nota  all'Elettore,  ne  fece  publica  «  ^fj*ll-  ^/"f^"^ 
pompa  dentro  il  Tempio  dedicato  dal  Duca  di  Sailbnia  in  Vvitemberga  ]"[,,toTj'. 
a  tutti  li  Santi ,  rifoluto  d'impegnarfi  prima  nella  difcla  ài  efie ,  che  nella  ri- 
trattazione, tramandandone  quindi  copie  per  tutta  la  Germania,  perpre-     conci.ifìoni  dt 
dicarda  per  tutto  con  la  eloquente  lingua  della  penna  le  fue  preparate  he-  Ì-,"5u',g,;i,';'^ ''' ^" 
refie.  [f]  Hisconcluftonibust  dice  il  Coeleo,  communeniy  érrtceptam  de  i  cocUhs  hi^ais, 
indulgentiis  opinioncmy  Ecclefuquefentcntiam  Lutherus  impugnabat:  ed  elle-  '^ cjSumtlùnri 
no  in  rirtretto  furono  le  feguenti[^jP^/7^  non  vultynec  potefi  ullaspoenas  remit-  tom.i  .pag  51. 
tcrey  prmereasy  quas arbitrio  vel  fuo,  vel  Canonttmimpofuit . 

Secun- 


Leone  X.       ^^^  Secolo  XV L 

Secundòy  Tapanonpotejìremhtereullamculpam,  ni  fi  declamando  i  &  ap- 
pYobando  remifìam  à  Dea ,  aut  certe  remittendo  cafus  refervatos  ftbi . 

Tertiòi  Imperfe6iacharitas,  feti  charitas  morituri ,  necejìariò  fecum  fert 
magnumtimorem,  qui  fatis  eft  fé  foto  j  ut  p osnam  Tur g^t orti  faciat ,  cum  fit 
proximusdcfperationis  errori.  Qaefto  articolo  fi  è  il  quarto  condannato  , 
come  fi  dirà,  dal  Pontefice  Leone. 

Quarto  i  l^nvidetur  probatum  ullis  aut  rationibusy  aut  fcripturisj  quòd 
anima  ini? urgatorio  fint  extra  flatum  meriti y  feu  augendiC charitatis ,  &  quòd 
fmt  de  jua  beatitudine  certa ,  &  fecura ,  faltem  omnes .  E  quelli  fi  è  il  tren- 
tefimo  fecondo  articolo  condannato  da  Leone . 

Quinto  y  Thefauri  Ecckfia  nonfunt  merita  Chrifiìy  &  San&orum,  Quin- 
di altre  ne  aggiunfe ,  cioè  ♦ 
i  Uid.pig,  Sì.  Sextòj  I\emi(fw  [a]  culpa  non  ìnnititur  contritioni  peccatoris ,  nec  offi- 
cio y  aut  potefiatiSacerdotis.  ìnnititur potiàs  fideiy  qitaejiinverbum  Chrijii 
dìcentis ,  Quodcunque  folveris  &c.  Veruni  eft  enim ,  quòd  non  Sacramentum  fi- 
deiy fed  fides Sacramenti,  idefl,  non  quia  fit,  fedquia  creditur,  juflificat  . 
Si  è  l'undecimo  condannato  da  Leone . 

Septimò ,  Qiiantumlibetincertus  fìttamSacerdoSy  quàm  peccatordecontri- 
tione  y  rata  eft  abfolutio ,  fi  credit  jeabfolutum.  Certum  eft  ergo  yremifjaefe 
peccata  y  ftcredisremiffa,  quia  certa  eft  Chriftì  Salvatoris  promiffio  .  E  que- 
fio  fi  è  il  decimo  de'condannati  da  Leone .  Qnal  fentimento  Lutero  ripetè 
nelle  fiie  prediche  in  quefte parole,  'ìs^ullomodo  [b  ]  te  confidai  abfolvi 
le  j  td.pag.ci.  pYQpf-gy  fif^^  contritionemy  fed  propter  verbum  Chrifti)  quidixerit  Tetro  ; 
Quodcumque  folveris  ,  &c. 

OBavò ,  Super  contritionem  adificantes  rcmijfionem ,  fuper  arenam ,  ideft 
,.       fuper  opus  hommis  y  fìdem  Dei  xdtficam , 

Tignò  y  Injuria  eft  Sacramenti  y  &  defperationis  machina,  non  credere  ab- 
folutioncMy  donec  certa  fit  contritio. 

Decimò  y  Finge  cafum  per  impoffibile:  fit  abfolvendus  non  contritus  y  cre- 
denstamen  fé  fé  abfolvi  y  hic  eft  vere  abfolutus .  Quefta  fi  è  una  parte  dell'ar- 
ticolo duodecimo  condannato  daLeone. 

Undecimò  y  Sacerdos  ctiamlevis,  acludensy  -vere  tamen  baptiT^at y  &ab- 

folvit*  Egliè  parte  medefimamente  dell'ilìeiTo  articolo  condannato  :  e 

e  md.  Lutero  ne  ripetè  il  tenore  nelle  fue  Prediche  in  quelle  parole;  Efto  [c]per 

impoffibilcy  quòd  confeffns  non  fit  contritus ,  aut  Sacerdosnon  feriò,  fedjoco 

abfoìvat:  fitamencredat  fé  abfolutum,  -vere eft abfolutus . 

Duodecimo  y  Sacramenta  nova  legis  non  funt  efficacia gratia  fignay  quòd  fa- 
tis fit  in  percipiendisnonponere  obicem .  Q^icllofiè  il  primo  articolo  con- 
dannato nella  Bolla  di  Leone . 

Decimotertiòy  Sicutvenialia  peccatanon  pertinent  adconfeffionem y  &  ab- 
folutionem  clavium,  ita  nec  omnia  mortalia.  Si  Homo  tenvretur  omnia  pecca- 
ta mortaliaconfiteriy  &abeis  abfolvi  y  teneretur  fimpliciter  ad  impoffìbile  . 
à  liid,  NeTuoi  Sermoni  Lutero  afl'erì  l'iftefib,  J^ullo  modo  [  d  ]  prafumas  confi- 

teri  peccata  venialia,  fed  nec  omnia  mortalia  y  quia  impoffìbile  eft  y  ut  omnia 
mortalia  cognofcas.  Unde  in  primitiva  Ecclefia  folùm  manifeflè  omnia  peccata 
mortalia  confitebantur .  E'I'articolo  ottavo  fra  i  condannati . 

Decimoquartò  y  ISfuUus  hominum  novit  y  quoties peccet  mortaliter ,  etiam 
in  bonis  operibus  ,  propter  vanam  gloriam  .  E  quefii  fi  è  il  dccinioter- 
20  articolo  condannato  da  Leone .  Co$i  le  concUifioni  di  Lutero  ,  Il 

Tetzel 


Capitolo  II.  ^  5  5       Leone  X. 

Tetzel  Domenicano,  che  nella  Citti  di  Francfort  foftenevàla  carica  d'In- 
quifitor  della  Fede ,  &  haveva  la  delegazione  della  promulgazione  delle  in- 
dulgenze, altrettante  conclufioni  publicò,  e  foftenne  contro  Lutero  in 
quella  Città.e  tece  puhlicamente  [  a  ]  arder  nel  fuoco  come  heretiche  quelle  a  MdanBhtr,.  h 
dell' Avver(ario,  ilqualerefealTetzelil  concracambio  in  Vvittembetga,  ^'f" ^'"*""' • 
nellacuigran  Piazza  furono brugiati  ottocento efemplari  delle  dilui  con- 
clufioni ,  con  ifcanibievole  concu ifione  di  partiti ,  di  ditterii ,  e  d' impreca- 
2Ìoni,  benché  [  6  jLuteroin  pili  luoghi  fi  dichiaraflenonconfapevole,  anzi  ^  Luth.epijioi.^i; 
innocente  del  fucceiio .  Riufcirono  però  molto  più  fenfiblli  a  Lutero  le  op-  ^  '*^* 
pofizioni  di  Giovanni  Hechio  profelTore  delle  Sacre  Lettere  nell'Accade- 
mia d' Ingolftat ,  Predicatore  in  Augufta ,  Ècclefiaftico  dotto ,  il  quale  Cm  d*  oppfioiìone  vi. 
allora furfe  contro  il  nuovo  Herefiarca con  alcune  brevi  note  foprali  dilui  sorou  deli'  hc. 
articoli ,  le  quali  tanto  maggiormente  irritarono  l  Avverfario ,  quanto  più 
autorevole  riconobbe  Lutero  la  contradizione  dell'  Hechio ,  e  più  inafpetta- 
ta  gli  giunfe  per  r  amicizia,ch' egli  con  lui  palfava:  onde  gli  rifpofe  con  acer- 
bi rifentimenti,  econrtrapazzopiùtofto,  che  con  valore. 

Ma  fé  molti,  come  l' Hechio,  haveffero  allora  impugnata  laHerefiadi 
Lutero , facilmente  V  havrebbono  opprefla  nel  fuo  nafcere ,  come  facilmen- 
te di  frefco  fu  opprelfa  in  Salamanca  quello  di  Pietro  di  [e]  Ofma  dall'  e  vediiipo»tìf.di 
Arcivefcovo  Alfonfo  di  Toledo,  bcnch'ella  fi aggiralfe  foprali  medefimi  S'floiv;tom.^.pag. 
punti  del  valore  delle  Indulgenze,  e  del  Sacramento  della  Penitenza;  il  "°* 
che  non  fece!' Arcivefcovo  Alberto  di  Magonza,  né  altri  Ecclefiaftici  di 
Roma  contro  Lutero ,  che  li  medefimi  errori  nfufcitò  nell'  Allemagna  dell' 
Ofma.  Per  lo  che  l' Herefiarca  vedendofi invertito  da  pochi,  prefe animo 
per  inveftir  tutti  ,  e  forfè  non  havendo  [d]  allora  intenzione  di  paffar  ^  ^^^  ^"''"V'  ''*• 
tant' oltre,  quanto  poi  pafsò,  dalla  debolezza  della  parte  prefe  ardimento  '•'•^•''•" 
di  palfar  più  avanti  ancora,  di  quanto  divifava .  Quindi  permantenerfi  in 
iltato  di  potere  offendere  il  nemico  fu'lficuro,  rifolvè  di  fcrivere  una  let-  Marine    proce. 
tera  al  Pontefice  Leone,  ò  per  addormentarlo,  ò  per  deluderlo,  òperto-  '^ureà.  Lutero,c 
gliergli  almeno  dal  cuore  ogni  malconcepito  fofpetto  contro  la fuaperfo-  p"^^'^^"''  *^ 
na.  Ripiego  antico  degli  Heretici,  e  da  noi  annotato  quafi  in  ogni  foglio 
di  queftaHiitoria.  Fece  egli  dunque  prima  una  lunga  nota  di  tutte  le'fue 
già  propone  conclufioni,  con  le  prove  di  efie,  l' efplicazioni ,  "li  argo- 
menti ,  e  le  fentenze ,  e  in  forma  di  piccolo  Tomo ,  col  titolo  di  P^folutwnes 
difputationum  de  virtute  Indulgentiarum y  mandollo,  e  dedicollo  al  Papa, 
infiemecon  una  lettera,  concepita  in  parole  di  tanta  venerazione  verfoil 
Pontificato  Romano,  di  tanta  lommiflioneverfo  il  Pontefice  Leone,  tài 
tanta  pietà,  fede  ,  e  raflegnazione  ,  che  meglio  non  l'havrebbe  potuta 
fcrivere  un  S.Bonifacio  Apoftolo  della  Germania.  Diceva  egli[e]  ineflfa,  e  ^pud  vu^ùer. 
Beati/Jìme  Tater ,  proflramm  me  pedibus  tua  Bemtudims  offero,  cum  omni-  •^/"'^  '*  ^'^^  '-'*' 
bus,  qua  fum  ,  &  habeo ,  Vivifica  ,  occìde^  voca  ,  revoca ^  approba,  re-  ^  "^''^' 
proba,  utplacuerit:  Focem  tuam  vocem  Chrtjii in  te prafidentis ,  &  loquentis 
agnofcam  .  Si  mortem  merui ,  mortem  non  recujabo  .  Conchiudevala  poi 
con  una  protefta,  fimile  alla  quale  noi  non  habbiamo  certamente  rinve- 
nuta n  alcun  Santo  Padre  né  Greco,  né  Latino:  Vroteflor  meprorfus  nihil 
dtcere ,  aut_  tenere  velie ,  mft  quod  in ,  &  ex  Sacris  Literis  primo ,  deinde  Ecclefia- 
JiicisTat.ibus,  abEcclefta  Promana receptis,  hucufque  fervatis ,  &exCanO' 
mhusy  a*:  ùecret^libusTontificiis  babetur ,  &  bah  eri  potè ji.  Q^òd  fi  quid  ex 
fis  prmi'ii  yel  tmprobari  non  potejì,  id gratta  difputattonis  dumtaxat ,  prò 
:   .  judicio 


Leone  X.       ^^^^  Secolo  XV L 

fudiciorationis,  &  experientìatenebo',  femper  tamen  in  hisfaho  judicio  om- 
nium fuperiorum  meorum,  Permodo  poi  ò  di  poftilla,  ò  di  poftdata  fog- 
giungeva  le  fegiienti  proporzioni ,  Trifuò  ,  De  Sacramentali  Tctnitentia 
nullum  habeturpraceptumCbriJìi,  fed  eji  perTontificeSy  <&  EcdefjamJìatU' 
taj  faltemquoad  tertiamfui  partem,  jcilicct  fatisfa6ìionemy  ideò&  mutabi- 
lis  arbitrio  Ecclefm . 

Secmdò,  Ter  Scripturas  probatur,  non  requìri  aliquam  fatisfa8ioncm prò 
peccatis. 

Tertiòi  Sextuplex  hominumgenusnoneget  ìndulgentiis  :  primo  mor tui  y  feu 
morituri y  fecundò,  infirmi y  tertiò y  legitimè  impediti;  quarto j  qui  none om- 
miferunt  aimina  ;  quinto  j  qui  criminay  [ed  nonpubluay  commiferunt;  fex- 
tò ,  qui  meliora  operantur .  Quelli  fi  è  il  decimo  fettimo  articolo  condan- 
nato da  Leone . 

Quarto  y  Solum  inertibus,  frigide  pcenitentibus  ,  delicatis  fàlicet  peccato- 
ribus  y  Canonica  Tanitentia  funt  impofit^e  :  ideòfolummodò  duris ,  &  impa- 
tientibus,  indulgenti oe proprie  concedi  videntur .  Si  è  l'articolo  decimofefto  fra 
■•  i  condannati. 

Quinto  y  IndulgentiiC  funt  remi ffìones  bonorum  operum  y  funt  nullius  pietà- 
tisy  nec  meriti,  nec prxceptiy  fed  Itcentia  tantummodòquiedam;  &-pidi'tur 
qn^Jìus  augeriper  eas  magis,  quàm  pietas.  Sunt  de  numero  eorum  y  qua  li- 
cent  j  nonquDsexpediunty  quomodoin  veteriLege  libellus  repudii y  facrificium 
Zelotypia.  Sunt'viliffimum  bonum  omnium  bonorum  Ecclefi^y  necvifivilifji- 
mis  Etclefu  donandum .  Quefta  fi  è  una  parte  del  decimo  terzo  articolo 
condannato  da  Leone , 

Sextòy  Thefaurus  EcclefuSy  unde  Vapa  dat  indulgentias ,  non  funt  merita. 
Chrifìiy  &San6iorum.  Quefta  medefimamente  fi  è  una  parte  del  decima 
terzo  articolo  condannato  da  Leone . 

Septimòy  Fumana  Ecclefìa  tempore  B.Gregorii  non  erat  fuper  alias  Eccle- 
ftas , 

06lavòy  Fomes  peccati y  etìamfì  nullum  adfit  a&uale  peccatum  ,  moratur 
excuntcmà  corporeanimam  ab  ingrefiu  I{egni  coelefiis .  Quelto  li  è  il  terzo  ar^ 
ticolo  condannato  da  Leone . 

Tslpnò  y  Etiamfi  Tapa  cum  magna  parte  Eccleft£  ftc ,  vel  ftc  fentirety  nec 
etiam  crrarety  adhuc  non efi peccatum  y  authccrefiSy  contrariumfentire  ypra- 
fertim inrenonnecefìaria  adf-ilutem,  donec fuerit per  Concilium  uni-perfale al- 
terum  reprobatum  ,  alterum  approbatum  »  Si  è  quefto  l' articolo  decimo 
terzo  fra  i  condannati . 

Decimò  y  Seducuntur,  qui  pafjìm  indulgentiai  non  aliter  intelligunty  quàm 
falutares,  &  ad  fru&um  fpiritus  utiles  .  E' l'articolo  decimo  quinto  con- 
dannato. 

Undecime ,  ^bfolutio  efi  efficax  ,  non  qurafit ,  fed  quia  creditur . 

Duodecimo ,  l>{ullus  San&orum  in  hac  vita  implevit  mandata  Dei . 

Ahr'Heretiche      Opui  boHum  optimè  fa5lum  cfì  veniale peccatum .  Articolo  fri  i  condanna- 

pr^opofiztom   d.  ^j  jj  yigefimo  fettimo  .  Così  egli,  che  fpeditala  lettera  portoifi  in  Heidel- 

bergài  nella  quale  Univerfiti  propofe  quefte  publiche  conclufioni,  in  cui 

tolic  dall' huomo  fin  la  bontà  dell'  huomo,  cioè  le  operazioni  fante  ,  e 

virtuofe , 

a  Gp^rumLmhn       Trimòy  la]  Opera  hominum,  ut  femper ftnt  fpecìofay  bonaque  videantur , 

fflw.i././.54.  ''  probabile  tamen  efi  ^  eaef^e peccata  mortalia.  Juftorum  opera  efknt  mortaiia'^ 

nifi 


Capitolo   IL  ^55        Leone  X. 

tùli  prò  Dei  timore  ab  ipfifmet  jujìis  ,  ut  mortalia  ,  timerentur  .  Tunc  vere 
funt  pece  Ita  apudDeum  venialia,  quando  tìmentur  ab  homìnibusefìe  mortalia» 
.Quefti  fono  il  vigefimo  feflo  ,  e'I  vigefimo  fettimo  articolo  condannati 

da  Leone. 

Secundò ,  Liberum  arbitrium  pojipeccatum  res  efl  de  foto  titulo ,  &  dumfacit 
quod  in  fé  efl,  peccat  mortai  iter ,  Articolo  trigefimo  primo  fra  i  condannati . 

Tertiò,  "Non  ille  jufttis  efl,  qui  multàm  operatur  ^  f ed  qui  [ine  opere  muU 
tùm  credit  inChriflum .  Alle  conclufioni  egli  aggiimfe  le  Prediche ,  e  dal  cir- 
colo palTando  al  Pulpito ,  quafi  in  ogni  cantonata  di  Heidelberga  proclamò , 
piiblicò ,  e  predicò  gì'  infrafcritti  errori ,  diligentemente  raccolti  dalle  ope- 
re infami  di  Lutero  in  quefto  tenore .  [  <i  ]  a  Ex»p^ìi.Lnth. 
.  Trimò  j  T^lovi  ^u5iores  ,  ut  Magijicr  fententiarum  ,  5".  Thomas y  &  ho-  tsm.i.foi.sjffi» 
rum  imitatores,  tres  partes  faciunt  pa:nitenti(&i  nempè  contritionem  j  confef-  *'^'^'^'^^'''''^^^' 
flonemy  &fatisfa5iionem  .  Qua  di(iin6lio  deduci  non  potè fl  ex  Scriptura,  ne- 
que  ex  antiqui s  F^ligionts  Chriflian<e  Au^oribus .   Quinto  articolo  con- 
dannato da  Leone. 

Secundò  y  Ex  nulla  Scriptura  colligi  potefl,  divinam  juflitiam,  ftvepanam, 
five  fatisfa&ionem  exigere  de  peccatore . 

Tertiò  y  llltusimaginari£poen£nomen,  quam  indulgenti  A  excludunt  ^  nemo 
explicare  potefl  3  neque  quifquam  novit  y  quidnamflt. 

Quarto  ,  Frivolum  efl  ,  quod  dicunt ,  numcrum  poenarum  ,  &  operum^ 
quibus  fatisfactendum  prò  peccatis ,  efie  majorem ,  quàm  homo  in  omnem  vi- 
tamtumfacere,  tum  perferre  queat ,  ab  exiguum  vita  fpatium ,  eoque  necef- 
fartas  mdulgentias . 

Quinto  y  Fosdus  e[i  errory  quòd  quifpiam  de  peccatis  fé  putet  fatisfa5lurum\ 
qua  Deus  gratis  remittit,  nihil  à  nobis  requtrensy  quàm  ut  in  poflerum  bene 
vipamus. 

Sextò  y  Indulgenti^  admittuntur  propter  inertes  ,  &  pigros  Chriflianos, 
qui  nolunt  animose  ,  neque  bona  facere  ,  neque  mala  fuflinere .  T^am  indul- 
gentia  nihil  promovent  in  melius  :  ideòque  non  efl  licitum  ,  ad  eas  adhoV' 
tari, 

Septimò ,  Indulgenti^  neque  pracepti ,  neque  confila  funt ,  fed  ex  illarum 
rerum  numero  ^  quafubpermijjionemcadunt, 

06ìaì?ò  ,  Contritio  ,  qua  paratur  per  difcuffìonem  ,  colle&ionem ,  detefla- 
tionem  peccatorum ,  qua  quis  recogitat  annos  fuos  m  amaritudine  anima  f uà  ^ 
ponderando  peccatorum  gravitatt^m  ,  datunum  ,  fceditatem  ,  multitudi- 
nem,  amifjionem  aterna  beatitudinis ,  ac  aterna  damnationis  acquifttwnem, 
a^  alia  qua  pojjunt  triflitiam  y  &  dolorem  excitare ,  fpe  fatisfacicndi  per  bona 
opera,  facit hypocrnam ,  imo  magi s  pece atorem .  Articolo fefto  condanna- 
to da  Leone. 

7S(o«ò,  yerijjimum  efl  proverbiumy  &  omni  dottrina  de  contritionibus  hu- 
cufque  datapra(iantius  ;  de  catero  non  facere  ;  optimapcenitentiay  nova  vita. 
Articolo  fettimo  fra  i  condannati . 

pecimò  y  Dum  volumus  om%ia  purè  confiteri ,  nihil  aliud  facimus  y  quàm 
quodmifericordia Dei  nihil  relinquere  volumus  ignofcendum .  Articolo  nono 
condannato  da  Leone. 

Undecimòy  Plus  efl  à  confitente  requirendum,  an  credat  fé  abfohi,  quàm 
an  fit  vere  contntus . 

.   Duodecimo ,    Excommunicatio  efl  dumtaxfit  externa  privatio  commu- 

nionìSi 


Leone  X.       ^^^  Secolo   XVI. 

nionisy  nonfpiritualiumEcclefù  honorum,  commmiumque  oràtiomm\  A.rtÌ- 
colo  decimo  ottavo  fra  i  condannati . 

Decimo  tertiò ,  Excommunicatio  amanda  efi ,  Articolo  decimonono  con" 
dannato  da  Leone. 

Decimo  quarto  y  Magnus,  &  perniciofus  errar  efi  y  ft  quis  accedat  ad  Sacra* 
tnentum  ea  nixus fiducia ,  quòd  confejìus  ejì ,  quod  non  ejì  jìbi  confdus  peccati 
wortalis  y  quòd  orat lones ,  Cf  praparatoriafua  prdmtferit ,  Omnes  hi  judicium 
fibi  manducant  f  &bibunty  ^uia  bis  omnibus  non  fiuntdigniy  ncque  puri  y  [ed 
ficertiJlflmè  confidant  fé  grattam  confecuturos.  Hac  fida  fola,  òfumma,  ac 
proxima  difpofttio'Jacit  vere  puros  ,  &  dignos  .  Articolo  duodecimo  fra  i 
condannati  nella  Bolla  di  Leone . 

Decimo  auintò ,  Baptifkius  non  totum  peccatum  tollit ,  &  abluit .  Ccepta  tati' 
tùm  in  €0  chrifliana  innocentia  e  fi ,  non  ab f aiuta . 

Decimo  fextò ,  ^b  impiis  Do£loribus  perfuaft ,  fentimus  nos  a  Baptifm  o ,  fen 
contritione  fine  peccatis  efie.  Item  quòd  bona  opera  non  ad  mor ti ficanda pecca- 
ta y  fed  ad  cumulanda  merita,  &  ad  fatisfaciendum  prò  peccatis,  valeant. 
Confirmant  autem  impiam  hanc  opmionem  ,  qui  vitas  ,  Ó"  opera  San5ìorum 
impudenter  pradicant,  quaft  ea  propojita  fmt  exempla ,  qua  nos  imitar i  con- 
yeniat . 

Decimo  feptimò,  Tunc  rimfuam  Bapttfmus  ohtinet ,  &  certo  mihi  remiffa 
funt  peccata,  cum  credo  Deo  promittenri ,  quòd  nolit mihi  imputare,  quam- 
vis  maxima  eorum  pars  adhuc  in  carne  remaneat . 

Decimo  o&avòy  Quòd  fic  ftntis  y  (i  à  peccatis recedas,  &  faderis,  quod  in 
Baptifmocum  Deojunxijiiy  ftsmemor,  tum  remiffa  tibi  effe  peccata,  ineoqui- 
demnonfalkris,  ^reBèfentis , 

Dectmononòy  Longè illt errant ,  & peccant quoque  graviter ,  quicoguntbo' 
tnines  fub  peccato  mortali ,  in  Taf  chat  is  Fefio ,  Sacramento  uti . 

yigeftmò  y  ConfeJJlonem  auricularem ,  qu<ie  fit  corani  Sacerdote ,  Deus  non 
pracepit,  ■pcràmVapa  adeamcoegithommes.  Quanquam  adeam  nemofttco- 
gendus-y  non  tamen  ideò  contemnendampropter  abfolutionem  y  idefi  Evangelii 
verbumy  quod  ex  Sacerdote  auditur.  Sicché  l'iniquo  diceva,  nuli' altro  ef- 
fere  r  aifoluzione ,  che  la  parola  del  facerdote  rem iffionem  pece atorum  Dei 
nomine  peccatori  annuntiantis  ',  e  foggiungeva,  nulla  importare,  fé  il  Mi- 
niftro  della confeffione  egli fìaò  Sacerdote,  ò  altro  graduato  nella  Chiefa , 
fipealius  quilibet  Chrifìianus . 

yige fimo  primo.  Circa  poi  la  Euchariftia ,  Unafpecies  nemìni  exhibenda, 
fedisy  qui  Sacramento  uti  volety  aut  integrum  Sacramentum ,  ut  à  Chrifìo  in- 
ftitutum  eft  y  accipiat ,  aut  prorfus  ab  (line  at . 

yigefimofecundò ,  Jus  interpretandi Scripturasaquè  Laicis  concefìum  efi ,  at- 
quedoàis.  Così  Lutero, 
a  ^»n,  I  ris.  QLicfte  pemiciofe  [  a  ]  novità  ponevano  in  maggior  foUecitndine  la  Ger- 

*       mania,  cheRoma,  con  la  ponderazione,  the  le  a  Roma  elleno  feri  vano 
r  autorità  del  Pontificato ,  alla  Germania  invertivano  direttamente  e  le  ani- 
me de'  paefani ,  e  la  quiete  dell'Imperio,  con"^l  prelagimento  di  quelle  guer- 
re, chefempre  feco  portano  le  difcordiefufcitate  dagli  Hereticiinniate- 
ria  di  Religione.  B  ben  provollo  l'Allemagna  minacciata  dalle  armi[£'] 
mentii  Jn^iotul'  diSelimo,  allor  quando,  e  il  Pontefice  Leone,  e  1*  Imperador  Maflìmi- 
p.i.inLtQncx.    Jiano,  c  tutta  ia  Chtiitianità  ardeva  in  preparamenti  non  tanto  in  oifefa, 
quanto  in  difera  di  sì  potente  nemico.  Poiché  nel  commwn  timore  di  tutto 
^  *        ilMon- 


Capitolo  IL  %^ri       Leone  X. 

il  Mondo,  il  folo  Lutero  non  fol  non  temè,  ma  predicava  non  do  verfi  te- 
mere; anzi  pafTando  più  oltre  di  ogni  imaginabile  arroganza,  follcvava  il 
popolo  contro  il  proprio  Principe ,  e  contro  la  propria  patria,  obligandolo 
A  non  prendere  le  armi  contro  il  Turco  ;  l^dlis  prorfus  efl  rcjijiendum ,  così 
egli  nella  refoliizione  della  quinta  conclufione,  neque  Turcìsy  ncque  aliis 
adverfarits,  juxta  pracepturnChrijlidicentis  y^  Si  qim  te  percujjerit  m  maxil- 
lamdexterantj  prabe  UH  &  Jìnìjlram;  e  nell'alferzione  del  vigelìmoquarto 
Articolo ,  T?r diari  adverjus  Turcas  eji  repugnare  Deo  ;  e  nell  aflerzione  del 
trigefìmoquarto  Articolo  efponendolacaufa,  perch'effo  anheli  alla  de- 
ftruzione  della  Chiefa,  foggiunge  ,  ilui  habet  aures,  audìat ,  &  à  bello 
Turcico  abfìineaty  donec  Tapa  nomen  [ub  costo  yalet  ;  ed  egli  ne  apporta 
pronta  la  fnapretefa  ragione,  perchenullumefiregimcn  feculare  pukhriusy 
quàm  apud  Turcam  ;  &  nullum  eji  turpius  ,  quàm  apud  Chrifiianos  ;  e  fie- 
gue,  Turcarum  Sacerdotes,  aut  B^ligiofi  tam  feperam,  gravem,  jìrenuam- 
que  vitam  ducunt,  ut  xAngelt,  non  h ornine s ,  videri  queant,  ut  omnes  noflri 
deridi  &  Monachi  in  Tapatu  jocus  pratllis  fmt;  e  quindi  nella  prefazione 
del  fuo  Libro  de  ritu  Turcarum  ,  Umbnz  funt  nojiri  I\eligioft  ad  Turcarum 
^cligiofos  coltati,  &vutgusnoflrum  piane  prophanum ad lUorum  vulgus  corn- 
paratum  ;  e  finalmente  altrove  [a]  con  gravido  fenfo  in  poche  parole ,  ^id  a  Luti,,  in  ni,,  ni. 
mali  facit  Turca  i  Quelle  maffime  haveva  apprefe  Lutero  pnma  da  Erafmo,  Z'oomh!!^'^  ^'" 
epoidaUldaricoHutten,  fra  quali ,  dice  [b]  ilFabro  Vefcovo  di  Vienna  ^  l'.F^b/rmtiB. 
d'Auftria,  Compofitore  del  celebre  Libro  Matleus  H^reticorum ,  fiftrinfe  ZT'ZlariK^nl 
triplice  lega  in  deftruzzione  della  Chiefa  con  la  oppreffione  di  efla  fotto  il  Lmh.c  -^o. 
giogo  del  Turco.  Fiìl'HuttendifperatamenteAtheifta  più  torto,  che  He- 
retico ,  che  perduto  ogni  ftimolo  di  cofcienza ,  e  freno  di  verecondia  con- 
tro la  Religione  di  Chrifto  portofJi  con  tal  rifoluzione  di  ferocia ,  che  quali 
animando  femprefefleiro  alpeggio  de' mali,  ripeteva  ardito,  e  forfenna- q^,3Jìjv  stHc-c. 
tamente efclamando andava,  J^^<z  ejl  alea,  Ja6ia  eji  alea,  e  perciò  egli  fiede!Ì'Hi;:tcnl  ' 
divenne  tanto  caro  a  Lutero,  che  Lutero  non  divulgò  mai  libro  fenza pre- 
fìggere al  Libro  la  riverita  Imagine  di  lui ,  ornato  corfie  un'  altro  Goliarh . 
IVlà  l'Hutten  morì ,  qual  ville,  fiero  di  animo,  fracido  ài  corpo ,  caduto  fotto 
il  pefo  abominevole  di  venerea  contagione  :  Superbia  turgidi  in  Catholicam 
Ecclejiam  conjuraruntj  &  ts  ante  omnes  y  dice  dell' Hutten  Alberto  Pio  di 
Carpi,  [e]  cujus  fuit  iltudelogium,  Jaóta  efl  alea;  i^erè  jaBaadconfunden-  y,}^^^'/^' ^'"'  '" 
dam  univerfam  Germamam  ,  ad  evertendam  omnem  Ecclefiajiicam  dignità- W  Erifmt .^'^  ^'"^ 
tem ,  &  ad  B^eligionem  perdendam .  Hac  mente,  hoc  animo  janxerimt  foedus  Lii- 
therus  furtofiffimusj  acHuten,  facundus  quidem  alioquin  y  &  acuto  ingenio  y 
at  infotentiffimus  homo ,  &  turbulentijjìmus ,  ad  omne  facinus  accommodatus  ; 
Catilina  focius  aptijjimus ,  fi  ejus  temporibus  vixijiet ,  ut  ex  ejus  ge/iis ,  ac 
fcriptts  deprebendi  poteji  ;   ^uamvis  bcec  conjuratio  illa  Catilm^  tanto  ini- 
qmory  &  execrabilior  perfpiciatur  y  quanto  fcelejiiuSy  &magtsimpium  efi, 
univerfum  Orbem,  quàm  unam  Urbem  injiammare;  Cbrijìianam  ^cligionem 
evertere  ,  quàm  jìatum  unius  Civitatis  immutare  ;  Catholic£  Eccleji^e  ,  & 
Cbrijiiani  Topuli  pacemexcindercy  quàm  B^manam  B^empublicam  perturba- 
re :  [ed  facem  illam  Dominus   jam  è  medio  fujìulit .  Qual  commozione 
recaffe  nel  Popolo ,  e  qual  pregiudizio  a  Cefare  la  follevazione  di  Lutero  m 
quella  congiuntura  particolarmente  delle  armi  imminenti  del  Turco,  cia- 
fcun  ne  deduca  gli  effetti  dalla  confiderazione  delle  maflìme  di  lui  da  Noi  di 
lopr  a  riferite.  Perloche  nella  congiuntura  di  una  Dieta,  che  ritrovavafì 
Tomo  IV.  K  aperta 


Leone  X.       2.58  Secolo  XV L 

.  aperta  in  Aiiguftà ,  l'Imperador  Mafllmiliano  vivamente  rapprefentò  alla 
[mp^^dor  Mail!.  Congregazionc  di  quc'Nobili  quefti torbidi  moti,  e  di  parole,  e  di  con- 
miiiano  contro  clufioni ,  c  di  fctittì ,  &  lina  predica  di  Lutero  in  particolare  contro  il  valo- 
u^Herefia  diLu-  ,-£  ^jeUaScommunica,  che  già  rHerefiarcaprevedevafi  imminente,  e  con- 
tro la  quale  già  egli  fi  armava ,  per  renderne  almeno  ò  infenfibile  il  tuono , 
z^pudeundtr»  òpiiìficura,  ò  mcu  difcrcditata  Ufua  pcrfoua.  E  quindi  [^]  Cefare  fcriffe 
Lutb.  '"^'"^-^^o  al  Pontefice,  implorando  l'autorità  fuprema  dell' Apoftolica  Sede  in  quel 
V^p^/vumZrl  gv2L\e  emergente  della  Cattolica  Religione.  Veramente  in  Roma  fi  era  al 
^"efi  f  "  ""'"  ^^  quanto  indugiato  per  muoverfi  contro  quefto  nafcente  Herefiarca ,  e  ò  che 
''"'  ''^'  a  quella  gran  Corte  que'  difconci  compariffero  piccoli  alia  vifta  della  lonta- 

Libro  del  Prierìo  «^nza ,  ò  che  fi  difpreggiaflero  alla  confiderazione  della  viltà  dell'  Autore  ; 
'  certa  cofa  fi  è ,  che  il  folo  Silveftro  di  Prierio  Maeftro  del  Sacro  Palazzo ,  e 
Generale  Inquifitore  fcriffe  contro  le  Condufioni  di  Lutero  un  piccolo 
Trattato,  ma  con  poca  fortuna  di  meritato  applaufoi  elFendo  che  in  efTo 
più  tofto  difcuoprendofi ,  checonfutaudofi  il  male,  tutta  la  forza  degli 
argomenti  confifteva  nell'autorità ,  e  Coftituzioni  Pontificie ,  quali ,  ben- 
ché atte  a  ferire  ogni  gran  cuore ,  tuttavia  non  colpirono  quello  di  Lutero , 
che  le  impugnava;  né  in  effo  menzione  alcuna  facevafiòciella  Sacra  Scrit- 
tura, ò  delle  teftimonianze de' Santi  Padri,  òde' Canoni,  e  Decifioni de- 
gli antichi  Concilii,  che  fono  la  falce,  che  potentemente  giunge  alle  radi- 
ci della  Herefia.  Per  lo  che  Lutero  irritato  da  una  oppofizione,  ch'ei  per 
fé  riconofceva  imbelle ,  e  di  ni{lim  valore ,  impegnoiii  maggiormente  nel 
Tuo  diffegno,  e  facendo  pompa  della  debolezza  dell'avv^rfario,  arrogan- 
temente feroce  precipitò  in  horribili  befì:emmie  contro  il  Papa,  contro  i 
uS*?;.lr'"  Cardinali,  e  contro  tutta  la  Corte  Romana,  [b]  Si  ^pm^  ftc  fcntitur,  & 
docetur ,  dice  l'Ulembergio ,  fcienttbus  Tontifice ,  &  Cardinahbus , quodnon 
fperoy  inquiti  libere  promntio  bis  fcriptis  ,  ^ntichriftum  illum  vere  federe 
m  tempio  Deìy  &  regnare  in  Baby  Ione  illa  purpurata  B^oma,  &CuriamI{p- 
-  rnanam  efie  Synagogam  Sathana .  E  poco  doppo  ;  Si  fìc  B^oma  credit ,  beata. 
Cracia,  beata  Boheryiia^  beati  omnes,  qui  fefe  ab  dia  feparavermt:&  ego 
quoque  ,  fi  Tontifex  ,  &  Cardinales  h§c  os  fathana  (  cioè  il  Prierio  )  non 
compefcuermt ,  &  ad  palinodiam  adegerint ,  bis  tejiibus  confiteor  me  dijjen- 
tire  nomane  Ecclcfìa,  &  negare  eam  cum  Tapa,  &  Cardmalibus  tanquam 
abominationem  ftantem  in  loco  fan£lo .  Quindi  foggiunfe  :  Tslunc  vale  tnfe- 
lix,  perdita,  &  blafphema  B^ma,  Così  egli  in  una  fua  lettera  circolare, 
alla  quale  corrifpofe  un'altra  di  non  minor  empietà,  e  fuperbia  contro 
il  Pontefice,  la Chiefa Romana ,  etutti  generalmente  li  Cattolici,  Quid 
enim  i  diceva  egli  in  elTa ,  Miht  videtur,  fi  fic  pergat  furor  ^omanifiarum , 
nullum  reliqnum  effe  remedium  ,  quàm  ut  Imperator  ,  I\eges  ,  &  Trincipes 
»/,  &  armis  accingi  aggrediantur  has  pefles  orbis  terrarum ,  remque  non 
jam  verbi!  i  fed  ferro  decernant .  E  poco  doppo:  5/  furesfurcas,  filatrones 
gladio  y  Ct  hareticos  igne  pleUimus,  cur  non  magìs  hosmagiflros  p^rditionis, 
%os Cardinales,  hosTapas,  &  totam  ifiam  Bimana  Sodoma  colluviem,  qua 
EcclefiamDei  fine  fine  corrumpit,  omnibus  armis  impetimus,  &  manusno-- 
flras  in  fanguine  ifiorum  lavamus y  tanquam  à  communi,  &  omnium  perì- 
culofiffimo  incendio  nos ,  nofirofque  liberaturi  ^  Così  Lutero ,  di  cui  con  de- 
gna riflefiìone  conchiude  l'Ulembergio,  Conferai  nunc  inter  fé,  quivolet, 
tfia  ,  qua  eodem  anno  ,  forfan  &  eodem  menfe  fcripta  funt ,  Lutherum  vi- 
debit  ad  pedes  Tontifias  humtliter  profiratum,  &  Jupplices  tendentem  m.a- 


nns 


Capitolo   II,  z^g       Leone  X. 

ms,  illas  Ipfas,  ìnquam  ,  manm  ,  quas  fecreto  mentis  dejtderio  in  cjufdem 
Tontificis  fanguine  lavare  cupiebat.  Soggiungefi  in  un  Manofcritto  di 
[^1  Autore  non  molto  pofteriore  a  quello  Secolo  ,  //  Sommo  Tontefice  ^j^J'^'?'"  ^.'"''"". 
per  abbattere  l'Hìdra  di  Lutero  anche  con  la  dottrina,  eleffe  fette Theologi ,  Taoio' iv.'^ì'ib.  f. 
de  quali  uno  fu  Gio.Tìetro  Caraffa  Fefcovo  Theatino  (  il  quale  poi  afcefe  aJ,V  ^7J,-,'^"7 
al  Pontificato  col  nome  di  Paolo  Quarto  )  degli  altri  non  fi  rinvengono  li  Z'aidi."''^"^' 
nomi ,  ma  per  rif contri  dell'  Hiftoria  di  que' tempi ,  e  particolarmente  della 
Hiftoria  Cattolica  del  Fonteno ,  io  vò  congetturando ,  che  fojfero  due  di  loro 
il  Silveflro  Domenicano i  e  Monftgnor*  ^Aleandro  ,  il  quale  poi  «e/  1521.  /» 
mandato  T^um^io  in  Germania  contro  Lutero .  »/f  quefti  diede  penfiere  il  Va- 
pa  di  fcrivere  contro  l'Herefte  di  quell'  empio  Apoflata  ,  e  li  fcritti  loro  fu- 
rono poi  dalTapa  mandati  in  Germania.  Queftoy  che  ho  detto y  l'ho  havuto 
per  rela:^ione  del  Sig.  D.Bartholomeo  Caracciolo  y  il  quale  mi  dìffe  ,  haverlo 
trovato  in  alcune  fcritture  antiche .  Hò  io  m  mio  potere  un  trattato  de  Jii- 
fìifi catione  datomi  dal  Filonardi  Vefcovo  d'equino  con  molte  altre  carte 
fpettanti  a  Taolo  Quarto ,  e  potrebbe  efiere,  che  il  detto  trattato  fojje  fiato 
da  lui  fcritto  in  quel  tempo ,  Così  Antonio  Caracciolo  circa  gli  Scritti 
Cattolici  contro  Lutero . 
In  quefta  difpofizione  e  della  Corte  Romana,  e  di  Lutero,  perven- 
'  ne  l'accennata  lettera  dell'  Imperador  Maffimiliano  al  Pontefice ,  il  quale 
giudicando  perniciofo  ogni  maggiore  indugio  di  tardanza,  da  Girolamo 
Ghinucci  Senefe  Vefcovo  di  Afcoli ,  Auditor  della  Camera ,  e  che  poi  <^a 
Paolo  Terzo  fiì  promoflb  al  Cardinalato ,  [b]  fé  fpedire  un  Monitorio  con-  ^„^"  '!^^t"Ì'*pHd. 
tro  lui,  a  comparir  di  perfona  in  Roma  fri  lo  fpazio  di  feflanta  giorni  per  vumbergiHm  he 
rendere  ragione  della  fua  mala,  e  peggio  divulgata  dottrina .  [e]  Tum  non-  "^'  vhmUerg,  toc 
hihil,  foggiunge  di  Lutero  l'Autore  della  di  lui  vita,  trepidari  coeptum,  &  eh. 
ferocia  quorundam  reprefia  efi,  Cejfarunt  etiam  ad  tempus  oper^e  typagra-  Pomefice^ontro 
phica,  nec  tam  libere  fparft  in  vulgus,  diflr antique  libelli.  Et  Lutherus  qui-  Lurero  ,  e  tergU 
dem  hifirebat  dubius,  in  quam  fé  partem  verteret  ;  neque  eni'm  fatis  tutum  ll^^nsdulYo,'^^' 
erat  ire  l\pmam  ;  rìon  ire  vero ,  parum  honefium  videbatur  ,  prafertim  cum 
fé  ,  fuaque  omnia  Tontificis  arbitrio  piane  fubmififfet .  Fra  le  dubbieti  di 
quelle  rifoluzioniprefe  Lutero  un  partito  il  migliore  allora  a  lui,  ma  che 
riufcì  poi  il  peggiore ,  e  per  lui ,  che  (ì  finì  di  rovinare ,  e  per  la  Chriftianità , 
che  dalla  contefa  vile  di  un  Frate  bifognò,  che  iì  cimentatfe  in  horribili  con- 
"refe  con  gran  parte  della  Germania.  Poich'egli  rifolutodi  non  ubidire  al 
Monitorio,  ed  incerto  di  potere  impunitamente  difubidire ,  diefiì  a  procac- 
ciare poderofe  adherenze  con  difiegno  di  far  divenir  publica  la  fua  caufa 
privata  i  e  perciò  fcrifle  [d]  reiterate  lettere  all' Elettor  Duca  di  SalTonia,   d  operum  inth. 
ìk  a  Giorgio  Spalatino  Prefetto  della  di  lui  Cappella  Ducale,  affin  ch'egli- '■''•'■'^'V?.4».J<5' 
no ,  anche  per  mezzo  di  Cefare  jimpetrallero  alni  dal  Papa  Giudici  dentro 
la  Germania,  onde  il  Tribunale  quivi  prefentelodiiTobligaiTedalcofli- 
tuirfi in  mano  del  Pontefice,  e  gli porgeiTe  intanto  commoditàd'interpor-   ■ 
re  appellazioni ,  di  prender  tempo ,  e  di  avvantaggiarfi  col  beneficio  com- 
mune  della  dilazione,  che  gli  recava  pronta  la  congiuntura  di  premunirfi 
di  protettori ,  e  di  feguaci .  Ne'  medefimi  fentimenti  egli  fcrifle  all'  Acca- 
demia di  yvittemberga,  di  cui  elfo  era  membro ,  la  quale  per  mezzo  di 
Carlo  Miltiz  Cameriere  fecreto  del  Pontefice  afficurò  Leone,  che  Lutero 
non  era  macchiato  di  alcuna  herefia,  ma  fol  pe^modo  di  difputa  egli  ha- 
veva  propolle  alcune  Conclufioni  con  maggior  libertà ,  che  avvedutezza  . 

R     2  In 


Leone  X.       i6o  Secolo  XVI. 

In  tanto  il  maligno  tutt' altro  tramava  co' fatti  di  quello  ,  cìie  diceva 
FrS*&aftu2,u  conlcpatok  :  [a\  Quid  fcnferit  Luther us y  cum  ifla  fcriberctj  dice  diluii! 
diimcro.  citato  Ulembergio,  &  qua  mente  fueritj  novit,  qui  cordium  fcrutator  eji , 

&  renumDeus  :  certe  qua  paulò  pòjì  fecuta  funt,  eumnihilminut  inanimo 
habuijjeteftantur,  quàm  qu^e  calamo  ad  huncmodumeffudit;  uthac  fiibmi(Jìo- 
ne  nihil  aliud  fpe£iafie  videatur,  quàm  ut  captarci  favorem  hominum ,  om- 
nemque  turbata  pacis  culpam  à  {e  removeret  :  atque  interim y  dumrcs  fuas 
flabtliret m  Germania ,  Summo  Tontifict  glaucoma  objiceret ,  aut  fumos ,  quod 
ajunt,  'penderei,  Nècaddegliin  vanoilfuoaftutodifegnoiconcioiìacofa- 
che  prolungandoli  contro  lui  il  giudizio  Eccielìaftico,  non  perde  egli  ne 
tempo,  ne  congiuntura,  né  mezzo  per  iflabilirfì  formidabile  agli  avver- 
farn,  e  per  renderli  forte  di  partitanticopiofì  in  numero,  e  qualificati  in 
h  idt»t  iot.ck,&  grandezza :[^]  Hac  calliditate,  replica  l'Ulembergio,  d'Arn  quereretur  y  fé 
c»cUusJeaah,&  injujiè  premi  ab  adverfariis  y  &  m  publicum  cogi  y  brevi  maximum  fibi  conci- 
f.yrptuLsithert»    ij^^j^  favoremnonmodòaùud  ftmplicem  populum y  qui  facile  credit  ^  &  ad 
omnem  novttatemaureslwenterarrigtt  patulas,  ac  prurientes y  veràm  etiam 
apud  plerofque  graves  ,  &  eruditos  Viros  ,  qui  verbis  ejus  genuina  fimplici- 
tate  credentes  ,   putabant  Monachum  nihil   aliud  quarere  ,  quàm  veritatis 
patrocinium  cantra  quaftores  Indul^cntiarum  y  qui  magis  pecuniarum  ,  quàm 
animarum  Zelatores  viderentury  jtcut  criminabatur  eosLutherus,  Hincillius 
mijerta  Toetarum  ,  Bjyetorumque  do£ìa  cohors  ,  &  in  adverjarios  ejus  odio 
accenfa,  impigrè  proeoy  &  lingua  y  &  calamo,  decertabat,  caufamque  ejus 
laicis  commendabilem  reddebat  :  ac  yariis  cavillis ,  &  inveii ivis  Tralatos 
Ecclefixy  Theologofque  perftringebat ,  incufans  eos  avariti^  ,  Superbia  ,  in- 
"pidiAy  barbarici  y  &  ignoramijSt  qui  innocentem  Lutherumnonob  aliud  per- 
fequerentur,  quàm  oh  do^lrinam,  quòd  videretury  &  ejjet  do6tior  eis  y  _& 
liberior  ad  dicendum  veritatem  contra  impofturas  ,  &  prafligias  hypocrita- 
rum  :  cumque  valerent  non  folùm  ingenio  j  &  acrimonia  ,  rerum  etiam  eie- 
gamia  fermonis  ,  ftve  loquendum  ,  Jive  fcribendum  efìet ,  facile  traxerunt 
Laic or um  animo s  in  favorem  y  commiferationemque Lutheri y  tanquamis  pro- 
pter  veritatemy  &  jujìitiam  yexaretur  ab  EccUfiafiicis  invidi s  y  avaris,  tn- 
do&isy  qui  motio,  luxuque  vivente Sy  fuperjìitionum  adinvemionibus  à  fim- 
plici plebe  pecuniam  emungerem.  TetT^elio  itaqucy  qui  anteà  quoque  perln- 
dulgentiarum  frequentes  pradicationes  pecuniarum  C olle£lor  fueraSy  per  hu- 
jujmodi  querimonia!  ,  crimmationejque  tum  Lutheri ,  tum  Toetarum  ,  & 
F^jetorum  ,  in  dies  magts  ,  ac  magis  decrejcebat  au^oritas  apud  populum , 
minuebatur  plebis  ad  indulgentias  devutio  ,  invift  reddebantur  Quaflores  , 
&  CommiJJarit  ,  rarefcebant  manus  largientium  ;   Luthero  autem  cantra  aii- 
gebatur  auóluritas,  favor y  fides,  exijìimatiOy  famay  quòd  tam  libery  acer- 
que  videretur  veritatis  afkrtor  contra  fraudes  Q^iajìorum  ,  &  fumos  Bulla- 
rum  y  quas  non  gratis  darent  y  [ed  pecumis  vendennt  Induigentiarum  Com- 
.  miniarli .  Così  egli .  Invero  diede  t^ran  credito  ai  lamenti  di  Lutero  [e]  U 

%tyr».'Z7Tr':'  poco  cauta  condotta  dei  Tetzel,  ediaicri  Quellarideitinati  alla  coUezio- 
£i-^h*rtrH,.i,b.>  ne  ucU'Blemoiine  publicate  per  la  coufccuzione  delle  Indulgenze,  eia 
dhHt^hui'i'"""  div uigata  fuma , che  il  Pontefice  Leone  huveffe  donate  a  Maddalena fua Sq- 
I^/iI'L'^o.'e^°'c  reiia4ueUerikoiilcni,  che  fi  enggerono  da'iVlinilì:riEcclefiaftici  in  alcune 
d^'''co,nmwr.ni'  palli  aclla  Geriiuma,  cioè  nella  San onia,  ene'vicin.  Paefi:  MàilTetzel 
rT.'il'ÌK  de'iiéili''  P^Ì3^ ^'^"  ^^ morte ,  e ìieper  dolore  gli  fopraginnfe ,  qualche  commefla tra- 
du/^'ènref  '  "  icutittuza,  aÌioiaquatf&o  ne  futimproverato,  e  coiiie  fi  dita,  acremente 

ripi- 


Capitolo  IL  ^($I        Leone X: 

ripigliato  il  Miltiz  Nunzio  Pontificio  :  e  Leone,  òvcra,  [tf]  òfalfadilui  ^vueVaiuvAik. 
correfle  tal  voce ,  egli ,  &  ogni  fuo  Succeflbre  vien  pienamente  aflbliito  da  ''  "^■^'  "**'  ^* 
chi  dà  un  folo  /guardo,  come  dice  il  Pallavicino,  [h]  alla  incomf  arabile  Ba-  ^  ^'^"^  Uidon, 
Jilica  diSanTietro,  che  ha  imlnottho  tanti  milioni,  che  quelle  fpo/uanee  eie- 
Tnofme  furono  un'atomo  di  tatColofjo.  NelqualproporitoGiovanni[c]Lo-  JÌu''l!i'tl^dlì'cll 
renzo  Bernino  noftro  riverito  Padre  ,  giiifto  apprezzatore  di  quel  gran  v^iurTalo.LreZ 
Tempio,  ci  ha  piùvolteteftificato,  la  fola  machina  materiale  di  eflb,  da  da%7J.tn/co  ìlr. 
Giulio  Secondo  fino  ad  Innocenzo  Undecimo,  cioè  nello  fpazio  di  cento  ni»»  Uó  figTìucu', 
fettant'  anni ,  havere aflbrbito  più  di  quaranta  Milioni  di  feudi  Romani .      ^fl^'l^-^  1'  ^'"^'* 
Crefcendo  dunque  a  pafll  di  Gigante  l'audacia  di  Lutero,  crefceva  Dekgaz'ione «ei- 
proporzionatamente  in  Roma  la  foUecitudine  di  reprimere  quefto  nuovo  card^'^caeralio 
Goliath  del  Chriftianefimo ,  quando  appunto  fopraggiunfe  al  Pontefice  la  ^cHa'  cauia   di 
iftanza  dell' Elettore  di  SalTonia,  che  haveva  pregato  il  Cardinal  Gaetano,  ^"^^'°» 
il  quale  efercitava  la  Legazione  appreflb  Cefare,  che  fi  interponeffe  col 
Pontefice  per  la  delegazione  di  quefta  caufain  Alemagna.  GiudicofJì  da 
Leone  maravigliofamente  opportuna  la  concefiìone  della  domanda  :  sì  per- 
che una  cotal  commiffione  obligava  quel  Principe  alla  efecuzione  di  ciò, 
che  decidelfe  il  Giudice  deputato  a  fua  richiefta,  come  perche  ella  cadeva 
in  perfona  di  un  rapprefentante  Pontificio,  e  del  più  eminente,  e  reputato 
Theologo ,  che  allora  vivefle .  Tommafo  de  Vio  egli  chiamavafi ,  che  dal-  {u?qluìSt,UM, 
la  Città  di  Gaeta,  ove  nacque,  prendendo  il  nome  di  Gaetano,  era  fìato  e  Giudizio  di  ef- 
da  Leone  inalzato  alla  dignità  Cardinalizia  doppo  una  prudentiflìma  Reg-  ^*' 
genza  dell'  Ordine  Domenicano ,  nel  qual'  egli  era  vifluto ,  e  del  quale  era 
ftato  Maeftro  Generate  dieci  anni.  Lefue  opere  Theologiche,  e  morali 
fono  note  al  Mondo  per  diverfirifperti,  cioè  per  applaufo  egualmente,  e 
per  contradizione  di  molti  :  [d]  Ego  rirum  hunc,  difle  di  lui  Melchiorre  a  Metcb.canuUe 
Cano,  ut  fapè alias  teflatus  fum,  fernper  feci  maxime .  Vlurimàm  enim  Ec-  '"''"T^hcoiog.uh.^. 
clefiam  Chrijii  fuis  Itteris  juvit .  Longum  efi  autem  hominis  commendare  '^''^'^' 
fìve  eruditionem ,  ftve  ingenium  :  molejium  etiam  univerfa  ipfius  Opera  com- 
memorare .   lllud  hrcviter  dici  potefl  ,   Cajetanum  fummis  <edificatoribus 
Ecclefia  parerà  effe  potuifìe ,  niftquihufdam  errortbus  do^rinam  fuam ,  quafi 
citjufdam  lepr.£  admixtione  fcedaffet  ,  &  vcl  curiofttatis  libidine  affe^ius  , 
vel  certe  ingenii  dexteritate  confijus,  Literas  demum  facras  fuo  arbitrati^, 
expojuifiet ,  feliciffimè  quidem  fere  ,  fed  in  paucis  quibufdam  locis  acutìùs 
fané  multò,  quàm  feliciàs .  IS^am  &  vetuji£  tradittonis  parum  tenax,  & 
in  SanUorum  leUione  parum  quoque  verfatus.  Libri  fignati  myfleriaab  bis 
noliiit  difcere,  qui  non  fuo  fenfu  illa,  fcd  majorum  traditione ,  vera  fcilicet  y 
verbi  Dei  clavem  aperuerunt .  Ita  cùm  plurima  fcripftjfet  egregie  ,  vertic 
ad  extremum  omnia,  &  novis quibufdam Scripturx  expo fitionibus,  aliorum, 
qux  vel  graviffìmè  dixerat,  aut  elepavit ,  aut  tmminuit  certo  au^oritatem. 
Così  il  Cano.  Nel  rimanente  egli  allora  viveva  in  opinione  di  non  ordina- 
ria Santità,  e  in  tal  concetto  di  dottrina  appreiVo  infigni  Perfonaggi,  che    e  Vtdid;  ^«r/', 
nel  deplorabile  Sacco  di  Roma  [e]  venendo  riferiti  a  Clemente  Settimo  '"-«fr/^o;- «/«:?- 
gli  oltraggi  della  infoiente  milizia  contro  laperfbna  di  lui,  eglifcongiurò  ^cum^nuvu. 


nel  deplorabile  Sacco  di  Roma  [e]  venendo  riferiti  a  Clemente  Settimo  '""f  . 
gli  oltraggi  della  infoiente  milizia  contro  laperfona  di  lui,  eglifcongiurò  alL^nuvu.' ^'^ 
alcuni  Comandanti  Tedefchi  a  defiftere  dalla  incominciata  barbarie,  [/j  ^f  ^n  vita  c^rd. 
Cay,ete,  dicendo,  neextinguatis  lumen  Ecclefia .  Hor dunque  a  un  sì  qua-  fd'umtoZ"}.^"^' 
lificato  Perfonaggio  fu  commefla  da  Leone  la  cognizione  della caufa  di  congrcUb  di  l«i- 
Lutero,  giudicandone  egli  la  decificne  egualmente  regolata  dalla dottri-  corca"d.^SeT«- 
«a,  &  applaudita dallafama.  Mànoncosì  riufcì  ella  a  Lutero,  che  rico-  "»'  «  ^"^  ^f^r'/- 
Tomo  jy.  r    .  nofcen-      "^V  ,"^^r^^^'^ 

*^      3  tivivvji  avauti  lui. 


N 


Leone  X.       ^ólr  Secolo  XVI. 

nofcendo  nel  Legato  tré  odiofe  qualità,  ^i  Domenicano ,  di  Theologo ,  e  di 
Thomifta,  ne  haverebbe  certamente  sfuggito  l'incontro,  fé  all'incontro 
non  l'haveiTe  animato  l'Elettor  Federico  di  Sa{fonia,  &  afficurato  Cefare 
con  un  falvo  condotto  dal  medefimo  Lutero  richiedo ,  alla  cui  efpedizione 
a  ppìfi  c*rd  cat-  pct agcvolamento  del  congrefToM  condifcefe  ancorail  Legato ,  ma  fecre- 
tani  'ad Fedc'ricum  tampnte ,  accjò compateudo in  publico  il  fuo  confentimento ,  non  parelfe , 
Vptr'ÌHth.''"''  ''  ^h'ei  autenticaffeintalmodo,  che  un  Principe  Laico  daffe  falvo  condotto 
in  caufa  di  Religione  conofciuta  dal  Papa .  PortolTl  dunque  Lutero  ad 
b  Paiuv.iiù.i.  Augufta,  dove  ricevè  l'hofpizio,  e'I  vitto  nel  Convento  de' Religiofi  [  ^  ] 
cap.io.n.7.         Carmelitani,  e  finalmente  comparve  avanti  il  Gaetano,  il  quale  benigna- 
c  vimbngiHs  mente  accoltolo,  ditrècofelorichiefe,  [c]Trimùmy  ut  ab  enoribus  redi- 
cap.}.  Ycj;  in  t,iam  ,  eaque  revocaret ,  ma  contra  receptam  Ecclefu  do&rinam  in 

Theftbus,  &  in  Sermone  de  Jndmgenùis  ajjemijjèt  :  akerum,  ut  &  demceps 
ab  iis  docendis  abflineret ,  eamque  rem  data  fide  promitteret  i  tertium,  utnec 
in  pojierum  alia  divulgaret  à  probatis  in  Ecclefta  dogmatìbus  aliena ,  quibus 
publica  tranqmllitas  perturbari  pofiet.  Negando  Lutero  di  havermaifina 
quel  giorno  proferita  dottrina  ripugnante  al  fentimento  della  Chiefa ,  due 
d  liemihidtm.    gliene  oppofe  il  Cardinale,  [d]  l^mirum,  quòd  virtutem  Indulgentiarnm 
e  thefauro  meritorum  Cbriflt  dimanare  neget  :  deinde ,  quòd  in  ufu  Sacramen- 
torum  novam  quandam  fidemexigaty  qua  fcìlicet  homo  certo  jiatuat,  pecca- 
ta [ibi  remijja  efie ,  non  habita  ratione  difpofitionis  fua  ,  quòdque  perjuafio- 
nem  illam  fidem  appellet ,  eaque  fola  dicat  hominem  jujiificari,  E  la  prima, 
e  Extra.de pc^nit.  foggìunfc il Lcgato ,  ripugna [c] alla  Coftituzione  Unigenitus  Dei  Filius  di 
&remifsiont.       Clemente  Scfto ,  la  feconda  alla  Scrittura  Sacra,  che  nega,  potere  alcuno 
haver ficurezza  della fuafalute.  Contro  la  prima  rifpofe  Lutero,  Quella 
Coftituzione  di  Clemente  Sefto ,  come  l'altra  di  Sifto  Quarto  efplicatoria , 
ò  confirmatoria  di  efla,  ripugnare  al  fenfo  della  Sacra  Scrittura;  e  in  ciò 
veniva  egli  ad  impugnare  la  infallibilità  di  que'Papi,  rifufcitandolafen- 
tenza  diGerfone ,  e  del  Conciliabolo  di  Bafilea:  controia  feconda,  arma- 
to di  varii  palli  òeftorti,  ò  non  bene  fpiegan  della  Sacra  Scrittura,  in  cui 
Dio  ci  affiaa  della  fuamifericordia,  e  e' impone  per  neceflìti,  di  crederlo 
rimuneratore  di  chi  lo  invoca ,  e  lo  cerca ,  hora  egli  confondeva  la  fede  con 
la  fperanza ,  &  hora  la  certezza  univerfale  della  rimunerazione  Divina  con 
laparricolare  dcU'efferi'Huomo  talmente  difpofto,  quale  lo  richieggono 
le  divine  promeffe  ;  in  modo  tale  che  cum  difceptatio  qu^edam ,  replica  il  ci- 
tato Ulembergio,  exorta  ejfet,  verbis  ultrò  ,  cttròque  commutatis ,  ut  in- 
ter  difceptantes  fieri  folet,  il  Legato  non  giudicando  né  decorofo ,  né  utile 
ildifcorfoconuno,  che  impugnava  l'autorità  Pontificia,  tornò  ad  eforcar- 
lo à  ra  vvederfi ,  e  fra  la  piacevolezza  dell'  ammonizione  mefcolando  qual- 
che afpro  di  minaccie,  procurò  pertutte  le  vie  di  guadagnarfelo  ò  contri- 
(  Extattcm.i.ope.  to ,  ò  conviuto .  Havcva LconecommelTo al  Cardinale  cou  [/]  unBreve, 
r«w  Luther.        ^j^g  comparendo  avana  lui  Lutero  con  fegni  di  vero  pentimento ,  egli  pa- 
ternamente loriceveffe  nella  Communione  della  Chiefa  :  altrimente  anche 
con  l'ajuto  del  braccio  Secolare  lo  carceralfe,  e  lo  fcommunicalfe  con 
tutti  gli  adherenti ,  e  chiunque ,  ad  eccettuazione  di  Cefare ,  lo  protegefle  : 
della  quale  autorità  benché  il  Legato  allora  non  fi  fervifleper  noninafpri- 
re  nell'impegno  il  reo,  nulladimeno  non  talmente  dimenticolfene ,  che 
prudentemente  non  l'adoperalfe ,  fortemente  fgridandolo  per  farlo  defifìe- 
re  dall'impegno .  Ed  in  fattiparriffi  Lutero ,  e  parve  che  fi  acchetafle  à  que- 

11» 


Capitolo  IL  ^63        IeoneX. 

fte  giufte  rimoflranze  >  fé  pur  non  vogliamo  eh'  egli  confufo  allora  fi  partiC^ 
fé  per  far  ritorno  con  maggior  baldanza  di  prima  nell'  arena  della  battaglia  ; 
e  ciò  appunto  avvenne  nel  giorno  fegiiente,  incili,  come  un  altro  ^  Eu-  LrS.?«f/l'.Ì! 
tyche,  accompagnato  comparve  avanti  il  Cardinale  da  un  Notaro,  e  da  ^«.^507. 
quattro  Senatori,  e  poco  doppo  da  Giovanni  Staupizio  Vicario  Generale 
della  Aia  Religione  in  Germania,  e  [è]  coramLegato,  racconta  il  fuccelfo  bcocUnsUi^sus, 
il  Cocleo,  perfonaliter  proteftatìonem  fuamìnhcec  yérba  fcriptamex  fche-  '^  f'^^'ef*'-*"^' 
da  ,  quam  in  mdnibus  tenebat  ,  legit ,  ac  recitavit  :  Ego  Frater  Manimis 
Luther  ^Hgujiiniams  proteftor,  me  colere  j  &  [equi  San5ìam  I{omanam  Ec- 
cleftam  in  omnibus  meis  di6iis ,  &  fa£lis  prafentibus ,  praterie is ,  &  futuris  j 
quod  fi  quidcontraj  vel  aliter  di6ium  fuit,  vel  fiterity  prò  non  di&o  haberi , 
&  habere  volo  :  Così  egli ,  ma  fraudolentemente ,  fintamente ,  e  facrilega- 
metlte;  poiché  nel  medefimodifcorfofoftennefempre  avanti  il  Legato  le 
fue  fentenze  con  chiara  proteftazione ,  che  le  propofizioni  da  elfo  proferite 
fin  a  quel  punto  erano  conformi  alla  Sacra  Scrittura ,  e  perciò  efìfo  dichia- 
ravafi  pronto  a  difenderle  iti  ogni  difputazione,  ogni  qualunque  volta  non 
veniflfero  elleno  riprovate  dalle  tré  famofe  Univerfità  Imperiali ,  alle  quali 
eglimoftrò  allora  di  volerfifottomettere,  diBafilea,  di  Friburgo  ^  e  di 
Lovanio,  noriefcludendonci  com'eglidiffe,  la  Madre  univerfale  di  tutti 
gliStudii,  quella  di  Parigi .  Ma  mentì  il  maligno,  &  il  fatto  avverò  la  fua 
ingannatrice  condotta ,  allor  quando  Colonia ,  Lovanio ,  e  Parigi  confer- 
mando la  condannazione  fulminata  cóntro  lui  dal  Papa,  egli  perfide  nell 
impegno ,  e  rifpofeloro  con  ingiuriofi  Aimo  difprezzo .  Il  Gaetano  confà- 
via  avvedutezza  troncò  sì  fatti  difcorfi ,  che  tutti  andavano  a  ferire  l'auto- 
rità della  Chiefa,  e  la  poteftd  del  Pontefice;  edefortatodi  nuovo  Lutero 
a  rientrare  in  fé,  e  ne'fuoi  doveri ,  licenziollo  parte  atterrito,  parte  dub- 
biofo ,  ma  Tempre  filfo  nell'  impegno  di  non  difdirfi ,  e  forfè  inclinato  a  ri-^ 
tirarfene,  mi  lempreriiblutodinonmoftrarmainel  fuo  ritiro  le  fpalle* 
Perloche  ritornò  egli  la  terza  volta  nel  feguente  giorno  alla  prefenza  del 
Legato,  e  dìRCi  laCoftituzione  Unigenitus  dì  Clemente  Serto  eflere  a  lui 
favorevole ,  dicendofi  in  efla  Chrifìo  bavere  acquiflato  il  Teforo  della  Chie- 
fa cofuoi  meriti  i  onde  inferir  fi  diftinto  il  Teforo  da' meriti ,  come  difiingHeJì 
l'effetto  dalla  e  aufa.  [e]  Commotus  Cardinal  ts,  foggiunge  TUlembergio  ,  *^     ""  ^'■i'  '  •?• 
verborum  congeriem  efe,  refponditj  Luther itm  Extravagantem  noti  minits  , 
quàm  Scriptura  di&a  in  alienum  fenfum  detorftffe  j  nec  veraraClementis,  ac 
Spiritus  Sancii  mentem  afiecntum.  Eflendo  cofa  che  l'allegata  Decretale 
dice,  che  il  Teforo  lafciato  alla  Chiefa  fu  acquifiato  daChrifl:o,  ma  non 
già  che  Chrifto  l'acquifliafle  co' meriti .  Ma  pofl:o  ch'ella  così  diceffe,  ben 
foggiunge  un'Eminente  TheologoHiftorico  moderno,  [rf]  achìnorièno-  ^  Pdiuv,m,t.c,f*_ 
to,  che  la  parola  meriti  ha  doppia  fignificazione,runa,  e  l'altra  propria,  ed  "'^'^•"'* 
ufata  ?  l'una  di  efle  importa  queir  atto,  con  cui  meritiamo,  perefempio> 
l'atto  di  combattere  per  la  Patria,  difaticare  negli  uftìzii  della  Republica, 
e  fimiglianti  :  l'altra  fignificazioneefprime  quel  diritto,  che  ci  rimane  ia 
virtù  di  sì  fatte  azioni  per  venirne  rimunerati  ;  ed  in  quefto  fenfo  diciamo , 
che  un'huomo  ha  molti  meriti  per  ottener  qualche  grado.  QuePto  diritto 
permanente  è  un'effetto  dì  quelle  azioni  tranfitorie  :  e  così  venfilmamente 
fi  dice,  cheChrifto  co' menti  fuoi,  cioè  colla  fua  pafllone,  acquiftò  il 
Teforo  de' fuoi  meriti  da  lui  lafciato  alla  Chiefa;  cioè  quella  ragione  eh* 
^li  ha  col  Padre  a  fin  d'impetrare  la  condonazion  delle  pene  dovute  a  gli 

R    4  huo- 


Leo>^eX.       ^^^  Secolo  XV I. 

huomini .  E  quefto  fentimento  è  sì  chiaro  nella  prenominata  Coftituzionej 
che  per  vederlo  bafta  di  leggerla,  fenza  porli  a  bello  ftudio  le  traveggole  a 
^  ^^^^^      gli  occhi .  Mi  quefte  forti  ragioni  non  poterono  penetrare  nella  dura  cer- 
tùidt'Z    "^  "^'  vice  di  Lutero ,  onde  foggiunge  l'allegato  Hiftorico ,  [a]  Tofìb^c  Cardina- 
lis  graviter  eum ,  &  paterne monuity  unàque rogavit ,  ne  fui  fìducianimiàm 
elatusy  plus  faperet,  quàm  par  fit,  necnovis  fpargendisdogmatibus  pertur- 
baret  Ecckfiam ,  [eque  ipfum ,  &  alios  in  fempiternum  exitium  conjiceret  : 
fle£ieret  pottùs  rigidam  cervicem  ,  &  caput  in  Ecclefi£  fmum  reclmaret . 
Conclufit  tandem  y  mfi  aliam  mentem  indueret,  &  mijjìs  hujufmodi  ctrcuitio- 
nibus  reBam  ingrederetur  yiam  ,  provifum  iri.  Contuttociò  lampeggiò 
qualche  raggio  di  concordia  frd  il  Legato,  e  Lutero;  màellafiì  lampo  di 
h  Ibidem  fulmine,  e  non  raggio  di  fole,  che  fcoppiò  finalmente  in  una  improvifa  fu- 

ga, partendoil  Lutero  con  lo  Staupizio  dalla  Città  di  Augufla  Ib]  infcio 
Tiiga  di  Lutero  c'a  ^^''^^^'^^^>  ncc  hofpìte  Jalutato ,  voltando  non  tanto  al  Legato,  quanto  al- 
Àugu«a  ,  e  fila  laChiefalefpalle,  e  come  fonando  l'infaufta  Tromba  a  quella  guerra ,  che 
rroieita.  -^^^j  apoco  mcfle  tutto  foffopra  il  Chriftianefinio .  Nel  partirli ,  egli  pro- 

teftò  negli  atti  publici  (  e  lafuaproteftafùilgiorno  feguente  affilia  nella 
publica  Piazza  di  Augufta)  la  fua  impotenza,  e  povertà  pel  viaggio  di  Ro- 
ma, fofpetto  a  lui  quel  Domicilio,  que'Giudici,  e  fin  l'ifleflb  Pontefice, 
dal  quale  allora  male  informato  elio  appellava  allo  ifteflb  meglio  informa- 
to, reiterando  efaggerazioni  di  fommimone ,  eformole  d'independenza, 
lamenti  da  opprelfo ,  eminacciedafuperiore,  ubbidienza,  epertinacia, 
e  tutto  ciò,  che  dir  poteva  uno  che  voleva  efler  colpevole ,  ma  non  efler 
tenuto  per  reo .  E  ben  il  Malvaggio  fi  avvidde  col  tempo,  che  queftafua  in- 
gannevole maniera  di  operare,  improntogli  nella  faccia  una  indelebile  mac- 
chia di  doppia,  di  fraudolente ,  e  di  menzognere  :  onde  cercò  di  torfela 
dal  volto  con  un  rimedio,  che  fiì  forfè  peggiore  del  male  i  eflendochene' 
feguenti  anni  fimulando  humiltà  egli  condannò  fé  fteflb ,  dicendo  ,  che 
e  inpnfat.tom.ì,  [f]  in  quel  tcmpo  ,  in  cui  elfo  credeva  neir autorità  del  Papa  ,  appel- 
ejxrnm  Lmhert.  j^j^^^  ^  ^  fottommettcndofi  a  lui ,  non  era  ancora  bene  illuminato  dal 
Cielo,  e  pili  tofto  rapprefentava  un'imperfetto  Saulo,  che  un  perfetto 
S.Paulo.  Ma  mentì  con  doppia  menzogna  l'infame;  poiché  ò  egli  allo- 
ra era  un  Saulo  ,  e  come  fpacciavafi  per  Apofìolo  delle  Genti ,  e  per 
Mefl'aggiere  di  Dio  ?  ò  egli  allora  era  MeiTaggiere ,  e  Apoflolo  di  Dio, 
e  perche  contradifle  poi  all' autorità  del  Pontefice,  in  cui  egli  prima  cre- 
deva ?  Ma  di  sì  fatte  contradizioni  farà  ripieno  il  corfo  di  quefta  Hifìo- 
da,  come  ne  fiì  fempre  ripiena  la  dottrina,  e  la  vita  di  Lutero, 
lettera ,  e  fcritti  '   £o[j  ^unqLie  da  Ausufta  ricovratofi  in  VVittembcrga,  fpedì  quindi 

Iparh    da  Lutero  ,         °        ,,>t-m  i  •  ^    n'       •  c  r       ^  t -.  • 

perla  Germania,  lettere  ali  Elettoi di  Saflouia per conkrmar ,  come  fegui,  quelPrencipe 
nella  fua  protezione,  e  fparfecopiofi  ferirci  per  la  Germania  contro  il  Le- 
gato ,  contro  la  Fede ,  e  contro  chiunque  quello  che  pretendefle  opporfegH 
per  avverfario  :  Video,  dicevano  le  fue  Scritture,  Libello f  edi,  &  rumo- 
res  varios  fpargi  de  ^£ìis  meis  ^ugufttnfibus  i  quanquam  vere  nibìl  ibi  ege^ 
rìm,  quàm  qttòd  c2r  tempusy  <&  furhptus  perdidiy  nifi  id  fatis  abundè  fue- 
rit  operis  ,  quòd  novarn  audivi  linguam  latinam  ,  fctlicet ,  quòd  veritatem 
docere  idem  fity  quod  Eiclefiam  perturbare,  adular i  vero,  &  Chrifium  ne-* 
gare,  id  eji  Ecclefiam  pacificare ,  &  exaltare;  e,  Unde  fa&um  eft,  ut  Uc-^ 
clefìaChrifti  non  menfura  tritici  pafcatur,  nec  verbo  Chrifti,  fed  non  raro  ?©• 
meritate,  &  voluntate  alicujus  indoBiffimi  adulai oris  regatttr-,  &  eh  prof,^ 

ccrit 


Capitolo   II.  X(5j        Leone  X. 

'cerìt  nojir^  ìnfelicìtatìs  magnitudo ,  ut  ad  revocationem ,  &  abnegatiorwm 
Fìdei  Chrìfiian^y  &SacratiJfim(eScnpturje  incipiant  compellcre .  Così  egli, 
che  tant'oltre  furfe  in  acroganza ,  che  provocando  da  V  Virtcmberga  gl'In- 
qiiifitori  Cattolici  à publiche  difpiite  di  Fede,  propofe  Concliiiioni, inlìniiò 
maffime ,  e  commentò  dogmi ,  onde  fin  d'allora  ne  rimafe  mezza  infetta  la 
Geraiania .  Il  Gaetano  riconnobbefì  in  obligazione  di  fcender'eflb  flellb  fu'l 
campo  contro  quello  nuovo  inimico  di  Dio ,  e  fcorgendo ,  che  invano  im- 
piegava la  penna  in  imitili  querele  appreflb  Federico  di  SalTonia  per  ritirar  scritti  deiGiet.-i- 
quell'incautaPrincipe  dalla  mal  prefa protezione ,  la  convertì  tutta  diret-  ''«"^'^'""^^"''^'O' 
tamente  contro  Lutero ,  opponendo  vigorofamente  ferirti  a'  fcritti ,  &  ar- 
gomenti ad  argomenti ,  per  rendere  paleli  nel  medefimo  tempo  e  le  falliti 
ciell'Herefìarca,  e  le  verità incontraflabili  della  Religione  Romana .  E  per- 
che la  prima  mofTa  di  Lutero  fii  ella  contro  le  Indulgenze ,  egli  compofe  [a]     a  Tho^.  de  v,o 
un  lungo  trattato  de  IndulgentuSy  in  cui  confermò  con  validifTime  prove  la  aZ'!\6l'de'''inlZ 
efficacia  di  e  fle,  nonfolamente  [^]  nella  remiflìone  della  pena,  uteftdebt-  !i">nisir>urop,;fc. 
ta  ex  rinculo  Ecclefue^  ma  ancora  della  pena,  uteji  debita  ex  vmculo  divi-  Tidemìlid.^.^. 
w<€  yi</if/ri<€,  il  che  Lutero  negava  :diftinfe  i  meriti  di GiesùChrifto,  e  de' 
Santi,  l'applicazione  [e]  dieiii jJcr  modum  abfolutionis y  e  per  modum  fuf-  '^    '  i-'- 
fragtiy  e  difcendendo  punto  per  punto  ad  ogni  articolo  Cattolico  contro- 
verfo  da  Lutero ,  aprì  in  differenti  trattati  un'  ampia  armeria  al  Chrifliane- 
fimo  di  Apoflolici  infegnamenti ,  che  noi  certamente  non  pretermetteref- 
fimo  di  riferire  in  quefla  Hifloria ,  fé  la  Pontifìcia  Bolla  di  Leone  condanna- 
toria di  Lutero ,  quale  foggiungeremo ,  con  la  efpofizione  de'  dogmi  con- 
trarii  non  ne  porgeffe  al  Lettore  piena,  e  diftinta  la  notizia. 

In  quefla  collufione  di  animi ,  e  di  fcritti ,  infofferente  Lutero  ài  ogni  2ei'"fiJr cT.^  '^*''^' 
contradizione ,  e  non  mai  perfuafo  à  foccombere  ò  con  l'intelletto  alla  dot- 
trina, ò  con  roffequio  all'autorità,  ò  con  la  humiliazione  al  terrore,  vago 
fol  di  fé  fleflb ,  temerario  contro  tutti ,  e  fornito  di  adherenze  per  refi  fiere 
à  tutti,  difpreggiando  le  carte,  e  le  parole  del  Legato,  avvantaggiava  il 
fuo  impegno  co'fatti,  e  prevedendoli  proffimo  lo  fdegno,  e  la  condanna 
di  Roma,  fi  premunì  ad  effa,  con  infìflere  più  vigorofamente  chemainel- 
le  due  di  già  motivate,  e  preparate  difefe ,  che  fole  potevano  afiìcurargli 
la  riputazione  della  perfona,  e  l'aura  delle  genti  :  cioè  nel  difcredito,  in 
cuiegliripofelaScommunica,  e  nell'appellazione,  eh' egli  di  nuovo  fra-  ' 

pofe  dal  Papa  male  informato  al  Papa  meglio  informato ,  e  con  più  cfprelfi 
termini,  dal  Papa  al  Concilio  .  A  quelli  fuoi  fentimenti  acudivanoà  pie- 
na bocca,  e  à  man  battenti  Erafmo ,  e  l'Hutten,  ik  ì  popoli  circonvici- 
ni tutti  fi  dimollravanocuriofì  per  fama,  e  vogliofi  per  contradizione  di 
rifaper  minutamente  le  cagioni  di  sì  alte  difcordie,  gli  argomenti ,  le  obie- 
zioni, e  le  prove  dell' una'partè,  e  dell'altra,  &  andavaliinfenfìbilmente 
bevendo  il  veleno  della  Herefìa,  òper  gì' occhi  su  le  carte,  òper  le  orec- 
chia ne' circoli,  ò  per  la  bocca  ne' racconti. 

Intanto  in  Roma  difcorrevafi  più  del  male,  che  del  rimedio,  e  benché 
Leone  trafmettefle  allora  al  Gaetano  una  [rf]  Bolla  ,  in  cui  dichiarava,  f.^^^^'l^Sf/"''* 
the  il  Teforo  della  Chiefa  contiene  i  meriti  di  Chriflo,  e  de' Santi,  e  che  " 
per  ragion  delle  Chiavi  poiTonodifporre  i  Pontefici  di  un  tal  teforo  nelle  ^^nj  fopr.,iein. 
indulgenze  à  beneficio  de'  vivi ,  e  de'  defunti  ;  nulladimeno  non  conte*  duigenzc ,  e  tar. 
iiendo  ella  chiare  teflimonianze  della  Scrittura,  e  de' Padri,  e  venendo  aun^emo'  ^ddll 
dalla  parte  contraria  riputata  dettatura  ò  d'interefle  nel  Papa  per  awantag-  cone  a.  Roma , 


giare 


Leone  X.       ^^^  Secolo  XVI. 

giare  il  lucro  dell'elcmofine,  òdi  potenza  ne' Domenicani,  fopra  i  quali 
cadeva  il  fofpetto  di  haverla  eftorta  contro  Lutero ,  e  contro  gli  Agoftinia- 
ni  ;  infomma  quefta  Bolla  non  fu  di  piena  elHcacia  appreflb  la  moltitudine , 
che  in  quefto  affare  componeva  la  maggior ,  e  miglior  parte  de'  fazzionan- 
ti  ;  ficche  da  Roma  tutta  intenta  allora  alla  magnificenza  delle  fabriche ,  & 
al coltivamento dell'arte  Oratoria,  e  Poetica,  trafcurandofi  il  più  falute- 
vole  ripiego  delle  Congregazioni  Theologiche ,  che  convincono  Tintellet- 
to,  e  quel  più  proprio,  e  valevole  provedimento  del  ferro,  e  del  fuoco* 
del  quale  li  Padri  Cattolici  fi  erano  così  ben  ferviti  di  frefco  contro  VVic- 
clefF,  contro  l'Hus,  e  contro  generalmente  Girolamo  di  Praga ,  e  tutti  li 
fettarii  Inglefi  ,  e  Bohemi,  fi  refe  immedicabile  la  piaga;  e  perciò  il  ra- 
glio, che  poi  le  fi  diede,  pernoneflfer' egli  proporzionato  al  tempo,  ina- 
iprì  la  cancrena ,  la  quale  divorò  incontanente  i  Corpi ,  e  le  Anime  di  gran 
parte  della  Germania .  Al  male  ^i  aggiunfe ,  un  mefe  doppo  la  publicazio- 
*  mS"  ddì'im-  "^  dell'accennata  Bolla,  la  morte  [a\  dell'Imperador  Mafiìmiliano ,  la  qua- 
perador  Manimi- le  perdiverfi  riguardi  fu  di  gran  danno  alla  Religione  Cattolica,  sì  perche 
voK'aXViio  cadde  un  gran  foflegno  di  elTa,  come  perche  reftandol'Elettor  di  Salfonia, 
ne .  Vicario  dell'Imperio  in  quelle  Regioni  della  Germania ,  che  oflerva  gli  or- 

dini ,  e  gì'  ilHtuti  della  Saffonia ,  ruppefi  l'argine  per  tutte  quelle  vafte  Pro- 
vincie alla  inondazione  degli  errori  di  Lutero ,  i  quali  non  fi  fermarono  più 
in  difcorfo  nelle  bocche ,  ma  fi  radicarono  altamente  ne'  cuori ,  per  fofte- 
nerfi  rifolutamcnte  contro  chiunque  opponeffe  ò  contrarietà  di  ragioni ,  ò 
b  vìewi^.  lor.  cit^  coHtradizione  di  forza  [^]  T^ow  parum  attulit  momenti ,  dice  l'Ulembergio, 
""^  ^'  quòd  Imperatore  mortuo  ,  quinque  menfmm  ,  &  ampliai  interregnum  ejjet  : 

quo  tempore ,  dum  omnium  animi  in  ele£iionem  futuri  Cafaris  intenti  ejjent , 
tiberiùs  ferpfit  lues  ifia ,  &  multas  per  Cermaniam  Civitates  infecit ,  pr^e- 
fertim  cum  Fridericus  Ele£ìor,  Saxoni^e  Lux,  ch']us  in  Imperio  fummaerat 
au&oritas,  Lutherum  patrocinio  fuo  foveret ,  &  velut  obje£io  fui  nominis 
clypeo  tueretur  ;  unde  fa6lum  efl  ,  ut  qu£  per  Tontificem  ,  &  Ecclejìaftici 
fon  judices  adhibenda  erant  glifcenti  malo  remedia  ,  ea  non  fatis  expedita 
efjent,  &  tardiìis  procederent.  Così  egli» 
JT'  ^JnMfiS      P^^^  allora  Leone  un'altro  paflb,  che  pafsò  infelicemente  come  il  pri- 
preffoiiDuca  di  mo ,  c'I  fecoudo  >  e  refe  difcapito  più  toflo,  che  avvantaggio  alle  cofedel- 
saffonia  ►  j^  Religione .  Ben'  ei  fi  avvedeva ,  che  l'aurea  Elettorale  del  SaiTone  gonfia- 

va ogni  giorno  più  l'albagia  di  Lutero,  e  che  Lutero  armato  fol  di  lingua  , 
€  di  parole ,  pur'egli  atfacciavafi  formidabile  al  Chriftianefimo  ,  perche  ap- 
poggiato allapotenzadic^l  Duca,  che foftenealo  per  molti  capi,  come 
fuo  Vafi'allo ,  come  membro  della fua  Uni verfitd  di  VVittemberga,e  come 
già  favorito  da  lui  in  altre  congiunture  di  patrocinio  appreflb  il  Legata 
Gaetano ,  e  di  raccommandazione  verfo  il  l^ontefice  Leone  :  cofe  tutte  che 
infenfibilmente  impegnano  i  gran  Principi  à  feguitar  potentemente  quella 
protezione ,  prefa  prima  da  eìfi  alcune  volte  per  cafualità,  ò  per  compiacen- 
za, ò  per  raccomandazione  de'Miniftri ,  e  confeguentemente  fenza  merito, 
anzi  fpefTiilìino  con  demerito  del  fupplicante .  A  quefti  motivi  aggiungeva- 
fene  allora  uno,  per  cui  la  caufa  di  Lutero  diveniva  lamedefima,  che  la 
.Tc^PaiUvJ.ut.ii.  caufadelDuca.  Elfendocofacheritrovavafi  [e]  allora  il Ducada qualche 
rancor  forprefo  e  contro  il  Clero  in  genere ,  e  contro  l'Arcivefcovo  di  Ma- 
gonza  in  particolare,  e  contro  laCorte  di  Roma;  ond'efacerbato  covava 
nell'animo  una  fecreta,  e  profonda  compiacenza  di  que' torbidi  avveni- 
menti a 


Capìtolo  II.  ^57        Leone  X. 

menti,  che  {convolgevano  il  Clero ,  agitavano  il  Magontino ,  e  tenevano  ^n'|""^,„*J''' ^f" 
in  gran  commozione  la  Corte  di  Roma .  Col  Clero ,  e  co'l  Magontino  egli  cor%  d^Roma  .* 
moiiravafi  difguftaro  per  non  so  qualfurtacontroverfia intorno  alla  Terra 
éi  Elfordia  :  e  co'l  Papaper  non  so  qual  duplicato  pagamento  impoftogli  in 
occafione  dì  una  Coadjutoria  di  Commenda  in  perfona  di  nn  fiio  Figliuolo 
naturale ,  malamente  fpedita  doppo  la  morte  del  Commendatore .  Quelli 
difguftofi  impegni  erano  conofciuti  dal  Pontefice ,  ma  non  però  da  lui  rico- 
nofciutitali,  che  ghfaceffero  dubitare  della  fede  di  quell'Elettore,  che 
non  folo  per  la  pietà  de'fuoi  maggiori ,  ma  per  [a]  la  propria  di  lui,  potè-  a  cocUut  de  hku 
va  allora  aiinumerarfi  fra  i  Principi  benemeriti  della  Religione  .  Conciofia-  -^«^^"««.iji?. 
cofache  haveva  egli  di  frefco  eretto  un  magnifico  Tempio  ad  honore  di  tut- 
ti li  Santi  nella  fortezza  di  V  Vittemberga ,  e  con  incredibile  ftudio  erafi  ap- 
plicato ad  arricchirlo  di  rare  Reliquie,  adorarlo  di  ricche  rendite,  &ad 
ornarlo  di  una  famofa  Collegiata ,  à  cui  accrefceva  riputazione ,  e  fama 
una  fiorita  Univerfità,  che  m  quella  medefima  Città  egli  haveva  fondata 
di  iegnalatifoggetti  in  lettere  facre,  e  profane,  e  à  favore  di  effa  ottenuto 
dal  Papa  nobiUlfimi  privilegi! .  Sicché  nell*  animo  di  Leone  preponderando 
il  publico  concetto  di  quel  Principe  Elettore  à  qualche  privato  rifentimen- 
to,  ch'egli  haverpote{fe  contro  Roma,  determinò  di  atfettionarlo  mag- 
giormente agi' intereiii  della  Religione  con  inviargli  per  Nunzio  efprellb    _  ,    ,.  . 
una  perfona  à  lui  grata,  epermezzodielfounpregiatiifimodono.  IlNun-  luidi^un'NmV.o 
zio  fu  Carlo  Miltiz,  Cavaliere  nato  in  quelle  parti  della  Mifnia,  e  perciò  '^\^'''Yn\'^ì' 
prattico  dique'cervelli.  Cameriere  allora fecreto  del  Pontefice,  e  al  quale  d'oro.  '^  *    °  * 
altre  volte  haveva  fcritto  la  Univerfità  di  V  Vittemberga ,  acciò  otteneife 
daLeone,  che  la  caufad*  Lutero  citato  in  Roma,  folTe  dal  Legato  ricono- 
fciuta  in  Germania.  Ildonofiìla  I^pfa  d'Oro,  che  per  il  Miltiz  mandogli  fo'f^fif^uTòn'^u 
in  fegnodihonoranza,  e  di  affezione .  E  la  I{ofa  d'Oro  uno  de'foliti  doni  i)e,%  bencd.zio- 
deftinati  dai  Pontefici  ò  a'Perfonaggi  illufìri ,  e  benemeriti  della  Chiefa,  ò  "^V/i,  tu  nau. 
a'Santuarii  infigni  del Chriftianefimo ,  [b]  e n'è  anticala iftituzione,  e nobi-  dumLio. ì^pIT- 
hfiimo  il  rito  della  Confacrazione.  La  prima  benché  fia  incerta,  nulladi-  ^^iunV!^"'^^'^ 
meno  certamente  deve  aifegnarfià  Secolo  più  antico  di  quello,  in  cui  \c\  e  ^.nico, 
vifle  Aleifandro  Terzo ,  che  ne  dednlfe  la  origine  dalla  coftumanza  anterio- 
re de'fuoi  PredecciTori .  Poiché  egli  fcrivendo  al  Re  di  Francia  hebbe  à  di- 
re :[(/]  ^  {{pmanorumVontificum  inflitutione  nofcìtur  proceffifìe,  quòd  media  ud^i^luL'l'r'Info'. 
iluadragejtma y  ea  Dominka,  qua  cantai ur  y  L.Ttare  Jerufalem ,  con/neve- '-•""^^ '*"""■' f'^rt 
rmt  ipfi ,  florem  aureum  non  gratia  temporalis  elationis ,  propriis  mambus  ,  -.Tn""}  fd^Zt"!. 
annua  femper  revolutione  gefiarc .  Ea  inique  tn  fa6lo  ejufmodi  deftgnantes  ,  S'-nfimt.ì.c.^. 
qute  tam  ad  decorem  Ecclefìx ,  quàm  adfidelmm  nofcìtur  injìrit&ionem  jpe5lare . 
Unde & cumnns eorumdem  Jnttcefforum  vejìigia  fcquentes y  firn ilem  fior tm , 
eodte,  in  quo  conjìitutum  cfi  i  nuper  ih  manib^s  geftaremus .  Così  egli.  On- 
de apparisce  la  fempre  temeraria  arroganza  del  CalvinirtaMorneo,  che    ^  phu.  puf.^^ 
[e]  attribuifce  la  iftituzione  della  confacrazione  della  J{ofa  d'Oro  ad  Urba-  M.rf^f.smMyjìe. 
no  Quinto  in  occafione ,  che  di  quefto  aureo  dono  volle  quel  Pontefice  ho-  ^^^y"'^'""""'"'^'" 
norare  la  libidinofa  infamia  dÀ.  una  sfacciatifiìma  femmina  [/]  Sed Mar-  •  'K^y^'m.  to.io. 
nausy  foggiunge  un  moderno  Autore,  de  titulo  Tatris  mendaciorumcum  Z^'^fa'^èdunl 
Vorpbyrio contendms y  quid  effutìat,  nonattendit  :  &  facit,  quod  Je5iarium  <^*-  »«  /"'. 
decety  à  Luthero,  &  Calvino  edoclmn  ,  dominai iones  fpernere,  &  Chrijios 
Domini  ccenofa  verborum  iliu-pie  infrunitè  rcfpergere.  Cosi  egli.  Leggon- 
fi  [^]  fiilfeguentemente  due  Homilie  d'Innocenzo  Terzo  de  i{ofa àurea,  g^pud tHnd.mà. 

e  re- 


Leone  X.       ^gg  Secolo  XV L 

e  replicati  donativi  di  effa  fatti  da'  Pontefici  a  perfone  egregie ,  e  Monafte- 
ri  illiiftri  del  Chriftianefimo .  Laconfacrazionepoi  della  B^fa  d'Oro  viene 
à  lungo  defcritta  da  Chriftofbro  Marcello  Autor  del  Libro  deSacris  Care- 
a  chnfi.  Maree!-  moniis ,  in  cuì  cgli  dicc  [a\  Solitum  effe  Tontifìcem ,  Dominica  quarta  Qua- 
^crttcl'rìmm.  fy.  dragefima  (  qual  Domenica  da  alcuni nominavafi Mediana,  onde  la  I{ofa. 
t-s-  '    '  d'Oro  dicefi  ancora  I{pfa  Mediana  )  benedi£iione  folemni  initiare  S^ofam  au- 

ream  ramufculo  confertam  :  initiat  autem  ante  divina  Liturgia  Sacrum  My- 
fierium ,  collocata  l(pfa  fuper  arulam  in  Conclavi ,  five  in  Camera  Tapagal- 
liy  ad  td  campar atam  ,  fundendo  primùm  fuper  eam  conceptas  preces  ìnfe- 
riùs  exhibendas  :  tum  I{pfam  balfamo  mungendo  ,  ac  mufco  trito  perfunden- 
do  ,  itemque  lufìrali  aqua  afpergendo,  ac  thure  fuffiendo,  quod  ex  thuribulo 
adoletur .  EX  literis  Eugenii  Quarti  ad  I\egem  ^nglorum  ,  quem  I{gfa  dona- 
bat ,  babetur ,  confecrationem  B^fa  peragi  folitam  in  Baftlica  Sanai  Tetri  , 
«0»  autem  in  Conclavi ,  ut  hìc  dicitur .  Sed  vel  per  Sanóìi  Tetri  Sacram 
A.dem  intellexit  adjun6lum  Talatium  Tontificium ,  in  quo  efi  Conclave  prue- 
di6inm ,  vel  potuit  efie  in  hoc  initiationis  adjun£ìo ,  prò  variis  temporibus  » 
aliqua  varietas,  I\ofam  ad  eum  modum  initiatam,  Tontifex  ad  celebrandum. 
Sacrum  continenter  progrediens  ,  manu  gefìat ,  Ò"  dele6iis  minifìris  ,  cum 
ad  facellum  devenitur,  committit  reponendam  m  altari  per  tempus  Sacri: 
quo  expleto  ,  ante  altare  orationem  aliquamdiù  fundens  ,  T{gfam  denuò  re- 
cipit,  gefìat que  manu  proccdens  ad  SanÙam  Crucem  in  Jerufalem,  uhi  B^o- 
fam  fidelibus  adunatis  ofientat.  Quindi  foggiungefi  appreifo  il  medefimo 
Autore,  B^egrediens  deniqueDomum  Tontifex  ^  B,ofam  gejìat  ipfe ,  &  in  Con- 
clave interiùs  fé  rectpiens,  exquirit  Cardinalium  fenfa,  de  eo  cui  piumhoc 
tnunus  tradendum  videatur  ,  nifi  ante  Sacrum  jam  adhibuerit  Cardtnales  ea 
de  re  in  confultationem  ,  ut  factum  aliquando  ferunt.  Di  fomiglianri  pre- 
ziofi  facri  doni  furono  foliti  li  Sommi  Pontefici  honorare  li  Re,  e  Prin- 
cipi infigni  della  Chriftianità,  come  del  facro  Pileo,  e  flocco,  delle  fa- 
crecere,  e  benedette  Palme,  la  cui  origine  ,  iftituzione  ,  e  rito  d  lun- 
,  go  rinvengonfi  nel  fopracitato  Raynaudo . 
zio"o'i  saflonf *  Hordunqucpcr  far  ritorno  all'incominciato  racconto j  benché  l'Elet- 
t.  i'4//4t/./.i.c.i3r  torepocomoftrafTe  [^]  di  gradire  l'Autor  del  dono,  &ildono,  ottenne 
Tvil'fnLerg.c.i.  nuUadimcuo  il  nuovo  Nunzio  daini,  chenonfi  partiflb  [e]  Lutero  dalla 
Saffonia  ;  il  che  molto  premeva  al  Miltiz ,  il  quale  dubitava ,  chepartendofi 
Lutero  dalla  Salfonia,  fi  portafTe  quindi  nella  Bohemiaàfollevare  le  Reli- 
quie degli  antichi  Huflìti ,  e  facefle  con  efl[ì  contradizione  più  numerofa ,  e 
perciò  tanto  più  formidabile  al  Chriftianefimo .  Si  difpofe  egli  pofcia  ì 
trattar  con  Lutero  medefimo  con  ogni  piacevolezza,  e  ne  fuccefìe  l'abboc- 
d  idimiiid,  camentoinAltembourgcontantafodistazionedi  Lutero  [d]  ut  ipfe  pofi- 
modum  fateretur  omnia  jampridem  proculdubio  fopita^  fi  ncgotium  hoc  ab 
aliis  ea  dexteritate  tra&atum  fuifjet .  Promefle  Lutero  al  Miltiz  due  cofe  :  la 
prima  di  fcrivere,  comefeguì,  fottoli  ^.  di  Marzo  1519.  unaolfequiofa 
e  idtm  Lbid.  lettera  al  Pontefice,  nella  quale  [e]  feipfum  y  caufamque  univerfamvolun- 
tatiy  cenfuraqueTontifias  fubjictebati  &incifaegli  Deum  tefiatur  y  &om- 
afpontcficer^'^'^  ?2cs  cYcaturas  ,  fc  nunquam  id  ha^ienus  egifse  feriò  ,  ut  potefìatcm  Ecclefia 
Bomanay  fummiqueTontificis labefa^arec  y  vel  illius  autloritati  per  fraudem 
qnidquam  detraheret  ;  imo  libere  fatetur  hujus  Ecclefja  potefìatem  emmere 
fuper  omnia ,  nec  illi  quidquam  in  Ccelo ,  vel  in  terra  praferendum  pratev 
folum  Chrifìum ,  qui  Dommus  ftt  omnium .  Tromittit  ettam  fé  rerum  ijìarum 

ex 


Capitolo  IL  z6g       Leeone  X. 

ex  qmhus  nata  fit  hdc  contentio ,  nmquam  porrò  deinceps  faSlurnm  mentio- 
nem ,  modo  fdentium  etiam  adverfariis  imponatur .  Qum  &  (cripto  in  lucem 
edito,  popidum  alt  monere  velie,  ut  omnes  in  honore  babeant  Ecclejìam  J^g- 
manam  ,  nec  illi  temeritatem  blateronum  quorundam  afcribam  ,  neve  fnam 
ìmitentur  accrbitatem ,  qua  fé  cantra  eandem  Ecclefìam  ufum  ,  imo  potiùs 
abufum  effe ,  eaque  re  graviter  dcltqmjje  fatetur  ;  hxc  Lutherus  ad  Tontifi- 
cem.  La  feconda  promiifioas  di  Luterofiiiinafpontaneafuaremillionea 
quanto  fopra  le  agitate  materie  haverebbono  in  Germania  rifoluto  ò  il  Ve- 
fcovo  di  Treveri ,  òquel  di  Saltzboiirg ,  ò  l'altro  di  Friflìnghen  ;  e  che  in- 
tanto ,  dum  caufa  comofcitnr  ,  imponendum  utrique  parti  lilentium .  Gioì  ^     . .      .     , 

•1         1'  xT  ^  A>     /'L-    ■        -J    1         1-  ^  \    r  Errori  in  CUI  caJ. 

Il  mal  accorto  Nunzio  .icjLielt  eiibizioni del  maligno,  comeaconclulone-  deiiNuiuioMii. 
gozio,  &  à  piena  vittoria  gioir  11  fuole;  etant'oltrefùrpintodalfuovano  ^'^' 
gaudio,  che  cenando  una  fera  con  Lutero,  egli  con  impetuofa  atFczione 
avvicinandogliiì,  einprefenzade'convivantiitringendofeloal  petto,  ba- 
ciollo  [^]  ac  ft  certam  fopiend^.-e  controverfìx  rationem  m  mann  habcret  .  ìidemiM, 
Mi  quello  non  fiì  il  maggiore ,  né  il  folo  errore ,  di  cui  venifie  giuftamente 
incolpata  la  condotta  del  Miltiz  nel  progreffo  del  trattato  ;  poiché  egli  ben- 
ché nelcorfo  di  due  anni  non  perdonale  mai  per  la  riduzione  di  Lucerò ,  ne 
d  fatiche  di  viaggi,  né à  mortificazioni  di  ripulfe,  nuUadimenofempreò 
troppo  credulo ,  ò  poco  accorto ,  ò  molto  ancora  dilìbluto ,  e  libero  nelle 
fue  azioni,  hor  fi  avvilì  à  parlar  con  Lutero  con  termini  di  humiliazione, 
hor  moftrò  di  temer  di  lui ,  &  hor  contentoffi  di  ricevere  da  quel  vii  Frati- 
cello (  il  che  non  mai  fotfrì  il  Gaetano  )  nfpofte  ignominiofe,  anche  in 
ifcritto  contro  il  Pontefice,  con  abbalfamento  dish  Duorevole  alla  qualità 
di  Pontificio  rapprefen tante  :  paflando  quindi  alla  dimenticanza  eziandio 
della  perfona,  che  fo  (teneva,  nella  frequenza  de'con  viti,  e  nella  intempe- 
ranza dell'ufo  immoderaco  del  vino,  fotto  la  cui  tortura,  dice[/;]  il  Palla- b  p^/z^v./.r-ciS. 
vicino ,  egli  raccontò  fpeflfo  varie  cofe  della  Corte  Romana ,  efaggerando-  '"''^•'* 
le,  come  accade,  à  fin  di  piacere  ;  le  quali  furono  quivi  prefequafi  confef- 
lioni  della  ftelTa  Roma  per  bocca  del  fuo  Nunzio  à  favor  della  Luterana  ma- 
ledicenza,  e  rinfacciate  come  tali  nella  dieta  di  Vormazia.  ■  -  a- i 

Ma  il  Miltiz  prefto  fi  avvidde  della  fua  riprenfibile  credulità  ,  e  della  ter^?^'"  '   "* 
intollerabile  finzione  di  Lutero:  conciofiacofache  dovendo  quefli  fecondo 
il  concertato  ftabilimento  portarfi  in  confluenza ,  per  attender  quivi  le  ri- 
foluzioni  dell' Arcivefcovo  Elettor  di  Treveri,  mille  fcufe  frapofe  parte 
mendicate,  e  parte  palliate,  elapiùapprefibluielficaceditutte,  ladifpu- 
tazione,  alla  quale  efib  veniva  chiamato  in  Lipfia  dall'Echio.  Fu  l'Echio,  .^ifefo.ecf'- 
comefidilfe,  un  de'principalicontradittori  di  Lutero  fin  dal  tempo,  incili  loiudio,  eLute- 
cominciaronfi  a  fentire  le  prime  eruttazioni  delle  propofteHerefie  contro  '°*  efuocorio. 
le  Indulgenze  :  e  nel  progrefib  del  tempo  non  haveva  egli  mai  defiftito  di 
opporfi  vigorofamente  e  con  la  voce ,  e  con  gli  ferirti  à  quello  nafcente  He- 
refiarca.  Carloftadio,  [e]  eh' era  allora  amico  di  Lutero,  prendendo  pa-  ^  ^/ '^'^'il'^'^f']} 
trocinio  della  di  lui  dottrina ,  fcefe  il  primo  in  campo  contro  l'Echio ,  e  con  pónti/cato'di"  ni' 
diverfe  rifpolle  dall' una  parte ,  e  dall' altra  fi  accele  fri  effi  una  irritante  ^""««^'^''m» 
competenza  di  TheologicheQueflioni,  che  finalmente  fi  rifolvè  nelcon- 
fentimento  fcambievole  di  una  famofa  difputa,  che  deflinoflì  in  Lipfia  t 
Città  vicina  al  domicilio  di  ambedue,  e  dominata  allora  dal  Duca  Gior- 
gio di  Saffonia  Cugino  dell' Elettor  Federico,  il  quale  acconfentì  alla  fpe- 
dizione  di  un  falvo  condotto  per  Lutero ,  alla  venuta  del  Carlolladio ,  e  ad 

appte- 


Leone  X.       ^^q  Secolo  XV L 

appreftar  il  campo  della  contefa  in  quella  fua  refidenza.  Si  oppofeil  Ve* 
fcovo  di  Munfter ,  nella  cui  Diocefì  è  Lipfia ,  à  quefta  publica  tenzone ,  pa- 
rendogli, che ficcome ne' luoghi,  ov'èpernieHbreferciziodellaHerefia, 
le  difputazioni  bene  fpeflb  fervonoper  ammaeftrare,  &  illuminare  i  mifcre- 
denti  j  così  dove  fola  regna  la  Religione  Cattolica,  vagliono  fpefliflimo  ad 
adombrare  più  toflo  i  fedeli,  e  a  porre  in  lite  ciò,  che  pacificamente  fi 
poflìede,  che  ad  avvantaggiare  gì' interefll  della  Chiefa  :  prevalfe  nuUadi- 
meno  l'impegno  delle  parti ,  e  l'auttorità  del  DucaGiorgio,  e  colà  portoffi 
Carioftadiojefue  l'Echio  da  una  parte,  e'I  Carlo  ftadio  con  Lutero  dall'altra.  Era  il  Carlo- 
suiiità.  ftadio  nativo  di  Carloftad  luogo  della  Franconia  j  da  cui  egli  prefe  la  deno- 

minazione, quafi  perdendo  quella  del  fuocafato,  edelfuo  battefimo,  in 
cui  e  dall'  uno ,  e  dall'  altro  originalmente  chiamavafi  Andrea  Bondeftein . 
Nella  fondazion  della  Univerfità,  e  Chiefa  di  VVittemberga  havevalo 
l'Elettor  Federico  colà  chiamato,  come  un  de' primi  Theologi  di  quelle 
»p^ii^v.i.t.c.ì].  parti,  &  à  lui,  comedice[^]  il  Pallavicino,  chefùpoi  il  piùtemerario 
nemico  del  Sacramento ,  era  ftata  appoggiata  la  principale  amminiftrazio- 
ne  del  Corpo  di  Chrifto  nel  Sacramento,  cioè  la  dignità  di  Archidiacono 
nella  predetta  Chiefa,  dedicata  ad  honore  di  tutti  li  Santi,  die  poi  anch' 
ella  fu  con  deplorabile  depravazione  il  primo  Theatro,  in  cui  rapprefen- 
toflì  l'efecrabile  ecceffo  della  Luterana  Herefia,  cioè  l'abolimento  del  culto 
à  tutti  li  Santi,  e  l'abbruggiamento  di  tutte  le  Reliquie,  che  quivi  prima  fi 
diedero  al  fuoco,  equindipoialvento.  Hor  il  Carloftadioparzialiflimo 
allora  delle  dottrine  di  Lutero ,  da  cui  elTo  haveva  ricevuta  la  dignità  dotto- 
rale di  Theologia,  volle  ancora  entrarne  foftenitore,  ed  egli  il  primo 
fcefe  nella  Paleftra  contro  l'Echio ,  incominciandone  pompofamente  la  di- 
fputa  in  una  gran  fala  alla  prefenza  del  Principe  Giorgio,  del  Senato,  del- 
la Univerfità,  con l'affiftenza di  Notati,  che  fcrivellero  le  propofte,  & 
annotaflero  le  rifpofte ,  da  ponderarfi  poi  da  un'Arbitro ,  come  da  Giudice, 
che  fentenziar  doveffe  fopra  le  agitate  materie .  Ma  gran  difficoltà  incon- 
traronfi  per  la  determinazione  diquefto  Giudice.  L'Echio  inclinava  à  qual- 
che particolare,  edottaperfona,  né  ricufava  alcuna  Accademia ,  ad  ec- 
cettuazione folamente  di  quella  di  VVittemberga,  di  cui  erano  membri  li 
fuoicontradittori:  al  contrario  Lutero,  pernonhaverne  alcuno,  voleva 
tutti  per  Giudici  ;  ma  finalmente  egli  fcelfe  le  due  Accademie  ài  Erford ,  e 
di  Parigi,  le  quali  incontanente  flirono  accettate  dall'Echio.  Proteftofli 
quindi  poi  da  una  parte,  e  dall'altra  di  non  voler  efiì  ripugnare  in  articolo 
b  y^,G',tign6  isrp.  alcuno  al  fentimento  della  Chiefa  Cattolica ,  e  [^]  dieflì  principio  alla  difpu- 
c  cod.de a^is,&  tz  i  [c]Trimò y  dicc il Coclco ,  congrejji  funt  EckjuSy  &  Carlo jiadius  de  li- 
fcript.  luth.        y^YQ  arbìtrio  Hominis ,  quod  jam  ante  Lutherus  convellere  caperai  :  e  l'Ulem- 
d  vumbm.  e.  4.  bergiofoggiunge,  [d]  Trima  fuit  difputatio  de  gratta ,  &  libero  arbitrio , 
&  vide  inPAiiav.  ^^  y^^j-^  operibus  :  in  qua  tandem  Echius  Adverlartum  eò  -pel  adduxit ,  vel 
i.i.  §,14. per  te  adegit,  ut contra  quam  mtbejwus  ajjeruerat ,  libero  arbitrio  per  Dei  gratiam 
""^*  excitato  partes  fuas  in  operibus  bonis  exequendis  concederei.  Subentrò  rab- 

biofamente  nella  pugna  allora  Lutero ,  e  benché  anch'  effo  profeflàife ,  co- 
me il  fuo  Carloftadio,  à  favor  della  Chiefa  Romana,  e  nel  ferver  della 
contefa  replicafTe  più  volte  la  protetta  j  nuLladimenoil  detto  fu  fempre  op- 
pofto  al  fatto,  e  l'apparenza medefima del  fuo  volto  iracondo  al  di  fuori 
rendeva  palefe ,  quanto  horribile  mongibello  gli  fumaife  nel  cuore  contro 
!a  Chiefa,  e  contro  l'Echio  :  del  che  avvedutifi  li  Configlieri  del  Duca 

Gior- 


■^■^1 


Capitolo   IL  zqi  Leone  X 

Giort'io,  e chriftianamente ammonitolo,  [a]  utnihil  pey  iram,  fedomnia  iCoci.n-^, 
moderò  ager et ,  ne  /bandaio  fìeret  anditoribus ,  allor  fu,  ch'egli  vinto  dal 
roflbre,  dalla  rabbia,  dall'impegno,  e  dalla  furia,  che  agitavalo,  pro- 
ruppe in  queir  aperta  confelfionedelfuopeffimofecreto,  dicendo,  T^on 
propter  Deum  h£c  caufa  coepta  ejl ,  ncque  propter  Deum  finietur.  Così  il  ^  ^^^^ 
Coeleo  :  il  che  vien  parimente  confermato  dall' Ulembergio,  che[^]  fog-       ""  *  ' 
giunge ,  efferfi  allora  fparfa  per  l'uditorio  una  voce ,  che  Lutero  dentro  uà 
picciolo  fcatolino  portalfe  legato  in  faccoccia  i  fuo  favore  il  Demonio .  Dì- 
fputatum  efl  ttaque  ab  illts  (  e  ciò  dieci  continui  giorni  )  &  acrìter,  &  co- 
piose, primùm  depoteflate,  &  primatuF{pmantTontificis ,  deìnde  de  purga- 
torio y  deindulgentiisj  de  poenitentiay  c^  deabfolutioneSacerdotis',  fedlongè 
alia  tunc  erat  Luthero  &  mens  (nifi  omnia  ftmulaverit)  &  vox  de  rebus  il- 
lis,  quàm  paulò  pòjì;  nam  &  ipfe  protejiationem ,  quam  alii  duo  pramife- 
rant,  approbabat,  &  ample6iebatur ,  &  de  Romana  Ecclefta  longè  reperett- 
tiàs  loquebatur  y  quàmpofleà;  adeo  ut  non  folùm  Latine ,  verùmetiamTheu- 
tenicè  fententiam  fìtam  dedarans  dicerety  fé  non  impugnare,  nec  Chriflianè- 
à  quoquam  impugnari  pojfe  Vrimatum  ,  &  obedientiam  Fumante  Eccleft<e  , 
nec  derogare  fé  Tontifìci,  quidquidtribuitur  ei .  Così  il  Coeleo.  E  più  chia- 
ramente ruiembergio,  [e]  Lutherus  Ecclefia  B^man£  Trimatum  afierebat  <=  vit^btrg^c^, 
non  divino,  fed  humano  jure,  tacita  populorumconfenfwneindu6ium;Eckius 
vero  emdem  Trimatum  ad  jus  divinum ,  &  ipjtus  Chrifli  ordmationem  refe- 
rebat .  In  hoc  cardine  omnis  de  Tontifice  difputatio  vertebatur  :  quem  cauf^ 
liatum  Eckjus  initio  dilucidis  verbis  propofuit,  additis  rationibus  ,  &  argu- 
mentis ,  quibus  fententiam  fuam  firmabat  ;  Lutherus  autem  non  ita  pridem 
hbellum  fcripferat  de  auBoritate  Tontificis  Bimani ,   quem  fecum  habuit  , 
Mqua  ex  eo  pleraque .-,  qu£  contra  Eckjum  produxit,  opinioni s  fuie  firma- 
menta  recitavit.  E  di  quelto  libro  fi  lunga  menzione  ilSandero,  che  da 
eflbeftrafle  gli  argomenti,  co  quali  Lutero  (  benché  malignamente,  for-     conferr 
zofamente,  e  in  un  certo  modo  anche  facrilegamente,  come  dalle  di  lui  Lutero^  JerWi- 
prove,  che  fi  addurranno,  fi  vedrà  )  dedufle,  e  provò  la  Primazia  della  '^^^^^^^  Pontifi. 
Chiefa  Romana,  e  l'autorità  Pontificia  della  prima  Sede  del  mondo  :  [d]  d  .und'^^rj! 'v!. 
7<[on  video,  diceva  in  effo  Lutero,  quomodo  fint  excufati  a  [chifmatis  rea-  ^^^'g*    ^^"««reh!* 
tu  ,  qui  voluntati  Dei  contravenientes  fefe  à  Bimani  Tontificis  au5ioritare 
fubtrahurit»  Ecce  b<ec  cji  una  prima  mihunfuperabilis  ratio  y  qua  me  fubjicit 
Romano Tontificty  &  Trimatum  ejus  confiteri  cogit .  Secundaratio  ejufdem  Lit- 
theriefi,  quiacedendum  potiùs  att,  juxtaChrifii  pneceptum  m  5.  cap.  Mat- 
thai,  adverfario,  id  eji  Bimano  Tontifici ,  ut  ftbi  cedatur  exigenti ,  quàm  ut 
unitas ,  charitas  y  cl^  humilitas  diffolvatur  :  ideò ,  inquit ,  non  dubito  peccare 
eos  ,  qui  in  difienftonem  feje  tradunt .  Tertia  Luther i  ratio  efl  :  fi  propter 
peccata  nojìra  nos  Deus  voluerit  premere  multis  Trincipibus ,  ficut  mVro- 
yerhiis  dicit  Salomon  ,  nunquid  reftfiendum  eft  flagello  Dei  ^  Quarta  Luthe* 
ti  ratto  :  ^pojìolus  B^man.  13.   dare  afierit ,  nullam  potefiatem  nec  effe 
Quidem  pofse  nifi  d  Deo  :  Cìim  autem  Etmani  Tontificis  potefias  jam  fit  ro- 
hufiìffimè  fiabdita,  utvidemus,  certe  non  oportet  Dei  ordiiattonemhanc  im- 
pugnare .  Quinta  Luthert  ratio  :  Cum  arbitremur  ,  mquit ,  Bimani  Tontifi- 
cis potefiatem  humano  decreto  flatutam  ,  \^  ordinate  Deo  fic  roboratam  t 
fine  crimine  non  efì,  juxta  verba  i.  Tetri  2.  qui  fefe  fua  authoritate  fubdu- 
xcrit.  Sexta  Lutheri  ratio  h<ec  efl  :  ^d  hoc,  mquit,  facit  unus  ille  confen- 
fus  omnium  fiddium ,  qui  hodiè  fub  Romano  Tontiftce  flint ì  e  fiegue ,  ^n  pofji- 

bili  . 


Leone  X,       ^ry^  Secolo  XVI. 

bile,  inquh,  eji,  Chriflumnonejjeintertoti  ac  tantós  Chriflianos  i  fi  autem 
ChrtjiHs  tbiejì ,  &  Chrifilam,  Cum  Chriflo ,  &  Chrìflianis  flandum  eji  in 
quacumque  re ,  qucc  cantra  Dei  pr£ccpta  non  fuerit .  H£c  inquam  ratio  far- 
tis  eji,  &  infolubilis  :  &  ex  iis  pofiuntalia  multoe  formar i,  quìnb&c  poteji 
univerfa  Scrìptura  dici ,  qu^  ubique  charitatem  ,  humilitatem  ,  unitatem 
fpiritus,  &  timorem  Dei  commendai ,  non  violandas  epe  prò  ulla  re  mundi , 
nedum  promìus  Tontificatu,  vel  primatu,  etìamfi  fola  jurebumanoeffetin- 
ftitutus  :  hacLutherus,  V^nc  mibi  perpendat  prudens  le^ior,  foggmnge  il 
Sandero,  hasratìones  à  Luthero  in  verbo  Dei  fundatasefie  :  perpendat  mhi- 
lominus  eundem  pofteà  difcejjijje  ab  ejufdem  \omani  Tontificis  ,  atqite  adeò 
totms  Ecclejì£  mitate ,  atquc  obedientia .  Si  pofteriora  ejus  fa6ia  ,  &  confi- 
Ita  magis  alicui probantur ^  is  anìmadvertat,  Lutherumnon  fuiffe  pr^dìtum 
fpiritu  Dei  eo  tempore ,  quo  fuum  hoc  fchifma  ine  ospiti  nam  idem  Dei  fpirìtus 
nunquam  duas  res  contrarla^  docet  :  Lutherus  vero  peji  incboatum  fchifma 
fuum ,  docuit  ifta  duo  ,  quòd  non  oportet  fé  à  Romani  Totitificis  au6loritate^ 
fubtrahere,  nam  &  hac  ipfaejus  verba  funt;  &  quòd  omninò  oportet  fé  a 
rimani  Vontìficìs  auSloritate ,  velut  ab^ntichriflo  ip/o,  fubtrahere  ;  &  hoc 
pofterius  faBo  fuo  confirmavit  :  ipfe  enìm,  qui  fatebatur  Bimani  Tom ificis 
potejiatem  necejj'ariò  efie  à  Deo,  tamen  illam  ipfam  poteflatem  &  contemp- 
fit  y  &  fcriptis  fuis  oppugnavit  :  imo  eundem  Vrìmatum  à  Diabolo  funda-^ 
tum  efie  dixit.  Si  erravit  Lutherus  ,  cum  diceret  foedifmum  crmen  ,  imo 
fchifmaticum  crimen  efse ,  ut  quis  Romani  Tontificis  Vrimatui  refifteret  ;  idem 
fciat ,  jam  tunc  eum ,  imo  &  biennio  antea ,  fuas  illas  difputationes  propofuif- 
ft'.undeomnisy  qux  fecutaeflLutheranacongregatìo,  &  fe£ia  origmem  fuam 
traxit.  Lutheranai^iturharefis  tunc  fundata  eji,  cum  fpiritus  mendacii,  ut 
faltem  pfeudoevangelici  rem  accipere  coguntur  ,  regnarci  in  Luthero.  Quis 
•però  Trophetarum ,  &  ^pojìolorum  i/ìo  modo  in  ìnitio  fu£  pradicatìonis  hxre- 
fim  f cripto  publicèedidit,  &ex  verbo  Dei  confirmare  conatuseft  ?  Quacum- 
que  mtur  ftt  vera  fides ,  impojjìbile  efl ,  dodirmam  Lutheri  à  Spirìtu  SanUo 
mca-ptam  ,  ac  JìMlitam  fuifse .  Così  il  Sandero.  Mi  non  in  Lutero  co- 
ftante  nelle  aflerzioni,  e  confeflando  egli  allora  la  verità  convinto  dalle 
ragioni,  negolla  apertamente  poi  vinto  dalla  paflione.  Lungo  hi  (opra 
^Paiuv.it.c.c.  quello  punto  il  dibattimento,  che  dal  controverfifta  [a]  Hiftonco  tutto 
ftr  toitim.         minutamente  fi  rapporta ,  quale  fé  vorreflìmo  noi  capo  per  capo  riferire  , 
ci  converrebbe  teflere  di  una  fola  difputa  una  Hiftoria ,  tanto  ella  fu  prolif- 
fa ,  audente ,  &  egualmente  vituperofa  per  Lutero ,  e  gloriofa  per  l'Echio . 
Ne'medefimifentimentiegliandòcirca  il  Purgatorio,  e  circa  la  efficacia 
b  ccci.  ìiid.        delle  Indulgenze  :  efopra?!  primo  [b]  Dictt  publicc.  Ego  qui  credo  forti- 
ter,  mò  aufm  dicere,  few Turgatorium efse,  facile  perfuadeor ,  inScriptu- 
confcffione  di  ris  de  CO  fieri  rnentionem,  quemadmodum  ìlludMatthai  inducit  Cregorius  m 
lurero  ,   e  drf  dialozìs  •  "Non  rewittitur  ncque  in  hcc  f acculo ,  nec  in  futuro  :  volcns  pecca- 
kKi^enL'!'"  ta  qLdamremitti  in  purgatorio,  Udmitto& illud  Machab.  ii.  Sanaa,& 
«  vumbnz.  ìoc.  jalubris  cogitano  prò  dtfun&is  exorare  &c. ,  e  fopra  il  fecondo ,  |.  e  J  indul' 
'*'  ^emias  fimpliciter  Lutherus  non  rekcit,  quin  potiàsitadeclaravit  afsertioiies 

%as  ,  ut  quantum  quidem  ad  rem  ipfam  pertinet ,  non  multum  dijjidere  ab 
Echio,  imo  ab  Ecclcfu  fvntentia  videretur  :  abufus  quofdam  irreptitios, ^ 
opimones  yuiiiminùs  fanasutraque  parsimprobavit.  Cosi  egli.  IlCarlolta- 
dio,  prima  fpetcacolo,  e  poi  fpettatore  infelice  di  quello  congrcllo,  n 
ftaurò  lacontefa,  ecomech'eflb  principiòlla,  così  parimente  elio  ehm- 


der 


'Capitolo  II.  X75       Leon*eX. 

der  la  volle  ]  provocando  l*  Ecljiio  all' afifcrzione  dell'  altra  Herefia  di 
Lutero  ,  Jujium  in  omni  opere  bono  peccare  .    [  ^  ]  Vir  intrepidus  ,    dice  »  ^{'iyn.tinn.iiis. 
dell'Echio  TAnnalifta,  &  infatkabilis  bis  duobm Hcereftctrchis ,  qui  illum  "'^'^''f^* 
labore  faltem ,  ft  non  argumentis  ,  obrui  volebant ,  animose  rcjìitit ,  pro- 
vando contro  la  conclufione  Luterana,  Ogni  giufio  peccare  ,  non  però  in 
ogni  tempo. 
Ma  Lutero,  che  in  quefta  celebre  difputazione  di Lipfiatutt' altro  ha-  r  ^P^rationi,  e 

,  ,.  r       \t  L  r     ■  r         ■    ^     j  i-     rr  >  icmc»      contrarli 

veva  detto  di  quanto  lin  allora  naveva  icritto,  ieguito  doppo  dieilaatutt  di  Lutero  alia  fu» 
altro  fcrivere  di  quanto  veniva  pur  allora  di  dire,  fpargendoperlaGerma-  «onfc'^ìon». 
nia  Libelli  decantanti  vittoria  fopra  l' inimico ,  e  comprovanti  le  fue  prime 
Herefìe ,  e  contro  il  Primato  della  Chiefa ,  eh'  egli  afferiva  iftituito  da'  De- 
creti/reófrfi^w/ de' Romani  Pontefici,  nati  da  quattrocento  anniaddietro, 
e  contro  l' arbitrio ,  e  volontà  Humana,  voluta  da  lui  negli  atti  buoni  in  nul- 
la operatrice,  mi  fol  ricevitrice  della  grazia,  come  potenza  meramente  ' 
pafliva ,  e  contro  il  Purgatorio ,  da  lui  ò  non  ammeflb ,  ò  malamente  fpiega- 
to ,  e  finalmente  contro  le  Indulgenze ,  rigettate  come  inefficaci,deluforie , 
e  vane.  Il  Duca  Giorgio  ammonillo ,  e  come  follevatore  degli  HulTiti  Bohe- 
mi ,  e  come  reiVattore  degli  accordi  tatti ,  ne'  quali  egli  Ci  eracomprgmeflb 
di  attendere  fopra  le  dibattute  queftioni  li  fentimenti  delle  due  Accademie 
di  Parigi,  e  diErfordia,  e  ne  fcriife  all' Elettor  Federico  fuo  Cugino  con 
termini  molto  preffanti ,  e  contro  Lutero ,  e  contro  i  di  lui  ferirti .  Mi  Lute- 
ro vago  di  comprovar  la  fua  propofizione ,  che  non  propter  Deum  biSc  rei 
cceptaerat,  neque propter  Deum  finir etur ,  precipitando  da  abilfo  in  abiflb, 
-vomitò  alte  querele  contra  l'Echio,   alte  beftemmie  contro  Dio,  &alte 
ingiuriofe  invetri  ve  contro  i  Theologi  diLipfia,  di  Colonia,  di  Lovanio, 
e  di  Parigi,  che  riprovarono  la  fua  caufa,  e  ne  \_b]  condannarono  le  prò-  b  1'/?^;^^^,  e.  5. 
pofizioni  i  e  facendola  da  difperato  ,  qual'  eflb  era ,  riempì  tutta  la  Germa- 
nia  di  dubieti ,  di  lamenti,  didilfenzioni,  ediHerefie. 

E  qui  per  degnamente  rappreientare ,  qual  folle  Lutero ,  e  quali  le  fue  Jie-  Defcrir.ione  orjr 
refie,  avanti  che  glifopragiungeffe  la  condanna  da  Roma,  ci  conviene  uni-  Jj!"  rofèift  ""''" 
tamenteefporre  di  effe  la  contezza,  acciò  ben  Ci  comprenda  e  la  malizia  fcritteVaTutero 
dell*  Herefiarca ,  e  la  forza  della  Bolla ,  che  foggiungeremo ,  di  Leone,  acciò  ddUcondaifn°a''* 
in  due  occhiate  veggafi  dal  Lettore  di  faccia  tutto  colui,  chetanti  errori    ^  '*^°"  '""** 
feminò  nel  Chriflianefimo ,  cioè  in  una,  nel  rimirarlo  Heretico  avanti  la 
Bolla ,  neir  altra ,  doppo  la  Bolla  con  '1  aggiunta ,  e'I  cumulo  di  quelle  mol- 
te beftemmie,  eh' egli  poi  proferi,  e  fenile  irritato,  e  diffamato  dalla  con- 
danna .  Efiendoche  Lutero  non  tutta  in  una  volta  efpofe  al  publico  del  ^ 
Mondo  la  fua  Herefia,  ma  con  una  ordinata  difordinanza  di  fucceilìone , 
fecondo  che  glie  fé  ne  porfe  la  congiuntura  ò  dalle  difputazioni ,  che  foften- 
ne ,  ò  dalle  Prediche ,  che  fece ,  ò  da'  libri ,  che  divulgò ,  hora  fuperbo ,  h  ara 
maligno ,  hora  irritato ,  &  hora  irritante .  Per  proporzionatamente  dunque 
delineare  quefta  confufa  machina  di  errori,  noi  ne  habbiamofcelta  l'ac- 
cennata divifione ,  &  all'  Herefie ,  che  di  lui  habbiamo  fin  hora  riferite  ,  ag- 
giungeremo il  Catalogo  di  tutte  quelle,  chelocoftituirono  reo  avanti  la 
Bolla,  perdovernepoi  nel  difcorfo  dell'Opera  foggiungere  le  altre  mol- 
te ,  fra  le  quali  egli  morì  fracido  di  corpo,  di  animo ,  e  di  coftumi .  Per  lo  che 
tralafciatelefinhoradanoi  regiftrate  nelle  occafioni  delle  difpute,  e  de' 
libri,  da  lui  foftenute  ,  ò  divulgati  i  in  un  trattato,  che  egli  [e  ]  com-  ^  -^m.x,i3. 
pofe contro  li  Scholaftici,  rinvienfi  afierita  quefta  propofizione;  fu/ìus 
Tomo  ly.                                                       S                        ciiam 


Leone  X.       ^rj^  Secolo    XVI. 

etiam  inter  bene  operandum  peccat  :  e  nel  libro  degli  atti  di  Augufla' contro 
il  Cari.  Gaetano  ,  aflerì,  Thefaì4rmn  I  dulgentmrum  effe  menta  Chrifti  non 
formaliter,  &  proprie  t  fedeff'e6iipè,  &4mproprièy  ijuia  Tapanon  datmer.i- 
'ta^Chnfiij  ìdefi per claves merito Chrifii Eccleftadonatas .  vUM  •^nnMrA 

Li  Frati  Minori  della  ftretta  Olfervanza  nel  Convento  Juterboccaife  ac- 
a  ^>,m  iji?.       cufarono  [a]  Lutero  avanti  il  Vefcovo  di  Brandebiirgh  di  molte  Herefie , 
quali  egli  tutte,  anche  con  pompa  di  oftinazione,  riconfermò  in  una  con- 
fo z,«ffc.o/'^nf*.i.  tumeliofilfima  lettera  ad  elfi  fcritta:  e  gli  errori  furono  li  feguenti:  [b] 
J'i-H^'  Deus  pracepit  bomini  impoffibilia.  Deus  exigit  à  quolibet  Cì^rifiianofummam 

.perfe5iiotiem ,  &totum  Evangelium,  Tsljtlla  funtcorjfìlta,  fedomnia  Evange- 
lii  funt  prxcepta.  Laico  habenti  authoritatem  Scriptur.aplus  ejì  credendumt 
quàm  Tap^i  qnàm  Concilio  y  imo  quàm  Ecdtfu ,  Tetrmnon  erat  Vrinceps 
^pojlolorum  .  Tapafolùm  jure  hummoejì  Vicarius  Chrifti . 

Nella  difputa  poi  di  Lipfia  fegnita  nel  medefimo  anno  ,  egli  propofe 
contro  l'Echio  qiiefle  Heretichepropofizioni:  In  borio  opere  peccare-homi- 
nem  ,  &  peccatum  ventale  non  naturajuay  fed  Deimifericordia  folùm  effe  ta- 
le.  InpucropoflBapcifmumpeccatfm  remanensnegareyhoc  efì  Taulum  3  & 
Chriflùm  ftmul  conculcare  .  Qui  opus  bomm  ,  aut  penitentiam  ,  à  peccato- 
rum  detc fìat  ione  ante  dile^ionem  jufinne  incipi ,  me  in  co  peccati  afierit ,  hunc 
Inter  Telagianos  Hxreticos  numeramus .  Deus  mutat  posnam  aternam  in  tem- 
poralem  ,  cu]us  Canones ,  aut  Sacerdotes ,  nec  fiatuendx  ,  nec  auferenda  ha- 
bent  ullam  poteftatem.  Quilibet  Sacerdosdebetiibfolverepanitentem  àpoena , 
&  culpa  y  aut  peccat .  Quod  Deus  à  morituroplus  quàmyoluntariam  mortem 
requiraty  vamffima  temeritate  affmtur .  T^leque  quid  fidcs,  ncque  quid  ccn^ 
tritio  y  ncque  quid  liberum  arbitrium  fity  ofieniitfe  noff^e  y  qui  liberum  arhi- 
trìum  a&uumfive  honorum  y  ftve  maloram  dominum  ef^e  balbutii  y  aut  non  fo- 
la fide  verbi  quem  jtijiificari ,  autfidem  nontolli  quolibet  crimine  fomniat .  Me- 
rita Ch^ifli  i  &  San6torum  efie  thefaurum  Jndulgentiarum  ,  nemo  nifi  fxdus 
adulatory  extravagantes  à  yeritate  y  &  fi6l^  qu^tdam  Ecclefidi  praxes  ,  aut 
ufus  fìrnuknt  .  Dicere  Indulgenttas  efie  honum  Chrifitano  ,  efl  infanire  ;  funt 
enim  veri/fimè  operis  boni  vitiumy  &  imprvbare  Indidgentias  debet  Chriftia- 
nus  ob  abufiim .  Tapam  poffe  remittere  omncm  pcinam  prò  peccatis  debìtam  , 
hujusy  &  futura  vit£y  &  qn  od  Indulgenti  x  proftnt  non  crimmofis  y  fomniant 
fecurè indoli fjimi [ophifU .  F^òmanam^Ecclefiam  effe  omnibus  aliis  fuperiorem  , 
probatur  ex  frigidiffimis  B^manorurn  Tontificum  Decretis  intra  quadringcntós 
annosnatis;  contra  qu£  funt  hifìorite  appróbat£  mille y  &  cetitum  annoruw y 
e  Fd.ì^i.  textusScripmra  Dipina y  & Decretum  ISlJcaniConcilii >  [e]  Certumejiy  In- 
ter articulos  Joannis  Hus  y  vd  Bohemorum  multos  efje  piane  Chrifiiamfjimos  y 
&  Evangelicos ,  quos  nonpoffìi  univerfalis Ecclefta damnare ,  velut  die ,  'M^n 
efide  necejjitate  Jalutisy  credere  B^manam  Ecclefiam  cfie  aliis fuperiorem:  e 
in  detta  difputa  di  Lipfia  egli  approvò  quell'articolo  dell'Hus:  Tapalisdi- 
gnitasàTapainolevit. 
Conciltumpotefi  errare:  ma  egli  in  altro  luogo  modifico  quella  propon- 
a  liid.fd.-i^-j.  zione,  dicendo,  [d]Vt  meo  fcnfu  loquary  credo  Conciliumy  &  Eccleftam 
vunquam  errare  in' bis ,  qu<£  funt  fidet ,  incaterisnan  efi  necefie  non  errare: 
Trirnatus  I{omaniTontifìcisnonefi  jure  Divina:  ed  egli  nilTun' altro  articolo 
e  Foi.  267.  più  ofiinatamente  ditèfe ,  che  quefto .  [e]  VetrusT?rimatum  dumtaxat  ho 

*  noris  y  non  Trimatum  potefiatis  habuit  fuper  cateros  ^pofìolos  .  [/]  Divina 

{f,i.  z6S  V         scriptm-a  tota  prorfus  nihii  habet  de  Turgatorio . 

^    .  Circa 


Capitolo  II.  X7^        Leone  X. 

Circa  le  Indulgenze  j  ben' egli  confefsò ,  eflere  fiate  da  fé  chiamate ,  W-< 
tiumoperisy  non  quòdftrttmaUj  &noxì<s,  fed  quòdabufus  ferverfus  nocety 
dum  tale  opus  non  facerenty  nifi  venia  ejjent:  &  altre  volte  dilfe,  non  dover 
elleno  difpregiarfi ,  nifi  contemptus  inteltigatur  hoc  modo ,  quòd  ìncomparabi- 
liter  meliorapofìumns  eifdem  expenfis  facere ,  quibus  Indulgenti^  redimuntur, 
vel  'qudnt  funt  IndulgentitH  ipf^ ,  Quare  prerogativa  mdioris  non  efi  contem- 
ptus detertoris  . 

Nelle  rìfolw^^ioni  i  che  Lutero  publicò  fopra  le  propofizioni  difputate 
inLipfia,  egli aggiiinfe li feguenti  errori:  J^ullum  efl  peccatum  natura  fua 
vehiale  *  Jid  omnia  damnabiUa  :  quòd  autem  venialiafunt ,  Dei  gratine  tribuen- 
dum  efl .  Certum  efl  in  manu  Ecclefi£ ,  aut  Vàp£  prorfus  non  efk  articulosfidH 
flatuere  y  imo  nec  Leges  morum  i  feu  bonorum  opernm.  Egli  però  contfeile 
alla  podedi  Pontificia  la  facoltà  non  di  (ìatuere ,  mi  di  dichiarare  gli  ar  tico-^ 
li  della  Fede. 

Quindi  Lutero  die  alla  luce  una  fpecialer//o/«:^/é>«É'  intitolata  f/É'jpof^y?^^^ 
Tapcej  in  cui  tutta  la  queftione  riduce,  Utrum  ne  Tapatus  jure  dipino  'Bri" 
matum  habeat  j itr if dizione  ^  e  dice  in  elib.  Ego  omnia  admifì,  qu£  ì^pmOn 
noVonttfici  bodic  trihuuntur'.  rem  non  nego,  fa5io  non  contradico:  feddeJH^ 
re  ejus  dtfputo  ,  &  fentió  ,  quòd  twn  jure  divino ,  fed  decretis  hominum  ta^ 
Ha  tribuantur  ....  Duplex  efl  Vrimatus  y  honoris  i  (jr  pottflatts  .  Quod  Te- 
trus  primus  fuit  in  ordine  ,  nemo  negai  .  i<(am  cì^  mter  Cctrdinaks ,  Epifco- 
pos  ,  Sacerdotes  ,  Dolores  ,  Trincipes  ,  etiamfi  nullits  alteri  fubje^ius  efli 
tamen  necejje  efl  in  Conventu  aliquem  primo  loco  federe .  Ita  Tetrum  fatemur 
TrincipemlAp&flolorund,  primum  Eccleflamembrumy  caput  Collegii  ^poflo^ 
liei,  &  alia  qua  de  eo  SS.  Vatrcs  dtxerunt *  ^Iter  autem  Vrimatus  potefla- 
tis  ìMnquamfuWPetrodatusi  e  neiriileflofentimentoeglià  lungo  fi  ftendt? 
nella  Epiftola  contro  Girolamo  Emfero  ,  neli'  Apologia  contro  Gio* 
Echio,  in  cui  difende,  non  edere  erronei  li  feguenti  articoli  >  benché  dal 
Coiicilio  di  Coftanza  condannati,  cioè,  Tapa  noneflimmedìatus  Ficariut 
Chrifli ,  &  ^poflolorum  . 

TSlon  efl  de  necejjitate  falutis  ,  credere  l{omanam  Eccleflam  efle  fuper 
alias . 

Tetrus  non  efl ,  nec  fuit  caput  Ecclefu  San5Ì£  Catholic^  . 

Julius  {ine  revelatione  ajjereret  rationabiliter  de  fé,  velde  alio ,  quòd  ef^ 
fet  Ciiput  EcelefliC  particularis  fm6Ì£ ,  vel  E^manus  Voutifex  caput  B^man^ 
Ecclefta, 

Obedientia  Eccleftaflica  efl  obedientia  fecundum  adinventionem  Sacerdotuni 
Eccleft£  prater  expreffam  auBoritatcm  Sacra  Scriptura  .  Nel  medelìmo  li- 
bro egli  difende,  Confeffionem  Sacramentalem  non  efie  de  jure  divino:  e  che  il  fo- 
lo,  e  nudo  nome  egli  è  reftato  alla  libertà  dell'arbitrio,  con  quefta  para- 
gonanza  ,  Sicut  Civitas  vaflata  ,  vel  collapfa  Domus  habet  quidem  nomen» 
&  titulum,  quem  priàs  habutt,  &  poflertàs  habebit  ,  non  tamen  idem  pO" 
tefi ,  quàm  priàs  :  ita  liberum  arbitrium  :  nega  egli  quivi  però  ,  havec 
mai  in  alcun  tempo /?w/j//am*  rigettata  la  neceffiti  delle  buone  opere,  mi 
folamente  opera  legis ,  qua  noxia  funt  .  Qual  propofizione  ella  appoggia- 
iì  in  quelle  altre  due  ,  eh'  egli  haveva  infegnate  ,  Bona  opera,  qua  extra 
gratiam  fimt ,  nihil  effe  ,  e  ,  Soli  jidei  ftne  operibus  legis  ,  juxta  Vaulum* 
tnbui  ìuflitum  .  Ond^  per  necelfaria  conclufione  Lutero  deduceva , 
?<o«  funt  ncceQarta  ,    imo  Junt  noxia  opera  legis  cujufcumque  .    Scd  n?r 

S     a  cef- 


Leone  X.       2-76  Secolo  XV I, 

cefimaftmt ,  &falubm  opera  bona  qu^cumque .  Circa  ia  giùftifica:?.ione poi 
iL„thto6eJ,t  egli  arrogantemente  befìemmiava,  dicendo,  [a]  Abraham  fuitjujius  fide, • 
vvin,nb!'fo'L^-ìù  antequamcognofceretur à Beo  talis .  Jgitur malè[conclHdit  [b]JacobuSi  quod 
\!^ln\!l'c"z^^^'  nuncdemum  JMfiificatur  fn  pofiiftamobediemiam:  per  opera enim,  tamquam 
'*'"""'  '  '       per  frii&us  co^nofcitur  fìdes ,  &jnflitia;  nonautem  [equiturt  ut Jacobus  deli- 
rat  y  igiturfrit6lusjujiificant:  ftcut  non  fequkur,  ego  agnofco  arborcmex  fru- 
Suy  tgiturarborexfruBibusfitbona.  Face[jant  ìgitur  è  medio  adverjani  cum 
fuojacobo ,  quem  toties  nobis  objiciunt .  Così  T  empio . 

E  quefto  fi  è  dell' Herefie  di  Lutero  il  principio,  che  ben  poteva  co(H- 
tiiire  il  termine  ad  ognimaffimoHerefiarca.  A  ciò  iì  aggiungeva  una  dia- 
bolica finzione,  concuiegli  defiderò Tempre  di  comparir  Cattolico ,  per 
abbattere  ,  come  dice  S.  Gio.  Chrifoftomo  ,  più  ficuramente  ,  perche 
traditoriamente  ,  li  Cattolici,  [e]  VjilUi  res  fic  exterminat  bonum  ,  fieut 
e  s.h.chyifoji.fu-  Qy^fiiatio  :  nammalumfubfpccie  bonicelatum,  dum  non  cognojcitm'y  non  co- 
pnM.tn.7.       J^  Il  Nunzio  Miltiz  non  defiftendo  da  nuove  diligenze  per  la  di  lui  con- 

verlfone,  doppoladifputadiLipfia,  ricorfe  all' opera  de' Padri  Agoftinia- 
Nuovi  effetti  dd   ni  della  Congregazione  Alemanna  ,  congregati  allora  in  quelle  parti  in 
la  pertinacia,  &  Capitolo  Generale.  E  potevafi  ben  eftinguere  il  hiocom  quella  Cala,  ove 
arroganza  di Lu-  ^j  ^^^^(q ^  fg  quel vil Frate  foffe ftato  da'fuoi  Superiori  melloinceppi,  e 
trattato  ,  come  almeno  fi  tratta  con  un  femplice  colpevole  o  di  difubi- 
dienzacommefla,  ò  di  innocenza  trafcurata  :  ma  pui  alto  arcano  difpo- 
nendo  per  flagello  della  Chriftianitd  diverfamente  le  cole  ;,  altro  eftetto^ 
non  forti  la  mediazione ^interpofta de  Frati,  che  maggior  arroganza  nel 
reo.  Poich'egli  riputandofi  fuperiore  alle  potenze,  &  alla  ragione  della 
d  c.^prius  i5ac.  parte,  hebbe  ardimento  [d]  di  fcrivere  una  nuova  lettera  al  Pontehce, 
offerendogli,  come  per  mifericordia,  le  condizioni  della  pace  [e\  Tor- 
ccocU.inaEiis,&  ^v     golidiceva,  BcatìffimeTater ,  none/i,  qmd  ullus  pr^fumat,  niji  mala 
i.r>fusLHthm.     ^^i^^^'^^^ajore  turbine  caufam  involvere:  deinde  leges  interpretandi  vùrbi  Dei 
non  patior.  Così  egli,  che  di  quelle  offerte  v  antodi  anche  avanti  il  nuovo 
Cefare  Carlo  Quinto,  fcrivendogli  [/]  Tefle  mea  eonjcientia,  ac  ^ptimo- 
^  ^'''''""  '  rum  virorum  judicio ,  non  nifi  E-pangelicar/i  ventatem  fludui  eviUgare  cjdverjns 

fuperjiitiojas  bumana  traditionis  opmiones,  proptcr  quod  tertius  f^m  finitiir 
ferme  anmis ,  ex  quo  patior  fine  fine  iras  ,  contumelias ,  per  nula  ,  &  quid- 
quid  pohunt  mali  excogitare  :  frufira  veniam  peto  ,  frujiraftlcntmm  afferò, 
frufira pacis conditiones propono ,  frujira  erudiri  meliora pofuno  ;  e  conieguen- 
temente  proteflandoh  ampiamente  per  tuttala  Germania  con  paroie  hi- 
oocrite,  e  cuor  di  Diavolo  [?]  'He  hocquidem  premorì  y  quòd  me  fapenu- 
rMS:;!"^""^'"  mero,  &multifariam  obtulerm  (m  filius  fupplex ,  &  obedwns  Sana.^  Ec> 
clefUCatholica,  qualis,  Deo  optimo  maximo  adiutore,  mori  volo  )  tacittt- 
rum,  fi  per  meos  adverfarios  liceat,  omnium  univerfitatum  non  fujpettartira 
€09nitionem,  &fententiampafìmuYn.  Cosìegli.  NèàLutero,  che  m  feco.. 
m"e  in  gran  cloaca  raccolfe  tutte  le  immondezze  de'  trafcorh  Hereliarchi , 
mancò  quel  peflilente  ,&  ingannevole  puzzore,  che  qual  velenofo  hato  ren- 
de ftupido  il  vicino,  e  poi  morto:  {h]lpfcLutherus,àìCtd\\m\  Ulember- 
h  vumbng.  e.  i.  ^^^  ^  J^^.j.^  quadam  calliditatc  multar um  animos  fibi  adjunxit ,  dum  Lcdcji^  \q- 
wame ,  cr  Tctnificisjudiaofejuaque  omniajubmitteret,fmulatèquidcm,qmn-^ 
admodìiw  pojìjatis  apparuit  :  at  ita  t  amen,  ut  confilia  eorum,  zd  quos  hHJus  cauf^ 
cornino  oertit,ebai,h<ererint,&  ob  barn  i  p fi  usfubmi(fionem  fu f pender  entnr.  Ujusi 
cjt&allzquadamfraude,  quam  Cajetanus  Cardinalis  ^ugujìa  m  ejHiaUmk: 


Capitolo  IL  ^77      ^^omeX. 

•bus  dcprehendìt.  Sturgeretur  prejjìks,  protefiabatur  fcea,  qua  aliena  erant 
à  recepii s  in  Ecclefta  dogmatibus  y  inquirenda  veritatis  grafia ,  non  afferendi 
animo  propofuiffe  ;  inconcionibusveròadpopHlum&  alibi  j  ubi  applaufumin- 
-pcnit  ,  eadem  ipfa  conflanter  afjeruit ,  yelut  ipfam  -peritatem  ,  Hac  flropha 
fufpenditmultorumanimos,  &  Trine ipifuoy  aliifquenonpaucisimpofuìt;  ta- 
rnetft  poli  ubi  fatis  accrevit  virium ,  jamque  occupati  fuemnt  Cermanorum  anì- 
fniyabìecit  larvam  hanc ,  omijfifque  hujufmodiìmpofturis  apertum  bellumgefjìt . 
Così  r  Ulembergio  dell'  empio  y  e  non  mai  più  empio ,  che  allora ,  quan- 
do adefcando  gli  animi  con  le  parole  operava  qiial  disperato  co' fatti,  & 
aggiungendo Herefie  ad  Herefie,  contumelie  d  contumelie,  e  facendola 
[a]  d'indi  in  poi  da  Hereticopiù  tofto  difperato,  che  publico,  meditò 
di  paflar  nella  Bohemia  per  far  ò  fetta ,  ò  capo  agli  Huffiti ,  e  con  la  unio-  *  *^''"*  '^*°' 
ne  de' mifcredenti  rendere  pili  vigorofa,  e  forte  la  fua  fazione.  Màio  dif- 
fuafero  dal  configlio  molti  nobili  della  Franconia ,  e  più  di  tutti  Francefco 
Sichingen  ,  Cavalier  valorofo  in  arme  ,  che  ne  torbidi  della  Religione 
procacciava  avvantaggio  di  flato,  Ulderico  Hutten,  Silveftro  Schamtu- 
burgh,  e  tutti  gli  adherenti  di  Erafmo,  promettendo  à  lui  il  patrocinio 
delle  fpade,  e  il  più  potente  delle  penne,  e  premettendo  unitamente  tut- 
ti, come  Araldi  della  gran  guerra,  la  publicazione  di  giocofi  Libelli,  di  u 'd^dplhu  nei 
maligne  fatire  ,  e  di  efecrabili  ditterii  contro  gli  Ecclefiaftici ,  de' quali  citrocau(a  dell' 
già  era  nella  Germania  (  e  Dio  voleffe ,  che  dir  non  fi  potefle  ancora,  tuo-  deiiTHeSrdi 
ri  della  Germania  J  fcandalofo  il  vivere,  e  fregolata  la  difciplina;  onde  Lutero. 
le  parole  acquiftando  merito,  e  fede  da' fatti,  fovvertivano  Laici,  e  ren- 
devano odiofo  al  Principato  il  Sacerdozio  [b]  Hoc  ,  dice  lo  Stenchio, 
hanc  hxrefimapudGermanos  fufcitafìecreditur,  multtplices  fcilicet  corrupte- 
Uy  quas  fceleratiy  &  imperiti  Sacerdotes  repererunt;  e  il  Surio  [e]  ^ia  b  ^ugufl.Stenck. 
multa  erant  in  Clero  vitia ,  quem  ille  apudLaicos  (  nempe  Lutberu^  )  tn  odium ,  ''^- *;     „   .    . 
&  invidiam  adducere  omnibus  modis  conabatur  ,  ea  fumma  animi  acerbitate  'coJlìlent.  '"^"*^  '" 
omnibus  propalare  y  mirèexaggerarey  &impudemer  multa  fingendo  in  vulgus 
fpargere  ftuduit  :  &  certe  brevi  ille  multis  id  effecit  locis  ,  ut  Clems  omuis 
non  alto  y  quàm  luporum  loco,  apud  Laicos  pafjìm  habitus  fif,  adeòutpaffim 
in  fuis  domibus  Tontifices  j  Sacerdotes,  Monachos,  Luporum  forma ,  Ó'Jpe- 
cìe  depmgicurarinty  &  incredibili  odio  y  atque  contemptu  profecuti  fint ,  Et 
fuit  id  quidem  ven/Jimum  y  Clerum  multis  abominandisfcaterevitiis  y  quicum 
nulla  Tralatorum  feveritate  cafligarentur  y  permijit  pr^epotens  Deus  y  bujus 
importuni  y  &  improbi  ^pojiata  conatus  non  inanes  habere  fuccejJuSy  Cleriim- 
que  infummum  venire  contemptum ,  ut  vel  (te tandem  reftpifcerent  ;  atque  uti- 
nam  vel  fola  vexatio  dediffet  intelle£fum  auditui.  Così  egli .  Il  Vefcovo  di 
[d]  Mifnia  con  pronto  zelo,  e  publicato  Decreto  prohibìle  fcritture,  e  ^  ^'^wt.f.j./it/- 
libri  fin' allora  divulgati  di  Lutero,  per  difcreditarne  almeno  la  compofi-^'  "^^  .^ 

zione,  e  l'Autore:  e  fatto  gli  venne  di  alienare  da  lui  alcuni  Principi  della 
Sailonia,  onde  prefe  Lutero  l'accennato  partito  di  partirli  da  quella  Pro- 
vincia, e  far  fua  ritirata,  e  nido  nella  Bohemia:  ma  vedendofi  poiegliafli- 
ftito  inopinatamente  da  un  cumulo  grande  di  nuovi  Magnati,  in  Vvittem- 
bergafermoflì,  d'ondefuonò  l'infaufìa  tromba  della  mortai  guerra,  che 
prefcntemente  ancora  dura,  &  arde  nel  Chriltianefimo.  Haaenus[e]  qui-  tiimUiUru 
demy  fiegue  il  citato  Ulembergio,  Lutherus  fpargendis  in  vulgus  tbefibus  y 
conciombus  ,  alitfque  varii  generis  tra6latibus  hoc  unum  egifie  videtur  ,  ut 
influeret  mammos  hominitm .  Ubi  vero  rem^ò  dedu5lam  vidit,  ut  favor  Ma- 
Tomo  IF.  Ss  gna- 


Leone  X.       ^.78  ^^(^olo  XVI. 

gnatum  quorundam ,  àc  Trocerum  nobilitatisfludìum ,  &  inclìnatìo ,  doBorum 
quorumdam  virorum  acceffìo,  mi  bonarum  artiitm ,  &  linguarum  Jiudiis  fa-pe- 
banty  d'emumapplaufuspromijcH£multitudinisfelicem  cauft  fuccefjum  polli- 
cerentur,  prodtit tandem  anno  i^io.  &  m  puhlicumreferreccspìt  arcanum  ìl- 
lud  y  quod  nebula  protefìationum  quarundam ,  &  humilitatis  ,  ac  fubmijjio' 
nis  vtlamtnete6iumhci&efìùsoccultarat.  Così  egli.  E  quello  rivelato  arca- 
pSco^d1T.Ke°  no  fu  im  libro  dereformationey  ch'egli  prefentò  al  nuovo,  e  giovane  Ce- 
ro, e  fuopubiica-  fare  Carlo  Qiiinto ,  &  alla  nobiltà  tutta  Tedefca  nella  nativa  lìngua  Tede- 
formatiTue!    '' fca,  acciò  pìù  mfenfibilmente  ,  facilmente,  e  connaturalmente  ne  pene- 
trafle  ne'  Lettori  per  gli  occhi  al  cuore  il  veleno .  Per  efporre  al  Mondo  ve- 
nerabile queftofuo  diabolico  volume,  nel  principio  di  ogni  pagina  di  ef- 
fo  egli  prop.ofe  in  caratteri  grandi  l'adorato  nome  di  Giesù,  ut  omnia  a 
i%^y>,.  an.'is^o.  spiritu  Chrifii  [a]  fuggeflUy  mque  optimum  finem  tendere  viderentur .  (^i- 
„.  i4w»/Nf.        yj  Lincerò ripofel'eftratto  di  ogni  antica,  e  nuova  Herefia  contro  il  Ponti- 
ficato Romano  ,  riproponendo  gli  errori  da  noi  à  lungo  defcritti  del  Mar- 
^^'xx'^Tom'''  ^^^^^'  [  ^  ]  edeljanduno,  i  cuiìibri  il  maligno  riportò  alla  luce  dalle  te- 
flg.^óó.  '*°'"'^'  nebre  della  oblivione,  rivefleiido  i  dannati  fofifmi  con  mendicati  raggiri 
di  eftortefacrileghe  afìferzioni,  per  rendere  eguali  in  dignità,  epoteìlàli 
G  cocu.inaais,&  fanciulli,  li  laici,  e  le  femmine,  ai  Sacerdoti,  ai  Vefcovi,  alliPapi  [e] 
fcriptii  Luther.      "^QnefieyContendebat  y  riferifce  il  Coeleo,  Inter  Laicosy  Clertfcofque  dijferen- 
tiam,  prMerquam  in  officio  y  cum  per Baptifrnum  omnes  confecremur  in  Sacer- 
dotes  y  adeò  ut  unufquijque  ,  qui  ex  Baptifmo  repferit ,  pojjit  ja6iare  fé  jam 
Tresbyterum  y  Epifcopum,  &  Tapam  ejje.  Contro  la  quale  Herefia  a  lun- 
d  To.EMHUom.4  go  allora  [d]  fcrilfero  litrègran  Giovanni,  cioè  l'Echio,  il  Fabro ,  & 
hom.62.  de  Sano  jipjfcheio,  ribattendo  eglino  con  invincibili  argomenti  le  arguzie  inette 
^'"'""'e,  di  Lutero.  Mi  da  quello  errore  ne  nacquero  altri  due,  da' quali  nederi- 

/».  Faberjn  0|^-  varono  infiniti  cou  iufinitc  calamità  tanto  fpirituali  nella  perdizione  delle 
Mif/''^"''"  anime y  quanto  temporali  nella  deftruzzione  de' ftati ,  e  de' corpi.  Efl'en- 
irhl  tts  co,-^^  che  dall' afferzione  Luterana ,  che  il  Reale,  e  Sacro  Sacerdozio  devo- 
gr)r^l  '  '*^'"  ""'  luto  folfe  ad  ogni  huomo  della  plebe  Chriftiana,  quindi  provenne,  che 
Hentìe  in  eiib  ^^^^^  indifferentemente  Laici  confacravano  il  pane,  e  fi  offerivano fcam- 
comcnute.        bicvolmcnte  in  adorazione  d'  Idolatria  la  non  confacrata  Eucharifìiia, 
e  riputandofi indifferentemente  tutti  non  fol  Sacerdoti,  ma  Rè,  fol  per- 
che Chriftiani,  fi  urtarono  (cambievolmente  tutti  in  oftinatiflìme,  e  fe- 
roci guerre  ,    che  fconvolfero  il  Principato  politico  della  Germania, 
e  cecujbid.       'primum  [e]  Lutherus  fubjecit ,  foggi  unge  il  citato  Coeleo  ,   in  r  e  forma- 
tione  illa  Tapam  y  &  Epifcopos  gladio €<:efaris:  deinde  ademit  Tap^e  au£iori- 
tatem  tum  mterpretandi  Scripturam  Sacram  ,  tum  mdiccndi  Concilium  Gene- 
rale; qmbusv^irk&  fcriptmarum  y  Ó"  rationum  fuco  probatis  y  capitin  mo- 
res y  ó' pratic^is  P^manix.CurÌ£ acerrime invehi y  figillatim  taxans  omnia,  dr 
per  calumnias  cunSla  in  majus  adaugins :  excUmabat  igitur y  ìndignum  efie  y 
utTapa  triphcemgejìet  coronam  y  cum  Summi  J{eges  unicam gerant  y  eum  efse 
non  exaitati,  fedCrucifixiChrifìi  Ficariumy  Cardinalcscjusefteinutilem  y  imo 
permctofum  populumy  quiltaliam,  dr  Gcrmaniam  exugity  ex  familia  Tapa 
cen'-efimam  partem  rctincndam  y  nonagmtanovem  partes  ex  illa  abolendas  ejk , 
toUendas  ^matas  y  &  rnenfes  Tapales,  abiiciendas  Epifcoporum  confirma- 
tionesy  &  ..4nhiepifcoporum  pallia y  djmum  Datarii  ejsc  Lupanar  Juper  om- 
nia Lupanaria,  Tap^nihil  juris  competere  ad  J{tgnum  l^apoliSy  &  Sicilì^e, 
yim  ,  &  praaam  efje  omnia  ,  qua  poffidet ,  I^omanam  excommunicatwnem 

fimul 


Capitolo  II,  zrjg       Leone  X. 

fimulcumliterìs,  &  (ìgillìs  in  frigidum  ducendam  balneum,  jus  Canonicum  a 
prima  literatifque  adnovijjìmam  funditus  delcndum,  prxfenim  vero  Decreta- 
tesi &  acciochè  alla  empietà  delle  parole  pL'ontamcnte  accorrefle  la  cor-  fh^^f"f^^^t'^r^""'d( 
roborazione  de'fatti ,  intraprefe  il  Sacrilego  un  non  più  udito  attentato  a,uoUcorpo'dei 
di  abbruggiar,  comefegiiì,  fuori  delle  mura  di  Vittemberga  coninvito  di  iuscanouuo. 
aftanti,  &  accompagnamento  di  feguaci  tutto  il  corpo  del  jus  Canonico, 
dicendo  nel  gittarlo,  eh' eflb  fece  fopra  il  fuoco,  quefte  parole  [a]  Quia,  ^  yie,„(,erg.f.^. 
conturbajit  ScmElum  Domini,  Deus  te  conjumat  in  igne  ^eterno ,  [b]  Scilicet  Lu-  b  i{aynMn.  1520. 
therusfceleiìiijìmus,  gloflal' Annalisa,  quipalamadnlteria,  incejìay  &  [cor-  "«'"•'^' 
tationesconfulity  ipfo  ]udice fiiit  San5liis  Domini  conturbatus  in  Sacris  Canoni- 
bus  à  ChriflOi  ^pojìolisj  &  San6iis  Tatribus  ,  d  quibus  ejus  dottrina  impia 
damnatur;  &  folidSacros  Canones  continentia ,  acdocentia,  qua  fit  vera  fcri- 
pturay  igne  s  £  terno  spaj^ur  a  Junt,  acnonipfe  flammis  exurcndus  fempiternis. 
E  il  male  fcritto  comprovato  co'l  peffimo  fucceffo ,  fiì  l' uno ,  e  l' altro  da 
lui  rattificato,  laudato,  &  approvato  per  ottimamente  fcritto,  e  fatto 
per  mezzo  della  publicazione di  un  nuovo  libro,  in  cui  confermata,  co- 
me giuftaj  la  fua  rifoluzione  ài  haver  confegnato  il  )us  Canonico  alla  vo-  T.-enta  articoli  ili 
racitd,  &  improperio  delle  fiamme,  raccolfe  da  eifo  in  trénta  articoli,  Lutero. 
come  un  Catalogo  ài  quella  mala  dottrina  ,  eh'  egli  diceva  racchiuder- 
fi  ne' due  volumi  de*  Decreti  compilati  daGraziano>  ne' cinque  Libri  dell* 
Epiftole  Decretali ,  nd  tefto  di  effe ,  e  nelle  Clementine ,  &  lìiìnravaganti  i 
provando  con  que' trenta  articoli*  quanto  quel  venerato  volumedoveire 
rimanere  in  abominazione  à  tutto  il  Mondo,  reftringendo  quindi  tutto  V 
alfunto  della  fua  diabclica  calunnia  nella  fuppofi^ione,  che  in  bis  j  &  hu- 
jufmodi  articulis  (  Ibno  fue  parole;  inferite  iriquelfuo  libro ^  quorum  inmi- 
merahiliter  piures  funty  omnes  tamen  eò  tendentes,  ut  "Papà  Jìt  &  Deo,  &" 
omnibus  hóminibus  fuperior ,  c^  ipfe  folus  nemini  mortaliuni ,  fed  ipft  omnes 
etiam  Deus  ,  &  angeli  fmt  fubjè^i:  ut  Vdpa  Difcipult  dicmt,  Tapam  efie_ 
rem  mirabilem  y  nonejjeDeum,  &  non  cfk  hominem  y  fortajjis  Diabolum,  & 
Satbanam  ipjum  ;  efiegue,  Summa  fummarum  totiusjuris  Canonici  hacejì: 
Tapa  eJiDeusin  terrisy  fuperior  omnibus  coclejiibusy  terrenis,  fpirituàlibus , 
&  f.uularibus  y  &  omnia  Tap.t  junt  propria y  cui  nemo  audeat  dicere  y  quid 
facisi  Così  Lutero  deljus  Canonico  ,  e  de' Papi.  Ma  contro  di  lui  così       >  ,     ^  , 
con  nooile,  e  pronta  invettiva  il  C;;tarino  [  e  J  Vere  jumma  jummarum  ap^:i  cocUum  in 
omnium  tuarum  fiultitiarumhiec  efi,  quia  non  fimi:  y  nifi  calurmn£  y  &  men-  fi\li  f^  ^"''^"* 
dacia  manifeflay  quibus  refponderc  finhiffimum  ejjet:  nam  fi  biCC  perjuadeas 
etiam  citraullam contradi^ionem turbi£  tmc y  nihii  profc6lo  tam  abfonumy  at-  {Riprovati da  pa- 
que  abfurdum  fuperejì,  quod  perfuadere  non pofjìs  .   Qui  enim  pojfit  crederei  rechi    Dolori 
quòd  in  Decretis  dicatur  ,  Tapam  effe  fipra  Deum  ,  aut  fupra  Scripturam  y  ^■*"''^^<^'' 
autfnper  omnia  ccelejtia  ?  qu£  iftam  crudeliffimam  blafphemiam  pojfmt  recipe- 
re  pia  aurcs  y   quòd  Tapatus  fit  ^egimen  Jkntichnfii  ?  Tot  Santli  igitur  tam 
probati  in  regimine  ^ncichrijii  prafuerc  ,  Gregorius  ,  Leo  ,  atque  Majores 
pieni  fc  lentia  y  &  Spiritu  Dei^  0  mundum  vere  pofttum  in  maligno  !  non  jam 
in  Tapa  perfonam  y  aut  mores  malos  ,  fed  in  ojficium  ,  fed  in  majefiatem  a 
Dco  pofttam  y  ac  immobiliter  fundatam  fcrpens  malignijfimus  venenum  ejfun- 
dit  y  O"  tnfdtat  !  Cosi  Ambrogio  Polito  detto  il  Catarino,  il  quale;  di  gii  • 
Ili  Cinque  libri  bave  va  difkfa  una  lunga  confutazione  degli  errori  di  Lutero 
[d]  Imomoy  come  di  lui  dice  con  mericato  elogio  il  Pallavicino,  difom-  ^  p^iuv.  w.  ij. 
ma  riputaT^ione.nefuoi  anni,  di  minore  ncllv  fue  opere,  forfè  non  favorito  in  f-8.«.s. 

S    4  # 


Leone  X.       ^go  ^^^^olo  XVI. 

cj]e  dalC  univerj'd  ejiìma'^ioiie  altrNÌ,  per  eh' egli  in  ejìe  meno  fi  imo  l'  univer- 
[al  opinione  altrui.  Ma  nelle  conte  fé  con  gli  Eretici,  e  nelle  [un'aio  ni  delCoU'' 
alio  non ftì egli  inferiore d' applaufo  à  -permo  de'  Coetanei,  ò  de' Colleghi.  Fiì 
egli  di  Patria  Senefe,  gran  Dottore  nella  Civile,  e  Canonica  Ragione,  e 
a  K;rf^?;.if.^.'fv.  per  contrariate  opinioni  celebre  [a]  nella  Religione  Domenicana,  di  cui 
i1i%!t'J'^''"^^'''  ìàprokihvQy  e  dalla  quale  tu  da  Giulio  Terzo  una  volta  fuo  Difcepolo, 
aliunto prima  al  Vefcovado  di  Minori,  e  poi  all' Arcivcfcovado  di  fon- 
fa,  Chiefe ambedue  eiiìftenti nel  Regno  di  Napoli.  Màio  Suizzero  Gio: 
Fabri  Tempre  à  fé  collante  nella  difefa  della  Religione  Cattolica  contro 
Lutero,  individualmente  confutò  ad  uno  ad  uno  tutti  li  trenta  articoli  Lu- 
i>  ìunc-uide  apud  tetani,  e  prefentonne  [b'\  un' erudito  Commentano  al  fucceilbr  di  Leo- 
T{^in.  4n«.  »52o.  Hc  HadrianoScfto ,  rimproverando  l'Heretico  non  tanto  di  maifima  ma- 
n.i'i.vfeq.        lizia,  quanto  di  maflìma  ignoranza  nella  perverfione,  ch'egli  ra  de' Tefti 
Canonici  [  e  ]  Miror  mi  Luthere,  dicegli  il  Fabri,  qui  Santinlus  diceris, 
iJ^r.^nd'ìT^rfì.  &  P^ltgiofulus  haberi  cupis  ,  cur  non  vereris  hìc  Tontificibus  tamamfacere 
utium Lutimi,     injuriamì  &  altrove  contro  lui,  allor  quando  dilTapprovando  egli  li  voti 
•     r    r  Religiofi  erafi  già  fcagliato  contro  li  prohibiticonjugii  de' Sacerdoti  [i/] 
IrfiS.'  '  InJMjiiJJimè  Tontificem  facere  contendis ,  qui  Sacerdotibus ,  ne  ducant  nxores, 

prohibuerit .  Hoc  opus,  hic  labore  fi.  0  qmt  vefpas  !  ò  quot  vefpertili&nes  [ 
'  quot  ciniphes  ,  bruchos  ,  fcarabaos  atquc  crabones  is  excttaverit ,  qui  Su- 

cerdottbus  uxores  nonefle  permittendas  affeveraverit  !  totam  fornicatorum  fa- 
mtlia  commovebitur .  Scio,  mi  Luthere  ,  hac  re  una  te  multorum  hominum 
faporesO'  aucupatum ,  &  lucratum  ejie;  unde  Camarinam  non  mediocrem  is 
mover tt,  quotufquifque  m  adverfum  pugnarit  :  nec  me  latet,  quòd  habes  tu<z 
blanduU  fententt£  propugnatores  acerrimos.  Così  il  Fabri,  che  con  degna 
comparazione  di  Lutero  conchiude.  Ingenue  dicere pojjem  in  hac ,  &  mul- 
nis  rebus,  te  Mahumeticis  SeBatoribus  efie  impuriorem,  ne  dicam  pejorem  : 
fi  quidemilli  Turgatorium  ejìe  credunt  ;  tu  vera  tollcre  videris:  viros  mulie- 
ribus  praeffe  dicunt',  tu  vero  aquales  reddts:  in  capitibus  ^Ichorani  decimas 
fclvijubent;  tu  vero  tollis.  De  juramentis,  ac  votisita  flatuit  Mahumelus, 
utilla  onininò  fervare  velit;  tu  vero  perjuros ,  &  Sacerdotes ,  c5"  Monachos 
etiam  impune  connubio  jungis  :  &  mille  funt  illius  genera  i  ut  de  B.  yirgine , 
ac  tuis  aftertionibus  contraria ,  qua ,  fi  velim ,  tibi  recenfere  po(iem  ,  in  qiù- 
bus  Sergius  Monacbus,  ac  'ì^jionanus  excommunicatus  Mabumeti  prxcepto- 
res,  honefiiorafuoDifcipulo  fugefkrmt ,  quàm  tunobis  in  Ecclefia  Sanala  ali- 
quando  tradideris;  &fic  velini  nolimfatericogor,  quòd  mmultis  major  efiM- 
choranipuritas ,  religio,  ac  pietas ,  quàm  nova  tua,  ac  tuorum  doccat  Chri- 
.  ftianalibertas;  &  in'altro  luogo,  [e]  Hxc  ejì  Jumma  totius  tua  tragadix , 
^Ldi^""  utVontificemnon  tantum  è  Sede  dejicias,  fed  &  jugules ,  &  Sacerdotes  ipfos 

Bei Minifirosnontantitm  in  aneum  bovemmugientem,  velut  alter  Thalaris, 
rejicias,  fedutlanientur ,  &miferrimètructdcntur,  ac  confodiantur .  Et  mi- 
ror,  jtibquopraceptore  hoc  ipjt  didiceris,  quìTontificern  B^omanum  appelles 
^Antiihriftum ,  Judam  ,  Tyrannum,  Luàferum  ,  ac  ipCiffirnum  Sathanam  tu- 
tte svoces .  l^on  te  hocChriflus  docuit:  noneflhcec  quidem  Vaulina  modefiia. 
€  Ltvit,  IO.  'ì^on  legifit  quod  feriptum  e(i  de  Sacerdote  etiam  minori  :  Sit  [f]  SanClus ,  qui^i 

ego  San6iusfum  i  Così  egli  * 
Dalla  riprovazione  della  Canonica  R  agione ,  come  di  male  in  peggio  Li^ 
Sn7ro°  ii' V a"  terofi  avanzòallariprovazionede'Sacranìentinon  folamente  con  efecra- 
mzàlì,  '    '*"^'  bilità  ài  mallìme,  raà  con  traboccamento  eziandio  di  vitupesrofiflìme  pa- 
role 3 


Capitolo   IL  ^8I        Leone  X. 

role,  pretendendo  egli  non  tanto  di  elier  empio,  quanto  di  far  pompa 
della  fiia empietà.  Qu^S'^^^^N"^»  ^^^  "^'l^  difputazione  di  Lipfiahave' 
va  mollrato  horrore  dello  Scifma,  edell'Herefie  di  Vviccletf,  cdcU'Hiis  , 
pentitofi  del  Tuo  ben  fatto ,  richiefe  agli  Huffiti  Bohemi  li  libri  di  quel  loro 
Hcrelìarca,  e  da eill raccolto  ogni  peltilente  errore,  tutti  gl'inferi  in  un  gf^o  ubro./.r^- 
nuovolibro,  ch'egli compofe  contro  li  fecte  Sacramenti  iftituiti  da  Chri-  privitAte  BaOyio- 
fto,  prefìggendoli  il  titolo,  DeCaptipitate  Baby  Ionica  Ecclefix  pr^tludimn  "'"'• 
Martini Lutberi.  In  quello  fuo  compendio  di  ogni  Herefia  egli  eCukò  ,  e 
ripofe  alle  ftelle  gli  HereticiHuiììti,  e  li  Greci  Scifmatici,  perch' eglino 
feparati  fi  erano  dalla  Chiefa Cattolica;  e  difcendendo  quindi  à  parlare  de* 
Sacramenti  [a]  Minimeli y  dice l'Ulembergio,  quàmfcsdètumultiicturbo-  iVUmbai.c.s* 
mx) vertiginofus ,  &  fpirituenorisebriusinhoc  Libello \  Trincipio  tri-it^intum 
Sacramenta  3  in  fine  duo  y  in  medio  unum  y  fidem  fcilicct,  &  duo  Sacramenta- 
lia  ftgna  ponit .  E  (ìegue  di  lui  il  citato  Autore,  Interim  velut  [  b  ]  ^-^^p^^'- b  ó-f^/^f/M  <y?r/,y- 
CHS  omnia  furfum,  deorfum  volvit,  &  difputat  :  fiij'penJHm  tcnet  Le^ioris  of.phka  ijtutdam 
animuraj  nec  qiiidquam  certum  de  Sacramentorum  numero  definii.  Dcmdc  i'^ii'liffil^J^,Yl'& 
repetit  ca  quoque,  qitje  de  Sacerdotio  in  anteriore  libello  dixerat ,  prolixiàs  : ^'-ntam  aUos opp^- 
idem  tncnlcansy  nullum  in  Ecclefia  Sacerdotium  ejfe  pr^ter  unicum  ijUid  fpi-  w'^'i/rr, '«rV/i 
rituale  y  quod  bapti':!^ati$  omnibus  ejì  commune  .   Stiki^ngit  &   aliud  quip-  CeUiamiiù.u.c.s. 
piam ,  qiiod  in  priore  [cripto  velut  intempejìivum  jìUdiosè  difjimulaverat  , 
■proferendum  tamen  fuo  tempore  y  quemadmodum  nutu  tum  quidem  infÌHHabaty 
nullum  ftilicetin  Eucbarijiia  Sacri ficium  agnofcendum ,  Ejì  &  illud  obferva- 
tu  dignum  ,   quòd  [ub  initmm  hujus  pr^eludii  Babylonici  voluijfe  fé  dicithoc  confutaiioiie  di 
uno  fcrtpto  refpondere  advcrfariis  in  univerfum  omnibus  y  quos  deinceps  pr^-  eiie. 
venturum  fé  miratur  ,  ut  dum  illi  de  una  quadam  h^refi  ex  [e  nata  trium- 
phant  y  ipfe  novam  interim  aliam  parturiat.  In  fine  ver òrumurem  ait  ad  fé 
deLuum  de  Vontificis  Decreto  quodam  in  Germania  brevi  publicando  y  quo 
•pel  ad  revocandos  errores  cogcndus  fit  ,    vel  h^reticus  declarandus  :  hoc  fi 
veritm  (ìty  velie  fé  dicity  ut  hic  libellus  prima  pars  habeatur  ifiius  repoca- 
tionis  y  alterum  jfe  propediem  editurum,  talem  certe  y  qudem  ba^enàs  Z^- 
?nana  Sedes  nec  viderit  uaquam ,  nec  audiverit  .  H£c  Lutherus  ,  qui  Jane  , 
quod  de  novis  h<.neftbus  parturiendis  minatur  ,  in  eo  fidem  minime  fefellit  . 
Così  l'Autor  della  di  lui  vita.  L'Echio  annumera  parimente  l'altro  malll- 
mo  errore  i''.culcato  da  Lutero  in  quel  libro,  che  niun  peccato  può  com- 
metterfì  dall'huomo  fedele ,  mentre  fedelmente  egli  creda  alle  parole ,  e  di- 
vine promelTe  del  Battefimo,  e  pur  ch'egli  non  pecchi  d'infedeltà:  [e]  0   e  loEch.  um.tu 
crudeiuatemì  efclama qui  l'ardente  Echio,  0  infignem  truculentiffimi  ijìius  'i^ ^"''pt'fmo» 
animicidj&  carnificinam  [   aut  cur  tandem  dixerit  Dominus  :    Si  vis  ingre- 
di  ad  vitam  ,  ferva  mandata  ?  quid  fibi  voluerit  Taulus  dicens  :  Modicum 
fermentum  totam  maftam  corrumpit  ?  manifejia  funtentm  opera  carnis ,  qu^e 
funtfoniicatioy  immunditia,  impudicitiay  luxuriiCy  ira  y  rixa ,  invidia  y  bo- 
?nicidiay  ebrietatesy  comeffationesj  &  iis  fimilia,  qua  predico  vobis ,  ficut 
pradixi;  quoniam  qui  taliaagunt  y  regnum  Deinonconjequentur  .  Ita  &  Sa-  l, 

picns  alt:  Fiapeccantium  complanata  lapidibus y  &  in  finem  illorum  inferi y 
0"  tenebra ,  &  pcena .  Ita  E'^ecbiel  quoque  %  Si  averterli ,  inquit ,  fé  jujius  à  ^: 

juflttiafuay  omncsjufliria  ejus  y  quasfeceraty  nonrecordabuntur:  &  impius 
ifie,  atque  adeò  Sicidis  tyrannts  omnibus  immanior  Lutberus  affirmare  audet  t 
Omnia  etiam  peccata  nibil  nocere ,  modo  quis  credat .  Errori  buie  omnes  utrì- 
ìifque  tejiamenti  Scripturx  per  diametntm  advcrfamur  .  Sapiens  inquit  de 

hmi- 


Leone  X.        ^.S^  '^^^olo  XV L 

homìne  peccatore:  Morietur,  quia.non  habuit  difcìplinant:  non  de  fide  iàrl- 
tum  loquitur  ;   quot  enim  Chriftianorum   millia,  damnantur ,  nihil  juvante 
eos  baptifmo  ?  Diabolicum  autem  erroris  hujus  inventum  efi  ,  ipftfque  adeò 
diXmoncs  virus  tfiiiis  hxrefts  per  Lutherttm  cvomuerunt  in  detrimentum  pce- 
nitemìa  y  confejjìonìs  i  fatisfacìionìs ,  aliorumque  operum  honorum  >  quacipfc 
erat  aboliturus  in  hod  ut  plurium  hominumprocuraret damnatwnem .  Così 
l'Echio.  Mi  di  quanti  efecrabili  errori  folle  ripieno  quefto  Babilonico  ,  e 
nioftriiofo  libro,  con  maggior  diftinzione  ci  convien  epilogarne  il  conte- 
nuto con  la  enuiiierazione  dell'Herefie,  che  in  efl'o  fi  rinvengono  regiftra- 
&\''o»UoT''"'""' '  te  nei  tenore,  e  forma,  che  fiegue  .  [  ^  ]  'Hpn  èpe  feptern  Sacramenta  , 
&  tantum  tria  prò  tempore ponenda,  Baptìfmumf  Tcsnitentiam ,  Tanem-.c^jr 
Herefìe  contenn.  h£c  omria  per F^omanam  Cùriam  in  miferabilem  captivìtatem  duBa  ,  Quam- 
tenriJibroaccen  quam ,  jinfu  Scriptura  loqui  velit ,  nonntft  unum  Sacramentum  Jit ,  &  trio, 
Diro  ut  Lutero.    jlgnaSdcramsKtalìa.  In  Jiltari  verum  panem  ,  verumque -pinum  abfque  h£- 
rejl  credi  pojje .  Tranfubjìantiationem  nulla  Scriptura,  nulla   rat  ione  nifi  .• 
Eccleftam  ultra  milk  ducentos  annos  re£Ìè  credidrffe  ,  nec  ufquam  de  ifla 
tranfuhfiard  tati  Glie  (  portento/o  fcilicet  vocabulo  ,  &  fomnio  )   memini[ie 
SanèlosTatres,  dcneccoepìt^rifìotelis  fimulata  Tbilofopbìa  in  Écclefia  graf- 
fai: .  Impiijjimu?!ì  ejìe illum abufum ,  quo  fa6ium  e/i,  ut  fere  nihil  fit  hodie 
inEcclefìareceptiuSy  ac  magit  perfuafum -,  quàm  Mifiam  effe  opus  bonum  ,■ 
C^  fac'  ijicium  .  Epangelium  non  fmere  Miffam  ejje  facrificruni  .   Manife- 
flmìiy  &  impiumerroremefiey  Miffam  prò  peccatisi  prò  fatisfa^ionibus ,  prò 
defurSis,  aut  quibufcumquenecefjitatibus  fuiSy  vel  aliorum  offerrCy  feu  ap^ 
pticare .  Mìfiam  fecundàrn  fubjìantiam  juam  nihil  almd  effe  ,  quàm  verba 
Chnfùy  Accipite,  Scv:id.uò\.K2itc,  feuChriftì  promijjìonem .  ^d  Miffam  di- 
gnè  habendam  aluiànonrequiriy  qudmfidem,  qu£  huic  promifjioni  fideliter 
ìiitatur .  Tericulofum  errorem  efie  y  quo  pcsnitentia  fecunda  poft  naufragi um 
tabula  creditm-y  &dicitur.  Terniciojum  errorem  efie  y  putare  per  peccatum 
excidiffe  vim  haptifmì  .  Eaptifmum  efie  Vcenitcntiam  .    Tromiffionem  dtvi- 
nam  y  quadicit.  Qui  crediderit,  &baptizatus  fnerit,  falvuserit  ^  ftcob- 
fervandam  j  ut  prorfus  non  dubitemus  nos  effe  falvos  y  poflquam  fumus  bapti- 
T^ati:  nam  nifihxc  adftt,  aut  paretur  fides  y  nihil  prodejìe  baptifmum  ,-  imo 
obejsey  non  folumtumy  cum  fufcipitur  y  fedtoto  pò/i  tempere  vit^ .  Impièaf- 
feritur  y  quòd  Sacramenta  ftgna  fmt  efficacia  grati£  i  nifi  hoc  Vìodo  efficacia, 
dtcantury  quòd  fi  ad fit  fides  indubitata  y  certiffimè  ,  &  effìcaciffimè  gratiam 
canferant.  l^lunquam  irritiim  fieri  baptifraum ,  donec  bapti'^tus  dejperans  , 
Tcdiread  fnluteranolucrit  .  BaptÌT^atum  y  etiam  volentemy  nonpofìe  perdere 
falutem  fiiamquantifcumquepeccatis  y  mfi  nolit credere .  TS^eque  Tapam  ,  nc- 
que Epifcopum  y  neque  ullum  hornmum  y  habere  jus  Miius  fyllabie  conflituen- 
diC  fiìper  Chrifiianum  hominem  ,  nifi  id  fiat  ejufdem  confenfu  :  quicquid  alt- 
ter  fit  y  tyrannico  fpiritu  fieri  .  Ecdefi^  legibus  veram  Ecclefia  libertatéfn 
non  modo  captivarìy  fed  pejiumdari  penitùs  .  Chrifiunis  nihil  ullo  jure  pò  fé 
mponilcg:im  y  (he  ab  homi  ne ,  fiveab  jtnpelis  ,  nifi  quantum  volunt .  ?s(«/- 
lam  Vytmp libiti am  legibus  ftluner  adiìiihsjìrari  .  Orationes  ,    jejmia  ,    dc- 
Toticnes y  CT  quacuniqiietii,.deìnVapainum'perfis  fuis  Decretis y  tam  multis  y 
quàm  iniquis  Jiatuit  y  &  cxtgit  y  prorfus  millo  jure  ftatuere  ,  aut  exigere  , 
pL'ccareque  in  Ecclcfi^  libertatcm  .  Vota  prorjus  omnia  toUenda  ,  atque  -pi- 
tanday  fivc  fini  lyeligiùnuni  y  five  percgrinacioììumy  five  quorunicumque  ope- 
rnniy  C>^  manenditm  in  libertate  bapiifmi^  Deus  ulturus  ingratinHlincm  ,  .dr 

fupcìc- 


Capitolo  IL  2,83       Leone  X. 

fuperhiamvotàrìorum ,  facit,  ut  vota  fua  non  fervente  àut  cum  ingenti  labo- 
re fervent .  yotum  efl  lex  qimdam  caremonìalis  ,  e^  humana  traditio  ,  feu 
prafumptìo,  à  qua  Ecclefta  per  bapttfmum  liberata  eli  .  Chrifiianus  nulli 
legi  additimeli  y  nifi  Divina.  Vota  nullum  habent  in  Scripturis  teflimonìum  , 
eJr  exemplum  j  Fìdetque ,  &  Baptifmo  detrahunt .  Opera  quantumlibet  Ja- 
era,  &  ardua  I{eligioforum ,  &  Sacerdotum,  in  oculis  Dei  prorfus  mìni  di- 
jiant  ab  operibus  ruflici  in  agro  hborantis  y  aut  mulieris  in  domo  fua  curan- 
tìs.  Sivotum  difpenfart  potefly  quilibct  Frater  cum  proximOy  &  ip fé  fé  cum 
difpenfare  potefl.  Sm  difpenrarep-  oximusnon  poteft  y  nullo  jureTapa  potefi  . 
Matrimonium  non  dirtmitur  ,  ft  con'^ugum  alter  altero  invito  Monafierium 
ingrediatur  ,  nondum  confumato  matrimonio  .  "ìs^ecefie  non  effe  occulta  pec- 
cata confìteri  Trxlato ,  aut  Sacerdoti  ;  fed  fumicene  ,  ut  Frater  Fratri  confì^ 
teatur.  Eum  efìeà  peccatis  fuis  occultis  abfolutum  y  quifquis  five  fpontè  con- 
fefius  y  live  correptus  y  ventam  petierit  y  &  emendaverit  coram  quovis  pri- 
vatim  Fratre .  Omnibus  ,  &  (ìnguHs  Chriflianis  di£ìum  effe  ,  Quodcumque 
ligaveriàs  fuper  terram ,  ligatum  erit  &  in  coelis  :  &  quodcumque  folverv- 
tis  fuper  terram ,  erit  folutum  &  in  coelts  .  Tontifices  ,  &"  Epifcopos  non 
habere  jus  refervandt  fibì  cafus  .  Circumfianttas  peccatorum  y  cum  matri- 
bus  y  fìliabus ,  fororibus  ,  affinibus  ,  locorum  ,  temporum  ,  dic.rum  ,  perfo- 
narumy  elìe  peniptus  contemnendas  ,  ^Apud  ChrilUanos  quippè  unam  efìe  cir- 
cumftantiam  y  qu£eft  peccale  in  Fratrem.  Feram  fatisfa5Ìtonem  elle  innova- 
tionemvita,  'ì^llameffe  caufam,  ut  Confirmatio  intcr  Sacramenta  divinitus 
mflituta  numeretur  :  fatis  efie  prò  ritu  quodam  Eccleftaftico ,  feu  cieremonia, 
Sacramentali  ipfam  habere  .  Matrimonium  nov£  legis  Sacramentum  non  ef- 
fe .  Tsljillum  efie  impedimentum  matrimonii ,  quod  non  efi  in  Scriptura  ex- 
preffum .  Contraila  contra  leges  Ecclefue  matrimonia  dirimi  non  pofìe  .  Im- 
pedimenta  fpiritualis  affinitatis  ,  difparitatts  cultus  ,  crimini s  ,  Ordinis  , 
meras  effe  nugas ,  &  bominum  commenta  .  Inter  Sacerdotem ,  &  uxorem , 
verum  efìe  ,  &  infeparabile  matrimonium  ,  maMatis  divinis  probatum  , 
Urgente  amore  juventutis  ,  &  qualis  alia  necejjìtate  ,  propter  quam  dtf- 
penfat  Tapa ,  difpenfare  ettam  pofie  quemlibet  Fratrem  cum  Fratre ,  aut  ip- 
fum  cum  fetpfo  .  Conjuges  y  fatto  divortio  ,  ad  calibatum  non  cogendos  .  Sa- 
cramentum  rdinis  Eccleftam  Chrifii  ignorare  ,  inventumque  efje  ab  Ecclefia 
Tap£  .  Concilium  Conflantienfc  omnium  impiijjìmè  crrjfje  .  In  noviffimis 
trecenti!  annis  multa  per  per  am  determinata  tjfcy  quale  efi  ,  Efìentiarn  di- 
•pinam  nec  generare,  nec  generari  ,  &  animam  ejje  formam  fubflantialem 
corporis  hurnant .  Charafierem  indelebdem  ,  qui  Ordinatis  imprimatur  ,  fig' 
mentum  elle  .  Chriflianosomnes  efìe  a'/ualiter  Sacerdotes ,  hoc  efi  ,  eamdem 
in  verbo  y  &  S^^cr amento  quotumque  habere  potè fiatem ,  Sacramemum  rdi- 
nis  nihil  aliud  eflcy  quàm  ritumquemaam  eligendi  cmcionatores  inEcclefìa: 
g^  eum  y  qui  non  predicai  verbum  ,  ncquaquam  efje  Sac.'-rdotem  .  Quare 
eos  y  qui  tantum  ad  Huras  Canonie as  legendas  ,  1^  Miifas  offerendas  oMi- 
nantur  ,  efje  quidem  Tapifiicos  ,  fed  mm  Chrifiianos  Saccrdotes  .  Ordinare 
Sacerdotesy  EccleRas  ,  cr  Campan^s  confecrare  ,  pueros  confirmare  ,  pofle 
Diaconumy  vel  quemlibet  Laicum  .  Un^ionem  Extremam  ,  Sacramemum 
non  e(ie  .  EpifiÀam  in  qua  fcriptum  efi  ,  Infirmatur  quis  in  vobis  ?  Inducat 
Tresbyteros  &c.  probabiliter  afieri ,  non  ejjr  ^pofloiifatubi,  n-  e  ,/Lp  jiolico 
fpiritu  dignam.  Duo  tantum  ejfe  in  Etcì  fia  Sacramenta  ,  Baptilmum  ,  & 
Tanem .  Toenitentu  Sacramemum ,  quod  antea  hts  duobus  acccnfuit ,  figno  vi- 

fibilt. 


\ 


Leone  X.       ^g^  Secolo  XV L 

filili ,  &  dìvinitus  infliruto  carerei  &  aliudnon  effe y  quàmvìamt  &  redi- 
tum  ad  baptifmum .  Così  l'Herefie  del  Babilonico  Libro  di  Lutero ,  figillato 
da  eflb  con  nuove  beftemmie  in  qiiefto  tenore,  ^udio  paratas  efie  denuò  in 
me  Bidlas ,  &  diras  Tapifticas ,  quibus  ad  revocatìonem  urgear  ,  aut  hicre- 
ticus  declarer  .  ÌIh<&  fi  vera  funt ,  hunc  libellum  volo  partem  ejie  revocatio- 
^  nis  mene  futune  ,  ne  fUam  tyrannidem  fruflra  inflatam  querantur  .  I{eliquam 

■partem  propediem  editurus  fum  talem  ,  Cbrifto  propìtio  ,  qualem  haàeniis 
non  viderit ,  nec  audierit  Bimana  Sedes ,  obedientiam  meam  abmdè  tefiatu- 
m$.  Terminalo  egli  con  quefti  verfi  : 
tìojiis  Herodes  impie, 
Chrifium  venire  quid  timesì 
'Jslon  arripit  mortalia , 
Qui  l\egna  dat  ccelefiia  : 
alludendo  l'iniquo  al  Pontefice  Romano,  ch'egli  affomiglia  ad  Herodc  >  e 
rimproverandolo ,  che  per  mantenerfi  l'autoritd ,  e  l'imperio  fopra  il  Chri- 
flianefimo ,  perfeguiti  chi  predica  l'Evangelio ,  e  li  Riformatori  della  Ghie; 
fa .  L'altra  parte  del  libro  da  effo  promelTa,  e  minacciata ,  fu  quella,  ch'egli 
publicò  contro  Ambrogio  Catarino  col  titolo,  de  Viftone  Daniclis  y  in  cui 
il  temerario  cotanto  malignamente  applicò  dodici  faccie  al  Pontefice  Ro- 
mano, che  concile  egli  pretefe  di  porre  in  ludibrio,  e  in  rifo  tutto  il  facro 
culto  della  Chiefa  di  Dio . 
Per  le  quali  cofe,  cheveniam  pur  hora  di  riferire ,  nonpotendofimag- 
^IZìtTLot]  giormente  dilfimulare  dalla  Corte  di  Roma  una  tanta  impunita  facrilega 
e   condanna  dì  baldanza,  finalmente Lconc determinò  con  Apoftolica  condanna dichia- 
Lmero.  rare  Hetetica  la  dottrina  di  Lutcro ,  accioch'ella  almeno  foffeprefa  in  hor- 

rore  da  quelli ,  che  finallora  n'erano  mondi .  Il  Gaetano  Legato  Pontificio 
nefcriffeponderofamenteal  Pontefice,  dfmoftrandogli  necefl'aria  la  pubii- 
ca  condannazione  ;  e  l'Echio  portoifi  à  Roma  di  perfona  per  accalorarne  il 
progetto ,  e  concluderne foUe'citamente  la  efecuzione .  Dunque  intimaron- 
fi  dal  Papa  molte  adunanze  di  Theologi,  e  Canonifti,  e  finalmente  ne  fiì  di- 
cefala Bolla  dal  Cardinal  Pietro  Accolti,  detto  l'Anconitano  dal  Vefco- 
vado,  ch'egli  prima  haveva retto  di  quella  Città,  e  dal  Cardinal  Lorenzo 
Pucci  Datano ,  e  doppo  qualche  contefa  fra  cff\ ,  riformata  dal  Pontefice, 
e  terminatane  la  dettatura  più  con  l'autorità  della  voce  j  che  con  la  maeftà 
della  prefenza.  In  effa  condannavanfi  quarantuna  propofizioni  di  Lutero  . 
Si  riferifce  eficr  elleno  ftate  maturamente  difcufi  e  :  H  narrano  le  piacevolez- 
2e  per  la  di  lui  emendazione,  l'invito  à  Roma,  il  falvocondotto  offerto ,  & 
il  viatico  :  e  fi  conclude,  che  quantunque  fi  potelTe  allora  procedere  contro 
lui,  come  contro  un  manifeftoHeretico,  nulladiTicno  per  foprabbondan- 
zadimanfuetudinefiprefcrive  adefib,  e  fuoi  Compagni  un  nuovo  termi- 
ne per  la  rivocr^zicne  degli  errori ,  e  per  l'abbruggiamento  degli  fcritti,  dop- 
po il  quale  fi  condannatanto  l'Autore,  quanto  i  libri  à  tutte  le  più  rigorofe 


co,  limale,  &  il  malato,  la  medicina,  &  il  veleno,  il  reo,  la  colpa,  e 
pena,  ecconediftefamenteil  contenuto  in  quelle pefanti parole. 


M 


Capitolo   IL  -        xgj        Leone  X. 


^d  [4]  perpetuam  rei  memoriamo 


?  ^ptid  Cocìxuìrt 

in  fcriptis,&  adis 

Exiirse  Domine ,  &  judica  caufam  tiiam,  memorefto  impropetlo-  a  L«thcriann.isio. 

o  I    •    /-    •      ^-L         e:  !•         •       f^       *•  cr  tn  nulla,  Leenis 

rum moriim ,  eorutnqucBabinlipientibus  niint  tota  die;  inclina  aiirem  „  x.o;;,/?.4o. 


3> 

» 


tiiam  ad preces  noftras ,  quoniam  furrexeirunt  vulpes  qusrentes  demoli- 
ri  vineam,  ciijiTS  tu  torcular  calcarti  folus,  &  afcenfurus  ad  Pattern ,  ejiis 
cur^m,  regimen,  &  adminiftrationem  Petto  tanquam  'Capiti ,  &  tuo  Vi- 
cario ,  ejufque fuccelToribus  inftar triumj>hantis  Ecclefis  commififti .  Ex- 
terminare  nititur  eam  aper  de  fylva ,  &  lìngularis  terus  depafcitur  eam. 
ExurgePetre,& prò partorali cura pr*efatatibi  (  utpra;fertur  )  divinitùs  ., 
demandata  >  intende  in  caufam  Sandse  Romanie  Ecclefise,  matris  omnium  „ 
Ecclefiarum,  ac fidei magiftr^  ;  quamtu,  jubenteDeo,  tuo  fanguine  „ 
confecrafti,  contraquam,  ficut  tu  pr^emonere  dignatus  es  >  infurgunt  ,> 
magiftri  mendaces ,  introducentes fedas perditionis ,  libi  celerem  inccii- 
tum fuperducentes  :  quorum  lingua  ignis  eli:,  inquietum  mvìlum,  piena 
veneno  mortifero  :  qui  zelum  amarum  habentes ,  &  contentiones  in  cor- 
dibusfuis,  gloriantur,  &  mendaces  funt  adverfus  veritatem.  Exurgetu  „ 
quoque,  quaefumus , Panie ,  quieamtuadodrina,  acpàrimartyrioillu-  „ 
minafti,  atque illuftrafti .  JamenimfurgitnovusPorphyrius,  quiaficut  «, 
illeolimfanttos  Apoftolosinjuftèmomordit,  ita  hic  fandos  Pontifìces  „ 
prsedeceflbresnoftroscontratuamdoftrinameos  non  obfecrando,  fed  ,, 
increpando, mordere,  lacerare,  acubicauf^  fuse  dilEdit,  adconvicia  „ 
accedere  non  veretur,  moreha:Leticorum,  quorum  (uc  inquitHierony- 
mus)ultimumpr^{ìdiumeft,  utcumconfpiciant  caufas  fuas  damnatum 
iri,  incipiant  virus  ferpentis  lingua  diftundere:  &cum  fé  vidos  cpnfpi- 
ciant,  ad  contumeliasjprofilire.  Nam  licèt  hserefes  efleadexercitatio- 
nem  fidelium  tu  dixeris  oportere,eas  tamen,  ne  incrementum  accipiant 
nevevulpeculscoalefcanc,  inipfoortu,  te  intercedente  ,  &adjuvante 
extinguinecelVeeft.  Exurgatdeniqueomnis  Sandorum,  acreliquauni- 
verfalisEcclefia,  cujusvera  facrarum  literarum  interpretatione  poftha-  ,< 
bita  ,  quidam ,  quorum  mentem  pater  mendacii  exCcTcavit ,  ex  vcteri  „ 
ha:reticorum  inflituto ,  apudfemetipfos  fapientes ,  Scripturas  eafdem  ali-  ,i 
ter,  quàmSpiritus  Sandus  flagitet,propri&dumtaxatfenfu,  ambitionis, 
aursequepopulariscaufa,  tefte  Apoftolo ,  intei^retantur,  imo  vero  tor- 
quent ,  &  adulterant  :  ita  ut  )  uxta  Hieronymunk;^  ìam  non  fit  Èvangelium  ,, 
Chrifti,  fedhominis,  autquod  pejuseft.  Diaboli.  Exurgat,  inquam ,  „ 
pr^efataEcclefiafanctaDei,  &  unicum  beatifUmis  Apoftolisprsefacis  : 
apudDeum  Omnipotentem  intercedat,  ut  purgatis  ovium  fuarum  er- 
roribus,  eliminatifque  à  fidelium  fuiibus  ha:refibus  univerfis,  Ecclefi^e 
fiìx  fanótjepacem,  &  unicatem  confervare  dignetur . 

§.  I.  Dudumfiquidem,  quodprse  animi  an^uftia,  &  mcerore  expri-  j] 
mere  vix  pofliimus ,  fide  dignorum  relatu ,  ac  fama  publica  referente ,  ad  „ 
noftrumpervenitauditum,  imo  vero,  proh  dolor]  oculis  noftris  vidi- 
mus,  aclegimus,  mukos&varioserrores,  quofdam  videlicet  jamper 
Concilia,ac  prasdece(foriyn  noftrorum  conftitutiones  damnatos,h^refim 
etiam  Grcecorum,  &  Bohemicam  exprefsè  continentes  ;  alios  vero  refpe-  _ 
dive,  vel  Haereticos,  vel  falfos,  vel  fcandalofos,  vel  piarum  aurium  ,7 
ottenfivos ,  vel  fimplicium  mentium  fedudlvos ,  à  falfis  fidei  cultoribus, 
^uJper  fuperbam  curiofiijatem  mundi  gloriam  cupientes ,  contra  Apofto- 

li  do- 


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3» 

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Leone  X.       ^gg  Secolo  XVl. 

a  lidodrinamplnsfaperevolunt,  qiiam  oporteat  :  quórnm  garriilitas(iit 
„  inquitHieronymus)fine  Scripturariim  aiiótoritate  non  haberec  fidem  , 
a  nifi  viderentur  {terverfam  dotìirinam  etiam  divinis  teftimoniis ,  male  ta- 
ii  mert  interpretatis ,  roborare  :  à  quorum  oculis  Dei  timor  recefllt,  hu' 
i,  mani  generis  hoftefuggerientei  novicer  fufcitatos ,  &  nuper  apud  quof- 
„  dam  leviofes ili  iiìclytanatione  Germanica  feminatos.  Qupd  eò  magis 
„  dolemus  ibi  evenifle ,  quòd  eandem  nationem ,  &  nos ,  &  prjcdcceflbres 
„  noftrijin  vifceribusfeimperge'flerimuscharitatis.  Nam  pofttranslatum 
j,  ex  GrjECìsd  Romàna  Eccletìa  in  eofdem  Germanos  Imperium  ,  iideni 
))  pra:deceflbres  noftri,  &  nos ,  ejufdem  Ecclelìse  advocatos ,  delenforefqne 
tt  exeis  femperaccepimus,  quOs  quidem  Germanos ,  Catholica:  veritatis 
„  vere  germatios ,  conftat  haerefum  acerrimos  oppugnatoresfemperfliirte, 
„  cujusreiteftesfunt  laudabiles  illa»  conftitutiones  Germanorumlmpera- 
j,  torumprolibertateEcclefiée,  proqueexpellendis,  exterminandifqueex 
i)  omni  Germania  h^reticis,  fubgraviflìmispcEnis  etiam  amiffioniscerra- 
»  rum,  &  dominiorum ,  centra  receptatores ,  vel  non  expellenres  olim  cài' 
jj  tXj  &  a  noftris  prìedeceflbribus  confirmata?  :  qux  fi  hodie  fervarentin-  , 
>,  &  nos,&  ipfi  utique  hac  moleftia  careremus .  Tcftis  eft  in  Concilio  Con- 
it  ftantienfi  Huflìtarum,  ac  Vviccleffiftarum  ,  necnon  Hieronymi  Pra- 
,>  gen.damnata,  ac  punita  perfidia.  TeftisefttotiescontfaBohemosGer- 
ty  manorumfanguiseffufus.  Teftisdeniqueefl:priedidorum  errorum,  feit 
,i  multorum  ex  eisperColonien.&Lovanien.  Univerfitates ,  utpotèagri 
»  Dominici  piiflimas ,  religiofifltmafque  cultrices,  non  minùs  dodà>  quàm 
«  vera,  ac  fanda  conRitatio ,  reprobatio ,  8i  damnatio .  Multa  quoque  alia 
M  allegare  polfumus ,  quse ,  ne  hiflioriam  texere  videamur ,  prsetermitteiida 
M  cenfiiimus.  Pro  pafì:oraIisigituro|ficii  divina  gratis nobis  injunfti  cura, 
„  quamgerimus,  prasdiftonim  errorum  virtis  pefi:iferum  ulteriiis  tolera- 
3»  re ,  feu  diffimulare  >  fine  Chriftianse  religipnis  nota ,  atque  ortbodoxa:  fi- 
„  dei  injuria,  nullo  modo  polfumus .  Eorum  autem  errorum  aliquospr^- 
„  fentibus  duximus  infcrendos ,  quorum  tener  fequitur,  &  eft  talis . 
„  r  Habreticafententiaefl: ,  fedufitata,  Sacramenta  novse  legis  jufiiifi- 
»  cantem  gratiam  illis  dare ,  quinon  ponunt  obicem . 
„  2  In  pueropoftbaptifmum  negare  remanens  peccatum,  ellPauIurn,- 
w  &Chrillumfimul conculcare. 

i,  3  Fomes peccati,  etiam  fi  nullum  adfitaduale peccatum,  moratur 
„  exeuntem  à  corpore  animam  ab  ingreffu  Cceli . 

>,  4  Imperfetìa  charitas  morituri  tèrt  fecam  necefi'ariò  magnum  timo- 
*,  rem,  qui  fé  fole  fatiseli,  facerepcenam  Purgatorii,  &  impedit  introi- 
ì,  tum  regni . 

i,  %  Tresefie  partes  poenitcntize ,  contritienem,  confeillonem  ,  &  fa- 
i,  tisfadionem,  nonefthiudatumin  Sacra  Scriptura,  nec  in  antiquis  fan- 
f,  ftisChriftianisdocteribus. 

>,  6  Contritio quaeparatur per difcufiìoneTn,  colledienem,  &  detffta- 
>,  tionempeccatorum,  quaquisrecogitatannosfuos  in  amaritudine  ani- 
ii  msefu^e,  ponderando peccatorum  gravitatem,  multitudinem ,  fcedita- 
„  tem,  àmiffionem  ^tern^  beatitudinis ,  àc  arterns  damnationis  acquifi- 
*,  tionem,  h^c  contritio  facit  hypocntam ,  imo  magispeccatorem . 
„  7  Vèrifllmum  efl:  Proverbmm  ,  &  omnium  dodrina  de  con- 
,j  tritio>nibtis  huculque  data  pra;ftantius  ,  De  estero  non  face- 
re  , 


Capitolo    II-  1.87       Leone  X. 


-re  ,  fumma  poenitentia  :   optima  pcBiiitentia  ,  nova  vita  .  „ 

8  Nullo  modo  prasfumas  confiteri  peccata  venialia  ,  fednec  omnia 
mortalia  ,  quia  imponìbile  eft  ,  ut  omnia  mortalia  cognofcas  .  Unde 
iin  primitiva  Ecclefia  folùm  manifefta  mortalia  confìtebantur . 

9  Dumvolumus  omnia  purè  confiteri ,  nihil  aliud  facimus,  quàm 
qnòd  mjiericordisE  Dei  nihil  volumus  relinquere  ignofcendum .  „ 

10  Peccata  non  funt  ulliremifl'a^  nifi  remittente  Sacerdote  ,  credat 
fibi  remitti  :  imo  peccatum  maneret ,  nifi  remiiium  crederet .  Non  enim 
fuificit  remiflìo  peccati,  &gratia:donatio,  fed  oportet  etiam  credere 
effe  remiflum. 

11  Nullo  modo  confidas  abfolvi  propter  tuam  contritionem ,  fed 
propter  verbum  Chrifti ,  Quodcumquefolveris  &c.  Hinc ,  inquam ,  con- 
.iià^ ,  ^\  Sacerdotis  obtinuef  is  ablolutionem ,  &  crede  fortiter  te  abfolu- 
4um.,  &  abfolutus  vere  eris ,  quicquid  fit  de  contritione . 

1 2  Si  per  imponìbile  confeflus  non  effet  contritus ,  aut  S.acerdos  non 
feriò  ,fcd  joco  abfolveret,  ^\  tamen  credat  Te  abfolutum ,  veriflìmè  eft  ab- 
folutus . 

13  In  Sacramento  PoenitentisE,  ac  reminone  culp^e,  non  plus  facit 
Papa,  aut  Epifcopus ,  quàm  infimus  Sacerdos  :  imo  ubi  non  eft  Sacerdos 
ìcquè  tantum  quilibet  Chriftianus ,  etiam  fi  mulier ,  aut  puer  eifet .  »> 

14  Nullusdebet  Sacerdoti  refpondere,  fé- effe  contritum,nec  Sacerdos  „ 
requirere.  ,, 

15  Magnus  eft  erroreorum,  qui  ad  Sacramenta  Eucharìftiìeaccedunr, 
huic  innixi ,  quòd  fint  confeifi ,  quòd  non  fint  fibi  confcii  alicujus  peccati 
mortalis,  quòd  prsemiferint  orationes  fuas ,  &  preparatoria,;  omnesilli 
ad judicium fibimanducant ,  &  bibunt:  (edfi credant , &  confidantfegra- 
tiam  ibi  confeciituros ,  h^ec  fola  fides  facit  eos  puros ,  &  dignos .  „ 

16  Confultumvidetur,  quòd  Ecclefia  in  communi  confilio  ftatueret 
laicos  fub  utuaque  fpecie  communicandos ,  nec  Bohemi  communicantes 
fub  utraquc  fpecie  funt  H^retici ,  fed  Schifmatici . 

17  ThefauriEcclefijE,  unde  Papa  datlndulgentias  ,  non  "funt  merita 
Chrifti,  &Sanclcrum. 


11 
» 


18  Indulgentise  funt  pia:  fraudes  fidelium,  &  remiflìones  bonorum  „ 


operum  :  &  funt  de  numero  eorum  quse  licent ,  &  non  de  numero  eorum 
qua?  expednint.  „ 

ip  Indulgentixhis,  qui  veraciter  easconfequuntur,  nonvalent  ad 
remiifioncm  poen^e  prò  peccatis  afìnalibus  debit^apud  divinam  juftitiam. 

20  Seducuntur  credenres  Indulgentws  elfe  falutares,  &  ad  frudum 
fpiritus  utiles. 

21  Indulgentise  neceftarije  funt  foIum  publicis  criminibus  ,  &  pro- 
prie concedunturduris  folummodò,  &impatientibus. 

22  Sex  generibus  hominum  Indulgentia:  nec  funt  neceflarisc  ,  nec 
utiles  :  videlicet  mortuis,  feu  niorituris,  infirmis,  legitimè  impeditis ,  his 
qui  non  commiferunt  crimina,  his  qui  crimina  commifcrunt ,  fed  non  pu- 
blica,hisquis  melioracperantur. 

23  Excommunicationes  funt  tantum  externae  pcen^e  ,  nec  privant  » 
hominemcommunibusfpiritualibus  Ecclefia?  orationibus.  « 

24  Docendi  funt  Cnriftiani  plus  diligere  excommunicationem  ,  yy 
quimtimere.  „ 

25  Re-  ^ 


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Leone  X.       ^.gS  Secolo  X  FI. 

25  Romanus  Pontifex  Petri  fucceffor  non  eft  Chrifti  Vicanus  fnpee 
omnes  totius  mundi  Ecclefias  ab  ipfo  Chrifto  in  Beato  Petro  inftitu- 
tus  .  '  ~  ' 

26  Verbum  Chrifti  ad  Petrum:  Qiiodcumque  folveris  fuper  terram 
&c.  extenditur  dumtaxat  adligata  ab  ipfo  Petro . 

27  Certuni  eft,  in  manuEcclefisE,  autPap^prorfusnonefle,  ftatuere 
articulos  fidei ,  imo  nec  leges  morum ,  feu bonorum  operum . 

28  Si  Papa  cumma|;na  parte  EcclefisB  fic,  vel  ficfentiret,  nec  etiam 
erraret:  adhuc  non  eft  peccatum ,  aut  hserefis  contrarium  fentire ,  prs- 
fertim  in  re  non  neceffaria  ad  falutem ,  donec  fuerit  per  Concilium  uni- 
verfale  alternm  reprobatum ,  alterum  approbatum . 

2p  Vianobisfaétaeft  enervandi  auótoritatem  Conciliorum,  &  libe- 
re contradicendi  eorum  geftis ,  &  judicandi  eorum  decreta ,  &  confiden- 
terconfitendi,  quicquidverumvidetur,  fiveprobatum  fuerit,  five  rc- 
j,  probatum  à  quocumque  Concilio , 

30  Aliquiarticuh  Joannis  Hiis  condemnati  in  Concilio  Conftantien- 
fifuntChriftianiflìmi,  veri/fimi,  &  Evangelici,  quosnecuniverfalis^c- 
clefiapolfet  damnare. 

31  In  omni  opere  bono  juftus  peccat. 

32  Opusbonumoptimèfadum,  eft  veniale  peccatum. 
^  3  Hsereticos  comburi,  eft  conerà  voluntatem  fpiritus . 

34  PrseliariadverfusTurcas,  eft  repugnare  Dee  vifitanti  iniquitates 
noftras  perillos. 

35  Nemoeftcertus,  fé  non  femper  peccare  mortaliter  propter  oc- 
cultiflìmum  fuperbisE  vitium , 

35  Liberumarbitriumpoft peccatum,  eftres  de  folo  titulo;  &dum 
facit  quod  in  fé  eft,  peccat  mortaliter. 

37  Purgatorium  non  poteft  probari  ex  Sacra  Scriptura,  qax  fìt  in 
Canone . 

38  Animx  in  Purgatorio  non  funt  fecurae  de  eorum  falute  ,  faltem 
omnes  :  nec  probatum  eft  uUis  aut  rationibus,  aut  fcripturis,  ipfas  efle 
extra  ftatum  merendi,  aut  agenda  charitatis . 

39  Anim$  in  Purgatorio  pcccant  fine  intermiffione,  quamdiù  qua^- 
runt  requiem,  &  horrent  pcenas . 

40  AnimiE  ex  Purgatorio  liberatìe  fuffragiis  viventium ,  minùs  bean- 
tur ,  quàm  fi  per  fé  fatisfeciffent . 

Al  PrsplatiEcclefiaftici,  &  Principes  fajculares  non  malefacerent ,  fi 
omnes  faccos  raendicitatis  delerent . 

§.:?,  Quiquidemerrores,  refpeftivè,  quàmfintpeftiferi,qudmper- 
niciofi,  quàm  fcandalofi,  quàmpiarum,  &  fimpliciummcntiumfedu- 
divi,  quàmdeniquefintcontra  omnem  charitatem,  ac  S.R.E.  matris 
omnium hdelium,  &magiftr£e  fidei,  reverentiam,  atquenervumEccle- 
fiafticcE  difciplinaj ,  obedientiam ,  fcilicet ,  qua?  fons  eft,  &  origo  omnium 
virtutum  ,  fine;qua  facile  unufquifque  iiifideiis  efle  convincitur,  nemo 
fana:  mentis  ignorar.  Nosigiturin  prcemifiìs,  utpotè  graviffimis,  pro- 
penfiiìs( ut dccet^ procedere,  necnon  hiijufmodi  pefti,  morboque can- 
cerofo,  ne  in  agro  Dominico  tanqiiam  vepris  nociva  ulteriiis  ferpat  , 
viampr^eduderecupientes,  habitafuper  prjedidis  erroribiis,  &eoriim 
fingulis diligenti trutinatione,  difcuffione,  ac  diftridoexamine,  maui- 

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Capitolo  IL  2,gc)        Lecin(eX. 


raque  deliberatìonc  ,  omnibiifque  ritè  penfaris  ,  acf^tpiiìs  ventilatis 
ciim  venerabillibus  fratribiis  noftris  Santì^e  Romana: E ccleiìjE  Cardinali- 
bus  ,  ac  regiilarium  Ordinimi  Prioribus  feu  Miniftris  generalibus,  pliiri- 
biifque  aliis  facr^eTheologi^,  necnonutniifquejurisprofeflbribus  five 
magiftris ,  &  qiiidem  peritiflimis:  reperimus  eofdem  errores ,  refpeclivè 
(  ut prjefertur  )  aut articulos non c(ie catholicos, nec tanquam  tales effe 
dogmatizandos ,  fedcontraEcclefijECatholic^dodrinam  five  traditio- 
nem ,  atqnc  ab  ea  veram  divinariim  Scriptiirarum  receptam  interpreta- 
tionem  ,  ciijus  audoritati  ita  acqiiiefcendum  cenfuit  Auguftinus,  ut  dixe- 
ric ,  fé  Evangelio  non  fuiile  crediturum ,  nifi  Ecclefis  Catholica:  interve- 
nilTet  audoritas .  Nam  ex eifdem  erroribus ,  vel  eorum  aliquo  vel  aliqui- 
bus,  palamfequitur,  eandem  Ecclefiam,  quse  Spiritu  Sando  regitur, 
errare,  &fempererrafl'e.  Qiiodefl:  utique  contraillud,  quodChriftus 
difcipulisfuisin  Afcenfionefua  (  ut  in  Sando  Evangelio  Matth^ei  legi- 
tur  j  promifit,  dicens:  Ego  vobifcumfiim  ufqueadconfummationem 
faeculi.  NecnoncontraSandornm  Patrum  determinationes.  Concilio- 
rum  quoque,  & Summorum  Pontificum  exprefias  ordinationes,  feuCa- 
nones ,  quibus  non  obtemperafle ,  omnium  h^erefiam  &  fchifmatum,  tefte 
C  ypriano,  fomes  &  caufa  femper  fiiit . 

'§.  4.  De  eorundem  itaque  venerabilium  fratrum  noftrorum  confilio 
&affenfu,  ac  omnium  &fingulorum  prcedidorum,  matura  deliberatio- 
ne  pra-dida ,  audor irate  Omnipotentis  Dei ,  &  Beatorum  Apoftolorum 
Petri&Pauli,  &noftra,  praefatosomnes,  &fingulosarticulos  feu  erro- 
res, tanquam(ntprìEmittitur)refpedivè  ha:reticos,  aut  fcandalofos  ,  „ 
autfalfos,  autpiarumauriumoffenfivos,  vel  fimplicium  mentiumfedu-  „ 
divos',  ventati  Catholicje  obviantes,  damnamus,  reprobamus,  atque 
omninòreiicimus,  acprodamnatis,  repròbatis  &  rejedis  ab  omnibus 
utriufque  fexus  Chriftifidelibus  haberi  debere ,  harum  ferie  decernimus 
&declaramus.  Inhibentesinvirtute  fand^  obedientia?,  ac  fubmajoris 
excommunicationis  latje  fententiar,  necnon  quoad  Ecclefiafticas ,  &  Re- 
gulares  perfonas ,  Epifcopalium  omnium  etiam  Patriarchalium ,  Metro- 
politanarum ,  &  aliarura  Cathedralium  Ecclefiarum  ,  Monafteriorum 
quoque,  &  Prioratuum  etiam  Conventualium ,  &  quarumcunque  dignita- 
tum ,  aut  beneficiorum  Ecclefiafticorum,  fsecularium,  aut  quorumvis  Or- 
dinum  Regulanum ,  privationis ,  &  inhabilitatis  ad  illa  &  alia  in  poflerum 
obtinenda:  quo  vero  ad  Conventus,  Capitala,  feuDomos,  autpia  lo- 
ca, f^BCularium  vel  Regularium,  etiam  Mendicantium ,  necnon  Univer- 
fitateseciam  ftudiorum  generalium ,  quorum  cunqueprivilegiorum  indul- 
torumàSede  Apoftolica,  velejus  Legatis,  aut  alias  quomodolibetha- 
bitorum  vel  obtentorum ,  cujufcunque  tenoris  exiftant  :  necnon  nominis, 
&potertatisftudium  generale  tenendi ,  legendi,acinterpretandiquafvis 
fcientias&facultates,  &  inhabilitatis  ad  iìla  &aIiainpofterumobtinen- 
da:prìedicationis  quoqiie,officii,ac  amiflìonis  fludiis  generalis,&  omnium 
privilegiorum  eiufdem  :  quo  vero  adf^culares ,  ejufdem  excommunica- 
tionis, necnon  amifiloniscujufcunque  emphyteufis,  feuquorumcunque 
feudorum,  tam  à  Romana  Ecdefia ,  qudm  alias  quomodolibet  obtento- 
rum, ac  etiam  inhabilitatis  ad  illa,  &  alia  in  pofterum  obtinenda:  nec- 
non quoad  omneS(S<:fi;igulosfupcriiis  nominatos,  inhibitionis  Ecclefia- 
^\cg£  fepulturjt,  inhabiJicatirqueadomnes&  fin^ulos  aduskdtimos  ,  „ 
Tomo  Jy,  ^T  .nf-H- 


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Leone  X.       ^g^  Secolo  X VI. 

infamile ,  ac  diffidatìonis  ,&  criminis  Xxix  majeftatis ,  &  Hereticorum  & 
faiitorutneorumdeminjureexpreflìspoenis,  co  ipfo&  abfque  ulteriori 
declarationeperomnes&fingulosfiipradiftos,  fi  (  cjuodabfit  )  contra- 
fecerint,  incurrendis  :  A  quibus vigore  cujufcunqiie facultatis,  &  claufiila- 
rumetiam  in  confefllonalibiis  qiiibufvis  perfonis,  fub  quibiifvis  verbo- 
rum  foriniscontentarum,  nifià  Romano  Pontifice,  velalioabeoadid 
infpeciefacultatemhabente,  praetercjuam  inmortis  articulo  conftituti, 
abfolvi  nequeant  :  Omnibus  &  fingulis  utriufque  fexus  Chriftifidelibus, 
tam  laicis  quàm  clericis,  féecularibus&quorumvisOrdinum  regulari- 
bus,  &  aliis  quibufcnnque perfonis,  cujufcunque  flatus,  gradus,  vel 
conditjonis  exiftant ,  &  quacunque  Ecclefiaftica  vel  mundana  praeful- 
geant  dignitate,  etiamSand:2ERoniang?Ecclefi?ECardinalibus,  Patriar- 
chis,  Primatibus,  Archjepifcopis,  Epifcopis,  Patriarchalium,Metro- 
politanarum,  &  aliarum  Cathedralium ,  Collegiatarum ,  acinferiorum 
EcclefiarumPrxlatis,  Clericis,  aliifque perfonis Ecclefiafticis ,  fsecula- 
ribus ,  &  quorum  vis  Ordinum  etiam  Mendicantium  Regularibus ,  Abba- 
tibuSjPrioribus,  vel  Miniftris  generalibns,  vel  particularibus,  fratribus  feu 
religioiis,  exemptis  &  non  exemptis:  Studiorum  quoque Univerfita- 
tibusfaccularibus ,  &  quorumvis  Ordinum  etiam  Mendicantium  Regula- 
ribus, necnon Regibus,  Imperatori,  Eledoribus,  Principibus,  Duci- 
bus,  Marchionibus ,  Comitibus,  Baronibus,Capitaneis,  Conduftori- 
bus,  Domicellis,  omnibufqueOfficialibus,  Judicibus,  Notariis  Eccle- 
fiafticis, &  Saecularibus ,  Communitatibus ,  Univerfitatibus ,  Potenta- 
tibus, Civitatibus ,  Caftris ,  Terris ,  &  locis ,  feu  eorum  vel  earum  civibus, 
habitatoribus ,  &  incolis,  ac  quibufvis  aliis  perfonis ,  ecclefiafticis  vel  re- 
gularibus (  utprsefertur  )  peruniverfumorbem,ubicunque,pr£Efertim 
in  Alemannia  exiftentibus ,  vel  prò  tempore  futuris ,  ne  pr^cfatos  errores, 
aut  eorum  aliquos ,  perverfamque  dodrinam  hujufmodi  alTerere ,  affir- 
mare ,  defendere ,  pr^edicare ,  aut  illi  quomodolibet ,  publicè  vel  occul- 
te, quON^is quìefito  ingenio  vel  colore,  tacite  vel  exprefsè  faverepr^e- 

fumant. 

§.  5.  Infuper,  quia  errores  pra:fati ,  &  plures  alii  cantinentur  in  li- 
bellis  feu  fcriptis Martini Lutheri,  didoslibellos,  &  omnia didi Marti- 
ni fcripta,  feu  praedicauones ,  in  latino  vel  quocunque  alio  idiomate  repe- 
riantur ,  in  quibus  didi  errores ,  feu  eorum  aliquis  continentur ,  fimiliter 
damnamus ,  rcprobamus ,  atque  omninò  rejicimus,  &  prò  omninò  dam- 
natis,  reprobatis,acrejedis,  Cutpr$fertur)haberivolumus.  Mandan- 
tcs  in  virtute  fandcB  obedìentice ,  &fub  poenis  pr^edidis  eo  ipfo  incurren- 
dis, omnibus,  &  fingulis  utriufque  fexus  Chriftifidelibusfuperiùsnomi- 
natis ,  ne  hujufmodi  fcripta ,  libellos ,  pr*edicationes  feu  fchedulas ,  vel  in 
eis  contenta capitula, errores,  autarticulosfupradidoscondnentia,  le- 
gete, aflerere,  prsedicare,  laudare,  imprimere, publicare,  five defen- 
dere, per  fé  vel  alium,  feualios,  diredè  vel  indiredè,  tacite  vel  ex- 
prefsè, publicè  vel  occulte,  aut  in  domibusfuis,  five  aliis  publicisyel 
privatis  locis  tenere  quoquo  modo  pra:fumant;  quinimmoillaftatim 
poffcharum  publicationem  ubicunque  fuerint,  per  Ordinarios,  &alios 
_  fupradidos  diligenter  qusfira ,  publicè  o^:  folemnicerin  pra:fentia  Cleri, 
\]  &popuÌi,  fub  omnibus,  &  fingulis  fupradidis  poenis,  comburant. 
«      §.  6,  Quod  vero  ad  ipfum  Martinum  attiuet  (  bone  I>eu3 1  )  quid  pra- 

termi- 


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Capitolo  IL  zgt       Leone  X. 

«ermifimus ,  quid  non  fecimus,  quid  paternse  charitatis  omifìmus  ,  ut  ti 
eum  ab  hujufmodi  erroribusrevocaremus?  Póftquamenimipfumcita- ,< 
vimus,  mitiùs  ciìni  eo  procedere  vòletìtes,  illuni  invitàvimus,  atque  » 
tam  per  di verfos  traótatus  cum  Legato  noftro  habjtos  ,  quàm  per  litteras  ,j 
noftras,  hortatifuimus,  ut  à  prce^idis  erróribus  difcederet,  ac  oblato 
etiam  falvoconduótu ,  &  pecunia  ad  iter  neceffaria ,  fine  metu  feu  timore 
àliquo,  quempérfedacnaritasforasmitteredebuit,  veniret,  ac  Salva- 
toris  noftri,  ApoftoliquePauliexemplo,  non  occultò  *  fed  palam&iii 
facie  loqueretur^  QuodfifeciflTet,  prò  certo  (  ut  arbitranìur  )  ad  cor  re- 
verfus ,  errores  fuos  cognoviflet  :  nec  in  Romana  Curia  ^  quam  tantopè- 
re,  vanis  malevolorum  rumoribusplilfquam  opOrtuittribuendo,  vitu- 
perata tot reperiliet errata;  docuiflemufque  eum  luce  clarius ,  Sandos 
Komanos  Pontifìcesprardeceflbresnoftros,  quos  pr^eter  omnem  mode- 
ftiaminjuriosè  lacerar  in  fuis  canonibus  feu  conftitutionibus,  quasmor-  ,< 
dere  nititur,  nurtquam  erralTe:  quia  juxta  Prophetam ,  necinGal^ad, 
refina,  nec Medicusdeefti 

§.7.  Sed  obaudivitfemper,  &  prsediétacitàtìone,  omnibus &fingu- 
lisfupradié^is  fpretis  venire  contempfit,  ac  ufque  in  prjeferttem  diem  „ 
contumax ,  atque  animo  indurato  cenfuras  ultra  anrtum  fuftinuit  ;  &  qiiod 
deterius  eft*  addens  malamalis  ^  de  citatione  hujufmodi  notitiam  ha- 
bens ,  in  vocem  temeraria  appellationis  prorupit  ad  futurum  Concilium, 
contraconftitutionemPiiSecundi,  ac  Julii  Secundi  prardecefibrum  no-  „ 
Jftrorum ,  qua  cavetur ,  taliter  appellàntes  H^reticorum  poena pledendos  ]i 
Cfruftra  etiam  Concilii  auxilium  imploravit,  qui  illi  fé  ilon  credere 
palam  profitetur  )  ita  utcontfaipfumi  tanquam  de  fide  notorie  fulpe- 
dum,  imo  vere  h^reticum,  abfque  ulteriori citatiorte  vel  mora,  ad  ,< 
condemnationem,  &  damnationem  ejus^  tanquam  Hxretici  j  ac  ad 
omnium ,  &  figularum  fuprafcriptarum  pcenarum  t  &  cenfurarum  fe- 
veritatem  procedere  poffemus . 

§.  8.  Nihilominus  de  eorundem  fratruni  nofirorum  confiiio ,  Omni- 
potentis  Dei  imitantesclementiam,  qui  nonvult  mortem  peccatoris, 
fed  magis  ut  convertatur  j  &vivat:  omnium  injuriarum  hadenusnobis 
&  ApoltolicajSediillatarum  obliti,  omni,  qua poifumus ,  pietate  liti  de- 
crevimus,  &  quantum  in  nobisefi,  agere,  utpropofitamanfiietadinis 
via,  adcorrevertatur,  & à praedidis  recedat  erróribus,  ut  ipfuat  ran- 
quamfilium  illum  prodigum  ad  gremium  Ecclefi^e  revertentem  ,  beni- 
gne recipiamus .  Ipfum  igitur  Marcinum ,  &  quofcunque  ei  adhserentes, 
ejufquereceptatores&fautores,  pervifcera  mifericordi^  Dei  nortri,  & 
per  alperfionemfanguinis  Domini  Noftri  JefuChrifti,  quo  &perqucm 
hiimani  generis  redempcio ,  &  Sandx  Matris  Ecclefia;  sdificatio  fada 
eft,  ex  roto  corde  hortamur ,  &obrecramuS',  utipfius  Ecclefi^pacem, 
unjtatem ,  &  veritatem ,  prò  qua  ipfe  Salvator  tam  inftanter  oravit  ad  Pa- 
trem,  turbare  defiftant,  &  àprardidis  tam  perniciofis  erróribus  prorfus 
abrtineant:  inventunapudnos,  fi  etfedualiter  paruerint,  &paniiifeper 
legicima  documenta  nos  certificaverint ,  patern^c  charitatis  arfcdum ,  2c 
apertum  manfuetudinis  &  clementine  fontem . 

§.  9.  Inhibente^nihilominus  eidem  Martino  ex  nunc,  ut  interim  ab  ,5 
omni  prasdicatione ,  feu  prsedicationis  officio  omninò  defiftat . 

^.  IO.  Alioquin  in  ipfum  Marcinum,  fi  forte  juftitije ,  &  virtutis 

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Leone  X.       ^.QX  Secolo  XVI. 

„  amori  peccato  non  retrahat,  indiilgentiaeqiie  fpes  aclpcEnirentiamnon 
„  rediicat,  poenariim  terrpr  coerceat  diTcìpIin^e ,  eundem  Martiniim ,  ejuf- 
„  que  adh^rentes ,  complices,  fautores ,  &  receptatores  tenore  pr^fentìura 
»  reqiiirimus&monemiis,  in  virtute  fanflx  obedientise,  de  fubprsediàis 
„  omnibus  &  fingulis  poenis ,  eo  ipfo  incurrendis,  diftridè  prarcipiendo 
„  mandamus,  quateniis  infra fexagintadies,  quorum  viginti  prò  primo  , 
„  viginti  prò  fecundo,  &  relicjuos  viginti  dies  prò  tertio,  &peremptorio 
„  termino  affignamus ,  ab  aiftxioneprcefentium  in  locisinfrafcriptis,  im- 
,i  mediate  fequentes  numerandos ,  ipfe  Martinus ,  complices ,  fautores, 
„  adhcerentes,  &  receptatores  pra^didi,  à  praefatis  erroribus,  eorumque 
„  prsdicatione ,  ac  publicatione,  &  affertione ,  defendone  quoque,  &  libro- 
rum  feufcripturarumeditione  fuper  eifdem  live  eorum  aliquo  omninò 
defiftant,  librofque  ac  fcripturas ,  omnes  &  fingulas ,  pr^fatos  errores 
feueommaliquosquomodolibet  continentes,  comburant,  vel  combu- 
„  ri  faciant.  Ipfe  etiam  Martinus  errores ,  &  aflertiones  hujufmodi  revocet, 
„  ac  de  revocatione  hujufmodi  per  publica  documenta  in  forma  juris  vali- 
5,  da,  in manibus duorum Prìclatorum confignata ,  ad  nos  infra alios fimi- 
„  lesfexagintadiestranfmittenda,  vel  per  ipfummet  (  fi  ad  nos  venire  vo- 
5,  luerit,  quodmagis  placeret  )  cum  prsfato  pleniiììmo  falvocondudu, 
„  quemexnuncconcedimus,  deferenda,  nos  certioresefficiat,  utdeejus 
„  veraobedientianullusdubitationisfcrupulus  valeat  remanere, 
„  §.  II.  Alias  fi  (  quodabfit  )  Martinus  pra»fatus,  complices,  fauto- 
„  res,  adb^erentes,  &  receptatores  pra:did:i,  fecùs  egerint,  feu  ptcemiifa 
3,  omnia  &fingula infra terminumprjedidum  cum  eftedu  non  adimpleve- 
rint,  Apoftoliimitantesdoólrinam,  qui hccreticum hominem,  poftpri- 
mam ,  &  fecundam  correptionem ,  vitandum  docuit ,  exnunc ,  prout  ex- 
tunc ,  &  è  converfo ,  eundem  Martinum,  complices,  adhserentes,  fau- 
tores, &  receptatores pr^efatos,  &  eorum  quemlibet,  tanquam  aridos 
palmites  in  Chrifto  non  manentes ,  fed  dodrinam  contrariam ,  Catholicìe 
Fideiinimicam,  fivefcandalofam,  feudamnatam,  in  non  modicamof- 
fenfam  divina:  majeftatis,  ac  univerfalis  EcclefiìB ,  &  Fidei  Catholicae 
detrimentum  &  fcandalum  dogmatizantes,  claves  quoque  Ecclefije  vili- 
pendentes,  notorios&pertinaceshjereticos,  eademaudoritate,  fuiffe 
&  effe  declarantes ,  eofdem  ut  tales ,  harum  ferie  condemnamus,  &eos 
prò  talibushaberi  ab  omnibus  utriufque  fexus  Chriftifidelibus  fupradi- 
dis,  volumus,  &  mandamus.  Eofque omnes  &fingulos omnibus fupra- 
diftis,  &aliiscontratales  à  jure  inflidispcenis,  prsfentium  tenore fub- 
jicimus,  &  eifdem  irretitos  fuilie,  &  eife  decernimus  ,&  declaramus . 

§.  12.  InhibemusprsBtereafub omnibus,  &  fingulis prsemiiiis poenis , 
eo  ipfo  incurrendis,  omnibus  &  fingulisChriftifidelibus  fuperius  nO" 
minatis,  ne  fcripta  etiam  pr-^fatos  errores  non  continentia,  abeodem 
Martino  quomodolibet  condita  vel  edita ,  aut  condenda  vel  ede^da ,  feu 
eorum  aliqua ,  tanquni  ab  homine  orthocloxie  fidei  inimico  ,  atque  iàeò 
vehcDienrerrufpecta,  &ute)us  memoria  omninò  deleatur  de  Chriflifi- 
deliiun  confortio ,  legere ,  alferere ,  predicare , laudare ,  imprimere ,  pii- 
blicare ,  five  defende  ■  e ,  per  fé  vel  alium ,  feu  alios ,  diredè  vel  indireólè^t 
tacite  V  ci  exprefsè ,  pubiicè  vel  occulte ,  feu  in  omnibus  fuis,  fi^re  aliis  lo- 
cis,  [ublscis velprivatis,  tenere  quoquo  modo  profumanti  quinimò 
ilia comburant,  ut  prcefertuc. 

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Capitolo    IL  ^g^       Leone  X. 

§.  15.  Monemus  iiifiiper  omnes,  &  fingulos  Cliriftifideles  fupradi- 
élos,  fiibeadeniexcommunicationislat^  fententix  poena ,  ut  harreticos 
prsedidosdedaratos  &  condemnatos',  mandatis  noftris  non  obtempe- 
rantes ,  poft  lapfiun  termini  fupradidi  evitent ,  &  quantum  in  cis  eft ,  evi- 
tari  faciant,  nec  cum  eifdem ,  veleorumaliqno,  commercium,  autali- 
quam  converfationem  feu  communioncm  habeant,  nec  eis  neceffaria  j, 
minilìirent.  ,, 

§.14.  Ad  majorem  pr^eterei  didi  Martini ,  fuorumquecomplicum,  „ 
fautorum,  & adha:rentaum ,  ac receptatoriim  pr^edidorum,  ficpoftlap-  „ 
film  termini  prjedidi  declaratorum  hrereticorum ,  &  condemnatorum 
confiifionem ,  univerfis  &  fingiilis  utriufque  fexus  Chriftifidelibus  ,  Pa- 
triarchis,  Arcliiepifcopis,  Epifcopis,  Patriarchalium ,  Metropoli  tana- 
rum  ,  &  aliarum  Cathedralium ,  Collegiatarum ,  ac  inferiorum  Ecclefia-  „ 
mmPrsElatis,  Capitulis,  aliifqueperfonisEcclefiafticis,  Sa:cLiIaribus,&  „ 
quorumvis  Ordinum  etiam  Mendicantium  (  prscfertim  ejus  Congregatio-  „ 
nis,  ciijiisdiftusMartinusefì:  profefliis,  &  in  qua  degere  vel  morari  di-  „ 
citur  )  Regulanbiis  exemptis  &  non  exemptis,  necnon  univerfis  &  fingu-  „ 
lis  Principibus ,  quacimque  Ecclefiaftica  vel  mundana  fulgentibus  digni-  „ 
tate, Regibus,  Imperatori,  Eleóloribus,  Dncibus,  Marchionibus,  Gomiti-  „ 
bus,  Baronibus,  Capitaneis ,  Conduftoribus ,  Domicellis ,  Communitati-  „ 
bus,  Univerfitatibus ,  Potentatibus ,  Civitatibus,  Tetris ,& Caftris, &  „ 
locis,  feu eorum habitatoribus ,  civibus&  incolis,  omnibufque  aliis&  „ 
fingulis  fupradidis ,  per  univerfum  Orbem,  pr^fertim  in  eadem  Aleman-  „ 
nia  conftitutis  mandamus ,  quatenus  fub  pr^edidis  omnibus  &  fingulis  „ 
pcenis,  ipfi  vel  eorum  quilibet,  prsfatumMarrinum,compIices,  adhje-  „ 
rentes, receptantes,  & fautores perfonaliter  capiant,&  captos ad noftram  „ 
inftantiamretineant,  &  adnosmittant,  reportaturi  prò  tambono  opere  „ 
à  nobis ,  &  Sede  Apoftolica  remunerationem ,  prarmiumque  condignum  :  „ 
vel faltemeos& eorum  quemlibet,  de  Metropolicanis ,  Cathedralibus,  „ 
CoUegiatis ,  &  aliis  Ecclefiis ,  Domibus ,  Monafteriis ,  Conventibus ,  Ci-  „ 
vitati  bus,  Dominiis ,  Univerfitatibus ,  Communitatibus,  Caftris  ,Terris,  „ 
ac  locis  relpedivè  tam  Clerici  &  Regulares ,  quàm  Laici ,  omnes  &  fingu-  „ 
lifupradidi  omninò  expellant.  „ 

§.15.  Civitates  vero,  Dominia,  Terras,  Caftra,  Villas,  Comitatus,  For- 
talitia,  oppida ,  &  loca  qujecunque  ubilibet  cpnfiftentia,  eorum,  &  eanim 
refpetì:ivèMetropolitanas,Cathedrales,Collegiatas,&aliasEcclefias,Mo- 
nafteria,  Prioratus,  Domus ,  Conventus ,  &  loca  Religiofa ,  vel  pia ,  cujuf- 
cunque  Ordinis,  ut  prsefertur,  ad  qu^e  pra:fatum  Martinum,  vel  aliquem  ex 
prajdidis ,  declinare  contigerit ,  quamdiu  ibi  permanferint ,  &  triduo  poft 
receffumjEcclefiafticofubjicimusinterdido .  „ 

§.  16,  Et  ut  pr^mifla  omnibus  innotefcant,  mandamus  infuper  uni-  „ 
verfisPatriarchis,  Archiepifcopis ,  Epifcopis,  Patriarchalium ,  Metro-  „ 
politanarum,  &  aliarum  Cathedralium,  ac  Collegiatarum  Ecclefiarum 
Pr^latis,  Capitulis ,  aliifque  perfonis  Ecclefiafticis ,  Sxcularibus ,  &  quo- 
rumvis Ordinum  fupradidorumregularibus,  Fratribus  Religiofis,  Mo- 
nachis ,  exemptis  &  non  exemptis  fupradidis ,  ubilibet  prsefertim  in  Ale- 
mannia  conftitutis,  quatenus  ipfi  vel  eorum  quilibet  fubfimilibus  cenfu-  ._ 
ris&poenis,  eoipfoincurrendis,  Martinum,  omnefque  &  fingulos  fu-  „ 
pradidos,  qui  elapfo  termino  hujufmodi  mandatis  feu  monitis  noftris  „ 
Tomo  JF.  j     .  non 


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Leone  X.       2.04  Secolo  XVI. 

„  nonpamerint,  in  eoriim  Ecclefiis,  Dominicis  &  aliis  feftivis  diebus , 
,,  diim  inibi  major popiilimultitudo  ad  divina  convenerit,  declaratosh^e- 
„  retico3,  &  condeninatos  piiblipènimcient,  faciantque&  mandent  ab* 
„  aliis  nunciari,  &  ab  omnibus  artìiMsevitari. 

a,  ^.  17.  Necnon  omnibus  Chriftifidelibus,  ut  eosevitent,  pari  modo 
5,  fub  prsedidis  cenfuris  &  pcEuis .  Et  prajfentes  litteras  vel  earum  tran- 
fumptum  fub  forma  infrafcripta  fadum ,  in  eorum  Ecclefiis,  Monafteriis, 
Domibus,  Conventibus,  &  aliis  locis,  legi,  publicari,  atque  afHgi  fa- 
ciant.  Excommunicamus  quoque,  &  anathematizamus  omnes  &  fin- 
gulos ,  cujufcunque  flatus,  gradus,  conditionisjpraeeminentia;,  dignitatis, 
aut  exeellentiac  fuerint,  qui  quo  minùs  praefentes  litterx  ,  vel  earum 
„  tranfumpta,  copiae  feu  exemplaria ,  in fuis  ferris  &  dominiis ,  legi,  affigi 
&public<iripoflìnt,  fecerint,  vel  quoquo  modo  procuraverint,  per  fc 
vel  alium ,  Leu  alios ,  publicè  vel  occulte ,  diredè  vel  indircele ,  tacite  vel 

èxprefsè . 
§.  18.  Poftremò  quia  difficile  foret  pr^fentes  litteras  ad  fingula  quae- 
„  qucE  loca  deferri ,  in  quibus  neceflkrium  foret:  volumus,  &Apoftolica 
,j  audoritate  dccernimus,  quòd  earum  tranfumptis  manu  publici  nota- 
„  riicon^edis&fubfcriptis,  vel  in  alma  urbe  impreflìs,  &  figlilo  alicu^ 
„  iusEcclefiafticiPrìelati  munitis,  ubiquefletur,&  piena  fidesadhibeatur, 
„  pròutoriginalibuslitterisftaretur&  adhiberetur,  fi  forent  exhibitse  vel 

3,  oftenfjE. 

„      §.  19.  Et  ne  prajfatus  Martinus  ,  omnefque  alii  fupradidi  ,  quos 
„  prifentes  litterse  quomodolibet  concernunt ,  ignorantiam  earundem  lit- 
',y  terarum  ,  &  in  eis  contentorum omnium  &  fingulorum  praetendere 
j,  vakant,  litteras  ipfas  in  Bafilicce  Princìpis  Apoftolorum  ,  &  Cancellarix 
a  Apoftolica;,necnonCathedraliumEcctefiarum  Brandeburgen.  Mifnen. 
9,  &Merfeburgen,valvis effigi,  &  publicari  volumus.  Decernentes,  quòd 
"„  earundemlitterarumpubiicatioficfada,  fupradidum  Martinum  ,  om- 
nefque aliós&fingulosprcenominatos,  quos  litterse  hujufmodi  quomo- 
dolibet concernunt,  perindeArdent,  ac  fi  litterajipfcE  die  affixionis&  pu- 
blicationis  huj  ufmodi ,  eis  perfonaliter  ledse  ,^  &  intimata  forent  :  cum 
non  fit  verifimile,  quòd  ea ,  qu*E  tam  patenter  fiunt ,  debeant  apud  eos  in- 
„  cognita  remanere. 

3j  §.20.  Non  obftantibus  conftitutionibus  &  ordinationibus  Apoflo 
eis ,  feu  fi  fupradiólis  omnibus  &  fingulis ,  vel  eorum  alieni,  aut  quibufvis 
aliis  à  Sede  Apofiolicaprsedióta,  vel  ab  ea  poteiLitem  habentibus ,  iub 
quavisfornia,  etiamconfefllonali,  &:  c-om  quibufvis  etiam  fortiffimis 
claufulis,  aut  ex  quavis  caufa,feu  grandi  ccnfideratione,  indultum  vel  con- 
ceflumexiftat,  quòd  interdici,  fufpendi ,  velexcommunicari  non  poflìnt 
perlitteras  Apoftolicas,  ncnfacientesplenam&  expreffam,  ac  de  verbo 
advcrbum,  nonautemperclaufulas  generales  id  importantes,  de  indul- 
to hujufmodi mentionem,ejufdem  indulti tenores ,  caufas, & formas , pe- 
rinde  ac  fi  de  verbo  ad  verbum  infererentur ,  ita  ut  omnino  toUatur ,  prsc- 
fentibuspro  expiefiìs  habentes. 

§.21.  Nulli  ergo  &c.  Datum  Romse  apudSandam  Petrum ,  Anno  In- 
cai.iationisDominicìE,  Millefimo  Quingentefimo  Vigefimo ,  XVlI.Cal. 
Julii,  Pontificatus  noftri  Anno  odavo .  Così  la  Bolla . 
Fu  ella  recara,  e  publicata  per  la  Germania  da  Giovanni  Echio,  e  da  Gi- 

rola- 


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Capitolo   IL  tgf^        Leone  X- 


f  olamo  Aleandro ,  il  quale  infieme  con  Marino  Caracciolo  eraftatodefti-  -^^^^^^f^^^^  j^, 
nato  Nunzio  àCefare,  queftipercomplire  coirimperadoi'Càrlo  Quinto,  u^^ìuj^l  a\\{. 
Quet'li  per  reprimer  la  baldanza  de' Luterani  con  ufficii  appreflTo  il  nuovo  l^"'^^  ^^}  ^Y""" 
Principe,  e  con  efficaci  interpofizioni,  e  nmediiappreflb  il  Popolo,  al  tione  di  eira. 
qual  effetto  haveva  egli  ricevuto  commiflìoni  particolari  dal  Pontefice ,  & 
in  rpecie[<i]  una  caldimmà  lettera  per  l'Elettor  Federico,  nella  quale  Leone  a  viefnttrz.c.^. 
fcongiuravaio  per  Dio ,  per  l'avita  pietà  de'fuoi  Maggiori ,  e  per  tutto  ciò, 
che  recar  poteva  ftimolo  d  lui  di  Religione ,  e  di  zelò ,  à  ptoteggere  piti  to- 
flola  caufa  della  Fede  Cattolica,  che  quella  di  un  precipitato  Frate  ,  il 
quale  cetcava  di  rovinarla  con  la  oppreflìqne  del  Principato  Apoftolico,  e 
fecolare'.  ÉchiuSt  [b]  dice  l'Ulembergiò^  Bullam  hanc  ,  uti  confiitutum 
eratàVontificei  tribus  Epifcopis  F^iuemberga  viciniorìbus  Mijnenfi  ^  Mer- 
feburgenft  ,-  &  Brandeburgenjt  tranfmifit ,  -palvii  Eccltfiarum  àffigendani  : 
^ui  Tontifici  continuò  pctruerunt  .  Mifit  ejtifdem  Decreti  exeTrtplar  impref- 
juml{gm^,  &^otdrn  publici  mmu  confirmatum  '[{eSlorì  i  &  TrofeJJoribus 
cAcademi^e  FFittembergenfìs ,  eofque  per  lìtteras  monmt ,  06iobris  die  tertio 
exarata! ,  ut  parerent  ^poflolide  Sedis  mandato  >  nec  articulos  in  eo  dam- 
natoi  d  qUQCluam  intfmverfitate  [uà  doceri  permitterent:  nifi  id  fieret ,  fu- 
turum,  utquashaberent  àVontifìce  immunitateSi  ó*  privilegia,  iis  omnibus 
fpoliarentur .  Ma  dell'operato  differenti  furfero  gli  effetti,  cioè  ottimi 
preffoi buoni,  epeffiiniappreffo  chi  di  già  imbevuto  del  veleno  Hereti- 
cale,  ritrovavafl  annumerato  fra  cattivi,  [e]  Carolus  Qiiintus  I^perator  ^  cocLUccìt. 
electut  i  dice  il  Coeleo,  ex  Hifpaniis  per  Oceammi  vcncratinFlandriam ,  & 
Brabantiam    terras    fuas    h^reditarias  ,    Imperialia    comitia    cèlchraturus 
FFormatix  ì  qui  ubi  a  T^unciis  ^poflolicis  Marino  Caracciolo,  c^  Hieronymo 
oleandro  accepijfet  Éullam  Tapx  Leonis  Decimi  contra  Lutheri  libros  editam  , 
memor  titulorumfuorunt ,  cum  dicérétur ,  <&  e0et  I{ex  Catbolicus  Hifpaniarum, 
ac  Imperator  Komanorum  i  religiofe  fùee  &  pietatis  ,  &  obedientixmox 
certifjima  exhibuìt  i/idicia,  fcperè  prxcipiendo  ,  ut  Martini  Luther i  libri  à 
Sede  ^pofiolica  damnati  publicè  combnrerentur  .  Combufii  funt  igitur  per 
li5iores,  Ó*  carnifices  tum  m  Brabanti^  urbibus  j  tum  in  Cipitatibus  Impe- 
rli, Colonia,  MogunttJS&c.  Così  egli.  Con  il  niedefìmo  ardore  di  zelo  gì'  7.  _ro  di  Giovanni 
Indeficonfegnarono  al  fuoco  nel  mezzo  della  Piazza  di  Londra  li  deteflabi-  Rortinfe  ."^°  ' 
li  fcntti  del  nuovo  Heretico,  e  Giovanni  Fifchero,rirìomato  Ecclefiaifico  di 
quell'allora  fortunato  Regno  d'Inghilterra,  in  cui  egualmente  egli  poffe- 
deva  la  grazia  del  Rè  Hennco  Ottavo  ,  e  la  Chiefa  Epifcopale  di  Roccefter, 
onde  poi  da  Paolo  Terzo  promono  al  Cardinalato  lì  diffe  da  Latina  deno- 
minazione \d]  il  Cardinal  Roffenfej  con  tanto  calore  attefe  allaperquifi-  dtocccfftr  i',n». 
zione,  éperfecuzionede'Luterani  j  che  ben  meritò  da  elfi  quell'odio  im-  $^-^^^tìna  f  d,c» 
placabile,  con  cui  fempre  eglino  ne  detéflarono  il  nome,  e  più  del  nome 
glifcritti,  de*quali  una  volta  ne  caricarono  [e]  d'intiera  fonia  un  Cavai-  e  h.phf^xsdrfri- 
ìo,  e  tutti  conduifero  in  preparata  e  atafla  fui  fuoco;  e  più  de'fcritti  lavi-  Ou/^ngiu  sen- 
ta, che  finalmente  gli  tolfero  [/]  in  odio,  &  onta  della  Fede.  Emulò  la  frS/'o;,^;/-.  di 
giufta,  efantarifoluzionedellcUniverfitipiù  famofe  del  Brabante,  della  PaohiiLto..-,. 
Germania,  e  della  Inghilterra,  concordemente  ancora  [g  ]  quella  di  Parigi,  juUdll'Ts'/^pZ 
eletta  già  da  Lutero  per  Giudice  della  fua  dottrina;  e  ne  rapporta  [h]  i  |<^«5^-i. 
lungo  il  Decreto  il  tante  volte  da  noi  citato  Ukmbergio  inquefto  tenore,  ll!h^nj^ '"'"'* 
Soltcitiùs  per  nos  examinata  ,   ac  maturiùs   univerfa   do^rina  Luterano  ad 
[cripta  nomini ,  &  ad  plenum  difcujja  ,  execrandis  illam  erroribus  fcatere 

T     4  certo 


Leone  X.       ^.gó  Secolo  XV L 

certo deprehendimus,  &  judicavimusy  fìdem  potijjìmùm  contingentìbus ,  ó* 
mm'eSf  quòdque  ftmplicis  populi  jedu6liva  fit  ,  omnibus  DoBoribus  injuria, 
potejìati  Ecclffia ,  &  ordini  Hierarchico  impiè  derogativa ,  aperte  fchifmatt- 
^  ca ,  Sacrce  Scripturx  adverfa ,  &  ejus  depravativa ,  attjue  in  Spiritum  San6ium 

blafpbema;  &  ideòveluti  B^ipublica  Chriftianx  perniciofam  cenfemus  omninò 
exterminandam y  ac  palamultricibus  fiammis  committendam-.  au6loremverò 
ad  publicam  abjurationcm  modis  omnibus  juridicis  compdlendum .  Qiial  con- 
danna riufcì  fenfibiliifima  a  Lutero ,  onde  Filippo  Melanéìhone  ,  uno  de' 
i  Vedi  in  ^«*y?.fuoi  più  diletti  fegnaci,  de'qiiali  in  altro  [a]  luogo  faraifi  più  diftinta  men- 
tnedcfima  itntifi-  2Ìone ,  Dublicò  incontanettte  un  Libro  contro  la  emanata  condanna ,  à  cui 
"'^'''  eglipremfe  il  titolo  ,  tipologia  prò  Lutero  adverfus  furìofum  Varifienfmm 

Mdanahon»  for  Theologaftrorum  Decretum  :  in  elfo  il  temerario  afferifce ,  che  in  Parigi  prò 
gcifd.feUdiLu.  Theologis  fophifldSi  prò  Chrijitanis  Dotloribus calumniatores  regnare  ^  e  quivi 
^"°  '  à  lungo  declama  contro  la  fcholaftica  Theologia ,  qua  admifia  nibil  falvt  re- 

liquumeftEcclejt£,  EvangeVmm  obfcuratum  eftj  fides  extin&aj  recepta  ope- 
mmdo&rina.  Efaltò  cotanto  Lutero  quefti  apici  di  Diviniti  vomitati  dal- 
la facrilega  bocca  di  Melandhone,  ch'egli  traslatonne  dal  Latino  in  idio- 
ma Tedefco  il  libro,  efopraeffoilfuo  giudicio  publicòi  e  della  Univer- 
fltà  di  Parigi  conclufe ,  Ella  effere  omnium  hécrefum  fentinam .  Tapa  veri 
^nticbrijiij  &  maximum  fomicationis  cubiculum  .  Nel  medefimo  teno- 
re ufcì  ftiori  alla  luce  un'altro  Luterano ,  tenebricofo ,  e  ridicolofo  libro 
di  Anonimo  Scrittore ,  DeterminatioMma  facultatis  Theologia  Tarifienfis  fu- 
per^pologiam'philippi  Melan^honis,  ch'hebbe  da' fludiolì  più  fìfchiate  , 
che  occhiate. 
Procedure,  &iir.     Ma  non  COSI  l'Elcttor  Federico  di  SafTonia,  che  volendo  porger  fua 
pegno  del  saflc.  £g^g^  auzi  riporre  la fua  anima  più  tofto  nelle  mani  di  uno  sfacciatiilìmo 
Heretico,  che  in  quelle  del  Vicario;di  Chrifto ,  e  delle  Univerfità  Catto- 
liche del  Chriftianefìmo ,  con  mal'avvcduta  determinazione  prefe  per  Con- 
fultorc  di  un  tanto  affare  Erafmo ,  come  fé  in  quello  giudizio  fi  dibattefl'e  la 
eleganza  della  lingua  Latina,  e  non  la  verità  della  Religione  di  Chrifto: 
h  vumiterg.t.s,    j-^j  Hunc  EleBor  Frìderìcus  y  dum  Coloni js  morabatur,  dice  l'Ulembergio, 
Lovanio  per  littcras  evocarat  y  ut  qua  de  cauf a  Luther i,  deque  motis  contro- 
verfiis  ipftus  ejfet  fententia  ,  pnefens  familiariùs  fcifcitaretur  .   Ubi   Colo- 
niam  venit  Erajmus  j  feptimo  i^ovembris  ad  Trincipem  vocatus  fuit ,  quafì- 
tufque  de  negotio  Lutherano ,  eum  ,  inquìt ,  Ecclejìa  jiatum  effe  ,  qui  refor- 
mationem  omninò  defìderet ,  &  Lutherum  quidem  non  injurta  reprehendiffe 
"varios  abufus  ,  qui  negllgentia  Tralatorum  irrepferint ,  quorum  emendatio- 
nem  boni  omnes  jam  pridem  defiderarint  ;  necdee/k,  qui  probent  ipftus  in-' 
ftitutum  ab  humanis  conflituttombus  ,  <&  arguttis  fcholaflicorum  avocantis  : 
interim  in  fcriptiseum  nimis  acerbum,  ferocemy  &  violentum  videri-,  idea- 
queoptanduniy  ut  pofìta  ferocitate  manfuetiks  agat ,  fibique  temperet  ama- 
ledicentiay  &  verborum  afpcritatey  qua  bonormn  animi  fine  dubio  prorfus 
dienentur ,  Hacc  Erafmus  :   cuj'is  jermonem  eò  pertinere  cenfuit  Ele5ìor  , 
quafi  nibll  in  Luthero  prater  vchementiores  arimi  motus  ,  &  nimiam  (iyli 
mordacitatem  reprebfnderet.  Era[  lilius  viri  propter  nominis  celebrittitem 
etiam  ap.id  Vrincipes  jumma  au6ioritas  •  tùaque  judicium  ipftus  de  Luthero, 
eyufque  canfamavìium  pondushabuJti  quoTrmcepsconflrmatuS)  Meandrum^ 
&  Caraccfolnm]  qui  Tontificioi  BdU  -xecutionem  urge  b  a  ut ,  mi  diximus, 
iieinceps  andire  noluit  .  Così  egli:  oade  provenne  l'iinpegno  dichiarato 

dell' 


Capitole 


II'  2.97       Leone  X. 

^eir  Elettore  a  favore  "di  Lutero ,  e  quindi  in  confeguenza  gli  avvantaggi , 
che  foggiungeremo ,  di  quefta  deplorabile  Hcrefìa . 

Ma  chi  più  horribilmente  conerò  la  Bolla  fcaglioifi  ,  fu  quegli  ,  che   Precipitate  rifo- 
direttamente  dal  fulmine  di  elfa  fu  percoifo,  cioè  Lucerò,  che  fremè  qual  "*"'  '^"'"°" 
ferito  Toro  con  mugiti  hornbili,  e  precipitato  furore,  lì  primieramente 
egli  con  pompa  di  concorrenti  arfc  la  Bolla  di  Leone  in  mezzo  al  fuoco ,  e 
nel  gittarvela  dille  (  alludendo  alli  fuoi  libri  arli  da' Cattolici)  quelle  pa- 
role di  Sanfonc  [^]  S'um  fecerunt  mihi,  fic  fccieis.  Quindi  accalorato  da  a/«i.  ly. 
quelle  fiamme' d'Inferno,  die  dì  piglio  alla  penna,  etrèlibridivulgònon 
tanto  infuadifsfa,  quanto  in  offefa  de' fuoi  contradittori,  e  della  Bolla,  e  (noi  empU  u- 
l'uno  con  l' ingiuriofo  Titolo  xAdverfus  execrabìlem  Bullam  ^ntichrijlìt  ^''' 
V  alerò  ^Afknio  ^rtiadorum  àLtone  Decimo  damnatorumy  3c  il  terzo  in.  .^ 
iflile  giocofo,  e  perciò  tanto  più  pungente  tArticuli  Martini  Luther i  quars 
damnati  fmt^  Mi  molti  piùfuronoi  fuoi  Libri,  ch'egli  generalmente  pro- 
pofe,  &efpofe  a!  publ'co  in  riformazione,  coni' egh  dice  va,  della  Chiefa, 
ma  iuventàindertiuzione,  fé  pollìbil  folle,  di  ella;  [b]  LutheruSì  dice     bcocujn^nh 
il  Coeleo,  perquàm  multos  edidit  libros  tum  Latinos ^  tum  Tbeutonicos ,  in  Luthni Au.iy.i. 
quibus  ad  aacupandam ,  dr  erudiàonis ,  cr  pictatis  gloriami  gratiamqus non 
Jolàm  plebimn  y  Jcd  &  Trincipum  promert^ndam,  matita  bona  tum  exponen- 
do Scripturas  y  tum  adhortando  ,  &  corripiendo  homincs  ,  ptjji.^nis  machina^ 
tionibus  juis  admifcebat;  adto  ut  plcrique  etiam  magna  aufìori:atii  viri  cre- 
der enty  illum  vero  agi  &  ':^elo  vinutiSy  &  fpiritu  />/,  ad  tollcudos  hypo- 
critarnm  abujpts  ,  ad  reformandos  mores  ,  &  fiudia  ClcncoruM  ,  ad  erigeti- 
dos  in  amorcm  ,  &  cukiim  Dei  animos  mortalium  :  qualcs  craiit  Ubìi  ijìiy 
Expofìtio  decem  pr^ceptorum  ,  De  libertate  Chrifiiana  ,  Trff.a-tdecas  confo- 
latoria  ,  Explanatio  Òrationis  Dominic<£,  Commentarius  in  epi-ijlam  Vauli 
ad  GalataSy  E?iarratione5  Epijiolarumy  &  Evangeliorum  per  uomtnicas  ad- 
ventus  y  Operutiones  in  viginti  Tfalmosy  Expofìtio  feptem  Vfalmorum  Tosni- 
tentiaLiHm  ,   item  Vfalmorum  trigefimi  fexti ,  fexageftmi  fepcimi ,   &  cen- 
tefìminoniy  Expofìtio  cantici  àlaru  Magnificat  ,  De  bonis  operibus  ad  Dh- 
cem  Saxonix  Joannem  Fratrem  Friderici  Eleóìorts  ;    (2^  id  gmus  alia  e]us 
opufcula  ,    qu^ie  fpeciem  &  dottrini^  ,    &  pietatis  prxfeferre  videbantur  . 
Cosi  egli . 

Nella compofizione  di  quelli  libri,  cioè  nell' accrefcimento  fempre  di    Nuova BoUa di 
nuove  Herefie,  e  nella  orinazione  in  elfe,  trafcorfe  il  tempo  prefifib  dal-  pe^(ona"'dri.uu' 
la  Bolla  al  ravvedimento  del  reo  ;  onde  fi  ritrovò  in  obligo  Leone  con  tol  " 
nuova,  e  decretoriaBolla  fmembraredalChriftianefimo  colui,  che  così 
horribilmente  infettavalo ,  e  con  pofitiva  condanna  dichiararlo  Heretico,  e 
dirfamarne  la  condotta ,  ilnome,  elaHerefia.  Rifoluzione,  che  fé  prima 
prendevafi,  cioè  quando  non  ancor  a(Iìiì:ito  Lutero  dalla  protezione  men- 
dicata da' Grandi,  e  dall' aura  popolare  de' prevaricati,  ritrovavafiinifta- 
to  negletto  di  condizione,  e  di  fama,  certamente  fiata  farebbe  e  più  ap- 
plaudita dal  Mondo ,  e  ciò  che  importa ,  più  profittevole  al  Chriftianefimo , 
che  aborrito  haverebbe  di  aflbggiectare  i  fuoi  Theologi ,  e  i  fui  Principi 
agi' iniegnamenti ,  &  ai  comandi  duin  temerario  Apoflata:  mi  il  tempo- 
reggiamento non  fol  fu  inutile,  md  perniciofiflìmo ,  e  troppo  ben  allora  il 
vidde,  quanto  ben  dicefTe  S.Girolamo  della  fola  fofpezione  dell' Herefia, 
[e]  X?/o  infufpicionetì^refeos  quemquam  efie  patientem,  ne  apudeos,  qui  e  S,'mtr,ef,fi,(;i, 
i^HQYant  innocentmm  ejiis,  dtjJimulatiQ  confcientia  jiidicetur,  ptaceat .  Nif- 

fua 


Leone  X.       ^^g  Secolo  XVI. 

futi  Heretico ,  i  cui  fatti  fin  hora  habbiamo  noi  defcritti ,  hi  confarcinat(5  ì 
e  vomitato  più  Her  efie ,  che  Lutero  ;  né  ad  alcufio  di  effi  è  ftata  più  pazien- 
c^  i'-kowè'ni"^"'',.  temente  differita  la  condanna,  che  aiuterò:  [^]  SiLutherus  Haretkusnott 
fmtt.LuThr""''  efli  ferine  il  Roffenfe ,  ncmounquam  fuittì^reticus:  namLutherus  udverfm 
omnium  orthodoxorum  Tatrum  fententiam  fuadogmataftabilire  molitura  & 
nonfolùm  Vatres  omnes ,  veràm  etiam  Concilia  contemnit ,  atcìue adeò  totius  Ec- 
cleft<£  tot  retro  S^eculis  ufurpatam  confuetudinem  habet  prò  nihìlo  ,   Ma  gra- 
zie al  Cielo,  che  fé  ben  tardi ,  cioè  doppo  tré  anni  dalle  prime  allerte  He- 
refie ,  pur  tuttavia  cadde  queito  Infernal  Drago  fotto  il  potente  colpo  del- 
le due  condanne  Pontificia ,  &  Imperiale,  conl'una  delle  quali  egli  fi  vid- 
de  recifo  dal  Cielo  ,  con  l'altra  dal  Mondo  ,  come  noto  Ci  renderà  dai 
^      fucceflì,  che  foggiungiamo.  Dunque  Leone,  difperando  di  Lutero  quel- 
la converfione  ,    che  fin  allora  gli  haveva  fatta  promettere  un  paterno 
kt  ijGtnvétrotsii.  zclo  di  vcdcrlo  una  volta  convinto,  [^] emanò  l'ultima,-  cioè  la  fecon- 
da Bolla ,  non  fotto  la  condizione  della  diffubbidienza ,  come  la  prima ,  mi 
affolutamente in  condannazione irretrattabile  di  lui  nel  tenore,  e  forma j» 
che  fiegue  » 


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^Ad  perpetuam  rei  memoriam  ^ 

T>B»iUrLe^nh         Decetr^l  Romanum  Pontificcm ,  ex  tradita  fibi  divinitùs  potefiatey 

„  pcEnarum  fpiritualium  ,  &  temporahum  ,  prò  meritorum  diverntate, 

difpenfatorem  conftifutum ,  ad  reprimendum  nefarios  conatus  perver- 

forum,  quosnoxijevoluntatis  adeò  depravata  captivatintentio,  ut  Dei 

timore  pofipofito  3,  Canonicisfandionibus,  mandatifque  Apoftolicis 

„  rtegledis,  atquecontemptis,  nova,  &falfa  dogmata  excogitafe,  aeiii 

EcclefiaDei  nefariumfchifmainda.cere,  aut  fchifmaticis  ipfis  inconfu- 

tilem  Redemptoris  noflri  tunicam ,  Orthodoxscque  fidei  unitatem  fcin- 

dere  fatagentibus,  favorem  pr^bere  ,  aiUftere,  adh^rereque  non  ve- 

rentur,  ne  Petti  navicula,  fine  gubernatore,  &:remige  navigare  videa- 

tuf ,  contra  tales ,  eorumque  fequaces ,  acriùs  infurgere ,  &  exaggeratio^ 

„  nepcenarum,  &  alias  opportuno  remedio  ita  providere,  neiidemcon- 

„  temptores  in  reprobum  fenfum  dati,  illifque  adh^erentes,  falfis  com- 

„  mentis,  acfubdolis  eorummalitiisfimplicem  turbam  decipiant ,  ac  in 

„  eundem  errorem,&  ruinamfecumtrahant,  acveluti  morbo contagiofo 

„  contaminent ,  &  ad  majorem  ipforum damnatorum  confufionem ,  omni- 

„  bus  Chriftifidelibus  publicè  oilendere^  ac  palarti  declarare,  quàmfor- 

„  midabiliuni  cenfurarum,  &  pcenarum  illirei  exifìiant,  ad  hoc,  ut  iplì 

„  ficdeclarati,  &publicati,  confufi tandem,  &compund:i,  adcorfuum 

„  redire,  &  ab  eorundem  excommunicatorum  ,  &  anathematizatoruin 

prohibitaconverfatione  ,&participatione,  ac  etiam  obedientia,  fepe- 

nitusfubtrahant,  utdivinamultionem  evadant,  illorumque  damnatio- 

nis  participes  minime  fiant . 

Sane  alias  ,  cum  quidam  falfi  fidei  cultores  ,  mundi  gloriam  quóe- 
rentes  &c.  „  e  qui  ftendefi  il  Pontefice  in  quella  narrativa,  altre  volte 
riferitanella  prima  Bolla  precedente,  e  poi  fiegue,,.  Cumautem,  ficut 
„  accepimus,  licètpoftlitterarumathxionem,  &publicationem  poftela- 
pfum  termini,  feuterminorumhujufmodi  in  htteris  per nos  praèfixi hii- 
jufmodi,  feupriefixorum  (quosquidem  terminoselapfoshiifie,  &  efie 
omnibus  Chn^fiifidelibus,  ò^^pcr  pra^fentes  figaiftcamus,  &  fidem  faci- 

mus) 


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Capitolo  II,  zgg        Leone  X. 

«ntisj  nonnuUi  ex  cis,  qui  ejufdem  Martini  erroresfeciitifuerunt,  ip-  „ 
fariiinlitteraruni,  ac  monitionura ,  &  mandatorum  noftrorum  notitiam 
habentes ,  fpiritu  fanioris  confilii  ad  correverfi,  errores  fuos  confiten- 
tes,  &  hserefim  in  manibus  noftris  abjurantes,  ^  ad  veram  fidemCa- 
tholicam  fé  convertentes  ,  abfoliitionis  beneficium  ,  juxta  facultatetn 
eifdemNunciisdefiiper  conceiram,  obtiniierint,  &iii  noiinullis  Civita- 
tibiis,  & locis  didse  AlemannicE ,  libri,  &  fcripturjE  didi  Martini  juxta 
mandata  noftrapubjicè  cremati  fuerint  j  tamen  ipfe  Martinus  (  quod 
non  fine  gravi  animi  moleftia ,  &  mentis  noflraj  perturbatione  referimus  ) 
in  reprobum  fenfum  datus ,  non  foliìm  errores  fuos  infra  prjEmifliim  ter- 
minum  revocare,  &  de  revocatione  hujiufmodi  nos  certiores  facere ,  feu 
ad  nos  venire  contempfit;  verùm  tauquampetra  fcandali  pejora priori- 
bus  contra  nos,  ^^^hancSandamSedem,  &fidem  Catholicamfcribere,  „ 
ìk  pra:dicare,  &  aliosad  hoc  inducere  non  eft  veritus;  propterquod,  „ 
ficucipfe  )am  hsereticus  eft  declaratus  ,  ita  &  aliietiam  non  parvje  au-  „ 
doritatis,  &dignitatis,  propria: fuse falutisimmemores,ipfius Martini  „ 
peftiferamhsreticorumfedampublicè,  &  notorie  fequentcs,  eiquepa-  „ 
lam,  &publicè,  auxilium,  confilium,  &favorem  fubminiftrantes,  ip-  „ 
fumqueMartinuminfuisinobedientia,  &  contumacia  confoventes,  &  „ 
aliipublicationemdidarumlitterarumimpedientes,  pcenas  indiftisno-  „ 
ftris  litteris  contentas  damnabiliter  incurrerunt ,  &  hajretici  meritò  funt 
habendi ,  atque  ab  omnibus  Chriftitìdeljbus  evitandi ,  dicente  Apoftolo , 
Haereticum  hominem j  poftunam,  &  fecundam  corredionem  devita, 
fciens,  quia  fubverfus  eft ,  quie;ufmodieft,  &  delinquitt  cum  fitpro-  „ 
priojudiciocondemnatus.  „ 

Ut  igitur  cum  Martino ,  &  aliis  hsereticis  excommunfcatis ,  &  ana-  „ 
thematizatis ,  &maleditì:is  meritò  copulentur,  &  ficut  in  delinquendo  „ 
didi  Marnili  pertinacjam fequuntur , ita poenarum , 8c  nominis  p-articipes  „ 
fiant,  fecumqueLutheranivocem,  &  debitasportent pcenas,  cumpr^e-  „ 
milfaadeòmanifefta,  &  notoria  funt  eifeda,  &  permanentes,  itautnul-  „ 
laprobatione,  autmonitione,  vel  citatione  indigeant,  proutficfore 
decernimus ,  &  declaramus  ;  Martmum ,  &  ahos ,  qui  eundem  Martinum 
in  fuo  pravo ,  &  damnato  propofito  obftinatuai  fequuntur ,  ac  etiam  eos, 
quieurnetiamprarfidio  mih'tari  defendunt,  cuftodiunt,  &  propriis  fa-  „ 
cultatibus ,  vel  alias  quomodolibet  fuftentare  non  verentur  ,  ac  auxi- 
lium, confilium,  veUavcicTi,  quovismodopr*eftare,  &fubminiftra- 
repra^fumpferunt,  &prsEfumant,  quorum  omnium  nomina,  &  cogno- 
mina, &qualirates,  etfi quavis  cella  vel  grandi  pr^fulgeant  dignitate, 
pr^efentibus  haberivolumus  prò  exprefils ,  ac  fi  nominatimexprimeren- 
tur,  ac  in  iiiorumpublicatior.e  vigore  pr^fentium  facienda  nominatim 
exprimi  pofient ,  decernimus ,  excommunicationis ,  &  etiam  anathema- 
tis,  necnonmaledidionisìpcernae,  Oc  interdidi ,  acineos,  c\:eorumde- 
fcendentes,  dignitatum,  honorum,  Oc  honorum,  privationis  &inha 
bilitationis  ad  illa,  nec  non  honorum  confilcationis ,  &  criminis  I^fje 
majeftatis,  &  alias  fent^ntias  ,  cenfuras  ,  &  pcenas,  etiam  in  hcEreti- 
cos  à  Canonibus  iaflidas*  in  didis  litteris  contentas  damnabiliter  inci- 
eline . 

Civitates  quoque  ,  terras  ,  caftra  ,  oppida,  &  loca  in  quibus  tunc  „ 
prò  tempore  fu erint^,  acadquse  eos  declinare  contigerit ,  $c  qu^inillis  „ 

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Leone X.       ^qq  Secolo    XVI. 

,,  funt,  àc  alias  etiam  Cathedrales ',  &  Metropolitan. ,  Monafteria,  St 
„  aliareligiofa,  &pialoca,  eciamexemjjta,  &nonexempta,  quocunque 


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EcclefiafticointerdJéloriippofitaefre,  ita  ut  ilio  durante,  illis,  pr^textu 
cujufvis  indulti  Apoftolici,  prseterquamin  cafibus  àjure  permiflìs,  &in 
illis,  nonaliàs,  qudmjanuis  claufis,  acexcomnriunicatis,  &interdid:is 
exclufis,  nequeant  Mife ,  &  alia  divina  Officia  celebrari,  Apoftolica 
auftoritate ,  tenore  prsefentium  declaramus  :  illofque  prò  excomnninica- 
tis ,  &  anathematizatis ,  malediftis ,  interdidis ,  privatis ,  &  inhabilibus , 
ubicunque  locorum  denuntiari,  &  publicari,  ac  ab  omnibus  Chriftifì- 
delibus  ardiiìs  evitari ,  prircipimus ,  &mandamus. 

Et  ut  omnibus  in  Dei ,  &  Ecclefis  fux  vilipendium ,  Martini  & 
fequacium ,  &  aliòruni  inobedientium  obflinatJB  temeritatis  audacia 
innotefcat ,  ne  morbida pecus  gregem  inficiar,  parfque fyncera  adin- 
fedionem  trahatur:  univerfis,  &  fingulis  Patriarchis,  Archiepifcopis, 
Epifcopis,  Patriarchalium ,  Metropolitan.,  Cathedralium,  &  Colle- 
oiatarumEcclefiarumPr^latis,  Capitulis,  &  perfonisEcclefiafJcis,  & 
quorumvisOrdinumetiam  Mendicantium,  religiofis  exemptis,  &non 
exemptis,  ubilibetconiìitntis,  invirtuteSandseObedientise,  &fubex- 
communicationislataj  fententia-  poenis,  mandamus,  quatenus  ipd,  & 
quilibeteorum,  fi,  &poftquam vigore pra^fentium  requifitifuerint, in- 
fra tresdies,  quorum  unum  pio  primo,  &  alium  prò  fecundo,  &  reli- 
3,  quum  prò  tertio ,  &  peremptorio  termino ,  ac  canonica  monitione  pra?- 
„  midaailìgnamus,  eofdem Martinum ,  &  alios  excommunicatos,  ana- 
„  thematizatos,  maledidos,  &hitreticosdeclaratos,  aggravatos,  inter- 
didos,  privatos,  &inhabiles,  &  in  pr^fentium  executione  nominatos 
in  eorum  Ecclefiis ,  Dominicis ,  &  aliis  feitivis  diebus  (  dum  major  inibì 
populi  multitudo  convenerit  ad  divina  )  cum  Crucis  vexillo  ,  pulfatis 
campanis,  &  accenfis  candelis ,  ac  demum  cxtlnétis,  &in  terrampro- 
jeótis,  ce  conculcatis,  cum  trina  lapidum  projedione,  aliifque  csere- 
moniis  in  fimilibusobfervari  folitis,  publicè  nuncient  ,  &  faciant,  & 
mandent  ab  aliis  nunciari ,  &  ab  omnibus  Chriftilìdelibus  ardius  evitati . 
Ad  majorem  infuper prjefati  Martini ,  aliorumque  hsereticorum  hipradi- 
didorum,  adhjErentium  ,  &  fequacium,  &:  fautorum  confufionem,  in 
virtute  fand.T  obedienti^ ,  mandamus  omnibus,  &  fingulis  Patriarchis, 
Archiepifcopis,  ilpifcopis,  &  aliarum  Eccleiiarum  Pr^rlatis,  ut  licut 
ipfi  ad  fedandum  fchifmata,  audoreHieronymo,  conftituti  fuerunt, 
ita  nunc ,  urgente  neceflitate ,  prout  eorum  incumbic  oiiicio ,  conftituanc 
femurumpro  Populo  Chriftiano,  non  tacendo  tanquam  canes  muti, 
non  valentes  latrare,  fedincelian  ter  clamando,  &  exaitando  vocem ,  &: 
prsedicando,  ócprsdicarifaciendo  verbum  Dei,  ac  ventatemfideiCa- 
tholicse,  contradamnatosarticulns,  &ha:reticosfupradidos. 
"^      Nec  non  omnibus  ,    &  fingo!:?,  Parochialium  Ecclefiaaim  Redori- 
bus,  ac  religiofis  quorumcumqueOrdinum,  etiam  Mendicantium,  ex- 
emptis &  non  exemptis ,  ut  pr^emittitur ,  fimiliter  in  virtuce  Sand^e  Obe. 
dientiiE  mandamus ,  ut  ficut  ipfi  nubes  i  Domino  conftituti  funt ,  ita  fp^ri_ 
tualemimbrem  in  populo  Dei  feminare,&contrafupradidos  aitirulos  , 
,',  ut prìefertur , damnatos, ficut etiam eorum incumbir officio, publicè pu* 
,'  blicarenonvereantur:  fcriptumeilenim,  quòd  perteda  chanras  foras- 
/  mittit  timorem.  Vos  igitur,  &  veftrum  finguli  onus  tam  meritoni  negotii 
'  devo- 


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Capitolo  1 1,  JOI         Leone  X. 

devota  mente  fiifcipientes:  vos  iniUiusexeciitionefic  folIicitos,acver-  „ 
bo ,  &  opere  itudiofos ,  atqiie  diligentes  exhibeatis ,  quòd  ex  veftris  labo-  „ 
ribus,  divina  nobisfaventegratia,  fperatifruftns  adveniant^  acperfol-  „ 
licitudinem  noftram  ,  quse  caufas  pias  gerentibns  prò  retnbutio-  „ 
ne  debetur,  palmam  glori.-e,  non  folùm  confequi  mereamini,  verùm  „ 
etiaiTi  apud  nos ,  &SedemprjEdidani  non  immeritò  valeatis,  deexada  „ 
diligentia veflra  uberiiis  commendati.  „  Sieguonopoi  lefoliteclaufole  „  • 
finali  delle  Bolle,  e  fi  foggiunge  la  Data  <T/?«rf  5.  T*e/^r«»2  nell' anno  15  21.  nel 
giorno  fecondo  di  Gennaro.  Cosila  Bolla.  Alla  condanna  Pontificia  fo~ 
praggiunfe incontanente  il  Bando  Imperiale;  e  come,  e  quando  ,  e  con 
quanta  contradizione  degli  avverfarii  (\  fcagliafife  finalmente  qiiefto  formi- 
dabile fulmine,  ordinatamente  ne  defcriveremo  in  qiiefto  Inogo  il  rac? 
conto . 

Erafi  rimperador  Carlo  fermato  in  Vormazia,  dove  convocata  ha- ^gjf^°  Litro!'' 
veva  la  folenne  Dieta  con  invito,  e  concorfo  de' Magnati  della  Germania, 
a*  quali  appartiene  come  a' Configlieri  il  parere,  e  come  a' Principi  il  con- 
fentimento  fopra  i  più  gravi  affari  dell'Imperio.  Fra  quelli  affacciavafi  la 
caufa  di  Lutero,  che  nel  fovvertimento  della  Religione  manometteva  tut- 
to il  governo  politico  della  Germania  ,  onde  la  maggiorparte  de' radunati 
agevolmente  concorreva  nella  fentenza  di  fvellere  da  quelle  Provincie  que- 
fta  nuova  pefte  di  Herefia,  E  Cefare  fopra  tutti  le  fi  moftrò  cotanto  avver- 
fo,  che  venendogli  prefentata  una  lettera  di  Lutero,  incuil'Hereticolo 
eccitava  a  fcuotere  il  giogo  della  Pontificia  autorità,  egli  non  folamente 
rie  usò  di  leggerla,  anzi  tutta  in  molti  pezzi  lacerolla,  e  così  lacera  diella 
all'Aleandro,  acciò  à  Leone  la  tramandalfe.  Concordofii  nella  Dieta,  che 
foife  ad  eflfa  chiamato  Lutero ,  e  fentito  :  ma  alla  determinazione  fi  oppofe 
r  Aleandro  con  eccelfa  coftanza ,  sì  per  la  incompetenza  di  quel  Laico  Tri- 
bunale, come  perla  terminata  Decifione  del  Giudizio,  nel  quale  il  Papa, 
come fupremo Giudice  in  materia  di  Religione,  digiàfentcnziatohaveva 
con  la  condanna  del  reo .  Nulla  però  giovandola  fua  oppofizionein  quel- 
la caufa  cotanto  notoriamente  protetta  da' gran  Fautori,'  eglifi  fottopofe 
alle  maledicenze ,  &  agi'  infulti  degli  Heretici,  un  de'  quali ,  e  quefii  fu  un 
vii  Portiere  del  Configlio  Cefareo ,  lo  rigettò  una  volta  con  due  pugni  nel 
petto ,  con  heroica  moderazione  di  quel  degnifiìmo  Ecclefiaftico ,  che  tut- 
to intento  al  ben  publico ,  nobilmente  trafcurò  ogni  rifentimento  ^i  priva- 
ta vendetta.  Mandofiì  [n]  dunque  GafparoSturmio  Araldo  di  Cefare  co'l ,  cocu^.^  ,-^  ^^;, 
falvo  condotto  à  Lutero,  li  quale  benché  diffuafo  da  molti,  rifolvè  di  s.n- f'^i'racit. 
darvi,  tutto  gonfio  di  fé  fìeflb ,  e  quafi  portato  a  volo  su  l'aura  del  popolo,  _ 
che  veneravalo  per  Mefib  da  Dio  ,  e  di  cui  vedevafi  di  frefco  divulgata  una 
Jmagine  con  un  Diadema  in  tefla  a  guifa  di  Santo.  Ma  apparve  egli  più  che 
Disvolo ,  anche  prima  che  giungelTe  in  Vormazia .  Conciofiacofache ,  ben- 
(che  nel  falvo  condotto  prohibito  gliveniffe  in.quel  viaggio  ogni  difcorfo , 
anche  privato ,  di  Religione;  nuUadimeno  il  temerario  gionto  in  Erfordia 
nella  folennità  della  Domenica  iritAlbis  volle  con  pompa  montar  fui  Per- 
gamo ,  e  non  fol  predicare  al  Popolo  prefente ,  mi  eziamdio  ai  lontani ,  per 
mezzo  delle  ftampe,  alle  quali  incontanente  egli  die  la  Predita,  divulgan- 
done numerofe  copie  per  tutta  la  Germania ,  non  tanto  con  reità  di  difl'ub- 
bidienza,  quanto  con  pompa,  inculcindo  quivi  le  feminate  Herefie  con-  p^.^^., 
tro  il  valore,  e'I  merito  generahnente  delle  opere  buone, e  particolarmente  diLi't^!-o""'^'^^' 

ddle 


Leone  X.       ^q^  Secolo  XV I. 

a  ixctcUtioc.  delle  corporali  5  e  contro  i  Sacramenti  [a]  Unus  adìficat  tempia  t  e^lidìcé- 
«*.  va,  alter  peregrinatur  ad  S.Jacobum,  aut  ad  S.  Tetrum i  tertìus  jejunat^ 

autorat,  induit  cappam  y  inceditnudipeSy  aut  quid  aliud  facit  :  ejufmodiope'^ 
ra  nihil  prorfus  funt ,  &  qua  funditus  deflrui  oportet .  Modica  res  ejjet ,  fi 
folùm  exptlarentur  homines;  hoc  vero  maximum  efl,  proh  dolor  I  malum 
quod  in  mundo  ejie  potefi ,  quòd  homines  eò  diriguntur  ,  ut  opera  corporali^ 
pojjint  jalvare  ,  aut  juftificare.  Così  l'empio  delle  opere  pie,  afferendole 
egli  vane,  &  inutili,  e  con  nuova  aggiunta  di  beftemmie il  fuoDifcepolo 
h  sa»Jir,de  vìfi-  Amfdotfio ,  cziaudio pcmiciore  j ond'hebbe ù fcrivcte il Sartdero[^]w^w/- 
tUM»narc  ,ii  .7.  ^^^^^^j  doccìit ,  boTia  opcraad  falfttem hominis eflc pemicìofa .  Ma  allefacri- 
leghe  beftemmie  non  potendo  rimanere  immobili,  e  fordi  nèpureifaflì, 
tremò  di  repente  con  fubitanea  fcoffa  tatto  quel  Tempio ,  ed  Erfordia  ftelfa 
commofla  dalla  predicazione  ài  Lutero ,  da  fé  medefìma  (ì  die  a  faeeo ,  &  a 
fiioco  ,  come  prenunciando  alla  miferabile  Germania  dalla  mina  di  una 
Cittd ,  quella  che  feguir  doveva  dell'altre  :  racconta  il  fatto  l' Ulembergio , 
e  vitmi,rrg.invi-  ^  "^  ^^^^  V^^  Autote  uu  Teftimonio  prefentealfucce{ro[c]I«f^er«yf«^» 
taiHtb.c.s.        Erphordiam  venifiet  t    ad  ^ugufiinìanorum   Monaflerium  divertiti  vetus 
domicìlium,  in  quo  Monachi  habitum^  nonanìmum  indueratt  ibi  Dominica 
prima  pofi  fejìum  Tafchatis ,  qua  tum  quidem  in  feptimum  ^prilis  diem  inci- 
dit  ,  concionem  habuit  ad  populum  ,  quam  poftea  typis  excufam  m  vulgus 
fparftt  .  Hanc  rem  Sturmius  cadttceator,  qui  jam  tumLutberi  partibus  fecrc 
tò  favebat ,  fua-piter  dijjìmulavit  :   quamquam  noverat  in  lìtteris  fahicon- 
du6lus  cautumy  ne  Luther  us  ufpiam  in  itinere  conciones  ad  populum  haberet, 
Ceteritm  ingens  hominum  multttudo  confiuxit  ad  concionem  hanc  ,  in  qua  con- 
tigit  quiddam  memoratu  dignum  ,    quod  magnam  popula  trepìdationem  in-^ 
cujjit .  Templi  pars  quidam  editior ,  in  medio  conctonis  curfu ,  fubitò  treme- 
faìia  efl  ,  &  concuffa  ,  editoque  flrepitu  moveri  coepìt ,  quaft  ruinam  mina- 
retur.  Topulusy  qui  confertim  eoloco  [e conglobarat ,  inopinatarevehementer 
territus  fuit ,  atque  hoc  unum  cogitabant  omnes ,  ut  fuga  ruinam  anteverte- 
rent .  Tanta  -però  trepidatio  fuit ,  ut  quidam  fenefiras  vitreas  jam  excute- 
renty  faltu  per  eas  evafuriy  nift  Lutherus  impctum  reprejjìffet  ;  monuit  enim 
tAuditoreSy  ut  manerent ,  &  pnefentieffent animo-.  Damonem  fpe6ìriim bue  , 
&  tcrriculamentum  excita\Ì£  ;  nihil  ah  eo  periculi  futurum  :  ita  paulatim 
motus  hic  conquievit  .  "ì^rrat  Hifìoriam  hanc  in  libro  de  curfu  vita  fua 
Daniel  Crefierus  fuperintendens  Drefenfts  non  infimi  fubfelli  viri  mter  Luthe- 
ranos ,  feque  cum  td  temporis  Erphordia  moraretur  Jìudiorum  caufa  ,  concio- 
nem hanc  audirijje  y  memorat.  Inter  catera,  qua  Lutherus  in  ea  conetbne 
©  de  bonis  opcribus,  de  conjìitutionibus  bum  ani  s ,  de  peregrinationibus  y  de  va- 
riis  Monachorum  inflitutis  in  contumeliam  B^Ugionis  Catholica  prò  vulgi 
pruritu  mordaciter  effutivit  y  multa  quoque  petulanter  dixit  in  Ecclefiaflicos  , 
C^  Sacerdotes  CathoUcos  ,   quorum  m.Urbe  magnus  erat  numerus  :   in  quot 
non  diu  poftquam  Lutherus  Erphordia  àifcejjit,  menfe  Junio  nimirum,  ingens 
cxortafuitjeditioy  quam  dubium  non  efl,  quin  lingua  flabello  per  concionem 
hanc  Lutherus  excitarit .  B^es  per  ftudiojos  capta  primùm ,  qnibus  •pilijfmi 
quique  de  face  vulgi  fé  conjimxerunt  -,  Canonicorum  domus  per  vim  expugna- 
tay  direptiC  y  expilataque;  ablata  fupcllex  omnis  generis  ,  menfa  ,  leóiua- 
que,  &  qua  funi  hoc  genus  alia  concifa  frufttllatim  y  &  m  plateastumultan- 
ter  rejeSìa:  cerevifta  ,  e^  vinum  belluino  more  potatumy  &  quod  ingluvies 
non  capiebat,  vajis  fra^is  effufum  :  fci/Ji  le^ii,  &  piuma  è  feneflris  domo- 
rum 


Capi 


nìolo  IL  503        Leone  X*. 

rum  in  àerem  effufa ,  ^«^  per  totam  urbem  volitar unt  injìar  dtnf^  nhis ,  &pau- 
iòpòftlongè,  latèque  folum  ipfum  operuerunt,  ^fihunc  modum  quinquaginta 
Canonicorum  Domusuna  noUe  dirept^y  è  quìbus  feptem  ineenf^  foto  tenui  con- 
flagrarunt.  H£primitUfueruntfpiritus  illius ,  qui Luthero  ex  Cathedra  docen- 
te cammovit  templum ,  &  in  anìmos  ^uditorum  collapfuspaulò  pòjìexcitavic 
Jcditionem  hanc  ,  eaque  re  prafagittm  edidit ,  quid  in  tempio  Dei ,  m  Orbe 
Cbrifliandy  perhominis  illius  dokrinammachinaretur , 

Ma  feguitiamo  il  famofo  infame  viaggio  di  Lutero >  eia  di  lui  temera- 
ria, e fuperba entrata ,  q com^2x(2i'm  Y oim^zìd,  [a'I  Quacumque iter facte-    *  cicu.Ue.eit. 
batj  dice  di  lui  il  Coeleo,  /rÉ-^ftewy  erat  concurjus  hominum  videndi  Lutheri 
fludio  ,  in  diverforiis  multa popinatio,  Uta  compotatiOy  mujìces  quoque gau-  ?"y^"^'  ^"'^''® 
dia  ,    adeò    ut  Lutherus    ipfe    alicubi  fonora    tefiudine    omnium    in    fé  !,"  lu^'oTeu?  *  * 
€citlos  converterety  velut  Orpheus  quidam  ^  fed  rafusadhuc  ,  (jr  cucuUatus , 
coque  mìrabilior.  Cosìegli  giunfe  a  Vormazia,  Frate fcommunicato,  He- 
retico  condannato ,  follevator  di  ribellioni ,  eccitator  di  ftragi ,  e  Theologo 
fra  circoli  di  ubriaca,  e  fporca  congrega.  Con  comitiva  [^1  dipreflba    b  Of»»iah^eu. 
cento  Cavalli,  e  Cavalieri  fuoi  parziali  awicinoflì  alle  mura  della  Città  %  ^J,"Mvii'ì^atUan' 
nella  quale  con  affettata  modeftia  entrar  non  volle,  fé  non  con  otto  foli  ^"i  thu^,  ^a* 
Huomini,  e  nello  fmontar  dalla  Carrozza  in  un' alloggiamento  preffo  al  ^''"''"'*"'' - 
Salfone,  rivolto  al  gran  Popolo,  eh' era  accorfo  a  vederlo,  alcuni  per  af- 
fezzione,  mi  tutti  per  curiofità,  ad  alta  voce  egli  diffe  in  lingua  Tedefca, 
Iddìo  farà  per  me  ;  alle  quali  parole  efrofteflb  riferifce,  negliattiy  chepoi 
fcrifle,  di^orma^iia  [c]fideparum  integra  y  come  di  efiì  notò  un  moderno  e  nm.^ux.  r^c. 
Autore,  falfts  vera  admìfcens  y  che  una  Donnicciuola  così  divotamente  iJ;^'.^,J.'''*'°'^''' 
pur  ella  ad  alta  voce  rifpondefle  [rf]  Beatus  ventery  quiteportavity  &ube-  <i  lmc'u, 
ray  qi4ie  fuxijìi .  Fiì  dunque  fubito  Lutero  introdotto  avanti  a  Cefare ,  che 
da  ciòjch'ei  diffe,argomentando  qual'  egli  foflcjnon  potè  contenerli  di  forri- 
dendo  dire  a' fuoi  Configlieri,  Cojiui  certamente  non  mi  farebbe  mai  diven- 
tar Heretico  :  tanto  poca  modeftia  noto  vvi  nelle  parole ,  e  tanto  poca  crean- 
za negli  atti.  Nel  giorno  decimofettimo  di  Aprile  [e]  cioè  nelfeguenteal  c^o«.ijii, 
fuo  arrivo ,  fu  egli  introdotto  nella  Dieta  da  un'Officiale  dell'  Arcivefcovo 
di  Treveri ,  Hiiomo  dotto ,  Cattolico,  e  confidentillìmo  dell'AleandrOjchia- 
matoGio:Ekio  (  non  già  quello,  di  cui  di  foprahabbiamofpeffo  fatta  de- 
gna menzione,  mi  un  limile  a  lui  nel  nome,  nella  fede,  e  poco  men  che 
in  dottrina ,  quali  voielfe  giuocare  anche  il  cafo  con  la  uniformità  de'  nomi 
nella  conformitàde'fucceiii  contro  la  peifona,  e  gli  errori  di  Lutero)  efiì 
da  lui  incontanente  Lutero  interrogato  di  due  cofe,  S' effiriconofcejfe  per  fuoi 
li  libri  quivi  prefentt  (  ed  erano  li  prefenti  circa  venticinque  Opere  date 
inlucedalui,  ed  in  quella occafione raccolte  per induftna dell' Aleandro) 
fd  altri  à  nome  fuo  divulgati  :  e.  Se  fojhner  voleva  le  cofe  in  effi  contenute .    .. 
Alla  prima  eglirifpofe,  Que  Libri  veramente  ej^er  fuoi:  allafeconda,  Do- 
mandò tempo  à  deliberare:  il  che  per  ecceUìva  clemenza  di  Cefare  conce- 
dutogli, egli  ricomparve  nel  leguente  giorno  dentro  la  Dieta,  edilfetre 
cofe  :  Li  primo  luogo  non  poter  efìo  fenza  offcfa  della  fua  cofcienza  ritirarli 
dalle  dottrine  infognate  ne'  fuoi  Libri ,  e  fpecialmente  da  quelle  che  apparte- 
nevano alla  Fede  :  Secondariamente  circa  li  Decreti  de'  Papi .  e  fentenze  de' 
Papifti  daini  impugnate,  non  dover  elfo  in  alcun  conto  rivocarle ,  perche 
quefio  farebbe  ,  com'  egli  beftemmiò  ,  un  fortificare  quella  carnificina 
del  Chriftianefimo .  E  qui  il  temerario  obbrobriofe  invettiveaggiunf e  con- 
tro 


Leone X.       ^q^  Secolo  XVI. 

tro  il  Pontificato  Romano ,  quali  furono  incontanente  fnflfocate  in  gola  dal- 
l'autorità  di  Cefare;  e  fin  al  mentejin  terzo  luogo,  confeffar  eflb  ingenua- 
mente di  effere  ftato  fuori  dell'  honefto  pungitivo ,  e  mordace  contro  i  fuoi 
awerfarii,  ma  eflb  non  haver  fatta  mai  profeilìone  di  Santità,  bensì  però 
di  Sapienza  ;  onde  il  difdirfene  riufcirebbe  perniciofo  a  chi  più  defiderava  il 
bene  altrui ,  eh'  il  proprio  :  conchiufe  il  difcorfo  con  affettato  zelo  della  glo- 
ria del  nuovo  Celare,  ma  con  isfacciata  temerarietii  di  contradizione  al 
Concilio  cotanto  in  Germaniariverito  di  Coftanza ,  negandone  il  valore ,  e 
ripigliandolo  ài  errore,  per  haver  <jue' Padri  condannate  le  due  propofi- 
zioni ,  della  libertà  della  parola  di  Dio  ,  e  ,  della  Chieja  rifiretta  nella  fola 
Univerfttà  de  Tredejiinati .  Nella  qual  propofizione  Lutero  molto  intìlte- 
va,  perche  non  potendo  egli  negare  l'afliftenza  da  Dio  promeffa  alla  Chie- 
■'  fa,  non  volea  conceder  una  Chiefa  vifibile,  emanifefta,  dal  cui  giudizio 

potefìe  venire  effo  condannato  ;  ma  volevane  un'  altra  afcofa  tra  le  mifterio- 
fe  tenebre  de' Decreti  imperfcrutabili  della  divina  Predeftinazione,  li  cui 
■■'  oracoli  faper  non  fi  potellerofenza  miracoli:  a  fin  d'efentarfi  in  quefta  ma- 

niera da  ogni  Giudice  humano,  e  di  ridurre  il  tutto  air  incerna  ifpirazione 
di  Dio,  cioè  al  proprio  detto,  e  capriccio.  Inhorridito  Cefare  alla  baldan- 
za dell' Heretico,  che  così  arrogantemente  parlava  in  quell'accreditato 
Congreflb  contro  i  venerati  Concilii  della  Chiefa ,  troncò  il  ragionamento , 
e  licenziollo  dalla  Dieta;  &inelfa  nel  giorno  feguente  egli  fé  leggere  una 
fcrittura  da  fé  comporta  in  notificazione  della  fua  Imperiale  awerfione 
contro  lui ,  e  doppo  inutili,  e  lunghe  conferenze  con  l' Arcivefcovo  di  Treve- 
ri ,  e  poderofa  difputa  havuta  da  Lutero  con  Gio:  Coeleo  Decano  della 
Chiefa  della  B.  Vergine  di  Francfort,  da  Noi  fpefle  volte  citato  in  tefti- 
monianza  di  quelli  racconti,  e  cheperfuo  privato  zelo  fi  era  trasferito  a 
Vormazia  in  quella  occorrenza  a  fine  di  ajutar  la  caufa  Cattolica,  onde 
poi  fii  egli  dalla  mordacità  de' Luterani  indefelfamente  lacerato,  e  rinve- 
nendofifempre  e  da' Principi,  e  da' privati,  e  da'Ecclefiaftici,  e  da' Laici 
oliinato  il  malvaggio  nella  fua  perverfione,  fiì  finalmente  da  Cefare  licen- 
ziato da  quella  Città,  con  precetto  che  fra  venti  giorni  egliufcifle  fiiora 
dal  iuo  Imperiai  Dominio ,  con  efprelfa  prohibizione  di  predicar  per  la  via , 
ò  di  eccitar' fra  que' popoli  moto  alcuno  di  Religione.  Si  partì  Lutero  il 
a  i^.^;-.;/»!?!!.  giorno  [^]feguente,accompagnato  dall' Araldo  Cefareo,ricevutoallaPor- 
b  ommahacha-  ^^  diVoriTiazia  da  venti  Cavalieri  fuoi  (eguaci  [b]  con  Cavalli  difeguito 
t'c.'^.&Jsurt  per  il  viaggio.  India  pochi  giorni  egli  licenziò  l'Araldo,  epereflbriman- 
incommtnt,        dò indietro  il  falvo  condotto,  ò  riputandofi  baitantemente armato  di  le 
medefimo ,  ò  armandofi  con  queflo  atto  di  finzione  al  tradimento  machina- 
to  del  fuo  volontario  rapimento .  Conciofiacofache  pervenuto  ne'  Stati  del 
Partenti jiLute>  Salfoneful confiue della Thutìngia,  egli  licenziata  parte  della  Comitiva, 
f.?o'^*fi«r'rÌp'.  cheaccompagnavalo,  e  tramandatane  avanti  altra  parte  a  fin  di  preparar- 
raemo,  «li  l' alloggio ,  COSI  più  folo  che  potè,  entrò  in  una  gran  Selva,  che  quindi 

conduce  a  Vvittemberga ,  -e  in  deftinato  luogo ,  come  inopinatamente  for- 
prefo  da  due  nobili  fidati  familiari  di  Federico,  che  fermata  la  Carozza, 
e  malmenato,  per  accreditare  il  fatto,  il  Cocchiere,  con  forza  tollero  lui 
fopra  un  preparato  Deftriere,  e  con  la  mentita  fopravefle  di  Soldato,  lo 
conduffero  di  notte  nel  Caftello  di  VVaftberga ,  fortezza  del  Salfone ,  fitua- 
ta  in  ermo  Monte,  e  fuor  di  commercio  de' Pafiaggieri,  e  dove  novemefi 
fu  egli  ritenuto ,  fpefato  alla  grande ,  ma  con  fecretezza  più  che  grande ,  in 
°  modo- 


Capitolo  II.  5  o  «5       l^^on^  X. 


in  fin- 


modo  tale,  che  né  pur  l'ifteflo  Federico  [^]fapeva  in  qiial  de' fuoiCaftelli  a  b^ovìus 
rofrerinchiufo  Lutero,  à  fin  di  poter  ficuramente  giurare,  ch'eflb  non  fa-  '"•'•""•^J"» 
peva ,  dov'egii  fi  ricrovafìfe .  Volò  tal  nuova  per  la  Germania,  e  per  la  Euro- 
pa con  quelle  due  ali ,  fopra  cui  per  l'ordinario  fi  porta  la  fama  per  la  divul- 
gazione di  qualche  gran  fucceflb,  cioè  con  quella  di  chi  con  occhio  difap- 
paflìonato  rimira  gli  eventi  lontani  j  e  tutti  quefti  credc:rono  ciò,  che  in 
effetto  era ,  che  Lutero  nonfofle  flato forprefo  dagl'inimici ,  mudagli  ami- 
ci, per  fottrarlo  dal  primo  furore  del  bando  Imperiale,  cheprevedevafì 
inevitabile  :  e  con  l'altra  di  chi  parziale  à  Lutero  efaggerava  violata  la  pu- 
blica  fede ,  imprigionato  un'innocente ,  e  fin'alfalllnato ,  atteft andò  taluno 
con  temeraria  menzogna  haverlo  veduto  co'  proprii  occhi  così  tenacemen- 
te legato,  che  per  le  legature  ne  grondava  iifangue  dalle  dita  j  &  altri,  ha- 
verne  rinvenuto  il  cadavere  trafitto  da  fpade,  e  gittato  infepolto  preflb 
una  miniera  d'argento.  Onde  la  Germania  n'era  tutta  foflbpra  in  diverfi 
partiti,  e  inferoci  così  horribilmente  la  fazione  de'Parteggiani,  che  ne  an- 
dò quafiinfchio  di  morte  la  vita  de' due  Nunzii  del  Papa,  e  dilaceratala 
fama ,  e  poco  men  che  laperfona  medefima  dell' Imperadore . 

Ma  Carlo ,  difpreggiati  li  vani  raggiri  degli  Hererici ,  ordinò  all'AIean- 
dro,  che  diftendeife  il  bando,  il  quale  riformato  in  qualche  piccolaparte 
da'  Configlieri  di  Cefare ,  fii  finalmente  letto  nella  Dieta ,  che  ancor  aperta 
durava  in  Vormazia,  &  approvatone  dal  Marchefe  di  Brandeburgh  in  no- 
me di  tutti  il  contenuto.  Allora  [^]  l'Aleandro  prefento  (lì  avanti  àCefa-  b  8.a/4^^;»  ijii. 
re,  e  glieneporfedue  copie,  una  Latina,  l'altra  Alemanna,  che  da  lui  do'impeMak  To'. 
con  lietiflimo  volto  fottofcritte ,  furono  incontanente  date  alle  ftampe ,  e  ^'■°  ^""^"°  • 
divulgate  per  ogni  parte  nel  tenore,  che  fiegue: 

[  e  ]  Carolus  V.  Dei  henìmìtate  EleUus  Romanorum  Imùerator  femper  c,-^*^''?;  "?*''  ^'' 
^ugujtMSy  Cermanne  y  Hi/pam^j  utrtuj^ueSicune,  JerofolynKCy  Hmgarice,  Fiorcm,in<iHm 
Dalmati^  ,  CroatU  Éex ,  &c.  \aymHrMm     & 

B^everendifjimi  y  digmfjimty  chariffimìque  Cognati  y  propinqui ,  T^eligiofi  ,  tm, 
&  fideles  :  Cum  ad  nojìrum ,  id  efi  Bimani  Cafaris  officium  pertineat ,  non 
folàm  Trovincias  ,  orbem  ,  terminofque  Sacri  Bimani  Imperli ,  qmd  majo- 
res  noftri  Germaniche  nationis  ob  defenfionemSacrofan6Ì£  lÌoman£y  &Catho- 
lic£  Ecclefi£  di-pina  adjuti  ope,  multo  fanguine  y  vulneribiifqite  juis  pepere- 
runt ,  reprejjis ,  belloque  domitis  infidelibus ,  prò  virili  proferre ,  augere ,  ac 
promovere  ;  verùm  etiam  juxta  regulam ,  Canonemque  ha&enùs  à  Sacrofan- 
£ia  Bimana  Ecclejja  obfervatum  projpicere ,  ac  providere ,  ne  qua  labes  hce- 
refis,  minima  denique  fufpicioin  Romano  Imperio  religionem  nofiram  vitiet, 
atque  infeflet ,  aut  fi  quid  hujus  forte  radices  agere  ,  &  vtrere  contigerit  , 
omni  diligentia  adhibitis  mediisy  remediisy  rationibufque  probatis  ,  &  mo~ 
deratiSy  prout  negotii  magnitudo  pojiulat ,  evellere  ,  ac  extirpare  :  proinde 
reputamus  nobifcum ,  fi  cuiquam  ex  majoribus  nojiris  hac  in  re  bene  mereri 
de  nomine  Chrijiiano  non  fuit  recufandum ,  à  nobis  quoque  longò  phiribus  de 
caufis  idem  muneris  ,  onerifque  debere  fufcipi ,  pojlquam  Omnipotentis  Dei 
bonitas  ad  propugnationem ,  &  mcrementum  Sacrofan^£  Fidet  fu£  nos  tot 
accelfione  B^egnorum y  Vrovinciarum y  majorifque  potenti^,  quàm aliquot  re- 
tro [muIis  quemquam  in  Imperio  ex  majoribus  noflris  amplificaì?it  y  corona- 
vn  y  e- armavit -y  cìmque  gente  quidem  à  ChrifiianiffimiscJfanbuSy  ^rchi- 
ducibus  ^ujhiay  &  Burgundi^  Ducibus ,  flirpe  vero  à  Catholitis  Hifpania, 
Sicilia  y  Jerofolymx  B^egibus  nojier  defcendat  ortus  ,  quorum  de  facinoribus 
Tomo  IV,  V  '      (,gy^. 


7.».  pag.  I4J« 


Leone  X.       ^q^  Secolo  XVI. 

egrepìs  prò  tuenda  I{eligìone  Chrijìiana  domi ,  militUque  deftgmtis  nulla 
€onticefcet  atas , 

Quocirca  fi  harefes  quajdam  vìx  abbine  triennio  in  natwne  Germanica 
fpargi  coeptas ,  c^r  antehac  per  San^a  Concilia ,  Tontificumque  decreta  cum 
EccTefia  Catbolias  conJen(u  -pere  condemnatai  »  &  ejeólas ,  jamque  denuò 
velut  ex  profundis  orci  faucibus  retraSlas  ,  altiiis  radiculas  dijfundere  ,  ac 
propagare  pateremur,  neghgentefque  connivere,  indulgere,  dijjimulare  per^ 
geremusy  primo  confcienṭ  noftr^  quafi  contagione  pefiilenti/Jimi  carcinoma- 
tis  afflata  plaga  gravior  infiderety  deinde  fempiternam  nominisnoflri  gloriam 
in  tam  felici  florefcentis  Imperli  vefiibulo ,  ceu  caliginofa  quaderni  nebula 
inumbraret,  ac  ìnvolveret ,  Cum  itaque  fine  dubio  nemint  vefirum  fit  obfcu- 
rum ,  quàm  proO'd  errores  ,  h^refefque  è  Chrijìiana  -pia  recedant ,  ac  decli- 
nent ,  quas  ^u^i]  intana  familia  quidam  Martinus  Lutherus  in  Ordine  ,  dr 
Religione  Chrijltana ,  m  primis  autcm  in  illiifiri  natione  Germanica  y  utpotè 
indefatigabili  harefum  ,  impiorumque  dogmatum  deletrice  ,  violelttcr  intrO' 
ducere  >  virulcnterque  diffeniinare  conatur  tanto  cum  profe6lu ,  ut  nifi  matu- 
re, celeriterque  tam  praruptaoccurratur  audacia,  poftmodum  univer fa  Ger- 
mania hh  moibis  inveterafcentihus  miferabdem  ruinam,  &  interitum  omnis 
•pirtutis ,  honeflorum  morum ,  pacis ,  fìdeique  Chrifii'ana  fit  pajfura . 

Ir  eterea  non  immentò  SanBijfimus  Tater  Leo  X.  SacrofanUa  Fumana, 
^CatbùlicaKcclefta  fummus  Epifcopus ,  qui  prater  cateros  in  ea  quafi  pigi- 
Ita  ,  jiationeque  collocatus  eft  ,  ut  diligenter  ,  0"  ìiayiter  ^ttcndat ,  ne  quid 
I\ffpublica  Cbrijiiana  labis  ,  detrimentique  accipiat ,  rei  atrocitate  ,  pericu- 
Iffque  permotus ,  initio  Lutberum  paterne  cospit ,  ^  benigne  admonere ,  at- 
que  à  parum  faufio  propofito  dehortari ,  c^  ut  errores  à  fé  dipulgatos revoca-^ 
reti  infiare.  Mine  ille  cum  refifleret,  &  plura,  pejoraque  mifceret  in  dies, 
experre£lus  Tontifex,  cantra  jìbi  nitmdum  non  inufìtatisy  fed  aquis,  &con- 
•penientìbus  modis ,  yi'ifque  putavtt .  Troinde  femel ,  atque  iterùm  Cardina- 
leSy  Epifcopos,  aliofque  Tralatos ,  nonnuUos  etiam  ex  ordine  ^egulatorum 
Triores ,  Qenerales,  &MiniJìros,  pratereaque  multos  praflantes,  &hone- 
ftos  hominem ,  omni  laude  virtutis ,  eruditionis ,  prudenti^  cumulatos  ,  tum 
aliarum  quoque  nationum  Do£iores  ,  ac  Magiflros  conpocavit ,  &  accerfi- 
yity  ad  eundemque  conventum  Martinum  Lutberum  citavit  :  quo  contuma- 
citer  abfente  ,  omniaque  ejus  fcripta  latina ,  &  vernacula  ,  qua  vel  jam 
emifity  vel  adbuc  emittet,  tanquam  perniciofa ,  fideique,  &  unitati  Eccle- 
fta  prorfus  adverfaria  damnavit.  Deinde  poteftate  ,  au5ioritateque  Tontifi- 
€ia  ,  diàorum  Cardinalium  confi  Ho  ,  &  voluntate  ,  maturaque  penfatione 
Epifcoporum ,  TralaPoruffi ,  Do6ìorum ,  &  baretica  pravitatis  Inqmfitorum 
illa  ubique  comburi ,  pemtfìfque  abolcri  mandavit ,  Tum  ipfum  Lutberum  , 
nifi  prafiitutOy  definifoque  tempore  fecundum  determinationem  Decreti  fua 
Sanà^tattsofienderity  errorum  fé  paniterey  eofqueabjecerit ,  &revocaverit  y 
yelut  mnbedientia  y  maliti^que  filium,  fcbifmatisy  barefumque  auóìorem 
ab  omnibus  vitandunty  fmicndumque  juxta  Ugum  pondera  confiituit,  cror- 
^inavit  fiib  panis  in  Buffa  Pontificia  comprehenfis  ,  quam  Beatitudo  ejuf 
nobis ,  tamquam  Cbriftiana  fidei  veroy  fummoque  defenfniy  San&aque  Se- 
disTontificia  y  &T{pmanay  atque  Catholica  Ecclefia  ^dpocato,  per  fiuam, 
T{oman£qtic  $edif  Oratorem  ,  &  l^ntium  à  Bei'tttudine  ipfiuspeculiariter 
hanc  tpfam  oh  caufam  ad  nos  ablegatum ,  curavit  exhiberi ,  adjun£ìa  cohor- 
tatione,  poftulatifque ,  ut  prò  ratione  muneris,  officili  legitimaque  procura- 

tionis 


Capì 


ntolo  IL  207       Leone  X. 

tionìs  C^fare£  Majejlatis  nofir^  ,  Beatitudini  fu£  in  Imjufmodi  perturbatio^ 
ne  gladii  civilis  auxilium  i  ad  I{eligiottem ,  gloriamque  Chrijii  vindicandam  tm- 
pertire;  &  quod  Chriflianijjtmo  ,  Cathohcoque  I\e^e  t  ac  "Principe  dignum 
ejiy  in  nofiris  hareditariis  B^egnii  t  Ducatibus,  ditionibufque ,  precipue  vero 
in  Germania  edicere ,  atqne  fancire  veltmus ,  ut  univerja ,  &  ftngula ,  qu^e 
in  Bulla  San6Ìitatis  fu£  continentur ,  invioiabiliter  ,  indijpcnfabtltterque  fer- 
ventur,  &  in  bis  executio  y  legumque  voluntai  adrniniflretur  ^ 

Et  quamquam  nos  eam  adhortattonem  pofl  allatam  Bullam  Tontificiattt , 
tandemque  ipfam  Luthert  condemnationem  in  pluribui  Germania  locis  annuntia- 
riy  cekbrarique  fecimus,  ejufque  in  nofirìs  inferioribus  Surgundicis  Regioni- 
bus  y  ac  prafertim  Colonia  3  TreveriSi  Moguntia,  Leodiiy  executionem  y  ad- 
minijìrationemque  feverèmandavimus .  Interim tamen Martinus  Lutherus  non 
foliim  non admeliorem  frugem  fé  recepii,  nec errata  revocavitj  aut  àTonti- 
ficia  SanBitate  abfolutionem ,  &  rurfus  in  San6ia  Catholica  Ecclefia  remijjio- 
nem  ,  verUamque  petivit  ;  veràm  etiam  depravati  animi  fui ,  pervcrfaque 
intelligenti^  plures  malos  fru6lus  y  atque  effe^us ,  feu  rabtosè  manifeflam 
opprejjionem  Ecclejiamachinans  y  multisacervatis  voluminibusy  ^uaeum  la- 
tina, tumvernacula,  nonrecentibus ,  nov ifque  tantum ,  f ed  jamolim  quoque 
reprobati!  au£loritate  Conciliorum  hoireftbus  >  blafphemiifque  fcatefit  a  fé  geni- 
tisy  aut  certe  nomine  fuo  publicatii ,  quotidte  diffipaviti  in  quibus  à  Sanala 
Ecclefia  tot  obfervatum ,  receptumque  faculis  fepteifi  Sacramentorutn  nume- 
rum,  injiitutionem ,  &  ufum  difjipat ,  convellit,  defcsdat»  atque  pervertii  j 
indifjolubilifque Sacri  Adatrimonii  CanonesvariiSy  &  mirabilihus  modix  indi- 
gnò polluit.  ^Ajjirmat  item ,  SacramUn£iionemreminùfficacemi  &  commen- 
titiam  effe  ;  ufum  quoque  ,  &  inettarrabilem  SacrofanÙa  Cosna  Domini  fru- 
£iumadmorcm,  confuetudincmque  Bohemorum  damnatutn  acccminodare  fiu- 
det  :  tum  Conféffionem ,  qua  confcientiii  mole  peccati  gravatici  contamina- 
tìfque  omnium  faluberrima  exifiit ,  adeò  implicare  ,  &  invohere  capit ,  ut 
nulla  fiwdaìnentalis  inde  informatto ,  nulla  idonea  confolaiio  fumi  poffìt,  & 
hauriri.  Tojìremò  minatur ,  fé  porrò  tot  de  Confefjione  /cripta  prodi turum  , 
ut  fi  hoc  concedatur,  non  folkm  pleriquc  ex  taiibus  ejus  lufunis  libris  dicere 
fmt  aufuri,  Confejfìonem  inutdem,  &  infruSluofam  efìe^  veràm  etiarn  pau- 
cijjìmi  futuri,  qui  non  clamìtent  prorfus  à  Confeffione  abfttncndum , 

Quid  quòd  de  funfiione  ,  c^  ordine  Sacerdotali  non  irreligiose  tantum  ^ 
leviterquc  fenttt ,  fed  ìmperitum  quoque  profanorum  Laicorufri  -Pulgus  con- 
citare, &  permovcre  nititur,  ut  manus  fuas  cruore  Sacerdotum  ref purganti 
ac  fummum  Sacro  fannia  Fìdet  nofira  Tontificem,  Divi  Vetri  fuccefiot  cm , 
verumque  Chrijìi  Ficarium ,  fcedè  ,  fcurriliter  ,  contumelioscque  nominai  i 
nec  cejiAt  in  eitm  debacchari  multiplicibus ,  &  mauditis  ,  hojiilibus  ,  farno^ 
fifque  maledi6iis  ^ 

Confirmat  etiam  ex  Ethnicorum  "Poetarum  fabulis  ,  nullam  e(le  liberta-^ 
tcm  natura  hominis,  eò  quòd  determinatio  divina  fit  rata,  &  imrnutabilis  * 
Docet  item  applicattonem  m  Mijfa  prò  aliis  impiè  fieri.  Vratenà  abrogat 
fiata  fejuniorum  ,  orationumque  tempora  ,  &  initio  a  San£Ìa  Ecclejia  tra^ 
dita ,  cjr  confianter  haBcnìts  retenta .  Imprimis  autem  contemnit  fanclorum 
auBoritatem  Tatrum  ,yqui  ab  Ecclefia  recepti  funt ,  tollitque  funditus  obe- 
dicntiam ,  ac  politiam  Ecclefiafiicam  :  denique  univerfaliter  iii:yd  alii^d  fpi' 
rant  ejus  fcripta ,  quod  non  feditionum ,  difiraBionnm ,  bellorum ,  caaium  f 
rapinarum  ,  exufiionum  \  &  occafus  Fidet  Chriftiana  matcriam  ,   caufam" 

V     2  'i"- 


Leone  X.       ^^g  Secolo  XVL 

que  prxbeat  ;  quemàdmodum  enim  aeteris  permìttit  hahenas  laxare  omni- 
bus animi  cupiditatibus  y  &  difìolutè  effra8is  legum  repagulis  ,  pecudumque 
more  vivere  ;  fìc  ip fé  homo  perfra&i ,  &  ejfranati  ingenii  omnia  veterumin- 
ftitutdi  legefque  repudiai ,  conculcata  &opprimity  velut  nuper  à  Decretis  y 
&  Conflitutionibus  Ecclefiajìicis  publicè  cremandis  nullo  pudore  j  metUy  re- 
verentiaque  deterritus  e/i  :  &  nifi  civilis  gladii  aciem  magis  ,  quàm  fulmi- 
na,  execrationes y  poenafque  Tontificias  reformidaffet ^  indigniora  longè  in  ci- 
•vilia  jura  commi fifiet. 

l^lec  erubefcit  palam  ,  petulanterqiie  Sanata  Concilia  perjiringere ,  pro- 
que  animi  fui  morbo  taxare  ,  deformare  ,  ledere  ,  de  quibus  Jtngulariter 
Conjìantienfe  Concilium  ubique  lutulento  ,  (jr-  maledico  ore  convitiis  exagi- 
tat 3  quod  appellai  aliquoties  fynagogam  Satana  ,   gravi  affictens  dedecore  , 
(jr  ignominia  Germanicam  nationem  ,   omnefque  eos  ,   qui  Synodo  interfue- 
runty  ac  Joannem  Hus  propter  h^reticas  ejus  macìmiationes  vivum  ardenti 
rogo  adjudicaverunt  ,  nempè  Sigifmundum  C^farem  ^nteceforem  nojirum  , 
facrique  Imperli  Trincipes ,  atque  Senatum  publicum  ,  quos  ^michriflos  , 
Diaboli  ^pofiolos  ,  Tatricidas  ,   &  Tharif^os  nominai.  ^Ajfeverat  item  , 
omnes  errores  Hus  in  dia  Synodo  condemnatos ,  in  Evangelio  Chrifli  ,  d^£Ìrì- 
naque  contineriy  hocque  fé  probaturum,  defenfurumque  profiteiur  :  tum  ad 
eam  intemperiem  animi  y  dementiamque  progreffus  efly  ut  aperte  glorietuf  y 
fi  pradi6ius  Hus  femel  hareticus  fuerit ,  fé  meritò  decies  prò  hi^er etico  ha- 
bendum  ejje. 

2^e  vero  e  reterà  y  fludio  hrevìtatis  y  innumera  Lutheri  flagitia  ordine  per- 
fequamur  j  conftat  hunc  unicum  non  hominem  ,  fed  d<^monem  potius  ,  figu- 
ra y  &  fpecie  humana,  cuculloque  Monajiico  indutum,  complurium  Hareti- 
corum  extremè  damnatas  harefesy  qu£  jamdiu  obfoleverant ,  in  unam  quafì 
lernaam  paludem  coegijfe  ,  multafque  pratereà  reccntes  ,  atque  novas  ex- 
cogitajje  y  hoc  pr^textu  ,  quòd  fidem  pradicet  i  quam  proptereà  fedulò  in' 
culcat  omnibus  ,  ut  vcram  ,  finceramque  fidem  defiruat ,  &  labefa&et  , 
ac  fub  nomine  ,  fucoque  Evangelica  do6irina  omnem  Evangelicam  pacem  , 
(jr  charitatem  ,  bonarum  rerum  harmoniam  ,  atque  conflitutionem  ,  ipfam 
denique  pulcherrimam  Ecclefi^  Hierarcbiam  cxtinguat ,  evertat ,  diffolvaty 
&  obruat . 

Hm  omnia  mente ,  cogltatìoneque  complexì  prò  poteflate ,  atque  fafiigio 
CiefarCiQ  nofiroi  funElionis ,  ad  quod  divinitiis  eve&i  fumus ,  prò  qua  fingula- 
ri  amore  y  &  propcnfione  voluntatis  y  qua  cum  P^ligionem  Chriflianam  y  no- 
jirorum  exemplo  majorum  y  ajjcrerey  tueriy  propugnarci  tum  Romani  Tonti- 
ficis  y  San£Ì£que  Sedis  honorem ,  dignitatemque  cumulare ,  &  ftabilire  mirifico  - 
cupimusy  expendimus ,  nequaquam  nos  prater  fupra  memoratas  Tontificias 
exhortationes ,  atque  pofluluta  fine  infigni  vituperatione  nofiriy  contumelia , 
detrimentoque  Ecclefue  in  tanta  ,  tamque  atroci  caufit  negligentia  peccare 
poffCy  ficut  nec  facere  debcmus  y  necha6lcnùs  unquam  faciendinobis  fuit  ani- 
mus :  veràm  potius  defarum  B^manorum  majorum  nofirorum  veftigiis  inh£- 
rerey  eorumque  preclara  prò  Jalute,  &  defenfionc  Catholic£  EctUfidi  gefia 
imitariy  laudatifque  Ccnfiitutiombusy  qua  in  pernici?m  ,  ultionem  ,  &  ex- 
.  tirpationem  hanticorum  fa6la  funty  prò  viriti  parte  fiudcbimus y  ac  pecu- 
liaritcr  hi^jus  ncgotn  caufa  noftros  y  Sacri  que  Imperli  Ele^ores  Trincipes ,  ^ 
flatus  y  jam  aliquoties  hit  Vvormatia  ad  nos  venire  jujjimusy  totaquc  contro- 
verfiaj  ut  evidens  neceffitas  requirit,  acerrime  pervefiigata,  ponderata  y  & 


Capitolo  IL  309        Leone X 

txàmlnatai  communi,  &  unanimi  con filio ,  confenfuque  decret^imus ,  ut  fé- 
Guitw;  quamquam  hominem  totìes  €ondemnatumy  &  in  oh  firmai:  a  pcrver fio- 
re animi  perfeverantem  ,  atque  ab  unione  Catbolica  Eccleft£  feparatum  , 
hiantfefiumque  Hereticum  ad  cogitationem  admittere  omnia  jura  excipiunt: 
tamen  ut  anfa  maledicorum  fermonum  pr^cideretur  ,  prxfertim  cum  aliqui 
palam  contendant ,  multos  Lutheri  nomine  libros  componi ,  &  excudi  ab  tp- 
fo,  nec  lucubratos  ì  nec  editos  :  alti  quoque  exifliment ,  (equitatitonfentaneum 
effe,  utantequam  in  Lutherum  atrocius  aliquid  flatuatur,  priìis  accerfitus, 
falvoque  condu^u  munitus  à  nobis  audiatur  :  ideòque  eiim  ad  Jlulam  noftram 
citavimus,  &  per  Caduceatorem  datis  literis  de  fecuritate  bue  proficifci  cu- 
ravimus  ,  inque  nojira  ,  &  fupradìBorum  omnium  nojirorum  ,  Imperiique 
EleCiorumy  Vrincipum  ,  <&  Ordinum  prxfentia  interrogavimus  ,  an  libello- 
rum,  quos  illi  tunc  propofuimus,  aliorumque  ftmilium,  qui  nomine  ejus  paf- 
fim  circumferuntur ,  au6lorem  [e  fateatur,  &  an  in  hujufmodi  fcriptis  con- 
tra  SanBa  Concilia ,  decreta ,  morem  ,  confuetudinemque  à  majoribus  noftris 
ufque  in  hodiernum  diem  religiosi  obfervatam  ,  difceptata  revocare  ,  fuppli- 
citerque  ad  gremium  ,  &  unitatem  Eccleftie  redire  velit . 

Tanta  vero  lenitate,  tanta  fermonis  comitate  ,  tam  aquis  conditionibus , 
tam  paternis  admonitiombm  hac  illi  commemorata  funt ,  ut  pertinacijjì- 
mum  hominem,  &  rupibus  Caucafì  duriorem  meritò  fle&ere  ,  mollire  ,  at^ 
que  permovere  debuerint.  Js  autem  horum  opufculorum  fa6ìa  mentione  , 
quamprimum  fuos  effe  partus  affirmavit,  ftmulque  proteftatus  eji,  numquam 
fé  hos  negaturum.  Tratereà  adjecit  ,  plures  à  fé  libros  confcriptos  fuiffe  , 
qui  cum  ignoti  fìtit  nobis,  hìc  non  enumerantur ,  Sed  quantum  ad  revocatio- 
nem  ;  deltberandi  fpatium ,  moramque  pojìulavit  :  ^«<c  cum  illi  jure  optimo 
denegari  potuifet,  eò  quòd  contra  novas  corruptelas  ,  ^  fanatica  deliria  in 
fide  abfque  cun6latione  continuò  procedi  oporteat,  &  quòd  ipfe  cumexnojìro 
fuperiori  mandato.  Uteri fque  fibi  infcriptis ,  certòque  redditts,  dare  mtelle- 
xerit,  cujus  rei  caufa  ad  nos  vocatus  ejjet,  nifi  preparata,  meditataque  re-  -- 

fponfìone  in  noflrum ,  fiatuumque  Jmperii  confpeÙum  prodire  non  debuiffet  ; 
nihilominiis  tamen  illi  benigne  ,  c^  clementer  indulgentes ,  diem  unum  cogi- 
tandi  tribuimus , 

Tojiridie  igitur  in  nofirum,  Vrocerumque  Imperii  confeffum  reverfus,  ite- 
rum  gravifjimè  ,  atque  luculenter  admonitus  efl ,  ut  fé  colligeret ,  quo  prò- 
grederetur,  etiam  atque etiam  videret ,  ad]un6la  poUtcitatione  nojira,  fi  qudt 
yitiofay  quoque  condemnanda  e ffent ,  in  libellis  fuis  retra£laret ,  nos  illi  rur- 
fus  SanSlijfimi  Tatris  nofiri  Tap^e  benevolentiam ,  &  amorem  conciliaturos  , 
daturofque  operam  ,  ut  Beatitudo  illius  ex  ftngulis  Chrifliani  nominis  genti- 
bus,  acnationibus  binos  excellentes  viros  probat^ì^ita,  exquifit^eqtte  do£iri- 
n^e  eligat ,  qui  de  libris  ejus  cenfuram  agant,  errorefque  expungant ,  reliqua 
vero  nulla  baerefeos  labe  infe6ta  ,  ut  Tontifìcia  San6Ìitas  approbet .  Itaque 
pofi  tot  obtefiationes  »  adbortationes ,  preces,  nec  inrevocationem  confentire, 
nec  uberrimas  polUcitationes  nojiras  ampleQi  voluit;  fed  omninò  refpuit,  ac 
detre£lavit ,  idque  tam  inconftderato  fermone  ,  tam  indecenti  vultu  ,  atque 
geflu,  qui  fuic  mentis,  conftliique  compoti,  ac  religione,  facri fque  init iato , 
<T  dicato  homini  nequaquam  convenit .  Tunc  enim  manifefiè  cum  dixijjet  , 
fé  in  lucubrationibus  fuis  ne  verbum  quidem  mutaturum ,  ac  nobis ,  flatibuf- 
que  Imperli  prafentibus  impudenter ,  &  flagitiosc  Sanila  Concilia  derifi[iet, 
abjecijjet,  &  ^fpernatus  fui f  et,  in  primis  autem  Conflantienfe ,  quod  natio- 
Tomo  ly,  V    3  nem 


Leone  X.        ^jq  Secolo  XV I. 

nem  Germanicam  cum  aterna  laude ,  atque  honore  cumulavit ,  tum  pacis 
otiti  concordìaque  vìnfulum  futt  -,  hac  tandem  fé  conditione  obligavity  fi  in 
difpHtatione  y  qnam  fretus  noflris  de  fec  uri  tate  promiffis  expetivit,  nonigno- 
rans  id  humano,  divinoque  jure  prohiberi,  fuccubutffet . 

£t[i  autem  hac  contumaci  refponfione  ,  non  exigua  noflri ,  Trocerumque 
molejìiay  &  c^enfione,  populique  fcandaloy  audita  ,  probabtlibus  de  caufìs 
induxeramus  animumy  continuò  feveriùs  eum  coercere,  re6làque  domum  ex 
Conventu  dimittere  ,  quemadmodum  hanc  nojìram  voluntatem  poftero  die 
manu  nojira  prcefcriptam  revelari  fecimus  ;  prcefatorum  tamen  Eleóìorumy 
Ordinumque  intercejjione ,  flagitationibufque  addu6ii  fumus ,  ut  triduum  illi 
ad  l/berandam  iflo  quafi  jiupore  mentem  largiremur .  Sed  intereà  duo  item 
Ecclejlajìici  3  duoque  faculares  TnncipeSy  duo  pojìremum  ex  nojìrisy  Impe- 
riique  Civitatibus  adhibitiy  dcle6liy  defìinatique  funt,  qui  mandato  y  &  no- 
mine Congregai  ioni  s  totius  Imperli ,  Lutherum  ad  fé  vocatum  familtariter  , 
&  amanter  admonerent  y  adhortarentury  erudirent,  nec  ullam  rem  idoneam, 
accommodatamve  ad  eum  de  fententia  deducendum  intermitterent ,  cum  in- 
tcrminaiione  y  nifi  fanaticas  opiniones  abjiciaty  quàm  graves,  &  acerbas  , 
tum  à  nobis  y  tum  à  Sacro  Imperio  poenas  approbantibus  Canonibus  expe6iare 
debeat,  kAc  ubi  tam  feria,  ddigenfque  cohortatio  irrita,  fruflràque  fufcepta 
fuit ,  quidam  ex  noflris  Ele£ìoribus  afiumptis  duobus  placido  ingenio ,  nobili- 
que  doSrina  pradiàis  Do£Ìoribus  y  &  una  cum  illtSy  ac  Jeparatim  ipfe  y  non 
modo  fumma  obteflattone  y  jpeciofaque  demonjlratione  multtplicium  ejuserra- 
forum  perfuadere  Luihero  conatus  efly  ut  pluris  Patris  noflri  Tap£  ,  fìmili- 
terque  noflrum  ,  C^  omnium  Imperli  ordinum  ,  aliarum  item  Catholicarum 
nationum  confenfum  ,  ritus ,  &  confuetudinem  ,  tot  fMulis  juxta  Ecclefm 
conflitutiones  tanquam  per  manus  tradttam  ,  qudm  proprias  fpeculationes  , 
fuique  commenta  cerebri  faceret ,  hac  adje^lione  y  fi  pertìnaciàm  ,  morofita- 
temque  depofuerit ,  &  ad  meliora  fé  converterit ,  reipfa  illum  intelle6ìurum 
hoc  illuflri  multorum  San6lorumTatrum  ex  empio  y  &  ad  confcrvationem  cor- 
pori  s,  anima  ,  exiflimationijque  fua  fieri.  •  -   ?  >.^>' 

^d  hacy  ut  bona  fide  nobis  renuntiatum  efl,  Martirtus  Lutherus  refpon- 
difle  fcrtur  y  fé  non  folùm  omncs  jam  di6las  perjonas  ,  fed  etiam  generale 
Concilium ,  fi  quod  futurum  flt ,  profufpc6lo ,  &  partiali  habiturum ,  &  quòd 
in  libris  fuis  ne  minimam  quidem  fyllabam  velit  mutare  y  quod  anteà  quoque 
in  noftra  y  flatuumque  Imperii  prafentta  proteflatus  fuifet ,  printer quam  ft 
à  viro  excellenter  erudito  convinceretur  ,  idque  fecundùm  fuam  dumtaxat 
regulam  y  ncc  ex  Conciliis  y  aut  Ctefareisy  Tontificiifque  decretiSy  aut  ullius 
Tatrum  au&oritatibus  quantmnlibet  fanali  ,  fed  ex  teflimoniis  verbi  Dei  , 
qu£  vult  ad  fuum  arbitriumy  fuafque  inextricabiles  ,  <&  fpinofas  opiniones 
inficili  y  detorqueriy  ac  enarrari;  cum  pateat,  atque  in  promptu  fitillisau- 
iìontatibus  id,  quod  inutroque  Teflamento  aut  non  ponitur y  aut  minus dare 
exprimitury  fupplentibus ,  ha6ìenìis  San&am  Catholicam  Ecclejiam  fuifie  gu- 
b'^rnatam  .  Quandoquidem  igitur  hac  ita  gefla  funt,  Martinus Lutherus  tam 
obflinatèy  ac  perverse  in  opinionibus  manifeflèhareticis  pcrfeveraty  ideòque 
tum  omnes  pii ,  &  intelligentcs  tanquam  furiofum  ,  &  à  demone  corre- 
ptum  fugiant ,  &  execrentur  :  7\(oi  juxta  noflrarum  tenorem  literarum  de  fe- 
curitate die  proximomenfis ^prilis 2'^.abire  illum  è  confpeBunoflro  jujjimus , 
caduceatoremque  rurfus  adjunximus  ,  ut  fecundùm  hunc  vigefimum  quintum 
diem  t/€prilis  adhitc  viginti  dtes  confequentes  condu^u  falvo  muniatur  :  hif 

que 


colpitolo   II,  311        Leone  X. 


tìue  tranfaBis  ,  nìbil  à  nohis  prafìdii  ,  defenjìonifijue  hahcat  ampliùs  ,  inde 
nimirum  opportunis  remediis  cantra  hanc  exulceratijjìmam  pcftem  procedi 
'  debet  ,  ut  jequitur .  .    ^ 

Principio  ad  laudem  ,  gloriamque  omnipotentis  Deiy  &  propugnationent 
Cbrijìiante  fidei )  Vontificis  quoque  Bimani ,  &  Scdis  honorem  debitumi  au- 
Qoritate  ,  &  poteflate  nojirce  defarea  dignitatis  ,  atque  officii  ;  prMereà 
unanimi  confenfu  ,  c^  voluntate  noftrorum  ,  facrique  Imperli  Ele6lorum  > 
Trincipum  ,  &  Ordinum  hìc  jam  congregatoriim  ;  nos  ad  perpetuam  rei 
memoriam ,  prafiandamque  decreti ,  fententia  ,  ac  condemnationis  BulU  j 
quam  San6lus  nofier  Tater  Tapa  velut  ordinarius  judex  controverftarum. 
I\eligionis  edidity  executionem  ,  fuprd  memoratum  Martiniim  Lutherum  tan- 
quam  membrum  ab  £cclefia  Dei  feparatum  ,  perniciofi  fchifmatis  auBorem 
manifeftum  i  pertinacemque  hareticum  à  nobisy  fobifque  univerfis  ^  &  fin- 
gulis  exiflimandum ,  denunciandumque  renunciàmus  ,  &  declaramus ,  idque 
publicè  tejiatum  bis  literis  volumus ,  edicentes,  &  imperante!  vobìs  omni- 
bus, &unicuique  fub  fp enfiane ,  atque  juraménto,  quo  nobis,  [acroque  Im- 
perio devinoli  efiis ,  ad  ejf'ugicndam  ita  criminis  Ufce  Majefìatis  pa^nam,  no* 
Jiramque  >  &  Imperli  profcrìptionem  ,  ac  excommunicationem  fub  priva- 
tone,  amtjfione  y  defpoliatiorte  omnium  regalium  feudorum,  privitegiorum  j 
immunitatumy  quas  ad  hocufque  tempusab  Antecefforibusnojìrisy  nobis  y  & 
facro  Imperio  ulta  ratione  concejjas  obtinuifiis;  imperantes,  inquam,  T^pma^ 
na,  C^fareaque  potejìate  feverè  hoc  edi£io  volumus  ,  ut  elapfis  prxfatis  vi- 
ginti  diebus  >  qui  decimo  quarto  hujus  menfts  Maji  terminabuntur,  pradi- 
6ium  Martinum  Lutherum  nemo  veflrum  hofpitiOy  te6loy  leBove  recipiat, 
ac  foveat  ,  nemo  cibo  ,  potuque  alat ,  &  fuflentet  ;  nec  quifquam  verbis  i 
ac  /a5iis  clam  ,  palamve  confilio  ,  vel  àuxilio  juvèt  y  aut  promoveat;  (ed 
ubicumque  locorum  in  eum  incideritis  y  ft  tantum  habebitis  viriumy  vinBum 
comprehendatis ,  diligentique  feptum  cujiodia  nobis  vel  adducatis  ipfi ,  vel 
adduci  curetis ,  aut  faltem  è  vefiigio  nobis  y  ubi  cdptus  fuerity  indicetis-.in- 
tereaque  carcere  claufurn  providenter  affervetis  ,  donec  quid  porrò  illi  infe- 
rendum  fit ,  injìru6Ìionem  noflram  acceperitis  :  vofque  propter  hujufmodi 
fan6Ìumy  CiT  piumopus y  ad  compenfationemlaborum quoque-,  &  fumptuumi 
benigne  remuneremini .  Verum  cantra  illius  neceffarìos  ,  conjun6ios  ,  patro- 
nos 3  altores ,  [autor es y  confentienteSy  amulatoresy  atque  imitatores,horum- 
que  mobilia  ,  vel  immobilia  bona  debctis  in  vigore  fannia  Confìitutionis  no- 
Jir£  j  &  Imperli ,  profcriptionis  ,  &  excommunicationis  hoc  ordine  procede- 
re j  videlicet  iter  facientes  projìernere  ,  prehendere ,  fortunas  diripere  ,  ad 
vefirum  dominmm  transferrey  nemine  objìantey  vel  impediente  ;  excepto  ft 
verifimiliter  i  probabiliterque  confìrmet,  fé  hac  fcopulofa  via  deferta  Tonti- 
ficiam  abfolutionem  impetrale. 

VrMereà  mandamus  vobis  omnibus  ,  &  unìcuique  privatim  fub  antefcri- 
ptis  posnis  j  ne  quifquam  veflrum  jam  f£pè  nominati  Martini  Lutheri  libros 
à  San^o  Tatre  noflro  Tapa ,  ut  fuprd  indicatur  ,  condemnatos  ,  ejufdemque 
alia  multa  f cripta ^  qu£  feu  vernacula^  feu  latina  lingua  componithaBenìiSy 
taìnquam  impiay  fa-day  fufpe5lay  diluta,  &à  notorio  pertinace  h^retico  edi- 
ta y  ampliùs  emere,  vcnundare,  fervare,  defcribere,  imprimere ,  defcribi  , 
vd  imprimi  facere,  nec  ipfius  opinioni  fitffragari  ,  adbxrere  ,  aia  predica- 
re ,  defendere  ,  ajfcrere  ullis  modis  ,  qui  ab  ingeniis  ,  humanaque  fo'e-'tia 
excogitari,  ufurparique  poffunt ,  pr^efumat . 

V    4  'Hec 


Leone  X:        ^j^^  Secolo  XV I. 

T^ec  vero  quem  facile  moveat ,  quòd  hxc  interdum  aliquìd  boni  ad  deci- 
pìendos  impentos  admixtum  habere  videntur;  nam  fi  à  falubcrrimis  epulis 
unica  veneni  guttida  infe^is  fani  omnes  abhonent  y  quanto  magis  hujufmo- 
di  libri  i  &  f cripta  mille  venenis  a?tim£y  lethiferifque  pejiibus  imbutay  non 
folùm  à  nohis  omnibus  refugitnda  ,  fed  etiam  ex  memoria  hominum  tollen- 
■  da,  penitùfque  obruenda  funt ,  ne  cuiquam  damnum  aliquod  ,  aut  aternam 
mortem  afferant  i  quoniam  fi  quoi  libris  e]us  re5iè  ,  ac  laudabiliter  inferta 
jjimt ,  multò  ante  à  San&is  Tatnbus  ab  Ecclefìa  Catholica  receptis  ,  &  ap- 
probatis  frequenter  tifurpantur  ,  mtrodiauntur  ,  &  explicantur  ,  ubi  abfque 
follie itudine j  fufpicione ,  aut  ullius  mali  periculo  attingi,  legi ,  traviar ique 

fofiunt, 

Infuper  decernimus ,  ut  univerft ,  &  finguli  cujufcumque  dignitatis ,  gra- 
dus,  ordinis,  conditionis  fucrmt ,  ac  pr<£fertim  gerentes  magifìratus ,  &  fu- 
periore,  vel  inferiore  ]urifdi6lione  armati y  fub  incurfione  pana  fupra expref- 
/^,  in  omnibus  [acro  Bimano  Imperio  fubje5iis  ditionibus ,  in  nojìris  item 
hareditariis  Ducatibus ,  atque  territoriis  de  fa6io  feverè  ordinent ,  panas 
irrogent ,  imperent ,  atque  procurent ,  quofcumque  tales  antedi^as  Lutberi 
yirulentas  commentationes y  libellos,  &  lucubrationesingentiumturnultuum, 
damnorum  ,  dijjìpationum  ,  hxrefum  in  Ecclefia  Dei  adminiflras ,  igni  com- 
burendas,  &  bis ,  altifque  medtis  funditUs  abolendas  ,  exttrpandasy  ad  ni- 
hilumque  redigendas  j  fimiliter  Beatitudinis  Tontifici^  nunttis  ,  ipforumque 
dclehis  commifiariis  ,  in  bis  ad  illorum  petitionem  ,  &  requijttionem  fum- 
ma  yoluntate,  atque  promptitudine  animi  adeffe,  obfequi ,  moremque  gere- 
re-,  ac  nihilominùs  iis  abfentibus,  ad  Imc  univerfa,  &  fmgula  adminijtran- 
da  ,  exequenda  ,  perficienda  noftro  jufiu  ,  mandatoque  accedere  ,  operafque 
conferre ,  debetis .  ' 

Càmque  evidens  neceffitas  effiagitet  prevenire ,  ac  pracavere ,  ne  libri 
lutberi,  aut  bine  male  excerpta  ,  vel  fupprejfo  nomine  au6ioris  edita  ,  vel 
aliorum  fcriptis  imene xt a,  cMerorumque  ejufdem  farina  hominum  opufcu- 
la  ,  qualia  magno  cum  dolore  paffim  in  Germania  confcripta  ,  &  publicata 
perniciofis  dogmatibus  ,  exemplifque  referta  percepimus  ,  in  poflerum  aut 
componantur,  aut  in  vulgus  fpargantur  :  unde  pii  fimpliccs  horum  legione 
fafcinati ,  errores  in  fide  comprobare ,  honeftatem  yitie  ,  morumque  negli- 
gere, inciperent  :  qu<£  res  fcandalorum,  acerbitatum  y  odiorum  in  Ecclefta, 
ceu  feminarium  quoddam  exiftit ,  quemadmodum  ha^ienus  perfpicuè  vidi- 
mus  :  quòd  in  dies  magis  magifjue  in  omnibus  regnis  ,  ducatibus  ,  populis  , 
nationtbus  confpirationes ,  fchifmata  ,  faBiones  ,  confufionefque  mctuendcz 
erunt .  Troptereà  ad  hujus  morbi  faviffimi  vim  extinguendam ,  iterùm  man- 
damus  confilio  noflrorum  ,  Imperiique  EleSiorum  ,  Trincipum  ,  &  fiatuum 
fub  prafatis  gravtbus  poenis ,  multis,  caftigationibitfque  vobis  ,  nojiris ,  & 
imperii ,  noftrorumque  hner editar iorum  Ducatuum  ,  atque  ditionum  fubditis 
univerfis,  &  fmgulis  tanquam  P^manus  Imperator  legitmius  harcs  ,  a^  or-^ 
dinaria  poteflas,  ne  quis  veflrum   teneat  pofihac  ejufmodi  famofos  ,  plenof^ 
que  veneni  libellos  y  aliafve  cbartas ,  aut  exempla,  -pel  tranfumpta,  ut  qu£ 
in  Chrifiiana  religione  nefandos  errores  pariunt ,  ac  ritus  ,  &  infili  ut  a  Ec- 
clefu  pervellunt, 

TrMereà  ne  quis  infefta ,  maledicaque  fcripta  in  SanUum  Vatrem  no- 
ftrum  Tapam ,  Triclatos ,  Trmcipes ,  academias ,  horum  facultatcs ,  aliafque 
honeftas  perfonas  denique  ofenfura  bonis  moribus ,  &  Eccleft^  tranquillità' 

tem 


Capitolo  IL  3^3        Leone  X. 

'tem  tuybatura,  atnpliùs  fingat,  Jcribaty  imprimati  vendat ,  emat ,  dam  , 
palamve  fervct,  aut  imprimi t  /Iribij  pingtpe  faciat,  nec  diis  bis  rationi- 
bus  quomodocumque  excogitentur,  fieri  procuret,  comiiveat,  vel  permittati 
e  qui  lì  ftende  il  Bando  nella  enumerazione,  e  comminazione  delle  pe- 
ne liabilite  contro  i  ritentori  di  quel1;i  libri,  e  lìegue. 

si  qui  vero  quocumque  fpltndore  ,  dignitate  ,  amplitudine  prediti  huìuf- 
modi  nofira  C  bri  fi  tana  ,  &  de  far  e  a  decreta  ,  leges  ,  fiat  ut  a  ,  ordinattones  , 
mandata,  qua  per  omnia  firma,  fixa,  rata  voLumus,  in  uno,  pluribufve  ar- 
ticulis  commemoratis  Lutheri  dogmata  ,  vel  officinas  typographicas  perjirin- 
gentibus  ullis  modis ,  qui  venire  in  mentem.  bomini  pojjunt,  contumactter  at- 
tenuare ,  violare  ,  infnngere  ,  evertere  ,  abrogare  prafumpfermt  :  hi  fciant 
fupradiàis,  &in  juredefinitis  posnis  fecundum  formam,  cr  procejjum  Ton- 
tifici£  excommiwicationis  i  fiofiraque  profcriptionis  fé  irremijjibiliter  fubjace- 
re.  H.ic  omnes  proponant  animis,  quibus  ut  fatisfiat,  fidefque  adhibeatur  , 
pruefentcs  Cafareo  nojiro  figillo  communivimus .  Data  P'vormatia  nolìra,  & 
Sacri  Imperli  C  ivi  tate  8.  Maji  y  anno  à  nato  Chriflo  i^ii.  noflri  vera  Impt- 
rii  B^omani  anno  fecundo,  aliorum  Regnorum  fexto.  Così  il  bando,  e  così 
il  giudizio  folenne  di  tutto  il  fior  del  fenno  della  Tedefca  Nobiltà  circa 
Lutero,  circa  la  fua  dottrina  >  circa  li  fuoi  libri,  circa  l'autorità  del  Pon- 
tefice ,  e  l'Apoltolica  di  lui  condotta  in  quefto  affare . 

Ma  non  così  e  li  parteggiarti  di  Lutero  con  le  voci ,  e  Lutero  fteflb 
con  gli  fcritti .  Quegli  diiperatamente  efclamarono  contro  il  Bando  , 
perche  in  elfo  chiamavalì  Lutero  ,  non  hominem  ,  fed  Dicmonem  fub  hn- 
mana  fpecie,  vel  Threncticum ,  autàDxmone  quopiam  obfcf['um',  ed  appli- 
cando eglino  la  rifoluzione  a  paliìone  ,   &  il  contenuto  ad  ignoranza  , 
impunemente  fi  fcagliavano  contro  l'Autore  del  Bando,  e  contro  il  Ban- 
do, [a]  ^t  non  defuerunt  caufe ,  foggiunge  l'allegato  Autore ,  cur  Trin-  ^  ^p^d vim&er, 
ceps  tnftgni  prudentia  ,  magnoque  in  Catholicam  B^ligionem  a^e5iu  pr^editus  Ragioni,  perche 
ad  hunc  modum  loqueretur  ;  non  enim  rumorem  ignorare  potmt,  qui  tumde  Liutro  n  chu- 
Lutheri  or  tu  fpargebatur,  quòd  nimiràmmatre  natus  ef  et  ex  abominando  con-  nìalo  nd'Bando ." 
grejfu  [b]  cum  incubo  gracidata,  antequam  Joanm  Luthcro  nuberet  ;  e  pò-  ^  ^^""^  cochus 
co  doppo ,  Q^òd  occultis  Damonum  infeftationibus  Lutherus  à  primis  annis  Zn/fnnifi^'sacrà 
obnoxms  fuerit;  quòd  aliquando  cum  in  Ecclefia  fub  Sacro  Evangelium  canta-  ''f  /^•"^«  ^'''X'?* 
retur  de  Dxmonìo  ab  homine  furdo  ,  &  muto  eje6io  ,  ipfe  fubitò  profiratus  "'*' 
alta  voce  clamare  cceperit  :  l^lpn  fum,  non  fum;  quòd  lUicitum  cum  Btcmo- 
nibus  commercium  babere  videretur  i  quòd  cum  Lipfia  efset  ante  biennium ,  fa- 
miliarcm  quemdamab  eo  damonem  inclufum  pyxidi  circumferri  fpargeretur  : 
quòd  Maximiltanus  Cafar  cum  ^Augufi^e  Lutberum  in  turba  videret ,  dxmo^ 
nem  in  ejus  cuculio  latitantem  objervajse  d  fide  dignis  diceretur  :  quòd  ille 
tam  indomitits  furor  ,  tam  infana  rabies  ,   tam   ejfranis  ,   &  infatiabilis 
convitiandi  libido  ,   illa  fcurrilium  verborum  affluentia  diabolum  potiàs  , 
vel  hominem  à   dcemonibus  agitatum  ,   quàm  virum  fui  compotem  refer- 
re  videretur  :  neque  vero  defuerunt  ex  novi  illius  Evangelii  fe&atoribus 
jpfius  Lutheri  filiis ,  qui  Cafaris  hoc  de  parente  Juo  judicium  paulò  pòft  fua 
quoque  calculo  confirmarunt ,   Sacramentar  io  s  dico  ,  vel  Zuinglianos ,  qui 
Lutberum  non  obfefsum  ab  uno  fpiritu,  fed  occupatum  à  caterva  d.^monum 
ex  ipftus  aSiionibiis,  &  fcriptis  indicar unt  i  quemadmodùm  &  ipfe  vici/Jim 
Sacramentarios  ab  id  genus  habitatoribus  occupar i,  agitar ique  publicè  fcri- 
pfit,  Horrenda  funt  ifia,  fateor,  fed  jufioDet  judicioabiis  bomimbus  prodi' 

ta. 


tii/.2,e,i.  n.i. 


LeoxNèX.       ^j^  Secolo  XVI, 

ta,  quicumturbis  involvunt  orbem  Chriflianum  y  &"  inEcclefi^vìfceragraf 
fantur  ( quod  maligni  fpiritusimpulju  fieri  cartum  )  id  fevelut  à  Deonnljos 
exequi  ja&anty  ipfius  Chrijìì  nomine  y  &  SpiritumSan6luma6iionum  fuarum 
aimorem ,  cir-  moderatorem  mentiunmr .  Jit  cum  inter  fé  dijceptant ,  aper- 
tiùs  produnt,  àquo  gubernentur  fpiritUy  dum  alios  alii  clamantefìemancipia 
dicmonum ,  &  ab  immundorum  jpirttuum  caterva  poffìderi  :  qu£  cimi  jam  viri 
prudente s  legunt  nullo  prajudicio  fafcinatiy  quid  aliud  in  mentem  venire  potejìy 
qudmneutros  aberrare  y  fedutrofque  dicere ,  quodresejl;  cumaliis  alii  fa&is 
Nuovi  libri   he  fuis  y  &  machinationibushujufmodi  verba  diUafìe  videantur  <  Così  l'Ulem- 
r^^'^^'lfLA.'!,?^  bercio  ài  Lutero  in  confermazione  di  quello,  che  diluii  edelfuofami- 
di  elfi.  Iure  demonio  fi  dine  m  altro  luogo  di  quello  [^J  Pontificato.  Mamol- 

tif^pUs^zso."''''"'  to  P^"  f  ^^^ '  ^^oè  Indemoniato ,  ò  Demonio  dimoiìroffi  Lutero  ne'  nume- 
fa  Luth.'w  'lib.  de  rofi,  &  empii  libri,  da  lui  comporti  in  quella  fua  Patmos,  che  così  [b] 
frf  fw^^Sf'.  egli  fu  folito  poi  di  chiamare  quel  fuo  luogo  di  ritiro,  la  fortezza  di  Vvaft- 
lorìocard.paùav.  bcr^a .  Havcva  Leone  fatto  [e]  abbrugiare  in  Roma  due  fue  imagini  , 
''"  "'  ~  "  quella  rappprefentante  il  di  lui  volto  in  una  pittura,  e  l'altra  più  viva  dino- 
tante il  di  lui  animo  in  una  catafta  di  libri  Hereticali  j  onde  Lutero  irritato 
dalle  condanne ,  e  dal  vituperio ,  non  tanto  sfogò  il  fuo  efacerbato  rifen- 
timento  su  le  carte,  quanto  con  difperato configlio,  e  come  fuoldirfi, 
con  la  vifiera  calata,  porto/II  all' urto  della  Religione  Cattolica,  impu- 
gnandone i  dogmi,  pervertendone  i  riti,  e  ponendone  in  ifcherzo  i  più 
riveriti  mifierii .  In  lingua  Tedefca  egli  compofe  il  libro  de  confejjione  fé- 
creta  ad  Francifcum  Sichinì^y  in  cui  minacciava  guerra ,  arme ,  e  fuoco  al  Pa- 
pa, aiVefcovi,ealCleroi  e  l'altro  de  votisMonafiicisad  parentem  fuumy 
in  cui  ben'egli  confeffava  divinitùi  mftitutum  jus  reddendi  vèti,  né  efib  du- 
bitare, utrùmreddendum  fttvotumy  ma  folamente  impugnarci  voti  empii, 
echedifpiaccianoaDio,  quali  efiere,  egli  diceva,  li  Monafiici,  li  qaiali 
non  folamente  non  fi  appoggiano  allaparola  di  Dio,  anzi  la  contrariano, 
ond' eglino  ripugnano  alla  fede,  allalibertà  dell'Evangelio,  alli  precetti, 
alla  carità ,  &  alla  ragione  :  foggiunfe ,  San  Girolamo  haver  malamente 
trattato  quefto  punto  nel  libro  de  Virginitate  cantra  Jovinianum  y  ed  efle- 
re  egli  ftato  trafportato  impetHy  &  fervore  bumanoy  &  nimio  fiudio  ob- 
fequendi  amicìs y  &  fua  ìmprimis  Eufìochio-.magis  premere  Jovinianum  au- 
Boritate  ,  qudm  folida  eruditione.  Id  quod  probat  parum  confìderatus  ar- 
der corradendi  undique  teJUmonia  Scripturarum  congrua  ,  vjr  incongrua  , 
magno  ludibrio  futurusy  fi  paris  au&oritatis  ,Antagonifiam  fortitus  fuifiet. 
Così  malignamente  devoto,  quando  egli  era  premuto  con  l'argomento 
potente  dell'  efempio  di  tanti  Santi ,  che  havevano  cotanto  bene  offervato 
rigorofiiiìmi  voti ,  difcendeva  alia  loro  fcufa  con  fofifma  ò  inefplicabile ,  ò 
impratticabile,  dicendo,  'ì<lon  difputo y  utSanèìi  vìxerint  fubinflitutoijioy 
fed  de  ipfo  infiituto .  l<lon  ut  tres  pueri  in  fornace  Babylonis  vixcrint ,  fed  an 
pafjim  omnibus  liceat  in  eamdem  fornacem  ruere  ,  aut  auream  B^egis  fla- 
tuam  adorare,  l^on  difputo  ,  an  Taulus  calebs  vixerit ,  fed  an  exemplum 
fuum  fu  in  ìus,  &  formam  do&rina  trahendum .  Idem  Taulus  totam  Legem 
Mofis  fervabat ,  &"  tamen  nolebat  doceri ,  &  audiri  eam  ad  fervandum  . 
Ita  Bernardus  fub  voto  fine  voto ,  ceu  ^pojìolus  fub  lege  finelegeagebat;  fed 
non  ideò  votmn ,  aut  lex  in  doÙrinam  ,  &  formam  vit£  redigi,  fed  aboleri 
debet  ....  Bernardus  ,  &  alti ,  qui  pia  opinione  voverunt ,  &  vixermt  in 
yotis ,  comparandi  funt  ducentis  illis  viris ,  qui  cum  Jlbfalorn  tverunt  de 

Jeru- 


Capitolo  IL  315        Leone  X, 

lerufdem  in  Hebrony  moliente  feditionem  adversùs  F^gmm  Tatris  fm  Da- 
vid. TSUbil  enim  fciebant  de  caufa^bfalom,  &■  fimplici  corde  ibant ,  quoi 
certuni  efl  re  cognita  refìpuijìe .  ,At  ft  in  media  re  intercepti  fuijfenty  potè- 
rant  accufari  Uf^e  Majeflatis  rei ,  fi  opus  eorum  ,  &  viam  fpe6ies  ,  fed  fe- 
cundùm  animum  judicati  abfolverentur  :  e  lìegue  ,  malamente  ò  fognan- 
do, ò  infegnando,  Votum  caflitatisy  &  totms  Monajlic^  ,  fi  pium  eji  , 
debere  neccffariò  fecum  involvcre  libertatem  rurfus  omittendi ,  àr  in  banc 
ferme  fententiam  interpretar i  :  Foveo  tibi  obedientiam ,  cafiitatem ,  pauper- 
tatem  fcrvandam  cum  tota  I\egula  S.Augujìini,  ufque  ad  monem  ,  libere  , 
hoc  eji  y  ut  mutare  pofjimy  quando  vifum  fuerit .  Quivi  medefimamente  egli 
com^okXckcx2b\ìin\mo\\h\:o  de  abroganda  Mijjaj  del  quale  allora  faralll 
menzione  in  quefta  Hiftoria,  quando  giungerà  il  tempo  della  pubiicazione 
di  elio ,  fui  fine  del  Pontificato  di  Clemente  Settimo .  Mi  in  niflun  libro  for- 
fè dimoftrofll  Lutero  più  sfacciatamente ,  e  pompofamente  empio  fri 
que',  ch'egli  fcrilfe nel fuo ritiro  di  Vvaftberga,  che  nella  confutazione 
del  celebre  Theologo  Giacomo  Latomo  diLovanio,  nel  quale  il  temera- 
rio beftemmiatore ,  che  gloriavafi  di  aflerire  le  fue  parole ,  come  parole  di 
Dio,  dice,  Tontificem I{gm:e  federe  in  medio  Ecclefia y  &  venditare  [e  prò 
Dco,  &  perdere  animas;  hora  nominando  il  Vicario  di  Chrifto  ^ntichri- 
fiumt  hora  le  Univerfitd  Cattoliche  Synagogas  Satana  ,  hora  li  Theologi 
Sophijiasy  TorcoSy  ^finos ,  horala  confezione  Sacramentale  Tyrannicam 
exaóìionem  Tontifìcum ,  nullis  Scriptura  radicibus  nixam ,  e  pertinacemen- 
te difende  gli  errori  cotanto  valorofamente  impugnati  dal  dotto  Latomo 
Omneopusbonumefi  peccatum,  e,  Concupifc^ntiam  pofi  baptifmum  vere  effe 
peccatum  y  nonquidem  regnans y  fed  regnatum  y  captuWy  &  infirmatum,  e, 
Theologiam  SchoUjiicam  nihil  aliud  efk  ,  quànt  ignorantiam  vcritatis  ,  & 
fcandaUtm  juxta Scnpruras ^  onde  l'ignorante,  ch'elfo  era,  fconfigliava li 
giovani  a  fugt^irne  loftudio,  ut  mortem  animai  :  aggiungendo,  de  Thoma 
^quinatc  fé  dubitare  ,  an  damnatus  ,  an  beatus  fit  i  cttiàs  Bonaventuram 
crediturusbeacum,  con  la  ragione  da  elfo  addotta,  Thouias  multa  haretica 
fcripfìty  &  au£Ìcr  efl{{egnantis^rifioteliSy  vafiatoris  pia  do6ìrmje  :  quindi 
egli  come  dando  alla  gran  guerra  la  molla,  anima  Giona  Prepofto  di  Vvit- 
temberga,  il  Carloftadio,  i'Amfdorfio,  e  tutta  la  fcuola  de'fuòi  fegua^ 
ci  a  toglierfi  rifohitamente  dalla  faccia  la  mafchera  fin  allora  rifervata  di 
Cattolici ,  allegando  con  potente  motivo  il  fuo  efempio ,  con  queft' egual- 
mente memorabili,  ch'efecrabili  parole.  Caput  ego  contrivi  ferpentis  , 
corpus  cur  vos  non  queatis  calcare  f  E  fu  più  ubbidito  Lutero  nella  fua  be- 
fìemmia ,  di  quanto  egli  defideralTe ,  e  furfero  arrogantemente  da  più  parti 
li  fettarii  a  feguitarne  la  condotta  con  dilaceramento  ftrano  della  Chiefa.  E  ^  ^^j.  ^i  p^^^;. 
fràeUl  [a]  ben  dar  poliamo  il  primo  luogo  nella  Cathedra  della  Heretica  di  HldrLr,J"'vr. 
peftilenza  ad  Andrea  Carloftadio,  di  cui  havendo  noi  di  fopra  data  contez-  '"'"•''• 
za ,  quando  riferir  ci  convenne  la  difputain  Lipfia  tra  eflb ,  e  l'Echio ,  amico 
allora,  e  tenaci(fimo  partiale  di  Lutero,  ci  converrà  fotto  il  feguente  ^^^''^J'^.'^^'^^^'"^^* 
Pontificato  raccontar  difl'enzioni,  contrarietà,  erilleconLutero;&:aFi-  dei'carioibdio, 
lippo  Melanàhone,  grand' huomo  nella profefllone  delle  lettere  humane,  l^'[^  Mdanaho- 
e  gran  fahìficatore  nella  corruzione  delle  divine,  l'uno,  e  l'altro  profeflbri 
nella  LTniverfità  di  Vvittemberga,  l'uno,  e  l'altro  prima  feguaci,  e^poi 
contradittoridi  Lutero,  e  che  allaHerefia  di  Lutero  prima  aprirono,  e 
poiattraverfarono  laftrada  con  quelle  varie,  ma  egualmente  peifilenti 

dot- 


Leone  X.       ^j<j  Secolo  XVI. 

dottrine  ,  che  note  fi  renderanno  nel  racconto  degli  avvenimenti ,  che 
foggiungeremo . 

Hor  Lutero  quefti  Araldi  d'Inferno  egli  eccitò  dalla  fortezza  di  Vvaft* 
bergaadufcirfuora,  come  a  dichiarata  pugna  contro  la  Chiefa,  &  a  cal- 
pelìar  quel  corpo ,  di  cui  egli  già  gloriavalì  di  haver  calcato  il  capo .  Né 
lì  può  fenza  lacrime  riferire ,  come  ben  eglino  maneggiaflero  la  caufa  del 
diavolo,  e  quanto  miferabilmentefovvertiflero  la  Germania,  e  nella  Ger- 
mania laceraflero  la  Religione  Cattolica  con  la  predicazione ,  con  gli  ferir- 
ti ,  e  molto  più  con  l'efempio  indegno ,  e  deplorabile  di  chi  conliderava 
Herefurchi  di  manomefla  laFededaqueimedefimi,  cheperlaprofedìone  della  lorovi- 
quefta  età  qiiafi  tauc  dovcvauo  elTcre  il  foftentamento .  Conciofiacofachenon  rinverrafll 
c"ioftJi'"  ò  dal  ^o*^^^  ""^  quefta  età  Herefiarca ,  che  non  ufcifle  ò  da'facri  Chioftri ,  ò  dal 
Clero.  '  Sacerdozio  Chrifliano  ;  onde  dir  fi  polfa,  non  tanto  conculcata  la  Fede 

da' fedeli,  quanto  da' più  diletti  fedeli  del  gregge  di  Chrifto.  Erafmo,  e 
^y^^''^'.^''^^'""  Lutero,  [^]  l'uno  Canonico,  l'altro  Eremita  Agoftiniano ,  Carloftadio, 
liFtntìficatiT"'  e  Melandone  ,  quegli  Arcidiacono  del  Clero  ,   quefti  graduato  nella 
Univerfìtà  di  Vvittemberga  ,  Zuvinglio  Paroco  (ìi  Chiefe  ,  Ecolampa- 
dio  Apoftata  della  Religione  di  S.Brigida  ,  e  Bucero  ài  quella  de' Do- 
menicani ,  Agricola  Rettore  d*Islebio,  e  Brenzio  Canonico  ,  e  Sacer- 
dote ài  Vvittemberga,  tutti  primi  forieri  delle  correnti  Herefle,  e  tut- 
ti ufciti  non  tanto  dal  grembo  ,   quanto  dal  cuore  della  Chiefa  ,  non 
fenza  alto  terrore  di  chi  confiderà,  quanto  poifa  la  dottrina  prevarica- 
re in  empietà  d'ignoranza,  quando  non  venga  ella  moderata  col  freno 
della  riverenza  ,  e  fummilfione  al  Pontificato  Romano. 
Henrico  Vili.      Ma  Dio  confiifc  tuttc  Ic  vivc  lingue  di  quefti  Herefiarchi  con  la  muta 
SoftS''c"dò  P^'^o^^  ^^  ""O,  che  per  grado  pareva  men  atto  a  parlare,  e  per  potenza 
p"e°r  h'aeiiyo^^ne  più  difpoflo  a  Combattere  ,  che  a  perfuadere,  E  quefti  fu  Henrico  Or- 
de "rTÓ'^i'b/o^T*  ^^^^  d'Inghilterra,  che  veggendo  divulgati  pel  Regno  i  libri,  e  gli  er-      % 
fifum  slcramit!  xoù  di  Lutcro ,  nou  folamcntc  cou  feverilfimo  editto  bandì  quefta  na- 
"''•  fcente  Herefìa,  ma  fìccom'egli  in  gioventù  defiderofo  della  vita  Eccle- 

lìaftica  haveva  applicato  l'animo  alle  fcienze,  mentre  ancor  viveva  il  fuo 
maggior  fratello  ì  così  in  quefta  celebre  congiuntura  volle  palefare  al  Mon- 
do il  Àio  devoto,  ed  erudito  fpirito,  e  compofe  un  dotto  libro  contro 
gli  articoli  di  Lutero,  quale  per  mezzo  del  fuo  AmbafciadoreinRoma 
egli  kct  prefentare  al  Pontefice  Leone  con  <^uefto  diftico  ; 
h  ^pHd  Biovium  [b]  ^nglorum  I\ex  Henricusy  Leo  Decime,  mhtìt 

énjinnaLaiuisii.  hqq  Qpus ,  &  fidet  teftetn,  &  amtcìtÌ£. 

Quefto  libro,  quanto  è  celebre  per  fama,  tanto  egli  è  rariq  per  copie  ^ 

ondeadinviene,  che  dagli  ftudiofìfìa più  deliderato,  cheletto.EgH  è  di- 

vifo  in  alcune  diflertazioni ,  e  porta  feco  il  titolo  de  feptem  SatK^mentis 

i  Ciacco»,  in  vita  con  prefazione  adatta  alla  materia.  Vi  è,  chi  [e]  difTelo  parto  ài  Gio:  Wche- 

u.card.  Fifchtrii  fo  Vcfcovo  Roffcnfc ,  attribucudo  il  merito  di  un  opera  cotanto  infigne 

in  Paulo  ni.        ^^^^  de'piùinfìgniTheologi,  che  vantalfe  allora  la  Inghilterra.  Ma  non 

devefì  defraudare  il  Regio  Autore  del  fuo  proprio  pregio,  e  fìa  lecito  a  noi 

dal  di  lui  ftituro  impegno  nel  male  arguir  il  di  lui  prefente  valore  nel  bene , 

òcafùti  dtin.  edirdieflb,  come  già  di  Origene  Caffiodoro  [</JC^^/ Z'f»^,  nemomelms, 

firut.  divina  U-  fibt  male ,  nemo  pejùs.  Fu  il  libro  dunque  da  Gio:Clerk  Ambafciadore 

f'z'ottoht  i?2i  Inglefe  in  Roma  prefentato  [e]d  Leone  in  fecreto  Conciftoro  alla  prefeii- 

'  24  di  trenta  Cardinali  con  il  previo  ricapito  di  quefta  lettera ,  con  cui 

Henrico 


CapUolo  IL  317       Leone X. 

Henrico  Ottavo  accompagnar  volle  eì  fuo  Meflb,  e'I  fuo  Volume  ,^  ^^^^^      ^.^^ 
[a]  SM^ijfimo  D.l^.D.  Leoni  X.  T.  M.  Henrìcus  Dei  gratta  J{ex  ^ngliie,  ^odL" ubro  tun- 
&  Francia  i  ac  Dominus  Hibernine  perpetuam  felicitatem.  Cum  parttm  bel-  ri':ivui. 
lìcisy  partim  aliis  longò  diverfis  jìudiis  I^eipublic^  caufz  adoleflcmìam  no- 
flram  infiieverimus ,  miraturum  te ,  Beatìjjime  Tater,  non  diibitamus^  quòd. 
ejus  mine  homints  partes  nobis  fumpferimusy  q:ù  omnem  potìùs  actateru  con- 
fumpfifiet  in  literis,  ut  gravcm  fcilicet  hjerefim  pullulantem  comprimamus , 
Seddefmet,  opinar,  tua  fan6Ìitudo  mirar i,  poiiqiumcaufa^expcndcrity  quiC 
nos  fubegerunt y  ut  hoc  fcribendi  oniis  (quamquam  non  ignari,  quàm'  fumus 
ìmpares  )  fubierimus .  Vidimus  ftquidvm  in  mefjera  Domini  jatia  ':i^i':^aniie 
[emina,  pullulare  fc6ias,  h<£ref.s  in  fide  fuccrefcere,  &  tantam  per  orbem 
totum  Chriftianum  feminatam  dtfcordicS  materiam,  ut  nemo  ,  qui  fmceriter 
Chriflianus  fìt,  h£c  tanta  mala  tam  late  ferpentia  ferre  dimiits  pofjìì:,  quin 
&  fiudiumco^atur,  &vires,  qualefcumquc  poffit ,  opponere.  Mirumigitur  .', 

videri  non  debet,  fi  nos  quoque,  tametji'  potè  [late  non  ma. rimi,  fide  t  amen, 
ac  voluntate  nemini  fecundi  ,  in  opus  tam  pium  ,  tam  utile  ,  tam  necejja- 
rium,  ut  à  nemine  ferme  poffit  abfjue  piaculo  prMermitti ,  &  nofl,ra?n 'jrga, 
tuam  San^itatemobfervantiam,  &  erga  f^eligionem  Chfiftì  Jiudium ,  &erga  ; 

Dei  cultum  obfequium  nojirum  declarare  conjìituimus ,  maxime  fidentes ,  etji 
eruditio  noflra  fit  tam  exigua  ,  ut  propè  modum  nulla  j  gratiam  taìaen  Dei 
fic  cooperaturam  nobifcum  ,  ut  quod  do[ìrina  nequivimus  perficere  ,  id  ipfe 
prò  fua  benignitate,  fummaque  potcntia  plennts  abjolvat ,  ac  nofiram  in  li- 
teris iìnbecillitatem  fuo  vigore  fiippleat-,  quamquam  in  laeris  quoque,  pr£- 
fertim  facris ,  etft  certo  fciamus ,  nufquam  non  effe  multoSi  qui  hoc  fcriben- 
di munus  (jr  obire  commodms  ,  &  pmjìare  potuiffent  ubcrms  ;  tamen  non 
uffjueadeò  rudes  fumus ,  ut  in  communi  caufadedeceat  nos  quoque  prò  noflro 
virili,  calamo  quidpofkmus,  quantulum  id  cumque  fuerit,  experiri  :  poji- 
quamenim  in  adminijiranda  E^publica  maximam  femper  vim,  maximumque 
momentum  religwnem  habere  multo  ufu  advertimus ,  ut  primum  maturiores 
annos  attigimus  ,  capimus  ejus  contemplationi  non  nihil  ftudii  tmpendere  i  " 
Tlurimum  profectò,  pojiquam  cospimus  ineo  dele5Ìari,  confecuti;  tamennos 
non  latet  quàm  exiguum  tantum,  tamen,  ut  fperamus ,  quantum  adjuvanti- 
bus  pr£ fertim ,  vel  potms  infligantibus  iis  ,  qua  vel  admodàm  rudem  abun-  -■    ■. 

dèreddere  injìrucium  poffent  pietate  fcilicet,  &  Uf£  religionis dolore  adLit- 
therian£  hierefis  fraudes  rationibus  detegendas.  Sit  fatis  itaque  :  etiam  hac 
fiducia  rem  tentavimus ,  &  quainea  meditati  fumus ,  Sancitati  tu£  dedica- 
vimus ,  ut  fub  tuo  nomine ,  qmChrijii  Vicemin  terris gens,  publicum  judi- 
cium  [ubeant;  ficenim  nobis  perfuaftmus  ,  cum  ut  ea  harefis  aliquandiu  in- 
ter  Chriftianos  graffata  graviffima ,  faluberrimaque  fententiatuavi,  è  mani- 
bus  hominum  fit  excujja,  (ì  quid  ejus  in  pe£ioribus ,  vel  captione  aliqua  dece- 
ptis,  velblandis  pollicitationibuiinefcatis ,  adhuc  refedit ,  idejìe  jujhsratio- 
nibuseximendum;  ficenim  futurum,  ut  quàm  duci,  quàmtrahi  fé  tngenia  li" 
bentiiis  pattantur ,  non  defit  bis  mitioris  quoque  remedii  ratio,  in  qua  promo- 
verimus,  nenosquidquaman  non  beatitudinis  tua  judicium  erit;  cujus  etiam 
arbitrio,  fi  quid  efl  à  nobis  erratum,  corrigendum  ojferimus .  Così  egli[Z>  J  0  F^rideCr^p;» 
Cum  Orator  multa  dixifkt ,  foggitiiige  ne'fiioi  Decreti  Conciftoriali  Paris  J^J;^-'";  *\:^'^'* 
deGraliìs,  detejìandoconcluftones  ipftus  Martini,  Tapa  elegamijjimo  brevi-  '*  "'  ''"'^'^  "* 
loquio  refpondit  ,  fé  munus  acceptare  non  ab  ipfo  ^ege,  fed  à  Deo  tranfmif- 
fmn'i  &  in  hoc  laudavit  non  folùmB^gem,  fedadmiratus  eji,  mdixit,  ejus 

mge- 


Leon- X.       ^jg  Secolo  XV I. 

ingenium  :  quare  egìt  gratias  Deo  ftmul  cum  Cardimlibus  prò  tanto  bona  ope^ 
re,  &obtulìt  fé  prò  jtmilibus caftbus j  &  caufts  I{egi,  &  l^gno  promptifji- 
mum  futurum .  "Et  in  fine  ille  obtulit  libmm  Tap^e ,  quem  priàs  debuerat  obtu- 
Itffe,  & Tapa cum  magna bilaritate recepiti  é* confervandum  fuis  affignavit , 
Così  egli.  Ma  molte  più  tiirono le  ragioni,  che  commoifero  a  un  fanto 
gaudio  l'animo  del  Pontefice,  il  quale  non  tanto  apprezzò  il  Regio  dono, 
quanto  l'augurio  felice  di  altre  circoftanze,  che  l'accompagnarono.  Ef- 
fendo  cofa  che  perfuafo  Leone ,  che  non  poteva  certamente  fortir  l'ab- 
battimento defiderato  della  Herefia  Luterana,  fé  alla  potenza  fpirituale 
della  Chiefa  non  fi  congiungeva  la  temporale  de'Principi,  sì  per  laefecu- 
zione  della  Bolla,  come  per  quella  del  Bando,  egli  di  gii  haveva  intro- 
dotto trattato  di  Lega  tra  tlmperador  Carlo  V.  e  ilReHenrico  d'Inghil- 
terra, al  quale  preciiamente  haveva  a  quefto  finijB  inviato  per  Nunzio  Gi- 
rolamo Ghinucci  VefcovodiAfcoli  (  il  quale  fu  poi  da  Paolo  Terzo  pro- 
moifo  al  Cardinalato  )  cioè  quegli  fteflb ,  che  in  qualità  di  Auditor  della 
Camera  hav èva  fpedito  il  monitorio  contro  Lutero  :  honorato  perciò  da 
Henrico  con  diltinte  dimoftranze,  e  con  l'honore  del  Vefcovado,  che 
conferigli ,  di  Vvigornia  in  Inghilterra  :  ficche  la  trafmifiìone  del  libro  tan- 
to più  grata  giunfe ,  quanto  più  in  effo  fcorgendofi  impegnato  il  Re  contro 
Lutero  con  la  j)enna,  fi  concepiva  certafperanza,  chefìdovefleegliimpe-, 
gnar  contro  lui  ancora  con  la  fpadanella  conclufione  della  LegapromoHa , 
e  progettata .  Ma  quella  fvanì  con  la  vita  del  Pontefice ,  che  con  immatura 
morte  inafpettatamente  chiufe ,  come  fi  dirà ,  li  fuoi  giorni .  Intanto  Leo- 
a  Biovìus  in  ann,  ne  tifpondeudo  alRc  con  amplifllmi  ringraziamcuti ,  concedè  [<?]  à  chi 
"n.isii.  leggeva  quel  libro  una  particolare  Indulgenza,  &alRemedefimo  il  da  lui 

b  v.diPaiiav.nk  defiderato  titolo  di  Difenfor  della  Fede,  Anche  avanti  [6]  laprefentazione 
s.c.i.»  5?.  del  libro ,  Tommafo  Cardinal  VolfeoArcivefcovo  di  Jorch,  che  polTede- 

va  allora  non  tanto  la  confidenza ,  quanto  l'arbitrio  de'fentimenti  reali ,  ha- 
c  lo.cìugnoisìJ.  ygy^  [-^-j  richiefto  a  Leone ,  che  honoraffe  quel  Principe  con  qualche  tito- 
lo infigne ,  come  havevano  impetrato  dalla  Sede  Apoftolica  le  due  mag- 
d  LUm  ii,ìd.  gJQj.j  Corone.  Si  propofeunatal  domanda  nel  Conciftoro,  [  cf]  e  furona 
varie  le  fentenze.  Alcuni  {limavano  che  non  vi  fo(fe  ragione  di  conceder 
quella  nuovahonoranza .  Altri  diflero,  che  Giulio  Secondo  haveva  privata 
del  titolo  di  Cbrijiianiffimo  il  Re  di  Francia,  e  l'haveva  conferito  all'Inglefe 
per  gli  egregii  fuoi  meriti  verfo  la  Chiefa  Romana  ;  onde  anche  allora  pare- 
va ,  che  '1  zelo  di  quel  Re  negli  editti  contro  i  Luterani  meritaffe  qualche  li- 
mile ricompenfa  :*e  furono  penfati  varii  titoli , come  di  Trotettor  della  Fede, 
ò  ^poftolico  :  il  fecondo  non  piacque ,  perche  pareva  proprio  del  Papa  :  d'Or- 
todofjo ,  ò  di  Fedele,  6  d*,Angelico ,  alludendo  al  nomo.  .Ai^gl te o  :  nel  che  tut- 
tavia fi  fcorge  va  più  di  fcherzo,  che  di  decoro .  Il  Papa  confiderò,  che  Ci  do- 
veffe  elegger  tale,  onde  gli  altri  Re  non  reftafiero  otfeiì .  Ed  in  quello  pro- 
pofito  ricordò  Egidio  Cardinal  di  Viterbo ,  che  Mafllmiliano  Imperatore 
s'era  doluto ,  intitolarfi  Chrifìianìjjimo  il  Re  di  Francia  ;  avvengache  un  tal 
aggiunto  era  dato  agi' Imperadori  nelle  preghiere  publiche  della  Chiefa. 
Per  allora  non  K\  determinato  altro ,  fé  non  che  il  Pontefice  noterebbe  va- 
rii titoli ,  e  gì!  manderebbe  fcritti  a  ciafcun  de'Cardinali ,  accioche  vi  facef- 
fero  la  debita  confiderazione ,  a  fiu  di  rifolvere ,  Te  conveniva  d'approvarne 
qualche  numero ,  e  commnnicarlo  al  Volfeo ,  con  porne  in  arbitrio  dei  Ré 
e  2.  otiohti$u.  la  elezione.  Ma  [e]  indi  a  quattro mefi facendo  il  Reprefentaredalfuo. 

Ora- 


Capitolo  Ih  319       Leone  X: 

Oratore  nel  Conciftoro  il  mentovato  libro  da  lui  comporto,  e  ve^ndofi 
ne*  Cardinali  im'eftremo  compiacimento  di  quefta  Regia  dimoflrazione 
in  difefa  della  Fede,  il  Pontefice  prefe  opportunità  di  proporre  ivi  di  nuo- 
vo la  concelfione  del  titolo .  A  molti  non  piaceva,  chetbfle  comporto  di 
più  parole,  quaIerai)//f«/or  della  Fede i  e  l'haverebbon  voluto  coftituire 
dì  un  fol  vocabolo ,  come  quelli  degli  altri  Re .  Onde  ne  fuiono  divifati  > 
e  approvati  anche  tré  di  tal  forma,  cioè  Orthodoffo ,  ò  Fedelì(p,mo ,  ò  Glo- 
riofo.  Tuttavia  per  corrifpondergli  con  pienezza  d'aflfetto,  fi  ccnchiufe, 
che  s'intitolafle  Diftnfor  della  Fede ,  o v'  egli  determinatamente  il  defideraf- 
fe.  E  perche  querto  era  il  titolo,  che '1  Re  domandava,  ne  fu  ftefa  la  Bol- 
la Ex  fuperìhs ,  che  fi  le(fe,  e  fi  comprovò  di  commnn parere  in  un'altro 
Concirtoro,  Data  apud  S.Tetrum  amo  i^2i,[a]  5.  Idus  06tobrisy  Ton-\^,^l"J!^l'""'^' 
tificatus  anno  nono .  Querto  gloriofo  titolo  ,  che  honorò  per  qualche 
anno  quel  Re ,  dishonoronne  poi  per  Tempre  il  nome ,  e  la  fama  per  la  pre- 
varicazione, con  cui  egli  ne  divenne,  come  fi  dirà,  ingratifiìmo  violato- 
re. Quanto  afpramente,  &  indegnamente  fi  rifentifle  Lutero  contro  que- 
rto fu  o  nobile  contradittore,  nonfenza  indignazione,  chiiegge,  ne  rin- 
verrà nel  fuo  [  &]  proprio  luogo  il  rincontro .  bvtdi  ,7  Po»tif. 

Ne  con  minor  attenzione  attefe  Leone  alla  dertruzione  di  altra  nafcente  '''  "'"^''"""  ^'• 
Herefia  nelle  Regioni  adiacenti  alla  Italia,  per  le  quali,  come  per  pron- 
ta, e  aperta  porta  ella  difegnava  introdurfi  nel  Santuario  della  Chiefa  . 
[  e  ]  Gli  Albigenfi ,  e  li  Valdenfi ,  che  disfatti  nella  Francia  fi  erano  ritira-  '^  ^"^'  ''  ""l^^" 
ti  nelle  valli  di  Vaux,  nel  Marchefato  diSaluzzo,  e  nelle  pendici  altilfi-  T'^ó/.'  ^''^'  "^' 
me  delle  Alpi,  e  che  havevano  come  di  nuovo  rialzata  la  tefta  alla  com- 
parfa  della  Herefia  di  Vviccleff,  e  dell' Hus  ;  hora  alla  nuova  Herefia  ,  zuvingiio  ,  fue 
chefopravenne,  di  Zuvingiio  ne'Suizzeri,  concepita  fperanza  di  fofpira- ?ie^'"^  •  *  ""*' 
to  riforgimento,  fi  ridufiero  prima  in  fecreticonventicoli,  e  poi  in  pu- 
blici  congrcfiì  per  rirtabilirne  la  fetta  con  l'accrefcimento  de'fettarii,  che 
già  fi  facevano  fentireper  cuci  contorni  non  meno  armati  di  penna,  che 
difpada.  Fiì  Ulrico  Zuvingiio  òantefignano,  ò  contemporaneo  a  Lute- 
ro, e  quegli  ad  efempio  [rf]  di  quefti  ambì  con  detefìabili  mezzi  il  Prin-  ^  '^««•»;»i. 
cipatoo  della  potenza,  ò  della  dottrina,  e  die  a  divedere  al  Mondo  il  fo- 
lito  effetto  delle  ribellioni,  chel'una  è  incitamento  dell' altra,  Eglibaflà- 
mentenato  in  ignobile  Villaggio  della  Helvezia,  e  quindi  crefciutonon 
meno  in  età,  che  in  ingegno,  datofi  allo  rtudio  della  erudizione,  e  delle  e  ^pni  fjIUv, 
Lingue,  con  ogni  una  di eife  andava fempre  appafflonatamente  [e]  efcla- ^'*•>•f•'P•'»•'• 
mando,  Mtroejionon  dejìdcrarey  che  rinvenir  tiualche  via  di  render  eterno 
il  fuo  nome .  Nella  profeflìone  Ecclefiaftica,  à  cui  applicofiì ,  afcefe  prima 
alla  cura  della  ParocchiaGlorovenfe,  e  poi  a  quella  dell'Eremo ,  &  alla 
terza  di  Zurigo,  Terra  principale,  chedà  il  nome  ad  un  de*  Cantoni  della 
Republica  Helveticà .  Hor  nella  Germania  rifuonando  l'Herefia  di  Lutero, 
dalla  Helvezia  le  fece  eco  Zuvingiio ,  con  divenirne  lodatore ,  fempre  però 
più  come  emulo,  che  difcepolo ,  ò  compagno .  Conciofiacofache  vanaglo- 
riofo  egli  di  efiere  e ondottiere ,  e  non  ieguace  di  altri ,  vantoffi ,  che  quan- 
do elfo  cominciò  la  predicazione  de'fuoi  errori ,  non  ancora  erafi  udito  pe'l  f^pond  in  amM 
Mondo  il  nome  di  Lutero  ;  onde  furfe  [/]  poi  gran  contefa  fra  i  Luterani ,  <««.  isiy.'" 
e  Zuvingliani,  chi  di  efiì  folfero  fiati  li  primi  ad  invertir  la  Chiefa  con  le 
loroHerefie.  [g]Beffavalt  Zuvingiio  delle  IndulgenT^e y  dice  il  Pallavicino,  g  pȓuv.  Uc,t;t, 
devoti ,  e  de' doni  fatti  alle  Chiefe  ,  anT^i  delk  Chiefe  mede  finte  ,  allegan- 
done 


Leone  X.       ^^-O  Secolo  XV L 

ione  per  ragione ^  che  Dio  è  per  tutto,  né  ha  reftden'^  particolare,  ^Iprò^ 
7>ava  il  culto  de' Santi;  come  fofie  detratto  a  Dio  quell'onore,  cheadejfive- 
niva  compartito .  affermava ,  che  fm'  allora  il  Vangelo  non  era  flato  annun- 
Tjato,  vivendo  tutti  nelle  tenebre  della  infedeltà.  Ma  dicea^  che  nella  infe- 
deltà ciafcuno  potea  falvarft .  E  dove  Martino  richiedeva  la  fola  Fede  per 
la  [alme  ,  Zuvinglio  né  pur  la  tenea  necefìaria  ;   e  perciò  fiimapa  pofiejkrl 
del  cielo  non  meno  Ovidio ,  e  Marcitale  ,  che  quelli ,  i  quali  noi  veneriamo 
a  liei  libr"  intito-  p^y  ^^nti  :  bcnche  ciò  poi  s'ingegnò  di  efplicar  [a]  egli  in  maniera  piU  tojìo  falfa , 
ISv/iS?""  che  hcreticale: dicendo,  che  potevan  quegli ìmommihaver  pe'meritidichrijio 
una  cogni'^one  di  Dio  in  quanto  ^Autore  della  natura  ,  la  quale  w.eritafje  in 
alcun  (ìgnificato  pili  largo  ti  nome  di  Fede  ,  e  valejìe  per  muoverli  ad  atti 
buoni  ',  e  fufjicienti  per  la  falute.  il  che  potrebbe  ridurfì  à  ciò  che  hanno 
h  Vedi  frkmeder-  Opinato  dcuni  Scolafiici  [b]  s'egli  non  l'havejìe  depravato  con  empie  aggiun- 
'^l-^pàtdJTE-e  te.  Finalmente  negava  ogni  differenza  fra  Tapa,  e  Fefcovo,  fra  Fefcovo  , 
fupfrnaeuraii  ,  e  e  Sacerdotc,  fra  Sacerdote  ,  e  Laico.  Così  egli.  Mi  più  difFufamente  ,  e 
cj,niro  M.chei  £,-  aiftintamente  ancora  le  di  lui  Herefie  annumera  unmoderno  [t]  Auto- 
<t:'Néit.^ic>:.f.u.  re,  predicate  prima  fra  denti  nella  Chiefa  dell'Eremo,  e  poi  più  aper- 
JSr:3;Si'°"^'*  tamente  in  quella  di  Zurigo  nel  tenore  ,  che  foggiungiamo . 

Mijja  non  ejl  Sacrificmm  ,  fed  Sacrificii  in  Cruce  femel  oblati  commemo- 
ratio  ,  &  quaft  ftgillum  redemptionis  per  Chriftum  exhibita . 

Is^obis  extra  hanc  vitam  intercejjore  prater  Chrifium  nullo  opus  efi, 
Chriflus  efi  nojìra  jujìitia.  Hinc  confequitur,  opera  nojìra  eatenùs  effe  bo- 
na, quatcnus  funt  Chrifii  ;  quatenus  vero  nofira  ,  non  effe  vere  bona, 

Chrifiianorum  nullus  ad  ea  opera  ,  qua  Chriflus  non  pracepit ,  adfìringi- 
tur.  Quolibet  tempore  quolibet  cibo  vefci  poteft. 

Quicquid  Deus  non  vetat ,  &  permittit ,'  jufiè  fìt,  Fx  quodifcìmus,  Ma- 
trimonium  ex  aquo  omnibus  convenire. 

Qui  Eccltfiafiici  vulgo  ,  feu  Spirituales  ,  vocantur  ,  peccant ,  dum  po- 
fìeaquam  fenferint  cafiitatem  fibi  à  Deo  negatam ,  non  uxores  ducunt ,  aut 
nubunt. 

Qui  vovent  cafiitatem ,  fluita  prafumptìone ,  c^  puerili  arrogantia  tenen- 
tur .  Olii  ergo  ab  eis  vota  hujufmodi  vel  exquirunt ,  vel  oblata  recipìunt  , 
injuriani  eis  faciunt ,  &  tyrannidem  in  ftmplices  exercent. 

Totefias  ,  quam  fibi  Tapa  ,  &  Epifcopi ,  caterique  ,  quos  Spirituales 
vocant ,  arrogant ,  ex  Sacris  Literis  ,  &  do^rina  Chrifìi  firmamentum  non 
habet  . 

Confeffio  ,  qua  Sacerdoti ,  aut  proximo  fìt,  non  prò  remijjìone  peccato- 
rum,  fed  prò  confultatione  haberi  debet. 

Opera  jatisfatìionìs  à  Sacerdote  impoftta  ,  humana  funt  traditionis. 
Scriptura  Sacra  Turgatorium  pofì  hanc  vitam  nullum  novit.  Non  hebbe 
però  Zuvinglio  ardimento  di  riprovar  le  orazioni  per  li  Morti,  e  Siquis 
pr»  mortuis,  egli  dice  ,  folticitus  ,  apud  Deum  gratiam  eis  implorai  ,  aut 
precatur  ,  non  clamno .  .  ,.       e  - 

'  ■      Ve  char aviere  ,  qiiem  pofìremis  hifce  temporibus  excogitarunt  Sacrifici  , 
nihil  novit  divina  Scriptura . 

ScripturaaliosTresoyteros ,  aut  Sacerdotes  non  novit,  quàmeos,  qui  ver- 
hum  JJei  annuntiant ,  Così  Natale  Alexandro  dell'  Herefie  publicate  da  Zu- 
vinglio ni  Zurigo ,  eletta  dall'Herelìarca  per  Pergamo  della  Tua  predicazio- 
d^s.icio.      ne.  [d]  HavevaappuntoalloraLeonecommefl'alapublicazione delle  In- 

dulgen- 


re. 
on- 


Capitolo   IL  3^I         Leone ^ 

dulgenze  ne' Cantoni  de' Svizzeri  a  FrancefcoLichettoBrefcìano  General  pj'p=;"„f|[;;4c 
de' Minori,  &  infigne  Theologo ,  da  cui  tLÌfoftituicounFràSanfonedeir  tro  zuvingiio.' 
iftefib  Ordine,  il  quale,  benché  ricevuto  da'Paefani  con  fingolarifima  di- 
vozione ,  fu  nuUadimeno  ben  tofto  contradetto  da  Zuvinglio ,  come  il  Tet- 
zel  da  Lutero  :  tuttavia  la  impugnazione  delle  Indulgenze,  che  fu  prin- 
cipio della  Herefia  in  Lutero ,  in  Zuvinglio  fiì  progrelTo ,  come  in  quello , 
che  da  più  alti  punti ,  e  da  più  gravi  articoli  l'haveva  incominciata .  Dicefi , 
che  anch'egli,  come  Luthero,  fi  fervilTe  del  magirterio  vifibile  del  Demonio 
per  l'apprendimento  della  fua  Herefia ,  dalla  quale  Scuola  ne  derivafle  poi 
quella  di  Calvino .  [a]  Ex  hac  ZHvinglii,  &  maligni  Spiritus  familiaritate y  i-^/l'^ì'"'  ^"^' 
dice Florimondo Remondo,  acvelutconjugio,  CahimfmHS  fuit  progenera- 
tus:  e  fiegue,  Hancobcaufam  forte  Lutherus  Zuvinglio  damonis  familiarita- 
tem  exprobrat ,  ut  Tigurini  ipft  non  dtffitentur .  Sed  ad  confutandam  eorum  mpu- 
dentiam  ,  qui  hoc  à  Catholicis ,  &  Lutheranìs  in  odium  ZuvingUi  confi£ìum 
efie  ajunt,  placet  ipfms  verbaadfcrìbere.  Cum  vero  (  inquit  Zuvmglius)  tre- 
decima jlprilis  lux  appeteret ,  vera  narro  ,  adeòque  vera  ,  ut  celare  volen- 
tcm  confcientia  cogat  effundere  y  quodDominus  impertiit,  non  ignoram  quan- 
tismecontumeliis ,  riftbufque  exponam  ;  cumyinquam^  tredecima  lux  ^prtlis 
menfts  appeteret  y  vifus  fum  miht  in  fomno  multo  cum  tadio  denuò  contende- 
re cum  adverfario  Scriba,  fìcque  obmutuijfe ,  ut  quod  verum  fcirem,  negan- 
te lìngua  beneficium  fuumy  proloqui  non  pojfem  :  qui  me  angor  foletnonnun- 
quam  fallaci  illudere  no£ie  (nihil  enìm  altmsy  quàm  f omnium,  narramus  , 
-quod ad  nos  attinet  ;  tametjì  leve  non  fit,  quod  per  fomnium  didicimus  gra- 
fia Dei,  in  cujus  folius  gloriam  tfta  prodimus )  vehementer  turbare  videba- 
tur  :  ibi  tanquam  ex  machina  vifus  eji  Monitor  ade[ie  (  ater  fuerit,  analbus 
nihil  memini,  fomnium  enìm  narro  )  qui  diceret.  Quid  ,  ignave  ,  refpondes 
et,  quod  Exodi  1 2.  fcribitur  :  Eji  enìm  phafe  ,  hoc  eji  tranfitus  Dammi  i 
Trotims,  ut  hoc  phantafma  vifum  efl,  jimul  expergefio,  &  è  le6io  exfìlio, 
locum  apud  feptuaginta  undique  prtmum  circumfpicio ,  ac  de  eo  coram  tota 
concione  prò  virili  edijjero ,  Vide ,  fiegue  il  Remondo  ,  figurativam  Corpuì- 
risChrijìt  receptionem,  incertum  ab  angelo,  an  Diabolo  revelatam  f  Quàm 
bene  putas  fundamento  hoc  fides  nojìra  nitetur  ?  ^nimarum  nojlrarum  falli- 
ti nunquid  bene  profpe&um  erit,  fi  fomniatori  credamus,  cui  monitor  appa- 
ruerit,  quemater,  analbus  fuerit,  ìpfenefciat^Ejaverò  fidamusei,  &  cre- 
damus ,  verbum  eft  in  Sacra  Scriptura  accipiendum  effe  prò  fignificat ,  & 
Corpus  prò  Symbolo  Corports.  ^Abite,  abite  cum  fomnits  vejìris  ,  &  nigris 
monitor ibus,  T^osDei  Filio  aufcultamus,  &  credimus,  de  quo  "Pater  ipfe  è 
Calo  clamat  :  Hunc  audite,  Memini  me  aliquando  in  horreo  quodam ,  ubiCal- 
viniftaconciones  fuashabebant,  vidiffe  forte  fortuna,  Zuvinglti  opera rnenfjz 
impoftta,  quibus  ego  apertis  hunc  ipj'um  locum  predicanti  ojlendi,  ubi  Dia- 
bolus  Zuvinglio  apparuijfe ,  &  Corpus  Chrijìi  in  Coena  nihil  ,  quàm  figitram 
ejje  Corporis  ,  revelafie  dicitur  :  unde  ille  ira  ,  &  pudore  vehementer  fuit 
afje£lus.  Ne  un  Difcepolo  del  Diavolo  predicar  potea  altre  dottrine,  che 
Diaboliche,  e  Diabolica  fu  quella,  con  cui  incontanente  cominciò  ad  incul- 
care ,  doverli  togliere  il  Sacerdozio ,  con  falfa  inter{?retazione  dell'Oraco- 
lo Divino ,  empiamente  predicando ,  altro  non  fignificare  la  parola  Vresby- 
ter,  che  Senior-,  onde  egl' induceva,  elTere  neceflariofopra li  moribondi 
chiamare  gli  huomini  più  vecchi  fra  la  plebe ,  e  non  i  Preti ,  acciò  fopra 
il  malato  oraflero  in  conformità  della  Scrittura  [b]  Injirmatur quis rnvo-     b  i^ftL  5. 
Turno  IV ,  X  bis^ 


Leone  X. 

a  Io,  Ftibtr  dtSa* 
erifici»  Miffs  ,  & 
Saetrd,novxlf£it. 


3XX 


Secolo  XVI. 


b  Vedi  ti  Fcrtìf.dt 
CUmtntt  Stttim» . 

cLib.Brev,Stcret. 
IO.  alias  4,  Lttnis 


d  1.  JOccembrìs 
1521. 

Morte  del  Ponte- 
fice* 


bis  ^  ìnducat  Tresbyteros  Ecchfia,  &  orent  fuper  eum  t  [a]  ^t  quidhk 
Cuvinglms  ,  ben  rifponde  il  dotto  Fabri ,  Martello  degli  Heretici ,  ac 
aia  tentant ,  ac  moUuntur  ?  T^mpè  ajum  ,  Seniores  ex  C tritate  advocan- 
dosy  quaft  -però  Tresbyter  non  ad  Sacerdotem  referatur.  E  qui  a  lungo  egli 
fi  fleiide  in  riprovazione  di  quefta  rea  maflìma,  che  infettando  allora 
li  Cantoni ,  riponeva  in  gran  confiifione  le  cofe  della  Religione  in 
quelle  parti .  Poiché  il  Magiftrato  di  Zurigo  dando  orecchia  a  quefta 
nuova  predicazione  ,  fi  eftefe  nel  primo  paflb  ,  che  portello  poi  irre- 
mediabilmente  all'ultimo,  cioè  nella  emanazione  di  un  decretb,  in  cui 
4  tutti  a  comandava,  Vefcovi,  e  Principi,  plebei,  e  Nobili,  acciò  nel- 
le loro  Chiefe  ,  ò  Cittiì  altro  non  fi  predicafle ,  che  la  pura  parola  di 
Dio  comprefa  ne'  Libri  de'  Profeti ,  e  degli  Apoftoli ,  in  efclufione  di 
ogni  qualunque  Tradizione ,  ò  rito  della  Cbiefa .  Qual  editto  di  quanti 
^ravi  mali  folFe  cagione  ,  renderaflj  palefe  da' futuri  avvenimenti ,  che 
b  ]  foggiungeremo ,  Quefte  perniciofe  novità  mollerò  l'animo  genero- 
'o,  &  Apoftolico  di  Leone  ad  accorrere  prontamente  alla  fuppreffionc 
di  efie,  e  con  [e]  un  caldiifimo  Breve  appoggionne  la  incombenza,  e 
la  cura  al  Duca  dì  Savoja,  acciò  con  la  forza  del  fuo  braccio  fradicaffe 
da  quel  terreno  quella  peftifera  femenza  :  Et  accioche  al  comando  ac- 
correre l'aiuto,  gli  alTegnò  Leone  per  le  fpefe  a  ciò  necelfarie  tré  mi- 
la,  e  feicento  feudi  d'oro  da  ricavarfi  dalle  Annate  ,  e  da  altre  Eccle- 
fiaftiche  rendite  del  di  lui  Dominio.  Ma  l'applicazione  del  rimedio  ò 
fiì  intempeftiva  per  la  tardanza  del  tempo ,  ò  infruttuofa  per  la  gagliar- 
dia  del  male,  e  fempre  più  comprovofll  dalla  elperienza  del  paflato  , 
eh' è  la  vera  maeftra  del  futuro  ,  che  il  contagio  dell' Herefia  fol  può 
fiipprimerfi  fui  primo  fuo  nafcere  co'l  fuoco. 

In  quefte  gran  turbolenze  di  Rehgione  nella  Europa  [d]  morì  in 
Roma  Leone  Decitno,  Pontefice  di  piena  laude  degno  ,  fé  non  havef- 
fe  in  qualche  parte  ofcurato  i  fuoi  gran  pregi  Pontificali  con  l'appetimen- 
to  di  vani  divertinienti ,  che  quanto  fono  graditi  in  un  Principe  Secola- 
re, tanto  disgraditi  in  un  Ecclefiaftico,  che  rapprefenta  la  prima  digni- 
tà nel  Chriltianefimo , 


C  A- 


3^3 


CAPITOLO     III. 


Hadria- 

NO  VI. 


Hadriano  Sefto  di  Uttech ,  creato  Pontefice 

li  9.  Gennairo  t^tz.  ' 

polita  i  e  iodi  di  queflo  Pontefice  i  fue  operazioni  contro 
Lutero  i  e  Luterani.  Altri  Libri  Heréticali  di  Lutero  ^ 
Suo  ritorno  in  FVittemhérgà  :  2{atto  di  Monache  ,  è 
fuo  facrilego  Aiatrimonio  con  l^cy^badejfa  di  effe  *  Au- 
tori Cattolici ,  che  fcrifféro  contro  lui .  Andrea  Carlojìa- 
dio  ,  e  Filippo  MelanBhòne  :  toro  qualità  i  [celeratetr 
Zfi  ,  &*  Herefie  *  patita ,  ó*  Herefiè  dello  Scu^enì^ 
feldio  ,  dell'  Agricola  ,  dell*  Ofiandro  ,  e  di  "Brenzjo  * 
Origine  de*  Libertini .  Herefte  ,  e  multiplicate  Sette  fuh- 
alterne  degli  Anabattijii.  ^elo  Pontificio  contro  effe  >  e 
^re^e  di  Hadriano  al  Duca  di  Saffonia*  - 

En  confiderò  il  Collegio  de'  Cardinali  *  che  in  tempi  cotanto 
calamitofi  per  la  Religione  Cattolica  >  dovea  darfi  alla  Chie- 
fa  un  capo,  che  la  foftertefle  con  que'ctègrànteqiiifiti,  di  (^^\-^^^  ^^^^^ 
bontà,  dixlottrirtai  e  di  efpetienia ,  che  in  Ogni  governo  5  invimi,  e  in  do> 
ma  principalmente  nel  Pontificio,  Cono  non  meti  neceflarii  ^'i'jjf  "*^"*"° 
al  regolamento  deir  anime*  che  air  ingrandimento  della  Re- 
publica,  &  alla  quiete  de  popoli.  Ond' egli  in  pochi  giorni  deftinò,  e  pro- 
molfe  al  Pontificato  il  Cardinale  Hadriano  Fiorenzio ,  foggetto  pratticó 
della  Corte ,  e  grato  alle  nazioni  Oltramontane ,  sì  per  nafcita ,  come  per 
cariche  foftertute  nella  Hollanda  di  Paroco,  nella  Spagna  di  Vefcovo,  e 
nella  Germania  di  direttore ,  e  maeftro  di  Carlo  Quinto .  A  qiiefte  doti  ag- 
giungevafi  il  rcftiniortio  della  fama  di  una  Tempre  incorrotta  innocenza,  e 
di  una  profonda  fcienza  nelle  materie  Theologiche,  di  cui  egli  haveva  da- 
to gran  faggio  nelle  ftampe  delli  dodici  Q^odlmti,  e  de'preziofi  Commen- 
tariifoprà  il  Quarto  Libro  delle  fentenze;  ficche  la  Univerfità  di  Lovanio 
prima  di  condannarla  dottrina  di  Lutero,  haveva [4]  richiefto ,  e  ricevuto  a  suuan.iib.t. 
il  di  lui  configlio  non  tanto  come  di  Difcepolo,  quanto  comedi  Maeftro 
di  quella  celebre  Accademia  :  onde  non  poteadubitarfi,  che  per  tutti  tré 
quefti  capi  egli  non  foffe  per  impiegar  la  potenza  della  nuova  dignità  in  re- 
primere la  gran  ribellione  mofla  allora  da  Lutero  contro  la  Sede  Apoftoli^ 
ca,  e  contro  tutto  il  Chriftianefimo.  Né  mancò  il  faufto  augurio  di  tré  in- 
figni  Letterati,  chedilui,  e  de' fuoi  ferirti  non  tanto  cantarono,  quanto 
vaticinarono  le  feguenti  grandezze  ,  cioè  Girolamo  Delio  Aleflandrino 
con  la  concUifione  di  quello  Epieramma.  '- 

^  ^^  X    1  Et 


Hadma-         ^3,^  Secolo  XV L 

,    '    •  Et  fi  nemo  hominum  vix  fcrip ferii  ha6lenus  :  ejjcnt 

Cbrifti  ad  tutandam  fat  tua  /cripta  fidem . 
Pietro  Curilo  con  il  feguente  Dioico 

Magnum  opus,  Hadriane,  efly  fateor,  tam  fcribere  fannie. 
Sic  tamen,  ut  fcrihisy  vivere  ,  majus  opus, 
E  Francefco  Cencelles  con  alerò  fomigliante  degno  concetto 
Jura  Deum,  ritttfque  Tatrum ,  San^ijfime  Tafior, 
Debent ,  &  fcriptis  numina  cun6ia  tuìs . 
È  corrifpofero  fubico  agli  ferirti  li  fatti ,  conciofiacofache  per  re- 
primere la  petulante  calunnia  de'Luterani ,  che  a  difperate  voci  efclama- 
•  mif  ^^"^  contro  la  Corte  di  Roma,  egli  fin  dal  principio  del  fuo  Pontifica- 
rci//^.l.^.j/ri  to  ordinonne  una  [a]  rigorofa riforma;  &  al  Nipote,  che  pofl'edeva  un 
jovit  invita  lu-  Beneficio  in  annua  rendita  di  fettanta  feudi  d'oro ,  [b']  negonne  un'altro 
b'T{^j.  ann.  1522.  dì  ceuto,  rimprovcraudolo  di  avidità  indegnadi  un  Sacerdote;  né  dop- 
l^lNi^ro^'"^'"^'  P°  ^^^^^  >  e  replicate  iftanze  d'infigni  Perfonaggi  acconfentigli  quel  di 
tiro.  cento,  con  condizione,  come  feguì,  che  rinunciale  a  quello  di  fettan- 

ta :  folito  fpeflb  di  ripetere  quell'aureo  detto  ,  Ecclefias  Sacerdotibus  , 
non  Sacerdotes  Ecclefìts  fé  ornare  "pelle . 
feduxiSS°Tgn     II  "^2le  però  nonerain  Roma,  mii  nella  Germania,  &  altro  ci  voleva 
Kcrctici .  per  rimediare  a  tante  male  andate  Provincie ,  che  la  riforma  di  una  Città . 

Quefta  prefa  per  pretefto  era  bensìneceflariaafupprimerele  ftrida  degli 
avverfarii,  ma  nonvalevoleatorredalcuoreil  veleno  della  Herefia:onde 
habbiamo  fpeffe  volte  in  quefta  Hiftoria  notato  fotto  traboccati  Ecclefia- 
fticifanalaFede  dc'popoli,  &  al  contrario  fotto  efemplariflìmiEcclefiaftici 
lacerato  da  mille  ftrani  errori  il  Chriftianefimo.Hadriano  propofe,&  avviò 
in  Roma  la  riforma  con  premura  di  Pontificia  follecitudine,  ma  con  il  più 
vivo  fuo  ardore  fi  pofe  alla  cura  della  Germania ,  eh'  era  la  parte  infetta ,  e 
che  malamente  applicava  i  fuoì  mafllmi  difordini  a  qualche  piccolo  ài- 
«  *^»»»  i5«»     fconcio  della  Corte  Romana .  Era  appunto  allora  [  f  ]  in  aflènza  di  Cefare 
apertauna  Dietain  Norimberga ,  e  colà  opportunamente  deftinò il  Ponte- 
Jiu" &"ftriplh  ^^^ ^^^  M  N»"2Ìo Francefco  Cheregato  Vicentino, eletto  a quefto  effetto 
LHthtrihtcanno .  Vcfcovo  ìu  Abruzzo ,  cou  Apoftolico  Breve  ai  Congregati  in  quella  Città, 
e  con  iftruzioni particolari  in  riguardo  della  fua  condotta,  ambedue  di- 
rette ,  come  ad  ultimo  fcopo ,  al  rifanamento  della  Germania  dalla  infezio- 
ne Luterana,  e  tali,  quali rapprefentate  ad  una medefima  occhiata,  non 
folo  vaglino  a  rendere  pago ,  ma  eziandio  ammirato  qualunque  più  fevero 
Lettore,  che  confiderar  voglia,  con  quanta  attenzione  di  ragioni  propo- 
fte,  di  prieghi  frapofti,  di minaccie  fulminate ,  e  di  paterni  avvertimenti 
fiano  accortili  Pontefici  Romani  al  ravvedimento  de' popoli  fedotti  dalla 
Herefia  di  Lutero.  Noi  con  grave noftro rammarico  pretermettiamo  il 
t  HancrtferjDu^-  contenuto  c  della  lettera  da lui  fcritta  [e]  alla  Dieta,  edellaiftruzione  da 
ifquò^f.'ltn'.  lui  confegnata  al  Nunzio  Cheregato,  e  preghiamo  il  Lettore  a  fcorrere 
iji2.«.6o.  il  tenore  nel  citato  Annalifta,coftretti  dalla  prolifiità,in  cui  elleno  fi  ftendo- 

no ,  ad  indicare  in  altro  libro  più  tofto  la  Lezione ,  che  a  dcfcriverla  nel  no- 
ftro ,  troppo  anguito  campo  alla  gran  mefle  de'racconti ,  che  in  elfo  fi  pro- 
porranno. Ma  quefta  iftruzionefecreta  del  Nunzio,  nella  quale  Hadriano 
parlò  col  cuor  su  la  bocca ,  ò  per  meglio  dire ,  ferifie  col  cuor  su  la  carta , 
communicata  con  facile  condifcendenza  alla  Dieta  (  ò  quefto  fi  facefle  per 
ordine  del  medefimo  Hadriano  troppo  libero ,  &  aperto  nella  communica- 

zione 


Capitolo  III,  5^5       Hadria- 

zìone  de*  fuoi  più  reconditi  fentimenti ,  ò  per  genio  del  medeìimo  Chere-  ^^    Vi. 
gaco ,  eh'  era  ài  natura  faciliflima ,  e  confeguentemente  fpefle  volte  ripren- 
libile  )  partorì  poco  buoni  gli  effetti,  prendendofi  ella  da' malevoli  per 
confelfìonefincera  di  quelli  difordini,  de' quali  pur  troppo  era  allora  in- 
colpata dagli  Heretici  la  Corte  di  Roma .  La  Dieta  comporta  di  diverfi  Per- 
fonaggi ,  e  perciò  non  folamente  diverfa ,  mi  contraria  d'interefTì,  chi  di 
cflì promovendo  i  vantaggi  dell'Ordine  Secolare,  chi dell'ficclefiaftico , 
rii^ofe  al  Pontefice  con  oii'equiofa  maniera  circa  la  venerazione  della  Sede 
Romana;  ma  all' ofìfequiofr aponendo  doglianze,  alle  doglianze  aggiunfe 
importune iftanze,  m\m2k\\.\ng3.(Qntt\.\^i  [a]  di  cento  aggravila  pretenden-  ^y*àtM>Hshtt 
doli,  che  in  que' cento  capi fo(fe  aggravata  la  Germania  da  Roma,  &  \%'i^]\^ii.n.'it 
Secolari  dagli  Ecclefiaftici.  Reftringevalì  quella  nella  richieftadiunCon-  ^^^'[{^^^^^  d^u 
cilio  Generale  in  qualche  Città  della  Germania,  e  proponevafi  ò  Magon-  Dieuaipapa.^ 
za,  ò  Colonia,  ò  Argentina,  ò  Metz  ;  nel  qual  Concilio  chiunque  [hi]  in-  J^^^^"^'''*'  "'^^ 
_  tervenifle,  dir poteflefue ragioni,  ed efponefle ciò ,  ch'egli  credefTe  pilìr" /"*  ' 
opportuno  per  la  Chriftiana  Religione,  proponendo  non  il  dolce,  ma  il 
vero .  Ottima  domanda,  s' ella  fofTe  derivata  da  bocca  non  contaminata ò 
fofpetta  almeno  di  Herefia.  Poiché  anche  tìatinano  nutriva  nell'animo 
queftq  penfiere ,  ogni  qualunque  volta  fedate  le  guerre ,  e  pacificato  il  Chri- 
ftianefimo ,  havefs'  egli  potuto  agevolmente  infifiere  in  quello  fanto  ripie- 

fo  j  [  e  ]  Spondebat ,  dice  l'Autore  della  di  lui  vita ,  ubi  primùm ,  fedatis  j^l^'^'^yY  ^'l*^ 
ellorum  turbis ,  pofjet  indicere  Concilìum  univerfale ,  ut;  qmdquid  ^gnue  ,  t^Ì.'^"», l'si^fL. 
quidquid  alibi  apud  Epifcopos,  ^Ahbates,  &  univerfum  denique  Ordinem  Ec-  "^* 
clefiafiicum  colUpfum  efietj  in  prijìinum  gradumreflitueretur  y  ne  quid  in  hac 
parte  poffent  obtendere,  quominus  monitis  fuis  morem  gererent. 

Ma  mentre  i  Tedefchiò  con  vera,  ò  con  finta  intenzione  domandava- N".ovì  Libri  Re- 
no un  Concilio  fiituro,  Lutero  con  f>rontiatteftaticalpe{lava l'autorità,  e  [o."^"*'*  di  Lute- 
le  decifioni  delli  paflati .  Ritrovavafi  egli  e o'I  corpo,  comefidiffe,  den- 
tro la  fortezza  di  VVallberga  in  Thuringia,  mi  con  l'animo  fiio  infierito 
per  tutta  la  Germania,  per  cui  volava  con  una  moltitudine  horribile  di  Li- 
bri, ognun  de' quali  era  ballante  ad  infettar  di  Herefie  tutto  un  Mondo . 
Con  gli  Araldi  di  quelli  Diabolici  volumi,  come  aflìcurato  da  poderofa 
Vanguardia, ufcito  dal  fuonafcondiglio,fec'egli  ritorno  a  VVittemberga, 
e'I  fuo  viaggio  pieno  di  flupri ,  di  facrilegii ,  e  dì  abominazione  ben  dimo- 
flrò,  con  quanta  perverfa  intenzione  e  d'ond' egli  venilie,  e  dove  fi  portaf- 
fe .  Poich'egli  [d]  fecretamente  ammonito  dal  Duca  di  Saffonia  degl'impe-  l^^wIII"!/:!'' 
gni,  che  farebbono  ad  ambedue  foyxallati  da  quella  fua  nuova  comparfa 
al  Mondo,  rifpofe  il  maligno.  Gli  affari  di  Dio  non  dover ft  ponderare  con    e  fuo  ricorro  a 
ragioni  humanet  e  ,  Ch'eJJo  era  moffo  da  un  Signore  ,  il  quale  non  havcva  vvittsinberga. 
poten:(^a  [opra  il  corpo  folamente  come  Federico  ^  ma  [opra  l'anima,  e,  Effo 
condwfi  à  FFittemberga,  perche  il  Diavolo  haveva  colà  f eminata  una  ■^i'^a- 
nia,  per  cui  richiedevafi  la  fua  prefenT^a.  Qual  fofie  quella  zizania  ,  diraill 
appreffo.  Intanto  quello  nuovo  falfoAmbafciador  di  Dio  nobilitò  la  fua 
Milfione  con  un  fatto ,  il  cui  folo  racconto  può  renderne  horrida,  &  abo- 
minevole in  .ogni  futuro  fecolo  la  memoria.  Correva  [e]  allora  l'anniver- e  w»<ifOT. 
faria  Commemorazione  della  Domenica  di  Pafiìone,  quando  egli  palTan- 
do  per  J  Territorio  Nimicenfe,  òconfigliò,  ò  ordinò  ,  òpermelfe  a  Leo-  Ruco  dì  Mona. 
naidoKoppen fuo  addetto,  e  precipitato feguace,  che  dal  Monallcrio  di  uJò  \on'i'A'ba' 
qijellaCiiià,  comefeguì,  involalfc  nove  nobil  Donzelle  Monache  a  Dio  J«*'^- 
-Tomo  IF.  X    3  confa- 


HadriX-       ^2.6  Secolo  XV L 

NO  Vi.  confacrate,  unitamente  infieme  coni* Abadefla,  quali  feco il  Sacrilego m 
trionfo  fopra  un  Cocchio  a  V  Vittemberga  condufle .  Caterina  de  Bore 
ri."  ^cum^^Battif'^^^^^^^^^  r  Abadefla,  dalla  quale  poi  Lutero  hebbe  tré  figli;  [a]  Luthe- 
/«r.'f2''X  "  *  ^^^  ^^i^  plaiiflra  lafcivh  Beo  dtcatis  Firgìnìbus  onufta  è  Monaflenouno  abdu- 
xit ,  dice  il  Fabro  ,  ex  illìfque  forma  vpnujiìorem  ,  caterlf^ue  locupleùo- 
renti  &  l^nnarum  primam\  qiiam  ^bbatifìam  vocant,  [ibi copulavit ,  & 
qu£  UH  altero  menfe  à  nuptiis  partum  cdidit.  Quindi  egli  al  Diabolico  fat- 
to concatenando  il  DogniaHereticale,  Idem  egregius  Do3or,  fiegueil  ci- 
tato Autore ,  ne^at  Tuellulam  ,  qu£  annos  duodeiim  fuperavit ,  virginita- 
tem  tueri  pofie.  Dogma  profetò  inaudttum  ,  impium  ,  blafphemum  ,  nulli 
I{egif  "Princìpi,  Satrap^eque  ferendum^  fummis,  imis,  mediocribushomìni- 
hus  intoler abile  f  &  ad  credendum  difficillimum.f  afperrimumque  ;  tamenau- 
fus  e(l  ille  praco  clamofus ,  publicè  talìa  dofere  :  atque  adeò  ànici  hoc  melle 
multos  utriufque  fexus  homines  permulftt,  ad  fé  traxit,  &  quaficircxo  po- 
^ulo  inebriavit .  Hi  funt  palpones ,  hi  aurium  prurientium  molliculi  fculpto- 
res  ;  fic  itur  ad  afira .  Né  contento  egli  del  fatto,  e  del  dogma,  fé  al  fat- 
to, e  al  dogma  non  aggiungeva  la  pompa  dell' applaufo,  in  una  publica 
Chiefa  perorò  panegiricamente  in  lode  del  Rattore ,  efaltandolo  alle  ftelle , 
e  paragonandolo  à  Giesù  Chrifto ,  che  appunto  in  que'medefimi  giorni  era 
b^/'»yA7«f.vrfA*'.fcefo  a  liberar  le  Anime  del  Limbo  dall'Inferno  :  [b]Fecifiiy  egli  fermo- 
^§.'i^n!ìl''"^^'^°  neggiò,  opusnovum,  de  quo  Trovincia ,  hominefque cantabunt ,  &loquen- 
tur  :  qmd  multi  velut  ingens  incommodum  proclamabunt  -,  qui  autem  cum 
Deo  fentiunt ,  velut  ingens  commodum  glorificabunt ,  ut  fis  certus  ,  Deum 
ita  ordinafìCi  &  non  efse  hoc  opus,  aut  conftlium  tuum  proprium.  Ts^e  di^ 
xeris,  Hìc  inme  concitaturtotumCcsnobÌHm'ì<{imtcenfey  quando  jamaudiunt 
me  illum  fuifse  raptorem.  B^fpondeo,  imo  vero  felicem  raptorem,  ftcìtt  & 
Chrìfius  raptor  erat  in  Mundo  ,  quando  per  mortem  Trincipi  Mundi  aufere- 
bat  arma,  &  vafa  fua,  ipfumque  ducebat  captivum,  ita  O'  tuhas  mtferas 
animas  ex  carcere  humana  tyrannidis  eduxifii  :  &  quidem  opportunijfmo  tem- 
pore, m  T^fcha,  quo  Chriftus  fuorum  quoque  captivitatem  captivam  duxit. 
Così  egli,  non  fenza  ammirazione,  e  timore  de'giufti  giudizii  di  Dio, 
che  permefle  l'inganno  di  tanta  gran  parte  del  Chriftianefimo  per  opera 
di  un  foggetto  cotanto  deteftabile  ,  e  diffamato . 
f^M°ii—°^l^^-^'  ^^^  ^^  feguito  dunque  di  Monache  rapite ,  e  di  faerileghe  nozze  en- 
leniberga?  ^""  ftò  Lutero  trionfante  in  VVittemberga  per  eftirpar  quella  zizania ,  che  nel 
tempo  del  fuo  ritiro ,  com'  e^li  dille ,  era  (lata  coli  feminata  dall'inimico . 
Havevano  li  Pfeudo-Agofliniani  di  quella  Citt^,  infetti  anch' efll  dell' He- 
refia  Luterana ,  fatto  un  Decreto  fopra  l'abolizione  della  Melfa  :  e  Carlofta- 
dio  nel  medefiino  luogo  haveva  rifufcitata  l'antica  Herefia  contro  l'adora- 
zionfidelle  facrelmagini.  Queftenovità,  fé  ben' intieramente  approvate 
da  Lutero ,  nuUadimeno  per  non  elfer'  cileno  allora  ftate  infegnate  da  lui , 
che  ambiva  la  gloria  intiera  di  Informatore ,  egli  non  volle  approvarle,  e 
folo  fi  contentò  di  non  biafimarne  la  rifoluzione,  ma  folamente  la  forma 
turbolenta,&  intempeftiva  di  effe .  Haveva  già  Lutero  trafmeffo  da  V  Vaft- 
berga  a'fiioi  Frati  Agoftiniani  di  VVittemberga  un  Libro  de  ^Abroganda 
Mifsa  privata ,  in  cui  egli  li  confermava  nella  intraprefa  di  abrogar  la  Mef- 
fa,  e l'efortavaàtoglierfi  d'intorno  ogni  ftimolo,  efcrupolodicofcienza. 
S^ot  medie araentis ,  egli  diceva  loro  nella  prefazione  di  eflb,  quàmrobufta 
refina  Calaad  ,  quàm  potenttbus ,  &  evidemibus  Scripturis  meam  ipfìus 

con- 


Capitolo  UT.  3x7       Hadria- 

eonfcientiam  vìx  dum  ftabilm ,  ut  auderem  unus  contradicere  Tapa  ,  &  ^^  ^A. 
crederei  eum  cfse  ^michrijium  j  Epifcopos  cfse  ejus  ^pofloloSi  ^cademias 
efse  ejus  Lupanaria  f*  Quoties  mihi  palpitavit  tremulum  cor  ,  reprehendens 
objecit  eorum  fortiffimùm ,  &  unicurd  argUmentitm ,  Tu  folus  fapis  ?  Tome 
erram  univerft  ?  Tanta  Specula  ignoraverunt  ^  fluid  ft  tu  erres^  (jr  tot  te- 
cmn  in  errorem  tràhas  damnandos  aternalttcr  ?  Bt  tandem  confirmàvtt  me 
'perbis  fuis  Cbrijìus  y  ut  jum  nec  tremai,  nec  palpett  fed  infultet  cor  meum 
bis  Tapiflicis  àrgumentis  ,  non  aliter  ,  atque  tutiljìmum  littus  mtnaces  ,  & 
tumìdas  procellas  ridet.  Ma  non  giudicando  egli  ancora  a  propofitod'in- 
lìfterej  e  di  publicare  quello  libro,  godeva  j che  antecedentemente  fi  coti- 
correfle  anche  dagli  altri  ne' fiioi  medefirtli  féiitiitiénti ,  ecosipàtirtiente 
circa  le  Imaginij  da  lui  efecrate  internamente ,  ma  non  ancora  abolite  , 
ad  eccettuazione  della  Imagine  del  Crocififlb ,  avanti  il  qiulé  inginocchio- 
necOrt  le  mani  giunte  egli  poi  fecefi  ràpprefentàre  unitamente  iilfieitiecol 
Duca  Federico  di  Saflbliià ,  nel  Frontifpizio  delle  fue  Opere  imprelTe  nelle 
ftampe  di  VVittemberga.  E  qiteftàfieralà  zizania,  colà,  com'egliha- 
veva  detto ,  feminata  dal  Diavolo  in  quel  terreno .  Mi  molto  maggior  co- 
pia di  rea  Temenza  fparfe  allora  Lutero  nel  tempo  mèdefimo ,  che  a  V  Vit- 
-temberga portofli  per  eftirparla ;  e  li  libri,  eh' egli  allora  compofe,  e  di- 
vulgò *  furono  così  copiofi  in  numero*  &  empii  in  qualità,  che  fé  non  ne 
appariflenecefifario  il  taccontoper  la  notizia  dell'Herefie  in  effi  imprefle^ 
certamente  Noi  lìe  tralafciaremmo  il  racconto  j  per  non  imbrattare  la 
penna  dentro  così  pefkileiite  cloaca. 

E  primieramente  [a]  egli  publicò  il  Libro  cóntro  la  Bolla  di  Leone  »  ^'""'  **"• 
Decimo  condannatoria  di  lui,  e  de' Luterani,  e  l'empio  trattato  ^dver-  Altri  Libri  Here- 

r        r  I   y  ^i-  \^    •  r  1  «  s       '  jnv  ticali  di  Lutero,  e 

Jus  falso  nommatum  Ordinem  Eptjcoporum  j  nel  quale  rende  in  podeita  conteiilcodieiiu 
eguale  li  Preti  alli  Vefcovij  e  cOn  efecrabili  Calunnie  *  béftemmiej  &  in- 
giurie contro  quel  facràtiflìmo  Ordine  *  e  contro  tuttala  Sacra  Gierarchia 
della  Chiefa  fi  fcaglia.  In  efl'o  inferì  una»  da  eflb  nominata,  Bullam  re^ 
formationis  *  nella  quale  contro  il  Vefcovado»  e  i  Vefcóvi ,  Omties  qui- 
cumquey  egli  dice,  eh  rem,  honorem ,  fanguinem)  vìtdm  impendunt ,  ut  hi 
Eptjcopatus  pompatici  i  &  aulici  t  tam  remoti  y  &  alieni  ab  omni  fun&ione 
tApofioUca  ,  prièfertim  miniflerto  verbi ,  totumque  hoc  fdtanicufn  B^gnum 
evertatur  ,  &  extinguatur  i  aut  fi  reipfa  extinguere  eis  non  licet  j  contrd 
clamant  j  damnant,  c^  tanquam  .abóminationem  vitant  ;  hi  funt  Filii  Dei^ 
C^  veri  Chrifìiani  ,  pugnantes  ,  &  decertantes  ,  fidem  Evangelii  adjuvari' 
tes  cantra  portas  Inferi  ;  contra  ,  qui  B^gno  Epifcoporum  tam  impio  >  tar4 
tyrannico,  &  fatanico  favent  y  obediutìt,  ac  fubditi  funt ,  hi  fatana  Mini- 
jiri  funty  contra  verbumy  &  fan6ÌionesDeibojiiliter  pugnantes.  Così  egli. 
E  perche  appunto  allora  fu  punto  Lutero  dal  gloriofo  Libro  di  HenricO 
Ottavo  d'Inghilterra,  egli  fenza  freno  di  riverenza,  efenza  timore  della 
Maeftà,  contro  quel  Re  publicò  una  petulante  rifpofta  di  tante  ftomache- 
voli  contumelie  ripiena»  di  quante  parole  era  ella  compoftà,  l^efcias, 
die' egli  quivi,  an  ipfa  mania  fu  infanire  poffity  aut  ipfa  jìoliditas  tam  fio- 
nda ftty  quàm  eji  caput  hoc  Henrict  noflri  :  forte  ut  verum  faciat  prover- 
bium  i  aut  T{egem  ,  aut  fatuum  nafci  oportuit  ....  Cum  prudens ,  &  fciens 
mendacia  componat  adverfus  mei  I{egis  Majefiatem  in  calis  ,  damnabilii 
putredo  ifta  ,  e^  vermis  ,  jui  mihi  ent  prò  meo  I{ege  ,  &  Majefiatem  JLn- 
\iicam  luto  fuo  y  &  fìercore  confpergere ,  &  Coronam  ifìam  blafphemam  in 

X    4  Cbri- 


H ADRIA-         ^^g  Secolo  XVI. 

^^      ,     r    Chrijìumpedibus  conculcare.  Efclama  qui  siuftamcnte  un  f^l  Moderno 

a  Nat.  ^lix,  fac.     .        ■'  ',  ._  ;..  ir  ■        ■  rt  , 

t6.c.i.art.io.^.2.  Autore,  H^ic  novi Evangeln  praconerriy  hxcreformatwnnauciorem  decenti 
nnm.i^,  sic  Taulus ,  (ìc  Chnftus ,  B^gibus  infultare  docmt ,  ftc  fuperbc  faperei  Q^i\r 

Lutero  gloriavafi,  haver  elfo  apprefoqueftifuoi  nuovi  dogmi  dal  Cielo  : 
Certus  jum ,  die'  egli  nel  medefimo  Libro ,  dogmata  mea  habere  me  de  Coslo , 
quic  etiam  adverfus  eum  triumphavì,  qui  mungue  novifjìmo  plushabetvir- 
tutis  i  &  afiuti£  ,  quàm  omnes  Tapa  ,  &  I{eg€s  ,  &  Do£iores  :  ut  nihil 
agant ,  qui  Bullas  nomìnum  ,  <jr  tttulorum  contra  m^  jaSiant  ,   &  Libel- 
los  fnb  B^egiis  infcriptionibus  venditant ,  Dogmata  mea  ftabunt ,  (jr  Tapa 
cadety  invitts  omnibus  portis  inferi  y  &  potejìatibus  aeris ,  &  terra  y  ^ma- 
ris.  Jpfìme  provocaveruntadbellum,  bellum  igitur  habebunt  :  pacem  obla- 
tam  contempferunt ,  pacem  igitur  non  habebunt»  Deus  viderit ,  uter  primo 
fejfus  defecerit,  Tapay  an  Lutherus.  Sic  placet  in  Chrifto  in  diesmagisy  ac 
magis  fuperbire  adverfus  infulfos  ifiosy  &  ineptos  Bafilifcosy  quo  magis  ipfi 
furunt.  Ma  da  quale  fpiritofolfe  il  maligno  eccitato  a  vomitar  tal'impro- 
perii  dalla  bocca  >  quefte  parole  nel  medefimo  Libro  impreffe  baftantemen- 
te  l'accennano,  H<«c  funt  armay  qutbus  HiCretici  vincuntur  hodie  ,  ignis  , 
&  furor infulftjfìmorum  ajtnorum y  Ò'ThomiJiicorum  porcorum.  Sed  pergant 
porci  illi  y  &  fi  audent ,  exurant  me .  Hìc  fum ,  <jr  expe6Ìabo  eos  :  cineri- 
bus  folis  poft  mortem  etiam  in  mille  maria  proje^iis ,  perfequar,  &  fatiga- 
bo  hoc  abominabile  rulgus.  Summa,  vivens  Tapatus  hoflis  erOy  exujiusbis 
hojiisero.  Tacite  y  Torci  Thomifia ,  quod  poteftis  y  Lutherum  habebitis  ur- 
fam  in  viay  &  leanam  in  femita;  undique  -pobis  occurret,  &  pacem  habe- 
re non  fmet ,  donec  ferreas  vejlras  cervices  ,  &  Areas  frontes  contriverit  . 
Così  il  temerario .  Nella  prefazione  di  quefto  Libro  diretta  al  Conte  Seba- 
•         ftiano  Schlick,  prende  acerrima difefa di  Gio.Hus,  e  de' Bohemi,  e  Ju- 
ftijjìma  caujay  egli  dice.  Bohemi  homicidas  tflos  ,  &  Antichriftos  Tapijìas 
deferuerunty  pofiquam  innocentem  virum  Joannem  Hus  ipjì  fepties  Hicretici 
exufierunt ,  CT*  utramque  Jpeciem  à  Chrtflo  injiitutam  facrilegè  damnaverunt . 
Così  egli ,  che  con  la  folita  contradizione ,  con  cui  pugna  contra  di  fé  ogni 
Heretico,  haveva  già  confeifato  nella  difputa  di  Lipfia  con  l'Ekio,  Isljm- 
quam  mihi  placuit  ,   nec  in  aternum  placebit  quodcumque  fchifma.  Inique 
faciunt  Bohemi  y  quod  fé  au&oritate  propria  feparantànofir  a  mutate  y  etiam  fi 
jus  divtnum  prò  eis  fiaret  :   cum  jupremum  jus  divinum  fit  charitas  ,  <èr 
unitas  fpiritus .  Ma  malamente  egli  ftendeva  i  fuoi  Diabolici  fentimenti 
ne'  Libri ,  fé  non  appoggiavane  il  fenfo  ad  efplicazioni  ò  mutilate ,  ò  eftor- 
b  ^nnt  »;»».     te  della  fcrittura .  Perciò  divulgò  [b']  una  Traslazione  della  Bibbia  in  Lin- 
gua Tedefca,  in  cui  li  Dottori  Cattolici  più  di  mille  errori  annotarono  dì 
fraudolentiifimaefpofìzione,  fra' quali  riportò  il  vanto  Girolamo  Emfer, 
che  publicò  allora  l'accuratilfima  fua  Verfione ,  pronto  antidoto  al  prefen- 
te  veleno  di  Lutero .  In  ella ,  e  da  effa  efclufe  Lutero  l'Epiftola  ad  Hebraos , 
quella  di  S*Giacomo,  di  S. Giuda,  e  l'Apocalifle  di  S.Giovanni.  Quali 
forze  aggiungelie  al  furore  Luterano  quefta  nuova  Traslazione,  da  ciò  de- 
ducafi,  che  non  vi  fu  fanciullo ,  idiota,  ò  donna,  che  nella  fua  nativa  lin- 
gua non  ne  leggefle  il  contenuto,  e  per  maggior difgrazia  de' buoni  non 
e  CocUuiìnABh,^  jje  regiftrafle  nella  memoria  li  fucceffi  ;  onde  ogni  vii  plebeo  [e]  inful- 
^^jcrtptts   "'""j^y^  li  pj-jn^i  Qottori  Cattolici,  ripigliandoli  òdi  menzogneri,  òdiftati- 
dolenti,  ò  almeno  d'ignoranti,  e  prendevano  a  giuoco,  e  rifa  li  più  al- 
ti mifterii  della  Religione  di  Chrifto.  Doppo  cinque  anni  egli  fècene  un* 

altra , 


Capitolo  IH.  5x9        Hadri A- 

altra,  inaii[<i]vifiì,  chioflervovvitrentatrèpaffi  mutati,  come  fé  altri-  ^^^^l/^/r* 
mente  gli  havefTe  Dio  parlato  nella  interpolazione  di  quel  tempo.  Quindi  ^ot^Jt.nM^'"' 
doppo  altri  due  anni publiconne  una nuovain  lingua  Latina,  cotanto  con- 
traria alle  due  in  lingua  Tedefca ,  che  gì'  iftefli  [b\  Heretici  non  potevano   h  ^p»d  emdem 
non  chiamarlo  Ingannatore.  Il  Prateolo  rapporta  molti  [t]  luoghi  altera-  [^'pl^ioi  ni,  io 
ti ,  mutilati ,  pretermefli ,  &  adulterati  da  lui ,  tra  quali  quello  di  S.  Paolo  ad  FAtmin' iAi'pLoe. 
I{omanos,  ^rbitramur  enim  juflificari  hominem  per  fidem  fine  open  bus  legis ,  tia^nium  lUri- 
fraponendovi  il  Maligno  la  parola  folam  ,  e  dicendo  ,  ^rbitramur  cnim 
jujiificari  hominem  per  foUm  fidem  fine  operibiis  legis .  Della  quale  aggiun- 
ta di  quella  efclufiva  particola  ripigliato  egli  da  un  amico  nella  Dieta,  ò 
Convento  Auguftano ,  [d]SiVapi{iatuuSy  rifpofe,  vuU  garrire  de  bac  vo-  nI.^^uÌ'ìZ^X 
ce 3  Sola,  ei  confedimdicito  ftc :  JDo6lor  Martinus Luther  vult  ftc  habere ,  & 
dìcit  i  Tapijìam,  dr  ^finum  effe  rem  unam .  Sic  volo,  ftc  jubeoy  fitproratio- 
ne  volmitas .  I^lumus  enim  Taprjìarum  Scbolares  ,  aut  Difcipuli  effe  ,  fed 
Magijìrij  ac  ludices .  Fondato  negli  errori  della  Tua  pervertita  Scrittura, 
egli  divulgò  in  lingua  Tedefca  il  Libro  de  ì^itandis  hominum  do5ìrinis  ,  in  cui 
riprova,  e  condanna  tutti  li  precetti,  &iftituti  della  Chicfa,  che  non  rin- 
vengonfi  efprelfi  nelle  Sacre  Carte ,  cioè  l'aftinenza  dalle  ova ,  e  dalle  carni 
nel  tempo  della  Quarefima,  li  digiuni  de' Quattro  Tempi ,  e  delle  Vigi- 
lie, la  perfeveranza de* Religiolì  nelle  loro  Religioni,  e  la  negata  liberti 
di  rialTumerela  vitafecolarefca,  etuttociòinfòmmathe  riceve,  òdàil 
luftro  alla  Religione  Cattolica .  Ma  in  tutti  quefti  Libri  Lutero  perorò ,  per 
così  dire,  per  altri,  e  non  per  fé  :  poiché  in  nifliino  di  eili  egli  pretefe  ài 
difendere  la  fua  abominevole  Apoftafia  dalla  Religione  Agoftiniana,  e  il 
fatto  del  fuo  facrilego  Matrimonio  con  la  Monaca  confacrata  a  Chrifto, 
fuorché  in  quello,  ch'egli  compofe,  e  divulgò  de  vita  Coniugali.  Quivi 
egli,  nuovo  Carpocrate  della  Europa,  dalla  peitilenteCatedra  di  sfaccia- 
ta libidine  infegnò ,  che  li  Sacerdoti ,  Monachi ,  e  Monache  erano  tenuti , 
nonoftantili  voti,  alconjugio,  con  la  pretefa  ragione  della  necellìtà  di  ef- 
fo,  com' egU  efprelfe  in  un  Sermone  de  Matrimonio  recitato  in  VVittem- 
berga ,  in  cui  all'eri  affatto  impoiHbile  il  celibato ,  la  continenza ,  e  la  cufto- 
dia  della  Verginità  :  Utnoneffinmeis  yiribus  fitnm ,  difleilfozzo,  e  sfac- 
ciato Sermoneggiante ,  ut  -pir  non  fìm,  tamnone/ietiam  mei  juris,  utabf- 
que  muliere  firn .  B^urpim  ,  ut  m  tua  manu  non  efi ,  ut  f (smina  non  fis  ,  fic  "^ 

nec  in  te  efi ,  ut  abfque  viro  degas .  TS^cc  enim  libera  efi  elevilo  ,  aut  confi- 
lium ,  fed  res  natura  nec  e ff ari  a  ,  ut  maretyi  f cernine  ,  faminam  mari  fociari 
oporteat.  Fcrbum  enim  hoc,  quo  Deus  att,  Crefcite  ,  &  multiplicamini,  '       - 

non  efi  pr^ceptum,  /ed plufquar/i  pr^ceptum,  divinum  puta  opus ,  quod  non 
efi  nofirarum  virium  ,  -pel  ut  impediatur  ,  -pel  ut  omittatur  ;  fed  tam  efi  ne- 
cefiarium,  quàmutmafculusfimymagifquenccefiarium,  quàm  edere,  bibe-  ''. 

re,  purgare,  mucum  emungere,  fomno  ,  &  excubiis  intentum  cQe  .  Infita. 
eji  natura  ,  &  indoles  ,  aquè  ac  membra  ,  qua  eò  peninent .  Omnes  tum 
Monachos,  tum  T^onnas,  qui  de  fuo  Calibatu ,  &  ordine  gloriantur  ,  indi-  i 

gnos  effe,  qui  baptiT^atum  infantem  in  foporem  collocent,  aut  pulmentum  il-  ' 

li  conficiant ,  etiamfi  nothus  ftt .  B^ligio  enim ,  &  vita  eorum  nullum  Dei  ver- 
bum  prò  fé  habet,  nec  gloriari  poffunt,  quòd  fua  opera  Deo  grata  fint ,  ut-  ' 

ìnulier,  etiamfi  nothum  in  utero  ferat .  Così  il  deteftabile  Lutero.  Nel  " 

medefimo  Libro  molti  errori,  e  tutti  grandi ,  egl' intreccia  e  circa  gì' im- 
pedimenti, e  circa  la  indiilblubilità  del  matrimonio ,  e  conchiude  poterli 

egli 


Hadria-         ^^o  Secolo  XV L 

^ ^*       egli  fcioglieie  quo  ad  vinculum  per  la  fornicazione  dell'iin  Conjngc,  Ai 
^  precetti  appartenenti  al  foro  interfio  della  Cofcienza,  e  dell' Anima  egli 
aggiunfe  mafllme  intollerabili  appartenenti  al  foroefkerno  del  Pfificipa^o 
Civile  ;  e  perche  li  Principi  Cattolici  della  Germania  con  rigof  ofo  Bando 
prohibirono  la  edizione  del  nuovo  Teftamento traslato,  e inter'polato  da 
Lutero  <  Lutero  die  fiiora  un  Libro  in  Lingua  Tedefca  De  SMulari  Vote- 
finte i  mordacifllmo  contro  i  Sovrani  >  e  fomnlamente  detrattore ,  &:  impu- 
gnatore della  loro  autorità ,  e  grandezza .  Solle  volli  (Quindi  il  temerario  a 
farla  più  che  da  Papa  ;  poiché  negando  egli ,  elle  fi  potelfe  eftendere  l'auto- 
tità  Papale,  e  Conciliare  a  coftituir  nuovi  riti  nella  Chieda,  tìuUadimeno 
efTo  arrogandofelaperfe,  compofe,  e  divulgò  il  Libro  De  formula  Mi jj,.^  ^ 
&  Communionii  perla  Chiefa  di  VVittemberga,  cotanto  imperi  ofo,  che 
vii  Frate  qual'  egli  era  *  par  che  fpacci  precetti ,  e  dti  come  un  S.Paolo  per 
a  r/'.-/*nf«ji:«f£..  tutto  il  Mondo,  [a]  abrogando  Orazioni,  pervertendo  cerimonie,  com- 
"aZd  nÌ".  ^ifx  "^4^^"^o  habiti ,  e  riducendo  in  fine  la  Meffa  a  una  femplice,  com  efib 
fxc.i6.c.2.artjo.  chiaiiia ,  benedizione  del  pane,  e  del  vino ,  riprovandone  fempre  il  valore 
%.io.r,.ii.  come  di  Sacrificio  incruento,  edivino.  Per  Cui  comprovazione  egli  coii- 

fecutivamentepublicò  gli  altri  libri  de  formuU  baptÌT^andi y  de  infiituttone 
cultus divini f  de  piis  caremoniis ,  e,  contraCanonem Miffa i  ò  veto  de abo- 
minatione  Mijìa  privata,  ne' quali  egli  fempre  impatiente,  &  infofferente 
fidimoftra,  che  nella  Chiefa  di  VVittemberga  ancor  perfeveraflero  i  riti 
Romani ,  foftenuti  fin  allora  dal  Duca  Federico  di  Saffonia  non  ancora 
fmafcherato  Protettore  de' Luterani.  A  tanto  cumulo  di  Heretici  docu- 
menti procacciando  poi  difenforij  e  feguaci ,  fcriffe ,  e  direlTe  molti  Libri 
^Ad  rvaldenfes,  &  Bohemos,  eccitandoli  a  feguitar  Timprefa  di  iiJia  totale 
ribellione  contro  la  Chiefa,  non  ricordevole  dell' haver  egli  tante  volte 
riprovato  il  loro  fcifma,  e  la  loro  Herefia,  allorquando  parlando  da  San- 
r^w,r«/rj!^"4^  to,  contro  loro  fcriife ,  [b]  Mihi  certiffimum  efi ,  Vurgatorium  effe  :  Vjc 
»»2-  "   multum  me  movtt y  quid  blaterent Heretici,  quando  jam mille ,  &  plus  cen- 

tum  anni  funt,  quòd  E.^ugufimus  in  fuarum  Confefi,^.  prò  Matre  fuaoraty 
&  orandum  petit  :  Et  eadem  Sanala   Mater  ejus  moriens  (ut  ibi  fcribit  ) 
memoriam  fin  fieri  optaverit  ad  ^Altare  Domini  :  fed  &  à  B.^mbrofto id  fa- 
.  £lum  narrat .  Quòd  fi  etiam  tempore  ^pojiolorum  non  fuijjet  Vurgatorium  , 
(ut  fuperhit  fajtidiofus  Tighardus  )  nunquid  ideò  credendum  eft  Haretìco  , 
"pix  quinquaginta  annos  nuper  nato  ,  &  fidem  tot  fxculofum  falfam  fuìjfe 
eontendendum  ?  Maxime  cum  ip fé  nihil  aliud  faciat,  quàm  quod  dicit  :  Non 
credo;  &  fìe  probavit omnia  fua,  &improhavit omnia noflra;  qua0non& 
Llu"*Ai*Gltlr  ^W^^i  &  lapis  non  credant.  Et  altrove  [e]  contro  li  medefimi  Bohemi  $ 
t.6.  *         "  '*  '  Confequens  eji  ,  quòd  Bohemorum  dijfidium  à  fiumana  Ecclefia  ,  nulla  pojfit 
exeufatione  defendi  i  quin  fitimpium^  &  ChrJfii  omnibus  Lcgibuicontrariurm 
quia  contracharitatem,  in  qua  omnesLeges  fummantur y  perftat.  T^am  hoc 
quod  unicè  allegant y  [e fé  timore  Ùeiy  e  confcientia  defecijjèy  ne  inter  ma- 
Jos  Sacerdotes  ,  &  Tontifices  viverent ,  hoc  eoi  maxime  omnium  accufat^ 
Così  egli  non  ancor  trafportato  dal  furore  dellafuapaiJìone  anon  perdona- 
.re  a  fé  medefimo  con  la  contradizioneafefteffo.  Con  fomighaoremo- 
tivo  di  far  fazzione,  e  di  arrola?  feguaci,  che  acclamar  doveflero  quello 
nuovo  loro  Novatore  dell'Antichità,  egli  ampiamente  diifeminò  un  Li- 
bro de  Communi  Fijco ,  al  quale  dichiarava  devolute  tutte  le  rendite  de* 
Vefcovadi,  de' Capitoli,  de'Beneficii  Ecclefiaftici,  ede'Monafterii.  E 

per 


Capitolo  III.  351        Hadria- 

per  dar  qualche  applauro  a  una  così  gran  rivoluzione,  &adefcare  i  Prin-  '^O  VI. 
cipi  ad  un  gran  male  colpretefto  di  un  gran  bene ,  egli  propofe  la  erogazio- 
ne  di  tefori  cotanto  co{)iofi  in  altrettante  opere  ò  pie ,  ò  publiche ,  che  cer- 
tamente ,  confiderate  in  Ce  ftefle ,  non  potevano  non  riportare  approvazio- 
ne da' Grandi,  e  obligante  gratitudine  da' Plebei.  Conciolìacofach' egli 
di  tutte  qaefìe  rendite  confifcate  comandavane  la  diftribuzione  in  nove 
parti,  laprimain  mantenimento  di  publiche fcuole  tanto  per  li  Giovani, 
quanto  per  le  Donzelle ,  la  feconda  in  falario  de  Predicatori ,  Cuftodi  de' 
Tempii,  ePrepoftidel  Fifco,  la  terza  in  mercede  de'Miniftri  delle  dife- 
gnate  fcuole,  la quartain mantenimento  de' Stroppiati,  e  de' Vecchi  mi- 
ferabili,  la  quinta  in  cura  dev'Infermi,  la  fefta  in  fovvenimento  della  Ple- 
be indebitata ,  la  fettima  in  Uiffidio  degli  Artifti  fbraftieri ,  la  ottava  in  co- 
fìruzionedipubliciedificii,  e  la  nona  in  compra  de' grani  in  tempo  di  ab- 
bondanza. Cofe  tutte  confacevoli  al  Governo  Civile,  fé  nonprovenilTero 
tutte  dalla  deftruzione  dell' Ecclefiaftico . 

Ma  non  lafciò  Dio  impunita  la  temeraria  baldanza  de  (critti  di  Iute-  Dottori  cattolica 
ro ,  fenza  quella  forte  oppofizionc ,  che  ad  ogni  Herefia  in  ogni  tempo  han-  Jr'^'L  j;,";j^  '**"' 
no  fatta  li  Dottori  CJattolici .  Se  ben  tardi,  fcefero  tuttavia  nella  nobile, 
e  nec^flaria  gioftra  i  più  infigniTheologi  di  quel  Secolo,  fra  quali  degna- 
mente fi  annumerano  tira  gli  altri  il  Gaetano ,  l'Ekio,  l'Emfero,  il  Catari- 
no,  ilFifchero,  ilFabri,  eTAgoftinianoSeripando,  ilCoileo,  ilLato- 
mo,  il  Moro,  ilClitoneo,  e  li  due  Soto  Domenicani, il  Pighio,rHofio, 
il  Tapper ,  e'I  Bellarmino ,  e  fin  l'ifteflb  Erafmo  Rotterodamo ,  che  benché 
di  dubiofa  fede  egli  fofle,  nulladimeno  valentemente  difefe  il  Cattolico 
dogma  del  libero  arbitrio  contro  Lutero;  &  in  ultimo  una  Donna  iftefla 
folle  vata  da  Dio  a  confondere  la  fraudolenza  Luterana,  Anna  Binfia ,  Ver- 
gine, eMaefì:radiScuolain  Anverfa  [a]  qua  B^hythmo  Teutonico  pererudito  i^Nar.^iex.  f^c. 
Carmimm  libros  fexdecim  adverfus  Luthtranos  primitm  exurgentes  publiia-  ^'j/'  *'  '"'''  '°' 
vit .  Pregio  farebbe  dell'  opera  riferire  a  parte  a  parte  le  dottrine  di  eflì  ò  in. 
riprovazione,  ò  in  confutazione  delle  Luterane  fentenze,  &  in  ifciogli- 
mento  degli  Heretici  infegnamenti ,  feconfavioavvedimiento  non  ne  dif- 
ferifllmo  il  racconto,  rifervandoci  alla  impugnazione  delle  armi  contro  gli 
errori  di  Lutero ,  allor  [h]  quando  nel  progrcffo  di  quefta  Hiftoria  ci*  fi  cìt^d!  pZT'/n. 
aprirà  la  grande  armeria  del  Concilio  Generale  di  Trento.  «^"/f  in.  *  pì'^ 

Ma  avanti  che  ne  rigettiamo  le  dottrine  con  la  forza  degli  oracoli  de'  frV'.'J^r'^"^'""^" 
Padri  Tridentini,  rimiriamoli  miferabilmente  riprovati,  e  convinti  da* 
medefimi  Heretici  con  quella  contradizione,  che  non  può  non  efler  fem-  carioftadio.efua 
preconnefla  nella  enumerazione  de' loro  errori.  Due  furono  in  quefia  età  Hcrefìa,emorte. 
gli  Heretici  più  peftilenti,  che  furfero  coetanei  a  Lutero  nella  Germania, 
Carloftadio ,  e  [e]  Melandone,  oltre  gli  altri  di  minor  nome,  de'quali  ^^^^,^;>^'^j/'|J 
faraifi  menzione  nel  progreflb  di  quefta  Hiftoria .  Hor  di  eflì ,  che  tutti  be-  pZtif!<:.  d\  u.'nt 
verono  il  veleno  dalia  di  lui  cloaca,  giudichiamo  pregio  dell' opeia,  per  ^j,/.",'^"!//;^.'''®* 
non  doverne  interpolare  con  ifpeffedigreffioni  il  racconto,  riferire  in  quc-    ^*       "^  ^'   . 
fto  luogo  le  dottrine,  le  contrarietà ,  gliavverfi,  e  profperi  avvenimenti , 
e  quanto  di  male  elfi  fecero  anche  nel  bene ,  cioè  quante  nuove  Herefie  fili 
dilfero,  e  fcrilfero  nel  contradir,  ch'eglino  fecero  in  molte  fentenze  à 
quella  di  Lutero . 

E  primieramente  Andrea  Carloftadio  Arcidiacono  di  VVittemberga  ,  j  veii  11  Pontific, 
infelice  difenfor  di  Lutero  nella  famofa  difputa  da  Noi  [d]  di  fopra  defcrìtta  ^^/-;*"J  ^*  "'•^' 


Hadria-         ^^2.  Secolo  XV L 

NO   VI.       dìLipfia,  àinfeliciffioioCondottierej  e  Capo  di  tutti  que' fedotti Sacer- 
doti, che  abbandonato  l'habito,  eia  profeifione  Sacerdotale  ciecamente 
fi  gittarono  in  braccio  alla  Lufliiria ,  profanando  il  loro  grado  in  Matrimo- 
nii,  eNozzenonfolprohibite,  màfacrileghej  egli  fu  quegli  che  rappre- 
fentò  il  primo  una  tragica  fcena,  e  di  vita,  e  di  contradizione  aperta  con 
a  omnu  l'^'J'^^'^  Lutcto .  Una  volta  [à]  amico  diluì,  negò,  com'egli,  la  forza  del  libero 
iTàlfL^&fcripth  arbitrio  nelle  opere  buone  ;  ma  convinto  dall'Echio  ritiroflì  dall'  Heretica 
Ltttheri .  alferzione ,  e  perfuafo  dai  Libri  del  fuo  Maeftro,  abbrugiò  quanti  Libri  ef- 

b  Ftonm.  %em.  de  fo  havcva ,  c  quiudi  tralafciato  [b']  ogni  ftudio  di  lettere ,  fi  pofe  alla  Agri- 
orig.  haret.  lib.i.  colturapreflo  VVittemberga,  aflerendo  necefiario  il  vivere  con  i  proprii 
c"cf«,  j.  fudori,  &  allegando  il  miferabile  a  fuo  favore  la  fentenza  della  Genefi  [e] 

d  surìtis  in  com-  j^  [udore  vultus  tui  vefceris  pane  tuo.  Frfl  Scripferat  Lutherus y  dice  il  Su- 
no ,  m  libello  ad  Germamcam  nobilttatem ,  ^Arijioteus  phyjtca ,  metaphyftca , 
ethica  prorfus  aboleri  debere .  Ex  hoc  fonte  hauferant  hanc  fuam  prtzclaram 
doflrinam  Carlofiadius  ,  &  Melan6lbon  ;   &  ut  magis  infaniam  prodererit 
fuam ,  Carlofiadius  ex  Archidiacono  fa5ius  efl  agricola  in  rure  FFittember- 
genfi,  Melan&hon  in  pifirìno  artem  pifioriam  meditabatur  ,  plerique  adole- 
Jfientes  artium  liberalmm ,  combufiis  libris ,  mechnnica  opificia  complexi  funt . 
Denique  hac  prodigio  fa  illorum  homuncionum  temer  itate  eò  res  perdu£ìaeft, 
ut  multis  locis  fchoU  claufa  tenerentur  annis  aliquot.  E  nell'  efercizio  di 
queft'arte  ritrovato  Carloiì:adio  da  Lutero,  quando  Lutero  dal  fuo  ritiro 
fece  ritorno  a  VVittemberga,  fu  da  lui  non  folofdegnofamente  ricevuto, 
ma  quindi  ancora  fcacciato,  mutando  Lutero  quella  fentenza,  che  nelle 
circoftanze  prefenti  lo  rendeva  difpregiabile,  &  avvilito  nella  condotta 
dell  a  fua  dottrinai  jit  Lutherus,  fiegueilSurio,  FFittembergam  reverfus , 
Thilippum  Melan5ionem  hoc  nomine  caftigapit,  Carloftadium  ex  FFittember- 
genft  ditione  exegit,  libroque  edito  afìeruit ,  Thilofophiam  in  fé  bonam  effe  : 
nam  mire  ille  homo  in  di6iis  &  fcriptis  fuis  varius  ,  &  inconfians  ,  fìbique 
identidem  piene  contrarius  fuit;  quod  neque  amici  ejus  unquam  negare  auft 
eranty  nifi  planò  frontem  perfricuerint  :  &  velhoc  uno  argumento  fatis,  fu- 
perque  licet  tntelligi ,  quo  fpiritu  fuerit  agitatus .  Mi  molto  più  ftranecofe 
haveva  fin' allora  operato  Carloftadio  in  VVittemberga,  onde  meritar  Ci 
poteval'efilio  dal  Mondo.  Egli  il  primo  abolì  in  quella  Città  la  Meffa,  cal- 
peftò  il  Sacramento ,  flritolò  le  Imagini ,  e  diede  queir  efiecrando  efempio 
agli  altri ,  quale  né  pur  Lutero  feppe ,  e  j)otè  approvare ,  nel  ritorno  ch'egli 
fece  a  quella  Città .  Poiché  fpogliatofi  degli  habiti  facri ,  publicamente 
e  ctcUu'tbid.     prefe  moglie,  con  invito  apprettatogli  da  altri  [e]  mifcredenti  Sacerdoti, 
nelle  cui  menfe  in  vece  di  carne  di  Cervo  furono  per  ludibrio  dagli  Hofli 
portate  carni  di  Afino  cotte,  eh' eglino  ingannati  ingurgitarono  per  dive- 
nirne fimilinel  nutrimento .  MàlaTurbapiii  malignadi  quellaCittà,  anzi 
il  Capitolo ,  e  gli  Ecclefiaftici  di  elfa  ne  folennizarono  con  tal  trionfo  la  fe- 
fì:a ,  che  quafi  ad  un  nuovo  Legislatore,  fé  non  inalzarono  Tempi,  almen  de- 
{^PHd\ay.  <tn.  cretarono  Orazioni,  e  Mcfi'e  con  quella  pompa  d'inaudita  preghiera  [/] 
ts^ì.n.-j^.  Oremus y  l^lps  ergoConcubinis  'nofiris  gravati  te.  Deus,  pofcimusy  utilliusy 

qui  Tatres  nofiros  fc6latusantiquGstibi  placet,  nos  imitatione  gaudeamus  in 
E  s^pudoifavii'.m  aternumy  e,  [^]  Oremus  y  Deus,  qui  pofitam  longam  y  & impiam  Sacerdo- 
tadtrt.  fog.i  17.     ^iffjj  tuorum  oeutateni  Beatum  ^ndream  Carlofiadmm  ea  gratta  donare  di- 
gnatus  es,  ut  prirnus,  nulla  habita  Tapifiici  juris  ratione ,  uxorem  ducere 
aufus  fuerttt  day  qu^efumus,  ut omnes Sacerdotes, recepta  fana mente,  ejus 

X^ftJU 


Capitolo  I  IL  q  5  ^       Hadria: 

"peftigìa  fequentes ,  ejcCiìs  concubìnis  ^  aut  eifdem  du&is  ad  legìtìmam  confor-  ^^    ^  ^' 
tium  thori  convertantur .  Così  eglino  in  commemorazione  del  deteftando 
fatto  del  Carloftadio ,  approvato  pofcia  ancora  da  Lutero ,  «.  he  fegiiitonne , 
come  fi  dille ,  l'efempio ,  con  maggior  pompa  di  empietd ,  perche  con  mo- 
glie rapita  a  Dio  dai  Clauftri  di  un  Monaiterio .  E  la  fua  moglie ,  che  Car- 
loftadio  chiamar  Coleva  la  fua  Eva ,  fiì  una  nobile  Donzella  di  V  Vittember- 
ga,  quale  andogli  poi  dietro  fin  all'aratro  nella  profeffione  della  medefima 
vita  y  che  habbiamo  in  lui  poc'anzi  notata ,  fé  pur  vita  chiamar  Ci  potè  quel- 
la, chelocondulfeinunaeftremamiferiafin'allamorte.  Defcrivenc  l'ac- 
cennato Coeleo  il  fuccelfo ,  e  dice,  [<?]  Cum  pr£  pudore  corifpeUus  eorum  ^ -^««.«^'.    . 
hominum,  apudquos anteà  opibus,  honoribufque y& dignitate  florut[iet ^  fer- 
ve non  pofjet ,  fecejjit  inglorins  in  proximum  oppidulum  ,  atqne  in  circumja- 
centes  viUas  ,  ubi  aliquamdiu  vitam  miferrimè  fufìmuit  ,  fa^ius  ex  Theolo- 
gi<e  Do£iore,  &  ^rchidtacono  VVittembergenfiy  mifer  agricola,  &  ritjiicus 
indo6luSi  qui  arare  nefciens,  per  inopiam  arare  cogebatur ,  equos  habens  in- 
dociles,  quorum  unushac,  alter  illac  ante  aratrum  pergebat,  aut  proceden- 
te uno  flabat,  aut  retrocedebat  alter  ^  ut  cun5lis  rifui,  atqne  etiam  commi- 
ferationi  ejjet  arator  vicìnis,  quibus  &  uxor  ejus  meritò  miferabilis  videba- 
tur,  ut  quds  ex  nobili  famtlia,  orta  ,  ac  nobiliter  educata,  peffimo  exemplo, 
&  infelicijfimo aufpicìonupfijjet contra  ]us ,  &  fas ,  Sacerdoti,  bomini  igno- 
bili, &  alientgena,  tot  deinde  modis  infami ,  prof  cripto,  inopi,  &abje6Ì0i 
apudquemnerufticoquidem,  aut  cibario  pane  fatiari  pojìet,  cujus  maritum 
falfum  falsò  in  nuptiisbeatumdixerantf^yittembergenfes.  Così  egli.  Quin- 
di nafcondendofi  più  torto ,  che  fuggendo,  dalpaefe  de' Svizzeri,  ove  il 
miferabile  fi  era  portato,  paflando  in  Bafilea,  colà,  mentr'egliun  gior- 
no predicava,  inhorridito  alla  villa  di  un  Demonio,  che  horribilmenteal 
lato  gli  comparve ,  indi  atre  giorni  [^]  morì,  compagno  de' Diavoli  in  b  ^««.ijn. 
queflo mondo,  e  nell'ai tro.[cJ  Bafile<eadmunusconcionatoriseì?e6lus,  dice  h,^^"i!i!*' 
diluiilMeshovio,  cum  fatisdiuin  perniciemejus  Ecclcft,^  vixijjet,  fubipja 
concione  novijfima  ,  quam  habuit  in  tempio  ,  vir  quidam  oblongus,  &  ater 
comparuit,  quemexoppofìto  fugge  (li  confi fientem  proximum  fé  Confuli  locare 
vidit,  qui  mox  tempio  egreflus  in  domumejus  fé  contulit,  ubi  neminem  repe- 
rit,  printer  unicum  filiolum  patri  apprimc  charum:  hunc  apprehenfum  crini- 
bus  rapuit  fublimem  qua  fi  terne  allifurus,  &  tamen  ilUfum  deponens  juffit 
nmiciare.  Tatri,  adfuifìe  atrocem  virum ,  qui  ipfum  qu^ftvifìet ,  ac  reverfu- 
rum  eundem  pofi  triduum ,  &  fecum  efk  abdiiÙurum  :  quare  domum  rever- 
fus,  pofiquam  tfia  comperiffet  à  puero,  &  Confulem  interrogafset ,  quifnam 
vir  ille  longus  efset ,  qui  in  tempio  ipfi  adjìitifset,  bicautem  fé  neminem  vi- 
di fse  affirmafset,  primùm  vehementer  extcrritus ,  animoque  perculfus  efi  : 
deinde  prj^marore  in  le6ìum  fé  fé  conjecit,  &tertiodie  juxta  vocem  ex  terri- 
bili nmitio  auditam  evita  commigravit .  Iddant  tefiimonii  Bajileenfes ,  idtem- 
poris  Mini/ir i  de  Carlojiadio ,  bomine ,  fi  quifpiam  alius  fuerit  ufpiam ,  infe-. 
liciffimo,  quipropter  feditiofum  animum ,  &impioserrores  ex  fummo  grada 
m  extremam  paupertatem  prolapfus  ,  ut  alas  rurfum  profperioris  fùrtun,;e 
expanderet,  Jinabaptifmo  ftmul,  &  Sacramentariorumerroribus  prò  tempo- 
re  adhiefit.  Così  egli.  Horà  una  tanta  federata  vita  aggiunfe  coflui  una 
più  fcelerata  credenza ,  nel  mifterio  particolarmente  del  Sacramento ,  con- 
tro il  quale  tu  egli  il  Capo  de'  Sacramentarii  ;  ond'  hebbe  à  giurare  l'iftelfo 
hiitQì:o,[d]Sefcire,  Carlofiadium  non  credere Dmm  efse  aliquem.  Non  fu  à  ^j^ud  To.Fa- 

-  ».i*»  i>  4«  ^  brumtn  difp,  e  un 


Hadria-         ^^^  Secolo  XV l. 

NO   VI.      g]^  cotanto  empio  Berengario  j  che  furfe  il  primo  Herefiarca  contro  fl  Sa- 
cramento dell'Aitarci  poich'egli  nelle  Tue  diverfeHerefie  negò  folameii- 
te  Tempre  la  tranfuftanziazione  del  pane,  e  non  mai  la  realtà  del  Corpo  : 
dove  che  Carloftadio  con  Tacrilega  aflerzione  riprovò  l'una ,  e  l'altra,  e 
con  nuova,  e  fin' allora  inaudita  aflerzione  affermò,  che  quando  Giesii 
Chriftodifle  Hoc  efi  Corpus  meum,  quodmo  vobis  tradetur,  egli  non  rite- 
ri  il  pronome  Hoc  al  Pane,  ma  a  fé  fteflo,  come  fé  dir  volefle  E^o  hoc 
Corpus  meum  fum  vobis  traditurus .  Sentenza  contraria  a  quella  di  Lute- 
ro, che  voleva,  come  Berengario ,  la  impanazione  j  onde  fra  Carlofta- 
dio, e  Lutero  furfero  fempre  gravi  contefe ,  &horribilirifentimenti,  Ac- 
che tutta  la  Scuola  Luterana  ripigUoUo  fempre  d'ignorante,  e  falfatore  . 
Zuvinglio  lo  deride  da  inefperto ,  e  benché  lo  lodi  nella  intenzione  di  con- 
tradire al fentimento  Cattolico  circail  Sacramento ,  nulladimeno  di  lui  di- 
»  ZHvtHgì.tpiff.ad  ce  [a\  Veruni ,  ut  illud  explicaret ,  eum  non  fatis  dare  vidifie  ;  e  foggiun- 
^eut'iii're^ìum''"'  &^.'  ^^^^^  «^  luiaccaduto,  come  ad  un'imbelle,  e  novizio  Soldato,  cui 
Min'i/lrum'!'"      animus,  &  arma  ad  pugnandum  non  defunt,  fed  armorum  peritia,  Md  con 
più  forte  ftilo  contro  Carloftadio  infurfe  Melantì:one,  che  in  quefto  fol 
b  mcip.  Meirn-  difle  il  vero  ,  in  quanto  fi  oppofe  all'afierzione  del  falfo,  [b^  Carlofia- 
^Fru\r'! MyfomnL  ^^"^  prtmus  cxcitavit  hunc  tumultum  ,  homo  ferus  ,  fine  ingenio  ,  fine  do- 
frtfixàadLibrf.m  Brina,  fine  fenfu  communi j  quemnullum  unquam humanitatis  officium,  auC 
de  c«na  Doìnìnì .  jfi^^njggy^  ^  ^uf  faccrc  anìmadvertimus  ,  tantum  abcfi  ,  ut  in  eo  fignificatio 
aliqua  Spiritus  SanBi  animadverfa  fit  :  imo  extant  manifefia  figna  impieta- 
tis .  Controverfiam  de  Ccena  Domini  tantum  odio  Luthert ,  non  aliijua  pieta- 
tis  opinione  movit.  Bona  pars  Germani  £  teflari  pofiet,  me  nihil  in  haccau- 
fa  fingere  :  quamquam  fi  tefttbus  opus  ftt.  Libelli  ipftus  adverfum  ^udiorem 
dìcent  certifjimum  teflimonìum .  In  bis  apparet,  hominem  neratione  quidem 
aliqua  in  fpeciem  probabili  motum  efie  ad  fcribendtim ,  Qudm  fuaviter  nu- 
gatur  de  demonftratione  vocis  Hoc  ?  iluod  ajfert  ad  caufam  tantam  Ecclefi£ 
veteris,  aut  ullius  magni  ^u5ioris  teftimonium  s*  Quae  vox  efi  in  tota  difpu- 
tatìone ,  in  qua  fit  aliqua  pietatis  fignificatio  ?  Mea  quidem  judicio ,  magna 
efi  temeritas  ,  dogmata  ferere  ,  non  confìtlta  Ecclefia  veteri.  Cosi  un  He- 
retico  contro  l'altro. 
HclJStc'^órte!      E  volcflc  il  Ciclo  ,  che  Filippo  Melandone  ficcome  hcn  confutò  il 
'  falfo,  così  eglihaveffe  ben  creduto  il  vero  ;  poiché  il  miferabile benché 
in  molte  alierzioni  men  empio  fi  dimoftraife  di  Carloftadio ,  e  di  Lutero  , 
nulladimeno  non  dimoftrofiì  mai  Cattolico  nella  uniformità  della  dottri- 
na,  Egli  nacque  in  Breta,  Villaggio  del  Palatinato  inferiore ,  evagodegl' 
infegnamenti  Pihetorici  di  Erafmo ,  cambiofli  il  nativo  nomse  della  fua  Ca- 
iata  Schuart  "S^nd  ,  che  in  lingua  Tedefca  figniftca  Terra  nera  ,  in  quel- 
lo di  Melandone,  che  in  linguaggio  Greco  tanto  anch' egr importa*  che' 
Terra  nera,  Frefco,  &  inefperto  nrtò  anch'^egrinetàdiventiquattr'anni 
nello  fcoglio  allora  a  tutti  efpofto  della  Kerefia  Luterana ,  nella  cuifcwola 
fi  fé  grado  al  merito ,  fcrivendo  una  petulante ,  &  ingiuriofa  A  poggia  con- 
tro 1  Theologi  di  Parigi,  che  havevano  riprovata  la  dottrina  di  Lutero. 
Ma  col  crefcer  degli  anni,  mancando  à  lui  in  parte  queir  albagia,  che 
vien  nutrita ,  e  nutrifce  la  gioventù ,  fi  ridufle  a  poco  a  poco  con  men  afpri 
fentimenti  a  una  tal  regola  di  dottrina,  che  fé  ben  mai  non  fu  Cattolica, 
né  pur  potè  dirfi  totalmente  Luterana,  modificando  egli ,  e  mollificandole 
fentenze  di  Lutero  in  modo  tale,  che  li  fuoifeguacifi  dilfero  Molles  Luther 

vanii 


Capitolo  IIL  535       Hadria- 

tm'i ,  flagellati  perciò  fempre ,  come  fi  dirà ,  e  perfeguitati  dagl'  imprope-  ^^  ^  ^' 
rii,  zìqùxxxòsì  ^iiiàiori  Luterani ,  Egli  prima  non  approvò,  mi  poi  affat- 
to riprovò  il  moftruofo  errore  di  Lutero,  che  tutto  applicava  alla  Grazia 
contro  la  libertà  dell' arbitrio  ;  negò,  che  Dio  ò  foiTe  caufa ,  òvolefle,  ò 
approvafle ,  ò  la  volontà  fpingeire  al  peccato ,  ed  egli  fu  l'Autore  della  Con- 
feflione  Auguftana,  cheafuo{4]luogo  riferirai.  Perlo  che  Confeffionijìi  i^itH$  ijjo. 
furono  denominati  li  difcepoli,  che  lofeguirono  :ficcome  ^diaforìfti,  e 
Indifferenti  i  perch' egli  ammelle  come  indifferenti  molti  Riti,  eCoftitu- 
zioni  Ecclefiaftiche  de'Concilii ,  e  della  Chiefa ,  in  tal  conformità  che  leci- 
to folle,  eliberoaciafcunofervirfi  di  elfi,  ò  non  fervirfi,  abfque  falutis 
dtfcrimine,  L'Ofiandro  emulo  di  lui  nella  fola  materia  della  Giuftificazio- 
ne,  fra  le  venti  diverfe  opinioni,  che  allora  ne  correvano,  quattordici  ne 
applica  a  Melandone,  e  di  lui  dice,  e  de'fuoi  feguaci ,  [b]Simulut  locum^oi^Mieriniibft. 
alìquem  in  Scripturis  vìderunt,  in  quo  jufiitix  mentio  fierety  jlatim  novam  r'Jt'm!*  '^^*'"* 
ex  eo  juflificationem  funt  fabricatt.  Verbi  gratia  ,  legit  aliquis  ,  Credidit 
Abraham  Deo ,  &  reputatum  eft  UH  ad  jufiitiam  :  jam  ex  hoc  uno  loco  duo 
colligit  juflificationis  genera;  unum  ex  verbo  credidit,  utdiceret  fidem  effe 
noflram  juftitiam;  alteram  ex  verbo  reputatum  eft,  ut  diceret  Deum  jufii- 
tiam fuam  nobis  imputare;  nos  prò  iufiishabere,  etiamfi  non  ftmus;  atque 
hanc  effe  juftitiam  noflram ,  Legit  alius  :  luflificati  fumus  per  fanguinem 
ejus  :  ftatim  ex  eo  collegity  quod  pretiofus  Chrifti  fanguis  ftt  juflitianofira, 
Legit  alius  :  Stcut  per  unius  inobedientiam  peccatores  conftituti  funt  multi; 
Ita  per  unius  obedientiam  jufli  conftituentur  multi  :  moxdocuit,  Obedientia, 
Chrifit  eft  juflitia  noftra .  Legit  alius  :  ^efurrextt  propter  juftificationem  no- 
flram :  ]\efurre5}fO ,  inquit ,  Chrifli  efl  juflitia  noflra .  Legit  alius  :  Spiritus 
Sanctus  arguet  mundum  de  juflitia,  quia  vado adVatrem  :  affirmavit illieo ^ 
quòd  Chrifli  tranfìtus  ad  Tatrem  cfi  juflitia  noflra .  Legit  altus  ,  Quòd  efficì- 
mur  jufli  abfque  meritis,  ex  gratia  Dei;  non  dubitavit  affirmarcy  quòd  gra- 
fia ,  &  mifericordia  Dei  ftt  juflitia  noftra .  Legit  alius  :  ^d  oftenftonem  jufti- 
ti£  fux,  propter  remijfionem  pracedentium  delt^iorurn  ;  è  veftigio  docuit ,  re- 
mijjionem  pecca^orum  effe  juftitiam  noflram,  Legit  alius  ;  Livore  ejus  fana- 
li fumus  :  afìeruit  iiUco ,  quòd  vulnera  Chrifti  funt  juflitia  noftra,  Jam  igitur 
enumerafte  fé  fcribitnovem  genera  juftificationum  è  Scripturis  colle£ia,  male 
inter  je  coh<srentia  ;  ncque  tamen  omnia  fé  adhuc  recenfuiffe .  Enmnerat  de- 
inceps,  qua  è  fuo  quifque  capite  confinxit,  ^liqui  j  inquit)  dicunt ,  quòd 
juflitia  fìt  opus  Dei,  quod  ipfe  in  Chriflo  oper^tur  :  Mn,  quòd  nos  Deus  ad 
aternam  vitam  recipit  :  JLlti,  quòd meritu.n  Chrifti:  Alii ,  de  media  quadam 
juflitia  loquuntur,  quamtamencxplicarenequeunt  :  ^Alii  docent,  quòd  ejìen- 
tialts  juflitia  Deicreatin  nobis  aliam  novam  juflittam ,  Così  egli  annume- 
rando le  quattordici  opinioni  deli'Avverfario,  alle  quali  aggiunge  per 
quintadecima  la  fua  ;  onde  [e]  venti  una  allora  ne  vagavano  per  la  Germa-  f/ ?'';,  ""^f^  ''* 
nia  con  infelice,  einoftruofadivifione,  econfufionedelRegnodiSatanaf-  ''  *    *"''*"* 
io  ;  perlocche  maraviglia  non  è ,  fé  i  Padri  Tridentini  per  riprovarle  tutte  , 
cotaiuo  bene  fi  affaticaiìero  nella  dilucidazione  della  Cattolica  credenza  in 
quello  punto .  Parve  però ,  che  Melandone  maggiormente  iiififtefle  nella 
opinione  da  elfo  inferita  nella  Conftilìoned'Augufta,  cioè  Hornines  fide 
f pedali  juflificari ,  (  cioè  credendo  eglino  di  efì>re  ricevuti  in  grazia  )  i3r pec- 
cata remati  propter  Chriflum  :  negando  egli  per  la  Giuftificazione  il  con- 
corfo  delle  opere  buone,  benché  fides  jufiificans debeat ,  com'egli  foggiun- 


Hadria-         226  Secolo  XV L 

NO  VI.       ce,  borios  fru^us  parere y  &  bona  opera  à  Dea  mandata  facere  oporteat. 
Errore  di  cui  fu  incolpato  il  San  Felice  Vefcovo  della  Cava,  e  per  cui  egli 
a  v.di.i Ponti/. di  fopportò  carcerazione  nella  perfona,  [a]  &  obbrobrio  nella  fama.  Hac 
paoioiv.to.4.      ^^^  n^^^  Cpectalis ,  replicafi  nell'Apologia  dell  accennata  Confelfione  Au- 
euftana  ,  qua  creda  tmufquifque  fibt  remitti  peccata  propter  Chrtftum,  & 
Deum  placatHm,&  propitium e fse propter  ChriflHm,  confequmirremiijìonem 
peccatorum,  &  juftificat  nos ,  Cosi  egli,  che  col  feguente  argomento  pro- 
vava il  fuo  errore ,  Confequi  rermjjionem  peccatorum,  efl  iftjitfican,  luxta 
illHd,  Beati .  quorum  remtfs^  fmt  iniquitates.  Scia  fide  m  Cbriflum  ,non 
propter  diledntm  ,  auc  opera  conlequimurremiffionem  peccatorum  ,&fi 
%lho  fequitur  fidem-.igitur  fola  fide  juftifìcamur,  intellt^endo  if.ficatioj 
ncm,  eximufio  iujìum  ejjìci,  feu  r.ge«er.n    E  perciò  egli  ridevaaQe  Cat- 
tolici ,  perche  dubitaifero  della  remilTione  de'  loro  peccati ,  e  s  efli  havef- 
fero ,  ò  non  haveflero  quefta  fede  fpeciale ,  per  cui  edino  creder  debbano 
effere  loro  ftatirimemii  peccati.  Ma  quelle  eftrinfeche  giuftificazioni  fa- 
ranno  d  lungo  riprovate  da'Padri  Tridentini ,  1  quali  ftabilirono ,  che  1  uni- 
h^««c;^rwi.«^.';7e  formai  cai^a  della  nofr.a-iiiftific  efi  lufUtiaDet,  non  qua 

^'^''•''"  Me  mITcH.  fed  qua  nos  iuftos  facit,  come  i  lungo  diraffi,  quando  il 

racconto  Ci^^^^^  ci  porterà  à  quella  gran  fcuola  di  Fede.  Ne  men 

vario  fu  M^Xie^^^^^  Sacramento.  Egli  bora  confeffolla 

e  In  co.Msi.n.J^'\l^'^^^^^  horaìW]  negolla,  comeLutero,  che  non 

"l'^''^'-'  .•  •  munione  e  femore  Te]  ftìinftabile,  perchenonmai  fondato  su  laferma 
ir."  nSr  ^.SlaRelTg^ione  Romana.  Raccols' egli  molte  teftimonianzedianti. 
^^;)^Ì;.w.^}:Ì^i  padri  ilcomprovazionec^lla  realtà^ 

resap.dmt.^u  rramento,  e  le  inferì  tutte  m  un  hbro ,  che  con  queita  lettera  traimene  a 
^...,.s.c.6..u  S'^.^coMyconio,  dettatura  Cattolica  di  bocca  Heretica,  e  pronto  mo- 
numento &  contro  gli  Hcretici  di  quel  tempo ,  Mittottbi  locos  veterurn 
TZtorumde  Cma  Domini  :  qui  tefiantur  tllos  tdemfenfe,  quod  nosjen^ 
i,Zu,  r^delicet  Corpus  ,  &  Sanguinem  Domini  vere  adefsc  in  Ccsna  Domi- 
S  b:  tt4  I/.^  non  penLt  fidesabbumana  au^orìtate ,  feda  ver- 
bo ieT^talen  cum  Scr^ptiJa  mbeciUes  à  fortionbus  confirmari  velit^ju- 

rat  habere  Ecclefi^  teftmonmm  in  omm  genere  ^^«^f '^«'^  > J^/^^S^/ 
libenter  confulimus ,  quos  ìudtcamus,  ufum  dtquem  habere  fpmtualmmre' 
;tr   LT....k;5  ;  quorum  fcripta  probanti.  ,  cenfeo  ^onfulcMosfe 
7unt  &  alm  cauf^e,  cur  veterum  tejtimoma  non  contemnam,  Exiftimo  enm 

t1c—aer%^^^  q^;od  ^i^f^^Pj^^^^^^^ 

ed    à  communi  fententia  veteris  Ecclefix  difcedere.  Cosi  egli,  cneneipro 

Kgo  di  qi^el  libro  foggiunge,  e  par,  che  ferifca  f^^^^f  ^^^ 
ra  herefia  di  Carloitadio ,  Clara,  O-  aperta  funt  tefimonia  Hilary  VLy 
rilU  nuJ^^k^^^^^  Corpus  Chrijìi  adefse  in  C<.na.  ^eque  ego  ullam  ati, 
tLaZatTeminvemo\  cur  ab  hac  fntentia  difcedamus.  Fieri  potefi  , 
f  T  fTenZ  blandiatùr  otiofo  animo,  qu.  efi  --^--{f^-^^^r^,^ 
mdicio  PrMertim  fic  inflru6la,  &  ornata  argumentis  erudite  cogmtis .  Sea 
'^%ì^  ZJone  cum  difputaht  confcientia  quarn  ^^-^«^f^^f^?* 
Imentiendi  à  recepta  fententia  inEcdrfìa  e  Tunc  ijia  vcrba  Hoc  eft  Cor- 
nnf  meiim  fulmina  erunt .  Ouid  ins  opponet  mens  pertcrrefaUa  ^  Qnt' 
lus  TcMsTqmr^^^^  DeTmumct  e\  ac  fibi  perfuad.bit  necefsano 
fllfseW^mrprìL^^^  metaphoram  ?  ...  Egoitaque  fequor  vetensEccle^ 


art.io.  §.^.«.4. 


Capitolo  III.  3  37       Hai^'ua- 

fì£  fententìam  ]  qux  affìrr/iat  adejfe  Corpus  Chriftì  in  Cana  :  ac  judìco  hanc  ^  ^  ** 
habere  Scriptum  tefltmonium .  Ì^n  enim  inverno  fìrmam  rationem ,  cur  no- 
mine Corporii  in  verbis  Cana  oporteat  tantum  abjemis  corporis  ftgnum  intel- 
li7i .  Ouamquam  enim  fermo  in  Sacris  Literis  plenus  fit  figuranim  omnis  ge^ 
nerisT^.tamen  plurimùm  intcr  mnationes  rerum  geflarum  interefi  j  & 
inter  ordìnationes  dìvinas  ,  feu  dogmata  de  natura  ,  feu  voluntate  Dei, 
In  narrationibtis  exponuntur  res  inter  homines  geji£  ,  ubi  ferics  faBorum 
fubjeàa  fenfui]i  cogit  nos ,  abjurdè  di6ia  figurate  interpretari .  si  in  pne- 
ceptis  3  feu  dogmatibus  3  qua  de  natura  ,  &  voluntate  Dei  loquuntur, 
idem  conemur  facere  :  quid  confecuturum  fit  j   facile  pò jfum  homines  eru-  ]'    ^ 

diti  exiflimare  .  Hìc  cum  abfurditas  impingit  in  alios  clariores  Scriptura^  lo-  '• 

cosy  feu  Fidei  articulos ,  corrigenda  eft  beneficio  figurarum:  fed  fi  tantum  in 
rationem  impingaty  non  in  Scripturas,  convenit  praferre  verbumDeijudicì(x 
rationis  .  Is^ecefie  eji  enim  certam  ejje  fcntentiam  illorum  locorum  ,  unde 
dogmata  Jeu  articuli  fumuntur ,  Così  egli.  Circa  la  MefTa  modificò  Melan- 
done, e  mollificò  la  dura  fentenza  diLutero,  enellafua  confezione  Au- 
guftana dice:  Falsò  accufaniur E&clefia  nojìra ,  qitòd  Mi(iam  aboleant .  i^- 
tinetur  enim  Mifia  apud  nos ,  &  fumma  reverentia  celebratur  :  fervantur  ciT 
u(ìtat£  c^remonia  fere  omnes  ,  pneter  quàm  quòd  Latinis  cantionibus  admi- 
fcentur  alicubi  Germanica ,  qu£  addita  funt  ad  doccndum  populum ,  Tojiquam 
igitur  Mijìa  apud  nos  habet  exemplum  Ecclefice ,  ex  Scriptura ,  &  Vatribus ,  cou' 
fidimus  improbari  eam  non  pofie;  maxime  cum  public <e  e £r emonia  y  magna  ex 
parte fimiles  ufitatis ferventur  y  tantum  numerus  Mifìarumeft  dtffìmilts.  Così 
Filippo  Melandone ,  che  prolongò  fua  vita  fin  all'  anno  1 560.  [  <?  ]  Heretico  p-^lyi[^"'''-^'  ^' 
con  varietà  di  Herefie,  ma  lemprecortancenell'aflerzione  di  elle.  '"   '  "**'*' 

A  quefti  due  ò  Satelliti,  ò  Compagni ,  ò  Antagonifti  che  dir  voglia-  scuvenkfeidio  e 
mo,  di  Lutero,  fi  aggiunfero  allora  ,  come  ciurma  agli  eferciti ,  altri  fuehèrefie.     * 
Heretici  di^minor  nome,  ma  di  egual  male,  che  accrefcendo  pabulo  al 
tuoco,  aprirono  tutti  queir  infaufto  Theatro,  in  cui  rapprefentoffi  l'in- 
ceneramento,  e  la  deflazione  della  Germania,  [b]  Gafparo  Scuvenkfel-  5  ccnrad.sciujTei- 
dio  nob.le  Slefio,  e  famofo  nemico  nonmen  della  Chiefa Romana,' che  turgius  in  c»ai^ 
della  Sinagoga  Luterana,  infegnò  in  fenfo  pravo,  la  divina  Scrittura  eìrere  ^-«'•«'^•''^•'O' 
una  morta  lettera,  e  non  una  viva  voce  di  Dio;  doverfi  perciò  attendere 
con  maggior  verità  alle  proprie  contemplazioni,  evifioni,  cheadefla;  ef- 
fendo  che  lo  Spirito  Santo  dal  Cielo  difcende  non  fenfibile  per  la  fiftoia 
dell'udito,  òvifibile  per  l'oggetto  dell' occhio,  ma  invifibilej  nel  cuore  di 
ogni  orante  fedele,  che  con  i  di  lui  doni  fi  trasforma  in  Dio,  alTerendo  li 
doni  dello  Spirito  Santo,  Giuftizia,  Sapienza,  Carità,  e  Pace  di  coscienza 
nondiftinti  daeflb;  onde  inferiva  il  polfeditore  di  eflì  renderfi  pienamente 
trasformato  in  Dio.  Eglinegava,  chelacarnedi  Giesiì  Chrifto  foffe  crea- 
tura, e  dicevala  deificata  in  Cielo,  elaiilelfacheDio:  (contorceva  in  fen- 
fo alieno  le  parole  della  confacrazione ,  ed  interpretavale ,  Corpus  meum  eJi 
hoc ,  cioè  efler  egli  un  non  so  che  di  fpirituale ,  &  un  tal'  cibo  divino ,  e  ce- 
lere, che  pafceva  le  anime,  come  il  pane  li  corpi.  Molti  libri  egli  divul- 
gò, e  da  molti  libri  de' Luterani  egli  fu  pcrfeguitato  :  edhebbe  gran  fe- 
guaci,  màdi  maggior  rumore,  che  grido,  arrollati  fottouna  Setta,  eh'  e  card,  ho/h,  v« 
egl' intitolò,  Confefforum gloriai  Chriftì .  ''^-  ^'  Hxreruns 

Gio:Agricola  Rettor  d'Islebio,  epofcia  miniftro  in  Berlino,  [e]  af-  ""^^   '^"'^  ' 
feri,  Legem Moyfi in ^cclefianon ejìe  docendam.  nec  ex  ca  pnedicandam  pai'  l!>m»hs pui.z. 
domo  iK.  y  niten- 


Hadria-         ,^^g  Secolo  XVI. 

^P      y j       nìtentiam  ;  Legem ,  &  Evangelìum  ex  diametro  pugnare  ;  Legem  ante  ,  & 

lue^Here/le!  *'  ^  poft  jnJlificationemChrìfiianis  hominibus  prorfus  inutilem  efìe-,  Legem  operum 

ommnò  rejiciendam ,  nec  ad  bona  opera  di-pina  Legis  homines  Evangelicos  obli. 

gari  ,   Qundi  li  fcguaci  di  lui  furono  à^tti  ^ntinomori ,  chetant'  oltre  fi 

auvanzarono  in  pazzia,  ut  Legem  ajìererentt  non  efje  dignamy  ut  vocetur 

LfT/V*'"'"'"*  Verbum  Dei.  Di  lui  dicefi  [4]  ^mimmorum  fa£ius  TrincepSy  pojiremòaà 

b  liit.^Jux.  fxc.  Catbolicos  rediit;  ma  il  Natale  Alexandro  limita  con  grandubietà  quefto 

l,t'^'\o'^'''°'^'^  detto,  e  di  lui  foggiunge  [b]  ^ntinomorum  Trinceps  fa6ius  ,  poftremò  ad 

Aiidréà'oija.idro,  CathoUcos redUt ,  afit certèredire properabat . 

l^ctprlfsV  fH*      Andrea  diandro  ,    figlio  [e]  di  un  Ferrare  Brandeburgenfe ,  e 
Saxmiaiìb.iT.     compagno  invita  de'  Demonii ,  introduttor  di  nuovo fcifma  fird  Lutera- 
ni circa  il  dogma  della  giuftificazione  ,  fofienne  contro  i  Cattolici  egual- 
mente, e  contro  Lutero,  Hominem  juftificari,  non  fide  ,  fed  eadem  efìen- 
tiali  jiiftitia  ,  qua  Deus  juflus  eft  ,  qua  efl  ipfe  DeuSj  infmditurque  homini- 
%^dn"*  ^""^"^  ^'^^^  ^^^  ^^  non  fit  Chriflianus  gratia  juflus,  fed  natura,  [d]  Riferifcel'Ho- 
*'■'''■  fio,  che  contro  quell'errore,  e  contro  l'Autore  difperatamente  fempre 

efciamarono  i  Luterani  con  acutezza  non  men  di  argomenti ,  che  d'  im- 
properii,  e  rapportandone  la  figura,  foggiunge,  Cujus  criminisnon  eflin- 
ftmulatus  Ofiander }  Qua  convitia,  &  malcdi£ìa  ineumia6fatanonfunti  Fo- 
catus  efl  ,  ut  ipje  fcrtbit ,  Hareticus  ,  ^ntichriflus  ,  Judaus ,  nigjsr  Diabo- 
luSf  Braco,  Homo  nefarjuf ,  confceleratus y  hoflis  Chrifli.  Fuit  etiam  de  eo 
confiStum,  quacunque  incederete  quòd  eum  in  fpecie  canum  duo  diaboli  comir 
tarentur,  quostamennon  cuivis  videre  liceret:  quòdque  quo  tempore  cibum , 
i^potum  in  inferiore  cumfms  hypocauflojumebat ,  ubi  vacare  folitus  erat  lite- 
rarum  fludiis,  in  fuperiore  fedens  in  illtus  loco  Diabolus  vifus  fuerit  fcriptita- 
re .  Et  alia  id  genus  pleraque .  Tum  &  illud  fparfum  de  ilio  fuit ,  quòd  affir- 
maret,  Chrifli^Vaffionem  ,  &  mortem  nullum  nobis  fru6ium  attulijje  ,  cum 
tamen  in  fcriptis  illius  diverfum  reperiatur  .  In  fumma  ,  tantum  fuit  odium 
hominiconfiatum,  ut  non  ipfe  modo  tanquam  impiushaberetur,  verùm  etiam 
qui  fermane  s  ejus  audiebant ,  à  communione  caterorum,  qui  fé  pios  exiflima- 
bant,  arcerentur,  ac  ne  fepulturaquidem  communi  digni  ducerentur.  Mifium 
fuit  yvittembergam  y  utdedo6irina  ejus  judicium  fìeret:  damnata  eflperThi- 
lippum  y  Tomeranum ,  Forflerum ,  &  alios .  Mtfjum  efl  Fvittembergam  :  ap- 
probàtacflper Brentium  y  &  fìquifunt  ejuJdemfe6Ì£  .  Così  egli  dell'  Ofian- 
e  circA  V  Herefu  dro ,  [  f  ]  chc  con  morte  improvifa  [f]  andò  co'  fuoi  Demonii  ameri- 
dcii'o/i^ndro  •ff- tarne  r  eterna . 

r^o ii'pLtifi'lto  Gio.  Brenzio  Svevo ,  paffando  dal  Canonicato ,  e  Sacerdozio  ài  Vvit- 
di  Clemente  VII  tembcrga ,  come  Lutero,  e  Carloftadio,  al  matrimonio  carnale  ,  ag- 
\'"!r%rtobrexssi.  giuttfc all' Hcrefic diLutero  le fue  proprie,  e  difie>  [g]  Evangclium legem 
Gio:  urenzio  ,  e  jiq_^  gfle  juxta  proprtam  y  ac  veram  legis  rationem,  Baptifmi  virtutemadcer- 
'ivìdl^thi-pinutu.  tam  verborumformam  Chriflum  alligare  noluifje  y  nihilque  in  eopiaculifore^ 
ììi  Hifi.sac^men  (2  rnutetur  Conus  ,  dummodò  remancat  fententia  verborum  Chrijii ,  Corpus 

Tana  t!,i.  pai.  tnihi  ■>    ,     .^.  !  '  ^         i*         /t-        i  •  i    \  -f       ■  \.  r 

^M/ùN'attAhx.  Chrifìtexviunionisperfonabs  ejje  ubiquey  adeoque  &  mpane  ante  con/cera' 
ioc,cif,§.j.„,p.   (jQfl^'^f^.  ór  verba Chrifli,  Hoc  eft  Corpus meum,  efieverbadtjpenfationis, 
ftgnijìtantiadi^ributtonemcorporis y  &  fangumis  jam ante  prafentis ,  E  quin- 
di li  fuoifeguacifi  óiiXctoUbiquifli ,  &  uhiquitarii,  fri  quali  il  citato  Ho- 
fpiniano  annumera,  come  Antefignano  di  tutti,  l'empio  Martino  Kem- 
h  sand  ha,  20?  ni?.!0,  Quefto  errore  provenne  in  Brenzio  [  h  }  dal  non  poter  elfo  capire 
'     '    '  il'tnifteriofo,  &c  ineffabile  modo  della  tranfullanziazione  :  onde  non  vo- 

len- 


Capitolo  III.  j^5        Hadria-„ 

lendo  egli  da  una  parte  ad  efTa  acconfencire,  e  dall'altra  noti  volendo  ne'  ^^     VI. 
gare  la  realti  del  Corpo  nel  Sàctamento ,  inventò  quello  nuovo  modo  di 
prefenza,  cioè  che  il  Corpo  di  Giesiì  Chrifto,  doppo  la  fua  Afcenfione 
in  Cielo  ,  Ci  ritrovane  da  per  tutto  ,  in  ogni  luogo  ,  &  in  ogni  tempo . 
Qoal  falfiflìmo,  &  inetto  dogma  fu  poi  ampliato  dagli  Ubiquitarii  [a]  i-^tfcìusdisisu 
feeuact  di  Brenzio,  i  quali  àfletirono ,  che  nonfolamente  doppo  l'Afcen-  v^i'-'vi'iqFh- 
fione  (  il  che  dille  Brenzio  )  ma  dal!  iltello  punto  della  incarnazione i  uenl&aiu, 
Chrifto  e  o'I  corpo  foffe  da  per  tutto,  ficcome  con  la  Divinità,  itdutChri' 
fi t  Corpus  per  unionemad  Ferbum  femper  re  ipja,  &  de  fa8o  fit  ubìque  y  nec 
pojjìt  redigi  ad  unum  locum,  non  mdgis  quàm  Divinitas:  deducendo  eglino 
con  ciò  necefl'aria  la  illazione <  che  nel  medefimo  tempo,  in  cui  Giesii 
Chrifto  pativa  pafiione  in  Gierulalemmc  ,  egli  ritrovavafi  ancóra  m  Ro- 
ma, in  Athene,  ed  in  fomma  in  ogni  luògo  .  Qual  fatuità  fu  riprovati 
da' Luterani  egualmente,  e  da  Cattolici:  onde  mentifce  Zuvinglio ,  attnV 
buendo  ad  elfi  quefto  palmare  errore:  conciofìacofache  non  mai  dicefi 
da'  Cattolici ,  che  il  Corpo  di  Chrifto  fìa  da  per  tutto  ex  fua  natura  y  ficco- 
me la  divinità  i  ma  folamente  egli  facramentato  eìTere  nel  medefimo  tem- 
po in  molti  luoghi;  fondati  in  quelle  autorità  j  e  ragioni  j  che  fi  adduco^ 
no  f  ^  1  a  lun^o  dal  Bellarmino .  b  BeiiarjiOé  ì.'dé 

AI-  ■      -        -    -^        .  -  ..      ^ 

così 
Sartore 

piacere  quamcumque  [e6laruht  B^ligionem ,  quo  modo  diverfts  cibis  deletìantur  '"P-  '«J-  . 
homines'j  adeòque  liberum  cuiquepro  libito  Pidem  edm  ampìeUìy  qufimdgii  umt^i^^'IoAn 
arrtdet .  Setta,  che  allora  parve  imbelle,  e  di  poco  feguito,  ma  che  rToi /"■''»"^"' 
giudichiamo  prefentemente  feguitata  da  molte  delufe  gentil  che  preten- 
donofalvarfi,  com' efiì  vogliono ,  quafi  il  Cielo  fìa  ficcome  pertutti,  co- 
sì di  tutti.  Entrò  Quintino  nella  Setta  degli  Anabattifti  a  far  più  tofio  ca-. 
pò  ,  che  numero  fra  quella  numerofa  *  e moftruofa  congrega;  e  feguitò 
a  fpargere  cotante  nuove ,  e  forprertdenti  Hetefle  *  che  Calvino  ifteffo  à 
lungo  riprovolle  in  un  libro,  che  elfo  com'^oi^  adverfus  Lìbertinost  [  e]  ^  mt.^Ux:r*c. 
Docebant  tilt  y  dice  dieffi  il  Natale,  che  ne  compendia  gli  errori  dal  libro  '«f.2.^8rM(*«.4. 
addotto  di  Calvino*  unicum  tantum  Spiritum  immortdem  e[ìe,  fciltcet  Spi-'"^'"' 
ritum  Dei,  qui  fity  ac  vtvat  in  omnibus  creaturis .  ^ngelos  infpirationes  ef-. 
fc  effentia  vacuai  ;  Diabolumy  & -peccatum  ,  imaginationes  inane s ,  <&  fri- 
volai  afierebant.  Unicum  Spiritum  immortalem  omnia  efficere ,  adeò  ut  lufx 
peccata  Deo  imputanda  (tnt  ;  nec  ullius  amplius  rei  confcientia  movert  cuif- 
quam  debeat  y  nec  fas  [it  quicquam  improbare  .  Chriflum  ex  Spiritu  Deiy  <T 
opimitione  ejje  compofitum .  in  eo  pofttam  t{edemptionemnoJiram  y  quod  Chri- 
ftus  folumvelut  typus  fuity  in  quo  contemplemur  e4y  qua  ad  falutem  aoflram. 
Scriptura  requmt .   B^generationem  effe  rejiitutionem   innocenti^  ,   in  qua 
Jldam ,  antequam  pecca/jet  ,  confìttutus  erut  .   Hunc  autem  innocenti^  fta- 
tum  ftc  accipiebant  :  nih il  dif cernere  y  quafi  mali  cognitione  fublata-.  acpue- 
rorum  more  naturalem  fenfum ,  atque  inclinationem  [equi .  Libertatem  Chri- 
ftianam  in  eo  pofttam ,  ut  omnia  nomini  fine  exceptione  licita  fmt.  Tropriam 
cujufquead  malum  propenfionem  effe  vocationcmy  in  qua,  fecundàm  ^pofìo- 
li  mandatum ,  permanere  debeat  .  Matrimonium ,  etiam  folemni  rifu  initum 
coramhominibuSy  carnale  e^e  y  nifi fpiritus  bene  conveniant;  adeòque Chrijìia- 
mm  hominem  minime  ad  id  adfiri^um  efieyfcdidfolàm  inter  chrijìianosfirmum 

Y    2  ej^e 


Hadria-  ^^q  Secolo  XV I> 

NO      VI.      ej^e  debere  y  in  quo  litri que  fmul  cum  altero  bene  efl  .  Communioncm  San^.o- 
rum  ejyet  (ì  nemo  quicquam  pojfideat  tanquam  fuum:  [ed  unufquifquey  unde- 
cunqne  mncifci  poter ity  ad  fé  rapiat .  B^furre6lionem  jam  efje  faèiam^  cum 
bomofcit,  animam  fuam  fpiritum  immortalem  effe  perpetuò  vìventem  in  cce- 
lis:  ac  Chrifium  morte  Jua  opinationem  abole-pijky  eaque  rationenobis  refii- 
tuifievitam,  quaineoefly  ut  nos  minime  mori  cognofcamus.  Fas  efìe  dijjimu- 
larc  F{eltgionem .  Litera  Scriptura  Sacra  minime  nos  obnoxiosefky  [ed  Spiri- 
ttim,  qui  vivificati  [equi  oportere .  Unde  Scriptnram  in  allegorias  totam  de- 
torquebant.  Così  egli  della  Setta  de'  Libertini  portata  dall'  InFerno  in  Francia 
dal  Qiiintino ,  e  fmifiiratamente  dilatata,  econferniata  da  Antonio  Poe - 
quio  in  quelle  parti. 
battYftff  ^loro^hc-     Nifluna  Setta  però  più  fpaventevohnente  in  quella  etd  infuriò  per  la  Ger- 
lefis , 'furari ,  e  mania,  clie  la  fanatica  degli  Auabattifti ,  Setta  nonmeno  empia  ne' detti, 
gtterre.  clic  terribile  ne' fatti ,  della  quale  riponiamo  in  quello  luogo  la  notizia,  e 

3  vtdiUPontif.dì  lemaflìme,  per  doverne  poi  in  altro  [a]  riferire  le  guerre,  eli  tumulti. 
cum.vn.ediPao-  Ella fii figlia  di Lutcto ,  fé  riguardatene  la  origine,  cn  hebbe  da  un  Lute- 
ifiu.inm.^.       rano;  ma  che  da  figlia  degenerando  in  inimica,  difcordò  ben  toflo  da  lui 
e  nella  contradizione  delle  fentenze,  e  nell' infegnamento  di  efle .  lidi  lei 
b  Fhrimmd.  7^*.  Autote  fù  Niccolao  Storkio,  [b]  detto  il  Pelargo,  nativo  della  Slefia, 
7»uvdH$  de  o^f«  che  abbandonato  il  Luteratiifmo,  e  datofi  in  preda  alla  vanità  di  alcune  ri- 
H4rcft»n^Lb.  12.  ygia2Ìoni ,  ch* cffodiccva,  haver  havute  da  S. Michele  Arcangelo,  fotto 
Meshoviy.s  in  Hìfl.  habito ,  c  fpccic  difautità  {correndo  la  Salfonia,  elaThuringia,  inganna- 
^^>mèapti/iarHm.   ya nel medcfimo tempo gl'Idioti con  lo  flupore  di  fi mulati  miracoli,  e  i 
Dotti  con  lifofifmidi  flravolte  dottrine,  onde  li  feguaci  fi  denominaro- 
no Enthufiafli  dal  forprendimento  di  quefte  rivelazioni.  Il  principale  ar- 
ticolo della  fua  nuova  Catedra  fù,  che  li  battezzati  avanti  l'ufo  della  ra- 
gione, e  perciò  avanti  la  capaciti  d*  haver  peccato  attuale,  edefercizio 
di  fede,  fi  ribattezzafìero  ,  e  perciò  derivò  loro  il  nome  di  Anabattillij  e 
perche  riprovavano  il  Pedo-battefimo  ,  come  illecito  ,  e  nullo  ,  quindi 
àncora  furono  denominati  Catabaptifix,  quajì  Baptiflis  oppofiti  y  feu  Baptif^ 
mum  oppugnantes .  Cum  paryuli  peccatum  originale,  fermoneggiò  l'Echio 
e  /o.Eck,iuihm.^.  contro  loro,  [e]  ex  aliena  contraxerint  voluntate,  &  tranfgrejjione  ^AdiX i 
deUjJtijm.  curmifericors  Deus  non  hoc  etiampermitteret  y  ut  m  aliena  fide  non  quidemfuo- 

rumparentum  i  velpatrinorum ,  quodperinde  neceffariumnon  ejì  y  [ed  Eccle- 
fm  Catholicx  baptiT^arenturì  Così  egli  contro  gli  Anabattifli.  Alla  divifa 
di  quefla  loro  Herefia  eglino  ne  aggiunfero  altre  ,    e  ,    Cum  Sacramen- 
tariìs  reakm  Corporis  Chnfìi  prxfentiam  ,  &  manducationem  corporalem  in 
Cana  Dominica  ncgant .  Imagmcs  execrantur  .  Sohm  Scripturam  recipmm . 
Magifiratmn  abjiciunt  .  Tubucam  verbi  pru^dicationeìn  refpuunty  ac  minijic- 
rmm  .  J tirare y  litigare  ,  arma  traclare  ,  magijirctum  gertre  ,  Chrifìianis  il- 
licitum  efk  volunt  .  Tarentum  juorum  polygamiam,  &  enthufìafnmm  dete- 
d  Nat.  ^lex.f^.  fiantur.  Cosìdiellìun  [</]  moderno  Autore.  Ampliatore  dieiifi  fù  Toni- 
e%?i/;7pò"//'i:  iTiafo  [e]  Muntzero,  Predicatore infigne nella  Tliuringia,  che  da  Sacer- 
cim.  vii."t,m.À  dote  tLattolicodiiion  mediocre  dottrina,  divenne  nnnon  mediocre  Lu- 
Lw'ti'^ry^/'"'  terano  ,  epofciaun  pefTimo  Anabattifta.  Ma  tanti  furono  i  capi  di  quella 
s  Dthu  videHo  Setta,  quanto  ileguaci.  Il  Franco  nella  fua  Hiftoria  ne  annumera  fettan- 
§  f-/™"/^7(.   tafette  in  quella  loia  Setta,  dodici  ne  regiftra  lo  Stafilo,  [/]  &  altri  fin 
rf:,4„d.,m  de  0,1»  alnuriicrodi  quattordici,  prendendo  ciafcuna  di  eife  il  nome  ò  dalli  dog- 
Sril^n'r^r''^'  mitizzanti ,  o  dal    Dogma,  ò  dal  Paefe  ••  [g]  Munf^^eriam  ,  da  Tom- 


Capitolo  III.  341        Hadria- 

mafo  Miintzero ,  che  fùil  loro  Promotore:  H  un  iti  eh  Giovanni  Hut,  e  ^^      ^-*' 
queftiprofcfiando  una  rtraordinaria  hipocrita  povertà,  chiamavanfi  Cor- 
porales  Ifraelit^i  da  cui  li  Cananei  dovevano  elFere  foggiogati:  ^ugujli- 
rdaniy  da  Agoftino  Bobemo,  qui  prater  communia  dogmata,  animas  fide- 
lium  à  vifionc  Dei  y  ob  ccslum  nondum  referatum  ante  ultimum  judicii  diem, 
exclufas  contendebat:  Bukoldiani  da  Giovanni  Bukold  Sartore  di  Liegi,  e 
quefli  I{egnum  mundamm  ftatuebant  ,  plures  uxores  ducebant ,  bona  omnia 
communia  habebant:  Melchioritiy  &  Hofmanniant  da  Melchiorre  Hofman- 
no,  che,  tratta  alla  fuafequela  una  turba  moftruofa  diDifcepoli,  face- 
vafì  adorare  come  Elia  venuto  al  Mondo  avanti  il  giorno  del  Giudizio  i  ed 
egli  pr£ter  communia  dogmata  docebat ,   Verbum  non  afiumpfìfìe  carnem  ex 
Maria  Virgine  :  Chriflum  unam  tantum  naturam  habuifìe  :   Lapfos  non  reci- 
piendos:  Salutis  afìequendiS  rationem  effeinnobis  :  Vadobaptifmum  effe  à  Dia- 
bolo: Mennoniti  da  Mennone  di  Simone  Frifone,  e  propagator  valente  òi 
quefta  fetta  :   Gabriellitti ,   &  Uutterìani  da  un  Gabrielle ,  &  Rutterò  : 
J^^tfw/»,  dalla  nudità,  che  licenziofi  vantavano:  *S'fr>'e':^/^«/ da  Michele 
Serveto  [^]  Spagnuolo,  di  cui  in  altro  luogo  ci  converrà  rinnovarne  la  c,^'ii!ìiuòm{'// 
empietà,  ik  il  difcorfo:  Sc«i'f»/^f^/(//iZ«/ daGafperoScuvenkfeldio,  di  cui 
poco  avanti  habbiamotatta  menzione:  Denkiani,  che  negavano  la  efìften- 
zadeiDemonii:  Ukouvallifli ,  che  promettevano  lafalutè  ad  ogni  più  (cq- 
lerato peccatore,  e  fin  agl'ifteffi  Diavoli:  Francijii  da  Francefco  Frank, 
che  togliendo  l'autorità  alle  Divine  Scritture,  ogni  fatto,  e  detto  di  effe 
afferiva dubbiofo ,  econfufo:  ^Apoftolici,  dall' habito che  venivano,  dal- 
la povertà  che  aftettavano ,  dalla  Scrittura  che  f  empre  fpiegavano  ad  litte- 
Aam  ,  e  dalla  lavanda  de' piedi ,  che  tra  loro  coftumavano  ,  ond'  eglino 
ancora  fi  differoToc/oK/pr/:  Separati,  da  una  Itrana lontananza  da  ogni  hu- 
mano  commercio  :    Cathari  da  una  diabolica  fantità ,   che  profefTava- 
no ,  aflerendo  non  folamente  i  fanciulli  immuni  da  ogni  peccato ,  ma  ezian- 
dio gli  adulti  fempre  impeccabili,  ogni  qualunque  volta  alla  fetta  Ana- 
battiitica  daiiero  il  loro  nome  ;  onde  dicendo  eglino  la  Orazione  Domeni- 
cale tralafciavano  la  quinta  petitione ,  Sed  libera  nosàmalo,  Silenziarii, 
Qui  [ententiam  rogati ,  filent  ,  &  obmutefcum ,  quìa  non  multtloquium  tan- 
tum vitandum  cenfuere,  fed  &  privatas ,  &  public as  fuper  P^eligione  conccr- 
tationesy  eh  quòd  mundum  non  effe  dignum  exijìiment,  cui pradicetur  Epan- 
geliftm.  Euchiti,  c/o^  Oranti,  qui  vim  omnem  mala  aver  tendi,  &  bona  in 
fé  derivandi  precibus  tribuebant  ,  &  illis  dmntaxat  yacandum  effe  coutende- 
bant,  ne  e  media  conquirenda  advitam  temporalem  neceffaria^  fed  à  Deo  om- 
nia immediate  expetianda .  Fratelli  di  carità  ,  qui  omnia  vendebant ,  &  (i 
pretium  non  dabatur,  gratis  concedebant ,  asterà  egentibus  dividebant .  Eju- 
lantiy  perche  fempre  piangevano  con  urli  incompofti,  rivolti  al  Cielo. 
Etfronti,  Qui  loco  Baptifmi  finciput  fcarificabanty  &ungebant.  ^becedarii, 
che  condannavano  chiunque  leggere,  ò  feri  vere  fapefle:  ^maxarii,  eBor- 
boriti ,  che  ricevevano ,  e  ricettavano  fra  eiTi  ogni  qualunque  Apof^ata  di  al- 
tre Sette ,  dicendo  fempre ,  anzifempre  predicando  per  ogni  Villa ,  Piazza , 
eiìvadà,  ycniteadnosomnes.  Venite  ad  no  somnes-.  Setta,  che  ancor  pode- 
rofa[  t  J  alza  le  corna  nella  Holanda:  Stebleriy  o\evo  Bacularii,  che  ogn'  b  Nat.  .i/,x.A 
altr'arme  dicevano  illecita  a'Chriftiani ,  fuorché  il  baftone:  Sabbatarn,  'JÌ-/j-;,^-/„''  "' 
che  veneravano  il  giorno  del  Sabbato,  eriprovavano  quello  della  Dome- 
nica: Clancularii,  qui  affercbant,  fatis  efie,  clam  tenere  fidem,  &licitum 
Tomo  IF,  Y    3  ^ffc* 


nrt.it.n.c  t 


Hadria:         ^^^  Secolo  XV L 

NO      VI.    effe  palarti  eam  negare.  Condormienti,  qui  voliierlntt  omnes  dormire  in  unsi 
zvtdiiiptntif.di  auUj  &viros,  &  foeminas:  Davidifti  (kDnwiÓQ  Giorgio,  del  quale  [^] 
facioiv.itm.  4,    racconteremo  a  lungo  le  diverfe  Herefie ,  e  le  moftniofe  fceleratezze  :  e  fi- 
nalmente dal  luogo ,  onde  gli  Herefiarchi  ufcirono,  ò  dove  predicarono , 
Germani,  Fri/ti,  Fvaterlandi,  Embdani,  Frankenrani,  ziericT^eenfì,  &  al- 
tri, come difle S.Girolamo,  magisportenta,  quàm nomina, 
Confideraxioni     É  quefto  fi  è  il  deplorabile  flato,  in  cui  un  femplice  Fraticello  haveva 
prr'i7d'fcruS  ridotta  la  Cattolica  Provincia  della  Germania,  e  quefto  fi  è  1*  abiffo  di  ce- 
Herefie,  cita,  in  cui  precipitarono,  condotte  da  un  Cieco ,  tante  Accademie,  tante 

Univerfità,  e  quafi  una  terza  parte  del  Chriftianefimo.  Cofa,  di  cui  reca 
a  noi  horrore  la  fola  confiderazione,  ogni  qualunque  volta  non  fofs' ella 
animata  da  quella  più  alta  de'  divini  fecreti ,  che  permeffe  in  materia  di  Re- 
ligione un  tanto  ftordimento  in  que' popoli,  ne' quali  ogni  particella  di 
elfo  in  materia  di  ftatohaverebbe  eccitato  armi,  leghe,  fpedizioni,  efer- 
citi ,  e  preparato  patiboU ,  e  mannaje  a'  delinquenti .  E  pur  Lutero ,  che  ve- 
devafi  giunto,  ove  non  mai  credeva  di  arrivare,  vanagloriofo  ne  andava , 
e  qual  altro  Nerone  gioiva  all'incendio  della lua  Patria;  enonopponen- 
tioglifi vigorofamente alcuno ,  tutti  vedevano,  edifcorrevano  del  male, 
non  però  alcuno  penfavane  il  rimedio.  Invero  chi  rivolge  le  paffate  Hifto- 
rie,  certamente  rinverrà,  che  niffuna  delle  tante  Herefie,  che  fin' allora 
havevano  iniuriato  pe'l  Chriftianefimo  ,  con  maggior  felicità  d' infelici 
avvenimenti ingrandifll nel fuo  nafcere,  fi  ditfufe  nelfuo  fonte,  fi  avvan- 
taggiò nel  fuo  principio,  come  la  Luterana,  fenza,  per  così  dire,  oppo- 
fizione,  fenza  argine,  fenza  riparo,  rimirandone  ciafcuno  la  inondazio- 
ne ,  e  niffuno  temendone  il  naufragio .  All'  Arriana  refiftè  fubito  Coftan- 
^  tino,  che  né  mandò  in  efilio  l' Autore  :  alla  Neftoriana  Theodofio,  che  con- 

dannò a  vivere  quafi  fuor  del  Mondo  l'Herefiarca:  alla  Eutychiana  Mar- 
ciano, che  del  colpevole  ne  difperfe  il  nome,  non  che  la  perfona:  alla 
Monothelital'  altro  Coftantino  Pogonate,  che  de'  complici  ne  caricò  una 
barca ,  e  tutti  prigionieri  a  Roma  li  trafmefle  :  alla  Iconoclafta  Irene ,  e  un 
terzo  Coftantino,  che  anche  a  forza  di  armi  ne  fupprefero  l'incendio:  all' 
Albigcnfe,  e  agliStadinghi  iRè,  e  i  Principi,  che  fi  unirono  in  Crocia- 
ta, e  ne  eftinfero  la  razza;  à  Vviccleff  l' ifteffa  di  lui  nativa  Inghilterra ,  che 
coftrinfeiimalvaggioarintanarfi  in  fotterranei  nafcondigli,  prima  fepol- 
to,  che  morto:  e  finalmente  agli Hufilti Sigifmondo ,  che  nella  medefi- 
ma  Germania  fé  arder  vivi  l' Hus ,  &il  Piagenfe.  Del  folo  Lutero  narrali, 
che  predicaffe  con  applaufo ,  che  famofo  fi  vantafle  per  protezzioni ,  che 
tutti  quefti  mali  facefle  fenza  la  contradizione  né  pur  di  una  fpada  fuor  del 
fodero,  anzi  con  vilipendio  della  ifteffa  potenza  Laicale,  che  tlilminogli 
contro  un  Bando,  più  tofto  ftrepitofo,  cherifolutoj  mercè  che  ad  onta 
di  effa,  che  lo  voleva  ò  morto,  ò  efule  dalla  Germania,  fempre  Lutero 
viffe,  e  ben  viffe  nella  Germania,  accarezzato  da  molti  nobili,  foftenuto 
da  parecchi  Principi ,  e  feguitato  da  una  gran  parte  della  Plebe .  O  infen- 
fati  popoli ,  e  Principi ,  che  così  ciechi  correfte  alla  Setta  Luterana  !  Dite- 
ci per  grazia,  qual  avvantaggio  voi  ricevefte  danna  così  moftruofa,  e 
ftranaperverfione?  Forfè  vi liberafte  dal  terror  della  cofcienza,  dallafug- 
gezione  de' maggiori,  divenifìe  più  ricchi,  poggiafte  più  in  alto  ò  nella 
fovranità  de'ftati,  o  nello  fplendore  delle  facoltà?  La  Svezia,  la  Dani- 
marca, la  Inghilterra ,  laHoUanda,  e  tutto  l'ampio  tratto  della  Germa- 
.  nia 


Capitolo  III.  343       Hadria- 

nia  inferiore,  fors'ella  prefentemente  è  più  potente,  piùdoviziofa,  più  ^^  ^^' 
applaudita,  più  libera,  che  prima?  Hanno  efle  forfè  rinvenutala  minie- 
ra di  qualche  teforo  con  perdere  quel  maffinio  della  Fede  ?  Certamente  chi 
ftudio  prefe  di  pefar  [^]  le  rendite  de' Monarchi ,  forfè  le  rinvenne  mag-  ^J^^;///''''*^"" 
ciori  in  tempo,  che  benedicevale  Dio,  come  appannaggio  afiegnato  a' 
fuoi  fieli  j  di  quelle  cbe  prefentemente  fi  valutino  fotto  il  conio  miferabile 
del  Demonio.  Al  contrario  con  la  Fede  perduto  havete  l'antico  luftro  di 
tanti  Ecclefiaftici,  checonglieiempiihaverebbono  empite  di  egregii  mo- 
numenti le  Sacre  Hiftorie,  di  tanti  Dottori,  che  con  le  vigilie  haverebbo- 
no  arricchite  di  preziofi  volumi  le  Cattoliche  Librarie,  di  tante  Accade- 
mie, checonledecifioni  haverebbono  illuftrate  le  loro  Patrie,  condeco- 
rate le  loro  Provincie ,  e  renduti  celebri,  &  ammirabili  i  loro  Principi:  in 
fomma  havete  tutto  perduto ,  nulla  guadagnato ,  fuorché  efecrazioni  da 
Dio ,  anathematifmi  dalla  migliore ,  e  maggior  parte  del  Chriftianefimo , 
e  ciòchepiùèfpaventevole,  la  dannazione  eterna  dell'anima.  Ma  ritor- 
ni l'Hiftoria  all' Hiftoria,  e  condoni  il  Lettore  all'Autore  il  giudo  sfogo 

di  quelli  ragionevoli  fentimenti.  ,.  x-    ,  .  sentimenti  dei 

Dunque  dilacerata  la  Germania  da  tante  fciffure  di  Fede,  e  tutti  portan-  Pontefice,  e  fuo 
do  pabulo  ^  e  non  acqua  al  grand' incendio ,  in  cui  ardevano  quelle  mife-  Breve  ai  sanon«. 
rabili  Provincie,  il  folo  Papa  da  Roma  Crepitava  con  lettere,  ò  per  fanar 
la  parte  infetta,  òper  prefervar  la  fana:  mi  con  quelfolito  effetto,  che 
recar  fogliono  ole  vive  parole  della  bocca,  ò  le  morte  della  carta,  cioè 
tanto  elleno  pefarfi ,  quanto  prezzarfi .  Per  falute  fpirituale  degli  Svizzer 
ridi^ii  contaminati  dalla  Herefia  di  Zuvinglip,  haveva  Hadriano  ferirti 
[Z»]  Brevi  ardentililmi,  hor  laudando,  &  animando  il  Capitolo  di  Bafilea,  b  is^^iaftotsih 
che  ditendeva  r  antica  Religione,  hora  minacciando  ,  &  atterrendo  un 
tal Theobaldoamminiflratore della Chiefa  dell'Eremo,  che  vi  diflemina- 
vala  nuova:  e  quindi  tutto  rivolto  a  queir  infaufto  Polo,  onde  furiofa 
precipitava  la  terribil  tempefta  alla  nave  della  Chiefa,  cioè  alla  Saflbnia , 
ne'  cui  ftati  fi  erano  pacificamente  annidati  li  Luterani ,  e  gli  Anabattifti , 
in  queft'Apoftolico  tenore  egli  fcrilTe  a  quel  Duca,  che  non  fol  fi  covava 
pazientemente  in  feno  tante  ferpi,  màperfua,  enoftradifgrazia,  palpeg- 
giavate, pafcevale,  e  ciò  che  peggio  forti,  difendevale  ,  proteggevate, 
fin  tanto  eh' elleno  crefciute  in  Hidre,  ingoiarono  con  più  bocche  la  Cat- 
tohca  Saflbnia  infieme ,  e  gran  parte  della  Germania . 

Hadrianus  [e]  Federico  Saxonì^  Duci  fdutemy  &  ^poftolìcam  ^  BuiUr.inm^ìr. 

bcnedi5}ionem ,  vi.conji.\. 

Satis&plusquàm  fatis  fiijìimimus,  dileBein  Chriftoy  fi  forte  Dei  pietas 
tuam  animam  dignetur  mvifere,  ac  dare  poenitentiamad  cognofcendum  veri' 
tatem,  ut  reftpifceres  à  diaboli  laqueis ,  àquo  captivns  detincris .  l<l^vimus 
te  paterne monitum  à  fel.  ree.  pr^decefìore  noftro ,  ut  à  te  feparares  pernicicm 
Ulani  C}nijiian£  religionis  Martinum  Lutherum,  &CHmjam  toti  Orbi  manife- 
ji^  cffent  fcelediffimjs  machinationes  illius,  fpcravimus  &  teadcorpoeniteris 
reverfumm . 

Sed  quoniam  expeBavimiis  uvas  ,  (jr  ecce  quia  frujlrà  conflapit  con- 
fiatar ,  maluu  enim  tit£  non  furit  con[umpt£ ,  coegit  nos  miferatio  tui ,  coegit 
faterìiHS  amor  i  quote  &  tibi  fubdicos  Saxoncs  in  Domino  fempcr  fuinius  prò- 

y     4  fequHti, 


Hadria-  ^^^  Secolo    XVI. 

NO  VI.  fequutt,  fdutaribus&paternismonitisadhuc  convenire,  ut  vel  tandem  re fipi- 
fiati f 3  antequam piane invosconveniat,  quodmox  fubdit  Tropheta:  ^rgeu- 
tum  reprobum  vacate  eos ,  quia  Dominus  projecit  eos . 

Et  quid  dicemus  vobis  ,  quàm  quod  Galatìs  fuis  Taulus  :  0  ìnfenfati^ 
quis  vos  fafiinavit  veritati  non  obedire  ?  Currebatis  bene  .  Interrogate  pa- 
tresveftroSy  ac  dicent  vobis:  majores  veflros ,  &  ammncìabuntvobis.  Quòd 
ab  ea  Mate ,  qua  uno  eodernque  tempore  vixere  Hadrianus  I{pm.  Tont.  & 
Carolus  ille  Magnus  Imperator  ,  Saxoni^  fidei  plantatores  ,  ad  noflra  ufque 
C^  charijjìmi  in  Chrìfio  filii  noftri  Caroli  tempora  ,  cJ"  avi  &  proavi  vejìri, 
atque  adeò  Saxones  omnes  ,  fimper  habiti  ejìis  veluti  pacis  amatores  ,  fidei 
propugnatores ,  &  per  omnia  obedienti,.^  pacifici  filii ,  talcfque  ,  ut  non  im- 
meritò Gregorius  Qumtus  natione  Saxo  ,  oUm  I\pmanus  Tontifex  ,  Saxonìae 
Ducem  in  P^m,  Imperatori!  conjittuerit  Elc6iorem.  Quomodo  ergo  tam  citò 
mutatus  eft  color  optimus  ?  Cur  tam  facile  transferimini  ab  eo  \  qui  vos  vo- 
cavit  in  gratiam  Chriftì ,  in  aliud  Evangelìum  ,  quod  non  efl  aliud ,  nifi 
funt  quidam  ,  qui  vos  conturbant ,  &  volunt  convertere  Evangelium  Chri- 
ftì ?  Quis  vineam  Domini  Sabaoth  tam  pulchrè  plantatam  eji  demolitus> 
Certe  exterminavìt  eam  aper  de  fylva  ,  &  fingularis  ferus  depaflus  eft  eam . 
Sed  Vie  illud  à  vobis,  à  domefiicts  & amicis,  à  cruciatupnecordiorum .  Ob- 
ficramuste,  fili  dtk^einChriftOy  levaoculos  tuosindireBuMi  &  vide,  ubi 
fts  proftratus . 

Confiderà  ,  quamquam  Ecclefu  Chrifti ,  tot  malis  undique  cìrcumvalla- 
ta,  ac  penò  opprejjie ,  prò  opera,  qua  illi  fubvenire  debueras ,  cladem  infuper 
intulifti  &c.  £  qui  egli  à lungo  fi flende  in  dettatura  di  fentimenti  nobili, 
zelanti,  e  grandi ,  piangendo  fu  quella  carta  l' afflitto  Pontefice ,  màfenza 
corrifpondenza  alcuna  à.\  follievo  alfuo  dolore.  Poiché  il  male  bollendo 
in  efcrefcenza  richiedeva  allora  ferro,  e  non  parole:  onde  bendiffe  il  Co- 
%r"lhL'^h*aw  ^^^^'-  [  ^  ]  ^*^^^ò  benìgniùs  fefe  offerebat  Tontifex,  tanto  ferociùs  agebant 

com^ofi  RèHen°      ^^  ^^  ^'^^^  Pontcfice  fù  quello ,  che  eccitò  li  Duchi  di  Saffonia  ad  una 

rico  vni,  d'Ini  valida  difefa  della  manomefla  Religione  Cattolica;  ma  ad  un  tanto  ufficio 

fta'-dfTÒmmafo  fo^lcvò  DÌO  gì' iftcffi  Laici  à  farla  da  Predicatori  contro  Lutero,  e  contro 

Moro,  e  indica-  chiunquequellofoiTe,  che  proteggefle  Lutero.  Il  Libro  del  Rè  Henrico 

dèi"''Aide«o'''^It  Vili,  de  feptem  Sacramentis  prefèntato  da  quel  Rè  al  Pontefice  Leone  X. 

safTone     contro  traslatato  allora  in  lingua  Tedefca  correva  per  le  mani,  e  fottogli  occhi 

Lutero.  ^j  ^m-j-j  ^^j^  egual  contento  de'  fedeli ,  &  alta  indignazione  di  Lutero, 

che  non  poteva foffrire un  contradittore benché  Regio,  màch'egliftima- 

va  iìfe  tanto  inferiore  nel  pregio  della  dottrina.  Onde  trafportato  dalia 

paflìone,  cheinluifiìfempreprecipitofa,  eccedente,  &  arrogante,  com- 

pofe  contro  il  Rè  Henrico  un  Libro  altrettanto  empio  nelle  dottrine, 

quanto detefìabile ,  e naufeante nelle  ingiurie,  ditterii,  motti,  efcurrili- 

tà,  con  cui  parimente  r  iniquo  apoflatapofe  in  denfo  la  Sacra  Maefìd  de' 

Principi ,  e  le  perfone  più  riverite  del  mondo ,  Papi ,  Imperadori ,  e  Santi 

Padri ,  Rè ,  Monarchi ,  e  Principi .  Si  folius  chrifti fumus ,  die'  egli ,  qitìs  eft 

ifte ftolidus  I{ex,  qui  fuis  mendaciis  nos  Tapnefacere  molitura  nos  nonjumus 

"Papa ,  fed  Tapa  nofler  eft  :  noftrum  eft ,  non  judicari  ab  ipfo ,  fed  ipfum  JU" 

dicare -y  fpiritualis  enimànemine  judicatur,  &  ipfejudicat omnes,  efìegue: 

Ego  Ó'  Eccleftam  ejus ,  &  defenjorcm  ipfum  Henricum  nempè  prò  eodcm  du- 

ccns  ,  utrofque  eodem  impetu  invadam  ,  &  Chrifto  duce  CQnficiam  :   certus 

entm 


Capìtolo  III.  54 j        HADRrv 

snìm  fnmàogmatameahabcremede  calo.  Dogmatamea  flahunt  ,  &  T.ipà     ^^   ^  ^' 
cadcti  con  ciò  che  fìegue ,_  da  noi  di  fopra  ritento,  aggiungendo  contro 
il  Papa,  coniToi Cattolici,  e  contro  li  Tomiftì il  fetido  nome  di  Lennini 
non  ancor  di  ^^enutiP/c/occ/^/.  Quindi  egli  fondato  fu  la  bafe  della  mal  prefa 
liberti,  evaloredella  paroiadi  Dio,  ftabilifce  quefta  maffima  la  pinhe- 
reticalcj  lapiùhorribile,  elapiùprefnntuofa,  che-  iifcita  mai  fiada qua- 
lunque bocca  di  pellilentiffìnio  Heretlarca,  yerbum  Dei  efi  fuper  omnia 
Divina:  ma]c[iasmecum  facit,  utmhilcHrem,  (ì mille  KAugullini ,  mille Cy- 
priani  y  mille  Eccltfu  Henricanx  cantra  me  ftarent .  Deus  errare y  iirfallere 
nonpotejl:  ^ugujlmus ,  &  Cypnanus,  ficut  omnes  ele^iiy  errare  potuerunt, 
& erraverunt .  Così  il  facrilego.  Rifpofe  capo  per  capoà  queilo  Libro 
Tommafo  Moro ,  di  cui  nel  feguente  Pontificato  ci  converrà  far  lunga 
menzione.  Mail  principal'offefo,  che  fu  il  Rè Henrico Ottavo  d'Inghil- 
terra, nell'irritamento  di  una  contefa  cotanto  difuguale,  facendola  da  gran- 
de, contentofll  di  confondere  l'avverfario  co'l  difpregio ,  e  trattandolo  da 
pazzo ,  con  favio  configlio  non  volle  cimentar  la  Maelìà  della  fua  perfona 
con  la  difperata  condotta  di  uno ,  che  di  nifTun  timorofo  rendevaiì  aperta- 
mente à  tutti  biafimevole .  Scrilte  ben'egli  uiia  fenfata ,  e  pefante  lettera  al- 
li Duchi  di SalTonia,  eccitandoli  ancor'effo alla  difefa  di  ciò,  che  più  pre- 
meva, della  Religione  Cattolica  i  e  in  efia  di  Lutero  parla,  come  parlar 
conviene  à  un  Monarca  di  un  publico  malfattore;  il  cui  tenore  non  in  al- 
tre ftampefin'hora  è  divulgato,  che  in  quelle  di  quel  tempo,  da  noi  cita- 
te in  quello  margine,  [a]  Alla  lettera  egli  aggiunfe  quefta  grave  pofdata,  a  me  extat-  pofè_ 
che  dimoftra  il  eran  zelo  allora  di  Henrico ,  e  rende  più  lacrimevole ,  e  do-  ^'t^^f"^  Hn,yUi 

%  r    \  n  1  •  r  -^  t  •  i»*  •  i  Ottavi  ad  Leonern 

loroialagranperveraone,  chepoifegui,  di  quel  Monarca,  Litteras  has  x.i'nprejTHmann. 

obftniaturo  mibivenit  in  memoriam  Lutherum  in  fuis  adverfum  me  nanìis  ^^^i-.f'/xeoco* 

excujare  Je  i  quo  mmus ad  reliquarejpondeat y  tmpedin  transferendo  Biblia. 

Vifum  efì  igitur  hortarìvosy  ut  omnium  rerummaximè  provideatis y  ne  id 

fermittatur  facere  .  Islam  ut  bonum  effe  non  negem ,  in  quavis  lingua  legi 

ScripturamSacram  y  ita  certe  periculofumeji ,  ejusvcrfìone  legiy  cujus  mal^ 

fides  fidem  facit omnibus,  id  illi fiudium e(ìe y  ut  bene  [cripta  male vertend<x 

pervertati  ut  populusea  felegere  putet  mScriptura Sacra,  qua  vir  execra- 

bilis  ab  execrandis  hauftt  hareticis  .  Iterùm  valete  viri  Serenifjlmi ,  atque 

animo  meo  longè  charijjimi .  Ex  regia  nofìra  Grenuvici  die  io.  Januarii  anna 

Domini  1^2^, Così  egli.  Del  Duca  Federico  non  rinviene  rifpofta  al  Rè 

d'Inghilterra,  forfè  perch'egli  di  già  rifoluto  alla  protezzione  ài  Lutero,  -'' 

non  volefle approvare  in  carta  ciò,  che  di  già  dilTapprovava  nel  cuore  .' 

Rifpofe  bensì  il  Duca  Giorgio ,  Principe  conftante  nella  Fede,  e  la  rifpofta  fiì 

[hj  tale,  (juale  fi  conveniva  alla  pietà  di  quel  Principe .  b  lù!d^ 


C  A- 


TE  VII. 


Clemen-         5^^  Secolo  XV L 

CAPITOLO      IV. 

Clemente  Settimo  di  Fiorenza,  creato  Pontefice 

li  15.  Settembre  15x5. 

JSfuo've  facrìleghe  procedure  di  Lutero  .  Zu<vìn^io ,  e  corfo 
della  fua  herefia  ,  Suo  fentìmento  [opra  il  miflerio  del 
Santi/fimo  Sacramento  i  fuoi  congrejjì  tenuti  con  Lutero 
[opra  ctuefto  [oggetto ,  e  [opra  il  peccato  originale  .  Sinodi 
di  Francia  contro  Lutero  .  Dieta  di  Norimberga  ,  e  fuo 
corfo .  Origine  de* Protefìanti .  battaglia ,  e  morte  di  Zu- 
^inglio.  Muo've  'vittorie  de^  Cattolici  contro  liZwvingliO' 
ni .  Soccorfe  mandati  dal  Pontefice  a  S'viz.z^eri  Cattoli- 
ci .  ^alità  ,  herefie  ,  e  morte  di  Giovanni  Ecolam^ 
padio  .  Saccheggiamenti  degli  (L^nahattiflì ,  e  loro  bat- 
taglie co'  Cattolici  ,  e  difperftone  .  Pernjerfione  nella  he- 
rejia  della  Danimofca  ,  S'vezja  ,  Li^vonia  ,  ^  Atre 
Provincie  Cattoliche  .  Sacco  di  ^ma  ,  prigionia  del  Pon^ 
tefice  ,  e  difiinta  relazione  di  quefli  lacrimevoli  avve- 
nimenti ,  e  Monti  eretti  da  c^uefio  Pontefice  in  beneficio 
della  Fede  Cattolica  .  Libro  di  Lutero  -,  de  Abroganda 
Mifla,  <^  altri  fuoi  libri  hereticali .  Serpeggiamento  della 
herefta  Luterana  per  /'  Italia  .  Dieta  di  Augufta  >  e  fuo 
corfo,  Confejjìone Augujìana^efuo  contenuto  .  Lega  Smal- 
chaldìca  ,  fua  origine ,  e  capitolaT^ioni  .  Dieta  di  Spira ,  e 
di'Katisbona,  e  loro  corfo  .  Interim  di  Carlo  ^into  ,  e 
fuo  contenuto , 'Baldanz,a  degli  Anabattifit  )  e  de' Luterani, 
Nuove  herefie  dell' Ofiandro  .  Francefco  Stancaro  ,■  e  fm 
herefie .  Altre  herefie  di  diverfi  heretici  Luterani  fotto  dì- 
verfit  capi ,  e  fazioni  .  Scifma  della  Inghilterra  con  la 
Chiefa  ^mana  ?  fua  origine  ,  e  p^'^i^'^Jf^^  •  Crudeltà ,  ci7* 
iì  derne  procedure  di  Henrico  Ottano  ^  d'Inghilterra,  e 
ccfiunz^  illuflre  di  Tommafo  Alloro  ,  e  di  Giovanni  Ft- 
fchero  detto  ti  T^fenfe .  Condotta  del  Pontefice  Clemen^ 

te  fopra  (^ue fi* affare ,  e  fua  morte . 

Mi 


Capitolo    IV.  '347       CLEMm 


TE  VII. 


MaIedicet>Ta    d) 
Lutero    contro  i 


a  «/tsi  i;t^ 


b  Luther,   de  de' 
etmprtitftiicti. 


TlAde'Lìhn,  delle  beftemmie,  e  delle  petulanti  maniere  di  Lu- 
tero chi  enumerar  voleffe  la  empietà ,  e'I  numero ,  ne  con- 
verrebbe telfere  un  così  bombile,  e  lungo  catalogo ,  cheò 
il  catalogo  non  haverebbe  fedeprelTo  i  Lettori,  ò  lo  giudi-  sami,  efucnuo'. 
carebbono  i  Lettori  non  di  un  fol'huomo,  ma  di  tutti  gli  ced."e',e1ibrS!'*^ 
Herefiarchi  del  mondo.  Egli  infierito  nella  contradizione 
contro  Dio,  e  contro  li  primi  Monarchi  del  Chriftianefimo,  non  perdo- 
nò ai  Santi  del  Cielo,  né  à  chiunque  opporre  à  lui  fi  volefTefulaterra.  [a\ 
Trafportoffi  nella  Città  di  Mifiiia  dal  fuo  antico  avello  ad  altro  più  nobi- 
le, il  corpo  di S.BennoneVefcovo  parimente  òì  quella  Città,  elevato  di 
frefco  al  culto  di  Santo  da  Hadriano  Serto,  con  pompa  di  ProcefTioni,  & 
apparamento  di  Chiefe  ;  llrepitòqual  fubitaneo  invafato  Lutero  ,  e  con 
precipitato  ftile  publicò  tantolto  per  la  Germania  il  Libro  in  lingua  Tede- 
fca ,  ^dverfus  novum  Idolum ,  &  antiquum  Dìabolum ,  qui  Mifn^  exaltandus 
efly  ed  egli,  che  [b]  altrove  haveva  approvato  il  culto  de'Santi,  qui  ana- 
thematizzollo  com'empio ,  diabolico ,  &  idolatra ,  formando  Tempre  nuo- 
vi  dogmi  all'eccitamento,  e  lume  della fua cieca  paliìone.  Compofe  Eraf- 
mo  contro  lui  un  nervofo  Libro ,  de  libero  arbitrio ,  traslatato  pofcia  dall' 
Emfer  ,  e  dal  Coeleo  in  lingua  Tedefca  :  gli  rifpofe  fubito  Lutero  con  op- 
pofizione  di  titolo,  e  di  fentenze  in  un'altro  Libro,  de  fervo  arbitrio  y  in  cui 
egli  toglie  all'huomo  l'efler  dell'huomo ,  cioè  la  libertà  dell'operare .  Spar- 
geva Zuvingliolafua  Herefia  Sacramentaria  nella  Helvezzia,  eCarlofta- 
dio  nella  Germania,  ed  egli  ad  ambedue  quell'Herefie  fi  oppofe  con  la  fua 
herefia  della  Impanazione ,  onde  hebbe  origine  jl  continuo  battagliar ,  che 
fecero  i  Luterani  contro  i  Sacramentarii ,  fin  con  venirne  à  denti ,  per  co- 
sì dire,  &  alle  mani,  e  molto  più  à  dilacerarfi  coscritti ,  cotanto  nu- 
merofi,  &  arrabbiati,  che  l'una  Setta  ha  riempito  l'altra  di  vituperio  pe'l 
mondo.  Perlacui adequata  intelligenza,  ciconvien  far  ritorno  à  Zuvin- 
glio,  ed  efporre  la  contrarietà  di  quefta  Herefia  con  la  Luterana  ;  onde 
non  tanto  fi  diliingua  il  vero  dal  falfo ,  quanto  l'un  falfo  dall'altro . 

'Habbiamo  in  altro  [  e  ]  luogo  riporta  la  origine  della  Herefia  di  Zu- e  F<rj; ,7  p,„f;/.rfi 
vinglio,  e  data  dell'Autore  quella  contezza,  che  cadeva  opportuna  al- ■^"'"-^.fM-;''«jf. 
loraalla  narrazione  de'fuccefli .  Prefentemente  ne  riferiremo  il  prcgref-  ^'^' 
fo,  e  le  più  rilevanti  particolarità,  che  meglio  conducono  all'intendimen-  p^^  ^        ^^ji 
to  òi  quelle  materie ,  che  noi  ci  fiamo  prefifil  à  descrivere  in  querto  li-  heSia  **  zuvii  * 
hro:  onde  Tempre  fi  miri  la  diverfità  fràeflì  degl'ifteffi  Heretici ,  e  (em-  «''•»"»• 
pre  fi  ammiri  la  uniformità  cortante  delle  Cattholiche  afferzioni  .  Dun- 
que predicando  Zuvinglio  in  Zurigo  l'Herefie,  che  habbiamo  altrove  de- 
fcritte  ,  [  rf  ]  &  inclinando  il  Magiftrato  di  quella  Città  all'  apprendi-  d  ibidem'. 
mento  dì  erte  con  il  rapportato  decreto,  ài  non  doverfi  per  l'avvenire 
predicare,  fé  non  lafolafchietta,  e  pura  parola  di  Dio  contenuta  nelle 
Sacre  Scritture ,  fufcitofll  quindi  un'incendio  ne'  Cantoni  Svizzeri  ,  che 
divorò  incontanente  tutta  la  Helvezia .  Conciofiacofache  proclive  il  po- 
polo à  quella  libertà,  alla  quale  lo  rtimolava  il  mal'efempio  della  Germa- 
nia, improvifamentecome  à  rivoluzione  lungo  tempo  concertata  ,  ma- 
nomefle  [e\  in  ogni  Chiefa  il  culto  Divino,  profanando  Altari,  fminuz-  e  NHmiftdiGiH' 
-zando  facre  Imagini,  calpeftando  Reliquie ,  nel  qualatto  precede  àtut-*"'*^*^' 
ti  Zuvinglio,  che  prefe  le  Reliquie  dclli  Santi  Martiri  Felice,  e  Regola  , 
come  Veflìllifero  de' nuovi  Iconoclafti ,  gittoUe  giùàviftadel  popolo 

nel 


Clemen-         ^^g  Secolo  XV L 

TE  VII.      ^^j  proffimo  Fiume,  fuonando  con  quello  eccedo  la  Tromba  infaufì: 
dell'Herefia  nella  Helvezia  ;  onde  di  lui ,  e  di  Baldalfare  Pacimontano 
fuo  allievo  hebbe  adire  il  Fabri  in  una  celebre  difputa  col  menzionato  Pa- 
iic.Fater'mdirp.  cimoutano  :  [a]  ^d  fididnem  autem  Tìgurinum,  utpotè  Zuvingliumi  -pe- 
'pMimfr.tano'i'"^'  ^'^»  ?^^  5^«^or«w   Fclicìs  ,   &  B^guU  Martyrum   ofja  fiijìulit  ,   &   in 
'  fluvium  projecit  ,  res  notiffima  efi:   Dominorum  Tigurinorum  fìgilla  ,  ma- 
netas  ,  tnfigma  eorumdem  SanUorum  imaginibus  pradita  non  abolcvìt ,  nc- 
que immutavit;  cum  tamen  in  Ecclefia  à  Carolo  Magno  fmdata  Cafaris, 
&  omnium  San6iorum  imagines  Vulcano  tradita  ,  &  in  cinerem  verfe 
ftnt .  Dalle  Imagini  dilcendendo  Zuvinglio  ,  ò  per  meglio  dire ,  afcen- 
b  Tr.^/>r,7.ijv?.  dendo  all'oltraggio  del  Prototipo  ,  perorò  ,  e  perfuafe  [  ^  ]  al  Magi- 
?co"dTzuv°'n6irò  toto  di  Zurigo  l'abolizione  della  Meira,  ed  in  prova  del  fuopropofto 
fop°ra  ii"^sacra  facrilcgo  attentato  cfpofe  (  ò  miferabile  cecità  !  )  eflereàluicomparfo 
Tz^viii^iiusinii-  ^^  notte  un  fantafma  ,  né  ricordarfi  [  e  ]  bene  di  qual  colore  egli  fi 
bttu  di  ftnjuio  fofle,  ò bianco,  onero,  ed  haverlo  afììcurato,  altro  noneflere  la  Eu- 
fAo'T/i't^rtuJ'li'  chariftia,  che  una  figura  del  Corpo  di  Chrifto,  come  figura  del  tranfito 
i;si.  del  Signore  era  la  commemorazione  del  Thaje  accennato,  e  deicritto 

ncir  Mxodo:  Credo  ,  quòd  m  Sacra  Eucharifiia  ,  così  egli  efprime  il  fuo 
fentimento  fopra  quell'ammirabile  miilerio  ,  hoc  eji  gratiarum  aBionis 
Ccsna  ,  verum  '^Chrifii  Corpus  adftt  ,  fidei  contemplatione  :  hoc  efi ,  quòd 
jij  qui  gratias  agunt  Domino  prò  beneficio  nobis  in  Fìlio  fito  collato,  agno- 
fcunt,  illuni  verum  carnem  ajjumpfijje  ^  vere  in  Illa  pajjum  efie,  verènofira 
peccata  fanguine  fuo  abluifk  ,  &  jìc  omncm  rem  per  Chrifiitmgefiam  illis  fi- 
dei contemplatione  velut  prafentem  fieri,  Sed  quòd  Chriftt  Corpus  per  efìen- 
tiamy  &  realiter,  hoc  efi.  Corpus  ipfum  naturale  inCosnaaut  adfit,  autore, 
(  dentibufque  nofirts  mandatur,  quemadmoduniVapifla  ,  &  quidam  qui  ad 

ollas  Àgyptiacas  refpe£iant,  perhibent,  id  vero  non  tantum  ncgamus ,  jed 
erroremefie,  qui  verbo  Dei  adverfatur,  conflanter  ajjeveramus.  Così  egli  . 
d  Laurent. Surius  ^^^j  'Per  hoctcmpus  ^  dicc  il  Surlo ,  Zuvmglius  non  contentus  a  Luthero  dici 
,n^^commtnt.  ann.  jr-^^^^j.^^^^^  fcd ipfc potlùs dc  fiionomìne  [e6iam au[picari cupitus ,  non  folàm 
Catholicos  tranfubfiantiationis  ajjcrtorcs  ,  fed  etiam  Lutherum  ipfidm  una 
cum  pane,  &  vino  verum  Chrijii  Corpus ,  i&  Sanguinem  in  Eucharifiia  babe- 
ri  dicentera  oppugnare  cespite  Hoc  quidem  pefiimè habuit  Lutherus  ,  &  hac 
res  occafionem  pr.ebuit  atroci fi^" a  iUiinter Lutheranos ,  &  lnvinglianos  digla- 
cou'^uJi^ifiVsl  diationi ,  qu£inhunc  ujque  d.cm  componi  non  potcfi.  I{eSlè  hocpermifit  fa- 
crjniiiuarii,  &  i  plens ,  & boYius Dcus .  Ut Luthcrì arrog  <iitia àproprio dìfi ipfilocomprimeretur, 
Liitcrjni.  (^  mortales  omnes  intellìgerent ,  reclijjimè  dixijk  DMitronymum ,  Scripturas 

noninlegendo,  fed  m  intelligendo  confiflere  j  ab  utraque  enim  parte  ifii 
fe6iarii  verbum  Deicrepanty  Scripturas  certatimproferunt ,  &  tamen  cum 
certijfimum  ftt,  non  pope  utr'jfque  verum  docere,  dum  contraria  dicunt ,  at 
nihtlominùs  alti  aliis  cedere  noìmit,  &  utrique  prava  Scriptura  divina  in- 
terpretatione ,  &  [e,  &  fucs  omries  mijtrabiliter  perdunt ,  cum  utrofque 
reBè  jam  olìm  damnarit ,  hoécquc  damnet  Catholtca  fidesy  qua  certìjjimè 
credimus  ,  in  Eucbarifii^i  fub  [peciebus  panis  ,  &  vini  Chrifii  Corpus ,  & 
Sanguinem  fubfiantialiter  contineri ,  ctium  extra  fumptionem  ;  cum  hoc  Sa- 
cramcntum  non  nifi  omnipotentt  Chifli  Jcju  fermone  confìciatur  .  Così 
egli,  chefiegue  d  defcrivereleconrcfc  milerabili  di  Lutero,  di  Carlofla- 
dio,  e  di  Zuvinglio  fopra  la  efplicuzione  ài  quello  milkrio  ,  dicendo 
^  luthero  hac  m  re  jarìi  ante  dijfe.ìjit  Andreas  Carlofiadius;  &  cum  à  Lu- 
thero 


Capitolo  IV.  5AQ       Clemem- 

ihero  acriter  reprehenderetur  Jonas  ,  quòd  Ecclefias  fcilicet  Lutheranas  tur-    ^^   ^^^* 
baret  ,  ille  Je  cantra  ipfum  fcripturum  ,  fuamque  fententiam  defenfurum 
refpondìt .  Tum  vero  Lutherus  ,  ut  erat  contendcndi  avidus  ,   aureum  tlli 
nummum  dediti  ut  f acereta  quod  mmabatur.  Tojìea  libello^  aliquot  Carlo- 
Jiadiiis  B-ifile£  edidit ,  quorum  fumma  erat  :  7\(o«  cjjc  Chrifìi  Corpus  natura- 
Itter  in  Eucharifiia  ;  nec  tamcn  Zuringlii  fententiam  fequebatur ,  fed  nova, 
interpretatione  ait  prò  nomine  dtmnnjirativo ,  Hoc  eft ,  demonflraffe  Chriflum, 
Corpus  fuutn  menfa  affidens,  non  autem  fub  panis  fpecie  contentum  .  Hanc 
ftultifjimam  opinionem  ^nabaptifiie  quidam  amplcBrbantur,  &  Zuvinglti  , 
atque  Lutheri  interpretationem  rejiciebant .  Vorrò  Zuvinglius  Carhjìadium^ 
dicebat,  veritatem  quidem  agnofccre  ,  fed  quia  troporum  vim  ignoraret  , 
verba  non  re6lo  ordine  collocare .  ,Jt  ridicula  fuit  ea  Zuvinglii  oratio  ,  qui 
jam  fibi  de  collega  y  licèt  incptOj  non  nihil   applaude  bat  .  ^lii  Carlojladii 
expofttionem  ceummis  duram  y  &  violentam  refpuebant .  Inde  accidit  ,  utSc- 
natus  Tigurinus  cavcrit ,  ne  libelli  Carlojìadii  in  verba  fua  yenderemur  .  Lu- 
therus vero  Zupinglii  expofitionem  libello  quodam  conf'utavit ,  ita  nimirum 
fpiritus  vertiginis  in  Luther um,  c-T  ejus  priCclarara  fobolem  immifjus repente 
multas  ab  illis  cxtorfit  abfurdijfimas  verborum  Canis  Domini  interpretatio- 
nes ,  alius  ab  aliis ,  &  ftmul  omnes  à  Catholic£  Ecclefia   fententia  dijcre- 
pantes:  ortumqueefl  implacabile  bcllum  interijìos  fa6iiofos  fpiritus  j  qui  cura, 
omnes  ja&itent,  feperitatem  demum  in  lucem  protuliffe,  non  pofiunt  tamen 
in  unam  aliquam  de  re  tanta  confptrare  fententiam  ,  &  à  ventate  funt  pror- 
fus  alieni  i  &•  interim  mi ferrimam^  &  rudem  plebeculamindiverfas  fa6lio- 
nes  3  &  opiniones  difi'-ahunty  cfficiuntque ,  ut  jam  permulti   non  videant  i 
quem  potiffimum  in  hac  dogmatum  mirabili  varietale  fequi  debeant .  Qnis  ve- 
ro fatis  deplorare  pojjit  tara  innumeras  Chrijìi  Jeju  fangiiine  redemptas  ani- 
mas  ,    aliquot  importunoYum  &  turbulintorum  ingeniorum  arro^antia  ,    (jr* 
pbilantta  in  certi/Jìmunt  cxitium  ,    horrenjamque  aterni  ignis  damnntionem 
pracipites  agi  ^  Fermi  hoc  ijU  perditi  tenebriones  prò  ludo  hahcnt ,  ?nodà 
ipfi  [ibi  aliquod  pojjint  parare  nomen  ,  licèt  cum  fumma  h^erefeos  ignominia 
conjunóìum .  Così  egli .  Mi  per  difcendere  al  particolare  di  qiiefte  itrepi- 
tofe  contefe ,  portiamoci  alla  Dieta  di  Spira ,  che  il  primo  Campo  di  bat- 
taglia fri  i  Sacramentarli ,  e  i  Luterani . 


[a]  unitamente  la  condanna- 5^,(,    ,^3^^. i^^, 
rono,  e  de'libri  di  elia  ne  prohibirono  rifolutamente  la  lezione:  l'uno  in    r-iii.enrari7,  &i 
Bourges rottola  prelidenza  dell'Arcivefcovo  Francefco  Turnon,  decretò  ^"^l,^"\:,s 
in  quefta  forma,  Damnatum  dogma  Lutheri ,  &  jcquacium  à  Sacrofan6ìa  Se-^^"'  '^'  ' 
de  ^pofiolica  jampridem  reprobatum ,  inpublicis  concionibus ,  locis ,  &  tempo- 
ribus opportiinis,  proitt  expediens  Ordinariis  locorum  videbitur^  generalitef 
tantum  rcprobetur,  non  dcclaratis  (tgillatim  erroribus  ,   nifi,  locus  aliquis 
fuerit,  ad  quem  pervenerim  damnati aliqm  errores ,  L'altro  in  Sens  fotto  il 
Cardinal  Antonio  de  Prato  Arcivefcovo  medefimamente  di  quella  Città 
con  fedici  precifi  Decreti  riferiti  diftintamente  dal  Natale  [  b  ]  Alexandre . 
Ma  molti  più  furono  li  Congreffi  tenuti  dentro  la  Germania,  ch'era  la  par- 
te infetta ,  e  perciò  più  bifognofa  di  cura .  CongregolTene  allora  uno  [e]  in 
Norimberga,  alla  cui  allìiknza  haveva  Clemente  Settimo  mandato  Legato 
Apollolico  il  Cardinal  Lorenzo  Campeggi  :  ^  in  eflb  richicaofi  prima  dai 


b  Nat.  ^lex.fxc. 
iG.c.z.nrt.  IO.  pti- 
raj,r  ^-n.^. in  fine. 


Congrc- 


CiEMEN-        Z<o  Secolo  X VI' 

TE  VII.  Congregati  un  Concilio  Generale,  intimoflì  poi  im  nuovo  Congreflb  iti 
Spira  per  la  difcuffione  di  alcuni  aggravii ,  che  li  Tedefchi  pretendevano  òx 
ricever  dagli  Ecclefiaftici,  e  circa  la  rifcofUone  delle  annate  ,  e  circa  le 
taffe  degli  emolumenti  de'  Vefcovi .  Nel  medefimo  anno  il  Campeggi 
unì  moiri  Ecclefiaftici  della  Germania  in  Ratisbona  ,  &  in  prefenza  di 
Ferdinando  fratello  di  Carlo  Imperadore  ,  ftabilì  rifoluzioni  molto 
giovevoli  allo  flato  allora  di  que'popoli,  &  al  mantenimento  ,  e  cul- 
lifùhÌ°a,Zs\t  ^^  ^^^^^  Religione;  [a]  Hi,  cioèli Congregati,  Edt6lum  yvormatienfe 
exccutionì  mandari  ,  in  Mijiie  celebratione  nihil  mutavi ,  Monachos  apojìa- 
tas  puniri ,  &  Legati  ^pojiolici  Conjiitutionem  de  Cleri  Germanici  re- 
formatione  triginta  quinque  Capitibus  comprehenfam  ,  executiuni  manda- 
vi fuhent,  Tleraque  ex  iis  levamen  Laicorum  ab  oneribus  tribuendx  pecu- 
nia fpe&ant,  quo labes ciipiditatis dviris  Ecclefiajiicis  tolleretur.  Itaquintum 
Tarochis  interdicit,  ne  quidam  confueta  fubfidiaà  po^ulisexigant,  fextum, 
jepultune  fumptus  tmmìnuit,  nonum,  vetat ,  ne  pecunia  recipiatur  prò  ab- 
folvendis  noxis  Juperion  foro  rcfervatis  ,  decimum-fextum ,  removet  abufus 
ab  Indulgentiarum  qunsflortbus  indnUos  ,  decimum-nonum  ,  prohibet  irnpen- 
faSi  qnjs  prò  sAltarium ,  &  Templorum  confecrattone  exigebantur ,  -ptgeft- 
mu-m  tertium  i  yetat^,  ne  EpifcopiadeanttUtimoserat ,  tanquamharedcsbona^ 
Clericorum  obcuntium  inte fiato  ,  ■pigefmurn  tertium  ,  negat  Epifcopis  dimi- 
dium  proventus  annui,  cumeaconferunt beneficia,  qux  vix  ìjorntnis alimenta 
fufficiunt,  &  ex  quibus  hHJufmodi  dimidium  Bimana  Curia  non  exigit  .  Ma 
fu  più  rimarcabile  quello  di  Spira ,  che  habbiam  pur'hora  accennato ,  in  oc- 
k  ^n.i^i^menft  cafìone  de'difpatcri  iofurti  tra  ZuviugHo ,  e  Lutero.  Quivi  [b]  comparve- 
Ftbruuri  i.  ro  in  gran  numero  Luterani ,  e  Zuvingliani ,  Secolari ,  ed  Ecclefiaftici ,  fottor 
la folitaprefidenza  del  Rè  Ferdinando  d'Ungheria,  e  con  rafllftenzadi 
Gio:Tommafo  Conte  della  Mirandola  in  nome  del  Pontefice:  e  come  che 
in  effa prevalevano  gli  Heretici,  e  da'Cattolici  conobbefi  il  precipizio  del 
male ,  giacche  non  vi  erano  forze  baftanti  à  ben  curarlo ,  cercofll  almeno  di 
repritnerlo.  Dunque ordinoffi nel receflb  della  Dieta,  che  fegut  ne'i^.d' 
^t^^S'^iSi'^^^'  -^P^^^^  *  ìQ  ftabilimento  delli  feguenti  Capitoli ,  [e]  Ut  quibus  in  loeìs  edi&um 
Vvormatienfe  fuerat  acccpturn ,  in  iis  ufque  ad  futurum  ConcHium  deinceps 
fervaretur.  Ubi  vero  mutata  fuerat  vetus  Rjsltgio,  nec  pojìet  ejus  exercitiura 
abfque  publtca  rerum  pertarbatione  revocari ,  res  ita  perfifteret  ufque  ai 
Concila  celebrationem  .  Ut  Sacramentariorum  ,  &  ^nabaptiftarum  fe&^ 
ttndique  pellerentur:  UtMiftie  celebratio  ubique  libera  ejìet,  in  iis  etiam  re- 
gionibus,  ubi  Lutherana  t^tbes  grafìabatur  :  Ut  Evangelmm  exponeretur  tx 
Tatrum  interpretatione,  quos  Eccìefta  comprobaperat  :  Ut  Ordines  Imperli 
,  pacem  invjcem exercerent ,  nec  almi  alii  B^ligioniscaufa  molcftus  e[fet.  Cose 

t7J.iT'  '  '*''''  li  Decreti  di  Spira,  [d]  Il  Pontefice,  foggiunge  il  Pallavicino,  che  regalava 
lefuefperanze,  non  da  tutto  il  dovuto,  mi  dal  poUTbile ,  ne  reftò  fodisfat- 
to ,  lodando  le  diligenze  del  Tuo  Miniftro,  e  ringranjiandone  i  partiali  della 
Fede  Cattolica .  Ma  non  così  gli  Heretici ,  che  renduti  audaci  dal  numero, 
e  dalla  prepotenza  degli  adherenti,  &  abbandonati  ò  nell'impegno  ,■  ò  nel 
gufto  ài  arsa  fognata  indipendenza,  e  libertà ,  finalmente  fi  fmafcheraronoy 
e  violentemente infurfero contro  Cefare,  e  contro  l'Imperio.  Conciofìa- 
K  steìdamiUb.6.  cofachc  [f]  uiiironfi  fci  Principi ,  iquali  furono  Giovanni  Elettor  di  SaiTo- 
i  Morài'^n.isi^.  nia  Succclfore  di  [f]  Federico,  di  cui  era  fratello  minore  nell'età,  màfu- 
pcriore  nell'aperta  profeiìiouedcH'Herefia;  Giorgio  Elettore  di  Brande- 

burgb , 


Capitolo   IK  X9I        Clement- 

burgh,  Ernefto,  e  Francefco  Duchi  di  Luneburgh,  Filippo  Langravio  d*     ^^   *^^** 
Haffia,  e  Vvolfango  Principe  d'Anale;  e  con  effi  quattordici Citd,  cioè 
Argentina,  Norimberga,  Ulma , Coftanza ,  Rutelinga,  Vvillemio , Me- 
minga.  Lindo,  Campoduno,  Hailbrun,  Ifnac,  VviU'eburghjNorlinda, 
e  San  Gallo .  Si  proteftarono  unitamente  tutti ,  7\j[o«  poter  ubidire  aglijiabi-    origine  dePro. 
liti  Decreti,  come  contrarli  alla  "perita,  e  libertà  delpre.dicato  Evangelio  ,  "  *"'  ' 
e  perciò  appellare  al  futuro  Concilio  ^  &  à  qualunque  Giudice  non  fofpetto: 
e  da  quefta  loro  protefta  nacque  il  nome  di  Proteftanti,  che  con  vocabolo 
menoinvidiofoinfoftanzafignifìca,  BjbellialTapa,  &  alla  Chic  fa.  L'Im- 
perador  Carlo  [a]  molto  fidolfe  di  quefta  loro  avverfìone  agl'Imperiali  *idem  Ub.p.é- 
Decreti  formati  in  una  Dieta  cotanto  numerofa,  e  riguardevole:  malefue  ^^'"«- '«'»•' 529». 
furono  voci,  che  non  ferirono;  e  quelle  de' Proteftanti  furono  fatti,  che 
meifero  fottofoprala  Germania ,  con  la  formazione ,  e  ftringimento ,  ch'effi 
fecero  nel  Gennaro  futuro,  della  celebre  Lega  Smaickaldica,  fegnata  da  ^^j  ine^gji^Le. 
effi  in  Smalckalda  Terra  del  Langravio  di  Haffia ,  con  la  quale  eglino  lì  con-  g/smaUk»idica.' 
gregarono  infieme  contro  chiunque  tentafle  di  moleftarli  nelle  materie  ài 
Religione .  E  qui  venne  à  por  capo  la  Herefia  ài  Lutero ,  cioè  nella  ribellio- 
ne al  proprio  Principe,  &  all'Imperio . 

Horper  tornare  àZuvinglio,  l'un  de'Proteftanti  Filippo  Langravio  di  tr''LJtèro*"'"u! 
Haflìa,  deiìderofo  di  render  forte  la  fazione  degli  Heretici  con  la  unione  vn.g"io"°' * 
fri  elfi  nelle  dottrine,  perfuafeà  Lutero,  &iZuvinglio,  l'accordar  fri  lo- ^^^^^    dìfcordu 
ro  le  differenze,  deputando  àtal'efFettofriìeflì  un'abboccamento  in  Mar   ti  rea  ijsacramen- 
burgh  nell'Ottobre  del  medefimo  anno  1529.  Evi  comparve  l'uno,  e  l'ai-  ^«0 'ìrMniìr. 
tro:  Lutero  co'lfeguito  di  Melandone,  Jona,  Ofiandro,  eBrenzio;  e  "°  °^8'"^ 
Zuvinglio  con  quello  ài  Ecolampadio ,  Bucero,  &  Hedione .  Convenivano 
eglino  in  molti  dogmi,  ma  dilfentivanooftinatamente  in  due  principalifli- 
mi  articoli,  cioè  circa  il  Sacramento  dell'Altare,  e  circa  il  peccato  origi- 
nale. Circa  il  primo ,  Lutero  afTeriva,  che  nell'atto  della  Communione 
fofle  ivi  prefente  con  verità  il  Corpo  di  Chrifto,  ma  congiunto  con  la  fo- 
ftanza  del  pane  ;  e  fiior  di  quell'atto ,  e  cì\  quellufo  riiblutamente  lo  nega-  ^c^^m.n^^con. 
va,  confentendo  [è]  al  ritrovamento  di  Bucero,  che  la  parola  £^  proferi- fr/«Bl-«'«rL'w/»ri 
ta  nella  confacrazione  ,  fignifichi  farà.  Ma  Zuvinglio  negava  affatto  cotal 
prefenza,  &  eftorcendo  le  parole  della  confacrazione  in  fenfo  allegorico, 
diceva,  comehabbiamo  [e]  altrove  fpiegato,  adefie in  Sacramento  Corpus  <-  vtdìnromìf.di 
Chr/fti  non  realiter,  fed  fidei  contemplatione  ,  negando  egli  la  realtà  del  Lfontx.to^p"^- 
Corpo  nel  Sacramento  (  fé  ben  con  altri  termini  J  come  Carloftadio ,  che  \2jiTdffÓprL"' 
riferiva  la  parola  7ioc  della  Confacrazione  al  Corpo  quivi  allora  nella  Ce- 
na prefente,  e  vifibile  di  Giesù  Chrifto,  e  non  all'invifibile  forto  gli  acci- 
denti del  pane  .  Circa  poi  il  peccato  originale,  Lutero  definivalo  [d]  una  aLHther.iniib.de 
concupifcenza,  overo  difordinazione  delle  potenze  inferiori  dell'anima,  ^'"""^'-''^''^JH 
quali  egli  chiamava  Uereditaria  corrw^one  della  no^r a  natura,  overo  una  r/m!"""  ^^" 
X.2X  pravità,  che  ci  yynde  rei  didannaqjone:  al  contrario  Zuvinglio,  affer- 
mava [e]  egli  bensìjche  per  la  trafgre/fione  di  Adamo  ipofterihaverebbon  e  rtaexpiicatft»- 
ereditata  (  lì  dice  harebbono,  con  forma  di  parlare  condizionata,  per  quello  'pTiZcfnl'l'uti. 
chefoggiungeraffiapprefro)una  vizjofa  inclinazione  al folo  ben  proprio  ,  e-^.n.i. 
la  quale  traeffe  i  peccare ,  fé  non  gli  haveffe  da  ciò  falvati  il  merito  del  Re- 
dentore: ma  che  non  per  tutto  ciò  farebbefì  da  loro  contratta  vera  colpa, 
e  vero  peccato ,  ma  fol  un  peccato  metaforico ,  in  quanto  quella  ereditaria 
inclinazion  di  peccare,  con  la  quale  doveano  nafcere  per  la  iniezione  de* 

geni- 


CtEMFN-  ^  ^  ^  Secolo  XVI. 

TE  VII.     genitori,  poteaiiominarfi/jecciz^o,  in  quella  forma,  cfie  per  metafora  la 
morte  fi  dice  pallida,  perche  cagiona  il  pallore  .  Sicché  Lutero  poneva 
in  definizione  del  peccato  originale  l'effetto  del  peccato  originale  ,  erro- 
neamente attribuendo  àquefto  la  reità  di  dannazione,  dovuta  alla  caufa, 
&  allo  ftefTo  peccato:  e  Zuvinglio  riponeva  il  peccato  originale  in  una  pu- 
^    .      .       ra  denominazione  eftrinfeca,  e  metaforica,  affermando,  nondarfi  alena 
J.S'X'Sri"/.^  vero  peccato  fenza  una  vera  rea  opera  del  peccatore,  [a\ipfH7n,  dic'egli  , 
f.onem    L^theri ,  cioè  il  pcccato  Originale ,  ut  eft  in  filiis  ^d£ ,  non  proprie  peccatmn  ef^e,  [ed 
€  >uan.is22.      yy^QYbum,  &conditionem,  Morbum,  quia  fìcut  ille  ex  amore  fuilapfus  eft  , 
7ta&  noslabimur:  conditionem ,  quia  ftcut  ille  fervus  fa6lus  eft  ,  (&  morti 
^  obnoxius -,  ftc & nos  fervi ,  &  filitirietiafcimiiry  &  morti  obnoxà.  NuUadi- 

meno  egli  confefia ,  che  tal  morbo ,  e  tal  condizione  ^nxta  Tauli  morem  ap- 
pellar! peccatum:  imo  tale  efte  peccamm,  ut  quicumque  in  eo  nafcuntur,  ho- 
fiesy  ér  adverfarii  Dei  ftnt ,  Huc  enim  trabere  illos  nativitatis  conditionem, 
non  fceleris  perpetratìonew ,  nifi  quantum  hoc  femel  perpetravit  primus  Ta- 
rens  ,  Feram  igttur  perduellionis  ,   eir   mortis  caufam  efie  perpetrntum  ab 
^damcrimeny  acncfasy  atque  hoc  "pere  effe  pcccatum .  ^dt  peccatum  iftud  , 
quodnobis  adh>:erefciti  <&  "vere  morbum  ^  C^  conditionem  ,  tmò  necejfitatem 
h  Idem  ,;,  decLf  ^j-^g  7??o>7e«ti;.  E  pili  chiaramente  Zuvinglio  fpiega  altrove  [b]  quello  fuo 
7Ùm*^heliumJit  pcfiìmo  feutìmento  :  Sic  ergo  dixtmuu  originalem  contagionem  morbum  effe 
sujìanur»    ^'"'- ^^^^  p^-f f^f^w^ ,  quòdpcccatum  cum  culp^  cùiìjun^lum  cfl  :  culpa  -però  excom- 
mifjoy  veladmijìoejus  nafcitur,  qui  facmus  deftgnavìt.  Exemplum  do:  Ser- 
vumnafci,  miferaconditio  efty  non  culpa  ejusy  qui  fic  nafcitur  ,  ncque  cri- 
meni  qui  enim  nafcitur y  nondum  qutcquam  admifit  ,  aut  commi ftt .  Si  ergo 
dicatquis  :  ^t  majores  e'jus  commi ferunt,  ut  in  fervitutemredigcrenturtam 
ipfty  quàm  ex  fé  fé  prognati:  ergo  crimen  fuit,  ex  quo  culpa  y  quam  deinde 
fervitus  i  feumuWuy  five  pcena  fequuta  eft  .  P^eBè  fané.  Hoc  ipfum  volo, 
culpam originalem nonverèy  fedmetonymicèà  primi  Tarentis  admifio  culpam 
•pocari:  efte  autem  nihil  aliudy  quàm  conditionem  ,  miferam  quidem  Ulani , 
at  multò  leviorem ,  quàm  crimen  merutrat .  E  perche  un'errore  ài  fallo  prin- 
cipio tira  feco  dietro  necefficofamente  l'altro  ,  perciò  egli  forzofamente 
e  Idem  h  Uh.  d,  foggiunfc :  [  c]  Q^uòibaptijmi  lavacronullum  prorfus peccatum  tolUtur  :  & 
i,aptifmc,&cata-  diìruis  defìnirt y  Chriftianorum  libcros,  fi  tmóìi  non  (tnt,  aterme  damnationi 
^     bapttfmo ,  alligariy  &  quòd  nullo  Scriptur£  te(ìimon!o  nititury  Baptifmo  tollt peccatum 

originalcy  aut  gratiameo conferri ,  nifi  baptifmt  fignoChriflum ,  quieojìgna- 
tur,  intelligas:  &  baptifmum  EcclefueChrifti  fignura  effcy  non  aliter  quam 
exercitus  aliquis  ftgnatur,  non  quòd  fignurn  hoc  conjungat  Ecclefta ,  [ed  qui  ci 
jamconjun6ìusefty  publicam  tcfteram  accipit  :  ftcutnemo  in  exercitum  feri- 
bitur  y  eòquòd  ftgnuminduit  (  alioquin&hoftes,  &  proditores  y  qui  nonnun- 
quam  ftgna  per inftdias  yariant .  deexercitu  efknt  )  fedis,  qui  inexercitum 
$am  fcriptus  efty  ftgno  puhlico  dignus  ducitur  ,  quo  omnibus  manifeftus fìat 
nomendedtjfe  Ducìety  fub  quo  militaturum  prom^ftt .  Hor  in  quefti  due  punti 
non  poterono  giammai  convenire  né  Lutero  con  Zuvinglio,  né  Zuvinglio 
A  Lmhint  ìli ^d  <^o" Lutero,  benché  appaflìonatamenre  l'uno  ,  e  l'altro  ne  defideraffe  la 
lacoZm"  pSo^f!-  coucordia,  fin  con  impiegar  [  d  J  Zuvinglio  le  lacrime  per  renderfi  arrende- 
tHmBrtmenftm.   yole Lutero  ,  Slcche dipartiifi  l'un dairalcto  Hercticl  come  prima,  màini- 
mici  più  di  prima,  nonofcantela  convenzione,  alla  quale  il  Langravio  ha- 
veva  ridotte  leparti,  di  ailenerfi  almeno  per  il  tempo  futuro  dalle  punture 

delle  ingiurie  » 

^  Ne 


Capìtolo  IK  7f(7       ^ ^^^^^^'' 

i  J  J   J  -tt:  vii 

Né qnì folameiite  fermaronfi  l'herefie  di  Zuvinglio  :  [^]  Vurgatorium  ^  z^vh-i  inrtf 
ignem  rejicioy  fcrifs'egli  nell'accennata  dfpofta  ,  ceu  figmentum  ,  &  rem  %„f,oneìicon}li 
contumeliofamtn  gratuitam  J{edemptionem  per  Cbrijiamdonatam;  ecircali'^^^J';;^  ^.^^j^^^' 
Sacramenti  confeira,  eglino  non  conferire  alcuna  grazia,  Credo  y  zwò /c/o,  deii"Herefic"di 
foggiimg'egli nell'allegata  rifpofta  alla  confelllone  di  Lutero,  da eflb de- ^"^'"B^'o  . 
dicara  à  Giovanni  EHica  di  Saflbnia,  &  à  Filippo  Langravio  d'Haflìa ,  ow- 
nia  Sacramenta  tamabejìe,  ut  gratiam  conferant,  ut  ne  afferant  quidem,  aut 

difpenfent Sacramenta  dar  i  in  tefiimomum  publicum  ejusgratUy  qua 

cutque  privato  priusadeji.  Sic  dari  Bapttfmum  coram  Ecelefia  ei,  quipriuf- 
quam  illum  recipiat,  ^elìgionem  Chrifti  aut  confefius  eji ,  aut  promijfionis 
verbum  habetj  quo  fcitur  illum  ad  Eccleftampertinere .  ^Adultosfidempro- 
fiteri,  antequam  baptifmumrecipiant.  Tu^ros  promijjionem  Dei  balere  y  qua 
ipfos  non  minus  reputai  de  Ecclefta ,  quàm  Hebraorum .  Cum  enim  ,  egli 
replica,  hi  ojferuntj  qui  de  Ecclefta  funt ,  ]am  bapti'T^atur  infans  hac  lege, 
quòd  quandoquidem  ex  Chrijiianis  natus  ftt ,  intra  Ecclefta  membra  divina 
promijjione  reputetur .  Baptifmo  igitnr  Eccìeftam  publicè  rectpere  eum ,  qui 
priùs  receptus  eji  per  gratiam  ♦  'hlon  ergo  Baptifmum  afferre  gratiam  ,  fed 
Ecclefìam  teflari  gratiam  fa6iam  efie  ei ,  cui  Baptifmus  datur .  Così  egli 
circa  li  Sacramenti,  a'qualiattribuifce  fette  gran  virtù,  e  grand'eccitazio- 
nedifede,  ma  niffuna  efficacia,  com'egli  efprefTe  nella  ma  confeflìone 
fcritta,  ed  inviata  al  Rè  di  Francia  pochi  mefi  avanti  la  fua  [b]  morte.  Le  "^ '^'""^'^*' 
fette  virtù,  ch'egli attribiiivagli ,  erano,  Trimay  Q^uòdres  fan6i£y  acve- 
nerandiS  fint ,  utpotèàSummo  Sacerdote  Chrijio  injiitut^y  cHr  fufcept<e.  Se- 
cunda  y  Quòd  tejiimonìum  reigeflxprabeant .  Tertia,  Quòd  vice  rerum  Jìnt , 
quas  ftgnificant ,  unde  &  nomina  earum  fortiuntur  .  Quarta  ,  Quòd  res  ar- 
duas  fignificent.  Qiiintay  analogia  Symbolorumy  &ret  figmficatx.  Sexta  , 
Quòd auxilium y  opemque  afferant  Fidei.  Septima,  Quòd  vice  juris  jurandi 
fint,  Eqnindi  nella  medefima  confeffione  di  fede  efpone  di  nuovo  il  fuo 
fentimento  circa  il  mifterio  della  Euchariftia,  dicendo,  Cogimur  ergoy  ve- 
limusy  nolimusy  agnofcerehacverbay  Hoc  eft  corpus  meum,  non  natura- 
Utery  ac  proverborum  proprio  fenfu  effe  intelligenda  y  fed  fymholicè y  Sacra- 
mentaliter  y  &  denominative ,  hoc  modo:  Hocefl;  Corpus  meum  :  id  eft  , 
HoceJìSacramentumCorporismei:  Cwe  Hoc  eji  Corpus  meum  Sacramentale  , 
iìveMylìiCHm;  ideft,  ejus  quod  vere  afìumpjty  mortique  objeci,  fymbolum 
Sacramentale  y  &vicarium.  Così  egli. 

Quefte  ree  malfime  per  lo  fpazio   di  dodici  anni  diffeminò  Zuvin-    operazioni  di 
glio  per  li  tredici  Cantoni  della  Helvezia ,  con  profpero  awenimen-  clemente  contro 
to  di  trarne  tré  al  fuo  partito  ,  cioè  quello  di  Zurigo ,  di  Berna  ,  e  '  ^"^'"^l'a"'- 
di  Coftanza  ,  che  miferabilmente  caddero  nella  rete  preparata  dall* 
Heretico,  e  con  loro  traflero  poi  nel  precipizio  i  cinque  di  Bafilea, 
di  Scaffufen ,  di  San  Gallo ,  di  Mulhufen  ,  e  di  Biel .  II  Pontefice  Cle- 
mente con  [  e  ]  caldiflìme  lettere  ,  e  con  preffanti  incumbenze  al  Vef-  ^  ehm.  vn.  <\h. 
covo  di  Laufana,  &  agli  Svizzeri ,  mantenne  in  fede  \i  rimanenti  ,   e /;'.";/,""/,'/. li* 
que' di  Lucerna  diedero  i  primi  efempio  agli  altri  ,  come  trattar  fi  "o"?  f4'- 
debbano  gli  Herenci ,  abbrugiando  [d]  in  publica  piazza  la  imagine  fJ„f^Zjp>r!c!^. 
di  Zuvinglio;  di  che  Zuvinglio  cotanto  (ì  ofFefe,  che  di  lui  fcrifTe  il  Fabri, 
[e]  J^ullum  non  lapidem  mTigurinaUrbe  movity  certo  ftbi  perjuadens ,  Lu-  «  tdcmibid. 
theranorum  Deos  non  permiffurosy  ut  h£C  tam  atrox  mjuria  maneret  inulta-, 
e  fiegue  il  citato  Autore  i  maravigliarfi  di  lui ,  qui  propria  imaginis  ultio- 
Tomo  IF,  2.  nem 


Clemen-  ^j^  Secolo  XVI. 

nem  enixè  dum  quiriti  Crucìjixi  imagincm  non  modo  (ìercore  circumlinirì  , 
fed  Ture  ICQ  more  perfodi,  truncariy  Vulcmoque  tandem  ojferri  pracipit .  Md 
tfr«ÌVr?'"'"*  molto  più  del  Fabrimaraviglioifi  il  [^]  Siirio  di  Ziivinglio,  allorquando 
Ziivinglio  nel  libro,  ch'egli  compofe  deveray  &  falfa  }\eligione ,  qual'egli 
comparaxionc  Hebbc  ardimento  di  dedicare  al  Rè  Francefco  di  Francia  Capitale  ini- 
tràzuvingi.o  ,  e  jjiico  degli  Hcrctici  di  quclla età,  chiamò  Lutero  indemoniato,  e  Diavolo 
h'idlmiùid.       luij  e i fuoi fettarii .  Conciofiacofachedilui  dice  il  Surio  [b]  Zuvmgl'ms 
■nthilo  fiiit  Lutero  melior,  imo  in  quibufdam  etiam  dctertor  .  E  certamente 
nella  crudeltà  fu  peggior  Zuvinglio  di  Lutero  :  onde  viddefi  incontanente 
rHelvezialaceratainfcmedefìma  dalle  proprie  armefotto  la  condotta  di 
uno,  che  Tiranno  indifferentemente  con  amici,  e  con  inimici,  fece  gittar 
€  Idem  ibid.      ^lei fiume,  quanti Anabattiftiritrovaronfi  in  Zurigo,  [e]  mandando àfil di 
fpada  li  rimanenti ,  che  dati  fi  erano  à  depredare  i  campi  di  quel  vicinato , 
precedendo  egli  à  tutti  e  nel  furore ,  e  nel  fangue  ,  (pietatamente  e  contro 
Cattolici ,  e  contro  Heretici ,  efclamando  fempre ,  e  quefte  parole  ripeten- 
i\c^rd.stanisiau^  do  [  t/ ]  Ts^ovurn  EvangeliuM  fitit  fangumem,  E  ben  fi  viddero  allora  fiumi 
&'l7H'r'u!adea  ò  ^^  ^^"g"^  nella  H^lvczia,  che  urtò  con  fé  medefima  in  horribiliflime  ftragij 
r^ndl  Trinimi,  pude  eccitati  da  Zuvin^Ho  gli  otto  Cantoni  Heretici  contro  li  cinque  Cat- 
tolici, ridufferoqueftiineftreme  anguftie  con  la  fottrazione  delle  vetto- 
vaglie» e  coii  altre  sì  ftrane,  e  (pietate  violenze,  che  fii  di  bifognoallo 
Scrittor  della  vita  di  Zuvinglio  di  adoperare  Apologie  per  ifcufarlo  di  tan- 
ta inhumanità.  Ma  non  valevoli  tutte  quefte  procedure  à  far  mutar  fede 
ai  faldi  cuori  de'  Cantoni  fedeli ,  ufciroao  gli  Heretici  in  Campo  con 
sanguinora  bat  ventimila  Soldati  coutro  otto  mila  Cattolici,  per  decidere  con  l'armi  l'uU 
l?z'.a%ra^!'canto  timo  ftato  clclh  kcligìone  ftà  cffi .  Non  mai  apparve  più  g^nerofa la  rifo- 
in  hcreriri ,  &  i  luzionc  di  chì  pugua  per  DÌO-,  che  allora,  ne  forfè  mai  Dio  dimofbofE  più 
ato  II.  «vilì-bije  nell'aiEiVenza»  a  favore  di  chi  combatte  per  lui:  ficche  quella  pu- 

gna ben'allbmigliar  fi  potè  ò  alia  gran  battaglia.de'Maccabei,  ò  a  quella 
più  recente  degli  Albigenfi.  Ottocento  della  parte  Cattolica  fpiccatifi  ani- 
mofamente  contro  iZuvingliani,  aflalirono  li  ventimila  awerfarii,  e  tré 
mila  ne  uccifero,  &  altrettanti  ne  imprigionarono  :   e  perche  la  notte 
s'interpofe  al  pieno  corfo  della  vittoria,  nnuovofll  nel  mattino  la  pugna, 
quafivoleffe  il  Cielo  ftetfofenza  il  velo  delle  tenebre  eflere  fpettatoredisì 
bella  azione.  I  Zuvingliaiiicoftrinfero  ad  effere  principali  nell'efempio,  e 
nel  rifchio ,  quei ,  che  furono  i  principali  nell'attizzamento  della  difcordia; 
e  riporti  ne'primipofti  Zuvinglio,  eilMagiftrato  di  Zurigo  con  tutta  la 
Evittcra  mira-  loro  fquadra  de'SaccrdotiApoftati,  defiderofi,  per  così  dire,  non  tanto 
coiofa  dt'catto  di  viucerc ,  quanto  di  morire,  entrarono  ferocemente  nella  zutfa,  la  quale 
'''^'  •  non  fi  potè  diftinguere,  fefofleftrage,  ò  battaglia.  Di  trecento  Senatori 

appenafette  ne  camparoaOjtuttiliSacerdotiApoIfatirimafero  tagliati  àpez- 
e  li  off^'^r.1531.  2j^  etra  e(Tì[t]  Zuvinglio  in  età  frefca  di  quarantotto  anni,  fenza  cJie  tanta, 
uccifione  nemica  più  di  trenta  vite  coftaife  al"  Campo  vittoriofo.  Il  di  lui 
cadavere  rinvenuto  da'Cattolicifiìin  quattro  pezzi  partito,  e  fopra  il  fuo- 
co ridotto  in  cenere ,  con  meritata  infamia  di  nome,  di  morte,  edifcpol- 
(CocUHshocamo  tura,  P^cpertus  funineafirage  Zuvinglms,  riferifce  il  Coeleo,  [/]  omnìs 
^5v-  perfidia  t  difcordi:eque  inter  Helvettos  au^or  ^  à  duobus  Catholicis  pronus 

in  f'acie  adhuc  fpirans:  quem  ilii  non  cognofcentes ,  interrogarunt..,  an  -pellet 
Morte  di  zuvin-  confiterf}  Ut  ille  tacuit  velut  mortms  :  fuperveniens  autem  alius ,  qui  eum 
^'°*  cognovit  i  lethale  inflixtp  vulnus  3  Capitaneìfque  protims  indicapìt  y  qui 

jiijìe- 


Capitolo      iV-  %%%  ClEMEN- 

jufkrmt,  €um  fijìt  publico  judicio  ,   in  quo  fané  judicatus  efi  ut  proditori     TE  VII. 
dtque  combufìus  ut  hareticus.  Ferunt  autem  quojdam  Tigarmos  afportafie 
inde  cincres ,  domumque  rctulifie .  dxfi  autem  funt   &  alti  apoflatx  infìgties, 
nempc ^bbasy  & Trior  CapelU ,  Commcndator  l{ifnacenfìi ,  J.ntonius yf^'ald- 
ncr Cantar,  &  CanonicusTuriceafts y  HenrtcusUtingerCuflos  ,  &  Canoriicus 
ibidem  ;  8c  il  medefimo  Coeleo  deferi  vendo  l'  avventurata  battaglia  i 
così  ne  comincia  da  più  alto  principio  il  racconto  t  [  a  ]  ^pud  Hel-  l^'i'j^"'  '"  *^'' 
vetios  ,  dice,  multis  tnjuri'S,  tribuUtionibufque  vexabanturCatholict ,  ma- 
xime à  Bernenfibus,  &TlguiiniSy  qui  aeteriseram  potentiores  y  opibufquct 
&  armis  magis  infiruSii;  unde  faóium  efij  ut  qiiinque  CantonesCath olici  , 
nempè  Lucernenfes  y  Urienfes  ,  Svitenfes  y  Siéfilvani  ,  atque  Zugeufes  com- 
munt  decreto  bellum  Tigurinis  indixerint ,   caufas  belli  recenfcntcs  ad  lon- 
gum  in  litteris  denuntiatoriis  .....  Mox  igìtur   hac  denuntiàtwne  fciBa 
ad  pugnmdum  fefe  ex  utraque   parte   paraverunt  .   Die   itaque   undecima. 
OBobris   Tigiirini  pr^emifio  eorum  Capttaneo   cum   eohorte   una  ,   ac     ftx 
bombardis  rotatis  ,    ipfi   cum   optimo   quoque  milite  ,   ai  viginti  bombar- 
dis  grandibus  fubfecuti  tranfcenfo   Jllbi   monte  propè   monafierium  ,   quod 
Capelld  dicitur  y  tres  Cantone^  Càtholicorurn,  nempè  Svitenfes  ,   Zugenjes  ,   . 
Cr  Subfilvanoi  aggrefjì  furit  ^  Catholici  autem  ^  pofitisinfidiiii  fiatimpojicon- 
greftum  retrocejjcrunt  ,  fugam  lìmidàntes  ;   max  vero  valido    cum   agmine 
prorumpentesTigùrmosin  fugam  verterunt:  cjsft  funt  igitur  omnei  ,  quotquot 
magnum  prxcefjerant  vexilluìri  ,  &  crepita  funt  eis  omnes  bombard^a  j  at- 
que munitiones:  numerus  cxforum  fuit mille  quingenti.  Così  egli,  ma  for- 
fè meglio  un'eminente  Scrittore,  [b]  che  ne  raccolfe  le  notizie  dalle  let-  bcard.Eenedià»^ 
terefcritte  al  Pontefice  da  Enrico  Filonardi  Vefcovodi  Veroli  Internunzio  ^cot.-ùs  4"'^  sJ. 
allora  ai  Svizzeri:  Cam  jam  rei  ad  manus  devenifìet ,  primo  in  prxlioo6lin-  ^^'«f»»»''^-?/"»^- 
genti  ex  nofiris  maxima  Chrifiianx  ptetatis  jiudto  infiammati  paulum  extra 
aciem  y  qux-exo6lo  -tatuum  hominum  millibus  conflubat  y  primi  procurrere, 
incredìbitique  virtute  ,  &  fortitudine  viginti  honinum  mdlìà  funt  adorfi  , 
quos  continuò  occìfis  hominum  ar^pltàs  tribus  millibus,  &  tandem  fere  captisi 
qui  projeBis  armis  mortcm  fupplices  funt  deprecati,  in  fugam conjecerunt  : 
cujus  vi&orix  curfiii  qnamvis  nox  magno  fuerit  impedimento  y  prteliumque 
diremeritj  in  eo  tamen  illud  maxime  falutare  accidit  ,    Ccr  prxdicandum  « 
quòd  cum  hojies  rem  efk  in  angujìo  animad^erterent  ,  eos  omnes  ,  quorum 
opera  y  &  anificiis  plebs  fuerat  concitata y  in  primam  aciem  coegerunt pro- 
cedere y  quod  ubi  fine  mora  facere,  vel  ut  fuis  adderem  animosa  vel  quòd 
Ita  neceffitas  poliulare  videbatur,  minime  recufafknt  y   interferii  funt.  fere 
omnes  tantorum  jcelerum  ,   &   perfidtx   autìores  •    inter    quos    ceciderunt 
quarnplurimi  Sacerdotes ,  qui  abjurato  vem  E^eìigionis  cultu  fefe  in  Satharu 
famulatH'm  conjecerant ,  repcrtufque  eji  multis  vulneribus   confe&us  Zuvm- 
glius,  qui  primusad  Hclvetios  attulit  pefli fera  Luther anorum  dogntatay  eif^ 
queob  jtngularem,  qua  maxime  inter  Hrhetias  fiorebat  y  opinionem  virtù- 
tis  y  do6irin^ ,  &  fapientiiC ,  afjiduò imperi torum  animos  imbuebatycognitumque 
pojìeàejìpagum,  qui  Tigurinus  appellai ur  y  quique  omnium  illorum  mfidelium 
habetur  caput  ,  ex  trecentis  Senatoribus  ad  feptem  tantum  eo  confe6lo  pr^lio 
efìeredaBuniy  in  quotriginta  tantum  pedites  à  nofìris  funt  defiderati;  rela- 
taque  funt  ex  pugna  ad  pagum  Lucernenfcm  (  qui  itidem  fidelmm  Hcivetio- 
rum  cft  facile  Vrinceps  )  complura  figna  militariuy  inter  qua  fuit  vexillunt 
maximum  pagi  Tigurini  ,&  tormenta  muralia  novemdecim  ,  quadrigcnta- 

Z    z  que 


Clemen-         5-^  Secolo  XV L 

TE  VII.    que cajirenfìa .  Cosìil  Cardinale  Accolti  à  Giacomo  Sadoleto  .  Ad  una 
perfona  Cardinalizia  aggiiingafene  un'altra  inedefimamente  Cardinalizia, 
&  in  trionfo  di  una  tanta  vittoria  rapportili  la  laureata,  elegante,  e  nobi- 
le defcrizione ,  che  né  fi  il  Cardinal  Stanislao  Hofio  nel  fuo  libro  de  Judi- 
cio,  &  Cenfura  de  adoranda  Trinitate  ;  DeveftrOi  così  egli  dice  ,  Tìguri- 
710  Tapa  Zuyinglio ,  quid  dicam  ?  Qui  Lutheri  fafium  alio  ma]on  faftu  cal- 
cahat ,  ac  minus  etiam  quàm  ille  tolerabilis  fuijje  videbatur  ;  cum  nulUm  il- 
lius  di&um  celebretur  magis ,  quàm  illud  :  Evangelium  fitit  fanguineìn .  Tar~ 
tareamhanc  effe  vocemVoetadiceret ,  Verùm  talìs  Evangelii,  quod  ex  imo 
Tartaro  profeifum  eji ,  fraconem  non  alia  vox  magis  decebat .  Kl^que  vero 
di5ìis  magis  y  quàm  ipjis  etiam  fa£lis  Evangelium ,  quod  ipfe  pradicabat  , 
fìtire  fanguinem  demonjiravit .  Statim  enim  ut  fé  Tapam  ipfe  vefirum  confU- 
tuit,  ccEpity  JEre  ciereviros,  Martcmque  accendere  cantu  .  Quem  quidem 
cantumilleyerbumDei ,  Chrifiique  vocabat  Evangelium.  Bellonam  videres 
fangnineo  flagello  armatam.  Ilio  du^ìore  complerunt  campos  aciesy  cumque 
fitturum  pradtxiffet,  ut  omneseorumt  qui  flabant  ex  adverfo  y  bombarda, 
atquc  lancea,  ac  alia  tormenta  bellica,  in  propria  ip forum  vìfcera  conver- 
tercntur,  evenit illud,  quod  eJi  apud  Toetam:  cujus  Evangelium  fanguinem 
fìtiebat  alienum ,  fuum  ipfe  fanguinem  in  acic  prior  cum  vita  profudit  .  Et 
quàm  verum  fuit  Evangelium,  quodpradicabat,  tamen  eratilUuiverapnc- 
di&io,  Tslec  obfcuro  ftgno  Deum  tum  declaravìt ,  quinam  efient  illi ,  qui  fuum 
defenderent  Evangelium:  cumpaucis aàmodum ,  &  eis inopia  rerum  omnium 
preffis,  vi5loriamconceffìt  de  futs,  &  Evangelii  fui  hofiibus:  quos  &  nume- 
ro mìlitum  ,  &  viribus ,  &  armis ,  &  rebus  omnibus  ad  bellum  gerendum 
neceffariis,  multò  fuifìe  conflat  inflru&iores:  ut  non   bomines,  verùm  ipfe 
Deus  prò  fuis  Fidelibus  in  aliquot  illis  praliis  pugnaffe  videretur .  A  quelle 
di  due  Cardinali  fiegua  la  lettera  Pontificia  di  Clemente,  che  in  quello  te- 
i  In iiUriv.am,.  nove  fcriffc  ai  vincitoi'i  Cattolici ,  Optavifìemus  \a\  prò  nojira,  &  Trade- 
i!>i'f''g'449-       cefiorum  noflrorum  in  univerjam  nationem  vefiram  charitate,  &  benevolen- 
tia  ,  illam  inveteri  fua  erga  Deum pietate,  &  foiitainter  fé  concordia  fuijje 
confervatam,  nec  humanum  fanguinem  inter  vos  illum  cffufum  fuifie,  quod, 
quando  Sathan  e fficere  potuti,  ut  natio  fortifjìma,  fcmperquepientiffìma  difìe- 
caretur  in  partes,  &  pars  etiam  numeroftor  à  majorum  fuorum  I\eligione 
aberraret ,  nos  ftcut  de  effufwne  ullius  Helvetii  fanguìnis   non   dolere   non 
potuìmus,  ita.  Filli,  fumusgavtfì  vi£loriam  vobis  potiàs  comigifje  ,  &  vc- 
ram pietatem à Deo  fuijfe  adjutam  &c.  Dat.  I{gma  23.  O&obris  153 1.  Tont. 
anno  8.  Così  egli .  Alle  dimoftrazioni  del  gaudio  aggiunfe  Clemente  quel- 
le più  necefl'arie  del  foccorfo,  e  ferendogli  le  orecchia  li  nuovi  gran  prepa- 
ramenti de'Cantoni  heretici  contro  que*  de*  Cattolici ,  così  loro  fcrilfq 
non  tanto  in  promefla ,  quanto  in  fomminiftrazione  di  pronto  fo  vvenimei> 
b  uid.pag^^S'i'    to ,  [b]  Scribente  ad  nos  Venerabili  Fratre  Epifcopo  Perniano  Ts^iintio  no- 
firo,  dile£ìum  filium  Stephanum  de  Injula  Oratoremnojirumrecentiores  ifthinc 
literas  habere,  quibus  Jìgnificatur  adverfarios  vejìros  copias  cogere  ,  ut  vos 
majoribus  quàm  antea  viribus  aggrediantur  ,  longum  putavimus  expeBare 
aliorum  auxilia  :  &  quamvis  in  fumma  pecunicc  difficultate  verfaremur  , 
attritis,  ut  fcitis ,  ac  penò  confumptis  nofiris,  &  Sedis  ^pofloliccC  faculta- 
tibus;  tamen  ne  vobis,  quos  meritò  chariffimos  habemus,  Chriflt  etiam  ,  ac 
religionis  e aufam  agentibus ,  in  tam  neceffarìo  tempore  deefjemus  ,  collegimus 
al i quantum  pecunie ,  quie  fubfidio ,  acdefenjìonivefha  ferviret ,  utpotuimus 

tot 


Capitolo  IV.  357       Cl^. 

tòtuìidi^ue  dìffictdtatìbusy  ac  :  empori  s  angujìus  opprcljìy  nec  deftflmus  ta-     ^     ^  ^^* 

tnen  curwe ,  ut  majora  vohis  fubftdia  tam  à  nobis  ,  quàm  à  reliquis  fubmit- 

tantur ,  fi  inimici  veflri  bellum  facere  perfeverabmt .  Fos ,  filii  dile£}i(fimi  , 

boni  confulite  hoc,  quidqmd  cfl  auxUii  y  quod prajiamus  j  coque  non 4immumf 

[ed  facultatem  nojìram  metiamini  :  vefira  autem  virtus  ,  atque  confiamia    Nuove  vittorie 

mneietcohortationenojira.  Ma quefta  non  tanto  fu  vittoria,  quanto prin- '^^'c»"^»"'  cw- 

.  o  ...  .  ,       •'        ,  -x*    •  f    •!•   r  •in  •  tolici  contro  eli 

cipio  di  Vittorie,  che  molto  più  rimarcabili  fopravennero  in  deltruzzione  Herctici  zimn- 
degli  Heretici .  Conciofiacofache  rimeffo  in  piedi  da  eflì  altro  efercitodi  bJ""»- 
trenta  mila  Zuvingliani,  edipoderofiajuti  Alemanni,  e  confeguentemen- 
te  quattro  volte  più  numerofo  del  Cattolico ,  in  altre  cinque  battaglie  ri- 
portarono Tempre  fconfitta  maggiore  della  prima ,  e  di  tutti  quefti  glo- 
riolì  fucceifi  così  ne  rapporta  il  Coeleo  il  racconto:  [^]  Mterum  demde  ^cocubid. 
pi'^lium  commifìum  efl  die  decimajeptima  OBobris  iteràm  Catholicis  fecun  • 
duniy  hjereticifque  adverfum-,  nam  Tigurini ,  feu  Turicenjes  poft  acceptam 
cladem  vocaverunt  in  auxHittm  Bernenfes,  colleÙoque  exercitu  circiter  trigin- 
ta  mìllia  pedttum  procefìerunt  in  campum,  partitoque  exercitu  in  duo  agmi- 
na  Turicenfesverfus  Zugamy  Bernenfes  verfus  LucernamprofeBifunt,  Qjtin- 
que  autem  Cantones  Catholici  con]un6iis  viribus  ad  oólodecimmilliapeditum 
habuerunt,  congrejjìque  cum  Bernenfihus  circa  fluvium  quendam  ,  compule- 
nmt  eos  m  fugam  :  in  fluvio  autem  perierunt  quingenti ,  &  c^t  funt  in  pne- 
lio  feptingenti  .  altero  die  prorepferunt  ex  vepribus  aliqm  Turgaì>ienfes , 
quo  Catholici  clementer  ,   ac  benigne  tra&arunt  ,    quicumque  venerabile 
Sacramentum  percipiebant .  ^urfus  pneliatum  efl  vigefimaquarta  06lobris  . 
Tigurini  enimy  ac  Bernenfes  vindi6i£  cupidi  accerfierunt  in  auxilium  Baft- 
leenfes  quoque  y  &  Scaffbufenfes  y  yolebantque  no&u  inhofiesimparatosirrue- 
re .  Catholici  ìion  omnes  erant  fimul.  Lucernenfes  enim  propter  Bernenfes 
feorfum  habebant  exercitum.  ^lii  autem  quatuor  Cantones  y  intelleBohnere' 
ticorum  propofito,  albas  camiftas  fuperarma  fua  induerunt,  ut  no£ìu  inter 
Jefe  cognitionis  (ìgnum  haberent .  Jnito  igitur  pralio  primum  certamen  adeò 
afperum,  atque  cruentum  fuit,  ut  Catholici  circa  principia  ad  quintumufque 
tnembrumy  feu  ordinem  ct^derentur ,  Deo  autem  adiutore  y  vicerunt  tandem, 
atque  hxreticos  in  fugam  compulerunty  cafis  /ex  millibus  eorum.  l^queta- 
men  guievit  ira  hofiinm  ;  ultimo  enim  die  GÙobris  in  vigilia  omnium  SanÙorum 
rurfus  congrejfi  funt  Turicenfes  contra  quinque  Cantones  Catholicos  ;  fed  ni- 
hilfeliciàsy  quàmprius;  nam  Catholici  fecunda  bora  noBis  fex  millibus  inva- 
ferunt  illorum  caftray  aeftfque  quinque  milltbus  hojiium  y  reliquos,  qui  non 
aufugeranty  ceperunti  fuerunt  autem  in  tifce  caflris  o6lo  milita.  Così  egli: 
Il  Pontefice  ni  tempo  cotanto  calamitofo  per  la  Sede  ,   e  Corte 
Romana,  (  era  di  frefco ,  come  fi  dirà  ,  feguito  il  facco  di  Roma)  ^ 
trafmeiTe  [  t  ]  ai  Svizzeri  Cattolici  pronto  ajuto  di  denaro  ,  e  quat- brev'.'^ànn.  iy^C 
tro  mila  [  e  ]  Soldati  d'Infanteria ,  aggravando  il   Clero   dello  ttato  ^/-^Jj^'  ^^ 
di  Milano  con  la  contribuzione  delle  decime  in  riparamento  del  prof- Jis.jjè.^fo/'^" 
fimo  incendio,  che  minacciava  la  deftruzzione  ancora  della  Lombar- 
dia. Perloche  rimafero  i  Zuvingliani  abbattuti  in  maniera,  che   re- 
putarono à  beneficio  la  pace  ,  con  quelle  lunghe    condizioni  ,   che 
altrove  à  [  d  ]  lungo  fi  riferifcono  ,  e  con  la  converfione eziandio  di  ^^  k;^.^,:^,.^,;,. 
Zurigo  alla  Fede  Cattolica,  fé  non  fofle  ftato  di  nuovo   quei   Can- ijji.»  35.cr/.v* 
tone  fovvertito  dal  nuovo  Heretico  Butlingero  ,  che  fuccelfc  à  Zuvin- 
glio  nella  infumiti  della  condotta,  e  nella  effecrabilitd  delle  nu^'1Tme 
.    Tomo  JF,  ,  Z    3  >Z»<*'/>?> 


Glemen-         -^  ^  g  Secolo  XV L 

TE  Vii.      j-^-j  zùpingUo  apiid  Tigurìnos  ,  dice  il  Siirio  ,  fuccejjìt  Henricus  Bullinge' 

men"Ann.i's}l!"'  rus y  qui  ìongo  tempore  folus  ferèy  ut  fuam  declararet  animi  pertinaciam, 

Zuvinglianum  dogma  libris  editis  propugnare  non  dubitavitt  aliis  interim  , 

C^  metu  [e  intra  Jilentium  contmentibus,  &  f en firn  in  Luther  i  pi  acita  de f e  en- 

5  ^„,ji„       f„^.  Wewf//;«y;  multos  enim  ea  ,   quam  dtximus  ,  Zuvinglianorum   m  Helvetiis 

ce:, or  di  Zuyn  fira^es d ZuvinglH  fententia  abjierruìt j  &  erant  resTigurinorumvehementer 

traliZ)"fl^0^^'^-  Sicché,  foggiunfe  il  [^]  Pallavicino,  là  dove  innanzi  li  Catto- 

n  i.      '  '  '      liei  erano  foli  cingue  cantoni,  bora  fono  fette,  &  un'altro  sì  mefcolato, 

che  prevale  in  elfo  la  parte  Cattolica.  Ben'èvero,  che  il  defiderio  in  eflì 

della  quiete,  quella  vanafperanza,  che  con  la  morte  del  ferpe  poHa  abba- 

fìanza  curarfi  l'intrinfecato  veleno ,  corruppe  in  gran  parte  il  frutto  di  tante 

vittorie,  le  quali  fé  i  Cattolici  haveifero  profeguite  fenza  concedere  agli 

Heretici  la  pace  della  loro  Religione,  certamente  farebbe  tornata  nell'an- 

c  Paiux>.ib,d.     tico  fplendore  l'inclita  Nazione  Helvetica  ,  che  in  guiderdone  del  pio  [e] 

valore  era ftata  dianzi  da'Papi  intitolata  Difenditrice  della  Sede  ^poflolica  . 

Qual tregua,  ò  pace  data  ai  Zuvingliani  nella  Helvezia,  fu  prima  biali- 

mata,  e  poi  imitata  dai  Tedefchi,  e  con  incauto  efempio,  e  peggior'even- 

to  conceduta  da  Carlo  Qmnto  ai  Luterani  nella  Germania,  come  appreflo 

fi  dirà. 

Ma  ciò,  che  di  meglio  portò  la  morte  di  Zuvinglio,  fu  la  morte  di  Gio- 
vanni Ecolampadio ,  Monacho  Apoftata  dell'Ordine  di  Santa  Brigida ,  fido 
àsuf.icctit.      Achate  di  Zuvinglio,  Cujus  [d]  rnors  y  dice  il  Sudo,  ufque  adeò  doluit  Eco- 
quaikp^hc  'efie"e  lampodìo  dejertori  Monacho ,  ut  paulò  pòft  à  fa-mina ,  quam  inceftis  polluit 
morte.  nuptUs ,  in  UBo  extindlus  repertus  fuerit ,  Così  egli,   che  con   degna  ri- 

flelTìone  conchiude,  Ulque  adeò  enim  efi  hoc  frigidum  genus  ^pofìatarum^ 
ut  periculum  fit ,  ne  pr£  frigore  moriantur  ,   niji   quàm  primùm  aliquarn 
kpidam  puellam  fìbi  per  fummum  fcelus adjungant ,  cu]us fidphureis ampie- 
xibus  incalefcant  tllo  igne  ,  qitem  non  Dominus  Jefus  amator  integritatis  , 
<jr  virginitatis  filius  ,  [ed  tartareus  Sathan   mijit   in  terras  .   Egli  morì 
nel  fiore  dell'  età,  come  Zuvinglio  ,  e  foftenne  ,  com'  egli  ,   la  me- 
tonymia  nelle  parole  del  Sacramento  con  quefta  differenza  ,   cioè  che 
e  EeoUmp^.dii'.sin  Zuviuglio  riponeva  la  metafora  nella  parola  Eft  ,  ed  Ecolampadio  nella 
lib.diGenHinavtr  parola  Cor/Jwj ,  cioè  [f]  Hoc  efì  figura  coYporis  mei ,  Egli  predicò  in  Bafilea 
/>/«v'ln«..f>I///^"  nel medefimo tempo,  che,  [/]  comefidifle,predicovviCarloftadio,  ed 
f  vcd-,  ìLPontif.  di  ambedue  morirono  nella  medefima  Città,e  nel  medefimo  anno ,  in  cui  mo- 
aT'^'Ìl'ìv^'  ' '"'"'ri  Zuvinglio,  tutti  e  trèimproviiamente,  Zuvinglio  di  ferro,  Carlofta- 
dio  in  braccio  al  Diavolo  ,  &  Ecolampadio  in  feno  ad  una  meretrice. 
Di  Bucero,  che  accompagnò  Zuvinglio  in  Marburg  all'abboccamento  fe- 
g  vcdiiiponùf.di  giiito  fra  elfo ,  e  Lutero ,  farafll lunga  menzione ,  allorquando  lo  rinverre- 
rAoioui,ro.\.'    mo  [g'\  trafportato  dal  D.iavolo.in  Inghilterra  ad  infettare  quel  Regno  di 

hereha. 

Anabatti/ri.eioro      Continuò  la  gloria  delle  armi  Cattoliche  contro  gli  Heretici  nella 

nif''"cfuof.cht  ftrage  ,  ch'elleno  fecero  ancora  degli  Anabatnfti.  Quefti  erano  crefciun 

nella  Germania,  iifegi^o,  che  dieffi  diflc  il  Cocleo[/;]Af/>"<z ,  (^  mìferabiUs  crat  tunc  Germa- 

»m°,i5i]^  ''"''  ni£  fupcrioris  facies,  inaudita,  &  irrecuperabilis  calamitas  ,   terror  ,   & 

tremor  maximus:  quando  uno,  eodemque  tempore  omnium  fere  Trincipum 

fubditi  vel  apertatn  intendebant  vim  ,    vd   occultam   in  corde  rebellionem 

fovebant .  Capo  ài  effi  era  il  Muntzero ,  che  non  potendo  edere  prefente  à 

tutti  con  la  voce,  ritrovolfi  in  ogni  luogo  con  la  penna,  diffeminando  fra 

la 


Capitolo    IV.  ^.^0        Cleemem 

là  turba  imbelle,  e  fra  ruftici  Villani  fentimenti  di  ribellione,   indipen-     ^^  M  y^i' 
denzadi  dominio,  avvilimento  de'Nobili  ,  ftrage  de' Magiftrati ,  preda 
delle  altrui  ricchezze,  e  ciò  che  pina  tutti  gradiva,  inditferenza  di  Reli- 
gione ,  e  libertà  di  cofcienza  .•  [a]  Quoufque  ychari  PratreSt  obdormifcitis}  co-  r.ettera  deiM.int- 
sì  circolarmente  egli  fcrifle  X  tutti  in  quello  tenore,  Qiicimdiù  voluntati  ^".'"e* degli  Anr. 
Dei  repugnatisì  Quem  ufque  adeò  defcrUiJfe  vos  arbitramini  }  ^4h  quoties  bAmiti. 
jam  dixiy  quid  agere  vos  deceat  .  Dem^  diutiùs  fé  manifeflare  abmit ,  jim   lS'J''"^f„''Jul,^^ 
dum  vobis  efl.  St  detre£iaveritis  facrificium  ,   evadet  jujpirium  ,   &  major  MeihoviJmìnhifi. 
orietur  tribidatio,  Identidem  repeto.  Eritis  diaboli  martyres  .   Itaque  prò-  -^""""t"''-^' 
fpicite  vobis  ,  timorem  pellite  ,  &  ignapiam  ;  nolite  ampliàs  adulavi  per- 
verfis ,  fatiiis i  impiis  neoulonibus  ;  incipite,  &  bdUte  bellum  Domini  :  ne- 
ceffitas  pojiulat:  infiammate  fr atre ì  ,   divinumne fpernant  tejìimonium ,  alio- 
quin  omnes  peribitis .  Univerfa  Germania  ,  Italia  ,  Gallia  in  motu  eji  :  tra- 
gasdiam  inchoabit  Magifler,  nebidones  perire  oportet .   FuldiC  in  feptimand 
/aera  quatuor  demoliti  religio forum canobia :  rujiici  in  Klvgau  ,  Hegau ,  cr 
falcu  nigro  in  armis  fitnt  trecenta  ip forum  milliay  pr^terquam  quòd  in  dies 
numero  non  pauci  confluenti  id  unum  me  reddit  anxium  ,  ne  homines  fana- 
tici in  ftmulatam  concordiarrt  confentiant ,  eoque  pa6lo  fibi  immmens  noeti- 
ììientum  non  advertant .  l^os ,  vos  certo  conjidite  :  ubi  tres  vejirum  fuerint  t 
qui  folum  Dei  auxilio  fifi  y   &  nomen  -,  &  gloriam  ejus  quajierint  ,  centunt 
milita  non  timebttis.  Tergile  modo  y  pergite ,  pergite  y  furarne  necefiariurri 
cft.  Tslebulones  in  defperationem  a6li  funt  >  metuunt  ut  canes  .  ì^iimpite  ma- 
rami nocuit  dsjjerre  pdratis  .    Iriftruite    fratres  ,  ut  coeant ,   &  quod  ver- 
bis  promifere  y  opere  aóiutum  exequamur -y  tempus  adefi,  pergite  ,  pergite  ;  ^  ^^^  . 
nemifericordiavos fleCiat y  fi  [b']  blandisverbisaures  Efaudemulceaty calami- 
tatem  tmpìorum  ne  refpiciatis  :  fupplices  ad  vos  accedent ,  ejulabunt  y  adeò" 
que  precabuntur  benigne  ,  ac  pueri  efSent  :  nolite  mifercri  ,  quemadmodum 
per  Moyjen  pr^ectpit  [e]  Deus  idem,  &  nobis  quidem  patefacit;  concitate  ^  ^'***'7' 
m  pagis  y  &  urbibus ,  precipue  vero  metallorum  fofiores  ,  altofque  fideles  id 
genus  complices  y  cir  quos  idoncos  operi  perficiendo  putaveritis  commovete  . 
Cosi  il  Muntzero,  che(ì  fottofcrifTe  nella  lettera.  Servo  di  Dio  contro  gli 
empii,  con  tromba  fatale  di  ribellione,  e  di  guerra  prima  contro  la  Chie- 
fa  con  laHerefia,  e  poi  control  Principi  con  l'armi,  [d]  Hinc  coireundi-  d  ^pudT^ayn^an, 
quecceptum y  (ìegue  Huberto  Tommafo  di  Liegi,  conventiculaquevicatim  '■s^s-n-^o. 
habere  ;  dicere  adpcnifk  tempus  Itbertatis  recuperando^  :   Laètari  ,  exhortari 
alius  alium  :    quantum   lucri  ,    cir  honoris   inde   provcnturum  ad  quemli- 
bet ,  ofitndere  :  vtile  Deum  rerum  publicarnm  quoque  infelici  plebi  admmi- 
jir at ione m  fernet  concedere  ;  e  più  individualmente  il  di  fopra  citato  Coclco 
Multa  millia  rufiicorum  infurrcxerunt  in  Svevia  ,  multa  in  ^llfatia  ,    mul- 
ta in  Franconia ,  multa  in  ripa  ì\heni  ,  multa  in  Thuringia  :  profligato  ime 
cuneo yMox  objiciebatur  alius.  Ad  una  cotanto  generale,  e  concertata  ri- 
voluzione avanti  che  ordinatamente  fi  opponeilero  i  Trinci  pi  Tedefchi, 
feguirono,  foggiunfe  il  Coeleo,  llragi  tali  in  un  mefe  nella  fola  Germa- 
nia fuperiore,  quali  non  haveva  provate  in  dieci  anni  l'Italia  nella  lunga 
guerra  tra  Francefi,  eSpagnuoli;  e  riferendo  egli  il  teftimonio  di  grave 
autore  ,  replica  ,  Scribit  D.  ConraduS  Vyimpina  vir  gravis  ,  cìr  eruditus , 
homo  fenex  y  &  Francus  ,   in  una  Franconia  devaftata  e  e  Monafìeria  y  &  e  lo-Faberinikt, 
arccs  ducentaSy  &  nonavinta  tres.  [eli!  Fabri  plance  à  lunoo  ladetefta-  \'*^^^J-'>-haporo- 
Diie  innumana  terociajin  cuinduilequeita  miiera  gente  il  furor  dell  He:  ihay^.zz. 

Z    4  reiìa. 


Clemen-         ^^q  Secolo  XV L 

TE  VII.  jgf^a^  enon  fenzahorrore  defcrive  ,  qualmente  efli,  ovunque  giungeva- 
no, come  furie  d'Inferno ,  calpeftavanosfarzofamente  il  Sacramento,  uc- 
cidevano Monaci,  incendiavano  Chiefe ,  e  fin  sii  le  publiche  forche  appic- 
cavano (  cofa  fpaventevole  à  riferirfì  )  le  facrofance  Imagini  della  Madre 
dìDio.  Se  così  empii  eglino  fi  dimoftrarono  verfo  il  Cielo,  quindi  fi  ar- 
guifca,  quanto  ferocemente  eglino  invefliflero  le  cafe  de'Magiftrati ,  gli 
Archivii  delle  Communiti,  gliHrarii  de'Principi,  e  le  fupellettili ,  e  vii- 
le  de'Nobili .  T^on  dejiitit  vir  egregius  Lutherus  ,  replica  l' allegato  Fa- 
bri,  che  tutti  quefUmaflìmidifordini  egli  attribuifce,  come  à  primario 
Autore,  à Lutero,  Chnfliance  libertatis  praco  efìcy  quoad  agrìcoU  omnes 
fenftm  ab  aratris  defluente!  ^  &  in  enfes  vomeres,  in  lanceasligones  conflan- 
tesy  fé  in  numerum  nobilium  "pindicarenty  nullum  Dominum  ,  nullum  Ma- 
gìfiramm  agnofcercnt,  nemtni  qttidquam  pendere  ^  multa  multis  per  -pìm 
eripere,  fas  nefafque  commi/cere ,  uno  omnes  confenfu  conarentur ,  qu£ li- 
bertatis ufurpatio  centum  millia  Germanorum  clade  mifer abili  uno  anno  per- 
didit  in  uno  aquè  exiguo  Germania  loco .  Tacco  tot  millia  ajfli6iijjima^ 
rum  viduarum ,  orphanorumque^  quòd  eodem  ex  malo  reliqui  duriorem  pene 
morte  vitam  tolerant.  Sic  nefarius  apojìata  y  &  fìdei  y  &  voti  Monafiici 
defertor  ,  hoc  libertatis  Chrifliana  preconio  pluribus  ,  &  gravioribus  Ger^ 
tnaniam  cladtbus  opprejjity  quàm  fi  immanifjìmus  Turcarum  tyrannus  ini- 
micus  ille  Crucis,  &  nominis  Chrijii  crudeliffimus  quadringentis  hominum 
minibus  (iipatus ,  Germania  bellum  intultjjet .  ISlon  efl ,  proh  dolor  l  Germa- 
nia ampliusy  fraterna illa y  undenomen  accepity  Germania;  fed  potiùs  Grim- 
mania,  ubi  Diaboli  feminaria  evaluerunt,  idejifides,  benignitas,  charitas, 
mutua  obedientìa  y  timor  Dei,  confcientia  bona  religio  y  virtutes  omnes plurt- 
misinlocisreJìinSiaevanuerum.  Rifentironfi  i  Principi  à  cotanto  deteftabi- 
11  procedure,  efattofiCapo  di  tutti  l'altre  volte  nominato  Duca  Giorgio, 
un  de'Principi  fempre  Cattolico  della Saffonia,  comporto  un'efercito  ben 
regolato  di  veterana  Milizia  unitamente  con  gli  Elettori  diMagonza,  e  di 
Brandeburgh,  il  Langravio  di  Haflla,  e'I  Duca  di  Branfuich,  prefentof- 
fì  formidabile  agli  Anabattifti,  chefotto  il  Muntzero  havevano  formato 
un  Corpo  numerofo  più tofto  di  gente,  chediioldati.  Il  Muntzero  con 
ferocia  di  volto ,  e  con  iattanza  di  parole  animò  li  fuoi  alla  battaglia,  ói- 
Uctu.''  ^""'^'"  cendo,  eflb  efl'ere  il  fervo  di  Dio  desinato  contro  l'empio,  [  a  ]  elfo  for- 
nito della  fpada  di  Gedeone ,  eflb  patente  à  ribattere  con  la  obiezione  del- 
la fola  mano  ogni  più  impetuofa  palla  ài  nemica  bombarda,  ed  eflb  tanto 
conto  far  ò  delle  orazioni,  ò  de'ftrepitofi  Cannoni  de*  Cattolici ,  quanto 
un  valente  cacciatore  dell'urlo  de' Lupi.  Ma  non  corrifpofero  pienamen- 
te i  fatti  alle  parole .  Conciofiacofache  ricufando  gli  Anabattifti  di  confe- 
gnare  in  mano  ai  Cattolici  il  Muntzero ,  come  richiedeva  il  Saflbne ,  fi  ven- 
ne alle  armi,  che  poco  tempo  giuocarono,  perche  poche  hore  vi  volle  a 
debellar que'Ruftici,  avvezzi  più  toHo  all'aratro,  che  alla  fpada .  Prcf- 
fo  fette  mila  ne  furono  uccifi,  e  fatti  prigionieri  il  Muntzero,  e  il  FiferQ 
Monaco  Apol^ata  dell'Ordine  Premonftratenfe,  8c  ambedue  condotti  a 
Mulhufen ,  e  decapitati  diedero  di  fé  fpetcacolo  ammirabile  delle  alte  fecre- 
tepredeftinazioni  di  Dio,  morendo  il Fifero oftinato  nella  Herefia^^  &ii 
Muntzero  con  cuor  cotanto  contrito ,  che  di  lui  dicefi ,  fnl  patìbolo  [b]Erro' 
f»-;Vr«S;i^^''^!  res  )evocafiey  ac  praviaconfeffionefacray  rifu  Catholico  fub  una fpecieEucha- 
ipj.n.ià."'  "  '  rijìiam  fnìnpfifie,  non  fine  multi s  vera  pcenitcntta  fgnis.  Onde  comprovi^ 

-     '  che 


Capitolo  IV.  361        Clemfnte 

che  anche  huom  fceleratiflimo ,  benché  gli  aggrada  di  vivere  da  Heretico ,         vii, 
nulladimenodefiderifempre morir  da  Cattolico.  Alla  dislatta  del  corpo 
militare  del  Muntzero,  fegiiì  quella  di  quali  tutti  gli  altri  corpi  degli  Ana- 
battifti:  [a]Unus  Lotbaringix  Dux  ^ntonìus ,  dice  il  Coeleo,  in  unaM-  xCocUuiiocch. 
fatta  fupra  vigintimillia  f^ufiicorum  occidit .  Quotautem  occidit  ligaSvevica 
raultis  in  Spevia  y  &  Franconia  prMiis,  &corifti£ìibus?  Quot Ele^or  Vaiati- 
nus  ^  Quot  MarchioCafimtriis  ^  Quot  alti^  namlongè  almderat  ine  pugnai  genus , 
quàm  in  juftis  bellii  e^efolet ,  ubi  [\ex  cantra  B^egem ,  aut  Trinceps  cantra  Trin- 
cipem  infirn^lis  ordinibus,&  acicbus  pugnare  folet-.bìc  enim  rujiica  plebs^rei  mili- 
taris  Ignara  y  inermi s -,  &  inordinataproruens  ■,  autingioburnfefe  agglomerans  y 
metUy  nont^'impugnam  y  quàm  cadem  inJiruBis  exercitibus  abtulit  ;  unde  fa- 
Bum  efl  ,   ut  quamplurimi  ruflicorum  cxfi  fuerint  ;   ex  parte  autem  Trin- 
cipum  perquam  pauci(Jìmi ,    quia  ncque  dimicare  ,    ncque  ,^ftare  in  prxlio 
jciebant  rujiici  :  In  modo  tale  che  nel  foio  [  b  ]  breve  fpazio  di  tré  mefi  fu-  dLlmJ.^cJfFlr. 
ronoquà,  e  là  uccifì,  come  pecore  in  campo,  piò  di  cento  trenta  mila  Hodion.,  &ai,i. 
Anabattifti ,  facr ificati  al  Diavolo  dalla  Herefia ,  la  quale  dove  arriva ,  por- 
ta inevitabilmente  feco  rivoluzioni,  guerre,  incendii,  ftrage  ,  e  tumul- 
ti, Lutero  ifteffo  arroififll  allo  fpargimento  di  tanto  fangue  nella  Germa-  Libro  peftUenVif. 
nia,  enellaHelvezia,  di  cui  egli  publicamente  rimproveravafi  per  primo  ^'"^  '  '"*^"' 
iftigatore;  e  quali  voleadofi  tor  di  faccia  quefta  obbrobriofa  mafchera, 
compofe  allora,  e  divulgò  il  Libro  col  prefiilb  titolo  Fidelis  admonitia  ad 
omnesChrtJiianos  pra  feditione,  Cir  rebellionc  pr^ecavenda  y  mi  nonconcor- 
rilpondenza  al  titolo  di  fentimsnti.  Conciofiacofachenonmaifparrefra'l 
Popolo  maxime  più  incentive  di  ribellione,  che  in  eiTo,  quali  in  elfo  ha- 
velTe  voluto  compendiare  quanto  di  eccitamento  può  darli  ad  una  gene- 
raliliìmarivoluzione.  Fidcy  dic'egliin  quello  Libro  delfuo  nuovo  Evan- 
gelio ,  ut  exerceas  ,  Cr  promoveas  Sanclum  Evangelium  .  JJoce  ,  'oqitcre t 
jcribcy  '&'predìcay  quomodoleges  humaruenibil  funt:  prohibe  y  c^  d.J^uade  , 
ne  quis  fijt  Sacerdos  ,    Munacbus  ,    aut  Manults  ,    c^  quifquis  in  eo  Jiatn 
fìty  ut  exeat:  non  prxbe  amplius  pecunias  prò  Bullis  ,  candelis  ,  camp.tnis, 
tabuli  Sy  templis;  fed  die  y  vitam  Chrijiianamconftjiere  infide  y  (^  e  bari  tate, 
&  fine  y  nos  ijia  duos  adhuc  annas  agitare,  tunc  vide  bis,  ubiTapa,  Epifco- 
pus.  Cardinale!,  Vresbyter  ,  Manacbus  ,  <&  Momalis ,  Campana y  TurriSi 
Mifiay  Figliti,  cuculia y  Cappa y  rafura,  regula,  fiatutay  &  totum examen, 
accoiìgeriespapalis  regiminismaneat,  tanquam  fumus  evane feet .  Così  egli , 
[e]  Stdfalfus eftvates tfle ,  (og^iungeiìCocÌQO ,  jampridemenim  abiitbien-  cjCo:UufUc.eih 
nium  ,  pojìeaquam  ijie  fcripftt  ,  &  per  gratiam  ,  ac  mijericordiam  Dei  vna- 
nent  illa  adhuc  omnia;  ut  ex  proprio  Lutheri  judicio  intelligamus ,  osejusnon 
efìe  y  ut  ja£iat ,  os  Cbrifli ,  qui  vera  loquitur  ,  &  veritas  ipfa  eli  :  fed  patius 
OS  Diaboli,  quimendaxeft,  &  pater  ejus.  Così  egli:  Con  l'eccitamento  di 
guefte  ree  maffime  viddeli  avvampata  da  nuove  rivoluzioni  la  Germania ,  e  I^u^i'Seletfa  n'T 
tutto  l' Arcivefcovado  di  Bremen  con  aperta  ribellione  rivoltarfi  al  fuo  Ve-  k Germania',"''  " 
fcovo,  mandando  a  facco  le  Chiefe,  fui  fango  le  Imagini ,  e  fra  le  immon- 
dezze il  Sacramento  -  Chriftofaro ....... ,  che  reggeva  quella  Chiefa,  li 

oppofe  valorofamente  con  le  armi  allearmi,  e  con  la  forza  domò  la  forza 
orgogliofa  de' Luterani:  onde  il  Pontefice  [d]  gli  conferì  la  nominazione  .... 

di  alcune  prebende  a  favore  di  quei  Sacerdoti,  eh'  egli  giudicava  più  bene-   -'^'^•'^'■'^•M  5S, 
meriti  della  Religione  Cattolica,  e  le  decime  fopra  gli  Eccleliallici  di  Bre- 
men >  e  di  V  Vcr^en ,  per  impiegarne  il  ritratto  contro  gli  Keretici  :  al  qual 


Clemente        ^^^^  Secolo  XV L 

y  *^  '  fine  [<z]conpotentimotìviiImedefimoPonteficeanimòFecierico,  eChrl- 
b /ti?  Jil.'i'y.  ftiano  Duchi  di  Holfazia,  HermanoArcivefcovodi  Colonia,  [^]  Alberta 
Cardinal  di  Magonza>  Henrico  Duca  di  Branfuich,  e'I  Principe  diLiine- 
burgh,  fignificando  à tutti que' Principi,  haver' effo  eziandio  aggravati  li 
fuoiminiftridi  Roma,  eglìKcclefiafticidelfiioftato  per  un  pronto fovve- 
nimento  di  denari  in  beneficio  delle  armi  Cattoliche  Tedefche  contro  i  Lu- 
c  ibid.pdi.s6.  tetani  :  [  e  ]  'Hsc  omifimus ,  fcrifs'  egli  ad  elfi ,  cum  hac  Sanala  Sedes  pccuniis 
exhauftaommnò  e(ict,  ex  decumis  non  foliim  Ecclftafiicis perfonis  Ctvitatnm , 
& locorum  fannia  I^omantz  Eccle(Ì£ mediate,  vel  immediate fubjeBorum  ^  fed 
etiam  liomana  curi£  offictalibns  praterfolitum  impofnis ,  quas  potuimuspecu- 
nias  colligere,  eajque  uni  ex  nonnullis  Ch^iftianis  Vrincipibuspro  conducendo 
adverfm  di6ios  Lutberànos  exercitu ,  ac  etiam  prò  confervàtione  regni  Hanga- 
rm  defiinare  ;  adeò  ut  nihil  amplini fuperfit ,  unde  pecuniarum  juhfidtnm  alicjuod 
Pefverfione della  Comparare  valeamus .  Così  egli ,  di  frefco ,  come  fi  diriì ,  Taccheggiato ,  &  ini- 
Hoifatia  ndij  povetito  da'medefimi  Tedefchi .  Ma  nell'  Holfazia  non  tu  udito  Clemente, 
Setta  Luterana .  ^  pedetico ,  c'I  fuo  Figlio  Chriftiàuo  introdufiero  cold  la  Setta  Luterana , 
perfuafi  da  Lutero  d'ingrandimento  fognato  di  fiato,  e  di  ricchezze,  e  di 
d  FiorìT».  T{e.  stogo fperato di  ogni UiHuria :  Lutherus  [d]  cSaxonicafuafpecula  omnia  re- 
OritH^  'e/'^'  '^'  ^^^^  momenta  obfervans ,  &  temporibus  nifidians ,  quofdam  regni  Trocerei ,  cjui- 
bpis  do6ìrinam  fuamnondifplicere  intellexerat,  literis  cxhortatus  efi,  ut  (ì cut 
Chriflierni  tyrannidem  à  (e  depuUfient  fftc  à  Tap£  quoque  fervitute  fé,  ac  regrium 
liberarent  :  duo  maxime  valida  tela  ad  id  fubminifirans  :  Eptjcopos  enim,  &  c<e- 
tcros  EccleftajticQS  monuit ,  ut  intoler abile  illud  Calibatus  onus  à  [e  abjicerent  ; 
feculares,  ut  bona,  &  opes  caca  quadam i  &  indifcreta  pittate ,&  devotione à 
majoribus  Eccltfiis  donatas ,  ab  eifdem  repetercnt ,  atque  hoc  modo  illos  carnali 
voluptatii  hosveròbonis  Ecclefm  inhiantes  facile  infentèntiam  fuamadduxit . 
Cum  vero  l{egem  de  infiaurànda  Hafntenjt  ^cadetnia  cogitare  intellexijjct , 
Theologam  fua  quafi  manu  formatum  ad  eum  mijit ,  Joannem  Machabaum  no- 
mine ,  natione  Scotum ,  qui  quòd  in  Scotia  moniali  quadam  juipencula  abufus  ef- 
fett  mutato  habitu  in  Hollandiam  trajecerat ,  atque  inde  ad  Lutherum  tanquam 
omnium  cjujmodi  facmorum  afylum  yyittembergam  confugerat  *  Hic  m  Da- 
niam  appnlfus ,  cum  fuo  exemplo,  tum  dottrina  multoi  excitapity  ut,  alje- 
£Ìis  cucullis ,  uxoria  yoliiptaribus  fruì  ,  quà!m  aelibcm  ,  ci^  aufìeram  vit.mi 
agere  mallent  .  Olao  Magno  Arcivefcovo  dì  LTpfal  nel  Regno  di  Svezia, 
e  ouus  Magntii  chc  queftc  cofc  riferifcc  ,  di  le  Soggiunge  :  [  e  ]  Verfecutionem  ,  &  exi- 
(ii>.i6.c.iS'  lium  trigintatribus  anni s  prop ter  fidcm  fufimens ,  Jemper  notdveram  admira- 
bilem  Deiclcmentiarnfperantibus  in  femifericorditer  affuifie  y  &  ita  cum  ten- 
tatione  dedijje  proventum ,  ut  nuliius  hominis  UJa  conjiantia^  qui  firmo  pro- 
pofìto ,  &  opere perfliterat  infuafufcepta ,  &  juratafanBiJJima  reltgiorie .  In  quo 
tamen tcntamine majorem conjlanttam in jexu fragili,  monialium fcilicet ,  vide- 
ram,  partimqueàfidedignisfervariperceperam,  quàmin  profeffis  l^eligiofhy 
autSaccrdotibus  ordinatici  qui  ad  omnem  -penti  motum  nulla fa^a  reftfientìa 
poji  fceculum ,  &  carnis  defìdena  abcuntes ,  turpiter  defeccrunt  :  &  hi  rcfperfi 
luxuṛlutofecum  quofcumque  male  perfuafos  detr^xerant  in  perditionem  y  ma- 
xime quia  Sathanam  pravenerunt  in  tentatione ,  pericultsfefe  ultrò  exponentes , 
dum  fragiìes  ipf£  perfona  conjiantijfimè  fermando  regulam  Jieterunt  adverfus 
omnes  mpugnatores .  Cuìus  rei  unum ,  aut  alterum  è  multis  fufficìat  adduxijje 
exemplum  ,  prafertim  in  Imperiali  civitate  Lubicenfì  Cermani£  inferioris 
ojhnjum,  ubi  circa  annum  Domini  1525.,  Moniales  S,^nn£  magna  numera 

e^fìa     ■ 


Capitolo    JV,  365  ClfMrvTE 

efojìa  bumo,  noBls  tempore  ^  lignis  ^  &  lateribus  j.irju^,  &muros  repara       o 
runty  qiiosnefcio  qua  potejiate  connivente  impune  de  die  perfregermp  .  Item  pi?,  fa"di '"  icÙnè 
in  ì\g(ìochioy  ne  per  jìmiles  bomines  extrahi  poffent  cajìijfimce  ytrgines  d~Mo-  }!^"i^che    neii» 
mfterio,  brachiorum,  manuumquecomplexumore  formicarumimmobilesfefe  VuginS^  '°''* 
reddtderunt.  Item  monìales  S.  Birgitta  in  Svetta  ad  nobtlium  nuptias  incef- 
fanter  Jiimulatie ,  mortem  potius  eligentes  y  quàmcajiitatem  ùeoconfecratam 
contaminare  ullo  modo  confentirent  :  ita  &  alia  perfona  fimiles  pluribus  in 
locis  conftantiffima  perfeverant  ]    ubi  plures  viri  turpijjimè  funt  collapftt 
quia  ,  ut  tempori  /e  conformentj  furem  videntesy  currunt  cum  eo  ,  atque 
cum  adulteris  ponunt  por t ione m  fuam ,  doncc  Deus  jam  tacens  arguateos, 
&  jìatuat paenas  contra  faciem  eorumt  ut&  hi,  &  alii  hac  intelligant ,  qui 
ohlivìfcuntur  Deum .  Così  egli  .  E  ben'  horrjbile  infuriò  in  quelle  parti 
l'Herefia  con  la  folita  face  di  crudeliffimi  fatti.  Chriftierno  Rè  di  Dani-  Perverfione delta 
marca  rifoluto  ài  entrare  anch' elio  nella  Setta  Luterana,  pertorfid'avan-  [^rribu''*  '  * 
ti  ogni  oppofizione  di  Vefcovo  nel  fuo  Regno ,  che  ò  T  ammonire ,  ò'I  fui-  t^°o '(i.quei r?."' 
minaife  di  Scommunica ,  invitogli  un  giorno  tutti  a  pranzo ,  e  tutti  doppo 
il  pranzo  fece  vivi  abbrugiarli  inanella  flanza,  profeffando  poi  egli  publi- 
camente ,  come  di  trionfato  nemico ,  con  pompa ,  e  fuochi  di  gioja  la  Reli- 
gione Luterana.  Inhorridironfi  gli  Hereticimedefimi  a  quefto  inhumano 
Uicceflo ,  e  Carlo  V. ,  la  cui  Sorella  Chriftierno  haveva  in  Moglie ,  rappre- 
fcntandogliene  l' efobirtante,  e  perniciofiflìmo  efempio,con  là  fua  Imperia- 
le autorità  ridulfelo  ne'  fentimenti  di  prima  i  onde  poi  Chriftierno  fu  da  Fe- 
derico, e  da  Chriftiano,  fcacciato  dal  Regno,  e  da  e(Iì,  comefidifle, 
introdotta  durevolmente  in  quel  Regno  l'Herefia  di  Lutero.  Agitoflì  ne* 
ConciftoridiRoma  con  divertì  pareri  ralfolnzioue  di  quel  Rè:  mi  pre- 
ponderando il  timore  di  maggior  male,  comandò  Clemente  al  Cardinal 
Campeggi,  che  dalla  Inghilterra  pafl'ava  alla  Legazione  della  Germania, 
che  con  le  feguenti  condizioni  lo  riconcilialfe  allora  con  laChiefa,  figni- 
ficate  in  quella  lettera  ,  che  il  Papa  gli  fcrilVe  ;  [a]  Cum  exlitterìscircum-     a  m.  srev.an. 
fpe^ionistua  cognovijjemus ,  Chrifìiernum  olim  Dania  ,  Svetia,  &  Tslorvve-  'rjo/"'f-«9J. 
gta  T{egem  ,  qui  dudum  EpifcoposSveciacomplures  ad  prandinmvocatot ,  vi- 
vosignecremaverat,  pofieaque Luther anam  harefim  aperte,  ac  publicè [enfe- 
rai y  &  continuò foverat ,  nuper infpirante  Domino,  &  picnttjjìmo admonente 
C afare ,  cujus  Sororcm  in  matrimonio  habuit ,  &  prolem  ex  ea  fufcepit ,  ad 
cor  rediffe  ,  feque  cum  fuis  populis  in  di5iis  I{egnis  ,  &  aliis  [uis  domimis 
ft  ad  dia  refiituatur,  deinceps  catboltcè  vi&urum  ,  idcmque  in  San&a  Fide 
cum  eodem  Cafare ,  1^  Fratre  e'jus  Ferdidando  Hungaria  Hege,  ab^rcbidu- 
cifja  ^ufiria  eorum  amita  femper  fcnfunm  promififie  :    cum  deinde  litera 
ejufdem  Cajaris  ipfum  Chrijiiernum  nobis  fiudiofiffìmè  commendantes  ,   tua- 
que  altera  de  confeffìone  ejufdem  Chrifìierni  Sacerdoti  fa6la  ,  fignifque  pluri- 
mis  ejus  contri tionis,  humilitatis ,  &  posnitentia  atteflantes  [uperveniffent; 
7<losrem,  ut  erat gravifjìma ,  in  Confijiorionoflro  fecretoretulimus ,  ut  vene- 
rabilium  fratrum  nofirorurn  S.  !{.  E.  Cardinalium  fentcntias  fuper  ea  exqui- 
reremus,  ex  quibus  tua  circumJpeBioni  mox  refpondere,  &  quod  expedisns 
vifum  fuiflet ,  demandare  pofjemus  :  nec  fané  cuiquam  eorum  fuit  dubiitm , 
quin  prater  bare  firn  per  fé  dctefiandam ,  atrocitas  crematorum  per  convivii 
fpeciem  Epifcoporum,  qui  femper  habitifacrofanEii ,  San&orum  ^pofiolorum 
locum ,  &  fuccefjionem  referunt ,  efie  tanta  ,  ut  ammos  omnium  à  venia 
concedenda  prorfus  avertere  ,  aut  fi  locus  venia  effe  ullus  pofset ,  quin  eam 

veniam 


ClEMENTE  ^^4  Secolo     XV I. 

jfenìam  more,  ac  pr<ecepto  majorum  ip(t  Chriflierno  ad  hanc  SanElàm  Sedem 
Jfuppliciter  venienti  dandam  cenferent  ;  fed  cum  ex  parte  altera  Jìaret  corn- 
mendatio  optimi  Cajaris  ,  qui  errorem  affinis  fui  [ibi  condonari  peteret ,  jic. 
xi  omnium  animi  refpeSlu  ejufdem  Cajarea  Majeftatif  fuerunt  ad  veniam  c/- 
dem  Chriflierno  e oncedendam,  vigoremque in  hoc ]uris y  quoad  falva'Jmjus Se- 
dis  dignitate fieri  pofiety  temperandum ,  ut  y  quoniam  pietas  di6ia  Àlajeftatis 
tanta,  quantampro  Dei  optimi  caufa ,  &hu]usSanBièSedisfuhlevattone ,  ó* 
vidimus  maximam ,  &  futuram  fperamus  majorem ,  ipfum  Chrifliernum  ad 
fcenitentìam  fua  cohortatione  revocaffet  ,  e)itt  quoque  delirium  ipft  maje flati 
condonaretur  :  quam  etiam  fperamus  honori  in  hoc  tum  Summi  Dei,  tum  hu- 
jus  San£i£  Sedisy  cujus  ipfa  Majeflas  advocatum  gerii ,  efie  confulturam,  ut 
eidem  Sedi  juxta  Canonicas  fan5iiones,  fi  non  nunc  ,  faltem  commodiore  ipfius 
Chriflierni  tempore  fatisfiat. 

Q^amobrem  Servatoris  noflri  cxcmplo  ad  ckmentìam  proni  y  &  eidem 
Majeflati  in  omnibus  ,  quibus  pofjmnus  ,  co-^iplacere  cupìcntes  ,  de  fratrum 
eorurndem  confilio  tua  circumfpfèìioni  contjdimnsy  quòd  inaliquacatheàrali 
Ecclefia  ,  Mtjfa  folemnt  prim  per  te  ,  vel  alluni  celebrata  ,  ipfoque  Gufare 
prafe^te  ,  in  coafpeBu  procerum  ,  &  populi  ad  dii-'ina  con-penienttum  ,  eun- 
dem  Chrifliernum ,  flcoram  te  conflitutus  id  bumditcr ,  ac  flexts  genibus  pe- 
tierit ,  a  crimme  hjerefls  hujufmodt  ,  dia  prtns  canonico  per  eum  abjurata, 
à  facrilegio  vero,  &  oède  crematorum  EpifcQporum,  prius  idonea  cautione, 
&  fuo  etiam  juMmento  de  veniendo  perfonalicer  ad  Sedem  ^poflolicam  intra, 
fex  menfes  tunc  computando^ ,  prò  veniii  perfonaliter  à  nobis,  &eifdemfra- 
trtbus  in  BajilicaB.  Tetri  peienda,  deque  intra  annum,  poflquam  ml{egnum 
Sveci£  reflitutus  fuerit ,  unum  hofpitale  Toenitentia  nuncupatum  ,  in  diSlo 
I{egno  prò  alendis  Chrifli  pauperibus  con(irnendo  ,  &  congruenter  ad  minus 
in  annuo  rgdditu  duorum  millium  ducatorum  auri  dotando  prdflitis  ,  in  foro 
confcientia  tantum  i  alias  in  forma  Ec  de  fi  iS  conjueta  abfohere,  poenitcntiam- 
que  falutarem  ad  nos  veniendi ,  &  di£ium  hofpitale  conflruendt ,  ac  dotandi 
hujufmodiy  &  fi  quid  aliud  injungendum  exiftimaveris ,  mjungere  libere  y  Ù* 
licitèpoffis,  <&  yaleas.  T^or  enim,  quia  hoc  totum  eidemCxfareA  Majeflati 
prò  fmgularibus  ejus  in  Deum ,  &  nos  mentis  Ubenter  condonamus ,  eundem 
Chrifliernum  y  fi  per  te  ab folutus  fuerit ,  ut  praftrtur,  in  noflram,  &  ^po- 
ftolica  Scdisgratiam  per  pncfentes  recipimus ,  eumque,  quantum  juflttia  me- 
diante faccre  poterimus  ,  omni  favore  ,  &  ben'ignicate  noflra  deinceps profe^ 
quemur  ,  fperantes  ipfum  prò  tanto  noftro  ,  &  àìB^  Majeftatis  in  eum  mu- 
nere,  ita  in  poflremòó' pie  erga  Deum,  &  obfequenter  erga  nos,  &  hancfan- 
£iam  Sedem  fé  ge/iurum  ,  eandemque  Ma]eflatem  in  hoc  imitaturmn  ,  ut 
recentibus  ejus  benefa&is  vetera  oblivifci  poffimus:  quod  Hit,  ac  nobis  Deus 
Omnipotens  conctdat  .  Così  egli .  Ma  non  pcrfeverando  Chri.cierno  nel 
propofito  delle  prcmefi'e,  pagòilfio  della  violata  fede  nel  carcere  de' fiioi 
nemici,  ov'egli  infelicemente  morì.  Dalle  quali  cofe,  che  veniam  pur' 
hora di  dire,  cpparifce,  e  con  quanta  foUecitudine  invigilane  Clemente 
agli  affari  dd\3  Religione  in  Germania,  e  quanto benela  Germania,  eli 
Cattolici  maneggiad'ero  le  {uz  armi  contro  gli  Heretici,  quando  eglino 
riiblutamente  imbrgndivanlecon  vero  zelo  di  fede,  comehabbiamdifo- 
pra  notato  ncMcfamofe  battaglie  contro  i  Zuvingliani,  e  contro  gliAna- 
battffti;  onde  dedutafì ,  che  fé  que' popoli  fono  in  gran  parte  fchiavi  della 
Herefia ,  eflì  fleifi  fi  fono  fabricate  le  loro  catene ,  ed  han  chiamato  dall'In- 
ferno 


Capitolo  IV.  ^6%        Clemente 

ferno  chi  li  foggiogafle ,  rinunziando  elfi  medefimi  alla  protezione  del  Cie-        VII. 
lo,  e  della  Chiefa . 

Ma,  ahi  I  che  dagli  avvantaggi  riportati  dalla  Religione  Cattolica  in  \'l^^°^l'^\l^^^^^^ 
Germania ,  ci  trafporta  la  Hiftoria  X  defcrivere  gli  oltraggi  fopportati  dalla  de"i^sa°cL'*d?K 
Religione  Romana  in  Italia,  e  dal  gaudio  delle  vittorie  Oltramontane  ci  '"^• 
convien  paffare  alle  lacrime  del  Sacco  di  Roma,  e  dalla  oppreflìone  degli 
Heretici  alla  oppreflìone  de'  Cattolici ,  e  da'  faitofi  racconti  à  deplorabili 
rapprefentazioni  del  depredamento  della  prima  Città ,  e  Reggia  del  Chri- 
ftianefìmo,  e  della  carcerazione  del  primo  Monarca  di  elio,  [a'IQuis  da-  utrm.^, 
bit  oculis  meìs  fontem  tacrymarumi  per  riferirne ,  meglio  che  coni' inchio- 
ftro,  il  fiicceiro,  deteinato  da  cjne' medefimi,  che  l' eifettuarono ,  e  che 
ben  può  annoverarlo  la  fama  tra  i  più  fpietati  de'  tempi  trafcorlì ,  con  farne 
rimaner  la  memoria  cotanto  efecrabile  all'  età  prefente ,  che  debba  egli  fem- 
pre  abborrirfi  ancora  dalle  future .  Da  qual  turbine  procedelfe  la  tempefta , 
e  come  dal  Settentrione  fi  fcaricafl'e  il  fulmine  fopra l'alto  pinnacolo  del 
Tempio  di  Dio ,  eccone  il  miferabile  racconto  con  particolarità  forfè  non 
annotate  da  altri  Scrittori ,  fotto  i  cui  occhi  non  giunfero  que'  manufcritti , 
che  in  teftimonianza  del  vero  Noi  diligentemente  annoteremo  inquefìo 
margine.  Regnava  in  Germania  in  qualità  d'Imperadore  Carlo  V- d'Au- 
flria,  e  in  Romanelpofto  di  Pontefice  Clemente  VII.,  più  fortunato  Car- 
dinale, che  Papa,  havendo  in  quello  ftato  con  fodisfazzione  del  Popolo 
egualmente ,  e  del  Mondo ,  amminiftrato  il  primo  poflo  di  comando  in  Ro- 
ma fotto  il  felice  Pontificato  di  Leone  X.,  del  qual  fregio  di  laude  fu  egli 
poi  privo ,  come  fi  foggiungerà ,  nell  altra  mafllma  condotta  di  Pontefice  ; 
e  ò  ciò  provenifie  perdifecto  de' fuoiMiniftri  troppo  aufteri  con  la  plebe, 
onde  avvenne ,  che  la  plebe  fi  mofiraife  rertia  nel  gran  bifogno  della  dife- 
fa  di  Roma,  ò  dal  fuo  naturale  horapoco,  hora  troppo  rifoluto,  onde 
{^recederono gravi  difturbi  fra  la  Nobiltà,  alcune  volte  non  tenuta  à freno  parSoianlT^  dt 
à  baftanza,  altre  volte  caftigata  oltre  la  eforbitanza,  dal  che  medefima-  ^^^°' 
mente  nacque  poca  unione ,  e  minor  vigore  nel  ripararfi  dall'  inimico ,  ò  il 
male  da  più  alta  cagione  forgefle  ,  e  Clemente  egualmente  fofpetto  agli 
Heretici  per  motivo  di  Religione,  &  ai  Principi  Cattolici  per  varietà  ài 
collegazioni ,  formate  da  effo  hor  con  un  Potentato ,  hor  con  un'  altro ,  onde 
refo  à  tutti  diffidente,  non  ritto vafle  poi  ajuto ,  e  fede  in  alcuno,  certa  cofa  fi 
è ,  che  luttuofo ,  e  funeflo  fu  il  fuo  Pontificato  al  Mondo  ,  e  à  Roma,  ò  il  ri- 
guardi r  ingrandimento  moflruofo  della  Herefia  Luterana  nella  Germania ,  .  .■  . 
o  lo  fcifma  horrendo  di  Henrico  VIIL  in  Inghilterra ,  ò  il  crudel  facco  de' 
Tedefchi  in  Roma,  cofe  tutte  che  forprefero  il  Chriftianefimo  con  sì  alto 
terrore ,  che  rari  altri  fatti  certamente  faranno  avvenuti  ò  più  fpaventevoli 
per  la  horridezza ,  ò  più  pregiudichevoli  per  le  confeguenze  ,che  ne  proven- 
nero .  Noi,  tralafciate  ad  altri  Scritttori  quelle  notizie ,  che  nel  fatto  prefen- 
te appartener  potrebbono  alla  dilucidazione  della  Hifìoria  circa  quei  punti 
politici ,  che  r  accompagnarono ,  unicamente  ci  atterremo  al  racconto  pre- 
cifo  della  barbarie  degli  Heretici ,  che  faccheggiarono  Roma ,  de'  quali  era 
in  gran  parte  comporto  l' efercito  di  Carlo  V.  contandofi  più  di  ventimila 
Luterani  fra  li  trentamila  Soldati  Tedefchi ,  Spaglinoli ,  &  Italiani ,  che  for- 
mavano queir  armata . 

Foriera  della  gran  difgrazia  fu  una  minor  difgrazia  ,   che  coftrinfe  il 
Papa  i  rifugiata  m  Caftello ,  e  fotcopofe  al  facco  il  Borgo ,  e'I  Palazzo  del 

Va- 


Clemìnte       ì^55  Yehlo    XFI. 

•  V  1 1.       Vaticano .  I  Coiomiefì  addetti  à  Cefare ,  alfoldando  gc«te  per  gì'  Im^èvià^' 
li ,  e  perciò  coftretti  da  Clemente  à  portar  fuori  delle  Terne  della  Chkfa 
il  fiirote  delle  loro  armi,  inopinàta'm'ente,  ònonfcoperti,  ò  aon  impedii 
■  -  -  •  ti  dalle  milizie  Pontificie ,  6  gittarono  dentro  Roma ,  ò  per  promciovere  eo'l 

i  tue^  fcUiìoni  [<?]  favore  de' Par  reggiani  in  morte  di  Clemente  il  Car-dinal  Pompeo  Co- 
bus  conuicrhcar-  lonnaal  Pontificato,  ò  per- implicare  il  Papa  in  marnerà,  che  al  terrore 
f^'l^n.u'^'"^^'  delia  giierraprefente  non  potds' egli  aciidire  alla  lontana  contro  gì*  Impe- 
riali nella  Lombardia.  Mi  cièche  forfè  IVi  desinato à'fpavento,  ridondò 
tutto  àda;nno,  e  la  Soldatefca  Colonnefe  refa  audace  dalla  debolezza  del- 
la oppofizione ,  faccheggio  il  Eorgo di S. Pietro, e'i  Palazzo  Pontificio ,  dal 
quale  Clemente  con  foUecita  foga ritiroflìtìelCaflello 'di  S.  Angelo,  iner- 
irle di  oro,  e  di  ferro,  e  perciò  neceflìtato  à  mandar  per  oftaggt  due  Car- 
dinali ad  Ugo  Moncada  Capitan  Cefareo  co^Tfederato  de'Colonnefi,  che 
reflituendo^al  Pontefice  il  Triregno ,  e  gli  altri  arredi  Pontificali  rubbati  da' 
faccheggiatori ,  fcusò  ginocchione  la  neceffità  pretefa  delle  fue  commif- 
fioni  i  e  conchiufe  con  lui  una  Tregua  ,   obligandolo  d  tirar  le  Milizie 
Pontificie  dalla  Lombardia,  inchiudendo  nel  perdonò  li  Colonnefi.  Mala 
tregiia  fùefimera,  e  madre  di  tutte  quelle  difcordici  che  indiinbireve  fo- 
b  i'?ifG«/>£Mrrf;- P'^^^^""^'^^*  Coneiofìacofache[^]  ò  fi  volef le  da' Cefarei  temporeggiare 
nw^iib.i'é^'    '  peravvanzarfi  ne' loro  difegni,  e  trattenere  intanto  il  Papa,  che  nonar- 
mafie ,  ò  C\  affidafl'etroppo  Clemente  in  alcune  amerevoliffime  lettere  fcrit- 
tegli  di  proprio  pugno  da  Cefare,  il  fatto  fu,  che  efVendofi  <\i  nuovo  re- 
gnatala fofpenfion  d'armi  tra  il  Lanoya  Viceré  di  Napoli,  &il  Pontefi- 
ce, colfuppofto,  che  tal  convenzione  fofie  fufficienteà  fupprimere  ogni 
nuovo  moto  di  guerra,  màpoiinfoOanzanon  approvandofi  ella  allora  dal 
DucaCarlo  di  Borbone  j  Principe  ribelle  al  Rè  Fraiicefco  di  Francia,  fuo 
naturai  Signore  ,  e  perciò  General  di  Carlo  V.  in  Lombardia  ,  fi  molle 
1  '    -  P  efercito  Imperiale  contro  Roma ,  inferocito ,  e  baldanzofo  per  le  vittorie, 

inafprito,  e  contumace  per  la  dilazione  delle  paghe,  inimico  al  Pontefice 
per  motivi  di  flato ,  e  per  contrarietà  di  Religione ,  efiendo  egli  comporto 
m  gran  parte ,  come  fi  dille  jdr  Tedefchi  Heretici  guidati  daGiorgio  Pranc- 
cSétnftvìHUi  ///.fpergh  Svevo,  precipitato  Luterano  ,  il  quale  [e]  per  avidità  di  fpianar 
'^'  Roma?  eòi  flrozzareun  Papa,  impegnò  il  proprio  patrimonio  peratfol" 

dar  gente,  ch'ei  conduceva,  &  haveva  feco  portato  dalla  Germania  un 
capeflro  dorato,  ch'egli  à  tutti  moftrava,  e  diceva  deftinato  per  la  gola 
del  Pontefice .  Ma  il  Cielo  non  volle  dargli  il  piacere  di  queft'  orrendo  Ipet- 
tacolo,  ecolpitolo  di  paralilìa,  lo  arrelfò  in  Ferrara,  avanti  che  l'eferci- 
prodigiofa  libera  to  giungeffe  à  Roma.  Né  mancò  Dio,  chefcotevail  flagello  del  fuofde- 
Monach'e  di'^Bo"  §"°  >  difalvar  tra  1  vampi  della  Divina  imminente  vendetta  alcune  Tue  ferve  , 
logna  dalle  mani  cou  unprodigiofo  mìracolo  rifètito  da  Noi  con  le  parole  medefime  di  chi 
ddì'eferdto'^di  ^^  tacconta:  [d'I  ^uno  i'^2'/.  citm  Carolus Borbonius  Caroli  Imperato ns  ejus 
Borbone ,  nomììiis  V.   copìaYum  m  Italia  duSior  mfejìo  }{omam  exercitu  -petens  ,  _  ai 

t'^^"""'"^^//^".'  azrum  Bononienfem  ,   qua  tranfiturus  erat  *   advemaret ,    militefque  ejus,) 
Citardu  .  quocumquc  mferrent  grepum  ,  populabundi ,  nuUiMS  non  wjolenti^  ^  aut  lìti' 

'wamtatis  vejiigia  ìmprimerent  ;  qinppè  exercitus  is  magnani  partem  ex  Bo" 
minibus  d  Catholica  pietate  averfis ,  nempè  è  Lutherams  ,  erat  conflattts, 
occfirrendum  band  conjianter  ingruenn  malo  deerevit  Senatus  Bononienlìs , 
iitT  falicet  conditione  aliqua  propofua  pacatum  per  fuum  agrum  à  Bar  homo 
tranfitum  ndimeret:  facram  inteca  imaginem  è  monte  in  Urbsm  tranjve- 

bea- 


Capitolo  IV.  ^"67      <^^EM£Nn 


fkndam  ,  ìnta&amque  à  lutheranorum  ,   ejuos  facile  eò  evafuros  fufpicabx- 
tur  ,  ìmpietate  ,  facris  privatim   tmaginibus   infenfiffimorum  ,  fervandam 
curavit:  virginibus  eJHS  cufiodibus  bono  ejje  animo  {ujjìs  i  ft  enim  nihiltan^ 
dem  aqni  à  Borbonio  impetratum  foret ,  curaturum  fé  ,  ut  ipf.£  etiam  ad  uyt 
bem  mature  deducerentur  .    Cum  ex  tmprovifo  proxima  monti  hofle  occupatu- 
te  loca,  nonnulUs  ò  Germanis  in  eum  confcendere  montem  ,  ccenobiumquetr- 
rumpenteSi  virgmes  tpfaf  m  templum  compulerunt  y  ubi  ilUtrepidantes  ,  ac 
Lteipar^  imflorantes  fidem  ad  vefperam  ufque  fé  continuere,   Commodum 
vero  ejus  templi  fubiit  porticum  Dux  quidam  cum  armata  milttum  manu  ai 
triyjiita,  ibi  ille  interea  labantes  mulierum  animos  confirmare,  haud  iis  mc- 
tiifndum  dicere  ,    ne  lUa  ,   cujus  afservavcrant  imaginem  ,  feryare  yiciffm 
eas  y  ac  tueri,,  &  preferiti  eripere  periculo  nolit;  fé  etiam  ibi  adefie  y  uteas 
uhi  fit  opus  ,  auxilio  jupet  .   Trimis  inde  tenebris  Germani  audito  templi  il- 
lius  Campana  occentu  ,   qui  confalutandam  Del  Matrem  de  more  admonebat, 
quafi  dato  receptui  tuba  figno  confejiim  in  caflra  redeunt  :   tum  iis  confuades 
miles ,  ut  fug(tm  ornent .  Germanos  decrevijje  pofiridie  ejus  dici  cum  prima 
luce  eò  revcrti ,  cunSlaque  diripere ,   quMumque  fìbi  ufui  forcnt  afportare  , 
aetera  fubje&o  igne  corrumpere  ,  omnia  prò  libidine  agere ,  ut  poftea  evenit, 
quare  optimum  fa6iu  illum  ,  favente  noÙe  )   in  urbem  fé  ,   &  fua  qu^etum- 
que  auferri  pojient,  conferre;  iif  fé  fé  o^erre  itmeris  ducem  ,  qutppè  eas  il- 
io perdu5ìurum  incolumes  ;  ]am  enim  Qmnia  obfideri  loca  fuburbana  ,  ut  vix 
etiam  no6lu  foU ,  fi  proficifcantur  ,.  fatis  tuta  effe  fuga  videatur .  Tarent  il- 
h  cjus  diUiS',  0"/^,  fuaque  hominiconcreduHt ,  &  fermone,  vttltu,  huma- 
nitate  ,  cit^em  ,  aat  certe  indtgenam  arbitrata  .  Convafatis  ergo  ,   quacum- 
que  licuit  ,  adjuvantibus  onera  militihus  ,    cum  fummum  omnibus  à  durare 
filentium  per  medros  tturis  hofìes^  foret  indi^am ,  fé  in  viam  dant ,  urbem^ 
que  -perfus,  iter  faciunt  ,  u^bi  ad  Manajìerium  Firginum   S.  Maria  Magda- 
lena  ,  hodie  S.Jofepho  dicatum  ,  &  à  Seryitis  Fratrihus  habitatum  ,   quod 
parvo  admodum  intervallo  ab  Urbe  dijìat  ,  tunc  fermò  vacuum  ,   pervenere . 
Dux  ipfe,  quaft  haberetcUvim,  foresvefiibuli  yeferat,  atqm  ibi  eas  no5ìem 
illam  traducere  jubet  :   ingredientibus  jam  unam  ex  iis  deftderari  nunciat, 
Hanc  perhibent  è  Marfdia  gente  adolefcentulam  fuifìe  Leonarn  nomine ,   nul- 
Iis  quidem  ipfam  ejus  Ccenobii  initiatam  facris  ,  fed  eò  à  paremibus  erudien- 
di  caufa  mijjam  E^m£o  Fofcarino  pojiea  connubio  junBam  .  Eam  igitur  duo 
milites  perquifìtum  eunt  ,   quam  in  fofj'am  na6li  prolapfam  t-de  educunt ,  ac 
reducunt  ad  fuas  .   Illa  cum  inter  vias  pedem  in  lubrica  ripa  incaute  pofuif- 
fet,  in  fubjt'6lam  fofìam  provoluta  cafum  fuum  evulgare  clamore  mmimèau- 
fiXy  ne  proderet  CiCteras. ,  imperatum  fibi  (ilentiitm  propria  falute  potius  duxe- 
rat,  falvis  jam  omnibus  :  Crajìinaluccj  inquit  du6ior  ^  in  Urbem  ingrediemini; 
prajio  enim  erity  qui  vos  a6lutum  intromi-ttat .  Ego  interea  loci  cum  meis  ve- 
jhm  vefiram  omnem  ,    ae  fupelleUilem  ad  S.  Mathia  coenobium  perlatam 
t^efìris  reddam, .   Ingreffus  ille  m  Urbem  ,  omnia  ,  quo  dixevat ,  ferenda  cu- 
ravitj  atqne  ejus  ccenobii  ^ntijlica  Hippolytie  CaflelU  tradidit  ,  falvas  effe 
virgincs  ,  &  brevi  afjuturas  nuncians  .   Tanca  bac  prafatus  cum  fuis  ,  qui 
cmEia  fide  fumma ,  ac  (ìlenno  r'^ddidcrant ,  yale  di6ìo ,  abiit  :  cnmque  mox 
àfam  Jo>  Monajìerii  revocarstur,  ut  fé  una  cum  fuis  parato  fibi  jentaculo  re- 
fìceret,  fé  fiatim  cum  iis  ex  oculis  ejus  abf^ulit,  ita  ut  evane fcereviderentur , 
Taulò  amè  ejus  adventum  è  contubernalibus ,  cuinomen  Columbi  ,Aldrovan'^ 
d^fuit,  inftgm  pietate  Virgo  ^  ^npjfìita  vifum  hoc  renuntiarat,  cum  tpfain 

com- 


VII. 


Clemente       ^^g  Secolo  XVI. 

•       communi  omnium  trepìdatione,  ac  tmha  fui  fodalìtìi  virgìnes,  qua  in  monte 
Guardia  commorabantur  ,  fummo  fiudio  Fi^gmi  commendaffet ,  ne  ilU  fa- 
rnulas  fuas  hofltbus  prada  ,  ac  ludibrio  efie  pateretur  ;   ac  paululum  poflea 
€onquie(Ì€ti  vifam  videre  fibi  Trafe£lum  devotorum  S.  Marta  mortisjepra- 
henfam  manu  perducere  ad  templum  ,  in  quo  ei  multa,  ac  "paria  àrbeataipfa 
Virgine  edita  mir acuta  in  parietepiEla digito commonjirabat:  tandem  recensì 
necdum  vulgatum  ofiendebat  illi  miraculum  hujufmodi .  Inerant  in  pi6lura 
montes,  &  colles  nemorofì:  ibi  pajfimmilites  fixistentoriis  eaturmatimper- 
currentes ,  loca  ,  villas  devaftabant ,  pecora  ,   &  quacumque  efui  forent , 
abducebant ,  obyium  quodque  agebant ,  ferebant  ;  cum  interim  per  medios 
ipfos  agmen  mulierum  Vominicano  indutarum  habitu  procederei ,  magno  %An- 
gelorum  comitatujìipatum .  Tum  illi  prafe&us  :  l^flinelocum,  &mulieresi 
'Hoffe  mibi,  inquit  ilU,  videor:  Mone  Guardia  hic  efl:  ha  focietatis  \,no(ìra 
mulieres  facram  in  monte  Guardia  imaginem  cujlodientes ,  Ergo  ,  inquit  Tra- 
fe^lus ,  mine  illa  è  medtis  evadente shoftibus  a  cceleflium  caterpajuffu  Deipa- 
ra deducuntur  in  Urbem.  HaBenus  Columba  -pifum.  Moxigitur  ubi  S.  Luca 
Virgines  pervenere  in  Urbanum  Coenobium ,  Conferendo  bac ,  qua  Columba  m 
jomnis  oliata,  cumeventis,  re  vera  Milites  ìllos  ,  qui  eas  ad  Monafterium 
S.  Marta  Magdalena  deduxerant,  ^ngelos  fuifje  infaciem  verjos  humanam, 
eji  judicatum  ,  idque  eò  liquidiàs  ,  quòd  cum  diltgentijfimè  requifìti  per  Ur- 
bem fui  fenty  quinam  forent ,  qua  porta  ingrejfi  ,  nunquam  repertri  quitum, 
fa'idld^i  sreco  di  Cosìegli.  Ma  quefti  furono  miracoli,  che  accompagnarono,  nonprecede- 
Roma.  fQ^Q  lo  fdegno  di  Dio.  Anche  avanti  chegiungeffe  a  portare  à  Roma  la 

miferaiida  calamiti  del  Sacco  f  efercito  inimico  di  Borbone ,  per  Roma  ne 
^r^Tlnfov'nliflil'  volò  lo  fpaventocon  terribiliflìmi  annunzii  di  co(e  facre,  e  profane.  [<?] 
15.  Ó-"  ^ijrin!  Un'hucmSenefemiferabile,  ma  pio,  nudo,  dipeloroffo,  e  come  lo  de- 
^&lx"m's'fi£"dì  fcrivono  gli  accennati  manofcritti,  maeilentiflìmo  di  faccia,  dinomeGio. 
gnù^p^n'io.  lint.  Battifta ,  andò  efclamando  a  ftrada  a  ftrada  per  Roma ,  Sovrajiare  un  gran 
MoraUHm  T^oma-  ^-afligo  ,  e  pcrò  cf^er  d'uopo  di  folk  et  fa  ,  e  publica  peniten-s^a  :  e  dicefi,  che 
in  così  predicando ,  egli  s*  incontrafle  in  Mattheo  Giberto,  Datario  del  Pon- 
tefice, echegiùdiCavallofcenderlofacefle,  e  mefcolarconle  proprie  le 
di  lui  lacrime;  e  che  quindi  il  Giovedì  Santo  precedente  al  Sacco,  mentre 
leggevafi  la  Bolla /»  Tcs'Wrt  Domini,  egli  falito  fopra  l'Altare,  dove  allora 
pofava  la  Statua  di  Bronzo  di  S.  Piero  ,   la  cui  Chiefa  egli  devotamente 
ogni  giorno  vifitava ,  con  urli  repentini ,  &  ululati  terribili  efclamaffe  :  Con- 
vertimini  ad  Dominum  Deum  veftrum;  ecce  modo  tempus:  ma  tolto  quindi 
come  pazzo.  Io  non  fon  tale,  replicafle,  ma  mefio  da  Dio  ad  annunciarvi 
gran  cofe;  e  fé  non  farete peniten'^^a,  tutti  miferabilmente  farete  pofti  a  féicco , 
à fuoco  ,  à  morte .  La  medefima predica  egl' intonò  nel  dì  di  Pafquaperle 
Piazze,  eftradediRoma;  onde  battutto,fchernito,  e  legato  fiì  condotto 
alle  publiche  carceri ,  nel  qual  atto  dille  :  Toco  durerà  la  vojira  podefld  fopra 
di  me.  Md con  migliori aufpicii  ufcendo  poi  dal  carcere,  viddefi  feguitar 
corrifpondente  alla  predizione  l' avvenimento .  Conciofiacofache  liberato 
da'  Soldati  dell'  Efercito  vitcoriofo ,  egli  loro  difìi ,  Fate  pur  preda ,  ò  Soldati, 
pigliate  ciò ,  che  vi  aggrada  :  tutto  èvo/iro  :  màfappiate ,  che  fuori  bentofto  TO- 
mitarete ogni  cofa.  È  così  avvenne  invero,  moiti  tutti  eglino  di pefte  ò  ne* 
contorni  di  Roma ,  ò  poco  diftanti  da  Roma ,  ricchi  cadaveri  più  tofto ,  che 
b  iicìt.mV  ■    fopraviflutiSoldati  al  gran  bottino.  Inoltre,  una  [b]  Mula  partorì  dentro 
'  '■*  "    jl  Palazzo  deli^  Cancellarla,  e  la  ftravaganza  dell*  evento  indicò  le  ftrane 

rivo-* 


Capitolo  IV.  369        Clemen- 

rifoluzioni,  che  in  breve  fopragiimfero .  Una  faetta  cadde  dentro  ia  Ghie-  ^^    Vii.  : 
fa  della  Trafpontina,  e  tolfe,  come  a  forza,  dalle  mani  di  una  ftatuetta 
della  Madre  di  Dio ,  il  piccolo  Bambino ,  che  in  effe  pofava ,  e  dalla  di  lei 
tefta una ricchillima  corona,  fminuzzandone l'uno,  e  1  altra  in  molti  pez- 
zi, chene'loro  frantumi  pronofticarono  l'alto ,  &  imminente  fdegno  del 
Cielo .  Rovinò  di  repente  una  gran  parte  di  quelle  mura,  che  congiungono 
il  Palazzo  del  Papa  col  Caflelloj  e  ftupiron  ie  genti  alla  mina  non  mai  pre- 
veduta, né  temuta  di  quella  forte  cortina.  Nel  Giovedì  [a]  Santo  nel-  a  •^«»»  »5»7' 
la  Cappella  Pontificia  C\  ripofe,  fecondo  il  coftume,  THoftia  confacrata 
dentro  il  Tabernacolo  :  e  la  mattina  feguente  fii  ella  rinvenuta  per  ter- 
ra, con  horrore  di  chi  vidde,  e  feppe  cotal  fpaventofo  accidente .  Segm' 
tutti ,  fé  fi  riguarda  il  corfo  naturale  degli  humani  eventi ,  da  riputarfi 
poilibili  fenza  mifterio;  ma  fé  con  la  confiderazione  più  in  alto  l'huom 
iì  erge  ,  da  ammirarfi  mifteriofi  ,  e  forprendenti .  [6]  Sunt  enim  maxi-  bPiin.jHnior.i,», 
me  mirabilia,  qu£  funt  maxime  infpe6lata. 

Precorrendo  dunque  la  fama  della  terribile  rifoliv^ione  dellmimico,  ri-    Agitaxìone  del 
trovoflì  il  Pontefice,  e  Roma  ingombrataincontanente  di  tanto  Urano  ter-  Pontefice, 
rore,  quanto  meritar  poteva  la  confiderazione  da  una  parte  della  ferocia 
de'Tedefchi,  e  dall' altra  della  fcarfezza  de  i  preparamenti  neceflarii  alla 
oppofizione.  Confidatoli  Papa nell'accennata  convenzione,  havevaegli 
diiarmate ,  e  licenziate  le  milizie ,  allafola  riferva  di  cento  Cavalleggieri  éi 
guardia  ordinaria  ;  e  fcarfo  d  oro ,  e  più  di  animo ,  efpofto  alla  infolenza  di 
ogni  più  barbaro  infulto ,  fluttuava  in  un  mare  d'inutili  penfieri ,  e  dolevali 
con  interno ramarico  della  fede  preftata  a  chi  poi  la  tradiva.  Mi  nulla 
giovando  al  malprefente  il  dolor  del  pafTato ,  lì  prefero  allora  quei  rime- 
dii,  chepiùfuggerìlaconfufione,  che'l  bifogno .  Poiché ,  anche  in  quella 
Itrettezza  di  tempo ,  fé  il  Papa  havefle  prefo  per  fé  quel  configlio,  ch'egli 
un'anno  avanti  haveva  dato  [e]  agli  Ungati,  di  convertire  in  moneta  li  l^f^'^,' S'V' 
facri  vafi  de' Tempii,  e  fervirfi  di  quell'oro  in  difefa  della  Chiefa,  e  Cafa  f«Ti-p«r.2.*JS^ 
di  Dio ,  certamente  ed'eglino  non  farebbono  flati  preda  degli  Hererici ,  e  ^,y,V.  ^out'qulk 
con  efli  fi  farebbe  animata  la  plebe  di  Roma  alla  difefa,  edaefli  fi  farebbe  ttum  mi  rtf"ri. 
fperato  follecito  foccorfo  òÀ  foldatefca  {hanierain  aiuto  :  del  che  Clemen-  ^,Uu  ''"mt^cù 
te  vicn parimente  ripigliato  [rf]  dall'Annalifla moderno  della-Ecclefiaftica  'nr.uincìcm.vn. 
Hifloria.  Ma  egli  tutt' altro  penfando,  ò  tutt'altro  fofpettando ,  credè  di  ii%'y?V.,.  rysj. 
reprimere  l'impeto  degli  aggreflbricon  un'argine ,  che  fervi  pifi  tofto  d'in-  r>x-i.mtm'ih . 
citamento  alla  preda,  chedioftacoloj  efiendo  cofa  che  richiedendo  l'ini- 
mico pronto  denaro  per  le  tumultuanti  foldatefche,  [e]  acconfentiglielo  ^  <^«'«w'<. /.is. 
Clemente,  efeiVantamilafcudidioromandogli,  che  meglio  ferviti  fareb- 
bono a  pagar  le  milizie  Romane,  cheleTedefche  :  poich' elleno  non  pla- 
cate da  quefta  gran  bontà  del  Pontefice ,  anzi  divorando  con  la  fperanza  li 
tefori  di  Roma,  e  fpronati  li  più  dalla  ingordigia,  &  altri  dalla  neceflìtà  , 
con  accelerato  viaggio  di  ventiquattro  miglia  il  giorno ,  trapafiata  alla  dif- 
dofia  fenza  cannoiie ,  e  bagaglio  Fiorenza ,  e  Siena ,  e  non  tanto  debellate , 
quanto  defolate  le  Città  di  Acquapendente,  Montefiafcone ,  Viterbo,  e 
Ronciglione ,  fatto  alto  la  fera  [/]  del  Sabato  all'  Ifola  fette  miglia  lungi  d.ii  f  -;.  v 4e?/o  ,5:7. 
Roma ,  e  colmeggiati  la  Domenica  feguente  li  Prati  di  Cartello ,  e'I  Tempio  E  JÌ.V,7"'Vrl- 
al  di  fuori  di  S^.  Pietro,  ^\  prefentarono  fui  cader  del  giorno  formidabili  rdMhnìbJs^ln.l. 
fotto  le  mura  òà  Roma  tra  il  baftion  ài  S.  Spirito,  e  la  muraglia  di  Papa  Z>!ÌÌ!,f!uter^s 
Niccolò,  dove  prefentementetrovanfi  le  fornaci,  ponendo  Borbone  [e]  /«.^^iwi^aT.*./" 

-    Tomo  IV,  A  a  ilfuo      '^'T^'"--""'- 


Clemen.         ^rjQ  Secolo  XV /. 

TE   V 11,      j^  |-yQ  alloggiamento  nella  eftretnità  del  vecchio  Palazzo  di  S.  Pietro ,  e  la 
rimanente  foldatefca  in  que'contorni .  Non  fi  vidde  mai  in  Roma  fpettaco- 
lo  più  deplorabile  di  quefto.  Conciofìacofache  opprelTì  li  Romani  prima 
Baltimore,  dalla  confiifione,  edaunpanicoflordmiento,  che  dalla  forza 
de'  nemici ,  givano  vagabondi ,  e  fmarriti  per  le  ftrade ,  più  per  vedere ,  che 
per  provedere  al  loro  pericolo .  Clemente  con  tredici  Cardinali,  alcuni 
Ef^Tat"  fettone  Prelati,  e  poca  Nobiltà  ricovroffi  in  Caftello,  mal  fornito  di  provifioni,  e 
TcK^  'd  ^T^  '  ^  P^SS^o  d'armi ,  e  tanto  fol  buono ,  quanto  forte  fu  fatto  dall'  Imperador  Ha- 
fì'ce  °in  cafkTs!  driano  pe'lfuo  fepolcro ,  con  miglioramenti  intorno  di  pochi  baluardi  più 
Angelo.  riguardevoli  per  antichità,  che  habili  alla  difefa  :  eflendocofachealzavafi 

alto ,  €  di  Todi  maificii  in  un  gran  maffo  rotondo,  un  mafchio ,  che  per  l'al- 
tezza ,  forma ,  e  materia  potevafi  fol  dir  fuperabile  alla  fame ,  che  nafce  in 
noi ,  e  con  noi  penetra  non  che  nelle  fortezze ,  ma  nelle  midolle  medefime 
delle  offa.  Nel  rimanente  al  di  fuori  era  egli  allora  cinto  da  poche  torri,  e 
femplice  cortina  di  muraglia  alta ,  e  quadrata ,  con  debole  terrapieno  al  di 
dentro,  che  la  reggeffe ,  e  con  poca  moftra  di  poter'efTa  reggere  all'urto  de- 
gli aggreflfori .  Nulladimeno  chi  ricovvrovvifi ,  giudicov vifi  ficuro  non  tan- 
to per  la  infuperabilità  del  mafchio,  cjuanto  per  la  deficienza  de' cannoni, 
de'  quali  per  la  foUecitudine  del  viaggio  fi  ritrovavano  privi  li  Tedefchi .  E 
queftafperanza  recò  poi  l'ultimo  efterminio ,  fé  non  al  Caftello ,  almeno  ^ 
Roma ,  &  ai  Romani ,  che  non  mai  perfuader  fi  poterono  fuperabili  ai  Te- 
.defchi  le  mura  fenza  la  breccia  delle  batterie .  Quindi  il  Papa  diede  ordine , 
confufione  nel  che  fi  armaffe  il  popolo ,  e  del  popolo  confegnò  il  comando  à  Lorenzo  Ce- 
popoio.  ri^  Cavalier  ardito ,  efoldatovalorofo,  che  ne  prefe  l'aflùnto ,  però  con 

poca  felicità  di fuccefTo,  mentre  chi  molto  affetto,  e  parziale  de' Colon- 
nefi  adherenti  à  Cefare ,  chi  poco  affetto  al  Pontefice ,  &  a  fuoi  Miruftri  , 
che  con  importune  gravezze  havevano  di  frefco  impofte  alcune  gabelle 
fopra  i  viniRomaneìchi,  e  chi  inefperto  nel  maneggio  delle  armi,  la  cui 
delazione  era  ftata  cotanto  rigorofamente  vietata  da  Clemente  fin  dal 
principio  del  fuo  Pontificato ,  che  il  folo  nome  di  efle  era  in  horrore  al  po- 
polo ,  &  ai  grandi  ;  onde  l'uno ,  e  gli  altri  avviliti  nell'ozio  non  hebb^ro  né 
valore,  né  ardire,  né  ordine  alla  difefa.  A  ciò  fi  aggiungeva  il  minijflterio 

afpro  in  poflo  di  Governatore  di  Roma  di de  Rofiì  Parmeggiano  , 

Vefcovo  di Prelato  ne' fopraccennati  Manofcritti  chiamato  da 

Marcello  Alberini  allora  vivente  (  di  cui  habbiamoun  fede!  giornale  di 
quefti  fuccefii  )  formidabile,  e  crudele,  che  contro  li  delatori  delle  armi 
faavendorinovati  gli  editti  di  Leon  Decimo,  dimoftrandofene  fempre  ine- 
forabik  nella efecuzione ,  fi  erarefo  odiofo  per  la  ferocia  anche  ai  buoni , 
Quefti  fé  fubito  in  quel  gran  cafo  batter  campana  ad  arme  in  Campido- 
glio,  e  congregare  inetYo  il  Commune  per  ilroncertamento  delle  operazio- 
ni. Ma  nuova.confiderazionerimo{ie  il  popolo  dal  concorrervi.  Concio- 
fìacofache Clemente  per  ti  more  de'Nobili,  che  propendevano  fempre,  & 
eccitavano  fazzioni  in  difcapito  della  publica  Quiete  ,  haveva  prefo  un 
mal'  avventurato  configlio  d' inalzare  al  pofto  di  Confervatori  due  perfone 
plebee,  poco  accette  alla ftefia  plebe,  e  meno  venerande  alla  Nobiltà  i  onde 
jl  concorfo  intimato  con  l'horrido  fuono  della  campana  più  tofto  difiuafe , 
che  fpinfe  le  genti  àportarvifi,  infotìferenti  della  viftamedefima  di  uno  che 
-tiranneggiava,  e  di  due  che  avvilivano  la  dignità  del  popolo  Romano. 
|^i^lladlmeno  chi  per  <?iiriofi^à ,  chi  per  riparo ,  e  chi  per  ifdegno  di  veder 

in  tanta 


Capitolò  IV.  571       Clemen- 

M  tanta  confufione  le  cofcavviandofi  il  concorfo  nel  Campidoglio,  e,  uiior  ^^    y^^* 
fatto  guida  dell'altro ,  crefcendone  fmifiiratamente  il  numero ,  tu  d'uvopO 
dalle  fale  de' Confervatori ,  che  non  capivano  la  moltitudine,  paflafe  alla 
profllmaChiefadi  Ma  Caliy  nel  cui  pulpito  falito  il  Governator  de  Rofl», 
parlò  sì  adattamente ,  e  potentemente ,  che  potè  da  ciafcuno  allora  giudi- 
carfi ,  di  quanta  forza  fiala  eloquenza  anche  ne*  petti  degl'  inimici  :  poich€' 
con  efla  rimediando  egli  ai  concetto  odiofo  della  fua  perfona ,  rappref^ntò 
così  vivamente  la  prefenteruina  di  tutti,  ilbifogno  delie  loro  fpade,  la 
difefa  della  Patria ,  i  fentimenti  paterni  dell'afflitto  Pontefice ,  che  offeriva- 
adefli  per  loro  ficurezzarifteffoCaftello,  anzilamedefimafua  perfoiia,- 
confegnandofi  nelle  loro  mani ,  ed  efibendofi  di  trasferire  la  fna  habitazio- 
ne  nel  Palazzo  di  S.Màrco  in  mezzo  d  Roma  conia  fola  fperanza  delloro 
ajuto  ;  e  in  fomma  così  raggirò  con  i  difcorfi  li  fentimenti ,  così  placò  con 
le  preghiere  gli  animi,  che  perorando  neirOratore,  e  nell'Oratorio,  meglio 
che  qualunque  altra  cofa^  il  commun  timore,  da  cui  tutti  egualmente  era- 
no ingombrati ,  Ci  rifvegliò  nell'  audienza  un  tacito  mormorio  di  approva- 
zione ,  e  di  concerto ,  fé  ben  non  vi  mancaife  qualchuno  ò  de'  p^iiì  oftinati , 
ò  de' pili  Vendicativi,  che  rimproverando  acutamente  il  Governatore  del  Armamento  dei 
patfato  rigore,  richiedefle  allora  d  lui  la  licenza  m /tW/^ij  per  la  delazione  J^'^p"''*  '^^  ^"' 
delle  armi.  Ma  la  fcarfezza  del  tempo,  e  il  pericolo  imminente  non  ammet- 
tendo confiderazioni  di  parole ,  dove  richiedevanfi  rifoluzionCi  e  fatti,  con- 
donate al  ben  publico  le  importune  querele  de'  maldicenti ,  fi  corfe  da 
tutti  alle  armi  con  ardore ,  e  condotta  proporzionata  pili  torto  al  cafo ,  che 
al  bifogno.  Li  Rioni  fi  adunarono  difordinatamente  in  Compagnie,  eòi'* 
ftribuilli  il  Ceri  fopra  le  mura  nella  parte  di  Traftevere  in  quella  fera  ap- 
punto, che  colà  comparvero  gl'inimici.  Sei  mila  huomini  eglino  erano, 
gioventù  di  forza,  e  di  animo,  a  cui  però  nuli' altro  mancava,  che'  la  di- 
sciplina.  Sipropofedai  più  faggi  la  demolizione  de' Ponti  per  l'aflicura- 
mentodiRoma,  in  cafo  che  da' Tedefchr fofferofuperate le  muraglie  di 
Traftevere  :  e  dì  quefto  parere  fu  il  Ceri ,  al  quale  fu  brufcamente  rifpofto 
da  alcuni  imperiti  malcontenti ,  'h^pn  bavergU  egli  fatti  ;  e  con  loro  oli: aro- 
no  ancora  allarifoluzione  li  Trafteverini ,  che  volevano  tutti  li  Romani  fot- 
tounmedefimorifchio,  per  haverli  tutti  uniti  neHamedefima  difefa  :  nèil 
mezzo  termine  motivato  da  altri,  di  sbari-are  i  Ponti  con  un  grantrince- 
rone  di  cannoni,  fu  potalo  eieguire  per  la  confufione  del  popolo,  e  perla 
ftrettezza  del  tempo',  che  tutti  teneva  in  agonia ,  più  che  l'inimico .  Sicché 
paflata  parte  m  ragionamenti ,  parte  in  doglianze,  e  parte  in  pochi  provedi- 
menti  la  giornata  di  Domenica ,  furfe  l'alba infaufta  del  Lunedì  i  fefto  gior- 
no di  Maggio ,  giorno  in  cui  né  pure  il  Cielo  veder  volendo  la  ruina  delU 
Reggia  del  Gbriftianefimo ,  ottenebroflì  tutto  di  così  folta  nebbia ,  che  l'uii 
compagno  non  vedendo  l'altro,  e  non  fapendofi  da'drfenfori  à  qual  parte 
fi  volgefle  l'inimico ,  di  repente  quefti  col  beneficio  della  nebbia  appoggia- 
te luiighefcale  alli  merli  tra  il  baftiondi  S.Spirito,  e  la  muraglia  di  Nic- 
colò (otto  il  giardino  del  Cardinal  Francefco  Armellino ,  fi  fpinfe  all'  ailal- 
to  di  U  dalla  Cliiefa  di  S.Onofrio,  prima  da' noftri,  percosìdire,  eono-  ^ff^if^  j^.^^^f. 
fciuto,  che  vifto,  Aiiìflevano  alla  difefa  di  quella  parte  li  due  Rioni  di  ci,  .j  cn:r^r,.  .n 
Ponce,  ediParione,  che  dalla  mortalità,  chedieifi  fuccelfe,  ar^uirben  ^^j;^.'"»  ^c' xedcf- 
puofil  la  refiftenza ,  eh'  e01  ne  fecero  :  conciofiacofache  furono  eglino  tutti 
tagliati  à  pezzi,  giungendone  la  ftragc  dalla  Chiefa  di  S.  Onofrio  fin  alla 

A  a    2  porta 


Clemen--        «_^  Secolo  XV L 

TF    \/IT  J    ' 

it.  VII.,  porta  del  Caftello,  doveper  quel  lungo  tratto  di  via  altro  non  vedevano  y 
che  membra  infrante  di  poveri  Romani,  e  miferabili  avanzi  di  trucidati  ca- 
daveri. Accorfe  il  Ceri  per  Ponte  Sifìo  al  foccorfo  con  otto  cento  Fanti, 
mi  vedendo  egli  difperate  le  cofe,  e  fuperate  da'nemici  le  mura,  die  di  volta> 
e  per  ftrada  Giulia  ricovvrollì,  con  maggior  follecitudine,  che  valore ,  nel 
Caiìello .  E  il Cailello raddoppiò anch'eflb luccifione  de  noftri, fcaricando 
contro i  Tedefchi  confufi  infieme  co'  Romani ,  volando  inditferentemente 
contro  glamici ,  e  contro  grinimicile  cieche  palle  de'cannoni .  Sopragiun- 
fero  da  Borgo  altri  Rioni  per  foltener  gli  aflaliti,  ma  quegli  ancora  fopra- 
fatti  dal  numero  degli aggreffori ,  che  giàfenza  oppofizione  falivano  le  mu- 
ra ,  fi  rinnovò  la  pugna  così  confufamente ,  che  rimanendo  il  Caftello  inuti- 
le fpettatore  dell'atroce  conflitto ,  per  non  offendere  i  noftri ,  convenendo- 
gli perdonare  agl'inimici ,  rifolvè  finalmente  ài  alzare  i  Ponti  di  legno ,  per 
prohibirne  i'ingreilb  a'combattentij  che  non  ben  difcerner  fi  potevano  per 
la  nebbia ,  e  per  il  mefcolamento ,  s' eglino  follerò  truppe  Pontifìcie ,  ò  Te- 
defche .  Mi  di  già  n*  erano  molti  entrati  chi  per  ricovrarfi ,  chi  per  infegui- 
re  ;  onde  caduta  la  cataratta  del  Ponte,  molti  de'noftri ,  che  reftarono  fuori, 
e  molti  degl'inimici,  che  troppo  audaci  fi  erano  inoltrati  dentro,  furono 
Morte  del  Duca  tutti  ad  uuo  ad  uno  miferabilmente  trucidati .  Tré  mila  Romani ,  &  altret- 
di  Borbone,  tanti Tedcfchi  fi  numerarono  morti  in  quefto primo  incontro,  tra  quali 
Carlo  Duca  di  Borbone  colpito  fotto  il  ventre  da  una  palla  di  mofcbetto- 
ne  finì  miferamente  la  vita ,  appena  giunto  dentro  Traftevere ,  cioè  preffo  il 
Palazzo  poffeduto  prefentemente  da  i  Salviati .  I  Tedefchi  ne  fervarono  il 
cadavere,  che  pofcia  portarono  à  Gaeta,  conifcrizione  dinotante,eziandio 
doppo  molto  tempo,  il  vanto  della  loro  empietà,  in  quefto  tenore . 

cy^H&o  Imperio  ,  Gallo  'viElo, 
Superata  Italia  ,  Pontifice  ohfefso , 

"B^ma  capta  ^ 
Carolus  3orbonÌHs  in  'viBoria  cafus , 
Hìc  jacet . 

Ma  quefto  cafo  fiì  piiì  infaufto  per  i  Romani,  che  per  i  Tedefchi: 
conciofiacofach' egUno  giudicando  terminata  la  guerra  con  la  morte  del 
Capitano  inimico,  abbandonata  la  cul^odia  delle  rimanenti  muraglie,  fi 
diedero  a  correre  per  la  Città ,  con  faufto  annunzio  efclamando  per  le  ftra- 
Princ5pedìoran-  '^^^  ymona,  FitcoHay  comc  fé  negli  eicrciti  à  ^aifa  del  corpo  humano, 
ges  ii.bencra  al  pcrduto  il  capo ,  rimaueifero Incoutanente abbattute ancota Ic  membra. 
Boroonc  ii.i  Co-  pojchc  fiibcntrò  fubìto  nel  comando  il  Principe  FiUberto  di  Oranges ,  fiero 
Duce,  leriguardafeneiigenio,  e  oftinato  Heretico  Luterano ,  te  la  fede. 
Sotto  lui  preiero  maggiore  ardimento  gli  Heretici ,  e  non  potendo  un  tan- 
to accidente  non  portar  feco  qualche  confufione  nel  rimanente  ancora  di 
queirefcix-iro ,  li  >:dde  in  un  tratto  chi  per  odio  contro  la  Chiefa  Romana , 
chi  per  aviaiti  di  predar  tefori ,  fccrrer  tutti  difordinatamente ,  quali  furie 
internali,  per  il  Boigo,  e  per  Traftevere,  egliSpagnuoli  (  che  molti  ve 
n'  erano  in  queli*  armata  )  faccher^giarono  il  Palazzo ,  e  la  Chiefa  del  Vati- 
cano :  eilraheado  fin  da'lepolcri  li  venerila  cadaveri  de' defunti  Ponte'^ 

ficis 


mando. 


TE   VII. 

Sacco  di  Roma^ 


Caphclo  IV.  373       C«MEN. 

fici ,  X  cui  involarono  gli  anelli,  &  i  Tcdefchi tutto  il  recante  di  quel  Rio- 
ne. Tuttavia qucftofiì più  tofto  preludio  di  Sacco  >  che  Sacco.  ElTendo 
cofa ,  che  l'iniinico  rifcaldato  dall'ira ,  e  molto  più  accefo  à  vendicare  dal- 
la perdita  del  Capitano ,  non  volendo  abufacfi  del  tempo ,  ogni  cui  momen- 
:to  in  quella  cofternazione  de*  Romani  era  per  lui  preziortfllmo,  adunatili 
infieme  li  foldati  fotto  Capi  Veterani ,  e  avidi  di  piena  vittoria,  fu  le  ven-  . 

titrè  hore  del  medefimo  [  a  ]  Lunedì  fi  moflero  ordinatamente  tutti  verfo  *  '  "^^^  '^*^* 
Ponte  Sifto,  per  quindi  sboccare  in  Roma,  &  inondarla  tutta  con  il  torren- 
te impetuofo  delle  loro  armi .  Marcello  Alberini  allor  vivente ,  e  che  traf- 
mefifet^J  a'pofteri  un  pieno  Manufcritto  di  quefti  fucceffi ,  riferifce,  che  ri-  ^  '"'"•*'  f'*P-'*f- 
fugiatofi  effo  ancor  giovinetto,  co' fuoi  genitori  nel  palazzo  preflb  S.Da- 
mafo  della  Cancellaria,  perfuafo,  che  li  Tedefchi  doveflero  portar  rifpet- 
to  à  quella  habitazione  poffeduta  allora  dal  Cardinal  Cancelliere  Pompeo 
Colonna  adherente  à  Cefare ,  vidde  quindi  da  quelle  fineftre  tutta  Roma 
correre,  come  fuori  di  fé,  alla  cuftodia  del  Ponte  per  impedirne  il  paflag- 
gio  ai  vincitori;  ma  i  piùcorferoperdifperataconfolazione  di  veder  co' 
proprii  occhi  le  loro  miferie ,  e  quefti  al  vederle  voltarono  fubito  le  fpalle , 
e  i  rimanenti ,  in  poca  quantità,  ma  in  arditezza  commendabili ,  fecero  qui- 
vi prove  prima  incredibili,  e  poi  ammirabili  di  valore .  Paolo  Tobaldi  no^ 
bile ,  e  valorofo  foldato  con  fei  mila  huomini  raccolti  frettolofamente  allo- 
ra dalle  hofterie,  ftalle,  e  falediRoma,  prefentoffi  pronto  più  di  animo, 
che  di  forze,  à  foftener  l'impeto  de' nemici  fui  Ponte,  e  con  il  Tobaldi 
fcorgevafi  il  fuo  Alfiere  Giulio  Vallati ,  che  con  alta ,  e  fiammeggiante  in- 
fegna ,  in  cui  à  gran  lettere  d'oro  era  fcritto ,  Tro  Fide ,  &  Vatna ,  rappre- 
Tentava  di  nuovo  à  Roma  lo  fpettacolo ,  poco  quindilungi  fucceduto ,  dell' 
antico  Horazio ,  che  in  difesa  della  Patria  folo  pugnò  contro  tutta  la  To- 
fcana .  Ma  haveife  voluto  il  Cielo ,  che  al  valore  di  quefti  Capitani  folTe  fta- 
ta  congiunta  milizia  proporzionata  al  gran  bifogno .  Conciofiacofache  e  li 
foldati  paragonati  con  gl'inimici  furono  pochi  in  numero,  e  que' pochi 
inefperti  nell'armi,  e  combattenti  più  tofto  per  forza,che  con  forza .  Sicché 
la  pugna  fu'l  Ponte  fu  fiera  fu'l  principio ,  e  dubiofa  ancora  per  ambe  le  parti 
la  vittoria ,  e  fé  folfe  ftato  più  coftante  il  progreffo ,  e  più  durevole  il  corag- 
gio, certamente  li  Tedefchi  non  havrebbono  in  quel  giorno  trionfato  di 
Roma.  Mi  Dio  volle  punir  per  ogni  verfo  li  Romani,  e  morti  generofa- 
mente  con  le  armi  alla  mano  il  Tobaldi,  &  il  Vallati,  il  combattimento 
degenerò  fubito  in  fuga,  elafugaintal  confufione  de' foldati,  eintalco- 
fìernazionediRoma,  che  Roma  potè  dirfi  prima  foggiogata  dallo  fpaven- 
to ,  che  da'  nemici .  Al  gemito  de'  moribondi ,  al  terror ,  che  tutti  forprefe , 
ciafcun  configlio  prefe  di  chiuderfi  nelle  proprie  cafe ,  nafcondere  i  proprii 
baveri ,  e  ferrate  porte ,  e  fineftre  fuggir  ancora  la  poca  luce  di  quell'infau- 
fto  giorno ,  che  già  declinava  alla  notte ,  come  fé  il  non  vedere  (oìXq  ftato  ri- 
medio valevole  à  non  elfere  veduti .  Molti  Cardinali  fi  ritirarono  in  Caftel- 
lo,  màhebberopiù  à  fare  in  entrarvi ,  che  in  giungervi .  Il  celebre  Cardi- 
nal Lorenzo  Pucci,  Datario  di  Giulio  Secondo,  e  di  Leon  Decimo,  Pe-  ^^  s^-ioi -■ 
nitenziere  Maggiore ,  cotanto  celebrato  dal  [e]  Sadoleti,  e  prima  di  lui  da  ^aàtund!Z\  '  '"' 
Erafmo,  che  dedicogli  le  fue  annotazioni fopra  li  libri  di  S.Cipriano,  op- 
preflo  dalla  tumultuante  calca  del  popolo,  rimafe  ferito  i\\  tefi;a ,  e  mal  pifto 
inunafpalla,  e  non  altrimentepotè  entrarvi ,  che  per  un  buco  ftramazzone 
per  terra  j  &  il  Card.  Francefco  Armellino ,  tirato  su  da  una  fineftra  den- 
Tomo  IV,  A  a    3  tro 


Clemen-  ^^^  Secolo  XVI. 

TE  V 11.  |.j-Q  y„2  j-g(^2  ^  Col  medefimo  difordine  caminavano  le  altre  cofe  nel  rima- 
nente ancora  di  Roma ,  che  fprovediita  affatto  allora  di  difefa ,  reftò  preda 
IfsTiZ  p^g.'Aìo.  efpofta  alla  rapacità  de' nemici.  [<i]  Contigit,  dice  Pietro  Giuftiniani  nella 
in  HÌfi.'rentm  Ve'-  fua  Veneta  Hiftoria  ,  miferabilis,  fadaque  B^man<ie  Urbis  direptio  ,  qualts 
nttarnm,  ^ijj^  ^^^  ^  Gothìs ,  ficc  ù  LoTìgobardis  ,  yandalifve  fa6la  legitur.  Hi/pani , 

Cermanique  milites  in  omne  crudelitaùs  genus  prolapji'multas  Urbis  partes 
inceniunty  facray  profanaque  diripiunt,  omniaque  fuga,  tumultui  terrore  y 
ac  cade  replent  :  nec  Cardinales  ,  Epifcopi ,  cxterique  viri  religioft  impias 
depmdantium  effugere  mmus .  JEdes  quoque  facra  ad  unam  omnes  /poliate 
funt ,  va/aque  libatoria  divtnis  rebus  dicata  in  pr^tdam  ne/arie  a6ia ,  ab  alta- 
ribufque  ablata  aurea  crucesy  prettofa  eandelabra,  Sacerdotalia  mdumenta, 
atque  ufque  m  facrofan^a  Dominici  corporis  tabernacula  rapaces  manus  m- 
jeÙa  y  omnefque  tandem  Ecclefiarum  thefauros  barbarico  fajlu  ,  immanique 
avaritia  crudelis  hoftis  eìcptlavit  ;  atque  in  U^ligionis  Chrtjiiana  ludibrium 
yirgines  facras  vel  violai ity  vel  expoliatas  m  publicum  nudo  corporetraxit  : 
cateras  quoque  matronas  eadem  ignominia  affecit  ;  nullum  pratereà  fuit  genus 
hominum  y  nulla  tota  B,oma  vel  publicay  vel  privata  domus  ,  qua  furentis, 
facrilegique  hofiis  manus  evaferip.  Così  egli;  &  il  medefimo  Coeleo  fcrit- 
b  cocU.ho(4nnQ.^^^  Tedefco  non  potè  non  dire,  [b]  Milites  Germani ,  &  Hifpani  in  ea 
pugna  nullum  habentes  facrorum  refpetlum  plurimos  occiderunt  non  folumin 
atrio  y  &  porticu  Bafilica  S.Tetriy  verùmetiam  in  ipfo  Tempio  y  atque  adeò 
'<&  circa  facratiffima  sharia,  &  circa  memoriasy  &  monumenta ^pojìolo- 
rum ,  aliorumque  Divorum ,  plurimum  fanguinis  effuderunt  ♦  Deva/tato  itaque 
BurgOy  mox  m  eam  Bfima  partem  y  qua  Tranflyberim  dicitur  y  irruerunty  in 
pradam  omnia  rapientes ,  c^  vita  redemptionem  à  quibuslihet  extorquentes , 
Cun&is  itaque  fubito,  &  inopinato  terrore  perculjìsy  eodem  viatoria  tmpetu 
eodem  die  irruerunt  y  &  inmagnam  B^mam  perTontem  Sixtinum,  ubi  multò 
minus  cadisy  quàm  m  Burgo,  fed  longè  plus  prada  fuity  &  pecunia  y  quia 
propulfo  in  Caftellum  Tapay  nemo  viÙori  exercitui  arma  impune  opponebat: 
plus  itaque  deditionisy  quàm  pralii  fuit.  B^ma  ergo  fìc  obtentay  captaque, 
ac  pervafzy  miles  abfque  duce  feroXy  effranis  in  pradam  omnia  ufurpavit  y 
facra  juxtay  atque  profana  y  neminem  à  direptione  militari  falvavit  deditio  y 
neminem  facer  locus  ,  neminem  Cafaris  ,  aut  nationis  nomen  ,  aut  favor  . 
Omnes  incoia  y  Jìve  Bimani  effent y  five  Hifpani  y  aut  Germani  y  amiljìs  rebus 
omnibus  corpora  quoque  propria ,  &  vitam  juxta  afiimationem  ab  irato ,  0* 
injultante  vittore  taxatam  redimere  coa6iì  funt ,  Tars  in  tormentis ,  &  im- 
mantffimo  cruciatn  defecit ,  vitam  fimtil  cum  pecuniis  relinquens  :  pars  femel 
redemptay  ne  rurfus  aflmaretur  y  abiit  ultrò  reli6its  omnibus  :  nam  contigit 
haud  ita  raro  eundem  feu  civemy  feuincolamy  autcurialem  nunc  ab  Hifpanis  y 
itunc  àGermanis  capi  y  torqueriy  ajìimariy  ac  are  mutuato  redimi.  Irrepferat 
in  eum  exercitum  per  quofdam  Germanos  lues  Lutherana  ,  qua  fané  milites 
inferii  omnia  facra  defpeBui  habebant  y  facros  caliceshaud  fecus  y  quàm  prò- 
fanos  y  attre6iabant ,  ac  diripiebant  :  venerabile  Sacramentum  abjicientes ,  py- 
xides  y  ac  monflrantias  argenteas  rapiebant  ftbi  :  facras  vefles  in  ludibrium  re- 
ligionis  no/ira  profanis  induebant  lixis  ,  ^  calonibus  ;  venerandas  Divorum 
reliquias  velut  offa  canum  abjiciebant ,  abrepto  argento  :  facras  item  Firgi- 
nes  haud  fecus ,  atque  meretrices  ,  ad  fluprum  rapiebant .  Quidam  Luthera- 
Ttus  eam  hifioriam  Theutonicè  defcribens  affirmat ,  Germanum  quemdam 
militem,  qui  dicebatttr»  Viridis  Silva,  verfo  ad  Cafiellum  S. angeli  ore  prò- 
'  i^    ''  '''~  clamale, 


Capmlo  IV  575,    "^Xn 

ctamaffe ,  in  voto  ftbi  effe ,  ut  ex  coy'pore  Vapa  fruftum  devoret ,  ^uod  Luthero  *  ^  '  *-^' 
nunciare  pojkt y  eòquòdVapaverbaDeihabmiis  impediperit ;  e  foggiunge, 
Mtlitest  ex  veteri  Cappella  Tapa ,  in  qua  ejus  Cantar  e  s  quotidie  MiJJàm ,  pias 
preces,  &horascanere  folebantt  fccide  flabulum  e^uommi  quibus  BullaSt 
quas  vacanti  aliafqueTontificias  litteras  fi4bjiyaverìnt;  e  fiegue  che  gli  He- 
retici,  Cardinalium  vefies  ,  ac  pileos  in  eorum  opprobrium  indwftey  fitium- 
que  creajie  Tapam  ex  Landesknechio  ,  qui  dixerit  in  fi6io  fmrum  Cardina- 
lium ccetu  ,  &  Concijiorio  ,  [e  donare  Tapatum  Luthero  :  Quijquis  militum 
id  approbet  i  dexteram  in  altum  tollat.  Mtlttes  itaque  levajje  manum  y  ac 
clamaffe  y  Lutherut  Tapa  >  Lathcrus  Tapa.  Così  egli.  Protezia  avverata 
diquelfant'huonio»  di  cui  di  fopra  fi  difle ,  che  annimziaflfeà  Roma  talea- 
ftigo  ronde  di  lui  foggiunge  il  M  Coeleo,  ecolCocleoil  Sanfovino  [b]  e'I  ^/sl!!ro'vL% ,  & 
Sudo,  Dimifjus  è  carcere  à  militibuSi  eis  quoque  pradixit  >  breve  fore  eo-  SHrinsin  hoc  anno 
rum  gaudium  ex  illa  prada.  Cam  igitur  eventrent  eay  qua  pradixerad  cre^  '^^^' 
ditus  eji  prophetìa  habere  fpirttum  ,  quem  &  vita  aufìeritate  probavit  * 
Joannis  Baptijìx  nomenhabensy  &  vita injtitutum  fequens.  Così iìCocìcOi 
che  con  rammarico  più  fenfibile ,  &  irreparabile  de'  Letterati ,  [e]  xMaxh  <^  ^"^*'"  '*'''• 
mum  damnum  j  foggiunge  y  quod  eruditi  pracipuè  deplorent ,  datum  eji  à 
barbarli  milmbus  m  Bibliotheca  Vaticana  ad  S,  Tetrum  ,  ubi  pretioftjfimui 
erat  librorum  thefaurus ,  quos  magna  eX  parte  furor  barbaricus  difperdidit , 
difsecuify  aut  viltffimè  dijìraxìt .  Così  egli.  Pianfeconlui  il  medefimo in- 
fortunio l'Autor  moderno  degli  Ecclefiafkici  Annali,  che  a  tal  racconto  ^  rfv^.ijar^ 
anch' ellb  dice,  [t/]  "^ofque  fapiùs  in  confcribendis ^nnalibus  Eeclefuijiì- nun.n'. 
cis  luximusy  cum  plura  mjignia  monumenta  in  Tontificum  libfis  recondita  , 
qua  proximam  hijtoria  lucem  erant  illatura ,  deftderentur .  Ma  quelle  ini- 
menfe  fceleratezze  potrebbonfi  dit  leggiere ,  fé  fi  paragonano  con  le  mag- 
giori .  E  primieramente  incominciando  dalle  cofe  facre  ;  non  rimafe  quali 
Piffide  \\\  alcun  Tabernacolo  di  Roma  *  che  gittato  in  terra  il  Sacramento  > 
non  divemlfe  preda  di  que' Barbari  :  anzidiceiì,  che  sfarzofi  nella  empie- 
ti,  come  fé  la  loro  mira  folle  difetta  non  tanto  contro  le  cofe  divine,  quan^ 
tocontroDio,  chiamafieroungiorno  [e]  un  Sacerdote  Curato,  efolle- *  ^'""•'•"''''^'*- 
citamente  lo  conducelfero  ad  una  cafa  col  Santiffimo  Sacramento  in  ma^. 
no,  per  dare,  com'efllglirapprefentarono,  il  Viatico  à  un  moribondo, 
AndOvvi  il  Curato,  ma  gli  empii  nella  ftalla  di  quell'habitazione  lo  intro- 
dufi'ero,  eqiiiviadun  vilifiìmo Giumento  coleo  interra,  gli  comandaro- 
no, che  porgeffe  in  bocca  la  venerabile  particola  :  della  quale  hornbile  ri- 
foluzione  fpaventato  il  devoto  Sacerdote,  amò  meglio ,  come  fegiù ,  per? 
der  la  vita  in  quel  luogo,  che  profanare  in  quel  luogo  l'alta  Sacramentata 
Maeftà  del  fuo  Dio .  Ali?  iaiagini  de' Santi,  à  chi  di  efle  fu  cavato  un' oc- 
chio, a  chi  lacerata  la  faccia,  eòftatue,  ò  tele  elleno  folfefo,  in  gran  par- 
te ridotte  in  pezzi,  e  f-acaifate  :  le  loro  reliquie-  involato  fargento,  che 
le  racchiudeva,  gittate  perle  llrade  a' cani,  e  di  elfe  co'loro  Reliquiarii 
caricate  per  fretta  alcune  navi  daSpagnuoli,  veleggiarono  in  Spagna  per 
dividerfi  quivi  più  agiatamente  la  preda  :  màdifefeDiolifuoi  morti  fervi 
con  la  trincera  di  una  fpaventofa  tempelU  ,  che  sbalzò  le  navi  difperata- 
mente  in  Sardegna,  nella  cuilfola,  conofcendo  gliSpagnuoli  l'improvifo 
fdegnodiDio,  ericonofcendo  il  loro  facrilego attentato,  depofitùroiio 
conlufi  que'facri  pegni  nelle  mani  del  Vefcovodi  Cagliari,  implorando 
perdono  al  Cielo,  &  al  Vefcovo  della  loro  temeraria  baldanza:  e  nn.  .enfi 

A  a    4  "iia 


TE    Vii.       l'ina  lettera  di  eflb,  in  cui  egli  prega  il  Pontefice  à  permettere  *  che  di  s? 

nobile  teforotimanefle  arricchita  quella  fiia  Cathedrale,  giacche  il  Cielo 

per  impenfata  via  haveva  colà  condotto,  comeinrefugio,  que' Santi:  al 

ìi'iiib.Brtv.^n.  che  Clemente  rifpofe ,  [a]  che  in  più  opportuna  congiuntura  haverebbe 

llnJep.rffntT^^.  ^^^^  df^ofta  alla  domanda .  Fra  le  molte  Reliquie  allora  ò  gittate ,  ò  fper- 

««.  IJ27.  «.44.     dute,  ò  involate  [^]  annumera  il  Piazza  un  braccio  di  S.Alefliio  donato 

%tt7j7at!l%Zd2i\C3Lvd,Gmdo?ÌQrk^^^  di  cui  egli 

ucjy.urum^   apud  era  Titolare ,  &  un  deto  di  S.  Niccolò  medelimo ,  che  confervavafi  medefi- 

rT^i^,7clrd.fag,  mamentc  in  quclla  famofa  antica  Diacouia .  Ma  furono  allora  non  invola- 

w/;;8<s4.cw.2.      te  da' Barbari ,  ma  involate  a' Barbari,  e  dal  devoto  Curato  nafcofte  fotto 

terra,  d'onde doppo  cent' ottant' anni  ritrovate,  nTnrferoallapnblicave- 

tvS''y/''r'' '^' "^'■''^^^"^^"^"^^^^^S"^"^^^^"^^^^^^^^"^^"''^-^^"  t^^  Mi  non  cosìven- 
'"*'    '"''^'     ne  fatto  à  quella  facrilega  mafnada  d' involar  l'argento ,  ove  ilavano  rac- 

chiufe  dentro  la  Chiefa  di  S.Gio:  Laterano  le  tefte  de'SS.  Apoftoli  Pietro ,  e 
Paolo  :  conci ofiacofache  Dio  no'l  permelfe,  e  infufe  loro  un  così  fenfibi- 
ti!l'"di'paòu]v.  le  terrore  nell'avvicinarlìi  quel  facro  Tabernacolo,  che  tutti  [fi]  Kl^eminey 
rfw<r4;-4fc;w« /.!.*  come  dice  il  citato  Manofcritto,  nifiDeo,  perjequente  ^  fugerunt .  Se  così 
'*^'  fpietatamente  furono  oltraggiati  li  Santi,  quindi  fi  raccolga ,  quali  horri- 

bili  ftrazii  fotfrilfero  da  quegli  Heretici  la  nobiltd,  e  popolo  ài  Roma .  Non 
fu  Monafterio ,  ò  facro  Clauftro  efente  dalla  loro  rapacità ,  e  libidine .  Tut- 
te le  cafe  furono  mefle  i  facco ,  tutte  le  perfone  à  taglia ,  e  que'  medefimi , 
che  fi  ftimavano  allìcurati  dalla  protezzione  di  Cefare ,  eglino  i  primi  furo- 
cfrd7naii'Jm^'^"  "^  malmenati,  come  gli  altri .  Il  Cardinal  Ferdinando  [e]  Ponzetti  del- 
la fazzioneCefarea,  riputato  in  fama  di  gran  ricchezze ,  ficcom' egli  era 
in  quplla  di  grande  fcienza,  fu  in  obbrobrio  della  dignità  Cardinalizia  fo- 
pra  un  Afino  fatto  girar  per  i  luoghi  più  frequenti  di  Roma,  percofl'o  da 
calci,  epiftodapugni,  finche  ridotto  in  cafa,  fu  forzato  oltre  al  paga- 
mento di  ventimila  feudi  di  taglia,  à  rimaner  dolente  fpettatore  del  fac- 
chcggiamento  della  fua  cafa  :  onde  ottogenario  eh' egli  era ,  india  mendi 
quattro  mefi  lafciò  di  vivere ,  con  augurio  di  più  lunga  vita ,  com'  efprefie 
il  fuo  nipote  fopra  il  di  lui  fepolcro  nella  Chiefa  di  S.  Maria  della  Pace  in 
Roma,  lij  facram  direptionem  vidijfet .  Fra  Chriftofano  Numalio  da  Gene- 
rale dell' Ordine  di  S.Francefco  inalzato  da  Leon  Decimo  per  merito  di 
dottrina  alla  dignità  Cardinalizia,  forprefo  dagli  Heretici  in  letto  fotto  il 
tormento  della  podagra,  pafsò  quindi  all'  altro  più  acerbo  di  ogni  più  abo- 
minevole ftrapazzo.  Eglino  prima  lo  ripoferoveftito  Pontificalmente  in 
utia  bara  in  forma  di  morto,  e  dal  fuo  Palazzo  procefi^onalmente  lo  por- 
tarono alla  Chiefa  del  fuo  Titolo  dell'  ,Ara  Codi  con  torcie  accefe  (quin- 
ci, e  quindi,  e  con obbrobriofi canti  di  vergognofe  canzoni  fattogh  un 
facrilego  flinerale,  gli  aprirono  avanti  la  fepolturaj  per  farlo  quivi  mo- 
rir vivo ,  fé  prontamente  loro  non  pagalTe  una  grofiiffima  taglia  :  ed 
efibendogli  l'invitto  Ecclefiaftico  tutto  il  fuo  havere ,  proceffionahnen- 
te  nella  medefima  conformità  diprimalo  riportarono  alla  fua  cafa,  dove 
que'  Lupi  rapaci  non  ritrovando  pafcolo  adequato  alla  loro  fame  ,  lo 
prefero  hor  uno ,  hor  l'altro  in  groppa  fu'  proprii  Cavalli ,  e  in  giro  lo  con- 
duifero  da  i  di  lui  amici,  per  ottener  dalla  loro  pietà  il  fupplimsnco  della 
iibid,  taglia  :  onde  anch' efib  l'anno  feguente  addolorato  ,  [/]  e  mefto  morì, 

fpecchio  di  coftanza ,  e  preziofo  a v  /anzo  della  heretica  fierezza .  La  mede- 
fima fortuna  corfei'o  li  Cardinali  Jacovaccjj  diSiena,  della  Minerva ,  e  il 

cele- 


Capitolo  IV.  577       Clemen- 

celebre  Cardinal  Tommafode  Vio,  detto  il  Gaetano,  di  cui  Clemente  '^^  \i.l' 
fentendo  le  ignominie,  e  gli  ftrapazzi,  mandò  piangendo  à  raccomandar- 
lo à  non  so  quarUificialeTedefco,  dicendo  [rt]  Cavete^  ne  extinguatis  lii- ■>■  fi''^'-^ 
men  Ecclefta .  Il  Card.  Clemente  Enkenvortio  con  quaranta  mila  feudi  ri- 
comprò  ilfacco  del fuo  Palazzo  :  Giulia  del  Bufalo  prima  depredata  nella 
cafa,  fu  poi  coftretta al  pagamento  replicato  di  mille  cinquecento  feudi 
per  il  rifcatto  del  fuo  conforte  :  Ciriaco  Matthei  ad  altri  otto  mila  per 
quello  de' fuoi  figliuoli  :[/>  ]  Marc' Antonio  Altieri ,  Niccola  'jz.cov^.Q-h  PatrUiode'iir.f-^ 

ci,  e  Domenico  de' Mammi,  Huominiy  come  dice  l'accennato  Autore,  •^^5J°^'''.'/7w/^I.'- 
di  età  grave  illnjìrt  non  meno  che  di  cojiumi  ,  degni  di  lode  ,  e  di  fama  ,  codiiioma^artr.. 
affidati  nella  fazione  Colonnefe ,  ricevettero  l'alloggio  in  cafa  de'Tedefchi,  ^"^  -'^J^* 
che  entrativi  amici,  fé  ne  partirono  faccheggiatori  con  taglia  al  primo  di 
dieci  mila  feudi  d'oro.  Tutti  li  Palazzi  di  Roma  prima  fi  arrenderono  in 
compofizione  per  evitarne  il  facco ,  e  poi  pagata  la  taglia ,  ne  riportarono 
il  faccheggiamento .  Li  Rioni  ad  uno  ad  uno  fopportarono  riftefie  violen- 
ze, e  con  inaudita  viltà  de'Romani,  ciafcunneghittofo,  e  cheto  attende- 
va in  cafa  il  fuo  carnefice  ;  onderagionevolmente  fi  annumera  dagli  Scrit- 
tori il  valore  del  folo  facco  di  Roma  à  più  di  venti  milioni  di  feudi  d'oro . 
[e]  Sicché  hebbe  à  dire  Gio:  Pietro  Caraffa  ad  alcuni  Soldati  Spagnuoli,  e  oidoimsin  ^d. 
che  incontratifi  in  lui  fui  Colle  Pincio ,  e  riconofciutolo  per  quel  deflb  Ec-  'i^'f/;'"'"  ^^''""" 
clefiaflico,  che  con  tanta  ammirazione  de' popoli,  e  de' Grandi  haveva 
nelle  Spagne  efercitato  il  minifterio  diConfigliere,  e  di  vice  Cappellano 
maggiore  del  Re,  insinocchioni  eli  domandarono  la  benedizioae  ,  f^l  '^..^'''"'T!,  '"  "''' 
Ego  ne  jacrtlegis  ,  atque  execratis  capmbas  faufta  precatione  benedicam  ^  vita  Pa»u  iv. 
Ite  maledigli  in  ignem  atvrnum  :  perloche,  di  lui  fogginnge  il  Ciaccone, 
[e]d  Cafarianis  mtlitibus  Urbem  diripientibus  male  habitus  fuit .  Se  de-   cin  vhh  cird. 
fcriver  minutamente  tutto  fi  voleffe,  lunga,  e  deplorabile  Hiftoriacon-  -"^'rbAa.petrttiC^- 
verrebbe  tefiere  di  quelto  fucce(fo  ,  che  fii  uno  de' più  miferandi ,  che 
lì  leggano  in  tutte  le  Hiflorie  de' tempi  trafcorfi.  Conciofiacofache  non 
così  mai  inferocirono  i  Gothi  fotto  Alarico,  né  li  Vandali  fotto  Gen- 
ferico,  quando  gli  uni,  e  gli  altri  fi  fottopofero  Roma,  e  ne  involarono  ^ 

gli  arredi,  e  le  ricchezze.  Poiché  fi  riconobbe  in  eflì  qualche  freno  di  di- 
vozione ,  e  qualche  fenfo  di  humanità ,  portando  eglino  rifpetto  alle  Bafili- 
che  de'Santi  Apoftoli ,  allafantitàde'Clauftri,  alla  pudicizia  delle  Vergi- 
ni, al  patto  delle  leggi;  quando  i  Luterani  confondendo  Cielo  *  e  Terra, 
<e  mandando  al  pari  degli  huomini  anche  Dio ,  dilapidato  il  Santuario ,  ri- 
duifero  in  ftalla  il  Tempio  di  S.Pietro,  profanati  li  Monafterii,  efiraffero 
quindi  ad  ogni  lor  voglia  le  fpofe  di  GiesùChrifto,  perduto  ogni  ftimolo 
di  honore ,  rapirono  da'  Palazzi  nobili  Donzelle  in  abufchdi  lufTuria ,  e  co- 
me beftie  non  tenute  ai  patti ,  fottopofero  con  intolerabili  arìgarie  à  nuovo 
sborfo  di  taglia  chi  di  già  ne  haveva  pagato ,  col  fegno  Itelfo  del  fuo  fanguej 
il  pattuito  taglione.  Onde  avvenne,  che  molti  huomini  ò  su  i  tormenti 
lafciaffero  la  vita  per  impotenza  di  rinvenir  nuovo  denaro,  oda  fé  medefi- 
mi  fi  uccideffero  attediati  di  tantabarbarie,  e  molte  riguardevoli  Donzel- 
le ,  e  Matrone  fi  avventaflero  generofamente  alli  pugnali  flefiì  de'loro  Rat- 
tori,  per  confervare  intatto  l'honore  del  lor  Cafato .  Perloche  meritamen- 
te fu  pianta  da  tutti  cotale  inhumana  ftrage ,  e  il  celebre  Cardinal  Giacomo 
Sadoleto  più  di  tutti ,  fcrivendoà  Pietro  Bembo,  hebbe  adire,  [/]  Gra^  fSadohtus  i!i,.x. 
yijTmum  fmt  audire ,  Urbem  omnium nobililJìmam ,  domictliimlmpcrn,  ac  Epìiì.i6,pal\^. 

digni-     ^^'^' 


Clemfv 

T£   VII. 


378 


Secolo  XVL 


dìgnitatis  Sedem ,  &  patriam  omnium  noflrum  ita  captam ,  ac  direptam  :  cU* 
des i  caedes,  ftrages  toty  tamque  maudnas  abhofte  immani,  &  impio  fuiffe 
fa^ias ,  in  quibus  &  Tontificismaximi,  quemegoincredibiliter  amoi  indigni 
cafus,  &  mnltorum  prjetereà  cbarijjimorum  )  afque  amicijjimèmm  hominem 
fnortes ,  C^  exiìiu  me  t^ehementer  perturbarli  :  in  quo  angore  animi ,  elfi  ea 
requiro  ex  Jiudiis  do6lrin£  dolor is  folatia ,  qu<£  mihi  adjumento ,  c5*  levatio- 
ni  ejìe  pofjint ,  tamen  baud  ita  multitm  ufque  adhuc  perfe6Ìum  efi  :  omnem- 
enim  medie inam  vinctt  dolor,  nec  Jìc  poj]um  fiudere conjiantia ,  utoblivifcar 
humanitatis .  Sed  hac  Deus  viderit ,  cui  me  totum  addtxi  »  Così  egli ,  che 
medefiiTiamente  ad  Erafmo ,  il  quale  con  affettata  pietà  fpacciavafi  per 
Cattolico,  e  lagnavafi  del  trionfo ,  che  della  prefa,  e  faccodiRomaface* 
vano  gli  Heretici  in  Germania ,  in  deplorabile  tenore  così  rifpofe  ;  Urbis 
B^maè  cafum ,  quem  pluribus  defles ,  non  alterius  arbitrar  eloquemia  dignè  pof- 
fe  deplorar i,  quàm  tua  :  incredibile  ejì,  quantum  calamitatis ,  &  damni  ex 
illius  Urbii  ruma  omnihumano  generi  my?e5ium  (itiin  qua,  et{Ì  vitia  quoque 
nonnulla  inerant,  maximam  tamen  multò  partem  dominabatur  virtus  1  domici- 
lium  certe  humanitatis ,  hofpitalitatis ,  comitatis  ,  omnifque  prudenti^  civi- 
tas  illa  femper  fult  ;  cujus  excidio ,  fi  qui  j  ut  fcribis  ,  Utati  funt  ,  li  non 
homines  ,  fed  [efa  potiùs  immanes  funt  exijiimandi  :  quamquam  hoc  paucis 
arbitrer  contigiffe,  ut  aut  non  doluerint  nobilifjlm^  omnmm  i  (jr  multò  prjs- 
fiantiffima  Urbis  clade  ;  aut  fi  furore  quodam  ufque  eò  dvbacchati  ftnt ,  ut  hoc 
illi  exit  li,  malique  optaperint,  nunc  faturatis  odiis  ,  «0»  aliqua  furoris  jui 
poemtentia ,  &  victjjuudine  rerum  humanarum  moveantur .  Sed  de  bis  vide- 
ritDeus,  quos  tu,  quod  fcribis,  refiùifcere  jam  coepiffe  ;  cupio  equidem  ,  ut 
ita  fit,  idque  precari  Deum  non  defmam  ;  non  enim  odi  illoi  ,  quin  eos  re- 
ferti ad  famtatem  opto;  fed  tamen  Deus  viderit  »  Cosi  egli,  [a] 

Intanto  in  Roma  corrotta  l'aria  per  la  moltitudine  infepolta  de' cadave- 
ri, e  mancate  le  vettovaglie  per  il  commercio  perturbato  del  vicinato, 
Refa  del  Caftei  l'addolorato  Pontefice  vedeva  dall'alto  del  Cartello  infuriar'  unitamente 
Pomffile','  ti  per  la  fua  Roma  li  tré  potenti  caftighi  di  Dio,  della  Guerra,  della  Pefte, 
Capitola/iòne     e  della  Fame,  li  quah  approdìmandofì  anch'elfi  all' habitazione  del  Pon- 
Teddcbi'"'"      tetìce  ,  andavano  comparendo  altrettanto  più  formidabili ,  quanto  più 
proifimi.  A  ciò  fi  aggiungeva  lo  ftrettoalìedio,  concuiitringevailCa- 
iklio  il  Principe  a'Oranges ,  che  nell'  avanzare  gli  approcci  colpito  di  mo- 
fchettacain  faccia,  rimafegli  pofcia  moftruofamente  ftorta  una  ganafla, 
come  niercato  da  Dio  con  patente  impronto  in  pena  del  fuohorribiiefa- 
Icnlegio .  Ma  la  pena  del  reo  rare  volte  fuffraga  ali*  opprelfione  dell'  inno- 
cente. Trattoifi  dunque  dal  Pontefice  con  l'inimico  capitolazione,  ere- 
fa,  col  motivo  principalmente  della ellrema  miferia,  in  cuiegh  ritrova- 
yal],  e  della  difperaLafperanza  di  poter  ricever  foccorfo  dall' efercito  del- 
la Lega  da  elio  avanti  il  facco  conclufa  con  li  Veneziani ,  effendo  compar- 
fo  lìn'alia  vifta  di  Roma  Francefco  Maria  Duca  d'Urbino  Generale  de' 
Collegati  più  per  vedere  la  defolazione  di  quella  Città ,  che  per  foccorrer- 
la  :  del qualtradimetitolafciando ad  altri  Autori  ladeteftabile  relazione, 
noi  folaaiente  ci  atterremo  nell'  ammirazione  de'giuftì  giudizii  di  Dio ,  co' 
quali  egualmente  punì  allora  il  popolo  di  Roma,  &  indi  a  pocomen  di 
cent'anni  la  cafa  della  Rovere  dominante  in  Urbino,  ch'eftintain  un'al- 
tro Francefco  Maria,  viddefi  quello  Stato  impenfatamente  ridotto  fotto 
ti  comando  di  quel  Monarca,  che  il  primo  Francefco  Maria  haveva  cpsì 

vitu- 


a  Ihidtm  pag.^ì. 


Capitolo  IV.  379        Clemen- 

vituperofamentc  tradito.  E  le  capitolazioni,  e  la  efecuzione  di  effe  fu-  ^E  VII. 
tono  tali,  quali  afpettar  fi  potevano  da  un  Principe  d'Oranges  Lutera- 
no, e  da  tutta  quella  empia  mafnada  di  Heretici . 

La  prima,  che  pagalfe  il  Papa  quattrocento  mila  feudi  all' efercitoCe- 
fareo  in  tre  paghe,  cioè  cento  mila  prefentemente ,  cinquanta  mila  fri 
venti  giorni,  cioè  per  tutto  il  giorno  ventifeidel  medefimo  mefe  di  Giu- 
gno, eli  rimanenti  ducentocinquanta  mila  fra  due  meli  prò  (fimi.  La  fe- 
v^onda,  e  terza  coniìfteva  nella  confegna  del  Cartello,  e  di  altre  Piazze 
dello  Stato  Ecclefiaftico  nelle  mani  de  Tedefchi .  La  quarta ,  che  sborfate 
le  due  prime  paghe,  il  Papa,  coni  Cardinali  efiftenti  in  Caftello,  doveffe- 
ro  edere  trafportati  prigioni  a  Napoli ,  ò  a  Gaeta ,  fin  al  compimento 
dell' altra  paga.  La  quinta,  che  per  ficurezza  delle  paghe  fi  confegnafle- 
ro  in  mano  degl'Imperiali  in  ortaggio  l'ArcivefcovodiPifa,  quello  di  Si- 
ponto,  il  Datario,  il  Vefcovo  di  Pirtoja,  Giacomo  Salviati,  Lorenzo 
Ridolfi ,  e  Simone  Ricafoli .  La  fefta ,  che  C\  dafie  libertà  a  tutti  li  refugia- 
tiin  Cartello,  fuorché  al  Papa ,  &  ai  Cardinali.  Lafettima,  che  fi  affol- 
veflero  li  Colonnefi  dalle  cenfure ,  e  fcommuniche ,  nelle  quali  eglino  era- 
no incorfi .  Così  le  capitolazioni  :  per  la  cui  oliervanza  fu  confegnato  agi' 
Imperiali  il  Caftello ,  nel  quale  entrò  l'Alarcone  con  cinquanta  compa- 
gnie di  Fanteria  :  e  premendo  agi' inimici  la  confegna  della  prima  paga, 
quanto  la  dedizione  del  Caftello ,  furono  in  elfo  introdotti  quanti  Zecchie- 
ri fi  rinvennero  in  Roma,  e  di  quant'oro,  e  argento  ritrovofil  dentro  il 
Caftello,  furono  follecitamente  coniati,  e  pagati  li  primi  cento  mila  fcu- a /»/«/,».4rf.w.f. 
dipromeflìi  e  non  rinvenendofi  altr'oro,  ò  argento  [^]  per  la  foluzio-  ^^  J^^^y^]'^  j*'"' 
ne  degli  altri  cinquanta  mila  pattuiti  fra  li  venti  giorni,  fi  riduflero  in  mo- 
neta li  dodici  Apoftoli  di  argento  della  Cappella  Pontificia,  la  gran  Cro- 
ce, e  li  candelieri  di  effa,  &  altri  vafi  facri,  ch'erano  per  Romaavvan- 
zati  alla  rapacità  di  que'  Lupi ,  e  fin  il  ritratto  di  alcuni  Cappelli  Cardina- 
lizii,  conferiti  in  quefto  gran  cafo  in  rifcatto  del  Principe,  improntando- 
fi  tutto  queft' argento  in  feudi,  e  mezzi  feudi  con  la  effigie  delle  tefte  de* 
SS.  Pietro,  e  Paolo  da  una  parte,  e  dell' arme  del  Pontefice  dall' altra  imi 
per  li  rimanenti  ducento  cinquantamila  accordati ,  &  aflegnati  in  diverfe 
impoiizioni ,  non  concludendofene  la  effettuazione  per  la  impofllbilità  del- 
la efazione  fopra  gli  afflitti  popoli ,  irritati  dalla  dilazione  gli  Heretici ,  co- 
me fé  nulla  havelfero  depredato  nel  facco,  furfero  ferocemente  fopra  gli 
oftaggi,  pretendendo  eglino  di  ritrovar  nelle  loro  vene  quel  denaro,  che 
con  tanta  abbondanza  fpietatamente  havevano  fucchiato  dalle  vifcere  de' 
compatrioti.  Per  la  qual  cofa  furono  que' nobili  prigionieri  così  crudel- 
mente ftraziati  con  funi,  percoffe,  e  barbari  trattamenti,  che  fin'un  gior- 
no tliron  condotti  dal  Palazzo  della  Cancellarla ,  ov'  era  la  loro  prigione , 
a  Campo  di  Fiore  fotto  le  forche,  fatte  allora  inalzare  per  appicarli,  fc 
li  Tedefchi  diffuafi  da  più  faggi,  òmen  fieri  configlieri,  non  li  haveffero 
poi  ricondotti  alla  prigione,  per  prolongargli  quivi  più  dolorofa  la  mor- 
te .  Mi  eflì  ftanchi  di  più  forfrire  così  indecenti  ftrazii ,  con  l'ajuto ,  &  ope- 
ra di  Gio.BattiftaMontebono  Cameriere  del  Papa,  oppiate  in  lauta  cena 
le  guardie,  esùfalendoperlaceppadiuncaminoconunacorda,  e  quindi 
pe'l  tetto  trapaffando  in  una  proffima  cafa,  e  quinci  difcendendo  nella  ftra- 
da,  fopra  apportati  deftrieri  fuggendo ,  falvarono  la  vita  ,  e  i'honore  , 
lungi  dalle  infolenze  de' Luterani ,  e  da  Roma. 

Ma 


S"         380  ,.    .      Secolo' XV r. 

Carcerazione  mi-  ^^  "^^  COSI  il  m'iferabilc  Ponteficc ,  cheracchiufo  in  iftretto  carcere 
feribile  deiPon-  del  Caftcllo ,  fpefromvocavariradiDiofopra  i  nemici  della  Religione  di 
"  '^  •  Chrifto ,  e  invano  implorava  (iti  il  foccorfo  di  vitto  da  quelle  fpietate  cu- 

ftodie.  In  modo  tale  cheinutilmente  richiedala  clemenza  diCefare,  che 
ne  induggiava  la  liberazione ,  fu  anch'  egli  forzato  fotto  la  fcorta  di  Luigi 
Gonzaga,  traveftitodaMercadante,  di  notte  tempo,  con  tré  foli  fami- 
iS.D1cemu.1517.  liari,  Higgir  [a]  per  la  porta  de*  Prati,  d'onde  condottoli  in  falvo  nella 
proflìma  Fortezza  di  Orvieto ,  quivi  libero  dalle  unghie  degli  Heretici  , 
finì  di  rapprefentare  al  Mondo  una  lacrimevole  tragedia  di  quanto  mal  ficu- 
rafia  la  maeftà  di  un  Principe  difarmató,  e  non  aifìftito  in  ognitempo  da 
quelle  forze ,  che  Dio  hd  contribuite  a'Sovrani  per  ficurezza  della  perfona , 
e  per  indennità  de'  loro  Stati .  L'inimico  parte  marcito  nelle  depredate  ric- 
chezze, parte oppreflb dalla fopravenuta  peftilenza,  che  uccife amici,  e 
nemici ,  rimafe  in  horrore  al  Mondo ,  e  in  documento  anch'  eflb  ai  pofteri , 
di  quanto  mal  vinca ,  chi  pugna  contro  il  Santuario  di  Dio .  Conciofiaco- 
fache  con  iilrana rivoluzione,  e  cambiamento  di  cofe ,  e  con  molto  mag- 
giore ammirabile  confiderazione  della  protezzione  di  Dio  fopra  il  Pontifi- 
cato Romano,  non  paflarono  pochi  m"efi,  che  viddefi  Clemente  nel  pof- 
feifo  de'  fuoi  primieri  Stati ,  riconofciuto ,  e  venerato  per  fupremo  Princi- 
pe del  Chriftianefimo ,  richiefto  di  perdono  da'  fuoi  medefimi  nemici ,  e 
fin  dall' Imperador  Carlo  V.  che  partitoli  dalle  ultime  parti  della  Europa 
per  adorarlo ,  ricevè  genufleffo  dal  fuo  già  prigioniere  il  diadema ,  la  con- 
fa Kr^ii  /'  «»j?r«  fermazione  dell' Imperio,  il  congiungimento  del  parentado,  e  contro  [Z?] 
Tncilm.m.'^'''  l'armi  de' Turchi  fovenimento  di  denaro  da  quegli  medefimo,  ch'effo  ha- 
veva  poc'anzi  così  ignominiofamente  impoverito,  e  faccheggiato .  E 
quindi  l'ufo  provenne  di  erigger  Monti  in  Roma,  con  li  quali  ilPonteftce 
per  fupplire  all'  armamento  aufiliario  delle  truppe  da  lui  del-linate  al  foccor- 
fo dell'  Imperadore  contro  le  armi  di  Solimano ,  indebitò  le  rendite  dello 
Stato  Pontificio  come  unafpecie  di  cenfo  confegnativo fotto  il  vocabolo  di 
Lochi  di  Monti,  ritrahendo dalle  private  perfone  il  denaro,  del  quale  fi 
formarono  tanti  Afowf/,  quante  centinaia  di  feudi  da  efle  venivano  alni  fom- 
miniftrate,  con  grande  interufura  di  frutto  in  feudi  dieci  per  cento.  Due 
mila  ne  furono  eretti  la  prima  volta ,  che  importarono  in  Capitale  duecen- 
to mila  feudi ,  e  furono  denominati  Monti  Fede ,  dalla  caufa ,  per  cui  egli- 
no furono  creati .  Succefllvamentepoi  da'fulTeguenti  Pontefici  per  la  me- 
defima  ragione  di  Fede,  eglino  cosìfmifuratamente  fi  accrebbero,  che 
co'l  progreflb  del  tempo  ripofero  in  debito  il  patrimonio  Pontificio  fin'  al- 
la fomma  di  prelfo  dieci  milioni  di  feudi  in  capitale ,  i  cui  frutti  afforbifco- 
c  e  Ara.  de  Luca  j^q  j^  mageiore ,  e  miglior  parte  dell'  entrate  temporali  de'  Papi  :  f  e  1  Unde 
f>»»  vacaiyiiium  Itquet ,  foggiungc  qui  a  noltro  propolito  un  eminentiiiimo  Autore,  quod 
vrbis  c.s.K.jì.  illud  aurum  qmd  à  panibus  ultramontanis  adUrbem,  &  B^manam  Curiam 
obyenit ,  occafìone  expeditionum  Dataria  ,  &  Cancellaria  ^poftolica ,  adeò 
magmficatum  à  malignti ,  vel  ab  mdoBis,  c^  non  inforni atii ,  importai  pau- 
cas  guttas  comparatione  fiummum  ami  per  Sedem  ,  &  Cameram  ^pofloli- 
d  Vedi  in  qttefio  Cam  profufì  j  eir  tranpmijfi  ad  eafdem  B^giones  ultramontanas  ;  ma  quefti 
\tomo  li  Ponti/,  conti  fi  ridurranno  più  ampiamente  al  calcolo  nella defcrizione  [d]  de* 

di  Pio  V.  Gregorio  —  -r  ■         ì        r 

xin.siftoV.Gre-  pontificati,  che  lieguono. 

^InteVnl  '  ^'"      Qw^ftc  noftre  perdite  in  Italia  furono  gran  materia  di  trionfo  agli  Here- 

n'iTov»  Li^brr  He-  tici  In  Germania,  che  sì  gioirono  alla  nuova  della  opprelfione  di  Roma» 

reticali  diluirò.  g  della 


Capitolo   IV.  381        Clemen. 

e  della  carcerazione  del  Pontefice ,  come  fé  difperata  fofìe  la  caufa  della  Re-  ^^  ^  ^^* 
ligione  Cattolica.  Lutero  fopragli  altri,defiderofo  anch  eflb  di  guerreggiar 
al  pari  degli  altri  con  l'arme  della  fua  penna,  divulgò  allora  libri,  che  volaro- 
no in  un'iitante  per  tuttele  Oltramontane  Provincie,  in  derifo  di  quella  Re- 
ligione,ch'egIi  {limava  gii  affatto  abbattuta  dalle  fpade  de'Luterani.  E  ordi- 
natamente egli  ne  dirpofe  la  ferie ,  come  già  iìcuro  della  inabiliti  deih  fua 
dottrina,e  qual  maeltro,  che  da  primi  fondamenti  deile  lettere  comincia  ad 
inalzar  nel  difcepolo  l'edificio  delle  fcienze.  Primieramente  egli  dunque 
pretefe  di  togliere  dalla  Chiefa  ilSacrificio,e  die  fuori  rabominevole,&  hor- 
nbWQvoìmTìt  De  MilJa^ngularty  &  Unzione  Sacerdotum,  e,  Dcabro?anda 
Mifìa  privata .  Già  dagran  tempo  covava  in  feno  Lutero  qtiefta  deteitanda 
imprefa,  ma  concepita  non  mai  produfiela,  fin  quando  che  giudiconne  ò 
pronta  la  congiuntura,  òplaufibile  la  rifoluzione.  Difgradi  [^J  egli  la  delibe-  a  yiemiergiHi  'm 
razione  di  Carloftadio,  e  de'Pfeudo  Agoftiniani  di  V  Vktemberga,  quando  '"^''^*"'''  ''^' 
eHìi  primi  ne  abolirono  l'ufo:  daldifgradimentoeglipafsò  all'approvazio- 
ne di  nuovi  riti  nella  celebrazione  di  efià  :  dall'  approvamcnto  de'  nuovi  riti 
alla  riprovazione  manifefta  di  quegli  fin'  allora  pratticat.  dalla  Chiefa,  e  par- 
ticolarmente dal  doverfi  ella  dire  in  lingua  Latina:  e  dalla  concradizione  de' 
riti,  e  de'iumi  accefi ,  e  dell'Idioma ,  finalmente  alla  totale  impugnazione  di 
effajcontendendo  raudace,non  cfier  laMelfa  facrificio,mà  fola  confacrazio- 
ne  per  la  diitribuzione  del  pane  a'fedeli.  '2\(e  Lutherum  videamur  imitari  j  dice 
nel  fuo  celebre  libro  de  feptem  facramentis  il  Re  Henrico  Ottavo  d'Inghil- 
terra, quinihilbabet prò  fCi  nifi quod  è  fuo  fìngit  capite,  afìeremus  quoddicit 
^mbrofiu:  d>  Mijja  :  Quanta  cordis  contritione,  &  lacrymarum  fontCjquanta 
reverentia,tSi  treaiore,  quanta  corporis  caftitate,atque  animi  puritateifiud 
divinum,  i^  coelefte  rnyfterium  eft  celebraiidum,Domine  Deus,  ubi  caro  tua 
in  veritate  fumitur ,  ubi  fanguis  tuus  in  veritate  bibitur,  ubi  fummis  ima,hu- 
manis  divina  jungnntur,ubi  tu  es  Sacerdos,&  facrificium  mirabiliter,  Se  inef- 
fabiliter  ?  Quis  dignè  hoc  poteft  celebrare  myfterium,  nifi  tu,  Deus  omnipo- 
tens,  oiferentem  feceris  dignum  ?  Fìdetis,  ut  bic  BeatiJJimus  TatLr,&  obiatio- 
nem  appcllet  Mijjaì/i,  &  in  eadem  Chrifìum  ipfum  dicat ,  & Sactrdotem  ejse ,  dr* 
facrificium,  quemadmodum  fuitìncruce  :  cujus  auQoritati quantum  Luther us 
tribuat ,  viderit  ipfe .  Quantum  vero  tribuerit  Beatus  Gregortus ,  facile  declara- 
vit ,  cumilbimimitatus,  ita  fcrrbat:  Quis  fidelium  dubitare  pofllt,  inipfa 
iiiiniolationis  hora  ad  Sacerdotis  vocem  coelos  apeririPin  ilio  Chrifii  mylle- 
rioAngelorum  choros  adefl'e  ?  fummis  imafociari,terrena  coeleflibusjungi* 
unum  quid  ex  vifibilibus ,  &  invifibilibus  fieri  ?  Hxc  namque  fingularis  vidi- 
ma ab  sterno  interitu  animas  folvit ,  qu^e  illam  nobis  mortem  Unigeniti  re- 
parat.  T^ec  mìnus  aperte  cum  dicit  :  Huic  ergo  quale  fit  prò  nobisiftud facri- 
ficium, quod  unigeniti  Filli pafllonemfemperimitatur.  Videmus,  ut  non  •;' 
[olum  divns  ^mbroftus,  &  Beatus  Gregorius  immolationem  appellat  Mifsam,  & 
facrificium ,  ac  fatetur  in  ea  non  ulttmam  tantum  Chrifii  ccenam ,  quod  Lmberul 
aity  fed&  paljìonem  ejus  reprafentari .  Is^ec  tamenijiud  foli  cenfuerunt  tlli; 
nam  & ^Augujtinus non  femelidem  fatetur;  ait enim  de Mifsa  :  Iteratur quo- 
tidie  ha:c  oblatio ,  licètChriftusfemelpalfus  fitj  quia  quotidielabimur  , 
Chriftus  prò  nobis  quotidieimmolatur.  Così  egli.  Mi  pretefe  Lutero  di 
faper  molto  piùdegli  allegati  S.Ambrogio,S.Gregorio,eS.Agoftino,epren-  Colloquio  fri 
dendo  più  da  alto  la  origine  dellafua  nuova  dottrina,  egli  difie ,  (  e  non  ver-  J:"["°^.'  i^ji^^''^ 
gognoffi  di  dirlo  )  haverla  imparata  dal  Diavolo ,  Ego ,  egli  fcrive  nell'aceiv  sacrifido""dc!u 


nato     ^^«'•- 


Clemen-         ^2z  Secolo  XVL 

TE  VII'  rtàto libro,  coram  vobis  I^verendis,  &  San6lìs  VatribuSy  confcfjìonem  fa 
ciam.  Date mihi ab folutionem boriami  //«^,  -pobisoptOy  quàrn  mimmumno'^ 
ceat.  Contigit  me  femel  fub  mediam  no6lem  fubitò  expergefieri ,  ibi  Satari 
mecumcapit  hujufmodi  difputationem .  ^udiy  diflcgli il  Diavolo,  Luthere, 
Do6ior  perdoBe  y  riofii  etUmtequindecimamis  celebrale  MiJJas  privatas  pe- 
ne quotidie  i  Quid  fi  tales  Mìjjje  privata  borrenda  ejjcnt  Idololatria  ^  Q^id  fi 
ibi  non  adfuifìet  Corpus y  &  Sanguis  Cbrtfliy  fed  tantum  panem,-  &  vinitm 
adorajjesy  &  aliis  adorandum  propofuìjjes  f  Cuiegorefpondi  ;  Sum  un&us  Sa- 
eerdoSy  accepi  un6iionem ,  <jr  confecrationem  ab  Epifeopo  y  &  haec  omnia  fe- 
ci ex  mandato  y  &  obedientiamajorum .  Quare  non  eonfecrajfem  ^  cumverba 
Chrijii  feria  pronuntiarim ,  &  magno  feria  Mifsas  celebrarim  i  Hoc  nojìi . 
Hoc  totum  y  foggiiiilfe  il  Diavolo  ,  ejì  verum  ;  fed  Turc<e  ,  &  Gemiles 
etiam  faciunt  m  fuis  Templis  omnia  ex  obedientia  ,  &  feria  facra  fua 
faciunt.  Sacerdotes  Jeroboam  faciebant  etiam  omnia  certo  :{elo  ,  &  jiudio 
contra  vero$  Sacerdotes  in  Jerufalem .  Quid  fi  tua  ordinatioy  &  confecratio 
etiam  falfa  efscty  ftcut  Turcarum  ,  &  Samaritanorum  fai  fi  Sacerdotes  ,  & 
falfusy  &  impius  cultus  eJì  i  Cosi  egli.  E  qui  degnamente  fi  meraviglia  il 

a  Surìas  f-r  Com^  Stirio ,  [«]  ,An  non  mirum  efty  dum  talia  legunt  bomines  y  pofse  -pei  ad  mo- 

tnat.an.t5z1.  j^gfitum  in  ejus  viri  do6ìrina  permanere  ?  Dall'abolizione  della  Mefla  egli 
pafsòallacompofizione  di  un  Catechifmo,  in  cui  iftrulva  li  fuoi  fegiiaci 
eon  ordine  faeile  ad  apprenderfi,  e  regolato  a  ricenerfi,  elaltroi  in  lingua 
TcdeCcaydecommunionc  fub  utraque  fpecie  adverfus  Tapiflasy  el'altrome' 
defimamente  in  Idioma  Tedefco,  de  bello  contra  Turcasy  in  cui  akanl^n- 
te  egli  fi  querela,  e  morde,  e  lacera  la  fama,  e'I  nome  di  Leone  Decimo, 
perche  condannalFe  il  fuo  articolo ,  Tugnare  adverfus  Turcas  efi  repugnare 
Deo  vifitanti  imqmtates  nofiras  per  illosy  e  ripone  per  conclusione,  Tarn 
malus  efl  Tapay  quàm  Turca ^  &  al  contrario  >  Tarn  bonus  eJì  Turca,  quàm 
Tapa,  Quindi  Lutero  fi  accinfe  a  riprovare  le  altre  Sette  di  Heretici  con 
di verfi  libri  più  ripieni  efll  di  errori  di  quelli ,  ch'egli  riprovava .  In  lingua 

b  *4n7i.  tsiB.  Tedefca  [b]  fcrilFe  il  trattato  contra  ^nabaptiftas,  in  cui  provafi  non  tan- 
to do  verfi  fidare  della  Fede  del  Battezzante,  ò  del  Battezzato,  òdelPatri- 
no,  quanto  delie  promeile  di  Ghrifì;o,  e  della  attuale  recezione  delBatte- 
CwnoiFidem  enim,  eglifoggiunge,  efse  incertam  y  Sacramentum  autem  cer- 
tum-y  de  allegando  pofcia  l'argomento  degli  Anabattifti,  che  dicevano, 
l^mquam  haberi  in  Scripturisy  quòd  parvuli  babeant  fidem  propriam  >  aut 
quòd  baptÌT^ari  debeanty  con  quefta  rifpoftafuo  mal  grado  egli  eontclTa  la 
forza  da  lui  altre  volte  negata  delle  tradizioni,  Quòd  parvuli  credanty  nulla 
Scripturae  loco  demonftrare  pofsumusy  qui  dare  bis  y  aut  ftmitibns  verbis'di- 
caty  Varvulos  hapti'^tCy  nam  &  ipfì  credunt .  Si  quis  n&s  urgeat ad  demon- 
firandam  ejufmodi  litcram  ,  buie  nos  cedere  oportet ,  ac  -piUoriam  dare  • 
'^ufquam  fcriptam  invenimus .  Boni  autem,  &■  rat  ione  prediti  Cbrijiiamta^ 
le  ànobis  non  exigunt  :  contentiofi  y  &"  cervi  e  o/i  fe^arum  JDucesid  faciunt.  c4t 
contra  ncque  ipfì  ullam  afferem  Itteram ,  qua  dicat ,  ^daltos  baptiT^ate ,  & 
nullos  parvulos.  Così  egli,  <.ioè  quegli  iteffb,  che  alli  Vvaldenfi  Bohemi 
altre  volte  havevafcritto,  Trafiare ,  prorfus  omittere  Baptijrnum  m  parvu- 
lisy  quàm  bapti':^are  fine  fidcy  ripigliando  egli  dihereticalaconfuetudine 
foftenuta  dai  fopracitati  Vvaldenfi ,  Quòd  parvulos  bapti'^arent  ad  futuramt 
fidem ,  quam  adulti  confecuturiefsent.  Mù  molto  più  fervidamente  egrinvefti 
ZjLivinglio ,  &  Ecolampadio  nel  libro  da  fé  compollo  net  medefimo  anno ,  e 

nel 


Capitolo  IK  383       Clemen. 

«nel  medefimo idioma Tedefco,  che  intitolò,  Confefio  magna  de  Cam  Da-  ^^  ^*** 
mini.  Quivi  Lutero  doppol^diftinzione,  ch'egli  dà,  di  tré  modi  di  E[sere 
in  qualche  luogo,  cioè  Locale  y  òCirconfcrittipOy  Definitivo  ^  eB^epletivop 
attribuifce  il  fecondo ,  cioè  il  Definitivo ,  al  Corpo  di  Giesù  Chrifto  nel  pa^ 
ne  Euchariftico.  Quemadmodum  ,  egli  dice  ,  confignatus  fepulchri  lapis  ^ 
&  claufa  ]anua  immutatamanferunt ;  &tamen  fìmul Corpus Chrijii ibi  fkit, 
ubi  lapis  i  &  lignum  fuemnt  :  ita  quoque  in  Sacramento  Corpus ,  dr  Sanguis 
Cbrifli  [unti  ubi  panis,  &  vinum  funt,  qua  immutata  manenti  efieguei 
provare,  &  ad  infegnare ,  Ter  pr^dicationem  identicam  t  Tanemefse  reali- 
ter  y  &  proprie  loquendo  Corpus  Chrijìi  :  e  per  ilpiegar'egli  con  qualche  fimi- 
litudine ,  come  in  virtù  della  unione  facramentale  il  Pane  dir  Ci  pofla  Corpo 
diChriflo,  rapporta  molti  efempii,  cioè  della  faccoecia,  e  del  denaro  , 
della  garatfa,  e  del  vino,  di  un  bicchiere,  e  dell*  acqua,  del  ferro,  e  del 
fuoco,  de  quali  vale  il  dire,  Hoc  funt  centum  Floreni  y  Hoc  ejì  vinum  ^he- 
nenfey  Hocejìaquay  Hoceft  ferrumy  Hocefiignis;  efiegue,  In  bis  omnibus 
locutionibus ,  quoniam  faccus  &  pecunia ,  eantharus  &  vinum ,  vitrum  & 
aqua,  ferrum  &ignis,  quodammodò  una  funtmafsay  ideò  pronomeny  hoc, 
fimul  ad  utrumque  refertur  :  Eodem  modo  &  in  verbis  Chrifii ,  Hoc  eli  Corpus 
meum,  pronomeny  hoc,  non  fimplicìterde  panCy  [ed  de  pane  Carneo  oportet 
intelligi.  Fallace  parità  di  logico  argomento  :  dalla  forza  di  un  detto  com- 
mune ,  &  ufitato ,  arguir  la  eflenza  di  un  de*  primi  mifterii  della  Religione 
Cattolica  I  E  poi,  benché  dal  folofenfo  obvio  delle  parole  della  Confa- 
crazione  non  quindi  incontjTOvertibile  deducali  la  tr^nfuftanziazione  (  nel 
qual  punto  fono  óìycyCi  li  fefltimpnti  de'  Theologi  )  contuttocio  la  inconcuf- 
fa,  incorrotta,  e  divina  Tradizione  vuole,  che  crediamo,  che  nella  pro- 
lazione  delle  parole.  Hoc  eji  Corpus  meum  y  ce|fi  iiicontanente  la  foftanzé^ 
del  pane,  e  fubentri  quella  del  Corpo  di  Giesii  Chrifìo .  Efltraditioy  dice  ^  ^^  ^^  ,  -  ,^ 
San  Gio.  Chrifoftomo,  [a]  mhil  quaras  ultra,  E  fé  beii  Lutero  volle  con-  i«  ^^/.  mdThtf' 
correre  con  Bucero,  che  il  Corpo,  e  Sangue  di  Chrifìo  non  rimaneflero  ^'''''"' 
nella  Euchariftia,  extra  ufum  i  non  però  egli  fempre  dimoftrolH  rifoluto 
neir  ammettere  la  impanazi  one  ;  poiché  doppo  haver  egji  molto  difputato 
fopraqueflo punto,  conchiude nell' allegata Confef^ìone,  S€  baUenus  do- 
cutfse  i  i&  adhuc  docere  y  parum  re  ferve  y  nec  magni  momenti  quafiionemefsey 
fi-pe  quis  panem  m  Eucharifiiamanere y  five  jion  manerey  &  tranfubjiantiari 
credat.  Coftume  folito  degli  Heretici  fempre  vag)ii,  e  difcordanti  da  feme- 
defimi .  Ma  non  difcordò  già  egli  in  quello  Libro  giammai  dal  condannare, 
e  dall'efecrare  quella  dottrina,  che  fi  ammette  fra  Cattolici,  della  libertà 
dell'  arbitrio ,  contro  il  quale  acremente  feipprepiigna ,  facendo  egli  arbi- 
tra dell' huomo  meramente  la  grazia,  comefeilnollro  bene  operare  pro- 
venilfe  afìblutamente  fempre  da  Dio ,  e  non  mai  da  alcuna  noftra  coopera- 
zione alla  grazia  di  Dio .  Quivi  egli  medefimamente  rigetta ,  come  inutili, 
le  vigilie,  leMeffe,  gh  Anni verfarij per  i  Defunti,  ch'egli  chiamò  7^««- 
dinas  Diaboli ,  e  la  invocazione  de'  Santi  :  efclude  dal  numero  de'  Sacra- 
menti la  Eftrema  Unzi one ,  il  Matrimonio ,  e  l'Ordine  Sacerdotale ,  e  con 
quelle  indegniflìme  parole  pone  in  abominazione  la  Sacra  Meffa,  Super 
omnes  vero  abominationes  teneo  efse  Mifsam  ,  qj^ia  prò  Sacrificio  ,  ac  bono 
opere  pr Mie atur  y  ac  venditur .  Ma  molto  più  orgogliofamente,  Heretico 
qual'egliera,  inveftì  gli  Heretici  Sacramentarli  nel  fcrmone,  che  nei  me- 
defimo anno  recitò  in  VVittemberga,  De  Sacramento  Corporis3&  Sanguinii 

Clm- 


Clemen-  ^24  Secolo  XV ì. 

TE  VII.  chrifli  cantra  fanàtìcos  Sacramentariorum  fpìritum  habcntes.  Quivi  egli  in- 
veftemaravjgIiofamentebeneZuvinglio,  Ecolampadio,  Bucero ,  Carlo- 
ftadio,  e'I  futuro  Calvino ,  eCalvinifti  :  Caterurrii  così  egli,  illeipfeDia- 
bolusy  ddcujus  virtHttbusnobis  jam  fermo  fuit,  »oshodie  per  fanaticos  ho- 
mines  oppugnai  blafphematwne  Coena  Domini  nojirijefu  Chri/ii ,  ^ui  fomniant, 

^  in  ea  folum  Tanem  ,  &  Vìnum  dari  in  fignum ,  aut  fymbolum  Chrijiiana 

Trofejjìonis ,  necvolunt  concedere  ibi  Corpus ,  &  Sanguinem  Chrifii  efìe,  cum 
tamen  expreffa  &  darà  fmt  verba  ,  Comedite  ,  hoc  eft  Corpus  meum . 
QuiS  quidem  verba  adhuc  firmiter  fubjtflunt,  nec  poffimt  ab  iis  labefaBari. 
Equidem  cmtra  Carlofladium  rem  iftam  adeò  dìligenter  traviavi ,  ut  nifi 
quis  videns  ,  fcienfque  errare  vellet  t  facile  pojjet  cantra  ifla  Diaboli  phan- 
tajmata  fé  tutart.  1<(ec  quicquam  hahc  hiereftm  magls  promovet ,  quàm  m- 
yitas.  T^am  nos  Germani  tales  homines  fumus  ,  ea  ,  qu<£  nova  funt ,  affe- 
ilamus  y  &  avide  anipimus  y  &  injani  mordicìts  retinemus  ,  &  quo  quis 
nos  vehementiùs  reprimit ,  co  furioftores  reddit .  Si  vero  nemo  fé  nobis  oppg- 
flit  y  propediem  fatietatey  &tadioaffeBiy  fpontc  abjìcimus  y  &  ad  alia  nova 
inhfamus .  Hac  res  Diabolo  magnam  ajfert  occaftonem ,  ut  nullum  adeò  mon- 
firofum  [omnium  y  aut  commentum  pojjit  proferre  y  cujus  non  invenìat  ajjer- 
tores,  Ó"  hos  quidem  eò  citiiiSy  quo  id,  quod  ajfert  y  efl  abfurdtuSy  &  ine- 
■ptius.  Ferumtamen  folum  Dei  verbum  manet  inneternumy  harefes  vero  prò- 
pè  id  oriuntur  y  &  rurfus  occidunt .  Quamobremnon  pofiummihi  perfuadtre, 
hanc  harefìm  fare  diuturnam .  "^imis  enim  crajfay  c^  ejfranis  ejì  ,  &  non 
impugnai  incerta f  opiniones ,  C&*  dubia  Scriptura  tejlimonia  ,  fed  planas ,  Ó* 
explicatas  Scriptura  fententias.  E  perche  h  Sacramentarii  dicevano,  non 
doverfi  rompere  la  fraterna  canta  per  ditfenzione  così  leggiera,  qual'era 
quefta  del  Sacramento,  Maledi&a  fìty  egli  foggiunge,  in  omnem  aterni- 
tatem  illa  charitas ,  c^  concordia ,  eò  quòd  talis  concordia  non  folum  Eccle- 
ftam  mi  fere  dilacerai  ,  verùm  etiam  more  diabolico  irridet ,  <&  tam  illibe- 
raliter  afpernatur  ....  Sì  cui  parentes  ,  uxorem  ,  liberos  interfecifiem  ,  & 
de  €0  quoque  occidendo  cogitar em,  ^  tamen  diceremy  ^mice  bone  ,  fecuro 
fis  animo  y  ^otiofoy  dtligemus  nos  mutuò  y  res  non  eft  tanti  ponderis,  ut  ob 
eam  inimicitias  fufcipiamus  ,  &  bellum  geramus.  Quidisy  qu^foy  refpon- 
deat  ?  Cenfeamy  illum  me  cbarum  habiturum  <*  Ita  Sacramentarti y  mihtDo- 
tninum  meum  Jefum  Chrijìumy  &  Deum  Tatremin  verbo  juo  trucidanty  & 
Matrem  fuam  SanUam  Ecclefiam  una  cum  Fratribus  mets  mariani  ,  meque 
iugulare  qu^runt,  &  adhuc  dicunt  ,  me  tranquillo  ,  ^  bona  animo  efìe  de- 
bere  y  fé  mecum  familiaritatem ,  &  amicitiam  junÙuros ,  &  confervaturos . 
Hic  manifcfìumy  &  notum  efty  quòd  de  verbis  Chri/ii ,  de  Coena  Dominica 
contcndamus y  &  c»nfitetur  utraque  pars  ,  quòd  ftnt  Chrifli ,  &  Dei  verba. 
Deinde  nos  dare  affirmamus  i  quòd  (ut  verba  fonant  )  verum  Chrifli  Corpus  y 
<&  Sanguis  aàfii  y  cum  ait,  Accipite  ,  comedite,  hoc  eft  Corpus  meum. 
Si  perperam  credimus,  &  docemusy  quidy  quafny  facimus  ^  Deummendacii 
(irgumms ,  &  ajjeveramus  ,  quòd  illa  verba  non  pratulerit  ,  fed  conirarium 
dixerit.  Quod  fi  flt  ì  reipfaprobamus  nos  in  Deum  mendaces,  in  Spiritum 
SanEium  blafphemos ,  Chrifli  prodiiores  ,  &  parricidas  ,  &  mundi  fcdu^io' 
res  effe,  "lioflri  vero  ^dvcrfaru  piane affirmanty  folum  Tanem ,  &  Vmumy 
&  non  Corpus ,  &  Sanguinem  Chrifli  adcfje .  Si  hac  non  re£Ìè  creduntur ,  & 
docentur,  tum  reverà  JJeum  blafpbemant  y  SpiritumSan&um  mendacii  accu- 
fant ,  prodmit  Chriflum  ,  &  mundum  feducunt .  Mterutram  partem  a  Dia^ 

bolo 


CiEAirNTE 


Capitolo  IV.  385 

bolo  exaghart  cantra  Deum  nccefìe  efl  ,  tertium  nidlum  effe  potefl .  Judìccnt       ^ 
nunc  fm%uU  Chrijiiani ,  fttràm  caufa  h^c  fif  levis  ,  &  an  Verbum  Dei  prò 
joco  fttducendum .  E  qui  graziofamente  egli  ripiglia  Zuvinglio ,  che  preten- 
deva, chela  parola  della  Coiifacrazione  Efì,  l'ifìcflo  dinotanccheS/gw?- 
jicat,  Ecolampadio,  chefcriije,  le  parole  Cor/7«x  »wc«w ,  altro  non  fonare 
cheSignumCorporismeiieàice,  eflcr'efll  fimilia  quelli,  a' quali  aggradii 
fé  interpretar  le  parole  di  Moisè ,  In  principio  creavit  Deus  e  cclumy  Ster- 
rami in  quefta  nuova  fignificazione,  Deusy  cioè  Cuculus:  creavit,  cioè 
devoravit  :  Ccelum  &  Tcrram  ,  cioè  carrucam  totam  ,  &  integram  una 
eum  offibus  y  &  plumis:  overo  diftorcer  volefle  l'Evangeliche  parole  di 
S.  Giovanni,  Verbum  CarofaUum  ejiy  in  quefta  non  mai  più  udita  inter- 
pretazione, Verbum  fignifìca  ^4c«/«»2  curvum,  &Caro  milvumy  e  il  fen- 
fo  fi  è ,  Baculus  curvus  faUus  efl'  milvus  .  Porte  in  derifo  quefte  contrarie 
fentenze,  foggiunge  Lutero,  Hoc  itaque  hujus  rei  caput  efl,  quòd  nos  ex 
partibus  nojiris'habemus  Scripturam  expeditamy  &  claram  ,  (jua  fic  fonati 
occipite  y  comedite ,  Hoc  efl  Corpus  meum .  J^ec  nobìs  opus  efl  y  necdebetà 
nobis  à  quoquam  pofltdm  ,  ut  hunc  textum  Scriptura  confirmemus  ,   lìcèt 
abundè  fatis  prxflare  pofjimus ,  Sed  illis  necejje  efl  y  Scripturam  nfferre  in 
medium  ,   qu£  fìc  habeat  :  Hoc  fignificat  Corpus  meum  :  aut ,  Hoc  efl: 
Corporis  mei  fignum  :  e  più  fotto  efponendo  le  di verfe  optnioni  de' Sacra- 
mentarii,  Carloftadius  Corpus  flnit  efie  Corpus,  &  in  fuo  tstb  perfeverat, 
Mii  textum  flc  macerant  :  Accipite ,  comedite  ;  Corpus  meum  prò  vobis  da- 
tumefthoc:  inteUigeyfpiritualisefca:  Hivocabulumy  Corpus,  inta6iumre- 
linquunt ,  &  tamen  cum  iis  confentiunt .  ^lii  verba  illa  pretiofìfjima  hoc  mo- 
do crucifigunt:  Accipite,  comedite,  quod  prò  vobis  datur,  hoc  Corpus 
meum  eft.  Tot  capita,  &  tot  fenfus  bac  unica  Se£ia  habet,  qui  in  re  prin-r 
cipali  omnes  congruunt ,  &  Spiritum  San6ium  (ìnguli  jaSìitant  .  Is  vero  Spi- 
ritus  San6ius  in  probando  y  &  fundamenta  j adendo  ,    non  folùm  multiplex, 
[ed  etiam  (ibi  contrarius ,  &  inconflans  reperitur  :  quod  eam  ot  caufam  fieri 
mibi  perfuafum  efl  ,  ut  Spìritus  San5ius  palam  coarguat ,  quòd  ifii  ftnguli 
aquèerrenty  cum nulluseorum  Scripturam  fìc,  ut  fonai,  accipiat,  ncque  de^ 
monflrare  pofjìt  y  quòd  alitery  ac  fonat ,  mtelligenda  fìt  ;  e  ói  nuovo  poco 
appreilb replica,  Do^ior  Carlo fladius  ex  bis  facrofanhìs  vocabulis ,  Hoc  eft 
Corpus  meum,  miferèdetorquetpronomeny  Hoc;  Zuvingliusautemverbunt 
fubflantivum,  Eft,  macerati  JEcolampadius  nomen  ,  Corpus,  tortura  fuk- 
jicit,  ^lii  totum  textum  excamificant ,  &  invertunt  vocnbulum.  Hoc,  ex 
primo  in  poflremum  locum  deturbantes  ,  (^  dicunt  :  Accipite  ,  comedite. 
Corpus  meum,  qnod  prò  vobis  tradetur,  eft  hoc  ;  ^lii  dimidiarrt^partem 
textus  crucifigunt ,  &vocem.  Hoc,  in  medium  locum  coUocant ,  &mquimt; 
Accipite,  comedite,  quod  prò  vobis  datur,  hoc  eft  Corpus  meum  ;  ^ii 
textum  fìc  obtruncant  i  Hoc  eft  Corpus  meum  ad  mei  commemorationem  ; 
Hoc  eft  ,  Corpus  meum  hìc  non  debet  adefìe  reip/a  ,  fed  tantum  commemo- 
ratio  mei  Corporis ,  ut  textus  Ita  fonet  i  Accipite,  comedite,  hoc  eft  Cor- 
poris mei  commemoratio ,  quod  prò  vobis  datur .  Tra  ter  boi  alii  accedimi, 
itt  feptenarius  numerus  compLeatur  ,   qui  dicunt,    non  efie  articulos  fidei, 
ideoque  non  efìe  de  bis  contendendumi  liberum  enim  cuique  efie,  ut  hic  fen- 
fiat  quicqmd  ve  Ut,  Hi  omnia  pedibus  conculcant ,   &  deflrmnt ,  Verum- 
tamen  Spiritus  San^us  efl  bis  fìnguìis ,  &  nullus  vult  erroris  arguì  in  bis 
tam  dtverfìs ,  &  contrariis  probationibus  ,  &  textus  ordinationìus  ;  cum 
Tomo  IV,  Bb  tamen 


Clemente       ^^6  Secolo  XV L 

^'^^*       tamen  unam  tantum  textus  colktionem  veram  efìe  oporteat .  »Adeò  cràfsè  ,' 
&  manifejlè  Diabolus  nos  nafo  fUfpendit .  Così  Lutero ,  Cattolico  nella 
impugnazione  de'Sacramentarii»  mi  Heretico  nella  contradizione  co' 
Cattolici , 
Divulgazione      Quefti  nuoyi  Libri  dell'  Herefiarca  non  furono  pabulo  al  fuoco,  ma 
wrana""^^"^"'  vcnto  all'inccndio,  in  cui  già  fenfibilmente,  e  vifibilmente  confumavalì 
laGermania,  rinveriata  in  fé  medefimaeconladiflenzionede'dogmi,  e 
con  quella  più  fanguinolente  delle  armi,  ta  Italia  ancora  cominciava  a  fen- 
tirne  il  calore  ,  ò  per  la  dimora  in  effa  degli  eferciti  Luterani,  ò  per  la  le- 
zione de'libri  divulgati  da  Lutero i  onde  convenne  al  Pontefice  mandar* 
'i^cum'vf '*""'''  ^^^^^^  [**]  vigorofià  Pietro  Zana  Vefcovodi  Brefcia  contro  Gio. Battifta 
fiir.  /r    ''  '^""'  Pallavicini  Pfeudo  Carmelitano ,  e  fpedir  [  b  ]  nuovi  Inquifitori  in  Bologna, 
i)  uid.confiit.27t  Ferrara,  e  Modena^  per  la  pronta  cuftodia  di  quelle  Chiefe,  nelle  quali 
facevafifentire  qualche  lontano  moto  di  Luteranifmo.  Sicché  tuttala  Eu- 
ropa ,  parte  opprelfa  dalla  Herefia ,  parte  dal  fofpetto ,  e  tutta  dallo  fpaven- 
to ,  rimirava  il  male  prefente  ,  e  temeva  il  futuro ,  e  tutti  ad  una  bocca 
n*  efecravano  r  Autore  ,  maledicendone  le  opere ,  e  li  fatti,  mdfeguitan- 
done  molti  per  maggior  lor  confufione  gì'  infegnamenti .  In  quefto  tenore 
ne  fcrifle  Erafmo'à  Lutero,  e  non  potè  Lutero  non rifentirfieflbfteffo  al 
diLuterSiuuS  rifcntimento  c^mmune  ói  tutto  il  Chriftianefimo .  Ma  il  precipitato  Here- 
chczie^e piaceri'  tico  Ondeggiando  fra  i  rimordimenti  di  penofifllma  cofcienza,  &  hor  gra- 
dendoli, ed  bora  ricettandoli ,  finalmente  foglievaf eli  tutti  ò  con  la  ubria- 
catura de' conviti ,  b co'l folazzamento  de' piaceri.  Defcrivene  adeguata- 
mente ruiembergio  il  combattimento ,  e'I  modo ,  e  noi  da  lui  ne  rappor- 
c  vumixrg.e.19,  tjamo  il  non  men  grato,  che  neceflfario  racconto:  [e]  Dumpu^nafer- 
tnvitaLHthen.    j^^^  ^^^  Sacrameìitartis  y  dum  ferpuntSuvenckfeidiani,  dum  ^nabaptijhe  in 
variai  cohortes  divifì  cervices  paffim  erigunt,  Luthjsrus  hac  rerum  pertur- 
batione  territus,  cujus  fé  noverat  anUorem,  in  gravifjimos  incidit  angores , 
A^Luth.t»m,'i,foi.  0.  horrendam  ali^uandiu  corporis,  animique  prejjuram  [d]  fuflmHfPp  quam 
E°fiIoi  potenti  ri-  tlUper  f)iabolum  HUtam  fuijje  Zonas  &  Vomeranus  (  quefti  fi  erano  due  fe- 
'"ofcf  T*^""    ''^  ^^^^»  e  confidenti  feguaci di  Lutero)  commemorant  ^  qui  velut  oculati  teftes 
.ocienza.         rei  geft£  fertem  defcrip/erunt .  Habmt  initium  paroxyjmus  ifte  Sabbaphopofl 
fefium  yifttationis  Beata  Maria  Virginis  horis  matutinis ,  idque  tanto  cum 
tmpetu,  ut  ipfe  pra  mentis  angujiìa  nihtl  aliud,  quàm  ad  extrema  yenien- 
dumy  exiflimaret .  ^ccerftt  igtturad  fé  Tomeranum»  eique  peccata  fua  foli 
confitetur,  rogansy  ut  [ibi  confolationem  Juggerat  è  facris  literis,  <&  peccato- 
rum  omnium  abfoiuttonem  impertiat ,  preces  etiam  prò  fé  fundat  ad  Do- 
mimmy  &  pòteftatem  fibi  faciat  poflridtey  qui  Dominìcus  dies  eraty  Eucha- 
rifUam' participandt .  lite  territus  inf olito  Lutheri  fermane  y  quid  hoc  negotii 
ejjet i  vehementer  mirabatur.  Veraàa  confeffìone  y  Vomerano  deinde  comme-' 
tnorat  y'quàm  intolerabiles  animi  cruciatusy  &  angora  pertulcrit  horis  ma-* 
tutinisy  eos  certe  graviores  fuijje  y  quàm  ut  verbìs  pojfint  expUcari .  .Jddif 
porrò  :  Quia  me  nonnunquam  paulò  hilariorem  exhibeo  in  moribus  externis  , 
multi  exijiimant ,  me  jucundam  omnino  vitam  vivere ,  veràm  Deus  perfe- 
£Ìam  habetmorum  meorum  rationem.  Sape  prppofui  paulò  majorem  aufteri- 
tatemy  &  fan6iitatemtn  gratiam  hominum  prameferrcy  verììm  à  Dea  mihi 
donatum  non  fuityUt  exequerer  .  ^ugefcente  hoc  maloy  &  mediam  capitis 
partem  occupante  y  ac  fi  fonitum  aquarum  audirety  aut  molendini  ftrepitum^ 
ad>k£ium  reère  fefiinavit .  Hanc  vero  tam  fubitaneam ,  ac  vehementem 
i  anirfìii 


Capitolo  IV.  387       *^'^"iY" 

ànimi  i  cor  pori fque  agritudinem  non  pro-peni fie  ex  caufìs  naturdtbus  ,  fed  V  il* 
operatione  maligni  fpiritus  Hlatam  LUtherus  ipfe  cenfuit ,  uti  Jonas ,  &  To- 
meranus  teflantur.  Qnòd  ft  ionditionem  temporum  fpe£lesy  &  publicum  re- 
rum ftatumi  tum  ipftus  Lutheri  machinationes  ^  angores  y  quos  ilio  die  per- 
tulit,  exmorfu  confcieritia  fubortosy  non  injuria  dixerìs.  'hleque  vero  alie- 
num  eji  a,  Sdthana  veteratoris  malitià ,  ft  in  anìmum  fefe  fraudulenter  inft- 
nuet  anxiis  cogitationibus  flu6iuantemy  &  hujufmodi  pavores  augeat  trepi- 
dantis  confciemi<£ ,  adeòque  affilalo  affli£lionem  addat ,  prafertim  fi  quts  il- 
lum  admìferit  confultorem,  ejitfque  fi4ggeftionibnslocHm  dederit  t  ut  Luthe- 
rum  pridem  in  noàurna  dijputationé  de  Sacrifìcio  ,  &  Sacerdotio  fecifje  fu- 
pra  demonflravimus  .  Certe  quatuor  fere  menfibus  ,  pojiquam  in  hanc  faro- 
xyfmum  incidit  ,  fcribit  ad  amicum  quemdàm  ex  intimis  ,  [e  velut  reje5li- 
tium  vermemy  awmimarore,  &  pufillanimitate  fpiritus  duriter  affligi ^  e5* 
graviui  qutdem  ,  quàm  ut  f erre  tantos  arigorei  poffìt ,  Caterum  inter  varias 
fugge jìione s  i  quibuscufn  luBandum  fuit  3  ilU  cogitatio  penetravit  altiùs  i 
eumque  vehementer  anxium  reddidit ,  qua  de  vocatione  ad  docendum ,  deque 
do6irina  ,  quam  fub  Evangelii  nomine  propagabat ,  animum  fubivit  in  ìmnc 
fere  modumi  ut  ipftus  Difcipuli  teftantur  :  Tu  pvxScsiS  i  Evangelium  fci- 
licet?  quisveròtevocavitadhocininifterium?  quistibipr^cepit,  uthoc 
faceres?  in  primis  autem,  ut  ad  huncmodum  doceres  Evangelium ,  quo 
nemo  mortalium  multis  faeculis  id  docuit  ?  quid  autem ,  fi  Deo  non  placeat 
hic  docendi  modus?  quid  fi  tua  culpa  tot  anim^e  percant,  quafuni  dam- 
natio tibifit  imputanda?  Tii  certo  mtitatioilem  haneinftituiiti,  &  audof 
esturbarum omnium.  Qiiotfcaridalapeperit  dodrinàtua?  quanta  malo- 
rum  ilias  ex  ea  provenite  quàm  ingens  hominum  multitudopereàm  fedu- 
da  eft  ?  His  cogitationibus  fé  frequenter  affligi  fdtetur  ,  d^  in  magnai  àngu- 
ftias  adduci,  ut nonnnunquam  ad  inferni  barathrum  defeendere  fibi  videatur  i 
Hanc  vero  molefiam  ,  ac  difficilem  confcientia  lu6lam  ad  eXtremam  ufque 
atatem  fuftinuifìe  videtur ,  in  qua  ne  vel  confcientiae  dn6ìum  fequeretur  ,  pa?^ 
nitentiam  fuggerentis  i  vel  Diàbolo  defperdtionem  proponenti  fuCcumbereti 
iifdem  proculdubio  remediii  ufus  fuit ,  qua  aliisin  hoc  genere  fuafit  adbiben- 
da,  quorum  Jumìna  eftj  abftinere  prorfus  a  jejunioy  edere  y  bibere,  ludere  i 
jucundis  cogitationibus  animum  obiettare  y  bene  curare  ventremy  &  caput  t 
bonum  haujium  fumere  :  Mihi  fané  ,  inqutt  loco  quodam  ,  opportunum 
effet  contra  tentationes  remedium  fortis  haufìus  ,  qui  fomnum  induceret^ 
Difgraziato  configlioi  perder  il  fenfo  fra'l  vino>  pernon  penfare  alfuo 
male* 

Né  men  di  Luterò  trovavanfi  agitati  i  Luterani  nella  loro  Herefia. 
Haveva l'Imperador  Carlo  intimata  [  a]\xwd.  Dieta  in  Augufta per  concertar  ^  ^„„^  j^^^^ 
fra  Principi  la  difefa  dell'  Imperio  dalle  armi  Turchefche ,  che  terribilmente  Dieta  di  AugÙ/ia, 
minacciavano  l'Imperio,  e  la  Germania;  e  per  ottenerne  l'intento,  dimo-  S^venimemfqu?^ 
flravafirifoluto  òdi  accordare,  ò  di  fupprimerele  difunioni  delle  dottrine  vifeguut. 
fra  Cattolici,  &  Heretici,  le  quali  divertivano  non  men  le  armi,  che  gli 
animi  dalla  unione  commune  contro  il  nemico  commune.  Intervenne  in 
elfa  il  Cardinal  Lorenzo  Campeggi  come  Legato  Apoftolico,  evi  concor- 
rerò in  numero  Principi  Luterani,  eProteftanti.  La  difefa  da' Turchi,  per- 
ch  ella  dipendeva  dalla  concordia  con  gli  Heretici,ficcome  quefta  non  potè 
inlinuarfi ,  così  quella  non  iftabiliffi  confacevole,  e  pari  al  bifogno .  E  fin  dal 
principio  ne  apparirono  poco  felici  gli  avvenimenti;  elfendo  chehavendo 

B  b    2  Carlo 


Cx-EMENTE        ^gg  Secolo  XVI. 

^.  ;^  •       Carlo  ordinato ,  che  tutti  li  Congregati  intervenir  dovefiero  alla  ProceiHo- 
a  ij.  'i'gno'      ne  del  Santiilìmo  Sacramento  [<z]  il  Giovedì  del  Corjp//r2)ow/«;",  alla  quale 
egli  andò  Tempre  a  capo  nudo  fotto  la  sterza  del  Meriggio ,  de'Luterani  non 
ve  ne  [  ^  ]  comparve  pur' uno ,  fuor  che  il  Saffone ,  che  per  non  pregiudicare 
oc  *,  u.ttt.    ^j  ^^^  ufficio  di  portar  lo  flocco  Imperiale  avanti  a  Cefare,  fi  conformò  al 
e  Sfirius  in  Cor»-  parere  de'[c]fuoi  Theologi,  i  quali diflero,Tofer/Ì  efercitar quel Minifterio 
ment.an.isìQ.      comc  utì  Opera  B^ligìofo,  ,  mlU  conformità  medefima  ,  come  permife  Elifeo 
,  ld'\  àl\laaman  Siro  d' inchmarfi  avanti  aW Idolo,  quando  gli  s'inginocchiava 

^.■\fgum5.  i  ^^^  appoggiato  al  fiio  braccio.  Rifoluzione  nonapprovata  daglialtri  Prin- 
cipi Proteitanti ,  che  non  la  vollero  feguire ,  allegando  eglino  (  come  altresì 
.^        ^    direbbonoi  Cattolici  [e])  che  tutta  la  ferie,  elecircoftanzediquell'azio- 
%7i!u,m'.pagAi\  nelaparticolarcggiavanocomefacra,  e  non  come  puramente  civile.  Hor 
dunque  aperta  la  Dieta  li  Principi,  e  Citti  Proteftanti  prefentarono  a  Ce- 
fare la  profeifione  della  loro  Fede,  che  fiìdiflefa  da  Melandone  fecondo 
confeffioiie  Au^  uua  breveiftruzione ,  che  inCoburg  glie  nehaveva  data  Lutero,  il  quale 
gurtana  ,  e  fuo  fù confìgliato,pernon offender Ccfare cou sì alto difprczzo ,  anoncompa- 
contemjto .        j-j^.^  g^yantl  quello ,  da  cui  egli  era  flato  profcritto  col  bando  feveriflìmo  di 
VVormazia.  E  queflafi  è  la  celebre  Confejjione  ^ugnflana^tcnuta.  pofciafem- 
pre  per  loro  Evangelio  da' Luterani,  fottofcritta  allora  non  da  Melando- 
ne, né  da' Theologi  Proteftanti,  ma  per  renderla  più  temuta  fotto  l'impe- 
gno de'  Grandi ,  da  Giovanni  di  Saffonia ,  da  Giorgio  di  Brandeburgh ,  da 
ErneflodiLuneburg,  da  Filippo  d' Haflìa ,  da  VVolfangod'Anhault,  dal 
Senato,  eMagiftratodi  Norimberga,  e  da  quello  di  Reutlinghen  :  onde 
tutti  elfi ,  e  tutti  pofcia  quelli ,  che  inviolabilmente  la  foftennero ,  furono 
detti  ConfeJJioniJii .  Ella  a  lungo  rinvidifi  apprcflb  Melchiorre  [/]  Dolgaft , 
ut!!t.^'pas!i]i'.  e  da  Giovanni  Coeleo,  che  intervenne  alla  Dieta,  cosìcompendiofamente 
cocu.'an.ìsio.kc'.  fc ncaccenuano patecchic coufiderazioni :  [g]  Tofiexordium  coinraemoran- 
!''•(.    .    ,     .      tur  XXL  articuli  de  fide  ip  forum  :  de  inde  anneiluntur  alti  articuli,  in  qui  bus 
recenfentur  abufus{uta)unt)  mutati,  quorum  tituli  Junt:  De  utraque  fpecic  : 
de  coniugio  Saccrdotum  :  de  Miffa  :  de  Confejjione  :  de  difcrimine  ciborum  :  de 
>otis  monafticis,  &  de  potè  fiate  Ecclejìaftica .  In  articulis  de  fide  multa  di jji- 
mulabant  ,  qu^e  antea  aliter  docuerant  :  in  articulis  de  abufìbus  ,  poterai 
aflutus  ille  JérchiteBus  vel  manifefiorum  argui  mendaciorum  ;  ait  enim  :  fal- 
sò accufantur  Ecckfi<:e  nofira  ,  quòd  Mijiam  aboleant,  rctinetur  enim  Mifia 
apud  nosj  <^  fumma  reverentia  celebratur;  fervantur  &  ufìtat<£  caremonix 
fere  omnes  3  praterquam  quòd  Latinis  cantionibus  admìfcentur  altcubi  Ger- 
rnfUnicte.  Jit  manifefium'erat  omnibus  Lutberum  multis  antea  annisy  &  li- 
brum  de  abroganda  Mifia  privata  fcripfiffe  ,   &  facrum  canonem  tam  majo- 
remy  qudm  minor em  explofifie,  ipfumque  facrificium  tum  latine  in  libro  de 
captipitate  Babylonica,  tum  Tbeutonicè  in  fermone  de  novo  Tefiamento  fu- 
fiuliff»,  ac  abnegajfe  ;  atque  etiam  pojìea  rurfus  contra  Mifiam plurima  feri- 
pftt,  qua  piis  auribus  abominanda  junt ,  non  folùm  in  eo  libro  Theutonico, 
quem  de  Mifja  angulari,  &  Sacerdotum  confecratione  infcripfit;  fed  etiam  in 
quadam  Epifiola  optat,  ut  apud  omnes  bomines  tanta  foret  mter  Mifiam,  <&" 
Sacramentum  differcntia  ,   quanta  efl  inter  tcnebras  ,  &  lucem  :  imo  inter 
Dìabolum,  &  Deum.  Optat  item  omnibus  bonisChrifiianis  tale  cor,  ut  quan- 
do audierint  hanc  vocem,  Miffa,  exterreantur  ,  feque  benedizione  muniant^ 
tanquam  contra  diaboli  abominationem .  Sic  &  de  Confeffione  ait  in  mendaci 
confejjione  J  uà  Thilippus:  ConfeJJìo  in  Eccleftis  apud  nos  non  e  fi  abolita,  non 

enim 


Capitolo     IK  389  CiFMFNTE 

enìm  folet  porrìgì  Corpus  'Domìni ,  nifi  antea  exploratìs ,  &  ahfolutis .  xAt  con-       VII. 
fìabat  piane  ,    nullum  Lutheranorum  intra  decem  annos  ritè  fua  peccata 
occulta  confefjum  fuiffe  .    E  pili  individualmente  di  quella  Confeflìone 
Auguftana  il  fopracitato  Surio  >    [  <i  ]  ^deo  varius  ,  &  mconftans  fuit  z  SuriuiUc.cit. 
Melan£ìhon  ,   id  quod  neceffe  eft ,   illis  evenire  ,    qui  à  -peritate  deflexe- 
funt ,    ut  ipfam  quoque  Confejfìonem  ^4itgujlanam  crebro  pojlmodum  mu- 
taverit,  quod  utique  abfterrere  debuit  omnes  cordatos  homines ,  ne  tam  in- 
certa ,  &  ad  humani  ìngenii  mutabilitatem  fuhinde  m  alias  formas  transfer- 
matte  doUrina  fefe  accomodarent ,  ac  tradercnt  y  nam  de  ipfis  quoque  facra- 
mentis  ,  per  qua  dipina  gratta  ceu  per  canales  quofdam  deripatur  ,    tam 
eft  ille  MelanÙhon  in  fua  Confefjìone  tubricus  ,  &  ambiguus  ,  ut  primo  qui- 
dem  velit  effe  duo  tantum,  deinde  in  alia  editione  tria  ponat,  porrò  in  extre- 
ma  quatuornumeret ,  Eft  autemnotatudignumt  quod  de  hac  preclara  Con/ef- 
fione  fcribunt  quidam  ,  eam  tanto  in  pretio  fuiffe  apud  quofdam  non  infimos 
Lutheranos,  ut  dixerint,  fé  malie  de  Vatdi  sApoftoli,  quàm  pel  de  Lutheri^ 
vel  Confeffionis  Uuguftana  doBrina  dubitare.  0  jufta  Dei  juditia  ì  qui  decre- 
ta Conciliorum ,  &  Tontificum  ducunt  prò  nihilo  ,  eò  amenti^  devolvuntur, 
ut  plus  apud  eos  yaleat  Lutheri ,  &  Melan£lhoms  y  quàm  Tauli,  id  eftChrifti 
in  l/aulo  loqucntis  ,  auBoritas  .  Habent  autem  yyittemberga  in  ^cademia 
San£tiones  quafdam  ,  quibus  gravtter  in  primis  cavetur ,  ne  qua  dogmata 
aut  fpar^antur ,  aut  propugnentur ,  qua  cumhac  Confefjìone  pugnent:  denique 
in  'ejus  jurare  verba  oportuit  Ecclefiarum  Lutheranarum  miniftros  ,  &  pro- 
fejìores.  Hac  quidem  de  illa  Confejfione  fcribum  fratres quidam  Evangelici; 
qui tamenetiam hoc  habent,  eam  pofteafapèrepetitam,  au&am,  &  emenda- 
tamfuifje .  Si  ergo  emendata  fuit  fubinde ,  in  pugnantia  dogmata  jurare  opor- 
tuit. Et  certe,  ut  dixi,  non  femel  mutata  eft  ab  uno,  eodemque  Melandibo- 
ne  ;  non  ergo  à  Chrifti  fpiritu  ,  fed  a  cerebro  pamm  f^no  profezia  fuit,  nec 
aliud,  quàm  humana  do5Ìrina  fermentum  ejìeccnfendaed;  &  tandem  ad  hanc 
ConfeJJìonem  permulta  fe£l£  fefe  referunt ,  atque  etiam  Calviniani,  quibus^ 
ut  idpofjent,  occaftonem  dedit  MelanSihon  ,  dum  illam  Confefjionem  fubinde 
recoqutt  ;  adeò  ut  Lutherani  quoque  nonnulli  Melan£ihonem  grapifjimè  tncu- 
fent,  nec  pati  velini,  ut  Calpiniani,  Zuvingliani,  &  quidam  alii  ad  Confef- 
ftonem  ^u^uftanam  admittantur ,  quippè  à  qua  non  parum  difientiant:  mterim 
folent  ifti  f aliare ,  ut  alias  diximus ,  fé  demum  veram  ,  &  puram  do&rmam 
m  orbe  revocafie,  Sed  abftt,  ut  hoc  tllis  perfuadeant,  quibus  Jalus  fua  cura 
eft ,  qui  non  inftar  parvulorum  flu£iuantium  omni  velint  doShina  vento  circum- 
fcrri .  Hanc  igitur  Confejfìonem  ^ugufta  Cafari  exhibitam ,  tanquam  illam 
Babylonicam  ^pocalypfts  Divijoanms  meretricem  ,  pleraque  horum  tempo- 
rum  fe6ia  adoranti  èr  tamen  nihilferè  in  ea  eft,  quod  non  ipft  Confejfionifia 
inmutualtteponant,  &inalios,  atque  alios fenfus ,  proutvifumeft,  trahant; 
nec  quidem  levibusde  rebus  inter  fé  atrociter  digladiantur ,  fed  de  ipfts  fu£  Con- 
ferò MS  CapttibuS .   Così  egli  .  Lu^te?a°n i  " ''^r  f.^* 

Procurò  invero  Melandone  di  rendere  in  quefla  ConfeiUone  la  fua  apprrir"ca'^^oiica 
fetta  meno  odiofa ,  e  però  tacque  in  efla  quelle  abominate  propofizionijche  Augufta°"Ì^^'^'°"^ 
al  folofentirne  il  fuono ,  potevano  ficuramente ,  non  tanto  rigettarli ,  quan-  b  dìIu  cmMsh. 
to  efecrarfi  :  e  per  più  facilmente  adefcare  i  Cattolici  nell'  acconfentimento  2ì^Zfr2f,]H. 
dieffa,  con  pari  fraudolenza  fcriile  al  Campeggi  Legato  una  lettera,  ch^  diverjita  vedi  n 
fpirava  in  quefto  tenore  la  più  alta  finzione,  che  poflaannidarfiinun'He-  fr' v','/*/' ^J! 
retico.  Elia  [  6]  vienriferitadal  Luterano  Giorgio  Celeftino  nella  fua  Hi-  •<'«»»,  nei/am.4. 
Tomo  i^.  Bb    3  ftoria. 


Clemente        ^g^  Secolo  XV L 

^  ^^'  fìoria",  de  Comltìis  ^ugufianìs,  e  parte  di  effafi  è  languente.  Dogma  mU 
lum  habemus  adverfum  à  Promana  Ecclejia  ....  Varati Jumus  obedire  Eccle- 
fti£  Romana,  modo  ut  illa  prò  fua  clementia j  qua femper erga omì^eshomines 
ufa  eflj  parva  quMam  vel  dijjìmulet ^  vel  relaxet....  ^d h^c I{omaniTon- 
uficis  au£ìoritatem ,  &  univerfam  Tolìtiam  Ecclefiafticam  rcverenter  coli- 
mus ,  modo  non  ahjiciat  nos  I\gmonus  Tontifex .  Cum  autem  concordia  facile 
pofjìt  conjìitui  y  ft  aquitas  vejìra  paucis  in  rebus  conveniat ,  &  nos  bona  fide 
obedientiam  reddamus  :  quorfum  opus  efi ,  fupplices  abjicere  ?  quorjum  opus 
ejìyfupplices ferro j  &  igneprofequiì  ....  Tslullam  aliam  obrem  plusodlifu- 
jiinemus  in  Germania  ^  quàm  quia  Eccleft£  l{pman£  dogmatafumma  conjìan- 
tia  dcfendimus  .  Rane  fidem  Cihriflo ,  &I\pman£  Ecclefìa  ad  extremum  fpi- 
ritmn ,  Deo  volente  ,  Dnejiabmus  .  Levis  qitxdam  dijjìmilitudo  P^tuum  efi , 
qu£  videtur  obfifiere  pofje  concordia  :  fed  ipfì  C anone s  fatentur,  concordiam 
Ecclefia  in  hujufmodi  B^tuum  diffimilitudine  retineri  pofìe  .  Così  egli  .  Ma 
aprì  profondamente  la  cancrena*!' invitto  Coeleo,  cheJnelIafuaOratione 
à  Carlo  Y.de  Germania  ab  Rarefi  vindicanda,  così  rivela  le  machine  ,  e 
la  piaga  de' Luterani,  Thilippus  MeUnElhon  ^ugufia  non  folum  publicè  fi- 
mulabat  fé  pacis  ,  &  concordia  amantem ,  &  avidum ,  verùm  etiam  priva- 
tim  curfitabat ,  bine  inde  perreptans  ,  ac  penetrans  non  modo  privatorum 
demos  ,  &  diverforia  ,  veràm  etiam  Cardinalimn ,  aliorumque  Trincipum 
aulas ,  atque  adeò  &  majefiatis  tua  Curiam ,  infìdiofo  nimirum  circuitu  qua- 
rens  ,  quem  hypocrifi  fua  devoraret  ;  &  fefellit  profe6lò  non  paucos  blandi- 
tiis ,  deprecatiombnfque  ftmulatis  y  dum  paffim  mconviviiSy  &  colloquiis fa- 
cillimèpacemEcclefia  recuperar  i  pofle  affirmaret  y  ft  modo  fui  spermitterentur 
■hac  tria  dumtaxaty  cioè,  T apulo  utraque  fpecìes  Sacramenti y  Sacerdotibus 
conjugium,  (^  Mifjaufus,  &  communicatio:  in  cateris  omnibus fore fuos  Epi- 

fcopisy  &  Tralatisper  omnia  fubditos  ,  di£loque  audlentes Ex  quibu-s 

piane  intelligit  ^ugufliffima  tua  ,  Imperator  ,  Majefìas  ,  hominem  ijium 
blandiloquentiay  hypocrifi que  jua  vulpina  improbiùs  egifie  ^ugufìa  in  Comi- 
tiisy  quàm  apertis  convitiisy  &  amarulentiis  egit  proc^ul  delite fcensy  &  ab- 
fens  Lutherus  :  hic  enim  confueto  more  convitìabatur ,  plcbifque  odium  in  Cle- 
rum  excitabat  infiar  Leonis  rugientis  ferociens;  ille  vero  infìar  Draconis  in- 
fìdiantis  ,  fraudo  s  intendens\y  non  plebem,  fedmagnates  hypocrifi  fua  circum- 
venire  fatagebat:  de  quo  fané  quidam  y  ut  erat  vir  do5ìus  y  acperfpicacisju- 
diciiy  dicebat:  Quo  gratiofìor  efi  apud  cruditos  Luthero  Thilippus  y  quo  mo. 
defìior  in  docendo ,  hoc  graviits  ladit  Ecclefta  caufam .  Cumque  nos  aliquan- 
do  quercremur  ^ugufia  fuper  violentis,  &  Jedttiofts  Itbris  Luther i ,  quos 
unum  pofìalium  mntebat  illuc  eo  quoque  tempore  y  quo  nobis  non  parva  erat 
fpes  tollenda  difcordiay  Thilippus  blandiùs  refpondebat  y  non  attcndendum 
efìe  y  quid  Lutherus  fcriberet y  fed  quid  Trine ipes  Lutherani  Cafari  propone- 
renty  quid  facerey  qmdagnofcere  yellent.  Così  egli.  Avvedendofi dunque 
rimperadore,  &i  Cattolici  della  trama  iniqua  degli  Heretici,  eglino  pro- 
z  e  ocis.  ibidem,  curarouo  [<?]  più  tofto  di  convincerli  a  poco  a  poco  con  dolcezza,  checon 
irritamento  vincerli  in  un  tratto  :  onde  Carlo  i^^ce.  interrogarci  Proteftanti , 
-Se  in  altra  cofa  eglino  difcordafj'ero  dalfentimento  Cattolico^  e  doppo  maturo 
configlio  rifpondendo  ellì  di  Vo ,  Cefare  prefentò  la  fcjittura  alla  parte  Cat- 
tolica, e  dal  Coeleo,  edalFabri,edairEkJofiì  ella  a  lungo  confutata  con 
un'  altra  fcrittura ,  quale  però  non  communicofli,  fé  non  a  voce,  a'  Luterani, 
per  isfuggir  la  lunghezza  delle  repliche,  e  per  foikner  la  Maeilà  dellaSe- 

t.  -  '  de  Apo- 


Capitolo  IV.  391        Clèmknte 

de  Apoftolica,  e  del  Legato  dì  non  contraftar  del  pari  càr-^aoì  Ribelli  i        Vii. 
Quindi  fi  procede  a  qualche  temperamento  di  concordia:  ma  quefta ,  mol- 
te volte  dibattuta,  e  difenda,  non  hebbe  mai  corrifpondente  alla  intenzio- 
ne il  fuccelìb.  Conciofiàcofache  gli  Heretici  vincendo  molto,  purché  non 
perdelVero  tutto,  &i  Cattolici  al  contrario  perdendo  tutto  col  perder  po- 
co ,  non  potè  concluderfi  aggiuftamento  in  un'affare,  che  tutto  dipendeva 
da  articoli  indifpenfabili  della  Fede ,  e  da  quegli  particolarmente  de'  Sacra- 
menti, e  dell' autorità  infallibile  della  Chiefa,  alli  quali  gli  Heretici  noii 
vollero  giammai  predare  il  loro  confenfo .  Furono  fcelti  fette  per  parte  per 
concertarne  tra  elfi  il  modo ,  e'I  come  ;  cioè  due  Principi ,  due  lurifconfuki  i 
e  tré  Theologi  :  per  i  Cattolici  aiìifterono  fra  i  Principi  Chriftoforo  Vefco- 
vodi  Augufta,  &  Henrico  Duca  di  Branfuich:  fra  i  Jurifconfulti ,  li  due 
Cancellieri ,  l' uno  dell*  Elettore  di  Colonia ,  l' altro  del  Marchefe  di  Baden  : 
fra  i  Theologi  Gio:  Ekio  ^  Conrado  Vimpina ,  e  Gio:  Coeleo .  Per  i  Lute- 
rani fra  i  Principi  Gio:  Federico  Figlio  dell'Elettordi  Saflbnia,  e  Giorgio 
Marchefe  di  Brandeburgh  :  fra  li  Jurifconfulti  Gregorio  Fontano , e  l'Heller: 
e  tra  Theologi  Melandhone ,  Brenzio ,  e  Schnepfio .  Quelli ,  cioè  i  Lutera- 
ni, profelfarono  di  convenire  co' Cattolici  in  molti  Dogmi,  e  nel  quarto 
articolo  della  loro  Confeifione  ammefìTero  i  che  non  fi  dovelfe  più  dire  per 
l'avvenire,  lslj)s  juflos  recidi  per  folamfidemy  efiendo  che  quefto  detto  non 
mairinvienfi  nelle  Sacre  Lettere,  màyperfidemy  &  per  gratiam  :  Nel  fello 
eglino  confeffarono,  l^ecefìe  efl  ^  ut  bona  opera  ^qu^  Deus prxcepit,  efficia- 
mus:  Nelfettimo,  &ottavo,  la  Eccleftànon  folùm  ele^os ad  gloriam  con- 
tìnerii  [ed  pricfcitos  cetermm  puniendos  :  Nel  decimottavo  ,  Inefie  borami 
Itberum arbitrium -,  tametft  nequeat  j  abfque  divina  gratia  ,  jujìinam  adequi'. 
Nel  vigefimoprimo,  Sanulos  prò  nobis  Deum  deprecar iy  eorumque  mernoriam 
fiatis  du'biispiè  recoli:  benché  eglino  né  approvare,  né  riprovar  volefiero 
la  loro  invocazione.  Sicché  di  ventun' articoli  della  loro  Confeifione  appar- 
tenenti alla  Fede,  i  Luterani  concorfero  pienamente  co' Cattolici  in  quin- 
dici :  di  tre,  in  parte  :  e  rigettarono  li  tré  rimanenti  nella  claUé  di  que'  fette 
che  concernevano  gli  abnfipretefi  della  Chiefa  Romana.  Edi  quelli  fette 
eglino  concedono  il  prisTiO,  Cbrijìum  integrum  Jecundùm  Corpus  y  &  San- 
gHinemcontineriuiralibet/peciey  necdamnari  illosLaicos  y  qui  fub  una  folànt 
Eucbarijiiarn  jumcrent .  Conveiìnero  nel  quinto  de  jejanio  in  ynuUts  dierum 
facrorum  pervigiliiSy  acdemHitorumfijiorurncclebritatex  Nel  fettimo  com- 
provarono, Epifcoporum]urijd:5tionemy  eifqiic debitarn  obedientiarnàTaro- 
chis ,  d  concionatoribiis ,  à  Saccrdotibus  in  caulis  Ecclefiaflicis ,  &  ne  infl!^£  ah 
iiscen[ur£  ex  facrarum  iutcrarum  norma  impedir entur .  Con  quefli  trattati 
pareva  agevolata  la  concordia:  ondeperch'è  più  facile  l'accordarli  fra  po- 
chi ,  che  con  molti ,  fi  reitrinfe  il  congrelfo  i  tré  per  parte ,  cioè  all'  Ekio  > 
e  Melandone,  &  a  quattro Jwr/y  penti:  ma  non  pafsò  oltre  il  trattato, 
poiché  inafpettatamente  Melanótone  [^]  ultra progrcdi  vetitus  à  Lutbero  ^  sieUanuiiiù.7. 
fuit .  Imitando  Lutero  gli  antichi  Donatiiti ,  allor  quando  eglino  efclaman- 
do contro  Marcellino,  S enfimi b]  inducimurin  caufamy  &poteflastua  fen-  ^ ^^-^^ fi", ';''''"- 
jimnosin  cauj^  interna  deducit  ^  ruppero  ogni  maneggio  di  pace  co  Catto-  „emc.24eg^ive- 
liei,  per  rimaner  più  toftofuperion  nella  oilinazione,  che  eguali  nella  ere-  f^j^fji^^"  ''"^■^* 
dcnza .  Non  potendofi  adunque  venire  a  concordia,  Cefare  [  e  ]  con  la  mag-  e  c'h-'trJus  -n  n-j}. 
giore,  e  miglior  parte  de' congregati  publicò  il  recedo  della  Dieta  con  ^j^^''"'  ^'*' 
un' editto ,  ili  cui  fi  dichiarava ,  è  fi  dava  tempo  a  tutti  li  Principi  PiToteiianti 

Bb    4  fin 


Clemente        ^q^,  Secolo  XVI. 

'^  ^  *'  fin  a  1 5 .  di  Aprile ,  s' eglino  volevano  fin  al  futuro  Concilio  da  congregarfi 
col  confentimento  del  Papa,  convenir  ne' fentimenti  conlaSedeApoftoli- 
ca;  e  intanto  prefcrivevafi  loro,  che  non  permettefTero  la  ftampa ,  la  ven- 
dita de'Libri,  ò  innovazione  alcuna  inmateria  di  Religione  ne' loro  Do- 
minii ,  né  turbafl'ero  i  Sudditi  per  l' efercizio  di  elfa  ,Jnè  procuralfero  di  trar- 
re gli  altrui  Valfalli  alla  loro:  fodero  tutti  uniti  contro  gli  Anabattifti,  e 
contro  quei ,  che  negavano  il  Sacramento  dell'  Altare ,  rifiutando  in  quefta 
maniera  (  ciò  che  fi  era  fatto  ancora  da'  Luterani  )  la  Confeflìone ,  che  le 
quattro  Città  Franche  Zuvingliane,  Argentina,  Coftanza,  Memminghen, 
e  Lindo  havevano  anch'  eife  prefentata  alla  Dieta  :  e  in  fine  comandavafi , 
che  fi  reftituiiTero  fra  tanto  i  beni  a  quegli  Ecclefiaftici,  a' quali  fi  erano 
tolti.  Così  l'Editto,  che  ripudiato  da' principali  Proteftanti,  procede  Ce- 
rare ad  un  fecondo  più  fevero ,  in  cui  annoverando  gli  errori  degli  Anabat- 
tifti, Zuvingliani,  e  Luterani  così  negl'infegnamenti,  come  ne' riti,  tutti 
adunoadunoli  prohibiva,  comandando  la  refiituzione  di  tutti  li  beni  £c- 
clellaftici ,  e  dichiarandofi  di  ricever  effo  fotto  la  protezione  fua ,  e  dell*  Im- 
perio tutti  li  fudditi  de*  Principi  Heretici ,  purché  fedelmente  perfeverafifero 
nella  Religione  Cattolica  ;  &  imponeva  à  tutti,  che  folTero  pronti  ad  inter- 
venire al  Concilio  i  il  qual  egli  prometteva  d'impetrare  dal  Papa  nello  Ipa- 
..    .  ziodifeimefi. 

de' Lu"raS!"'e      Qucft* Editto  incitò  gli  Hcretìci  infofferenti  di  freno,  &  avidi  ài  do- 
|'"o*«  i-'bri  bere-  minio ,  c  di  liberti  ad  un'  aperto  rifentimento ,  dipartendofi  tutti  dalla  Dic- 
tica»  I  Lutero,   j^  irritati,  e  benché  couvinti ,  uon  vinti.  Luteroarmoflìfubito  di  penna,  6 
gli  altri  di  fpada,  e  l'uno  die  fuora  incontanente  tré  Libri,  prenotati  co'l 
titolo',  il  primo  Glofia.  in  protervum  Edi£ìum  Imperiale ,  il  fecondo  Tramo- 
nhio  ad  Germanosfuoi  dile^os ,  &  il  terzo  facro  nell'  affunto ,  e  facrilego  nel- 
z  Dthtt  Librtvì-  lefentenze  [4]  Commentarium in Tjalmum  ji.  Deus judicium tnum  B^egida: 
in  ^J'J^LmhtTi  *^"*  ^  ^^^  ripieni  di  maflìme  atte  non  menafoUevar  i  Sudditi  a  ribellione 
**f'iì.  "  contro  i  loro  Principi ,  che  gli  animi  ali*  abborrimento  della  Ecclefiaftica 

Difciplina.  Mi  egli  con  le  parole,  ei  Principi  Proteftanti  giuocarono  co' 
b  annali},,  fatti,  cd  uuìtifi  [  è]  tutti  iuSmalchalda ,  Terra,  come  fi  dilfe,  del  Langravio 
e  stt,d<,nHtiib.i.  j-  j^^^g  ^  rifoluti  non  ubidire  al  Decreto  di  Augufta ,  formarono  [  e  ]  quivi 
la  celebre  lega  Smalchaldica,  con  unione  di  confederazione  contro  chiun- 
legasmaichaidi.  quemoleftarli  voleffc  in  materia  di  Religione,  efclufi  fempre  li  Zuvinglia- 
"•  ni,  odiati  come  Sacramentarii  da' Luterani. 

Niio    D-    d       Vedendo  per  tanto  Cefare ,  che  que'  Principi  contumaci  dilTubidivano 
spirT/uasfética  apertamente  al  Dccreto  di  Augufta,  e  non  potendo  egli  da  una  parte  diver- 
«n  Ratwbona .      tir  le  fuc  armi  contro  le  loro ,  né  baftandogli  dall'  altra  le  fue  proprie  fenza 
le  loro,  per  far  tcfta  al  formidabile  Sohmano,  chegiù  fcendeva  dall' Afia, 
e  dall'  ultima  Europa  contro  gli  ftati  dell'  Hungaria ,  e  terribilmente  minac- 
ciava la  invafione  dell' Auftrìa,  e  della  Germania,  incominciò  di  nuovo  a 
i^nnttiii.       progettar  altri  motivi  di  concordia,  ed  intimò  [ti]  in  Spira  un*  altra  Dieta 
per  gli  affari  facri,  eprofani.  Ad  ella  deftinovvi  Clemente  il  fuo  medefi- 
mo  Nunzio  preflb  Cefare  Girolamo  Alcandro  Arcivefcovo  di  Brindifi ,  al 
e  Hdt  txtat  in  qualc cglì  fece ricapitate uua lettera  fcritca di  fuo  pugno,  acciò eglilacon- 
^ot'Z'i  ^t(tuìu7:  fegnarte  [  e  ]  all'  Imperador  Carlo ,  in  cui  il  Pontefice  per  Dio  fcongiurava^ 
c»nv,nt»s  \^tis  JQ ,  chc  fc  pet  evitat  maggior  mina  giudicaflfe  Cefare  àX  concedere  a' Lu- 
(nT/an," -^f^^^di-  terani  alcune  cofe,  le  quali  fenza  urgente  neceflità  non altrimente  fido- 
ù  rtfmur.x  vrebbon  concedere,  almeno  avvertile  àx  non  allargar  la  mano  inquelle  s 

V  che 


Capitolo  IV.  39  5        Clemek. 

che  potrebbono  recare  fcandalo  al  refto  del  Chriftianefimo .  Mi  la  Dieta     ■       ^  ^^* 
non  hebbe  effetto ,  e  fu  differita  per  la  futura  primavera  in  Ratisbona , 
Città  pili  prò flìmaairinimico,  e  confeguentemente  più  commoda  ,  onde 
ufcirfi  poteffeò  col  configlio  j  ò  coU'armi  alla  refiftenza  dieffo,  che  gi£ì 
a  gran  giornate  incaminavafi  da  Coftantinopoli  alla  volta  dell'  Unghe- 

Intanto  più  temevafi  da  Cattolici  ,  più  gioivafi  da' Luterani  alla  fama  Lu"r?ni,"cLro 
terribile  della  moffa  di  Solimano ,  e  giudicandofi  effi,  come  in  effetto  eglino  *^""„^[.n'J'o  j[i\.ì^' 
erano,  divenuti  in  iftatodieffere  neceffarii  all' Imperadore  per  la  difefa  urii»?""^ 
dell'Ungheria,  e  perciò  procedendo  con  quella  baldanza  propria  di  chi  ope- 
ra à  fuo  vantaggio ,  propagavano  con  pompa  la  loro  nuova  dottrina ,  ed  in- 
fiftevanofemprepiùorgogliofinelfoftenimentodi  eifa.  Eghno  percanto  fi  ^  i:^.Ltigihi^y.. 
unirono  prima  in  Svinfurt,  e  di  nuovo  [^JinNorimber^h,  equinuipropo-  hc-.,-»;;  <:.c,r.«.„ 
fero  [b]  iCefare,  ch'effihavrebbono  unite  le  loro  armi  con  quelle  de'Cat-  f.^^^fr/or'^'''* 
tolici  contro  il  Turco,  ogni  qualunque  volta  con  Imperiai  Decreto  egli 
rendeffe  libera  nella  Germania  la  Religione  Luterana  lìn  al  nuovo  Concilio 
Generale ,  che ,  come  fi  difle,  fi  erapropofto  di  convocare .  Benché  Cefare 
negaffe  à  i  Minillri  del  Papa,  che  altamente  ne  reclamarono ,  haver  egli  ac- 
confentito  d  una  concordia  cotanto  pregiudicevole  alla  Religione  Cattoli- 
ca; nulladimeno  dicefi ,  che  fin  d'allora  egli  ne  rifolveffelaefecuzione,  e  Dieta  ìnfauaa  di 
con  tal  preambolo ,  che  in  fine  conteneva  il  tutto ,  egli  entraffe  nella  Dieta  ^^^'"°"*  • 
convocata  in  Ratisbona,  che  fu,  e  fari  fempre  d'infaufta  memoria  negli 
Annali  della  Chiefa  .  Conciofiacofathe  credendofì  Cefare  neceifitato  a 
permettere  il  minor  male  per  falvar  laChriftianità  dal  maggiore ,  non  oftan- 
tileoppofizioni  [e]  dell' Aleandro ,  che  moltrofil  fempre  invitto  nel  folle- r  r/./^p^/z^jv./.j. 
nimento  della  Fede  contro  Carlo,  conchiufe  queftì  l'accordo  co'Luterani,  e  "-^'^'^  '"'• 
publicò l'Editto  chiamato  rfe//4p4ce  di  :^orimberga,  perche  ivi  ne  fu  co- 
minciato il  trattato ,  ò  più  propriamente  //  Decreto  di  F^tisbona ,  perche  ivi 
egli  fu  Inabilito  co'l  nome  di /«fm»?  rf/  Carlo  F,  (  tri  li  molti  Interim  di  ^  vUtSeond.ann, 
Carlo  V.  [c/j  quello  fu  il  primo,  ma  quello  più  rinomato  emanoflì  nel-  'J^».».?. 
la  Dieta  di  A  ugnila  l'anno  1548.,  del  quale  à  fuo  luogo  faremo  menzione, 
con  l'occafione  degli  Adiafonllici,  e  degl'Interimiftici,  heretici ,  e  fazzioni, 
che  quindi  furfero  )  voce  rinovata,  ad  imitazione  degli  altri  odiofi  anti- 
chi editti  ò  dell'Enotico  di  Zenone ,  ò  dell'Edhefis  di  Heraclio ,  ò  del  Typo 
di  Collante.  Egli  in  foftanza conteneva,  non  la  conceflione di un'aflblu- 
ta  libertà  di  cofcienza  a'Luterani ,  com'efll  havevano  pretefo ,  e  divulga- 
to, màunafufpenzione  dell'Editto  di  Augnila,  e  di  ogni  altra moleftia 
per  titolo  di  Religione,  fintanto  che  fi  convocaffeil  già  promeffo  Conci- 
lio Generale .  Melchiore  [e]  Dolgaft  ne  rapporta  à  lungo  il  tenore ,  ma  egli  ?  Mhh.  ndgafi, 
apparifce  cotanto  alterato  da  qualche  penna  Luterana,  che  non  c'inducia-  to.i.^ag,^^^. 
moà  credere,  che  tant'oltre  fi  avvanzaffe  quella  di  Carlo.  Onde  noi  più  fe- 
delmente lo  rapportiamo  dalla  Bibliotheca  Vaticana,  ne'cui  manofcritti 
così  fé  ne  regiflra  il  contenuto  :  [/]  Carolus  Q^intus  &c.  Omnibus ,  &ftngulis  f  Buiur.  divtrf. 
Trincipibus,  Ete&oribns,  &  Sacularibus ,  TneUtisy  Comitibus ,  Dominis  liberis,  j^/J.^y!"  "^'"* 
Equitibus  auratis&€. 

Toftquam  in  Sacro  Imperio  natìonìs  Cermamae  maxima  differenti^  ,  ac  mterim  de  cario 
discordia  in  caufa  relfgionist  ac  fideiorta  fmt,  quibus  fi  à  nobis  tempefli-  v.,  e  fuo  tenore. 
ìfO  confilio  non  fuccurratur  j  bella jfeditiones j  adverfttatefque  in  Sacro  Imperio 
J^omanOi  irreparabìliaqne  damna  ,  ^  detrimenta  oriri  pofìent ,  prtsferttm 

hoc 


Clemen-  7QA.  Secolo   XV L 

TE  VII*     ijQf.  tempore i  cum  hoftis  ,  &  inimicus   fanguinis  Chrijìiani  Turca,  propria 
perfona  cum  maximis  copiis  in  J{egmm  Hungaria  advenit ,  hocque  propojttd 
fttulterim  progredii  ^dujìriamquè  ,  &  alias  Vrovmcìas  Germania  invaderei 
eafqueobedientÌ£j  ac  potè  fiati  fua  [ubmittere  j  ex  quìbus  enumeratisi  aliif. 
que  qUamplurimis  i  maximifque  caufts  fumma  necejjitas  pojiulat  communem 
nationem  Germanicam  m  bona  pace  j  &  concordi  a  e  on[erv  are,  uthcecdawnaj 
incommodaj  &  detrimenta  maxima  dvertantur  ,  fuper  bac  nos  ,  ut  fupre- 
mum  Caput  inter  omnes  flatus  [acri  Imperii  Germanica  nationis  fpirituali- 
bus,  &  facuUribus  ufque  ad  commune ,   liberum  ,   Chrifìianum  C ornili um, 
quemàdrrìodum  hoc  in  Comitiis  'hjjìrimbergenfibus  conclufum  efl  •  aut  ft  tllud 
progrefìum  fuum  non  habebit»  communes  flatus  Imperii ,  qucmadmodum  fé 
qui  tur,  in  aliquem  commodum  locum  fubfcribi  debent  ad  public  am  pacem 
erigendam,  totique  Imperio  public andam  ,  nobis  propofuimus  ,  quemadmo- 
dum  ex  nofìra  Cafarea  Majefìatis  plenaria  potè  fiate  ,  hanc  pub  licam  pacem 
erigimus  ,  &  publicamus  hoc  modo:  Quòd  in  eo  intervallo temporis,  dnm 
Concilium  celebrabitur ,  aut  alius  quidam  locus  ,   quo  communes  (iatus  Ini- 
pcrii  conveniant  ad  differentias  religioni!  componendas ,  deputabitur  ,  nemo 
alium  ,  vel  propter  caufam  religionis  ,  tiec  ex  alta  quavis  caufa  Udere  ,  de- 
bellare,  captivum  ducere  ,  objidione  premere ,  ncque  per  fé,  aut  alium  cafira, 
Civitates,  Oppida,  Municipia  ,  villas  ,   domufque  ftparatas  invadere  ,  aut 
abfque  alteriùs  confenfu  manu  violenta  capere,  vel  igne,  aut  alio  quovis  mu- 
do profequi-,  neque  ut  quifquam  hujufmodi  hominibus  confilium  ,  auxilium  , 
favoremque  prabeat ,  aut  illos  hof pitia  fu fcipiat ,   eifque  vi£fum  ,  potumque 
prabeat,  [uftentare  ,  aut  fufferre  debeat,  [ed  ut  [e  invicem  vera  Chrifiiana 
charitate  profequantur .  Offernnus  quoque  omnem  operarti  d^turos ,  ut  publi- 
cetur,  &  fub  jincm  anni  celebretur:  cafu  vero  quòd  hoc  fieri  non  pofjit,  uttum 
communes  flatus  in  ac  commodum  aliquem  locum  confcribantur ,  ultenùfque 
confultent ,  quod  &  de  Concilio  ,  &aiiis  necefìariis  caufis  fieri  debeat  :  com- 
mittmufque  his  noflris  literis  omnibus,  &  fìnguln  per  eam  fidem  ,  qua  no- 
bis, &  Sacro  Bimano  Imperio  obligati  efiis ,  ac  etiam  panis  ,  qua  in  paEio 
pacis  VVormatia  publicato  continentur ,  ac  volumus ,  ut  hanc  publicam  pacem 
in  omnibus  pun^ìs,  articulis ,  quemadmodum  de  verbo  adverbum  exprefium 
efl,  firmiter  obfcrvctis,  nequifquam  alium  ,  vel  fpirhualis  ,  vc-l  tcmporalis 
conditionis  alterum  offendat,  veràm  ut  quifque  in  fua  opinione  ab  alio  ,  ut 
permaneat,  permittatur ,  neque  quifquam  ab  aliquo  gravitcr,  quantum  cui- 
libet  chara  efl  noflra  Imperii  ind-gnatio,  ac  pana,  ut   eam  fugiant ,  inquam 
fi  contrahoc  noftrum  mandatum  fccerit,  fé  incurfurumfciat:  &  hacno  raefl 
feveravoluntas  .  Datuminnofira,  &  Imperli  Civitate  ì^atifpone  3.  diemenfls 
^ugufliannoi'y-^i.  Tslofiri  I{omani  Imperii  anno  12.  E^eguorum  noflrorum  ij, 
L'zJS'J'an-  Così  Vlmerim  di  Carlo  V.  ch'ebbe  non  minor  contradisiont  dagli  fìati 
ni .   '     '         Imperiali,  che  dai  Miniftri  Pontifìcii,  i  quali  ritÌLitando  pili  volte  le  pro- 
pofizioni  di  quefta  tregua  co*  Luterani,  allegavano,  ch'ella  ripugnava  al- 
la fìncerità  delia  Religione  Alemanna,  e  che  in  ogni  cafo  non  lì  doveva 
giammai  ftabilirefenzailconfentimento,  &  autorità  del  Pontefice  Roma- 
j^. .  .,    „       no ,  come  noi  in  altre  occafioni  habbiamo  [  a  ]  altrove  notato .  Ma  mal  per- 
r../,/.^jwÌ  'fine',  fuafo  Cefare ,  appigliandofi  à  un  configlio  più  caldo ,  che  canto ,  per  isfug- 
giueimmale,nrtò  in  un  peggiore,  e  con  queito  Editto  ne  libero  T  Unghe- 
ria da  Turchi,  ed  accefe un fiioco  ineftinguibile  di  Heretici nella  Germa- 
nia :  poiché  ^^dino  non  mai  pia  arrogantemenuc  aliarono  le  corna,  che 
'  ^  =>  '^  allo- 


Capitolo  m  395      C'», 

allora,  mercè  che  non  folamente  impunita,  mi  in  «n  certo  modo  approvata  * 

correva  per  i  popoli  la  loro  empia  dottrina .  Gli  Annabattifti  benché  bandi- 
ti, e  non  incliifi  nell'  Interim  di  Cefare  ,  infuriarono  così  terribilmente  per  la 
Germania ,  prima  con  mille  facrileghe  infanie ,  e  poi  con  le  armi ,  che  giun- 
fero  fin  ad  occupar  Munfter  Città  principale  della VVellfalia,  eddcrearvi  ^.HermanustKz»- 
Kè[a]  un  Giovanni  Bolkelfon ,  vii  Sartore  di  Leiden ,  il  quale  havendo  Mo-  fe»borchinw/i.m. 
glie,ritrovato  con  altra  Donna,  &  ardito  di  mafcherar  il  peccato  del  fenfo  'c'itfr^fynlunv» 
con  la  fantità  dello  fpirito,  osò  di  coftringereifudditiiprofeflar  la  Poliga-  p^f  a^u^Si 
mia,  caftigandone  con  la  morte,  chìlaricufava.  Ma  eglino  efpugnatidal  AnaKlu  . 
legitimo  Signore,  eVefcovo  di  quella  Città,  rimafero  prima  ludibrio  del 
vulgo,  e  poi  preda  del  fuoco.  MatthiadiHarlem  fornaro  diprofeifione, 
prima  predicatofi  per  Moisè ,  con  un  cortello  di  pietra  alla  cintola ,  giva  va- 
gando, &  animando  tutti  alla  circoncifione;  e  non  ritrovando  chi 'IfeguiiTe 
nella  efccuzione  del  crudo  taglio ,  tramutatofi  inHenoch,  che  annunciava  ,fcJiT'""°"' 
un  nuovo  Regno  di  Anabattifti ,  finalmente  diflefi  Chrifto ,  creando  nuovi 
dodici  Apoftoli,  conquegl'infegnamentinon  meno  empii,  che  difpregie-  j,  T(^aj«.in».i5}u 
voli,  quali  1  lungo  rapporta  da  Lamberto  Horcenzio  l' Annalifta  [b]  mo-  ».59-&f''ì' 
derno  della  EcclefiafticaHiftoria.  Di  fimil  pelle  fi  vidde  infetta  allora  l'Ol- 
landa,  e  la  Fiandra,  e  di  fomigliante  opprobriofa,  e  tormentofa  niorte 
eglino  inorirono,  che  i  primi. 

Se  così  baldanzofi  Ci  diportarono  gli  odiati  Anabattifti ,  quindi  dedu-  sertàdfgliofian- 
cafi ,  come  orgogliofi  furgeirero  i  permefli ,  e  tollerati  Luterani .  Andrea  dna . 
Ofiandro  prima  feguace ,  e  poi  contradittore  di  Lutero  circa  il  dogma  del- 
la giuft'ficazione ,  abbandonata!'  arte  di  Ferraio ,  che  Cin  allora  egli  haveva 
efercitata  in  GuntzenhaufennelMarchefiito  diBrandeburgh,  edatofinon 
tanto  allo  ftudio,  quanto  in  preda  allafua  albagia,  udito  l' Interim  di  No- 
rimbergh,  pafsò  nella  Pruflla,  per  formar  quivi  nuova  fetta  non  tanto  di 
Luterani,  quanto  diOfiandrici  .  Il  fuo  principale  errore,  per  cui  formò 
fcifma  da  Lutero ,  fu  V  afì'erzione ,  eh'  ei  foftenne,  Hominem  jujìifìcari ,  non 
fide,  fede  ade  me ffent  tali  jufiitiay  qua  Deus  jujius  efi ,  qu£  ejì  ipfe  Deus ,  in- 
funditurque  hominibus  ,  ita  ut  non  fit  Chrijìtanus  grafia  jujìns  ,  Jed  natura. 
Contro  lui  difperatamenteefclamarono  li  Theologi  Luterani,  che  poten- 
temente lo  invertirono  co'  fcritti,  co'  ditterii,  e  con  infamiflìme calunnie; 
ond'  hebbeàfcriveredi  lui  un' eminente  Autore,  [e]  Cujus  criminis  non  efi  e  stanisi. CArdin. 
ìnftmulnusOftander  ^  Qjue  convitia,  &  maledi8a  in  eum  ja^ata  non  funt  ?  "l^'"J,'flfi\"^ll'. 
Vocatus  g/?,  ut  ipfe  fcribit ,  H^rcticuSi  ^ntiChriflus .,  Jud£us  ,  niger  Dia  ris  . 
boluSi  Draco,  Homo  nefarius  ^  confceleratus ,  hojìis  Chrifliy  con  tutto  ciò, 
chefiegue,  e  che  noi  habbiamo  [c^j  riferito  in  altro  luogo.  La  di  luihere-  Avedinponrif.di 
fìa  viene  à  lungo  riprovata  [e]  dal  Bellarmino  ,  e  dagl'ifteflì  Luterani  Chry-  /l'if^i'sT^  '^''''^' 
treo,  [/]e[^j  Schluifemburgo ,  eànoifol  bafta  dire,  che  doppo  di  haver  ^Btiurm.mtraa 
egli  fubornata ,  &  infetta  la  Pruflla,  e  parte  della  Livonia,trovof[ì  di  repente  ich^tflnl'tn  sa- 
eltinto ,  prima  [h]  per  così  dire  morto ,  che  moribondo .  '""^'H'à\m  co»tra 

Dalla  oppugnazione  dcU'Ofiandro  nacque  una  nuova  Herefia  fopra  la  Ij^n^v.^.""'"''* 
giuftificazionè ,  ed  ella  fu  di  Francefco  Stancaro ,  Mantovano  di  Patria ,  ma  ^  f^"^'^ll'^^\  r,, 
profelforedi  lingua  Hebraica,  e  di  Theologia  nell'Accademia  Regiomon-  H^rd'i""'''^  " 
tana  nella  Pruilia ,  il  quale  opporre  volendoli  all'errore  dell'  Ofiandro ,  che 
diffe,  Chrijiumcjfe  juflìtiam  nojiram  rat  ione  folius  Dit>initatis,  cadde  il  mi- 
serabile nell'altro  eflremo  ,  e  propugnò,  e  foftenne  ,  T^n  ratione  divi- 
njSf  fed  human^e  tantummodò  natura  ,  Chriftum  ej]e  jujìitiam  nojiram.  Op- 

pofti- 


Cim^K'        ^gg  Secolo  XV L 

TE  VII.  pofti  egualmente  hereticali ,  e  dannati,  l'uno  di  EntvchianKmó,  l'altro  di 
Vmidi2tfi!l'c.  Neftorianifmo.  [a]Eft  fementìacommunis  Theoiogorum,  dice  ;!  Bellarmi- 
hi^'irn"""}-'^  ì\OyipfumquidtmMediatorem,five  {utThelogiloquuntur)  principium  ,  moi 
pnZ'vmm'to^i'.TZ  opcTabatur  opera  Medìatoris ,  non  fuiffe Deum  folumy  yd  hoìn'wem  folum, 
eiog.d(,7m»tic^iìb.  f^^  utrumque  ftmul y  hoc  eli,  Ferbum  mcarnatum ,  five  Denm  bumanatum  . 
&  ffj.  Tnncipium  tamen ,  quo  ma  opera  a  Mediatore  fiebant ,  fmjjc  naturc^m  hu- 

tnanam ,  non  divinam .  Tametft  enim  Deus  mcarnams  eraty  qui  orabat,  pa- 
tiebatuTi  obediebat,  fatisfaciebat:  tamenh£c  omnia  faciebat  fecimdum  for- 
wam  fervi y  non  fecundum  formamDei.  ^tque  haccjì  fentemia  Ma?i(lrìin 
^.difi.19.  prope  fìnentf  SanUi  Bonaventur di  ibidem  y  art.  z.qu^fì.ult.h' v,  te- 
rorum  Theologorum  in  eadem  dìflìnólione ,  nec  non  Sancii  Thoma  3 .  pan.  qnaitL 
26.art.2.  Così  egli.  MiloStancaro  errò  co'l  dedurre  aa  veri  piincipiifal- 
feconfeguenze,  e da'dogmi Cattolici:  Qviòi  De!4sunns  fiti  quòdMediator 
non  (tt  unius:  quòd  Filiits  quoque  Jìt  unus  ille  Deus  :  quòd  Miduitor  mori 
debuerit:  quòdchrifluspajfus  fu  fecundum  cameni ,  egli  inledquefta  deforme 
conclufione,  Chrijium  qua  Homo  efly  non  qua  Deus,  mediato rt^m  ejje  Dei, 
<ÌrHommum:  ediquefta  falla  opinione  egli  allegavane,  nu  malanrienre  , 
peraffertoreil  Maellro  dellefentenze,e  San  Tommaios  onde  nella  Tua  Apo* 
\oo\2LContraTigurmùSx:m\zx\e^'\m^y:c[\o  quel  fuo  celebre  detto >  Tlus  -pulet 
unus  Tetrus  Lombardus ,  quàm  cenrum  Luther i ,  ducenti  Melaa^ìhunes,  tre- 
centi  Bullingeriy  quadringenti  Tetri  Martyres  ,   &  qumgenti  Calvmi ,  qui 
Pemrfiont della  g^^^gy  fi  in  mortarìo  coutundcremur  ,  non  exprimeretur  una  uncia  vera 
Svezia',  Livon-a,  Theologìa .  Fomito  ài  quella  merce  hereticale  (cacciato  dalla  Pruflia ,  por- 
£i!"hen"  '  ^  tornella  Polonia,  dove  con  la  Tua  aprì  la  ftrada  in  quelle  proifimeProvin- 
"°^""*         eie  alle  altre  Herefie ,  che  pur  dalla  Germania  colà  portarono  altri  feguaci 
b  vide  T?4 ,;  rt««  ^^  Lutero ,  cioè  [b'\  Olao  di  Pietro  Diacono  Strengenfe  nella  Svezia,  il  Mar- 
ij}!.».»*^"'"""  chefe  Alberto  di  Brandeburgh ,  che[f]apoll:atando  dalla  Religione  Cattoli- 
cuid.an.jsp-».  ^^^  edallafua,  incuifoftenevailpoftodiMaeftro  de'Cavalieri Teutonici 
^  ■  Crocefignati,prefe  in  Moglie  una  Concubina,  e  fconvoltecofefacre,  e  pro- 

àiùida„n.i52$.r,.  fane,introdu(reilLuteranifmo  nella  Li  vonia,  Giovanni  [d]  BugenagioPo- 
}%.u-à-''>»'.>5i7-  merano  nella  Danimarcahereticofamofo,  che  in  quella  foia  Provincia  osò 
"•  '7'  di  confacrare  fette  Vefcovi  per  autorità  datagli  da  Lutero ,  e  dalla Univerfi- 

tà  di  V  Vittemberga,allegando  quefti  per  difcolpa della  nullità ,  e  del  facrile- 
gio,  ch'era  colti  etto  a  ciò  fare,  percheli  Vefcovi  Cattolici  negavano  di 
'^^*7'";^"^'"7  confecrar  quei  della  loro  fetta;  Giovanni  Campana,  &i  libri  di  [e]  Michel 
p7nt'ifMPMio'iv.  Serverò  Medico  Arragonefe.di  cui  parleraifi  in  altro  luogo,nellaUiigheria,e 
r#TO.4.  regioni  adjacenti;  ondefurfero  gli  Ann  Trinitarii ,  che  negavano ,  come  Sa- 

beìlio ,  la  diftinzione  delle  tré  Perfone  nella  Santilfima Trinità  ;  &  altri  in  al- 
tri luoghi ,  ficche  dirfi  poffa  di  Lutero ,  haver'egli  confufe  in  moftruofe  ftra- 
vaganze  le  lingue  di  mezza  Chriftianita  m  modo  tale,  che  non  più  delle,  qua- 
f<?r«.ii.  li  elleno  erano  ,  [/]  non  audiat  unufquifquevocemproximi  fui:  tante  (mono 

le  dirferenti  fette,  che  da  lui  provennero,  molto  più  numerofe  delle  Arria- 
ne ,  nelle  quali  in  altro  luogo  habbiamo  notato  quanti  Dottori  tante  fcuo- 
ie,  tante  fentenze  quanti  Capi . 

Ma  òfoflecaftigo  del  Cielo,  ò  meritata  penadiqueftaetà,  mentre  da 
Jacconir'ddi'ò  uri  lato  Solimano,  e  dall'altro  Lutero  oppugnavano  il  Chriflianefimo,  e 
fcifma  »i>Tn(jhii  RomaReggìadì clTo conculcatagcmevafotto lafttage  de'fuoi,  e  lotto  il 
Jcfiadfca'ivin"!' frefco  lutto  dei  feguito  faccheggiamento,  furfero  inafpettatamente  due 
nuovi  formidabili  nemici  contro  il  rimanente  delUChriftianità ,  ed  Henri- 
co  Oc- 


Capitolo  ir.  397       C~- 

CO  Ottavo  toire  dalla  Fede  l'Inghilterra ,  e  Calvino  gran  parte  della  Francia,  ^  ^  ^  ^^* 
Regioni  in  cui  parevafi  ricovrata  di  li  da'Monti  da  tante  gran  tempefte ,  co- 
me in  arca  di  pace,  la  perfeguitata  Colomba  della  ChiefadiDio.  Avve- 
nimenti flebili ,  ma  necelfarii  à  rifcrirfi ,  ne'quali  vedremo ,  cioè  nell'Inghil- 
terra, una  piccola  imagine  de'primitivi  Secoli,  perfeciizioni  di  Tiranni,  e  for- 
tezza di  Martiri ,  fatti ,  e  detti  facrileghi  d'inniimerabili  Hefetici,ed  afllften- 
23  del  Cielo  acattolici  con  infigni  miracoli;  e  nella  Francia  un  vero  Cam- 
po di  atrociflìme  Guerre,  un  miilo  lacrimevole  di  Religione,  e  di  flato,  e 
in  ambedue  que'Regni  onde  ammirar  poffiamo  l'infaticabilità  dc'Pontefici 
Romani  nella  efatta  cuftodia  della  Religione  Cattolica,  e  la  protezione 
del  Cielo  in  foftenimento  dielTa.  Dunque  per  ordmatamento,defcrivere 
una  tanta  gran  mole  di  difparati  fuccefll,  incominciaremo  il  racconto  di 
quello ,  che  fiì  il  primo  à  fuccedere ,  per  profeguirne  poi  degli  altri  ne  fufle- 
guenti  Pontificati  il  difcorfo. 

Godeva  la  gran  Brittania  alta  pace  di  Religione,  efeparatanontanto 
dal  continente  della  Europa ,  quanto  dalle  communi  calamiti  deli'Herefie , 
che  inondavano  la  Europa,  veniva  ellagovernata  da  due  Rè,  [a\raravirtu-  J.^^Sf'"^*/. 
te  ,  orthodoxa  pietate  ,   animorumque  pnefiantia  univerfo  Orbi  Terrarum  ugUnn  apud  Sco-^ 
fpe6iabUes  y  &•  charos ,  in  quorum  [aiuto  ^  &  incolumitate  y  magna  videbatur  ^R^'nfib'r^shfu 
ejjepofitafpes  extinguendi  nafcentium  errorum  incendii .  Eglino  erano  Già-  ter rra,e nella sco- 
corno  V.  nella  Scozia,  che  irremiiTibilmente  fece  bruciar  vivi  alcuni  Apo-  ^"*' 
fìati,  che  volevano  introdurre  il  Luteranifmo  in  quel  Regno,  e  fimi  nobile 
Cavaliere  Giovanni  Bortuik ,  e  il  fuo  medefimo  congiunto  di  parentela,  e  di 
fangue  il  Patrizio  Hamilthon ,  ch'egli  condannò  alla  medefima  pena ,  come 
viliifimi plebei,  perche  furono  convinti  della  medefima  colpa:  onde  di  luì 
dicefi,  chetant'oltregiungeife  ad  ingelofirfi  di  ogni  lontano  fofpetto di 
violata  Religione,  chehavendo  {uir'allora  fatto  [b]  ritorno  nellaScozia  ^  lyid.pa?,.^, 
doppo  lunga  peregrinazione  di  gran  parte  di  Mondo  il  celebre  in  pietà  Gio- 
vanni detto  lo  Scoro,  egl'iiKontanente  lo  facefferilbùngere  inimpenetra- 
bil carcere,  fol perch'era foiito  di  palfar  quaranta  giorni fenza alimento 
di  alcun  cibo;  onde  il  Rè,  ne  ulliù  fraudi  locus  effety  hominem  in  ar^liljinu 
cuflodia,  fitb  oculata  vigilum  cura,  totos  quadraginta  dies  detineri  ]ujjìt  t 
habita  moxde  fide  ipftus  qu^flione  y  experientiadidicit,  qua  de  Joannis  fan- 
Bitate  fama  vulgaverat .  Così  l'allegato  Coneo.  L'altro  Gran  Rè  ,  egli 
era  Henrico  Ottavo  d'Inghilterra ,  Zio  del  laudato  Rè  Giacomo  di  Scozia, 
di  cui  fie^ue  adire  il  medefimo  Hiftorico,  Hiclc]  quidemtotregiisdotibus     ^,.. 
B^gm  fui  ornavit  cxordiay  ut  beata  jure  mento  diceretur  ^nglorum  gens  , 
cui  talem  Trincipem  divina  benignitas  trtbuiffet .  Exorientes  primùm  Luther  i  Pani  regìe,  e  pie 
H^refes  aitthoritate  regia  ab  ^dnglix  finibus  conjianter  arcuit,  &  fcripto  ad  '^el  Rè°H.nrico 
Leonem  Deeimum  de  jeptem  Ecclefta  Sacramenti!  libello y  ab  eodem  meruit  ti-  J'^^'^i-^i"Si'ic"- 
tulum  Defenforis  fideiy  quo  auguflius  nullus  Catholico  Trmcipi  concedi potuit. 
Egli,  condannato  dal  Pontefice  Lutero,  ne  [d]  fé  bruciar  gli  ferirti  nel-  a  ^i>udi{»yn,an. 
la  Piazza  di  Londra,  e  nel  medefimo  tempo  volle,  che  Giovanni  Fifchero  i5jo.».<54* 
VefcovoRoifenfe,  eilbprefente,  perorafl'e  al  Popolo  in  difefa  del  Pontifi- 
cato Romano,  cotanto  impugnato  da  quel  nuovo  Herefiarca,  e  cotanto 
bene  foftenuto  da  lui  l'anno  feguente  nel  citato  libro  contro  Lutero.  Egli 
m  fottopofe  lo  fcritto  all'autorità,  e  cenfura  del  medefimo  Pontificato,  e  vide  cod.  ^w 
egli  fcriffe  potentiilìme  lettere  al  Sadbne ,  &:  ad  altri  Principi  Heretici  in  di-  Hf^^f  '.p''^-f^'"- 
fefa  della  Chiefa  Romana^  egli  [e]  perfcguitò  fempre  à  morte  li  Luterani  rakf!h:ri%£''' 
j  -i,  '         .  rifu- 


Clemen-         ^^g  Secolo  XV L 

aZf  li  rifugiati  nel  fiio  Regno,  trafnieffe  caldiflìme  doglianze  [a]  all'Imperadof 
PriL'.pìg'ji""''  Carlo  V.  per  la  conculcata Maeftd  di  Clemente  nel  narrato  Sacco  di  Roma  t 
&^^'lndlZln'i'^'  ^  ^"'^^^  ^"  difefà  di  effo  coli  efibizione  di  denaro,  e  offerta  di  quattro  [b]  mi- 
tìi/.schìi%.'ji],'  la  Inglefi  da  mantenerli  ù  regie  fpefe  in  Roma  alla  guardia  del  PonCefice;  e 
giicani.  finalmente  egli  fii  e  con  la  penna ,  e  con  la  fpada  Diferifor  di  fatti ,  e  di  nome 

dell'Apofìolica Sedei  fin  quando  poi  da  Rè  divenuto  fchiavo  dell'amore 
di  una  Donna,  divenne  ancora,  con  borrendo  fcifma  di  tutto  il  fuo  Regno, 
Tomni4foVoifco  il  più  fiero  ncmico ,  che  habbia  giammai  havuto  il  Pontificato  Romano  . 
douT.  "^'''''"  Come,  e  quando  feguifle  cotale  impenfatamofiiruo  fa  perverfione,  eccone 
ftonfenza  roffore  delmedefimo  inchioftro  la  origine ,  il  progreflb ,  &  il  rac- 
c  omnu  hxe  ha-  cOHto .  Rcguava  egUduuque  fui  Trono  dell'Inghilterra  [e]  con  aura,  e 
^"HiVscfrm'^""'  fama  di  gran  Monarca,  e  prelfo  lui  faceva  le  parti  più  tofto  di  Maertro,  che 
7iic^»' tH.Z&ln  diMinirtroTommafoVolfeo,  Huomo  che  da  baffi  principii  fabricatafi  da 
oiéicn^rdiììiLis.  fé  mcdefimo  uu  alta  fortuua,  fierafollevatoal  primo  pofio  e  nell'amore 
del  Principe,  e  nel  maneggio  del  governo,  il  quale  aflùnto  per  forza  del 
fuo  ingegno,  e  per  arte de'raggiriconfuetiàpratticarfi  nelle  gran  Corti  , 
haveva  finalmente  ricevuto  dal  Rè  la  Podeftà  di  Gran  Cancelliere  ,  la 
Chiefa  il  Yorchprincipaliflìma in  Inghilterra,  &  à  regia  richiefta  il  Cap- 
pello Cardinalizio  da  Leone  Decimo,  e  finalmente  Tautoriti  di  Legato  à 
latere  per  tutto  quel  Regno  da  Clemente  Settimo.  Alni,  come  ad  arbitra 
hipremo  delle  Regie  determinazioni ,  dimoftrofli  fempre  cotanto  arfettuo- 
fo,  e  parziale  l'Imperador  Carlo  V. ,  che  per  tenerfelo  unito  ne'duri  contra- 
lti contro  la  potenza  de'fuoi  A vverfarii,  fu  folito  fempre  fcrivergli  ài  propria 
pugno ,  e  fottofcriverfi  con  titolo  dì  proprio  figliuolo ,  Filius  vefier ,  &  co- 
gnatus  Carotai  :  onde  il  Volfeo  ne  andava  perciò  gloriofo ,  e  rifpettato  da' 
primi  Potentati  di  Europa,  e  confeguentem ente  tanto  più  ben  veduto  dal 
fuoRè,  quanto  più  il  fuo  Rè  riconofceva  in  lui  attitudine  adeguata  al  reg- 
gimento del  Regno.  Ma  quefti  rifpetto(i,efiìialiufficiidiCarIo  durarono, 
iìn  che  durò  in  Carlo  il  timore  de'fuoi  nemici,  e  ceflarono ,  quando  egli  vit- 
toriofo  deir£fercito,e  della  Perfonadel  Rè  Francefco  di  Francia,fi  riconob- 
be fuperiore  ad  ogni  altro ,  e  refo  à  tutti  formidabile .  Del  che  acerbamente 
d  ^n.  tiit.       oft'efo  il  Volfeo ,  lì  volfe  (come  ch'egli  era  di  acutilìlmo  ingegno)à  ordirc[ii] 
lina  tela ,  nella  cui  teflìtura  riconofcer  Carlo  doveffe  nel  medefimo  tempo  la 
fua  vendetta,  e  la  fua  potenza,  e  rimànefie  il  Rè  Inglefe  irreconciliabilmente 
nemico  dell'Aurtriaco ,  e  indifiblubilmente  congiunto  co'fuoi  neniici,ed  in- 
fieme  elfo  benemerito  di  Henrico ,  e  della  fua  nazione  *  Haveva  Henrico  in 
Tefa  ordita  da  hit  Moglie  Caterina  figliuola  di  Ferdinando, e  d'ifabella  Rè  Cattolici ,  e  forella 
per  ^l  Regio  di-  miuore  di  Giovanna  Madre  di  Catlo  V.,  la  quak  nel  fior  dell'età  rimafta  Ve- 
vorzio,  (\ova.  di  Arturo  Fratel  maggiore  di  Henrico ,  era  paflata  alle  nozze  di  lui  co'I 

confentimento  del  Rè  Ferdinando ,  e  con  la  difpenfàzione  di  Giulio  IL  Hor 
quefla  difgraziata  gran  Donna  non  godè  il  primo  Spofo ,  e  molto  penò  co'I 
fecondo  .  Conciofiacofache  Arturo  inhabileal  matrimonio  per  lento  mor* 
bo  contratto ,  di  eui  ancora  egli  morì,  lafciolla ,  come  dicefi ,  Vergine  Ve- 
dova, ed  Henrico  hebbela  in  pregio  di  Moglie  fin  tanto,  che  una  infame 
Rivale  tolfe  à  lui  il  pregio  del  fenno .  Nulladimeno  nel  Toro  maritale  ellla 
die  ad  Henrico  alcuni.figliuolimafchi,  nifiun  de'quali  fopravifie  alla  infari- 
zia ,  &  una  femmina  chiamata  Maria ,  che  fopravilfe ,  figlia ,  e  compagna  al- 
la Madre  d'infeliciflìmiluccefii .  In  tale  Ikto  della  Regia  famiglia,  fovven- 
ne  al  Volfeo,  che  fin  dal  tempo,  in  cui  impetrofli  la  difpenfa  Pontificia  tri 

Cate- 


Capitolo  IV.  399       Clemen- 

Caterina,  edHenrico,  fu  dubitato  [a\  prima  in  tempo  di  Aleffandro  VI.    Jf. 
e  poi  di  Giulio  Secondo ,  s'ella  effettivamente  potelfe  ottenerfi;  e  non  Z'snlC       '^ 
mancarono  allora  difpiitazioni  d'ingegni  più  ambiziofi  di  difficultare  il  fa- 
cile, che  di  facilitare  il  difficile,  i  quali  condufero,  che  ne  foffe  indifpen- 
fabile l'impedimento  ;  ebench'elleno  fi  rii^ettaffero  comeinfuflìftenti,  nul- 
ladimeno porfero motivo  al  Volfeo di rifvegliar  l'antica  controverfia,  sì 
per  vendetta  di  Carlo,  di  cui  Caterina  era  Zia,  come  perifperanza  di  ri- 
volger l'animo  del  Rè  Henricoalla  Duchefl'a  Margherita  vedova  d'Alanfo- 
neforelladelRèFrancefco,  e  con  tal  nodo  ftringer  Lega  con  li  nemici 
ài  Cefare,  sì  ancora  per  procurare  al  Regno  la  mcceffionemafchile,  e 
un  Dommante  nativo,  pretefto  fpeciofo ,  e  preveduto  fommamenteplau- 
fibiledagl'Inglefi.  Con  tal  penfiere ,  più  difficile  à  fovvenir  nella  mente, 
che  ad  efeguirfi,  comincio  il  VoUeo  quelle  prattiche,  ch'egli  giudicò  d 
propofito  per  l'adempimento  dell'intento ,  perfuafo ,  che  il  Rè  vi  have- 
rebbe  adherito  ,  ogni  qualunque  volta  havelfe  dato  tempo  al  rifletter- 
vi, enonfenefoffeinhorriditoalprimolampo.  A  tal  fine  con  motivo  di 
fcrnpolo  egli  ragiononne  con  Giovanni  Longlando  Vefcovo  di  Lincolne  , 
Confeffore  allora  di  Henrico,  il  quale  parte  oppreflb  dall'autorità,  parte  dal- 
la potenza,  e  parte  ancora  dalle  ben  veftite  ragioni  del  Volfeo,  moilran- 
do  di  apprendere  il  dubio ,  promelfe  ben  torto  di  rapprefentarne  al  Rè  le 
circoftanze  :  e  il  Rè  udille ,  e  tacque  :  il  che  diede  al  Volfeo  fperanza  prof- 
fìma  di  conipiuto  avvedimento .  Né  invano  :  poiché  fopraggiunto  alla 
Corte  il  Vefcovo  di  Tarbes  mandato  dal  Rè  di  Francia  per  chiedere  in  mo- 
glie Maria  Principelfa  di  Uvallia  al  Duca  d'Orleans  fuo  fecondogenito  ,  fu 
incontanente  forprefo  dal  Volfeo ,  che  difiegli ,  che  meglio  egli  fareb- 
be à  proporre  al  Rè  Henrico  la  nullità  delle  nozze  con  Caterina,  e'I  ma- 
trimonio con  la  Vedova  d'Alanfone,  che  quello  della  Principefla  di  Uval- 
lia  col  Duca  ài  Orleans  :  elfendo  che  il  primo  riufcirebbe  più  agevole ,  che 
il  fecondo,  e  iìabilirebbe  meglio  l'unione  de' due  Rè  contro  l'Imperadore. 
Concorfe  il  Tarbes  co'l  Volfeo,  e  prontamente  ad  ambedue  adherì  il  mife- 
ro  Rè ,  che  incontanente  fpedì  in  Francia  il  Volfeo ,  tra  le  cui  commiffioni 
laprincipaliffima,  màlapiùfecreta,  fiera,  checoniflanzeunitelidueRè 
rapprefentaffero  al  Papa  lo  fcrupolo  dell'Inglefe,  e  confeguentemente  la 
dichiarazione  della  nullità  del  matrimonio  tra  quefti,  e  Caterina.  Ma  al 
Volfeo  giunto  àCales,  tofto  fopraggiunfe  nuova  commiflìone  dal  Rè,  di 
efeguir  bensì  tutto  il  redo ,  ma  non  il  progetto  della  Vedova  di  Alanfone  , 
e  la  fpecificazione  della  nuova  deftinata  Conforte.  Ond'egli,  che  penetrò 
comefcaltro,  e  prattico  il  profondo  dell'animo  di  Henrico,  vedendo  più 
torto  che  prevedendo  il  futuro,  fi  dolfe  di  elTer  tant'oltre  palfatoj  ma  non 
potè  ritirarne  il  parto,  cherondulTelui,  ilRè,  laPatria,  e  tutto  il  Regno 
in  un  deplorabile  precipizio.  Era  il  Rè  \b]  già  da  gran  tempo  invaghito  di '^^*^'"'^'''''''«.<^' 
AnnaBolena  Donzella  di  Corte,  figliuola  da  altri  riputata  di  Tommafo 
Bolenofemplice  Cavaliere,  da  altri  del  medefimo  Henrico  Vili,  che  con  /^'{"j^*^'"^'"^^"^*» 
furtivi  amplefli,  in  aflenza  di  Tommafo ,  godefle  prima  la  Madre,  e  poi  la  BoienV"'"^""'' 
Sorella  ;  onde  il  niifero  Rè ,  che  forfè  di  già  n'era  Padre ,  e  Cognato ,  im- 
pazziva di  divenirne  ancora  pofleditore,  e  marito.  A  querte  colpe  del  Pa- 
rentado, nriànonfue,  ella  aggiungeva  le  proprie  in  alto  grado  ,  e  di  pu- 
blica  fede  violata  à  Dio  con  la  profeifione  del  Luftranifmo,  e  di  privata 
fede  data  à  molti  Nobili  della  Corte,  di  dishonefto  commercio,  e  di  fin- 
zione 


Clemen-        aoO  Secolo  XV L 

T£  VII.    2Ìone  così  foprafina  di  affettata  verecondia,  che  alle  brame  del  folo  Rè 
non  voll'ella giammai  acconfentire ,  fé  il  Rè  non  comperavane  il  confegni- 
mentoà  prezzo  di  tutto  il  fuo  Diadema,  difdegnandone  ritrofamente  ella 
fempte  queir  amore,  che  non  veniva  cohoneftato  dal  decoro  del  ma- 
trimonio. Ucheeffendo  caufadi  un  continuo  dibattimento  nell'animo  ài 
Henrico  Vili,  la  propofta  del  Volfeo  di  paiìare  ad  altre  nozze  gli  giunfe  de- 
fideratillìma ,  onde  non  hebb'egli  gran  pena  di  disbrigarfi  dal  penfiere  del- 
la Vedova  di  Alanfone ,  e  di  abbracciar  con  tutto  lo  fpirito  quello  della  Bo- 
lena,  cheglierafiflb  nel  cuore,  e  che  dal  cuore  aftacciandofi  fu'l  vol- 
to, venne  a  difvelarlì  pienamente  al  Volfeo ,  allor  quando  il  Volfeo  in  Cales 
hebbe  bensìcommilfionediprofeguirle  iftanze  di  annullare  il  vecchio  , 
ma  non  già  di  proporre  il  progetto  del  nuovo  matrimonio.  Ma,  comefi 
diife,  ne  fu  irreparabile  allora  lamina;  e  la  faetta  fcoccata  dal  Volfeo 
colpì  mortalmente  e  la  riputazione  del  Rè,  e'I  ben  della  Patria,  e  la  fua 
propria  fortuna.  Dunque  Henrico  divenendo  ogni  giorno  più  pertinace 
nel  confeguimento  del  fuo  intento ,  perche  ogni  giorno  puiprefo,  e  foret- 
to da'lacci  del  fuo  nuovo  amore  con  la  Bolena,  cominciò  le  prattiche 
delladillbluzione del  vecchio  matrimonio,  tanto  con  ilRèdi  Francia  , 
i^bann.K^o.f  ch'egli  implorava  per  mediatore  pre(fo  il  Pontefice ,  quanto  con  il  Ponte- 
quead^^In.iSH-  ficeitefTo,  ch'efler  doveva  Giudice  primario  della  caufa  .  Prello  L^J  a 
quattranni  elleno  durarono  così  vive,  e  così  premurofe,  che  invano  il 
b ///f  wv* /«y7«f  Pontefice  [^1  dilungandone  la  decifione,  hor  con  rimetterne  la  difcuffio- 
ÌVaTiZl°''c1ì  neadEcclefiallicid'lnghilterra,  hor  con  avocarne  afe  la  cognizione,  hor 
i-ìci^.is.         con  temporeggiare  nelle  rifpofte,  hor  con  rifpondere  motivi ,  e  ragioni 
in  ravvedimento  del  fallo ,  che  finalmente  eflendo  il  fuoco  divenuto  oramai 
incendio,  e  non  tanto  bollendo,  quanto  confumandofi  Henrico  nella  ef- 
Matrimonio  del  pettazioue  delle  richiede  nozze,  prevenendo  con  facrilego  attentatola  fpc- 
Rè  ton  la  Bolena.  ♦.^^^^^^QJ^2ione  del  vecchio  con  repentina  conclufione  del  nuovo  ma- 
trimonio, à  forza  di  autorità  fé  precipitofamente  dichiarar  nullo  il  primo 
da  Guglielmo  Cramnero,  promolfo  da  lui  da  una  Capellania  di  Cafa  Bo- 
lena ah' Arcivefcovado  di  Conturbery;  e  in  vigore  diquefta  fentenzaegli 
contraile  occultamente  il  fecondo  con  la  Bolena,  incitato  à  ciò  fare  da 
due  potenti  motivi,  l'unodi  amore,  l'altro  di  Stato,  cioè  daldefidenodi 
acchettarlei,  che  tormentavalo ,  rimproverandogli  mancamento  dipro- 
meffa,  e  violazione  di  honore;  e  della  legitimazione  della  prole,  chefpe- 
ravamafchile  dalla  gravidanza  già  publica  dell'Amata,  la  quale  pofaa  in- 
dia cinque  mefipavtorigHElifabetta,  nuovo  moilro  di  fede,  nata  da  Hen- 
rico, e  dalla  Bolena,  moftri  peggiori  di  Religione.  Quello  primo  paffo, 
che  offefe  altamente  Dio ,  il  Papa ,  Cefare ,  i  Rè  Cattolici  di  Spagna,  l'iikffo 
Efuarifoiiixione  j^^  ^,  pr^ncìa,  che  mani  fedamente  diflapprovoUo ,  e  generalmente  tut- 
.a mantenerlo.   ^^ j^ (^hj-if^^janefimo ,  aniuiò difperatamcute Hcurico  ad  ogni  altra  più  ar- 
dua rifoluzione,  ricche giuocando da difperato  la  palla,  minaccio  al  Pon- 
tefice per  mezzo  deTnoi  Ambafciadori,  ch'efl'o  contrarrebbe  publicamen- 
csarJ.u.c!t.      ^^  ^  ^^^  /^^o  con  la  Bokna ,  e  gli  terrebbe  l'ubidienza  [e]  de'fuoi  Regni, 
fé  non  ricevere  da  lui  la  contermazione  della  fentenza.  Il  Papa  ancor. 
temDorei?2Ìò,  fperando  dal  t^mpo,  e  dalla  difconvenevolezza,  e  brnt- 
rezza deinfiefìb  fatto  il  ravvedimento  del  Reo:  ma  per  foftenere dall al. 
,  tro  canto  il  decoro  del  Tribunal  Pontificio,  nel  Conciftoro  degli  [rf]  ii.di 

t^L?/;/.:'t  Luelio  dichiarò  Henrico  mcorfo  ndle  Cenfure  degli  attentati ,  di    già 
^  com- 


Capitolo  I V,  40  I        Clemen-  .  ^ 

comminate;  delle  quali  tuttavia  egli  ne  fofpefe  l'effetto  per  tutto  il  fìitu-     ^^    ^^^* 
ro  Settembre,  benignamente  concedendo  quefto  termine  alia  ritrattazio- 
ne del  (uccefl'o.  Cum  pendente  lite,  tal'era  il  tenore  della  Pontificia  fenten- 
2a,  [a]  coramnobis,  dile6lo  filio  Capifuccbo  Cappellano  nojìro  y  ac  Sacri  1  ^pud  Sa^der. 
'Palatii ^poftolici  caujarum  auditore,  <&  Decano  à  nobis  in  Confijiorio  I{e-  ^•^•^'l'Schifmatc 
•perendijjimorum  commifìa,  inter  chariffimos  m  Chriflo  Filios  nojìros  Catberì-     Monirono  d^i 
nam,  &  HenricumVIII.  ^ngli^  B^ges,  de  &  juper  validitate  matrimonii  Sommin£"c!n! 
inter  eos  contrarili  prafatus  Henricus  di&am  Catherinam  ejecerit  y   &  de  troiiRè, 
fci^o  cum  quadam  S^nna  matrimonium  contraxerit  cantra  mandata  ,  c^  de- 
creta tam   admonitionis  ,  qnàra  inbibitionis  in  literis  in  forma  Brey^is 
ctiam  de  confiiìo  Fratrum  noflrorum  S.P^.E.  d^rdinalium  emanatis  conten- 
tai temerei  &  de  fa6io   attentando.  Jdcircò  nos  de  illius  potejìatis ,   quam 
Cbrijìui  B^x  F^gum,  nobis  licètimmeritis,  in  perfona  B.  Tetri  conce/Jìt,  plcr     ' 
nitudine,  in  Trono  Jujìiti£  prò  Tribunali  fedentes  y  &  [ohm  Deum  pra- 
oculis  babentesy  per  hanc  noflram  ftntentiam  ,  quam  ex  nojìro  mero  ojji-^ 
cioy  ac  de  venerabilium  Fratrum  nofirorum  S.B^E.  Cardinaliim  concifloria- 
liter  coram  nobis  congregatorum  con/ìlio  ,  ferimus  ,   eje5Ìionem  ,  &  fpolia- 
tionem  di5ix  Catberin<s  Bigina  àquaji  pofieffione  juris  conjugalis ,  (^rreginalis 
dignitatis ,  in  qua  tempore  bujufmodi  mot£  litis  erat ,  &  matrimonium  in- 
ter pr,£di5Ìum  Henricum  B^gem  ,  &  ^nnam  prcediiiarn  contra^um  ,  cum 
pnedi^a  omnia  notoria  y  &  manifefìa  fint ,  prout  ita  efìe  declaramus  y  nulla, 
injujia  y&  attentata  fui[ie  y  &  efid  ac  nullitatis,  injujìitix  ,  attentatorum- 
que  vitio  fubjacuifiCy  &  fubjacerCy  prolemque  [ufceptam,  feu  fufcipiendant 
illegitimam  fuifiey  &efie,  pr^fatamque  catberinam  reginam  ad  fuum  prifìi- 
num  flatum  ,  &  quafi  pofiefjionem  juris  conjugalìs  ,   &   reginalis  dignitatis 
reflituiy  &  reponi  debere  ,  aióiumque  l\egem  di6ìam  ^nnarn  à  cobabitatione 
fuay  &  ^uafi  pojjeffione  juris  conjugalìs  ,  c^  reginalis  ejicere  ,  &  amovere 
debere  y  in  bis  fcriptis  pronuntiamus ,  decernimus  ,  &  declaramus  ,  rejìitui- 
mus,  &  repontmus,  ejicimusy  c^  amovemus  :  eademque  no/ira  fententia  , 
cJTexconfiUoy  &  mero  officio  noftro  pr<£di5ìo  prafatum  Henricum  P^egemma- 
joris  excommunicationis  y  &  alias  cenfuras ,  ér  poenas  in  di6iis  litteris  conten- 
tas  ob  earum  non  paritioncm ,  &  contemptum  damnabilitcr  incurrifìe  ,  c^*  in- 
cidile y  ac  omnibus  Chrijìifidelibus  evitandum  fuifie,  &effe  y  declaramus,  & 
mandamus . 

Et nibìlominìis  volentes cumcodem  Henrico  I\ege nomine  pìi  Vatris benigne, 
&  clcmenter  agere ,  cenfurarum  pradi^larum  declarationem  ,  ufque  &  per 
totum  menfem  Scptembris  proximè  futurum  ad  hoc,  ut  fententia:  ,  &  man- 
datisnoflris  pr£di6lis  commodiìis  parere  pojìt ,  fufpendimus  ,  &  fi  infra  di- 
£lum  tempus  parere  difiulcrity  ac  di&am  Catherinam  in  priflinum  ftatumy 
quo  tempore  litis  mota  eraty  non  refiituerit  y  proifatamque  ^nnam  à  fua  co- 
habitatione  ,  (^  quafi  pojìefjione  juris  conjugalis  ,  &  reginalis  non  abjcce^ 
rity  &  di£la  attentata  cum  effe£ÌH  non  purgaverit ,  ex  nimc  prout  ex  tunc 
prafenti  declarationi Iccum  effe  volumus  y  decernimus  y  ac  ita  pronimciamus. 
Così  il  Pontefice  contro  il  Rè:  ma  il  Rè  non  pure  non  ubbidì,  mi  accic- 
cato  dallo  ff^lendore  del  Tuo  Idolo,  e  fperanzofo  che  il  vicino  parto  por- 
talfefecoiniieme  alla  luce  la  legitimazione  della  nafcita,  procede  allo  fpo- 
faliziofolenne,  coronò  con  infolite pompe  la  nuova  Regina  AnnaBole- 
na,  e  nel  medefìmo  tempo  prohibì,  che  a  Caterina  fi  attribuiffe  per  V 
avvenire  il  nome  di  Regia  Conforte,  ordinando  ,  ch'ella  fi  chiamafll  la 
Tomo  IV.  Ce  Vedo- 


Clemen-        ^q2.  Secolo  XV L 

TE   Vii.  yedovadelTrincipe ^Arturo y  tolfeil  titolo  di Principeflfa  di  Vvallia  i  Ma- 
ria, come  nata  d'illegitimo  matrimonio,  e  relegatala  in  una  lontana  Vil- 
Meritate  difgra-  la  con  trèfolc  Donzellc  di  feguito  unitamente  con  la  Regina  Caterina  ,  e 
tiedeivoifco,  e  finalmente  tolti  da'loro  minifterii  molti  zelanti  Sacerdoti  ,  ripofe  ne'pri- 
^iniyusvhaapud  ^lì  po^ì  Ecclcfiaftici ,  e  Laicali  d'Inghilterra  hiiomini  venali  ài  fede,  e 
caccon.fubLtont  pronti  à  fcottvolgere  ambedue  gli  Stati  di  quel  Regno.  Il  Volfeo  [  <«  ] 
fo'm^.^^'&'hicl'idi  ì»(io  Dei  judicio  variis  criminibusapud  ipfum  JlngUxP^gemaccujatHs ,  juf' 
Gmccurd,Miim  li.  J'u  ejufdcm  à  Thowa Ducc'ìslorfolicx  apprehcnfus  cogimr  fé  abdicare primùm 
v%$ÌiiumlÌ''.7T'.'  Cancellante  Magiftratu ,  deinde  Vvintonienft  Epijcopatu  ,  tum  autem  magni- 
ficentiffìmo  à  fé  Londini ^dificatoTalatio ^  quod  B^x  ipfeinvaftt,  conjiru6lum 
ut  era!:,  omni  genere  divitiarurn ,  ac  prctiof<ie  fupelleÙilts,  Denique pene  om- 
nibus bonis  exutuSi  qua  immenfaerant,  primùm  relegatur  in  yillam  ^Athe- 
rienfem,  mox  in  Eboracenfem  Eccleftam,  cui  prixerat,  dimittitur ,  Sed  cum 
]{ex  audiret  ,  Cardinalem  edam  Eboraci  fplendìdè  agere  ,   epulis  vacare  , 
fokmnique  pompa  utii  acmitram  fuamgemmis  ornatam  ,  quam  I\ex  illi  ab- 
fiulerat ,  ad  fuam  in  ea  Ecclefta  tnaugurationem  repetere  ,  B^ex  hoc  Folfai 
fuperbia  imputans,  nec  ferendum  judicansy  jubet  hominem  in  ipfo  dieinau- 
gurationis  defignato ,  prof  enti  nobilium  ingenti  multitudine ,  ab  Hcnrico  Tslor- 
thumbriiS  Cornice  primùm  fomprehendi  ,  deinde   Londinum  captivum  duci, 
nel  cui  viaggio  egli feffagenario  morì  con  in  bocca  quefte  parole,  degne 
di  fcolpirfi  in  marmo  sii  li  palazzi  di  que'Miniftri ,  che  pofponendo  il  fervi- 
zio  di  Dio  à  quello  del  Principe ,  fi  rendono  rei  ad  ambedue  dì  efecrabilif- 
fimiecceffi,  [b]  Dum  nulli  rei  magis  incubui,  quàm  ut  I{egi  penitùs  infer- 
virem ,  &  in  Deum  peccavi ,  &  B^gfs  gratiam  non  obtinui .  Il  Cramnero 
dalRèpromoffo  all'Arcivefcovado  di  Conturbery  riempì  quella  Chiefa, 
e'I  Palazzo  reale  di  mifcredenti,  adulatori,  e  comedianti,  e,  Inter  ct£te- 
Pcrverfione della  ros  y  dlcc  il  citato  Sand^ro  ,   quos  ^nna  his  initih  J^egi  commendavit  , 
chuiaingiefe.    y^-^  Thomas  Cromuclus y  homo  vafer  ,  crudelis  ,  ambittofus  ,   Ù"  avarus  , 
hderejietiam  deditusy  eaqus  de  caufa  univcrfo  nomini  Eccleftaftico  infeftus . 
Hunc  Henricusy  ut  hominem  ^nnaorAtumy  &  juisconftliisminijlrumaptif- 
fìmumy  fociarejiatmtCramnero  ^rchiepifcopo  y  (jr  ^udlceo  Cancellario  ,  ut 
per  illum  quaft  triumviratum  ex  fua  fentemia  fmgula  gererentur .  Hanc  op- 
portunttatemna6liharettci  nihilquidquam  ftbi  pr£termitte>  dum  exiftimarunt, 
quo  jam  per  tam  illuftrium  fautorum  patrocmiacaufam  fuam  promovere  pof- 
fent  .  Totius  autem  negotii  momentum  in  eo  maxime  pofìtum  effe  judica- 
hant ,  ut  t{egem  ipfum ,  quem  jam  à  Tontifice  Bimano  alienum ,  &  hare- 
ft  ab  sAnna  afperfum ,  fciebant ,  in  Clerum  fuum  ^Anglicanum  ,  cui  ex  a6ìis 
fuperiortbus  infenfum  jam  intelligcbant ,  magis  magifque  incenderent ,  atque 
inflammarent .  Cujusreicaufa  fpargebant indies  in  vulgus 3  ac  per  aulasTrin- 
cipum  dijjeminabam  lihellos  plurimos  famofos,  fraudts,  impietatis,  &  ne- 
quitia  plenijjìmosy  quibus  mvidtam ,  ^odiuìnEcclefìafticisconflarent .  Così 
egli:  onde  meraviglia  non  fu,  che  tolto  Henrico  di  fenno  dall'amore  ,  da' 
Miniftri,  e  dal  Tuo  peccato,  fin'una  volta  in  una  comedia  alla  real  Tua  pre- 
,  p  ,,    ,,        fenzafacelfe  comparire  [e]  in  fcena  li  comedianti  in  habito  di  Cardinali  , 
rj.».i.  e  del  Pontefice liteflo,  non  come  Principi  della  Chiefa,  ma  per  maggior 

Arri  cfegiiHereti  ^^ro  ignominia,  e  beffa,  come  buffoni .  Gli  Heretici  intanto,  dicuigii 
^'^pcT corrompe  bolliva la Huropa,  corfero con  pronto  pabulo  al  fuoco,  che  già  ardeva 
gno^d^inghiUer  in  Inghilterra,  e  prontamente  cfibirono  al  Rè  un'empio  Libello  contro  il 
'*•  Clero  in  quel  Regno:  Libellus  fupplex  mendicorum  ,  così  eglino  denonii- 

naron- 


Capitolo  ir.  403        CuMFA- 

liaronlo,  in  quo,  foggiunge  l'allegato  Sandcro  ,  pofi  amplificatami  retho-  ^^  ^  ^^* 
rictfque  figuris  inpidiojis  exaggeratam  verorum  pauperum ,  ac  mendicoruni 
cum  in(ìgnem  multitudinem ,  tum  extremam  indigentiami  univerfam  totius 
mali  caufaminmendtcos  quofdam  rohuflói,  ac  otiofos  conjiciebant,  quos  ap- 
pcllabant ,  Tontifìces  ,  VrMatos  ,  ^rchtdiaconos  ,  Decanos  ,  Canonicos  , 
Tarochos  ,  Trtebendarios  ,  ^bbates  ,  Monachos  ,  Moniales  ,  ac  Fratres 
mendtcantes;  quorum  artificio  in  mendicando  ,  &  purgatoriarum  panarum 
prxtenftone i  (  quastamen  certe nullas  efkdicebant,  )  plufquam  mediam  par- 
tem  bonorum  totius  briglia  abforberi  y  &  alios  omnes  mendicosdebiliores  ad 
extremam  miferiam  reda&os  e(ìe  affirmabant  :  proinde  mendlcorum  omnium 
nomine  fuam  Majeflatem  fuppliciterrogabant,  tanquam  [upremum  Dciinter- 
ris  Minijìrum ,  pauperumque  Tatrem ,  ut  veros  Chrifli  pauperes  à  Tontifici- 
bus  dereli&os,  &  à  Tontificiis  opprefìos,  prò  jua  jujìitia^  ac  mifcricordid 
fublevaret:  quod illaratione optimè 3  ac  facillimè  fieri  pojje  dicebant  ,  fi  eX 
ju(iiti£difiributiv<£  prsjcripto  unicuique  generi  hominum  ,  quod  juflum  efiet  1 
affignaretur  ;  quo  fieret  ,  ut  cum  Clerus  ^n^icanus  ducentefìmam  par- 
tem  aliarum  perfonarum  totius  B^gni  non  aquaret,  mediam  autem  partem  di- 
vitiarum  omnium  pojfidereti  cerne fimam  tantum  partem  eorum  ,  qu<e  habe- 
bat,  permittendam  ei  efie ,  &  nonaginta  novemei  auferendas ,  fijcoque  regio 
appLicandas ,  qmbusreltquos  pauperes  fuo  E^ex  arbitrio  fufientaret .  Ex  parte 
deinde  Omnipotemis  Dei  fupplicabat  fune  Maìefiati  bic  pauperum  Trocuratory 
ut  hanc  et  tam  e  ente  fimam  partem,  quam  aliqua  jufliti<£  ratione  ad  Ecclefia- 
fiicos  pcrtinere  dixerat,  tamdiu  B^x  apud  fs  retmeret ,  quoufque  Clerici  « 
Monachiqu€pr£ceptumillud  Deiin  Geneft  pofitum  exequamur  ,  quo  jubentur 
in  [udore  vultus  comedere  panem  :  quod  fi  facere  detre6ient  ,  tunc  non  fo- 
lum  hac  etiam  parte  pripandos  efie ,  verùm  etiam  pxnis  graviffimis  cafiigau- 
dos.  Così  eglino.  Ma  Dio,  che  fempre  ne'gravi  cafi  della  Chiefa  coti-  '^^^'^"^'[^^^[''^"J, 
trapone  Santi  agli  empii.  Dottori  agl'ignoranti,  e  difcnfori  invitti  con-  Vclnua^gìrAi:- 
tro  chi  prefume  demolirne  la  Rocca,  agli  Heretici  allora  oppofe  Tom-  ~  " 
mafoMoro,  il  quale  rifpofe  al  Libello  fiipplichevole  de'Mendici  ,  con 
un'altro  Libello  fnpplichevole delle  Anime  del  Pnrgatorio,  in  quo,  repli- 
ca il  Sandero,  dete^iis  primùm  H^reticorum  fraudibus  ,  ac  mendaciis ,  aui- 
bus etiam  viam  erroribus  [uis  aperire  (olent {quo etiam  loco  univerfa  iLla  ma- 
la, qui€  pofleaabbis  initiis  faquuta  funi,  pr.tdicebat  )  canfutatis  etiam  in- 
finitismaledivìis,  falfijfimijque  calumniis ,  qiitbus  tmp-i  ifii  obtreBatores  for- 
tem  Domini,  id  e  fi  Clerum  iniquifiimè  onerabant  ,  demonfirat  primo  pof- 
feijiones  ,  aliofque  cleri  redditus  multis  partibus  minorcs  ,  ac  pauciores  ef- 
fe,  quàm  ad  invidtam  excitandam  afflrmant  :  demde  non  folum  pie  ,  veruni 
etiam  necefìariò  bos  redditus  Clero  à  majoribus  nofiris  ajfignatos  fuiffe  ad 
cultum  Deo  perpetuò  perfolvendum  :  praterea  I{empublicam  fine  bis  confia-' 
re  non  poffe  j  nec  folum  Clericos ,  fed  Laicos  etiam  infinitos ,  qui  vel  Cleri- 
cis  inferviant ,  vel  ab  lis  dependent  ,  bis  rediitibus  Juftineri  :  pauperum 
omne  genus  ab  Ecclefiafìicis  maximam  eleemofynarum  partem  accipere:  bofpi- 
tia ,  Collegia ,  Monafierta ,  Xenodocbia  ,  cceteraque  pietatis  opera ,  ac  pau- 
pertatisrefugia,  ab  bis  precipue ere&a  fuifie ,  opibufque  ditata:  denique  Cle- 
ri opes  fere  effe  tbcfaurum  pauperum,  non  folum  in  hoc  mundo  ,  veriim 
etiam  in  futuro ,  latiffimè  ,  graviffimòque  contra  h^reticoi  probat  Morus  , 
neculluspofieade bocci  argumento  rcfpond't.  Così  Tommafo  Moro  ,  che 
nvitconeirarringoprefo della  dxfefa  della  Religione  Cattolica,  rinnnzia- 

C  e     2  co  il 


recidi 


Clemen-        ^^^  Secolo  XVI. 

^^ .  .  to  il  pollo  di  Gran  Cancelliere  del  Regno ,  invitto  ancora  lo  vedremo  [  a  ] 

/-r/f/r/"""-^' '^' nel  fofìenimento  della  morte  fui  patibolo.  Dai  detti  fi  procede  aitarti  , 
scuma  dell'  In- ^^ ifatti poterono non clfcre tali,  quali  giù  erano  ftati  prevenuti  dai  det- 
g  ..terra.  ^    Couvocò  Heiidco  il  Clcro ,  e  fatti  capi  di  tutti  il  CroiTiuelo,  e'i  Cram- 

nero,  furono  gliEcclefiafticiobligatiàpreilar  ai  Rè  quel  giuramento  òì 
fuggezione,  ch'efll  preftavano  al  Papa  ;  e  riconobbefi  allora  da  tutti  il 
Rè  HenricoVIII.  conhorrendofcifma  Papa,  e  capo  della Chiefa Angli- 
cana .  Non  mancò  però  chi  odafìTe  in  quell'allora  florida  Chiefa  i  cozzi 
Gio.  Fifchero  temeraria rifoluzioue ,  e  molti  ne  vedremo  morir  gloriofi  per  la  fede,  e 
Card.  Roffenfe ,  molti  fotto  il  cruciato  di  duri  ftrazii  dar  efempii  d'infuperabile  coftanza  . 
v'HtT'cc/uniVr  Fra  efll  Gio:  Fifchero  hcbbe  il  primo  luogo  enell'ardor  della  pugna,  e  nei 
gloriofo fine  della  battaglia.  Egli  nato  di  mediocre  fortuna  in  Inghilter- 
ra, portoffico'l  merito  della  virtù,  e  della  dottrina  al  Vefco  vado  di  Roc- 
cefter,  dalla  cui  denominazione  egli  poi  in  lingua  Latina  fu  detto,  e  chia- 
mato il  Roffenfe,  ricevendo  dal  Rè  Henrico  Vii.  di  cui  egli  hebbe  la  no- 
minazione, continui  atteftati  di  Regia eftimazione.  Governò,  qual  nuovo 
S.Tommafo  Conturbery ,  così  egli  la  fua  Chiefa  di  Roccefter,  &  infurian- 
do per  la  Germania  la  Herefia  Luterana,  con  tanti  libri  egli  rifìutolla ,  e 
h^ttUmde^n  convinfela,  che  convenne  agli  Heretici,  [  ^  ]  per  toglierli  d'avanti  tanti 
x/;<e'/fy;>r. '»/".' odiofi  volumi,  confegnarli  tutti  alle  fiamme,  nel  qual  atto  ne  caricarono 
Fijthera,  uuagranfoma,  e  tanta,  quanza-robuflus eqms  jujìo  onere  bajulare  pojfet .  A 

lui  attribuiti  la  compofizione  del  Libro,  che  ufcì  fotto  nome  di  Henrico 
/;.°C/^r',?j£w  VIII.rfe/É'pfcwS^crrffwewm:  e  certamente  fii  fua  [e]  la  lettera  apologeti- 
Ipudciacc.inefKs  ca,  refpoufiva  à  Lutcto ,  che  contro  il  Rè,  e'I  fuo  fcritto  fcriife  quell'em- 
iÌ/;///./,Jj[r- pio  con  penna  acerba,  edifperata.  Contro  Henrico  poi  ò  di  già  perverti- 
ci 575. ^««.i.  '  to ,  ò  proflimo  allaperverfione ,  così Apoflolicamente  egl'infurfe ,  che  ripi- 
gliollo  più  volte  d'ingrato  à  Dio ,  e  di  fcandalofo  al  Mondo,  e  in  una  pu- 
blica  adunanza  minacciò  al  Volfeo  l'ira  del  Cielo  per  la  rilaifata  difciplina 
del  Clero,  e  perilfafto,  e'I  lulfo  della  fua  perfona.  Con  invitta  mano 
porfe  al  Campeggi,  &  al  Volfeo  nella  Regia  fala  di  Londra  una  fcritcura 
contro  il  pretefo annullamento  del  Matrimonio,  e  publicatane  la  fenten- 
za  del  Cramnero,  egliriprovolla,  e  in  voce  sui  pulpiti,  e  in  ifcrirto  su 
le  carte,  come  ingiulta,  efecrabile  ,  &  indegna.  Non  così  arfe  Jezabel 
contro  EHa ,  ò  Herodiade  contro  il  Battifta ,  come  la  Bolena  contro  il  Rof- 
fenfe, dacuifividd'cUainveftita,  anche  quando  rimiroffi  fuperiore  à  tut- 
ti ,  e  non  fol  PolTeditrice  del  Re^io  Toro ,  ma  Padrona ,  e  Signora  del  Regio 
core  :  e  perche  né  la  ragione  alììftevale ,  né  la  publicità  permettevale  rifen- 
timento  pakfe  contro  un  Ecclefialfico  cotanto  venerato,  e  dentro  ,  e 
fuori  dell'Inghilterra,  con feminil  vendetta  ella  ricorfe al  facile,  e  vile  in- 
ganno del  veleno,  e  condotto  al fervizio  un  Cuoco,  per  fuo  mezzo  pre- 
paròglielo  su  lamenfa,  fé  il  Cielo,  che  rifervava  ad  altri  gran  cimenti 
quefto  fuo  nobile  Parteggiano,  con  impenfato  accidente  non  glie  lo  ha- 
à  sander.hcùt.  veffe  come  tolto dalla bòcca  ,  Cum  [d]  t{iccardus  B^f^eus ,  così  chiama- 
vafi  il  corrotto  Cuoco,  non  alia  rationc  id  faccre  tcntaret ,  quàm  ut  ollam 
communem ,  in  quadro miverfa  Epifcopi  familia  ]u[cidum  coqucbatiir ,  injìce- 
rct  (  fcicbcit  enirn  Epifcopumcommiimbus  cibis  inter  fuosvefcifoUtum)  divi- 
na providentia  fa^umejii  utcoipfodic,  quo  in  ollam  venenum  cji  injetlumy 
I{ùjfcnfi5  pì-jcter  foUtnm  in  triclinium  non  venhet  :  famuli  autem  y  qui  dli 
prandio  ìnterfuerunt ,  fiatim  correpti  fere  oivncs  cxplrarHUt  i  &  I{ìfeiis  Co- 


qtiMS 


Capitolo  IV.  405       CL^ffj'!- 

qnui  confeffione  fuapYoditus ,  pnbiicè  fupplicio  affc&us  fiat .  Così  il Sandero.     ^     ^  ^^' 
Mi  il  Rotfenfeprefervato  allora  dal  Cielo,  ò  tolTe  colpa  di  viltd,  ò  debo- 
lezza di  età  predo  alla  fectuagenaria,  ò  temperamento  da  lui  giudicato 
confacevole  al  preveduto  gran  male,  ò  impenetrabile  giudizio  di  Dio  ,  a  s,  ^ui.  inKn* 
che,  come  dice  S.Agoflino,  tallora  permette,  e  meglio  giudica,  [  ^  ]  '^'^•«^•»^- 
demdisbona,  facere,  quàmnuUamala  effe  permìttere ^  bench'egli intrepida- 
mente oftade  alla  ricognizione ,  che  fecero  gli  Ecclefiaftici  della  Inghilter- 
ra, di  Henrico  Vili,  per  Capo,  e  Papa  di  quel  Regno  j  nulladiraeno  anch' 
elio  con  gli  altri  fi  fottofcriire ,  mi  con  una  eccezzione ,  quale  il  Rè  accet- 
tò come  non  ingrata,  cioè  Quantum  per  Dei  verbumliceret.  Non  così  pe- 
rò ella  fiì  apprefa  dal  commune  delle  genti,  come  forfè  fu  ella  concepita 
dalla  intenzione  del  Roftenfe:  conciofiacofachegiudicandofi  da  tutti  fem- 
plicemente,  e  non  condizionatamente  egli  concorfo  neh' accennato  giu- 
ramento, crebbe  in  audacia  la  fazione  fcifmatica ,  e  crebbe  lofcandalo 
in  chi  defiderò  maggior  vigore  in  quefto  Ecclefiaftico;  ond'egli  amara-  ^  veduiroitifi' 
mente  poi  ne  pianfe  ,  cancellando  ancora  col  [b]  proprio  fangue  l'im-  pJioni.um.^',  ' 
pronto  infaufto  di  queU'inchioftro . 

Intanto  in  Roma  irritata  la  fofferenza  del  Pontefice  dall'aperto  difprez-  Pontificia  rifoiu. 
20,  ch'Henrico  dimoftrava  delle  Apoftoliche  cenfure,  paflato  il  tempo  HJnrr-oviir?Rè 
prefcritto  al  ravvedimento ,  ed  invano  afpettato  il  ritorno  del  Corriere  ,  d'inghUceru. 
che  Gio:BellayVefcovo  di  Parigi,  dimorante  allora  in  Roma  per  commif- 
fionedelRèFrancefe,  come  mediatore  di  quefto  grande  affare  ,  haveva 
fpedito  ad  Henrico ,  rapprefentandogli ,  che  il  Pontefice  non  poteva  più  né 
congiuftizia,  né  con  riputazione  differir  la  fentenza  finale  in  contumacia 
contro  di  lui ,  quando  egli  per  lo  fteffo  Corriere  non  mandafle  ò  procura , 
ò  lettera ,  con  cui  fi  fottoponelle  al  foro  del  Papa  i  e  finalmente  trapafiato 
ogni  termine,  non  che  di  ragione,  md  eziandio  di  convenienza,  e  di  par- 
zialità, finalmente  giudicando  Clemente  debolezza  d'intelleto  lo  fperar 
fuggezione,  e  di  petto  l'ufar  procraftinazione  ,  nel  [  e  ]  Conciftoro  fen-  e  ii.Manoisy, 
tenziò,  che  il  matrimonio  fra  Henrico,  e  Caterina  era  valido,  e  fermo,       *  ^* 

e  condannò  il  Rè  alla  offervanzadieffo,  replicando  le  cenfure  fulminate 
con  dichiarazione  di  effere  il  Ré  rfe/<i^o  già  in  effe  incorfo.  Ma,  oh  alti  ,  . 
&  impenetrabili  giudizii  di  Dio!  Biduo  [d]  pojì ,  dicQ  il  Belcario  (  ben-    ^^'^^•''•-°'«-^* 
che  l'Autore  Inglefe  della  vita  di  Henrico  Vili,  dica,  non  due,  ma  fei 
giorni  doppo  )  ab^'ingloT^untius  rediit  cum  mandatis  amplijjimìs:  quapro- 
pter  Cardinales  ,  ut  enatum  fuum  corrigerent ,  diligenter  inquirentes  /£- 
plus  convcnerunt ,  ncc  uUam  retra^landiefua  fentemine  rationem  invertir  e  potue- 
rum.  Così  egli.  Ma  il  Pallavicino  degnamente  difende  il  fatto  di  Cle-    Difefa  di  cFe- 
mente ,   e  rigetta  tutta  la  colpa  di  quefto  lacrimevole  fiicceffo  à  più  '"c^evir.  fopra 
reconditi  motivi,  che  noi  cosifpieghiamoconledilui  proprie  parole  i  m.S!"'^"*'"' 
[e]  Mala  fortuna  nell'evento ,  il  mal  è  la  regola  della  lode^  ò  del  biaftmo  «  f '/^«v.  //A.  5. 
prefioalla  moltitudine  y  parve  che  s  tngegnaffecon  una  delle  f uè  maraviglie  la-  '■•'^''•'•°"  ''^• 
fciar  notato  Clemente  di jprecipitofo  alla  memoria  dc'pofleri.  avvegnaché  po- 
chiffmi  giorni  doppo  la  fenteni^a  comparve  in  B^ma  la  rijpofta  di  Henrico ,  che 
di^inguendoilTontefice  vero  dal  Comico  y  e  fcorgendo  i  pericoli  della  Corona  y 
rinfiuietitudine  co'  f^affalliy  l' infamia  apprefio  il  Chrifìianefimo  y   e  la  mac- 
chia y  ed  incapacità  della  prole  y  fé  ti  capo  della  Chiefa  pronunciava  per  le- 
gittime le  prime  noTi^Cy  ed  egli  negatagli  l'ubidien:^a  perjeverava  nelle  fe- 
conde ;  fi  offerì  di  foggettarfi  alla  fentenza  de?li  attentati  y  purché  (i  Jofpen- 
Tomo  ir.  Ce?  deffe 


CXmm-        ^^^  Secolo  X  VI. 

T£  VII.  ^^u^  la  fulmina'^ione  delle  ccnfure  ^  ed  alla  Congregazione  de  Cardinait  depu- 
tati per  quefta  caiifa,  purché  fé  n'cfcludejjero  alcuni ,  che  gli  erari  fofpetti,  e 
fi  mandajfèro  Delegati  non  diffidenti  à  Cambrai  ,  ove  intendeva  dtfar  alcune 

♦'.  i  fuepruove,  inviandovi  fin  d'allora  egliVrocuratori .  Que [io  fuc ce ffo  aggiunto 

alla  prefia  morte  di  Caterina  i  che  feguìnon  fra  dieci  mefty  come  narra  il  Soa- 
ve t  ma  fra  ventuno  y  e  che  haverebbe  aggiitfiate  le  controverfie  ,  fé  condan- 
narla fretta  del  Tap a  nel  fenten^iare  da  queimedcfimi,  che  poco  innanT^i  il 
condannavano  ò  per  pufillammoy  ò  per  politico  nel  differire  i  e  non  confide - 
rarono ,  the  ò  conveniva  foprafeder  eternamente ,  cioè  non  far  nulla  mai  ; 
V  quantunque  fi  procedefie  à  quefta  rifoluT^one  ,  poteva  fucceder  immediate 
'Un  taP accidente  y  il  ^uale  niun  huomo  faggio  haverebbe  avanti  pur  fofpetta- 
to  .  Furono  poi  fotto  li  2 o.  di  aprile  ad  ifiani^a  della  fiefia  B^ina  fpedite  in  Con- 
cifioro  le  lettere  efecutonali  per  adempimento  della  fenten'za  ,  Così  egli; 
ma  chi  piange  qiied'itifominio  in  commiferatione  ài  Roma,  meglio  io 
piangerebbe  in  compaffione  della  Inghilterra,  elfendo  cofa  che  più  per- 
de qLi€fta,.che  quella,  ò  li  confideri  il  teforo  della  Fede,  ò  la  prac^ 
tica antica  de'Pontefici  Romani,  che  Tempre  han  voluto  efler  più  tofto 

i^seich.ioi.cit,  PapifcnzaChiefe,  che  Papi  di  Chiefe  infette  di  Herefia  .  [  a  ]  ^4nglus 
mdignatusy  foggiunge  il  Belcairo,  à  t{omani  Tontifìcis  obfervantia  recef- 
fìt,  &  in  his y  qua  ad  religionem  pertinenty  fé  ^uafi  Cbrifli  Ficarium  declor- 

b  Poiydor.  virgiì.  ravit ,  tributumque  F^manis  Vontifìcibus  pendi  jolitum  E^mam  deinceps  ferr 

''^•^'  ri  prohibuit ;  e  con  più  horrido  racconto  Polidoro  Virgilio  ,  [b]  Ha- 

betur  Cencilium  Londini ,  in  quo  Ecclefia  anglicana  formam  potefiatis  nul- 
iis  ante  temporibus  vifam  induit .  Henrtcus  enim  ^ex  caput  ipftus  Ecclefis 
€onfiitHÌtur  y  eique  ob  id  munus  primi  fru6ius  vmnium  Sacerdotiorum  vacan- 

c  Shtìus  incom.fiamy  ac  eorundem  decima  quot-annis  perpetua  affignantur.  Così  egli,  [cj 

jwft.r.4«».  I5J4,  jcaeflj  conchiude  il  Surio  ,  rerum  humanarum  conditio  y  ut  juxtA  TauU 
fententia.  Qui  fiat  y  aut  ftare  fìbi  videtur  ,   meritò  videro  debeat ,   ne  ca- 

^.  ,,  -,  ,  -dat.  E  non  fu  caduta  quella  di  Henrico  ,  ma  precipizio  ,  e  ruràa  .La 
S.  Monaca  Elifabetta  Bertona,  alla  horrendifgmadiqueflihorribiii  fuc- 

d  SAnd.ioe.ctt,  «eflìj  come  in  eftafi  andò  pe'l  Monafterio  -efetoando,  [d]  Henricum 
.  '  non-ampliùs  jam  efie  l\egem,  eòquòdexD^o  nonregnnret:  MariamveròCa- 
fhcnnx  ad  B^gni  guèernacula  fuo  iure  feffmam  effe  .  Rifeppelo  Henrico ,  e 
rollo  coudannoUa  al  taglio  della  telta  inlìeme  con  due  Monaci  di  S.  Bene- 
detto» con  due  Religiofi Minori ,  e  due  Sacerdoti  Secolari,  che  per  la 

e  i4.ii/tfi^»» I5J4  gradala  incontrarono,  e  le  furono  [e]  eompagni  neTentimenti ,  nella 
coftan^a,  e  nella  morte.  Q^am  fcemmam  ,  foggiunge  il  citato  Sandeio 
dic[\.\^2LS^nx.diìsAomc2ky  cum  inter  cateros  B^offenfiSy  &  Morus  ddigenter 
txaminafknty  confefji  junt,  fé  nullo  judiao  deprehendere  potuifk  y  eam  pha- 
nattci)  fpwit-H  (  qitod  Vi  ejm  invidiam  tane  fpargebatur  )  agitatam  fuifie^ 
Unde  •&  ipfiy  eglifìegue,  in  fufpicionem  apud  B^gem  venerunt ,  quòd  cum 
ill-a  fentirmt;  ond'cglino  con  altri  quattro  zelanti  Cattolici  furono  dal 

Zlhin.7!ÌÌ:t  crudo  Rè  trafmefiì  nelle  carceri ,  e  l'anno  feguente,  come  [  /  ]  fi  di- 

%Sani.ibìd.'  '  xà,  decapitati,  {g]  FratresautemMinores,  coiichiude  il  citato  Autore  , 
qui  de  obfervantia  vulgo  dtcuntur  y  <:um  hac  iniquitate  permoti  liberiàs  lo- 
querentiir  tam  in  publicn  difpmationibtis  ,  :quàm  ■c^ncimibus  facris  j  matrt- 
moniumque  Catherine  acerrime  defendercnt  (  precipue  vero  Londìniduo  Ta- 
tti£s  do&ifjimi  Elflonns ,  &  Taypomts  )  ob  batic  rem  totus  Ordo  in  tanto  apud 
i^ew  (kdi'io  fuhi  m  •tertio  rdus  ^ugufii  Fratret  iftì  ex  omnibus  ordims  fui 
y  t.  -  .   .  -    .        MO' 


^Capitolo  IV- 


407       Clemen- 

Monafleriii  pellerentur ,  vario fque  in  career es  conjicerentur ,  adrò  ut  plufquam     TE  V 1 1, 
ducenti eoàem  tempore  inculiodnsmmerarcntur.  Così  egli.  Ma  ciò  fii  pò-  fo'^d^ Sco 
co ,  fé  (ì  paragona  con  quel  di  più ,  ch'egli  intraprefe  di  fare ,  e  fece  ,  con  viir.contro  le  of. 
mettere  rabbiofamente  li  denti  nelle  facre  offa  dell' Arcivefcovo ,  eMarti- cantu;^^!'^" 
re  S.Tommafo  Cantnarienfe,  cheflndatrecentofefl'anta,  e  più  anni  [a]'' san  Tomm'af^ 
addietro  uccifo,  e  d'indi,  e  poi  fempre  per  miracoli  ftupendiifimi  illii-  IZ'fTii'lfoull 
ftre,  quefto  fpietato  Rè  ne  mandò  far  da  capo  la  cada,  e  citatolo  à  di- 
fendere avanti  il  Regio  Tribunale ,  Reo  di  lefa  Maeftà  per  oppofizione  da 
lui  fatta  alle  ingiufte  leggi  di  Henrico  II.  coatro  la  immunità  delle  Chiefe  ', 
e'I  Pontificato  Romano:  e  non  comparito  il  Santo  Arcivefcovo  perfonal- 
menteidifcolparfcne,  egl'il  menteicatto  condannollo  in  contumacia  ri- 
belle, fcanonizollo ,  e  fattolo  trar  fuori  per  mani  del  carnefice  dalla  grand* 
urnad'oro,  in  cui  pofavaildiluicorpo,  nefentenziò  le  offa'alfuoco  ,  le 
ceneri  al  vento ,  e  la  memoria  all'efilio ,  aggiudicando  al  fifcp  l'ineftÀma- 
bil  tcforo  della  fua  Chiefa,  caricatine  ventifei  gran  c^tri ,  tiit,tO  valfella- 
mento  facro  d*oro,  d'argento,  e  nobiliflìmo  arredo  *       '  ■       ■ 

;    Inquefto  ftato  di  accidenti funeftilafciò  Clemente  la  vita:  Pontefice  d*    Morte  djcie- 
infaufta memoria,  mi  d'invitta coftanza nelle  calamiti,  emiferie  de'fuoi  ""^"'^  ^n- 
tenripi ,  cheopprelfero  non  men  lo  ftato  particolare  di  Roma  >  che  l*uni- 
veriale  della  Chiefa .  '   •      -  i. 


e  ; 


Ce 


C  A- 


y 


PaoloIII. 


HenricoVTtt.pti- 
blicamence  ,  e 
porapofamente/ì 
dichiara  capo 
della  Chiefi  An- 
glicana. 


a  ^nnct5l4. 


b  S'Uni,  ihid. 


408  Secolo  XVI. 

CAPITOLO      V. 

Paolo  Terzo  Romano ,  creato  Pontefice 


li  I}.  Ottobre  1554* 


ji!  o^ni!'-^;^ 


Contìnuazjone  delU  per'vèrftone  di  Henrico  Otta'vo  2{è  d^In-' 
ghdterra,  Martirio  del  Cardinal ^jfen fé ,  e  diTommafo 
Jldoro  :  ft*ccejji ,  e  detti  rt^uarde<voli  nella  morte  delibano , 
e  dell*  altro  .  'Bolla  ,  e  condanna  Pontificia  contro  Henr- 
tìcé  .  Perfecuz}one  contro  il  Cardinal  i^glnaldo  Polo  ,  e 
morte  di  Henrico  Otta^vo  .  Cal<vino  ,  fue  qualità ,  libri , 
&  herefie  .  Introduzjone  del  Cal'vinìfmo  nel  T^gno  di 
Francia  *  Per'verfione  di  Ginet/ra  >  e  de^  Ginevrini  . 
Introduzione  di  tutte  le  nuo've  herefie  nella  Inghilterra 
[otto  il  ^Eduardo  Se  fio.  Ad[artin 'Bucero,  Pietro  Afar- 
tire ,  "Bernardino  Okjno 9  loro  qualità,  &*  herefie,  Aiorte 
di  Martin  Lutero  .  Concilio  Generale  di  Trento  ,  e 
dieci  felloni  tenute  fitto  quefio  Pontefice  nelle  materie 
delihri  Canonici ,  del  peccato  originale ,  della  Giuflificaz.io- 
ney  de^  Sacramenti  in  generale,  e  del'Battefitmo,  e  della 
Confermazione  in  particolare ,  fino  alla  fiofpenzione  del 
Concilio,  Caduta  nella  herefia  di  Hermanno  Arci^efco- 
1/0  di  Colonia ,  e  di  Pietro  Paolo  Vergerio  Vefco^o  di  Ca- 
po d"  Ifiria  .  Interim  di  Carlo  ^into  ,  e  fuo  contenuto , 
mali ,  e  Sette ,  che  da  effo  provennero .  Indicazione  della 
Congregazione  del  S,  Offizio  in  'R^ma . 

Oftergato  il  miferabilc  Henrico  Vili,  con  quefti  primi 
tentativi  ogni  ftimolo  di  Religione  verfo  Dio  ,  ÒX  ve- 
neraziotìe  verfo  il  Pontefice  Romano ,  di  decoro  verfo 
Taiigufto  Trono  del  fno  Regno  ,  e  pago  fol  di  fé  ftef- 
,  fo  ,  e  della  fua  sfrenata  paffione  ,  non  riconofcendofi 
più  foggetto  ad  alcuno  ,  ne  pretefe  ancora  la  dichia- 
razione con  folennità  ài  pompa  ,  e  magnificenza  di  funzione  ,  ed  in» 
timato  il  Parlamento  perii  futuro  [  a  ]  Novembre ,  in  eflb  fé  ftabilire  quelli 
horridi  capitoli  j  che  noi  per  maggiore  authentica  di  verità  riferiamo  con 
le  parole  medefime  dell'Autore  Inglefe,  che  li  riferifce .  [/;]  Vrìmum  fù- 
dcm,  Ht  Maria  ex  Catherina  jilia,  \iataliitm  honore  ,  ac  omni  regnandi  jure 

pri- 


Capitolo  V.  409        PaoloÌII. 

prharetur  :  honores  autem  omnes  ,  ac  fuccejjìonis  jura  Maria  antea  attrì-        . 
,     butay  inElì^abetham  transfenentar  ;  deinde  ut  omnis  potefìns  ,  ac  jHYÌfdi6lio  fi  "opra  quefta* 
in  ^nglos i  & Hibernos  Tontifict  l\pmano  inperpetuum  adimeretur  ,  reufquc  fuanuoya.efacri. 
perduellionis  fierety  fi  qitìs  deinccps  qiiidquam  honoris  ,  aut  auèoritatis  Sedi  '«s»  a«""iion!:. 
^poflolica  de  ferve!;  :  ..4nglican£  vero  Eccle(t£  fummum  in  terris  caput  iit\fQ- 
lus  h^x  haberetur  y  cujas  folius  efet  au^ioritate  plenijfima  crrorcs  ,  hxrejes, 
abufus  omnes  emendare  y  &  illi  propterea  omnium  Saccrdotiorum  integri  prò- 
vcntus  primi  cu jujque  anni  i  quo  quis  beneficiiim  aliquod  fortitus  ejjety  folve- 
rentur  ;  illi  omnium  Eccleftajiicarum  dignitatum  dccimie  redderentur  ;    qui- 
nimòipfumVap^  vocabulum  confecutus  y  edici  curavit  y  ut  de  estero  tmllus 
TontifcumF^manorum  vocareturTapay  fed  tantum  Epifcopus .  Quamlegem. 
tanta f£vitia  cxecutionì  mandavit ,  ut  capitis  damnaretur  ,  (i  cujus  in  libro 
"pelfoLumnomenVapjenondeletumextaret'.percdendariajperindiceSy  per 
fcripta  Tatrumy  per  totum  jus  Canonicum  ,  per  fcholajìicos  Do6ìores  Tap£ 
yocabulum  lituris  undique  obducebatur  j  imo  in  fronte  opermn  D.  Cypriani, 
^mbroftiy  Hieronymty  ^uguflmi  y  Leonis  y  Gregoriiy  Trofpen  ,  ac  altorum 
Eccleft<£  luminum  y  finguli  fcribere  coa&ifunty  fi  quid  in  cis  operibus  inefiet , 
fuod  Tontificis  ternani  Trimatum  tueretury  aut  confirmaret  ,  [e  illi  verbo, 
Jententta  i  rationi  )am  nunc  renunciarc  ,  nec  tanti  criminis  reos  unquam  efic 
velie t  utqitibufvisTatribusy  aut DoBortbus  in  eare  afiemiant .  Omnis  etiam 
communicatio  per  litteras  cum  Tontifice  l\pmanoy  ejufque  Mini/ìris  extra  ^n- 
gliamdegentibus  fubpcenaUfa  M-ìjeJlatis  prohibebatur;  qu>  fa^um  cfk  feri- 
bit  ErafmuSy  ut  quaft  fubomnt  lapide  dormiat  fcorpius  y  ita  nemo  ^nglorum 
aufus  efl  deinde  y  aut  quidquam  fcribcre  y  aut  ab  exte-no  quopiam  literas  ac- 
cipere.  In  litaniis  prxtered  ,  precibufque  ,  qu^e  tum  pnvatim ,  tum  publicè 
in  omnibus  Oratoriisy  Ecclefiis  y  Monajieriis  ,  aliifque  in  locis  recitabantur , 
loco  petitionis  illtus  ,  qu£  prò  Domno  ^poflolico  à  thrijìt  fidelibus  peruni^ 
verfum  Orbem fieri  folcty  Henricushac  impiaverba  apponi  y  imprirniquepra- 
cepit:  ^b  Epifcopi  Romani tyrannide y  &  detejiandis  enormitatibus  libera  nos 
Domine .  Così  egli,  che  per  dimoikarlì  non  folamente  fenza  freno  di  cofcicn- 
2a,mà  fenza  né  pur  fior  dì  fenno ,  in  altro  parlamento  convocato  il  Maggio 
[  a  ]  feguente  [  (>  ]  erfà/>  ,  ne  qutsimpoflerumfuorumauUcorumy  aut  barbam  a  ^««.ly;?, 
raderety  aut  capitis  capillis  longioribus  uteretur ,  quod  viri gravtores  in  ungila  ^  ^^'"*  s^'dtTHt 
ad  honorem,  &  imitationem  quamdam  Cleri  facere  confueverant.  Ipfe  autem  '"'"•'^^^* 
Caput novum  Ecclefi£ y  quo  aliis  prueluceret  y  ^Ann^^que  oculi  magis  piacerete 
fxemplum  &  formam  prabere  voluit .  Seipfun'i  igitur  novo ,  ac  elegantiori  lon- 
gè  modo  tondendum ,  ac  veftiendum  curavity  omnibus  ut  iterum  juvenefcere 3 
&  Itmul  cum  antiqua  uxore  ,    veterique  religione  veterem  etiam  animum , 
l^eteremque  corporis  habitum  depofuijje   videretur  .   Così  1'   Hiflorico  In- 
glefe.  Qiiindi  egli  fi  accinfeà  procacciare  alla  fuadeteftata  azione  Parteg-  Awer/ìone    sa. 
giani ,  e  Protettori  fuori  del  Regno ,  e  nel  Regno .  Mi  fuori  fu  egli  rigetta-  ^.^^  «^«e''  Hereù- 
to  eziandio  con  improperii  da  i  Sovrani  Cattolici  egualmente  ,    e  dagli  RèìngkTe"    '^'^ 
Her etici ,  che  non  feppero  applaudire  à  chi  troppo  palefemente  fi  era  tirato 
fopra  r  abborrimento ,  e  la  diiraprovazione  di  tutti  :  onde  li  Luterani  mede- 
fimi,  lìegueil  Sandero,  quamvis  cum  Henrico ,  timi  etiam  fibi,  gratularen- 
tur  difcejjionem  e  jus  à  Tontifice ,  quam  &  ipfi  fecerant  j  dolebant  tamen  ve' 
ijementer  tam  fceleratam ,  ac  turpem  fuijìe  e]us  difcefftonis  caufam ,  quam  ita 
detejiabantur  ,   ut  nulla  legatorum  perfuafione  adduci  potuerint ,    ut  appra- 
barent,  Quod  &  Henricum  mirAbiliter  cjfendit ,  fedtque  (  uti  creditur  )  ne 

p-iìam 


Paolo  in.       ^jq  Secolo  XVI. 

palam  ad  hterefìm  Lutheranam  deficeret  ,  neve  ipfìus  Lutheri  fubmijjlencm  t 
ac  palmodtam  ,   quam  abje&iffimè  paulò  pojì  ad  eum  fcripftt ,   admitteret , 
a  c^v.  eomm.  in  Calvìtius  [a]  ctiampaulò  poji  Henrici  Trimatum  Eccleftafticum  oppugnavi^» 
^mot,  Defertus  itaque  ab  externis  y  domejiicìs  comprobatoribus  contentus  cfievoluit, 

jubctque ,  ut  fui  tam  concionibus  ,   quàm  libris  cditis  banc  novam  au^iorita- 
ttm  fuam  Ecclefìajiicam  tueantur:  qua  I\egis  voce  excitati  funt  ad  concm- 
nandum  plurimi  ,  ad  Jcribendum  etiam  nonnulli  ,   quorum  ali  qui  id  fpontè 
faciebanty  quòd  hsrejtfaverent:  ejufmodi  erant  Sampfonus,  Foxusy  Morifo- 
nus-,  caterique:  aliiverò  coa£ìèj  ne  B^gem  ojjendcrent  ^  ut  Gardinerus-Vvir- 
tonienfis ,  &  Tonfiallus  Duntlmenfis  Epifcopi  .  Così  egli  .  Né  con  diveiTa 
forte  trovò  apprezzatori  della  fua  infame  condotta  dentro  il  Regno  :  con- 
ciofiacofache  pochi  plebei,  e  nobili,  inalvaggicom'eflb,  Goncorfero  pie- 
namente ne'fuoi  fentimenti  ;  e  molti  aifecondarono  più  al  terrore  delle  mi- 
naccie,  che  alla  ingiuftizia  della  caufa;  e  moltifllmi  a  bocca  aperta,  e  a 
Contradirrori  in   penna  Corrente  reclamorono  contto  Uii ,  come  contro  nn  nuovo  Nabucco, 
vitti  di  (.Ho.Tom   di  quella  età:  fra  quefìi  due  furono  li  piùriguardevoli  in  qualità  Tommafp 
GÌo?F.ilhero'.  ^  Moro,  c  Gio.  Fifchcro  il  Rorfenfe,  di  cui  ragion  vuole,  che  fé  ne  faccia 
quella diftinta  menzione,  che  ben  fi  merita  T  alta  loro  diftinta  coftanza. 
b  rtdiiiFo>,tif.di  [b]  Furono  eglino  nel  medefimo  tempo  carcerati,  eprimailRoftenfecoii- 
cum.vjindjìn,  daniiato  3  motte ,  e  poi  il  Moro,  perfuadendofi  Henrico,  chedotelfe  il 
/M5.40J./9W.4.     ]viQro  atterrirfi  alla  morte  fpaventofa  del  compagno.  Màellafùalui,  cq- 
Pfigioiiia  e  mor.  "^^  ^iraflì ,  d' incitamento ,  e  fprone  ad  emularlo ,  e  non  di  ritardamento ,  ò 
tedi  GioiBfThe'  pcua  nel  feguirlo.  Egli  forprefo  nella  fua  camera,  vidde  imperturbabil- 
roRoffenfe.        mcnteinvellito,  e  faccheggiato  dalle  regie  milizie  il  fuo  Palazzo,  ch'elle- 
no tutto  fcorfero  a  facco, 'a  preda,  piiìtoftofperata,  cherinvenuta:  con- 
ciofiacofache  in  eiìb  ritrovolfi  fol  copia  di  libri ,  e  d' iftromenti  di  peniten- 
c  ciacctnus  in  vi-  zs.  y  [ c ]quibus pìus  ^ntiftes feuHe  coYpHS y  jamqueamiis,  &  fludiis y  aliifque 
^VsZdJlfclt'.  f^nms  laboTibus  ,  &  curis  fra6lum  affUgebat  .  Strafcinato  più  tofto  ,  che 
condotto  al  carcere ,  quindici  mefi  imperterrito  attefe  di  giorno  in  giorno 
la  gran  fentenza  di  morte ,  prolungatagli  dal  Rè  per  intimorirlo  prima  ài 
ucciderlo,  fperanzofo,  chelemiferie,  l'horridezza  della  prigione,  li  pati- 
menti, e  gli  iirazii  doveflero ,  e  poteflero  fcuotere  quel  gran  cuore.  Mi 
fra  quelle  catene  preparavafi  fecretamente  al  Roftenfe  dal  Cielo  la  palma 
del  martirio,  e  dal  Pontefice  la  gloria  del  Cardinalato.  Alla  fama  di  cosi 
invitto  foftenitore  del  Pontificato  Romano,  non  dubitò  Paolo  III.  afllm - 
to di frefco alla  dignità  di  Pontefice,  di  dichiararlo,  qual'egli  era,  vero 
cardine,  e  foftegno  del  Pontificato,  e  nella  prima  promozione  de' venti 
d  ^nn.tsis.       [</] di  Maggio,  annumerollo  fra  i  Cardinali  Preti  col  titolo  di  S.  Vitale, 
prenunzio  a  lui  non  già  di  vita ,  ma  di  mone .  Poiché  e  la  beretta  mandata- 
gli fi'i  arreftata  in  Cales  dal  Comandante  Inglefe,  che  allora  governava 
quella  Piazza,  e  l' avvifo  della  feguita  promozione  giunfe  cotanto  inafpet- 
tato  ,-!&  acerbo  al  Rè ,  che  dando  egli  in  precipitofe  furie  d' improperii  con- 
tro il  Papa,  Af/«<zf,  dilfe  fiero  d'animo,  e  torbido  di  occhi,  Tapagalerum 
fuumy  cum  volet:  ego  interim  operam  dabo  ,  ut  cum  appukrit  ,  caput,  cui 
ille  imponatur ,  non  habeat .  E  di  fatto  egli  condannò  il  Roffenfe  allora  aUo- 
c  v,atrtUM,  ir  ra  al  taglio  della  tefta.  [e]Firi  Troceresy  forridendo  diffe  il  Roftenfe  al 
ndditicn'ùus  Ciac-  grandc annunzio,  ultimo  fupplic io à  vobis  quafi  UU  Maje/iatis  reus  adiudi' 
^«*«rr  v«f*  %f  catu$  fum,  quia  dixi,  B^gem  ^nglican^  Ecclejix  fupremum  caput  non  ejle- 
finfit.  ^j  ^f^Q  juris ordine,  quave  rationtf  judicet  JMus  Qptmus  Tnaxtmus mev^e 

,       .  &  -pou 


.Clt, 


Capitolo  F,  411        Paolo  Iir, 

&  vos  y  cui  veflrorum ,  &  Hegis  tpfìus  cordium  infpc&ori  rem  omnem  rdln- 
quo ,  meque  totum  divìn£  illius  -poluntati  commutò  .  De  regio  Vrimatu  jen- 
tiOy  ut  femperfenft,  &  nuncpaUm  affirmo ,  F^egem  nec  pofìe  y  nec  debere  au- 
£loritatem  (ibi  in  Ecclefta  Dei  ^indicare  ,  neque  h.a6icnus  unquam  auditum , 
terrcmm  aliquem  I{egem  id  (ibi  arrogafie^  imo  portento  fimilt  videri,  homi- 
nem laicum  flatus  Eccleftajiici  caput  effe .  Fiì  allora  interrogato,  fé  per  mez- 
zodì lettere,  ò  di  amici  fi  fofs'e^li procacciata  dal  Pontefice  la  digniti 
Cardinalizia?  Alcherifpofeil  Roftenfe,  Se,  Deigratia,  quamdiuvixerat], 
parum  ambitionis  morbo  laboraffe  ;  Jed  quando  alias  humanos  honores  ef- 
fet  aucupatus y  autvenatusy  inextremahac  aitate,  c^ calamito/o ,  quot^erfa- 
batur  j  flatu  diuturna  y  quamperpefins  fuerat  y  captivitatis,  quove  mortem fi- 
li continuò  immmentem  expe6iaret  y  id  deeo  minime  ìfideri  fufpicandum .  Nel 
mattino  [<z]  defì:inato  alla  fiia  morte,  egli  deporto  il  ruvido  cilizio,  vertif-  *  ^\'  lumi  Ann. 
fi  di  nuova  camicia,  e  di  preziofi  paramenti;  erichiefto,  perche  ciò  facef-  '^^''' 
fé?  Hiceft,  rifpofe  con  faccia d' Angelo ,  e  cuor  di  Apollolo,  nuptiarum 
mearum  diesfeflus  y  in  quo  proinde  majori  me  cultuforas  prodire  convenit:  & 
in  così  dire  avvioffi  intrepidamente  al  palco  del  fiipplicio,  al  quale  giunto, 
gittato  sfarzofamente  di  mano  il  baftoncello ,  fopra  cui  appoggiavafi  cagio- 
nevole di  falute,  fettuagenario  di  età,  &  emaciato  da' patimenti,  [b]£ja  h  smì.Uc 
pedesy  óìffc,officii4m  facite:  brevis  vobis  nunc  reftat  via»  Quindi  in  piedi 
rivolto  al  popolo,  che  numerofo  era  concorfoallo  fpettacolo  nella  gran 
Piazza  di  Londra,  Eja,  Fratres  charijjimi,  hìcadflopro  Ecclefue  Catholiae 
tuendafìde,  aclibertate  mortem  fubiturus:  nullum  bue  ufque  ejus  horrorem, 
aut  animi  perturbationem  ,  Deo  me  confortante  y  perfenfi  j  fed  quia  continuò 
gratta  ejus,  &  mijericordia  in  tantis  angujiiis  eget  mortalis  infirmitas  ,  oro 
vos  ,  ut  me  orationum  veflrarum  jubfidio  juvetìs  ,  quaienùs  in  hoc  cruentai 
mortis  articulo  abfque  ulla  trepidatione  ,  aut  vacillantis  animi  nota,  incon- 
feffione  fui  nominis  ,  ac  fidei  fixus,  fìrmufque  permaneam  .  De  estero  Deum 
ipfum  immort-ilem  obteflor ,  ut  vos  omnes  perenni  fofpitatc  ,  0-  incolumitate 
donet,  regnuMy  ac  I\egemfervet,  eiquementem  meliorem ,  &  fanum  ,  acfa- 
tatare  confiliumfuppeditaredignetur.  Ciò  detto,  alzati  gli  occhi  al  Cielo,  e 
piegatele  ginocchia  in  terra,  con  allegra  faccia  intonò  con  voce  alta  ,  e 
chiara  in  dimortrazione  di  fanto  gaudio  il  Cantico,  TeDeumiaudamus ,  & 
il  Salmo,  In  te  Domine  perayi,  efpontaneamente  offerto  il  collo  alla  man- 
naia, refe  la  lua  illuftre  animaaDio  con  gloriofiflìmo martirio .  Il  corpo 
tutto  quel  giorno  giacque  ignudo,  &  infepolto  nel  proifimo  cimiterio  ài 
tutti  li  Santi,  eia  recifateita  efpofla  fopra  una  grande  haftafu'l  Ponte  di 
Londra  rimafe  per  quattordici  giorni  intien  così  bella  di  colori,  e  viva  di 
faccia,  che  recando  ancimirazione,  e  vaghezza,  e  non  fpavento ,  fu  quindi 
toltadi  notte  ,  per  togliere  al  tumultuante  popolo  occafione  di  rimprove- 
ro della  regia  tirannia.  AnnaBolena,  acciò,  ficcome  nella  Giudea,  non 
ttiancaffe  1  a  fuaHerodiade  ancora  alla  Ingilterra,  volle  folazzarfi  alla  viltà 
di  queft' altro  mvitco  Giovanni,  e  in  vederne  il  tronco  capo,  allor  quando 
deporto  dal  palo,  egli  gittavafi  nel  proffimo  Tamigi,  Efl  ne  hoc  osillud, 
clladiire,  quod  inme  tottes  debacchatum  efli  nunc  certe  nemininocebif,  e  in 
così  dire  percotendogli  in  difpregio  la  bocca  con  la  eftremità  della  mano, 
ne  rimafe  ella  ferita  in  un  deto ,  leggiermente ,  ma  con  cicatrice  indelebile , 
che  fempre  fin'  alla  fua  morte  additolle  la  efecrabiliti  del  facrilegio ,  e  la  rc- 
ininilcenza  del  peccato. 

■'  ■■  La 


Paolo  III.       ^^^  Secolo  XV L 

La  morte  del  Cardinal  RofFenfe  fiìforieradigio;aa  Tommafo  Moro^ 
che  anhelava  come  il  compagno  alla  palma  del  martirio  .  Ritrovavafì  egli 
a  me  omnia  or-  r  ^  ]  ripìeno  dinobil  coftanza  in  un  ftrettiffimo  carcere,  e  come  eh' era  di 
rZiib.i.deSchijm.  gcnio allegro >  &ingegnolamente faceto,  acnivenivaloavilitare,  diceva, 
pJ^e'ónVa  emor-  Tuttoil  mondo  per  gli  huomini  ejjere  un  gran  carcere  ,  onde  riputar  cfio  à 
te  di  Tommafo  beneficio ,  cgraT^a  del  Cielo ,  haverlo  forttto  angufto  ,  e  piccolo  ;  efj'endo  che 
^°'"*  è  malis  pluribus  minimum  fit  femper  eligendum  .  Alla  nuova  del  martirio 

confumato  de  RofFenfe ,  egli  rivolto  al  Cielo ,  Confìteor  tibi ,  Domine ,  óM^q  , 
quòdtantamglorìamnonfum  meritus:  non  fum  ego  )ujius y  &  pfn£lus  ,  (icut 
B^fenfis  tuus ,  quem  de  univerfo  regno  ijio  tibi  fecundùm  cor  tuum  elegifii  :  fed 
tamen fi  fieri potefli  particeps  fiam,  Domine»  calictstui,  E  come  che  alla 
rimembranza  della  felice  forte,  e  morte  del  fuo  amato  Commilitone  non 
potè  egli  contener  le  lacrime  ,  e  qualche  rincontro  nel  volto  di  animo  do- 
lente, prendendo  quindi  molti  argomento,  che  invefìito  dagliamicipo- 
telfe  cader  quel  gran  cuore,  molti  ne  fopravennero  ,  &in  fine  con  più  po- 
tente affalto  Aloifia  fua  moglie ,  che  gittataglifì  prima  a  i  piedi ,  e  poi  come 
fvenuta al  collo,  per  Dio  fcongiuroUo,  neipfumj  ne  liberos y  neTatriam, 
^  -pitam ,  qua  dm  adhucfruipoffet ,  prò  dereliÙis  haberet .  Ricevella  a  faccia 
.  gioconda  il  Moro,  &  alle  di  lei  parole  forridendo,  incontanente  rifpofe  , 

Quawdiùy  ^/iloyfiameay  poterò  hac  vita frui^  Soggiunfe  rincorata  l' afflitta 
Conforte ,  Totis  vtginti  annis  ,  mi  Vir ,  fi  Deus  vóluerit .  Ma  dalla  di  lei 
fleffapremelfa  prendendo  motivo  il  Morojdidedur  cpntrariacondufìone. 
Vis  ergo y  rifpofe,  ut  actermtatem  viginti  annis  commtuem^  7<IJetu  imperita 
cs  mercatrix ,  mea  uxor  :  nam  fi  annorum  viginti  mttlia  diceres,  aliquid  tu 
quidem  diceres ,  fed  tamen  ad  aternitatem  quid  ejient  ?  Vittoriofo  di  tanti 
nemici ,  quanti  potè  portargliene  Aloifia  con  la  fola  rapprefentazione  di  fé 
fleffa,  eh' era  moglie  ,  madre,  e  donna  della  di  lui  perfona  ,  famiglia,  e 
cafa,  fii  allora  il  Moro  riputato  per  invincibile  ad  ogni  altra  perfuafione, 
havendo  cotanto  sfarzofamentc  fuperata queir  una,  che  in  nobil  cuore  è  la 
maggiore  ditutte.j  onde  per  ordine  Regio  furongli  quindi  tolte  le  fcrittu- 
re ,  li  libri ,  il  calamaio ,  e  la  carta ,  eh'  era  l' unico  pafcolo ,  che  reftavagli  in 
rifocillamento  dello  fpirito .  Egli  allora  fecefi  chiudere  una  piccola  fene- 
ilra,  chedavalume  al  carcere,  e  quivi  fol  pafciuto  della  nobile  Libraria 
della  fua  mente,  in  continua  meditazione  di  cofe  alte,  e  devote  agguerri- 
vafi ,  come  lottando ,  al  gran  cimento  della  morte .  Richiefelo  il  Carcerie- 
re ,  Tetche  coiì  con  lafinejìra  ferrata  egli  giacefk  all'  ofcuro  ?  Quidfaccrem  ? 
*-'  rifpofe  allegro  facetamente  il  Moro,  Terdute  le  merci  ì  fi  ferrala  bottega: 

ls(onne  fublatis  mercibusy  claudenda  efì  officina^  E  fue  merci  erano  i  libri, 
non  tanto  letti,  quanto  da  eflb  compolli  in  quella  nobile  officina  del  fuo 
carcere .  Quivi  egli  due  nefcriffe ,  uno  in  lingua  Inglefe ,  defolatio  in  tribula- 
tione ,  r  altro  in  idioma  Latino ,  de  Tafjione  Cbrifli ,  che  non  potè  terminare, 
perche  quando  appunto  egli  giunfe  alle  parole,  Etin]ecerunt  manus  mje- 
fuWy  in  lui  ancora  fi  av  ventarono  i  Satelliti,  che  toltogli  lo  fcritto,  locon- 
b  oiei.iMlUt  duflero  [  ^  ]  all'  efame .  Interrogato ,  Che  fua  ragion  dicefje  fopra  la  fiabilita 
legge  della  fuperiorità  Ecclefiafiica  conferita  al  i^  Henrico  ,  delufe  la  pro- 
polta  con  il  pretefto  della  ignorazione  di  efia  :  come  fé  peregrino  allora  egli 
aevenifl'e  in  Inghilterra  dall' ultima  Cina.  Ma  condannato  a  morte,  aprì 
allora  la  bocca,  e  con  Apoftolica  intrepidezza.  Ego  per  Dei  gratiam  fem- 
per CathoUcus ,  nec  unquam  àVontìficis  Bimani  communione  difcedensy  an- 

dive- 


Capitolo  V.  413        Ì'aolo  III. 

dìveràm  aUquando  Toritificis  Romani  poteftatem  legitimàm  ^uidem,  &  laU- 
dabilem  ,  jed  tamen  humani  juris  ,  non  divince  pr^fcriptionis  fuifie  .  Itaque 
cum  viderem  Jfìatum  hujus  Bsgni  eò  ferri,  ut  nccejjariò  my?eftigandum  ejjet  y 
qua  ex  origine  Tontificis  Esinanì  potejìas  dimanaret  ,  tato  feptennio  hujus  rei 
diligenti  (firn  <&  indagatimi  me  dedi ,  &  deprehendi  potefiatem  Promani  Tonti- 
ficis,  quamvos  temere  (ut  nihildicam  gravius  )  abrogaflisy  non  modo  legiti- 
màm j  laudabilem ,  &  necefìariam  ,  veràm  etiam  divini  juris  ,  <;^  prajcri- 
ptioniseffe,  H.^cmeaejlfententia,  h^c  fides ,  inquaper  Dcigratiam  monar . 
Così  egli .  Ergom ,  foggiunfegli  allora  il  Regio  Cancelliere ,  Tu  vir  meliort 
autfapientior  baberi  visy  quàm  omnes  ftmnl  Epifcopi,  ,Abbates ,  reliquique 
Ecclefiafìici,  quàm  tota  nobilitas  y  quàm  cun&i  Senatore^  ,  quàm  Concilium 
integruMy  quàmuniverfum  denique  I^egnum  ^  Così  il  Cancelliere,  che  fen- 
za  trapoflzione  di  tempo  ricevè  dal  Moro  in  rifpolla  quelle  parole,  degne 
òì  eflere  eternamente  ponderate  da  ogni  Heretico ,  che  vago  fia  del  fiio  be- 
ne, della  vera  fede,  e  del  chiaro  lume  della  Cattolica  verità,  Illujtrijjinpe 
Cancellar i,  prò  uno  Epifcopo,  qucm  vqs  vejir^  opiniomshabetis ,  mibi  facile 
flint  centum  ,  iique  ex  illorum  numero  ,  qui  inter  Divos  funt  relati  :  &  prò 
veftra  nobilitate  ,  habeo  nobiliorem  confelìiim  Martyrum  ,  ac  Confefiorum; 
prò  unico  etiam  vefìro  Concilio  (  quod  quale  extiterit ,  Deus  optimè  novit) 
habeo  omnia  Concilia  Generalia  ,  annis  abbine  mille  celebrata  :  &  pro'^boc 
uno  exiguo  regno  veflro ,  habeo  prò  me  Galliam  ,  Hifpaniam,  Italiani ,  c£te- 
raque  fpaciofjjima  Chrifiiani  orbis  imperia.  Non  era  efame  quel  giudizio, 
ma  predica ,  e  trionfo  della  Fede  Romana  :  onde  quindi  egli  follecitamente 
fu  tolto,  da  chi  foffdr  non  poteva  cotanta  forza  dì  ragione  in  quel  ben 
avventurato  contrailo  ^  Mi  hi  tolto  il  Moro  da  quel  contrafto ,  con  incon- 
trarne un  altro ,  forte  più  eh' il  primo,  fé  la  fortezza  di  lui  non  folfeftata 
invitta ,  e  impareggiabile  in  tutti .  E  quello  fii  l' incontro ,  eh'  egli  hebbe  nel 
ricondurfì  al  carcere ,  di  Margarita  fua  figlia  ,  da  lui  unicamente  amata 
comePadre,  iftruita  nella  lingua  Greca,  eLatinacome  Maellro,  &  alias 
quale  folamente  molte  lettere  dal  carcere  egli  haveva  fcritte,  come  fua 
corrifpondente  nell'  amore ,  nella  dottrina ,  e  nel  travaglio .  Ella  fi  fé  incon- 
tro al  Padre,  echeta  inginocchioflegli  avanti,  e  baciogli  i  piedi,  e  così 
muta  dilFe ,  quanto  dir  potea  ogni  eloquente  Oratrice .  Fermofii  il  Moro , 
baciolla,  benediffella,  e  partifll  .  Ritennelo  per  la  vefte  una  nobil  don- 
na ,  eh'  era  donzella  della  di  lui  figlia  ,  ma  compagna  alla  figlia  nel 
dolore  ,  &  avviticchiatafegli  al  collo  volle  anch'  elfa  come  rubbare 
un  bacio  al  fuo  Signore,  giacche  non  potea  una  parola:  al  qualatto 
forprefo  il  Moro  ,  Inurbane  ,  dille  ,  fed  tamen  peramanter  fa£ìum  : 
e  rinferratofi  nel  carcere  ,  poche  hore  avanti  di  ufcirne  alla  morte, 
involato  un  piccol  carbone,  che  per  la  flrada  trovò  in  terra,  con  effo 
una  lettera  fcrifle  alla  iua  figliuola ,  in  cui  quefte  ultime  righe  erano  di- 
flefe  con  dettatura  diApoflolo  più  tollo,  che  di  Padre,  Ego  te,  dulcijjì- 
ma  Margarita  filia  ,  nimiùm  dejlineo  ,  fe'd  [pero  me  pojt  craftinum  diem^ 
nemini  unquam  futurum  moleflum  :  fummo  etenim  defiderio  cras  moriendiy 
<T  Dcurnmemnvidenditeneor  :  efl  enimo^ava  Trincipis  ^poftolorum  Tetri, 
&  profeflum  S annaffimi  Thoma  Martyris .  Hic  dies ,  inquìt,  ft  ita  vifum  {ìt 
Cbrijio,  mihi  apprimè  commodus  efiet.  Così  egli,  vero  imitatore  del  fuo  "A 

gran  Connazionale  S.  Tommafo  Cantuarienfe ,  eh'  egli  cotanto  bene  imitò 
n^Uacollanza  della  fede,  e  nel  dilpregip  della  morte.  Dunque  alli  quat- 
tro 


Paolo  III.       ^j^  Secolo  XVI. 

i^nn.isìs.  tro  di  Luglio  [  tf]  apparfa  l'alba  di  quefto  fortunato  giorno,  egli  fii  condot- 
to al  palco  del  fupplicio,  e  rinvenendo  non  so  qua!  difficukàdipafro  nel 
falirvi,  Da,fodes,  manuniy  ut  afcendam,  dille  al  Carnefice  graziofamen- 
te,  e  Tempre  fimile  a  fé  il  Moro ,  Kljzm  ad  defcenfumquodanìnety  memibi 
rclinquas.  Terminate  alcune  preci,  e  chiamato  il  popolo,  che  affifteva 
alfuneftofpettacolo,  in  teftimonio  della  iua  Fede  Romana,  fcorfoad  al- 
ta voce  il  Salmo  Mifevere,  e  conceduto  ampio  perdono  al  Manigoldo ,  que- 
fìi  Caput  }uftniai  &  ventatisamputavit,  ingemifcente  duglia  univerfay  & 
non  tam  Chrijìi  martyrem  ,  ejuàm  feipfam  capite  truncatam  arbitrante  . 
Così  r  Autore  Inglefe ,  che  piange,  e  defcrive  quefta  gran  morte.  Mar- 
^ifd  **i"fi  Vi  *^^*  garita  r  addolorata  figlia  corfe,  e  fcorfe  quella  mattina  tutte  le  Chiefe  di 
gì  a  a  già,  Lqj^^|,.^^  ctutta  fuoti  di  fé,  col  folopenfiere  al  Padre,  accompagnavane 
conprieghi,  e  lacrime  il  funeftofpettacolo,  molto  più  fenfibile  a  lei,  che 
al  genitore:  e  come  che  ad  ogni  paffo  le  fi  rapprefentavano  conviva  ima- 
ginazione li  pafil  del  Padre,  la  comparfa  del  palco,  il  colpo  del  taglio,  il 
bufto lacero,  e'I tronco  capo  del  fuo  amato  genitore,  quafi  tutte  queite 
cofenon  tanto  ella  havefle  avanti  gli  occhi,  quanto teneileimpreffe fu  gli 
occhi,  fovvennele,  efferfi eifa dimenticata dellenzuolo  per  ricoprirne  il 
cadavere,  e  nilfunfoldoeflererimafto  dall'elemofine  fatte,  per  compe- 
rarne uno  al  pictofo  ufficio  della  f  epoltura  ;  onde  timorofa  in  quella  diflan- 
za  dalla  ina  caia ,  che  rimaneffc  ignudo  ,  &  infepolto  il  corpo  del  Padre ,  co- 
me era  avvenuto  a  quello  del  Roftenfe ,  Heu  mihi ,  diife  alla  fua  ferva ,  oblita 
fum  fyndonis ,  qua  Tatris  corpus  mvolvatur  ;  & quomodo  td  fac'iam ,  ciim  ni- 
hilpecuntisreliquibaheam^  Màmiracolofamente  piovidde  Dio  al  decoro 
del  fuo  Martire ,  e  al  pio  defiderio  della  figlia ,  qu<3e  in  pera  juflum  fyndonis 
pretiumrcperit ,  nec  uno  teruncio  plus  j  mimifve,  quàm  eo  tempore  ex  patìa 
perfolvi  oportebat  :  e  di  lei  conchiude  il  citato  Autore ,  Miraculo  confi?  mata , 
Imteum  accepit  ,  Tatrts  cadaper  m-polvit,  &  quia  famirìam  ,  ac  pncfer- 
tim  filiam  ,  nemo  ah  officio  pio  reputerai ,  Chrijii  martyrem  honefièfepelipit. 
Così  egli. 
Rifentimentocici  Qucik  duc  venerate  tefte  del  RofFenfe ,  e  del  Moro ,  eh'  erano  il  foften- 
condann«oric'['i  tacolo ,  e  l'honorc  della  Chiefa  Romana  in  Inghilterra  ,  proclamarono 
Hearico.  "^  morte  COSI  altamente  contto  Heurico  ,  che  dal  loro  fangue  parve,  che  {pu- 
maffe  vendetta,  e  rifentimento  appreflb  tutte  le  nazioni  del  mondo .  Il  nuo- 
vo Pontefice  fopra  tutti  furfe  contro  quello  nuovo  Holofernedel  Cbrirtia- 
nefimo,  e  in  lunga  deliberazione  confultato  il  modo  più  terribile  per  la  pu- 
nizione del  reo ,  finalmente  determinò,  &  efeguì  lapiù  ilrepitofa  condanna, 
che  dar  fi  pofla  a'  Principi  difpcratamente  precipitati  ò  nello  fcifma ,  ^ò  nella 
herefia ,  publicandone  la  Bolla  nel  tenore  formidabile ,  che  fiegue . 

B  BHiUr.i^pauU  Taulus  [b]  Epifcopus  fervm  Jervorum  Dei, 

in.con^it.j.  ^d  futuram  rei  memoriam . 

„  Ejus,  qm' immobilis  permanens  fua  prudentia  ordine  mirabili  dat 
5,  cunftamoveri,  difponenteclementia,  vices  licèt  immeriti gerentes in 
'„  terris,  &  in  fede )ufìiti«e  confticuti,  juxta  Propheta:  quoque  Jeremia? 
„  vaticinium  dicentis  :  Ecce  te  conflituifuper  gentes,  &  regna,  ut  evel- 
,,  las,  &deftrnas,  sdifices,  &  piantesi  prajcipuum  fuper  omnes  Rcges 
„  univerfjeterr^,  cundofquepopulos  obtinentes  principatum,  ac  illuin 


qui 


Capitolo  V;  415        Paolo  IH, 

qiiipiiis,  &mifencorseft,  &vmdi<a:amei,  quiillamprìcvenit/paratam  „ 
temperat,  nec  qiios  impoenitentesvidet,  fevera  ukione  caftigat,  quin  „ 
priiis  comminetur  ;  in  affìduè  autem  peccantes ,j&  in  peccatis  perfeveran- 
tes,  ciiin  excefliis  mitericordix  fìnes  prìetereunt,  ut  faltem  metu  poenae 
adcorreverticogantur,)uftitÌ£E  viresexercet,  imitantes,  ex  incumbcn-  „ 
ti  nobis  Apoftolicie  folliciciidinis  ftiidio  perurgemur ,  utcundarumper-  „ 
fonariim  noftrarcura?  coelitùs  commiHanim  falubriftatuifolertiiìsinten-  „ 
damiis,  acerroribiis,  &rcandalis,  qusehoftis  antiqui  verfutia  imminere 
confpicimus ,  propenfiùs  obviemus ,  exceirufque ,  &  enormia,  ac  fcanda- 
lofa  crimina  congrua feveritate  coerceamus ,  &  j uxta  Apoftolum  inobe- 
dientiam  ovium  promptiiis  ulcifcendo  ,  illorum  perpetratores  debita 
correzione  compefcamus  ,  quòd  eos  Dei  iram  provocaH'e  poeniteat, 
&  ex  hoc  aliis  exemplum  cautelze  falutaris  accedat . 

§.  I.  Sane  cum  fuperioribus  diebus  nobis  relatum  fuiflet ,    quòd 
Henricus  AnglisE  Rex  ,licèt  tempore  Pontificatus  fel.  recor.  Leonis  Papa: 
X.  prìEdecefforis  noftri  diverforum  ha:reticorum  errores  fepè  ab  Apo-  „ 
ftolica Sede ,  &facrisConciliisprcEteritis  temporibus  damnatos,  &no-  „ 
vilfimè  noftra  «tate  per  perditionis  alumnum  Ma^inum  Lutherum  fu-  ,, 
fcitatos ,  &  innovatos ,  zelo  Catholicae  Fidei ,  &  erga  didam  Sedeni  devo-  „ 
tionis  fervore  indudus ,  non  minùs  dodè ,  quàm  pie  per  quendam  librum 
per  eum  defnpej:  compofitum ,  &  eidem  Leoni  pra^deceflori ,  ut  eum  exa 
iriinaret ,  &  approbaret  oblatum ,  confutalfet ,  ob  quod  ab  eodem  Leone 
prsedeceffore,  ultra  didi libri  cum  magna  ipfius  Henrici  Regis  laude»  >? 
&commendationeapprobationem,  titulum  defenforis  fidei  reportave- 
rjt ,  à  reda  fide ,  &  Apoflolico  tramite  devians ,  ac  propria  falutis,  famse , 
&  honoris  immemor,po(lqudmchariiiIma  in  Chrifto  filia  noftra  Cathe 
rinaAnglijeRegmailhiftrifua progenie  conjuge,  cum  qua  publicèinfa-  „ 
cieEcclefi^matrimoniumcontraxerat,  &perplures  annos  continuave-  „ 
verat,  ac  ex  qua  didoconftante  matrimonio  prolempluriesfufceperat,  „ 
nulla  legitimafubfiftentecaufa,  &  contraEcclefi^prohibitionemdimif  ., 
fa,  cumquadam  AnnaBolena  muliere  Anglica,  dida  Catharina  adhuc 
vivente,  de  fado  matrimonium  contraxerat,  ad  deteriora profiliens,quaf- 
dam  leges ,  feu  generales  conftitutiones  edere  non  erubuit ,  per  quas  fub- 
ditos  fuos  ad  quofdam  hzereticos,  &  fchifmaticos  articulos  tenendos, 
inter  quos  &  hoc  erat ,  quòd  Romanus  Pontifex  Caput  Ecclefi^ ,  &  Chri- 
fti  Vicarius  non  erat ,  &quòd  ipfein  Anglica  Ecclefia  fupremum  caput  ,, 
exiftebat,  fub  gravibus  etiam  mortis  pcenis  cogebat .  Et  his  non  conten-  „ 
tus ,  diabolo  facrilegii  crimen  fuadente,quamplures  Pr^elatos,  etiam  Kpi- 
fcopos ,  aliafque  perfonas  Ecclefiafticas ,  etiam  Regulares ,  necnon  fsecu- 
lares ,  fibi  ut  hxretico ,  &  fchifmatico  adhserere ,  ac  articulos  prjedidos 
Sandorum  Patrum  decretis  ,  &  facrorum  Conciliorum  ftarutis  ,  imo  ,, 
etiam  ipfi  Evangelica  veritati  contrarios ,  &  tanquam  tales  alias  damna-  „ 
tos  approbare ,  &  fcqui  nolentcs ,  &  intrepide  recufantes,  capi ,  &  carce- 
ribus  mancipari .  Hifque  fimiliter  non  contentus ,  mala  malis  accumulan- 
do ,  bonae  me.Jo.  tit.  S.  Vitalis  Prcsbyterum  Cardinalem  RofFen.quem  ob 
ndei  conftantiam  ,  &  \kx  fandimoniam  ad  Cardinalatus  dignitatem 
promoveramus,  cum  didis  h^refibus,  &  erroribus confentire  nolìct,  „ 
horrendaimmanitatej&dettftandafjevitia,  publicèmiferabili  fupplicio  „ 
tradi,&  decollari  mandaverat,  &fecerat,  excommunicationis,  &ana-  „ 

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pActoIII.      ^j5  Secolo   XVI. 

J,  thematis  ,  aliafqne  graviffimasfententias ,  cenfuras ,  &  pennasinlitteds  l 
„  ac  conftitutionibiis  recolend^  mem.Bonifacii  VIIl.Hononi  III.  Roman. 
„  Pontifìcum  prsEdeceflbriim  noftroriim  defiiper  editis  contentas,  &  alias 
„  intalesi  jurelatas  damiiabiliter  inciirrendo,  ac  Regno  Anglias,  &do- 
„  miniis,  qu^tenebat,  necnonregalisfaftigiicelfitudine,  acprasfatitkuU 
„  praTOgativa ,  &  honore  fé  indignum  reddendo . 

§.2.  Noslicètexeo,  qiiòd,  proiitnonignorabamus,  idem  Henrlcus 
Rexincertis  cenfuris  Ecclefiafticis,  qiiibus  à  pise  memoria  ^Clemente 
Papa  VII.  etiamprìcdeceflbrenoftropoftqiiam  hiimanilllinis  licceris,  & 
paternis exhorcationibiis, multifqiie  niinciis ,  &  mediis, pirimò  3  &  porre- 
mo ,  etiani  j  adi cialiter ,  ut  pr^efatam  Annam  à  fé  dimitteret ,  &  ad  prasdi 


**'»^~**"'^ —     ^     _ — , ^   — o     — ^' 

tempiis  in  claviinn  contemptum  infordiierat  >  &  infordefcebat ,  quòd  ad 
corrediret,  vix  fperare  polle  viccremus;  ob  pacernam  tameneharita» 
rem ,  qua  in  minoribus  conftituti  3  donec  in  obcdienria ,  &  reverenda  Se- 
dispr^did^epermanfit,  eum  profecnti  lijeramus ,  utqueclarius  videre 
poffemus ,  an  clamor ,  qui  ad  nos  delatus  fuerat  (  queni  certe  etiam  ipfius 
HenriciRegis  refpemi  falilim  elle  delìderabamusj  verus  ellet,  ftatui- 
mus  ab  ulteriori  contraipfumHenricumRegem  procefTu  adtempus  ab- 
ftinendo  hujus  rei  veritatem  diligentiiìs  indagare . 

§.3.  Cum  autem  debitis  diligentiis  defuper  fadis  clamoremadnos, 
ut  prxfertur , delatum ,  verum  eìfe ,  fimulque ,  quod  dolenter  referimus , 
didum  Henricum  Regem  ita  in  profundum  malorum  defcendiife ,  ut  de 
ej US refipifcentia nulla  penitùs  videaturfpeslhabed polle,  repererimus 


3,  Nosattendentesveterilegecdmen  adulterii  notatum,  lapidari  manda- 
„  tum,  acaudoresfchifmatishiatuterrx  abforptos,  eorumque  feguaces 

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5,  benigniiis  agendo  decrevimus  infrafcr ipto  modo  procedere . 

„       §.4.  Habita  itaque  fiipcr    h:s  tum  venerabilibus   frapribus  noftris 

3,  S.  R.  E.  Cardinalibus  deliberadone  matura ,  &:  de  iilorum  confilio ,  &  af- 

3) 
3> 


coelefti  Igne  confumptos ,  Elimamque  magum  viis  Dominiirefiftentem 
per  Apoilolum  sterna  feveritate  dam.natum  fuiile  -,  volentefque ,  ne  in  di- 
Itrido  examine  ipfius  Henrici  Regis ,  &  fubditorum  fuorum ,  quos  fecum 
in  perditione  trahere  videmus  ,  animarum  ratio  à  nobis  expofcatur, 
quantum  nobis  ex  aito  conceditur  providerecontra  Henricum  Regem, 
ejurquecomplices,  fautores,  adhasrentes,  &  fequaces,  &  inprasmiflls 
quomodolibetculpabiles,  contraquosexeo,  quòdexcelfus,  &delid:a 
prccdicla  adeò  manifella  funt ,  &  notoria,  ut  nulla  poilìnt  tergiverfatio- 
necelari,  ablque  ulteriori  moraadexecutionem  procedere  polfemus. 


fenfupra:fatum  Henricum  Regem,  ejufquecomplices,  fautores,  adb^e- 
rentes,  confultores,  &  fequaces,  ac  quofcumque  alios  in  pr$mìflìs,feu  eo- 
„  rumaliquoquoquomodocuipabiles,tamLaicos,quàmClericos,etiam 
„  regulares,cu}urcumqu£d!gnitatis,rtatu$,gradus,  ordinis,  conditionis, 
„  prceeminendae,  &excelientia,'exiftant( quorum  nomina,  t*^ cognomina 
„  perindè,ac  fi  pracfentibus  inferer,entur,pro  fufficienter  expreffis  haberi  vo- 
„  iumus)  pervifceramifericordia;  Dei  nourihortamur,  &:rcquirimus  in 
„  Domino ,  quatenììs  Henricus  Rcx  à  prxdidis  erroribus  prorfus  abitineata 
i,  &con(lÌLUtiones,  feulegespra?difìas,  ficutdefado  easfecit,  revocet» 
ij  calìet,  &annuilet,  &  coadione  fubditorum  fuorum  ad  easfervandasj 

nec- 


Capitolo  K  4x7       Paolo  III. 

Mècnòn  carceratione,  captiira,  &  paninone  illonim,  qui  ipfis  confti- 
tiitionibiis,  feu  legibus  adhajrere,  aut  eas  fervarc  noluerint ,  &:abaliis 
erroribus  pr^diclis  penitiìs,  &  omninò  abftineat ,  &  fi  quos  pramif- 
foriim  occafione  captivos  habeat,  relaxet. 

§.  5.    Complices  vero,  fautores,  adhjerentes,  confultores ,  &  fe- 
qiiaces  diéli  Henrici  Regis  in  prsemiflls,  &  circa  eaipfi  HenricoRcgi  ,1 
fiiper  his  de  cantero  non  adfiitant  ,  nec  adhsereant  ,  vel  faveant ,  nec  „ 
ei  confilium,  aiixiliiim,  vel  favorem,  defiiper  prìertenc,  ^^ 

§.  6.    Alias  fi  HenricnsRex,ac  fautores,  adhxrentes,  confultores,  &  „ 
fequaces,  hortationibus ,  &  requifitionibiis  hujufmodi  non  annueriut  „ 
cum  eftedu ,  Henricum  Regem ,  tautores ,  adhsrentes ,  confultores ,  & 
fequaces,  acaliosculpabilesprsedidos,  audoritate Apoftolica,  ac  ex 
certa  nollra  fcientia ,  &  de  Apoftolicje  poteftatis  plenitudine  tenore  pr^e- 
fentium ,  in  virtitte  hndx  obedientiée ,  ac  fub  majoris  excommunicatio- 
nis latje  fententise ,  a  qua  etiamprjetextu  cu) ufcumque  privilegi!,  vel  fa-  " 
cultatis ,  etiam  in  forma  confemonali ,  cum  quibulcunque  eliicaciffimis 
claufulis  à  nobis,  &Sede  pr^editìa  quomodolibetconceffis,  &  etiam 
iteratis  vicibus  innovatis,  abalioquàm  à  Romano  Pontifice,  pr^ter- 
quàminmortisarticuloconftituti,  itatamen,  quòdfialiquem  abfolvi 
contingat ,  qui  poftmodum  convaluerit ,  nifi  poli  convalefcentiam ,  mo- 
nitioni ,  &  mandatis  noltris hujufmodi  paruerit  cum  etfedu ,  in  eandem 
excommunicationis  fententiam  reincidat ,  abfolvi  non  pofJlnt . 

§.7.    Necnonrebellionis,  &quoad  Henricum  Regem,  etiam  perdi-  *' 
tionis Regni,  & dommiorum prsediótorum ,  &tamquoadeum,  quàm  '' 
quoad  aliosmonitosfupradidosfupri,&infrafcriptispoenis,  quasfidi- 
tìis monitioni ,  &  mandatis,  ut  prsefertur , non  paruerint ,  eos , &  eorum 
fìngulos,  ipfofadorefpedivèincurrere  volumus,  per  prsefentes  mone- 
mus  :  eifque ,  &  eorum  cuilibet  diftridè  pra?clpiendo  mandamus ,  quate-  ** 
nus  Henricus  Rex  per  fé,  vel  procuratorem  legitimum,  &fullicienti  " 
mandato  fuffultum ,  infranonaginta,  complices  vero,  fautores,  adhje-  ** 
rentes ,  confultores ,  &  fequaces ,  ac  alii  in  pr^emiffis  quomodolibet  cui-  " 
pabiles  fupradidi ,  S^culares  &  Ecclefiaftici ,  etiam  Regulares ,  perfona-  '* 
liter  infra  fexaginta  dies  compareant  corani  nobis  ad  fé  fuper  pr^miflìs  " 
legitimèexcufandum,  &  defendendum ,  alias  videndum  ,&  audiendum  '* 
contraeos,  &  eorum  fingulos,  etiam  nominatim,  quosficmonemus,  " 
quatenus  expediat ,  ad  omnes ,  &  fingulos  adus ,  etiam  fententiam  dJlfi-  »• 
nitivam,  declaratoriam,condemnatoriam,  &privatoriam,ac manda-  " 
tum  executivum  procedi .  Quòd  Ci  Henricus  Rex ,  &  alii  moniti  pr^didi  " 
intra  didosterminoseis,  utprarfertur,  refpedivè  prajfixos  non  compa-  >» 
ruerint ,  &  pn-edidam  excommunicationis  fententiam  per  tres  dies  pofl  »» 
lapfum  didorum  terminorum  animo ,  quod  abfit ,  fuflinuerint  indurato ,  " 
cenfurasipfasaggravamus,  &  fuccefiìvè  reàggravamus  ,  Henricumque  » 
Regem  privationis  Regni ,  &dominiorum  prsedidonim,  &tam  eum,  » 
quàm  aiios  monitos  pr.'edidos ,  &  eorum  fingulos ,  omnes  &  fingulas  ?> 
alias poenas  pra?didas  incurnife ,  ab  omnibufque  Chriftifidelibus  cum  eo-  »> 
rum  bonis  perpetuò  diihdatos  effe.  Et  fi  interim  ab  humanis  decedat,  ,> 
Ecclefiaftica  debere caicrefepultura,  audoritate &pDtefhtispIenitudi-  ,» 
neprxdidisdeceinin.us,  &  dedarami-s,  eofqueanachematis,  maledi-  ,> 
dionis,  &  damnationisartern.t mucrone  percutimus.  „ 

Tomo  IV,  P4  Nec 


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35 


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Paolo  III.       ^jg  Secolo  XVI. 

§.  8.  NecnonqiiseprsEfatusHenricusRexquomodolibet,  &exqiia- 
viscaufatenet,  hapet,  autpoflìdet,quamdiiiHenriciisRex,  &alii mo- 
niti pr^edicìi ,  &c  eoriim  finguli in  aliis  per  didum  Henricum  Regem  non 
tentis,  habitis,  autpoflemsperinanferint,  &  triduo  pòfleorum  inde  re- 
ceflum , & aliaqiisECumqiie, adqusE Henricuni Regem >  & alios monitos 
pr^didos  poft  lapfum  didonim  terminorum  declinarecontigerit.Domi- 
nia ,  Civitates ,  Terras,  Caftra,  Villas ,  &  Oppida ,  Metropolitanafque,  & 
alias  Cathedrales,  ca;terarqueinferiores  Ecclefias ,  necnon  Monafteria, 
Prioratus ,  Domos,  Conventiis ,  &  loca  Religiofa ,  vel  pia  cujufcumque , 
etiamSandi Benedici,  Cluniaceri.Ciftercieii. Pr^monftrateii.  ac Prsdi- 
catoriim,  Minonim,  EremitarumSandiAiiguftinijCarmelitarum,  & 
aliorum  Ordinum ,  ac  Congregationiim,  &  Militiarum  quarumcunque  in 
ipfis  Dominiis,Ciyitatibns,Terris,Caftris,  Villis,Oppidis,&  locis  exiften- 
tia,  Ecclefiaftico  fupponimus  interdico .  Ita  ut  ilio  durante ,  in  illis  etiam 
prartextii  cujufcunque  Apoftolici  indulti  Ecclefìis ,  Monafteriis,  Priorati- 
bus  ,  Domibus ,  Con  ventibus ,  locis ,  Ordmibns ,  aut  perfonis ,  etiam  qua- 
cunque  dignitate  fulgentibus  concefll ,  pr^eterquam  in  cafibus  à  j  ure  per- 
mifiis,  ac  etiam  in  illis  alias  quàm  claufis  januis,  &  excommunicatis  & 
interdidis  exclufis ,  nequeant  Mifla: ,  aut  alia  divina  officia  celebrati. 

§.  9.    EtHenriciRegis,  complicumque,  fautorum ,  adh^crentium , 

confultorum,  fequacium,  &culpabiliumpr£edidorumfilii,  pcenanim, 

ut  hìc  in  hoc  cafu  par  eft ,  participes  fint ,  omnes  &  fìngulos  ejufdem  Hen- 

rici  Regis  ex  dida  Anna ,  ac  fingulorum  aliorum  pr^didorum  filios  na- 

tos ,  &  nafcituros ,  aliofque  defcendentes,  ufque  in  eum  gradum  ad  quem 

jura pcEuas  in  cafibus hujufmodi  extendunt  (  nemine  excepto ,  nullaque 

minoris  iEtatis,aut  fexus,  vel  ignorantia:,  vel  alterius  cujufvis  caufe  habita 

"  ratione)dignitatibus,  &honoribus,  inquibusquomodolibetconftituti 

"  exiltunt ,  feu  quibus  gaudent ,  utuntur ,  pòtiuntur ,  aut  muniti  funt ,  nec- 

"  nonprivilegiiS;,concefllonibus,gratiis,indulgentiis, immunitatibus,re- 

"  mimonibus ,  libertatibus ,  &  indqltis ,  ac  Dominiis ,  Civitatibus ,  Caftris, 

»>  Terris ,  Villis ,  Oppidis ,  &  locis,  etiam  commendatis  ,/vel  in  gubernium 

'>  conceflls ,  &  quse  in  feudum ,  emphy  teufim ,  vel  aliis  à  Romanis ,  vel  aliis 

'>  Ecclefiis,  MoKafteriis,  &  locis  Ecclefiafticis ,  ac  Ssecularibus  Principibus, 

»>  dominiis,  potentatibus,  etiam  Regibus,  &  Imperatoribus ,  aut  aliis  priva- 

'>  tis,  vel  publicis  perfonis  quomodolibethabent,  tenent,  aut  poilìdent , 

55  c^terifque  omnibus  bonis ,  mobilibus  &  immobilibus,  juribus,  &  adioni- 

'>  bus,  eis  quomodolibet  competentibus,  privatos,  didaque  bona  feudalia , 

3>  vel  emphyteutica ,  (Se  alia  qu^ecunque  ab  aliis  quomodolibet  obtenta ,  ad 

>»  diredos  dominos ,  ita  ut  de  illis  libere  difponere  poffinr,  refpedivè  devo- 

3»  luta ,  &  eos  qui  Ecclefiaftici  fuerint,  etiani  fi  Religiofi  exiftant ,  Ecclefiis 

3,  etiam  Cathedralibus ,  &Metropolitanis,  necnon  Monafteriis  &  Priora- 

3,  tibus,  prarpofituris ,  prsepofitatibus,  dignitatibus,  perfonatibus,  offi- 

5,  ciis,  Canonicatibus ,  &pr«bendis,  aliifquebeneficiisEccIefiafticisper 

„  eos  quomodolibet  obtentis ,  privatos ,  &  ad  illa ,  ac  alia  in  pofterum  ob- 

tinerida  inhabiles  efle ,  fimiliter  decernimus ,  &  declaramus  .  Eofque  fic 

re^peùtivè  privatos  adilla,  &alia  qua^cunque  fimilia ,  acdignitates ,  ho- 

nofes,  adminiftrationes,  &officia,  jura,  ac  fenda  in  pofterum  obtinen- 

da,  audorirate&fcientia,  ac  plenitudine  fimilibusinhabiliramus. 

§.  io.    Ipfiufque  Henrici  Regis,  ac  regni ,  omniumque  aliorum  domi-, 

nip- 


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Capitolo  V'  419       Paolo  IIL 

flioriim,  Civitatiim,  terramm,  caftrorurn,  villariim,Fortaliciorum,  „ 
Arciiim ,  oppidorum ,  &  locoriim  fiiorum ,  etiam  de  faào  obtentomm , 
Magiftratus,  Jiidices ,  Caftellanos ,  Ciiftodes ,  &  Officiales  quofciinque , 
necnon  còmimmitatesjUniverfitates  ,  collegia,  feiidatarios ,  VadaL 
los ,  Siibditos ,  Cives ,  incoias ,  &  habitatores  etiam  forenfes ,  dido  Regi 
defadioobedientes,  tarrifecularcs,  quàmilqiii  ratione  alicujus  ceni- 
poralitàtis  ipfiim  Henpcum  Regem  in  fiiperiorem  recognofcant ,  etiam 
EcclefiafticoSi  à  ptrscfato  Rege  y  feLiejiis  complicibus,  fautoribus ,  ad- 
h^erentibus,  confultoribiis ,  &  feqiiacibus  fiipradiftis  depiitatis,  a  )ii- 
ramento  fidelitatis  jurevaflallitico,  &omni  erga  Regem,  &aliosprà:- 
didosfiibjedioneabfolvimus,  ac  penitiìs  liberamus^  Eis  nihilominus 
fiib  excommiunicationispoena  mandantes,  ut  ab  ejufdem  Henrici  Regis, 
fuorumque  officialium ,  jiidiciim ,  &  màgiftratiium  qiioriimcunqiie  obe- 

dientiapemtiìsj&  omninòrecedant,necillos  ili  fuperiores  recognofcant, 
neqiieilloriim  mandatis  obtemperent. 

§v  II.    Et  ut  alii  eorumexemploperterritidifcantabhujufmodiex- 
ceflibusabftinere,  eifdemaiitì:oritate,fcientia,  &  plenitudine,  volumiis 
acdecernimus,  quòdHenricusRex,  &complices,  &  alii  in  pr^miflìs 
culpabilés, pò ftqiiam alias poeriaspr^didas,  utpr^efertur,  refpedivè  in- 
currerint,  necnonpricfatidefcendentes,  extuncinfamesexiftant,  &ad 
teitinionium  non  admittantur ,  teftamenta ,  &  codicillos ,  aut  alias  difpo- 
fitiones,  etiam intervivos  concedere,  &facerenon  poilìnt,  &ad  ali- 
cujus fucceflìonem  ex  teftamento,  vel  ab  inteftato,  necnori  ad  jurifdi- 
dionem,  feu  judicandipoteftatem,  &  ad  Notariatus  oflicium ,  omnef-  " 
que  aftuslegitimos  quofcunque(itauteorumproceirusj  fìveinftrumen-  " 
ta  i  atque  alii  adus  quicunquei  nullius  fìnt  roboris ,  vel  momenti  )  inha-  '* 
biles  exilìant .  Et  nulli  ipfis ,  fed  ipfi  aliis  fuper  quocunque  debito  j  &  ne-  " 
gotio,  tamcivili^  quàm criminali,  de  jurerefpondereteneantur.  " 

§é  Hi    Et  nihilominus  omnesi  &fingulòsChriftifìdeles  fubexcom^  " 
mUnicationis ,  &  aliis  infrafcriptis  poenis,  monemus,  ut  monitos ,  excom-  " 
municatos ,  aggravatos ,  interdidos ,  pri vatós ,  malediélos ,  &  dàmnatos  '» 
prsedidos  evitent ,  &  quantum  in  eis  eft ,  ab  aliis  evitati  faciarit ,  nec  cum  " 
eifdem,  feuprarfati Regis Civitatum,  Dominiorum,terrarum,  caftro-  " 
rum ,  Comitatuumi  Villarum ,  Fortaliciorum ,  Oppidorum ,  &  locorum  »» 
pr^didorum  civibus ,  incolis ,  vel  habitatoribus ,  aut  fubditis ,  &  vaflal-  '» 
\ìs,i  emendo,  vendendo,  permutando, aut quamcunquemercaturam,  » 
feuncgotiumexercendo,  commercium,  feualiquamconverfationem,  » 
feu  Gommunionem  habeant ,  aut  vinum ,  granum ,  fai ,  feu  alia  vidualia  j  » 
arma,-  pannos,  merccs,  vel quafvis  alias mercantias,  vel  res  per  mare  '> 
ineorumnavibus,  triremibus,  aut  aliis  navigiis,  iìve  j^er  terram  cum  ?> 
mulis,  vel  aliis  animalibnsdeferre,  aut  conducere,  feu  deferri,  aut  con-  5» 
ducifacere,-  vel  delata  per  illosreciper^,  publicè,  vel  occulte,  aut  ta-  » 
liafacientibusauxilium,  confilium,  vel  favorem,  publicè,  vel  occul-  « 
tè,  diredè,  velindiredè,  quovis quseilto colore ,  per  fé,  vel  alium  ,  „ 
feualiosquoquomodoprcEftareprsfumant.  Quodfi  fecerint,  ultra  ex-  „ 
commanicationispriEdidc'e,  etiam  nuUitatis  contraduum  ,quosinirent,  „ 
necnon  perditionis  mercium ,  vidualium ,  ^  honorum  omnium  delato-  ,> 
rum,  quscapientiumfìant,  poonasfimilitereo  ipfoincurrant.  ,* 

S"'  13.    C.xterùm  quia  convenire  non  videtur,  ut  cum  bis  qui  Eccle-  „ 

Dd    2  iìam 


Paolo  III.       ^^-O  Secolo  XVI. 

fiam  coiitemniint,  dum  pr^efertim  ex  eomm  pertinacia  fpes  corrigibilitar 
tis  non  habetiii'jhi  qui  divinis  obfeqniis  vacant,converfentur,  qiiod  etiani 
illos  tute  tacere  non  pofle  dubitandum  ci1:,omnium  &  fingularum  Metro- 
politaii.&  aliarum  Cathedraliuni,ceterarumqueinferioruni  Ecclefiarum., 
&  Monafl;eriorum,domorum,  &locorum  Religioforum ,  &  piorum  quo- 
rumcunque ,  etiam  Sanfìi  A  uguftini ,  Sandi  Beneditìi,  Cluniacen.  Cifler- 
cieiì.Pr^monftrateii.acPredicatorum,Minornm,Carmelitarum,aliorum- 
quequorumcumque  Ordinum,  &  Militiarum,  etiam  Hofpitalis  Jerofoly- 
mitani,  Prselatis ,  Abbatibus,  Prioribus,  Pr^ceptoribus ,  Pr.-EpofitiSj  Mini- 
flris,Cufìodibus,Guardianis,Conventibus,MonachiSj&Canonicis,nec- 
non  Parochialium  Ecclefiarum  Redoribus,aliifque  quibufcunque  perfo- 
nis  Ecclefiafticis in  Regno  &  Dominiis  pra;di(5tis  commorantibus,  fub  ex- 
communicationis ,  ac  privationisadminiftrationum ,  &  regiminum  Mo- 
naft£riorum,dignitatum,  perfonatuum,adminiftrationum,  ac  olficiorum, 
Canonicatuumque,  &  pra^bendarum,  Parochialium  Ecclefiarum ,  &  alio- 
rum  beneficiorum  Ecclefiafticorum  quorumcunque  quomodolibet  qua- 
lificatorum ,  per  eos  quomodolibet  obtentorum,  poenis  mandamus,  qua- 
tenus  infra  quinque  dies  poft  omnes,  &  fingulosterminos  pr^edidos  elap- 
fos ,  de  ipfis  regno ,  &  dominiis ,  dimiflls  tamen  aliquibus  presby teris  in 
Ecclefiis ,  quarum  curam  habuerint ,  prò  adminiftrando  baptiftnate  par- 
vulis ,  &  in  poenitentia  decedentibus ,  ac  aliis  Sacramentis  Ecclefiafticis , 
qusE  tempore  interditìi  miniftrari  permittuntur,  exeant,  &difcedant, 
ncque  ad  regnum ,  &  dominia  prseditìa  revertantur,  donec  moniti ,  &  ex- 
communicati,  aggravati,  reaggravati >  privati,  maledifìi,  &  damnati 


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*'  prìedióti  monitionilDus ,  &  mandfatis  noftris  hujufinodi  obtemperaverint , 
"  &  meruerintàcenfurishujufinodiabfolutionisbeneficium  obtinere,  feu 

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interdidum  in  regno ,  &  dominiis  pr^didis  fuerit  fublatum . 

§.  14.  PrartereàfiprsEmifllsnonobftantibusHenricusRex,  compii- 
ces,  faucores,  adhserentes,  confultores  ,&  fequaces  pr^didi  in  eorum  per- 
tinacia perfeveraverint,nec  confcienticB  ftimulus  eos  ad  cor  reduxerit,  in 
eorum  forte  potentia ,  &  armis  confidentes,  omnes  &  fingulos  Duces , 
Marchiones,  Comites,  &  alios  quofcunque ,  tam  faeculares ,  quàm  Eccle- 
"  fiafticos,  etiam  forenfes,  defadodidoHenrico  Regi  obedientes,  fub 
"  ejufdemexcommunicationis,  ac  perditi onisbonoriimfaorum(quce,  ut 
"  infra  dicitur,  fimiliter  capientium  fiant )  pcenis, requirimus, &  monemus, 
'>  quateiTus  omni  mora ,  &  excufatione  poftpofita ,  eos ,  &  eorum  fingulos , 
?>  ac  ipforum  milites,  &  ftipendiarios, tam  equeftres,  quàm  pedeftres , aliof- 
»'  que  quofcunque ,  qui  eiscum  armis  faverint,  de  regno  &:  dominiis  j)r2e- 
«  didis,  etiam  vi  armorum,  fi  opus  fuerit,  expellant ,  ac  qnòd  Henricus 
»  Rexj&ejuscompliceSjfautoreSjadhGE-rentes,  confultores,  &fequaces 
"  mandatis  noftris non  obtemperantes  prjediéti  de  Civitatrbus,  Terris ,  Ca- 
5>  (Iris,  Villis,  Oppidis,  Fortalitiis,  aut  aliis  locis  regnii&  dominii  pr^dido- 
*'  rum ,  fé  non  intromittant  ,procurent .  Eis  fub  omnibus  &  fingulispcEuis 
»  prsedidisinhibentes,  neinfavoremHenrici,  ejufque  complicum,  fau- 
3>  torum ,  adhjerentium ,  confultorum ,  &  fcquacium ,  aliorumque  m  onito- 
»j  rum  prjfdidorum  mandatis  ncilris  non  obfcmperantnmi,  armacujtish'- 
j>  bet  generis  offen.l va,vel  defenfiYa,machinas  quoque  bellicas,feu  tormen- 
j>  ta(artcllariasnuncupata)fuir.:*nr,  auttcneant,  feuiUisutantur,  autar- 
f>  matos  aliquos  prjeterconfuetamfamiliamparent^aut^bHenricoRege 

com- 


Capitolo  V.  4X1       PaoloIII. 


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complicibus ,  fantoribiis,  adha^rentibus ,confuÌtoribiis,&fcqiiacibus, 
vel  aliis  in  Regis  ipfins  favorem  paratos,  quomodolibet  quavis  occafionq 
vel  caufa ,  per  fé  vel  aliiim  feii  alios ,  publicè  vel  occulte ,  diredè  vel  indi- 
redè  teneant,  vel  receptent,  aut  dido  Henrico  Regi ,  feu  illius  compli- 
cibus, faucoribus,  adh^rentibus,  confukoribus,  ò^fequacibus  pr^edi- 
ótis,  confilium,  auxilium,  velquomodolibst  ex  quavis  caufa,  vel  quovis 
quìcfito  colore (ìve  ingenio ,  publicè  vel  occulte,  direótèvel  indiredè, 
tacite  vel  exprefsè ,  per  fé  vel  alium  feu  alios  fuper  pr^emiflis ,  vel  aliquo 
pr^miiTorumprjEftent,  feupr^eftari  faciant  quoquomodo. 

§.  15.  PrjEtereàaddidumHenricum  Regem  faciliiìs  ad  fanitatem, 
&prsFatseSedisobedientiain  reducendum,  omnes&fingulos  Chriftia- 
nos  Principes ,  quacunque  etiam  Imperiali  &  Regali  dignitate  fulgentes, 
pervifceramifericordisDeinoftri  (  cu) us  caufa  agitur  )  hortamur&  iw 
Domino  requirimus,  eis  nihilominus,  qui  Imperatore  &  Pvegeinferio- 
resfuerint,  quospropterexcellentiamdignitatis  à  cenfuris  excipimus, 
fub  excommunicationis  pcena  mandantes,ne  Henrico  Regi  ejufque  com- 
plicibus, fautoribus,  adh^erentibus,  confukoribus,  &feguacibus,  vel 
eorum  alieni,  per  fé  vel  alium  feu  alios,  publicè  vel  occulte,  direòtèvel 
indiredè ,  tacite  vel  exprefsè ,  etiam  fub  prsetextu  confcederationum  aut 
obligationumquarumcunque,  etiam  )uramento,  aut  quavis  alia  fìrmi- 
tate  roboratarum ,  &  fsepiùs  geminatarum ,  à  quibus  quidem  obligatio- 
nibns,  &  juramentis  omnibus ,  noseos&  eorum  finguloseifdem audo- 
ritate  &  fcientia ,  ac  plenitudine  per  pr^efentes  abfolvimus ,  ipfafque  con- 
foederationes  &  obligationes  tam  fadas ,  quàm  in  pofterum  faciendas  , 
quas  tamen  (  inquantum  Henricus  Rex  &  complices,  fautores ,  adhseren- 
tes,  confukores,  &fequaces  prsedidi  circa  pr^mifla,  vel  eorum  ali- 
quodfediredè  velindiredè  juvarepolTent  )  fub  eadem  pcena  fieri  pro- 
hibemus,  nulliusroboris  vel  momenti,  nullafque,  irritas,  ca(ias,ina- 
nes ,  ac  prò  infedis  habendas  fore  decernimus  &  declaramus ,  coniìlium ,  " 
auxilium,  vel  favorem  quomodolibet  prseftent.  Quinimmò  fi  quiiJlis,  " 
aut  eorum  alieni  ad  prcefens  quomodolibet  afilftant ,  ab  ipfis  omninò ,  àc  " 
cumeffedurecedant.  Quodfinonfecerint,  poftquam  prarfentespubii-  " 
catiE  ^  executioni  demandat^e  fuerint,  &  didi  termini  lapfi  fuvrint  ,  -^ 
omnes&fingulas  Civitates,  Terras,  Oppida,  Caftra,  Villas,  &  alia  '» 
loca  eis  fub) eda,  fimili  Ecclefìaftico  interdido  fupponimus.  Voìentes  " 
ipfum  interdicium,  donec  ipfi  Principes  a,  confìlio,  auxilio,  &  favore  " 
Henrico  Regi  &  complicibus,  fautoribus,  adhsrentibus,  confukori-  ^y 
bus,  &fequacibuspra:didispr2eftando  deftiterint,  perdurare.  >» 

§.  \6.  Infuper  tam  Principes  prasdidos,  quimquofcumque  alios,  »» 
etiam  ad  ftipendiaquorumcunque  Chrifti  fidelium  militantes  ,  &  alias  » 
quafcunque  perfonas ,  tam  per  mare ,  quim  per  terras ,  armigeros  haben-  » 
tes,  (ìmiliterhortamur,  &requirimus,&  nihilominus  eis  in  virtute  fan-  5j 
tì^  obedienti^  mandantes ,  quatenus  contraHenricum  Regem  ,  compii-  ■» 
ces,  fautores,  adha?rentes,  confukores, &fequaccspr3?didos,dum in  -.> 
erroribus  pra:didis ,  ac  adverfus  Sedem  pn-edidam  rebellione  permanfe-  •» 
rint,  armisinfurgant,eofque& eorum (ìngulosperfequantur,  acaduni-  », 
tatem  Ecclelia;,  &  obedienciara  didre  Sedis  redire  cogant,(?t  compellant .  „ 
Et  tam  eos ,  quam  ipforum  fubditos ,  &  vafìallos ,  ac  Ci  vitatum ,  Terra-  „ 
rum,  Cafl;rorum,Oppidorum,  ViUarnm,  &locorumfuorumincolas,  „ 

.    Tomo  IV.  Dd    3  &Iu- 


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35 


PaoloIII.       ^2,2  '^fco/o  XF/. 

&  habitatores ,  aliafqiie  omnes  &  fingulas  perfonas  fupradidis  mandatis 
noftris,  iitprxfertur,  nonobtemperantes,  &  qu^  prxfatum  Henriciim 
Regem ,  poftquam  cenfuras ,  &  poenas  prajdidas  incurrent ,  in  dominum 
quomodolibet ,  etiam  de  fado  recognoveL-int ,  vel  ei  qiiovis  modo  ob- 
temperare  prsefumpferint ,  aiit  qui  eiim ,  aut  complices ,  faiitores ,  adhs- 
rentes ,  confiiltores ,  feqiiaces ,  ac  alios  non  obcemperantes  pr^didos , 
ex  regno  &  dominiis  pr^edidis ,  utprjefertur,  espellere  noliierint,  ubi- 
cunque  eosinvenerint,  eommque  bona  mobilia  &  immobilia ,  mercan- 
tias,  pecunias,  navigia,  eredita,  res,  &  ammalia,  etiam  extra  terri- 
torium  didi  Henrici  Regis  ubilibet  confiftentia ,  capiant . 

§,  17.  Nosenimeisbona,  mercantias,  pecunias,  navigia,  res,& 
animalia pr^didafic capta, in  proprios  eorum ufus  convertendi ,  eifdem 
audoritate ,  fcientia ,  &  poteftatis  plenitudine , plenariam  licentiam ,  fa- 
cultatem ,  &  audoritatem  concedimus ,  illa  omnia  ad  eofdem  capientes 
plenarie  pertinere,  &fpedare,  &  perfonas  ex  regno,  &dominiis  pra:- 
didis  originem  trahentes ,  feu  in  illis  domicilium  habentes ,  aut  quomo- 
dolibet habitantes ,  mandatis  noftris  prsedidis  non  obtemperantes ,  ubi- 
cunqueeoscapicontigerit,  capientium  fervos  fieri  decernentcs ,  prx- 
fentefque  licteras  quo  ad  hoc  ad  omnes  alios  cujufcunque  dignitatis ,  gra- 
dus,  flatus,  ordinis,  velconditionistuerint,  qui  ipli  Henrico  Regi  , 
velejuscomplicibus,  fautoribus,  adhcerentibusi  confultoribus ,  &  fe- 
quacibus,  autaliismonitionibus,  &  mandatis  noftris  hujufmodj,  quo 
"  adcommerciumnonobtemperantibus,  vel  eorum  alicuividualia,  ar- 
"  ma,  vel  pecunias fubminiftrare,  autcumeiscommercium  habere,  feu 
"  auxilium,  confilium,  velfavorem,  perfevelalium,  feu  alios,  publi- 
cè  vel  occulte  j  diredè  vel  indiredò,  quovis  modo  contratenoremprje- 
fentium  pr^ftare  pr^Efumpferint ,  extendentes  , 

§.  1 8.  Et  ut  prsemiira  faciliiìs  iis ,  quos  concernunt ,  innotefcant ,  uni- 
verfìs ,  &  fingulis  Patriarchis ,  Archiepifcopis ,  Epifcopis ,  &  Patriarcha- 
lium,  Metropolitan  arum,  &  aliarum  Cathedralium,  &  CoUegiatarum  Ec- 
"  clelìarum  Prjelatis,  Capitulis ,  aliifque  perfonis  Ecclefiafticis  fsecularibus , 
"  ac  quorumvis  Ordinum  Regularibus ,  necnon  omnibus ,  &  fingulis,  etiam 
"  Mendicantium  Ordinum  profefibribus,  exemptis,  &  non  exemptis,  ubili- 
"  bet  conftitutis ,  per  eafdem  prsfentes  fub  excommunicationis ,  &  priva- 
"  tionisEcclefiarum,  Monafteriorum ,  acaliorumbeneficiorumEcciefia- 
"  fticorum,graduum  quoque  &  officiorum,necnon  privilegiorum,  &  indul- 
"  torumquorumcunque,  etiam  àSede  prsedida quomodolibet emanato- 
"  rum,pcenisipfo fadoincurrendis,pr^cipimns ,& mandamus,  quatenus 
"  ipfi ,  ac  eorum  finguli,  fi  &  poftquam  vigore  prrrfeiitium  defuper  requifiti 
"  fuerint ,  infra tres  dies  immediate  fequences  pra^fatum  Henricum  Regcm, 
"  omnefque alios, &fingulos,  qui fupradidas cenfuras ,  & pcenas incurre- 
»'  rint,  in  eorum  Ecclefiis,  Dominicis&aliis  feilivis  diebus,  dummajor 
9'  inibipopulimultitudo  ad  divina  convenerit,  cum  Crucis  vexillo,  pulfa- 
"  tiscampanis,  &acGenfis,  acdemumextindis,&interramprojedis,& 
»  conculcatis  candelis ,  &  aliis in  fimilibus  fcrvari  folitis  cseremoniis  (^vvsl- 
5J  tis,  excommunicatos  pubìicè  nuncient,  &  ab  aliis  nunciari ,  ac  ab  omni- 
3j  bus  ardiiìs evitari  taciant ,  8c  mandent .  Necnon fub  fupradidis  cenfuris , 
5)  &poenis,  pr^fentes  litteras ,  velearumtranfumptum,  fub  forma  infra- 
„  fcripta  confedum ,  infra terminum  trium  dienim ,  poftquam ,  ut  pr^fer- 

tur, 


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Capitolo  V.  4x3       Paolo  IIL 

tur,  requifitifiierint,  itiEcclefiis,  Monaftei'iis,  Cónventibus ,  &  aliis  „ 
eorum  locis ,  publicari ,  &  affigi  faciant .  „ 

§.  19.  Volentes  &c.  Datum  Rom;^  apudSandiim Marcimi,  Anno  „ 
Incarnationis  Dominicje  millefimo  quingentelìmo  trigefi  xioquinto  ,  „ 
5.  Calend.  Septembr.  Pont,  noftri  Anild  primo  .  „ 

Così  la  Bolla  :  Mi  trafcorfoil  termine  della  conceduta  proroga,  eper 
indulgenza  del  Pontefice ,  non  altri  tré  mefi ,  mi  altri  tré  anni ,  {ìiialtnente 
'  Paolo  rivocando  ogni  indugio  di  dilazione ,  dichiaronne  efcguito  il  tenore 
con  altra  Bolla,  che  comincia,  [a\  Cum  P\edemptornojier  ^  in  cui  il  zelante  mu.  confi.  8. 
Pontefice  finalmente  colpifce  il  Reo  con  finaliflima  fentenza .  Né  altro  me- 
dicamento richiedevafi  à  un  tanto  male  ;  poiché  Te  ben  egli  non  giovò  al  ma- 
lato, fervi  almeno  àprefervare  chi  non  fi  era  ancora  pafciuto  di  quel  vele- 
no, e  merco  il  contumace  con  quella  perpetua  ignominia,  cheindiviiibil- 
mente  accompagna  e  in  quello  mondo,  e  nell'altro  li  fcommunicati.  Né  auè'Si  d^Hen! 
per  la  efcrefcenza  publica degli  horribili  facrilegii  di  quefto  prevaricato  ncoviii. 
Monarca  potè  il  faggio  Pontefice  operar  diverfamente,  e  non  isfoderarla 
fpada  della  Giuftizia  Ecclefiaftica  contro  chi  cotanto  baldanzofamente  dif- 
preggiavane  la  clemenza.  Chi  enumerar  voleilé  le  ftrane,  inhumane, 
non  più  udite  violenze  di  Henrico  Ottavo  contro  il  Pontificato ,  contro  le 
Chiefe,  contro  li  Religiofi,  e  contro  chiunque  fofteneffe  il  nome,  e  la  fe- 
de della  Chiefa  Romana,converrebbe  compilare  un  Tomo  di  horribiliiiìmi 
fuccefll ,  che  fpaventarono  allora  quella  età ,  e  ne  tramandarono  l'horrore 
alle  future.  Reginaldo  [Z?]  Polo ,  Cavalier  di  prima  nafcita,  ccon^mntoà  b  SandirnsibU. 
lui  di  fangue  nella  Regia  Parentela,  partifìiefule  dalla  Inghilterra ,  per  non 
vederne  e  o'proprii  occhi  cosi  lagrimevoli  gli  fcempii,  e  dall' Italia,  ov'ei      Perfecuxione 
ricovroiJì ,  efclamò  potentemente  con  la  penna ,  e  con  la  voce  contra  il  mif-  gin"aijo°poio^^' 
credente  Monarca  in  foftentamentò  del  Pontificato  Romano.  Paolo  Terzo 
lo  allunfe  al  Cardinalato ,  ma  Henrico  Ottavo  cosi  fpietatamente  perfegui- 
tollo  in  ogni  luogo,  che  fin  lo  pofe  intaglia  di  cinquanta  mila  feudi  à  chi 
ò  uccidevaio ,  ò  carceravalo  :  e  ben  ad  ogni  paifo  gli  convenne  incontrar  la 
fua  morte  ò  ne'  tradimenti  dei  domeftici ,  ò  ncll'  aifailinamento  degli  eltra- 
nei,  ò  nella  fugadaunPaefe  in  un'altro,  ò  in  quei  molti  incontri,  che  * 
fempr' egli  hebbe  con  i  fatelliti  ài  Henrico,  al  quale  la  virtù  di  sì  invitto 
Campione  erafempre  prefente  avanti  gli  occhi  odiofamente  rincrefcevole* 
Ma  li  Polo,  Agnello  qual'era  di  Evangelica manfuetudine ,  fempre prove- 
duto di  pronta  virtù  al  gran  cimento,  che  notte  e  giorno  gli  fi  atfacciava 
terribile,  gittatofi  tutto  in  Dio,  ad  altro  non  attendeva,  cheàfalvarla 
gloria  di  Dio  ,  la  fede  nel  Regno ,  e  l'honore  al  Pontificato ,  e  col  mezzo  del 
difpregio  della  propria  vita  afiicurarfi  potentemente  il  foccorfo  del  Cielo, 
fin  tantoché  lo  vedremo  [ci  doriofo  far  fuo  ritorno  in  Inghilterra,  equin-  5.^"^''  {{foxf'f' 
di  Ino  pali  aggio  al  Cielo,  Martire  in  vita  pe  patimenti.  Dottore  pelcritti, 
e  Confellorenellamorte  della  Cattolica  Religione.  Né  fi  fermo  Henrico 
nella  perfecuzione  fola  di  un'huomo  ,  mi  fé  la  prefe  con  tutti ,  e  fin  con  gli 
rteflìfaifi  del  fuo  Regno,  diroccando  dieci  mila  Chiefe  della  [d]  Inghilter-L'?r'iÌXt'; 
ra,  fcacciandoli  Monaci  da' Clauftri,  abbattendo  tutti  li  loro  Monafterri,  '  >•  ''■  ^^in.mat* 
e  per  pompa  d'iniquità  buffoneggiando,  e  dicendo,  Corvorum  nidos  cj]e  pe-  "^"^^'"'"''  ' 
nitus  diJÌHrbandos ,  ne  poflcà  itcrumad  cohabitandiim  convoknt  :  eiinairncn- 
te  appropriando  al  Regio  Fifco  tutte  le  rendite  di  ellì ,  che  nel  priino  anno 
fi  annumerarono  à  cento  venti  mila  feudi  d'oro,oltre  allefacre  fuppellettili, 

D  d    4  che 


Paolo  III.       42.4  Secolo  XVI. 

che  dichiarò  devolute  alla  Regia  Camera  in  fomma  di  qnaraiic' altri  mila 
feudi  d'oro  :  e  nota  il  Sandero ,  che  non  mai  più  povero  penuriafle  Henrico 
che  allora,  quando  pretefe  arricchirli  con  le  ricchezze  de' Santi,  e  con  la 
zitASanderusLi  copia  dc' bencficii coufifcati  ( chc  oltrc  paflarono  à mille )  [a]  onde  conve- 
thfJno^'^''^'^"'  iiiflcgli india  otto  mefi  imporre  nuovi  Datii  per  il  foftentamento fuo ,  e 
biVgrarie,criìcii-  dclReguo.  Viddcfi  ìu  queU'ifiielfoanno  motta  cou  fuo  intcmo  gran  dolo- 
dUpemadLHtn'^-  ^c  1^ derelitta  Regina  Caterina,  decapitata  di  fuo  ordine  per  provati  adul- 
rico  Ottavo/  tcrii  AnuaBolena ,  iiifanguinate  le  Piazze  con  macello  di  gloriolì  Martiri, 
confufa  la  difcendenza  della  ftia  Cafa  Reale  con  l'accafamento  in  fei  Mo- 
glie, che,  ad  eccettuazione  di  Maria  Figlia  della  Cattolica  Caterina,  par- 
torirongli  due  furie  d'Inferno,  che  finirono  di  defolare  la  Religione  Cat- 
tolica d'Inghilterra,  Eduardo  Quarto,  &  Elifabettai  e  finalmente  elfo 
fteflbdifellelìbfpaventoffi,  allorquando  con  dolorofo  fine  terminò  im- 
penitente la  fua  vita,  domandando  il  refrigerio  di  poco  vino,  e  piangen- 
do ,  be  vutolo ,  anticipatamente  la  fua  eterna  miferia  con  quelle  note  paro- 
le, ornici  per didimus  omnia.  Decumbente  Henrico y  defcriveneil  Sandero 
la  morte,  &  morbo  ingravefceme ,  cum  de  injianti  mortis articulo  ab  amìcis 
admoyieretur  )  pateram  vini  albi  popofcity  atque  ad  unum  è  fuis  converfus  , 
Omnia  (  inquit )  perdidimus;  intermortuis  deinde  vocibus  Monacborumno- 
men  aliquoties  mgeminajje  dicitur  ,  atque  ita  expirafje .  B^egnavit  anrtis  tri- 
ginta  feptem  ,  menftbus  novem  ,  diebus  fex  ,  quorum  fere  vigintl  unum  in 
pace  catholica  y  quinque  fé  qucnte  sin  maxima  lite,  &  flu^uatione  y  duodecim 
pofìremos  in  aperto  fchifmate  tranfegit.  Cum  tres  ejus  liberi  omnes  ordine 
regnaverint  j  tamen  nullus  eorum  memoriam  Tatris  aliquo  monumento  coìu- 
neftavit.  Maria  quidem  cupiebat  id  facere ,  nifi  quòd  religione  impedieba- 
tur,  ne  Catholtca  y  Schifmatici  nomen  pofleris  commendar  et.  Eduardus  au- 
tem,  &  Eli'^abetha  ,  quibus  Henrici  defedilo  ,  &  fchifma  probatum  fuit  , 
omnem  fenfumhumanhatis,  in  hoc  officii  genere  pr<x:termittendOy  cxmjfe  vi- 
derentur  y  nifi  quòd  manifcjìa  Pei  •pindi6la  fit ,  ut  qui  tot  SanBorum  cmeres 
di(]ipavit  y  &  tarn  eximia  Martyrum  fepulchra  diripuit  ,  ipfe  ornni  honore 
fepulchri  careat.  Così  egli  di  Henrico  Ottavo,  che  lafciòcon  sì  fcanda- 
lofofcifma  cotanto  indebolita  la  Religione  nella  Inghilterra,  che,  come 
fi  dirà,  un  fanciullo  di  nove  annifuccedutogli  nella  Corona ,  baftò  ad  atter- 
rarla, mercè  dell' haverne  quelli  trovato  fmoflb  il  fondamento  della  fug- 
gezzione  negata  dal  Padre  al  Pontefice  Romano . 

La  mina  dell'Inghilterra  tirò  feco  dietro  irreparabilmente  quella  della 
Scozia.  Sin  che  in  eifa  regnò  Giacomo  Quinto,  della  nobiliffima  ilirpe 
bcon<eusdedt<rhy  ^^f^2irdy  fiorìvvila Religione ,  e'idivin Culto,  anche àdifoettoF^l  di Hen- 
apndscotos  7.2.     Tico  Ottavo ,  cheprocuro  di  haver  per  Commilitone nell  empiaimprela 
quel  Re  fuo  confinante  con  tutti  h  mezzi  piiiproprii  di  allettamenti,  e  di 
Perverfione  del-  miiiaccìe,  atte  d  far  prevaricare  Ogni  gran  cuorc .  Ma  egli  fempre  faldo  nel- 
la Scozia .  \2i  fede ,  Lutberana  impietatis  Se&atores  adeò  diuturnis ,  gravibufque  panis 
meritò  profecutus  ejiy  ut  nullus  in  Scotia  eo  vivo,  fecàs  qiiàm  Sedes  Bimana  y 
&  ^pojìolica  pr£fcriberet  y  deullo  fidei  articulo  fentire  y  aut  predicare  aude- 
Yót .  Così  di  lui  lo  Scozzefe  Coneo ,  il  quale  gli  annovera  per  gran  pregio  la 
richieda,  ch'egli  fece  à  Paolo  Terzo  del  Cappello  Cardinalizio  per  David 
Bettonio ,  appunto  allor  quando  uccifo  il  Roffenfe  da  Henrico ,  non  potè 
e  ita^ndr.r.no'  GiacoHio ad occhi afciuttì  [c]  rimìfarfi UQu tauto coiiie  fuor  dcl Moudo  in 
rdius,  «f  «^  cu^c.  queir  Ifola  divifa  dal  Mondo ,  quanto  come  fuor  dei  Chriilianefimo  in  que' 
un,;.  Regni, 


Capitolo  V.  4x5        Paolo  UT. 

Regni ,  fenzala  congiunzione  pr  oflìma ,  che  lo  connettefle  con  la  Sede  Ro- 
mana ,  di  un  Cardinale  quivi  dimorante ,  per  porger  follie  vo  à  quella  Chri- 
fiianità,  econlamaeltàdellaperfona,  e  con  la  venerazione  del  grado,  e 
con  la  autorità  del  comando .  Et  licci ,  foggiunge  il  Coneo ,  preteriti  Sco- 
ti£  I{egeS)  Jacobi  majores,  diligenter  caverint,  ne  civesy  fubditique  Cardi- 
nditia dignitatc  bonefiarcntur ,  oh  feditionum metum ,  qn£  intcr  gentium ,  <& 
familiarum Capita,  & Duces  oriri  pojìe ,  periculum  erat ,  fi  unus  aliqms  re- 
liquis  Tralatus ,  hujnfmodi  culminis  fplendore  emincret  :  Jacobus  nomniniis 
pio,  quàm  prudenti  confiiio  Davidemy  nobilsm quidem,  maxima  ilio  /^owc;'"^  Promozione, pri. 
augendum  cenfuit  y  non  tamen  plus  pnecjsteris  bahiturum  au6loritatis  y  quàm  gioire,  e  nn^ne 
yìrtutes  purpur  a  d'ignee  meritura  videbantur.  Così  egli.  E  il  giudo  Pontefi-  a^o  i?<:\L'sfoi.lT. 
ce  [a]  acconfentì  al  Re  Giacomo  la  domanda,  ma  con  breve  gaudio  de'  '•  -^"«»  «5i8- 
buoni;  conciofiacofache  morto  Giacomo,  ebollendo  di  fedizioni  la  Sco- 
zia ,  liparteggiani  di  Henrico  nulla  hebbero  più  à  cuore ,  che  torli  d'avanti 
quell'Ecclefiaìtico ,  vivo  rimprovero  del  loro  fcifma  ;  e  contenti  per  allora 
di  rinfertarlo  in  carcere,  comefeguì,  baldanzofameiue  formarono  leggi, 
fìipolarono  accordi ,  conchiufero  parentadi ,  e  quali  già  Padroni  della  Sco- 
zia, né  fconvolfero  la  Religione,  &  il  governo.  Il  Conte  Hamikhon,[^]  ^  ^.«^«^/.c.f/f. 
eh'  era  Governador  del  Regno  j  ò  per  genio  corrotto ,  ò  per  altra  caufa  fe- 
dotto ,  adherì  agl'Inglefi ,  ti  introduce  Luterani  nel  Regno  i  onde  primàm 
\c'\  capifle  vifam  y  dice  Giovanni  LesleoVefcovoRoffenfe,  yer^Sy  cìt- ^j?/- e  ^"'^«^  ;"/^'/?« 
tie  B^ligionis  m  Scotta  profejjionem  in  Gccajum  inclinare .  Avvelenato  il  corpo 
non  più  curoflì  ò  della  lontananza ,  ò  della  prefeiiza  del  Medico ,  e  ni  faci- 
le, comeavvemie,  che  fi  rilafciafl'e  dalla  fua  prigione  il  Bettonio,  chenel 
ufcirnevidde  cotanto  variatolo  Stato  della  Religione  per  la  Scozia,  che 
n'hebbe  à  morire  di  fpavento  infieme ,  e  di  dolore .  Haveva  Paoio  colà  impe- 
dito Marco,  ò,  come  altri.  Marmo  Patriarcha  di  Aquile]  a,  fuo  Legato  in 
quel  Regno,  per  ottener  dagli  Ordini  la  liberazione  dei  Bcttonio;  edefe- 
guita  felicemente  la  commiiììone ,  facendo  egli  ritorno  à  Roma ,  fii  il  Bet- 
tonio  dal  Pontefice  cofiituito  nella  medtiìma  qualità  di  Legato ,  con  ampie 
facoltà  per  la  prefervazione  nella  Fede  della  Scozia  ;  ed  egli  ne  mtraprefe  la 
cura  con  tanto  zelo,  che  fece  abbruggiar  vivo  l'Heretico  Giorgio  VV'irche- 
ro,  &inf[elììbilemon:roiÌl  ad  ogni  novità  di  Religione.  Il  che  accrefcen- 
dogli  odio  preffo  gli  Scifmatici ,  egliHeretici,  eglino  congiurati  contro 
lui,  lo  aflàltarono  nel  Cailello  di  Sant'Andrea,  Città  ch'egli  come  Vefco- 
vo  governava,  e  dum  fargensèleóìo  vefìiretiiry  multisvulneribusconfojìum 
cruddijjììnè  maciarunt  y  atque  ad  omnislmmanitatis  y  ó"  impietatis  cuììih- 
lum ,  ejus  occifi  cadaper  facris  veftibus  purpureis  induturn  in  fene/ira  Cancelli^ 
fpetlaculo  cunclis  futurum  ;  omni  alio  ludibrii  genere  addito  y  quod  miniUiìis 
lexplicare  ju/ia  prohibemur  vcrecundia  y  fufpcnderunt.  Conjìans  igitur  fìdci 
CatboliC(&  defenjor  evolavit  [d]  ad  fuperos  :  Così  l'Hiftorico della fua vita,  d  ig.  ^faji  ij4<?. 


ni       vitti 


Quefio  colpo  finì  di  abbattere  le  fperanze  de' Cattolici  nella  Scozia,  che  '^'''"^ 
d'indi  ili  poj  dieilì  in  preda à  quelle  medefime  Herefie,dalle  quali  fotto  Edu-  649'.  '  ^'""'  ^'  "  * 
ardo  Seito  fii  invafa  la  Inghilterra .  L'apportatore  colà  della  Heretica  pefte  ^.^J'^-  ^"°^^^{,^ 
fii Giovanni  Knoxo,  Prete  Apoftata dal  Monachifmo,  edalla  Fede,  chia-  nan[^!°  Hererìcì 
mato[e]daBeza  ^i?o/?o/«?/z  Scotoriimy  huomo  cotanto  abominevole,  lai-  ^omutori  dtiU 
do,  òihorribile,  che  fra  minori  fuoi  [/]  mali  li  annumerano,  l'efler'egli  c£f^ii*/«;»i«x. 
Negromante,  e  Corruttore  della  propria  Noverca;  e  con  Giovanni  Knoxo  ^■^^^/'|;/'  f'^'""* 
concorfe  fazione  di  minori  Herecici,  tra'quali  Giorgio  Buchanani  Apolfata  '"'"'  '  '"^  '  *' 

anch' 


Paolo  III.      ^^^  Secolo  XVI. 

«c;,««^r.;«(r;;r<,«.anch'egli  Pfeudo-Minorita,  beffeggiato  da  Genebrardo  M  come  l&ucht' 
cus  Hiflrio,  &  ^theusVoetai  cheporciafcrifle,  ò per  meglio  dire,  cor- 
ruppe, e  perverti  con  notabiliUìmi  errori  la  Hiftoria  del  Regno  di  Scozia 
b  £«cfc4«4»«W;-^,  in  venti  libri ,  in  cui  egli  di  fé  [h]  confefia,  che  dormendo  le  guardie  , 
*'••  ufciireprecipitofamenté  dalla  prigione  per  una  fineftraj  dalla  quale  gittof- 

{\i  fenza  però  nò  pur  accennar  la  cagione  della  fuà  carcerazione,  che  ben 
L^cT^S.'I-T;' i"inve^^  ririfeppe,  efTere  Itata  oltre  alla  Apoftalìa,  ed 

e.z.deLans'Ks  in  Hcrefìa,  U  Ccua ov'cgH intervenne con gli Hebrci  a  mangiare  nella  loro 
"A'spondTan.l'siì-^^^^^^  l'Aguo  Pafchale  :  Huomo,  come  di  [(^J  lui  fcrille  lo  Sponda- 
mum.ìQ.  no,  Ingenh  felicitate y  &  fcribendi  tam  profa^  quàm  carmme  facidtate ex- 

cellens  3  fed  apojìajia  à  fuo  Ordine  ,  &  à  Religione  Catholicai  virulentia  in 
regiumnomen,  favore  j  ac  propugnatione  proditionmn ,  &  fceleratiffimanmi 
conjurationum  i  ac  defe£lio)ìumj  m  ccternum  infamis ,  Cosi  egli  del  Buchana- 
ni.  Haveva  il  Re  Giacomolafciata  da  Maria  di  Guifefua  feconda  Moglie, 
e  vediUPo  tifdi  ""^P^^<^<^^2S^^""t)ina pur  in  nome  Maria,  chefiì  la  celebre  MariaStuard  , 
Isiiìlv!  t«m!^:  '  che  con  la  fuailluftre  morte  illuftrerd  in  altro  [e]  luogo  la  noftraHiftoria, 
e  che  nata  in  turbolenze,  vifllita  in  carcere,  e  morta  in  palco  di  patibolo, 
in  tutti  gli  flati  dimoflroffiinconcuffa  nella  pazienza,  forte  negl'incontri  , 
e  martire  nella  morte.  La  Vedova  Regina  partili!  dal  Regno,  non  tan- 
to abbandonando ,  quanto  abbandonata  da'  fuoi ,  e  ritirofli  con  la  piccola 
Maria  in  Francia ,  d'onde  quindi  quefla  riporteralTi  nella  Scozia ,  fpettaco- 
Io,  e  fpettatrice  di  gran  fucceffi . 
vuio'?  e^qiuiki      Mentre  dunque  Lutero  la  Germania,  Zuvingliola  Helvezia,  Henrico 
di  eflb.  Ottavo  la  Inghilterra,  e  la  Scozia,  &  ampiamente  li  Seguaci  infettavano 

laLivonia,  laSvezia,  laDanimarca,  elaPruffia,  con  nuovo,  e  formida- 
bile attacco  fùinveflita  la  Religione  nella  Francia  da  Gio. Calvino,  tutti 
Satelliti,  che  in queftocalamirofo  Secolo  in  meu  di  quindici  anni  vomitò 
fuori  rinferno  a  confufìone,  e  danno  de' fedeli.  Egli  nacque  in  Noyon 
d'ignobili  genitori,  ma  di  acuto  ingegno  i  onde  proveduto  dal  fuo  Vefco- 
vo  di  due  benefìcii  Ecclefiaflici ,  eh' efib poi  vendè,  e fcorfe le  Scuole  della 
Francia,  imbeverato  di  ree  mafllme  ò  da  Melchiorre  VVolmarTedefco 
tinto  di  pece  Luterana,  oda  Carlo  Calvino  fuo  Fratello  infetto  di  error  Sa- 
cramentario (  di  cui  dicefi ,  che  non  volendo  ricevere  in  fua  morte  il  Santif- 
fimo  Viatico,  folle  in  Noyon  vituperofamentefepellito  di  notte  fotto  le 
forche  della  Città  )  finalmente  in  Parigi  cominciò  ad  apparire,  qual'egli 
era,  fracido  di  fede ,  edifìonantedimaffìme,  ficchèinquilito  da' Giudici 
Ecclefìaflici ,  &  a  fortuna  falvatofì  per  una  fìneflra  col  benefìcio  di  alcune 
{  spond  av,x^  tele  infieme  annodate,  ricevè  dal  Magiftrato  la  pena  dell'efiiio.  Qiiodverò 
num.itl'^^'  '^'  traditur  vulgo,  dicel'Annalifta,  eum  in  turpe  crimen  fodornice  [/]  tncidijje  » 
ac  proptereà  in  vit£  difcrimen ,  nifi  pana  moderationem  Epifcopus  impetraf- 
fety  ina  candentis ad Immerum inujìionem ,  &  exìlium  :  hoc  Ma/fonti^ (Scr k- 
tordella  vita  di  Calvino  )  tacety  folamque  abeundi  in  exiliumcaufamy  Ha- 
refìm  fuiffe  ait.  Ma  ciò,  che  tace  Papirio  MaiVone ,  benriferifce  Girolamo 
BolfecoPfeudo-Carmelitano Apoftata,  convittordi  Calvino,  eprofeflbr 
di  Medicina  in  Ginevra,  il  quale  poi  con  l'ajuto  del  Cielo  ritornato  alla 
Chiefa  Cattolica,  feri  ile  la  vita  di  Calvino,  e  molti  utili  libri  controlli 
Setta  de' Calvinifli ,  il  quale  attefla ,  Damnationisilliusmjìrumentmnadhuc 
Jiovtoduni  ajjervari ,  ubi  à  Cenevenfis  B^ipublica  Secretano  Bertbelerio  , 
ìllucmifJoyUt  in  rei  veritatem  inquircret  y  vifum  fit.  Quindi  egli  ricoverofli 

in 


Capitolo  V.  ^%rj       Paolo  IH. 

in  Angolemme ,  nella  qual  Città  cominciò  la  fabrica  del  fiio  peftilente  libro 
intitohzo  h  Ifiitu^ìiione  y  confarginato,  e  teifuto  con  gli  errori  dedotti  ex 
locis  communibus  diMdandoiK 3  edailibridi  Hyperio  Sarcerio,  benché 
il  Luterano  Vveftfalo ,  che  poi  fcriffe  contro  Calvino ,  l'afferifca  mera  dot- 
trina di  Ecolampadio  alquanto  mutata,  &  ampliata  con  nuovo  methodo, 
e  con  eleganza  di  vaga  Latinità ,  di  cui  Calvino  molto  pregiavafi ,  e  vera- 
mente era  adorno .  E  perche  il  male  Tempre inclinaal  peggio,  invaghitofi 
egli  della  dottrina  de' nuovi  Settarii,  portoflì  in  Germania,  per  conferire 
ivi  co' Luterani  li  fuoi  fentimenti,  comeinfcuola  publica,  e  aperta  alle 
novità  della  Religione  :  e  ben' allora Erafmo,  cheincontroflì,  parlò, &  ^  .^.^^  ^  ^ 
hebbe  conferenze  con  lui,  dille  di  lui  un  giorno  a  Bucero,  [a]  Fideohoc  in  4».iji4.  «.n!"  ' 
Juvene  magnam  pefiem  oriri  in  Ecclefìa  cantra  Ecclejtam .  Ed  in  fatti  era 
egli  compofto  di  tutte  quelle  parti ,  che  malamente  impiegate  concorrer 
potevano  alla  formazione  di  un'  Herefiarca  ;  pronto  non  men'in  configlio , 
che  in  audacia  ;  fiffo  nella  fpeculazione ,  e  parco  nel  difcorfo  j  avido  di  glo- 
ria, edefiderofodipalTarinfcienzafrà  i  primi  letterati  del  Mondo;  onde 
molte  volte  per  albagia  digenio  con  ingegnofo,  ma  non  corrifpondente 
Anagramma,  eififcrilTe  [b]  Menino,  emulando  il  nome  di  quel  grande  b  /ta  in  edit;ote 
Alcuino ,  Maeftro  di  Carlo  Maeno ,  edinftitutor  dell'Accademia  di  Parici,  ^,''}'TT/.'f  ■ 
quando  egli  con  maggiormente  propria  tralmutazione  di  lettere  doveva  'dhx  An,i5i9* 
più  tofto  dirfi  i«c/^«o ,  di  cui  fu  buon'imitatore  nella  empietà,  e  nella  de- 
rifione  delle  cofe  facre  :  &  in  fomma  così  fatto ,  e  nato  a  procacciarfi  fama 
con  la  contradizione ,  ch'egli  haveva  e  nell'animo,  e  nel  corpo  con  Lu- 
tero ,  che  non  mai  così  poderofamente  fi  oppofero  due  contrarii ,  come  in 
elfi,  onde  dalla  oppofizione  provenifle  publìcazione,e  grido  de'Ioro  nomi . 
Poiché  Calvino  nell'acutezza  de'  SiUosifmi  fempre  Superiore  a  Lutero,    9^^je^^^'^*^'^^ 

^         ^     C--  2-rr      -t        1  HI  •  >     ^n         •      ^   1    •         1-  tra  Lutero,  e  Cai- 

quanto  hi  dimmile  a  ku  nella  dottrina ,  tanto  ne  coitumi .  Calvino  di  natu-  vino ,  e  contradi- 

ra  malinconico ,  e  taciturno ,  Lutero  incompofto  di  animo ,  e  precipitato  di  "^'""^  "^  *'''  • 
lingua  -y  quegli  aflinence  di  cibo ,  e  macilente  di  corpo ,  afflitto  da  continua 
dogliadiitomaco,  e  trafitto  da  continuo  chiodo  di  dolorofa  micrania, 
queftifcialacquato  in  ogni  convito,  di  grafia,  e grolfa  corporatura,  &in 
fanità  da  comprometterfi  ogni  gran  fatica  :  il  primo  cauto ,  e  grave ,  e  per- 
ciò tediofo  nel  parlare,  il  fecondo  prodigo  di  parole,  e  di  fentimenti,  e 
perciò  amatore  j  eamatoda'fuoi  feguaci:  l'uno  rozzo  di  fìile,  l'altro  ele- 
gantifilmodicompofizionii  e  Calvino  in  fine,  comediluidiceun'Eccle- 
lìaflico Scrittore,   [e]  B^ligwnem  fubtilioran,  Lutherus craljiorem ,  & pm-  e  spond.an^t^^^, 
guiorem  commentus  cjì.  Ondefuccefiero  fpelfi  incitamenti  dì  fdegnc  tra  "'"''•'•*• 
l'uno,  e  l'altro,  efclamando  eternamente  Lutero  contro  i  Calvinifi:i,  e 
Calvino  contro  i  Luterani,  dicuiunavoltatal'èilgiudicio,  ch'elfo  n'efpo- 
ne,  elaima^ine,  chenerapprefenta:  Id]  A2nofcere  (e  amdetn  Luther Hm.  i<^,fi^-fp-57-  ai 
Ut  mjigncmDei  jervum;  feci  fictit  muitis  poUeret  virtutibus,  ita  magms  -pi- 
tiis  laborare;  &  altrove  M  chiamalo  nuovo  Pericle,  nimia  intemperie  ad  \Ji'\'/-^^-  "'' 
fuiminandum  raptum ,  prajertim  cum  eius  caufa  mìnio  melior  ejjet  jua  -,  Hmc 
[f]  videasy  foggiiinge  qui  opportunamente  Io  Spondano,  qua  fuerit  i^e-  i  sponj.  an.i^A 
formntorumhiijHfmodi  concordia,  & quem  quiqueTrimatum  fibiajjerere  am-  n.ij.ìnfini,     ' 
bierint  !  Màquah  follerò  \ì  punti  della  dottrina  di  Calvino,  ne' quali  egli 
ftorfe  dal  fentiere  dcila  Cattolica  verità ,  cioè  circa  la  Meffa ,  li  meriti  del- 
le opere  buone,  la  difpariti  de' peccati ,  il  numero ,  e  la  eificacia  de'  Sacra- 
menti, gli  Evangelici  configli,  ivotipublici,  e  privati,  la  giufìificazione 

deiU 


Paolo  III.       ^^^g  Secolo  XV I. 

della  fola  fede,  &  altri  molti  Autori  fin'hora  Thanpropofta  alla  notizia  de* 
Pofteri  con  nobili  commentaiii,  e  precifamente  eglino  fi  annumerano  dal 
^J'fH;/'"'^'  '^'  Prateolo ,  [d\  e  dal  Giialterio  in  cento  capi ,  &  alcuni  di  effi  eziandio  fi  rap- 
b  G\!.,u.'inchro-  portauo  dal  Lutcrauo  Courado  [/»]  Scliluffemburgio  nel  fuo  Catalogo  degli 
voi.16.  f.u>,h.    Herecici,  fri  quali  egli  principalmente  ripone  anche  Calvino.  Mànifllin 
forfè  più  diffufamente  rapporta  l'Herefie  di  Calvino ,  che  il  Theologo  di 
Parigi  Francefco  Fevardenfio  dell'  Ordine  de'Minori ,  che  nella  fua  Theo- 
machia  Calviniflica sbatte ,  e  ribatte  mille ,  e  quattrocento  errori  di  quefta 
pelli  fera  fetta;  e  Florimondo  Remondo  Senatordegniliimo  di  Bordeaux, 
il  quale  medefimamente  nella  fua  Hiftoria  de  ortUy  &  progreffu  Hierefum 
ne  fa  diftinta,  e  proliffa  commemorazione.  Noi  per  porgerne  al  Lettore 
queir  adequata  notizia,  che  concerne  al  corfo  di  queftaHiftoria,  nel  rife- 
rirle, procederemo  con  tale  avvertimento ,  che  né  la  proliifità  confonda, 
né  rincrefca  la  fcarfezza ,  e  poifa  chi  legge  rimaner  pago  del  giufto ,  non  te- 
diato dal  fuperfluo,  enei  medefimo  tempo  aflìcurato  del  vero,  con  la 
pronta  indicazione  del  libro ,  in  cui  Calvino  efpreifequeU'Herefie,  che  fog- 
Herefie  di  ^ai- „j^^j^„j^^jt^q  ^  E  cutteiu  Quefto  Uioffo  le  fog^iuugiamo ,  beuchenon  tuttc  ad 

vino,  u        o  ,•     -y-,-^  •       !■         /'  •  1-1      •  -^  •  > 

un  fiato  egli  le  proferire,  maindiverh  tempi,  ebbri,  accio  tutta  in  un 
occhiataapparjfcala empietà,  elaimagine  dell' Herefiarca. 
e  caiv.  lib.i.  In-      E  primieramente  cominciando  da  Dio,  [e]  die' egli,  Utìnam  fepulta 
ft,t.e.is.§-^,       cffent  nomina  Confubfiantialìs  ,  Hypojiafeos  ,  &  Trinitatis .  Sufficeret  modo 
h£c  fola  fidcSi  Tatremy  Filium^  &  Spiritum  SmSium  effe  unum  Deum;  e 
facrilegamente  egli  fiegue  contro  la  eterna  generazione  del  Figliuolo  , 
Stiiltè  fingitiir  continuns  a5ius  generandi  :  onde ,  benché  Calvino  foffe ,  co- 
d  Vedi  iiTontif.  me  [d]  iì  diri,  l'accufator  di  Michel  Serverò,  noninverifimilmentepuò 
dìGìi'.iioiii  fo.4.  ^a\i  dirli  fautore,  e  capo  degli  Antitrinitarii. 

eVedi  il  Pont-f.      Secondo.  Uditi  Calvino  li  diverfifentimenti  dell' Ofiandro,  [ejcheeu- 
u  ^p.7^%'-.^'6  tychianizzava  dicendo,  Chrifto  eifere  noftro  Mediatore  qua  Deus  efly  e 
dello Stancaro,  cheneftorianizzava,  aiferendolo Mediatore  quaHomoefi, 
i  caiv.incfifl.ad  cgH  coutro  lo  Stancaro  difle  ,  e  forfè  peggio  dell' Ofiandro  ,  [/]  Me- 
Poianos.      '       diatoris  nomeu  Cbrifìo  quadrare  ,  non  folàm  ex  quo  carnem  induit ,  vel  ex 
quo  munus  fufcepttreconciliandi  cum  Deohumani  generis ^  fedab  initiocrea- 
tionìs  jam  vere  fuiffe  Mediatorem  :  quìa  femper  [uh  caput  Ecclefi^e  ,  '& 
Trimatum  tenun  etiam  fuper  ^ngclos^  primogenitus  fuit  omnìs  creatura  . 
Unde  coUigìmusy  non  modo  pojì  Jkd.-c  lapfum  Japiffimè  fungi  Mediatoris  of- 
ficio y  fed  quatenus  Mernus  Bri  ferino  efi. 

Terzo.  Cofehorride  a  riierirfi  egli  aiferì  ài  Giesiì  Chrifto,  di  cui  la 
minore  fi  è ,  ch'effo  patifle  le  pene  Infernali ,  quando  coli  giù  fcefe  a  liberar 
g  Idem  m  hpit.  le  anime  dal  Limbo  :  [g]  "^rbil  a£lum  eraty  così  Calvino ,  fi  corporea  tantum 
db. 2. e. 16.  &  in  yyiorte  defun5liii  fuifjet  Chrijìus;  fed  oper£  pretium  erat,  ut  divina  ultionis 
S'IicTlT  ca/.zy.  feveritatem  fntiret,  quo&  ir^  tpfms  intercederei y  &  fatisfaceret  jujìo  ju- 
■^"'th.  dicio.  Unde  etiam  tum  oportuit  ,  cum  Inferorum  copiis  ,  atern^que  mortis 

horrore,  cuaftconfcrtismanihus  y  lu5iari  :  in  locum  fcderatorum  /pcnforem, 
•padeììiy  adeòqueinfitzrrei  fiibniiffum  y  qui  dependeret  y  ac  perfolveret  omnes, 
qua  ab  illis  expetend^  erant  y  pcenas  :  uno  hoc  duntaxat  excepto  y  quòi  dolori- 
bus  mortis  non  poterat  detineri.  Ergo  fi  ad  Inferos  dejccndiffe  dicitur  ,  ni- 
hil  mirurn  e/i  ,  cum  eam  mortem  pertulcrìt ,  qui£  fceieratis  ab  irato  Dea 
infligitnr .  "Hon  modo  Corpus  ejus  Cbrifli  in  rcdemptioncm  fuifk  traditum  : 
fed  aliud  majus,  &  exccUentius  pretium  fuifc,  quoddiros  in  anima  crucia^ 

tus 


Capitolo  V.  4^9      Paolo  III. 

tus  damnati ,  ac  perditi  hominis  pertulerìt,  Hìc  ISlebidones  quidam  ,  licèù 
indolii  y  malitia  tamen  magis  ,  quàm  infcitìa  impulfi ,  clamitam  ,  me  atro- 
cem  facere  Chrijìo  injuriami  quia  minimo  confentaneum  fneritt  eum  de  ani- 
ma jalute  timer  e. 

Quarto.  Benché  Calvino  apertamente  neghi,  doverfi  a  Dio  imputare  il  ^  ij,„  m  in/fru. 
peccato,  come  apertamente  egli  [a]  confefla  in  più  luoghi  :  nuliadimeno  cho^e  adv^rf.  a- 
evidentemente  ciò  fiegue  e  dalli  principi!  della  dottrina,  ch'egli  infegna,  e  ''J'f^Z'hlii'r^df- 
dagli  artificii ,  e  raggiri,  in  cui  egli  involge  li  fuoi  detti.  Suppone  Calvino,  -/i»  vfrr.  p>.<:n  , 
quegli  efTere  autore  del  peccato ,  che  principalmente,  &  eliicacemente  con-  ^^'"JiT.Zipl't.'" 
corre  al  peccato  :Qualcofa(beftemmia  l'empio)  appunto  fi  Dio  :  [b]  Lm-  ■  j^te»»  inir^ir. 
go  difcrimine,  die' egli,  femper  dijìatineodemop'ire  id-,  quodagit  DormnuSy  ^'''--•'•'i-  s-5. 
abeoquodimpiimolmntitr  :  llle,  cioè  Dio,  mtU  mjirumentay  qutc  [uh  ma- 
nu  habet,  &  verfare  quolibet  potefi  ,  fervire  ii4jlitia  fu£  facit  :  Hi ,  cioè 
gli  huomini  cattivi ,  proni  mali  [unt ,  nequitiam  ,  ingenit  pravitatj  conce- 
ftam,  ejfe5{u  pariunt ,  Sicché  fecondo  Calvino,  Dio  opera  principalmen- 
te, e  l'empio  iftrumentalmente.  Quindi  lì  ride  della  diibnzione,  ch'egli 
chiama  [e]  inane,  &  ftuxum  patrocinium  dipinge  Jnfiiti£y  cioètrala  vo/o«-  e  rdcm  h  ii!>.  de 
tà,  e  la  permifjione ,  e  dice  il  facrilego  di  Dio ,  Otiofum  ea ,  cioè  i  peccati ,  fi'Zune'.  ^'^'*'  " 
permittere  fingunt-,  &nonejus  voluntate,  fedpermifìu  dumtaxat  fieri,  qu^ 
Scriptura  non  tantum  eo  volente  ,  [ed  eo  aurore  fieri  pronmitiat  :  e  tal  di- 
ftinzione  egli  la  deride,  come  nimis  frivolnm  effugium;  ond'egli  dalie  fue 
premelie  forzato  a  concludere ,  che  fé  Dio  non  permette  il  peccato  ,  dun- 
que lo  vuole,  e  confeguentemente  egli  fi  è  l'autore  di  eflb ,  allora  egli  con- 
torcendofi  come  un  ferpe ,  confelfa  incapacità  d'intelligenza ,  &  inhabilità 
dirifpofta,  ereplica,  \^d]  Quomodo  Deus  in  opere  communi  ab  omni  culpa  fit  j  j,/^^^  ^j^_j_  /„. 
immunis,  mtnijiros autem  fuos  juflè  damnet,  vix  capìt  fenfus  carnis .  Hinc  jur.c.iS. 
reperta  dijìin&io  inter  agere,  &  permittere,  quia  hìc  nodus  multis  inexpli» 
cabilisejl.  Così  egli.  Mi  à  quelli  vani  argomenti  habbiamo  altrove  [e]  ri-    ^  vedi  ii  7?ojiro 
fpoilo,  quando  vomitò  fomiglianteHerefia  l'antico  Fiorino.  i.tom.pas.9 . 

Qujnto.  Circa  la  Predeftmazionerinovò  Calvino  le  antiche  Herefie, 
che  tolgono  non  folamente  il  merito  al  bene,  e  la  pena  al  male,  mi  a  Dio 
fìello  la giuftizia  : [/]  Caufa  reprobationis,  die' egli ,  ita eji  Dei  volmtas ,  qua  ^ ^^^^'^.''[(1"/'^' 
qmjdam  ^eterna  morti  ab  Memo  decrevit,  ut  etiam  in  peccato  ,  Dei  volun- 
tate ,  lapfus  ftt,Adam,  &ineo  omnes  ejus  pofteri  :  ficut etiam,  quia  aliqui 
reproborum  verbum  Dei  audire  contemnunt,  eorum  eji  pravitas;  fed  in  hanc 
pravitatem  à  Deoaddn&i  ftmt ,  tantum  ut  in  ets  potentiam  fuam,  &  feve- 
ritatem  ojicndat .  Quindi  egliefclude  ogni  liberti  di  arbitrio  nell'huomo, 
dicui[^]  foggiunge,  Quamvis  fpontè ,  & abfque coazione  peccet,  necejja- g  idem  Uù.i.e^u 
rio  tamen  peccat  :  poiché  bench'egli  creato  foffe  libero,  nulladimeno  perde  à-aiioi. 
nel  primo  peccato  la  liberti  per  i  fufleguenti ,  in  modotale  che  Quiliberum 
arbitriuutitulum  fmereejfe  ajunt,  Cbriflum  habent  au5Ìorem  ;  e  conchiude 
[h  ]  Deum  voluntatem  movere ,  non  qualiter  multis  f^culis  traditum  efi  ,  c^  h  idem  e,  2, 
creditum ,  ut  noflrx  pojìea  fit  ele6ìionis  ,  motioni  aut  obtemperare ,  aut  re- 
fragiri.  Voluntatem  à  Domino  praparatam  fuas  in  agendo  partes  nonhabe- 
re  :  &  perperam  homini  tribui,  quòd  gratia  prevenienti ,  pedijfequa  volun- 
tate ,  obfcquatur .  Noi  però  crediamo  non  a  Calvino ,  mi  a  Dio ,  che  dilfe , 
[i]  l^unqmd  volmitatis  mex  eji  mors  impii ,  &  non  ut  convertatur  a  viis  i  Euch.  i2. 
fiiis,  &  vivat  ?  a  GiesùChrifto,  che  predicò,  [k]  "Honefi  voluntas  ante  j^  ^^^^^^  ^g^ 
Tatrcm  vejìrum ,  qui  in  Coelis  efl ,  ut  pereat  unus  de  pujillis^  iftis  :  a  S.  Pietro , 

che 


Paolo  III.       ^^^  Secolo  XVI. 

a  2.  petr.  }.  checilafciò  fcritto,  [4]  D^«/  patientcr  agit  propter  vos,  nolens  aiiqueni 
perire ,  fcd  omnesad  panitentiam  re-peni  :  a  quanti  Canoni,  e  Santi  Padri 
^r'I'trTm/"'!/  habbiamo  citati  in  queftanoftra  Opera  [Z>]  contro  ò  i  fuppofti,  òveriPre- 
Ponttficato  di  Ce-  deiT:inaziani  :  e  a  ciò ,  che  a  quefto  propofito  profondamenre  foggiun- 
^'c's'.^H^HIb.ì.  geS.Agoftino,  [e]  Bonus  ejiDeus,  Julius  ejl  Deus  :  potejidiquos  [me  borni 
cantra  ùiunum  meriùs  liberare  ,  quia  bonus  ejì  :  non  potcfi  quàmquam  fine  malis  meritis 
eaf.  18.  damnare  ,  quia  Julius  eJì  :  poiché  ,  come  conchiude  cori  aureo  detto  S. 

Profpero,  Cratia  Dei  non  prius  reprobos  deferuit ,  quàm  ab  lis  defereretur: 
&  quia  hoc  ipfos  voluntaria  deferitone  fa£ìuros  pr£Vidit  ,  ideò  in  pradejii- 
nationis  eleBione  illos  non  habuit.  Mi  di  quefta  forte  di  Predeftinaziani 
A  Vedi  il  nojìro  ìn[d]  altro  luogo  habbiamo parlato. 
7caiv!'if"^il/in      Sefto.  Concupìfcentiam  [e]  originalenìi  etiam  pofl  baptifma  ,  peccatum 
f4/».j.  §.io!'  "  '"  effe  ;  e  sii  quefto  punto  l'arrogante  ch'ei  flì ,  pretefe  di  emendar  S.  Agoftino  ; 
'^pnopusejiy  così  egli,  multùminvefiigandolaborare,  quidhìc  Vetères  fen- 
ferinty  quando  unus  ^ugufiinus  fufficere  ad  id  potejii  qui  fidelitery  magna- 
que  diligentia  omnium  fententias  collegit»  Ex  eo  igitur  fumant  Le£Ìores ,  ft 
quid,  de  fenfu  antiquitatis  habere  certi,  volcnt .  Vorrò  inter  illum,  c^  nos 
hoc  difcrtminis  videri  potejì  interefe,  quòd  ipfe  quidem  ,  cUm  fideles  conce- 
dat ,  quandtà  in  cor  por  e  rnortalihàbitanti  ftc  illigatos  teneri  concupifcentiis  ^ 
ut  non  poffint  non concupifcere ,  eum  tamenmorbum  peccatum  vocarenonau- 
det  :  fedad  illum  defignandum  injìrmitatts  nomine  contentus ,  tuncdemum  fie- 
ri peccatum  docet,  ubi  vel  opus,  vel  confenfus  ad  conceptionem ,  velappre- 
henftonem accediti  hoceji,  quando  prima appetitioni ceditvoluntas .  Klosau- 
tem  illud  ipfum  prò  peccato  hahemus,  quòd  aliquà  omninò  cupiditate  contra 
,  Legem  Dei  homo  tndlatur .  Imo  ipfam  pravitatem ,  qua  hujufmodi  cupidità- 
te  s  nobis  generai ,  aferimus  effe  peccatum .  Docemus  itaque  in  San^is ,  dO' 
nec  mortali  corpore  exUantur  ,  femper  effe  peccatum  ,  quia  in  eorum  carne 
refìdtt  illa  concupifcendi  pravitas  ,  qua  cum  re&itudine  pugvàt . 
i  ibid.t.it.  §.i.       Settimo.  Nella  [/]  materia  della  giuftificazione ,  egli  l'ammefle  per 
folam  fidem,  come  Lutero,  benché  poi  afferille,  non  andar  mai  fola  la 
%idefn  in  Putido,  fola  fcdc .  [^  ]  Hoc  fcmpcr  Le£ìoribus  tefiatumcfe  volo ,  quotiesinhacqua- 
ad^/tf.6.^.7^r^'  fifone  nominam  US  folam  Fidem,  non  mortuam  à  nob;s  fingi,  &  qua  percha- 
ritatem  non  operatur  ;  fed  ipfam  flatui  unicam  jujìificationis  caufam .  Fides 
ergo  fola  ejì  i  qua  jufiificet:  Fides  tamen,  qua  jnfiificati  non  efi  fola.  Que- 
madmodum  Solis  calor  jolus  efi  ,  qui  tcrram  calefaciat  :  non  tamen  idem  in 
Sole  efi  folus  :  quia  perpetuò  conjun&us  efi  cum  fplendore  ;  e  foggiunge  ef- 
tz^fi'^tói&^'n'f'  ^^^  l^^ì  neceflariacofaalgiufto,  il  riputarli,  e  crederli  fenz' alcuna  dubi- 
tazione giuftificato  :  Omnes  fideles  debere  fibi  promiffìones  divinas  firma 
certitudine  fidei  applicare .  Maxima  improbitatii  effe  afìerere  ,  quòd  nemo 
fcire  fidei  certttudine  potefi ,  fé  gratiam  Dei  confequutum  .  Fidem  ju(itfican- 
tem,  hanc  certitudinem,  &  fecuritatem  in-polvcre ,  TSljminem  effe  jufl;ifica- 
tum,  nifi  qui  fé  jujiificatum  crediderit .  Così  egli, 
i  idtmibid.%.ii.      Ottavo.  [/]  Fidem,  ^  jufiitiam  propriamefseeleBorum,  &  femel  l?e-' 
'*•  re  acceptam  nulla  ratione  amitti  pofse ,  &  qui  abeaexcidere  videntury  n'im- 

quam  eam  vere  habuifse.  Aggiunge,  Teccata  omnia  eX mfidelitate manare , 
yel  faltem  ex  fidei  defeBu  :  <^  uBicunque  regnat  fides  ,  iram  Dei  peccati! 
omnibus  expulfis  non  fecus  avertere,  ac  fi  quis  ignem  extingueret,  fubdu^lù 
tigno-,  e  foftiene,  fempre  ne'PredelHnan  regnar  vivala  fede,  epercoa- 
feguenza,  nifi'un  peccato  ad  effi  imputarfi , 

Nono . 


Capitolo  V.  4.5 1        Paolo  HI; 

Nono.  Afferì  [a]  Omne  peccatum e fse mortale ,  e,  Ftdelium  peccata  ve-  ^jb'd.c.^.^.iz.é- 
nialia efse y  non  quiamortem  non  mereanturt  fed  quia  Dei  mifericordia  nulla  ''^'*'''^-§-ss>' 
eji  condemnatio  bis  ,  qui  funt  in  Chrijìo  Jefu  ,  quia  non  imputantur  ,  quia 
t?enia  delentur}  e.  Omnia  jujiarum  opera  efse  iniquitatem,  ac  fordest  pec- 
cata, damnabdia.  Ond' egli  ò  da  quello  principio  dediifle  l'altra  herefia , 
che foggiiingiamo ,  òdaquefta,  che foggiungiamo ,  la  prima. 

Decimo,  [b]  Legem  Dei,  qu£  bona  opera  pracipit,  impojjibilem  efse  :  b  idem m.z.e^f. 
e  così  egli  fpiega ,  e  prova  la  fua  empia  befternmia,  'ìipn  texam  ine  amba-  7.  §.5. 
ges  de  variis  poffibilitatìs  generibus,  Impojfibile  appello,  quod  nec  fuit  un- 
quam ,  &  ne  in  poflerum  fìt ,  Dei  ordmatione ,  ac  decreto  impeditur .  Si 
ab  ultima  memoria  repetamus,  neminemSan6lorum  extitifse  dico ,  qui  cor- 
pore  mortis  circumdatus ,  ad  eum  dile6iionis  fcopum  penigerit ,  ut  ex  toto 
corde,  ex  tota  mente,  ex  tota  anima,  ex  tota  potentia  Deum  amareti  e  Si 
[e]  perpetua  §fset  regeneratio  in  hac  vita  ,  pofjìbilis  efset  legis  obfervatio  ,  w/rwl^cifiT 
Sed  cum  fideles,  quamdiu  hìc  vivunt,  medio  ex  fiadio  ad  metam  afpirent ,  f'f'<»' 
magnifque  difficultatibus  anhelent ,  ubi  reperietur ,  quam  ifli  fomniant ,  obe- 
dicnti£  perfeilio  ?  Così  egli.  Ma  mentifce  l'iniquo  e  contro  Dio  ,  che 
difle,  [d]  Mandatum  hoc,  quod  ego  pracipio  tibi,  non  fupra  te  eji,  e  con-  d  Demir.io. 
tro  Giesu  Chriilo,  che  aiTerì  [e  \Jugum  meum  fuave  efl,  &  onusmeum  ^  ^''"^-  "• 
leve  ,  e  contro  il  Theologo  S.Giovanni ,  che  attefta  [f]  Mandata  ejus  f  /o.Epifi.t.e.s. 
gravia  non  funt ,  e  contro  S.  Agoftino  ,  che  efclama  [g  ]  T^iec  Deus  im-  óùe^n^cT' 
fojfibile  aliquid  potuit  imperare  ,  quia  juftus  efl  ,  nec  damnaturus  efl  homi- 
nem prò  eo ,  quod  non  potuit  vitare,  quia  pius  efl  ;  onde  con  degna  riflef- 
fione  egli  conchiude  :  [h]  Qnis peccat  in  eo  ,  quod  caveri  nullo  modo  pò-  ^  idfmdeNat.& 
tefl  ?  peccatur  autem  :  igitur  e  averi  potcfl;  e  ne  infegna  il  Santo  Dottore  ^'■'"'•'•^^* 
il  modo  dicendo,  [  /]  Tsljin  igitur  Deus  impo/Jibile  vellet,  fed  jubendomo-  '  ^^'"'-  «"-'fJ' 
net,  <&  facere  quod  poffis ,  &  petere  quod  non  pojfis.  Così S. Agoftino. 

Undecime:  Tolfe  poi  affatto  Calvino  la  virtù,  e'I  merito  delle  ope- 
re buone,  e  in  ciò,  diceva,  differir  la  Legge  dell'Evangelio,  cioè  che 
l'Evangelio  promette  la  vita  [y  ex  fide,  la  legge  fub  conditione  operum:  condL'Trfd^'f' 
end' egli  nella  fua  iftituzione  nulla  hebbe  pili  inhorrore,  che  il  folonome  ca».iò.  ffjf.i. 
di  Merito,  e  riprovonne,  non  che  il  fignificato,  anche  la  voce  ,  come 
faftuofa,  fuperba,  e  ingiunofa  à  Dio  :  [/]  De  meriti  nomine  idmihi  pra-  '  .^^^^  ''*•  ?•  ■'«•» 
fari  necefse  efl  ;  quicimque  primus  illud  operibus  humanis  ad  Dei  judicium  ^"^•''•'^•§--* 
comparatis  aptavit ,   eum  fidei  fìnceritati  pefjimè  confuluifse  ....  Qjtor- 
fum  enim  ,  obfecro ,  opus  fuit  invehi  nomen  meriti ,  cum  pretium  honorum 
operum  ftgnificanter  alio  nomine  citra  ojfendiculum  explicari  pofset  ?  tan- 
tum autem  ipfum  cffenfwnis  in  fé  contineat ,  magno  cum  Orbis  detrimento 
patet .  Certe  ut  efl  fàfluofiflimum  ,  nihil  quàm  obfcurare  Dei  gratiam  ,  & 
bomines  prava  fuperbta  imbuere  potcfl.  Ufi  funt  (  fate  or  )  pajjim  vetufli 
Ecclefìa  fcriptores  :  atque  utinamvocuU  untus  abufu,  erroris  materiam  po- 
fteris  non  pr^buifsent .  Quindi  egli  rigettando  la  diftinzione  della  kdo.  vi- 
va, e  della  morta,  cioè,  come' parlano  li  Theologi ,  della  formata,  & 
infórme,  definì  femplicemente  la  fede,  [m\  Divina  erga  nos  benevolen-  T^'^^'"  ''''^'  ''•*• 
tia  firmam  ,  certamque  cognitionem  ,  qux  gratuita  m  Chriflo  promijjionis 
veritate  fundata,  per  Spiritum  San6lnm ,  &  revelatur  mentibus  noflris ,  & 
cordibus  obfignatur.  Così  egli. 

Duodecimo.  Riprovò  [n]  la  ConfefJìone  Sacramentale  ,*  come  ifti-  „  iLid.  ^.4. 
tuita  da  Chrifto  -,  e  benché  di  effa  confeiìì  antichiffimo  l'ufo ,  fempre  pe- 
rò 


Paolo  III.       ^^^  Secolo  XVI. 

rò  rafl'erifce  libera',  né  impoftaper  precetto  prima  della  Coftitiizione ,  e 
tempo  d'Innocenzo  III. ,  e  ciò  che  dicati  della  podeftà  Sacerdotale 
nell'airoluzione  de' peccati,  non  mai  C\  perfiiadè,  ella  da  Dio  conferita 
a* Sacerdoti.  E  qui  egli  s'inoltra  à  diftmguere due  forti  di  allbUizione  , 
luna,  qui^  fidei  ferviti  e  quefta  vien  da  lui  definita  Tejìimonmm  venia;  ex 
gratuita  Evangelìi  promifjione  fumptum  :  l'altra,  qua  ex  difciplina  Eccleftit 
fendei  ,  e  quefta  nihil  ad  fecreta  peccata ,  fed  ad  exemplum  magis  perti- 
nety  ut  tollatur  Eccleftx  publica  offendo.  Confeguentemente  a  queftì  rei 

Si  ib'td.  §.  j8.  &  principii,  rigetta  [a]  la  fatisfazione ,  come  non  necefl'aria  alla  Penitenza, 

^*^'  edifcorre  di  lei,  come  del  mento,  foftenendo,  Tslon  pojje  Deum  pcsnis 

fatìsfaSlorus  placavi ,  illafque  cum  efficacia  monis  Chrtjìi  ,  &  fati^fatiionis 
Ibi  .  t.s.  %.i.  jpji^^^  pugnare  :  e  perciò  egli  chiama  le  Indulgenze  Sanguini!  Chrjfti[b]  pro- 
fan  itiones  y  Satanoique  ludìbrium  ,  quo  Chrifìianns  Topulus  à  Dei  g>'atia ,  à 
vita  y  qua  eft  in  Chrijio ,  abducatur  ,  &  à  vera  falutis  via  avertatur ,  Sie- 
gue  l'empio  à  dire,  che  il  Papa  involge,  e  rinferra  la  grazia  di  Ch^fto 
dentro  una  Cartapecora  y  e  quivi  col  piombo  fi§ìiÌ3i  quiejìuarias  nundinatio- 
nes  de  animarum  [alme ,  ac  pias  fraudes  , 

Decimoterzo .  Circa  il  Purgatorio  ,  ecco  il  fentimento  di  Calvino  » 

e  Uid.%,6. IO.  e f"e deteftande beftemmie .  [e]  Turgatorium  exitiale  Satana  ejì  commen- 
tum  y  quod  Chrifli  Crucem  eyacuat  ,  quod  contumeliam  Dei  mifericordi^ 
non  ferendam  irrogati  quod  fidem  noflram  labefacit  ,  &  evertit  ....  e 
fìegue ,  Cum  mihi  objiciunt  adverfarii ,  ante  mille ,  &  trecento!  anno!  uftì 
receptum  fuiQe ,  ut  precattom!  ficrent  prò  defun£li! ,  eo!  viciffìm  interrogo , 
jQ«o  Dei  verbo  ,  qua  revelatione  ,  quo  exemplo  faBum  ^  ^tque  ip(t  etiam 
V etera ,  qui  prece!  fundebant  prò  mortun  ,  &  mandato  Dei ,  &  legitimo 
exemplo  hìc  fé  deflitui  videbant .  Cur  ergo  audebant  ?  In  eo  ,  dico  ,  aliquid 
humani  paJJ'o!  effe  :  ideòque  ad  imitationem  traoendum  non  effe  ,  contendo  , 
quod  fecerunt .  Certe  quifqui!  mediocri  prudentia  pollet  ,  facile  agnofcit  , 
quicqmd  de  hac  re  legitur  apud  vetera  ,  publico  mori ,  &  vulgi  imperiti» 
fuiffe  datum .  ^brepti  etiam  ipfi ,  fateor ,  in  errorem  fuerunt  :  nempè  ut  in- 
conftderata  credulità!  privare  sudicio  folet  hommum  mente!.  Interea  quàm 
dubitanter  prece!  prò  mortuÌ!  commendent  y  le6iio  ipfademonflrat,  Monicam 
matrem  fuam  in  Libri!  Augujiinu!  narrat  vehementer  rogafìcy  ut  fui  memo* 
ria  in  peragendis  Myjì.ri!  fieret  ad  ^Altare,  ^nile  fcilicet  votum  \  quod 
filiu!  non  exegit  ad  normam  Scrtptura  ,  fed  prò  natura  affe6iu  probari  alti! 
voluit .  Liber  autem  De  cura  prò  mortuis  agenda  ^Z»  eo  compofitm  y  tot: 
hafitatione!  continety  ut  fuo  f rigore  meritò  debeat  fluiti  veli  calorem  extin- 
guercy  fi  qui!  mortuorum  patronu!  ejie  appetat  :  frigida  certe  veriftmilitU' 
dinibiì!  fecuro!  reddet ,  qui  priàs  erant  feliciti .  Così  egli  ,  che  vuol'  elio 
enere  riputato  faggio ,  6c  al  fuo  confronto,  debole  d'intelletto ,  edifen- 
no  tuttala  vafta  fcuola  dell'antichità  de' Maggiori. 

Decimoquarto .  Dal  negato  Purgatorio  fi  folleva  Calvino  à  negare 

d  ihid,  e.  20.  ^^  Santi  del  Cielo  l'adorazione ,  [  (/ J  la  invocazione ,  e  la  intercefJìone  ;  e 
dice  il  perfido  beftemmiatore,  che  li  Cattolici  col  culto  de'Santi_C/7r/^«»i 
inhonorant  ,  &  Mediatori!  titulo  fpoliant ,  gloriam  nativitatii  eju!  obfcu- 
rant  y  Crucem  evacuanti  come  fé  li  Cattolici  non  riconofceffero  la  inter- 
ceflìone  de'Santi  dai  meriti  fteifi  di  Giesii  Chriflo ,  e  dalla  connellìone ,  che 
eglino  hanno  con  lui,  come  Capo  de'Santi,  daiia  cui  mediazione  prende 
vigore  la  loro .  Oltre  a  che ,  in  nulla  fi  deroga  alla  dignità  di  Chtifto ,  chia- 
mato 


Capitolo  V.  4^5        Paolo IIL 

riiato  da  San  Paolo:  Vnus  Dei  medìator,  &  homlmmy  [a]  sì  per  la  ra-  ,  ,.r;«„f;;.2. 
gione  addotta,  che  ogni  altra  mediazione  prende  vigore  dalla  fua,  come 
perche  parlando  1' Apoftolo  della  mediazione  F^demptionh,  fempre  in 
ogni cafo  fi  verifica,  efier' egli  il  vero ,  folo,  &  unico  noftro  mediatore . 
Siegne  però  Calvino  adolerfi,  che  nelle  Litanie,  &  Hinni  nifluna  men- 
zione fi  faccia  di  Chrifto ,  Inibii  Chrifto  reliqimm  facerc ,  <:^  prò  nihilo  dti- 
cunt  ejus  intercejfionem ,  nifi  accedant  Georgms  ,  &  Hyppolìtus,  ac  ftmiles 
larva.  Ma  egli  mentifce  l'iniquo:  forfè  ogni  noftra  orazione  non  fi  ter- 
mina ella  con  la  /olita  preghiera ,  Ter  Chriftum  Dominum  nojlrum  i  Forfè 
noi  diciamo  ai  Santi  con  termine  alfoluto ,  Miferere  noflri,  e  non  con  ter- 
mine relativo  a  Dio,  ò  a Giesù  Chrifto,  Orapro  nobis  ^  Ma  quella  herefia 
èftatadanoiàUmgo[^]  in  altro  luogo  rigettata.  Qiiindi  egli  deduce,  il  b  vedui  „oflroi. 
culto,  e  l'ufo  delle  Imagini,  [c'IàSatma  manajje  j  &meram  ìdololatriam  ["^^f^^:^,f^\^^ 
effe,  enonpratticabile  eziandio  il  culto  di  Dulia  verfo  gii  Angeli,  e  gli  &Jìùì!''''''^'' 
huomini fanti,  abfque  damnanda  fuperjìmone ;  e  le  preghiere,  qualunque 
elleno  fiano ,  do  verfi  fare  [d]  popuLari  fermone ,  &  non  exotica  lingua .  '^  lie^  w.  j  c.zc. 

Decimoquinto  .  Del  Primato  della  Sede  Romana  Calvino  parla  con  ^'^^" 
una  immenfa  venerazione ,  civile  però ,  e  non  facra  ;  ma  de'  Pontefici  Ro- 
mani con  una  immenfa  indignazione,  edifpreggio.  Egli  non  nega,  Oitin 
rnagnum  Bimana  Ecclefue  honorem  ubique  deferant  veteres  ,  reperentcrque 
de  ealoquantUYy  e  ciò  per  tré  capi:  [e]Opinio  enim  illa,  die' egli,  qua,  e  idfmUh.^.c.s.  ' 
ìiefcio  quo  modo  ìnvaluerat ,  fundatam  ,  &  conjiitutam  eam  fuifie  Tetri 
minifierio,  ad  concilìandam  gratiam  ,  &  au6loritatem  plurimum  valebat  : 
itaque  in  Occidente  SedesApoftolica  honoris  caufa  vocabatur.  Deinde  cum 
illic  ejjet  caput  Imperli ,  &  hac  ratione  credibile  ejìet  pneflantiores  tum  do- 
Urina ,  tutn  prudentia  ,  &  multarum  rerum  ufu  viros  illic  ejje ,  ne  &  ur- 
bis nobilitasi  &  alta  etiam  Dei  dona  multò  excellentiora  comemnt  tiideren^ 
tur.  ^cce(Jìtadh<ec&  tertium,  quòd  cum  Crientales y  &  Graca  Ecclefìa , 
^fricani&  etiam  ,  multis^  opinionum  difìenjionibus  inter  [e  tumultuarentur , 
ht&c  fcdatior  aliis  y  &  mìnùs  turbulenta  fuerit .  Ita  fa^ium  efl,  ut  pii  y  & 
fan&i  Epifcopi  Sedibus  fuis  pulfi ,  illuc  fé  veluti  in  afylum  ,  aut  portum 
quemdamfkpèreciperent .  "hlam  quo  minùs  acuto,  &  e  cleri  ingenio  funt  Occi- 
dentales  ^fiaticis ,  &  ^fris  y  eò  etiam  funt  rerum  novarum  minùs  cupidi. 
Hoc  ergo  F,oman£  Ecc le ft£  plurimum  addidit  au6loritatis ,  quòd  non  ita  da- 
biis  illis  temporibus  tumultuata  efiy  ut  reliquie  -y  ac  do6irm,e  femel  traditJS 
fuìt  aliis  omnibus  tenacior  .  Has  ,  inquam  ,  tres  ab  caufas  non  vulgari  m 
honore  habita  fuit ,  &  multis  praclaris  veterum  tejiimoniis  commendata  .  :■• 

Ma  col  toglier  Calvino  alla  Chiefa  Romana  la  prima  lode,  e  il  mafiimo 
privilegio,  le  toglie  quaiit' honore  può  egli  darle,  ò  haverle  dato  gli  anti- 
chi ìw  diftinzione  foprale  altre.  Romana  SedisTrtmatum,  fiegu'egli,  ae-- 
que  exChrifli  in/ìituto,  ncque  ex  Ecclefix  veteris  ufu  fumpfijj'c originem :  e, 
Honore  Ordints  y  non  poteftate  Tctrum  cjeteris  ^pofiolis  fuijk  priorem:  e, 
Etft  dignitate  rcltquos  antecelluifìet  y  Upo/iolis  ipft  Trimatum  deferentibus , 
li  ad  pcrpetmtatem  non  efse  trahendum  .  Dunque,  noi  replichiamo  ,  ^\i  i  M^nh.iG. 
Apoltoli,  e  non  Chrifto,  diifero  a  Pietro:  [f]  TuesTetrus,  dTfuperhanc  f  '<""'•'•- 
Tetramadificabo  Ecclefiammeamy  TibidaboclavesI{egni  ccelorumy  [g]  Ta-  i'/Sr"' 
Jceovesmeasyl{ogaviprotey[h]  Tetre  y  ut  non  deficiat  fides  tua  ,  [il  Confir-y'^^l''^  "'fi""'' 
mafratrestuosj  e  quanto  in  altro  luogo  [ÌQ  habbiamo  a  lungo  Piotato?  rT/^fV.V"; 
iJunquetondo  Chnfto  col fuo  Sangue  una  Chiefa,  deputoUe illuo  Vicario  Zi^  "'fi'" '^'' 
Tomo  IF.  £  e  in 


Paolo IIL       ^^^  Secolo  XV I. 

interra,  e  die  al  fuo  Vicario  ampia  giurifdizione,  &  autorità  di  afloi  vere, 
e  legare  in  Cielo,  einterraper  foli  trentafei  anni,  quanti  ne  fopraviffea 
ChriftoS.  Pietro?  Secosìfolfe,  egli  haverebbe  ragione  Calvino,  e  menti- 
rebbe l'Evangelio.  Al  confronto  di  quelli  due  litiganti,  decida  il  Letto- 
tela lite,  che  noi  ad  altre  beftemmie  paflar  vogliamo  di quefto  indegno 
*  cdv.ub,^: cj.  Herefiarca.  Egli  chiama  [<z]  il  Pontefice  Romano  .^«f/c/7r/^o,  econque- 

§.25;. fte  pazze  calunnie  contro  la  di  lui  dottrina  s'invehifce  \_b\  Quafiverò  du- 

^^"^'i"*'''^sr.  i7.  i^ìj^j,^  ifc  ^  qualem  B^Ugionis  fpeciem  profejjì  jtm  jampridem  Tontifices  cum 
tato  Cardinalium  Collegio ,  &  hodie  profiteantur  .  Vrimum  enim  arcarne 
iilius  TheologU,  qux  inter  eos  regnat,  caput  e/?,  nullum  ejìe  Deum,  ^Ite- 
rum  ,  qiiacumque  de  chriflo  docentur ,  mendacia  effe ,  &  impojiuras .  Tenium , 
do5innam  de  futura  vita,  &  ultima  ^efmreBione  meras  effe  fabulas .  Co- 
sì egli ,  feguitato  pofcia  da'  fuoi  feguaci ,  i  quali  nel  deciniottavo  Capitolo 
della  loro  Confellìone  Gallicana,  profeflano,  Vapifiicos  conventus  dam- 
namus,  quòd  pura  Dei  veritas  ab  illis  exulet  ,  in  quibus  etiam  Sacramen- 
ta Fidei  corrupta  funi,  adulterata,  falftficata  ,  vel  penitùs  etiam  abolita , 
in  quibus  denique  omnes  fuperfìitiones  ,  &  idolomania  vigent  .  Così  Calvi- 
^JlT/nJVi'^'^'  no,  e  iCalvinifti;  di  cui  graziofamente  foggiunge  un'Autore;  [e]  Tarn 
Hit  profezia  Chriftum  norunt,  quam  ^ntichrifinm ,  &  utroque  deflendi  ma- 
gis ,  quàmridendt. 
i  iùu.ca^.9.  Decimofefto.  De'Concilii generali, egli foftiene,  [ti] poter' effi errare 

nelle  definizioni  della  Fede,  e  nella  interpretazione  della  Scrittura:  e  fe- 
condo i fuoi  principii  ben' egli  dice;  poiché  togliendo  l' autorità  fuprema 
ai  Pontefici  Romani,  toglie  il  vigore,  che  dal  capo  proviene  al  corpo,  e 
e  id  mpara^y  28  ^°  ^^ude  acefalo ,  e  difettofo .  Venera  egli  però  \i[e]  primi  quattro  Conci- 
iii Generali,  enonfiavvede  ilmiferabile,  che  nonmai  fii più conofciuta , 
€  venerata  l'autorità  de' Pontefici,  che  in  elfi. 

Decimofettimo.  Negata  l'autorità  ne' Pontefici ,  e  ne'Concilii ,  ne- 
eala  ancora  nella  Chiefa  univerfale,  come  fé  laChiefa  univerfale  ellafia 
f  rbid^c.iì.payétg.  m^^  cofa  diverfa  dai  Papi ,  e  dai  Concilii:  e  dice  [/]  Ecclefìam  non  habere 
B^l:-*.4.c.io.      potefìatem  ferendi  leges  ,  qu^  confcientiam  objiringant  i  [g]  Confiitutiones 
Eccleftaflicas  ,  five  qu£  caremomas  ,   ac  ritus  ,  fipe  qua  difciplinam  fpe- 
h  Iòide,».  eiant,  perniciofas  efk ,  &  impias  .  [/?]  Così  egli.  Sicché  Calvino  ripofe 

tuttala  forza  delle  leggi,  tutta  la  fermezza  de' dogmi,  tutta  la  interpre- 
tazione della  Scrittura  al  fentimento  di  ciafcuno,  riducendo  laChiefa  di 
Dioinunauniverfitàdipazzicon  più  capi,  che  corpi,  come  appunto  fu- 
rono i  fuoi  feguaci .  Fra  le  leggi  impofte  dalla  Chiefa,  ninna  fu  a  lui  più 
i  mb.c.xì,%.2i,   rincrefcevole ,  che  il  celibato  de' Sacerdoti,  [  i  ]  Certe  quòd  Sacerdotibus 
jnterdi5ium  fuit  conjugium  ,  id  fa6ium  efì  impia  tyrannide  ,  non  modo  can- 
tra Verbum  Dei ,  fed  cantra  omnem  aquitatem  :  onde  maraviglia  non  è  9 
fé  così furiofamente  egli  lì  fcagliaife  contro  S.Girolamo,  che  fu  del  celi- 
le/./.^  ;«  «....<,-  bato,  e  dellavirginitàegregioinvittodifenfore,  dicendo  di  lui:  Um/- 
nia  Evangelica  ad  f^is  luculentum ,  maligni ,  perverjtque  ingenti  fpecimen  in  eo  (  cioè  nel  ce- 
iulmMfc\,  libato  )  edidifie.  Riprova  [/]  perciò  come  fuperftiziofo  il  digiuno  Qiia- 
§.ì9.dr2o'  *    ■  dra^efimale,  empie  le  [rw]  pellegrinazioni,  eleaftinenze;  e  benché  con- 
ni/^w.f.  ij.      ^^^^  ^^^^  j^^l  grado,  le  antiche  iftituzioni ,  &  approvazioni  de'Mona- 
fterii,  nuUadimeno  e  contrai' antichità,  e  contro  il  corfo ,  econfuetudi- 
ne  di  tutti  li  fecoli  U  detella,  come  feminarii  del  Diavolo;  e,  Monafìe- 
ria  efie  lupanaria  potius ,  quàm  cafìitatis  facraria;  e,  nonaliter  porcos  in 

haris 


Capitolo  V.  435        Paolo  Ili 

harìs faginarì y  quàmMonach ositi  ccsnobiis.  Libera  egliperciò  con  facoltd 
commeflTagli  dal  Diavolo,  ruttili  Monaci  dai,  voti  di  povertà,  dicaftitd, 
e  di  iibidienza,  chiamati  da  eflo,  fiiperftiziofi  ftratagemmì  inventati  per 
deluder  Dio,  e  il  mondo,  da' quali  hora  eglino  erano  fciolti  in  virtù  della 
nuova  Evangelica  Chriftiana  liberti,  eh'  elfo  predicava . 

Decimo  ottavo  .  Hor  paffìamo  al  ientimento  di  Calvino  circa  li  Sa- 
cramenti ,  e  primieramente  efponiamo  ciò ,  eh'  ei  dicefle  di  effi  in  generale , 
perdifcender  poi  quindipiiì  diftintamente  al  particolare,  [a]  Sacramen-  iidemi!i>.4.c,ij. 
tum  eji  exteYnumfymboliim ,  così  egli  lo  definifce ,  quo  benevolenti^  (  e  per  il 
nome  di  benevolenza  egli  intende  la  predeftirias^ione  ,  Overo  quella  eterna 
cariti ,  con  cui  Dio  ama  gli  eletti  ;  poiché  fu  fempre  fentenza  di  Calvino , 
che  ne' foli  eletti  pollino  li  Sacramenti  efercitare  la  loro  forza  )  erganos 
fuiepromiffìones  confcientiis  noftris  Dominus  obfignaty  ad  fubfiinendam  Fidei 
nofira  imbecillitatem:  &  nos  vicifjlm  pietatem  ergaeumnofìram  tam  coram 
eo  i  &  Jlngeìis ,  qHam  apud  homines  téjiamur .  Così  egli .  La  forrriola  [b'\  poi ,  ^  '*''^'  §  4- 
e  le  parole  conficienti  li  Sacramenti ,  egli  foftiene,  non  effere  Confacratorie , 
mipitramenteCottc/ow^^on'e,  cioè  Efprefjive  al  popolo  ignorante  di  quella 
A'irtu,  che:  quel  Sacramento  in  fé  Contiene.  Nèeghammelfe  alcuna  virtù, 
ò efficacia  [e]  in  eflidi  conferir  ^xzihex opere  operato,  màdiffe,  eglino  e  Uid.%.ì^.  ' 
folamente  eccitare;,  e  nutrir  la  Fede,  come  eccita,  enutrifceinnoidiverfì 
affetti  il  difcorfo  de' Predicatori:  e  qui  egli  inciampa  in  un  grande  fcoglio, 
e  da  fé  itedb ,  non  volendo ,  fi  dichiara  appena  iniziato  nella  cognizione 
de' termini  Theologici,  per  altro  communi  anche  a  chi  da  lontano  habbia 
alcuna  volta  falutato ,  e  pafl'ato  le  fcuole  di  quella  fcienza  ;  poiché  per  opus 
operatum,  e^lilcl]  credefi,  che  da' Theologi  s'intenda  il  merito,  e  l'opera  .  ,,    vj<,^ 

b  j    i»/r      -n  T>-  •  r      n  •    i    i  %«•    -n  i-       /r*  ^  d  Idemjlnd.^.16. 

nona  del  Mmiitro.  L  intenzione  [^J  poi  del  Miniltro  egli  anicura,  non  r.  14. 

eflerneceffariaperla  confezione  del  Sacramento:  Ouod  de  confecrandi  in-  %''^'^.'"  *"^*^' 
tentione  garriunt,  die' egli  >  a  jopbijtts  nulla  probabili  rat  ione  fun  proditum  ftjf.-j, 
....  Ego  vero  facrofan6Ì£  Chrifti  inflitutioni  tantum  defero  ,   ut  (i  Epicurcwi 
quijpianij  mtustotamaBìonem  fubjamnans  )  mihiCcenam  ex  C bri/i i  manda- 
to,  &fecundàm  regulam  ab  eo  datam ,  rituque  legitimo  admmijìretytiondu- 
bitempanemy  &  calie ern  illiusmamt  porre^ium,  vera  mibi  effe  Corporis ,  & 
Sanguinis  chrifti  pignora.  Così  egli,  che  foggiunge  circa  il  Sacerdotal  ca- 
rattere, [f]  QuoddecharaUere  indelebili  fabùlant^ur  ^  ex  eadem  pYodiit  offi-  ^^""'^><{-('">-9- 
dna:  nam  veteribus hoc  totum  ignotum  fuit,  &  magis  confentaneum  eji  in- 
cantationibus  magicis ,  quàm  fan£  Evangelii  doBrince  .  Eadem  ergo  facilitate 
repudiabitur ,  qua  excogitatumfmt .  Così  egli .  E  ciò  circa  il  Sacramento ,  e  . 
fuoi  annefll  in  generale .  ,, 

Decimonono.  Difcendendo  poi  al  particolare,  Calvino  due  foli  Sa^ 
cramenti  riconofce  come  iftituiti  da  Giesiì  Chrifto ,  il  Battefimo ,  e  la  Ce- 
na :  della  Ordinazione  neparla  con  dubio ,  [g  ]  l^m  impofitionem  manuum  d  g  tdmc.i^.^.io. 
die'  egli ,  qua  Eccleft£  Mmiftri  in  fuum  munus  initiantur ,  ut  non  invitus  pa- 
tior  vocari  Sacramentum ,  ita  inter  ordinaria  Sacramenta  non  numero .  Non 
ripole  egli[/7]  alcuna  differenza  tra  il  Battefimo  di  Chrifto,  e  diSan  Gio-  h  rdemcis-S.?- 
vanni,  enega  [i]  femplicemente,  cheil Battefimo  fia  alfolutamente  ne-  f"//,^,Y..§,„. 
celfario  per  la  eterna  falute;  onde  afferma,  Fideliumpueros  fine baptifmo [ai- 
vari ,  fi  morte  intercipiantur  ^  quòd  fanEli  fmt ,  &  Ecclefu  membra  ,  &  in 
faderis  hizreditatem  y  (iatimacnatifunt ,  à  Deoexcipiantur:  afferendo,  che 
le  parole  di  Giesiì  Chrifto,  [IQ  l^ifi  quis  renatus  fuent ex  aqua,  &  Spinti*  ^  loan  j. 

E  e     2  San- 


Paolo  HI.       ^^5  Secolo  XVI. 

Sanzio y  non potejì ingredi  inl{egnum  Dei  j  devonfi  fpiegarenon  del  batteii- 
mo,  ma  del  modo  del  battellmo,  con  cui  regenerat  nos  Deus  y  nempèper 
aquam,  &Spiritiim,  quafidiceife,  perSpiritumy  qui  purgando  y  &  irrigan- 
do fidelesanimas,  vice  aquiC  fungitur  :  e  ridefi  il  temerario  degli  eforcifmi , 
a  iM.  §.  tj.       chrifma ,  &  altre  cerimonie  [a]  confiiete  pratticarfi  nella  collazione  di  quel 
Sacramento,  quali  egli  chiama  nugasy  &  theatrtcas  pompas  y  come  mede- 
fimamente giuoco  prendefi  del  coftume  antico  della  Chiefa,  folitaad  am- 
mettere li  Laici,  &  anche  le  donne  alla  col/azione  di  elTo ,  quando  lovrafti 
hid,r,>caivMù.4.  pericolo  nella  tardanza  ,  [  b  ]Qjiod  autem  multis  ab  bine  Jaculisy  adeò- 
c.ìs.§.2o.&f*q.  que  ab  ipfo  fere  Eccleftaexordioufureceptum  fuit  j  ut  in  periculomortis  Lai- 
ci baptÌ7^arent ,  /ìMiniJier  m  tempore  non  ade ffety  non  video ,  quàm  firma  ratio- 
j^idimhfpi/f.oH  ne  defendi  queat .  Così  egli,  che  eziandio  riprovò,  [e]  almencome  illeci- 
ocmum.  ^^^  ^j  battefimo  conferito  incafa  privata,  benché  in  neceflìtà  urgente, 
e  come  pergra^^ia  l'ammeffe  valido  in  chi  ricevello nella  Communione 
della  Chiefa  Romana.  Quindi  doppo  di  haver  tolto  al  battellmo  il  pregio 
della  neceflìti ,  1*  inalza  a  un'  altro  pregio ,  non  mai  fognato  da  alcun'  altro 
dJ6td.§,4.&4.  Heretico,  e  dice,  che  la  fola [t/]  reminifcenza  di haverlo  ricevuto  fcancel- 
la  «p/o/^^o  ogni  commefTo  peccato  fenz' alcuna  obligazione  diConfefllo- 
Ìs^cT^'TÌ'"''  "^*  [^]  Q^odcumqueergopeccatumy  dice  un  moderno  Autore,  quamlibet 
nùm^'ì^'infiìi  *'  hotrendum ,  ac  nefarium  Calvinifla  committant ,  modòje  bapti^iatos  ejk  memi- 
nerint ,  id  ftbi  protinus  condonatum  credunt .  Qtix  do&rina  quàm  facilem , 
proclivemque  piam  ad  omne  peccati  genus  bominibus  aperiat ,    nemo  non 
■pidet, 

Vigefimo .  Circa  poi  il  Sacramentò  dell'  Altare  faper  convienfi  ,  che 
tré  heretichefentenze  correvano  allora  oltre  li  Monti  fopra  quello  vene- 
rando M  iflerio .  La  prima  C\  era  quella  di  Lutero ,  che  ammetteva  la  impa- 
nazione :  la  feconda  di  Carloftadio,  che  negava  e  impanazione ,  e  trafmuta- 
zione:  la  terza  di  Zuvinglio,  che  concedeva  una  prefenza  allegorica  di 
-Chrifto  nel  Sacramento,  micom'eghfpiegava,  nomeealiter,  feUfidei  con- 
templatione .  Calvino  riprovò  Lutero ,  Carloftadio ,  e  in  qualche  fenfo  ezian- 
dio Zuvinglio ,  benché  li  Calvinifti  fiano  eglino  ancora  pompofamente  en- 
trati nel  numero  de' Zuvingliani,  &  arrolati  ^com' elfi  fra  i  Sacramentarii . 
Difs'  egli  dunque ,  che  il  Sacramento  della  Euchariftia  egli  è  figura  del  Cor- 
po, e  Sangue  di  Giesù  Chrifto;  econquefteparolefpiegò  ilfuofentimen- 
cii'i  X)!w/S" '''  ^^»  U]^^  quaratury  an  nihilominùs  panis  fit  corpus  Cbrifli,  K^fvinum  fan- 
guis  ipftus  :  refpondebimus ,  panem ,  &  vinumfìgna  effe  vifibilia ,  quA  Corpus , 
C^  Sanguinem  nobis  reprafentant  :  Corporis  vero  ,  ^&  Sanguinis  nomen  eis 
attrtbutum  ,  quòd  jtnt  veluti  infìrumenta  ,  quibus  Dominus  Jefus  Cbriflus 
nobis  ea  dijiribuit.  Forma  haec  loquendi,reivaldè  confentaneaejì  »  Cumenim 
non  modo  oculis ,  -.fed  ncque  ingeniis  nofiris  comprehendi  pofjìt  Communio , 
quam  inCorporeChriflihabemuSy  eatamen  illic  aperte  ob  oculos  monjìratur, 
Exempluminre  fìmili  valdè  proprium  habemus .  Cum  vellct  Dominusy  Spi- 
ritum  juum  inbaptifmo  Cbrijii  apparercy  eum  fnb  Columbi  figura  repr^fen-- 
tavit .  Joannes  Baptifia  hifioriam  illam  recitans  ,  Spiritum  San£ium  defcen- 
dentemfe  vidijjeait:  fi propriùs  attendamus  y  comperiemusy  ipjum  nihilpm- 
ter  Columbam  vidifie.  'ìiam  Sanali  Spiritus  efìentia  invifibilts  eji  .  Cum  ta^- 
men  fcirety  vifionem  illam  inanem  figuram  non  ej]e,  fed  Spiritus  San^t  pne- 
fentia  ftgnum  certijjìmum  y  affirmare  non  dubitai ,  fé  illum  vidifie,  quòd  eo 
modo ,  quo  ipfeferre  poter at ,  fuerit  reprafentatus .  ita  m  Communione ,  quam 

in 


Capitolo  V.  437       Paolo IIL 

in  ChrìJlìCorporCy  &  Sanguine  habtmusy  dicendum  y  cflMy[lcriumfpÌYÌtuale 
eficy  quod  nec  qchIìs confpici y  nec  ingenio  humano  comprehendi potefl .  Fignris 
tgitury  &ftgnisy  qua  fub  oculomm  fen/um  cadmt  y  ut  natura  no fir^imbe cil- 
litas  requirity  ojlenditur:  itatamen,  ut  nonfit  figura  nuday  &  fimplex  y  fed 
y evitati  fu<e,  &  fubflantÌ£conjun6ia.  Meritò  igitur  panis  appellatur  Corpus  ; 
cumid  non  modo  reprajentet,  veràm  etiam  nobis  afferat.  Itaque  facile  con- 
cedemusy  Corporis  Chrijii  nomen  adpanem  transferri y  quòd  ejus  s^cramen- 
tum ,  &  figura  fit .  Così  egli .  Convenne  bensì  Calvino  con  Lutero ,  La  Eii- 
cbanùia.  non  effe  adorandam,  ajjerpandam,  circumferendam ,  &  extra  ufum, 
ac  manducationem  Sacramentum  non  ejje;  e  ripiglia  li  Cattolici  come  ido- 
latri ,  i  cjuali  Idololatriam  commìttant  ,  dona  prò  datore  colant ,  ex  fan^lo 
cjus  Sacramento  execrabile  idolum  faciant  ;  non  fenza  noftra  gran  meravi- 
glia in  rileggere  poi  nel  medefimo  Calvino  [«]  lS(egarinonpotefi,  quinado-  a  ^^  n^-  ^^  y^^a 
randusfit  Chriflusinpaney  velfub  pane.  Klam certe ubicumqueeji,  fraudari*^!'s*f''&'c"'p'r7s 
eum  fas  non  erit  fuo  honoxe,  &  cultu.  Quid  ergo  magis  pri£pofierumy  quàm  '^'"''fi'    ''■■■^trfHs 
locari  inpane y  & illic  non  adorarti  Qiieito  Sacramento  poi  da  luinevien  ^"'"'^'""* 
fempre  chiamato  manduca:^io?ie ,  e  dice,  Eucharifiiam  nonaliamrem  ejJe, 
quàm  manducationem,  nel  fenfodaUii  intefo,  e  da  noi  di  fopra  fpiegato . 
Sicché  il  fiftema  di  Calvino  del  Sacramento  fi  reftringe  in  qnefto ,  com'  egli 
Spiega  in  altro  luogo ,  [b]  Chrijii  Corpus  in  c(slo  tantum  effcy  non  in  Sacra-  b  idtmU.^.inìih. 
mento y  nifi  reprejentatit>è y  &  figurative-,  fide  tantÌ4m  manducari :  nec  ///^- '• '7-/"»''«j'-. 'o. 
ftantiam  ipfam  carnis  illtus  ,  &  fanguinis  ,  fed  unam  virtutem  in  nos  deri- 
vari.  Qual  virtù  però,  in  conformità  [e]  di  quanto  egli  foggiunge,  non  e  uid.parazr.j^^, 
deriva  ne' peccatori,  i  quali  nella  manducazione  wo«  recipiunt  Chrijii  Cor- 
pus y  fed  fymbola  dumtaxat .  Riprovò  egli  ancora  il  precetto ,  con  cui  s'im- 
pone la  Communione  una  volta  l' anno ,  e  chiamollo  [d]  Diaboli inventum  :  j  /^/^  a^.parss. 
nccome  medefimamente  la  Coftituzione  della  Communione  ai  Laici  fotte  v^à-fe^j. 
lafolafpecie  del  Pane,  [e]  qua^  dimidiam  coen^  partem  melioripopuli  Dei  e  ibUm^ 
numero  y  vel  furata  e[i,  veleripuit:  venendo  ella  rifervata  fotto  ambedue 
lefpecie,  paucisrafts,  &un^is  (  e  qui  egli  contale  improperio  ripigliai 
Preti,  e  i  Frati  )  ai  quali  la  Communione  di  ambedue  le  fpecie  inpeculmm. 
ceffit;  e  quindi  forfennatamente  efclama ,  Edi6lum  eterni  Dei  e jly  ut  omnes 
bibant:  quod  homo  nova  ,  &  contraria  lege  antiquare  ,  &  abrogare  audet, 
edicensy  ne  omnes  bibant.  Ma  quefì:' argomento  di  Calvino  è  ftato  da  noi 
in  altro  luogo  [/]  ponderato ,  e  rigettato ,  iredi  u  „ofiro  i. 

Vigelìmoprnno .  Ma  non  contro  mai  alcun' altra  cofa  eglipiiì  rabbie-  tor»'i'^&'4^^- 
famente  fcagliolfi  ,  che  contro  il  Sacrificio  della  MelVa,  riprovato  dalui, 
forfè  peggio  di  Lutero ,  [g]  Mijìam  Sacrificium  non  ejje,  àie  egli,  provi-  ^  [^""^'^^•^'•4' 
vorumy  &  mortuorum  expiatione  à  Chrifio  injiìtutum  ,  fed  hanc  injigni  con- 
tumelia ChrifiumafficerCy  Crucem  cjus  fepel tre  y  &  opprimere ,  mortem  ejus 
in  obltvionem  tradere ,  fru6ium  ,  qui  ex  ea  nobis  proveniebat ,  tollere ,  Sa- 
cramentum y  quo  mortis  memoria  reli6ia  eraty  enervare  ,  &  dijjìpare.  Tri- 
vatas  Mijjas  cum  Chrijii  injiitutione  ex  diametro  pugnare ,  imptam  ejie  Sa- 
cra Ccena  profanationem '.  abominationem  ejje,  qua  in  Calice  aureo  propina- 
ta y  omnes  l{eges  terra  ,  &  populos  ,  a  fummo  ufque  ad  novijfimum  fic  ine- 
briavìt ,  fic  percujjitfopore ,  ac  vertigine ,  ut  brutis  ipfis  jìupidiores ,  proram , 
&puppim  fiu  jalutis  in  hac  una  exitiali  voragine  jlatuerint  .  E  perch'egli 
non  potè  non  negarne  r  ufo ,  anche  negli  aurei  fecoli  della  primitiva  Chie- 
ia,itorle  malignamente  in  altro  fignificato  ,efenfoil  coftumcdieiTi,  come 
Tomo  ly.  £e     ,  iedif- 


Paolo  III. 


438 


Secolo  XVI. 


■2.  Vedi  il  noffro  1. 

rtm.pig.iì. 

b   Ideni  in    antid. 

adjf/r.  4. 

c  Il/idtcap.  io< 


d  Matth.  l8p 


i  Mattb^  2j, 


g  Id{m    in  aiitid. 


h  Idem  CI}. in  In* 

Jiu. 

ì  Idem  in  cpi/ì.  ad 

Valtrianum  l'ala- 

UHM. 

k  Idem  in  refpon- 
fo  de  ufuris  intir 
tpift.pag,  22  j. 


fé  differente  foffe  il  facrifìcio  di  quelle  antiche  età  dal  prefente,  Sed  quìa 
yeteres  quoque  illos  ,  egli  replica ,  video  aliò  hanc  memoriam  detorfìfie, 
quàm  injUtutiom  Domini  conveniebat  (quodnefcio  quamrepetita  ,  aut  cene 
renovau  immolationis  faciem  eorum  Ccen£  prafeferebat  )  nihil  tutius  piis 
peBoribus  fuern ,  quàm  in  pura ,  jimpUcique  Dei  ordinatione  acquiefcere . 

Vigefiniofecondo ,  E  perche  gran  parte  della  nollra  Santa  Fede  appog- 
giati (opra  le  tradizioni,  quali  negate,  neceffariamente  precipitafi'f^Jin 
abiifi  hor rendi  di  errori ,  quindi  è ,  eh'  egli  afferì  Fidem  noftram  [  b]folis  Scrir 
pturis,  non  ^poflolicis  traditionibus  ni$i  ì  e  perciò  efclamò  contro  le  tradi- 
zioni ,  come  conrro  una  nuova  tirannia  de'  Preti ,  quali  vogliono ,  [  e  ]  l^ul- 
lamefie  cxremonwlam,  qua  non  prò  ^poftolica  cenjeatur:  e  facrilegamente 
fiegueabeftemmiare,  chela  Chiefa  Romanareputa  a  maggior  peccato  la 
trasgreflìone  delle  tradizioni  humane,  che  il  conculcamento  de' precetti 
divini,  ^pud  eamy  die' egli  di  effa,  fceleratius  ejì,  auricularem  Conferò- 
nem  vertente  anno  pratermiftjìe  ,  quàm  nequi(ftmam  vitam  in  folidum  an* 
num  produxifje:  linguam  die  Veneris  infeci fte  modico  carnis  guflu»  quàm  to- 
tum  corpus  diebus  omnibus  fcortando  fadafie  :  manum  die  San£}uiis  nefcia 
quibus  confecrato admovijje  honefio  operi,  quàm peffimis  facinoribus  membra 
omnia  exercuijìe:  Sacrificum  legitimo  uno  fonnubio  copulari,  quàm  obligarì 
mille  adulteriis:  votiyam  peregrinationem  non  perfolrifje,  quàm  inpromifjìs 
omnibus  fidem  f altere  :  in  prodigi ofos  y  nec  minùs  fuperpacuos  ,  ac  inutiles 
Templorum  luxus  non  altquid  profudifk  ,  quàm  'defuifie  ultimis  pauperum 
f^ecejjitattbus  :  Idolum  fine  honore  prceteriiffe  ,  quàm  hominum  omne  genus 
contumeliose  tra6iajìe  :  non  demurmuraffe  certis  boris  longa  fine  fenfu  verba , 
quàm  legitimam  orationem  nunquam  concepire  . ,  « .  propè  in  adulterio  abjolvi , 
quijudicaturincibo:  illifcortum  permitti,  cui  interdicitur  uxor ,  Così  egli, 
3I  cui  confronto  odafi  adeflb  Giesù  Chrijrto ,  che  così  parla  delle  tradizio- 
ni, [d]QuiEccleftamnonaudierit,  fittibiftcutEthnicus&Tublicanus'.  [e] 
Et  quivosaudit,  meaudtt:  &  qui  vos  fpernit ,  me  fpernit  :  qui  autem  me 
fpernit,  fpernit  eum,  qui  mifit  me.  Cosili  Verbo  humanato  contro  Calvi. 
no .  Né  dicefi  fra  Cattolici ,  che  in  primo  luogo  debbanfi  olfervare  le  tra- 
dizioni ,  e  poi  li  Divini  precetti  i  elfendo  che  è  niojto  più  gti^ve ,  c^terispa- 
ribus,  il  peccato  contro  il  Decalogo ,  checontro  laCoitituzioneEcclefia- 
ftica  :  ma  diciamo  con  il  noftro  Maeftro  Giesù  Chrifto ,  [/]  Htec  oportuit  fa- 
cere ,  &illanonomittere:  cioè  ubbidire  alli  primi,  come  immediatamente 
comandatici  da  Dio ,  &  alle  feconde  >  come  pur  da  Pio ,  ma  mediante  l'ora- 
colo de' fuoiVicarii,  e  della  tua  Chiefa. 

Vigefimoterzo .  Negando  dunque  Calvino,  eriprovando  le  tradizioni, 
non  fu  grand'  u  vopo  a  lui  il  difcendére  [^  ]  a  negare ,  e  ripro  v  are  .dal  Cano- 
ne de'  Sacri  Libri  quei  dell'  Ecclefiaftico,  della  Sjbienza,  di  Salomone,  di  To- 
bia ,  di  Giuditta ,  la  Hiftoria  de'  Machabei ,  e  la  Verfione  vulgata . 

Vigefimoquarto  .  Circa  il  matrimonio,  Calvino dichiaronne  [hypcr 
la  fornicazione  fciolto  il  vincolo ,  dando  libertà  di  paflare  anuove  [i]  noz- 
ze alla  moglie  abbandonata  dal  marito,  che  fuggito  fenefolie  con  altra 
donna. 

Vigefimoquinto .  Aflerì  [h^]  non  mai  le  ufnre  condannate  dal  tefti- 
monio  di  alcuna  Sacra  Scrittura:  come  fé  nel  Salmo  decimoquarto,  nel 
Capitolo  dieciottefimo  diEzechielle,  enelfeftodiS.Luca,  folfero  elleno 

non  riprovate,  ma  lodate. 

l£in 


Capitolò  V.  459       Paolo  m. 

E  \r\  qiiefti  venticinque  articoli  habbiamo  noi  riflrette  le  principali  . 

Herefie  di  Calvino,  da  altri  [  4  [  Autóri  diftefe  al  numero  [b]ài  duecen-  },:■!" ci; aLH.ri 
tofettCj  e  da  altri  fin  a  quello  di  mille  j  e  quattrocento  i  Eguale  agli  errori  [j"^;^^^   ^^^^^ 
de' dogmi  fu  in  Calvino  >  e  ne'Galvinifti  quello  della  disciplina,  con  cui  denfitZ'  in^fZ 
governai  la  loro  Sinagoga  4  Trìmàm  eliguntur  mìnìjlti  a  nojlro  Collegio  t  l'-^-!^^f''*  ^''^' 
cosìjeglidefcrivela '.nella  (uà  epii\o\a,ad  Gafparem  Oleviamm,  ac  datar  il-  Grerar7hia,difci. 
lis  Script»r<£  locus ,  m  cujui  interpret adone fpecimen  Jua  dexteritAtis  edant  *  ^j^^^^'  S^-' c^'  t 
Deinde  examen  habetur  de  pracipuis  ddiìrin£  capitibus  ,  Tandem  coram  no-  nifti? 
bis  per  inde  y  ut  apud  populuntt  coneionantUr  .  ^4djunt  etiam  duo  ex  Senatu  . 
Si  probatuY  eorum  eruditio ,  eos  Sendtui  cum  tejìimonio  offerimus  :  in  cHJus 
arbitrio  ejl  non  admittcrcy  ft  minùs  idoneos  judicet ,  Q,uòd  fi  recipiuntur  (  ut 
femper  ha^enùs  contigit)  tum  nomina  promulgamus  coram  populo ,  ut  fi  quod 
•pitium  latuerit  y  iibeYum  fit  fmgulis  ante  o6io  dies  indicare  »  Qui  tacitis 
omnium  [uffragtis  probantur ,  eos  commendamus  Deo,  &  Ecelefia  :  Infanta 
non  bapti':^amus ,  nift  prò  publica  concione  :  quia  abfurdum  videtur^  ut  fa- 
lemnis  illa  receptio  paucoi  tantum  babeat  tejies ,  Tatres,  nifi  quid  impediat  * 
)ubentur  adefie  y  ut  fiipulationi  refporideant  una  cum  fidejufioribus  .  l^e- 
mo  tamenadfidejubenduni  admittitUYi  nifi  qui  ejufdéni  nobifcum  efi  profef- 
ftonis .  ^rcentur  &  eXcommunicati  ab  hoc  honofe  *  "gemini  ante  ad  Sacram 
Chrifii  Ccenam  patet  accefius  ,   quàm  fidem  Juam  profeJJ'us  fit ,  In  eum  finem 
quotannis  habentur  quatuor  examinU ,  ubi  interrogantur  pueri ,  ac  de  profe- 
tili cujufque  cognofcitur  .  l>{am  etfi  finguUs  diebus  Dominicis  in  Catechifmo 
jam  incipmnt  altquodtefiimonium  dare  j  donec  tamen  cognitum  fuerit  mini- 
Jìrt  judicio  mediocriter  in  fumma  B^ligionis  profeciffe  ,  ad  Sacram  Menfant 
accedere  non  licet .  Quod  ad  major  e  s  natu  fpeóìat  j  à  nobii  quotannts  repeti- 
tur  infpcBio  cujufque  familia  *  Diflribuimus  inter  nos  Urbis  B^egionei  ,  ut  or- 
dine fingulas  Decurias  excuterc  liceat .  ^defi  Miniflro  comes  unui  ex  Senio- 
ribus  .    Illtc  novi  incoia  examinantur  4  Qjti  femel  recepii  furiti  omittuntur  , 
ni[ì  quòd  inquiritur  y  Siine  domus  pacata  ^  dr  reClc  compofita^  num  lites  cum 
"vicinisi  num  qua  ebrietas?  num  pigri  firn ,  &  ignavi  ad  Concionesfreqiien- 
tandas  ^  In  cenfuris  obfervatìir  hac  ratio .   Ùeliguntur  quotannis  duudecim 
Seniores  :  nempè  ex  minore  Senatu  duo,  reliqui  eX  ducentis  ,  five  fini  indi- 
gente, five  adfcriptitii  cives,  Qut  probe  y  &  fideliter  munere  fùo  perfun[Ìi 
funty  loco  non  moventur:  nifi  forte  eos  occupet  alia  cura  I{eipublic£  .  ^nte- 
quam  ab  eleclione  fua  fedcant  y  corum  nomina  publicè  eduntur,  ut  fi  quis  eos 
tndignos  cognoverit ,  mature  denunciet .  ^djudicium  Ecclefia(iicum  nemo  ci- 
tatury  nifi  ex  communi  omnium  fcntentia.  Itaque  rogantur  finguli ,  num  quid 
yciint  in  medium  afferre^  ISlemo  autem  citatur  y  ni(i  vel  privatis  admomtio- 
nibus  non  obtemperavit ,  vel  qui  Ecclefiam  offendit  malo  exemplo .  Ita  blaf- 
phemiy  ebriofi  y  fcortaiores  y  percufìoresy  rixofiy  Jaltatores  y  qui  cboreas  du- 
cunt,  &  fimiles  vocantur  .  Qui  leviàs  deliquit,  humanis  vcrbis  caftigatus 
dimittitur  .  Gravioribus  peccatis  animadverfio  feverior  *  Eos  enim  Mtmfier 
excommunicat  j  faltem  ad  breve  tempus.  Excluduntur  autem  à  Cana,  donec 
veniampetentes  idem  Mintfler  Ecclefia  reconciliet .  Si  quis  prafra6lè  au6io- 
ritatem  Ecclefiafpernat ,  mfi  ante  elapjum  annum  à  contumacia  dcfiitertt, 
à  Senatu  in  exilium  annuum  ejicitur  ,  Si  quis  etiam  proterviàs  fé  gerat ,  Se- 

natus  caufam  fufcipit  y  &  animadvertit  é ^c  neplebsqueratur  de  immo- 

àico  rigore  ,  non  tantum  iifdem  poenìs  fubjacent  Minifiri  ;  fed  fi  quid  ex- 
fommunicatime  dignum  admijermtj  fimul  etiam  abdicantur .  Così  egli  del- 

h^    ^  la  iua 


Paolo  III.       ^^^  Secolo  XVI. 

la  Aia  nuova  Riformata,  ò  per  meglio  dire.  Deformata  Chiefa.  Un'Autor' 
iKat.^ux.fae.  [^]  Fraiiccfe  diligentemente  poi  ne  rapporta  Ii  rìtì ,  le  cerimonie  diverfe, 
^HP,ml'^t'^''  ^'  ''  ^  ^^  differenti  iifanze  della  loro  Mandiicazione ,  e  dice ,  Isl^lU  habent ,  utplu- 
rimunii  Baptìfleria  Calvinifl^i  rei  ft  qua  à  Catholicis  habent,  ìis  nonutun- 
tur.  In  HoUandia,  Minifter  formulam  Baptijmi  ex  fuggejìu  pralegit,  alìuf- 
que  MÌHÌjier  ,  vel  (ì  non  ade/i  ,  ipfe  defcendens  ,    infra  fuggeflum  baptf^at , 
quamvis  in  Gallia  fugge jius  paulò  humiliorftt,  ut  ad  illuni  infante s  bapti'zan- 
di  attollantur  .    Formulam  baptifmi  lingua  vulgari ,   c^  alta  voce  pronun- 
tiant .  tAnglo-Calviniani  etiam  Crucis  fignum  ,  aliafque  nonuullas  c^remo- 
mas  a  Catholicis  acceptas  in  bapti'^^ndi  rifu  adhibcnt .  Q^od  Ccena  celebra- 
tionem  Jpeóiat  j  Genevenfes  panem  aiQmum ,  &  figura  rotundum;  Germani  y 
Galli y  Belga,  iAngli,  fermentatum ,  ufualcmquepanem  porrigunt,  ac  inlon- 
gas  partesdìj]e6ìum ,  quas  pofica  communicantibus  frangunt  :  Bafilea ,  &  in 
aliis  Helvetia  locis  franilo  locum  non  habet .  jipud  Genevcnfes  ,   Minijiri 
dum  panem  difiribuunt,  nihil  pror/us  loquuntur:  in  aliis  plerifque  locis  ht»c 
"perba  proferunt:  Accipite,  manducate,  hoc  eft  Corpus  meum,  in  aliis: 
Panis  quem  frangimus ,  Communio  eft  Corporis  Chriftì .  ^/ìnglo-Calviniani 
titurgiam  fingularem  habent .   In  Germania ,  a^  Gallia ,   Communicantes 
menfam  circumire  folent  :   in  Gallia  Diaconi,  ex  arttfìcum  gregariorum  nu- 
mero plerumqueeleóìi,  Calicem  propinant ,  In  oinglia  vero ,  &  Belgio,  men- 
fam non  circumire,  feà  illi  affidere  folent x  cum  hoc  t amen  di f crìmine ,  quòd 
in  Beigli  plerifque  locis  duodenarius  communicantium  numerus  obfervetur , 
ut  B^tus  (  inquiunt  )  ad  primam  Chrifli  inflitutionempropiùs  accedat.  t/ingli 
vero  Turitani  ad  viginti  ufque,  &  plures  longa  admodum  menfce  turmattm 
accumbunt,  &  ex  tribus ,  vel  quatuor  in  ea  pofttis  fcutellis,  panis  fruflulis 
repletis ,  totidemque  fcyphis  Sacramentum  fuis  ipfi  manibus  captunt .  Sipud 
^nglo-Calvinianos   vero  ncque  circumambulare  ,    ncque  etiam  accumbere 
folent  ;  [ed  contra  Minifter  circumit ,  atque  obambulat ,  deferens  unicuique 
ad  fedcm  fuam  utramque  fpeciem  Sacramenti,  Hi  vinummCalicibus ,  Vuri- 
tani  vero  in  vulgaribus  poculis  propinant  >  QuodF{itusreliquos  attinet,  ^^n- 
glo-Calviniani  Matutinas ,    &  Vefperas   quotidie   canunt  :    itemque  orga- 
norum  pulfu  ,  &  vocali  muftca  ,  fuperpelUceis  induti  ;  esteri  unum  dum- 
taxati  <&  alterum  Tfalmum  canunt,  ante,  &poft  Concionem ,  abfque orga- 
nis  .  yejies  Sacras  ,   vel  B^ligiofas  in  divino  cultu  mdlas  adhibcnt  .  SanUo- 
rum  fefla  nulla  celebrant ,  exceptis  ^nglo-Calvinianis  .   Stata  jejunia  apud 
alios  nulla.  Genevenfes  aconomiiS  caufa  diem  Jovis pifculentum fecere ,  quia 
propter  vicinum  lacum  Lemannum  pifcibus  abundant:  diem  autem  Generis 
carnium  efui  deftinarunt  propter  libertatem  (  inquiunt  )  confcientia .  *Apud 
^Anglos  ab/iinentia  à  carnibus  diebus  Feneris  ,  &  Quadragefimali  tempera- 
te, (sconomiA  potius  caufa ,  quàm  t{eligionis  obferpatur .  La  loro  fetta,  co- 
me tutt&4ealtrehidredeirherefia,  fi  divife  in  tanti fetrarii ,  quanti,  per 
così  dire,  Calviniftii  e  noi  di  tutti  faremo  quella  commemorazione ,  che 
ci  caderà  opportuna  al  corfo  della  materia ,  e  del  tempo . 
Hor  dalla  enumerazione  de'  detti  Heretici  di  Calvino  ci  richiama  il 
b  Omnia  h4c ha-  corfo  dellaHiftoda alprofeguimcnto de'  fatti,  e  de'variifucceffij  che  ac- 
EoTfZ^l''&pÌ't>7-  compagnarono  la  vita  miferabilediqueftofamofo,  &  infamato Herefiar- 
rium  M.i{fmum  in  ca .  Pattitofi  dalla  Germania ,  [  />  ]  ove  noi  lo  lafciamo  in  ifpelfi  congreifi  co' 
Sndot?rdi"c,a.  Luterani,  riportofli  Calvino  in  Francia,  &  annidoffi  \\\  un'  horto  della 
vino  per  ci.iìViTii.  Città  di  Poiclicrs,  per  diifonder  quindi  pe'l  Recno  la  Tua  nuova  herefìa 

r.ar  lafuaherelia.  41.^ 

contro 


1 


Capitole 


lo    V.  441  PAOLOlIL 

contro  la  Chiefa,  come  già  dall'horto  del  Paradifo  Terreftre  propagolfi 
dal  Diavolo  nel  genere  hiimano  la  prima,  e  gran  ribellione  contro  Dio. 
Quivi  egli  con  alcuni  mal  perfuafi  Letterati  frequentando  difcorfi ,  e  difpu- 
tefopra  Dogmi  di  Religione  j  &  inculcando  principalmente  ilfuo  nuovo 
fiftemafopra  il  mifterioaugufto  del  Sacramento,  e  come  fpeflb  accade  , 
concorrendo  molti  alla  novità,  in  quel  tempo  particolarmente  in  cui  le 
novità  erano  non  mendiffeminate,  che  gradite,  fu  facile  ,  come  feguì, 
che  in  breve  quell'hortodiveniffe  (cuoia,  i  difcorfi  infegnamento  ,  li'du- 
biiperfuafione,  e  finalmente  i  concorrenti  fi  uniflero  in  fetta,  e  fi  ritro- 
vane la  fetta  in  iftato  di  tentar  progrefil  con  la  perverfione,  e  con  la  pre- 
dicazione perle  vicine  Provincie.  OndeCalvino,  che  n'era  il  direttore  i  ... 
e  1  capo,  fcelti  tré  d'ingegno  >  &  arte  proporzionata  al  bifogno,  mandò  prin7paff,'"ori- 
nuovi Miffìonarii  d'Inferno,  Gio:  Vernovio  per  quel  contorno  ài  Poi- g'ne.'ieinòmccii 
óliers,  Antonio Dugujo  per  la  Provincia  di  Sains,  e  di  Engolemme  ,  il  ^""^'■'• 
quale,  mutato  il  nome  in  ficurezzadella  perfona,  f(?  chiamarfi  il  [a]  B^-  ^  inUnxu^Fr.vi- 
collettorey  e  Filippo  Veronio  per  l'Aquitania,  e'I  Tolofano;  equefti  skii-  '^ff'i'^'K'^'»''^""^' 
Cora  cangiatofi  nome ,  atlunfe  quello  gradito  dagli  Heretici  Albigenfi  ,  le 
cui  reliquie  ancor  perduravano  in  quelle  Provincie  j  di  BnonHuomo ,  il  qua- 
le, perche  j>nma  di  queftaMiffionehaveva  letto  il  Jus  Civile  nell'Accade- 
mia di  Poidiers  in  un'uditorio  òfcuola,  che  dir  fi  voglia,  chiamata  da  que' 
Dottori,  \z  Minijirarìa  y  fu  quindi fempr'egli  da  Calvino  nominato  il  Mni- 
flro ,  e  da  eflb,  come  dicefi,  [h]  li  Predicatori  Calvinifti ,  Mini/ir i .  Quefti  pe'l  ^^S^.^j.*  '"'''^^^' 
popolo  predicavano  cofemaravigliofe,  e  forprendenti.  Per  cattivarfi  fa- e  loro  Prediche. 
ma  di  fani  Cattolici,  cominciavano  le  loro  prediche  con  qualche  rimpro- 
vero contro  Lutero ,  di  cui  dicevano,  ch'egli  havefie  più  toftoincroftata  , 
che  lanata  la  piaga  della  Religione ,  e  fattala  da  mala  divenir  peggiore .  Ch' 
efII  volevano  ridurre  le  cofe  della  Fede  al  priftino  flato  di  pura,  e  fchietta 
credenza,  intorbidata  finallora  dalla  diverfità  delle  opinioni ,  e  dalla  iniqui- 
tà degli  Heretici  ;  e  qui  divertivano  il  loro  principal  difcorfo  al  Sacramento, 
e  dicevano,  [e]  Canam  Domini  ,  e'jufqne  ritus  ad  priflirice  forma  amufjim  e  idemiù!d,n.xì, 
exigendos  effe:  barbamm  efiey  c^  impium,  Chrifltim  è  Ccelo  de  trabere  ,  0* 
ligatum  quafi ,  &  compeditum  per  Sacramentum  hoc  traducere  ^  ac  tandem 
manducare  ;  nec  tum  veram  Corporis  Chrìfìi  manducationem  mere  fpiritualem 
effcy  aut  per  jìdem  fieri-,  e  richiefì:i  eglino,  come  facevafi  dunque cotal  ' 
manducazione  non  reale,  né  fpirituale.^  foggiungevano  ,  come  nuovo  , 
ma  impercettibile  arcano  ,  Verum  Corpus  y  &  verum  Sangmnem  inCosna 
•perèy  &realitery  &  fubjìantialiter  adefie  y  f ed  t amen  figurate  y  &  Sacramen- 
taliter ,  ita  ut  Corpus  Chriftt  femper  maneat  in  Ccelo  :  effeque  panem ,  &  vinum 
arrhamy  &  ftgillumy  quo  omnia  àChrifto  nobis  promifia  confirmentur.  Que- 
lle ree  malfime,  e'I  rumor  della  nuova  dottrina  à  chi  gradevole,  e  à  chi 
rincrefcevole ,  non  potevano  non  divulgarne  il  fuono  ò  dell'applaufo  ,  ò 
della  contradizione:  onde  Calvino,  di  cui  già  correva  la  voce  di  primo  Ricino  di  Calvino 
motore  di  quefla  infaufta  machina,  timorofo,  ch'ella  non  fi  roverfcialìe  Navarr^T'u^ndl 
repentinamente fopra fé,  con  avveduto  configlio,  nafcondendofi più tofto,  Ji  "uovo  miu 
che  fuggendo  ,  ricovroifi  nel  Regno  di  Navarra  fotto  il  patrocinio  della  ^"'"*"'^  • 
Regina  Margarita,  Sorella  del  Rè  Francefco  di  Francia,  e  Moglie  del  Rè 
HenricoHalbret  di  Navarra,  donna  inclinata  alle  novità,  amante  de'nova- 
tori,  e  tinta  di  già,  comedicevafi,  di  pece  Heretica  Luterana.  Ma  breve 
fa  colà  il  fuo  foggiorno ,  coilretto  à  ripaflar  di  nuovo  nella  Germania  dal 


PaoloIII,       44X  Secolo  XV L 

timore  delle  Leggi,  e  de' caftighi  ,  che  potentemente  fulminava  il  Ré 

Francefco  contro  gli  H«retici  del  filo  Regno. 

Lodi,  ebencme.      Regnava  il  Rè  Fraocefco  in  Francia  non  men'invitto  di  cuore  contro  i 

cefco^di%nc?a  ncmici  del  Regno,  che  generofo  dì  animo  contro  quei  della  Religione 

"""e  '*nca*'"  Cattolica  i  onde  havevanc  ricevuti  ringraziamenti,  e  lodi  dal  [a]  Pontefi- 

Tcum°n!vuM.  cc Clemente  Settimo,  che  riconofcevalo  in  qiie'calamitoll  tempi  per  T 

hrev.an.isì'i-p'ii-  unico  foftenitor  ncl  Mondo  della  Religione  di  Chrifto.  Egli  haveva  poc' 

^b\ayn.  dicit  ^n.  anzi  [b]  prima  fatto  truftare,  e  mercare  in  fronte  Gio:Clerico  Scardatore 

j^i^.&spond.an.  (jj  Lana  ìn  Mcaux ,  perche  hebbe  ardimento  di  chiamare  il  Papa  ^»f re /;>•/- 

'^^^'  Jioi  e  pofcia  eziandio  havevalo  fatto  bruciar  vivo,  perche  haveva  di  notte 

tempo  calpeftate,  &  abbattute  alcune  Sacre  Imagini  in  un'Oratorio  della 

Città  di  Metz:  per  la  qualcofa  egli  fu  Cotanto  [r]  encomiato  daTheodo- 

/c2«f'.  *"" '"  roBeza,  chea  piena  bocca  chiamollo,  Trimum  Inflauratorem  EcclefìieMe- 

tenfts ,  eundemque  &  Meldenjìs  :  e  in  Parigi  haveva  il  medefimo  Rè  fatte  rin- 

ferrare  in  Reliquiarii  di  argento  le  tefte  di  due  ftatue  di  Giesiì  Chrirto  ,  e 

della  Madre  di  Dio,  facriiegamente  tagliate  da  alcuni  Heretici,  e  lafciate 

mozze  in  mezzo  alla  ftrada  in  improperio  delle  figure ,  e  del  figurato  :  perlo- 

che  ricevè  nuovi  ringraziamenti ,  Se  applaufi  dal  medefimo  Pontefice  ,  che 

d  sifidMb.S'       di  nuovo  refcriflegli ,  e  per  la  pena  elfeguita  [d]  nel  Clerico ,  e  per  l'honore 

^^m.brev.tum.  yjciiperato  [e]  alle  Sacre  Imagini,  e  pel  zelo,  e  moderni  Canoni  formati 

f  J4nn.i$ti.FAg.  [y'j  da  fuoi  Padri  Parigini  in  un  Sinodo  Provinciale  di  Parigi  coltro  Lute- 

rVi"«^Ì««VÌ/  roinfoftenimento,  e  pregio  della  Religione  Romana;  onde  meritò  icom- 

ti»r,it  Colon,  ó- muniencomii,  e  la  fama  di  tenaciflìmo  della  Fede  Cattolica,  edivigilantif- 

Si.  """■  '^**'  fimo  contro  chiunque  ofaffe  ài  aprir  bocca  per  impugnarlanel  fuoRea- 


g  ^n. 


fjjy. '«^»<'  rnej  e  perche  di  frefco  [g]  m  fua  affenza  da  Parigi  li  nuovi  Calvinifti  bave- 
spond.^un,at,n.^.  ^^^^  fparfi  pcr  quclU  Città ,  e  fin'affifli  al  Regio  Palazzo  alcuni  infami  Li- 
belli contro  l'Auguftilììma  Eucharil^ia,  egl' incontanente  da  Bloys  ripor- 
toliì  in  Parigi ,  e  quivi  con  folenne  pompa  ordinata  una  maeftofa  procelfio- 
ne  dal  Tempio  di  S.  Germano  fin'a  quello  della  Beatiflima  Vergine ,  eflb 
ftefib  con  la  Regia  Conforte  v'intervenne  con  torcia  accefa ,  e  capo  fcoper- 
to ,  portando  GiorBellay  Vefcovo  di  Parigi  il  Santiflìmo  Sacramento  fotto 
il  Baldacchino  fofì:enuto  dal  Delfino,  dal  Duca  di  Orleans,  e  da  quello  òi 
Engoliemmefuoi  Figli,  e  dal  Duca  di  Vandome  primo  Principe  del  Regio 
Sangue.  Egli  poi  perorò  così  vivamente  contro  i  Sacramentarli,  che  giu- 
h  Spind. itc.cit.    rò ,  [h]  Suum quoque brachmm excifurum ,  ftea  pefie infeBum  fciret ,  atque^ 
tdipfum  in  proprios  liberos  praftarurum ,  Nel  medefimo  giorno  trèreideir 
accennato  delitto  egli  condannò  alflioco  con  terribile  fiipplicio ,  in  cui 
;  eglino  ad  machmam  alligati ,  &m  fublime  elati ,  deinde  in  fubje6lunì  ignem 

demittebantur  i  iterumque  furfum  fublati ,  &  demiffiy  tandem  carnifice  re- 
film  precìdente,  in  fiammampr^^cipites  ruebant .  Col  medefimo  pronto  ze- 
lo di  facra  vendetta  malmenò  il  Rè  Francefco  quanti  Heretici  rinvenne  ncl 
Merindolano,  reliquie  infelici  degli  Albigenfi,  difiruggendone  le  Terre, 
e  mandandone  àfacco  gli  baveri,  rifoluto  di  non  più  udirne  la  fama  ,  non 
che  di  vederne  gli  eccefli. 
Non  piacendo  quefialezzioneà  Calvino ,  con  avveduto  configlio  medi- 
'  *1"ubikazione  tò,  &  iuttaprcfe  la fccoudafuga  da  Francia,  e  ricovroflì  di  [  /  ]  nuovo  fra  il 
caivii""*^'^  '''  nido  degli  Heretici  in  Bafilea,  dove  terminò,  e  d'onde  publicò  la  fua  Ijli- 
hVp'old.'an.isis-  f«x/o»r  prima  in  lingua  Francefe,  e  poi  Francefe-Latina,  mutata  fpeffe 
n^.6.  volte,  variata,  e,  come  dice  l'Hiitonco,  {k^  prò  animi  levitate  ^  &dogma- 

tum 


Capitolo    F.  443         PaoloIIL 

tum  incert nudine  confe^am,  defe&am  ,  &  refc&am  ;  dedicando  con  iftii- 
penda  audacia  qiicfto  fuo  libro  Hereticale  al  maggiore  inimico ,  che  fra  i 
Rè  havelfe  allora  la  Herefia,  cioè  al  Rè  Francefco  di  Francia  ,  forfè  per 
adefcar'alla  fua  Setta  li  Francefi  fotto  la  dedicazione,  pretefto,  &  aura  del 
loro  Rè  :  eben'egli  fignificò ,  quanto  maledetto ,  e  fanguinario  doveffe  riu-     Embiemmadt 
fcir  quel  libro  alla  Francia,  prefiggendogli  per  emblemma  una  fpada  di  ^«'^''•°- 
fuoco ,  con  il  motto ,  T^lpn  veni  mittere  pacem ,  fedgladium .  Publicata  que- 
fìa  iftituzioneò  più  tolto  deftruzione  del  popolo  di  Dio,  egli  porto  (fi  pri- 
ma in  Italia,  d'onde prefto ancora  partii]],  quafi  forprefo  dagl'Inquifitori 
Cattolici;  e  poi  i Ginevra,  Città  che defiderava di  accogliere  un  tanto    Guglielmo  f«. 
Hofpite,  perche  di  già  pervertita  prima  dalla  fua  dottrina,  che  dalla  fua  S'^'^t  •* e"^ oi*ne.' 
perfona.  Conciofiacofache  un'anno  avanti  il  fuo  arrivo  haveva  colà  dif-  yrTSiclwiaiì» 
feminata  la  Herefia  Calviniana ,  e  Sacramentaria  Guglielmo  Parelio ,  deno-  '"?.-^ 
minato  il  Ferreo  dal  fuo  vehemence ,  e  ferreo  modo  di  altercare ,  [a]  adeouty  '    ""  '''^' 
dice  il  citato  Annalifta ,  in  dtfputationibus ,  &  prt^dicationibus  detonare  ,  (ù' 
fulminare  videretur.  Quelli  Heretico  prima  Samofateno  ,  epoiCalvinifta, 
profugo  dalla  Francia  per  fofpezione  di  Herefia,  publicoili  apertamente 
in  Ginevra;  e  poco  apprezzatore  della  perdita  della  fua  anima  ,  fé  con  la 
fua  anima  non  havefib  ancora  condotto  al  precipizio  una  intiera  popola- 
zione ,  congiungendo  li  fuoi  fentimenti ,  e  le  fue  fatiche  con  quelle  ài  Pietro 
Vireto  fimile  à  fé  nella  intenzione  precipitata  di  far  male,  cominciò  con  tale 
ardore  d'Inferno  la  fua  predicazione  in  quella  Città  ,  e  in  talabominazione 
quivi  pofe  il  Pontefice  Romano ,  e  la  Religione  fin'allora  profeiTata ,  che  in 
un  tratto  fi  rivolfe  il  popolo  con  fubitanea  ribellione  verio  Dio,  everfoil    pemrfionc  di 
fuo  Principe(qualunque  egli  H  folle,  ò  il  proprio  Velcovo ,  ò  il  Duca  di  Sa-  Ginevra . 
voja,  del  che  non  è  noftra  cura  indagarne  il  vero  )  efcacpiatodallaChiefa, 
e  dalla  Città  il  Vefcovo  Pietro  de  Balma ,  e  tutto  il  Clero ,  fi  proclamò  uni- 
tamente da  tutti ,  Viva  la  H^ligione  riformata ,  viva  la  nuova  libertà  dell' Evath 
gelio;  e  diroccate Imagini >  calpeftati  Sacramenti,  e  meflifolfopra  luo- 
ghi facri,  e  Clauftri  Religiolì,  con  inopinata  mutazione  viddefi  in  un* 
iftantc  mutata  quella  Chiefa  in  una  Babilonia  di  errori ,  e  di  fette .  Jl  Ma- 

tiftrato  in  memoria  di  una  tanto  à  lorofeftofatrafmigrazione,  fecenefu- 
ito  alzare  quefla  ifcrizione  fopra  la  gran  porta  del  Pretorio,  dinotante 
il  loro  vituperio  piùtorco ,  che'ltrionfo  :  puum  anno  Domini  15^5.  profila- 
ta f{pmatèi  \Antiehrilii  tyrannide  ,  abrogatij'que  e'jì^s  fnperjiitionibus  ,  Sacro- 
fanàaChrifiiB^ligiohìc  in  fuampuritatem,  Ecclejìa  inmelioremordinem  fin- 
gulari  Dei  beneficio  repofita  y  <&  fimulpidjisy  fugati fquehojlìbHSi  urbsipfain 
fuam  libertatemy  non  jmeinfigni  miraculoy  refiituta  fuerit,  Senatnsy  Vopu- 
lufque  Genevenfts  monumentum  hoc,  perpetua  memoria  caufa  ,  fieri ,  atque 
hoc  loco  erigi  curavity  quo  fuam  erga  Qeum  gr^nttudinem  ad  pofleros  tejiatam 
faceret.  Amico  [è]  Ferrino,  che  alla  empietà  contro  la  Religione  Chriftia-  ^  sdfftn,  u^tà* 
na  volle  aggiungere  l'improperio ,  e  fece  trafportare  dal  furibondo  popolo 
la  pietra  facra  dall'Altar  Maggiore  della  Chiefa  Cathedrale  al  luogo  desi- 
nato fuor  della  porta  della  Citta  al  fupplicio  de'rei,  fu indii  poco  tempo 
fopra  di  eflà  fatto  decapitare  da  Calvino  mcdefimo,  che  per  privata  ven- 
detta volle  torfi  d'avanti  quel  fuo  enaolo,  fotto  il  publico  pretefto  di ha- 
ver'egli  machinato  tradimento  contro  i  Francefi  rifugiati  in  Ginevra . 

Hor  dunque  pervennevi  [e]  Calvino,  ricevuto  à  braccia  aperte  da  <= -^«"•^JJ^- 
quelpopolo,  chequal  nuovo  Legislatore  divino,  inalzollo  incontanente 

al 


pAOtoIIf.       ^^^  Secolo  XVI. 

,  .  alpofio  di  Predicatore,  e  quindi  di  Maeftro  di  Theologia,  nel  cui  ufficio 
nohiGenèvraye  eglicompofeun  Catechifmo  accommodato  al  genio  de'Ginevrini ,  bre- 
fuocatechifmo.   ycin  parole,  ma  gravido  di fcnfo,  qual'egli  poi  in  altro  tempo  diftefe  più 
diftiifamente  in  queltioni ,  e  rifpofte,  come  prefentemente  fi  legge  ne'Tomi 
delle fne Opere .  E  tu  tal'opera  cotanto  grata  à  quel  popolo,  che  tutti 
Nobiltà,  e  Senato,  huomini ,  e  donne  con  publica  funzione  dì  fcriba 
a  Ditìouuian.V^^^^^^^^  e  di teftimoniiaffiftenti ue  giurarouo  [a]  la  oflervanza  illibata 
»537.     '    "    '  fin'alla  morte.  Ma  non  fu  durevole  l'applaufo  del  loro  nuovo  Maeflro  , 
che  incolpato  di  mal  fentire  foprailMifterio  della  Trinità,  fu  infieme  col 
b  v4fl»,i5:?.       Parelio  [b]  fcacciato  con  l'efìlio  da  Ginevra ,  ufcitone  con  altrettanto  vi- 
tuperio, con  quanta  gloria  tré  anni  prima  vi  era  entrato.  Mutò  allora 
]E filo cfiiio daCi- (^alyjno luogo,  ma  uon  auimo ,  &  efule  prima  dalla  Francia,  e  poi  da 
iievra.  Ginevra,  portoflì  in  Argentina,  ove  accolto  cortefemente  da  Gio:  Stur- 

mio  Jurifconfulto ,  e  Senatore  di  quella  Città,  e  fatta  lega  con  Martin 
Bucero,  di  cuibentoftoparlerailì,  feguitòàfpacciarele  Tue  mafllme  an- 
cora fra  quelle  gente ,  pervertita  da  Bucero,  prima  che  da  lui,  nel  Zuvin- 
glianifmo.  Calvino  accommodandola  fua  dottrina  al  tempo,  predicava 
con  un  mirto  tale,  chenèilCalvinifmooffendelfe  i  Zuvingliani,  uè  il  Zu- 
vinglianifmo  i  Calvinifti  :  onde  nella  concorrenza  delle  opinioni  convenen- 
do più  volentieri  li  feguaci,  colà  tanti  ne  concorfero,  che  fu  d'uvopo  al 
Magiftrato  di  aprire  in  quella  Città  un  tempio  feparato  per  gli  Heretici  , 
&  un'uditorio ,  efcuolaappofìatamentepereflì,  di  cui  Calvino  fii  dichia- 
suo  Matnmcn-  o,  fato  il  Prete ,  l'Arciprete,  &  il  Maeftro .  Mi  egli  invaghifli  più  dì  una  fua  pe- 
e  rhrrno  a  GÌ- cotcUa ,  e  difccpola, chc  dclla fuanuova  caHca ,  c  Cathedra  :  conciofiacofa- 
°^^^*'  che  nel  concorfo  numerofo delle  genti  circonvicine,  concorfavi  ancora 

IdeletaBuria,  donna  Vedova  di  non  so  qual  Anabattifta ,  innamoroflene 
Calvino ,  e  prefela  in  Moglie ,  fotto  lo  fpeciofo  pretefto  di  (ollevarfi  alquan- 
to dal  tedio  del  fuoefilio;  da  effa  Calvino  non  hebbe  alcun  figlio,  ma  con 
rafilfìenza,  e  divertimento  di  efla ,  egli  divulgò  la  fua  iflituzione  molto  più 
«  ^;«  7t  0  copiofa in  errori,  che  la  prima,  li  commentarli  fopra  l'Epifliola  ad  I{oma- 
'"'^  nosy  e  nell'anno  [e]  fequente  in  lingua  Francefe  il  libretto  rf<?Ca?«^i)ow/«;, 

traslatatopofcia  in  Idioma  Latino  dal  Galafio.  Anhelava  intanto  Calvino 
alla  fua  prima  refidenza  di  Ginevra,  e  procacciandone  con  ogni  mezzo  il 
^  DUhr/rtzione  titomo ,  finalmente  [<^]  l'ottenne ,  ticcvu^o  di  uuovo  in  quella  Città  con  di- 
deiiuoc.ce^chii  i^olìrazioni vivcdi giadimentoda  qucl  popolo,  che  die hiaratofi vago  ,  e 
SLVS'/tica?.  pago  della  fu  a  fola  dottrina,  nonfolamentel'ammede  agli  efercizii  di  pri- 
ma, ma  al  giuramenco,  che  rinnovò,  aggiunie  il  Senato  la  legge,  che  ^(fo- 
Cìr.ma  C  ah  ini  aniplius  difendere ,  nec  Mirti jtm ,  nec  Civibus  licer  et ,  Onde  à  lui 
convenne  diLtendere  più  copiofo  Catechifmo  à  quella  fua  amata  Sinago- 
ga, eformollo,  non  divariante  dal  primo,  con  formole  più  intelligibili,  e 
chiare  tantoinlingua  Francefe,  quanto  in  Larina,  del  quale  fecero  poi 
immenfaeflimazìone  li  Ginevrini,  e  communemente  tutti  li  Calviuifli,  li 
quali ,  acciòch'egli  foffe  intefo  in  tutte  le  lingue ,  in  tutte  le  lingue  lo  traf- 
ìatarono,  Tedefc:; ,  In^lefe ,  Scozzefe ,  Piammenga ,  Spagnuola ,  Hebraica, 
e  Greca,  aiftnche  ogni  palato  rimanefie  infetto  di  quel  veleno.  Nel  fine  leg« 
gonfi  aggiunte  alcune  nuove  preci,  e  una  nuova  forjnola  fopra  l'ammini- 
&  ìo.  Matta  tìnn.  itraziouc  de'Sacrameuti .  Ma  incontanente  venendo  con  pofitivo  [e]  de- 
'^^^*  creto  efecrato ,  e  prohibito  quello  peftiiero  libro  dalla  vigilante  Accade- 

mia di  Parigi ,  Calvino  contro  eiTafcrjil'e  un  petul^ntiflìmo  trattato,  mtito 

lato- 


Capi 


molo  K  445      PaoloIii. 

hto  ^ntidotum,  ripieno  di  ditterii ,  e  facezie  cotanto  vili»  mi  pungenti  , 
che  il  minore  fi  era,  il  chiamar  qne' forti  foftenitori  Theologi  della  (j^at- 
tolicaRehgione,  etuttiinfiemeeffi,  e  Sorbona,  e  Maeftri,  Gregem  por- 
corum.  Nel  Tegnente  [a]  anncr  egli  mandò  alla  luce  l'altro  libro  Defm- z  sAmaS'^ì, 
fio f ance  j  &  orthodoXie  do6irinM ,  de  fervitutey  &  liberatione  Immani  arbitrii 
controlii^'^i  di  Alberto  Pighio  Campfenfe  prò  liberi  arbitrii  defenflone ,  T 
altro  diretto  ai  Comafchi  de  modo  exercend£  difciplin^einfratres  ,  alcuni 
Scholion  fopra  la  lettera  objurgatoria  fcritta  da  Paolo  Terzo  (  ch'egli 
chiama  non  F^mey?«/w ,  mi  Frenejinm  )  lì  Carlo  Quinto  fopra  l'/^^ej'/w  da 
luipubhcato,  il  volume  de  necefjìtate  reformanda  Ecclefue,  la  iftruzzione 
adverfus  errores  communis  fe6i^  ^nabaptifiarum  ,  e ,  adverfus  fanaticam  , 
C^furiofam  fe5ìamLibertinorum,  qui  fefpirituaiesvocanty  &  altri  molti  in 
diverfe congiunture ,  e  tempi,  de'quali  nel  progreffo  della  noftra  Hifto- 
ria  fommariamente  anderemo  teffendo  il  deteftabile  Catalogo . 

Né  quefte  fue  Opere ,  e  ferirti  furono  folamente  peniiciofi  allora  alla  i'jg-»"'^'"r^"'^<* 
Città  di  Ginevra,  in  cui  egli  dimorava,  &  al  contorno  de'Svizzeri,  &  ai  ^  ^vmimo. 
confini  della  Germania,  che  fencitono  più  d'appreflb  l'halito  dì  quefio 
nuovo  veleno;  midiffondendofene  la  contagione  per  il  proffimo  Regno 
dellaFrancia,  nonoltantequa'niiqueoppofizione  vi  facefie  il  Regio  ,  & 
Ecclefiafliico  Tribunale,  ferpendoil  male,  come  la  pefte,  danno  in  un* 
altro,  fé  nevidderoin  breve  infette  quelle  Chriftianilfime  Provincie  in 
modo  tale,  cheperfanarle,  vi  volle  la  cura  di  più  dì  un  Secolo,  i  tefori 
di  più  di  un  Regno,  gli  eferciti  di  più  Monarchi ,  e  tutte  quelle  lunghe 
guerre,  fpietate ftragi ,  e  deplorabili  fuctefiì,  che  nel  fuo  progrefTo  ren- 
deranno horridoil  racconto  di  quella  Hilloria .  Ma  mentre  in  Francia  fot- 
toun  RèReligiofo,  e  Cattolico  nafcofamente,  e  come  vergognofo  di- 
latavafi  il  Calvinifmo,  nella  Inghilterra  fotto  un  reggimento  Heretico  , 
e  un  Rè  imbelle  di  nove  anni  egli  entrò  prima  vittoriofo,  che  combatten- 
te, e  prima ,  per  così  dire ,  Gigante,  che  nato . 

Morto  Henrico  Vili,  [b]  fu  gridato  Rè  in  Inghilterra  Eduardo  VI.  b  omnia  h^c  i>d. 
fanciullo  di  nove  anni.  Figlio  di  Giana  Seimera  terza  Moglie  di  Henrico  \T"''d''schTrmI's 
Vili,  che  nel  parto  lalciò  la  vita;  [e]  commeflb  perciò  dal  Padre  alia  ci\-  !^niiico  !  '  """" 
ra di fedici Tutori,  fopra i quali,  nonmen  che  fopra  il  Rè,  prefane  auto-  '^  ^nn,in<^. 
rità  Eduardo  Seimero  Zio  Materno  del  piccolo  Regnante,  riduiTelui ,  ef- 
fi,  e'I  Regnotutto  in  una  Sinagoga  di  Heretici,  anzi  d'Atheifti.  Hor  que- 
fti  fattoli  da  fé  grande  anche  nel  titolo ,  fé  chiamarfi  Protettore  del  Regno  , 
e  della  Inghilterra,  e  come  ch'egli  era  di  Religione  tutto  Zuvingliano,  pe- Affari  d'inghi!- 
nò  poco  adimbeverarneilRé,  che  già  erafi  coronato  capo  della  Chie-  terra  fnttoiMn^r. 
fa  Anglicana,  la  Corte,  chegiàritrovavafi  indebolita  di  huomini  Catto-  ta''d?c^i'vf^^e"H^* 
liei  e  zelanti,  i  grandi,  gli  fcienziati,  e'I popolo  ,  che  ne  venivano  dai  ^efie  in  quei  Rè- 
tempi  dì  Henrico  Vili,  tutti  fcialacquati  ne'coftumi ,  fpaventati  da'Car-  ^"°' 
nefici,e  diflbnanti  nelle  mafilme  4  Al  Seimero  C\  aggiunfe  l'empia sfacciatag' 
gine  di  Tommafo  Cramnero  intrufo  Arcivefcovo  di  Conturbery,  nato  in 
mal  punto  per  rell;erminio  della  Inghilterra ,  che  promoffe ,  e  poi  fentenziò 
fopra  la  invalidità  pretefa  del  Matrimonio  del  morto  Rè,  e  che  allora  di 
vita  laidilfima ,  e  publicamente  fvergognata ,  rubator  di  femine ,  Arcivefco- 
vo ammogliato,  profetava  apertamente  il  Luteranifmo  infieme,  e'I  Cal- 
vinifmo ,  e  degno  perciò  di  morire  arfo  vivo  cento  volte ,  come  pur  fece 
Vina  volta,  regnante,  dopo  Eduardo  ,  Maria  .  Hor  quefti  due  capi  uno 

nel 


PaoloIIL       4^5  Secolo  XV L 

ftel temporale ,  l'altro  nello fpiritiiale  dell'Inghilterra,  ne  riduffero  inbre'-' 
vifllnio  tempo  il  corpo  ad  un  flato  sì  lagrimevole  di  Religione,  che  delU 
Cattolicanon  fé  nevidde  più  alcun  veftigio,  per  cui  quella  gran  Chiefa 
Inglefedirfipotelfe,  ella  è  delia.  Ma  nulla  parve  ad  em  haver  fatto,  fé 
non  avvelenavano  le  fonti,  d'onde  la  gioventù  di  quel  Regno  beveva,  cioè 
fé  non  promovevario  maeftri  Heretici  in.  quelle  celebri  Accademie  ,  d' on- 
de apprendevanfi  gli  fìudii,  e  le  prime  provate  mafllme  della  Fede  .  E  gli 
venne  fatto  trovarne  tali ,  di  cui  peggio  non  poteva  fornirli  la  ftelfa  fcuo- 
la  dell'Inferno ,  cioè  tré  Frati  prima  Apoftati  da'loro  Clauftri,  e  poi  dal- 
la Religione  Cattolica  ,  Martin  Bucero  Tedefco  Pfeudo-Domenicano  j 
Pietro  Firmino  ò  Vermilio  detto  il  Martire  Fiorentino  Pfeudo- Canonico 
Regolare  dell'Ordine  di  S.Agoflino,  e  Bernardino  Okino  Senefe  Pfeudo 
Francefcàno  Cappuccino ,  che  fecero  tanto  male  in  Inghilterra  ,  quanto 
havrebbon  potuto  fare  tre  gran  Diavoli  in  tutto  il  Mondo . 
a  PrareoiuiinÉx-      Mattiu  [a]  Buccto  doppo  l'Apoftafia  congiunto  in  facrileghe  ,  &  in- 
Martin  Bucero    ceftuofc  uozze   cou  uua  Mouaca  EUfabetta ,   dalla  qual'  egli   heboe 
lue'  q"iwiilà\^&  tredici  figli,  fu  nel  ruolo  de'Miniftri  Calvinifli  in  Argentina,  e  fpeflèvol- 
Hercfie,  tc  mediatore  di  coucordia  fra  i  Zuvingliani,  Calvinifli,  e  Luterani  in  di- 

verfiCongreflì tenuti fopra  l'atFare  delle  loro  nuove  Religioni.  Conpre- 
tefto  di  riformazione  egli  deformò,  e  perverta,  come  fi  diri,  l'Arcive- 
fcovoHermannodi  Colonia,  e  tutta  quella  infigne  Chiefa  della  Germa- 
b  ^««.1549.       nia,  d'onde  [b]  pafsò  con  Paolo  Fagio  (  il  quale  appena  giunto  morì)  in 
Inghilterra,  chiamato  colà  dal  Protettore  del  Regno  alla  Catedra  di  Can- 
e  s^nder.ub.x,    tabrigia coH grofiì  [e]  ftipendiidi  Canonicati,  Prebende,  &  Honorarii  j 
JS^f-^ji"       mi  non  ancor  paflati  tré  anni ,  quivi  egli  ancora  [d]  morì  ,■  e  non  paflati  al- 
e  J'nn!in6.       tri  ciuque  dalla  fua  morte ,  furono  dal  fep olerò  [e]  eftrattelefueoirayeper 
ordine  della  Cattolica  Regina  Maria  arfe,  e  bruciate,  e  non  fcorfi  ancora 
altri  cinque  anni  dall'abbrugiamento  di  effe,  di  nuovo  diifeppellite  hono- 
fw<«».  i5<Jo.       revolmente  le  ceneri,  [/]  òpermeglio  dire,  la  terra,  ove  pofarono  le  fue 
ceneri,  per  commandamento  di  Elifabetta  ,  che  riportò  nell'Inghilterra 
l'Herefia.  Navigarono  colà  con  lui  le  fue  Herefie,  tri  le  qualilamaflìma 
fi  era  la  Sacramentaria  confufa  con  la  Luterana,  e  Calvinifla  ,  facen^done 
...  ditutteetrèunmiflononmenconfufo,  che  horribile.  Egli  con  [^]  Lute- 

^Hifl.sTc'r^amìnt\'  To  affermava ,  nonrimaner  nel  Sacramento  la  realtà  del  Corpo  di  Chrif^a 
ri-ipa^.  177.        fuor  dell'ufo  di  elfo  ;  ma  contro  Lutero,  e  contro  i  Cattolici  fofteneva  ,■ 
riceverfida'peccatori nell'atto  della  Communione,  non  il  Corpo,  e  San- 
gue di  Chriflo ,  ma  il  vero,  epuro  pane,  e  vino.  Con  Zuvinglio  poi  af- 
ferivariceverfida'Fedeli  il  Corpo  di  Chriflo,  non  realmente,  ma  fola  Fi- 
dei  contemplatione;  e  fpiegava  in  modo  quefla  contemplazione  di  Fede,  che 
finalip-ente  egli  cadeva  n<;ir  afi'erzione  figurativa  de'Calvinifti  ;  onde  un 
moderno  Autore  [b]  di  lui  hebbe  adire,  Calpimanus  magis ,  quàm  Lh- 
i6^c']l'.^t!ió:'pa-  theranus  fuìt Bucerus inhac controverfta ;  unde  &  maxima  illi  neceffitudocum 
r^gr-ì.n.S'  Calvììio ìnterceffit i  Ut mutuò ìpforum  Epìjì&U  oftcìidunt .  Oltre  all'errore  Sa- 

cramentario, di  altre  molte  Herefie  egli  era  infetto,  e  noi  dai  di  lui  pefli-- 
i /n^rfù«/,vo«- f'SJ^ilibrinerapportiamoannotatamente  lefeguenti. 
cordu  expiicatis.      Baptìfmum  \i\  Infantibusneceffanum effe mceffitateminifierìi i  &JHfju Dei, 
cai'tatiZ^hlbl  non  [alutis  ;  [ervarique  pofie  -pirtiite  Cbrrftì ,  etiam  qui  non  bapti^antur . 
ta an,7. l'fso.  &>n      jtem *  \ k]  QuòdCanonìcì Libri doceM  foli abundè renatos y  qua  (int  [aiuti 

Ili.  de  bonis  operi  H  t  •  ■' 


Capitolo    V.  447       Paolo  III. 

Qtiòd  nulla  efl  in  terrisEcclefia,  quanonerret,  fam  inpide,  quàm  in  mo- 

fibus.  ,  ... 

Quòd  ita  gratis  juJlificamuraPeOy  ut  ante  juftificationem  revera  peccatum 
pti  iramque Detinnos provocete  qmcqmd  boni  operis  facere-pidemur:  jaflifi- 
cati  autem  bona  opera facimus  necejjariò .  ^  ^  ^;^_  j_  ^,  t^,^,,, 

£l^e  [  a  ]  quofdambomines fic  à  Domino  fa6ios  ad  conjugium,  utDeidecre- ^''>-'fi'^<^'*P-'i°-'"^ 
to  repugnet ,  qm  illis  connubio  interdicat  ulla  de  caufa .  '^"^^  '*^* 

Conjugibus  fuaculparepudìatis y  vcllegitimo  divortio  feparatis  j  autàcon- 
fortereV0iSj  virisitem,  quorum  uxores  inmorbos  immedicabiles  incidcruntt 
&  è  contra  ,permittendum  effe  alterum  conjugium . 

Quamvis  [è]  ufuram  non  effe  peccatum  ,  nec  adverfari  pr£ceptis  Dei  ,  h  in  tral^atu  de 
quovis  modo  accipere  aliquid  ultra  pecunia  forumt  quam  quis  alteri  tradide-  '*^'"'"' 
rìtutendam.  Così  egli,  '  p-       v     mi 

Mi  fiìneiringhilterrainmaggior'eftim azione  di  empietà  Pietro  Vermi-  dettoti  Mirdre.e 
lio ,  ò  fé  ne  riguardi  la  fceleratezza  dell'Herefia ,  o  la  dilibliitezza  della  vi-  f"e  quaiicà.&  He- 
ta.  Lafuafed'uzione  riconobbe  [e]  il  principio  dalla  lezione  de'libri  di7vfdeFUri>n.T{^- 
Erafmo,  diZuvinglio,  e  di  Calvino,  e'I  fuo  progreflb  dalla  fciiola  del  >n»ndumiib.ì,t.s, 
Vvaldes ,  di  cui  l'infelice  fu  difcepolo .  Nella  invafione  che  fopportò  1' 
Italia  dagli  Heretici  Luterani  fotto  Borbone,  ritrovavafi  di  già  ò  infetto  , 
òdifpoiHillmo  alla  infezione  il  Regno  di  Napoli,  quando  colàgiunfeGio:  d  ^««.ijrjy. 
Vvaldes  nobile  Spagnuolo,  che  havendo  [  rf  ]  accompagnato  Carlo  V, 
àRoma,  quindi  fece  fua  partenza,  e  poi  fua  dimora  in  Napoli  in  fovver-  e  vedi  n Ponti f  dì 
fione miserabile  di  quel  popolo.  Conciofiacofach'  [  e  ]  egli  profonda- //,7}ir;^w/^ì 
mente  Heretico  Luterano,  ma  altrettanto  bello  di  afpetto,  grato  di  ma- "«":"''/ /"•f'"  ^'^ 
niere,  e  ciò  che  rende  più  attrattiva  la  bellezza,  fornito  di  vaga  erudizio- ^fi.t";f^4/nr7, 
ne  di  lingue,  pronto  di nfpolle,  e  ftudiofo  della  Sacra  Scrittura,  annida- '''''f'-»""»'» • 
tofiin  quella  Metropoli  ,  hebbe  uditori  in  copia,  e  feguaci  in  fede,  fra 
quali  per  primi  fi  annumera  Pietro  Vermiglio  Canonico  Regolare,  e  Aba- 
te allora  S.Pietro  d'Ara,  Bernardino  Okino  Senefe,  Predicatore  Cappuc- 
cino, e  Marc'Antonio  Flaminio  d'Imola  (  quelli  è  quegli,  che  porto- 
fipoialfervizio  del  Card.Poli,  denigrò  alquanto  la  fama  di  queldegniffi- 
moEcclefiailico,  incolpato  da  qualche  fcrittore,  ò  di  protezzione,  ò  di 
commercio  con  HereticiJ  tutti  e  tré  letterati principalidìmi  e  nellapro- 
feflìone  delle  lingue ,  e  nello  ftudio  delle  lettere  humane  :  il  Vvaldes  leggeva 
infuacafa,  come  in  privata  fcuola,  l'Epiftole  di  S.PaoIo:  il  Flaminio  fi  die 
alia  predicazione  della  vita  fpiritualepe'l  territorio  di  Seffa,  ediCaferta  ; 
Okino,  dicuihor  bora  parleraffi,  cominciò  à  vomitar  le  fue  beftemmie 
nella  Chiefa  di  S.Gio:Maggiore,  dove  predicò  [f\  una  intiera  Quarefima:&  i^m.ms. 
ilVermiliopofela  Catedra,  dov'egli  haveva  la  fua  Abadia,  convocando 
congreffi  fecreti  di  huomini ,  e  donne  pronte,  e  difpofte  ad  efeguirne  gl'infe- 
gnamenti;  ma  accufato  al  Tribunale  di  Roma ,  con  follecita  fuga  egli  quindi 
partiflì ,  e  corrotta  la  Città  ài  Lucca ,  dove  in  paiTando  continuò  l'Heretica 
predicazione ,  portofiì  prima  à  Zurigo ,  e  poi  à  Bafilea,  e  finalmente  ad  Ar- 
gentina, ncMi  cui  Clauikifposò  il  facrilego  una  Monaca  Caterina  ,  che  in 
virtù  della  nuova  riforma  di  Lutero  haveva  abbandonato  il  Monafterio ,  e  li 
voti.  Per  loche  agitatoli  Vermilio  dalle  continue  fughe  da  una  Città  in  un' 
altra,  hebbe  à  cuore  il  mentecatto  di  augurati!  con  la  predicazione  della 
fua  nuova  dottrina  il  martirio  ;  onde  fecefi  chiamare  non  più  Pietro  Vermi- 
lio,  mi  Pietro  Martire .  Col  favor  di  Bucero  tli  anch'egli  invitato  in  Inghil- 
terra, 


PAOtoIII.       ^^^g  '■-  Secolo  XVI. 

terra ,  e  quivi  inalzato  al  fublime  porto,  e  Cathedra  di  OlTonio .  I  Calviniftf, 
ad  eccettuazione  di  Calvino  ,  lo  vantano  per  il  primo  huomo  della  loro 
fetta:  e  forfè  ragionevolmente,-  poiché  fé  Calvino  affermava  il  Sacramento 
figura,  efegnodelCorpodiChrifto,  Pietro  Martire difleTifteflo,  e  molto 
dipiii ,  cioè  quel  che  diife  Brenzio,egliUbiquifti ,  dalla  cui  Herefia  inetta- 
mente egli  arguiva  la  impoflìbilità  della  efiftenza  del  Corpo   di  Giesù 
Chrifto  in  tanti  difparati  luoghi  del  Mondo .  Mi  fu  anch'egli  dalla  Cattoli- 
a^««.tyyj.       ca  Regina  Maria  india  pochi  anni  [a]  fcacciato  dalla  Inghilterra ,  fìrafci- 
nando  doppo  nuovi ,  e  varii  pellegrinaggi  la  fua  miferabile  vitahor'  in  Ger- 
b  w^«n.i5(r2.       mania,  ed'hora  in  Francia,  fin  tanto  che  impenitente  lafciolla  [b"]  inZuri- 
go con  morte  proporzionata,  econfacevole  i.  un  precipitato  Herefiarca . 
no?uVqL"a?it?J'&      A  qnefti  due  iniqui  Cathedranti  d'Inghilterra  fi  aggiunfe  Bernardino 
Herdie.       '    OkinoSeuefe,  non  chiamato  colà  dal  Pi:orettore,  ma  accorfo  di  fua  vo- 
glia ad  accrefcer  numero  di  Heretici  in  quel  famofo  theatro  di  errori  :  on- 
de avvenne,  che  non  inalzato àpofto alcuno,  fpacciafl'e  lefueheretiche 
mercanzie  ne'circoli  in  piana  terra,  non  cornei  primi  due  con  piùmaeftà 
e  vide  spond  an  dalle Cathcdrc,  quafi  d'in  fui  Banco.  Fiì  egli  non  Iftitutore  del  Sacro 
ij2Ì.«.27.'"'  '  ""■  Ordine  de' Cappuccini ,  come  in  odio  della  Religione  [e]  blaterofll  da' 
malevoli:  ma  convittore  in  efla  lo  fpaziodiottoanni,  e  Rettore  ezian- 
dio di  efla,  in  qualità  di  Generale  .  Religiofiflìmo  prima  di  coftumi  , 
e  zelàntillìmo  della  Fede ,  fu,  come  Pietro  Martire,  pervertito  in  Napoli  dal 
Luterano  GiorVvaldes,  e  talmente  trafportato  dall'impeto  Infernale  del- 
m  y^^'f'^um.uf."!  la  nuova  apprefa  dottrina  al  di  là  di  ogni  zcct<Ro ,  che  Tommafo  Cofto  [rf] 
rende  eccitatore  l'Okino  di  tutti  que'tumulti,  che  agitarono  in  quella  eti 
la  Città  ài  Napoli ,  e  corromperono  la  pura  Fede  di  quei  devoti  Cittadini. 
Egli  da'Pulpiti  cominciò  prima  à  fpargere  fentimeinti  contrarii  al  Purgato- 
rio, alle  Indulgenze,  al  digiuno,  e  ciò  che  recò  maggior  commozione  a' 
Cattolici ,  contro  lapredeftinazione ,  proferendo  interrogativamente  quel 
paflb,  cheS.Agoftinohaveva  fcritto,  e  proferito  negativamente,  [  e  ] 
9  s.  ^Hg.in  Cir.Q^icYearpitte  [mete  y  nonjdvabitte  fine  te  ^  Perloche  citato  à  Roma  dal 
di  virbis  'Domi,,,  pontcficc Paolo à dit fue ragioui fopra Ì  fcuti menti  ài  fua  fede,  egli  à  per- 
'i7l"'ZZf  ^  "  fuafione ,  &  in  compagnia  dell'accennato  [  f]  Martire  fuo  amiciflìmo ,  fug- 
f  ^nnau  CAfbKc.  criffene  dalla  Italia  con  una  donna ,  che  giunto  in  Ginevra ,  egli  prefe  in  Mo- 
aon.nr^.  ^|.^^  dando  conquefto  fatto  publicateftimonianza della  kÓQ  abbracciata 

Se'Luterani.  Daquel  ricettacolo  di  Heretici,  come  da  ficuro  afilo  d'ini- 
quità ,  egli  trafmelie  al  Pontefice  una  lettera  cotanto  mordace ,  beftemmia- 
trice,  e  maledica  contro  il  Vicario  di  Chrifio,  che  meraviglia  poi  non  ftì, 
ch'egli  così  facilmente  paffafle  à  dir  quel  male  di  Chriito ,  che  qui  apprellb 
fo""iungeremo.  Perloche  cotanto  altamente  fi  commofl'e  àfdegno  l'animo 
/^  ;  a  ^^  Paolo ,  che  giudicando  con  lui  prevaricata  tutta  la  Religione^de'Cappuc- 
%  ^ adhtione"'"d  cìuì,  òìctCxy [g\ chc ìu  Conciftoro proponefie  a'Cardinalila efiinzione di  elfa 
Ciac,  in  Paulo  ni  in  prefervazione  della  Chiefa,  Hacentm,  eghdifie,  efi  human£  ,  ac  dipi- 
na t>roi?idinti<£  lex  ,  ut  abfcmd^mtur ,  qui nos conturbant ;  & cum totum I{ei- 
pubLÌc£ corpus pericluatury  fatiusefl,  mem bruna  mium  perire^  quàm  totum 
corous  in  difcrimen  adduci .  Is^tfcitis ,  inquìt  ^dpoflolus ,  quia  modicum  fer' 
me'ntum  totam  majjam  corrumpit  ?  Capuccinorum  Ordo  tanta  apudhomines 
Cbriflianos  exifiimationis  efi ,  ut  cunElorum  animos  facile  ad  fé  ìpfum  pertra- 
bat;  quòd  fiiserrores  prò  ver  nate  y  &  prò  fide  h^refes  dijfeminavcrit,  maxi- 
ine  timendum  cft ,  ne  totus  Ecclefi£  ager  malo  hoc  TJ^aniortim  femine  ita  imbua- 


Capitolo  F.  449       PaoloIII. 

tur]  ut  pojimodum  trhìcum  rejpnat.  Cosili  Pontefice ^  ecoiPcatertCc  di 
già  coiicorreva  il  numero  maggiore  de'Cardinali ,  quando  foife  fri  elfi  il 
Cardinal  Antonio  Sanfeverino,  e  al  Pap^,  &  agli  aOlftenti  così  parlò, 
ISljiUì  dubium  ejìi  San5iiffime  "Pater  t  Vofque  Turpurati  Tatres  ,  quìn  Ec~  Elogio ,  e  lande 
de  fu  perictilo  ,  cum  de  eo  agitur,  mature  y  ac  opportune  prò  fpiciendun2  fin  2e'CapJu1cf!i°"^ 
nec  non':i^Ì7;ania ,  qua quamprimtim  erumpere cernitur , de Eccleii.^ agro, fummo 
ftudiOi  ifcdiligenttaeveUenda,  ne  triticum  occupet.  ^t  -però  id  quoque  ma- 
gnoperè  ctirandum  efi ,  ne  dumT^ÌT^ania  fludemus  evellere,  fimul  &  triticum 
eradicemus.  Taris enim  pericult eji ,  ft  pommicus ager ,  dum7^^':^aniacarct  , 
ctiam  triticovacet .  CapuccinorumB^ligioha6ienus  in Ecclefta  Dei ,  pelut  tri' 
ticum,  ^poftolic£vitafplendorey  ac  praclarijjìmisvirtutum  exemplis  pullu- 
lavity  quibtis  admirabiles  propemodumt  atque  uberes  in  ea  fru£lusprotulit; 
vidimusomnesy  &  lutati  fumus.  T^ullnm  quoque  ex  ea  per  tot  annorum  cur- 
ricuUy  quibus  in  Domini  agro  fru6iifica-pit  y  \t':i^niorum  femen,  aut  hxrefum 
fufpicio  ortaefly  donec  ad  Okinum  ventum  efiy  qui  haud  fecùs  ,  quàm  ille 
inimicushomoy  fuperfeminavit'Sii'2^ania  in  ?ncdio  tritici  y  &abiity  &  ad  h^ere- 
ticos  fugit  .Jamverò  cumde  eradicandis7^i':^aniis  ,  c^  Ecclefia  agro  ab  tllius 
harefi  expurgando  agìtuv ,  fi  Capuccinorum  F^ligionem  extirpandam ,  ac  de^ 
lendam  cenjemus  y  profezia  maxime  verendum  efly  ne  cum  ea  fimul  eradice"  ,    /. 

mus  &  triticum  i  maximamque  boni  ja&uram  ex  boni  jeminis  profcriptione  ■  '^^^ 

Dominicus  ager  patiatur .  'hleque  enim  dummodo  Capuccinorum  B^ltgio  malo  v>^ 

hoc  b£refum  f emine  y  auttota,  autmajori  ex  parte  corrupta  non  fit ,  lex  ul~  "*^ 

la,  aut  ratio,  aut  aquitas  fuadet ,  ut  tota,  ac  integra  nojìro  conftlio  intere  at  j  «  ^.  -.- 

neiis  parumaqua  à  nohis  punitio  irrogetury  quibus  cumnthilddi£ii  ftt,  iis  •  '  ' 

quoque  divina,  atque  humana  jura  à  poena  vacandum  efie  decernunt.  J^<€-  -:;  - 

namveròhujus SanUa Sedis ,  quam  fumma  fapientia ,  f^  aquitas  decet,  aut 
prudentia,  aut  jujiitia  afmd  homines  effe  cenferetur  ,  fi  infontes  viros  ,  ac 
nullius  fibi  fielerit  confciqs,  non  citatos,  non  convi£los  ,  iaauditos  denique 
mul6iaret}  ^n  non  gravius  inde  in  Ecclefia  fcandalumoriretur ,  fi  illorum 
•aliqui  hac  fententia  obrutì,  vel  vi  oppreffì  in  Chrifliano  Orbe  voces  extoUe- 
rent  contra  nos  ?  Illud  quidem  mihi  haud  facile  perfuadeo  ,  totum  Capacci'  '  : 

norumgregem,  aut  majori  ex  parte  h<£ref um  tabe  cantaminatum  effe  y  cum  in 
eo  tot  fanóìi  viri  virtutibus  floreant,  quos  certe  lues  ulta  barefum  venen9       '  '." 
fuo  non  attingit .  Ferunitamen  fimeusinhacre  fenfus  expetitury  hacmeafen-  ^j 

tentiae/iy  Beatijjime  Tater,  ut  &  EceleJÌ4  periculo,  ó*  B^ligionts  incolumi'         .  ^    ^ 
tati,  quoad  fieri  poterit,  communi  conftlio,  ac  prudentia confulatur.  Eccle-  > 

fi£  quidem  optimè ,  atque  opportune  confultum  erit,  fi  ante  omnia  diligentif- 
ftma  de  Religione  difquifttiones  fiat,  quid  in  ea  corruptum,  quid  languidum  , 
quidve  fanum in  fide  fit .  Quod  fìaliquidin  ea  putridum  fefe obiulerit ,  ferro',  '^  "  ""* 

ac  igne  aut  abjcindatur,  aut  aduratur  -,  (i  languidum  ,  ac  faucium  fàerit  , 
cure  tur  ;  reliquaverò,  qua  in  I{eligione  fana  funt ,  &  Ecclefia  uttlia  ,  ìmjus 
jlpofiolica  Sedis  munus ,  ac  officium  efi  ,  ut  ìntegra  ferventur  ,  fervataque 
fua  benignitate  y  ac  prtvidentia  foveantur,  ne  illam  Dei  fententia  fenat  per 
osvatisdtcentisy  Quodinfirmum  fuit,  nonconfolidaftis,  qnad  ^grotum, 
nonfanaftis,  quod  confradumeft,  nonalligaftis,  &  quod  abjeaum  eft> 
non  reduxiftis  .  Hoc  pa6lo,  &  Ecclefia  commodo ,  atque  utilitari ,  &  hujus 
S.Sedisexiflimationiabundè  profpe6iumerit ,  ac  Tonttficis  fapientia  ,  &  con- 
filiumy  vclutià  divini  Spiritus  luce  profe&um  commendabttur  .  Così  il  Car- 
dinal Sanfeverino,  ^hecon  forti  ragioni  trafl'e  il  Pontefice,  &  ilfacroSe-t 
Tomo  JK  ff  n^tQ 


PaoloIIL       4^0  Secolo  XV L 

nato  nel  fiio  parere.  Onde  in  efecuzione  di  eflb  comandò  Paolo  al  Cardi- 
nal Protettore  dall'Ordine  de'jCappnccini,  che  convocati  li  Superiori  in  Ro- 
ma, e  fatto  .efame  della  loro  vita,  coftumi,  efentimenti,  riferifle  egli  poi 
^UaSedeApoftolica,  in  quale  ftato  di  Fede  eglino  fi  ritrovaflero .  E  fii  di 
gloria  ai  Cappuccini  quella  inopinata  velfazione ,  efl'endp  cofa  che  nel  male 
di  uno  rinvenendoli  il  buono  di  tutti,  con  grande  ufura  di  avvantaggio  il 
« nLco!,fl!''ii!"*'  Papa  non  iolanjente  [«J  confermonne  l'Ordine ,  ma  arricchillo  eziandio  di 
riguardevoliflimi  privilegii .  La  maledica  Apologia  dell'Okino  fu  allora  di- 
battuta, edottamente  rifiutata  con  elegante,  e  pareneticalettera  dal  Car- 
dinal Gio:  Pietro  Cargrfa,  che  co'l  no/tie  di  Paolo  Quarto  afcefe  al  Pon- 
tificato, ed  ella  trovali  inferita  da  Gio:  Battifta  Vefcovo  della  Certa  nella 
Hiftoria  de'Religiol;  Theatini .  Mi  Dip  prefe  giu/lo  caftigo  dell'Okino  an- 
che in  quella  vita ,  poiché  fperando  egli  con  la  maledicenza  contro  il  Pon- 
tefice Romano  farfi  fcala  in  Ginevra  di oriputazione ,  e  diporto,  incontrò 
pia  tolto  l'odio  di  Calvino,  e  de'Ginevrjni ,  che  notando  in  lui  maledicen- 
za fuperioreallahuniana»  non  poterono  di  buon'occhio  mirare  chi  di  mal* 
occhio  rimirava rauguftoMilierio  iella  Santiijfima Trinità .  Poiché  egli  ad- 
detto alla  Scuola  di  Michel  Serveto,  di  cui  faralfi  proporzionata  menzione 
nel  feguente  Pontificata,  inetto  talmente  gli  errori  di  Calvino  con  i  Tri- 
mtarii,  egli  Ariiani,  che  per  quello  folo  titolo  abbominato  dagl'illelfi  He- 
retici,  parti  (fi,  com'efule,  da  Ginevra,  &inisfogpjdip^lfionecompofeil 
Dialogo  cantra  Se^am  Terrenprum  I)eorum  ,  cioè  contiu>  li  così  da  eÀb 
chiamati  con  ironica  baldanza  Miniftr^  Ginevrini.  Heretico  dunque,  mal- 
dicente degli  Heretici  egualmente,  è  de'Cattolici ,  paifando  cori  il  fuo  vi- 
tuperio indolfo  da  Citta  in  Cittd,  js  poco  fermatoli  in  Zurigp  ^  e  meno  in 
Bafilea,  trovò  finalmente,  come  fidifle,  ricovro,  &  aura  da  ciariatano 
nella  Inghilterra,  d'onde  anche  fcacciato  dalla  Regina  Maria,  profugo  , 
qual  Caino ,  fopra  la  terra ,  andò  girando ,  e  qual  inimico  deirhuomo, 
feminando  zizania  Trinitaria  per  la  Polonia ,  e  Tranfilyania ,  d'o,nde  mandò 
fuori peftilentiffimi libri,  ripieni  di  abominevoli  Atheifmi ,  ne'quali  egli 
difendeva  lecita  la  Poligamia,  e  illecita  la  venerazione  alle  Sacre  Scrittu- 
re, l'adorazione  della  Diviniti  di  Giesii  Chrillo  ,  e  della  SS.  Trinità,  e 
di  tutta  finalmente  la  Divinità  di  Dio  j  onde  il  maligno  divenne  non  tanto 
non  Cattolico,  quanto  non  ragionevole,  come dimollrollp  il  Cardinal 
Stanislao  Holìofempre  pronto  di  penna  contro  le  penne  degli  Heretici,  fcri- 
vendo  contro  l'Okino  il  fuo  nobile  Trattato  de  adorando  Trmtatìs  judicio, 
&c€nfura\  In  quello  fuo  indegno  impiego  colpillo  in  Pplpnia  la  mprte  , 
h^finai.capuec.  hcl  qual  atto ,  fccoudo  il  feutimcnto  [b]  di  alcuni,  colpillo  ancor  Dio  con 
^'/JcUh^  ^'t  ""  ti^<^  potente  della  fua  mifericordia ,  che  fcopertofegli  quarelfo  era,  e  non 
centurth  par.  i.  quarcglì  lo  fiugeva ,  )o  ridufle  in  illato  di  penitenza  nella  communione 
cap.  8y.  Cattolica ,  ab) urando  gli  errori ,  e  THerefia  :  perloche  l'empio  Beza  prele 

„     .,    .,     mottiv  odi  calunniarlo,  e  dire,  M /p/«iw,  cioè  l'Okino,  wA«f/^oy?f«i///7^ 
inPttro  Martyn.  iniquum  Hypoentam , 

d^„.  i^^^,,rta.  Quelli  tré  Satelliti  d'Inferno,  Bucero,  il  Martire  ,  e  l'Okino,  ne'fei 
tus-K^tx.  '  anni  di  Eduardo  Sello  [</]  che  imbelle  afllinfe  il  Regno  di  nove  anni ,  e  la- 
«^^«.i;5j.««r;-  fciollocon  [e]  la  morte  inetà.pocomen  che  puerile  di  fedici,  fotto  u» 
Pe'verfione  mi  protettore  sfacciatamentc  Herctico  Zuvingliano,  &  un'Arci vefcovo  Can- 
Rhihcrra  inogni  tuatienfc  apertamente  Athejlla,  il  quale  per  nulla  credere,  tutto  credeva  , 
forte  di hercfia.   etuttc  le  Scttc  heretichecoltivava>  e  proteggeva,  quali  fcandali,  qual 

:  .  per- 


Capitolo  V.  451        PaoloIK. 

perverfione  fegiiiffe  di  qiie'  popoli ,  e  di  quelle  famofe  Accademie  ,  una 
volta  Tempii  di  fapienza  ^  farà  piiìi  ficile  il  dcdurlo ,  cKe'l  riferirlo  :  né  può 
fin^erfiBabiloriia  con  tanta  confiifione  di  lingue  i  e  contrarietà  diferitenze, 
ch'ella  non  fofle  a  molti  dòppii  maggiore  nell'Inghilterra .  Poiché  Henrico, 
benché  violatore  delle  Chiete,  e  carnefice  de'fuoi  contradittori  ;  nuWdiàì'  ^  sand.  nb.i.  dt 
meno  i  còme  dice  il  Sanderó  >  [  ^  ]  Sdcramentd  feptem  in  honoré  femper  ha  schirmate  'Jngu 
buit,  a  Tiare fes  pene  omnes,  prater  illàmy  m<e  {{pmdni  Tonti ficis  Trima-  '" ^'^'""■^*^^' 
tum,  &  Monajiicas  I{elmones oppugnabat )  cohibuu,  &  reprejjit.  Mài  cflo 
morto*  j  T^vus  Èdovdrdi  TroteÙor ,  &  catus  ei  adhxrensj  exiftimavit  non 
fatis  ejjey  poputum  Dei  à  comnimione i  &  obedientid  Eccleftat  ac  Tomificis 
I{gmdnii  ftcut  Henricus  i  dijirahere  ^  nifi  exempló  etidm  Jerobodm  novos 
Deos  ,  ideji  alios  colendi,  &  orandiritusj  aliam credendi  legem.  Sacerdote^ 
denique  alias  conliitueret ,  qui  extra  ordinent ,  &  morem  ^gmànum  creati  ^ 
diligentiffimè  pro^iderent  ,  ne  unquam  pofted  ad  ^poflolìca  Sedis  obedien- 
tiant  rédirent.  Hoc  ergo  conftlio  primàni  ,  per  univerfum  ^ngli^e  B^gnum 
ventos  cobibiiit ,  ne  flarent  fuper  terram,  indiClovidelicet  Epifcopis ,  dr  Va- 
ftoribut  Ecclefiartm  omnium  jtlentio  ;  ut  cum  némoefiet,  qui  parvulis  peten- 
tibui  pdnem  frangerei ,  deihcéps  Lutherariorum  ^  &  ZuvingUdnoriim  i  quibus 
folis  concionar i  permijfum  ejìi  mortifera  venend  tanto  avtdiùs  a  famelicis 
populii  hdurirentur ,  Così  il  Sandero ,  che  poco»  difoprà  rapporta  una  lette- 
ra Papale  di  EduairdoSefto  all'Arciveicovó  Cantuarienfe  in  queftò  deplora- 
bile tenóre:  Edudrdus  Dei  gratia  i/ingli<e y  Francia,  &  Hibernia  [{ex ,  fu- 
preMHm  in  terris  Eccléftà  anglicana ,  &  Hibernica ,  tam  in  e  du fi  sfp  ir  itali- 
bus  ,  quàm  tempùralibus  Caput ,  Reverendo  Thoma  Cantuarienfì  ^rchid- 
pifcopo  i  falutem  .  Qttandoquidem  omnis  juris  dicèndi  authoHtai  ,  atque 
etiam  jurifdiÓiió  omritmoda ,  tam  illd ,  qua  Ecclefiafiicd  dicìtur ,  quam  fa- 
cularis  i  à  Pregia  poteflate  velut  à  fupremo  capite  manat ,  .....w.  ^d  ardi- 
nandum  igiturquofcunque  intra  Dicscefìm  tuam  Cantuarienfem ,  &  ad  omnes 
etiam  fdcros  ,  &  Tresbyteratui  Ordines  promovendum  ,  per  prafentes  ad 
nojirum  beneplacitum  duraturas ,  tibt  damui  potèjìatem .  Così  di  Eduardo 
il  Sandero  che  fieguej  Eodem  tempore  eX  publicis  pulpitis  aperuit  impurum 
OS  Hugo  quidam  Latimerusy  quem  Henricus  prtus  proptcr  fufpicionem  hare- 
feos ,  &  comejiam  cdrnem  in  feria  fexta  Septimana  fannia ,  de  Vigornienfì. 
Epifcopatu  deturbdrat:  homo  fpiritUy  (jr  fermane  piane  Lucianicoy  qui  jocis^ 
falibus ,  ac  lingua  petuhmia  (qua  omnes  illius  temporis  fe6iarios  facile  fu- 
per abat)  vulgus  imperitum  multàm  dementaverat ,  ac  ita  fafcinaverat ,  ut 
pafjim  eum  primum  Anglorum^pofiolumvocaverintytamquam  is  primus iri 
Tatriafuay  non  ^ugujìinusà  beato  Gregorio  mifius ,  verum  EUangcUum  arì- 
nunciafiet  <  Advolarunt  quoque  ex  Germania  >  &  Helvetia  vdriis  locis  quo 
fugeranty  ìfelociffimèy-  vel  Luthcranam  vel  ZHVinglianam  in  t{eligiorie  d(j6ii 
fententiam  i  Milo  Coverdallus  Bibliorum  Sacrorum  corruptar  infignis,  Joari- 
nes  Hopperusi  ac  alìi  fceleratìjjimi^pojìatapcrmulti .  Stuibus  omnibus ,  ^r-  - 
chiepifcopus  ,  &  TtotcBor  ^gio  nomine  ,  concionandi ,  idefl  ,  quidvisgar- 
riendt  copiam  fecerunt,  ipforumque  nonnullis y  tum  catera  beneficia,  ac  di- 
gmtates  Ealejìafticas  ytum  etiam  Epifcopatui  dondrunt  .  Ne  quindi  fperar 
altro  potevafi ,  che  ciò,  che  avvenne;  ilcheft'i,  [  Z?  ]  caricar  molte  bare  di 
quanti  vi  capivano  dentro,  volumi  di  Pier  Lombardo  ,  di  S.  Tommafo,  ^  ^"^'^ '^'^"^ ' 
ede'loro  nriedefimi  connazionali  Scoto,  &  Okamo,  e  di  altri  Dottori  del- 
la ScholafticaTheologia,  e  recata  ogni  bara  in  collo  aquattro  giovanafìri 

F  f    a  Schola- 


PaoloIIL       ^-2.  Secolo  XV L 

Scolari,  veftiti  fconciamente  a  lutto ,  e  ridicolofamente  piangendo ,  efal- 

meggiando  a  beffe ,  portarli  a  fotterrare  fra  le  loro  medefime  ceneri ,  con- 

fegnati  prima  al  fuoco,  e  poi  al  vento:  Hoc  appellantes  funus ,  feu  exequias 

«  vv*dd.man.  Scoù  y  &  Scotìftarum .  Quali  parole  del  Sandero  ponderando  il  VVadingo  , 

1J04.  érijo».  (oggiunge:  [a]  Ita  in  omnes  Scholajiicos  qua/i  in  unum  Scotum,  &  ita  in 
ttnumScotunh  quafì  in  omnes  debaccharentur  y  wfanimt.  Tlus  omnibus  Sco- 
tus  invifus,  quem  pra  omnibus  volunt  fepultum:  onde  avvenne,  ch'eglino 
odiarono ,  e  difpregiarono  non  folamcnte  gli  Autori  Cattolici ,  e  gli  fcritti, 

b  sm,dtru}ibìd.  ma  ingenerale  l'iftefla  voce  dijGattolico;  ficchè  avvenendofi  in  alcun  di 
eflì,  confacrilega  [b]  perverHoneforridendofalutavanloco'l  nome  diCtf- 
colyco .  Alli  detti  andaron  sì  congiunti  li  fatti ,  che  incontanente  feguì  l'abo- 
lizione di  tutte  le  Imagini ,  e  il  riporre  in  luogo  delle  principali  Croci ,  le 
infegne,  e'inomedi  Henrico  Ottavo,  l'abrogazione  del  Sacrifìcio  ,  il  di- 

i'JJ'^juoìcht  flruggimento  di  molti  Altari,  di  cui  in  Inghilterra  l'iftcffo  S.Gio.  [e]  Chry- 

fiusfitheui.       foftomo  havevafatta  degna  commemorazione,  onde  compro  vifil'antichi- 

d  SMii.  ioccit.  ^^  ^-  g^  ^  l'efilio  de'Cattolici ,  fra  quali  degnamente  fi  [d]  annoverano  Anto- 
nio Bonvifi  di  Lucca,  e'I  Cardinal  Reginaldo  Polo  Inglefe  ;  il  primo  gid  una 
volta  confidente,  e  amico  di  Tommafo  Moro,  ed  hora  dall' Inghiltetra , 
ove  da  lungo  tempo  egli  faceva  fuo  foggiorno ,  ridottofi  in  Cales ,  publico, 
e  nobile  albergatore  di  quanti  Inglefi  Cattolici  rifugiavanfi  in  quella  Cit- 

c  sandrutiM  ^^>  ov'cgli  còn  Chriftiana  generofità  aprì  il  fuo  Palazzo  alticevimento ,  e 
'  '  *  foftentamentodieifi;  il  fecondo  chiamato  con  ragione  dal  Sandero,  [e] 
^ngli£  fpes,  &  EcclejtuB^man^i  magnum  decus,  ornamentum  ,  &  lumen-y 
e  finalmente  ciò  che  indivifibilmente  fiegue  la  fovverfione  della  Fede ,  fov- 
verfione  di  Regno,  prigionie  di  Nobili,  carnificine  de'grandi,  patiboli  al- 
zati, horrori,  &  errori  di  Chiefe,  e  di  Stato,  fpargimento  di  fangue,  e 
delolazione  del  Principato.  Il  che  farafli  palefe  nel  racconto ,  chefoggiun- 

f  vtdi  il  p»nt.  di  geremo ,  de'  [/]  futuri  fucceflì . 

ciHiioiii.ttmU,  Sconvolta  dunque  la  Chiefa,  e'I  Mondo  da  Lutero  nella  Germania  , 
daZuvinglio  nella  Helvezia,  da  Calvino  nella  Francia,  e  unitamente  da 
tutti quelUHerefiarchi  nella  Inghilterra,  gemeva  Roma  alla  lacrimevole 
vifta  di  così  general  rivoluzione ,  che  in  poco  più  di  venticinque  anni  di 

Concilio diTren-  cotfo  non  riconofccva  più  deffo  il  Chriftianefimo  prefente  dal  pafl'ato. 

to.fuoiprincjpii- Quando  opportunamente  Dio  co'l  Concilio  di  Trento  quafi  fanò  la  gran 

e  rifoiu2»o«>c .  pjj^ga^  rinferrando  le  Porte  dell'Inferno,  che  fpalancate  minacciavano  V 
efterminio  alla  Cattolica  Religione .  Come ,  e  quando  ciò  feguifle ,  da  più 
alti  principiiconvien  ripeterne  compendiofamente  il  racconto.Sinda'primi 
moti  della  Herefia  Luterana  con  vocidifperate  efclamarono  gli  Heretici 
BjformaT^ione y  e  Concilio.  Leone  Decimo,  &  Hadriano  Serto  fempre olia- 
rono alla  richieda  con  forti  motivi,  che  la  Riforma  negli  Ecclefiaftici, 
quando  pur'ellafolfeneceffaria,  poteaeffettuarfi  fenzatanto  gran  moto  df 
tutti hVefcovi del  Mondo,  e  che  impugnandofi  dagli  Heretici  l'autorità 
de'palfati  Concilii,  invano  da  elfi  fé  ne  domandava  un  nuovo.  Clemente 
Settimo  perfifìène'medefimifentimenti»  fin  tanto  che  conobbe  la  iftanza 
non  men  provenir  dagli  Heretici ,  «he  da'  Cattolici ,  i  quali  per  ultimo  ri- 
medio di  tanti  mali,  altro  mciggiormentc  non  defideravano  ,  che  il  Con." 
cilio:  mipurbench'eglicomjnciaffe  ad  inclinare  alla  convocazione  di  effo, 
nulladimeno  non  potè  mai  ridurla  ad  effetto,  troppo  altamente  perfuafo, 
che  gl'incontri  farebbono  malagevoli  àfuperarfi,  e  quelli  fi  erano  le  conci" 

nuej 


Capitolò  V.  4^^       PaoloIII. 

nne,  e  crudeli  guerre  fri  Carlo  Qmnto ,  e  il  Rè  Francefco  Primo  di  Fran- 
cia i  la  cui  pace  egli  richiedeva,  e  giuftamente  riputava  neccflaria  perla 
unione  de'corpi,  e  degli  animi  di  tante  difparate  nazioni,  quante  fodio- 
no  concorrere  nella  univerfal  Congrega  de'Concilii  :  oltre  à  quella  raeione 
non  appariva  interiore  l'altra,  fondata  ne'funeftiprefagiidi  Clemente,  il 
quale  non  mai  giudicò  opportuno  al  bene  del  Chriftianefimo  il  Concilio  in 
qHclIa  contingenza  di  Herefie,  e  di  Heretici,  che  delìderavano  maeeior- 
mente  il  beneficio  del  tempo,  che  le rifoluzioni  de'Padri;  efTendoche 
quello  giovava  all'alTodamento  del  loro  partito ,  quelle  non  gli  nocevano, 
cllendo  eglino  già  rifoluti  di  non  riceverle .  Tali  erano  li  fentimenti  di  Cle- 
mente, il  quale  per  lungo  tempo  dichiaroflì  di  acconfentirvi  per  folo  fine 
difodisfarealdefìderiocommune,  e  non  perchè  egli  ne  prefagilFe  ò  com- 
moda, ò  firuttuofalaefecuzione:  tfin quelle  fne  irrefoluzioni  e^li  mori, 
fottopoflo  alla  cenfura  di  chi  poi  diffe,  haver  in  lui  l'aborrimento  della 
volontà  tratto  il  giudizio  à  condannar  comenocivociò,  cheuniverfal- 
mente  era  fofpirato  come  giovevole,  e  come  poi  l'effetto  compro  vò,  fa- 
lutevoliilimo  .  Paolo  Terzo ,  che  faccele  à  Clemente,  fuperò  l'una,  e  l'al- 
tra diiiicultà  del  fuo  Predeceffore,  e  fin  dal  principio  della  fiia  alTunzione 
al  Pontificato  dimollrofli  fempre  rifoluto  ad  intimarlo ,  giudicando  mesho, 
€che  le  diitìcultà  fi  difcuoprifiero  nel  fatto,  e  non  nell'antivcdimento di 
elle,  e  che  II  principio  felice  doveffe  regolarne  il  fine,  e  non  li  prefaeii 
fventurati  dell'efito  ritardarne  l'avviamento.  A  quelle  confiderazioni  da- 
vano gran  forzali  fiiccelfi  dolorofi  della  Inghilterra ,  la  nuovaHerefiadi 
Calvino,  la  dilatazione  fpaventofa  per  tutto  il  Settentrione  delle  vecchie 
diLutero,  ediZuvinglio,  lifpeiìi,  e  fempre  infruttuofi,  anzi  perlaReli- 
gione  Cattohca  calamitofiCongrelTi  fra  gli  Heretici,&  i  Cattolici  della  Ger- 
mania, horamFrancfort,  [a]  horain  [b]  Hagenaui  hora,  e  replicata- ^  ^-^ 'W9. 
mente  in  [  e  ]  Spira,  e  li  continui  facrileghi  Libri,  cheufcivan  fuori  dalla '' "'''""^^°'  • 
penna  di  Lutero,  hora  adverfm  Vauli  tenii  Epijìolam  ad  Cafarem  ,  hora  ^^"'^sU^'^'"  "^ 
de  Trine  ipalibus  artìculis  fidei  contri  Taparìiy  hova  de  vera,  &  fai  fa  lede  ^''P^l^'Y' ^^~ 
fia.deTrihusSymboliSy  c.Varvaconfegio,  beflemmie  tutte  da  lui  vomitate  '"'"'"^^"'"^'' 
nellanno  [d]  appunto  precedente  alla  convocazione  del  Concilio  ;  onde  d  ^««.iC4. 
pareva,  che  a  quella  inferocita  bediadoveffero  dare  il  grido  tutte  le  voci 
unite  del  Chrifiianefimo .  A  tanta  difpofizione  di  cofe  non  tardò  più  Paolo 
rifolverne  la  convocazione,  [e]  ficchè  ne  fu  repficatala  Bolla  nella  Soien-       „      -,  - 
ruta  del  Principe  degli  Apofloh,  la  cui  maggioranza  era  contrariata  da' ^^//.^"p-t/2 
Luterani,  ed  intimato  il  Concilio  perla  feguente  fella  di  tutti  li  Santi,  nel  ^''"^'^•'"• 
CUI  giorno ,  e  Tempio  venticinque  anni  prima  era  nata  la  Herefia  di  Lutero, 
per  elhnzione  della  quale  fi  congregava  allora  quella  facra  adunanza.  M4 
per  vani  accidenti  di  nuovo  fofpefane  la  efecuzione ,  finalmente  Ci  compiac- 
que Il  Ciclo  di  farne  aprire  la  prima  Seilìone  nel  Decimoterzo  giorno  di 
Decesnbre  dell  anno  1545.  ^ 

A£'fr/'.'"'^^^"Ì  forte  ,  e  riguardevole  preifo  le  rive  del  Fiume  S;"o^//''^'^^ 
deliri  r''  ":l^.^"fi"^^^l  J.^'^olo  fri  la  Germania,  e  l'Italia,  Capitale 
.t  ITm      ^'  ''^^'''^^"^'"^•'  ^'  '^^^  '^  ^^^^ovo  di  Trento,  ch'è Principe 
fmne^o^'''^*^  ^"*^^'^  Signor  temporale  di  elfo  fotto  la  protezione  dell' 

-nSfrlf     'r^^^'^'^f^'""^''  "^"^«  di  quella  medefima  Città  ,  Ec 

^    r.-^     r?'^^^  per  ardueLegazionifelicemente  terminate,  commenda- 
i-om  IV,  P£      -  ^^.^g 


pAOLoIII.       41^4  Secolo  XV I. 

bile  pa-  Chriftiana  prudenza ,  e  che  ricevè ,  e  diede  gran  maeftd  al  Concilio^ 
acuienb  intervenne  con  gli  ^Itri  Padri  nella  Chiefa  Cathedrale  di  cjuella 
a  In  difcrìpt.hw  Città.  Fii  ella  prima  detta  M  Gemanorum  fentina  ,  Italorum  vero  re fu- 
':f^!:<:!lTÌu^:SÌum,  quando  quid  tnformnii  illis  occurrit  ;mi  allora  potè  dirfi  refiigio 
uitirT^a  recognirio- 2i  inno  il  Chtiftianefimo,  chc  in  eira  lì  aduno,  per  tornirli  di  armi  pro- 
ueio:G.ue^.rr.  po^zionate  al  gran  bifogno  di  tanti  Herefiarchi ,  che  lo  invertirono ,  e  di 
tante  nuove  dottrine,  che  lo  dilacerarono.  Uade,  fiegiie  l'allegato  Te- 
fto,  Civitas  ijiay  &  opulenta  ,  &  darà  ejfe6ia  eji  propter  ConcUmm  ;  e 
«nxa'ènuTro  fù  quefto  CoHcilio  cotanto  più  riguardcvole  degli  altri  generali  trafcorfi. 
ÌTcJÌkìììo  di  quanto  più  numerofe  furono  le  materie,  che  in  elTo  fi  difcuirero ,  e  che 
hX:\u^  «;.  con  nuovo  efempioprotralTero  il  tempo  della  fuadurazionefina  più  dure 
iH,adàn/i]6i,    [b]  iiiftri,  e  mezzo,  ne  quali  inceffantemente  furono  difculle  le  più  alte 
Queftioni  della  Fede  Cattolica  da'Legati  di  cinque  Pontefici,  da  trecen- 
to Prelati,  cioè  nove  Cardinali,  tré  Patriarchi  di  Gierufalem,  di  Vene- 
zia, e  di  Aquile)  a,  trentatrè  Arcivgfcovi ,  ducentotrentafette  Vefcovi  , 
otto  Abbati,  &  altrettanti  Generali  di  Religioni,  con  rafTjftenza  riguar- 
devole degli  Ambafciadori  di  tutti  li  Principi  del  Chriftianefimo .  Gli  He- 
retici,  benché  anch'eifi  invitati  fecondo  l'antico  coftume  della Chiela, 
non  vi  comparvero ,  ò  rifoluti  di  non  obedire  ai  preveduti  Decreti ,  o  per- 
fuafi  di  non  potere  oftare  alle  Cattoliche  ragioni  ;  ad  eccettuazione  di  al- 
cuni pochi  trafmefll  à  compiacimento  di  Cefare  dall'Elettor  di  Brande- 
bur^h ,  dal  Duca  di  V  Vittemberga ,  e  dalla  Città  di  Argentina ,  che  vi  man- 
dò Giovanni  Sleidano  celebre,  mi  heretico  Hiftorico,  1  quali  trattaro- 
c  w.vt<;i.^/'»«^.  no  con  qualche  Vefcovo  del  Concilio,  [e]  ma  non  mai  col  Concilio.  Vi 
*...5ji.»..8.       concorrerò  bensì  da  tutte  le  parti  del  Mondo  huomini  infigni  in  erudizio- 
à  victrsn  calce  ne ,  cfapienza,  mandato ciafcuno colà da'Rè ,  dalleUniyerfita,  e  daPa- 
r.^u/n  ,  .x  «/r,  pifin'alhumerodicentoquarantafette,  [d]  coni  CUI  previiefami  dibatte- 
f  ■'  '"''&'*'''''  ^^^-  f  onfi  prima  in  ori  vate  Congregazioni  li  grandi  articoli ,  che  li  dovevano  poi 
fuffe^uentemente  proporre  al  Concilio,  come  appunto  operoffi  nell  ultimo 
precedente  di  Fiorenza .  Si  eftefero  ordinatamente  le  materie  fotto  diverli 
Pontefici  in  venticinque  Seflloni ,  molte  delle  quali  portarono  feco  anneili 
ripuardevoliffimi Canoni,  e  quafi a ciafcuna  SelTione  leguirono  1  Decreti 
della  Riforma ,  fopra  la  quale ,  come  di  foggetto  non  appartenente  al  noitro 
aflbnto  dell'Herefie,  rimetteremo  il  Lettore  alle  notizie,  che  di  ella  por- 
gono altri  Scrittori .  ,•  >^    j-     1-  /->;« 
.      ..        Deputò  dunque  fuoi  Legati  il  Pontefice  a  Trento  li  Cardinali  Gio: 

.V^SnS'^j;  Maria'del  Mon?e,  Marcello  Cervim,  ^R^g^^f^^ J^^^' A^P^' fi  T 
Trento.  fecondo  Ecclcfiaftici  di  tanto  mento ,  che  morto  Paolo  III.  1  un  doppo  1 

altro  fu  inalzato  al  Pontificato  ;  &  il  terzo  tanto  più  meritevole  di  effi ,  quan- 
to, chericufollo  [e]  offertogli  concordemente  da  Cardinali.  Eg  inodun- 

t  sanderus  w...  que  pcrvenutiin  Trento  aprirono  maeflofamente  ^K ^<^"^^^.'^ "^ ^f,^"!^ 
d.schif.^nit.&^^  rr-j  giorno  di  Decembre,  e  palfate  le  prime  tre  Seffioni  ne  ioliti  pre- 

ft''^--"-'^''"ambol»'mentrepreparavanfili Padri  alla  quarta,  fopraggiunfe  m  Trento 
{^nn,i54$-  .  l'avvifo  della  morte  di  Lutero,  che  fu  nelMondo  più  Itrepitola  per  tama, 
5e\TJ.!c^!£?'"crert^^^^^^^  confeguenza:  conciofiacofache  incendio  da  lui  fi.. 

Worted»:i.uccro.^jSj^^^^„do più  bifogno  ddfuofiato  ,  egli  ne  rimirava  come  da 
alta  torre  leruine,  neghittofo  fpettatore  di  quelle  defolatrici  fiamme,  per 
cui  di  dà  ardeva  irreparabilmente  il  Chriftianefimo.  Al  primo  fuono  del- 
la intimazione  feguita  de  Concilio,  raccontafi,  ch'egli  rivolto  al  Nunzio 


Capitolo    V.  455       PaoloII 

Pontifìcio  in  Germania,  ch'era  Pietro  Paolo  Vergerlo  (queirinfelice  Ve-    ^  ^,rf.,.^     . 
fcovodiCapo  [a]  ci'Iftria,Ecclefialtico  allora  in  qualche  eftima^ionei  mi  Pontificato  u  ca- 
che  dal  commercio  con  gli  Heretici  infetto  come  dairhalito  degli  appefta-  ^„';!yj;,^;f;''  • 
ti,  bruttamente  apóftatò  dalla  Religione  Cattolica,  e  ritirato  nella  Hel- 
vezia  a  far  numero  con  gli  Heretici,  quindi  mandò  fiiori  (  come  [b]  fidi- ^  r,rf^7P,„t;/.</,• 
ri)librimaledicentiflìlnicontrolaCniefa,  e  control  Papi  )  dibattendo  i  paou iv.tom.^. 
piedi,  e  fremendo  co'deriti ,  [e]  yerrò,  diceffe,  al  Concilio  ^  e  voglio  per- 
der la  tefia,  fé  non  difendo  le  mw  opinioni  contro  tutto  il  Mondo.  Quefio  ,  eh*  e  cod*.  in  aais, 
e/ce  dalla  mia  bocca,  nonejìira  mei ,  fed  ira  Dei .  Ma  il  miferabile  héb.'^'^'''''^'-''"''""* 
bea  far  più  lungo  viaggio,  che  a  Trento,  trovatofi  imorovifamente  fuor        poam  e 
del  Mondo,  colto  [d]  dallamorte  in  eti  di  reffantatrè  anni  nella  fua  Patria    '^'  ' ''"'•'^'*  • 
d'islebio  la  notte  ftelfa,  la  cui  precedente  fera  haveva  egli  paflata  infolite  ^  ^^^^^^^  .^.^^ 
facezie,  e  lauta  cena,  [e]  Precederono  due  hore  avanti  la  fua  morte  acerbi  ^ 
dolori  t  che  ftrappando  l'anima  da  quell'indegno  corpo ,  gli  tirarono  fuori 
dalla  bocca quefte  garole,che  rivolto  a  Giufto  Jona,  proferì  in  teftimoniart- 
za  di  oftinaziorte  Hn'all'ultimo  fiato  :  Orate  prò  Domino  Deo  nojìro  ,  & 
cjus  Evangelio,  uteibenè  fuccedat,  quia  Concilium  Tridenti,  &  abomina- 
bilisTapa  graviterei  adperjantur:  e  così  detto  egli  fp  irò ,  non  so  fé  più  em- 
pio nelle  beftemmie,  ò  ignorante  nel  proferirle ,  dicendo  con  nuovo,  8c 
infolitomododipatlare,  che  fi  pregalleperDio,  Orate  prò  Domino  Deo 
nofiro.  Il  fuo  cadavere  con  atfettazione  di  pompa  riporto  in  caffa  diftagno 
fu  come  fopra  carro  di  trionfo  portato  à  V  Vittemberga ,  feguitato  da  Ca- 
terina fua  concubina  con  tré  fuoi  figli  Gio: ,  Martino  ,  e  Paolo ,  dentro 
un  cocchio,  e  da  nobiltà  di  gente  a  cavallo,  e  da  turba  plebea  a  piedi,  che 
ne  renderono  maeftofo  il  trafporto:  Filippo  Melandone  ,  Gio:Pomera- 
no,  e  Giufto  Jona,  che  €ol  loro  Maeftro  [/]  fi  facevano  dipingere  con\e  ^ ^"^^""^ '^''^"»' 
quattro  Evangelifti  della  nuova  Legge  (opra  il  frontifpizio  de'libri,  eglino 
tutti  perorarono  in  lode  di  lui,  e'I  PomeranopropofequeftoEpitafio  da 
fcolpirfi  fopra  il  di  lui  fepokro  : 

Vejlis  eram  vivus,  morìens  ero  mors  tua ,  Tapa . 
Nel  rimanente  Lutero  potè  dirfi  Herefiarca  fortunato  nellafua  empietà, 
perche  furfe,  e  viffeòfenzaoppofizione  nel  principio  della  fuaHerefia,  ò 
con  oppoiìzione  da  gloriarfene  più  tofto^che  d'atterrirfene ,  mentre  povero 
Frate  qual  era  hebbeThonore  di  contradire,  di  cozzare,  edidifputare  con 
Cardinali ,  Principi,  e  con  le  jirime  Accademie  del  Mondo .  Che  s'egli  folle 
flato  trattato  come  VViccleft,  efiliato  poco  meno  che  dal  Mondo ,  ò  come 
l'Hus  abbrugiato  vivo ,  certamente  né  l'Inferno  farebbe  cotanto  ripieno  di 
anime  Luterane ,  né  piangerebbe  la  Chiefa  Cattolica  con  oramai  due  Seco- 
li di  lacrime  la  miferabile  perverfione  di  tanta  parte  di  Chrifìianefimo.  Ma 
[g]  oportetH^refesefie,  econvienpiùtofto  adorare,  che  indagare  gii  alti  g  tMcannth.tj. 
imperfcrutabili  fecreti  deirAltiiììmo  . 

Doppo  dunque  le  tré  accennate  Seffioni  Ci  procede  alla  [/?]  quarta,  ^^.^}>riuts46. 
che  fi  reftrinfe  nella  enumerazione  individuale  de'Libri  Canonici ,  [i]  2^1- Ifjrjldt&^tl 
cunide'quali  erano  rigettati  da'moderni  Heretici,  e  nel  Decreto  de  Edi-  if^/s^.i^s.  dr 
tiene,  &ufu  j^crorw^/? /i&ror«?w,  efprelTamente  fi  comanda  [Z;^]  ^dcoerccn-  ^'\  ccucu.  Trù. 
da  petuUmia  ingenia,  tu  nemo  fu£  prudenti^  innixus  ,  in  rebus  fidei  ,  Ó*  A^4  /»  i>.-<:t<ro 
morum ,  ad  adificationem  doBrime  Chrifliame  pertinentium  ,  Sacram  Seri-  i'a%'ÒrTmtì£ 
pturam  ad  fuos  fenfus  contar quens  ,  cantra  eum  fenfum,  quemtenuit,  rrte-  rum. 
net  SanCia  Mater  Ecclefia,  cuJHS  ejì  judicare  de  vero  fenfn ,  &  interpreta-  ^'^"^seiiioac. 

Ff    4  tione 


PaoioIII.       ^^5  Secolo  XV L 

tionc  Scripturarum  San&arum,  aut  etiam  cantra  unanlmem  confenfum  Ta- 
trum,  ipfam  Scripturam  Sacram  interpretavi audeat],  etiam  fi  hnjufmodiin^ 
terpretationes  nullo  unquarn  tempore  tu  lucem  edend^e  forcnt .  Così  li  Padrj 
contro  i  Luterani,  eCalvinifti?  che  non  ammettevano  altra  regola  nella 
efplicazione  delle  Scritture,  che  qualunque  eglififofle,  il  proprio fen- 
timento. 

Conftituito  dunque  il  fondamento  della  Cattolica  credenza  con  la  enu- 
merazione, d'ufo  de'Libri  Sacri,  fi  pafsò  al  dibattimento  di  tré  alte  qiie- 
seffioiic  Quinta,  ftioni,  cioè  alli  Decreti  del Pcccato  Originale,  dellaGiuftificazioncede' 
Sacramenti,  che  furono  quelle  materie ,  le  quali  occuparono  tutto  il  reftan- 
te  del  Pontificato  di  Paolo  Terzo,  e  le  applicazioni,  allora  de'Padri  inque- 
a  ^r/:5.<f/5:7./«- fto  Concilio.  E  primieramente  [a]  circa  il  primo  punto  del  Peccato  Origi- 
mim.i\^6,  ''     naie,  eglino  folamente  intente  i  recidere  gli  errori,  e  nona  decidere  le  opi- 
nioni, rinvenendo  difcordigliScholafticicircala  definizione  della  quiddi- 
tà, e  natura  di  eflb  j  procederono  alla  fpiegazione  necclTaria  della  con- 
tagione  da  lui  derivata  ne'Pofteri  di  Adamo,  del  rimedio  di  un  tanto  male, 
e  della  efficacia  della  redenzione  3  principalmente  eghno  ponderando,  che 
iìccome  in  Adamo  la  colpa  dellaperfona  refe  rea  la  natura,  così  ne'difcen- 
denti  la  reità  della  natura  rende  colpevole  laperfona.  In  quefti  fentimenti 
ftabilironfi  cinque  Canoni,  che  fonolabafe,  ove  fi  appoggia  tutta  la  ma- 
china della  Redenzione  contro  le  negate  verità  da  Lutero,  da  Zuvinglio, 
b  r4».i.  e  da  Calvino.  [^]  Decretoffi  fcommunicato  chiunque  quello  fifoffe  ,  che 

non  confefTafle ,  che  Adamo  havendo  nel  Paradifo  trafgredito  il  comanda- 
mento di  Dio,  perde  incontanente  la  fantità,  e  la  giuiìizia,  nella  quale 
era  flato  conftituito,  e  incorfe  per  tal  prevaricazione  nell'ira  divina,  nel- 
la morte,  e  nella  cattività  del  Diavolo:  etuttoAdamofecondo l'anima,  e 
il  corpo  rimafe  mutato  in  peggio  :  ch'egli  \c\  non  fol  nocque  à  fé  ,  né  fol 
ccm.i,  perdette  per  fé ,  màpernoi,  epertuttilidifcenclenti,  lafantità,  eia  giù- 

iìizia:  netrasfufeinnoilepenefolamentedel  corpo,  mi  il  peccato,  ch'è 
d  f4».  j.  la  morte  dell'anima:  che  [(i]  quello  peccato  per  origine  e  uno,  etrasfufo, 

non  per  imitazione,  ma  per  propagazione:  ed  è  dentro  à  noi  ,  proprio  di 
ciafcheduno  :  né  ^\  toglie  per  le  forze  della -natura ,  ò  per  altro  rimedio,  che 
perii  merito  di Chrifto  unico  Mediatore  :  e  che  quelì:o  merito  fi  applica 
tanto  agli  adulti ,  quanto  agl'infanti ,  co'l  Battefimo  conferito  nella  forma 
e  c&n.A,.  '  della  Chiefa:  che  [e]  gl'infanti  fi  devono  battezzare,  quantunque  nati  da 
Genitori  fedeli:  ed'eifer  loro  ciò  neceflario ,  à  fin  di  purgarfi  dall'impe- 
ican,  5.  dimento,  che  traggono  da  Adamo  àconfeguire  la  vita  eterna:  che  [fj  per 

la  grazia  di  Dio,  quale  nel  Battefimo  fi  conferifce,  fi  rimette  il  reato  del 
Peccato  Originale,  e  fi  toglie  tutto  ciò,  che  ha  vera,  e  propria  ragione  di 
peccato,  e  non altrimente egli  jf^iif^c///,  ò  non  Imputarli.  È  qui  efprelTa- 
menteinfegnarono  i  Padri,  e  decretarono;,  che  ne'rinati rimane  la  con- 
cupifcenza,  ò  il  fomite,  la  quale  elfcndo  lafciata  per  cfercizio  diletta, 
non  può  nuocere  à  chi  non  confente,  md  con  la  grazia  ài  Dio  virilmente 
contrafta  i  e  fopraquefto  dogma  foggiunfero,  laconcupifcenza,  la  quale 
talora  dall'Apoftolovien  denominata  Pt'c<;4^o,  non  effere  mai  flato  intefo 
dalla  Chiefa,  che  ne'rinati  ha  Neramente,  e  propriamente  peccato,  ma 
chiamarfi  tale ,  perche  nafce  dal  peccato,  ed  inclina  al  peccato.  Quin-. 
.ir^'-ìn  .-f     di  ficRue  una  dichiarazione  del  Concilio  fopra  la  Immaculata  Concezione 

g  Veni  :i  l'ori  t!f,'<i      ,0,  .  >■  ,  ^-.    .         ,  p    ^ 

.iìtjT.vii.tcm.A,   della  Madre  di  Dio,  della  quale  unitamente  parleraiii  inalerò  [^J  luogo. 

Si  di- 


Capitolo  V.  457        I^AOLoIIL 

■  Sidifcefe  pofcia  da'Padri  \_a]  alla^  difcuilionc  della  gran  materia  della  a  srjf.s. 
Giiiftificazione,  queftione  non  foi' ò  nvon  mai  trattata  pienamente  dagli 
antichi  Scholaftici,  ò  da  effiparchifiìmamente  toccata,    ma  né  pur  dai  tra-  seflaseffione. 
fcorfiConcilii  Generali,  onde  i  Padri  Tridentini  farono  i  primi  ad  intra- 
prenderla .  E  ben  eglino  conneliero  T  articolo  antecedente  del  Peccato  Ori- 
ginale con  quello  Tuffeguente  della  Giuftificazione,  affin  che  efl^ndofi  in 
quello  conolciuto  ciò ,  che  fi  era  perduto  nel  pnmo  Adamo ,  s'intcndefTe 
in  querto  ciò ,  che  fi  era  racquiftato  nel  fecondo .  Onde  all'  Herefie  de'  No- 
vatori fopra  quef to  punto  Ij  oppofe  da'  Padri  la  Dottrina  Cattolica ,  eh'  effi 
fpiegarono  prima  m  fedeci  Capitoli,  in  cui  fi  definifce,  che  nella  [  6  ]  prevari-  ]^  ^.'-b.  t> 
cazione  di  Adamo  tutti  perdettero  la  innocenza,  e  nafcono  figliuoli  dell' 
Ira,  come  di  fopra  fi  dille,  quando  parloill  del  Peccato  Originale;  e  che  il 
iibero  arbitrio  non  è  in  eifieftinto,  quantunque  attenuato,  &  abballato: 
Chelddio  [e]  perciò  hi  mandato  ilfuo  Figliuolo  à  ricomperare  i  Gentili, 
&i  Giudei,  dando  il  fangu;  per  tutto  il  Mondo:  Che  [d]  benché  Chriflo  dcV./< 
fia  morto  per  tutti ,  non  però  tutti  ricevono  il  benefizio  della  fua  morte ,  ma 
fol  quelli,  à  cui  fi  communica  il  merito  della  fua  Palfione:  Chela  [e]traf-  e  cap.4^] 
lazione  dello  fì:ato  di  Figliuolo  di  Adamo  allo  fiato  di  Figliuolo  adottivo 
di  Dio,  doppo  la  promulgazione  dell' Evangelio  non  fi  fa  fenzailBattefi- 
mo,  òfenza  il  defideno  di  eflo:  Che  [/]  negli  adulti  il  principio  della  f  c.i/?,  y, 
Giufiificazione  fi  piglia  dalla  preveniente  Grazia  di  Chrifto ,  cioè  dalla  fua 
vocazione  fatta  fenzanifìun  merito  humano,  mentre  per  la  fua  eccitante, 
e  aiutante  Grazia,  liberamente confentendole,  e  cooperandole,  fi  difpon- 
gono gli haomini alla  Giiifiificazione:  Che  [g]  gli huomini fi  difpongono  „  ^^  ^ 
alla  Giuftizia,  mentre  eccitati,  baiatati  dalla  divina  Grazia  concepifcono  °    "  '  ' 
la  Fede  per  l'udito,  e  cominciano  à  Itimar  per  vere  le  rivelazioni,  e  promif- 
fioni  divine  ;  e  fpeciaimente  che  l' empio  Ci  gialèifichi  per  la  grazia  di  Dio ,'  e 
per  la  redenzione  ,  eh'  è  in  Chrifto  :  Che  alla  [h]  difpofizione ,  ò  preparazio-  ^  ^^.  - 
nefieguelaGiufiifìcazionemedefima,  la  quale  non  è  fola  remiilìone  de' 
peccati ,  ma  fantificazione ,  e  rinovazione  dell'  huomo  interiore  pe'l  volon- 
tario ricevimento  della  grazia,  e  de' doni ,  onde  l' huomo  d'ingiufto  divien 
giufto  5  di  nemico  amico ,  &  herede ,  fecondo  la  fperanza ,  della  vita  eterna  : 
e  quivi  à  lungo  Ci  alfegnano  le  cagioni  di  quei1:a  Giuftificazione,  e  ne'fe- 
guenri  Capitoli  fi  dichiarano  [«']  i  dogmi  e  circa  la medefimaGiufiificazio-  i  c^p.s. 
ne.,e  circa  l'adempimento  [  /;.]  de'  precetti  non  impoifibili  ad  olfervarfije  cir 
cala  incertezza  [  /  ]  di  elVere  fra  il  numero  degli  Eletti  fenza rivelazione fpe-  \  cap.'li.'ll! 
ciale ,  e  circa  [  w  ]  la  Confefilone ,  e  Penitenza  del  Battezzato ,  e  circa  la  [  «  ]  '"  ^''^-  ^^' 
perdita  della  grazia  pe'l  peccato  mortale,  ecirca[o]  laVitaeternapropo-  o  c%\\ll 
ila ,  e  come  grazia  promeifa  mifericordiofamente  ai  Figliuoli  di  Dio ,  e  co- 
rri e  mercede  da  renderfi  fedelmente  alle  buone  opere ,  ed  a'  meriti  fecondo 
la  divina  promiilìone.  C^iindi  foggiungonfi  trentatrè  Canoni  corrifponden- 
tià  quella  dottrina,  che  Ci  è  riferita  ne' Capitoli,  e  fpeciaimente  nel  fefto 
condannafi  ildire,  come  diceva  Lutero,  che  non  fia  in  podeftà  dell' huo- 
mo r  operar  male  ;  mi  che  i  mali ,  non  meno  che  i  beni , opera  Dio  non  folo 
pefmilfìv  amente,  mi  ancor  propriamente,  eperfe:  tanto  che  fia  opera 
propria  di  Dio  non  meno  il  tradimento  diGiuda,chelavocazionediPaolo. 
Qual  befiemmia  habbiamo  udita  nella  bocca  parimente  di  Calvino . 

Stabiliti,  come  li  più  effenziali,  quefiidue  Dogmi  del  Peccato  Origina-  «effione  settima, 
kj  per  cui  r  huomo ^nafce  reo  di  colpa  contratta,  e  della  Giuftificazio- 


Paolo  III.       ^-g  Secolo  XVI. 

ne,  per  cui  il  medefimo  di  reo  diventa  giufto ,  e  per  la  inhcrente  grazia  ^i 
*  ■'  Dio  perfevera  nella  giuftizia  >  [  <«  ]  fi  procede  da*  Padri  al  numero  de*  Sacra- 

menti in  genere,  contrariato  da' Luterani,  eCalvinifti,  al  Carattere  inde- 
lebile, che  tré  di  eflì  imprimono  nell'  anima  contro  gli  Anabattifti,  e  in  qual- 
che fenfo  ancora  contro  i  medefimi  Luterani,  alla  intensione  del  Miniuro 
apertamente  impugnata  dalle  nuove  Sette,  alla  neceflìtàloro  per  ilconfe- 
guimento  della  eterna  falute,  alla  grazia,  eh' eglino  in  fé  contengono,  e 
alla  difparità  fra  efll  in  ordine  alla  maggiore ,  ò  minor  dignità ,  e  in  fine  alla 
fpiegazione  di  tutto  ciò,  che  fcorge vali  necefl'ario  allo  flato  pref ente, della 
Chiefa ,  in  riguardo  delle  nuove  Herefic ,  che  allora  correvano  fuf  citate  nel 
Chriftianefimo ,  con  la  appofizione  di  tredici  Canoni  in  univerfale ,  e  di  akri 
quattórdici  in  particolare  fopra  il  Battefimo,  e  di  altri  tré  fopra  la  Confer- 
mazione,regiftrati  X  lungo  da  tutti  li  Compilatori  de'  Concilii ,  onde  d'uvo-' 
pò  non  fia  dilungarne  in  quefto  luogo  la  defcrizione  * 
0"ava ,  nya,  e      Ma  fra  queftc  ardue  difputazioni ,  mentre  profeguir  volevafi  la  materia 
ecima  «  >°"^  •  (jggii  git^j  S2icramenti  in  particolare ,  per  diverfidifturbi  inforti,  intimata 
neir  ottava  Seflìone  la  traslazione  del  Concilio  >  nella  nona ,  e  decima  pro- 
fa  ^nmisvj'      rogate  fempre  in  altro  tempo  le  Decifioni ,  defifterono  i  [è]  Padri  dal 
c^nn.issu       confuctoCongreifo,  fin  quando  aprillo  [e]  di  nuovo,  morto  Paolo  III, 
Giulio  in.  doppo  quattr'  anni  d' intermiflione  :  e  noi  allora  ne  continuar e- 
mo  r  ordine ,  e  le  Seflioni ,  che  fotto  ciafcun  Pontefice  feparatamente  fi  fe- 
cero ,  fufleguenti  tutte  alle  dieci ,  formate  fotto  il  Pontificato  ,  che  fcrivia* 
mo,  di  Paolo  III. 
Caduta  nella  He-      Nel medcfimotempo  però,  in  cui  il  Concilio  percoteva  rHerefiecon 
rcfia  deirArciyf.  gl'anathemi,  i  Cattolici  nella  Germania  fovvertivano  la  Religione  Catto- 
fcoYo  di  Colonia,  ijcacon  Tefempio,  gliHereticiconlearme,  &:  il  Pontefice  da  Roma  con- 
tro gli  uni,  e  gli  altri  procedeva  co' caftighi.  Hermannonato  dalla  nobile 
famiglia  de'  Conti  dì  V  Veda,  Arcivefcovo  di  Colonia,fedotto  dagli  Hereti- 
i  unn.  ij4(j.       Qi  ^  era  miferamente  [  <i  ]  trafcorfo  ad  introdurre  nella  fua  Chiefa  le  loro  no- 
vità, con  tanta  maggior  difplicenza  de'Cattolici,quanto  più  parve  a  Cattoli- 
ci vituperofa  la  caduta  di  quefto  infigne  Ecclefiaftico .  Conciofiacofache 
dodici  anni  addietro  egli  haveva  celebrato  nella  fua  Cathedrale  un  Sino- 
do così  cofpicuo  di  Prelati  à  fé  foggetti ,  e  così  ampio  di  dogmi  foftenuti 
contro  le  correnti  Herefie,  che  fi  era  meritate  le  laudi  de' Cattolici ,  eie 
maledicenze  confuete  degli  Heretici,  havendo  fird  i  primi  perfuoi  encc^- 
eSddtUtpiji.i^.  miafti  due  infigni  Cardinali ,  Giacomo  Sadoleto,  [e]  e  Giovanni  Groppe- 
ro  celebre  Jurifconfulto ,  Canonico  allora  di  quella  Catedrale  di  Colonia , 
e  quindi  anch' eflb  creato  da  Paolo  Quarto  Cardinale,  che  commentò,  e 
diitribnì  in  molti  Capitoli  gli  atti  di  quel  Sinodo ,  quali  ne'  Tomi  de'  Con- 
fsieid.i. IO.       ciliirinvengonfi  diftinti  in  quattordici  parti,  e  frài  fecondi [/] lo Sleida- 
no,  che  del  Commento,  e  del  Teftofi  lunghe,  tediofe,  e  pungentiilt- 
%st^ond.am.is4ì'  mcriprovc.  Ma  il miferabile ,  defcritco  dallo  Spondano ,  [g]  Ftrnatura 
**'^'  ^  bonus,  &  in  egenos,  &  mi/eros  clemcns ,  ac  liberdis ,  fed  parum  doEius^ 

Ctrè  qualità  ottime  in  un  privato  Laico ,  ma  peifime  in  un  graduato  Eccle- 
fìaftico,  efiendo  che  una  naturai  bontà ,  che  fimboleggia  con  la  dappocag- 
gine, una  compailìonevole  naturalezza,  cheperlo  più  inclina  al  male,  & 
una  riprcnfibile  ignoranza,  che  accieca  nella  cognizione  diftinta  del  bene, 
h  Ponunufì.4  re-  ^^^^  ""^^  ^^^"^  ^^  ^^^  cordc ,  chc  ha  titato  al  precipizio  moki  Vefcovi  )  defi- 
rumrKemor.&s:i-  dcrofo  [h]  di  riforma  ncl fuo  ampìo  Vefcovado,  per  un  ottimo  fine  elef- 

riitJ  in  Cummtni,  fg 


Capitolo  V.  459       Paolo  III. 

feunpeflltnomezzo,  e  chiamò  alla  predicazione  in  quelle  Chiefe  Bucero, 
Melandone,  &ilPiftorio,  invano  reclamando  il  Clero,  e  l' Univerfid  di 
Colonia ,  che  fu  in  fine  coftretta  mandar  le  doglianze  proprie ,  e  le  accufe 
contro  il  fuo  Prelato  al  Tribunale  Apoftolico  per  follecito  provedimento  à 
un  tanto  male ,  Paolo  III.  citoUo  à  Roma  ,  mi  confumata  inutilmente 
tuttala  foavità  della  tolleranza,  finalmente  adiftanza  del  Clero,  di  quel- 
la Univerfità,  e  de'Vefcoyi  principaliflìmi  circonvicini,  egli  procede  in 
[4j;Conciftoro  alla  fentenza  di  {privazione,  di  depofizione,  e  di  Scom-  its.^ytfrUiiis^. 
munica  :  onde  V  oftinato  Colonienfe  ignudo  della  Mitra  toltagli  dal  Ponte- 
fice ,  e  della  dignità  Elettorale  da  Cefare,  morì  in  una  dishonorata  decre- 
piti nella  paterna  Contea  ài  V  Veda ,  non  fenza  perturbamento ,  e  fcanda- 
lo  della  Germania. 

Ma  fé  fiì  caduti!  quella  di  Hermanno  Arcivefcovo  di  Colonia,  preci-  caduta  dei  ver- 
pizio  può  dirfi  l'altra  di  Pietro  Paolo  Vergerio  Vefcovo  di  Capo  d'Iftria,  serio     Nunzio 
alia  CUI  dignità  Epjfcopale  era  congiunta  l'altra  di  Nunziature  Apoftoli-  Germani?.     '" 
che  efer  citate  nella  Germania.  Dicefi  dilui,  [b]  che  per  Legazioni  bene  b,$)^»»j,<»««,if4«, 
amminiftratefoffedeftinato  da  Paolo  al  Cardinalato,  mi  cheper  benefi-  uHU.tTì.n^l' 
zio  del  Cielo  difcoperta  la  fu»  interna  fellonia ,  il  fuo  commercio  con  gli 
Heretici ,  e  li  pravi  fentimenti  delibammo,  ne  folfe  non  folo  efclufo, 
ma  citato  à  Roma  adire  le  fuedifcolpei  ond' egli  irritato  dalla  ripulfa,  & 
intimorito  al  preveduto  proceflb,  prorompefle  in  aperta  Apoftafia  dalla  Fe- 
de elfo ,  e  i  fuo  eccitamento  un  fuo  fratello  Giovan  Battifta  Vefcovo  Pola- 
no,  medefimamente  in  quella  Provincia,  etrapaflati  molti  luoghi,  perfe- 
guitato  hor  qua ,  hor  là  da*  Cattolici  Inquifitori ,  fi  ricovrafle  in  fine  nella 
Città  di  Tubinghen  fotto  la  protezzione  dell' heretico  Chriftofano  Duca 
diVittembergh,  d'onde  vomitafleque'facrileghi,  e fatirici Libri ,  di  cui 
in  altro  luogo  [e]  faràfii  menzione,  contro  Dio,  contro  Roma,  e  con-  ^  v,dtiiPintif.di 
tro  il  Pontificato  Romano .  Intanto ,  mentre  aperto  durava  fotto  Paolo  III.  Paóh  iv. ,  di  />,> 
il  Concilio,  egli  da  Tubinghen  raccogliendo  le  hovità  di  tutti  li  detti  fuc-  ^^•''""•4- 
ceffi ,  e  incontri  de'  Padri  Tridentini ,  alteravane  in  obbrobrio  di  quel  facro 
Congreflb  le  relazioni,  e  tramandandone  prediche,  e  fatirepe'IMondo,co- 
me  fé  colà  in  Trento  fi  rapprefentafle  unacomedia,  degna  delle  rifa  del  Po- 
polo ,  e  de'  fifchi  della  plebe .  AH'  audacia  di  quefto  precipitato  Vefcovo  fe- 
ce echo  Calvino  da  Ginevra,  vomitando  allora  anch' egli  il  [4]  veleno  del  à^nn.  ij^g, 
hìo  antìdoto  contro  fette  Sefjioniiel  Concilio  Tridentino  y  nel  qual' empio  Li- 
bro non  vi  è  derifo ,  à  cui  non  fottoponga  que*  venerati  Padri ,  né  beftem- 
mia ,  che  contro  i  loro  Oracoli  non  profenfca , 

La  prevaricazione  di  quefti  Ecclelìaftici  Soggetti  fiì  mala  per  l'  efem-  Decreto  cfiebr? 
pio  »  ma  il  nuovo  Editto  di  Cefare  fu  peflimo  per  i  fatti  fcandalofi ,  che  t^.f""  ^uri'm 
quindi  fopravennero .  Le  armi  de' Turchi  danna  parte,  quelle  del  Rè  di  q',nto  pregh.di- 
Franciadair  altra,  li  fpefiì  moti  della  Germania,  e  le  immenfe  agitazioni  ndimo'.^^"^''* 
distato,  in  cui  haveva  tutti  riporti  la  Herefia  Luterana,  porfero  più  vol- 
te mal  configlio  all'  Imperador  Carlo  di  qualche  temperamento  di  Religio- 
ne con  gli  Heretici  j  onde,  come  altrove  fi  accennò  in  queftomedefimo 
Pontificato  ,  per  ritenerfeli  uniti  nella  congiunzione  delle  armi,  haveva 
egli  procurato  di  unirfegli  in  un  certo  modo  ancora  nella  credenza  della  fe- 
de con  alcuni  palfaggieri  decreti,  che chiamaronfi  interim ,  de' quali  dice 
lo  Spendano,  [e]  Fuerunt  plura  hujufmodi  Interim  in  B^eligions  rebus  àCa-  ^  sptndénuf  én», 
roto  Hicreticis  Germania  diverfts  temporibm ,  ^Honfque  celebraretur  Conci-  ij4'.».J. 

Imm, 


Paolo  HI. 


a  ^nn,  1548. 


n,  5. 


i6.c.z,art,iO.  §  4, 

».20. 


e  Hjcc  ov7n'a  cor» 
<fiant    IX    Gojìaldh 
to.2.  CotijìitHt.lm» 
pcrÌAi'.pag.^i'i.  O 
feq.  ér  to.  2.  ibid. 

pttg.  2  2<J. 


£  15',  Majì  1J45, 


g  CAp,ii.^,n^6, 


460  Secolo  XVI. 

lium,  coHceJia.  Ma  ninno  di  efll  fece  fra'popoli  Chdftiani quegli  horridi 
-effetti ,  che  nacquero  da  queir  Interim ,  conceputo ,  e  publicato  nel  tempo 
della  intermiflìohe  del  Concilio,  cioè  nell'anno  15 48.,  che  folo per  anto- 
nomafia  dicefi  l'Interim  di  Carlo  Quinto,  come  già  fi  di(fe  /'£no^/c  odi  Ze- 
none, l' EBhefìs  di  Heraclio,  c'iTypo  di  Collante,  nomi  tutti  calamito- 
fi,  einfaurtiperlaChiefa.  Perfuafo  Cefare ,  e  refo  pienamente  fuor  di  fpe- 
ranzadel  profeguimento  per  allora  del  Concilio  in  Trento,  e  parendo  à 
lui ,  che  fenza  il  freno  di  eflb ,  potettero  li  Popoli  della  Germania. inoltrare 
Tempre  nella  intraprefa  di  avvantaggiare  la  loro  nuova  Setta  per  mezzo  di 
quei  foliti  fconvolgimenti  di  Stato ,  che  acconipagnano  indivifibilmente  le 
novità  della  Religione,propofe  agli  Ordini  deli'  Imperio  [a]  congregati  nel- 
la Città  di  Auguita,  cliernecelTaria  colali  ritrovar  qualche  mezzo,  onde, 
fintantoché  fi  riaprilTe ,  e  terminalTe  il  Concilio ,  ficura  fofle  nell'Imperio 
la  pace,  e,  fé  non  uniforme,  almeno  tollerata,  òpermelfa  la  regola  della 
Fede .  Haveva  egli  ricevuta  à  tal'  efFetto  una  lunga  fcrittura ,  compofta  nel- 
la Germania  [b]  dahuominipiùtoiiovolonterofi di  unione,  chehabili  à 
procacciarla ,  in  cui  efponevafi  una  formola  di  Dottrine ,  e  di  Cerimonie  da 
doverfi  tenere  nella  Germania,  fintanto  che  il  Concilio  ole  approvalfe, 
ò  ne  difponelle  altrimente .  Era  il  Libello  intitolato  Z^^fmjw,  cioè  fintanto 
che  fopraveniifero  le  difpofizioni  Conciliari  j  onde  da  altri  fiì  chiamato  I«- 
tcrreligio ,  cioè  una  religione  da  oifervarfi  intanto  ;  ma  che  più  propriamen- 
te denominar  potevafi  non  Interim,  mi  Interitus  ,  cioè  uccifione  delle 
anime,  e  de' corpi,  de'  quali  fi  vidde  grande  ftrage  allora  nella  Germa- 
nia. Egli  conteneva  ventifei  Capitoli  circa  li  principali  Dogmi  della  Reli- 
gione Cattolica,  e  de' Sacramenti,  e  della  economia,  e  cerimonie  della 
Chiefa ,  e  precifameiite  la  concezione  a'  Preti  di  prender  moglie ,  &  ai  Laici 
della  Communione  fotto  l' una ,  e  l' altra  fpecie  i  e  nel  rimanente  in  parecchi 
articoli,  e  particolarmente  in  quegli  de' Sacramenti  Cattolica,  &oppofì:a 
agli  errori  de' Luterani  ,  e  [e]  pleraque  omnia y  come  di  quefi:o  Editto 
fcrilTe  un' Annalifta,  duobus  ifiis  artìculis  exceptis,  pojjemdici  EcdefixB^- 
mance  Doólrin^e  confentanea.  Quello  Libello  dunque  fu  da  Cefare  prefenta- 
to  alla  Dieta ,  acciò  la  Dieta  n'  efaminalfe  il  contenuto .  Furono  fcelti  à  tal* 
effetto  tré  Perfonaggi ,  defiderofiliìmi  della  concordia  (  onde  da  [ci]  alcuni 
dicefi,  che  fors' elfi  ne  follerò  i  Compofitori)  cioè  Giulio  Pflugio  Vefco- 
vo  di  Naumbourgh  ,  Michel  Heldingo  Vefcovo  di  Sidonia  fuifraganeo 
del  Moguntino  ,  e  Giovanni  Agricola  ,  che  ò  haveva  di  già  abiura- 
to le  paliate  Herefie,  ò  moflravafi  difpoflo  ad  abiurarle  :  ed  [e]  elli 
r  approvarono  concordemente  :  il  che  in  conto  alcuno  non  volle  far  Bucero 
con  U  motivo ,  perchè  in  elfo  coniprovavafi  1*  autorità  Pontificia .  Ma  per 
differente  capo/ù  egli  altamente  riprovato  dal  Pontefice ,  al  quale  Carlo  lo 
haveva  fatta  trafmettere ,  per  ottenerne  non  tanto  l' efame,  quanto  il  bene- 
placito .  Paolo  temporeggiò  alquanto  nella  rifpofta ,  per  non  accrefcer  flio- 
co  maggiore  all'  incendio ,  che  ardeva  ;  ma  l' Imperadore  impaziente  di  fi;a- 
bilir  la  concordia,  non  curata  la  tardanza,  eia  circofpezione  del  Papa,  e 
molto  meno  l'autorità  Pontitìcia^jnell'intrometterfì  in  forma  cotanto  eilèn- 
ziale,  eilrepitofaàpormano  negli aflari  della  Religione,  promulgò  [/] 
perlaGeananial'EditLO,  e  facendo  pompa  della  promulgazione^,  divul- 
gonne  il  contenuto  in  lingua  Tedefca,  e  Latina  per  ogni  angolo  dell'Im- 
perio; e  perchè  in  un  Capitolo  [^].del  Libello  fi  parlava  di  levar  le  ceri- 
monie. 


Capitolo  V.  ^6l        Paolo  III. 

monie ,  le  quali  poteffero  cagionar  fuperftizione .  Carlo  rifervò  à  fé  la  di- 
chiarazione di  efle ,  e  de'dubii,  che  fopra  il  Libello  poteflero  fopravvenì- 
re,  come  poi  egli  efeguì  anche  col  bando  di  pene  contro  itrafgre{rori[^]  ^  sujd.i.xo^u, 
in  qualche  materia  di  riformazione,  e  di  riti,  in  nulla  da  lui  dipendenti, 
e  che  in  fine  riufcirono  un  parto  morto,  che  nacque  fenza giammai  vivere  . 
Reca  certamente  gran  meraviglia,  non  legger  contrapofte  ù  un  tanto  at- 
tentato quelle  oppofizioni ,  che  habbiamo  in  altri  [/»j  Papi  notate,  per  cui  b  veduinoproto. 
eglino  fi fottopofero  a  gravitimi  rifchi  e  del  proprio  flato,  e  della  propria  \- f"^-  y«*;^""»- 
vita ,  per  mantenere  intatta  dalla  prepotenza  de'  Laici  la  immunità ,  e  fupe-  i'//^'"'^*  "^  ^''^' 
riorita della Chiefa.  Paolo  Terzo,  benché f offe  un  Pontefice  di  alta  co-  ^•Ìp"''eTa"m  del 
fìanza ,  e  di  fpirito  giovane ,  &  elevato  anche  in  età  ottogenaria ,  in  queflo  Pontefice!"' 


grave  calo  altro  non  fece ,  che  inutili ,  e  vane  doglianze  per  mezzo  de'fuoi 
Nunzii  i.  Cefare ,  efclamando  come  non  più  udita  nel  corfo  di  tutti  li  Secoli 
arretrati  una  fomighantepermiffione  di  prender  moglie  a  Preti,  ediconv 
municar  li  Laici  fottoT  una,  el'altrafpecie,  cofa  già  da  molto  tempo  ab- 
rogata, edanonpoterfi  riconvalidare  fenza  la  efprefla licenza  dellafom- 
ma  autorità  de'  Pontefici  Romani ,  minacciando  à  Carlo  l' ira  ài  Dio ,  ogni 
qualunque  volta  egli  perfifleffe  nell*  impegno  :  e  qui  nota  lo  Spondano ,  che 
quind'  in  poi  Carlo  non  fu  più  quel  delfo ,  eh'  era  flato  nella  felicità  de'  paf- 
fati fuccefii ;  e  dice,  [ci  Suntj  qui  obferpant,  ab  ejus  promulzatione  edi^i  ,r.,,^.        ,  , 
mhU  ampltNS  et  rerum  Jtijceptamm picceljtjje .  Il  Pallavicino  applica  adavve-  n.s.injìnt, 
dutezza ,  &  à  buon  configlio  quella irrefoluzione  del  Pontefice,  che  in  ca fo 
così  grave  moftrò  più  torto  un  giullo  fentimento ,  che  un  vero  rifentimento, 
ed  alferifce,  [e/]  il  Cardinaldel  Monte  ,  ed  alcuni  ycfcovi  ja^gt  ,  confide-  à  Paiiav.l.u.cs, 
rato  attentamente  il  tenore  j  e'I  proemio  dell'  Interim  ,  fi  awifarono  ,  che  "•'^* 
efiendo  egli  una  mera  condifcenfione  ,  ò  ptà  tofio  un  rifirmgimento  verfo  i 
Luterani ,  non  convenijje  al  Tapa  col  rifcaldarvifì  troppo ,  riconofcer  in  e(ìa 
maggior  offefa  dell'  autorità  fua ,  che  non  v'  era ,  e  ciò  fenica  fperan'^a  d' effet- 
to :  ,»è  doverfi  dar  carico  a'  'ì<lun\ii  d'  acconciarla  ;  perciochè  (ìccome  era 
compojia  à  fine  che  i  Trotefianti  la  ricevefìero^  così  non  poteva  mai  purgarft  ; 

in  maniera  che  non  ritenere  qualche  odor  d' herejia  :  onde  il  porvi  mano  i  '• 

Totttificiii  non  haverebbe  operato  altro  che  un  poter  Luteri^^are  con  autorità 
del  Tontefice.  Così  egli.  Ma  qualunque  foffe  ò  la  economia,  ò'izelo  di 
Paolo  Terzo,  certamente  indicibile  fu  il  rumore,  ch'eccitò  pe'l  Chriftia- 
nefimolapublicazione  dell'l^z-mw^e Roberto [f] Cenale Vefcovo di  Au-  ^  i^id.n.  i, 
renches  con  difperata  maniera  avvanzoflì  à  dire  al  fopranominato  Cardinal 
del  Monte,C/?e  il  Chrijiianéftmo  erafpedito  ;  e  quindi  die  fuora  alle  flampe  un 
forte  hbro,  il  cui  folo  titolo  dimoflra,  quanto  egli  altamente  riprovaffe 
un  fomighante  attentato,  ^Anttdotum  (così  intitolavafi  il  libro  )  ad  propo- 
[ita  per  Interim  ,  non  tam  per  modum  ,  quàm  pr^ter  omnem  B^eligionis  mo- 
dum  oblata .  Così  egli  per  la  Francia ,  e  così  in  Roma  con  altro  non  diffimils 
trattato  Francefco  Romeo  Miniflro  Generale  dell'  Ordine  de'  Predicatori , 
e  a>,sì  nella  Germania  [/]  in  faccia  al  medefimo  Imperadore  con  lunga  in-  f  priMd'mus   /« 
vettiva  contro  gli  Autori ,  e  contro  la  compofizione  di  quel  mal'  augurato  ^%'f,"'  ^'^'*  '**• 
libello  Niccolò  Bobadilìadella  Con>pagnia  di  Giesu,  che  ricevuto  incon- 
tanente da  Cefare  l' elìlio  dalla  Corte ,  e  dalla  Germania ,  quindi  partiffene 
allegro,  [g^Glorioftusfibiducens ,  coraediluiriferifcel' Annalifla,  magis  gSp»,:d,4nnj)iB* 
piacere  Deo,  quàm  hominibus .  Né  dalle  fole  penne  Cattoliche  fu  dilace-  "«7. 
rata  la  fama  di  Carlo,  ma  eziandio  dall' heretiche .  Nell'atto  della  fua 

prò- 


r.t  ad  dhos  Lihros 
eantralHttrifn , 


Paolo  IIL       ^i^^  Secolo  XVI. 

promulgazione  della  Dieta  tu  l' Editto  più  tofto  non  riprovato ,  che  appfcJ' 
vato  anche  da effa,  i cui  Congregati  col  filenzio,  non  con  la  voce,  moftra- 
rono  di  non  gradirlo  .  Ma  reti  liberi  dalla  prefenza  del  Principe,  altamente 
eglino  fé  ne  dolfero ,  e  forfè  più  che  i  Cattolici ,  sì  per  non  efler  in  eflb  in- 
ferita Legge  uguale  ad  ambedue,  come  per  vederti  in  molte  cofe  aigretti 
ad  abbandonar  la  propria  dottrina  :  onde  con  afpre  Apologie  publicate  alla 
ftampa rifiutarono  quella  fcrittura,  e  Gafparo  AvilaMinfttroinSalvelden 
tìella  ,Thuringia  brufcamente  con  lungo  fcritto  riff)ofe  ali*  Agricola,  che 
vantava  ,  haver'  egli  acconfentito  ,  &  approvato  /'  Interim  ,  vibrandogli 
contro  pungentifllme  mentite,  e  dicendo,  non  poter' elTo  approvare  un 
Libello  cotanto  ripieno  ài  errori .  Filippo  Melandone ,  fé  ben  più  modera- 
tamente ,  concorfe  ne'  medetìmi  fentimenti  ;  ma  con  più  forte  nervo  di  ftile 
Calvino ,  che  fcrivendo  pur'  allora  li  fiioi  Commentarii  fopra  fei  Epitlole  di 
San  Paolo,  divertito  in  nuovo  argomento  lo  fWe,  divulgò  perle  ftampe  il 
fuo  Libro  contro  /'  Interim  co'l  titolo  Cantra  veram  Chrifiian£  pacifieatio- 
nis,  &  £cclefi£  reformandiS  rationem.  Infomma  benché  vi  fofle,  chi  fcu- 
icoci.^arefporrfìo  far  volelfc quefto ccccifo di Carlo Qiiinto ,  comeil Coeleo,  che  [ajvolle 
"      '  ■      interpretare  in  buon  fenfo  la  fede ,  e  l' animo  ài  lui  j  nuUadimeno  conchiu- 
de il  fopracitato  Annàlifta,  Tslullus  fuit  Catholicus  y  qui  librum  illum  omni 
ex  parte  approdare  potuerit;  anzi  noi  foggiungiamo ,  che  non  vi  fotfe  né 
pur  alcun  Heretico ,  che  pienamente  approvafldo  ;  onde  tutti  j  e  Cattolici  * 
<&Hereticiriconobbero  in  eflb  ninna  riverenza  al  Pontefice  ^  poca  confor- 
mità di  facre  Dottrine,  atttorita  incompetente  di  Decitìoni,  feminarii  di 
guerre ,  ditienzioni ,  e  non  unione  de'  Popoli ,  e  i  foliti  effetti  delle  fcritture 
di  quella  penna,  chiamata  dallo  Spirito  Santo,  [Zr-i  Calamum  quajiatum. 
E  li  licigii ,  anzi  le  guerre ,  che  dall'  Interim ,  come  da^  fonte ,  furfero  kà  Lu- 
terani, non  furono  né  difpregievoli  in  qualità,  né  poche  in  numero .  Alcu- 
ni di  eflì  lo  accettarono ,  altri  apertamente  Io  rigettarono .  I  primi  fi  ditfero 
<!  «Mrue  Interimmftici s  oveto  ^diaforifli,  cioè  Indifferenti  3  come  quelli  che  atleri- 
ri mm/', e?,  a" il  vano,  elTerecofa  indifferente^  e  non  pregiudiciale alla  falute  dell'anima 
fonmamrffcren-  il  credere,  òil  non  credere  nelle  Collituzioni della Chiefa,  e  de'Concilii* 
m. e^iMj Tute-  Hc' Riti , liei PcdobatCefìmo.,  nellaotfervanza  de' digiuni,  nelle  orazioni, 
tì'fL  '  ii?^e'dc'  ^  ^"  ^' '■'■^  ^^^^^  funzioni  ;  e  foftenevano ,  meglio  fervirlì  della  Religione  fe- 
Fr.iioc'ù'''  '^  ^  condo  il  tempo ,  che  fomeniar  difcordie  in  ogni  tempo .  Capo  di  eiiì  furono 
Filippo  Melauòlone,  Paolo  Ebero  della  Franconia,  e  Giorgio  Maggiore 
di  Norimbergh ,  &  altri  Miniftri  di  VVittemberga,  detti  per  ciò  tutu  Lute- 
rani molles,  cioè  Luterani  più  piacevoli,  i  quali  in  molti  luoghi  correlfe- 
ro,  mutarono,  e  fupphro'no  ò  la  celebre  Confezione  Auguitana  ,  ò  gli 
fcritti  di  Lutero,  òl'  Interim  di  Carlo  Quinto,  de' quali  lepidamente  dif- 
fero  gli  oppolH  Luterani ,   non  correxerunt ,  mutaverunt ,  fuppleverunt , 
ma  verterunty  concert crunt  ,  pprverterttnt  ,  everterunt.  In  tré  Clalit  fu- 
r  -*  c^    -IH    rono  dihinti  F  e  1  dai^li  Autori  quelb  Molti  Luterani ,  cioè  in  Cefarei ,  in  Lyp- 

':  (.  ìr'^.ì tanti. no  .  u      j        ^  >        i   ^y-  t-  i  •  • 

'  j;-  ih  de  h^-  ftcìy  e  in  Franaci,  Li  Cefarei  h  diflero  quegli,  che  ricevuto  pienamente 
'iorl.t'7!uo'DiI!  /'i/*ff''/w«  di  Carlo  Quinto,  profefiavano  di  non  feguir  Lutero  incofaalcur 
°'.  r.  "^  '  "  *  na  ,  fuorché  nel  matrimonio  de'  Preti ,  e  nel!'  ufo  del  Calice  ,  come  appiTil- 
to  volevafi  ìitW  Interuit .  I  Lypjiei  ti  denominarono  da  Lyptìa  Citta;  nella 
Mifnia,  icuiMiniUri,  emendato /'/«rem»  dell' Lnperador  Carlo,  ne  for- 
marono uno  nuovo ,  in  cui ,  ammettendo  eglino  bensì  li  Ritij  e  le  Cerimo- 
nie della  Chiela,  molte  fentenze  rigettavano  di  Lutero:  ondecontra  loro 

acre- 


i5  IfaU  42 


Capitolo  V.  463       Paolo  III. 


acremente  s'invehironoi  Luterani,  dicendo,  che  per  le  loro  generalità,  e 
fofiftiche ,  e  diibiofe parole ,  veniva  à  reftitiiirfi  al  Papa  queir  autorid,  che 
Lutero  fin  allora  glihaveva  contradetta  j  e  comprendendo  i  Lypfici  la 
Confermazione ,  e  la  eftrema  Unzione  fr*  i  riti  della  Chiefa ,  venivano  in 


qualche  modo  à  riporre  in  piedi  li  fette  Sacramenti  di  già  riprovati  daLu 
tero .  Del  che  Calvino  mandò  alte  doglianze  al  Cielo ,  e  petulantiffime  f  a  ' 


petulantiflìme  [  4  ]  «  '^'*/^'  fp'fi-ttS' 


che  alcune  cofe  innovarono ,  e  commutarono  ndV Interim  de'  Lypfici .  Tutti 
quelli ,  come  fi  diflfe ,  fi  comprendevano  fotto  il  nome  generale  d' Interimni- 
fliciy  ÒcAdiaforìfticif  e  con  quello  più  commune  di  Iwffrtfw/wo///.  Adeffi 
però  a  oppofe  &Yocemente  l' altra  fazione  de*  Luterani ,  che  dal  loro  pervi- 
cace, e  pertinace  rigore  furono  detti  i«?er^w>/g/(i?,  antagonifta,  e  fòrte 
Capo  de' quali  fu  Matthia  Placo  nativo  dell'Albania,  ond'  egli  denomi- 
noffi////wo,  Giovane  allora  di  ventotto  anni  in  circa,  del  quale parleralfi 

in  [  f  ]  altro  luogo ,  che  fatta  unione  con  Niccolò  Gallo  Saflbnc,  e litmt!>m!'ll^''^'' 

Amfdorfio  congregarono  in  breve  una  potentiffima  Setta  contro  gli  Adia- 
foriftici,  afìferendo,  non  dover  dipartirfi  né  pure  in  una  parola,  ò  in  una 
piccolafiliaba  da' venerati  dogmi  di  Lutero.  Quefte  due  Sette,  ambedue 
furte,  ma  con  diverfi  progreffi ,  da  Lutero,  funeflarono  eternamente  con 
nuove  diffenzioni  di  fcuole ,  e  d*  armi  la  Germania ,  dat^  in  preda  agi'  infe- 
gnamenti  ài  ogni  vii  fantaccino ,  doppo  che  una  parte  ài  efla  voltò  le  fpalle 
à  Chriflo  in  Cielo ,  e  al  fuo  Vicario  in  terra . 

A  quefte  moflruofe  calamiti  oppofe  Paolo  Terzo  la  fondazione  di  una 
nuova  Congregazione  della  Santa  Inquilìzione  in  Rpma,  chiamata  del 
Sant'Oflìziò,  della  quale  in  pia  opportuna  congiuntura  fi  parlerà  à  lungo 
fotto  il  Pontificato  di  Paolo  Quarto  . 


C  A- 


Giulio  .5^  Secolo    XVI. 

III.  ^^^ 

CAPITOLO      VI. 

Giulio  Terzo  Romano ,  creato  Pontefice 
.,,  liS.Febraro  1550. 

Stato  miferahile  della  Germania.  Liberta  di cofcienz^a conce- 
\  duta  dal  "E^  Ferdinando  in  nome  di  Carlo  ^into  .  Solima- 

no 2(1  de*  Turchi  handifce  t  herefie  dalla  Tranftl^anìa  , 
Profemimento ,  difpt*te ,  e  litri  di  Cal'vim.  Alichel  Scrive* 
tOy  jue  qualità,  e  morte  nel  fuoco .  Hereft  a  degli  Anti-Trini- 
tarli,  ^ejìione  fra  gli  Heretici,  fé  gli  Heretici  debbano  fu- 
nirft  con  pene  affittile  di  corpo.  Decreto  Pontificio  di  prò- 
hibitione  di  tutti  li  libri  hereticali,  non  mai  per  V  addietro 
emanato  da  alcunP onte fice.  "BolladiGiulioTerto  dihabi- 
litazfone  agli  Heretici per penitenz.afecreta.  Profeguimento 
.,  :  del  Concilio  di  Trento ,  efeifejjioni  tenute  fotto  queflo  Ponti- 

ficato., de  Enchariftiajderoenitentiaj&deExtre- 
ma  Unótione .  !RiJlejJioni  dell*  Autore  fopr  a  l*  cy^ttrizjone , 
e  Contrìz,io7ie  richiefiaper  la  Confezione  Sacramentale .  Af- 
fari d' Inghilterra .  Jkforte  di  Eduardo  Se  fio ,  affunzjone  al 
^gno  della  jR^gina  Maria  ,  e  riflabilimento  della  Fede 
Cattolica  in  ejfo , 

On  quefti  infaufti   accenftati  progredì   crefcendo  Tempre 
maggiormente  la  confusone  nella  Religione,  e  nell'  Im- 
perio ,  ella  poggiò  à  fegno  ,   che  fé  ridirti  foflero  quei, 
che  trent'  anni   addietro  morendo  lafciarono  la  Germa- 
nia, certamente  di  un  grande,  potente,  e  divoto  corpo, 
eh'  ella  era  ,  non  ne  havrebbono  ravvifata  che  la  effigie 
di  un  deforme  cadavere ,    in   cui  dell'  effer   di  prima  altro  non  rap- 
prefentafl'e ,  che  un'  horrida  figura  di  fpavento .  Trafcuratine  li  princi- 
pii ,  avvioili  baldanzofamente  l' Herefia  ne'  fuoi  progreflì ,  e  ferocemente 
'infiftendo  nella  incominciata  camera,  doppoli  dibattimenti  di  molte  Die- 
te ,  fempre  pregiudiciali  alla  Religione  Cattolica ,  doppo  lo  fcandalo  dell' 
Interim  y  fempre  infaufto  negli  Annali  della  Chiefa,  finalmente  il  Rè  Ferdi- 
«  viJtS  ondati»  uaudo  in  nome  dell' ImpcradorCarlo  Quinto  fuo  Fratello  [a]  procede  alla 
lyyj.»-?""  '"""'  famofa  concordia  celebrata  nella  Dieta  di  Palfavia ,  qual  concordia  infie- 
^umenvinlm'^'  mc  cott  qucUa  di  Norimbcrgh  da  noi  in  altro  luogo  accennata,  [b]  in  cui 
p^^SZs.  '""'"^'  fòrmofli  li  primo  Interim,  chiamaniì  da' Proteftanti  due  Colonne  della  loro 

Li' 


Stato  tnirerabile 
della  Religione 
Cattolica  nella 
Germsriu, 


Capìtolo  VI:  4^e        Giulio 

libertà,  Taci  \eligiofe  ,  perche  in  efTe  fu  promulgato  l'Editto  della  Li-       m* 
berta  di  Cofcien^a,  e  di  permiifione  di  quella  Hereiìa,  il  cui  Herefiarca  fciln^'llnct^ul 
era  ftato  bandito  fotto  pena  capitale  nella  Dieta  di  Vvormazia  da  tutto  uaiTedckh».  ' 
r  Imperio .  Editto  non  mai  emanato  ancora  da  alcun  Potentato  Cattoli- 
co nelle  parti  Occidentali  della  Europa,  poiché  con  eflbgran  parte  della 
Germania  fi  ridde  tolta  dal  capo  la  preziofa  Corona  di  Fede  illibata,  e 
pianfc  in  sé  quel  male,  ch'ella  tanto  deplorò  nelle  antiche  Herefie  dell* 
Oriente  .    L'Editto  conteneva  due  articoli  :  [  ^  ]  il  primo:  che  ninna  a  it»  Pniu,.  ni,, 
delle  due  parti  chiamate rfe//4  Religione  vecchia ,  e  de' Confeffionifii  (  rifiu-  'j.'.;.».?. 
tando  quelli  di  ricever  l' odiofo  nome  (/'  Heretici ,  e  di  attribuire  agli  altri 
lo  fplendidodiC4«o//c/)  potere  moleftar  l'altra  percaufa  di  Religione: 
e  così  hebbe  fine  il  Decreto  dtVÌ  Interim  y  che  ufcendo  con  sì  gran  rumo- 
re ,  poco  durò  ,  e  men'  operò  :  aggiungendofi  a  queft'  articolo  ,  che 
agli  uni,  ed  agli  altri  foffe  amminiftrata mdifterentemente  giuftizia nella 
Camera  Imperiale,  Il  fecondo  fu ,  che  tra  fei  meli  folle  congregata  una 
nuova  Dieta,  ove  fi  deliberaife',  in  quale  de* quattro  modi  fi  poteifero 
meglio  accordare  le  contefe  di  Religione,  ò  col  Conciho  Generale,  ò 
col  Nazionale,  ò  con  un  Colloquio,  ò  con  un  Convento  Imperiale,  co- 
me fé  confiftefTe  la  Religione  nello  fceglierfi  quella,  che  più  gradifle.  Mi 
Dio  per  dar  maggior  pregio  all4  fua  Santa  Legge ,  e  maggior  confufione 
ai  Tedefchi; ribelli  alla fua Fede,  inalzò  conie  in  Cathedra  contro  gli  He-  Perverfione  nei. 
retici  un  Turco,  e  veggendo  Solimano  infetta  la  Tranfilvania  diArriane-  Tra^fiu-ania^^"* 
fimo,  e  dì  Antitrinitarifmo  portato  colà  da  Gio.Baldrada,  e  di  Lutera- 
nifmo  predicato  medefimamente  in  quelle  parti  da  Bartholomeo  Corva- 
ta,  difdegnando  cotal  mutazione  di  Religione  per  la  quiete  fteiTa  de'po- 
poli,  e  per  il  politico  governo  del  Principato,  ordinò,  [b]  che  da  quel-  ^  r-    v 
la  Provincia  tutti  gli  Heretici  andafler  lontani ,  prohibendo  con  pena  ca-  nSiTio/"'^^^^' 
pitale  ,  che  niffun  di  efiì  ofaire  di  profeffar  colà  altra  Religione  ,  che  1* 
antica  del   Paefe  :    [e]  Quod  mireris ,    foggiunge    opportunamente  e /ì,«,/ì.v.;«. 
con  degna  rifleffione  1'  Ecclefiaftico  Spondano  ,  ut  I^x  mfìdelis  potiorem 
curam  conferìfationis  antiqua  J{eltgioni$kaberefi  ^uàm  ipjimet  Cathqltct  Trin- 
cipes . 

Né  a  minori  pafficaminavape'l  Mondo  THerefiadi  Calvino,  che  quel-  catedr«,  e  dogmi 
ladi  Lutero.  Egli  ritrovavafi  nella  fua  peftilente  Cathedra  di  Ginevra,  fa-  c^'Civi'nomv.i. 
cendola  quivi  da  difpotico,  e  fupremo  Dottore  nella  efplicazione,  edog-"^^"* 
midella  Legge,  e  nella  correzzione,  e  norma  de'  colhimi.  Volle,  che 
in  un  certo  tempo  dell' anno  un  Miniftro  della  Setta  infieme  con  T  autore- 
vole prefenza  ,  e  teftimonianza  di  un  Senatore  della  Città,  andafle  cafaper 
cafaefplorandolafedediciafcunhabitante,  efecene  formar  [d]  Decreto  <J^«.ij5>.  b  xk 
dal  Senato ,  e  con  publico  bandimento  abrogò  tutte  \c  Fefte  dell'  anno ,  ad  "*  '^'"*  ^'*''^""  • 
eccettuazione  folamente  del  Natale ,  e  delle  Domeniche  :  e  pofcia  bandì 
con  irremiffibili  pene  tutti  gli  Aflrologi  di  Aftrologia  giudiciaria  ;  e  per  re- 
minifcenza  de'pofteri  compofe,  e  divulgò  il  Libro  adverftts  ^Jlrdogiam 
judiciariam;  e  per  riformazione  del  popolo  l'altro  defcandaln:  anzi  furta 
oftinata  queftione  tra  Girolamo  Bolìeco  ,  e  lui  (  quale  poi  rimiovoilì 
acerbamente  india  due  annitràilmedefimo  Calvino,  e'I Caflellione  )  fo- 
pra  r  alta  mate  ria  della  predeftinazione ,  foftenendo  elfo ,  e  li  fuoi  Miniilri 
Ginevrini  l'ineluttabile  decreto,  e  l'affolutaneceflìtàò  della  falute  eterna, 
o  della  eterna  dannazione  :  &  in  contrario  il  Bolfeco  il  libero  arbitrio ,  e  la 
Tomo  ly,  Gg  previ' 


Oirjtio       ^^^  Secolo    XVI 

^^^*        previ(ìone  delle  Opere,  effofè  decretargli l'efilio come fédìziofo,  e Peìi- 
giano ,  con  la  minaccia  della  publica  frufta ,  fé  fo(s' egli  mai  in  alcun  tempo 
rinvenuto  ò  dentro  le  mura,  ò  nel  contorno  di  Ginevra;  ed  in  quella  occa- 
iìone  Calvino  fcriire  il  Libro  de  aterna  Dei  pYadejUnatione ,  in  cuiò  rinuo- 
va r  antica  Herefià  de* fuppofti  Predeftinaziani,  ò  effo  fi  fàHerefiarca,  e 
capo  de*  moderni.  Né  baftandogli  i  fatti,  fé  non  palefava  li  detti  con  ifti* 
le,  e  decifione  da  fupremo  Hierarcha,  intimò  due  volte  àGioacchimo 
a  su-rSHs  in  Cam-  Vveftfalo  Miniftto  [^  ]  di  Hambourgh  di  ceffate  dalle invettive,che  quel  Lu- 
nient.  ann.  i$iì.    ^^^^^^  faccva  coutto  Ì  Galvinifli,  &  i  Sacramentarii  ;  e  non  ceffando  il  Vveft- 
falo di  continuamente  agitarli ,  Calvino  finalmente  trafmefTegli  un  Cartello 
b  .4^>rrfn«rf9r.  ^"^^'■"^^4*  monitorio  nel  tenore  di  quefte  parole,  [Z>]  ultima  admonitio 
Bel^mibid.       '  Jo:  Calvtui  adjoachimum  yveflfalium ,  cui  nifi  obtemperety  co  locopoflea  ha- 
Ibendus  erit ,  quo  pertinaces  Hareticos  habendos  JHbet  Taulus .  Efclama  qui 
e  sp»nd.j»i,is5i'  degnamente  i  Ecclefiaftico  Annalifta  [  e  IQuìd  arrogantius  s'  Si  quid  tale 
»#*.  i8.  J{pmannsTontifex  inaliquemex  iflisfegregibus  protulifiet,  ^nttcbrijìusefiet: 

Cahinus  cuminunum  ex  SymmyJìiSi  angelus  cenfebìtur^  Mi  Calvino  pre- 
tefe  di  coronar  di  laude  egregia  la  fuanuovapfeudoevangelica condotta 
con  un'azione,  degna  veramente,  fé  fi  riguarda  la  reità  del  colpevole, 
ma  di  efecranda  memoria,  k  la  fuperbia  del  giudice,  e  la  incompetenza 
delgiudizio»  Ed  ella  fiì  la  morte  dell'Heretico  Michel  Serverò,  ch'egli 
fé  abbrugiar  vivo  in  Ginevra . 
d  fhrim.temm-     Michel  Scrvcto  Spagnuolo  da  Tarragona  [d'I  fua  Patria  portàtofi  in 
MuThilfscrveto  P^^igi  all' appreudimeuto  della  Medicina,  quindi  navigando  in  Africaper 
fue qualità, herei  ottener  fra  Turchì  la  piena  intelligenza  dell'Alcorano,  riportoill  in  Eu- 
fuoco!"°"^  "^*  topa  carico  di  merci  Hereticali,  e  condottofi  nella  publica  Piazza  della 
Herefia  in  Germania,  quivi  egli  fpacciolle. in  un  peftilentiflìmo  Librone 
Trinnatis  erroribtts ,  in  cui  k  minori  Herefie ,  eh'  egli  offeriva  ,  erafìò  le 
Anabattiftiche,  le  Sacramentarie,  e  le  Calviniftiche  ;  [e]  poiché  in  San- 
e  ^po'^'^-'^'-^SP-  fiijjjYnam  Trinitatem  totus  mve6lus  eji,  q  ài  effaquel  peggio  difle,  che  die 


n.  IO. 


havrebbe  faputo,  noncheArrio,  òSabellio,  màun'Hebreo:  egliafierì, 
f  Prateoi.incam.-  [  f  ]  Vdtrem  f&lum  y  nonFiUum  y  non  Spiritnm  SanBum,  vcrum  Denm  efie 
pana,&servato,  ^(^  Trinitatem  effe  figmentumy  triceps  monjìrum  y  aut  Cerberum  quod- 
■yéf.lér'utìi'/' ''^' 4i!fW  tripartitum  :  Deum  in  fubjìantia  fua  partes  y  &  panitiones  conti- 
nere  y  qu£  ubicumque  (int ,  concomitentur  quoque  ,  &  adfmt ,  ita  ut  in 
lapide  fit  lapis ,  in  trunco  truncus  ,  &c.  Filium  Dei  non  efìe  fecundam 
•ferfonam  Divinitatis  ;  fèd  Chriflum  hominem  ejie  perfonam  tunc  faUam  , 
tum  homo  ^fieret  :  Sppritum  SanClum  non  effe  fimpliciter  Deum  ,  fed  ali- 
quid  ex  ejìentia  Dei  y  levefn  folummodò  y  &  tenuem  aliquam  ^uram  , 
qux  in  creatione  Mundi  primàm  prodiertt  :  numquam  fuifie  in  Lege  Deum 
adoratum ,  jed  ^Angelos  Deum  adumbrafites  ;  hofque  fuifie  ad  initio  realiter  , 
CÌr  reffauratione  aliqua  indiguifjey  pojìquam  illorum  capai  fiBus  efl  Chrijìus  ; 
jpiritim  y  Ù*  anmam  hommis  effe  Dei  fubjiantiam  :  regeneratos  iferò  altam  , 
squamante  habuerint  animam  y  qu£  infitam  Dcitatam  contineaty  aaipers  z 
ob  peccatum  originis  neminem  damnari ,  cum  corpore  tantum  àferpente^c- 
cupato  y  anima  libera  fit  ,  qua  ante  vigefimum  av.num  peccare  nequeat  : 
homines  fine  agnitwne  Chrifti  Jalpari  pofk  fub  Evangelio  ,  &  jufìificari  : 
Turcas  per  orationes  fuas ,  qua  bona  fint ,  promiffìones  Chrifìi  confe^ui .  Co- 
sì Tempio  Serverò,  e  dà  effo  rAftti-Trinitario  anch' egli  Gio:  Campana, 
*huomO  Tedefco  della  Tetra  diGiuliers,  che  dtié  anni  fu  difcepolo  diLw- 
-     .  ,,  .  -  cero 


a  CecUus  in  aSlh 
er4. 


Capitolo  VI.  4^7       Giulio 

tero  neir  Accademia  di  Vvittemberga .  Il  Coeleo  attefta,  che  i  libri  del  ),;,}^l 
Scrveto  fi  vendeflero  publicamente  per  la  Germania  :  \[a]  Paperi ,  die*  luti 
egli ,  tbi  publicè  venalem  librum  cum  hac  infcriptione  i  De  Tnnitatis erroribus 
Libri  FU.  MichaelisServeù  Hifpani;  qncm  cum  attutiffet  ad  Dojn.Joannem 
Quintanam  Theologum  eximium ,  ac  C^farea  Majejiatis  à  confeijìonìbus ,  ■pi- 
rum  Hifpanum  ,  is  £gerrimè  tulit  indignitatem  ejus  rei ,  tttm  quòd  au5ÌQr 
Hifpanus  efìeti  quem&  de  facile  fé  nofje  dicebaty  tum  quòdimpii(fim£i  at- 
que  inaudita  in  eo  libro  effent  h^refes  .  Mox  itaque  curavit,  pefiilentiffimum 
illum  librum  fupprimi  ,  ne  amplius  venderetur.  Caterum  Hifpanus  iìle  Mi- 
chael Serveti  alias  B^ves  ab  ^ragonia  ultra  fé ptem  libros  fupradi&os  t  duoi 
eodem  annos  Dialogosediditt  quibus  argute,  &  acute  ex Scriptn.rarumdìì>er- 
fts  locis  novamde  Cbrifli  cavie  Theologiam  docet ,  nempè  quod  Chrijlus  tam 
fuxta  carnem,  quàm  juxtafpiritum  habeat fubftantiam  aternam,  c^  quod  iid 
eadem  fubjìantia  y  in  qua  tam  juxta  carnem,  quàm  juxta  fpiritum  nunc  eji, 
fuerit  antea  in  Ca-lo  Creator  .  In  prtie fattone  vero  ad  Le^orem  Jtc  ait:  Quar 
niipercontrareceptam  de  Trinitate  fententiam  feptein  librisfcripfi,  om- 
nia nunc ,  candide  Ledor,  retrado ,  non  quia  falfa  fint ,  fed  quia  imperfectaj 
^ta.nquamàparvuloparvulisfcripta:  precortamen,  ut  exiUiseateneaSi 
qu^addicendorumintelligentiam  te  poterunt  juvare.  Uxciller  homo  ni- 
tnirum  acris,  ac  vehementis  ingenii,  qui Gneca quoque,  ac  Hebraicalingu<»  .•■  .  . 

peritus  videbatur:  fed  hic  eft  communio  omnium  fere  noporum  Theologorum 
morbus,  ut  linguarum pevitia  turjfiidi ,  ac  literali  Scrìpturx  fenfui,  qttemnon 
exprobatis  DoÙoribus,  fed  ex  capite  fuo  ftbi  effingiiut,  innitentes  ,  c.ontem- 
ptis fanisVatrum  expofitionibus ,  &folidis  Scholajiicorum  Theologorum  infor- 
matìonibus ,  fua  confidimi  prudenti^  t  fed  prò  mobilitate  ìngeniiinftabiles ,  ut 
facili moììiento per  noì^am  adtnventionem  priorem  fententiam  fuam,  qnam pri- 
mo inventwnis  calore  laudavernnt ,  mutenti  varient ,  aut  augeant ,  minuant  $ 
juxta  illudjacobi^pofioli:  vir  duplex  animo  inconjìans  efì  in  omnibus  piisfuis  * 
Cosi  egli.  Hor  dalla  Germania  pallando  il  Serveto  in  Ginevra,  qnalfar- 
f'alla  volando  hor  dalla  Spagna  in  Francia  ,  hor  dalla  Francia  in  Africa* 
hor  dall'Africa  in  Germania,  hor  dalla  Germania  in  Ginevra,  qui^i  ven- 
ne ad  urtare  al  lume  di  quel  fuoco,  in  cui  egli  viddefi  confumato  in  me2i- 
20  alla  publica  piazza  di  quella  Città  per  comandamento  *  &  ordine  cji 
Calvino,  che  benché  di  Itomaco  valente,  e  buono  a  qnal  fi  voglia  infet- 
to cibo  di  contrariata  Religione,  pur  non  potè  digerire  le  abominevoli 
beftemmie  del  Serveto,  che  impenitente  [I»]  morì,  doppq  martire  del  t>  i7.Ocfouf.1sjl, 
Diavolo,  Heretico  uccifo  dagli  Heretici  per  caufa,  ^  odio  di  Herefia. 
Ma  noneonfumoill  sii  le  bragie  1'  errore  horribile  del  Serveto  ,  poiché 
dalle  di  Ini  ceneri  propagoilì  ampiamente  la  fetta  degli  Anti  Trinirarii  nel- 
la Polonia,  Tranfilvanià,  &  Ungaria»  dove  portaronla  Valentino  Gen-  Notixiedi  diver- 
tile, Giorgio  Blandrata,  l'Alciati,  l'Okino,  e  i  dueSocciniZio?  e  Ne-  fiHerecict.e^ciia 
potè,  l'uno  chiamato  Lelio,  el' altro  Faufto,  ambedue  Senefi,  ma  ilf^-  ^'■"-'^o^c"»'»"^- 
condo  più  deteitabile,  che'l primo,  e  per  la  quantità  [  e  ], de' ferirti,  e  ^  „„,  -Me  apnd 
per  la  qualità  degli  errori,  onde  da  efli  furfe  nella  Polonia  la  fetta  de*  Soc-  Nar.^ux.Uc.16, 
ciniani,  l'uno  morto  [d]  in  Zurigo,  V  altro  [e]  in  Polonia,  di  cui  li  '^'^Z!.Vs'6z!'Ìi. 
feguaci cantarono  :  ^^^^r'  • 

Tota  licètBahylondellruxitteBaLutherus,  ^  ^n».  1604. 

MurosCalvinus ,  fedfundamentaSocinus. 
Dalla  morte  violenta  delServetco  furfe  [f]  fcifma  fra  i  Calvinifli  me-  '  -^«"•»n4. 

'  G  g     2,  delìmi 


^,'jY'°       468  Secolo  XVI. 

Dìf  Titi  fra    li  ^^^"fii»  alcuni  di  efll  riprovando  lepeneafHittive  di  corpo  contro  gli  Hc- 
Hemìci  mcde^fil  tctici ,  &  altri  aderendole  lecite ,  e  neceffarie .  Diede  pronto  eccitamen- 
fi '&oi"^'uni-  ^^  ^^^^  contefa,non  foiamente  l'abbruggiamento  feguito  in  Ginevra  del  Ser- 
re eoo  pene"a'f^  vcto ,  mi  altri  Hiolti  fomigUanti  avvenimenti  accaduti  in  quefìo  medefi- 
S' W/i*  '^T/«.  "^°  tempo  [  ^  ]  nella  Francia ,  nella  Fiandra ,  &  in  altri  [  b  ]  Regni ,  e  Citta , 
fiHs  ThMtiHs  UL.  quafi  a  catafte  condannati  gli  Heretici,  come  legna  aride,  al  fuoco.  I 
b\tdf'st'!nt?ìn  P^^^nii  aflcrivano ,  doverli  eglino  caftigare ,  ma  non  con  l' ultimo  fupplicio 
i,!dice  annai'ium  dclla  mottc  :  Ì  fccondi  ,  nniiis  Dei  efìe  arbitrio  relinquendos  :   fra  quelli 
fZt^ff/^t'^"^'  militavano  SebaftianoCaftellione,  e  Lelio  [  e  ]  Soccino,  fuam ,  come 
ci>i  Letto  soccino  dicc  Thcodoto  Bcza  >  ipforum  [d]caufam  agentes  :  fri  gli  altri  Calvino  A  n- 
Tv.'rim'X'  '^'^"  tefignano  di  tutti,  con  riprova  di  un  libro  confutando  gli  errori  del  Serve- 
ò  Thev'd.  Bex»  in  to ,  quivialuugo  fi  flefc  nel  dimoftrare,  H^ereticos  dMagiflratu,  legitima. 
vif»cuivini,       cognitionepraeuntet  juregladiicoercendos  ejje;  e  in  telfimonianza  della  fua 
afìerzione  egli  degnamente  ne  rapportò  non  foiamente  1*  autorità  della 
Sacra  Scrittura ,  e  fuo  mal  grado ,  il  coftume  in  ogni  fecolo  della  Chiefa , 
(le  cui  tradizioni  egli  poi  negava  )  mi  le  atteftazioni  eziandio  di  Lutero, 
di  Melandone ,  di  Urbano  Rhegio,  diBrenzio,  di  Bucero,  del  Capito- 
ne, diBulIingero,  delMufculo,  editutta,  com'egli  chiama,  la  Chiefa 
Ginevrina  ;  e  cita  le  parole  ftelTe  di  Lutero  ,  che  (piegando  la  parabola 
e  Luth,  in  ferm.  della  zizania  dice  ,  [e]  Cuftodit  Magijìratus  non  jolum  fecmdam  ,  verum 
fiomiKics  quìMf  ojfnniitm  maxime  primam  tabulam  .  Jdololatrias ,  blafphemias ,  execratio- 
po/iiliuminohi'us.nes,  perjurtamcifcittir .  Obtatos  Hareticos ,  ut^m  rerum  K[^mcn  contumeliO' 
fos,  atque  alios  eas  blajphcmias  ducente s  coercet.  Terfracliores ,  atque  in  er- 
rore pertexendo  contumaciores ,  ut  cum  certijjimo  plurium  exitio ,  prò  malefi- 
ciispunìendos  fufcipit.  Nel  che  Lutero,  alfuofolito,  contradiffe  a  feftef- 
fo,  havendo  egli  prima  affeverato,  ed  è  la  trentefima  terza  propofizione 
iVidiìiPotktif.di  ài  cffo,  [/]  condannata  da  Leone  X.OccidereH^reticos ,  efl cantra  volmta- 
its^i^f. "'*""'' '^'  tenifpiritus.  Al  Libello  di  Calvino  fi  oppofe  difperatamenteilCaftellione, 
-  che  fotto  il  finto  nome  di  Martin  Bellio  publicò  una  immenfa  farraggine  d' 
inutih  ragioni ,  in  difefa  della  vita,  e  della  caufa  [degli  Heretici:  rigettate 
tutte  ad  una  ad  una  da  Theodoro  Beza,  che  intraprefe  eflo  la  fatica  di  ri- 
fondere al  Caflellione,  per  non  divertir  Calvino  dal  profeguimento  de' 
Commentarii,  che  appunto  allora  faceva  quefto  gran  Dottore  del  Dia- 
volo,  fopralaGenefi. 

Quefli  hbri  dr  Heretici  contro  Heretici,  e  di  tutti  effi  controia  Reli- 
gione Cattolica,  ripofero  in  così  alto  dibattimento  gì' ingegni  inefperti 
delie,  Theologiche  facoltà»  che  volendo  alcuni  di  elfi  opporfi  adun'erro- 
prohibix^one  jg  ^  rittovavanfi  comc  perduti  m  un  labirinto  di  altri  errori ,  e  nel  medefimo 
tiTc"Lib*ri  degi'  tcmpovogliofi  del  b^ne ,  e  confufi  nel  male.  Quindi  fu,  che  aflunto  al 
"t^irf'^/M  d<  Pontificato  Giulio  Terzo,  Ecclefiaftico  di  zelo  efperimentato ,  e  che  Leg^a^ 
%*firoJit  infi^'hl.  to  Pontificio  al  Concilio  di  Trento  riconofcevacome  parto  dellefue  fati- 
TV  ^T^^  So*-  che  ogni  avvantaggio  della  Cattolica  Refigione,  incontanente  emanò  un 
''dlì'nHm-m'^aidu.  nuovo ,  e  uon  piiì  udito Dccteto  [^]  di  rivocazione  di  ogni  licenza  a  qua- 
n  Dt^'urlfiri^-  l"ii^»eperfona,  ad  eccettuazione  foiamente  degl'Inquifitori  della  Fede» 
V.  frohiblndi  ii.  di  già  conceduta  da' paffati  Pontefici,  di  leggere,  e  di  ritenere  [/;]  lihbri 
''/'cobHm"Graf!-  ^^'  Luterani ,  e  di  tutti  generalmente  gli  Heretici,  con  prohibizione  preci- 
rumeSoc.ufu.    fa,  &  efprclTa  tanto  citca  la  ritcnzione  di  clfi ,  quanto  circa  la  lezione.  [/] 
Jj.'XTw/n'r.''^^^'  Qy-^  propterea ,  foggìunfe  di  Giulio  Terzo  lo  Spondano ,  primus  dicendus 
ytdetur  I\pmanorum  Tornijicum  ,  qui  id  pric/iitcrit:  antequam  nulla  Tanti- 

fiiia^ 


/ 


CapìloloVi:  4^9        Giulio 

fida,  aut  CiCfareàlex,  fropofttis  posnis ,  cavifte  reperì atuYy  in  miverfumt       ^^^' 
ne  libri  H.xreticQrum,  ant  alii  pefiilentes  legcrentur  :  cum.fìngulares ,  aut  fin- 
gid.irium  Hxreticorum  ,  H^refumve  ,  frequentifjimè  prohibiti  reperiantur: 
e  perche  nel  lungo  commercio  con  diverfe  perfone ,  e  nazioni ,  e  nella  fca' 
brofa  prattica,  cheGiulio  hebbe  in  grado  di  Cardinale  di  tuttigli  affari      Habintazione 
della  Germania,  e  di  altre  parti  contaminate  dalla  Herefia,  ben  compre-  pefjce^^pdva^ 
fé ,  che  molti  Heretici  fi  ritiravano  dall'  abbracciar  la  Fede  Cattolica  per  ti-  u . 
mor  delle  pene  Ecdefiaftiche ,  e  della publica  mfamia ,  che  loco  fopraveni- 
va ,  egli  nel  medefimo  [  a  ]  giorno ,  che  formò  il  fopracitato  Decreto ,  e  nel  a  iS^^priUs  1550. 
medefimo  primo  anno  del  fiio  Pontificato ,  per  agevolare  ogni  via  alla  reda- 
zione di  eflì,  publicò  la  Bolla  [/>]  J//i«y,<7«iwi/mcory,incuihabilitollialla  ^  ^^  Buiur.iuin 
penitenza  privata,  allareintegrazione  delle  primiere  dignità,  &a' gradi,  ^"-^""fi'^-^- 
che  avanti  la  loro  miferabilecadutaeglinogodevano  nellaChiefa,  equindi 
tutto  fi  die  al  proleguimento  del  Concilio ,  giudicato  da  lui  l' unico  potente 
mezzo  per  l' abbattimento  totale  dell'  Herefìe , 

Et  m  efecuzione  del  fuo  nobile  difegno,  fuperate  le  diflicnltà,  che  fi 
attraverfarono  al  grande  affare ,  riaprì  nella  Città  di  Trento  l'incomincia-     Profeguimento 
to  Concilio ,  che  profeguì  con  altre  fei  Seflloni  fottoilfuo  Pontificato,  xrltiST'^"*  '^ 
fopra  i  Sacramenti  della  Eucharifìia  ,  della  Penitenza,  edellaEftremaUn- 
zione.  Dunque  formate  nei foliti preamboli  le  prime  due  Sefiloni  C  che  s.oìone  n.  eiz. 
relativamente  alle  dieci  tenute  fotto  Paolo  III.  compofero  il  numero  della 
undecima,  e  della  duodecima  )  fi  procede  alla  terza  [e]  cioè  in  ordine  cii.o-!?cimi5jr, 
delle  altre ,  alla  decimaterza ,  fopra  il  Sacramento  accennato  della  Eucha- 
riftia.  Sfuggironfi  faviamente  da' Padri  di  canonizzare  per  articoli  di  Fede  seflìone  %h 
le  fpeculazioni  degh  huomini ,  circa  le  varie  opinioni  de'  Scholaftici  in  cfpli  - 
cazione  di  quelle  verità  indubitate,  in  cui  eglino  concordemente  conven- 
gono. E  perciò  nulla  determinolH  né  circa  al  modo  della  prefenza  Sacra- 
mentale diChrifto,  né  circa  alla  grazia  ò  eguale,  ò  maggiore,  che  s'in- 
fonde nella  Communione  di  ambedue  le  fpecie  Euchariitiche ,  rifpettoa 
quella  di  una  fola,  né  circa  ad  altre  fimili  controverfie,  che  ingegnofa- 
mentefi  agitano  tra  le  fcuole.  Solamente  fi  attefe  alla  riprova  delle  riterite 
Herefieinfurte  contro  il  Sacramento,  con  Canoni  oppofti  ad  elle ,  &ana- 
themi  proporzionati  alla  decifione:  nelchenonpenofli  gran  tratto,  eifen- 
do  la  materia ,  non  come  quella  della  giufiificazione ,  poco  dichiarata  dagli 
antichi  Concilii ,  e  trattata  digiunamente  fin'  allora  da'  Dottori  \  ma  abbon- 
dantemente efplicata  in  tanti  Concilii  di  già  tenuti  quafi  cinquecento  anni 
addietro  contro  Berengario ,  in  quello  del  Laterano  fotto  Innocenzo ,  nell' 
altro  di  Coftanza,  e  nel  moderno  di  Fiorenza,  e  pienamente  difcufla  da  in- 
finiti Scholailici  ,  concordando  eglino  in  rutti  quei  punti,  ne'  quali  allora  Ci 
trattava  di  condannare  le  novità  di  Lutero,  dì  Zuvinglio ,  di  Calvino ,  e  dì  al- 
tri minori  Heretici ,  che feguaci  ad  efiì  nel  genere,  erano  i^ati  ambiziofi  dì 
mqftrarfi  inventori  nelle  fpecie  di  diverfe  Herefie .  Premelfo  dunque  da'  Pa- 


dri Tridentini  il  Decreto  del  Santillìmo  Sacramento  della  Eucharifiia,  [d]  à  J.f.r, 
efpiegatanelaellenza,e'l  valore  in  Otto  Capitoli,  formaronfi  undici Cano-  Tnl  n. 
ni-,  continenti  la  efpofta  dottrina^  e  perche  pareva,  che  per  compimento  del-  '^^  '* 
la  materia ,  e  dell'  opera ,  i\  richiedelfe  il  definire  ciò ,  che  fi  doveva  credere, 
circa  alla  neceflltà  di  communicarfi  fotto  ambedue  le  fpecie,non  effendo  an- 
cora comparfi  al  ConciholiProteftanti,  com'efi]  due  volte  havevanopro- 
meffo,e  per  elfi  facendo  ifiàza  il  CótediMonfòrtAmbafciadorelinpenalea 
Tomo  ly,  Gg    3  ch^ 


.  Ccncib. 


Giulio        ^^jq  Secolo  XVI. 

^^*"         che  fi  foprafedefle  in  queftadeafione  fin' alla  loro  venuta,  gìudicoflibene 
da'  Padri ,  non  folamente  il  fofpenderla ,  ma  con  particolare  invito  eccitarli 
aconferirfi  in  Trento,  per  il  cui  viaggio,  dimora,  e  ritorno  efibirongli 
%  HuM  vide  in  prontamente  la  ficurczza  [a]  del  (alvo  condotto  ,  ed  ogni  poffibile  ac- 
pffi'ilTtjr!'^^'"^'  coglimento  civile,  e  libertà  di  dire  le  loro  ragioni.  Perlaqualcofa  ,  ac- 
ciocchelaefpettazione  di  efiìnonritardafieinutilmentelealtre  definizio-. 
ni,  fopracuinon  cadeva  dubio  alcuno,  onde  attender  fidovefl'ela  fodif- 
fazione  della  parte,  fi  procede  dal  Concilio  alla  materia  della  Penitenza, 
e  dell' Eftrema  Unzione,  che  venivano  in  ordine  nel  numero  de'  Sacra- 
h  StjT.t^'  menti,  eformoflenelaSelIìone,  [^]  chefireftrinfe  in  nove  Capitoli  dot- 

trinali, e  quindici  Canoni  fopra  la  Penitenza,  e  in  tré  Capitoh,  e  quat- 
tro Canoni  "opra  la  efìrema  Unzione ,  circa  i  quali  rimettiamo  il  Lettore 
a  chi  ha  iiìtraprefo  il  defcrivere  la  Hiftoria  de'  Concilii . 
Riflcflìom  fopr       Ma  trd  gli  altri  operofi  gravi  affari,  che  nella  materia  della  Penitenza 
Jane  e'jÀtà  dei:,  mgombrarono  ìu gran  perplellìtd  li  Padri,  uno  fu,  e  forfè  il  maggiore  il 
drii'^AcS'ì.ic  definire,  (eallaconfecuzionedi  quefto Sacramento  fi  richiegganeceifaria- 
"s}j  s-iiraniinto  mente  la  contrizione  de' peccati  ,  ò  l'attrizione  di  efll ,  e  richiedendofi 
e  qui^edTiTpon^  futficientemente  l'attrizione ,  qual  ella  eli'er  debba ,  alVerendo  Lutero ,  nul- 
crf"^di'AÌei£n.  l^n^^^tc  fufHciente  quel  lodevole  timore,  cheadiftinzione  del  filiale  chia- 
d7o  VII.    ^  '"'  mafi  fervile .  Varii  ne  furono  i  pareri  regiftrati  [  e  ]  dall'  Hiftorico  degli  avve- 
c  p^aiuv.  m.iz.  niinenti  di  quefl;o  Concilio,  il  quale  dice.  Ter  quanto  io  fcorgo  dagli  atti, 
4.  ^.  inten';^ionc  de  Theologifù  di  condannar  /'  opinione  degli  Heretici ,  che  riprova- 

vano come  cattivo  il  timore  della  pena ,  e  non  di  decidere  laqueftioncjcolajticay 
[e  così  fatto  timore ,  non  folofen':(a  la  contri':^ione perfetta  (  del  che  appena  fit 
lite)  ma  e':^iandto  fenT^  verun  eccitamento  d'  amore  imperfetto  bajti  aliare- 
miffione  de  peccati  nel  Sacramento.  Così  il  Pallavicino.  Ma  benché  tale  f'of- 
fe  la  intenzione  de' Padri,  cioè  di  condannar  direttamente  la  opinione  di 
Lutero  ,  che  riprovava  come  mala  1'  attrizione  ,  e'I  timor  della  pena  ; 
nulladimeno  eglino  nel  Ujecreto  della  dottrina  parlarono  così  chiaro  circa 
la  fufficienza  dell'attrizione  per  la  validità  del  Sacramento  della  Peniten- 
za, che  ci  reca  gran  meraviglia  il  veder  hora  cotanto  agitati  gli  Scholaftici 
moderni  fopra  un  punto  cotanto  ben  a  noftro  parere  definito  dall' 
dcom.Trid.Sfjr.  ^fìtico  CohcìIìo  de' Padri  :  c  il  Decreto  fi  è  ilfeguente,  [d]  Contritio, 
-ì^.  e.  4.  de  Contri-  qu£  primum  locum  inter  di6los  panitentis  a6ìus  habety  animi  dolor ,  acdete- 
Jiatio  efl  de  peccato  commifjoy  cum  propofito  non  peccandi  de  ccetero .  Fuitau- 
tem  quovis  tempore  adimpetrandamvetiiampeccatorum hic contritiomsmotus 
necejìariuiy  dr  in  homine  poli  Baptifmum  lapfo  itademum  praparat  ad  remi f- 
fionem peccatorum  y  fi  cum  fiducia  divina  mifericordia  ^  &  voto  pr^jiandire- 
liqua  conjunÓiiff  ftt,  qu<£  ad  ntè  fufcipiendum  hoc  Sacramentum  requiruntur  . 
Declarat  igitur  Sanala  Synodas,  hanc  contrttionem  ^  non  folum  cejjationem  d 
peccato  i  Ó"  vit^novapropofitumy  &  mchoationem ,  fcdvetertsttiamodium 
continercy  juxtaillud:  Projicitei  vobisomnes  iniquitates  veftras,  inqui- 
bus  prevaricati  efliis  ;  &  facitevobiscor  novumj  &  fpiritum  novum.  Et 
certe,  qui  illosSanSiorumclamoresconftderaverit:  Tibi  foli  peccavi,  &  ma- 
lumcoram  te  feci:  Laboravi  in  gemitu  meo;  lavabo  perfingulas  nodes 
lectum  meum  :  Recogitabojtibi  omnesannosmeosin  amaritudine  ammic 
meo?  :  &  altos  hujus generis  -.facile  intelliget ,  eos  ex  vehementi  quodam  antea&a 
vita  odio,  &  ingeriti  peccatorum  deteftatione  manafie  .  Docet  pr  eterea,  et  fi 
contritionem  hanc  aliquando  charitate  prefe^tam  efie  contmgat ,  hommemque 

Deo 


tione 


Capitolo   VL  4^7 1        Giulio 

"beo  reconciliare  ,  prìufquam  hoc  Sacramentum  a£ìu  fufcipiatur  ;    ipfam  ni-       ■*■•'"''• 

hilominùs  reconciliationcm  ipft  contritioni ,  fme  Sacramenti  poto  y  quod  in  il- 

la  imluditur ,  non  efìe  adfcribcndam .  llUm  vero  contritionem  imperfe6iam  , 

qii£  Attritio  dicitur  j  quoniam  velex  turpìtudinis  peccati conftderatione  ^  va 

ex  gehenn£i  &  panar um  metu  communiter  concipiturf  fi  volumatem  exclu- 

datj  cum  fpe  venia;  declarat,  non  folum  non  facere  hominem  hypocritam, 

&  magis  peccatorem ,  verum  etiam  donum  Dei  efìe ,  O'  Spiritus  Sanali  im- 

pulfum  ,  non  adirne  quidem  inhabitantis ,  fed  tantum  moventis,  quo  poenitens 

adjutus  viam  ftbì  ad  jufiitiamparat.  Et  quamvis  fine  Sacramento  Toenitenti^e 

per  fé  ad  jufìificationem  perducere  peccatorem  nequeat  ;  tamen  eum  ad  Dei gra- 

tiam  in  Sacramento  Tosnitentia  tmpetrandam  difponit  .  Hoc  enim  timore  uu- 

liter  concujjì  TslinivitiS  i  adjonapradicaiionemt  plenam  terroribus  pa^niten- 

tiamt  egerunt,  &mijericordiam  à  Domino  impetrarum .  Quamobrem  fah^ 

quidam  calumniantur  Catholicos  Scriptores ,  quafi  tradiderint  Sacramentum 

Tcenitentta  abfque  bono  motu  fujcipientium  gratiam  conferre-  quod  nunquam 

Ecclefia  Deidocuit,  necfenfìt;  fed  &  falsò  docent,  contritionem  effe  extor- 

tam,  &coa5ìam,  non  liberam,  &  voluntariam .  Così  li  Padri  Tridentini: 

fopra  la  cui  dottrina  leggafi  [  <?  ]  chi  profondaniente  hi  fcritto  contro  gli  ^  Baith^f.  ftm- 

[b]  adertoli  troppo  rigidi  d' interpretata  Scrittura ,  eh' efchidono  dal  va-  boafli' /.l'Indi'* 

lore  deliapenitenza  gli  atti  di  quel  timore  fervile,  comprovato  perfanto,  '^'J^r.'ó.^  4.  irr.z. 

e  valevole  quafi  [e]  in  ogni  carta  delle  Sacre  Scritture,  [rf]  Màdi  que-  ìltl'JahmHs^o'. 

fta  materia  paderamalungo  in  altro  luogo.  Nell'altrapoi  della  Eftrema  4  fr^'ff.(J.c  s.^.y! 

Unzione  non  rinvenendofi  da'Padri  altra  objezione,  che  quella  de'Nova-  dijìy.'6'^%''.t7e 

tori,  facilmente  digenlll  con  quattro  Canoni  efprimenti  la  fua  origine,  li  p«r.it.&aih.' 

fuoi  effetti,  il  fuorito,  e'I  fuoMiniftro,  alli  quali  feguirono  le  altre  due  '.^l!j,[Tt'é^ 

[e]  Seffionixv.  e  xvi.  [/]  in  prorogazione  delle  feguenti,  e  nella  prima  ^'beiiyp.icap.s. 

dieffead  iftanzade'Proteltanti,  che  non  ancora  erano  comparfinelCon-  ^À^^J^elraDe'- 

cilio  ,   fu  loro  da'Padri  conceduto  nuovo  ,  e  più  ampio  falvocondotto  "■'^o--  eUPontìfic, 

nella  maniera,  e  forma  ,  che  rinverrà  [g]  il  Lettore  negli  atti  Sinodici  fd)l!^ufat7.v!i(' 

di  quefto  Concilio .  tome  4. 

In  tempo  dunque,  in  cui  Tempre  più  peggiorava  la  Germania  nel  con-  ]f,£rìu^i'l  '^' 
tratto  morbo  della  Herefia  Luterana,  rifurfe  da  mortai  letargo  l'Inghilcer-  ^  Sef.  16.  dùis. 
ra  alla  potente  medicina ,  che  dielle  una  Regina  Cattolica ,  armata  di  fede ,  ^''/j''^a^/condi. 
edifpada.  [h]  Ritrovavafi  quel  miferabile  Regno  fotto  il  governo  di  Tr-d.po/i  15.  fejf. 
Eduardo  Sello  in  poter  di  tré  furie  d' Inferno,  Bucero,  il  Martire ,  e  l' Okinor  ÌLfm.TliZ 
Theologia  [  /  ]  Scholafiica  ,  come  piange  un  moderno  Autore,  ^x  Ucca-  p^^.^-^so. 
derni ispro/cripta:  exauCioratifan^i  Tatres:  Sacrorum  BibltorimCodicesfo;-  \t!t'.'sf'Jrt.l''h! 
de  interpolati  :  noviadminiflrandarum  Sacramentorum  ritus  conflituti ,  liberque  t-'^"i'-do^  vi.  tx 
ea  de  re  edttus ,  &  publicatus  :  de  Sanóiorum  Imaginibus  toto  B^egno  abolcndis  de-  s7Jf.  l^ngn. 
Liberatum  :  Mifìie  Sacrifictum  abrogatum  : Fafa  Sacra^  CruceSy  candeUbra  aurea,  RiJi'Y'»'''-'  «^^ j]* 
argentea  Fregio  Fifcoadjudicata.  Imperata  fub  utraque  fpecte  communio  Eucha-  Scie'  'cauoirc* 
ridica:  Fulgaris  idiomatis  ufusm  Sacra  introdu&us  :  H^eretict  vifitatores  in-  '"«^'  '*  \°f^^^ 
fìitutìy  qui  omnia  Catholica  l^eligionis  monumenta  y  fignay  tefìerafque  ever-  IutìI  .*    '^"'* 
terenty  abolerent  :  Q^ui  ab  tmpia  novitate  abborrebant  Epifcopiy  Stephanus 
yvintomenfts y  Cutherus  Dunelmenfis  ,  &  alit ,  m  carceres  con]e£ii ,  pofiea 
dtgnnatibus  exuti:  H^r etici,  perditique  homines  ineorumloca  intruft.  Co- 
si egli,  e  così  lo  ftato  della  Religione  in  quel  Regno  fotto  il  Rè  Eduar- 
do Serto.  Mi  morì  [fQ  il  miferabile,  giovane  di  Regno,  edivita,  non  ^  Prìdiemnasin. 
havendo  paflati  nell'uno  fecce  anni,  e  nell'altra  fedici  ,    colto  dal-  in^m^i^^i- 

Gg    4  laiiior- 


Giulio        ^rj2.  Secolo  XV L 

^  p,  /  lamortenel  medefimo  mefe,  [a]  e  giorno,  che  Henrico  fiio  Padre  ha- 

^Uilun.'i'ìl]T^'*'  vea  facto  uccidere  Tommafo  Moro,  come  fé  la  fpada  del  Carnefice  alzata 
contro  la  tefta  di  quel  venerabile  Cattolico ,  havelfe  colpita  quella  del  fuo 
figliuolo,  e  di  tuttala  difcendenza  mafcolina  della  fua  Regia  iamigha, 
che  terminò  con  lavita  diEduardo  .  Quando  fupprelie  le  machine  de' mal- 
contenti, fiì  come  tolta  dall' ehlio  ,  dove  l'haveva  condannata  fuo  Pa- 
dre, Maria,  Figlia  della  Regina  Caterina  vera  Moglie  di  Henrico  Vili, 
e  legitima  herede  di  quel  Regno ,  Principefla  degna  di  elTere  nata  di  miglior 
feme,  giacch'elianon  hebbe,  per  cosi  dire,  altro  che  l'originai  peccato 
dell' efler  figliuola  di  fuo  Padre,  che  percolo  da  Dio  con  la  fìerilità della 
difcendenza,  fiì  condannata  come  a  morire,  fenza  lafciar  di  fé,  e  di  Fi- 
lippo Secondo  Rè  di  Spagna,  a  cui  ella  fi  maritò,  chi  lor  fuccedefle  here- 
h  Omnia  Uc  nh-  dc della Coroua ,  e  folknitore  della  Fede.  Ella  era  [  />]  allora  in  età  di 
/«(■'.of/'"^'""'"^'  trent'ott'anni,  quando  fu  proclamata  Regina,  e  così  ben  faldi  manten- 
ne nel  cuore  li  fentimenti  della  Religione  materna,  che  nel  prender'  il  ti- 
tolo ói  Regina,  depofe  fubito  quello  di  capo  della  Chiefa  Anglicanai  e 
percheilfuo  propolito  era  di  ridurrea  corpo  fano  quell'infetto  Regno, 
ravvifandone  così  fracide  per  la  Herefia  le  membra,  la  neceflìtd  la  coltrin- 
fe  di  metter  mano  al  ferro ,  e  con  falutevole  incifione  reciderle  :  ond'  ella 
appreffo  gl'Hiflorici  Proteftanti  ne  va  col.titolo  di  Carnefice  Bigina.  Mi 
non  è  mai  crudele  quel  taglio ,  chefana  la  piaga ,  e  che  con  la  morte  di  po- 
chi ripone  in  ficurezza  di  Stato ,  e  di  Fede  tutto  il  Regno .  E  primiera- 
mente ella  tramandò  incontanente  dalle  carceri  al  Trono  Epifcopale  tutti 
queiVefcovi,  che  per  laconfeffione  della  Fedehaveva  Eduardo  depofti, 
e  carcerati ,  e  con  feverillìmo  bandimento  fcacciò  dal  Regno  tutti  li  fegua- 
c  Ex  sandtroibi-  cì dcllc uuove Sette j  edicelì,  [e]  che  trentamila  di  eflì  efuli,  e  sbandati 
'^""-  prendefferorilugioin  altri  luoghi  della  loro  vita.  Del  Bucero,  e  del  Fa- 

gio,  che  già  erano  morti,  fé  difotterrarne  li  cadaveri  con  l'incendio  delle 
offa,  e  lo  fpargimento  delle  ceneri;  e  convinto  di  fellonia  il  maggior' Ec- 
clefiaflico  d'Inghilterra,  che  ne  fii  ritrovato  il  peggiore,  cioè  1*  empio 
Cramnero  Arcivefcovo  di  Conturbery ,  fé  arderlo  nel  fuoco ,  Apoflata ,  e 
fovvertitor  della  Fede  in  Inghilterra  :  fonde  il  Foxo  ripofelo  tra  i  primi  S2in- 
ò  circa  il  K^Und.  ti  dclfuo  hetetìco  Kalcndatio .  [d]  Spedì  ella  quindi  fuo  Ambafciadorea 
p'oi^f^dip'^t'iy  ^oma  il  nobile  Cavahere  Eduardo  Carno  a  preftar  ubidiènza  in  nome  fuo, 
/o«?4*  '  "'*    'e  degli' ordini  del  Regno  al  Pontefice  Giulio,  che  per  la  ordinazione  di 
quella  Chiefa , ,  mandò  colà  follecitamente ,  anche  a  richiefta  di  Maria ,  fuo 
Legato  a  Latere  il  Cardinal  Reginaldo  Polo,  che  con  gloriofo  triplicato 
carattere  di  Cardinale ,  di  Legato ,  e  di  nuovo  Arcivefcovo  di  Conturbery , 
,  rientrò  come  in  trionfo  in  quella  fua  Patria,  ricevuto  a  braccia  aperte  dal- 
pLh  uLTom.t  la  figlia  di  quel  Rè,che  l'haveva  [e]  cotanto  horribilmente  perfeguitato  con 
f"^-  4ij.  taglie ,  e  con  iniìdie ,  e  con  bandi  quafì  in  ogni  angolo  della  terra .  Egli,riedi- 

ficati  gli  Altari,  riauovatele  Sacre  Imagini,  reflituita  alle  fcuole  di  Offo- 
nio ,  e  di  Cantabrigia  la  fana  Theologia,  ai  pulpiti  la  Religione  Cattolica ,  & 
alleChiefeil  culto,  riconciliò  quel  penitente  Regno  con  Dio,  e  con  la  Sede 
Romana  per  mezzo  della  ribenedizione ,  Pontilicalmente  compartita  nella 
f^nti.ìsU'  vigilia  di  [/]  S.Andrea,  rinovandoegliinquef'ca^funzionelafolennitàdel- 
B  i  ".Efdra  3*.  la  funzione ,  e  le  lacrime  del  popolo ,  che'già  furono  defcritte  da  [  ^  ]  Efdra 
nella  rifondazione  dell' antico  Tempio  di  Gierufalemme .  Non  potè  però 
rApoftolico^ Legato  ottenere  ciò,  che  fommamente  da'buoni  defìdera- 

vafia 


Capitolo   VI.  ^ry^         Giulio 

vafi ,  cioè  lareftituzionede'beni  tolti  a'Monafterii ,  &alle  Chiefe,  e  da  Hen-         ^^^' 
rico ,  e  da  Eduardo  diftribuiti  ò  in  guiderdone ,  ò  in  dono ,  ò  in  mercede  a* 
nobili  del  Regno.  Ondegli,  Innova  [a]  indeturbceconcnarenturtOrdini-  ^  ExSandfDcd: , 
bus poftulambiis y  & urgentibiis y  ada&usefiy  publkoinfirumento ,  Vontifitn  ^^^'^''''"'"••W. 
nomine y  &aH^oritateomnes  dehujufmodtboniSy  acpoficffionibusy  quoadpos- 
nas  y  &  cenfuras  Canontcas ,  in  perpetunmfecuros ,  0-  abfolutos  dee  tarare.  Tri- 
mitiasverò  y  &  deamasfru&uum  y  qu.^H.enrtciy  ac  Eduardi  fan^ionibus  ad  fi- 
fe umpervenerant ,  Eccleliafiicis  impo/ierum  perfohi decremm  cji;  &c(xnobia 
fmgulorum  Ordinum  P^ligioforum  re<;edificari  caper  uni  privatorum  pia  libera,- 
litate .  Decretò  bensì  il  Legato  legitimi  li  macrimonii,  e  legitima  la  prole 
da  efli  contratti  ne' gradi  prohibiti  :  confermò  li  Vefcovi  Cattolici,  mi 
inalzati  al  Vefcovado  nel  tempo  dello  Scifma,  &altri  fei  nuovi  Vefcovadi 
eretti  da  Henrico  :  e  ne  ottenne  ampia  confermazione  dal  Pontefice  Pao- 
lo IV.  i  cui  avvenimentifucceifivamente  riferiremo . 


C  A- 


PaoloIV.       ^^4  Secolo  XV L 

CAPITOLO      VII. 

Marcello  Secondo  di  Montepulciano  ,  creato 
Pontefice  li  9.  Aprile  1555. 

Paolo  Quarto  Napolitano,  creato  Pontefice 
li  ìj.  Maggio  1555. 

Profeguimento  degli  affari  d* Inghilterra .  Soccorft  cola  manda' 
ti  da  Paolo  ^arto  .  Morte  della  "E^ina  Maria  ,  e  del 
Cardinal  Polo.  Succejjione  dell'empia  Elifabetta^  e  nuo^ 
'vaper'verftone  dell^ Inghilterra  neWherefta .  Spedizione ,  e 
mifjione  de^  Minijìri  Cal'vinifli  in  America  .  Entrata  del 
Cal^inifmo  nel  "B^gno  di  Francia  .  Heretici  puniti  ,  ^ 
ahhrugiati  in  Spagna .  Prigionia  di  "Bartolomeo  Garanzia 
Arci'vefco'vo  di  Toledo  .  Herejìe  ,  e  morte  di  Da^id 
Giorgio .  ^alita  di  Paolo  Quarto ,  e  fue  coflituzfoni ,  Cj?* 
operazioni  contro  gli  heretici .  Inf ulti  del  popolo  alle  carceri 
della  Inquiftzjone  :  origine ,  e  flabilimento  della  Congre- 
gazjone  del  S-Offizjo . 


i^i^sc^^ 


^^^^  I  Opportunamente  giunfero  à  Roma  dall'  Inghilterra  nuovi 
Hibeìnu  in*^Rl  ItSi]^^  Ambafciadcri  à  Paolo  Quarto  in  nome  della  Regina  ,  i 
S'IO.  '   l^w^^s^    quali  prefentarono  ubbidiente,  e  divoto  alla  Sede  Romana 

quel  Regno  ,  che  prevaricato  prima,  come  il  figliuol  Pro- 
digo, fùdal  Pontefice  accolto  con  benignità  corrifponden- 
te  al  Padre  di  famigha  dell'  Evangelio  .  Era  la  Hibernia 
a  o;w«;«  h  h  f^3  antica  feudataria  de'Pontefici  Romani,  e  poffedevanla  li  Rè  d'In- 
btnt^^rTx  sl'nde'lo  ghiltctra  col  titolo ,  c  uomc  di  Signoria,  Henrico  Ottavo  odiando  Tori- 
ii.ì.schìfm.^ngi^  cinedi  tal  Smoria,  come  proveniente  dal  Pontificato  Romano  ,  erefl'e- 
Pontefice  perle  lo  m  Rcguo ,  c  le  uc  nomiuarono  Re  elio,  el  luo  figliuolo  Eduardo  . 
fa^Reiigiwo^"  ^^  ^^  devota  Maria riconofcendo  tutto  il  fuo  bene  non  tanto  dal  Padre 
toiica' in^inghlil  carnale,  quanto  dal  commun  Padre  fpirituale  di  tutto  il  mondo  ,  fuppli- 
""^*  co  Paolo  del  titolo  regio  fopra  quella  Provincia,  che  ottenuto  con  parti- 

fa  Datum  r,  ìmt  ^^^^''  t^]  diploma,  refele  tanto  più  angufta  la  Corona ,  quanto  pui  fa- 
idm'^^hlniTmn.  era.  Quindi  il  Pontefice  mandoUe  à  foldo  pagato  alcune  bande  di  folda- 
«!a>!«'2o  ^*'^'^  tefcainaflìcuramento  della  perfona,  e  in  foftentamento  della  Fede  Cat- 
tolica contro  i  tumultuanti  Novatori ,  &  ogni  promeira  le  fece  di  valido 
foccorfo  con  tanta  pienezza  di  cuore,  che  beata  la  Inghilterra,  fé  (otto 
quefto  Pontefice  ò  più  preflo  havelfe  regnato,  ò  più  tardi  foffe  morta 

-Ma- 


Capitolo  VII.  475        PaoloIV.' 

Maria.  Conciofiacofache  il  gaudio  flì  pafTaggiere,  e  breve,  e  le  calami-  ^^^^^  ^^j,^  ^^ 
tà,  che  quindi  provennero,  durevoli,  e  ancor  prefenti.  Poiché  nel  fior  gnu  wam  d'in*, 
dell'operadelloftabilimento della  Religione  [a]  ella  morì  l'anno  quinto  f^'^""*;  g 
del fuo  Regno,  e quadragefimo  quarto  di  fua  età,  e  con  egual  difpiacen-  Lwmi^.'" 
za  de'buonifeguilla  nella  morte  il  CarJinal  Polo,  che  indi  à  fedici  bore 
volle  ancor  efTo  paflar  in  Cielo  con  lei,  quafi  difdegnando  ambedue  di  ri-  Edeicard.Poio. 
trovarfi vivi  alla Itrage,  aglifconvolgimenti,  alla  rivoluzione,  chedinuo- 
vo  fopravvennero  all'Inghilterra .  Poiché  morta  Maria ,  fu  alTunta  al  Re- 
gno Elifabetta,  figliuola fpuria di  Henrico Ottavo,  e  di  Anna Bolena,  de^ 
gna  figlia  di  tali  genitori,  tanto  nella  empietà  della  condotta,  quanto  nel- 
la efecrabilità  della  Fede . 

Era  Elifabetta,  quando  rovinolle  fui  capo  la  Corona  d'Inghilterra  ,  jiJiJhiutfra^ìue 
giovane  allora  frefca  in  età  di  venticinque  anni,  e  di  egregie  doti  di  natu- qua"iftà',cY/dc."^ 
ra,  s'elleno  non  follerò  ftate  tutte  pervertite  dalla  malignità  dell' Herefia; 
ornata  di  belle  lettere,  franca  in  quattro  lingue,  Latina,  Italiana,  Ingle- 
fe,  eFrancefe;  habileal governo,  e Principeffa d'idee  grandi,  ecoflanti, 
ma  di  ninna  fede  nel  cuore,  e  di  animo  infierito  contro  la  Cattolica  , 
e  perciò  rifoluta  diradicarla,  come  il  Padre,  e'I  fratello,  dall'Inghilterra. 
[  />  ]  Regnante  Henrico  Scifmatico  ,  ella  profefsò  un  mirto  di  Luterà-  ^tf4rir''EurJb 
nifmo,  e  di  Calvinilmo  :   fotto  Eduardo  Zuvingliano  fii dichiaratamente  it  Spirar»  nu.W' 
Zuvinghana:  vivente  Maria  Cattolica  fi  trasformò  in  Cattolica,  ma  fem- 
preadherenteagliheretici,  &  ai  ribelli,  le  convenne  incorrere  ne'foliti 
fofpetti,  e  fotfrir  dalle  guardie  della  Regina  una  lunga,  ma  larga  carce- 
razione, che  la  ripofe  internamente  in  maggior  determinazione  di  odio 
contro  la  Religione  Romana.  Sicché  divenuta  Signora  ,  e  Padrona  del 
Regno,  veggendofi  non  più  bifognofa  di  fimulare,  apertamente  fi  [e]  die  ^  ^^'""*''"'^^9- 
à  conofcere  Proteftante,  e  Luterana,  vietando  ella  ,  effa  prefente  alla 
Meffa,  levarfi  in  alto,  com'è  in  ufo,  IHoftia,  e'I  Calice;  il  che  fu  ca- 
gione, che  l'Arcivefcovo  d'Yorch,  &  altri  devoti  Vefcovi  non  la  volefle- 
roconfacrare  con  l'unzione  de'Rè;  ond'ella  fu  necellìtata  à  fervirfi  in  sì 
maeftofa  funzione  dell'opera  di  un' appena  conofciuto  Vefcovo  Ovvino 
Oglechorp  diCarleil,  nelle  cui  mani  avanti  l'Altare  recitò  con  la  bocca  la 
profefiìone Cattolica,*  ma  quindi  partitafi,  e  ritiratafi  dentro  un  proffi- 
mo  cortinaggio  per  veftirfids'paludamenti  Reali,  à  due  Dame,  che  le  fi  fe- 
cero incontro  per  abbigliarla,  fogghignando  dille  ,  7^o«  vi  accodate t  fé 
non  volete,  che  il  pws^T^ore  di  qt4eft'oglio,  di  cui  mi  hanno  unta  ,  vi  jioma- 
chi .  Da  quefte  prime  procedure  altro  appettar  non  G^  poteva,  che  ciò ,  che 
avvenne:  e  l'occafione,  che  non  mai  manca  à  chi  la  cerca,  le  cadde  pron- 
ta, elamalvaggiafervideneàmifurafoprabbondanteallacommune  afpet- 
tazione .  Ella  per  mezzo  del  mentovato  Canio  fuo  Ambafciadore  in  Roma 
fé  paflarparte  col  Pontefice  Paolo  della  fua  aflunzione  al  Regno,  e  della 
fua  rifoluzione  di  mantenere  in  eflb  la  Religione  Cattolica  :  Ultimo  atto  , 
che  finì  à  Iti  il  bifogìioy  dice  [d]  un  moderno  Autore,  e  inld  il  fajiidio  di  ^  Danuu  Banotì 
fimularCt  Cattolica.  Rifpofe  il  Pontefice,  ^^on  poter  [e]  efto  approvare  la  fuc-  r7//w/T.cT''' 
cejjìone  di  una  di  già  dichiarata  illegitima  dafuoi  Tredecefjòri  Clemente  Set-  '  «'»«"•  '^•«'^  '"»- 
timoy  eVuoloTerTiOy  in  un  t{egno  feudatario  ab  antiquo  della  Sede  ^pofio-  7''^&l^s^^. 
lica:   Dover  ella  rimettere  à  lui  ti  <i^iudi'2^io ,  e  farehbunft  pia  maturamente  '''|f  ^- ,  ..  p 
confiderate  le  di  lei  ragioni y  &  intanilo  prometterle  ogni  poffibile  fodis falcio-  ?àoio!         ■''^* 
ne.  La  rifpofta  parve  alquanto  afpra  non  tanto  ad  Elifabetta,  di  cui  parie- 
raffi 


PaoloIV.       ^rj^  Secolo  XVI. 

raffi  appreffo ,  quanto  a  chi  ripigiiolla  importuna  allora  al  gran  bifo- 
gno della Chiefalnglefe,  titubante  all'appoggio  debole  di  una  donna  , 
bench'ellafoffe  fiata  vera  Cattolica,  qual'ellanon  era,  ma  di  già  in  pof- 
fe(ro  della  Corona,  portale  fui  capo  da  tutti  gli  Ordini  del  Regno:  onde  = 
a  spcni.an,xs$9.  Paolo  fii calunuiato dì  rigida aufterltd,  da  cui  proveniilero  tutti  que'gran 
».  y.     *    '     .'mali,  che  ne  leguirono:  [a]  jlt  ^  foggiunge  in  difefa  ò\  lui  una  Ec- 
\hl  ^^°'"'  ^^'  cleilaftica penna,  in  ipfo  cardine  quid  peccavit  ,  fì  fceminam  fententia Se- 
dis^pojiolicA  prò  fpuria  ìmbitam,  nonexifiimaverittam  facile  ad  I{egnum 
admittendam  ?  quam  precipue  non  ignorabat ,  corde  h^refim  alere  ;  hxc' 
que  in  fpecicm  tantum  foris agenti  ne  fi  fimulB^gniconfirmationemobtmuif- 
jet ,  poftet  ciunquam  de  ilio  contYOverfìa  fieri}  <Adeòquenon  Vanii  agendi  mo- 
dus anfampneh  uit  Eli  f  ab  e  th<£ ,  h^rejimprofitendi;  [ed  quòd  illa  femperh^^re- 
fimretinuifiet,  hacufaefioccafìoneadeam  publicè  propalandam.  Ed  in  fatti 
E  rifohira  rerfe-  Elifabctta  uou  voleudo  mettete  à partita il  giuoco  gii  vinto,  gittòlapal- 
o!2cone  di  Hiifi- la  rifolutaà  quel  di  peggio,  che  non  tanto  voleva,  quanto  lìn  daprimael- 
Cauoiicu"""   '  la haveva voluto,  con  una  perfecuzione  di  quarantaquattr'amii  contro  i 

Cattolici,  delle  più  fpietate  che  fi  leggano  nelle  Hii1:orie . 
h  Die  i^.  M^rriii     E fuoi primi  paffi  furono  l'horribìle ,  e  deteftando  editto  [  Z>  ]  del  Par- 
^^59-,  lamento,  che  fofFogata  la  parte  più  fana  de'Cattolici  ,  ad  iftanza  di  lei  , 

jurexsìtdéro LìJorm^wnohNobikiy  e i Laici  d'Inghilterra;  [e]  che  calfati fodero,  e  li 
Schifm.^ngL  _  .decreti  di  Maria,  e  reftituiti  nel  loro  valore  cjuegli  di  Eduardo;  cheneflun* 
editti""'  ^""'^'  offequio  fi  preftaHe  per  l'avvenire  al  Pontefice  Romano;  che  tuttala  ppde- 
ftd  EcclefiafticafolfeapprefToElifabetta,  efuoi  fuccelfori,  circa  la  vifita 
delle  Chiefe ,  la  correzzione ,  e  riformazione  del  Clero ,  la  creazione  de' Ve- 
fcovi,  la  convocazione ,  e  prefidenza  de'Sinodi,  la  formazione  de'Decreti,  la 
punizione  degli  errori ,  degli  fcifmi ,  dell'herefie,  e  degli  abufi,  con  facoltà  di 
foftituire in fimiglianticaufe  eziandio  hiiomini  laici,  fenz' alcun  riguardo 
alla  dignità  de' Vefcovi,  fé  non  quando,  come,  e  quanto  ell'haveffe  conce- 
duto :  in  modo  tale ,  ch'eglino  non  ritenelfero ,  né  efercitaflero  giurifdizio- 
ne,  ò^odc{iXE^\ÌQO'(>2XQ  ynìft  ad  beneplacitum  Regime  y  necaliter ,  nifi  per  ip- 
fam ,  dr  à  Regali  majefìate  derivatam  au6ioritatem  .  Così  il  decreto  del  Parla- 
mento ,  e  così  la  dignità  di  fupremo  Capo  della  Chiefa  Inglefe ,  fiata  prima 
in  un  huomo  Laico  Henrico  Ottavo,  che  fé  l'arrogò,  quindi  da  lui  caduta 
in  un  fanciullo  di  nove  anni  Eduardo  Sefto,  e  pofcia  al  terzo  paflb  sbalzata 
in  una  femmina,  e  rovinata,  oveprecipitarpiù  baffo  ella  non  poteva  .  In 
efecuzione  dunque  del  Decreto  attribuilfi  incontanente  Elifabetta  la  nuo- 
va ,  &  inaudita  in  tutti  li  retroandati  Tedici  fecoli  della  Chiefa ,  podefìà;  e  à 
fé,  femmina  fpuriaqual'era,  &a'fuoifuccefforirifervò  gl'intieri  frutti  del- 
la prima  annata  di  tutti  li  beneficii;  e  tutti  li  beni  de'MÓnafterii,  reftituiti 
già  da  Maria  al  facro  Culto  ,  diftribuì  parte  al  Regio  fifco,  e  parte  alla 
Nobiltà  del  Parlamento,  che  havevala  creata  Papefia  di  quella  Chiefa  . 
Coftituì  per  tutto  Vicarii,  eCommilfarii  negl'intcreffi,  e  caufefpirituali, 
coniò  unYeparato  figlilo  per  le  materie  Ecclefiaftiche,  da  tutti  li  Tempii 
diroccò,  er'afelelmagini  facre,  fuorché  quella  delCrocifilfo,  ch'e  Ila  per- 
melfeallapublicaefpofizione,  e  ritenne  prefib  fé  nel  fuo  privato  oratorio; 
e  per  compimento  della  nuova  Riforma  bandì  un  publico  editto,  per  cui 
'  ^nn.ts>9'  dal  dì  fegaente  [d]  allaNativitàdiS.Gio.Battifia  vietava  il  celebrare  ,  e 
l'intervenire  alla  celebrazione  del-divin  Sacrifizio,  eziandio  privatamente, 
conpenaàchivifofle^coko  prefente,  la  prima  volta  di  duecento  feudi. 

al  fifco, 


m- 

bct- 


Capitolo    VII  477        Paolo  V. 

alfifco,  e  feimefi  di  carcere:  la  feconda  didopppio  denaro  ,  e  prigionia: 
la  terza  di  tutto  l'Iiavere ,  e  libertà  in  perpetuo  carcere.  Quindi  convoca- 
to di  miovo  il  parlamento,  volle,  che  tutti  gli  Arcivefcovi ,  Vefcovi  ,  e 
Clero  fi  obligallero  con  giiirainento  alle  leggi  già  promulgate,  e  defcntte: 
imponendo  contro  i  renitenti,  la  prima  volta,  la  perdita  di  tutti  li  benefi- 
cii,  &  il  carcere,  la  feconda,  la  condanna  òx  lefa  Maeftà  ,  e  fufl'eguente- 
mente  la  morte.  La  formola  del  giuramento,  cheapprelfo  gl'Inglefi  di- 
cefi Sw^rew^z^^w ,  fùconceputa,  e ftefa nel feguente tenore:  EgoTSljprorfiis  ^'^^!{^^%\^fl^^ 
teflificor,  &  declaro  in  confcientia  mea^  B^ginam  efìe  folam  jupremam  gu-  u°à  tutù  ^d^ì 
bernatrìcem  i  &  iftius  B^gni  JLngliiS,  &  altorum  omnium  fu£  Maje/iatis  do-  '•lenaiUci. 
miniorum ,  <^  regionum ,  non  mmus  in  omnibus  [ptritualibus ,  atque  Ecclcfia- 
fiicis  rebus  i  vel  caufiSi  quàm  temporalibus  :  &quòdnemoexternHsTrinceps, 
TerfonUt  Tralatus  ,  Status,  vel  Totentatus ,  aut  fa6lo  i  aut  jure  habetalì- 
quam  jurifdióìionem  ,  poteflatem  ,  fuperiorttatemy  preiemmentiam ,  vel  au- 
Cloritatem  Eccleftajìicam ,  aut  fptritualem  in  hoc  liegno.  Ideòque  piane  re- 
nuntio ,  &  repudio  omnes  externas  jurifdi6liones ,  potefìates ,  juperioritates  , 
atque  au6loritates  ,  Così  il  giuramento,  ilcuifortimento,  &efitolaChro- 
nologia  del  tempo  ci  obliga  à  rapportarne  nel  feguente  Pontificato 
li  fucceffi . 

Godevano  intanto  li  Luterani,  eli  Galvinifii  del  felice  progreflb  delle 
loro  Herefie,  che  contrariate  valorofainente  da'buoni  Cattolici  pur  tutta- 
via fempre  avvantaggiavan  terreno  col  pofieflb  di  nuovi  Regni ,  e  con  l'at- 
tacco eziandio  di  nuove  parti  del  mondo .  [a]  Niccolò  Durand  Francele,  l.^lfe^'x  'Ét/cJiZ 
cognominatoli  Villagagno,Cavalierpi-attico  in  negozio  ,  &  armi,  eciò  /;^.28. 6- */m . 
cheintaliperfona«2Ìdiradofuccede,  erudito  in  lettere,  e  va^o  dell'ap-  c''Srfma''nJt' 
prendimento  delle  più  alte  Icienze  della  tede,  ma  djfawenturatamente  tin-  Amerita. 
to  di  CalviniCmo,  e  perciò  tanto  più  vogliofo  di  divulgarlo ,  quanto  più  cre- 
devanevera,  efufiìftentelaSetta,  meditò  imprefa  non  mai  finallora  ten- 
tata, anzi  né  pur  venuta  in  penfiere  ad  Heretico  alcuno  Europeo,  cioè  di 
navigarlo  anche  fuori  del  mondo  ,  e  portarne  àfpacciar  la  merce  nell'Ame- 
rica ìrà  quella  gente  inefperta,  &  ignorante  delle  gran  mafiime  della  Reli- 
gione Cattolica  >  e  perciò  giudicata  da  elfo  terreno  facile,  &habiie  à  ren- 
derne cento  per  uno,  &àformar  colà  una  Chiefa  non  tanto  tutta  Calvinì- 
fla,  quanto  contraria  alla  Cattolica,  e  potente  ad  opporfi  ad  ogni  contra- 
dizione di  avversario  :  machina  veramente  del  Diavolo,  ma  che  priva  di 
fondaméntoroverfciò  ben  tofto in  danno,  &  onta  de'fabricatori.  Dunque 
rapprefentatadalVillagagno  alRèHenrico  ladeftinata  fua  fpedizione  fot- 
to  pretefto  di  avvantaggiar  colà  la  gloria  delle  armi  Francefi ,  ed  ottenuta- 
ne la  permiflìone  Regia,  e  l'eccitamento  ancora  dell' Almiraglio  Gafpare 
Colignì,  che  macchiato  anch'eflb  di  Calvinifmo  ,  concorreva  medefima- 
mente in fecreta intelligenza  co'lVillagagno,  quefti,  datele  vele  a'venti, 
con  lungo,  e  faticofo  viaggio  [b]  approdò  nel  Brafile,  e  quindi  torto  rifpe-  b  ^nn.isìs* 
dì  al  Colignì  nai^i  cariche  dipreziofe  ricchezze ,  ma  con  piùpremurofafol-     - 
lecitudine  calde  riehiefte  di  operarii Calvinifti ,  onde  diftbnder  fi  potelTe  la 
fetta,  predicarne i dogmi,  pratticarneiriti,  e  ftabilirne  la  fazzione  fri 
quei  popoli,  ch'efiìhaveva ritrovati,  quali figuroHeli ,  fenza contradizio- 
ne difpofti  à  feguitarla.  Communicata  dal  Colignì  la  nuova  miffione  à  e  miinone  di 
Calvino,  Calvino  fcelie  li  più  habih  mKfionanti,  cioè  li  più  perfidi  Mini-  aKaroui: 
ftri  della  fua  Sinagoga,  e  incontanente  da  Girievra  deftinò  colà  Pietro  Ri-  "o. 

cherio 


PaoloIV.      ,^^g  Secolo  XVI. 

cherio  Pfeiido-Carmelitano  ,  Gugliemo  Carterio ,  e  Andrea  Thevcto  f 
chepofciacompofelaHiftoriadiqiiefta  fpedizione,  proveduti  tutti  in  ab- 
bondanza, come  Predicatori  del  Diavolo,  didenari,  difervitù,  edifen?- 
mine,  che  portaron  colà  non  una  nuova  Religione,  ma  una  nuova  conlìj- 
fione ,  la  quale  fervi  di  ravvedimento  ai  traviati  Chriftiani ,  e  non  di  perver- 
timento à  quelle  innocenti  popolazioni .  Conciofiacofache  tanti  tlironp 
fra  i  nuovi  Miniftri  li  litigii  nella  fondazione  di  quella  loro  fuppofla  Chiefa, 
tanti  li  difturbi ,  che  quindi  naquero,  tante  le  diverfitd  delle  opinioni  tri 
eflì,  e  circalacelebrazione  della  loro  Cena,  e  circa  la  predicazione  delle 
loróMaffime,  chenaufeatofiil  Villagagno,  e  di  eilì,  e  della  loro,  efua 
Herefia,  rimandolli  incontanente  à  Ginevra,  ed  egli  feguilli  in  Francia ,  do- 
veprofeffata  la  Religione  Cattolica,  riufcì  un  de'migliori  folknitoridief- 
»  Btz.i»Tc*n!6f4s.  fsL^  con  molti  fcritti,  ch'egli  divulgò  contro  gli  errori  di  quella  Setta  1  [4  ] 
onde  Beza  acremente  fi  fcagliò  contro  lui ,  chiamandolo  ^poftata  della  fua 
b  s^ond.an.isss  fede,  [b]  in  quo,  Ì02,gmn^QCOVidQ^n2i\:'ì^Qff\onQ\oS^onÙ2i\'\o,&mirahi- 
lem  confìderes  divina  JHper  eumprovidenti<£  di fpofitionem ,  ut  qui  deferta  inGal- 
lia  Fide  Catholica,  ^mericam  petierat  adplantandam  h^refìm  Calvinianam  , 
fidem  onbodoxam  ibi  mvenerit ,  quam  in  Gallia^  ubi  eam  amiferat  ,  contra 
Calvinianos  propugnarci .  TS^on  tanta  ejl  vis  ha^reftSy  ut  Inter  EtbmcQs  fidem 
Cbrifti  f eminare  vaUant.  Dos  hac  efi  f oliti s  Ecclefm  Cath&lic£^ .  Termiffum 
e  f.c#r.  it.        ^fi  hareticis  y  fideles  pervertere  y  quia,  ut  Vaulus  ait ,  [  e  ]  Oportet  baarefes 
ef^e,  ut  qui  probatt  funt ,  manifefii  fiant:  non  datum  mfideles  convertere  ; 
difa.z.Mich.^.  q[iiia  de  Sion  [  rf]  dnmtaxat  exit  lex  ,  &  verbum  Domini  de  Jerufakm  , 
Così  egli.  Il  Richeriooftinofiì  nell'impegno,  e  come  non  pago  della  fola 
Herefia  Sacramentaria,  vomitò  nuove  beftemmie  contro  Chrifto,  predi- 
fi  T^eCciusdefeSfà  ^audo ,  [e]  Cbriftum  in  carne  non  efk  adorandirm  y  neque  invQcandum ,  &  ak 
Evangtikity   &  ufu  Coen^ie  y  atque  à  communione  Corporis  Cbrifti  abftinendum  ,  con  la  ra- 
G<ttéit.f*c.i6.c.6i  gione,  ch'egli  adduceva,  Qiiòd  fpes  af^equend^e  vita  aterna  non  ad  corpus, 
fed  ad  animam  pertineaty  non  carni  (ìt ,  fed  anima  promifjay  ita  ut  ex  ufn 
Eucharifiia  non  pofjitulla  in  anima  utilitas-  expediart ,  Herefia  non  maiaifei?- 
ta  da  altro  Herefiarca,  havendo  molti  errato  eira  il  modo,  e  la  fpiegazio- 
ne  di  quefto  di  vino  Sacramento,  ma  non  giammai  da  alcun  vietatane  li 
partecipazione. 
Né  fi  reftrinfe  allora  la  Herefia  Calviniana  in  qualche  (olo  Francefe  , 
<!ei^caivfm(?"S  mifvelatamente  ìn  qucftà  età  comiuciofiì  à  profeliare  nel  Regno  di  Fran- 
periaFrancu.    eia,  beuchcfempre ò da'Rè  Contrariata,  ò dagli  EcclefialHci ,  chelavjd- 
dero,  come  torrente?  inondare  quelle  Chrii^ianifiìme  Provincie,  onde  fé 
miracolo  fu,  che  non  naufragafle  allora  quel  Regno,  così  miracolo  fi  è 
il  mirarlo  prefentementefopramolt'altri,  puro  nella  Fede,  e  invitto  nella 
(  R  ,.;  r    •/     profeilìone  eh  elTa .  Gio.Maifo  d'Ansio  fu  il  primo,  che  ofafl'e  alzar  Cathe- 
^".isss-  dradipeltilenzainParjgi,  e  predicarne  il  Cai  vinifmo;  onde  Beza  [/jenco- 

cflb:*^"°''     ^'  miolloco'l  titolo  di  PnwMf  Taftor  Ecclefta  Calviniana  Varifienfis  y  e  moko 
egli  fi  duole,  che  foflV  il  Maflb  ritrovato  uccifo  in  un  fuo  borticello,  appe- 
na fcorfo  il  fello  anno  dell'amminifiirazione  del  fuo  Pfeudo  Pallorale  utft- 
tvid,  Bfica  •«    ^^^'  ^^^^>  &  il  Senato  di  Parigi  apertamente  fi  oppofero  alla  nuova  dot- 
M^yV /Irr*"^  trina,  e  nìaimenati,  uccifi  ,  e  [g]  carcerati  que^chenafcofìamente  fi[/»] 
^uTifj""  ■^^'"'"  adunavano  m  notturne  conventicole  alla  celebrazione  dt'loro  mifterii> 
hZinnÀl'si.       prefe  eziandio  ngòrofi  rifentia.enti  contro  i  medefimi  Senatori ,  alcuni  de* 
quali  hebbero  ardimento  di  profeilare  il  Calvinifmo  avanti  il  Rè  medelì- 

mo. 


Capìtolo  VII.  479       PAor-oIV: 

fttò,  che  l'oppugnava .  In  modo  tale,  che  la  Fede  Cattolica  fu  dai  Rè  Fran- 
cefi  con  tanto  zelo  diFefa  fin  a  quella  età ,  che  fra  gl'incendii  dell'  Herefia  ,  v 
quali  ardevano  nella  Germania ,  nella  Helvezia,  e  nella  Inghilterra  ,  appe- 
na qualche  favilla  n'era  sbalzata  in  Francia,  e  quefta  affai  prefto  eftinta  ò 
dal  fiato  de'Predicatori Cattolici,  ò  co'l  fangue de  i  Predicanti,  e  Mi- 
niati HereticideUnquenti.  Ma  morto  il  Rè  Henrico  Secondo  ,  e  caduta 
quella  gran  Rocca  della  Fede  in  Francia,  nel  breve  Principato  di  France- 
fco  Secondo,  che  fucceffe  alla  Corona  fanciullo  d'età,  e  debole  di  fanità,  e 
mediocre  di  capacità,  cominciarono  i  Calvinifti  cornea  muover  le  brac- 
cia ,  per  alleftirfi  à  nuove  conquide ,  non  oftante ,  che  il  nuovo  Rè  deputaffe 
una  Camera,  overo  Giudicatura  particolare  per  riconofcere  in  effa  li  delit- 
ti in  materia  di  Religione ,  quale  volendo  anche  nel  nome  render  terribile , 
\z  àQWommò  la  C  cimerà  ardente,  perche  que'che  venivano  con  vinti  di  Calvi- 
nifmo,  erano  incontanente  da  (]ue'Giudicifentenziati  ad  ardere  nel  fuoco:  ^vuecit.^uii». 
cnefùlafentenza  [^]  efeguita in  molti,  con  terrore  bensì ,  ma  non  con  \'Jr*^J^Q'*^s"^ 
ravvedimento  degli  altri,  che  refi  più  feroci  nell'impegno,  proruppero  in  Ayf"*  °'^  ' 
que'lunghi  fconcerti ,  che  ben  [b]  tofto  rifedremo .  ìiolv.H  Ì!"*'  ^^ 

<    Il  rimedio  però  del  fuoco ,  che  fi  refe  inutile ,  e  di  niffun  profitto  in 
Francia,  fu  cotanto  falutevole  alla  Spagna,  che  ad  effo  ella  deve  la  bella 
gloria,  diefferefempre  rimafta  efente  dalla  contagione Luterana,  eCal- 
vinifl:a ,  di  cui ,  eccettuatala  Italia ,  ritrovavafi  oramai  infetta  tutta  la  Euro- 
pa. Filippo  Secondo,  che  la  reggeva,  Principe  oculato  da  lungi,  erifolu- 
tod'appreffo,  particolarmente  quando  trattavafi  della  purità  della  Reli- Hcrettcì  abbru. 
gione  ne'fuoi  Stati ,  volle  effo  fteffo  veder'arder  vivi  prima  preffo  Siviglia,  e  S'"'  ^'^'  '"  ^p** 
poipreffoVagliadolid  parecchi  colpevoli  convinti  di  Herefia,  fra'  quali  ^"^' 
annoveranfi  \  c'\  plurirr'i^  come  dice  l'Autore,  utriufque  fexusy  omnefqns  ^o^  j 
cxtnditioms ,  etmmque  hcclejiaitici  ,  &  Monachi,  eqiiejms  quoque  ,  &pn'  n.z». 
miordinis,  clanquealiiviri,  a'quali  iì  era  attaccata  la  fcabbia  ò  dal  com- 
mercio havuto  co*  Tedefchi  preffo  Carlo  Quinto,  ò  con  gl'Inglefi  preffo 
Filippo  Secondo  .  [d'I  Era  nella  medefima  condanna  invòlto  Coflantino  j  ^n.i$s9.fvtdt 
Ponzio,  che  in  qualità  di  Predicatore  haveva  molti  anni  afiìfijto  alla  per-  uvUacti  caruv. 
Iona dell'Imperador Carlo  Quinto,  enei  medefimo  fuoco  farebb'egli  ffa-  ^^"J!!"Ì11vcT/zh. 
to,  come  gli  altri,  ridotto  in  cenere,  fé  nell'eftraerlo  dal  carcere,  rinvenuto  .?'"^'»« 
morto ,  non  {\  fofie ,  co'l  fottraerfi  dal  mondo ,  fottratto  ancora  da  quel  du-  Sìi"dt  cortame. 
ro  cruciato,  in  cui  ad  onta  dell'  originale  fu  fottopoffa  la  copia  ,  arfane  »o  Ponzio,  eiu» 
la  figura.  Hgli,  ancor  Carlo  vivente,  fu  dagl' Inquifitori  Cattolici  impri-"^°"*' 
gionato  in  Siviglia,  ed  all'udirne  la  nuova,  difle  Carlo  ,  Se  Cojiantim  è 
Heretico,  èungrand' Her etico:  accennando  la  di  lui  hipocrifia,  con  cui  fi 
trafempreben  faputo  finger  Cattolico .  Bartholomeo  Caranza  Domeni- 
cano Arcivefcovo  di  Toledo,  Ecclefiaftico  famofo  ne'fuoi  celebri  ferirti 
della  Somma  di  tutti  li  Concilii,  della  defcrizione  delle  Vite  di  tutti  li  Pon-  Bartolomeo  Ca. 
teficifinàPaolo  Terzo,  e  del  Catechifmo  ,  che  prefentemente  rinvienfi  '^nia,  e  fuacar- 
prohibito  nell'Indice  Romano  dc'Libri,  e  venerato  nella  Spagna  per  Taf-  certose"  wXdi' 
fìftenza,  che  anche  effo  fece  alla  perfona  di  Carlo  Quinto  fin'alla  morte,  Fede  . 
incolpato  di fentimentimenfani  circa  la  fede,  fu  lungo  tempo  cofìretto  rif- 
pondere  dalle  carceri  agl'lnquifitori,  che  con  ineforabile  giuftizia  ne  pro- 
-ceffarono  la  perfona,  con  quei  travagliofi  eventi,  con  cui,  mutati  paefi, 
ma  non  prigioni,  flrafcinòlafua  vita  con  infelicifiima  vecchiaia,  come  à  'p^^K^'Jr'ftruì 
Tuo  [e]  luogo  dirailì,  fin'alla  morte.  Hifqhe  faBum  cft ,  conchiude  l'Hifto.  -^^^^'^. 

rico 


Paolo  V.       ^g^  Secolo  XVI . 

ihccit     ^^*^^>  [  a  ]  Ut  Hìfpànì^  quìes  pan*  fuerit ,  dum  alibi  omnia,  feditìonìhus 

/.«»  ,6c.c,t.    QQ^^Qf^cYentur  »  Etfi  enim  fcimilU  novarumopimonum  in  multorumi  ac  no- 

bilium  pnefenim  animis  efsent  accenfa ,  delituermt  tamenpropter gentisinge- 

ttium  y  pericula  vitare  cauta  ,  neque  arduìs  fé  fufceptis  objicere  amantis  , 

Così  lo  Spendano . 

Né  con  minor  vigore  operoffi  contro  il  deteftato  Heretico  David 
Giorgio,  ancheinpaelì,  che profeffando la  herefia propria,  abborrivano 
^  le  altrui,  come  fé  non  una  fofle  la  fede,  e  la  caufa  della  Religione  Cattoli- 

"'*^^^'        ca.  Era  egli  nato  [b]  in  Gant  di  Padre  Saltimbanco ,  eprofefTava  l'arte  di 
,  rr  j-/n  .-e  A-  Fornaciaro  di  vetri ,  quando  fra  il  numero  dedi  Anabattifli  [ci  comin- 
nadriano  vi.to.^.  CIÒ  aucor  CI  nou  tanto  a  girar  per  la  Germania,  quanto  a  dir  perGerma- 
Dfv*d  Georgio  e  "ì^ tutte  queUe  forfenataggiui  ò  chc  gli  venìvauo  ìu  bocca,  ò  glifaltavano 
fue horriuih  b-  in capo ,pazzo , vagaboudo , beftemmiatore, e mifcredente,da annumerar- 
^^?L'„/-      ^  fi  più  tofto  fra  la  Setta  degli  Atheifti,  chedediHeretici.Edi  \d'\  predicof- 
nftn,&  cocUusin  lì  (  e  pur  tu  chi  feguillo  )  terzo  David ,  il  vero  Melila,  e  1  celelte  Chrilto  , 
4ifìf  Luth,         prodotto  dallo  Spinto  Santo,  e  però  maggior  di  Giesii  Chrifto  ,  che 
havevatratta  fua  carne  da  una  donna  .  Lefemmine,  che  dietro  d  mera- 
vigliagli andavano,  (i  reputavano  beate ,  abbandonati  li  loro  mariti  ,» 
concepir  dal  di  lui  feme,  &àloroeflbdicevafinepote  di  Dio  ,  che  parla- 
va con  le  tìere,  e  con  gli  uccelli  in  qualunque  linguaggio  ,  da'quali  rice- 
veva cibo  invilìbile,  ma  proporzionato  al fuobifogno  :  vuoto  il  Cielo,  ed 
erto  mandato  in  terra  à  riempirlo ,  non  per  mezzo  della  fua  njorte ,  come  il 
fecondo  Chrifto ,  ma  per  mezzo  della  fua  grazia.  Come  li  Sadducei  nega- 
va la  refurrezionede'corpi,  l'eftremo giudizio,  i buoni,  cimali fpiriti,  e 
la  eterna  vita:  riprovava  il  matrimonio,  e  perche  il  Diavolo  è  fempre 
fporco,  volebat  omnes  mulieres  effe  communes,  permittebatme  fingulis  , 
quot  vellent ,  af sumere ,  adcoslumfidelibus  tmplendum  .  Stultum  efse,  doce- 
bat ,  fi  quis  peccatum  putaret ,  abnegare  Chrijium  coram  hominibits  j  ac  pro- 
pterea  ftolidos  ajebat  ^poflolos ,  &  Martires ,  qui  ea  de  caufa  mortem  fubjif' 
fent:  fufficere  enim  corde  credere  coram  Dea:  non  anìmamy  fcd  folam  car- 
nem   peccare  :   animafque  injidelium  aquè  ac  fidelium  fahandas  fare  ,  & 
^poflolorum  corpora  aquè  ,  ac  infideliiim  t  damnanda.  Omnem  Moyfis  dO' 
£lr inani ,  &  Vrophetarum ,  ipftufque  Chri/iì ,  &  Upoflolorum ,  imperfe^lam 
efse  i  atque  ìnmilem  ad  falutern  confequendam;  in  eumquetantummodò  ufum 
traditami  ut  homines  quafipueros  ad  hoc  ujque  fui  adventus  tempus  coh^£re- 
ret:  fuam  vero  do&rinam  perfe6iìffimam  effe,  qu^e  fola  hominem  beare pofiet  . 
Cosìlidelirii,  e  le  beilemmie  di  David  Giorgio,  da  cui  provenne  la  Setta 
de  Davidtam ,  e  de'  Giorgiant  .  Egli  da'  bandi  dell'  Imperador  Carlo  fu 
fcacciato  dalla  Fiandra,  d'onde  ricovratofi  in  Bafilea,  e  qui  predicandoft 
im  mortale ,  venuto  à  morte  forrife ,  e  difl'e  >  Fra  tre  anni  riforgerò ,  &  avve- 
reròlemìepromefse  grandcT^p^e .  Il  Senato  di  Bafilea,  difcoperta  la  fraude 
dell'impoilore,  ne  ordinò  la  dishumazione  del  cadavere,  che  flrafcinato 
i^n\\s$sjiezì.  [e]  al  luogo  infame  del  patibolo,  fiì  quivi  confegnato  alle  fiamme  con 
'^''^'  tutti  que'libri ,  ch'egli  ò  haveva  compolti,  ò  riteneva  nel  fuo  tugurio  in 

inganno,  erifadeTuoifeguaci;  e  dicefi  [/]  che  prefentemente  ancora  fia- 
^^(W6i«,.i 5J5.  ^^  ^^^^^  Germania  gente ,  che  afpetti  la  rifurrezione  di  lui ,  che  non  mai  ver- 
rà,  fé  non  in  quel  giorno ,  in  cui  il  mjferabile  vorrebbe  più  tolto  vederfi  an. 
nichilato ,  che  rifiifcitato . 
Sedeva,  come  fi  dilTe,  nel  Trono  Pontificale  di  Roma  Paolo  Quarto  , 

Pon- 


Capitolo  VI  L  481       l'AOLoIV. 

Pontefice  di  gran  Religione,  e  di  grandiilìma  annerita  nel  coltivamento  di 
elfai  onde  ad  alcuni  parve  di  natura,  e  di  devozione  indocile,  &arpra  an- 
che nelle  cofe  ben  fatte.  Nulladimeno  diello  DioperPaftore  al  fno  Greg-  ..^fj^J^g";'  ^""^ 
gc  in  tempo,  in  cui  era  molto  più  necelTario  il  baftone  al  difcacciamento  de*  xlliT,  è  prT/fs' 
Lupi,  che  la  voce.  Quando  trattavafi  di  Fede  ò  violata ,  òfofpetta,  <^g^^  ^^^dtl^cx^hi 
dioioftroflì  Tempre  ineforabilej  &ad  alcuni  Vefcovi  della  Germania,  che  Y>'^au\hl"c{iL' 
vilmente  fi  diportarono  in  una  Dieta  di  Augufta,  [  a  1  con  Apolìiolico  coraa- 1  ^r^V^'r^-^' 
gio,  Sinosdeflituent esteri y  icrils  egh,  non proptereaGregemnobis commi f- Saiisburgtnfetn  , 
fum  ullo  unquam  tempore  fumus  deferturi ,  quin  contrà  tanto  ardcntiàs  *^  "''"  * 
ituri,  quanto  tn  uno  folùm  Deo  certiùs  [per are  dehemus  ,  qnàm  mundum 
ipfiim  uniperfum ,  nedum  tftos,  perhorrejcere .  Ond' egli  col  fervore  delfuo 
zelo  non  dubitò  di  torre  la  Legazione  d'Inghilterra  al  Cardinal  Polo,  e  ài 
rinferrare  in  Cartel  Sane'  Angelo  il  Cardinal  Morone,  e  Giovanni  Tommafo 
Sanfelice  Vefcovo  della  Cava,  fol  perche  dì  que'Perfonaggi  haveva  per  fama 
concepnti  alcuni  fofpetti ,  benché  falfi ,  in  materia  di  Fede ,  quafi  eglino  co- 
vaffero  nell'animo  qualche  men  fincera  dottrina.  Il  Sanfelice  [Z>]  fùaccu-  ìu'^é-VfV'i'^è 
fato,  come  aflertore  ài  alcune  opinioni  poco  ficure proferite  da  lui  negli  f^'j-  ''  '"*'' 
articoli  [e]  della  giuftificazione  ,  onde  venne  prima  ingiuriato  in  Tren-  '^Hadfullv/'-^'''' 
to  dal  Vescovo  di  Chironia,  pofcia  privato  del  carico  di  Commi  Ilaria  da  m?-^SV//A^1 
Paolo  Terzo  nel  Concilio,  edifcacciato  dal  Sinodo,  e  in  ultimo  incarce-  ''^•'''^"^^'•">-4. 
rato  da  Paolo  Quarto .  Del  Polo  fi  narrano  fofpezioni  non  fufllitenti  contro  . 
r  aflcrto  articolo  della  giuftificazione,  e[d]  commercii  apprefi  per  mali-  pLh'mr&in 
ziofi  con  gli  Heretici ,  e  dicefi,  che  [ffjhavendo  egli  compofta  un'accurata  ^fe/fovct/oiifr^'J. 
Apologiainfuadifefa,  ove  gli  era  convenuto  mefcolar  varie  punture  con-  JJ?  """"  ^'"''*"»• 
troilPontefice,  che'l  travagliava,  e  copiata  in  buon  carattere,  venendo- 
gli ella  portata,  mentr'egli  fedeva  prefTo  al  fuoco J,  il  buon  Cardinale, 
ch'era  per  altro  un'Agnello  dimanfuetudine,  in  rileggendola,  prefo  dal 
zelo  di facrificare  alla  cariti,  &  all'oflequio  dovuto  al  Vicario  di  Chrifto 
anche  la  propria  fama,  attaccata  in  materia  cotanto  grave,  quanto  fi  è  la 
fofpezione  dell'  Herefia ,  lanciafle  generofamente  la  fcrittura  nelle  fiamme, 
dicendo  à  fé  ftelfo,  [/]  TurpitudmernVatrìstuinondifcooperies,  Ma  Paolo  f  ^mv.ig. 
finceratofi  facilmente  del  Polo ,  non  così  facilmente  s' induife  alla  dichiara- 
zione della  innocenza  del  Morone.Conciofiacofache[^]impreflìonatofi  da  g£^Xtiar!!s^r^ 
qualche  lontano  indizio,  che  il  Morone  mantenefle,  e  coltivale  fecrete  /5<rió!^'2''2^,v 
intelligenze  con  li  Proteftanti  della  Germania,  dove  in  molte  Legazioni  ">.f.<5'«.j. 
era  egli  villuto  parecchi  anni,  incarcerato,  come  fi  difle,  ilprefuntoreo, 
rie  commelfe  fevera  giudicatura  i  quattro  Cardinali ,  affin  di  rintracciarne 
il  vero,  e  di  punire  pofcia  la  colpa'.  Ma  morì  Paolo  avanti  la  fentenza, 
onde  il  Morone,  fopra  cui  cadde  in  dubbio,  fé  dovefs'egli  intervenire  al  Con- 
clave, fu  tolto  dal  Carcere  da  tré  Cardinali ,  condotto  in  Congregazione 
fra  gli  altri ,  con  la  ragione ,«'  che  non  eflendofi  contro  lui  pronunziata  fen- 
tenza, riteneva  egli  il  fuo  diritto  della  voce  in  elezione  del  futuro  Pontefi- 
ce ,  non  potendo  legitimamente  venir  da  effa  efclufo  un  Cardinal  prcfente , 
e  non  condannato.  Mi  aflunto  al  Pontificato  Pio  Quarto,  fu  il  Morone 
pienamente  aflbluto ,  anche  da  un  Cenfore  acerrimo  della  Fede,  qualfiiil 
Cardinal  Ghislieri ,  allora  fupremo  Inquifitore ,  e  poi  Pontefice ,  Al  par  ài 
efii  egli  mandò  il  fopranominato  [h  ]  Bartolomeo  Caranza  Arcivefcovo  ^  oidoìnus  h  aì- 
di  Toledo,  di  cui  avocò  la  caufa  à  fé  in  Roma,  dove  fello  venir  carcerato  con  pS/.^If?' "''  *" 
prolongato  giudizio  fin' al  Pontificato  ài  Gregorio  Decimoterzo.  Quin- 
Tomo  ly,  Hh  di  fot- 


pAotoIV.      ^82-  Secolo  XV J. 

di  forgendo  al  rimedio  di  quei  gravi  malori,  che  affliggevano  il  Chrifliane- 
fimo  con  la  prevaricazione  cotanto  fpcffa  de'  Vefcovi ,  egli  compofe  quella 
publicaconfeffione  di  fede,  cheprofeirafi  prefentemente  da' Vefcovi  avan- 
ti r  amminiftrazione  de' loro  Vefcovadi ,  ed  emanò  la  terribile  Conftituzio- 
a  Tn  Buiiar,  Paul'  ne  [  <z  ]  Cum  €X  ^pofloUtus ,  coutto  gli  Heretici ,  &  i  loro  fautori ,  ò  Impe- 
IV.  ccnfiir.  ip.      radori  eglino  (ì  folFero ,  ò  Rè,  ò  Prelati ,  decretando,  che  nilTuno  inquiiìlo,ò 
fafpettodiherefia,  potefTe  giammai  afcendere  all' alto  grado  del  Pontifica- 
to .  Qt^iindifentendofi  ogni  giorno  più  ferirle  orecchia,  eh' effo  vivente 
machinavafi  non  fenza  taccia  di  aperta  Simonia  la  elezione  del  nuovo  futa- 
fa  ibid.c0niiit.16.  ro  Pontefice,  formò  altra [  6  ]  Bolla,  confermando ,  &  innovando  tutte  le 
leggi,  antichepene,  e  cenfure  conrro  i  prefuntori  di  corali  prattiche,  di- 
chiarandoli incorfi/w  primo  crt/7/re nel  delitto  dilefaMaefti,  enelIaSimo- 
niaj  e  però  comminando  loro  depofizione  da* gradi,  e  perdita  diufKcii, 
di  feudi ,  di  Dignità ,  di  Regni ,  e  d' Imperii  nel  tenore  formidabile  efpofto 
nella  Bolla  Cum  jccundum  ^pofiolum . 
E  fiu  Bolla  con.      gg  cotsnto  giuftameutefcvero  dipoFtoilì  Paolo  Quarto  contro  li  primi 
niuni'.  ^"'   ^'  Potentati,  &Ecclefia{lici  del  mondo,. quindi  comprèhdafi,  con  quanto 
nervo  di  vigorofa  forza  egli  li  fcaglialfe  contro  gli  apertamente  Heretici, 
che  baldanzofifeminavano  fentimenti  contrarli  a'  Dogmi  Cattolici .  E  per- 
che THerefia  Anci-Trinitaria  di  Michel  Serverò  rifurta  doppo  le  diluice- 
neri,baldaazofa  correva  per  le  parti  Aquilonari  della  Germania,  Polonia,  & 
Ungaria ,  predicata  colà  da  Valentino  Gentile  Confentino ,  da  Gioan  Pao- 
lo AlciatiMilanefe,  da  Matteo  Gribaldo  celebre  Jurifconfulto  nell'Acca- 
demia di  Tubinghen ,  da  Lelio  Socino  Senefe ,  e  da  Giovanni  Campana  nati- 
vo di  Guihers,  il  Pontefice  accorrendo  follecitamente  alla  difefa  di  Dio  Tri- 
no ,  6c  Uno ,  inveflito  da quefti  nuovi  Sabelliani ,  &  Arriani ,  emanò  nuova 
Bolla  contro  efijl ,  prefcrivendo  pene  ai  contumaci,  e  condizioni  ai  penitenti 
e  /ù!d.co>ijìit.4.   con  l'aurea  Coftiuuione  [jt]  Cum  quorundam,  atteflato  egregio  d' indul- 
genza infieme,  e  di  terrore. 
Ma  perche  la  herefia  predicata  è  fol  viva  in  una  bocca,  mala  fcrittain 
Indice  de'  Libri  mjHe  occhi ,  c  vola  facilmente  in  mille  parti  del  mondo  ,  onde  malage- 
prohibiti.         volmente  rinvenir  ella  fi  pofia  per  oliarle,  il  faggio  Pontefice  anhelando 
allaprefervazioneda  un  contagio  cotanto  univerfale  in  quei  tempi,  in  cui 
ogni  femplice  plebeo  ofava  ftampar  libri  di  herefie ,  e  contraporli  all' 
eciacr.  in  vita  Evaugcllo,  furfc  [rfjnelnobilepenfierediftabilire  un'Indice  di  tutti  quei 
i^i-jjK  Libri,  ne' quali,  ò  Cattolici,  ò  Heretici  ne  folfero  gli  Autori,  notar  fi  po- 

teffe  fentenza  non  Tana ,  e  confeguentemente  pregiudicevole  alla  purità  del- 
la Religione  Cattolica  j  &  annotati  tutti  efiiper  ordine,  con  accurata  dili- 
genza di  huom  ini  valorofi,  edotti,  quindi,  come  reguì,prohibinne  di  tut- 
ti la  lezione,  elaretenzione,  conpenedifcommunìche  rifervate  ai  Papi, 
di  privazione  de' Sacerdotii ,  d'incapacità  ai  beneficii  Ecclefiaftici,  e  di 
perpetua  infamia  à  chi  contraveniiTe.  Giulio  Terzo  fu  il  primo  Pontefice, 
che  generalmente  vietalfe  tutti  li  libri  degli  Heretici,  benché  antichillima 
folle  la  coftumanza  nella  Chiefa  della  prohibizione  de' libri  di  un  particola- 
re Heretico ,  ma  non  già  quella  univerfalmente  di  tutti  :  e  forfè  prendendo 
da  Giulio  Terzo  la  norma  Paolo  Quarto,  quefti  poi  ne  ffefe  l'Indice,  che 
indicandola  carta  infetta  dalla  fana,  rimanefle,  come  fanale  ai  naviganti, 
ctìsì  lucerna,  e  fiaccola  ai  Pro  felTori  dello  ftudio,  e  à  chi  fuofìudio  poneva 
alla  lezione  dieilì .  L'  opera  fu  degnillima,  e  formato  l'Indice^  eglifiì 
V,  •'  -  im- 


Capitolo  VII.  483        PaoloIV. 

irtipreflb  >  [  ^  ]  e  divulgato  ;  ma  in  effo  fiì  chi  iiotowi  troppo  rigore  di  pene,  a  ^««.  lyy,. 
che  pofciadalSucceflbre  Pio  Quarto  moderate ,  refero  y  [b]  come  {\  dirà ,  ^veduiPontir.  a 
più  gradevole ,  &  utile  il  medicamento .  Mi  non  cosi  T  infame  [  e  ]  Verge-  ['vZìupcnt'if.  di 
rio,  di  cui  dice  lo  Spondano,  adverfushunc  Vauli  Indìcem,  alio fquc  Libro-  raoioi/i.to.^.pas. 
rum  Harcticonim]am  ameaàTheologis  Tartfienfìbus ,  Lovanienfibus,  &  HiJ-  '*^^' 
panicispromidgatos  t  ita  Latine y  atque  Italico  debacchatus  efi,  ut  y  quamvis  Maiedicenta  dei 
nunquamnoninfaniat pottks i  quàmfcribaty  in  libellis  tamen cantra hujufmodi  vergcrio  contro 
Catalogosy  furortfuoomnes  habenas  laxaperit .  Mùegli  potentcmcnte'fiìrc-  iodai'"J!.tcfice! 
prefTo  da  Giacomo  Grctfero  della  Compagnia  di  Giesù  ne'fuoiCommen- 
tarii  de  Librorum  Hxreticorum ,  &  noxiorum prohibitione . 

Scorfe  alcun  tempo  fi  aggiunfe  poi  al  Vergerig  Pietro  Paolo  Soave , 
il  quale,  dice  di  lui  il  Pallavicino  ,  [d]  prefuppone,  che  l' ufo  diprobibirfi  la  ^P^Hav.l.is.ciS. 
IcT^ione  de' Libri  fpccialmeme  non  oppojii  alla  Fede  ,  fta  moderno  nella  Cine-  ''*^' 
[a;  e  che  per  gran  tempo  niun  altra  regola  obligaffe  i  Chrifìiani  ad  afiencrd 
da  sì  fatta  le-s^ioney  che  il  precetto  naturale  ò  di  non  efporfi  a  pericolo  di  fpi- 
ritual  detrimento ,  ò  di  non  confumar  il  tempo  fen-:^a  profitto .  Voglio ,  foggiun- 
gè  il  citato  Autore,  che  tutto  (ìa  vero.  Forfè  in  tante  altre  mitene  nonveg- 
giamo  noi,  con  prudenza  farfi  da  ogni  favia  F^publica  nuove  Leggi  ,  per  cui 
s' interdice  univerfalmeme ,  come  gravifjimo  misfatto,  ciò,  che  per  natura  non 
è  alcun  male,  falvo  in  alcune  circojìan'^e,  nelle  quali  per  ordinai^^ion  della 
fiejja  natura  vien  prohibito  ;  md  che  poi  conofce  per  efperien':^a  in  qualche 
governo,  e  in  qualche  età,  che  fenica  un  sì  fatto  general  divieto  fpefìo ,  ed  d 
molti,  riefce  occasione  di  commetter  ciò  che  naturalmente  è  mafie  i  Cerchifi 
neW  antichità ,  fel  portar  un  arme  corta  fenT^a  offe  fa  di  veruno  ,  fofje  colpa 
univerfalmente punita  per  capitale  à  pari  d  un  omicidio  y  come  è  hoggiin  va- 
rii  paefi.  Certo  nò .  E  pure  non  fi  biafima  quefìa  recente  prohibi'^ione  dell'  ar- 
mi, quafi  un  indijcreto  rigore:  an':!^da  chi  ben  intende,  fi  lodane' Magiflrati 
per  atto  di  carità  ,  il  qual  fottraga  i  fudditi  al  nfchio  di  patire  V  acerbità 
del  rigore  t  veggendoft  à  prova  ,  che  minor  gente  cade  m  delitto,  e  minor  gen- 
te foggiac  e  di  fatto  alla  j everità  del  caftigo,  dove  lo  fieffo  portar  dell'armi 
è  delitto,  che  dove  quefìo  è  permeffo ,  ed  è  foh  vietato  il  ferire:  poiché  fuppo- 
jìo  il  rigorofo  divieto,  è  agevole ,  che  ciafcuno  mentre  jià  coli' animo, edato , 
vada  fen':^a  tali  armi,  e  che  pcròlexifieirnprovife  riefcano  innocenti:  là  dove  y. 
quando  fia  lecito  ,  e  perciò  tifato  ,  il  portar  quelle  armi  ,  che  fono  ac- 
conce  ad  improvifa  ,  e  mortai'  cjfefa  ,  riefce  poi  difficili  (fimo  rattemperar 
dall' ab  ufo  di  efie  il  furor  dell'  ira  .  Coiì  propor'^ijonalmente  è  avvenuto 
nella  le':^one  de'  libri  .  Minore  è  il  nmiero  de'  peccati  ne'  luoghi ,  dove^ 
oltre  a  quella  Ic^^jone  eh'  è  conofciuta  per  nociva  ,  òper  oxjofa ,  e  però  vie- 
tata per  legge  della  natura  ,  è  anche  peccato  generalmente  per  F.cclefia- 
JÌ!co  flatuto  la  leT^ione  de'  perni'^ioft  libri ,  che  dov  ella  non  è  peccato  . 
Imperocché  più  ,  e  maggiori  peccati  ft  fchifano  ,  mentre  innumerabili 
perfone  per  ubbidicni^a  rattenendofì  da  leggerli  ,  rejiano  libere  dal  male  , 
i.n  cui  le  trarrebbe  impenfatamente  una  tal  le'S^ione  ,  che  quelli,  i  quali 
ft  commettono ,  perchè  alcuni  vinti  dalla  curiofità  frangono  il  divieto.  T^è 
riefce*ijajìantc  in  pratica  il  rimetter  ciò  alla  cojcien'^a  di  ciafcuno  ,  il  qual 
confideri,  fé  un  tal  libro,  il  ponga  in  lubrico  di  caduta,  onde  fia  in  obliga'^o- 
ne  di  non  ufarlo .  Qjriefìo^ pericolo  mal  fi  conofce,  fé  non  tardi,  ed  à  prova , 
JJi  molti  libri  a  molti  non  è  nota  la  contenenT^a  prima  della  le'^onc .  Oltre à 
ciò,  troppa  è  la  fidan'^i  che  ha  l' huomo  sì  del  fuo  faperc,  sì  dd  fuo  potere , 

Hh     a  Ciajiu- 


PaoioIV.       ^g^  Secolo    XVI. 

CUfcunofiperfuade;  che  da  niun  Seduttore  farà  ingannato.  V  ìfiorie  che  mc^ 
contano  ciò ,  che  una  volta  fa ,  e  le  favole  che  rapprefentano  ciò ,  che  molte  ì>  ohe 
fuol efiere,  fonpiened^cfempii,  i quali infegnano ,  quantainciòfìaiaprefun'^iO' 
ne  degli  huomini prima  del  fatto ,  quantaladeboleT^T^anel fatto ,  SenT^ache,  la 
prohibÌT^ione  de'  componimenti  rei  porta  infieme  due  altri  falut  evoli  effetti  :  /'  uno 
è,  che  li  timore  di quefla  autentica  nota  ritiene  molti  dallo  fcriver Li  ^  e  dal  di- 
Tfolgarli:  l' altro,  cW elU  con  difficultarne  lo  fpaccio  ,  ritrae  gli  Stampatori 
date  imprejjìone ,  e  t  Librari  dalla  compera:  onde  la  trifìa  erba  per  di ff etto  di 
cultori àpocoàpocofì dirada,  &  inaridifce:  e  le  penne,  i torchi,  le  botteghe 
fono  invitate  dall'  efca  dell'  intere ffe  ad  impiegar ft  folo  in  opere  profittevoli .  Per- 
chè poi  sì  fatte  interdi'^oni  fienft  frequentate ,  e  aumentate  negli  ultimi  tempi , 
due  fono  le  ragioni.  Il  multiplicato  numero  degli  autori,  e  de' Lettori:  eia 
crefciuta  comodità  agli  uni  di  divulgare  i  libri ,   i?  agli  altri  di  procacciarli. 
Così  il  Pallavicino . 
stabiHmentoiiei.      NiiTimaperò  delle  molte,  e  tutte  degne  operazioni  di  quello  Pontefì- 
ifederS'^offi-  ce,  ugiiaoliarfi  fi  può  à  quella,  che  fu  ancora  la  più  utile  allora  al  popolo 
^'«.ej^ua origine,  fedele prefentc , 'eia più falutcvolc  ai fututo ,  ch'èloftabilimento,  metho- 
^  '"""'  do,  e  regola,  ch'egli  diede  alla  Congregazioae  del  Tribunale  deputato  in 

Roma  per  gì'  Inquifitori  della  Fede ,  che  dall'Ufficio  Santo,  ch'egU  profeffa, 
diceli  per  Antonomafia  ilSant'Offizio:  onde  ben'egli  fu  chiamato  Chri(ìian£ 
a  ^pud^n<ir.vi.  pietatisafiertor ,  [a]  &reparatorlabentisCatholiciefidei.  Già  in  altro  luo- 
a^rdinminaddit.  go  [  ^  ]  fi  diffc ,  qualmente  Innocenzo  Terzo  ampliò  l'ufficio  fol  proprio 
tv't'dni  nofir»  ?.  de*  Vefcovi  d' invigilare  alla  cuftodia  della  Fede  contro  gli  errciri  degli  Here- 
to.p^g.  vjx,         jj^i  ^  ^.QQ  la  deputazione ,  eh'  egli  fece  extra  ordinem  di  nuovi  Operarii ,  che 
follerò  anch' elfi  Inquifitori,  e  Giudici  della  heretica  pravità,  e  in  certo 
modo  ajutafleroi  Vefcovi  à  foftenere  il  pefo  di  una  tanta  mole:  e  à  tutti 
quel  faggio  Pontefice  trafcelfe  San  Domenico ,  eh'  egli  iftituì  Commiffario 
Apoftolico ,  &  Inquifitore  controlli  Heretici  Albigenfi ,  procedendo  quin- 
di alla  nominazione  di  altri  Inquifitori  in  perfona  difoggetti  Religiofi,  e 
capaci ,  quali  dai  fulfeguenti  Pontefici  furono  qua ,  e  là  mandati ,  fecondo 
r  urgenza  della  Fede ,  che  pericolava ,  ò'I  bifogno  de'  popoli ,  che  implora- 
vano affiftenza,  e  patrocinio:  e  di  elfi  fi  è  fatta  lunga  menzione  in  quefi:a 
noflraHiftoria,  onde  inutil  cofa farebbe  ripeterne  la  enumerazione .  Così 
caminoifi  fin  al  tempo  di  Paolo  Terzo,  quando  quello  Pontefice  riputan- 
dofi  impotente  à  fupplire  elio  folo  a  tanti ,  e  tutti  gran  ricorfi ,  che  facevano 
gì' Inquifitori  fparfipe'l  Mondo  contro  il  torrente  impetuofo  delle  nuove, 
e  fubalterne  fpecie  di  così  copiolo,e  miferabile  cumulo  ài  Herefie  di  Lutero, 
e  i9.L»^/;ei54i.  diZuvinglio,  di  Calvino,  edegliAnti-Trinitarii,  [  e]  deputò  una  Congre- 
gaziofie  in  Roma  di  fei  Cardinali,  in  forma  di  Tribunale,  co'l  loroProcu- 
rator  Falcale ,  Motaro^  e  public;  Officiali,  che  fopraintender  dovelferod 


Conjtiritt:  ì{-    .  «     _ 

"''  '^£'"'7  -r  ampliò, elft''bilì quella Conr^rega'^rione, ordinandone precifamente,  [ejup 
lj£i<^y.'d Circe,  cju'i  r,ibiinaliì  caufa  ,  ^«^  dele^ìorum  Cardiiralium  au^oritate  terrninan  fo- 
^.!^r^' ^r£"/*  '^-'^''t,  coram  Romano  To:nifìc>.  ,  die  ferjd  in't-Jebdomada  fiatuto,  cognofc^' 
f^''cat.LJ!ì^r.'ri  rentur:  onde  ó.ùin viene  ,  che  quella  [f]  Congregazione  habbia  per  Pre- 
tnoc:2s.fer!ot.  fetrT,,  c  Capo  il  foIo  Capo  dclla  Cbicfa ,  eli  e  il  Pontefice,  àdidinzione  di 
ogni  altra  Congregazione,  che  riconofce  dillincaiiientc  per  prefetto  un 

Car- 


Capitolo  VII.  485        PaoloIVI 

Cardinale:  nella  iilituzione  però ,  che  di  efTa  riferiamo  Jeggefi,  che  Paolo  ^  ^^^  ^.^ 

cortituilTe  [a]  Sommo  Inquifitore  Michel  Ghislerio  Cardinal  Aleffandri-  i^.D^'ecelnbn's.  " 
no  dell'  Ordine  de'  Predicatori ,  al  quale  tutti  gì'  Inquifitori  della  medefima 
Congregazione  dovedero  foggiacere:  qual  Sommo  [b]  Ufficio  ftcut  ne-  b  sihnd.an.is.^'^. 
minrantèi  dicQÌoS^ondzwo  y  itane  e  pòfìcontigity  alteri  dart,  Tontificibusid"'^' 
ftbi  ipfts  refervantibus .  Del  medefimo  fentimento  fu  il  Pallavicino ,  dicendo 
del  Cardinale  Alelfandrino  ,  [c]^d  un  huomo  tanto  incorrotto  accrebbe  l^^jf""'^''^'''^' 
Taolo  poco  dipoi  così  grand'  autorità  in  quel  Tribunale ,  ejual  non  fi  è  mai  data  à 
veruno  in  qualunque  altro  tempo .  Ma  forfè  errò  l' uno ,  e  l' altro ,  facilmente 
ingannati  dal  Gabuzio ,  che  nella  vita  di  Pio  Quinto ,  anch'  eflb  fcrive ,  fu- 
fremi  Inquifitoris  Trovinciam  uni  tantum  Cardinali  ^lexandrino  demandatam . 
Poiché  il  VVadingo[(i  3  dai  manufcritti  Vaticani  chiaramente  prova,  che  ^^""^•f^^-'*"»'''- 
fomigliante  dignità  fofl'e  fiata  ancora  conferita  da  Urbano  Quarto  al  Car-  ciacc.  in  vita  io. 
duial  Giovanni  Gaetano  Orfìno  (  chefuccelfepoi  al  Pontificato  col  nono*  yi/^^';,;..^/^"' 
di  Niccolò  TerzoJ  allorquando,  non  ancora  coflituita  in  Congregazione 
particolare  la  Sacra  Inquifìzione,  fu  ad  eflb  appoggiata  la  fomma  autorità 
ibpra  tutti  gì'  Inquifìtori  del  Mondo .  Dallo  fìabilimento  dunque ,  che  Pao- 
lo (piatto  fece  di  quella  infìgne  Congregazione,  fi  hebbe allora  prefente- 
mente  queir  utile,  che  riceve  una  Città  aflediata  dalla  comparfaproflìma 
dell'  efercito  collegato»  che  nel  medefimo  tempo  accrefce  animo  agli  amici, 
e  fpavento  a' nemici .  Riempieronfì quefle  carceri  di  colpevoli,  da' quali 
ò  fi  hebbe  la  ritrattazione ,  ò  fi  efìggè  il  caftigo ,  e  di  ef]ì  fettanta  fé  ne  leg- 
gono [e  ]  liberati  dal  popolo  Romano,  quando  egli  infuriò  non  tanto  ccaracdeiusi.^.c. 
contro  la perfona  di  Paolo  Quarto  moribonda,  quanto  contro  queflo  fan-  ^^ùlrtiT'"  ''"*'' 
to,  ma  formidabile  Tribunale,  fpingendofi  la  plebe  baldanzofamente  à  rom-      '^  ' 
pere  le  Carceri,  le  quali  inficine  con  la  cafa  della  Inquifìzione  erano  in 
quel  tempo  fituateprefTo  la  piccola  riva  del  Tevere  ,  chiamata  da' Romani 
pipetta;  nel  qual'infulto  eglino  ferirono  mortalmente  il  CommilTario  Do- 
menicano, fpezzaron  le  porte,  arfero  le  fìneflre,  gliufci,eliLibri,  che 
quivi  fi  cuftodivano ,  e  quindi  portatifi  al  celebre  Convento  della  Minerva , 
habitato  da'  medefìmi  Religiofi,haverebbono  ancora queflo  mefl^o  àfacco, 
&à  fuoco,  fé  l'autorità  di  Giuliano  Cefarini  nonne  havefle  divertito  pili 
toflo  la  rabbia ,  che  '1  furore .  Ma  quefli  furono  piccoli  mali ,  fé  fi  paragona- 
no co  i  gran  beni ,  che  da  queflo  Sacro  Tribunale  ridondarono  al  Chriflia- 
nefimo;  e  noi  certamente  nel  volerli  qui  fol' accennare,  cifiamo  fortuna? 
tamente avvenuti  in  un' antico  manufcritto,  del  qualenon  vogliamo  in  al- 
cun conto  defraudare  il  noflro  Lettore,  vago  di  rintracciar  l'origine  dello 
fìabilimento  della  Congregazione  del  Sant'  Officio ,  i  motivi,  che  indufrero 
Paolo  Terzo  à  crearla,  e  Paolo  Quatto  ad  ampliarla,  e  la  grandifilma  uti- 
lità, che  da  efTa  derivò  à  tutto  il  Chriflianefimo,  &  alla  Italia  particolar- 
mente, di  già  anch' efla  quafi  caduta  nelle  mani  dell' Inimico,  fé  con  po- 
tente foccbrfo  non  foffeaccorfa  al  granbifogno  la  follecinidine  de' Ponte- 
fici Romani ,  che  con  la  forza  di  quefl:o  Tribunale  l' hanno  ritolta  dalle  un- 
ghie dell' herefie.  Eccone  dunque  il  contenuto,  inferito  da  Antonio  [/]  f-?«f»n.c.i,-.,f./« 
Caracciolo  Chierico  Regolare  Theatino  nella  vita  di  Paolo  Quarto ,  con  T^^/.y''"" 
ifchietta,  e  facile  dettatura,  che  ben  viencontrapefata  dalla  foliditaì,  efer- 
mezza della  materia . 

Paolo  Terzo  fentiva  gran  dolori  nell'  udire  i  continui  progreflì  dell'    RUratto  di  tn 
Herehene  contorni  di  Roma,  e  nell'Italia,  e  non  trovando  di  rimediar-  manufcrUco    i^- 

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PaoioIV.,      ^g<j  Secolo  XV J.    - 

vi  efficacemente ,  chiamofli  un  giorno  il  Cardinal  Theatino  (  queftifiè 
Giovan  Pietro  Caraffa  Arcivefcovo  di  Chieti ,  e  poi  Paolo  Quarto  Som- 
mo Pontefice  )  e  gì'  impofe,  cbe  penfafle ,  in  che  modo  fi  potevano  ormai 
troncare  le  forze  degli  Heretici,  e  mantenerci  Cattolici  fermi  nella  Fé- 
a,  de.  Egli  con  quella  occafionedoppo  fatte  molte,  e  continue  preghiere 
„  àDio,  andò  privatamente,  &in  fecreto  fuggerendoal  Papa,  che  peri* 
honor  di  Dio ,  per  rifarcire  1'  ai;ttorità  della  Sede  Apoftolica ,  per  fmor- 
^arein  Italia  principalmente  il  fuoco  dell' herefie,  e  per  confervare  la 
Fede  ne'  Cattolici ,  non  vi  era  miglior  rimedio ,  che  fondare  in  Roma 
unfupremo  Tribunale  del  Sant'Officio,  fimile  d  quello  di  Spagna,  mi 
di  maggiore  ,  &  inappellabile  autorità  ;  perciò  che  conviene  ,  diceva 
egli ,  che  in  Roma  Maeftra  fuprema  della  vera  Fede ,  vi  fia  anche  il  fupre- 
mo  Tribunale  per  difefa  della  vera  Fede.  E  che  ficcome  San  Pietro  pri- 
mo Vicario  di  Chrifto  haveva  per  Divina  providenza  dentro  Roma ,  e 
„  non  altrove  debellato  il  primo  Herefiarca,  chefii  Simon  .Mago;  cosi 
,,  anco  era  fpediente,  che  i  Vicarii  di  Chrifto,  &  i  Succeffori  diSanPie- 
„  tro  da  queftoefempiocosì chiaro prendefleroforzaddebellareinRoma 
„  principalmente  tutte  l' hercfie  del  Mondo ,  e  che  in  quella  vjva ,  e  ferma 
„  pietra  dovevano  i  Pontefici  abbattere  le  nafcenti  empietà,  &  nccidere 
,,  lubito  i  pargoletti,  &  ancor  teneri  errori.  Con  quelle,  &  altre  molte 
„  ragioni,  che  quel  gran  Cardinale  affai  meglio  feppe  dire,  eh' io  riferi- 
„  re,  tanto  fi  adoprò  con  Paolo  Terzo,  che  cominciò  à  piegarvifi  ,  e 
„  però  un  giorno  propofe  quefto  partito  configliatoli  dal  Cardinal  Theati- 
„  noinpublicoConciftoro,  efponendo  prima  a  Cardinali  l'eftrememife- 
riedi  quei  tempi,  e  la  miferabile  ftrage della Chriftianità,  particolar- 
mente dell' Italia;  e  volle  il  buon  Pontefice  afcoltare  in  ciò  il  parere  di 
ciafcuno.  Gli  altri  Cardinali  andavano  dicendo,  chi  ad  un  modo,  chi 
ad  un' altro,  ma  neffuno  fi  abbatteva  à  dare  al  chiodo,  ancorché  tutti 
lodaffero  il  Papa  del  zelo,  che  moftrava.  Vi  furono  molti,  chediffero 
doverfi  in  ogni  modo  congregare  un  Concilio:  a' quali  n{pofe  il  Papa, 
0,  che  egli  ne  hareva  gran  defiderio ,  ma  che  il  Concilio  univerfale  difficil  • 
>,  mente  fi  poteva  congregare  in  mezzo  di  tante  guerre,  eh' erano  allora 
tra' Principi  Chriftiani;  e  che  perciò  mentre  egli  andaffe  difponendo  gli 
animi  de'  Prencipi  à  concordia ,  &  à  preparare  una  Città  ficura  »  e  com- 
moda per  mantenervi  il  Concilio ,  era  anche  rifoluto  di  porgere  prefto  ri- 
medio all' iftanteneceffità  della  Fede  Cattolica,  e  che  però  proponeva 
loro  il  fondare  in  Roma  un  fupremo  Tribunale  del  Sant'  Officio ,  dal  qua- 
le tutti  gli  altri  haveifero  dipendenza .  In  quefto  modo  ^raccontava  il  Pa- 
dre Don  Vincenzo  Malfa,  prefente  anco  il  Padre  Don  Pietro  Caracciolo, 
&  altri  molti,ch'  hebbe  principio  la  rifoluzione  di  Paolo  Terzo  del  Tribu- 
nale del  Sant'  Officio,  fuggeritale  dal  Cardinal  Theatino .  Piacque  univer- 
,,  falraente  quefto  partito  à  gì'  altri  Cardinali ,  &  in  particolare  piacque  ciò 
fopra  modo  al  Cardinal  di  San  Jago,  che  era  Fra  Giovanni  di  Toledo  Fi- 
glio del  Vecchio  Duca  d'Alba,  &  huomo  ài  molto  fpirito,  e  dottri- 
na. Quefto  come  amiciffimo  al  Carafa,  e  come  prattico  anche  dell' In- 
quifizione  di  Spagna,  lodò  affai  tal  rifoluzione,  e  diede  molto  animo,  e 
molta  fretta  a  Paolo  Terzo  per  farla  mettere  in  opera  quanto  prima  ; 
pel'ciocheeffendofi nell'anno  1540.  celebrata  la  Dieta  in  Augnila,  ha- 
vevano  i  Proteftanti  dato  memoriale  à  Niccolo  Granvela  primo  Segreta- 
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Capitolo  VII.  4.87        Paolo IV. 

rio  di  Carlo  quinto  per  ottenere  il  connubio  de'  Preti,  &  altre  loro  imper- 
tinenze ,  come  nota  il  Surio  ne' fuoi  Commentarii  ;  e  nell'  ifteflb  modo  fi 
erano  veduti  peflinii  eifetti  pei"  l'addietro  di  corali  Diete  nazionali  fiatte  in 
Germania,  hora  in  Vormazia,  hora  in  Augufta,  hora  in  altre  Città;  e 
perciò  biibgnava  accelerare  il  già  detto  Tribunale  del  Sant'OiFicio  in  Ro- 
ma per  fare ,  che  cól  nuovo  Tribunale  dotato  ài  fuprema  autorità  C\  man- 
ténelle  l'integrità  della  Fede,  e  l'autorità  del  Pontefice ,  efuiTecoine  un 
muro  faldo  contià  cotal'  empia  pretendenza  degli  heretici .  Qiieilo  folo 
è  vero ,  cioè ,  che  il  Cardinal  già  detto  ajutò  il  Cardinal  Theatino  con  la 
fua  autorità  per  foUecitare  il  Papa  àfondarlo  quanto  prima,  ma  non  è 
già  vero  quelchefenzanelfun' autore  ha  fcritto  il  Ciaccone,  cioè  che  il 
detto  Cardinale  Fra  Giovanni  di  Toledo  folle  infieme  col  Caidinale 
Theatino  inventore  di  quell'  efpediente  .  Impercioche  quanti  hanno 
fcritto  ài  quefta  materia,  tutti  dicono ,  che  il  primo  autore ,  &  inventore 
delia  fiiprema  Inquifizióne  in  Roma  fu  il  Cardinal  Theatino:  e  per  an- 
noverarne qui  molti ,  quelU  fono  i!  Panvinio ,  il  Maffonio ,  il  Petromella- 
rio,  ilCiccarelli,  e  1" incerto  Autore  Romano  m.f.  nella  vita  di  Paolo 
Quarto ,  il  Thuano  nel  2.  tom.  dell'  Hiftoria  foL  1 5  9.  &  altri  molti .  S' ab- 
bagliò dunque  il  Ciaccone  nello  fcrive're  di  Roma  quel ,  che  doveva  fcri- 
'^ere  di  Napoli .  Percioche  il  Cardinal  di  Sant' Jago  fu  autore ,  e  promo- 
tore^ che  in  Napoli  fi  poneffel'  hiquifizione,&egIifùs  cheloperfuafeà 
Don  Pietro  di  Toledo  fuo  Fratello  Viceré  in  quel  Regno,  e  nel  1545. 
egli  fé  fpedireil  Breve,  e  mandò  in  Napoli  i  Frati  Domenicani  àpubli- 
carlo ,  come  narra  il  Collo  ne'  fupplementi  al  Collenuccio ,  &  li  Thuano 
nel  tom.  2.  dell'  Hiftoria .  Per  eterna  memoria  dunque  che  il  Cardinal 
Theatino  fu  primo,  e  fingolàre  autore  del  Sant'OrfìciOin  Roma,  fi  fa 
ogni  anno  per  ordine  di  Pio  Quinto  un  Officio  foknne ,  e  Melià  funerale 
da  i  Cardinali  della  Congregazióne  del  Sant'  Officio ,  alla  Minerva ,  dove 
flà  egli  fepolto . 

Una  delle  caiife,  perle  quali  il  Cardinal  Theatino  chiamato  poi  Pao-  „ 
lo  Quarto  diventò  odiofo  a  gli  huomini  dilfoluti  di  quel  Secolo ,  fiì ,  i'  ef-  „  '     -a 

fere llato  Autore ,  e  promotore  del  Sant'Officio  in  Roma;  percioche 
non  folo  la  diiroluta  turba  de'Corteggiani,  ma  anche  moltifiimi  Prela- 
ti hebbero  molto  à  male  l' bavere  fopra  dì  loro  in  Roma  un  Tribunale 
così  formidabile ,  e  perciò  andavano  dicendo  di  molte  maledicenze  .con- 
tro il  Cardinal  Theatino,  coprendo  la  loro  pafiìone  fotto  finto  man- 
to di  libertà  Chnfiiana.  Ma  in  ogni  modo  fra  poco  tempo  {\  vidde  ri- 
fultare  così  gran  frutto  dalla  Santa  Inquifizióne,  che  tutti  quelli,  che 
non  erano  acciecati  da  finiftro  affetto ,  ne  lodavano  Dio  .  Imperoche 
molto  maggiore  effetco  incomparabilmente  fi  vidde  nafcere  dal  detto 
fupremo,  e  perpetuo  Tribunale,  che  da  quel  modo  così  debole  antica- 
mente ufato  in  Roma  nelle  caufe  di  herefie ,  quando  cioè  Ci  davano  à  ri- 
conofcere ,  e  giudicare  dal  Papa  hora  al  Maefiro  del  Sacro  Palazzo ,  ho- 
raal  Vicario  di  Roma,  hora  à  tutto  il  Collegio  de' Cardinali  infieme, 
e  qiieftorarifiime  volte,  &in  caufe  molto  principali,  ediHerefiarchi. 
Tal' hora  anche  foleva  il  Papa  far  Commifiario  particolare  ,  come  à 
tempo  di  Giulio  Secondo,  il  quale,  acciò  che  i  Marrani  cacciaci 
di  Spagna  non  infettallèro  Roma,  fece  Commifiario,  &  Inquifirotc 
iopra  di  loro  per  qualche  fpatio  di   tempo  Giulio  de  Scorciatis 

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Paolo  IV.       ^gg  Secolo  XVI. 

«  Napolitani,  comenotailPafferonelfuo  Diario  nell'anno  1513.2'  i^.di 
„  Gennaro.  Quivi  avveniva,  che  ficcome  l'arbore,  chefpeffofitrafpian- 
.„  ta ,  non  fa  mai  frutto  ì  così  eziandio  queflo  modo  così  vario ,  che  di  tem- 
.,,  pò  in  tempo  fi  mutava  intorno  al  giudicare  le  caufe  di  heretici ,  faceva  ò 
„  poco,  ò niffun frutto .  All'incontro  il  Tribunale  dafondarficosìftabil- 
«  mente,  e  con  Officiali  per  dottrina,  ezelograviffimi,  dava  fperanza  di 
„  dover  fubito  far  firutto  ó\  gran  momento  ;  e  però  il  Papa  Cubito  fi  nfolvè 
„  di  fondarlo,  il  che  fu  nell'  anno  1542.  Il  Cardinal  Theatino  ancorché 
},  affai  povero  hebbe  tanto  defiderio  di  mettere  in  effetto  quella  San- 
V  ta  Opera  da  lui  configliata,  che,  come  fcrive  il  Cardinale  Antonio  Ca- 
„  rarfa  nella  fua  Apologia,  à  fue  fpefe,  fenza  afpettare  fufììdio  dalia 
3,  Camera,  affittò  cafa  ,  accomodò  le  ftanze  per  gli  Officiali ,  fé  for- 
„  nire  de' catenacci ,  e  fortiffime  ferrature  le  porte  delle  future  Car- 
„  ceri  del  Santo  Officio,  eprovidde  di  ceppi,  ferri,  &  altri  il1:romenti, 
„  che  vi  bifognarono .  Spediffi  il  Breve  della  fondazione,  &  erettione  dei 
detto  Sacro  Tribunale  a' 20.  di  Luglio  dell' iflefs' anno ,  nel  quale  Breve 
il  Cardinal  Theatino,  come  quello,  eh'  era  flato  primo  Inquifitore, 
fu  anche  meritamente  honorato  dal  Papa  del  primo  luogo ,  e  d' effer 
„  Capo  della  Congregatione .  I  compagni  furono  cinque ,  cioè  Fra  Gio- 
3,  vanni  di  Toledo  Cardinale  di  San  Sifto,  Pietro  Paolo  Parifio  Cardinal  di 
3,  Santa  Balbina,  Bartolomeo  Guidiccioni  Cardinal  di  San  Cefareo ,  Fri 
3,  Dionifio  Laurerio  dell'  Ordine  de'  Servi  Cardinal  dì  San  Marcello ,  e  Fra 
3,  Tommafo  Badia  dell'  Ordine  di  San  Domenico  Cardinal  di  San  Silveftro . 
>,  Quefli  fono  nominati  nella  detta  prima  Bolla,  fé  bene  pocodoppo  fi 
3,  mutarono,  e  vi  entrò  il  Cardinale  di  Carpi,  &  altri.  Al  Cardinal  Theati- 
93  tino  quefl'anno,  che  fu  Sommo  Inquifitore,furono  date  ftanze  in  Palazzo, 
3,  come  fi  cava  da  una  Lettera,  che  egli  fcriveà  Suor  Maria  fua  Sorella  nel 
3,  1542.  a' (5.  di  Novembre.  Ove  fofle  la  cafa  del  Santo  Officio  in  quel  prin- 
3,  cipio,nonlosò  j  ben' è  vero,  che  non  tiì  né  Caftel  Sant'Angelo,  né  altra 
3,  ordinaria  Carcere  di  Roma,  perche  non  farebbe  flato  neccffario  prove- 
3,  dere  le  porte  de' catenacci,  e  ceppi.  Il  gran  frutto  che  in  Italia ,  &inRo- 
3,  ma  principalmente  fece  il  Santo  Officio,  chi  lo  potrà  riferire?  Scrive  il 
Cinoà  quello propofito  le  feguenti  parole:  Is  quamprimitm  nobilcm  il- 
lam  fantìijjìmorum  Septem  Virorum  Congregationem  more  Laced^monio- 
rum ,  &  ^thenitnfiiim  Trincipis  juffu  injiituit ,  in  qua  tamquam  ex  equo  Tro- 
}ano  ^uElores  illi  eximii  improbos ,  nefarios ,  F^ligionìfqus  contemptoresado- 
3,  rirentur,  atquecorriperent .  i^itaquales'pirosuniusyita  3  cr  unms  docìrina , 
3,  acprobitatishabeati  ex  eo  perfpici  liquidò  pote/i,  quo d  duo  inde  fan 5ìijjimi 
3,  fubtndeprovenereTomifices  &c.  Dice  Septem  yirorumy  fé  bene  furono  fei 
3,  Cardinali  foìame-ite  ,  percioche  il  Papa,  come  fuprcmo  Capo  deìlis 
3,  Congiegazione ,  (i  il  numero  di  fette  .  Poco  più  giù  fiegiìe  l' iftelio.  Cino  : 
3,  Hac  igitur  in  Trovincia  nojìer  hic  Trinceps  meritifjìmus  ita  mmficum  F^c-^ 
a  ligiùniadjumemnm  attulit ,  ut  nemo  efìet,  qui  tanti  Firi,  ó"  aliorum  Col- 
3,  legamm  nomine  audito  non  extimefceret ,  non  fé-  totum  colligeret;  &  per- 
ii pauci  quìdem  inventi  junt ,  <iut  nedum  pubìicè  à  F^Ugiom  dijjentire  auji 
j,  ejjent,  jed  ne  divimm  quidem  nomennuncupare,  Qjiod profetò  band  aliun* 
„  devcnijie  a^eUcndMU  ejiy  nifi  ve l  c^uia  tam  gravi  veridico  exifiente  Trtbu^ 
j,  naie  y  nullo  in  loco  male  fin-,  Ci"  improbi  feturos  fé  effe  pofie  exifìimarent , 
vel  quia  cum  prAdaYijjimorum  T^nrum  exempla  CQnfpicerentur  ^  à  vitm 

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Lìnrlavus  in  tìÙt 


Capitolo  VI L  489       PaoloIV. 

abflmers,  Uudem  effe  hominesputarcnt ,  Qneftodiceuniverfalmenteil  Ci-  „ 
no  de  i  frutti  del S. Oiiìzio :  fiegiie poi à narrare l'ifteffo  Autore,  che 
molte  Congregazioni  pie,  le  quali  fono  oggi  in  Roma,  hebbero  princi- 
pio ,  &  eccitamento  a  far  bene,  &  ampliHcare  il  divino  honore  da  cotefta 
Sacra  Congregazione  deirinquifìzione:  e  particolarmente  U  memoria 
àélaCongre^cizions de Troìnovenda Fide  Catholica  eretta  in  Roma  nell' 
ifteiib  tempo ,  la  quale  al  prefente  dura,  &  ha  pcnfiero  di  raccorre,  ca- 
techizzare ,  e  confermare  i  nuovi  convertiti  alla  Fede,  e  di  dar  loro  man- 
tenimento, &  indrizzo.  Mi  per  venire  più  al  particolare,  riferirò  qui 
quel,  che  trovai  fcritto,  e  notato  in  un  compendio  breviiììmo  de'Pro- 
cefli  di  S.Offizio  fatto  in  quei  primi  anni ,  d'onde  potrà  fcorgere  il  Letto-  „ 
reinfiemeinfiemeerhorrendoftatodi  quel  tempo.  Se  il  mirabil  frutto  „ 
prodotto  dal  S.  Oiiìzio,  che  con  tanta  efficacia,  efagaciti  feppe  trova-  „ 
re  quafi  tutte  le  Tane  degli  Heretici  in  Italia ,  e  quindi  ò  cacciarli,  ò  por- 
li in  fuga,  ò  vero  prenderli,  e  caiì:igarli  :  fece  dunque fcempio ,  e  ftra- 
ge  di  tutti  coloro,'  che  nomineremo  ,  oltre  quelli  che  Noi  non  fap- 
piamo . 

Scoprifll  in  Venezia  il  commercio  ,   che   vi  haveva  Calvino  per 
alcune  lettere  fcritte  da  lui .  In  quefta  Città  libera  vi  facevano  grandi  ,i 
facende  gli  Heretici,  infino  a tei^cue  Scuola  de'loro  Dogmi  perverfi  ,  „ 
quafi  publicamente,  come  fece  Guglielmo  Poftello  Herefiarca,  anzi  „ 
Atheifta,  di.  cui  nferifcono  molti  Autori  [  a  ]  chela  lua  Cathedra  era  „  ^:,'^E^ch,'r.'"''&- 
l'Arfenale.  Quello  Gujjjliclmo  Portello  fu  negl'anni  aporeUo  prefo,  e  „  [^'"'d'//!-'"^'"'^' 
[^Jcarceratoin  Roma co'l  Cardinal  Moronei  ma  prima  di  cofìui  furono  „  b  irlp^mv^nus  in 
in  Venezia  molti  [e]  principaliGcntil'Huomini  fofpetti  di  Hereiìe,  cioè  „  J''/^"/^!,^',^}/,„- 
ilSoranzo  Vefcovo  di  Bergamo , Luigi  Priuli ,  ii  Patriarca  di  Aquileja ,  &  „  ^^J  "n' "colmiti 
altri  loro  amici,  efesuaci.  In  Treviri  fii  trovato  un  pedante  eh. amato  >,  ^jyi^-  ^^^'p-^o^'^f* 
Angelo,  il  quale  Itecce  a  Venezia  un  tempo,  e  da  quella  Citta  mandava  „  jcarìa. 
i  pertiferi  libri  del  benefìcio  di  Cbriflo  a'  fuoi  complici  .    I    detti  libri  „ 
furono  compolii  da  un  Benedettino ,  e  furono  molto  perniciofi ,  e  perciò  „ 
cercati  con  molta  diligenza  dall'Inquifizione  di  Pola  di  Capo  d'Iifna,  „  ^  ^j^^;^,  i;i,,_^. 
e  tutta  quella  Provincia  [d]  era  infetta  da  quell'empio  Vergerio  già  lor  „  i.ipifl.catko'i.'foi. 
Vefcovo,  e  da  fuo  Fratello  N.Vergerio  Vefcovo  di  Pola,  eda  Ottonel-  ^^  ^'^'=^5• 
lo  VidaLocotenentedi  Vergerio  nellafcuolaheretica.  Sarebbe  lungo  „ 
il  dire  il  gran  danno,  che  fecero  iVergerii,  particolarmente  il  Pietrose]  ,y  \u'!'l7if.d'i'p'ao'. 
Paolo  Vefcovo  di  Capo  d'Iflina ,  il  quale  eifendo  occulto  Heretico,  ,,  ^=  ni.iom.^.c^ì^. 
arrivò  colle  fue  fraudi  non  folo  ad  elTere  Vefcovo,  ma  ancora  Nunzio  di  „ 
Paolo  Terzo  in  Germania,  dove  fece  egli  fceleratifllma  vita,  e  radunò  „ 
per  fas,  e  per  nefas  molti  denari ,  difpenfando  alla  cieca  i  matrimonii,  „ 
voti  &c.,  infomma  doppo  fatti  molti  Scolari  delle  fue  Herefie  fé  ne  „ 
fuggì  in  Genevra,  infettò  tutta  la  Valle  di  Chiavenna,  e  perche  [/]  per  „  f  jif,,.;,,,^,  j^^ 
timore  dei  S.Offizio  non  poteva  più  (tare  in  Italia ,  di  là  compofe ,  e  fpar-  „  comp"e!>dium'  'dr. 
fé  molti  libri  Heretici .  Similmente  Padova  era  ricetto  di  Heretici  in  fin  „  ^''^"^^' 
daquel  tempo,  che  il  noftro  Vefcovo  Theatino  flava  in  quelle  parti  :  „ 
oltre  a  ciò  vi  furono  anco  non  fol  Vergerlo,  che  ci  pratticò  un  tempo,  „ 
ma  ancora  [?]  Enrico  Scotta*SigifmondoGeloo,  Martin  Borrao,  ilGri-  „  s  Lìndanusine^, 
bardo,  e TiiteiVo Herefiarca Gio:  Calvino,  quando  fuggitofi  daNoyon  „  ^/SS  '  ''"' 
di  Piccardiafe  ne  venne  in  Italia,  &  arrivò  fino  a  Fiorenza.  Chioggia 
beveva  il  VefcQvo  molto  fofpetcodi  Herefia,  come  fu  fcoperto  poi  nel 

Conci- 


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PaoloIV.       4go  Secolo  X  VI. 

*co   endi     •   "  Concilio  dì  Trento,  e  farebbe  perciò  flato  carcerato i  ma  per  protez-» 
foue^'"  ""^'"^•.„  zione  del  Cardinale  di  Trento ,  [a]  di  cui  era  familiare,  non  fu  per  allo- 
„  rariftretto  .  In  univerfale  di  tutta  quefta  Provincia  di  Venezia,  quanto 
,»  fofTe  macchiata  di  Hcrefìe,  fi  può  fcorgere  dalla  relazione  fatta  di  lei 
»,  à  Papa  Clemente  VII.  dal  Noftro  Vefcovo  Theatino,  la  quale  altrove  (ì 
K  «y    •     ./,  »  e  pofla. 
lìLfoUo]?'^'  y*      In  Milano  vi  erano  molti  Preti,  [b  ]  Frati,  e  Secolari  Heretici  : 
capo  di  quefli  fu  un  D.  Celfo  Canonico  Regolare  Hereticc  marcio  , 
e  quel  che  fiìt  peggio  era  valente  Predicatore ,  e  favorito  tanto  da'Nobili, 
e  dalla  Città,  che  il  povero  Inquifìtore  di  Milano,  ancorché  in  iìndal 
principio  fi  accorgefle  delle  fuepropofizioni  heretiche,  tuttavia  fi  riten- 
ne di  proceffarlo.  Coftiii  infettò  particolarmente  il  Cartellano  fuo  gran- 
fi Ica  Miftins  cit.  „  de  amico.  L'efito  fu,  [e]  che  alla  fine  vedendofi  procelfato  dalMu- 
^ìtr'tLlJr.t  il  »i  tio  per  ordine  del  S.  Officio  di  Roma,  fé  ne  fugeì  in  Ginevra,  edili 
«il.  „  mandava  lettere,  &  avvin  aluoi  amici;  Cremona,  e  Regio nmilmen- 

J/"/7;:yp.-  te  [rf]  erano  infetti.  .      ,.  ,  ,  ^         „        , 

e  Mut.iib.i.foi.  „      Crema  parimente,  perciocché  [e]  Ottonello  Vida  difcepolodelVer- 
*'^  ^^'  »  gerio,  &  Heretico  peffimo  fu  Officiale  a  Feltro,  e  Vicario  a  Crema,  e 

di  poi  che  finì  d'infettare  Pola ,  e  Capo  d'Iflria ,  fé  ne  morì  miferamente  il 
mefchino,  come  fogliono  tutti  gli  empii  morire  infelicemente . 

Como  come  più  vicina  a'Paefi  Settentrionali  folca  elfere  tragetto  di 
Heretici,  perciocché  da  Germania  mandavano  balie  di  libri Heredci, 
„  come  fi  fcuoprì  poi  nel  i  $49.  per  mezzo  del  Santo  Offix:io  di  Roma ,  e  di 
Fri  Michele  Ghisliero ,  perciocché  fi  trovarono  molte  balle  di  libri  man- 
date da  Germania  per  fpargerlem  Como  ,  Cremona,  Vicenza,  Faenza, 
Panginefio ,  &  in  Calabria  :  al  che  fu  rimediato  opportunamente  dal 
Santo  Officio  di  Roma  con  porre  in  ogni  Citta  valenti,  e  zelanti  Inquifi- 
tori,  fervendofianco  tal'hora  de'Secolari  zelanti,  e  dotti  per  aiuto  della 
Fede,  come  dell'Odefcalco  in  Como,  del  Conte  Albano  in  Bergamo, 
del  Mutio in  Milano,  Pefaro,  Venezia,  eCapodlftria  &c.  Quella rifo- 
luzione  in  fervir fi de'fe colari ,  fu  prefa ,  perche  non  folo  molti  Vefcovi,  e 
fMut.iiid.M4.  ìi  Vicarii,cFrati,  e  Preti,  ma  [/]  anco  molti  deirilleffilnquifitori  erano 
&  Catena  in  vita ,,  Hcrctici ,  come  coufcfsò  il  Vcrgciùo ,  quando  nella  prima  efamina  fuma- 
S.««/f/xX/3.  >>  lamentealTolutodaloro.  ^       ^ 

Furono  per  molti  anni  in  Bergamo  alcuni  principali  Heretici,  overi, 
ò  fofpetti ,  proceffati  di  Herefia  :  in  primis  Vittorio  Soranzo  Vefcovo  di 
Bergamo,  il  fuo  Vicario  ,  il  Prevoflo  chiamato  D.Niccolò  Aifonica, 
&  altri  di  minor  conto:  il  Vefcovo  in  particolare  fu  tenuto  per  Heretico 
fino,  e  fu  quello,  che  hebbe  ardire  di  mandar  gente  armata  per  carce- 
rare Fri  Michel  Ghisliero  allora  Inquifitore  in  quelle  parti ,  il  quale 
haveva  folennemente  formato  un  proceffo  contro  di  lui  molto  prima 
fofpetto.  Quello  Vefcovo  già  un  pezzo  fa  haveva  incominciato  ad  in- 
fettare la  fua  Città,  eDiocefi,  e  fé  il  Santo  Officio  di  Roma  non  l'havef- 
fe  fatto  prò  celiare,  non  ballava  forza  veruna  a  reprimerlo,  perciocché 
era  egli  potcntiffimo  in  Venezia,  &in  Bergamo;  ma  il  S. Officio  per 
|f-jf^««  ì»  vita  ^j  mezzo  di  Fra  Michele  lo  procefsò,  &havutolo  nelle  mani  lo  carcerò  [^] 
nel  Caflel  S.  Angelo ,  alla  fine  convinto  d'herefia ,  fiì  privato  del  Vefco- 
vado,  e  fi  morì  in  Venezia  infelicemente.  N'hebbe  tanto  piacere  il  Car- 
dinal Theatino  ,  che  coflin  folle  flato procelfato,  che  di  qua  cominciò  a 

porre 


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fiiV.fol. IO. 


Capitolo  FI  7.  401        PaoloIV; 

porre  afFezzione  a  Fri  Michele  Ghisliero,  &  ad  efaltarlo  in  modlo  tale,  „ 
che  di  poi  tVi  Papa.  „ 

In  Modena  gli  Heretici  fecero  più  faccende ,  che  in  nifllina  parte  d'Ita-  „ 
lia.  Quivi  fii  il  Vicario  del  Cardinal  Morone  chiamato  Bianco  de  Bon-  „ 
gis  molto  fofpetto  d'herefia  .  Vi  fu  [  ^  ]  Antonio  Gadaldino  libraro  „  ^  incomp^duver. 
Modenefe  heretico  marcio  con  tutta  la  fua  famiglia.  Vendè  coftui  molti  „  ^»fMi««^. 
yoliimì  del  beneficio  di  Chrifio  libro  perniciofo,  che  infegnava  la  giuftifi-  „ 
cazione  ex  fola  fide ,  &  ex  merito  Cbrijìi  imputatilo ,  alla  Luterana .  Que-  „ 
ftoèquel  libro  così  caro  a  gli  Heretici,  che  fu  da  loro  ftampato  molte  „ 
volte,  &il  detto  Galdaldino  non  folo  lo  vendè,  ma  anco  loriftampò.  »  ^/i/rf^,,;,  ^dria, 
Vi  fu  Bonifazio  Valentino  Modenefe  heretico,  a  cuifcrifle  Adriano  [^1  „  nus\à^BomfJLt. 
Segretario  del  Cardinal  di  Fano  una  lettera  di  condoglienza  per  la  mor- 
te di  Lutero,  e  per  la  morte  di  due  Frati  in  Modena  chiamati  Fra  Regi- 
naldo,  e  Fra  Albafio  heretici.  Il  Santo  Officio  hebbe  in  mano  quella  ._ 
lettera,  e  procefsò  il  detto  Adriano  Segretario,  Queflo  Bonifacio  man-  „ 
teneva  commercio  con  i  Tedefchi  heretici ,  da'  quali  haveva  apprcfo  „ 
lettera,  &  egli  fu  che  infettò  la  Terra  di  Nonancola .  Vi  [f]  fu  Aleflan-  „  ^Jj^'f^-  *""•  *^'<- 
dro  Milano  Modenefe  Luterano  anch'epli,  vi  fu  un  Fri  Bernardo  Bartoli  „ '""'  "' 
Predicatore  perniciofo,mandato  a  Modena  a  predicare  per  opera  di  Lui-  „ 
giPriuli,  e  dal  Cardinal  Polo,  e  dalla  Marchefa  àX  Pefcara.  Fu  detto  ,  „ 
ch'era  difcepolo  del  Cardinal  Pòlo ,  per  il  che  tutti  tre  ne  furono  prò-  „ 
cedati ,  &  il  detto  Fra  Bernardo  ne  flette  carcerato  in  Roma ,  &  ab)  uro .  „ 
E  vero ,  che  Morone  [^]  fiì  inquieto  anch'egli  come  Vefcovo  di  Modena,  „  a  veàw  apiHxio- 
perchè  rhavefle  mandato  a  predicare  nella^fua  Chicfa;  ma  efTo  fi  Calvo  „  "'àeicard.Moro- 
fcufandofi,  che  il  Card.  Polo,  &il  Priuligliel'havevano  approbato.  In  „  ViJv.t^om!^!'  ''' 
Modena  fu  parimente  dal  Cardinal  Morone  mandato  a  predicare  un 
Fra  Bartolomeo  Pergola .  Colini  per  opera  del  Soranzo  Vefcovo  di  Ber- 
gamo fu  invitato  a  Roma ,  che  anciafle  a  parlare  a  Morons  :  Morone  rin-' 
vitò  apranzo,  ragionò  con  lui,  e  lo  conobbe  per  Luterano:  hebbe  in 
Romaillibrorfe//;^»^^^^*^/  Chvifio  da  un  certo  Guido  da  Fano:  predi- 
cò molte  Herefie  a  Modena,  ma  poi  Morone  l'inciuiTe  a  ritrattarli.  Di  „ 
quello  Pergola  fa  menzione  [e]  il  Mutio  in  una  lettera ,  che  fcriire  al  ,7  e  Mnt.  ub.  j.  tp. 
Cardinal  de  Carpi,  &  al  Cardinal  di  Napoli  ,  cioè  al  nofìro  Caraffa  „T^'''»''^:   ^  «''» 
fommo  Inquifitore ,  &  a  Lattanzio  Fofco  fuo  Auditore ,  avvifando  loro,  „  ^gZthollmJr.'" 
che  coflui,  che  era  Frate  de'Conventuali  di  S.  Francefco  ,  e  valente  „ 
Predicatore,  era  capitato  quell'anno  a  Pefaro ,  e  che  nove  anni  prima  „ 
cioè  nell'anno  1542.  quando  apunto  in  Roma  fii  fondato  il  Santo  Offi-  „ 
ciò,  haveva  predicato  cofefcandalofe  in  Modena,  màchefi  fcufava  di-  „ 
cendo,  che  il  fuo  predicare  era  (iato  approbato  dal  Miranda  Lettore  di  „ 
Theologia ,  e  dal  Beccadello  Inquifitore  ;  con  tuttociò  fu  fatto  ritratta-  „ 
re  in  pulpito  :  e  che  veramente  il  Mutio  facendo  buon  giudizio  di  lui,  „ 
non  gli  ili  data  altra  pena,  che  privato  per  nove  anni  della  Predica.  Il  „ 
Cardinal  Cortefe  Modenefe,  ancorché  ReligiofoBenedittino  di  grande  ,^ 
flima  per  bontà,  e  per  lettere,  fu  nondimeno  fenza  rifpetto  alcuno  in-  „ 
quifìto  dal  Santo  Officio  per  haver  letto,  [f]  &  approvato  il  libro  del  „  nnc,»,p.cit.^ir- 
beneficio  di  Chriflo.  Fii  anche  jj]  in  Modena  un  Prete  Domenico  Moran-  „  ^° ^"ff.f''^'^"'' 
do  Maeflro  di  cafa  del  Cardinal  Morone,  heretico ,  e  fautor  degli  Hereti-  „  ^j/r./Vw.""  *  ^" 
ci:  vifiiun  [^jFrancefcoCainerone,  &  un  chiamato  Farziròlo  Mode-  yj  l)/,l'f  ■'"'''' ^^''''' 
nefe,  eprocelfatidiherefia:  viiUil  Prete  Gabriel  Faloppia  heretico  Lu-  „ 

rerano 


PaoloIV.       4pj,  Secolo  XVI. 

,,  tetano  pefllmo ,  &r  un  altro  detto  il  Gozapino  calzolaro,  e  D.Girolamo 

j,  Regia  Prete  Modenefe  heretici,  e  Ludovico  CaftelvetriModenefehere- 

a  ibid.  ver.  Hìer.  ^^  tj^o ,  che  fc  ne  fiiggì  iti  Germania .  Vi  fu  un'Accademia  tutta  infetta ,  de' 

quali  era  capo  un  Capellano  di  [dt]  Morene  heretico  detto  D.  Girola» 

modi  Modena:  vi  furono  Giovanni  Borgamazza,  e  GiovanniBertano 

„  Modenefi  heretici,  MaftroGio.  Maria  Mannelli  con  altri  molti  fofpctti 

h  ikii.ver.Mnu.ii  di  herefia,  de'quali  parla  il  detto  compendio.  Erano  tutti  co ftoro di 


nittt 


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tanto  numero,  e  potere,  che  mandavano  [^]  ajutodi  denaro  a  quei  di 
Germania.  Qui  finifco  di  dire  della  Città  di  Modena,  dì  cui  fùVefcovo 
il  Card.  Morone  fofpetto  j  proceifato ,  e  carcerato  tant'anni  per  molti,  e 
gravi  capi  di  herefia,  come  fi  hi  a  lungo  nel  detto  compendio,  fé  bene 
fiìaffoluto  poi  a  tempo  di  Pio  Quarto .  Circa  cjuel  libro  del  benefìcio  di 
Chrifio,  oltre  quello  che  n'ho  detto  di fopra,  fuilfuo  Autore  un  Mona- 
co di  S.  Severino  in  Napoli  Siciliano ,  e  difcepolo  di  VValdes  :  fu  revifore 
di  detto  libro  il  Flaminio  anch'cgli  gravemente  infetto  :  fùlìiampato 
molte  volte,  mi  particolarmente  à  Modena  de  Mandato  Moroni;  ingan- 
nò molti,  perche  trattava  della  giufìificazione  con  dolce  modo,  màhe- 
reticalmente ,  attribuendo  ogni  cofa  alla  fola  fede,  e  falfamente  efponen- 
do  le  parole  di  S.Paolonell'Epift.arf  I{omanos;  Avviliva  l'opere,  rime- 
riti: e  perche  quefto  è  quell'articolo,  nel  quale  inciamparono  gran  par- 
„  tede'Prelati,  ede'Frati  di  quell'età,  però  hebbe  grande  fpaccio,  e  fiV 
e  ìbU.  vir.Btnt.  ^^  damolti  approvato  :  folo  [e]  in  Verona  fu  conofciuto,  e  reprobato  : 
fidum  chri^i.     ^^  doppo  molti  anni  fùpofto  nell'indice  de'Libri  prohibiti  da  Paolo  Quar- 

„  tOj  e  poi  da  Pio  Quarto,  e  da  Clemente  Ottavo. 
fjt'*^^"'"^""'-  „      Lucca  fiì  molto  appellata  [d]  di  quello  morbo,  perciocché  in  quel- 
la Città  tennero  Scuola  Pietro  Martire ,  doppo  che  fi  fuggì  da  Napoli ,  e 
vi  hebbe  per  compagni  il  Tremellio  Ferrarefe  Lettore  di  Lingua  Ebrea, 
Celfo  Martinengo  Lettor  di  Lingua  Greca,  e  Paolo  Lovifio  Veronefe 
,  Lettore  di  Lingua  Latina,  e  cofloro  vi  trovarono  Girolamo  Zanco,  tutti 
ecentbrar.  In  ^^  pellÌmiHeretici,  e  vi ftetceio  fino  al  1542.  quando  [e]  per  paura  del 
"'''"'  "  Papa,  che  ritornava  da  Bufsè ,  fé  ne  fuggirono  tutti  in  Germania  infieme 

„  conl'Okino. 

Siena,  e  Firenze  furono  aitai  piene  di  heretici  .  Quella  produfle 
rOkino,  e  Lattanzio  Rognone  heretichiilìmii  qiiefla  hebbe  Fra  Pietro 
Martire  Vermilio,  che  infettò  Napoli,  Firenze,  e  tutta  l'Inghilterra; 
hebbe  ancorai!  PLOtonotarioCarncfecchi,  il  quale  fii  Secretarlo  di  Pa- 
pa Clemente  Settimo .  Il  Cardinal  Theatino  fu  il  primo,  che  lo  procefsò, 
„  poco  doppo  chefùfondato  il  Santo  Officio  in  Roma.  Poi  nel  1546.  per 
,,  qualche  fperanza,  che  diede  di  converfione,  fu  rilafciato  non  già  dal  Car- 
„  dinal  Theatino,  ma  da  altri,  che  non  occorre  qui  nominare;  però  fi  do- 
„  leva  il  CardinalTheatino  della  troppa  lentezza,  e  perniciofa  benigniti 
„  verfo  gli  Heretici .  Quindi  andò  a  Firenze  fua  Patria ,  e  ritornò  al  vomi- 
r,  to  tanto  fieramente,  ch'egli  dell'entrate  di  molte  Badie  manteneva  mol- 
p^Sw  •"  ^'^^  3>  ti  agnati  di  heretici  in  virie  Città  d'Italia.  Alia  fine  [f]  Pio  Quinto  , 
"  '^'"^'  '  '  ftaud'e^li  pertinace,  lo  fé  brugiare  vivo  in  Roma .  Colini  infieme  con  Pie- 
tro M:5tire  appeftò  Firenze  in  modo  tale ,  ch'io  udii  pai  volte  dal  Signor 
Pietr'Antonio  Bandoni  Padre  del  Cardinal  Bandini  quelle  parole  :  Innan- 
„  ri  al  Sento  officiò,  non  vi  era  flraciio  di  fede  in  Firen^a . 

Bologna  fu  in  molto  pericolo ,  perchè  vi  erano  alcuni  Heretici  prin- 
*"  cipa- 


Chron, 


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3Ì 


Capitolo  VI  /.  49  3       PAOLol V- 

cipali,  tra  quali  fu  un  certo  Giovanni  [b]  Battifta  Scoto,  il  quale  iiave  va  „ 
amicizia,  &  appoggio  di  perfonepotentiflìme,  come  di  Morene,  Polo,  3i6.,\"'^!' 
Marchefe  di  Pefcara  &c.  raccoglieva  danari  d  tutto  fuo  potere,  e  gli  com- 
partiva tra  gli  heretici  occulti ,  e  pò  veri ,  che  (lavano  in  Bologna .  A  bju- 
rò  poi  nelle  mani  del  Padre  Salmeroneper  ordine  del  Legato  di  Bologna, 
e  del  Sant'Officio.  -h//-^/-/ 

Fiezole  ,  [b]  oltre  alla  vicinanza  di  Firenze ,  era  anco  fofpetta  per  il  »  5iiS/.''''"'* 
fuo  Vefcovo  heretico .  „ 

San  Geminiano  [e]  hebbe  Michel' Angelo  Tramontano  Luterano  ,  a  cibid.^er.Mich. 
&un  Medico  detto  il  Travano  fuo  maftro.  In  Perugia  infegnò  l'herefia  il  „  ^'•'^* 
detto  Medico  Travano ,  il  quale  hebbe  per  difcepolo  un  Prete  detto  Cre-  „ 
fcio ,  &  il  Tramontano  foprafcritto .  „ 

In  Viterbo  [d]  fé  refidenza  il  Cardinal  Polo  Legato  di  Romagna,  „  à  Tbuanut  ui.  4» 
anch'egli  molto  fofpetto,  eproceifato.  E  nella  fua  Corte  vi  erano  molti  „^'''"*°°* 
Heretici,  come  fi  dirà  appreffo  al  fuo  luogo.  Furono  [e]  infette  ancora  „ 
molte  Monache  del  Monafterio  di  Santa  Caterina  di  quella  Città ,  come  „  iLV'fo^i'.Tif'' 
anche  in  Firenze,  iMonafterii  intieri  erano  infetti.  '  „  '    * 

In  Volterra  [f]  fùunFràAndreamoltofofpetto,eamicodiperfone  „    nb!d.v»r.^„. 

fofpette.  ^>  Ì7a7chioné''°'T^ 

Così  flava  malconcia  la  povera  Italia,  e  così  furono  fcoverte,  e  fa-  a  ftariJT  *" 
nate  le  fue  occulte ,  epeftifere  piaghe  per  opera  del  Santo  Officio  di  Ro-  ,> 
ma.  Sentirono  grand'horrore  di  così  gran  male,  e  grande  allegrezza  di  „ 
così  efficace  rimedio  le  perfone  buone,  e  zelanti  della  Fede,  eprincipal-  ,> 
mente  il  Cardinal  Theatino  inventore,  &  autore  di  tanto  bene  ne  flava  „ 
ogn'hora  più  contento,  e  ne  ringraziava  Dio  benedetto,  anzi  con  quel 
fuo  intrepido  cuore  fi  diede  animo  a  procelfare  anco  i  Principi  d'Italia  , 
che  erano  macchiati  di  quella  pece ,  come  furono  Afcanio  Colonna  Du- 
ca di  Palliano,  Vittoria  Colonna  Marchefa  di  Pefcara  ,  Renata  del  Real  „ 
fangue  di  Francia,  cioè  Sorella  d'Enrico  Terzo  Duchefla  di  Ferrara,  Ca-  „ 
terina  Cibò  Ducheffa  di  Camerino ,  Giulia  Gonzaga  Conteffa  di  Fondi, 
&  altri.  Così  fi  vide  adempita  nel  Santo  Officio  quella  poteflà  datagli 
da  Dio  evellendiy  difperdendi,  diffipandii  &  defiruendi;  e  folca  dire  il 
Caraffa  in  famigliar  ragionamento  ,  che  la  principal  mira  del  Santo  Of-  ,i 
fìciOi  e  de'Tapi  deve  effere  dare  addofio  ai  grandi  y  quando  fono  hereticiy  ,i 
perchè  dal  loro  caftigo  dipende  la  [alme  de'Topoli.  Quel  che  fece  ilCar-  „ 
dinal  Theatino  con  alcuni  heretici  trovati  in  Roma  >  lo  diremo  più  giù  al  ,* 
fuo  luogo .  „ 

Circa  il  modo  poi  offervato  dal  Cardinal  Theatino  nel  procedere  con-  „ 
tro  gli  Heretici,  egli  haveva  quefle  infrafcritte  regole  tenute  da  lui  co-  ,* 
me  aflìomi  veriffimi .  ,j 

La  prima,  che  in  materia  di  Fede  non  bifogna  afpettare  punto  ,•  mi  ,* 
fubito  che  vi  è  qualche  fofpetto,  ò  indizio  di  pefleheretica,  fare  ogni  ,> 
sforzo,  e  violenza  per  eflirparla.  ,j 

^  La  feconda,  chenonfidevehaver  rifpetto  a  ninno  pec  gran  Prelato  ,  „ 
ò  Signore  che  fia.  ,^ 

La  terza,  che  nell'inquirere  ,  bifogna  elfere  feveriffimo,  maffime 
contro  coloro,  che  cercano  occultarfi  ò  difenderfi  con  mezzi ,  ò  favori 
potente;  mi  con  li  confeffi  [ponte  ufar  benignità,  e  vifcere  paterne . 

La  quarta,  che  contro  Heretici,  e  raaffime  Calviniili  bifogna  ufa-  ]] 

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PaoloIV.       4P  4  Secolo  XVI. 

re  molta  autorità,  efeverità,  e  non  allettarli  con  carezze,  &  avvilitfi  iit 
verfo  di  loro  con  toleranza ,  e  promefle .' 

Sopra  tutte  qiiefte  quattro  regole,  overo  aforifmi  Cattolici,  che  così 
fi  pofifono  chiamare,  haveva  egli  ben  fondati  ifuoi  principii  di  buona  ra- 
gione, edilungaefperienza,  come  eglidifcorre  in  più  luoghi  delle  fue 
lettere.  La  prima  quanto  fia  vera, lo  moftraS.Paolo,  che  chiama  l'he- 
»z.Timtth.z,  '^^  refia Canchero,  [^]  Sermo enimeorum,  ut  Cancer,  ferpit ,  E  peròbifo- 
gna  procedere  contro  gli  Heretici  con  molta  preftezza  in  quella  guifa, 
che  fi  a  nella  cura  del  Canchero ,  che  per  tagliare  il  pafìb  al  ferpente  ma- 
le, ilbuonMedico  tronca  le  braccia,  eie  membra  intiere  j  e  quellaè 
veramente  la  natura  dell'Herefia ,  che  fé  non  è  opprefia ,  opprime . 

La  feconda  regola  è  chiara,  perciocché  oltre  a  gli  antichi  efempii 
diNeftorio  Patriarca  Coftantinopolitano ,  e  di  Gaina  Generale  di  efer- 
citi,  ambidue  per  la  tardanza  di  Arcadio,  eTheodofio  diventati  più 
rabbiofì ,  e  potenti  ;  oltre ,  dico ,  quefti ,  &  altri  antichi  efempii  l'have- 
va  egli  veduto  nell'Inghilterra,  enellaBohemia;  il  Rè  Giorgio  troppo 
fofferto,  afpettato  da  Pio  Secondo,  e  da'fuoi  Succeflbri,  inlìemecon 


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„  gl'Uffici  haveva  infettato  tutta  la  Bohemiai  &  in  Inghilterra  il  RèEnri- 
„  co  Ottavo  tolerato,  e  rifpettatolongamenteda  Clemente  VII.  era  poi 


in  modo  tale  impazzito,  che  ad  onta  del  Romano  Pontefice  fi  fece  Ca- 
po della  Chiefa  Anglicana  ;  e  veramente  fé  Clemente  era  più  prefto ,  po- 
teva fenza  molta  dilficulti  nel  principio  eflinguere quel  fuoco  conlaHi- 
to  di  Carlo  Quinto  offefo  gravemente  da  Enrico  per  il  repudio  di  Cate- 
rinafuaZia,  e  del  Regno  iftelfo  d'Inghilterra,  il  quale  in  quel  princi- 
^,  pioeraCattolichiffimo,  epotentearefiflere  all'empie  voglie  di  Enrico, 
b  ^A»rf  Macca  »  Però  [b]  foleva  dire  il  Carafa,  che  più  volentieri  haverebbe  effo dato 
gniitm  in  /«»>,,  addoffo  coutto  Ì  perfouaggi  grandi  hcretici,  che  contro  le  povere  per- 
vc'fnam'^""^''^''  »  fouc  ;  pcrcioche  tolti  via  preflamentei  capi,  cefTano  fubita  l'Herefiej 
emnam.  e  Ic  pottc  dell'Infcmo ,  contro  le  quali  difleChrifto,  che  hidaprevale- 


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cortezza  di  Carlo  Quinto,  il  quale  potea in  quel  principio  opprimere 

Lutero,  &  eflingnere  così  gran  fuoco,  del  che  fu  taifato  anche  da  Pia 
Quinto,  e  da  altri. 

La  terza  regola  in  quanto  all'inquirere  fecretamente daini fempré 
ofTervata,  e  in  quanto  alla  piacevolezza  verfo  di  coloro,  che  venivano 
eyipudMarfionHm'^^  alle  materne  braccla  della  Chicfa  CattoHca,  tertifìcail  [e]  xManfredi  ce- 
lebre Dottore  Bolognefe,  ch'egli  fu  pietofifjimo  verfo  di  cofloroj  e  ve- 
ramente fu  egli  di  natura  più  brava  di  parole ,  che  di  fatti,  e  dove  non  tro- 
vavadurezza,  fu  nemico  di  fangue.  In  fommaefeguiva  il  Cardinal  Thea- 
s.^ug.ub.i.''  tino  quel,  cheinfe£;naS.Agoftino,  [d'i  Injia  opportune,  importune  y  vo- 
,jr  lentibus  Opportune ,  renitentibus  importune . 

„      La  quarta  era  fondata  fopra  quell'antichifTima,  e  verifiima  fentenza 

„  òi  Tertulliano:  ^d  officium  [e]  H^reticos  compdli ,  non  illici  ,  dignum 

tTcrtuiUnSc^r  ss  eji;  duritìa v'incenda  eft,  non  fuadenda.  -,  ^     r     ,  ^l      • 

pi<ic»c.2i.         j,      Et  in  quanto  ai  Calvinifti  particolarmente  ,  fapea  il  Cardinal  Ifieati- 

'    no,  quantq.danno  haveva  fatto  l'imprudente  compaliione,  e  puerile 

crudeltà  del  Vefcovo  di  Noyon,  il  quale  havendo  nelle  maniCalvi- 

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Capìtolo  VI  I.  495       PaoloIV: 

no  già  convinto,  e  confeflb  di  latrocinio  facrilego,  e  di  vitio  contro  na- 
tura :  modo  a  compafllone  di  lui ,  che  prometteva  converfione ,  &  emen- 
dazione, lo  liberò,  contentandofi  folo,  che  le  foffero  bollatele  fpalleignu- 
deco'giglidi  ferro  infuocato;  ma  egli  poco  doppo  diventò  herefiarca  , 
&  occupata  Ginevra  fparfe  le  fue  herefie  per  tutta  Europa.  Perciò  face- 
va bene  il  Cardinal  Theatino ,  &  il  fuo  imitatore  Pio  Quinto ,  i  quali 
quando  havevano  in  mano  i  Miniftri ,  gli  facevano  morire ,  &  abbrugiare 
per  la  loro  pertinacia,  né  fi  fidavano  delle  loro  promefle.  Ilcheèanche 
efpedienteaimorienti;  percioche  come  dice  S.Bernardo  [a]  Expedit  yi^^f-^y";'"^'^* 
€Ì,  qui  femper  anima  moritury  Ut  corpore  ehm  morìatur,  ,,84."*   "*"*' 

Siccome  in  parte  habbiamo  detto  di  fopra,  e  qui  finiremo  dire,  Na-  „ 
poli,  e  molte  altre  Città,  e  terre  del  Regno  furono  molto  appellate  di  „ 
Herefie  dal  VValdes,  [b]  e  da  quei  tré  fuoi  principali  difcepoli,  cioè  da  „  hDdVvaUefdi 
Pietro  Martire,Okino,  e  Flaminio,i  quali  poi  diventarono  maeftri  dimoi-  „  p<ct'ro  u^/th/, 
ti  altri.  Vi  fiì  anche  un  certo  Siciliano  Apoftata  di  S.  Asoftino,  chiama-  „  if°.^'"'''_f.'.', 

.....  ,._  T>.T  -r»  *  n-  t       n  \    r  tlamtnio  ,  vedi  U 

to  poim  habito  di  Prete  D.Lorenzo  Romano.  A  coltuinon  baitofare  „  Pomif.  dì  Paou 
fcuola  in  Càferta ,  &  in  molti  altri  luoghi  di  Terra  di  Lavoro,  ma  anche  „  "^j/fje/.'  ^*^' 
per  diventare  più  valente  heretico,  andò  a  pofta  in  Germania  per  con-  „ 
ferire  con  quei  Miniftri ,  e  ritornò  di  là  non  folo  Luterano,  ma  anche 
pefllmo  Sacramentario  Zuvingliano  .  Hora  fondato  il  Sant'  Officio  in 
Roma,  di  giorno  in  giorno  fi  Scoprivano  più  terre  infettate  di  herefie  ;  e 
veramente  fé  fi  ritardava  più  a  fondarfi  il  Tribunale  del  Sant'Officio  in 
Roma,  dal  quale  hebbero  forza,  &  efficacia  gli  altri  Inquisitori  dell' 
Italia ,  difficiliffimamente  fi  t)oteva  più  rimediare  al  gran  fuoco  accefo  in 
tutto  quel  Regno.  In  Napoli  per  opera  del  VValdes,  dell' Okino  ,  di 
Pietro  Martire,  e  del  Flaminio,  &  al  tri  lor  compari,  fé  neappefl:aro- 
no  tanti,  e  particolarmente  molti Maftri  di  Scuola,  che  arrivarono  al 
numero  di  tré  mila,  come  fi  conobbe  poi,  quando  fi  ritrattarono ,  In 
Calabria  vi  fu  quell'Apollonio  [e]  Merenda,  il  quale  doppo  Bavere  in-  „  e  in  comp.  dt, 
fettate  molte  terre,  e  particolarmente  la  Guardia,  S.  Siilo,  la  Baro-  „  ^'^^-  ^p^'I'"'"'- 
niadiCaftelluccio,  accofiatofi  in  Roma  diventò  Capellano  del  Cardi-  ,, 
nal  Polo.  La  Puglia  hebbe  molti  Maeftri  di  mala  dottrina,  [d]  e  fpe-  „  ^ '^''^- /«'• '4.  <^ 
cialmente Odone  da  Monopoli.  D.Gio: Paolo  Caftroffiano  Maftro  di 
Scuola,  e  compagno  di  Ludovico  Manna  heretici  peffimi.  Interra  di 
Otranto  vi  fu  Ladislao  Auditore  dell'Arcivefcovo  di  Otranto ,  e  com- 
pagno di  Ludovico  Manna  heretico ,  e  riftclfo  Arcivefcovo  fu  gravemen- 
te procelfato,  e  fi  [e]  dille,  che  haveva  mandato  Ludovico  Manna  a  „  ^^^»^« /''•>• 
leggere  alla  fuaChiefa  d'Otranto  pnblicamente,  e  che  haveva  commer- 
zio  di  lettere  con  Martin  Bucero,  e  che  fu  amico  del  VValdes,  e  legge- 
va iluoi  libri,  e  che  tenne  gran  tempo  in  cafail  Giannetto  heretico  mar- 
cio, che  fé  ne  fuggì  poi  in  Ginevra.  A  quefto  Arcivefcovo  impedì  il 
Cappello  di  Cardinale  il  noftro  Caraifa.  Hora  ftando  le  cofe  in  quefto 
modo,  efentendofi  in  Napoli,  e  per  tutto  il  Regno  gran  principio  di  „ 
rovina,  e  dall'altra  parte  vedendofi  per l'efempio di  Roma,  quanto  gran  „ 
rimedio  fofle  il  Sant'Officio,  fi  cominciò  a  penfare  di  mettere  il  Tribù-  „ 
naie  deirinquifizione  anche  in  Napoli,  e  così  D.Pietro  di  Toledo  allo-  „ 
ra  Vice  Rè  ne  fu  configliato,  e  confortato  dal  Cardinal  di  Toledo  fuo  „ 
Fratello;  ma  in  quefto  fecero  errore,  mercé  che  penfarono  mettere  l'In-  „ 
quifizione  in  quel  Regno  nonin  quel  modo,  chefierapofta  in  Roma  ,  „ 

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pAOtoIV.       4pg  Secolo  XV L 

^ttftuTiìc"'^'  '»  ma  nel  modo  di  Spagna,  come  dice  [a]  l'Adriani,  fé  benegroflamente 
„  s'abbaglia  l'Adriani,  percheinlnogodel  Cardinal  di  Toledo  dice,  che 
„  fu  il  Cardinal  Theatino.  Mi  gii  fi  si  ,  che  il  Cardinal  Theatino  non 
fiì,  nèpotèeflere,  sì  perche  era  diiHdente  de'Spagnuoli ,  e  de'Miniftri 
di  Carlo  Qnintò ,  sì  anche  perche  egli  non  era  Arci vefcovo  di  Napo- 
li in  quel  tempo,  né  vi  haveva  autorità  alcuna,  e  finalmente  perche 
„  non  piaceva  a  lui  il  porre  l'Inquifizione  in  Napoli  al  modo  di  Spagna, 
cioè  che  i  Regii  conmcaflero  i  beni  degl'Inquifiti,  come  in  que'Regni 
fiufa,  e  con  far  quel  Tribunale  in  qualche  modo  più  toftofoggetto  al 
Rè,  che  al  Papa,  come  pare  che  nella  Spagna,  &  in  Sicilia  fi  faccia  . 
Né  era  per  configliare  il  Cardinal  Theatino,  che  i  giudici,  &officia- 
H  del  Sant'Officio' tollero  Secolari,  come  pure  far  voleva  D.  Pietro  ó^ 
Toledo,  fecondo  che  fc  rive  l'Adriani,  Per  tutte  quefte  ragioni  dunque, 
„  &  anche  perche  niun'altro  Autore  né  in  ftampa ,  ne  in  ifcritto  dice  tal  co- 
fa,  eccetto  che  l'Adriani,  md  ben  dicono  molti ,  come  il  Collo,  &il 
Foglietta ,  &  altri ,  che  fu  il  Cardinal  Gio:  di  Toledo ,  dobbiamo  af- 
fermare, ch'egli,  come  poco  pratico  delle  cofe  di  Roma,  e  di  Napoli, 
„  eprecipitofo  nell'addolfarc  a  Paolo  Quarto  allora  Cardinale  Theatino 
„  tutto  CIÒ,  che  lo  può  rendere  odiofo,  efcemareilfuobuonnome,  fcri- 
j,  re  elfo  di  lui  quel ,  che  doveva  affermare  non  di  lui ,  mi  del  Cardinal 
„  Fra  Gio:,  il  quale  come  Fratello  del  Vice-Rè  potea  bavere  maneggio 
„  in  quell'opera .  Quel  anche  che  l'Adriani  ultimamente  foggiunge  ,  cioè 
„  che  il  Cardinale  Theatino  cercaHe,  perfeguitando  l'herefie,  diacqui- 
hjjhUr.tnPfai.^^  fì^rfinome,  è  fegnoefpreffo  di  malevolenza,  e  di  calunnia.  [b]Cdumnia 
aiitem  ejl ,  dice  S.  Ilario ,  cum  bono  operi  facinom  mali  crimen  adfcribi» 
tur.  Giache  il  penetrare  audacemente  nell'intimo  dell'animo  altrui,  e  dell* 
opere  buone,e  condannare  l'intentione  dell'operantcquefionon  è  oifizio 
di  fincerolftorico,  ma  di  livido  calunniatore.  Così  fi  anche  di  Paolo 
^dr.iih.6.fo!.'^^  Terzo,  quale  vi  [e]  taflando  fieramente,  infin  di  haver  procurato,  che 
*•  non  feguilfe  unione  tra  i  Principi  di  Germania  fotto  una  Religione  Cat- 

tolica, acciò  che  Carlo  Quinto  non  diventafle  più  potente  in  quelle  par- 
ti. Ma  diciònonfimaraviglierà  il  Lettore,  fefaprà,  che  l'Autore  del 


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„  la  detta Hiftoria  fu  l'Adriani:  e  ben  fi  sa,  ch'egli  fi  teneva  otFefo  da 
„  Farnefe  ,  e  da  Caraffa,  come  quelli,  che  cercarono  di  haver  Siena,  e 


tennero  in  Roma  ifuorufciti  di  Fiorenza.  Anzi  quando  a  tempo  di  Pio 
Quarto  Cofimo  venne  in  Roma,  molti  differo ,  che  procurò  la  rovina, 
e  la  morte  de'Caraffeichi:  e  tanto  bafti  haver  detto  contro  l'Adriani  per 
tutto  ciò,  che  eglifiniftramentefcriffe  in  altri  luoghi  della  fua  Hiftoria, 
&  altrove  va  interpretando  della  mente,  e  de  ipenfieri  di  Paolo  Quarto; 
e  ben  poteva  egli  facilmente,  e  deftramentefare,  come  hanfatto  al- 
cuni altri  Scrittori ,  cioè  il  Panvino  ,  il  Campana,  il  Rofeo,  &  altri, 
li  quali  tutto  quello  che  di  finifìro,  e  ài  biafimevole  C\  viddein  quel 
Papato  di  Paolo  Quarto ,  attribuirono  ai  Miniftri  dell'  Imperatore ,  i 
„  quali  mofferoafdegno  il  Papa,  òalliNepoti  di  Paolo  Quarto,  e  parti- 
5,  colarmentea  quell  infelice  Carlo  Caraffa,  il  quale,  come  l'ifteffo  Pao- 
^  lo  Quarto  fcuoprì ,  finifìramente  infiammandolo  a  muover  guerra  , 
5,  l'ingannò,  eloriduffeafarrumori,  &:amettereillVIondofoffopra.Mi 
„  ne  pagò  ben  egli  la  pena,  privato  di  ogni  officio,  e  maneggio,  fcaccia- 
j,  to  da  Roma  dall'iftcffo  Paplo  Quarto  fuo  Zio . 

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Capitelo  VII.  ^gq       PaoloIV, 

Hora  ritornando  al  filo  dell'Hiftoria,  rimetto  il   curiofo  Lettore 
à  leggere  coloro,  che  diftintamente  raccontano  i  rumori  di  Napoli  ca-  _ 
gionati  dalla  violenza  di  quel  ViceRè,  fattagli  per  fondarvi  il  Sant'  „ 
Offizio  al  modo  di  Spagna.  Qnefti  fonoilRofeo,  ilCofto,  l'Adriani, 
il  Foglietta,  &  altri.  Noi,  per  quel  che  tocca  al  Cardinal  Theatino,  di- 
remo folamente  alcune  cofe . 

La  prima  è ,  che  i  noftri  Padri  fcoprirono  l'Herefie  in  Napoli  ,  ef- 
fendo il  noftro  Ordine,  per  dirlo  con  le  paroIe[^]  dell'Adriani,  acerri-  „  ^j^drM.ii.foi. 
moperfecutore  dell'Herefie,  e  che  fi  profeflìone  di  difendere  la  Fede 
Cattolica.  Il  modo  conche  furono  dai  noftri  fcoperti,  fiì  quefto  .  Si 
hàdafapere,  che  Raniero  Gualante,  &  Antonio  Cappone  per  la  prat- 
tica  che  hebbero  col  Vvaldes ,  e  con  TOkino ,  furono  anch'  effi  macchia- 
ti un  poco  di  quella  pece;  ma  perche  fi  confeffavano  da'noftri  à  S.Pao- 
lo,  cheneftavanofofpetti,  (\  fecero  riferire  da  loro  tutto  quello  in- 
tendevano da  quelli  occulti  Heretici. 

In  quefto  modo  vennero  d  conofcere  i  noftri  il  mal  feme ,  che 
coloro  feminavano ,  e  le  fecrete  conventicole  di  huomini ,  e  di  don- 
ne, che  facevano,  le  quali  da  loro  [  ^  ]  fcovcrte  ,  e  fcritte  al  Car-  „  ^  Thu^n^ta.t./o!. 
dinal  Theatino  in  Roma,  quei  Capi  Heretici  fé  ne  fuggirono  via  tur-  '^' 
ti  da  Napoli.  Per  la  fuga  del  Padre  Bernardino  Okino  fcrifle  il  Car- 
dinal Theatino  una  bella  ,  e  lunga  lettera  Latina ,  tutta  compofta 
dalle  parole  della  Sacra  Scrittura  ,  nella  quale  parte  allettandolo 
(  perche  vi  era  rimafta  ancora  qualche  fperanza  di  lui  )  parte  rimpro- 
verandogli l'apoftafia,  &  il  pericolo  dell'anima  fua,  e  di  tante  altre  „  cThoc4a<\ 

da  lui  ingannate ,  cercò  di  ridurlo  à  penitenza Mi  [e]  fu  indar-  „  card.contareru 

no,  perche  fé  bene  egli  non  così  fubito  fi  fuggì  d'Italia,  nondimeno  non 
folo  non  volfe  obbedire  al  Cardinal  Contareno,  il  quale  piacevolmente 
raccogliendolo ,  l'efortò  ù  prefentarfi  fponte  in  Roma  ;  ma  quel  che 
fu  peggio,  fé  ne  fuggì  in  Ginevra,  e  diede  voce  ,  che  il  Contareno 
fteflb  haveva  approvato  il  fuo  penfiero ,  e  di  là  cominciò  X  dir  male  del- 
la Corte  di  Roma,  e  della  Chiefa  Cattolica,  come  fan  fare  gli  Heretici: 
il  quale  difordinefuccefle  per  la  troppa  piacevolezza  del  Cardinal  Con- 
tareno, perche  doveva  pigliarlo  prigione,  quando  ftì  i  cafafua,  e  non 
afpettare  che  fi  partifle . 

Hora  prima  che  l'Okinofene  fuggiffe,  andò  d  cafa  della  Ducheffa  di 
Camerino ,  chiamata  Catarina  Cybo  ,e  quivi  fi  fpogliò  l'habito,  e  fi  sfra- 
tò, e  poi  fé  ne  [d]  fuggì  in  Ginevra.  Haveva  egli  particolare  ftrettezza  „  d /«.-«K^/r.cv.T-rr 
con  quella  Signora,  econquelladiPefcara;  onde  coftei  ne  fu  pofcia  in-  „  ^''^'•'«'•'''»«r/>'j 
quifita,  emoleftata. 

Del  Vvaldes  capo ,  e  maeftro  di  tutti  coftoro  non  trovo  altro ,  fé  non 
che  il  Pierio  Valeriani  Canonico  di  S.Pietro ,  e  Poeta  egregio  defcrifle  1' 
infelice,  e  meritato  fine  del  Vvaldes ,  che  fi  buttò  da  una  Torre . 

Juveììis  ptilcher,  nifi  prorfus  &  amens .  „ 

Stultith  ergo  omnes  longc  ut  fuperarety  ab  alta  „ 

Tuni  [ponte  fua  pnectpitatus  obit .  „ 

La  feconda  cofa ,  che  mi  occorre  dire ,  è ,  che  ne'tempi  addietro  anco-  „ 
ra  Ferdinando  il  Cattolico  tanto  di  porre  l'Inquifizione  in  Napoli,  ma  „ 
non  potè ,  percioche  i  Napolitani  contradiflero  in  modo  tale ,  che  [e]  gì'  „  ^  ^^^^^  ^.^  .^  ^^ 
Inquifitori  mandatigli  furono  da  loro  maltrattati,  e  cacciati  fuori  dal  Re-  „  154,  '*""'  '  '  '  ■'"  " 
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PAOIOIV. 


498 


Secolo  XVI. 


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gno,  &  il  Campanile  nella  famiglia  Filomarina  fi  menzione  di  Scipione 
Filomarino  mandato  dalla  Città  di  Napoli  al  Rè  Cattolico ,  il  quale 
con  la  fua  prudenza,  &  eloquenza  lo  diftolfe  da  quel  penderò .  L'ifteiTo 
fucceffe  quefta  volta  nel  1547.  percioche  placido  diSangro  mandato 
Ambafciatore à Carlo  V.  ottenne,  che  per  allora  nonfiparlafle  più  di 
„  Inquifizione;  e  finalmente  à  tempo  delviceRè  il  P,  D,  Paolo  d' Arezr 
„  za  uoftro  Theatino  eftinfe  affatto  la  rinovata  prattica<Ìeirifteiro . 

Così  l'allegato  Caracciolo  ,  la  cui  relazione  è  ftata  à  noi  opportu- 
namente fomminiftrata  dall'  erudito  Gio:  Antonio  Moraldi  Cittadino 
Romano,  che  con  meraviglia  di  duefecolihiì  copiato  di  fuo  proprio  ca- 
rattere quanti  Manufcritti  ha  egli  potuto  rinvenire  nella  Europa  antichi  , 
e  moderni  j  eincinquant'anni  di  faticofo,  e  aflidup  lavorio  ne  ha  ordi- 
nata una  Libraria  in  fua  cafa  à  publico  beneficio  de'virtuofi,  onde  meri- 
tevolmente bennerelUimpreltoilfuo  nome  fu  le  carte  ancora  di  quefta 
Boftra  Hiftoria. 


Cà- 


499 
CAPITOLO    VIIL 

Pio  Quarto  Milanefe,  creato  Pontefice  li 
16.  Decembfe  1559. 

c/^ffoluzjone  del  Cardinal  Morone  .  Affari  de  Cal^vinifli 
di  Francia,  Etimologia,  e  origine  del  nome  di  Hugonotti  ^ 
Caduta,  CS^  herefte  del  Cardinale  Odetto  Colligny^  e  jue 
efecrahili procedure  .  Condanna  Pontificia  di  alcuni  Vefco- 
'vi  di  Francia  .  Adonti  eretti  da  queflo  Pontefice  in  [oc- 
cor  fo  de" Cattolici  contro  gli  heretici.  Ultime  compoftzioni  , 
e  libri  di  Calvino ,  e  fua  morte .  Theodoro  'Bez^a  ,  fue 
qualità  i  ^  herefte  .  Morte  di  Pietro  Martire  ■>  di 
Valentino  Gentile  ,  di  Gio.  Las\o  ,  e  di  Filippo  Me- 
lanBone  .  ^alita  ,  ti^  herefte  diMatthia  Fiacco  lllyri' 
co  .  Contezza  del  libro  degli  heretici  Magdehurgenft  , 
chiamato  CcvìtWllC  '  Libri  di  di'vérft  heretici,  ediffenzjo- 
ni  fra  ejji .  Heretici  in  Italia ,  e  loro  cafiighi  .  Profegui- 
mento  del  Concilio  di  Trento ,  e  fue  fejjìoni  dalla  decimafet- 
tima  fino  alla  ^igefimaquinta .  3oila  di  Pio  ^arto  fopra 
li  libri  prohibiti  .  Altre  molte  'Bolle  di  Pio  per  offer^van- 
z^a  de""  Decreti  Conciliari .  Ifiituzjone  della  Congregazjone 
del  Concilio  in  "Koma  .  Scritti  degli  heretici  contro  il  Con- 
cilio Tridentino  .  Carlo  Molinco  ,  fue  qualità  ,  ^  he- 
refte .  A^ari  deli  Inghilterra .  Notizja  del  Calendario  di 
Gio.  F 0x0  .  Origine  de' Puritani,  e  de' Presbiterani ,  e  di 
molte  altre  fette  in  quel  ^gnOi 


Pio  IV. 


li    i  IL 


Pio  IV.  ^nn  Secolo  XV f. 

L  rigore  del  palTato  governo  ridondando  più  tofto  in  irrita- 
mento, che  m  ravvedimento  del  popolo,  fiidalfiicceirore 
di  Paolo  con  tal  mifto  di  prudenza  temperato,  che  per  V 
avvenire  non  fi  poteffe  né  troppo  temere,  né  troppo  fpe- 
rare  dalla  nnova  condotta  del  fuo  "Pontificato  .  Onde  fui 
bel  principio  di  efib  egli  condonò  alla  plebe  Jlomana  li  com- 
^.Ì?;LÌr££-  tnefll  eccelli,  con  la  pronta  riiazione  de'danni  feguiti ,  e  al  [a]  Sanfelice, 
driun.viro.^pas.  che  ìu  feufo  Cattollco  fpiegò  alcune  propofizioni ,  delle  quali  era  ftato 
ìtuiv'tltfi  incolpato,  reftituì  la  libertà  della  perfona,  elafmceritàdellafamai  e  con 
48'.  ma2«^ior  pompa  di  giudicatura,  vedutafi,  e  rivedutafi  per  fua  commif- 

s1nfdlrè?e  fki  fionda  caufa  del  Cardinal  Morone  da  due  Cardinali  riputatiffimi  per  in- 
Morone,'  te*^ritd ,  e pet dottrina,  fra'qualiil  Ghislieri  allora  fupremo  Inquifitore, 

ìn!tT'\ì''aai]  epoifuccelloreal  Pontificato,  egli  procede  allafentenza  ài  afibluzione, 
concificriaHL  i i.  chc  fè  Icggcrc  [b]  nelConciftorodalSecretario  Tommafo  Gallio ,  in  cui 
j.Urt,ni^o.       ^jcevafi,^che  la  prigionia  del  Cardinal  Morone  fattafi  per  avventura  con 
ordine  di  Paolo  IV.  era  feguita  fenza  precederle  pur  un  legitimo  indi- 
zio ,  e  che  l'inquifizione ,  e  tutto  il  procelfo  era  Itato  nullo ,  iniquo  ,  ed 
ingiufto,  fpecialmente  per  non  eirerfi  offervata  la  forma  prelcritta  nel 
Conclave,  e  necelTaria  nella  caufa  centra  il  prefato  Cardinale:  oltre  à  ciò 
dal  procelfo  medefimo  non  apparire,  nonché  alcun  fondamento  per  con- 
dannarlo, md  né  meno  alcuna  piccola  fufpicione  in  lui  di  non  retta  fede; 
anzi  dalle  difefe  fatte  per  lui  apparire  il  contrario ,  in  rifguardo  ed  alle  fue 
parole,  ed  al  concetto  perpetuo  di  tutti  i  buoni,  e  Cattolici:  e  che  pe- 
rò l'affolveva  come  innocente ,  imponendo  perpetuo  filenzio  al  fifco- 
Così  la  dichiarazione  della  innocenza  del  Cardinal  Morone .  Circa  poi 
lecenfure  fulminate  dall' Anteceflbre  contro i lettori,  e  ritentori  de'libri 
prohibiti,  rimeflfaa'Padri Tridentini  la  riformazione  dell'Indice,  egli  fa- 
viamente  moderò ,  come (ì dirà,  più  tofto  il  rigore ,  che'l  vigore  della pu- 
blicata  prohibizione . 
Affari  de-  Calvi-     Ma  all'afibluzioue  di  un  Cardinale  feguì^  con  lacrimevole  oppofto  la 
niiu  in  Francia,    pervcrfioue,  la  coudannazionc ,  e  ciò  che  fu  di  peggio,  l'oftinazione,  el* 
impenitenza  finale  di  un  altra  Cardinale,  che  nontanto  macchiò  il  Senato 
Apoftolico,  quanto  rinuovò  nel  Senato  Apoftolico  la  caduta  ,  e'I  tradi- 
mento di  Giuda.  Per  la  cui  ordinata  intelligenza  convien  ripetere  da  più 
vr-ip      d-  alti principii  il  racconto.  Il  Rè  Francefco  II.  che  regnava  [e]  in  Francia, 
PaoViv.,Z%l  tolto  dal  Regno,  e  da  tutto  il  Mondo  [rf]  inetàdidiearetteanniccnmor- 
479.  <;•  die s. -De-  te acccleratagU ,  come  portò  la  fama,  da  Chirurgo  Calviniila  ,  che  nel 
dBcUairL°i.  29.  medicargli  una  Parotide,  [e]  infufegli  per  l'orecchia  il  veleno  j  follevò  l' 
&spond.An.ii6Q.  animo  degli  Heretici  ad  aita  Iperanza  di  profperi  avvenimenti ,  fpargendo 
e%'ond.ibìd.n.7.  eglino  libelli  pe'l  Regno,  non  tanto  adonta  della  ài  lui  regia  memoria, 
quanto  in  trionfo  di  vittoria  da  efli  gii  decantata,  anzi  con  la  efpettazionq 
già  divorata,  di  renderli  non  men  Padroni  del  Regno  con  le  armi,  che 
della  Fede  conlaHerefia.  Poiché  nel  breve  Principato  di  fedici  mefidel 
defunto  Rè,  eglino  erano  così  fmifuratam  ente  crefciuti  nella  Francia,  che 
il  medefimo  Francefe  Spendano  di  eiTihebbe  i  dire:  ObimmenfamCal- 
vimarìQv.m  tuta  I{egno  nmUtruinneraj  qtiayi  coerceri  non  pojìet,  fup-plìcia  , 
rclign^irs  tr.{0  mfiitutay  remìfj'a  funi:.  Onde  avvenne  ,  che  refi  feroci  dal 
numero,  ccngiuralfero  contro  la  vita  de'regnanti ,  e  finalmente  godefiero 
di  quella  del  Rè  Francefco  ò  procurata,  come  fi  dlflè,  col  veleno,  òfofpi» 

rata 


n,  IO. 


Capìtolo  VI II.  yoi        Pio IV.  . 

rata  per  la  licenza ,  in  cui  fi  folleva  ogni  flato  con  la  mnta2Ìone  del  Regnan- 
te .  Ed  in  fatti  eglino  nniti  ne'fentimenti ,  ne'difegni ,  e  nelle  imprefe  vollero 
ancora nnirfi  nel  nonie,equafidifdegnandoilcommunede'Cal\'ini{]:i  ,  vo- 
lentien  riceverono  quello  di  H«^o«of fi,  col  quale  fin  daquella  età  comin- 
ciarono à  denominarli  gli  Heretici  Francefi^  Calvinifti ,  D'onde  derivalfe 
à  loro  tal  nome  ,  è  cola  ancora  incerta  fra  Scrittori  .  Il  nobile  Sponda- 
no ,  che  fiì  Francefe  òi  nazione  ,   Vefcovo  di  Pamiers  ,  e   che  anch' 
.elfo  pianfe  [  ^z  ]  la  caduta  di  qualche  fuo  antenato  nella  herefia  cor-  a/^m4«».i54<). 
rente  della  Francia,  e  dal  quale  à  noi  deriva  maggior  authentica  di  tefti- '''^' 
monianza,  che  da  altri  Autori^  cosine  rapporta  la  denominazione,  eia 
origine,  [b]  Obfervant ^u^ores ,  hoc  primàm  tempore Calvimams inGnllia  h  rJeman»,is60é 
€  ce  pijfe  dici  Hiiqonotos:  nectamen  de  vocis  origine,  qua  multipLex  ajfertur  ^ 
adeò  confentiunt .  Conveniunt  plerique  dedut^am  à  porta  Urbis  Duronis ,  quiQ 
B^gis  Hiigonis  appellatur  ,   ad  quam  Calviniani  fua  conventicula  celebrare 
confueverant .  Quidam  exprejjius  ;  quòd  cum  ftnguU  Gallile  urbe s  pccidar io. 
nomina  babeant  3  qmbus  mormones ,  lemuresy  manducosy  &  CtXterabujiifmo- 
di  monflra  inania  anilibus  fabulis  ad  incuticnduminfantibus ,  ac  fmplicibus 
fofminis  terrorem  vulgo  indigitant,  Turonis  Hugo  p^x  celebretur  ,  qui  no- 
6ÌupomeriaCivitatisobequitare,  &  obvios  homines  pulfare  y  ac  rapere  dici- 
tur:  ab  coque  Hugonoti  appellati  fuerint  y  qui  ad  ea  loca  adconciones  au- 
diendas  y  ac  preces  faciendas  itidemno&uagminatim  conveniebant.  yAt  con- 
venientijjimè  id  quidem,  fi  mores  eoruMy  (tudia,  conatus ,  feditiofa,  turbu- 
lentaqueconfilia  fpe6ies'y  ft  f^evitiasy  &  crudelitates  in  Deum  ,   Eccleftam  , 
"B^egem ,  Tatriam ,  divina! ,  &  humanas  leges ,  omnes  bonos ,  quibus  ingentem 
ubiqucy  i^  terrorem  y  &  horrorem,  flrepttumque  ^cherontis  primùm  ,  de  in- 
de perniaem ,  &  fubverfionem  attulerimt  y  adeò  ut  pr.-ecipua  ipforum  fides 
efìevìdeatury  omnia  furfum  deorfum  agerCy  ima  fummis  permi fiere  ;  pneci- 
puus  fcopusy  cladcy  e  ne  de  y  ferro  y  fanguine  ,  igne,  patria  fuoi  cineribus  fa- 
ginari.  Hugonotorum  non  adeò  ineptam  olim  retulimus  rationem  fumptam  à 
voce Fcederis Helvetici y  quafeinvicemEydgcnoffcn  vocitant,  male  à  Gallis 
pronunciata  .   Sen  denique  ,   ut  alibi  eam  mterpretatam  reperimus  ad  rem 
ttem  conveniemiffimèy  qiiaft  Hens-guenaus ,  quod  apud  eofdem  Helvetios 
ftgnificat  gentes y  &homines  feditiofos.  Così  egli  .  Ma  qualunque  fiali  la 
fignificazione  del  loro  nome ,  certamente  ne  furono  Tempre  efecrabili  li  fat- 
ti,  e  tali ,  quali  proceder  potevano  da  gente,  che  ribelle  à  Chrii^o,  noa 
iftimò  gran  cofa  il  ribellarfi  a'ioro  Principi ,  e  fin'intinger  le  loro  facrileohe 
fpade  nel  fangue  reale  delle  più  riverite  Maeftà.  Noi,  che  fin  dal  bel  prin- 
cipio ci  fiamo  dichiarati  di  ìcrivere  la  Hiftoria  [e]  dell'Herefie,  e  non  degli  ^^'■f''''.*">fl 
Heretici,  malagevole  cofa  riputando  lo  (tendere  il  lacrimevole,  e"  lungo  'i^e^aìvlntittp!^', 
racconto  delle  guerre  civili,  follevate  dagli  Hugonotti  nella  Francia,  ci  "^'^'"'^'^  ^•^»'^» 
atterremo  accuratamente  nella  fola  defcrizione  di  quanto  può  portar  pre- 
gio di  utile  infieme ,  e  di  dilettevole  à  quella  noftra  Opera,  e  tralafciando  ad 
altri  Scrittori  la  ferie  degli  accidenti  civili ,  e  militari,  da  cui  con  lunpo 
terremoto  di  quarantanni  fu  fcolTo  quel  Chriftianiflìmo  Regno,  rappor- 
teremo ordinatamente  que'folifuccelfi,  che  appartengono  ò  alla  detella- 
zione  della  ferocia  degli  Heretici ,  ò  alla  dichiarazione  de'Miflerii  oppugna- 
ti delIaFede,  òaila  enumerazione  degl'indegni  fatti,  e  fcritti  degli  Hugo- 
"<^"^>  ò all'ammirazione  de!  zelo  de'Pontefici  Romani,  e  di  quegli  Eccle- 
iiamci Gallicani ,  che  chi  d'apprelTo,  echi  da  lun^i  feppero  col  Maijiile- 
Tomo  IF.  fi    3  "^  r% 


'ra  fu* 
all' a- 


Pio  IV.         JQ2.  Secolo  XV L 

rio  del  timone,  e  con  la  forza  de'remi  ridurre  in  ficiiro  porto  la  nave  perì^" 
colaiiue  ài  quelle  nobiliffime  Chiefe . 

E  primieramente ,  forzofamente  ci  convien  dire  ciò ,  che  volentieri  sfug- 
giremmo anche  di  accennare,  fé  laveritd  della  Hiftoria  non  ci  obligafle 
a  ^nn.is6o.  egualmente  al  racconto  del  bene ,  che  à  quello  del  male .  Al  Rè  Francefco 
Secondo  era  fucceduto  [a]  nella  Corona  di  Francia  il  fratello  Carlo ,  che  in 
ordine  de'Rè  di  tal  nome  fi  difle  il  Nono,  fanciullo  anch'eflb  di  dieci  anni, 
fotto  la  Reggenza  della  Madre  regnante  Caterina  de'Medici ,  donnadomi- 
nata  dall'ambizione  di  dominare,'  e  perciò  fofpetta  i  tutti,  e  fofpetta  di 

^ohd\ c^'^rdina'  ^^'^^^ *  ^^"  ^ P"^  ^^^^  '  quanto  in  queftf  Principato  ancora  del  nuovo 
le  V  coHig"y  Rè  crefceffe  la  fazione  Hugonotta  nella  Francia,  e  quanto  ella  folle  pro- 
nciiaherefiaHu  mofla  dachicflcr  doveval'oppugnatore  di  cffa,  e  lo  ftabilimento  della  Cat- 
|r,"fa"ti,'e^déici',^e  toKca ,  cioè  dal  Cardinal  Odetto  di  Chatillon .  Era  egli  d'illuftre  ilirpe ,  na- 
aiortediiui.       to  daóafparc  diCoUigny ,  e  da  Ludovica  Montmor  ansi,  e  fratello  di  due 
gran  PerfonaggiGafpare di CoUigny  Ammiraglio  di  Francia,  e  Signor  di 
Chatillon,  feudo  foggetto  alla lor  cafa ,  e  Francefco  Collignypeneraled* 
eferciti ,  e  Signore  d'Andclot .  In  età  di  undici  anni  f»  promoffo  al  Cardi- 
nalato da  Clemente  Settimo  in  quella  promozione  di  quattro  Cardinali 
h  Din.Novimb.  Francefi,  che  a  compiacimento  del  Rè  Francefco  Primo  egli  fece  [  ^  ]  in 
«JJ3-  Marfiglia,  annumerato  prima  fri  i  Diaconi  Cardinali  de'Santi  Sergio  e 

Bacco,  epoidi  S.Hadriano  ,  pofcia  honorato  dal  Rè  di  quattro  pingui 
Abazie ,  e  fuccelllvamente  de'due  nobili  Vefcfevadi  di  Tolofa ,  e  di  Boves , 
e  videspitfiann.  ìu  cui  egli  fin  all'età  di  trcutacinquc  anni  dipottoifi  con  fama,  e  pregio  di 
M58.  buon  Cattolico .  Ma  dalla  infezione  òcommune,  ò  dell'Ammiraglio,  [e] 

ò  dell'Andelot  fuoi  fratelli ,  rimanendo  anch' egli  contaminato  di  Calvi- 
nifmo,  ne  die  fuori  apertamente  non  tanto  il  fegno  ,  quanto  la  autentica 
i^H.jSi.        nel  giorno  medefimo  di  [d]  Pafqua,  in  cui  tralafciata  la  fuaChiefa Matri- 
ce di  Boves ,  fi  ridufTe  nel  fuo  domeftico  Oratorio ,  ove  non  privatamente , 
ma  con  invitto  di  Hugonotti ,  e  con  intervenimento  di  domeftici  fece  la 
funzione  della  Cena  fotto  l'una ,  e  l'altra  fpecie  nella  ufanza,  e  forma  de'Cal- 
vinilii .  Quindi  deporto  e  habito ,  e  titolo  di  Cardinale ,  veftito  da  Capita- 
no, ufcìal  publico  co'l  nome  di  Conte  di  Boves,  facendola  nel  rimanente 
da  Capitano,  e  da  Conte,  enon  piùdaVefcovo,  e  da  Cardinale,  fé  non 
quanto  che  con  comando  da  Superiore  propofe  alle  fcuole  Maeftri  Hu- 
gonotti, e  publicò  in  quella  fuaChiefa  la  nuova  dottrina  di  Calvino  con 
tutta  quella  pompa  di  eccelli  enumerati  nella  Bolla  condannatoria  di  lui, 
che  apprelfo  riferiralfi.  Fu  egualmente  deplorabile  il  fuccefìfo  di  quefta 
fìrepitofa caduta,  cheperniciofolo  fcandalo.  Conciofiacofache fette  Ve- 
fcoviò  ne  lodarono  incontanente,  ònefeguironorefempiojondedilui,  e 
e  Bniur.  in  Pio  di  eflì  giuntouc  ìlfentore  al  Poutcfice,  egliordinonne  [  e  ]  feveriifima  In- 
i^,ctnjiit'.67.       quifizione,  &  al  f upremo  Inquifitore ,  ch'era,  come  altrove  fi  difle,  il  Cardi- 
nalGhislieri,  ordinonne  il  proceffo,  la  follecita  relazione,  e  lacaufa.  Era- 
no li  denunziati  Vefcovi  il  S.  Romano,  ò come  altri  vogliono,  [/]  Fran- 
f  spond.an«,xs6s  ccfco  di  Noaillcs  Arcivcfcovo  ài  Acqs ,  Gio.  Monluc  di  Valence ,  Gio.Bar- 
«.ai-        *       banfon di Pamiers,  Giacomo Gillary  di Schiartres,  Claudio  Regino  [g] 
V'IftLI-ll   diOleron,  queldiLaidour^,  eGio.diSangelafiodiUzez,febenloSpon- 
h  spond.an.156}   (jano  [/;]  con  forti  ragioni  rigetta  l'alferzione  del  citato  Tortora,  e  in  luo- 
"'làcoùus  ^Hgu-  godelVefcovodìLaiiftoure  ripone  quello  di  Lefcar  nella  Bearnia ,  che 
jìHiThHAnmii.ìs.  chiamavafi Ludovico Albret.  Dunque  quelli  ciuti  [/]  dal  Tribunale  ài 

Roma, 


Capitolo  Vili.  50^       Pi°  IV. 

Roma,  ilMonliic,  l'Albret,  &  il  Regino  furono  condannati,  e  privati  de' 
loro  Vefcovadi ,  &  i  rimanenti  fofpcli  dairamminiflrazione  delle  loro  Chie- 
fe ,  fin  tanto ,  ch'eifi  fi  prefehtaflerò  perfonalmente  in  Roma ,  e  ciò,  datane 
ficLirtà,  in  termine  di  un'anno,  palTato  il  quale,  fé  non  follerò  venuti,  e 
nonhaveflero  fincerato  la  loro  innocenza,  eglino  s'intendeffero  per  con- 
vinti* e  nella  medefima  pena  involti,  che  gli  altri .  Il  Cardinal  Filiberto 
NaldidelaBourdcfiere  Ambafciadore  in  Roma  del  Rè  Carlo  ,  dalle  cui 
lettere  [a\  originali  fi  deduce  la  notizia  dillinta  di  queftofuccelfo,  interce- «  ^pui   spond. 
de  qualche  dilazione  di  tempo  per  efil,  e  a  tanto  intercelfore  ne  fiì  dal  Pon-  '"^'  "^' 
tefice  benignamente  accordata  la  richieftà,  co'l  motivo  principalmente 
Quoufiiue  de  bis  certior  fa6ius  ejjet  I{ex  Carolus  «  Onofrio  Panvino  nobile 
Hiftorico  ,■  chiamato  [b]  óhìM^liuìzìo Helluonem  ^ntiquhatisy  dallo Sca- J;^^^fJ';£*]:/^;;^'^' 
h^eroTatrem  Hi/iori^,  dal  Lipfio  Trìncipalis  Hijìorìa  ,  &  Fajìorum  •pete-  & corneimmcur' 
rum  Vatremy  àÀThwànoVirum  ad  omnes  ^omanas  ,  &  Eccleftafticas  anti-  '^^^^■^"jj;'^'''^'*' 
qmtàtesàtenebrtseruendasnatumi  attefta  il  medefimo,  anzi  qualche  cofa 
di  più,  dicendo,  [e]  Epìfcopos  circiter  decem  eadem  labe  in  Galliis  macula-  e  onufrìus  Panvi- 
tos,  fuifìeàVto  IFiSacerdottis  privatosi  ed  il  Panvino  dimorava  allora  in  nus  invita  pniv. 
Roma>  ónde  per  tutti  li  capi  rendefi  provata  ,  e  certa  la  teftimonianza 
di  un  tanto  Autore  i  contro  ciòcheafferifce  il  Natale,  allegando  li  dritti 
de  Regno  di  Francia,  e  le  libertà  della  Chiefa  Gallicana;  [  d  1  J{cx  Chn-  d  Nat.^hx  Uc 
ftiantljimus  per  Óratorem  fuum  ,  qui  tunc  B^6?n£  agcbat  ,  graviter  expoflaU-  ^6^c.uar,i^.n.im 
vit  apud  fuam  San5iitatem  ,  quòd  ipfa  cantra  l\egni  fui  jura  ,  &  Eccleft£ 
Gallicana  libertates ,  ejufmodi  caufarum  primàm  cognitionem ,  ac  judicium 
fufcepijjet;  e  citando  alcuni  Tomi  Libertatum  Eccleju  Gallicana  y  ccnchiu- 
de,  Es'giusOrator  apudSummum  Vonttficem  ejfecit  j  ne  a&a  judiciarid  cantra 
illos  Epìfcopos  dmpliàs  urgerentur.  Ma  [e]  per  render  chiara  la;  verità  del  If^^^'/'J^^^J^ 
AiccefTo,  i  noi  bafta  di  ha  ver  citate  le  lettere  del  Cardinal  la  Bourdefiere  ^w".4V..'"jój'.«. 
Ambafciadore  del  Rè  Carlo  in  Roma,  riferite  ancora ,  &  approvate  dal-  5°. 
loSpondanoFrancefe,  e  l'autentica  teftimonianza  del  Panvino  Veronefe 
dimorante  allora  in  Roma,  checoncordementeatteftano,  eiVere  flati  que' 
Vefcovi  condannati  nel  modo ,  e  forma ,  che  veniam  pur  hora  di  dire  .  Re- 
plica [f]  il  Natale,  Quod  jpc6latCardinalisCajiillionci  depofttionem.  Sena-  i^fm. 
tus  Ecclefta  Callican£  libertates  Decreto  folemni  vindicavit ,  quo  fancitum 
ejì ,  ut  ad  fuperiorem  fuum ,  id  efi  Metropolitanum  B^hemenfem ,  cui  [uberai: 
utBellovacenfis  EpifcopuSy  prò  crimine  h^erefeos  remitteretur  y  qui  Metro- 
politanus y  cum  fu£  TrovincÌ£  Epifcopis  ,   ejus  caufam   fecundàm  Canones 
cognofcerety  acjudicaret.  Mi  ciò, che  fi  facelfe  in  Francia,  òà  noi  non  ap~ 
parifce,  ò  apparendo,  prontamente  opponiamo  la  Bolla  Pontificia  di  Pio 
Quarto,  chehavendo  prima  più  volte  fenza  frutto  ammonito  il  prevarica- 
to Cardinale,  finalmente  dichiarollo  fcommunicato ,  hereticc ,  e  decadu- 
to da  ogni  Sacerdozio,  e  dignità,  nel  terribil  tenore  ,  e  forma,  che  fie-  ^r„ Bkiiar.pn iv, 

gUe  .    [g]  confi.  66. 

Onerofum  fupremi  Tafloris  officium  &c.  §.i.  Sane  cum  nuper  ,  magna 
cum  animinojlrimoerore  y  plurimorum  fide  dignorum  relatione,  acfamapu- 
blicay  nonquidem  àmalevolis  &  fufpe&is,  [ed  gravibus  &  honeflisy  ac  ve-  ' 
ridicis  perjonisexortay  etiara  permodum  notorii  fa6ii  pcrmanentis  ,  ad  au- 
res  noflras  perpenerit ,  tniquitatis  filium  Odettum  à  Caftillione  S.  B^  E.  Dia- 
conum  Cardmalem ,  &  Ecclefm  EsUovacen.  perpetuum  adminiflratorem  in 
fpiritualibus  &  temporalibiis ,  alias  per  Sedem  ^o[iolicarifi  dsputatiimy  ad 

li     4  quem 


Pio  IV.  ^04  Secolo  XV L 

quem  yclut  ipfms  univerfalis ,  &  B^omanx  Ecclefm  Curdindem  y  &honor abile 
membrum  pertmcbat-,  prò  fidei  Catholicce  defenftonc ,  ^pojìolic^que  Scdis  con- 
fervatione  ,  proprium  fanguinem  i  ubi  opus  fiiifiet ^  cfjundere  ,  vitamque  ex-, 
ponere ,  ac  bxreticostmdique ,  &  praeìpuè  ab  Ecclejia  Bclvacen.  pr^ediBa  , 
ìllnifque  Civitate ,  &diceceft,  quarum  curam  gerebaty  potifjimùm  expelkre  , 
illofque  totis  -piribus,  ac  omni  conatupcrfequt,  fmrummuneris  ,  jìatiis,  de- 
coris ,  honoris ,  ac  propria [alutis ,  necnon  bencficiorum  ,  qnibus  illum  Sedes 
Apoflrolica,  tot  tantifque  dignitatibus  decoraverat  ,  receptorum,  &  fidelita- 
tis  'muramenti  eidem  Sedt per  eum prilliti  ,  nobilitatifque  fu<£  originis  prorjus 
immemorem ,  Deique  timore  poftpofito ,  cantra  Sedem  eandem  fé  temere  eri- 
gentem  adeò  in  profimdum  malorum  prolapfumfuiffe  ,  ut  in  pefjìmam  ilUm 
t]U£  bis  calamito fts,  &  deplorandis  temporibus  ininclyto  T{egno  Francia ,  proh 
dolor  !  maxime  invaluit,  Hugonotorum  mtncupatam  h<£re(im  ,  nedum  inci- 
derit,  fed  ipfos  Bugonotos  hareticos,  quos  prafertim  in  Civitate,  &  dicecefi 
pri€di5ìis  corrigere  ,&  punire  3  velfaltem  ab  eis  profligare  debebat ,  defende- 
rcj  fovcre,protegereyanttuerì  curaverit ,  &  quamplures  hujujmodi  peflifem 
Jeàa  viros ,  pfeudotheologos ,  mre^oresy  &  concionatores  y  quibiis  alws  fe- 
ducercy  ac  inficere  pofiet ,  familiariter  retmuerit  y  arma  fmnpferit  y  ac  alia 
gravifjìmay  hnerefim  manifefiam  denotantia  ,  pertinaciter  ,  cantra  fidem  Ca- 
tholicam  ,  fan6iamque  F^manam  Ecclefiam  commifcrit ,  &  perpetraverit , 
in  gravem  divina  Majefiatis  ojjenfam,  ac  omnium  Chrifii  fideliitm  fcanda- 

lum. 

§.2.  1slj)s  ìgitur  y  quorum  ejl  prò  noflro  Tajìoralis  officii  minijìerio  pr£- 
mifjis  debite  providere ,  non  valentes  citra  immenfj!  illius  divina  Majefiatis 
ojjenfam  y  necnon  Cbriftifidelium  eorundcm  fcandalum y  modo^aliquo  pramijfa, 
tit  potètamimpiay  &  enormiay  conniventibus  oculis  pertranfire ,  ut  tamen  vi- 
deremusy  anclamorem  qui  adnos  pervcnerat ,  idem  Odettus  opere  compievi f- 
jet,  venerabilibus  Fratribns  nojìris  S.I{.E.  Cardinalibus  haretica  prapita- 
tis  Inqiiifitoribus  generalibus  in  Bimana  Curia  deputati:  ,  ut  de  pramijjis 
omnibus,  &  fmgulis  fé  diligenter  informarent ,  vcritatemque  defupcr  mqni- 
rerenty  ac  deinde  nobis  in  Conjtfìorionofìro fecretoreferrent ,  commiftmus  & 
mandavimus. 

§.3.  Cumque  Cardinales  Inquifttorcs  pncfati  ,  mandatis  nojìris  bujuf- 
modi  parentesy  fuper  bis  diligenter  mquifivif^cnt ,  ac  di6lum  Odettiim  nedum 
fuperiùs  expnfia ,  fed  etiam  longè  deteriora  commi ftffe  c^perpetrafìe y  nempè 
inter  aliadixijk  ,  & pertinaciter  tenuiffe  ,  Ecclefiam  ufque  adifia  tempora 
ht&reticorum  Hugonotorum  errafie ,  necnon  palam ,  &  piiblicè  partcs  dicìorum 
Hugonotorum  bmreticorum ,  illorumque  conventiculas ,  (jr  feBas  favtfk ,  fccu- 
tum  ac  tutatum  fuijje,  &  laudafle,  abje£iifque  Cardinalatus  babitu ,  &  infi- 
gniis ,  quihus  fé  indignum  reddiderat  ,  ad  Hugonotos  hicreticos  ipfos  declinaf- 
fe  ,  eorumque  feUarn  cxpr--fsè  profefium  fuifìe ,  feque  illorum  cxercitus  du^o- 
rem  fecifie  y  &  adhuc  cxi(ìercy  diaque  ia  fan^iam  fidcm  y  &  Catholtcam  l\cli' 
gionem  co?nmi(ìlJe  compenifient ,  &  nobis  m  Confiftorio  pradifìo  retulifient  , 
illaque  adeò  notoria  efsent  ,  ut  nulla  pofsent  tergiverfatione  celari  ,  cifdem 
Cardinalibus  laquifitoribus  etium  ■pivd  vocis  oracolo  dedimus  in  mandatis  , 
ut  pi  Jèfatitm  Odettum  fub  excomniuìncacionis  laticfententiiC ,  aliifque  cenjuris , 
(jT  pa-ns  tunc  expnjjìs  ad  perfonaliter  comparendum  ,  &  fé  à  pnsmijfis  cx^ 
purgandm>i  infra  certum  tunc  cxprcfsum,  ac  alias f^ub  certismodoy  &  forma 
niQììcrent  ,reqMÌrerent ,  &citarent,  ac  litteras  monitoriales ,  &  citatoria!  con-^ 

tra 


Capitolo   VI  IL  50^       ^''-^  ^^''- 

tra  eundem  Odcttum  per  cdì^inm  publìcum  in  dicia  Ecclcfia  Behacen .  &  ìllius 
palata  Epi/copalis  vahis ,  ac  in  ^Ima  Urbe  no/ira  in  locis  confuctisexequeti- 
dJs  y  &  publicandas  decernereut,  ac  illis  (le  ^  ut  prxmittitur  ,  executis  ,  tic 
corani  ipfts  inquifitoribui  reproiu^lis,  terminifque  ad  docerìdiim  fu  tllis  paraif- 
[e  fervart  folnis  fcrvatis  i  dióìuqus  Odet'to  priùs  ad  audicìidam  fcntentiam  per 
nos  ferendarn  legitiniè citato y  &  dilc^ofilioTctroBcloTirocstratoreFifci ejnf-  . 
dem  h.€retii\epravnatis  generalislnqnifitionis  adhoc  inJiantCj  ad  biijufmodì 
caujiS  expcdniorìc-m ,  jiijiiti-t  mediante  y  devenire  volcntes . 

§.  4.  Habita  defuper  cum  prxdtdis,  &  aliis  venerabilihus  Fratribus  no- 
ftris  cjHfJern  S.I{.E.  Cardinalibus  matura  dcliberatione  ^  de  eorundem  unani- 
mi voto  ,  coniti iC)  &  afknfu  y  Chrifli  priàs  Saivatoris  nojìri  nomine  invoca- 
to y  m  tbrono  jiijtici^  prò  tribunali  fedentes ^  &  folmn  Dcumpr^t  ocuHs  haben- 
tes  y  per  hanc  nofiram  fcntcntiam  y  quam  ferini  in  m  hisfcriptis  y  pronuncia- 
musy  decermmtts  &  declaramus  ,  pncfaturn  Oclcttum  in  excommunicationis 
lata  fcntcììti.-e  y  privaticniSy  confife ationis  omninm  bonornmfuornmj  prafen- 
tiiitn  &■  fiitir/ornm  y  offitiorumy  &■  dignitatum  ctiam  Cardinalatus  y  juriurai 
privilegiorum&-  a^lionumy  ac  crirì'ànishxrcfts  prò  cofifefo  habitt  panas  indi- 
6ìis  litteris  monitortalibus  &  citatoriis  contentai  obipfiusOdetti  dlisnon  pari- 
tionem  damn.ibiliterincidife  &  incurrilfe  y  &  nihilorninàs  quia  tamex  procef 
fu  contra  cum  formato  y  &  per  di5ìos  Inquifitores  ,  ut  prxmittitiir  ,  reluo, 
qiiàm  not  orici  afe"  favi  i  y  qnod  nulla  prorfus  excufatione  palliari  aut  tergiver- 
Jarionecelaripotejlf  &  ex  quampluTTmis  aliis  y  qim  nobis  innntuermity  ac  de 
qiiibus  alias  •ìrrultipUciter  confi  lenti am  nojìram  piene  informar am  habemus ,  de 
barejis  &  fcbifmatis  crimhilbus  hitj:tfmodi  ,    omnibufque  fupernis  enarratis 
per  eum  conirnijjls  1^  perpetratis  darò  &  aperte  confiitlt  &■  confiaty  ipfurn 
Odettum  bareticum  ,    exco'>r:.iUnicatì:m  ,  Hngonottimi  ,  fcbljmaticum  ,   &" 
blafpbemtmi  ,  ac  a  fide  Catbolica  <&  Sanala  E^ivana  Ecclefla  apojìatam ,  C^ 
trans fugam,  fideifratlorem,  &  perji4rMmpronHnciamus,&'  judicamiis  ,  ac  de- 
claramus j  c^proptereacum  ab  om?n  Cardinalatus  commQdo&h  more  ac  pri- 
vilegio ctiam  clericali  d  die  tommijjorum  crimimrm  bit]uf'Vodi  ipfo  jure  dcpofi- 
tnm  y  diCliCque  Ecclefu  Belvacen.  adm ini flrat Ione  ,  ac  omnibus  bencficiis  & 
officiis ,  boyoribus  y  dignitatibus ,  ac  pr^laturisprivatmn  y  &  adilla  inbabi- 
lem  c^  perpetuò  incapacem  y  ac  ejus  bona,  juray  &  jurifdi^iones  public a- 
ta  fuiffe  &  effe  ,    &  ab  bis  ad  quos  fpe5lat  capi  pofìe  ,   dicìamqae  Eccle- 
fiam  Belvaccn.  &  aetera  beneficia  quacunque  &  qualiacunque  Ecclefiajilcaf 
&  officia  per  eum  obtcntavacavif  e  y  &  vacare  fimiliter  declaramus  &  decer- 
nimus  y  ac  eundem  Odettum  quatenììs  opus  fir  deponimus ,  privamusy  &  in- 
babilemfacirnus  y  ejufqiic  bona  omnia,  jura&  jurifdi6ìtones  publicamus y  de- 
pofitumque  &  privatum  ac  inbabilcm  tffc£ìum ,  ac  velut  talcm  hareticum  , 
fcbifmaticum  ,  O"  blafpbemum ,  &  infru&uofum  paknitem  ab  Ecclefia  pr£- 
clfumulterlus  legitimè  pimiendum  fore  decernimus  y  ejiifque  perfonam  à  Cbri- 
ftifidelibus  capiendam  dr  detmendam  y  &  ad  ]ufiiti£  minifirorum  manus  y  ut^ 
panis  debitis  affici poffit ,  tradendam  omni  meliori  modo  &  forma ,  quibus  pof- 
fumus  &  debemus ,  exponimus . 

V.5.  Tslulliergo&c.Dat.I^oma  apud  S.Tctrirm  anno  Incarnatlonis  Domlni- 
camdlefirno  qulngentefimofexagefimo  tertioy  Trldie  Kalendas  ^prilis ,  Ton- 
tificatus  nofìri  anno  quarto  . 

Così  il  Pontefice  in  condannazione  ,  e  depofizione  di  un  Cardi- 
nale divenuto  Apoftata  nell'  Hercfia  .    Ma  non  così  il  mal  configliato 

Hccle- 


Pio  IV.  -o5  Secolo  XVI. 

Ècclelìaftico ,  che  dovendo  prendere  in  horrore  il  fuo  peccato,  rivolto^ 
fi  qual  cane  al  baftone ,  ch'il  percofife ,  e  quindi  precipitato,  e  cieco  cor- 
(e  ad  ogni  eccefib  di  empietà .  Conciofiacofach'  egli  che  già  deporto  have- 
va  rhabito,  e'I  titolo  Clericale',  in  contumelia,  &  onta  dèi  Pontefice 
riaflunta,  allora  la  Porpora  Cardinalizia ,  con  non  più  udito  attentato  fat- 
.dtt  Dictmby.  tofi in  publico  con  quella  facra  Verte,  [<z]  fposò  in  mezzo  alla  fua  Ghie- 


a  I 


j'J<54.  .  fa  di  Boves  Ifabella  d'Altavilla  Signora  di  Lorè-,  affiftendo  al  facrilego 

biu^rlnvulett  Matrimonio  [^1  Pietro  Melet  Miniftro  Calvinirta,  e  fofcrivendonel'ap- 

j  ^    j      ^-  .  •     \         r        -1^       ^    w    r-^     w  1»A  I"  _1'A        ti  x.-r'^ 


dtrn  aottif 


cacf.  provazionei due fuoi  Fratelli  CoUigny,  T  Ammiraglio,  el'Andelot.  Né 
"""'^'^"'^'^■^     qui  fermolfi  ola  rabbia,  ola  baldanza,  ola  temerarietà  del  nuovo  Hugo- 
notto  i  che  facendo  pompa  della  fua  feguita  Apoftafia  hebbe  eziandio  ardi- 
mento d' intervenir  veftito  in  Cappa  Magna  nel  Celebre  Cougreifo  di 
Roan,  allorquando  al  Rè  Carlo  divenuto  maggiore  in  età  fii  conferita  pie- 
e  sptnà.An.xiùì.  namentel'amminirtrazione,  e'I  governo  del  Regno,  lc]magno'Càtholico- 
*"*^'  rumfcandalo,  idad  fummum  au£Ìorttatis  Tonttficia  contemptum,  &Ordmis 

EcclefìafticiderifHmpertinereexiftimantium:  ma  providde  il  Pontefice  a  co- 
tanta sfacciataggine:  Incedebat[d]  purpuratus  f  dic^CincWsL  dìliu  vita,  i  li- 
rifr^^*'^^'""*""'  cètharejìpollutus:  atViì  Quarti  diligentiaeffe^lum  ejìj  utnon  modòhabitum 
Cardinalis  volens  notens  dimiferit ,  "perùm  etiam  locus  et  m  Concilio  utmque  Pre- 
gio fuerit  denegatus  :  e  procedendo  a  più  publica  dichiarazione  de  i  di  lui 
-  o.  j  /     •.    misfatti,  e  a  più  conteftato  obbrobrio  della  di  lui  perfona,  Te"  1  Ctìwawomr 

e  Spond.  toc,  ctt,      „_       ^.,,1.  .  ^        r   <-t     /-        -'    •     ^  n 

faaiis  Tontifex,  ejus  privattonem  ,  ac  depojitionem ,  qua f atta fuerat  m  Concijto- 
i  ^nn.iKói,       rio  fecreto,  die  undecima  [f]  Septembrts  publìcari  y  &  locis  confuetis  ]\om£ 
affigicurapit,  eandemqueTypismandari,  ejufque  excmplaria  perGalliamdif- 
feminari:  in  modo  tale  che  ritorto  contro  lui  quel  fulmine,  ch'egli  mala- 
mente pretefe  d' indrizzare  contro  la  fanticà della  Religione,  elamaeftà 
del  Pontificato,  abbandonata  la  Fede,  fùilmiferabilecoftretto  ad  abban- 
donar lafuaChiefa ,  e  le  fue  Abadie  ,le  fue  Dignità ,  la  fua  Patria,  elfuo  Re- 
gcìAcc.ibid,       gilo:  QuarCy  foggiunge  [^]  l'Autor  della  di  lui  vita,  Ecclefia  Catholic£de- 
jertor ,  ac  transfuga  ad  ^ngLorum  regionem  harelì  jam  infe£lam  fé  converti t ,  ut 
liberiùs  ibi  viverci .  Tlurimum  m  illa  aula ,  au£ioritate  èr  gratia  potens ,  pro- 
curavit ì\egin£  Eltfabetbx  Matrimonium  cum  Henrico  ^ndcgavenfi  Duce ,  po- 
fteà  Gallorum  I{ege .  1>(ec  unquam  Odeitum  Elifabetha  Fuegina  babebat  obvmm , 
quinofculoenmjalutaret:  eidemmet uxori adesdedit  habitandas  putgò  Sion  ad 
Tamefim;  nunquam  Odettus  Fuegina  ^nglican<£  aulam  invifebat ,  prafentt- 
h  ^««.1568. 13.  bus  Francia  Legatis »  Colàegii  Heretico  [h]  morì  fra  gli  Heretici  in  età 
Ftbruarii.         frefca  di  46.  auui ,  fepellitone  in  Conturbery  il  cadavere  ,  dov'  egli  hi 
portato,  e  r animanti  Chnflt Tribunal  evocata y  rationemviUicatioms  male- 
gejìa  redditura .  Ferunt  y  domejiicos  odio  du^os  in  pellicemOdettty  toxicum 
praparafk  inferculis:  e  di  quanta  sfrenata  audacia,  &  inverecondia  baldan- 
i  ^pHdciAct.Uc.  za foffe comporta quefta  rea  Dama,  quindi foldeducafi,  che  ed  [i]  pro- 
f"'  g^'^jf^  ^fi  bae  Concubina ,  utpoji  quadraginta  annos  aufa  fuerit  litem  movere  m 

Senatu  Tariftenftpro  dote , 
Spirico  indomito  Né  la  fola  maertàl^ontificialoutana  era  colà  in  Francia  dilpreggiata  da- 
di ribellione  ne  gli  Hugonotti,  ma  la  Regia  eziandioa  loro  prefente.  Ond' eglino  furo- 
IrS!"""'  '*'  rio  foliti  rifpondere,  quando  nominavafida  alcuno  il  Rè,  [K]  Q^tem  F^- 
v  ^pnd' Biafmm  gern^  "ì<[os  ipjì fumus  F^cges,  QuernvosFegem  vocatis y  merdofus eji F^egulus y 
MmLuimm  iib.  j.  ^^^^  ^^^  viTgis  cafììgabimus ,  &  opìficium  aliquod  difcerefaciemus ,  utfciat  vi- 
hum  lucrari ,  ficut  C  esteri  :  non  fenza  grand'  ammirazione  di  cliì  confi- 
derà , 


Capitolo  Vili.  •    IJ07      P^^  ^^^• 

^era,  che  non  mai  furfe  Herefia  contro  Chrifto,  ch'ella  nel  medefimo 
tempo  non  forgefl'e  control  Principi,  e  Rè,  che  fi  chiamano  gli  Unti  di 
Chrifto;  e  flirta  conpafH  eguali  ha  ella  fempre  poi  caminato,  ribelle  al 
Cielo,  &  al  Principato,  deftruttrice  della  Fede,  e  dello  Stato  ,  inimica 
di  Dio,  e  della  publica  quiete.  Del  che  niirun  altra  Provincia  può  forfè 
renderne  pili  pronta  teftimonianza,  chela  Francia,  fempre  felice  quando 
fedele,  e  fempre  funeftata  da  mille  tragiche  ribellioni,  quando  macchia- 
ta di  Herefia.  Eia  ragione  Héj  perche  non  eflendo  nell'huomo  paflìone 
più  potente,  ftimolo  più  efficace,  &  incitamento  più  nobile,  che  quel- 
lo della  Religione,  e  della  Fede;  quando  quefta  è  unita  ne' popoli,  dia 
unifce,  e  compone  ogni  altra  loro  difcordia;  e  quando  ella  è  infranta,  e 
divifa,  e  divide  fra  efli  ogni  altro  affare,  e  rende  tutti  ©incapaci  di  ragio- 
ne ,  e  perciò  fieri,  ò  avidi  di  vendetta,  e  perciò  efafperati ,  ò  ckchidi  men- 
te, e  perciò  pronti,  &^fpofti  ad  ogni  più  azzardofo  pericolo,  [a]  Fides  iS.^n,i,r.iJLdt 
vera,  dice  S.  Ambrogio,  nunquam  turbatur;  e  S.  Agoftino  [b]  Fidelis  fi''^  ""fri'^Hs- 
totum  mundum  habet,  cum  Dcum  habet  ;  &  al  contrario  [  e]  E^tigio  ubi  Ts.--^ug.  ni,.^. 
nulla  efly  virtutesefienonpo^unt ,  E  ben  in  quefta  [rfj  età  quefta  maflìma  fu  J";'{'^  ^-/i- 
predicata  in  Francia  non  folamente  dagli  Hugonotti,  ma  da  un*  Anabatti-  cìv/dcu.'zT '^' 
fta  ancora,  che  pedante  di  profeffione  in  Roano,  invafo  dallo  fpiritofana-  '^  ^""'^s^à. 
tico  della  Herefia ,  lafciata  la  fcuola  de'  Fanciulli ,  gittoflì  in  campo  a  predi- 
care , anzi  a  follevare i  popoli  »  diffeminando  fri  eflì  [ e ]  ^nttchriflum  brevi  ,-;,yiJ ^'Jr'"'!"^ 
armorumvi periturum:  feexercipus  Ducem  à  Deo  delcttim,  ut  omnes  impios  ThHanùmiiù.fs% 
everteret ,  &  Vrincipes ,  ac  Magifiratus  de  medio  auferret .  Seque  non  ante  mori-  ^'**  ' 
turum ,  qndm  Mundum  purum  ab  omni [celere ,  culpaquejiatueret  :  e  perciò  tut- 
ti egli  incitava  a  prender' armi  contro  il  Regio  Governo  fotto  la  condot- 
ta di  lui,  ch'era  deftinatodal  Cielo  alla  oppreffione  de'Magiftrati.  Mail  ^^'^vo  Heretico 
Magiftrato  deftinato  da  Dio  a  punir  la  infolenza  de' colpevoli  feceloincon-  l'ufc\u"ml7:T. 
tanente arder  vivo,  eviddefi  torto  ridotto  in  cenere  chi  vantavafi  di  non 
dover  morir  mai  fin' alla  fine  del  Mondo.  Ma  non  così  debolmente  gli  Hu- 
gonotti giuQcarono  in  altra  parte  con  le  fpade,  eco'lfuoco,  comeilfana-  BaiJanra.cfira- 
tico  Anabattifta  con  la  predicazione,  e  con  la  voce.  Poiché  eglino  afledia-  g^.  e  crudeltà  dc- 
ta  e  prefa  laPuy,  entrarono  nel  Monafterio  chiamato  C^/^iDf/,  ovetraf-  s''""s°"°"'- 
portato  da  Avignone  giaceva  il  corpo  di  Clemente  Sefto,  e  [/]  Monafìe-  i  cucancur^wn, 
rium  tpfum , racconta  l' Hiftorico  ,  anno  1 5 52.  cum  obfìdereturà  militibus  Cai.  ^^- "'fi'*'  • 
ì^inianis plufqiiam  barbaris ,  Templum  diriphur,  ftatuamejusmarmoream  con- 
fringiMt.,  [epulcbrumviolatur ,  atque  diripitur ,  ubi  ipfe  Clemens  pene  formi- 
dabilis  jacebat ;  armati emm  homimsfpeciem  exhibeye  videbatur ,  quia  (ìnguU 
corporis  partes  plumbo  te£l^  erant  :  cadavere  igitur  nudato  nihil  pr^eter  offa ,  c^ 
cimres  repereruntieaque  inflammasfacrilegi^mifere .  L'ifteflb  barbaro  fuccef- 
fo  rapporta  il  Mafone  da  noi  in  altro  luogo  citato,  [g]  onde  comprovata  f?  v<d!  unoifr»^, 
fialadeteftabile  barbarie  degli  Hugonotti  contro  il  venerando  cadavere  di  a^^^^"/'^^''  " 
un  Papa  Francefe,  empii  contro ìa  Fede,  contro  Dio,  e  confeguente- 
mente  contro  la  memoria  fteifa,  e  contro  le  ceneri  di  un  Pontefi^ce  loro 
connazionale  compatriotta ,  che  vilfuto ,  e  morto  gloriofo  ha  illuftrata  la 
Patria,  e'I  Mondo  con  atteftati  eterni  di  riguardevohfiìme  operazioni .  Con 
il  medefimo  furore  invertirono  [  h  ]  gli  Hugonotti  il  Tempio  di  S.  Gregorio  ^  -^"'^  »5^^- 
Turonenfe  ne' Borghi  della Cittàdi  Tours,  ove  ripofava,  e  veneravafi  il 
corpo  del  miracolofo  S.  Francefco  di  Paola,  fin'  allora  per  lo  fpazio  di  cin-  U^(:^""'^-,,^7 
quanta  cinque  anni  fempre  incorrotto.  Eglino  dal  fepoIcro[/]  lo  ertrafte-  FZ'na/cl  Z' p^ll 


/ 

Piò  IV.  ^        508    •  Secolo    XVI, 

ro,  ccomefe  odiaflerQ  quel  vivo  miracolo  della  noflraFede,  lojripore- 
ro  facrilegamente  fii'l  fuoco',  appena  campandone  dal  difpergimento  le 
ceneri,  chepuriviprefentementelì  confervano  per  beneficio  del  Cielo  in 
venerazione  de'  pofteri  :.  H^retici  facrum  illud  Depofttum  invadentes ,  Fran- 
cifci  corpus  igni  dcdtrunt  confumandum ,  quod  tabes  ipfa  non  poterai  putrefa^ 
cere.  Così  nella  vita  del  Santo  Giofeppe  Maria  Perrimezzi  Vefcovo  ài 
Favello,  e  Scala,  Autore  venerato  da  noi  come  Maeftro,  da  cuiquefta 
noftra  Hiftoria  hi  ricevuto  in  gran  parte  correzzione,  fplendore,  &au- 
gumento .  Ma  peggio  di  tutti ,  perche  contro  Dio  medelìmo ,  la  fece  in  que- 
a  ^nn.ìssf,  fìa  età  [a]  un'Hugonotto  Francefe  ,  di  cui  raccontafi  negli  Annali  di 
Francia,  SceleratìJJìmus  quidam  bxreticus ,  fpiritu  Satanico  motus  ,  in  Ec- 
clefta  S.  Genovefe ,  è  manti  Sacerdotis  Mijìam  celebranti!  Sacratifjimam  Eu- 
charijìiam  rapuit  .  Qui  confejiim  captus  ,  condemnatufque  ,  manu  fcelerata 
anteEcclefìarntruncatusefl,  &  m  platea  Mauberti  fu jpenfus ,  &  igne  crema- 
tus;  adjìanteMonmorantio  "Provincie pnefidemanu armata,  nequidtumultus 
à  fremente  populo  adverfus  Hugonotos  excitaretur  .  ^d  pleniorem  vero  tam 
'^^--^,7-2  horrendi  faeinorìs  expiationem  y  die  vigefma  feptma  ejufdem  menfìsfa&aejl 

•    "    '■  (olemnis  fupplicatioà  ScinBa  Capella  ad  pr£dÌLÌam  Ecckftam  San5i<£  Genove- 

fji)  cut  B^xcumMatref& Fratribus ,  cMerifqueTrincipibuSiCicTroceribus y 
Cancellarioy  Stnatu,  aliifque Magifirattbus  gejìantibus  fingulisfaces  candidas 
ardentes  in  honorem  San6i;ilfim.£  Eucbarijìi£  ,   tnterfuit  .   Così  gli  Annali 
Francefi.  Il  Rè  Carlo  fi  bppofcconlearmi  alla  baldanza  degli  Heretici; 
&infoftentamento  della  guerra  con  Regio  editto  C\  ordinò  agli  Ecclefia- 
fìici  r  alienazione  de'  fondi  delle  Chiefe  in  fomma  di  trecento  mila  lire,cioè 
b  vìàeSpond.ann.  di  ceHto  mila  fcudi .  SÌ  ricorfc  [/?]  dal  Clero  Francefe  al  Papa,  e  fi  op- 
Vbli'c-t^"^''  pofeilPapa  con  vigore  all'importuno  comandamento:  ma  rinvenutane 
i  .2i.c.y.«.5.      i2,^£(-£^j-^  pej-  bei-i  della  Religione,  egli  acconfentì,  e  confermonne  la 
vendita  con  Breve  dato  fotto  li  17.  di  Ottobre  dell'anno  i^ó^.Miiù  più 
Pontificii Tocf or-  provido,  & opportuno il foccorfo,  che  colàia Francia  mandò  Pioaquel 
goMouT?  ^^'"'"  Rèperproleguir  la  guerra  contro  gli  Hugonotti,  e  per  prefervar' Avigno- 
ne dalla  invafione  di  elli.  Poich'egìi  accorrendo  al  mal  di  quei  Regni  con 
l'oro  de'proprii  Vaflalli,  impofe  nuovi  datii  in  fondo  di  un  Monte  chia- 
mato Tio ,  e  ài  altri  Monti  denominati  foccorfo  primo,  foccorfo  fecondo ,  e 
di  Avignone  y  in  quantità  di  dieci  mila  Lochi,  per  la  cui  direzione  egli  con- 
traifeilclebitodi  un  milione  di  feudi.  Qi.iali  Monti  trafportati  da  AlelTan- 
dro Settimo  in  altro  maggior  Monte,  detto  B^ilorato,  vano  nome,  mi 
continuò  femprenell'erfctco;  onde  prefcntementc  ancora  ne  rifentono  1' 
aggravio  li  fudditi  del  Pontefice,  mcilicome  a  parte  anch' efiì  da  Dio  ,nel- 
la  follecitudine ,  e  difefa  di  tutte  le  Chiefe  del  Mondo . 
Calvino  intanto  vedeva,  e  godeva  dalla  fua  Genevra  della  perverfione 
Nuovi  Libri  He.  <jella Inghilterra,  e  della  Francia,  come  haveva  veduto,  egoduto  Lute- 
Lo'.'Ll'^'  ^^  ^''  ro  dal  fifolslebio  della  dcfolazione  della  Germania;  e  perche  le  infermità, 
che  lo  refero  cagionevole,  eia  età  di  fopra  cinquant'anni  lo  riteneva  im- 
potente ad  accalorire  co'i  fiato  il  fuoco  già  accefo ,  egli  non  defifiè  dì  fup- 
plirconlamano,  econla  penna  a' difetti  della  perfona,  e  volòper  tutta 
l'Europafe  non  con  le  a/ideila  voce,  con  quelle  più  fpedite  de' libri,  che 
in  "ran  numero  divulgò  \n  differenti  occafioni,  Tempre  però  con  l'iftef- 
fo  propofitoò  in  ajuto  de'fuoi,  ò  almeno  in  danno  della  Cattolica  Fede, 
e  ^„v.  1555.       Ed'  eglino  furono  [  e  jli  Commentarii/w  omncs  Tfalmosy  l'Apologia  della  fua 

Dot- 


Capitolo  Vili.  J09       ^^^  ^^'' 

Dottrina  [  4]  de  occulta  Dei  providentia ,  il  libro  ad  Tolonos  quomodo  [b} 
medtatorfu  Chri/iitSy  l'altro  [e]  de-verapartkipatione  Carnis,  &Sanguims  i^Z>o\'s6Ó. 
Chrijii  in  Sacra  Cosna  ,  Tneleóiìones  m  Danielem  ,  &  adverfus  FrancijcHm  e  ^nn.  1561. 
BddHÌnum]im(conMto  infigiie,  una  volta  fuo  discepolo,  ma  pofcia  aper- 
to impiignatore  della  Calviniftica  Sinagoga,  [d]  un  Commentano  in  Li-  ci^««.i5<f2. 


brumjofHej  un'altro  in  quatuor  rcliquos  Moyjis Libros t  Oc  in  fine  Confe/Jio 

fidei,  che  fu  l'ultimo  trattato,  e  tratto  della  fuamiferabile  vita.  Poich'egli  ^*"^'"°"^* 

finilUoppreflodagraviiUmi  dolori  di  micrania,  di  ftomaco,  e  di  ventre 

nel  vigeiimo  felto  giorno  di  Maggio  dell'anno  i<)6^.  in  età  di  anni  non 

ancor  terminati  cinquanta  cinque,  nonplacidiffmèj  comefcrifleJeJTheo-  e  nezahvUaCai. 

doroBeza;  ma,  come  attediano  dotti,  verdadieri,  ealcundielfi,prefenti  ^''»- 

Scrittori,  [f]Diemonesinì^ocantem,  dejerantemjexecrantem,  vit^iiudiras  { Boifecuiin  vita 

tmprecantem,  ac  juìs  jtudiis ,  &  fcripds  m  ale  die  e  nt  enti  denique  ex  Jhis  ulce-  <^'»''"'«'' 

ribus  intolerabilcm  fostorem  emittentemy  in  Locurn  fmim  defcendifìei  efecra- 

todafuoi  ftellì  Ginevrini,  iquali,  elio  vivente,  per  giuoco  dir  folevanoj 

Malie  fé  apud  inf eros  cumBe'T^^a  effe;  (  FiiBeza,  di  cui  hor  hora  parleraffi , 

quanto  empio  di  fentimenti,  tanto  faceto  di  parole  )  quam  apndfuperos 

cum Calvino:  e  di  deteftanda  memoria  a'fuoi  connazionali  Francefi,  fri 

quali  il  celebre PapirioMaflbne  Jurifconfulto  Parifienfe  hebbe a  dire,  [^]  . 

THderefefateriy  hoc  monfirum  in  Gallia  natnm;,  multumque  debere  Galliajìi  f^f^f^'"'*""'-'- 

anno  1 564.  quo  portentum  illud  extin^ium  ejì . 

Nella  Cathedra  della  Herefia  fuccelfe  a  Calvino  Theodoro  Beza,  altro  Rc^^a.fue qualità. 
Calvino  nella  diilolutezza  de'coftumi,  e  più  tolto  fuo  Compagno,  che  f^J'dPcL'^m"!! 
Difcepolo  nella  efecrabiliti  della  coadotta.  Poiché  anch' egli,  comeCal-  GmeUa^/"""'* 
vino,  [h]  vocatusinjudiciumde  predir ajìia 3  &  prapoliera  libidine apud Se-  ^„  Boifccus  in-vitx 
natum  Tartjtenjemy  leu  fuggi  vergognolo  ,  e  ivergognatoda  Vczelayfua  cem^rUs  Evan^e- 
Patria,  e  dal  Ducato  di  Borec  mia,  d'onde  era  nativo";  f  i  1  e  portatoli  a  Gi-  ''^''':f'"A^^'-«'»  ■ 
nevracommun  Porto  non  de  Naufraganti,  ma  de  Naufragati,  fipofefoc-  dusdeortah^mi:., 
to la difciplina di  Calvino,  di  cui  egli  divenne  in  breve  cotanto  appafilo-  '^ ^^"'^j ^""i'  •^«n»» 
nato  veneratore,  ciie  Beza  da  tutti  fu  detto  Calvmolatra.  Condulle  egli  '"'"•'^'^* 
feco  nel  fuo  ingrcifo  in  Ginevra  la  moglie  rapita  ad  un  Sartor  diParigi, 
chiamata  Candida,  publica meretrice,  e  publicata  maggiormente  da  luì 
con  la  decantazione  ài  ofceniUìmi  verfì ,  quali  egli  emular  volefTe  le  famofe 
glorie  deiÌ4  Cdiia  Lama  del  Petrarca  con  la  oppofla  sfacciataggine  della  fua 
adultera  concubina:  del  che  egli  compofe  un  pieno  Volume  di  fporchiflì- 
mi  Poemi ,  al  quale  pofe  il  tìtolo Juvenilìa ,  come  mendicando  compalilo- 
ne  al  fnofc  atto  dalia  fcufa  della  gioventù.  Mi  egli  tanto  arroffiffi  dientrac 
inGinevra,  ciuc  in  quella  Iralla  ài  Porci,  fodomita,  rattore,  adultera, 
eapoltaui,  che  vergognandoli  di  fé  fleffo,  e  della  fua  avvilita  cafata  (  ef- 
iecido  f-gli  naco  di  parentado  civile  )  mutoli!  il  nome ,  e  lafciato  quello  di 
Theo(;oro  Beza ,  fccefì  per  qualche  tempo  chiamare  Theobaldo  de  Majo , 
infin  atauLOchencoijofciutoperdeffo,  non  trovando  piùripofo  al  pale-  'M^f' 

fato  vituperio  della  fua  perfona,  non  tanto  riafTunfe  il  fuo  primo  nome,  ;  - 

quanto làiciaro il  fecondo,  fmafcheratamente,  qual  elfo  era,  rapprefeii-  ^t 

toili ai  mondo  non  foIamentcHeretico,  màHerefiarca,  conlaiftituzione  "^ 

di unzuiicìv aletta. col noai^ di Se^iaBe'i^anorHm,  che  meglio haverebb' egli 

intitolata  5'e^<7^É;/<i//a»'«wi.  Conciofiacofache  nell'herefie,  e  nella  empie-  '    ''^ 

tdy  egli  di  gran  lungo  avvanzò  Calvino,  di  cui  fu  prima  idolatra ,  e  pofcia 
al  folito  degli  Heretici  ^  in  molti  punti  contradittore .  Nel  Sacramento  dell*  .  ^  , 

'  '■"■•    '"'  ■         ■  '''''''    '  '  Aka.re  "    " 


'WCM. 


.  -AfiC* 


Pio  IV.  ^  j  Q  Secolo  XVI. 

2  ^nr,  I  Altare  appena  Beza  riconofceva  la  figurarlo  ne  di  Calvino  y  e  nel  colloquio 

b  ull'lpld  tof'  ài  [a]  Poifsì,  tra  li  Cattolici,  &  Hiigonotti,  alqual'egli  intervenne  iti 
*'"»•  nome  di  Calvino  s  [b]  tanto  nequam  jpirìtus  impetu  abreptus  ejl,  ut  etiam 

fu  a  profejjionis  hommibusparum  acceptus  fuerit  :  Catholich  autcm  ita  exofus , 
tum  pr<£C}pnc ,  cutn  aufus  eji  execrabiles  in  Sdntlifjìmam  Ei4chari/iium  ore  im- 
puriffimo  blafphemias  effutire  ^  dicens.  Tantum  ab  cadiftàre  Corpus  Chri- 
fti,  quantum  fupremiim  Ccelum  ab  infima  terra,  non  fine  ddftantium  fre- 
mitu ,  acflrepitu  auditus  fuerit  :  della  qual  beftenimia  bench'  egli  allora  tbf- 
fe  coftretto  a  ritrattarfi,  nuUadimeno  refo  libero  de'fuoi  fefttimenti  re- 
plicollapiti  volte  anche  con  pompa  di  frare*  fcrivendo  nelle  fueEpiftole 
e  £ez*epsjt.y6.     [c]  Corpiii  Chrìjìì tunto intervallo abefic  ànobìs,  idejì  ab  eo  loeOi  inquover^ 
famuYi  quanto  abeji  Calum  à  terrai  cum  illud quidem  ftt  in  Calo  i  nos  vero  in 
terra:  onde  ben' diife  uno,  uria  volta  fuofeguace,  inhorridito  a  sì  empio 
d  ^pud    sptnd.  parlare,  che  meraviglia  non  era,  [d]  fé  Beza  non  credeva  il  Corpo  ài 
ann.ii6i.n.i9.    q]^^ì{^q  nella  Eucharlftia,  qui  vixin  Calo  crederet ^  ullum  efieDeum.  Chi 
tanto  diffe  contro  Dio  j  molto  più  fece  contro  gli  huomini ,  inferocito 
perlaHerefia,  che  toglie  di  fenno  anche  i  Savii.  Onde  aluifiattribuifce 
Du"mb]f''  ''^"  l'uccifione  de' Cattolici  feguita  [e]  in  Parigi  preifo  laChiefa  diS.  Medar- 
do,  allorquando  venendo  difturbatanonsòquàl  predica  degli  Hugonot- 
ti  dal  fuono  delie  Campane  della  profllma  Chiefa  nell'  hora  de'  Vefperi  j 
Beza  in  vendetta  eccitò  quella  congregata  moltitudine  di  Hugonotti  a  un 
f^/7«:V^y>,«<^.4«,  pronto  rifentimento,  ed  effo  fatto  capo  *  e  condottiere  di  tutti ,  C«m[/] 
cit.  »,  ìH.  furore  in  Ecdefìam  S.  Medardi  irruens ,  ruptis  foribusj  qua  obferatafuerant , 

nonnullt  equis  ingreffi  y  esteri  armi s graffante s  ^  plurimos  utriujque  fexuseX  its 
qui  convenerant  (  ed  erano  più  di  due  mila  )  ad  officium  vejpcrtinum ,  occi- 
derunt  3  aut  vulnerarunt ,  Sacraslmaginesdejeccrunt,  altariaevcrterunti  or- 
namenta diripuerunt  y  San£Ìiffimam  Èucharijiiam  (òfcelusplufquam  Ùiaboli- 
cum  !  nonenim  fané  hoc  Diaboli  auderent  )  pedtbus  conculcaruntj  &tanquam 
de  re  preclare  gejìa  triuryiphantes  i  urbem  ingreffi,  per  illam  mediamrniferos 
Tresbyteros  faucLos  ,  &  f angui  ne  perfufoSi  funibus  ligatos  duxerunt,  &  in 
publtcumcarcerem  tanquam  feditionis  au&ores  trujerunt ,  comitati,  ut  nihil 
deeffet  ad  pompara  ,  prafe^iis  armatisi  qui  facram  hanc  reformationem  pro- 
tegere  jujfft  fuerant .  Del  qual  gloriofo  fucceflb  fpedì  fubito  Beza  lettera 
g  Bet*  Ep!ft,  ad  trionfale  a  Calvino,  fcrivendogli  in  ragguaglio  della  ottenuta  vittoria  [g] 
caivinum  .  '      "Plus  valuitin  mediis  etiam  arma  I{egn  Trafe5Ìi  au^ioritas ,  quàm  tra.  Sed 
qui  hoflibus  armatìs  pepercerant  i  Jdolis,  &  Tanaceo  Hit  Deo  parcerenon  po- 
tuerunt  :  frufira  reclamantibus ,  quibus  ifla  non  placebant  * . . .  Captivi  hojtes 
triginta  feXy  ita  ut  erant  fere  omnes  vulnerati,  C^  in  iis  decem  ad  minimum 
Sacrifici ,  funibus  vin6li ,  [pe^lantibus  ,  &  ne  mutientibus  quidem  udverfa- 
riiSy  non  aliter  tranfve£ìi  funt  in  Minori!  Cajlelli  career ibus  ^  quàmolim  noflri 
illifratres ,  inD.Jacobi  Fico  deprehenfi .  Così  egli,  che  non  dubitò  anco- 
h  ^tx*  Epìii.  de.  ra  di  fcrivere  alla  Regina  d'Inghilterra,  [/;]  Inpralio  Druidenfì  (  quella 
au.t,,co,Tejìa^.  f^^^^^^  gran  battaglia  feguita  in  Francia  fra  gli  Hugonotti ,  e  li  Cattolici  ) 
ja^afuifk  prima  refìituenda  in  GalliaChriftiame  T{eligionisfundamenta.  Ond' 
i  ,4pud  sp!,nd.an.  egli  pctciò  andava  faftofo ,  non  di  gloria  militare,  ma  di  ferocia  barbara, 
Viì:^i'pl>.:'f.di  &  inhiimana  ,  folito  dire  ,  [i]  Tiantatam  à  fé  efìefidemin  Gallia gladìis , 
fu^uii.  t'om'  4.  &armis,  in  conformità  del  noto  infegnamento  del  fuo  Maeiì:ro  Calvino, 
^TJdilfiK,  ,,n:r.  ^l^"  [K]  >'^^'  pacem  mittere  ,  fed  gladium  .  Sopra  il  qual  propofìto  [/] 
BcM>»,  '  inttiro£,ato  Btza  daMelanCìone,  allor  quando  egli  fu  da  Calvino  manda- 

to  alla 


Capìtolo  Vili.  ^11       Pro  IV. 

to  alla  Dieta  di  Vvormazia  per  procacciar  foccorfo,  e  gente  agli  Hugo- 
notti  di  Francia,  Cur  feditiojt  QalU  [{egem  fuitm tempore  pericnlofo ,  &  ]\e- 
gnum  fati s  ali unde  pertHrbatum  vexarm^  egli  rifpofe,  J^htl  ipfos  agere, 
quodmn  egificnt  ^pojiolii  e  replicando  apertamente  Melandone,  Cur  er- 
go non  pater  entur  potìm  ^  quod  ^polìoli  pattebanturì  egli  non  Capendo  che 
fi  rifpondere  ,  con  fafto  tacque  ,  e  fdegnofamente  partiffi  :    perloche 
non  fenza gran  ragione  meritoflì  gl'improperi!,  eie  deteftazioni  de' Cat- 
tolici egualmente ,  e  de' Luterani,  che  con  più  voci  ufcite  tutte  come  d4 
una  bocca,  lo  chiamarono  »/if /;£•«»! ,  mente  Lucianumy  manti  J^eronem^ 
Epicurum  triplkem  Infernalem  ;  e  quanto  di  lui  fi  riferifce  appreffo  il  Pra- 
teolo,  &  il  Refcio  ne' loro  Cataloghi  dell' Herefie,  e  più  diftufamente 'dal 
Balduino,  edaÌBolfeco  nella  fua  vita,  che  tirò  a  lungo  quafì nonagena^ 
rio  lino  al  Pontificato  di  Paolo  V.  con que' rimanenti fucceflì,  chea  fuo 
[4]  luogo  riferiremo.  Alla  vita  di  Beza  corrifpofero  l'  Herefie  fiie  prò-  ^  veduiPontif.d» 
prie,  e  quelle  di  Calvino  .  Defcriveleil  [  b  ]  Malvafia  ,  che  le  trafcriife  rlm.'^'/'  ^'^''  ^' 
dal  [e]  Surio  inquefto  tenore,  Omnipotentiam  Dei  in  conjììtucndo  fubfìan-  ^^^'^iv.ìn  c*tai. 
tialiter  uno  corpor  e  pluribuslocis  eodem  tempore  aperte  negavitì  e  in  ciò  Beza  bTì^T'^' 
fegui  in  qualche fenfoBrenzio,  celi  Ubiquiftij  Tro  reprobis  orandum  efie  '^^'"'""'"^'fi»''* 
tn  bocmundoinfictatus  ejt:  ELeclos  nullo  peccato  mortati  contamman ,  repro- 
bos  nullo  veniali  i  ajjeruit:  Omnipotentem  Deumefie  negapitj  nifi  peccati  im- 
pulfor  fit,  atque  operatori  non  tantum  permiffor.  Il  che  fu  ancora  Dogma 
di  Calvino,  cioè,  che  Dio  fia  autore  del  Peccato:  ma  Calvino  [d]  af-  iZti' ìÌ''s?ìu 
feverollo  con  altro  principio,  cioè  diftinguendo  \a.  permiffione  dalla  voli-  caiv.cnort»  t^. 
T^^ione,  dove  che  Beza  dectufle  l'afierzione  dal  difetto  della  onnipotenza. 
Capitalemfe  hofiem  exhibuit  honoris  Beatiffima  yirginis,  &  San&orum:  Sa- 
crts  Conciliis  Satanam  pr<£fedtfie ,  non  Spiritum  SanÙum  afieruit .  Cosi  l' He- 
refie proprie  òì  Beza.  Dunque  fotto  quefto  Maeftro  continuò  la  fcuola 
di  Ginevra  per  quarantun'anno,  con  quel  profitto  di  empietà  ne' Scolari, 
che  iacrinievolmente  è  noto  a  tutto  il  Mondo , 

Alla  morte  di  Calvino  andò  quafi  del  pari  nella  circoftanza  del  tempo    ^one  i\  aUr» 
quella  di  altri  Heretici  parimente  celebri ,  com'  egli ,  nella  profefi[ìone  degli  a5^'^""   ""*' 
errori .  Fra  eflì  [  e  ]  fi  annumerano  Pietro  Vermilio,  [f]  detto  il  Martire: Va-  ^  '^'  Novembri* 
lentino  [g  ]  Gentile  Anti  Trinitario  Serveziano ,  per  le  fue  horribili  beftem-  W/diuPonuf.  di 
mie  contro  Dio,decapitato  in  Berna  dagl'  iftefiì  Heretici  Cai vinifti,  del  qua-  ^''''<'  '"•  """•  4- 
le  dice  l' Hiftorico ,  [  ^  J  Cum  adfupplicium  duceretur ,  non  defjit  ingeminare  fé  g''r.rfl>?.  467. 
prò  gloria  altifjìmi  DetVatris  mortem  oppetere  f  quod  nemini  ha6ienus  conttgi-  ^^  spond.ànni$6j. 
fé  diccbat  yjed  omnes  ^poftolos ,  &  Martyres  prò  Filtt  tantum  gloria  pafios  ej]e  :  TZin  «?'.  y<j2 
Lelio  Sqccino  [  i  ]  in  Zurigo,  di  cui  in  altro  [^  luogo  fi  parlò  :  Gio:  [/ J  a  La-  ^^^'f'Hf""'^'''* 
skojinfigne  Sacramentano,  e  pefte  della  Polonia:  e  Filippo  [w]  Melando-  ^g.'lci^'  """"** 
ne ,  che  in  morendo  fcongiurandolo  per  Dio  la  Madre ,  che  le  dicefie  libera-  ,i,'^"'„'''^°ò 
mente ,  Qux  [ « ] melior efiet P^ltgio ,  rifpofe, T^ovamplaufìbiliorem effe ,  anti-  '"  FUr"m.T{°mHn. 
quam  fecuriorem ,  Autore  egli  fu  della  confeflìone  Auguftana,  e  capo  de' ''''^'"<' 2.^-9. 
Molli  Luterani  a  diftinzione  de'  H^gidi ,  de'  quali  vantofiì  per  Corifeo ,  e  Prin- 
cipe Matthia  Fiacco  Illy  rico ,  primo  Miniltro  della  Scuola  di  Magdeburgh ,  0  ^nn.  1^60, 
che  appunto  in  quefta  [  0  ]  età  publicò  la  Hiftona  Ecclefiaftica  e  ol  nome  di 
Centurie  i  onde  gfi  Autori  fi  diifero  Centunatort  Magdeburgmfi-.  della  cui 
opera  opportunamente  cade  in  quelto  luogo  la  congiuntura  di  darne  al 
Lettore  diltinra  contezza,  ficcome  ancora  del  mentovato  Illyrico,  che 
ni  il  principale  promotore,  e  direttore  di  elTa. 

Fa 


PioW.         5,2,  Secolo    XVI. 

Matthiaiiiyrico,  Fiì  Mattia  Flaco  ,  Illyrico  di  nazione,  e  nativo  di  Albona,  hiiomo 
fue  qualità,  &  he-  afpro  di  natuta,  e  perciò  tenace,  e  fìflb  negl'infegnamenti  apprefi  da  Lii- 
"vUiiiFtntif.di  tero,  fin  quando  di  lui  [a]  dicemmo,  che  giovane  allora  di  vent'  otto 
Paolo  III.  in  fint  j^ni  ferocemente  fi  oppofeaMelantì:one,  c[a  tutta  la  novella  fetta  de  eli 
bTccXrad'Jchiuf.  Adiaforifti .  Il  Saifone  Schlufielburgio ,  Luterano  anch'  elfo,  ripone  [?] 
reib.inCAtau  tì*- 1' iHyrico  ucl  fuo  Catalogo  degli  Heretici,  e  dice,  egli  il  primo  haverri- 
tet,  1 .2.  fufcitata  in  quello  Secolo  1'  antica  beftemmia  de' Manichei  circa!'  efienza 

del  peccato  originale,  nelqual  punto  l' Illyrico  andò  molto  lunghi  dal  fen- 
timento  di  Lutero.  Conciofiacofache  Lutero  difle,  il  peccato  originale 
efiere  IdifiefsaconcupìfcenT^,  e  1'  Illyrico  la  ftefsafoftan^a dell' huomo ,  Fii 
egli  eccitato ,  anzi  fpinto  all'  aflerzione  di  quefto  eftremo  dall'  eftremo  con- 
trario afferito  da  Vittorino  Strigelio  in  una  difputa,  chequeftihebbecon 
e  ^puispand.An.  lui,  nella quale  lo  Strigelio  pretefe  difoftenere,  [r  ]  Teccatumoriginisef- 
1560.  ».  j  1.         y-^  alìquod  leve  accidens ,  inflar  allei  magnete  Hliti ,  per  quod  non  tota  fuhflan- 
tia  corrupta ,  fed  tantum  leviter  in  accidentibus  vulnerata  effet  :  onde  i  fe- 
guaci  di  elfo  furono  detti  Synergifli,  cioè  virium  humanarum,  in  conver- 
Jìone  haminis  nondum  renati  ad  Deunit  Tatroniy  overo  Cooperatores  ,  cioè 
dalla  cooperazione  alla  grazia  di  Die,  che  lo  Strigelio  rigettava;  dalla 
oppugnazione  di  quella  apertamente Pclagianaairerzione,  traboccò Mat- 
thia  Fiacco  Illyrico  nella  oppolla  riferita  Manichea,  e  con  molti  ferirti 
malamente  difefa  da  moki  infigni  Luterani,  che  in  quefto  punto  fatta  fet- 
ta con  lui.  Ci  denominarono  perì'  ■dvveniì:cSubflantialiJl<e  y  overo  piaccia-' 
ni:  confutati  tutti  a  lungo  in  quel  Secolo  dai  fopràcitato  Schluflelburgio  , 
A  Bdìdr.Và.^.de  e  molto  meglio  nel  feguente  dai  dotto,  e  celebre  [  rf  ]  Bellarmino  .  Hoc 
^^'^A^n^i'óo       ^o^^»  ^^^^  ^'  li^y^ico,  quanco  rigido  nelle  fentenze  Luterane,  tanto  ini- 
Nonzu'^dei  li  mico  delle  Cattoliche,  hebbe  in  animo,  &  {e]  efeguì,  di  comporre 
^\?  t^dec'v'u  '^"^  Hiftoria  Ecclefiailica  col  nome  di  Centurie ,  incuipiùtoftoficenfura- 
xilt'ori  ^ivi.Vdf  no,  che  fi  centuriano  gli  auvenimenti  gloriofi  della  Fede  Romana.  Suoi 
bur^en/i.  Commilitoni  nella  iinprefa  furono  Gio:  Vvigaudo,  Matteo  Judice,  eBa- 

filio  Fabro,  Miniitri,  e  Predicatori  diMagdeburgh,  i  quali  fi  rinvengono 
fottofcritti  nella  lettera  prefifTaal  Libro,  e  nella  dedicatoria  del  Libro  al- 
la Regina  Elifabetta  d' Inghilterra  :  ad  efiì  fi  aggiunfero  Niccolò  Gallo  , 
Sceleftino  Hutteno ,  Gafparo  Nidprukio  ,  Gio:BattiftaHeincelio,  &  al- 
tri di  limil  farina,  uftiti  tutti  dalla fcuolaLiiterana diMagdeburgh.  Chia- 
mofii  queito  Libro  dagli  Heretici  per  antomafia  ^ureo ,  per  l' aurea  dottri- 
na, eh*  eglino  dicevano,  in  elfo  contenerfi;  ma  con  più  vera,  e  fecreta 
fignificazione,  perch*  egli  fu  fiampato  con  il  denarodi  molti Prencipi,  e 
Città heretiche,  raccolto  in  elemofina  da'  CompofitoriMagdeburgenfi  , 
i  quali  poi  riportarono  l'efilio  dalle  loro  patrie  per  le  gran  contradizioni 
de' dogmi  rinvenute  in  que*  volumi.  Al  contrario  furono  efll  volumi  tanto 
fccputin  Dialo-  efaltati,  &  in  tanta  efìiimazione  havuti  da  altri  loro  Vartitzntì,[f]UtqutC' 
*"'  quid  in  Centuìiis  legerenty  prò  puro  puto  Dei  Ferborecìpiendum  putarent  :  fic- 

cherifenfce  l' Inglefe  Alano  Copo,  eh'  eglino  Io  veneravano  comcStatua 
^  t^alucdonofor,  ò  Idolo  della  yenere  Sacratijjìma  .  Ma  le  falfità  intolle- 
rabili di  quefte  Centurie  ,  e  le  empietà  diaboliche  di  quefta  Pfeudo-Ec- 
clefiaftira  Hiftoha  furono  a  lungo  difculìe,  rivelate,  e  concitate  dal  fo- 
s£4r.  in^nnaì.  pracitato  Copo,  e  da'  due  gran  fofl:enitori  delle  Cattoliche  verità  Cefare 
f'lÌZ''ZdvJX  Baronio,  e  Roberto  Bellarmino,  e  da  Francefco  Turrianoi  [g]  onde  a 
Magi(b„rgenfa .  noialttonon  rella,  che  continuar  l'infamia  di  quefto  Libro  nelle  carte an- 

Cora 


Capitolo  V 1 1 1.  513       Pio  IV. 

Cora  di  quefta  noftra  Hiftoria.  Fu  figlio  di  efTo  l'altro  libro  ufcito  dalla 
llampa  di  VVittemberga  l'anno  1555.  col  titolo  di  Liber  Quintus  Chro- 
nici  Carìonisy  ò  comporto  ,  ò  accrefciiito  da  Gafpare  Peucero  Genero 
di  Melandone,  ripieno  d'incredibil  furore  contro  i  Pontefici  Romani, 
e  perciò  della  medefima  pece  tinto,  che  le  centurie. 

Né  le  contrarietd  miferabili  degli  Heretici  fi  fermarono  allora  sii  lefo-  Contrarietà  mife. 
le  carte  delle  riferite  centurie ,  ma  con  molti  altri  libri  volarono  pe'l  Mon- 11^1^1.  mo/enu!' 
do  non  tanto  in  opprobrip  loro,  guanto,  efll  non  volendo,  in  difefa,  e 
laude  della  vera  Religione  di  Chrifto,  fempre  una,  Tempre  concorde,  e 
non  mai  alterata  ò  dalla  paffione  de' litiganti,  ò  dalla  interpretazione  de* 
fìudiofi,  ò  dalla  predicazione  degli  Evangelici  operarli.  Tilmano  Heshu- 
fio  Luterano,  inquietijjìmi  ingenii  [4]  Homoy  e  perciò  dalla  fama  chiamato  =» '^/'««i.  ««.ijtfo, 
co'l  fopranomedi  Flahellum  feditionumy  divulgò  in  quella  etd  mordaciifi.  '""^*  ^^' 
me fcritture contro  i  Sacramentarii :  Beza  rifpoìegli  con  altrctcanta  audacia 
in  due  libri,  eh' egli  intitolò  l'uno  Cyclops,  l'altro  Sophijìa  :  Pietro  Boqui- 
no  Apoftata  dal  Monachifmo ,  e  Predicante  d'HeideIbcrgh  accorfe  alla  di- 
fefa di  Beza  con  altro  libro,  in  cui  efaminavafi  quello  deli' Heshufio,  e 
co'lBoquino  fi  congiunfe  il  Sacramentario  Guglielmo  Clebizio>  che  die 
alle  fìampe  la  fua  Fi6ioria  veritatts  ,   &  ruma  Vapatus  Saxonici ,  in  cui 
egli  accufal'Heshufio  di  mille  infamie,  elo  pone  alla  berlina  de' Theologi 
infieme,  e  de' Logici,  come  quello  che  haveva  più  volte  aiTerito quefta 
propofizione,  Trinkas  [b]  ejì  Unitas;  onde  il  Boquino  ancora ripigliol-  ^  Rivedi  n  ne. 
lo  di  Arriano ,  e  i  Calvinifti  di  Serveziano  :  perloche'l'Heshufio  vituperofa-  fo^.  '*  """'  ^"'^ 
mente  fcacciato  da  molte  Città  della  Germania,  pur  fuggendo  qua,  e  U, 
rivoltolfi  intrepido  alla  offefa  del  Boquino,  e  malediflelo  come  empio  fri 
gh  empii,  perchè  infegnato  haveffe,  Chriflum  non  effe  prò  omnibus ,  aut 
omnium  peccatis  crucifixum  ,  C5^  mortuum  ,  fed  tantum  prò  fidelibus  ,  & 
piis-j  e  perciò  egli  volefle,  Chri(ii  Corpus  in  C cena,  ab  tis  tantum  manducar!  y 
prò  ^«/k/y  e-jf/ei^wor^^^y  :  al  contrario  i  Cai vinifì:i  deridendo  l'Heshufio,  e 
i  Luterani,  perch'efliunitifi  [e]  inNaumbourgh  nella  Thuringiahavendo  x^SSó- Si 
propofto  una  commune  unione  fra  loro  in  una  fola  confefilone ,  e  volendo  '"««^  ''^-i»       ' 
tutti  l'Auguftana,  ma  rinvenendola  tutti  bora  ftampata  con  un'aggiunta, 
hora  pubhcata  con  una  limitazione,  bora  in  una  forma,  bora  in.  un'altra, 
fempre  fra  fé  contraria,  pofero  tutta  la  Scuola  Luterana  in  un' aperto  di- 
fpregio,  chiamando  li  Calviniflii  la  Confefiìone  Luterana  hora  Cothurno, 
cioè  calzatura  atta  a  due  piedi,  hora  I/ìde  cioè  gran  Madre  di  molte  figlie, 
hora  Sfinge  y  cioè  moftro  co'l  capo,  e  mano  di  fanciulla,  corpo  di  cane, 
alad'ucello,  voced'huomo,  unghie  di  Leone,  e  coda  di  Dragone;  onde 
i  Confeflìoniftifividderoridicolofamentedivifi  in  Molli  con  diecifette  fu- 
balterne,  in  Bugiai  con  quattordici,  &  in  Extravagantt  con  altre  fette, 
diligentemente  annotate  tutte  da  Andrea  Fabrizio  di^Liegi,  nella  fua  Har- 
monia  Evangelica ,  edalGretfero  [ci]  in  altro  libro,  i  quali  pongono  a  ^^j^^'f^-^f ''■''■^- 
vifl:adituttoilMondomiIIeefemphlridc41aConfefiìoneAuguflana,  emil-"'^""^'''  ■"■  '■"' 
le  capi  di  contrarietà  dell'una  con  l'altra.  E  quindi  gli  uni,  cioè  i  Luterani 
pretefero ,  che  fi  condannalìèro  i  Calvinifti ,  i  Calvinifti  li  Luterani ,  e  tutti 
e  Calvinifti ,  e  Luterani  fecero  gagliarde  iftanze,  che  con  publico  decreto 
di  tutte  le  fcuole  [e]  fi  anathematizzafle  la  dottrina,  elafett^,  com'effi  ^  ^P'^'^  -^ffdu»» 
chiamavano,  de'Giefuiti,  con  gran  pregio  di  gloria  di  quefta  nobilifilm^  ^J/f  *"""'•  ^'""*- 
Religione,  efecrata  concordemente  dagìi  Heretici  al  par  della  Cattolica; 
Tomo  jy,  Kk     "  Con- 


Pio  IV.         51^  Secolo  XVI. 

i  spond  an  i<6o  Conftifioni  tuttc,  pìù  tofto  miferabilì,  chemifere,  le  quali  fecero  ragio- 
X.ììTinfini.    °'  nevolmente  efclamare  nn'Eccleiìaftico  [a]  Annalifta,  Quis  aut  ejufmoS 
errores  ,  aut  errones  dinumerare  -pdeat  ?  Conati  funt  nonnulli ,  [ed  operar» 
luferunt .  Hydra  enim  plufquam  lern^ea  efi ,  cujus  quot  capita  excidas ,  lon- 
gè  plura  Ygnafcantur .  ^ugi<e  Jhbulum ,  cui  purgando  nec  Hercules  fufficiat . 
B^deant  in  Infernum  barathrum,  unde  ortum  habuerunt,  nec  ampliùs  Eccle- 
fìam  inficiant,  aut  corrumpant.  E  ben  intefe  cotal  verità  il  celebre  Ludovi- 
b  ww«.  1J55. 5.  coStaphylo,  che  dieci  annifeguace  di  Lutero,  fottoquefto  [t]  Pontifica- 
to finì  fantamentefuavitainlngolftadio,  configliere  dell' Imperador  Fer- 
dinando ,  &  annumerato  fri  Cattolici  sì  per  1  abjura ,  ch'elfo  fece  deli'  He- 
refia,  come  per  i  potenti  ferirti,  ch'egli  comminò  contro  li  Luterani,  ne 
quali  confefla ,  haverlo  Dio  illuminato  con  la  cognizione  delle  horrende  te- 
nebre di  diffenzioni,  in  cui  fcorgeva  involti  coloro,  che  abbandonato  il 
Sole  della  Evangelica  verità,  fi  davano  ciecamente  in  preda  all'errore,  & 
horrore  dell' Herefia.  E  notò  egli  cotal  contradizione  non  folamente  da* 
e  sraphyius  ,,  loto  libri ,  ma  dall'iftcffo  fatto  di  Lutcto ,  dicui  raccouta,  [e]  che  invitato 
trodrtm»  ^fgi.    all' efotcifmo  di  uua  indemoniata  di  Mifuia,  egli  prima  timorofo  per  co- 
fcienza,  ma  poi  ardito  per  impegno,  fopralei  fujfurrando  incognite  note, 
datantofpaventofolfefubitoforprefo,  che  invano  cercando  fcampo  con 
la  fuga ,  né  potendo  aprir  la  porta  della  Sacreftia  della  Chiefa  di  V  Vittem- 
berga,  dove  rapprefentavafi  la  funzione,  egh  aggrappofli  alla  ferrata  del- 
la Jfineftra,  né  potendo  fmoverne  il  ferro,  a  voci  difperate  vociferando 
ajutOy  e  foccorfoi  il  medefimoStaphylo  allora  giovane  in  età,  e  fuo  fe- 
guace,  per  li  forami  della  ferrata  gittatagli  dentro  un'accetta,  con  ella 
rompendo  la  porta,  quindi  Lutero  ufcille ,  infeguito  dall' invafata ,  e  dal- 
le fifchiate  degli  aftanti ,  che  viddero  in  quel  giorno  con  iftrano  fpetta- 
.  colo  correrfi  dietro  l'un  l'altro ,  un  Diavolo ,  &  un  Demonio . 
HeVefki'^'  ndk      Ma  haveflc  voluto  il  Cielo ,  che  contro  la  canaglia  heretica  Tedefca 
Italia .  proceduto  fi  fofl'e  da'  Principi  della  Germania ,  come  da  que'  dell'  Italia  lì 

^nno  is6t.     pi^Qcedè  ìu  qucfto  [d]  tempo  contro  i  follevadori  Hereticì  della  Calabria . 
e  Hi/ì.  Ntapoi.  Non  sò  qual  reliquia  [e]  de' VValdenfifacevafi  colà fentire in  numero  di 
^'"''■*'  ^  tremila  perfone  nella  Città  di  Montalto  prelfo  Cofenza ,  alla  quale  Calvi- 

sacchinHsibid.Hb.  no  haveva  tré  anni  avanti  mandato  due  fuoi  Miniftri  per  diriggerli  perfetta- 
^  mente  nel  Calvinifmo.  Ma  eglino  fcoperti,&invelì:itidalie  Regie  Milizie, 

jujju  Troregis  profligati  funt ,  multi  occift  ,  multi  igne  ,  multi  fufpendio 
fublati,  plurimi  ad  triremes  relegati;  obfiinatijfimè  plerifque  morientibus  , 
ttift  quos  evocati  à  Cardinale  Gaddio  ^rchiepifcopo  Cofentino  duo  Sacerdotes 
Societatis  Jefu  fuis  e^fortationibus  ad  fanam  mentem  prius  revocarunt  . 
Gio.  Ludovico  Pafchale  Piemontefe  ,  un  de' due  inviati  Miniftri  di  Cal- 
vino, refo  in  poter  di  Salvador  Spinelli  Principe  di  quel  luogo,  doppo 
lunga  carcerazione  in  Cofenza,  in  Napoli,  e  poi  in  Roma,  fu  quivi  vi- 
BtxAinicoHibHs ,  vo  ,  &  impenitente  brugiato  ,  e  perciò  annoverato  da  [/]  Beza  fra  i 
Martiri  della  fua  facrilega  Religione . 

Per  le  quali  cofe,  che  veniam  pur'hora  di  dire  ,  Scorgendo  Pio  dall' 
alta  Cathedra  del  Pontificato  Romano ,  quanta  gran  commozione  di  Reli- 
continuatione  g^^nc  agitaflc  pct  Ogni  parte  il  Chriftianefimo ,  e  quanto  fpalancate  minac- 
del  Concilio  di  cialfcro  le  pottc  dell'Inferno  irruzione,  e  danno  alla  Chiefa  di  Dio ,  non 
Trento .  rinvenendo  altro  più  confacevole  rimedio ,  che  la  continuazione  del  Con- 

cilio di  Trento  >  incominciato  fotto  Paolo  Terzo  j  feguitato,  e  quindi  fo- 

fpefo 


Capìtolo  Vili.  515       P'o  ÌV. 

jpefo  da  Giulio  Terzo,  rifolvè  ,  comefeguì,  di  bandirne  di  nuovo  il  prò-   ^^^^^^^^^  p.. 
(egiiimento,  emanandone  a  tal  effetto  la  indizione  con  [a]  precifa  Bolla,  iv.confliuìl 
checonfolò  il  Chriftianefìmo,  &  atterrì  gli  Heretici  alla  confiderazione 
del  forte  argine,  che  haverebbeoppofto  alla  loro  baldanza  l'adunanza  fa-  rftanza  rigettata 
era  di  que' Padri.  Girolamo  Zanchio  di  Bergamo  Apofkata  doppio  e  della  ^jj^^p^je''^"''^"" 
Fede,  e  de'Canonici  Regolari,  lo  SturmioFratel  giurato  di  lui,  e  Maeftro  ' 
allora  di  lettere  humane  in  Argentina ,  Ludovico  Cartel  vetro  celebre  negli 
eruditi  componimenti,  rifugiato  nelle  terre  de'Proteftanti  per  non  so  qual 
fuacaufa  introdotta  nella  Inquifizione  di  Roma,  l'altre  volte  [b]  nomina-  d.^p^ltJ'in'TJl^'. 
to  Apoilata  Pietro  Paolo  Vergerio,  &:  altra  fimil  gente  fuggita  in  Germa-  pag.^^^.ediPaoio 
niadallo Stato  Venezianoò  per  mutazione,  ò  per  fofpezionediFede,  fi  ^^•'"•4./"«i.4  ì- 
prefentarono  in  Argentina ,  e  in  altri  profJìmi  luoghi  avanti  il  Nunzio  Pon-  ^  ^^^.  ,^  p^^^^^.^ 
tificio  [e]  Zaccharia  Delfino  fpedito  colà  per  laftare  del  Concilio,  richie  "dno'i.'s!  c.io.7'r 
dendo  non  tanto  perdono  come  rei,  quanto  condizioni ,  eprivilegiicome  ('"*'"• 
eguali,  ò  per  il  loro  intervenimento  in  Trento,  ò  per  il  loro  ritorno  nella 
communione  della  Chiefa  :  mi  la  Chiefa ,  che  vuol  rifoluzioni ,  e  non  con-  v^fg^'l^o  ""nlo 
dizioni,  e  ftima  infedele  chiunque  è  foldubbiofo  nella  Fede,  rigettollitut-  ii  indizione  dei 
ti,  non  dal  ravvedimento,  e  dal  perdono,  che  il  Nunzio  benignamente  ^on'iiìo- 
ofterfe  a  tutti ,  mi  dalle  importune ,  &  indecenti  richiede ,  con  cui  eglino 
pretendevano  di elTere  a  caro  prezzo  comprati,  e  non  femplicemente  ri- 
cevuti dal  Papa  «  Onde  il  Vergerio  rifentiill  in  acerbe  doglianze ,  e  con  la 
fuapenna  Tempre  irritata  contro  la  Sede  Apoftolica,  econ  una  certa  fua 
eloquenza  popolare,  sfacciatamente  maledica,  publicò  vituperofe  Scrit- 
ture contro  la  Bolla  del  Papa,  nelle  quali  egli  rinnovava  le  antiche  cantile- 
ne della  corruzione,  com'egli  diceva,  della  Curia  Romana,  e  della  Ti- 
rannica podefti  de' Pontefici.  Màfioppofe  incontanente,  e  a  tempo  U 
rtfpofia  d' Hippolito  Chi':^'^uoU  Brefciano  ,    Canonico  Bagolare  Lateranenfe  j 
alle  bejìemmiey  e  maledicen'^e  contenute  in  tré  fcritti  di  ÌPaolo  Vergerio  con- 
tro l'ìndi's^ione  del  Concilio  publicata  da  TapaVio  QiiartOy  prcziofo,  e  raro 
libriccivolo,  che  con  l'accennato  \dì  titolo  è  ftato  a  Noi  fomminiftra*  ^  imprefoì»  vt. 
to  nor  appunto,  che  quelte  cote  Icriviamo.  drea  ^rrivaòene 

Mi  eli  Heretici  duocarono  allora  con  le  parole,  e  li  Cattolici  co'fat-  ''""■!L5'^*'       .  , 

•      _,     o,      .      .  ^  .  1    1^        *^i-  1-  ■rr'   ì-  '.  filone  17.  del 

ti.  Poiché  intimatalacontinuazione  del  Concilio,  egli  apriili  di  nuovo  in  conci.o  di 
Trento  nella  decimafettima  [e]  Seflione,  relativamente  alle  dieci  tenute  ^'^^'l^^'  lanuariì 
fotto  Paolo  Terzo,  &  alle  fei  ix)tto  Giulio  Terzo,  che  f-iì  ancora  la  prima  i,'r;2.  ' 
fotto  il  prefente  Pontefice  Pio  Quarto.  Mi  crafcorfa  ella  con  altre  tré  %^'*'^''it,^^'  '^' 
Seffioni  in  diverfi  preamboli  non  necelfarii  a  riferirfi ,  finalmente  fi  procede 
alla  vigefimaprima,  che  fu  la  quinta  fotto  Papa  Pio,  fopra il  punto  con- 
troverTo  da'moderni  Heretici  della  necefiiti  della  communione  fotto  i'uaa 
e  l'altra  fpecie .  La  queftione  apparve  fubito  a'Padri  decifa  fin  ab  antiquo 
dal  confenfo  communc  della  Chiefa,  che  non  può  errare,  la  quale  have- 
va  per  lungo  tempo  vietato  nella  communion  Laicale  l'ufo  del  Calice  . 
Ag^iungevanfi  in  oltre  li  moderni  decreti  de'Concilii  di  Coftanza,  e  di 
Bafilea,  e'I  concorfo  di  tutti  gli  Scholaftici  per  trent'anni  addietro,  che 
davan  certezza,  la  communione  di  ambedue  le  fpecie  edere  per  comman- 
damento Divino  neceffaria  nel  Sacrificio,  mi  non  gii  nel  Sacramento: e 
su  quello  punto  difcorfe  dottamente ,  e  lungamente  Alfonfo  Salmerone 
della  Compagnia  di  Giesù,  Theologo  mandato  al  Concilio  dal  Pontefice 
con  lettere  efpnmen ti  l'alto  concetto,  in  cui  egli  era appreffo  il  Papa ,  e 

Kk    2  tutta 


Pio  IV.         51(5  Secolo  XVI. 

tutta  la  Corte  di  Roma  >  e  di  già  efperimentato  ài  profonda  dottrina  fotto 
Giulio  Terzo ,  e  che  unitamente  con  Diego  Lainez  fu  egli  a  Trento  colà  in- 
viato per  fuo  Theologo .  Onde  rinvenendofì  facile  la  rifoluzione  fu  quefto 
punto  contro  la  pretefaneceffità,  doppo  di  haver  eglino  ftefa  la  dottrina 
Cattolica  in  quattro  Capitoli,  difcefero  a  quattro  Canoni  efprimentila 
realtà  del  Corpo  di  Chrillo  fotto  l'una  fpecie,  e  l'altra,  e  la  ordinazione 
della  Chiefa  circa  la  par  ticipazione  di  efle ,  &  aggiunfero  la  dilazione  della 
rifoluzione  di  quelli  altri  due  Articoli,  cioè,  Skn  rationes,  quibus  Sanala. 
^  Catholica  Ecclejia  addu6la  fuit  ,  ut  communicaret  Laicos  ,  atque  etiam  non 

celebrantes  Sacerdotes ,  fub  una  tantum  panìs  fpecie ,  ita  ftnt  retinendiC ,  ut 
nulla  rat  ione  Calie  is  ufus  cuiquam  ftt  permittendus  ;  e,  ^«,  fi  honefiis,  & 
Chrìjiiante  charitati  confentaneis  rationibus  concedendus  alieni ,  vel  gattoni  , 
•pel  regno,  Calicis  ufus videatur ,  fub  aliquibus  conditionibus concedekdus  fìt; 
&  quanam  fmt  ilU .  Eadem  San&a  Synodus  in  aliud  tempus  ,  oblato,  fibi 
quàm  prìmùm  occafione  ,  examinandos  ,   atque  definiendos  refcrvat  j   e  ciò 
a  pittj.Stptem-  feffi  nel  iìue  della  Seflloue  vigclìmafecouda ,  che  fu  [a]  fopra  il  Sacrifìcio 
seifione  «.        ^^^\^  Mcffa ,  ai  cui  uove  Canoni  da'  Padri  fi  pofe  in  fronte  la  dottrina  efpli- 
cativadieffi,  diflintain  nove  Capitoli,  ne' quali  fi  vedono  fortificate  le  de- 
finizioni Cattoliche,  e  ribattute  le  oppofìzioniHeretiche  Calviniftice,  e 
Luterane  :  ad  efll  immediatamente  fìegue  un  Decreto  di  quanto  devefì  of- 
fervare ,  &  evitare  nella  celebrazione  della  MefTa  -,  e  nel  fine  della  Sezione , 
un'  altro  Decreto  relativo  ai  due  quefìti  propofti  nell'  antecedente  Seffione 
fopra  l'ufo  del  Calice ,  che  fi flendeva in  quelle  parole,  Infuper  cum  eadem 
Sacrofan6la  Synodus  fuperiori  Seffione  duos  artìculos  ,  alias  propofitos  ,  & 
tunc  non  nondum  difcuffos,  videlicet,  e  fono  li  medefìmi  riferiti  poc'anzi , 
J<lj4nc  eorum,  prò  quibus  petitur,  faluti optimè confultum  volens,  decrepita 
integrum  negotium  ad  Santiiffimum  Dominum  noflrum  efie  referendum  ,  prò- 
ut  prafcnti  decreto  refert  ;  qui  prò  fua  fingulari  prudentia  id  efficiat ,  quod 
utile  ^ipublica  ChrijUame  ,  &  falutare  petentibus  ufum  Calicis  fore  judi- 
caverit. 
i5<5?"  '^*  ^*''''      Qijin^^i  fi  difcefe  all'altra  Seffione  ,  che  fu  la  [^]  vigefimaterza,  del 
Seffione  Ji,        Sacramento  dell'Ordine,  nella  quale  ,  come  nelle  altre  ,  preceduta  la 
dottrina  efplicativa  dell' aifunto  in  quattro  Capitoli ,  continuolll  pofcia 
l'afferzione  de'dogmi  in  otto  Canoni ,  à  cui  andarono  congiunti  nella  con- 
nefiìone  delle  Selìioni  quegli  parimente  fopra  il  Matrimonio ,  di  cui  fu- 
^c^ii,  Ncymbre  ^QY:2,te  tuttc  Ic  difficoltà,  [  c]  che  nella  difcuffione  fopragiunfero  nel 
'^  ^'  punto  de'matrimonii  clandeftini,  e  preceduta  con  breve  decreto  la  dot- 

trina fopra  queflo  Sacramento  ,  ne  feguirono  dodici  Canoni  formati 
Seffione  S4.        nella  vigefima  quarta  Seflione  con  dieci  Capitoli  de  B^eformatìone  Matri- 
moniiy  in  cui  fi  prefcrivono  regole  efattiflìme  foprale  perfone,  icafì, 
e'I  tempo  della  celebrazione  di  effi . 

Rigettate  con  quefti  oppofli  Oracoli  l'Herefìe  infurte  de'  moderni 
Novatori  contro  il  numero,  e'I  valore  de'libri  facri,  controia  effenza 
del  peccato  Originale,  la  giuflifìcaziOne  delì'huomo,  il  valore,  e'i  nu- 
mero de'  Sacramenti ,  e  dilungati  quegli  delia  Euchariftia  con  la  opportu- 
na provifìone,  e  decifione  tanto  in  riguardo  all'ufo  del  Calice,  quanto  al 
a  4.  Dectmhh  Sacrofanto  Sacrifìcio  della Meifa ,  aprifii  finalmente  [d]  la  vigefìmaquinta 
^^p-  Seflione,  che  fu  ancora  l'ultima,  in  cui  fenza  eftenzione  di  Canoni  fìfor- 

seuone  2j.       marono  fei  Decreti,  per  pienamente  contraporre  le  maffime  Cattoliche 

agli 


Capitolo  Vili.  517       Pio  IV. 

agli  ticreticalì  commenti ,  da  Noi  riferiti  in  tutto  il  lungo  corfo  di  quefto 
Secolo ,  prima  circa  il  Purgatorio ,  e  fufleguentemente  fopra  la  invocazio- 
ne, venerazione,  e  Reliquie  de*  Santi,  fopra  le  Indulgenze,  e  li  Digiuni, 
e  l'Indice  de'Libri ,  nella  efecuzione  del  qual  Decreto  il  Pontefice ,  forma- 
to [<«]  da' Padri  l'Indice,  confermonne  [è]  con  precifa  Bolla  il  contenu-fJ''^^*'/-^ff: 
to,  e  le  regole  ad  e  ito  annef  fé,  conlereftrizioni,  e  pene  ingiunte  nell'ac-.?"/"  «»;?«  co«. 
cennata Bolla,  in  cui ilnuovo  Pontefice  moderando  le  cenfure,  epeneim-  'b'^MUr.inPio 
pofte  [e]  dalfuoAnteceffore,  refe  nel  medefimo  tempo ,  epiiiautorevo-/f'.c<i«/?/>,7<J-77- 
lelaprohibizione,  e  più  agevole  la  ofTervanza.  Fu  ampliato  quell'Indice  5,  p'^^V'/r.^M* 
da  Sifto  Quinto ,  da  Clemente  VIII. ,  [if]  e  da  molti  altri  Pontefici,  fe-MM»». 
condochelafopravenienzadinuovi  Libri  infetti  ne  richiederono  il  bifo-  thmLyiiLCo'Z 
gno ,  accorrendofi  prontamente  alla  dilucidazione  del  vero  con  la  riprova-  /?'>•  ì^-  è-^-  '^  j. 
zionedelfalfo.  Finalmente  terminarono  i  Decreti  con  l'altro  de  recipien- 
dts ,  &  objervandis  Decretìs  Concila,  &  ad  eflo  feguì  la  richieda  al  Regnan- 
te Pontefice  per  la  confermazione  degli  Atti  fatti  nel  Concilio,  quindi  le     Terminaiione 
folite  acclamazioni,  &  in  ultimo  le  fottofcrizioni  de'Padri ,  che  tìirono  du'  deiCQHcUio. 
tento  cinquantacinque,  cioè  quattro  Legati ,  undeci  Cardinali,  tré  Pa- 
triarchi ,  venticinque  Arcivefcovi,  centofelfantotto  Vefcovi ,  fette  Abati, 
trentanove  legitimi  Procuratori  degli  affenti ,  e  fette  Generali  di  diverfi    confermaz.'one 
Ordmi  Religiofi .  Terminò  il  grand'  affare  del  Concilio ,  e  fuggillonne  au-  couciuò^     '^^^ 
thenticamente  gli  Atti  la  Pontificia  confermazione,  che,  portatifi  incon- 
tanente a  Roma,  humilmenterichieferoaPio  Quarto  nel  fecreto  Conci- 
ftoro  [e]  li  Cardinali  Morene,  e  Simonetta  Legati,  che  incontanente  la  j/;^'^^^^'^.'"''» 
ottennero  con  la  Bolla  precifa  [/J  Benedi6lus  Deus,  &  Tater  Domini  «0-  f  'h/sTiu'r'.lnpIò 
flri  Jefu  Chrifli,  alla  quale  feguirono altre  Bolle,  l'una^^]  Sicut  ad  Sacro- \^^-^'':^'^'^-^^ì^^^i'^ 
rum  Conciliorum  Decreta ,  declaratoria,  cheli  Decreti  del  Concilio,  circa  15^4.'^' 
la  Riformazione,  e  il  Juspofitivofolamente,  cominciafferoad  obligare  ^ ''^'^•^*''^^"'^°* 
ciafcun  fedele  alla  oflervanza  di  effi ,  dal  primo  giorno  di  Maggio  dell'anno 
1 554.  l'altra  t  [h'\  Dominici  Gregis  euftodia ,  in  approvazione  dell'  Indice  de'  ^  ^'^"^*  ^«"'^''•77. 
Libri  vietati ,  conleregoleformateda'PadriDeputati  dal  Concilio,  e  in  . 
prohibizione  di  leggerli,  òdi  ritenerli;  l'altra  [/]  ^gmamm  Vontificem  '  ^^'''•^'"J^'f-^S' 
cóntro  qualunqueperfonaritentrice  di  Chiefe,  e  di  Beneficii  Ecclefiaftici 
jn  Confidentiam  i  cioè  Simoniacamente ,  contro  la  mente,  eia  difpofizione 
del  Concilio;  l'altra  [fQ  In  Sacrofan&a  B.Tetrì,  in  ordinazione  di imnuo^^^''^-^'"^'^'^^' 
vo giuramento,  dicuieglineftendelaformola,  elaprofeifione,  da  reci- 
tarfi  da  qualunque  perfona  promofla ,  ò  promovenda  a  qualunque  Magifte- 
ro  di  publiche  Scuole  ;  l'altra  [  /  ]  In'ìunBum  nobìs  con  la  forinola  di  un  fimi- 1  ii'id.  conjiu.^. 
le  giuramento  a  chiunque  prò  villo  fia  di  Ecclefiaftici  Beneficii  gl'altra  [m]  In  mind.  condirsi. 
fuprema  Militamis  Ecclefici  fpecula  fopra  l'obligo  della  Refidenza  de' Pre- 
lati, ede'Parochi;  l'altra  [«]  In  Trine ipis  jtpojìolorum  Sede  revocatoria  n  ii,u.c»»ji;t.94. 
di  tutti  gl'indulti ,  efenzioni,  e  facoltà  pafiate,  che  poteflero  in  qualunque 
modo  prefentemente  contrariare  a  Decreti  del  Tridentino  ;  e  l'altra  in  fine 
[0]  ^liàs  noi  nonnullas  Conjiitutiones  in  erezione  di  una  Congregazione  di  ^  ^^;j  conint.u. 
otto  Cardinali  in  Roma  fopra  la  efecuzione,  e  la  ofTervanza  de'ftabiliti 
Decreti  dal  Concilio  Tridentino ,  che  dicefi  la  CongregaT^jone  del  Concilio 
di  Trento.  Ed  ella  fiì  allora  eretta  da  Pio  per  il  folo  effetto  della  efecu- 
zione degli  atti  Conciliari,  ma  non  già  per  la  interpretazione  di  eflì  :  co^ng^Jg^^ione 
eflendo  cofa  chela  interpretazione  fiinell'  accennata  Bolla  intieramente  ri-  <iei  concilio . 
fervata  al  Papa ,  prohibendoncegliefprelfamenteognigloffa,  òcommen- 
Tomo  JV,  Kk    3  to. 


Piò  IV.         ^jg  Secolo  XV L 

^ìnBuiur.  xifii  to.  Sifto  Quinto  poi  con  preponderanti  motivi  [a]  aedunfe  alIaConere- 

V.  e oujttt. •74.  .  ^^     1     r         1^  \  j*  •   '^  •  Il  /*  I  ^  , 

gazione  anche  la  facoltà  d  interpretare  in  quelle  cole,  che  concernono  la 
Riforma,  e  non  la  Fede,  quali  ultime  egli  rifervò  a  fé,  &  a  fuoi  fucceflbri  ; 
onde  adinviene ,  che  doppo  la  Coftituzione  di  Sifto  Quinto  iì  dica  Congrega- 
^ione  interprete  del  Conalio ,  elfendone  prima  folamente  efecutrice .  Dal- 
le quali  cofe ,  che  veniam  pur  hora  di  riferire ,  rendefi  palefe  la  follecittidi- 
ne  di  Pio  Quarto  non  tanto  nella  celebrazione ,  e  terminazione  del  Conci- 
lio di  Trento ,  quanto  nella  efatta  olfervanza  di  eflb ,  formandone  Congre- 
gazioni per  la  efecuzione ,  Bolle  per  la  validità ,  Oracoli  per  la  fincerazione, 
e  trafmettendone  impreffi  li  Decreti  per  li  Regni  Cattolici  del  Mondo  i  on- 
de fé  ne  diffufe  in  tutta  la  Chriitianità  un  concetto  di  fomma  venerazione , 
venendone  li  Decreti  della  dottrina  adorati  come  facr  ofanti  da  tutti  li  Cat- 
r/'"*'J'  ^''"''*-  tolici,  equeidelladifciplinainfommopreggiodirifpetto,  anche  [b]  nel- 
&  SFonXanAll^  la  Ftaucia ,  ove  incontrarono  qualche  ditiicultà  [  e  ]  apprelfo  il  Conlìgiio , 
^^T'ocd'  A  etti    P^^^ch'eglino  furono  rapprefentati  come  pregiudiciali  a'privilegii  del  Re ,  e 
^tur./dti  conc'iL  alla  hberti  afferra  della  ChiefaGallicana.  Nel  rimanente  quante  gran  pia- 
fJvédìli're^Zn'  ^^^  rimaneffero  fanate  dal  falutevole  farmaco  di  qiiefto  gran  Conciho ,  la 
u^Pontìjì'c.dfpZ'-  èfperienzalodimoftra,  poiché  il  male  della  Herefia  non  potè  per  l'avveni- 
lo  V.  tom  4.        j.g  giammai  più  dilatarli  in  altre  parti ,  e  ò  die  indietro ,  ò  almen  fermollì , 
eftagnato  rimafe  nel  puzzore  de'fuoi  errori ,  Al  contrario  daeflb  riconob- 
be il  Chriftianefimo  un  nuovofplendore  sì  nella  dilucidazionedella  Regola 
della  Fede,  come  nella efemplarità  della  prattica  de'coftumi,  e  in  tutto 
ciò,  checon  regia,  e  fantadettaturafignifìcò  al  Pontefice  il  pio  Re  Ba- 
fìiano  di  Portogallo,  allor  quando  ricevendone  da  Pio  Quarto  gli  atti  Sino- 
dali,eia  BoUadella  confermazione,  così  gli  rifcriffe,  accertato  egregio  non 
men  della  Religiofità  di  quel  Principe ,  che  della  utilità  di  quefto  Concilio , 
A  tìtt  ì,  -osfcbr.  [(/]  Beatijjìmo  Tadre,  non  mi  perfuado ,  che  forge ffe  mai  neW  età  nojira  ò 
v^ticJ>!l^}TiPai-  de  l^oftri  Tadri  alcun  giorno  a  tutta  la  Chrijiiana  I^epublica  più  felice  di 
Uv.  hi>.z4.  cap.^.  quello  i  in  cui  la  Santità  Fojìra  confermati  tutti  i  decreti  del  [acro  Concilio 
IcTuri'dciRe.r.  Tridentino»  ha  innal:i^ato  dalla  I\pcca  di  cotejìa  uipoflolica  Sede  un  fegnofa- 
PorrogaiioaiPa.  lutare  a  jpevar  bene  della  Jìejfa  B^publtca^  Baftava  pr  e  fio  gli  huomini  pii  y  e 
vanifficoStu  gelanti  della  publica  falute  l'autorità  di  quel  graviffimo  decreto  ,  ond'  ella 
ho .  con  la  fua  ^poflolica  podefià  havca  comprovati  tutti  i  Canoni  di  quel  Santif' 

fimo  Concilio  :  ma  prefjo  i  protervi  ed  ojiinati ,  finche  ciò  non  ft  notificava 
per  publiche  lettere  della  Santità  Fofira ,  non  pur  vacillava  la  fermc:^a  del 
Sacrofanto  Concilio  ,  ma  correva  pericolo  nella  dignità  ,  e  nella  ripata'S^ione 
dell*  integrità  la  Sede  ^pojìolica  ;  interpretando  alcuni  la  circospetta  dimora 
di  yojira  Santità  »  e  la  B^ligiofay  e  matura  prtiden'^a  di  cote  fio  fiero  Senato 
in  promulgar  la  Bolla,  afjui  diverfamente  da  ciò y  che  ha  dimofirato  l'even- 
to .  Ora  mentre  con  le  Lettere  Tontificie  tutti  canfc^fìano ,  che  ogni  caligine  è 
di(Jlpatay  ed  ogni  ambiguità  è  levata;  penfano  alla  maniera  di  mutare  vita; 
"veggono  i  convenir  loro  vejìirfi  d'altri  cofìumi,  e  procedere  per  altra  via;  ft 
rifiora  la  feverità  della  difciplina  Chrijiiana  ;  rifiorifce  lo  fiudio  delle  buone 
arti  ;  ft  ripiglia  la  cura  dell'  anime  già  mtermefj'a  ;  fi  rende  il  debito  fplendore 
alla  Chic  fa  ;  fi  prefla  onore  a  Sacerdoti ,  e  a'  Mmifìri  di  Dio  ;  i  Tafiori  adem- 
piono l'uffi:(jo  loro  ;  fi  ef aminano  le  obliga'^^oni  di  molti  benefÌ7;ji:,  e  le  prifii- 
n€  f un'ioni  fi  ripongono  in  ufo»  Ver  tanto  rendiamo  tutti  publiche  gra-:^ie  alla 
Divina  Maejià,  che  ifpirò  una  mente  sì  pia  alla  Santità  yoflra  :  eie  rendere- 
mo anche  femprea  Fofira  Santità»  per  la  cui  infaticabil  cojiani^a  s'è  ridotta 

a  com- 


Capitolo  Vili.  519       P*^  J^-' 

4  covnpimento  un  opera  così  [aiutare.  Quanto  appartiene  alla  nofir a  ofter- 
vanTra  in  mamener  Li  dignità  del  Sacro  Concilio  ,  e  l'autorità  di  cotejìaSede , 
farò  ,  che  i  nojìri  [additi  ,  ed  anche  ^li  altri  intendano  ,   mtnte  a  ì^i  pia 
ejfere  a  cuore,  che  il  rifiituire  la  prifiina  dignità  alla  Chiefi  ,  e'I  farfi  c4)t' 
tutti  i  decreti  del  facro  Concilio ,  tanto  fopra  la  Fede  ,  quanto  [opra  i  coJìh- 
rni,  fieno  ojjervati  con  inconcufja  ,  ed  inviolabile  integrità  :  il  che  immanti- 
nente ho  fignificato  a  tutti  i  Trelati  de'^hlofiri  B^gni,  e  Dominii ,  ed  ho  ac- 
curatamente raccomandato  ,  che  con  ogni  Jludio  vi  foprintenda  il  Cardinal 
Enrico  mio  riverito  Zio  Legatodella  Santità  Fa/ira  :  non  tanto  a  fine  di  ren- 
derlo pia  pronto  ,  efsendo  egli  a  ciò  afsai  incitato  dall'  innata  pietà  ;  quanto 
pere h'  egli  fapefse,  che  in  quello  affare  la  nofìra  mente  con  la  fua  fede ,  con 
la  fua  religione  y  e  con  la  fua  integrità  fi  conforma  a  pieno;  e  perche  min- 
cordafse  paternamente  quel ,  eh'  egli  giudicafse  poterfi  da  me  operare.  Co-  Maledrcenze  de- 
si il  Re  al  Papa.  Ma  quanto  goderono  i  Cattolici  delia  terminazione  fro u conciiio''dà 
del  Concilio  di  Trento,  tanto  malene  dilTero  gli  Heretici,  che  ò  ne  tre-  Tremo. 
merono  convinti,  ò  ne  morfero  maledichi  le  ordinazioni,  e  li  dogmi  , 
Gio.  Fabrizio  Montano,  Martin  Kemnizio ,  Giacomo  d'Andrea ,  e  peggio 
di  tutti  Carlo  Molineo  mandarono  alle  ftampe fatire  puì  torto,  cherela- 
zionidielfo.  Era  il  Molineo  Heretico  Calvinifta  inlìeme,  e  Luterano,  ^  ^^^'^^^^l^^°^\i, 
tale,  quale  lo  facevano  ò  la  diverfitù  de' tempi,  ola  utilità  de'negozii,  ò  tà!  ' 
l'avvantaggio  de'Colleghi.  Egli  nativo  di  Parigi,  e  in  quella  Città  celebre 


Jurifconfulto,  e  come defcrivelo  l'Annalifta  [^]  Francefe  Vrifae  liberta-  a spond. an,is64 
tis  fìtblimis  ofientatory  era  di  già  reo  di  odio(e  fcritture,  onde  una,  ch'ei  ""'"•^ 
a  contemplazione  degli  Hiigonotti  divulgò  con  nome  fupprefl'o  contro 


l'autorità  *del  Re,  e  del  Magi  tirato,  [b]  fu  in  publica  Piazza  di  Lione  ri- ^JsThuani^1fj% 
tuperofamente  arfa ,  &  abbrugiata,  &  un'altra  contro  la  Pontificia  podeffà 
hebbegli  a  procacciar  la  morte ,  [e]  fé  a  tempo  egli  non  fi  fottraheva  dalla  e  vide  spo»d.  a». 
Francia  al  folito  afilo  degli  Heretici  nella  Germania,  d'onde  richiamato  ^sH-»-^- 
dagli  Hugonotti,  fu  di  nuovo  per  lìmil  cagione  di  malat'edecoilrettoa 
partirfi  Bomo  cervicofus-,  &  arrogantia[d^  corruptus ,  comeliegueloade-  ^  ibidem, 
lineare  il  fopracitato  Spondano .  Sicché  havendo  egli  cominciato  l'arringo 
del  dir  male  de'Re  terreni,  maraviglia  non  fu,  che  olrrepaHàfle  a  lacerar 
li  Principi  della  Chiefa ,  formando  un  libro ,  in  cui  con  cavillofi  argomenti 
dimoftrava  [e]  ISljtllo  il  Concilio  y  e  vi':i^ioft  la  indi':^ioney  e  jacriiig-o  ti  prò-  ^  i^*>»  ^'^-i^- 
grejsoy  e  contrario  il  fine  ai  Decreti  antichi  de'Vadri.  Nonhebbequefto 
libero  per  lui  miglior  fortuna,  che  gli  altri;  poiché  per  eflb  egli  provaco 
tanquam  male  [/']  de  I\eligione  fenttens ,  &  feditionis  incentor,  ignominiose  f  ibidem. 
in  carcerem  con]e6ius  fuit  :  né  dal  carcere  ufcìfenza  la  condizione,  [g\  ne  g  ibidem, 
quid  impoflerum  in  vulgus  edere  injufsu  l^egis  pofset .  Perloche  correva  la 
famadiluidiConfeilionifta  Luterano  egualmente,  e  di  Calvinifia,  com- 
provandone egli  medefimo  la  fama  con  una  tacita  teftimonianza,  folico, 
alludendo  ad  ambedue,  di  fottokriverfi  [/?]  Fr<z«a^,  &  Germania  Jurif  ^^  j^^'"  ^^''""»' 
confultus  ;  benché  Genebrardo  [i']  attedi ,  haver  il  Molineo  ftabilito  di  feri-  \Gentbr.in  chro- 
vere  un  copiofo  trattato  contro  la  Herelìa  Calviniana,  che  non  potè  poi  '"'■  /"'**  ^"'  ^• 
profeguire,  prevenuto  dallamorte.  Nel  rimanente  [k,]  chi  defcrille  li  fuc-  j/''|.'^'/"t;j^7» 
cedi,  &  il  catalogo  de' Moderni  Heretici,  anche  co'l  telhmonio  di Buce- /-«li^  £«««^w.' 
ro,  annoverafràefii  Carlo  Molineo  ,  che  feguace  di  horridi  Heretici  alfcri, 
Jefum  nafcentem  adaperuijse  Fulvam  Marice  :  e  ,  Errare  Dotlorts  Tapifli- 
»  OS  ,  dum  urgtnt  merita  tum  incarnatioms  ,  tum  nativitatis  ,   tum  tentativi 

Kk     4  (inm. 


Pio  IV.         52,0  Secolo  XVI: 

num,  &  affliBionum  Chrìflì  ;  nihil  enim  h£c  omnia  prodejìe  mbìsj  fed  [q- 
lam  monem  Chrijiiy  folam  à  Deó  acceptatam  prò  expiatione  nojirorum  pec- 
catorumt  &  lurevitteaetern^'y  e,  Tetrum^om^enunquam  fuifie;  perloche 
efiftenti  cotante ,  e  così  poderofe  caufe  di  meritata  condanna ,  meraviglia 
Eolia  Pomificu  ^0"  ^  >  ^^  ^'  Padri  Tridentini  habbiano  annotati  li  di  lui  Libri  nella  prima 
contro  il  Moli-  Claflc  degli  Aiitoriprohibiti  >  e  Clemente  Ottavo  ne  habbia  rinov.ata  la 
"^°  •  prohibizione  con  una  Bolla  precifa ,  in  cui  riferva  a  fé  folo ,  &  a'fuoi  fuccef- 

lori  la  facoltà  di  poter  dar  licenza ,  eh'  eglino  fi  leggano .  Eccone  la  Bolla , 
a  BHiiar.incicf».  la cuì folalcziouc bcu dcfcrivc diqual fcdc folfc il MoHnco  :  [al^Apojiolica 
viii.confiit.S9'    sedis  au5loritati  maxime  conpenit,  &  ad  noflrum  pertinct  officium  ,  accura- 
te profpicere,  ne  impiorum  hominum  libris,  ac  monumenti! ,  fidelium  men- 
tes  feducantUYj  aut  quovis  modo  à  via  verìtatis  avocentur, 
.  T^^os  itaque  conjtderantes  damnati  memorile  Caroli  Molinai  [cripta  ,  & 

commentarla  y  doilrinam  pernicìofamy  &Catholicce  fideicontrariam  contine- 
re,  &,  ideò  hujus  impiiy  &  hareticihominis  in  prima  clafie  defcripti  opera 
omnia  in  Indice  Ltbrorum  prohibitorum  tam  per  nofiros  Trxdecejfores  ^pma' 
nos  Tonti fices,  quàm  etiam  per  '^ps  nuper  edito  ,  exprefsè  ,  ac  nominatim 
fiib  cenfuris ,  &  pcsnis  in  eo  contenti^  prohibita ,  c^  interdilla  fuiffe  i  &  atten- 
dentes  etiam,  ftcut  ad  audientiani  nojiram  pervenity  quàm  eorundem operum 
le£lio,  &  retentio  ab  univerfis  Chrijiifidelibus  maxime  vitanda 'fit, 

'hljhilominus  à  pluribus ,  &  iis  pnefertim  ,  qui  utriufque  juris  fcientiam 
profitentur,  cantra  hujufmodi  prohibitionem ,  di&i  Caroli  firipta,  &■  Com- 
mentaria  ,  fub  variis  pr^textibus ,  Jìve  illa  examinandi ,  &  expurgandi  , 
frve  corrigendi ,  &  cmendandi ,  ut  dicunt ,  five  etiam  ut  illis  utantur  in 
judiciis ,  cr  deciftonibus  canfarum  ,  &  aliis  eorum  fcriptionibus  frequenter 
legi,  &  retineri  maxima  cum  eorumdem ,  &  aliorum  animarum  periculo  , 
&  fub  bis  prAtextibus  varias  licentias  etiam  à  nonmlUs  Epifcopis  ,  & 
aliis  locorum  Ordinariis ,  &  ab  Inquifitoribus  temere ,  ac  de  fa£io  ,  & 
etiam  quandoque  ab  hac  Sanala  Sede  ,  &  à  Venerabilibus  Fratribus  noftris 
S.  ^.  E.  Cardinaltbus  fuper  Indice  librorum  prohibitorum  deputatis  ,  fìve 
etiam  interdum  à  Generatibus  Inquifitoribus  fub  prmcepto ,  ut  nonnifì  expur- 
gatis  ,  &  cun6iis  erroribus  deletis  uti  pojfmt ,  diverfimodè  ab  eifdem  extor- 
tas  y  aut  impetratas  fuiffe . 

Tropterea  prò  noftra  Taflorali  folicitudine  cun^orum  Chrijiifidelium  ani- 
marum fecuritatiy  &  f aluti  y  quantum  cum  Domino  pofiumus,  confulerey  & 
ne  ipft  Chrifiifideles  mali  hominis  prava  do6irina,  &  impietate  falUntur  , 
aut  inficiantur ,  opportune  providere  volentes  ,  prò  potiori  cautela  ,  motu 
proprio,  &  ex  certa  fcientia,  ac  matura  deliberatione  nojirisy  ì?ac  noflra 
perpetuò  valitura  conftitutione ,  omnia,  &  quAcumque  pnedi^ii  Caroli  Mo- 
lin£i  H£r etici  f cripta,  opera,  &  commentar ia ,  Beatorum  ^poflolorum  Pe- 
tri  &  Tauli,  ac  noftra  au6loritate  de  novo  perpetuò  damnamus,  reprobamus, 
tnterdtcimus  ,  &  anathematii^amus  ,  eorum que  le£iionem  ,  &  retentionem 
univerfiSy  &  fmgulis  Chrifiifidelibus ,  cujufcunque  flatus,  gradus,  ordinis  , 
conditioniSy  dignitatis  y  honoris  y  <&■  pri^eminentia ,  licèt  de  illis  fpecialis  , 
&  individua  mentio  habenda  far  et ,  exiftanty  edam  fub  excommunicationis 
lat<£  fententia  ,  aliifque  cenfuris  ,  &  pcsnis  in  Indice  librorum  prohibitO' 
rum  contentis  ,  ac  etiam  fuf^icionis  ipfius  harefìs  ,  quantumvis  fcripta. , 
opera,  &  commentarla  ipfa  ]am  quovis  modo  fuifie  expurgata  pratemant , 
diftri£lò  perpetuò  interdicimus ,  &  prohibemus,  Equìfoggiungelacaflazio- 

"  nedi 


» 


Capitolo  Vili,  5 Z I        Pio  I V. 

'fìé  dì  ogni  qualunque  ottenuta  licenza ,  con  le  folite  claiifule  delle  Bolle , 
Datum  porrne  apnd  San6lum  Marcum  ,  fub  anulo  Tifcatoris ,  die  vi^efìma 
prima  ^ugujii ,  mille  fimo  fexcentcfimo  fecundo  ,  Vontificatiis  noflri  ^nno 
undecima,  Papirio  Malfoneriferifce,  eltere  il  Molineo  [a]  morto  in  età  iDiezS.Decemù. 
fefTagenario ,  [b]  &  ab  eo  fub  mortem  vocatos  futfie  tres  t^r^cipuotTheo-  l'^^^^^   seond, 
logos,  qui  ei  morienti  adjiiterunt ,  Ut  fpes  ftt ,  foggiiinge  1  allegato  Spon-  an.xse^.n.j,      ' 
dano ,  eum  tunc  rcjìpitifk  a  fuis  erroribus  ,  &  in  Communione  Ecclefitjs  de- 
ceffijfe.  Ma  iìccome  [e]  "ì^on  potejìmalè  mori,  qui  bene  -pixcrit  ;  cosi  ,  e  s.^ug.  iniibro 
dice  Sant' Agoftino >  rix  bene  moritura  qui  male  vixit.  dtDoar.curifi,. 

Dal  continente  dell'Europa  ci  convien  hora  paflare  non  tanto  il  mare 
dell'Inghilterra,  quanto  un  pelago  d'infiniti  difaftri,  che  inondarono  l'In- 
ehilterra,  doveElifabetta  Idi  regnava  più  tofìo  come  regnano  le  ir^iere  ']}'"'',  \[/f"^'-'^' 
ne  Dolchi,  cheleRegmene  Regni.  Al  decreto,  che  habbiamo  accenna- /.«t^.  475. 
to ,  del  Parlamento ,  al  giuramento ,  che  fi  è  riferito ,  della  primazia ,  fé-  Ji^'à'd^'ena Regina 
guirono  incontanente  così  barbare  rifoluzioniper  la  efecuzione  dell' inten-  Eitiibetu  comro 
to,chelaperfecuzione  Inglefe contro  i  Cattolici fottoElifabetta ben  ugna-  ghjilefji"  '^'  ^"* 
gliarfi  fi  può  à  quelle  più  fpietate ,  che  moffero  ò  gli  antichi  Imperadori  del- 
la Gentilità ,.  ò  li  più  moderni  di  Oriente  foftenitori  dell'Herefie .  Scrillele 
[  ff  ]  il  Sommo  Pontefice  Pio  Quarto  lettere  dettate  da  un'amor  paterno ,  e  e  ^nno  isco, 
daunzelo  Apoftolico;  ma  ella  ò  non  degnò  rifpondergli,  ò  elleno  à  nulla 
profittarono.  Inviollefi  [/]  l'Abate  Martinenghià richiederla  ài  mandar  £^««9  li-S'. 
fuoi  Theologi  al  Concilio  di  Trento ,  màellanefùsìdalungi,  che  mandò 
vietando  al  Martinenghi ,  che  di  Fiandra,  dov'egli  era ,  fi  tragittaiib  à  met- 
ter piede  nell'Inghilterra  :  anzi  in  onta  del  Papa,  in  difpetto  della  Chiefa 
Romana,  in  ifcheinodel  Concilio,  adunati à  [gì  parlamento  gli  Stati,  g  ^^^^^^  ,^5^^ 
vi  kcQ.  diifinirecafo di lefaMaeftà l'aderire,  trovarfi  in  terrapodefì:à  fpi- 
.  rituale,  ò  temporale,  fuperioreall'airolutofuo  Imperio  nell'Inghilterra.  h.^i>Hd^>idrtam 
E  primieramente  'piccolo  Hetho  (fono  [h]  parole  dello  StovvProteftante)  PhUopatrum  [ut. 
^rcipefcovo  d'Torch,  e  i  Vefcovi  di  Ely,  e  di  Londra,  conaltriquattordici,'^''''^'^^' 
perciocché  ricufarono  di  prendere  quefio  giuramento ,  furono  caffi,  e  privati 
da'loroFefcovadi,  come  altresì  moltt  Decani,  ^Arcidiaconi ,  Rettori,  Vie ariì, 
&  altri  del  Clero,  i  quali  tutti  fpogliati  de'  beneficii,  furono  chiù ft  indiverfe 
prigioni.  Così  egli;  e  noi  aggiungiamo ,  che  non  ne  ufcironvivi,  confu- 
mati, [/]  quivi  dentro  fino  alla  morte  dalla  lunga  miferia  delia  inedia,  del  j  p,;^^  ^,„^;„^^„, 
fetore,  e  de*  patimenti.  Quindi  con  efattifiìma  diligenza  tratte  dalle  im-  nm  s^ndcri  i.  ?. 
mondezze  le  ofla  della  Concubina  di  Pietro  Virmilio  Martire ,  dove  elleno  ^t  ^[^"{'."ef^/df^ 
furono  fatte  gettare  dalla  Regina  Maria  diflbtterrate  da  una  Chiefa  di  Oxo-  scinfm.  ex  iioris 
nioj  quell'altra  Regina  Elifabetta  le  fece  riporre  dentro  l'Arca,  dov'era  il  ^^rfitm'."'""  "" 
,  Corpo  di  Santa  Frifvvida,  equivimefcolare,  e  confondere  quelle  della 
fporca  Meretrice  con  quelle  della  caftiflìma  Vergine,  tal  eh' elleno  non  fi 
poteflero  giammai  difìiinguere,  ò  feparare  :  e  ricoperchiato  poi  l'avello, 
ella  vi  fé  fcriverfopra  à  gran  lettere,  Hìc  lacet  B^ligio  cumSupcrfiitione, 
/dando  il  Titolo  di  Religione  alla  Femmina  dell' Heretico,  e  quello  di  Sa- 
perfii'sjone  all'Ancilla  di  Chrifto .  Di  quelle  poi  [  k]  del  Bucero ,  e  del  Fa-  k  ^pudsanderum 
gio,  che,  regnante  Maria ,  furono  medefimamentebrugiate,  e fparfe  al  ^^,;  JY^J^ ^'"""'* 
vento,  non  rimanendone  reliquia,  .ordinò  la  nuova  Regina,  cheilhono-'^'"    '  '  " 
raffero  nella  memoria  delli  loro  nomi ,  coftituendone  la  tefla  nel  dì'  trente- 
fimo  di  Luglio  con  tanto  applaufo  degl'  Inglefi ,  quanto  più  degnamente 
meritato  lo  haverebbe  ò  un  San  Gregorio  Magno ,  che  fpedì  il  primo  colà 

>      .  Pre» 


Pio  IV.  ^2^2,  Secolo  XV F. 

D  Kaitnd  j/ PJ^cdicatorl  Evangelici,  ò  quel  Sant'Agoftino,  chefii  il  primo  Apoftolo 
Fox!  vf/t^Nicoi.  deiringliiiterra .  Qiundiprefe proporzionato  motivo  [a \  Giovanni Foxo 
^Z'"J,'J-'^"^'%  '"  di  comporre,  e  dedicare  alla  fua  Regina  lìlifabetta  un  Calendario,  ò  un 
mit.  Martirologio  ,  intitolato  ,  Fatti ,  e  memorie  jtngolan  ,  e  degne  di  ncor- 

Gio*Foxo  cnor'  '^^**-('  »  ^^^  divengono  HelU  Chiefa  ,  intendendo  egli  per  la  C/^/e/ìz  la  fola 
ludi  elfo.  Chiefa,  ò  per  meglio  dire.  Sinagoga  Inglefe.  Ineiibrinvengonfì/^caflati» 
come  indegni  di  memoria  al  mondo ,  quanti  S^nti,  quanti  Martiri ,  quanti 
Dottori,  sì  Greci,  come  Latini,  venera  la  Chiefa  Cattolica,  in  luogo  de* 
quali  leggonli  foflituiti  U  nomi  di  Bucero ,  del  Fagio ,  di  Erafmo ,  di  Lute- 
ro, di  Melandone,  di  Eduardo  Seflo ,  e  corali  altri,  chi  Heretico,  chi 
Herefiarca  :  in  quella  guifa  appunto,'  che  di  già  TheodoroBezahaveva  en- 
comiato come  Martiri  li  fuoiCalviniftibrugiati  chi  vivo,  chi  morto,  e  li 
Predicatori  della  Tua  Setta  come  fondatori  di  di  vèrfeChiefe  nel  libro  da  elfo 
ftampato  de  Iconibus .  MàilFoxopafsò  più  avanti  nelle  beftemmie,  che 
il  Beza  :  conciofiacofach' egli  non  fi  vergogna  di  fcrivere,  cheilfuo  Nic- 
colò Ridleo,  e  il  nodro  San  Niccolò  di  Mira  à  bilanciarne  la  virtù,  e  i 
meriti,  fon  pan  nella  fantità ,  eilfuo  Tommafo  Cranmero  valeva  più  egli 
folo,  che  San  Tommafo  Cantuarienfe,  e  mille  altri  noftri  Santi.  Infom- 
ma  la  maU  Volpe  (  che  tanto  fuona  il  fuo  cognome  Fox  )  compofe  de' 
fuoi  Diavoli  un  Martirologio  molto  più  empio  degli  antichi  de'Marcio- 
niti.  Montanini,  Novaziani,  eDonatilH;  onde  meraviglia  non  lìa,  che 
la  nuova  Jezabelle  d'Inghilterra  con  ifpecial  Decreto  ordinalfe,  che  que- 
fto  Martirologio  lì  teneife  appiccato  à  una  catenella  in  ogni  Chie(ade'Pro- 
teftanti,  e  ne' giorni  feftividoppo  la  lezione  della  Bibbia  fi  leggeiie  al  po- 
polo una  novella  di  elfo . 
H^'efil'e  dd^pJli  Q"^^  faccia  riprendefle  allora  l'Inghilterra  nella  diverfità  delle  mafche- 
fìmo  Stato  dell'  re,  chc  ciafcun  poneva  fu'l  volto  della fua Fede,  farebbe cofa  più  facile, 
inghiUcrra.  gi|.  qq\.j^  ^  g  vederne  con  gli  occhi  le  pazzie ,  che  defcriverne  fu  le  carte  e  li 
nomi ,  e  gli  errori .  In  un  Regno  dove  fi  accolfe  tutto  quel  più  di  male ,  che 
deformava  ciafcuna  delle  Provincie  infette  dell'Europa,  confiderifi,  che 
contrarietà  non  incrudehflero,  chemaledicenzenon  fi  uiceilero,  che  be- 
ftemmie non  fi  proferiffero,  quali,  e  quant'herefie  fi  prò  fé  iVatiero,  onde 
hvid  s  dk  ^^^^'^^'^  "^  poteffe,  divenuta  l'Inghilterra  cloaca  d'immondezze.  Quivi 
4«.  '  ""  "  *^'  Protellanti  rigidi,  e  molli;  quivi  Calviniftimedefimamente  [Z?]  rigidi, 
e  puri,  e  perciò  chiamati  Puritani;  e  quivi  li  IVIolli,  cheindì:ato  Lutero 
à  Calvino,  fi  divulgarono  fotto  il  nome  di  Anglo-Calvinifi:i;  quivi  tutti  li 
Anti-Trinitarii  ,  quivi  li  Presbyteriani  ,  che  con  governo  Ariftocratico 
governavano  eifi.  Preti  e  non  Vefcovi,  la  Chiefa;  e  quivi  tutto  quel  lun- 
go Catalogo  di  Heretica  canaglia ,  che  pone  in  confufione  gli  ferirti ,  e  gli 
Scrittori,  gli  Autori,  e  le  Opere,  echecomevereteftedi  Hidra  favolo- 
sa, giornalmente  fi  raultiplicano  in  sì  horrendo  numero,  che  oramai  elle- 
no dir  fi  devono,  non  più  l'herefie  di  quel  Regno,  ma  quello  il  Regno  di 
herefie .  Noi  ne'  feguenti  racconti  con  la  occalìone  de'  gloriofi  fucceifi 
quivi  avvenuti  e  d'infigni  Martiri,  e  di  nobili  Con  felibri,  ne  anderemo 
ordinatamente  annotando  il  numero ,  e  gli  errori ,  fé  pur  potrà  regger- 
ne la  penna  al  pefo  >  ^  al  corfo  dell'  Hiftoria  la  carta . 


C  A- 


5^3 


Pio  y. 


CAPITOLO     IX. 


Pio  Quinto  del  Bofco  nell'  Aleflàndrino  ,  crealo 
Pontefice  li  7.  Gennaro  1566. 

Qualità  di  queflo  Santo  Pontìfice  ;  e  fuo  telo  contro  gli  here- 
tici  nella  Scozia ,  nella  Inghilterra ,  nella  Germania ,  nel- 
la Francia  ,  e  nella  Hollanda ,  cy^Jferzjone  contra  il  Na- 
tale  del  Dominio  Temporale  indiretto  del  Papa  [opra 
tutto  il  Afondo .  Afonti  eretti  da  quefìo  Pontefice  in  f oc- 
cor  fo  de"  Cattolici .  Origine ,  e  rito  del  Sacro  Pileo ,  e  Stoc- 
co .  Prigionia  ,  e  morte  del  figlio  unigenito  del  1^  Filippo 
Secondo  di  Spagna .  Detti ,  e  fatti  di  Pio  contro  di'verft 
heretici .  Michel  "Bajo  ,  e  'Bolla  Pontificia  in  condanna^ 
zjone  di  fettantano've  propofizjoni  ajTerite  da  lui^ 

I  qual  forte  tempra  folfe  il  cuor  di  qiiefto  Pontefice  contro  gli 
Heretici ,  anche  avanti  che  t'ode  inalzato  al  Pontificato,  lo  di- 
molirano  le  cariche  valorofamentefofl:enute[«]d'Inquifitor  ^  '^'""  ow»'"  t//V» 
dì  Como,  le  difpiite  quivi  dottamente  tenute  in  Toftenimento  oVr!'£'^'  w"v 
I  dell'Indice  de' vietati  Libri,  laduplicata,epericolofaMiflìone  (^'^'-d-foi.s^s.to.j. 
contro  il  Vefcovo  di  Bergamo  ò  infetto ,  ò  fofpetto  di  Here-  p^t/Kp/^'/J. 
fia,  il  pofto  di  Commiirario  generale  della  Sacra  Inquifizione  di  Roma,  à  cui  J^^f '^^  ^.  *  ^^j"* 
in  iftaro  di  femplice  Religioso  fii  egli  aifunto,  e  quello  più  raro ,  e  perciò  più  p"vi'"ficf  '  esonero 
commendabile,  in  iftato  Cardinalizio ,  di  fuprcmo  [b]  Inquifitore della  ^'^,^'1"»'/ 
Fede .  Mi  giunto  finalmente  per  impenrate  firade  al  fupremo governo  del-  ca  ^Sulomif. 
laChiefaUniverfale  [e]  l>{pn  tarn  capii  efìe,  quod  non  eraty  come  dilfe  '^'J'o^i^^-'"»-<i- 
Sant'Eucherio  di  San  Maifimo  inalzato  al  Vefcovado  di  R  eggio ,  quàm  prò-  V  £«</.„-.   ,•, 
dtdit,  quodlatebat.  Egli  lanciò  il  primo  fguardo  del  fno  Apoftolico  zelo  '•^j^'^^'^' ^^-^i^- 
nell'ultima,  e  più  lontana  parte  dell'Europa,  doveveggendo  nella  Scozia  "^  ""' 
la  Regina  Maria  Stuard  \d\  opprefia  dagli  Heretici  egualmente,  eda'fedi^  -/«7/?wrl?%fi' 
ziofi ,  egli  prontamente  fovvennela ,  e  apprefTo  Dio  con  efficaci  Orazioni ,  "•'  x"^/".f  /  ó*  'dìf. 
€  apprefib  i  Redi  Francia,  e  di  Spagna  con  validi  incitamenti  di  folleciti  Ì!nHf.di7To"\ 
foccorfi,  oc  apprefib  ella  frelTa  con  la  fpedizione  di  un  Pontificio  Nunzio,  ^"^ /^'^'f  p^' i^, 
che  dovefie  aiiifterle  in  quelle  gravi  turbolenze ,  inviandole  perciò  due  let-  !H?R'g*'.!Ì7S' 
tere  di  fuo  proprio  pugny,  e  di  dettacura  propriamente  celefte,  che  pre-  ri-j  suiard, 
fentemente  (ì  confervano  nella  famof:  Libraria  Barberina  di  Roma ,  da  cui 
Giorgio  Cuneo  n'eftrafi'e  le  copie,  che  imprelfe  nella  vita  di  quefta  degnif- 
fima  Principefra;&  aggiungendo  alle  intercellìoni,  &alli  detti  il  potente  rin- 
contro de'fatti,fè  Pio  con  Pcntificialiberalita  confegnarlefubito  ventimila 
feudi  d'oro  in  ficura  caparra  di  più  ampli  fovvenimenti,  che  prometceva- 

le. 


P^°  ^-         5  Z4  Secolo  XVI. 

E  f"a  ,^fro"'r  r"  ^^  •  ^^  ''^^  breve  tragitto  entrato  egli  col  penfiere  dalla  Scozia  nella  In- 
gfnr'^Ehfaljeuà  ghiltcrra,  dove  ili  quel  Regno  di  Scozia  dimoftroffi  tutto  Padre  verfola 
«l'Inghilterra .  Cattolica  Maria ,  in  quefto  d'Inghilterra  infurfe  tutto  rigore  contro  la  He- 
retica  Elifabetta ,  che  multiplicando  giornalmente  ecceffi  in  furore ,  e  rab- 
bia contro  il  Pontificato,  e  Chiefa Romana,  finalmente pofìa la  mano d' 
a  w4».  1569.  a5- più  taglienti  ferri  dichiarolla  [^]  per  folenne  Bolla,  Heretica,  divifadalla 
Ftbrure.  communiouc  de'Fcdeli,  privata  di  ogni  Dominio,  Dignità,  e  Privilegio, 

&aflblvè  dalla  fedeltà  giuratale  li  fudditi,  e  di  Scommunica  maggiore  al- 
V,  Lftil'X'  ^"  laccio  chi  le  obedifle ,  emanando  à  tal'effetto  la  Bolla  I{egnans  [  b]  in  Ex- 
cclfìs  y  forfè  di  più  ftrepitofo  tenore  di  (Quella  emanata  già  da  Paolo  Terzo , 
che  fulminò  contro  il  Padre  fomiglianti  cenfure .  Così  Pio  V.  che  in  con- 
fermazione della  fua  aflbiuta  podeftà  di  deporre  Re ,  e  crearne  nuovi ,  ogni 
qualunque  voltalo  richieggia  ò il  decoro ,  ò  l'utile  della  Religione  Cattoli- 
l»^uiJ&"Z  C3,  condecorò  con  [e]  nuovo  Titolo  di  Granduca  Cofm  odi  Medici,  à 
Catena  in  vita  r',i  cuì  mandò  uuaCoroua  di  Rc  cou  facoltà  di  potcr  cgH  fcrvirfcue,  e  i  fuoi 
^&tiihibiTm"^  SuccefTori,  con quefta nobile  ifcnzione  :T?ii  Scinti  Tomificis  Maxim t  oh 
conferiic   Tito  exiwiam  dìleBioìiem  y  acCatholic^  ~B^ìigionis  7;clum ,  fnecipuumque  jujiiti£ 
co^ù^'d'Mtàtaftiidium  :  e  ben  degnamente  ;  andando  allora  quel  Principe  gloriofo  pe'l 
rcr  i  fuoi  riif  Chriftiauefimo ,  e  per  lo  sborfo  di  cdiì  tornila  feudi  alliFranceli  Cattolici 
nfa"ldatj  in^Vran'  coutto  gli  Hugonotti ,  c  pcr  poteuti  foccorfi  mandati  in  difefa  della  Fede 


eia  contro  gì.  in quclle patti .  A  Cefare,  che  parve,  non  approvale  tal  nuova  Maeftà 
d^jbìd'hccit.  e  onferita  al  Mediceo,  [(i]  Quo  jurcy  rifpofePio,  Imperatores,  vel  funtf 
Sua    gna  rifpo.  y^/  dicuntuY ,  tiifi  au6loritate  ^pofiolic£  Sedis  f*  Ad  un  tanto  Pontefice dop- 


r//  i"'P"^  "■•-  piamente  fanto ,  e  per  qualità  di  Grado ,  e  di  Perfona ,  fi  oppone  [e]  il  Natà- 
Q  Nat.  ^hx  s^c  le  ^  che  contro  lui  replica  ciò,  che  già  contro  Paolo  III.  egli  ratifica  di  haver 
1  .f.i.r„io  «4.  jjgj^Q^  cioè  ch'effi  nel  procedere  contro  Henrico  Vili,  refpettivamente,  e 
contro  Elifabetta  con  la  depofizione  dal  Regno,e  con  l'affoluzione  a'fudditi 
f  nemUid.arr.i6  dal  giuramento,  havcvauo  fcguitata ,[/]  T/?co/o^or«w,  &  Jurifconfultorum 
ntim.i.  quorundam  Italorum  improbabilem ,  &  falfam  opinionem ,  in  Aula, ,  Scholifqtte 

Sentimemi  dtii'  Romani! tunc  vi^cntcm  :  nec  ad  Dogmattctx  Theolovi^e  principia,  re^afque, 

Autore       rontro    /  ,      ,  ^        ,         >»  ,  f"  r  a  •     J-        ì-  '^    rr       ■'^  *     ' 

Natale    Aicii.ui  fed  ad  Vradecefsorum  quorundam  /«or«7» /^«4:  quindi  egli  pafla  più  avanti, 

'^7i(fru"p!)n  ^fi  ^^^^^»  che  in  (gualche  modo  fi  farebbe  potuta  falvare  quefta  pretenzione  di 

pcnorua  onc     p^^j^  ^  e  di  Pio ,  ogiii  quaUinquc  volta  il  Rcguo  d*Inghilterra  folfc  flato 

g  ibìd.art.ic.m.  Feudatario  e  Tributario  de' Papi ,  ma  [g\  hac  anglicani  F{egni  fub]e6lio  in 

temporalibus  domante  Sedi  fi£ltua  eji .  In  fine  conchiude ,  fcuiar'egli  Pio,  che 

feguitò  Tefempio  di  alcuni  altri  fuoi  Predeceflbri ,  ma  nullamente  poter'egli 

h  iiid.art.io.1,.4.  fcufat  San  Gregorio  VII. ,  che  arrogoffi  il  primo  cotale  autorità .  [b]  Vium 

f;irc«/«rf ,  fono  di  lui  quefte  parole ,  longt  facilius,  &  proclivius  eJl ,  quàm 

CregoriumSeptimum  :  nam  CregoriusSeptimusnullumexemplumhabuity  quo 

B^gum  exauClorandorum  potejiatem  fibi ,  ac  Sedi  fu^e  tribueret .  Così  egli  con 

,....,    A       reperita  cantilena  quafi  in  ceni  pagina  della  fua  EcclefiafticaHiftoria.  Noi 

Vedi  il  tieflro  to.  -    ^ '.     .-  .  ^  ,     F>,   .'■     *^       .     .«  . 


a.  pas.  369. 391.'  bencheinaltri luoghi [/Jhabbiamochriftianamenterapprefentato, quanto 
467.  f^  te.  ì.^p.<!.^  i^ij^oj  y^(]^  quefto,  per  altro  erudito,  Scrittore ,  dalla  verità  del  fatto ,  e  dalla 
}ìg.inll'ejìì\\'i!.  ragione  della  giuftizia^  nulladimeno  comporti  pazientemente  il  Lettore, 
'xiv^'^'aÈì^'''  che  qui  fi  foggiungano  poche  parole,  e  quefte:  Come  opinione  falfa,  e  im- 


probabile Quorumdam  Theologorum ,  &  Jurifconfultorum  Italicorum ,  in  ^u- 
Uy  Scholifque  B^manis  tunc  yigentem,  Taflerire  Tapam  haberein  ordmead 
bonum  fpirituale  fummam  potejiatem  difponendi  de  temporalibus  rebus  om- 
nium Cbriftianorum  ^  S'ella  ^'  falfa,  perche  non  riprovata,  anzi  venerata 

da' 


Capitolo  /X  5x5       Pio  V. 

da'Dottori  del  Chriftiàrtefimo ,  allor  quando  Sant'Ambrogio  fcommiinicò 
rimperador  Theodofio^,  &  [f]  obligolloà  disfar,  e  rifar  nuove  Leggi  per  ^  ^'^"'^•^•J-^'7. 
la  feguita  carnificina  de' Thefl'alonicenfi  ?  S'ella  è  improbabile,  mancava- 
no  forfè  Theologi  [  ^  ]  in  Francia ,  che  accorrelfero  alla  difefa  dei  Re ,  al-        ""*  ^^^' 
lora  quando  San  Gregorio  Magno  [e]  ad  iftanza  de'mcdelimi  Re  di  Francia  ]  J%'^*  '■^'  ^"^ 
conceflel'ampioprivilegiodifuperioiitdalMonarteriodi  San  Medardo  di  ''"  ''  ' 
Soiffons,  &  allo  Spedale  di  Autun  5  [d]  conia  formidabile  claufoladi  de-  j /^,„  ,„  ,^,  ^,i 
pofizione  da' Regni  a'Re,  edidignitàadEcclefiaftici,  che  contravenilVe-  Senatorem  Praiy 
ro  alla  fua  Pontificia  determinazione  ?  Non  dicevafi  quivi ,  Si  qms  I\cgiim ,  ^''"^'^  ' 
^ntijiitum  ,  Judicum ,  vel  quarumcumque  S^cularium  perfonarum  ,  hujus 
xApojiolicie  au6loritatis  ,  &  noftra  praceptionis   Decreta  violaverit ,  aut 
contradixerit  ,  aut  negltgcnteY  duxerit  ,  vel  fratres  inquietaverit ,  vcl  con- 
turhaverit ,  vel  aliter  ordinaverit  :  cujufcumque  dignitatis  ,  rei  fublimitatis 
fity  honore  juo  privetur  f"  Non  ftì  egli  fottofcritto  quefto  Decreto  Papale 
dalmedefimoReTheodorico,  e  da  molti  Vefcovi  della  Francia  ?  Non  hi 
egli  approvato  quefto  Decreto  per  legitimo,  e  vero  nei  [e]  principio  del  J/„'éf/;<,r«w!'°"'' 
feguente  Secolo  in  pieno  Concilio  di  Vefcovi  Francefi ,  allor  quando  con- 
dannolfi  [/']  unafomigliantepropofizionedel  Richerio  dal  CardmalGia-  iveduipomf.di 
corno  di  Perona  ?  Se  nuova  quefta  opinione  in  tempo  di  Paolo  Terzo,  e  di  ^«"'o  ^^• 
Pio  Quinto ,  ed  in  autorità  nelle  fole  fcuole  di  Roma ,  come  poi  mille  anni 
addietro  fenza  riclamo  di  una  voce ,  fenza  contrarietà  di  una  penna ,  prat- 
ticata  e  in  Italia  da  Sant'  Ambrogio  contro  Theodofio ,  e  in  Francia  da  San 
Gregorio  contro  i  violatori  del  fuo  accennato  privilegio ,  e  da  Zaccharia, 
chedepofeChilderico,  e  in  Oriente  da  San  Gregorio  Secondo,  che  fot- 
trafle  i  tributi  all'Imperador  Leone,  e  in  Germania  da  San  Gregorio  Set- 
timo, che  depofeHenrico  dall' Imperio,  non  con  efempio  nuovo ,  come 
dice  il  Natale,  che  perciò  lo  rende  inefcufabile,  ma  con  fondate  prove 
dell'  antichità ,  e  col  precifo  efempio  di  San  Gregorio  Magno ,  eh'  egli  al- 
legò fin  d'allora  in  preveduta  difcolpaà  fuo  favore,  fcrivendone  ad  un  ce- 
lebre [g]  Vefcovo  Francefe  in  quelle  precife  parole  :  Qiiòd  fi  Beatus  Cre^  ^  ffi'i^'Id'épìfc. 
gorius  y  JJo^or  utique  mnijjimus ,  F^eges ,  qui  Jiatuta  fua  fuper  unum  Xeno-  \Lmenfim  ,  & 
dochium  yiolarent  ,  non  modo  deponi  ^  [ed  etiam  excommunicari  y  atque  in  '^^^^^l'iL^.coifi.i.iT 
aterno  examine  damnart  decrevtt  -,  qiiis  nos  Henricum  non  folùm  .Jpojìoli- 
coYum  judiciorum  contemptorem ,  verùm  etiam  ipjìus  Matris  Ecclefm  impro- 
bijjìnium  pvicdonemy  &  atrocijjimum  defiru&orem  depofmfje,  &  excommu- 
nicajje  reprebcndat ,  nifi  ftmilis  ejus  ?  Seguirono  gì'  infegnamenti ,  e  la 
prarticadi  un  Sant' Ambrogio,  e  di  quattro  Papi  fantifìcati  su  gli  Altari  , 
Celefuno  Terzo  y  [h]  che  con  un  calcio  sbalzò  di  tel1:a  la  Corona  Imperia-  h  vedi  ;/  Pontif'H 
le  al  Figlio  del  Barbarofla ,  Bonifacio  Ottavo ,  [  /  ]  che  divulgonne  la  Bolla,  ^'J'^^"'  "^-  '"  '' 
Giovanni  Vigelimofecondo,  [A^]  chedepofeil  Bavaro,  &  altri  Santi  Pon-  i  vtdl  li  i.  tom. 
tefìci  lin'  all'  età  noftra ,  fenza  fiato  di  chi  difdegnafle  cotanta  autorità  in  un  J"^,"^'/;/     ,,.„, 
Papa,  fé  pur  fiato  non  vuol  dirfi  l'alito  peftilente  ài  Marfilio  [  /  ]  Menandri-  pag.^^s. 
no,  di  Giovanni  Janduno,  di  Okamo,  e  del  Cefena,  dalla  cui  bocca  doppo  \iy^J[cì'6r' 
fcorfi  dodici  Secoli  di  perpetuo  interrotto  filenzio  di  tutti  li  Cattolici  Dot- 
tori Greci,  e  Latini,  ufcì  fuori  la  prima  volta  la  opinione  vituperofa,  e  vi- 
tuperata, contraria  all'antica  della  fuperiorità  Papale  indiretta  [Wii]  fopra  il  •"  De  t,ac  rivide 
temporale  di  tutto  il  mondo .  Onde  maraviglia  non  è,  che  il  fopracitato  Na-  i^'omTo'J'.  c.ó.  & 
tale  riponga  nel  Capitolo  de  Uarefihus  [  w  ]  Giovanni  Tanquerello,  e  l'Ago-  M-       ^    ., 
fliniano  Florenzio  Jacob,  fol  perch*  eglino  infegnavano  in  Parigi  propofi-  ""c.L'Za^!'""  ' 


zioni 


Pio  V.  j2^(5  Secolo  XVI. 

zioni  favorevoli  all'aut oriti  temporale  de'Pontefici.  Che  poi  >  comerog- 

giunge  il  Natale,  anglicani  B^egnt  fubjc^io  in  temporalibus  B^man<e  Sedi 

Ji8itia  fìty  non  è  noltra  intenzione  Tinvelligarlo  :  bensì  Tappiamo  ,  che 

^  a  idems*s.  7.  il  medefimo  Natale  apertamente  in  altro  luogo  aflerifce  ,  e  bene,  [4] 

,i.%.Hie.  j^^  B^egmrm  fuum,  cioè  la  Inghilterra,  Bimano  Tomifici  yeBigale  fecit  , 

lingulis  argemeis  nmnmis  in  ftngulas  ciomos  impofttis  ,  anno  circiter  feptin- 
gente  fimo  qHadragefimo  :  e  per  corroborar  queftafua  veriflima  allerzione  , 
egli  cita  à  fuo  favore  Polidoro  Virgilio  nel  Libro  quinto  della  dia  Hiftoria 
Anglicana  ,  e  ripete  l'iftefib  m  molti  altri  luoghi  della  Tua  Ecclefiaftica 
Hiiioria  :  hor  perchequì  il  Nàtale  dica  altrimente ,  non  ne  ritroviamo  altra 
ragione,  fé  non  perche  qui  il  dir  così,  gli  giova  perii  fuointento  di  contra- 
dir fempre  all' autorità  del  Pontificato  Romano,  con  la  fottrazione  della 

ì  z^in'/hi"'^^^^'  ^''go^zione  della  Inghilterra,  chiamata  già  da  un  altro  fcrittorFrancefe[^] 
Ecclefim  I\gman£  I{egnum  benefictarium  ,  juxta  contra^us  ab  Ina  ,  Henrico 

Attogenerofodi  ^^^^'^^<^  >  ^  Joanuc  ByCgìbui  initi ,  &  renovatt  leges . 

un  Cavaliere  In-      Hor  tomiamo  alla  Hìftorla .  Fu  la  Balla  di  Pio  {lampara  in  Roma,  e 

^'''^'^*  trafmefìa  in  Inghilterra ,  e  ò  ordine  fofle ,  ò  generofità  fpontanea  di  fpirito 

nobile,  Giovanni FeltoneCavalierilluftrc  di  fangue,  ma  più  illuftre  per 


i 

fuo  bell'agio  volle  riportarne  a  cafa  in  copia  il  tenore.  Un' amico  confape- 
vole  del  fatto  pensò faggiamente alla  partenza,  e  fuggendo partilfi  :  ma  il 
Feltone,  parutogli  il  fuggire  atto  di pufillanimo ,  òdi  pentito,  non  vol- 
le pregiudicare  alla  generoiìtd  del  fuo  fpirito .  Onde  indiziato  da  congettu- 
re, e  cercato,  e  prefo  dalle  guardie,  conunconfeilàrecoftantementeil 
tutto,  terminò  in  poche  righe  il  proceffb,  e  otferiflì  volentieri  per  sì  de- 
gna caufa  alla  morte .  Ma  ella  fu  tanto  atroce,  quanto  fi  è  l'efler  prima  co'l 
laccio  al  collo  lafciato  pendolonè  dal  trave  della  forca ,  e  quindi  taghata  la 
fune ,  precipitato  mezzo  vi vo  in  ter ra ,  tagliati  à  un  colpo  di  rafoj  o  li  geni- 
tali, e  gittati  fu'l  fuoco ,  e  poi  fquarciato  con  un  coltello  il  ventre,  tratti 
fuori  gl'mtefìini ,  polmoni,  e  cuore,  finalmente  decapitato,  e  partito  in 
quattro  pezzi,  fuppliciofolitoàdarfi  a' ribelli  nella  Inghilterra.  Màquefto 
martirio,  cheanimò li  Cattolici,  e  confufe  gli  Heretici ,  tanto  lungi  an- 
dò dal  piegare  à  qualche  fenfo  di  dovere ,  e  di  cofcienza  la  pervertita  Elifa- 
betta,  che  quindi  furfe  in  lei  più,  chegiammai,  feroce  l'impegno  e  con- 
trolaChiefa,  e  contro  il  Papa,  e  contro  i  Cattolici,  de'quali prolilfa co- 
fa  farebbe  Tannumerarne  le  prigionie,  gliefilii,  elaftrage. 
opersT^ionf  di  Con  la  condotta  del  medefimo  zelo  difefePio  la  Religione  Cattolica 
nir coni:r.!t^^LHe-  '""s^l^ Germania ,  e all'Imperador Mafìimiliano ,  che moftrofiì  [e]  inclinato 
ret*t:i.  di  permettere  nell'Auilria  la  libera  profeilìone  della  confeffione  Augufta- 

1568"'»?,?''''"''  "^»  fpedìfollecitamente  [/]  fuo  Legato  il  Cardinal  Commendone  con  mi- 
{GÀi.tiu:inv:r^  naccic  di  dcpofiziouc  anchc  dall' Impctio ,  fé  Decreto  tale  egli  pnblicafle, 
"soccoTti'iVu,  cotanto  pregiudicevole  alla  Cattolica  Religione  :  nel  quale  affare  ftimolò  . 
^"^or'^u  -'^'*i  ^'^^^^'i^^*^^ Spagna  al  Ji^edefimo  uffizio,  e  concordementene  ottennero  la 
irogi  S'"^"'- efeci-zione.  Afiìcuraca  la  Germania,  accorfe  Pio  alla  difefa  della  Francia 
contro  gli  Hugcnctti,  che  con  le  arm^forgevano  potenti,  e  formidabili 
g  Hìerer>j?nufCa.  contto il  Rc Caiio ,  &  Ì  Cattolici  di qucl Rcgno .  Con  Apoftohca[g',  libe- 
tena  in  v>u  ?i:v.   ^^{-^^^  (jj  prcnto  fovvcnimcnto  egli  mandò  colà  lo  Sterza  Conte  di  S.  Fiora 

con 


Capitolo  IX.  f^z'j      P^o  V- 

con  quattromila  cinquecento  pedoni,  e  mille  Cavalli ,  con  il  cui  valevole 
a)iito  riceverono  li  Cattolici  due  [a]  memorabili  vittorie  contro  gli  Hereti-  «.L^'j^/Tif"^ 
ci ,  delle  quali  refe  teftimonianza  à  Roma  per  mezzo  del  Tuo  AmSafciadore  <^  <J. 
l'iftelibRe,  cheproteftò,  haverle  efTo  ricevute  dalla  potente  interceiUo- 
ne  delle  Pontifìcie  Orazioni ,  onde  à  lui  eflfo  mandò  ventifette  ftendardi  tol- 
ti anemici ,  che  incontanente  fece  Pio  innalzare  Ibpra  la  porta  della  Ballli- 
ca  di  San  Giovanni  in  Laterano  con  quella  ifcrizione ,  Tius  V,  Tont.  Max, 
Signa.  De.  Caroli  IX.  Chrìfiianiffìmi.  Gdlu-e.  Regis.  VerdHeUibus.  Iifdeinqiie . 
Eccleft£.Hoflibus.^.Sfonta.Comite.  S.flor^.  Tontificis.  ^uxiliaris.  Exerci- 
tus. Duce. Capta.  Bjelataque.In.Vnncipc  Eccleftarum.  B^ftlica.  Sufpendit.  Et, 
Omntpotenti.  Deo.  Tanta.  Ft6iori^.  Àti6lori.  Dicavit.  Unno  M.  D.  LXX, 
Così  le  parole  del  monumento  egregio  delle  armi  Cattoliche  contro  gli 
Hugonotti  di  Francia .  Coftò  à  Pio  la  caufa  commune  ò  contro  i  Turchi ,  ò 
contro  gli  Heretici  i'orfe  preflb  due  milioni  di  feudi ,  eh'  egli  ritralfe  da  una 
numerofa  aggiunta  a'monti  'Novennali ,  e  da  altri  da  efifo  eretti ,  e  denomi- 
nati monti  Lega ,  e  monti  Religione ,  benché  non  tutto  il  loro  prezzo  foflfe 
rifcolfo  da  lui ,  che  prevenuto  dalla  morte ,  lafcionne  a*  SucceflTori  Grego- 
rio Decimoterzo,  Sifto  Quinto,  e  Gregorio  Decimoquarto  la  foUedtu- 
dinedellaefiggenza,elayerfione.  Quali  monti  Lega  y  e  J\e//^/o«e  Alelfan- 
dro  Settimo  trasferì  in  altri  da  effo  eretti  co'l  nome  di  F\ifìorato ,  in  eterna 
gloria  non  mende*  Pontefici  Romani,  che  de' popoli  foggetti  al  Pontefice 
Romano,  impoveriti  per  debiti  non  fuoi ,  efottopoftia'poderofi,  e  con- 
tinui pagamenti  per  comperar  agli  efieri  il  Teforo  della  Fede . 

Ma  fcorno  forfè  maggiore  riceverono  gli  Hugonotti  da' Turchi,  che 
da' Cattolici ,  allor  quando  mandata  [/?]  un' Ambafciariaall'lmperador  Se- b  ^«r.  ,«  com. 
limo  di  Coftantinopoli ,  eglino  chiamarono  le  di  lui  armi  all'  acquifto  della  ^'^Y^ij^i","^  ^^^^J* 
Francia,  non  con  altra  mercede,  e  condizione,  fé  non  quanta  recar  loro  t?"».  de  origine 
poteva  la  libertd,  e  l'ufo  publico  della  Calvinifiica  fetta  :\Ad  qua  Turcus,  <"«''M.f.9.^»/'i. 
riferifcono  li  citati  Scrittori,  valdè  cantra  eos  commotus ,  refpondity  Hugo- 
nottos  tam  efìe  ab]e£Ìosy  ut  fupremus  TerrarumOrbis  Imperator  rem  fé  indi'  _ 

gnam  putaret ,  c^  rebelles ,  &  impios  f avere  :  quorum  non  poffet  fana  fides 
cenferiy  qui  fuum  ip forum  B^gem  oppugnarent  :  Turcascum  Trincipibus ,  & 
E^egibus  negociari  foìcre ,  non  cum  fubditis ,  ac  fervìs  eorum .  Cosi  egli .  Ai  ^  *"  ^oilanda . 
moti  della  Francia  acudirono  ài  concerto  nuovi  tumulti  di  Religione  nella 
Hollanda,  ribellandofile  [e]  ultmieà  Dio  quelle  Provincie,  che  prefen-  "^  "*""*  '^^^' 
temente  fono  le  più  pertinaci  nella  ribellione  intraprefa  contro  Dio  :  e  ò 
ella  provenifle  da  concepito  aborrimento  al  Tribunale  della  Inquifizione, 
ò  da  defiderata  libertà  nel  Tribunale  della  cofcienza,  ò  dalla  vicinanza  in- 
fetta della  Inghilterra,  Germania,  e  Francia,  certacofafiè,  che  colà  an- 
cora prima  fcorfe,  e  poi  ftagnò  la  illuvione  dell'Herefìa  con  un  mefcolamen- 
to  tale  di  errori,  che  nella  profefiione  delle  Religioni  ben  l'Hollanda  può 
dirfi  la  feconda  Inghilterra  della  Europa.  Noi,  tome  altre  volte  habbiamo 
proteftato ,  fé  feguir  [d^  voleifimo  il  racconto  degli  Heretici ,  e  non  dell'  d^ive.au  m/?. 
Herefie,  ci  converrebbe ,  non  rcfiringer  la Hiftoria  in  cinque  Tomi,  ma  titnTstrJdfre 
compor  cinque  Tomi  in  ogni  punto ,  e  parte  della  Hiftoria  :  tanto  lifuccefll  ^'^  card.Bennve^ 
fon  varii ,  oitinate  le  guerre ,  e  mifti  d.'  Religione ,  e  di  fiato  gli  avvenimen-  ^''  ' 
ti .  Conciofiacofache  non  già ,  come  in  altri  tempi ,  dibatteronfi  le  opinio- 
ni con  la  penna ,  e  con  la  lingua  ;  ma  i  efa  feroce  l'Herefia  facevafi  largo  con 
la  punta  della  fpada,  e  chi  più  valeva  in  forze,  colà  portava  quella  Reli- 
gione 


Pxo  V.  ^2-8  Secolo  XVI. 

gione,  che  profeffava ,  prefa  molte  volte  eziandio  per  pretefto  di  politici 
difegni ,  per  foggiogar  prima  gli  animi  con  la  credenza ,  e  poi  li  corpi  co'l 
dominio.  Quindi  ficcome  in  tutti  fu  una  la  cagione,  cioè  laHerelìa,  ò 
Calvinifta,  ò  Luterana;  così  feguirono  in  tutti  li  medelìmi  effetti,  cioè  ri- 
bellione a  loro  Principi,  deflazione  di  Chiefe,  ratto  di  Vergini,  abbat- 
timento d'Imagini,  eciòcheàunfommo,  e  cieco  furore  fuolfuccedere , 
difpregio  di  Dio ,  avvilimento  de'Magiftrati ,  e  precipizio  di  fé  fteffo .  Fer- 
dinando Alvarez  Duca  d'Alba  Governador  del  Re  Filippo  Secondo  in 
quelle  Provincie  domò  con  le  armi  la  ferocia  di  quei  popoli,  e  in  una  bat- 
taglia ruppe  Ludovico  Conte  di  Naflau,  che  con  gli  Heretici  Hollandefi 
feglid  incontro  nella  Frifiafotto  un'alta  mfegna,  in  cui  quella  ifcrizione 
legge  vali,  ^ut  recuperarì ,  aut  morii  e  quindi  poi  disfece  il  di  lui  Fratello 
Guglielmo  Principe  di  Oranges ,  che  con  le  milizie  heretiche  Tedefche  in- 
controllo nella  Fiandra  fotto  altro  Stendardo ,  con  la  ifcrizione ,  "Pro  Lege , 
Grege.,  &B^ege.  Accorfe  Pio  à  quella  lontana,  e  prevaricata  gente  ancora 
dall'Europa,  e  in  eccitamento  di  devozione  egli  il  primo  con  induflriofo 
zelo  mandò  à  quella  parte  di  popoli ,  che  (ì  mantennero  in  tanta  agitazione 
di  Fede  collanti  nel  profelfaria ,  il  pregiato  dono  di  alcune  monete  benedet- 
te ,  che  diconfi  Medaglie ,  concedendo  Indulgenze ,  à  chi  portavale  indolfo 
ò  nel  ritiro  delle  loro  cafe ,  ò  negl'incontri  della  guerra  :^c/  augendam^  ài- 
a  oido.  hi  addit.  ce  rOldoino ,  [  ^  ]  Belgarum  I{eligionem  numi/mata  primus  omnium  Vius  con- 
fié.  citicc.  fecrat ,  facrofque  ejufmodi  nummos  gefìantibus  Indulgmtms  concedit  :  &  all' 

Alvarez,  che  per  il  fuo  zelo,  e  valore  meritò  diftinti  encomii  da  tutto  il 
Chriflianefimo ,  ne'  bifogni  della  guerra  Pio  fovvenne  con  pronta  pecunia, 
e  in  honorificenza  della  perfona  trafmeile  in  dono  il  facro  Pileo ,  e  Stocco , 
Origine  del  i-^cro  comc  ù  bcnemetito  Priucipc  della  Rcligioue  Cattolica .  E  il  facro  Pileo  , 
l'deo,  e  Stacco,     e  Stocco  un  facro  rito  della  Chiefa,  in  lignificazione  di  gran  Miflerii,  e  in 
dimoilrazione  di  Apoftolica  beneficenza  verfo  chi  eglino  fono  dellmati  in 
y/wlSwK"  dono  da  Pontefici  Romani.  Il  rito  è  antichiffimo,  &[b]  approbatam  , 
^v.rr.'Wr'«i  '§'.7.  dilfelo  Siilo  Quarto  fin  dal  Secolo  Decimociuinto ,  San&omm  Tatrum ,  cioè 
^y7-''p>'<iT'''^F''j'- 'Pontificum.  confuetudinem .  Solent  Epmani  Tonti fices y  dicefi  nell'allegato 
vont'jiciatofn.vo.  Scrìttote,  Iti  pracUra  'ìslatalis  Domini  celebritate  ,  Chrijttantjjimo  ,  clarif- 
TiUòtT'^'^''''^^  /ìwo^we  alicui  Vrincipi  omamm  enfem  dare  ,  aut  dejiinare  :  qu<e  res  profe- 
£lò  non  caret  myjierio;  tmigenitus  namque  Dei  FiliuSy  ut  bumanam  naturam 
[ho  reconciltaret  authoriy  eam  afìumere  dìgnatus  ejì;  ut  inventor  mortis  Dia- 
bolus y  per  ìpfam,  qua  viceraty  vincereturi  qua  quidem  vióioria  per  enfem 
congruo  deftgnatur.  Fuerunt  infuper  mfideles  ariani y  qui  non  veriti  funt  , 
Dei  Filium  ,  puram  creaturam  affirmare  :  cum  tamen  hodierni  Evangelii 
Scriptura  tejìetury  Deum  omnia  fecijje  per  Ferbum.  Largitur  igitur  prxfen- 
ti  die  Maximum  Tontifex  enfem  ,  Dei  ìnfinitam   potentiam  fignantem  ,  in 
Chrifto  Deo  vero  y  Tatrique  a  quali  y  &  vero  h  ornine  re ftdentem  y  per  quem 
fa5ìa  funt  omnia y  juxta  Davidicum  illudy  Tui  funt  Coeli,  &tua  efì: terra; 
orbem  terree,  &  plenitudinem  e)us  tu  fundads  Aquilonem,  de  mare  tu 
creafti.  Sedesdcnique  Dei  (^poflolica  videlicetSedes)  à  Chrifto  fuum  fump- 
fit  jlabilimentum y  extititque  preparata  )ufioDei  }udicioy  premio,  atque  )U- 
Jìitiay  quibus Salvator  l^ojierjefusy  verus  Deus,  &  HomOy  profligavit  Se- 
dis  ipfiHS  adverjarios  ,  hareticos  videlìcet ,  ac  Tyrannos  ,  ]uxta  id  quoque 
Tropheticum y  Juftitia,  &  judicium  pr^pauatioSedis  tua:.  Figuratdenique 
Tontificalis  hic  gladms  potejiatem  fummam  temporalem ,  à  Chrijio  Tonti- 

fici, 


Capitolo  IX.  529       Pio  V. 

fici ,  e]ui  in  terris  Vicario  ,  collatam  ,  juxta  illud  ,  Data  eft  mihi  omnis 
poteftas  in  Coelo,  &  in  terra.  Et  alibi 3  Dominabitur  à  mari  iifqiie  ad 
mare ,  &  i  flumine  iifque  ad  terminos  orbis  terrarum .  Quam  &  decla- 
rat  Cappa  illa  ferie ea  ,  quam  Tonti fices  geflare  folent  in  no6ie  T^tivitatis 
Domini.  Quello  è  il  mifterio,  ma  qiiefte le  parole  della  confegna,  allor 
quando  il  Papa  nobilita  con  tal  dono  qualche  Regio  Perfonaggio  ;  J^os 
ergo  volente!  (ut  jujium  ejl)  approhatas  SS.  Vatrum  confuetudines  ob ferra- 
re 3  flatuìmus  te  "Principem  Catholicum  ,  San^aque  Sedis  à  Deo  Htrumqiie 
gladium  habentis  filium  de^otìffimum  ,  hoc  nofìro  preclaro  munere  inftgnire  ; 
nec  non  &  hoc  pileo,  in  fìgnum  muniminisy  &  defenfionis  adverfusinimicos 
fideii  &  S.B^manix,  Ecclejt£,  protegere .  Firmetur  igitur  manus  tua  contra 
hojìes  San5i<£  Sedis  j  ac  Chrifli  nomints ,  &  exalteturdexteratua,  eos  reluti 
ipftus  ajfìduus ,  intrepidufque  propugnator ,  de  terra  delendo  ;  &  armetur  ca- 
put ttmm  Spiritus  Sancii  per  colunwam  figurati  prote£itoney  adverfus  eos  , 
in  quos  Dei  jujìitia,  atque  judicium  prò  S.  Romana  Ecclefia,  (jr  ^pojiolica 
Sede  prceparatur  ;  quod  tibi  praftare  dignetur  idem  Dei  Filiusy  qui curnVa- 
tre,  &SpirituSanào  riritj  &  regnai  Deus,  per  infinita  facula  faculorum, 
^men.  Così  egli.  Di  quefto  pregiato  dono  fii  honoraco  da  Pio  il  Dur 
ca  d'Alba  ,  che  feppe  cotanto  ben  foftenere  la  maeftà  della  Chiefa,  e 
del  fuo  Re  in  quelle  Provincie  titubanti  nella  Fede. 

Mi  meglio,  e  con  più  ftrepitofo,  perche  tremendo  fucceffo  manten-  Mone  dei  piglio 
nela  in  quefta  età  Filippo  Secondo  nelle  Spagne,  cioè  con  la  prigionia,  e  npp^^5r°Re  ^Ji 
conlamorte,  che  (ju  indi  feguì,  del  Principe  Carlo  fuo  unigenito  Figlio,  spagna, 'e  /onfi- 
havuto  da  Maria  di  Portogallo .  Cafo  veramente  ò  unico ,  ò  raro  ,  per  queitcÌfi"Jc/jJ" 
cui  maggiormentepreponderòin  quel  Monarca  il  zelo  della  Religione  air 
affetto  di  un  Padre ,  &  alla  fuccelfione  di  una  sì  vafta  Monarchia .  Molti  ne 
handefcritto  il  tragico  avvenimento,  alquanto  diverfamente  i'un  dall'al- 
tro ;  nifìun  però  fenza  qualche  difplicenza,  efommacommiferazione .  Noi 
ne  habbiamo  un' antico  manufcritto,  trafmelfo  in  Italia  da  Madrid  m  lin- 
gua Itahanafotto  li  26.  di  Gennaro,  [«]  cioè  fei  giorni doppo la  carcera-  a^.m.iyfjg. 
zionedel  figliuolo,  dalla  cui  relazione,  òdafimileadefTa,  ne  deduffe  Na- 
tale Conti  [h]  nella  fuaHiftoriaUniverfale  il  racconto.  Onde  procedere  b  N^taih  c^^ts 
l'alto ,  e  R  egio  fdegno  del  Padre ,  ò  non  fi  sa ,  ò  fé  vai  congettura  a  faperfi ,  j?  f^l^^^y"''""^'*' 
dicefi  l'Herelia  di  Calvino,  di  cui  folle  di  già  imbevuto  il  mifero  Principe , 
e  de'  cui  Catechifmi  tradotti  in  lingua  Spagnuola  meditalfe  fpargerne  le  co- 
pie pe'l  Regno ,  fé  da'  Mmiflri  non  ne  folfero  ftate  intercette  le  piene  balle 
in  Lione ,  &  in  Tolofa  :  altri  neafcrivono  [  (^  ]  la  cagione  al  genio  indocile ,  ^llfós.  «Jf'"'" 
e  fiero  del  figliuolo,  che  fin  d'allora  meditaflè,  anche  con  la  morte  del  ge- 
nitore, di  poggiar  al  comando  affoluto  della  Monarchia.  Ma  l'haver  egli 
Tempre  odiato  il  Duca  d'Alba ,  e  fempre  fcufata  la  ribellione  degli  Heretici 
Hollandefi ,  porgono  a  noi  gran  motivo  di  ciò ,  che  pur  hora  veniam  di  di- 
re, cioèdellafuaFedeòinfetta,  òproclive,  òproUìmaalIainfezionemel 
checiconfermalafamadichìvuoleafferire,  effereftataalui  accelerata  la 
morte  dal  medefimo Padre,  communicatane  prima  con  gl'Inquifitori  la 
rifoluzione.  Ma  qualunque  ne foffe  la  fecretacaufa,  certamente  gli  effetti 
furono  publici ,  e  li  feguenti.  Ordinò  il  Re  a' portieri  della  camera  del 
Principe  Carlo ,  che  la  notte  non  ne  ferraffero  la  porta ,  e  poftolo  in  letto 
lo  divertilfero  in  ragionamenti ,  fin  eh'  elfo  fopraveniffe  :  ed  egli  fopraven- 
nevisii  la  mezza  notte  accompagnato  chetamente,  e  lenza  lumi,  daquat- 
Tomo  Jy.  LI  tro 


Pio  V.  5  ^o  "  Secolo  XVI. 

tro  Conlìglieri  di  Stato ,  e  due  Portieri ,  provifti  ambedue  di  chiodi ,  tài 
martello ,  che  entrati ,  l'ifteflb  Re  tolfe  dal  guanciale  del  letto  del  Figlio  il 
pugnale,  ed'appre{foillettoIafpada  ,  prima  ch'egli  fé  ne  avvedeffe,  in- 
tento, e  rivolto  air  altro  lato  in  ragionamento  co'  fuoi ,  Ma  fcolFo  da  qual- 
che piccolo  fentore,  e  forprefoin  queir  importuno  tempo  dalla  vifta  pre- 
lente  del  Padre ,  che  formidabile  gli  apparve  con  in  mano  le  armi  a  lui  fot- 
tratte,  furfe  tra  dolente ,  e  fiero  con  mezzo  corpo  dal  letto,  e  quanto  fol 
Tichiefe  a' fuoi  Portieri,  Se  colà  fofie  il  Tadre  p^nnto  per  ucciderlo  ^  Ts^ò, 
rifpofe  il  Re ,  e  con  una  mano  fatto  alui  cenno  di  pofare  »  con  l'altra  impo- 
fe  a'fuoiMiniftri,  che  fermalFero  le fineftre  co* chiodi»  Il  Principe  allora 
sbalzando  da  letto ,  p  recipitofo  andò  per  gittarfi  fui  fuoco,  chequiviap- 
prefTo  ardeva  nel  focolare,  minefùrattenuto  ;  die  allora  di  piglio  ad  un 
gran  candeliere  per  percoterfi  la  tefta ,  ma  gli  fu  dalla  manofottratto  :  e  veg- 
gendofiimpoffibilitata  la  ftrada  alla  morte,  ricorfe  ginocchione  alla  cle- 
menza del  Re ,  acciò  TuccidelTe .  Fa ,  diffegli  il  Re ,  e  ti  riduci  al  tuo  letto  : 
equinduifcendofè  levar  da  quella  camera  quanti  fcrigni,  caffè,  e  mobili 
vi  fi  ritrovarono ,  e  confegnato  il  figlio  a'  quattro  ConfigUeri  di  Stato ,  che 
fecohaveva condotti,  neimpofelacuftodiaalDuca  di  Feria,  acui ezian- 
dio confegnò  la  chiave  di  quella  ftanza,  che  di  già  chiamavafi  Torre;  onde 

•  u.Bdptifia  Ha-  l'Hadriano  abbagliato  dall' equivoco  hebbe  [a]  a  fcrivere,  effere  (lato  il 

Principe  Carlo  dal  Re  fuo  Padre  racchiufo  in  carcere  dentro  un'altiffima 
Torre ,  Giunto  il  mattino  convocò  Filippo  il  real  Configlio ,  a  cui  con«mu- 
nicatoilfucceffo,  mànongiàlacaufa,  ch'eglirifervofilin  alto  fecreto  nel 
petto ,  ordinò  a'  fuoi  Secretarii ,  che  ne  tramandaffero  l'avvifo  per  tutta  la 
Mon^rchi^  j  ed  egli  fteffo  di  fuo  pugno  fcriffe  al  Pontefice ,  al  quale  rappre- 
fentò,  cheilferviziodiDio,  e  de'fuoi  Regni  l'haveano  indotto  a  cotanto 
flrana  rifoluzione .  Sin  qui  la  relazione  accennata,  che  fcritta  fei  giorni 
doppo  la  carcerazione ,  non  potè  feguitarne  il  racconto  fin'  alla  morte .  E 
quefta  ben  dilungo(fi  fei  mefi ,  benché  l'infelice  Principe  tutte  le  ftrade  pro- 
fa  MMtatinusLi.  cacciaffc  per  accelerarla, fin  con  inghiottire  [/»]  un  diamante,  che  tramandò 
per  la  via  comniune  delle  fecce ,  e  con  ingurgitar  larga  copia  di  acqua ,  che 
fenondiegli,  difpofeloalineno  al  refrigerio  bramato  della  morte.  Poiché 
indebolito  il  vigor  nativo  dello  ftomaco,  mancando  di  animo,  e  di  forze 
f  *l!  ^."^i'!?,"'""  perfopragiuntadiffentcria,  in  età  di  anni  ventiquattro,  placidamente  [e] 
rmProt.ttore  dii.  fiìovit  premunitoprim^da  Sacramenti  della  Chiela,  eh  egli  attefe,  eri- 
i€  spagftt .         cejè  con  dimoftrazione ,  e  coftanza  di  devoti  fentimenti .  Fu  il  corpo  con 
Regia  pompa  fepellito  in  Madrid  nella  Chiefa  di  S.Giacomo,  nulla  com- 
mofibauntantocafoilRe  Filippo  fuo  Padre,  del  quale  ingegnofamente 
d  Nnt.^iix.féc.  fcrilfe  il  Natale  Aleffandro,  [rf]  Tatrem  fé  effe  oblitus  efl,  ut  P^gem  prò- 
jó.c.y.arr.s.i.u  ^^ygf  .  natuYalcm  pìetatem  extinxit,  ut  Majejfatem  tueretur. 
Diligenza  ó\  Pio      Ricevcndo  duuquc,  e  fomminiftrandoefempi  rari  d'invitto  zelo  di  Fe- 
^^ntCoàhux^o-  tle>  profeguì  Pio  V.  la  gloriola  carriera  del  fuo  Apoftolico  governo  con 
"■»  E^Jcfiafiiche,  tutte  quelle  più  degne  maniere,  chelo  refero  ammirabile  all'età  pafl'ate, 

*  "  *""""*•    e  v^ner^bile alle  prefenti,  calle  feiture.  Egli  promo(fe  a  tutto  potere  la 

piena  efecuzione  delle  Coltituzioni  Tridentine  circa  la  offervanza  delle  Fe- 
ite,  la  venerazione  de' Tempii,  lapunizionpde'fimoniaci,  ebeftemmia- 
cori,  ede'concubinani;  elagnandofiilSenatodiRomadeldifcacciamen- 
to,  ch'egli  fece  dalla  Città  ai  tutte  le  donne  curiali,  per  il  detrimento  , 
cbe  quindi  proveniva  al  loro  £rario  si  nel!' affitto  delle  cafe,  come  nella 

multa , 


Capitolo  IX,  531        Pio  V. 

multa  delle  pene,  impofe  pio  rigorofofilenzio  ad  ogni  loro  doglianza,  di-  ^  .^^^^^^^^^^ 
ccndo  \cC\  Ergane  Romani  Senatus  erit,  mulierculai  has  Uteri  ,  &  impudi-  ]:JeLm^&d^t 
chi£  [avere  f*  ^tqui)  nifi  ilU  [{orna  difcedant  ^  IS^oscum  tiniver fa  Curia  dt-  ^^fj':*'  vn^pu 
fcedemus  :  replicando  egli  in  altro  propófito  quella  degna  fentenza,  Tr^^  S  memorabili 
fiatCìmamy  qudm  f{eligiottis  ^  &  Ecclefia  Catholic<e  flatum  everti.  E'ripie- '*""• 
no  il  Bollano  di  Coftituzioni  di  quefto  S.  Pontefice ,  e  circa  l'abrogazione 
delle  [  b]  Indulgenze  queftuarie ,  e  circa  le  facoltà  concedute  [e]  per  lo  ^  ^l"^-  f^; 
innanzi  a  Greci  di  celebrar  nel  rito  Latino,  &  a'Latini  nel  Greco,  e  circa  d  c«"/?."  jj- 
la  collazione  [d]  delle Chiefe  Parochiali,  la  refidenza  [e]  de'Parochi  ,  =  ''''"^-  ^*' 
le  prefenzioni,  [/]  e  congetture  legitime,  con  cui  debba,  e  pofTa  prò-  icc»/i.  sj. 
varfilaefecrata  Confidenza  neJl  affare  de'beneficii,  la  riforma  de'  [g]  Mef-  b^»«M4.^xo«. 
fali,  e de'Breviarii ,  gl'impedimenti  del  [h]  Matrimonio,  e  tuttociò  in  hCenft.62. 
fomma ,  che  apparteneva  alla  efecuzione  de* Decreti  Tridentini,  &  alla 
loro  inviolabile  venerazione .  Quindi  egli  per  raffrenar  in  carcere  la  bal- 
danza degli  Heretici  ridufle  il  Palazzo  de  i  Pucci  preflb  S.Pietro  in  carcere  Altre  fae  «lami 
per  i  rei,  &inhabitazione  per  i  Miniftri  del  S. Officio,  indicandone  la  "r'^Tgi-'^H'creticrrn 
maeflà ,  e'I  terrore  con  queila  ifcrizione  fcolpitasù  la  porta  é  .^mcuramenco  di 

Fede» 

PETS  F.  P.  M. 

Congregatìonis  SanEl<e  Inquifuìonìs  domum  hanc  >    (^ua 

Haretkdt  pra'vitatis  feBa'tores  cautiùs  coercentur ,  k 

fundamentis  in  augmentum  Catholk£  ^ligio- 

nis  erexit  Anno  Ai.  DLXlX* 

Agli  Armeni  ailegnò  la  Chiefa  prima  dedicata  alla  B.  V.  e  pofcia  a  Santi! 
Maria  Egiziaca ,  permettendo,  eh' eglino  quivi  celebrafTero  nel  loro  rito 
Cattolico  li  divini  Ufficii  :  avocò  a  fé  la  cauta  di  Bartholomeo  Caranza  Ar- 
civefcovo  di  Toledo  [i]  carcerato  nella  Inqnifizione  di  Spagna;  e  benché  ^paoUiKTolif.'^! 
Paolo  IV.  l'havefle  rimefla  al  Tribunale  di  Spagna  fin'  alla  fentenza  efclufi-  P'*ì-'ì19. 
vamente,  nuUadimeno come  caufa  delle  maggiori,  e  confe^uentemente 
rifervata  alla  Sede  Apoftolica,  eglirifolutamentenevollein  Roma  il  pro- 
ceflb ,  e  la  continuazione ,  che  terminò,  come  fi  diri ,  fotto  il  Pontificato  di 
Gregorio  Decimoterzo  :  a  Sigifmondo  Augufto  Re  di  Polonia ,  che  conde- 
fcefe  a  permettere  l'efercizio  della  Confeflìone  Atiguftana  nel  Ducato  di 
Pruflìa,  minacciò  cenfure,  [y  e  fcrifle  Apoflolici  Brevi  per  la ritrattazio-  ^  <^*^«'•'•^<^•'«• 
nedel  Regio  Decreto,  e  il  pio  Re  [/]  incontanente rivocollo,  ut  reBam  i  canin  vitara 
fuaminDeum  fidem,  atque  in  ipfumViumobfervanmmteflareturìzXSQndito  ^'  '"fi'*'- 
[m]  Venero  domandò ,  &  ottenne  la  perfona  di  Giulio  Zoannecto  Padova-  "^  lo.Daptifra  h*- 
no ,  incolpato  di  Herefie  :  al  Gran  Duca  di  Fiorenza  Pietro  Carnefeco ,  eh'  ''''""""  ''^■'^' 
egli  ricevè  nelle  carceri  della  Inquifizione  di  Roma,  infiemecon  Antonio  Heretici  conver 
Paleario,  Fir  in  litteris  eruditusj  fed  liberioris  lingua  t  e  così  venerabile,  cirVa^ii'aPede  LC- 
e  terribile  egli  fi  refe  generalmente  a  tutto  il  Mondo ,  quando  trattavafi  di  ^°^'^  ^'"^  i'o""fi- 
Fedeò  contaminata,  òviolata,  che  meraviglia  non  fu,  che,  come  dice  un 
Hiiliorico ,  [  «  ]  Heretici  tanti  Trincipii  exemplo  permott  ,  viam  veritatis  ",%^''/"'J"J,'l,'!i 
amplexi  funt.  Inter quoi  mftgnis  fitit  OliaeVrincepi,  qui I{pmam  profc£ìus ,  cince' tom.j.'cei, 
ac  Vii  fan£ìitatem  demiratus ,  h^refeSy  quas  ha6lmùs  profefius  fuerat,  cja-  '°°'** 
ravit»  ^Iter  quoque  ex  *Anglia  vir  primarius,  qui  primùm  facros  ritus  irri- 

Ll    a  debati 


Pio  V.  ^^2,  Secolo  XVI. 

dehaty  ubi  interfuit  folemniy  &  amiverfarU  Corporìs  Clmjli  fuppUcationi, 
•fiiditquey  quareverentidVius  adorandum  illud  circumferret  Sacramentum  , 
abdicato  errore,  poenitens  in  Satt£Ì£  Ecclefta  gremium  receptus  efl.  In  mo- 
do tale  che  di  lui  hebbe  a  fcrivere,  terminando  la  fiia  Hiftoria  deiPon- 
a  on»ph.  Panvi.  tefici,  Onofrlo  Panvino  allor  vivente  in  Roma,  [a]  Dedit  Tius  y.  Tori- 
invita  Piiv.       tifex  Mciximus  adhuc  id  ì^eligionis,  jufliti£  ,  patienti£y  liberalitatis ,  grati 
animi  fpecimen,  ut  fi  ei  tam  longa  dabitur  vita,  quàm  longam,  &  ex  ad- 
mirabili  quadam  ipfius  vióius  temperantia  fperare  debemus ,  &  tempiis  I\ei- 
piiblic£  pofiulat ,  neque  ad  bene  adminijlrandam  Dei  Ecclefìam  eonfequenti- 
bus  deinceps  Tontificibus  exempU  ,  ncque  eloquentibus  pìris  ob  laudem  inge- 
nii  ab  eo  fa£ia  defutura  videantur .  Così  egli . 
P?o°p"o^fiSf'"^      Ma  fé  alcuna  irà  le  tanto  degne  operazioni  di  Fio  fu  più  neceffaria,  & 
Michel  Eajo  ,   Utile  all'età  future ,  certamente  li  è  la  condanna,  eh' egli  fece  delle  propo- 
enod^b  àdfq'u'l-  fizioni  delBajo ,  che  furono  allora  come  i  primi  femi  di  quella  zizania ,  che 
ta  di  queftofuc-  infettò  nel  fcgueuteSecolo  ìputi  Campi  della  Chiefa  cou  la  uota  agitazione 
"'^°*  delli  Janfenilti.  E'confìderabileilfuccelfo,  e  degno  di  regiftrarfene  con 

ogni  efattezza  la  notizia .  Era  Michiel  Bajo  molto  riputato  in  pregio  di 
efemplarità,  edifcienzanellafamofaUniverfìtàdiLovanio,  ma  amatore 
di  opinioni  nuove,  e  vago  di  prò  feifarle  ronde  sì  nelle  difpute,  come  ne 
b  Hos  vide  apud  fcritti ,  c ue' libri [b] ftampati haveva finallora foftenute [e] alcune fentenze 
pfaTus^Jonm  circa  il  libero  arbitrio,  le  opere  humane,  e'I  merito,  quali  gli  havevano 
2?*^  in  Michatù  acquiftata  doppia ,  ma  differente  fama ,  di  fommamente  ingegnofo ,  e  fot- 
^clÀnn.  circitcr^^^^?^^^^^^^^^^^^  c  di  fommameute  audace ,  c  temerario  prclTo  altri .  Fra 
ijóo.   *  i  primi  fi  fegnalò  Gio.  Heflel  Dottore  parimente  di  quella  Univerfità,  e 

Decanodieffa,  che  in  gioventù  fiì  coetaneo  del  Ba)o  nell'apprendimento 
d  ^p;td  Paiuv.  delle  Theologiche  fcienze  fotto  il  magifterio  del  celebre  Ruardo ,  che  [d] 
Lis.  f  .7.  «.?.        ^jj^  j^  q^^gj  tempo  notò  in  ambedue  l'infaufto  accoppiamento  dell'ingegno , 
e  dell'ardire;  ond'egli  ripigliandolifolevadire.  Che  non  appettava  da  ejji 
altro,  che  uno  Sci/ma,  e  che  perciò  haveva  loro  lungamente  ritardata  la  di- 
gnità Dottorale  :  onde,  come  che  la  novità  nel  medefimo  tempo  forpren- 
de.  Sgalletta,  quefti  due  Maeftri  con  ifpeciofo  numero  di  adherenti,  ha-' 
vevano  divulgate  così  ampiamente  le  loro  nuove  propofizioni,  che  ora- 
mai la  maggior  parte  de'  Licenziati ,  e  de'  BacceUieri  di  quella  Univerfità , 
publicamenteleprofeflavano,  anche  con  pompa  d'irritamento.  Al  con* 
trario  frali  fecondi ,  diedero  la  molfa  a  maggior  impegno  alcuni  Difcepoli 
del  medefimo  Bajo,  e  quefti  furono  alcuni  dell'Ordine  Francefcano,  che 
amando  meglio  la  ficura  ftrada  calcata  dagli  antichi ,  che  la  fallace  de'  mo- 
derni ,  procacciarono  la  cenfura  di  quefta  nuova  dottrina  dal  Collegio  del- 
la Sorbona ,  ridotta  allora  in  dieciotto  articoli ,  che  fu  più  tofto  un  rifufci- 
tare,  cheunfopprimereledifcordie,  che  bollivano .  Poiché  li  foftenitori 
del  Bajo  punti  dalla  cenfura  Parigina,  e  dalla  domeftica  gara  degl'ingegni, 
chefuol'eirerepiùftimolante,  &afpra,  che  quella  delle  armi,  ricorren- 
do al  loro  Maeiìro  per  foccorfo  nella  difefa ,  furfe  quindi  un'  incendio ,  che 
non  fuppreffo  a  tempo ,  haverebbe  allora  anticipate  quelle  mine,  che  poi 
feguite  fono  a'  tempi  iioflri  per  opera  delli  Janfenifti  :  effendo  cofa  che 
publicoili  da  i  Bajiifi  una  Apologia  controia  cenfura deilaSorbona,  rin- 
e  liid.  »,?.        venute,  &  [e]  offervate  ambedue  dal  Pallavicini  fra  le  fcritture  del  Card. 
Seripando,  e prepararonfi Libri ,  Autori,  e  difpute  per  foftener  ciafcur 
na  parte  chi  l'apologia  »  chìlacenfura.  Sopravenne  opportunamente  quivi 

per 


Capitolo   /X  5  33        Pio  V. 

per  affare  del  Concilio  ài  Trento  il  Nunzio  Pontificio  Gio.FranceSo  Com- 
mendone,  che  con  deftrezza  pari  albifogno,  anche  per  ordine  del  Papa, 
eh' era  Pio  Quarto ,  impofe  ad  una  parte,  &  all' altra  il  (ìlenzio,  fé  un  Su- 
periore  Francefcano  in  Brufelles  con  zelo  importuno  caftigando  alcuni  fuoi 
iudditi  foftenitori  delle  fentenzedelBajo,  e  condannandole  come  hereti- 
che,  anzi  minacciando  di  volerne  procurare  una  tal  dichiarazione  dal  Pa' 
pa,  non  havelTe  di  nuovo  inafpettatamente  efacerbati  gli  animi  de' Mae- 
Itri ,  e  de'  fcolari .  NuUadimeno  fupprelfo  ancora  dolcemente  fotto  cene- 
re quello  fuoco,  dalla  Governatrice  di  Fiandra  furono  e  il  Bajo,  e  l'Hef- 
fel  honorevolmentecome  Theologi  Regii  mandati  al  Concilio  di  Trento , 
infieme  con  Cornelio  Janfenio  medefimamente  Dottore  della  Univerfiti 
diLovanio,  chefùpoi  VefcovodiGant,  denominato  il  Vecchio  ,•  quali 
predicendo  il  cafo  nella  collufione  de'  nomi ,  e  neiramicizia  delle  perfone , 
l'unione  de'fentimenti,  e  la  uniformità  delle  fentenze,  che  indi  a  mez- 
zo fecolo  hebbe  col  morto  Bajo  il  nuovo  Cornelio  Janfenio  Vefcovo 
d'Ipri.  NuUadimeno  non  trattandoli  allora  nel  Sinodo  quePJoni  apparte- 
nenti alle  loro  dottrine ,  faggiamente  fi  andò  temporeggiando  fopra  ef- 
fe, per  ifcanfarlilitigiidomefticiintempo  di  guerra  commune ,  Ma  tro- 
vandofi  poi feminate  dal  Bajo  le  fue  propofizioni  in  moltilibri,  e  dall' af- 
ferzione  di  un'errore  non  potendone  altro  feguire ,  che  la  conclufione  dell' 
altro ,  e  perciò  crefcendo  fempre  più  e  la  inquietudine  dellecofcienze,  e  lo 
fcandalo  delle  fcuole ,  e  il  tumulto  delle  difcordie,  il  Pontefice  Pio  Quin- 
to avvocò  rifolutamente  a  fé  la  caufa,  ed  efaminatala  maturamente  nel 
Tribunale  fupremo  della Inquifizione  di  Roma,  formòla  Bolla,  Ex  omni- 
bus affli&ionibus  ,  che  hor  hora  riferirafll,  nella  quale  egli,  fupprelfo  il 
nome  dell'Autore,  condannò  fettantanove  propofizioni  di  Michel  Bajo, 
fenza  però  fpecificazione  di  cenfura,  che  a  ciafcuna di efle convenifle,  fe- 
guendo  in  ciò  l'ufo  del  Concilio  di  Coftanza  contro  l'Herefie  di  Vviccleff , 
e  del  Pontefice  Leone  Decimo  contro  quelle  di  Lutero ,  con  il  tenore  del- 
le feguenti  parole. 

Ex  [a]  omnibus  afflidionibus  quas  in  hoc  locoà  Domino  conili-  „  *u^i!!'^appfraTK 
tuti  tani  luduofo  tempore  fuftinemus,  illeanimumnoftrum  prsecipuè  „  f'"=''o  '<"«•  4.  ir. 
excruciat dolor ,  qnòd  Religio  Chriftiana ,  tantis  jam  pridem  turbinibus  ^'"^"  ^" '" ' 
agitata ,  novis  quotidie  propofitis  opinionibus  conflidetur ,  Chrifliafluf- 
que  populus  antiqui  hofì:isfuggeftionedifledus,  inaliosinque  alios  er- 
rores,  paflìm,  &promifcuèdeferatur.  Q£antum  veròad  nos  attinet, 
totis viribus  conamur,  ut illi ,  fimulatque profiliunt ,  penitùs  oppriman- 
tur  :  Magno  etenim  mcerore  aificimur,  quòd  plerique  fpedat^  alio- 
quin  probitatis,  &dod:rincEviriina]iquasfententiasofFenfionis,  &  pe- 
nculiplenas,  cum  verbo,  tumfcriptisprorumpunt,  deniqueeisetiam  „ 
in  fcholis  invicem  controverfantur  ,  cujufmodi  funt  fequentes .  Nec 
Angeli ,  nec  primi  homines  adhuc  integri  merita  rcdè  vocantur  grada . 
Sicut  opus  malum  ex  natura  fua  eli  mortis  eterna»  meritorium,  iìc  bo- 
num  opus  ex  natura  fua  eli  vita:  xternas  meritorium .  Et  bonis  Angelis , 
&  primo  homini,  Ci  in  ftatu  illopermanfiflent  ufque  ad  ultimum  vits, 
felicitas  eflet  merces,  &  non  gratia.  Vita  «terna homini  integro,  &  „ 
Angelo  promifla  fuitintuitu  honorum  operum,  &  bona  opera  ex  lege  „ 
natura?  adillam  confequendam  per  fé  fuificiunt.  In  promiflione  fafta  „ 
Angelo,  &  primo  homini  contineturnaturalis  juftitixconilitutio,  qua 
Tomo  IV,  LI    3  prò 


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j, 
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)] 


Pio  V. 


534 


Secolo  XVI. 


,  prò  bonisopcribus  fine  alio  refpeótu  vita^pernajuftispromittitiir.  Na^ 
,  turali  lege  conftitiitijm  jfiiit  homini ,  ut  fi  in  pb^dientia  perfe  veraret ,  ad 
,  jcam  vitampertranfiret^  in^uanio^|no.npp0et.  primi  honiini.s  integri 
,  merita  fuerunt  primae  creationis  munera,  fed  juxta  modum  ioquendi 
,  Scripturs  Sacra;,  non  redè  vocanturgratiae;  quo  fit,  ut  tantum  me- 
rita, non  ^tiam  gratia:  debeant  nuncupari .  In  redemptis  per  gratiam 
Chnftinulluminveniripoteftbonummeritum,  quodnonnt  gratis  in- 
(digno  collatum.  Dona  concelTa  homini  integro,  &  Angelo,  forfitan 
non  improbanda  ratione  poflunt  dici  gratia;  fed.quia,fecundumufum 
Scriptura»  nomine  gratise  tantum  eamuneraintelligiintur,  qu»  per  Je- 
fum  male  merentibus,  &  indignis  .conferuntur ;  ideò,  neque  merita, 
nec  merces,  qus  illis  redditur,  gratia  dici  debet.  Solutionem  poena: 
temporalis,  qii3^  peccato  dinriiflofarpè  manet,  &  corporis  refurredio- 
nem  proprie ,  non  nifi  meritis  Chrifti  adfcribendam  eiie .  Quòd  pie ,  & 
jiiflè  in  nac  vita  mortali  ufque  in  finem  converfati  vitam  confequimur 
a^ternam,  id  non  proprie  gratia:  Dei,  fed  ordinationi  naturali  ftatim 
initio  creationis  conftituta:  juito  Deijudicip  deputandum  eft  ;  nec  in  hac 
rctcibutione  bonoriim  ad  Chrifti  meritum  refpicitur ,  fed  tantum  ad  pri- 
maai  infkiturionem  generis  humani,  in  qua  lege  naturali  inftitutum  eft, 
ut  jufto  Dqì  jiidicio ,  obedientix  mandatoruni  vita  «terna  reddatur .  Pe- 
lagli fententiaelt^  ppusbonuni  citra  gratiam  adoptionis  faftum,  non 
eit  ]R.egni  Cceleftis  meritorium .  Opera  bona  i.  filiis  adoptionis  faóta  non 
accipiunt  rationem  meriti,  ex  eo  quòd  fiunt per fpiritum  adoptionis  in- 
habitantem  corda  Filiorum  Dei ,  fed  tantum  ex  eo  quòd  flint  conformia 
legi,  quòdquepereapr^ftaturobedientialegi.  Opera  bona  )uftorum 
non  accipient  in  à\Q  Judicii  extremi  ampliorem  mercedem ,  quàm  jufto 
t>ti  judiciomererenturaccipere.  Dick  rationem  meriti  non  confiftere 
ineo,  quòd  qui  bene  pperatur,  habeat  gratiam ,  &  inhabitantem  Spiri- 
tumSandumi  fed  in  eo  folùm ,  quòd  obedit  Divina  legi  :  quamfenten- 
tiam  fajpiùs  repetit,  &multis  rationibusprobat fere toto libro.  Ineo- 
dem  libro  fsEpiiìs  repetit,  quòd  non  eft  vera  legis  obedientia,  qua:  fit 
fine charitate .  Dicitfentirecum  Pelagio,  qui  dicunt  effe  jnecefiarium 
ad  rationem  meriti,  ut  homo  per  gratiam  adoptionis  fubJimetur  ad  fta- 
tum  Deificum .  Dicit  opera  Catechumenorum ,  ut  fidem  &  poeniten- 
tiam  ante  remiffionempeccatorum  fadam,  eife  vita?  alterna:  merita  ; 
quam  vitam  non  coniTequentur  Catechumeni,  jpifi  priùs  pr^cedentiiun 
deìidorum  impedimenta  tollantur .  yideturinfinuare,  quòd  opera  ju- 
ftitice,  &  temperantisc ,  qua»  Chriftus  fecit ,  ex  dignitate  perfonjp  ope- 
rantis non  traxprint  majorem  valoreni .  Nullum  eft  peccatum  ex  natura 
fua  veniale ,  fed  omne  peccatum  meretur  pcenam  aternam .  Humana? 
natura?  fublimatio ,  &  exaltatio  in  confortium  Divinse  naturse  debita  fuit 
integritati prima? conditionis,  &proi.nde,naturalisdicenda  eft,  &:  non 
fupernaturalis,  Cum  Pelagio  fentiunt,  qui  textum  Apofloli  adRoma- 
nos  fecundo,  Gentes,  quce  legem  non  habent ,  naturaliter,  quse  legis 
funt,  faciunt,  intelligunt  de  gentibus  fidem  non  habentibus .  Abfurda 
/eft  eprum  fentpntia ,  (^ui  dicunt ,  hominem  ab  initio ,  dono  quodam  fu- 
pernaturali,  &  gratuito  fupraconditionemnaturcE  fiiille  exaltatum,  ut 
fide,  fpe,  charitate  Deunifupernaturalitercoleret.  A  vanis,  &  otio- 
fis  hominibus  fecundum  infipientiam  Philofophorum  excogitata  eft 

fen- 


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CdpitòiólX,  5  3^        Pio  V. 

ffrttéritiai  hominem  ab  mitio  lìc  cónftitiitiim  i  ntper  dona nàturse  lupe-  „ 
tàddita ,  tueritlargitate  conditorisfiiblimatus ,  &  in  Dei  Filium  àdopta 
tus.  EtadPelagianiriiiiunrejiciendaéftillàrenténtia,  Omnia  opera  In- 
fideliiimfiirìtpeccata,-  &Philofophorum  virtutes  f unt  vitia.  Integritas 
f>rinT^  creatiònis non  fuit  indebita hiimanar  natura  exaltatio,  fed  nata- 
r^liseiuscoriditiorquamferitentiàm  repetit  j  &pròbàtper  plura  Capi-  „ 
tuia.  LiberumarbitriumiinegratiaeDeiadjutoriò^  non  nifi  ad  peccan-  ^, 
dnrti  valet.  Pelàgianusefterror  dicere,  quòd  liberum  arbitrium  valet  „ 
ad  ulliim  peccatum  vitahdum .  Nòrifoiùmfuresiifunt,  &làtroneS,  qui 
Chriftnmì  viam ,  &òftiumveritatis,  &vitajriegant,  fed  etiam  quicum- 
quealiunde,  quàmperChriftumin  vianl  |uftiti£ei  hoc  eft  ad  aliquam 
iiiftitiartìcòrtfGeridipofrèdiciint,  anttentationiullifinegtatiae  ipfius  ad- 
jiitorio  reiifteré  hòmineni  pofle ,  (ic  ut  in  éam  non  inducàtur ,  aut  ab  ea 
fuperetur  i  Charitas  perfeda  &  fyncera  i  quje  eft  ex  corde  puro ,  &  con- 
fcietìtià  boria,  &  fide  non  fida,  tàm  inCatechumehis,  quàm  in  poéni- 
tentibiispòteftelfe  fine  remi  Alone  peccatorum.  Charitas  illa^  quse  eft 
plenitudo  legis  j  non  eft  femper  cónjunda  cumt  remifllone  peccàtorum . 
Catechumertus  juftèy  redè,  &fandè  viviti  5^  mandata  Dei  òbfervat, 
àc  ìegeril  inì{)let  per  charitàtem  ante  obtentam  remilfionem  peccato- 
rum  i  quaè  in  Baptifmi  lavacro  demum  per cipitur.  Diftindio  Illa  dupli- 
cis  amoris ,  naturalis  videhcet  i  qiio  Deusamatur ,  ut  audor  naturje ,  & 
gratuiti,  quo  Deus  ani  atur,  utbeatificator,  vanaeft,  &  commentiti^, 
&  ad  illudendum  facfis  litteris  i  &  plurimis  veterum  teftimoniis  excogita- 
ta .  Omne,  quod  agit  peccator,  vel  ferviis  peccati  ^  peccatum  eft .  Amor 
naturalis,  qui  ex  viribusnaturaeexoritttr,  ex  ^ola  Phildfòphia  per  ela.- 
tionem  prarfumptiorìis  Humana:  cum  injurià  Crucis  Chrifti  detenditur  a 
nonnullis Dodoribus .  Cum Pelagio fencit,  qui  boni  àliquid  naturalis,  '» 
hoc  eft,  quod  ex  naturai  folis  viribus  ortum  duciti  agnofcit.  Omnis  '» 
amor  creatura  rationalis  aut  vitiofa  eft  cupidif as ,  qua  mundus  diligitur ,  »> 
qua:  à  Joarineprohibetuti  àutlaudabilisilla  charitas,  qua  per  Spiritiim  '» 
Sandum  in  corde  dirfiifa  Deus  amatur  i  Quo»d  voluntariè  fit ,  etiam  fi  in  " 
necefiltate  fiat  j  libere  tamenfit.  In  omnibus  fuis  adibus  peccator  fer-  »» 
vitddminantieupiditati.  Is  libertatis modus  qui  eft  à  necelficate,  Tub  " 
libertatis  nomine  non  reperitur  in  Scripturis,  fedfolum  nomeri  liberta-  ?» 
tisà peccato.  Juftitia,  qua  juftificaturperfidem  impius,  confiftit  for-  »» 
maliterin  obedientia  mandatorum,  quse  eft  operum  juftitia,  non  au-  >» 
temingratiaaliquaanimsinfufa,  qnaàdoptaturhomoinfiliumDei,  &  >> 
fecuridwm  interiorem  hominem  renovatur  j  6^  Divina;  natura  confors  et-  ?» 
ficiturj  ut  fic  per Spiritum  Sandum  renovatusdeinceps bene  vivere,  &  j» 
Dei  mandatis  obedire  poifit .  In  hominibiis  poenitentibus  ante  Sacra-  » 
mentumabfolutionis,  &mCatechumenisanteBaptirmum,  eft  vera  ju-  „ 
ftificàtio,  féparatatameiìd  juftificatione peccàtorum.  Operibus plenf-  *, 
que,  quae  à  fidelibitsfiunt,  ut  mandatis  Dei  pàreant,  cujufinodi  funt  „ 
obedire  par  entibus,  depofitumrcddere>  abhomicidio,  à  furto,  àtbr-  „ 
nicatione  abftinere ,  juftificànturquidemhomines,  quiafunt  legis  obe-  ,j 
dienti» i  &veras legis  juftitia:,  nontamen  iis  obtinent incrementa  vir-  „ 
tutum*  Sacdftciiim  Miftae  non  alia  ratione  eft  Sacrificium  ,quàm  genera-  ,« 
li  illa ,  quàomtie  opus  quod  fit  >  ut  fanda  focietate  Deo  homo  inhxreat  * 
Ad  racionem  &  definiciorlem  peccati  non  pertinec  volunj:arium ,  necde- 

Ll    4  fini' 


3* 
>» 

ìi 


Pio  V. 


53^ 


Secolo  XV  l 


finitionis  quc^flio  eft ,  fed  caufe  &  originis ,  iitrnm  omiie  peccatimi  de- 
beat effe  voluntariLim  ?  Unde  peccatimi  originis  vere  habet  rationetn 
peccati  line  lilla  relatione,  ac  refpedii  ad  voluntatem,  dquaoriginem 
habuit.  Peccatuin  originis  eft  habitiiati  parvuli  voluntate  voluntarinm , 
&  habitiialiter  dominatur  parviilo ,  ex  quo  non  gerir  contrarium  volunta- 
tis  arbitriiim  ;  &  ex  habitiiali  voluntate  dominante  fit ,  ut  parvulus  à^cc- 
dens  fine  regenerationis  Sacramento ,  quando  ufum  rationis  confequutus 
eratj  aftualiterDeiimodiohabeatj  Deumblafphemet,  &legi  Dei  re- 
pugnet.  Prava  defideria,quibus  ratio  non  confenfit,  &qucehomoinvi- 
.ms  patitur ,  funt  prohibita  pr^ecepto ,  Non  concupifces .  Goncupifcentia 
five  lex  membronim ,  &  prava  ejus  defideria ,  qua:  inviti  fentiunt  homi- 
nes,  funt  vera  legisinobedientia.  Omne  fcelus  ejus  eft  conditionis,  ut 
fuum  audorem ,  &omnespofteroseomodoinficerepoHìt,  quoinfecic 
prima  tranfgreflìo .  Quantum  efl:  ex  vi  tranfgreflìonis,  tantum  meritorum 
malorum  à  generante  contrahunt,  quicumminoribiisnafcunturvitiis, 
quàm  qui  cum  majoribus .  Diffinitiva  base  fententia ,  Deum  homini  nihil 
impofllbile  prajcepiffe ,  falsò  tribuitur  Auguftino ,  cum  Pelagli  fit .  Deus 
non  potuilfet  ab  initiotalem  creare  hominem,  qualisnunc  nafcitur.  In 
peccato  duo  funt ,  aólus  &  reatus  -,  tranfeunte  autem  adu  nihil  manet,  nifi 
reatus,  five  obligatio  ad  pcenam .  Unde  in  Sacramento  Baptifmi,  aut 
Sacerdotis  abfolutione ,  proprie  reatus  peccati  dumtaxat  tollitur ,  &  Mi- 
nifterium  Sacerdotum  folùm  liberar  à  reatu .  Peccator  poeniteiis  non  vi- 
vificatur  minifterio  Sacerdotis  abfolventis ,  fed  à  folo  Deo ,  qui  poeniten- 
tiam  fuggerens ,  &  infpirans  vivificar  eum,  &  refufcitat  ;  minifl:erio  au- 
tem Sacerdotis  folus  reatus  tollitur.  Quando  per  eleemofynas,  aUaque 
pietatis  opera  Deo  fatisfacimus  prò  pcenis  temporalibus,  non  dignum 
pretium  Deo  prò  peccatis  noftris  offerimus ,  ficiit  quidam  errantes  autii- 
mant,  nam  alioquin  effemus  faltem  aliqua  ex  parte  redemptoresj  fed 
aliquid  facimus ,  cujus  intuitu  Chrifti  fatisfadio  nobis  applicatur ,  &  com- 
municatur  »  Per  paffiones  Sandorum  in  Indulgentiis  communicatas ,  non  ^ 
proprie  redimuntur  noftra  delidai  fed  per  communionem  charitatis  no-  ' 
biseorumpaflìonesimpartiuntur,  utdignifimus,  qui  pretio  Sanguinis 
Chriftià  pcenis  prò  peccatis  debitishberemur.  Celebris  illaDoftorum 
diftindioj  divina  legis  mandata  bifariàm  impleri,  altero  modo  quan- 
tum ad  prseceptorum  operum  fubftantiam  tantum,  altero  quantum  ad 
certumquemdam  modum,  videlicet  fecundum  quem  valeant  operan- 
tem  perducere  ad  Regnum  sternum^hoc  eft  ad  modum  meritorum,  con- 
mentitia  eft,  &  explodenda .  Illa  quoque  diftinélio,  qua  opus  dicitur  bifa- 
riàm  bonum ,  vel  quia  ex  objedo ,  &  omnibus  circumftantiis  redum  eft, 
&  bonum ,  quod  moraliter  bonum  appellar!  confiievit ,  vel  quia  eft  meri- 
torium  Regni  £Eterni,eò  quòdfit  à  vivo  Chrifti  membro  per  fpÌL'itum  cha- 
ritatis, rejiciendaputatur .  Similiter  &  illa  diftindio  duplicis  juftitia: ,  al- 
terius  qu^E  fit  per  Ipiritum  charitatis  inhabitantem ,  alterius  qua?  fit  ex  in- 
fpiratione  quidem  Spiritus  Sandi  cor  ad  paenitentiam  excitantis,fed  non- 
dum  cor  inhabitantis ,  &  in  eo  charitatcm  diffundentis ,  qua  Divina  legis 
juftificatio  impleatur ,  odiofilfima ,  &  pertinacifiìma  rejicitur .  DeniquQ 
&  illa  diftinòlio  duplicis  vivificationis ,  alterius  qua  vivificatur  peccator , 
dum  ei poenitentia,  &  vitée novée  propofitum ,  & inchoatio  per  Dei  gra- 
tiam  infpiratrr,  alterius  qua  vivificatur,  qui  vere  ;uftificatur,  &  pal- 

mes 


Capitolo  /  X  5^7       Pio  V. 

mesvìvusinvìte  Chriftoefficitur,  commentitia  jiidicàtnr,  &Scriptun's  „ 
minime  congniens .  Non  nifi  Pelagiano  errore  admitti  poteft  iifiis  aliqiiis  „ 
liberi  arbitrii  bonus ,  fivenon  malus;  &  grada:  Chrifti  injiiriam  facit  ,  „ 
qiiiitafentit,  &docet.  Sola  violentiarepugnat  libertari  hominis  natu- 
rali .  Homo  peccat  etiam  damnabilicer  in  eo ,  quod  neceilanò  facit .  In- 
lidelitas  purè  negativa  in  iis ,  quibus  Chriftus  non  eiì  pr^dicatus ,  pecca- 
tum  eft .  Juftificatio  impii  fit  formaliter  per  obedienciarn  legis ,  non  au- 
tem  per  occultam  communicationem ,  &  infpirationem  gratise ,  quae  pei* 
eam  juftificatos  faciat  implere  legem .  Homo  exillens  in  peccato  morta- 
li, five  in  reatu  jetern^  damnarionis  :, poteft  habere  veram  charitatem ,  & 
charitas  etiam  perfecla  poteft  conlilliere  cum  reatu  xternx  damnationis . 
Per  contritionem  etiam  cum  charitate  perfecla ,  &  cum  voto  fufcipiendi 
Sacramentum  conjunólam ,  non  remittitur  crimen  extia  cafum  nccellìta- 
tis,  autmartyrii,  fine  aduali  fufceptione  Sacramenti.  Omnesomninò 
juftorumafflidionesfuntultionespeccatorum  ipforum  ;  unde  Job,  oc 
Martyres,  quspafiìfunt,  propterfua peccata pafiifunt.  Nemoprseter 
Chriftum  eft  abfque  peccato  originali  ;  bine  Beata  Virgo  mortua  eft  pro- 
pterpeccatumexAdamcontractum,  omnefqueejus  afBidiones  in  hac 
vita, ficut  & aliorum  juftorum ,  fuerunt ultiones peccati adualis ,  vel  ori- 
ginalis .  Concupifcentia  in  renatis  relapfis  in  peccatum  mortale ,  in  qui- 
bus jam  dominatur  peccatum ,  eft  ficut  &  alii  habitus  pravi .  Motus  pravi 
concupifcenti^e  ftmt  prò  ftatu hominis  vitiari ,  prohibiti  pr^ecepto ,  Non 
concupifces  :  unde  homo  eos  fentiens ,  &  non  confentiens,  tranfgreditur 
praeceptum.  Non  concupifces,  qnamvistranfgreilìo  in  percatum  non 
deputetur.  Quamdiualiquidconcupifcenti^Ecarnalis  in  diligente  eft,non 
facit  prxceptum ,  Diligcs  Dominum  Deum  tuum  ex  toto  corde  tuo .  Sa- 
tisfadioneslaboriofejuftificatorum  non  valentexpiarede  condigno  poe-  '* 
nam  temporalem  rcftantempoft  culpam  condonatam .  Immortahtas  pri-  " 
mi  hominis  non  erat  gratile  beneficium  ,  fed  naturalis  conditio .  Falfa  eft  '' 
Dodorum  fentcntia ,  primum  hominem  potuifie  à  Deo  creari ,  3c  inftitui  '* 
fine  juftitia  naturali .  Quas  quidem  fententias  ftrido  coram  nobis  exami-  '> 
neponderatas,  quamquam  nonnulla:  aliquo  pado  fuftineri  pofient ,  in  >> 
rigore ,  &  proprio  verborum  fenfu  ab  affertoribus  intento  h^reticas ,  er-  '» 
roneas ,  fufpedas ,  temera-rias ,  Tcandalofas ,  &  in  pias  aures  offenfioncm  j> 
immittentes ,  refpedivè  àc  quajcumque  fuper  iis  verbo ,  fcriptoquc  emif-  3> 
fa,  pr^efentiumaudoritatedamnamus,  circumfcribimusj&abolemus,  ?> 
deque  eifdem  *  &  fimilibus  pofthac  quocumque paolo  loquendi ,  fcriben-  « 
di,  &difputandi,  facultateniquibufcumqueinterdicimus.  Quifecùsfe-  « 
cerint ,  ipfos  omnibus  dignitatibus ,  gradibus ,  honoribus ,  beneficiis  &  « 
officiis  perpetuò  privamus,  ac  etiam  inhabiles  ad  quocumque  decerni-  „ 
mus,  vinculo  quoque  anathematiseoipfoinnodamus,  àquonullusRo-  ,> 
mano  Pontifice  infcrior  valeat  ipfos ,  excepto  mortis  articulo ,  liberare .  ,» 
Coeterùm  ut  jam  commoti  his  de  rebus  tumultus ,  &  contrada  odia  faci-  „ 
liiìs  comprimi  poffint ,  fimulque  animarum  faluti  pleniiìs  confulatur,  Di-  „ 
ledo  Filio  noftro  Antonio  Tituli  Sandi Bartholomsi  in  Infula  Presbyte-  „ 
ro  Cardinali  Granvelano  nuncupato ,  per  Apoftolica fcripta  mandamus ,  „ 
iitipfequidadperpetuamdidarumfententiarum,  &  fcripturarum  abo-  „ 
litionem ,  quid  ad  arcenda  hujufmodi  proloquia ,  &  difputationes ,  quid 
denique  ad  unionem ,  de  pacem  cum  communi  omnium ,  &  Ecclefi^  Ca- 

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V 


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Pio  V.  538  Secolo  XV L 

iy  tholicas  fatisfedione  componeridu'niiÉ  fàdo  opUt  fit  iri  pfrimis  diligeritef 
„  expendat.  Deinde  iti iiso'mmbiisy  quie  prò  communi:  fallite,-  tranquil- 
,  „  litate ,  &  bonore  optimum  judicaverit ,  faka  femper  Ecclefia*  pr'^didsB" 
uriitate,  etiamtper'alium,  feitaliósfidcy  do'd'rinay& religione prajftan- 
tesotyùsexequatury  f;itiatqtie,  <|uicquiddecrévent,  inviolate  ab  om- 
nibus obferVan  .•  Cóntràdiótoresquoslibet  percenfuras,  &  poena&prs- 
„  didas ,  caèteraque  juris ,  &  t^éti  remedia oj^ortuna,  appellatiórie  poft- 
,',  polita,  cojnpefcendo  :  invocato etiam  ad  hoc,  fiopusfuerit,  auxilio 
,i  brachii  fajcularis .  Non  obitanifibus ,  quòd  forfltan  aliquibus  ab  Apofto- 
„  lica  fit  Sede  indultiim,  quòd  interdici,  fiifpendi,  vel  excommunicari 
„.  nortpoffìntperlitterasApoftolicasy  non  facientes  plerfa'm ,  expteftamy 
aC  de  verbo  ad  vctbitrri  de  indnìtu  hujufmòdi  mentionem  :  &  quibusHbet 
aliis  privilegiis  i  exempcionibus  y  indulgentiis  ,-  &  litceris  Apottolicis 
^   fpecialibus,  velgeriefaHbusquonimcumquetenorumexiftant,  per  quar 
^^  prscfentibiisnonexprefla,  vel  totaliter  non  inferra,  effedus- pr^fentium 
^^  im|fediri  valeat  quomòdolibet  vel  differri ,  &  de  quibus ,  quorumqueto- 
^^  tistenoribiisdeverboadtverbum  habenda  fit  in  nófkis  litteris  mentio 
^^.  foecialis.  Nulli  ergo  omniriò  hominum  liceat  haric  paginam  noftrae 
dàmnationis,  circumfcriptionis^iabolitionis,-  iriterdidi, decreti, man- 
dati ,•  privati onis  i  &  inriódationis  infringere  ^  vel  ei  aufu  temerario  con- 
traire .  Si  quis  autem  hoc  attentare  prsefumijferir  >  indignatiónem  Omni- 
'»  potentisDei,  acBeatorum  Petri  &  Pauli  Apoftolorum  ejus  fé  noverit 
>■>  incurfurum.  DatumRom*e  apud  Sànduni  Petrum  Anno  Iricairnatióni^ 
5>  Dominiccfe  millcfimo  quingentefimó  fexagefirtK>  fe^imo,  Kal.Odob. 
Pòntific.  noftrianno  io  Quelita  Bolla  in  vita  di  Pio  fu  per  maggior  foaviti 
[  a]  intimata  fol  privatamente  air  Accsldetnia'  òì  LoyaniodairÀrcivefcovo' 
di  Maiines  di  commifìione  ApoftoHca  :  e  qual  fofle  l'effetto ,-  eh'  ella  foni^ 
fcj  faptaffì  dal  Racconto  del  Pontificato,  che  fiegue. 


7^ 


«  ZiÓifik  i5€fc 


C  A- 


<^0        Grego- 

C  A  P  I  T  O  L  O    X.  ^'"^  ^"^ 

Gregorio  Decimoterzo  Bolognefe  ,  creato  Ponte- 
fice li  17.  Maggio  1572-. 

Profegulmento  della  condanna  delle  propoftvonl  di  Jìdkhel 
iajo  ,  e  nuo'va  ^olla  di  Gregorio  Decimoterzjj .  Sofifmi, 
e  tergi'verfaz.ione  de'  ^ajifli .  Sentimenti  di  alcuni  Dotto- 
ri Cattolici  fipr a  la  fegmta  condanna.  Ah] ara  dell'  Ar- 
ci'vefco'V.o  C.aranz^a ,  Affari  de'  Cal'pinifti  di  Francia ,  e 
potenti  foccorfi  mandati  a^  Cattolici  dal  Pontefice,  Nuoi/e 
confufioniy  concordie  ,  e  difcordie  de'  Luterani  Tedefchi. 
Apoflafie  del  Vefconi/o  di  Cincjue  Chiefe  ,  e  delF  Arci^e- 
fco'vo  di  Colonia.    Herefie  del  Pojìello  ,  §  di  un  altro 
Heretico  nel  Perù  .  Corfo  della  Perficuzjone  d' Inghil- 
terra  ?   e  Martiri  di  quel  T^gno  ,   Opere  flupende  di 
quejlo  Pontefice  in  battimento  delP  herefie ,  e  in  pro^ 
pagazionc  della  Fede  Cattolica .  Fondazioni  de'  Semina- 
rii  Germanico  ,  Qreco ,  Inglefe ,  e  Maronito  ,  e  fue  "Bol- 
le in  iflituz^ione  di  ejji .  Monti  eretti  da  quefto  Pontefice 
in  fo^'venimento  della  caufa  de' Cattolici.  Indicazione 
del  Calendario  riformato  ,  e  hre've  Elogio  di  Gregorio 
Decimoterzp  !• 

A -non  ceflando,  benché  fegiiita  ne  fofTe  la  condanna,  né  alle  Nuova  boJI. 
fentenzedelBajojlfeguito,  nei  tumulti  per  effe,  Gregorio  «^«"^^a  i  Bajii» 
Decimoterzo  publicòfolennementela  Bolla  del  fuo  Prede-  Tdi"ìT"°"^ 
celfore ,  ch'egl'  inferì  in  un'altra  fua  Bolla ,  che  comincia ,  [a]  »  --if""i  Mivu 
Troviftonis  noflr^,  confermatoria  della  Bolla  di  Pio,  quale  Z7,'nZ^T'^ 
per  comandamento  Pontifìcio  tuprefentata  all'Accademia  ^'^''-Bafo'. 
di  LovaniodaFrancefco  Toledo  della  Compagnia  di  Giesii,  allora  Predi-  Ba/o7&"'"''^'' 


accetca» 


catore  del  Papa ,  e  poi  fotto  Clemente  Ottavo  Cardinale,  il  quale  dirpofó^'o^^/^f'^^Bo'ia 
facilmente  il  Bai o  a  quietarli  fopra  la  determinazione  prefada  Gregorio,  g'"* '^^  ^*"'*"'^- 
ricevendo  il  Toledo  da  lui  una  privata  ritrattazione  delle  propofizioni  con- 
dannate, qual'egli  prima  fece ,  e  poi  fottofcriffe ,  tramandandone  [b]  quindi  b  14.  Mé,r$ìi  1580, 
lo  fcritto  al  Papa  in  quefto  tenore  :  Ego  Michael  de  Baji  Cancellar ius  Univerjì- 
tatisLovanienfìsagnofcot  &  profìteormeex  varìis  collo^juiif ,  &commHnica- 
tìonìbm  hahitìs  cnm  B^.D,  Francijco  Toledo  Concionatore  /«^  San£Ìitati5,&  ad 
hancrem  fpecialitermiJfQyfuperdtverJisfententiìSj&  propojitionibus  jamolim 
À  S*  D.7>{.  Vio  V,  fel.  ree  or.  fub  data  Kal.  O^ob.  anno  1 5  (5/,  c^  mper  à  Grego- 
rio 


Greco-        ^^^  Secolo  XVI. 

uro  AHI.  y^^  ^^j^  moderno  Tontifice  Max,  fub  data  4.  Kal.  Febr^an.  1579.  iterato 
damnatis,  &  prohibitis ,  ita  motum,  &  eò  perduBum  efìe  ,  ut  piane  mihi 
habeam  perfuafum  earum  omnium  fententiarum  damnationem ,  atque  prohi- 
bitionemjure,  meritoque,  ac  non  nifi  maturo  judicìo  ,  &  diligentijjìma  ex- 
cujjione  pramìfjis  fa^iam  ,  atque  decretam  efie .  Fateor  ìnfuper  plurimas  ex 
iifdem  fententiis  in  nonnullis  libellis  à  me  olìm  ,  &  ante  emanatam  Sedis 
JìpojioUciè  fuper  iis  cenfuram  confcriptisy  &  inlucem  editi f,  cont inerì,  & 
defendi  i  ettam  in  eo  fenfu,  in  quo  reprobantur .  Denique  dcclaro  me  in  pr^e- 
fentiarum  ab  tis  omnibus  recedere  ^  Ò"  damnationi  à  S.Sede  fa£Ì<e  acquiefce' 
re,  ncque  pofthac  illas  docere,  ajjerere  ,  aut  defendere  velie,  Datum  Lova- 
nit  die  24.  Martii  anno  1580. 
Michael  de  Baji. 
Così  la  ritrattazione  del  Bajo:  anzi  di  più  la  UniverfitàmedefimadiLo- 
vaiiio accettò  contanta  venerazionelaBolla,  cheobligò,  chiiinquerice- 
ver  voleflela  dignità  di  Dottore,  alla  perpetua  olfervanza  di  efTa.  Mific- 
come  avviene,  che  ne' gran  mali  le  cure  nfiiti,  e  leggieri  ò  non  operano  la 
fallite ,  ò  la  peggiorano  ;  così  fuccelTe ,  che  palpata  allora  la  piaga,  fi  profon- 
dale la  cicatrice  in  cancr-ena ,  dandoli  ben  tofto  nuove  interpretazioni  flot- 
te ,  ò  dal  Ba)o  iìeffo ,  ò  da'fnoi  difcepoli ,  al  benigno  tenore  della  Bolla ,  in 
cui  non  fol  amente  per  dona  vali  al  nome  del  Baj  o ,  e  tralafciavafi  la  fpecifì- 
cazione  della  cenfura ,  ma  gli  errori  medellmi  venivano  percoffi  con  mano 
cotanto  manfiieta ,  che  appena pareffero  errori  ,dicendofi  in  efTa,  che  alcu- 
ne delle  condannate  propofizioni  potevano  foftenerfi  in  qualche  men  pro- 
ma[fgn=^'"dena  prio  fignificato .  Onde  le  flotte  interpretazioni,  dchidigiàerarifolutodi 
Bolla  fitu  da"  ritrovarle,  furono  pronte,  e  la  principaliifimafli  quella,  che  produlTero 
^^'  ''  fiiora  li  Bajifli,  cioè  che  la  Bolla  folle  adulterata  da  chi  haveva  maligna- 

mente ripofto  la  virgola  doppo  quelle  parole,  fujiinerì  pojjent,  acciò  le  fe- 
guenti,  m  rigore,  f^"  proprio  verborum  fcnfu ab ajjertoribus intento ,  firife- 
riifero  alla  condanna ,  come  fé  le  propofizioni  non  folTero  Hate  condannate 
in  fenfu  ab  ^uBore  mtento .  A  quefto  cavillofo  commento  diede  riputazio- 
ne, e  credito  Giacomo  Janfonio  Dottore  anch'elfo  di  Lovanio,  che  pro- 
dotto l'originale  medefimo  del.'  i  Bolla  di  Pio  V.  con  authentica  teftifica- 
zionediè  a  conofcere la  pretefatalfiiicazione delle  copie,  e  la  pretefaag- 
^corn.unf.ipren^  giùnta  dcUa  vir^oh  :  il  cheparimenre  india  molti  anni  r^l  rattifìcò  Corne- 
iaplx  e.  uit.        ho  Janfenio  Vefco  vo  d  ipn ,  che  atteito  non  havcr  mai  elio  notata  alcuna 
interjezione  di  divifìone  nel  citato  peii odo ,  e  foggiunfe ,  che  faggiamente 
tolfela  quindi  il  Pontefice ,  per  lignificare ,  che  molte  propofizioni  del  Bajo 
poteanodifenderfi  in  fenju  intento  ab  ^ìM  ore  :  in  modo  tale,  cheliBa)ifli 
leggevano  quefto  paragrafo  della  Bollain  quello  tenore,  Quas  quidem  fen- 
tentias  firiEio  coram  nobis  examine  ponderatas  ,  quamquam  nonnulla  aliquo 
paBo  fufìineri  pofjent  in  rigore  ,  &  proprio  yirborum  fenfu  ab  afjertoribus 
intento ,  h^reticas  ,  erroneas  damnamus  :  6:  al  contrario  li  Pontificii  leg- 
jievanlo  con  queft' aggiiinta  virgola,  O^ias  quidem  fententias  jìriBo coram 
nobis  examine  ponderatns  ,  quamquam  nor.ttidla  aliquo  pa&o  fujìmeri  pof- 
jent,  in  rigore,  &  proprw  t>erboru7a  fcnfn  ab <ijJcrtoribus  intento hxreticasy 
b  V(di  il  ncjiro  crroncas  damnamus .  [^]  Qual  fiàudolenza  hereticale  anche  in  un  pun- 
p^r.cip,!T^e  'l'iL  to,  einiina  virgola  habbianio  ia  altro  liìogo  ravvifata  ne'Cherinthiani, 
TS'ì7''^''naudo  ^  Hcgli  allerti  Predeftinaziani  ;  onde  fcuipre  apparifca,  quanto  canto, 
to'!,%cMTsa°.  &  efatto  efler  deve  chi  fcrivecofe,  la  (;ui  dignità  può  rovinare  in  un  pun- 

me    in  Artnutnlia  fQ 

punta 2.]a',  &fiq. 


Capitolo  X;  ^[41        Orego- 

to.  Ma  benché  nel  Diploma  di  Pio  fofle  mancata  la  dibattuta  virgola,  nul-  ^^^  XIH. 
lamente  ella  manca  in  quello  di  Gregorio ,  né  nella  Bolla  In  eminenti  di  Ur- 
bano Ottavo,  che  citerafll  a  fno  luogo .  Oltre  a  che ,  fé  la  enunciata  fenten- 
za  nel  Diploma  di  Pio  legger  fi  doveflefenza  la  nota  della  dillinzione,  ©del- 
la virgola,  quel fapientimmo Pontefice  fi  farebb'egli  Itetiò  contradetto; 
poiché,  ciòfuppofto,  alcune propofizioni  del  Ba)o,  non  folamente  ali^ 
quo  modo,  ma  (tmpliciter,  &abfolutè,  fipotrebbonofoftenere,  &ilfen'^ 
fo  della  Bolla  farebbe,  ch'elleno  in  rigore ,  &  fenfu  proprio  tblTero  fofte- 
nibili,  che  fi  è  l'ifteffo,  chepoterfi  abfolutè,  &  (ìmplictter  fujlinerci  ef- 
fendo  cofa,  che  quella  propofizione,  la  quale  di  fua  natura ,  e  fecondo  il 
fignificato  proprio,  eh' ella  rende ,  può  difenderfi,  abfolutè,  &  fìmplici- 
ter  può  difenderfi  :  onde  malamente  dicefi,  che  il  Pontefice  habbia  con- 
dannate quelle  fentenze,  quafielTomedefimo dichiara,  in  rigore ^  &  pro- 
prio fenfu  poterfi  difendere .  Perloche  deve  onninamenteleggerfi quel luo-  o 
go  del  Pontificio  Diploma  con  la  nota  della  diftinzione ,  e  conia  interjezio- 
ne  della  virgola,  e  prenderfi  quelle  parole  in  fcnfuadverfativo,  cioè  Quam- 
quam nonnulla  aliquo  pa5io  fuftineri  poffent ,  idejì  in  fanum  fenfum  unum- 
que  fle£ìi  ;  tamen  m  rigore  ,  &  proprio  fenfu  ,  quem  verba  pnefeferunt  , 
damnamus ,  circumfcribimus ,  &  abolemus .  Ma  quefke  deboli tergiverfazio- 
ni  di  manifefta  difubidienza  farebbono  fiate  facilmente  ò  non  curate ,  ò  di- 
fpreggiate ,  fé  ad  effe  non  fi  fofiero  accrefciuti  nuovi  motivi  di  più  fottile 
malignità,  con  cui  nel  progreffo  del  tempo  quel  male,  che  nel  luo  princi- 
pio parve  debole ,  non  fi  foife  poi  impenfatamente  ingrandito  con  famofe , 
&  ardue  contefe ,  feguite  ne'  Pontificati ,  e  tempi ,  che  ordinatamente  a  ^  ^^^.  ^,  ^^^^ 
fuo  [a]  luogo  riferiremo .  N  on  mancarono  però  allora  Dottori  Cattolici ,  ,^;  v'rUno  vài'. 
che  aflerifiero,  condannate  alcune  propofizioni  del  Baio,  non  eflenzialmen-  f.'J'y"y  /■  ' 
te  come  falle  m  fé  Itefle ,  e  per  errore,  eh  elleno  contenellero ,  ma  loia- 
mente  per  una  certa  afpra  cenfura ,  che  dalla  loro  afierzione  deducevafi  del- 
la fentenza  contraria ,  in  modo  tale ,  che  alcune  di  elfe  fiano  folamente  cen- 
furabili,  ex  parte  modi,  benché  le  medefimefofìfero  vere,  ex  parte  dt6Ìi. 
Il  che  foffe  poi  la  pietra,  elacaufadellofcandalo.  Così  il  Vafquez[/;J  Uni-  b  vafc,.  i.i.difp. 
gamente  commentato  dall' Eminentiflìmo[t]  Noris  nelle  fue  Vmdicte  Uu-  l^clrd^' H7Jr/cus 
gulìiniane ,  Mail  Bellarmino  rigetta  [ci]  molte  di  eife,  come  ftmpliciter  dtNoris  in  v.r.di-. 
falfa^  anche  ex  parte  di5li  :  e  noi  riferito  quello  primo  fucceflb  ne  rimet-  T.l.'^arai.'z'.'""* 
tiamoaTheologiilpiùaflrufo,  e  lungo  dibattimento,  rifervandociade-  à  Beiiarm.i.t.df 
fcriverneilcorfohiftorico  [e]  in  altro  Pontificato.  ^medum,&tz^c!l. 

Condannate  quelle  propofizioni  di  Lovanio  ,  riafllinfe  Gregorio  la  %^'t&?'''-\h^' 
gran  caufa di  Toledo,  &  il  proceffo  dell' Arcivefcovo  Caranza,  che  hab-  c.ir^&Mì. 
biamo  già  veduto  fotto  Paolo  Quarto  carcerato  in  Spagna,  e  fotto  Pio  ^^."^'"'f'"''^-''' 
Quinto  fatto  trafportare  da  Spagna  a  Roma  con  lunga  carcerazione  di  die- 
cifetteannihorainCaftiglia,  bora  in  Calici  Sant'Angelo  di  Roma.  Con-  p^^^^^^  ^^j  ^^^ 
fideratone  dunque  con  attenta  perquifizione  il  Procellb,  e  determinatane  ranza,  àefuodi 
il  Pontefice  una  condizionata  aiVolutione ,  citate  le  parti,  fiiil  Caranza  q"e't-i"ufa. 
levato  [/]  da  Caftello  da  Gio:  Antonio  Facchinetti  Patriarcha  di  Gierufa-  i  14.  ^priu  1576. 
lemme,  e  da  Cammillo  Boccamazzi  Cameriere  del  Papa,  e  per  il  Corridore 
fecreto  [g]  condotto  nel  Palazzo  Vaticano,  nella  cui  gran  fala  fotto  il  Bai-  g  noc  haùctt-.r  m 
dacchino  vedevafi  il  Pontefice  con  i  Confultori ,  e  Giudici  del  Sant]  Offizio ,  xnrt[  ^.T^' 
e  con  i  Cardinali  Madrucci,  e  Montalto  deftinati  allìflenti  alla  funzione.  pai.26^,.\x^rch\ 
Nel  fine  del  Cancello  formato  da' banchi  de' Cardinali,  in  faccia  al  Trono  li/r^dT  ^"'"'* 

Ponti- 


GRego-        ^^2^  Secolo  XVI. 

RIO  AHI.  pontiricio  rimiravafi  iiigìnocchione  il  Caranza  tri  il  dio  Avvocato  il  ri- 
nomato Martino  Azpilcueta  detto  il  Navarro,  Canonico  Regolare  di 
Sant' Agoftino ,  che  amico  del  Caranza,  volle,  benché  ottogenario  in 
a  ^nn.  ij8(j.  jo.  età,  accomiatarlo  a  Roma,  ove  [4]  poi  morì  gloriofope' ferirti,  e  quali 
Gwgn,  ^tat.  m.  centenario  in  etiì,  e  Alfonfo  del  Grado  Scholaftico  della Chiefa  Toletana, 
mandato  da  quel  Capitolo  alla  difefa  del  fuo  Paftore  *  Da  un'altro  lato  fta- 
vano  in  piedi  il  Fifcale,  e  gli  agenti  della  Inquifizione  di  Spagna.  Il  Pa- 
pa die  allora  la  cedola  della  fentenza  al  Notato,  il  quale  ad  alta  voce  la 
pronunciò ,  e*l  contenuto  n'  era ,  di  quanto  era  feguito  nella  caufa  dell' 
Arcivefcovofin'a  quel  giorno,  con  piena  giuftificazione  di  chil'haveva 
per  così  lun^o  tempo  efaminata,  edifcufla  ;  quindi  in  efla  il  Papa  lo  di- 
chiarava grandemente  fofpetto  di  herefia,  ed  obligavalo  a  deteftare ,  & 
abiurare  fedici  Capi  molto  gravi,  &importanti,  ed  in  fine  lo  fofpendeva 
e  per  cinque  anni  dalle  funzioni  Ecclefiaftiche ,  &  a  beneplacito  dall'  ammi- 
niftrazione  della  fua  Chiefa ,  nel  quale  fpazio  di  tempo  egli  confinoli©  den- 
tro il  Monafterio  di  San  Domenico  in  Orvieto,  con  facoltà  però  di  cami- 
nare  per  tutta  quella  Città ,  e  con  afTegnamento  fopra  le  rendite  dell'  Arci- 
vefcovado  di  mille  feudi  d'oro  il  mefe  per  il  foftenimento  di  lui,  e  della  fua 
famiglia,  rifervando  a  fé  la  difpenfazione  de' frutti  reftanti acquiftati ,  e 
rifcofiì  dal  principio  della  ritenzione  dell'accufato,  fin  quanto  duralfel'efi- 
lio.  Impofe  in  oltre  alcune  penitenze  falutifere  ali  Arcivefcovo,  il  quale 
incontanente ,  tenendo  le  mani  fopra  i  Sacri  Evangelii,  abjurò  ad  una  ad 
una  le  condannate  propofizioni .  Terminata  lab^urafiìammefloal  bacio 
de'fantiflìmi  piedi,  fenza  licenza  però  di  aprir  bocca.  Ben' il  Papa  con 
volto  fevero  a  lui  dilfe,  Che  gli  errori  meritavano  caligo  maggior  e,  mala 
lunga  prigionia  haverne  diminuita  la  pena.  Partitofi dal cofpetto del  Papa, 
fu  allora  l'Arcivefcovo  condotto  in  cocchio  da  Horazio  Caetano  Capitano 
della  guardia  Pontificia  fino  al  Monafterio  della  Minerva,  dove  con  reli- 
giofi  fentimenti  di  Chriftiana  pietà  indi  a  pochi  giorni ,  aggravato  da  ma- 
le di  calcoli,  e  da  profonda  malinconia,  penitente  morì ,  refo  celebre  al 
mondo  per  humiliazione  pazientemente  fofferta ,  e  per  difcolpa  conclu- 
b  cafaUi  in  lìk  dentcmente  couvincente dì  chi  di  Ufi dìffc,  [^]  Errare  potuitj  nufquam  ta- 
f7/.mfh"6o7  '  "  «*^w  hareticus ,  qui  humillimo  famulatu  [ubjecit  fé  judicio ,  &  arbitrio 

Tontificis. 

soccorfi  del  Pon-      Combattcvafi  intanto  dagli  Heretici  la  Religione  Cattolica  non  meii 

contro'gi/Hugo!  ^^"  ^^  ^^^^  ^^^^^  peuna,  che  comi  l'erro  delle  fpade.  La  Francia,  che 

notJ?  '  rapprefentava  allora  nel  Teatro  del  Mondo  una  lacrimevole  tragedia 

della  Religione  opprelTa  dalle  armi  degli  Hugonotti ,  fu  ella  altresì  la  più 

prò  filma  a  ricevere  potenti  foccorfi  dal  Pontefice ,  che  giudicolla  per  que- 

fto  capo  eziandio  la  Chiefa  più  pericolofa.  Onde  ad  Henrico  Terzo ,  che 

Scudi  7?,„4„;  "o""^^"l3^^^§^^^^  ^"  S"^lif^QÌR^»  che  di  Capitano ,  permeffeun  fuifi- 

joo.'wjL  MfTrcI'  dio  dagli  Eccleliaftici  di  quel  Regno  [e]  di  un  milione  di  lire  Turonenfi, 

t!^tur  'Tn'^'Nat  [  <^  ]  ^  die  podcftà  ad  alcuni  Cardinali ,  e  a  fuoi  Miniftri  Ecclefiaftici  in  Fran- 

Su7.  fl'^.i6j!i.  eia  di  alienare,  e-vcndere  per  altrettanta  fomma,  e  di  nuovo  un'altra  volta 

peraltrafomraadimezzomilionedifcudi  d'oro,  li  fondi  dipartitamente 

delle  Chiefe  colàefiftenti  (  ad  eccettuazione  folamente  de'fondi,  e  feudi 

primarii,  e  principali  della  loro  fondazione  )  in  fovvenimento  delle  armi 

Regie,  aprendoin  quel  gran  bifogno  la  teforeria  di  Dio  in  beneficio  della 

caufa  di  Dio,  e  meglio  giudicando  impoverire  il  Clero  delle  Chiefe,  che 

perver- 


aTt.it, n,it 


Capitolo  X.  J4.3       Greco- 

pervertire  il  culto  della  Chiefa  :  anzi  ne' Diplomi  impofe  la  riferita  alie-  ^^^  AHI., 
nazione,  e  vendita  etiam  invitis  ,  &  conpradicentibus  pofìefforibus  i  onde 
maggiormente  apparifle  la  Tua  ferma  determinazione  in  foltenerela  parte 
Cattolica ,  anche  m  pregiiidicio  degl'  intereflati ,  e  la  caufa  commune  con 
la  oppre/fione  eziandio  della  privata.  Perloche  ricevè  Gregorio  publici 
ringraziame*iti  da  quel  Regno ,  che  in  teftiiìcazione  di  eterna  memoria  in- 
feri li  Pontificii  [a]  Diplomi  ne'  [b]  Commentarii  del  Clero  Gallicano ,  in- ,  i^.^^.y?» ,  j^^ 
dicati ,  &  annotati  dai  Natale  Aleflandro  da  noi  citato  nel  margine  di  que^  ^  »•  ^K^f^o  «  j7«. 
fto  racconto .  Gli  Hngonotti  combattuti ,  e  combattendo  contro  le  armi ,  curT'  gIuuZ'ì 
e  li  denari  del  Clero  Cattolico ,  infierip  non  tanto  co*  vivi,  quanto  co'  fj^'^^^f;  ^^'"^ 
morti,  invafero  [e]  di  repente  il  fepolcro  di  Clemente  Quinto  nella  Chiefa  l"^,".'  .c.i.att.u, 
diS.MariadiUzeftanellaPipcefidiBazas,  e  non  perdonando  né  pure  a  ^ *"'Jf «o.  ^«en- 
un  Papa  loro  connazionale,  doppoduecentofettantadue  anni  di  ripofo,  ne  n'o°ti/^  '  "^'" 
[d]  diireppellirono  le  offa ,  e  per  pompa  ài  empietà  lacerandole ,  e  confe-  ^  '^^;J^Pcmié 
gnandole  prima  al  fuoco,  e  pofcia  al  vento,  ftimarono  di  vendicarfi  del  inch7onjiòm!po'' 
Pontefice  allora  vivente  con  jl  trucidamento  del  morto ,  ^'^•"'  ^^"*'  ^' 

Ma  nella  Germania  pugnavano  fird  fé  gli  Hereti ci  pili  con  gli  ferirti ,  che 
con  le  armi.  Siccome  gli  Hugonotti  chiamarono  [e]  i  Turchi  in  loro  aju- p,y^^'/^'J'J^^^^^^ 
to ,  così  li  Luterani  tentarono  collegazione  ne'  dogmi  con  gli  Scifmatici  ;  Luteran'i  rigettati 
e  Giacomo  d'Andrea  celebre  proteftante»  chiamato  Schmidelino,  overo  '^*' scfinacici . 
il  Fabrizio  dall' arte  di  ferr^jo,  che  havevaefercitata  il  fuo  Padre,  màal-   .       ... 
lora  Canc«lliere  dell'Accademia  di  Tubinghen  ,  e  il  Crufio  [/]  fecero  l:f^f,n,%T 
prefentare  al  Patriarca  Gieremia  de' Greci  inCoftantinopolilaConfeflio- 
neAuguftana,  per  riceverne  da  lui  approvazione,  e  conferma.  Ricqfolla 
tré  volte  il  Patriarca,  e  nella repulia  tré  lettere fcrifle  confutatorie  dief- 
fa,  quali  fempre  tenute  celate  da  Luterani,  fprono  prodotte  al  publico 
con  le  ftampe  da  Stanislao  Socolo  vio  Theologo  del  Ke  Stefano  di  Polonia  > 
col  titolo  di  Cetifitra  Orientali^  Ecclefta  ^  Come  a  rivelata  ignominia ,  die-    pifTemìoni,  e 
dero  fuori  anch' efll  le  loro  rifpofte  li  Luterani,  ma  con  altrettanto  rincon- J^Jj7»nL"'  ^^' 
tro  di  potente  contradizione,  fuppreflenejloronafcere  dallo ftile,  epen-  '       , 

na  del  Jurifconfulto  Gio:  Battifta  Fiklero ,  che  ^d  elfi  replicò  cpl  libro  in- 
titolato Spongia^  e  del  medefimoSocolovio  con  nuova  publicazione  della 
fentenza  diffinitiva  del  Patriarca .  Quindi  eglino  inferociti  nella  difpera- 
zione ,  chi  ài  eifi  gittofll  a  formar  nuove  Sette  col  nome  di  Familta  iìmo- 
ris  ,  e  Domo  Chdritatis ,  predicando ,  '  Solos  in  Uhm  famiUam  adfcitos 
eleéos  ejje ,  &  falvandos ,  rdiquos  omnff  reprobos ,  e^  damnandos ,  Ulifque 
polis  licttum  effe  negare  jurejurando  quicquid  lìberet  coram  Magiflratu  ,  aup 
quovisalioy  quinonef^et  ex  eorum  /4W//'«:  il  cui  Fondatore,  cnechiamava- 
lì  Hermann©  [^]  Nicolai  di  Leyden,  àall'eriva.  Se  Dei ,  Deumque  fita   &  ^p**^  sp>n4. 
humanitatis  efse  parti fipem  ,  fu  brugiato'vivo  con  tutti  li  fuoi  libri,  con  ""'^^  *^''''^** 
pompa  di  titolo,  ma  confupprelTo  nome  publicati,  Evan^elium  Bfgni, 
Sententi^  doeumentales t  Trophetia  fpmtHs  amorisy  Tacif  fuper  terram  pu- 
blicatioy  ^4u6iore  1i.Ì{.  Altri  con  difperato  configUo  precipitarono  nel- 
la Setta  Fanatica  degli  Anabattifti ,  e  da  effa  combattendo  la  Luterana  j  un 
Hadriano  [h]  Hamftedioinfegnò  prima  nella  Zelandia,  e  poi  inlnghilter-  S,f,'^'&Sr 
ra ,  Liherum  efse ,  infante^  fine  haptifmo  ferrare  ad,  ali^not  annos  ,  nec  M* 
ullius  confcientiam  hac  in  re  adjirin^i  ^d  ^ertum  tempus  cHJufpis  au^oritate 
pofse  ;  e,  credere  Chrijìnm  ex  femtm  mtUieris  natum  ,  atque  immane  car- 
nis  participem  faClum ,  non  pertinerc  ad  ipfum  B^ligionis  Catbolic<e  fur^ 

da- 


Grego-        j^^  Secolo  XV J. 

RIO  AHI.  damentum,  fed  ad  quandam  fundamenti  circumftantiam ,  adeò  ut  qukumque 
Chrifium  ex  mulieris  femine  natum  negaret ,  non  fidei  fundamentum  ,  fed 
unam  ex  fundamenti  circumjiantiis  negaret .  Errore  cotanto  più  deteftabi- 
le ,  quanto  più  è  illuminata  nella  cognizione  de'Divini  Mifterii  la  noftra 
età  della  antica .  Un'altro  Giacomo  Vvillelmio,  predicandoli  mandato 
da  Dio  ad  annunciare  al  popolo  la  verità  della  Fede,  andò  Tempre  cinto  ài 
lunga  fciabla,  dicendo  ella effere  il  famofo  G/<i(//o  di  Gedeone;  e  perciò 
coftituitofi  egli  Re  degli  Anabattifti ,  e  di  profughi  Luterani ,  rinovò  la  fo- 
lita  cantilena  degli  Heretici,  ISJullum  effe  legitimum  Magiftratum  exifiiman- 
d«w,  permefle  Times  uxores  habere,  e  divulgò  un  libro,  in  cui  preten- 
deva di  provar  lecita  la  Poligamia,  e  infinuando  fra  la  turba  imbelle  di 
chi  lo  feguiva  ,  più  tofto  la  sfrenatezza  ,  che  la  credenza  de'fuoi  infe- 
gnamenti,  diceva,  In  gladio  Dei,  &  Gedeonis  jufiitiam  fé  Divinam  exer- 
cercy  comandando,  onde foftentarpoteffero  ed  egli,  edeflllavita,  aflfaf- 
finamenti,  frodi ,  e  rubbarie,.con  io  fpeciofo  motivo,  quòd  bona  terrx 
Chrijìi,  ac  difcipulorum  ejas  efìent  ,  qu<ie  ,  quia  per  leges  humanas  iniquifji- 
me  divija  cernerentur  ,  velie  Deum  ,  ut  ipfe  <£quus  ea  inter  fuos  dijiribue- 
ret,  divitibus,  quod  nimium  erat,  adempto,  &  egentibus  collato  :  e  fafto- 
fo  andando  con  l'allettamento  di  quelle  m  adirne  per  numero  di  fegua- 
ci,  e  lulfuriofo  per  copia  di  moglie,  furono  effe,  ed  egli  fermati  pref- 
fo  Giuliers,  e  dal  Magiftrato ,  eh' egli  annichilar  voleva,  ridotti  in  cene- 
re ,  col  fupplicio  del  fuoco  ,  nel  cui  tormento  affettando  oftentazione 

a  w4«p.i58o.  [tf]  morì  impenitente  con  tutta  la  mandra  delle  fue  mal  avventurate  Re- 
gine, e  con  tal  confufione,  e  dlfcordia  delle  Sette  Heretiche,  che  ben 
tofto  ufcì  alla  luce  un  groflb  libro  intitolato  Concordia,  in  cui  progetta- 
vanfi  nuove  unioni  fra  Luterani  in  tanti  difparati  dogmi ,  e  contrarie 
confefiìoni,  che  dagli  uni  profeflavanfi ,  e  dagli  altri  ;  ma  col  folito  ef- 
fetto di  chi  cerca  la  verità  nella  menzogna  ,  cioè  accumular  falfità  fen- 
„ ,.    .,,  za  fperanza  di  non  mai  rinvenirne  il  vero.  Gregorio  mandò  in  Augu- 

b  v^««.ij8i,  fta,  [^]  ove  eglino  a  nuovi  trattati  fi  erano  congregati,  il  Cardinal  Lu- 
dovico Campeggi,  acciò  quivi  dal  partito  Cattolico  fi  oftaflead  ogni  no- 
vità, che  intentar  fi  potefle  da' Luterani  :  ma  fé  fu  commendabile  la  di- 
ligenza del  Pontefice,  fu  altresì  altrettanto  meno  neceifaria;  conciofia- 
còfache  meglio  operarono  con  le  loro  dilVenfioni  gli  Heretici  contro  gli 
Heretici  ,  di  quanto  potevafi  cóntro  efii  agitare  da'  Cattolici  ,  mentre 
furfe  fri  loro  una  nuova  Setta  di  Concordijli ,  che  accettarono  la  divifa- 
ta  concordia  ,  &  un  altra  di  Difcordijìi ,  che  la  rigettarono  ;  onde  de' 
primi,  e  de' fecondi  lepidamente  cantofiì : 
,.^  .  ^     ,.  .  Jn  libro  Fit<£  qui  non  potuere  notari, 

Libri  Cattolici  *  •      i     ^     ri        ^  ^   r  r 

contro  il  libro  'ì^omen  lu  huuc  librum  compofuere  Juum, 

de'Luttf'nr'^''"*      E  ^^"  P^^'  fondate  ragioni  il  Lindano  ripofe  in  alto  difcredito  e 

gli  uni,  e  gli  altri  con  il  libro,  ch'egli  allora  àivulgò,  Difcordia  difcors; 

e  col  Judicium  Concordine,  il  Bellarmino,  che  in  eflb  dimoftra  non  men 

vano  il  titolo  del  loro  libro ,  che  le  afi'erzioni  di  efib  :  Liber  concor- 

'  A      ■  di£,  dice  egli,  nuper  editus  à  Luther anis  ,  trìa  mihi  continere  videtur  , 

■■■     pneter  communes ,  &  notos  Lutberanorum  errores ,  infignem  videlicet  va- 

nitatem,  gravifflmas  barefes  contra  Symbolum  ^poftoltcum  ,  e?"  mendacia 

innumerabilia  ,  apertiffima  ,  atque  inter  fé  pugnantia  :  e  ad  uno  ad  uno 

egli  n  efpone  le  prove. 

Nulla- 


Capitolo  X  54^        Gregorio 

Nulladimeno  per  quanto  grandi  elleno  foflero,  eledifcordie,  eleccfn-       -^^-^A. 
fufioni  deU'herefie,  e  degli  Heretici,  non  mancò  all'inimico  infernale  , 
onde gloriarfi  di  nuovi acquifti,  anche  su  la  parte  piiìcofpicua,  e  glorio- 
fadelChriftianelìmo:  ed  eglino  fnrono  due  Vcfcovi  ,  che  vilmente  apo-     Prevar?«i(one 
fiatarono  dalla  Fede,  voltando  le  fpallc  à  Dio  per  rivolger  gl'occhi  ad  una  onq^e'-ch'iefe?' 
donna,  tanto  più  emp)  nel  peccato  ,  quanto  più  ingannati ,  non  nell'  a' /;?;>«..«. /.24e&- 
intelletto,  ma  dal  diletto .  L'uno  fu  Andrea  [a]  Dudithio,  Vefcovo  ai  ^'"'''''''^^''"■'•"* 
Cinque-ChiefeiriHungaria,  foggetto  altrettanto  Religiofo ,  e  cofpicuo  , 
quand'egli  fu  Cattolico,  quanto  deteftabile,  e  infame,  quando  precipi- 
tò nella  herefia:  caro  ai  Rè,  &  amato  dalla  plebe  ,   efercitò  lunghe,'  e 
fcabrofe  Legazioni,  e  con  fomma  laude  della  perfona  ,  e  della  nazione 
havevaaflìiìiico  fra'Padri  nel  Sacro  Congreffo  dì  Trento,  riputato  perciò 
per  acerrimo  foftenitore  di  que'dogmi  ,  la  cui  publicazione  egli  doveva 
Ticonofcere  come  figlia  delle  Tue  fatiche:  ma,  così  piange  l'allegato  Chro- 
nologoHungarola  di  lui  caduta,  Perfona  ,  dignitatifo^ue  fme  oblitHS  ,  non 
fine  fumma  omnium  admiratione  ,  fceleratis  innixus  confiUis  ,  injano  puel- 
LtèGyneceo  P^gnut  Tolont£  amore  infiammatus  y  a  vera  Religione  addam- 
vatos  errores  defcifcens,  nuptias  cum  ea   peregit  :   nec  femeìinfamreconien- 
tus  y  camortua  alteram  duxity  ac  liberos  fufcepit:  donec  tandem  nulla  I\e- 
ligione  addi6lus  ,  fed  -pago  Dei  cultu  vivens^  VFrajliilavice  Silecìa  repenti- 
na apoplexia  correptus ,  mfelicem  anìmam  exhalavit  anno   Domini  1589.,     Altra  firepu^fa 
atatis  56.  Così  egli  dell'uno  Vefcovo  prevaricato  in  drudo  di  una  femmi-  '^^^."'^^  dell'Arci. 
na.  Ma  dell'altro  fu  più  confiderabile  il  cafo,  perche  più  prepotente  la  nu",*'^°  'J'^"''^- 
perfona,  condecorata  di  alta  dignità  nella  Chiefa,  e  di  ampio  dominio 
nell'Imperio.  Governava  come  [^J  Arcivefcovo  la  Chiefa ,  e  come  Prin- b  r*  ii/'V^x^f/'//"- 
cipe,  &  Elettore  la  Città  di  Colonia  Gebhardo  Truchfes ,  Perfonaggio  (l'^'"  ^p^'"''"""' 
infigne  per  pregio  di  Antenati,  della  famiglia  illuiire  de'Principi  di  VVald- '^  ^''*'^°' 
burgh  nella  Svevia,  enepotedel  Cardinal  Othone  Truchfes  morto  di  me- 
moranda memoria  nove  anni  avanti  quefto  infelice  fucceflb.  Quelli  con 
fuoi  meriti  dovevano  almeno  ritenerlo  à  non  macchiar  Io  fplendore  de' 
fuoi  maggiori  nel  gran  poflo,  ch'egli  fofleneva  nella  Germania.  Ma  pofto 
in  oblio  e  grandezza  di  famiglia,  e  venerazione  di  Ecclefiaftico  ,  e  co- 
gnazione di  Porpore,  abbagliatafilaviftaalfolo  gittar  gli  occhi  fui  volto 
di  Agnefe ,  figlia  di  Giovanni  Giorgio  di  Matisfeld ,  così  fpafimato  ne  diven- 
ne ,  che  nulla  più  veggendo,  che  lei,  fecretamente  nel  Tuo  Cailello  di 
Bonna  fpofolla  ,  e  cieco  cadendo  da  un  precipizio  in  un'altro,  permante- 
nerfi  in  pofTeflb  dell'Amata  infieme  ,  e  dell' Arciveicovado  ,  maneggiò 
trattati  co'Proteftanti  d'introdurre  la  religione  Luterana  in  quel  Tuo  Srato, 
acciò  almen  per  mezzo  della  Herefia  glifbUe  plaufibile  ,  e  tollerato  ilfa- 
■crilego  attentato  delle  nozze.  Refiftè  con  falda  coftanza  il  Senato  di  Co- 
•lonia  ,  onde  venendofi  da  ambe  le  parti  alle  mani,  con  tragico  avvenimen- 
to e  quello  flato ,  e  quel  vicinato  fi  vidde  ingombrato  dall'armi ,  accor- 
rendo Luterani  àfoftenerl'Arcivefcovo  nuovo  marito,  e  Cattolici  à riget- 
tarlo, ardendone  fin  la  Fiandra  nel  repentino  incendio  della  guerra.  Ce- 
fare  col  terrore  delle  minaccie,  e  il  Pontefice  con  paterne  ammonizioni 
molto  fecero,  ma  nulla  operarono  j  ^a  ille  omnia,  dice  il  citato  Scrit- 
tore, inreprobum  jam  fenfum  aperte  tradita,  &  àTrinapibusLutheranis^ 
&Calvinifìis  opes  juas,  ad  incendenda  ejus  turbida  conftLa,  polliceniibus  , 
ampliusdementatusy  facile  e  ontempfit,  &in  ipfum  Tùntificem  mter  pocitla^ 
Tomo  IK  U  m  &.  fai- 


Gregorio       ^^g  Secolo  XVI. 

Aili.       ^  faltationes  debaccharì  capiti  dznòoCi  non  tanto  in  preda  alla  fua  pacio- 
ne, quanto  in  abbandono  in  braccio  alla  fuadirperazione.  Onde  dall'Im- 
peradore  privato  della  Stato  «  dal  Pontefice  dell'  Arcivefcovado ,  e  del- 
la Communione  Ecclefiallica ,  Demum  viribus ,  C^  animo  fra^us  in  Bata- 
ìfiam  ad  Trine ipem  ^urangiumxum  fua  ^gncte  profugit  ^  0- Hag<£  aliquam- 
diù  privatus  ,  att^ue  inglorms  ,  omnium  derifui  expofttus  ,  -pixit  ,   ac  de- 
mum omnium  rerum  inopsextin&as  efl.  Avvenimenti  tremendi  à  chi  confi- 
derà, quanta  ruinafeco  porti  la  caduta  di  chi  più  alto  ficde  nella  Chiefa 
ài  Dio, 
Guglielmo  Po-      ^^  qucfti  duc  Ecclcfiaftici ,  caduti  in  mano  di  femmine,  precipita- 
fttiio,  efuequa-  Tono ìu Hcrcfia,  paflarono  oltre  due  Laici,  che  da  adoratori  di  donne 
mor'te^"^^'^  '  *  divennero  hcrcfiarchi.  [e]  Guglielmo  Portello  Normanno  di  nazione  » 
iD,iPofttih,vedi  profellbre  di  Filofofia,  e  di  Matematica,  e  huomo  noto  al  mondo  per 
'ioXpag.l^g."^^'  lunga  peregrinazione  di  tutto  il  mondo,  e  perpratticadi  linguaggi  appre- 
fi  di  tutte  le  nazioni  del  mondo ,  favio  per  altro  di  maffime,  e  pio  di  coftu- 
b  oW4«d,i.y.«3,  mi,  onde  dicefi  [b]  ammeifo  da  Sant'Ignazio  fra  iNovizii  della  Compa- 
gnia di  Giesiì,  ma  quindi  poi  fcacciato  per  protervia  di  mente  afpra  ,  & 
indocile,  cadde  finalmente  in  enormiJjDiaii  errori,  fra  quali  il  principale 
fu,  che  le  donne  nonerano  ftate  ancora  redente  ,  e  doveva  adempirfi  la 
loro  redenzione  danna  vecchia  Vergine  Veneziana ,  Giovanna;  efponen- 
done  le  prove  in  un  libro ,  ch'egli  intitolò  Firgo  Veneta  ,  da  cui  forfè 
prefegl'infegnamenti  l'Autore  di  quell'altro  moderno  libro ,  di  cui  hab- 
c  vedili  noflro  to.  biamo  [c]  infomigli^nte  occafione  trattato  nel  principio  di  quefla  Hiftoria . 
à^'f^°' -Remm  Flo"mondo Remondo  [d]  fcufailPoftello,  & attribuifce  non à delirio  di 
du^  ub'.7^  %TrtH  mente,  né  ad  inganno  d'intelletto  l'allegata  alfcrzione,  ma  à.sfogodilau- 
i/^rf/.c.iy.        ^j  verfoGiovanna  fua benefattrice,  ch'egli  foleva  chiamar  fua  madre,  e 
dalla  quale  egli  haveva  ricevuto  pronto  fufjidio  di  denari  ne'fuoi  viaggi 
pe'l  mondo.  Ma  efli  terminati,  venn'eglià  cadere  in  Roma  nelle  carceri 
xlegl'Inquifitori,  d'onde  fottra.ttofi ,  e  riportatofi  in  Francia,  menò  quivi 
Tua  vitahonorato  dal  Rè  Carlo  Nono,  &  ammirato  dagli  eruditi  per  la  pron- 
ta facilità  di  tutti  li  linguaggi ,  fintanto  che  ripigliato  da'Theologi  di  alcu- 
ni flioi  non  fani  fentimenti,  nel  Monafterio  di  San  Marcino,dove  fu  relegato, 
«  7-^'^^<'«.^-'58i-  iìnì  [e]  centenario  la  vita  nella  Communione  della  Chiefa,dicendo  [f]nd  mo- 
drtr,tmì»''i>'orm'it\  tirc ,  clTo  udcam  ^tatem  projpera  femper  valetudine  pervenire ,  ab  impol- 
dja'.i.uHmitnium  jiffa,  €X omni  a5iu  venereo y  natura.  I  Libri,  ch'egli  lafciò  ,  furono  mol- 
t.is.&aiioi.       ti,  e  tutti  perla  maggior  parte  inietti  di  qualche  errore ,  cioc  Ve  Trini- 
tate  mundi  ,  Corporis  ,  &  yAntmarum  ;   de  Chrijio  intoxicato  ;  de  Matri- 
ce Mundi  :  de  fahandis  uniperfn  omnis  generis  hominum   fe5iis  :  de  cla- 
ve abfconditorum  à  fxciilo  ,   qui&  nec  ^pojioli  ,  nec  ipfa  Ecclefia  portare 
potuifiet;  de  Mijieriis  fibiper  ^ngelum  I{a':^iel  revelatis  :  de  Ts^ativitate  me- 
Vi^clh.'^É'opa  diatorìs  futura,  &  altri,  che  à  lungo  fi  regiftrano  [g]  dal  citato  Autore  . 
^»r;.t./r/«/.2,Wf  (^Qj^  l'incontro  di  una  donna  inciampò  ancora  [h]  un  TheologodelPeriì  , 
AiVo  nuovo  He-  che  invaghito,  òillufoda  alcune  fanatiche  rivelazioni  di  efla,  giunfe  ad 
itcico  nelPtrù  ,  a(ferire  predicando,  Datum  fibi  à  Deo  Angelum  ,  à  quo  ,  quicquid  vel- 
let ,  addifceret  :  Se  famtliariffimè  cum  Deo  colloqui  immediate  :  B^gem  [e 
futurum ,  ac  Summum  Tontificem ,  translata  in  eas  regiones  Sede  ^pojiolica: 
oblatam  [ibi  fuiffe  à  Deo  unionem  hypojtaticam  ,  fed  eam  /e  recufafìe  :  fé 
mundi  Redemptorem  conftitutum  fuifie  (ecundum  efficacitatem  ,   cum  Chn- 
fius  tantum  fuerit  fecundum  Jufficientiam  ;  Jiatum  univerf^  Ecclejì<6  abroga- 

tum 


Capitolo   X.  ^^rj       Gregorio 

tum  iri;  fé  vero  alias  leges  ^  claras  y  &  facilcs  conditumm  ,  quibus  Cle-  -^iil» 
ricorumdeltbatttstollendùseftet,  uxomm  multitudo  concedenda,  &  confiten- 
dtneceffitasexcludenda»  Confiifo  coftui  dalle  difpiite  degl'Inquifitori,  alle 
quali  il  medefimoAcofta,  che  queftecofe  racconta,  fu  prefente;  minoii 
mai  convinto  ;  condannato ,  &  oftinato  morì  nel  fuoco,  ma  non  perciò  in- 
cenerita la  dottrina  ne'feguaci ,  chefiìpofcia  fupprefla  dai  vigilanti  prove- 
dimenti  di  un  Concilio  tenuto  in  Lima,  citato  prima  dal  Labbè,  e  poi  dal 
moderno  [a]  Battaglini,  e  quindi  approvato  nell'età  noftra  dal  Pontefice  ^  Battaxi.mictn- 
[b]  Paolo  Qiiinto  .                            '  f^-^^'^'  ^'"^^  ""'•• 

Ma  non  cosi,  come  quefte,  ò  con  gli  allettamenti ,  ò  con  le  rivela-  ^G^iiter.inchyo, 
zioni,  diportoifi in fovverfionede'Cattolici  l'altra  famofa,  e  crudele  don- R£vlti'Òné°di 
na,  la  Regina  Elifabetta  d'Inghilterra .  Ellarinuovò  la  perfecuzione  con-  perfecunone  tu 
troi  Cattolici,  non  più  con  editti,  e  con  minaccie,  ma  con  pronti  tor- lu°roT^^oTo/che 
menti,  e  capeftri,  che  per  renderli  a'Martiri  più  dolorofi  nell'animo,  liban-  d'Reiistone  . 
diva  efeguiti  non  per  odio  di  Religione,  ma  per  caftigo  di  fellonia,  e  di 
tramata  ribellione.  MiilSuarez  efaminataiì  tutto  [  e  ]  rigore  Theologi-  LlT^/^i'^'iS 
co  la caufa  della  perfecuzione  della  Inghilterra  da  Henrico  Ottavo  fino  al  6-"jeq!' 
Rè  Giacomo ,  aflerì ,  ella  elTere  ftrettamente  perfecuzione  di  Fede  .  Di  quei 
glonoiì  Martiri  dunque  ne  fon  ripiene  le  carte  [d]  de'Scrittori ,  econ  più  dsandtr.deSchif, 
fplendidi  caratteri  i  Libri  della  vita  ,  in  cui  eglino  fi  reeiftrano  imitatori  '/"H'Jph^S'*"" 
dell  antica  coltanza  di  que  torti Chriftiani,  che  confufero  ,  &  atterrirono  Martiri  d'inghiU 
la fierezza  de'Tiranni Romani.  Frdi  più  riguar devoli  Campioni  di  quella  ^^'"' 
Chiefa  fi  annumerafrà  primi  Edmondo  [e]  Campioni  della  Compagnia  di 
Giesù,  Cuthberto  [f]  Mayno,  Pattino  [g]  Ochelio,  e  Connaz  io  Orna- f  ;!"„"■  ,777: 
rio  Minoriti,  che  nell'efler'eglino  condotti  al  patibolo  intimarono  al  Vice  g  -^«n.  1579. 
Rè  d'Ibernia,  che  condannollijil  giudizio  di  Dio  ,  e  la  imminente fua 
morte  fri  quindici  giorni,  e,  ut  fides  Martyrii  diSìo  conflaret ,  pojì  paucos 
dies  incurabili  morbo coneptum,  in  medio  fuo  cxercitu^  alta.,  (^  intelligi- 
bili  voce  clamantem  fé  tormentis  Inferni  cruciariy  putrì  adeo  morbo,  ut  ne- 
mo  eiauxilmm  prxhere  pojjeti  die  decimaquarta  à  necemartyrum  animam 
exhaU(Ì€  ;   exemplum  horrendum  Judicii  divini  :    m^  non  folo  :  poiché 
[h]  Rolando  Inckfio  Libraro  Inglefe  in  Oxonio  condannato  al  taglio  delle  k  iuid.ann.ts77. 
orecchia  pernonsòqual  parola  proferita à favore  del  Papa,  e  della  Fede 
Ron.ana,  viddeco'proprii  occhi,  appena  proferitane  la  fentenza,  morir 
tutti  li  fiioi ,  e  accufatori  ,  e  giudici  ,  e  miniilri  di  Giuftizia  ,  e  in  nu- 
mero preiToà  trecento  di  repentino,  esìftrano,  ma  peftilente  morbo,  ut 
nominili  flatim,  quidam  paulò  pòft,  esteri  int^a  paucos  dies,  ad  unum  om- 
nes  tnteriermt  y  circiter  tercenti,  con  quella  degna  ,  e  particolarifiìma  ri- 
fleffione  dell'Autore,  che  racconta  cotal fuccelfo ,  nullis  praterea tota Ci- 
vttace  ea  contagiane  ta6lis  :  con  meraviglia  più  torto  ,   che  con  emenda- 
zione di  que'cuori indocili,  che  oftinati  dimoftravano di  volerla  combat- 
tere col  Cielo.  Mi  Dio,  ì\(\u2\QÌdemipfc  [i]  eji,  cioèeglièl'ifteffo,  che 
negli  antichi  tempi,  fempredimofhoflì  pronto  alla  difefade'fuoi  fervi,  fem-  '  ^^'''■'^'■ 
pre  fornito  di  ^^ardarobbc  di  miracoli,  e  fempre  giufto  i1:imatore  della 
vTcùdiquei,  che  non  fi  [ìQ  vergognano  nella  loro  in-'--"  ^''" — '- -adiiom.j. 


impreffo  l'Evangelio  di  Chrifto.  Né  la  empietà  Inclefe  (ì  riftrinfe allora  """Jar*      .k-iic 

Af^ni-fr..  ;   ^-, ti:     j: ii»rr_i-       >  i.    j.t..  Ar^    T-i;r  i__^^-     •        r_    Corti    di    Europa 


nvitta  fronte  portare  Heretid  na'coftì 
jlefe  {ì  riftrinfe  allora  """Jari  .k-iic 
dentro  i  cancelH  di  quell'Ifola,  ma  la  difpeVfe  Elifabetta  con  ingegnofa  iX  il^'Im- 
fraude  per  tutte  le  parti  della  Europa,  mandando  fuoi  fecreti  Araldi,  co-  '"'^^""•^  d-inghiU 
meperdilIcmmarHerefie,  ne'Semmarii  della  Francia,  e  di  Roma,  fotto  ^' '^* 

M  m     z  l'pe- 


Gregorio       ^  .g  Secolo  XV L 

^^^^'      fpecie  di  ftudenti  ,  md  con  vera  intenzione  d'infettare  i  fani  con  la 
contagione  del  proprio  male  .  Vagavano  qnefti   qua  ,    e  li  per  le 
principali  Corti  della  Italia  ,  frequentando  in  palefe  i  Sacramenti ,  e 
le  prediche  ,  per  ingannar  poi  più  potentemente  con  l'occulto  vele- 
no della  loro   herefìa  chi  con  eill   converfava  ;  e  tri  loro  correva 
divifa,  e  ingergo  di  un  tal  contrafegno ,   per  cui  eglino  conofcendoiì 
Vnr«r  eT^'l  't.  inficme ,  uou  folTcro  riconofciuti  dagli  altri  :  della  qual  cofa  [a]  diede  pron- 
^ntonii  ii/<.r«/rfi  toavvifo  al  Pontefice  il  Nunzio  di  Francia,  con  indicazione  di  molti  di  ellì 
yj^y^S'  '8j.  &  ^iniorantiinRoma,  i  quali  però  furono  prima  difcoperti  dalla  publicita  de' 
loro  falli ,  che  dall'indizio  delle  loro  perfone .  Conciofiacofache  un  di  loro 
Attenracodiiin  Hibcmefe  di  uaziouc ,  forprefo  dal  furore  hereticale  contro  li  Santi,  lanciò 
Herttico  contro  tré  falli  alla  Imagiue  della  Madonna  de'Monti,  venerata  in  Roma  con  di- 
mideiKTdon!  fìinta  nota  di  devozione  i  un  altro  nella  Chiefa  del  Popolo,  dato  di  piglio 
na  de'monti .       ^iì  Meffalc ,  allor  quando  il  fervente  alla  Meffa  di  un'Agofliniano  portavalo 
dal  corno  fìniflro  al  deftro  dell'Altare  perla  recitazione  dell'Evangelio  , 

Ko^uen^ln*^""' S^^^^^^^^^^P^^"^^'^*"^"^^^^'^^^^''^^^^^^^^        ^^^  all'urto  sbalzò  interra 
polo'."  ^''  ^°"  infieme  co'l  Sacerdote,  fpinto  anch'egli  dall'Heretico,  che  gli  fii  fopra, 
dicendo  :  E  quando  finirà  quefia  Idolatria  nel  mondo  ^  e  finalmente  un'ln- 
E  contro  il  Sacra-  glefc  temerariamente  falito  su  l'Aitar  del  Tempio  di  San  Pietro  in  tempo  del 
m^cncoiasanpk-  Sacrificio,  tolfefuriofamente  dall'Altare  il  Calice,  egittoUoinmezzoalla 
Chiefa  in  onta  di  Chrifto,  e  in  pompa  del  fuo  misfatto:  li  primi  due  furo- 
no incontanente  carcerati  nelle  prigioni  della  Inquifizion.e:  e  il  terzo,  per- 
tinace nella  profeffataherefia  di  Calvino,  confegnato  al  braccio  fecolare, 
morì  bruggiato  vivo  sii  la  Piazza  medefima  della  profanata  Bafilica.  Succefli 
invero  horribili,  mi  che  tutti  ridondarono  in  infamia  della  Regina  Ingle- 
se ,  Capitana ,  e  Protettrice  di  sì  facrilega  gente ,  e  in  avvantaggio  ài  Culto 
in  Roma  alle  Sacre  Imagini,  &  all'adorato  Sacrificio,  tanto  più  venerato 
da'Cattoiici , quanto  pw  vilipefo  dagli  Heretici . 
o  eraiioVi  ri-      Nullaperò  maggìormcnte  in  quefta  età  refe gloriofa  la  Religione  Cat- 
marcab^u  di' qu"-  tolica ,  chc  la  follccitudinc  del  Pontefice  Gregorio  nel  procurarne  la  gloria. 
be°nefido"1;"ro'  Ifuoi  fatti,  le  fuc  Opere,  c  le  grandi fue idee  ridotte  felicemente  inpratti- 
pagaxfòn<;''ddh  ca,  furonotaiitc,  che  chi  le  confiderà,  non  di  un  Pontefice  le  flimaparto  , 
^^'^^'  midi  molti .  Tralafciatele  di  lui  grandi  operazioni  nel  mantenimento  del- 

la Le<^a  contro  il  Turco,  delle  quali  habbiamo  in  [b]  altro  luogo  trattato  , 
wi ''«.&;  e  quelle  più  lontane  in  beneficio  fin  de' Giapponefi ,  e  degl'Indiani,  &  a.\- 
par.i,  in  Gregorio  trc  chc  fi  fouo  ìu  qucflo  Capitolo  acccnnatc ,  egli  fu  il  Riduttore  della  Fede 
^"^'  Cattolica  nella  Livonia,  eccitando  alla  grande  imprefa  il  Rè  Stefano  Bat- 

teri, i  cui  mandò  gran  doni  in  riconofcimento  del  fuo  animo  pio,  egli 
efemplari  del  Concilio  Fiorentino  in  illuminazione,  e  guida  di  que'popo- 
c  Vedi  'iP'"!'/-^  '•''  li  :  egli  al  Libano  mandò  operarli  per  la  efterminazione  de'Giacobiti ,  coiV; 
Tjn"''£l.lLr!''t,  fermando  quivi  il  Patriarca  Cattolico  de'Maroniii:  egli  eftinfe  in  Italia  la 
creg.  J^/^''- <^''«- fetta  riforgente  de'Fraticelli,  che  in  altra  [c]eticlilamoflÌinSpagnadegr 
iVi'd.cof,/}.9.     Illuminati:  egl'intraprcfela  grand'opera  della  emendazione  delle  Bibbie  , 

£/SV?"/;f  iiV  <^^c"^^^^^'^^'^""^''^^^^^^  ^^  gloria  al  fuo  fuccefibrSiUo  Quinto.  Egli  con 
<^/'oriX'" /,«  preciia  Bolla  [d]  tolleTabufo  di  miniare,  dipingere,  e  vendere  le  cere  be- 
ì1iiiV'%!"fius  ^^àoxXQ ,  che  diconfi  ^gnitsDei:  egliridufle  [e]  riftrctti  alle  regole  del 
41.  PajiorA.s  :  r  CoucìIìo  di  Tteiito  li  Privilcgii  coufcriti  da  Pio  Quinto  agli  Ordini  mendi- 
lJSfii;fr/Ìl4  «^anti:  egliprefcriife  [f]  in  precifi  termini  a'Greci  la  profeffione  della  Fé- 
t^i''7^'   '         deOrthodoilai  egli  ampliò  [g\  l'antica^oll^di  fcommiinic^  in  Ccsna  Da- 

mini 


Capitolo  X.  J4C)       Gregorio 

twin/ contro  gli  Heretici,  ed  in  fine  con  grave  diTpcndio  delrApoftolico    v^\\i^- 
Erario  egli  fondò  in  diverfe  parti  del  modo  [a]  ventitré  Scminarii ,  òQo\-ld'cucc."!nCr% 
legii  per  la  educazione  della  giovennìnelle  Sacre  Lettere,  e  in  Roma  preci- -^'^^^' 
famente  il  Germanico,  Greco,  Inglefe,  e  Maronita,  nelle  cui  fondazioai 
perche  fpiccò  con  maggior  campo  il  zelo  òi  Gregorio ,  cOsì  richiede  il  pre- 
gio dell'opera  con  maggior  accuratezza  defcriverne  i  motivi ,  le  origini,  e  lo 
Itabilimento  . 

E  per  incominciar  dal  Germanico,  il  Cardinal  GafparoContarini  ri-^^jjf^^^o"^^'^^^ 
trovandoli  in  Trento  fin  dall'anno  1 541. ,  fcriffe  al  PonteHce  Paolo  Terzo,  mSo  .** 
non  [^Jfovvenirgli  mezzo  pili  atto  per  eftirpar  laHerefia  dalla  Germania  ,  ^  ^■^''*^  PaiUv,i. 
che  proveder  la  Germania  di  Vefcovi ,  e  di  Predicatori ,  e  di  Maeftri  idonei  '^'''^^'"'^^' 
perfapere,  e  zelanti  per  bontà,  i  quali  infegnaflero  con  leparole,  e  con 
l'opere,  ed  applicalTero  quello  ftuclio  ad  iftmire  i  popoli  nella  verità,  che 
applicavano  i  Miniftri  Eretici  ad  imbeverli  dell'Herefia .  Percioche  i  Vefco- 
vi delI'Alemagna  erano  per  lo  più  allora  sì  negligenti,  che  trattandofi  nel- 
la conferenza  l'articolo  de' Vefcovi,  i  Theològi  Protefianti  diifero,  che 
lodavansìnellaChiefatuttoqueirOrdine,  ma  che  non  intendevano  ,  co- 
mei  Prelati  di  Germania  per  verità  foflero  Vefcovi,  nome  che  nell'origi-    ' 
nario  idioma  greco  vale  Soprintendenti;  mentre  ninna  foprintendenzà fi 
efercitava  da  loro  :  e  per  tanto  erano  bensì  buoni  e  gran  Principi,  ma  non 
Vefcovi .  Così  appreffo  l'allegato  Pallavicino .  Il  Cardinal  Giovanni  More- 
ne confapevole  della  verità  di  quefta  maffima  per  la  lunga  efperien2a,ch'egli 
haveva  degli  affari  della  Germania,  e  congiuntiiilmo  di  fenti  menti ,  e  di 
amore  co'l  Contarino ,  egli  fu  il  primo  Autore ,  che  infinuaife  al  Pontefice 
Giulio  Terzo  la  fondazione  di  un  Seminano  in  Roma  per  i  giovani  Tede- 
fchi,  cioè  una  fcuola  di  buoni  Pafìori  per  falvar  da'Lupi  il  gregge  di 
Chrifto  in  quelle  parti,  e  per  mantenere  la  parte  finallora  fedele ,  e  ri- 
cuperar la  ribellata  :  e  non  vi  volle  di  più,  che  il  femplice  motivo ,  affinchè 
Giulio  incontanente  ne  ifiiituiffe  un  Collegio,  ove  fi  educaffero  nell'una,  e 
nell'altra  molti  giovani  di  quella  nazione,  che  moflralfero  buona  indo- 
le: i quali  poi  ritornando  colà,  epofli  allacuradelleChiefe,  edall'eferci- 
zio  della  predicazione,  diveniffero  come  offa,  e  nervi  ben  forti  di  quei 
corpo  Cattolico .  Di  queflo  Collegio  alimentato  àfue  fpefe  die  la  cura  à 
Sant'Ignazio  Lojola ,  allora  vivente ,  fondatore  della  Compagnia  di  Giesù, 
confermata  in  ampia  forma  dallo  fleflb  Pontefice  :  l'iffituto  della  qual 
Compagnia  come  indirizzato  all'ammaeftramento  de'giovani ,  alle  miffioni 
tra  gl'infedeli ,  egeneralmenteall'ajuto  dell'anime,  gli  parve  del  tutto  ac- 
concio alla  buona  educizione  di  quel  Seminario.  I  principii  allora,  come 
li  primi  virgulti  di  tutte  le  piante ,  benché  grandi ,  furono  tenui ,  e  forfè  an- 
cora per  mancanza  di  alimento  nutritivo,  cioè  per  deficienza  di  aflegna- 
menti  proporzionati  al  mantenimento  di  una  sì  grand'Opera ,  non  atti  al  di- 
fegno,  fé  la  Regia,  &  Apoftolica  liberalità  diGregorio  Decimoterzo  non 
folte  accorfa  non  tanto  àfo fletterla,  quanto  à  rifarla,  fornendo  un  Colle- 
gio di  So/ci^f/'y/ro^^,  come  il  Pallavicino  [e]  chiamaquei  Nobili  Alunni,  e  P4//.ik./.ij.c.s. 
che  difendelfero  in  Germania  la  Religione  Cattolica  con  maggior  valore  "  ^* 
diquello,  dw  àrebbono  li  Soldati  dì  Spada.  La  Bolla  della  erezione  por- 
ta fecoannefle  degne  confiderazioni  del  Pontificio  zelo  ,  e  della  Apoflolica 
liberalità,  con  cui  egli  dotò  di  dieci  mila  kudi  d'oro  di  annua  rendita 
quel  Seminario,  e  recarebbe  laude,  e  pregio  all'Opera  il  trafcriverla  ,  fé 
Tomo  IV.  Mm    3  noa 


Gregorio       ^^q  Secolo  XV L 

^^"'      non  giudicafllmo  molto  più  potenti  ad  eccitare  lo  flupore  li  fatti  fleUì  del 
Pontefice ,  che  le  parole .  Nella  medefima  Bolla  regiftra  li  Privilegii ,  con 
a  Uid.c»nfi,to.    cui  [a]  arricchì  gl'Alunni ,  liMaeftri,  e  gli  Offiziali ,  foftituendo  in  al- 
tra Bolla  quegli ,  ch'ei  medefimamente  conferì  al  Cardinal  Protettore 
di  effi. 
Fondatione  del     Con  il  medefiiHO  motivo ,  e  con  proporzionato  affegnamento  di  pin- 
seininarioGreco,  g^^ggj^^^^taegli  fiifleguentementc  iftituì  il  Collegio  per  la  nazione  Greca 
con  il  Diploma  di  Bolla  [b]  confiderabile  anch'clla  per  i  motivi  narrati 
^««tijVV."^''"**' nella  prima,  per  gli  aflfegnamenti  di  cento  feudi  d'oro  in  ciafcunmefe,  ol- 
tre ad  altre  rendite ,  e  peri  Privilegii,  come  nell'altra,  e  per  le  benedizio- 
ni del  Cielo,  chepoifeguironoeperl'una,  e  per  l'altra  d'ingrandimento, 
e  difefa  della  Religione  Cattolica  nelle  parti  Orientali,  &  Occidentali  del 
mondo . 

Ma  all'Oriente,  &  all'Occidente  aggiungali  ancora  l'altra  parte  quali 
divifa  dal  mondo,  cioè  l'Inghilterra,  beneficata  anch'erta  da  Gregorio 
con  la  fondazione  di  un  Seminario  in  Roma  per  ifuoi  Alunni;  E'n  era  stop' 
e  Daniti  Bartoii ponunamentedìfpojìo  quell'^pojìolico cuore,  riferifce  Daniello  [e]  Battoli 
fieinnghiucrra  u  fcrittot  delle  cofe  d'Inghilterra ,  che  Gregorio  DecimoterTio  Sommo  Tontefì- 
ce  bave  a  i^lantìjjìmo  della  falute  delle  anime ,  che  per  condurlo  à  volere 
un  Collegio  della  medefima  nai^^ìone  in  I{oma ,  e  mettere  incontanente  mano  à 
cominciarlo ,  più  avanti  non  bi fognò  y  che  il  jemplicemente  proporglieloMon- 
fignor  Odoeno  Luigi  Inglefe,  allora  Referendario  ^Apoftolico  ,  &  Jdrchidiaco- 
no  della  Chic  fa  di  Cambrai,  pofciayefcovo,  e  J^nT^o,  e  in  quanto  riffe  , 
adoperato  à  molti  affari  in  fervigio  della  Santa  Sede,  'Klè  mancherebbe  ope 
fondarlo  in  fui  proprio,  lo  Spedale ,  che  la  na'S^ione  Jnglefe  fin  da  trecento, 
e  più  anni  addietro,  haveva  in  Roma,  dove  hora  né  il  Collegio , prejfo  al 
gran  Talagio  Farne  fé:  con  duemila  feudi  di  rendita  annuale,  confueti  ado- 
perar fi  al  ricevere ,  e  albergare  de'Tellegrini  ,  che  d'Inghilterra  vengono  al' 
la  Santa  Città  i  i  poveri  otto  giorni,  e  tre  gli  altri  ;  e  alimentare  otto  Sacer- 
doti ,  che  ne  ufficiavari  la  Chic  fa ,  quella  medefima  che  hora  ve ,  confagrata  al- 
laBeatijJimaTrinità ,  e  al  Martire  San  Tommafo  uircivefcovo  di  Conturbe- 
ry:  e  ciò  in  tejiimonian'^  de'meriti  di  quel  gran  Trelato ,  gloria  d'Inghilterra, 
ancor  ch'ella  noi  voglia  ;  e  non  perche  egli  vi  confagrafìe  una  non  so  qual 
Cappella,  come doppo  alcun  altro,  ha  fcritto  Giovanni Stovv  Cronifta  Inglefe, 
credendolo  all'opinione delvolgo:  ejjendo  il  vero,  che  I{oma  non  vide  il  Santo 
^rcivefcovo,  da  che  fu  afiuntoà  quella  primaria  dignità,  Ticcolo,  come  pur* 
è  confueto  avvenire  delle  cofe  grandi ,  al  lor  primo  nafcere ,  /«  /'/  Collegio  Inglefe 
di  B^mct,  ma  in  breve  fpaTJo  multiplicò,  e  venne  fino  al  numero  di  cin- 
quanta: e  ciò  tra  per  lo  fomminiftrato  dal  Santo  Tadre  Gregorio ,  e  peri' ap- 
propriargli fi ,  lui  mede  fimo  concedente ,  le  cafe  ,  la  Chiefa  ,  le  rendite  dello 
Spedale,  falvo  il  ricogliere  come  dian^^  iVellegrini,  Così  concepito  ,avven- 
gache  non  ancor  animato  ,  come  pofcia  nonmolto,  per  Bolla  del  medefima 
Sommo  Tonte fice ,  glifi  die  "Protettore  il  Cardinal  Giovanni  Morone ,  E  la  Bolla 
éinBuUar.Grego.^^^^^^^^^  H  fi  ftcfe  cou  l'alTegnamento  annuo  di  tré  mila  feudi  d'oro  , 
riixin.cènft.sì.  con  Privilegii  a'Miniftri,  &  agli  Alunni,  come  più  ampiamente  nel  riferito 
Diploma  .  Così  egli  per  gl'Inglefi  Cattolici  in  Roma .  Né  con  minor 
perfeveranza  di  zelo  per  imedefimi  rifugiati  in  Francia.  Conciofiacofache 
Altri  serainarii in  havendonefoftituitoun'altroiu  Rhemns,  trafportato  da  Dovay ,  d'onde  li 
Aiununiffr^''  havevanofcacciatii Luterani,  il  pietoio  Pontefice  lo  dotò  di  unapenfione 


Capitolo  X.  551       Gregorio 

di  mille ,  e  ducente  feudi  cf  oro ,  oltre  à  un  quafi  ordinario  mantenimento,  AHI. 
&  oltre  à  ciò,  che  dalla  pietà  di  tutti  li  fedeli  del  mondo  potè  quel  Semina- 
rio ricevere  dalle  Pontificie  interceflìoni,  divulgate  con  una  nuova  Bolla , 
in  cui  Gregorio ,  qual dolente  Padre,  implora  il  foccorfo  de' Fratelli  per 
quel  perfeguitato ,  e  meritevole  figlio.  Si  è  tenero  il  tenore  di  efla,  e  però  a /^w.  e  «»)?,v.7i, 
degno  [a]  d'indicarfi,  e  più  degno  di  leggerfi ,  e  diammirarfi  da  chi  con- 
fiderà la  immenfafollecitudine  di  quefto  Apoftolico  Pontefice  ,  che  aprì 
così profufamente l'erario  della Chiefa  in  beneficio,  e  difefa  del  Chriftia- 
nefimo. 

Ma  più  dilatavafi  il  mondo,  e  il  bifogno  nel  mondo  ,  più  crefceva 
l'ampio  zelo  di  Gregorio,  e  là  fin  Ci  ftefe  nell'Afia,  dovei  Maroniti  hanno  Fondaxione  dei 
illorloggiorno.  Egli  da  quei  paefiò  infetti,  òprofllmi  alla  infezione,  afe  ^SS?     ''*' 
chiamò  in  Romagiovani  di  efpettazione,  edifpirito,  per  quivi  iftruirli  in 
Seminario  proporzionato  a'ioro  bifogni .  La  Bolla  della  fondazione  fom- 
miniftrerà ,  à  chi  la  legge ,  e  i  fucceflì  del  fatto ,  e  le  circoftanze  di  effo,  e  per 
ciò  noi  ne  indichiamo  il  contenuto  per  proseguire  in  altri  racconti  la  Hifto- 
ria.  Il  Cherubini,  chelaregiflra,  indica  [è]  altri  fufiìdii  conferiti  à  quefto  J]/^7*|- ^"^^^'i 
Seminario  da  Sifto  Quinto,  ma  da  noi  non  fé  ne  rinviene  altra  certezza .  citJl* 
Si  rinviene  bensì,  che  in  tutte  quefte  grandi  Opere  di  fondazioni  di  Semi- 
narii,  edifoccorfipreftati  a'Regni  Cattolici  contro  gUHeretici,  erogafle 
Gregorio  non  foll'oro  ritratto  da'monti  Religione  eretti  da  Pio  Quinto,  e 
quello  pmprezioforifcoffo  dalla  fua  Apoftolica  parfimonia  ;  ma  eziandio 
l'altro  delle  aggiunte  fatte  à  diverfi  monti  e  camerali,  e  proprii  del  popolo 
Romano,  fin'alla  (ommadi  un  milione  di  feudi ,  de'quali  prefentemente 
ancora  fottodiverfo  nome  di  Monti  y  paganfi  h  frutti ,  rimanendone  femore 
vivo  il  debito  preflb  i  Romani ,  e  forfè  morta  la  obligazione  preflb  le  nazio- 
ni, cotanto  prodigamentefovvenite  dalla  Romana.  •     ^i 
;    Ma  non  contento  Gregorio  di  combattere  l'Herefie  nelfolo  mondo  »  KÌienS. 
volle  ancora  riformare  il  Cielo  ne'fuoi  moti  per  dar  più  certa  legge  alle  fo- 
lennità  della  Chiefa,  oramai  non  di  nuovo  ridotta  à  combattere  contro  i 
Quarto-Decimani,  mi  confufa  in  fé  llefì'a  nella  variata  calculazione  delle 
Lune;  onde  avveniva,  chelaPafquaficelebralfeingiornononfuo,  e  quin- 
di tutto  l'anno  corre(fefcorretto  ne'fuoi  Cycli.  Opera  grande,  e  ònon 
mai  tentata  da  alcun  Pontefice ,  ò  formtraprefa  dal  Concilio  Niceno ,  che 
(ormato  l'^ureol>liimero  3  neimpofe  ,  comegià  da  [e]  noi  fi  difle,  nuova  ^  ^^^^.^.^^^^^^  ^^ 
oflervanza.  Disìalta,  efcabrofa  [d]  materia,  nonèoperadiqueftaHi-  to.pag.zìi/ 
ftoria  altro  inferirne ,  che  la  lode  dell'Autore,  ben'appropriandofi  à  Grego-  t^f,'Ja'/aJj& 
rio  Decimoterzo  ciò,  ch'ei  dir  folevade'Pontefici  Romani,  [e]  J'^utLum  fadum  nnrrln». 
magis  debere  plura  fcire ,  quàm  Vontificem  P^manmn  .                                       "J^^  ^iz^nu.Tiù- 

E  ben  dalla  pioggia  opportuna  di  sì  benefica  magnificenza  riconobbefi  bhiuk.  mCregor, 
come  rinverdito  il  Chriftianefimo  nella  efemplarità  de'coftumi ,  e  nel  culto  ^^"pid"^7Jtr.  in 
della  vera  Fede  in  tante  difparate  parti  del  mondo,  d'onde  quanti  giovani  Greg.xni.mfne. 

\    -n  •>(-         •  ••  •     «         ni-  1  ^    •  11      Uciiita,'.hcridon« 

vengono  a  Roma  neSemmarii,  tanti  Apoitoli  tornano  cola  in  quelle  darononeichn- 
lontane  regioni,  anche  di  fcienze,  dottori  della  Legge,  efoftenitoridella  f'n^^f|"°/^'[fi 
Fede.  Onde  i  noi  rivolgendo  fpeilbco'lpenfiete,  qual'argine  mai  potente  q*'„em^s"m!narii, 
fiaftato quello,  che  oppofto  alla  efcrefcCnza  eforbitante  dell'Herefiein  ^^'^^yg^J'^rag^^j* 
quefto  Secolo,  nehabbianonfolrattenuto,  mi  fatto  retrocederne  iltor-  •'^"°"  °^"^  '* 
rente,  certamente  altro  non  neapparifce,  che  il  Concilio  di  Trento  ,  eia 
fondazione  de  Seminarii ,  dall'uno  uifegnata  perfettamente ,  dagli  altri  per- 

Mm    4  fetta- 


Gre/sorio       ^^2,  Secolo  XV  L 

^^^^'       fettamente  efeguita  la  vera  regola  della  Fede ,  e  de'coflumi .  E  tal  maflìma 

fu  predicata  prima  che  da  noi,  da  medefimi  Heretici  di  quel  tempo,  che 

Hcretìci  conver.jn  ye^jerne  in  Roma i fondamenti,  ne  ftupirono  prima,  e  pofcia  anch'eflì 

CUI  in    orna,      jj  jjocca  piena  predicarono  la  veracità  contraftata  della  Fede  Romana,  Così 

■  3  viSfortiiHs  ;„  avvenne  ad  Abraham  [a]  Rutheno  Luterano,  ad  un'altro  [b]  vecchio  Po- 
"e^mmenudeLlt  lacco  Predicante  della  medefima  fetta,  che  avanti  li  piedi  di  Gregorio  [e] 
Slw^iTr'T  abjuròinRomalaHerefia,  &  il  Polacco  indi  i  tré  giorni  di  gioja  ne  morì  , 
..2.  '  '  '^*''' ma  con  funello,  e  difllmil  fine  à  Giacomo  Paleologo,  che  bene  incomin- 
S.5n^' wTf/  ciò,  ma  mal  finì  il  tragico,  e  miferabil  corfodifuavita.  Egli  Sciotto  di 

li.     Patria,  e ò  vero,  ò finto difcendente dell'Imperiai fangue  Paleologo,  for- 

Cw4«.i575.        prefo  in  Roma  dalla  magnificenza  delle  Chiefe,  dalla  efemplarità  degli  Ec- 

clefiaftici,  e  dalla  fantita  del  Pontificato,  quafiufcendo  fuoridife,  ufcito 
logoTcHerlfi?;  fuori  delle  pooìpe  del  moudo,  e  delle  vanità  del  Secolo,  veftì  l'habito  Re- 
cmofie.  '  ligiofo  de  domenicani ,  ch'egli  poi  co'l  progreifo  del  tempo  profanò  facri- 
è^r,^K<.  legamenie,  abbandonandolo  \d'\  doppio  Apoflata  della  Religione  profef- 
•i  £a- òr.  «.'^.ii^,.  fa^a^  creila  Fede.  Fiipiù  \e\  volte  riftretto  in  carcere  dagl'InquifitoriCat- 
'''»^<^'»  colici,  ma  femprc  invano,  trovando  egli  fcampo  alla  fuga  con  violenza  di 

fratture,  e  con  incitamento  di  ribellioni,  annumerandofi  il  Paleologo  fra 
un  di  quei,  che,  morto  Paolo  Quarto,  il  furore  del  popolo  Romano  fottraffe 
dalle  mani  della  Inquifizione,  allorquando  tumultuò  la  plebe,  einfranfele 
prigioni  del  Santo  Offizio.  Quindi  egli  fuggiffene  prima  in  Francia,  poi  in 
Germania ,  e  profefTato  quivi  il  Luteranifmo,  e  nella  Polonia  il  Zuvinglianif- 
mo,  delufe  molto  tempo  le  diligenze  de'Pontefici,  che  molto  operarono  per 
rihaverlo  in  potere ,  e  di  Pio  Quinto  particolarmente ,  che  tutto  tentò ,  ma 
nulla  fece  per  dar  di  elfo  efempio  formidabile  à  tutto  il  mondo.  Ma  final- 
mente con  lunga  traccia  arredato  da  Cefare  in  Vienna ,  fiì  quindi  non  fenz 
alti  clamori  de'PrincipiProteftanti  trafmefTo  alla  Inquifizione  di  Roma  , 
avanti  li  cui  Giudici  abjurati  li  fuoi  errori  per  timor  del  fuoco ,  al  qual'egli 
f  .>!«».  IJ75.  incontanente  fu  condannato,  ma  quindi  toflo  tornandone  al  vomito  ,  fu 
finalmente  impenitente  uccifo  [/J  col  taglio  della  tefta  dentro  le  carceri 
diTordinona,  &  arfone  il  cadavere  in  f^ublica  Piazza  di  Campo  di  Fiore. 

■  it.cafaUi  in  U-  qq^^  \\  citato  mauufcritto  :  ma  non  così  l'erudito  Apologifla  Domenicano, 
cludTr' Jitral  che  del  Paleologo  dice,  [g]  Quemquidem  damnatum  ad  ignem  ob  hxreftm 
mhi59'  docet  Ciappiin  vita  Italicè  [cripta  Gregorii XIIL^.-j. pag.  6j.  ,/trf  dum  igni  efiet 

tradendus,  repente  de  Coslotadlus,  pceuituit,  &fcribens  prò  fide  pie  ohìit  in  car- 
eer e ,  "N ce C tappi autem,  necVittorellus  in  additionibus ad  Ciacconum intuita 
Gregorii  XlU.dicmt  eumfuiffe  Dominicanum .  De  quo  &  altum  ftlentium  apud 
TrapeolumfSpondanumjCualteriumi&aliof, 


•• 


C  A- 


Sisto  V. 

CAPITOLO      XI. 


553 


,  Sifto  Quinto  di  Montalto ,  creato  Pontefice 

li  7.  Aprile  1585. 

tLy^ffari  di  Francia ,  e  del  2{è  di  Na'varra ,  e  Pontifìcia  condan^ 
na  di  quejlo .  Libro  (^Anonimo  contro  il  Pontificato  limano . 
Alar  tir  io ,  e  morte  della  "B^ina  Maria  Stuard ,  e  nmi/a 
condanna  Pontificia  di  Elifiahetta  d'  Inghilterra  .  Afontl 
eretti  da  que fio  Pontefice  in  fo'wenimento  de'  Cattolici  con- 
trolli Heretici ,  Operazioni  degne  di  Sifi:o  ^into ,  efuo  ac- 
cumulato  teforo  dentro  il  Caftello  S.  Angelo  di  2^ma  in  be- 
neficio publico  del  Chrifiianeftmo ,  e  di  IB^oma . 

Al  forte  fpirito  di  quello  Pontefice  non  poteva  afpettarfìil  operazioni  rifo. 
Chriftiandìmo  altro  corfo  di  Pontificato,che  quello  che  fuc-  '"^'>^'^'"°'^- 
cede,  magnanimo  a  Roma,  formidabile  al  Mondo,  e  fino 
agi'  iikflì  Heretici  irreprenribile,eforprendente.  Appena  egli 
ailiintoH  al  Soglio  folcnnementefcommunicò  il  Rè  Henri-  f  i^'  ^.Sc^ttmb, 
co[/']  diNavarra,  eiidiluiZioPrincipe  diCondè,  come  '     '    & 
ricaduti  nel  Calvinifmo ,  e  protettori ,  e  capi  degli  Hugonotti  \  e  difautorol-  ^duiVolf/lfcu 
li  dalle  loro  dignitijpublicoUiefclufi  dalla  RealSucceiiìone  della  Francia,  mnttvni.ùmX 
e  i  loro  fudditi  ailblvè  dal  giuramento  di  fedeltà ,  imponendo  la  promulga- 
zione della  fua  Pontificia  condanna  a  tutti  gli  Arcivelcovi,  e  Vefcovi  di 
quel  Regno.  Leggefidiftefamente  a  lungo  quella  tremenda  fentenza,  che 
comincì^L^b  immenfo  y  preflb  [e]  ilGoldalto,  che  ne' tomi  della  fua  Mo-  e  ^pud  ccidajf. 
narchia  cura  Ci  prefe  di.  regiftrarne  il  tenore .  EpercheilRèHenricoTer-  f"»-?-  MonArch. 
20  di  Francia ,  ò  oftcio  dalla  determinazione  ài  Sifto  contro  quel  di  Na-  ^''^'  '^■^* 
varrà,  ò  per  altra  qualunque  caufa  fi  fofle,  non  volle  ricevere  in  Parigi  il 
Nunzio  Pontificio  ,  egli  comandò  all'  Ambafciadore  di  lui ,  che  incon- 
tanente da  Roma  fi  partine ,  perfuafo,  cheficcome  nel  corpo  humano  hi 
più  bifogno  la  mano  del  capo ,  che  il  capo  della  mano ,  così  nel  corpo  poli- 
tico ,  e  facro  del  Mondo,  può  Roma  haver  minor  bifogno  de'  Rè ,  che  i  Rè 
di  Roma.  Màòdaquefti  privati  difgufti,  ò  come  meglio,  dal  corrotto 
genio  di  qualche  Francefe  Calvinifta,  comparve  inafpettatamente  .per  la 
Italia  unpeflifero  libro  contro  il  Pontificato  Romano,  compofizionehe-  Jont7o  u  "CtTif- 
retica  di  Anonimo  Scrittore,  che  portava  feco  il  titolo  in  Lingua  Italiana ,  "toRomai.o. 
^yvifo  piacevole  dato  alla  bella  Italia  da  un  T^obile  giovane  Francefe  .  i^'ad'l'itTZ 
libelli  [d]  au^or,  dice,  il  Bellarmino,  che  fotto  Clemente  Ottavo  ade-  summo  Pontijice, 
quatamente  rif{)ofe  alla  petulanza  di  quefto  giovane,  ita  fuum  opus  con-  ponfioZT'iyij-. 
texuit,  ut  prtmUm  in  ^gmanum  Tontifìcemj  quem  ^nticbrijinm  haberi  cu-  '"'""'    5»'»'^'»"' 
piti  canina  eloqmntia  invelmiiri  &  deinde  quadam  ex  Dante  ,  Tetrarcha,  r.wITf/,'  av!'" 

&Bo-       ^"^'<^- 


Sisto  V.         ^^^  Secolo  XV 1. 

&  Bocacio  adducat  in  medium ,  (^UiS  adverfus  emdem  Tontlficem  facete  /«- 
dicavit  ;  poflremò  unam  ,  &  qmnquaginta  fatyras  non  furore  poetico  ,  fed 
rabiey  ut  dixi ,  canina  in  ipfum  Chrijìi  Vicarium  Sixtum  Q»intum  evomat  » 
Solite  cantilene  di  difperati  nemici,  che  non  potendo  giungere  alla  offefa 
dell'  avverfario ,  cercano  confolarfì  con  il  vano  sfogo  della  maledJcenza 
inetta  del  nome . 
niiTdi  EuSK:     Dalla  fcommunica  del  Rè  Navarro  procede  Sifto  a  quella  della  Regi- 
mi ^t>  '■  -e     "^  Inglefe,  che  inafprita  nell'odio  contro  i  Romaui ,  perfeguitavane  la 
/•^.■/i^ff.'c.V""  Religione,  e'i  nome  con  quella  forte  d'iraprecipitofa,  chenon  potè  me- 
glio efprimerft da  S.  Agoftino ,  che  con  le  parole  [a]  I{abiem  foemineam , 
j,  ^.  Jed  B^giam .  Elifabetta  dunque  con  un  ecceflb  di  furore,  che  hebbe  dell'   ; 

d'egneqSii.co!  inluimauo ,  coudaunò  al  taglio  della  tefla  la  Regina  Maria  Sruard,  in  ap- 
ftanza  neiiaVe- parcuza  comccomplice  di  fedìzioui ,  e  tumulti,  ma  in  foflanza  come  non 
e ,  e  morte .     j-^j  Cattolica  efla ,  mi  protettrice  invitta  di  eli! .  E  per  tal  cagione  ella 
rotta  in  guerra  dagli  Heretici  Scozzefì ,  e  quindi  rifugiatali  innocentemen- 
te in  poter  di  Elifabetta  fua  parente  in  fangue,  e  fwa  fin  allora  corrifpon- 
dente  in  dimoflrazioni  di  affetto  >  fii  da  lei  ricevuta,  prima  come  hofpite , 
e  pofcia  trattata  cóme  prigioniera,  fempré  con  diverfità  di  carceri  ^  mi  ■- 
Tempre  con  uniformità  di  patimenti,  e  ciò  petil  lungo  fpazjodidiecinove 
anni ,  invano  efclamandone  il  giovane  Rè  Giacomo  dellaScozzia  fuo figlio, 
e  li  Rè  Carlo,  &  Henrico  della  Francia,  cognati  di  lei,  che  nelle  prime 
nozze  haveva  goduto  il  letto  maritale  del  Rè  Francefco  Secondo  loro  Fra- 
tello. Ma  òfazia  Elifabetta  de' ftrapazzi  di  Maria ,  ò  vogliofa  di  togliere 
b  r^rf/rf,//^ 7^,^;.  davanti  quella,  che,  eifamorendo,  poteva,  e  doveva fuccedere  alla Co- 
nA  Maria fyiia  di  Toua  d' Inghilterra ,  e  che  già  prevedevafi  una  feconda  Maria '.[^]  nella  re- 
?ÓntMpJoUJv.[  duzione  alla  Fede  Cattolica  di  quel  Regno,  con  un  fol  tagliò  ruppe  ogni 
rc«j.  4.  ;,^^.  47^;  '  nodo ,  cd  egli  fu  quello  della  tefla,  a  cui  ella  condannoUa,  [<:]  Regina 
d /?rVi«5i  ^4- parente ,  ^^  innocente.  Ricevè  [d]  Maria  l'avvilo  della  morte,  elofpo- 
btntur  tx  cande-  gIio  dc' Rcgii  paludamenti ,  de' quali  la  denudarono  incontanente  i  cufto- 
ZTi.^i'^dcSchff.  <^^»  conauell'ifteffo  volto,  con  cui  haveva  prima  ricevuta  la  Corona  in 
•^"sì-  '  tefta,  e  lo  fcettro  in  mano,  &  haveva  pofcia  mirata  tutta  la  lunga  ferie 

de' fuoi  travàgli,  coftante,  intrepida,  e  sfarzofa,  e  quanto  fol  domandò 
»  '9.  ntitmbris  la  penna ,  &  ad  Elifabetta  [e]  fcrifTc  tre  cofe ,  e  quefte  :  Trimùm ,  cum  adver- 
■'^   '  fani  innocenti  fanguine  forent  faturati  i  ut  corpus  in  alìquam  ifanlìam  ter- 

ram  fepeliendum  à  famulis  deferretur  ,  prafertim  in  Galliarn  ,  ubi  Matcr 
ipfjus  in  pace  quiefceret:  quandoquidem  majorum  cineribus  in  Scotia  visilla- 
ta  ef[et ,  templaque  diruta ,  aut  profanata  :  nec  in  briglia  inter  prifcos 
I{eges  communes  utriufque  majores  Jepulturam  Catholico  ritu  fperare  pofiet , 
Secundànìy  ne  fupplicwm  occulto  afficeretur,  fed  famulis  y  &  aliis  fpelian- 
tibus  ,  qui  rerum  de  Fide  in  Chrifìum  ,  obedientia  erga  Ecclefiam  ,  &  vi- 
ì£  exitu  tefiimonium  perhiberent ,  contra  falfos  rurnorcs  ,  quos  adverfarii 
comminijci  poffent ,  Tertiùm  ,  ut  famuli  libere ,  &  in  pace  y  quo  vellent, 
difcederent  y  bonifque  y  qua  testamento  legai? erat  ,  gauderetit  i  Così  ella: 
€  ben  potevano  quefì:'  efpreflloni  di  coftante,  e  giovane  Principeffa  ammol- 
lire ogni  cuore,  che  men  crudele  fofle  ftato  di  quello  di  Elifabetta i  ma 
tutto  Tn  damo  :  poiché  con  prolongazione  di  morte  più  tofto,  che  di  vita 
differita  nella efecuzione la fentenza  due  mefi  ,  apparve  l'alba  di;quel[/j 
^^i^^is.  Fcùruarn  f^^y^Q^^Q  ^  per  lei  gìullvo  giomo ,  che  la  tolfenon  tanto  dal  Mondo,  quàn- 
,  to  dalla  carcere  del  Mondo ,  per  condurla  trionfante  nel  Regno  del  Cielo . 

Do 


Capitolo  XL  %%%       ^^^^^ ^' 

Domandò  ella  avanti  di  iifcir  dalla  prigione  ìlfuoConfefTore  per  riconci- 
liarfi  con  Dio  ,  ma  negatole  quefto  ,  fiì  ivi  in  fuo  luogo  introdotto  il 
Decano  Petroburgenfe  Heretico,  che  la  confolafle  ;  e  la  Regina  rifiu- 
tollo  :  òìccCi ,  ]  tf  ]  che  ella  da  fe  medefima  fi  communicaffe  con  ^  suareitom.iin 
una  Particola  confacrata,  fattale  penetrare  dentro  il  carcere  da  un  de-  ]t's?aJ!lnfiÌ!' 
voto  Sacerdote  con  permiifione  ottenuta  fin  da  Pio  Qninto  di  poter  ef- 
fa  fteffa  in  quel  gran  cafo  effer  miniftro ,  e  foggetto  della  recezione  del 
Sacramento.  Ma  fé  le  fii  negato  il  Confeflbre,  ben  la  zelante  Dama  vo- 
lò a  trovarlo  con  la  penna,  e  a  lui  fcrifle,  al  Rè  dì  Francia,  e  al  Duca 
di  Guifa,  e  confolando  alla  lontana  il  Aio  mal  prefente,  veftifli  pompo- 
fa  mente,  come  fé  a  Regie  nozze  ne  andafie,  e  nel  fuo  Oratorio  ginoc- 
chione  orò  ,  fin  tanto  che  appreftato  il  fupplicio  ,  e  i  manigoldi ,  ella 
avviofll  al  campo  del  fuo  gloriofo  Martirio .  Egli  era  preparato  in  una 
gran  Sala  del  Palazzo  di  Forthringay,  luogo  del  fuo  ultimo  carcere  de* 
fedici ,  che  ne  hebbe ,  parato  tutto  a  nera  gramaglia  ,  con  un  cu- 
fcino  pur  nero  in  terra  ,  &  un  pulpito  d' apprefib  ,  onde  legger  fi  do- 
veva la  fentenza  capitale  fottofcritta  da  Elifabetta  .  E  la  Regina  Maria 
vi  giunfe  fu  1'  alba  ,  ricoperta  da  un  lungo  velo ,  che  giù  pendolonè 
dalla  tefta  alla  fchiena  fcendevale  fin  a  i  piedi ,  con  una  Croce  di  oro 
al  collo ,  con  alla  cintura  la  corona  ,  e  con  in  una  mano  un  Crocififlb 
d'avorio,  e  nell'altra  1*  Officio  della  Madonna,  nulla  intimorita  nella 
faccia  ,  e  tutta  bella  ,  e  maeftofa  ,  non  paflando  ella  allora  la  età  di 
quarantacinque  anni ,  e  molto  più  franca  di  parole ,  veggendo  quivi  a 
parte  il  Mei  vino  fuo  Maeftro  di  caia  ,  cortefemente  falutollo,  e  come 
forridendo  gli  dific  ,  ^i,  ò  mio  Miniftro,  morta  ch'io fìa,  al  mio  figlio, 
e  digli ,  che  cojlante  io  muojo  nclU  Cattolica  Fede  ,  e  nel  fuo  amore  ,  e 
per  quanto  egli  ama  e  fé,  e  me,  che  non  mai  permetta  muta^jone  di  ì{e- 
ligione  nel  fuo  I{egno  ,  ed  ogni  fua  fperanT^t  egli  pur  gìttt  in  Dio  ,  che  D/'o 
proteggerà  lui,  el  fuo  I{egno  :  con  la  Regina  Elifabetta  mantenga  amici'ì^at 
e  pace  ,  e  condoni  la  morte  della  Madre ,  eh'  efa  volentieri  fopporta, 
non  rea  di  ribellione  ,  ma  Cattolica  di  fede  :  e  quindi  rivolta  agli  efe- 
cutori  ;  Vi  prego  ,  replicò  ,  che  (tan  prefcnti  al  mio  pajfaggio  li  miei 
fervi  j  in  teflimoniaii'T^a  della  mia  Religione  ;  [  6  ]  Qtiod,  ibggiunge  1'  Au- 
tore ,  d&grè  obtinmt ,  ut  quinque  viri,  &  duji  fmninA  fupplicio  pra-  °  ^''^*"'^•*'^• 
jentes  ejjent  .  Ella  allora  inginocchiofiì ,  e  letta  la  fentenza  ,  le  fu  in 
due  colpi  tagliata  la  tefta  :  nel  cui  atto  unitamente  gli  Heretici  dif- 
fero  ,  Sic  pereant  Verbi  Dei ,  &  B^egin^  Eltjabeth^  boftes .  Il  fuo  ca- 
davere trafportato  a  Petroburgh  fu  fepelito  preffo  quello  della  Cat- 
tolica Regina  Caterina  moglie  ài  Henrico  Ottavo  ,  con  quefta  ifcriz- 
zione ,  che  vi  durò  pochi  giorni ,  cioè  fin  tanto  che  ne  pervenne  in 
Londra  jl  fentore  alla  Regina  Elifabetta  ,  che  toflò  comandò  ,  che  quin- 
di ella  Ci  toglieffe  ,  [  e]  Maria  Scotorum  Bregma  ,  Begis  fìlia  ,  è^gis  e  idimindem, 
Gallorum  Vidua  ,  Regina  duglia  agnata  ,  &  hares  proxima  ,  virtù- 
tibus  I{eglis ,  &  animo  t{egio  ornata  ,  jure  Fregio  fruftra  fapiàs  implo* 
rato  ,  barbara  ,  &  tyrannica  crudeltate  ,  crnamentum  noftri  Speculi ,  dr 
lumen  vere  P^egium  extinguitur  .  Eodemque  nefario  judicio  ^  &  Maria 
Scotorum  B^egina  morte  naturali ,  &  omnes  fuperftites  Beges  plebei  fa- 
sti morte  civili  mul6lantur  .  Ts^ovurn  ,  &  inauditum  tumuli  genus  ,  in 
quo  cum  vivis  mortui  includuntur ,    hìc  extat .    Cum  Sacris  enim  Diva 

Ma' 


SisrX)V.         ^^5  Secolo    XVI. 

MarÌ£cineribuSi  omnium  ì\egum  y  atqueTrìncìptim  vioUtant ,  àtque  projird- 
tamMajeftatcm  Ine  jac  erefe  ito.  Et^mafa5Ìumhoc  regale  fatisfuperque^ges 
fui  officii  moneti  plura  non  addo  y  Viator,  Queftofuccelfo,  la  cui  tama  volò 
in  un'  iftante  per  tutte  le  Corti  dell'  Europa ,  forprefe  egualmente  gli  amici , 
e  gl'inimici  i.\\  Elifabetta,  ed  Elifabettamedefima,  che  uditone  il  racconto, 
dimoftronne  dolore ,  &  accusò  precipitazione  nella  efecuzione  del  coman- 
do.Il  Pontefice  efecrolla  dì  nuovo,  rinovando,  confermando  &  approvando 
la  Coftituzione  di  Pio  Quinto  contro  lei,&  efortando,&  eccitando  gl'Ingie^ 
fi  a  prender  l'armi  contro  lei,fubito  che  a  quei  lidi  comparifle  la  potente  Ar- 
mata del  Rè  Filippo  Secondo ,  denominata  la /«j?/«c/^/7e,  che  dirizzavafi 
contro  la  Inghilterra .  Ma  li  voti ,  e  le  forze  de*  Cattolici  per  giudi  giudizii 
di  Dio  andarono  fparfial  vento,  dal  quale  diflìpata  la  gran  flotta,  viddefi 
naufragata  la  fperanza  della  defiderata  conquifta .  Onde  Elifabetta  furta  in 
animo  di  peggio  fare ,  di  quanto  fatto  haveva,  rincrudelì  contro  li  Catto-   | 
i  ms  vide  api'.:  licilaperfecuzione,  arricchendo  di  nuovi  [a]  Martiri  la  Chiefa ,  edinuo- 
*^"s^vfnTni'cn  o  vì  trionfanti  Cittadini  il  Cielo ,  e  dì  nuovi  Efulì  Cattolici  la  Inghilterra ,  ri- 
^"""("/'d*  ""' ^  '  covrati  ne' Seminarli  Apoftolici  di  Roma,  ediRhemns,perilfovvenimen- 
Rhemn^.'  to  del  qualc ,  Sifto  ad  imitazione  di  Gregorio  Decimoterzo  publicò  la  [i>] 

h  inBHii.sìxtiv.  ■^Q\\2^  ^ffli^ic,  efortatoria  a  tutti  li  Fedeli  del  Moado,  acciò  pronti  accor- 
co>,ft.i9.  reiferoalfoccorfo  di  quei  Fratelli,  che  pativano  cotanto  atroce  perfecu- 

zioneperlagiuftizia. 
ifiirutioiie  della      Mi  non  perciò  rallcntofll  nel  zelante  Pontefice  la  follecitudine  di  com- 
d^Kdice?"^    batter,  benahe  di  lontano,  tutte  le  Herefie  del  Mondo  con  fanti  Decreti, 
e  vigilanti  Congregazioni,  che  l' ajutalfero  a  foftener  la  gran  machina  del 
Pontificato  contro  r urto  impetuofo  de' novatori  ribelli  del  Chriftianefi- 
mo  ■  Veggendo  egli  moltiplicarfi  in  moflruofa  copia  li  libri  perniciofi  ò  di 
occulti,  ò  dipublici  Heretici,  e  quafi  non  potendo  regiftrarne  la  penna 
r  Indice  formato  già  da  Paolo  Quarto ,  e  quello  più  difì:efo  del  Concilio  di 
Trento,  e  del  Pontefice  Pio  Quarto ,  formò  una  Congregazione  di  Cardi- 
c /;,£«//.  i'/.v/ir.  nali  perla  fopraintendenza  di  elllj  [e]eQuiaHierefiSy  die' egli  nella  Bolla 
Co  ij>. 74.  dellaerezione  di  quella  Congregazione,  morbus  anima  pernicioftffimus  y  ut 

cancer  ferpit ,  &  filtitenebrarum  arcemCatholiaeveritatis  omni  machinatio- 
nis  genere  oppugnant ,  librisprafertim  hxrefis  veneno  infeBis  promulgandis, 
aliifquenoxiado6lrinaafpergendisy  corrumpendijque  y  pojìulat  à  nobispajiora- 
lis  ojjìcii  joLicitudo ,  ut  vulpes  dolofasy  &  ktpos  rapaees  ab  ovili  Chrijìiomni 
Emenj  i  vigiUntiaarceamus .  Così  egli  contro  le  carte  flieHeHeretiche  degli  Hereti- 
dau's^bbfsT"^  cifcrittoriindifefa  della  Cattolica  Fede.  Mi  forfè  più  falutevole  la  offe- 
fa  ,  che  potente  la  difefa  :  poiché  Sifto  alla  infezione  de'  loro  libri  oppofe  la 
purgazione,  eia  emenda  de'facri,  reftituendo  alla  primiera  fincerita  la 
vulgata  verfione  Latina,  che  dalla  lontananza  de' tempi,  e  dalla  negligen- 
za de'  Tipografi  rinvenivafi  in  qualche  parte  adulterata .  Opera  laborioliflì- 
ma ,  nei  cui  lavorio  ferviffi  Sifto  di  pentitimi  Dottori ,  e  di  antichiffimi  Ma- 
nofcritti  Hebraici,  eGreci,  e  di  copioficommentarii  di  Santi  Padri  Gre- 
ci ,  e  Latini  ;  e  con  tanta  efattezza  egli  procuronne  la  terminazione ,  che  ve- 
nendone l'opera  impreffa,  &  in  elfa  egli  fcorgendo  qualche  piccol  diffetto 
di  vizio  di  ftampa ,  hebbe'in  penfiere  di  rimetterla  ài  nuovo  con  lunga  fati- 
ca, e  difpendiofa  curafotto  il  torchio ,  fé  non  havelfe  prevenuto  la  morte  il 
fuo  difegno  j  che  pienamente  poi  forti  fotto  il  Pontificato  di  Clemente  Ot- 
tavo ,  Ma  la  Verfion  Greca  de'  Settanta  Interpreti  emendata  con  la  intet- 

preta- 


~    ,     Capitolo  XI.  557        Sisto  V. 

pretazione  Latina  ella  iifcì  alla  luce  delle  ftampe,  anch' eflb  vivente,  l'anno  p.i.,jQjjj  ^^  ya- 
15  88.  Dalla  pariti  de'libripafsòSifto  alla  magnificenza  delia  libraria,  e  qua-  ùcana.  ^ 
fi  in  efTa  aprir  vòleife  un  armeria  proporzionata  a'  Letterati  contro  gli  erro- 
ri della  Herefia ,  edificonne  una  nel  Vaticano ,  eh'  è  lo  flupor  del  Mondo  sì 
per  la  còpia  de' volumi,  come  peri' architettura,  e  mole  della  fabrica.  La 
ifcrizione ,  eh'  egli  pofe  nella  deftra  parte  di  ella ,  bene  fpiega  in  pochi  ver- 
fi,  quanto  da  Noi  potrebbe  in  molti  riterirfi. 

^  Sixtus  V,  Tom»  Max. 

Bìbliothecam  ^pofiolicam  à  SanUiffim is  prìorìhus  illis  Tomifìcìbus ,  qui  Bea- 
ti Tetri  vocem  audieritnty  in  ipfìs  adirne  furgcntis  Eccleftce  primordiis  inchoa- 
tam ,  pace  Ecclefiie  reddita ,  Lateram  infìitutam ,  à  pofierioribus  deinde  in  Vati- 
canumy  ut  ad  ufus  Vontifìcios^  paratior  efìet  y  translatam;  ibique  à  Islicolao 
Qiiinto  au6iam ,  d  Sixto  Quarto  infìgniter  excultam ,  quo  Fidei  noflra ,  &  vete- 
Yum  Eccleftaftic£  Difciplin£  rituum  documenta  omnibus  linguis  exprefìa,  & 
aliorum multiple x facrorum copialibrorum confervaretur ,  adpuram ,  & incor- 
ruptam  fidei  i  &  do5irin:èventatem  -,  perpetua  fuccejjìone  in  nos  derivandam, 
toto  texrarum  Orbe  céleberr imam  y  cumlocodeprejfo,  obfcuroy  &infalubri [ita. 
eflet  i  aulaperempta , veftibulo ,  cubicuUs ,  circum ,  c^  infra  ,fcalis ,  porticibus , 
totoque  (edificio  àfundamentis  extru6io ,  fubfelLiis ,  pluteifque  dire6lis ,  librts  dif- 
pojìtis  in  hunc  edttum ,  perluctdum ,  falubre ,  magifque  opportunum  locum  extu- 
ììt  y  pi6iuris  iUujlribus  undique  ornavit ,  liberaltbufque  do£irmis ,  & publicajìu- 
diorum utilitari dicavit^nn.i^SS.  Tontif.^.  Così  la  ifcrizione.  Perle  quali 
degne  opere  in  beneficio  publico ,  come  riferito  habbiamo ,  de'  Regni ,  Rè  , 
e  Regia  del  Chriftianefimo ,  fii  obhgato  Sifto  a  una  nuova  aggiunta  di  Mon- 
ti Fede ,  &  ad  una  nuova  erezione  di  altro  Monte  Camerale  in  quantità  di  fei- 
<;ento  quarantaquattro  lochi,  per  cui  egl'  indebitò  lo  flato  proprio  con  nuo- 
ve contribuzioni  per  redimerne  gli  altrui . 

Mi  quelìio  "ran  Pontefice  giudicando  alle  correnti  Hereiìe  forfè  più  vale-     ^,     „  .„ 
voh le  armi, cheUlibri, concepì  un  idea,  epoieinoperaunpenliereonon  accumulato    in 
fovvenuto,  ò  non  mai  certiamente  effettuato  da  alcun  fuopredeceflbre,  ò  C;ìfteiioindifef4 
fucceflbre  nell'  Apoftóhco  foglio  del  Pontificato  Romano .  E  ciò  fiì  l' accu-    ^  ^^^  ^  • 
mulamento  di  un  teforo  di  tré  millioni  di  feudi  d'oro,  eh' egli.in  tré  [<2  Janni  a  ^,i.i.  2.  &  j. 
adunò  ,  e  ripofe  confacrato  aSS.Pietro ,  e  Paolo  dentro  il  CaftelS.  Angelo  f^'tPor.tificatus. 
con  leggi  prefcrittedanondoverfi  quindi  eftrarne  alcuna  fomma,  fé  non  in 
feicafi,  che  avvenir  potrebbono,  e  fra  efll  egli  annumerò  quello,  \bisi-  .  ,  „  „     ^.   . 
mamfejtum periculum immineat i  ne  aliquaexChrijtiams  Trovincits  abmjide-  v.conjiit.ji, 
libtts,  &  Catholica  Ecclefice  Hofiibus  occupetury  tuncque  fubftdii  tantum fe- 
rendicaufa.  Qualgenerofa,  e  falutevole  idea  confermò  apprelfo  ipofteri 
iafamadi  quello  Pontefice  d'inconcufla  fortezza,  e  d'invitto  zelo  contro  gli  ' 

Heretici  inimici  della  Sede  Romana,  aificurata  da  elfg  con  azioni  forpr^rh 
denti,  emaravigliofe.      "  '  '" 


C  A- 


G  R  F.  G  O- 
RIOXIV. 


ctmb. 

Henrii©  il  gr.m 
de,  RèdiNavar 
X»  ,  e  di  Francia  , 
e  Tue  qiulità  . 
b  Calv.ti>iji.  284. 


d  yAnno  1572. 


558  Secolo  XVI. 

CAPITOLO 


XII. 


Converfionc  1 
lui  slla  FedeCj 
tolira. 


Urbano  Settimo  Romano,  creato  Pontefice 
li  15.  Settembre  1590. 

Gregorio  Decimoquarto  Milanefe  ,  creato  Pon- 
tefice li  1 3.  Decembre  i  j9o. 

Turholenz^e  della  Franerà  in  materia  di2{eligione .  ^alita  di 
Henrico  "Borbone  1^  di  Na^varra  ,  e  facce jji'v amente  di 
Francia  .Diploma  Pontificio  di  fcommunica ,  e  di  defofizjo- 
ne  dal  "Regno  contro  lui ,  Sentimenti ,  e  querele  de*  Parla- 
menti Her etici  della  Francia .  Ponderazjoni  dell'  Autore 
[opra  queflo  fuccejfo  :  e  argomento pr attico  y  CiT*  invincibile 
contro  i  Francefi  dell'  autorità  indiretta  de'  Papi  [opra  la 
temporale giurifdizjone  de*  2(è ,  e  Regni  Chrifliani . 

lecinove  Cardinali  creò  Gregorio  Decimo  terzo  nell'ultima 
promozione,  cheeflb  fece,  e  quattro  di  queftifucceflìvamen- 
te  afcefero  al  Soglio  Pontificio  ,  cioè  Urbano  Settimo ,  Gre- 
gorio Decimoquarto,  Innocenzo  Nono,  e  Leone Undeci- 
mo,  tutti  di breviUìmo  Pontificato,  mentre  due  di  efiì non 
paflarono  unmefe,  egli  altri  due  un'anno.  Morto  Urbano 
dodici  giorni  doppo  la  Aia  creazione,  il  Pontificato  dì  Gregorio  Decimo- 
quarto,  che  glifuccefl'e,  riman  memorabile  per  gli  affari  della  Francia,  il 
cui  Re^no  era  allora  governato  da  Henrico  di  Borbone  Rè  ài  Navarra ,  che 
divenuto  poi  Gri2wrff,  e  per  fopranome,  eperglonofe  imprefe,  darà  à  Noi 
ampia  materia  di  difcorfo  in  qucfta  Hilloria.  Era  egli  [a]  nato  di  Padre  Cat- 
tolico, màdiMadreHugonotta,  Figliodi  Antonio  Borbone  Duca  di  Ven- 
derne, e  di  Giovanna  Regina  di  Navarra,  fottola  cui  tutela  eglifinpic- 
colo  di  nove  anni,  in  cui  lafciollo  il  Padre,  beve  il. veleno  della Hereiìa 
Calviniftica:  onde  perciò  fùfemprc  dilacerato  da  Calvino  [/>]  il  nome  del 
Padre,  ed  efaltato  da  Beza  quello  della  Madre.  Nellapiù  florida  età  di  pri- 
ma [e]  gioventù  fu  egli  eletto  dalla  fazione  Herctica  per  Capitano  ,  e 
guida;  e  perdura  la  Madre,  indi[rf]  a  tre  anni  fposò  in  Moglie  Margherita 
Sorella  del  Rè  Carlo  Nono  di  Francia,  la  quale  ottenne  prima  da Grego- 
rio  Decimoterzo  difpenfa  òi  parentela,  e  di  difparità  di  Religione.  Mi 
non  pafsò l'anno  delle  nozze,  che  invitato  dal  Rè,  e  dalla  fpoTa  alla  Reli- 
ligione  Cattolica  ,  e  convinto  della  falfità  della  Calvinirta  dal  Cardinal 
Carlo  Borbone  Tuo  Zio,  publicamente  abjurolla,  ammeffodal  fopracita- 
to  Cardinale  con  autorità  Apoitolicaallacommunionc  della  Chiefa,  al- 
ia n- 


'Capitolo   XI L  ^59        Grego^ 

la  ribenedizione  della  perfona,  e  airafliftenza  de'Divini  Ufficii,  e  della  ^^^  AlV. 
Meffa.  Ma  i  torbidi  del  Regno  sbalzandone  qui,  e  U  nonmen  il  corpo, 
che  l'animo,  eglidirgraziat3mentericadde[a]  nedi errori  abjuratidella  a^«»,iy7y. 
Herefia,  onde  da  Sifto  Quinto  ricevette  il  fulmine[6]  della  condanna,  che  b  »/<««.  1585. 
temporeggiò  Tempre  a  lanciare  il  Tuo  antecefFore  Gregorio  Decimoterzo, 
ò  fperanzofo  del  ravvedimento,  òpreveniito  dalla  morte.  Ma  variarono  sua  rradut»,  e 
per  tutti  li  verfi ,  indianon  molto,  lecofe:  conciofiacofache  morto  Hen-  *"'"'^""»"' 
rico  Terzo  [e]  Rèdi  Francia  fenza  figliuolanza  mafcolina,  ed  Henrico 
come  più  proflimo  portandoli  al  Regno  per  ragion  di  fucceffione  ,  e  per  *^  ^nntx^  9. 
potenza  d'armi,  fi  divife  allora  m  due  parti  la  Francia,  e  li  confederati 
Cattolici  rifolutamente  fi  oppofero  alla  novità  di  ricevere  un  Rè  Heretico    sua  affunzione 
m  Francia ,  e  li  confederati  Hugonotti  potentemente  lì  dichiararono  di  fo-  ^^^„fj-^"°  '  l^% 
ftenerlo.  Quindi  furfero  crudeli  Hìme  guerre,  &*  alti  clamori,  che  giunti  le  qIxxo\iI\\^\ 
alle  orecchia  del  Pontefice  Gregorio  Decimoquarto,  rifolverono  a  batta-  J^gi'Hererid. 
glia  non  men  le  fazzioni  de' Soldati,  che  le  penne  de' Scrittori  per  gli  av- 
venimenti, che  foggiungiamo.  Eifendo  cofa  che  Gregorio  fpedìcolàin 
Francia  a  favor  della  Lega  Cattolica  Hercole  Stòndrato  Duca  di  Monte 
Marciano  fuo  Nipote  con  tré  mila  Svizzeri  pagati,  e  buon  nervo  di Solda- ^occorfi  dei  Pa- 
tefca  Italiana,  e  con  fovvenimento  al  Senato  fedele  di  Parigi  eziandio  di  paa'Cauoitci. 
quindicimila  feudi  il  mefe,  da  pagarfi  dall' Erario  Apoftolico  peri bifogni 
della  Lega,  ch'egli  dichiarò  unita  per  caufa  di  Religione ,  Mi  quefte  trup- 
pe mal  giunte  in  Francia  pe'  patimenti ,  trapaflata  la  Borgogna ,  e  la  Lore- 
na ,  diedero  più  animo,  cheajutoad  AlefiandroFarnefe  Duca  di  Parma, 
con  le  cui  genti  elleno  prima  fi  unirono,  e  poi  fi  difperfero,  fopravenuta 
indi  a  pochi  mefi  la  inafpettata  nuova  della  morte  di  Gregorio.  Fùperò 
piùfirepitofalafpedizione  de' Monitorii  Pontificii,  che  quella  delle  armi .     suoi  Monitora 
Eifendo  cofa  che  Gregorio  nel  medefimo  tempo  deftinò  in  Francia  fuo  contro  Hcnric© 
Nunzio  MarfilioLandriani  con  due  Monitorii,  in  data  del  primo  [rf]  àX'^^'^nmi^  \ 
Marzo,  l'uno  diretto  agli  Ecclefiafiici  del  Regno,  in  cui,  di  qualunque 
condizione  eglino  fi  fofl'ero ,  fi  ammonivano  ad  abbandonare  fotto  pena  di 
fcommunica,  e  di  fofpenfione in  termini  di  quindici  giorni  il  partito,  ere- 
cedere dalla  obedienza  di  Henrico,  che  gii  dicevafi  Quarto  in  ordine  a* 
Rè  di  Francia,  e  fé  fri  altri  quindici  giorni eftettivamente  non  fi gittaffcr 
ro  a  quello  della  Lega  Cattolica ,  eglino  incorreifero  irremifiìbilmente  nel- 
la depofizione,  e  privazione  delle  loro  dignità  .  L'altro  Monitorio  veni- 
va indirizzato  ai  Principi  Laici,  e  al  popolo  con  il  medefimo  precetto ,  e 
con  la  medefima  pena  di  fcommunica,  &  in  ambedue  dichiaravafi  Henrico 
Borbone  Heretico  recidivo,  perfecutore  della  Chiefa,  fcommunicato,  e 
decaduto  da  tutti  li  Regni,  eRegiepretenzioni.  Il  Nunzio  fé  ftamparne 
le  copie  in  Rhemns,  chepublicatepe'l  Regno  eccitarono,  com'èfolito     Attenuto   de- 
nelle  gran  rifoluzioni,  fremiti,  e  clamori  da  una  parte,  e  ringraziamen- J^^f'^-'^^e|^i'*Herf. 
ti,  e  laudi  dall'altra,  [e]  I  parlamenti  delle  Città Heretiche,'  feguacidi  niVoni'poiulfifrr' 
Henrico  ,  con  precipitato  rifentimento  ,  dichiararono  li  Pontificii  T>\-  "^  ^,'y^'^'^'J'' ]^,l';l 
plomicontrarii  alle  ragioni  della  Chiefa  Gallicana,  incitativi  di  ribellioni ,  "//■ji./.Z  &"frq. 
abufivi,  e  perciò  irriti,  e  miìlì  ìpfofa£ìo,  e  temerariamente  li  condanna- f^'/'"'';^'^'^'^'* 
rono  al  fuoco  per  man  di  bo)a  in  mezzo  alle  pubhche  Piazze  j  epublicaca  /nCrti.Xiv.n.i', 
taglia  di  tré  mila  feudi  a  favore  di  chi  arreftaife  il  Nunzio  Landriani ,  che 
fcntenziarono  alle  publiche  carceri  fra  malfattori,  impofero  pena  di  vita  a 
chiunque  lo  ri ccttalfe,  e  dichiararono  rei  di  lefa  Maellà  tutti  quegli  Ecclcr 

fiailici, 


Greco-        ^  ^^  Secolo  XV I. 

RIO  AlV  .   fJaftici ,  che  le  Pontificie  Bolle  riteneltero ,  ò  diviilgaffero;  e  quindi  più  alto 
forgendo  contro  il  medefimo  Pontefice,  ò  lo  dichiararono  illegitimamente 
clettOjò  della  di  lui  elezione  appellarono  al  Concilio  futuro.Così  gli  Hereti- 
a  NAt.  ^lex.  toc.  cì .  GloiTa  qucfto  fucceflb  il  Natale ,  e  dice  »  [  <t  ]  Fatendum ,  hiec  Diplomata 
seitim-nto   del  ^'^^  /^/^^,  ncc  pì'udenter  data ,  mijja,  &  publicatafuijje .  Lafa  juflitia  ejìt 
Natale  r.ifo({eni.  quoniam  P^gni  Succefìorem  legitimumy  Tontifex  nulUm  in  F^gum  nojirorum 
mento  di  ciii.      teniporalem  ]urifdi£Ìionem  habcns'y  B^gni  poffefjìone  depcere  tentaret  \  così 
egli.  DunqueunPapa,  ch'èilprimoPaftoredelChriftianefimo,nonpuò 
Rigettati  dall'Ali-  fcacciare  un  Lupo  dalla  Mandra  delle  fuepecore?  Dunque  neghittofo  hi 
«ore.  damirarnela  defolazione,  e  lo  sbandimento,  fenza  né  pur  dar  una  voce, 

T  -  né  pure  alzare  una  verga?  Se  così  è,  li  Succeirori  di  Pietro faran dati  da 

Chrifto  alla  Ghiefa  per  (edere  in  efia,  come  fiedono  i  loro  fimulacri  sui  fe- 
polcri,  fenza  parola,  fenza  motto,  efoldiftucco.  La  Fedepericolava  in 
trancia  :  una  mano  Hereticaimbrandiva  quel  Chriltianifllmo  Scettro  :  il  Rè 
Primogenito  della  Chiefa  confederavafi  con  l'Heretico  Calvino:  ardeva 
jnunmaredi  fangue  il  nobil  popolo  di  quel  Regno,  equelpoderofo,  & 
unico  rimedio,  efpeiimentato  tante  volte  cotanto  utile,  perche  formidabile 
al  Chriftianefimo,  dovevarigetcarfi,  far  ire  in  perdizione  tant' anime,  in 
mina  tantipopoli,  fol  perche  le  Leggi  del  Regno  ne  vietavano  l'applica- 
zione, ne  prohibivano  il  comando?  Se  qucfte  fon  Leggi  del  Regno,  e  fé  le 
Leggi  di  quello  Regno  non  airiiiiettonocotal  rimedio,  come  poi  nell'anno 
1589.  cioè  due  anni  avanti  queflifuccelTì,  che  narriamo,  il  Collegio  de 
Theologi,  edellaSorbona di  Parigi,  decretò,  m mine r e fr agame,  populum 
La  Sorbona  aiToi.  folutum  ejje  à  facrameuto  fidelitatis ,  &  obedienti£  prxjiito  Henrico  Tertio 
ve  i  Sadditi  dal  q^  Eum  y  cioè  il  popolo ,  pofsc  Ucìtt ,& tuta  confcicntia armari ,uniri y&  pe- 
lacche"  n'papa  citnias  colUgere  y  e  contro  il  Rè  Henrico  Terzo  Cattolico,  e  legittimo  pof- 
poin  .iiroivere  i  f^forc  dì  qucl  Regno,  fol  perche  egli  odiato  foife  da'fuoifudditi,òperlauc- 
mento"       '"'''  cifioue  con  ordine  di  luifeguita  ili  perfona  del  Cardinal  diGuifa,  edelfra- 
tello ,  ò  per  altra  caufa  civile,  e  mifla ,  eh'  ella  fi  folle  ?  Il  fatto  vien  rapporta- 
to dall'  Ukfio  Annalifta  Francefe  Henrico  Spendano ,  e  con  circoilanze  tali, 
che  Noi  non  poiiìamo  in  alcun  conto  tralafciar  di  defcriverne  con  le  fue 
proprie  parole  in  quefto  tenore  il  racconto.  Si  ricercò  dal  popolo  diPari- 
fe  spor,d,<in.i5'9.  gialla  Sorboua,  [b]  ^npopulus  Pregni  Gallio  poffet  liberariy  &  [ohi  afa- 
tijim.ì.     '      '  cramento  fideiitatis  y  <T  obedienti^e  Henrico  Tento  prafiitOy  &an  tuta  con- 
fcientia  pofiet  idemTopulus  armari  y  uniriy  pecunias  e  Diligere  ad  defenfìonem , 
j&  conferpationem  Bjlìgionis  Catholic^  adverfus  ejufdem  Henrici ,  e]ufque 
fautorumnefirìa  confilta^  Super  quibus  articulis  y  (fono  parole  del  Decre- 
to,  che  tol1;o  ufcì  per  le  fìampe  )  congregata  die  feptima  Januarii  facultas 
TheologiiC  apudCollegìum  Sorbona  y  pojì  publicam  fupplicationemomniitm  or- 
éinum  di6i(e  facultatis  y  &  Mifiam  de  Spiritu  San^o  cclebratam,  audita  om- 
nium, &  fingulorum  Mj.gifirorum  ,  qui  ad  feptuaginta  convenerunt ,  matu- 
ra, accurata,  &  libera  deliberatione ,  &multis,  ac  variis  rationibus ,  qu^e 
magna  ex  parte  ex  facris  ScnpturiSf  Canonicis  janEliombusy  &  DecretisTon- 
tificumy  in  medium prodit£  fuercy  conclufum  efi  à  D.De4:ano  ejujdem  facul- 
tatis,  nemine  refragante,  permodum  Confilii  ad  liberandas con/c ientiaspri£' 
...      dióiipopuli:  primumypQpulum  folutum  ejkà  Sacramento  fidclitatis ,  &  obe- 
;dientia Henrico praftito :  deinde,  enm pojje Hate y&\tuta  confcientia armari, 
antri  ,  &  pccunias  colligere  &c.  Cosi  ad  verbum  lo  Spondano  .  Dunque 
ÌJ4  lecito  à  Noi  jl  foqgiungere ,  ò  la  Sorbona  ilima  lecita  iiialcuni  cafi  la  li- 
bera- 


Capitolo  XII.  5^1        Grego^ 

berazione  dal  giuramento  ai  fudditi ,  e  perche  tante  (Querele  contro  i  Papi ,  ^^^  ^^  *  • 
quando  eglino  la  publicano  nel  cafo  graviamo  della  Herefìainun  Re  ?  ò 
non  la  giudicano  lecita ,  e  perche  tante  orazioni ,  e  confulte  per  emanarne 
un  Decreto  contrario  in  inganno  de' popoli  ?  Forfè  la  Sorbona  ha  maggior 
autorità  nella  Chiefa  di  Chrifto,  che  li  Pontefici  Romani  ?  Forfè  ad  eflfa 
fii  conceflb  l'ampio  privilegio  di alTolvere,  e  legare,  e  non  a'Succeflbri  di 
Pietro  ?  Nell'anno  1589.  i  Dottori  ài  Parigi,  poji  publicam  fupplicatio- 
nem,  convocati  fin' al  numero  ad  feptucigima,t  con  determinazione  ma- 
turai accurata,  &  libera y  perfuafi,  e  convinti,  ex  Sacris  Scrìpturis,  Ca- 
nomcis  fan^iionibus ,  &  decretis  Tontificum ,  conchiudono ,  nemine  difcre- 
pante ,  queft'  articolo ,  Topulum  folutum  ejk  à  facramento  fidelitatis  ,  & 
obedmitiie  Henrwo  Tertio  ;  e  poi  indi  a  due  anni  nel  1 591.  havendo  ema- 
nata quefta  ifteffa  decifione  Gregorio  Decimoquarto  contro  Henrico 
Quarto,  Hereticopublico,  e  recidivo,  li  Parlamenti  di  Francia  ne  fanno 
abbrugiar  il  Diploma  per  man  diBojanelle  publiche  Piazze,  bandifcono 
in  tagha  il  Nunzio  Landriani,  cheportoUo  in  quel  Re^no,  e  minacciano 
alPapadepofizionidal  foglio,  e  nuove  pragmatiche  dai  futuri  Concilii. 
Di  chi  fia  la  ragione  in  quefta  lite ,  ne  fia  giudice  il  Lettore ,  che  noi  voglia- 
mo profeguire  il  racconto  Hiftorico  della  converfione  alla  Fede  del  grand* 
Henrico,  conceputacon  immenfi  ftenti  da  Gregorio  Decimoquarto,  e 
•partorita  poi  felicemente  da  Clemente  Ottavo,  ai  quali  Pontefici  deve 
principalmente  la  Francia  e  la  bella  Corona  della  Fede,  eia  nobile  fuccef- 
lìone  in  quel  Regno  della  ftirpe  Bortjona ,  foftentacolo  della  Chiefa  Roma? 
na,  e  gloria  del  Chriftianefimo, 


Tomo  ly. 


Nn  C  A- 


Clemen- 
te VIIL 


Condotta  di  quc- 
no  Poncefice  re- 
gi' affari  della 
Francia. 
a.  Vedi  it  neftro  j. 
tom.  p*%.2^. 

b     Snh   ritta   «J. 


e  ,^ptid  Spendi 


^6z  Secolo  XVI. 

C  API.T  O  L  O    XIII. 

Innocenzo  Nono  Bolognefe ,  creato  Pontefice 

li  50.  Ottobre  1591. 

Clemente  Ottavo  Fiorentino  ,  creato  Pontefice 

li  30.  Gennaro  1591. 

Conruerftone  di  Henrico  ^arto  2(è  dì  Francia  alla  fe- 
de Cattolica  ,  e  partigoJarita  di  cjfa  -  Affari  d'  InghiU 
terra  ,  e  morte  aella  "Bigina  Elifabetta  .  Oferazjoni , 
e  z^elo  di  queflo  Pontefice  contro  gli  heretici  .  J\4onti 
eretti  da  lui  in  beneficio  della  cauf^  fuhlica  de^  Catto- 
lici.  Connjerfione  alla  Fede  di  Stefano  Cal'vino.  Fi- 
lippo 2\dornè  celebre  Cal'vinifla ,  fue  quelita ,  e  fcritti . 
Danielle  Carnerio ,  e  fue  herefte .  'Bolla  Pontificia  a  fa- 
'"  'pere  de'  ^ligiofi  circa  V  amminiJìr^z,ione  de  Sacramen- 
ti. F  amo  fa  difputa  in  "Bscma  trpi>  h  Padri  Domenicani , 
e  Giefuiti  [opra  la  materia  de  Auxiliis  ,  e  fuo  corfo 
fotta  queflo  Pontificato. 

Quanto  falutevok  fofle  alla  Francia  il  paterno  rigore  di  Gre- 
gorio Decimoqiiarto ,  e  quanto  bene  ne  feguitalle  la  condot- 
ta il  Aio  Succeflore  Clemente  Ottavo,  fu  comprovato  dagli 
avveninjeAtiprofperijchefeguiron'o ,  di  converfione  del  Re  • 
e  di  pace  nel  Regno,.  Dunque  Cleniente ,  I^neo  nella  Fede»  co- 
me il  fuo  gloriofo  antenato,  di  cui[4]  altrove  parlammo, 
fcefe  nella  gran  battaglia,  armato  dal  medefimo  zelo  del  fuo  Anteceffore , 
e  fu'l  bel  principio  del  fuo  Pontificato  rifolutaménte  [  ^  j  fcrilfe  al  Cardinal 
Filippo  Sega  detto  il  Piacentino  dal  Vefcovado  di  Piacenza,  eh'  ei  re^e^/a , 
Legato  in  Francia  della  Sede  Apoftolica ,  acciò  ognjfua  opera  pone(k  alla 
follecita  elezione  di  un  Re  Cattolico  in  quel  Regno,  il  quale  havede  forze,c 
animo  proporzionato ,  e  pronto  a  combattere ,'  &  abbattere  la  Herefia .  A 
queft' effetto  eccitò  egli  ancora  li  confederati  Cattolici  communi  contro 
l'inimico  commune ,  che  tal'effo  chiama  il  Re  Hugonotto ,  che  fofiene va  al- 
lora quello  Scettro .  Il  Parlamento ,  e  Camera  Heretica  al  Breve  di  Clemen- 
te oppofe  un  Decreto  fomigliante  all'accennato,  publicato  da'medefimi 
Heretici  contro  quello  di  Gregorio,quale  [e]  dal  Senato  Cattolico  di  Parigi 
fiì  fatto  ardere  per  man  di  Boja  in  mezzo  alla  Piazza .  Onde  deducefi,  che  la 
migliore ,  e  maggior  parte  della  Francia  atteftò  co'  fatti  l'autorità  Pontifì- 
cia ,  e  forella  fu  calpeftata,  e  contradetta  dagli  Heretici .  Perloche  Dio  non 

volle 


conver  . 
e 


Capitolo  XIII.  5(^3       Clemen- 

volle  abbandonarla  caufa dell'  antichiffiina  Chiefa  Gallicana  cotanto  bene-  TE  Vili, 
inerita  del  ChriftiartefimOj  e  con maravigliofo  fiicceflbla  volle  diilintainen- 
te  riconofcere  dall'  altre  tante  Chiefe  nella  Germania ,  nel  Settentrione ,  e 
nell'lnghilterraj  date  in  preda  all'Herefia  j  e  perdute  nell'abilfo  degli  errori  : 
poiché  nel  boUor  maggiore  delle  armi  fra  le  fazioni  della  diverfiti  de'  Setta* 
rii,  e  dello  fdegno  Regio  co'l  Pontefice  i  fé  forgere  inafpettataniertte  la  quie- 
te nel  Principato ,  l'uniformità  nella  Religionej  e  la  fuggezione  al  Pontefice  {Jone  j^i  "" 
per  quella  ftradajonde  meno  afpettavafi  cotanta  mutazione,cioè  per  la  nnò-  coffo  di  que'fio 
va  converfione  alla  Fede  Cattolica  del  Re  Henrico,  che  con  un  tiro  d'anima  ^"*^"'^''  • 
grande  ricuperò  a  fé  il  Regno,  al  Regno  la  pace  j  e  alla  vera  Religione  l'anti- 
co Imperio .  Come  ciò  fuccedelle,  eccone  diflinta,  e  breve  la  contezza .  O 
folVe  il  timore  di  vederfi  in  faccia  un  Re  creato  dalla  Lega  Cattolica,  ò  ne- 
ceflltà  di  non  vederfi  ribellato  tutto  il  rimanente  della  Francia,  ò  con  più  ra- 
gionevól  motivo  lalta^e  fecreCa  difpofizionedel  Cielo,che  fpefle  volte  fi  fer- 
ve a  fua  balia  degli  humani  accidenti  per  rendere  operativi,  e  fermi  li  fiioi  di- 
vini decretijCerta  cofa  fi  è,che  comincioifi  da  Henrico  a  feriamente  penfare 
alla  ficurezza  dell'anima  fua,  e  del  fuo  foglio ,  quale  altronde  venir  non  pote- 
va^  che  dalla  rifoluziorte  della  fua  converfione  alla  Fede  Cattolica  <  E  perdi 
egli  era  fornito  di  fpirito  nobile ,  e  rifoluto ,  e  perciò  atto  non  men  a  cOno- 
fcere  il  vero ,  che  ad  abbracciarne  le  confeguenze ,  chiamò  \a]  a.  fc  quattro     a  d!*  aj,  luin 
infigni  Ecclefiafticil'Arcivefcovo  di  Bourges  Reginaldo  Belnen,il  Vefcovo  *^^^' 
di  Nantes  Filippo  Beco ,  quel  di  Du  Mayne  Claudio  AngeneO  >  e  quel  di  Eu- 
reux Giacomo DavyPerronCi  ecommunicati  [b]  ad efil alcuni fuoi dubii  tnt'Hr'exìmhlZ 
circa  alcuni  articoli  controverfi  della  Fede,&  uditili  con  imperturbabile  fof-  t'ch  aais  ^/«i 
ferenza  per  intiere  fei  hore,  alzoffi  dal  Trono,  ov  egli  fedcva,  e  rivolti  prima  l'!tjf'&''"x  'T,Ì 
gli  occhi  al  Cielo,  epoialoro^  Fi  ringrd'^io,  dilfe,  ò  fniei  Maefiri  i  che  ^eud^H^orim. 
per  VOI  apprefa  la  vera  fcienT^ay  da  voi  ho  imparato  ciòt  che  non  fapevo  i 
e  quindi  egli  dichiaratofi  Cattolico,  agitófll  da'  Vefcovi  la  forma ,  e'I  modo 
delia  riconciliazione  publica  con  la  Chiefa .  Il  Cardinal  Legato ,  che  quefte 
coferifeppe,  proteftò  con  divulgato  Diploma,  appartenere  al  Papa  cotal 
funzione  :  eflendo  cofa,  che  havendo  Sifto  Quinto  dichiarato  il  Re  Henricp 
Heretico, recidivo, impenitente, fautore,  econdozieredi Heretici,  iigin^ 
diziO  di  eflb  era  rifervato  alla  Sede  Apoftolica,  dalla  quale  n'era  direttamen- 
te provenuta  la  condannazione,  eia  prima  fentenza.  MdgliEcciefiaiiicidi 
Francia  giudicando  pericolofa  la  dilazione ,  ftimarono  loro  dovere ,  ailicu- 
rarfi  con  atto  pubiico  della  Fede  del  Re ,  e  rimetterne  quindi rollecif a  la  no- 
tizia al  Papa,  dal  cui  oracolo  attender  poi  fé  ne  doveife  la  defiderata  confer- 
mazione é  Ed  in  cfecuzione  di  eflb  la  Domenica,  [e]  in  cui  cadde  in  queli'an-  «  1$. Lugli»  ij? j. 
no  la  ferta  dell' Apoftolo  S.Giacomo,portatofi  il  Re  a  giorno  chiaro  al  Tem- 
pio proflìmo  di  S.Dionigi,  veffcito  di  candida  vefte,  mi  con  manto.e  cappel- 
lo nero ,  fri  gran  comitiva  di  Principi ,  e  Minifiri ,  circondato  a  difefa ,  &  a 
pompa  da  multiplicate  guardie  di  Svizzeri,  Scozzefi,  e  Francefi ,  fermoflì  fu 
la  foglia  della  Chiefa  in  preparato  Trono ,  ricoperto  anch'eflb  di  bianca  col- 
tre, fin  tanto,  che  fecefegli  avanti  il  Vefcovo  di  Bourges  in  habito  Pontifica- 
le, accompagnato  dal  Cardinal  di  Borbone,  e  da  altri  undici  Vefcovi,e  molti 
Abbati,  e  domandogli,  Q^uifnam  ejìet  ?  e  rifpondendo egli ,  EJJ'o  ejjcrc  il 
T{e,  il  Vefcovo  di  nuovo  interrogollo ,  Quid  peteret  ?  ed  egli  di  nuovo 
replicando.  Di  ejfere  ammeffo  nel  nembo  della  Chiefa  Cattolica,  ^pofloli- 
caj  Bimana  y  fu  la  terza  volta  ricniefto,  u^n  id  ex  animo  vellet  ?  ed  egli 

N  n    2  allora 


Clemen-  j^^  Secolo  XV L 

TE   Vili»    allora  pofloll  ingìnocchiòne ,  Trotefior  j  diffe  ,  ac  juro  coram  Dea  OmnU 
potente ,  vivere  me  velie ,  &  mori  in  I\eligione  Catholica  ,  ^poflolica ,  l{g- 
mana,  eamdemque  protegerc,  ac  defendere  adverfus  omnes  periculo  [angui- 
niSi  &  vitte  mea  :  renuncians  omnibus  harefìbus  contrarits  do^ìrime  San£ii& 
Ecclefia  CatholiciS,  ^poftoHea  ,  B^oman<&  ;  &  in  così  dire  ,  egli  porfe  all' 
Arcivefcovo  la  carta  della  Gonfeffione  Cattolica  da  elTo  di  fna  mano  fotto- 
fcritta,  e  baciandogli  devotamente  l'anello  Epifcopale  ricevè  da  lui  la  be- 
nedizione, e  raflbluzionedellaHerefia.  Ciò  fatto,  egli  entrò  in  Chiefa , 
avantiilSantiffimo  Sacramento  ripetè  la  medefimaConfelIìone  di  Fede,  e 
baciato  l'Altare ,  Ci  ritirò  in  difparte,  e  con  confefllone  fecretaavifta  di 
tutti  confellbilì,  ricevendo  dal  medefimo  Vefcovo  l'aHbluzione  de' pec- 
cati. Rimbombò  intanto  la  Città  di  allegro  fparo  di  bellici  ftromenti,  e  la 
Chiefa  di  devoto  concerto  di facre  melodie,  &intonofli  il  Te  Deum,  au- 
gurando il  popolo  con  vive  voci  vita,  e  felicità  al  fuo  Monarca  :  can- 
toflilaMefla,  alla  quale  aflìftè  il  Re,  fìccome  il  giorno  alla  Predica,  & 
agli  Uificii  del  Vefpero ,  portandoli  fui  far  della  fera  pompofamente  a  Ca- 
vallo alla  Chiefa  del  Monte  de' Martiri,  dove  refe  grazie  a  Dio,  al  quale 
raccomandò  fé ,  &  il  fuo  Regno  j  e  fi  vidde  allora  la  Francia  ardere  in  fuo- 
chi di  fanto  gaudio  all' annunzio  della  feguita  riconciliazione,  che  Go'l  vo- 
lo de' Corrieri  fi  fparfe  incontanente  per  tutta  dentro,  e  fuori  la  Francia, 
deputando  il  Re  una  fontuofa  Ambafciaria  al  Pontefice  in  perfona  del  Duca 
di  Nivers,  di  Claudio  AngeneO  Vefcovo  du  Mayne,  e  di  Ludo  vico  Se- 
guerio  Decano  della  Chiefa  di  Parigi ,  ai  quali  precorfe ,  come  foriere  di 
gioja ,  Ifaja  Brochardo  Cliella  con  lettere  del  Re  al  Pontefice  enunciatorie 
della  fua  converfione  alla  Fede ,  e  come  preparatorie  alla  grande  Ambafcia- 
ria, che  fopravenne. 
Gitifte  rifleffioni      ^à  uou  COSI  in  Roma,  in  cui  varii  riflefH  ritardavano  il  gaudio  della 
vere  qSe/'RVnd-  convcrfionc  del  Re ,  sì  perche  il  fofpetto  di  uno ,  eh'  era  fi:ato  recidivo  nel- 
d  if  Thìfci"'°"^  laHerefia,  faceva  creder  poco,  come  perche  le  frefche  cenfure  fulminate 
da  Siilo  ponevano  la  cofa  in  iftato  di  pretender  molto.  Coriciofiacofache 
non  giudicandofi  valida  l'afibluzione  del  Re  ricevuta  in  Francia  fenza  il  pie- 
no confenfo  del  Regnante  Pontefice,  e  confeguentemente  dubitandofi  fem- 
pre  più  della  varia ,  e  mala  fede  fin'allora  profelfata  da  Henrico ,  Clemente 
per  non  elfere  come  forprefo  in  un  fatto  cotanto  confiderabile ,  pefava  con 
lungo  indugio  le  fue  deliberazioni,  non  tanto  in  riguardo  alla  fua  maffima 
podeftà,  quanto  in  riflelib  alla  publicafodisfazione,  correndo  allora  per 
la  Italia  alcune  fcritture  di  chi  folleneva ,  non  poterli  almeno  sì  facilmente 
dalla  Sede  Apoftolica  rihabilitare  al  Regno  un  Heretico  recidivo ,  e  di  chi 
aflerendp  il  contrario,  difendeva  con  autorità  pronte  della  Sacra  Scrittu- 
ra, e  de' ferirti  de' Padri,  non  folamente  poter  il  Pontefice  difpenfare  eoa 
un  Heretico  recidivo,  e  di  gran  lunga  errare,  chi  altrim  ente  infegnaffe,  e 
difputaffe  contro  l'autorità  delle  chiavi ,  ma  eziandio  Clemente  ri.trovarfi 
in  obligazione  precifa  ài  difpenfare  alla  inhabilitazionediguelRe  per  la 
Corona  di  Francia,  bench'egli  fofle  recidivo  nella  prevaricazione  della 
Fede,  con  il  motivo  precifamente  delle  malfime,  &  emergenti  utilità,  e 
neceilìtà  della  Chiefa ,  e  per  li  graviiiìmi  imminenti  mali ,  che  farebbono 
per  fortire ,  fé  fi  negafie  la  richiefta  difpenfa.  Frài  primi  Ci  annumera 
la  fcrittura  di  Gonfalvo  Ponce  di  Lion  di  Spagna,  e  fri  fecondi  quella  di 
Arnaldo  OlfatFrancefe,  che  per  fregio  di  dottrina,  e  pregio  di  Chiftian.i 

coftu- 


Cadmio  XIII.  565        Clemhn- 

coftiimi  merito  Hi  poi  dal  medefimo  Clemente  Ottavo  il  titolo ,  e  la  dignità  ^  ^ 
di  Cardinale .  Fri  il  dibattimento  di  quefte  apprefe  incertezze ,  fi  attenne 
il  faggio  Pontefice  al  partito  ficnro  del  tempo ,  che  in  ogni  gran  male  è  un 
gran  rimedio,  e  particolarmente  egli  è  maflìmo ,  quando  da  eflb  dipende 
lo  fcuoprimento  del  vero .  Duncjue  Clemente  né  volendo  udir  gì*  inviati , 
né  dar'orecchia  ai  trattati,  fpedì  incontro  al  Duca  di  Nivers  Antonio  Voi- 
ievino  della  Compagnia  di  Giesù ,  Religiofodigiàefperimentato  in  gravi 
affari ,  e  da  Gregorio  Decimoterzo  altre  volte  impiegato  nella  Legazione 
inMofcovia,  conlettere,  &ordini,  incuifignificavafiairAmbafciiadore, 
goder  Clemente  dellaconverfione  del  Re,  e  defiderarlatale,  qual'erane- 
ceflaria  al  bene  publico  della  Francia,  ma  non  poter' elfo  ammettere  lui  ad 
udienza ,  come  Legato  di  un  Re ,  non  riconofciuto  per  deflb  dall'Apoftoli- 
caSede,  ma femplicemente  come perfona particolare,  e pellegrin devoto 
di  Roma;  però  egli  Ci  afteneire  da  ogni  publica  entrata  >  e  fol  facefle  fiia  di- 
mora in  quella  Città  per  lo  fpazio  di  dieci  giorni,  doppoilquale  ne  partif- 
fe  :  e  fe  il  Vefcovo  du  Maynefiio collega  volefle  alcuna  cofa  riferire  fui  ? 

propofto  progetto ,  andafle  prima  in  nome  di  Henrico  Borbone  ai  piedi  del  \ 

Penitenziere  Maggiore ,  ede'SacriInquifitori,  e  poi  a  quelli  del  Papa  j  e  ■' 

rAmbafciataimpoftaalPoffevino  fu  ne'medefimi  termini  replicata  altre  ; 

due  volte  in  Roma  al  medefimo  Duca  di  Nivers ,  prima  dal  Maeftro  di  Ca-  ^^ 

mera  di  C  lemente,  e  fecondariamente  dal  Cardinal  Francefco  Toledo  della  •  ;: 

Compagnia  di  Giesù,  che  diporto  Ili  valentemente  in  queft' affare  tanto  in 
foftenimento,  e  credito  dell' Apoftolica  autorità  di  Clemente,  quanto  in  I 

rifpetto,  e  fervizio  della  Regia  perfona  di  Henrico.  Lunghi  però  furono,  ì 

e  di  fcabrofa  riufcita  li  trattati ,  che  durarono  difficultifiìmi  due  intieri  '  '"  \ 

anni  con  l'impegno  della  Francia  da  una  parre,  e  di  Roma  dall'altra,  che  '. 

tiroffi  dietro  quello  di  tutto  il  mondo,  divifo  chi  in  favore  dell' uno,  e  chi  >' 

dell'altra .  Né  meno  ci  voleva  a  ripartorire  al  Chriltianefimo  il  Re  Chriftia- 
niflìmo ,  &  alla  Chiefa  il  Figlio  Primogenito  òi\  ella  ;  onde  ben  dir  Ci  potreb-  { 

be,  mutato  il  nome  della  nazione,  ciò  che  già  della  Romana  fcriffe  il  Poe-  . 

ta Tants,  molis  erat  Gallorum  condere  gentem .  Ma  combattendofi  \ 

tra  l'efiggerfi  il  buono  ,  e  l'elferlo  ,  facilmente  avvenne  ,  che  altro  non  ' 

cercando  Clemente  che  vera  fede  in  Henrico ,  e  dimoftrando  Henrico  in 
ogni  fua  azione  la  fincerità  di  efia,  fi  avviafle  da  fé  medefimo  il  negozio  ; 

alla  conclufione ,  fenz'altro  dibattimento ,  che  del  tempo ,  il  quale  pofe  in 
chiaro  la  rettitudine  delle  intenzioni.  Comeapiùprofiìmo,  prima  quelle 
del  Re  apparvero  al  Regno  di  Francia,  le  cui  principali  Città,  tutte  fi  affog- 
gettarono  volentieri  al  fuo  comando ,  e  poi  al  Pontefice ,  che  con  paflìone 
di  defiderio  ne  attendeva  da  lungi  il  fucceffo  :  in  modo  tale ,  che  refo  certo  il 
Papa  dall'autentica  de' fatti  della  ferma  deliberazione  di  Henrico  nella 
profeffione  Cattolica ,  &  aflìcurato  il  Re  della  benigna  intenzione  del  Papa 
nella  richiefta  riconciliazione,  fpediffi  [<z]  da  Parigi  nuova  Ambafciaria  a  a  ^wn,  1J55, 
Clemente  in  perfona  di  Giacomo  Davy  Signor  di  Perrone ,  e  Vefcovo  d' 
Eureux,  che  giunto  a  Roma  ,  prefentò  al  Papa  il  Libello  fupplichevole 
di  Henrico ,  e  fcongiurollo  per  Dio  a  non  ritardar  maggiormente  e  la  con- 
folazione  alla  Chiefa,  e  la  quiete  alla  Francia.  Arnaldo  Offat  (  in  qualità 
allora  di  femplice  Sacerdote,  dimorante  in  Roma)  replicò  di  regia  commif- 
fionelamedefimafiipplica,  e  benché  Clemente  fi  ritrovaffe  difpofì:iflImo 
alla  richiefta,  nulladin^cno  tanto  giudicò  preponderante  l'affare  di  rihabili- 
Tomo  IV.  Nn    3  tare 


Clemen-         ^^^  Secolo  XVI. 

TE  V  111.  ^^^^  m^  j^g  recidivo  al  Regno ,  che  non  mai  egli  foflfrì  più  angofciofe  le  pe- 
*  i.sAug,  ì595>  n€  di  quefto  parto ,  che  nell'atto  del  partorirlo .  Intimò  [d\  il  Conciftoro , 
€  in  eflb  efpofe  ai  Cardinali,  quanto  fin  dal  primo  anno  del fuo  Pontifi- 
cato eflb  operato  havefle  in  queft' affare,  e  con  quant' Apoftolico  vigore  , 
e  rigore  havefl'e  maneggiata  fin' allora  quefta  caiifa  :  nulladimeno  rinve- 
nirfi  Henrico  non  efacerbato  dalla  repulfa ,  non  irritato  dalla  non  curanza , 
ma  co  ftante  nella  Fede ,  oflequiofo  al  Pontificato  Romano,  ebenche  pa- 
drone fofie  di  tutto  il  Regno,  pur' egli  replicar  le  inchiede,  avvalorar  le 
fuppliche,  e  domandar  pentito  l'alibluzione  :  nulla  a'fuoi  Predeceflbri 
effcrfi  affacciato  di  più  arduo  da  molti  fecoli  addietro ,  che  il  prefente  trat- 
tato, eperòeffo  a  nulla  maggiormente  efortarli,  che  a  proporre  i  loro 
configli  con  fol  Dio  avanti  gli  occhi ,  l'augumento  della  Religione ,  la  con- 
fervazione,  e  l'amplificazione  della  Chiefa,  e  latranquillitd,  e  concordia 
del  Chriftianefimo  :  e  fu  quefto  punto  in  fecreto  colloquio  egli  volle  udir  ad 
unoadunolifentimenti  precifi  di  tutti  li  Cardinali.  Quindi  H  volfe  alle 
orazioni,  &  a  Dio,  &  intimate  publiche  preghiere  per  la  Cittd,  edefpo- 
fto  in  diftinte  Chiefe,  e  giorni  con  publico  apparato  il  SantiiTimo  Sacramen- 
to, egli  con  la  fiia  famiglia  due  volte  portofil  a*  piedi  nudiinprocelfione 
dal  Quirinale  a  S.  Maria  Maggiore,  nella  cui  Chiefa  celebrata  laMeffa  , 

\t^Z'^'fit'!'*^^^  ''^^^^^^^^^'^^^^^  ^ ^^^^^^^  Quirinale,  [i>]  demifio  capite, 

comedic^unHìiìovicoy  flenfque,  ac  neminem  r^fpictens,  neiquebenedt^iio- 

nem  occurentibus ,  ut  moris  efty  impertwns, 

E  con  l'ajuto  del  Cielo  venne  finalmente  a  luce  il  gran  parto.  Prima 
furono  ftabilite  le  condizioni  dell'  affoluzione  ,  e  poi  il  compimento . 
e  idttmhid.  «.j).  Elleno  vengono  riftrette  dall' Annalifta  Francefe  [r]  a  quefìe  {edici. 

Trimò .  Ut  Trocuratores  jurarent  B^^is  nomine  ,  [e  San&£  Sedis  ,  & 
wandatis  Ecclefìa  parituros . 

Secundò .  Coram  Tontifice  Cahinifmum ,  atiafqMc  omncs  harefes  ejuratu- 
ros ,  ac  profejjìonem  fidei  ci  tradituros .  .;.;.t  r 

Tertiò.  I{ex  m  Vrinctpatu  Bearnenft  ^eiiglonem  Catholicam  reftituerct  ; 
Catholicos  Epifcopos  in  eo  nominaret  ;  &  quoufque  antiqua  bona  eis  redde- 
rentur,  de  fuo  eis  largir etur^  quo  fé  prò  dignitate  fuftentartnt , 

Quarto .  Ut  intra  annum  Trincipem  Cond^um  è  manibus  H<£reticorum  edu- 
ceret  ,  &  in  Catholicorum  reponeret  ,  à  qutbus  m  Religione  Cathoiìca  ,  & 
Cbrifliana  pietate  educaretur. 

Quinto .  Concordata  cnm  Sede  ^poflolica  tam  in  Beneficiorum  nominatio- 
ne  y  quàm  in  omnibus  aliis  integre  Jervaret . 

Sextò .  Concilium  Tridentinum  promulgandum  curarci  ,  &  fervandum  in 
omnibus,  tisexceptisy  quae cifra  publica  tranquitlitatis  perturbationem ,  aut 
fimiles  confidi  rationes ,  executiont  demandari  non  pojfmt . 

Septimò .  "^ullum  Hareticum ,  aut  de  harefì  fufpcóium ,  ad  Epifcopatus , 
aut  Monafteria  ,  (j7-  alia  Beneficia  Ecclefiaftica  nominaret . 

05iavò .  Tracipuo  loco  haberet ,  <jr  in  patrocinium  fufciperet  perfonas 
Ecclefìajiicas  'y  ncque  eas  ab  aliis  opprimi,  aut  vexari ,  eorumve  bona  reti- 
neri  pateretur. 

Ts^onò.  Si  qu£  bona,  aut  caflra  ditionis  Ecclefiaflic^y  bene  fidi  profani  ti- 
tulo  cuiquam  five  Catholico ,  five  h^retico  data  efient  ,  revocarentur ,  & 
Ecclefiói  reftituerentur ,  ,      - 

Decime.  B^x  fa£lo  di6ìoque ,  ac  precipue  in  difpenfatiom  bonorum  > 

&di- 


Capitolo     XI I  L  567  CrFMEK- 

C^  dignitatum,  oflenderety  Catholicos  fibt  precipuo  efte  loco  ;  omnefqHC  in-  ^^    Vili. 
telligerent  i  percupere  ipfum  folam  Catholicam  l{eligionem  m  ipfius  kegno 
vigere, 

Dectmoprimò .  Legitimo  impedimento  cefìante  ,  quotidie  Coronam  B^atifjì- 
ms  yirgmisj  quarta  quaque  feria  Litanias-,  (tngulis  Sabbatis  ^pfarmm  t'juf- 
dem  l/irgintSt  quam  prò  Vatrona  fua  in  l  oelis  aftumet  ^  recitaret  :  Je^unia, 
eir  cheterà  pracepta  Eccle(ìx  fervane  :  quotidie  Sacrum  audiret  :  fejìis  die- 
bus  Mijj£  foLemni  intere jjet, 

Decimojecuudò.  In  (inguln  1\^gni  fui  Trovinciis,  <&  in  'Principatu  Bcar- 
nenjii  unum  Monajienum  virorum  ,  vel  fcemmarum  I\€ltgionis  Monaflic<£  » 
vel  mendicantium  ex  reformatis  adifie  iret. 

Deamotertiò .  Saltcm  quater  in  anno  peccata  fua  facramcntaliter  confite- 
retur  i  er  Sacram  EuchartJ^am  publicè  fumerei . 

Decimoquartò .  B^tam  habiret;  ,  totam  legato  ,  aut  T^uncio  in  Franciam 
mittendj,  abjuratijnem  hierefum^  profeffiontm  fidei,  &  alia  àVrocuratori- 
bus  promijja  ,  (jr  ratil^ibitiiottts-  infirìimemum.  ad  Tomificcm  mitceret . 

Decim^qmntò .  yd-d  Vrinapes  Catholicos  fcréeret  ,  gratuUns  de  fua  re- 
conciUatione  cum  Eccleftj  ì\gm.ana  j^  of^ndcnfqu^  fé  in.  ea.  fmper  perf  entra- 
re velie, 

Dccimofeì^t^k»  Jubertt i  per  unitferfum B^gmmi  gratiastì^o  agi  protamin-  Airimione  ,  e 
ftgni  acceco  ab  eo  bcmficio.  Così  elleno .  Difpoiic  ciwiquie ,  enfolLUce  le  p,^n"H'J:;toi'Re 
cofe,  (ì  procede  aH'acmalearibluzione,  i  cui  acci,  annotati  allora  lUiJiibli- Henrico  iv.   dt 
caiitrojuentada'Notanprerenci,  cita  [a]  lo  Sponduno  fra  le  relazioni  del  l'sllni.a».  i5yy. 
Perroncallequa-li  concordano  quelle  della  Bibliotheca  Vaticana,  [b]  Se-  ■'«'"? 
devail  Poncefice  in  alto  Trono  nel  Porcico  della  Baiìlica di  San  Piecro,  le  cui  j,  ^"s^puZrtt 
porte  vedevaniì  chiufe ,  per  aprirle  a  fuo  cempo  airingreflo  dei  penitence .  1595- 
Quivi  comparve  il  Perrone ,  e  l'Oliac  Regii  Procuracori ,  che  baciaci  al  Pa- 
pa li  piedi,  utidiellicioèil  Perroneadaltavoce,  l'altro  cioè  TvOiiat  a  vo- 
ce balia  IcHero  m  nome  di  Hentico  il  Libello  fuppLchevole,  o  vogliaai  dire 
il  Memoriale ,  in  cui  efponevaii  la  preghiera  di  Henrico,  chedo.nandava 
la  benedizione ,  e  la  tocale  airoluzione  dalle  Cenrure ,  dalle  quali  era  itato 
inrrancia  à  qiiodam'Tr^^lat-o  alloluco  :  ed  eglino  nel  aiedeamo  tempo  lo 
prelencarouoal  Pontert-ce.  AUorarAlVciiordel  S.Oiiizio  lelfe  il  Decreto 
dei  Papa,  mcui,  dichiarata  nulla ,  e  invalida  i'alibluzioue  dt  quel  Vrtlato 
Francelc,  iìgnitìcavatidetepaìinacoilPonceiìce  di  aggraziare  Henrico  di 
ognirichielta benedizione,  e  riconciliazione,  ogni  qualunque  volca  egli 
pennezzode'fuoi  Procuratori  abjurall'e  tutte  le  profetiate  Hcte'ìe,  e  gui- 
ralìe  de  jiando^  &"  parendo  mandat li  Ecclefu  ,  Il  che  da  elli  latto,  e  giurato 
coi  cocco  de'Sacri  hvaugelii,  Recitata,  e  fcntta la  Conte. lìone  di  Fede  ( cioè 
quellamedelima,chefu-ole[tf]proteirarlìda'Vercovi,edaaitnpromoiìia'  «^  w.t»f  t/H?  ;» 
Benertcìi  hceieualtici  )  lecce  le  canuizioni  impolte  ai  Re  m  penuenza ,  ól  ap-  c»V«r.'  Z,'  "    ' 
provaceda'Ptocuratonconprofnefladiproncaollervanza,  il  pcironc,  e 
l*Uitac  li  giLtaronodi  nuovo,  ai  piedi  delPontedce,  che  ad  adagiato  canto 
del  Mifhere  j  con  una  verga  percoUeadogni  vciTeccodelSai  aO  le  (o'diìc 
di  eiiì.  Terminaceli  Salmo,  il  Papa  alzoilì  in  piedi  dai  loglio,  e  recita- 
te le  lolite  orazionjpre^ricte  nel  Poncihcale,  di  nuovo  ledeiKlo,  pronuii- 
cioad  alca  voce  la  lentenza  dell*  alibluzione,  e  comandando,  che  il  aprif- 
feroiepotte  della  Chiela-,  impofeai  Cardinal  Scniiiuo  Pcnicenziere,  che 
v'inmadiKèfleéeiicro  li  Regn  Procuratori  ;  il  che  fegui  al  canco  dei  Te 

Nn     4  Deum, 


CtEMEN-         j58  Secolo  XVI. 

TE  vili.  Deuruy  &  al  rimbombo  de*  cannoni  del  proflìmo  Caftello,  che  annunzia- 
rono a  Roma  quel  gaudio ,  in  cui  quefta Città  per  tré  intieri  giorni  tutta, 
per  così  dire,  fi  dirtrulfe  in  lumidifefta,  in  eccitamento  di  allegrezza,  e 
indimoftrazionedihonoreverfoilChriftianiflimoRe,  e  Regno  di  Fran- 
cia. Clemente  fé  coniare  medàglie  con  in  una  parte  la  fua  effigie,  e'I  mot- 
to ,  Clemens  Vili.  Tom.  Max.  an.  ly.  e  nell'  altra  quella  del  Re  Henrico 
col  motto,  Henricus  W,  DeigratiaFrancUy  &  '^avarra  F{ex  ChriftianiJJi' 
mus  :  e  a  gloria  eterna  della  converfione di quefto Monarca  fui  Monte 
Efquilino  di  Roma  in  faccia  alla  Chiefa  di  S.  Antonio  inalzoflì  una  gran  Cro- 
ce, eCrocififlb  di  marmo  fotto  un  maeftofo  Baldacchino  foftenuto  da 
quattro  colonne  medefimamente  di  marmo  con  quefta  ifcrizione. 

D.         0.         M. 
CLEMENS   FIIL   P.  M. 

AD  memo:bjam 

A3S0LUTI0NIS    HENl^ICI    /PI 

F2{_ANC.     ET     NAVA^ 

\EG.     CH'BsJSTl^NlSSlMl 

Cl^F.  A.  V.  W.  KAL.  OCTO%  M.D.XCF. 

Dalla  converfione  gloriofa  di  un  Re  Chriftianiffimo  in  Francia,  paflia- 
mohora  alla  oftinazione  diabolica  di  una  Regina  Heretica  in  Inghilterra. 
a  Dhi3»^prìiis  £^j  Apparvero  in  Cielo  con  raro  prodigio  [b]  nel  Contado  di  Norfolch 
h%lbad,»eira  de  moItc  Ctoci  preuuncie  del  furore  di  Elifabetta  contro  i  Cattolici ,  come  fé 
SMfm.^ngm.  ji  Cielo  ftcflo  animar  li  voleffe alla fofferenza di  que' patimenti,  che  mi- 
'*  ■^*  nacciavagli  ogni  giorno  la fpietata  Regina,  con  la  moftra  dì  quella  infe- 

Rinovaiione  di  gn^,  coulaqualc  in  collo  precorfe  a  tutti  li  Martiri  Giesiì  Chrifto.  AH' 
pWeciiiione  in  avvenimento fcguito in Clelo andò  di  pari  un  altro  feguito  in  terra,  md 
inghiiurra.       ^^^  dall'Inferno  venne  foprala  terra,  fufcitato  dal  Diavolo  per  animare 
e  idimibid,t»^.  anch' effo  i  fuoi  feguaci  nella  pertinacia  della  Herefia.  Un  Calvinifta  [e] 
Guglielmo  Hacketto ,  che  fi  predicava  mandato  da  Dio  alla  Inghilterra  per 
ridurla  tutta  nella  fola  confefllone  della  Calviniftica  Setta,  prefo  dalla 
sbirraglia,  inattoch'effo  in  publica  Piazza  trapafsò  ferocemente  con  un 
pugnale  la  Imagine  della  Regina,  vociferandola  donna  indegna  di  coman- 
do, perche  feguace  di  tutte  l'herefie,  fii  condotto  al  patibolo,  come  reo 
di  lefa  Maeftiì,  e  quivi  da  quell'alto  infultando  il  Cielo,  la  Regina,  il 
Magiftrato,  e'I  mondo,  Deus  aterne,  efclamò.  Tu  nofli,  me  rerum  effe 
Jehovam  ,  quem  mijtfti  :  aliquod  miraculum  è  nube  ai  convertendos  hos 
mfideles  exhihe,  &  me  ab  inimicis  eripe  :  fin  mìnus  calos  inflammabo,  & 
te  tuo  throno  bis  manibus  deturbabo .  Ma  il  miracolo  fu ,  eh'  egli  allora  fi 
vidde  impello  il  capefìro  al  collo,  acciò  dalla  gola  alla  bocca  non  più  paf- 
falfero  corali  facrileghe  beftemmie  :  md  pur  trovonne  l'adito  un'altra. 
Attentato,  e  mor.  qujindo  nell'cfler  giùgittato  dalBoja  dalla  fcala,  Hoctine,  fremendo  dif- 
te  di  unCaivini.  (q  ^  ^q  j^ayio  colUto  rependis  i  Venìo  ulturus  :  e  fu  il  mal  andato,  non  in 
^  '  vendetta  (ielle  fue  pene ,  ma  in  caftigo  delle  fue  colpe .  Un  fuo  compa- 

d  Idem  ihidi      gno  Edmondo  [rf]  Copingero  non  con  ferocia ,  come  l'Hacketto ,  ma  con 
oflinazione  morì  di  volontaria  inedia  nel  carcere  :  efaltati  però  l'uno,  e 

l'ai- 


Capitolo  XI I L  5^9       Clemen- 

l'altro  con  laude,  elaureadiMartindai  legnaci  della  Herefia.  Quelli  por- '^E   Vili. 
tentidel  Cielo,  e  dell'Inferno,  precorfero  all'horribile  W  Editto  della  ^  ^^'"^  ''-''' 
Regina,  che  intimò  a  Cattolici ,  tormenti ,  confifcazione ,  e  morte ,  fé  tem- 
po Dio  datole  bavelle  di  penfare  più  alla  morte  altrui,  che  alla  propria. 
Conciofiacofach' ella  fui  finir  [^]  di  Gennaro  portatali  a  diportarll  al  fuo  '3^««.t(?oj. 
Reale,  e  deliziofo  Palazzo  di  Richmond,  nell' entrar  di  iMarzo  ammalò,  e  Morte  deir  em- 
poco  oltre  alle  tré  fettimanefii  morta  di  anni  fettanta  in  età,  e  quaranta-  ge'c^^^'"',^^'^** 
cinque  di  Regno .  [e]  Il  Camdeno  Proteftante  defcrivela  morta  da  Santa  e  c<imi.,in  Eiifa- 
nelle  mani  dell' Arcivefcovo  Heretico  di  Conturbery  ;  onde  il  Foxo  y[d]  fé  ''^^^^^^  ^^;,„^^^;, 
vivo  fofs' egli  flato,  l'haverebbe  certamente  annoverata  fri  i  più  riguarde-  dd  foxo  'vedi  ,t 
voli.SantidelfuoCalvinifticoKalendario.  Ella  nominò  nel  morire  fuccef-  i'''^'l,(jift,^Ì!pZg. 
Tore,  &herede  alla  Corona  Giacomo  Sello  Re  di  Scozia,  che  fi  dille  primo  5". 
d'Inghilterra,  inquanto  l'Inghilterra  comprende  il  Regno  dell'Angha,  e 
dellaScozia,  ondeglipoichiamofli  il  Redola  gran  Brettagna.  Fortunato 
Principe,  e  Figlio  di  Padre  Cattolico,  e  di  Madre  [e]  Martire,  nuovo  '  ^'^^'^  ^""""'^ 
poflelfore  di  ampio  Dominio ,  eh*  egli  governò  in  alta  pace  ventidue  anni , 
e  degno  di  encomio,  fé  non  havelTe  vituperati  li  doni  della  natura,  e  del 
Cielo  con  la  Herefia ,  eh'  egli  fempre  profefsò  fino  alla  morte . 

LaconverfionediHenrico,  e  la  morte  di  Elifabetta  furono  di  gran  van-  Nobm  opcrazio- 
taggio  alla  Fede  Cattolica  e  nell'un  Regno ,  e  nell'altro ,  &  ambedue  quefti  '^'^t^fj^'vin.^'m 
fuccefli  refero  famofo  il  Pontificato  di  Clemente  Vili,  il  primo  come  par-  difefa,e  propaga- 
to,  il  fecondo  come  guiderdone  delle  fue  fatiche.  Ond'egli  da  cotanto  ^'onedaiai^de. 
profperi  avvenimenti  animato ,  e  fperanzofo  di  altri  maggiori ,  con  f omma 
alacrità ,  e  zelo  di  animo  fi  pofe  all'ampliazione ,  divulgazione ,  e  promo- 
zione della  Religione  Ortodofla  per  tutto  il  Mondo .  A  bella  polla  qui  tra- 
lafciato  ciò,  ch'egli  operò  [/J  con  poderofa  mano  contro  i  Turchi infefta-  f  y,di  u  «ofin 
tori  della  Germania,  &  invafori  della  Hungaria,  per  cui  gli  convenne  indebi-  '^^'"'■^'cu"'vm 
tare  lo  Stato  proprio  con  l'aggiunta  di  prellb  due  mila  lochi  di  Monti  al  J^'^. 
Mom.Q'ì<lovemale ,  con  la  erezzione  di  un  nuovo  Monte  chiamato  c/ì  H«w-     :,  ,. 
garia  in  fomma  di  duecento  mila  feudi,  e  di  altro  Monte  denominato  Soc- 
corfo  in  fomma  di  altri  quattrocento  mila  feudi  (  quali  pefi  fopporta  prefen- 
temente  lo  Stato  del  Papa  per  la  confervazione  dell'  Imperio  nella  Germa- 
nia )  tralafciata ,  come  fi  dille ,  la  enumerazione  di  cjuefl;i  cotanto  poderofi 
fovenimenti  in  difefa  della  Cattolica  Fede ,  de'quali  in  altro  luogo  [g]  hab-  e  ^^.f^l^f^'Hi. 
biamo  fatta  fufficiente  commemorazione .  [/;]  Egli  mandò  Girolamo  Vec-  filZ  adci^ccmum 
chietti  fino  all'Egitto ,  con  lettere ,  [  »  ]  e  fulfidii  a  quelle  defolate  Chiefe ,  il  '>'  cum,  vni.  ^ 
cui  Patriarca  fepolto  negli  antichi  errori ,  &  idolatra  della  memoria  del  i  Btr"'ann,%i' 
condannato  Diofcoro ,  aprendo  gli  occhi  doppo  dodici  Secoli  al  lume  del-  «.-i- 
la  Fede ,  fpedì  due  Monaci  Macariani ,  e  l'illelfo  Archidiacono  della  Chie- 
fa  Aleflandrina ,  fuoi  AmbaCciadori ,  con  humil  richiefla  della  Cattolica 
communione ,  ricevuti  perciò  fplendidamente  da  Clemente ,  che  rimandol- 
li  poi  indietro  fantificati  di  precetti ,  e  trombe  fonore  d' Apollolica  benefi- 
cenza del  Pontefice  Romano.  Il  Baronio  ne  rapporta  negli  Annali  di  [kì  k  ideminfint  to, 
paflaggioilfuccelfo,  &inaltro  luogo  [/]  diflefamente  il  racconto ,  &au-  t'^nn'^ii.' 
gurando  ad  efiì  perfeveranza  nella  confefsione  della  Fede ,  Serò ,  dice  j  tan- 
dem hoc  [m]  anno,  Catholicam  Fìdem,  &^poJìolic£  Sedis  communionem  m  ^„„,  ,59;. 
qiiàm  avidtjjimè  UH  capere  figmficamnt .  Faxit  Deus  ,  ut  qui  ifta  fcrihentes 
.  aolemus  eorum  lapfìt ,  atque  mina  ,  pariter  &  reparathne  Utemur .  Con 
\2l  medefima  ampiezza  di,  cuore  ApoIloUco  ricevè  Clemente  la  ricon- 
cilia- 


Clemen-         j^q  Secolo  XVI. 

JL     Jri%  filiazione  con  la  Chiefa  Romana  de' Scifmatici  Rutheni,  della  d[iiàlé'pafi* 
^An^naiìnm.""'^'  mcntc  ne jegifìra a luiigo li fuccefll  [ rt  j  il  citato  Baronio,  rappreientan do 
anche  la  figuradellcimprelie  medaglie  con  in  una  parte  la  ifcrizione,  7^ 
thetiis  receptiSy  e  nell'altra  parte ,  Clemens  yill.  T.M,  anno  5.  Quindi  egli 
in  beneficio  di  tutte  le  Chiele  del  Chriftianefinioterminò  la  edizione,  e  la 
h  In  Bnii<ir  ctem.  emenda  della  Bibbia ,  di  già  incominciata  da  SiftoV.  fpiegòq^iialifiano[^] 
7ml'cÌ"iiìt^.^^.  liRiti  Greci  leciti,  equali  gl'illeciti;  die  nuovo  [e]  fupplemento  all' Indice 
d  c»nft.29  iv\di  di  Pio  IV.  fopra  i  libri  prohibiti,  e  con  la  Bolla  [rf]  precifa  prohibì  li  H* 
Jl«!4!/^j!/lio/'^' bri  dell'Heretico  Carlo  Molineo  :  Ìcméò-[e']\nw  Collegio  per  la  nazione 
e  cor'ftit.  -jì.       Scozzefe  rifiigiata  in  Roma  dalle  violenze  dell'  Hercfia  in  quellerparti  :  pro- 
t  conjut.  42.       j^.|^N  ^j,  Italiani  [/  j  il  poter  far  dimora  fuor  d'Italia  in  luoghi ,  ove  non  (ìa 
lecito  j  epublicoilculto  delia  Religione  Catcolica  rinnovò,  ecoiifennò 
%  confiit.  9f.       la  Bolla  di  Paolo  Quarto  contro  gli  [^]  Anti-Trinitarii,  &  alt-ri  Heretici  : 
h  ^onjiMj  &  hìc  condannò  [hi  come falfa almeno,  temeraria,  efcandaloralai>ropolìz-it3- 
f.5-  fta.ii.n.i.    ne.  Licere  per  litteras,  feu  mternunUum  Confelsario  abfemi,  p recata SacrOf 
mentaltter  confiterii  &  ab  eodcm  abfenteabjolutionem  obt'mer-e;  e  come  di- 
ce il  Decreto  nella  citata  Conftituzione,  adminùs^uti  faljam,  temerc^mm , 
&  Jcandalojam  danniavit ,  ac  prohibwt  t  pracepit^He ,  m^  dtinceps  tfta  fftih 
pofttio  puilicis  ,  prjvatifpc  leÙi^nibus  ,  conctoniBuS' ,  cir-  eong^effibus  éofea- 
tur  y  tmprtmatur,  aut  ad  praxim  quovismododeduiatuT'j  quòd  Jtquit  idiarit 
docuerit,  defend^rit ,  mprirm  fecerity  aut  de  ea  etiamdifpnt:Hi'vè'trtt6fa't^e-' 
rit  (nifi  far  fan  impugnando  Jth^I  ad  pitaxim  dire6lèj  fm-mén^^  écdux^erit; 
prMer  excoimnHmcatwnem  latai  fenPenti,»^  qiiam  ipf^i  fàBo  nuurnmt-x  d^  à 
qua  non  pofjint  ( pp^terquàm  m  arfkulo  mortis  )  ab  alio  quaetmcpie^  ctiam 
digrtitate  fulgente j  etiatn  San^£  S^omanje  heclef{£  Major i,  Tignitt-athrio  , 
nifi  à-  prò  tempore  exifteme  {{ornano  Tontifice  abfolvi ,  alijs  cPiam  pv^ms  ar- 
bitrio infiigendis i  fubjaceat  ;  e  con  forti  Coftituzioni  corroborò  la  Fede, 
dov'ella  rionva,  eintroduUela,  dove  mancava.  Per  le  quali  cofèmeravi- 
i  j>(»i.</.4*.i<j95.  glianonfiì,  chel'Arcivefcovo  [/]  di Livoniacon un fuo Ivlipote  ,  eil  Du- 
r7;''*'       <c^  ca  r/tl  di  V vittembersa a  Romane  veniirero  per  abiurare,  come  fceuì  , 
mum,z.  avanti  h  di  lui  piedi  la  Kerelia Luterana;  che  Stellano  Calvino  [/'|paren- 

i  ibid.  ^g  dell'Herefiarca  Calvino  rinunciale  al  Calvinifme ,  e  perciò  dai  e  mani 

dell'ilkflb  Pontefice  riceveiie  il  Sacramento  della  Confermazione,  ed  en- 
trato nell'Ordine  de' Carmelitani  Scalai,  in  quella  devota  Religione  ter- 
ta  tbn»  minaflefantamentclafuavita  ì  e  finalmente  [m]  K^n  panai  ex  Hxreticis 

madmirationemrapti,  depojtta  omni<  inept-a  f  dr  iniqua  Mmiflvorum  fuorum 
.  ...  €riminatione  i  quòd  Tontifcx  Jtt  ^ntt-Chrijhs  y  &  B^ma  Baby  Ionia,  ejerata 

Harefif  fidem  K^omanam  amplexi  fune. 
S'fi'i'di'pfiippo      Né  al  cumulo  di  tante  degne  laudi  di  queftogloriofo  Pontificato,  puoffi 
Mornco  ,  e  ii.a  non  aggiungete  la  deteftata  perfidia  dell' Heretico  Filippo  Mornè  Plelfis 
itifc*»?  ^'*'  ^'^  rintuzzata  in  pubhcadifputa  da  un  valente  campione  della  Chiefa  Gallica- 
na. Hra  il  Mornco  grande  in  fangue,  in  erudizione,  &  in  Hercfia,  tré 
qualità  atte  a  coftituire un grandiìììmoHerefiaica.  Fu  Normanno  di na- 
fl  Omnia  k4c  ha.  zione ,  e  d»  ordine  Reeioreile  alcun  tempo  in  erado  di  Governardore  [  »  ] 
-*«.  jsoc.  r,.9.  ,x  afeunc Citta aeiia  Francia,  ma lempre;  inimico  della Chieia  Romana,  & 
T,:r^c  .r^.perro,,  f  3^^,.fjij]^,,^0  al  CalvinfiiìO.  Hot  egli  cra  di  già  faiiiofo ,  e  dif&matoper 
CCI.ÌÌS.&  «xBar  libri  Heretical-r  dati  alle  itampe  ,  e  per  queJlo  parricolarmente  mntola- 
^i'o"  "'^'^"'■''^-  to  Myjkrium  iniquitatìs -,  m  cui  non  vi  e  periodo,  che  non  fia  veramen^ 
t?e  empio- y  &  inic^uo  contro  la  Fede  ,  contro  li  Papi- ,  e  contro  i  facrt 
'i,^v...  Riti 


Capitolo  XI IL  571        Clemen- 

Riti  della  Ghiefa  :  veleno  veramente  bifognofodi  que' granfi  antidoti  ,  ^^    Vili. 
che  preparogii  nel  fuo  ^ntimorneo  l'erudito ,  e  Cattolico  Leonardo  Co- 
rneo. Ma  quello,  ch'egli  compofe  de  Miffx  ahufibus  ,  &  antiquo  Sacrai 
Eucharijìi£  ufu,  meritò  più  d'apprelTo  il  bjafimo,  e  il  vituperio  di  tutta 
la  Francia.  Poiché  in  elio  egli  havevaconfarcinati  [a]  più  di  ieicento  paffi  satlagu^J.  ftH'^ 
della  Sacra  Scrittura,  e  di  diverfi  Santi  Padri,  tutti  talmente  adulterati  , 
falfificati,  mutilati,  e  guafti,  che  recavano  horrore,  e  naufea  a  chi  va- 
go, ^  iWiofo  del  vero ,  egualmenteambiva  la  cognizione  di  eflb,  e  la  ri- 
provazione del  falfo.  Fra  quefti  uno  n'era  il  Cardinal  Giacomo  Davy  Si- 
gnore di  Perrone  Vefcovo  allora  di  Eureuz,  Ecclefiafticoinfigne  in  tutto 
quel  Regno  per  vera  laude  di  bontà,  e  di  dottrina,  e  zelantiifimo della 
Cattolica  Religione ,  quando  particolarmente  trattavafi  di  difputare ,  e 
convincere  con  ragioni  fcolaftiche  li  feguaci  dellafaira  :  ond'  egli  di  fé  lepi- 
damente fcherzando  dir  foleva.  Si  cupitis  Hareticos  convinci,  ad  me  per- 
ducite;  &  converfos  fi  avetis  ,  dirigite  ad  Epifcopum  Cenevenfem  ,  cioè  a 
San  Francefcodi  Sales  Vefcovo  di  Ginevra,  di  gii  celebre  per  Cantica  in 
quelle  parti .  Ed  in  fatti  veggendo ,  e  rileggendo  il  Perrone  quel  difgrazia- 
to  libro  del  Morneo ,  arfe  di  fanto  fdegno ,  &  infofferente  di  una  tanta  frau- 
dolenza, publicate  acerbe  doglianze  in  difcredito  dell'Autore,  e  del  trat- 
tato, fu  in  procinto  più  volte  d.i  fmentirne  il  falfario  nelle  publiche  ftra- 
de,  efale,  fé  la  dignità,  chefefteneva,  non  l'havefle  rinioflb  dal  cimen- 
to con  un  Herefiarca  cotanto  precipitato  in  ogni  €cce{[o.  Ma  ciò,  ch'ei 
faggiamente  sfuggì ,  fu  neceflìtato  ad  incontrare  per  ordine  Regio,  e  per  de- 
coro della  Fede  Romana .  Il  Morneo  ben  confapevole  de'ftrepitofi  lamenti 
del  Cardinale ,  ricorfealReHcnrico  IV.  di  Francia,  portando  invettive 
contro  invettive ,  querele  contro  querele ,  &  ad  alta  voce  efciamando ,  e  ri- 
pigliando d'impoiforeil  critico  cenfore,  e  di  calunniatore  apertoli  fuo 
contradittore  ;  e  tant'oltre  egli  giunfe  in  isfogo  della  fua  lacerata  fama ,  che 
porfe  fupphca  al  Re ,  affine  ch'egli  fi  degnaife  intimare  un  publico  congref- 
fo,  in  cui  fi  agitafle  l'accufa,  perdifvelare  ò  la  innocenza,  ò  la  fraude. 
Unico  ripiego  di  chi  è  notabilmente  reo,  otferirfi  petulantemente  al  difgra- 
vio  della  fua  reità ,  per  forprendere  con  la  propria  prontezza  l'altrui  creden- 
za. Il  Re  facendo  cafo  di  queftadifl'enzione  litterana  per  la  conneflione  , 
che  ella  potrebbe  haver  con  l'intereffe  di  Stato ,  moilroifi  inclinato  à  per- 
mettergli una  conferenza  folenne  avanti  di  fé,  ove  il  publico  giudizio  di 
quanti  Dottori  erano  allora  in  Parigi ,  dichiaraffe  chi  di  eflì  fofle  in  errore  : 
edellafùdellinatainFontanebleaii,  doveafliftèilRe  con  tutta  la  Corte  , 
e  alcuni  Giudi  ci  per  parte,  Giacomo  Aygufto  Thuano  Senatordi  Parigi, 
e  Hiftorico  ardito  di  penna  non  totalmente  Cattolica,  Francefco  Pitheo 
rinomato  Jurifconfulto,  e  Niccolò  Fabbri eruditifJìmo  Maeftro  in  ogni  ge- 
nere di  lettere,  per  la  Cattolica ,  e  Sofredo  Caligno ,  Cancelliere  del  Regno 
di  Navarra,  &  Ifaac  Cafaubono  noto  per  i  fuoi  varii  ferirti ,  per  la  Heretica . 
11  Cardinale  vi  corfe  [  b]  come  a  preparato  trionfo,  e  recati  li  libri  dagli  uni ,  ''  •*  M^^iiin.  i5co. 
e  dagli  altri,  e  rinvenuti  li  paffi  citati  dal  Morneo  con  ogni  efattezza,  e 
giuftizia ,  dal  primo  all'  ultimo  furono  rinvenuti  tutti  con  tanta  falntà  adul- 
terati ,  ò  mutilati  ,  che  benché  uno  Scrittore  [  f  ]  Francefe  ne  voglia  '  ^p°»'''  "«.i^co, 
fcufare  il  Morneo  con  ritorcer  la  colpa  fopra  gli  Amanuenfi  di  lui,  ni.Hadi-  """^' 
meno  non  può  non  confeffare ,  [d]  Mornxumadeò  poenitentia.  fme  confiden-    ^^.^  ^^^ 
tke  fiibeunte  ,  ut  parum  abfuern  I{ege  infalutato  recederei ,  vixque  unc'tam 


Clemen-         ^rj2.  Secolo  XVI. 

T£   vili»     ^  ji^is pudore  ignominiofe  fuga  fugu(is  induci  potuerit  in  acìem defcSndere» 
Mi  fu  più  vergognofo  per  lui  il  rine,  che  il  principio .  Concfofiacofach' 
egli  efpofto  per  fei  bore ,  come  a  piiblica  berlina ,  trovofsi  cotanto  agitato 
dalla  rabbia,  che  incontanente  ne  cadde  malato,  e  di  un  male,  cherover- 
fciogli  dalla  bocca  fin'il  fangue ,  e  quafi  fcompaginogli  le  offa  con  horribile 
tremore  :  onde  confufo ,  e  meftoritirofsi al  luo  governo.  Dottor  di  men- 
zogne, &  inventor  di  favole .  E  ben  parve,  che  rapprefentar  Dio  volefle 
a^v./;|/«<.y?rof«,  atichea'tempinoftri,  comeinfigura,  la  celebre  di  jputa,  eh' hebbe  [^]  gii 
I.  p-j,  no.         Origene  in  Aleffandria  contro  i  foftenitori  de'Secoli  di  Valentino ,  havendo 
in  ella  il  Perrone  vinto  ancora  li  Giudici  contrarii  Filippo  Canajo ,  che  fub- 
entrò  al  Caligno ,  e  Ifaac  Cafaubono ,  il  primo  de'  quali  abjurò  allora  allo- 
ra il  Cai  vinifmo,  il  fecondo  maledirtelo,  màlafciòal  figlio  la  beata  forte 
di  ab)  ararlo ,  che  profetata  prima  la  Religione  Cattolica ,  veftì  pofcia  con 
nobile  rifoluzione  l'habito  de'Capuccini .  Il  Perrone  ricevè  congratulazio- 
p.  af;„ttyr^,,  i^i  dsU'ifteffo  Pontefice ,  enetrafmelfe  il  ragguaglio  ad  un  fuo  corrifpon- 
jo.  *Ìint?MlZÀdi  dente  in  Italia  in  quefto  tenore  ;  [Z»j  Tur  alla  fine  del  contraflo  pajjato  tra 
ro.6.rci.div.  /">?.  ;/  Stgnorc  Du-Vlefjis y  e  me,  è  reflata  vincitrice  la  Cbiefa  ,  doppo  molti  fot- 
**°'  terfuggii  da  lui  tentati  à  Fontanablò  per  lo  fpa':Qo  di  cinque,  ò  fei  giorni  • 

Mercordì  alli  4.  di  Maggio  Io  gli  mandai  come  di  prima  pofia  fejfanta  faljì- 
tà ,  acciò  venifie  preparato  il  giorno  feguente  per  rifpondervi  :  Lui  di  queflo 
numero  havendone  cappate  diecinove  a  modo  fuo,  venne  il  giorno  feguente  dal 
I{e ,  &  difje  a  fua  Maefìà ,  che  haveva  eletti  quei  diecinove  articoli ,  e  verifica- 
tili di  modo,  che  fi  contentava  di  perder  la  vita  in  cafo,  che  di  quei  tefii  un 
folo  fi  trovajfe  falftficato;  doppo  pranfo  poi  neW  ifieffo  giorno ,  e  luogo  com- 
parfe  alla  prefenT^a  di  Sua  Maejìà ,  di  fette  overo  otto  Trincipi ,  di  Monftgno- 
re  il  Cancelliere ,  &  altri  Officiali  della  Corona,  e  Conftglieri  di  Stato,  Dove^ 
primieramente  dichiarò  S.  M.  di  fua  bocca ,  e  fece  in  nome  fuo  replicare  poi 
da  Monftgnor  Cancelliere ,  che  non  voleva ,  che  in  quefia  conferen'^a  fi  trattaffe 
degl'articoli  della  Fede ,  de' quali  flava  fenT^a  alcun  dubbio,  e  fapevail  gm- 
dicio  appartenerne  alla  Sede  ^pojìolica;  ma  folamente  fi  vedefje  il  fatto  par- 
ticolare  del  Signor  Du-TleJJis  per  rifolvere,  fé  fofje  vero,  che  lui  havefìe  fal- 
ftficati  i  tefii  de'  Tadri  antichi .  Io  poi  foggiunfì  ,  che  quando  Hunnerico  I{e 
^^ffna  upoVif.  [c]  de' y vandali  volfe ,  che  i  Cattolici  difputaffero  contro  gli  Mrtani,  Eugenio 
li.Fciktiu  p<^^.  udrcivefcovo  diCartagena ,  fi  come  riferifce  Vittore  dVtica^  rifpofe,  dinonpo- 
^^'^'  ter  lo  fare  fen^^a  l'autorità  degli  altri  Fefcovi,  e  fpecialmente  della  Chiefa  Ro- 

mana capo  di  tutte  le  Chiefe.;  ed  Io  venendo  a  quefia  conferen":^  non  era,  che 
portajfimancorifpetto  alla  Sede  ^pofiolica  di  quello,  che  facefiequel  Santo  Ve- 
fcovo  ,  ma  perche  in  effetto  la  quefiione  non  era  della  Fede  ,  ma  folamente 
delle  falfità  del  Signor  Dii-Vlefjis  ,  fopra  delle  quali  Io  accettavo  il  giudicio 
delli  affiftenti  quanto  alla  Grammatica ,  per  conofcere  fé  detto  Signor  Du-Tlef- 
fis  haveva  corrotto  le  parole  degli  autori  ,  ma  non  già  quanto  alla  Theolo- 
gia,  alla  quale  prudentiffimamente haveva  S.M.  vietato,  che  fi  veniffe,  non 
volendo,  come  quel  I{e  di  Giuda,  ufurpare  il  Turibolo  ,  e  l'OffiT^io  Sacerdo- 
tale-, ma  coli'  efiempio  di  Coftantino,  Theodofio,  &  altri  ^eligiofi  Imperato- 
ri rimandare  alla  Chiefa  la  decifione  delle  cofe  Ecclefiafiiche ,  Detto  queflo 
entrammo  nella  difputa,  ed  Io  cominciai  ad  accufare  i  punti  da  lui  fcel- 
ti  fra  li  miei  fefianta  articoli  fecondo  l'ordine  ,  che  da  lui  erano  fiati  no- 
tati :  tutti  fubito  propofli  furono  infieme  convinti  di  falfità,  e  fopra  di  cia- 
fcuno  gli  fìi  data  la  fentenT^a  cantra  dagli  fteffi  heretici  affiftenti  in  quella 

attio- 


Capìtolo    XIII,  e  7  5  ClEMEN- 

attUne]  quàlituttidiunaì^oce  lo  condannarono  :  SM.  fi  è  mofiratacosì  pru-  TE   Vili. 
dente,  così  intelligente y  così  affe's^jonato,  e  così  'Telante y  pigliando  lei  Jiejfa 
'  bene  fpejio  la  parola  j  e  per feguit andò  con  la  difputa  del  Signor  DuVle(fis  , 
convincendolo  di  falfttà ,  che  lo  jpirito ,  e  la  pajjione  fua  alla  Religione  Cat- 
tolica fi  è  fatto  mirabile  a  tutta  la  Francia  y  la  quale  bora  piange  lacrime  di 
giubilo,  vedendo  S.M.  excellere  agli  altri  in  pietà i  devo':^ione,  e  T^lo,  allo 
aecrefcimento  della  Chic  fa ,  quanto  egli  ha  avan7;ati  col  valore ,  con  le  vittorie . 
Finita  quefta  prima  conferenti  ,  il  Signor  Du-Tleffis  ritirandoli  dal  campo 
pallido,  attonito,  e  maravigliofamente  confufo ,  e  afe  ò  in  grandifjime  convul- 
ftoni,  vomiti,  e  fremiti,  e  tutto  quel  giorno ,  &  il  fegiiente  ancora  fu  agi- 
tato di  flrano  ,  &  univerfal  tremore  per  tutta  la  vita  ,  recando  poi  fempre 
ammalato  fen\a  potere,  ò  ardire  di  comparire.  Trego Iddio,  che qucfio gio- 
vi non  alla  confufione  folamente,  ma  più  preflo  alla  converftone  fua .  Eureux 
IO.  Maggio  1600.  Così  egli.  Col  Morneo  andò  di  pari  nella  proteflionc 
Heretica  [a]  Gio:  Pifcatore  Theologo  Calviniano  nella  fciiola  di  Herborn ,  ^  Guaitenu»    iti 
aflertore del medefitno errore,  di  cui  habbiamo notato  [b]  incolpato  il  He7e''iìl''jeVp.fcà- 
Molineo ,  negando  egli ,  Jujiitiam  a6iivam  ,  &  obedientiam  perfe£Ìam  ,  -ofe-e  dei  canie- 
qua  Chriftus  legem  implevit ,  nobis  imputar i  ad  jujiitiam  ,  fed  tantum  obe-  \^^i,^,  ,7  ponti f. 
aientiam  mortis  :  [e]  e  Daniele  Carnerio ,  che  agli  errori  di  Calvino  aggiiin-  ^'  f'"  '^-  tom.^. 
gendo quegli  dell'antico,  [^]e  deteftando  Eiinomio,  aderiva,  il  Ver- c''Ìf^/,?o,7j,m<». 
bo  Divino  non  vero  Figlio,  né  veraimaginediDio,  ma  Figlio,  ^^^'^p-  '^;^lfmF°^''{' 
ne  metaforica,  e  qual  dicefi hiiomo un  huomo  dipinto.  Onde  da  lui  ò /^l-.lsT" ''"^'  '' 
furfe,  ò  di  nuovo  rifurfe  la  fetta  de'Metaforifti. 

Non  però  in  metafora,  ma  in  chiari  fenfi,  e  libere  parole  rinovò  in  que-  Boiia  PontifiL-ia 
flaprefente  età  gli  antichi  errori  un  cervello  moderno ,  ufcito  non  so  d'on-  giofi"iieiP  aSmu 
de  ò  dalla  Francia,  ò  dalla  Fiandra,  perinfettar,  feriufcivagli,  da  quelle  niftrazione  '  de' 
parti  tutto  il  Chnftianefimo.  N'è  neceifariala  contezza,  e  degna  darin-  sacramenti. 
venirfi  dalla  fua  origine  la  notizia.  Innocenzo  Terzo  nel  rinomato  Conci- 
lio Lateranenfe  quarto  formò  [é-]  il  Canone  della  Confeflìone  annuale  ^  ^""-'-'y- 
[/"]  Omnis  utriufque  fexus,  pojiquamadannosdifcretionis  pervenerit ,  omnia  '^  ccncLnter.iv. 
fua  folus  peccata  confiteatur  fideliter,  faltem  femel  in  anno,  proprio  Sacer-  ^i'tò^t.'p'.i^^'^'" 
doti  &c.  Sufcipiens  reverenter  ad  minus  in  Tafcha  Eucharijìia  Sacramenttim , 
nifi  forte  de  confilio  proprii  Sacerdotis  ob  aliquam  rationabilem  caufam  ad 
tempus  ab  ejus  perceptione  duxerit  abjiinendum.  Quarant'anni  doppo  la 
formazione ,  e  la  ofiervanza  di  quello  Canone  furfe  un  potente  inimico  del- 
lo Stato  Religiofo,  e  Guglielmo  Sant'Amore  [g]  impugnandone  ne' fuoi  ^  ^p'ag!!^T.^%[' 
(acrileghi  libri  l'iflituto,  &  il  valore,  tra  le  altre  propolìzioni,  ch'egli  af- ^' 
ferì,  la  decimaottava,  e  la  decimanona  flirono  le  feguenti  :  [/?]  Summum  \^  n^ii^p^g^^^^^^ 
Tontificem  non  pofie  toti  Ordini  poteftatem  dare  pmdicandi,  confejfiones  au- 
diendi,  &  abfolvendi  poenitentes  per  totum  Orbem,  &  quòd  Tontifìciis  pri- 
-vilegtìs  muniti  fiera  illa  munia  obire  non  pojfent  abfque  licentia  Tarochia- 
lium  Vresbytcrorum .  Decimonono  ,  Fratribus  ab  Eptfcopo ,  vel  Tapa  Cano- 
nicè deftmatis  confcfsus ,  non  fatisfacit Statuto,  Omnis  utriufque  fexus .  T^am 
praceptum  ejì  Prxlatis  curam  animarum  habentibus  ,  quòd  ipfi  cognofcant 
■  vultus  pecorum  fuorum ,  ideji ,  confcientias  fubditorum  fuorum .  Conftat  au- 
tem,  quòd  animo s,  <&a^us  ftngulorum  non  potefl  Vr flatus  conftderare ,  nec 
piene  cognofcere  ,  nifi  audiendo  confeffiones  illorum .  Ciò  ,  che  Aleflandro 
IV.  che  allora  viveva  ,  operaife  e  contro  il  temerario  Autore  ,  e  con- 
tro il  fuo  libro,  rinvengafi  il  luogo,.  \  i]  ove  noi  altrove  ne  parlammo.  \  nid.  p^g-i^u 

Ma' 


CtEMEN'         ^fjA,  Secolo  XVI, 

TE  VIIL    ij[.x  la  feminata zizanìa  del  Sant'  Amore  inafoctt^t^titente  rinafccndo  ìndi  a 

feffant'anni  nel  terreno  della  Chiefa*  (Ividdedi  nuovo  Come  pompeggiar 

in  Francia  nella  perfona  di  Gio.  Poliacò  j  che  infinuò  arìch'egli ,  fotto  il  no-  ' 

medi  proprio  Sacerdote  intenderfi  il  proprio  Tàroco  ,  ond'efcliife  dal  mi- 

nifterio  della  Confeflione  Sacramentale  ogni  qualunque  altro  Sacerdote 

Regolare ,  ò  Secolare ,  che  Paroco  non  foife  t  ancorché  deputato  da' Vefco- 

vi ,  e  dallo  ftellb  Sommo  Pontefice  ì  e  a  tal'  effetto  egli  pretere  di  fofteilere 

4  nu.  fét.  44«.  quelle  tré  propofizioni ,  che  noi  altrove  [a]  habbiamo  riferite,  e  confutate 

^  ^*^'  con  l'Oracolo  de'  Pontefici ,  e  con  la  fana  dottrina  de'  Dottori  Cattolici , 

b  tbii    4        .  Qil^fi  ne'medefimi  fentimenti  del  Sant'Amore ,  e  del  Poliacoconcorfe  indi 

&  /V-  ^*^'  "^'  a  quarantanni  TArmacalio  tìellefue  [  ^  J  propofizioni,  onde  deducefi,che 

di^sl'ffo" iv'"J'Ù  nonoftantitantedecirioni[c]de'Papi,  eillungocorfodietà,  pur  tuttavia 

fL  Sia  in  9«/- l'Inferno  non  cefsò  fin' a' giorni  noftri  di  molefftar  non  tanto  lo  flato  Reli- 

" ^,;giofo,  quanto  la  Religione  Gattolicai  contemetarie,  &  importune  cavil- 


?»   re. 4.  f4.f,  Z't. 


inntccml  V///.' lazioni  contro  i  Regolari  j  come  appunto  avv^enne  fotto  quefto  Pontifica- 
'ìttnTiik       to  nella  Fiandra  nel  tenore  >  e  forma  che  fiegue  ,[d]  Nella  Diocefi  di  Ar- 
ras moifi  da  fpirito  antico  di  dilTeniione  recente  cominciarono^alcuni  Pa- 
rochi  a  predicare  una  rigorofà  obligazione  ai  Laici  di  fentir  le  Mefle ,  e  far 
le  loro  Confefiìoni  nelle  Chiefe  Parochiali ,  &  appreflb  li  loro  Parochi  ,416* 
giorniparticolarmente  della  Domenica  j  e  nel  tempo  precifamente  della 
Pafqua ,  fotto  intermirtazione  della  divina  vendetta  j  e  precetto  ftretto  di 
colpa  mortale .  O' follevatore  *  ò  promotore  di  un  tanto  fcandalofurfe  fri 
e  Frénf  BtnafPts  ptimi Bonavcntuta Baffco ,  òpure  altri  che  fia  quello,  chiamato  [e]  dal 
f4w;r4,'"lni'rt- Bonafpè  quidam  lar-patusVartftenfis ,  del  quale  egli  dice ,  fub  ementito  Cap- 
\T'p!!r'ofheT^''&  V^^^^^^  p<z///t)  Ita  [{egulares  aggreditur  (  cioè  in  un  libro  del  detto  Baffeo, 
FértcTpbiili!      intitolato  Tarocophilos )  ut  pr^Jumat,  nefcio  quo  jpiritUi  vel  plaufu,  di- 
cere ,  illos  privilegiis  prò  Mtff^ ,  Concionis ,  &  Confejfionis  fatisfa£Ìione ,  à 
S.Sede  in  fuii  &  Chrifti  fidelium  favor em  juflèi  ac  benigne  datis  ,  &  ac- 
ceptts,  Hierarchiam  i  &  difciplmam  evertere  Eccleftafticam .  Al  contrario 
in  Dovay ,  ove  maggiormente  bollivala  contradizione  de'  Parochi ,  efcla- 
marono  acremente  contro  i  Parochi  i  Regolari,  e  con  più  pronta  invetti- 
va li  Padri  della  Compagnia  di  Giesu*  che  giudicando,  come  in  effetto 
egli  era,  rinnovato  l'antico  errore  del  Sant' Amore,  e  del  Poliaeo,  man- 
davano alte  doglianze  da'  Pulpiti  contro  la  temeraria  afler^ione  diqnefli  re- 
centi nemici  dello  Stato  Religiofo  :  eie  querele  dell'una  parte ,  e  dell'  altra 
giunfero  a f^gno  y  che  meritarono  i  rifleffi dell'Atei- Vefcovo  di  Cambray , 
e  del  Vefcovo  di  Arras  >  i  quali  per  rimediare  a  un  male  y  ne  incorfero  in  un 
maggiore ,  che  fu ,  incon/nlta  Sede  ^pojìolica  ì  come  dice  il  Pontificio  Brc- 
f  v,di  le  pught  ve,  che  hor'hora  fi  rapporterà,  prima  riporre  in  difputa  il  già  tante  [/] 
dt'  nofir^tomi  di  voltc  dccifo  puuto ,  c  poi  timettcrlo  cziaudio  fotto  ò  la  decifione,  òlare- 
fopr*  cit»t,.       vifione  della  corte  Secolare.  EtVendocofa  che  eglino  ne  fcriffero  al  Gover- 
nador  Regio  della  Fiandra ,  il  quale ,  benché  in  materia  non  foggetta  alla 
fuagiurifdizione,  pur  in  quefti  termini  molto  confacevoli,  e  giufli  efpofe 
ai  Miniftri  di  quella  Città  li  fuoi  Religiofi  fentimenti  * 
8  ^pndtìt.BonA-     Dìle^iiffimi  y  [g]  intelleBoj  tum^è  Concila  noflri  J[rtheftdni  refcriptis  , 
tp^  Aub.xo,  pag.  ifimetiam  à  plur ium major isnot^  perfonarnm  relatts,  S.JsiCobiOppidi noflri 
*'  '  ''"'  Ditacenjìs  Curatum,  aliofquede  vicinia,  in  fuis  concionibus  axiomatapropo- 

fuijje,  ex qmbus fubinferebant ,  eos  in  peccatum mortale  incidere,  qut  (tn- 
gulis  Domintcis  &  Fefiis  Ecclefia  'Parochiali  non  interejjem,  aut  Confeljionif 

Sacra- 


Capitolo  XI IL  575       Clemen- 

Sacramentum ,  pr^fertim Tafchali ac Quadrageftmali tempore ,  ab aliis ,  quàm  ^^  Vili. 
à  fuisTarochis t  fitfciperent  ;  Et  ob  hoc  Tatrem Serpium ,  (quefti  sì  crauti 
Giefiiita  )  diverfis  pr^idic^tionibus  fuis  ,  contrarium  promnciafìe  ,  adeò- 
que  exinde  diviftonem  quandam,  nuUatenus  certe  nobis  gratatn ,  fubortam 
e/set  iikeriùs  vero  protrahi  fine  praeiudicio  non  pofTe.  Quo  obviaremus 
promptiùs,  (criplìnius  ad  Epifcopmt  Mrebatenfem  t  ut  citta  didos  Taro^ 
cibo^ provideat :  &  ad  Troìfincialem  Hanart  ^  ut  fH^Societatis  vìris  modum 
f)onat  ;  &  omnes  bonse  unioni ,  fincera:que  inter  fé  intelligenti^  ftudere  ve- 
lint  ;  quo  tandem  ne  minimum  quid  fuperfit  acerbitatis  animorum ,  ut  prac- 
fatis  Tarochis  à  Tarochianìs  omnibus  reverentia  exhibeatur ,  ita  tamen  ut 
illieos  à  peculiari  devotione,  quam  in  Sacramenti  Pcpnitentiaereceptionc 
haberepoffent,  minime  diftrahant ,  Et  ut  ex  parte  veftra  votis  noftris  fuf- 
fragemini ,  ac  ad  fopiendam  hanc  contentionem  prò  viribus  enitamini  : 
OrainamuSi  ut  feriò  cives  veflros  commoncatif  ju^ta  hanc  normam  fé  gere- 
re  :  Mifi^  pimiriim  Tarochialit  quàm  frequentilUmè  poterunt ,  ajji^erei 
fuos  etiam  Tarochos  fufcipere  ac  revereri  :  utque  illi  reciproca  >  eos  ne- 
quaquam  impediant  in  devota  Sacramentorum  fufceptione ,  de  mmu  perfo^ 
narum  pripdegiatarum,  atque  ad  e  a  minifirandum  a  S.Sede  facultatem  btt- 
hentinm .  In  quo  acceptilfimum  nobis  pr$ftabitis  obfequium ,  qiin  &  in 
hoc  etiam,  fividelicet,  quo  prsmemorati  P4/?orey ,  ac  Tatres  Societatis , 
ad  bonam  intelligentiam  >  unionem,  amicitiamqueredcant,  fatageritis. 
Huod  vobis  particuUriter  commendamuf.  Quare  chariflimi  confervet  vo$ 
Dominus.  E  Civitate  noflra  Bruxjsllenfi  ?8.  Odob.  1582.  Ma  perche  per 
providenzadel  Cielonon  mancano  mai  buoni  fra  cattivi,  tramandata  di 
quelle  dilfenzioni  la  contezza  al  Tribunale  di  Roma ,  con  più  potente  ftile 
decife Clemente  Vili,  la  lite,  fé  pur  nuova decifione  potèclirfi  quella  > 
che  da' Tuoi  Predecefforicrri  f]:ata  in  altri  tempi  concordemente  ^abilita , 
cdecrerata.  Ella  rien  rapportata  dal  fopracitato Bonafpè in  quefto  teno- 
re, diretto  in  forma  di  Breve  ai  Vefcovi  della  Fiandra,  [a]  ztbidrm, 

Significatum  fuk  nobis  t  non  fine  gravi  animi  nofiri  moleflia ,  nuper  in 
Oppido  Duacenft^trebatenfis  Dìaecefts  nonnullos  Tarochos  maximo  cum  fide- 
lium  [candaloy  cum^  doceado  ^  concionando  y  tum  omnes  reprehenfionibus 
(jr  cenfurarum  Ecclefiaflicarum  comminationibus  perterrendo  Cbrifli  fidclcs 
averterei  ne  fefiis  diebus  ad  Ecclefias  FratrumOrdinis  Mendicantium  atque 
Collega  Societatis  Jefìt  prò  M'Jfis  audìendis  accedere,  &  ne  etiam Quadra^- 
fmait  3  &  Vajcbali  tempore  pratribus  Ordinum  ac  Tresbyteris  Societatis 
Jefu  peccata  fua  (onfìteri  pofsent  t  aufos  fuifse,  ^ffirmantes  ipfts  fidelibus, 
tam  de  jurej  quàrn  de  confuetudine  ,  prohibitum  ejìe  in  aliis  ,  quàm  Taro- 
cbialibus  Ecclejiisy  Mifsas  diebus  Fefiis  audire  ,  ne  e  licere  illis  Quadragejì- 
ìnaliy  &  Tafc hall  tempore  j  aliis y  praeterquam  propri is  Tarochis,  peccata 
fua  confiteri.  Unde  max  imam  in  fiddi  populo  exortam  fuifse  animoru^  per- 
turbationem  accepimus .  Contrà  enim  Fratres  Ord.  Tradicatorum  ,  c^  Con- 
ventualium ,  ac  Tresbyteri  di&^e  Societatis  prtvilegiis  ,Apofiolicis  fuffulti ,  tum 
privatim ,  tum  publicè  in  concionibus  contrarium  ufum  in  Ecclefìa  Dei  rece- 
ptum  &  permifsum ,  ac  a  SS.  Tatribus  Oecumenicifquc  Conciliis  approba- 
tum  y  defendere  conati  fuerunt .  I{em  autem  co  pertra6lam  fuifse  intelleximus , 
ut  graves  inde  difsenftoncs  inter  di£los  Tarochos  y  &  Tresbyteros  Societatis  Je- 
fu fubortie  fuermt .  Quod  autem  nos  graviùsaffecit  ,illudimprimis  fuit ,  quòd 
yenerabiles  Fratres  jlrchiepifcopus  Cameracenfis  &  Epifcopus  Mrebatenfis , 

incon-^ 


CtEMEN-         ^^g  'Secolo  XV I? 

TE    V  Ili.     inconfulta  Sede  JLpojìolìca  ,  negotium  in  difceptationem ,  tum  etiain  iti  judi- 
cium  fortajjìs  apud  Sxcularem  Curiam  deduxerant ,  *At  nos  negraviora  fcanda- 
la  Juboriantur  y  paterne  confulcr e  y  &  celeri  remedio  profpicerevolentes  :  cau^ 
fam  &  caufas  bujufmodi,  fi  qu£  coram  qmcumque  Judice  introduóla  reperian- 
tur 3  ad  nos  harum  ferie  avocante!,  illafque  penitus  extìnguentes ,  ac  perpC' 
tiiumdefuper,tum'Parqchis i  tumaliis  pradiÙis,  fìlemiumimponentes,  pra- 
[enti  noftro  decreto  fancimus ,  fecularibus  univerfis  licere  Mijfas  diebus  Do- 
minicis  y  &  aliis  majoribus  Fejlis  audire  in  Ecclefiis ,  tam  Fratrum  Tnedica^ 
forum ,  quàm  aliorum  Mendicantìum  ,  nec  non  etiam  Societatis  Jefu  ,  juxta 
illoYnm  privilegia  y  &  antiquas  confuetudìnes  :  dummodò  in  contemptum  Ta- 
rochialium  Ecclefiarumnon  faciant.  Et  tam  dióìis  Fratnbus  Tradicatonbus , 
&  Tresbyteris  di£Ì£  Societatis  y  quàm  aliis  privilegiatis  pr£di&is ,  quibus  id 
à  Sede  Apojìolica  indultum  eji ,  idoncis  tamen ,  (jr  ab  Ordinario  approbatis  , 
peccata  fua  ,  etiam  Quadragefìmali  ,  &  Tafcbdi ,  &  quovis  alio  tempore 
confìteri  licite  poffe,  Dummodò  tamen  iidem  Chrifii  fideles  Sacram  Euchari- 
ftiamdieFeJioTajchatisI{efurre6lionis  in  propria  Varochia  ab  eorum  Tarocho 
fumant.  Vroindetibi  per  prafentes  committimus  ^  c^mandamusy  ut  prafens 
noflrum  decretum  pr<edi6iis  ^rchiepifcopo  Cameracenfi ,  c^  Epifcopo  ^treba- 
tenfi  notum  faciasy  iifdcmqueauBoritatenofira^pofiolicamandeSy  utilludin 
pradi5io  Oppido  Duacenjty  &  ubicumque  opus  fuerity  publicariy  &  obfer- 
vari  faciant  :  utque  Tarochos  in  eorum  officio  contineant ,  illofque  ab  avoca- 
tione  populi  ab  Ecclefiis  privilegiatorum,  ac  etiam  à  propofttwnibus ,  quibus 
tollitur  populo  libertas  audiendi  Mi(ias  in  Ecclefiis  privilegiatorum  fupradi^is 
diebus  y  ac  confitendi  peccata  fua  etiam  in  Tafchate  ipfts  privilegiatis ,  abfti- 
ncre  faciant.  Ipfis  vero  privilegiatis  eadera  audoritate pr^ecipias ,  utcon- 
cionibiis  y  <&  catechifmis  populum  ipfum,  tum  adreverentiam  Tarochorum y 
tum  ad  eorum  MiJJas  ,  prafertim  Dominicis ,  C^  aliis  folemnibus  Fefiis  die- 
bus audiendas ,  tum  ad  decimas ,  refque  alias  Ecclefiis  debitas  folvendas ,  fre^ 
quenter  moneant,  &  adhortentur,  ^Ac  denique  omnem  bujufmodi  contr over- 
ftiC  occafionem  precidere  y  &  t oliere  y  &  Chrijii  fìdeliumanimosadunionemy 
C^  quietem  traducere  cures  :  omniaque  pramijfa  publicari  &  exequt  ,  adje- 
£iis  etiam  cenfuris  Eccleftajiicis  y  Ó"  aliis  libi  bene  vijìs  poenis  y  opportunifque 
omnibus  jurisy  &  fa£ii  remediis  adhibitis  ;  non  obflantibus  quwufcumque , 
Datiim  RomsB  1592.  Pontif^  noftri  anno  primo  Decembris  22. 

Così  egli,  che  nel  Breve  ordinò,  comefeguì,  Japiiblicazionedi  effo, 
divulgato,  &  alKlTo  nelle  Chiefe  Parochiali  dal  Vefcovo  di  Arras  Cottoli 
quattro  del  meCe  di  Aprile  deiranno  proffimo  fufleguente  alla  data  del 
pontificio  diploma, 
p  battimento ,  e      Mipiù  ftrepitofameute  agitofll  in  quefta  erd  l'alta  materia  de  ^uxilìis 
dtua'matenfde  da'Religiofi  dì  S.Domenico ,  e  da' Padri  della  Compagnia  di  Giesù.  Con- 
Auxtiiis,e  fuodi-  ciofiacofachc  cglìuo  ttou  già  dibattendo  dogma,  efprelfamente  ò  rigettato 
qii"fto'pomifica°  dalla  Chiefa,ò  condannato  da'Concilii,  ò  riprovato  dal  commune  aflcnfo 
fo»  de' Dottori,  ondeòl'una,  ò  l'altra fcuola  ricever  potefle  efecrazione da* 

Cattolici  ;  ma  proponendo  ambedue  una  queftione ,  fublime  nell'aflunto ,  e 
perciò  afcofa  fin  bora  fra  le  mifteriofe  tenebre  de'divinifecreti,  probabile 
negli  argornenti ,  e  perciò  divifa  nelle  fentenze  di  chi  foftenevala ,  e  di  chi 
rigettavala ,  trafl'ero  come  in  due  gran  fazioni  il  Chriflianefimo  con  nobil 
£onrefa  de' primi  ingegni  del  mondo,  che  fi  urtarono  così  profondamen- 
te hor  con  la  viva  voce  delle  difpute ,  hor  con  la  morta  parola  delle  carter 

che 


Capitolo     XI  IL  t^rjrj  ClEMFN- 

che  rifteffo  giudice  della  lite,  chefiìriftelFo  coflituito  da  Dio  per  primo,  ^^    ViU.j 
e  folo  giudice  del  popolo  fedele,  ammutolito  eflb ,  f'carnmatolir  le  parti, 
imponendo  e  all'una,  e  all'altra  devoto filenzio ,  nonrinvenendoii  altro 
modo  di  concordar  cotanto  lìrepitofagara,  che ,  come  argutamente  difle 
fopra  quello  medefimo  foggetto  il  Rè  Filippo  Terzo  di  Spagna ,  ògU  uniflti- 
diafieropm,  àgli  altri  meno:  indicando  egli  con  quefto  detto  la  gran  diffi- 
coltà deir  una ,  e  l' altra fentenza ,  che  parea  ò  troppo  concedelfe  alla  grazia, 
e  poco  air  arbitrio ,  ò  troppo  all'  arbitrio ,  e  poco  alla  grazia  :  onde  da  chi 
nonbenprot'ondavadne'fentimentidi  ella,  potea arguirli  ò novità  di  Pe- 
lagianifmo,  ò  reità  di  Calvinifmo.  Noicompendioraaiente  indicaremo 
prima  lo  (tato  della  Queftione ,  e  poi  della  Hiftoria ,  fé  pure  un  sì  gran  fatto 
potrà  SII  quelle  carte  efprimerfi  in  poche,  e  femplici  parole.  Lacontrover- 
fiafiera,  Inqualmodo  y  e  come  conciliar  fi  pò ffa  l' humana  libertà  con  la  effi- 
cacia della  Gra'2^ia^  Infegnavano  li  Domenicani,  che  Dio  dona  a  quelli, 
che  corrifpondono  alle  divine  chiamate,  una  grazia  efiicace,  mediante  la 
quale  ei'ìl  fi  efercitano  nell'  opere  buone  meritorie  della  eterna  Beatitudine  : 
Cratia  cfficax  i  [a]  dicono  e^ìmomtevmìmkhohiìici.  Ita  fortitiirefìeBiim    n   a.    ,, 
[uum,  ut  eo  fnfjtran  non  pojjit  ;  e  lieguono  ,  Illa,  cioè  la  volontà  creata,  nTr/hcome  ufuf- 
(tc  movetm  ad  (X7-ndnm,  ut,  cum  vel  maxime  ant,  non  averetamen  poffit:  />'«'■'•'''/'""'/"'- 

ll-t  -.     V  \  rC  /^      \  ■   ì-^  1-     •        ■  I    ^      I  ■/"  puramente  co- 

qual liberta  d  indifterenza  ammetteu  da  tutti  li  Cattolici:  in  modo  tale,  me  termini f.h,u. 
cheliThomiiiicoftituifcono  la  forza  efficace  della  Grazia  divina  wrfccre-  ']''i,'"j!!fr^'°''' 
tis  dandce  motioms  ,  qn,£  antecedat  vomntatem  aclus  ,  c^  qum  ejjeaum  mfe- 
rat ,  ancorché  non  necelìariamente ,  ma  liberamente ,  ed  infallibilmente  lo 
caufi  ,  e  ciò  eghno  chiamano  Vredctermma'^one  Fiftca  .  Al  contrario  li 
Padri  della  Coinpagnia  dicevano  ,  troppo  reilringerll  la  libertà  dell' hu- 
mano  arbitrio  con  l' afìegnamento  della  fudetta  intrinleca  Grazia  efficace  ; 
onde  aiferivano,  che  Dio  doni  a  tutti  tale  Grazia  indifferente,  che  refìia 
piacimento  di  chi  la  riceve,  il  fervirfene,  in  modo  tale  che  di  due  pari 
negl'iileffi  gradi  di  Grazia,  unobenefpeiìo  fifalvi,  e  l'altro  fi  danni,  rife- 
rendo eglino  la  forza,  e  la  efficacia  della  Grazia  alla  divina  prefcienza,  qua 
Deus  certifjiinè  novit  ,  fi  detur  in  talibus  circumjìantus  talis  Gratta  ,  futu- 
rum,  ut  ejfetìum  confequatur  ;  e  chiamano  Saewc^-^w^rfw  quella  cognizione, 
quie  dìvinis  qua(i  Decretis  pralucet  ,  eaque  antecedit  :  e  la  dicono  fcienT^n 
perche  ella  è  certiffima;  media,  perch'ella  (là  come  in  luogo  di  mezzo /«- 
ter  fcientiam  Dei  naturalem  ,  feuftmplicis  mtelligentice ,  & [cicntiam  lìberam  , 
feu  vijionis .  Propagatore,  ed  illuftratore  della  fentenza  de' Domenicani 
fiì  Domenico  Bannes,  Domenicano  anch' egli  ,  Spagnuolo  di  Nazione,  ; 

direttore  deli' anima  di  S.Terefa,  e  rinomato  Theologo  per  profondità,  e 
copia  de' fuoi  fcritti .  Ludovico  Molina  medefimamente  Spagnuolo,  della 
Compagnia  di  Giesù,  fu  il  primo,  che  nel  fuo  libro  Concordia  liberi  arbi- 
tri cum  donis  divina  gratin  fpiegafiepiii  dift-lifamente  la  fentenza  de' Padri 
della  Coiiìpagnia  fopra  la  efpofta  fcienza  media ,  nel  qual  libro  bench'  egli 
aflerifca  molte  propofizioni  circa  le  forze  del  libero  arbitrio,  nelle  quali 
convengono  anche  1  Dottori  Domenicani,  nuUadimeno  non  tutte  effe  fono  ;  .     , 

approvate  da' Padri  della  Compagnia,  come  la  fcienza  media,  chefolamen-  ■-' 

te  ella  viene  abbracciata,  e  foftenuta  per  fentenza  propria  della  loro  fcuola. 
Quello  libro  del  Molina  hebbe  per  contradittore  ,    chi   di  già  haveva  '  t" 

divulgata,  e  fcritta  la  opinione  contraria,  cioè  il  Bannes,  che  volle  affo-  ' 

garlo  fu'lfuo  primo  nafcere  fra  il  torchio  medefimo  della  llampainSpa- 
Tomo  IF,  Oo  gii^j    ' 


Clemen- 
te VIIL 


a  xMHfis  1554. 


b  ViUt  lliflor.  de 

flirti  le  Blanch  im- 
freffa  L«vanii  an. 
lyoc.id'"  LUieUam, 
jeu  refponfioncm 
ed  eundminpref- 
fum  an.  17CO.  Ty- 
ptl  N.  N. 
c  ^nno  153S, 


e  uMArtinssi. 


^ryg  Secolo   XV J. 

gna,  non  eflendo  egli  ancora  iifcitofoori  alla  vifta,  e  luce  del  mondo.  Mi 
havendolo  ampiamente  approvato  l' ifteffo  Bartolomeo  Ferreira  Domeni- 
cano ,  Cenfore  ordinario  de'  Libri  in  Portogallo,  e  communemente  li  Theo- 
logi  della  Cartiglia,  edell' Aragona,  e  con  molta  maggiore  authenticadi 
-pronta  difefa  havendo  il  Molina  medefimo  adeguatamente  rifpofto  alle 
obiezioni  del  Bannes,  il  Libro  finalmente  fn  imprelTo ,  e  divulgato  conque* 
foiiti  incontri  di  ogni  ardua  intraprefa,  cioè  con  fomma  approvazione  degli 
amici,  e co-n fomma avverfione degl'inimici.  Nonperò  defiftè  il  Bannes 
dalla  cfecuzione  del  fuo  intento  :  anzi  che  procacciandone  egli  per  ogni  par- 
te la  prohibizione,  l'impegno  de' particolari  divenne  caufa  di  molti,  eli 
vidderoalloratutte  le  Accademie  della  Spagna  dìvife,  de  irritate  in  acerbi 
contraili,  urtarfi  una  con  l'altra,  chi  di  elie  in  foftentamento  del  Molina, 
chi  del  Bannes,  (cendendo  in  favore  del  primo  nell'arena  di  publicheCon- 
clufioni  Prudenzio  Montemayor  Theologo  della  Compagnia  in  Salamanca, 
e  Antonio  Padilla  medefimamente  della  Compagnia  in  V  agliadolid ,  come 
fonando  eglino  i  primila  Tromba  in  difefa  di  quella  dotta  guerra  contro  i 
Domenicani,  che  dal  canto  loro  anch' ellìfeguiti  da' partegiani,  ecopiofì 
in  numero ,  e  riguardevoli  in  qualità,  comparvero  pronti,  e  difpoftì  ad  ogni 
pili  duro  combattimento.  Dallo  ftrepito  tumultuofo  di  cotanta  contradi- 
zione eccitato  [a]  il  Pontefice  Clemente  Ottavo  a  un  follecito  provedimen- 
to ,  fcrifie  al  fuo  Nunzio  in  Francia ,  nt  qmndoquidem  mota  inter  aliquos  Va- 
tresOrdinis  Tr^dicatorum ,  &  quo  fdam  è  Soci  etate  lefu  controverfta  circagra,- 
tiamfufficientem ,  &  efficacem ,  Deci  fio  ad  fìdem  fpc^aret ,  pertineretque  adSe- 
dem  ^pofiolicam ,  fignifìcaret  Cardinali  Toletano ,  fi  quam  forte  cogmtionem 
hujnsìiegotninchoafjeti  ne uUerius  procederei:  quali  parole  malamente  di- 
florte  diedero  motivo  ad  alcuni  di  afferire ,  [  ^  ]  che  il  libro  del  Molina  folle 
per  comandamento  del  Pontefice  chiamato  al  Tribunale  di  Romaperprc* 
tefacenfura,  benché  dalla  lettera  del  Pontefice  non  mai  dedur  fipolfatal 
cofa.  Commandò  bensì  Clemente,  [e]  che  l' una,  e  l'altra  parte  traman- 
dane a  Roma  li  pareri,  e  lefentenzede'Prelati,  Accademie,  e  Dottori  di 
Spagnafopra  quella  difficil  contro  verfia,  e  che  intanto  fotto  alto  filenzio  (ì 
fopprimelfe  ogni  nuova  agitazione  ài  difpute,  quali  ftante  l' avvocazione  a 
fé  della  caufa,  fatta  dalla  Sede  Apoftolica,  riufcirebbonononfolamente 
importune,  mapericolofe:  nulladimeno  ad  inilanza e  de' Domenicani,  e 
de' Padri  della  Compagnia  fciolfe  il  Pontefice  Clemente  le  lingue  agli  uni, 
&  agli  altri,  purchenifiuna  di  elfe  trafiggefle  la  fentenaa  contraria  con  la 
taccia  di  Herctica ,  ò  di  altra  odiofa  cenfura . 

In  efecuzione  dunque  della  Pontificia  determinazione,  attendevafi  con 
alta  afpettazione  il  giudizio  della  gran  caufa  ,  la  cui  fama  haveva  di  già 
preoccnpatilidifcorli  di  tutte  le  Accademie  dell'Europa.  Eraprecorfo  a 
Roma,  in  nome  del  Bannes,  Diego  Alvarez  Domenicano,  il  quale  inftò, 
di  ottenne ,  che  s' mcominciafle  la  caufa  dall'  efame  del  libro  della  Concordia 
del  Molina,  dalla  cui  condanna  ben  egli  fi  figurava  che  dipendefle  tutto 
l'efito  della  lite:  ed  in  fatti  deputati  dalPapalicenfori,  edeffi[</]aduna- 
tifi  alla  difculllone  del  libro,  in  termine  di  due  [e]  mefi  ne  determinarono 
una  rigorofiilìma  cenfura ,  cioè  la  condanna  di  ottantanove  propofizioni ,  e 
la  prohibizione  eziandio  dei  commentarii  del  medefimo  Molina  fopra  la 
prima  parte  di  S.  Tommafo  ;  ma  qualunque  folfe  la  parzialità ,  ò  l' avverfio- 
ne de'  cenfori  nel  leggere ,  e  rileggere ,  e  cenfurare  cotanto  grofli  volumi  in 

poco 


Capitolo    XIII,  579  ClEMEN- 

pocopiiìdidiiemefi  ,  certa cofa fi  è,  che  per  comandamento  del  Pontefice  "^^    Vili. 
fi  procede  a  replicate  revifioni ,  e  moderato  il  numero  delle  cenfnrate  pro- 
pofizioni ,  elleno  fi  reftrinfero  prima  a  felìantauna ,  poi  a  quarantadue ,  e  fi- 
nalmente a  venti.  Si  fparfe  quindi  per  la  Europa  la  fama,  che  il  libro  del 
Molina  f'ofle  di  già  ftato  in  Roma  condannato ,  fenza  né  pure  udirne  l' Auto- 
re: ondein  foftenimentodiluifopraggiunfero  volando  lettere  da  Filippo 
T'Crzo  di  Spagna  rapprefentanti  al  Pontefice,  che  in  formato  contradittorio 
la  Santità  fua  fi  degnalTefentir  dell' una,  e  dell' altra  parte  le  ragioni,  &  un 
[<i]  memoriale  dèi  medefimo  Molina,  che  fupplicava  il  Papa  a  dargli  com-  a  ^«««ijp,, 
modo ,  e  tempo  di  difenderfi  ;  per  il  qual'  effetto  ,'non  potendo  elfo  porcarfi 
aRoma,  ftante  la  fua  decrepitezza  in  età,  e  cagionevolezza  in  faluce  ,  da' 
Padri  furono fpedi ti  Diego  Alarconio,  eChriftofarodelosCobos,  Theo- 
logi  infigfii  della  Compagnia ,  che  precorfero  con  l' arrivo  in  Roma  la  fama 
ftefià  della  loro  partenza  da  Spagna.  Il  Pontefice  reputando  ragionevole  e 
la  Regia richiefta,  e  la fupplica del  contraflato  Autore,  impofe  ai  Dome- 
nicani ,  &  ai  Padri  della  Compagnia  ,  che  avanti  il  Cardinal  Madrucci 
ciafcun di eiilidiceire il lor parere,  econfcgnafie  in  ifcritto  la  propria fen- 
tenza.  Al  Madrucci  egli  aggiunfe  li  Cardinali  di  Afcoli,  e'I  Bellarmino,  li 
quali  in  determinati  capi  propofero  quinci,  e  quindi  il  riflretto  della  Que- 
Itione.  Ma  quando  altro  non  attendevafi,  chel  attuai  difpnta,  cheimpo- 
ne(re  il  defiderato  termine  alla  caufa,  comparve  fu'l  campo  Francefco  Da- 
vila  Domenicano  con  un  libro  da  elfo  comporto  contro  il  Molina,  che  di- 
vertì notabilmente  li  combattenti  dalla  pugna  primaria,  accorrendo  con 
nuovi  fcritti,  e  proclami  alla  difcfa  privatali  Domenicani  dell' Avila,  e  i 
Giefuiti  del  Molina,  nella  qual  piccola  zutfa  inafprita  la  contefa,  prefero 
alcuni  opportuna  congiontura  di  prefcntare  alPapa[Z']  la  tante  volte  ftam-  j^  ^^^^^  ^ 
pata,  troncata,  e  riformata  cenfura della  (ro«cortì?wMo//rt?i:?Mi«,  acciò  dalla  trU  i6oo. 
S.  Sua  ella  ricevefle  il  tiilmine  dell'approvata  condanna.  Il  faggio  Ponte- 
fice non  volle  altrimente  in  materia  cotanto  preponderante  accelerarne  il 
giudizio,  sì  perche  l'ardenza  della  parte  refelo  fofpetto del  vero,  come 
perche  le  replicate  teilimonianzcdell' Arciduca  Alberto,  e  di  molti  Dot- 
tori Cattolici,  che  con  ampie  approvazioni  concorrevano  nella  approva- 
zione del  Molina,  lo  pofero  in  dubio  del  fai fo:  ond'egliappigliofiìal  più  fi- 
curo  partito,  di  legger' elfo  flelio  il  libro,  e  nel  rileggerlo,  6l  annotarlo, 
alium  penitus  Mclinam  efje ,  fono  parole  di  un  manofcritto  prelfo  di  Noi ,  at- 
que  ja^dbatur ,  comperit ,  notatis  ctiam  locis ,  adjcriptifque  ad  margìne?n  mcinii 
fua  verbis  ,    (ju£  ììlum  à  Semhdagianoriim  errore  quàm  longijjiwè  abejje 
demonflrarit,  Extat  hicLibcr  [e]  in  Tabnlario  Etmano  Societatis  Icj'u .  Mi  %^^^f„  ^j[Ji,f.'^„ 
comunque  lì  andalTe  l' affare  j  fcorfa  gran  parte  di  un'  [d]  anno  in  ingegnofe,  fe^^a'^DornHi^ro- 
mà  non  mai  concludenti  confiderazioni  fopra  le  cenfurate  venti  propofi-  hiTfSoc.uiu.,  & 
zioni,  il  Pontehce  decreto,  voler  effomedeiimofeder  Giudice  di  un  tanto  d  ^nn.icoi. 
affare ,  e  udir  le  parti ,  effo  fteffo  fpettacolo,  e  fpettatore  della  dotta,e  cele- 
bre difputa,  benché  prediceffe  con  ifpirito  fuperiore  il  Bellarmino,  che 
quella  lice  non  farebbe  rtata  giammai  da  lui  definita ,  parole  molertamente 
dal  Pontefice  apprefe ,  e  che  forfè  cagionarono  l' allontanamento  da  Roma 
di  quel  Cardinale ,  tramandato  honorevolmente  dal  Papa  all'  Arcivefcova- 
do  di  Capua  :  onde  avvenne ,  che  una  tal  remozione ,  e  qualche  altro  fegno , 
che  ne' grandi  affari  femore  trafparifce  nella  faccia  de'  Principi ,  faceife 
credere,  che  il  Papa  inchinafle  à  favore  della fentenzaoppofla alla Com- 

Oo    2  pagnia. 


tn- 


ClF  MEN- 
TE Vili. 

a  Inm.f.  citatoli 

e  or por  e  . 

b  ìjMarti'iiCoz, 


fin'  al  fine  di  Set- 
tembr€an,i6QZ, 


d  ^nnoiSoì, 


e  ^.nno  i6q$. 


580 


Secolo  xvr. 


pagaia,  cioè  alla  fìfica  predeterminazione,  mentr'cgli  debilitò  notabile 
mente  con  la  partenza  del  [  <i]  Bellarmino  la  caufa  de'  Giefiiiti . 

Clemente,  ficcomehaveva  promeflb,  così  rifoluto  di  attendere,  inti- 
mò [  ^  ]  il  primo  folenne  Congreffo  per  la  definizione  della  materia ,  ed  elFo 
ileflb  portovvifi  nella  gran  Sala  del  Vaticano  ,  afTiftito  da  due  Cardinali 
Pompeo  Arigoni ,  e  Cammillo  Borghefe ,  deftinato  dal  Cielo  prima  al  Pon- 
tificato, e  poi  alla  terminazione  di  qnefta caufa.  Sedevano  fotto  il  Trono 
Pontificio  Tedici  tra  Dottori,  e  Prelati,  il  Beccaria,  el'Acquaviva  Gene- 
rali de'  Domenicani ,  e  della  Compagnia  .  Gli  Antagonifli  ektti  dall'un'Or- 
dine,  e  dall' altro  alla  gran  difputa,  tiirono  Diego  Alvarez  per  la  parte  de 
Padri  Predicatori ,  e  Gregorio  di  Valenza  per  quella  de*  Giefuiti.  Con  ur- 
to ftrepitofo  fiordi  argomenti,  hor  di  dottrine  combatteffi  valentemente 
quattro  intiere  bore ,  doppo  le  quali  fatti  entrare  ambedue  con  i  loro  Ge- 
nerali in  una  prof1]ma  ftan'za,  e  fermatofi  lungo  tempo  il  Papa  a  confultar 
co' Dottori  aliiftenti ,  e  quindi  fuori  richiamati  e  li  Generali ,  e  li  difenden- 
ti, impofe  loro  fotto  graviflìme  pene  il  fecreto,  &ilfilenzio.  Qtindi  pro- 
cederi ad  altre  otto  [e]  Congregazioni,  nelle  quali  à  Diego  Alvarez  fu  fo- 
llituito  Tommafo  deLemos,  &  à  tutte prefcrjlle  gli  argomenti  T  ifteifo 
Pontefice  circa  la  natura  della  Grazia  efficace ,  e  la  concordia  di  ella  con  la 
libertà  creata ,  eh'  era  il  fol  punto ,  per  il  quale  era  Itata  avocata  al  Tribuna- 
le di  Roma  la  caufa.  Doppo  la  nona  Congregazione  Gregorio  di  Valenza 
forprefo da tediof<a infermità,  emutandopiiìtoftoMondo,  chearia,  mo- 
rì in  [d]  Napoli ,  fubentrandoin  luogo  di  lui  Pietro  Arrubal ,  che  anch'egli 
paifato  ad  altra  vita  doppo  la  decimanona  |,Congregazione ,  lafciò  l'arena , 
t  la  pugna  a  Ferdinando  Baftida ,  Theologo  della  Conipagnia ,  non  inferio- 
re agli  altri  nel  pregio,  e  fregio  della  dottrina.  Non  mai  s'intermifero  le 
Congregazioni,  che  giunfero  fin' alla  trentefimafettima;  ma  nella  penden- 
za della  trentefima  ottava  intimata  ]e]  perFebraro,  ammaloflìil  Ponte- 
fice, che  morìsùliprincipiidi  Marzo,  lafciandoal  Succeiibre  digerita  in 
gran  parte  >  ma  non  rifoluta  la  Queflione , 


Fine  del  Secolo  DecimofeJlo< 


s  E- 


S    E 


LI 


581 
COLO     XVIL 

CONTIENE 

PONTIFICATI 

DI 

Leone  XL ,  Paolo  V. ,  Gregorio  XV. , 
Urbano  Vili. ,  Innocenzo  X.,  Alef- 
fandro  VII. ,  Clemente  IX. ,  Cle- 
mente X.  j  Innocenzo  XI. ,  Aleffan- 
droVIIL,  &  Innocenzo  XIL 


U     H    E    R    E    S    I    E 

Di  Marc'  Antonio  de  Dominis  ,  degli  Arminiani 

degP  Illuminati ,  delli  Janfenifti ,  Preadami- 

ti,  Borrirti,  Quietifti,  edeiMoIiniftì 

fin  air  anno  1700, 


Tomo  ly. 


Oo    3 


CathO' 


5  82. 


Catholica  Dei  ^  Apoflolicaque  EccU/lafemper 
defuis  oppHgnatoribus  triumphavit  • 

In  Epift.  Patrum  Orient. 
ad  Stephanum  VI. 


SECO'- 


^  g  ^        Paolo  V. 

S  E  COLO     DEC  IMO  SETTIMO. 

CAPITOLO    I. 

Leone  Undecime  Fiorentino ,  creato  Pontefice 

il  I.  Aprile  1605, 

Paolo  Quinto  Romano  ,  creato  Pontefice  li 

16.  Maggio  1605. 

Profeguimento  delle  difpute  nella  ^ejìione  De  Auxil iis . 
Marc*  Antonio  de  Dominis ,  [uè  qualità  y  apoflafta,  (!^  He- 
refte  .  Nuo^e  Sette  in  Inghilterra ,  in  Hollanda ,  &  in  Ger- 
mania. Giuhileo de  Luterani.  Edmondo  "Kìcherio ,  fuo  li- 
bro,  errori,  e  condanna.  Alorte dìTheodoro  'Bez,a*  Pro- 
fejjtone  di  Fede  Cattolica  de'  Alaroniti,  Chaldei,  &  Ar- 
meni .  Accettazione  del  Concilio  di  Trento  nel  'B^gno  di 
Francia .  Adiracolofa  'vittoria  delle  armi  Cattoliche  contro 
gli  Her etici  nella  Germania  -,  &  iflituzione  della  Fefta  del- 
la Adadonna  della  Vittoria ,  e  Adonti  eretti  da  que  fio  Pon- 
tefice in  fo'wenimento  dell'  Imperio  contro  gli  her  etici. 


Profeguimento 


ri.  De yAuxiliis,\a 
Decreto  Poiitiiì> 
tiofopra  efla. 


Unquerinovatafi  fottoii  Pontificato  di  Paolo  Quinto 
la  riterita  difputa  ,  ed  effendo  ftate  fino  nllora  come 
comb  utLite  le  fortificazioni  efterion  della  Otta ,  cioè  puu  neiM  mftcl 
li  libro  del  Molina,finaliiiente  Ci  ginnfe  a  battere  laRoc- 
ca,  eil  forte  della  queltione,  cioèlapredetenninazio- 
nefifica,  elafcienzamediajinnovedilpute,  tenute  in 
Famofo  contradittorio  da  una  parte,  e  dall'altra  alla 
"-"  maertofa  prefenza  del  nuovo  Pontefice.  Lanfoliizio- 
ne  apparve  ardua ,  e  ditTÌcoltofa  per  tutti  li  verfi ,  nel  principio,  ne'progrefii , 
enelfuofine;  onde,  fecondo!' antico  coftume  della  Chiefa  di  nulla  decide- 
re ,  ogni  qualunc^ue  volta  non  ne  apparifc  a  ò  rivelata ,  ò  convincentemente 
provata  la  verità,  e  laluflìftenza  del  DogiDa,  il  faggio  Pontefice  impofe 
il filenzio ai  Domenicani,  ea'Giefuiticirca  la  qualificazione  dell' unafen- 
tenza ,  e  dell'  altra,  e  comandò  ai  loro  Generali ,  che  ciafcuno  fcrivelfe ,  cor 
mefeguì,  a  Superiori  delle  loro  cafe  una  lettera  in  quefto  precifo  tenore: 
5«4  Santità  ha  fatto  intendere  tanto  a  quelli ,  che  hanno  difputato  ,  quan- 
to a  Confultori  dell'affare  de  Auxiliis,  che  poteva  ciafcuno  tornarfene  afuoi, 
aggiungendo ,  eh' ella  publicarcbbe  ,  quando  farebbe  tempo  ,  la  dich'una'^iQ- 

O  o     4  /if , 


Paolo, V.       584  Secolo  XVII. 

ne,  e  la  fua  decifione:  che  intanto  prohìbìva  ferììfjìmamente ,  che  nìuno 
trattando  quefta  Quejiione  ,  qualifìcafk  ,  ò  cenjurafìc  l' altra  parte  :  di  più 
ci?  ella  ordinava  tanto  a  Giefuiti ,  quanto  a  Domenicani  di  punire  fevcra- 
mente  quegli j  che  in  qualche  co/a  contravenifìe  a  quejì'  ordine ,  il  quale  vo- 
leva ,  che  fojìe  ojìervato  inviolabilmente  .  Ella  defidera  parimente  ,  che  ft 
afiengano  da  parole  dure  che  mofirino  afpre':!^':i^a  ,  e  perciò  havrà  cura  V. 
j{.  di  far  ojìervare  tutto  ciò  ,  e  di  darmi  avvifo  di  tutto  quello  che  pafòcrà  in 
quefla  materia  ,  affinchè  io  ne  pojja  render  conto  a  S.  Santità .  Così  la  let- 
tera: alla  quale  j  per  togliere  ogni  pabulo  al  fuoco,  &ogn'irritamento 
a  ^nnticu.  alla  dìfcordia,  feguì  la  [a]  Pontifìcia  prohibizione,  CN^e  libri ^  &  [cripta 
de  ^Auxiliis  gratu  m  lucem  ederentur,  nifi  prius  à  Sacra  Urbis  Inquifitione 
recognofcantur , 

Quelle  favie  provifioni  parvero  allora  fufEcienti  a  fupprimere  que'  di- 
fturbi,  che  follevatipoteano  renderli  fcandalofi  alla  pietà  de' Fedeli,  ed 
aggradevoli  alla  malignità  degli  Heretici,  i  quali  godevano  alla  diflenzio- 
ne  di  quelle  due  Scuole ,  che  per  la  eccellenza  della  loro  dottrina  fi  rappre- 
fentavano  a  loro  formidabili,  quando  elleno  foffero  unite .  Mdindiaqua- 
rant' anni  rinuovoffi  per  la  Europa  una  fama,  né  fi  si,  d'onde  ella  ufcifle, 
che  il  Pontefice  Paolo  Quinto  havefle  condannata  la  fcienza media,  pro- 
ducendofi  copia  di  Bolla  iklTa  da' cenfori ,  &c  approvata,  msì  non  promul- 
gata pofcia  da  quel  Pontefice;  il  che  fu  un  nuovo  allarme,  per  cui  fivid- 
derocome  di  nuovo  difpofti,  e  pronti  li  litiganti  a  reintegrare  il  combat- 
timento: e  ne  farebbe  feguito  con  maggior  pregiudizio  tri  elfi  l'attacco, 
fé  la  previdenza  di  chi  fedeva  allora  per  maeftro,  e  giudice  nella  Cate- 
dra di S.  Pietro,  nonne  havefle  d tempo  fupprefla la  commozione  con  il  fe- 
^ij.^;«7,Viff;4.  guente  Decreto,  che  la  Sacra  Inquifizione  emanò  in  quefto  [b]  tenore: 
*  Cum  tam  ^oma ,  quàm  alibi  circumferantur  quidam  afìerta  a5ia  m.  f.  ,  & 
forfan  typis  excufa  Congregai ionum  habitarum  coram  fel.  recor.  Clemente 
OCiavOi  ac  Taulo  iliiimofuper  Qii^Jiione  de  AuxìVnsDiwinx  s,i2itìx ,  tam  [uh 
nomine  FrancifciTegn^  olim  B^gmame  T{pt£  Decani,  quàm  Fratris  Thoma  de 
Lemos  Ordinis  Trtsdicatorum  ,  aliorumque  Tralatorum  ,  &  Theologorum , 
qui,  ut  afferitur,  pr^di^ìis  interfuerunt  Congregatiombus  :  nec  non  quoddam 
^utographum  ,  feu  exemplar,  cujufdam  afierta  Conftitutionis  ejufdeìn  Vaull 
Qiimtifuper  definitionepr£di6ì<£  Qu^ftionis  de  Auxiliis ,  ac  damnationisfenteu- 
ti^,  Jeu  fententiarum  Ludovici  Molin^e  Societatis  Jefu  :  eadem  San&itas  Sua 
pnefenti  hoc  Decreto  declarat ,  ac  decernit,  pr^^di^is  aJJ'ertis  adis,  tam  prò 
fententia  Fratrum  Ordinis  S.  Dominici,  quàm  Ludovici  Molina  ,  *aliorumque 
Societatisjeju  E^eligw forum  ,  &  ^utographo  five  exemplar i  pr adirla  aj] er- 
ta Conftitutionis  Tauli  Quinti  nullam  omninò  effe  fidem  adhibendam ,  ncque 
ab  alter utra  parte,  Jeu  à  quocumquc  alio  allegari poffe ,  vel debere,  fedfuper 
Quafiione  pradi^a,  objervanda  effe  Decreta  Tauli  Quinti,  &  Urbani  06ìa- 
vi  fuorum  pradecefiorum.  Così  la  dichiarazione  d'Innocenzo  Decimo,  e 
Dio  voleffe ,  che  così  fofle  ancora  il  fine  della  Queftione ,  ficcome  non  mai 
decifaj«i«rc  da'Vicariidi  Chrifto,  così  non  mai  concordata  infamo  dai 
partitantidi^fla. 

Alle  agitazioni  narrate  della  Grazia  andò  di  pari  nel  corfo  del  tempo 
Anconi^o^d e  d'o-  «"  dìfgi aziato  Ecclcfiaftico ,  che  pafciuto  feinpre  nel  meglio ,  e  vifllito  fem- 
niiiiis,  fucHcre-  pre  nel  fommo  della  Chiefa  ,  nulladimeno  non  mai  coli' animo  fu  nella 
?ffe'  *  "'^°  '^'  Chiefa,  onde  né  pur  morto  meritonne  il  corpo  la  communione  con  ella. 

Quelli 


Capitolo    L  «J85        Paolo  V. 

Quefti  fu  Marc'Antonio  de  Domìnis  nato  in  Dalmazia  nella  Città  di  Arbe, 
huomo  cotanto  inclinato  inficme,  &  avverfo  alla  Religione  ,  che  entra- 
to in  Verona  fra'Padri  della  Compagnia  di  Giesù,  quindi  ne  ufcìò  attedia- 
to di  quel  ben  vivere,  òfcacciato  pe'l  fuo  mal  vivere;  ond'eflo  fteiTo  \_à\  1  Marcus ^nt.dt 
ndho  deted^to  Libro  de I{epitblicaChrifliana  afferma  ài  efiere  flato  Gie-  ;?/J''J/T,£f/* 
fuita,  e  iì  vanta,  ch'eifiì  gran  Lettore  di  Rhetorica,  e  di  Filofofia  in  Bre-  chrìfi.  ' 
fcia,  intendentifilmoProTeilbre  di  Matematica  in  Padova,  d'ingegno  va- 
lente, e  che  (  fé  vogl'am  credere  à  lui  )  la  Compagnia  molto  perde  con 
perder  fé  j  chedaleieflbnonfiìfcacciato,  midi  volontà  ufcinne,  non  gra- 
dendogli quell'Iftituto,  in  cui  più  volte,  come  dicefi,  eglifù  penitenziato 
perambiziofo,  inquieto,  e  mancante  di fenno,  epocomen  di  ragione, 
havendolo  poi  tale  dimoftrato  li  futuri  eventi,  che  foggiungeremo  .  Dal 
pafcolo  diquella  nobile  Religione  egli,  non  so  come,  falì  fempre  imper- 
fettodimente,  e  di  cuore  allo  ftato  perfetto  della  Chiefa  di  Dio,  pri-  ^  ^„  ,-„^. 
ma  da  Clemente  Ottavo  [b]  promoiVo  al  Vefcovado  di  Segni,  e  poi  da 
Paolo  Quinto  traslato  all'  Avcivefcovado  diSpalatro ,  che  reile  poco  tem- 
po,cioé  iìn  tanto  che  richiefto  prima,  e  poi  forzato  co'foliti  termini  della  ra- 
gione civile  al  pagamento,  ch'ei  ricufava  ,  di  una  penfione,  dì  cui  fu 
gravato,  effo  confenziente ,  dal  detto  Pontefice  ,  concepì  odio,  e  ven- 
detta contro  la  Sede  Anofiiolica,  e  coltivandone  ipenfieri,  e  congiungen- 
do ai  penfieridi  fdcgncf  una  fomentata  paiiionedi  fuperbia,  per  cui  pare* 
vali,  non  goder'elfo  appreUb  i  Vefcovi  fuffraganei  della  fua Provincia 
l'eftimazione  dovuta  alla  qualità  di   Metropolita  ,  Primate  della  Dal- 
mazia, e  della  Croazia,  della  qual  dignità  veniva  fregiata  quella  fua  Chie- 
fa ,  [e]  ambìtione  du^ui ,  dice,  e  piange  di  lui  un'Autore,  ex  Oliv<.-e  nu-  e  Bonavcnt.  Md- 
eleo  afpcr  Oleajìcr  i  ut  Ter  tulli  ani  verbis  utar^  eruptt,  &  velut  novus  de  va/iam  cataLn^- 
CoiloLucìfer ,  è  fiiblimi  Epifcopatus  dignitatis  arce deje^fits ^  in  hxrefimcor-  M'^^/iDomin^s. 
ruit,  atqucexCatholicOj-Ò' I^eligiofo  homine  ^pojiata^  ex  Tafiore  Idolum  ^ 
ex  Epifcopo  Lupus  ^  ex  Fidei  Magifìro  tandem  Schijmaticus .,  &  H^retìcus 
fa&us.  Ma  ficcome  del  bene,  effendo  ancora  proprietà  del  male  ,   il 
diffonderfi,  non  ifìimando  loSpalatenfe  buon  Heretico,  chi  nel  medefi- 
mo  precipizio  non  tira  fecofeguaci,  die  di  piglio  alla  folita,  e  pronta  fpa- 
da  degli  Heretici,  cioè  alla  penna,  e  in  due  groflì  Tomi  compofe  un  Li- 
bro, ò  per  meglio  dire ,  in  que'due  Tomi  confarcinò  molti  Libri  di  diver- 
11  Heretici,  che  per  offendere  la  Religione  Cattolica  prendendo  à mira  il 
Pontificato  Romano,  contro  quefto  vomitarono  mille  aflerzioni,  non 
menfacrileghe  nella  empietà,  chedecantate  nell'affunto.  Pervenuto  dun- 
que al  termine  del  fuo  difegno ,  egli  die  titolo  al  Libro  de  F^epublica  Chrìjiia- 
na,  e  proveduto  di  quefta  merce  ,  meditonne  lo  fpaccio  nelle  Piazze  , 
ove  ne  correva  libero  il  traffico',  e  gradito.  Conteneva  il  Libro  trentafet- 
tepropofizioni  di  qiiella  Herefia,  pari  alla  quale  nifuina  ne  compariva  co- 
tanto applaudita  .da'mal'affetti  alla  purità  della  Fede  nelle  Regioni  Setten- 
trionali della  Europa.  Elle  erano  .  Primo,  Omnimodam  [d]  paritatem  ,  d  De  Domina  i.t. 
& (nquditatem mter ^pojiolos fuijje :  Secondo,  Vetrum  ncque [elCaput,  ne-  i'StT\x^c'^''!i''-o. 
queTrincipem'tApoftolorumfuiJJc:  Terzo,  ^poflolis  [/]  nihil  datum,  mìni  £ lùid'.i.i'.c.z.n.zo'. 
concejjivm ,  nifi  purum  minifkrium  Fidei  Chrijitper  Evangelii  pradicationem 


Paolc.IV.       -g^  Secolo  XVII. 

che  l'iniquo  replica  {jìù  volte,  hoftilmente,  e  da  difperato  mordendo ,  e 
i^n.dAA.c.i.n.ìo  j.jpjgiJ2,-,^ÌQ la Ecclelìaftica Monarchia:  Scilo,  Chrijius  [a]  fuìt  tantum  in- 
vifìbile Ecckficè  Caput y  ond'eglifempreerdudendola  Monarchia,  coftitui- 
b  ibìd.i.i.ci.n.io  \z.  nella  Chiefa  l'Ariftocratia:  Settimo,  l^uUam  [b]  omniuòpotejìatem, 
e  ibid.i.i.c.j.„.i4  ji,^  nurjum  tantum  minifierium ,  (juocl  poteftatem  expellitt  in  ^pofìolts  fuif- 
fe:  Ottavo  j  Tetrus  [e]  nonfortnalitery  &  verèi  Jedpotiùsparabolicècla- 
ifòìi'.i'ucf"'^'  "^^^  recepii  à  Domino t  onde  inferiva,  Tetrum  efie  Ecclefite  figurami  No- 
f  uìdj.'i'c'ióy     no,  ^Apofioli  [ci]  utChriJìiTaJiores ,rion  funt  oves:  Decimo,  Tetrum  [e] 
a  io,d.Lz.c.un.u.  jJYaelitarum  tantum  Oves  pafcendasfufcepifk:  Undecimo,  Tetrum  [/[  tion 
habuijje  fupremum  Trincipatum-.DuoàQQÌmOi  Quicunque  [g]  ab  ^poflo- 
\ibidti.c.i2,n.ii.  ^i^  Epifcopi  fiebant i  eos  protmusbabere  eandem  ^pojìolicam  potejiatcm  uni- 
verjalem  m  Ecclcfia  :  Decimoterzo ,  Epifcopi  [h]  &  presbyterì  ìnter  fs 
k  ii'id.i.ìc.^.n.c,  differuntefientialitcr:  Decimoquarto ,  Quilibet  [i]  Epifcopus  efi  Monarcha m 
1  iùid.i,i.c.4.n.ic.  j-^Q  regimine:  Decimoqninto,  Deusfuum[h^]concur]umfpecialcmnoluitt4llo 
Sacramento obhgare:  Decimofefto ,  Sacramentum[l]Ordinis j  cui  Deus  jpe- 
cialem  fuum  concurfum  obligavtt ,  non  efie  vere  Sacramentum  :  Dccimofet- 
mii,ed.i.i.c.s.n:6  umo ,  Jurifdi£ìionem  [m]  tn  habitu  mutroque Epifcopo  de  jure  Divino  uni- 
verfalem,  in  totaEcchfia  eJJ'cy  ina&uverò  non  c{]e,  nifi  in  propria  Eccleftai 
^  ii'id.i.i.c.s^ptr  V>Qc\\r\oil2L\OiTapam  [«]  m  Epifcoposnullampotefìatemhabere y  aut  txer- 
'"'"•  cere  pojìe  ,  conia  pretefa  ragione,  perche  Tota  junfili£ìio  de  jure  Divi- 

no y  quixin  ^pojiolis  fuit  i  e[i  etiam  in  Epifcopo  y  onde  l'empio  conchiu- 
deva, Totefìatcm  Epifcopi  non  pendere  àTapa,  fed  aqualcmcumTapahabe- 
re  in  tota  Eulefia  ,  e  foggiungeva  ,  Epifcopus   nulli   certx   Eccleft£   de 
o  iùid.t.z.c.j.n.24  ji^yg  Divino  efl  ardandus  ,   eò  quòd  de  jure  Divino  per   omnes  Ecclefìas 
poffit  excurrcre  :  Decimonono  ,  Finculum  [  0  ]  Epijcopi  cum  Ecclefta  in 
P  iiid.i.2,c.9.r,.^.  communi  folvibile  efì  :  Vigeiìmo  ,   Epifcopi  [  p  ]  pr^elationem  ,  ac  jurif- 
diBionem  in  Tresbyteros,  ex  Laicorum  Trwcipum  potefìate  fumpfjfjeexor- 
q  iiid.i.2,c,it.?,.ì.  f^if^Y^^.  vigefimoprimo,  Ecclefìa   [  q  ]   votum    continenti^  Sacris  Ordini- 
bus  anne£iere  non  fotefl  :   Vigefimofecondo  ,   Monachorum    [  r  ]   infìitu- 
'&LÌ'i'.\'''nT  ^■'  ^^^^  ""^^^  publica  infìitutione  emerfu  ,   &   ^orum  flatus  à  Late  ali  s  Ordì- 
14-      "  ""'   '     nis  fiatu  non  efì  feparatus  :  Vigefimoterzo  ,  Votum   [/]  perfonale   ex 
tiiid^i.i.c.iz.n.fi,.  j-Qia  interna  dcliberatione  ,   &   plenifjima  elc£iione  ,    non    oritur  :   Vigefi- 
moquarto  ,  Imequalitas  [f]  pralationis y  &  fub]etlionisin Ecclefta introdu- 
L?o'n.'l'.&"f''"^'  àa»  maximam  in  cam invcxit confufionem  :  Vigeiìmoquinto  ,   Topuli  [u] 
u  lùidj.i.c.j.n.i.  confenfmn  in  Epifcoporum  eletìione  y  ele6iionis  jus  intrinsecò  habent  :    V'jge- 
iìmofefto,  Epifcopi  [x]  habent  jus  eligendi  Succeffores  :  Vigeiìmofetti- 
ìi.  uìd.n.ci.         j-jio,  Ordmationem  [}']  Epifcoporum  y  non  legcm  y  nonCanonem ,  non  pr^ce- 
^  ib'id.l'.yl'.l'.  &  ptum,fed nudam confuetudincm efje :V igciimottsivo y  Epifcopi  [:(\in(uaEccle- 


CI  l.n 


fia  jure  Divino,  fupremiy  &  immediate  foli  Deofunt  fubje£ii  :  Vigefìmonono, 
iziù-d  é-i  J^^*'^  i^^ì  I>^'^^^o  nulli  junt  Metropolitani y  nulli  Trimatesy  nulli  Tatriar- 
(.10,'n/^'.'^'  ~  ^"  cb£y  &  nullum efie difcrirnen  intcr  Tatriarcham,  &  ^j^cbiepifcopum  :  Tri- 

gfiemo,  Tatriarchalcs  [bb]  Sedcs  ,  fcilicet  ^Icxandrina  y  i{pmanay  ^dntio- 
bb  ibid.c.io.v..i'j.  cbenay  primatum  fuper  c<tteres  Ecclcfias  babent  y  obeminentiamCivitatumf£- 
cliùid.iiù.\c.u.  eularium:  Trigelìmoprimo,  Tallium  [ce]  nihil  potefiatis  tribuit  Mctrapo- 
w.iV"  ''■  ■  ■  litanis:  Trigeiìmofecondo  ,  Ecchfia  [dà]  Romana  paucarum  dumtaxat Ec- 
dd  ii>id.i.4.r.s.n.  f/^/;^j.^^;2  eji  Caput  y  &  e  jus  prxeminentia  ab  Urbis   magnitudine  pendet  i 


7  (ir  14 


K<  iù,.ÌLì..cap.r.>.  Trigeimioterzo,  Isleque  [ee]  Tetro y  neque  ulli  ^pofiolo  datur  perfonalis 


f ;f^ 'V:'' '■  *^  '*  '^'  Ecclefìa  fucccjjio rò' clave) non  Tetro , 'fed Eceleju  à  Cbriftofmt collat£y 
ft-  u-,j.  'r.s.  ^  claves  Tapa  ab  Ecckfta  accepit  :  Trigeiimoqnarto,  ^ppeltatic nes  [ff\  Ea- 

(.Le- 


Capitolo  L  587       I^AOLoV. 

cleJtarumad!{ontamnodebefit:  fieri:  Tr^gclìmoqninto,   Canones  [a  ]  5<zr- ^ /ìì<ì./4.c.8.«.jj 
dicenfis  Concilii  in  Ecclefìa  nullius  funt  auujritatis  :  Trigefimofefto,  Car-  ?^    ' 
dinales  [h]  mllamaliam  fuper  dtos  pr >ìrog.Uìvam  bahent:  Trigefimofet-  ^  ^^"'•'•^• 
timo,  Tapa  [e]  P^qmanus non  cji  vere  Tetri  Succcffor .  Così  l'herefie  à^ì  e  ibid.c.6. 
deDominis  nell'allegato  fuo  libro:  altrove  [d]  poi  egli  in  ogni  pagina  ^  ^'  oominìs  in 
chiama  la  Chiefa  Romana  JS^i*//o«/^,  e  sfacciatamente  [e]  ripiglia  i\S2^-%offffitriTt.i7-- 
ero  Collegio  de'Cardinali ,  nuo  vo  Lutero  di  temerarietà  in  qiiefto  Secolo.  ^  //f"  '«  trastM 
Md fcLioprinne ,  e  confntonne  egregiamente  le  pazzie,  e  gli  errori  il  celebre  ca'SuHm!""" 
Maefìro  Domenico  di  Gravina  Domenicano ,  Filippo  Fabro  Minore 
Conventuale ,  Zaccharia  Boverio  Cappuccino ,  e  Domenico  Veneto  Vef- 
covo  di  Vercelli ,  che  valentemente  fcriffero  contro  quefto  forgente  Here- 
Ikrca.  Mi  per  il  premeditato  viaggio  in  Inghilterra  ftimando  il  deDomi- 
nis poco  e  tenue  fi  fuo  havere,  fé  non  provedevafi  ancora  di  quello  del 
compagno,  procaccioflì  la  fallace  Hiftoria  del  Concilio  ài  Trento  com- 
pofta  da  fra  Paolo  [/]  Sarpi,  per  imprimerla  prima  nelle  flampe,  epre-  fFràPaoio  nacque 
Tentarla  pofcia,come  feguì,à  qualche  gran  Perfonaggio  della  Religione  Pro-  J^  ^T"-'" ,  '',  l^} 
teftante,  con  ficurezza di  accatcivarfene con  tal  dono  la  protezione.  Alle-  Se^clio^''lhìamfft 
ftito  dunque  quefto  nobile  Equipaggio ,  egli  il  miferabile  [g]  fuggiffene  da  ^''j^^^/^^^^' 
Spalatro,  e  tirapaflando  li  Svizzeri,  e  la  Germania  fuperiore  pervenne  in  ^ 
Inghilterra,  e  quivi  date  alla  ftampa  le  (uz  Opere,  prefentolle  al  Rè  Gia- 
como, al  quale  precifamente  dedicò  la  fopranominata  Hiftoria  del  Conci- 
lio di  Trento fotto  il  finto  nome  di  PietroPaolo  Soave,fcritta,com'egli  affer- 
ma nella  lettera  Dedicatoria,  daperfona,  che  viveva  fra'Cattolici .  Doni 
degni  da  ofiferirfi  ad  un  Rè  Heretico  da  un'Apoftata  [  /;  ]  della  Religione  hniM^rc-  ^n-. 

Cattolica  .  '''  Domnit  vedi  l 

Ne  bifogno  haveva  allora  l'Inghilterra  di  eflere  accalorata  nel  male   "nuovi  HeVetk-i 
dagli  fcritti  d'Autori  ftranieri ,  eifendovene  tanto  de'paefani,  che  oltre '"  ^"^hiiterra. 
paftavano  eziandio  il  defìderio  di  chi  coltivavane  la  promulgazione  .  Im- 
percioche  coli  ripullulavano  allora  oltre  aU'herefìe  lacrimevoli  ,  che  noi 
habbiamone'precedenti  Capitoli  enumerate,  le  nuove  fentenze  degli  an- 
tichi Origenifti ,  Ebioniti ,  e  SabeUiani ,  &  un  Hincmanno  Cavaliere  Ingle- 
fediffe,  e  fcriifefopra  la  futura  falvazione  de' Reprobi ,  e  dc'Demonii  ;  j  ^f^i^^r  /   ,; 
un'Hercole  Coxarn  [ì]  Ts[i^ilim  interrai  efìe  alium  TaÌioremnifiChri{ÌHm,\nn\cì9*  "'"'' 
moftrandofì  egiiinqnelto  errore  òcondottiere,  ò  feguace  del  deDomi- 
nis, Diesomnes  fejios  penitits  abolitosi  &  tri  Sabbathumtngrefìos ;  nulUm 
altam  pocnitcnttam  admitti  oportere,  nifi  [olam  jujìifiiationem  ,   (jna  acce- 
ptat  impeccabiles  bomines  fiebant:  genuflexionem  in  Cana  Domini  y  &  alias  ■ 
reverentias  efje  IdoloUtriam  :  omnia  nomina  (  exccpto  Cana  nomine  )  quibus 
hoc  Sacrarnenmm  appellari  folitum  efi  i  rejicienda  efk  tanquam  nova  ,   & 
mScripturlsSan&isinufitata;  un  Giovanni  Trafto,  che,  rinovate  l'herefie 
del  Coxam ,  aggiunfe ,  yicìjjim  ornndum  effe  ,   quandct   plures  exijiunt  , 
tum  Viri  y  tumFcemin^y  un  nuovo  Theologo  Spa;:^nuolo  Serveziano,  ]e- 
fum  Cbrtjium  prorfus  abnegari  debere  :  unam  tantìm  effe  Ter fonarn  Divinam, 
&agno[cendos  potiusmDeo  perfióiionis  gradus  j  quàm  ulUm  perfonarum  di- 
ftin6iionemy  ed  elio  dic^vaiiSalvadore  del  mondo.  Sicché  entrato  il  de  Do- 
minis  nella  regione ,  e  religione  Inglefe ,  entrò  non.tanto  in  un  mare  ài  he- 
refie,  quanto  in  una  plaude  ftagnante  dì  oj;ni  più  fetida  hcvefia,  onde  il 
puzzoreferviffegli di rifvegliamento  nella  futura  converfìone,  chediluiin  Gr^^Z/xv''"'-^''^' 
uo[  y  luogo  foggiungeremo . 

Con 


PaoioV.       ^gg  Secolo  XV IL 

Conlimedefimìconfufi  pafll  di  fiibalteme  fette  givàfi  in  fé  fteffa  intri- 
cando la  herefia  in  HoUanda .  Francefco  Gomaro  di  Bruges  profeffore  del- 
^  i^iT'inlHa  la  fetta  rigida  di  Calvino  infegnò  in  Leyden,  [^]  Defcenfum  Chrijii  ad  Infe- 
fi^ttraan.  iGo'i!"^  Yos  ììou  fccundùm  ^Animam  ,  fed  fecundUm  Corpus  quìefcendo  in  fepulchro, 
notneninfeyni  fepukhmminterpretans  ;  &  altri  al  contrario,  cioèlifegua- 
h  Maiv.ioc.cit.in  cì  dcUo  Smidclino  ,  J^'fnm  [b]  Cbriflum  defcendifìe  ufque  ad  locum  dam- 
^"' ^^""^^'"^ -^^^  natorum ,  ibique  ejt4s  animam   damnatorum  posnas  pafiam   futfie  :  Deunt 
praordinafie  homines  ,  pleropiue  ad  inepitabilem  ,  ac  fempiternum  crucia' 
tum  ex  abfoluto  fuo  beneplacito  ;  &  illos  praeordinafie  ad  ipfum  peccaturrit 
laiSa^'^de-Goma-  ^  pcccandi  necejjìtatem  :    Deum  eltgifje  aUos  ahfolutè  cura  refpeBum  fi- 
niììAAnmnuni.  dei  mChnJhm:  Chriftumnon  ejfc  mortuum  prò  omnibus  hominibus ,  fed  tati- 
tttmpro  paucìs ,  illis  abfultuè  eleólis  :  Deum  ne  quidem  •pelle  eos  omnes  fal- 
yos  fieri  i  quibusEvanielium  prxdicaiur:  Deum  nolie  bis  omnibus fufficien- 
tcmy  acnecefiariamioHì/erJìoiiiS  grat'.am  largiri:  qmtquot  convertuntur  ,  ir- 
rejljiibiliter  quadam  Dei  virtHtv  converti ,   &  jemtl  converfos  nunquam 
pofic  grafia  Dei  excidere  y  aut  fidem  fuapte  culpa  amittere:  Chrijium  non 
mceijijje  eadem  virtutis,  ac  fanciituris  via  ^  quam  nobis  ?nonflravit;  Chri- 
jium non  effe  adeptum  eam  felnit-iiÀm  :,  quam  adis  promifiti  Chrijium  vel- 
ie y  ut  omnes  firmiter  crcdant  y  [e  eieSlos  effe,  licèi  hoc  falfum  (ìt:  Fidem 
vivam  3  quatcnus  viva  eji ,  nullo  modo  nob:s  impiitari  ad  jujlitiam  :  ean- 
dem  fidem  non  e[ic  jnfiniam  nobis  inh^rvntcm;  pcenitmtiam  efie  fimplici- 
tcr  pojìerioreni  ]uftific atione .  Nel  medelìmo  tempo  fall  sn  la  Catedra  di 
Leydenfucceifore,  mi  ccntradittoredelGomaio  Giacomo  Arminio,  e 
dell' Arminio  Conrado  V  Vorliio ,  gli  uni  impugnatori  dell'altro  i  ma  tutti 
e  ìmprtjToin  u--  refrattari!  al  vero  dogma della  Chiefa  nel  punto  principalmente  della  gin- 
dt!i<i.i,iGiz.     '  ftitìcazione,  ondeil  VVoriìiohebbe  à  coniporneun  [e]  Libro jintitola- 
**■       to  C atalogus  erro)  um  y  [eu  allucinatio  D.SihrandiB^berti  (  quefti  fi  era  un 
ofìinatilfimoGomarifta  )  perlochetra'iGomarifti,  e  gli  Arminiani  fotto 
laprocetiione  di  potenti  Principi,  dalle  penne  fi  venne  alle  fpade  con  tragici 
avvenimenti  di  una  Religione,  che  non  mai  potefll  accordare  nella  confef- 
fione  uniforme  della  lua  fede,  nèdperfuafione  di  fcritti,  né  à  forza  d'ar- 
mi, rcndendofi  ella  con  quello  fol  motivo  iliabile,  perche  fenz'appoggio 
di  fondamento. 

NèlaGermaniafiìefentedallamoftruofitidi  un  nuovo  Dio,  comparfo 

,         ^^^        [f/]  nella  perfona  di  Ezechielle  Medenfe  Heretico  Luterano  della  Thurin- 

e  ""ex  Mercurio  già,  il qualc  [e]  aflcrivafi il  gran  Principio  ,  e  il  Verbo  Divino,  e  però 

Ga^//o  £*/^/c«d««.  ^{jQJj^j^-^j-^e^  ^ineHlnza  il  vero Giesù  Chrifto.  Pazzia  da  noi  non  mai 

ia'oermana.  notatane  pume'Diavoli ,  non  che  negli  Hereticii  e  pure  un  Luterano  non- 
fololadifle,  màvoUe,  ch'ella  lì  credeife,  ònd'egli  fpacciava  patenti  d'im- 
mortalità  à  chi'l  feguiva . 

\vni'\'  ^  W  contrario  m  Italia  un  Lucilio  diceva  ,  Tsj^ow  enervi  alcun  Dio: 

ò  ch'egli  credeife,  non  mai  eiferviffcato  alcun  Dio,  ò  pur  elfer  morto  Dio, 
quando  morì  Ezechielle  Medenfe,  che  predi  cavafi  per  Dio.  Certo  fi  è  , 
che  Lucilio  con  dodici  compagni  Napolitani  predicò  l'Atheifmo  nell'Ita- 
liaprima,  epofcia  nella  Francia,  irrifo  da  tutti ,  e  pur  cotanto  pertinace 
neli'afferzione,  che  ammonito  dal  Parlamento  di  Tolofaà  rientrare  in  fé, 
à  confcfiare  Dio ,  e  à  fottoporfi  al  Rè,  &  alla  Giuftizia,  rifpofeilteme- 

ceY/xvj'v(rl'd''  ^"^^^o  >  [5  ]  ^^^  ^^  Dcum  attinet ,  nuilum  efie  credo  :  qiwd  ad  I^egcm  , 

Lucifio,  '"""  '  "  nunquam  iilum  effendi:  quod  ad  jufiitiam  ,  iUam  ego  Damonibus  (  fi  ta- 

men 


Capitolo   L  ^89        Paolo  V. 

tHcr.  DiCmònesali^julexiflnnt  )  devoveo .  Onde  incontanente  •gli  fu  tagliata 
laiingua,  affogata  la  gola,  e  condannato  il  corpo  ad  ellecbrugiatonel 
fuoco. 

Poteva,  e  doveva  l'Herefia ,  più  todo  confufa  ,  e  mefta  piangei*  fé  Giubileo  de'Lu; 
fìeffa,  dilacerata  in  tante  fette,  erefahorrida  come  l'Hidra  con  tanta  mo- '"^"'' 
Àriiofità  di  errori,  cioè  quanti  enumerati  ne  habbiamo  (ino  dal  tempo,  in 
cui  apoftatò  Lutero  dalla  Fede;  quando  come  innocente  ella  foffe,  e  pe- 
rò degna  di  publici  ringraziamenti,  e  di  eterna  memoria  ,  aprì  [a]  in  z  ^nn.tSi^,  ' 
queft'anno  una  Scena  non  più  comparfa  nel  Theatro  borrendo  di  tutte  le 
hsrefietrafcorfe,  cioè  una  funtuofa  commemorazione  del  centenario ,  ò 
vogliam  dire  del  Secolo  Luterano,  felicemente  ,  come  diilero  i  Lutera- 
ni, trafcorfo,  e  terminato  dall'anno  della  gran  ribellione  di  Lutero.  Gio- 
vanni Giorgio  Duca  di  Saflbnia ,  i  cui  Antenati  diedero  i  primi  la  mofla  in- 
faufta  à  quel  Secolo ,  egli  fu ,  che  nel  termine  di  elTo ,  decretonne  lapublica 
folennizzazione ,  epubliconne,  fui  finir  di  Ottobre,  come  un  Giubileo, 
a'ieguaci della  fetta  Luterana  con  tré  giorni  di  orazioni,  e  di  digiuno  in 
fefteggiamento  ,  ringrazia;nento,  epompadel  gran  peccato:  equivigiu- 
dicando  paffaggierc  le  impofte  divozioni,  e  fol  durevoli  nella  durazione 
di  pochi  giorni,  per  eternarne  a'Pofteri  la  reminifcenza  ,  fece  coniare,  e 
fparger  medaglie  con  la  ifcrjzione  Stsculitm    Luter^niim  .  O  mifcreden- 
te  popolo  di  Dio!  v'illumini  pur  quello,  che  già  fii  chiamato  [b']  Confpe-  ^  ecci.ì^. 
BorSMulornm,  e  vi  riduca  alla  via  della  vita  quel  forte  Dio,  che  [  e  ]  eji  '^  if''i»9' 
Tater  futuri  [acuii  i  &Vrincepspacis;  che  noi  nell'haver  confiderato  fin 
ora  in  tutto  il  lungo  corfo  di  quefta  Hiftoria  la  lacrimevole  perverfione 
dell'herefia,  non  poflìamo  non  efclamare  alla  oppofizione  dell' Anniver- 
fario  de'voftri  precipizii,  [  rf  ]  T{ecordamint  prioris  Siculi  ,  cioè  del  Se-  ^  uìd,,^^^ 
colo  antecedente  à  quello,  che  malamente  fefteggiate,  quando  figli  di 
Dio  con  la  fiaccola  in  mano  della  Fede  v'incamminavate  così  bene  al  Re- 
eno  de'Cieli,  e  ricordatevi,  che  il  voftro  prefente  peccato,  quand'esli     „ 
iia  pertinace,  egli  e  un  di  quegli  ,  che  [ej  non  remittitur  neque  m  hoc  Si- 
culo, ncque  in  futuro.  Li  Calvinifl:i  molto  pofteriori  à  Lutero  ,  non  po- 
tendo anch'elll  indicar  fimil  feftaal  lor  partito,  e  dall'altro  cauto  non  vo- 
lendo giacer  in  ozio  nella  commozione  di  tanto  giubilo  per  il  fottratto  gio- 
go dal  Pontificato  Romano,  il  Conte  Palatino  Antefignano  di  eifi,  in  quel 
medefimo  tempo  ordinò  difpute  dottrinali  contro  la  Podeftd  Papale,  in  for-  e  co»  luroni ,  e 
ma  non  di  argomenti,  màdiconclufioni,  in  cui  per  quiete,  e  gaudio  de' ^^j*'^ '^<='^^^''''''"'- 
fazzionanti  C\  regiftravano  li  motivi ,  e  le  cagioni  della  loro  fottrazzione 
dalla  ubbidienza  de'Papi.  rj       .  n- . 

empio  tripudio  de  Luterani ,  e  Calviniiti  precoifc  ,  e  come  die  rio.fuequaUt.iai- 
lamoflaunSacerdoteCattolico,  che  àconfufionede'buoni,  voirelfoflef- ''"' ^^^'^'^''' 
fo  porre  le  armi  in  mano  agl'inimici ,  O  difegno ,  ò  avvenimento  egli  fi  fof- 
fe, mentre  il  Coxam  in  Inghilterra,  il  de  Dominis  in  Italia,  egeneralmen- 
te gli  Heretici  nella  Germania  oppugnavano  l'autorità  Pontificia  [/]  furfe  ^ -^««•'<^'•■•■ 
inFranciaconil  medefimofUle  infetto  di  veleno  Edmondo  Richerio  Sacer- 
dote di  Langres ,  e  Dottor  mal  configliato  della  Sorbona,  divulgando  un 
Libro  de  Ecclefìafìica  y  &  politica  potcjìatej  le  cui  propofizioni  apparvero 
fubito  cotanto  difibnanti  dal  fentimentocommune  della Chiefa,  che  rice- 
verono incontanente cfccrazione,  e condannada quella  medefimafcuola, 
ove  l'Autore  le  bave  va  propoftc ,  &  iiifegnate ,  Prefigge  vafi  in  effo  la  decan- 


tata 


Paolo .V,        ^^^  Secolo  XVII. 

tata  malfima ,  Ecclejìa  &  Politia  Monarchica  adfìnem  pupernaturalcm  inflituta 
regimine  ^riflocratico ,  temperataàfummo  ^dnimarum  Taflore  D.'Ì^.Jefu  Chri- 
floi  e  quivi  condannavafi  S.Gregorio  Settimo  come  ufiirpatore  di  autorità 
fol  dovuta  alla  Chiefa  univerfale  nell'ufo  dell'Ecclefiaftiche  Cenfure  ,  come 
s'egli  folle  ftato  il  primo  dfervirfene,  e  non  altri  molti  Pontefici  anteriori  à 
lui .  Infomma  il  Libro  era  tale ,  che  in  elfo  non  tanto  dicevalì  male,  quanto 
maledicevafi  in  quefto  particolare  il  Pontificato  Romano ,  onde  di  lui  dir  (ì 
a  s.^ug.  l.  i<S' dr  poffa  con  Sant'Agoiìino  [a]  Quid efl  aliud ,  quàm  nefcire  dicere ,  &  tamen  non 
Ctv.  Dt,c.  4.        ^^jj^  ^ij-^  maledicerc  ?  Ma  grazie  al  Cielo,  che  la  opinione  di  Edmondo  Riche* 
no  fiifu'lfuo  primo  germogliare recifa  da'medefimi  Francefi  nella  meded- 
ma  Francia,  e  dalla medefima Sorbona,  ondequefto  maligno  Autore  pofl'a 
reftarfmentitoda'fuoimedefimi  connazionali.  Poiché  recando  fubitanea 
naufea  il  Libro  del  Richerio  à  tutto  il  Clero  della  Francia,il  Cardinal  Giaco- 
bitaB^ttai.ina».  "^^  Davì  Siguor  di  Pcrroua ,  che  per  chiarore  d'ogni  virtù  era  allora  [^jT 
nai.ar,.  tóiz'.n  t}  Agoftino  óì  qucl  Rcguo ,  &  il  martello  degl'Heretici, adunò  follecitamente 
d 'l^i^tè !o.\]'  [c\  in  Parigi  un  Sinodo ,  ov'eiTo  Prefidente ,  come  Metropolitano ,  &  Arcive- 
c^n.ii.  fcovo  di  Sens ,  letto  [d]  l'eftratto  del  Libro ,  e  confutatene  capo  per  capo  le 

fentenzc  dal  famofo  Dottor  Sorbonico  Andrea  Duallio,  elleno  furono  da 
quei  Padri  condannate  con  la  cenfura  di  falfe ,  erronee,  fcandalofe ,  fcifmati- 
che,  &  hereticali ,  e  della  condanna  furono  quivi  prodotte  pronte  ragioni  \n 
e  ved',iipoHt,f.di  difefa  del  Pontificato  Romano ,  e  della  fuflìltenza,  e  prove  delle  due  altre[£'] 
Pi,v.'tt.^.fag.$\s,  volte  da  noi  citate  lettere  di  San  Gregorio  Magno,  lacui  validitàpretefero 
allora  d'impugnare  i  Richeriani,  Il  Labbè  tutto  à  lungo  riferifce  il  corfo,  eli 
fentimenti  'di  quello  Concilio ,  che  fé  noi  regiflrar  qui  voleflimo ,  ci  conver- 
rebbe rireliere  tutta  quella  noiìraHiftoria,  tanto  in  ogni  pagina  dielfa 
habbiamo notata,  erintuzzatala  malignità  di  quei  traviati  Dottori,  che 
ne'loro  ferirti  non  hanno  havuto  altro  maggiormente  à  cuore ,  che  il  difere  - 
dito,  elamaledicenzacontro  il  Primato  Apoflolico,  e  contro  la  da  tutti 
i  Secoli  venerata  ampia  podeftàde'Pontefici  Romani .  La  maggior  riprova 
però  de'Richeriani  fi  è  la  ifleffa  ritrattazione  del  Richerio,  che  accomna- 
enata da  altre  rilevanti  circolianze,  farà  da  noi  in  fu o  [/]  proprio  luona 

vrbaHoviii.       annotata. 

Mànon  cosìcon  femplici  fcritti  refeinfame,  &  horrida  anche  la  con- 
Riforgimeiicode-  dizioue  dell'hercfia  il  prevaricato  Aniello  Arcieri,  Sacerdote  Regolare, 
6^.'^Ì"|^'chi  Gno  nella  diflblutezza  del  fenlo,  e  nella  elevazione  dell'inganno .  Rinnovò  in 
di'ciuictifli""'"^  lui  il  Diavolo  le  antiche  mailìme  de'Valentiniani,  e  Montanifti  conlafor- 
genteherefiade'Quietifìi,  de'quali  vedremo  horribilmentc  infetto  quefto 
Secolo,  di  cui  prefentemente  fcriviamoifucccffi.  Egli  dall'altezza  del  Sa- 
cerdozio precipitato  in  ogni  fozzura  di  atto  venereo,  pratticò,  e  predicò 
lecita ogn'immondczza  di fenfo,  ogni  qualunque  volta  lo  fpirito  elevato 
in  Dio  difpreggiafle  con  fafto  le  diffoluzioni ,  anche  volontarie ,  del  corpo. 
Particolarità  cosi  deteftande  fi  rinvengono  nella  fua  ab)ura,  che  feguì  in 
%izxugii»t6i<).  Roma,  [g]  chea  noi  piace  più  l'accennarle,  che  il  defcriverle,  per  rendere 
nel  medefimo  tempo  ragione  all'Opera ,  e  notizia  al  Lettore ,  che  l'Herefic, 
b  vediiiTmtìf.dì  chenelprogreflbdi  [h]  queflo  Secolo  riferiremo,  de'Quietifti,  furon  tutte 
y^^^"^"^^;'^^;»''''' uniformi  nella  efecrabilità  de'coflumi  ,  e  de'dogmi ,  ond'eglino  poffino 
piùtoftodirfi  ingannatori,  che  ingannati.  Ma  dalle  bruttezze  degli  Hercti- 
ci  paffiamo  alle  glorie  della  Religione  Cattolica ,  che  fotte  quello  Pontifi- 
cato non  furono  ne  poche ,  né  difpregievoli . 

Ecer- 


'U, 


trìtolo  L  ^C)!        Paolo  V. 

E  certamente  in  ordine  de'tempi  può  annoverarfi  fra  i  di  lei  avvantaggi  _^  ^   ^^^^^ 
la  [^]  morte  dell'infame  Herefiarca  Theodoro  Beza,  di  cui  havendo  già  Xvhìuplntìf.dì 
noi[Z>]  defcritte  rherefie ,  e  la  vita,  altro  qui  non  rimane  à  riferir,  che  il  fi-  f^'>iv.um.^.fag, 
ne  di  ella,  &  il  principio  della  di  lui  eterna  dannazione.  Kgli  fede  \c\  fuc-  f%ond.anMo^. 
ceflbre  di  Calvino  nella  Catedra  di  Ginevra  quarantun'anno,  due  de'quali,  "•"• 
che  furono  gli  ultimi,  pafsò  in  una  perdita  totale  della  memoria,  òdebili- 
tata  dalla  età  fcorfafin'all'ottantefimofefto  anno  di  decrepita  vecchiezza  ,  JfJt"  b/m  J^'*'* 
ò  toltagli  per  divina  permiifione  nella  oftinazione  della  fua  invecchiata  ma- 
lizia. EnegodèilChriftianefimo,  non  perche  conia  morte  di  lui  ne  folFe 
eftinta  ancora  la  herefia,  ma  perche  ben  fi  gode  della  morte  del  nemico, 
benché  fubentri  nella  pugna  un  nuovo  contradittore . 

AprìintatitoilPonteficeinRomaun  Teatro  di  lingue,  acciò  ogni boc-  poScl°hi' fv! 
ca celebrar potelTe gli encomii  della  Religione  Cattolica,  &  ogni  palato  vròlaggll "de^iTl 
aflaporare  il  gullo  della  Dottrina  facra  con  la  riptovazione  della  falfa.  Egli  ^^'^^* 
perciò  con  la  Bolla  [rf]  ^poflolic^  Servitutis  ìngiunfe,  che  in  tutte  le 
Univerfitàde'Reoolari  ii  profeflafle  lo  ftudio  delle  Lingue  principali,  e  Ìr!*l»Tl?L'"*Jj! 
dottrmauditutto  il  mondo,  cioè  della  Hebraica,  Greca,  Latina,  &Ara-«5io. 
bica,  a'Maeltri  delle  quali  prefcriffe  Catedre,  e  premii  .  E  ben  parve, 
che  opportunamente  Paolo  ifbituilfe  il  magifterio  delle  Lingue ,  allor  quan- 
do a'fuoi  piedi  fi  viddero  in  Roma  nazioni  llraniere  con  pronta  fommifiìo- 
ncdiubidienza,  e  di  Fede  alla  Sede  Romana.  Pietro  Patriarca  de'Maroni-     ^^  ^^^^ 
ti  [e]  fpedigliàtal'erfettof  noi  Oratori,  che  ricevuti  con  dimoflrazioni  di  ì  i.DeccnlUn.ch, 
Apofìolica  carità,  &erauditi  nelle  loro  fuppliche,  furono  [f]  rifpediticon  fr '^"„^///''!^-^''*''' 
facoltà  [g]  diretta  all'ifteffo  Patriarca ,  &àtuttiliVefcovi  di  quel  lontano  h'^^.'^ìTi^. 
tratto  di  Paefe,  di  poter  per  una  fol  volta  benedir  quei  popoli  con  la  pie- 
nezza della  benedizione  Papale,  e  della  Indulgenza  plenaria  .  Quindi  [h]     coiifeiT5one  di 
fopravenneroiChaldei,  ed  Elia  loro  Patriarca  fpedìàRoma  Adamo  Arci-  ^f^^^  M^^onUi"! 
diacono  della  fua  Camera  Patriarcale,  Archimandrita  de' Monaci  Chal- cLidei ,  &  Ar- 
ód  i  che  per  comandamento  del  Pontefice,  iflrutto  dal  Commilfario  del 
Sant'Offizio  circa  l'errore  in  effi  ancor  perfeverante  del  Neftorianifmo,  così 
bene  in  ire  anni  ne  apprefe  il  Cattolico  dogma,  che  ne  compofe  in  Roma 
dueOpufcoli,  giudicati  degni  da  Paolo  di  eireretrafmefiì,  come  feguì  ,  al 
Patriarca  per  norma,  e  regola  di  Fede;  perloche  tornato  Adamo  i"n  Babi-  i  ^«.  iit6. 
Ionia,  [i]  convocò  il  Patriarca  in  Amed  un  Sinodo  di  Vefcovi,  i  quali 
abiurato  il  Neftorianifmo fecero  ritorno  doppo  molti  Secoli  di  alienazio- 
ne allaFede  Romana.  Gli  atti  di  quefto  Concilio  furono  prima  trafmeifi  k  ^».  icit. 
àRoma,  e  poi  [^]  approvati  dal  Pontefice,  che  ingiunfe  a'Chaldei  [/j  con  i  tx  '  Bìo-uÌ,  in 
Breve  fpeditofocto  lì  fefto  giorno  di  Aprile  la  correzione  di  alcuni  abufine'  ^''"''  ^' 
Riti,  elaperfeveranza  nella  cufi:odia  illibata  della  Fede  .  Agli  Armeni  , 
dalcuiClero  Paolo  ricevè  [w]  medefimamcnte  laprofeflìone  Cattolica,  '"'^''•"^'  • 
prohibìla  continuazione  dell'antico  errore  del  Gnafeo  nella  recitazione  del 
Sagro  Trifagio,  &  ammonilli  ói  oflervar  la  divina  Tradizione  d'infonder 
poc'acquanel  Calice,  e  quindi  rimandò  l'Inviato  Zaccharia  Vartabid  al 
fuo  Patriarca  Melchifedechconil  Tello  emendato  del  Concilio  Chalcedo- 
nenfe m lingua  Arabica,  conpreziofi  donativi  di  Croci  d'oro,  edifacri 
paramenti,  e  con  lettera  commendatizia  della  nazione  Armena  al  Rè  di 
Perfia,  di  cui  ella  vive  Vaifalla . 

Quefti  lontani  ingrandimenti  della  Religione  Cattolica  furono  come  Jo"c[f,o°"Tr^n! 
preiudii  di  quei  prolfimi ,  e  perciò  più  falutevoli,  che  fuccelfero  nella  Fran-  to  inFunaal  "' 

cia^ 


mtni , 


Paolo  V.       ^g^  Secolo  XV 1 1. 

a  .^  i6i  ^'"^'  indotta  finalmente  con  fomma gloria  di  quel  nobiliilìmo  Clero  aM'ac- 

'^*         cettazione  finallora  controverfa ,  e  non  mai  ottenuta  del  Concilio  di  Xren- 
b  cuecenusinti.  ^^  '  Adunofll  [u]  cgH  uclla  Citta  di  Parigi  per  altri  affari,  che  digeriti,  fi 
racard.  de  lai^o-  vcnue  pofcia  allaptopofta  della  publicazione  del  mentovato  Concilio .  Due 
fh^ff^HeaHu.^.coi.  Prelati  ripugnarono ,  ma  i  rimanenti  concorfero  talmente,  che  [b]in  Comi- 
tiisy  dice  un'Autore ,  Cleri  univcr fi  mmfe  JuUo  Galliarum  Luttiiahabnisy 
titi  Synodus  Oecumenica  Tridentina  ab  Epifcopis  j  qui  tunc  aderant,  recipere- 
tur,  quod  fpopondere  communi  calculo,  quotquot  aderant  Trafules  y  duobus 
tantum,  exceptis .  Itaque  fé  facramento  obfirinxerunt  fervanda  Synodi  Tri- 
dentina in  fiiis  Dicecefibus,  &  incardinali!  (  quefti  fu  il  Cardinal  de  la  Ro- 
chefoucau  )  ipfusmanibus fé  obligavere .  Soggiunge  l'Annalifta  Francefe  , 
csptrJa}:.  am.  [c]  Menfe  JuUo  ingenerali  Convcntu  Cleri  Gallicani  Lutetii€  habito  t  quod  ilio 
tCis:  n.  j.  nunquam  ha6temis  à  I{egibus  obtinerc  potuijjet  frequemiffimn  precibus ,  neque 

etìam  in  ultimis  Comitiis  y  quarnvis  &  nobilitas  vota  fua  mjunxifìet,  vide- 
lìcet  ut  Sacrum  Concilium  Tridentinum  B^gia  au6Ìoritate  promulgaretur  in 
I{egno,  prdflitum à Cardinalibus y  ^rchiepifcopis ,  Epifcopis, ^bbatibus y& 
tieteris ,  qui  aderant  ex  cun£lis  ^gni  Trovmciis  delegati!  viris  Ecclefiafti- 
cis,  extitity  quantum  in  ipfts  fuit:  dttm  fcilicet  unanimi  omnium  e onjenfu  il- 
ludrecipientesy  fuis  fé  fun&iunibiis  obfervaturos  promijerunt  y  ac  jurarimt  . 
Così  egli:  e  notano  l'uno,  e  l'altro  Scrittore  quefta  degna  rifoluzione,  co- 
me parto  in  parte  della  perfuafiva ,  e  zelo  del  Cardinal  Francefco  de  la  Ro- 
chetòucau,  che  intervenne  nell'Aflemblea ,  non  tanto  come  membro  di  e{fa, 
quanto  come  Capo  del  buon  configlio.  Edinefecuzione  della  Ecclefiafti- 
ca  determinazione  di  veder  rifiorire  la  Fede  Cattolica  in  quel  Chriftia- 
niffimo  Regno ,  il  Rè  Luigi  Decimoterzo  prefifle  il  Bando,  chenelPaefe 
d  ^m.1617.       di  Bearne  fi  [d]  ftabihfle  libero,  e  publico  l'efercizio  della  Religione  Ro- 
mana. La  Regina  Giovanna  di  Navarra,  Madre  di  Henrico  Quarto,  gitta- 
E  cr.nverfione  tafi  difperatamente  alla  nuova  fetta  degli  Hugonotti,  haveva  colàperver- 
cadfnaB^afLu']  tito  in  maniera  l'ufo  dell'antica  Fede,  che  parevane  quafi  eftintalaiftefla 
memoria;  e  benché  nel  Decreto  dell'affoluzione  conferita  ai  fudetto  Heii- 
rico  da  Clemente  Ottavo  veniiTe  importo  à  quel  Rèdi  reftituir  l'efercizio 
di  efla  nel  Bearne ,  nuUadimeno  differitane  la  efecuzione,  non  prima  fé  ne 
viddelaconverfione,  che  fotto  il  Figliuolo  Luigi,  il  quale  prima  co'lBan- 
{  cild'il'^B^nti  a  ^^»  e  poi,  [e]  nonprofittando  il  Bando,  con  le  armi,  ridulìe  quei  [/]  po- 
giiZue"fJltul'.  poli  alla  ubidienza  della  Chiefa,  e  del  regio  comando.  Efempio,  che  dal 
rep*r.i.  gloriofo  fuo  Padre  apprefe  Luigi  Decimoquarto  nel  famofo  difcacciamento 

di  tutti  t^li  Hugonotti  dal  Regno,  come  li  rapprefenterà  ne'fucceifi,  che 

ìJ^f::l!'xÌ{-''  altrove  [5]  foggiungeremo  .  . 

Mi  nulla  maggiormente  refe  fefteggiante,  e  gloriofo  fotto  quelto  Pon- 
h  ^»n.iS2o.       tificatoil  Chriftlanefimo,  chelamiracolofa  [/;J  vittoria  delle  armi  Catto- 
liche contro  l'heretiche  della  Germania .  E  riguardevole  il  fatto ,  e  perciò 
ì  ziHoiìHtfi.i.6.  degna  di  Ogni  efattezza  la  notizia.  Efacerbati  [i]  li  Bohemi  e  contro  iCac- 
'^''•^'  toìici,  perche  il  Vefcovo di  Praga  haveva  denegato  agli  Heretici  ì'inalza- 

mentodiunnuovo  Tempio  per  l'efercizio  della  loro  predicazione  nel  Ca- 
StmT'c  mila'  ftellodiBranaiì,  e  contro  la  Regia,  &  Imperiai  Famiglia  degli  Auflriaci 
coiofa    v.tioi  u  per  odiata  rimembranza  di  fuccelFione  in  quel  Regno,  e  per  altre  private 
fuòSfo'."'  '  ^  doglianze,  che  lungo  farebbe  il  rapportarle,  conaperta  ribellione  all'Im- 
perador  Mathias,  &alRc  i^erdinando,  dichiararono  Generale  delle  loro 
armi  il  Conte  Ernefto  di  Mansfelt ,  e  per  loro  Rè  il  Conte  Palatino  dei 

'      *      Khe- 


Capìtolo  /.  59  3       Paolo V. 

Rheno,  ambedue  Heretici,  chi  Lnccrano ,  chi  Calvinifla,  i  quali  incon- 
tanente occupata  la  Città  di  Praga,  e  tutto  il  Regno,  ponaron  la  guer- 
ra airimperadore  fin  fotte  le  mura  di  Vienna  /anche  con  rajuco  del 
Turco,  ch'eglino  implorarono  in  loro  foccorfo  .  Invano  Ferdinando  , 
ch'era fuccedutoàMathias  ,  giudicò  fchermirfi  dalle  furie  de'Ribelli  con 
un  bando  Imperiale  contro  il  Palatino,  e  con  la  comminazione  di  terribi- 
liflìme  pene  contro  i  violatori  della  publica  cjuiete  dell'Imperio  :  onde  con- 
venendogli adoperar  le  armi  contro  le  armi,  con  la  collegazione  di  Aufi- 
liarii  Cattolici  pofe  in  campo  un  valevole  efercito,  di  cui  dienne  il  coman- 
do al  Duca  Maflìmiliano  di  Baviera,  che  entrato  nell'Auftria,  efcacciati 
quindi  li  Ribelli,  i  quali  in  gran  parte  la  tenevano  foggetta,  portofli  con 
gran  cuoreentro  il  cuore  della  Bohemia,  per  ferir  più  fenfibilmente  TAv- 
verfario ,  e  finir  con  una  fola  battagliala  guerra .  Di  quefto  gloriofofuccef- 
fo  corfe  per  le  flampe  un  non  men  veridico ,  ch'elegante  racconto ,  compo- 
fto  da  Fra  Biagio  della  Purificazione,  Hiftorico  Generale  de' Carmelitani  ^  ^^.^^^^  ;„  t^,. 
Scalzi,  nella  relazione  [a]  eh' t%\\iiàQ\\2ilmzQ^mQ  della  Madonna  della  Vit- m»  con  u  f^fin 
toria,  la  quale  diede,  e  riportò  il  nome  dal  combattimento,  ilcuicorfo  "^'^'<'»«'"»'^7oj. 
con  quelle  parole  egli  defcrive  ,   Quell'  eccellente  Dipintore  ,   che  deft- 
derò  colorire  nel  ritratto  d'  una  fola  Don'^ella  tutte  quelle  bellc^^e  ,   che 
poftono eftere invenujiijjimo  fembiante ammirate  ,  le  sfiorò  da  uncoro  dielet- 
tijjime  V  ergini  :  ma  s' egli  h  at?  e fiehavutoà  dipinger  e  l'animo  di  Martino  Lute- 
ro, h  aver  ebbe  dovuto  da  tutte  le  mofiruo fé  fembiante  de'vitii  fciegliereil  pia 
deforme,  per  apprefentarlo  cofuoi  coloriti  lineamenti  in  un  quadro  .  L'ajiu- 
tia,  l'arrogan':^a ,  e  le  diUolutc':^'^e ,  l  cippo[ìa(ia,  /'  empietà  cotanto  depra- 
varono il  juo ingegno,  la  fua  eloquen'^a^  la  fuacruditione  ,  e  dottrina,  che 
quejìe  fplendide ,  &  egregie  doti  de  II' h  uomo  fi  arr  olirono  nel  comparire  in  così 
horribile,  e  disfigurato  fembiante.  Egli  è  bajievolmente vituperato  dall'ha- 
vere  co' fuoi  erronei  infegnamcnti contaminata  la  candide-^a  della  na-^ione  ale- 
manna, alla  quale  è  fempre  mai  trafpirato  il  cuore  nella  lingua,  e  pur  bora  in 
gran  parte  di  fé  medefima  ha  la  menT^ogna  nel  cuore . 

2  Escono  fceva  quefìa,  non  sa  fé  per  propria  fua  sfera,  ò  albergo  il  pet- 
to del  Valatino  del  B^no,  Trencipe  di  tanto  vaflì,  quanto  turbolenti  penfic" 
ri.  Ter  fodisfure  alleambìtìofe  fue voglie,  afpirava  ad  incoronarle  col  dia- 
dema Imperiale,  &à  f coronare  de'fplendori  della  Cattolica  P^elìgione  la  Ger- 
mania. ^  queflo  fine  e  allegato  fi  co'Trencipi  del  fuo  partito,  haveva  inva- 
fo  il  Pregno  della  Boemia ,  &  haveva  e/pugnata  Traga  fua  Metropoli  .  Minac- 
ciando quefia  nuvola  di  fcoppiare  in  più  fpaventevoli  fulgori,  fé glioppofe 

.Ferdinando  Secondo  Imperatore  con  un  fuo  Efercito  ;  mànon  efìendo  bafìevole 
à  reprimere  le  afiai  più  valide  for7;e  del  Valatino,  coU'ajuto  d'altri  Tren- 
cipi  Cattolici  sì  d  Italia,  come  di  Germania  ne  affoldà  un'altro,  detto  della  Le- 
ga, e  nominò  per  fuo  Capitan  Generale  Majjimiliano  Duca  di  Baviera  .  Islei 

■cuore  di  quefio  Trencipe  albergavano  con  vincendevole  profitto  il  valore,  e  la 
pietà,  quegli  era  la  fiamma,  e  quefia  la  fua  lue  e,  con  quegli  trattava  l'armi, 

'con  quefia  fantificava  la  fua  fpada,  quegli  riportava  trofei ,  quefia  li  con/agra- 
■va  à  gl'altari . 

3  Ter  il  che  oltre  modo  compiacevafi  del  famigliar  tratto  con  que- 
■gli,  che  perii  grido  della  famaerano celebrati  per  mfigni  fervi  di  Dio.  Go- 
~  deva  in  quel  tempo  di  qixiioapplaufo  il  noflro  venerabile  T.Domenico  di  Gie- 
-SU  Maria  Carw,elitmo  Scal^^o  ,  per  opinione  d'heroica  virtù  ,  e  di  operata 

Torno  IF,  Pp  mara- 


Paolo  V.        ^g^  Secolo  XVII. 

ntaravt^lie,  delle  quali  nel  libro  della  fua  vita  hanno  in  {{oma,  ed  altrovepro» 
multate  le  {lampe  diffufe  reLi's^ioni .  Del  Juo  Configlio ,  &  Orationi  defiderava 
prevalerfi  il  Duca  in  quella  sì  grave  emergen-^^a ,  fapendo ,  che  le  palme  delle 
vittorie fì  di fpenjano  dal  Dio  degli  Eferciti;  per  la  qual  cofa  avvalorando  queW 
iflauT^ey  con  le  quali  molto  prima  non  haveva  potuto  ottenerlo  »  fupplicò  la  San- 
tità di  Taolo  Qninto  à  concederglielo  m  urgeuT^^adi  queW  imprefa ,  che  portava 
nella  gloria  di  Dio,  nella  di  fé  fa  del  Bimano  Imperio  y  e  neu  efaltatione  della 
Santa  Chic  [a  le  fue  più  efficaci  perjuafìoni . 

4  t^conofciutaft  dal  Tomefice  la  convenienT^a  di  fodisfarlo ,  e  pofponendo 
ixl  proprio  [ho  piacere  li  comun  profitto  ^  mentre  ungwrno  il  venerando  Tadre  , 
iallora  Generale  del  fuo  Ordine  y  era  all'  udienT^a,  per  trattar  negotii  della  fua 
y^Jigione,  con  qualche  fentimento  gli  dtfìe:  Che  faremo  Padre  Domenico, 
che  il  Duca  di  Baviera  ci  fa  grand'iftanza,  che  vi  mandiamo  in  Germa- 
nia, fperando  che  gli  fiate  per  effer  di  non  poco  ajuto  ne'prefenti  bifo- 
gni  della  guerra  ^  ^fpofe  il  venerabile  Tadre  :  Voftra  Santità  veda  quel- 
lo fia  conveniente  di  fare,  perche  dal  canto  mio  mi  accingerò  à  qualfivo- 
glia  viaggio,  né  temerò  di  cofa  alcuna  per  obedirla,  e  per  procurare  la 
gloria  di  Dio  :  equi  prefo  tn  mano  il  Crocififio,  che portavanel petto  ,  fog- 
gmnfe  :  Con  quefto  Crocifiilb  inaiano  mi  atFaticarò in  guerra ,  ne  esige- 
rò di  efortare  i  Cattolici ,  che  generofamente  difendino  la  caufa  di  Dio 
contro  i ribelli  di  Santi  Chiefa,  (ino  che  riportino  la  vliièria  ,  sAmmirofJi 
il  Tontefice  al  fuo  fervorofo  proponimento  y  e  riputando  ^  chi,  alU  vivacità 
della  fua  Fede  corrifponderebbe  felice  V  avvenimento ,  deliberò  compiacere  ti 
Duca  di  Baviera. 
-  -  5     Uttefe    intanto  il  venerando  Tadre  ad  apparecchiarftalla  parten- 

za ,  e  difpofto  il  bifognevole  ,  fu  di  nuovo  ammeffo  all'  udien's^a  del  Som- 
mo Tontefice  ,  dal  quale  con  la  fua  beneditione  gli  furono  date  l"  ifirw}^ 
^ioni ,  le  commtfjioni  d'  altri  affari  ,  e  copiofe  Indulgen^^e  per  difpenfa- 
ye  à  quelli ,  che  haveffero  in  quella  facra  milita  combattuto  ,  ò  vi  fof- 
fero  morti  .  Tartitofi  con  detta  fperan:(a  delia  futura  vittoria ,  perven- 
ne à  Monaco  ,  e  di  lì  à  Scardinghia  ,  luogo  fituato  ne  confini  de'  Stati 
di  Baviera,  dove  fi  era  trasferito  il  Duca,  impiegandoli  àdifporre  quello  fi 
richiedeva  àdar  principio  all'  imbrefa,  E  {perimento  ivi  t' amorevoli  aceoglien- 
^e  di  Mafjìmiliano  i  che  al  vederle  jiimò  foffepontol'  ^Angelo  tutelare  delle  fue 
firmi .  Gli  /conferì  i  più  fecrett  dtfegniy  ed  animato  dal  Servo  di  Dio  con  certe 
promejfe  di  vittoria  y  volle  partirli  per  B^ettco  .  'ìsl^el  fepararft  dalla  Duchefja  y 
s'  avvidde  Domenico  della  fua  mefiitiay  originata  dal  timore  di  fmifiro  avveni- 
mento; laonde  a  confolarUy  le  prediffe  con  lumen  profetico  :  Voftr'  Altezza 
fìiadi  buon' animo,  perche  Io  le  prometto  di  ricondurle  ficuramente  il 
Duca  fano ,  e  vittoriofo  à  cafa .  B^fferenoffi  alle  fue  parole  la  Duchefja ,  e 
ritornò à  Monaco, 

6  Tervenuto  il  Duca  con  il  fuo  Efercito  à  Grcshia,  ridufìe  quella  Città  à 
fua  divoT^ione ,  e  quivi  volle ,  che  il  Tadre  Domenico  benedtcefje  lo  Stendar- 
do GeneralÌTÌo  .  Era  quello  riccamente  intefiuto,  e  da  una  parte  vi  fi  vedeva  l* 
Jmagine  della  Santifjima  Vergine  con  quefla  ifcri^^'S^ione  Terribilis  ut  caftro- 
rum  acies  ordinata,  e  dall'  altra  erano  à  caratteri  grandi  ìmpref/i  i  dolcifjìmì 
nomi  di  Giesu ,  e  Maria  in  quefla  forma  IHS  M^4 ,  e  con  queji'  altra 
ìfcriT^ione  :  Da  mihi  virtutem  contra  hoftes  tiios.  Efeguitajt  con  pom- 
fa  militare  la  fagrafunT^ione  ^  rimaneva  per  anche  dubbiofo ,  fefofìe  efpediente 

mire 


Capitolo   L  f^g^        Paolo  V. 

unire  l'Ef eretto  Bavaro  coW Imperiale  ;  e  difìuadendolo  alcuni  efperimentati 
Capitani  y  feguì  il  Duca  di  Baviera  foppofto  fentimento  di  Domenico  ,  ed  in- 
"pioffi  à  porlo  in  efecuT^ione .  Di  que  mede  fimi  giorni  fcrifle  l'Imperatore  una 
Lettera  al  Servo  dt  Dio  y  nella  quale  egli  faceva  iflaifs^a  delle  /ne  ora^^ioni ,  e 
che  andajje  à  vederlo  ;  ed  egli  gli  rifpofe  con  le  jeguenti  parole  :  Hoggi 
Itiamotutt'intentià  tirar  avanti  la  caufa  di  Dio,  e  ài  Voftra  Maefti,  e  à 
deporre  il  facrilego ,  e  falfo  Rèdi  Boemia:  doppo  la  vittoria  verrò  ad 
obedirla,  e  riverire  la  Maefti  Voftra  caramente.  Con  quefìa  certe^^'^^a  fa- 
vellava del  trionfo  prima  della  vittoria  y  intendendo  y  che  l'armi  favorite  dal 
Tatroctnto  della  tergine  y  non  tanto  s'impugnano  per  combattere  y  quanto  per 
vincere  . 

7  ,A  promovere  la  fua  divQiQone  difpensò  asoldati  un  gran  numero  di 
Sagri  Scapolari,  incitando  con  quell'efìerno  portamento  del  fuo  Habitmoà  de- 
dicarle le  più  riverenti  affe':(joni  de'proprii  cuori.  Vrecederono  à  tutti  mi  prert-- 
derloil  Duca  y  cdi  Capi  dell' Efercito,  dando d  vedere y  che  a(iai  di  più  buon 
talento  haveriano  tolerato  l'efier  pareggiati  da'gregarii  Soldati  nella  preemi- 

nen'i^a  del  grado,  che  in  quello  odorava  di  pietà  verfo  la  gran  Madre  di  Dio,  .    .  >- 

Con  più  follecitudine  impiegavaft  il  venerando  Tadre  in  amminiftrar loro  i 
Santi  Sacramenti  ,  in  fervorofamente  e  fonarli  ad  aflenerfì  dall'  offe  fé  di  - 

Dio  ,  ricordando  loro  ,  che  molto  più  (i  devono  temere  i  fulmini  dell' adi- 
rato Iddio,  che  quelli  del  fuoco  y  e  delle  fpade  mimiche .  Difìribuì  parimen- 
te medaglie  y  e  croci  benedette  dal  Sommo  Tonte fice,  avvalorando  ne' fuoi  Sol- 
dati quella  Fede ,  che  sì  (ioltamente  era  dagli  Hcretici  impugnata ,  havendo  il 
loro  empio  Maeliro  Lutero  prefo  motivo  della  fua  apoflafia  dalla  promulga':Qo- 
ne  dell' Indulgen'^e . 

8  Vervennero  intanto  gli  Eferciti  li  nove  Settembre  ad  unirft  nel^egno 
di  Boemia,  con  fommo  piacere  del  venerabile  Tadre  Damnenico,  e  con  pari 
giubilo  delie  mdiT^ie  aufiliarie .  Haveva  l' Efercito  Imperiale  inalberato  uno 
jieniardo  di  ncc  hifjima  tela ,  ma  più  pre's;iofo  era ,  per  haver  da  una  parte  im- 
pref^a  limjtgine  di  Chrijìo  Signor  TS{pJìro  Crocififjo ,  coli'  ifcri-:^ione  Exurge 
Domine,  6c  )iidica  caufamtiiam,  e  dall'altra  parte  quella  della  Glortofijjt- 
ma  fua  Madre y  coll'ifcrii^'2:^iiìne  Monftra  te  efte  Matrem .  ^ quefio  Divina 
Guerriero,  cvalorofa  Debcilatrice  dell' tìeretica  perfidia  haveva Cefare confe- 
gnato  il  reggimento  dell'armi  fue ,  certamente perfuadendofì ,  che  ad  un  Sole  di 
gtujii':^ia,  e  adun'^aroradtlla  gra?;iajariano  per  cedere  le  tenebroft  legioni  de 
gii  errori.  'N.è tardò  molto à  comparirne  l'effetto  ndl' afsedio  diVrifca,  Città 
di  non  fpr€7;^7Jibili  fortificaTi^iom,  e preftdiata  damille ,  e  cinquecento  Soldati  ; 
attcfo  che  fé  bene  dicevano  i  penti  della  mili':Qa ,  che  non  così  tojio  potria  efpu- 
gnarfi,  il  Tadre  Domenico  tuttavia  predijfe,  che  prima  di  me7^:^o  giorno  ca- 
dcrcbbem  potere  de'CeJarei,  e  dopo  due  bore  con  ammira-^Qone  degli  aggref- 
fori avverojfi  il  fuo  detto. 

^  ^wan7;^andoii  à  paffi  di  Vittorio  fé  conquijie  gli  Ej creiti  Cattoli- 
ci ,  pervennero  à  veduta  dell'  tìcretico  ;  ma  quefio  ,  •  à  cagione  di  aC' 
quiflar  pofìo  piùvantaggiofo  per  il  proffimo  combattimento ,  fi  andava  ritiran- 
do, B  qui  al  fermarli  degli  Eferciti,  è  me/iieri  pofarfi  per  riferire  un  avveni- 
mento, dal  quale  in  gran  parte  originoffi  la  vittoria  de' Cattolici.  In  poca  di- 
fian-T^a daTrtfca eraimgii  fontuofoTalaT^'^o  detto  StrakfinitT^o ,  ed  era  forfè 
di  delitie ,  efkndo  fabruato  (opra  d'un  Colle ,  ed  in  vicinariT^a  di  un  Lago.  i/Ltte- 
fiavano  però  le  fue  rovine  il  furare  degli  Heretici ,  che  entrati  à  depredarlo,  oltre 

Pp    a  Cha* 


Paolo  V.        ^g^  Secolo  XVII. 

lljaver  rapito  quello  vi  era  di  ricco,  Jì  erano  con  la  confmta  empietà  diportati 
contro  le  Sagre  Imaginij  fpe^^andole  ,  e  profanandole  con  ogni  più  bar  bar  a 
maniera, 

10  Isl^l  mede  fimo,  e  non  fen-^a  divino  ijlinto  ,  entrò  il  Tadre  Domeni- 
co, e  veduto  un  cumulo  dir  obbe  rotte ,  e  lacere,  nel  ricercarle,  s'  a-p-pidde 
efervi  alcuni  peT^T^iditavolettCi  nelle  quali  erano  dipinte  T  Imagini  di  S.Gi- 
rolamo, e  di  Santa  Maria  Maddalena,  yi  trovò  parimente  un  altra  tavolet- 
ta alta  un  palmo,  eme^^xo,  ed  uno  larga  ,  e  fen^^a  verun  ornamento,  ma  ri- 
coperta tutta  di  polvere  t  e  lordure:  havendola  raccolta,  e  purificata  dalle  mac- 
chie, e  dalla  polvere,  s'avvidde  e jfer  dipinta  à  gè  fio  ,  e  che  rapprefentava 
la  'Natività  di  Chrijio  Signor  noflro .  Giace  il  Bambino  Giesù  fopra  il  manto 
della  fuaSantijfima  Madre  ■>  che  geni^flejja  con  le  mani  giunte  riverentemente  l' 
adora;  alle  fpalle  della  mede fimavedeft  SanGiofeppe,  quale  ha  una  lanterna 
nella  fmijlra  ,  e  nella  defìra  un  baftoncello  :  dirimpetto  alla  tergine  fono 
due  Tajiori  9.  che  rimirano  il  Santo  Bambino  appoggiati  a  muri  in  parte  di- 
roccati. 

11  M  mirarla  cosi  indecentemente  trattata  ,  grandemente  $"  afjlifje  il 
Servo  di  Dio;  ma  fijfandovi  pia  attentamente  i  [guardi,  gli  trafife  il  cuore  un 
acerbijjimo  dolore  :  La  mano  facrilega  d'un  Soldato  Heretico  (  come  fu  rivela- 
to al  venerabile  Tadre  )  haveva  con  un  pugnale  cavati  gli  occhi  alla  Santijfima 
Vergine ,  à  San  Giofeppe  juoSpofo,  ér  à  que'divotiTaftori  :  Haveva  nondi- 
meno perdonato  à  quelli  del  divino  fuo  Figlio,  e  fé  bene  non  è  nota  la  cagione  , 
detejiando  gli  HereticiqualfivogliaSagralmagine,  può  nondimeno  effere  ,  lo 
'x>olejfe  il  Verbo  Incarnato,  à  far  cono/cere,  ch'egli  mirarebbe  fempre  all' of- 
fe fé  fatte  alla  fua  dilettijjima  Madre,  &  al  fuo  lSlutrÌ7^io ,  per  [everamente  ven- 
dicarle .  oilla  vifla  di  sì  empia  fceleraggine  la  baciò  riverentemente  Domenico ,  e 
bagnandola  con  abbondanti  lagrime,  fupplicò  ijìantemente  il  Signore  ad  efalta- 
■re  la  fua  Santifjima  Madre  in  quella Imagine ,  à  confufione  degli  Heretici,  che 
sì  crudelmente  l'havevano  trattata.  Genufieffo  in  oltre  alla  fua  preferr^a  ,  (i 
oblilo  con  fervorofo  voto  ad  impiegare  ogni  fuo  sfor^  per  glorificarla  con  il  piìi 
fplendido,  ed  o[iequiofo  culto.  In  quel  mede  fimo  puntogli  furtvelata  non  folo 
la  vittoria,  della  quale  già  haveva  certe-^^xa,  ma ei^iandio le fue particolari 
circo/ian':^e . 

12  Tartitoft  con  quefla  nuova  luce  da  quel  luogo ,  andò  à  ritrovare  il  Du- 
ca, ernoftrandosìàlui,  come  à  tutti  gli  altri  titolati  dell' Efercito  la  Sagra 
Jmagine,  con  fervorofe  parole  gli  animò  à  virilmente  combattere ,  per  vendi- 
care qptell  efec  randa  ingiuria  fatta  alla  gran  Madre  di  Dio:  chea  loro  favore 
militariano  tutte  l'angeliche  legioni  per  difendere  l'oltraggiato  honore  della  lo- 
ro Fuegina  y  e  che  bavendo  i  loro  nemici  tolti  gli  occhi  alla  Madre  della  mi  feri- 
cordia,  e fperiment ariano  i  fulmini  della  Divina  giu[litia.  Effer già  certa  la 
•vittoria  dell' armiC  attoliche ,  mentre  gli  Hereticilfì  erano  provQiaii  t  giu[lifjì- 
mi  fde'^ni  di  quella  ^ugufìa  Signora  ,  qual  dalla  Santa  Chiefa  ha  titolo  di  De- 
belìatricedithtcel'Herefi'-'.  S'intenerirono  tutti  quei  generoft  Guerrieri  al  mi- 
rare sì  empiamente  difonorata  la  Vergine ,  e  s'animarono  infieme  à  combattere 
•perla  fua?loria;  ed  il  Padre  Domenico  ricoperta  l'Imaglr.econ  un  pre':^o fave- 
to, [e  l'appe[e  al  collo,  e  rivolto  d  Compagno ,  con  fpirito  profetico  gli  di[fe; 
Vi  dico  Padre,  che  quella  Sagra  Imagine  farà  maraviglie  grandi,  e  fari 
adorata  da  meco  il  Mdndo . 

13  Gmnfe  intanto  il  fettimo  giorno  di  V^ovembre,  e  nella  [eguent e  noti ^ 

facen- 


Capìtolo  I.  597      ^Aoi^o  V. 

facendo  oratìone  il  Servo  di  D/o,  parveglì  di  vedere  aperto  il  Cielo  y  e  dae^o 
diflenderfi  fino  in  terra  una  via  fimile  a  quella  apparifce  nel  Cielo  fereno,  &  è 
dettavia  Lattea:  difcendevano  per  quella  numerofe  fchiere  d\^ngiolii  che  in 
humane  femhiani^  veflivano  luddiffimearmi  t  e  conbelliffimaordinanT^a  fi  po- 
nevano avanti  l'Ejercito Cattolico:  fé  gli rapprefentò inoltre  la  Battaglia,  nel- 
la quale  quella  angelica  Mtlitta  valurofamente  combattendo  ,  riportava  dagV 
Heretici  glorio  fa  vittoria .  :  ^s^!» 

14  MI'  aprir  dell'  ottavo  giorno  invìatoft  V  Efercito  ad  incontrar  V  irit- 
mico ,  pervenne  ad  un  Caftello  di  là  dal  quale  le  truppe  degli  Here- 
tici s'avvan^avano  i  ma  effendo  f coperte  dalTclli,  fi  ritirarono  t  &  il  Du- 
ca di  Baviera  comandò,  che  l' Efercito  Cattolico  fi  portale  avanti  aW altra 
pianura,  difegnando  provocare  da  quel  luogo  il  nemico  a  Battaglia»  Il  Conte 
della  Torre,  &  il  Generale  jinaltmo ,  Generali  degt'  Heretici ,  elefìero  il 
piano  Jopra  il  Monte  bianco,  così  nominato  dalla  biancheT^a  delle  pietre,  che 
vi  fono.  Ivi  ft  difpiega  una  fpa':(iofa  campagna  commoda  al  combattimento  di 
grandi  E fercitij  e  da  Settentrione  riguarda  la  Città  diTraga,  terminandola 
da  tré  parti  grandi  fcofceje,  e  prectpi':(ii .  Da  Levante  Ricorre  il  fiume,  e 
neWOccafoè  fituato  il  Hegio  Orto,  quél  per  la  fua  figura  hd  nome  la  Stellata  . 
Ma  dal  me'^':^  giorno  ha  una  difficile  falita,  cbe  haveva  dirimpetto  l' Efercito 
Cattolico;  onde  accampate  le  fchiere  degl' Heretici  f opra  la  pianura  del  mento- 
vato Monte  godendo  di  luogo  ficuro,  audacemente  affettava,  che  l' Eferci- 
to Cattolico  falijfe, 

l'i  Lo  fermarono  nondimeno  i  Capitani  di  Cefare  ,  per  meglio  riconofce- 
releforT^c  dell'inimico,  che  sì  da  vicino  gli  cadeva  fiotto  gl'occhi .  I{iflettevafi 
da  più  efperimentati  al  vantaggio fo  pofl;o,  di  cui  godeva,  al  numero  maggiore 
de'comhattenti ,  all'ejjere  i  C  e  farei  fianchi ,  e  non  poco  indeboliti  dalla  toler  a- 
ta  penuria  delle  vettovaglie;  là  dove  gli  Heretici  erano  abbondantemente pro^ 
veduti,  e  per  H  precedente ripofovigorofì:  onderiputaronoefjer  non folo ardi- 
to, ma quafi temerario  penfieroilvenira  giornata.  Effer  maffima  de'  Savii, 
e  valorofi  Capitani  il  non  doverfì  avventurare  un  Efìercito,  quando  da  qualche 
vantaggio  òdi  pofio,  òdi  numero,  ò  di  veterana  milÌT^ia,  ò  d'altro  fimi  le  ac-^ 
adente  non  può  prudentemente  fperarfì  la  vittoria  :  hor  quanto  più  in  quelle  cir^ 
cofian"^  tutte  favorevoli ,  e  vantaggiofc  all'inimico  ?  che  fé  ciò  doveva  of- 
fcrvarfiinqualfìvoglia  battaglia,  quanto  maggiormente  in  quella,  in  cut  fi 
efponevaa  pencolo  l'Imperio,  lacafad'.Aufiria,  la  Germania,  e  la  Fede  Cat- 
tolica >  ^ggiongevafi ,  che  quando  anco  gli  Heretici  haveffcro  havuto  la  peg^ 
gio ,  non  mancava  loro  il  ficuro  ricovero  di  Vraga ,  che  havevano  allefpalle  ;  ma 
fefofiero  rotti  gì' Imperiali ,  rimarriano  in  paeje  inimico,  efeni^  rifugio,lafciati  in 
preda  al  furore  dell' armi  vittor  taf  e, d' onde fegmria  una  total  defola-i^one.  Tuoter- 
fifpcrare  dal  tempo  più  oportunacongiontura  di  combattere,  efiendo  dettame  ri- 
cevuto da' più  e  fperimentati  Guerrieri,  che  il  fine  de' gran  Capitani  non  è  mai  il 
combattere,  ma  fempre  il  vincere .  "\, 

16  Quefip  ,  alla  militare  peri-:^a  infuper abili  ragioni  ,  obligarono 
a  vacillare  ii  magnanimo,  e  cauto  cuore  del  Duca  Majfimiliano;  ma  non  già 
la  fopranaturale  certe^^T^t  della  vittoria  ,  nella  quale  era  fermo  l'animo  del 
Venerabile  Tadre  Domenico.  Laonde  ardendo  di  :^elo  della  gloria  di  Dio,  ed 
honore  della  Vergine,  mofirandola  fualmagine,  che  haveva  appefa  al  collo, 
e  prefo  nella  mano  ilCrocififfo,  animò  tutto  quel  Confeglio  con  fervorofamente 
dire. 

Tomo  ly,  Pp    3  Ah  Fi' 


y 


Paoìo  V.       ^  ^  g  Secolo  XVI I. 

Ah^Figlio  della Chiefa,  è  tempo  quello  di  dubitare?  hora,  cheil  Signo- 
re vi  dà  fuoi  nemici  in  mano,  :e  vi  aiScura  della  vittoria,  non  li  vorrete  af- 
jfalic^?  O  Felix  pugna,  in  qua  Deus. cftcaufa!  Quefta  è  caufadiDio;  an- 
idumo  animofamente ,  che  ci  darà  la  vittoria  .  Confidino  i  fuoi  nemici 
iidilaiorofuperbia,  fperjamonoijnpio,  e  nella  fua  Santiffima  Madre. 
ÌE  qui  accennando  aWlmagine  empiamente  profanata  dagt'Heretici ,  profeguì 
dire:  Siate  pur  certi,  che  la  Madre  di  Dio  ci  proteggerà,  &ilfuo  Figlio  ca- 
iligharà  gl'infulti  fatti  a  quefta  fagrata  Imagine . 

if  jl  gli  ardori ,  che  fpargepano  quefie  parole  ,  f$  accefe  un  nuovo  co- 
raggio non  foto  ne'  petti  del  Tellì ,  della  Motta ,  e  del  Buccoy  -,  che 
aderivano  a'  fentimenti  di  Domenico ,  ma  ei^iandìo  di  quelli ,  che  più  fi 
erano  oppo  J  ,  e  folo  un  Generale  dell'  armi  aujiliarie  perfifieva,  nel  pro- 
ponimento di  non  venire  a  giornata  ,  proteftandofi  di  non  voler  efporre  le 
fue  genti  ad  elidente  pericolo  d'  efler minio  ;  .  pertiche  il  fervo  di  Dio 
con  lume  profetico  gli  prediffe  ,  che  nifiuno  delle  [uè  fchiere  perirebbe 
in  quel  conflitto  ,  e  la  raffegna  fatta  dopo lavittfiria,  avverò  laJuapredÌTJo- 
ne,  Fermataft  per  tanto  la  dcliberatione  del  combattimento, udirono  provocar ft 
dagV  inimici  con  lo  fparo  dell'  ^rtigHasria  ;  laonde  dato  alle  Squadre  il  nome 
Santa  Maria  ^  e  baciata  riverentemente  da  Capitanila  Sagra  Imagine y  gli  fu 
con  pari  coraggio  corri fpojìo ,  [parando  dodici  grafie  Bombarde  con  grave  nocu- 
mento degli  Heretici,  Combatteva  intanto  Domjenico  coli'  armi  delie  fue  ora- 
^lonli  e  ìagr  ime ,  fupplic  andò  Sua  Divina  Maeftà  a  proteggere  quelli ,  cb'efpoi' 
nevano  la  propria  vttaadifefadel  fuohonore,  e  di  quello  della  Jua  Santiffima 
Madre, 

i8  Fù  da  principio  dubbiofa  la  vittoria  ,  ma  fopravenuti  gli  Hmga- 
riin  riforT^o  degli  Heretici ,  fi  fpinfero  con  sì  grand'  impeto  compro  al' 
citne[chi€r  e  die  avallarla  Imperiale ,  che  rottele  incominciorono  à  gridare ,  vit- 
toria,  vittoria,  ^d  quefie  confufe  grida,  &  aW  avvi  fa  portatogli  da  akmd 
non  fi  moffe  punto  il  Tadre  Domenico  dall' oratone,  fermando  con  la  cojian- 
'7^  della  [uà  fede  t  vacillamenti  dell'  bum  ano  [gomento;  e  [e  bene  il  Duca  di 
Baviera  grandemente  perturbato  andò  aritrovarlo  con  dirgli;  O  Padre  ,  co- 
me va  qiiefto,  .che  i  noflri  fuggono  j  e  gl'iniraici  gridano  vittoria  ?  egli 
nondimeno  re[ortò  a  [tare  dibuodanimo^^cheìt^allibilmente  fi  fariana  avverate 
U  Divine  promefie,         ^    ..5,-  ^^  '    ci!<'—      <^f-  :     \,^  s     •  :  -   v 

19  Sperando  però  ,  c/jc  la  vittoria  era  rlfervata  all'  interceffione  della 
gran  Madre  di  Dio  ,  volle  in  quell'  Imagine  ,  che  gli  pendeva  fui  petto 
condurla  nei  Campo  ;  per  la  qual  cofa  cavalcando  al  lato  del  mede  fimo 
puca  y  entrò  dove  fi  combatteva  ,  e  [correndo  per  ti  campo  con  il  Cro- 
cififfo  nella  [uà  de^ra  e[clamava  :  Ubi  funt  mifericordise  tuse  antiqua-  , 
Domine  ?  Exurge  ,  ik  judica  caufam  tuam  ,  &  Matris  tu«E  :  e  ri- 
volto alla  SantiffimaVerginc diceva y  e  voleva  replicaffero  i  S.ddati  quelle  p*' 
rote  della  Salve  Bigina,  Illos  tuos  mifericordes  oculos  ad  nos  converte  :■ 
.òclemens,  òpia,  ò  dulcis  Virgo  Maria.  Implorava  i pietofif^i  [guiordi 
degl'occhi  della  Vergine,  havendoii  bensì  oltraggiati,  manon  già  ù[curati  le 
piaghe  di  quella  facrilegamano.  Giovarono  quefte,  &  altre  fue  pie ,  e  fervo- 
rojeefclama':^ionÌArinvtgorire  l'E[erc ito  Cattolico,  che  firipofe  m  miglior  or- 
dinan':^a,  riducendo  i  Capitani  quei  che  avviliti  fuggivano.  Il  Tellì  parimente 
Capitano  di  gran  cuore  fpedììlColomello  Gar^ia  con  cinque  compagnie  di  Ca- 
yallt  [opra  la  Cavalleria  degli  Heretici,  e  con  gran  bravura  parte  ne  ucci  fé  f 
<\iih  V     {;  i  *  "^^  '-  e  par- 


Capitolo    L  ^00        Paolo  V 

é  parteng  coftrmfe  alla  fuga.  DaGuglielmo  Ver  dugo  fu  ferito  i  e  fatto  prigione 
ilTrencipe  ^naltino  il  giovine.  Carlo  Spinello  ejkndofi  con  fegnalató  valore 
impadronito  di  un  Forte  con  due  pe-^^j^i  d'^rtigliariay  li  voltò  contro  gl'inimi- 
ci, facendone  gran  firagCy  onde  via  più  inoltrato  fi  y  ricuperò  il  Treinero  pri- 
gione dell'aitino  f  e  tolfe  molti  Stendardi , 

20  avvedutoli  Domenico  dell'  abbattimento  de'nemici  t  rimproverando- 
gli col  giubilo  nel  cuore  la  ribellione  contro  il  Bimano  Imperio  ,  profemiva  ad 
efclamare  :  Redditerebelles,  qua?  funt  Csefaris  Cìefari,  &  quae  flint  Dei 
r>eo.  Ter  il  che  via  più  fati  animofii  Cefarei  infeguivano  ^e'medejtmi  fug- 
gitivi y  che  poch'anT^i  gli  havevano  con  le  lesoci  di  vittoria  infultati  \  Sparge 
vafida  per  tutto  gran  copia  di  fangue  nemico ,  atte  foche  pojìi  in  confitfa  difor- 
dinan's;a  gliHeretici,  lafciarono  all'armi  Cattoliche  lo  [correre  fe^r^a  veru- 
na  re ffjienl(a  alla  propria  de fola-^ione .  attònito  di  un  sì  improvifo  cambiamen- 
to di  fortuita  ti  Generaliffimo  del  campo  ribelle  y  ericonofcendolo  per  opera 
fuperiore  aWhumano  potere,  e  valore  ,  difìe  all'ufurpatore  del  I{emo  della 
Boemia  il  Conte  Talatino:  Fuggiamo  Re,  che  il  Duca  di  Baviera  ha  con 
denari  fatto  venire  un  Mago  da  Roma,  quale  co'fiioi  ineantefimi  ha  af- 
falcinatiinoftri  Soldati,  li  ha  vinti,  ediflìpati.  Malignità  intollerabili  di 
un  cuore  perverfo,  fciegliere  per  carnefice  delle  proprie  fceleraggini  il  Demo- 
nio, quando  la  vendicatrice  degradi  Dio  con  il  fuo  flagello  lo  percuote,  affin- 
chè ft  ravveda^ 

21  Tslè lafciarono  di  viftbtlmente apparirne  manifefii  fegni ,  attefoche  men- 
tre il  venerabile  noflroTadre  Domenico  /correndo  per  il  campo  dell' E  fercito 
Cattolico,  implorava  con  le  riferite  e fclamatiom il  Divino  a'juto  ,  &  il  favore 
della  Vergine,  vidde  eglt  mede'imo ,  e  feco  altrividderOj  che  da  quella  Sacra 
Imagine  fì  vibravano  raggi  di  luce,  e  ghbi  di  fuoco  i  che  percuotevano  le  [qua- 
dre degli  lieretici ,  ed  erano  come  tanti  folgori  di  terrore,  che  [gomentandoii  , 
gli  toglievano  il  vigore ,  e  li  ponevano  in  confusone,  dal  che  originojji  quella 
sì  ignommio[a  fuga,  alla  quale  fi  abbandonarono .  In  quefla  gùi[a  fi  ridde- 
rò abbattuti ,  e  puniti  coifplcndori  della  luce  quegli  Her  etici ,  che  havevano  { a- 
crilegamame  incrudelito  contro  gli  occhi  della  Sani0ma  Vergine  ^  e  del  fuo  Spo- 
fo  S.  Giofeppe . 

22  Durò  il  conflitto  la  [path  di  tré  bore  ,  nelle  quali  fì  -pìdde  daW 
Efercito  Imperiale  inferiore  di  numero  ,  difavvamaggiofo  di  pojlo ,  e  non 
poco  abbattuto  di  vigore  ,  disfatto  l'  heretico  numero[o  di  cento  mila 
combattenti,  [otto  la  condotta  de'  più  valorofi  Capitani  di  que'  tempi  t 
aggue/rito  dall'  eferci-^o  del  militare  >  e  quello  è  più  ,  audace  ,  &  ant- 
mojij  per  le  riportate  vittorie  .  Ma  quando  anche  i  fuoi  Soldati  fofftro 
flati  formidabili  al  pari  de' Gig^mti,  e  feroci  quanto  i  Leoni,  qualprofperità 
fi  potevano  promettere  quell'armi ,  che  combattevamo  alU  rovina  del  nome 
Cattolico}  Quelle  ,  che  nel  cavar  gl'occhi  alla  Vergine,  havevano  con  [acri- 
lego  agetto  intentato  infangitmarfi  nelle  piaghe  di  qiteiU ,  che  quanto  più  inno^ 
cerne  d  Abele,  con  tanto  più  valide  voci  incitava  il  [uo  Divino  Figlio  a  ven- 
detta} Sette  mila  ne  rima[ero  morti  [ul  campo,  due  mila  furono  i  prigioni,  e 
de  fuggitivi  p. irte  fi  fommerfero  nel  Fiume Moldovio ,  e  parte  miferarntnte  fu- 
rono uccifì,  ovunque  erano  ritrovati .  Vt/ìeJJo  Conte  Talatino  con  la  Moglie,  e 
figli  travediti  in  habiti  vili  fi  fuggirono  nel  Slefia .  Efiendo  inoltre  dichiarato 
I{ibelle,  lo  fpogliò  Ce[are  de  fitoi  Stati,  e  del  titolo  di  Elettore-,  onde  gli  con- 
venne andare  fuggitivo  hor  qua ,  boria  fino  alla  morte.  Ts^c-  >dtra  pena,  che 

Pp     ^  quel- 


Paolo  V.       ^^q  Secolo  XV IL 

quella  di  mi  difperato  Caino  ft  doveva  a  chi  portava  nel  volto ,  e  viapià  nel  cuo- 
re l' ignominiofo  meno  della  fua  empietà . 

23.  Terminato  con  sì  gran  profperitd  il  combattimento  dell'armi  Ce- 
[aree  ,  era  inefplicabile  il  giubilo  ,  col  quale  fi  rendevano  gra'^ie  a  Dio  , 
&  alla  fua  Santifjima  Madre  :  riverivano  ,  e  baciavano  tutti  quella  Sa' 
gra  Imagine  ,  e  commojji  a  tenere^^a  dall'  empietà ,  con  la  quale  /'  ìia- 
vevano  oltraggiata  glìHeretici,  la  bagnavano  con  le  lagrime  ;  incitati  altre- 
sì dal  Tadre  Domenico  feco  ji  congratulavano  della  confeguita  vittoria  con  of- 
fequiofamente  ripetergli  :  Gaude  Maria  ,  cundas  hasrefes  fola  interemifti 
in  univerfo  Mundo .  Cantarono  di  poi  con  più  fejìofe  acclama^^ioni ,  che  fo- 
lenne  apparato  (  non  permettendo  più  l  angujiie  del  tempo  )  //  confueto 
ninno  di  gratie  ,  mefcolandofi  le  voci  de  Mujici  con  lo  ftrepito  delle  /parate 
Bombarde . 

24.  Effendoft  raccolto  V  Efercito  vittoriofo  ,  &  alquanto  rifiorato  $ 
di/egnavaft  da*  Soldati  ,  e  da  Capi  dell'  Efercito  condurre  in  Traga  il 
Duca  di  Baviera  con  pompa  di  trionfante  ;  ma  il  modefitfjimo  Vrcncipe 
attribuendo  a  Dio  ,  ed  alla  Santifjima  Vergine  V  honore  di  quella  mara- 
ìfigliofa  vittoria  ,  cofiantemente  lo  ricusò  :  attione  degna  della  fua  fi- 
gnorile  ,  e  valorofa  pietà  ;  che  il  piantare  la  palma  fui  trionfato  appe- 
tito della  gloria  ,  richiede  talora  maggior  fortcT^T^a  d'  animo  ,  che  di 
mieter  con  la  fpada  nel  campo  nemico  gli  allori  della  vittoria  .  Entrò 
in  Traga  fenT^'applaufi  di  trionfo  ,  ma  tutto  lui  era  Campidoglio  ,  tea- 
tro t  trionfo  i  e  trofeo  a  fé  mede  fimo  :  richiamò  incontinente  nella  Città 
V^rcivefcovOi  i Bagolari,  e  tutti  que'  Sagri  Miniflri,  che  h aveva  banditi  l' 
herejia,  e  reftituiffi  al  culto  Ecclefiaflico  dprijtino  fplendore;  fabricofji pari- 
mente nel  luogo  del  combattimento  una  piccola  Chiefa ,  per  eternare  la  memoria 
di  sì  fegnalata  vittoria . 

25  /»  adempimento  della  parola  data  all'Imperadore  andò  il  Tadre  Do- 
menico a  riverirlo  ,  c^  egli  V  accolfe  con  efpreffione  di  fommo  giubilo  , 
e  gradimento  .  Viddero  quelle  Cefaree  Maefta  la  profanata  Imagine  del- 
la ■■  Vergine  ,  e  non  fen':(a  fpargimento  di  lagrime  venerarono  la  loro  Ce- 
lefte  Liberatrice  .  V  havrebbono  di  buon  grado  ritenuta  ,  quando  non  V 
havefìe  fupplicate  il  Servo  di  Dio  y  che  ficompiacefìero  lafciargliela  portare  in 
I{gma .  Efierfì  egli  obligato  con  voto  a  procurar  ogni  fuo  maggior  honore ,  e  che 
in  quel  Capo  y  e  I{egia  della  Cattolica  Religione  fariafi  ciò  con  maggior  decoro 
confeguito.  accoglier  ngl  fuo  feno  quella  gran  Madre  de' Fedeli  lenationi  dell' 
univerfo,  ed  alla  loro  venerazione  dover  effer  efpofta  l' jiugufiijjima  Bigina 
deirumverfo  . 

2(5  Cedendo  V  humanijjimo  Ferdinando  al  piacere  del  Tadre  ,  &  al- 
la  convenienza  delle  fue  ragioni ,  fi  piegò  a  concedergliela  ,  &  in  atte- 
fiatione  della  fua  ofiequiofa  gratitudine  gli  confagrò  la  fua  Corona  Impe- 
riale y  non  per  arricchirne  la  fronte  della  Vergine ,  ma  perche  da  quel- 
la ricevejfe  unpreT^ofo  y  ed  eccelfo  adornamento .  Ella  è  d'oro  mafjiccio  ,  e  di 
pefo  di  nove  libre-,  l' arricchifcono  molte  perle  y  e  pietre  di  gran  pre^^^o,  e  gli 
aggiunfeil  fuo  fcettro  di  argenta  dorato  convemicmquc  fiendardi  preji  in  batta- 
^ia .  il  Sereniffimo  Majfimiliano  Duca  di  Baviera  gli  prefentò  altresì  la  fua  €&• 
rona  Ducale  y  lo  flendardo  di  GenL-rdiffìmo  con  altre  venti  infegne  tolte  al  cam- 
po nemi  0.  Ornò  di  cornici  di  argento  il  quadro  della  Santifjima  Imagine, 
e  la  collocò  in  un  Tabernccolo  grande  d'Ebano ,  arricchito  con  piccole fiatue, 

e  la- 


Capitolo  I.  '^  6oi       ^^^^^  "^^ 

e  lajire  di  argento.  Fece  parimente  con  affai  ben  ime  fa  difpofttione  dipingere  in 
quattrog^an  quadri  il  principio  j  profeguìmemo  t  e  vittoria  della  Battaglia,  e 
]ì  confervano  nel  noflro  Convento  della  Santiffima  Vergine  della  Vittoria  in  I{o- 
ma.  Donarono  altresì  molti  Trincipi  y  sì  allora,  come  ne' frguenti  tempi  altri 
ricchiffimi  doni  y  de' quali  fida  difiintarelat  ione  nella  Vita  del  Venerabile  Tadre 
Domenico,  ftampata  mB^fna.  Così  quella  Vergine,  che  fa  da  una  facrilegn 
mano  con  ferro  oltraggiata,  vidde  aperte  tante  liberali  mani  d' Imperatori ,  e 
Trincipi ,  che  /*  ojfequiarono  co  loro  ricchi  doni . 

27  Con  qiiefti ,    e  con  il  pregiatiffimo  fuo  te  foro  della  Sagra  Imagine 
Jpeditofi  il  Venerabile  Tadre  Domenico  dall'  Imperatore  ,  dal  Duca  di  Bavie-  -'  i 

ra  ,  e  da  altri  Trincipi  della  Germania,  da'  quali  haveva  ricevuti  honore- 
voliffimi  trattamenti ,  partiffi  per  l^ansì  Metropoli  della  Lorena  ,  dove  a 
nome  del  Sommo  Vontefice  condufte  a  felicijfimo  fine  un  molto  grave  nego- 
tio,  che  nella  Corte  di  quel  Duca  havevano  altri  infruttuofamente  trattato. 
Tafsò parimente  in  Fiandra,  dove  da  B^ligioftjfimiTrencipi  di  quelle Trovincie 
Alberto ,  ed  Ifabella  Chiara  Eugenia  fa  con  efpreffioni  di  fornma  efiimatione 
onorato  :  trasferi(fl  altresì  in  Francia  ,  e  da  Lodovico  XIIL  allora  regnante 
riportò  accogltcnT^e  di.grandijfima  benevolen'j^a  ,  (&  accrefcendo  da  per  tutto 
coli'  operate  maraviglie  il  grido  del  celebrato  fuo  nome  ,  pervenne  m  B^ma, 
quando  era  già  dùfonto  Taolo  Quinto  ,  ed  eragli  fucceduto  Gregorio  Decimo- 
quinto. Sotto  il  cui  Pontificato  noi  proleguiremo  il  racconto  con  le  paro- 
le mededme  dell'  allegato  Scrittore . 

Mi  avanti  di  riauovarne  il  difcorfo,  notar  convienfi,  che  Paolo  Quin-  p^'"'f;J""'['^f,*, 
toin  fovvenimento  dell'Imperadore  in  qiieftagran  guerra,  da  cui  dipende-  :o*'"de'"atcoTici' 
va  la  forte ,  e  la  Fede  della  Germania ,  erefife  un  nuovo  Monte,  eh*  egli  deno-  contro gUHcrcii- 
minò  Religione  feconda ,  nella  fomma  di  ducentomila  feudi,  di  cuiprefen-  '^'* 
temente  ancora  continua  il  pagamento  de' frutti,  e  laimpofizione  del  fon- 
do fopraiVaffalli  del  Pontefice  Romano,  onde  ad  elfi  reftino  fempre  vive 
nel  proprio  feno  quelle  piaghe ,  che  dall'  Herefia  ftirono  imprelTe  ne*  corpi 
lontani  di  altri  Regni  del  Cnriftianefimo . 


C  A- 


G  RE  G  O- 
RIO   XV. 


60  Z  Seccia   XF/l 

CAPITOLO    IL 


Gregorio  Decimoquinto  Bolognefe,  creato  Pon- 
tefice li  9, Febraro  1 6ri . 

ProfegHÌmento  della  miracolo/a  Vittoria  di  Praga  ,  &  erez^ 
z^ione  in  %oma  della  Imagine  ,  e  Chiefa  della  Madonna 
della  Vittoria,  Fondazione  della  Congregazione  de  Propa- 
ganda Fide  .  "Bolle  y  ^operazioni  diqueflo  Pontefice  con- 
tro gli  Heretici.  ^avvedimento  ,  e  ritorno^  ìn^ma  di 
Af are'  Antonio  de Dominis  ^  a^'^^^- 


Profeguimcnto 

óAìa.  ir.irarolofa 
vuroria  de'Cactf- 
*ct  contro  gli 
Hereiict  di  Vfs- 


jlAtoniifii  al  racconto  della  gjan  battaglia,  e  vittoria  di  Pra- 
ga .  ^mmefio  il  venerabile  Tadre  alla  Udienza  del  nuovQ> 
Tonteficei  così  fìegue  V  allegato  Hiftorica  »  dopo  una  di- 
jiinta  relaT^iorie  della  mrraeohfa  vittoria  conferita  da  Dìo 
,  per  intercejfione  della  Sautiffima  Vergine,  e  di  quello  h  ave  a 
operata  negl'  affari  commeffigli  dalla  Santa  Sede  ,  lo  fupplicò^ 
ad  ijian7;a  di  Sua  Maeftà  Cejarea,  del  Duca  di  Batnera,  e  di  altri  Trincipt 
della  Germania  ,  che  quel  trionfo  modefiamente  ricujato  da  MafJimiUano  , 
fofie  celebrato  in  1\pma  alla  Sagra  Imagme*  Eccola  (  così  forfè  nel  mo- 
flrar gliela  dijje)  miri»  Santi  Aimo  Padre,  a  qual  empietà,  fiagiontor  odio 
de'pertinaci  Heretici  coitcro  il  culto  delle  Sagre  Imagini .  Quefte  piaghe 
degli  occhi  della  Vergine  ,  e  del  fuo  rantiriìino  Spofo  efcl amano  ven- 
detta de' loro  oltraggi  :  ella  fi  è  in  parte  efeguita  con  il  ferro  ,  e  fuoco 
che  hanno  defolato  i'  Efercito  de'  fnoi  inimici ,  e  disfatto  1'  orgoglio  del 
ribelle  Palatino  :  rimane  folo  ,  che  la  Santità  Voftra  fi  degni  concedere, 
fia  confplendido  trionfo  olfecjuiata,  affinchè  conqueifa  pompa  di  gran- 
dezza fi  compenìì  ildir<3fnore  fattogli  dagl'inimici  di  Dio,  della  Fede,  e 
della  Santità  Voifra.  Non  ceda  la  pietà  Romana  all' antica  de' Greci  Im- 
pcradori  ,  che  più  volte  gli  celebrarono  fomiglianti  trionfi  in  Coftanti- 
nopoli;  &elfcndo  fiata  filala  vittoria,  a  lei  unicamente  fi  deve  quel  trion- 
fo, che  lafommamodcrazionediMafiìmiliano  Duca  di  Baviera  ha  con  si 
chiaro  cfeinpio  di  Chriftiana  humilrà  ricnfato . 

29  J^ a  facevano  we(heri  di  qucjìi  motivi  per  inchinare  l' animo  di  Gre- 
g:>rio  fomm.imente  propenfo  alt'  cfequio  della  Gran  Madre  di  Dio  :  laonde 
non  folo  di  buon  grado  e  onci  e fc  e  fé ,  màdimojtròy  gli  recarebbefommo  piacere , 
quando  quti  trionfo  foft  con  la  più  fontuoja  magnificen'T^a  celebrato  .  Gli  refe 
Domenico  humUi<jime  gratiepsr  l  ynpetrato  beneplacito,  &  avvi  fato  il  Tren- 

Cip  e 


Capitolo  IL  603       Orego- 

£'tpe  S avelli  oimhafciatore  Cefareo  ,  unitamente  i  impiegarono  ad  apparcc-  ^^^    A  V. 
cniare  quella  {agra  ,  e  /plendida  fontione  .  Difegnoffi,  che  dalla  Chiefa  di 
Santa  Maria  Maggiore,  quaV  è'>nel   Monte  Efquilio ,  fofie  trasferita   alla 
Chiefa  allora  di  San  Taolo ,  quale  hora  è  la  nojlra  con  titolo  di  Santa  Maria  del' 
la  Vittoria  ,  per  ejier  collocatala  [uà  Jmagme  neW ^Itar  Maggiore. 

^o  ^  quefto  fine  fa  quella  Baftiica  riccamente  addobbata  ,  e  vi  fa 
fretto  un  trono  magnifico  d  modo  di  piccai  Tempio  ,  qnale  da  ogni  parte  r/- 
luceva  con  gioielli ,  pietre  pretiofe,  e  perle,  privandone  fé  medefime  le  Trìn- 
cipeffe,  e  Signore  Bimane  ,  per  farle  fervire  all'  adornamento  del  Trono  del- 
la Vergine  .  V  arricchivano  parimente  ftatue,  vafì,  e  candellieri  di  argeìi-, 
to  ,  che  mef colando  lo  fplendore  delle  fiaccole  con  la  vaghe7^':i^a  de'  fiorii 
e  la  maefld  della  Machina,  formapam  un  teatro  di maravigliofo  piacere^ 
H avevano  inoltre  le  P^verende  Madri  di  Torre  di  Specchi,  Figlie  di  San- 
ta francefca  Matrona  Bimana  ,  ritenuta  per  un  mefe  nel  loro  Monafìero 
la  Sagra  Imagine ,  &  oltre  all' h avere  goduto  di  venerarla,  fi  erano  cm 
fgmma  efquifìte^^a  impiegate  a  venufiamente  adornarla  ,  e  co' medeftmt  do- 
vitiofi  abbigliamenti  fu  collocata  nel  defcritto  trono .  La  Chiefa  parimente 
di  SanTaolo  de'  Carmelitani ScaIt;^ erariccamente  tappe'S^'T^^ata ,  ed  il  fuo  ^l- 
tar  Maggiore,  nel  quale  doveva  pofarfrla  Sagra  Imagine,  e  per  il  numera 
delle  fiaccole  ,  e  per  la  prettofità  degli  adornamenti  fplendeva  con  Jontuofa 
maefià*  ■         ■  f^^^u. 

31  Tutto  quel  tratto  di  via,  per  il  /}uale  doveva  caminare  la  Trocefjìo- 
ne  ,era  ricoperto  di  tende  ,  e  dalle  pareti  pendevano  araT^i,  e  paramenti 
diprctiofiffime  tele  .  In  quel  pìccolo  teatro ,  che  formano  Le  quattro  fontane  , 
ed  è  quafinelme'^o  di  quella  fpatiofa  flrada ,  qual  conduce  a  Torta  Tia,  ve- 
deva fi  eretto  un  eminente^  emaefiofo  altare  ,  al  quale  fi  afcendeva  per  dO' 
dici^adini,  ne' quali  erano  collocate  ftatue,  vafì  ,  e  candelieri  d'  argento,  <0^ 
era  ricoperto  con  un  baldacchino  di  broccato  d' oro  ,  che  le  aggiongevaau- 
gufia  rniefiÀ  :  ne'  quattro  angoli  delle  Fontane  pendevan  altrettanti  gran 
quadri  fregiati  d'  intorno  ajjai  nobilmente  :  il  primo  rapprefentava  Gregorio 
Decimo epimto  ,  il  fecondo  l' Imperatore  Ferdinando  Secondo,  il  ter'S^o  Maf- 
fimilumo  Duca  di  Baviera,  &  il  quarto  il  Cardinal  Ludovifio  Ts[ipotc  di  Sua 
Santità . 

32  Difpofio  in  quefiaguifaV  apparato  della  pompa  trionfale  per  il  gior* 
no  ottavo  di  Maggio  dedicato  a  S, Michel  arcangelo,  vincitore  del  Dragone 
Infernale,  doppo  che  la  Sagra  Imagine  erafiata  efpojia  fino  alle  20.  hore  ad 
un'immenfo  popolo  accorfo  a  venerarla,  fi  principiò  la  folenneVroceffione  con 
lo  fparo  de'  mortaletti,  Precedevano  in  quefla  le  foldatefche  difpofie  in  ordi- 
nauT^a  ,  guermte  di  fplendide  armatore  ,  e  riccÌT^  vefiimema  ,  alle  quali  fe- 
guiva  gran  numero  d' altri  foldati ,  che  portavano  le  fpoglie  prefe  nella  bat' 
taglia  ,  archibugi,  moschetti ,  fcim itane  ,  &  alcuni  pe:(^:^i  in  hafla  con  un 
pe^etto  d'  artigliarla  ,  ed  erano  dì  forma  affai  diver/a  dall'  armi  Italiane , 
Veniva  doppo  il  vittoriofo  Stendardo  Generalitìo  del  Sereniamo  di  Baviera , 
qual  era  feguito  da  cinquanta  Soldati  armati  dì  cora'^a  ,  che  trafcinavano 
cinquanta  fiendardi  tolti  a  gli  Heretici.  C aminavano  doppo,  gl'Ordini  delle 
F^iipittti  ,  terminati  da  un  belliffìmo  fiendardo  della  nojìra  Serafica  S.  Tere- 
fs,  portato  da  feiVadri Carmelitani  Scal'^i  fuoì  Figli,  in  habito  Sacerdotale 
cm  Vianete  bianche:  non  dovendo  e  fiere  efclufa  dai  trionfo  della  Vergine  quel- 
la Santa,  che  in  tanti  Conventi  di  lleligioft,  e  Religiofe  F^ormati  faceva  con 

lafof. 


Greg'o-        qq^  Secolo  XV IL 

RIO  X  y.    i^  fofferertTia  trionfare  l'  humuna  fiacche^x^  dell'  antico  rigore  della  pegola 
primitiva  di  l>lpflra  Signora  del  Monte  Carmelo , 

3^  Succedevano  i  Canonici  delle  Collegiate,  e  Bafiliche  di  I{pma ,  con 
i  loro  Conf aloni  i  e  numero  grandijjimo  di  Clero ,  quaV  era  feguitato  da  "Pre- 
lati della  Corte  Bimana-,  e dagranmoltitudine di  Titolati,  Baroni,  e  Trinci- 
pi  Bimani,  quali  con  altri  Signori  alemanni  per  loro  devotione accompagna- 
yanoj  e  ofjeQuiavanol'  Imperatrice  del  Cielo.  Finalmente  era  portato  ti  Trono 
trionfale  delta  fua  miracoloja  Imaginey  afft{iendogli  in habitoTontificale Mon- 
ftgnore  Sanvitale  Maggiordomo  di  '^ojiro  Signore  ,  &  ^rcivefcovo  di  Bari 
€on  il  Sagro  Collegio  de'  Cardinali,  &  era  circondato  da'  Muftci  della  Cappella 
Tonttficia.  Tuttala  Troceffione  era  illuminata  da  torce,  applaudita  da  pie,  e 
feflofe  voci  di  un  popolo  infinito,  e  dallo  /paro  de'  mortaletti,  &  arteglia- 
via di Ca(ielS, angelo.  '■■  -> ^ì.'Sì  t»*Vv 

.,  .  34  Quando  pervenne  la  Machina  trionfale  della  Samiffìma  Tmagine  al- 

la Chiefa  di  S.  Taolo ,  ufcirono  ad  accoglierla  tutti  i  Carmelitani  ScalT^i  con 
le  torce  accfe  ,  ed  inginocchiati  venerarono  la  loro  Santifjima  Madre  ,  e 
V  accompagnarono  (ino  air  altare  Maggiore .  allora  il  Sommo  Tontefite ,  che 
anticipatamente  fiera  trasferito  al  Convento  de' mentovati  Tadri  ,  ufcito  dal 
Coro  adorò  genuflefìo  la  miracoloja  Imagine  ,  e  con  Mufica  folenne  fi  cantò  il 
confueto  ninno  di  rendimento  di  gratie  .  Dopoi  Sua  Santità  fi  mirò  per  dar 
luogo  alla  moltitudine  del  popolo ,  quale  in  qnel giorno  ,  e  per  li  otto  fegnenti 
continuò  a  venerarla  con  fegni  di  grandifjima  riverenT^a  ,  impetrando  da  Sua 
Divina  Maefìà  per  intercefjione  della  fua  Santijfima  Madre  numeroftffime 
gratie  .  Qualfofte  la  pompa  ,  maefià  ,  e  fplendore  di  quefio  trionfai  porta- 
mento della  Vergine  ,  non  può  bafìevolmente  efprimerfi  .  Si  difpiegarono 
én  efìo  i  più  dovitiofì  abbigliamenti  della  T{pm ana  magni ficem^a,  lemili'i^econ 
la  vaghcjip^a  delle  vefli ,  e  dell  ordinanza  abbellirono  il  terrore  deW  armi:  vi 
concorfe  la  piti  fcelta  ,  e  cofpicua  Tsjobiltà  di  quella  Metropoli  del  mondo  : 
ì  Sacri  Ordini  delle  B^Ugioni,  il  Clero,  e  Trelatura  della  Tontificia  Corte  la 
refero  venerabile,  gli  aggiunfero  un  eccelfo  decoro  le  porpore  del  Collegio  Car- 
diuali^io  ,  e  non  mancò  al  compimento  della  fua  maefìofa  grandcT^a  la  pre- 
^'  fen'j^a  del  Vicario  di  Chrifto,  Tanto  però,  e  molto  più  dovevafia  quella  Signo- 

ra, che  haveva  con  qaefìa  vittoria  fermata  fu  la  fronte  di  Ce  farei'  Imperiai 

"    '  Corona  y  riparato  alle  ruine  della  Cattolica  B^eligione  nella  Germania,  e/pf^- 

^ato  l'impeto  dell'  ufurpatore  del  Bearne  della  Boemia,  che  afpirava  alla  de- 
fola'^ione  della  Santa  Sede  B^omana .  E  perciò  in  un  piccolo  fìendardo  ,  quale 
per  anche  pende  nella  nofìra  Chiefa  della  Santifjima  Vergine  della  Vittoria, 
fi  veggono  dipinti  il  Triregno  Tontificio  ,  il  Capello  Cardinalizio ,  \&  altre 
mfcgne  de' Santi  Trelati,  che  in  fegno  di  fchernimento  Jonoroverfciati ,  e  vi  fi 
legge  Exnv^2inmr , 

35  Ma  quefìa  efecrabile  imprecatione  ,  ed  allora  cadde  fopra  l'  empie 
tefle  de'  libelli  difjipati  con  quel  fpaventevole  eccidio  ,  e  di  prefente  è  cadu- 
tfljopra  l' hcrefìa  di  quei  paefi,  che  foggiacevano  al  dominio  del  "Palatino  del 
B^no.  Imper Cloche  ter minatafi  la  difcendenT^a  de'  fignori  heretici,  vi  fi  è  fta- 
biiìto  il  Cattolico  Vrincipe,  havendone  il pofiefjo  i  Duchi dilsl^eoburgo ,  flretta- 
mtnte  per  affinità  e ongionti  al  Birmano  Imperatore Leodoldo  regnante  :  devefen- 
•s^a  dubbio  fperarfi ,  lìbe  folto  il  dominio  di  quei  piijjìmi  Sìgf'$ri ,  farà  per  tanto 
abbellirfilò  fplendore  della  Fede  Cattolica ,  quanto  fé  tenebre  degli  erronei  infe- 
mamentt  l' havevano  deformato , 


Capitolo   IL  do^        Grego. 

^6  Quelli  i  ed  ajìaì  maggiori  fono  gV  emolumenti,  che  la.  Santa  Chiefa  ^^^  XV. 
ha  ritratti  dalla  narrata  vittoria  di  Traga  ;  laonde  riconofcendoli  Gregorio 
Decimoquinto  conceffe  Indulgen':!^a  Tlenaria  perpetua  in  detta  Chiefa  del- 
la Santi ffima  y ergine  della  littoria  ^  tanto  per  il  giorno  della  translatione 
della  Sagra  Imagine,  che  fa  li  otto  di  Maggio,  quanto  per  quello  della  Fitto- 
ria,  che  feguì  li  otto  di  Islovembre,  Ottava  di  tutti  i  Santi ,  quali  fejieggia- 
no  in  Cielo  quella  littoria  ,  che  per  intercejfione  della  loro  P\egina  era/i  con- 
feguita  in  terra  .  TsIjeI  me  de  (imo  giorno  di  islovembre  fì  celebrava  la  Fefia, 
ma  la  Santità  di  ^lefiandro  Settimo  a  renderla  più  folenne  ,  gì'  afjegnò  la  fe- 
conda Domenica  di  l^vembre  con  la  medefima  Inditlgcn-^i  Tlenaria  ,  e  con 
officio  proprio  di  feconda  clafie  :  e  donò  qucfio  piilfimo  Tontefìce  un  Taltot- 
to  di  ricamo  d'argento  di  gran  ricche'^a,  e  valuta,  h avendoglielo  fatto pre- 
fentare  nella  Fefia  dell'  Imm-acolata  Conce\':Qone  della  Fergine  .  Fifitava  egli 
jlefio  molto  frequentemente  quejla  Chiefa  ,  dimojìrando  con  la  fua  ofkquio- 
fa  pietà  ver [q  la  AUdre  di  Dio  ejfer  figlio  di  Siena,  qual'  è  la  Città  della  ter- 
gine .  . 

37  1^  cefìa  per  anche  queft'  ^ugufliffima  Imperatrice  del  Cielo  di 
mojìrarj'i  vittoria  fa  Debellatrice  dell  infedeltà  ,  e  dell  heretica  perfidia. 
Tsljlie  vittorie ,  che;  Cefàre  ha  ottenute  mgl'  anni  correnti  dall'  Ottow.anà. 
Monarchia  ,  fu  fupplicata  la  Regina  di  Tolonia  ,  hora  moglie  del  Serc- 
niffmo  Duca  di  Lorena  ,  a  voler  concedere  alcuni  fìendardi  alla  nofira 
Chiefa  della  Santijjima  Vergine  della  Vittoria  ;  e  Sua  Maeftà  haven- 
do  benignamente  condefcefo  alla  domanda  ,  ne  fece  ifian7;a  al  fuo  Sere- 
niffimo  Conforte  ,  che  ordinò  ne  fojfer  mandati  quattro  de  migliori  .  Tre 
fono  tolti  a  Turchi ,  &  uno  è  del  ribelle  Techclì  :  vi  è  in  qucjìo  un 
braccio  di  color  bianco,  che  impugna  una  fpada  ,  e  tre  lettere,  cioè E.T.T^ 
e  vogliono  dire  Emericus  Techelì  Princeps  Ungavi^ ,  imperoche  la  fpa- 
da impugnata  dal  braccio  forma  la  lettera  V.  E  fu  notato  ,  che  que- 
Jìi  fìendardi  furono  ricevuti  nel  nofiro  Convento  li  i6,  Fcbrajo  ,  gior- 
no appunto  della  morte  del  Venerabile  Tadre  Domenico  ,  di  cui  fi  è  fa- 
vellato nella  Vittoria  di  Traga  .  Finalmente  da  un  Soldato,  che  ha  com- 
battuto per  la  E^publica  Veneta  nella  Morea  ,  fi  è  havuto  un  altro  pic- 
colo fìendardo  tolto  a'  Turchi  .  Tendono  tutti  quefìi  nella  mentovata  Chie- 
fa con  Stendardi  acquifiati  nella  Vittoria  di  Traga  ,  e  con  lo  Stendar^ 
do\  t{eale  tolto  da'  Cavalieri  di  Malta  nella  preda  ,  che  fecero  di  quel 
Galeone,  qual  conduceva  la  Sultana.  Sono  tutte  quefìe  ,  quantunque  ho- 
mai  lacere  Infegne  ,  trofei  della  Vittoriofa  Signora  deli'  ^rmi  Cattoli- 
che ,  &  attefiano  haver  Iddio  fingolarrnente  eletta  Maria  a  felicitare 
tutte  quelle  gloriofe  imprcfe  ,  che  all'  eftirpatione  dell'  infedeltà  ,  e  dell' 
herefie  ,  ed  all'  efaltatione  della  Santa  Chiefa  ,  e  Fede  Cattolica  condii-^ 
cono . 

Così  la  relazione,  non  meno  autentica  pe'l  vero  ,  che  dilettevole  pe'l 
vago.  Ne  quella  vittoria,  benchegrande,  tu  termine  della  pugna,  anzi 
principio  di  nuovi  acquilH:  poiché  li  t'uggitivi,  faccomella  la  Città  di  Pa- 
derbon,  e'I  Vefcovadodi  Spira,  e  defolate  le  Chiefe  del  Palatinato  fino 
a  fonderne  Calici ,  e  Patene  in  moneta,  furono  [^]di  nuovo  invertiti  dal  *  '^'"■"'^--' 
Cefareo  Generale  Tillì  predo  Oben  Erifim,  e  con  tal  rotta  disfatti  , 
che  il  combattimento  potè  più  toilo  dirli  ftrage  ,  che  pugna.  Onde 
gì' infelici  ,  che  vollero  prenderla  con  Dio,  nell'  atto  ileifo  del  lo- 
ro fu- 


Greco-        ^q^  Secolo  XVI L 

RIO  Xy.    J.Q  ftirore  rimafero  ludibrio   degli  hiiomini  ,  e  preda  de*  loro  nemici, 
c,u?(?o"ponKfi«      Mentre  dunque  i  Cattolici  con  le  armi  alla  mano  propagavano  la  Re- 
in  beneficio  del.  ligione  Cattolica  per  la  Germania,  propagolta  Gregorio  Decimoquinto 
giS!°'"^^^''  per  tutto  il  Mondo  con  la  erezione  del  Collegio  de  Propaganda  Fide,  for- 
a  In  BuiUr.  Gre-  mandouc  la  [  «I  ]  Bolla  Infcrutabdi ,  in  cui  più  tofto  egli  piange ,  che  defcri- 
^Jnnfil'it!"-'*'^^'  ve  il  motivo,  e  l'oggetto  del  Tuo  penfiere  ;  [b]  Quantum  his  calamitofis 
h  ièid.s.7.        temporibus y  ineffa  egli  dice,  excreverit  errantium ,  &  difpcrfarum  ovium 
numerus ,  qui  Ecclefiam  San6lam  e)us  Catholtcam ,  Chrijti  ovile ,  vel  nunquam 
cognoverunt ,  vel  cognitam  Satana  dolis  deferuerunt ,  fine  lacrymis  comme- 
morari  non  potefl  .    Si  enim  mentis  nojira  aciem  convertimus  ad  innumera- 
bilem  pofulorum  multitudinem ,  jam  tot  SmuIis  ^garenorum  impuriffima  de- 
mentia  captam ,  infaniaque  erroris  ,  ac  mendacii  tenebris  obcacatam  ,  mtfe- 
ratione  commoventur  vifccra  nojìra  ,  e  emente  s ,  tam  multis  ,  ac  variis  cce- 
lefiibus  donts  olim  celebres  nationes  ,  per  ignoranti^  ,  &  pejiilentis  perfua- 
fionis  fiuporem  ,    humanitatem  in  bejiiarum  naturam  fere  mutafìe  ,    atque 
ad  aterna  incendia  ,   Diabolo  ,  &  ^ngelts  e jus  parata  ,  ali ,  ac  propagavi . 
Et  licèt  inter  eas  aliqua  fint  gentes  in  juftitia  detenta  ,    qua  Chrijii  nomen 
tnvocant  ;  tamen  ita  antiquarum  harejum  veneno  funt  infera  ,   ut  finceram 
vernatem  pauctffima  agnofcant  ,  ac  fere  omnes  ,  in  multis  ,  nedum  in  uno  ^ 
peccantes ,  fa^la  ftnt  omnium  rea .  Ubi  vero  peccatis  nojiris  facientibus ,  ini- 
mtcus  homo  fuper  bmum  jemcn  in  Septentrwnalibus  partibus  feminav:t  ha- 
tefum  7^':^nia  :    ita  dira  contagia  graffata  funt  ,    ut  animas  innumcrabilcs 
jamdiìt  perdiderit  ,   ac  Vrovincias  ,   &  B^gna  Chriflo  per  fummam  injuriam 
erepta,  fua  tyranmdi  mancipaverit , 

Quamobrem  ,   etfì  à  fel.   ree.  !\pmanis  Vontificibus  pradecejjoribus  no- 
ftrist  palìorali  vigilantia  ,  opc  ,  fludio  ,  &  indurr ia  elaborata m  fuerit  ,  ne 
tammultameffi  dcefient  operarii,  <3'  negotiatio  hac  Jan5ia  non  negliger etur  -y 
nihUominàs  nos ,  ut  majori  cum  vigilantia  ,  cura  ,  &  fervore,  opus  proje- 
qui  pojfimus  ,     0"  in  pofierum  Succeffores  nofiri  poffint ,    nonnullorurn  Fc- 
nerab.   Fratrum   Tslofirorum   San5la   Promana    Ecclefia   Cardinatium  pecu- 
liari follie  itudini  negotium  committendum  duximus  y    prout  tenore  prajen 
tiurn   committtmus  ,  &  demandamus  ,  e  qui  egli  lì  iVende  nella  erezio- 
ne del  Collegio  ,  p  referi  vcn  don  e  i  Miniftri  ,  e  il  Miniilerio  ,   E  quaiv 
to  bene   corrifpondelVe    alla  efpcttazione  il  fuccelVo  ,   chiaro  lì  rende 
dall'Oriente  all'  Occidente  ,    cioè  ovunque  gira  1'  ampia  machin^i  del 
mondo  ,    illuminata  nella  Fede  da  Apoftolici  Mifllonarii ,    fowenuta 
ne'  bifogni  da'  pronti  fuiiìdii ,    e  ricercata  in  ogni  angolo  del  mondo 
dalla  Pontificia  l'ollecitudine  ,  e  da'  Prefidenti  deputati  a  queffc'  effetto . 
Et  accioche  dall'Italia  ,   che  è  la  Sede  principale  della  Religione  Catto- 
lica ,  cominciafle  a  rifplendere  l'efempio,  e  la  efemplarità  della  Fede, 
e  o*i»e><?«.      egli  rinnovò  [e]  la  Coltituzione[rf]  di  Clemente  Ottavo,  Quodlt  di  extra. 
cu'mviìiToL'^ì  /ftf//^?«  non  hahitent  in  locis  ,   ubi  liber  ,    &  publicus  cultus  ,    Jive  ufus 
pl"'.'sio.  "     '  catholica  F\eltgtonis  non  exijiat  ;  formando  precifa  Bolla  y  [e]  cantra  ha- 
jci^ c^Js'.'ii.'^'^'  reticos  in  locis  Italia y  0"  Infularum  adjacernium  y  quovis  pratextu  commo^- 
nwrej  ,  cor«w^«f /a«forff,  concila  come  purgando  la  Regia  del  ChriiUa- 
nehmo  dalle  lordure  della  Hereiìa  . 
jimmodi      ^  ^*^"  attratto   da  tanto   zelo  del  Pontefice  ,    rimproverato    dalla 
M7a^\moi!lo°Jt  cofcienza  della  fua  efecrabile   apollafia  ,    ed  efortato  dalla  Chriftiana 
Doinims.  compaiUone  de' iuoi  antichi  corrifpondenti  ,    rifoivè   tar  ritorno  alla 

tfa. 


Capitolo  IL 


Greco- 


bafciador  di  Spagna  preflb  quel  Rè,  edefibitofi  mezzano  del  fuo  ravvedi- 
mento, operò,  ch'eine  veniire  [h]  penitente  a  Roma,  ovegittatofi  ai  ^ '^'"»»  ««"• 
piedi  del  Pontefice,  [c'\Erraviyài^ei  (ìcmo-pis^  qttaperiity  BcattjJìmeVa- f  ^f»"^  Malva- 
ter:  Qu^re  fervum  tuum  y  quia  mandai  ci  Dei  y  &  Ecclefi^non  fumoblitusJl'fltl^tm'is"*», 
^j  dolenti  gemiti  inteneriti  il  gran  Padre  di  famiglia ,  e  perfuafo  della  emen- "'• 
da ,  ricevello  nella.Pontificia  grazia,  mi  con  eftetto  in  nulla  corrifponden- 
ce  alla  intenzione  .  £  quai' egli  ibiTe»  ij  c^o  del  jt^mpo  richiede  darne 
contezza  nel  Pontificato,  che  fier^ue. 


C  A- 


Urbano 
Vili. 


H'iovapervcrfio- 
t!£  del  de  pomi- 
nis. 


Setta  (if  aV  Indif. 
ferenii,e  f  m  aini- 
ichiirima  origine  . 
a  ò'.  ^«r.*  '.■/'•4''. 

<«  /   Vi  li  e  ili  tini»  . 

b  Tf^/iV  Ponf.  (^; 
Liberio  ton*,l.pa^. 
280, 

C  r^rt?/  //  PiJ«r.  di 
Simplicio  tQyn,i, 
fZ-Sào, 


608  '^^^olo  XV IL 

GAP  I  T  O  L  O      III 

Urbano  Ottavo  Fiorentino,  creato  Pon- 
tefice li  6.  Agofto  1613. 

Nwva  pre'varicaz.ione  di  Marc^  Antonio  de  Dominio, 
-  fua  morte  ,  &"  ahhrugiamento  del  cada<vere  ,  Setta^ 
della  Indifferenza  ,  fua  orìgine  ,  e  corfo ,  ^trattazjo^ 
ne  y  e  morte  di  Edmondo  2(icherio  .  Decreto  di  giura- 
mento fatto  dalla  Sorbona  [opra  i  Decreti  Pontificii , 
Condanna  di  alcuni  Libri  .  Affari  degli  Hugonottl  di 
Francia  .  Stato  miferahile  dell*  herefie  neW  Inghilter- 
ra 5  e  nella  Germania  •  Setta  della  2{ofea  Croce  ,  e 
degl*  illuminati  ,  e  Quieti fti  in  Spagna  ,  ^  in  Italia. 
Condanna  di  una  propo/izjone  del  Galileo  ,  e  del  Siflema 
Solare  di  Copernico .  *Bolle  Pontificie  concernenti  il  culto  , 
l^  abito  ^  e  lefejie  de*  Santi  ^  e  terribile  fucceffo  di  alcuni 
trafgreffori  di  effe  .  Cornelio  Janfenio ,  fuo  libro  intitolato , 
Auguftinus,  e  cor fo  degli  affari  delli  Janfenifii fitto  quejio 
Pontificato. 

E' lungi  andò,  che,  benché  vomitato,  rigorgogh'ando  nell' 
animo  del  de  Dominis  il  bevuto  veleno  dell'  Herefia>  e 
dal  cuore  pacandone  il  fegno  alla  bocca  ,  &  alla  faccia, 
egli  folle,  come  fofpetto  ài  nuovo  ricadimento,  riftretto 
dal  Tribunale  della  Inquifizione  nelle  carceri  di  Cartel  S.  An- 
gelo ,  nel  cui  arrefto  furongli  rinvenute  lettere  di  corrif- 
fpondenzacongliHereticilnglefi,  che  fignificavano  maneggi  di  una  nuo- 
va Herefia,  cioèrailerzione,  e  la  prattica  dell' antico  dogma.  Che  potè- 
yafì  l  huomo  falvare  in  qualunque  Setta  Chrìjitana  ,  la  quale  profejjafie  gli 
articoli  fondamentali  della  Fede , 

Fiì  antichi ilìma,  e  per  partito  di  feguaci  ampiamente  dilatata  fin  dagli 
antichi  Secoli  quefta  Herefia.  Ella  prima  cadde  in  bocca  ai  Donatifii,[<j] 
quorum  aliqui,  dice  S.  Agoftino,  nihil  intercfie  credebant ,  in  qua  quifque 
■parte  Chriftianusefict.  Propagolla  pofcia con  determinata  fetta  Rhetorio, 
di  cui  habbiam  parlato  [6]  in  altro  luogo:  e  ne  pretefe  laoflervanza  [e] 
V  empio  Zenone  con  la  formazione  dell'  Enotico ,  editto  conciliatorio  fra  i 
Cattolici,  e  gli  Eutichiani.  Ma efecratafempre dalla Chiefa  cotalfenten- 
za,  e  feppellica  nella  oblivione  dell' età  decorfe,  fii  la  deteftandaniaflima 
nfufcitata,  e  ricondotta  nelle  difpute  delle  publiche  Accademie  dai  Lute- 
".  _  rani, 


Capitolo  III.  509       ^Vlu''° 

vanì,  ì  quali  di  nuovo  la  predicarono,  e  come  di  effi  fcrifTe  lo  Sturmio ,  [^]  ^  sLrmu^ì  ini 
Mediam  viam  ,  formulam  concordia  ,  &  harmoniam  excogitarunt  :  onde  cui  T>t^uTM'!diÀ 
provennero  [^]gliAdiaforifti,ela  fetta  peflìmadcgl'Indifterenti,  fra  quali  'J'I;^^.  -i  j,^^^., 
Bramhallio  in  Germania,  Stillinfletoin  Inghilterra,  e  l'Hobbefio  inHol-  d.pJio'jiifL!^'. 
landa  acremente  propugnarono,  Chnfliamm  quemque  pojfe  in  fua  religione  /'•"•s-^*^'* 
falvari  :  e  quind'  inferifcono  li  moderni  herétici ,  che  fra  loro ,  e  i  Cat- 
tohci  palTando  fol  differenza  di  queftioni ,  com'eglino  dicono ,  accidentali , 
e  probabili,  non  devono  eflì  perciò riputarfipet  mifcredenti,  &heretici. 
Il  Cardinal  Richelieu  nel  fuo  Methodo  potentemente  convince  un  tanto  er- 
rore, dimoftrando  la  mafllma  discrepanza  ne'punti  principali,  &  eflenziali  ^  ^  ^     ^.^  ^ 
tri  i  Cattolici ,  e  gli  Heretici ,  de'quali  difle  Sant'Agoftino ,  [e]  Quod  volunt ,  e.  j.*  centrA  '  flt 
credunt  :  quod  nolunt ,  non  credunt  :  (ìbique  potius  ,   quàm  Evangelio  ere-  ^'"^  • 
dunt.  Queftaherefia,  come  gratifllmafopra  ogni  altra  agli  Heretici,  ha- 
veva  già  il  de  Dominis  rinnovata,  &imprefla[<i]  nel  fuo  Libro  de  I\epubli-  Ì,f^ùj^'//^tpTbu 
e  a  in  molti  luoghi;  e  benché  avanti  Gregorio  Decimoquinto  ne  havelfe  de-  c.ioW^o.&ciù 
teftati,  &  abiurati  gli  errori,  nuUadimeno  ritornandone  al  vomito,  have-"''" 
va  introdotti  fecreti  trattati  con  i  Calvinifti  Inglefi  di  promoverla  di  bel 
nuovo ,  e  forfè  più  determinatamente  di  prima ,  fé  non  gli  havefle  Dio  tol-  Ss,  &  Ibb^ru- 
ta  di  mano  la  penna  con  toglier  lui  di  vita.  Conciofìacofache  mentre  com- s'^^^V  ^<^'  «'' 
pilavafi  il  proceffo  della  fua  reincidenza,  fri  egli  [e]  forprefo  dalla  morte  ^  eVsfpteml^.àzi. 
che  tagliò  il  filo  a  fuoi  efecrati  difegni  :  e  fiì  gran  mi  fé  ricordi  a  di  Dio,  che 
nel  chiuder  gli  occhi  della  fronte ,  apriffe  quegli  della  mente  in  ricognizio- 
ne de'  fuoi  falli  ;  onde  dicefi ,  che  morilfe  con  atti  concludenti  di  peniten- 
za, per  Io  che  fperar  fi  poffa  la  fiia  falvazione .  MdlaChiefa,  che  non  giu- 
dica delle  contingenze  arcane  dell'anima,  fé ,  pendente  il  proceffo ,  depo- 
fitarne  [/]  il  cadavere  nella  Chiefa  de'Santi  Apoftoli,  e  rinvenute  pienamen-  ^  -^/""^  Maivaf. 
te  le  di  lui  colpe,  elanuovamachinata  Apoftafia,  ordinò,  come  feguì  , '"•  ""■• 
che  foffe  quindi  eftratto ,  e  con  la  di  lui  dipinta  effigie  brugiato  in  Campo  di 
Fiore  per  man  dì  Boja,  in  borrendo  fpettacolo,  e  memorando  efempio 
della  vendetta,  che  prende  Dio ,  e'I  mondo  de' Ribelli  alla  Fede. 

Ma  conformoladipiiiconcludenterapporto[^]morìgiuftificatoappref-  g  -^«w.  i-ji?.  7. 
fo  tutti  il  ravveduto  [/?]  Richerio,  che  con  pronta  ritrattazione  in  pochi  u7/7^''','-     .. 

..-VI..        \     ■'  ..i  ^.r.  ,.  .,,  ,^  .   "■  f  <■»'  5'    Ponti/, 

momenti  die  di  tiro  a  quanto  egli  haveva  Icritto  m  molti  anni .  Venn  egh  à  ^'  P"'!»  v.  .-<r.  4. 
morte ,  e  nel  ferrar  degli  occhrveggendo  più ,  e  meglio  di  quanto  haveva  ^Sv^dim-n-.o , 
vivendo  traveduto,  kfciò  un' ampia  dichiarazione  di  quanto  in  contrario  ricr^ru-.one  ^  é 
agl'infegnamenti  della  Romana  Chiefa  egli  havefle  fcritto  nelfuo  Libro  de  ["o""  '^''^^^'*^^'^' 
Eccleftàjìica  i  &  politica  potefiatey  condannato  già,  come  fi  diffe,  dieci- 
fette  anni  addietro  dal  Sinodo  de'Padri  di  Parigi .  Confermonne  egli  allora, 
perquantovalfuta  foffe  la  fua  confermazione,  la  riferita  condanna,  dete- 
flando ,  e  riprovando  le  proprie  fentenze ,  e  con  le  proprie  mani  congegnan- 
do la  fcrittura  della  ritrattazione  al  Cardinal  Richelieu  Provifore  della  Uni- 
verfitàTheologica  della  Sorbona,  e  pregando  quel  zelante  Ecclefiaftico  à  , 
riparare  con  la  ìlia  potenza  allo  fcandalo  eccitato  dalla  propria  iniquità,  [i]  J^^^'"^  '""'•'^-9' 
Luteti£  feptimo  Septembris^  dice  l'Annaliflia  Francefe  ,  Edmundus  I{icbe- 
rius  declarationem  corani  dignis  teflibus  edidit  à  fé  fcriptam  ,  &  obfigna- 
taifti  qua  fé,  libellumque  fuum  de  Eccleftaflica y  &  politica  potefiatey  ac 
quafcum^ue  eJHS  propoJitioncSy  Ecclefta  CatÌyoliC£l{pman£,  &  S.Sedis^Apo- 
fiolicx   judicio  fubjicere  declaravit ,  eam  matrem  ,  &  magijlram  omnium 
Eccleftarum ,  &  infdlibilem  verttatis  judicem  agnofcens  :  &  quatenus  con- 
Tomo  ly,  Q3  trana 


Urbano       g^^  Secolo  XVI I. 

VITI  ^  *  '^^  . 

^  '*-^**       trarU  tlU  effent  eidem  Ecckfue  B^mame  ,  improbavit ,  &  condemnavit . 
Hancque  declarationem  confignavh  Eminentifjimo  Cardinali  nichelio  Trovifo- 
tibid.n.io.        yI  Bomm  Sorbon,£ .  Così  egli ,  che  fiegue,  [a]  lifdem  temporibus  decre- 
tum  faUum  eji  ptiblicum  ab  eadem  Sorbona,  ut deinceps  renovareturmos an- 
tiquus  y  &  laudabilis,  à  quibufdam  omitti  coeptus y  ut  iquique  Baccalaureus  in 
TheologiiO  a6libus  refpondens  ,  juraret  in  decreta  Summorum  Tontificurn  i 
Degne  laudi  del-  oiide  ammirifì  la  fempre  pronta,  e  filiale  offervanza  verfolaSedeApofto- 
la  Sorbona.        Uca  della  Univei'fità  della  Sorbona ,  la  quale  quand' ella  ha  operato  tutta 
infieme,  e  come  in  corpo,  nonforprefadanfpetto,  oda  timore,  ha  dato 
fuori  faggio  ampli^fimo ,  e  documenti  incontrovertibili  dell'autorità  del 
Pontificato  Romano  :  e  fé  qualche  Dottore  di  eifaò  errante ,  ò  malvolente 
alcuna  volta  ha  trafcorfoin  propofizioni  improprie  ò  alla  Fede ,  ò  alla  rive- 
renza, n' è  incontanente  feguita  ola  ritrattazione,  òlacondanna,  come 
\unf'  di  ^'mZu  veniam  pur  hora  di  riferire  del  Richerio ,  e  riferiremo  [b]dì  altri  nel  breve 
^ujfandro  fono  corfo ,  chercfta,  di  quella  Hiftoria .  Nonperò  all'accennato  decreto,  & 
^LLT/xl  to.'s .  'air  importo  giuramento  mancò  contradittore  fra  i  Richeri^ni ,  che  contra- 
c  HtcvtdeBdUr.  diceflcro  al  vicario  di  Chrifto  [e]  la  podeftddi  pubìicar  Bolle,  ò  divul- 
i'ij""*^*"'* '''*  gar  Canoni,  reflringendo  l'autorità  di  lui  ne'limiti  del  folo  governo  della 
Chiefa  Romana.  Ma  ad  effi  valentemente  fi  oppofe  Gio.  Francefco  de'Con- 
iti  Guidi  del  Bagno  Nunzio  Pontificio  in  Parigi  in  prolifla  fcrittura ,  indriz- 
2ata  al  medefimo  Cardinal  Richelieu ,  nella  quale  a  capo  a  capo  riprovati 
j'alTerzioneRicheriana,  e  fondamente  fi  ftabilifce  l'autoriti  Pontificia  su 
LffZ'^ióii^niL  qnefto  punto .  Ella  viene  à  lungo  riferita  dal  moderno  Italiano  [  d  ]  Annali- 
ita,  che  con  pari  maeftà,  e  vaghezza  ne  rapporta  il  contenuto ,  e'I  valore . 
e  ^nn.  1699,  Né  dcfiftè  la  Francia,  collegata  in  quefla  [e  J  età  con  Roma,  di  abbat- 

tere con  feverifUmi  Editti  la  non  mai  quieta  baldanza  delle  penne  Hugo- 
f  spond.ann»\  6  }9,.nottQ  contta  l'autorità  del  Pontificato  Romano .  O  tiro  [/]  egli  folle  di 
'"'"libro  Anoni.  niauo  hetctica ,  ò  certamente  poco  Cattolica,  ufcirono  inalpettaeamen- 
nio  prohibitoTn  te  alla  lucc  di  Parigi  due  Tomi  in  linguaggio  Francefe,  fupprelfo  il  nome 
Francia.  deli' Autote ,  e  dell o  Stampatore ,  con  lo  fpeciofo  Titolo  J«r/«?w,  &liber- 

tatum  Eccleji^  Gallicana  ,  earumque  probationum  :  in  cui*  coftituendofi  il 
Papa  nel  folo  Primato  di  Dignità ,  contradicevanglifi  li  diritti  dell' Autori- 
tà fuprema  di  fciogliere,  e  di  legare;  onde  inferiva  l'Autore,  efente,  & 
immune  il  Clero  Gallicano  dalla fuggezione  della  Chiefa  Romana,  ch'egli 
voleva  ridotta  non  diliìmile  all'acefala  Chiefa  dell'Inghilterra .  Quivi  il  ma- 
ligno Anonimo  non  intendeva,  che  la  libertà  della  Chiefa  Gallicana  (ì  eften- 
•ieife  nell'ufo  folo  de'privilegii  conceduti  à  quel  Clero  dalla  Santa  Sede ,  il 
che  necelfariamente  importa  fuggezione  nell'uno ,  e  fuperiorità  nell'altra  ; 
ma  contendeva  una  efenzione  intiera  da  ogni  podeftààguifa  della  Chiefa 
Greca  Scifmatica,  ò  della  Sinagoga  heretica  di  Lutero,  e  di  Calvino.  Ma 
il  libro  fu  incontanente  apprefo  per  quel  eh' egli  era,  e  prohibito  dà  dieci- 
nove tri  Cardinali,  e  Veicovi,  che  fi  ritrovarono,  in  Parigi ,  i  quali  pro- 
teftarono,  voler  elfi  il  godimento  de'privilegii,  ma  non  già  ambire,  òfii- 
g  j^.^^  periorirà ,  ò ugualità ,  ò  emulazione  con  il  privilegiante  :  [g  ]  Vjjcit  enim , 

foggiunge  lo  Spondano,  Ecclefìa  Gallicana  libertates,  qua  malum  operen- 
tur  :  nejcit  jura,  qua  illam  a  E^rrtana  Matris  fìue  firmiffima  conncxioncy  Ó" 
filiali  obedientia  di^vellant  y  ac  Jfeparent  :  e  fi  farebbe  feveraniente  procedu- 
to contro  l'Autore  del- Libro,  feconlafupprefilonedel  nome  egli  non  fi 
foffe  fottratto  dalla  cognizione  della  perfona,  e  dalla  infamia  dello  fcritta. 

Non 


Capitolo   in.  6ll        Urbano^ 

Non  così  torto  fu  fiippreffo  il  volume,  in  cui  inalzavafi  fopra  il  termine       ^  ^^^* 
del  giufto  la  libertà  della  Chiefa  Gallicana  ,  che  incontanente  [a]  ufcì  *  '^"'*'  '^'»°' 
dalle  medelìme  ftampe  della  Francia  un' oppofto  trattato,  in  cui  predice- 
va(ì  imminente  lo  feifma  della  Chiefa  Gallicana  dalla  Romana,  fé  non  con- 
dannavanfi  come  ree ,  e  fcifmatiche  quelle  fentenze ,  che  fi  tolleravano  in 
quel  Regno  p  dalla  confuetudme,  ò  da'pretefi  privilegii.  Tanto  diverfe 
fono  le  penne  degli  Heretici,  bench' elleno  vengano  guidate  da  una  fola  ^jj,,  1^,^.,  ^^j^. 
mano .  Il  libro  fenza  nome  del  vero  Autore  (  che  fu  Michel  Rabardeo  )  /imamente  prò. 
portavano  uno  finto  di  Optato  Gallo  co'l  titolo  de  capendo  fchifmate  :  ^'''"'  * 
onde  ò  perche  parve  à  tutti  importuno  quello  zelo,  ò  perche  piacque  d 
pochi  la  difcufilone  di  quefta  materia,  quando  particolarmente  l'ufo  degli 
aflerti  privilegii  non  haveva  mai  pervertita  la  Francia  dalla  profeilata  devo- 
zione alla  Sede  Apoftolica ,  fu  il  Libro  involto  nelle  medefìme  cenfure ,  co- 
me gli  altri  accennati,  e  dall'/Vrcivefcovo di  Parigi,  e  fuoi  Suffraganei  di- 
chiarato fcandalofo  nelle  [Z>]  mafllme,  perturbatore  della publica quiete,  hspond.ann.ìG^o. 
e  per  ordine  del  Parlamento  arfo  nel  fuoco.  Di  quefl:o  Libro  nfenfce  lo  '"*'"-^' 
Spondano,  Multi  adverfus  cum  fcripferunt  prò  dcfenftone  pacisy  &  Eccle- 
fi£  Gallicana,  cii]us  [cijfionis  nulla  videretur  efteu^.ìbra  :  quamquam  &  fue- 
runt  Inter  ejufdem  libelli  oppugnatores  y  qui  limitesrationis  ih  grave  Libjrta- 
tis  Eccleftafliaè  prajudicium  non  parum  excefìerint,  Cofa  ,  che  fpeflb  fuc- 
cede  a  chi  troppo  d'apprello  vuole  inveilir  l'inimico  con  maggior  calo- 
re, che  avvertenza. 

Fremevano  intanto)  li  Calvinifti  di  Francia,  perfeguitati  non  men  dagli 
Editti  della  Sorbona,  che  dalle  armi  vincitrici  del  Re  Luigi,  che[r]debel-  c^«».is:g. 
lata,  e  prefacon  memorabile  afledio  la  Roccella  nido,  e  ritirata  dell'he-  dan.mk"''*and!e 
refia,  profeguiva  le  vittorie  in  eflierminio  degli  Hugonotti,  &inefaltazio-  a..' sc  ìr.nacici ,  e 
ne  della  Fede  Romana,  Mi  raddoppioili  in  effi  il  dolore  nella  congiunzio-  ^"'^'^'^'• 
ne  delle  avverfità ,  che  minacciarono  la  loro  peftifera  fetta  anche  in  Orien- 
te. Reggeva  il  Patriarcato  di  Coftantinopoli  Cirillo,  huomo  [rf]  prima   .\  BifaccUnut  in 
Maomettano,  poiScifmatico,  e  finalmente  Calvinifì:a,  e  perciò  per  tutti  ^'"'"'"f* 
quelli  tré  capi  tanto  inimico  del  Pontificato  Romano ,  quanto  difpofi;© ,  6c 
avido  di  contradirlo  anche  con  la  opponzione  de'fuoiSucceffon,  alquai' 
effetto  egli  haveva  mandato  giovani  Greci  ad  apprendere  le  fcienze  nelle 
fcuolc  heretiche  della  Hollanda ,  e  publicata  per  la  Grecia  una  confefiìone 
di  Fede,  in  cui,  oltre  agli  articoli  del  vecchio  feifma,  haveva  inferito  die- 
cifetce  propofizioni  di  Calvino ,  quali  dalla  turba  imbelle ,  e  dalle  ignoran- 
ti Catedre  dì  que'defolati  paefi  apprefe ,  &  infegnate  per  Cattoliche ,  riuu- 
cevano  la  miferabile  Grecia  in  una  Ginevra  di  Calviniiti.  Acudivanoi  Mer- 
canti Heretici  delle  parti  Occidentali  alle  operazioni  d\  Cirillo,  e  con  irpeilì 
donativi  di  denaro,  di  cui  il  Patriarca  dimollravafi  avidifiìu.o,  tenevaiiO 
fortemente  in  ìcd^  il  di  lui  animo.  Mi  i  Turchi,  che  odiano  il  Calvi- 
nifmo,  come  inimico  del  Monarchico  reggimento,  siilacuibafeiìe!lol- 
le  la  Ottomana  potenza,  precipitarono  da  [e]  alta  torre  nel  mare  il  e^nn.iSì^. 
fraudolente  Patriarca,  incolpato  di  atroci  delitti ,  ò  in  preteso ,  òinpro- *; /f""'*^'- '"^'"'- 
vadlverareiti.  Il  Succeffore,  dal  Batcaglini  denominato  ni  un  [f]  luogo  Wcon'^uà^'cZ 
Tartbenìoy  &  in  un'altro  [g]  Cirillo  d' Iberiay  avvedutofi  dv-ilacorruzio-  'l",  ,'^' f.'^' '   ^.^ 
ne  generale  della  Fede  Cattolica,  pervertita  in  Calviniftica,  convoca  '^u/tZ'^.^'Tzt 
to  in  [h]  Callantinopoli  un  Sinodo  di  Suffraganei,  efecioUa  con  taittu  ■•"  .'^X.' .«,/,  -? 
vivezza  di  zelo  >  che  della  condanna  tramandandone  notizia ,  e  lettere  i\i\  /«:.  -C  &"hliù 

Q^     2  agli     "'^-f^^-ro. 


Urbano       ^j^,  Secolo  XV 1 1. 

Vlil.       2gjj  ultimi  termini  dell'Europa  infieme,  edell'Afia,  fepalefeal  mondo," 
quanto  efecrabile  folfe  quella  fetta ,  che  né  pur  volevall  ammettere  da' 
daSiUnSi'p^i  Scifmatici,  e  da' Maomettani.  E  con  ragione  ;  conciofiacofache  oltre  agli 
«omio.  '     '    articoli  deteftabili,  ch'ellainfegnava,  e  circa  Dio,  che  io  rendeva  autore 
del  peccato,  ecircalapredeftinazione,  òlareprovazione,  chela  voleva 
forzofa ,  e  necefTaria ,  e  circa  tutto  ciò  che  toglieva  fplendore ,  e  lullro  alla 
Chiefa  di  Dio ,  ch'eippiamente  diftruggeva,  ella  fu  riconofciuta  per  cotan- 
to contraria  alla  focietàmedefimade'popoli,  che  badava  girar  gli  occhi 
pei  mondo,  per  rigettarla  dal  mondo.  Vedevafi  la  Francia  di  frefco  nau- 
fraga nel  fangue  de' Francelì,  i  loro  Re  ò  uccifi,  ò  oppreflì  dalle  ribellio- 
ni, la  Helvezia  in  fé  divifa  con  rotture  interne  d'inimicizie  immortali  ;  e 
ciò  che  più  face  vane  inhorridire  il  penfiere ,  la  Inghilterra  dilacerata  da  tan- 
te fubalterne  fette,  quanti  erano  i  fettarii,  e  giiìdifpoftad  condurre  il  fuo 
Re  fui  palco  per  recidergli  la  tefta,  comehorhora  vedremo  ne' racconti 
,Si«e  numerofe  fìinefti  del  Pontificato ,  che  ilegue .  Quivi  allora  ò  furfero ,  ò  fi  augumen- 
«re  i  ng    icrra.  ^.^^qj^q  jj  p^^^y  vccchì ,  detti  Presbytetiani ,  de' quali  di{fe  un'Autore  , 
%!^!ì'tJ''HT!r"'  f^^  Fac'mnt  Ecclefìam  ^Arijìocraticam  ,  ita  quòd  amotis  Epifcopis  B^6lores 
/.zl^miii  it;."'  fmt  Tresbyteri:  quivi  gì'  Independenti  oppofti  a' Presbyteriani ,  chefichia- 
b  i!;hi.  marono  Vatrice,  &  libertatts  amatoresy  i  quali  [b]  Ecclefìam  faciuntDe- 

mocraticam y  /eque,  ajunt,  folìDeo  fubje^os  :  quivi  li  Quak^riy  detti  Tre- 
^JphhnTntfb'.'cl'i''^^^^''^^^  i  ^*  Gioachimo  Zentgrafio  [e]  denominati  Co//«v/ex  Q^ak^ro- 
'iit.còiiHviti^a-  rum,  feguaci  di  Giacomo  Nayler  Inglefe,  che  fi  finfe,  e  predicoflì  Chri- 
Aerornm.  {{q '.  quìvì  \i  nuovì  Libertini ,  feccia  dell' Inghilterra,  che  ammaeftrati  da 

d  vtdi  il  p„nnf.  unBurtune,  che  fefillor  Capo,  oltre  agli  antichi  errori  [d]  de' Libertini, 
t.^"pa"iil  ^^'  infegnavano  [e]  l^on  nos,  fed  Dei  fpiritus  in  nobis  habitans  operatur  omnia 
e  oii.ùd.ioe.cit.  mala,  qu£  facere  dicimur  :  peccatum  nil  aliadefi,  quàm  opinio  :  pimiendo 
fAi.m,h,ii6.       peccata  Deus  ipfe  punitur  :  e  quivi  finalmente  5/?  ^ntifcritturifii ,  i  Quereli- 
ti,  gli  Sceptici,  gli  Efpettanti,  li  Terfettifli,  li  Sabbatarii,  gli  ^ntifabba- 
tarli,  e  fini  nuovi  Chiliafti,  e  i  nuovi  Arriani,  abjque  numero ,  &  ordine, 
come  conchiude  il  citato  Jadertino ,  fedyerc  omnes  ^nttchifti.  Sicché  ben 
per  tutti  hebbe  adire  un  d'eiiiinglefi,  allor  quando  richiefio  in  Roma  da 
un  Perfonaggio  Cattolico,  Di  qual  Religione  egli  fojje  ?  rifoofe  l'Heretico , 
Di  nifìuna  ancora ,  perche  la  Luterana  parer  agli  indegna  ,  la  Calvinijia  em- 
pia, e  la  Cattolica  difficile  :  onde  fin' allora  il  miferabile  havea  vifliito  cin- 
quant'  anni  fenza  Sacramenti ,  fenza regola ,  fenza  Chiefa ,  e  fenza  Chrifto, 
e  fenza faper  di  qual  Religione  effo  fi  foffe . 
Né  la  Germania  pativa  minori  infortuni  dalla  fetta  Luterana ,  che  le 
£  ^nn.i6i6,       altri  parti  del  moudo  dalla  Calvinifta .  L'Auftriafii  [f]  manomeffa  da  una 
fubiranea  rivoluzione  di  Villani  heretici ,  che  inforferenti  de'Magiftrati 
gvideziini.,  &  Imperiali,  arfero[^]  Chiefe,caIpeftar.onoIm3gini,  profanarono  con  hor- 
£>/ac.m  Hift,       j.^^^'^-  f^^^jiggii  Saccrdozio ,  e  Tabernacolo  del  Sacramento ,  né  ceflarono 
h  w4«».  1627.      (jalla  barbara  intraprefa ,  fé  non  trucidati  [  h  ]  dalle  arme  vincitrici  dell'lm- 
perador  Ferdinando  Secondo,  che  per  ridurre  nel  lor  dovere  i  Vaflalli  , 
quafi  ne  venne  à  perdere  il  Vaflallaggio ,  forzato  ò  egli  à  ucciderli ,  ò  eflì , 
Sette  fubairernc  cioè  quci  cIic  fopraviffcro  alle  duplicate  ftragi ,  à  ucciderfidafemedefimi, 
G^rmS?^  '"  difperatamente  amando  più  torto  morire  heretici,  chefoggiacer  Vivendo 
al  comando  de'  Cattolic  i .  Eranfi  li  miferabili  uniti  da  varie  fette ,  nià  i  più 
Luterani .  Annoveravanfi  fra  efllalcuni  Stregoni ,  che  denominavanfi ,  hor- 
ridi  anche  nel  nome ,  Soldati  incantati,  overo  aggiacciati,  veftiti  di  nera 

grama- 


Capitolo  III.  613        Urbano 

gramagliàjfpaventofidihabito,  e  di  volto,  e  tanto  più  precipitati  in  ogni       Vili, 
incontro,  quanto  più  la  loro  magia  rendevaliefentidalla  offefa  delle  ftefle 
palle  infocate  de'  mofchetti  :  fé  ben'  à  fottrarli  dalla  morte ,  nulla  valfe  a^ 
lora  il  Diavolo,  che  d  bella  pofta  conducevali  à  morire ,  anch' efTì  uccifi 
da'Cattolici ,  ò  da  fé  medefimi.  Fra  i  Maghi  vede vanfi  quei  della  T^gfea 
Croce  t  fetta  nuova,  che  aliena  per  profefllone  dall' arme,  pur  tuttavia  ac- 
corfe  à  far  numero  co'  Luterani  per  genio  imperverfato ,  e  proclive  alla  ri- 
bellione, &^1  tumulto.  Er^  comporta  quejfla  fetta  di  una  congregazione, 
ò  fratellanza  di  huomini  denominati  B^fè^ie  Crucis  y  overo  luvi/ibilium  y  & 
Immortalìum .  Cominciò  ella  occiilta  [<i]  molti  anni  prima  à  vagar  per  la  «•^"".«^U» 
Germania;  non  però  tant' occulta,  che  non  fofle  cognita  in  un  Libro  ài 
Niccolò Notfmanufcito  dalle flampe della  Germania  nell'anno  1618.  nel 
cui  titolo  così  leggevafi  ,  Themis  aurea  ,  hoc  efi  de  Legibus  Fraternitatis 
^.  C.  tra£ìatus ,  quo  carum  cum  veritate  convenientia  ,  utilitas  publica ,  c^ 
privata  ,  nec  non  caufa  neceffarìte  evohuntur  ,  &  demonjirantur  ,  ^uÌIot€ 
(nome  finto)  Michaele  Mairo.  Dal  che  ne  apparifce  ò  incerto,  ò  anoni- 
mo lo  Scrittore ,  che  vanta  l'antichità  di  quella  congregazione  fin  dall'an- 
no 141 5.  Md  chiunque  fi  fofie  l'Autore  dell'aurea  Themis,  quivi  feipre- 
certi  s'imponevano  a'Teguaci,  quali  il  Malvafia  [b]  diligentemente  rac-  ce^ril'  '"'  ''"'' 
colfedal  [e]  Mercurio  Gallo,  e  dal  [d]  Galaflb  in  quc^fto  tenore.  Tri-  e  Mtm^r.  caiius 
mò.  Ut  nemo  illorum  iter  agendo t  aliud  profiteatur,  nifi  morborum  curatio-  d'p'/ur'alLjfu, 
nem ,  &  illam  gratuitam .  Secundò ,  Ut  nemo ,  eò  quòd  in  Fraternitatem  in-  ^(>c.jrfu,\ tx^mi. 
grefìus  fitj  eerto  habitus  genere  uti  compellatur ,  fed  regionis  dumtaxat  con-}!,,  "^""'^  """"" 
fuetudini  fé  fé  conformet.  Tertiòy  Unumquemque  Fratrum  debere  fingulis  an- 
nis  die  C.  in  loco  S.Spiritus  ftflere  f(},  vel  abfenti^  fu£  caufas  litteris  dee  la- 
rare.  Quarto  ,   Debere  unumquemque  Fratrum  perfonam  aptam  ,  cJr*  ida- 
neam  ,  qu^  fibi  vita  funaio  fuccedat ,  eligere,  ì^intò  ,  Vocabulum  i^.  C, 
debere  Hlis  cjie  infiar  fymboli ,  chara£leris  ,  aut  ftgilli.  Sextò  ,  Hanc  Fra- 
ternitatem y  necefie  eft,  debere  centum  annis  latere .  Setta  occulta  nel  figni- 
ficato,  e  nell'intento,  che  noi  facilmente  riduciamo  d  quella  àQQpÌQti- cVtdniPontif.di 
fti,  da  noi  altrove  [e]  annotata,  echepurhorarifufcitofliinSpagna  fot- ^'«o/''  y-  tom.^,, 
tonome  degl'Illuminati}  echebentofto  [/]  vedremo  vagar  per  Roma  in  ^n'v'^/rVPc-jn/.  w; 
perfonadel  Molinos.  Li„i,cnno  xi. 

Da  deboli  principi!  rinvennefi  [g]  prodigiofamente  dilatata  nelle  vici-  ^  ^""-'^-^^ 
nanze  di  Siviglia  una  fetta,  chiamata  da' Sectarii  degl'Illuminati,  Andrea  ^^^^^  ^^  j,  ^^^^^ 
Pacecco  Supremo  Inquifitore  di  quel  Regno  ne  condannò  fellantafei  prò-  nìniacì.'^^ 
pofizioni,  e  ne  fece  abbrugiar  vivi  fette  oflinati  feguaci ,  abbruftolitipiù 
tofto,  che  illuminati  da  quel  fuoco .  Eglino  profeffavano  perniciofiffima  he- 
refia ,  che  noi  reftringiamo  nelle  propofizioni ,  che  fieguono .  [  /?  ]  Vrimò ,  I',,^,*„  ^H'^iJa?. 
Mentalem  orationem  Divino  pr£cepto  adeò  imperatam  ejje ,  ut  per  eam  omnia  ciÒMeivuru  aài' 
impleantur.  Secundò  ,  Orationem  Sacramentum  effe  fub  accidentibus  ,   idejì  ''* 
mentalem:  vocalem  vero  parvi  efie  momenti.  Tertiòy  DeiServosnec  labora- 
re  debere  ,  nec  Tralato  ulli  obedire  ,  quando  mentalis  oratio  impediatm  . 
Qjttartòy  Tsleminem  adipifci  pojfe  virtutis  fecretumy  nifi  Magiflrishac  docen- 
tibus  dtfcipulum.  Qtwìtò  ,  Divinam  efientiam  ,  ac  Trinitatis  arcala  videri 
pofìeinhac  vitaabeoy  quiadcertum  perfe£lioms  gradum  perveneyìt,  Scxtày 
Spiritum  San6Ìum  immediate  cos  eligere  ,  &  eos  regcre  ,   qui  fic  vivunt  , 
Septimòy  In  elevatione  SanUtjfimi  Sacramenti  claudendi  funt  oculi .  Odiavo, 
J^ù   pervenerit  ad  certitm    perfeélionis   jiatum  ,    nec  videre  potej^   /*> 
Tomo  IV.  Q£    3  cras 


Urbano       gj^  Secolo  XV I L 

Vili.  ^Yat  Imagines ,  nec dhìnum  Verbum  audire ,  nec  loquì  de  Deo ,  ncque  alia  fa* 
cere,  buie  feSice,  &  do£ìrin£  contraria,  l^onò  ,  Debere  omnes  vovere  y  fé 
fìtatrimonium  minime  contra^uros  :  religionem  tamen  nequaquam  ingredi .  De- 
cimò, Tane  co£Ìocommmionemacciperc.  Decimoprimo,  Orationem,  &ab' 
ftinentiam  non  poffe  din  fìmul ,  nifi  miraculo  ,  conftjìere .  Decimofecundò  , 
Oramem  ita  fé  debere  in  Dei  prafentiam  collidere ,  utnecdifcurrat,  nec  medi- 
tetur,  vel  paffionem ,  vel  humanitatem  Chrifti.  Decimotertiò ,  Qui  orationi 
mentali  vacat ,  potefi  ab  audienda  Miffa  ctiam  diebus  fe[ìis  abfiinere  ,  & 
qui  in  oratione,  aut  in  Ecclefta  verfatur,  deb  et  rerum  fua  domus  oblivìfci ,. 
Decimoquartò  ,  Se  faminis  ,  quas  fpiritus  ,  &  do6lrìn*e  magijìras  ducunt  > 
obedientiam  debere .  Decimoquintò ,  ^ffinis  debere  filias,  cafiitatis  quidem 
fervand£ ,  religionis  tamen  non  ingrediente!  decimoquarto  anno  votum  edere 
debere  :  &  confejjionìs  filias  rovere  debere,  fé  non  aliis,  quàm  illuminatis 
confefiuras .  Decimo fextò ,  Fosminas  conjugatas  non  debere  viris  in  matrimo- 
nii  debito  obedire ,  Decimofeptimò ,  Debere  Illuminatis  aurum ,  &  argentum 
oppignorare,  Decimoo5iavò ,  Licere  Confejfariis  Confejfwnes  revelare  et,  cui 
obedientiam  dederunt,  &  fìbi  invicem.  Decimononò ,  Tanitentìa  Sacramen- 
tum  pofjeabfqueullacommijjione,  aut  licentia  adminiflrari .  Vigeftmoprimò  , 
Illuminato^  habere  auBoritatem  abfolvendi  ab  omni  peccatorum  genere  , 
Ctiam  fi  fint  Sedi  ^pofiolica  rejervata .  yigefimoprimò  ,  'Hon  pojjè  abfol- 
vi  follicitantes  in  confejfìone ,  nifi  declarent  follicitatas .  Vigeftmofecundò  , 
Jn  communione  per  paucas  forma f ,  ftve  Hofiias ,  Deum  parumrecipi .  Vigeft- 
motertiò ,  T?o[ìe  communicari  homines  non  jejunos .  yigefìmoquartò ,  VerfeBum 
hominem  pojìeabfque  fpecialirevelatione  fcire,  utrùm  ftt  in  grafia,  &cha- 
ritate,  necne.  Vigefimoqmntò,  Tojfe  hominem  ad  eum  perfeBionìs  fiatum 
pervenire,  ut  gratta  anim^e  facilitate s  fubmergat,  nec  poffit  anima  vel  pro- 
gredì, vel  retrogredi ,  &  ad  eum  perfe6lioni$  flatum  pervenire,  ut  SanBo- 
rum  intercefjione  non  egeat,  Vigeftmofextò,  Si  Deus  anim^e  dicat,  ut  ftt  bo- 
na, bonam  fubflantialiter  fore,  &  ideò  non  eftnecefie ,  ut  operetur  bene ,  nec 
amet.  yigejimofeptimò ,  JlBuseòmagismeritoriosefie,  quo  minor  efl  fenjìbi- 
lis  devotio.  VigeftmooÈavò  ,  Turpes  a£ìus  ,  ac  inhonefìos  taSus  eum  feB^e 
fute  fceminis ,  de  puellis  non  efse  peccata ,  imo  virtutem  potiùs ,  ac  pietatem . 
yigefmoìionÒ ,  Hominem  excommunicatum  publicè  ,  fi  celebratione  ,  &  ad- 
tninifiratione  Sacramentorum  non  abfìineat,  dummodò  hanc  fe£lam  amplexus 
ftt,  nequaquam  debere  fé  prò  excommunicato  habere,  Trigejtmò,  Seinextaft- 
bus  dar ^  videre  Deum ,  érinhisnibil  efse  fidei,  eòquòd  Deum  dare  vident, 
Trigejtmoprimò  ,  llluminatos  immunes  efse  à  Turgatorio  ,  &  qui  eorum  do- 
£irm£  nolunt  acquiefcere ,  damnandos  efse  in  Turgatorio .  Trìgefimojccundò  , 
^quam  benediBam  peccata  venialia  non  delere ,  Trigefimotertiò ,  In  orat io- 
ne non  efse  utendum  imaginibus .  Trigeftmoquartò ,  Evangelium ,  &  Scriptn- 
ram  prò  arbitrio  interpretantur  centra  communem  Tatrum  expofttionem ,  & 
verba  illa  San£Ìi T'^U  »  Mortui  in  Chrifto  refurgent primi ,  ad  litteram  intel- 
ligunt  de  quodam  Confefsario ,  &  quadamconfefflonis  filia;  &  verba.  Petite, 
&accipietis,  de  folis  pradefiinatis intelligunt ;  &  verba,  Jefumcìcterislo- 
quLitiim  effe  in  parabolis ,  intdligunt  de  reprobis  ;  &  verba  Sancii  Tauli ,  Sine 
pcenitentia  flint  dona  Dei,  accipiunt,  acfidiceret,  Deum,  ut  nobis  gratìfi- 
cctur,  nojìra  non  egere  pcenitentia,  Trigefimoquimò ,  Teccatoresnonefficaci- 
ter  audiri  à  Deo ,  quia  Deus  pcccatores  non  audit ,  Trige/tmofextò,  Illumina^ 
tos  fpernere  debere  mninò  Tkeologos  ,  &  coneionatores ,  Trigefimofeptimò , 


Capitolo   III,  ^15       Urbano 

Qjixdam  aiant ,   qu£  adverfantur  ,  ut  matrimoniuni  fit  Sacramentum  .       Vili» 
Così  gì'  Illuminati  di  Spagna  ,  e  così  in  molte  cofe  [  4  ]  hot  hora  i  iVeUUPontt.di 

Qllietilli    d'  Italia  .  Innocenzo  XI. 

Nel  feminatodnnqiie  della  diabolica  mefTe  di  qncft'herefie  conindereflTa  conJanna  diana 
foUicitndine  attendeva  Urbano  àfvellerne  la  zizania ,  per  ridurre  il  campo  Fopoii^'one  dei 
Evangelico  alla  cultura  fola  della  vera  Fede,  nel  qual'oggetto  celi  intento, 
condannò  [b]  una  propofizione,  che  Galileo  Galilei  prima  dedufl'e,  e  poi  ''  *^"'''  *^i^ 
dilatò ,  apprefa  da'fcritti  di  Copernico .  Vilfe  Nicolò  Copernico  in  grand* 
eftimazionedelfuo  Secolo  per  la  fcienza  particolarmente  dell' Aerologia 
nelle  parti  Settentrionali  della  Germania,  nato  [e]  in  Thorn  Città  della- e  ^utus  tcf.F/r. 
Pruflìa  Reale,  Profeflbre  di  Matematica  in  Roma,  dotato  di  varie  lingue,  \f,MTjiTsl\T' 
e  proveduto  di  Canonicato  in  Varmia*  e  finalmente  quivi  morto  in  età  di 
felFant  anni .  Fra  molte  fue  illuftri  opere ,  nel  Libro  de  rnotu  oSiava  Sphara 
egli  rinovò  l'antica  opinione,  e'I  fiftema,  come  riferifce  Plutarco  j  di  Fi- 
lolao,  ediHeraclidediPonto,  cioè  che  il  Sole  fofle  immobile,  e  latefra 
mobile.  Galileo  Galilei,  { d]  nato  in  Pifa,  nuovo  Copernico  di  quefta  t^f^'^'^.'^'"' 
età,  nelleguitarneloitudio,  feguitonne  ancora  il  parere,  o  come  [e]  al-  s.  lanuariìió^i. 
tri  vogliono,  imparonne  l'aflunto  dal  celebre  Michele  Meftlin,  e  ne  (noi  l^f1^2'^;/ll^l';i 
Dialoghi  fopra  liSiftemi  di  Ptolomeo,  e  di  Copernico  tradotti  in  latino  rom.i.verioGaiìi 
col  titolo  SiJìemaCofmicumy  alferì,  Scampliòlamedelìma  opinione  della  ''*'*'' 
immobilità  del  Sole ,  e  della  mobilità  della  terra .  Accorfero  incontanente 
li  Cattolici  al  riflirto  fiftema,  che  notabilmente  contradiceva  alla  Sacra 
Scrittura,  e  quando  [/]  Giofuè  fermò  ilSole,e  quando  David  [^jindiconne  f  J/;*'  ''''?' ann 
l'orto ,  el  occafo ,  e  quando  Giesù  Chrifto  [h]  authenticollo  Nafcente ,  Si  h  M^bif." 
Occidente .  Al  contrario  li  Copernichifti,  e  i  Gallicani  contendevano  acre- 
mente il  fenfo  allegato  della  Scrittura ,  e  ad  alte  voci  efclamavano,  infegnar 
ella  non  le  fi:rade  del  Cielo ,  ma  la  ftrada  al  Cielo  ;  e  Pietro  Galfendi  Antefir 
gnano  di  tutti  dice,  [/]  Quod  aliquiVroceres  Ecclefì/£ ,  dìcantury  interpreta-  \  Petr.GajTtndit». 
tionem  hujufmodi  ìmprobajset  decretoque  fanxifse,  terram  in  centro  mundi  l]ZìjJ'}>!e\f'ai. 
quiefcere ,  non  autem circa Solem  moverli  partimOrthodoxi  id  quidem  Deere-  mihiiìo.coi.ì. 
tum  revercnter  accìpiunty  [ci  non  putant  tamen,  fidei  articulum  cfse  i  quòd 
promulgatum  non  fuerit  :  partim  Heterodoxi  non  admittunt.  Così  egli  :  mi 
noi ,  a  cui  ogni  Decreto  dellaSanta  Inquifitione  Romana  rimaiie  venerabi- 
le ,  ò  promulgato  egli  fia ,  ò  fol  defcritto ,  ad  elio  ci  rimettiamo  fenza  cri- 
tica di  fottigliezze .  Mail  Pontefice  Urbano ,  che  invigilava  al  manteni- 
mento illibato  della  Religione  e  in  terra,  e  in  Cielo,  carcerato  il  Galileo 
nelle  prigioni  del  Sant'Omzio,  quivi  lo  ritenne  cinque  anni,  cioè  fin'tanto 
ch'egliabjuronneinvoce,  ed  in  ifcrittoTerrorcmorendo  quindi  nella  com- 
munione  della  Chiefa  in  età  prefTo  che  ottogenaria  buon  Cattolico ,  e  gran- 
de Aftrologo,  fé  non  havefl'epretefò  fermare  il  Sole  nel  fuo  gran  moto. 

Con  li  Decreti  fopra  il  Cielo  congiunfe Urbano  quelli  foprail  culto  crrca^luiacor? 
de' Santi,  formandone  due  Bolle,  la  prima  [  K.']  Ccelejìis  Hierufalem,  in  habito  e  lefùié 
cui  prohibifce  ogni  laureola,  e  fegno  efteriore  di  adorazione  alli  non  fanti-  'l^'rl'gliaar.vrb. 
ficati,  ò  canonicamente  non  beatificati  dalla  Chiefa;  lafeconda[/ ]  S^fro-  viii.  conjìh.  lio. 
fanUa  Tridentina  Synodus  i  circa  la  forma,  e  l'habito  delle  Imagini  Sacre,  f"":]'y°„*^,^,8c. 
ordinando  in  effa  ,  l>{emini  licere  ullo  loco  ,  vel  Ecclefia  ullam  tnfolitcìm  ^««.1(542, 
imaginem  ponere  ,  vel  ponendam  curare  ,  nifi  ab  Epifcopo  approbata  fue- 
rit ^  prefcrivendo  contro  molti  infurti  abufi,  Vj^  qtiis Imagincs San6iorum 
fculpcrCy  aut  pingercy  vel  fculpi,  aut  pingi  facere  y  aut  antehac  fculptas  , 

Q  q    4  aut 


Urbano       (Jjg  Secolo  XVI L 

y*^^^'  aut  pi£iasi  &  alias  quomodolibet  effi&as  tenere  i  feu  publico  affre&ui  exp&' 
nere ,  aut  vejtire  cum  alio  habitu ,  &  forma ,  quàm  in  ^pofiolica ,  &  Catholi- 
ca  Ecclefia  ab  antiquo  tempore  confuevit  ^  nec  etiam  cum  habitu  peculiari  ali- 
cujusOrdinis  B^gularis  ,  tenore  prafentium  probibemus  :  ac  ut  Imagines  ali- 
ter  pillai  vel  fculpt£j  abEccleftis,  & aliis locis quibuilibetamoveantur i& 
ieleantur  j  ycl  reducantur ,  &  reformentur  ad  habitum  *  &  formam  in  Ec- 
cleftaCatholicay  &  ^poflólica  ab  antiquo  tempore  confuetamy  ut  veneratio, 
&  cultus  fìc  di£lis  imaginibus  augeatur ,  <&  qus  oculis  fideltum  fubjiciuntur 
non  inordinata  ,  nec  infolita  appareant  j  fed  devotionem  pariant  ,  &  pieta- 
/e?» .  Così  egli ,  che  prefcrille  con  nuova  Bolla  le  loro  Fede ,  abolendone  il 
a  ibid.c»nfii:,i$i  precetto  di  molte  con  li  due  ponderanti  motivi ,  eh'  egli  efpoue  dicendo,  [<?] 
Ann,  i6r-.  Qdiìmmò  &  clamor  pauperum  frequens  afcendit  ad  nos,  eamdem  multitudinem 

ob  quotidiani  vi£ius  laboribus  fuis  compar aridi  necejjitatem  {ibi  valdè  damno- 
fam  conquerentium ,  &  quod  fummoperè dolendum  ejì ,  magno  cum  animinoflri 
mcerore  didicimus  t  tanta  fcepè  fepiàs  malignatum  inimicum  in  fan£lo,  utipfa. 
-  multitudinc  non  ad  adtficationem ,  &  ad  laudandum  in  Ecclefìis  Deum  populi 

Ktantur,  fedadotia,  vanitatcsy  &  vitia  frequenterabutinonformident,  ita 
ut  qu<e  ad  glorificandum  divinum  nomen  funt  primitus  infiituta,  temporisde- 
curfu  inimtcushomo  corruperttj  &  in  magnam  illius  offenjìonem  ^  gravemque 
jaéuram  converterit  animarum .  Così  egli ,  che  nella  medefima  Bolla  ftabilì 
quelle,  che  olfervar  fi  dovevano  in  precetto ,  cioè,  comeinefla  foggiun- 
gefi,  Dominicos dies totius anni j  '^ati'pitatis Dommi'ì^ojiri JefuChrifiiy  Cir- 
cumcifionisyEpiphaniie,  ^efurre£iioniscumduabus  fequentibus  feriist^fcen- 
fionis,  Tentecoftes  cum  duabus  par  iter  fequentibus  feri  isy  Santjffima  Trinita- 
tis,  SolemnitatisCoYporisCbrifttj  &Jnventionis Sancite  Crucis,  necnon  fefti- 
vitatum  Turificationis  y  ^nnunciationis ,  ^Jfumptionis,  &  'l^tivitatis  Dei- 
pardi  Virginis ,  Dedicationis  San6ii  Michaelis  ^rchahgeli ,  l^ativitatis  San6Ìi 
JoannisBaptifia,  Sanóiorum  Tetri,  &  Tauli,  San^i  u^ndrea ,  Sanali  Jaco- 
bi,  San^ijoannisySan6itThom<e,  SS.Thilippi,  & Jacobi,  S.Bartholomaìy 
S.Matthai ,  SS. Simonis ,  &  Jud£ ,  &  S.Mathia  Chrijit  D.Upojiolorum ,  itern 
Sancii  Stephani  Vrotomartyris ,  SSJnnocentium ,  San£Ìi  Laurentii  Martyris,  Sari- 
di  Silvefiri  Tap£ ,  &  Confèfioris ,  SanUi  Jofepb i  etiam  ConfcJJoris ,  &  S.iinn^ 
Deipara  refpekivèSponfty  ac  Ccnitricis ,  Solemnitatis  omnium  San^iorum,  at- 
que  unius  ex  principalioribus  Tatronis  in  quocumque  P^gno ,  [ìve  Trovincia ,  & 
alterius  pariter  principalioris  inquacumqueCivitate,  oppido,  rei  Vago,  ubi 
hos  Tatronos  haberi,  &  venerar ìcontigerit .  E  moftrò  Dio ,  anche  [^J  avanti 
inìfi"."'  '*'^'  "'  la  promulgazione  dellaBolla,  con  horrido  avvenimento,  quanto  religiofa 
cofa  ila  la  ofl'ervanza  delle  fefteftabilite,  &impofte  dalla  Chiefa,  e  quanto 
e  H*t,tut  tx  tp.  terribilmente  egli  ne  caftighi  i  trafgreflbri .  In  [e]  Poflega  Cittadella  Schia- 
^l'j'  fxtat  in  ^r.  vouiafecondo  il  folitocoitumefii  dal  Paroco  Martino  Bofnefe  Francefca- 
*  "TjZràidì't^^y.  no  annunziata  al  popolo  la  oflervanza  delia  Fefta  di  Sant'Elia  Protettore  del 


temi. 


rtUzjoni  diverft  Regno  della  Boifina,e  per  molti  cafi  feguiti  miracolofo  Benefattore  di  quel- 
Terri'biie  fuccef-  Icpatti.  Un  pacfauo  doveudoquel  giomo  mietete  il  fuograuo ,  beuche  la 
^°reHorUenc''Fe-  "^'^^^^^  ^^u  conftringeil'e  precifamente  all'opera ,  nuUadimeno  cpn  franca 
gr^eor    ec   e  jj^^j-^^ jjg jf-j^j-opj-gfe jl l^Yorojaggiungendo alpeccatolapompadelderifOjC 
dicendo,  Haver  efso  fentito,  eh'  Elia  ancor  vivepa,  e  che  però  era  più  con- 
veniente differir  la  fua  fejla,  come  quella  degli  altri  Santi ,  àquand'  egli  fofse 
morto.  Con  tal' animo portolli il miferabile  al  feminato  con  altre  undici 
pcrfone  della  Tua  famiglia ,  attendendo  quivi  tutti  al  desinato  lavoro  fin'  al 

merig- 


Capitolo  I IL  6iq       Urbano 

menggìo  j  quando  rifocillate  le  forze  con  pronto  riftòro  di  cibo ,  e  rifcal-  Vili. 
daùin  allegria  sì  dal  fuoco  della  ftagione ,  come  da  quello  più  potente  del 
vino,  e  con  più  fecretadifpofi^ione  del  Cielo  eccitati  improvifamente  da 
un'  importuno ,  e  vehemente  ftimolo  di  ballo ,  eglino  diederlì  di  piglio  l'un 
l'altro,  eftrettifiinfiemeingirocon  il  legame  reciproco  delle  niani,  co- 
minciarono in  tondo  ballo  una  danza,  che  fu  per  effi  la  vigilia  della  loro 
eterna  dannazione.  Conciolìacofache  ballando  allegri  qualche  hora,  e  de- 
generando poi  l'allegria  in  iltupore ,  e  pur  feguitando  il  ballo  mutoli ,  e  che- 
ti altre  bore ,  fiflati(ì  l'un  l'altro  gli  occhi ,  e  pur  profeguendo ,  lor  mal  gra- 
do, il  ballo  fln'alla  fera ,  e  dalla  fera  continuando  forzofamente  à  faltare 
fin'  alla  mattina ,  e  dalla  mattina  fin  alla  nuova  fera  per  lo  fpazio  di  quarant* 
hore,  caddero  in  fine  tutti  d'un  colpo  repentinamente  morti  fui  terreno  > 
con  faccia  cotanto  horrida,  cheinelfefcorgendofivifibile  Tira  di  Dio,  fi 
riempì  incontanente  il  vicinato  di  fpaventevole  flordimento.  Accorfe  il 
Curato  air  annunzio  delio  ftrano  ballo,  e  doppo  il  Curato  anche  il  Vefco- 
vodiScardonaTommafo  Jucovich,  che  in  vano  implorato  fopra  quegl' 
infelici  il  foGcorfo  pietofo  del  Cielo  con  orazioni,  e  con  eforcifmi ,  fìiro- 
nodolentifpettatori  di  sì  terribile  avvenimento,  publicato  per  la  Europa 
dalmedefimo  VefcovodiScardona,  dalla  cui  annotata  lettera  habbiamo 
Noi  rapportato  in  quello  luogo  il  corfo  infaufto  del  fuccelfo . 

Godeyaintanto  il  Chriftianefimo  qualche  ombra  di  quiete  dalle  invafio-  Ju'g^i'a^ti.rVddh 
ni  formidabili  delle  molte  Sette,  edHerefie,  che  habbiamo  fin' hora  de- Janieniiti    fotco 
fcritte,  quando,  onde  men  fi  credeva,  furfe  da'fcritti  di  un  Cattolico  Ve- u.^rnovni!  "^^ 
fcovo  una  nuova  perturbazione  d'inopinati  accidenti,  che  refi  poderofi  ò 
dalla  congiuntura  de'tcmpi ,  ò  dalla  malvaggità  delle  menti ,  hanno  ftrana- 
mente  agitato  per  tutti  li  otto  feguenri  Pontificati  non  men  la  Chiefa  di  Ro- 
ma, che  leChiefe  tutte  del  Moudo.  Cornelio  Janfenio  Vefcovo  d'Ipri  fu 
l'Autore  della  fazzione  delli  Janfenifii,  e  quello,  che  con  la  morta  voce 
dello  fcritto  lafciò  a  Poderi  un  vivo  cumulo  di  errori .  Fu  egli  grande 
egualmente  in  pregio  di  bontà,  e  di  dottrina,  nato  [a]  inLeerdam  d'Ho-  ^jj^.^^*  ^'^''"'" 
landa,  e  che  trafcorfi  gli  ftudii  ne' Colleg)  di  Utrecht,  e  per  dodici  anni 
quelH  della  Francia,  fermofilpoiinLovanio,  dove  creato  Dottore,  fu  da 
quella  Univerfità  tré  volte  fpeditofuoAmbafciadore  in  Spagna,  e  dichia- 
rato da  quel  Re  prima  profelfore  della  SacraScrittura,  e  pofcia  nominato 
[b]  Veicovo  d'Ipri  nel  giorno  appunto  anniverfario  del  fuo  nafcimento.  ,A*^'  ^^'^'''^ 
Benemerito  delle  ftampe  egli  die  alla  luce  di  elTe  li  commentarii  fopra  li  '  ^  ' 
cinque  Libri  di  Moisè,  fopra  li  quattro  Evangelii,  &  altre  molte  compofi- 
zioni,  che  lo  comprovano  Ecclefiaftico  amatore  de'fl:udii  ;  ma  non  tanto 
elfo ,  quanto  la  fua  fama  urtò  in  un  grande  fcoglio ,  quand'egli  hebbe  à  trat- 
tare degli  ajuti ,  e  della  grazia  di  Dio  in  un  libro,  di  cui  è  pregio  egualmen- 
te,  e  neceliìcà  dell'oper^a  defcriverne  la  origine ,  le  fentenze ,  la  condanna* 
e  i  varii  avvenimenti ,  che  ne  feguirono,  con  quelle  degne  annotazioni 
fomminiftrate  a  Noi  da  autorevoli  personaggi ,  in  un  fatto  per  altro  che  nel 
progreflb  del  fuo  corfo  è  fiato  contemporaneo  all'Autore ,  che  in  quefto 
luogo  lo  defcrive .  Quand'egli  giovane  ftudiò  Theologia  in  Lovanio ,  forti 
per  Direttore  in  quella  vafta,  &  alta  fcienza  Giacomo  Janfonio  acerrimo 
ditenfore  delle  propofizioni  del  Bajo ,  che  ne  imprefle  ancora  indelebilmen- 
te le  fpecie  nel  fuo  Difcepolo  Janfenio.  E  la  impresone  ricevè  augumento, 
allor  quand'egli  portatofi  in  Bifcaglia ,  e  rinvenuto  quivi  Gio.Vergerio  Ca- 
nonico 


Urbano       gjg  Secolo  XV I L 

^^^^'       riónieo  di  Ba)onà,pafsò  con  lui,  eh' era  tinto  dellàmedefirtlà  pece,  ftretfà 
corrifpondenza  di  amicizia ,  co'l  cui  favore  prima  ottenne  ii  Rettorato  di 
quel  piccolo  Collegio ,  e  pofcia  eflb  >  e'I  Vergerio  paflarono  al  ferviiio  di 
N.  Bouttellier  Vefcovo  di  Aire,  dopo  la  di  cui  nFiorte  tì  ritirarono  ambedue 
in  una  tetra  de'  Pirenei  chiamata  Lourdes  nella  Diocefi  di  Tarbes,  dove 
^  unitamente  applicarono  alle  materie  Ecclefiaftiche>airumendofi  l'impegno 
no!"fueq^ùahti!  «ii^if'^ndere  le  opinioni  del  Bajo,  Tunocioè  il  Vergerio  circa  là  direzione 
de' coftumi ,  l'altro  cioè  il  Janfenio  circa  la  dottrina  della  grazia,  e  del  li- 
bero arbitrio ,  onde  ambedue  divennero  perniciofiflìmi  al  Chriftianefimo  * 
w4t  iSTtì,        Conciofiacofache  il  Vergerio  pafl'ato  quindi  a  Poidiers ,  e  ricevuta  da  quel 
Vefcovo  \cl\  la  rinunzia  dell'Abadiadi  San  Cyrano  (ond'egli  poi  denominof- 
fi  fempre  l'Abate  di  San  Cyrano  )  fatto  fuo  ritorno  à  Parigi,  quivi  a  titolo  di 
devozione  guadagnò  l'animo  di  alcune  Dame,  e  fpecialmente  delle  Reli- 
giofe  di  Portoreale ,  le  quali  riempiteli  delle  fue  maHime ,  fi  fottomeflero 
intieramente  alla  fua  de  v  ozione  ;  ed  invano  efclamando  il  Vefcovo  di  Lan- 
greslorofuperiore,  efibironoàlui,  &  à  fuoi  compagni  parte  della  loro 
cafa,  contigua  al  Monafterio,  per  haverne  fempre  pronti  a  loro  comandi 
gi'infegnamenti.  Ma  poco  durò  quivi  la  fua  Cathedra,  poiché  fatto  arre- 
Itare  dal  Re  Luigi  XIIL  non  prima  potè  egli  ufcirne  dal  carcere,  ehequan- 
6  ^».  i<?4  j,       do  quel  pio  Re  ufcì  dal  Mondo ,  dopo  la  cui  morte  morì  [6]  ancora  il  S. Cy- 
rano di  Apoplefia,  mentre  tuttavia  pendeva  il  proceffo  della  malvaggia 
dottrina  daini  infcgnata  à  quelle  Religiofe,  una  ava  copia  fu  prefentata  indi 
e  u».  \6%i.        d  molti  anni  al  Vefcovo  [e]  di  Chiartres,  ed  ella  prefentemcnterinvienfi  nel 
libro  intitolato  Progrejso  di  Janfcnìo.  Ma  tale  fu  l'infezione  ,  ch'egli  in 
morendo  lafciò  a  quelle  Monache ,  che  il  Monaftero  di  Portoreale  hi  il  por- 
d  D!  Quifio  M.'^^f  e  l'arfenale  di  tutti  li  Janfeniiti.  Quindi  ukì  M.  [i/J  Arnaudd'AndilH, 
^rriAttdveéiaiMn-  il  dottor  fuo  Fratcllo ,  e  la  fua  Sorella  Superiore  di  detto  Monaftero,  M.le 
f^/r^^^rif^///*  Maiftre  Avvocato  del  parlamento  di  Parigi,  e  M.  Pascale,  il  quale  fotto 
Ài      sAUffa»'dr,  nome  di  Montalto  divulgò  in  ftampa  alcune  lettere  intitolate  Lettere  Tro- 
'"'  -pimìaUj  alle  quali  léce  poi  un'aggiunta  M.  Nicolas  compagno  dell*  Arnaiid 

fotto  nome  di  Vandrochio ,  come  difdegnando  tutti  d' imbrattare  il  loro 
proprio  nome  tra  le  lordure  delle  condannate  fentenze  del  Bajo,  edi  quel- 
le, che  appunto  allora  haveva  fcritte  Janfenio  nel  fuo  libro  ^ugufi'mus. 
Notixiadeii'^».  Poiché  Jaiifcniodipartitofi  dal  Vergcrio  (clie  per  l'avvenire  fempre  chia- 
nToi'**'  ^  ^*"^'*  merafll li  S.  Cyrano  )  e  ricondottofi  m  Ipri ,  havendo  dopo  il  lungo  corfo 
di  ventiduc  anni  ridotta  à  fine  la  teflìtura  di  un  groilo  volume ,  eh'  egrinti- 
e  ^nn.  i5j8,  «.  ^o\ò  *Auguflinus y  feu  do^rina  ^Augujiiniy  in  [f  ]  morendo  lafciollo  in  te- 
^"i'-  ftamento  a  RegmaldoLameo  fuo  Cappellano,  acciò  co'l  configlio  j  e  àì- 

rezzione  di  Liberto  Fromondo,  edi  Henrico  Caleno  Archi  diacono  di  Ma- 
^iJv't  Hti'^ccncii  ^""^^s,  lo  faceife  fedelmente  ftampare,  dichiarandofi ,  che  [f]  fé  ben  egli 
TndtnrM.t'i'!c!7'.  ftimava ,  che  difficilmente  fi  potelfe  ivi  cofa  alcuna  mutare ,  nulladimeno 
«w.ij.  quando  dallaSanta  Sede  di  Roma  fofle  ftato  ordinato  in  contrario  r  egli 

craprontiffimo  di  far  quanto  fi  conveniva  a  chi  era  vifluto,  &  allora  mo- 
riva vero,  &obediente  Figlio  della  Chiefa  Romana.  Qual protetta  egli 
ancora  haveva  replicata  nel  fine  del  libro  de  gratia  Chrijiiy  in  cui  dichia- 
roflì,  voler'efib  tenere  quella  fola  dottrina,  che  da'Sommi  Pontefici  folfe 
approvata  ;  ficcome  al  contrario  voler  eflb  ricufare ,  e  condannare  quella  , 
che  da' medefimi  fofle  ftata  rigettata ,  e  condannata . 
Quefte  cotante  ampie  protètte ,  fé  bene  non  poilbno  giuftificare  la  dot- 
trina 


Capitolo  III.  6lo        Urbajsiq 

trina  del  libro,  qnale  fò  poi  condannata,  difendono  con  tutto  ciò  notabil-       Vlu. 
mente  la  perfona  dell'Autore ,  che  dimoftrò  la  prontezza ,  ch'eflb  havereb- 
he  havuca  ^i  confervarfifempre  ubidiente  figlio  della  Chiefa  Romana .  non 
oftante  ciò  che  afferica  [a]  l'Autor  difenfor  della  Bolla  ^d  SanUanty  il   a  g.v.  s^nderd 
quale  per  Herefie  fcritte  lo  aflerifce  fallace  nella  fua  protefta .  [  ^  ]  ImprefTo  5''[^J;'"f^  ^  *•• 
dunque  l'^Hgnjiinus  in  Lovanio,incontanente  fi  riconobbero  in  eflb  rinuo-       *'*'  '  ^°* 
vatealcune[c]  propofizioni  di  Michel  Bajo,  e  difguftofamente  quivi  anco-  e  v,diiip»Htif.M 
ra  cenfurate  come  Pelagiane  le  opinioni  di  Ludovico  Molina,  e  di  altri  rf#r.f»».4./.^. 
Scrittori  della  Compagnia  di  Giesiì;  onde  fufcitaronfi  gran  tumulti  prima  ^"* 
inFiandra,  e  poi  in  Francia,  dove  il  libro  [rf]  fu  rifl:ampato.  Accorfefu-  . 
bito  aquefto  grave difconcio  con  ApoftoIicafoUecitudine  il  Pontefice Ur-  Boìfril  urban» 
bano,  e  da  torbidi  principiitimorofo,  eprefago  d'infaufli  fuccefll,  volle  c«"tro 'i  ubro  di 
fupprimerne  fin  d'allora  ogni  avvanzamento  con  la  publicazione  della  [e]  e^'in'Bui'u  vrà*. 
BoììSL  In  eminenti ,  in  cui  riferì,  e  confermò  quella  di  Pio  Quinto,  e  di  Gre- "^  vm.conflit, 
gorio Decimoterzo,  eprohibìillibrodi  Janfenio,  perche  in  eflb  non  fo-  *'***'''"^'" 
lamentetrattavafi  la  materia  de  oiuxiliis ,  ma  ci  fi  contenevano,  e  difen- 
devano molte  propofizioni  delle  gii  dannate  dalli  detti  Pontefici ,  e  come 
nella  Bolla  C\  efprime ,  con  difprezzo  della  S.  Sede ,  fcandalo  di  tutta  la  Re- 
publica  Chriftiana,  e  grave  danno  della  Fede  Cattolica .  La  Bolla  per  i  buo- 
ni fiì  farmaco  di  falute ,  mi  per  i  cattivi  incitamento ,  e  non  rimedio  del  ma- 
le .  Conciofiacofache  l'inimico  Infernale  fomentando  ne'  feguaci  di  Janfe- 
nio quegl'ifteffifentimenti,  quali  il  medefimo  inimico  una  volta  haveva 
iflillati  ne'partitantidelBajo,  cominciarono  li  Janfenifti  adaltavocead 
cfclamare,  che  la  Bolla  di  Urbano  era  falfa,  apocrifa,  furrettizia,eparto 
in  fomma  de'  Giefuiti ,  i  quali  con  ingegnofe ,  e  fraudolenti  maniere  have- 
vano  faputo  far  impiegare  il  braccio ,  e  la  penna  del  Vicario  di  Chrifto  nel- 
la difefa  del  loro  Molina  :  onde  ella  non  doverfi  attendere  allora,  cioè  fin 
tanto  che  ne  fofle  emanato  più  maturo ,  e  fano  il  giudizio .  Da  quella  im- 
penfata  oppofizione  furto  Urbano  al  penfiere  di  rifolutamente  recidere 
ogni  mal  prefo  fubterfugio ,  con  opportuno ,  e  prefentaneo  provedimento    f  ^w»*/  a*  dii 
[/■]  fcriflediverfi  Brevi  al  Governador  della  Fiandra,  agli  Arcivefcovi  dì  i^.oaobri,\6tl! 
Malines,  e  di  Cambray,  al  Vefcovo  di  Anverfa,  &  alle  due  Univerfiti  di  Lo- 
vanio,  e  ài  Dovay,  ne' quali  egli  dichiarò,  haver  elfo  condannato  nella 
riferita  Coftituzione  l'^ugujiims  di  Janfenio,  perche  vi  fi  contenevano  al- 
cune propofizioni  gii  dannate ,  e  perciò  faceva  iftanza ,  che  foflero  corret- 
ti ad  obedire  alla  Sede  Apoftolica  que'contumaci ,  che  andavano  fpargendo 
apocrifa  la  Bolla.  Ne'medefimifentimenti  la  Congregazione  del  S.Oifizio 
[g]  fcriffe  all' Abate  di  S.Anaftafia  Internuncio  Pontificio  in  Fiandra,     %i,Dtctmhk 
dandogli  notizia,  ch'effendofi  portati  a  Roma  Gio.Sinnichio,  e  Cornelio  '*'*^" 
Pape  Dottori  di  Lovanio ,  i  quali  moftrando  defiderio ,  che  la  Bolla  fi  rivo- 
cafle,  ò  almeno  fi  mitigafle ,  era  fiato  loro  rifpofto  in  termini  rifoluti,  che 
il  Papa  voleva ,  ch'ella  onninamente  fofle  con  ogni  efattezza  obedita ,  e  che 
l'efcmplare  imprelfo  in  Roma  fofle  riconofciuto  per  vero,  e  non  altrimente 
quello  fliampato  in  Colonia ,  ò  in  Parigi  :  e  ciò  facevafi  a  lui  faperc ,  accioc-  p„,^„,  . 
che  fé  Sinnichio  fi  foflbavvanzatoafcrivere  diverfamente  all' Univerfiti,  faitTod/urb^an^ 
rimanefle  tutto  noto  al  Minifl:ro  della  S.  Sedei  &  intanto  H  tramandò  al  |;X"°  "  ^^"^•" 
medefimo  Internunzio  il  feguente  formulario ,  ad  effetto  eh'  egli  fofle  in- 
contanente fottofcritto  da'Dottori  di  Lovanio,  come  feguì  con  fomma 
laude  di  quella  illuftre  Univerfiti,  che  amò  meglio  porger  allora  fua  fede 

al 


'A 


Urbano       ^^.o  Secolo  XV I L 

VITI 

^  *'^*-'       al  Vicario  di  Chrifto ,  che  fue  orecchia  alle  cjuerele  de'  malcontenti .  In- 

frafcripti  ad  requifitionem  (  così  diceva  il  Formulario  )  I{.  D.  Tro-mncii 

^poflolici  in  Belgio  decliframus ,  no$  Eullam  San^ìjjimi  D.l^.  Urbani  yui. 

qua  confimi antUY  Confi itutìones  Tii  Tap^  F,,  &  Gregorii  XIIL,  ac  prohi- 

betur  ^uguftinus  Cornelii  Janfenii  olim  Iprenfts  Epifcòpi ,  in  quo  mmt<6  ex 

fropofttióntbus  a  Sede  ^pofloUca  damnatio  continentur  ,  &  contra  eafdem 

damnationes  defenduntur  t  tanquam  B^om<e  legitimè  affixam ,  &  publicatam 

reverenter  rectpere  ,  ideoqtie  in  omnibus  ,  (ùr  per  omnia  parituros .  Così  il 

t  le.iunn  i<?4^  Formulario,  al  quale  feguì  [a]  nuovo  Decreto  in  Roma  efprimente  la  ri- 
foluta  intenzione  del  Pontefice  per  la  efatta  intiera  oflervanza  della  Bolla . 
Mi  non  oftante  la  fudetta  fottofcrizione ,  il  Sinnichio ,  e'I  Pape  per  parte 
della Univerfitiprefentarono  al  Papa medefimo un  memoriale,  acciò  foffc 
di  nuovo  efaminato,  e  decifo  il  dubiofopra  la  impreffione  della  Bolla,  ca- 
lunniata da  elfi  per  le  fopracitate  ragioni  ò  furrettizia ,  ò  apocrifa ,  ò  fallata . 
Urbano  forte  nell'impegno,  ed  altrettanto  inchinevole  a  fuperar  l'impegno 
con  la  fodisfazione  della  parte,  formò  un  Decreto,  incuiordinavafi,  che 
fofle  eftratto  dall' Archivio  l'Originale  della  Bolla,  e  collazionato ,  &im- 
preflbfolfeconfegnatoalSinnichio,  e  al  Pape  con  efprefla  dichiarazione, 
che  a  quell'efemplare  dovefle  preftarfì  intiera  Fede  da  tutti  li  Fedeli  Chri- 

b  t9.Lvgno  KJ44.  ftiani ,  fotto  le  pene ,  e  cenfure  in  elfo  contenute  :  e  ne  [  ^  ]  feguì  la  confegna 
per  mano  di  Bernardino  Spada,  Gio.Battifìa  Panfilio,  e  Lelio  Falconieri 
Cardinali  di  Santa  Chiefa,  in  prefenza  dell'Afleflbre  del  Sant'Ofl5zio ,  e  con 
fede authentica di Gio.  Antonio TommafiNotaro di  qliel  Tribunale,  che 
vi  ripofe  il  figillo  della  medefima  Congregazione,  la  quale  per  ordine  del 
Pontefice  die  contezza  di  tutto  il  feguito  alli  Nunzii  Apoftolici ,  al  Gover- 
nadore  di  Fiandra ,  &  alla  Univerfita  di  Lovanio . 

àlnnixfnS'      ^l^"^'^^  qucfte  cofc  agitavaufi  in  Roma,  la  Univerfità  della  Sorbona 

^annafi  m  ran-  yf(,j ^jj^ j^ p^j jy^^  viéiìz.  uobile  arena  di  queftaEcclefiaftica  pugna,  e  fcor- 
gendo  quanto gl'infegnamenti  del  Bajo ,  e  di  Janfenio  folfero  proflimi  all' 
error  di  Calvino  ,  onde  tanti  anni  fu  folTopra  la  Francia,  congenerofa  ri- 
foliizioneprohibì  a  tutti  li  Dottori,  e  Baccellieri  il  foftenere  le  propofizio- 
ni  condannate  nelle  Bolle  di  Pio  Quinto,di  Gregorio  DecimoterzOjC  di  Ur- 
bano Ottavo;  edinfiemeafferì,  che  alcune  propofizioni  del  Bajo  erano 
contenute  nell'  Auguftinus  di  Janfenio ,  ficche  nell'uno ,  e  nell'altro  Autore 
vi  era  folamente  differenza  di  nome,  e  di  tempo.  Rifentironfi  fortemente 
iLovanifti  a  una  tanta  dichiarazione,  e  diftolti  dal  profeflato  Formulario, 

f  ^.nnt  15^4.  come  dì  fopra  fi  difle ,  trafmelTero  [  e  ]  acerbe  doglianze  alla  Univerfità  di 
Parigi,  dicendo.  Che  non  fenT^a  gran  maravigliai  e  dtfpiacere  havevano 
intejo  ,  come  la  loro  accademia  non  follmente  bavera  ricevuta  la  Bolla 
efiorta  daCiefuiti  contro  il  già  Fefcovoct  Iprit  ma  che  ancora  ella  inclina- 
•pa  alla  condanna  di  alcuni  articoli  dell'  iflej so  Janfenio  y  la  quale  direttamen- 
te feriva  la  dottrina  di  S.^goflino  per  tanti  Secoli  Vittorio  fa  nel  Mondo  :  É^ 
seriamente  haver  ricufato  di  ricever  tal  Bolla  ,  nel  qual  pentimento  inftjìen- 
do  parimente  li  Regii  Miniflri  della  Fiandra  ,  haver  determinato  ,  che 
quefi'  affare  reflafse  fofpefo ,  fin  che  la  Santità  del  Tontefice  fofsc  meglio  in- 
formata di  quanto  gl'inimici  di  Janfenio  machmavano  contro  di  lui  3  e  contro 
la  Chiefa  i€  contro  S.AgofimOy  la  cui  dottrina  fpcttante  alla  Gra':^ia  era  fem^ 
pre  difptaciuta  aQiefuiti  fin  dal  principio  della  lor  Compagnia,  onde  non 
hayer  ejji  mai  cefsato i>  apertamente ^  ò  occultamente  d'impugnarla.  Ter  le 

tonali 


Capitolo  III. 


6zi 


ì^uàli  cofe  pareva  loro  incredibile ,  che  una,  cotanto  ìnfìgne  ^Accademia ,  f  o- 
me  la  Sorbona  y  la  quale  y  doppo  il  Romano,  è  il  primo  Tribunale,  e  pro- 
pugnacolo della  Chiefa,  fi  foffe  indotta  a  precipitar  la  fenten^a  in  un  affa- 
re così  incerto ,  e  pericolofo ,  &  ad  ejjere  con  tanta  [implicita  ingannata  da- 
gli avverfarii ,  i  quali  dicevano  ,  condannarli  nella  Bolla  f^gojtino  Jpren- 
fe,  e  non  l' Hipponenfe  -,  quando  con  maggior  verità  chi  confrontar  voleffe 
l'uno  con  l'altro  ,  fcorgerebbe  l'inganno  ,  e  più  fondatamente  direbbe  ,  non 
efjer  più,  fìmile  l'uovo  all'uovo,  che  l'Iprenfe  all'Hipponenfe ,  Così  eglino; 
mi  la  fedel  Sorbona  tacendo  poco  conto  di  quell'inutili  lamenti  al  con- 
fronto dell'autorità  Papale,  procede  alla  cenfura  formale  di  fette  pro- 
pofizioni,  cinque  delle  quali  furono  le  medefime  ,  che  hor'hora  rife- 
riremo condannate  da  Innocenzo  Decimo  ;  e  le  altre  due  ,  fé  bene  in 
foggetto  di  altra  rifleflìone,  le  feguenti,  Senftt  olim  Ecclefìa,  privatam 
facramentalem  pcenitentiam  prò  peccatis  occultis  non  fufficere,  e,  Islatura- 
lis  attritio  fufficit  ad  Sacramentum  Toenitenṭ . 

Nell'agitata  pendenza  di  queft' affare,  morì  [a]  Urbano  Ottavo 
lafciando  al  Succeflbre  l'arena,  e  la  gloria  della  gran  pugna. 


Urbano 
Vili.  . 


ì  a  i5<  IcUi  1644. 


C  A- 


Ini^ocen- 
zo  X. 


6 li  Secolo  XV 1 1. 

CAPITOLO     IV. 


Innocenzo  Decimo  Romano ,  creato  Pontefice 

li  17.  Settembre  1645. 

Profegutmento  degli  affari  delti  Janfentfti,  Condanna  di  un 
Libro  Anonimo  rf^//' Equalità  tra  S.Pietro,  eS.PaoIo. 
'Bolla  Pontificia  contro  la  Pace  di  Munfter  pregitidicìale  al- 
la "E^ligione  Cattolica .  ^alita  del  ^  Carlo  Primo  d* In- 
ghilterra^ e  fua  decapitazione ,  Operazioni  y  e  zelo  d'Inno- 
cenzo nella  Inghilterra  ,  e  nella  Hìbcrnia  •  ff eretici  con^ 
avertiti  alla  Fede  Cattolica ,  Chriftina  j^gina  di  S'vezja , 
[ne  rare  qualità ,  con^verftone ,  e  'viaggio  a  2{oma . 


Operailoni  te- 
lanti di  qiieflo 
Pontefice  contro 
li  Janfeiiifti. 


?fOte1ie  ,  e  De- 
creti di  diverfc 
Univerfità,  e  Ve- 
scovi contro  la 
dottrina  di  Jan- 
ftnio . 


a  lildnttArli  1(^50 


*  Eguì  valentemente  il  nuovo  Pontefice  l'orme  ,  e  la  car- 
riera del  fuo  gloriofo  Anteceffore  nel  foftenimento  della 
Bolla,  e  nella  pronta  efecuzione  ,  che  ne  richicfe  da  tut- 
ti li  Fedeli.  Per  il  qual  etfctto  egli  in  Fiandra,  cioè  dove 
più  bolliva  la  inquieta  fazione  delli  Janfenilii,  fcriirc  quin- 
dici Brevi  a  diverfe  perfone,  cioè  all' Arciduca  Leopoldo, 
al  Marchefe  di  Caftel  Rodrigo  Governadore  di  quelle  Provincie ,  all' Ar- 
civefcovo  di  Malines,  alle  Univerfità  di  Lovanio,  e  di  Dovay,  &  uno 
ne  inviò  anche  in  Francia  alla  Univerfità  della  Sorbona  ,  ne' quali  egli 
confermava  contenuta  nel  libro  di  Janfenio  la  dottrina  già  condannata 
del  Ba)0,  &  efortava  que' Principi ,  quegli  Ecclefìaflici ,  e  quelle  Uni- 
verfità alla  pronta  oflervanza  del  contenuto  ,  e  prefcritto  nella  Bolla . 
Non  il  può  dire,  quanto  univerfalmente  fi  rifentifie  allora  a  una  tanta, 
e  sì  continuata  determinazione  di  due  Pontefici  gran  parte  del  Chriftia- 
nefimo,  divifa  chi  in  foftener  l'oracolo  della  prima  Sede,  e  chi  lofcrit- 
to  dannato  di  Janfenio.  Molte  Religioni  impofero  rigorofe  penea'fuoi 
Sudditi  contro  chiunque  quello  di  effi  ii  fotìe  ,  che  havefle  prefo  ardi- 
mento di  foftenere  la  dottrina  ddV  ^uguflìnus  ;  ed  il  fimile  fi  deceda  molti 
Vefcovi ,  cjj  Anverfa ,  di  Nemours ,  e  dagli  Arci vefcovi  di  Soilfons,  e  mol- 
to tempo  prima  da  quello  di  Parigi  nelle  loro  Diocefi ,  e  quefti  precifamen- 
te  interdilfeur?  Predicatore  infigne  della  fazione  Janfeniana,  perche  nel 
giorno  di  S.  Agoftino  predicando  al  popolo  nel  Monafterio  di  Portoreale , 
*ì  era  avvanzatoall'alferzione  di  alcune  propofizioni  di  Janfenio;  ne  il  ze- 
lante Prelato  volle  giammai  alfolverlo,  fé  prima,  come  [a]  feguì,  pre- 
ceduta non  fòffe  alla  affoluzione la  ritrattazione.  L'Arcivefcovo  mede^ 
mamente  di  Bifanzon con  Apoftolico  fervore ,  e  zelo,  come  fatto  capo 

di  tutti 


Capitolo  IV.  5x3        Innocen- 

di  tutti  li  Cattolici  della  Francia ,  piiblicò  [a\  un  Decreto ,  ài  cui  è  pregio  fPt.^'  - 
dell*  Òpera  regiftrarne  in  quefto  luogo  il  tenore  ;  Exigit  à  nobis  San5l<e  *  ^  '  *''* 
Sedis  UpojìoUca  obedientia  ,  ut  cum  e  a  ,  qua  par  efl  ,  fedulitate  ,  &  dili- 
gentiay  do6lnnas  ab  ea  velut  cxterarum  matre  Eccleftarum  damnatas  ^  dam- 
riemus  &  nos  ,  vel  jk  majorum  veftigiis  inharentes  ,  quorum  mentibus  ab 
ipfts  Fidei  incunabults  alte  ìmprejja  verfus  eandem  ,  nedum  in  maximis  , 
quin  &  in  minimi  s  fuit  reverenti  a .  Hinc  emanai  am  à  fel.  ree.  Urbano  O^ia- 
yo  Summo  Vontifice  Conjìitutionem ,  ^ua  incipit  ^  In  eminenti  Ecdefia&c,„ 
&  qua  Cornelii  Janfenii  Liber ,  cui  titulus  Auguftinus  ,  legi ,  aut  etiam  à. 
non  legemibus  fervari ,  diflri6iè  prohibetur  propter  damnatas  in  opere  ejuf- 
rnodi  opiniones,  ^Apofiolicis  pnedi^ìi  Urbani  O^aviDecretis  parere  cupientes 
in  omnibus  ,  venerabundi  admittimus  ,  e^  ufque  adeo  flridè  fervari  manda- 
mus  i  ut  in  pofterum  (  quo  ad  nobis  placuent  )  nullus  omninò  ad  curam  ani- 
marum  admittatur ,  nifi  qui  poji  Jolem^em  Cane.  Trid.  Fidei  profejjìonem  , 
formulam  hìc  adjeàam  coram  Sicario  T^flro  Generali  attente  legerit ,  & 
juraverìt  :  Ego  "i^.  ?v(.  profiteor  me  obedientem  S.  I{.  Ecclejìx. ,  &  S,D.T>^ 
Innocentio  X.  Tontifici  Bimano  ,  ejufque  Succejjoribus  ,  atque  ideo  me  ac- 
ceptaturum ,  prout  de  faÙo  accepto  ,  debita  fummiffione  C onjiitutionem  fel, 
ree.  Urbani  FUI.  editam  anno  decimonono  fui  Tontificatus  ,  Incarnatiànis 
Dominic<e  i6^i.  pridie  nonas  Martii,  qua  incipit  j  In  eminenti  Ecclef̣  &c, 
m  qua  damnatur,  &  prohibetur  Liber  Cornelii  Janfenii y  cui  titulus  Augu- 
ftinus .  Quam  Confiitutionem  ego  integre  accepto  ,  &  cum  ea  in  omnibus 
confentio,  &  fentioy  &  promittOy  me  (quantum  in  me  fuerit )  curaturum , 
ut  prafatam  Confiitutionem  omnes  ,  &  fmguli  acceptent ,  &  in  omnibus 
cum  eadem  fentiant ,  &  confcribant .  Ica  fpondeo ,  voveo ,  ae  juro  Ego  idem 
"JSl.TSlj  fic  me  Deusadjuvet,  &  h£cSan£ìa  Dei  Evangelia.  Concorfe  à  que- 
fte  communi  acclamazioni  l'Accademia  di  Dovay,  che  allegata  fraudo- 
lentemente  dalli  Janfenifti  a  loro  favore ,  proteftò in  una  fua  [b]  lette-  b  17.  ruiu  164B. 
ra  all'Arciduca  Leopoldo  con  quefte  parole  :  Hìc  protefìati  fumus  y  & 
protefìamur  iterum  iterumqucy  Ts^os  femper  prafiitijfe  obedientiam  erga  San- 
BaìnSedem  Tetri y  imo  femper DoBrinam  Janfenii  profcriptam  voluij^e;  e, 
Cenfuimus  communibus  fujfragiis  humillimè  celfitudinemtuam  rogandant ,  ut 
pergat  doÙrinam  illam  Janfenianam  feriò  extirpare  ,  in  qua  nequaquam  do- 
cetur  B.^uguflini  mens  :  é*  cum  hoc  malum  in  pejus  ita  ferpat,  verendum 
magis  efiy  ne  petutantia  ingenia  me  aut  os,  &  minus  verfatos  in  S.^ugufii- 
ni  volummibus  hac  perniciofa  do5lrina  imbuant.  Rifpofele  l'Arciduca  :  In- 
telleximus  noflro  fingulari  gaudio  y  ac  voluptatey  quanta  fortitudine  animi  y 
quantoque  honore  nominis  vefiri  fìeteritis  cantra  perniciofam  do6lrinam  Jan- 
fenii ^  jub  pallio  y  &  nomine  D.Augufìiniy  veluti  fub  mellc  venenum  fi m- 
plicioribus  y  atque  incautis  propinatum .  La  Univerfità  parimente  di  Sa- 
lamanca ripigliata  calunniofamente  dalli  Janfenifti  di  concorde  fenten- 
za,  die  pronta  atteftazione  della  fua  riverenza  verfo  il  Pontefice  Roma- 
no in  foftentamento ,  e  venerazione  della  Bolla  di  Urbano,  e  prefentò 
nelle  mani  dell' Arcivefcovo  di  Tharfo  Giulio  Rofpigliofi  Nunzio  Pon- 
tificio in  quel  Regno  due  fedi,  l'una  [e]  fottofcritta  dal  Secretano  delle  e  ly.  FeLr.  itfy.. 
Scuole  della  Umverlìtà,  e  l'altra  [d\  da' Dottori ,  e  Maeftri  più  cofpi-  ''  '^'  f'^»-. '«j*. 
cui,  in  cui  egualmente  efecravafi  il  Janfenifmo,  e  flrettamenteapprova- 
vafì  la  condanna  di  elfo .  Alle  teib'monianze  degli  Ecclefiaftici ,  e  delle 
Univerfità  [e]  fegui  il  Regio  editto.del  Cattolico  Re  Filippo  Quarto,  in  e  28,  F,ùn  ttfj», 

cui 


Innocen-        g^^  Secolo  XVI L 

20  A.  j.yi  narravafi  prima ,  che  la  Bolla  di  Urbano  Ottavo  contro  la  dottrina  di 
Janfenio  non  eflendofi  potuta  publicare  uniformemente  in  tutte  le  Diocefi 
della  Fiandra,  perche  alcuni  Dottori  di  Lovanio fotto varii  pretefti  lefi 
erano  oppofti;  e  perciò  eglino  havendo  domandato,  &  ottenuto  largo 
fpazio  di  tempo  per  dedurre  le  loro  ragioni,  come  fecero,  nella  Congre- 
gazione del  Sant' Olhzio  di  Roma,  e  contuttociò  la  Santità  di  Urbano 
Ottavo  havendo  di  nuovo ,  con  Decreto  fegnato  fotto  li  25.  di  Giugno 
dell'anno  1644.  ordinatala  intiera,  e  piena  oflervanza  della  Bolla  :  nédi 
ciò  eglino  fodisfatti  eliendo  ricorfi  al  Re  in  Madrid,  e  non  proponendo 
alcun  forte  motivo  per  impedire ,  ò  differire  la  piiblicazione  di  elTa  :  quindi 
era ,  che  deiiderando  fua  Maeftà  difodisfare  alle  iftanze  del  Sommo  Ponte- 
fice ,  udito  il  parere  de'  fiioi  Configlieri ,  e  la  deliberazione  dell' Arci- 
duca, rinnovava,  come  difenfore della  Chiefa,  e  Fede  Cattolica,  le  me- 
defimeprohìbizioni,  che  fi  contenevano  nell'accennata  Bolla,  e  flabiliva 
diverfe  pene  contro  coloro ,  che  in  qualfivoglia  modo  le  controvenivano  • 
Cosila  maggiore ,  e  miglior  parte  de'  Vcfcovi  Francefi  :  cosile  tré  Univer- 
■fità  di  Parigi ,  diDovay,  e  di  Salamanca;  e  cosi  l'editto  Regio  del  Re  Fi- 
•  lippo  contro  la  nuova  fazzione  delli  Janfeniftì . 

subtcrfugii ,  e  ri-      Ma  qucfti  inferociti  dalla  contradizione  ,  inafpriti  dalla  condanna,  e 

pieghi,  e  ma- pazzamente  precipitati  nella  tenacità  dell'impegno,  con  voci  difperate  ef- 

ddii'janf/nuh  y  damavano  contro  la  Bolla,  qual' eglino,  a  tanta  evidenza  di  Pontificie 
ratificazioni ,  &  univerfali  acccttazioni ,  non  potendo  più  ò  rigettar  come 
<  apocrifa,  efurrettizia,  ò  impugnar  come  falfa,  e  viziata,  cercavano  per 
'altra  via  di  abbattere,  cioè  non  più  falvando  in  certo  modo  la  riputazione 
e'I  decoro  del  Legislatore ,  mi  calpefiandone  apertamente  l'Oracolo ,  di- 
cendo, e  foltenendo  con  largo  giro  di  mendicati  involucri.  Che  le  propo- 
ft'^ìoni  di  Junfenio  condannate  erano  Sante,  e  Cattoliche;  il  che  tanto  lì  era , 
•"' •    quanto  l'aflcrire  errante  il  Giudice  nella  fentenza.  Con  la  temerarietà  di 
queft'aliuntofi  avvanzò  un  Carlo  Herfent  Prete  Secolare,  Profelfore  di 
Theologia,  di  recitare  in  mezzo  a  Roma  un  Sermone  nella  Chiefa  di  San 

*  17- Fc^r.  ii?5o-  Luigi  de*  Francefi,  e  quindi  publiconne  per  la  Città  le  ftampe,  [a]  citato, 
ma  non  mai  rinvenuto  dal  Sant'  Offizio,  che  fece  affiggere  public!  cedoloni 
per  la  inquifizionedelreo.  Ma  in  Francia,  e  ingagliardivano  i  lamenti, 
edilatavafi  il  Janfenifmo,  e  con  nuovo  turbine  di  prefanti  diffenzioni  ve- 
devafi  fconvoltaquellagran  Chiefa  con  una  Herefia  non  fua.  Li  partitanti 
erano  molti,  epoderofi,  arduo,  &  alto  l'intendimento  della  Qieftione, 
e  divifi  in  due  fazzioni  li  Dottori ,  fra  chi  difendeva  Cattolico ,  chi  foftene- 
va  Heretico  V^ugujiinus  di  Janfenio ,  chi  imputava  falfata  la  Bolla ,  chi 
atteftavala  venerabile;  e  al  folito  di fomiglianticontrafti  di  Fede,  da' Cat- 
tolici fi  perdeva  tutto ,  fé  non  fi  vinceva  tutto  ;  dagli  Heretici  fempre  fi  vin- 
ceva tutto,  benché  fi  perdelfe  di  molto .  Perloche  avvenne,  che  tutta  la 
Francia  fi  riempifle  allora  di  libri  per  difendere  la  dottrina  di  Janfenio ,  ft"a' 

b  ^nn,i6so.  quali  un  de' più  fcandalofi  ,  e  nocivi  {b]  fu  il  Catechifmo  della  gra-^ia  , 
in  cui  contenevafi  un  compendio  ài  tutti  quegli  errori ,  che  li  Janfeniftì  ha- 
vevano  intenzione  di  divulgare  nel  Chriftianefimo  :  il  che  obligò  la  Inquifi- 
zione  di  Roma  a  procederne  alla  prohibizione ,  con  feverifiimo  Editto  pii- 

c  6,  o^ih.isso.  blicato  [e]  dalla  Congregazione  del  S.Offizio. 

Queftì  torbidi  diedero  come  un'allarme  ai  Vefcovi  zelanti  della  Fran- 
cia 3  da' quali  giudicandofi  bifognofa  la  piaga  di  più  forte  rimedio ,  e  iner- 

mi  per 


Capitolo  IV.  6t$        Innocen- 

fni  per  Te  medefimi  di  recidere  con  rifohito ,  e  potente  taglio  V  orgo??lio     ^  ^    ^* 
della  contraria  fazzione ,  ricorfero  per  aintaalla  gran  Torre  di  David/T  <*  ]  a  e «r.  4. 
onde  mille  clypei pendent ,  omnis  armaturdfortium ,  e  otranracinque  Vefco- 
vi  di  quel'  Chriftianiifimo  Regno  in  quefìo  tenore  Vh  1  fcriflerp  al  Pontefice  b  JSxLaùùèto.ij. 

._,*•  *^.*-  »..     j  fQl.2713.&  hic  vi- 

KOmanO.  (teCardJe^xuir' 

Bedtifjìme  Tater,  reTr^.t.d,fp,%, 

Majoret  [e  ]  càufasad  Sedem  ^poftoltcam  referre folemnis  Eccleft^mos  ^  -^'"'''^^'» 
efi,  quem  fides  Tetri  mnquam  deficiens  perpetuò  retìneri  prò  jure  fuo  poflu- 
Ut .  JEquiJlfma  buie  IcgiobfequenteSi  de  graviffìmo  circa  I{eligionem  nego- 
ciò  Sanàitati  tu^e  fcribendum  effe  cenfuimus ,  Decennium  efl  ,  ex  quo  -pehe-  cT«oTic?^e  lene- 
mentiffimis  tur  bis  Gallia  magno  noftro  maerore  commoretur,  ob  Ubrum  pofi-  re  de'  vefcovi 
humumy  &  do6lrinam  i^  Corneliijanfenii  Jprcnfts  Eptfcopi  .  Tales  qmdem  f^ncefiaiPap», 
<tnotus  fedari  opartebat  tum  Concila  Tridentini  au£foritate,  tum  BidU  illius, 
qua  Urbanus   FlILfel.  mem.  adverfus  J inferni  dogmata  pronunciavìt ,  & 
Decreta  Tii  F,  ac  Gregorii  XIII.  in  Bajum  edita  coìifìrmavit .  ^tque  hujus 
quidem  Bull^  "peritatemi  ac  robur  novo  diplomate  vindicajìi;  f ed  quia  nulli 
fìgillatim  propofttìoni  certa  cenfura  nota  inufla  fuit  3  \  locus  etiamnum  ali- 
quis  quorumdam  cavillis  ,  &  effugio   relt£ius  e(i .   Intercludendum  autem 
peni t US  fperamus  y  fi  t  ut  precamur  ,  SanBitas  tua  ,    quid  hac  in  re  fen- 
tiendumfit,  dare,  diflin6ièque  definiat .  Obteflamur ergo ,  ut  has  prafertim 
propofìtiones  ,  de  quibus  difceptatÌQ  periculofior  ,  ac  contentio  ardentior  eft, 
San6iitas  tua  expendap,  &  perjpicuam,  ac  cmam,de  unaquaque  fentemiam 
ferat . 

Trima,  \Aliqua  Dei  pr^cepta  Jjominibusjujìis  volentibus,  &  conantibus, 
fecundùm  prxfentes  quas  hahent  vires ,  fumimpoffibilia  :  deefi  quoque  illis  gra- 
fia, quapoffibiliafiant,  J  ., 
Secunda  ,     Interiori  gratin  in  ftatu    natura  Upf4  nunquam    refifii-^        > 
tur, 

Tertia  .  ^d  merendum  ,  &  demercndum  in  fiata  natura  lapfa  non 
requiritur  in  homirie  libcrtas  è  necejjiute ,  [ed  jufficit  Itbertas  à  coa-^ 
6iione, 

Quarta  .  Semipelagiani  admittebant  pravenientis  gratin  %terioris  ne» 
eeffìtatem  ad  fingulos  aElus ,  etiam  ad  initium  fidei  :  &  in  hoc  erant  ha- 
retici  ,  quòd  yellent  pam  gratiam  t4lem  effe  ,  cui  pofiet  ìmmana  poluntas 
re  fi  fiere . 

Quinta,  Semipelagianum  efi  dicere,  Chrifium  prò  omnibus omninò  homini- 
bus  mortuum  efie ,  AUt  fanguinem  fudifie , 

Experta  efi  nuper  Beatitudo  tua ,  quantum  ^poflolica  Sedis  ingemini 
Ecclefia  ca^itis  errore  profiigando  (  di  quell'errore  fi  parlerà  qui  appref- 
fo  )  valuerit  au6Ìoritas:  continuò  fidata  eft  tempeftas,  atque  ad  ChrifiiCru- 
cem  &  mperium  venti,  &  mare  obedierint.  Quamobrem  flagitamus ,  Bea- 
tiffme Tater,  ut  darà ,  firmaque  de  propofitionum  iftarum  fenfu  prolata  fen- 
lentia ,  cui  I{.  ipfejanfenius  morti  proxmus  opus  fuum  fiibjecit,  caliginem 
omnem  difcutias  ,  animos  fiuSiuantes  componas  ,  diffidia  probibeas  ,  Ec- 
€le(t^  tranquilUtatem  ,  fpkndoremque  refittuas  .  t>um  h<ec  fpes  mentibus 
nofìris  affulget.  Sancitati  tu^multos,  &  profperos  annos,  fieculoque  bea-  '    ■■ 

tiffmam  aternitatem  B^x  f^culorum  immortalis  adjiciat ,  optamus ,  ac 
vovemus.  Così  eglino  con  gran  pregio,  e  laude  della  loro  ApoftolicafoK 
kcitudine,  ' 

Tomo  IF.  R  r  Dalla 


Innocen-        ^^^  Secolo  XV IL 

20  X.  Dalla  efficacia  del  ricorfo  conobbe  Innocenzo  la  gravezza  dermale 
intima^teTe^dm.  prefenfe,  li  fintomi  preniinzii  del  futuro,  e  confegiientemente  la  necef- 
gen"  ufate  dal  fifa  di  un  pronto ,  &opportuno  rimedio:  onde  linefecuzione  del  fuo  zelo 
i>^o"poft3^  mate*  deputò  incontanente  una  Congregazione  di  [cinqne  Cardinali,  Bernardino 
"^«  Spada,  Marzio  Ginnetti  Vicario  di  Roma,  Domenico  Cecchini  Datario, 

Cammino  Aftalli,  Fabio  Ghigi  Secretano  di  Stato,  e  Succeflbre  ad  Inno- 
cenzo nel  Pontificato,  a*  quali  fi  aggiunfero  quattordici  rinomati  Theolo- 
|i,  FrancefcoAlbizi celebre Jurifconfulto,  che  perla  egregia,  e faticofa 
lua  condotta  fu  poi  dal  medefimo  Innocenzo  promoffo  al  Cardinalato , 
''"■"'  Vincenzo  Candido  Maeftro  del  Sacro  Palazzo,  Vincenzo. Pretufa  Conv 
miffario  Generale  del  Sant'  Offizio ,  Angelo  Maria  Ciria  Procurator  Gene- 
rale de' Serviti,  Ratfaele  Avérfa  Generale  de* Chierici  Regolari  Minori, 
Luca  EvaddiiTgo  Minorità ,  famofoAnnaliftainfieme,  e  Theologo ,  Filip- 
po Vifconti  focurator  Generale  di  Sant'  Agoftino  ,  e  Celeftino  Bruno 
Agoftiniano,  ambedue  inalzati  pofcia  alla  dignità  ppifcopale ,  Modello  Ga- 
vazio  Commilfario  Generale  à€  Conventuali  di  San  Francefco ,  e  poi  Arci- 
yefcovo.  Marc' Antonio  di  Carpineto  Procurator  Generale  de  Cappuc- 
cini, Gio:  Agoftino  Tartaglia  Carmelitano  Scalzo,  di  famiglia,  di  dottri- 
na, edifantitàcelebratiUìmo  (oggetto,  Sforza  Pallavicino  della  Compa- 
gnia di  Giesù,  Theologo  infiemc,  &Hiftoricoinfigne,  che  dal  Succelfo- 
red'Innocenzofùanch'eflopronioflb  al  Cardinalato,  Tommafo Campa- 
nella Carmelitano ,  che  anch'  eflb  afccfe  alla  dignità  ài  Vefcovo ,  e  Tom- 
mafo del  Bene  Chierico  Regolare  Theatino ,  nella  fua  Religione,  snella 
ChiefadiDio  non  inferiore  ad  alcuno  in  pregio  Ai  fcienza.  Inquefìa  ri- 
guardevole Congregazione  aflìftè  il  Pontefice  ifteffo  ben  due,  e  tre  bore 
il  giorno  non  folamente  come  Giudice ,  mi  come  Parte ,  interrogando ,  rif- 
pondendo ,  e  proponendo  con  fottiliifima  inquifizionc,  quanto  concerner 
poteva  alla  giufta  decifione ,  &  alla  fegregaziòne ,  che  far  fi  doveva  fopra  le 
accennate  cinque  propofizioni ,  della  vera ,  e  fanà  dottrina,  dalla  erronea , 
cdallafalfa, 
£  fentimenti ,  &  Havcvàuo  iutauto  li  Janfeuifti  penetrato  il  ricorfo  fatto  al  Papa  da* 
uarirS ja^nfe."  Vcfcovi  della  Fraucia ,  e  la  depurazione  dì  una  Congregazione  cotanto 
nifti.  '  firepitofa  li  haveva  eccitati  ad  entrar  e#ì  ancora  a  far  parte  contro i  loro 

emuli ,  perkiafi  ,  che  dall' effere  intefi  altro  derivar  non  poteva,  che  l* 
avvantaggio  folito  a  procacciarfi  da'  rei ,  ò  l' intorbidamento ,  ò  la  dilazio- 
ne della  caufa.  Eglino  perciò  con  incredibile  foUecitudine  fpedirono  a  Ro- 
«  hutpìjt.pr^rcn'  ma  M.  di  S.  Amore  con  quattro  [<z]  lettere  al  Papa,  la  prima  fcritta,  efot- 
nt  di,  tofcritta  dall'  Arci  vefcovo  di  Senes ,  e  dalli  Vefcovi  di  Agen ,  di  Comengh , 
*'  Valencè ,  Orleans,  Papoul ,  e  Lefcar ,  la  feconda  da  quello  di  Amiens ,  la 
terza  daquello  di  Angers ,  e  la  quarta  dal  Vefcovo ,  e  Conte  di  Beavuois . 
Elleno  contenevano ,  fé  non  le  illeife  parole ,  gì'  iikffi  fentimenti ,  i  quali  iì 
reftringevano  nel  perfuadere  il  Papa ,  eh'  egli  non  veniife  a  definizione  al- 
cuna di  quefte  cinque  propofizioni,  fé  prinria  non  ne  ifì:ituiva  un  giudizio 
formale',  e  (bienne ,  come  appunto  haveva  pratticato  Clemente  Ottavo ,  e 
Paolo  Quinto  nella  celebre  queftionerfe*/^«A://w,  con  una  parte,  e  l'altra 
prefente ,  onde  la  condannata  non  havefie  occafione'di  dolerfi  ò  di  precipi- 
tazione, òdi  negligenza  fopra  la  decifione  di  un  punto,  fopracuiraggira- 
vanfi  infinite  difcordie  nelle  Univerfità  più  cofpicue  dell'Europa;  tenerfi 
daefll  Agoftiniano  X^ugufiinusóì  Janfenio,  ed  haver  prove  concludenti 

in 


tata  fuerun 

to.  Iuta  163 


y-i^. 


Capitolo    iV.  5X7  ^NNOCEN- 

111  rapprefentazione  del  vero ,  dedotte  tutte  dalle  parole  medefime  dell'    ^  ^    '*•• 
Agoftino  Hipponenfe,  che  haveva  hora  parlaito  per  bocca  dell*  Iprenfe: 
prcf^avano  in  fine  il  Papa ,  che  lidifle  anch'  effi  ;  al  che  coridifcele  con  tanta 
bontà  Innocenzo:  che  condottogli  per  grazia  ciò,  ch'eglino  chiedevano 
pergiuftizià.  Poiché  con  Apoftolitài  e  lunga  pazienta  quattro  intieri  meli 
egli  foftenne  il  pefo  bordi  Uditore,  hòr  di  Giudice  in  tredici  feflìoni,  no- 
tando in  ifcritto  le  difficultà  ^  è  le  ragioni  dell' una  parte*  e  dell'altra,  per 
quindi  renderne  pieno  j  e  in  tutte  le  fue  parti  applaudito  il  giudizio.  Mi 
quefto  finalmente  giungendo  al  fuo  fine  ,  ed  havendo  là  Congregazione  roIu  Pontificu 
deputata  rapprefentati  al  Papali  proprii  fentimenti  circa ciafcuna  delle  ^^  d°1f/""f,^',^' 
cinque  agitate  propofizioni*  Inttocenzo  intimate  publiche  preghiere  per  Jropofiiio'i'^"d^« 
tutto  il  Chriftianefimo,  con  maturità  di  grave  Corifighopubìicòfinalmen-  Janfenio. 
te  la  feguente[<z]  Bolla  in  ctnfura  ì  é  condanna  di  effe. .     ^  ,  jv^i^t      »  inBHiiar.inn," 

Cum  occafionc  impreffionh  libri  i  cui  tìtulus  ,  oiugufììms  Corneiìijari'  \2^a„^6SiT^''' 
fenii  Épifcopi  Iprertfts  ,  inter  alias  ejus  opinione^  órta  fuerit ,  prafertim 
in  Galliii  f  controverfia  fuper  quinque  ex  tllis  i  complures  Galliarum  Épi- 
fcopi apud  noi  infleterum  ,  ut  eafdent  propojìtioues  nobis  oblatas  exptii- 
deremui ,  ae  de  urtaquaque  earum  certam  ,  &  perfpicuam  ferremus  fen- 
tentiam, 

§.  I.  Trimit.  MiquaibeipY£C€ptA\hominibusìuliis  i^olentibus'i  &conantì- 
bus  fecmdàm  prafentes ,  quas  habent  vires  i  funt  impoffibilia  ;  dee(i  quoque  th- 
lisgratia  $  qua  poffibilia  fiant .   , 

Sccunda ,  interiori  gratin  injiatu  naturjs  tappai  nunquam  refìflitur ,  -i  * 

Tertia.  ^dmerendum ,  &d€merenduminJÌatu natura lapfie non  Yequiritur 
in  homine  libertas  à  necejfìtate ,  fedfufficit  liberta^  à  coa£iione . 

Qaarta  *  Semipdagiani  admittebant  pr^evenientii  gratile  interioris  necefi 
ptatem  ad  jìngulos  aiius  y  etiam  adinitium  fidei  i  &  in  hoc  erant  h^retici ,  mài 
yellentcam  gratiam  talem  effci  cuipojjet  humana  voluntàs  refijierci  vet  ob- 
Pemperare. 

Quinta .  Semipelagianum  eft  diceré,  Chrijlutnpro  omnibus  omninò  hominibus 
mortuumejfe  i  autjanguinemfudijje. 

.§.2.  7v(of  qiiibustnter  multiplices  curas,  qu<ganimum  noftrum  affiduè  puU 
fanti  tlla  in  primis  cordi  efli  ut  Ecclefia  Dei  nobis  ex  alto  commijfaj  purgati^ 
pravarum  opinionumerroribus  t  tino  militare,  &  tanquamHavis  tn  tranquillo 
mari ,  fedatis  omnium  tcmpeflatumfluBibHS ,  acprocellis ,  fecurè  na-pigare ,  & 
ad  optatumfalutis  portum  pervenire  pojjìt^ 

^.'^.  Tro  rei  gravitate,  coram  aliquibui  San&je  Bimana  Ecclefix  Car* 
dinalibus  ad  id  Jpecialiter  fepiàs  congregatisi  àpluribus  in  Sacra  Theologia 
Magijiris  eafdem  quinque  propofitiones  ,  ut  fupra  nobis  oblatas  ,  fecimus  fi- 
gdlatim  diligenterexaminari,  eorumque  fuffragia ,  turnvoce,  tum  fcripto  re- 
lata, mature  confideravimus ,  eofdemque  Magiflros,  variis  coram  noòis  a6Ìti 
Congregationibus ,  prolixèfuper  eifdem ,  acfuper  earum  qualibet  diferentès  aa- 
divimus, 

§.4.  Cum  autem  ab  initio  hujufcemodi  difcujjionis  adDivinum  implorandum 
auxiliummultorum  Chrifìifideliumpreces tum  privatimi  tumpublicè mdtxifje' 
mus,  pojimodum  iterai  is  eifdem  fervemiàs ,  ac  per  nosfoUtcitè  implorata  Sanai 
Spiritus  affiflentia ,  tandem  Divino  TSlumìnefavente  ,adinfrafcriptam  devenimtts 
àeclarationem ,  &  definìtionem . 

Trimam  prMiiiarum  propofuionum  :    Miqua   Dei  pracepta  hominibus 

R  r    2  jujiis 


Innocen-        52^g  Secolo  XVII. 

ZO  A.  juflìs  volcntHìUS ,  &  conantibus/iccundùmprafentes,  quashctbenfPireSi  funi 
impoffibilia,  deejl  quoque  illis gratta ,  qua  pojjibilia  fiant  :  Temerarìam,  im- 
piam,  bl^fphemam ,  anathemate  damnatam,  &  barcticam  declaramus ,  ^ 
uti  talem  datmiamus  » 

Secundam,  Interiori ^ratìa in flatunamr^lap fé nunquàrnvefifli^ur'.  H^reti- 
§amdeclaramus,  &untalemdamnamus . 

Tertiam.  ^dmerendum ,  &  dcmerendum  ìnjiatu  natunelapjanonrequirì' 
tur  in  homine  libertas  à  neceffitate ,  fcd  fufficit  libertas  d  coazione  :  Haeremam 
declaramus  i  &  uti  talem  damnamus , 

Quartam  .  Semipelagiani  admittebant  pravenientir~pati<t  interioris  ne- 
cejjitatem  ad  fmgulos  a£lus  ,  etiam  ad  initmm  fida ,  &  in  hoc  erant  ha- 
retici  y  quàd  yellent  eam  gratiam  talem  effe  ,  cui  pofiet  humana  volumas 
refiftere,  vel  obtemperare  ì  Falfam,  &  hareticam  declaramus ,  &  ut i  talem 
éamnamus, 

Q^intam .  Semipelagianum  eft  dicere ,  Chrijìum  prò  omnibus  omninò  homini- 

busmortuumefie,  autjanguinemfudifie:  Falfam,  temer ariam,  fcandalofam, 

&  intelie&am  eo  Jenfu ,  ut  Chriftusprofalute  dumtaxat  pr^deftìnatorum  mor- 

%tttHsfiti  impiami,  blafphemam,  contumeltofam ,  didime  pietati derogantem ^ 

Wf  hicreticam  dectaramus ,  &uti  talem  damnamus, 

§.5.  Mandamusigitur  omnibus  Chrifiifidelibus  utriufque  fexus ,  ne  dedi5lis 
propofìtionibusfentire,  docercjpr^dicare  aliter  prafumam ,  qudm  in  hoc  prafenti 
no/tra  desiar atione  ,  &  definitione  continetur ,  fub  cenfuris ,  &  panis  contra  hx- 
reticos,  &  cor tim  fautore s  in  jur e  exprejjis , 

§.  6.  Tracipimus  far  iter  omnibus  Tatriarchis  ,  t/trchiepifcopìs ,  Epi- 
fiopìs  ,  aliifque  locorum  Ordinariis ,  necnon  haretiae  pravitatis  Inquifìto- 
ribus  ,  ut  contradi£iores ,  &  rebelles  quofcumque  per  cenfuras  ,  &  poenas 
pradiiias  y  cateraque  juris  ,  &  fa6Ìi  remedia  opportuna,  invocato  etiam 
ad  hoc  (  fi  opus  fìterit  )  auxilio  brachii  ficculatrìs ,  omninò  coerceant,  & 
€ompefcant, 

§.7.  '^onintendentes tamenper hanc  declarattonem ,  &  definitionemfuper 
pradi6Ìisquinquepropofttionibus  fa£Ìam  y  apprnbare  ullatenùs  alias  opimones , 
qua  continentur  in  pr adirlo  libro  Cornelitjanfenii  * 

Datum  Fatila  apud  SanBam  Mariam  Majarem  annolncarnationis  Domini- 
c<e  mille  fimo  fexcente fimo  quinquagefìmo  tcrtio  ,  pridie  Kal.Junii  Tontifica- 
tus  nofiri  anno  nono . 

Così  il  Pontefice ,  che  voile  eziandio ,  che  dal  fepolcro  di  Janfenio 
(ì  cancellaife  un  epitafio,  che  donavagli  merito  per  haver  comporto  l* 
^ugufiinus  j  jdz  cui  erano  nate  cotante  numerofe,  e  fcandalofe  dilTen- 
zionii  &  accompagnò  la  Bolla >  e  T  ordine  dellaeraiìon  dell' epitafio  con  la 
feguente  lettera  al  Rè  Luigi  Decimoqiiarto  di  Francia  promotore  della 
condanna,  e  che  già  da  molto  tempo  (ofoirava  il  finediquefteinteftiojSa, 
a  ìu  A/4  /rf  e  erude  difcordie;  [a]  Chariffime  in  Chr/jìo  fili  nnfter  falutem  ,  &^^pofio- 
^E/eucr/dd  pl-  Ucam  bcncdictionem .  Confiitutionem,  qua  pofi  longam  accurati  cxamimsinr 
paal  RèdiFran-  ^aginem ,  &  Spiritus  Sanali  lumen  publicèy  acprivatim  fapiùs  imploratumy 
quid  fcmiendum  fit  de  quibufdam  propofitiombm,  declaravim»s y  &  definii 
■pimus  y  Majaftati  tua  cum  bis  litteris  mittimus.  Ex  ea  pntentiam  CathoUr 
c£  fidei  m  gravi  hoc  negotio  a  nobis  audies;  me  dubitamusy  quincadem  fu- 
tura fit  cum  populis  Chnfiianis  falutaris y  tum  fummoperè  grata  pietati  tua., 
€tm  pmfertim  &  ipfe  per  Oratorem  tuum  prò  fannia  bnjus  Sedis  fuper  bis. 

4m- 


cu 


•■apa 


Capitolo   IV.  6zg        Innocen; 

decìfione  àpud  nos  ìnflìteris  .  Majejìati  Tux  bencdifiionem  ^pofiolìcam  ^^  ^' 
amantijjimè  impartìmur .  Neil  Rè  fiìmen  pronto  a  dar  follecita  efeciizione 
per  mezzo  de' fuoiRegii bandi  alla  Bolla  Pontificia  di  quello,  ch'egli  era 
iUtofollecito  a  procurarla.  E  ne  refe  hunnili  grazieal  Pontefice  perilfuo 
AmbafciadoreinRomaDucadiValence,  eper  il  grand' utile,  che  dalfuo 
oracolo  era  derivato  nella  Francia,  eper  quel  di  più,  che  quindi  fperar  fi 
poteva  in  quel  Regno  per  beneficio  publico  de' fedeli.  Mi  gli  Ecclefiaftici 
della  Francia  efultarono  con  più  profondo  gaudio  all' annunzio  felice  del- 
la feguita  condanna,  e  con  Apoftolica  dettatura  trafmeifero  ad  Innocenzo 
quelh  digniflima  lettera ,  monumento  egregio  di  venerazione ,  e  di  fede  di 
quella  Chriftianiflìma  Chiefa  verfo  il  Pontificato  Romano . 

'  *  Optata  [a]  pervenit  ai  nos  tandem  Confi iti4t io illa  ,  ijiia  Vejìrce  SanBita-  a  £,,>  jy.  _^^/;,- 
tii  an6ioritate  quid  fentìendum  ftt  de  controverfts  quinque  propofttiombus ,  '^53- ,  .  , 
qni^  fum  excerpta  è  Cornelii  Janfemt  Iprenfis  Epifcopi  librh,  perfpicuède-  Francc:  ^''^'°''' 
ccrnìtur.  Excitatos  in  Belgio  contentìones  flxgrabant  etiam  in  Galliìs,  &  la- 
tijjimum  incendmm  per  univer/as  Ecdeftx  partes  minabantur ,  ni  pejìì  gr af- 
fanti j  &  certìjjimam  perniciem  allatura  objiitifiet  Beatitudini^  VeflrA  inde- 
fefium  JiHdiuniy  &  ex  alto  petita  potefias ,  qu.-e  fola  acerrimam  illam  animO'- 
rum  colli ftonem  compejcere  poterai .  J^gebatur  de  re  magni  momenti  y  de  adi- 
tu  fcilicet  ad  falutem  per  necefjaria  Chriiiianx  gratin  pr^fìdia  ,  &  bumame 
voktntatis  ad]umentis  illis  excitatie ,  ac  fotte  conatus  liberos  ,  atque  de  divi- 
na Chrifli  pietate,  ac  benefìcentiain  Jtniverfum  genus  humanum  .  Hujus  do- 
6Ìrinj&  lucem  recentioris  illius  ^u&oris  difputatiombus  obfcuratam  ,  prijìim 
nitori  refiituit  juxta  veterem  fidei  regulam  ex  Scripturis ,  &  antiqua  Ta- 
trum  traditione  in  ConciUis  olim,  &  nuper  Audoribus  Summis  Tonti ficibus 
confiitutam  prolatum  d~San5litate  Vefira,  pnfiulantibus  compluribus  Gallia- 
Yum  Epifcopis ,  Decretum  i  quo  in  negotio  illud  obfervatione  dignum  accidit ,  ut 
quemadmodum  ad  Epifcoporum  africa  relationem  Innocentim  Trimas  TeU- 
gianam  Imre  firn  damnavit  olim ,  fìc  ad  Callicanorum  Epifcoporum  conjulta- 
tionem  harefìm  ex  adverfo  Telagtana  oppofìtam  Innocentius  Decimus  au6ÌQ- 
ritate  fua  profcripferit .  Enim  vero  vetufia  illius  atatis  Ecclefia  Catholica  , 
fola  Cathedra  Tetri  communioncy  &  auàoritate  fulta,  qua  m  Decretali  Epì- 
fiola  Innocentii  ad  ^Africano:  data  elucebat ,  quamque  dein  Zoftmi  altera  ad 
univerfos  Or  bis  Epifcopos  Epiftola  fubfccuta  efi,  Telagiana  harefts  damna- 
ttoni  abfque  cunEiatione  fubfcripftt  .  Terfpe8um  enim  habebat,  nonfolùmex 
Chrifii  Domini  ^oflri  pollicitatione  Tetro  fa&ayfed  etiam  ex  a&is  prtorum 
-Tontificum  ,  &  ex  anathematifmis  adverfus  ^pollinarium  ,  c^  Macedo- 
nium,  nondum  ab  ulla  Synodo  Oecumemca  damnatos ,  d  Damafo  paulò  an- 
tea  ja£lis ,  Judicia  prò  fancienda  regula  fidei  à  Summis  Tontificibus  lata 
fuper  Epifcoporum  conjultatione  (  ftve  fuam  m  a&is  relationis  fententiam 
-ponanty  ftve  omittant  y  prout  illis  collibuerit  )  divina  aquè  acfumma  per  uni- 
yerfam  Eccleftam  au6ioritate  niti;  cuiChrijiianiomnesex  officio  y  ipftus  quo- 
tane mentis  objequium  prafìare  teneantur  .  Ea  nos  quoque  fentcntia  ,  ac  fide 
imbuti  y  Bimana  Ecclefìa  prafentem  y  qua  in  SummoTontifice  Innocenti^  De- 
cimo vigetaudoritatemy  debita  obfervantia  colente s  y  Conjiitutwnem  divini 
"Himinis  injìin6ìu  à  Beatitudine  Feftra  conditam ,  nobifque  tradttam  ab  Illu- 
flrifs.  yithenarum  ^rchiepifcopo  ,  'h{uncio  ^pofiolico  ,  &  promulgandam- 
curabimus  in  Ecclefiis ,  ac  dioecefibus  noflris ,  atque  Ulius  executionem  apud 
fideles  populos  urgebimus ,  "Njeque  vero  pcena  deerunt  adverfus  temerarios 
Tomo  IV.  Rr    3  illmz 


Innocen-       ^^q  Secolo  XV IL 

2  O  A.  jiiijfj  -piolatores ,  qua  a  ]ure  hareticis  infliguntur  ,  ^uibus  juxta  ConflitmiO' 
ttts  tenorem ,  &  Breve  SanCìitatis  yejlra  nobìs  dire^Hm ,  contumaces  om^ 
neSi  nullo  conditionum,  vel  fiatuum  difcrimme  fa6lo  perflringemus ,  prafer" 
tim  cum  in  Qalliìsad  Epifcopos  infolidum  ifihac  cura  penine at ,  ubi  nullos 
haretica  pravitatls  Inquifitores  conjìitui  patitur  mos  antiquus  ex  jure  com- 
fnfini  profe&us  .  Sane  jpondere  pofìumus  Beatitudini  Feflrjs,  nihil  forej  quod 
Decréto  ^4pojioUco  ,  nojìraque  in  eo  exequendo  follie itudini  moram  afferre 
pojfit  :  precipue  cum  piijjimus ,  ac  Chrijiianijjìmus  B^x  nofler  ,  cut  Breve 
tApoftolicurn  una  cum  exemplo  Conflitutionis  IllufiriJJìmus  TSl^ncius  tradidit , 
interpellato  quoque  B^giie  Majeflatis  prdftdio  ,  nos  ad  illius  Decreti  execu- 
tionem  edi5io  fuo  ad  nos  dato  prò  ea ,  quam  dcbet  Ecclefia  conflitutis  tuitio- 
net  conftanter  hortetury  &  Magtjiratibus  univerfìs  ^  atque  cceteris  [ibi  fub' 
ditistum  m  vim  arcendam,  tum  ad  amputandas  ,  qua  forte  pojjent  ab  h<iC' 
refeos  reis  cxcitari  de  foro  competenti  cavillationes,  pnecipiat,  quatenus 
executionem  illam  omni  Jiudio,  dr  opera  )uvent ,  atque  tueantur  .  Quare  cum 
^ex  cceleftis  hac  in  caufa  fcederatum  habeat  B^egem  terrarum  (  fu  fas  ita  lo- 
qui  cum  Sixto  Tertio  )  SanElitas  Feftra  per  Tetra  folidttatem  jam  contufis 
veritatis  hojìium  animis ,  fecuros  ab  omni  externa  perturbatione  de  novaha- 
refì  tnumphos  aget.  Vorrò  nos  Innocentio  Decimo,  cujus  ore  Tetrus  locutus 
eft,  ut  Leoni  Trimo  acclamabat  quarta  Synodusy  banc  divinam  lauream  gra- 
tulati, facros  inter  Ecclefta  fajios,  quod  olim  de  Synodis  Occumenicis  fieri 
folitum  ,  Confiitutionem  ijiam  ab  eo  editam,  lubentes  ex  animò  reponemus  : 
Cui  optatiffimam  in  longeva  vita  felicitatem  adprecamur  ,  Ò'c.  Così 
eglino. 
Nuovi  fubterfit.  Vcdcndofi  dunquc  COSÌ  terribilmente  perfeguitati  li  parziali  di  Jan- 
jinf/nilf."'^'''''  fenio,  vinti  dalla  ragione,  ma  non  convinti  della  loro  temeraria  oftina- 
2Ìone,  timorofidauna  parte  diopporfi  ad  unaBolla  ricevuta,  &applau- 
ditada  tutta  la  Chiefa,  &infotfereiiti  dall'altra  di  ciedere  all' impegno,  da 
rei  feronfi  attori ,  e  con  nuovo  modo  di  pugna  vantar onfi  vincitori  nella 
defolazione  medefima  delle  loro  perdite  .  Scoccato  appena  dalla  mano 
d' Innocenzo  il  fulmine  contro  la  precifa  dottrina  di  Janfenio ,  eglino  fenza 
perdere  né  cuor ,  né  luogo ,  fecero  ogni  lor  polfa  per  far  cader  lungi  dal  lor 
Maeftro  quel  mortaliflìmo  colpo;  e  rivolgendo  ogni  foUecitudine  nel  dimo- 
flrarfi  invitti  nella  medefima  disfatta ,  con  una  mano  ricoperta  la  piaga ,  sfi- 
darono i  lùraici  con  l' altra ,  quafi  non  vivi  folamente ,  ma  intieri,  e  in  forze , 
né  fol  non  atterrati,  ma  non  atterriti,  anzi  né  pur  tocchi  dall' Apoflolica 
faetta.  Ritenuto  dunque  in  apparenza  tutto  il  rifpetto  verfola  Santa  Se- 
de, fi  accinfero  a  muover  lite  fu'l  fatto ,  ammettenqo  la  condanna ,  e  negan- 
dofi  condannati ,  afpirando  co'l  mezzo  di  una  contumacia  mafcherata  di  of- 
fequio  a  quellalode  d'innocenza^  che  non  era  dafperarfi  legitima,  fé  non  da 
un  vero  pentimento.  Difl'ero  àuaque  pnmìerzmcnte ,  Le  cinque  propojb^io- 
ni  dannate  non  legger ft  per  verità  nell' ^ngujìinifs  di  Janfenio ,  m à  efler  fobri- 
cate  dal  capriccio  de'  Sorbonifti ,  concepute  da'  Molinifli,  ambigue ,  e  cavil- 
lofe,,  a  far  plaufibile  l' impoftura .  Perciò  ben  haver  fatto  il  Pontefice  a  con- 
dannarle ,  ma  ciò ,  eglino  foggiungevano ,  Che  ha 4:hefat  con  noi ,  che  non 
(blamente  non  le  habbiamo  mai  infegnate,  màtuttoaroverfcio  riprovate 
naókoprima  come  deliri  He' Calviniftif'  E  portarono  in  ciò  così  innanzi  la 
^oro  confidènza ,  che  in  più  loro  opere  ofarono  pronunziare ,  Tanto  efìer  tc- 
rù  y  che  quelle  propoft7;ioni  non  fojkro  mai  dette  da  Janfenio ,  cheanT^i  le  loro 
.    ....  .  son- 


Capitolo    IV.  631  ÌNN^OCFM- 

eontradittorie  erano  fiate  da  lui  ex  profefio  difefe  •  e  in  confeguenza  effer"      2  O   A  < 
tenuta  a  Janfenio  la  Chiefa ,  che  l' hi  precorfo  nel  condannarle .  Ma  perche 
qit-elto  primo  fnbterfugio  era  d'hiiomini,  che  fapponevano ,  fol  efJihaver 
occhi  per  leggere  il  libro,  ò  fol  efli  haver  mente  per  capire  il  linguaggio 
del  lor  Maeftro ,  ò  pure ,  che  promettevano  (  come  fé  quel  faifo  ^ugujiinus  ' 
fofle  un  vecchio  volume  chiufo  tri  riportigli  di  qualche  antichi  fJìma  libra- 
riaj  altri  occhi ,  che  i  loro ,  noti  haver  mai  a  gittarci  fopra  una  fguardo  per 
difcoprirne  la  frode  i  fi  rivolfero  ben  torto  altrove ,  e  difpofero  una  feconda 
più  valida  ritirata.  Aggiunfero  dunque^  che  benché  le  propofizioni  con- 
dannate per  impolTìbil  rinvenimento'fi  leggelfero  in  Janfenio ,  nuUadimeno 
non  efler  elleno  condannate  ilei  fenfo  intefo  da  Janfenio.  A  ben  condurre 
querto  configlio  y  due  furono  le  rtrade ,  a  cui  efli  ^\  tennero  :  la  prima ,  che 
havendo  quelle  propofizioni  due  fenfii  l'uno  improprio,  ed  alleno,  acuì 
potevano  malignamente  ftorcerfi,  ed  in  querto  fe^foda  Janfeiiio  ancora 
elleno  erano  condannate;  l'altro  proprio,  elcgitimo,  m  cui  da  Janfenio 
erano  valentemente  fortenute;  e  conchiudevano  j  che  le  riferire  cinque 
propofizioni  nel  primo,  e  non  nel  fecondo  fenfo  erano  ftate  da' Pontefici 
riprovate.  Diquertalorocàvillofa,  e  maligna  interpretazione  haveyano 
li  Janfenifti  fatta  correre  un  manifefto  per  Roma,  anche  avanti  la  promul- 
gazione dellaBollaInnocenziana,  [^]  prefentandonealPapaun'opufcolò  i  i^.majM^^* 
in  torma  é^  Memoriale  co'l  titolo ,  De  triplici  qnìnque  propojttìomm  fenfu  « 
eh' efli  finalmente  riducevano  a  due,  cioè  al  fenfo  Cattòlico  atteftato  da 
Janfenio,  &  al  fenfo  hereticoafferito  da  Calvino,  e  condannato  dal  Papa . 
£taddncendonela  fpiegazione^  eTefempio,  dicevano,  cheilpr>mofenf6  ' 
della  prima  propofizione  era  per  efli  il  feguente  i\Alctmi  precetti  di  Dio  fono 
impoffibili  d' impofjìbilità  fecundumquidi  e  refpe^ìiyèi  cioè  eglino  non  po- 
tevano olfervarfi  da  alcuno,  pèrche  Dio  non  dava  loro  la  grazia  dipoterli 
ofi'ervare:  e  in  querto  fenfo ,  replicavano,  haver  parlato  Janfenio .  Il  fe- 
condo fenfo  poi  così  da  efli  fpiegavafij  »^lcimi precetti  di  Dio  fono  impoffibi- 
lid'  impafjìbilità  afìoluta ,  &  ohjeììipa ,  cioè  eglino^ non  pofibno  in  nilrtma 
manieraefeguirfi  né  con  la  grazia,  né  fenzala  grazia;  ed  in  qiierto  fenfo , 
dicevano,  haver  parlato  gli  Heretici,  emeritevohnente  le  propofizioni 
condannate  da'  Papi .  Infomma  èglino  conchiudevano  j  che  le  propofizioni 
cenfurate havevaho  due  fenfi ,  V  uno  de-  Thomifti fermamente  Cattolico,  1' 
altro  de'  Calvihirti  indubitatarrtente  Heretico .  Hor ,  ficcom'  egli  è  certiflU- 
ma,replicavano  li  JanfemiU,  che  non  fiì  mai  penfier  de'  Papi  voler  profcrit- 
te  quelle  propofizioni  in» quel'fenfo',  in  cui  fortengoofi  danna  sìCattoIicai 
Scuola  ;  cosi  non?  hebbemai^  altro  difegno  il  Vefcovo  d'Ipri ,  che  proferirle 
hel  fenfo  Orthodoifo  di^S.  Tommafo,  e  non  gii  nell'  Heretico  di  Calvino.  E 
quertafièladefia  fam'ofa  rifporta,  nella  quale  come  in  ficuriflìmo  Afilo 
ripofaronolijanfenifti,  e  crederono  di  haver  franchigia  dagli  aifalti  de' ne- 
mici, e  dai  fo-lgorj  del  Vaticano.  '   , 

I  primi,  che  (i  oppofero  a  quefta  loro  altrettanto  debole  ,  che  frai^  opp?<J^o"e  ad 
dolente  ritirata,  furono  que'medellmi,  cherìeprevidderopiiiprofllmo  il  *"''  "    ''"''•''• 
danno  nelle  loro Diocefi,  cioè  li  Vefcovi della  Francia,  nel  qual  Regno  e 
piùpoderofi,  e  piti  arroganti  forgevano  li  Janfenirti.  Ond'eglino[i]con. 
gregarono  un' Aflemblca  in  Parigi,  in  cui  deputati  all' efame  della  materia     ^""'^  ^^' 
molti  dotti  Ecclefiaftici  del -Regno,  e  riferitofi  da  queftì,  che  le  cinq^ie 
propofizioni  erano  manifeftamente  contenutene!  libro  di  Janfenio,  e  da 

Rr    4  quell' 


Innocen-        ^^2,  Secolo    XVII. 

^^    ^'     queir  Aurore  afferite  nel  fenfo  condannato  dalla  Bolla,  i'Ailemblea  eoii 
maturità  di  nuovo  efame  rinvenutane  la  certezza,  in  ampia,  epublica  di- 
chiarazione del  vero  ne  direlfe  lettera  circolare  a  tutti  li  Vefcovi  della  Fran- 
a  »8.^/4mVi5;4.  eia ,  participandone  [  a]  al  Pontefice  il  contenuto ,  con  pregio  egualmente 
di  fommiflione ,  e  di  zelo ,  efaltato  con  grandi  atteftati  di  lode  nella  rifpo- 
fta ,  che  ad  efli  diede  Innocenzo  /  E  quei1:o  fu  T  ultimo  figlilo  delle  fervoro- 
fe  operazioni  d' Innocenzo  contro  li  Janfenifti ,  de'  quali  profeguiraiìi  il  di- 
fcorfo nel  Pontificato ,  chefiegue,  di  Aleflandro Settimo. 
Libro  Anonimo      Né  il  loro  affare  foUmente  empiè  l'alta  mente  di  quello  Pontefice,  ed 
«kibequaiitatrà  efetcìtò  coH  memorabili  azioni  l'egregia  condotta  del  Aio  Apollolico  go- 
kr,'fu^d*o?t/i'nt,*  verno.  Mentre  bolliva  la  Francia  frù  le  accennate  diilenzioni,  furCein  fo- 
Tifpofta ,  e  con'  mcuto  dcUc  difcordic  lapefìileutc  dottrina  di  un' Anonimo  Scrittore,  che 
b'!Aml,i6^6.       haveva  di  frefco  [  6  ]  publicato  un  fibre ,  col  titolo.  De  Magnitudine  P^ma' 
Ttje  Ecclefi£ ,  &  SS.  Tetri,  &T?ault  fuprcmo  TontificatUt  in  cui  alTerivafi 
una  total  equalità  tra  S.  Pietro,  e  S<  Paolo ,  fenza  fubordinazione  di  S.  Paolo 
aS. Pietro nell'amminiftrazione del  governo  Ecdefiaftico,  e  della  giurif-r 
dizione  Pontificia.  Dicevafi  quefto  libro  compofizione,  e  parto  di  An- 
v^ùviiflom^'i'  to"Jo  Arnaud  celebre  Janfenifta,  di  cui  altrove  [  e  ]  facemo  menzione ,  che 
si'i!     '  ""''^  '  fin  d' allora  pretefe  per  indiretta  via  di  abbattere  la.  Monarchia  del  Pontifi- 
cato Romano.  Cereamente  una  talientenzafiì  incontanente  ravvifata  per 
d  Tbioph.    -K^j.  Janfenifta,  onde  un  moderno  [d]  Autore  apertamente  chiamoila  Lernceam 
'^Ao!deluiffEljanfenifmiExc^tram,  cu]us  fartus  eji  ponentiffimum  Ecclefta  bicipitis  fom- 
<ùf,*  in  dtdic.  Ma  fiium .  Niccolò  del  Bagno  Nunzio  in  quel  Regno  tramandò  follecitamen- 
£m,n,nr.^iùn'H.  ^^  ^  Roma  la  notizia,  e'I  contenuto  del  libro,  il  quale  in  foftanza  rinno- 
vava la  Herefia  Luterana,  e  Calvinifta  ,  aggiungendo  alla  Chiefa  Capi 
finti  per  reciderne  il  vero.  In  prova  del  peffimo  intento  ivi  fi  adduceva  1' 
antica  confuetudine  di  collocar  la  imaglne  di  S.  Pietro  alla  finiftra  di  San 
Paolo  nelle  pitture  di  direrfe  Chiefe ,  e  con  più  proflima  ifpezione  il  mo- 
derno efempio  de' Pontificii  diplomi,  in  cuimirafi  impreffa  in  piombo  la 
figura  di  S.  Paolo  nella  deftra  parte,  e  di  S.  Pietro  nella  finiftra,  elaco- 
^umanza  di  riporre  la  iiatua  di  S.  Paolo  alla  diritta  di  quella  di  San  Pietro 
neir  Aitar  Papale  della  Bafilica  di  S.Pietro,  ò  quando  il  Papa  in  eflb  cele- 
bra, ò  quando  in  fuaprefenza  un  Cardinal  Prete  ivi  canta  folennemente  la 
Meffa.  Aquefti  pratici  avvertimenti  fi  aggiungevano  gli  uniformi  enco- 
«  s^piph  hit  27  "^"  ^^"  ^^  ^^"^^  Pietro ,  e  Paolo  da  molti  Santi  Padri ,  cioè  di  Vefcovi  [  e  ] 
cb-^./f//«Ar.i'.  entrambi  di  Roma,  chiamando  eglino  la  Sede  Pontificia  Catedra  [/]  di 
tmurf/n'uep!/}.  San  Paolo ,  e  li  due  Apofìoli  Prefetti  [g]  della  Chiefa.  Così  il  libro  ,  che 
i9'Greg.7.inccn'  propofto  alU  ccnfura  de'Theologi,  e  fotto  il  torchio  di  rigorofo  efame 
h'p'^Zu'ss^^Ji'-  "ella Congregazione  del  Sant' Olhzio ,  (à egli  riconofciuto  errante  e  nel  fin^ 
pojt.H^drianiJi.ìn  dQÌÌ' intento  i  e  uellc  provc  dc*  mczzì .  Poiché  T  argomento  addotto  d^lla 
^fpiatfef.'"'"  imaginediSan  Pietro  collocata  in  luogo  men  degno  di  quella  di  S.  Paolo, 
g  s.cyriu.6.catb.  provaudo  ttoppo ,  uulla  concludeva  ,  potendofi  ben  quindi  inferire  non 
io\zxnQntQ  egHaglian':(^  i  come  pretendeva  l'Anonimo,  mi  Superiorità  con- 
hvd--i  noiiro  X  ^'■'^  ^^  mcnte  ftcfla  dell'  Autore  :  oltre  a  che  habbiamo  in  altro  [  h  ]  luogo  aa- 
tom'pag  ily.   ''  notato  l'ufo  antico  della  Chiefa  Orientale,  preifocuifù  fcmpre  più  hono- 
iio.chrif.Bntttt  revole,  edegno  il  latofiniflro,  cheildcftro:  onde  avvenne,  come  ben 
S  -»«r'It"  confiderà [/].  l' erudito Gio:  Chriftoforo  Battelli,  che  la  Bafilica  Vatica- 
k7J' e/ 'tisv^ii  na di S. Pietro  tenaciffima  delle  antiche  memorie  diligentemente  confer- 
cJHs/^^'"  "'"  vi  alcune  rehquie  delle  prime^età,  dinotanti  m  figure  [^]  di  MofgicgS* 

pie- 


Capitolo  IF*  635        Innocf.n- 

;Pietro  nella  finiftra  parte,  e  San  Paolo  nella  deftra,  opera  ò  di  Artefice  ^^  ^' 
Greco,  che  fegLiitòilcolhimedegli  Orientali,  ò  di  Latino,  che  imitol- 
lo.  Circa  poi  alla  precedenza,  che  nelì'Altar  Papale,  come  fi  dilTe  ,  d 
concede  àS. Paolo,  ^ffolent  Beges ,  dicefi  in  un  preziofo  manufcritto  ano- 
nimo fopra  la  divifata  materia  ,  ripofto  nella  Bibliotheca  fecreta  del  Re- 
gnante Pontefice  Clemente  Undecime,  e  communicato  à  noidal  fopra- 
citato  Battelli ,  magnisVrincipibus  ,  quos  htfpitio  accipiunt ,  dexteram  ho- 
noris caufa  pr£bere:  ideòTetmsTaulo  pr^eflamiffimoTrincipi j  ac  fteumdo- 
mi  fuaretineret,  dexteram  defert  :  e  qnivi  pur  fogginngefi  in  propofito  de- 
gli allegati  Pontificii  diplomi ,  Hac de caiifa hoc  fieri cenfemusj  uthocexem- 
plo  oiìendant  Summi  TontificeSy  quamvis  in  excelfo  Tetri  Solio  fedeant  ^  fu- 
perciiium  t amen  orane  i  acregìumfirepitum  fc  fugere-,  humilitatem  yeròam- 
pleSii .  'Ìs(amlìexordmmlitterarum^polìolicarumre6lè  perpendamiis,  Sum- 
mas  'Pontifex  fé  fcrvum  ferìforum  Dei  appellai  y  &hoc  ipfumy  qitod  [cripto  ..    -..^ 

proferì,  re  ipfa quodammodò  fé  óbfervaturum  polUcetur  ,  dmn  figillo  etiam 
qitoutttHry  traditamfibipotefiatem,  qiiamTetrus  demonflrat,  ad^Tauli  fini- 
flram ,  qui  fé  fertfum  Dei  yocat ,  collocandam  curat:  nec  auro ,  &  argento ,  fed 
plttmbometallorum  omnium  vilifjimo  Stimmi  Vontifices  utuntur  y  atque  illud- 
non  ferico  aurei s  filis  contexto ,  fed  vtlifuniculo  alligant  Bullas ,  &  fimt  humi- 
litatem in  fronte  epifiolarum  profitentur,  itaetiam  in  earum  obfignatione  imi- 
tari  volunty  &hocpa£lofe  fervosefìe,  fequeminifiros  docent  fervorum  Dei. 
Le  laudi  finalmente,  e  gli  allegati  encomii  de'riterti  Santi  Padri,  come 
ofcuri,  devonfi  fpìegare  con  il  confronto  de'chiari,  e  non  involgere  i 
chiari  (òtto  le  tenebre  mifleriofe  degli  ofcuri .  San  Paolo  fiì  detto  Vefco- 
vo  di  Roma  impropriamente,  e  non  in  rigore,  ed  [a]  egli  fu  coadiutore; 
di  S.Pietro  nella  fondazione  della  Catedra  Romana ,  e  non  precifamente  ^,J^/^'"J;^,''^"'''^^ 
fondatore,  òVefcovo:  e  perche  l'uno,  e  l'altro  godevano  il  privilegio 
della  infallibilità,  quindi  è,  che  la  Catedra  Romana  fia  fiata  chiamata  Ca- 
tedra di  S.  Paolo,  il  quale  à  titolo  di  dottrina,  non  di  autorità,  di  reggi- 
mento efecutivo ,  nonaflbluto,  dicefi  Principe  della  Chiefa,  e  Vefcòvo 
di  Roma.  Rinvenuto  dunque  il  libro  accennato  ,  macchiato  di  falfe  in- 
terpretazioni, e  reo  nelle  afferzioni,  ne  fu  da  Innocenzo  dichiarata  he- 
retica  la  dottrina,  3c  affida  la  dichiarazione  nelle  publiche  cantonate  di 
Roma,  con  Decreto  precifo ,  à  tal  effetto  [b]  divulgato  dalla  Sacra  In- ^  24.  ^-«««t.! ^47. 
quifizione.  Ma  l'Autore  fu  cotanto  alieno  dalntirarfi  daqueft'errore  ,  an-  li^lTctetTfri,!^. 
zicheconfermolloin  [e  ]  altro  libro,  la  cui  ftampa  fu  per  ordine  Regio '7"'^'"'" ''' "^v'?*; 
lacerata  [d]  ebrugiatapermandiBojanellapublica  Piazza  di  Parigi  con  'd^ 'prLep's""'dll 
obbrobrio  dell'Autore ,  che  fotto il feguente  Pontificato  vedremo  fempre  ^^s'pJfi' ^''""' 
oiiinatamente refrattario  de'Pontificii  Decreti.  Ma  ne  fu  reprelTa  allora  "dó'./iliiió^-^. 
e  la  temerarietà,  e  la  dottrina,  [  e  ]  contra  quam  ,  dice  il  Ciaccone  ,  %^l^n''"eìu-' 
fuas  elucubrationes  do8iffimi  Firi,  hortanteVontifìce  y  evulgarmt  Jo:  *Augu-    '"'""'^'  "  '  ^"** 
fiinus  de  Bellis  Clericus  B^gularis ,  Theophilus  i{aynaudus  Societatisjefu ,  Ifaa^- 
cusHabertusEpìfcopus  Vabrenfìsy  Tetrus  de  Marca  ^rchiepifcopus  Tholo- 
Janiis,  Tetrus  à  S.Jofeph  FuUienft:,  aliique  permulti,  fra  quali  noi  aggiun- 
giamo il  dottiflìmo  Diana,  Avvantaggi  degli 

Dalle  dilfenzioni  delli  Janfenifti  ci  chiama  à  fé  una  pace  de'Cattolici  "^diMimaé/re' 
conclufa  con  tanto  avvantaggio  degli  Heretici ,  che  ben  ella  fola  recò  mag-  ^^''^  i^ontificu 
gior  pregiudizio  alla  Chiefa,  che  tutto  il  fangue  fparfo  in  molti  anni  di  oftì-  iièdrerra"""'^* 
pgtiifima guerra.  EUafù  ia  paceconcluCa  in  Munfter  [/]  tra  diverfi  Po-  i^'«''.'<^4J- 

tentaci 


Innccin-       ^^^  Secolo   XV L 

ZO  X.     tentati  Cattolici  con  le  Provincie  di  Hollanda,  e  Corone  Heretiche  delf^ 
Germania,  incuicoftituiflì  un  ottavo  Elettorato  nella  perfona  del  Con- 
te Palatino  del  Rheno^  lainveftitura  dell'Abadia  ài  Hioflert  con  le  quat- 
tro prepofitnre  del  Vefcovado  di  Minden  in  quella  del  Lantgravio  d'Haf- 
fia,  la  facoltà  a  tutti  li  Principi  dell'Imperio  di  collegarfi  con  qualunque 
ftraniera  Potenza,  parità  di  voti  nelle  Diete  tri  Cattolici,  e  Proteftanti, 
là  ceffione  alla  Svezia  dell'Arcivefcovado  di  Bremen  ,  del  Vefcovado  di 
Vverden,  &  all'Elettore  di  Brandebourgh  queglidiCamin,  di  Minden  , 
di  Magdebourgh,  e  l'Arcivefcovado  di  Alberltat  ,  ai  Duchi  di  Michel- 
bourgh  li  Vefcovadi  diSverin,  e  di  Razzembourgh ,  e  le  Commende  in 
eflb  eiiftenti  della  Religione  di  Malta,  e  la  elezione  alternativa  di  un  Cat- 
tolico, e  di  un'Heretico  nelVefGova<iodiOrnabourgh  con  la  inveftitura 
z  inBitit        ì  ad  efli  di  ricchi  Monafterii,  &  altri  molti  incompetenti  patti,  qutz  [  ^  j 
IakcìJ!  '""*^""  come  diffe  nella  fua  Bolla  il  Pontefice,  pudct  referre  ;  e  quali  fé  fcufarono 
appreflb  il  Tribunale  del  Mondo  la  Fede  de'Principi  Cattolici,  che  vi  ac"; 
confentironoòperrifleflbdi  danno  futuro,  ò  per  necefìità  ài  ftfettezza 
prefente,  certamente  nell'altro  di  Dio  non  farad  paflati  fenza  que'giufti 
rimproveri,  ben  dovuti  à  chi  mal  fi  ferve  delle  armi  temporali  m  pregiiì.- 
dizio  della  immunità  della  Chiefa  .  Certamente  Fabio   Chigi  ,  Nunzia 
allora  Apoftolico  in  quel  Congrego,  e  pofcia  Cardinale  ,  e  quindi  Suò- 
b  ciacc,  in  Wf^  cellbre  d'Innocenzo  nel  Pontificato  [  b  ]  EcaleftajìicammmHnitatem  for- 
Card.  Fabiichifi  ^j  p^^Qyg  fulììnuit  coutYa  H£ireticoSi  proteflattones  habens  ,  e  dichiarando 
irrita,  e  nulla  quella  pace,  che  intimava  itera  guerra  alla  Religione 
di  Chrifto .  Il  Pontefice  Innocenzo  trafportato  ,  anzi  divorato  dal  ze- 
lo della  cafa,  e  caufa  ài  Dio,  volle  riprovarla  con  memorando  abbor- 
rimento  ,  edichiarolla  iniqua»  empia,  &  attentata;  e  come  capo,  etu- 
tore della  Chiefa,  ecomemaeftro,  e difenditpre  della  Dottrina  Cattoli- 
c  In  BHii.inmcnu  ca,  mandolla  cfccrata  à  tuttala  poftetità  cou  la  [c[  Bolla  Zelo  Domus  Dei^ 
X.  Confi. i^Mnn.   jj^  j,^j  ^glj  moftroHìinvitto ,  e  formidabile  ai  Cattolici  egualmente  ,  & 
agliHeretici* 
Affari  vfciiain-      E  appuuto ttionfaronoin  qucfta  ctà  gli  Heretici  non  meno  fopraiCac- 
ghi!:trra,eHec.-  tolici  cott  gli  avvautaggi  della  fcguitapacc,  che  fopra la  tefta  coronata  ài 
picaxior.e  iqac   yj^  Jq^q  j^è  Calviuifta ,  ctecifa,  emelfaàterra  dalla  loro  fierezza  ;  onde 
Tempre  più  fi  apprenda  l'herefia  indocile,  e  refrattaria  non  meno  contro 
il  Monarca  del  Cielo,  che  contro  i  proprii,  e  naturali  Principi  della  ter- 
d  ^nn.i6A9        ^^'  RcguaVa  [(/]  in  Inghilterra  il  Rè  Carlo  Suiard ,  primo  ài  quello  no- 
me. Principe  ficcome  di  varia  fortuna,  così  di  varia  tede  ,  hora  inclina- 
^  to.alCattolichifmo,  e  perciò  non  folo  Marito  di  Henrietta  di  Borbone  , 

Sorella  del  Rè  Luigi  Decimoterzo  di  Francia,  ma  Protettore  de' Vefco- 
vi,  e  de'SacerdoEÌ  deftinati  al  fervizio  del  di  lei  Oratorio,  e  generalmen- 
te difinvoltotolleratore  di  ruttili  Cattolici  fparfipe'l  fuo  Regno;  bor  tut- 
to deTuoi  Puritani ,  epereiòadiftanzadi  e/ii  perfecutore  in  altro  tempo 
de'Cattolici,  ch'egli  dilcacciò  con  vituperio  domeftico  non  fol  dalla  Jn;- 
ghiltejra,  ma  dallapropria  Cadmerà  della  fua  Regia  Conforte  ;&  hora  ti- 
llauratore  dell'Ecclefiaftiche  convenienze,  formando -Editto,- che  li  Ve- 
fcovi  Inglefi  riaifnmelléro  l'habito  Prelatizio  ,  fecondo' le  divife  ,  che 
prattica  la  Chiefa  Roraaria;  onde  a^venwe  ,  che  concitoffi  contro  l'odio 
de'  Calvinifii,  i  quali  timorc^fi  ,  che -il  portamento  efteriore  delP  ha- 
bito  non  folle  indicamento  deli'mteriorre  del-  cuore  ,  adunarono  mal- 
eoa- 


Capitolo  IV.  635,        Inkccen;- 

contenti,  efettarii,  e  offerte  a'Nobili  l'eiurate  delle  Chiefe,  che  ancor       ^^  ^* 
godevano  gli  EcclefiafticiScifmatici,  prima  con  fecreta  ribellione  alzaro- 
no nuovi  Tribunali  oppoftiai  Regii  ,^  e  pofcia  con  aperta  guerra  fotto  no- 
mQ òiTarlamentarinmQUìnono  il  Rè,  e  doppo  tragici  fucceflì  di  fangui- 
nofi incontri ,  lo  coftrinfero  alla  fuga,  con  la  quale  ricovratofi  fra' fuoi 
nazionali  Scozzefi,  fiì  da  tiR  conhorrido  tradimento  venduto  agl'Ingle- 
fi  per  prezzo  di  un  milione,  e  feicentomila  feudi  Romani,  ricavati  dalla 
vendita de'beniEcclefiaftici  dell'Inghilterra,  nella  quale  egli  tornò  non 
piùRè,  màprigione,  &indiàpoco  tempo  non  più  prigione,  mi  reo  di-  a  ^««.1^49.  io. 
chiarate ,  e  punito  col  [a]  taglio  della  tefta  nella  publica  Piazza  ài  Lon-  ^'^'■-       ^^^^ 
dra,  overapprefentoffilofpettacolo  del  [b'\  quinto  Capo  coronato  ca-  d^^hteLtueii 
duto  à  terra  per  man  di  Boja  nello  fpazio  di  un  folo  Secolo,  cioè  dal  tem-  ^'%'"]^Jl^' ^^\ 
pocheimpotreiroffidella[nghilterrala  Herefia.  Nell'avvenimento  ò\  que-  Z'//'""^  ** 
IH  variifucceflì  apparendo  favorevole  la  congiuntura  al  Pontefice  Urbano 
d'introdurre  colà  in  quel  defolato  Regno  qualche  avviamento  alla  reinte- 
grazione della  Fede  Cattolica,  fpedìin  [  e  ]  Hibernia  i'Arcivefcovo  di  c\^«k.  i^n, 
Calcedonia,  equindialRè  medefimo  prima  Gregorio  [rf]  Panzano  Pre- J  jj'^^/^^"* 
te  dell'Oratorio  àx  S.Filippo  Neri ,  e  pofcia  Carlo  [e]  Roffetti  Prelato     . 
Romano,  che  molto  operò  ,  mi  nulla  conclufe,  implorando  ilRèajuto 
dal  Papa  contro  i  Parlamentarli,  ed  efibendogli  prontamente  il  Papa  cin- 
quecento mila  feudi  da  eftraerfi  dal  teforo  di'Caftel  S.  Angelo  ,  deftinato 
da  SiitoV.à  qualche  grand'avvantaggio  della  Religione  Cattolica,  come 
giudicavafiil  prefente  della  fperata  converilone  del  Rè  Carlo .  Non  però 
mai  il  concertarono  ipromeffi  accordi,  richiedendo  da  una  parte  Urba- 
no prima  dell'offerto  foccorfola  confeffione  della  Fede,  e  dall'altra  pre- 
tendendo il  Rè  prima  della  confeiUone  della  Fede  lo  sborfo  del  denaro  , 
Ma  non  militando  cotal  circofpezione  nella  perfona  della  Cattolica  Regi- 
na Henrietta,  benché  Moglie  di  un  Rè  Heretico,  Innocenzo  SuccefTore 
di  Urbano  largamente  fowennealle  ftrettezze  àà  quella  travagliata  Pria-  tici^ccininnocev 
cipelfa,  e  come  [/]  diceì'tìii\oncn:^dI{egm£^4ngli^Henriett<:€Borboniie  xjom!^.-"!'.^^?* 
preces  non  defuit  fuis  parttbus  Pontificia  Innocentit  pro-pidentia,  nam  per  Equi- 
tem  Dominum  Digbii  Ànglum  Catholtcum ,  &  T{gm<£  B^egin^e  mandata  exequen- 
tem ,  plura  aureorum  miLlia  ad  eamdem  R^ginam  trmfmifit ,  ut  iis  ad  fuumfub- 
fidium,  &  Catbolicorum  in  ungila  levamen  meretirr  .  Dal  medefimo  Pon- 
tefice foggiunge  il  citato  Autore:  [g]  IpfoVontificatus  initio  in  Hiberno-  s  ^''"'•"  ■^>^- 
rum  Catholicortimauxilium  expedierat  cum  auro^  argentoque  Catbolica  B^eli'- 
gionis  fervand£  fludio(ìj]imum  Joannem  Baptijiam  ^inuccinum  ^rchiepifco- 
pumi  &  Trincipem  Firmanum,  morum  imegritate,  &  Sacra  Do&rin<£pr<£- 
JìantiaTrafulem  probatìffìmum ,  qui  cnm  è  F^upelU  ad  Gallio  litus  pojieafol- 
vijìety  ut  Hibernia  I\pgriwn  appelleret  y  pojì  arduam  navigationem  ,  evitati! 
anglica  navit  eum  per  ccntummans  millìaria  perfequentis  fceliciter  tnfidiisy 
appidit  tandem  in  Kilmarii  portum  y  ex  quo  ufquead  KilkeviaUrbenunTro- 
vincia  Lagenia  ^  inexplicabde  dt6iu  t-fi  ,  quàm  piò  y  &  officiose  Tontificius 
Legatus  y  ab  Epifcopisy  "^pbilibus  ,  Ductbus  ,  totoque  exercitu  ,  &  populo 
fueritexceptus  ;  efiegue,  che  doppo  il  dibattimento  di  vani  affari ,  ven- 
tumefl,  ut  inHareticos  variis  artibus  eludentesCatholicos  ,  fcedus  facrum 
denuò  firmaretur ,  &  Vontijicia  pecunia  firmatusexercitmbellum  in  ^nglos 
profequeretur  y  proDeOy  I{ege  y  &  Tatriay  ut  publici  [ìgilli feeder atorumfu- 
premi  Senatus  i  &  aliquot  FexiUoritm  lemmata  tcfìabantur  .  I{€f  tum  Catho- 

licis 


Innocfn-        ^^g  Secolo  XV IL 

20  A.  iif-i^  peraliquotannos  fubUrbamyiIL  &  Innocentii  X.  facvì  belli  aufpìcibus 
feliciter  fuccedebaty  &  Catholic£l{eligionis  liberum  exercitiumin  multis  Hi- 
hernU  munitis  Urbibus,  oppidifque  floruù,  donec  per  qumdam  amulationem 
virtutum,  &  opmìonumvarietatem ,  pofimodum  turbata  fuit.  Sicché  cadu- 
te à  voto  le  fperanze  di  due  Papi,  rinfeliceRè  Carlo  morì  miferabilmen- 
tc  di  anima,  e  di  corpo,  tradito  da'fuoi  nell'uno ,  e  da  fé  nell'ai  tra,  eter- 
no documento  a'Principi,  che  la  fola  Fede  Cattolica  può  falvar  loro  la 
-\  Vita,  l'anima,  e  gli  Stati .  Quanto  quindi  rimaneffe  agitato  negli  affari 

della  Religione,  e  dell'Imperio  quel  femore  tumultuante  Regno  d' In- 
AVtttìiivcntìf.ài  ghilterra,  in  altro  più  opportuno  [<i]  luogo  ne  riferiremo  compendio- 
innot.xLto»»'^.   fameutc il  ragguaglio . 

Md  non  così,  come  il  Rè  Carlo,  chiufero  gli  occhi  al  lume  apparfo 
della  Cattolica  Fede  molti  riguardevoli  Perfonaggi ,  che  fotto  quello 
Pontificato  abiurata  la  herefia  fecero  ritorno  alla  Communione  della 
b  cuec   le  eh  Chiefa coufauto  gaudio  del  Pontefice  Innocenzo  ,  il  quale  molti  di  eflì 
cci.ói".'  ""'  '  '  [b]  ftimma  cum  voluptate  excepit  ipfead  pedes  fuos,  &  tnm  verbis  blandif- 
ftmis,  tum  mmeribus  facris  eorum  font  pietatem  ,  &  fidem  commendavit. 
converfion?  alla  Egliuo  futouo,  Odoardo  Coutc  Palatino  ,  Uldarico  Duca  di  Vvittem- 
S  PeHoi^-^gi  bergh,  il  Duca  di  Holfazia ,  Gio:  Federico  di  Rranfuvich,  quello  di  Lu- 
He'rctici."   °     ncbourgh,  Ernefto,  e  Leonora  Lantgravi  di  Haflia ,  Vvolfango  Federi- 
co Hofman  Barone  della  Moravia  ,  Chriflofaro  Ranzovio  Cavalier  dell' 
E  principaimen-  Holfazia,  Erardo  Conte  di  Truxes,  e  frieflì,  ediciÌÌDuxfaiminafa6iì, 
chrSa  chll"/.  la  gran  Chriflina  Regina  di  Svezia,  che,  benché  fola,  fervi  di  poderofo 
l'a.  rinforzo  alla  fazzione ,  e  gloria  de' Cattolici .  Morto  [e]  nella  memo- 

c  ^n».  i6ìz.       rubile  battaglia  prefTo  Lipfia  in  Germania  il  Rè  Guftavo  Adolfo  di  Svezia , 
fii  da  quegli  Stati  acclamata  Regina  la  di  lui  unica  figliuola  di  fette  anni 
Chriflina,  fotto  la  tutela  di  AxalioOxenflernen  gran  Cancelliere  del  Re* 
d^na.rc^.       gj^Q  ^  Compita  [d]  la  minorità  ,  ella  dimoftroffi  maflìma  negli  affari 
della  Religione,  e  dell'Imperio  :  conciofìacofache  vittoriofa  in  guerra 
contro  il  Rè  Danefe,  e  la  Germania,  fu  arbitra  della  pace  di  Munfter  con 
Breve,  e  dìfiinto  queldifcapito  dclU  Religione  Cattolica,  che  habbiamo  riferito,  contro 
cSér&e^^'dl  la  quale  manteneva  quella  profonda  avverfìone,  che  poteva  haver  ella  ri- 
eflà,  cevutacolfanguedalRèGuflavofuo  Padre,  inimicimmo  de'  Cattolici  , 

e  olfervantifiìmo  Luterano.  Md  ceffate  le  armi,  e  con  ciò  dato  luogo,  e 
tempo  alla  ragione,  non  potè  l'alta  capacità  di  Chriftina  non  rimaner  per- 
fuafa  dalla  gran  confiderazione  della  diverfìtà  delle  fette  della  Germania, 
della  infuflìiìenza  di  efle ,  e  prima  dall'invefligamento ,  e  poi  dal  compiaci- 
mento della  Cattolica,  E  come  che  è  cofa  molto  più  difficile  l'effer  forpre- 
fadatalipenfieri,  che  il  coltivarli,  quindi  fu,  che  filmando  ella  queflo  il 
flialfimo ,  che  occupar  le  doveffe ,  e  le  poteffe  la  mente,  tutta  gli  fi  die,  e  pò- 
JTcia  tutta  fi  pcfeadefeguirlo.  E'ifuoprimo  paflb,  che  in  fomighanti  ardue 
rifoluzioni  conduce  incontanente  al  termine  nella  prefifTa  flrada ,  fu  il  chia- 
mare a  fé  Antonio  Maquedo  della  Compagnia  di  Giesù,  interprete  dell* 
AmbafciadorPortoghefe  in  quella fua  Regia,  e  il  palefargli  la  fiia  inclina- 
zione di  abbracciar  la  Fede  Cattolica ,  per  il  cui  effetto  ella  fi  eftefe  nella  ri- 
chiefia,  ch'egli  à  Roma  fi  portallè  per  impetrarle  da  Gofuvino  Nikel  Ge- 
nerale della  Compagnia  di  Giesù,due  Religiofi  per  fua  iftruzione,  fcieglien- 
<do  ella  per  più  ficurocompendiofo  partito  la  viva  voce  del  colloquio,  che 
la  morta  parpla  de'hbri,  i  quali  moke  volte  ò  non  rifpondono,  ò  non 

fupe- 


Capitolo  IV.  6$n       iNNOcrN- 

fiiperano  le  difficolti  d'ingegno  elevato  ,  e  pronto ,  di  cui  fopra  il  felVo      ^^  ^' 
era  dalla  natura,  e  dalla  grazia  a  maraviglia  fornita  la  Regina  Chriftina* 
Fu  dal  Nikel  deftinato  al  pregiato  impiego  Paolo  Cafati  foggetto  di  fede , 
e  proveduto  di  tutti  que'meravigliofi  talenti,  ch'erano  neceflarii  à  una  sì   a  Mcnft  u^rtH 
ardua  condotta.  Ma  nel  [a]  giungetegli  in  Svezia  per  ifìruir  Chriftina  ,  "«"«"^i*' 
ritrovò  Chriftina  cotanto  bene  iftrutta  dallo  Spirito  dì  Dio  ,  che  ne'  di- 
fcorfi  potè  più  torto  egli  dirfi  compagno  di  lei,  che  maellro.  Onde  non 
rimanendo d lui  altro  che  fare,  né à lei  altro  che  rifol vere,  da  amendiie  il 
fcrifle  a  Francefco  Piccolomini  nuovo  Generale  della  Compagnia  di  Gie- 
siì,  che  rapprefentafl'e al  Papa  la  conclufione  dell' affare,  prima  per  così 
dire  terminato,  che  difpofto,  e  la  deliberazione  della  Regina  di  ellbre  a* 
fuoifantiffimi piedi  conia  profelHone  nel  cuore,  e  nella  bocca  della  Fe- 
de. Gioì  il  Santo  Vecchio  ,  qual'akro  Simone  ,  al  grand'  annunzio  ,  e 
tanto  maggiormente  alzò  mani,  e  occhi  al  Cielo  in  ringraziamento  à 
Dio  dì  un  tanto  trionfo  della  Religione  Romana  ,  quanto  che  tornò  à 
giungergli  follecito  awifo  ,  qualmente  Chriftina  con  raro  efempio  di 
Chrilìiiana  fortezza  [b]  rinunziato  il  Regno  nel  ConfelTo  publico  de' Sta-  ^  *6' itnìi  ^^Ui 
ti  à Carlo  Guftavo  fuo  Cugino  ,  figlio  di  Caterina  forella  di  fuo  Padre  , 
dando  voce  di  palTare  ai  bagni  di  Spà,  e  paiTato  il  Zund  fopra  dodici  Va- 
fcelli  di  Fiotta  Svezzefe,  sbarcò  in  Hclfenor  ,  dove  ritrovare  Carrozze 
preparate  colà  da  Antonio  Pimentel  Ambafciador  di  Spagna  in  Svezia,  à 
cui  ella  haveva  confidata  la  fua  nobile  fuga,  fece  quindi,  travefcita  in  ha-   ^  ^, 
bito  d'htfomo,  tragii:to  in  Paefe  Cattolico  ,  e  giunta  in  [e]  Bruifelles  il^l^.'^"'"*  '"  ' 
profefs^  quivi  \^d\  fecretamente  la  Fede  Cattolica  nel  Palazzo  dell'Arci-  ^  ^>i»nuatut6ss, 
duca  Leopoldo  Guglielmo  d*  Auftria  Governador  della  Fiandra  ,  nelle 
mani  di  Gio.Battiita  GuemesReligiofo  Domenicano,  il  quale  ancora  ac- 
compagnoUa  à  Roma  direttore  di  "lei  nell'anima,  e  nella  Fede,  prefente 
il  medenmo  Arciduca  y  e  ipTincipali  Miniftn  ,  e  Cavalieri  di  quella  Cor* 
te  .  L'iftromento  originale  della  recitata  profellìone  coiifervafi  nell'Ar- 
chivio del  Convento  della  Minerva  in  Roma,  con  l'aggiunta  che  fiegue, 
oltre  al  folito-contenuto  ^i  fomiglianti  profeflloni ,  In  cufus  reifigmm ,  corde 
tenusj  tot  a  mente,  <&  tota  anima,  quorumcumque  Hierefami  errorum  ,  fàl- 
forumque  dogmatum,  in  prajentem  ufque  diemàme  retcntorum,  fe&arìorum 
quorumcumque  cuJHJvis  conditionit,  &  quovis  modo,  à  S.  Bimana  Ecclefn 
damnatorum,  humtlltmè  veniam  peto  ,  &  plcnariam  abfolutioncm  rogo.  In 
quorum  &c. die  2, Januarii  1555.  Bruxellis  in  ^gia.  IIGuemes  affolvettela 
dalle  cenfure,  edellaafliftè  giornalmente  alla  Mefla  con  la  percezione  de' 
Sacramenti,  mi  con  avvedutezza  di  ben  eonfigliata  fecretezza ,  atten^ 
dendofi  l'apertura  del  Conclave  ferrato  per  la  [  e  ]  morte  d'Innocenzoy  ^.^ 
che  in  morendo,  [/]  Duabus  tantum  de  rationibus  immaturam  ftbi  mor- ìc.aTcjTvilàìn'- 
tem  videri  dicebat,  fcilicet,  quìa  nec  fidere  Catholicam  Svecia  Rsginam  vi-  «""^^''^-tom.^. 
yens  potuerit,  nec  reddttam  Orbi  Catholico  pacem ,  quorum  utrumque  arden-  "  '    °* 
tjjjimis  ipfe  deftdertis  non  optaperat  tantum ,  (ed  mdefejjo  labore  proiurave^ 
rat.  Così  egli^ 


C  A- 


Alessan- 
dro VIL 


538  SecMo  XV IL 

CAPITOLO     V. 


Aleffàildro  Settimo  Senefc ,  creato  PotiteS 

li  17.  Aprile  165J. 


Puhlica  ahjtsrd  della  Regina  Chrilìina  di  S'Vtxìa,  ;  fua  ornata  a 
^ma  y  opera  tìoni  ^  e  morte,  Giufeppe  Francefco  ^orri  ^  fue 
quelita  y  &henfie,  Cojìituzjione  Pontificia  per  la  denunzia 
degli  Heretici .  Preadamiti  3  e  loro  herefia  ;  riprovatone ,  e 
corfo  dì  ejja  •  'Bolla  di  quefto  Pontefice  fopra  la  Immacolata 
Con  centone  della  Madre  di  Dio  ;  origine ,  eprogreffo  di  quefta 
diffutatione  •  Propofizjoni  della  Sorbona  contro  l*  autorità 
Pontificia .  Propofizìoni  condannate  da  Alejfandro .  %}lk 
Pontificie  contro  li  Janfenifii  y  e  frofeguimento  y  e  corfo  del- 
ia loro  condotta  fiftto  quefio  Pontificato^ 


S  e,  T^eX'  <* 


Profegnlmento 
della  narrazione 
della  coiiver/?o- 
fic,e  BrHvoin  Rr . 
ma  della  Reiiuia 
ChrtHina  di  Svc- 


Bbracciò  ìi  nuovo  Pontefice  cori  tutta  T  ampiezza  <IeI  fiio 

magnanimo  cruore  la  nuova  Regina,  che  qual  [  «  }  akra 

Saba,  dagli  ultimi  tratti  dell'Europa  venivafene  in  nomine 

jDow/B/acfudire,  efeguitare  gl'infegnamenti  del  Vicario  di 

Chrifto.  E  prima  operazione  del  fuo  Apoftolico  governa 

fiì  lo  fpedire  fino  a'  confini  della  Gentiania  alla  eaiditi^ima 

Dama  Teniditiflimo  Luca  Holftenio  Cuftode  della  Biblioteca  Vaticana 

conprecifa»  &  efemplar  corri  miffione,  che  per  edificazione  delCbriltia- 

nefimo,  e  per  decoro^  della  medefima  Regina,  dovefs'ella  recitare  pu- 

blicamente nella  Città  d'Infpruch  Ja  Confelfione  Cattolica,  come  [  b  ] 

feguì,  avanti  il  medefimo  Holftenio ,  acciò  da  quella  porta  d'Itah'a  com- 

panfl'e  à  Roma  Chriftinanonmenfregiata  dalla  veracità  della  Fede  ,  che 

e  chriiioph.^Jci.  pompofa,  &  illuiiredallaprofefiìone  publicatadi  efla^  [e]   Catholica  f^- 

pirusThuidtn.ii.i.  ^cì  profitenda  condita  eft  forma,  dice  il  Thuldeno,  quaT^eani  Symboii  vcr^ 

''i^!''^^'^'*^''^'*  bistraditìones^ipcfiolicasadjungit;  Scriptur^e  fanÙ<e  ,  non  aliatide  quàm  ab^ 

EcdefiiS  Mane  intcrpr^tationes  pendeantj  docet  :  feptem  nova  legis  ,  qua 

ipfa  D<minas  mliituit ,  Sacramenta  ^  cura  eofkm  illaminiflrandi  apud  Catho- 

lieoskfiij  rituqueretmet'y  de  peccato-,  quod  ^dami  crimine  omncs  nafcendxf 

contraximus  ,  de  jufliiia ,  quam  Cbrifii  virtute,  &  meritis  in  baptifmo  indui- 

tnhSi  deMifìa  proptervjyorum ,  acmortuorum  falutem  Sacrificio,  de  pra- 

fentiaCorporis&  Sanguini  $  Domini  in  falutaris  Hoftta  Sacramento  ,  de  Sath- 

^lorumveneratione y  deTurgatoriis  ìgnibus ,  de  Indulgentiarum  Ecclefia  the- 

fairro,  de  unico  Chrijìi  grcgis  Tafiore  ,  fieique  in  tcrris  Vicario  Tontifice 


Capitolo  V.  639       Alessan- 

fumano-,  de aliisdenique  fideiortho4oX£  fententìis ,  non  aliter  fé  fentire  ,  aut^^^  ^*^^* 
credere,  quàm  facrofan£liejusConcilii  placita  ferant ,  aperttjjimè  profitetur. 
Quindi  ella  adempita  la  Tua  parte  con  Dio,  rimirando  dopo  Dio  il  Ponte- 
fice Romano,  d  luì  tutta  incontanente  fi  rivolfe  con  la  efpreflione  di  que-- 
lia  lettera ,  dettatura  non  di  humatia  fapienza ,  ma  dello  Spirito  di  Dio  »; 
chele  moffeifcriverepiutofto  il  cuore,  che  la  mano. 

BeatiJJimo  Tadre.  Ciunt4  pur  io  al  da  me  tanto  bramato  fine  divedermi  nei 
grembo  della  noftra  Santa  Madre CbiefaCattolica  F^^mana ,  non  mi  rimando  di 
recarne  l' avvifg  à  y,B,  e  di  ringraT^iarla  humilmente  deWhonor  fattomi  cofuoi 
benigniffimi  comandamenti ,  iaualihò  adempito  con  la  veneraTiione  dovuta.  H^ 
rifiutato  con  profondijfimo  gtfibtlo  quel  Bfigno  i  ove  il  riverirla  è  figlio  irremijji- 
bile,  ed  ho  me JJb  in  non  caie  ogni  human  rifpetto,  per  far  cono/cere,  che  Jli' 
tno  molto  pie  la  gloria  di  ubidir  eàF.S.  nell'ejjer  ricevuta  così  priva  di  ogni 
grandeT^X'**  ^^'"^  fono,  conia  paterna  benignità,  che  fi  è  degnata  di  uf armi 
finora.  Q^ì,  oltre  il  f angue ,  eia  vita,  altro  non  mi  rimane  da  facrificare  a 
fuoi  SS.piedi:  la  offerifco  tutta  df^.B.  con  la  dovuta  cieca  ubidien':(a  ,  fuppli- 
candólaà  difporre  dime ,  come  riputerà  convenire  maggiormente  al  publico  bc' 
ne  della  n&ftra  Santa  Cbiefa-,  alla  quale,  ed  alla  S.F.  come  fuo  unico,  e  ver  9 
Capa,  ho  dedicato ,  quanto  mi  riman  di  vita,  con  deftderio  ardentiffimo d' irrìp le- 
garla tutta  in  fervigio  della  maggior  gloriadi  Dio,  dal  quale  le  auguro  que  lun- 
ghi, e  feliciifimi  anni,  che  Jon tanto  neceffariialbene,  &  al  eommunripofo 
della  Chriftianitd,  pregando  ti  Signore,  che  le  confervi  que'gran  doni ,  ehe  le 
diede,  e  dirender  me  così  fortunata,  fhe  mi  fta  lecito  di  arrivare  al  giorno  df- 
fiderato  d'inclinarmi  a'fuoi  Santiffimi  piedi,  quali  bacio  humilmente  ,  pre- 
gandola della  fuaf anta,  e  paterna  benedicane .  Dilfpruch  a  i<^.  di  J^ovent- 
bredeiió'^'^.  di  V.S.  Figliola ubbidientiffima  Chrifiina  ,  Così  ella;  à  cuiri- 
fpofe  Aleffandro  piiico'fatti,  che  con  le  parole,  facendo  come  ufcir  Ro- 
ma di  fé  all'incontro  della  nobile,  e  religiofa  Pellegrina  :  fpedille  quattro 
NunziiApoftolici  Annibale  BentivogliArcivefcovo  di  Thebe  ,  Luca  Tor- 
reggiano di  Ravenna,  Innico  Caraccioli  Decano  de*  Chierici  della  Ca- 
mera Apoftolica,  e  Filippo  Cefariui  Chierico  della  medefima  Camera  ,  e 
quindi  fu(leguentemente  due  Cardinali  Legati  à/4i-^r^  Gio.  Carlo  de'Me- 
dici,  e  Federico  Langravio  d'Haifia  ,  in  mezzo  a' quali  ella  cavalcando 
entrò  [^]  in  RomajTpettacolo,  e  fpettatrice  della  prima  Metropoli  a  2o.z)«*wir;> 
del  Mondo.  Accolfela il  Pontefice  nel  fuo  Palazzo  del  Vaticano  ,  e  nell^  ^^''^' 
lolennità  del  profllmo  Natale  egli  medefimo  conferille  il  Sacramento  del- 
la Confermazione,  nella  qual  funzione  aiiìfteileinnome  di  Filippo  Quar- 
to Rè  di  Spagna  il  fopranominato  Cardinal  àc  Medici,  ricevencfo  ella  dal 
Pontefice  al  nativo  nomediChriftina,  cheprognofticolle  fin  dalla  nafcita 
la  vera  Fede  Chriftiana,  l'aggiunta  di  quello  di  Alellandra  non  tanto  in» 
memoria  di  ehi  confermoUa  nel  Chriftianefimo  ,  quanto  in  impronta,  e 
merco  delle fueheroiche,  e  grandi  azioni.  A  un  tanto  fucceffo  di  rinun- 
zia di  Regni  poifeduti ,  e  di  abbandono  di  regie  grandezze  col  folo  motivo 
di  abbracciata,  e  profetata  Religione  ,  vano  fi  è  ogni  altro  pregio  ,  che 
foggiunger  fipofla,  ò  della  di  lei  pieti,  ò  del  di  lei  magnanimo  difpregio 
diognihumanointereffe,  che  non  fofì'e concatenato,  e  ftretto  col  divi- 
no; e  chìfcrive  quefte  cofe,  molt'illuftri  efempii  rammemorar  potreb- 
be di  qnefta  pia,  e  Regia  Principelfa,  de'quali  egli  fteflb  è  fiato  fortuna- 
to fpettatore  nella  lunga  dimora ,  eh'  ella  fin'  alla  morte  fece  in  Roma  ^ 

fé  il 


AtEssAN-        g^Q  Secolo  XVII. 

DRO  vii.  fc lì ma/ìinio ,  che  habbiamo accennato,  non  forprendefle  talniente  con 
ramnurazione  ogni  animo ,  che  ogni  altro  gran  vanto  in  lei  apparifce  ò 
difpregievoleal  confronto,  ò  minore  alla  efpettazione  ;  ficcome  avvie- 
«ed  chi  al  vivo  raggio  del  Sole  aggiunger  voglia  la  morta  luce  di  una  Stel^ 

;^,r  la.  Ed  efprefs'elia  in  altro prbpofito  queito noftro  fentimento  con  fon- 

'-"■'•■■  datifllma  rifleffione,  allor  quando  interrogato  da  lei  un  nobile  Svezzefc 

Luterano,  che  portoiii  ad  inchinarfele  in  Roma ,  Qual  forte  motivo  lo 
trattenere  nella  Herpfia}  ^ rifpondendo  il  Cavaliere ,  La  difficultd  ,  cb'ejjo 
provava  >  m  credere  nella  efifiery^a  del  Turgatorioi  e  di  nuovo  egli  richie- 
do dalla  Regina,  §e  credejìeyche  Dio  fojje  Trino  t  &  Uno  ?  e  replicando 
fubitoloSvezzefediSh  con  sferzo  infieme,  e  con  rampogno  cofto  fog;- 

'  giunfe  Chriftina ,  Oh  paT^T^o ,  cheftete  !  ?^o«  vi  dà  pena  à  credere  un  Dio  Tri- 

no ,  &  Uno ,  e  vi  dà  pena  à  credere  un  poco  di  fuoco  in  un  tal  luogo  !  inferendo 
laingegnolìflimaDama,  che  chi  crede  il  più,  deve  credere  il  meno  ,  co- 
me pur'hora  noi  veniam  di  dire  di  lei,  che  al  folo  riguardo  della  Fede  ha- 
vendo  fatto  il  gran  rifiuto  di  Regio,  &  ampio  patrimonio,  quello  fol'ap- 
to  la  canonizza  per  maflima  in  ogni  predio ,  non  convenendo  titolo  di 
grande  à  chi  già  poggia  all'altezza  <lell'heroico.  Ediheroica,  rinomata  , 
&  eterna  memoria  fu  non  folamente la fua partenza,  ma  eziandio  il  fuo 
ritorno  nella  Svezia .  Morto  il  Rè  Carlo  Guftavo  ,  la  Regina  Chriftina 
,^^  vaga  d'intervenir  nella  Dieta  del  Regno,  sì  per  rinuovar  la  rinuncia  de* 

t«S^65j.  °  Stati,  come  per  iftabilir  nella  mutazione  del  Governo  fotto  la  [4]  mino- 
rità del  figliuolo  del  defunto  la  riferva  delle  fue  rendite  fopra  diverfi  ap- 

b  Mtnfem,i66o,  pannaggi  del  Regio  Patrimonio,  i&ce.  [^]  partenza  da  Roma,  e  la  fua 
entrata  nella  Svezia  fi)  àguifa  di  trionfo,  con  cui  gloriofa  porroifi  la  Reli- 
gione Cattolica  in  quelle  parti.  Le  Leggi  della  Svezia  condannavano  alla 
perdita  della  vita,  e  de'beni  chiunque  quello  fia,  che  per  Ceguir  altra  Reli- 
gione, abbandonalfe  la  Luterana;  onde  al  primo  udir  la  mofla  della  Regi- 
»;i ,  tutto  fi  pofe  in  armi  quel  Regno ,  come  s'ella  armata  vi  entraffe  à  por- 
tar guerra  all'Herefia.  Ma  non  armata,  e  co'lfolofeguitode'fuoi  familiari 
pur  tirdi  sì  ftrano  terrore  a'Luterani ,  ch'ella  entrò  in  quel  Regno  Heretico 
con  tale  intrepidezza  di  cuore,  e  con  tal  fermezza  di  fede,  come  fé  per  mez- 
zo à  Roma  fi  conduceire  in  devozione  al  Vaticano  ;  onde  ne  rimafero  atto- 
niti per  lo  ftupore ,  benché  armati ,  gli  Heretici ,  a'quali  ella ,  con  fpettaco- 
lononpiùcolàdaun  Secolo  veduto,  efpofeinvifta,  quanto  nobile,  e  bella 
folle ne'fuoimifterii la R-eligione  Romana.  Poiché  Chriftina,  comefe Re- 
gnante folle,  nel  Real  Palazzo,  ove  la  Vedova  Regina ,  e  l'infante  Rè  riceve- 
ronlain  alloggio ,  ella  quivi  aprì  Chiefa,  in  cui  ogni  mattina  udì  la  Mefla  di 
Matteo  Santini  fuo  Cappdlano ,  concorrendo  alla  funzione  i  Grandi,  e'I  Po- 
polo, e  non  pur  non  fremendo,  ma  tacitamente  applaudendone  il  ijiifte- 
rio,  e'I  rito  gl'iftefll  Predicanti  Luterani,  con  humile  fuggezione  alle  alte 
idee  di  quefta  dignillìma  Priucipelfa .,  dì  cui  ben'hebbe  à  dire  un  nobile  Pa- 

ii  p^nfsyr!'ad%'.  «cgirlfta,  [c]  Totutt  ChrijUna  fc  Imperio  abdicare  j  non  imperare  non  potuit. 

^ó'^ì^'ióg""" '    Q"i»^^i ^113 [d] tornata à Roma ,  &  indi à quattr'anni  da  domeftici affari ne- 

p  ^'.Utó.  ceffitata  al  {e]  ritorno  in  quelle  parti,  giunta  quafi  alle  porte  della  Reggia 
di  Stokolm ,  e  quivi  udita  la  riloluzione  del  Rè ,  che  prohibì  al  Cappellano 
di  Chriftina  ringreflJo  in  quella  Città,  ella  con  regio  sfarzo ,  $e  tlB^non 
yuole ilVrete ,  rifpofe,  nò nteno  egli h avrà Chrijiinat  e  incontanente  die  di 
vjolt^j  e  quafi  à  viaggio  fatto  per  delizia,  iifci  dal  Regno ,  e  ricevendo  in 

Ham- 


Capìtolo  K  64-1       ^'"^'^^V 

Hambourgh  l'avvlfo  dell'aiTunzione di  Clemente  Nono  al  Pontificato,  in  ^  ^    ' 

quella  Città  Luterana  fece  publiche  allegrezze  con  illiimina2Ìone  mifterio^  ' 

fa  di  torcie  foftenute  da  braccia  dorate  filTe  nel  muro ,  con  in  mezzo  un 
gran  cartellone ,  in  cui  a  lettere  cubitali  leggevanfi  incife  ad  oro  quefte  pa- 
role, Clemens^onus  V.M. vivai .  Del  che  facendo  ftrepito  il  Magiftrato  , 
-e'I  popolo ,  ella  tentò  di  fpingerfi  in  mezzo  al  tumulto  con  la  fpada  alla  ma- 
no, preparata,  come  dine,  à  morire  allora  allora  per  laconfelfioiie,  e 
difefa  del  Pontificato  Romano.  Ma  Dio  volle  fervarla  i  maggior  kiftrore 
diefib,  &  a  gàudio  maggiore  di  Roma,  ove  [a]  ricondottafi  figillòlafua  a^»»»i(?tf5. 
gran  vita  conunaefemplariflìmaf/»]  morte,  feppellita  con  regiapompa  nel-  ^  *^*f''f>**^^ 
la  Bafilica  del  Vaticano,  con  la  ifcrizione  fopra  calfa  di  piombo  di  quello 
tenore,  Chrifiina^lexandray  Cothommy  Svecoruniy  yyandalorumquel^e- 
^inay  Hxreft  abiurata,  terrenoque  B^gno  oh  Ccelefie  abdicato ,  moritur  J^oìn^ 
ari.  i6Sp,  19. ^^prilis , ortaan.  i6i6. 1 8.  Decembris ,'■■-         < 

Mi  laSvezia,  e  le  regioni  proifime  della  Germania,  che  diedero  alla  oi.,feppe    Fran- 
Italia  un  sì  nobile  efehipio  di  tede  foftemita,  riceverono  inquefta  etàd^.l-  ctko  Borrì  ,  fue 
la  Italia  uri  peffimo  cambio  di  fede  violata.  Giufeppe  FrarK:efco  Borri,nobi-  ^  £gÌ  dairìuhl! 
ie  Milanefe,  giovane  d'ingegno  acuto  ,  e  penetrante ,  fcorfe  le  Scuole 
della TheologiainRoma,  &  incontratofi  nello fcorrerle  ne'folitnnciampi 
di  chi  pretende  fapere  oltre  la  vera  fcienza,  invaghiti  in  modo  di  divenir 
anch'elfo  maravigìiofo  nel  mondo,  come  maravigliofi,  e  forprendenti  gli 
fi  affacciavano  gli  alti  mifterii  di  quella  diviniilìmafcienza ,  che  quindi  diefÒ 
all'arte  Chimica,  per  arrivar  con  tal  fallisce  mezzo  all'albagia  di  renderli 
con  la  cura  fkrepitofa  delle  infermità  nor^  tanto  ammirabile,   quanto 
miracolofo  apprefib  le  genti .  Era  egli  fornito  ài  una  rara  vivacità ,  e  dagli 
occhi,  come  da  due  ftelle,  brillavagli  fuori  uno  fpirito  quafi  Àipcriore 
airhumano,  onde  ne'difcorfiattrahevainfieme,  e  dilettava  i  e,  cornea  Noi 
teftificò  Evangelifta  Matutino  Sacerdote  della  Compagnia  di  Giesù ,  eh' 
hebbelo  giovane  fotto  la  fuadifciplina  nel  Seminario  Romano  ,  motivava 
dubii  di  fede,  e  fcioglievane  àfuo  capriccio  le  difficoltà  contale  incanto  di 
errore,  e  di  franchezza,  che  appari  va  egli  nel  medefimo  tempo  e  riprenfi- 
bile,  e  giocondo,  con  quel  gran  mifto  d'idee.,  che  bene  fpelfo  rende 
f  auto  pili  reo  l'human  intelletto,  quanto  più  adorno  di  parti  nobili,  e  va- 
ghe .  Con  tal  comporto  di  animo,  ediftudia,  datofi  il  miferabile  in  preda 
alla  folita  libertà  della  vita  giovanile,  &  incontrate  [d  per  ciò  in  Roma 
difgiraziedirifìfe,  nel  rifugio  ch'egli  prefe  in  una  Chiefa,  cangiate  le  laici-  '^  ^'"'«'^54« 
vie  in  un'empia  hipocrifia,  finfe  di  haver  deliberato  di  feguir  la  vitafpin- 
tuale,  per  perturbar  poi  la  Chiefa  diDio,  e  feminar  in  effa  dogmi  nuovi 
diHerede.  Conciofiacofachearrollando  feguaci,  e  predicandoli  eflb  Pro- 
Chrifìoy  ne  coftituì  dodici,  come fuoìApolfòli, nella  conformità medefima 
pratdcara  poc'anzi  [f/j in  Hoflanda da  Matthia  Harlem,  in  [e]  Italia  daLu-  j  v.dniP  ,  -fr 
cilio,  e  in  [/]  Inghilterra  dal  Nayler,  Fra  effi[5]introdotti  fecretillìmi  tratta-  cum'.-r,  nT.'Le 
ti  di  varie  idee,  cioè  ch'elio  con  le  vittorie  foggiogar  doveva  tutto  il  {''^^■■f/,^,';^[/;-j; 
Mondo,  e  ridurlo  in  una  fede  ^  che  gli  Angeli  gli  parlavano,  e  perciò  van-  p^J^'k  Tom.\'. 
tava  profezie,  e  precifamente  di  chi  doveva  effere afllmto  al  Pontificato  f"f,2'!7p,,^,7.rf.- 
Romant) nel  Conclave,  che  allora  tenevafi  chiufo  per  la  morte d'Innocen  iv4..«,t'///,'rgV' 
zo  X.  Ma  appena  creato  Aleflundro ,  egli  fiì  corretto  à  fuggir  più  rollo ,  che  l'v3friUit^-.r^ 
dpartirfida  Roma,  indiziato,  e  cercato  dalla  vigilanza  dcgl'Inquificori  "]tran.H>ji»r,Po^ 
Romani,  daeffog  non  preveduta,  ò  non  curata  nel  fervore  pazzo  delle  fue  '""■'""' '^a- 
Tomoli  Sf  prof?- 


Alessan-        ^^2.  Secolo  XV IL 

DRO  VIL  profezie ,  e  in  Milano  ;  ove  rifugioijì ,  con  più  fecreta,  e  cauta  trama  attcn* 
deo<Jo  à;[arfegvi.aci>  &4  fen:>inar  fràfeguaciiin  cuiniiloimmenfo  di  errori, 
«iiiviegliquattr'anni  vifTe  Herefiarca occulto  ài  jcapricciofa,  efolleHercT 
uà,  che  la  Madonna  fantiflìma  era  Dea,  che  nella  Trinità  la  Deità  era 
una  terza  Entità,  e  fpiegavan.e  refleozacon  aftrufilljiriii termini,  rinuo- 
vando  hor  l'Arrianefimo  nelle  tré  Perfone ,  hor  ij  Neitorjaniiino  in  auella 
di  Clwifto ,  e  fopra  tutto  fingendo  nuova  mutazione  òi  kóiC^ ,  di  Chiefa ,  di 
riti ,  jC  di  Apoiloli ,  alla  cui  dignità  havendo  ^gH  follevati  li  fuoi  Difcepoli  » 
augurava  ad  effidoniinio  di  ftato,  e  copia  di  ricchezze.  Ma  hebbero  egli- 
no prima  à  combattere  contro.  gl'Inquifitori  di  Milano  veri  loro  nemici,che 
con  le  fognate  Nazioni ,  ch'effi  dovevano  foggiogare  per  l'ampli  azione  del 
a  \A»nt  ««w.       JQf  Q  fperato  Imperio .  Conciofiacofache  molti  ne  furono  [<«]  prefi ,  e  pofti 
in  carcere,  altri  sbandati,  e  tutti  fottopofti  alla  confifcai;ione  de'beni,  al- 
la coudanna  della  dottrina,  e . all'improperio  dìHeretici.  Queftafentenza 
colpì  però  più  torto  il  nome ,  che  la  perfona  del  Borri ,  fottrattofi  matura- 
mente à  tempo  dalla  Italia,  e  dalla  Patria,  prima  fri i  Luterani  della Ger- 
b  unn  fS6i.      ^^nia  ^  €  pofcianclla|)iazzapublica  di  ogni  Herefia  [b]  in  Amfterdam,ove 
"**      '      ìirà  molti  Apoftati  viife  con  aura  di  nuovo  Apoftolo  per  le  maravighofc 
curazioni,  ch'egli  qui  vi. fece  ^  dii^ropii,  e  d'infermi,  ijianeggiandQ  alla 
grande  la  fua  fortuna  con  altezza  di  pofto,  epompa  di  fervizio .  Ma  àpoco  à 
poco  mancando  ò  i  miracoli  alla  fua  fede^  ò  la  fede  ai  fuoi  vani  miracoli ,  per 
non  rinvaneroppreflb  daTuoi  creditori,  del  cui  denaro  «fi  era  egijfervito 
per  pabulo  di  alterigia  fin^Mlafomma  di  quarantacinque  mila  feudi  »  così 
fecretamenteiiiggiflene,  che  pnma  la  fama  portello  giunto  in  Danimarca 
{otto  la  protezione  di  quel  Rè  Federico  III. ,  che  fi  aw.edefle  l'Hollanda 
della  fuga  di  lui.  11  Pontefice  molto  operò  j  ma  nulla  ottenne  per  haverlo 
e  /'•^«//-»'.v<''-  nelle  mani,  e  publicata prima  [e]  la  Bolla  rinuovatoria  della Coftituzione 
xa»4ri.vii.  Confi,  jj  p^qjq  V.  i^w4w«i  Poorf/eAT ,  ìh  cw  iotto  gravifiìmc  pene  imponefi  la  de- 
nunzia al  Tribunale  delS.  Offizio  di  ogni  qualunque,  benché  leggermente, 
macchiato  di  Herefi^a,  anche  efclufo  il  pretefo  fubterfiigi.o  della  correzio- 
d  ^n»n66i       ne  fraterna,  contentoffi  allora  per  fodisfare apparentemente  alla  publicità 
"'"   ''      della  Religione  Cattolica,  (arne[rf]  pubhcamente  leggere  nella  Chiefa  del- 
la Minerva  le  predicate  Herefie,  e  la  condanna  di  jefl'e^  e  dell'Autore,  con 
incendiarne  l'effigie  permandiboja  in  campo  di  Fiore,  rifondendo  nella 
copia  la  pena  meritata  dairoriginale ,  che  dalla  Giuftizia  di  Dio  fatto  cader 
in  altro  tempo  fotto  il  poter  della  giuftizia  del  mondo  fQmminiftrerà  altro- 
e  T  Mi  il  Pentì/,  di  ve  [e]  à  N  oi  nuova  materia  di  racconto . 

cumeftt  IX  ,  r  jvientre  il  Borri  mnltiplicava  pe'i  Chriftianefimo  nuovi  pii,  un  Calvi- 
ftnJxLtniu^fl»  nifta  Francefe  multiplicò  pe'l  Mondo  nuovi  huomini  con  lanojimaipiù 
'^.tomo.  udita  Herefia  de'Preadamiti,  fé  pur  dir  non  vogliamo  ^  theunafìmile  ne 

predicaflenclla  Lombardia  queUTmpx)jftore ,  di  cui  faceffimo  menziona  fot» 
M'm'^' 'pa'^'"^l%6  to  il  Pontificato  di  [f]  Pio  ILAutoredielfa  fu  un  cervello  travolto  d'idee, 
rV"  |;.  ^  che  in  fuo  {g]  Libercolo  intitolato  Syftetna  Theolopcum  ex  Tr^adamita- 

g  EditHs^n.iiss-  yiffn  Hypo/j^^e/irinversò  tutto  ilfiftemadt  Ila  Sacra  Theologia,  e  temc-raria- 
mence  Ci  oppofe,  à  quanto  fin  hora  hanno  infegnato  li  Santi  Padri ,  decretato 
of!g  ne^H'  ;.  fia  "^  1  Concilii ,  ^  authcnticato  la  Chiefa ,  In  elfo  Ifaac  Pereyro  (  così  chiamava- 
e  conJanna.     '  feuel'Autore  )  dalla fìefia Scrittura  pretefe  dedurre  lafua  aflerzionc  con- 
ti o  la  Scrittura,  e  vaneggiando  fcrilfe,  Haver  pio  create  due gmera's^toni 
4i  huomini  j  l'Hna  ftefcritta  nel  primo  Capito^  del  Cenefì ,  tn  tui  dicefi  , 

Maicu- 


Capitolo  V^  ($4.^        AiessAn- 

Mafculum,  &  foeminam  creavit  eos,  dando  toro  ampia  pòdefid  fopra  tui-  ^^^  \\ì« 
io  il  Mondo,  Crefcite,  &multiplicamini,  & replete  terram ,  &  fubjicite 
eam,  &domitlaminipircibusmaris,  &  vólatflibus  Cceliy  &  iinivvjrfisani- 
màntibiis ,  quse  moventiir  fìiper  terram ,  fen':(4  reJirinT^ione  di  alcun  precetto  , 
òprohibi^ione  di  alcun  cibo,  Eccededivobisoinnem  herbam  afifereritera  fé- 
men  fuper  terram ,  &  iiniverfa  ligria ,  qux  habcntin  femetipfis  fementem 
generis  fui  j  ut  Cini  vobis  in  efcam.  Qual  genera's^ione  prevaricata  in  Idola- 
tria,  fu  repfovata  (ufjeguententertte  da  Dio,  che  in  altri  luoghi  [a]  della  '^^*"-^jìF 
Scrittura  chìamolta  poi  co  7  nome  di  Filii  hominum ,  à  di(iin':(ione  dell'  altra 
generatione  i  che  pofcia  egli  formò,  echiamòViWì  Dei  .  Concio fiacofache  da- 
tafi  la  prima  generandone  in  fenfo  reprobo  ,  Dio  che  valeva  un  popolo  fe- 
dele alle  fue  leggi,  onde  nafcer  doi>eJfe  il  Mefjidj  rifolvè  di  procedere  ad  un 
altra  creaT^ione  di  huomini,  ed  ella  fu  quella,  che  viett  de  ferina  nel  Capi- 
tolo [  h  ]feguente ,  irt  cui  con  difUn'ì^iórìe  dalla  prima  diceft ,  chefofiero  formati  \ 
unitamente  infieme  ti  mafchio  ,  e  la  femina  ,  prima  l'uno  cioè\Adarno  ex  ^  ^"'"^  *• 
lima  térrsB ,  e  poi  l' àltracioè  Eva  de  coftisejus,  collocati  non  miverfalmentc 
nel  Mando,  màfeparatamentenelTaràdifoferreftre,  Pofiiit  euiti in Paràdifo 
voluptatis,  enoneoflituiti  indifferentemente  liberiTadronì  di  ogni  cibo,  Ecce 
dedi  vobis  omnem'  herbam  ,  ut  (ìnt  vobis  in  efcam ,  md  refirittiv amente  con 
precifo precetto ,  De  ligno  fcicntia?  boni ,  &  mali  ne  comedas ,  €on  penalità  ag- 
giuntai alla  dìffubidien^a ,  Inquocifrtique etìim die coniederis ex  co,  morte 
morieris.  £d  infatti  per  prova  del  fuù  huovofiflemà  rapportava  il  Tereyro , 
che  caino  ben  confapevole dell'altra genera^^ioned'  huomini ,  uccifo  ^bel,  temè 
l'incontro  di  effì ,  dicendo ,  [e]  Omnis,  quiinVeneriume,occrdetme,/7c/?^  é  ibidemi,' 
non  havrvbb'  egli  potuta  dire ,  fé  faputù  havefje ,  non  rinvenirli  altra  gente 
nel  Mondo  i  che  il  "Padre ,  e  la  Madre;  né  Dia  l' h  aver  ebbe  mercato  in  fron- 
te, ut  non  intérficeretcum  omnis  y  quiinvenifief  cfum,  cori  bandirne  contro 
ilprefuntoucciforelapenaj  Omnis  y  qiri  occiderit  Gain ,  feptuplnm  punie- 
tnr  .  QMinditgli  confeicma  la  fua  folle  afier'jìjóne  conilfatiò  deWJjlefjo  Caino  ^ 
che  fé  rte  fuggì  nelle  lontane  parti  d'  Oriente  j  e  quivi  ritrovate  per  Jone  metà 
nubili  y  e  grandi  i  prefe  moglie,  EgrelTufque  Gain  à  facie  Domini ,  habita- 
vit  profugift  in  terra  ad  Oricntakm  plagam  Eden .  Gognovit  autem  Gain 
uxOFcm  fuam,  quje  concepir,  &  peperitHertoch";  e  rinvenute  colà  popola- 
T^ioytt  intiere  di  huomìni  ,  Cain  edificò  una  Città,  Et  sdificavit  Givitatem, 
M  che  certaynente  non  haverebb'  egli  potuto  fare  fen':^a  r  djuto  di  molti  ma- 
nuali i  e  concorrenti ,  e  quefii  efkre  li  difcendenti  di  quella  prima  genera- 
•:^ione  ribelle  à  Dio,  creata  avanti  la  creazione  di  Jldamo,  la  qual  peffimà 
profapia  haveva  già  in  gran  parte  riempita  la  terrai  e  la  ^gione  Orienta- 
le di  Edcni  che  poi  co' l  progrefio  del  tempo  venne  à  congiungerji  con  la  fchiat- 
ta  di  ^damo,  [d]  Videntes  filii  Dei  filiashominum,  quòdeflentpulchisEi  dubidtmt, 
acceperunt  fibi  uxores  ;  onde  adiroffi  Dìo  ,  e  nel  diluvio  fommerfe  tutta  la 
prevaricata  prima  generai^ione ,  rifervando  neW  ^rca  la  fola  diftendenT^a 
di  <,ddamo  ,  il  quale  intanto  fi  difìed  primo  hitomo,  in  quanto  egli  fu  il  pri- 
mo huonio,  che  peccafie:  Adamum^  dice  il  Tereyro,  dici  primum  homi- 
nem, qua  rationeprimus  homo  peccatoreft.  Così  le  vane  idee  del  Prea- 
damita  Pereyro,  che  contro  il  fentimento  univerfale  di  tutti  li  Dottori  del 
Ghriftianefimo,  malamente  diftinguendo  ciò,  che  generalmente  dicelì 
nel  primo  Capitolo  del Genefi,  da  quello,  che  più  drilintamente  fi riferi- 
fcc  nel  fecondo ,  divide  àfuo  capriccio  un  huomo  in  due,  e  pretende  ren- 

S  f    2  der- 


Alessak.        ^^^  Secolo  XVII. 

^^2  der menzognero  S.PaoIo,  che  diih  [a]  Fa^lusejiprimus  homo  ^dam  in an'U 

3  f.  Ctmt^i;^  tnamyi-pentem,  cioè  non  ea  ratione  qua  prmus  homo  eji  peccator,  ma  pfi- 
tnus  homo  in  antmam  -phentem  *  Oltre  a  che  potè  Adamo ,  allor  quando  Cai- 
fio  uccifc  Abel,  haver  ampiamente  propagata  la  fiia  difcendenza,  si  per  la  ro- 
buftezzaj  e  fecondità  dell'hiimana  natura  non  ancora  infiacchita  nelle  cra- 
pole,  né  debilitata  dalle  maligne  influenze  del  diluvio,  come  per  il  corfo 
dit^mpo,  che  annumeravafi  di  prefTo  ù  venti  anni  dalla  nafcita  di  Caino 
V  alla  uccifione  di  Abel  ;  onde  Caino  potelfe  rinvenir  in  altre  parti  gente ,  e 
donne,  habili  al  lavoro,  &  atte  al  matrimonio.  Così  Eufebio  Romano 
An,i6^.  nel ftio  libro  ^nimadverfiones  [  b  J  in  LibrumTraadamuamm  ,  in  cui  à 

m  ^f/ù  ^st"''"  ^»"§o  confuta  quello  errore  :  e  così  [e]  altrove  Natale  Alexandro ,  che  aper- 
me^t'ipJr'i  '"'"'  tamentc  iì  prende giuoco  di  quefta  idea.  Ma  la  più prattica riprova  del  Pe- 
reyro  lì  è  l'iftelfo  Pereyro,che  per  queftafua  j  non  fol  non  applaudita ,  ma 
deteftata  infieme ,  ederifaHerefia,  caduto  in  odio  de'Cattolici  egualmen- 
te,  e  degli  Heretici ,  e  da  mtti  incìirferentemente  cercato  i  morte ,  perduta 
la  grazia,  e'ifervizio  del  Prencipe  di  Condè  fuo  Signore,  e  racchiufo  nel- 
i  fmirorI\n..,  k  carccri  di  BrufTelles  dall'Arcivefcovo  dì  Malìues,  finalmente  quindi  [d] 
««,1557/  portoflihumiliato,  e  pentito  ai  piedi  del  Pontefice,  divulgando  prima  [e] 

una  lettera,  ch'egli  direlTe  i  Filothimo ,  qua  exponit  rationes ,  propterquas 
f;4^f ìw '" /^""Sr  ^Ì«^^^^^'^  fe6iam  Calvini,  quam  ipfe  profitebatur  ,  (ir  librum  de  Tmada» 
/'./^»3.  mitis,  quemedideraty  e  doppo  la  lettera  una  fupplica  [/]  porgendo,  al  Papa 

di  pentimento,  e  di  ritrattazione  :  f<«feor ,  dic'egliin  ella,  coram  San£iita- 
te  veftrat  tamquam  coram  Beo  ,  cujus  maginem  San6iitas  vefira  gerit  in 
Ecclejta  Dei,  me  non  Utuijje  Hypotheftm ,  qu^ inibì  venitin mentem  de  pri- 
mis hominibus  ante  ^damnm  condii  js ,  dipcrfam  penitus  abiifie  ab  opinione 
"  SanBorum  Tatrum ,  necnon  aberravijje  à  tota  Orthodoxgrum  Canone  Conci- 
iiorum  j  tamquam  doBrma  Chriflian^  fabricam  de  bomineUpfo,  c^redcm- 
pto  fmdatam  ftiifie  àTatribus,  &ConcilitsfiiperHypothefìm  de yìdamo  pri- 
mo omnium homtnum  formato,  à  quo  deincepstotum  genushumanum deriva- 
tum,  &  prop^gatumeffet .  Così  egli  più  laggiamente  in  abjura  eterna  del 
fuo  errore,  chermyerfava,  com'egli  Ikffo  atteftò  nella  fua  riferita  ritrat- 
tazione, li  dogma  del  peccato  oviginale,  e  il  mifferio  augufto  della  re- 
denzione humana .  E  opportunamente  il  Pontefice ,  benché  eccitato  da  al- 
tro più  alto  motivo,  publicò  allora  [gì  una  Bolla  in  confermazione  delle 
g  w^««9 1  r.  Coitituzioni,  e  Decreti  emanati  in  favore  della  Concezione  Immaculala 
della  Madre  di  Dio  nella  congiuntura,  che  iiam  pur  bora  per  riferire ,  e  che 
per  degnamente  riferirla  ci  convien  da  più  nobile  principio  dedurne  il  rac- 
conto, ficcome  richiedela  graviti  della  materia,  e  i'aliUntodellanoftra 
HiPioria .  ,  -'  . 

Sfntimentodc'  H  pcccato  originale,  che  da  Adamo  commelfo  .,  dà  noi  Tuoi  fi- 
Padri  antichi ,  e  gli  f^^  coutratto,  pcr  cuì  egli,  e  noi  perdcffimo  la  giuilizia originale,^ 
conc'zi'one'im^  e  la  grazia  fantificante ,  così  profondamente  ha  impreffo  nella  difcen^ 
jnact.ìata  _deiia  ^gnza  il  dcbito  d'incorrtmc il  reato,  che  ricercandone,  anzi  rigettaa- 
Lour  PoncTfi' la  doue  Ì  Pclagiaui  la  propagazione  co'l  motivo  ,  7s^o«  [  h  ]  pecsat  ifle  , 
dielrl"*^''^"'''"'  ^^''  «^z/c/f/zr,  non  peccat  ijie,  qui  genuit ,  non  peccai  ifie  ,  qui  eondidit  ; 
h  ^pud  s.  .-4».':  ■  per  quas  igitur  rimai  inter  tot .  pì  <x,fidia  imioccmi£  peccatum  fmgulis  in- 
uh.z.de  nuyt.,  o~  argìlum  ?  lifpofff  loio  brevemente  ,  ma  aroutamente  Sant' A^ofiino  » 
iluid  quarit  latentem  rimani  y  cum  habeat  aperti}Jima,m  fanuara  ì  Ter  unmu 
hominem  3  ait  ^pofiolus,  per  unius  bominìs  inobsdientiam  ,  ait  ,ApoMoli}i'^ 

Ouui 


irò  i.  t^m. 


Capitolo    K  -645  AT.F.SSAM- 

Quìà  qu£)'is  àmplius  ?  Q^'id  quxris   apertius  ?   Quid  qu^cris  incKlcatiits  ?  ^^^    VII» 
In  modo  tale  che  chi  nafce  daU'huomo,  nafce  co'l  merco  del  peccato  del 
primo hnomo,  il  quale  benchenel  nato  non  Ila  volontario  [a\  voluntate  ^ ,^f;/"^f ^J;^7 
ipjìUSy  come  dice  S.  Tommafo  ;  egli  tuttavia  può  dirfi  volontario  volm-  diVnoftr'^"'^' 
tate  primi  parentisj  qui  movet  motione  generattonis  omnesy  qui  ex  ejus  ori-  /"«5-4o5- 
oine  derivantur.  Per  lo  che  ficcome  havendo  Adamo  generato  un  figho 
avanti  la  commiffione  del  peccato,  quelfi^lio,  e  tutta  la  di  lui  difcenden- 
za  non  haverebbe  contratto  il  peccato  originale  ;  così  havendo  Adam« 
primapeccato,  e  poi  generata  la  figliuolanza,  ella,  eidileipofterihanno 
irremilFibilmente  contratto  il  peccato  del  loro  primo  Padre,  dalla  cui  vir- 
tù feminale  eglino  fono  difcefi .  Quindi  furfe  il  dubio,  &  agitò  l'Ange- 
lico la  Queftione,  [b]  Utrùm  ft  aliquis  ex  humana  carne  formaretur  miracH-  J^  ^^'^  '^''^^ 
losè  ,  contraheret  pcccatum  originale^  e,  Utràm  fi  .Adam  non  peccateti  He-p  a 
peccante ,  filii  originale  peccatum  contraherent  ^  egli  conclude  di  nò  con  la  ra- 
gione, perche  quel  corpo  miracolofo  [e]  nonfuijfetinAdamfecundumfemi-  cidtmibid.art,^, 
nalemrationemy  quod  folum  caufat  tradu£iionem  peccati  origmalis ,  e  il  na- 
to da  Adamo  innocente,  e  da  Eva  peccante  riterrebbe  la  innocenza  origi- 
naria dal  feme  paterno ,  [d]  &  fecundùm  hoc ,  fiegue S.Tommafo ,  /i,  sAdam  d  uìd.  art.^, 
non  peccante y  Heva  peccajìet,  filii  originale  peccatum  non  contraherent:  è 
eonverfo  autem  ejjet ,  (i  Adam  pece  aj^ct ,  &  Beva  non.  E  Noiinqueftopro- 
pofitonon  polfiamo certamente  non  ripigliar  d'ideali,  e  difantaftici  due 
fucceffi  riferiti  da  alcuni  Scrittori,  i  quali  dicono,  [e]  che  daunafemina  e  z,w«t/i'<r«/  te. 
di  humana  natura,  e  da  un  orfo  fofle  concepito,  e  nato  unhuomo,che  Zf^^s'/atuT. 
poiviflevalorofo,  e  pio,  dal  quale derivaffe la nobiliflìma  famiglia  degli  tib,isc.9.  cr  nuo- 
Orfini;  &  altri  narrano  [f]  che  nella  Parochia  di  UlaslaooinDovay  [g]  it^aJc'l]?''"" 
angosciando  Elifabetta  tra  i  ftenti  delparto  ,  e  Ludovico  RoofelfuoMari-  f  lu.ìovìc's  Bd- 
to  rimproverandole  con  derifo  gli  atti  fconci,  ch'ella  faceva,  intollerante  'reTJ!*Thell'  n'iu. 
del  rimprovero  gli  rifpondeffe  Elifabetta,  Tojjità  patir  que  dolori ,  che  pa.-  Anun  dijficutra- 
tifcoio,  e  che  morendo  in  quell'atto  la  partoriente,  fopravenifle  avvera-  YHVJlTtl7n'"7. 
ta  la  imprecazione  al  marito,  al  quale  doppo  nove  mefi  d'intollerabile  fpa- -^'''-  ^74-  'f^prejf. 
fimo  nel  deftro  fianco,  cavoflì  fuori  da  un  gran  taglio,  che  i  Chirurghi  gli  tml"rt'!"T{o%i^. 


tu 


fecero,  un  Figliuolo,  che  ricevè  nafcendo  i'iftelìb  nome  del  Padre .  Sog-  dmSocUt^.iefu 
giungefi,  che  Ludovico  pentitofi  del  fallo  commefìfo  ,  portafie,  mentre  Ti'lUr.  aZ'V"^, 
vifle,  ungiuppon  di  ferro  sii  la  nuda  carne  ,  [  /?  ]  morendo  lafcialfe  alla  ^^.  '^'^'''p^^^o^h, 
ChiefadiUlaslaoo  un  podere  per  fondo  di  un  Anniverfario  dacelebrarfiin  'i'i^r^no  ijjo. 
perpetuo  tempo  per  l'anima  fua  nel  giorno  di  San  Tommafo,  e  che  tutto  ^  -^'».  nij- 
quell'avvenimento  Ci  rinvenilfe  defcritto,  &  incifo  nella  pietra  del  fuo  Sepol- 
cro, in  cui  leggevafi  parimente  il  nome  del  Vefcovo  di  quella  Chiefa,che  era 
A.Stollebeecke.  Succeflì,  il  primo  certamente  impoilìbile,  perche  ripu- 
gnante ad  ogni  ragion  methodica  di  Filofofia;  il  fecondo,  fé  pur  vero ,  cer-  i  ,?.r;;««.i  s.^.Sr. 
tamente  miracolofo,  del  quale  fecondo  la  dottrina  di  San  Tommafo  [/]  '>rt.^.  in/im'. 
dovrebbe  dirfi,  che  non  haveflfe  contratta  la  macchia  originale,  perch'egli 
farebbe  flato  in  Adamo  folamente  fecondo  la  foftanza  corpulenta,  ma  non 
già  fecondo  la  propagazione  feminale . 

Dalle  quali  cofe ,  che  veniam  pur  hora  di  dire ,  cioè  del  debito  di  ogni 
nato  da  Adamo  d'incorrere  nel  reato  della  colpa  originale,  hi  la  fua  ori- 
gine la  Qiieftione ,  fé  Maria  Madre  di  Dio  nel  primo  iftante  della  fua  anima- 
^^one  nell'utero  di  Sant'Anna  contrahefle  il  commun  reato,  onde  la  di 
!£i  Concezione  dir  fi  debba  Maculata y  ò  Jmmacuhta  .  Per  la  prima  fen- 

Sf    3  tenza 


Alessan- 
dro VII. 

a  Ffal.  I  ij. 
b  adGalat.  J. 

d  Ibid.  5. 
e  Inidem, 
i  i.adT'tmoth.i, 

g  i.adCorintlì.S, 
ti  Etcì.  7, 


64.6 


Secolo  XVII. 


i  Lie.J. 


k  Cant.  4. 
m  £ccl,2^. 


tenza concorrono  non  pochi  argomenti,  &  ampie  deduzioni  della  facrà 
Scrittura,  che  dice,  [a]  Omnis  homo  mendax ,  Conclufit  [b]  Scrìptura 
omnia  fub  peccato ^  Omnes  [e]  peccaverunt,  &  egent glena  Dety  Ter[d] 
unum  hominem  in  hunc  pimdum  peccatum  ìntravity  &  perpeccatummors, 
&  ita  in  omnes  pertranfiit,  in  quo  omnes  peccaverunt  3  Sicut  [e]  per  unius 
delirium  in  omnes  homines  in  condemnationem  t  (te  (jr  per  unius  jufiitiam 
in  omnes  hom ine s  in  jufiificationemvit^,  Unus  [/]  eft  mediator  Deij  &ho- 
minum  Chrijìus  »  qui  dedit  femetipfum  redemptionem  prò  omnibus ,  Quo- 
niam  [g]  fi  unus  prò  omnibus  mortuusy  e jì  y  ergo  omnes  mortui  funt  y  &pro 
omnibus  mortuus  eft  Chriftusy  Virum  \^b]  de  mille  unum  reperi  y  mulierem 
autem  exomnrbusnon  inveni:  Tefti  tutti ,  che  par  ,  che  provino  indiffe- 
rentemente incorfi  tutti  li  difcendenti  feminalmente  da  Adamo  nel  reato 
originale  di  lui ,  fé  con  pronta ,»  e  confacevole  interpretazione  non  fi  accor- 
rere ifoftener  la  pia  fentenza  della  Immaculata  Concezione,  dilucidando 
ifenfi  ofcuri,  òdubbioii  con  la  efplicazione  dieffi,  e  con  l'annotazione 
««di 'altri  chiari  j  e  convincenti .  Conciofiacofach'  egli  è  veriifimo  ,  che 
ogni  huomo  è  mendace,  non  perche  attualmente  egli  mentifca ,  mi  per- 
ch  egli  pofla  mentire;  ficcome  dicefi  ogni  huomo  peccatore,  non  perche 
ogni  huomo  pecchi ,  ma  perche  ogni  huomo  poffa  peccare  :  Perloche 
riducendofi  l' allegato  paflb  al  peccato  originale  ,  ben  dicefi ,  ogni  huo- 
mo in  eflb  incorfo ,  perche  ogni  huomo  ha  contratto  il  debito  d'incorrerlo, 
elamacchia  dihaverlo  itjcorfo,  eccettuatane  la  Vergine  Madre  di  Dio, 
ch'elfa  ancora  l'haverebbe  incprio,  fé  con  particolarilllmo  privilegio  non 
ne  foife  fiata  dall'Altifllmo  prefervata.  E  che  p^ia,  e  conveniente  cofafia 
rafferire,  efferne  ella  fiata  prefervata,  può  facilmente  dedurfi  da  chi  con- 
fiderà, eflfer  ella  ftata  chiamata  [i]  dall'Angelo  Tiena  di gra^^ia,  con  il 
Signore  fempre  foco,  ed  efaltataco'l  titolo  di  Benedetta  fopra  tutte  le  Don- 
ne: il  che  parimente  ella  confefsò,  allor  che  diffe,  haver  il  potente  Dio 
operato  in  lei  gran  cofe,  Fecitmihi  magna y  qui  potens  e/i,  cioè  non  fola- 
mente  haverla  egli  eletta  in  fua  Madre,  mdhaverle  contribuite  tutte  quel- 
le gran  prerogative  cont'acevolià  una  tanta  dignità,  previamente,  conco- 
mitantem'ente,  e  confecutivamente  con  privilegi!  condegni ,  e  fingolari 
della  Concezione  Immaculata,  della  Maternità  illibata,  e  dell'Affunzio- 
neglorificata.  Onde  in  ifpirito  cantarono  di  lei  li  Santi  Profeti,  [k]  Tota 
pulcbra  es  Amica  mea,  [/]  Dominus  pofìedit  me  in  initio  viarumfuarumy 
[m]  Ego  ex  ore oiltijfimt  prodivi y  quali  vaticinii,  benché  non  provmo  evi- 
dentemente l'intento,  nulladimeno  uniti  con  l'autorità  ,  e  propeufione 
uni verfale della Chiefa,  ne  dimoflrano  ferma  la  Conclufione.  Chefiegua 
poi  la  Scrittura  adire,  Conclufit  Scriptura  omnia  fub  peccato  &c.  rifpondeu 
con  il  medefimo  motivo,  che  tutti  li  Figliuoli,  e  difcendenti  dalla  femi- 
nale  origine  di  Adamo,  contraflero  il  debito  del  peccato  originale,  &  ol- 
tre al  debito  ancor  la  macchia,  della  quale  poteva  rimaner  tinta  anche  la 
Madre  di  Dio  ,  fé  la  Grazia  preiervativa  non  l'haveffe  eccettuata  dalla 
contrazione  di  eiTa.  Onde  i  recitati  paflì  di  San  Paolo  altro  nonprovàiio  , 
fé  non  che  la  Vergine  fantiffimacomedifcendente  dalla  feminale  origine 
di  Adamo  incorrefle  il  debito  del  peccato  originale ,  ma  non  già  della  colpa, 
dalla  quale  fu  ella  prefervata.  Né  perciò  quindi deducefi,  che  ficcome 
la  Madre  ài  Dio  per  privilegio  non  peccò  in  Adamo  ,  così  ella  non  fof- 
fe  redenta  da  Chriflo  Jiella  redenzione  generale  del  mondo .  Poiché  fé 

l'efler- 


Capitolo  V.  ^47       AtEssAM- 

l'effer  redento  tanto  importa,  quanto  l'effer  liberato  dal  male,  ò  dal  debito  ^^^  VIL 
d'incorrere  il  male ,  certamente  ella  fiì  redenta  dal  fno  Diviniffimo  Figliuolo 
con  una  tanto  più  nobile  redenzione ,  quanto  più  nobile  <  e  riguardevole  do- 
no (ì  è  l'efler  prefervato ,  che  l'effere  liberato  dal  male  :  perloche  ben  nfpon- 
defi  all'ultimo  allegato  Tefto ,  yirum  de  mille  unum  reperì ,  multerem  autem 
ex  omnibus  non  inveni ,  cioè  alfolutamentei  e  non  ammello  alcun  privilegio^ 
mi  non  già  condizionatamente ,  e  fuppofto  il  privilegio .  H  qui  notar  con- 
viene ,  che  nella  Sacra  Scrittura  molto  maggiori  tcftimonianze  rinvengono 
della  redenzione  liberativa  del  genere  humano ,  che  della  prefervativa ,  con 
la  ragione ,  perche  tutta  la  Sacra  Scrittura  sì  vecchia ,  come  nuova^efaltando 
per  fuo  primario  fcopo  la  redenzione  di  Giesù  Chrillo ,  e  confeguentemen- 
te  rapportando  iempre  il  cafo  awerfo  del  primo  peccato  di  Adamo ,  onde 
derivò  la  infezione  à  tutti  li  Porteti ,  ella  intentai  un  tanto  fine  non  così 
fpeffo  fa  commemorazione  della  eccezione  efprefla  della  Madre  di  Dio    , 
come  ò  quando  ella  tutta  pofta  nell'enumerar  le  particolarità  nella  nafcita 
di  Giesù  Chrifto ,  tralafcia  quella  della  maternità  Verginale  della  di  lui  Ma- 
dre, ò  quando  tutta  riftretta  al  racconto  della  morte,  Refurrezione,  & 
Afcenfione  del  Figlio ,  nulla  difcorre  dell'  Adunzione  gloriofa  della  Madre. 
E  perciò  à  favor  della  Immaculata  Concezione  di  Maria  Vergine  addurfi 
può  l'argomento  addotto  daS.Agoftino  contro  chi  controverteva  in  quel- 
la fua  età  la  incorruzzione  del  di  lei  fantifllmo  Corpo ,  e  l'anticipata  Alilin- 
2Ìone  di  elfo,  [a]  Quid  de  Manomorte  ^  qmdejus^fiumptionedicendumefi  ,  ll'^Jùmp?.'""' 
undeScripturanibil  commemorati  Islift  qu<£rendum  rat  ione ,  qmd  conveniat 
verìtati,  ftatque  iplaveritas  an^ioritas  i  fine  qua  necejiy  nec  valet  au6loritas  * 
Così  egli  dell' Alfunzione  ,  e  così  Noi  per  parità  >  ò  per  maggioranza  di  ra- 
gione della  Immaculata  Concezione  * 

E  quanto  bene  à  noftro  parere  l'autorità  della  tradizione  confermi 
lapiafentenzadielfa,  deducelì  dal  corfo  iftelfo  de'primi  undici  Secoli* 
cioè  dal  tempo  medefimo  de'Santi  Apoifoli  fin'al  tempo,quando  da  più  fot- 
tili  ingegni ,  e  quindi  dalla  Scholaftica  Theologia  fi  propofe  in  controverlia 
la  materia.  Rendelì  ella  molto  probabile  dal  communconfentimento  de' 
primi  Padri,  efpreflone'loro  libri,  alcuni  de'quali,  benché  apocrifi,  cioè 
di  diibbiofa  autorità  in  qualche  loro  enunciazione,  nuUadimenonelpun-     h  ^.Pttr.Dam. 
to  della  Immaculata  Concezione  parlano  con  termini  tali  ,  quali  verifi-  A'-'"^-  -^^  "'^f-s- 
car  pienamente  non  fi  potrebbono  fenza  T  afferzione  della  Immaculata  ^ll7Ì^'^tAr;>f^ 
Concezione.  Gli  atti  di  S.Andrea  raccolti  da'Preti,  e  Diaconi  dell'Acha-  ^"^'^'f-'"  ]  ^ 
ja,  e  communemente  ricevuti  [b]  in  fìngularem,  come  dice  S.  Pier  Da- '^  dDev£.t7tl 
miano ,  auCiorìtatis  arcem  ,  dicono  ,  [  e  ]  Qjtoniam  de  immaculata  ttr-  ''J'/Z^JZ'^!^!'!' 
ra  fa£ius  fuerat  homo  primus  ,  neccffarium  fuit  ,   ut  de  immaculata  Vir-  tLJ7n"lp!jì!'ad 
gine  natus  Chrijlus  perfeEius  Homovitam  <etcrnamreportaret .  S.Giacomo  %Z''^t""l  ^Lab 
nella  fua  [d]  Liturgia  [e]  Commemorationemagamus,  egli  dice,  fan^liffi- ra7oc.au  &  card. 
W4?,  immaculata ,  gloriojijfima  benedt£Ì£  Domina  nojìra  Matris  Dei,  '&  ^«"T/^^T/'" 
femper  Virgmis  Maria.  Neirantichillìmo  fioro/o^/w?»  Cracorum  ,  credu- e'^j/w^Lvl";?; 
tocompofizione  de'Santi  Apofìoli,  fempre  la  Vergine  Madre  di  Dio  [f]  ì''JI^I'''^'-'^^^-p'^' 
èchizm2Lta.Tanagiay  cioè  tutta  fanta»  il  che  dir  non  fi  potrebbe  ,  fé  in  ^'^JjVhocUhrovide 
lei  per  qualche  iltantehaveifehavuto  luogo  il  peccato.  S.  Ignazio  Martire  ^Zr'™vw^ 
la  predica  dotata  òi  Santità  Angelica,  [g]  la  Maria  Matre  Jefu  humana  c-^ro^aUtan,/' 
natura  natura  San^itatis  angelica  Jociata  efi;  né  la  Santità  Angelica  al-  l///'"'iÌ,f;]!: 
tronde  può  dirfi  di  diverfa  condizione  dalla  humana  ,  fé  non  perche  negli  ■•'*'''. 

Sf    4  Angeli 


Alessan-       ^^g  Secolo  XV li. 

ORO  \iu    Angdiellafiìfcmpre,  ed  è  del  tutto  pura  da  ogni  colpa,  ciò  che  none, 
nèbilahumana:  e  S. DioniiìoAreopagita  fi  avanzò  neirefpreflìoni ,  eia 
inalzò  ad  una  eccellenza  quali  Divina,  quando  defcrivendo  ilfuoincon- 
3.  s.pionjC.^^ret^  troconlei,  [a']  Du6ius  fuiy  eglidice,  ad  deiformem  prcefentìamaitijjìm^ 
imì'f'  '"^'^*^'"''  yir^mìs  i  &  tantus  me  ,  tamque  immenfiis  divinus  fplendor  circumfulfit 
exteriùSi  &  pleniùs  irradiavìt  interiàs  ,  ut  nec  corpus  infelix  ,  nec  fpiri- 
tus  pofjet totms ,  actam  atern£  fdicitatismfignm  [uflinere;  efiegue,re/?o/:-5 
*^  qui  aderat  in  Virgint ,  Dcum ,  fi  tua  Divina  còncepta  mente  me  non  do- 

euìfjent,  hanc  ego  verum  Deum  ejje  credidifiem .  A  quelli  prjmi  Dottori  del 
h  onz.tem,  x.!n  ChriftianeittìK^  a22iungefi  Orisene,  che  chiamala,  \b]  Di?na  dimi,  im- 
maculata  immacuLati ,  una  umus  ,  unica  unici  ,  CoelejUs  B^gis  Sponfi  Do- 
4efo^'ÌL'. MunUi".  mus Immaculata y  S.Hippolito  [e]  Martire,  ImpolLuta  ,  &  immaculata  , 
d  s.orfs,ThaHm'.  S.Grcgorio  [d]  Thaumaturg<? ,  Ex  omnibus  generationibus  hac  fola  Virgo 
{^I^ìonf!^"''""'  f^n6lacorpore  ,  &  fpirituextitìt,  e  in  altro  luogo  [e]  Tibiy  ò  Maria,  ni- 
t  ibid.ferm.ì,      hil  timcndum  efl,  quoniam  a^  tu  fanda,  omni  humana  natura  gloriofìor  , 
ac  purior,  fanÙiorque  es  eff'e&a,  ac  nive  quidem  candidiorem  habens  men- 
tem,  quovisautem  auroj  quantumvis probato ,  purifìcatummagis  corpus,  & 
i  liid  ferm.ì.       altrove  [/]à  chiare  note,  Virgo  inviolata,  atque  immaculata,  e,  Flos  vi- 
tonn'palì/^sa'  ^'^  i^imaculatus ,  S.  [g'\  Dionifio Alellandrino ,  Mater incorrupta ,  d pedi- 
mofat.  "  '^     "  bus ufque ad  caput  benediùia ,  S.  Athanafio  [h]  Calum  nunquam  contamina- 
h  s.^tb  inferm.  fj^j^    y^^  nunquam  confpurcatum ,  S.  Bafilio  [  /  1  SanBilììma ,  &  Imma- 
Dthara.  cuUta  Dommatrix  no/tra,  S.  Gregorio  Nazianzeno  L^J  «^  Spiritu  Sancto 

shtT£r!ffÌ'''7;^  f!oagmentata ,  &  fannia flru6la ,  e  S.  Epifanio  [/]  con  nobile  rifoluzione 
guflsan.i6o^.^  '  efclama,  Deme  adorationem  à  Virgine  Maria,  cioè  togli  l'adorarla  per 
%t'dNfm?f^m"  ^^o,  &  omnia  alia  quantum  ad  puritatem  ,  &  fan&itatem  ,  &  immuni- 
l 's.Epiph.adverf.  tatcm  à  peccato  concede  :  Così  egli,  e  così  tutti  li  Padri  Greci,  e  Latini 
coujridiancs  b^r.  fi^'aii'undecimo  Secolo  della  Chiefa,  co'qualià  pieni  voti  concorre  San 
m  s.Hìer.ftrm.dt  Girolamo ,  chc  di  Maria  fcrilì'e  [tw]  Ideo  immaculata  ,  quia  in  nullo  cor- 
^^f"^l:!^"''J''''  rutta  ,  S.  A^oftino,  fw]  SanUa  de  SanUo,  immaculata  de  immaculato ,  S. 
^.dc^jr^mpr.  Ambrogio  [oj  Sanaa,  immaculata,  &  intatta  ovis  ,  e  S.  Leone  ip \  n- 
iilùel!itciy  &  nalmente,  S.Fulgenzio,  [q]  S.Eucherio,  [r]  e  quanti  hanno fcritto, e par- 
r^w.'  '  lato  delia  Vergine  Maria  per  undici  Secoli ,  onde  comprovifi  il  fentimento 
Nftiv!'s^afv7tì'£.  commune  della  Chiefa  avvanzaco  al  primo  Millenario  di  elfa  non  fol  amen - 
q  s.Fui^enrUs  de  tc  cou  gli  fcritti ,  mi  con  il  culto  univerfale  di  tutte  le  nazioni  Chriftiane. 
Si'"' "'''^"""  Nella  [/]  Spagna  fi  celebrava,  eficelcbrala  Feftadell'ImmacuIataCon- 
r  i.  EncherìHs  cczioue  fiu  per  comandameiito ,  come  dicefi ,  dell' Apoflolo  S.Gi^como.  Il 
l>^il'Lidv!ntus.  Martirologio  di  S.Girolamo,  e  di  Beda  nerapportanolafolenqitàfinda* 
f^/miz«^//.3.r.j.' loro  antichilfimi  tempi.  L'Ufficio  [t]  de'Greci  riferito  da  S.Saba  preferi-- 
vva[nfref<Capud  vc  dilf intcpreci  in  honorc  dclU  Imuiaculata  Concezioue  :  Quello  diS.Au- 
^ifrtmbergh ,  &  felmo  Tccita  Cujus  San6lam  Conceptionem  celebramus  in  Tcrris,  anche  ma- 
'ept!'i^[lfdife7r.  nifeitatacon  molte  rivelazioni  a'fuoi  fervi,  onde  fogguingcfi  ,  Cujus  San- 
u^ÀT'"*'  ^^"^^  Conceptionem,  te  jubsnte,  celebramus  in  Terris;  6c  in  [u]  Aquileja, 

f.6.&Jè<^!'"^'  Francia,  Normandia  ,  &c  Inghilterra  con  devozione  celebravafi,  e  con 
pompa  fefteggiavafi  il  giorno  ottavo  di  Decembre  fotto  il  preciio  titolo 
ài  Fefla  della  ImmacuIatiiConce-^ione .  Cofe  tutte,  che  rendono  à  noftro  pa- 
rere chiara  credenza  degli  antichi  Scrittori  in  queflo  augufto  mifterio ,  beri- 
che  le  dubbietà,  che  pofcia  ne  infurfero,  foifero  poderofe  per  partito  di 
huomini  egualmente  dotti ,  che  fanti . 
Ed  elleno  infurfero  negli  avvenimenti,  che  fiamp^r  hora  per  fog- 

giun- 


Capitolo  V.  (^49         Alessan- 

giungere.  Preflb  la  [  ^  ]  metà  del  duodecimo  Secolo  la  illuftre  Città  di  Lione  ^^^    ^  ^^* 
111  Francia,  moiraò  dall' efempio  dell'altre,  ò  dalla  propria  devozione,  *  -^«"'«'iy- 
cominciò  anch'  ella  à  celebrar  folenne  fefta  alla  Concezione .  Giuntane  no- 
tizia à  Chiaravalle,  ove  ritrovavafi  San  Bernardo,  fi  oppofe  alla  rifolu- 
zione  de'  Canonici  Lusduneniì ,  e  fcriile  loro  una  \  b  1  memorabile ,  e  lun-  ^^-  ^"■"  'Z'-,'^^' 
galettera,  quale  nel  margine  li  accennaper  brevità  di  racconto,  e  noi  che  ^««««/"f^. 
propoflo  habbiamo  di  rapprefentare  al  Lettore  il  folo  corfo  dell'  Hiftoria 
lopra  la  controverfa  materia  della  Immaculata  Concezione,  enonaltri- 
mente  il  dibattimento  Theologico  fopradiefla,  tralafciamo  à  bella  porta 
di  riferire,  ò  che  [e]  ella  non  fia  genuina  di  San  Bernardo,ò  che  San  Bernardo  ^  y,^^  TietmLjU- 
[rf]  in  eiraparlaflefolamented-lla prima  Concezione,  cioè  del  congref-  dam  -.ninfotm^t, 
foconjugale  de' Genitori  di  Maria,  e  non  della  feconda  Concezione,  cioè  ''Jcnce'^'.Tx'^'i^ì. 
dell'animazione  del  di  lei  Sancidìmo  Corpo,  ò  eh'  egli  non  irtimafle  la  Ver-  à-  j.o-  c,<£^,,ciia7» 
gineconceputa  in  peccato,  ma  folameute  col  debito  di  contrarlo  nella  in-  ^«/■f""'"''*  <<' '"<"'- 
fnfione  dell' Anima,  e  perciò  non  contradittore  alla  Concezione  immacu-     k/i'?  p.fr«  c^z- 
lata  nel  fenfo ,  in  cui  ellaprefentemente  fiveneraj  efolocigiova  replicar  W«'»^-?-f-'(^- 
col  Baronio  [e]  Vorrò  hxc  pcrfecit  Bernardus  QJiicct diverfa  fenjerit)utres  e  Bar.ann.n  jd 
ipfa  accHratiHS  examìmretur  y  atque  defferreturad  judìcium  ^pofloiicaScdiSj  "''^* 
ubi  ex  Scripturis  facris  proditis  in  medium  tejiimoniiSypraviis  fidclmrn  precibus  y 
Tontificiofanctretur  Decreto ,  celebrandam  ejìe  hiEcclefia  San£iiJJim<£  DeìGe^ 
nitrieis  Conceptionem .  Ita  Bernardus  in  Spiritu  fapienti£,  &  intellc6lus  j  at- 
que confUii.  Ondededucefi,  che  San  Bernardo  non fol  può,  ma  devefico- 
ftantementeriporretràpiiì  zelanti  propugnatori  della  immaculata  Conce- 
zione ,  non  folamente  perche  in  progreflb  di  tempo  (  anche  ammeflb  che  al- 
lora egli  fentiliealtrimente)  mutò  fentenza,  come  apparifce  [/]  con  mani-  iyije Frane  niva. 
fefta  evidenza  nelle  fue  opere  pofteriori  à  quefta  lettera;mà  con  molta  mag-  num in  e ('mard» 
gior  prova  di  confeflato  fentimento,  con  cui,fin  dal  tempo  della  fcritta lette-  '^'"^''^"'o  • 
ra,  egli  dichiarò  la  fentenza,  che  prefentemente  fofterrebbe ,  s' ei  vivelTe  nel 
mondOiCioè  quella  che  ò  renelle,  ò  alla  quale  inclinalfe  la  Chiefa  di  Roma . 
Non  però  non  devefi  allerire,  che  quefta  lettera  di  San  Bernardo  non 
ifvcglialie  allora  un  gran  rumore  perla  Francia,  e  per  il  mondo,  efofs'el- 
lail  primo  invito,  che  fufcitaife  la  controverfia,  la  quale  poi  per  piiìfe- 
coli  agitoifi  nelle  fcuole.  Poiché  intimando  ella  guerra  alla  feita,  e  pec 
bandirla  impugnando  l' oggetto  di  eflTa,  eh*  è  la  Concezione ,  fi  pugnò  per 
lo  fpazio  di  cent'anni  intorno  all'ufo  di  folenizzarla;  e  quindi  ne' Secoli 
fufleguenti  fi  accefe  l' altra  contefa  intorno  alla  purità  non  folo  della  prima  » 
ma  della  feconda  Concezione  .  Conciofiacofache  come  al  fuono  di  una 
tromba  ò  fi  arrollanofotto le infegne  li  Venturieri,  ò  fi  attruppano  i  Solda-  ' 

jià  prenderle  armi,  e  d  ufcir  in  campo  à  battaglia;  cosi  alla  fama ,  con  ^-   ■\ 

cui  rifonò  la  lettera  di  San  Bernardo,  &allerimoftranze>  che  fi  iidiron  fat-  ,= 

te  da*  Canonici  di  Lione ,  fi  condullero  molti  à  prendere  ò  l' un  partito ,  ò 
l'altro,  e  fi  dibattè  da  per  tutto  con  ardore  ,  e  ftrepito  la  controverfia* 
Contradifl'e  il  primo  alla  riferita  lettera  Niccolò  Ciftercienfe  Inglefe,il  qua- 
le ,  mutata  velie ,  pafsò  in  Inghilterra  fra  i  Monaci  di  Sant'  Albano ,  mal'af- 
fetto  per  altri  capi  à  San  Bernardo,  di  cui  egli,  non  tollerando  le  correzio- 
ni ,  havcva  abbandonato  l' Ordine ,  e  prefo  indolfo  l' habito  Benedittino',  e 
quindi  in  mano  la  penna,  efclamando  in  laceramento  del  fuo  Avverfario 
con  detti  pungenti ,  e  mordaci  [e]  Firgmis  animam  pertranftpit  dadius  | ^'"Z- C'^'»''^. »'« 
■non  joLnmin  pa/jione.  FtUt,  jea  etiam  m  Coneeptioms  jux  contradictione^  di-  intp.ji.adr.nHm 

(pn.         Cttitnftm. 


AlfssXn-       ^^q  Secolo  XVI L 

^^^  }  ^e"^efi<io  egli  nel  medefimo  tempo  la  Concezione  Immaculata,  &  ofteti- 
%fft/ìì!t%iùi.  dendo  laiama,  e'I  nome  del  Tuo  Avverfario,  ripigliato  [a]  perciò  grave- 
i*tr.tom.zi.  mente  da  Pietro  Abate  Cellenfe,  che  prontamente  accorre  a  foftenere  li 
fentimenti ,  e  la  lettera  di  San  Bernardo .  Con  Niccolò  fi  unirono  follenito- 
ìnflrmdec^ofci^t'  ^^  ^^^^^  ^^^^  inttodotta itt  Lconc  Riccardo  [  b  ]  di  San  Vittore  Scozzefe,Ca- 
quemàiitt'ìll'un't  nonico  Regolare ,  foggetto  di  gran  dottrina,  e  pietà ,  un  altro  Niccolò  In- 
c'nldrdv'^ì'nUde  g^efe,  anch*egli  Canonico  Regolare  nella  Congregazione  di  San  Rufo  in 
Concepì.  v''"g!\d  Francia ,  poi  Cardinale ,  e  quindi  adunto  [  e  ]  col  nome  di  Hadriano  Quarto 
Parum  pontmia.  al  Poutificato,  Pictto  [(Ì  ]  Comcflore  prima  Cancelliere  della Chiefa  dì  Pari- 
ti P/fr.r»»K,^»^.,„  gi,  e  poi  Canonico  Regolare  nel  Monafterio  di  San  Vittore,  rinomato  Ec- 
fe^'  ^»Z^r'  ^^^  fiaftico  per  la  Tua  Ecclefiaftica  Hiftoria ,  e  finalmente  Pietro  [  e  ]  Cantore 
pixann.i5j"s7"  della  Chicfa di  Parigi ,  Dottore  in  quella  Univerfità,  e  verfoil  finedella 
lal'dfcZ'c'pt  f"a  vita  Religiofo  dell'  Ordine  Ciftercienfe  nell'  A  badia  di  Lungo  Ponte . 

Ed  in  fatti  da  sì  famofa  contefa  altro  non  guadagnofli  dai  contraditto- 
ri  della  fefta  della  Concezione,  che  un  breve  interrompimento  di  eflanel- 
f  GugUei.^ntif.o  1^  Chicfadi  Parigi,  prohibita  [f]  da  Maurizio  Soliac  Vefcovo  di  quella 
dorenftsi.i.sHm-  Città,  il  quale,  prefa  la  Concezione  della  Vergine  per  la  copulazione  car- 
*"**^''*  naie  di  congiungimento  maritale  tri  San  Gioachimo,  eSant'j^nna,.  cioè 

prefa  la  Concezione  nel  fenfo  della  prima  Concezione ,  non  iftimò  merito- 
vole  di  culto,  e  di  fefta  queir  atto,  in  cui  concorrendo  conciipifcenza, 
non  può  egli  rimaner  efente  da  quei  reato  materiale,  che  alcuni  largameii- 
g  s.^nftiM  Con-  te  chiamano  peccato  originale .  [g  ]  ?^o«  quòd  m [emine y  come  dice  Sant'An- 
«optHVtrginis ,      felino  ,  fit  immtiìiditia  peccati  ,   aut  peccatum,  five  iniquità! ;  [ed  quia  air 
ip[o  [emine  ,  &  tp[a  conceptione ,  ex  qua  incipit  homo  ejky  accipitneceffita- 
tem  ,  ut  cum  hahebit  animam  rattonalem  ,  habeat  peccati  immunditiam  . 
Màin^annollìinqueftoilSoliac;  e  malamente  apprefe,  che  i  devoti  del- 
la pia  ^ntenzafefteggiaflbro  la  prima  Concezione,  e  non  la  feconda,  cioè 
l'animazione  del  Corpo  immaculato  di  Maria,  folo  oggetto  della  loro  an- 
niverfaria  coftumanza .  E l' inganno  difcifrato  fé  ritornare  ne'  primieri  fen- 
timenti la  Chiefa  di  Parigi ,  che  è  ftata  pofcia  una  delle  principali  foftenitrici 
di  quella  fefta. 
Dalla  controverfia  della  fefta  (i  difcefe  ben  tofto  alla  controverfia  del  Mi- 
jj  fìerio  fefteggiato,  ed  allor  che[^]  apriflì  nelle  fcuole  di  Parigi  la  gran 

-vretferan.ti^o.  f^^jj^^  ^jeHaScholafticaTheologia,  in  cui  incomincioflìàdar  punta,  efilo 
allearmi  dottrinali  per  trafiggere  più  altamente  gli  errori  dell' Herefie,  fi 
prefe  ad  agitar  da  que' primi  Maeftri  ,  che  colà  fiorivano,  la  Queftione 
della  Concezione  di  Maria,  per  avanti  ò  creduta  univerfalmente  immacu- 
lata, òimpugnatafolamente nella fua fefta  nel  modo,  eformachehabbia- 
modefcrittal  E  diverfi  furono  i  loro  pareri,  come  diverfi  fono  gì' interpre- 
ti, che  li  efpongono ,  ò  contrari!,  ò  favorevoli  alla  pia  fentenza .  llMae- 
j      5<      r     ^^^  [  '  ]  <^^^^^  Sentenze  Pietro  Lombardo  non  par  che  mai  agitaffe  ne'  pro- 
tufl.i  ""■^''"*^'  prii  termini  la  controverfia,  &idiluiDifcepoliolfervano,  ch'egli  né  diret- 
tamente, né  indirettamente  parlaflé  mai  della  Concezione  paifiva  della 
Madre  di  Dio,  md  dell'attiva,  che  fiì  la  Concezione  di  GiesùChrifto;  e 
quando  mai  arguir  fi  vogHa ,  eh' egli  habbia  parlato  della  Concezione  paifi- 
va,  egli  habbia  folamente  conceduto  in  lei  laobligazione,  e'I  debito  di 
contrarne  il  peccato,  md  non  già  la  contrazione  attuale  del  peccato  :  [^] 
%nls2^i!,Tarl'.  £>ieimus ,  dicc  uufuo  Difccpolo,  quòdprtus  itamundata  fuit  Maria  in  ute- 
far. 4.ft  7.         fo  y  Ut  ejjet  [m  pcccato ,  foHns  tamen  peccare .  Aleilandro  di  Ales  bencne 

polfe 


Capitolo  F.  •    S%1         Alessan- 

poffaconcederfi  [^Javverfoallapiafentenza  della ImmaciilataConcezio-  ^^^  ^    7 
ne,  niilladimeno  rimati  tanto  convincibilmente  provata  lafiia[^]  ritratta-  v^.slmm1^^".l\ 
zionesiì  quefto punto,  chen'efclude  ogni  contraria  aflèrzione.  Alberto  ^//-7^«;*""'^*'""* 
Magno  [  e]  concorre  ne  fentimenti  dell'  Alenfe ,  benché  da'  foPcenitori  del-  bvidl'strot.i.^.  e. 
la  Concezione  Immaciilata  fene  fpieghino  [dym  altro  fenfo  le  parole .  Pari-  J"^'£/-Jj'r  '• 
mente  S.  Bonaventura  :  che  [e]  inoltratoli  il  primo  à  determinare  il  tempo  ì.!ent.7r^.u>Ì'ì. 
precifo  della  Santificazione  dell'  Anima  della  Madre  ài  Dio ,  par,  che  con-  ^  ^"''  ^"">^'  "'• 
corra  nella  opinione  allora  corrente  della  Concezione  maculata,benche[/]  e'ì'.  Bonav.in  j. 
dicafi ,  che  in  altre  fue  opere  predicafle  il  contrario .  In  quefta  diveriìtà  di  'itipltTstlncìt 
fentenze,  quando  pareva,  che  il  partito  di  chi  fofteneva  maculata  dal  pec-  cis. 
cato  originale  la  Concezione  di  Maria,  foffeilpiùplaufibile,  e  di  maggior 
feguitOjfopravenne  fortunatamente  dalla  Inghilterra  in  Francia[^]  Giovan-  %Scotusv;x;ts*c^ 
ni'Duns  Scoto ,  che  parve  un'  Angelo  mandato  da  Dio  in  difefa  della  Imma-  '  J.^iX^""'^""^ 
culata  Concezione  della  fua  Madre.  Egli  l'haveva  difefa  poco  avanti  nella 
Univerfità  di  Oxford  contro  la  impugnazione  di  molti ,  mi  con  molto  mag- 
giore applaufo  di  miracoli,  e  feguito di  concorrenti  horla  difeìe  in  Parigi 
nella occafione,  e  forma,  che  fiam  pur' hora per  foggiungere .  Crefceva 
Tempre  piiilacontefafràScolaftici,  e  trattandoli  la  Queftione  come  mate- 
ria appartenente  alla  Fede,  alla  quale  dicevanfi  opporfi  quegli ,  che  toglie- 
vano la  macchia  originale  alla  Vergine ,  Benedetto  Undecimo ,  all'  avvifo 
che  n'hebbe,  flimò  fuo  obhgoil  provedere  ad  ogni  preveduto  difturbo, 
ed  ordinò,  eh' ella  fi  efaminalfe  in  una  regolata  difputa  inprefenza  di  due 
fuoi  Legati .  Entrò  Scoto  in  quefto  famofo  (leccato  non  fol'avvalorato  dal- 
la forza  del  fuo  grand'  intelletto ,  ma  rinforzato  alla  grand'  opera  da  un  po- 
tente foccorfo  della  gran  Madre  di  Dio  ,  quando  in  andando  egli  all'atto 
intimato,  &  in  raccomandandofi  per  la  via  ad  una  Imagine  di  marmo  di 
Noftra Signora,  egli  vddela  piegar  Iatefl:a,  dandogli  con  quell'inchino 
fegno  iicurode'la  vittoria  .  Confervafi  ancor  prefentemente  in  Parigi  la 
miracolofa Statua  con  lateHi  inchinata,  nellacui  politura el la reftònlTa, 
e  di  cui  volle  [/>]  prenderne  l' effigie  Francefco  Gonzaga  Generale  dell' Or-  h  ^«»»ij7?. 
neFrancefcano,  e  poi  Vefcovo,  e  quindi  pei  merito  di  vita  fantamente 
condotta  propofto  ne'  prcceflì  all'  efame  della  Rota  Romana  per  la  fua  San- 
tificazione, il  quale  fparie  per  tutta  l'Europa  le  copie  di  quellafigura,  di 
cui  efib  fleiTo  vidde  l' Originale  in  Parigi,  notonne  la  fama,  e  compro- 
vonnecoftante,  e  ftabile  la  tradizione,  ì  noi  tramandata  da  lungo  corfo 
di  tempo,  &  attefìatada  San  Bernardino  di  Siena  in  un  fuo  Sermone,  del 
quale  fanno  commemorazione  il  Pofle  vino,  il  VVillotto,  ilVVadingo,  il 
[  i]  Labbè,  e  più  diffufamente  Bernardino  [^  de  Buftis  nell'Officio  della  i  LaMè  dcfcript. 
Concezione  da  fé  compofto,  e  che  ùì  poi  confermato  da  Sifto  Quarto.  Il  l'^'^f- 
Natale  Aleifandro  [  /  ]  rigetta  dalla  fua  Hiftoria ,  come  apocrifo ,  anzi  falfo ,  Ìu!ìV,Z%\  cct 
quefto  miracolofofuccelfo.  Mi  per  crederlo  vero  ,  à  noi  baftala  fofpe-  ^tpt.teif.4.»»prcjr» 
zione  dell' Autore,  che  lo  nega,  l' autorità  de' Scrittori,  che  l'affermano,  :%["&%oz''é^ 
eia  venerata  antichità  della  tradizione,  che  lo  comprova.  Hor  dunque  ^«^'^«"""'••jo». 
Scoto  intraprefa  nella  tenzone  la  difefa  della  Concezione  Immaculata,  por-  \^!!t!)^n'.u'ì'''' 
toffi  in  efia  da  così  valente  Campione,  che  ficcome  l'evento  felice,  òfini- 
ftrod'una  gran  battaglia  campale  muta  foventelo  ftato  d'un  Principato, 
così  la  vittoria  riportata  da  Scoto  nel  narrato  conflitto  mutò  fiftema  alle 
due  opinioni,  e  l'affermativa  della  Concezione  maculata,  il  cui  partito 
fembrava  di  trionfare,  fcen)ò  di  credito,  edifegtuci,  e  la  negativa,  che 

da 


Alessan-        ^^^     •  Secolo  XV II. 

DRO    VII.  ^a alcuni giudicavafi  come  contraria  alla  divina  Scrittura,  &alcommun 
confentimento  de' nuovi  Maeftri,  alla  nuova  luce  ,  che  Scoto  le  diede  t 
guadagnò  in  credito  ,*e  comparfaallavifta  degl'  intelletti  con  altro  afpetto  , 
allettò  molti ,  i  quali  abbandonata  la  prima ,  paflarono  alle  fue  parti ,  e  cre- 
fcendone  in  pochi  anni  à  difmifura  il  numero,  giunfe finalmente  àrenderfì 
vincitrice  in  quella  nobile  Accademia  ài  Parigi,  la  quale  fii  la  prima  ad 
addottarla,  efoftenerla.  Quindi  è,  che  fri  ruttili  Difenfori  della  Imma- 
culata Concezione  a  Scoto  viene  attribuito  meritamente  il  primato,  poi- 
ch' egli  fu  il  primo,  cheufcì  come  con  regolata  pugna  incontro  alla  mag- 
gior parte  de' Scolaftici  Tuoi  Anteceflbrià  difenderla,  trahendofi dietro  il 
numerofofquadrone  delle  fue  Scuole,  che  commentandone  i  pafll,  edi- 
chiarandone le  dottrine,  hi  così  ben  dilucidato  il  fuoMaeftro,  che  fé  que- 
llo parve,  che  in  que'  principii  ò  timidamente  difendere  lapiafentenza ,  ò 
A  Scotusin-i.d.\.  noncosìprolilTamentela  fpiegafìfe,  allor  quand' egli  fcrifìfe ,  \_a'\  Si  autori- 
t].u%.sAdqK^ji.  ^^^^  Ecclefi£  i  vel  auUoritati  Scriptura  non  repugnat  ^  videtur  probabile  y 
quod  excellentius  efl ,  attrìbuere  Marine  :  nulladimeno  per  eflb  ritrovanfii 
tutti  forniti  d'arme  proporzionate  alla  imprefa,  ch'ei  cominciò,  ed  elfi 
terminarono:  fé  pur  dirpuoiìì,  che  timidamente  parlaffe  Scoto  di  quello 
h  Sema  i.^jx^.  Mifterio,  allorché  difle,  [  b]  Efl  etiam  ibi  Beata  Fir?o  Mater  Dei  y  quienun- 
aicnur,vei§.Hoc  quamfuit  inimica  actualiter ,  ratione  peccati  aciualts  ^  nec  ratione  onginalis , 
^'f"  '  Quindi  fi  accefe  gran  materia  di  dotto  litigio  fri  Tomifìi ,  e  Scotiftì  in  fen- 

tenzeoppofte;  e  la  Univerfiti  di  Parigi,  che  concorfe  incontanente  nel 
fentime'nto  di  Scoto,  die  gran  travagli  a' Domenicani,  che  accorfero  à  fo- 
c  Vedi  il  Pontif.di  flener  V  opinione  di  Giovanni  Montefono  da  noi  in  altro  [  e  ]  luogo  riferita  > 
'^IgTio.''''""^'  onde  qui  balli  rinovellarne  folamente  la  memoria . 

Mi  la  pia  fentenza,  avanti  ancora  i  quefti  fucceffi,  erafi  refa  applau- 
dita ,  e  venerabile ,  fin  dal  tempo  in  cui  fi  dichiararono  Partegiani  di  ella  li 
Pontefici  Romani,  e  li  Concilii  generali ,  che  quind'  in  appreflb  moftraronli 
Tempre  inclinati  al  follenimentò  della  Immaculata  Concezione.  Il  Decreto 
del  Concilio  di  Bafilea,  il  quale  fé  ben' illegitimo ,  &  acefalo,  rende  gran 
pregio  alla  punti  immaculata  della  Concezione  di  Maria,  efaltata  a  forza 
dì  verità  da  quegl'illelfi,  che  non  havevano  allora  voce  nella  Chiefa  di 
à  sp<,nd.AnnMi9.  Dio,  [d]  Inter  h£c  Bajìleenfes  jùknCcc  lo  Spendano,  ne/emper  malèagc- 
nì'.m.  {9.    '       ré  dici  pofìent i  illudboniprr^flitermt,  quòd[e]declararunt,  do^irinam -parie 
V^'.Y^lìlafolìS'.  agitatam  de  Conceptione  Beata  Firginis,  qua  docet  eam  ,  preveniente  ,  & 
'  operante  divini  Tsluminis  gratia  fingulari ,    numquam  aElualitCT  [ttbjacuifie 
originali  peccato  ,  fed^  immunem  femper  fuifie  ab  omni  originali  y  ac  a^lua- 
li  culpa i  tanquam  piam,  (^  confonam  cultui  Ecclefiaflico  y  Fidei  Catholica, 
re5ìx  rat  ioni,  &  Sacra  Scriptura,  ab  omnibus  Catholicis  approbandamefie, 
tenendam  ,    &  amplcHcndxm  :  renovantes  praterea  inflitutionem  antiquata 
de  celebrandt  ejus  Conceptionis   Fejiivitate  fexto  idus  Decembris  cum  addi- 
tione  Indulgentiarum .  Vcrkm  non  hac  gloria  Bafìleenfìbus  tribuenda ,  ut  ab 
.    ,  iis  hanc  doUrinam  teneat  Ecclefta  Catholica  ,  aut  feflivitatem  ab  iis  ccle- 

elmll'«.LUT/e-  brandam  acceperit ,  cum  jam  antea,  ut  tpfìmet  afferunt  ,  ita  obf errar etur, 
'Ina  ^,'"""'''^'  Siilo  Quarto  con  due[/]  precifi  Decreti  propalò  al  Chrillianefimo  lifuoi 
SI'."''*  ''"^'  fentimentifoprala  Immaculata  Concezione,  Alelìandro  Sello  [g]  conler- 
p  BHiia^icxyi.  monne  con  fua  Bolla  ampiamente  di  oracoli,  &il  Concilio  di  Trento  am- 
ijoi.  piamente  dichiaro,  yh  ]  Declarat  bxcS.Synodus  non  ejiejua  mtentionis  coni- 

hcondi.Trident.  ^Ychendcve  IH  hoc  Decrcto  y  ubi  de  peccato  originali,  Beatam  &  Immacula- 


'  Capitolo  V.  ^5  3         AtrssAN- 

iàm  yirginem  Mariani  £>ei  Genìtricem  ,  fed  obfervaridas  ejìe  Con/iitiìthues  ^^^     *^^^* 
XyJiiTapalf^.  fub posnis in eis  Con/iitutionibus  contentis .  Qiiiadi  oppugnane 
do  [  <x  ]  il  Bajo  nella  fua  fectantefima  terza  propofizione  la  Concezione  '^^'^f 'V/>9«f'7.''' 
Immaciilata ,  Pio  Quinto  riprovonneil  contenuto  con  la  cenfura  da  noi  '"  '"■"^' 
in  altro  luogo  riferita ,  e  cont'ermando  la  Bolla  di  Siilo  Quarto ,  emanonne 
una[^]fimile  inpiiìpreffante,  e  fìefa  dilucidazione .  E  perche  i  contradit-  j^  ^^^^^^  p.^.  ^ 
tori  della  pia  fentenza  non  defiftcvano  di  oppugnare  il  mifterio  ò  con  inter-  cenjt.tHt'.u^. 
pretazioniincongrue  alle  Bolle,  ò  con  fentenze  poco  conFace  voli  al  com- 
mune  afìTeiifo  della  Chiefa ,  Paolo  Quinto  ilimò  opportuna  eofa  con  nuova 
Bolla  dar  nuovo  vjgore  alle  pairate,  epublicòla  celebre  [e]  Con-ftituzio-  cBuiUr.Pai'.uv. 
neI{egisTacifici,  in  cui  diltefo  il  riftretto  delle  Bolle  di  Siilo  Quarto,  e  di  confin.^^j. 
Pio  Quinto ,  le  convalida  e  circa  le  ordinazioni ,  e  circa  l' ampliazione  delle 
pene  a'  trafgreirori  di  eile ,  co  '1  politivo  Decre.to  della  Romana  Inquifizio- 
ne,  riferito  [d\  à  lungo  nel  Bollario.  Macon  maggior  chiarezza  di  fentl  .i  /iìd.coniiit.7, 
Gregorio  Decimoquitiito  [e]  prohibì,  che  ne  meno  ne 'privati  difcorli  al-  'xy"cÌ„fi)^,7K''' 
cm  ardimento  prendelle  di  affermare,  che  la  Béatifllma  Vergine  folfe  fiata 
concetta  in  peccato  originale ,  fin  tanto  che  dalla  Santa  Sede  f  ofTe  quelV  ar- 
ticolo definito  :  quindiilifiedefimo  Pontefice  comanda  con  precetto,  che 
non  debba  ufarli  altro  titolo  che  di  Conceì^ionei  contro  quei ,  che  declinan- 
do dalia  obligazione  della  feftaiflituita  agli  otto  di  Dece.mbre^  la  chiama- 
vano Santificatione. 

In  quefto  flato  ritrovavafi  la  qneflione.  della  Concezione  Ifninacula- 
ta  della  Madre  di  Dio  nella  età  >  in  cui  fu  aliunto  al  Pontificato  Alelian- 
dro  Settimo ,  cioè  fé  non  in  iflato  di  definizione  à  favore  di  ella ,  in  iffata 
almeno  di  proffima  conclufione ,  concorrendo  nella  pia  fentenza  le  Univer-' 
fità  più  celebri  dell' iiuropà,  i 'Dottori  più  cofpicui  della  Chiefa,  le  Con- 
gregazioni erette,  gli  Ultìcii permeili,  eciòchereca  maggior fondamen- 
to-alla  prova ,  la  inclinazione  de'  Concilii ,  e  le  Bolle  de'  Papi .  Quando  dalia- 
pietà  Auftriaca  del  Rè  Filippo  Quarto  ài  Spagna  fu  fpedita  un  Ambafciaria 
al  Pontefice  tanto  in  nome  fuo,  quanto  di  tuttili  fuoi  Regni  nella  perfona 
di  Luigi  Crefpi  Borgia  Vefcovo  glàdi  Orignela,  ed  allor  di  Piacenza,  per 
cui  fìipplicoiìi  Aleliandro  con  precifa  iff  anza  à  por  fine  alle  fin  allora  feerie 
dubbietà  fu'l  ponto  della  Immaculata  Concezione ,  in  efaltazione  di  un  tan- 
to milterio,  e  della  fua  fella;  fignificando  [/]:  il  Rè  al  Pontefice,  cheniuiT  ^^,  ^^^^^  .^ 
beneficio,  di  quanti  la  Sede  Apollolica  haveva  conferiti  alla  Spagna,  fa-  ^^'  ""  "'^'^ 
rebbe  apprefìb  que'  Regnidi  egual  pregio  à  quello ,  che  in  favore  di  quella 
caufa  li  confeguilfe  ò' per  grazia,  opergiuftizia.  Lunghi  furono,  epode- 
rofi  li  trattati ,  gli  efami ,  e  k  orazioni ,  e  giunto  finalmente  il  tempo  deflina- 
to  dalla  divina  prefcienza^  [g]  emanò  il  Pontefice  Alelfandro  la  famofa  g^.DitemiM-^s. 
Bolla  nel gio-rno  appunto  còiifeerato  alla  tefta  della  Immaculata  Concezio- 
ne, per  la  cui  devozione  egli,  celebrato  il  Sacrificio,  fcrifiela  tutta  di  fua 
propria  mano ,•  ordinandone  la  impreHione  nel  tenore,  e  forma,  che  fie- 
nile .  [hi  •  u  „  ,,     >•/ 

iioLicitAdo  omnium  Ecclejtarum  ,  quam  kcèt  mentis  &viribits  longe  tnt-  vii.conjìn.  n-i. 
partSy  DeiO'^timi  Maximiyoluntate ,  &  providentia  gerimus ,  inidnos  an- 
xiè  tenet  inteutos  &  vigilantes y  ut  feandaia  qu^  inter  fideks  prò  immane 
natura  corruptione  &  fragilitat'e  necefk  efi  ut  veniant ,  quantum  fieri  potefi 
pauciffima  exoriantur ,  utquc  exorta,  quàm  celerrimè ,  &  quàm  diligentifji- 
mè  amovciintur;  nim  iis'per  qitos  ycninnt  certam  peccati  pcrmciemj  qmbu^ 


AmsAN-       ^j^  Secolo  XVI  t. 

DRO  VIL  ygYÒprsientùTi  préeferis  afjerunt  labendi  pemulttm;  quorum  ho s  prò  nofirH 
fajiordlis  officii  debito  %  &  damnum  fummoperè  dolemus,  &  difcrimine  affi- 
duè  urimur . 

§.  I.  Sunè  ifùtus  eft  Ch^i  fideliunt  erga  ejuf  Beatiffimam  Matrem  Vir- 
ginem  idaviam  pietas  t  f&itientiMn^  ejus  animam  in  primo  incanti  cre^iù- 
nis ,  àtqu€  mfufìoms  in  corpus ,  fuifte  f pedali  Dei  gratta  &  privilegio ,  intuttu 
meritorum  Jefu  Chrijii  ejus  filii ,  humani  generis  B^demptoris .,  à  macula 
peccati  origmaiti  pr^efervatam  immùnem,  atque  iti  hoc  fenju  ejus  Conceptto- 
nii  fefliìfitatem  folemni  ritti  cakntìum,  C  celibrantium:  crevitque  horum 
numerus,  atque  hufufmodi  cultus  poji  editasè  fd.rec^  SiXto  TV.lV»  prade- 
cejfore  nofiro  in  ejus  cammetidationem  ^poftoUcas  Conjittutiones  ,  quas  Sa- 
c/um  Cónciiium  Tridentinum  irmoifavit,  atque  obfervari  mandavité  *AuSa 
rur/Us,  &  propagata  fuit  pietas  h^c,  &  cultus  erga  Deiparam  poft  ere£la  hoc 
nomine,  approbantibus  I\pmatiis  Tontificibus y  [{eligiofum  Ordinem,  &  Con- 
fraternitates ,  acconceftas  abiifdem  indulgentias ,  ttaut  accedentibus  quoque 
plerifque celebriotibus  ^Aeademiisadhanc  fententidm,  jajotferè  omnes  Catho- 
licieam  comple6tantur  , 

$.2.  Et  quia  ex  occaftone  (^trarÌ£  affertioftis  iti  Concionibuf,  lc£Ìionibus , 
conclufionibus ,  &  a6iibus  publicis,  quod  nempò  cadenti  Beatiffìmayirgo  Ma- 
ria fuerit  coticcptacum  peccato  originali,  oriebantur  in  populo  ChràfiMno  cum 
magna  Dei  off enja  fcandala  t  jurgia,  &  diffenfiones,  recolendje  memoria  l^au- 
lus  Vapa  y,  ctiam  pr^xdeceffor  ìtojler  vetuìt  horum  opmtonem  prafat^  /ententi^ 
contrartam  publicè  docerit  àuipr^edicari^,  Quam  probibitionem  pine  memoria 
ùregorius  Vapa  xy.  ftmiliter  pr^decefior  nojier  ad  privata  etiam  colloquia  e  x- 
tendit;  mandans  infuper  in  favorem  eiufdem  fententia  i  ut  infacrofan^oMifix 
Sacrifidoj  ac  divino  officio  cetebrandis  tam  publicè,  quàm  prìvatim ,  tian  alia 
quàmConceptionis  nomine  ufi  quicumqiK  debeanté 

§.3.  'hJÀhilominus ,  prout  yenerabtles  frafres  Epifcopi  fere  omnes  Hi/pa- 
niarum  cum  Èccleftarum  fuorum  Capitulis  datis  ad  nos  literis  expofucrunt , 
accedente  etiam infìnuatione chariffimt  in  Chrifio  fiìiinojiriThdippi  earwr.dcm 
tìifpaniarum  l{egis  Catholict,  quifpecidemfuperhoc  mijifad  nos  Oratorent 
Fenerabilem  firatrem  Ludovictim  Èpifcopum  Vlacentinum ,  per  quem  etiam 
delata  fuerunt  ad  nos  fuppti catione s  B^-gnorum  carundern  Hijpaniarum  y  pergunt 
aliqui  contraria  illius  opmionis  afjertorcs  contraprxfatas  probibitioiies  tùmpri- 
"patim,  tumpublieèprafatamjententtamaut  impugnare,  aut  vellicare ,  &  fa- 
•poremàl^pmani  Tontifictbus  cultut ,  &  feflo  [ecundùm  illam  prajiitum  ita  fif- 
terpretari ,  ut  frujirentur  :  imo  Ecclefìam  ì\omanam  buie  fententis ,  &  cul- 
fui  fuxta  illam  Beata  yirgtni  exhibito  [avere  negant ,  pios  Chrifiifìdeles  è  fua 
pacifica  quafi  pojleffiotte  deturbare  conando  ;  unde  offenftones  ,  fcandala  y  & 
furgia ,  quibus  obviare voluerunt  Vaulus  y.  &  Gregorius  xy.  noflri  pradecejio- 
res,  perdurant  adhuc  y  &  ex  occaftone  eorumdem  advcrfantium  ma  fora  bis  in- 
commoda  in  poflerum  prudenter  ,  &  meritò  timentur  .  Quapropter  fttper  bis 
tam  prafati  Epifcopi  cum  Èccleftarum  fttarum  Capitulis,  quàm  memoratus 
Thilippus  B^Xy  ejujquel^gnanobispro  opportftnoremcdioinjian/ter  fupplicari 
fecerunt. 

§.  4.  J^os  confiderantes  >  qftòd  SanBa  Bimana  Ecclefia  de  intemerat4 , 
femperque  yirgmis  Maria  Conceptiom  ftjium  folemniter  celebrai,  & ^pr cibi- 
le,  ac  proprium  fuper  hoc  officium  olim  ordinavitjuxta  piam,  dtvotam ,  cr 
landabilem  injUiutionem ,  qua  à  òiXto  ly.préidieejjore  nojiro  tum  emanavit-^ 

v  eli  u 


Capitolo    V.  6<%  .AlESSAK- 

volente fqtte  laudabili  buie  pietati ,  &  devotioni  ;  ^feflot  ac  cuUui  jecun-  ^^^  V  1  !• 
dkm  ìllam  exhibtto  in  Eccltfia  T^pmma  poji  ipfìuf  fuLfus  ìnfiifutionem  nun- 
quam immutato i  ^pmanorumTontificumpradecefiorum  nojìrorum  exemplofa- 
•pere,  necnonti4eripietatem&  depotionem  hanc  colendi  & celebrandi  Eeattffi- 
mam Ftrgincm ,  preveniente  fcilicet  Spiritus San6ligratia ,  à peccato  originali 
praftrpatam;  CHpientcftiue  in  Chrijiigrege  unitatem  fpiritus  in  vincnlo  pacis^ 
fcdatisoffenfionibus ,  &  ìurgiiSf  amotif^uefcandalis,  fonfervare:  ad pr tifato- 
rum  Epijcoporum  cum  Ecclefiarumfuarum  Capitulis ,  ac  vfyilippi  t{cgis ,  e]ufque 
^egnorum  obtafam  nobis  infiamiam  acprefcs ,  Conlittn^^fs ,  0" DecretaàR^- 
man  s  Toatifictbuspradecefforibus  no/irti ,  &  prficipu^Sixto  IF,  Taulo  F.  & 
Gregorio  XF.  edita  tn  favorem  fententie  afierentis,  antmam  Beata  Ftrgmis  in 
fui  creatione  &  in  corpus  ìnfnftone  Spiritus  Sanpigratia  donatam ,  &à peccato 
^rtginialiprefervatamfuifie,  necnon^'infapé^mfffli,  &  cultus  Conceptìoni 
eiujdem  Firginis  Deipara  fecunditm  piam  iflam  fententiam ,  ut  prafertur ,  exhi- 
bitiy  innovamus,  é" fub  cenfuris ,  g^  peenis  ineifdcmConJìitfttionibus  contentis 
nbfervarimandamus . 

§.5.  Et  infuper  omnes,  &  fmgulos  ,  qui  pr^fatas  Conflitutiones,  feu  pe- 
creta  itapergunt  interpretari ,  utfavorem  per  tllas  di£l£  fententi/e ,  &fefio, 
feu  cultui  fecundìtm  illam  exhibito  frufìrentur  ,  yel  qui  k^nc  eandem  fenten- 
tiam ,  feftum ,  feu  cultum  in  dijputationem  revocare  ,  a.ì^  cont/a  ea  quoquo 
modo  direste  y  pel  indirette ,  aut  fub  quopis  pratextH,  ftiamdefinibititatis 
e'jus  examinand<e,  ftpe  Sacram  Scripturam  ,  ant  San£Ìos  Tatresj  five  Do- 
lores glojjandi ,  pel  inter pretendi ,  denique  alio  quopts  pr^textu  ,  feu  oc' 
cafione ,  [cripto ,  jeu  voce  ,  loqui ,  cnncionari ,  traviare  >  difputare ,  centra 
sa  quicquam  determinando  ,  aut  ajjerendo  ,  pel  argumenta  cantra  ea  affé- 
rendo,  0-  infoluta  relmquendo ,  aut  alto  quopjsexcogitabili modo  differendo  ^ 
aufi  fuerint'.  prxter  poenas,  0  cenfuras  m  Conftitutionibus  Sixti  ir,  conten- 
tas,  quibffs  tUos  fukjacerepolumus,  &per  pr^fentesfubjtcimus,  etiam  con- 
cionandi ,  pubHcè  legendt ,  feu  docendi  ,  &  interpretandi  facultate ,  ac  voce 
a£lipa  ,  Ó  paffiva  in  quibufcumque  ele^tonibus  eo  ipfo  abfque  alfa  declara- 
tione  privatoi  efie  poiuntus ,  necnon  ad  concionandum ,  publicè  legsndum ,  do- 
cendum ,  &  interpretandum  perpetua  inhabilititis  pcenas  ipfo  fa^o  incurrere 
abfque alia  declaratione:  à  qmbus  poMis  nonniftànobisip(is ,  Pel à  fuccefìori- 
bus  nojìris  [{pmanis  Tontificwus  abfolpi,  aut  juper  tis  dtfpenfari  pofjint  :  nec- 
non eofdem  aliispoenis  nofiro  c^  eorumdem  I{omaMorum  Tomificum fucccfiorum 
nojìrorum  arbitrio  infligendi$  parifer Jubiacere  volumus ,  prout  fubiicimus  per 
prixfentes,  mnopantes  Tauli  F.&Cregorii  XF,  fàptrius  mcmoratas  Conjìitu^ 
tiones,  jive Decreta, 

,  6.  ^clibrosm  quibus  prafata  fententia,  feftum,  feu  cultus  fecundùm 
illumin  dubiumrevtìcatur,  aut  centra  ea  quomodocumque ,  ut  fupra^  Minuti 
ftnbitur,  aut  legttur,  feu  locutiones,  concignes  ,  fratìatus ,  <T  difputatio- 
nes  comraeadem  continentur,  pofi  Vauli  F.  fupralaudatum  Detretum  edita, 
aut  inpojìfrum  quomodolibet  edenda,  prohibemus,  fub  pcems ,  &cenfurism 
Indice  librorurn  prohibitorum  contentis,  0-  ipfo  fa6lo  abfque  alia  declaratio- 
ne prò  exprefsè  prohibitis  fjaberi  volumus,  0  mandamus,  F^tamus  autem 
Sixtt  IF,  Conjìitutiontbus  inhxrentes  ,  quewpiam  afkrete,  quòd  propter  l?oc 
contrartam  opintonem  tenentes  ,  videlicef  gloriofam  F'rgincm  Mariam  cum 
originali  peciatofiiifie  conceptam,  hicrefis  crimen,  aut  mortale  peccatum  in- 
currant  :  cum  à  i^omana  Ecclejia ,  &  ab  ^pofìolica  Sede  nundumfu  crit  hoc  dee  ir 

fum , 


Aless A^        ^^é  Secolo  JVi L 

BRO;..  V-11.  y^^.^  pr-ouù  nos  nunc  Minime  decidere  volumus  y'aut  iritendlmiis  :  quia  potìàs  con- 
trariam  illam  opinionem  hiereits ,  aut peccati  monalis ,  aut  impietatis  dammre 
audentesj  pixterpanaijquibuseosfubjecit  SixtusIF.aliique  pradecèj^oresm- 
ftrj Bimani  Vontifices ,  grafioribus  altis  poenis  fub'pcimus  ,  quas  in  c^tntrafa" 
cientes  hn(c  nofìne  Conjiituttonifupentis  infliximus . 

§.7.  Folentes^  quòd  coltra  hu]us nnflra  Confiitutionis  tranfgreffores ,  ctiam 
regulares  cujufvis  Ordinis ,  e5"  Inftituti ,  etiam  Societatiijefu ,  (jr  quom&doUbet 
exemptos ,  &  alias  quafcumque  Ecclefiafìicas ,  &  facuUres  perfonas  cujkfcum- 
que flatus  ,gradus ,  ordinis ,  aut  dignitatis  tam  Eccleftafiica ,  quàmfMularif ,  ut 
prafertur  y  tam  Eptfcopiy  &  Truelati  fuperiores ,  aliique  locorum  Ordinarii , 
quàmhjeretica  pravitatis  ubique  locorum  deputati  Inquifitores  procedant,  & 
inquirant,  atquem  eos(iri6lè  animadvertant:  nos  enim  iìs,  &  eorum  cuilibet 
eontì'aeofdemtranfgrefìores  procederidi ,  &inquirendiy  ac  poenis  coercendi,  & 
puniendi  liberam  facultatem ,  &  auÙoritatem  iifdem  auEioritate ,  &  tenore  tri- 
,    ..^  buimus ,  &  impartimur ,  eafque ,  ut  prafertur ,  procedere ,  inquirere ,  &  punire 

diftri^ièpracipimus ,  &mandamus . 

-  §.8.  TSlon  obfiantibus  Conftitutiorfibus,  &  orditiationibus ,  acquibufvis  in- 
dultis ,  &  litteris  ^pojioUcis  quibujvis  perfonis  quantumcumque  qualificatisy  & 
in  quacumque  yetiam  C ardinalatus yTatriarchali y  ^rchiepifcopati ,  Epifcopali, 
ì:^ quavis alia  digmtate y  &  honoreconflitutisy  etiam  quòd cantra eos  procedi, 
interdici ,fufpendi,vel excommunicarinequeaty  quomodolibet concejjis .  Quibut 
omnibus  y  &  eorum  fìngulis  y  etiamft  prò  /ufficienti  illorum  derogatione  de  eis  1 
ipforumquetotis  tenoribus  fpecialis y  fpectfica,  individua,  &exprefidy  ac  de 
verbo adverbum y  non  autem per  generales ,  etiam id importantes ,  claufulas, 
mentio  habenda ,  aut  alici,  exquifìta  forma  obfervanda  foret ,  tenores  hujufmodi 
ac  fi  de  verbo  ad  verbumjnfertiforcnt ,  praefentibus  profufficienter  express ,  & 
infertishabentesy  harum  Jerie  fpecialiter  y  &  exprefsè  derogamus ,  caterifque 
contrariis  quibufcumque , 

§.9.  Ut  autem  hac  noflra  Conjiìtutìo ,  &  pramijja  omnia  ad  éorum  omnium , 
quorum  intereft ,  notniam  congruentiùs pervenire poffmt,  in  virtute  fanS£  obe- 
dientia  y  &fub  poena  privatioms  ab  ingrefìu  Ecclefta  eo  tpfo  incurrenda  pracipi- 
vnus  y  &  mandamus  omnibus ,  &  ftngulis  locorum  Ordinariis ,  ac  eorum  yicariis 
fuffraganeis ,  &  Officialtbus  qmbufcumque  y  &  aliis fingulis ,  ad quos  quomodo- 
libet fpe&aty  &  pertinety  quatenut  hujufmodino/iram  Confiitutionem  fingulis 
fua. Dicecejìs j  vel di(iri£ius pradicatoribus y  &aliisy  quibus expedire  judicave- 
rinty  opportune  inftnuent  y  &  publicent  y  acinfinuariy  &publicanfacianty  ne 
quts  mpofierum, quoquo  modo  tgnorantiam  de  prxmijjis poffit pretendere ,  autfc 
contrapramijjavaleatexcufare. 

§.io.  p'olumus,  &  fimilitereademauQoritatedecernimuSy  &  mandamus, 
quòd  pr£fentes  litterx  per  aliquos  ex  nofìris  Curforibus  in  B-iftltcarnm  Sancii 
Joannis  Lateranenfisy  ac  Tnncipis  ^p.ojìolorum  ,  &  Cancellarla  ^pofloUc^ 
>valvis ,  ac  in  acie  Campi  Flor^  de  Urbe  de  more  publicentur ,  ■&  affigantur  ;  qu£ 
f       '  affixio  &  publicatio  ita  omnes  &  fingulos ,  ad  quosfpetlat ,  afficiat'y  &  arèìet ,  ac 

fi  illis  perfonaliter  intimata  fuijjent,;  vjr  quòd  illarum  tranjiimptis  y  etiam  im- 
preffis  ymanu  alicuìus  "optarli  fubfcriptis ,  &  figlilo  alicujus  perfona  in  dignitate 
Ecclefiafhca  conjiitut^  munitis ,  eadem  prorfusfides  adhibeatury  qux  pr£Jentibus 
literis  adhiherctur  y  fojìenjXy  vslcxbibitxforent, 

Datmn  F{pm£  apudSanÉfam  Mariam  Majorem  y  fub  ^nnuloTifcatoris  ^  die 
^.  Decembns  1 661 .  TmtificatMS  7ipflr!,^4nrw  Seppimo , 

Così 


Capitolo  V.  ^S1        ^^^^^^^^ 

Cosi  il  Pontefice  [  a]  AleiTandro  Settimo  ,  e  con  le  parole  c^el  ^^^  ■  ^^* 
pio  Sfondano  così  parimente  ancor  noi ,  [b  ]  l^ps  fané  prò  ajkr-  ^d^fJZfnM.'- 
tione  immaculatijjim£  Conccptionis  Deipari^  Vir7inrs  ,  eìufque  propugna-  y.icHmCard.io^n. 
Uone,  paratiffimt  ejjemus  toties  vttam  profmdere  ,  fi  fieri  pofjet  ^  qmttes  .^is^ciefu. 
contingeret  eam  in  dubium  revocari,  Jdqueex  toto  animo  fcribimus ,  &pro-  ^  •^p<">^-'>»-n^o. 
fitemur. 

Al  gaudio  «niverfale  del  Chriftianefinw  concepiito  per  la  emanazione 
della  riferita  Bolla  [e]  precede  un*  importuno  accidente  ,  che  rattriftò  e  lo.^w^.iest. 
egualmente  la  Corte  di  Roma,  e  la  Chiefadi  Dio.  Oinfolenza,  ò  cafua-  Serf^lfrlndi 
litd,  ò  vendetta  fi  f'oire  della  milizia Corfa  del  Pontefice,  alcuni  di  elfi  affai-  contro^i-^ucoru» 
tarono  con  armi  di  fuoco  la  famiglia  del  Duca  di  Crequì  Ambafciadore  al-  ^o'i'^"*» 
iora  in  Roma  del  Rè  di  Francia ,  e  malmenatine  molti ,  e  uccifo  un  Paggio , 
coftrinfero  i  rimanenti  a  falvarlor  vita  con  la  fuga.  Il  fatto  fu  difTapprova- 
to  dal  medefimo  Pontefice ,  che  ordinò  incontanente  pronto  .caftigo  de' 
rei .  Mi  il  Crequì  eccitando  V  animo  del  Rè  à  fubitaneo  rifentimento ,  ac- 
cefe  un  fuoco,  che  fé  a  tempo  non  accorreva^  ad  efiinguere,  haverebbe 
certamente  ridotta  in  cenere  l'Italia  con  pericolofi/fima  guerra.  t'notoT 
avvenimento ,  il  cui  racconto  rimettiamo  ad  altro  Autore,  di  cui  fia  pregio, 
€  fcopo  il  defcriverlo .  A  noi  bafi;a  il  dire ,  che  canto  n  arfe  il  fuoco ,  eh'  egli 
traportolil  fin  nel  Santuario  della  Chiefa ,  contro  la  quale  fi  armarono  non 
meno  le  armi  de'Francefi,  chele  penne.  Poiché  come  accorrendo  anch' 
eira  la  Sorbona  a  militar  co'fcritti  nell' efercito  Regio  contro  il  Pontefice , 
promulgò  fei  propofizioni,  al  cui  foftenimento  formò  il  Rè  editti,e  [,rf  ]  bau-  ^  ^Jì^^-iI^Ìóg^ 
diininculcamento  di  oflervanza  con  pene  formidabili  agi' impugnatori  di  ''^'   ''^"" 
efiì.  ?\(p«  effe  do6Irinam  facultatis  ,  così  elleno  dicevano  ,  Summum  Ton- 
ti ficem  aliquam  in  temporalia  I{egis  Chrijìianiffimi  au6Ìoritatem  babere ,  ima 
obti/iifk  ftcultatem  etiam  iis  ,  qui  indiredlam  tantummodò  -poluerunt  effe  il- 
Umfacultatem  :   Efe  do6irinam  facultatis ,  quòd  I{ex  Chrijiianiffimus  nullum 
omninò  agnofcit ,  nec  habet  in  temporalibus  Superiorem  prater  Deum  ,  eam- 
que  ejìe  amiquam  do£irinam  t  à  qua  nunquam  recefjuraeji:  Efìe  do6irinam  fa- 
cultatis y  quòdfubditifidem,  &  obedientiam  ^egi  Chrifiianiffimo  ita  debent, 
ut  ab  in  nullo  pnetextu  dijpenfari  pofjìnt  :  Eandem  facultatem  non  probare,  '  '*  " 

neque  probajfeunquampropofitiones  ulLas  Chriflianijfimi  ^egts  au^oritati,  aut 
germani!  Ecdeftx  Gallicana  libertatibus  ,    dr   receptis  m  [{egno   Canoni- 
bus  contrarias  ,    v.  g.   Quòd  Summus  Vontifex  deponere  pojfit  Epifcopos 
adverfus  eojdsm  Canones  :    'Hon  efie  do6irinam  facultatis  ,    quòd  Summus 
Tontifex  ftt  fupra  Concilium  Oecumenicum  ;  Is^pn  efie  do6lrmam ,  nec  dogma, 
facultatis  y  quòd  Summus  Tonti  fé  X  nullo  accedente  Ecclefue  confenfu  fitinfalli- 
bilis.  Così  le  propofizioni  della  Sorbona,  decantate  allora  da'Franccfi, 
e  rinnovate  [ej  fempre  daeifi  inognioccafion  didifgufto  controia  Cor-  e  v,diiiPontif.cf 
tedi  Roma,  che aflliefatta a fomiglianti querule  doglianze,  oramai quefte  'xTfZ^a/,//fJ, 
punture  rifana  più  co'ldifpregio,  che  con  la  cura.  Del  qual  remedio  ci  "/^  ''»  r.wl- 
ferviamo  ancor  noi,  che  veniamo  dalla  riprova  di  elfequafi  in  ogni  carta  *""' 
di  queftaHiftoria. 

Ma  molto  più  hebbefi  a  fareinquefto  Pontificato  contro  lifofifmi,  e 
li  raggiri  de' Janfenifti,  che  contro  tutte  le  armi,  e  propofizioni  accenna-  j/|f'^^>- ^"[1" 
te  della  Francia.  Fremevano  eglino  al pcfo  della  Bolla  Innocenziana,  e  Kinl'nriw'rco'rfò 
d'addoflo  procuravano  fcuoterfi  cotanto  terribile  cenfura  con  tutti  que'  i't^ii ' n^.'^j"  '5"^' 
ripieghi  di  aperta  fraude,  ò  di  fecrcta  trama,  che  havelfe  loro  iiiggcrica    "^  ^""  "'"*' 
Tomo  ir.  Xt  ola 


Alessan-        ^jg  Secolo  XV IL 

DRO    VII.  òlaoftinazionedeirimpegno,  ò la baldanzadell' arringo,  eccitando,  co» 
me  forieri  delle  loro  future  rifoliizioni ,  novità  di  lentenze,  verfioni  dili- 
Vi"  ''''"'  *'""'  '^^^»  ^  norme  flravagantiflime  di  coOumi,  Precorfero  [«]  al  loro  dife- 
^  ^  ■  gno  quattordici  lettere fcritteai  Provinciali  didiverfe  Provincie,  e  perciò 

à^ttQ  Trovinciali 3  compofizione  dì  M.Pafqual,  arrogantiflìmo  Janfeni- 
fta,  fotto  il  fìnto  nome  di  Ludovico  Montalto,  con  le  annotazioni  diGu- 
glielmo Vvendrokio ,  e  coni'  aggiunta  dì  un'  altro  piccolo  trattato  dell'  Ar- 
naud,  intitolato  con  mendicato  Autore  jD//^«///rio/iÉ'sPdH/iJre«;ci.  InelTe 
efprimevanfi  così  chiare  le  maflìme  Janfenifte,  che  ben  diflero  alcuni  Ve> 
^  varifis  7.  St  icovi  Ffancefi  nella  cenfura ,  che  per  comandamento  del  Rè  ne  fecero ,  [  6  ] 
itemMs i6io.      Tejìamur  infuper  maledicentiam ,  Ò" petulantiam  trìbus illis  ^AuBoribus  (  cioè 
Loro  Libri  Pro-  il  Pafqual ,  il  Moutalto ,  e  r  Arnaud ,  ò  Ireneo  )  adeò  elJefamiliarem ,  ut  nulli 
bibiti.  homiìium  conditioni  par  canti  exceptisjanfemjitSy  non  Summo  Tomificiy  non 

Epjfcopìs,  non  I^egijttonpracipuis  B^gni  adminiftratoribus  ,  non  f(icr<&  [acui- 
tati "Pariftenfi  ,  non  I\eltgiofis  famtlits .  Ideòque  Itbrum  (  cioè  le  accennate 
lettere  Provinciali  )  efje  dignum  poeria  famojis  libellisy  &  H<ereticis  àjure 
e  i4.oa,6r.i66o  confutata.  Edin  fatti  fiì  il  Libro  per  man  di  Boja  [r]  brugiato  nella  Piazza 
d6.Sfp  em(,'.i6i7  di  Parigi .  Alla  fentenza  di  Parigi  precede  [d]  il  Decreto  della  Inquifizione 
&  2i.w4«x.i(jjy.  ^iRoma,  che  con  le  lettere  Provinciali  condannò  una  puzzolente  farragine 
di  altri  molti  libri  Janfenifti.  Ma  fu  più  lìrepitofala  condanna  della  ?ra^«- 
i^ione  del  Mejjale  /^om^wo  fatta  in  lingua  Francefe  dal  Voifin,  traviato  Dot- 
tore in  Theologia,  che  pretefe  d'infamar  dì  Janfenifmo  le  pagitie  ftefle 
en.Dtet  >.b.i66o.  degli  Evangelii  di  Chrifto,  Il  Clero  di  Francia  [e]  prohibilla  fotto  rigo- 
roliflìmepene:  ma oftando  altri  àqueftagiufta  prohibizione,  i  primi  por- 
tarono il  loro  ricorfo  all'  oracolo  del  Papa ,  che  con  una  Bolla  in  forma  di 
Breve  terminò  la  conteftazione ,  e  la  lite  delle  parti.  Conciofiacofacher 
avveduto  Pontefice  fcorgendo  da  lungi  la  torbidezza  delle  intenzioni  in 
chi  giàmactiinava  la  fovverlìone  della  Fede,  accorfe  con  pronto  rimedio  al 
£„//  ^,,^.  VII  male,  eprimaconfiia[/'JBollaprohibìla  verfione  degli  accennati  Mefl'ali, 
co>",. i^.?2.  u-  eh' ecli nella fua Coftituzione  chiamò  paT^^iia;  e pofcia con  altra  [g ] fomi- 


ibv  Confi  i  8  gliaiite  riprovò  alcune  cenfure  emanate  dalla  facoltà  Parifienfe  contro  mol- 
lo./»»» lóój*^  •  té  ptopolìzioni,  qii<£  ad  Romani  Vontificis ,  O-  Sedis  ^pojiolica  auBorita- 
tem ,  lEpifcoporum  ]urifdi6lionem ,  Tarochorum  munus ,  Trivilegia  à  Sanala 
Seae  lomcefìa  ,  dijpenfationcs  ^pofiolicas  ,  a^ionumque  moralmm  t^egulam 
pertinent  i  &  ali£,  qu£  &  graviffimorum  Scriptorum  ati6ìoritate,  &  perpe- 
tuo Ccltholic  or  nmu  fu  nituntur»  Cosi  le  parole  della  Bolla»  Intanto  a  fin  che 
•  i  fedeli  fapelfero,  a' quali  eglino  attener  fi  dovellcro  fra  le  tante  diverfe 
"  opinioni  della  Morale,  ftranamente  ftravolta  da' moderni  rinnovatori  del 
Chnftianefimo,  AlelTandro  ne  fece  nndiligentiifimo  efame,  epublicon- 
h  n,  St^ttmbrh  ne  due  [Z^]  Decreti  ,   co*  quali  condanno  quelle  ,  che  apparvero  allora 
i6tfj.ViS.itf4rf//  piùnocevoli,  acciò  la  mai  feminatazizania  non s' inferirle  negli  animi  de' 
*^'^^*  popoli  Chrifiiani,  U  ali' impreflione  del  falfo  accorrelle  prontamente  la 

dilucidazione  del  vero .  Ea'ecconed'amendneil  tenore  ne' differenti  gior- 
ni, che  habbiamo  accennato . 

•  Propofizioni  „  ^  Anfìiflìmus D. N.  audivitnon  finemagno  animifui  mcerore,  com- 

fmTro  vfì  ^^"^  »  ^  plures  opiniones  Chriftians  difciplinse  relaxativas  ,   &  animarum 

*"  ^°      *        >,  permcieminferentcs,  partimantiquatasiterùm  fufcitari,  partim  novi- 

„  ter  prodite  i  &  fummam  illam  luxuriantium  ingeniorum  licentiam  ia 

.  -  dies 


Capitolo  K  S^§         Alessan 

Jfesmagis  excrefcere,  per  qiiam  rebus  ad  confcientiam  pertinentibiis  ,sv^^^    y  li-* 

modus  oppinaadi  irreplìt  alienus  otnninò  ab'  Evangelica  fimplicitate,  „ 

Sanftoruraque  Patrum  doftrina,  &  quem  fipro  red:aregula  fidelesin  „. 

pravi  fequerentur,  ingens  erupturaeffet  Chriftianse  vitse  corruptela.  Qua- 

rc ,  ne  uJIounquam  tempore  viam  falutis ,  quam  fuprema  veritas  Deus , 

cu)us  verbain  a^ternum  permanent ,  ardam  efle  definivit ,  in  anin-  amai 

peraiciem'  dil'aiari ,  feu  vcriiìs  perverti  contingeret;  Sandifilmus  D.  N.  ut 

oveS'llbicreditasabejurmodiff>ariofa,  lataque,  perquamitur  ad  perdi- 

tioiiem,  via,  proPafl:oraIifoli<:itudineinretì:amfcmitamevo'caret,  ea- 

riimdeni  opinionum  examen  pluribus  in  Sacra  Theologia  Magiftris ,  & 

deinde  Eminentiflìmis  ,   &  Reverendiflìmis  DD.  Cardinalibus  contra 

ha:reticam  pravitatem  Generalibus  Inquifitoribus  feriò  commidt:  qui 

tantum  negotiumftrenuèaggreffi,  eiquefedulòincumbentes,  &matu    yy 

rè  difcuilis  ufque  ad  hanc  diem  infrafcnptis  propofitionibus,-  iUper  una- 

quaqiie  ipfarum  fuafuff ragia  Sanditati  Tua?  fingillatim  expofuerunt. 

1.  Homo  nullo  unquam  vìtx  fuse  tempore  tenetur  elicere  adum  fì- 
dei,  fpeiy  &charitatis,ex  vi  pr^eceptorum  divinorum  adeas  virtutes 
pertinentium'.  „ 

2.  Virequeftrisaddtiellumprovocatus,  poteflillndacceptare,  ne  ti   „. 
mi  Jitatis  notam  apud  alios  incurrat . 

5.  SententiaalTerens,  Bullam  Coena?  folùm  prohibere  abfoliitionem 
hxreds,  &aliorumcriminum,  quando  pubiicafunt,  &  id  non  deroga- 
re facultati  Tridentini,  in  qua  de  otcultis  criminibus- fermo eft,  anno 
1529.  r8.  Julii  in  ConfiftoriO'  Sacrai  Congtegationis  Eniinentifs.Cardi- 
Qalium  vifa ,  6ctoIerataeft. 

4.  Pra:lati  Regulares  poffunt  in  foro  confcientije  abfolvere  quofc.um- 
que  farculares  ab  h^erefi  occulta  ,  &  ab   excommunicatione  propter  „ 
eamincurfa. 

5 .  Qiiamvis evidenter tibi confliet , Petrum  effe  hsereticum,.non  teneris 
denunciare,  lìprobacenonpoflìs. 

6.  Confeliarius ,  qui  in' Sacramentali  Confezione  tribuit  Poenitenti 
chartam  poftea  kgendam,  in  qua  ao  Venerem  incitat,.  non  cenfctur 
folicicalVe in ConfeUIone ,  ac  proinde non c'ì;  denunciandus . 

7.  Modus  evitandi  obligationem  denunciauda;foiicitaticfi:'s  eft,  fifo- 
licitatusconHceatur  cuni  iblicitante,  hicpote.l  ipfum  abfolvere abfque 
onere  denunciandi. 

.  8.  Duplicatum  ftipendium  potefi:  Sacerdos  prò  eadem  Miffà  licite  ac- 
cipere,  applicando  petenti  pattern  etlam  Ipecialiiiìinam  frudusipfimct 
celebranti  correfpondentem  ;  idque  poft  Decretum  Urbani  Vili. 

9.  Poft  Decretum  Urbani  poteft  Sacerdos  ,  cui  Milfse  celebrando 
traduntur,  peraliumfatisfacere,  collato  illi  minori  iìipcndio,  alia  parte 
ib'pendii  fibi  retenta . 

.  IO.  Non  eit  contra  )uftitiam  prò  plunbus  facrificn's  ftipendium  acci- 
pere ,  &  facrificium  unum  ofFerre  .  Ncque  etiam  eft  contra  fidelicatem , 
etiamfipromittampromiirione  etiam  )uramento  firmata,  danti  ftipen- 
dium, quòd  prò  nullo  alio  ofteram . 

II.  Peccata  in  Confeffione  omifTa  ,  feu  oblita  ob  inftans  pericii- 
lum  vit£e,  aut  ob  aliam  caufam,  nontenemur  :n  fequenti  confezione 
e^xpcimsre .  „, 

;       .         '  "  Tt    2.  Mendi.- 


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AiEssAN-       g^Q  Secolo  XVII. 

DKO    Vii»  j^      j 2.  Mendicantes  pofllint  abfol vere  à  cafibus  Epifcopis  refervacis ,  noe 
obtentaad  id  Epifcoporum  facilitate . 

13.  Satisfacit  praecepto  annua:  conFeilìonis ,  qui  confiteturRegulari 
Epifcopo  prxfentato ,  fed  ab  eo  injuftè  reprobato . 

14.  Qui  facic  conf'eflioneni  voluntariè  nullani ,  fatisfacit  prarcepto 


ti 

3i 

„  Ecclefije. 

„      15.  Pcenitens propria  audoricate  fubflituere  (ibi  alium  poteft ,  qui  lo 


31 
3> 


9> 


co  ipfius  poenitentiam  adimpleat . 
„      16   Qui  Benefìcium  curatum  habent,  pofllint  fibi  eligere  in  Confefia- 
rium  fimplicem  Sacerdotem  non  approbatum  ab  Ordinario . 

17.  EfttiGitumReligiofo,  vel  Clerico  calumniatorem  gravia  crimina 
de  fé,  velde  fua  Religione  fpargeremmantem,  occidere,  quando  alitis 
modus  dcfendendi  nonfuppetit,  uti  fuppetere  non  videtur ,  ficalumnia- 
tor fit  paratus ,  velipfi  Religiofo,  vel e) us Religioni  publicè,  &corani 

„  gravifliffiis  viris  pr^dida  impingere ,  nifi  occidatur . 

18.  Licètinterticere  falfum  accufatorem,  falfos  tefìes,  acetiam  Ju- 
dicem,  2  quo  iniqua  certo  imminet  fententia,  fi  aUa  via  non  poteft  in- 

y,  nocensdamnum evitare, 

»      19.  Non  peccat  maritus  occìdens  propria  audoritate  uxorem  in 

7,  adulterio  deprehenfam . 

5,      20.  Reftitutio  à  Pio  Vr  impofita  beneficiatis  non  recitantibus  non 

»  debeturin  confcientiaante  fententiam  declaratoriam  judicis,  eò  quòci 

yy  fitpcEna. 

yy      21.  Habens  Cappellaniam  coHativam,  autquodvis  aliudBeneficiuni 

9,  Ecclefiafticum,  fi  fludio  literarumvacet,  fatisfacit  fuse  obligationi,  Ci 

3,  officium  per  alium  reeitet. 

5,      22,  Non  eft  contrajuftitiam  Beneficia  Ecclefiaftica  rron  conferre  gra- 

3i  tis,  quia  collatorconferensilla  Beneficia  Ecclelìaftica,  pecunia  interve- 

5,  niente,  noncxigitillampro  colbtione  Beneficii,  fedvelutiproemolu- 

y,  mento  temporali,  quod  tibi  conferre  non  tenebatur, 

5,      25.  Frangensjejunium  Ecclefise ,  ad  quod  tenetur,  non  peccat  mortali- 

5,  ter ,  nifi  ex  contemptu,  vel  inobedientia  hoc  faciat ,  puta,  quia  no  n  vulc 

3,  fefubjicereprscepto. 

y,      24.  Mollities ,  fodomia  ,  &  beflialitas  funt  peccata  ejufdem  fpeeiei 

„  infimo?,  ideòque  fuflìcit  dicere  in  Confeffione?  feprocurafi^  polUitio'- 

„  nem. 

„  25.  Qaihabuit  eopulam  cumfoluta fatisfacit  Confeilìonispr^cepro, 
j,  dicens,  commilfi  cum  foluta  grave  peccatum  contra  caftitatem,  no» 
59  explicando eopulam. 

y,  2<5.  Quando  litigantes  habent  prò  fé  opinìones  ^eguè  probabiles,  poreilr 
j,  Judexpecuniamaccipere  prò  ferenda  fententia  in  favoremuniusprse  alio, 
y,  27.  Silibcrfitalicujusjunioris,  &  moderni,  debet  opiniocenferipro- 
y,  babilis,  dum  non  conftet ,  rejetìam  effe  àSecic  Apoftolica  tanquam 
:,,  improbabilem  . 

„  28.  Populus  non  peccat  ,  etiamfì  abfque  ulla  caufa  non-  recipiat  le- 
„  gem  à  Principe  promulgatam . 

„  Quibus  peraòiis ,  dum  fimilium  propofitionum  examini  cura,  & 
j,  ftudium  irapenditur,  intereà  idem  Sanàifilmus,  re  mature  confiderà- 
„  ta,f^atuic,  Ócdecrevitjpr^edidaspro^poiicionss,  & unamquamque ipfa- 

runij 


Capitolo   V.  5^1  Alfssa^J" 

mm,  ut  minimum  tanquam  fcandalofas ,  efle  damnandas  ,  &  prohi   „  ^^^    ^^^' 
bendas,  (ìcuteasdamnat,  acprohibet,  itautquiciimqiieillas,  autcon- 
jtinòtim  ,aiit  divifim  docuerit,  &  defenderit ,  ediderit,  autdc  cis  etiam  di- 
fputativè,  publicè ,  aut  privatim  tradaverit,  nifi  forfan  impugnando ,  ip- 
fofadoincidatinexcommimicationem,  àquanonpoflìt  f  prcecerquam  „ 
inarticulomortis  )  ab  alio  qiiacumque etiam dignitate  fulgente,  nifià  „ 
prò  tempore  exiftente  Romano  Pontifice,  abfolvi.  „ 

Infuper  diftridè  in  virtute  fanda;  obedientia? ,  &  fub  interminatio- 
ne  divini  judicii  prohibet  omnibus  Chrifti  fìdelibus  cujufcumque  con- 
dltionis,  dignitatis ,  ac  flatus,  etiam  fpeciali ,  &  fpceialiffima  nota 
dignis,  ne  prasdidas  opiniones  ,  aut  aliquam  ipfarum  ad  praxim  de- 
diicant. 

C'  AndiflìmusD.N.  poftlatum  decretum  die  24.  Septembrisproximè 
k3  elapfi  ,  quo  viginti  odo  propofitionesdamnat^e  fuerunt;  exami- 
natis  fedulò,  &  accurate  ufque  ad  hanc  diem  infrafcriptis  aliisquadra- 
gefimum  quintnm  numerum  implentibus,  per  pinres in  Sacra Theolo- 
gia  Magifìros ,  acperEminentillimos,  &Reverendiflìmos  DD.Cardi- 
nales  adverfus  hxreticam  pravitatem  Generales  Inquifitores,  eorum  fuf- 
fragia  fingillatim  fuper  unaquaque  ipfarum  audivit . 

Propoiìtio  29.  In  die  jejunii ,  qui  fsepiùs  modicum  quid  comedit ,  etfi 
notabilemquantitateminfinecomederit,  nonfrangitjejunium. 

50.  OmnesOfficiales,  quiinRepublica  corporaliter  laborant,  funt 
excufati  ab  obligatione  jejuaii,  nec  debent  fé  certificare,  an  laborfit 
compatibilis  cum  jejunio . 

51.  Excufanturabfolutè  à  prajceptojejuniiomnesilli,  qui  iter  agunt 
equitando,  utcumque  iter  agant,  etiamfi  iter  neceffarium  nonfit,  & 
etiam  fi  iter  uni  US  dici  conficiant . 

32.  Noneft  evidens,  quòd  confuetudo  non  comedendi  ova,  &  la- 
dicinia  in  Quadragefimaobliget . 

55.  Reftitutio  fruduum  ob  omifllonem  horarum  fuppleripoteft  per 
quafcumque  eleemofynas ,  quas  antea  beneficiarius  de  frudibus fui  bene- 
ficii  fecerit . 

34.  Ili  die  Palmarum  recitans  Officium  Pafchalé  {atisFacit  pnxce- 
pto. 

35.  Unico  Officio  poteft  quis  fatisfacere  duplici  praicepto  prò  dÌQ 
pr^fenti,  &craftino. 

^6.  Regulares  polìunt  in  foro  confcientis  uti privilegiis  fuis ,  qux  funt 
exprefsè  revocata  per  Concilium  Tridentinum . 


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die  funt  rcvalidat£E . 


38.  Mandatum  Tridentini  fadum  Sacerdoti  facrificanti  ex  neceflìta- 
te  cum  peccato  mortali  conficendi  quamprimùm,  eftconfilium,  non 
prjEceptum . 

59.  Illa,  pmicuh,  quamprimùm j  intelligitur,  cum Sacerdosfuo  tem- 
pore confitebitur. 

40.  Ed  probabilis  opinio ,  quse  dicit ,  effe  tantum  veniale  ofculum  ha  • 
bitum  ob  delcdationem  carnalem ,  &  fenfibilem ,  qiìx  ex  ofculo  oritur , 
feclufopericuloconfenfusulterioris,  àpollutionis. 

41.  Non  eft  obligandus  concubinarius  ad  ejiciendam  concubinam,  „ 
Tomo  ly.  Tt    3  fihsec 


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Alessan-       gg^  Secolo  XVI L 

DRO  VII-  jj  fi ha?c nimis utilis eflet  adobledaraentiim  concubfnarii,  vulgo,  regalo ^ 
„  dum deficiente  ilio,  nimis;  xgrè  agerec  vitam ,  &  alia?  epiilx  t^edio  ma- 
„  gno  concubinarium  afficerenti  oc  alia  famula  nimis  difficile  inveni- 
„  retnr . 

„      42.  Licitum  eft  mutuanti  aliquid  ultra  fortem  exigere ,  fi  fé  obliget  ad 
^  non  repetendam  fortem  ufque  ad  certum  tempus . 
„      43.  Annuumlegatumpro  anima  reliftum  non  tiuratplus,  qudm  per 
„  decemannos. 

„      44.  Qupad  forum  confcientia: ,  reo  corredo ,  ejufque  contumacia 
5,  ceflante,  ceCfant  cenfura . 

„      45.  Libri  prohibiti ,  donec  expurgentur  ,  poflunt  retineri,  ufque 
„  dum  adhibita  diligentia  corrigantur . 

3,  Qurbus mature penfatis ,  idemSandiilìnuisflamit,  acdecrevit,  pra?- 
„  didas  propofitiones ,  &  unaraquamque  ipfarum  ,  ut  minimum  tan- 
„  quam  fcandalofas  ,  effe  damnandas  ,  &  prohibendas  ,  ficut  eas  dam» 
„  nat,  ac  prohibet:  ita,  ut  quicumque  lllas  ,  aut  conjundim,  aut  di- 
„  vifim  docuerit,  defenderit ,  ediderit ,  aut  de  eis  etiam  difputativè, 
„  publicèautprivatimtradaverit,  nifi  forfan impugnando,  ipfofatìoin- 
„  cidat  in  excommunicationem,  i  qua  non  poiiit  (  pra»terquam  in'arti- 
„  culomortis  )  ab  alio,  quacumque  etiam  dignicate  fulgente,  nifi  apro 
tempore  exillente  Romano  Pontifice ,  abfolvi . 

Infuper  diftridè  in  virtute  faadje  Obedientix,  &  fub  interminatio- 
ne  Divini  Judicii  prohibet  omnibus  Chrifl:i  fidelibus  cujufcumique  con- 
ditionis ,  dignitatis  ,  ac  flatus ,  etiam  fpeciali  ,  &  fpecialiflima  nota 
dignis,  ne  prsedidas  opiniones,  aut  aliquam  ipfarum  ad  praxim  dedu- 

„  cant. 

Cosile  propofizioni  della  Morale  condannate  da  Aleflandro*  Mi  non 
perciò  fi  compofero  li  Moralifti ,  e  cominciarono  à  fortemente  difputa- 
re  nellaUniverfità  diLovanio  circala  (ufficienza  della  attrizione  in  ifcan- 
cellamento  de'  peccati  nel  Tribunale  della  Penitenza ,  concludendo, 
e  publicando  come  errore  graviflimo  la  opinione  commune  delle  fcuo- 
le  ,  che  bafti  ia  femplice  attrizione  per  ottener  da  ConfelTori  l'af- 
foluzione  de'  peccati  ,  efiendo  che  fia  ella  fufficiente  all'  intento 
neir  efercizio  del  Sacramento  accennato  della  Penitenza  .  Di  quefta 
:ifcJTa  c"ntr^  materia  gii  altrove  [  <i  ]  a  lungo  parlofii ,  quando  ella  venne  in  di- 
tone, e  l'Attru  fcorfo  tra  Padri  del  Concilio  di  Trento.  Ma  non  ballando  ad  efii  l'Ora- 


» 

n 


Bfuo  Decreto 

circa 

Vvldi\i  ro%rif.d,  colo  di  quello  venerato  Concilio  ,  fu  d'  uvopo  al  Pontefice  Aleflàndro 


^Ì"^"r-^^&d7'hlc  rinuovarne  la  validità  del  Decreto  con  altro  [  b]  Decreti?  della  Sacra 

re^vfuFr.Jinro  Inquifizionc  in  quefto  tenore  ;  SS,  D.ls^.  Alexander  Tapa  Septimus  ami  ac- 

Tn^Zo" /air,'--  ceperit  non  (ine  gravi  animi  marore  Scholafiicos qmfdam  acriùs,  nec.abfquo 

'scruti  ù  '  Dc'i'r,-  Fìdelium  Jcandaio  Inter  fé  contendere  i  an  illaattritio,  qua  concipiturexme- 

narum&ctap.-j.  ^  gg^^nn^ ^  exdudcns  voluntatem  peccandt  cum  fpe  venia,  ad impctrandam 

b  s.MartUiùST.  gratiam  in  Sacramento  pcenitentne  requirat  infuper  aliquem  a6lum  dile£tioni$ 

Dei  :  afferenttbus  quibufdam  ,  negantibus  aliis  ,  &  mvicem  adverjam  fen^ 

tentiam  cenfurantibus  .  San&itas  Sua  enixè  cupiens  pacts  vinculum  tnter  fi- 

deles  fervavi  y  omnemque  jcifura  fomitem  extinguerCy  auditìs  votis  EE,  FJ{, 

DD,  Cardlnalium  adverjus   Htereticam   pravitatem    Ceneralium  Inquiftto- 

rum,  net  non  DD,  Confultorum,  &  Qiialijicatorum  5.  Congregatwnis  ,  hoc 

pYAifenti  Decreto  m  vntnte  fan£ia  Obedientia,  &  fub  alns  p^nis  excommu-^ 

nicationis 


Capitolo  V,  6(5  5         Alessan- 

nkationislat£  fententia  buie  S.Sedi  refervat^y  aliifque  pcenis  ejufdem  S.  Se-  ^^^  \  IL 
dts  arbitrio  taxandis ,  prMtpit  cun6lis  ^  &  fmgulis  fidelibus  j  quocumque gra- 
du,  ac  dignitate,  etiam  Epifcopalìj  &  majori  ,  imo  &  Cardinalitia  fulgen- 
tibuSi  ut  ft  demceps  de  materia  attritionis  pr£fat£  fcribenty  -pel  ItbroSy  ani 
fcripturas  edetit y  vel  daeebunt ,  vtl  pradicabunt ,  -pel  alio  quovis  modo  Pce- 
nitentes,  autScolaresy  cceterofque  erHdiem ,  non  audeant,  alicujus  Theologi- 
€(€  cenfura ,  alteriufve  mjtirne  ,  aut  contumelia  nota  taxare  alteram  fenten- 
tiamy  fivenegantemneccjjitatem  aliqmlts  dile^lionis  Dei  inpr<£fata  attritione 
ex  mctugebenniC  conceptay  quiC  hodie  inter  Scholafìicos  communior  videtur , 
five  afierentem  di£i£  dile6iionis  necejjitatem  y  donec  ab  hac  S.  Sede  fuerit  ali- 
quid  hac  iure  definittim.  Statuitque  praterea  Decretum  hoc  j  feu  illius  exem- 
plum  adVahas&c.  Mi  furono  qiicfte  contefe  di  Theologi,  dopo  le  quali 
fopravennero  maggiori  delli  Janfenifti . 

Condannate  da  Innocenzo  Decimo  le  propofizioni  di  Janfenio,  li  par-  3  vedi  u  Ponti/ j- 
ziali  di  effo  riceverono,  come  [a],  Ci  diffe  ,  la  Bolla,  e  la  condanna,  mi  ^""l'i^o!^'"'''^' 
Gonlareftrizione,  che  le  propofizioni  quivi  condannate  né  fi  ritrovavano  Antonio  AmauJ, 
neir.X«^«^in«^  di  Janfenio,.  ne  le  haveva  proferite  Janfenio  nel  fenfo  con-  ^  "e  ree  qua  ua. 
dannatadal  Papa ,  màin  altro  fenfo  Cattolico ,  che  habbiamo  di  fopra  fpie- 
gato .  E  tanto  eglino  fi  oftinarono  nel  foftenimenro  di  quefto  fallace  fubtcr- 
tugio,  che  oramai  non  correvano  per  la  Francia  altro  che  libri  dinotanti 
il  loro  affunto  ,  &  altro  non  udivanfi  ,  che  difperate  vociferazioni,  che 
era  fiata  condannata  una  Herefia  imaginaria ,  non  mai  né  fcritta ,  né  af- 
ferita  da  Janfenio.  Capo  di  quefti  maligni  fazzionantifecefi  Antonio  [^]  b  yinàs\^rri^<ior 
Arnaud,  chiamato  da  un  [e  j  Autore  il  Theodoro  dilslejìoriay  il  Giuliano  t„l'!d-7mocer,[<, 
di  Telagioy  eV\Arnaldodeir ^bailardo ,  daun'Eminentifiìmo  [rf]Scrittore  x.tom.^.pag.6ì-ì^ 
Quebmavo^  difenfore  di  Janfenio,  a  cui  Theofilo  [e]  I^aynaudo  per  unintiero  difefadTiLBliu 
■polumeinfidta  fatto  nome  di  Arnaldo  di  Brefcia  rifufcitato  in  Tarigiy  e  di  cui  '(^Sanaampar.ì.. 
il  Jurius  Miniliro  Hollandefe ,  chiamato  anch' eflb  da  un  [/j  moderno  Con-  'i^'clrdM  ^gH-r- 
troveriìita,  Terpetuus  dcclamatory  &  pfeudopropheta  y  defcrive  a  lun^o  li  ""^'A-f^- 
coltumi,  e  la  condotta  nel  libro  da  elio  compolto,  &  intitolato,  Inge-  de  bicipiti  EaUfi. 


nium  untomi  Arnaldi,  Di  lui,  e  del  fuo  Maeftro  l' Abate  di  San  Cyrano  f°ff rS'j cron^^-r- 
teftiftcò  gran  reità  in  punto  di  morte  Ottavio  de  Bellagard  Arcivefcovo  m^^'Tn  J^illt. 
di  Sens,  in  vita  protettore deili  Janfenifti,  ma  che  in  termine  dieflaper  lff\^lff"Ì^' 
ifgraviodifuacofcienzalafciò  alla  Chiefa,  &  al  Papa  il  giudizio  [g\  più  T/^oV  [ìL'l'pU 
Tero,  che  di  loro  formato  haveva,  eie  gravifUme  ragioni,  che  loYorza- 'J'-'^I'q'''""""^"^* 
vanoafofpetcarediqueftafazzione.  Mi  il  Difcepolo  forfè  più  empio  del  "'  '^  ' 
Maeffronon  ufcì  prefentemente  la  prima  volta  contro  la  Chiefa,  màmol- 
to  prima  egli  haveva  inalzata  bandiera  contro  il   Pontificato  Romano . 
Egli  fu  il  capo  di  coloro,  che  con  cento  libelli  vollero  farpafiarela  Cofti- 
tuzione  di  Urbano  Vili.  7«c?«/?/(?«f/ prima  per  fuppofta,  e  poi  per  furretti- 
zia:  edavvengacheAlelfandro  Vili,  come  fi  [/j]  dirà,  condannairequefta  i>  vedi  a  fontìfji 
propofizione',  non  perciò  l  '  Arnaud  perde  ói  animo ,  anzi  in  una  delle  fiie  ul-  fjjflf'"  ^'^^^' 
time  opere,  cioè  a  dire  nella  nona  parte  delle  difficoltà  propojie  al  Signore 
Steyaert,  fenza  punto  paventare  la  fcommunica  vibrata  dalla  mano  ApO' 
ftolicainqutl  Decreto,  ha  di  bel  nuovo  foltenuto,  che  l' accennata  prò- 
polìzione  non  è  né  falfa,  né  temeraria,  e  che  in  (uà  vece  il  Decreto,  che  «   f*   uyacint» 
la  condanna,  è  egli  obretti  zio:  egli  fu,  che  dikk[i]idtradu:(iione  di  Mons  f,'}-^'^^^^^^^^ 
condannata  prima   da  Clemente  [  f^]  Nono,    e  pofcia  da  Innocenzo /'•'<r;^//''f  s»- 
Undccimo  come  temeranam,  damnofam  »  à  vulgata  cditione  difformem ,  àlnc'^^'.'xli'^'X 

Tt    4  cr/irti- 


Alessan-       g^^  Secolo  XV IL 

DRO    VII.  ^  fjYriplicium  offendicula  continentem ;  e  nulladimeno  egli  nell'Apologia, 
che  ne  divulgò,  ha  ofato  di  fcrivere,  che  quella  è  una  tradw^one  fedelijjp- 
mai  &  efattìffima  del  nuovo  Tefiamento  diGìesùChriJlo:  che  gli  occhi  mede- 
fimi  deW  invidia  non  trovano  nulla  da  riprenderci  con  ragione  :  e  che  non  bà  po- 
tuto ederella  attaccata  fuori  che  per  wcT^ie,  e  per  tmpertinen':^  :  egli  fu  l' As- 
tore della  propofizione,  che  S.Tietroy  e  S.Taolo  fono  due  Capi  della  Chie- 
si vedtUPcntif.d:  /^>  difefa  da  lui  anche  dopo  [a]\z  Pontificia  condanna:  egli  non  pago 
/»n»a«i«A'.rM-  di  difiibidire alla Coftituzione, che horhorarif'eriralll,  di  AleffandroVII. 
r-^.tfj».  g  trarfi  dietro  la  contumacia  di  tutti  li  fazzionanti,  giunfe  a  trattarla  di 

Violenta  ,  e  di  Tirannica y  come  quella  che  con  ingiuiliflìma  ufurpazione 
fi  arrogava  fopra  gli  altrui  fentimenti  un  potere  oltre  ai  confini  della  Pa- 
palpodeftà:  egli  pafsò  a  fpacciar  per  Hereticitutti  quelli,  che  credeva- 
no eflere  nella  Chiefa  un'autorità  di  tal  fatta,  e  tra  quelli  era  fenza  dub- 
bio il  Pontefice  Alelfandro,  che  l'haveva  pratticata  :  e  conchiufe,  che 
la  fcommunica  lanciata  contro  i  fuoi,  che  havevano  rifiutato  dì  ricever- 
la, era  nulla,  e  calla  avanti  Dio,  e  che  fé  ella  haveva  qualche  forza ,  l" 
havevafolamente  per  ricader  SLÌ  la  teftadi  chi  l'haveva  fulminata:  eglifiì, 
che  tra  con  la  fua,  e  con  le  penne  de' fuoi  adherenti  con  infolenza' mag- 
giore invertì  lapodeftà  infallibile  della  Santa  Sede  ,  animando  co' fuoi  eii- 
com)  coloro,  che  la  sferzavano  .  E  perche  non  fi  creda,  ch'egli  fopra 
ciò  cangiafl'e  tenore,  ed  animo,  due  anni  prima  della  fua  morte  l'hàcomT 
battuta  "alla  fcoperta  anche  in  ciò  ,  che  d  attiene  al  diritto,  &  al  jus  m 
queWanona  parte  delle  ci/j^co/f^  da  noi  di  fopra  accennate  :  egli  fu,  che  in 
unafuafamofa  lettera  non  fol  mantenne,  che  le  proporzioni  condanna- 
.  te  non  erano  neìV^Augufiinus  di  Janfenio,  né  condannate  nel  fenfo  da  lui 
intefo,  ma  nel  medefimo  tempo  avanzò  una  dieflepropofizioni,  eia  di- 
fefej  onde  per  l'uno,  e  per  l'altro  capo  fii  calfato  dalla  Sorbona  ed  egli, 
e  tutti  coloro ,  che  non  vollero  (ottoicrivere  la  di  lui  condanna ,  e  quindi  lla- 
bilito  in  perpetuo,  che  ninno  potelfe  in  quella  grande  Univerfità  afcen- 
deread  alcun  grado,  fé  non  havefle  prima  fegnato  il  Decreto  della  con- 
dannazione della  dottrina,  e  della  perfona  dell' Arnaud:  e  ciò  (  foggiun- 
b  B^rd: he. citar  S^^*  T^]  nell'allegato  Bordone)  fi  olferva  fino  al  giorno prefente  in  tal 
ca^.uiKB^.Sìs,  rigore,  che  volendo  dottorarfi  nellafacoltà  un  fuo  Nipote,  figliuolo  di 
un Miniftro  distato,  echiedendo  in  graziadipoter  condannare  ladottri- 
nafolamente,  e  non  la  perfona  del  Zio,  non  potè  giammai  impetrarla  ; 
ed  egli  finalmente  fui' Autoredi  tutte  quelle  mabgneprocedure,  che  an- 
davano direttamente  a  rinverfare,  quanto  fi  andava  edificando,  &  a  ferire 
mortalmente  il  valore  della  Bolla  Innocenziana,  e  l'autorità  del  Pontefi- 
ce. Alle  inique  procedure  dunque  delli  Janfcniftì,  che  dafe  medefime  fi 
tiravano feco  dietro  l'horrore,  e'ibiafimo  d»  tutto  il  Mondo,  opportu- 
c^nn.iis<^.  namente  [c]fopragg!unfe  al  Papa  una  calda  iftanza  de'  Vefcovi  France- 
fi,  con  la  qualclofupplicavanoa  darruitiniotaglio  alla  teftadi  queft'Hi- 
dra,  cherecifainuncapo,  feracemente hon ida  ,  ripullnlavaincontanente 
in  un'altro.  Fu  quello  non  eccitamento,  m.icermine  delia  rifoUizione  di 
Aleflandto,  chefcorgcndoiì  obligatoarofi-ocarnellagoladelli  Janfenifti, 
edell'Aniaud  tutte  le  mal  difpoitc,  e  da  no»  riferite  interpretazioni,  in 
rifpf  fta  ai  Vtfcoviemnnò  una  nuova  Coftituzione,  in  cui  repercotendo 
con  mano  A.)OiloIica  su  lagran  piaga  di  quel  parato,  rinnovò  tutte  da  ca- 

decelibri  >  e  fi  efpreiie  in  termini  così  chiari ,  che  chiù- 


pò  kcenfurede'Prcc 


fé  ogni 


Capitolo   K  66%        Alessan^ 

fé  Ogni  adito  aU'efpofizioni  maligne,  né  lafciò  agli  avverfarii  altro  rico-  ^^^    ^  ^^* 
vero,  che  fotte  le  ali  della  temerarietà,  e  tra  le  braccia  della  contumacia, 
dichiarando  m  precifi  termini ,  che  le  cinque  propofizioni  erano  fiate  ellrat-  J^^'Jlro  ^f  r'f^c^ 
tcdairc/^/^^?wy?i««^diJanrenio,  e  condannare  dalla  Sede  Apoftolica  nel  fcnfo  n'ifì»"" 
intefo  dal  detto  Autore .  E  perche  la  oppofizione,che  dalli  Janfenifti  fi  diede 
d  quella  Bolla ,  pofe  in  campo  come  una  nuova  difputa ,  ove  prefentemente 
fi  raggirano  tutte  le  pretenzioni  di  ellì ,  necefi'aria  cofa  riputiamo  foctopor- 
ne  diftintamente  il  fenfo  al  Lettore,  acciò  quindi  meglio  comprcndafi  l'in- 
tendimento di  effa. 

^d  Sanfl^m  [a]  Beati  Tetri  Sedem ,  <&  imiverfalis  Ecclefìx  regimcn,  in-  =•  Bidi.^Ux.vir. 
fcrutabili  Divina  providentia  difpofitione  ,  nidlis  no/iris  fuffragantibus  me-  is^iiT^'  ' 
ritis  eve£ii ,  mhil  nobis  antiqmus  ex  rnuneris  noflri  debito  efk  duximus  , 
ijuàm  ut  fantÌA:  fida  nojir^  ,  ac  facrorum  dogmatum  integritati  tradita, 
nobis  à  Deo  pote/ìate  opportune  confuleremus  ;  ac  licòt  ea  ,  qux  ^pofiolicis 
CQnfiitutionibus  abundè  fuerint definita  ^  nov£  decifionis ,  five  declarationis  ac- 
ceffione  nequiqu.im  indigeant^  quia  tamen  aliqui  publiae  tranquillitatis  per^ 
turbatoresnlaindubium  revocare  ^  vel  fubdolis  interpretationibus  labefaÙare 
nonverentur i  ne  morbus  ifie  latiàs  di^agetur^  promptum xApojiolic£ authori- 
tatis  remedium  cenfuimus  non  efie  differcndum . 

1.  I.  Emanava  ftquidem  alias  à  fel.  recor.  Innocentìo  Tapa  X.  Trxde-* 
ecfore  nofiro  Conftitutio ,  declaratio ,  &  definitio  tenoris  ,  qui  jequitur ,  vi' 
delicct .  Innocentius  Epifcopus  fervus  fervorum  Dei .  Univerfts  Chrifii  fi- 
delibus  falutem  ,  (jr  ^pojioUcam  benedi£lionem  .  Cum  occaftone  impref- 
fionis  libri  y  cui  titulus  Cornelii  Janfenii  Epifcopi  Iprenfis  ,  inter  alias  ejus 
opiniones  orta  fuerit ,  pr^ferti'n  in  Galliis  ,  controverfia  fuper   quinque  ex  ■' 

illis,  complurcs  GaUiarum  Epifcopi  apud  nos  infieterunt  ,  ut  eafdem  pro^ 
pofitioncs  nobis  oblatas  cxpenderemus ,  ac  de  unaquaque  earum  certam,  <&  .  '"  ' 

perfpicuam  ferremus  fententtam.  Tenor  vero  prafatarum  propofitionum  ejìt  r 

prout  fequititr .  Trima.  ^liqua  Dei  prcQcepta  hominibus  jujlis  volentibus  , 
&  conantibus  fecundiim  pr<iefentes  ,  quas  habent  vires  ,  funi  impoffibilia^ 
deefi  quoque  illis  gratia  ,  qua  pofjibilia  fiant  .  Secunda  .  Interiori  gratile 
in  flatu  naturile  lapfe  nunquam  refìfiitur.  Tertia.  jLd  mercndumi  &  dcme- 
rendum  in  jiatu  natura  lapfne,  non  requirttur  in  homine  libertas  à  neceffitate^  '•  -   - 

fed  fufficit  libertas  à  coazione  .  Quarta  .  Semipelagiani  admittebant  prce- 
vemcntis  gratili  interioris  mccjjitatem  ad  fingulos  aUus  ,  etiam  ad  initium 
fidei;  &  m  hoc  erant  h eretici ,  quòàvellent  eam  gratiam  talem  efie  ,  cui 
pofjet  humana  voluntas  refifìercy  vel  obtemperare  .  Quinta  .  Semipelagia- 
numefidtcere,  Chrijium  prò  omnibus  omninò  hominibus  mortuumcffet  aut^. 
fanguinem  'udifìe* 

§.  z.  T>{js  qmbus  inter  multiplices  curas  ,  qu£  ammum  nofìrum  a/Jì- 
due  pulfant ,  illa  in  primis  cordi  eji,  ut  Ecclefta  Dei  nobis  ex  alto  commip 
fa  purgatis  pravarum  opinionum  erroribus  tutò  militare,  <&  tanquam  navis 
in  tranquillo  mari y  fedatis  omnium  tempefiatum  flu^ibus  ,  ac  procellis  ,  fe^ 
cure  navigare,  &  ad  optatum  falutis  portum  pervenire  pofjit .  Tro  rei  gra- 
vitate coram  aliquibus  S.I{.E.  Cardtnalibus  y  ad  id  fpecialiter  fepiiis congrega- 
tisi à  pluribus  in  Sacra  Theologia  Magijìris  ,  eafdem  quinque  propofitio- 
nes  ,  ut  (upra,  nobis  oblatas  ,  fecimus  ftngillatirn  diligenter  cXaminari  ^ 
eorumque  fuffragia  tum  voce  ,  tum  fcripto  relata  mature  confideravtmus  > 
eofdemque  Magijìros ,  variis  coram  nobii  aBis  Congregationibus  ,   prolixè 

fiper 


AtEssAN-        ^55  Secolo  XVI  f. 

V  li*  fuper  eifiem ,  ac  fuper  earum  qudìhet  dijjerentes  ,  audivimus  .  Cum  aw- 
tem  ab  initio  hujufcemodi  di/cuffianis  ad  Divinum  implorandum  auxilmm 
multorum  Cìmftifìdel'mm  preces,  tum  privattm,  tum  publkè  indixìfiemus  ; 
pofimodum  iteratis  eifdem  fervemiàs  ,  ac  per  nos  folicitè  implorata  Sancii 
Spirkus  affì/ientia ,  tandem  Dipìno  Tslumim fallente  adinfrafcriptam  det^emntus 
decLarationem ,  &  definitioncm . 

§.3.  Vrimam  pmdt6larum  propofttionum  :  KAlìqua.  Dei  pr^cepta  homìni' 
bus  ìuflisvolentibuty  &conamibi4S  t  fecundum  prcefentesy  quas  habcntviresy 
flint impojjibilia  i  deefi  quoque  tllis  gratta,  qua  pojjibtlia  fiant  :  Temerarìaniy 
impiam  i  blafphemam,  anatbemate  damnatam  y  &  ÌMreticam  declararrjus, 
dr  uti  talem  damnamus  .  Secundam  :  Interiori  gratin  in  fiatu  natura  lapfe 
tìunquam  refìfiitur:  Hareticam  declaramus  ,  &  uti  talem  damnamus  .  Ter- 
tiam  :  ^Admerendum,  &  demerendum  in  flatu  naturie  lap/a  non  requiritur  in 
hominelibertas  à  neceffitatey  fed  [uffictt  libertasà  coa&ione:  Hxreticamde^ 
claramusy  &  uti  talem  damnamus  .  Quartam  :  Semipelagiani  admittebant 
pr<£venientis  gratin  interioris  necejjitatem  ad  fìngulosa^us  etiam  ad  i/ìitium 
fideiy  &  in  hoc  erant  hiereticiy  quòdvellent  eam  gratiam  talem  efiey  cui 
poffet  humana  -poluntas  reftftere  ,  yd  obtemperare  :  Falfam  ,  ^  h^reticam^ 
declaramus  y  &  uti  talem  damnamus  .  Qutntam  :  Scmìpelagianum  e  fi  diccr 
re,  Chriftum  prò  omnibus  omninò  h omini bu s  mortuum  efie ,  autfanguinem  fu- 
dijje  :  Falfam ,  temerariam ,  fcandalojam  ,  &  intellcÙam  eo  fenju,  ut  Chrt- 
ftus  prò  [dute  dumtaxtat  prmdelìmatorum  mortuus  ftt ,  impiam  ,  blafphe- 
mam,  contumeliofam ,  divinte  pietati  derogantem  y  &  hicreticam  declaramusy, 
&  uti  talem  damnamus. 

§.  4.  Mandamus  igitur  omnibus  Chrifli  jìdelibus  utriufque  fexus  ,  ne' 
de  di£ìis  propofitiombus  fentircy  dosere  y  predicare  diterprafumant ,  quàm- 
tn  hac  prafcnti  no/ira  declarationcy  &  definii  ione  continctur  y  fnb  cenfurìs  y 
&  poents  cantra  hareticos ,  <^  eorum  fautores  in  jure  exprijfis  ,  Tr.tcipi- 
rnus  pariter  omnibus  Tatriarchis  y  ^rchiepifcopis  ,  Epifcopis  ,  aliifque  loca^ 
rumijrdinariisy  necnon  haretica  pravitatis-Inquifitoribus  y  ut  contradi5ÌoreSt: 
CiT  rebelles  quofcHmque  percenfu^aSy  (^  poenas  pr^di^ìas  y  c^teraquejurisy  &■ 
fa6li  remedia  opportuna,  invocato etiam  ad  hoc  (  ftopusfuerit  )  auxilio  bra^ 
chii  fiCcularis  y  omninò  coerceant ,  &  compefcant.  l^on.  intendentes  tornea 
per  hanc  declarationemy  &  definitioncm  fuper  pr£di5iis  quinque  propofitionibus- 
faElam  y  approbare  ullatenùs  alias  opiniones ,  qu^e  contmentur  in  prcedióio  li- 
bro Corneln  Janfeni.  Datum  B^mje  apudSan£ìam  Martam  Ma]orem  anno  In^ 
carnationis  Dominici  millefimoquinquageftmo  tertio,  pridièKaljmiiiy  Vomì- 
ficatns  nojìri  anno  nono-, 

§.  5.  Cum  autem  ,  ficut  accepimus  ,  nonnulli  iniquitatis  filii  pradi&as 
quinque  propofitiones  ,  rei  in  libro  pradiBo  ejufdem  Cornelit  Janfenti  non 
repeririy  fed  fi5ìè  y  Ó"  prò  arbitrio  compofitas  ejje  y  vel  m  fenju  ab  e odem  in- 
tento damnatas  non  fuifie,  aftcrerc  magno  cum  Chrijii  jidelium-  fcandalo  non. 
teformtdent . 

t^.  6.  'HoSy  qui  omnia y  qua  hac  inre gefìafunt y  fufficientery  &'  attentò 
perfpeximus  y  ut  potè  qui  ejufdem  hinocentii  Tnedecefioris  jufu,  dum  adhuc 
in  m'moribu»  conjìitutiy  Cardj,nalis  munere  funger emur  ,  omnibus  illis  con- 
grefjìbus  interfuimus  y  in  quibus  ^pofiolica  authoritate  ,  eadem  caufa  difcuf- 
faefly  ea  profetìò  diligentia,  qua  major  defìderari  non  pofiet y  quanicumque 
diibitationem  Juper  pnsmijjìs  m  pùjkrum  mferre  volente s  y  ut  omnes  Chriffii 

jìdi:L& 


Capitolo  V.  (J^ry       Alessan-. 

fideles  in  ejufdent  fìdct  unitate  fé  [e  contineant ,  ex  debito  nofìnVafioralis  ^^^  ^"' 
offìcUi  ac  matura  deliberatione ,  prainfertam  Innocentii  Tradecejjoris  noftri 
Conjiitutionem  y  declarationem  y  &  definitionem,  harum  ferie  confirmamus , 
approbamusy  &innoyamuSy  &  quinque  illas  propofìtiones  ex  libro  prame- 
moratiCornéUtJanfemty  Epifcopt  JprenftSy  cui  tttulus  ejì  y  sAugufiinus  y  ex- 
cerptasy  ac  infenfuabeode  Corneltojanfenio  intento  damnatas  fuijTe  ,  de- 
claramuSy  &  definimusy  ac  uti  tales  y  inufta  fcilicet  eadem  finguiis  nota, 
qu£  in  pr£di£ia  declarationcy  &  defìnitione  unìcuique  illarum  ftgillatiminuri' 
r«r,  iterùm  damnamus  ,  ac  eumdem  librum  f^pè  di6it  Cornelii  Janfenii  , 
cut  tituiusy  ^uguftinusy  omnefque  alios  tam  manufcriptos  ,  quàm  typis  edt- 
tos  y  &  ft  quos  forfan  impvjierum  edt  contigertt  y  in  quibuspnediBaeiufdem 
Cornelii  Janfenii  doèirina utjupra  damnata defenditur ,  vel  ajiruitur ,  aut  defeu- 
detur^  <&  aflruetur ,  damnamus  itidem ,  atque  prohibemui .  Mandantes  omnibus 
Chriftifidelibus,  nepr£di£lam  do6irinam  teneantypradicent ,  doceant  verbo ,  vel 
in  fcriptis  exponant  yVel  interpretentitr  publicè  yVelpriì^atim  ypalam  vel  occulte 
imprimant ,  fub  panis ,  &  cenfuris  cantra  Hareticos  in  jure  exprejjis  tpfo  fa6io  9 
abjfque  aliadeclaratione ,  incurrendis . 

§.7.  Tr^e€ipimus  igitur  omnibus  Venerabilibus  Fratrìbus  nofirisTatriar- 
chisj  TrimatibuSy  Metropolitanis  y  ^rchiepifcopis  y  EpifcopisycaterifquelO' 
€orumOrdinariiSy  ac  haretide  pravitatis  Inquifitoribus  ,  ac  Judtcìbus  Eccle- 
fiafiiciSi  ad  quospertinety  ut  pr^einfertam  ejufdem  Innocentiil?r£deceJ}bris  Confìi- 
tutimemy  declarationem  yac  defìnitionem,juxta  prafentem  noflram  determinatio- 
nem  ab  omnibus  obfervarifaciant ,  ac  inobed'entes ,  &  rebelles pradiBis  pcenis  , 
aliifque  juris ,  &faBi  remediis ,  invocato  etiam ,  fi  opusfuerk ,  brachiifjscularis 
auxilio  y  omninò  coerceant. 

Datum  F{omie  apud  SanBam  Mariam  Majorem  ^nno  Jncamationrs  Domini' 
Cig  millefimo  fexcente fimo  quinquage fimo  fextOy  decimofeptimo  KaL  '^ovem- 
briSyVontificatus  IS^ofìrianno  fecundo. 

Così  la  ftrepitofa  Bolla  di  Aleirandro  contro  chiunque  negaffe  le  pro- 
pofizioni  inferite  nel  libro  di  Janfenio ,  ò  il  loro  fenfo  intefo  da  Janfenio  ♦ 
A  un  tanto  colpo ,  che  recideva  dalle  radici  il  mal  nato  virgulto  del  Jan-  g/ìlnxedciujau" 
fenifmo,  fi  oppofero  per  altra  parte  li  Janfenifti  ;  e  quei,  che  fin  allora  fi  lenifti. 
erano  diportati  con  qualche  freno  di  riverenza  verfo  il  Vicario  di  Chrifto  ^ 
interpretando  bensì  le  propofizioni  condannate,  ma  non  mai  negando  l' 
autorità  del  Giudice  nel  condannarle ,  con  temeraria  baldanza  fi  fcagliaro- 
no  allora  e  contro  le  une ,  e  contro  l'altra ,  e  ripigliando  il  Giudice  egual- 
mente, e  lafentenzaefclamarono,  ^Agitarfi  la  quejiione  fopra  una  materia 
di  fatto ,  quaVera  yje  le  propojì'S^ioni  (ì  rìtrovafiero ,  0  nonft  ritrovaftero  nell'^u- 
guflinus  di  Janfenio  y  e  fé  Janfenio  le  havcfìe  afìerite  tn  fenfo  hereticale,  ò 
Cattolico  :  nel  che  non  apparire  alcun  punto  di  fede ,  ma  unfolo  articolo  di 
fatto  y  cioè  adire  y  quel  cbehaveva  ò  fcrittOy  ò  f entità  in  materia  di  gra-:^ia 
un  Dottor  particolare  della  Chiefa  :  onde  inferivafi  ò  ingamiarfì  il  Tapa  ,  ò 
efiere  egli  ingannato  in  cofa  non  rivelata  dalla  S.  Scrittura  ,  non  difcujja 
da'Conciliiy  non  afierita  da'  Tadriy  e  che  dipendendo  tutta  da  un  fempltce 
fatto  y  non  ammetteva  infallibilità  di  fenten';^a  y  ò  incontrovertibilità  di  afjer- 
•:^ione;  Hglino  allegavano  antichi  efempii,  e  pieni  di  e/fi  le  e  arte  dell' Eul<- 
fiaflica  Hifioria  :  Conchiudevano  ,  tal  njpolia  non  ingiuriofa  alla  Catedra 
diSanVietroy  &  approvata  buona  dagl'ilieffi  Scrittori  Cattolici  y  i  quali  nel 
riferire  fomiglianti  fatti ,  non  per  tiò  furono  mai  da  vernn  fatti  rei  d'imvg' 

reii':^ 


Alessan-         ^^g  Secolo  XVII. 

DRO    VII.   Yen\a  ver/o  V autorità  deVonteficì,  e  molto  meno  d'  errore  contro  la  fède'*' 
Così  eglino,  che  quindi  ritornando  al  loro  primieio  adunto,  rendevano 
inìbelli  due  Coftituzioni  Pontifìcie  la  Innocenziana,  e  rAlefTandrina,  col- 
ludendo la  prima  con  la  interpretazione  delle  propofizioni ,  la  feconda  con 
la  incompetenza  del  Giudice.  Quefta  dottrina,  ch'era  fpecialmente  infe- 
gnata  dai  Vefcovi  di  Angers,  d'Alet,diPamiers,  e  di  Beauvois,  fatti  Capi 
della  fazione,  cominciò  prima  àdideminarfi  per  la  Francia  con  la  voce,  e 
poico'fcritti,  e  talradiceineirafiffe,  che,  benché fuppreffa  dalle  penne 
de'Cattolici,  ne  rigermogliarono  fempre  con  perniciofa  fecondità  per  fet- 
te Pontificati  li  virgulti . 
Riprova  delle  lo-      Mìuoì,  chc  habbiamo  la  penna  in  iTiano ,  non  tanto  per  riferir  l'Here- 
ro  addotte  ragio-  ^^^  quanto  pct  ifcuoptir  le  fallacie  degli  Heretici  ,  non  habbiam  cuore 
di  paflar'oltre,  fenza  rivolgerli  almeno  ad  elfi,  e  dire:  Come?  Le  propofi- 
zioni condannate  di  Janfenio  non  ritrovanfi  elleno  ndV  ^ugi^Jìinus  di  Jan- 
,   .  „  r  feniò?  'Nec  fa]  m  Tanfenio,  necinullis  ejus  dtfenforibus  extantì"  Dunque, 
qfMis  in  defcnf.  fé  cosi  e,  di  prello  cento  trenta  Velcovi  della  trancia,  quegli  ottantacin- 
Ì4i/f«.  Q^wQ^  che  denunciarono  ad  Innocenzo  Decimo  le  cinque  propofizioni ,  e 

profetarono  apertamente,  ch'elleno  erano  tolte  dal  libro  pofihumo  di  Cor- 
nelio Janfenio  già  Vefcovo  d'Ipri ,  ò  fcrilVero  come  fentivano,  e  ferono  tut- 
ti ignoranti ,  ò  non  fentiiono  come  fcrilTero,  e  tutti  menzogneri  ?  E  quali  al- 
tri furono  i  motivi  degli  fconvolgimenti  per  dieci  anni  nella  Francia  avanti 
laCoftituzione  Innocenziana,  che  quelle  propofizioni,  dalli  Janfenifti  me- 
defimiconfeflate  di  Janfenio,  e  in  Janfenio?  Come  poi  doppo  la  Bolla  ne^ 
garle  in  lui  contro  la  confeflìone  propria,  contro  il  fentimento  di  tutti  li 
Dottori  della  Sorbona  congregati  in  tante  Allemblee,  contro  il  parere  ài 
tutti  li  Padri  della  Chiefa  Gallicana,  anzi  della  Europa,  contro  le  giurate 
aflerzioni  de'Cenfori  di  Roma ,  contro  le  autentiche  teftificazioni  in  folen- 
ne  giudizio  con  Apoftolica  autorità  ài  due  Papi ,  contro  il  filenzio  compro- 
vativo  di  fette  loro  Succelibri ,  fol  perche  il  Pafqual ,  e  l'Arnaud  con  fermez- 
za di  voce,  &  intrepidezza  difaccia  in  faccia  a  tutta  la  Chiefa  per  mezzo  di 
b  s  cpr.  in  Uh: de  publìchc  fcritture  sfacciatamente  atteftano ,  Quelle  propofiT^ioni  nec  in  Jan- 
i'anit:àe'vt(ri^»  fenio,  nec  in  ulLisc'jHsdcfenforibus  extare  ì  [b]  H<ic  efi  fumma  deH6lt ,  efcla- 
merebbe  certame!ite  contro  elfi  fin  dall'Africa  S.Cipriano ,  nolle  agnofcercy 
quod  ignorar  e  non  t)oj]is.  Ma  a  che  andar  tracciando  autorità,  e  maeftà  ài 
Dottori,  quando  li  medefimijanfenifti  hanno  refa  chiara  al  mondo  la  evi- 
denza fieli  ad -1  ratto  ?  L'Arnaud  nulla  pena  ad  atreiìare,  che  la  prima  delle 
cinque  propofizioni  fi  è  quella  (  ondelealtre,  come  da  fonte,  originano) 

^//^'''«/'r^'^"''''''*  ^^^^^"J^'^^'-'"^^'-^'^^^^'^^'  ^^^'^^^  [^J  'Propofltionum  prima  i  cujusuniusver- 
'  """^  '''  ba  apu'd  Janfemumreperiuntur .  Quefia  di  lui  confefiione  della  prima  pro- 
pofizionedeveneceflariamente  portarlo  alla  confellìone delle  rimanenti: 
poiché  s'egli  è  vero,  chedaqueiiaprima  vuol  farfi  il  giudizio  delle  altre, 
le  quali  hanno  con  la  prima  sì  ftrettaconnefiione,  che  quando  quefta  fi  fta- 
bibfca,  non  rimanga  più  altra  lite  per  le  rimanenti,  ritrovandoli  ella  per 
confefiione  di  lui  ndi'u^/z^^/if/iwr  di  Janfenio,  nonpolfono  le  altre  non  rin- 
venirli nel  medefime  libro,  ondela  prima  fu  efiratca.  E  s'egli  nega  cotal 
illazione,  noi  fenz'altra  prova  lo  conduciamo  a  mano  avanti  Y^ylugufiinus 
medelimo  di  Janfenio,  edaprendogli  il  Capitolo  decimoterzo  del  libro 
terzo  de  tratta  Salvacorisy  co'ldito^in  guida  così  gl'indichiamo  il  contrq- 
yerrofeiitimento,  Hicc  omnia  pie nijjimè,  fcrive  adverbum  Janfenio  nel  ci- 
tato 


Capìtolo  K  66g        Alessa>t 

tato  luogo,  plenijjìmè(]ue  demonftrant  nibilejje  m  S.^ugujlìni  doSlrina  cer-  ^^^  *^-*-  • 
tiusy  ac  fmdatius ,  fjudm  effe  pracepta^u/damj  quje  bominìbusnontantkm 
infidelibus  i  exc<ecatis,  obdtiratts  y  [ed  fidelibus  quoque  ,  &  juflis  ,  volenti- 
bus ,  conantibus  y  feciindimprjefemes ,  quas  babcnt,  vires ,  funt  ìmpoffìbilia: 
deefie quoque gratiam ,  qua  fìant  pojfibilia:  hoc  enim  S.  Vetri  exemplo y  aliif- 
que  multis  mamfeflum  eji ,  qui  tentantur  ultra  qiiàm  pojjìnt  fujìinere .  Hor 
quefta  non  è  la  medefima  in  proprii  termini  condannata  da  Innocenzo?  Di 
pili  ritraggali  l'Arnaud  alquanto  indietro,  che  troverà  nel  Capitolo,  vige- 
fimoquinto  del  fecondo  libro  ,  che  cosi  fcriHe  Janfenio  ,  Hxc  itaque^e/i 
veraratioy  &radixt  cur  nulla  omninò  medicinalis  Chrt(ìi  gratta  effe£lu  fuo 
careat-y  [edomnìsefficiaty  ut  volmtas  velit,  (&  aliquid  operetur .  Chi  dice 
dunque ,  che  ninna  grazia  medicinale  è  mai  priva  del  fuo  crfetto,  vuol  dire  , 
che  à  niuna  grazia ,  che  fi  conceda  alla  natura  caduta,  mai  fi  refifte.  Hor 
quefta  è  delfala  feconda  propolìzione  condannata  da  Innocenzo.  Si  palli 
oltre,  e  fi  rivolga  il  fefto  libro,  ivi  fi  rinverrà  il  titolo  del  Capitolo  fello, 
che  così  dice.  Duplex  necejjìtas  ^ugujìino ,  coaóiiontSy  &ftmplex:  ilUy  non 
hac,  repugnatlibertati;  e  quivi  egli  lungamente  dichiara  la  femplicenecef- 
fità  diftinta  dalla  violenza.  Hor  non  fa  qui  di  bifogno  di  molta  Theologia 
per  intendere ,  ch'ella  fia  la  iftefiìifima  propofizione  cenfurata  in  terzo  luo- 
go dalla  Bolla  Innocenziana.  La  quarta  propofizione  percofia  dagli  ana- 
themi  d'Innocenzo ,  ella  è  affermata  da  Janfenionel  Capitolo  fefto  del  libro 
ottavo  in  quefto  tenore,  Itaque  Maffdienfium  opinionibus  y  &  ^ugujìini  do- 
Urina  diligentijjimè  ponderata  y  certum^  &  indubitatum  debere  efie  fentio  , 
quòd  Mafjìlienjes  pratcr  pnedicatmiem  y  atque  naturam ,  veram  etiam  ,  at- 
que  internam ,  &  a^lualem  gratiam  ad  ipjam  etiam  fidem ,  quam  bumancs 
yoluntatis  ,  ac  libertatis  adfcnbunt  viribus  ,  neceJJ'ariam  effe  fateantur  :  in 
quefte  parole  fpiegafi  aperia la  prima  parte  della  propolizione  dannata  : 
ecco  le  altre,  per  cui  dichiarafi  la  feconda,  In  hoc  ergo  proprie  Mafjilienfium 
errorfttusefi  y  quòd  aliquid  prirmeva.  libertatis  reliquum  putam  y  quoyjìcut 
^dam,  ft  voluijjety  poterai  perfeveranter  operarì  bonum  ,  ita  lapfus  homo 
eredere  poftet,  fìvetlety  ncuter  tamen  fine  interioris  gratin  adfutorio  ,  cujus 
ttfusy  "pel  abufus  relt&us  efjet  in  uniufcujufque  arbitrio  ,  &  potefìate  .  La 
quinta  in  fine  delle  propofizioni  dannate  non  fi  ritrova  ella  nel  terzo  libro 
di  Janfenio  in  quefti  precifi  termini  ?  "^ec  enim  juxta  do£lrinam  antiquorum 
prò  omnibus  omninò  Cbrijius  pafìus  y  autmortuusc/iy  aut  prò  omnibus  omni- 
nò tam  generalitcr  fanguinem  fudity  cum  hoc  potiùs  tamquam  errorem  àfide 
abhorrentem  doceant  ejle  refpuendum  ;  e  poco  apprelfo  ,  Tra  primi  generisi 
hominibus y  tamquamyeris ovibus  juis  y  vero  populo  fuoy  tamquam  abfolutè 
falvando ,  fernet ipfum  dcdit ,  ac  tradidit .....  non  prò  cateris,  qui  àfidcy  &  cha- 
ritate  d<;fiùentes ,  in  iniquitate  moriumur  .  Così  egli  ,  Son  dunque  delfe- 
in  Janfenio  le  propofizioni  condannate  da  Innocenzo  ?  Quanti  hanno  fcrit- 
to  fu  quefta  materia,  nonfinifcono  di  ammirare  la  fronte  durifiima  degli 
avverfarii,  che  doppohaver  per  tanti  anni  foltenute  al  cofpetto  del  Cielo  v 
e  della  terra  quelle  cnique  propofizioni ,  come  dottrina  di  Janfenio ,  udito 
lofcoppiodelfulmine  Vaticano fcefo ad  incenerirle,  che  mutato  non  fo- 
iamente  linguaggio ,  màfiftema,  dicono  con  refrattaria  oftinazione,  T^o» 
mai  h  averle  adente  Janfenio.  Cofa  invero,  che  merita  la  obbrobriofa  ceti* 
furadiS.Agoftino,  che  dille:  [a]  Q^ii  fé  dtcìt  fcirequod  nefcit  y  temerarius  lif^^^JniH'"''^' 
eji;  Qui  fé  negatfcire  quodfeit ,  temerarius  efiy  ingratus  »  &  impius , 

Mi 


cS 
ici 


Alessan-        ^^q  Secolo  XV I L 

DRO  VIL  y^^  paliamo  al  fecondo  punto.  Sofigi ungono' fi  Janfenifti  ciò  che  at 
altro  propolTto  fcrifle  S.  Agollino,  [  a  ]  Fa^ias  non  efl  inverbis,  ftd  in 

a  identiè.i.foji^j-^fjj'j^^ .  g  Jicono,.  tc  cimjue  propt>ft7^ioni  ò  non  rinvenirli  nellihro  dijanfemo,  ò 
fé  pur  elleno  in  qualunque  modo  vi  fi  adocchiano  ,  certamente  non  ejjer  ejle 
quelle,  che  vengono  condannate  dalla  Bolla .  Conctojiacofathe ,  eghno  fog- 
giungono,,  le  propofjT^ioìii  di  Janfcnio  haver  due  feti  fi,  uno  apertamente  He- 
retico,  l'altro  Cattolico ,  ilprimo  alieno  dalla  mente  di  lui,  it fecondo  prò.  rio  di 

b  rw;;/  Pon^.dì  lui^  come  noi  habblanrio  altrove  [^J  diffufamente  fpiegato  .  Ciò  fuppofto, 

^'i^ni^.x,to.^.pag  ^a\[xio  concludono ,  cfjcre  fiate  dal  Tapa  condannate  le  cinque  propojì'sijo- 
nì  nel  fenfo alieno,  enongiànel  proprio  di  Janj^nio;  ed  iiv vertono,  t/>e  // 
primo  non.  era  di  Janfenio,  ma  di  Calvino  ,  e  perciò  da  tjji  appellar ft  fenfo 
alieno,  &  heretico,  quale  mali'2^0 fornente  dar  fi.  potrebbe  à  quella  propoft- 
'3^one,  che  ella  perà  in  fé  non  ha,  fé  ben  (i  intende.  Tali  erano  ii  fentimen- 
tideili  Janfcnifti,,  fimili  a  quegli  antichi  di  un  feguace  di  Prifcilliano ,  di 
Hierdtfcrbt.  cuidilfe  S. Giiolamo  [e]  Mie  ufque  hodie  à  nonnullis  Guofiic^  Hcerefeos  ac- 
''^'  cufatHr ,  defendentibus  aliis,  non  ita  eum^  [enftfk,  ut  arguttur .  Mi  dicali 

ingrazia-,  avanti  la  Bolla  Innocenziana  in  qiial  fenfo  pigliavano  li  Janfe- 
niitile  cinque propofizioni,  per  cui  tanto  rumore  fecero,  e  tante  contro»- 
verfiefufcitatono' nella  Francia,  in  Roma.,  e  per  la  Europa?'  Certamen- 
te non  nel  primo,  chiamato  unitamente  da  tutti  fenfo  heretico,  fopia  il 
quale  non  cadeva  dilfenlìone  alcuna  fra  luna  parte,  e  l'altra.  Dunque  tutta 
laquefìione  avanti  la  Bolla  aggirava^  fu'l  fecondo  fenfo,.  dagli  uninonam^ 
melfo  perCattolico  j  e  dalli  Janfenifìi  foftenuto  per  deflb.  Hor  come 
avanti  la  Bolla  tuccaia  difficoltà  conlìflevanel  valore  del  fecondo  fenfo,  di- 
tutte  le  difpute  era  egl'il  (oggetto,  e  l'oggetto,  di  tutta  lalitelofcopo;  e 
poidoppolaBolIadice(ì-,"ch£lacondanna  cadde  fui  primo,  e  non  fu'l  fe- 
condo? Sul  primo  fenfo  tutti  caminavano  d'accordo,  né  per  la  dichiara-, 
zionedielfo  fi  fece  alcuna  ilianza  avanti  il  Tribunal  fupremo  di  Roma  ; 
come  dunque  fi  vuole,  chelafcntenzadi  Roma  colpilfe  il  primo  fenfo  ,.. 
chenondibattevafi,  e  lafciaife  incarto- il  fecondo,  ch'era  il  nodo  della. 
qucftione?  Qiial  Giudice richiefio  di  una  fentenza,  dehnifce  ciò,  che  da- 
gli Attori  non  Ci  addimanda ,  e  doppo  Io  firepito  de'contradittorii ,  e  del- 
le confulte  decide  il  certo  ,.  e  lafcia  indecifo  il  controverfo  ?  Il  coftume 
della  Chiefaé  egli  fempre  fiato  di  condannar  le  propofizioni  nel  fenfo  pro- 
prio, ch'elleno  fanno.  Perii  Janfenifli  il  fenfo  proprio  è  il  fecondo  ; 
dunque  elleno  fono  fiate  condannate,  dalla  Chiefa  nel  fenfo  fecondo .  Ol- 
tre àche  dichiarandofi  heretiche  le  cinque  propofizioni,  vengono  effe  à. 
dichiararfi heretiche 5  enonaltrepropolìzionidiverfe:  màfefi  foflero  di- 
chiarate heretiche.  nei  primo,  e  non  nel  fecondo  fenfo  ,  farebbonfi  di- 
chiarate heretiche  non  effe  propofizioni,  ma  altre  diverfe  di  fenfo  alieno  * 
dunque  fi  fono  dichiarate  heretiche  non  nel  primo  fenfo ,  ch'è  l'alieno ,  mi 
nel  fecondo,  ch'è  il  proprio..  Quefie fono  dimoftrazioni  invincibili ,  poi- 
ché il  negar,  che  le  cinque  propofizioni  fiano  dichiarate  heretiche  nel 
fenfo  di  Janfenio  5  fi  è  un  negarle  dichiarate  heretiche  nel  fecondo  fenfo  , 
nel  quale  convenivafi  dalle  parti,  eiiec  d^^^o  il  fenfo  di.  Janfenio:  dun- 
que fi  è  un  negarle  dichiarate  heretiche  nel  fenfo  proprio ,  ch'efle  fanno  , 
e  in  confegircnza  è  un  negare  ,  che  le  cinque  propofizioni  fiano  efie 
"  le  dichiarate  heretiche.  Màìafcianio  l'altezza  de'  fillogifmi  aifpeculativi ,, 
edifcendiaiì:io  nella  òafia  arena,  fopra  cuihabbiamfempregiofirato  dai 


Capìtolo  V.  Sq  i        Alessan. 

parìHiftorici.  Certamente  Janfenio  hùegli  fcritto  non  con  caratteri  Ci-  ^^^    y*^*' 
nefi,  nècongieroglifìciEgizziani,  mi  in  lingua  latina  commnne  à  tutti  li 
Dotti,  e  bench'elegante  oltre  allo  Scolaftico,  niilladimeno  intelligibile  ^ 
e  chiara  anche  alli  mediocremente  intelligenti:  Limedefimi  Tuoi  fcgiiaci  , 
prima  che  le  di  lui fentenzefoflero  dalla  Chiefa  fulminate,  ne  riconofceva- 
no  n  proprio fenfo,  e'I  foftenevano  come  Cattolico  :  Hor  come  così  pre- 
fio  l'hanno  obliato?  Comeqneftoprimaerailbuon  fenfo  di  Janfenio,  ed 
hora,  che  lo  veggono  condannato,  dicono,  ch'è  il  fenfo  heretico  di  Cal- 
vino ?  Forfè  la  Chiefa  condannale  propofizioni  nel  fenfo ,  che  malignamen- 
te ad  elTetìpuò  dare,  òpnr  nel  fenfo  in  cui  élleno  fonano  ?  Se  così  foffe, 
caderebbe  certamente  tutta  l'autorità  ài  que'Canoni,  percuidannanfile 
Hcrefie ,  rimanendo  incerto ,  fé  le  propofizioni  ferite  dagli  anathemi  deb- 
banprenderfi  nelfignificato,  ch^elleno  hanno,  ò in  altro,  incuipoflfono 
eftorcerfi da  un'interprete  maligno.  In  fomma  il  fubterfugio  dellijanfe- 
niftièvano,  e  debole,  ovunque  fi  aggiri  ;  e,  come  dice  [a]  un  moderno  ^  q;^^.^ 
Autore ,  Tutto  è  in  falvo  per  la  Bolla ,  e  per  la  fede ,  tutto  è  m  ruma  per  la  ca-  linTiudiMaVeù 
lumia,   e  per   /'  errore,  purché  folo  fi  rifletta  ,   che  il  fenfo  di  Janfe-[^^"f^''/"^^'*'*^* 
ìlio  ,  e  il  fenfo  proprio  delle  pro^oftT^ioni  condannate ,  fono  una  medefìma.  ""*•"' ^"'' 
cofa, 

Miilterzopunto,  clie  pare  il  più  forte,  fi  è  appreifò  noi  il  men  for- 
nito di  ragioni,  e  il  più  debole  di  prove,  cioè  che  il  Pontefice  Alelfandro 
Settimo  nel  decretare.  Le  cinque  propo(ì^ioni  vjìere  mferrte  nelV  oiugujiinus 
di  Janfenio,  e  cenfurate  da  Innoceni^o  nel  fenfo  intefo  ,  fignifìcato  dall'  auto- 
re ,  procede  da  Giudice  humano  ,  foggetto  ad  errare  ,  ed  haver  egli  errato  ; 
londe  la  di  lui  fenten'T^a,  come  data  fopra  materia  di  puro  fatto,  cffer  capa- 
te di  riforma,  e  come  appoggiata  fopra  fatfi  rapporti ,  bifognofa  di  emenda-, 
Cosìi'Arnaud,  e  tutti  li  Janfeniiii .  Ma  eglino  fono  i  mentitori,  €noa 
ingannati ,  ò  ingannatori  li  Papi .  Fors'effi  fteifi  non  portarono  le  loro  iftan- 
ze  al  Pontefice  Innocenzo  per  un  giudizio  irrefragabile,  infallibile,  e  divi- 
no? E  come  hora  dichiarati  eflì  rei ,  ripigliano  il  giudizio  di  quel  Tribu- 
nale da  loro  ammelfo,  e  da  loro  voluto,  per  cenfurabjle ,  fallibile,  &  hu- 
mano ?  In  un  loro  libro  Anonimo  intitolato ,  S^£  fìt  ^ugnfìinì,  &  ejus  do- 
Brindi  auSloritas  ili  Ecctcfia ,  nelfoglio  appunto  centofettantnno,  non  di- 
cono eifi  quivi,  'Xon  minor  eli  m  ^Sede  sApofiolica  docendi potefias ,  quàm 
rcgendt;  e,  Utramque violar,  &  mancamefficit,  ac  debilem,  qui  dividit  , 
aut  minus  audiendum  cenfet  B^manumVontificemdocentem,  quàmimperan- 
tem  ,  &  docendo  nnperet ,  ì:^  imperando  doctat?  Or  come  nella  gran  dot- 
trina, chelaSedeA-poftolicainfegnaalChriftianefiiiiO,  e  nel  gì  an  coman- 
do, che  à  lui  fa  il  Vicario  cu  Chrii'to  Aielfandro  Settimo,  obligando  li  fe- 
deli i  credere,  che  le  cinque  propofizioni  fiano  nel  libro  di  Janfenio,  e 
condannate  nel  fenfo  intefo ,  epretefoda  Janfenio,  fi  ritirano  dairafferto, 
negano  il  con felfaco,  e  rendono  debole,  emancal'una,  e  l'altra  podeftà, 
da  eifi  prima  foitenuta  per  venerabile,  efacra?  Nonèegli  quello  un  in- 
correre malignamente  nella  tacci  a  di  temerario ,  e  nella  ioff^czione  di  Here- 
tico? L'iftelib  Janfenio  non  infegnovvi,  ò  mal  configliacijanfenilti,  che 
quella  verità  è  (tata  non  fola.nenteammella,  ma  confefiata  da  lui,  allora 
quandoeghfottopofetutcilifuoilibrial  giudizio  della  Santa  Sede,  e  im- 
pofe agli efecutori dell'ultima  fua  volontà,  che  da  lei  ne  attendelfero la 
cenfuraper  foilenerli,  correggerli ,  ò  condannarli  ad  ogni  cenno  deiia  Ro- 
mana 


Alessan-        ^rj^  Secolo  XVI I. 

DRO  vii.  manaChiefafiiaMaeflra,  e  Madre?  Non  ha  meftfere  òì  argomenti,  ove 
eimedefimo  apertamente  (e  ne  dichiara.  Mi  comein  paifaggio  dicafi  j  il 
Vicario  di  Chrifto  in  terraèegliilmaeflro  della  Fede,  l'organo  dello  Spi- 
rito Santo,  il  medico  iiniverfale  della  Chiefa  per  il  regolamento  di  effa? 
Certo  che  sì.  Hor  fé  al  Maeftro  appartiene  la  f  celta  d^^'libri,  allo  Spirito 
Santo  la  elncidazione  delle  fentenze,  al  Medico  l'applicazione  locale  de* 
remedii,  perche  al  Papa  non  apparterrà  il  notificare,  che  nel  tal  libro  rin- 
vengonfi  propofizioni  infette ,  quale  fia  il  fenfo  di  efle ,  e  l'efcludere  dalla 
fiia  Scuola ,  ch'è  la  Chiefa  di  Chrifto  ,  chiunque  refrattario  non  ubidifce 
a'fuoi  iiifegnamenti  ?  Forfè  è  cofa  nuova  nel  Chriftianefimo ,  che  il  Papa 
condanni  UH  libro  conlaindicazione  di  quelle  opinioni,  .che  in  efTo  fi  con- 
tengono? E  che  altro  infinuòAleflandro  Settimo  nella  fisa  Bolla  contro  li 
Janfenilli,  che  ciò  che  impofe  in  unafua  Decretale  S.Leonecontro  i  Pela- 
giani  ?  Onde  deducafi ,  ò  che  S.Leone  fallilfefil  che  niffun  temerario  anche 

..-    .  fra'Pelagianigammaiafierì  )  òche  Aleflandro  Settimo  colìautemente ca- 

minaffe  fule  orme  de'fuoiantecefìbri. 

'  -    '^  Qiiel  venerato,  e  magno  Pontefice  fcrivendo  X  Nieeta  Vefcovo  di 

Aquileia  riferifce,  che  molti  Pelagiani,  ò  Celeftiam  erano  ritornati  alla 
Cattolica  Communione  fenza  premettere ,  fecondo  l'antico  (tile  della  Chie- 
fa, l'abjurade'loro  errori.  Impone  egli  pertanto  d  quel  Vefcovo,  che 
radunato  un  Sinodo  Provinciale  coftringa  i  mal  convertiti.,  de'quali  comin- 
ciava à  trafparire  l'hipocrifia ,  ù  deteftare  m  primo  luogo  infieme  con  gli  er- 
rori anche  gli  Autori  :  indi  attentamente  avvertifce ,  che  le  loro  abjurazioni 
non  fodero  né  ofcure ,  né  ambigue  ;  giacche  fapeafi,  die' egli,  che  quei 
perfidi  con  tutto  l'ingegno  delle  fallaci  loro  arti  ftudiavanfi  di  non  dannare 
Riammali  loro  dogmi  elecrabili,  fenonriferbandoli  interi,  efalvinelfen- 

^A'S^i^f^o'-ìbdaeflìintefo.  Ecco  le  parole,  ci  comandi  del  Santo  Padre  :  [a]  Dam- 
nentapertis  profejjionibus  fui  fuperbi  ìsrroris ^u6iores ,  &  ^uidquidindo£lri- 
na  eorum  univerfalis  Ecclefia  exhonuìt  ,  detejìemiir  ,  omniaque  decreta  Sy- 
nodalia,  qua  ad  excifionem  hasrefeos  ^/ipoftolic^  Sedis  confirmavit  authoritas 
ampleUi  fé,  &  in  omnibus  approbare ,  plenis ,  &apertis,  ac propria  marni 
fubfcriptìs  proteftationibus  eloquantur  .  '^ihil  in  yerbis  eorum  obfcurum  , 
nihil  inventatur  ambiguum  :  quoniam  novimus  hanc  ijìorum  effe  verfutiam, 
ut  in  quacumque  particuU  dogmatis  execrandi,  qua  feà  damnatorum  focieta- 
te  difcrcvermt ,  nihil  fihi  fenfuum  juorum  exijiiment  effe  non  fahum .  Co- 
sì egli .  Qui  riflettafi ,  ihe  non  baitò  à  San  Leone ,  che  i  Pelagiani  condan- 
nailero  gli  errori  di  Pelagio  ;  ma  comandò  ancora  più  oltre ,  cioè  che  con- 
dannalfeio  Pelagio .  Lollefìbhà  voluto  dalli  Janfenifli  Alcilandro^  cioè 

'  che  non  folamence  abjuralfero  le  dottrine  heretiche.,  ma  riconofceflero  an- 

cora, cdeteftalferoillibro,  chele  conteneva.  Né  giova  il  dire,  che  di 
quegli  errori eracertilììmo  Autore  Pelagio*  ma  di.queft'Herefie  non  è  che 
-dubbiofo  albergo  X ^uguflmus  é\]d.n{tmo.  Impercioche  l'imo,  e  l'altro 
4ià  la  ifìefla  certezza,  fefi.hàiluune  al  Decreto  della  Chiefa;  e  l'uno,  e 
l'altro  hi  Ìamedefimadubbie?za,  fé  fi  hààudirne  il  giudizio,  eil richia- 
mo della  parte.  Ma  -di  quella  materia,  come  di  controverfia  corrente, 
fon  piene  le  carte  ,  onde  ù  noi  fol  reftì  defcrivere  il  fatto  dfcli'  Ki- 
Hona  ,  al  cui  racconto  volentieri  facciamo  ritorno  ,  con  premuni- 
re chi  leg^e,  li  Janlenifc'  quali  aflbmgnare  in  qualclie  parte  que*  ta- 
li ,  de  i  quali  diiié  Sant'AgolUno ,  dlor.a  che  fp;egando  le  parole  dei 

Sai- 


.'     Capitolo  V.  ÓT^        Alessa>:- 

Salmo  ottavo,  U£  dejtruas  inimiciim ,  C;'"  [^]  dtfenforem,  eglifoggmnge,  ^^^  ^^'• 
[b]  Quem?  nifi  H^retlcumì  mm  ipfe eft  mimicus ,  &  defenJQTi  qui  Fidm^J.luolfT^'^*' 
Chrijiianam,  cum  oppugnai  3  videtur  defendere .  bs.^ng.inpfai.^» 

Nelle  agitazioni  dunque,  in  cui  lì  ritrovava  immerfa  la  Francia,  fri 
chi  fofteneva  le  Bolle ,  e  chi  riprovavale ,  l' Affemblea  de'  Vefcovi  Cattoli-  Formulario  prò. 
cipropofe  un  Formulario  da  fottofcriverfi  da  tutti  gli  Ecclefiafticidel  Re-  L'im^eff^conuò 
gnoò promovendi,  òpromofiì  à  qualunque  dignità  nel  Clero,  onde  di-  l'Jaafeniai. . 
(cerner  fi  potelib  la  Fede  di  ciafcheduno  ò  rea  nella  ripulfa,  òfinceranell' 
ubidienza.  E  fé  ne  ftefe[c]  nell' Ailemblea  il  contenuto,  incuigiuravafi 
la  offervanza  delle  due  Bolle ,  e  quanto  in  effe  contenevafì ,  Ma  la  npugnan-  *^  '7.-^'»^^'«  »^57. 
za  de'partitanti  fomentando  fempre  difficultànellaefecuzione,  &  alle  diffi- 
cultà  aggiungendo  formoleefpreffe di oftinata contradizione,  obligòilRè 
Luigi  Dècimoquarto  à  chiamare  à  (e  li  tre  Prefidenti  dell' Affemblea  del 

Clero,  a' quali  [d]  fignificò  la  fua  Regia  rifoluzione  di  bandire  dalla  Fran- di7.z)^«w.i5(fo. 
eia  tutta  la  fazzione  delli  Janfenifli,  per  rendere  nel  medefimo  tempo  la 
pace  alla  Chiefa ,  &  al  fuo  Regno ,   di  gii  divifo  in  fazzionanti  (òtto  il  prer 
teffo,  e  manto  di  Religione:  &  accioche  il  fulmine  foffe  prevenuto  dal 
lampo,  moftrandofi  fiffo  nell'impegno  ,  e  fperanzofo  di  emenda,  fi  di- 
chiarò di  volere  fcrivere,  comefegui,  al  Papa,  acciò  dall' alto  Tribunale 
di  Roma  fi  formaffe  un  Formulario,  &  al  Formulario  il  aggiungeffe  pre- 
cetto della  fottofcrizione  à  tutti  gli  Ecclefiaflici  di  quel  Regno,  con  quel  Bolla  Pontificia 
pefo  di  venerato  comando,  che  non  va  mai  diftinto  da' Decreti  delle  Apo-  pScruToTJnuo 
floliche  ordinazioni .  Parve  ad  Aleffandro  e  opportuna  la  doipanda,  efa-iUaufeniiti. 
lutifero  il  rimedio  i  onde  avvalorando  le  regie  iftanze  con  la  prontezza  di 
giufla  condifcendenza,  oltrepafsò  il  defiderio  del  Rè,  e  con  Bolla  pre- 
cifa  volle  emanarne  il  comando  conceputo ,  e  ftefo  in  quello  tenore , 

[e]  T{egiminis  ^pojiolici  divina  providentia  nobis  ,  'quamvìs  \immentis, 
commiffi  ratio  pojiulat  y  ut  adeapotijjimum,  quaCatholicxB^eligionismtegri-^^^l'*JJ\'i^^['i:^^^ 
tatiy  &  propagationì  y  animarumque  falutiy  &  fidelium  tranqmllitati  confa-      '  ' 

lereaptay  &  idonea  efie  judicantur ,  animum,  &  curamomncrriy  quantum  li- 
€et  in  Domino ,  appltcemus . 

(^.  I.  Quamobrem  Cornclii Janfenii  harefm  in  Galliis pr^fertimjerpentem 
ab  Innocentto  X.fel.  ree.  Tradecefìore  nojiro  fere  oppreffam  y  adinjiar  colubri 
tortuoft,  cu]us  caput  attritumefiy  invarios  gyrosy  &  cavilUtiomtmdefleXHs 
euntem  yftngulariConJìitutione  ad  hmc  finem  edita  altero  afìumptionis  nofins 
anno  extinguere  conati  fuimus  :  jed  ut  multiplices  hojìis  hominum  generis  artes 
adhibety  nondum piene  confequipotuimusy  ut  omnes  errantes  in  viam  falutis 
redirent ,  qui tamen  unicus  erat  votorum ,  &  curarum  noflrarumfcopus ,  quibus 
operam,  O'  indujiriamfuam  egregio  fané  fludio  Venerabiles  fratres  noflri^r- 
chiepifcopi  y  &  Epifcopi  B^gni  Gallia  earumdemConflitutionum  ^pojiolica- 
rum  executwm  prcecipuè  intenti  contulerunt  ,  &  chariffmus  in  Chrifto  filius 
nojier  B^ex  Chriflianijfimus  /iugulari  pietate  auxiliarem  dexteram  jirenuo  ,  ac 
conjiantijfmio  animo  porrexit . 

§.2.  Cum  autem  prafatus  B^x  Chrijìianiffmus  eodern  Heligionis   :^elo 

duBus  per  fu  imi  in  Urbem  oratorem  nobis  fignificariy  exponique  curaverit , 

nullum  aliud  opportutiius  remedium  peflifene  hujus  contagionis  reliquiis  ex- 

tirpandis  adhiberi  pojje  ,    quàm  fi  omnes  certam  formulam  fubfcriberent  no- 

fira  auóìoritate  firmatam  ,    m  qua  qninque  propofitiones  ex  Cgmelii Janfenii 

Tomo  IV,  Vu  libro. 


Alessan-       gpj^  Secolo  XVI L 

DRO  VII»  libro  i  CUI  titulus,^uguflinmi  excerpta!  i  fmcerèdamnarent ,  oc  proinde  illam 
ànobis  quantociàs  expediri  ad  qualibet  effugìa  pracludenda ,  omnefque  retitO'- 
•pendos  obtentus ,  flagitaverìt  :  nos  tam  pits  di9i  B^egis  Chrijìianìfjimi  votis  beni' 
fjnè  annuendum  efie  ducente s ,  formulam  infrafcriptam  ab  omnibus  Ecclefiajìic  is , 
etiam  yenerabiltbusfratribus  mflris  ^rchiepifcopis ,  C^  Epifcopìs ,  necnon  aliis 
i.  qmbufcumqHe  Eccleftafìici  OrdinistamB^gularibus  y  qudm  Sficularibuf  j  et  tam 

•/'"  Monialtbus ,  Do&oribus , & Licentiatis ,  altifque Coilegiorum  B^6iortbus ,  atque 

Magiflris fubfcribi  dijiriàè  mandamus;  idque  intra  tres  menfes  à  die publicatio- 
nisy  fcunùtificattorùspnefentium,  alias  (ontra  eos  i  qui  intra  terminum  pr£di' 
Bum  nonparuerint ,  irremiffibiliter  procedi  polumuf  ptxta  Canonicas  ConJiitU' 
pione s,  & Conciliorum Decreta, 

Formula  à  fiipradidis  fubfcribeuda. 

Ego  T^.  Confittutioni  ^pofiolic<e  Innocentii  X.  datce  die  31.  Maii  i6<,^.  & 
Confiitutioni^lexandri  VII.  data  die  16.  O6lobris  1656.  SummorurnVontificiim 
mefubjicio,  & quinquepropofttiones ex Corneliijanfenit  libro,  cui  uomen^u- 
guftinus,  excerptasy  <&infenjuabeodemau6lore  intento,  proutillasperdi£ias 
Conjiitutiones  Sedes  ^poflolica  damnavit ,  /incero  animo  re j icio  ac  damno  »  & 
itajuro,  fìcmeDeusadjuvety  &h<ecfanàa  Dei  Evangelia. 

Decernentes  infuperprafentes  ittteras  femper ,  &  perpetuò  validas ,  &  effica- 
ces  exijiere  y  &  [ore  ,fmfque  plenarios ,  &  integros  e§e6ÌJ4sfortiri ,  &  obtinere. 
Sicque  per  quofcumquejudices  Or  dinar  ios ,  &  Delegatos  ubique  JHdicari ,  &  de- 
finiri  debere  ,fublata  eis ,  &  eorum  cuilibet  quavis  aliter  judtcandi ,  &  interpre- 
tandifacultate ,  &  au5ioritate ,  ac  irritum ,  cr  inane  effe ,  fifecusfnper  bis  à  quo- 
cumquc  quavis  auBoritate fcienter ,  vel  ignoranter contigerit  attentari . 

Quocirca  yenerabilibus fratribus  ^rchiepjfcopis ,  &  Eptfcopis,  aliifquclo- 
corum  Ordinar iis  committimus ,  &  mandamus ,  ut  fmguli  infuis  Dioecefibus ,  ac 
locisfua  jurifdi5Ìioni  /ubje5iis  prafentes  Ittteras ,  &  in  eìs  contenta  quacumque 
exequantuY ,  &  cxecutioni  mandari ,  ac  obfervari  ab  omnibus  curent ,  &  inobe- 
dientesquofcumqueperfententiasj  cenfuras ,  &  poenas ,  aliaqup  juris  &  faQi 
remedia ,  appellatione poflpojita ,  invocato  etiam  ad  hoc ,  fi  opus  fuerìt  y  bracini 
facularis  auxtlio ,  omninò  compellant . 

yolumusautemyUtprafentiumtranfumptiSy  etiam imprejjìs,  manuT^otarii 
publicifubf cripti,  &  figlilo  alicìijusperfon£  indignitate  Eccleftafiica  conflitut£ 
munitis  eademfides  prorfus  adhibeatur  3  quaipfis  originalibus  litteris  adlibere- 
tur,  fìeffentexhibit£y  vel ofienfa . 

ISlulli  ergo  omninò  hominumliccat ,  hanc  noftram  Confìitutioncm ,  &  ordma- 
tioneminfrìngere ,  veleiaufu  temerario  contraire  ;  ftquisautem  hoc  attentare 
prdjutnpjerit  3  indignationemOmnipotentisDei,  ac  Beatorum  Tetri  y  &VauU 
^pofiolorum  e]us  fé  novertt  imurfurum . 

Datum  I{pma  apifd  San£Ìam  Mariam  Majoremy  ^nno  Incarnationis Domini- 
c£  166^.  quintodecimo  Kalendis  Martiiy  Tontificatus  Islpjìri  ^nno  Decimo  , 
Così  la  Bolla,  che  trafmefla  in  Francia,  e  publicata  ricevè  nuova  maefìà 
^^.').^ir:iisi66s.  da  una  regia  dichiarazione,  chene  [4]  ordinava  irremiflìbilmente  la  efecu- 
zione ,  e  l' oifervanza . 
.  -    Alla  collegazione  delle  due  Potenze  Ecclefiaftica,  e  Regia ficcome  in 
-i.ir-^^wkov!  alto  gaudio  gioì  il  partito  Cattolico,  così  in  alta  difperazione  precipitò  il 
fVàii'.:eiy,.  .'      Janfeniftico,  rifolutodinon  ubidire  né  alla  terza  Bolla  de'Papi,  né  al  ter- 
zo comando  del  proprio  Rè,  Capo  di  eifi  fi  dichiararono  quattro  Vefco- 
\i  anello  diAngers,  di  Alet,  di  Pamiers,  e  di  Beavvois,  che  diedero  in- 
cori- 


Capitolo  V.  (J«75         AiessaW- 

contanente  alle  ftampe  alcuni  editti  col  nome  di  Mandamenti ,  ne' quali  ^^^    \ÌU 
efortavanfi  i  loro  Diocefani  à  non  fottofcrivere  il  Formulario  fenza  la  pro- 
teica, che  credendo  eglino,  come  articolo  d'infallibilità,  effere  le  cinque 
propofizioniheretiche,  non  erano  tenuti  à  credere  perobligodifedeef- 
fer  elleno  inferite  neir4^«^«/^/«?/y  dijanfenio  nelfenfo  condannato  da*  Pa- 
pi. QùQ^ì Mandamenti  furono  vietati ,  [  ^  ]  e  proferirti  dalla  Sacra  Con-  nZ.fdr.icci, 
gregazione  dell'  Indice ,  e  potentemente  contrariati  dal  Regio  fdegno ,  che 
alla  fua  comminata  difgrazia  contro  i  rei,  aggiunfe  la  iftanza  al  Papa  per 
la  delegazione  in  perfona  di  dodici  Vefcovi  della  Francia,  affine  diprocef- 
fareli  quattro  contumaci,  e  caftigare  la  loro  fcandalofa  difubbidienza . 
Hebbe  Alelfandro  qualche  difficukà  nel  numero  di  Dodici ,  per  non  ca- 
nonizzare la  pretenzione ,  che  hanno  li  Prelati  di  quel  Regno  ,che  niun  Ve- 
fcovopolfa  edere  giudicato  da  minor  numero  dì  Dodici:  il  che  fé  bene  fi 
trova  determinato  in  alcuni  Canoni  antichi,  egli  però  procede,  quando  il 
Vefcovo  è  accufato  avanti  il  Metropolitano,  ma  non  quando  1*  acaifa  vie- 
ne delata  al  Papa ,  il  quale  non  è  foggetto  à  quelle  leggi .  NuUadimeno  egli 
contentoHì  di  commettere  la  cognizione  della  caufa  ad  altri  nove  Vefcovi 
del  Regno.  Ma  quando  agitavafi  òTampliazione  di  queflo  numero,  ola 
qualità  delle  Perfone  da  eleggerfi  in  queflo  cafo ,  il  che  durò  tré  anni ,  li 
Janfenifli  hebbero  agio  di  fortificare  il  lor  partito ,  che  renduto  più  orgo- 
gliofo  per  la  morte  [b]  del  Pontefice ,  foniminiflrcrà  à  noi  il  profegiiimen^  b  22,  Maji  i6éi> 
to  del  racconto  fotco  il  Pontificato  j  chefiegiie. 


V  11    2  C  A- 


ClEMEN« 
TE   IX. 


r>    ,  if 


gry^J  Secolo    XVII. 

C  A  P  I  T  O  L  O    VI. 

Clemente  Nono  di  Piftoja ,  creato  Pontefice 
li  19.  Giugno  1667. 


brfifìcoIìà,chc  s* 
incontrano,  per 
lafottofcrixione 
rirhielta  delFor- 
inalarlo, 


y 


Sottofcnzjone  del  Formulario  contro  li  Janfenìjìi .  Spedizione 
in  Francia  del  Nunz^io  'Bargellini ,  e  fue  of  erazioni  in  quel 
I^no .  Traduzione  di  J\4ons ,  fua  ripro'va ,  e  condanna . 
Attentati  di  alcuni  Vefco'vi  Francefi  in  ahrogazione  di  alcur 
ne  Fefie, 

El  bollore  di  quefto  arduo  aftare  afTunto  Glemente  Nono  al 
Pontificato,  riipp'egli  incontanente  ogni  frapofto  indugio 
alla fottofcrizione  del  Formulario,  e  confermata  la  Delega- 
zione fatta  dal  fuo  Anteceffore  contro  li  quattro  Vefcovi 
contumaci ,  fpedì  colà  in  Francia  fuo  Nunzio  l' Arcivefcovo 
di  Tfeebe  Pietro  Bargellini  con  prefTanti  commiilloni  fopra 
la  richiefta  fottofcrizione.Corrifpofe  il  Nunzio  alla  efpettazione  del  Ponte- 
fice,  e  per  fua  prima  operazione  ottenne  dal  Regio  beneplacito  ordini  vigo- 
rofi,  diretti  al  caftigo  de' Vefcovi  rei,  emanati  però  più  tof\o  con  difegno 
d' intimorirli ,  che  con  rifoluzione  di  atterrirli .  Conciofiacofache  il  partito 
di  eflì  divenuto  fortifllmo  haveva  guadagnato  la  protezione,  e  T  aura  de'Ml- 
niftri  Regii  j  di  alcune  Principefle  del  fangue ,  e  della  maggior  parte  de'Dot- 
tori  della  Sorbona ,  &  eragli  riufcito  d' indurre  ventidue  Vefcovi ,  allìftiti  ta- 
citamente da  altri  venti ,  à  fcrivere  una  lettera  al  Pontefice ,  in  cui  dichiara- 
vanfi  tutti  dielfere  nel  medefimofentimento  delli  quattro  con  quefìe  preci- 
feparole,  Sihoccrimenefly  noflrmn crimen  efi ,  Conlifteva la pretenzione  di 
Roma  in  due  cofe,  cioè  nella  ritrattazione  deg\Ì3.cccnn:ìti  Mandamenti,  e 
nella  fottofcrizione  del  Formulario  :  hor  vedendo  il  Papa  cotanta  ollinazio- 
ne  de'  Vefcovi ,  giudicò  bene  cedere  à  ciò ,  che  meno  importava,  per  poter 
più  vigorofamente  infiilere  in  ciò ,  che  al  tutto  preponderava:  onde  perfua- 
fo,  che  nella  fottofcrizione  del  Formulario  lì  comprendclle  una  tacita  ri  vo- 
cazione de'  Mandameiit? ,  tralafciata  la  iitanza  della  ritrattazione ,  tutto  fi 
pofe  nella  richieita  della  fottofcrizione ,  quale  finalmente  efeguì  con  la  me- 
diazione zelante  di  Cefared'EftreesVefcovo  allora  di  Laon,  e  poi  Cardi- 
nale, e  di  quella  parimente  del  Vefcovo  di  Chalons,per  la  cui  operali 
quattro  Vefcovi  fottofcrifìero  il  Formulario ,  ed  a  loro  impulfo  i  Diocefa- 
nidiefiì,  inviandone  lettera  al  Papa  denotante  la  loro  lommiflìone,  &ubi- 
dienza .  Mi  appena  feguita  la  fottofcrizione ,  e  trafmefTa  la  lettera  di  avvilo  3, 
divulgoffi in  Francia  quell'atto  poco  fincero,  e  prevenuto  daprotefte  ài 
molte  fecreterefìrizioni,  che  venivano  arfatto  à  diflruggere  il  vero  fenfo 
della  richieda  fottofcrizioae;  onde  furfe  dubbia  fama,  s'eglino  haveiiero 

ope- 


Capitolo  IV.  ^77       Clemen-^ 

operato  di  buon  cuore ,  ò  con  artificiofa  maniera  conforme  al  loro  antico     "^^  ^  ^* 
cofliime,  e  tanto  più  ne  crebbe  in  Roma  il  fofpetto,  quanto  che  sii  quelle 
pendenze  di  affari  ufcì  alla  luce  delle  ftampe  in  nome  del  Vefcovo  di  Aleth 
un  Rituale  di  grofla  mole,  in  cui  leggevafi  chiaramente  efprefla  tutta  la 
condotta  Janfeniftica,  efpofta  al  publico,  come  modello,  e  norma  agli 
altri  Vefcovi .  Del  quale  fcandalofo  emergente  giuntone  fentore  d  Cle- 
mente, egli  non  dififerinne  punto  il  dovuto  rifentimento  con  rigorofa,  e 
pronta  [^]  cenfura,  e  condanna  del  libro.  L'Autor  della  [^Jdifefadel-  ^o.^prìih' ìges. 
la  Bollarci  SmBam  fofpetta  gravemente,  fé  li  quattro  Vefcovi,  e  l'Ar-  uit.'pròpèfitlml' 
naudfottofcriveflero  con  penna  veramente  Cattolica  il  richiedo  Formula- 
rio, e  parlando  dell' Arnaud,  foggiunge,  T^egli,  nèìFe/covifegnaronoil 
Formulario  j  che  ad  inganno,  doppo  haver  rìnovate  in  publico  Sinodo  Diocefa- 
no  tutte  le  mede/ime  ecceT^ioni,  rejìrignimenti ,  e  protefle  3  per  cui  I\pma  ri-    Edubiafama  di 
gettava  la  loro  fognatura  come  dime'^:^ata  ,  e  fraudolente.  Contuttociò  quel  fn''q"ue"vefcov'!^ 
fiìigiìnento  fa  efpofio  in  F^oma  con  tutti  i  colori  della  migliore ,  e  più  intera  am- 
menda-, e  fu  creduto  vittoria  della  Fede  quely  che  era  trionfo  dell'  Ipocrifia , 
Sed  Deus  non  inidetur  .  Certamente  la  Sorbona  che  feppe  tutta  per  filo  la 
tejjitura di  quella  trama,  non  volle  mai  confentire  à  rimettere  ^Arnaldo,  ned 
rivocare  il  proprio  decreto;  ftccomebavrebbe fatto,  fé V  haveffe [corto  miglio- 
rato ne' [entimemi ,  ò  che  havefk  già  [ottojcritto  nella  maniera,  che[i  era  al 
Tontefice  per[ua[o.  '^e  può  dubitar [t,  che'l  mede/imo  inganno  non  induce[[e 
poilnnocen^^oUndecimo  d  far  ringra^^iare  da  [uà  parte  lo  fiefio  Arnaldo,  per 
non  sòcheLibrodiControì>erfiepre[entatogli;  perocché  di  quel  Santiffimo  Ton- 
tefice,  così  "^^lante  dell honor  di  Dio,  e  del  mantenimento  della  [uà  Chie[a, 
non  è  da  crederfi ,  che  havefie  havuto  à  [offrire  l  approva'^ione,  e  le  lodi  di  un 
huomo  ancor  [aldo  in  quei  medefimi  configli,  che  da  un  fuo  Tredecefiore  gli 
bavean  meritato  il  nome,  e' l  trattamento  di  V\^mo\od''mìc[mti.  Moltome- 
no  l' hatf  crebbe  fatto ,  [e  lette  haveffe  quelle  parole ,  eh'  egli  ha  di  poi  lafciate 
come  eterni  tefìimonii  dell'ultima  [uà  infiefjibile  volontà:  K^on  ho  potuto  mai 
ri[olvermi,  die'  egli,  à [egnare [chiettamente  il  Formulario,  perche  non  ha 
creduto  potere  [enT^a  men':^ogna,  e  [en'^a  [pergiuro  tefìificare  con  Sacramento, 
che  le  propoli':^oni[onoinunlibro,  ove  ho  ragion  di  credere,  ch'elle  non[ono, 
doppo haverlo  letto  con  diligen^^a ,  [en':^a  haverle  mai  ritrovate,  an":!^  haven-     rnóur^nne  di 
doct  ritrovato  il  contrario  &c.  Così  il  Bandoni  contro  l'Arnaud,  e  li  fegua-  Mon?.  Libro  )an'- 
cidijanfenio;  quefti  alTalito  dalla  Bolla,  quegli  affalitor  della  Bolla .  Al-  p^jffoiVton/.'''' 
lapublicazione  dell' accennato  Rituale  fegui  come  parto  gemello  di  penna 
Janfeniftica  la  publicazione  di  una  nuova  Traduzione  del  Teftamento 
Nuovo  ftampatain  Mons,  &  in  Lione  ,  detta  communemente  la  Tradu- 
T^ione  di  Mons ,  in  cui  tutti  li  palli,  che  potevano  in  alcun  modo  contraria- 
re alle  opinioni  dellijanfenilii,  fi  rinvenivano  alterati,  e  quei  che  pareva- 
no confacevoli  ad  effi  ,    malignamente  fpiegati  in  pefiìnVo  fenfo  ;  onde 
ogni  palato,  anche  di  fedo  ignorante,  eimbelle,  potefle  pafcerfene  à  fuo 
beli' agio  nel  nativo  idioma  del  paefe.  Fiì  egli  incontanente  condannato  da 
Arduino  di  Pcrefix  Arcivefcovo  di  Parigi ,  e  con  più  potente  cenfura  [c]d3.  e  io.  ^prii.  i66S. 
Clemente    Nono,  tamquam  temerarium,  damnofum,  à  vulgata  Edittone 
difformem,  &  offendicula  (ìmplieium  continentem.  A  queft'Apoftolica  cen- 
furafioppofe  fubito  l'Arnaud,  e  nell'Apologia,  ch'egli  divulgò  di  quefta 
traduzione,  non  fi  vergognò  di  fcrivere.  Ella  effere  una  tradu^^ione  fede-  ^.^o-an  addi' 
liffima,  ed  e[attijfima ,  m  cui  gì' occhi  medefìmi  dell' inì?idia  nulla  trovano  da  Atniud^^^ 
Tomo  jr.'  Vu    3  ripren- 


Clemen-        ^pyg  Secolo  XVI L 

TE  IX»  riprendervi  con  ragione ,  e  che  non  ha  potuto  efier  ella  attaccata ,  fuor'  che  per 
ine';^ie ,  e  per  impertinente ,  Soggiunge  un  Parteggiano  dell'  Arnaud  con  dia- 
bolico zelo,  l:\uoyofcandalo  !  Le  adorabili  parole ,  che  Dio  ha  lafciate  a'fuoi 
fervi  per  confolarli  inqueft'  efilio ,  fon  tolte  loro  di  mano  come  cattivi,  e  peri- 
colo fi  Libri:  e  ciò  per  comando  de^li  tArcivefcovi  diMalines,  e  diCambray, 
Spaventofo  acciecamento  \  e  conchiude,  Tovera  CbiefadelmioDìo,  comefei 
tu  hoggi governata  !  San  Taolo  vuole ,  che  tutti  li  Fedeli  leggano  le  fue  Epiflo' 
le,  ei  yejcovi  di  I{oma  (  notifi  bene  )  i  Vefcovi  di  B^ma ,  di  Malines ,  di  Cam' 
hray ,  e  di  Tarigi  non  vogliono  :  à  chi  dobbiamo  noi  credere  f  ^l primo  fenica 
dubbio ,  àcui  Dio  ha  parlato .  Così  l' iniquo  Janfenifta . 

Quelle  novità  di  ftampe  ò  fomentate  da'  Vefcovi  fofpetti ,  ò  applau- 
dite da  effi ,  ripofero  in  gran  perpleflìtà  l' animo  di  Clemente,  fé  veramente 
eglino  haveffero  fottofcritto  con  retta  intenzione  il  propofto  Formulario: 
Breve  Pontificio  ma  al  dubbìo  fopravcnendo  la  Regia  teftimonianza,  le  fedi  di  molti  Eccle- 
v'ideluFrantu'  ^^^^^1 ,  nuove  dichiarazioni  de'medefimi  Vefcovi,  e  nuove  prove  della 
"  '^^*  loro  fincera  tede,  onde  appoggiar  ben  fi  poteffe  la  credenza,  eh*  effi  havel- 
fero  finceramente  obedito ,  dichiarandofene  il  Pontefice  fodisfatto ,  deli- 
berò di  reftituir  loro  la  fua  communione,  e  di  abbracciarli  con  la trafmif- 
fione  òi  queiìo  Breve ,  eh'  egli  fcriffe  ad  effi ,  anche  in  rifpofta  della  loro  let- 
tera :  [  <^  1  Venerahilibus  Fratrìbus  Remico  Arnaldo  jlndegaven.  I^icolao 
it9,T4>,H4r.i6^9.  0Q^y^  Bellovacen.  Francifco  Stephano  ^pamien.y  &  J^icolao  Tavillon^le- 
iien.  Epifcopis,  ClemensTapa  IX.  Venerabile?  Fratres,  Salutem,  Venera- 
bilis  Frater  ^rcbiepifcopus  Thebarum  T^untius  ijiic  nojier  miftp  ad  nos 
elapfìs  diebus  Fraternitatum  vejirarum  epifiolam  ,  in  qua  cum  ingenti  obfe- 
quiinobis,  &huic San6l(£ Sediper vos debiti teflatione fignifìcabatis ,  vosjuxta 
prafcriptum  Lttterarmn  ^poftolicarum  à  fel.  ree.  Tr&iec efior ibus  noflris  In- 
nocen.  X. ,  &  Mexan.  VIL  emanatarum  (incerò  fubfcripfijje  ,  &  fubfcribi 
fecìjje  Formulario  in  ejufdem  ^lexandri  FU.  litteris  edito .  Etftautem  quadam 
de  hac  re  fecùs  circumlata  occaftonem  nobis  prxbuerat  in  tam  gravi  negotio 
feriùsprocedendii  nam  di6Ìorum  Prpedecefjorum  noftrorum  confiitutionibus  fir- 
miffimè  inharentes,  nullam  circa  illud  exceptionem ,  aut  reftn^lionem  admtf- 
furi  unquam  fuifjemus  :  in  prdjens  tamen  cum  nova ,  &  gravia  tjihinc  acce- 
perimus  documenta  vera ,  ac  totalis  obedientice  veflra ,  qua  &  Formulario 
fmcerè  fubfcrìptis  ,  &  damnatis  abfque  ulla  exceptione  ,  aut  rejìri&ione  , 
quinque  propofttionibus ,  in  omnibus  fenfibus  ,  in  quibus  à  Sede  ^poflolica 
damnati  fuerint  y  alieni  prorfus  efiis  à  renovandis  in  hac  re  erroribus  illis , 
qui  ab  eadem  damnati  funt ,  tribuere  vobis  voluimus  hoc  patern<i  nofir^e  be- 
nevolentite  argumentum ,  fidentes  piane  divina  gratile ,  ac  virtuti,  &  pietà- 
ti  vejìne,  quòd  omni  conatu  fatturi  fìtis  in  poflerum,  ut  fincera  obedientia , 
&  fubmiffioms  à  vobis  in  hoc  a£iu  nobis  praftita,  plenttudomagis  femper  ap- 
pareat  ,  do6lrinam  ,  &  probitatem  vejìram  in  id  potifjimum  adhibemcs  ,  ut 
una  cumobfequio  nobis,  &  buie  Sanala  Sedi  per  vos  debito,  Catholicamveri- 
tatemfirmitertueamini,  ':(elo,  curaque  Tontificia  fedulò  cooperantes  in  extir- 
pando  ab  Ecclefta  Dei  novitates  omncs  ,  ac  perturbationes  fidelmm  anima- 
rum  :  vobis  Venerabiles  Fratres ,  ^pofiolicam  benedi6tionem  peramanter  im- 
pertimur.  Così  il  breve  Pontificio.  Gioì  la  Francia  alla  terminazione  disi 
arduo  affare ,  che  riponeva  in  pace  tutte  quelle  agitate  Chiefe ,  e  volarono 
b  Scritta  da  Pt„-  multiplicatc  lettere  al  Ponteficc  in  congratulaziouc  disi  nobil  trionfo  della 
fi/;«J«?«ffli«  Religione  Cattolica  in  quelle  par  ti.  [b]  Firmata  armis  ^  opibufqueCandia, 
1568.  in 


Capitolo  Vi.  S^g       Clemem- 

ifl  qiieftonobil  tenore  fcrifleà  Clemente,  come  in  nome  di  tutti,  ilVefco-    ^^  *'^' 

vo  di  Laon  Cefare  d'  Eftrées  ,  pacata  Europa  ,  refìitutts  apud  Lufttanos 

Hpifcopisy  aut  propemodttm  rcjiituendìs  ^  nihil  Ujquam  majus  ad]ici  poterai  y 

aut  [plendtdius  y  quàm  Ecclefiae  Gallicana  tranquillitas .  Hoc  femperìn  bona- 

rum  omnium  voìis  fummoperc  fuit ,  Ó*  proviribusnon  expc^atumtKodòy  Jcd 

à  decem  annis  tentatum  a  me  non  femél  fuerat  ,  fed  fruflra  ,  O"  immature  ; 

quod  folum  imperante  Beatitudine  veflra  perficiendum  fuit .  [Abfolvts  tandem 

magnum  tllud  opus  ,  Bcatiffime  "Pater  :  nova  ,  necnon  [incera  fubfcriptione 

aliis  Epifcopis  confentiunt  llluflrifjìmi  ^leBenfts  j  ^pamienfìs ,  ^ndegaven- 

fis  i   &  Bellovacenfts  ,    à  qiiibus  in  fubfcribenda  Fidci  formula  alìquatenus 

recej^erant .   Illud  in  communi  non  folum  ad  Beatitudmem  Veflram  epijìola  •, 

[ed  in  privatis  ad  Illufiriffimum  Felicem  Epijcopum  Catalctuncnfem  litteris ,    "  '   •'  v 

difertis  verbis  profejji  funt  :   adeòque  in  prajìanda  j  &  exigenda  Conjìitutio-  [ 

nibus  ^poftolicis  debita  obfervantU  diligentem  operam  navaturos  [e  polli- 

centur  >  ut  fubditos  fibi  Clericos  omnibus  pcenis  Canonicis  mul6landos  effe 

credidcrint)  qui  quolibet  modo  y  vel  obtentu,  feu  doBrina,  lihrique  janfenii 

occaftone  quavis  ,   vel  minimum  Confiitutionum  au6loritati  detraxiffe  vide-  '% 

buntur  é  Vcràm  de  eventu  tam  faufio  ,  àtque  felici  gratulatianem  ,  non  tam 

illorum  quattior  Èpifcoporumpietatiy  atque  objequio  ^  autlahoribus  utcumque        .    . 

noflris  ,  quibus  negotium  illud  adjuvimus ,  tllujirijfmus  Epi/copus  Catalau- 

nenfìSy  &  egOy  quàm  Beatitudinis  Fejir<£  fumm£  prudenti^  ,  attjue  eximiae 

benignitatìy  deberi  exifìimavtmus .  Sed  animos  omnium  fpe&atiffma ,  atque 

ftaviffima  virtutes  tua  ita  devinciunt ,  ut  durum  ,  ac  difficile  nihil  appd' 

reaty  quod  Beatitudini  reftra  gratum ,  acceptumque  futurum  efi.  Laudando 

etiam  ,  atque  precipue  ajiimanda  Jllufiri/Jimi  fui  Ts^ncii  gratia  ,    fagacì- 

tasy  atque  dexterttas,  qua  in  Dominorum  amicitiam  adeò  commodè  fefe  infi- 

Huat  y  ut  quod  au&oritate  alii  ncque ant ,  ipfe  ftngulari  humanitate  poffit  fd- 

cilinegotioconjegm .  Quod  reliquumejiy  BeatiffimeTater,  univerfalem Eccle- 

ftam  tuis  aufpiciis ,  tuis  curis ,  fub  tuo ,  ut  ita  dicam ,  fplendidiffimo  fydere  da- 

rioremindieSy  ornatioremque  fore  confidimus:  quo  magis parenti  optimoy  dr 

clementiffìmo  falutem  optimamy  atque  dmturnam  ardenti ffimisvotis ,  omnique  i 

quo  popumus  y /indio  ì  affidile precamiir.  Beatitudinis  Fe(iraohfequentiffinìus  ^ 

addi6liffimus  y  &  humillimus  Servus  Cafard'  Eftrees  Epifcopus  Dux Laudunen- 

fis  )  par  FranciiC .  Cosi  egli .  Ne'  medefimi  fentimenti  fi  efpreflero  altri  mol- 

tiflìmi  Ecclelìaftici  della  Francia  ^  atteftando  ai  Pontefice  la  pura ,  fcliietta , 

e  non  equivoca  {ottofcrizione  degli  accennati  qnattro  Vefcovi  j  onde  pale- 

fefia*  chefequei1:apace  data  ad  effi  da  Clemente,-  cotanto  vantàtai  dalli 

Janfenifti ,  flì  esorta  con  inganno ,  e  fraude ,  V  obbrobrio  dell*  inganno  cada 

tutto  Copra  gì' incannatori,  enonfopral'injTannato:  Tslcquel  a]  enim  cul^    ^„     ^...^ 

panduseJtiUey  dille  in  (imile  propolito  San  Cipriano,  cmncgligenter  obre-  qnam'nos  r^cru 

ptumed,  quàmhicy  quifraudolenterobrepftt.  mustQA,pag,i<ii, 

Mentre  dunque  andavano  declinando  gli  accennati  torbidi  nella  Fran- 
cia, ne  furfero  altri  in  quel  Regno  dì  non  difpregievole  pena  al  zelo  Tempre 
contraftato  de'  Cattolici ,  fé  foflero  eglino  ftati  ò  da  più  rea  gente  promoilì  s  Alterazione  dei- 
ò  da  più  oftinati  impegni  foftenuti.  Ma  come  che  provennero  daEcclefia-  ieuo'inpi'rigiT 
ftici  puri  di  fede ,  e  zelanti  nel  confervarla,  non  così preflo  fi  accefero,  che 
fi  eftinfero ,  con  maggior  gloria  di  ritrattazione ,  che  vituperio  di  commef- 
fo  errore.  Arduino  de  Perefix  Arcivefcovo  di  Parigi  ò  ad  iftanza  »  ò  ^ 
compafiìonede'mirerabililavorieri  di  Parigi  [^]publicòun'£ditto  con  un  ^ccg"       ° '" 

Vu    4  Cata- 


ClFMEN- 
TE  IX. 


680 


Secolo  XV IL 


a  VeJ'i  il  PoHtif.dì 
"Vrbano  Vili  pagt 

h  yAnno  i66i. 


E  in  altri  luoghi 
delU  Francia  • 


Catalogo  anneflb  per  la  offervanza  delle  Fefte ,  eh*  egli  voleva ,  che  foffero 
celebrate  nella  Città,  efuaDiocelì,  lafciando  di  comprendervi  quelle  de' 
Santi Matthia,  Tommafo,  Bartolomeo,  Silveftro,  eGiofeppe,  la  terza 
della  Pentecofie,  l' Invenzione  della  Croce ,  la  Dedicazione  di  San  Miche- 
le Arcangelo,  i  Santi  Innocenti,  e  Sant'  Anna,  le  quali  fi  venerano  dì  precet- 
to per  ufo  commune  della  Chiefa.  La  novità  òì  quella  abrogazione  rifve- 
glio  le  doglianze  di  Roma  trafmetre  colà  dal  Pontefice  Aleflandro  Settimo , 
che  allora  regnava  nel  Pontificato,  per  mezzo  di  Carlo  Roberti  fuo  Nun- 
zio in  quel  Regno ,  il  quale  portò  le  fue  maraviglie  al  Rè ,  &  all'  Arcivefco- 
vo  fopra  il  feguito  attentato  contro  il  coflume  inveterato  della  Chiefa ,  con- 
tro i  Decreti  Pontificii,  e  principalmente  contro  la  Bolla  di  Urbano  Otta- 
vo da  noi  in  [  <z  j  altro  luogo  rapportata .  Mofìrò  allora  l' Arcivefcovo  qual- 
che ripugnanza  alla  ritrattazione,  ma  prelTando  le  fueiftanze  Clemente 
Nono  per  mezzo  di  Pietro  Bargellini  fuo  Nunzio,  finalmente  viddeiì  livo- 
cato  r  Editto  nel  nuovo  Kalendario ,  che  d* ordine  [b]  dell'  Arcivefcovo  fiì 
divulgato  con  applaufo  di  chi  dichiarofll  vinto,  e  convinto  dal  primo,  e 
fommo  gran  Maeltro  del  Chriilianefimo,  O  adefempio,  ò  ad  emulazione 
del  Parilìenfe  altri  VefcoviintrapreferoriftelTa condotta,  e  quello  di  Zain- 
des  abrogò  anch'  egli  molte  Fefle  de'  Santi  Apoftoli ,  e  Martin  ,  e  quello  ài 
Perigueux tramutandone  i  giorni  Feftivi,  gliOilìcii,  Vigilie,  eDigiuni: 
ma  conia  medefima  forte  opposizione  della  Sede  Apoftolica,  che  volle 
mantenere  intatti  li  riti,  e  lecoflumanze  dell' antichità  contro  le  mnova- 
zìgm  4;  piai  confighati  Prelati , 


C  A- 


68 1 


CAPITOLO    VII. 


C  LEM  EN- 
TE X. 


Clemente  Decimo  Romano ,  creato  Pontefice 

li  19.  Aprile  1670. 

Carcerazione ,  ahjura ,  e  morte  del  "Borri .  Herùfte  dello 

Spinofa  )  e  del  Sandio .  Gio.  Launoyo ,  ftie  au alita , 

libri ,  e  ripro'vaz.ione  di  ejjì . 

j  Ottofciitto  dunque  il  Formuìario  dai  Vefcovi  della  Francia  i 
ripoiìe  nella  loro  on'ervanzale  abrogate  tefte,  e  condannato  fS^lTo'not 
come  temerario  unLbro,  che  dalle  tenebre  della  malizia  -a^'ie  dei  janf.-- 
janfenilta  ufcì  alla  luce  contro  la  devozione  della  gran  Ma-  '"^'"''" 
dre d\  Dio  i  godè  la  ch.efa  qualche  tregua  dal  Janfcnifma  per 
tutto  il  rimanente  di  quefto  Secolo,  e  potè  quafi  e^li  dirli 
eftint  o ,  fé  la  Herefia  non  folle  un  fuoco  ineftinguibiie,  come  quello  dell'  In- 
ferno, che  fempre  arde,  e  non  mai  fi  confuma.  Onde  il  Pontiricato  di  Cle- 
mente Decimo  corfe  in  quella  parte  felice ,  e  per  l'altra  ancora  gloriofo  ne' 
faufti  avvenimenti,  che  foggiungiamo . 

Il  Borri,  da  Noi  in  altro  [a]  Pontificato  lafciato  nel  Regno  dì  Dani-  U:£m![^. 
marca  in  preda  alla  fua  hereticapredicazione,  incontrò  dalla  vigilanza  di  4/"'^-^4'. 
queito  Pontefice  oppofizione  tale ,  che ,  onde  egli  partifiì  fuggendo,  fu  co- 
rretto far  ritorno  fremendo ,  accompagnato  da  sbirraglia,  e  ilretto  da  funi. 
O  ad  liianza  del  pio  Imperador  Leopoldo,  òad  illigazione  de'fuoi  mede- 
fimi  Heretici  predicanti,  fcacciato  il  Borri  dal  Rè  Chrifiierno  ài  Dani- 
marca, e  corretto  quindi  portar  fua  vita  à  falvamento  nella  Turchia,  in 
palfando  per  la  Moravia  j  cadde  in  poter  di  Cefare,  che  confegnatolo  in- 
contanente à  Cario  Garaifa  Nunzio  Pontificio ,  fii  trafnielfo  à  Roma ,  nelle 
cui  carceri  entrato  colpevole,  ulcinne  in  breve  penitente  all'abjura,  che  b27.Scpurnu.16-2 
feguì  [b]  publicaneilaChiefa della  Minerva,  nella  quale  azione  due  volte 
£gii  tramorti  ò  per  rofibrede'commelli  delitti,  ò  per  timore  de'preveduti    Pngion.a    del 
catiighi,  mitigatigh  dalla  paterna  indulgenza  del  Sacro  Tribunale  alla  per-  e  r  ì  efaaabju- 
petiia carcerazione .  Ondepoftogli  dal minifiro l'habito  confueto  della Pe-  "'"     '"^* 
mrenza  con  una  Croce  al  petto,  e  con  l'altra  alle  fpalle,  alìbluto  dalle  cen- 
fureincorfe,  pafsò  prima  alle  Carceri  del  Sant'Offizio,  e  da  effe  à  quelle  di 
Cartel  Sant'Angelo,  nelle  quali  egh  morì  nel  Pontificato,  chefiegue,  con 
fentimenti  C  attohci ,  e  con  atteftati  pronti  d'ingannato  più  toi1:o ,  che  d'in- 
gannatore, de'quahnoi,  che  fcnviamo  quelle  cofe,  facciaci o  publicate- 
Ibmonianza  per  rincontri  di  duplicato  abboccamento  ,  che  habbiamo  ha- 
vuto  con  lui ,  e  dentro  Caftel  Sant'Angelo ,  e  fuori  di  elfo ,  in  occaiìone  che 
alcune  volte  ben  cutlodito  da  guardie  con  Pontificia  permifiìone  d'Innocen- 
zo Un  decimo  ufcinne  fuori  alla  cura  di  riguardevoliPerfonaggi  malati, 
che  per  la  di  Un  arte  medica  ò  ricuperarono  lafalute,  ò  prolungarono  la 
Vita, 

Mi 


Clemen-  5g2,  Secolo  XV IL 

TE  Ao  j^^  {g  l'Inferno  fcarfeggiò  in  qiiefta  etàdiHerefiarchi,  non  però  fcaf-» 

quiE&herelì"!  feggiarono  libri,  che  come  forieri  d'iniquità  andavano  preparando  la  ftra- 
da  a'fucun  Herefiarchi:  e  molti  fé  ne  viddero  nelle  lìampe  della  Francia* 
Fiandra,  e  Germania,  di  cuiinqiiefto,  e  ne'fegaenti  Pontificati  fari  no- 
a  ^n  1670        ^^^  curadefcriverne  prima  gli  errori,  e  pofcia  le  condanne.  E  primo  in 
b  io!'BÌt.  Pack-  ordine  [a\  de'tempi  fi  rapprefenta  il  Trattato  Theologico-Politico  dello 
mut^ipSili.   Spinofa,  dicnifcrifle  \\}\  un  Autore,  Spiriofa^M^ior  eji  TraBatusTheolo- 
gìco-Tolitici ,  qui  Hamburgi  lójo,  in  lucem  prodiit .  Tarentibus  Judcis  ria- 
tus  ejl ,  quorum  B^ligionem  nunquam  ejuravit ,  nec  Chrijiianit  facris  ha£ìe- 
nus  inttiatHS  ejl .  'PlurimiC  memorantur  hujus  viri  de  Religione  fententìm .  In 
traviata  pYxdi6lo ,  omnium  I{eligionum ,  fed  prjecipuejudaica  ,•  c^  Chrijìia- 
na  everftonem  f  fibi  propofuifie  videtur  j  ut  ^theifmo  ,  c^  Libertini fmo  adi- 
tus  pateat .  I{eligiones  omnes  inventas  effe  ajjerit  prapter  bonum ,  quod  B^eì- 
public<e  evenit,  cum  plurimum  conferai  i  ut  Cives  interfe  pacem  cólant ,  & 
Magffiratibus  obediant:  l^que  admittit,  ab  fpem  pramii ,  aut  metum  piC- 
narum  in  altera  vita,  homines  vìrtutem  ample&i,  fed  potius  propter  ipfius 
■pirtutis  prxftantiam ,  &  commoda ^  qu£  in  hac  vita  ab  e'jus  cultoribus  de- 
cer puntur ,  Qualem  de  Deo  opinionem  foveat  ,  non  fati  $  aperte  prodit.  Vi- 
detur tamen  tnnu^re,  Deum  Jìbi  nonvideri  ens  fitmmè  perfe£ium,  intelUgen- 
tia  prxditum  ,  &  feliciffimumy  qualem  homines  vulgo  (ibi  fuadent  ;  fed  fo- 
lam  illam  virtutem  fingulis  rebus  inditam  3  &  per  omnia  diffufam  ,  unicum 
ef^enumen.  Haga  Comitis,  ubi  aliquando  bufiti  crebro  ìnvifebatur  ab  omni- 
bus novitatum  paulò  amantioribus  ,  etiam  à  puellis  melioris  naf^,  qu£  ftbi 
de  ingenio  blandiebantitr  ,  &  fupra  fui  fexus  fortem  fapere  cupiebant .  In 
Bollandia,  ubi  maxime  ferpìt  h^c  pefìts,  Spinofita  non  fé  audcnt  inpublicum 
proferre^  nec  rotundè  animi  fenfus  expromere,  Magiflratuum  decretis  coer- 
cìtié  Multasnovas,  &  inauditas  fementias  i  quoque  à  communibus  hominum 
opinionibus  abhorrent ,  in  lucem  prodidit  Spinofa.  Q^tas  intcr  vel  illa  mira- 
bilis  ejìi  quam  de  Tropheti^  dono  vulgavit j  quod  vi  tmaginativ^  fortiori 
attribuit .  Verbo  ut  abfolvam  y  totusinco  eji ,  ut  I\eligionem  ad  nórmam  fu£ 
Thilojopbj^i  quxinmuliis  errai  y  effingat .  Così  il  Pacicchelli  dello  Spinofa» 
Qualità,*  herefic  dacui  apprefe  gran  parte  della  fua  heretica  condotta  un  Chierico  dell' Apo- 
^"ì'^/^^i^'rj-  ftolica  Camera,  di  cui  farafll  menzione  in  altro  [ci  luogo.  Allo  Spinofa 
^ufandriy  vui.  ando  di  [a]  pan  nel  corfo  del  tempo,  e  nella  empietà  delle  mamme  Chri- 
S'J^'«.  i<f7r.       ftofano  Sandio  ?  che  nel  fuo  libro  de  origine  Animce  ,  inveftigate  prima 
t  chrlftcph.'san-  tutte  le  fentenzefopra  la  origine  dell'anima,  finalmente  conchiude  [e]  ^n- 
Im/maparl'Jihif.  tiquiffimi  quiquc  cum  Tyth agora  y  omnibufqueTlatonicis ,  &  Origene,  animasi 
'  antecorpora,  in  principio  ftngulas  (ìmul  conditas  in  ftatu  folte  torli  quàtn  m 
cor  por  e  funt,  fiatuebant.  Huie  fententia  nos  quoque  fubfcribimus ,  quianti- 
qiiiffima  dogmata ,  ut  plerumque  fanìoraj  recenttortbusanteferre  doBt  fumus^ 
à  Tertulliano,  j^c   nos  quidquarn   movet  auSìoritas  Conetlti  Juftinianxi 
an.')'^'^. celebrati,  in  quo  ab  ornni  £po  recepta  fententia  dammta  eji.  Et  qut- 
dem  potuifie  animam  ante  corpus  crearì ,  quia  jeparata  à  corpore  exiftat ,  in- 
ivtdiiinofiroti.  ^orruptaquc pcrmaneat ,  fusèprobavcre  multi Do^OTCS ,  Verum  quòd  &  a^ti 
t.pag.iii.  ante  corpus  creata  jit ,  hoc  traviai u  probandum  fufceptmus  .  Così  egli,  che 

féfiuvoìitifqi'l'.  quindi  fi  diffonde  eziandio  à  provare,  che  le  anime  humane  tutte  peccaf- 
fiaHifloru,  e  per  ^  fero  in  Adamo .  Herelìa  altrove  [/]  da  Noi  annotata  ,  alloE  che  tractoHì  di 
J/.i/mr^i'-'vl'- Origene  in  quefta  Hiftoria. 
^:Gio.LaMcyo,       Ma  COR  maggiorc  lUepìto  YoUtono  per  la  Europa  li  Libri  diGio.  [g} 

Lj.Ur 


c~ 


Capitolo  VIL  ^g  ^       Clem 

taiinoyo  Dottor  Sorbonico  di  Parigi ,  hiiomo  altrettanto  adorno  di  erudì-     TEA. 
zione  nelle  fcienze,  quanto  mal  fornito  di  Tana  erudizione  della  Ecclefia- 
lUcafcienza.  Chi  egli  fofTe,  equalelafuaprofapia,  à  Noi  noto  non  è,  fé 
non  dalla  relazione  di  uno  Scrittore,  che  irritato  dalla  penna  di  lui,  argu- 
tamente infieme,  e  profondamente  prefeàfcrivere  contro  lui:  onde  à  chi  z  ntophUus  tu-,. 
fecegli  la  domanda,  Chi  fofteil  Launoyo?  egli  rifpofe,  [a]  Debere  launo-  «'^udu,  in  roUmì- 
yummatri  foli  tantundem ,  quantum  alii  patri  fimulac  mairi  debe^nt  y  juxta  '/'JanT'^huno^Hf 
Synefium  Epi^ola  3.  ad  finentt  &  five  adoptione j  ftve arrogatione  in  Launo-  /"■'>  r.pai.mihi 
yumcognomenirrepferity  ancipitis  tamenjurisejie ,  an  (  utBleJenfisEpiJi.21,  ^^oio.Launoyo, 
dtxitin  ftmili  )  pater  ejusy  ctiamftconjìet  j  B^gem  non  fuìfìe,  fuerit  corona-  fuc  qualità,  erro* 
tus.  Minutam  xtatem  y  &  primos  fludiorum  annos,  Scoparium  in  I^othoma-  ''»''''f'»*'^"efie. 
genfi  Collegio  everrendis  fcholis  vi£ium  conquirentem  ,  exegifie  ,  alterum 
JEfchinem,  Barn  quippè  operam  y  Demoflhenes  ab  JEf chine  navatam  in  mmnf- 
cula aitate i  memorati  nec  fine  falcy  inOratione de^orona .  Os efje  ferreum  , 
ingenium  procellofìtm ,  tumuUuofum ,  fa&iofum ,  ciendis  turbimbus  natum  , 
Scriptiones  e'jus  (  nam  id  fpeciatim  quoifttum  erat  )  non  alias  extare  3  quàm. 
aliquot  Satyras  in  SandionyjÌAnos  Monachos ,  in  Dominicanos ,  quos  prò  mon- 
ftruofts  impofloribus  traducit,  inCuefnayum  è  Societate  Jefuy  in  Carmelita- 
nos  [acri  Scapularis  indulgentias  ,  &  ufum  celebrantes  ,  in  Trovinciales  , 
qui  extremam  Calliam  incolunt  :  apud  quos  Supremi  Senatus  arrefio  ,  fìve 
Jolemni  publicadefinitioneirretra6iabiliy  notatus  infamia  y  impietatifque  y  & 
id  genus  aliis  notis  deformatus  y  in  gentemuniverfam  Lugianicè  fitbacchatus. 
Effe  denique  ut  mufcamy  ad  exulcerata,  (fìquxoccurrant  )  illicò advolan- 
tem  y  ut  de  Judaicis  mgeniis  diClum  eft  à  Juflino  fub  fine  Dialogi  cum  Try^ 
fhone:  nec  aliter  de  invido  cummufca ,  &  vulture  collato,  nec  nifi  ad  ulcera, 
veltabida,  &  feculenta  accurrente,  S.  Bafilius  homil.  11.  qua  eft  de  invfr 
dia . 

Ita  quippe  de  Launoyo  tefles  idonei ,  cjr  complures  :  quos  nihilerat  ne- 
ceffe,  de  duritiaoriSy  &  turbido,  ac  tumukuofo  Launoyi  ingenio  admonere; 
cum  vel  ex  qualibet  lucubrationum  ejus  pagella,  id  itaftt  perfpicuum,  ut 
nihil  fit  necejie  docere  »  Quod  enim  de  ejufdem  geniihominibus  di£ium  eft  à 
S.  Ireneo,  non  totum  mane epotafidum eft,  ut fciatur ejus aqua effe  falfa»  Sic 
■utmalignitas  fcriptionis  aliquorum  appareat,  non  eft  ,  quòd  univerfam  qui§ 
fcrutetur  .  Così  egli.  Quanti  libri  poicompofeil  Launoyo,  tanti rinven- 
gonfene  prohibiti  nell'Appendice  dell'  Indice  de'  libri  prohibiti ,  inimico 
egualmente  de'Santi  in  Cielo,  de'Religiofi  in  terra  ,  e  dell'autorità  Mo- 
narchica nel  Pontificato  Romano .  Di  due  di  eflì  ci  aggrada  in  quefto  luo- 
go far  menzione ,  l'uno  impreflb  [b]  co'ìtìtolo  Fregia  mmatrimonium  potè-  b  Editus  par/ìh 
/ìas,  l'altro  Feneranda  Romana  Ecclefta  circa  Simoniam  traditio  ,  ambedue  ""'"^74. 
ripieni  di  errori  Calvinifti ,  e  Luterani .  Del  primo  dille  un'erudito  Auto- 
re ,  [e]  ^d  Catholica  veritatis  tranquillitatem  evertendam  ,  c^  facra  coin-  u^sl^Tù'^Lm- 
quinanda  in  lucem  prodiit  traClatusinfcriptus  y  Regia  in  matrimonium  pò-  "'':"*  fy^'f^fii- 
teftas,  quo  Ecclefiaftica,  &  Laicalia  jura  confunduntur ,  injuriofis  commen- ptr'eji^r'^'TolnT, 
tislacerantury  unicuique,  quod  fuum  eft,  tollitur ,  quod  non  eft,  tribuitur  ,  ^^"^X'^J"  '^' 
^uinimò  Laicali  poteftati  conceditur  ,  quod  non  fine  gravi  Ecclefiaftici  juris  "  d  ' Hit"^fcripfxt 
mjuria ,  fuique  dcdecore ,  fuum  facere  nequit .  T>{ovum  hoc  inter  Orthodoxos,  \Yonibuf  "^f "' 
Heterodoxos  vero  vetus  in  Ecclefiafticam  poteftatem  commentum  Jeanne  glnm  &  'aiia'Z' 
Launoyo  ^u£ìore  erupit .  Così  Domenico  [d]  Galefi,  accreditato,  e  nobile  ('/J'*'"  '"^"^  ^'* 
Scrittore,  che  dal  pofto  di  Confultore  in  Roma  della  Congregazione 

dell'In- 


Clemik-         ^^^  Secolo  XVII. 

TE  X.  dell'Indice,  e  di  profeffore  de'Sacri  Canoni  nella  Univerfiti  della  Sapien* 
za>  paflato  al  pili  riguardevole  del  Vefco vado  di  Ruvo,  co'l  merito  della 
dottrina,  e  con  la  candidezza  della  vita,  che  pafsò  poc'oltre  agli  otto  lii- 

a  Ka:tnti Finale,  flti,  in  pochi  anni  refe  Celebre  al  Mondo  la  fuaperfona ,  la  fi.ia[<z] Patria,  e'I 

fuo  Vefcovado .  Egli  tri  le  altre  defcritte  fue  opere  accorfe  fubito  con 

potente  ftile  alla  difefa  della  invertita  Cattolica  Chiefa ,  e  contro  la  T{egia  in 

b  Ed.tHs  TioKx  matrmonium  poteftas  del  Launoyo  ,  die  fuori  alle  ftampe  il  confumato 

an.ìójs.  Trattato  [b]  Eccleftajiicainmatrimonìumpotefiasy  pronto  antidoto  al  ve- 

leno dell'avverfario ,  in  cui  propone  ,  &  eruditamente  dibatte  ,  diftin- 
gue,  e  conchÓQ  p^ovetujiiffìmaj  univerfalijjìmay  &  Catholica  dottrina  de 
jure  Ecclefixin  fanciendis  legibus  fideimm  matrimonium  impedientibus  ^  Ù* 
dìrimentibus ,  nec  non  in  ipfis  difpenfandis  .  Porfe  eccitamento  àfcrivere  al 
Launoyo,  non  so  fé  la  fua  ò  poca  inclinazione  alli  dogmi  Cattolici,  ò 
troppa  condifcendenza  alle  fentenze  di  alcuni  fuoi  connazionali  Francefi. 
^nno   ifjjj.     Sinda  [f]  quarant' anni  addietro  agitofll  in  un  Aflembleadi  Vefcovi  iti 

$iSM%^^'"^^''^"  Parigi  quefto  punto ,  [rf]  Unum  matrimonia  Trincipum  ¥{egn  fmgninìs ^  qui 
pojjnnt  ajpirare  ad  [uccefjionem  Corona ,  ac  fpeciatim  eornm ,  qui  proximio- 
res  [unti  &  hccredes  priejumptiy  pojjìnt  efte  r alida ,  &  legitima  ,  ft  fa5ia 
fucrint  non  folum  abfque  confenfu  pojjejioris  Corona  ,  rerum  etiam  cen- 
tra ipftus  voluntatem  ,  &  probibittonem  :  e  ne  fu  decifa  fri  efll  la  fen- 
tenza  negativa  ,  e  rigettati  come  illegitirai ,  invalidi ,  e  nulli  gli  ac- 
cennati matrimonii  y  in  vigore  degli  afl'erti  privilegii ,  e  confuetudini 
pretefe  della  Chiefa  Gallicana  ,  non  fenza  però  grave  fdegno  ,  e  mor- 
morazione di  chi  giuftamente  riguardando  1'  eccelfa  qualità  del  Sa- 
cramento del  matrimonio  ,  lo  rinviene  libero  anche  nelle  fue  larghe 
appendici  da  ogni  fuggezione  alla  podeftà  fecolare  :  Multis ,  foggiun- 
ge  il  citato  Francefe  Spondano  ,  omnis  generis  homìnibus  adverfus 
hac  non  parum  murmuranttbus  .  Ma  la  mormorazione  de'  buoni  fu 
fupprelfa  dall'audacia  de'  temerarii ,   fra  quali   furfe   il  Launoyo  ,  an- 

tf;aUf,ue,at.  ^.g^gj^ano  di  efll,  e  confarcinator  di  errori,  e  dibeftemmie:  [e]  Tur- 
bavi fateoY  ,  dice  del  di  lui  libro  il  <:itato  Galefi  ,  confejiim  coepi  ip- 
fum  legenda,  fimulque  dolere,  quòd  in  eo  Ecclefia  jura  tam  male  haberen- 
tur  .  Hunc  ab  orthodoxa  veritate  omnino  alienum  ,  cum  Heterodoxorum 
do^matibus  ,  impiifque  impojluris  convenientem  comperi .  Mordaci  calamo 
à  Launoyo  punguntur  Tatres ,  carpuntur  Do£lores ,  [ugillanturque  omnes 
Catbolici  Scriptores ,  docentes.  Ad  jufla  Ecclefia:  pertinerc,  inflituere le- 
c^es  fidelium  matrimonium  refpicientes  ,  nihilque  juris  in  matrimonio 
elTentialibus  Laicos  Principes  (Ibi  vindicare  poffe  ,  quafi  neglexermt  Ca- 
none!,  do^rinam  corruperint,  &  anjam  Heterodoxis  dederint ,  Catholicam 
verìtatem  calumniandi  .  Onde  giuftamente  1'  Ecclelìaftico  Scrittore 
efclama ,  Hxc  quis  credet  ?  Omnes  Santlijjimos  Tatres  canones  con- 
tempjtjje  ,  &  ex  eorum  ignorantia  lapfos  efie  ?  Scholaflìcos  omnes  DoBo- 
res  eofdem  defpexifie  ,  &  minus  reverenter  tra^afje  ?  Terfuafum  ejì  mi- 
biy  Lnunoyum  aut  eos  non  yidifìe  ,  aut  alios  legijj'e  cum  legebat .  Così 
egli.  Il  Launoyo  invertito  dal  Galefi,  accorfe  con  [/]  pronta  Apologia 

{opHfcuhm  con-  q^\^  difefa  del  fuo  libro  ;  ma  il  libro  ,   e  la  difefa  riceverono  prohibi- 

Gnu}^7 !^Jaore  zione,  [g]  e  condanna  dalla  Sacra  Congregazione  dell'  Indice  fotto  il 

'fi's^J""6^''  ^""^  Pontificato, che fiegue . 

Ì'ij.'sutìmb,i6',%     Né  men  fii  empio  il  Launoyo  nelle  airerzioni  del  primo  affunto,  che 

in  quel- 


Capitolo    TIL  68-  ClTMFN-^ 

in  quelle  del  fecondo,  ch'ei ,  come  fi  diffe  ,  piiblicò  nel  libro  intitolato      ^^       .;r 
\_a'\  Veneranda  B^omame  Ecclc(Ì£  circa  Smoniam  tradìtio,  contro  il  quale  m^iÌjs!  ^^ 
farfe  incontanente  il  primo  Natale  Alelfandro,  dalla  cui  penna  nfcìpari- 
mentefuori  proporzionato  antidoto  sii  qncfto  punto  al  preparato  velenOi 
cioè  contro  la  efprella  dal  Launoyo  Veneranda  I{oma  Eccufia  circa  Simo- 
niam  traditio  ,  la   aderta  dal   Natale  cantra  Launoyanas  dream  Smo- 
niam obfervattones  animadverfio t  primo  [  b  ]  parto  di  quell'erudito  in-  ^t'Zlk^'T^'^^'^'' 
gegno,  che  invertendo  di  faccia  l'inimico,  ne  difcuopre  il  malanimo,  c'hcm  intrici. d- 
e'I  prevaricato  intento ,  giullamente  contro  lui  foggiungendo  [e]  Simidetj  '"JJ^  ^'^^  ""'""''  ' 
quantum  poterit,  juam in  Scdem  ^4pofìolicamrevercnttam  LaunoyuSi  ah  in- 
curia illata  Tontificibm  non  facile  fé  purgahit  .  Il  trattato  del  Natale  in 
due  parti  dividefi,  come  in  due  errori  dividelìl'operadcl  Launoyo.  Qiiefti 
[d]  ònegò,  ò  dubitò,  che  la  So?ww^  foffe  conipofizione  di  S.Tommafo  tr/d.  dc.'ln'corp. 
d'Aquino,  &  il  Natale  nella  prima  parte  fi  flende  in  vendicar  la  grand'Opc-  "^^^ ',"■'' •^\ 
raal  fuo  Angelico  Autore  ,  &  intitolonne  la  [e]  Diilcrtaziòne  Smnma  l 'ìl't! JiUx.'ìl 
D.Thorme  vindicata.  Qual'  afiunto  profeguì  felicemente  poi  il  Cardinal  ^fX'^'f'^'ll' 
[/]  Raimondo  Capifucchi  con  la  reftimonianza  non  rinvenuta  dal  Natale  di  />//•/  '  co-^rovtr. 
PtolomeoLucenfe  contemporaneo,  e  familiare  di  S.Tommafo,  riferirai  '^^''''f°fJ'l7Ì'eÌ 
lungo  [g]  dalfopracitatoGalefi.  Md  la  feconda  parte  del  Natale  è  più  for- J!5!V°''^"'* 
te,  perche  più  calunniofa  Ci  è  quella  del  Launoyo,  che  invellendo  la  '^  "^'"'.^"/ìÌìI-'! 
Chiefa  Romana  con  taccia  di  faccilega  Simonia,  la' ripiglia  di Herctica  r-Irf/w^^ro/;;;»^ 
nella  rifcofiìone  delle  ^'Zwr.tf.  Sono  {cannate  la  efazione  di  alcuna  parte  '"'c^-J'^T/iftca 
de'fruttide'BenefiziiEcclefiaftici,  che  fi  rifcuotonodal  Papi  [/;  ]  in  reco- tow  12.  di  fai,- f.- 
gnitionem  univerfalis  domimi ,  qnod  Tonti/ex  ,  cr  Ecck-fta  V^omana  habet  l^;.^f  ^""-''"'^ 
omnium  Ecclefìarum ,  &  Monafìeriorum  :  Soggiunge  [/jilFagnanij  ftir/i'/i.tJ  i  f.;J:«. /.;  5.  £».-■ 
Sponfiis  eftI\omams  Traful,  &  propterea  dicitur^ 'Pater   Tatrmn  :  fed  p^- 'prl^iSi^'lZ''"' 
ter  natitralis  potéfi  corripere  filium  [ibi  alimenta  negantem ,  &  ad  ea  pra- 
ftanda  compcUcre>  item  Fili£  tenentur  alcre  Matrem  tnopem:  ergo  eadem  Annate,  e  lor* 
aliane  Vater  fptritualis  ^  quem  non  minus  diligere  dcbemus,  quàm  t^r«.^- antichitt. 
rem,  &  Mater  (piritualis  Ecclefia  poterit  à  fuis  filiis  fpiritualibus ,  &  Ec- 
Iclefiis inferioribusalimcntarecipere,  & confequenter ^nnatasexigere ,  quas  > 
ut  efì  notar ium,  Summits  Tontifex  accipit  prò  [ui  fuhjlentatione .  Così  eqli, 
chea  lungo  quivi  rintraccia  la  origine,  giuftizia,  e  l'ufo  delle  Annate  . 
Contro  di  efle  dunque  difperatamentefcagiiolii  il  Launoyo,  mal  perfuafo 
dagli  allerti  Decreti  de'Concilii  dì  Bafilea,  e  di  Coftanza,  e  ribattuti,  e 
dottamente  fpiegati  dalfopracitatoGalefi,  eFagnani.  Il  Natale  fcefe  an- 
ch'egli  nella  dotta  arena,  ma  nel  profeguimento  dell'inimico  urtò  fopra 
VafcelFrancefe  proveniente  dalla  Sorbona  in  un  di  quei  fcogli,  che  bene 
fpeffo  s'incontrano  da  chi  oltramontano  naviga  ilvalìomare  della  Eccle-  ,    ^ 
fiafticaHiftoria,  edifle,  \_ì(]  .Jnnatas  citra  calumniam ,  &  Simonis  notam  ìnttl'/^Ig^m'nJh 
Summus  T'ontifex  rccipere  potefi ,  &  exigere  ,  B^gum  ,  &  Eccle fiarum  cu-  78. 
juslibet  l^i'gni accedente  e onfenfu.  [/]  Mira  junty  qu£  dicitis ,  così  Noi  n-  co,ur'f"iuiiat'J/ 
volti  al  Natale  con  li  rimproveri  di  Sant'Agoftino,  nova  fmt,  quadicitis  ,  '"P-ì- 
falfa  flint ,  qux  dicitis  .   Mira  fìupemtts  ,   nova  cavemus  ,  fai  fa   convinci- 
mus.  Dunque  il  confenfode'Rè  bavera  egli  forza  di  purgare  un'atto  fimo- 
niaco  fco'ne  la  rifcolfione  delle  Annate  vien  chiamata  dal  Launoyo  )  dalla  'I','^,"^''iF'';-'f-'^' 
taccia,  enotadellaSimoniaf  Certamente unatalempiapropolizione non  pa^'.6.i. 
così  torto  ufci  dalla  penna  di  Michel  [m]  Rabardeo  nel  (uo  Heretico[?i]Oj&M-  .^  ^nn'M^mi 
(usCallus,  che  fu  ella  condannata  dal  Tribunale  di  Roma,  come  attefta  ';/.'' "^' 

li 


Clemen- 
te X. 

a  Diana  in  ^pc- 
log.contrn  Tiabard 
in] erta  i>i  truci,  de 
immunit at e . 

b  Idem  traci,  i. 
ttftl  j;9. 
e   Hic  liber  Natalii 
^lexand.  prohiii- 
t»s    fuit  IO.  luhi 
J684.  utvietry  i  e  fi 
in  t^-^cpend,  .".d  li 
bros  prohìb. 
d  Hos  vidi  in  <^p. 
ptnd.  ad  hìdicem 
lib.    prohib.  verbo 
lo.  Launoyus  . 
e  Z^.Ma/ì  i6^o. 


6S6 


Secolo  XF lì. 


[a]  il  Diana,  che  in  altro  [b]  luogo  à  lungo  rigetta  il  falfo  commento  4jsÌ 
Rabardeo  .  Leggali  il  citato  Galelì ,  che  ben  conclude ,  EtfideMer  con(ÌM , 
Tapam  adfuiy  &  f{pmanx  Curi^  infervientium  fubftentatìonem  y  ex  bonìs  Ec- 
cleftafìtcorum  ^nnatas  exìgere  y  nulloque  pa6ioinhisl\eges  ìmmifcert  (e  pofie, 
cumagatur  de  re  à  Laicali  jurtfdt Storie  omnimodè  fegregata  ,  &  cu'fUì  Do- 
mininmy  feu  potius  àdminifìratio  pcrtinet  ad  Tapam .  Così  egli.  Mitrala- 
fciato  [e]  ilNatale,  e  le  fne  non  fané  fentenze  contro  la  Chiefa  Romana, 
il  libro  del  Launoyo  ricevè  dalla  Sede  Apoftolica  quelfapplaufo,  che  me- 
ritava chi  con  tanti  diverfi  fcritti  ne  impugnava  le  leggi ,  cioè  la  condanna, 
che  ne  [d]  feguì  nella  Congregazione  dell'Indice  fotte  [e]  il  Pontificato 
di  Aleffandro  Ottavo . 


C  A- 


687 


Innocen- 
zo XI. 


CAPITOLO     VIIL 


Innocenzo  Undecimo  di  Como ,  creato  Pontefice 

li  L I .  Settembre  i  G^G» 

Condanna  di mòkilihri ,  e  notìzia  dì  e ffhe  de  loro  o^utori.  Sf- 
pulftone  degli  Hugonotti  dalla  Francia ,  e  de*'Barl?etti  dalla 
Sa'voja .  Con^erftone  deW  Inghilterra  alla  Fede  Cattolica , 
e  nuo'uoper'vertìmento  di  quel  l^gno,  Confejjione  di  Fede 
Cattolica  di  molti  popoli  Jcifmatici .  Stabilimento  in  "B^ma 
di  un'  hofpìziopergli  heretici  cont/ertìti .  Affari ,  e  libri  delli 
Janfenijìì,  e  loro  condanna .  CondannaPontìficiadifettan- 
tacinque propoftzjoni .  Herefte  di  Afichel  Alolinos ,  fuo  corfo, 
e  condanna , 


A  felice  la  Francia ,  e  con  la  Francia  il  Chrillianefimo,  fé  le 
male  dottrine  del  Launoyo  fodero  (lagnate  in  effo,  e  non ,  co- 
me da  elfo,  sboccate  nelle  bocche  di  altretanti  rivi,  quante 
penne  ne  trafcriflero  fé  non  tutte  le  fentenze ,  certamente  in 
gran  parte  tutta  la  malignità,  e  tutta  l'avverlione  contro  le  EHiadu-pin.fuoi 
fentenze  della  Chiefa  Romana.  Difgrazia  ò\  quel  nobilifiìmo ,  ^\onlÌ\  e'iif  I^''"  ' 
e  ChriftianifTimo  Regno ,  in  cui  par  che  non  poifà  Dottor  forgere  in  Cate- 
dra,  e  poggiare  al  grido  di  egregio,  fé  non  peri  gradini  di  aperta  contradi-  a /«  Brevi  inm. 
zione  all'aiitoriti fuprema ,  e independente  del  Pontificato  Romano.  Alla  J2«ÌrX^"i(j88  "* 
prohibizione  de'libri  del  Launoyo  fegui  ben  \a\  tofto  quella  del  libro  inti-  \^Tmp'r'ejr„s  pari- 
loìSLto  de  antiqua  Ib]  Ecclefia  DifciplinatCompoCìzione,  cpanodiLudovi-  ^^'Y"' "'^'ì^ ,   • 

,,.         ,  .  '         ,.'--'..         •  %     '.  -t     ì   r  r      r  '    -i    ^  ■  r-  <^  ImprfJJ- Coloni* 

coElliesdii-Tm)  di  cui  ci  converrà  rinovare  il  difcorfo  fotto  il  Pontificato  a„.i68ì.,  &  pro- 
ài  Clemente  XI.,  e  degli  altri  [e]  Methodo  facile ,  e  pacifico  per  convertir  fen-  %%"\^''^''p^^"il 
:ì^adifputeli  protejiami alla  vera  fede  foprail  punto  della  Eucharifiia^  Hi/io-  DecmoSc.  indi- 
ria  [d]  del  Luterani fmo  y  Critica  [e]  generale  dell' Hijioria  del  C alvini fmo  ,  j'pVo/;;^  li  De- 
Hifiorta  della  decaden'S^a  dell  Imperio  ,  Hijioria  del  grande  fchtfma  d' Occi  cmhris  1680.  De- 
dente ^  tutti  dettatura  dell'  infelice  Ludovico  Maimbourg  ,  che  con  il  Tili'rlfVcil'^ 
fulmine  Pontificio  ripercoflb  da'libri  nella  perfona,  fii  prima  per  coman-  p>oh,b^,tjupr.2tS. 
damento  d'Innocenzo  fcacciato,  come  inaridito  tralce,  dalla  Compagnia  ub'i''dc\^'lu'm. 
diGicsiì,  e  quindi  più  dolorofamente,  fpaventofamentedaDio  tolto  dal  ''."«jrge  loro  pro- 
Mondo  con  morte  in  opinata,  allor  quando  fremendo  di  fdegnoperlafe-  n^^pr^ef^'parifis 
guitaefpulfione  dal  Sacro  Chioftro ,  tramandò  nuova  fpuma  di  maledi-  ""■  "^^6.,  cr-^;^- 
cenza  contro  il  Pontificato  Romano  ne'libri  daini  comporti,  Hijioria  [/]  /«„<,?. '"x//'^26' 
del'Pontificato  di  San  Gregorio  ti  Grande,  e.  Trattato  [g]  Hifìorico  dello  fla-  FeOr.ièSj. 
bilimentOj  e  delle  prerogative  della  Cbiefa  di  B^ma ,  e  de  fuoi  Vefcovi ,  foglipiù  'inlóL  Iat'm.wì 
tofto  atti  al  fuoco ,  chea  dar  luce  alle fiampe.  Nella  medefima  condanna  fu  '^25. 

pari- 


jNNocEN-        |5gg  Secolo  XV IL 

^^ /^     .  parimente  involto  il  tomo  Hiftorico  Conciliorum  [a\  generdium  àoì)!  dSxxQ 
^  ^'^6^.6- prillo. '^o\tQ  nommù.Ko'KìchQ         la  TraduT^ione  \_bYdiMonSy  opera,  come  al- 


a>i. 

3»£^fT/./,;»of.x-/.  trove  detto  habbiamo,  di  manojanfeniftica,  e  con  più  rinomata  cenfiira, 
^b'  i^'/septernh:  pcrche  di  più  rinomato  Autore,  li  feguenti  Libri  [e]  Htfioria  Ecclefìajìicacum 
J^jp-  Dtfjertattonibus i  e,  Summa  D.Thomje  vindicataj  e,  Difiertatio  Tolemka. 

\)ibus"i"noT.  XI.  de  Confejfione  Sacramentali y  Cy  Contra  [d]  Lannoyanas  circa  Simoniam  ob- 
^'l'^Vnii"^'  /^^"^^f ^'^^^^^  animadverfìo  ,  parti  tutti  di  Natale   AleiTandro   deli'  Ordine 
àFM^L'mBrl-  de'Predicatori ,  da  Noiin  molti  luoghi  di  quella  Hiftoria  riprovato  nella 
ìii/i'Tóé'^^'  '°'  P^i^ticolarità  delle  dottrine,  quantunque  nella univerfalitàdell'erudizioni 
"Libri /iNataie  degno  di  lode,  fé  non  havefle  pervertito  li  gran  doni  della  natura,  e  dell* 
A'^Shb tiioie  ^^^^  ^^^  foftenimento  più  tofto  della  Sorbona  di  Parigi,  che  della  fapienza  di 
ro  prò  ìd  izione.  j^^^^^  ^  j^^  ^-  jj^j  ancora  rlnuovcrafiì  ii  difcorfo  fotto  il  Pontificato  di  Cle- 
mente XI.  j  allor  quando  il  corfo  de'racconti  ci  porterai  defcrivere  il  fuo 
nobile  ravvedimento  nel  nuovo  libro  da  effo  dedicato  al  Pontefice  Re- 
gnante. Né  qui  fermaronil  li  Francelì  in  corpi  divifi  di diverfi  libri,  ma 
unitifi  in  corpo  nella  loro  Sorbona  di  nuovo  [e]  rinnovarono,  e  fottoicrif- 
c  ^nno  i«8i .      fcro  quefte  quattro  propofizioni  contrarie  alla  Ecclefiaftica  podeftà ,  fimili 
à  quelle  già  [/]  emanate  contra  la  iuprema  autorità  del  Pontificato  Ro- 
ivediuPomyfji  liiano  fotto  Aieffandro  VII. 

^4leJ]r.7:drcVll.tc.     "  ' 

to^'^d'innocnno  Clcr  ì  G  aliì  c  unì  dc  Ecclefiaftica  potè  fiate  declaratìo* 

X li-)  '«  cm.iejuc- 
ceffe    la    r-tnitt^- 


Trimùm  [g]  Beato  Tetro,  ejufque  Succefìoribus  Chrijli  Vicariis,  ipjìqtie 
Ecclefi£  t  rerum  fpiritualmm ,'  ér  ad  aternam  jalutem  peninentium  ,  non 
g  ìo.Martiii6%-i.  autemciviltum-,  ac  temporalium  à  Deo  traditam  potefiatern  ,  &c,Reges  er- 
Smrdtfcic!'.  ,?o>  &  Trìncipes  m  temporalibus  nulli  Ecclejìafìiae  poteftati  Deiordinatione 
dì  Francia  contro  y"j^^y/fy^  fic^ne  antìoritatc  clavutrìi  Ecclefia  dire6lè ,  ve  t  indir  e  6lè  deponi,  aut 
chida'!''ei\ut.ii'  Ulorum  fubditos eximì à  fide ,  ac  obedientia ,  ac  prefitto  fidelitatisfacramento 

caco  Rop-uno.      jolvi  poffc  Ó'C. 

Secundò:  Sic  inefie  ^po ftalica  Sedi ,  ac  Tetri  SMCceJòoribus  rerum  fpiritua-^ 

lium  plenum  poteftateni,  ut  fìmulvaleant ,  atque  immota  confiftantS. OEcum- 

meniae  Synodi  Conftantienfis  à  Sede  .dpoftolica  comprobata ,  ipforumque  B^ma- 

norum  Tontilicumy  ac  totius  Eccleft^  ufu  confirmata  y  atque  ab  Ecclefia  Galli- 

cana  perpetua I{eligionecuflodita decreta,  de  au6ioritate  Conciliorum  Genera- 

%tÌhlov'!llL t  ^^«^' ^""^ SeIJìone quarta y[h]& quinta continentur  &c. 

m-<^ì-   '  Tertiò:  Hinc  ^4poftoliciC  poteftatis  ufum  moderandum  per  Canones  Spirita 

Deiconditosy  &totius  mundi  reverentia  confecratos&c. 

Scartò  :  Li  fidei  quoque  quéòfìionibus  pracipiras  Summi  Tontificis  effe  partes, 
ejufque  decreta  ad  omneSy  &  fmgulas  Eccleftas  pertinere  -,  nec  tankn  irreformabi- 
le  effe  judicium ,  nifi  confenfus  Eccleft^  accefterit . 

A  quefte  propofizioni  (\  fottofcrifiero  trentaquattro  tra  Arcivefcovi, 
e  Vefcovi,  e  trenc'otto  minori  Ecclefia.Vi-i  del  Clero  di  Francia,  &  alla 
loro  fottofcrizion  feguì  il  Regio  Dccr^io ,  ut  e£  propofttionesinuntverfa 
dittane  y  &  Troviuciis ,  atque  ^AcadcmiisE^gnorum  fuorumdefendantury  nc- 
que quifqiiam  gradum  aliqucm  litieraruìn  in  Theologiay  aut  Jure  Canonico 
accjpiaty  nifi  furata  prius  earum  di.fenfìone  .  Cosile  propofizioni  del  Clero, 
d'ArreicodelRè,  e  l'uno,  e  l'altro  non  à  Concilio  y  come  nota  [/]  l'Emir 

retr, difp. I, traci,  nentimmo  de  Aguirre,  aut  limatura  conjultatJone  prolat.-i y  jed  jubitaqua- 

i.f(ti,z.n.ii,& Il  ^^^^  ^^j-^^j-  commotioae  ......  occafione  grapis  dijjidii  inier  Jnnocentium  , 


i  Card.de^guìtre 
in  de  feri  f,  C  atb  S 


Capitolo    VII  L  589  I^NOCEN-u 

Xl.  &  IXegem  Chrijiiamjjìmum ,  provando  il  medefimo  [a]  in  Capitolo  d  par-  ^  ^^^^  ii^T  Jir 
te,  DecUratìonemhanc contradtcere pala-m  fenfui,  &  doÓìriria  communi Ept-  l.fea7i',&[t<ì', 
fcopornm  GallU,  expreffa  in  litteris  ad  Innocentmm  X.  anno  1(555.  nelle 
qualiil  Clero  Gallicano  richiefe  fopra  le  cinque  propofizioni  ài  Janfenio 
l'oracolo  infallibile  del  Pontili  caro  Romano ,  daTrancell  ne'fecoli  pafTati 
foftenuto  Tempre  con  lafpada,  mi  con  compaffionevole  divario  da'medc- 
fimi impugnato  Tempre  ne'tempi  correnti  con  la  penna. 

E  con  lafpada  foftennelo  in  quelli  tempi  cotanto  rifolutamente  il  Rè    P»(^cacciamento 
Luigi  XIV.  di  Francia,  che  rari  altri  fatti  certamente  (ì  rmverranno  ò  più  danaF^ETe 
nobili  nella  intenzione,  ò  più  flrepitofi  nella  efecuzione,  ò  piùgloriofi,  e  S'"^^"  'i'  ^"èft^ 
profperi  nella  felicitai  e  grandezza  degli  avvenimenti .  Ritrovava!!  così  ""^"*' 
flranamence  infetta  la  Francia  di  lue  Hugonotta,  che  poche  cafe  n'erano 
immuni,  e  niifuna  Provincia  efence.  Fri  gli  ammorbati  da  tal  pelle  fcor- 
gcvafene  qualche  Ecclefiaftico  di  quelle  Chiefe  ,  molti  Principi  dì  quel 
Regno,  e moltifiìmi Commandanti  delle  regie  truppe;  ondeilfolopen- 
lìere  del  rimedio  atfacciavafi  prima  arduo,  e  poi  impoilibile  ad  efeguirfi 
perle  ditHcoIti,  che s'incontrerebbono  nel!' applicarlo  ,  di  contradizio- 
ne ne'Grandi ,  di  ripugnanza  ne'Predicanti ,  e  di  tumulto ,  &  armi  ne'Solda- 
ti .  Ma  il  Rè  forprefodal  zelo  di  veder  riunita  la  Francia  nei  coftume  dell' 
antica  Religione,  e  quindi  vago  della  quiete  de'popoli,  che  non  mai  han- 
no pace  nella  diverfit^ delle  Sette,  gittata  tutta  la  fua  fperanza  in  Dio, 
1^  cui  giuftacaufa  intraprendeva,  e  meflb  in  non  cale  ogni  contrario  mo- 
tivo di  difficile  riufcita ,  rifolvè,  &  efeguì  una  delle  più  grandi  azioni  , 
che  ò  fi  leggano  deferi tte  nelle  Hiftorie  palfate,  ò  fi  poffan  defcrive- 
re  nelle  future  ,  cioè  vincere  à  forza  d'  armi  molti  milioni  di  Here- 
tici  fenza  fpargimento  di  una  flilla  dì  fangue  ,  e  convincere  la  dura 
loro  ollinazione  con  la  fola  muta  parola  di  un  bandc^.  Alla  eenerofa 
determinazione  del  Rè  volle  Dio  far  precedere  l'incitamento  del  Cle- 
ro ,  anzi  l'incitamento  degli  fleifi  Hugonotti ,  che  poderofi  in  autori- 
ti, e  forfi  in  numero,  hor  con  le  prediche,  hor  co'fcritti  cominciarono 
così  ftranamente  à  moleflare  i  Cattolici ,  che  non  potendo  dagli  Eccle- 
fìaftici  oramai  più  difllmularfi  una  tanta  audacia,  adunatifi  in  Aflemblea 
porfero  [b]  al  Rè  in  ifcrittoi  loro  lamenti  con  una  lunga  fupplica,  chefer- f»  r4.z;B5/;»i<j8jr, 
vi  di  potente  fprone  all'animo  di  chi  già  da  fé  correva  all'abbattimento  di 
e  ili.  La  fupplica  fu  fottofcritta  da  feifantacinque  tra  Vefcovi,  &  Ecclefiar 
ilici,  i  quali  al  fin  di  ella  in  feparati  fogli,  cioè  in  due  colonne  per  foglio, 
regiftrarono  capo  per  capo  da  una  parte  la  profeilìone  Cattolica  fecondo 
ipecreti  del  Concilio  di  Trento,  e  dall'altra  le  calunnie,  ingiurie,  efalfi- 
tàoppofte  dagli  Hugonotti  alla  riferita  profeiiìone  con  la  indicazione  de' 
libri,  ove  rinvenivanfiquefte  loro  efecrabili  menzogne,  quali  lunga  cofa  fa-  ^  H-cexutapui 
rebbe  [e]  il  riferire.  Il  Rè  non  così  tofto  ricevè  la ifianza del  Clero,  che ol-  L.X'ì^lv.'S". 
trepalfando  anche  la  fperanza  di  efio,  mandò  [rf]  fuori  contro  gli  Heretici  tÌ'ti">lÌ7h'm''' '' 
Hugonotti  del  Aio  Regno  due  bandi,  degnacopia  di  quegli  antichi  famofi  d^/z^n^tT-Z.^-sM 
del  gran  [e]  Theodolìo ,  e  Giuftiniano ,  che  hanno  nobilitato  in  altro  luogo  'li'fj;„;^j'-!ifll' 
lanoftraHiltoria.  Conciofiacofacheforgendoildi  lui  Chrifiianifiìmo  zelo  o/,oi.re  i^gy. 
à  quell'alto  di  Religione,  ove  poggiar  poflaosni  Cattolico  Monarca,  con  'nV/^'.'f".^) 

eroica  riloluzione|/J  bandi  per  tutto  il  fuovalto  Dominio  la  demolizione  tom.z.pu'^.<;6.-^s- 
de'Tempiidegl'Heretici,  la confifcazione  de'lorobeni,  etuttociòditerri-  l"Z^p';,f;^^'!l 
bile,  che  piegar  li  poreiie  ad  abbracciar  la  Religione  antica  della  Francia,  tW*'w.',..nr. 
Toììio  IK  Xx  Al 


Innocen^        ^gQ  Secolo  XVII. 

ZO  Xlf    ^\  bando  feguì  incontanente  la  efecnzione ,  flrepitofa  quanto  dir  fi  pofla  j 
sì  in  riguardo  airiniprefa,  come  in  riguardo  alle  circollanze  di  efTa.  Poich* 
egli  mandò  per  tutto  il  fuo  Regno  Predicatori  infieme,  e  Soldati,  e  gli  uni 
tutti  zelo  in  grado  di  Miflìonanti,  gli  altri  tutti  terrore  anche  nel  nome, 
quali  entrando  nelle  cafe  degli  Heretici,  quivi  à  truppe  pigliavano  il  loro 
'     alloggio,  fin  tanto  che  gli  Heretici  pigliaflero  altro  partito.  Mirabil  cafo 
invero!  e  che  conferma,  quanto  altre  volte  in  quefta  Hiftoria  habbiam 
notato,  alla  conyerfione  di  quei  rtiiferabili  più  giovò  il cerror  prefente 
delle  pene,  che  le  fante  perfuafive  de'Predicatori  ,•  poiché  à  truppa  corre- 
vano gli  Kugonotti  alle  Chiefe  Cattoliche  con  tanto  fpurgo  di  quelle  in- 
fette Provincie ,  che  nel  breve  fpazio  di  due  foli  mefi  elleno  fi  viddero  intie- 
ramente Cattoliche,  con  potente ,  e  prattica  apologia  contro  chi  volle  cen- 
furar  la  Regia  condotta  di  quefto  fucceflb ,  e  con  egual  ftupore  ^i  chi  con- 
a  j,^,,^.,^;y?^43.  fiderò,  quanto  vaglia  la  verità,  quando  ella  venga  afllftita  dalle  fpade. 
[<i]  Doc«/^  f 05 /o//d?«/(),difl'e  degli  Heretici  DonatiftiS.Agoftino,  ^«of 
negligentes  fecuritas  fecit  j  e  foggiunge  ,  Mea  quidem  primitus  fentcntia 
erat ,  nemìnem  ad  unitatem  Chrìjti  ejje  cogendum  :  verbo  effe  agendum  :  dif- 
putatione  pugnandum  :  ratione  yincendum  :  ne  fiólos  Catholicos  haberemust 
quos  apertos  Hareticos  noveramus  .  Sed  h£c  opimo  mea  non  contradicemium 
verbis ,  fed  demonjirantìum  fuperabatur  exemplis  ;  e  ne  allega  il  Santo  la 
ragione.  Ut  legum  ifiarum  vinculis,  H<!ereticitam(jftam  Thrànetici  ligaren- 
tur,  &  tamquam  de  fomno  lethargico  emergerent,  &  in  falutem evigilarent 
TIMOI\E  LEGUM  IMTEBJ^LIUM.  Al  rimbombo  del  regio  zelo  di  Lui- 
gi applaudì  da  Roma  il  Pontefice  Innocenzo ,  che  non  potendofi  contene- 
jbij.A'ov/wj.itfSj  re  di  non  efporne  in  carta  il  godimento,  [b]  Cum  pra  c^teris  illuflribus 
documentìsy  egli  fcrilfegli,  qua  mgenitam  Majeflatis  tua  pietatem  abundè 
declarant,  maxime  excellat   eximius  ille ,  B^geque  Chrifiianijfimo  dignus 
^UdVconTl!t-P^^^^^  7S^^^>  H^^  ftf(^^"^  incenfus  fallente s  ijìius  I{egni  Hareticas  Conflitutio- 
ìazione  alile,    fies  penìtus  abrogaftt ,  fideique  Orthodoxa  propagationi ,  fapientifjimis  editis 
Decretis,  egregie  confuluifti,  offici i  effe  nofiri  duximus,  fplendido,  ac  man- 
furo  hoc  litterarum  noftrarum  te/iimonio  inclitam  animi  tut  B^digionem  effu- 
se commendare ,  cumque  rebus  hucufqueàte  praclarè  gejiis  infigniìmjufmodi 
fa&o  immortalium  cumulum  laudum  adjecifti,  mpensè  tibi  gratulari .  ^e- 
cenfebit  profetò  fuis  m  Faflis  CatholicaEccle/ìa  tam  grande  tua  ergaipfam 
devotìonis  opus,  nomenque  tuurn  non  interituris  praconiis  profequetur  .  Ube- 
rem  vero  in  primis  à  divina  bonitate  praflantiffimi  confilii  retributwnem 
polUceritìbimeritò  poteris,  perfuafumque  h abere ,  non  omijìuros  noi  enixa 
ad^eandem  bonitatem  in  hunc  fco^um  vota  continenter  effundere  .  E  per  ren- 
der publica  Innocenzo  la  congratulatione  privata,  ch'egli pafsò  co'l Rè  di 
Francia,  nel  profllmo  Concifloro  fecreto  in  quello  tenore  parlò  al  Sacro 
Collegio  de'Cardinali, 
e  Die  i8  Murtn     V^ner abile s  Fratres .  [  e  ]  Q^àm  profperè  fuperiori  anno  Chrijliana  res 
tùU,     '  adminifirata  fuerit  vi£io  late,  fugatoquc  in  Hungaria  ,  &  ad   Mejìeniacum 

fìnum  hofie  immanifjimo  ,  atque  ibidem  expugnatis  munitiffimis  oppidis,  & 
quanta  Catholica  Ecclefia  ,  cui  nos  immerentes  praftdemus,  feliciter  acci- 
derint,  vobìs ,  qui  omnia  cognoviftis ,  ac  Domino  Deoexer e ituum,  quapubli- 
ce,  qua  privatim  prò  vefira  egregia  pietate  de  rebus  tam  Utis  gratias  egi- 
fiis,  commemorare  fupervacaneum  ducimus  .  Juvat  tamen  paucis  vos  collo- 
qui de  iis,  qua  per  clarifimum  Filium  noflrum  Ludovicum  B^egem  Chnjiia- 

nijfi- 


Capitolo  Vili.  égi        Innocen- 

fiìjfmum  pneclarè  gefla ,  &  per  ejus  Oratorem  T^obilem  Vìrum  Ducem  de  ^^  •^^* 
Mjirees  ad  nos  delata  patemam  charitatem ,  qua  I^gem  ipfum ,  &  florentif 
fimum  Galli£  I{egmm  fempcr  complexi  fuimus  ,  incredibili  gaudio  affecc- 
rimt  .  Mirificavit  enim  Dominus  mifericordiam  fuam  ,  cum  dans  B^gi  po^ 
tentiàm  ad  auferendas  abomlnationes  impietatis  j  brevi  paucorum  menjium 
[patio  utiiverfam  pene  Gàlliam  admirabili  rerum  converftone  ab  dia  fuper- 
ftitioneliberavit,  quce  fuperiori  f^culo  à  nefariis  hominibu$  illic  excitamiferè 
populos  civilibus  bellis  afflixit^  ingenti  cum  periculo  apudinclytamillamgen- 
tem  Orthódoxé  fidei ,  &  public^  mcolumitatis  .  abrogati!  autem  ab  eodcm 
clarijjimo  Filió  noflro  lis  edi6Ìts  ,  qum  perduclles  H eretici  ab  ipfìus  majo- 
ribus  B^gibus  Cbriflianijjimis  inter  bellomm  aftus  ,  &  pericula  extorferant, 
novifque  editis  Decretis ,  qui  bus  illius  fc6ia  hominibus  omnisTemplorum  ufus, 
&  coeuridi  libertas  interdicebatur ^  fa&a  ejì  fuper  illos  manus  Domini y  qui, 
ut  ipftus  mifericordia  fperàre  nos  jubet  ,  dedlt  eis  cor  novum  ,  utfacerent 
juxta  prjeceptum  F^egis  verbum  ejus ,  &  ab  erroribus ,  qnibus  nati ,  &  innu- 
triti fueram  j  ad  ventatem  Catholicam  redirera  .  Qua  fané  in  re  cum  Chri- 
flianiffimi  I{egis  '^elus  ,  cìr  pietas  mirificè  eluceant ,  ipfius  immortali  merito 
nojìrie  ,■  &  omnium  veflrum  laudes  debenttir ,  quas  quìdem  uberes  omnis 
pofieritas  UH  feddet  i  dum  hujus  tara  praedari  fa5Ìi  memoriam  recolet.  In- 
terim à  Tatré  luminum  accuratis  precibus  expofcendum  efl ,  ut  E^gium  ani- 
mum  qiiotidiÈ  màgis  inflammet  ad  ea  peragenda  ,  qute  Chrijiiana  B^ìpublic<£, 
ac  Catholic£  Ecclcft£  Uta  ^  &  [aiutarla  efie  pojiunt  .  Così  egli ,  e  con  lui 
tutto  il  facro  Collegio,  chefidiffufe  in  ringraziamenti,  &:  encortiii  per  unì  Difcacciamenttf 
tanto  vantaggio  della  Cattolica  Religione.  Accudì  anch'elfo  volentieri  à  Afp^dera'savò^- 
qucftégloiiofe  operazioni  Vittorio  Amedeo  Duca  di  Savoja,  che  inconta-  h. 
nente  [a]  difeàcciò  con  pronte  truppe  dalle  balze  delle  Alpi  gli  Heretici 
Barbetti,  reliquie  degli  antichi  Vvaldenfi,  che  parte  difperfi,  parte  conver-  ^  ^nn.tad. 
titi riposero  in  irtato  iìcuro  non  men  di  Religione,  che  di  quiete  quelle  Pro- 
vincie. 

Ma  non  così  durevole  fiì  il  gaudio  del  Chriftianefimo  nella  converfio- 
ne  della  Inghilterra  ,  come  durevole  Fii  quello  ,   che  veniam  pur  hora 
di  riferire  della  Francia,  e  della  Savoia  .  Il  Rè  Carlo  Secondo  d'Inghil- 
terra, di  cui  in  altro  [b]  luogo  habbiamo  fatto  menzione  ,  doppo  ^'i^Q'ri^')^„ltx^,to!lfpag. 
tafeiannidi  Regno,  forprefo  [e]  dà  accidente  epileptico  ,  (ì  ritrovò  in-  6ì6. 
contanente  al  line  de'fuo  giorni:  ed  egli  fìnilli  molto  più  degnamente  ^  '  -^««•«'^gy. 
e  gloriofamente  di  quello  ,   che  li  haveva  incominciati  .  Conciofiaco-  ^^ .  ^^jj^   ^^^ 
fache  non  fol  difpolto  ,   ma   maravigliofamente  inclinato  alla  Religio- gh,itérrs,ebreve 
ne  Cattolica  haveva  femprequefto  Principe  coltivato  nel  fuo  interno  ien-  Ji^'^p'^f^cltS 
timentiorthodoffi,  e  in  atteliazione  di  eilìfurongìi  ritrovate  doppo  la  mor-  La.  ^'^ 
te  due  feri tture ,  ambedue  fcntte  di  fuo  proprio  pugno ,  &  amendue  ferra- 
te in  una  fua  recondita  caffettina  ,  quali  il  Rè  Giacomo  fuo  fuccelfore, 
egli  morto,  fé  imprimere  in  ftampa  nel  medelìmo  idioma  Inglefe,  in 
cui  elleno  fi  rinvennero  compofte,  &à  noi  amorevolmente,  &  opportu- 
namente fomminiftrate  in  piccolo  libretto  da  Filippo  Michele  Mylord  El- 
lis  Vefcovo  prefentemente  ài  Segni,  di  noftro  Signore  affiliente,  e  Pre- 
lato domeftico,  e  per  il  pattato  Cappellano  ordinario  di  Giacomo  Secon- 
do Rè  della  gran  Brettagna,  e  della  s.  m.  di  Maria  fua  Serenifllma  Con- 
forte, il  quale  ancora  craslatolle  in  lingua  Italiana  nel  tenore,  e  forma  che 
fiegue . 

Xx    z  Spe- 


Inkocen-        ^g^  Secolo  XV I L 

Prf^  "      Spero,  che  il  difcorfo  dell'altro  giorno  haverà  convinto  V.S.  nel 

derRècSoTi!  jj  pxmto  principale,  cioè  clie  Chrifto  non  puòhavere  qui  in  terra  fé  non 
ò'inghiherra.  ^^  una Chiefa ( il  che pare  à  me  effer  tanto  evidente,  quanto  che  la  fcrit- 
5,  turafiiftampata,  )  e  che  quell'unica  Chiefa  non  può  efler  altra,  fé  non 
„  quella,  cheli  chiama  Ternana  Cattolica.  Onde  non  ftimo  elfer  necelTa- 
5,  no  di  entrare  in  quell'Oceano  di  particolari  difpute  ,  mentre  la  più  ef- 
y,  fentiale,  òperdirmeglio  l'unica queflione  è  di  fapere,  dove  fia  quel- 
„  la  Chiefa,  che  noi  proferiamo  di  credere  in  ambedue  li  Simboli,  nelli 
a  qualidichiariamodi  credere  una  Cattolica,  &  Apoftolica  Chiefa.  Nèè 
„  permeflb  à  ciafcuno  di  credere  à  modo  fuo  quel  che  gli  pare ,  e  piace ,  mi 
„  deve  credere  quello,  che  gli  propone  la  Chiefa,  à  cui  Chnfto  lafciò  T 
„  autorità  di  governarci  qui  in  terra,  in  materia  di  Fede,  e  la  quale  com- 
5,  pofequefti'Simboli  per  la  noftra  direzione.  Sarebbe  certamente  troppo 
„  fuor  di  ragione  di  far  leggi  per  un  paefe,  e  poi  lafciare  in  potere  degli 
j,  habitatori  di  quel  paefe,  di  elfere  li  giudici  ,  e  gl'interpreti  delle  leg- 
j,  gì  così  ftabilite  ;  perche  allora  farebbe  ogniuno  fuo  giudice,  e  per  con- 
„  feguenza  non  vi  farebbe  né  il  giufto,  nèl'ingiuilo.  Comepoflìamodun- 
„  queimaginaici,  che  Dio  ci  habbia  abbandonati  a  tanta  incertezza,  qua- 
4,  le  farebbe  il  prefcriverci  una  regola  per  noflra  guida,  enelmedefimo 
i,  tempo  il  lafciare  ad  ogniuno  di  elfer  fuo  giudice?  Domando  dunque  1 
a,  qualunque  huomo  ingenuo ,  le  non  è  la  iftelTa  cofa ,  di  leguitare  la  no- 
„  fìra  fantafia ,  overo  d*interpretare  la  fcrittura  fecondo  la  medefima  ?  Vor- 
j,  rei,  chequalchedunomimoAralfe,  dove  la  podeftà  di  decidere  in  ma- 
teria di  fede  fia  Hata  conceifa  ad  ogni  particolare  f  Chrifto  lafciò  alla fua 
Chiefa  e  ilfuofpirito,  elapodeftàdifciogliere  i  peccati  anche  nel  Cie- 
lo, e  la  Chiefa'doppolaRefurrezzione  del  Salvatore  efercitò  qucfta  pò- 
della  prima  per  mezzo  degUApoftoli  nel  loro  Simbolo,  e  doppo  perii 
Concilio  Niceno,  dove  fu  comporto  il  Simbolo,  che  ne  porta  il  no- 
me :  e  perquefta medefima  podcftà,  da  Chrifto  ricevuta,  moltiUImi 
anni  doppo  il  tempo  degli  Apoftoli,  la  Chiefa  era  giudice  anche  del- 
la medefima  Scrittura  Sacra,  per  dichiarare  quali  libri  erano,  e  quali 
non  erano  Canonici .  Se  dunque  allora  la  Chiefa  hebbequeftapodefti, 
defidero  fapere,  come  venne  i  perderla?  e  con  quale  autoriti  la  gen- 
te fi  fepara  da  quefta  Chiefa?  L'unico  pretefto  ,  che  io  ho  mai  inte- 
fo,  èftato,  perche  fi  pretende,  chelaChiefa  habbia  errato  in  ftorcere, 
,,'  &  interpretare  la  Scrittura  contro  il  vero  fenfo,  &  intento  di  efla ,  e  che 
a,  habbia impofto ai  fedeli  certi  articoli  di  kdey  li  quali  non  fono  fofte- 
nutiper  la  parola  di  Dio.  Domando  dunque,  chi  hi  da  efi'er  giudice 
di  quello?  fé  la  Chiefa  Univerfale  ,  la  di  cui  fucceilione  è  ftata  conti- 
nuata fcnza  interruzzione  fino  al  dì  di  oggi,  overo  buomini  particola- 
ri, li  quali  hanno  fufcitati  fcifmi  per  loro  proprio  incerelfe  ?  E  quejU  (ì 
èia  prima  fcrittura,  ed  ccione  la  feconda.  E  cofa  molto  deplorabile,  e 


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rfdd  Ricado  »  dcgua  di  conlìdcrazione ,  come  un  mare  di  herefie  habbia  inondato  que- 
lì.d-  Inghilterra. ,,  i\o  Regno,  m.eutre  ogniuno  ftima  fé  ilefib  tanto  giudice  competente 
„  nella  Scrittura,  quanto  furono  gli  Apoftoli  medefimi  1  né  è  meraviglia 
ciò  elfere  così,  imperoche  quella  parte  di  quella  nazione  ,  che  più  li 
avvicina  alla  fembianza  di  una  Chiefa,  non  ha  ardire  di  pro|?orre  alcun 
argomento  vero  contro  l'altre  Sette,  perttmore,  che  fi  ripiglialfe  con- 
tro ilei  medefima,  e  che  refterebbe  con  li  fuoi  ragionamenti  confutata, 

e  co- 


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93 
33 


Capitolo  Vili.  693       Innoc en- 

e  convìnta.  LaChlefadetta  Anglicana  hi  gran  delio,  che  fi  creda,  che  ,,  ^^  ^^' 
ella  fia  Giudice  in  caiife  fpiritualij  con  tutto  ciò  non  ardifce  poiìtiva-  » 
mente  allerire,  che  dalle fuedecifioni  non  fi  dia  appellazione;  concio-  „ 
fiacofache  fari  corretta  dire,  ò  ch'eflafia  infallibile  (  cofa  chenonpuò  « 
pretendere  )  overodiconfeiiare,  che  tutto  ciò,  ch'ella  decide  in  ma-  „ 
teriadicofcienza,  non  oWigapiii  di  quello,  ch'è  conforme  al  privato 
giudizio  di  ognuno .  Se  Chrifto  ha  lafciata  una  fola  Chiefa  qui  in  ter- 
ra, di  cui  tutti  noi  altri  altre  volte  fiamo  (tati  membri,  come  dunque  , 
e  con  qual  autorità  ci  fiamo  feparati  da  quella  ?  e  fé  l'autorità  d'inter- 
pretare le  Scritture  fti  riporta  nel  cervello  di  ogniuno,  che  bifogno  hab- 
biamo  di  una  Chiefa ,  e  di  Paftori  f*  A  che  propofito  dunque  Chrifto 
Salvator  noftro  doppo  haver  data  la podefìd  agli  Apoftoli  òi  legare,  e 
fcioglicre  in  Cielo,  e  in  terra,  aggiunfe  a  quefta,  che  le  haverebbe 
aiUttito  infino  alla  confumazione  del  mondo?  Quefte  parole  non  furo- 
no di  già  proferite  dal  Salvatore  per  via,  ò  modo  di  parabola,  òdi  figu- 
ra; poiché  egli  afcendeva allora  alla fua  gloria,  e  lafciava  lafuapodeità 
alla  fua  Chiefa,  da  durare  con  lei  infino  alla  fine  de'Secoli:  e  noi  nel  Se- 
colo decorfo  habbiamo  Tentiti  gli eftetti  lacrimevoli,  di  eflere  negata 
alla  Chiefa  la  podeftàfuprema  di  decidere  in  cofe  fpirituali  fenz' appella- 
zione. Che  giuftizia  fi  può  afpettare,  dove  li  rei  fono  loro  proprii  Giu- 
dici, e fedono  interpreti  della  legge,  uguali  à  quelli,  che  fono  cofti- 
tuiti  peramminiftrarela  giuftizia?  Quefto  appunto  è  il  cafonoftro  in 
Inghilterra,  imperocché  li  Proteftanti fono  membri  della  Chiefa  Angli- 
cana, non  perche  ella  è  la  vera  Chiefa,  da  cui  non  fi  dà  appellazione, 
ma  perche  la  difciplina  di  quella  Chiefa  al  prefente  è  conforme  al  capric- 
cio loro,  al  quale  quando  contradirrà ,  òvarieràunpoco,  fono  pronti 
ad  abbandonarla,  &  unirfi  alla  prima  Congregazione  del  popolo,  di 
cui  la  difciplina,  e'I  culto  fi  accorta  alla  lor  prefente  opinione;  di  modo 
che  fecondo  quefta  dottrina  non  vi  è  altra  Chiefa,  né  interprete  della 
Sacra  Scrittura,  che  quella  che  ftà  nel  volubile  cervello d'ogniuno .  „ 
Domando  dunque  da  ogni  perfona,  che  confidererà  fedamente  le  cofe  „ 
fudette,  fé  il  grand'edificio  della  nortra  falute  poffa  foftenerfi  fopra  un  „ 
fondamento  tanto  arenofo?  Hi  mai  promeflb  Chrifto  al  Magiftrato  ci-  ,, 
vile,  non  che  alla  plebe,  che  farebbe  con  loro  fino  alla  confumazio- 
ne de'Secoli  ;  ò  li  ha  data  mai  l'autorità  di  rimettere  li  peccati  ?  San  Paolo 
fcrivendo  alli  Corinthii,  gli  òicQ,  Voi  fiete  /'  agricoltura  y  e  V  edificio 
di  Dio,  e  noi  fiamo  fuoi  minijirit  &  agricoltori  ;  mentre  in  tutto  il  ci- 
tato Capitolo ,  come  anche  nel  precedente  [a]  tutto  San  Paolo  fi  sfor-  W  *  Mtn.Fihr,\Gvi* 
zadidimoftrare,  che  quegli,  cioè  gli  Eccleììaftici  poflìedono  lo  fpirito 
di  Dio,  fenza  il  quale  ninno  può  penetrare  il  fenfo  profondo  di  Dio;  e 
conchiude  il  Capitolo  con  quefto  verfetto ,  Chi  mai  ha  penetrato  il  fen- 
fo di  Cbrijioy  che  poffa  infegv.arlo  ^  l^oi  peropojiedemo  ti  fenfo  del  Signo- 
re .  Noi  dunque  ,  fé  vogliamo  pefare  con  un  poco  di  giudizio  ,overo  hu- 
mano  intendimento  queft'autorità,  di  cui  Chrifto  nell'Evangelo  inveftì 
la  fua  Chiefa ,  che  poi  con  parole  si  precifefpiegò  S.Paolo ,  non  potiamo 
imaginarci,  che  Chrifto  hi  pronunziato  tutte  quefte  cofe  indarno  ;  e 
vi  prego  à riflettere  all'altra  banda  ,  che  tutti  quelli,  cherefiilonoalla 
verità,  e  non  vogliono  fottometterfi  alla  fua  Chie(a  ,  cavano  )i  lo- 
ro argomenti  dall'implicazioni,  e  dall'interpretazioni  violenti  neii'iftcf-  ,i 
Tomo  ir,  Xx     :j  focem- 


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InMocen-       ^g^  Secolo  XVI L 

•ZOXi.  ^^  fo  tempo,  che  negano  le  chiare,  e  le  fchiette  parole:  cofa  ,  che  pro- 
iy  viene  da  una  grand'infincerità  ,  ò  vogliamo  dire  ,  difingenuità  ,  che 
„  qnafi  fia  impombileàperfuaderfi,  che  tal  gente  creda  ife  fteifa.  Vie 
„  dunque  altro  fondamento  della  Chiefa  Proteftante,  fé  non  che  quando 
„  piace  al  Magiftrato  Civile  pofla  chiamare  quelli  del  Clero,  che  paiono 
„  più  X  fuo  propofito  in  quel  tempo ,  e  con  quefti  mutare  la  Chiefa  An- 
„  glicana in  Presbiteriana,  ò  nell'mdependente,  overo  in  tal  altra  fetta, 
„  che  più  li  piacerà?  Quella  ftrada  tenne  la  noftra  pretefa  riformazione 
„  qui  in  Inghilterra,  e  per  lamedefimaregola,  &  autoritàpuòeffereogni 
„  giorno  mutata  in  tante  altre  diverfe  forme,  e  figure,  che  fono  li  capric- 
«  ci  degli  huomini. 

E  queito  è  il  tenore  delle  due  accennate  ftampe  trafmeffe  à  noi  dal 
a  Sotto  li  2j.  ^.  Mylord  EUis  Vefcovo  di  Segni  ,  che  con  una  precifa  fede  ,  {ottofcriz- 
g'fto  1709,  zione,  efigillone  [^]  attefta  la  fedeltà  della  traslazione,  e  la  collazione 

con  !a  ftanipa.  Ma  quefte  fcritture  ,  chiufe  nel  gabinetto  del  Rè  Carlo 
potevano  porgere  indizio,  mi  non  prova  de'fuoi  fani  fentimenti,  &anfa 
amale  voli  di  afferire,  ch'egli  ò  non  havefle  vifluto  come  credeva,  ò  non 
havefle  creduto  come  fcrjveva.  Quando  fopraggiunfegli,  come  fi  difle, 
la  morte,  cherefepublicaal  mondo  (  quanto permeffero le ftrettezze del- 
l'ultima agonia  )  la  fua  fede.  Noi  certamente  in  un  fatto  recente  ,  e  fe- 
cretodi  un  Rè,  non  haverefllmo  ardimento  di  particolarizzarne  gli  avve- 
nimenti, fé  quefti  non  fofl'ero  pienamente  aflicurati  dalla teftimonianza  di 
autorevoliflìmi  Perfonaggi ,  co'qualihabbiamo  communicata  la  materia, 
e  molto  piùprecifamentedall'atteftato  del  fopracitato  Mylord  Vefcovo  ài 
Segni ,  richiefto  da  chi  fcrive  quefte  cofe ,  anche  di  ordine ,  e  con  ordine 
<leì  regnante  Pontefice,  acciò  in  tal  fatto  egli  fomminiftrafTe  non  tanto  à 
noi  la  notizia,  quanto  a'pofterila  contezza  di  quefto  glonofo  fuccefib, 
.ch'egli  tutto  òiiiti^Q  in  quefta  lettera  à  noi  diretta ,  che  qui  fedelmente  tra- 
fcriviamo. 

„      La  Santità  di  Noftro  Signore  fi  è  degnato  di  darmi  ungraziofiUImo 
?;';l^rr°"/pi'^''B!  „  contrafesno  della  fua  inefplicabile  benii^nità  verfo  di  me  in  ordinarci 

morte     uei      fxQ  ^'  o      .  >-f*  ^'    r        •  v*     1      1  •        ti       1  r         •        y 

Carlo  II.  d'In-,,  V.S.  Illuitriflima  di  fervirli  della  mia  debolezza  per  tornire  lememo- 
£hii:erra .  ^^  ^.j^  iieceflfarie  ad  una  relazione,  tanto  gloriofa  >qnanto  neceflaria  alla  nobil 

„  Opra,  che  ftiper  ufcire  alla  luce  con  le  ftaiiipe.  Conciofiacofache  la 
„  piilllma,  ci.  efemplariffima  morte  della  gloriof.mem.  ò.  Carlo  Secon- 
„  do  Re  della  gran  Brettagna  mio  Signore  è  un potentiiilmo  argomento 
,5  contro  gl'Heretici  di  qualfifia  denominazione  ;  perche  tutti  quanti  T 
„  adoravano  non  folo  come  Capo  della  lor  pretefa  Chiefa  Anglicana,  ma 
„  ancoralo  riguardavano  come  un  Principe  ornato  di  miolte  virtii,  e  d' 
erudizione  in  tutte  le  fcienzci  emendo  fiato  il  fuo  fine  tanto  efemplare, 
doppohaver abiurata  l'Herefia,  quanto  fu  di  poca  edificazione,  quan- 
do ville  Heretico .  Reftano  confuii  tutti  quelli ,  ({ni  fecuti  fimt  eìrantem^ 
„  &  nolunt  fequLpanitentem  ;  mentre  fi  è  fempre  ofTervato  quefta  diffe- 
„  renza  tra  la  Fede  Cattolica,  el'herefia,  cheremendazionedellicoftumi, 
e  la  morte  quieta  fono  compagne  infeparabili  della  vera  Fede ,  dove  l'He- 
refia precipita  l'huomo  prima  nella  diflbiutezza,  e  poi  nella  morte  infeli- 
ce .  Efappia  V.S.  Illuftrifllma,  che  la  converfione  alla  Santa  Fede  Cat* 
talica  Romana  del  Rè  Cario  mio  Signore  è  tanto  nota  à  tutti,  ch'appe- 
na fi  troverà  in  tutti  tré  li  Regni  della  gran  Brettagna ,  uim  perfona  ,  che 

con- 


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99 


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Capitolo  VI  IL  (yg^        Innocen- 

controvertaqiiefla  verità,  e  gloria  allaChiefa.  Per  lamiadifgrazia,  la  ,s     ^^  -^^• 
maggior  parte  delli  miei  libri,  e  fcritti  fon  reftati  in  Roma,  e  perciò  non  „ 
poiib fornire  tutte  le  memorie,  che  fono  appreflb  di  me  ,  e  farebbo- 
no  forfi  non  inutili  alla  Tua  Hi  ftoria,  perefler  materia  conofciuta  da  po- 
chi. Forlì  laSantitàdi  Noftro  Signore  condefcenderù  di  dare  unapre^ 
ziofa  occhiata  à  quefte  fcritture,  che  prèndo  la  confidenza  di  mandare 
in  mano  di  V.  S.  Illurtriflima.  La  prima  fiifcritta  dalla  chiar.uìem.deU' 
Altezza  Reale  d'Anna  Hyde,  [a]  prima  moglie  della  gloriof.  mem.del  „  ì-dì quella  Scrh. 
Rè  Giacomo  IL  mio  Signore,  la  quale  da  inimica  profetata  ch'era  del-  „  '"l^/ctluotnT 
la  noftra  Santa  Fede,  ne  divenne  il  primo  Campione  nella  C  afa  Reale  ,  „  " 
havendo  l'honore  efler  feguitata  inqueftogloriofo  trionfo  dal  Tuo  ma-  j, 
rito,  allora  Duca  d'York,  e  dal  fuo  cognato,  il  Rè  Carlo  Secondo.  Lei  ,j 
medefima  publicòlafcritturafudetta,  e  poi  il  Rè  Giacomo  pervenuto 
alla  Corona  la  diede  alla  (lampa,  che  V.S.  Illuftriffima  riceverà  quìi  n- 
clufa.  L'altre  due  aggiunte  fono  ftatecompofte*  efcrittedi  proprio  pu-„ 
gno  del  detto  Rè  Carlo,  il  quale  nella  bellezza  del  dire  era  inimitabile:  « 
ma  quella  beltà  non  (ì  capifce  da  chi  non  è  ben  verfato  nella  lingua;  e  « 
per  tema  che  V.S.  Illuftriffima  non  trovafle  chi  potelTefervirla  in  quella  3^ 
minuzia,  per  haver  la  lingua  Inglele  aliai  del  laconico  ,  e  fublime  ,  „ 
(e perciò  domanda  un  liudio  particolare,  )  ho  prefa  la  confidenza  èia 
mandarle  tradotte  in  Italiano  rozzai^tnte,  ma  con  attenzione  partico-  j, 
lare  all'idioma,  efenfo.  La  penna  aurea  di  V.S.  Illuftrifiima  indorerà  li  „ 
miei  mancamenti,  e  perdonerà  la  prefonzione  d\m  Oltramontano,  di  xt 
mettere fotto li  fuoi  occhi purgatimmi un  flile  pellegrino.  Comunque  3^ 
fìa,  quefte  fcritture  come  raggi  del  Sole  fanno  rifplendere  il  cuorCat-  » 
tolico  di  quel  Principe,  con  tutto  che  non  fia  (tato  riconciliato  alla  ys 
Chiefa,fenon  vicino  alla  morte  ^  nella  maniera  che  fegue.  ^ 

Nell'anno  1585.  (  del  mefenon  mi  raccordo  per  non  haver  nelle  ma-  «  ^^'^^j^n  ^  J"i* 

...        ■       r      •      •     \    r^  r  I         \  ■>  i  -i  •  ,--  "'ca  nella  morte 

nilimieilcritti  J  fu  forpreio  da  un  accidente  cpilepnco  ,  e  per  efier 
medicato  per  l'apopleiìa,  patì  dalli  Medici  orrendi  tormenti;  ma  ritor- 
nato in  fé,  fopiaviife  alcuni  giorni,  con  pochi  contrafegni  di  riaverfi  . 
In  qual  ftato  mifcrabile  veduto  dal  Principe  Giacomo^  fuo  fratello, 
Ducad'jfork  ,  fil  quale  non  lo  lafciò  mai  per  un  momento,  fervendolo 
con  fvifcerato  affetto,  )  e  fpinto  da  un  vero  amore  fraterno  per  Lafalute  „ 
dell'animafua,  fi  proftrò inginocchioni  à  canto  del  letto  ,  pregandolo  3, 
diperdonarli,  fé  li  portava  un'imbafciata tanto  afflittiva,  quanto  dovu-  « 
ta,  che  il  finedellifuoj  giorni  s'accoftava;  echefi  dcgnalTed'agiuftareli  „ 
fuoi  conti  conDio,  da  vero  Chriftiano,  e  buon  Cattolico,  di  cui  fapeva,  „ 
cheluihavevalifentimenti.  Tra  tanto  vennero  ,  e  volfero  onninaraen-  „ 
te  elfer  ammelFi nella  Camera  Reale  li  fuppofli  Vefcovi  dellapretefa 
X.hiefa  Anglicana,  liqualiefortavano  il  Rè  di  morirfenzafcrupolodei- 
lalorSetta,  &infiftevano  che  pigliale  di  maiìo  loro  la  Cena  .  IlRèper 
gran  pezzo  non  li  kct  rifpofta  alcuna  ;  ma  mentre  quelli  facevano  l'iftan- 
ze  pili  gagliarde,  li  pregò  di  ritirarfi,  perche  haveva  defideriodi  ripo- 
farfi;  e  fece  votar  la  ftanza  di  tutti  gl'affiftenti ,  fuori  del  fratello,  àcui 
aprila  fua  rifoluzione  di  morire  nel  grembo  della  Chiefa  Romana,  im-  „ 
ponendoli  di  condurli,  perlafcalafecrera,  un  Sacerdote:  e  domandan-  „ 
do  il  Duca ,  che  Sacerdote  defiderava  ^  rifpofe ,  quello,  che  m'ha  falvato,  « 
>"ant'aanifoQo>  la  vita  del  corpo,  al  fine  mi  fai  vera  l'anima.  „ 

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del  Rè  Carlo  U. 
d'ìnghilcerra. 


Innocen-        ^g^  Secolo  XV IL 

zoXl.      ^^      Quertofùil  P.  Giovanni  Hiiddlefton,  difcendente  da  una  nobile  ,  & 
antica  cafa  della  Provincia  diCiiambria,  e  di  prò fefllone  Monaco  Be- 
ncdirtino  della  Congregazione  Inglefe ,  dell'Abadia  Lambfprigenfe  nel- 
la Vvesfalia  della  medefima  Congregazione:  huomo  di  biro  ne  lettere,  e 
fantiflìmi  coftumi ,  il  quale  flava  per  Millionario  Apoftolico  non  molto 
lontano  dalla  Città  di  Vvorceftria,  quando  il  Rè  Carlo  Secondo  ha- 
vendo  unito  le  reliquie  dell'ariTiata  del  fuo  Padre,  infelicemente  distat- 
to nella  battaglia  di  Neubury,  volfe  efperimentare  l'awerfa fortuna 
della  fua  cafa  Reale  con  dar  battaglia  all'ufurpatrice  Republica,  vicino 
alla  detta  Città ,  dove  la  fua  armata  fu  tagliata  in  pezzi ,  &  il  Rè  iftelfo 
hebbe  careftiadifalvarficonla  fuga,  inunafelva,  con  ricovrarfi  den- 
tro un  arbore  voto .  Mentre  vi  flava,  fentiva  la  Cavalleria  inimica,  che 
batteva  il  paefe,  ecercavalodapertutto;  tra  tanto  il  fuo  unico  Com- 
pagno Mylord  Vvilmot  s'era  rifugiato  in  una  cafa  vicina  di  poveri  Cat- 
tolici, dinomePendrel,  àcuifii  neceflltato  di  rivelare  il  fecreto  del  mi- 
rabile ricovero  d'un  sì  gran  Rè,  con  pregarli  di  portarle  qualche  cofa 
perriflorarlo.  Quefla  povera  gente,  come  niente  fofpetta,  fervi  alRè 
confommapontualità,  e  fedeltà,  havendo  prima  nafcoflo  il  Mylord  fot- 
to  il  fieno .  E  quando  le  truppe  inimiche  fi  fiirono  allontanate,  condulTe 
fuaMaeflàin  cafa  dove  habitavail  P.Giovanni,  loro  direttore,  il  quale 
con  gran  fentimentidirifpetto  atfBplfeilRèallafuaflanza,  con  fcoprir- 
liilnafcondiglio,  dove  poteva  celarli:  mentre  il  Padre  faceva  la  fenti- 
nella,  e  li  Pendrelli  battevano  il  paefe  per  portar  intelligenza.  Mentre 
il  Rè  flava  fervito  da  queflo  buon  Padre ,  fìprefume,  chericeveffe , 
tanto  dalli  fuoidifcorfì,  quanto  dall'efempio,  li  primi  femi  del  Cattoli- 
chifmo ,  li  quali  fi  maturarono ,  e  furono  raccolti  dal  medefimo  nel  fine 
della  vita;  perche  havendo  trovato  mezzo  ditraveflire  quel  giovane 
Principe  m  donzella,  lo  fece  partire  à  Cavallo  dietro  uno  delli  fudetti 
fratelli,  il  quale  con  felice  fuccefTo  loconduffealMare,  dove  s'imbar- 
cò per  laFrancia.  Subito  che  queflo  Principe  fu  richiamato  al  Trono, 
chiamò  appreffo  di  fé  il  fuo  Padre  Giovanni,  e  gli  fece  palfare  un'atto 
di  Parlamento,  che  non  farebbe  moleflato,  dichiarando  à  tutti  leobli- 
gazioni,  chegl'haveva.  Quando fposò la Principeffa  Caterina,  Infanta 
di  Portogallo ,  diede  à  fua  Moglie  per  Capellano  queflo  Padre ,  con  fett' 
altri  Benedittini  fcielti  dalle  migliori  cafe  d'Inghilterra .  Il  grande  ap- 
poggio, eprotezzione,  che  godeva  il  P.Giovanni,  non  lo  lafciava  ozio- 
fo;  ma  impiegandoli  continuamente  alla  direzzione  dell'anime,  tra  li 
altri  fuoi  virtuofi  coflumi ,  uno  fu  di  calare  nella  fecreta,  ò  foffa  fotter- 
ranea,  dove  flavano  li  condannati  à  morte,  donde  cavava  molte  anime 
difperate,  dagl'artigli  del  nemico  infernale,  &  accompagnava  il  fuoac- 
quiflo  nella  carretta  fino  al  patibolo,  dove  gl'aflìfleva  fin  all' ultimo 
i,  refi^iro,  &efortavaà  morire  Chriflianamente. 

Eflèndo  dunque  chiamato  queflo  Padre ,  &  introdotto  dal  Duca 
nella  Camera  Reale,  cominciò  S.M.  con  gran  tenerezza,  e  lagrime,  à 
confelTare,  &à rimproverare  à  fé  ilciVo  la  fua  ingratitudine  verfo  Iddio 
per  l'infinità  delli  benefìzii,  e  grazie  fìngolari,  che  gl'haveva  fatte  per 
tutto  il  corfo  della  fua  vita;  e  confeguentcmente  nelle  mani  deU'iflefTo  ^ 
abjuròl'Herefia,  fece  la  ConfefTionc  Generale  della  fua  vita,  e  ricevè  il 
SS.  Viatico ,  portato  nafcofamente  dal  medelimo  Padre ,  reflando  doppo 

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Capitolo  Vili.  6gq       Innocfn- 

conrolatifliino ,  e  contentifllmo  a  morire,  foggiiingendo  però ,  che  fé  „     ^^  ^^' 

Dioglihavefle  prolungati  li  fuoi  giorni,  haverebbe  dichiarata  la  Tua  Fé-  „ 

de  a  Charin-Crofle,  cioè  nella  Piazza  più  frequentata  di  Londra.  Mi  „ 

poco  tempo  doppo,  replicatoflil  parolìlmo,  pafsò  a  miglior  vita,  con  „ 

pace,  e  tranquillità,  econtrafegni  di  faUite,  aflìiìito  lin  all' ultimo  re-  „ 

fpiro  dal  Duca  d'Yorchfuo  Fratello,  e  dal  P.  Giovanni,  il  quale  dop-  „ 

pò  tutti  li  riti  dell^  Chiefa ,  gli  conceife  l' ultima  afToluzione .  „ 

Ilmedefimo  Padre  vifle  poco  meno  d'un  Secolo,  e  morì  fantamen- 
te  nella fua  ftanza ,  nel  Palazzo  Reale  di  Sommerfet  queft'  anni  addietro, 
con  lafciare  a  tutto  il  Regno  un'  odor  preziofo  delle  fue  virtù  . 

Tutte  le  cofe  fudettc  io  so ,  perche  le  ho  intefe ,  con  molt'  altre  circo- 
ftanze,  dalla  propria  bocca  del  fudetto  P.Giovanni  più  d'una  volta,  8c 
m}paxticoìa.rc immediate  óoppo  il  tranfitodiS.M.  perch'io  ali *hora  fla- 
vo di  cafa  vicino  a  Londra ,  &  alle  nuove  della  morte  del  Rè  Carlo,  e  della 
fucceffione  pacifica  del  Rè  Giacomo ,  io  fubito  accorfi ,  ellendo  quel  Pa- 
dre mio  amiciffimo ,  &  incrinfecc  da  molt'  anni ,  mi  feci  raccontare  tutte 
le  circoftanze  della  reconciliazione  5  e  felice  morte  d'un  Rè,  acni  por- 
tavo un  affetto  teneriffimo,  e  perla  requie  di  quell'anima  giornalmen- 
te ,  e  fino  al  dì  d' hoggi ,  otfero  fredde  preghiere .  „ 

Di  più  ho  intefa  tutta  la  foftanza  di  queiì:a  relazione  dalla  propria 
bocca  della  gloriof.  mem.  del  Rè  Giacomo  mio  Signore,  quale  ho  in- 
tefo difcorrere più  d'una  volta  con  gran  giubilo  di  fpirito  della  morte 
efemplare ,  e  Cattolica  del  fuo  Fratello . 

Spero,  chela  bontà  di  V.S.  lUuftriflìma  fcuferà  la  longhezza  di  que- 
lla lettera,  la  quale  tratta  d'una  materia,  che  non  fi  puoi,  né  fi  deve 
fpiegarein  poche  parole,  e  fperofarà  per  la  maggior  gloria  di  Dio,  e  „ 
trionfo  della  fua  Chiefa  fopral'Herefiain  quella  mia  povera  Patria,  do- 
ve il  Signore  hàfempre  mantenuta  un'ampia  femenza  della  vera  Fede, 
come  pegno  delli  fuoi  infcrutabili  configli,  da  richiamar  un  giorno  al 
grembo  della  fua  Chiefa  uri  Paefe,  altre  volte  il  più  devoto  della  Santa 
Sede  di  tutto  il  Chriilianefimo ,  e  che  hi  trafmelfi  più  Santi  alParadi- 
fo,  che  molt' altri  Regni  aflìeme.  A  tal  fine  canto  lofpirato,  non  poco 
contribuirà  il  profondo  rifpetto ,  che  tutti  quelli  nazionali  portano  al- 
le fublimi  virtù  ,  e  beneficenza  della  Santità  di  Nofì:ro  Signore,  allidi 
cui  fantiflimi  Piedi ,  quando  V.  S .  Illuftriflima  bavera  l' honore  d' effe- 
re  ammelfo  ,  la  fupplico  di  proftrarmi  afileme,  e  chieder  penne,  e 
per  queflia  gregge  benignamente  commeffami  la  fua  Apoflolica  benedi- 
zione i  e  con  pregarla  di  altri  fuoi  favoritiflìmi  comandi ,  mi  con- 
fermo . 

pi  V.  S.  IlluftriiUma .  Segni  li  2  5 ,  Agofto  1 70^. 

Umiltfs.  ed  Obligatìfs.  Sert^itore . 
//  Vefcovo  di  Segm, 

Hor  dunque  trapafifato  con  felice  fine  il  Rè  Carlo  all'  altra  vita ,  fuccef-  sacceffione  ai  So 
fegli  alla  Corona  il  Fratello,  allorDuca   diYorch,  col  nome  di  Giaco- gi'od'inghi  ter 
mo  Secondo,  Principe fempre  nutrito  con maffime  Cattoliche ,  e  che  ha-  .nolit^^  *^'*^*'' 
veva  fempre  confervata  illibata  in  ogni  condizione  di  flato  la  fua  creden- 
za. Nel  primo  paflb  eh' egli  fece  al  regio  Trono,  non  tanto  defiderofodi 
profeifare  la  Religione  Cattolica,  quanto  zelante  di  ampliarla,  publicò 

per 


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Innocen-        5gg  Secolo    XVII. 

Z  O  Al.    pg^.  |g  ftampe  d'  Inghilterra  una  fcrittiira  ,    compofìzione  fcritta  di  pro^ 

prio  pugno  di  Anna  Hyde  Ducheffa  di  Yorch  fua  prima  Moglie  ,  quale 

rfm 'S'^r'^d't  P^*^  profondità  di  fentimenti ,    atti  a  convertire  alla  Fede  Romana  ogni 

oSdi^Yorch,  gran  cuore  ,  a  benefìcio  publico  qui  ancora  inferiamo  in  quelli  noilri  fo- 

moff  ^°'^'*'^^'  &^^'  moi''"''Jici'ito  egregio ,  e  perpetuo  della  Ecclefiaftica  Hil1:oria ,  fom- 

*"°    '  miniflrato  a  noi  dall'  altre  volte  menzionato  Vefcovo  di  Segni  >  con  le 

medefimeatteftazioniefpreifeda  lui  nella  di  fopra  riferita  lettera,  inque- 

fto  tenore. 

E  cofa  molto  ragionevole  ,    che  una  perfona  allevata  fempre  nella 
Chiefa  Anglicana ,  e  nelli  Dogmi  dì  eifa  (  fecondo  la  fua  capaciti  )  tanto 
ben  addottrinata',  quanto  li  più  dotti  Theologi  la  poterono  rendere, 
debba afpettare di foggiacere  allecenfuredi  molti,  per haver abbando- 
nata quella ,  &  abbracciata  la  Chiefa  Romana  Cattolica ,  alla  quale  con- 
felfo  di  elfereftata  una  delle  più  gran  nemiche,  ch'hebbemai.  Onde  IH- 
mo  effer  meglio  sforzarmi  di  fodisfare  alli  miei  amici  con  quefto  fcritto , 
che  di  haver  in  faftidio  dì  rifpondere  ad  una  infinità  di  queftioni,  che 
jiornalmentemi  fi  pocrebbono  fare .  E  primieramente  protello  avanti 
la  prefenza  di  Dio  Onnipotente,  che  nefliina  perfona  dell'uno,  e  dell'altro 
fello  fda  chefono  ritornata  in  Inghilterra)  direttamente,  ò  indiretta- 
mente mi  hi  dettaparola,  ò  ufatoqualfifia  mezzo  per  farmi  mutare  la 
y,  mia  Religione.  E  una  benedizione,  che  devo  totalmente  a  Dio  folo,  il 
>,  quale  fpero,  bavera efaudua una  mia  fupplica,  chegiornalmente intra- 
prefi  a  fargli ,  da  chepratticai  Francia,  e  ^iandra ,  dove  vedendo  fiorire 
aifaila  devozione  de' Cattolici  (  benché  niente  di  fimile  fi  ritrovafie  nel- 
la mia  perfona)  feci  fempre  quefta  domanda  al  Signore,  che  fé  non  mi 
trovavo  allora  nella  vera  Religione,  mi  facelfe  la  grazia  almeno  di  mo- 
„  rirvi.  Non  che  dubitaflì  punto  della  verità  della  mia  Religione,  giacché 
nonn'hebbimaifcrupolo  finoal  decorfo  Novembre,  Mentre  leggevo 
un  libro  intitolato ,  V  Hijìoria  della  I{iforma7i}one  compojìa  dal  Dottor  Vìey- 
Un ,  che  havevo  intefa  eflere  affai  lodata,  e  di  cui  mi  hi  detto ,  che  mi  to- 
glierebbe qualunque  dubbio ,  che  mai  poteifi  bavere  nella  mia  Religio- 
ne: in  vece  di  che  ho  trovato  quel  libro  elfcr  ladefcrizione  dellipiùhor- 
rendifacrilegiifotto  il  Cielo,  né  ho  potuto  trovarvi  altra  ragione,  per- 
che abbandonammo  la  Chiefa,  fuor  di  quelle  tré,  le  più  abominevoli, 
che  habbia  mai  fentite  la  Chriitianità .  Primo ,  Henrico  Vili,  per  non  ha- 
verglipermelfoilPapa  di  ripudiare  la  propria  Moglie,  epigliarfi  un'  al- 
i,  tra,  rinunzia  all'autorità  dellaSedeApoftolica;  fecondo,  Eduardo  Sefia 
a  eranella  fua  minorità,  e  governato  da  Zio  materno,  il  quale  cavava  le 
),  fue  rendite  dalli  beni  Ecclefiaftici ,  che  haveva  ufurpati;  e  terzo, la  Regina 
Elifabettaperfarfida  illegitima  herede  ch'era,  ficurapoffeditrice della 
Corona,  non  potè  trovare  aitro  mezzo,  fé  non  di  rinunziare  a  quella 
Chiefa ,  che  non  permette  cofa  sì  ingiuftain  veruno  de'  fuoi  figli .  Io  per 
me  confeflbdi  non  poter  credere,  che  lo  Spirito  Santo afiìltefie mai  a 
„  quefti  Concilii  ;  e  poi  mi  pare  molto  Urano ,  che  fé  li  Vefcovi  non  hebbe- 
ro  altro  difegno ,  fé  non  (  come  dicono  )  di  ricondurre  noi  altri  alla  difci- 
plina  della  primitiva  Chi'efa,  non  haveffero  ciò  mai  penfato,  fin  che  Hen- 
rico Vili,  apriffe  loro  la  ftradafotto  pretefìo  sì  illegitimo .  Ellendo  dun- 
i,  que  aiìalita  da  queftifcrupoli,  cominciai  ad e-faminare  le  dilicrenze,  che 
vi  fono  trànoj  altri ,  e  li  Cattolici ,  .e  per  far  quell'  efame  con  tutta  1'  efac» 
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Capitolo  VI  I L  6gg       I^nocen- 

rezza,  che  mi  era  pofTibile,  mi  fervii  del  mezzo  della  Sacra  Scrittura,  nel-  „     ^^  ^^' 

la  quale  C  benché  io  non  pretenda  edere  habile  a  penetrarla  )hò  nondi-  „ 

meno  trovate  alcune  cofe  tanto  chiare ,  e  facili  a  capire ,  che  mi  maravi-  „ 

glio,  come  fono  rtatatanto  tempo  ad  accorgermene.  Tali  fono  la  pre-  „  .    , 

fenza  reale  del  SS.  Sacramento,  l'infallibilità  della  Chiefa,  la  Confeilìone,  „ 

e  le  preghiere  peri  morti.  Doppo  di  che  cominciai  a  difcorrerefeparata-  „ 

mentccondue[tf  jdelliprimi,  epiiìfavii  VefcovideirjInghiIterra,iqua-  „ 

limiconfedarono,  che  nella  Chiefa  Romana  vi  fono  molte  cofe,  le  qua-  „  if/clit'di c^tut 

li,  farebbe  molto  da  defiderarfi,  chenoihavefUmo  ritenute,  come  la  „  ^'rj,e  Stanford  di 

Confeflione,  la  quale  fenza  dubbio  è  ftata  comandata  da  Dio;  eche  il  „  ^^"'"fi''"*' 

pregare  per  i  Morti  era  uno  de' più  antichi  coftumidel  Chriftianefìmo:  „ 

che  efiì  lo  facevano  giornalmente,  benché  non  voleiiero  confeflarlopu-  „ 

blicam.ente:  e  poi  premendo,  e  ftringendo  [b]  uno  diloroalFaifopra  „  ^^^fl^a^-^'^    ^^ 

gli  altri  punti  controverfi ,  mi  diife ,  che  fé  egli  foffe  nato  Cattolico ,  non 

inutarebbe  la  fua  Religione  ;  ma  che  ellendo  un  membro  di  un'  altra 

Chiefa ,  nella  quale  era  certo  di  bavere  tutte  le  cofe  necefiarie  per  falvar- 

fi,  {limava  elTer  cofa  molto  cattiva  a  darefcandalo  con  lafciare  quella 

Chiefa,  nella  quale  ricevè  il  fuobattefimo,  „ 

Tutti queftidifcorfi non  giovarono  ad  altro.  Te  non  a  maggiormente  ,^ 
accrefcermi il defiderio ,  chegiàhavevo  diefler  Cattolica,  edinlìeme- 
mente  ad  angofciarmi  più  nell'  animo  con  sì  fieri  tormenti ,  che  mi  riduf- 
fero  quali  all'agonia.  Con  tutto  ciò  per  non  precipitare  niente  in  una 
materia  òì  tanta  confeguenza ,  ho  fatto  il  poffibile  per  fodisfarmi  :  porge- 
vo quotidianamente  fupplichea  Dio,  acciò  fi  degnafle flabilirmi nella 
verità,  ed  effendo  così  difpofta ,  andai  il  giorno  di  Natale  alla  Cappella 
reale  per  ivi  communicarmi  :  ma  doppo  la  Communione  mi  fei.itii  agita- 
ta, e  (limolata  molto  più  crudelmente  di  prima,  fenza poter  darmi  mai 
la  minima  pace,  fin  che  palefai  il  mio  defiderio  ad  un  Cattolico,  che  mi  „ 
«onduire  un  Sacerdote ,  il  quale ,  fopra  la  mia  parola ,  è  flato  il  primo,con 
cui-intraprefi  mai  a  difcor  rere .  Più  parlavo  a  quello  Sacerdote ,  più  veni- 
vo confermata  nel  mio  dilegno.  E  come  mie  poffibile  il  dubitare  delle 
parole  del  noftro  fanto  Salvatore,  il  quale  dice,  che  nel  SS.  Sacramento 
vi  è  il  fuo  Corpo ,  &  il  fuo  Sangue  ;  così  non  polfo  mai  darmi  a  credere , 
che  l'Autore  di  ogni  verità,  il  quale  promife  diflarconlafua  Chiefa  in- 
fin'alla  confumazione  de'  Secoli,  permettefle  poi  àquefla  fua  Chiefa  „ 
communicare  i  Laici  fotto  una  fola  fpecie ,  fé  non  fofle  lecito  di  così  fare . 

Non  ho  io  tanta  capaciti ,  &  havendone ,  non  vorrei  però  entrare  in 
difpute con  veruno:  dico  folamente  in  una  parola  in  difefa 'della  muta- 
zione della  mia  Religione,la  quale  (  Dio  mi  è  teflimonio  )  non  havrei  mai  „ 
fatta ,  Ce  haveiii  creduto ,  efler  poflìbile  di falvar  l' anima  mia  altrimente . 
Mipare  fiiperfluo  il  dire,  che nilTun' interefle  di quefto Mondo  mihab- 
bia  indotta  a  tal  rifoluzione,  perla  quale  è  evidente  abaflariza  ad  ogni 
uno,  che  ho  da  perdere  tutti  gli  amici,  elaftima,  che  ho  qui:  &  ho  ben 
ben  bilanciato  quale  di  quelle  due  cofe  potrei  più  facilmente  rinunzia- 
re, ò  alla  parte  che  ho  in  quello  Mondo,  ò  all' altra  parte  che  iperonell' 
altro .  Ringraziando  Dio ,  che  non  trovai  difhcoltà  nella  mia  elezione . 

L'unicamia  orazione  è  ,  cheli  poveri  Cattolici  di  quella  nazione 
non  habbiano  da  patire  per  caufa,  che  io  fono  della  loro  Religione,  e 
che  Dio  fi  degni  ài  darmi  pazienza  di  fopportare  le  affiizioni ,  e  poi  man-  ,, 

darmi 


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Innocen-        p^qq  Secolo  XV IL 

ZO  Xl.    ^^  darmi  tutte  quelle ,  che  poflbno  accadere  in  qiiefto  Mondo,  pur  che 
„  doppo  arrivi  a  godere  una  beata  eterniti. 

S.  Giacomo  all'i  20.  rf'  ^gofìo  i «570. 
Operaiionitrop-  Così  la  fcrittuta  della  DuchefTa  d' Yorch,  publicata  dal  Rè  Giacomo 
Si'ca^ner'dirf  Rè  ^^'  ^^^^^  ftaoipe ,  non  tanto  in  atteftazione  di  fede  della  fua  prima  Con- 
cimo in  più  forte,  quanto  ni  dimoflrazionc  di  fermo  fuo  propofito  nella  coftanzadel- 
pidcCanoiiS  la  Religione  Cattolica  in  quel  fuo  primo  ingreflo  al  Regno,  e  Soglio  d'in- 
inghiiterra .  ghilterra .  Quindi  debellati  li  ribelli  con  prigionia  del  Duca  di  Montmouth 
loro  capo,  fubitaneo  di  zelo,  e  di  configlio pubhcolla,  comandolla,  e 
favorilla,  con  fecreta  maraviglia  prima,  e  poi  con  aperto  rincrefci  men- 
to di  chi  confiderandó  sì  gran  mutazione  di  Religione  in  un  Regno  avvez- 
zo à  non  haverne  alcuna,  defiderò  nel  Regnante  ò  più  maturità,  ò  mi- 
nor'ardenza  nella  rifoluzione.  Ma  fpeflb  avviene,  che  le  grand* imprefe 
molto  fi  lodano ,  fé  bene  riefcono ,  e  molto  fi  vituperano ,  fé  non  corrifpon- 
dono  alla  efpettazione  co'l  fucceffo  :  e  il  fatto  del  Rè  Luigi  nella  efpulfione 
degli  Hugonotti,  e  quello  del  Rè  Giacomo  nella  converfione  dell'Inghil- 
terra meritarono  applaufo ,  ecenfura,  fecondo  ch'eglino  fortirono diffe- 
renti, e  diverfi  gli  effetti,  quando  ambedue  nella  intenzione  hebbero  egua- 
le il  merito,  e  la  lode .  Comunque  dunque  la  cofa  andaffe ,  il  primo  paffo  del 
nuovo  Rè  Inglefe  fii  verfo  Roma,  cioè  a  riflabilire  la  communicazione 
a  w44».i<587.  della  Inghilterra  con  il  Pontefice  Romano,  al  quale  egli  [  a]  deflinò  fuo 
Ambafciadore  il  Milord  di  Cartel  Mayn,  che  pervenne  in  Roma,  accolto 
con  pienezza  di  gaudio  da  Innocenzo,  che  da  quelli  profperi  primi  fuccef- 
fi  concepì  fperanza  di  profperitd  maggiore^  ne'  futuri .  Nulladimeno  egli  re- 
golò il  fuo  zelo  con  tanta  maturità  di  configlio,  che  benché  flimolatodal 
nuovo  Rè  di  fpedir  in  quel  Regno  un  Nunzio  Pontificio,  non  volle  in  que' 
principiidi  frefca  confufione  più  tofto,  che  converfione  di  gente  varia  dì 
genio,  e  proclive  alla  novità,  avventurar  la  maeftà  di  un' Apoftolica  Mif- 
fione  alla  incertezza  di  dubbiofi  eventi;  contentoflì  di  condifcendere  alle 
regie  iftanze  conia  fpedizione  folamente  di  un  Cavalier  privato  in  habito 
laicale,  e  quelli  fu  il  Conte  Ferdinando  d'Adda,  che  per  ordine  del  Pon- 
tefice depofe  allora  la  mantelletta Prelatizia,  e  cinfefpada  per  comparir 
più  grato ,  ò  men  folpetto  agi'  Inglelì .  Ma  vogliofo  il  Rè  di  aperta  commu- 
nicazione con  la  Sede  Apoftolica,  tante  ragioni ,  eprieghif:apofe,  che  dal 
Pontefice  ottenne  al  nobil  Cavaliere  prima  il  titolo  d'Inviato  (  nome  for- 
fè nuovo  ai  Miniftri  Pontificii)  e  poi  finalmente  quello  di  Nunzio,  il  cui 
iiabito  egli  allora  alfunfe  co'l  carattere  di  Arcivefcovo  di  Amafia ,  che 
aprìfubito  nella  Chiefa  ài  Londra  publico  efercizioaUe  funzioni  Cattoli- 
che: ed  allor  fu,  che  il  Pontefice  impofe  a  noi  una  diftinta  defcrizzione 
dello  flato  antico,  in  cuiritrovavanfile  Chiefe  dì  quel  Regno  avanti  lo 
fcifmadi  Henrico  VIII.  per  prender  quindi  quelle  giufle  provifioni,  che 
condurpotelferoallo  ftabilimento colà  della  Cattolica  Religione.  Ecer- 
b  V  autore  tra  tamcute  uoi  ìli  frcfca  [  &  ]  età  intraprendcflimo  allora  dura  fatica ,  compen- 
aiiora  di  anni  27.  (3^^  largamente,  nel  prefentargliela,  dal  Pontificio  gradimento  .  Ma  le 
noflre  fperanze  non  perfeverarono,  e  paflaggiere  fu  il  gaudio  di  un  tanto 
avvenimento.  Conciofiacofache  con  breve  tragitto  di  mare,  e  con  più 
b:^nf!o  1626.  breve  [  e  ]  paflaggio  da  una  fomma  confolazione  a  una  fomma  defolazione , 
portatofi  dalla  HoUanda  in  Inghilterra  Guglielmo  Principe  d'Oranges,  e 
dalla  fazione  più  poderola  degli  Heretici  acclamato  Rè  in  quel  Regno ,  dif- 

fatto 


Capitolo  VI  IL  701        In>Jocen- 

fattodue  volte  l'efercìto  Cattolico,  coftrinfe  il  Rè  Giacomo  à  partirti    ^^  -^^* 
non  fol  dal  campo,  mi  dalla  Inghilterra,  d' onde  più  tofto  fuggendo,  che 
ritirandofipafsòinafpettatamente  in  Francia,  dove  turiera  prevenne  qiic-  ^,-,I,'Jri'^"'/[,''3-',; 
fta  lacrimevole  lettera  della  Regina  fpofa  di  quel  Rè  al  Rè  Luigi  di  Fran-  uZlùì  "^'"" 
eia .  Sire ,  una  povera  Regina  fuggita ,  e  bagnata  dalle  fue  lacrime  non  ha 
dubitato  efporli  alli  più  gran' pericoli  del  mare  per  venir' a  cercare  quab 
chefoUievo,  Sbafilo  alli  piedi  del  più  gran  Rè,  e  Monarca  del  Mondo  : 
lamia  cattiva  fortuna  mi  procura  un  bene  ambito  dalle  nazioni  piùlon-  „ 
tane ,  né  la  neceHltà ,  che  mi  ha  cofìretto  di  venire  a  fuoi  Dominii,  m' im-  „ 
pedjfce  la  elezione,  cheio  ho  fatta:  perche  molla  dalla  lì:ima  Angolare  j, 
verfodi  VofiraMaeflà,  gli  ho  voluto  fidare  tutto,  quant'hò  dipiùca-  „ 
ronellaperfona  del  Principe  di  Galles  mio  figlio,  eh' è  troppo  tenero 
per  poter  participaieconmelafua  gratitudine,  la  quale  è  tutta  nel  mio 
cuore  :  mi  coiifolo  nelle  mie  difgrazie  di  trovarmi  ficura  fotto  la  fua  pro- 
tezione. L(X  I{e^ina  d'Inghilterra.  u/£ccolfe  il  P\è  la  l^c'gia Cafa  conmagniji- 
cen':^a  ,  e  pietà  di  Cbrijìianifjimo   Monarca  ,  e  ,   Habbiamo  in  Francia, 
cosi  fcridè  [a]  a  noi  un  noibo  coirifpondente  da  Parigi,  il  Rè,  e  la  „  *  io,Gc»,x6S9 
Regina  d'Inghilterra  ricevuti,  e  trattati  dal  Rè  Chrjftianiiilmo  contut-  ., 
te  le  maggiori  dimoftrazioni  di  ftima,  e  d'atfetto.  Vengono  alloggiati  „ 
nel  Camello  di S. Germano,  ferviti,  e fpefati  dagli  Officiali  del  Rè  con  le  „ 
guardie  Francefì ,  e  Svizzere  alla  porta  del  Palazzo,  econleguardiedel  „ 
corpo  nella fala,  havendo  i'ifteflb  appartamento,  chehavevailRè,  e  „ 
la  defunta  Regina.  La  Regina  d'Inghilterra  ha  trovate  nel  fuo  Cabinet-  „ 
tofcicallctte  tutte  piene  d'habiti,  e  di  altre  cole,  che  le  potevano  bifo-  „ 
gnare,  efeimilaLuigid'oro  per  le  fpille.  Il  Rè  ha  pur  trovato  nelfuo 
appartamento  diche  dar  le  mancie  a  chi  l'ha  accompagnato  da  Inghil- 
terra vicino  al  lido  di  Francia ,  cioè  diecimila  Luigi  d' oro ,  havendo  Sua 
MaeftàChriflianifJìmaalfegnato  un  fondo  per  il  mantenimento  della  di 
lui  Corte.  Al  Rè  faranno  pagarla  quelF  effetto  cinquanta  niila  feudi  il 
mefe,  &  alla  Regina  cinquanta  milelire.  Il  RèChriiliianiiiìmo  l'afpet- 
tòin  S.  Germano,  ed  efl'endogli  andato  incontro  fin' al  capo  delle  fca- 
le,  l'abbracciò  con  iftraordinaria  tenerezza.  Il  Rè  Brittanico  fimife 
in  atto  di  abbracciarle  le  ginocchia,  e  non  gli  fu  permefibdal  Chriflia-  „ 
nifiimo,  che  fé  lo  mefle  quafi  per  forza  alla  man' diritta:  eifendo  poi 
convenuti,  che  quando  uno  anderà  a  cafa  dell'altro  ,  ivi  riceverà  la 
man' dritta,  confiderandofi per  cafa  del  Rè  d'Inghilterra  il  Palazzo  di 
S.  Germano  ,  e  Verfaglies  per  la  dimora  del  Ré  di  Francia  .  „  Così 
egli,  che  in  altra  lettera  ci  foggiunge,  che  richiello  il  Rè  Giacomo, 
Perche  abbandonato  egli  haveiiè  cotanto  precipitofamente  il  fuo  Re- 
gno? rifpondefk,  Eller  poca  diftanza  per  i  Rè  tra  la  prigionia,  e'ifepol- 
cro.  „  Nel  compianto  imiverlale  di  sì  alto  infortunio,  rifplendendo  co- 
me iride  nella  tempeita,  il  Regio  zelo  di  Luigi,  Cum  vosj  fcriflè[Z»]  a  „  13  ,.  ^,^^.,^8^. 
lui  efclamando  Innocenzo  da  Roma,  prcecipuè  affidai [plendidum .,  ac  ab  LetceraPontific'ìa 
univnrfis Chrifùfidelibus majorem inmodum  commendandum  confugium,  quod  tì^rafcnmlndT- 
Alagaa  Brittunnia  tumultuante,  eidem  B^egin^,  ac  infanti  Trinci  pi ,  ejfufia,  zione  dei  lu-  d' 
nuUifque  comlafa  finibus  munijicentia  prJhm  Majeflas  tua,  munerisejie  no-  ^"s^^'^'<-"-** 
fin  i-uxmius,  eas  ad  te  grata  refponfionis  tejies  dare  litteras  :  etfiautemnon 
dubitamusy  qum  prò  pietate ,  ac  parata  ad  magna  qu^eqiie  prò  Catholica  B^'li- 
pone  aggredienda  ,   perficiendaque  amplitudine  tua  praftantijjima  pr^edtfli 

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ÌNNocEN-       -Q2.  Secolo  XVI L 

Z  O  Al.  j^gj^  caufam ,  cum  qua  eadem  B^lìgió  conjun&a  eji  j  conflanter  juvare  per'-: 
^as;  tantoperè  nihilominiis  nobis  cordi  &  ejl,  &  ejic  debet mriujqit^ ìncolit' 
mitas  ,  ut  Majeflatem  tuam  prò  eXplorato  habere  cupiamus  ,  hi  partem  nos 
•penturosimlitorum  omnium  operum  t  quibus  I{egi  ipfty  necnonmemoratcc  t{e- 
giriit  ftrentiè  adèjje  curaveris  ,  non  omifìuros  ajjiduts  ,  enixifque  -poiis  divi' 
nam  bonitatem  etìam  rogare  ^  ut  merita  »  qua  propoJìt£  Ubi  vera  glorice  men- 
fuy-am  implendo  comparaveris  y  inexhauftis  beneficeniia  fua  thefaurii  cumula- 
taretribuat.  Così  al  Rè  di  Francia  il  Pontefice,  che  di  quefto  fiicceiro  die 
iòiti.FebrHarii  parimente  contczza  al  Collegio  de' Cardinali  radunato  in  [a]  Concifloro 
***J*-  .     con  il  feguente  tenero,  e  ben  ponderato  difcorfo . 

ne  al  Sacro còf.'      FencrabiLes  Fratres  .  Cum  prò  egregia  ptetàte  ,   ac  perfpe6io  :^elo  zefiro, 
i^&io .  quibus  Tafioralem  folicitudtnem  nojtram  in  Catholicx  Ecclefu  admimftratio- 

ne  juvare  non  pnetertnittitis ,  communis  vobis  fuertt  dolor ,  quérn  Jane  ma- 
ximum in  charijjimi  fìlii  noflrijacobi  Magna  Britanni^  I{egis ,  acejus[I{cgta 
Domus  calamitate  experti  fumus  y  nullum  nobis  dubiumefly  quinanirnosaquè 
veflros  ingenti  folatio  affecerit  T^ntius  huc  ex  Gallia  ante  aliquot  dtes  allatus 
de  chariffima  filia  nojira  Maria  Fuegina  cum  regio  Infante  y  ac  pojìeà  ipfiuf- 
met  {{egisexrebellium  manibus  elapft  illuc  àppulju  .  Incolumi  eriim  I{ege  cla- 
rijjimo  Utiora  nobis  fperànda  fuperfunt  à  mi^ericordicrum  'Patre  i  qui  juxta 
Tropheticum  illud  --  Dominatur  excelfus  fuper  B^gnum  hominum  ,   &  cui- 
cumque  voluerity  dai  illud.  Sed  intanto  infortunio y  peculiari  quodam  gaudio 
paternum  animum  nofirum  perfudit  àdmirabiUs  ejufdem  I{egis  conftantiay  & 
animi  magnitudo,  qua  omnibus  ab  ipfo  infìgni  perfidia  ad  hofiem  deficientibus , 
ac  tis  etiam  dilabtntibusy  quos  UH  natura^  ac  beneficiorum  nexus  ar6iiffimè 
devinxeranty  mgruentem  tcmpejìatettì  fortiter  excepit .  Tam  praclara  enim  i 
i&  piane  heroica  optimi  I{€gis  virtus  maximum  decus  affertCatholica  Religio- 
ni t  cui  illc  Tatriar/iy  Opes ,  B^gnum  ,  &  -pitam  tpfam  poflhabere  non  dubi- 
tavit,  Delatum  igitur  poji  plura  difcrimma  ìnGalliam,  ChariJJimus  jìlius  nó- 
fter  Ludovieus  B^x  Chrifiianiffimus  profua  tnirificapietate,  ac  accenfomfibi 
£on'jun6iiffimum  Trincipem  ftudio,  illum  cum  Fregia  e onjugey  &  nato  in  tani 
gravi  ja&ura  advenientem  ràagntficè  ,   &  liberaiiijimò  excepit  ,   omnibufque 
officiis  bene-p  olenti  a  y  &  humamtatis  coluit.  Illuc  quoque  venerabilis  Frairr 
^rchiepifcopus  ^maftenfts  Ferdinandus  ,  nojier  ,   &  hu]us  ^paftolica  Sedis 
àpud  eundem  Magna  Britaìinia  Regcm  T^uncius  ,  fmgulari  Dei  beneficio  ex 
graviffimis  pericuLis  ereptus,  non  ita  pr  idem  fé  contulity  ut  prafati  Bri  tanni- 
ti l{egis  defìderio  obfequeretur .  De  iis  omnibus  quamfis  plurimorum  Itterit 
bue  perlatiSy  vos  tamen  ex  hoc  loco  alloqui  opportunum  exifiimavimus  ,  ut 
&  t>obis  patcrnamnoflram  ergal{egemde  Catholica  B^hgione  optimè  meritum 
charitatem  declararemus  y  &  eximiam  pietatem  -pefiram  in  bisaffli£ìis,  tur- 
bidifque  temporibus  excitaremus  ad  Divinam  bonitatem  exorandam  ,  ut  P^e- 
gem  ipfum  in  locum ,  ex   quo  nefariè  fuit  deturbatus  ,  &  Chri/iiana  B^ipu- 
blica  prijiinam  tranquillttatem  rejìituere  mifericorditer  velit .  Così  egli  :: 
tnà  delle  confeguenze  ,  che  feguirono  à  queft'  infelice   avvenimento^ 
in  più  opportuno  luogo  fé  nerinuoverà  la  memoria  nel  Pontificata  di 
Clemente  XI. 
Ntrtoni  Orienta-      £  parve  veramente  rinvigorirfi  in  qucfta  età  la  Religione  Cattofica  in 
fdmJnc''oddPon-  tutte  le  parti  del  Mondo  ò in  abbattimento  degli  Hugonotti  in  Francia,  ò 
t4ficato  Romano,  jn  xìdutìone  degli  Heretici  in  Inghilterra,  ò  in  abjurazione  di  lungi  fcif- 
mi  nell'Aila,  nell'Africa,  e  nella  Grecia.  In  quelli  fentimentifcriiie  alla 

Sacra 


Capitolo  VI  IL  703        Innocen- 

Sacra  Congregazione  de  Tropaganda  Fide  ,  Biagio  [a]  Arcivefcovo  di  j,o2»,^,/j.j 
Samaco nella  Provincia  Scirvacienfe,  Maidirio  ói  Samandri  Vefcovo,  e  *-°*^'^""  "• 
Locotenence,  com'egli  fi  fottofcrifle  in  lettera  diretta  [b]  3.1  Pontefice  b  ^««.kssj. 
Innocenzo XI. del  Protomartire  S.Stefano,  Giufeppe  [  e]  Patriarca  de'  e  ii.Af^rr»  1684. 
Caldei,  &  Ignazio  [d]  di  Antiochia,  e  con  più  proliffi,  e  forti  termini  dij.^/'r/.KSgj. 
Euthymio  Arcivefcovo  [  e,]  Greco  di  Tiro,  e  Sidone,  abiurando  tutti  ^g^°-  ^f'"»^ris 
le  antiche  Herefie ,  e  fcifmi,  fra' quali  come  con  tante  catene  fi  ritrovava-  f  nàsemnis  epi/f, 
no  ancora  allacciati ,  &  involti ,  e  con  profonda  venerazione  [/"]  fotto-  gf J,/-,^^"^,  '^%' 
mettendo  fé,  e  le  loro  Diocefi  alla  grandezza  conofciuta  del  Pontificato  famiLpar!iT  ' 
Romano .  Sicché  parve  appunto ,  che  in  proporzionata  congiuntura  difpo-  ."^'[Sj  p^^  gfj 
nefie  Dio  r  alta  pieti  degli,  Ecclefiaftici  Romani  à  fondare  un' Hofpizio  in  Hereuci  conver- 
Romaperli  convertiti  dalla  Herefia alla  Fede,  da! quale  fi  porgelfeai  lon-  e^'pVpfeguimen* 
taniftimolo  di  ravvedimento,  &  ai  ravveduti  commoditi  di foftentamen- to. 
to,  &  iflruzione  adequata  al  conofcimento  del  vero.  Eglifùftabilitoia 
ampia  habitazione  nel  Borgo  prefib  S,  Pietro  dalla  generolìtàdel  Cardinal 
Girolomo  Gaftaldicon  defiinati  proventi  al  ricevimento,  e  trattamento 
di  qualunque  quello  fia,  che  da  ogni  parte  del  Mondo  venifl'eàRoma  ad 
ab)  urare  gli  errori  della  Hercfia ,  e  dal  naufragio  della  Fede  fi  ricovralie ,  co- 
me in  porto,  prefib  la  Bafilicafempre  augufta  di  S.Pietro.  La  ifcrizione, 
che  fi  rapprefenta  à  tutti  fu'l  frontifpizio  deli'  habitazione  ,   dimoftra 
egualmente  la  munificenza,  la  intenzione,  e'i  zelo  del  Fondatore:  Hofpi- 
t!um,  die' ella  ,  ex  Harefì  adOrthodoxam  Fìdem-penientibus  huctranslatum , 
niunfficentìa  Hieronymi  S.P^E.  Tresbyteri  Cardinali  Gajìald^.  sAnno  Domini 
M.D.  C.  LXXXy,  La  idea  veramente  dì  sì  bell'opera  fiì  parto  di  due  Preti 
dell'Oratorio  di  San  Filippo  Neri,  l'un  de' quali  Giovenale  Ancma[^]  g  ^««91^00, 
comincionne  l'avviamento  fotto  il  Pontificato  di  Clemente  Ottavo,  l'al- 
tro Mariano  Soccino  incalorinne  il  profeguimento  [h]  fotto  quello  di  h  ^nnoi6i5. 
Clemente  X.  fin  tanto  che  accrefciuto"  di  rendite,  e  di  Miniftri  con  le  he- 
reditd,  e  legati  de' Cardinali  Cefare  Rafponi ,  e  Giacomo  Nini ,  final- 
mente dal  Gattaldi  ricevè  [  i  ]  quel  compimento  ,    che  ben  dimoftra  ,  i  p^  f>oc  Hofpuio 
quei  del  Clero  Romano  non  menvivi,  che  morti  pugnar  fempre  òindife-  tit{ff^''%^Y,ù'. 
fa ,  ò  in  foflenimento  della  Fede .  opere p>e  dm^m* 

Mentre  dunque  da' Rè  conia  forza  della  fpada,  e  dagli  Ecclefiaftici  col  L'b'fo^ddiVVre- 
vigore de' Decreti,  e  con  l'efempio  più  petente  della  loro  Apoftolica  quante  commu- 
condotta  combattevafi  in  ogni  parte  la  Herefia,  lijanfenifii  infinuavano  m°mò  pomi*fia'J 
anch' eifi  in  ogni  parte  la  loro  dottrina  conlamultiplicitd  nonmendier-  f^pra  ui  mne- 
rori ,  che  di  libri .  A  chi  haveva  fcritto  con  poca  maturità  di  fentimenti  à  fa-  "^  ' 
vote  dell'  ufo  frequente  della  Communione  Sacramentale ,  rifpofe  l'Arnaud 
con  altro  libro ,  in  cui  cenfuravafi  la  Communione  frequente ,  come  uno , 
e  il  mafllmo  principale  a  bufo  del  Chrifiiancfimo,  allontanando  i  fedeli  da 
quefto  Mifterio  di  amore  con  terrori  panici  della  maefti  di  elfo,  e  con 
necefiìtà  inventate  di  fublimiflime  difpofizioni ,  contrarie  al  fentimento 
della  Chiefa,  e  de' Padri,  che  Dio  le  ha  dati  per  direttori,  e  maeftri.  Al 
contrario  qualche  Cattolico  Scrittore,  che  haveva  fcritto  in  riprova  di 
quell'errore,  fi  era  cotanto  avvanzato  in  perfuafione  della /re^wfwf  e  Co  ?»- 
munione,  che  particolarmente  ne'Regni  di  Spagna  n'era  indiltintamente 
da  tutti  frequentato  r  ufo ,  comedi  pane  quotidiano.  La  poca  devozione 
degli  uni,  e  la  troppa,  ed  ideale  degli  altri  obligò  Innocenzo  a  regolare 
l'affare  con  un  Decreto  non  meno  neceflario,  che  dilettevole  à  riferirfi: 

Cnm 


1 


Iknocen-         rjQ^  Secolo  XVII. 

ZO  Al.  j-^-j  ^^^^  ^^  aures  SanBìffimi ,  egli  diceva,  fide  dìgnoruwi  teflimonio  per- 
r/i67p!  ^'^"""  "penerìt,  in quihufdam Diacefibusvigere ufum  quotidianm commumonìs ,  etìam 
in  Feria  fexta  Tarafceve  ■,  &  fimul  affirmari,  eamdem  cjuotidianam  commu- 
nìonem  praccptam  ejse  a  jure  divino  ,  quin  etiam  in  illiits  admìni/tratìone 
aliquos  abufus  inolevìjje ,  videlicet  quòd  alicjui  ,  non  in  Ecclefia  ,  fed  in 
privatis  Oratoriisy  &  Domi  ,  imo  cubantes  in  ledo  ,  &  non  laborantes  ul- 
ta gravis  infìrmitatis  nota  [umani  Sacrofanólam  Euchariftiam  ,  quam  ar- 
gentea tbeca  wclufam  in  crumena  ,  aut  fecretò  illts  deferunt  Sacerdotes  S^- 
culares  aut  J\egulares  ,  aliique  in  communione  accipiant  plures  formas  ,  ac 
particulas  ,  vel  grandiores  f olito  ,  ac  tandem  qms  confiteatur  peccata  venia- 
Uà  fimplìci  Sacerdoti  non  approbato  ab  EprfcopOy  aut  Ordinario  .  Curii  au- 
tem  h£c  SanBijJimus  confìderanda  comrniferit  Sacra  Congregationi  Cardina- 
lìum  Condili  Tridentini  interpretum  ,  eadem  Sacra  Congregatio  ,  previa 
matura  difcujjionc  fuper  prddi6iis  ,  unanimi  fententia  ita  cenfmt  .  Etft  fre- 
quens ,  quotidianufque  Sacro  San£Ì£  Eucharifii£  ujus  à  San^lis  Tatri* 
bus  fucrìt  (emper  in  Ecclefìa  probatusj  nunquam  tamcn^  aut  fepiàs  illam 
percipiendi ,  aut  ab  ea  abjiinendi ,  certos  fìngulis  menftbus  ,  aut  behdo- 
madis  dies  jiatuerunt ,  quos  nec  Conciltum  Tridentinum  prafcripfit  ;  fed 
quaft  humcnam  infirmitatem  fecum  reputarety  nihil  pracipiensy  quid  cupe- 
ret  tantum  indicavit ,  cum  inquit  ;  Optaret  quidem  Sacro-Santìa  Syno- 
.  .  dus  ,    ut  in  fìngulis   Miflìs  fìdeles  adllantes  Sacramentali  Euchariftias 

perceptione  communicarent;  idque  non  immeritò  :  multiplices  enim  funt 
conjcientiarum  recejjus  ,  vana  ob  negotia  fpirìtus  alienationes  ,  multa  è 
centra  gratin  i  &  Dei  dona  parvulis  concefja,  qua  cum  humanis  oculis  fcru- 
tari  non  pojjìmus ,  nihil  certi  de  cujufque  dtgnitate  ,  atque  integritate  ,  & 
'    '  conjequenter  de  frequentiori,  aut  quotidiano  vicalis  panis  efupoteft  conjiitui. 

Et  proptereà  quod  ad  negotiatores  ipjos  attinet ,  frcquens  ad  facram  alimo- 
niam  percipiendam  accejìus  ,  ConfeJJariorum  fecrcta  cordis  explorantium  su- 
dicio efi  relinquendus  y  qui  ex  confcicntiarum  puritatCy  &  frequentiafru^iu, 
&  ad  pietatem  procefìu  laicisnegotiatoribus  y  &  conjugatis  y  quodprofpicìent 
eorum  [aiuti  profuturumy  id  illts  pra[cribere  debebmt .  In  conjugatis  autem 
hoc  aìììplius  ammadvertcnt :  cum  Beatus  ^dpojiolus  nolit  eos  invicem [rauda- 
ri,  ni[i  [ortè  exconfenfuadtehipHS  y  ut  vacent  orationi y  eos  jeriè  admoneant y 
tanto  magls  ob  [acratij[ma  Euchariftia  reverentiam  continentia  vacan- 
dum  y  puriorique  mente  ad  ccslefìium  epularum  communionem  ej]e  convenien- 
dum  .  In  hoc  igitur  Tajlorum  ddigentia  potiffimum  invigilabit ,  non  ut  à 
frequenti  y  aut  quctidiana  Siterà  Com-munionis  [umptwne  unica  pracepti  for- 
mula aliqui  deterreantur y  aut[umendi  dies  generaliter  conjlituantur  y  [ed  ma- 
gis  quid  fìngulis  pcrmittendumy  per  fé  y  autTarochoSy  [euConfefiarios  [ibide- 
cernendum  putet:  illudque  omninò  provi  de  at  y  utnerno  à  [acro  Convivio  j  [eu 
frequenter  ,  [eu  quoticliè  accejjerit ,  repellatur  ,  &  nihilominàs  dct  ope- 
ram  y  ut  unufquìjqne  dignè  y  prò  devotionis  y  &  praparationis  modo  y  rariùs, 
aut  crebriùs  Dominici  corporis  fuavitatem  degujiet .  Itidem  Monialcs  quoti- 
die  Sacram  Communionem  pctentes  admonenda  erunt  y  ut  in  diebus  ex  earum 
Ordinis  injìttuto  prajìitutis  commumcent  .  St  qua  vero  piiritate  mentis  em- 
teanty  &fjrvors[pirttus  ita  Laluennty  ut  digna  freqiientiori y  aut  quotidia- 
na Santi  (Jìmi  Sacranienn  pacepiione  videri  po[/int ,  id  lilis  à  Superiori  per- 
mittatur .  Troderit  etiain  printer  Tarochorum ,  &  ConfcparÌGrum  diligentiani , 
(pera  quoque  Concionatorum  uti»  &  cum  eis  conjìitutkm  haberiy  ut  cum  fi^ 

deles 


Capitolo  Vili.  705        Innocen- 

deles  ad  Saii&ijjìmì  Sacramenti  frequentìam  (  quod  faccre  dehcnt  )  accende-  ^^ 
rintyftatim  de  magna  ad  illiid  Jumendum  praparatione  orationem  habeant  3 
^eneratimque  ojiendant  y  eos  qui  ad  frequentiorem  ,  aut  quotidianam  falu- 
ti/eri  cibi  fumptionem  devoto  jìudio  excitantur  ^  debere ,  ftvc Laici  negotiato- 
res  ftnt,  ftve  coniugati,  five  quicumque  alti ,  fuam  agnofcere  infirmitatem, 
ut  dignitate  Sacramenti  y  ac  divini  Judicii.  formidine  difcant  ccelejiem  men- 
famy  in.  qua  Chrijius  efty  revereri:  &  fi  quando  fé  minìts  paratos fenferinty 
ab ea abflinere y  Jeque  ad  majorem  preparationcm  accingere.  Epifcopi  autem 
in  quorum  Dicecefibus  viget  hujufmodi  devotio  erga  Santi6lijjimum  Sacra- 
Tnentum,  prò  illa  gratias  Deos  aganty  eamqueipfi  adhibito  prudenti^  y  &ju' 
dicii temperamento  alere  debebunt  j  &  ab  eorum  officio  pofìulari  ftbi  maxime 
perjuadeant ,  nulli  labori ,  aut  diligenti^  parcendum  ,  ut  omnis  irreve- 
rentiay  &  fcandali  fufpicio  in  veri ,  &  immaculati  tAgni  perceptione  tolla- 
tur  y  -pirtutefque ,  ac  dona  in  fumentibus  augeantur .  Q^od  abundè  continget, 
fi  a  y  qui  devoto  huiufmodi  ftudioy  divina  prafìante  gratta  ,  tenentury  feque 
Sacratifjìmo  Tane  frequentiùs  refici  cupiunt ,  fuas  vires  expendere  ,  feque 
probare  cum  timore y  &  charitate  affueverunt .  Quibus  Chrijìum  Dominum, 
qui  fé  fidelibus  manducandum  ,  &  fé  pretium  in  morte  tradidit ,  atque  in 
Ccelefii  B^gno  fé  pramiumeft  daturusy  precatur  Sacra  Congregatio  ,  ut  fuam 
opem  ad  dignam  praparationem  j  &  fumptionem  largiatur.  Vorrò  Epijcopì 
&  Tarochi ,  feu  Confeff^rii  redarguant  afjerentes  communionem  quotidianam 
efìe  de  iure  divino  ,  doceant  in  Ecclefiisy  feu  Oratortis  privatìSy  exdifpcn- 
fatione ,  feu  privilegio  Tontificis  de  manu  Sacerdotis  fumendam  San6iiffimam 
Eucharifitam ,  nec  eam  ullo  modo  deferendam  in  crumena ,  aut  fecretò  ad 
exifientes  domiy  vel  cubantes  in  le&o,  quàm  ad  infirmosy  qui  ad  illamfu- 
fcipìendam  ad  locapradi^la  accedere  non  valeant,  0"  ad  cos  fi  abEcclefta 
deferatury  publicè,  &  cum  pompa  juxtaformam  B^tualts  Bimani;  fi  vero 
ab  Oratorio  privilegiato  y  cum  forma  decenti.  Curent  etiam  y  ut  circa  Commu- 
nionem Feria  fexta  Tarafceve  MiJJ'alis  Rubrica ,  &  Ecclefi^e  rimana  ufus 
ferventur  .  Infuper  admoneant  nulli  tradendas  plures  Eucharijii^  formas  , 
feu  particulasy  neque  grandioxes  ,  fed  confuetas  .  ?\(p»  permittanty  ut  ve- 
nialtum  confefjio  fiat  fìmplici  Sacerdotinon  approbato  ab  Epifcopo,  aut  Ordi- 
nario. Si  Tarochi  y  &  Confefiarii  etiam  Begularesy  aut  quicumque  alii  Sa- 
cerdotes  fecùs  egerinty  fciant  DeoOpt.Max.  rationem  reddituros  efìcy  neque 
defuturam  Epifcoporumy  &  Ordinartorum  jufiam  ac  rigorofam  animadver- 
fionem  in  contrafacientes ,  etiam  B^gulares ,  etiam  Societatis  Jefu ,  facultate 
ipfis  Epifcopis  y  &  Or  dinar  in  per  hoc  Deere  tum,  perSedem  ^poftolicamfpe- 
cialiter  atributa. 

Così  il  Decreto  d'Innocenzo  XI.  in  regolamento  dell'  ufo  della  frequente 
Communione .  Da  quefto  palio  Scorgendo  il  Pontefice  Tempre  più  avvanza- 
ta  la  temeraria  baldanza  di  alcuni  Scrittori  contro  la  difciplina  morale,da  ef- 
fi  hora  troppo  riftretta ,  bora  troppo  nlaflata,  prefe  giufto  motivo  di  prohi- 
bire  molte  propofizioni ,  folfe  neira{funto,e  nocevoli  nella  efecuzione  al  po- 
polo di  Dio.  Èra  egli  Ecclefiaftico  di  antica  faviezza,  e  quale  Noi  altre  Quaf't^.f-'JfjriA 
volte  [a]  habbiamo  defcritto,  allor  quando  giovani  in  età  ne  mirammo,  ftoSw 
&  ammirammo  d'appreflb  li  coftumi ,  e  di  cui  ci  giova  ripetere ,  che  con  ve-    ^  ^'"''  ''  '-'"f^" 
rità  potrebbe  riporfi  in  dubio ,  s'egli  maggiormente  cooperafle  all'eitermi-  ^^!^?,if  "'  " 
nio degl'infedeli,  ò  alla  educazion  de' fedeli ,  havendo  con  felice  fuccef- 
fo  abbattuti  gli  uni  con  la  forza  delle  Orazioni,  e  con  la  copia  de'foccorlì , 
Tomo  ly,  Yy  cri- 


Innocen-        rjQ^  Secolo  XVII. 

ZO  XI.     e  riformata  la  difciplina  negli  altri  con  l'autorità  del  comando,  econlapiii 
fic'ia'^T' aliarne  potente  efficacia dell'efempio .  Hor  dunque  havendofatt'egliefaminare  da' 
propo/ÌLioni .      Theologi  feflantacinquc  propofitioni  eftratte  da  parecchi  libri ,  tutte  con- 
dannolle  con  la  giulta  [a]  cenfura ,  che loggiungiamo . 

Q  Andifs.D^N.  Inno centius  Papa  XLpr^edidus,  ovium  fibiàDeo  cre- 


a  z.Marliii677. 


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ditarum  faluti  fedulò  incumbens ,  &  falubre  opus  in  fegregandis  no- 
xiis  dodrinarum  pafcuis  ab  innoxiis  à  fel.  ree.  Alexandro  VÌI.Pr^edeceflb- 
re  fuo  inchoatum  profequi  volens,  plurimas  propofitiones  partim  ex 
diverfis,  vellibris,  velthefibus,  feu  fcriptis  excerptas ,  &partimno- 
viter  adinventas ,  Theologorum  plurium  examini ,  &  deinde  Eininentif- 
fimis^  &  Reverendiffimis  DominisCardinalibus  centra  hcereticam  pravi- 
tateniGencralibus  Inquifitoribus  fubjecit.  Quibus  propofitionibus  fe- 
dulò ,  &  accurate  fepiiis  difcuffis,  eorundem  Enninentiffimoruin  Cardina- 
lium,  &  Theologorum  votis  per  Santìitatemfuamauditis,  idemSan- 
ctiiiìmusD.N.repoftea  mature  confiderata,  ftatuit,&  decrevitpro  nunc 
fcquentespuopofitioneSj&unamquamqueipfarum,  ficut  jacent,  ut  mi- 
nimum ,  tanquamfcandalofas,  &  in  praxi  perniciofas ,  effe  damnandas, 
&prohibendas;  ficuti  eas  damnat,  &  prohibeti  nonintendens  tamcn 
Sanditasfua  per  hoc  decretum  alias  propofitiones  in  ipfo  non  expreflas, 
&Sand:itatifu£equoniodolibet,  &  ex  quacamque  parte  exhibitas,  vel 
exhibendas ,  uUatenùs  approbare . 

I.  NÒneftillicituminSacramentisconferendis  fequi  opinionem  pro- 
bàbilcm  de  valore  Sacramenti ,  relida  tutiore ,  nifi  id  vetet  lex,  conven- 
ti©, aut  periculum  gravis  damni  incurrendi.  Hinc  fententia probabili 
tantiìm  utendum  non  eft  in  collatione  Baptifmi,  Ordinis  Sacerdotali s, 

,,  aut  Epifcopalis . 

„      2.  Probabiliter  exiftimo ,  judicempofle  Hidicare  juxta  opinionem 

„  etiam  minùs  probabilem . 

„  3.  Generatim,  dum probabilitate, five intrinfeca, five extrinfeca,quan- 
tumvis tenui,  modo àprobabilitatisfinibus non  exeatur,  confifìaliquid 
agimus,  (emperprudenteragimus. 

4.  Ab  infidelitate  excufabitur  infidelis  non  credens  dudus  opinione 
minùs  probabili. 

*j.  An  peccet  mortaliter,  qui  adum  dileétionis  Dei  femel  tantum  in 
vita  eliceret ,  condemnare  non  audemiis . 

6.  Probabile  eft ,  ne  fingulisquidem  rigorose  quinquennis  per  fé  obli- 
gare  pr^ecepturncharitatis  erga  Deum. 

■7.  Tuncfoliìmobligat,  quando  tenemur  juftificari,  &nonhabemus 
aliamviam,qua)uÌlifìcaripolIimus. 

8.  Comedere,  &  bibere  ufque  adfatietatemobfolam  voluptatem, 
noneftpeccatum,  modo  nonòbfit  valetudini,  quia  licite poteft  appe- 
titus  naturalis  fuis  aftibus  frui . 

9.  Opus  con) ugiiobfolam  voluptatem  exercitum  omni  penirùs  caret 
culpa ,  ac  defetìiu  veniali . 

■  10.  Non  tenemur  proximum  diligere  adu  interno,  &  formali. 
.>«i*-v>'       „      'I-I.  Pr^cepto  proximum  diligendi  fatisfacerc  poflumus  per  folos 
à(Sus  externos . 

12.  Vix  in  f«ecularibus  invenies,  etiam  in  Regibus,  fnperfluumfta- 

tui. 


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Capitolo  Vili.  707       Innocen- 

tui.  Etitavixaliquistenetur  ad  eleemofynam ,  quando  tenetiir  tantum  ,,     ^^  -^^' 
ex  fuperfluo  fiatili .  « 

13.  Si  cum debita moderatione  facias,  potes  abfque  peccato  morta-  ,» 
lidevitaalicujiisttiftari,  &deilliiis  morte  naturali  gaucfere,  illaminef-  ^ 
ficaci  afFedu  petere ,  &  defiderare  ;  non  quideni  ex  difplicentia perfonse,  ,i 
fed  ob  aliquod  temporale  emolumentum . 

14.  Licitum  eft  abloluto  defiderio  cuperemortem  Patris,  non  qui- 
dem  ut  maUim  patris,  fed  ut  bonum  cupientis ,  quia  nimirum  ei  obventu- 
ra  eft  pinguis  hsréditas . 

1%.  Licitum  eft  filio  gaudere  de  parricidio  parentis  d  fé  m  ebrie- 
tate  perpetrato ,  propter  ingentes  divitias  inde  ex  hsereditate  confecu- 
tas . 

16.  Fides  non  cenfetur  cadere  fub  pra^ceptun^  fpeciale,  &  fecun- 
dnmfe. 

17.  Satis  eft  adum  fìdei  femel  in  vita  elicere, 

18.  Si  à  poteftate  publica  quis  interrogetur ,  fìdem  ingenue  confì- 
teri ,  ut  Deo ,  &  fìdei  gloriofum,  confulo  ;  tacere  3  ut  peccaminofum  per 
fé  ,  non  damno . 

19.  Voluntasnon  poteftelficere,  ut aftenfus fìdei  in  fé  ipfofìtmagis 
fìrmus,  quàm  mereaturpondusrationumadalfenfum  imp^Uentium . 

20.  Hinc  poteft  quis  prudenter  repudiare  alfenfum ,  quemhabebat 
fupernaturalem .  „ 

2 1 .  Afl'enfus  fìdei  fupernaturalis ,  &  utilis  ad  falutem  fìat  cum  notitia 
folùm  probabili  revelationisi  iniò  cum  formidine,  qua  quis  formidet, 
nenonfìt  locutusDeus. 

22.  Non  nifi  fidesunius Dei  neceflariavidetur  neceflìtatemedii,  non 
autem  explicita  remuneratoris . 

23.  Fides  late dida ex teftimonio  creaturarum,  fìmilive motivo,  ad 
juftifìcationem  fufficit. 

24.  Vocare  Deum  in  teftem  mendacii  levis,  non  eft  tanta  irreverentia, 
propter  quam  velit,  aut  pò  flit  damnare  hominem , 

,5.  Cum  caufa licitum  eft  jurare  fine  animo  jurandi,  five  resfitlevis. 


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fivegravis.  ,^ 


26.  Si  quis  j  velfolus,  vel  coram  aliis ,.  five  interrogatus,  five  propria  \, 
fpontèy  five  recreationis  caufa,  five  qupcumque  alio  fine  juret,  fé  non  ,, 
feciffealiquid,  quod  re  vera  feciti  intelligendo  intra  fé  aliquidaliud  ,  ,, 
quodnonfecit,  velaliamviamabea,  inquafecit,  vel  quodvis  aliud  ad-  « 
ditum  verum  ,re  vera  non  nnientitur ,  nec  eit  perjurus .  „ 

27.  Caufa juftautendihisamphibologiis eft,  quoties  id neccffarium,  „ 
aut  utile  eft  ad  falutem  corporis,  honorem,  res  familiares  tuendas,  vel  „ 
ad  quemiibet  alium  virtutis  adum,  itaut  veritatisoccultatiocenfeatur  „ 
tunc  expediens,  &  ftudiofa .  „ 

28.  Qui  mediante  cpmmendatione,  vel  munere  ad  Magìftratum  ,  „ 
vel Officium publicum  promotus  eft,  poterit  cum  reftridione  mentali  „ 
prseftarejuramentum,  quod  de  mandato  Regis  à  fimilibus  foletexigi,  j, 
nonhabito  refpeduadintentionem  exigentis,  quia  non  tenetur  fateri  „ 
crimenoccultum.  ,, 


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Innocen-       rj^2  ^  Secolo  XVII. 

ZO  Al.     ^^      ^Q^  Paseft  viro  honorato  Decidere  invaforem,  qui  nititur  calumniani 
3,  inferre,  fi  aliterhajc  ignominia  vitarineqiiic;  idem  quoque  dicendum, 
„  fi  quis  impingat  alapam ,  vel  fiifte  percutiat ,  &  poft  impadam  alapam  ve! 
„  iaum  fuftis  fugiat . 
„      31.  Regulariter  occidere  poffum  furem  prò  confervatione  unius  au- 

)')  rei. 

3,  $2»  Non  foliìm  licitum  eft  defendere  defenfione  occifiva,  qu^e  afta 
j,  poffidemus,  fedetiamadqusejusinchoatum  habemus,  &quìenos  pof- 
j,  felfuros  fperamus, 

3,  ^3.  Licitum  eft  tam hsBredi 3  quàm  legatario  contrainjuftè  impedien- 
3>  tem,  ne  vel  hxreditas  adeatur ,  vel  legata  folvantur,  fé  taliter  defende- 
3j  re,  ficut&jushabentiinCathedram,  vel  prasbendamcontraearumpof- 
3,  fioneminjuftèimpedientem. 

3)  34.  Licetprocurareabortumante  animationem  foetus,  ne  puella  de- 
3i  prehenfa  gravida  occidatur ,  aut  infametur . 

),  35.  Videtur  probabile,  omnem  foetum  ,  quamdiu  in  utero  eft, 
3,  carere  anima  rationali ,  &tuncprimiimincipere  eamdemhabere,  cùm 
3,  paritur  ;  ac  confequenter  dicendum  erit,  in  nullo  abortu  homicidium 
),  committi. 

>,  35.  PermiflUm  eft  flirari ,  non  foliìm  in  extrema  neceflltate ,  fed  etiani 
„  in  gravi. 

3,  37.  Famuli,  &  famuli?  domeftic^  pommt occulte  heris  fuis  furripe- 
9»  re  ad  compenfandam  operam  fuam  ,  quam  majorem  judicant  falario, 
ì>  quodrecipiunt. 

3,  38.  Non  tenetur  quis  fub  poena  peccati  mortalis  reftituere  ,  quod 
3,  ablatum  eft  per  panca  flirta,  quantumcumque  fit  magna  fumma  to- 
»  talis. 

M      39-  Quialiummovet,  aut  inducit  ad  inferendum  grave  damnumter- 
ii  tio,  non  tenetur  ad  reftitutionem  iftius  damni  lUati . 
i,      40.  Contradus  Mohatra  licitus  eft  etiam  refpedu  ejufdem  perfo- 
>>  nje,  &  cum  contrada  retrovenditionis  prjeviè  inito  ,  cum  intentione 
3»  lucri. 

»,  41.  Cùm  numerata  pecunia  pretiofior  fit  numeranda  ,  &  nullus 
33  fit,  quitìonmajorisfaciatpecuniam  pr^fentem,  quàm  futuram,  poteft 
93  creditoraliquid  ultra  fortemà  mutuatario  exigere,  &  eo  titulo  ab  ufura 
9>  excufari, 

3»  42.  Ufura  non  eft,  dum  ultra  fortem  aliquid  exigitur,  tanquam  ex 
33  benevolentia,  &  gratitudine  debitum  ,  fed  folùm  fi  exigatur  tamquam 
33  ex  juftitia  debitum . 

iy  43.  Quidni  non  nifi  veniale  fit  detrahentisauétoritatem  magnani,  fibi 
),  noxiam ,  falfo  crimine  elidere  ? 

),  44.  Probabile  eft  nonpeccaremortaiiter,  quiirtiponitfalfum  crimen 
»,  alieni,  ut  fuam  juftitiam,  &  honorem  defendat .  Et  fi  hoc  non  fit  probabile, 
33  vix  uUa  erit  opinio  probabilis  in  Theologìa . 

a     45.  Dare  temporale  prò  fpirituali  non  eft  fimonia,  quando  tempora- 
3>  le  non  datur  tamquam  pretium ,  fed  dumtaxat  tamquam  motivumcon- 
„  ferendi,  velefficiendifpirituale,  vel  etiam  quando  temporale  fit  folùm 
„  gratuitacompenfatio  prò  fpirituali,  aut  ècontra. 
„      4(5.  Et  id  quoque  locum  habet,  etiam  fi  temporale  fit  principale 

moti- 


■f. 


» 


Capitolo  VII L  rjQg       Inn'-cfh- 

motivnmdandifpiritnale;  imo  etiam  fi  fit  finis  ipfìiis  rei  rpiritualis,  fic  j,     ^^      ■*' 
wtilludpluris^ftimetur,  quimresfpiritiialis,  „ 

47.  Cuoi    dixit  Concilium  Tridentinum  ,    eos    alienis  peccatis  „ 
communicantes  mortaliter  peccare  ,    qui  nifi  qiios  digniores ,    & 
Ecclefiae  magis  utiles ,   ipfi  judicaverint ,  ad  Ecclefias  promovent  ; 
Concilium  ,    vel  primo  videtur  per  hoc  digniores  non  aliud  fignifi- 
care  velie,  nifi  dignitatem  eligendomm  ,  fiimpto  comparativo  prò 
pofitivo  :   vel  fecundò  locutione   minùs  propria  ponit  digniores ,  ut  „ 
excludat  indignos ,    non  vero  dignos  ;  ^vel  tandem  loquitur  tertiò,  » 
quando  fit  concurfus .  „ 

48.  Tarn  clarum  videtur ,  fornicationftn  fecundum  fé  nullam  invol-  „ 
vere  malitiam,  &  folùm  effe  malam,  quia  interdica  ,  ut  contrarium  « 
omninò  rationi  diflbnum  videatur .  „ 

49.  Mollities  jure  naturse  prohibita  non  eft  .  Unde  ,  fi  Deus  eam  „ 
non  interdixiffet,  fsepè  effet  bona,  &  aliquando  obligatoria  fiib  mor-  „ 
tali .  „ 

50.  Copula  ciim  coniugata ,  confentiente  marito ,  non  eft  adulterium  i  „ 
adeòquefuliicit  in  confeflione  dicere,  fé  effe  fornicatum .  „ 

51.  Famulus  ,  qui  fubmiflìs  humeris  fcientcr  adjuvat  herum  „ 
fuum  afcenderc  per  feneftras  ad  ftuprandum  virgìnem,  &multoties  ei- 
dem fubfervit,  deferendo  fcalam,  aperiendo  januam  ,  aut  quid  fimile 
cooperando,  non  peccat  mortaliter,  fi  id  faciat  metu  notabilis detri- 
menti, puta  nei  domino  male  tradetur,  ne  torvis  oculis  afpiciatur ,  ne 
domoexpellatur. 

52.  PrjEceptum fervandi fefta non  obligatfub  mortali,  fepofito  fcan- 
dalo,  fi  abfit  contemptus . 

5j.  Satistacit  prscepto  Ecclefia  de  audiendo  Sacro  ,  qui  duas^ejus 
partes,  imòquatuorfimulàdiverfiscelebrantibusaudit, 

54.  Qui  non  poteft  recitare  Matutinum  ,  &  Laudes,  poteft  autem 
reliquas  Horas  ,  ad  nihii  tenetur  ,  quia  major  pars  trahit  ad  fé  mi- 
norem .  „ 

55.  PrìEcepto  Communionis  ànnuae  fatisfit  per  facrilegam  Domini  „ 
manducationem .  „ 

%6,  Frequens  Confefllo,  &  Communio  etiam  in  bis,  qui  gentiliter 
vìvunt ,  eft  nota  prajdeftinationis . 

57.  Probabile  eft  ,  fufHcere  attritionem  naturalem  ,  modo  hone- 
ftam ,  „ 

58.  Non  tenemur  Confeffario  interroganti  fateti  peccati  alicujuscon-  „ 
fuetudinem .  „ 

59.  Licet  facramentaliterabfolveredimidiacè  tantum  confeffos  ratio-  „ 
ne  magni  concurfus  pcenitentium ,  qualis  ver,  gr.  poteft  contingere  in  „ 
die  magnse  alicujus  Feftivitatis ,  aut  Indulgenti» . 

(5o.  Poenitenti  habenti  confuetudinem  peccandi  contra  legem  Dei, 
Naturai,  autEcclefi^e,  etfiemendationisfpes nulla appareat,  neceftne- 
ganda,  nec  differenda  abfolutio  ;  dummodò  ore  proferir ,  fé  dolere,  & 
proponereemendationcm . 

61.  Poteft  aiiquando  abfolvi ,    qui  m  proxima  occaficne  peccandi 
verfatur,  quam  poteft  ,  cc  non  vult  omittere,  quinimmò  diredè,  &  „ 
expropofìtoqu.-eric,  auteifeingerit, 

Tomo  IV.  Yy    5  Pro- 


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Innocen-        rj^Q  Secolo  XVI  h 

ZO  XI.    ^^      5^^  Proxima  occafio  peccandi  non  eft  fugienda,  quando  caufa  ai^ 
quautilis,  authoneftanonfngiendioccurrit.  .- 

^3.  Licitum  eftqiiasrerediretìèoccafionemproximam  peccandi  prò 
bono  fpirituali ,  vel  temporali  noftro,  vel  proximi . 

54.  Abfolutionis  capax  eft  homo  ,  quantumvis  laboret  ignoran- 
„  tiaMyfteriommFidei,  &  etianafi  per  negligentiam ,  etiam  culpabilem, 
„  nefciat  MyfteriiimSantìilfimìeTrinitatis,  &  Incarnationis  Domini  no- 
„  ftriJESUChrifti. 

„      65.  Sufficit  Illa  Myfteriafenielcredidiffe. 

„  Qujcumque  autem  cujufvis  conditionis  ,  ftatus,  &  dignitatis  illas , 
vel  lUarum  aliquam  conjundim,  vel  divifim  defenderit,  vel  ediderit, 
velde  eisdifputativè  ,publicèr  aut privatim tradaverit ,  velprsedicave- 
rit,  nifi  forlan impugnando ,  ipfo  fado incidat in  excommqnicationem 
latsefententize ,  à  qua  non  poffit  (  prsetercjuam  in  articulo  mortis  )  ab  alio 
„  quacumque  etiam  dignitate  fulgente ,  hìIì  à  prò  tempore  exiftente  Ro- 
„  mano  Pontifice ,  abfolvi . 

„  Infuper  diftridè  in  virtute  Santì:a:  Obedienti^e  ,  &  fub  intermina- 
„  tione  Divini  Judicii  prahibet  omnibus  Ghriftifidelibus  cujufcumque 
„  conditionis,  dignitatis,  &  ftatus,  etiamfpecialij  &  fpecialifllmanota 
„  dignis,  ne  prardidasopiniones,  aut  aliquam  ipfarum  ad  praxim  dedu- 
„  cant. 

„      Tandem,  ut  ab  injuriofis  contentionibus  Dodores,  feuScholaftici, 
s,  aut  alii  quicumque  in pofterum Te  abftineant ,  &  ut  paci,  &  charitati 
.„  confulatur,  idem  Sandiffimus  in  virtute  Sand^Obedienti^eisprìEcipit, 
„  uttam  inlibrisimprimendis,  ac  manufcriptis ,  quàm  inThefibus,  Dif- 
,„  putationibus  ,  ac  Prìcdicationibus  caveant  ab  omni  cenfura,  &  nota, 
,,  necnonàquibufcumqueconviciiscontraeas  propoficiones,  quse  adhuc 
:,,  Inter  Catholicoshmc inde controverruntur,  donec  àS.Sede,  re  cogni- 
.,,  ta,  fuperiifdempropofìtionibusjudiciumproferatur. 
ìEduicuni libri.'     CosìHctniivcs,^  j^  )a  conàdim^'  Nel-medefimo  tempo  «volendo  Inno- 
'  ,xenzo  dimoftrarfi  egualmente  vigilante  fu'l  punto  della  purità  della  fede ,  e 
.dc'coftumi,  fcorgendo  egli,  che  comparivano  giornalmente  nuove  edi- 
.zionidi  libri,  ne' quali  fotto  pretefto  della  feveritiì  della  Morale,  rinuo- 
.vavafi  la  dottrina  delie  cinque  propofizioni  condannate  dijanfenio,  pron- 
.  tamentepublicò  la  prohibizione  del  libro  intitolato  [  ^  ji)//^/^  della  Difci- 
à  imprefoinSens^pii^^^  che  fi  ofisrva  nelU  Dìocefi  di  Sem  circa  la  impofi's^ione  delia  peniten- 
*"'  *^^^'  ,7^a  publicaper  li  peccati  publicit  in  cui  con  novità  di  riti  ò  inventati  dal  ca- 

priccio Janfeniftico^  ò  antiquati  dal  coftume  Ecclefiaftico ,  fi  rifulcitavano 
tra*  fedeli  diftinzione  di  penitenze ,  e  diverfiti  odiofa  di  fodisfazioni .  Sotto 
b  ly.Maii  ifjsy.  iamedefima  [^]  cenfura  fu  involtoli  Libro  della  TraduT^one  delle  tìomilte 
i  »  .i/i  S".  Gio,  Chrifoflomo  yqucWo  [  e  ]  di  Egidio  Gabriele  adulteratore  della  vera 
^67^.   '^'"" '^"'Morale,  che  leggevafi  inùzohto  Specimina  moralis  Chrijiiana  j  &moralis 
^  ,g  ;  „;,  ,58o  ^i^boìica-;  econ"[rf]  effo  tré  Opufculi  differenti,  in  cui  da- Anonimo  Jan- 
I  .  .mi  I   °- f-gj^ji^j  fi  ripigliavano  li  Religiofi  della  Compagnia  di  Giesii,  comeAutori 
delle  feflantacinquepropofizioni  condannate  da  Innocenzo .  Ma  dove  infi- 
ilerono  in  quefta  età  li  Janfenifti ,  fu  nel  rendere  ò  fofpctti ,  ò  odiofi  ai  Po- 
poli Chriftiani  li  Sacramenti,  introducendo  novità  di  nuovi  riti  nellepeni- 
tenze  publiche  de'publici  peccati;  e  quindi  non  fermandofi  il  loro  indi- 
screto zelo  inquefti  primi  paflì  di  pretendere  la  riforma  della  difciplina 
0.7.  V  ■'•    nell'ufo 


Capitolo    VI  il.  71  r  iNNOCEb^- 

neir  ufo  del!  a  penitenza,  e  nell'horrore  alla  Confezione,  eglino  fiavvan-    ^O^a.- 

zarono  al  di  là  dal  fecreto  inviolabile  di  e{fa ,  aderendo  cofa  lecita  il  poterlo 

violare  in  alcune  determinate  occalìoni  per  utilità,  e  bene  del  penitente,  J^o"^°,^|'*s",^jJÌ^ 

anch' e(fo  renitente.  Queftadanno(ìlìinia  opinione,  che  gii  correva  publi-  i«°  "'lukerabué 

caper  li  Paelì,  e  Gatedre  oltramontane,  e  rimbombavane  il  Tuono  anche  nesjcr^mem'aie' 

in  qualche  Scuola  della  nofìra  Italia,  non  così  torto  giunfe  alle  orecchia  ''"*;•: 

del  vigilante  Pontefice,  che  Tuffo  colla  nelle  bocche  con  un  Teveriliìmo  di* 

vieto  formato  dalla  Congregazione  del  Sant'  Offizio  in  quefto  tenore  y  [  <»]    a  iì,N»vtmbr, 

Travia  matura  confidcratione  Dd.  Cónfuttorfim ,  faSìa  fuit  difcùffio  fetjuerh',  *^^^'  ,  , 

tii  propofitionis  :   Sciemia  ex  Confezione  acquifua  idtì'licet: ,   modo  fiat  fine 

direóia  ,    aut  indire6ia  revelatione  ,   &  gravarnine  patnitentis  ,    mfi  aliud 

multò  grapÌHS  ex  non  ufu  fequatur ,  in  eujus  comparatione  prius  meritò  con- 

temnatur.  addita  deinde  explicatione'j  [ive  limitatione  ^  q-uòd  ftt  intelligenda 

deufufcienṭexConfe(JioneacquifitiecHm  gravarnine  poenitentisj  feclufa  qua* 

cumque  revelatione  i  atqnfincafu  quo  multò  graviui  grar amen  ejufdem  pceni^ 

t'entisexnon  ufu  fequeretur:  Et  jlatuerunt  di6lam  propofitionem  quatenus  ad-' 

mtttit  ufum  dt6Ì£  fcienti£  cum  gravarnine paenitenttsyomninòprohibendamej-         ■  .  -,  ■    t 

jc ,  etiam  cum  di&a  explicatione^  ftve  limitatione  ;  &  pmfenti  Decreto  prò-     ''..   '"' 

hibenty  ne  quis  ultra  audeat  talem  do6irinam  public  è  ^  aut  privatim  docere  f 

àut  defendere  y  fubfcenis  arbitrio  Sacrte  Congregationisinfiigendis*  Mandante^       .-avr  ..* 

etiam  univerjii  Sacramenti posnitenti^e  Minijiris ,  ut  ab  ea  mpraxim  deducenda 

prorjus  abflmeant  4 

Così  il  Decreto.  Dalla  violazione  del  Tecreto  procederono li  violatori 
della  Morale  a  un  più pernicioTo,  e  maligno  alfunto di  cenTurarer.alTolH-       .,,  , 
zione  ai  penitenti  avanti  T  attuai' eTercizio  della  importa  penitenza,.  mala-< 
mente  allegando  gli  antichi  eTemp),  da' quali,  egl4no  dicevano,  dedurfi  non-       ..'  '  . 
mai  artbluti  li  penitenti ,  Te  non  doppo  là  eTecuzione  della  penitenza  prc- 
Tcrittada'Sacerdoti;  In  querto-tenoreufcì  alla  luce  un  libro,   che  dall' ar- 
rogante Autore,  il  quale  non  feppe-diftinguere  l' afloluzione  Sacramentale 
dalla  Canonica,  ne  fu  offerta  la  lezione  al  Pontefice  medefimo,  che  nel 
primo  adocchiarne  il  titolo-,  venne;a  fcuoprirne  la  fraudolenza:  Tentalo-^ 
gus  Dtaphoricus  i  ^^\ìdìcew3.i'  fiveqHÌHfftedffferefitiari4mrationeSy  ex  quibus- 
•perum  )udicatur  de  ratione  abfoìtàiomsi  ad 'mentem gemini  Eccleft£  folts  SS*\ 
^Hgufiini ,  &•  Thoma ,  oblatmad examen  SS.  Ù.  Q^.  ìnnocentio  XI.  Onde  me- 
ritevolmente fu  ecli  da  Innocenzo  f  ^'1  condaiitìato ,  e  proscritto  •  con  De-  .  ,   ^^  ...    ,3^ 
cretoproporzionatoairallunto.       ■•■.:■'     ■  •  Rivedi  n  noUro 

Ài  Decreti  di  quello  gran  Ponccfiee  corrifpoféro  li  fatti ,  autenticati  fo«.4f''^-i"- 
per  grandi  neU'Apoftolicavigòrofadppofizionè,  eh' egli  fece  all'Herefia, 
chefoggiungiamo,  de'Mohnirti,  parto  in'frfrnie,  &  infame  di  al  tri  più  an- 
tichi Herefiarchi.  Habbiamo  in  altro  [cjluogodefcrittalahipocritaTpiri-  e  vedui  nofiroi. 
tualici  di  Valentino ,  che  doppo  IrGnortici  traboccò  il  primo  in  eTecrabiliT-  ''""i"'^'  ^** 
fimicortumi.  Quindi  non  Turfe  forfè  Herefiarea,  che  da  maflinje  alte ,  ma     ^  fiade'Moii- 
non  conformi  a  quelle  della  Cattolica  Ghiefa,  non  degeneraffe  poi' nelle  „iftr,eruo\orfo." 
Tozzure  del  TenTo ,  volute  da  loro  indivifibili  compagne  delle  proprie  operi<- 
zioni.  Màcomecheilrimordimenton?.turale  d'ella  leTa  conTcienzaglie  le 
proponeva  illecite,  eglino  pertoglicrfi  quel  continuo  Tecreto  rimprovero. 
Torto  il  quale  fi  ritrovavanoTemprein  atto  òdi  timidi,  ò  di  flagellati,  vana- 
mente cercavano  motivi  infuffiftenti  di  cohoneftar  le  loro  bruttezze  con 
ifpecioTe  invenzioni ,  ò  di  fpiricualità  di  mente  v  ©  di  libertà  difpirito ,  ò 
■  Yy     4  di 


Innocen- 
zo XI. 

a  Vedi  il  noflro 
primo  tom.pag,6ì. 
b  Vtdi  il  noflro  j. 
t»r»opag.  459. 
C  Vtàl  il  4 .  t»mo 
fAg.  19. 

d  Vidi  il  tornii^. 
pag.2i. 

«  Vtdt  il  4.  temo 
nil  Ptntif.cato  di 
'Urbano  VUl,  bag. 
61}. 


Michel  Molino!^, 
e  f  ne  qualità ,  er- 
rori ,  e  libri . 

{  ^nno  1680. 


h  ^y^nn.  167(5. 
ic  .Ann»  16%S. 


Divulgazione 

delia  luaHerefìa. 


ni2.  Secolo  XV IL 

difetta  d'  Intelligenti,ò  di  fazzione  d'Illiiminati,come  notato  hàbbiamo  ho- 
ra  \n[a]  Valentino,hora  [  ^  ]  in  Ekardo,  hora  ne'[  e  ]  Begiiardi,&  hora  ne*  fe- 
guaci  della  Settaf  d  ]  degrintelligenti,e  [  e  ]  degrUluminati.Nel  principio  di 
qiiefto  Secolo ,  di  cui  fcnviamo  1  fLicceiiì ,  vagò  queita  peilìma  razza  di  He- 
rctici  ampianmente  per  l*  Italia ,  onde  leggonfi  fpefle  ab)ure  di  prevaricati  Sa- 
cerdoti,e  Laici,che  pur  troppo  cercarono  di  ricuoprir  le  loro  laidezze  fotto 
lofpeciofonnantodialte  Ipeculazioni  :  ma  Tempre  invano ,  poiché  Tempre 
la  Chiefa  invigilò  contro  efiì,  i  quali  per  non  render  fé  rei  di  violata  fede, 
prefumerono  render  reo  l'iftclfo  Dio  delle  loro  efecrabili  procedure.  La 
cancrena  dunque  di  quella  pefte  fpelfo  tagliata  co'l  ferro,  e  purgata  col 
fuoco  neir  età  decorfe ,  venne  di  nuovo  a  capo  nel  Pontificato  d' Innocenzo 
XI.  ma  con  fintomi  tanto  più  difficili  a  curarfi,  quanto  meno  apparivano 
mortali,  nafcofti  nell'alto  della  contemplazione,  e  nella  fublimità  d'idee 
immortali.  Ellaprefeilnomedi  Quictifmo  commotivo  dell*  orazione  della 
Quiete  y  alla  quale  li  profeflbri  vantavano  di  elevarci  loro  feguaci,  per  in- 
durli poi  con  una  vantata  folpenfione  imaginariade'fenfi  nelle  più  difperatc 
brutalità,  onde  paga  reftar  pofla  ogni  precipitata  fenfualità.  Michel  Moli- 
nos,  Prete  Spagnuolo,  nativo  di  Muniozzo  nella  Diocefi  di  Saragozza  in 
Arragona ,  grand'  hipocrita ,  e  famofo  mipoftore  la  infegnò  per  1*  Italia  con 
glifcritti,  e  in  Roma  [/]  conia  predicazione,  acquiftando  con  effa  fama 
d' Illuminato  Dottore  nella  Guida  dello  Spirito .  Haveva  egli  comporto ,  e 
dato  alla  luce  delle  ftampe  un  libro  co'l  titolo  di  Guida  Spirituale ,  che  condu- 
ce C  animaper  un  camino  interiore  a  conjeguire  la  perfetta  contempla'^^ione ,  el 
ricco  teforo  della  pace  interiore ,  Viddefi  tal  volume  prima  [g]  impreflb  in 
Roma,  poi  in  [/?]  Madrid,  quindi  [/]  in  Saragozza,  &  ultimamente  [  Z;^] 
in  Siviglia:  onde  m  breve  reftò  avvelenata  da  pefiilentiflìme  maflìme  nel 
medefimo  tempo  la  Spagna,  e  l'Italia,  e  Roma.  Poiché  in  eflbcontene- 
vanfinotabiliflìmefalfita  con  arte  atta  ad  ingannare,  non,  comeufarono 
altri  Herefiarchi ,  perfone  difpofte  all'  inganno ,  ma  anime  puriffime ,  dedi- 
te alla  orazione ,  e  che  altro  non  cercavano ,  che  il  mezzo  più  proporziona- 
to, e  facile  a  pervenirvi:  ficche  al  contrario  dituttele  altr'Herefie,  che 
incominciarono ,  e  prefero  vigore  da'  cattivi ,  quefta  incominciò  da'  buoni , 
e  da ellì ,  che  poi  prevaricarono  nel  male ,  ella  hebbe  i  fuoi  progrefli ,  e  i  fuoi 
moftruofi  ingrandimenti .  Infegnava  in  quel  libro  il  fottiliffimo  Herefiarca 
non  tanto  molti  errori,  quanto  in  eflo  egli  apriva  il  fonte  a  tutti  quegli  er- 
rorijche  nel  progrelTo  del  tempo  feguirono ,  e  nel  corfo  appariranno  di  que- 
fta Hiftoria ,  e  fi  renderanno  palefi  dalle  propofizioni  condannate  da  Inno- 
cenzo Undecime .  Quindi  avvenne ,  che  chi  ieggevalo,  ne  rimaneva  oppref- 
fo  come  da  un  mortale  letargo  di  contemplazione ,  e  di  quiete ,  dalla  qual^ 
poi  prevaricando ,  convenivano  fpelTo  in  conventicole  le  donne ,  che  prò-. 
fclTavano  quella  nuova  contempb.zione ,  e  fi  portavano  alla  menfa  della  Eih 
chariftia  paghe  di  fé  ftefie ,  fenza  preparamento ,  e  confezione ,  orando  ftot^ 
lide  in  ozio  nelle  Chiefe  fenza  giammai  aprir*  occhi  ò  v^rfo  il  Sacramento,  6 
verfo  lefacre  Imagini,  timorofe  di  non  interrompere  co'l  folo  lampo  di  uà* 
occhiaia  la  loro  alta  pretefa  contemplazione . 

Ma  non  poteva  quefta  nuova  Scuola  fuflìfkre  ,  fé  il  Maeflro  ,  che  V 
aprì,  non  ifpiegavapuì  precifamente li  dogmi,  i quali  nella  itampa  erano 
più  tolto  indicati,  che  efprelfi:  ficche  huomini,  e  donne.  Sacerdoti,  e 
Laici,  oc  Ecdefiaftici  ancora  d'^infigne  concetto,  che  di  già  bave  vano  in-. 

;,  *  traprefo 


Capitolo  Vili.  713        Innocfn- 

traprefo il corfo dietro qiie{l3G«/c/<z fallace,  fcrivendochìiindiibio,cliiua*     ^^  •^^* 
altro  al  loro  Direttore  in  difcioglimento  di  difficoltà  incontrate,  òdi  temu- 
te perpelfllti ,  il  Molinos  nfpondefle  à  tutti  bora  in  voce  ù  i  proflìmi ,  hora 
in  ifcritto  à  i  lontani  cotanto  efplicitatnente ,  e  chiaramente ,  che  dalle  rif- 
pofteben'altrodedur non (1  poteva,  chelapermiilione  di  ogni  deteltando 
peccato,  co'l  motivo,  che  chi  una  volta  pofa  con  l'anima  in  Dio  per  mezzo 
della  Orai^ons  della  quiete ,  nullamente  può  peccare  con  la  volontà  j  elFendo 
che  ogni ciualunque atto,  benché  malo  egli  fia,  inipntar  dovevall ,  òà  vio- 
lenza di  tentazione,  ò  à  paflìone  di  corpo ,  allegando  egli  à  Tuo  favore  con 
diabolica  mterpretazione  il  fatto  di  Job,  di  cui  dice  la  Sacra  Scrittura  in  per- 
fonadilui;  [a]  H<£cpa[iu$  jumahjque  miquìute  manus  meXy  cùm  haherem  ^  ^"^  ^'^' 
mHndts  ad  Deum preces ;  fpiegandolo  l'iniquo  in  quefti  termini  ,Job  ex  violen- 
tiaD£monisj^propriismanibuspol{uebaty  eodem  tempore ,  quo  mundas  babe- 
bat  ad  Deumpreces:  propofizioné  quarancanovefima  delle  felTantotto  del 
iWu/wojcondannate  da  Innocenzo,  quali  qui  apprelVo  le  foggiungeremo  . 
Alla  iniìnuazione  di  quell'ambita  libertà  accorsero  velotemente,come  Cer- 
vi alfetati,  liQiietiili,  e  riputando  far  cofa  grata  à  Dio  il  parircotali  violen- 
ze nell'atto  delle  loro  contemplazioni,  ciafcun  faceva  à  gara  co'l  compagno 
d  chi  più  poteva  gittar  l'anima  in  Dio,  e'I  corpo  in  preda  del  fenfo  ;  onde  in 
breve  fi  viddero  rinnovati  nella  Spagna  j  nella  Italia,  &  in  Roma  gli  antichi  b  vedui  nojirct^. 
congreffi  dei  Gnolbci ,  e  le  procedure  efecrabili  [^J  de'Turlupini .  llMae- ^/"'•s-57?. 
fìro,  che  poiledeva  meglio  di  tutti  quell'arte,  dava  egli  il  primo  agli  altri 
l'efempio,  ediluiraccontanfìcofelaide,  Séhorride,  iegne  piùtoiiodief- 
fere  fupprefle in  profondo  (ìlenzio,  che  publicatein  quelle  nollre  ftampe. 
Màcomecheperelier'empiofenzacaitigo,  convivrn'elier  finto,  emenzo-  ^  irediUmdro  t, 
gnerefenzafparagno,  quindi  fu,  che  il  Molinos,  qual  altro  Marco  [e]  Valen-  'o-p^g-r-.  eftg. 
tiniano,  ndleparolefpirava Tempre  divinità,  e  rapprefcntando  nel  porta- 
mento una  veneranda  divozione ,  con  la  fola  villa  attraheva  la  fequela ,  e  la  "7//" ^^["^,01^" 
credenza  delle  genti.  Voltocompofto,  e  grave  :habito  talare,  e  negletto:  nó's* 
barba ,  come  dicelì ,  à  fcopetta,  folta  nel  labro ,  e  lata  nel  mento  :  età  meli-  ^  -d/  ^^"«j  "'^«'■^ 
nata  [e?]  alia  vecchiezza ,  e  moto  maeftofo,  e  robuflo  corpo ,  lo  rendevano 
in  credito  di  apparenza,  fé  apprellb  alcuni  non  havelfe  pregiudicato  all'ap- 
parenza la  malinconica  guardatura  di  occhio  fofpettofo,  e  lento,  e  nella 
bruna  faccia  proBlo  di  nafo  acuminato,  e  lungo,  onde  indiziavafi  fcaltrez- 
za  d'animo ,  infedeltà  ài  cuore ,  e  cuor  difpollo  all'inganno .  Ed'in  fatti  pof- 
fedè  egliquefta  parte  in  grado  cotanto  eminente ,  che  nilfun'Herefiarca  for- 
fè bavera  fapncoefl'er  meglio  malvaggio,  quant'egli.  Poiché  egli  non  fola- 
jnente  per  il  lungo  fpazio  di  ventidue  anni  conversò  in  Roma  co'Grandi,  _     ' 

ma  iVi  ambita  la  fua  con verfazione  da'Grandi  ,  riputato  univerfalmentein 
fama  d'huomo  infigne  nella  eccellenza  delle  maflime,  enellafpiriuuahti 
delle  dottrine,  con  meraviglia  poi  di  quegli,  che  rivelatane  la  malvaggità, 
feppero  in  lui  riconofcere,  che  non  mai  egli  con  Perfonaggi  dotti,  e  fublimi  :'-' 

jnfinuòfentimentivili,  edishonelìi,  ma  bensì  con  gente  ò  idiota,  òple-  J'' 

bea,  che  a  confronto  del  vero  potelfe  facilmente  edere  Cmentita  dall'atter. 
dazione  de'Grandi . 

Ma  come  che  Roma' alcuna  volta  travede  bensì,  ma  non  mai  perde  la 
vifta,  non  guari  andò,  cbepnmaladottrina,e  poi  la  perfona  del  Molinos  ■  -,  . 

cadelTe  apprelTo  1  Giudici  fotto  quei  foliti  efami ,  per  cui  nel  C  hriltianefimo 
fi diitingue ,  e  lì  fepara  la  2izania  dal  grano,  e'i  buono  dal  reo.  Quella 

quie- 


Ìnnocem:       ^j^  Secolo  XV lì. 

ZO  AL     quiete,  che  degenerava  in  letargo,  e  quefto  nuovo Tpirito,  che  prevart- 

Ì?q^Scftah«eS  cava  tutto  in  fenfualità,  fparfo  pe'l  mondo,  ed  entrato  ne'  Clauitri  più 

venerandi  del  Chriftianelimo,  cominciò  da  fé  medefimo  à  comparir  ben 

tofto,  qual'era,  abominevole  y  &  efecrando .  Innico  Garaccioli  Cardi- 

>     ^         nai  di  San  Clemente  fcuoprinne  miferabilmente  infetta  la  fua  Diocefi  di  Na- 

"'  '    '*       poli,  efcriifeal  [a\  Pontefice,  acciòcon  fupremà  autorità  egli  raffrenaf- 

feilcorfoJqueftafecretapelk,  di  cui  era  tocco  ogni  ftatodiperfone:  il 

medefimo  ricorfo  fecero  parecchi  Vefcovi  dell'Italia,  e  fin  dalla  Francia 

furono  trafinefleà  Roma  notizie  precife  del  gran  mal,  che  vagava:  mdve- 

t  diligenze  del  dcudofiil male ,  enonifcuoprendofiil  maligno,  lemifure,  che  fi  prefero, 

nermin?rii'!'  *  furouo  vigorofe  bcusì ,  ma  non  proporzionate  d  fupprimerlo.  Ordinò  il 

Pontefice,  che  circolarmente  camminalfe  per  l'Italia  una  lettera  dinotan- 

b  ti.Fcbr,  i(j82.  te  non  tanto  il  remedio,  quanto  il  pericolo  i  &  Alderano  Cardinal  Cybò 

in  nome  della  Congregazione  del  Sant'Offizio  [b]  fcriffe  in  prefiknti  termini 

àtuttili  Vefcovi  dell'Italia. 

Qiiefl:e  precauzioni  di  quel  Santifiìmo  Tribunale  i  airecondate  dall' 
afllfìcnzadiDio,  che,  non  così fubito  comparifce  ruga  nella  faccia  della 
Chiefa  fua  Spofa ,  tofto  accorre  à  tergerla  per  mano  de'  Sacerdoti 
fuoi  Minil\ri  ,  fortirono  cotanto  felice  progreffo,  che  ò  con  efami 
forzòfi,  ò  con  ifpontanee  delazioni  de'  delinquenti,  ò  con  pronta con- 
frontazione  delle  maxime  ^ratticate  con  le  maflfme  flampate  ne'  li- 
bri imprefiiì  ,  onde  dedur  Ci  potefl'e  dall'Autore  de' detti  l'Autore,  e'I 
Promotore  de'  fatti ,  venne  à  poco  à  j)oco  X  indiziarfi  l'  Oloferne  di 
quefte  truppe  ,  e  il  Lupo  divoratore  di  quefte  Mandre  ,  che  fotto  il 
manto  d'innocente  Agnello  ritrovavafi  nel  feno  di  Roma  ,  non  fol 
carceraxioiM d-i  "^"  abbotrito ,  mi  abbracciato,  &  applaudito  da' Romani.  Ed  egli  fil 
Mo"noL°  '  Michel  Molinos  ,  che  appoggiato  alla  protezione  di  molti  ingannati 
Perfonaggi,  apprefl'o  i  quali  era  in  concetto  ài  huomo  dato  da  Dio 
per  giunger  preflo  con  la  contemplazione  à  Dio  ,  albergava  di  cafa 
ancora  nell'  altezza  de'  Monti  ,  cioè  per  quella  ftrada  ,  che  prefib  il 
Bione  de  Monti  conduce  i  paffaggieri  da  i  Serpenti  all'Efquilino.  Fiì  dun- 
que doppo  la  formazione  di  fecretoproceflb  incontanente  ordinata  dagl* 
Inquifitorila  carcerazione  del  reo  ,  e  fu  accorta  prudenza  di  alcuni  più 
zelanti  Ecclefiaftici  della  Congregazione  ,  che  quefto  iniquo  Seduttore 
folle  arreftato  dagli  Efecutori ,  prima  che  fi  fcioglielfeilcongreflb,  in  cui 
fu  rifolutala  ài  lui  afilcurazione  ;  efiendo  che  la  fua  foprafina  hipocrifia  ha- 
vendo  così  bene  ingannata  la  cognizione  di  molti,  dubitoflene  malagevo- 
le la  eftettuazione,  quand'ella  fofle  lUta  penetrata  da'fuoi  pàrziah:  onde 
avvenne,  che  afficuraco  il  Molmos  nelle  fue  fperateafiillenze,  egli  nel  fuo 
inopinato  [e]  arreftoingiuriafiecometemerarii  gli  sbirri,  e  difcacciarpre- 
fumeìfe  dalla  fua  cafa  con  oppofizione  ài  violenza  li  Miniftri  deftinatial 
fuocaftigo.  Dicefi,  che  prelTo  lui  fi  ntrovalfero  quantità  di  lettere  de'fuoi 
Gorrifpondenti  pe'l  mondo,  foftenitori,  e  feguacidienormiilimierrori,  e 
copiadi  monete  pervenutagli  in  talfa  da  lui  importa  à  chi  con  lui  carteg- 
giava in  direzione  di  fpirito  per  fupplire  allafpefa  delle  lettere .  Dal  che 
arguifcefi,  quanta  moltitudine  di  gente  havefs'egli  arrol lata  fotto  la  fua 
t  tt.Lu^ìkt6%s^  infegna,  mentre  una  tenue  contribuzione  ajccumulogli  tanra  quantità  ài 
d  lo.'Baptìfl.Pack-  ^cnaro ,  che  tra  in  cafa ,  e  ne'banchi  calcoloffi  fin'alla  fomma  di  quattro  mi- 
tZt-lzlf^'^  la  feudi  Romani,  [d].  Cuj^visinfamiam,  dice  di  queft'Herefiarca  un  mor 

demo 


Capitolò  VII  L  >7 1 5        Ikngcekv 

(derno  Autore,  lon^^  faperavit  4^mnatì/Jìmi  nominis  Michael  Molinos  na-  -^^  '^** 
tìone  Hifpanus ,  patria  Jiragonius ,  viginti  &  duobus  annis ,  quibus  Blindi 
ìfixity  ftabtliend^  Quietifiarum  Ha^refi ,  quam  ipfe  commentus  eflt  fedulam 
navav  it  operam  ,  à  [ubornatione  fequioris  fexusy  uti  Hareticis  femper folem- 
ne  fuiti  aufpieatus,  Tropriam  annihilationem  (  fic  enim  loquuntur  vulgo,  ) 
qua  medi  a  j  Deo  miri  pofjit  *Anima ,  &qmefcere,  mimmèfolicitadehisj  qua 
corpori  obveniunt ,  jummoperè  inculcabat ,  qua  in  re  nimirum  do6lritia  fua 
cardinem  conjlituit .  Ex  hoc  principio  velutt  fonte  hauriebat,  nulluma6lum 
anima pofttivHm,  aut  premio,  aut  pcem  dignum  e(ìe  ,  cum  nec  animai ^  nec 
ejus  potentine  utpotè  annihilat<£  cooperentur  .  Hinc  facilis  in  omne  fcelus  , 
omnemque  voluptatem  ruina .  Capto  Molinos  anno  lóSj.Tropofitionibus,  qua: 
fé  promidgajfe  fafìm  efl  y  ad  examen  à  Fideilnquifitoribus  coram  Cardinalibus, 
^Summo  Tonti fice  vocatis ,  Orationis  methodurriy  quam  profìtebantur  Qutc- 
tijìit ,  fìc  di6iis  à  quiete ,  ob  quod  &  fetidi  nomen  adhafit ,  damnavit  Sanala 
Sedes  fimul  cum  fexagintao6lo  numero  propofìtionibuSy  H^refeos,  fcandaliy& 
blafphemia .  EasiterumcufaSy  &hacin  Urbe  ad  exemplaria  millenaprofian- 
tes  materno fdiomate ,  ad  fcandalum  evttandum  faniori  confilio  ^pofiolici  Mi- 
niflri  Librariis  fuflulerunt .  Jufiu  etiamSummi  Tontifìcis  Innocenti!  XI.  cun^ia 
ehis  opera  flammis  adjudicata  funt .  Coa^us  ipfe  Molinos  de  pegmate ere6loin 
Tempio  Dominicanorum San5i<£ Maria  fuper  Minervam  inùrbe,  coram  Sacro 
San6Ìa  Fumana  Ecclefia  Cardinalium  Senatu  y  palinodiam  canere ,  adperpetuos 
carceres  damnatus  fuit.  Fertur  illum  feriò  poenitere  criminum  fexagefìmum 
atatisannum  agens .  Illativa  y  qua  pollet  y  dtcendi  facultate  »  aliifque  artibus 
ita  plurimis  impofuit  y  ut  Satmushaberetury  licèt  vitam  fadiffimisfceleribuf 
contamìnatam  duxerit .  Ter  duodecim  integros  annos  crimìna  apud  Sacerdo- 
tem  nunquam  depofuit,  quamvis  à  ficiendo  Sacra  non  abfiineret  .  Quatuor 
milita  aureorum ,  &  duodecim  milita  epijiolarum  ,  quarum  ape  feEiatores 
ejusinnotuerunt,  reperta  funt  in  illius  fcrintis ,  Così  egli  dell' inquifito  Mo- 
linos. Dietro  al  reo  andaron  di  pari  nelle  carceri  del  Sant'Ofllzio  due  Fra- 
telli Leoni  y  l'uno  chiamato  Simone  Sacerdote ,  e  Confelibre  del  Monafterio 
de'Santi  Quattro  di  Roma,  l'altro  Antonio  Maria  Laico,  nativi  ambedue 
della  Terra  di  Cambieglio  preflb  Como  ,  ambedue  primarii ,  e  degni  Di- 
fcepoli  del  loro  indegniflìmo  Maeftro. 

Al  rimbomdo  di  quefto  gran  tuono  di  Roma  rifveglioffi  come  da  mor-  conJ^nnadi  fi(, 
tal  letargo  anche  la  lontana  Spagna  ,  i  cui  vigilanti  Inquifitori  riporta  al  fanorto  propofi* 
torchio  di  rigorofìflimo  efame  la  fallace  Guida  Spirituale  del  Molinos  ,  ne  nó'j"'  '^^'  ^^°''" 
prohibirono  [a']  rigorofamente  il  libro ,  econpiùprecifo,  erigorofoDe- a  iVAroi-^^raK^sj, 
creto  la  Sacra  Inquifìzione  di  Roma,  cheparimente  [b]  ^lohìhi  la  Guiday^  ^^"^'*^'*^^'^' 
&  ogni  altro  qualunque  libro  del  Molinos ,  d'onde  furono  eftratte  feffaiv 
totto  propofizioni ,  confefVate  poi  per  fue  dal  reo  ifteflb  nel  profeguimento 
delprocelfo.  In Congregatione generali  <^c.  diceva  il  Decreto,  ..dd  abolen- 
dam  pernicioft-fima  hxrefis  pravitatem  y   qua  in  plerifque  mundi  parti  bus, 
non  fine  maxima  ^iiimarum  difcrimine  invaluit  ,   rtgor  debet  ^pojìoltcus 
excttariy  ut  Tonttfìcia  folicitudinis  authoritate y  &  providentia  y  Har eti fo- 
rum protervia  in  ipfts  fua  falfitatis  conatibus  elidatur  y  &  Catholicx  verita- 
tis  lumen  in  Ecclefta  Sanala  refplendens  ,   eam  utique  demonjìret  ab  omni 
execrattone  falforum  dogmatum  expiatam  .  Cum   igitur   compertum  fuerit 
quemdam  Michaelem  de  Molinos  perditionis  filtum  ,  prava  dogmata  y  tum  ver- 
bo y  tumfcriptispajjim  docuifiey  &in  praxim  deduxiffcy  qua  tnpratextu  Ora- 

ttonis 


TNNÓCEN-  rji6  SeColoXVH. 

ZO  Ai'  fionìs  qiiieùs  cantra  do&rìnam ,  &  ufum  à SanBis  Tatribus  ah  ipfis  Ecclefì^e  na^ 
fcentis  primordiis  receptum  Fideles  à  vera  Religione ,  Ó*  d  Chrijiìana  pietatis 
puritate y  inmaximos errores y  &  turpìjjìma  quoque  inducebat .  Sanèliffimus 
jD ominus  TSlofler  Innocentms  Tapa  XI. ,  cui  cordi  ejì ,  ut  Fidelium  *Amm<& (Ibi  ex 
alto  commi ff:e ,  ptirgatispravarum  opinionum  erroribus ,  ad  optatumfalutis  por- 
tum  tutò  pervenire  poffint ,  prò  re  tam  gravi ,  auditispluries  coramfe  Eminentif- 
ftmis,  &  B^verendifjtrnis Dominìs  Cardinalibus intota B^epublica  ChriflianaGe^ 
neralibits  Jnquifitoribus  y  ac  pluribus  in  Sacra  Theologia  Magi/iris  y  eorumquc 
jfuffragiis  y  tum  voce ,  tumfcrtptofufceptis ,  maturèque  perpenfuy  implorata  etiam 
Sanali  Spiritusajfiflentiay  ad  damnationem  infrafcriptarum  propofttionum  ejuf- 
dem  Micio aelis  de  Molinos  y  àquo  fuerunt  profuisrecognita ,  &  dequibftspro- 
;•'/..■»»  pofitionibusy tamqaam afe di£iatis ,  fcriptis , communicatisy& creditisy ipfe con- 

7>i6lus y&  re fpe£iivècQnfejjusefiy  deventre  y  ut  infra,  decrevit.  i.  Oportet  ho- 
minem fiiaspotentias  annihilare.  Et  hzeceft  via  interna.  2.  Velie  operati 
aftivè ,  eft  Deum  offendere ,  qui  vult  effe  ipfe  foliisagens;  &  ideò  opus  eft, 
fé  ipfum  in  Deo  totum ,  &  totaliter  derelinquere ,  &  poftea  permanere  velut 
corpus  exanime .  3 .  Vota  de  aliquo  facienda  funt  perfedionis  impeditiva . 
4.Ad:ivitasnaturaliseft  gratis  inimica,  impedicque  Dei  operationes,  & 
veram  perfedionem  ,  quia  Deus  vult  operari  innobis  line  nobis.  5.Nihil 
operando  Anima  fé  annihilat ,  &r  ad  fuuni  principiuni  redit ,  &  ad  fuam  ori- 
ginem ,  quse eft effentia Dei,  in quem  transformata remanet , ac divinizata, 
&  Deus  tunc  in  fé  ipfo  remanet  ;  quia  tunc  non  funt  amplius  du£e  res  unitse, 
fed  una  tantum  j  &  hac  ratione  Deus  vivit ,  &  regnat  in  nobis ,  &  Anima  fé 
ipfam  annihilat  in  effe  operativo .  6.  Via  interna  eii  illa ,  in  qua  non  cogno- 
fciturnec lumen,  necamor,  necrefignatio,& non  oportet Dcumcogno- 
fcere,  &  hoc  modo  reólèproceditur.  7.  Non  debet  Anima  cogitare ,  nec 
de  proemio ,  nec  de  punitione,  nec  de  Paradifo ,  nec  de  Inferno ,  nec  de  mor- 
te, nec  de  aeternitate .  8.  Non  debet  velie  fcire  ,  an  gradiatur  cum  volun- 
tate  Dei ,  an  cum  cadem  volunrate  refignata  maneat ,  nec  ne .  nec  opus  eft, 
iitvelitcognofcerefuumftatum,  necproprium  nihìl,  fed  debet  ut  corpus 
exanime  manere.  9.  Non  debet  Anima  reminifci  nec  fui,  nec  Dei ,  nec 
cu)ufcumque  rei ,  &  in  via  interna  omnis  reflexio  eft  nociva,  etiam  reflexio 
ad  fuas  humanas  adiones ,  &  ad  proprios  defedus .  io.  Si  propriisdefedi- 
busaliosfcandalizet,  non  eft  neceifariiim  refledere,  dummodò  nonadfit 
voluntas  fcandalizandi  ;  &  ad  proprios  defedus  non  poffe  refledere ,  gratia 
Dei  eft.  II.  Addubia,  quse  occurrunt ,  an  redè  procedatur ,  nec  ne,  non 
opus  eft  refledere.  12.  Qui  fuum  liberum  arbitrium  Deo  donavit,  de  nul- 
la re  debet  curamhabere,  nec  de  Inferno,  nec  de  Paradifo,  nec  defideriuni 
debet  habere  proprise  perfedionis ,  nec  virtutis ,  nec  proprise  fanditatis  , 
•nec  propria  falutis ,  ciijus  fpem  purgare  xlebet.  13.  Refìgnato  Deo  libero 
arbitrio,  eiùemDeorelinquendaeftcogitatio,  &  cura  de  omni  renoftra, 
.&  relinquere  ,  ut  faciat  in  nobis  (ine  nobis  fuam  divinam  voluntatera. 
14.  Qni divina?  voluntati  refìgnacus  eft,  nonconvenit,  ut  à  Deo  rem  ali- 
quam  petat  j  quia  petereeft  imperfedio ,  cum  fit  adus  propria?  voluntatis, 
iU  eledionis,  &  eli  velie,  quòddivinavoluntasnolìrseconformetuis&non 
quòdnoftra.diviniE.  EtilludEvangelii ,  Tetite  ,  &  ucipietis  y  non  eft  di- 
dumàChriftopro  Animabus  internis ,  quo:  nolunt  habere  voluntatem. 
ImòhujufmodiAnimieeòperveniunt,  utnon  poffint  à  Deo  rem  aliquam 
peicre.  15.  Sicutnondebèt  i  Deo  rem  aliquam petere,  itanecilliobrem 

ali- 


Capitolo  VI  IL  717       Innocen- 

flexioné  oniintiir  .  59.  Via  interna  fej  Linda  eft  a  confefUone  ,  d  confef-    ^^   ^ 
fariis,  &  à  cafibus  confcientiae,  ùTheoIogia,  &àPhilorophia.  60.  Ani- 
mabiis  provedis ,  qnse  reflexionibus  mori  incipiunt ,  &  eò  edam  perveniimc 
ut  fint  mortiije ,  Deus  confeffìonem  aliqiiando  efficit  impolfibilem ,  &  fup- 
plet  ipfe  tanta  gratiaprcefervante,  quantam  in  Sacramento  reciperenti  &: 
ideò  hujiifmodi  Animabus  non  eft  bonum  in  tali  cafu  ad  Sacramentum 
poenitenti^  accedere  ,    quia  id  eft  illis  impoffibile  .  61.  Anima  cum  ad 
mortem  myfticampervenit,  non  poteft  ampliùs  aliud  velie,  quàm  quod 
Deus  vult,  quia  non  habet  ampliùs  voluntatem  ,   &  Deus  illi  abftulit, 
62.  Per  viam  internam  pervenitur  adcontinuumftatum  immobilem  in  pa- 
ce imperturbabili  .  65.  Per  viam  internam  pervenitur  etiam  ad  mortem 
fenfuum;  quinimò  fignum,  quòd  quis  inftatu  nihilitatis  maneat,  ideft, 
mortis  myftiCcE ,  eft  fi  fenfus  exteriores  non  repra^fentent  ampliùs  res  fenfibi- 
les,  ac  fi  non  eflent,  quianonperveniunt  adfaciendumj  quòd  intelledus 
ad  eas applicet .  64.  Theologus  minorem  difpofitionem  habet,  quàm  ho- 
mo rudis ,  ad  i1:atum  contemplativi .  i .  Quia  non  habet  fidem  adeò  puram  * 
2.  Quia  non  eft  adeò  humilis.  5.  Quia  non  adeò  curar  propriamfalutem. 
4.  QLiia  caput  refertum  habet  phantafmatibus ,  fpeciebus ,  opinionibus ,  & 
fpeculationibus,  &  non  poteft  in  illum  ingredi  veruni  lumen  é  65.  Prccpo- 
fitis  obediendum  eft  in  exteriore  ,&  latitudo  votiobedienticE  Religiofjrum 
tantummodò  exteriùs  pertingit .  In  interiore  vero  aliter  res  fé  habet ,  quo 
folusDeus,  &diredorintrat.  66.  Rifu  dignaeft  nova  qu^edam  dodrina 
in  Ecclefia  Dei ,  quòd  Anima ,  quoad  internum ,  gubernari  debeat  ab  Epif- 
fcopo:  quòdfiEpifcopusnon  fitcapax.  Anima  ipfum  cumfuo  diredore 
adeat.  Novam,  dico,  dodrinam,  quia nec Sacra Scriptura,  nec Conci- 
lia, neeCanones,  necBuIlcE,  necSandi,  nec  Audores  eam  unquamtra- 
diderunt,  nectradere  poffunt,  quia  Ecclefia  non  )udicat  deoccultis,  & 
anima  e)us  habet  facultatem  eligendi  quodcumque  fibi  vifum  fuerit .  6j.  Di- 
cere ,  quòd  internum  manifeltandum  eft  exteriori  tribunali  Prsepofitorum  j, 
&  quòdpeccatumfit  id  non  facete,  eftmamtefta  deceptio;  quia  Ecclefia 
non  judicat  de  occukis,  &  propriis  animabus prae)udicant,  hisdeceptio- 
nibus ,  &  fimulationibus .  68.  In  mundo  non  eft  facultas ,  nec  jurifdidio ,  ad 
przEcipiendum  ,    ut  manifeftentur   Epiftolse  diredoris  quoad  internum 
mìmx'i  &  ideò  opus  eft  animadvertere,  quòd  hoc  eft  infultus  Satana 
&c. 

Quas  quidem  propofitìones  tamquam  bisretìcas ,  fufpeBas ,  erronea f ,  fcanda: 
lofas,  blafphemaSi  piarum  aurium  offenjtvasy  temerarias,  ChrifìUnadifcipli" 
n<&  relaxatipas,  &  everfivasy  &  Jeditiofas  refpeBivè,  ac  qu^cumquefuper 
ìis  "perbo  ,  fcripto  ,  veL  typis  emijja  ,  damnat  ,  circumfcribit ,  d?*  abo^ 
let,deque  lifdem ,  &  fmiUbus  omnibus,  &  fmgulis  pojìhac  quoque  paolo  loquen- 
dìjfcribendi ,  difputandt ,  eafque  credendt ,  tenendi ,  docendi ,  aut  inpraxi  redu- 
cendi  facultatem  quibufcumque  interdicit .  ^uifecus  fecerint ,  ipfos  omnibus  di- 
gnitatibus  j  gradibus ,  honoribus,  beneficiis  yd^officiisipfo  fa^o  perpetuò  prì- 
vaty  &inbabtlesadqu^cumqMe  decernit,  rinculo  etiam  Ì4nathematis  eo  ipfct- 
innodaty  à  quonullus  Romano  Tonufice  inferior  valeat  ipfos  (exceptouiortìs 
arttculo)  abfolvere* 

Tr£tereà  San^iitas  Sua  probibet ,  ac  damnat  omnes  libros ,  omniaque 
opera  quocumque  loco,  &  idiomate  imprefja,  necnon  omnia manufcrita  ejuf- 
iemMichaelìs  de  Molinos,  -petatquej  ne  quis  cujufcumque  gradus ,  conditio- 

nis , 


lumciN-        ^jg  Secolo  XVII. 

Z  O     X  L  jjijg^  q^^Qjj  experimur  in  vita  fpiritiiali ,  eft  abominabile  i  fpurcum ,  &  ini- 
mundum.  31.  NiiUus  meditativiis  veras  virtiites  exercet  internas,  quse 
non  debent  à  fenfibus  cognofci .  Opus  eft  amittere  virtiices .  32.  Nec  ante, 
nec  poft  commiinionem  alia  reqiùritur  prjEparatio,aut  gratiarum  ad:io(pro 
ifìisanimabusinternis)  quàm  permanentia  infolita  refignatione  pamva; 
quia  modo  perfediore  fupplet  omnes  aélus  virtutiim ,  qui  fieri  poiìimt ,  & 
fiunt  in  via  ordinaria.  Et  lì  hac  occafione  communionis  infurgunt  motus 
humiliationis,petitionis,  aut gratiarum  adionis,reprimendifunt ,  quoties 
non|  dignofeatur ,  eos  elle  ex  impulfu  fpeciali  Dei,  alias  funt  impulfus  natu- 
IX  nondum  mortua;  .53.  Male  agit  anima ,  (\\xx  procedi  t  per  hanc  viam  in- 
terriam ,  C\  in  diebus  folemnibus  vult  aliquo  conatu  particuiari  excitare  in  fé 
devotumaliquemfenfum;  quomamanimse  interna  omnes  diesfunt  ^qua- 
les,  omnes  feftivi.  Et  idemdÌGÌturdelocisfacris;  quia  hu)urmodi  anima- 
bus  omnia  loca  sequalia  funt.  34.  Verbis,  &  lingua  gratias  agereDeonon 
eft  prò  animabusinternis,  quajinfilentio  manere  debent ,  nulIumDeoim- 
pedimentum opponendo,  quòdopereturinillis:  &quòmagis  Deo  ferelì- 
gnant ,  experiuntur  fé  non  polfe  Orationem  Dominicam ,  feu  Pater  nofìer 
recitare.  35.  Non convenitanimabushu)us via; interna,  quòdfaciantope- 
rationes,etiamvirtuofas,  ex  propria  eledione,  &adivitate;  alias  non  ef- 
fent  mortUcE  :  nec  debent  elicere  adus  amoris  erga  Beatam  Virginem ,  San- 
tftos,aut  HumanitatemChrifti  y quiaicumiftaobiedafenfiibiliafint,  talis  eft 
amorergailla.  36.  Nulla  Creatura,  nec  Beata  Virgo,  nec  Sandi  federe  de- 
bent in  noftro  corde,  quia  folus  Deus  vult  illud  occupare,  &  poflìdere , 
37.  In  occafione  tentationum ,  etiam  furiofarum ,  non  debet  anima  elicere 
adusexplicitosvirtutumoppofitarumi  fed  debet  in fupradido  amore,  & 
refignatione  permanere .  38.Cruxvoluntariamortificationumpondusgra- 
ve eft ,  & infruduofum  i  ideoque  dimittenda .  ^9.  Sandiora  opera ,  &  pccni- 
tenti^i  quasperegeruntSandi,  non  f uificiunt  ad  removendam  ab  anima 
vel  unicam  adhsfionem  .  40.  Beata  Virgo  nullum  unquam  opusexterius 
•peregit,  &tamenfiiitSandis  omnibus  fandior:  igitur ad fanditatem per- 
venir! poteft  abfque opere  exteriori  .41.  Deus  permittit,  &  vult  ad  nos  hu- 
miliandos ,  &  ad  veram  transformationem  perdueendos ,  quòd  in  aliquibus 
animabusperfedis,  etiam  non  arreptitiis  ,  Dcemon  vioLentiam  inferateo- 
riim  corporibus ,  eafque  adus  carnales  committere  faciat ,  etiam  in  vigilia , 
&  fine  mentis  otFufcatione ,  movendo  phyficè  illarum  manus ,  &  alia  mem- 
bra contra  earum  voluntatem  .Et  idem  diciturquoad  alios  adus  per  fé 
peccaminofos ,  in  quo  cafu  non  funt  peccata,  quia  in  iisnon  adeftconfen- 
llis.  42.  Poteft  daricafus,  quòd  bujufmodiviolentia:  ad  adus  carnales con- 
tingant eodem  temporeexparte  duarum perfonarum ,  fcilicet  maris, &  foe- 
minx,  &  ex  parte  utriufque  fequatiir  adus  .  43.  Deus  praeteritis  fseculis 
SandosefficiebatTyranorumminifterio ,  nunc  vero  eosefficitSandos  mi^ 
nifterio  Da;monum ,  qui  caufando  in  eis  prsedidas  violentias ,  taciat ,  ut illi 
feipfos  magisdefpiciant,  atque  annihilent,  &  fé  Deo  refigncnt.  44.Iob 
blafphemaviti  &tamennonpeccavitlabiisfuis,  quiatò  exDìemonisvio- 
kntia.  45.  SapdusPaulus  hujufmodi  D^monis  violentias  in  fuo  corpore 
paiibseft,  undefcripfit:  Vonquodvolo  bonum^  hoc  ago;  fed  quod  nolo  ma- 
tum,  hoc  fido  .  46.  Hu>ufmodi  violenti^  funt  medium  magis  proportio- 
natura  ad  annihiìandam  animam ,  &  ad  eam  ad  veram  transformationem , 
&:unÌQnem  perducendumj  nec  alia fupereft via.  £tha?ceftviafacilipr,  6c 


tiiuor 


Capitolo  Vili.  '719       ^^f^'ocFN' 

futior.  47.CumhiijiirmodiviolentiiEOC,ciirriint,  finere  oportet,  ut  Sata-  ^^  ^ 
nasoperetiir,  nullam  adhibendo  induftriam  ,  nullumqiie  propriiim  cona- 
-tiim  j  fed  permanere  debet  homo  infuo  nihilo,  &  etiamfi  feqnanairpollii- 
tiones,  &:adiisobfccenipropriismanibiis,& edam pej ora,  nonopuseftfe 
ipfum  inquietare ,  fed  toras  emittendi  funt  fcrupuli ,  dubia ,  &  timores ,  quia 
anima fitmagis illuminata,  magisroborata,  magifque candida,  &acqui- 
ritur  fanda  li'bertas .  Et  prae  omnibus  non  opus  eft  hsec  confiteri ,  &  fandif- 
fimèfitnon  confitendo,  quia  hoc  pado  fuperatur  Dìemon,  &  acquiritur 
thefaurus  pacis  .  48.  Satanas  ,  qui  hujufmodi  yiolentias  infere ,  fuadec 
deinde  graviaelfe  delida,  utanimafeinquietct,  ne  in  via  interna  ulteriijs 
progrediatur;  unde  ad  ejus  viresenervandas,  meliusen: canon  confiteri, 
quia  non  funt  peccata  nec  etiam  venialia.  49.  Job  ex  violentia  D^monis 
fé  propriis  manibus  polluebat,  ^odem  tempore,  quo  mundas  habebat  ad 
Deumpreces  ( (le interpretando  lócuniex  cap.  i5.  Job.)  50.  David,  Jere- 
mias,  &  multi  ex  Sandis  Prophetis  hujufmodi  violentias  patiebantur  ha- 
rum  impurarum  operationum  externarum .  51.  In  Sacra  Scriptura  multa 
funtexemplavioientiarum  ad  adusexternos  peccaminofos:  utilludSam- 
fonis,  quiperviolentiam  fé  ipfum  occiditcumPhiiifeis,  conjugiuminiit 
cum  allenigena,  &cum  Dalila  meretrice  fornicatus  eft,  qux  alias  erant 
prohibita,  &  peccata fuiflent:  de  Elifeo,  qui  puerismaledixit:  de  Elia, 
qui  combuflìt  Duces  cum  turmis  Regis  Acab.  An  vero  fuerit  violentia 
immediate  à  Deo  perada ,  vel  Dsmonum  minifterio ,  ut  in  aliis  Animabus 
contingit ,  in  dubio  relinquitur.  ^2.  Cum  hujufmodi  violentile,  etiam  im- 
pur^e ,  abfque  mentis  offulcatione  accidunt ,  tunc  Anima  Deo  poteft  uniti , 
&  de  fadofemper  magisunitur.  53.  Adcognofcenduminpraxi,analiqua 
operatio  in  aliis  perfonis  fuerit  violenta  ,  regula  ,  quam  de  hoc  habeo, 
nedum  funt  proteftationes  Animarum  illarum,  quxproteftanturfedidis 
violentiis non confenfìffe ,  autjurarenon  poffe,  quòd  iis  confenferint,  & 
videre,  quodfìnt  Animx,  quae  protìciunt  in  via  interna:  fed regulam fu- 
mereàluminequodam aduali,  cognitionehumana,  ac  Theologica  fupe- 
riore ,  quòd  me  certo  cognofcere  facit  cum  interna  certitudine ,  quòd  talis 
operatio  eft  violenta:  &certusfun,;quòdlumenà  Deo  procedit,  quiaacj 
mepervenitconjundum  cum  certitudine,  quòdàDeo pervenir,  &  mihi 
nec  umbramdubiireiinquit in  contrarium,  eomodo,  quo  interdum  con- 
tingit ,  quòd  Deus  aliquid  revelando ,  eodem  tempore  animam  certam  red- 
dit,  quod  ipfe  fit,  qui  revelat,&  anima  in  contrarium  non  poteft  dubitare.54. 
Spiritualcsvit^e  ordinaria  in  hora  mortis  fedelufos  invenient,  &confufos 
cum  omnibus  paflionibus  in  alio  mundo  purgandis  .55.  Per  hanc  viam  inter- 
nampervenitur,  etfi  multa  cum  fufferentia,  adpurgandas,  &  extinguendas 
omnes  pallìones ,  ita  quòd  nihil  amplius  fentitur ,  nihil ,  nihil  ;  nec  ulla  fenti- 
tur  inquietudo ,  ficut  corpus  mortuum ,  nec  Anima  fé  amplius  commoveri 
finit.  $6.Di\x  leges,  &  ónx  iniquitates,  Animseuna,  &  amoris  proprii 
altera,  tandiiiperdurant,  quandiù  per durat  amor  proprius:  unde  quando 
hicpurgatuseft,  &mortuns,  utifit  per  viam  internam,  non  adfunt  am- 
plius illse  duo? leges,  &  duse  cupiditates,  nec  ulteriùs  iapfus  aliquis  incur- 
•ritur,  nec  aliquid  fentitur  ampliiìs,  nequidem  veniale  peccatum.  57.  Per 
contemplationem  acquifitam  pervenitur  ad  fta^um  non  faciendi  amplius 
peccata,  necmortalia,  nec  venialia.  58.  Ad  hujufmodi  ftatum  perveni- 
turnon  refledendo  ampliiìs  ad  propriasoperationes,  quia  dekdv.'jcx  re^ 

flexio- 


iNNoctN-        pj^Q  Secolo  XVII. 

2  O  A 1.  aiiquain  gratias  agere  debent ,  quiaiitrumque  eft  adns  propriìB  volnntàtis  l 
i6.  Non  convenìt  indulgentiasquajrere  prò  poenapropriis  peccatis  debi- 
ta, qiiiameliiiseftDivinìefjiiftitia:  fatisfacere,  quàm  Divinati!  mifericor- 
diam  qiiacrere  :  qiioniam  illud  ex  puro  Dei  amore  procedit,  &  iftud  ab 
amore  noftri  intereflato ,  nec  eft  res  Deo  grata ,  nec  meritoria ,  quia  eft  vel* 
le  Crucem  fugere .  17.  Tradito  Deo  libero  arbitrio  ,&  eidem  relida  cu- 
ra, &  cognitione  Anima:  noflrscnon  eft  ampliiìs  habenda  ratio  tentationum, 
nec  eis  alia  refiftentia  fieri  debct ,  nifi  negativa ,  nulla  adhibita  induftria  :  & 
fi  natura  commovetur ,  oportet  finere ,  utcommoveatur,  quia  eft  natura . 
1 8.  Qui  in  Oratione  utitur  imaginibus ,  figuris ,  fpcciebus ,  &  propriis  con- 
ceptibus,  non  adorar  Deumin  fpiritu,  &  ventate.  19.  Qui  amat  Deum 
eo  modo,  quo  ratio  argumentatur,  aut  intelledus  comprehendit,  non 
amat verum Deum.  20,  Aflerere,  quòd  in  Oratione  opus  eftfibi  per  dif- 
fcurfum  auxilium  ferre,  &  per  cogitationes,  quando  DeusAnimam  non 
alloquitur,  ignorantiaeft.  Deusnumquamloquituti  ejuslocutio  eftope- 
ratio,  &  femper  in  Anima  operatur,  quando  harc  fuis  difcurfibus ,  cogita- 
tionibus ,  &  operationibus  eum  non  impedir .  2 1 .  In  Oratione  opus  eft  ma- 
nere  in  fide  obfcura ,  &univerfali,  cum quiete,  &  oblivione  cujufcumque 
co§itationisparticularis,acdiftin<9:2E,  attributorum Dei ,  &Trinitatis,  & 
ficinDeipr^fentiamanere,  adillumadorandum,  &amandum,  eiquein- 
ferviendum  ,  fed  abfque  produclione  aduum  ,  quia  Deus  in  bis  fibi  non 
complacet .  22.  Cognitio  Hsec  per  fidem  non  eft  adus  à  creatura  produtìrus , 
fed  eft  cognitio  d  Deo  creatura?  tradita,  quam  creaturafe  haberenon  co- 
gnofeit,  necpofteacognofcitillamfehabuillei  &idem  dicitur  de  amore. 
s^.Myftici,  cumS.  Bernardo  mfcala  Clauftralium,  diftinguunt quatuor 
Gradus ,  Lecìionem ,  Meditationem ,  Orationem ,  &  Contemplationem  in- 
fufam.  Qui  femper  in  primo  fiftit,  nunquam  ad  fecundum  pertranfit.  Qui 
femper  m  fecundoperfiftit,  nunquam  ad  tertium  pervenir,  quieftnoftra 
contemplatioacquifita,  in  qua  per  totam  vitam  perfiftendum  eft,  dummo- 
dò  Deus  Animam  non  trahat,  abfque  eo  quòd  ipfa  id  expedet,  ad  con- 
templationem infufam  ,  &  hac  ceflante  ,  anima  regredì  dcbet  ad  ter- 
tium gradum  ,  &  in  ipfo  permanere  ,  abfque  eo  quòd  ampliùs  re- 
deat  ad  fecundum  ,  aut  primum  .  24.  Qualefcumque  cogitationes  in 
Oratione  occurrant,  edam  impur^e,  etiam  contraDeum,  Sanftos,  Fi- 
dem ,  &  Sacramenta,  fi  voluntariè  non  nutriantur ,  nec  voluntariè  expellan- 
tur ,  fed  cum  indifferentia ,  &  reiìgnatione  tolerentur ,  non  impediunt  Ora- 
tionem Fidei ,  imo  eam  perfediorem  efiìciunt  ;  quia  anima  tunc  magis  V>i- 
vinsE  voluntati  refignata  remanet  .25.  Etiamfi  fuperveniat  fomnus ,  &:  dor- 
miatur ,  nihilominus  fit  Orario ,  &  contemplatio  adualis ,  quia  Orario ,  & 
refignatio,  refignatio,  &  Orario  idem  funti  &  dum  refignatio  perdurar, 
&  Orario.  2<5.TresillajvÌ2e,  purgativa,  illuminativa,  &  unitiva,  funtab- 
furdum  maximum ,  quod  didum  fuerit  in  my  ftica  ;  cum  non  fit  nifi  unica  via 
fcilicet  via  interna.  27.  Quidefiderat,  &  ampleditur  devotionem fcnfibi- 
lem,  nondefiderat,  nec  qu^erit  Deum ,  fedfeipfum,  &  male  agit,  cum 
éamdefiderat,  &  eam  habere  conatur,  qui  per  viam  internam  incedir, 
ram  in  locis  facris ,  quàm  in  diebus  folemnibus .  28.  Taedium  rerum  fpiri- 
tualium  bonum  eft ,  fiquidem  per  illud  purgatur  amor  proprius .  29.  Dum 
anima  interna  faftidir  difcurfus  de  Deo,  &  virtutes,  &  frigida  remanet, 
milluminfeipfafentiens  fervorem,  bonum fignum  eft.  30.  Totum  fenfi- 

Ibile, 


Capì 


^   /itolo  VI  II.  '    7X1        Innocen- 

nìs  i  "if  ci  flatus  i  etìam  fpecialinota  dìgnusaudeat  fithquovìspYiCtextuquoUhet  ^  ^^' 
par  iter  idiomate-,  five  jfUb  eifdem  verbisy  ftve  fub  icqualibus ,  aut  aquipol- 
ientibits  i  ftveabfque  nomine  y  feu  fi^o,  aut  alìeììonomine ca  imprimere ,  vel 
imprimi  faccre  y  neque  imprejjay  feu  mam [cripta  legere  y  rei  apudfe  retine- 
re,  fed  Ordinar iis  locorum ,  aut  haretica  pravitatis  Inquifitoribus  flatìm  tra- 
dere ,  &  confignave  teneaturfub  iifdem  panisfuperiàs  infli6ìis ,  qui  Ordinar ii , 
&  Inquifitoresftatimeaigne  comburant,  &  comburi  factant .  Cosìlepropo. 
lìzioni  del  Molinos ,  e  lóro  condanna . 

Ma  vediamone  bora  condannata  ancora  la  perfona  .  Scorfi  ventidiie 
mefi  di  carcerazione ,  prpvati  li  delitti ,  e  conteftati  gli  errori ,  egli  mo- 
fìroflì  difpofìo  all'abiura  di  eflì.  Ne  fu  dunque  [a]  intimata  la  funzio- 
ne nella  Chiefa  di  S.  Maria  fopra  Minerva,  &alcunigiorni  prima  notifica-  *i'^'P*'"*'^^^7- 
-  ta  la  Indulgenza  di  quindici  anni ,  &  altrettante  quarantene  à  chiunque  pre-  ^ 
fentefitrovafleaqueiratto.  Intanto  furono  eretti  a  tal'efi-etto  nella  fopra-  pe^doiìTjd  m- 
nominata  Chiefa  gran  numero  dipalchi,  onde  da'Prelati,  edalla  Nobil-  ''"os. 
ticommodamenteaflìfter  fi  potefle  allo  fpettacólo:  e  quefto  finalmente 
comparve  in  perfona  del  Molinos,  che  condotto  dagli  Efecutori  fopra  il 
pulpito,  quindi  egli fteflfo flit fogg^tto  della  funzione ,  fpettacólo,  efpet- 
tatore  di  lacrimevole,  &  horrida  rapprefentanza.  Comincionne  T  abju-  ^^'''""' 
ra,  ementreleggevafeneilprocefib,  il  popolo  ad  ogni  propofizione  he- 
reticale  ,  &  ad  ogni  dishoneftà,  che  riferivafi,  ad  aita  voce  efclamava 
fuoco  fuoco  y  fin  tanto  che  terminata  la  lezione  delproceflb,  fu  egli  con- 
dotto ai  piedi  del  Commiirario  del  S.Olfizio,  avanti  il  quale abjurati  con 
folenne  atto  gli  errori  efpofti ,  e  ricevuta  da  lui  l' afloluzione ,  1*  habito  con- 
fueto  della  penitènza,  e  le  vergate  alle  fpalle,  fiì  dalle  guardie  trafporta- 
to  alle  carceri  del  S.  Offizio  in  una  piccola  ftanza,  incuivilfedieciannicon  mo"r?J'.''^'°""' * 
apparenza  di  pentimento  ,  nella  qual  difpofizione  egli  morì  reo  pentito 
nel  giorno  [b]  appunto  deftinato  al  culto  de'SS.  Innocenti.  AU'abjura  bid.Dfcem.tf^oe, 
del  Molinos  [  e  ]  feguì  incontanente  la  Bolla  [  d  ]  d' Innocenzo  in  con-  <=  ì.Sfprerj.io^y. 
danna  publica  di  quelle  medefime  propofizioni ,  condannate  dalla  Sacra  ÌJjlor&f.'^''^" 
Inquifizione,  e  da  noi  di  fopra  riferite,  e  in  prohibizione  di  tutti  li  di  lui 
libri  i  ficcome  in  differenti  tempi  furono  parimente  prohibiti,  e  condan- 
nati tutti  li  libri  ò  fofpetti,  ò  infetti  di  Molinifmo,  quali  lung^,  etediofa 
cofa  farebbe  il  riferire , 

Al  Maeftro,  che  abjurò  ,  andaron  di  pari  [  e'.]  li  difcepoli  penitenti,  g^^  pontificia 
fra  quali  li  due  fopranominati  fratelli  Anton  Maria,  eSimoneLeoni,  Fie-  in  condannariò* 
reeftratte  dalle  loro  tane,  epercofle  dal  fulmine  del  Vaticano,  di  cui  in  adMofinosY'""^ 
cjuefto  giorno  potè  dirfi  ,  come  gii  di  queir  huom  forte,  [/"]  Et  Rana-  e^s^pur^é.jgsy. 
jasfiUtisjojadie  virifortiJJimi,tnagnorum  operum ,  ìpfe percujfit  duosLeones.      fa^mnc  dVlTJr 

fratelli  Leoni.' 


Tomo  IV,  %z  C  A- 


Alessan* 

DRO  Vili. 


7^ 


% 


Secolo  XVI L 
CAPITOLO    IX. 


Aleflàndro  Ottavo  Veneziano ,  creato  Pontefice 

li  6.  Ottobre  1689. 

Operazioni ,  e  z,elo  di  cy^lejjandro  Ottauo  contro  i  ^ìe- 
tijìi  ,  e  Molinijìi ,  e  nuo^i  Her etici  Pelagiani ,  an- 
che a^vanti  che  fojfe  ajfunto  al  Pontificato  .  Appli- 
cazjcne  indefejfa  di  quejìo  Pontefice  negli  affari  ap- 
partenenti alla  purità  della  Fede  ,  Condanna  di  Sog- 
getto qualificato  per  nafcita,  è  per  pojìo  nella  Corte 
2(omana ,  feguace  dello  Spinoja .  Afferzione  del  pec- 
cato filofofico }  fua  notizja  ,  origine  ,  e  condanna  . 
Condanna  Pontificia  di  alcune  propoftzjoni  appartenen^ 
ti  alla  Adorale  .  ^olla  di  caffazjone  5  &  annulla- 
zione di  alcuni  atti  fatti  dall  Affemhlea  del  Clero  di 
Francia, 


b  hb.^. 


C  ^nn,  I(jy4. 
Zelo  di  qiieflo 
d-gtiilTìmo  Pon- 
tefice in  tiirti  li 
fuoi  Stati  avanti 
Il  Pontificato  ,j 


Origine  dell' He 
re/ìa  de'Pelagini 
e  lue  corfo  • 


A'  fé  Innocenzo  Undecimo  [ó]  percujfit  duos  Leones,  dal 
di  lui  fiicceflore  AlelTandro  Ottavo  [è]  contriti  funt  ru- 
gìtus  Leonis  ,  vox  Lean£  ,  &  dentes  catulorum  Leonum  ; 
Tygris  periit ,  &  dijjipati  funt  catuli  Leonis  .  Egli  af- 
fuefatto  alla  pugna  con  la  ternbil  Beftia  de'  Qiiietifti , 
fin  quando  in  porto  di  Cardinale  fedeva  [  e  ]  nel  Tro- 
no Epifcopale  di  Brefcia,  ne  venne  a  Roma  prattico  combattente;  on- 
de maraviglia  non  è,  Te  in  qualità  prima  di  primo  Inquifitore  Generale, 
e  poidifupremo  Monarca  della Chiefa  di  Dio,  ne  feguitafle  più  tofto, 
che  ne  incominciafle  le  vittorie  con  quell'egregie  operazioni,  che  pur 
hora  di  lui  in  tutti  gli  ftati  riferiremo  ,  di  Vefcovo,  di  Cardinale,  e  di 
Pontefice.  Mentre  fotto  li  Pontificati  d' Innocenzo  Decimo,  e  di  Alef- 
fandro  Settimo  combattevanfi  da  Roma  li  Janfenifli ,  furfero  alcuni 
torbidi,  che  fcoppiarono  ben  preflo  in  aperta  Herefia  ,  in  quella  parte 
della  Diocefi  di  Brekia,  che  dicefi  ValCamonica,  largo  tratto  diPaefe, 
che  circondato  dalle  balze  delle  Alpi  racchiude  in  fé  le  Terre  diBreno, 
Niardo  ,  Nadro ,  Cervio  ,  Ciinbet:go  ,  Sav'iore  ,  e  Pifogne  .  In  efle 
per  irruzione,  e  profitto  di  quelle' genti  con  ottima  intenzione,  ma 
conpeilimo  effetto  furono  iftituiti  da  Marco  Morofini  Vefcovo  di  Brefcia 
alcuni  Oratorii ,  o  Congregazioni  ,  alla  cui  erezione,  e  profeguimen- 
to  diedero  eccitamento,  e  Itimolo  le  calde  perfuafioni  di  Giacomo  Fi- 
lippo 


Capitolo   IX.  7X^         Alessan^ 

lippo  di  Santa  Pelagia ,  hiiom  Laico  Milanefe,  che  viveva  allora  in  quelle  ^'^^   Vili. 
parti  con  efemplarità  di  vita  tutta  devota;  acuifiì  facile,  come  avvenne, 
ài  fpinger  l'animo  del  Vefcovo  alla  rifokizione  di  quel!'  operaafimilitudi- 
ne  degli  Oratorii  di  S.  Pelagia  di  Milano.  Non  sì  torto  però  dieffi  princi- 
pio ,  avviamento,  &  ordine  all'  opera  ,  che  per  gravitimi  difordini  il  Moro  • 
fìniritrovolfi  obligato  afoffocar  nelle  fafcie  il  fuo  parto,  prohibendone  ^  ,8./«»(Vi(;j}. 
[  ^  ]  il  profeguimento ,  e  fupprimendone  la  erezione ,  ogni  qualunque  volta 
non  a  oflervaflero  da'  fratelli  quelle  regole ,  eh'  egli  a  tal'  effetto  haveva  lo- 
ro prefcritte .  Ma  né  olTervandofi  le  regole  prefcritte ,  né  calligandofi  li  rei 
de' motivati  difordini,  anzi  prendendo  vigore,  e  pabulo  il  fuoco  dalla  im- 
potenza del  Vefcovo  aggravato  da  lunga ,  e  penofa  infermità ,  di  cui  pofcia 
morì ,  viddefi  ìw  un  fubito  più  torto  crefciuta ,  che  nata  un'  Herefia ,  quale 
da  quel  Giacomo  Filippo  di  S.  Pelagia  di  (opra  nominato  fi  dille  l' Herefia 
de' "Pe/^Te/w/.  Ella  in  foftanza  era  un  mortro,  nato,  e  comporto  da  divcrfe 
Hererie,ò  de'  Quietirti  moderni,ò  degli  antichi  Oranti,de'  quali  altrove  [  b  ]  Ì^l'!l>:,^^"$, 
habbiamo  fatta  lunga ,  e  dirtinta  menzione  .  Predicavano  eglino ,  anche  Lai- 
ci,  e  donne,  publicamente  nelle  Chiefe,  come  gli  Huifici  :  fi  adunavano  infie- 
me  l'uno  fefl'o ,  e  V  altro  in  notturne ,  e  fecrete  conventicole ,  &  a  porte  chiu- 
fe  il  flagellavano,  come  i  Flagellanti  -,  e  commettevano  laidezze  enormi ,  cor 
me  gli  Gnoftici:  fi  animavano  atoglierfiilgiogo  della  ubidienza  a  Paro- 
chi  ,  e  della  fuggezzione  a'  Vefcovi ,  come  i  Luterani  :  oravano  rtupidi  fette, 
e  otto  hore  per  volta,  cornei  Quietifii  :  sfuggivano  il  commercio  degli  al- 
tri Cattolici ,  come  i  Donatifti ,  credendofi  eli!  li  Saati ,  &  effi  la  vera  Chiefa 
di  Dio  :  aiferivano  necelfaria  allafalute  la  Orazione  mentale,  come  li  Mefia- 
liani:  fi  confelìavano  publicamente  negli  Oratorii:  e  nelle  confefiìoni  van- 
tavano fatti  ofceni ,  e  dishonefti  ad  incitamento ,  &  efempio  di  luliiiria ,  co- 
me i  Turlupini .  Come  che  il  male  s'invigor.ifce  prefto ,  al  contrario  del  be- 
ne che  tardi  fi  avvanza,  qucfta  nuova  pertefiranamente  dilatofli  in  tutti  gli 
Oratorii  ài  ValCamonica,  con  pericolo  proffimo  difubitanea  infezione  Eiezione  ai  ve- 
anche  nelle  vicine  Provincie,  fé  Dio,  che  vigila  fopra  la  fuaChiefa,  non  ha-  [covado  di  Bre. 
velfe  a  tempo  proveduta  quella  Diocefi  dizelantillimo  Partorc.  E  qusfti  cobonf.'"^''  °'* 
fu  Pietro  Octoboni  Cardinale  allora  diS.  Salvadorc  in  Lauro,  dertinato[c]  e  ^««.1654. 
Vefcovo  di  Brefcia  da  Innocenzo  Decimo ,  Pontefice  di  alto  intendimen- 
to ,  e  che  ben  prevedeva  a  quella  Chiefa  agitata  di  ikaordinarie  proccileil 
bifogno  di  un  Piloro  di  ikaordmario  valore .  E  corrifpofe  così  bene  in  lui 
allaefpettazione  il  fuccelTo,  che  rare  altre  Herefie  certamente  fortirono 
più  vigorofo  il  principio ,  e  men  fortunato  il  progrelfo ,  che  quefta  de'  Pela- 
gini ,  vinta ,  &  ertinta  alla  fola  comparfadel  fuo  nuovo  contradittore .  Con- 
ciofiacofache  giunto  egli  appena  in  Brefcia,  rivelogliela  Dio  in  un' avveni- 
mento, dicuife  fi  confiderà  lanuda  apparenza,  potrebbe  giuftamenteap-  Miravigiiofo  .45. 
plicarfeneacafualitàilfuccefib;  ma  fé  di  elfo  fé  ne  ponderano  le  circoftan-  qildhHeréfia  di' 
zc ,  non  può  certamente  non  autenticarfi  forprendente ,  e  miracololo .  Star  tciagim . 
va  egli  in  diporto  appoggiato  un  giorno  alla  feneftra , .  quando  per  la  via  vid- 
defi paiiarfotto  gli  occhi  un  vile  àrtii^a  venditor  ài  chiavi,  quali  giù  fcen- 
devangli  infilza  atraverfo  delle  fpalle  fin' alla  cintola,  con  una  caifetta  a 
lato,  che  alla  kiperficiefembrava  ripiena  diefie,  e  che  in  palfando  invitava 
col  folito  grido  le  genti  alla  compra  della  fua  mercanzia.  Adocchiollodif- 
finvoltamente  il  Vefcovo ,  ed  egli  trapafsò .  Quando  ne  fopraggiunfe  un  al- 
tro di  fomigliante  merce  fornito ,  che  coi  medefimo  ferreo ,  e  baffo  tuono 

Zz     a  divo- 


Alèssan-       rj2,j^  Secolo  XV II. 

DRO  Vili,  (jj  voce  indicata  la  fiiaprofeflìone,  feguitò  come  il  primo  per  la  ftefTaftra-» 
da  il  fuo  camino .  Viddelo  parimente  il  Vefcovo ,  e  come  a  cofa  non  nuova, 
appena degnollo  di  una  femplice  occhiata.  Ma  al  fecondo  fuccedendoil 
terzo,  al  terzo  il  quarto  j  e  fucceflìvamente  in  pocodivariodi  tempo  uno 
all'  altro ,  e  fin  al  quinto  il  fefto ,  egli  moffo  da  \m  interno  ftimolo ,  che  pa- 
rer poteva  curiofità,  ma  era  alto  ,e  fecreto  intendimento  di  Dio,  ordinò  ad 
un  fuo  famiglio,  che  fopra  conduceffe  nelle  fue  ftanze  quel  venditordi 
chiavi  j  né  pur'  elfo  ancora  certo  il  Vefcovo ,  ò  che  volelfe ,  ò  che  ricercafle 
da  lui.  Md  (oh  adorabile  difpofizione  de' divini  fecreti  !  )  giunto  il  chiava- 
to avanti  il  Vefcovo,  e  dimandandogli  il  Vefcovo  difparatamente  cofe 
nullamente  concernenti  al  fine ,  dove  Dio  condur  voleva  quell'incontro, 
e  nel  richiederlo  di  elle ,  rivolgendo  il  gran  Miniftro  di  Dio  con  le  facre  ma- 
ni liruginofi  ferri  di  quella  piccola  cafla,  fotto  la  copertura  di  poche  chia- 
vi ,  rinvenne  una  quantità  non  ordinaria  di  Catechifmi  di  Calvino ,  e  molti 
libretti  dinotanti  la  prattica  della  nuova  Herefia  de'Pelagini,  della  quale 
facevano  incetta,  e  vendita  que'  neri  Araldi  dell' Herefia.  Stupì  il  fanto 
Vefcovo  al  difvelamento  inopinato  di  sì  rea  mercanzia,  e  fattine  foUecita- 
mente  rinferrare  nelle  carceri  li  colpevoli ,  nel  medefimo  tempo  alzò  gli 
occhi,  e  le  mani  al  Cielo,  ebenedìDio,  che  fotto  quelle  materiali  chiavi 
a  ^pu.i.         haveflea  lui  congegnate  [<«]  cUves  òdortis  ,  &  Inferni  y  con  cui  aprir' elfo 
h  \ti4.'t,ì.&ìQ.  potefle  quel  [/»]  puteum  abyjji,  prenunciato  già  da  S.  Giovanni  nella  fua 
Apocalifl'e,  e  rinvenuto  verificato  nella  Settainfame  de'  moderni  Pelagini . 
Incontanente  dunque  commefs'  egli  la  cura  del  gran  male  alla  diligenza  di 
peritiflìmi  proteifori ,  co' quali  difculfa  prima  m  lunghi  efami  la  materia, 
rinvenute  adequate  le  notizie,  e  proporzionatili  mezzi  per  condurne  fe- 
wiflìone  contro  licemente  a  fine  l'affare,  impofe  ad  elfi  la  milfione  in  quelle  parti,  animan- 
nPciagini.        doliinfieme,  &  autorizzandoli  con  laconfegna  di  qucTt'Apofìolica  lette- 
ra, che  foggiungiamo  :  "Petrus  miferatione  divina  ^  titulo  S.  Salvatoris  in 
lauro,  S.  i^.  E.  Tresby ter  Card.  OMonuS)  BrìxiiS  Epifcopus ,  Dux,  Mar- 
chio, Comes  &c. 
e  1 3.  J^rtii  1656.      [  e  ]  DileSìis  nobis  in  Chri(io  admodàm  t{.  T.  D.  Lucio  ^.Avokorìo  noflra  Ca- 
thedralis  Ecclefi<£  Canonico  ^  Triori  Carolo  Como  Fices-Gerenti  Generali  Ere- 
mitarum  San6ìi  ^Augujìini    Congregationis  Lombardia  ,    ac  Triori  in  Con- 
ventu  SanCia  Barnaba  hujus  Civitatis,  &  D,  Carolo  Montino  B^6lori  Ec' 
clefìa  Tarochialis  SanUt  Zenonis  ejufdem  Cipitatis  ,   jalutem  in  Domino . 
Exigit  temporum  conditio,  ut  difcretos  viros ,  religione,  piotate ,  acpruden- 
tiaconfpicuos,  in  Vallem  Camofam  noflra  Brixìenfis  Dìcscefis  mittamus,  qui 
ad  diverfa  ejufdem  Vallis  loca,  prout  necejjitas  pojiulabit,  accedant,  &  ea 
nomine  noflro  perficiant  ,   qua  opportune  perficienda  exijlimabunt .  Vos  ita- 
que  ,  quorum  -pirtus  fatis  ,  fuperque  nobis  probata  efl  ,   delegimus  ,  ut  ad 
loca  ejufdem  Fallìs,  nobis  bene  vifa,  accedatìs ,  &  quaoretenus  lignificavi. 
mus,  jecundum  opportunitatem  tam  conjun&im  ,  quàm  divifim  adimpleatis, 
C^  adimplenda  curetis .  Ut  autem  nullum  objìet  impedimentum ,  omnimodam 
facultatem  vobis,  &  ttnicutque  vcftrum  circa  pramiffa,  tam  conjimSìim, 
quàm  divifim  tribuimus ,  &  impartimur ,  ac omnibusTarochis,  aliifqueEc- 
clcjiaflicis  pcrfonis  di£ia  Vallis  in  virtute  fannia  obedientu  praciptmus  ,   ut 
•vobis,  acunicuique  veflrum  in  cun£iis  pa^eant,  &  ea  exeqaamur ,  qua  eif 
dem  injungerevolueritis;  fciantque,  fi  dtfecerint  ,Je  pcenas  ^irbitrionojìro  infli- 
gendas  certe  fub  ituros  .  Ice  ergo  in  nomine  Domini  ,J^  ea ,  qua  dee  et ,  folenia  » 


Capitolo   /X  72,5         Alfssan- 

Vobìs e ommijìaexecutìone mandate.  Datum  BrixÌ£ÌnTalatìoEpifcopaliy  die  ^^^  Vili. 
i^.Manii  16^6.  Così  cg)ì.  Andarono  li  valorofì  operarli  ncllavigna,  non 
gli  delSignore,  ma  del  Diavolo,  poiché  in  eflfa  eglino  rinvennero  quelle  *;!|.',"i^,'°r^'H^"^ 
maliìmeHereticali,  e  quei  nefandi  coftiimi ,  che  noi  habbiatno  di  fopra  o'itom  di  vaJ 
accennaci:  e  dalleloro relazioni  come  chiamato  il  S.  Oflizio  all'efercizio  <-anionica. 
del  fuo  Minifterio ,  incontanente  operò  con  quel  folito  vigore ,  con  cui  egli 
è  folito  abbattere  in  ogni  parte  l' Herefia .  Primieramente  dunque  egli  ema- 
nò [<?  ]  l'editto  di  abolizione  ,  &  eftinzione  degli  Oratorii ,   divenuti  a  j. /««;»•  i^j*?. 
finagoghe  d'Inferno,  e  quindi  ò  rilegati,  [^]  ò  carcerati  come  complici  j,j^j^^^^,..,jj^^^ 
principali  di  enormifllmi  fatti  li  Sacerdoti  Marc' Antonio  Ricaldini,  Gio. 
Battifta  Maurizio ,  Benedetto  Palfanefio ,  &  altri  Laici ,  un  de'  quali  (  e  que- 
fìi  fu  Cofmo  Dolci  )  haveva  precefo  di  miracolofamente  illuminare  un 
cieco  con  rifa  degli  aftanti  ,  e  vituperio  della  perfona^  &  un'  altro  (  e 
queftichiamavafiFrancefco  Negri  fopranominato  il  Fabianini  )  vantava!! 
di  parlare  a  faccia  a  faccia  con  Dio,  ond'egli  haveva  comporto  un  intiero 
volume  di  rivelazioni,  e  di  profezie,  in  cui  contenevano  efecrandi  errori 
contro  la  Trinità,  laChiefa,  e  li  Prelati  di  eifa,  degnamente  pofciafenten- 
ziato  al  fuoco  per  ordine  [  e]  dell'  Inquifitore  di  Trevifo . 

Ma  la  maggior  percoira,  ch'hebbe  P  Herefia  Pelagina,  fu  il  vituperio  rll\?fìdu^ìJ,l 
della  publica  ab) ura,  che  diefla  fece  Gio.  Agoftino  Ricaldini  Fratello  del  Bùxu^.sefttm- 
fopranominato  Sacerdote  Marc' Antonio.  Hlla[(/J  feguì  nella  Chiefade'  d'j9^%'pufHèns 
Frati  Conventuali  di  Trevifo ,  e  da  effa ,  che  noi  originalmente  riferiamo ,  "^«Jo. 
potrà  il  lettor  comprendere,  di  quante  tefte  fofle  ferace  queft'Hidra,  e  AbjuraddRicsi. 
quantaruina  minacciaffe  ella  al  Chriftianefimo,  fé  opportunamente  non  diniPeiagino. 
veniva  òfnidata  dalla  tana  dal  vigilantiflìmo  Vefcovo,  òrecifa  dal  Tribu- 
nal fupremo  del  S.Offizio:  Io  Gio:^goflmodelq.ì^caldinol{icddmiy  così 
r  ab)  ura,  dellaT  erra  di  l^rdo  in  f^al  Camonica  dell'  età  mia  di  anni  44.  in  cir- 
ca ^  cofiitiiitoperfonalmente  in  giudicio,  &  inginocchiato  avanti  di  voi  B^ve- 
rendifjimo  Tadre  Inquifitore  Francefco  Colli  dell'  Ordine  de'  Minori  Conventua- 
li ^  Inqmfitor  generale  di  Trevifo  i  e  voi  P^verendiJJimo  Signor  Bombeni  Cano- 
nico ,  e  Vicario  Generale  di  Monfignor  Illuflrifjimo  Gio.  Antonio  Lugo  Vefco- 
vo di    Trevifo y  havendo  avanti  gli  occhi  miei  li  Sacrofanti  Evangelii  y  quali 
tocco  con  le  proprie  mani y  giuro  j  che  femprehò  creduto,  credo  adefio,  e  con 
r  ajuto  di  Dio  crederò  fempre  per  l' avvenire  tutto  quello ,  che  tiene ,  crede  , 
predica,  &infegna  la  Santa  Cattolica,  &  Apofiolica  Romana  Chie fa;  e  per- 
che da  quello  S.  <  ^ffi'^io  per  il  volume  da  mefcritto ,  e  per  le  propofi':(ioni  detrat- 
torie y  temerarie y  fcandalofe ,  &  hereticaliy  che  in  effo  fi  contengono,  come 
cofta  nel  Vrocefio  contro  me  formato ,  fono  flato  [limato  vehementemente  fofpetto 
di  Herefia  y  cioè  di  haver  tenuto  y  e  creduto. 

I.  Che  quefia  ora:^ione  mentale  fia  /'  unica  porta  della  falute  .  2.  Che 
chi  condanna  la  neceffità ài quejìa ,  è  reprobo,  e  dannato.  5.  Che  il  Figlio  di 
Dio  altro  non  fia  che  V  infinita  perfc-^^i^one  del  Tadre,  e  che  tutti  gli  attri- 
buti facciano  la  feconda  perfona  della  Santifjima  Trinità  .  4.  Che  la  fantità 
non  confìfla  ncll'  afpre'^'^  ,  e  peniten'^^e  ,  ne  meno  fono  care  a  Dio  ,  fé  non 
intanto  ,  quanto  per  domare  la  carne  :  ma  emendo  quefia  foggetta  ,  non  era 
bene  macerarfì,  non  ci  havendo  creati  per  patire,  ma  per  amare ,  e  godere. 
5.  Che  il  capo  di  quefia  ora'^one  mentale  non  bavera  minor  autorità  del 
Sommo  Tonteficc.  6.  Che  Dio  vuole  levare  il  Minifierio  di  efplicare  le  Sacre 
Scritture  dalle  mani  de'  Minifìn  della  Cine  fa  ,  e  darle  in  mano  de'  Secolari  ^^ 
Tomo  JV,  Zz    3  per- 


Alfssaì^-       rj^^  Secolo  XV IL 

DRO  Vlil.  pgyf^jj^.  a,deftole  fcrltture  fonoppiegate  al  ro-pcrfcio  dì  quello  fi  deve .  7.  Chea 
Chrijlo  neW  Orto  fa  levata  la  Divina  gratia  ,    la  cognÌT^one  fopranaturale  » 

'      •  c^  ogni  aJHtOy  e  bene.  8.  Che  queflo  dono  dell' ora'^^jone  mentale  fta  maggio^ 

re  del  dono  della  B^den':(ione ,  e  dell'  Ijìitw^one  del  Santijfimo  Sacramento  dell' 
altare  .  9.  Che  non  debban(t  obbedire  i  Superiori ,  che  comandano  ,  fi  lafci- 
no  (jiiejìi\efcrci':^i;  e  fé  ponefiero  la  Scommunica,  non  fi  debba  temere  ,  per- 
che è  invalida,  io.  Che  debba  ejjer  voltata  jottof opra  la  Gerarchia  Ecclefm- 
ftica  ,  e  li  Tafiori  faranno  f eparati  dalle  pecore  y  quelli  che  comandano, 
&  infegnano  ,  dovcranno  obedire  ,  €^  effere  infegnati  .11.  Che  i  Trincipi 
Secolari  baveranno  giurifdiT^one  [opra  gli  Ecclefìafliciy  e  per  giftftiT^ia  ne  fa- 
ranno morir  wolti  ,  molti  altri  faranno  fpogliati  delle  dignità  ,  e  degradati. 
Ter  tanto  volendo  io  levare  dalla  mente  de' Fedeli  di Chrifio quefiaveh:mente 
fofpe'^ione  contro  di  me  ,  con  giufte  ragioni  concetta  ,  abiuro  ,  maledico , 
detefìo  detta  Herefìa  ,  &  errori ,  e  generalmente  ,  &  ogni  qualunque  altra 
Hcrefia  ,  C  errore  ,  che  contradica  alla  detta  Santa  Cattolica  ,  di'"  .Apofio- 
lica  Bimana  Chicfa  ;  e  giuro  ,  che  per  l'  avvenire  non  farò  ,  ne  dirò  ,  né 
fcriverò  mai  più  cofa ,  per  la  quale  (ì  poffa  haver  di  me  talfofpi-T^one ,  ne  me- 
no bavero  prattica  ,  ò  e onver falcone  d' Her etici ,  overo  che  fìano  fofpetti  di 
Herefìa  ,  ma  fé  conofcerò  alcun  tale  y  lo  denunciare  .  Giuro  ancOy  e  promet- 
to di  adempire ,  &  offervare  intieramente  tutte  le  pene 3  e  peniten'i^e  y  che  mi 
fono  fiate  y  ò  mi  faranno  da  quefio  S.  OffÌ7;^io  impofie  j  e  contravenendo  ad  alcu- 
ne di  quefle  mie  protese  y  e  giuramenti  (il  che  Dio  non  voglia)  mi  fottopongo 
a  tutte  le  pene,  ecajtighi,  che  fono  da  Sacri  Canoni,  &  altre  Co{ìitu':^iont  ge- 
•  •■     ;  ■■  iterali  ,  e  particolari  contro  fìmili  delinquenti  impofie  ,  e  promulgati  :   così 

■Diomia]utiy  e  quefii  fuoi  Sacro  fanti  Evangelit,  che  tocco  conle  proprie  mani . 
Così  egli .  QuelVattopublico  di  reo  confefl'o,  e  penitente  diifingannòla 
turba  fedotta  de' rei  Confratelli  degli  Oratorii  di  Val  Camonica,  la  cui 

Monum^totgre-  Hercfia  fcopcrta  ,  &  abbattuta  con  infaticabile  attenzione  dal  Cardinal 

gì  o  ina!  Lato  da'  pietro  Ottoboni  Dofe  in  obliso  la  Citt^,  eChiefa  di  Brefcia  di  erigere  alla 

Canonie  di  Rre.  •        i    t   /      ^  i-i  »  •  •  i 

iciaaica.d.i'ie- memoria  del  luo  gran  liberatore  un  egregio  monumento  m  mezzo  al 
tro  ottoboni .     chorodellaChicfa  Catedrale ,  dinotante  gratitudine ,  &  oflequio  con  que- 
fìe  parole,  incifein  candido  marmo  fotto  ilbufto  della  di  lui  figura  in  ha- 
bito  Pontificio  fra  due  Angeli,  l'unde*  quali  gli  moftra  il  Triregno,  l'altro 
gli  flende  le  chiavi  del  Vaticano ,  facendo  bafe  al  gruppo  T  Aquila  gentilizia 
della  Famiglia  Ottoboni  con  lo   ftemma   in  petto  :  Mexandro   yiIL 
exBrixienfì  ad  B^manam  Cathedram  unicc  afjumpto  ,  argumentum  obfequii , 
Tnonumentum  gloria  Canonici  pofuere  ^n.  M.  DCXC. 
Tnfaticabi    fu3  '  D^lle  vittorie  riportate  in  Brefcia  contro  la  Herefìa  portollì  Aleflan- 
appii!  orióne  nel-  dto  Ottavo  ìu  qualità  aucota  allora  ài  Cardinale  non  tanto  a  Roma, 
^^ììIyLu"^^'^^^'  quanto  al  Campidoglio  di  Roma  >   da  lui  meritato  nella  condizione  di 
©gni^ftato  della  fua  Ecclelìartica ,  &  efeniplariflìma  vita.  La  fama  memo- 
ria di  ^le^andro  Ottavo,  [^]  attefta  un  Religiofo,  e  rinomato  foggetto, 
a  Damafccnus  quandi  era  Cardinale  y  e  primo  Inquifttore  Generale  contro  V  Her  etica  pravità 
clnvtlZitfiZ  nella  Congrega:(tone  del  S.Offi-KÌo,  inforta  la  Jena  de  Quietifti,  che  sùf  ap- 
fiiitor  s.  offic.,,  parenT^a  di  pietà  h aveva  validijjimi  ,  e  petentijfimi  difenfori ,  fu  egli  fempre 
£xaminarcr&r.   ^•^^g.^^yy^  ^^  ne W Oppugnare ,  efojìenere  contro  quefìa  fetta,  come  anche  nello 
fiudio  afjidm  per  confutarla  y  a  fegno  che  il  Tadre  Damafceno  Minore  Conven- 
tuale allora  Theologudi  fua  Eminew^ia puole attefiare ,  haverlo  lafciato  al  tavo^ 
lm&  m  prima  notte,  di  haverlo  ritrovato  al  medemo  di  prima  mattina,  fen- 

"i^ache 


Capitolo   IX.  ^z6        AitssAN- 

X<icheejlohavcffeprefoalcunnpofoy  non  o(ìante  la  fuaetà  dì^ó.ami ,  e  puoi  ^^^  Vili. 
dir  fi  y  che  peri'  opera  fua  [offe  pienamente  [coperta  quefia  fetta ,  e  li  [uoi  prin- 
cipali propagatori .  Così  egli  di  lui:  mi  molto  piu  elio  dife;  poiché  nel 
defcrivere  noi  quefte  cofe  ,  rintracciandofi  diligentemente  le  fcritture, 
eie  memorie  di  lui,  fortunatamente  iì  avvenne  in  un  foglio  fcrittodifuo 
carattere,  il  cui  contenntodimofìra,  elferquegli  una  nota,  ò  lìa  ricordo 
di  quanto  egli  doveva  fovvenirfi  nella  Congregazione  del  proflìmo  giorno 
del  S.OHizio,  e  di  quanto  egli  doveva  in  elfa  proporre©  perorando,  òri- 
ferendo  nella  materia,  che  allora  in  Romaagiravali,  de'Molinilìi:  e  ben- 
ché quei  pochi  caratteri  fiano  uno  Scorcio  di  lunga  fcnttura ,  nuUadimeno 
in  elli  apparifce  una  sì  grande  ardenza  di  zelo ,  una  sì  vafta  capaciti  di  men- 
te, &una  cotanto  indefeiia  applicazione  alle  cofe  fpettanti  alla  Cattolica 
Fede,  che  noi  li  habbiamo  più  volte  oHequiofamcnte  baciati,  &  anche  sii 
quefte  noftre  carte ,  ringraziandone  chi  benignamente  degnoflì  di  commu- 
nicarceli,  pernon  defraudarne  della  contezza  i  pofteri,  habbiamo  voluto 
inferirgli  in  pregio,  e  fregio  dellanoftraHiftoria.  Eglino  dunque  in  queltq 
tenore  fi  ftendono,  Che  quefla  grand'  Hcrefta  ft  dilata  &c.  in  Spagna  con  V 
'^UrcivefcovodiS.&c.In  Francia  con  molti  libri  pefjimiflampati  &c.Che  nel- 
le ultime  Congrega'^ioni  fono  fiati  prohibiti  dodici  libri  di  quefta  materia  &c. 
Che  mj  e  fui  Canonico  i  &  il  Curato  del  Duomo  tengono  fcuola  formale  di  que^ 
fiaHerefìa  &c.  Che  il  Segretario  è  jof petto  per  le  (lampe  &c.  Che  in  I{oma  et  è 
del  male  affai  &c.  Che  quella  Herefiaabolifce  tuttala  Fede  Cattolica  ^  e  tutte 
le  altre  I{eligioni  &c.  Che  lafcia  libertà  a  tutti  di  fare  ogni  male&c.  Che  uno  di 
Jeft  ricco  y  e  potente  y  e  amico  di  T.  minacciali  ti  finnonti  &c.  Che  civuole  un 
Commtfiario'intendentiffimo  y  e  che  non  habbia  da  far  altro  &c.I{imovere  per 
qualche  tempo  quelli  ■,  che  danno  y  ò  poffono  dar  timóre  con  impedir  la  giufii- 
^la&c.  Chequefiaò  peggiore  di  ogni  altra  H  ere fia  CìTc.  Che  lafciandola  corre-  .    ■.. 

re ,  non  fi  potrà  poi  pia  cjiinguere  •i^c.  Che  nelVrocefto  hoggi  riferito  fi  vedono 
avvelenati  li  Monaflerii  di  Faenza  y  e  di  Ravenna  y  cir  uno  di  queftì  è  Confej]ore  ■  -  ■  ■ 

di  HuMonafìe/io  di  Ferrara  &c.  Chr  contro  Lutero  f  14.  mandatoli  Cardinal  Cac- 
tano  &c.  Che  qucfta  è  una  gran  Tefie ,  e  che  periculum  efì  in  mora  y  ecntlà 
Tejle  vuol  ferro  y  e  fuoco  c^c.  Che  Chrifìa  abandonò  Giuda  ^ipofiolo  per  ejem- 
pio  dcgl' altri  &c.  Cosiceli  » 

Mjl  dai  detti  venendo  a  1  fatti,  tanto  maggiore  fcorgerafll  Aleflandrd 
Vili  nelPontiticanv),  quanto  maggiormente  lo  inalzò  i'augalladigniti  di 
queldivinillìmopoflo,  e  quanto  piu  in  lui  allora  lì  accrebbe  al  zelo  la  po- 
tenza, al  grado  la  maefta,  e  la  venerazione  alla  perfonai  e  certamente  si.e  degne  opera- 
cotante  cofe  in  breve  Poiirilicato  di  fedici  mefi  eghi  operò  nellamateria  iionineiPcnùfi- 
folamente appartenente  alia  integrità,  e  difefadehaFede,  che  chi  qui  le  '■^'°^"'"'"''- 
deft  rive  può  giultamente  ripetere  l'aureo  detto  di  quell'antico  Hiftor.co  , 
che  rapportando  il  poco  tempo  de' gran  fatti  del  popolo  Romano,  mara- 
vigliandoiihebbeadirc,  [a]  Siquls  magmi udmem  Impera cum  annnconfe- 
raty  ,£tatem  ultra  putet .  Onde  fé  il  Cielo  lohaveifeò  pitiprelto  daiO,  ò  tni'JJ^"' '^^'^' 
piutardi  tolto  al  governo  del  Mondo,  certamente  diluì  rapportarcbbo-  '" 
no  le  Hiltorie  cofe  grandi,  eforprendenti,  delie  quali  i' età  future  ftupirtb* 
bono  in  rileggerne  1  fucceflì .  Non  così  tofto  fuegli  arlunto  al  Ponciticato , 
che  quafi  disdegnandone  il  polfeilb,  fé  non  mirava  efente,e  pura  da  ogni  neo 
di  Molinifmo  la  fua  Chiefa  Romana ,  fenz'  accettazione  di  peifone ,  e  fenza 
riguardo  di  parentele ,  irremiffibil mente  fé  chiudere  nelle  carceri  della  Iiv 

Zz     4  -qui- 


Alessan-.        ^2,8  Secolo  XVII. 

^^^^'  quifizione,  chiunque  incolpato,  ò  macchiato  roffe  di  tal  pece,  enonpcr- 
donando  né  pure  a  Chierici  della  fua  Apoftolica  Camera,  fé  arreftarne 
uno ,  eh'  era  ancora  Proto-Notaro  Apofìohco ,  ò  complice  negli  errori  de- 
»v,dìiiPontif.di  fcrittijò  feguace,lcomeneportòlafama,  dell' altre  volte  [^]nominato 
P^r^it'""^'^'  Spinofa,  con  maraviglia  di  chi  confiderò  proceflato  il  Chierico  dalla  Con- 
gregazione del  Sant' Offizio ,  nella  quale  il  ritrovavano  ben  quattro  Car- 
dinali parenti  del  reo:  tanto  in  quel  gran  Tribunale  preponderò  al  fangiie 
la  Cattolica  Fede,  elafecretezza  al  proprio 'danno.  Pietro  Filippo  Berni- 
no  noftro  maggior  fratello,  promoilb  per  beneficenza  ài  quelio  Pontefice 
alla  carica  di  Alieffor  del  Sane' Offizio ,  ài  lui  dirfoleva,  Efìer  più  agevole 
^lejjandro  FUI.  al  perdono  di  un  publico  reo  di  lefaMaefià,  che  al  campai i- 
mento  diunfcmplice  Jnquiftto  di  rea  fede:  e  a  noi ,  che  Ci  gloriamo  di  haver- 
ne  fpeffo  uditi  gli  Oracoli,  anche  prima  eh' egli  li  proferiìfe  dal  Vaticano, 
una  volta 'diffe  con  voce,  che  parve  Angelo  alla  faccia,  &  Apofiolo  al 
tuono ,  "ÌSlon  vi  è  creatura  pia  infenfata  nel  Mondo ,  che  ?  Heretico ,  prit^o 
perche  di  fede,  così  parimente  di  ragione.  Con  quefte  gran  maflìme intra- 
prefa  la  condotta  del  fuo  Pontificato,  furfe  in  lui  il  penfiere  ài  feguitar 
con  l'efempio  de'fuoi  Predeceflbri  a  purgarla  Chiefa  fua fpofa  da  alcune 
peftifere  dottrine ,  che  ferpeggiavano  per  la  Chriftianità  contro  la  vera 
difciplina  morale,  impugnata  acremente  allora,  e  come  fconvolta  dalli 
Janfenifti.  E  diedene  a  lui  pronto  incitamento  la  novità,  cheinque' tem- 
pi agitoflì  in  qualche  (cuoia. àeìTeccato  Filojofico  :  per  la  cui  intelligenza  ci 
cgnvien  ritrarre  alquanto  indietro  il  racconto . 
1  v,Ji  !fpont{f.d'      Antonio  Arnaud  quel  gran  Janfenìfta  da  noi  molte  [  b  ]  volte  mentovato , 
u«,ce»^o  x'.'di  cfacerbato  di  animo  per  le  continue  condanne,  che  C\  fulminarono  daRo- 
/w«s/x/!  ^^^  contro  li  libri  de'  {noi  partitanti ,  tanto  appartenenti  a'dogmi ,  quanto  a' 
tom.  4.  coflumi,pretefe  (conforme  have  va  fatto  pe'l  palfato  )  di  tirar  feco  nel  mede- 

fimo  difcredito  la  Morale  infegnata  da'  Padri  della  Compagnia  di  Giesiì ,  in 
e  ^nn.ì6Z6,  occafioue  chc  un  loro  fcolatc  foftenne  [  c  ]  nella  univerfità  di  Dijon  in  Fran- 
cia una  Conclufione ,  in  cui  malamente  egli  difiinguendo  il  peccato ,  eh'  è 
^'^  e'Tonda^in'"  ^^"^'^o  ^^  ragione  naturale,dal  peccato,ch'è  contro  la  Legge  di  Dio,  chiamò 
dei'peccaK)  f  iio^-  ij  primo  pcccato  Filolofico ,  e  il  fecondo  peccato  Theologicoiàaì  che  facilmente 
fb£co.  inferi  vafi  (  il  che  però  non  fiì  giammai  in  intenzione  di  chi  propofe,  né  ài  ehi 

foftenne  la  conclufione,come  fi  dirà^  che  poteva  farfi  un  peccato  graviflìmo 
contro  la  ragione ,  che  nullamente  folfe  offefa  di  Dio ,  e  in  confeguenza  nul- 
lamente  meritaiTe  la  eterna  condannazionere  le  parole  della  conclufioneera- 
no  quefte,  Teccatum  Thilofophicum,  feu  morale  ejì  a&us  humanus  difcon- 
yeniens  natura  rattonali ,  &  re6la  rationt:  Tbeologlcum  vero  y  jeu  mortale 
ejì  tran fgrejjio  libera  Legis  divina .  Thilofophicum  quantumvis  grave ,  in  ilio, 
qui  Deamvel  ignorai  y  velaBude  Deo  non  cogitai,  eji  grave  pece  atum  ,f ed  non 
eji  ojfenfa  Dei  y  neque  mortale  difiolvens  amicitiam  Dei ,  ncque  net ernap cena  di- 
gnum  .  Così  la  conclufione  .  Trionfò  l' Arnaud  a  quefta  peillma  nuova 
morale,  e  calunniandone  Autori  li  Giefuiti,  divulgò  peftilcntifiimi  ferir- 
ti controloro,  ripieni  di  ognipiù  nera  empietà.  Ma  come  che  la  calunnia 
è  oppoftaair  innocenza,  comeil  falfoalvero,  quindi  fu,  che  poco  tem- 
po fcorfe ,  che  furfero  contro  il  peccato  Filofofico  que'  mcdefimi ,  che  l' Ar- 
naud ne  imputava  per  foftenitori,  vedendofi  divulgati  perla  Francia  libri, 
e  fcritture  in  riprovazione  di  elfo ,  opera  de'medefimi  Giefuiti,'un  de'quali , 
doppo  però  la  Pontificia  condanna  feguita  in  Roma ,  fcrilfe  contro  l' allerto 

errore 


Capitolo  IX.  72C)       Alfssan- 

errore  un  trattato  co'i  titolo,  V  errore  del  peccato  filofoftco  combattuto  da  DRO  Viil»' 
Ciefuìti.  Ma  nulla  più piinfe  l'Arnaud,  quanto  la  dichiarazione  publicata 
dalmedefiinoProfeirorediDijonfoprahi  efpofta  Conclufione,  che  ufcita 
alla  luce  delle  ftampe  fii  cfpreda  in  quello  tenore ,  traslatato  Fedelmente  da 
noi  dall'idioma  Francefe  nell'Italiano,  Io  ho  intefocon  un'ejìremo  fiitpore,  e 
con  quel  fentimento  di  dolore  y  che  (i  deve  ,  qualmente  (ia  ufcito  alla  luce 
un  libro  intitolato  nuova  Hercfìa  C^c.  in  occajìone  di  una  Conclufìone,  cheto 
ho  fatto  foftenere nel  Collegio  di  Dijon  nel  mrfe  di  Giugno  i6S$.  [opra la  ma- 
teria del  peccato ,  [opra  la  quale  alcune  perfone  hanno  fufcitato  un  grande 
fcandalo  fra  li  fedeli  ^  incolpandone  n^n  folamente  me^  ma  con  me  tutta  la. 
mia  Compagnia  di  Gtesùy  come  feto  per  ordine  de'miei  Superiori  y  e  fecondo 
li  principii  fonda?nentali  della  nojìra  Theologia  ,  habbta  tnfegnato ,  che  una, 
gran  parte  de'peccatì ,  che  (i commettono  daChriftìaniy  e  dugl' Infedeli,  non 
fono  altrimente  offefadiDio,  e  non  meritano  né  il  di  lui  odio,  né  la  pena  eter- 
nale .  E  come  che  io  so  ,  che  prefio  dovrà  publicarfi  un  tipologia  in  no- 
me della  Compagnia  contro  una  così  tngiuflaaccufiy  mi  fonoperjuafo,  che  per 
contribuire  io  Jitfj'odalcmtomioy  quanto  poiìoy  alla  difefa  di  tutto  il  corpo, 
C^  CT^iandio  per  mia  particolar  giujiifìcaT^ione  ,  di  publtcarc  ,  e  dichiarare 
ciòy  che  fegue. 

Dunque,  la  Conclufione ,  in  cui  io  ho  detto,  che  il  peccato  filofofico  non 
è  altrimente  ojfefa  di  Dio,  e  che  non  menta  punto  nò  l'odio  divino,  né  la  pe- 
na eterna,  quejìa  Conclufione ,  dico  ,  m  verità  è  lonrenit:!  in  due  termini,  i 
quali  contro  la  mia  inten'T^jone  pojjono  fare  due  pr  ^jjo^.'^ioni  totabnente  d'.ffe- 
remi,  cioè  /'««^afibluta,  che  ft  commettono  in  effetto  peccati  puramente  fi- 
lo fofici  da  tutte  le  perfone,  che  non  conofcono  Dio ,  o  che  attualmente  non  pen- 
fano  à  dìo,  e  l\iltra  condizionata,  &  hypothecica  ,  che  fcmplicemente  af- 
ferma ciò,  che  farebbe  il  peccato  filofofico  in  riguardo  alla  (ola  nj7;jone  de' 
termini y  fuppofioche  fé  ne  commettefe  qualchuno,  non affermaìidc- però,  che 
attualmente  tal  peccato  fi  commetta  .  Circa  la  prima  net  termine  aifokito. 
Dio  mi  fia  intefiimonio,  che  non  è  giammai  fiata  mia  intcnT^ione  l'alJerirUin 
quefio  fenfo  :  del  che  pienamente  ancora  fanno  fede  tutti  gli  fcritti  Theologici, 
da  me  fm  bora  dettati  nelle  fcuole .  Toiche  oltre  che  gli  argomenti ,  de  quali 
io  mi  fono  fervito  per  prova  di  quefla  mia  Conclufione,  non  concludono  fenati 
in  forma  dljypothejì,  io  ho  condannata  ,  e  riprovata  efpreffiffimameme  ne 
medefimi  luoghi  la  propoft':(jone  aflbluta  con  tutte  quelle  odiofe  confeguen-^e, 
che  fé  ne  tirano  contro  di  me  :  havendo  io  moltijjime  volte  dichiarato  in  forma- 
li, &  efpreffi termini,  chelaignorani^,  elainavverten:^,  che  renderebbe  il 
peccato  puramente  filofofico  y  farebbe  una  cofa  moralmente  imponibile  sì  fra 
Chrifiiani  y  come  fra  gl'Infedeli  :  il  t  he  io  preft  à  dimofirare  con  due  prove  fonda- 
te [opra  l'autorità ,  e  fopra  la  ragione .  E  per  quefio  Capo  io  ho  avvertito  due ,  e 
trèvolte,  che  la  mia  affer:<^ione  parlava  di  una  cofa  y  che  non  mai  avviene ,  e  che 
non  può  giammai  avvenire .  Tanto  fono  fiato  lontano  dall' affermare  y  che  il  pec- 
cato filofofico  fiacommune,  c^  ordinario,  comefalfamente,  e  fen':!^a fondamento 
mi  fi  oppone . 

In  quanto  poi  alla  propoff^^one  prefa  come  una  femplice  hypothefi,  che 
folamente  dice  ciò,  che  farebbe  il  peccato  filofofico,  fé  mai  egli  ftdafie,  io  non 
l'ho  già  infegnato  come  un  principio  della  noflra  Compagnia  particolare  ad 
effa,  w,à  come  una  dottrina  ricevuta  publicamente  nelle  fcuole  ,  alla  quale 
io  non  ho  pretefo  dare  maggior  autorità  ,  credito  ,   e  pefo  di  quello  ,  che 

'^lìe 


AmsAN-        ^^^  Secolo  XVII. 

DRO  Vili*  glie  ne  pojionohaver  datoli  Dottori  i  che  la  infegnanò  ,  èie  ragioni,  che  U^ro* 

>ano. 

Ter  lo  che  i  qualunque  giudi'2^0  ò  li  Theologi  ,  ò  altre  perfone  pofjino 
farediqucftamiaConclMfìone,  io  dichiaro  in  fecondo  luogo,  eh' egli  non  può  né 
ferir  rriei  né  la  mi  a  Compagni  a  .  Efiendo  co  fa,  che  fé  alcuni  prendendo  quella 
Conclusone  in  fenfo  affoluto ,  la  trattano  di  herefla  ,  e  di  empia,  nulla  di- 
ranno  di  pia  di  ciò,  che  io  (iefioil  primo  ho  detto  già  da  molto  tempo  avanti. 
Sbando  poi  ft  dirà  ♦  che  la  mia  propofi'^ione  prefa  come  una  femplice  hypo- 
thcCì  menti  il  nome  di  Herefta ,  in  quejìo  cafo  né  io  ,  né  la  mia  Compagnia  ci 
fi  intere ff aremo  più  di  quello  y  che  ci  fi  fono  intereffati  tutti  quei  Theologi,  che 
hanno  tenuta  quefta  opinione;  né  io  mi  porrò  più  m  animo  di  difenderla,  non 
havendolaperlopafiatodifefa,  [e  non  perche  mi  è  parfo ,  ch^ella  fta  ricevu- 
ta dalla  Chiefa,  ò  almeno  ,  ch'ella  non  fta  fiata  giammai  condannata  dalla 
Chiefa . 

jprancefco  Mufnier  /. 

Così  egli,  e  qualunque  fia  quefta  fua  Apologia  ,  quale  non  è  ftata 
nèammefla,  né  lufiiciente  à  purgar  Taflerzione addotta,  noifolamenre 
foggiunglamoconlc  parole  dì  un  Anonimo  Scrittore,  Hxc  difiin^lio  ri- 
-a  ^^o^jm.  ttties  dctur  inutHis  .  [a]  Tslullum  ji qu idem  dar i  poteft  pcccmm  Thilofophuum  , 
..ia^oron  .'  quo d  non  fit  vere  Theologicum,  Omnis  namque  aSlus  humanus  ,  qm  advcr- 
fatur  natura  rat lonali,  tàt^  reB^  rationi  ,  necefiariò  pugnat  cum  Uge  divina, 
qu£  cum  per  fuarn  naturam  fitreQa,  damnat,  &  prohibet  idomne,  quod 
offendit  Icgem  naturalem ,  &  re&am  rationem  .  Vr£terquamquòd  ,  fi  redè 
resconcipiatur,  diccndumejì,  re6ìam  ratioìicrn  nihil  aliud  effe,  quàm  ipfir/i 
legem  neternam,  prout  ab  eterno  numine  menti  human£  ftgnata,  acimpref- 
fa  efi .  Così  l'allegato  Anonimo ,  che  à  lungo  lì  ftcnde  in  dinioftrare 
Heretica  la  propolìzione  propoftadaDijon.  E  fé  non  tale,  almeno  fcan- 
h  i4.^ug.i69o.  dalofa,  temeraria,  d^i  erronea fentenziolla  il  Pontefice  nel  celebre  Decrcro 
[b]  emanato  dalla  Congregazione  del  Sant'Offizio,  la  quale,  inlìemecort 
una  antica  ,  condannò  parimente  queila  nuova  alici  zione  nel  tenore  , 
e  forma,  chefiegue,  SS.D.l^-l.^lexanderTapa  Fili,  non  fine  7n agno  animi 
fui  m afrore  audivit  duas  thefei  ,  feu  propofttiones  ,  imam  denuò  ,  &  m 
majorem  fiddium  perniciem  /ufcitari,  alter am  de  novo  erumpcre .  Et  cum 
fuiTafioralis  officii  munus  fit  oves  (ibi  ereditas  à  noxiispafcuis avertere,  ó" 
ad  jalutaria  femper  dirigere  ,  diéìarum  thcfmm  ,  feu  propofitionum  exa- 
men pluribus  in  Sacra  Thsokgia  Magifiris  ,  &  deinde  Eminentiffimis  ,  & 
E^verendiffimis  DD.Cardmalihus  contra  Hxreticam  pravitateìnGeneraliuHS 
Inquifìtoribus  fedulò  cormniftt,  qui  pluries ,  &  maturcdifLujfìs  infrafcriptis 
thefibus ,  feu  propofitionibus ,  fuper  unaquaque  ipjarum  fua  fuf ragia  Sa:ièì.i- 
tati  Sude  (ìgillatim  expofuerunt . 

Trimò.  Bonitas  objeBiva  conCifiit  in  convenientia  obje&i  cum  natura  ra- 

'   tionalt  .  Formalisverò,  m  conformitate  aÓìus  cum  rtgula  morum  .  ^dhoc 

Jufficit,  ut  a^ìus  moralis  tendoìt  in  fìnem  ultimum  interpretative  .  Hmc  ho- 

monon  tenetur  amare  Deum  ncque  m  principio  ,  ncque  in  decurfuvitx  fu^cmo- 

ralis,  ^ 

Secundò.  Veecatum  Thilofophicum  ,  feu  morale  efi  a£lushumanusdiJ(on- 
-aeniens  natura  rationali ,  &  rc6ìce  rationi .  Theologicum  vero,  &  morale  efi 
tranjgrefiìo  libera  divina  legis  .  Thilofophicum  quamumvts  grave  ,  m  ilio  , 
qui Deumvel Ignorai ,  velie  Deo  acìu  n»n  cogitai,  efi  grave  peccatum;  fei 

non 


Capitolo   IX.  mi        Alessan- 

non  efl ojfenfa  Dei i  ncque  peccatum  mortale  dijiolvens  amìcitUm  Dety  neque  ^^^  v  iii. 
interna  pana  dignum . 

Quibus  pera5iis  ,  SanBijJimus  ,  omnibus  piene  ,  <&  mature  confide- 
ratisy  primam  the  firn  ,  feu  propofitionem  declaravit  Hareticam  ,  &  uti  ta- 
lem  damnandam  j  &  probibendam  e[ie  ,  ficuti  damnat  ,  &  prohibct  fub 
cenfuris  ,  &  pcenis  cantra  Hareticos  ,  (^  eorum  fautores  in  jure  expreffìs  ,. 
Secundam  thefim ,  feu  propofitionem  declaravit  fcandalofam  ,  temerariam  , 
piarum  aurìum  offenftvam  ,  C^  erroneam  ,  cìr  «f?  f<:/e»2  damnandam  ,  dr 
probibendam  efiCt  ficuti  damnat ,  C^  probibet;  ita  ut  quicumque  tllam  do- 
cuerit  ,  defenderit  ,  ediderit  ,  <i«t  rfe-  e^  difputaverit ,  publicè  ,  /è»  /^r/V^* 
r/.'« ,  «?^  forfan  impugnando ,  /p/b  /(S^o  incidat  in  excommunicationem  ,  4 
^«^  «o«  /5rj/7if  (  pr£terqudm  in  articulo  mortis  )  <7^  aliOy  quacumqne  etiam 
dignitate  fulgente  ,  nifi  à  prò  tempore  exifìente  F^gmano  Tomifice  abfolvi^ 
Infuper  dtJiriSiè  in  virtute  fan6l<£  obedientia  ,  &  fub  interminatione  divini 
judicii  probibet  omnibus  Cbrijìifidelibus  cujufcumque  conditionis ,  ac  flatus  , 
etiam  f pedali,  &  fpecialijjima  nota  dignts  ,  ne  pr<£di6iam  the  firn,  feu  pro- 
pofitionem ad  praxim  deducant.  Così  il  Pontifìcio  Decreto  contro  il  pec- 
cato lilofofico , 

Ma  molte  più  furono  le  propofizioni  condannate  da  Alefìandro  Vili,  ò  Altre  propo/ìz.io- 
circa  la  pervertita  Morale  delli  Janfenifti,  òli  prevaricati  coftumide'Moli-  "^  p*-''"i'""^^p 
nifti,  onde  apprendali  Tempre  vigilante,  &  invitto  quefto  degno  Pontefice  '^  '"'"'^  "' 
contro  ogni  forte  ài  Herefia .  M 


SAndiilìmiisD.N, ALEXANDER  Divina  Providentia Papa  VIILprae-  „ 
di<:ìus,  prò  Paftorali  cura  ovium  à  CHRISTO  Domino  fibi  com-  „ 
milia  de  earuni  falute  folicitus ,  ut  inoftenfo  gradu  per  redas  femitas  „ 
poflìnt incedere,  &  pafcua  nimiiim  perniciofa  in  pravis  dodrinis  exhi-  „ 
bita  vitare ,  unius  fupra  triginta  propofitionum  examen  pluribus  in  Sa-  „ 
era  TheologiaMagillris,  &  deinde  Emmentiflìmis,  acReverendifllmis  „ 
DD,  Cardinalibus  contra  hsereticam  pravitatem  Generalibus  Inquieto-  „ 
ribuscommifit,  qui  tantum  negotiumdiligenter  aggrefll,  eiquefedulò,  „ 
acpluriesincnmbentes,  fuper  unaquaque  iplarum  Tua  fuffragia  Saudita-  „ 
tiSuóE  lìngillatim  detulerunt.  ,i 

Tropofìtiones  aiitem  funt  infrafcripta ,  videlicet . 


a    20.    Dectmbris 
1690. 


1.  T  Nflatu  natura? lapfx  ad  peccatum  formale  ,  &  demeritum  fuffi- 
J.  citilla  libertas,  quavoiuntarium,  ac  liberumfuit  incaufafua, 

peccato  originali ,  &  libertate  Adami  peccantis . 

2.  Tametfi  detur  ignorantia  invincibilis  juris  natura; ,  hxc  in  ftatu  „ 
naturiE  lapfce  operantem  ex  ipfa  non  cxcufat  à  peccato  formali ,  „ 

3.  Non  licet  fequi  opinionem  vel  inter  probabilcs  probabiliffi  „ 
mam.  „ 

4.  Deditfemetipfum  prò  nobis  oblationem  Deo,  non  profolis  eie-  „ 
dis,  (qò  prò  omnibus,  &  folis  fidelibus  .  „ 

5.  Pagani,  Judiei ,  Hasretici ,  aliique  hujus  generis  nullumomninò  „ 
accipiuntà  JefuChrifto  influxum;  adeòque  hinc  reftè  inferes  in  illis  „ 
elfe  voluntatem  nudam,  &  inermem,  fine  omni  gratia  fuificienti .  ,, 

6.  Gratia  fufficiens  Itatui  noitro,  non  tam  utilis  ,  quàm  perniciofa  „. 

eft. 


Alessan.        rj'j^  Secolo  XV IL 

DRO  Vili.  ^^  g|^^  ij^m-  proindè  meritò  poflìmiis  petere,  ^  gratia [ufficienti y  Libera 
„  nos Domine. 

„  7.  Omnis  humana  aftio  deliberata,  eft  Dei  diledio,  vel  mundi;  fi 
„  Dei,  charitas  Patriselì:;  fi  mundi,  concupifcentia  carnis ,  hoc  eft  ma- 

„  la  eft. 

3,      8.  Neceire eft infidelem in omni  opere  peccare. 
„      9.  Re  vera  peccar,  qui  odio  habetpeccatummerè  ob  ejus  turpitudi- 
„  nem ,  &  difconvenientiani  cum  natura  rationali ,  fine  uUo  ad  Deum  of- 
,)  fenfunìtefpedu. 

j,      I  o,  Intentio,  qua  quis  deteftatur  malum,  &  profequitur  bonum,  mere 
5,  ut  coeleftem  obtineat  gloriam ,  non  eft  reda,  nec  Deo  placens . 
„       II.  Omne  quod  non  eft  ex  fide  Chriftiana  fupernaturali ,  qua?  per  dile- 
9,  dionemoperatur,peccatumeft. 

„  12.  Quando  in  magnis  peccatoribus  deficit  omnis  amor  ,  deficit 
„  etianifides;  &etiamfivideantur credere,  non  eft  fides  divina,  fed  hu- 
j,  mana. 

3,  13.  Quifquis  edam  ajtern^ mercedis  intuitu  Deo  famulatur,  chari- 
5,  tate  fi  caruent,  vitiononcaret,  quoties  incuitu  licèt  beatitudinis  ope- 
3,  ratur. 

3,      14.  Timor  gehennse  non  eft  fupernaturalis. 

3,  i^.  Attritio,  qusegehenn^E,  &  poenarum  metu  concipitur,  fine  di- 
3,  ledionebenevolentia: Dei  propter  ie,  non  eft  bonus  motus,  ac  fuper- 
3,  naturalis. 

3,  1(5.  Ordinem  prajmittendi  fatisfadionem  abfolutioni  induxit  ,  non 
,,  politia,  autinftitutioEcclefia:,  fed ipfa Chrifti  lex ,  &  prasfcriptio,  na- 
turarci idiplum  quodamraodo  didante. 

17.  Per  illam  praxim  mox  ablblvendi,  ordo  poenitentia?  eft  inver- 
fiis . 

18.  Confiietudo  moderna  quoad  adminiftrationem  Sacramenti  Pce- 
nitentisE ,  etiamfi  eam  plurnnorum  hommum  fuftentet  autìoritas  ,  & 
multi temporisdiuturnitas  confirmet,  nihilomiuùs  ih  Ecclefia  non  ha- 
bctur prò  ufii ,  fed  abufu . 

ip.  Homo  debet  agere  tota  vita  pcenitentiam  prò  peccato   ori- 


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„  ginali. 

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20.  Confcfilones  apud  Religiofos  hdx  ,  plerajque  vel  facrilega? 
funtjVelinvalid^E. 

21.  Parochianus  poteftfufpicarideMendicantibus,  qui  eleemofynis 
communibusvivunt,  deimponendanimis  levi,  &  incongrua  poeniten- 
tia,  leu  fatisfadione ,  ob  qu^eftum,  feu  lucruni  fubfidii  temporalis . 

22.  Sacrilegi  lunt  judicandi,  qui  )us  ad  Communionem  percipien- 
dam  prxtendunt,  antequam  condignam  de  delidis  fuis  pcenitentiam 

„  egerint. 

3,      25.  Similiterarcendifuntà Sacra  Communione,  quibusnondumineft 
amor  Dei  punlfimus  ,&  omnis  mixtionis  expers . 

24.  Oblatio  in  Tempio,  qua:  fiebat  à  Beata  Virgine  MARIA  in  die 
Purificationis  iux  per  duos  pullos  Coilumbarum ,  unum  in  holocauftiim, 
&altGnim  prò  peccatis,  fiiitìcicnter  rcftatur,  quòd  indiguerit  purifica- 
tione,  &quòdFilius,  quiotfcrebatur,  e tiam  macula matrismaculatus 
elfec,  kcunaLÌm  verbaLegis. 

Dei 


3ì 

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7X 
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Capitolo  IX.  733       A^^^^^;jj 

25.  Dei  Patris  fedentis  fimulacrum  nefas  eft  Chriftiano  in  Tempio  „  ^^^  ^ 

collocare.  .  .  n  '* 

2^.  Laiis,  qiisBdefertiir  Man  SE  ut  Marine,  vana  eit.  .     a 

27.  Valuit  aliquando  baptifmus  fub  hac  forma  coUatus  ,  In  nomine 
Patris  y  &c.  prastermiilìs  illis ,  Ego  te  bapti-^o . 

28.  Valer  baptifmiis  coUatiis  à  Miniftro  ,  qui  omnem  ritum  exter- 
num,  formamquebaptizandiobfervat,  intiìs  vero  in  corde  fuo  apud  le 
leioìvit:  'ÌSlj)n  intendo  facerCjqtiodfacitEcclefia.  »» 

2p.  Futilis,  &toties  convulfaeilaffertiodePontificisRomamlupra  „ 
Concilium  Oecumeniaim  audoritate,  atque  in  fidei  qu^ftionibus  de-  „ 
cernendis  infallibilitate.  1    xr    j  -i    '* 

30.  Ubi  quis  invenerit  dodrinam  in  Augultmo  dare  tundatam ,  il-  „ 
lamabfolutèpotefì: tenere,  Scdocere,  non  refpiciendo ad  uUam Ponti-  „ 

fìcisBallam.  .       •      n  r  ,        •  ■  " 

21.  Bulla  Urbani  Vili. ///mw»?/,  eft  fubreptitia . 

Quibus  mature  confideratis ,  idem  Saridiifimus  ftatuit ,  &  decrevit^ 
21.  fupradiótas  propofitiones tanquam  temerarias,  fcandalofas,  ma^e 
fonantes,  injuriofas,  hserefi  proximas,  h^refim  fapientes  ,  erroneas  „ 
fchifmaticas ,  &  hcereticas  refpeaivè,  efledamnandas,  &prohibendas,  ,j 
ficuteasdamnat,  &prohibet;  itaut  quìcumque  illa,  aut  conjundim  ,  a 
autdivifìmdocueritj  defenderit,  ediderit,  autdeeisetiamdifputativè,  ,> 
publicè,  autprivatimtraaaverit,  nifi  forfan  impugnando ,  ipio  tado  in-  „ 
cidatinexcommunicationem:  d  qua  non  poflìt  [  pra:terquam  in  artica-  „ 
lomorcis  ]  ab  alio  quacumqueenamdignitate fulgente,  nifiaprotem-  „ 
pore exiftente Romano  Pontifìce  abfol vi.  .      .         » 

Infuper  diftriaè  in  virtute  fanóte  obedientise,  &  lub  mtermmatione  „ 
divini  )udicii  prohibet  omnibus  Chriftì  hdelibus  ,  cu)u(cumque  condì-   - 
tionis,  dignitatis,  &  ftatus,  etiam  fpeclali ,  &  fpecialifiima  nota  di- 
gnis,  ne  pr^didas  opiniones,  aut  aliquam  ipfarum  ad  praxim  dedu- 

Nonintendittamen  Sanftitas  Sua  per  hoc  Decretutn  alias  propofi-  „ 
tionesin  ma)ori  numero  ultra  fupradidas  31.  )am  exhibitas,  &  in  hoc  ,, 
Decreto  non  expreflas,  approbare .  „  Così  le  trentuna  propofizioni  cen-  „ 
furate,  e  condannate  da  Aleflandro  Ottavo.  .    » 

Ma  faldate  quefìe  cicatrici,  rimaneva  al  Pontefice  à  faldarla  gran  piaga  Bolla  dìAUffan. 
imprelfa  nel  feno  della  Chiefa  da  molti  anni  addietro ,  in  cui  alcuni  Arcive-  ^:°,4^[^- ;^  ^'f. 
fcovi,  Vefcovi,  &  altri  del  Clero  di  Francia  adunatili  in  Affemblea  nella  cu.-.i  atti  dei  eie- 
Città  di  Parigi  confentirono  alla  efenzione  di  quel  dritto ,  ò  fervitù ,  di  F{e-  [["neiVaniio  i'ó/z.' 
galia,  acuì  li  trovavano  foggette  alcune  Chiefe,  dilatandolo  à  tutte  quel- 
le del  Regno  di  Francia,  e  medefimamente  formarono  quella  dichiara- 
zione, comporta  di  quattro  propofizioni  contro  l'autorità  del  Pontefice  ^  ^^^.  .^^^^^  ^. 
Romano ,  e  della  Chiefa  ftefla ,  delle  quali  m  altro  [^J  luogo  habbiamo  tatta  /„„,,,„„  xi.tc^. 
menzione.  Haveva  in  animo  Aleflandro  (  e  manifeftonne  il  fentimento  con  t"*i>  688. 
gravi,  e fenfate parole à  que Cardinali ,  che  poco  avanti  la  fua  morte  fu- 
rono da  lui  chiamati ,  come  appreflb  diremo  )  di  terminare  amichevolmen- 
te quefto  importantiffimo  aftare,fe  haveffe  Dio  conceduto  à  lui  tempo  pro- 
porzionato à  terminarlo  :  ma  forprefo  dal  male ,  che  in  età  decrepita  appar- 
ve fubito  mortale ,  egli  più  zelante  della  indennità  della  Chiefa  di  Dio ,  che 
atterrito  all'urto  di  ogni  altro  hiimano  riHelTo ,  con  tutto  lo  fpirito  accorfe 
-  .ilri- 


AlESSAN-  ry^^  ScColo    XV I L 

DRO  VllL  al  rimedio,  e  fé  con  effo  non  guarì  la  piaga,  moftrò  almeno  la  follecitudH 
nedel  Profelfore  nel  curarla .  E  come  che  ne'Papi,  quando  loro  manchi 
ò  il  tempo,  òli  modo  di  compir  co'figli  l'ufficio  òi  Padre,  non  manca  pe- 
rò giammai  l'autorità ,  e'I  zelo  di  appigliarfi  ai  Decreti  di  Giudice,  Alelfan- 
dro  poco  avanti  la  fua  morte  te  publicare  in  prefenza  di  dodici  Cardinali, 
edidueProtonotariiApofloliciinformafolenne  la  Bolla  di  riprovazione, 
&annullazionedegliattifuddettideirA{remblea  di  Francia,  e  di  quanto  in 
quel  Regno  con  qualfifia  autorità  era  flato  fatto  in  pregiudizio  dell'auto- 
rità, giurifdizione,  immunità,  e  libertà  EcclefialHca,  facendo  ad  aitavo-* 
ce  leggere  l'accennata  Bolla  da  Gio:  Francefco  Cardinale  Albani  Segreta- 
rio allora  de'Bre  vi,  chedifuo  ordine  alcuni  me(ì  avanti  l'haveva  diftefa  in 
quello  tenore . 

Inter  multipìices  Tafloralis  officii  nojìricuras  ,  quibus  jugiter premimur  , 
in  illam  peculiari  jludio  incumbimus ,  ut  ^poflolica  Sedìs ,  ac  univerfalts  Eccle- 
fmy  necnonetiamftngularumEcclefiarum,  locorumque  piorurriy  ac  perfonarum 
Ecclefiafìicarum  juraubtque  fartate6lu ,  ac  illibata  tueri ^  &  confervarci  eaque 
adverfus  qu£cumque  y  per  quie,  illis  aliquid  detrimenti  inferri  poffet  i  tradita 
nobis  dipinitàs  potejiate  -pindicare  fatagamus  ,  omnibus  mature  ,  ac  de- 
bite penfatis  y  jujìiti£  ac  rationi  confentaneum  ejìe  in  Domino  arbitramur  ^ 
Cum  itaque  ex  quo  primàm  humilitatem  nofiram  infcrutabili  Divina  fui^ 
Trovidentia  arcano  in  fuprema  militantis  Ecclefi£  fpecuU  collocavit  ^Itif- 
[ìmuSi  pr£C£teriSy  qu£T'ontificÌ£  noflra  follicitudini  fefe  obtulere,  negotiisy 
illa  in  primis  gravi/Jima  nobis  ,  qui  chanjjimum  in  Chrijio  filium  nojìrum 
Ludovicum  Francorum  1\egem  Cbri(ìianiJJimum  ,  ac  florentijjìmum  illius  i^e- 
gnum  in  vifceribus  gerimus  cbaritatis  ,  permolejìa  ,  &  piane  acerba  accide- 
rinty  qua  fìve  adverfus  di5ìi  I\egni  Ecclefiarum  jura  ,  five  adverfus  B^oma- 
nìTontificis y  &  Ecclefi£  uniperfa  authoritatem  ,  nonnulli  Fenerab.  Fratres 
tArchicpifcopi ,  Epifcopi ,  &  alii  ejufdem  I{egni  Ecclefiaflici  Viri  in  Corni- 
tiii Cleri GallicaniTarijtisan.ióSi.  congregati y  tam  praflito  inibi  pereosex- 
tenfioni  illius  juris ,  quod  vocant  Regalia ,  ad  omnes  di6ii  l^egni  Ecclefìas  aj- 
fenfu  j  tum  edita  fubinde  de  potejiate  Eccleftajìica  quatuor  propofttiones  con- 
tinente declarathne  peregerunty  quoque  ipja  Comitia  fubfecuta  fuerum  man- 
data) arreJìa,confirmationcs,declarationeSy  epifloLi'-^edi8ay&  decreta  qu^cumque 
a  quibufvisperfonis  yfive  Eccleftaflias  jftve  laicii ,  quavis  auBoritate ,  &  potè- 
fiate  fungentibus  y  edita y  feu  puhlicatay  nec  non  qu£  aliai  nonnullis  ab  hmc 
annis  in  I\egno  prafato  eidem  Sedi  ^poflolic.^  I\oman£que  Ecclefìa ,  [eu  qui- 
hufcumque  aliis  Ecclefìis  y  MonafieriiSy  &  locis  piisy  illorumque  refpe&ivè 
perfonisy  rebus  y  bonisy  &  juribusy  feu  alias  jurifdinioui y  vel  immunitati  y 
aut  libertati  Ecclefiafliae  quomodobbet  prajudicialia  quovis  modo  pera6la  , 
ac  gefia  fuerunt.  Hac  nosy  qui  jurium  Ecclefiajiieorum  ajjertores  in  terris 
à  Dommo  conftituti  fumusy  dies  no6iefque  in  amaritudine  anima  noflra  ca- 
gitantes  ,  manus  noflras  cumlacrimis  ,  &  fufpiriis  levavimus  ad  Dominum  , 
eumque  loto  cordis  afft6ÌH  rogavimuSj  ut  nobis  potenti  gratta  fua  auxilioad- 
ejiet  y  quo  ardua  hac  in  re  commiffi  noflri  ^poflolici  muneris  parte s  falubri- 
ter  exequi  valeremus  :  eaque  confideratione  adduci ,  ac  ne  fupremo  Judici 
rationem  vUlicationis  noflra  reddituri,  negligentia  in  eredita  nobis  admini- 
firatione  argueremur  (  quantum  Di-pina  Bonitas  dedit  )  nihil  hucufquc  pra- 
iermiftmus]  quo  prAJuduialia  pra/ata  ab  iifmet ,  qui  ea  peri  gerani,  ex  ani- 
ma 


Capitolo   IX.  ry^i^        Alessam- 

fno  retr amareni ur  .  Verùntt  quo  efficaciùsy  ac  uberiàs  Sedis  prafata,  Eccle-  ^^^  Vili. 
ft<e  Unherfie  ] uri fdi£i ioni f que ,  &  immunitattSy  ac  libertatis  Ecclefiajìic<e , 
Eccleftarumque y  Monaflerìorum ,  &  locorum piorum  hu'ìufmodt ,  illarumque 
perfonarum  pr^fatariim  indcmnttatt  perpetuis  futuris  temporibus  conjultum 
jìt,  auditis  quamplurium  ex  Venerabilìbus  Fratribus  nojtris  Sanala  {{orna- 
na  Eccleft^  Cardinalibus ,  &  nonnnllorum  in  Sacra  Theotogia  Magijìrorttm , 
ac  etiam  in  decretis  DoBorum  ad  examen  negotii  hujujmodi  à  nobis  fpecia- 
liter  dele&orumy  qui  illud  mature  difcufjerunt  j  remque  totam  nobis  expo- 
fuerunti  fententiis ,  quantum  nobis  ex  aito  conceditury  proyidere -polentes , 
ac  fel.  ree.  Innocentii  Tapa  XI.  T?r£decefJorìs  nojiriy  qui  in  occafìone  refcri- 
bendi  ad  litteraSy  quibut  xArchìcpijcopi y  Epìfcopiy  (jr  alii  Eccle/iaflici  Fi- 
ri  [upradiBi  de  rebus  ab  ipfts  geftis  certtorem  eum  reddiderant ,  per  quafdam 
fuas  in  ftm di  forma  Brevis  die  ii.  ^prilis  16S2.  expeditas  litteras  impro- 
bavìt  y  refcidit ,  &  cafìavit ,  qu<e  in  di£Iis  Comniis  a5ìa  fuerant  in  nego- 
tio  F^gali^y  cum  omnibus  inde  fecutisy  &  qua  fubinde  attentar i  contigiffit, 
eaque  perpetuò  irrita  y  cjr  inania  declaravit  ,  vefiigiis  inh^rentes-,  nec  non 
in  di5iis  Comitiis ann iióSz.tam  circa  extenfionem  juris  Regalia y  quàm  circa  de- 
clarationem  de  poteflate  Ecclefìajìica  hujufmodi  a6iorum\  ac  etiam  omnium , 
&  fmgulorum  mandatorum  ,  arrejiorum ,  confirmationum ,  declaratìonum  , 
epifiolarum  ,  ediBorum  ,  decretorum  quavis  authoritate  ,  jìve  Ecclefiafti- 
ca ,  fìve  etiam  laicali  editorum ,  feu  publicatorum ,  nec  non  aliorum  quomor 
dolibet  pr^judicialium  prafatorum  in  F{egno  fupradi&o  quandocumque  , 
&  à  quibufvisy  ac  exquacumque  caufa,  (jr  quovis  modo  faaorum ,  &  gejio- 
rumy  acindefecutorumquorumcumqucy  etiam  fpccificam  y  &  individuammen- 
tionem,  (jr  exprejjìonem  de  neteffitaterequìrentium  tenorcs  ,  &  datas  etiam 
yeriores ,  pr£fentibus  prò  piene  ,  &  fufficienter  exprejjis ,  ac  de  verbo  ad 
verbum  infertis  ,  &  exaÙiffimc  Jpecificatis  habentes  -.  Motu  proprio  ,  ac 
ex  certa  fcientia  ,  c^  matura  deliberatione  noflrisy  deque  ^pofiolica  pò- 
teflatis  plenitudine  y  omnia  y  &  fìngula  y  qua  tamquoad  extenfionem  juris  I{e- 
galia,  quàm  quoad  declarationem  de  poteflate  Ecclejìaflicay  ac  quatuor  in 
ea  contentas  propofttiones  in  fupradi6tis  Comitiis  Cleri  Gallicani  an.  16S2, 
habitis  a&ay  &  gefla  fuerunty  cum  omnibus  y  &  fingulis  mandatis  ,  arreflis 
confìrmationibus  ,  declarattonibus  ,  epifloUs  ,  ediiiis  ,  &  decretis  à  quibuf- 
yis  perfonis  ,  jìve  Ecclefiafticis  ,  five  laicis  quomodolibet  qualificatìs  qua- 
vis  authoritate  ,  &  poteflate  ,  etiam  individuare  exprefjiontm  requirente , 
fungentibus  y  editisyjeu  publicatis  y  nec  non  reliqua  omnia  quandocumque  y  <& 
qualiacumque  eidem  Sedi  ^poflolicay  I\pmanaque  Ecclefta  y  vel  jurifdi^ìio- 
ni  y  immunitati ,  vel  libertati  Ecclefiaflica  y  feu  aliis  Eccleftis,  Monafteriis  y 
&  locis  pris  prafatis  ,  illorumque  refpeBivè  perfonis  ,  rebus ,  bonis  ,  pri- 
vilcgiisy  prarogativis  y  &  juribus  quibufcumque  quomodolibet  prajudicialia 
in  di£ìo  I\egno  pera&a  ,  &  gefla  ,  cum  omnibus  ,  &  (tngulis  quandocum- 
que inde  fecutiSy  &  quocumque  tempore  fecuturis ,  ipfo  jure  nulla y  irrita  y  in- 
valida y  inaniay  viribufque  y  &  effe^u penitàs  ,  dr  omninò  vacua  ab  ipfo  ini- 
zio fuifìey  &  eflcy  ac  perpetuò  fore  y  neminemque  ad  illorum  ,  feu  cujuslibet 
eoruniy  etiamft  juramento  vallata  firn  y  obfervantiam  teneri  y  ncque  ex  illis 
cuiquam  atiquod  jus,  vel  a6iionemy  aut  titulum  y  etiam  coluratum,  vel  poffi- 
dendiy  aut  prajcribendi  caufam  ,  etiam  fi  longijjimi ,  &  immeworabilis  tem- 
pori s  pofleffione  y  citrà  ullam  interpellationem  y  vel  interruptionem  fubfecuta 
fiti  velfubfequatury-acquifitumfuifìey  nec  eficy  mmufque  ullo tempore acquir 

ri,  & 


Alessan-        rj'^^  Secolo  XVI I. 

DRO  V  Ili.  yi^  ^  competere  pojje,  ncque  illa  ullum  jìatum  facere ,  "pel  feci ffe^fed per- 
inde ,  ac  fi  nunquam  emanajjent ,  vel  fa&a  fuifent ,  prò  non  extamibus  ,  & 
non  fa6iis  perpetuò  haberi  debere  ^  tenore  prafentmm  declaramus ,  &  decerni- 
mus]  &  nihilominàs  ad  abundatiorem  cautelam,  &  quateniis  opus  ftt,  a&a, 
&  gefta  prafatay  alìaque  pramijfa  omnia,  motti y  fcientia,  deliberatione  , 
&  poteftatis  plenitudine  paribus  improbamus ,  cafìamus ,  trritamus,  &  an- 
nullamusy  vinbufque,  (jr  effe^upenitus,  &  omninò  vacuamus,  &  cantra  il- 
la ,  deque  eorum  nullitate  coram  Deo  proteflamur .  Decernentes  eafdem  pr^e- 
fentes  litteras ,  &  ineìs  contenta  quacumque ,  etiam  ex  eo,  quòd  quicumque 
in  prmnijjis  interefìe  habentes  y  etiam  fpecifica,  &  individua  mentione  dignt 
illts  non  confenferint i  nec  ad  eavocati y  citati,  &  mdttì,  ncque caufiXy  prò- 
■pter  quas  e^dem  pr^fcntts  emanar int ,  fu fficienter  adduci cq ,  verificata,  aut 
ulto  modo  ju£iìficat£  fuerint  ,  aut  ex  alia  quacumque  caufa ,  colore  ,  pra- 
textUy  Ó"  capite,  etiam  in  corporeìurisclaufo ,  nullo unquam  tempore  de  fub- 
reptionis ,  vel  obreptionis ,  aut  mdlitatis ,  vd  invaliditatis  vitio ,  feu  intentio- 
nis  nojira,  aut  intercfie  babentium ,  vel  habere  pratendemium  confenfus ,  alio- 
l  ve  quacumque  ,  etiam  quantumlibet  magno ,  ac  incagitato  ,  inexcogìtabili- 

que  defe6ln,  aut  ex  alto  quovis  capite  à  jure  ,  vel  fa6io,  aut  Jìatuto  ,  con- 
fuetudine  ,  vel  privilegio  refultante  notari ,  impugnari ,  invalidari ,  retra- 
£iari  ,  in  contraverftam  vocart ,  feu  ad  terminos  juris  reduci  ullatenìis 
fofje  ;  fed  ipfas  prcefentes  litteras  femper ,  &  perpetuò  firmas,  validas, 
&  efficaces  exijlere  ,  &  fore,  fuofque  plenarios ,  &  tntcgros  effeèlus  forti' 
ri  y  &  obtìnere  ,  ac  ab  omnibus  y  Ò"  Jtngulis,  ad  quos  fpeaat,  &  prò  tem- 
/  porequandocumquefpe6iabit,  inviolabiltter  obfer'pari.  Sicque,  &  non  aliter 

in  pr^xmiffis  omnibus ,  c^  Jingulis  per  quofcumque  Judices  Ordinar ios,  &  de- 
legar os,  etiam  caufarum  Vaiati i  sApojiolici  auditor es,  ac  ejufdem  San&£ 
J{gman£  Ecclefi<e  Cardinales,  etiam  de  latere  Legatos,  &  Sedis  ^pojìolica 
prafata  Ts[unctos,  aliofve  quasi  ibet  quacumque  praemincntia,  &  poteflate 
fungentes ,  <&  fun£Ìuros ,  fumata  eis ,  &  eorum  cuilibet  quavis  aliter  judi- 
candi,  &  tnterpretandi  facultate ,  &  authoritate  ,  judicari  ,  &  definir i  de- 
bere ,  acirritum,  &  inane  ft  fecus  fuper  bis  à  quoquam  quavis  autboritate 
fcienter  ,  vel  tgnoranter  contìgerit  attentari .  J^n  obfìantibus  pnemiffis,  ac 
^pojiclicts  ,  &  in  univerfalibus  ,  Trovincialibufque  ,   &  Synodalibus  Con- 
ciliis  ednis  gencralibus ,  vclfpecialihus  Conjìitutionibus y  &  Ordinationibus  , 
!&  quateniis  Opus  ftp,  nofìra,  &  Cancellari£  ^poffolicte  I\egula  de  jure  qua- 
fito  non  tallendo,  legìbus  quoque  etiam  Imperialtbus ,  &  municipalibus ,  nec 
non  quibufvis ,  etiam  muramento  >  confirmatione  ^dpofìolica  ,  vel  quavis  fir- 
mttate  alia  roboratis  ftatutis,  &  confuetitdinibus ,  etiam  immemorabilibus; 
privilegiis  quoque ,  tndultis ,  conceljìonibus ,  &  litteris  ^paftolicis  quibufcum' 
quelocis,  &  pcrfonis,  etiam  regali,  (&  alias  quomodolibet  qualificatis ,  ac 
fpecialem  exprtffionem  requirentibus ,  fub  quibufcumque  verborum  tenoribus, 
C^  formis ,   ac  cum  quibufvis  etiam  derogatoriarum  derogatortis  ,  aliifque 
efficacioribus,  efficacifjimis,  &  infalitis  claufults  ,  irritantibufque ,  &  aliis 
decretis,  etiam  mot u,  fcientia,  & patefiatis plenitudine  fmilibus ,  acconftfio- 
rialiter,  &  alias  quomodolibet  in  contrarium  pr^emifforum  conceffìs  ,  editis, 
faUiSi  ^  pluries  iieratis,  &  quantifcumque  vicibus  approbatis,  confirma- 
tisy  &  iìinovatis.  Q^ihus  omnibus  ,   &  fingt^lis ,   etiamfi  prò  illorum  fuf- 
fìcunti^erogatione  deillis,  eorumque  toiis  tenoribus  fpecialis,  fpecifica  ,  ex- 
prefja ,  &  individua ,  ac  de  verbo  ad  verbum  ,  non  amcm  per  claufulas  ge- 

..'.    ^  nera- 


■  j- 


Capitalo  /X  717       Alessan- 

nerales  idem  importantes  ,  mentio  feu  quavis  alia  exprejjio  habenda  ,  aut  ^^^  /HI. 
alia  exquifìta  forma  ad  hoc  fervanda  foxètj  tenores  hufufmodì,  ac  fi  de  ver- 
bo ad  verbum  ,  mhil  penìtùs  omiffo  ,  &  forma  in  illis  tradita  ohfervata  , 
exprimerentur  ,  a^  infererentur  ,  pr^fentthus  prò  piene  ,  &  fhfHcienU'r  ex- 
preffis,  &  infertis  habentes ,  alias  in  fuo  robore  permanfuris  ,  ad  pr  ami  fo- 
rum ejfv&Hm  hac  vice  dumtaxat  fpecialiter^  &  exprcfsè  derogamus  ■,  acde- 
rogatum  efe  volumus,  CAterifque  centrar lis  quibufcumque .  v'olumus autem , 
ut  earumdem  prafentium  literarum  tranfurnptis ,  feu  exempiis  ,  etiam  ìm- 
preffis,manu  alicujusTSlotarii  ^ublici  fubfcriptisy  &  ftgillo  perfona  iuEccle- 
fiajiica  dignitate  conjlituta  munitis  eadem  prorfus  jides  ubique  locorum  ,  (& 
gentìum  in  Judicio  ,  &  extra  illud  habeatur  ,  qua  haberetur  ipfìs  prafenti- 
ÙHs  ,  fi  forent  exhibita  ,  vel  ofienfai .  Datum  B^oma  apud  San5iam  Mariam 
Majorem  fub  ^nnulo  Tifcatorisy  die  quarta  ^ugufti  ló^o.TontificatusJ^o- 
jìri  anno  primo . 

Così  [a]  egli,  che  alla  publicazione  della  Bolla  aggiunfe  qiiefto  Breve  '  ^^"''  '"  ^''^-tr- 
al  Re  di  Francia  in  teftimonianza  e  di  Apoftolica  intrepidezza  ,  con  pVopojJLlTff. 
cui  terminava  la  fiia  vita,  e  di  paterna  >  e  intenfa  atfezione  verfo  quel  ^"'"^^  Pontifica. 
Chriflianiflìmo  Monarca  :  ^'' ' 

Charijfmoin  Chriflo  Filio  l^pflro  Ludovico  Francorum  T^gi  Chriflianiffmo ,  Previdi  ^ufr.,>,~ 

^LEX^1ipE\  TV,  VIIL  frali!!'  "'  ^'  ''' 

Chariffime  in  Chrifio  Fili  l^ofter,  Salutem,  &c.  Cam  in  fummoperè  me-    '''"""'^' 
tuendo  mortalis  hujus  vit^e  confinio  confìitmiy  de  reddenda  Judict  diflri£fo  , 
C^  pulfanti,  demandata  nobis  in  Ecclefta  Dei  fuprema  admtnijirationis  ra- 
tione  feriòcogitemus,  nofirarum ejje  partiumomninòduximusy  irrita,  atque 
inania  declarare  omnia,  qu^e  altquot  ab  hmcannis  in  jfio  B^gnotuo,  fìvead- 
verfus  Ecclefiarum  ejufdem  I{egni ,  Terfonammque ,  &  locorum  Ecclefiafiico- 
rum  jura,  five  alias  adverfus  Promani  Tonti ficis  ,  ^poJìolic£  Sedis  ,  Eccle^ 
ftoeque  univerf£  authoritatem  a6ia,  gejia,  &  re fpe^ivè  pronunciata  fkerunty 
quoque  inde  quomodocumque  fecuta  ,  &  fecutura  funt,  ficuti  ex  Brevi  haq 
fuper  re  edito  manifeftè  apparet .  Q^ia  vero  nullis  concluditur  finibus  cbari- 
tas,  quaMajeftatem  tuamcomplexi  femper  fumus,  &  compleéiimur ,  fufce- 
ptam  à  T^obìs  perquàm  necejjariam  hujufmodi  deliberationem  hifce  Tibi  (tgni- 
ficamus ,  effufo  cum  T  aterni  e  or  di  s  afje6lu  etiam ,  atque  etiam  à  Te  flagitarh- 
tesy  ut  ipfam  aqui  bonique  habeas,  ac  ab  univerfts  pr£di5it  I\egm  tui  ordi- 
nibus  fideliter  fervari  cures.  Sane  ubi  id  prafies,  quemadmodum  à  filio  fuo 
primogenito  prafata  Sedes  ,  &  Ecclefta  jure  meritò  expe6lant ,  confiantem 
Tibi  ab  ilio  ,  per  quem  B^ges  regnant ,  fecundorum  eventuum  fauflitatem 
polliceri  proculdubio  poteris  ,   dum  'K^os  folicitudinem  Islojiram  firma  hac 
fpe  non  parùm  levantes  Majejìati  tua  Jlpojiolìcam  benedi&ionem  amantifjimè 
impertimur .  Datum  Bpraa  tà  e.  die  trigejima  Januarii  1691, 

Così  egli,  un  giorno  e  mezzo  avanti  la  fua  morte  ,  figgillando  la  fua 
decrepita  età  con  vjgorofo  atteftato  ài  Pontifìcia  vigilanza . 


Tomo  IV,  Aaa  r  A- 


Innocen- 
zo XII. 


Sodlsfaiìonì  dare 
da'  Vcfcovi  di 
Francia  alla&edc 
ApoftoUca, 


738  '^^^olo  XV II. 

C  A  P  I  T  O  L  O    X. 

Innocenzo  Duodecimo  Napolitano  ,  creato 
Pontefice  li  il.  Luglio  1691. 

Sodisfaz}ont  daH  alla  Sede  Apojlolica  ,  &  alla  Ghie  fa  da^ 
Vefco'vi  di  Francia ,  che  intervennero  nell*  Affernhlea 
del  clero  ne W anno  i68ì.  e  ciò  che [eguì  in  tal  materia. 
Affari  delli  Janfenifti  •  Prohihizjone  del  Libro  dell*  Ar- 
ci^vefco'vo  dt  Camfray.  Di'verfe  gloriofe  operazioni  di 
quello  Pontefice  in  deprejjìone  dell*  Herefta  .  Con'verftone 
del  Duca  di  Sajfonia  alla  ^Religione  Cattolica.  Indica- 
zione di  altri  f^cceffi  y  eh*  hehhero  il  loro  frofeguimento 

nel  feguente  Secolo , 

'  '  '   ■    '  .'1 

'Effetto,  che  partorì  la  Bolla  di  Aleffandro,  fu  quello  mede- 
lìmo  ,  che  fogliono  partorire  tutte  le  Bolle  fomigliaiiti 
de' Papi,  ftrepito  di  querele,  indiififtenza  di  lamenti ,  e  ò 
ravvedutezza  negl'inclinati  al  bene,  ò  precipizio  negli  ofti- 
nati  nel  male.  Il  Clero  di  Francia,  che  in  pregio,  e  fregio 
del  fuonome  porta  feco  il  Titolo  diChriftianiffimo,  vene- 
rò con  offequiofo  filenzio  l'oracolo  Poiitificio  ;  e  benché  lungo  ,  e 
fcabrofo  riufciffe  l'affare  circa  la  precifa  dichiarazione  ,  ò  ritrattazione 
da  ferii  da  quei  Vefcovi  ,  &  altri  Ecclefìaftici ,  che  intervennero  nella 
mentovata  Affemblea,  ad  effetto  di  pienamente  fodisfare  alla  Sede  Apo- 
ftolica,  &allaChiefa;  nulladimeno  in  occafione  di  trattari!  della  trasla- 
zione, ò  promozione  refpettivamente  di  molti  di  loro  a  varie  Chiefe ,  al- 
le quali  erano  i^ati  nominati  dal  Re  Chriftianiiiìmo ,  effendofi  molto  di- 
battuto fopra  quello  >  che  doveffero  elfi  fare  per  renderfene  capaci,  con- 
tentoffi  a  tal  conio  Innocenzo  Duodecimo,  che  fu  il  Succelfoie  di  Alcf- 
faridro  Ottavo  nel  Pontificato,  di  paternamente  accettare  le  lettere,  che 
nella propofta materia alui fi fcriffero da ciafcheduno  di  loro.  Erano  elle- 
no concepite  con  fentimenti  pieni  di  riverenza,  edifommiffione,  efpref- 
live  del  fommo,  &  inefplicabil  dolore,  che  ciafcun  di  elfi  provava,  di 
quellecofe,  eh' erano  feguite  nell' Affemblea  dell' anno  1682.  e  chetanto 
erano  djfpiacciute  non  meno  allo  fleffo  Innocenzo  Duodecimo,  che  a 
fuoi  Predeceffori  i  proteltando  eglino  perciò,  che  quanto  ivi  erafi  decre- 
tato circa  la  PodeflàEcclenaftica,  &  autorità  Pontificia,  ò  altresì  deter- 
minato in  pregiudizio  de' diritti  delle  Chiefe,  havevafi,  e  riputavali  da 
loro  per  non  decretato  ,  né  determinato  ,  come  doveva  parimente  ha- 
verfi,  e  riputarfi  da  ciafcun  altro  :  promettendo  in  fine  di  diportarh  per 
^   ^  l'ave- 


Capitolo  X.  17  5  g       Innocen- 

l'avenire  in  giiifa,  che  tanto  della  dovuta  loro  obedienza  verfo  la  (anta  ^^  Xll. 
Sede,  quanto  del  loro  zelo  per  la  ditefa  de' diritti  delle  Chiefe  non  reftalie 
giammai,  chedelìderarfi  maggiormente  d'avvantaggio  in  alcun  tempo. 
Furono  qiiefte  lettere  accompagnate  da  altra  lettera ,  «.  he  fcrilfe  il  medefi- 
mo  Re  al  Pontefice,  inafiicurazionedihavergiàefrodatigli  ordini  necef- 
farii,  onde  rimaneflefenza  alcun  effetto  l'Editto  da  lui  publicato  fin  dal  dì 
due  di  Marzo  i(582.  in  fiji1:enimento  della  dichiarazione  fatta  in  quel  tem- 
po circa  la  PodelU  Ecclefiaftica  dal  Clero  di  Francia  nella  menzionata  Af- 
femblea  ,  di  maniera,  che  le  cofe  in  quello  contenute  non  dovelfero  efle- 
re  punto  oflervate .  Ecco  il  tenore  della  lettera  [4]  a  perpetua  memoria  *  ^"■'f*  'p  ''"' 
della  giufl:izia,  e  pietàdichìla  fcrilie.  ^  ]t"h»e>Te"tr'às*iat4 

SantiJJimo  Vadre,  Io  ho  fempre  molto  fpernto  dall'  efaltaT^ìone  di  Vofìra  "''^'«  italiana. 
Santità  al  Tontificato  ,  per  i  vantaggi  della  Cbiefa  ,  e  per  tavan7;amento 
della  nofira  Santa  B^ligione.  2v(e  ho  ben  tofio  propati  gli  effetti  con  molta 
confoU'^ione  in  tutto  ciò ,  che  la  Santità  yojira  ha  fatto  di  grande,  e  di  van- 
taggio/o per  ti  bene  dell'  una ,  e  dell'  altra ,  Ciò  raddoppia  il  mio  rifpetto  fi- 
liale verfo  Vofira  Santità  ,  e  ficcarne  io  cerco  di  farglielo  conojcere  con  le 
più  forti  prove  che  poffa  darlene ,  così  godo  di  far  fapere  alla  Santità  Vo- 
fira  t  ch'io  ho  dati  gli  ordini  neceffarii ,  affinchè  le  cofe  contenute  nel  Mio 
Editto  delli  2.  A/<zr:^o  1682.  toccante  la  dichiarazione  fatta  in  quel  tempo 
dal  Clero  di  Francia,  non  ftano  punto  ofjervate;  defiderando  chenon  folamen- 
te  yoftra  Santità  fta  informata  de'  miei  femimenti ,  ma  ancora  che  tutto  il 
Mondo  conofca  con  un  contrafegno  particolare  la  venera's^ione ,  che  io  ho  per 
le  fue  grandi ,  e  fante  qualità .  lo  non  dubito ,  che  Fojìra  Beatitudine  non 
jia  per  corrifpondere  con  tutte  le  prove ,  e  dimoflra'^ioni  verfo  di  me  del  fuo 
Taterno  affetto  ;  e  prego  Dio  trattanto ,  che  confervi  la  Santità  yojira  mol- 
ti anniy  e  così  felici ,  come  li  defidero , 
SantiJJimo  Tadre 

à  ^erfaglie  li  24.  di  Settembre  i^P3« 
Voftro  Divotifs.  Figlio  Luigi. 

Sodisfatto  il  Pontefice  di  quelle  vive  efpreflioni,  pres'egli  finalmen- 
te la  rifoluzione  di  ammettere  quelle  regie  nominazioni ,  quali  per  ef- 
fere  feguite  in  Perfone,  ch'erano  intervenute  nell'Afiemblea  predetta, 
erano  itate  fin  a  quel  tempo  rigettate  non  meno  da  Innocenzo  Duode- 
cimo, che  da' fuoiAntecelTori  Innocenzo  Undecimo,  &  Aleifandro  Ot- 
tavo. E  perche  foife  a  tutti  nota  la  giuftificazione,  con  cui  in  sì  grave 
arfare  elfo  haveva  proceduto  ,  nel  Conciiloro  de'fei  [b]  di  Ottobre  ,  ''  ^""'  ^^9>' 
prima  che  fi  preconi zzaffe,  e  proponeife  alcuna  di  quelle  Chicfe  ,  per 
le  quali  erano  ftate  fatte  le  fuddette  nominazioni ,  die  conto  di  tutto  ai 
Cardmali  con  le  feguenti  parole.  26  on  b 

„      VenerabilesFratres.  [e]  Vacantibus,  ut  probe  noftis,  )amà  multo  ^  ^  '  ""*"'*  ''' 
^,  tempore phinbus Regni GalliaruniEccleiiis,  illosexiis,  quos  Charifll- ^^^^^^.^^^  ^^l 
„  mus  in  Chriflo  Filius  NóJler  Ludovicus  Francorum  RexChriftianilfimus  pontefice  ai  con, 
>,  Nobis  ad  eas  nominavit ,  Prsedeceirorum  noilrorum  veftigiis  inhserentes ,  ^^'^[.°J°  d^;*carji- 
„  praeficere  hactenùs  recufavimus ,  qui  fatis  notis  Cleri  Gallicani  Comitiis 
„  annomillefimofexcentefimo  oclogefimo  fecundo  Pariliis  habitis  inter- 
„  fuerant,  atque  inibì  geftis,  jampridem  ab  hac  S.Sede  reprobatis  ,  af-  ' 
.„  ienfum  prseftiterant .  Verùm,  cumipfinoviflìmèdatisadNos  literisfe 


Aaa    2  de  gè- 


INNOCEN-  rj^Q  ScColo    XFfl. 

ZO  Ali.  ^^  degeftishiijufmodi  vehementerquidem,  &  fupra  omtie  id,  qiiod  dici 
3,  poteil:,  ex  corde  dolere  fignificaverint,  ac  quarciimque  in  priet'acis  Co- 
„  mitiis,  five  circa  EcclefiafUcam  poteftatem ,  &  Pontificiam  authorita- 
„  tem decreta,  fiveinpr£E)udiciumjLiriiimearumdemEcclefiarumdelibe- 
„  rata,  pronondecretis,  necdeliberatishabere,  &habendaefledeclara- 
„  verint  j  feriò  infuper  fpondentes ,  fé  ita  in  poftenim  gefturos ,  ut  nihil  pe- 
„  nitiìs  de  vera  eòriim  erga  haricS.Scdeni  obedientia,  ac  debito  prò  juri- 
„  bus  ipfarum  Ecclefiarum  defendendis  zelo  Nobis  defiderandum  fuper- 
fit  ;  Apoftolica  illos  benignitate  complefti ,  nec  diutiùs  à  Paftorali  offi- 
cio arcere  conftituimus .  Porrò ,  ut  id  confilii  caperemus  ,efFeceruntpo- 
tiflìmùm  enixap ,  ac  pluries  iterata:  ejufdem  Chriibaniilìini  Regis  preccs , 
„  cujusinfigiiis,  ac  Regia  vere  pietas,  &  ingens  Catholicce  Religionis  ze- 
„  lus  tantum  libi  apud  univerfam  Ecclefiam  meriti  compararunt ,  ut  in  ejus 
„  gratiam  detrahendum  aliquidfeveritati  duxerimus  ;  cum  praefertim  ipfe- 
„  metRexfuisNosliteriscertiores  reddiderit,  fé  nuperrimè  Regium  il- 
„  lud  Edidum ,  quo  in  Comitiis  prxdidis  edita  de  potevate  Ecclefiaftica 
„  declaratio  fìrmabatur,  ita  haberi  juffiffe,  ut  neminem  adilliusobfer- 
„  vantiam  teneri  perfpeftum  omnibus  fit ,  ac  exploratum .  C^eterùm  in  il- 
„  lorumpromotione,  quiadeasexpr^didisEcclefiisprìeficiendi  erunt  , 
Si  quibus  Regalia  onus  non  ita  pridem  extenfum  fuit ,  quo  ejufmodi  exten- 
„  fionem  non  minùs  à  Nobis  ,  quàm  à  Praedecefforibus  noftris  fempee 
„  reprobatamfuiffe  liquidò  appareat,  opportunas  cautelas ,  quibus  alias 
j,  ad  id  ufi  lliimus,  fimiliter  adhibebimus.  Ha?c  omnia  eximise  pietati , 
),  ac  zelo,  quo  Vos  paftoralem  folicitudinem  noftram  in  Ecclefias  Dei 
j,  adminiftratione ,  opera,  &  confilio  juvare  non  pr^termittitis,  refer- 
M  re  sequum  duximus,  tum  ut  officio  noftro,  &  paternse  erga  Voschari- 
„  tati  fatisfaceremus ,  tum  ut  omnium  veftrum  preces  excitaremus  ad  di- 
3,  vinam  bonitatem  exorandam,  ut  cundainmajusEcclefia:  bonum,  at- 
3,  que  animarum  falutem  cedere  mifericorditer  faciat . 
Condotta  dt'  Così  il  Pontefice .  Mi  per  piena  intelligenza  di  chi  legge,  èdanotarfi, 
fare'ddu  Rei!"  ^^^  "^^^^  fuddctta  Pontificia  allocuzione,  ove  Ci  fa  menzione  delle  pre- 
lu.  cauzioni,  chehaveva,  e  che  havrebbe  ufato  il  Pontefice  per  render  pale- 

fe,  che  la  nota  eftenzione  della  Regalia  non  meno  da  lui,  che  da'fuoiPre- 
deceflbri era ftatafempre  riprovata,  fi  accenna  tanto  il  Decreto  Concifto- 
riale ,  quale ,  fin  ch'egli  ville ,  usò  fempre  di  apporre  fopra  quefl:a  materia 
in  qualunque  provifì:a  di  quelle  Chiefe,  alle  quali  contro  la  celebre  difpo- 
fizione  del  Concilio  di  Lione  era  ftata  indebitamente  diftefa  la  Regalia , 
quanto  il  Breve,  quale  parimente,,  finch'egli  vilTe,  coftumòdifcrivere 
per  l'iftefib  effetto  a  qualunque  proviflo  di  alcuna  di  dette  Chiefe  nel  gior- 
no iftelTo  della  fua  provifione.  Ecco  la  Formola  del  Decreto  Conciftoria^ 
le,  Etdem^ue  wjungentes ,  quòd  memor  fanUionis  ecumenici  Concilii  Lugdu-' 
nenfis  abflinere  de  beat  à  quocumque  a6lu,  ex  quo  tacite,  velexprefsè  inferri 
pofjit  approbatio  extentionis  B^gaVm .  Ed  ecco  il  tenore  del  Breve  concepi- 
to in  due  maniere  ,  l'una  per  quei  Nominati ,  che  erano  intervenuti 
nella  fuddetta  Alfemblea  ,  l'altra  per  quelli ,  che  non  vi  erano  interve- 
nuti. Scrivevafi  alli  primi  in  quello  tenore. 

„  Dilede  Fili  falutem.  Quàm  folliciti  eifedebeamus,  ne  Ecclefiarum 
„  Jura  ullum  Pontificatus  Nofì:ri  tempore  detrimentum  patiantur ,  non 
„  eft ,  quòd  multis  tibi  explicemus  j  id  enim  ipfe  facile  intelliges ,  ubi  feriò 

per- 


J> 


J» 


Capitolo  X  ^41       Innocen- 

perpenderis,  iliiiis hos in terris ,  immeritoslicét,  vicesgerere,quihii-   ,  ^^  '^J^* 
jufmodihsBreditatemacquifivitfangiiinefuo,  cjuamque  proptered  pro- 
penfis  ftiidiis  à  quolibet  damno  immiinem,  inviolatamque  fervare  te-  *' 
nemur .  Cum  aiitem  in  noftro  fecreto  Conciftorio  hoc  mane  habito  , 
poftquam  nimirum  tuis  ad  nos  datis  litteris,  te  de  iis,  qii^in  Comi- 
tiis  Cleri  Gallicani ,  qiiibtis  intcrfuifti  anno  1682.  celebratis  ,  minùs 
reólè  gefta  fiierunt,  t^  corde  dolere  fignificaveras,  nobifque,  &huic 
Sanda? Sedi  defuper  fatisfeceras,  ob  virtutes ,  qiiibus  cìeteroqiii  prseftas , 
N.N.  EcclefisE  te  pr^efecerimus  ,  noftrariim  efle  partium  prorfus  du- 
ximus  tibi  injungere ,  ut  Sacrornm  Canoniim  Ecclefiaftica  jura  viola- 
re, aut  violati  finere  vetantiiim,  imprimifqiie  Sanótionis  Lugdnnenfis 
Concilii,  qiisE  ad  regaliam ,  uti  niincupant,  attinet,  poenarumqiie  ab 
ipfis  inflidariim  memor ,  eidem  regalia  nullatenus  tacite  unqiiam  vel 
exprefsè  confentias,  fed  ab  iis  omnibus  abftineas,  undè  illins  ufusad-  " 
miflus  quoquo  modo  videri  poflet ,  ne  de  tuo  tuendis  Ecclefi^  juri-  " 
bus  zelo,  quemadmodum  nobis  pollicitus  fuifti,  quidquam defiderari  " 
patiaris.  Et  quidem  de  avita  Chriftianidimi  Regis  pietate ,  dequefilia-  " 
li  ipfiuserga  fanftam  hanc  Sedem  obfervantia  adeò  pr^eclarè  fentimus,  " 
ut  veteri,  inconcufl&que  Ecclefiarum,  quse  oneri  hujufmodiobnoxia:  '* 
nonfunt,  indemnitati,  egregie  confulturum  omninò  cenfcamus .  Ti-  " 
bique  interim,  dileéle  Fili,  Apoftolicam  benedidionem  peramanter  " 
impertimur.  Datum  RomcE  &c.  12.  Otìobris  lóg-^.  Agli  altri  poi  »» 
fcrivevafi  in  quell'altro  quali  non  diflìmile  tenore.  »» 

Dilede  Fili  falutem .  QuàmfollicitielTedebeamus,  ne  Ecclefiarum  " 
juraullum  PontificatusNoftri  tempore  detrimentumpatiantur,  noneft  » 
quòd  multis  tibi  expliccmusj  id  enim  ipfe  facile  intelliges,  ubi  feriò  » 
perpenderis ,  illius  nos  in  terris ,  immeritos  licèt ,  vices  gerere ,  qui  hujuf-  " 
modi  hxreditatem  acquifivit  fanguine  fuo  ,  quamque  proptereà  prò-  » 
penfis  ftudiis  a  quolibet  damno  immunem,  inviolatamque  fervare  tene-  '» 
mur.  Cum  autem  in  noftro  fecreto  Conciftorio  hoc  mane  habito,  ob  >? 
virtutes ,  quibus  prjcftas ,  N.  N.  Ecclefise  tepnTfecerimus ,  noftrarum  elfe  »> 
partium  prorfus  duximus  tibi  injungere,  utSacrorumCanonum  Eccle-  j» 
lìaftica  jura  violare ,  aut  violati  finere  vetantium,  imprimjfqueSandio-  - 
nis  Lugdunenfis  Concilii,  quje  ad  regaliam,  uti  nuncupant,  attinet  ,  » 
pcenarumque  ab  ipfis  inflidarum   memor,  eidem  regalile  nullatenus  :., 
tacite  unquani,  vel  exprefsè  confentias,  fed  ab  iis  omnibus  abftineas,  „ 
unde  illius  ufus  admiftìis  quoquo  modo  videri  polfet .  Et  quidem  de  avita  •,, 
Chriftiani filmi  Regis  pietate ,  deque  filiali  ipfius  erga  fandam  liane  Se-  „ 
demobfervantiaadeò  preclare  fentimus,  ut  veteri,  incòncuflarque  Ec-  „ 
clefiarum,  qua? oneri hujufmodiobnoxise non funt,indemnitati egregie  ,, 
confulturum,  piane  nobis  poUiceamur.  Tibique  interim,  dilede  Fili  ,  „ 
Apoftolicam  benedidionem  peramanter  impertimur .  Datum  Romar  „ 
&c.  die  &c.  „  Così  li  due  Brevi .  Dall'ufo  di  sì  forti,e  chiare  precauzioni,  „ 
quali  ancor  hoggi  efattamente  fi  pratticano  dal  Regnante  Clemente  Un  de- 
cimo, ben  manifcfto  fi  fcorge ,  non  haver  punto  degenerato  dal  zelo  d'In- 
nocenzo Undecimo  li  di  lui  Succelfori ,  e  perciò  non  meno  talfamente,  che 
empiamente eficrc ftato fcritto  da  Gafparo  Audoul  nel  fuo  dannato  [^]   ^ProUbhus  k,. 
Trattato  della  Origine  della  Regalia,  [b]  Le  Papa  Innocent  XI.  a  taitces  ^og.^^*  •^''^'""^• 
effortsparfesBrefs,  pourobligerleRoy  de caflèr,&  abolirla Declaration  <^' <^^rp.^»iouii. 
Tomo  jy.  Aaa    3  de    IS^tiT^^f 


Inkocen-       rj^^  Secolo  XVI I. 

ZO  Ali.  de  ló^j.  toiichant  l'univerfalitè  de  la  Regale,  &  apres  la  mort  de  c^e 
Pontifex  ,  ceiix  qui  luy  ont  fuccedè  ,  ont  connii  la  juftice  de  la  Re- 
gale ;  dont  noflre  Augiifte  Monarqiie  joiiit  aujoiird'huy  paifiblement 
daiis  tonte  letendiie  de  fon  Royaume .  Così  egli . 

Quella  fommiifione,  che,  come  detto  habbiamo,  pratticarono  i  Ve- 
fcovi,  &  altri  Ecclefiaftici  della  Francia  verfo  la  Santa  Sede,  non  fu  punto 
imitata  dalli  Janfenifti,  che  inimici  hor  fecreti,  horpublici  del  Pontifi- 
zvedi  n  Pentìf^^^^^^^^^^^'  & infofFerenti fcmptc della proptia  dcpreflìone ,  alzavano 
w.J/Ìtìw^^Jk//  alte  grida  al  Cielo  pe'l  Formulario  [a]  prefcritto,  ò  alterandone  i  fenfi, 
to.^.pag.cj^.       5  variandone  le  parole,  conforme  loro  perfuadevaò  l'impegno,  ò  il  di- 
fcredito  della  loro  dottrina.  Accorfe  Innocenzo  al  mal  paflato  con  rime- 
fa  23, /4».i<r94.    (jioprefente,  prima  con  publico  [b]  Decreto  della  Congregazione  del 
e  6.  Ftbr.i6c,^.    Santo  Offizio ,  e  pofcia  con  due  Brevi  diretti  ad  alcuni  [e]  Vefcovi  della 
Pontefice'  coiu'ro  Fiandra ,  il  cuì  tciiore  in  diverfa  data  di  tempo ,  e  a  perpetua  memoria 
li  Janfenifti.       della  pofteritù  noi  qui  riferiamo  in  quefti  fogli. 

yenerahilibus  Fratribus  ^rchiepifcopo  Machlimenft y  Epifcopjs 

tAntverpienfi  ,  Brugenft  ,   Candavenft  , 

C^  B^iremundenftj 

INNOCENTIUS  PP.  XII. 

„      Venerabiles  Fratfes ,  Salutem  &c.  Nuper  ex  litteris  fraternitatum 
j,  veftrarum  primùm  accepimus ,  ortaefle  aliqua  inter  Theologos  Belgii 
„  diifidia,  dum  alii  alios  incufanttanquamnovarumopinionum  fedato- 
„  res,  qui  cu m  verbo,  tum  fcriptis Conftitutiones fel. ree. Innocentii  X. 
„  &  Alexandri  VII.  Prc-cdecefTorumNoftrorum,  inquibusquinque  pro- 
>,  pofitiones  ex  Libro  Cornelii  Janfenii  ,  cui  titulus  eft— Auguftinus— 
5,  excerptìE,  &  damnati,  una  cum  Formulario  juramenti  in  earumdem 
„  condemnationemprjefìandicontinentur,  variis  interpretationibus  inu- 
„  tiles,  &  ineiìicacesquodammodòreddere  non  fine  gravi  Animarumde- 
„  trimento  conantur .  Cumque  maxime  nobis  c\xxx  efle  debeat  prò  debito 
„  pafloralis  Regiminis  nobis  ex  alto  commini ,  ut  femper  firm*e  Prxdecef- 
3,  forumNoftrorum  Conftitutiones permaneant  in  rebus,  quaradOrtho- 
«  doxa^fideiintegritatemconducunt,  ad  diifidia  omnia,  qu^EccleficC,  & 
„  FideliumPacemperturbant,  compefcenda  :  Inprimis  prcedidis  Confti- 
„  tutionibus  Innocentii  X. ,  &  Alexandri  VII.  exemplo  Pr^decetforum 
„  Noftrorum  firmiter  inh^rentes,  eafqueinfuoroborefuifTe,  &eifede- 
„  clarantes ,  Fraternitatibus  vciiris ,  de  quarum  zelo ,  &  pictate  plurimiìm 
„  in  Domino  confidimus,  mandamus,  utcontraomnes,  &:quofcumque 
„  cujuslibet  ftatus,  gradus,  &  conditionis  exiftant,  quiaufu  temerario 
prairdiftasquinquepropofitionesfic  damnatas  in  Conltitutionibus  Inno- 
centii X.  ,  &.  Alexandri  VII.  publicè,  vel  privatim,  tam  in  Scholis, 
quàm  in  Concionibus  verbo ,  vel  fcripto  defendere  pr^efumpferint  (  fer- 
vato  tamcn  juris  Ordine  )  proccdatis,  eofquedebitispoenis  in  eifdem 
Conftitutionibus  contentispuniri  curetis ,  cum  ad  comprimendum  tam 
„  grave  malum,  quod  jamdiùCatholicamEcclefiamvexat,  efficaciusre- 
„  medium  adhiberi  non  pofle  videatur.  Pr^eterea  Fraternitatibus  veftris 
„  injungendumduximus,  prout  per  pra;fentesin;ungimus,  ut  prò  veftra 

pie- 


Capitolo  X.  7^5^       Innocen- 

pietate,  &  prudenti^,  f;icitltate  illa ,  qua  per  Gorìftitiltioncm  Apoftolicam  j,  ^^  AlL 
mimiti eftis,  icaFormulariifubfcriptionein,  fcii  jiiramentimiadpraxim  ,j 
rediicatis»  utinexigendo  iuramentppr^edido,  zelus,  «Sj  charitas  veftra  ,» 
qiiàm  maxime  eluceati  ne  alicujils  fama  indebite  l£Edatiir,autdetradio-  ,* 
nibiiSj&mtirmitrationibuslocusdetur.  Qnarepr^cipimiis,  utquemad-  ,« 
modumii,  quiad  juramentumadigendifiint,  illiid  predare  debent  fin-  ,j. 
cere ,  abfque  uUa  diftindione  >  &  retlridione ,  feii  expofitioiie  >  damnan-  ^ 
do  eas  propófitionesexLibro  Janfeniiexcerptasinfenfuobvio,  quem  „ 
ipfamet  propofitionmn  verba  pr^feferunt,  proutfenfiimillLini  dainna-  n 
flint Siimmi  PontificesPr^EdecelToresNoftri,  damnatumqtie  haberi  vo^  a 
liieriint  à  Chrifti  Fidelibus  ;  ita  per  Fraternitates  Veiìiras  ab  iis ,  qui  For^  ,i 
niularioprjeditìofubfcribent,  ac  juramentum  prceftabunt ,  prazter  for-  ,> 
mulamipfamtraditam,  verbaquein  Conftitutione  Apoftolica  prxfcri-  j^ 
pta^quicquid aliud vel minimum declarationis, interpretatioiiis , aut ex-  ,i^ 
plicationis verbo,  velfcriptOnonexigatur,  etiamfub  pra;textu,  quòd  ,^ 
additiones  ad  nos  tranfmiife  comprehendantur  ,  feu  contineantur  in  ,* 
Formulario Alexandri  VII.  C^terùm  ad  prxcavendas  omries  diflìdiorum  ,> 
caufas,  qua»  Chriftianatlipacem  dilacerante  nosquofcumquealios  fen-  ,» 
fus  Formularii  prsEter  eum ,  quem  ipfius  verba  exhibent,  afferri,  vel  „ 
ufurparij  autdehis  difputari  interdiximtis  *  &  prohibuimus,  ac  fuper  j, 
ejufdemFormulariiinterpretationeficut&prà^didarumpropofitionum  „ 
in  alios  fenfus  pr^ter  eum  i  qitem  ipfa  verba  per  fé  exhibent ,  perpetuum  ,> 
filentiumimpofuimiiSj  ut  ex  noftrisDecretis,  tàm  fuper  ipfofilentio,  ,* 
quàm  fuper  prohibitione  omniuni  librorum  editorum  ,  Se  edcndo-  j^^ 
rum  in  hac  materia  pleniiis  innotefcetj  cum  ad  Summum  Pontifìcem  ,> 
dumtaxatpertineat,  fenfum ,  queminhispropofitionibusdamnaverit,  ,> 
&  ut  damnatum  à  lìdelibus  credi  cenfuerit  ,  declarare  .  Demum  ,> 
ad  extinguenda  Theologorum  jamprideminter  fefe  excitata  diffidia, 
Fraternkatibus  Veftris,  quantum  in  Domino  pofllimus,  pr^fencibus 
noftris  maiidacis  injungi'Lnus,  ne  uUa  rationequemquam  vaga  irta  ac-- 
cufatione^  &  invidiofo  nomine  Janfenifmi  traduci ,  aut  nuncupari  fina-  ,^ 
tis,  nifipriùsfufpetìiumcirelegirimèconfl-iterit,  aliquamexhispropo-  ,> 
fitionibus  dotuilfe,  auttenuiife;  ncc  quemquamfubhocpr^etextu  re-  „ 
pelli  ab  otiìciis ,  muni's,  beneficiis,  gradibus,acconcionibushabendis,  ,, 
vel  alia  quacumqueilindioneEcclefiafticapermittatis,  nififervato  juris 
ordine ,  eam  pcenam ,  qux  viris  alioquin  Catholicis  graviilìma  eft ,  com- 
meruiffe  probatum  fuerjt .  Hsec  ad  Fraternitates  veftras  fcribenda  decre- 
vimus ,  non  de  veftra  voluncate ,  &  ftudio  erga  Ecclefias  Fidei  veftrie  ere-  „ 
ditasditiidentes,  fed  animi  noftri  ai+edum»  &  omnium  Bcclefiarum  fo-  „ 
licitudinemteftificantes,  ut  tandem  qui  Pal^or  Paftorum  eft,  vigihfle  „ 
vos  in  Gregis  veftricuftodia  divino  fuo  judicio  comprobare  dignetur.  *, 
Fraternitatibus  interim  Veftris Apoftolicam  benedidionemperamanter  j, 
inapertimur .  Datum  Romsc  &c.  diefexta  Februarii  169^. 

yenerabilibus   Fratrtbus  ^rchìepifcopo  Machlinienfi ,  Epifcopis  ^nt- 
verpienft,  E^uremundenjì ,  Burgenfit  Gandavenft, 

INNOCENTIUS  PP.  XII. 
Venerabiles  Fratres,  Salutem^c.  Literas,  quas  decima  nona  Junii  « 

Aaa    4  ad 


3> 


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I) 

3) 


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3> 
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3J 


InNOCEN-  Ky^^  cf^^cj/c?    XV  IL 

ZO  Ali.       ^^  adnosdediftis,  libeiiti  animo  accepimus,  cum  in  iltis  veflras  ad  hanc 
Sandam  Sedem  preces  intellexerimiis ,  quibus  noftrum  judicium  prò 
fana  dodrina  veftris  in  Dioecefibiisregiilandapoftulatis.  Ex  iifdem  au- 
tein  literis aperte deprehendimiis,  mala,  quasquoad  Janfenifmiim  ex- 
pofiiiftis ,  non  procedere  ex  eo ,  qnòd  Brevi  à  nobis  fexta  Februarii  An- 
ni millefimifexcentefiminonagefimi  quarti  ad  vos  dato,  fatis  ipfis  non 
fìt  confultiim ,  fedpotiùs  quia  idem  Breve  execiitioni  fortafleuti  par  ef- 
fet ,  non  mandetur ,  cum  illud  nulla  prorfus  indigeat  explicatione  j  aptum- 
qiie  fit ,  libi  in  ipfo  prajfcripta  adimpleantur ,  efficax ,  atque  opportunum 
aiferre remedium .  Quòd  fi  prjBtenll  Janfeniftx  interne,  &  abfque  eo 
quòd  devcniantaduUumaòtum  externum,  dum  jurant  Formularium, 
nonaliterdamnent  quinque  propofitiones,  qudminfenfu  obvio,  non 
habitorefpeduobviifenfusdicli  Formulari!,  fuoque  arbitrio  effingant 
ejufmodi  fenfum  obvium*  Ecclefia  non  judieat  de  occultis,  quse  foli 
Deo cordium  fcrutatori innotefcunt .  Sinverò  iidem  pr^tend  Janfeni- 
ftae  vocej  aut  fcriptisedant propri os  fenfus  ApoftolicarumConftitutiO' 
numj  pradidique  Brevis  fenfui  dilfentaneos  ;  debent  Epifcopi,  prout 
de  jure,  contraeos  procedere  non  tantum  audoritate  ordinaria,  fed 
etiam  fpeciali  facultate  ipfis  indulta  à  Conftitutionibus  Prasdeceflbruni 
noftrorum  fel. record.  Innocenti! Decimi,  &AlexandriSeptimi,  quas 
^'  nos  quoque  confirmavimus ,  ita  ut  fervatis  fervandis  congrue  puniati- 
*'  taVi  cum  ea  omnia  facile  probari  poflìnt,  quiaagitur  de  adibus  exter- 
^'  nis.  Non  fine  admiratione  intelleximus,  nonnullos  iftis  in  Dicecefibus 
*'  reperir!,  quiverbis,  &  calamo  aufi  fuerint  affirmare ,  fupradido  noftro 
"  Brevi  alteratam ,  feu  reformatam  clfe  Conftitutionem  Alexandri  Septi- 
"  mi  decima  fexta  Odobris  Anni  millefimifexcentefimi  quinquagefimi 
fexti  editam,  necnon  Formularium  ab  ipfomet  pronuntiatum,  cwm 
diólo  Brevi  utrumquefpecificèconfirmetur,  &  omninò  intenderimus  , 
*'  &  intendamus  iifdem  adbcerere ,  &  nequaquam  fine  re  <  ut  aliquid  ad- 
datur,  vel  dematuràpr^editìio  Formulario,  illud  quovis  modo  alteran- 
do in  aliqua  ejus  minima  parte ,  fed  in  omnibus ,  &  fingulis  ejufdem  par- 
tibus ,  ut!  mandavimus ,  mandamus  etiam  adamuffim  obfervari .  Qiipd 
atcinet  ad  Libros  SacrsE  Scripturìe  idiomate  vulgati  tradudos,  &  alios 
prohibitos,  patentConftitutionesPrafdeceflGrumj  &  potifi^ìmiìm  fel. 
record.  Pi!  Quarti  ,  à  quibus  fatis  fuperque  abufibus  providetur  ,  uri 
*'  etiam  confugia  ad  Laica  Tribunalia  à  confimilibus  Conftitutionibus  in- 
*'  hibentur,  quarum  Epifcopi  fuis  in  Dicecefibus  obfervantifiìmi  executo- 
*'  res  effe  debent .  Quodpertinetadpendentescontroverfias  circa  admil» 
*'  niftrationemSacramentorum,  donec  aliquid  fpecialius  decernatur  ah 
"  iifdem  Epifcopis,  advigilandum  eft,  ut  juxta  Santìiones  Canonicas  , 
»'  Statuta  Conciliortim ,  &  praxim  Ecclefi^e  adminiftrentur ,  habita  cafuum, 
3»  atque  eorum  circumftantiarum  rationei  etenim  in  prcefens  magna  fo- 
»y  licitudine  difcuffioni  propofitionum ,  quse,  inter  alias  abundèdelatas, 
5>  ad  hòc  argumentum  fpedant ,  adlaboratur  1  Confultoribus  ,  &  Qua- 
5>  lificatoribus  fupremse  hujufce  Inquifitionis  ,  qui  omnes  funt  pietate  , 
,>  ac  dotìrina  prsftantcs.  De  veflra  autem  in  hanc  Sandam  Sedem  ob- 
,j  fervantia  adcò  preclare  fentimus ,  ut  piane  confidanuis  non  omiffu., 
,,  ros  vos  ejufdem  mandata  debita  charitate,  &  prudentia  exequi ,  fir^ 
3,  mam  in  fpemvenientes,  reftituendam  tandem  iiti  Provincia:  tranquilli- 

tatem , 


5> 


3ì 

Pi 
j> 


Cafttolo    X  "    .       745  INNOCEN- 

l^ateni  j  qUà  coetetse  omnes  fruiintur.  Fracernitatibus  interim  veftris  „  ^^  ^^^'     ' 
Apoftolicaiii  Beneditìionem  peramanter  impertimur .  Dat.  &c.  die  „ 
vigelim squarta  Novembris  16^6.  &c.  Anno  fexto.  „ 

Li  Janfenifti  colpiti  dalla  vigilanza  del  Pontefice  cercarono  fcampo  alla 
loro  perfidia  con  nuovi  atteihti di  temeraria  baldanza,  &  EUies  du  Pin  ne 
publicò  uno  nel  Libro  intitolato  TS^nova  Btbliotheca  degli  Ruttori  Ecclefia- 
fiiciy  &  altri ,  tutti  parti  della  medefima  loro  oftinazione,  [a]  Litterji  .^^/X^/óy^!"''* 
B^ma  datai  ad  Do6lorem  Lovamenfe??i  circa  novum  dccretuniy  &  breve  San- 
muffimi  Domini  Ts^ofìri  Innocentii  XII.  ad  Epifcopos  Beigli  de  formulario  can- 
tra Janfemum,  [b]  Tanegyris  Janfeniana,  fen  te{ìimonia  eruditorum  ^'*'^-^^/f^^)l'J^\^'^*'"*' 
rum  celebrantia  librum,  cui  titulus,  Cornelii  Janfenii  Epifcopt  Iprenfis  Au-  "''^'°  '"'"'''  ^  ' 
gujìinusj  quali  riceverono  incontanente  pronta,  e  meritata  condanna. 

Molto  però  più  Itrepitofo  pe'l  Chriftianefimo  fiiil  Libro  diFrancefco  Libro  ddi'Arcu 
di  Salignac  Fenelon,  che  tirò  feco  dietro  l'impegno  della  Francia,  e  di  l'f^^^l  fJ^^cX 
Roma.  Era  l'Autore  in  pregio  di  bontà  di  vita,  di  aura  di  potenza,  e  di  dana». 
profondità  di  fapere,  Arcivefcovo,  eDucadiCambray,  Precettore,  e 
Direttore  della  Famiglia  Regnante  òi  Borgogna,  d'Angiò,  e  di  Bcrry, 
Figli  del  Delfino ,  e  Nepoti  del  Re  Luigi  dì  Francia ,  e  perciò  applaudito , 
e  temuto  per  merito  proprio ,  e  per  regia  ProtcKione.  Egli  dedito  all' al- 
tezza della  contemplazione  partorì  le  fue  fecrete  Idee  fopra  un  Libro ,  che 
dalle  Stampe  di  Parigi  [e]  ufcì  alla  luce  di  tutto  il  Mondo  co'l  titolo  Efpli-  '^  '^"««  ''^^7* 
caT^ione,  e  dichiaraT^one  delle  maffirne  de' Santi  fopra  la  via  interiore,  con- 
tro il  quale  infurfe  lubito  lacenfura  de  Dottori ,  quali  rinvennero  in  eflb 
Mafllme  Qjiietijiey  che  degenerar  facilmente  potevano  in  Molintjie.  Fu- 
rono elleno  prima  Chriftianamente  ripigliate  dal  Vefcovo  di  Meaux,  e 
pofcia  da  altri  molti  Sorbonici  della  Francia  ,  che  accorfero  alla  caufa 
commune  della  Religione  Cattolica,  mi  con  quella folita  oppofizione  ò 
degli  appaHlonati ,  ó  de*  malevoli ,  ò  degli  adherenti ,  che  fempre  C\  oppon- 
gono al  ben  fatto .  Onde  fi  viddero  le  Chiefe  allora  della  Francia  divife  in 
duefazzioni,  chi  à  favore,  chi  contro  al  Cameracenfe,  porgendo  pabulo 
al  fuoco  li  Janfenifti  fempre  intenti  à  quelle  occafioni,  che  fomminiftrar 
potevano  detrimento  ai  ben  publico ,  e  difcapito  all'autorità  fuprema  del 
Pontificato  Romano.  E  già  al  Papa  erano  pervenute  le  accufe  del  Libro, 
e  le  querele  di  una  parte,  e  dell'altra;  onde  in  lui  era  tutto  fi  Ilo  il  Chri- 
ftianefimo, attendendone  con  ficurezza,  ò  gli  oracoli  dell  alfoluzione,  ò 
la  rifoluzione  della  condanna.  IlRemedefimo,  che  ne  veniva  allora  glo- 
nolo  dalla  fupprefiione  delli  Janfenifti,  timorofo  di  nuovo  moto  di  Re- 
ligione nel  fuo  Regno  per  caula  dell' accennata  difcordia,  ben  configliatc» 
da'faoipiùfani  Theologi,  SantijJimoTadre,  eglifcrilfe  [d]  di  proprio  ca-     <^  ì}.  t)cce^b. 
rattereal  Pontefice,  nel  tempo  che  io  fperavo  dall' amtci7;ja,  e  dal  ■:(elo  di  [^^f^radei  Re  di 
Vojira  Santità  una  pronta  deci/ione  intorno  al  Libro  dell'  Arcivefcovo  di  Cam-  Francia  aiPonce- 
brayy  non  ho  potuto  fentire  jen':^a  rammarico)  che  un  tal  CiudÌ7iio  sì  necef-  defr'Arctveicovo 
fario  alia  pace  della  Chiefa  fta  ancor  ritardato  dagli  artificii  di  coloro  ,  che  diCambray.  ._ 
credono  il  proprio  interejie  il  digerirlo .  Io  vedo  sì  chiare  le  dannofe  confe- 
gitenT^e  di  quefic  dilaT^oni  ,  che  non  mi  parerebbe  di  degnamente  foftenere  il 
titolo  di  Figlio  Trimogenito  della  Chiefa  ,  fé  io  non  replicafji  le  mie  calde 
ijìan'Te  tante  volte  fatte  à  yojlra  Santità  ,  e  non  fupplicajjì  ad  acquietare 
finalmente  la  commoi^ione  eccitata  nelle  cofcien':^  da  quefio  Libro  ;  nò  può 
prefentemente  fperarfi  quefio  ripofo  ,  che  dalla  Decifigne  del  Tadre  commu- 
ni 3  .u-. 


Innocen-        rj^f;  Secolo  XVII. 

5:o  Ali.  fic  .  j^^  chiara  ,  efprcffa  ,  e  che  non  pojfa  ammettere  alcuna  falfa  ìnterpré-» 
ta'7;^ionef  e  tale  finalmente,  quale  convkn  ,  che  jta  t  per  non  lafciare  alcun 
dubio  intorno  alla  dottrina  ,  &  i/veliere  intieramente  quefto  male*  Doman- 
do ^  Santìjfmio  Tadre  ,  quejìa  Decifione  a  Fojira  Beatitudine  per  il  bene  della 
eh  le  fa,  per  la  tranquillità  de"  Fedeli,  e  per  la  propria  gloria  di  rojira  San- 
tità, fapendo  ella,  quanto  quefia  mi  fia  a  cuore  :  e  come  che  io  fono  in  ol- 
tre per/Uafo  della  fua  tener e'2;^7:a  paterna,  aggiungerò  a  tante  gravi  cagioni, 
che  ve  la  devono  indurre,  la  conJideraT^ione ,  che  io  la  prego  di  fare  alle  mie 
ijìan'^^ei  &  al  filiale  affetto,  con  il  quale  &c.  Così  egli.  > 

La  tardanza  Pontifìcia  non  fu  però  effetto  di  trarciiratezza>  mddifom^ 
ma  prudenza  ,  con  ciii  non  volendo  Innocenzo  precipitare  un  giudizio 
sì  grave,  deliberò  prima  della  decifione  ponderarne  con  ogni  efattezza 
refame,  e  li  meriti;  tanto  più,  quanto  che  havendo  egli  voluto,  per 
maggiore  iffruzione  de' Fedeli  foflero  di  (tintamente  note  le  propo{Ì2;ioni> 
^  che  nelLibro  accennato  meritavano  cenfura ,  non  potè  ciò  farfi  fenza  mol- 
ta maturità,  e  lunghezza  di  tempo.  Ma  finalmente  rinvenutevi  ventitré 
propolìzioni  meritevoli  di  condanna,  ella  tantoflofeguì  con  applaufo  del 
Chrifìiianefimo  nel  tenore  del  Breve,  che  foggiungiamo. 

CUm  alias  ad  ^pojlolatus  Islofìri  notitiam  pervenerit  in  lucer/i  prodìijìe 
Libmm  quemdam  Gallico  idiomate  editum  ,  cui  titulus  :  Explicatioii 
des  Maximes  de  Saint  Tur  la  Vie  interieure,  par  Meiilre  Francois  de  Sali- 
gnac  Fenelon ,  Archevèque  Due  de  Cambray  j  Preceptenr  de  MefTeigneurs 
ics  Ducs  de  Bourgogne,  d'Aujou,  &de  Berry.  A  Paris  che2;  Pietre  Au- 
bouin,  Pierre  Emery,  Charles  Cloufìer  1697.;  mgem  vero  Jubinde  denon 
fana  libri  hujufmodi  do6lrina  excitatus  in  Galliis  rumor  adeò  percrebuerit  , 
nt  opportunam  Vajloralis  vigilanti^  nofira  opem  effiagitaverit  :  TS^os  eum- 
dcm  librum  nonnullis  ex  Fenerabilibus  Fratribus  Ì<[ojiris  S.  I\.  E.  Cardinali- 
bus,  aliifque  in  Sacra  Theologia  Magi/iris  ,  mature  ,  ut  rei  gravitas  poftu- 
lare  vide batur,  examinandum  commijìmus .  Vorrò  hi  mandatis  nojìris  obfe- 
quentes  ,  poflquam  in  quamplurimis  Congregationibus  varias  propofitiones 
ex  eodem  libro  excerptas  diuturno  ,  accuratoque  examine  difcujìerant  ,  quid 
fuper  earum  fingulis  fibi  viderctur,  tam  voce,  quàni  [cripto  nobis  expofue- 
Tunt .  ^uditis  igmir  in  pluribus  itidem  cotam  K^obis  de  fuper  a£ìis  Congrega- 
tionibus metnoratorurt  Cardinalium  ,  &  in  Sacra  Theologia  Magiftrorum 
fenteiìtiis.  Dominici  Gregis  Islobis  ah  JEterno  Tafiore  crediti  pcriculis,  quan- 
^  tum  Islobis  ex  alto  conceditur ,  occurrerecupientes,  motuproprio,  ac  ex  cer- 

ta fcientia,  a^  matura  deliberatione'ì^oftris,  deque^pofìolìcm  poteflatis  ple- 
nitudine,  tibrum  pncdiclUm  ubìeumque,  &  quocumque  alio  idiomate,  fcu 
quavis  editione  ,  aut  verfione  hucufque  imprefsum  ,  aut  in  pojierum  impri- 
mendum ,  quippe  ex  cujus  legione ,  Ù'ufu  fideles  fenfim  in  errores  ab  Ecclefia 
Cattolica  jam  damnatos  induci  pofsent,  ac  infuper  tanquam  continentem  pro-r 
pofttiones  fìve  in  obvio  earum  vtrborum  jcnfu  ,  five  attenta  fententiarum 
connexione,  temerarias,  fcandalofas,  male  fonantes  ,  piarmn  aurium  offen^ 
fivas,  in  praxi  perniciofas ,  ac  ctiam  erroneas  rffpe&ivè,  tenore  prafentium 
d:mnamus,  &•  reprobamus,  ipfwfquelihn  imprejjionem,  defcriptwnsm ,  le- 
Ctionehi,  retenttonem,  >&  ufum  omnibus,  &  ftugulis  Chriftifidelibus  ettam 
fpecifua,  (oT  individua  mentione ,  &  exprejfiGne  dignis,  fub  posna  excommu- 
nicatmnis  per  contrafuientes  ipfo  facio  abfque  alia  declaratione  incurrenda  , 
interdicimus ,  &  prohibemus .  p-'olentes,  &  ^poflolica  Au^oritate  mandan- 

tes , 


Capìtolo    X.  ^^rj  lNNOCEt<- 

tes,  ut  quicumque  fupradi&um  librum  penès  fé  habuerìntt  illum  fiatim  at-  ^^  Ali. 
que  prafentes  littem  eìs  innotuerint  ■,  locorum  Ordinariis  ■>  rei  hxreticoi  pra- 
vitatis  Inquijitoribus  tradere  ,  ac  con/ignare  omnmò  teneantur .  In  contra- 
rium  facientibus  non  obftantibus  quibtifcumque .  deterum  Tropojttiones  in  dì- 
£lo  libro  coment. -e  3  qnas^Apojiolici  cenfura  judiciiy  ficut  priemittitur ,  confi- 
gendas  duximus  t  ex  Gallico  idiomatc  in  latmum  verf^,  fiint  tenoris ,  qui  fe- 
quitur,  videlicet  :  I.  Datar  habitualis flatus  amoris  Dei,  qui  eft  charitas 
pura ,  &  fine  uUa admixtione  motivi  proprii  interefle .  Neque  timor  poena- 
rum,  neque  defiderium  remunerationum  habent  ampliiìs  in  eo  pattern. 
Non  amatur ampliùs  Deus  propter  meritum ,  neque  propter perfeftionem, 
neque  propter  lèlicitatem  in  eo  amando  inveniendam .  IL  In  ftatu  vitse 
contemplativa?,  feu  unitiva?  amittitur  omne  motivum  intereflatum  timori?, 
&  fpei .  III.  Id  quod  eft  eflentiale  in  direzione  animce ,  eft ,  non  aliud  face- 
re  ,  quàm  fequi  pedetentim  gratiam  cum  infinita  patientia ,  próccautione ,  & 
fubtilitate .  Oportet  le  intra  hos  limites  continere,ut  finatur  Deus  agere,  de 
nunquam  ad  purum  amorem  ducere ,  nifi  quando  Deus  per  undionem  in- 
teriorem  incipit  aperire  cor  huic  verbo,  quodadeò  durumefìanimabus 
adhuc  fibimet  affixis ,  &  ideò  poteftillas/candalizare,  autinperturbatio- 
nem  conjicere .  IV.  In  ftatu  fandje  indifferentia;  anima  non  habet  ampliiìs 
defideriavoluntaria,  &  deliberata  propter  fuumintereire,  exceptisiisoc- 
cafionibus,  in  quibus  tori  fuiEgratÌ2Endeliternoncooperatur.  V.  Ineo- 
dem  ftatu  fandse  indift'erentia;  nihil  nobis ,  omnia  Deo  volumus .  Nihil  vo- 
lumus ,  ut  fimus  perfeéti ,  &  beati  propter  interefleproprium  ;  fed  omnem 
perfetì:ionem,acbeatitudinem  volumus,  in  quantum  Deo  placet  eftìcere> 
ut  velimus  res iftas  imprefiìone  fiisc  gratin?.  VI.  in  hocfantìceindifferen- 
tix  ftatu  nolumus  ampliùs  falutem ,  ut  falutem  propriam ,  ut  liberationem 
ìEternam ,  ut  mercedem  noftrorum  meritorum ,  ut  noftrum  intereife  om- 
nium maximum  ;  fed  eam  volumus  voluntate  piena,  ut  gloriam,  &  benepla- 
citumDei,utrem,  quamipfevult,  &quamnosvult  velie  propter  ipfum. 
VII.  Derelidio  non  eft  nifi  abnegatio,  feu  fuiipfiusrenunciatio,  quam  Je- 
■fusChriftusà  nobis  in  Evangelio  requirit,  poftquam  externa  omnia  reli- 
querimus .  Ita  noftri  ipforum  abnegatio  non  eft ,  nifi  quoad  intereffe  pro- 
prium.  Extrem.Tprobationes,  in  quibus  ha:c  abnegatio,  feu  fui  ipfius  de- 
reliftio  exerceri  debet ,  funt  tentationes ,  quibus  Deus  icmulator  vult  pur- 
gare amorem ,  ntiUum  ei  oftendendo  perfugium ,  neque  ullam  fpem  quoad 
ftmm  interefle  proprium ,  etiama?ternum.  Vili.  Omnia  Sacrificia,  qu^ 
fieri  folcnt  ab.animabus  quàm  maxime  difintereflatis  circa  earum  zeternam 
beatitudinem ,  funt  conditionalia .  Sed  hoc  Sacrificium  non  poteft  efle  ab- 
foiutum  in  ftatu  ordinario .  In  uno  extremarum  probationum  cafu  hoc  Sa- 
crificium fit  aliquo  modo.^bfolutum.  IX.  In  extremis  probationibus  poteft 
anim^  invincibiliterperfuafumeiTeperfuafionereflexa,  &qua?non  eftin- 
timus  confcienti^e  fundus,  fé  juftè  reprobatum  eflTe à  Deo .  X.  Tunc  anima 
divifa  à  femetìpfa  expirat  cum  Chrifto  in  Cruce ,  dicens  :  Deus  Deus  meus , 
ut  quid  dereliquifti  me?  In  hac  involuntaria  impreilìone  defperationis  con- 
ficit  Sacrificium  abfolutum  fui  interelfe  proprii  quoad  sternitatem .  XI.  In 
hoc  ftatu  anima  amittit  omnem  fpem  fui  proprii  interelfe,  (ed  nunquam 
arhittit  in  parte  fuperiori ,  ideft  in  fuis  adibus  diredis ,  &  intimis  fpem  per- 
fectam,  qus  eft  defiderium  difintereflatumpromifiìonum.  XII.  Diredor 
tunc  poteft  huk  animai  permittere,  ut  fimpliciter  acquiefcat  jafturx  fui 

proprii 


InNOCFN-  rj^2  ^^Colo  XV IL 

ZO  Ali.  proprii  intereffe,  &  juftae  condemnationi,  quam  (ibi  a  Deo  indidam  credic. 
XIII.  Inferior  Chrifti  pars  in  Cruce  non  communicavit  fuperiori  fuas  invo- 
luntarias  perturbationes .  XI V.  In  extremis  probationibiis  prò  purificatio- 
ne  amoris  fit  quajdam  feparatio  partisUiperioris  animse  ab  inferiori-In  ifta 
feparatione  aftus  partis  interioris  manant  ex  omninò  cécca ,  &  involuntaria 
perturbatione  ;  nam  totiim  qiiod  eft  voluntarium  &  intelletì:uale ,  eft  partis 
fiiperioris .  XV.  Meditati©  conftat  difcurfivis  a(51:ibiis,qui  à  fé  invicem  facile 
dilìiinguuntiir-  Ifta  compofitio  aduum  difcurfivoriim  ,  &  reflexorum  eft 
propria  exercitatio  amoris  interefifati .  XVI.  Datur  ftatus  contemplationis 
adeò  fablimis ,  adeòque  perfedse,  ut  fiat  habitualis ,  itaiit  qiioties  anima  adu 
orar ,  fna  orano  fit  coatemplativa ,  non  difcurfiva .  Tiinc  non  ampliùs  indi- 
getredire admeditationem,  ejufque adus methodicos .  XVII.  Anims  con- 
templativje  privantur  intuita  diftindo ,  fenfibili ,  &  reflexo  Jefu  Chrifti  duo- 
bus  temporibus  diverfis-Primò ,  In  fervore  nafcente  earum  contemplati o- 
nis-Secundò,  Anima  amittitintuitum  Jefu  Chrifti  in  extremis  probationi- 
bus .  XVIII.  In  ftatu  padìvo-exercentur  omnes  virtutes  diftindix ,  non  co- 
gitando quòd  fint  virtutes.  In  quolibet  momento  aliud  non  cogitatur,  qudra 
tacere  id ,  quod  Deus  vult  ;  &  amor  zelotypus  fimul  eificit ,  ne  quis  ampliùs 
(ibi  virtutem  velit,  nec  unquam  fit  adeò  virtute  prseditus ,  quàm  cum  virtuti 
ampliùs  afiixus  non  eft .  XIX.  Poteft  dici  in  hoc  fenfu ,  quòd  anima  padìva, 
^  difinterelfata  nec  ipfum  amorem  vult  ampliùs ,  quatenùs  eft  fua  perfedio, 
&fuafelicitas,  fedfolùm  quatenùs  eft  id,  quod  Deus  ànobis  vult.  XX.  In 
confitendodebentanimsEtransformatsE  fua  peccata  deteftari ,  &  condem- 
nare  fé ,  &  defiderare  remilfionem  fuorum  peccatorum ,  non  ut  propriam 
purificationem ,  &  liberationem ,  fed  ut  rem ,  quam  Deus  vult ,  &  vult  nos 
velie  propter  fuam  gloriam .  XXI.  Sandi  Myftici  excluferunt  ì  ftatu  anima- 
rum  transformatarum  exercitationes  virtutum .  XXII.  Quamvis  hxc  do^ 
^nnz{de  pwro^morf)  elfet  pura,  &  fimplexperfedio  Evangelica  in  univer- 
fa  traditione  defignata  >  antiqui  Paftores  non  proponebant  paflìm  multitu- 
dini  Juftorum ,  nifi  exercitia  amoris  interelfati  eorum  gratile  proportiona- 
ta .  XXIII.  Purus  amor  ipfe  folus  conftituit  totam  vitani  interiorem,&  tunc 
evaditunicum  principium,c^  unicum  motivum  omnium  aduum,  qui  delibe- 
rati, &meritoriifunt.  T<lon  intendimus  tamen  per  exprejjam  propofitionum 
hujufmodi  reprobationem  alta  in  eodem  libro  contenta,  ullatenus  approhare .  Ut 
auteme£devì  pr^fentes  Ikene  omnibus  facilmsinnotefcantt  nec  quifquam  illa- 
rum  ìgnorantiam  valeat allegare,  volumus pariter y  ò'  au6iorttate  pr£fatade- 
cernimus,  ut  ilU  ad  valvas  Ba[tlic£  Trincipis  ^pojiolorum ,  ac  Cancellane 
^pojìolica ,  nec  non  Curia  generalis  in  Monte  Citatorio ,  (jr  in  ^cie  Campi  Flo- 
ra de  Urbe  per  aliquem  ex  Curforibus  nojìris,  ut  morisejì,  public entur ,  Uh- 
rumque exemplaibidem affixarelinquantur i  itaut  ftc  publicata omnes ■,&  ftn- 
gulos,  quos  concernnnti  perinde  afjiciant ,  ac  fi  unicuiqite  illorum  perfonali- 
ter  notificata  y  &  intimata  fuijjent  :  utque  tpfarum  prafentium  literarum  tran- 
fumptis ,  feu  exemplis ,  etiam  imprefjis ,  manu  alicujus  T<lotarii  publici  fub- 
fcri'ptisy  &  figillo  perfona inEcclefia/ìicadignitateconJiitutamunitis ,  eadem 
prorjus  fidestam  in  judicio,  quàm  extra  illud  ubique  locorumhabcatury  qua 
ipjìs pr/fentibus  haberetur ,  (tforent  exhib ita ,  i^el oflcnfa .  JDatum  I\gma  apud 
Sanarmi  Mariam  Major em  fub  annulo  Tifcatoris  die  iz.  Martii  MDCXCIX». 
Tp/ìtificaths  T^flri  Jlnno  Odiavo . 

J,  F,  Card.  ^Ibauus,        ^     i 

Còsi 


Capitolo  X  749       Innocen- 

'    Così  il  Breve  in  condanna  bensì  del  Libro,  mi  non  dell*  Autore,  che  ^^  ^^^* 
pili  gloriofo  per  la  pronta  ritrattazione  ,  che  biafimevole  per  Terrore  , 
quella  lettera  fcrifle  circolarmente  per  la  fua  Diocefi,  preziofo,  e  raro  p-  pobiie  ritrat- 
fuccellbdainferiufi  negli  Annali  della  Ecclefìaftica  Hiilioria  in  laude  della  [01^,"*       ^"' 
noftra  età,  &  in  efempio  delle  future. 

Mandatnm  IlluftriJJìmi ,  ac  ^everendijjìmì  Domini  D.^rcbìepifcopì  Dhcìs 

CameracenfiSy  Sacri  Romani  Impesti  TrincipiSy 

Comitts   Cameracenfts   &c. 

Datura  Cameraci  die  p.  ^prilis  16 p^. 

Francifcus  Miferatione  Divina,  &  S.Sedis  Apoftolicar  gratia  Ar-' 

chiepifcopus  Dux  Cameracenfìs  ,  Sacri  Romani  Imperii 

Princeps,  Comes  Cameracenfìs  &c.  Clero  Speculari, 

de  Regulari  noftrae  Dioecefìs  falutem  ,  &  bene- 

didionem  in  Domino. 

»  Vobis,  FratresChariflimi,  riostotosdebemus,  quippenon  jamno' 
>,  fìri>  fedgregi  credito  devoti  fumus  :  Servos  autem  veflros  per  Jefum* 
j.  Sic  affeéti ,  quse  nos  attinent  fuper  libello ,  cui  titulus ,  Tlacita  San6lomm 
„  explicita,  apertis  prcECordiis  hìc  exponendum  effe  arbitramur. 
i.  Tandem  opufculum  cum  23.  Propolitionibus  excerptis  dàrnnatum  efì: 
♦,  Brevi  Pontificio  Martii  die  12. dato,  quod  jamvulgatumlegiftis. 
„  Cui  quidem  Brevi  Apoftolico,  tam  de  libelli  contextu ,  quim  de  23* 
},  Propofitionibusfimpliciter,  abfoiutè,  &  abfqueullareftriCtionis  um- 
>,  braadhajrentes,  libellumcum23.Propofitionibus,  eadem  pra:c.sèfor- 
„  ma,  iifdemque qualificationibus fimpliclter ,  abfoiutè,  &  abfque  ulla 
33  reftridione  condemnamus.  Infuper  &  eadem  poena  prohibemus  ,  ne 
«  quis  hujusDioecefislibellum,  autlegat,  aut  domi  fervei:. 
},  C^cerum,  FratresChariffimi, quamquam humiliaturMinifler,  haud 
„  deerit  folatfum ,  modo  verbi  miniflerium,  quod  accepitd  Domino  ad 
3,  fandificationem  veftram,  non  fordefcat  in  illius  ore ,  ncque  eò  miniìs 
i,  grex  apud  Deum  gratia  crefcat . 

ìi  Porrò  vos  omnesex  animo  adhortamur  ad  finceram  fubmiilìonem, 
&  intimam  docilitatem,  ne  fenfim  marcefcat  illa  erga  SedemApoflo- 
licam  obedientisc  fimplicitas ,  in  qua  prseftanda ,  Deo  mifericorditer  ad- 
juvante,  ad  extremum  ufque  fpiritum  vobis  exemplo  erimus . 

Abfit,  ut  uhquam  noftri  mentio  fiat,  nifi  forte  ut  meminerint ali- 
quando  fideles  Paftorem  infima  gregis  ove  fé  docilioretn  pr^ebendum 
ìi  duxifle ,  nuUumque  obedientisc  limitem  fuiffe  pofitum . 

Oro,  Fratres  Charilfimi ,  ut  gratia  Domini  noftri  JefuChrifti" 
CharitasDei,  ScCommunicatioSpiritusSandimaneatcum  omnibus  vo- 
bis. Amen. 

Signatum  f 

Francifcus  Archiepifcopus  Dux  Cameracenfis . 

De  mandato  lUuftrifs.  &  Reverendifs.  Domini  mei 
Des  Agnes  Secret. 

Dalla 


ìi 

» 


a  2z 


InnoceN'        rj^Q  Secolo  XVI L 

^?  ^  Ponti  Dalla  condanna  de'  Quietifti  in  Francia ,  e  dal  caftigo  de'  Molinifti  In 
ficia"rRe  di^E- differenti pai'tì  della  Europa fi  ftcfc  il  zclo  d' Innocenzo  iìn'agli  ultimi  con- 
thiopia ,  fii^i  della  Chrirtianità  -più  remòta  del  Mondo .  Compalfionando  gli  antichi 

errori ,  in  cui  giaceva  immerfa  la  gran  Chiejfa  deirEthiopia ,  egli  fpedì  coli 
l'Evangelico  Milfionario  Francefco  Maria  di  Salemme  Francefcano  con 
lettera  a  quel  Re ,  che  in  ogni  fiio  periodo  fpirafollecitudine,  e  fervore  di 
,M4noi7Qo.  Apoftolo  :  [a]  lllujìrijjime  ,  ac  T?otentt(]ìme  P^x  ,  diceva  la  lettera,  falu- 
tem ,  &  lumen  Divina  gratta  :  Quòd  ad  fublime  terrena  dtgnitatis  fafiigium 
celjìtudinem  tuam  Deus  0.  M,  qui  P^^x  ejl  l{egum ,  &  Dominus  Dominantium , 
evexerit,  tibique  feceritnomen grande,  quod  nedumToptdi,  quoslongè-,  la- 
tèque  moderar is  Imperio,  revereantur ,  fed  extera quoque  quantumvis  dijjìta 
nationes  in  honore  habeant,  eidem  profe£Ìò  largitori  bonorum  omnium  accep- 
tum  referre  debcs ,  ac  proinde  pronum ,  docilemque  animum  ad  eundem  pro- 
be recolendum^  exhibere ,  l^s  ìtaque ,  qui  Ite  et  immerentes,  Deiipfiusvi- 
ces  gerimus  in  Terrts ,  et^  longo  locorum  intervallo  à  Te  feparati  ,  i/ipojlo- 
lica  tamen  charitate  non  disjunBi ,  mdeficientibus  votis  optamus  ,  ut  ccelefii 
beneficenti^  congrue  refpondeaSi  ita  ut  tibihumAnis,  qmbus  frueris  bonis ,  ó* 
bis  quidem  fugacibus,  ac  tranfitoriis ,  fuperna  aliquando  felicitates,  &  im- 
mortales  addamur .  Verùm  quia  id  nemo  afiequi  poteft  ,  nifi  hanc  Ffimanam 
Eccleftam  Trincipis  ^pojiolorum  Sedem ,  omniumque  Orbis  Ecdefiarum  Ma- 
trem,  ac  Magiflram  agnofcat ,  eique  firmiter  adhareat ,  Pontificia  nojira  fol- 
licitudinis  partes  effe  duximus  ,  Te  etiam  atque  etiam  hortari ,  ut  Jemitam 
Catholica  veritatis ,  qua  ducit ad  vitam ,  ingrediaris,  &  ma'jorum  tuorum , 
GUI  hanc  ipfam  veritatem  amplexi  funt ,  fequarts  exemplum  ;  Tuque  ipfe  pra- 
heascaterisy  quoaternam  jalutem  fibi  -valeant  comparare .  Quindi  egli  fie- 
gue  a  raccomandargli  ilReligiofoMiflìonante,  che  in  quelle  parti  a  lui, 
&  a'fuoi  Popoli  elio  inviavai  e  foggiunge  pofcia  :  Certo  tibi  perfuadeas, 
Islos  unicè  Dei  honorem  ,  animarumque  pHtiofijJìmo  Chrifii  Sanguine  redem- 
ptarum  falutem  nobis  hac  in  re  propofutfie,  qui  de  catero  parati  fumus  cel- 
fitudmem  tuam,  eofque omnes ,  qui  prafatam  veritatem  alacriter,  &  fince- 
rè  fufceperint,  ficutreliquos omnes Catholicos ,  inTontificia cbaritatis  finum 
amanter  recipere  ,  &  foyer  e ,  Interim  Omnipotentem  Deum  propitium  ,  ac 
faventem  celfitudini  tua  ex  animo  precamur,  Cos̀gli  a  quel  Re,  aggiun- 
gendo ai  detti  un  fondo  di  cinquantamila  feudi,  che  quefto  Pontefice  affe- 
gnò  al  Collegio  de  Tropaganda  Fide  perleMiflìoniaque'Popoli,  non  mai 
coifanti  nella  riprovazione  delle  antiche  Herefie .  Mi  molto  più  egli  iecc 
per  la  converfione  della  Cina  dalla  Idolatria  alla  Fede  Cattolica ,  &  al  culto 
del  vero  Dio  i  il  cui  racconto  fé  ben  non  cade  in  foggetto  della  noftraHi- 
ftoria  dell' Herefie,  nulladimeno  mirabilmente  conduce  alla  intelligenza 
di  quanto  faremo  per  riferire  nel  Quinto  Tomo,  allorquando  li  difpareri 
di  Religione  infurti  colà  in  quella  lontana  parte  del  Mondo ,  daranno  a  Noi 
ampia  materia  di  difcorfo  nella  noilraHiftoria .  Gonciofiacofache  alfegnò 
Innocenzo  al  medefimo  Collegio  de  Tropaganda  Fide  il  fondo  di  altri  cen- 
tomila feudi  pei  le  Millloni  della  Cina ,  tramandando  colà  numerofi  Mif- 
f  onarii  ;  e  ciò  che  maggiormente  dimoflra  l'Apoftolica  di  lui  foliecitudi- 
r  e  in  beneficio  di  quelle  Chiefe ,  fmembrando  Provincie  intiere  da  alcune 
lìiocefi ,  &  erigendo  nuovi  Apoftoiici  Vicariati  in  quelle  parti ,  come  dal 
h  vuuiPomìfi ,  B5,'sve,  che  in  altro  pili  [i>]  opportuno  luogo  riferiremo,  renderaifi  pale- 
dt  cu^^f.ce  XI.  iC:.  con  circoftanzenon  meu  nccclfarie ,  che  gravi. 
«.^o-,  °  E  con- 


Capitolo  X.  751        Innocen- 

E  conceflc  Dio  ampio  premio  di  gloria  al  fuo  zelo,  anch' effo  vivente,  ^^  .^^^' 
coftretta  ad  encomiatile  i  fatti  la  maledicenzamedefima  degli  Hereti ci,  s^queltrponte'ì 
che  non  poterono  in  Ini  non  ammirare  rifoluzioni  Apofloliche,  e  forpren-  ^"  «^ag''  fte'S 
denti .  Un  di  elfi  dall'  Haya  hebbe  a  feri  vere ,  allor  quando  egli  publicò  la  a  7"^ìùa.  bhiu 
Bolla  M  in  moderazione  del  Nepotifmo ,  Che  \b]  quefia  Bolla,  havercbbe  ^«"""«f"  xir. 
partorito,  ogni  maUtnque  volta  foffe bene  ojfirì^ata ^  avvantaggi  cotanto  con-  $)f*"7?Sl*«^' 
fìderabili ,  ci)'  ejji  foli  hajierebbono  a  rendere  immortale  il  nome  d'innocenT^  %Tdét  ^"*''^""* 
Duodecimo  y  e  celebra  il  fuo  Tontificato  a  tutta  la  poflerità.  E  ciò  che  re-  nUic^z.  ^^'  ^'*' 


AuguftodiSaflbnianefeguì  gì' infegnamenti ,  e  la  dottrina  con  la  inafpec-  paimzjkr.iX 
tata,  e  perciò  tanto  più  grata  fua  converfione  dal  Luteranifmo  allaChiefa  fo'^xti'.f'ifiK' 
Cattolica,  primo  fra  i  pai  profllmifuoi  Antenati  nella  profe/Hone  della  ve-  dui  J/rÓ ?!"tZ'. 
raFede,  come  un  di  loro  [e]  fùil  primo  per  la  Germania  nella  fowerlìone  '„T'^Ì^L7u'^^' 
di  efia.  Egli  attratto  (  comepofciaattellòunfuomedellmo  Miniftroalla  ào/po  u  meli!V' 
Corte  di  Roma)  non  meno  dalla  verità  de' dogmi,  che  dall' efempio  della  f°d7"'c°"roS 
fanta  condotta  di  quell'irreprenfibile  Pontificato,  abjurò  la  Setta  Luterana  Jei  Duca  a°  gu* 
con  atteftazione  di  Apoflolica  credenza  nelle  mani  del  fuo  Cugino  Chriftia-  ?  r?Ìf 'S^^^,- 
no  Augufto  di  Sallbnia  Vefcovo  di  Giavarino:  rimunerati  ambedue  anche  Lione  x.rom.^.  * 
da' Magnati  del  Mondo ,  l'uno  efaltato  con  pieni  voti  della  Republicadi 
Polonia  al  Soglio  di  quel  Regno,  l'altre  da  Clemente  Undecimo  con  ac- 
clamazione di  tutto  il  Chriftianefimo  al  pollo  di  Cardinale.rc^jP^rerwow^T/'O'  d  ^„„.  ,698. 
ftolic£  charitatis  ardore  accenfty  rcriHegli con lacPTie  di fantoga^idio  il  de- 
crepito Pontefice ,  atque  animo  exultantes  occurrimus  in  amplexum Majefla-  LetteraPontificia 
tis  tu£,  qu£  fupremo  lumine  du£ìa  in  portum  fé  recipit  (alutis-.nec  [anela-  ^l'^"?^  ^^'  ^•"r 

II*  •  •        .  n  t       ^    <rt  I  "'*  Eletto  Ke  di 

crymas  cohibere  potmmus  ,  cogitantes  atatem  nojtram  ab  ^uctore  honorum  Poignu, 
omnium  Deo  ufque  adeò  fuifje  protra6Ìam ,  ut  te  viderent  oculi  nojiri  femitam 
"peritatis  tenentem  y  adeèqueTontifici^tiofiradtle^ioms  m  fmum  meritò  exci- 
pere  valeremuf .  Cum  enim  excedat  quodcumquc  terrena  dignitatis  fajiigìum 
hareditas  preclara  nimisy  quam  conjlituit Deusinquirentibus  /è,  inde  potijjì- 
mum  ducendum  effe  arbicramur  (incerale  noflra  gratulationis  officium ,  unde  tibi 
fa6iumefic  cognofcimm  ver£ ,  &  (incera  felicitatisaufpicium ,  Satis  proinde 
ajlequi  verbis  non  pojj'umus ,  quo  gaudio  affeSii  fuimus ,  ubi  primàm  vel  ipfo 
rumore  publico  nunciante  accepimuSy  Teabjuratis  hareiica  pravitatis errori^ 
bus  orthodoxdn  Fidei  profejjionem  in  manibus  f^enerabilis  Fratris  Chrifliani 
^ugufli  Epifcopi  Javaren.  Confanguinei  tuiy  cujus  jam  pridem  ■s^lum  Catho- 
lico  ^ntijiite  dignum  probe  agnovimus ,  emififfe  ;  quam  quidem  Utitiam  ea 
deinde  piene  cumularunt ,  quei  ad  voluntatis  ime  in  eodem  propoftto  firmita- 
temmagismagifque  ftgnificandimy  à  te  pera6la  fuijie  intelkxtmus .  iiddide- 
runt  luculentum  hujus  rei  tejìimonium  litter^e  tu£  à  dile£lo  Filio  Barone  de 
Tayenobìs  redditi  y  ac  proea,  qua  pollet ,  in  rebus  agendis  prudentia,  expli- 
cat^e ,  in  quibus  nihil  omifit ,  quod  ai  declarandam  filialem  tuam  erga  hanc 
SanBam  Sedcmy  ISl^ofque  ipfos  obfervantiam,  &  dcvotionem  pertinent.  Ex 
quibus  omnibus  certam  in  fpem  adducimur  ,  fplendidijjimam  Tolonici  I\egni 
coronam  ,  ditemi  fapientia  confilio  ,   tuo  Capiti  ideò  fuifie  impofitam  ,  ut 
Tu  Catholic£  fidei,  cujus  moda  pro/effor  agnofceris ,  non  multò  pòjì  vindeXy 
&  ajfertor  egregius  evaderes  .   ,Age  igitur,  c'oarijime  in  Chrijio  fili  nojìer  , 
opportunitatem  bene  merendi  de  re  chrijliana,  ut  fpe^anda  bello  vlrtus  tua 


INNOCEN-        ^^^  Secolo  XVII. 

'  /ìrennis ,  ac  fìdelibus  populis  incitamento  fit ,  &  exemplo  ad  profligandum 
Chrijiiant  nommis  hojìem ,  ac  proindè  ad  comparandos  nomini  tuo  trmmphos 
in  terrisy  qui  fmt  voluti  additamentum  eorum,  quos  m  coslis  ab  reportatam 
de  te  ipfo  vi&oriam  ,  Te  jam  effe  afiecutum  in  Domino  confidmus .  Interim 
ut  Uta  tibi ,  ac  profpera  cunSia  contingant ,  enixìs  à  Deo  0,  M,  precibus 
expofcimus ,  ac  Majefìati  Tu<e  ^pofiolicam  benedi5iionem  amantifjimè  im- 
pertimur.  Così  egli  nobil  Pefcatore  di  grand' Anima  nell'Evangelica  re- 
te della  Chiefa , 

Fu  però  qnefta  lontana  confolazione  amareggiata  fotto  il  Pontificato 

d'Innocenzo  Duodecimo  da  novità  importune  nella  Germania  di  odiofe 

tene   de'  P^oi''^ozioni  di  Prìncipi  Hereticiò  alla  Dignità  di  Elettori,  òalSoglio  di 

g?an"^fconloigu  Re;  ondc  rinvigorifli  in  quelle  parti  la  fazzione  contraria  de' Luterani; 

s"eco'i'o''''&  uu^r  ^  ^^  P'"  proiilrni  dilTapori  nel  Piemonte  per  turbolenze  infurte  tra  la  Sede 

zlone^  de  1 1  ■Auto-  Apoftolìca ,  c  il  Duca  di  Savoja  in  materie  non  men  religiofe ,  che  gravi  ; 

Urlccon^"^"'^"''  quali  cofc  tutte  crefcendo  pofcia  con  fucceffivo  tratto  di  penofi  affanni  , 
aprirono  il  nuovo  Secolo  infaiilìco  alla  Italia  per  t^averfie  di  Religione,  e 
violenze  d' armi ,  e  deplorabile  alla  Chiefa  Cattolica  in  tutto  il  Mondo 
per  confufione  d'idee,  e  di  animi  ,  onde  viddefi  repentinamente  fcon» 
volto  il  Chriflianefimo  negli  anni  fm'horafcorfi  del  calamitofo,  e  di  gran 
cafi  ripieno  Pontificato  di  Clemente  Undecime  ,  i  cui  poderofi  avveni- 
menti nel  Quinto  Tomo  defcriveremo  ,  fé  per  degnamente  defcriverli 
concederà  il  Cielo  vita  a  Noi,  e  vigore  proporzionato  alla  noftra  penna, 
acciò  polla  ella  renderne  così  chiara  appreflb  i  poderi  la  nienioria ,  come 
n'  è  fiata  celebre  appreifo  la  noftra  età  la  notizia  » 


Fine  del  Decimo  Settimo  Secolo^ 


E 


^eflo  fi  è  il  J^iflretto  non  tanto  della  Hifloria  Eccle- 
^^^^^  ftapica ,  quanto  degli  argomenti  più  pofsenti ,  e  frat- 
tlci  a  ridurre  gli  Heretxi  alla  Chiefa  di  Chrijio  .    Lon- 

.  Seneca  Epi-  8"^  itcr  (a)  per  prxcepta ,  breve  &  efficax  per 

fìoLd.  exempla  :  onde  cht  quejte  cofe  ha  fcritte,  a  quejto  pajsoaj- 

fetta  Voi ,  che  ciechi  traviando  dal  ^ero  feritiere  della  Fe- 
de y  precifitofamente  correte  fuor  diflrada  alla  ^vofìra  rui- 


7Ìi 
na>  Nel  gran  ^viaggio  j  che  ìndifpenf abilmente  tutti  faccia- 
mo 'verfo  la  Cafa  (  a  )  della  noflra  Eternità ,  qual  follia  fi  è 
mai  quefla ,  prender  per  guida  della  fua  condotta  ,  chi  ban- 
dito dalla  Chiefa,  e  dal  Adondo  ^  per  ^ie  non  calcate  da  fuoi 
A4aggiori  'va ,  qual  immondo  ,  e  dt  te  fato  Spirito-  errando 
ramingo,  e  profugo ,  per  loca  (h)  arida,  quxrens  £•  Match,  xi. 
requiem,  &  non  inveniens?  O  infeliciffimum  Po- 

puium  1  efclamo  piangendo  di  Voi  S.  "Bernardo .    Ad  VO- 
cem  (e)  iinius  Hxretici  llliieriint  omnes  Prophe- j^ s- Rem- q/i- 
tkx,  &:  Apoftolicas  voces ,  &c  proh  dolor/  audi-  °'''^''' 
tur  tamen  a  pluribus ,  &:Popn]uiTi,  quifibicredat, 
habec .   Ergo  ,  conchiude  attonito,  e,  come  [patentato  il 
Santo  Abate,  fefellerunt  divina  oracula  ?  falluntur 
omnium  ociili,  S>C  animi,  qui,  quod  legunt  pr^- 
diólum  ,  intuentur  impletum  ?  Forfè  Lutero  meglio 
credè,  e  feri jf e  di  Sant'  ^gofino ,  Cal'vìno  di  S.Girolamo, 
e  la  Scuola  di  Jllagdeburgh  ,  e  di  Ginevra  con  più  illumi- 
nata dottrina  di  diecino've  Concila  Generali ,    di  ducento 
quarantotto  Sommi  Pontefici  del  Chrifianefmo  ,  e  di  tutto 
l^  ampio  Catalogo  de""  Dottori  Cattolici  ì  Non  atteftarono  que- 
Jìi ,  cioè  dall'Africa  San  Cipriano  ,  Ad  Romanam   ( d)  "^  |:§'^'''  ^'^' 

Ecclefiam  perfidia  Hasreticorum  non  potefl  habe-  ' 

re  acceflìim  ?   dagli  ultimi  confini  dell'  Europa  San  Gre- 
gorio Naùanz,eno  ,  Vetus  (  e  )  Roma  habet  reftam  e  s.Greg.Na7. 
fidem  ,  &C  femper  eam  retinet  ?  dal  mezxo  della  me-  J5|j:^r;n.dcvita 
defima  Europa  Sant^  Ambrogio  ,  Is  (  f  )  cum  Epifcopis  /s.  Ambr.  di; 

Catholicis  convenir ,  qui  cum  Romana  Eccleiia 
convenir  ?  e  dall'  Afta  San  Girolamo  ,  Romana  (  g  J  ^  s.Hier.  iib.;. 
Sedes  Apoftolica  voce  laudata  pnxftigias  H.Treci-  tue 
corum  non  recipit,  Pauli  auftoritate  munita  non 
potefl"  mutar i  ?  E  quando  concfcer  pur  fi 'voglia ,  che  fi- 
no i  ciechi  hanno  talor^-eduta  sì  chiara 'verità,  qp andò  egli- 
no fcrijfero  alla  lucerna  delt  E<vangelico  lume  ,  /'  ifleffo  'vo-  ^^  .    ,   .  ^ , 
firn  Lutero  nonprotcflo  egli,  Filius  (h)  fupplex,  &obe-  pioceuàt.    ad 
diens  Sandx  Eccleilx  Catholica: ,   Deo  Optimo  ^«fì.'S"r«o>vI 

Tomo  ir.  Bbb  Maxi-      ^.Tono^.ijó, 


754 
Maximo  adjuvante ,  mori  volo  *,  e  in  altro  luogo ,  Non 

bnSm^^df  (a)  video,  quomodo  fintexcufati  àSchifmatis  rea- 
htù^u^^edhl  tu  ,  qui  voluntati  Dei  contravenientes  fele  à  Ro- 
T,;jho  4.  Tomo  mani  Pontificis  audoritate  fubtrahunt  ?  L'tfleffo  'vg- 
VcaiV.  inftit.^ro  Cal'vmo  non  confefso  egli,  (h)  Doólrin^ feinel  tra- 
rei^HmfirK  ditae  Ecclefia  Romana  femperfuitaliis  omnibus  te- 

r^Apud'^^F'io  nacior  ?  Il  'voftro  medefttno  (e)  MeUnEione  richiejìo  in 
K\  c^^T"i  ^^^^^^0  ^^^^^  f^^  Madre  j  Quas  melior  effet  Religio  ? 
redi  ti  ttofiro  ^.  non  rifpofe  edi  gemendo  con  ultimo  ,  e  di fp erato  fiato ,  No- 
Tw.Ìp^iA!  vam  plaiifibiliorem  ,  antiquam  fecuriorem  ?  ^h 

^'^^^'  che  d*  'v uopo  fi  è  foggiugner  con  Sani*  Agofiino  ,  Roman 32 

ds.AuguR.m(d)  Ecciefiis  nolle  primatum  dare,  vel  fummx 
^J^;^^f,";;^;."'' impietatis  eft,  vel  praecipitis  arrogantiae,  ond'egU, 

meriti  0  la  eterna  pena  com*  Empio  ,  0  la  eterna  deteflazjo" 

ne  come  c^rrogante . 


IN- 


I   N 


V-<  ^^ 


D   I 

DELLE 

MATERIE     PRINCIPALI, 

Che  fi  contengono  nel  Quarto  Tomo. 

//  Numero  Ji^nifica  le  pagine  del  Libro  • 


ABate  Panormitano ,  fue  qualità  j  e  rinun- 
zia allo  fcifma  j  p.  lyo. 

Abate  di  S.  Cyrano  j  Tue  qualità  j  &  errori ,  p. 
6i7.creg. 

Abulenfc ,  vedi  Alfonfo  Toftato . 

Adamiti  riforti  in  Bohemi  a ,  p.  87. 

Adamiti  nuovi,  eloroherefie  ,  p.  65. 

Adiaforiili ,  e  loro  fetta  j  p.  461. 

Àgoftino  di  Roma  ,  fuoi  errori,  e  condanna 
delfuo  libro  ,  p.  n^. 

Agricola,  vedi Gio:  Agricola. 

Aleflandro  Quinto ,  e  corfo  del  Tuo  Ponti- 
ficato,  pag.  1(5.  e  Tuo  Breve  contro  gli  he- 
retici Bohemi,  ivi. 

Aleffandro  Serto ,  e  Tue  zelanti  operazioni 
concernenti  alla  Fede,  p.  2 ly,  calunnie  à  lui 
opporte,  e  loro  riprova,  p.  227. 

Aleffandro  Settimo  ,  e  Tuo  ricevimento  in 
Roma  della  Regina  Chrilìina  di  Svezia  , 
pagina  <5j8.  e  fua  Bolla  in  denunzia  de- 
gli heretici  >  pag  642.  fa  abbracciar  l' ef- 
figie del  Borri ,  ivi  :  altra  Tua  Bolla  fopra 
la  Concezione  Immaculata  di  Maria  Ver- 

f;ine ,  pagina  6J5.  fuc  operazioni  contro 
i  Janfenifti,  pagina  6^7,  fua  Bolla  con- 
tro erti ,  pagina  66'i.  e  fuo  formulario  ad 
effi  importo  j  pag.  674.  fuo  decreto  fopra 
l'attrizione,  pagina  66%.  e  fua  morte,  p. 
67f. 

Alefl*andro  Natale ,  fuoi  libri ,  e  prohibizìone 
di  alcuni  di  ci^Ci ,  p.  688. 

Aleflindro  Ottavo ,  fuo  Pontificato  ,  e  lo- 
di, p.  722  fuo  AportoHco  zelo  contro  i 
Pelagiani  in  qualità  di  Vefcovo  di  Brefcia , 


pag.  725.  fue  degni flime  operazioni  con- 
tro i  Molinirti,  &■  aitri  heretici  in  qualità 
di  Pontefice,  pagina  72^.  condanna  della 
propofizione  del  peccato  filofofico,  pag. 
730.  edi  altrepropofizioni,  ivi:  pag.  751. 
fua  Bolla  in  cartazione  degli  atti  fatti 
dal  Clero  di  Francia  nell'anno  1682.  pag, 
73  j.  Breve  fcritto  da  lui  al  Rè  di  Fran- 
cia, poche  bore  avanti  la  fua  morte,  p, 
737. 

Alfonfo  Tortato  ,fue  qualità ,  e  rinunzia  allo 
fcifma,  p.  ifo.  e  feg.  errori  à  lui  imputati, 
e  fua  difefa ,  p.  1 51.  e  feg. 

Alienazione  de'  beni  Ecclefiartici  per  difefa 
della  fede  contro  li  heretici,  non  efegiiita 
da  Clemente  Settimo ,  e  perciò  ripigliato 
da' Scrittori ,  p.  36^.  efeguita  da  Gregorio 
XIII.  p.  5:41. 

Amedeo  Milanefe,  e  fue  herefie,  pag.  ij:i. 
ei63. 

Amedeo  di  Sav oja  creato  Antipapa ,  p.  1  yo.e 
fuo  ravvedimento,  ivi,  e  feg. 

Anabattilti,  loro  herefie ,  e  furori ,  p.340.  lo- 
ro disfatte,  cperdte,  p.  35:8. 

Andrea  Carloftadio,  e  difefa  che  eì  prende 
di  Lutero,  p.  26^.  315.  fue  herefie,  e  mor- 
te, p.33i» 

Andrea  Dudithio  Vefcovo  di  cinque  Chie- 
fe ,  e  fua  prevaricazione  in  herefia ,  pag. 

Andtea  Ofiandro ,  e  (ut  herefie  ,  p.  338.  e 
fetta,  p.  395. 

Anima  rationale,  e  Bolla  di  Leone  Decimo 
fu  querto  punto  ,  p  240. 

Anna  d'Hyle  prima  moglie  del  Rè  Giaco- 
mo Secondo  d'Inghilterra  ,  fua  fcrittu- 
ra,  e  convcrfione  alla  fede  Cattolica,  p. 

Bbb    2  An- 


Annate,  e  loro  origine,  p. 685". 

Anonimo,  e  Tuo  Libro,  Jurinm  ,  &rlibcrta- 
tumGalliie,  p,  610.  altro  libro  dell' equa- 
Ijtà  tra  San  Pietro  3  e  San  Paolo  ,  prg. 

Antonio  Arnaud  Janfenilh  ,p.  6iS.6^x.  fuoi 
libri  ,p.  6$6.  file  ree  qualità  3  p.  665.  fua  ar- 
roganza ,  pag.  677-  Tuo  libro  fopra  la  fre- 
quente Cominimione»  p.  70^  e  contro  il 
peccato  filofoiìco  ,  p.  7z8.  ' 

Antonio  Vifignani  3  fue  here/ìe ,  e  morte  ,  p. 

172- 

Appellazione  al  futuro  Concilio  prohibita 
da  Pio  Secondo,  p.  18^.  da  Sifto  Quar- 
to ,   p.  t02. 

Arcivefcovo  dlCambray,  prohibìzlone ,  e 
condanna  di  un  Tuo  libro,  pag.  74^.  nobile 
fommiflìone  di  lui  alla  S.  Sede  di  Roma  ,  p, 

749- 

Armeni ,  e  loro  venuta  al  Concilio  di  Fio- 
renza,  pag.  155.  Decreto  Eugeniano  fatto 
perefli,  p.  154. 

Arnaldifti ,  e  loro  temerità  in  Roma ,  pag. 
1(5?. 

Arnaldo  Janfenilìai  vedi  Antonio  Arnaud. 

Articoli  di  Bafilca  ,  vedi  Compaia  di  Ba» 
filea. 

Attrizione  ,  e  Tuo  valore  nella  Confeflìonefa- 
cramentalcjp.  470.  662.7^1. 

Augufto  Duca  di  Saffonia  j  e  fua  converfìone 
alla  Fede  Cattolica ,  p.  75'i. 

Autore,  e  moderazione  d' un  fuo  detto  circa 
la  dottrina  del  Beato  Egidio  Colonna,  pag. 
240.  e  fua  intenzione  di  profeguire  nel  quin- 
to Tomo  il  racconto  delle  gloriofe  opera- 
zioni di  Nofìro  Signore  Clemente  Unde- 
cimo . 

Deauxiliis,  efualungadifputa  fotto  il  Pon- 
tificato di  Clemente  Ottavo ,  pag.  $76.  Tuo 
profeguimento ,  e  termine  fotto  Paolo  V. 
p.  JS5.  e  feg. 

Azimo  ,  e  concordia  feguìta  co'  Greci  nel 
Concilio  di  Fiorenza  fu  quello  punto  , 
p.  127. 


Indice  delle  Materie  frincìf alt. 


e  feg.  trafportazione  del  Concilio  da  quel- 
la Città  à  Ferrara ,  pag.  izo,  fcifma  de'  Pa- 
dri Bafìlecnfì,  p.  lyo. 

Beatitudine  de'  Santi  afferita  da'  Cattolici 
contro  li  Greci  nel  Concilio  di  Ferrara  j 
p.  lij. 

S.  Bernardino  di  Siena ,  e  fuo  dono  di  lingue , 
p.  131.  inventore  della  tabella  col  nome  di 
Giesù,  p.  iy<?.e  feg. 

Bernardino  Okino ,  fue  qualità  3  &  hercfìe  3 

P-448. 
Bettonio,  vedi  David  Bettonio. 

Bohemia,  e  flato  miferabile  di  quelle  Chic- 
fepercaufa  d'herefia,  pag.  iS.  81.  85.  ri- 
Ihurazione  di  effe ,  pag- 1 1 8.  nuovi  tumul- 
ti, p.  io8.  fi? 2, 

Bohemi  heretici ,  e  loro  comparfa  nel  Conci- 
lio di  Bafilea,p.  109.  e  loro  concordia  co' 
Cattolici,  p.  114.  e  feg. 

Bolla  in  Cocna  Domini ,  e  fua  origine ,  p.  70. 

Borri ,  vedi  GiufeppeFrancelco  Borri. 

Brenzio,  vedi  Gio:Brenzio . 

Bucero  ,  vedi  Martin  Bucero  . 

Buchanan!,  vedi  Giorgio  Buchanan! , 


B 


BArbetti  difcacciati  dalla  Savoja  dal  Duca 
Vittorio  Amedeo,  p.<?^i. 
Bartolomeo  Caranza  ,  fua  carcerazione,  e 
proceffo  per  caufa  di  fede  ,  p.  479.  481. 

541-  ;  . 

Bafilea,  e  Concilio  quivi  tenuto  ,  pag.  56. 


CAlilìini  Heretici ,  e  loro  ertoti,  p.  84^ 
Callido  Terzo,  e  fuacoftanza  per  T  im- 
munità Eccle/ìailica  ,  p.  171.  fua  morte ,  e 
lettera  controalcuni  heretici  5  p.  177. 

Calvinifmo,  e  fua  propagazione  in  Ameri- 
ca, p.  477.  &  in  Francia  ,  p.  478.  y 00, 5:07. 
condannato  anco  da'  Scifmatici ,  e  Turchi , 
p.  61 1. 

Calvino,  vedi  Gio:  Calvino  . 

Cappuccini,  laudi,  &  elogio  di  quella  Reli- 
gione,?. 449-. 

Capranica ,  vedi  Card.  Capranica . 

Caranza,  vedi  Bartolomeo  Caranza  . 

Carnerio ,  vedi  Daniele  Carnerio . 

Cardinale  di  Arles,  vedi  Ludovico  Alemarì- 
no  Arcivefcovo  di  Arles  . 

Cardinale  Domenico  Capranica ,  e  fua  cufto-* 
dia  circa  la  caftità,  p.  171. 

Card.  Gaetano ,  vedi  Tommafo  de  Vio . 

Card.  Roffenfe ,  vedi  Gio:  Fifchero  . 

Card.  deColigny,  vedi  Odetto  deColigny, 

Card.  Bafilio  Beffarione,fuo  favio  ripiego  per 
la  concordia  tra  i  Romani ,  &  i  Greci,  e  fuo 
valore  nel  Concilio  di  Fiorenza,  ivi:  per 
tutta  la  pagina  151. 

Cardin.  Morone  ,  e  fofpetii  della  fua  per- 

fo- 


'  fona  in  materia  difede,  pag.48i.  yoo. 

Carlo  IV.  Re  di  Bohemia ,  e  fuoi  fanti  docu- 
menti al  Tuo  figliuolo  ,  p.6. 

Cado  V.  Imperadorc  ,  e  Tuo  bando  Imperia- 
le contro  Luteroj p. joi.  fuo editto  ciiiama- 
to  Interim  ,p.59j. 

Carlo  Molineo  ,e  Tue  empie  qualità  jp.'^i^. 

Carlo  Principe  delie  Spagne,  e  Tua  prigionia, 
e  morte ,  p.rip. 

Carlo  I.  Re  dlngliilrerra  ,  e  fua  decapitazio- 
ne, p.634. 

Carlo  IL  Re  d'Ingliilterra,  fua  inclinazione  al- 
la Religione  Cattolica,  converfioiie,  e  mor- 
te, p.épi.efeg. 

Cavaliei  Bernino  ,  vedi  Gio.  Lorenzo  Cava- 
lierBernino  . 

Coena  Domini ,  vedi  Bolla  in  Coena  Donaini . 

Centurie  Magdeburgenfì ,  e  notizia  di  quello 
libro  ,p.  yii. 

Cefarei ,  e  loro  ietta  ,  p.4^2. 

Chrifìierno  Re  di  Danimarca ,  e  fuo  horrendo 
attentato  ,p..?  65. 

Chriftina  Regina  di  Svezia  ,  e  fua  converflone 
alla  Fede  Cattolica  pag.(< j  6.  fuo  viaggio  à 
Roma,  pag.^5S.emorte,pag.64i. 

Chriflofaro  Sandio  ,  efueherefie,  p,68z. 

Clemente  Settimo,  e  Tuo  Pontificato,  pag. 
347.  fue  operazioni  contro  i  Ziivingliani, 
p.^n»  ùccodiRoma^  e  fua  prigionia  in 
Cartello,  p..?6f.  monti  da  lui  eretti,  pag. 
5  80.  fua  condotta  nell'affare  dell'  Inghilter- 
ra con  Henrico  Ottavo. 
Clemente  Ottavo,  e  Tua  condotta  negli  affari 


Indice  delle  Materie  principali. 


di  Praga  contro  li  medefimi,  p.  i^.  di  Roma 
contro  THus  ,  pag.55.  di  Coftanza  generale 
contro  li  fuddetti ,  p.  j  S.  di  Salzburg  contro 
gli  heretici  Bohemi, pag.8^.  di Pifa,p.ipj.  di 
Siena ,  p.  96.  di  Bafilea  Jvi  ,  e  fcg.  di  Ferra- 
ra, p.izi.  di  Fiorenza  generale,  pag.  izy.  di 
Soifons  contro  i  concubinani ,  p.  127.  Late- 
ranenfe  quinto  generale,?.  25  6.di  Trento,  p. 
452,.  di  Lima  nel  Perù  ,  p.  5-47. 
Concubinarii ,  e  coltituzioni  contro  eflì ,  p.4. 
112.  172.  242. 

ConfeflloneAugurtana,  e  fuo  contenuto,  d. 
5S8.  ^ 

Congregazione  del  Concilio ,  e  fua  erezione, 

PS  17-  de  Propaganda  Fide  ,  p.6o6. 
ContrÌ7Ìone,  epretenfionedellafuaneceflìtà 

nllaconfefTìone  ;  p.170. 
Converfìone  alla  Fede  di  molti  infigni  Pcrfo- 

"aggi,po-r2.  6^6.  di  Augullo  Duca  di  Saf- 

fonia  ,p  75-1. 

Cornelio  Janfcnio ,  fue  qualità ,  libri ,  e  mor- 
te, p,  617. 

Cruciari  di  Martino  V.  contro  gli  heretici  Bo- 
hemi ,p.8i.  86.  8^. 

D 

DAniele  Carnerio ,  e  fuoi  errori ,  p.f  75. 
Danicnarca,  e  fua  perver/ìone  nell'here- 

David  Bcttonio  ,  fua  promozione  al  Cardina- 
lato, prigioniaje  morte  datagli  dagli  hereti- 
ci ,p.4-4-efeg. 


della conveifone del  Re  Henricodi  Fran-  _    .    .   _   ^ 

da>p.^g.y62.  e  feg.  fue  degne  operazioni  in  '  David  Giorgio,  t  fue  herefìe,p.4?o.  emorte 
propagazioncedifefadclla  Fede,p.5-<?5).fua  f     ivi. 
Bolla  à  favore  de*  Religiofi  circa  Tammini-    Decreti  Eugeniani  nel  Concilio  di  Fiorenza 


Bolla  a  favore  de'  Keligio.    

frazione  de'Sacrameiiti,  p-57j.  fua  condot 
ta  nell'affare  della  difputa  deauxiliis,  p.j7é. 

Clemente  Nono,  e  fuo  Pontificato  ,  p.676.  (ne 
operazioni  contro  !i  JanfeniUijivi^e  feg.  fuo 
Breve  à  quattro  Vefcovi  Francefi  penitenti, 
P'^79'  ^ncerazione' della  fua  condotta  in 
quello  affare,  ivi . 

Clemente X.  e  corfo  del  fiio  Pontificato  ,6S\. 

Communione  fotto  ambedue  le  fpecie   infì 
nuaca,  e  promoffa  nella  Bohemia  ,  p.  u.  e 
feg.decreto  del  Concilio  di  Colbnza  fopra 
quella  materia,  p3g.4 1 .  concordia  propofta 
dal  Concilio  di  Bafilea,  p.i  10. 

Comparata  di  Bafilea ,  e  loro  contenuto ,  p. 
1  o^ì.  1 1 4.  e  feg. 

Concezione  Immaculata  dì  Maria  Vergine  3 
origine ,  e  progreffo  di  quella  difputa ,  p. 

^  644.  e  feg. 

Concilio  di  Oxford  contro  i  Vviccleffiflijp.y. 
Tatno  ir. 


iji.efej^. 

Dieia  di  Spira ,  p.543^.  3 S7.  di  Ratisbona, 502. 
Diilti  heretici .  p.S 8. 
Domenico  Galefi ,  fue  degne  qualità  ,  crudi- 

zioncj  elibrijp.óSj. 

E 

EColampadio  ,  vedi  Gio.  Ecolampadio  . 
Edmondo  Richerio,  fue  qualità  ,  libri ,  & 
errori,  p.j  80.  e  fua  ritrattazione,  p,6o9. 
Eduardo  Terzo  Re  dTnghilterra  ,  eprogreffa 
dell'herefie  in  quel  Regno ,  p.44j.  fuamor- 
te,p.47i. 

B.  Egidio  Colonna,e  moderazione  di  un  detto 
dell'Autore  circa  la  di  lui  dottrina  ,  p.240. 

Elifabetta  Regina  dlnghiltera,  fue  qualità,  e 
fede ,  P.47-J.  fua  perfecuzione  contro  li  Cat- 

B  b  b     ;        to- 


telici,  p.47<^._ fi I.  fiiarcommunicaj  p.  J24- 
manda  hert-tici  travelliti  in  Roma ,  p.547.  e 
Tua  morte,  p  ^($5». 

Ellies  diiPin  ,  Tuoi  libri  j  eprohibizione  dìef^ 
fi  ,  P.6S7. 

Equalità  tra  S.  Pietro ,  e  S.PaoIo  ,  e  condanna 
di  un  libro  con  quello  titolo ,  p.  6$  2. 

Ernfmo,  Tue  qualità,  libri ,  errori ,  e  morte ,  p. 
2-' 5. 

Ethiopi,  e  loro  comparfa  nel  Concilio  di  Fio- 
renza ,  p.i4i. 

Eugenio  IVt  e  Tua  affunzìone  al  Pontificato, p. 


Indice  delle  Materie  principali, 

qLiciio  fogge cto  lòtto  i!  Pontificato  di  Siilo 
IV. 


p.202> 


G 


/'^Aetano  ,  vedi  Cardinale  Tommafb  de 


Vio  Gaetano. 
Galileo  Galilei,  Tua propofizione  ,  libro  ,  e 

condanna,  p.éif. 
GafparoScuvenkfeldio,  e  Tue  herefie,  P'j;5  7. 
Gebhardo  Truchxes  Arcivefcovo  di  Colo- 
_  ^  nìa,  e  Tua  pcrverfione  nell'herefia ,  p.j-ì  5. 

^'i.  Tue  qualità,  &  elogio,  p.<?7.  fuoimaneg-  .  Giacomo  Cardinale  di  Portogallo,  efuoatto 
gicon  }  Padri  eli  Bafitea,  e  fa  via  condotta  I  heroico  di  caftità  ,p.i7i. 
nell'aff  redel  Concilio,ivi,ereg.fino  alla  p.  ;  Giacomo  PaleoIogo,fue  herefie,  e  morte  f  yz. 
1 20  ^uo  viaggio  à  Ferrara  per  la  celebrazio-  ;  Giacomo  Secondo  Re  d'Inghilterra,  e  fua  afll. 
ne  del  Concilio  ,  pag.  121.  fuoi  decreti  nel  ftenza  alla  morte  di  Carlo  II.  fuo  fratello,?. 
Concilio  di  Fiorenza  >p.  131.  efeg.  ^^^f.  fua  fucceflìone  al  Regno,  p.6s>7.  quivi 

publica  la  Religione  CattoIicajp,7oo.fua  fcr- 
ga  dal  Regno  ,  e  ricovro  in  Francia ,  p.  701, 
Gianfenio ,  vedi  Cornelio  Janfènio 
Gio.  Hus,  fue  qualità,  e  principii  d'herefìe,  p, 
IO» lue  maligne  prediche,eprattiche,  p.  1  u 
16. 18. fua  maledicenza  contro  il  P.npa  per  la 


FAfcinarii ,  e  loro  herefia ,  p.i  8^» 
Faufto  Soccìni ,  e  fuc  herefie  ,  p.4é7. 

Federico  Duca  di  Saffbnia  à  favore  di  Lutero, 
e  corfo  di  quello  fuo  impegno,  p.  2  f  j>.  e  feg. 
Breve  di  Hadriano  VI.  à  lui ,  p.545' 

Ferrara,  e  trafportazione  in  quella  Città  del 
Concilio  di  Bafilea ,  p, 1 20.  e  feg. 

Felle  ,  e  terribile  fucceflb  contro  ì  trafgrelfori 
di  effe ,  p.6i6.  alternate  con  nuovo  Calen- 
dario da  alcuni  Vefcovi  di  Francia ,  p.67^. 

Filippo  Melandone,  e  difefa,  che  ei  prende  di 
Lutero,  pag.2^6,.  3  ij.  flie  herefie,  &  indica- 
zione della  fua  morte,  p.334.  e  morte, pag. 
511. 

Filippo  Morneo,  fue  qualità,  herefie,  e  dilputa 
co' Cattolici  ,p.y7o. 

Fiorenza  ,  eConcilio  quivi  tenuto, p.i25r. 

Foffarii ,  e  loro  herefie ,  p.2iéf.  e  feg. 

Francefco  di  Salignac  ,  vedi  Arcivefcovo  dì 
C ambra y . 

S.  Francefco  di  Paola ,  e  Breve  fcritto  à  luì  da 
Sirto IV.  pag.20T.  dal  medcfimo  al  Rè  di 
Trancia  in  fimile  fpggetto ,  ivi . 

Francefco  Stancaro,  e  fue  herefie,  p. 3^ j. 

Francefco  Primo  Re  di  Francia,  fue  lodi,  e  be- 
ncmeriti  verfo  la  KeligioncCattolica,p.442. 

Francia,  e  perverfione  di  molte  Provincie  di 
quel  Regno  nel  Calvinifmo,  p.478.  fua  ac- 
cettazione del  Concilio  di  Trento ,  p.f5>i. 

Francici,  e  loro  fetta  ,  p.462. 

Fraticelli,  e  decreti  contro  loro  di  Martino  V. 
p.72  edi  Niccolò V.  p.i6?Joro attentati, 
e  caftighi  fbtto  Paolo  II.  ly». 

Futuri  contingenù  ,  e  difputa  infuria   fopra 


Cruciata  da  effo  intimata 


pa^ 


S.22. 


fua  finta 


confelfionc  di  fede,p.23.  e  fue  herefie,  p.2  f. 
e  feg.  43.C  feg.  fua  condanna  nel  Sinodo  Ro- 
mano, p.33.  e  morte  nel  fuoco  ,  p.  4p. 

Giovanni  XXIII.  t(\xt  contradizioni  dagli  he- 
retici  per  la  Cruciata  da  effo  intimata  con- 
tro il  Re  di  Napoli,  p.2 2. condanna  rHus,p. 
33.  fua  comparfa  ne}  Concilio  di  Coilanza, 
e  avvenimenti  in  effo ,  p.  3  8.  e  leg.  fua  depo- 
fizione  dal  Pontificato,  p.6z. 

Gio,  Oldcailel,  fue  qualità,  &  herefie,  pag.3  f, 
e  fua  morte  nel  fuoco  ,  p.37. 

Gio,  Petit,  fuo  libro,  propofizioni  hereticali , 
e  condanna  ,  p.55.  e  {^%, 

Gio.Gerfone,  notizia  ,  e  qualità  di  effo  ,  p.tfo, 

Gio.  Ziskacondotfriere  de'Thaboriti,  fuc  qua- 
lità, e  ferocia,  p.Sjr.  510,  e  fua  morte,  p  <?i^ 

Gio.  Paleologolmperadore  d'  Oriente,  e  fua 
comparfa  nel  Concilio  di  Ferrara, p.  121. fue 
pretenfionì  circa  il  luogo  nel  Concilio  123» 

ScGio.  di  Capirtrano,  e  fua  prontezza  in  difefa 
della  tabella  del  nome  di  Giesìi,p.i  j6.  e  feg. 
fuoi  fatti ,  e  detti  contro  diverfi  heretici ,  p. 
167.  e  fila  morte, p.171. 

Gio.  Ruchardo  foriere  di  Luthero  ,  e  fue  here^ 
fie,p,  aop.  e  morte  ,p.2io. 

Gio.  Pico  dell.1  Mirandola,  fue  qualit3,propo- 
fizioni ,  cenfura ,  &  apologetica  ritrattazio- 
ne di  effe  ,  p.2 2 2.  e  feg, 

Gio.  Echio ,  e  fua  invitta  contradizlone  à  Lu- 
tero, p.253. 

Gio.  Lorenzo  CavalierBernino,  e  modettp 

cir- 


Indice  delle  Materie  principali, 

c\t<i  il  valore  della  Chiefa  di  J>an  Pietro  di    Greci ,  e  loro  errori  propofti 


Roma  ,  p.  z6i. 

Gio:  Fifchero ,  detto  il  Rotfenfe  ,  e  fuo  zelo 
per  la  Religione  Cattolica,  p.  2i?T.  Tua  pri- 
gionia, e  morte  ,  p.  410. 

Gio:  Agricola  ,  e  Tue  herefie  ,  p.  538. 

Gio.'Brenzio,  e  Tue  herefie ,  p.  358. 

Gio:  Ecolampadio  j  Tue  qualità,  herefie,  e 
morte  ,  p.  3f  8. 

Gio:  Knoxo  heretico  Scozefe ,  p.  41? . 

Gio:  Calvino,  Tue  qualità  ,  libri,  &  herefìe,  p. 
416.  e  feg  comparazione  tràini ,  e  Lutero, 
p.  417.  propagazione  della  Tua  herefìa ,  p. 


442 


e  feg. 


e  morte  ^  p.  J09 


Gio:  Cardinale  Morene ,  vedi  Cardinale  Mo- 

rone. 
Gio:  Tommafo  S.  Felice  ,  e  fofpetti  della  Tua 

perfona  in  materia  di  Fede,  p.  481.  yo-^. 
Gio:  Antonio  Moraldi,  e  fua  copiofa  Libraria 

di  Manufcritti ,  p.  4^S. 
Gio:  Lasko  heretico  Sacramentario ,  e  Tua 

morte  ,  p.  jri. 


edifcufli  nel 
Concilio  di  Ferrara  ,  p  i24' 

Grecia  fotto  il  giogo  de'  Turchi  per  le  Tue  he- 
refìe ,  p.  Ié4. 

Gregorio  XlLe  corfo  del  fuo  Pontificato.p.f . 

Gregorio  XIIL  e  fua  Bella  contro  Michel  Ba- 
jo  ,  p.  T3i>-  ^^»oi  foccorfì  in  Francia  contro 
gliHugonotti,p  J4i.  e fuediverfe  memo- 
rabili operazioni  in  propagazione  della  Fe- 
de Cattolica ,  p.  548.  e  feg. 

Gregorio  XIV.  e  fuo  Pontificato,  p.  y^S.fua 
condotta  contro  gli  Hugonotti  di  Francia , 

Gregorio  XV.  e  fuo  Pontificalo,  p.  (?oz  profe- 
guimento  della  narrazione  della  vittoria  di 
Praga  lotto  il  fuo  Pontificato,  ivi  :  e  Tue  de- 
gne operazioni  in  efaltazione  della  Fede,  p. 
606. 

Gregorio  Scholari  Greco,  e  fue  degne  quali- 
tà, p.  131. 

Guglielmo  Farello  primo  Miniftro  di  Calvino 
in  Ginevra ,  p.  443. 


Gio.  Foxo  ,  e  fuo  Kalendario  hereticale  ,  f  12.  '  Guglielmo  Poikllo ,  lue  qualità  ,  herefie , 


Gio:  Feltone  Cavaliere  Inglefe,  e  fuo  atto  gè- 
nerofo  in  dichiarazione  della  Fede  Cattoli- 
ca ,   p.  ^2  6. 

GioiPifcatore,  cfue herefie,  p.  S73' 

Gio;  Vergerò  Canonico  di  Ba;ona,vedi  Aba- 
te di  S.  Cyrano. 

Gio;  Ldunoyo,  fue  qualità,  &  errori  ,p  683. 

Giesiì  ,  e  origine  dellatabella  diqueftoSan- 
tiflìinonome,  p.1^6. 

Ginevra,  e  Tua  perverfione  nelCalvinifmo, 

P-  443. 
Giofeppc  Patriarcha  di  Cortantinopoli ,  e  fua 


morte,  p.  f 46. 
Guglielmo  Sutore,  efue  herefie,  p.  88. 
Guglielmo  1  Bianco  ,  e  Tuoi  errori  contro  il 

Celibato  Sacerdotale,  p.  88. 

H 

H  Abito  talare ,  e  coftituzioni  di  Siflo  IV. 
fopra  r  ufo  di  eflb  ,  p  zo6. 
HadrianoVL  e  fue  degne  qualità,  p.  323.  fuo 
Breve  al  Duca  diSaflbnia,  p.  343. 
venuta  al  Concilio  di  Ferrara,  p.  121.  e  feg.    Henrico  Ottavo  Rè  d'Inghilterra,  e  fua  bene 


e  fua  repentina  morte ,  p.  r3o 

Giofeppe  Maria  Perrimezzi  Vefcovo  di  Ra- 
vello ,  e  Scala  ,  e  degna  commemorazione, 
che  di  lui  far  Autore,  p  fo8. 

Giofeppe  Francefco  Borri ,  fue  qualità ,  here- 
fie, e  corfo  di  efiejp-  641  ^  e  feg.  fua  carcera- 
zione,converfione,  e  morte,  p.  681. 

Giorgio  Podiebrazio  Rèdi  Bohemia,  e  fue 
ree  qualità,  p,i72.  174.  183.  196.  e  feg. 

Giorgio  Buchanani  heretico  Scozefe ,  p.  42  j. 
e  (uè  qualità  ,  ivi ,  e  feg. 

Giubileo  celebrato  da'  Luterani ,  p.  f  89. 

Girolamo  di  Praga,  fue  qualità,  &  herefie,  p, 
1 1.  ^s.eCeg.  e  morte  nel  fuoco,  p.  f  7. 

Giulio  Secondo,fua  auflera condotta  n.-I Pon- 
tificato, p.  231.  e  fua  terribile  cofiituzione 
contro  i  Simoniaci ,  p.  234.  e  fue  vigorofe 
operazioni  in  difefa  della  fede ,  ivi. 

Giulio  Terzo  ,  e  corfo  del  fuo  Pontificato  ,  p. 
464.6  del  Cócilio  diTrento  folto  di  lui,46^. 


inerenza  verfo  la  Fede  Cattolica  ,p.  316.  e 
feg.  fua  lettera  al  Duca  di  Safi!bnia  contro 
Lutero  ,p.34y.  fue  pie  qualità  ,  p.  3517.  fuo 
innamoramento  con  la  Bolena,  pervtrfione 
di  animo,e  fcifma  con  la  Chiefa,  ivi,e  feg.  e 
p.  4o8.efeg.  ep.414.fuoi  horrjbili  attentati, 
p.423.  efeg. fuoi  cruciati ,  e  morte, 424. 

Henrico  Rè  di  Navarra,  e  fcommunica  contro 
lui  fulminata  da  Sirto  V.  p.jy3.  fue  qualità, 
p.sjS,  fua  converfione  alla  fede,  ivi:  fua  re- 
incidenza nell  herefia,p.  s^9  nuova  fcom- 
munica fulminatag.i  da  Gregorio  XIV.  ivi  : 
fua  nuova  converfione  alla  Fede  Cattolica , 
afloluzione,  nef^oziati,  e  difficoltà  incon- 
trate in  queftofuccefib  ,  p. ^63. efeg. 

Heretici  vaganti  di  di  ^erfi  errori ,  p.^9.  i6i. 
177. 186.  208.  213.  il 6.  e  feg.  e  p.  222.  467. 
507.5,14  T43-54«^.  587.  efeg  j>o.  612.  efeg. 

Heretici,  e  loro  habilitazione  à  penitenza  pri- 
vata;p.46^.  abbrucciaci  vivi  in  Spagna, pag. 

47^. 


479- contrarietà  fri  cfli,  p  515.  convcrlìo- 

ne  di  alcuni  di  eflì  alla  Fede  Cattolica,  p. 

f^i.f  yi.  rigettati  da'Scifmr.tici,  p.  ^45- 
Hermanno  Arùvefcovo  di  Colonia,  e  Tua  mi- 

ferabile  caf'uta  nel]'  herefia ,  p.  45  8. 
Hermanno  Riffuvich  3  Tue  herefìe ,  e  morte",  p. 

Hoirazia,  e  fuaperverfìone  nella  Setta  Lute- 
rana, p.  362. 

Hofpizio  in  Roma  per  gli  heretici  convertiti 
alla  fede,  e  Tua  fondazione,  p.  705. 

Hugonotti ,  e  origine  di  quefto  nome  ,  p.  j o  i. 
loro  furore,  p.  507.  e  feg.  e  p.545.dircaccia- 
ti  dalla  Francia  dal  Rè  Luigi  XIV.  p.  6^9. 

Hungaria,  &  entrata  dell' herefìa  in  quel  Re- 
gno, p.  i9e. 

Hiis,  ved  Giovanni Hiis. 

Huflìti ,  e  loro  comp  «rfa  al  Concilio  di  Bafi- 
leajp.107.  loro  difputa  co'CattoIici  ,p,  i66. 


JAcobello  diMifnia,  Tue  qualità,  &  here- 
fie,  p.  ri.  

Jacobifi ,  e  loro  comparfa  al  Concilio  ai  Fio- 
renza, p.  142- 

Janfcniltije  corfo  de'  loro  affari  lotto  il  Ponti- 
ficato di  Urbano  Ottavo  ,p.<?i7.  efeg.  prò- 
feguimento  di  eflì  fotto  quello  d'Innocen- 
zo X.  pag.^ii.efotto  quello  di  Aleflandro 
VII.  p.é63  riprova  delle  loro  afferzioni ,  p. 
66b.  loro  condotta  fotto  il  Pontificato  di 
Clemente  TX.  p  67^.  e  fotto  quello  d' Inno- 
cenzo XI.  p.yoz.  e  d'Innocenzo  XII.p.742- 

Illuminati ,  fetta  di  heretici ,  e  loro  hereiìa ,  e 
condanna,  p.  613.  e feg. 

Illirico ,  vedi  Mitthia  Fiacco  Illirico .  _ 

Indice ,  e  i  '  ituzione  ella  Congregazione  di 
quello  nome  ;  p.55^. 

Indifiertnti,  eloio  fetta,  p,  46a._ 

Ineiv:tcrr:i,e  fuo  ftr'to  avanti  lo  fcifma,  p.3^''. 
fuaperverfìon'  if  CiTo,  p.402.4  o.  sza.  per- 
fecuzicne  de'  Cattolici  in  quel  Regno,  pag. 

547-5^8-  ,  ,.       .      . 

Inno-enzo  VII.  efuecoftituzioi:.  contro  gli 

hrrriici,  econcuLiiaru,  p.  3.  efeg. 

Ir.Docnzo  Vili,  e  lue  c'iverfe  roftituzioni 
control  Maghi  egli  iicieti-i  r  '-  ii.efeg.ca- 
luriiiie  à  lui  oppoJlc,  e  loro  rii-rova ,  p.  214- 

Innocenzo IX.  ^  fuo Porr'fi'ato ,  p.  j6z. 

Innocenzo  X.^  lueoper  ,'Z'o:-!  contro  li  lanfe- 
nifti,p.  622.  e  iegfua Bolla  ^ontrolapace 
di MunfiT , p,  633. iiioi foccorfi  all'  Inghil- 
tcn.  ,  p.  635. 

Innocenzo  Xi.  e  fuoi  decreti  contro  diver/ì  li- 


Indice  delle  Adaterie  principali. 

bri,  p  687. efeg.p.  710.  fuo  Breve  al  Rè  di 
Francia  in  congratulazione  perla  efpulfio- 
ne  degli  Hugonotti 


,  p.  éjjo.  e  m  raccoman- 
dazione del  Rè  Giacomo  Secondo  d'Inghil- 
terra ,  p. 701.  fuo  decreto  fopra  la  frequente 
Communione,  p.  703.  e  Tua  condanna  di  6^. 
propofìzioni,  p./oé.c  contro  la  rivelazione 
della  Confeflione,a(foluzione,e  fodisfazio- 
ne  di  effa,  p.71  i.e  fua  zelante  condotta  nell* 
affare ,  &  herefìa  del  Molinos  ,  ivi  ,  e  teg. 

Innocenzo  XII.  e  fua  Apoftolica  condotta  ne- 
gli affari  della  Regalia  di  Francia,  p.  7  3^- e 
feg.  due  fuoi  Brevi  contro  li  lanfenifti ,  pag. 
742.efeg.  fua prohbizione  del  libro  dell' 
Arcivefcovo  di  Cambray  ,  p.  746.  fi]e  gran- 
di ,&  egregie  operazioni  in  propagazione 
della  Fede  Cattolica,  p.7fo.  fuo  Breve  al 
Duca  di  Safibnia  convertito  alla  fede,p.7)  i 

Inquifìzione ,  vedi  S.  Oiììzio . 

Intelligenti  heretici ,  e  loro  herefia . 

Interim  di  Cario  V.  e  fuo  contenuto,  p.  393. 

459- 
Interimnifliei,  e  loro  fetta,  p.  462. 

Ifaach  Pereyro  Autore  de'  Preatiamiti ,  e  fua 

herefìa,   p.  642.  e  ritrattazione,  p.  644. 

K 

KAlendario  Romano,  e  fua  riforma,  p.  yf  r. 
Kalendario  hereticale  dtl  Foxo  ,  e  noti- 
zia di  effo  5  p.  J2  2, 
Knoxo  hcretico  Scozefe ,  vedi  Gio:  Knoxo. 


L 


Adislao  Rè  di  Boemia ,  e  fue  degne  quali- 
tà, p.  168. 

Launoyo  ,  vedi  Gio:  Launoyo  . 

Lega  Smakhaldica  ,  e  fua  origine , p.  3 y  r. 

Lcho  Soccini ,  e  fuc  herefìe  ,  p.  467.  e  morte , 
p.  511. 

Leone  X.  e  corfo  del  fuo  Pontificato ,  p.  2^6. 
fuoi  decreti  Latei a nenfì,  p  239.  efeg.  fua 
Bolla  contro  chi  malfcntiva  dell'  anima  ra- 
zionale p. 240.  fuo  zelo,  &:  operazioni  con- 
tro gli  Huflìti  di  Boemia,  p.  242.  fue  (tcgnc 
qualità ,  e  condotta  contro  la  herefìa  di  Lu 
tero,  ivi ,  per  tutto  il  Pontificato  :  fìia  dìtcf 
contro  la  malignità  d'  alcune  accufe,  p-260. 
fue  Bolle  contio  Lutero  ,  p.  28^.  298.  fuc 
operazioni ,  e  zelo  contro  Zuvinglio  ,  pag. 
321.  emorte,  p.322. 

Leone  XI.  e  fuo  Pontificato ,  p.  J83. 

Li- 


libertà  dello  fpirito  ,  hert-lìa  rifufcitata  ap 
predo  Bafìlea  ,  p.i?- 

Libertà  di  cofcienza  conceduta  à  Tcdcfchi , 
p.4<?4.  efeg. 

Libertini,  e  loro  nereiia,  p. 55  9. 

Libri  ,  e  pronibi?ione  Pontificia  di  tutti  gli 
herericali  j  p.463.  In-dke  di  eflì  fotto  Pao- 
lo IV.  p.482. 

Libro  Anonimo  contro  il  Pontificato  Roma- 
no, p.f r^- 

Livonia  ,  e  Tua  perverfionenell'herefìa,  p. 

Lochi  di  Monte  ,  vedi  Monti 
San  Lorenzo  Giulliniano  ,  e 


Inciice  delle  Materie  principali. 


p.472. 


fiia  morte  ,  p. 


171. 


Lorenzo  Valla  Canonico  di  S  Gio.  Latera- 
no,  fiie  qualità ,  &  errori  ,  p.i)4.  efeg.  ^ 

Ludov  co  Alemanno  Card.  Arcivefcovo  di 
Arles ,  e  Tue  qualità,  p.p<? 


quei  Regno  alla  Fede  Cattolica  , 
Tua  morte,  p.47  5'. 

Maria  Stunrd  Regina  di  Scozia,  e  foccoifi 
mandati  à  Igfì  da  Pio  V.  pag.523.  fua  deca- 
pitazione ,  e  morte,  P054. 

Maroniti,  e  lettera  dogmatica  di  Paolo  Se- 
condo adcffij  p.'pp. 

Martino  Qiiinto,  fua  affunzìone  a!  Pontifi- 
cato, &  elogio,  p.64.  fui  lettera  circola- 
re contro  gli  Huffiti  ,  pag.  71.  Tuoi  decreti 
contro  i  Fraticelli ,  p.7z.  e  contro  i  Simo- 
niaci ,  p.7^_  altra  fua  lettera  in  follenimen- 
to  della  dignità  Pontificia,  p.79.  altra  con- 
tro gli  Hufllti  ,  pag.  82.  Tua  Cruciata  con- 
tro gli  Heretici  Bohemi  ,  pagina  Si.  §6. 
8y.  Tua  morte  ,  pagina  95.  e  riprovazio- 
ne d'alcune  calunnie  à  luioppolle,  ivi  , 
e  feg. 

Martin  Lutero  ,  vedi  Lutero. 


Ludovico  Maimbourg  ,  Tuoi  libri  ,  prohibi- j  Martin  Bucero  compagno  di  Zuvinglio,  pag, 

zionedielfi,  emorte,  p.687,  55:8.  fuequalità,  &herefie,  p.446. 

Luigi  Xin.  Rè  di  Francia  ,  e  Tue  degne  ope- j  Maflìmilianolmperadore  ,  e  ilie  precauzio- 

re  in  dilatazione  della  fede  Cattolica  nella!      ni  contro  Lutero ,  pag.ajG.  fua  morte  ,  p. 

Bearnia ,  p  $92.  ^  z66. 

Luigi  XIV.  Rè  di  Francia  ,  e  fuo  dìfcaccia-    Matteo  Palmieri ,  e  fuoi  errori,  p.iya. 

mento  degli  Hugonotti  dal  Regno  ,  pag.  j  Matthia  Grabon  ,  fue  propofìzioni  ,  e  con- 

689.  riceve  il  Rè  Giacomo  d'Inghilterra,  i      danna  ,  p.77. 

p.701     follecita  la  prohibizione  del  libro    Matthia  Fiacco  Illyrico,  p.4é5.  fuequalità  , 

dell'Arcivefcovo  diCambray,  p.74s:.        !      Scherefie,  p.512. 
Luterani  molli  ,  e  loro  fetta  3  rigidi  j  e  Io-    Melandone,  vedi  Filippo  Melanfcone  . 


ro  fetta  . 

Lutero  ,  origine  della  fua  here/ìa ,  e  cor- 
fo  di  efìfa  fotto  Leone  X.  p.244.  e  feg.  e  fot- 
te Hadriano  VI.  p.  jzf.  e  fotto  Clemente 

VII.  p.5  47.  efuamorte,p.4J4' 
Xypfici ,  e  loro  fetta ,  p.462. 


M 


MAdonna  della  Vittoria,  e  Iftìtuzionc  di 
queftafelta,  p.f^j.  efeg. 

Maimbourg  ,  vedi  Ludovico  Màmbourg  . 

Marc'Antonio  de  Dominis  ,  fue  herefie,  e  cor- 
fo  di  effe  ,  p.j8f.  fuo  ravvedimento  ,  pag. 
606,  fuo  ricadimento  ,  enuovaherc/ìa,  p. 
«08  .  fua  morte ,  &  abbrucciamento  del  ca- 
davere, p.609. 

Marcello  Secondo ,  e  fua  elezione  al  Ponti- 
ficato ,  p.  474. 

Manichei  nella  Bodìna,  p.164. 

Maria  Regina  d'Inghilterra,  e  riduzione  di 


Michele  Rabardeo ,  e  fuo  libro  ,  p.6 1 1. 

Michel  Serverò  ,  fuequalità,  herefìe ^ e  mor- 
te nel  fuoco,  p.466. 

Michel  Bajo,  fue  propofìzioni  ,  e  condanna 
di  effe,  p  n^-  nuova  Bolla  fu '1  medefìmo 
foggetto  di  condanna,  p.sjc,  fua  ritratta- 
zione, ivi:  maligne  interpretazioni  de'Ba- 
jirti  contro  la  Bolla,  p.Ho. 

Michel Molinos ,  fue  qualità  ,  errori,  e  li- 
bri, pag.  712.  fuo  eilrinfetoporr  imento, 
pagina7i3.  carcerazione,  p.  714.  fue  pro- 
pofìzioni condannate  , p.71  j.  e  morter^i. 

Minilhi  CalvinilH  ,  e  origine  di  quello  no- 
me ,  p.44i« 

Miracolofo  fucceffo  di  due  foldati  Cattoli- 
ci 3  che  combattevano  contro  gli  hereti- 
ci ,  p.  jia.  e  feg.  altro  in  favore  de'Cat- 
tolicì  ,  che  difputavano  contro  gli  here- 
tici ,  p.  ì66.  altri  miracolofi  avvenimenti 
in  comprovazione  della- Fede  Cattolica  , 
pag.167. 

Molineo  ,  vedi  Carlo  Moline©. 

Molinirti,  e  loro  herefia  ,  p.711. 

Molinos  ,  vedi  Micliiel  Molinos. 

Monti  ,  cioè  luoghi  di  Monte  ,  eretti  in  Ro- 
ma da  Clemente  Settimo,  pag.^jSo.  da  Pio 

IV. 


Indice  delle  Materie  principali . 

IV.  pag.foS.  daPio  V.  pag.yi/.  da  Sifto  V.        la  materia  de  aiixiliis ,  p.fSj.  e  Teg.  Tue  de- 


pag.yf7. 


da  Clemente  Vili,  p.jép.  daPao 
lo  V.  p.601. 
Morneo ,  vedi  Filippo  Morneo  . 
Morene,  vedi  Gio.  Cardinal  Morene. 


gne  operazioni  in  ingrandimento ,  e  vantag* 
gio  della  Religione  Cattolica ,  p.  5$)  i  •  vitto- 
ria di  Praga  ,  e  narrazione  di  quello  fuccef- 
fo  fotto  il  Pontificato  di  Paolo  V.  p. $95- 


Munller  ,  e  fua  pace  riprovata  da  Innocen-    Peccato  filofofico ,  Tua  aflerzione  3  e  condan» 

zoX.  p.633.  i      na,  p.728.     ^ 

Muntzero  capo  degli  Anabattifti ,  e  {ùo  furo-    Pcdobatteiìmo  impugnato  da  alcuni  Vvlccle& 


re,  p.5J8. 


N 


Nicola  Seryrario  ,  fue  propoiizionì  ,  e 
condanna,  p.7S- 
Niccolò V.  e  Tue  de^ne operazioni  control 
Maghi,  e  contro  gli  herctici ,  p.i6i.  efeg. 
fila  morte,  p.i68.  e  nobili  ricordi  ,  cheef^ 
folafciò  al  facro  Collegio  de' Cardinali  , 
ivi ,  e  feg. 


O 


O Detto  Cardinal  de  Coligny  j  e  Tua  caduta 
nella  herefìa  di  Calvino,  p.joz. 
OKino,  vedi  Bernardino  OKino. 
Optato  Gallo,  e  Tuo  libro,  p.6ii. 
Orebiti ,  heretici  Bohemi ,  p.86. 
Orfani,  heretici  Bohemi,  p. ^3.  e  ptogrcfli 

delle  loro  armi,p.u4. 
Ofìandrici,  e  loro  fetta,  p.j^y. 
Ofiandro ,  vedi  Andrea  Ofiandro . 


P 


PAnormitano ,  vedi  Abbate  Panormitano . 
Paolo  Secondo,  e  fua  fentenza  di  depofì- 
zione  dai  Regno  contro  il  Re  Podiebrazio , 
p.  196.  fua  lettera  dogmatica  a'  Maroniti,  p. 
J99.  fua  morte  vendicata  d'alcune  calun- 
nie, ivi. 

Paolo  Terzo  ,  e  fuo  Pontificato  ,  p.408.  fua 
fcommunica  contro  HenricoVIII.  p«4i4. 
fue  operazioni  à  benefizio  della  Scozia  ,  p. 
424.  e  feg.  aprimento  del  Concilio  di  Tren 
to ,  e  feflìoni  fatte  fotto  queilo  Pontificato  , 
p.  452.  fuoi  inutili  rifentimenti  contro  T  In- 
terim di  Carlo  V.  p.461. 

paolo  IV.  e  fuoi  provedimenti  per  la  Reli- 
gione d' Inghilterra ,  p.474.  fua aufterità ,  p. 
47?.  fue  qualità  ,  operazioni  ,  e  proceflì 
contro  parecchi  Ecclefiaftici  fofpetti  di  he 
refia,  p.  481.  e  fua  Bolla  contro  gli  Anri 
trinit.irii,  p.482. 

Paolo  QointOj  e  filenzio  impofto  da  lui  fopra 


fifti  ,p.87. 

Pelagiani, origine,  eprogreflb  ,  ecorfo  del- 
la loro  herefia,  p.iz3- 

Pene  afflittive  di  corpo  contro  gli  heretici ,  e 
difputa  fopra  quefto  foggetto  fatta  dagli 
fteffì  heretici ,  p.468. 

Pereyro  ,  vedi  Ifaac  Pereyro  . 

Pico  della  Mirandola ,  vedi  Gio.  Pico . 

Pietro  Drefda,  fue  qualità,  &  herefie ,  p.  1 1. 

Pileo,  e  Stocco,  e  fua  facra  origine,  p,ji8. 

Pietro  dOfma,  e  fuepropofizioni  heretica» 
licircalaConfeflìone>  p.zio. 

Pietro  Vermilio  detto  il  Martire ,  fue  qualità  , 

&  herefie,  p. 447- 

Pietro  Filippo  Bernino  AlTeffor  del  S.Offizio  , 
e  fuo  detto  circa  il  fanto  zelo  di  Alcflandro 
Ottavo,  p.728. 

Pietro  Paolo  Vergerlo,  Nunzio  Apoftolico,  e 
fua  caduta  ncll'herefia  ,  p.459.  fua  maledi- 
cenza  contro  l'Indice  deMibri  prohibiti  ,  p« 
4H5.  e  contro  il  Concilio  di  Trento  ,p.  ?i  j. 

Pio  Secondo,  e  fue  qualità  avanti  il  Pontifica- 
to, p.  179.  e  feg.  fua  ritrattazione  di  alcuni 
fuoi  fcritti,  p.  1 8 1 .  fue  memorabili  rifpofte  à 
diverfi Principi,  p.ib'2.  fcommunica  il  Re  di 
Bohemia ,  p.  185.  fue  operazioni  contro  di- 
verfi herctici,  p.  1  $6.  fue  fcommuniche  con- 
tro due  Sigifmondi  d'Auftria,  eMalatefta  j 
ivi,  efeg.  fua  Bolla  contro  gli  appellatori 
al  futuro  Concilio,  p.i8^.  fuamorte,p.i^?^ 
e  fuo  libello  dogmatico  contro  la  fetta  de' 
Turchi,  p.ii>  5". 

Pio  Terzo,  e  fuo  Pontificato,  p.251. 

Pio  Quarto  ,  e  corfo  del  fuo  Pontificato  , 
p.yoo.  fuoifoccorfi  a'Cattolici  contro  gli 
Hugonotti ,  p.f  08.  monti  da  lui  eretti ,  ivi  ; 
e  continuazione  del  Concilio  di  Trento  fot- 
to quefto  Pontificato ,  p.f  1 4. 

Pio  Quinto  ,  qualità ,  e  zelo  invitto  di  quefto 
Pontefice, p.jaj.  fua  fcommunica  contro 
Elifabetta  Regina  d'Inghilterra ,  p.y  24.  fuoi 
foccorfi  nella  Germania  ,  &alla  Francia 
contro  gli  heretici,  p.ii6.  monti  da  lui  eret- 
ti,p.f27»  e  fue  operazioni  contro  gli  here- 
tici in  Olanda,  e  Fiandra,  pag.  ^27.  &  altro- 
ve, p.sji.  fuo  zelo  per  l'olTervanza  de' de-, 
creti  Tridentini ,  pag.  550.  fuoi  memorabili 
detti  ,  pagina  j  2  4.  jji.  fua  Bolla  contro 

le 


le  proporzioni  di  Michele  Bajo,  pagina 

US' 
Pifcatore  ,  vedi  Gio.  Pifcatore  . 

Podicbrazio   ,  vedi  Giorgio  Podiebrazio  . 

Polo  ,  vedi  Reginaldo  Polo. 

Polonia  ,  edcntratain  quel  Regno  dell' hc- 
refìa  ,  p.?9<5. 

Pontefice  Romano  fuperiore  ad  ogni  Conci- 
lio ,  p.67.  fLiaruperiorirvì  aflerita  da' Catto- 
lici contro  i  Greci  nel  Concilio  di  Ferrara  , 
p.iic^.  fatto  notabile  fiicceflb  inConciilo- 
ro  fopra  quello  foggetto  ,  p.ioi.fua  fupe- 
rioritàfopra  li  Rè  ,p.5a4.  T^o. 

Praga,  università  di  lludii ,  e  contradizionc  in 
elfa  nelle  dottrine,  pag.^.  vittoria  di  Praga 
contro  gli  heretici,  p.S93- 

Pragmatica  Santione,  Tua  origine,  &  aboli- 
zione, p.  137- 

Preadamiti ,  e  lero  herefìa  ,  p.  641. 

Procopio  comandante  de'  Thaborlti  ,  e  Tue 
qualità,  p.i»3. 

Propaganda  fide ,  iftituzione ,  e  lode  di  que- 
llo Apollolico  Collegio  ,  p.  606. 

Propofì^-ioni  condannate  da  Aleflàndro  Setti- 
mo ,  p  6^9. 

Proporzioni  della  Sorbona  fotto  Aleflàndro 
Settimo,  pag.iSj?-  della  medcfìma  fotto  il 
Pontificato  d'Innocenzo  Undecimo,  p.6o8. 

Proporzioni  condannate  da  Innocenzo  Un- 
decime j  p  706.  e  da  Aleflàndro  Ottavo  , 

p.73i- 
Proteihntì ,  e  loro  origine,  pjn- 
Purgati©  Sacrifìcii  prohibita  da  Innocenzo 

Ottavo,  p.  212.  e  feg. 
Purgatorio  aflerito  da'  Cattolici  contro  i  Gre- 
ci nel  Concilio  di  Ferrara ,  p^iiy. 


Indice  delle  Materie  principali. 


fp.vorc  di  Siilo  IV.  p.  207.  e  di  Clemente 

Vili.  P.S73- 
Richerio  ,  vedi  Edmondo Richerio. 
Roffenfe,  vedi  Gio.  Fifchero. 
Rqfa  aurea,  e  origine  di  tal  facro  Rito,  P.Ì67. 


Q 


QUietifti  heretici ,  p.y^o.  71*. 
(fintino  Autor  de'  Libertini  ,  e  fua  he- 
refìa, p.239» 


R 


fu 


R  Egali  a  ,  e  condotta  de'  Pontefici 
quell'affare,  p. 741. 
Regimldo  Polo  ,  e  fua  perfecuzioneperla 
Fede  Cattolica ,  P.42J.  e  morte  ,  P.47V.  e 
vani  folpetti,  che  fi  hebbefo  di  lui  in  ma- 
teria di  fede,  p.48i. 
g.eligiofi  perfeguitati  dagli  Huflìti ,  p.8|.  pro- 
porzioni contro  loro  circa  l' amminiftra- 
s&eiìe  dc'Sacramenti  j  p.  i;:*  Breve  à  loro 


SAcco  di  Roma,  efuo  diftinto  acconto , 
p.36'). 
Sacro  Pileo,  e  Stocco  ,  e  fua  oiigìne  jp.fiR. 
Sacramentarli,  e  loro contefe  co' Luterani  , 

p.348.  in.  jSt. 

Sacramento  dell'  Eucharifiia  ,  e  miracolofo 
avvenimento  in  comprovazione  di  eflb ,  p, 

11-37. 

San  Cyrano,  vedi  Abbate  di  S.  Cyrano  . 

Sandio  ,  vedi  Criiìoforo  Sandio  . 

San  Felice,  vedi  Go.  Tommalb  S  Felice. 

Sangue  di  GiesùCiniflo,  e  quellionc  inforta 
fé  ve  ne  fìa  prefentemente  alcuna  goccia  nel 
mondo,  p.iz.  e  feg.  ed  eflendovcne  fé  ad  tf- 
fa  fia  unita  la  Divinità  ,  p.  i^jo.  e  feg. 

Sant'  Offizio  ,  e  fua  fondazione  ,  p.  46  j.  flabi- 
limentodi  eflb,  p.  484.  utilità  che  quind» 
provenne  al  Chriftianefìmo,  p.48y.  e  feg. 

Scifma  dell'Inghilterra ,  p.404.  e  feg. 

Scozia,  e  fua  perveifìonenell'here/ia  ,  p.444. 

ScuvenKfeldio,  vediGafparo  ScuvenKfeldio  o 

Seminario  Germanico  ,e  fua  fondazione,  pag. 
Hs».  Greco,  p.5jo.de'Maroniti,pag.  jfi.ai» 
tri  in  altre  Città ,  p.f  fo. 

Serveto ,  vedi  Michel  Serverò  . 

Sigifinondo  d'Auflria,  efcommnnlca  contro 
lui  di  Pio  Secondo,  p.i  87»  e  feg.  fua  ricon- 
ciliazione  conia Chiefa ,p.i85i. 

Sigifmondo  Malateiia ,  efcommunica  contro 
lui  di  Pio  Secondo,  p.  1 87.  fua  riconciliazio- 
ne con  la  Chiefa  ,  p.1851. 

Simonia  prohibita ,  benché  occulta  ,  p.7S'. 

Simoniaci ,  e  formidabile  Decreto  contro  lo- 
ro di  Martino  V.p.7f.  edel Concilio  diBi- 
fìlea,p.ii2.  e  di  Giulio  II. p.  134. 

Siflo  IV.  {uè  opere,e  ferirti  avant  il  Pontifica- 
to, p.ioi.  due  funi  Brevi,  unoàSanFran- 
celco  di  Paola  a  e  l'altro  al  Rè  di  Francia  in 
fimi  1  foggetto,  p.zof.  fua  c.oftitnzione fo- 
pra  l'ufo  dell'Hab'to  talare ,  p.2o6.aItro  fuo 
j&revc  à  favore  de'ReJigiofi  nell'amminiftra- 
zione  de'Sacramenti ,  p.ro7.  fuoi  provedi- 
menti  contro  grHuffìti ,  p.208. 

SiftoV.  e  fuerilolute  operazioni  contro  gli 
heretici ,  p.ff  5.  si^-  e  feg. 

Soccino ,  vedi  Lelio  ,  e  Fauflo  Soccino . 

Sorbona  j  e  fue  degne  laudi  ^p.éio* 

Spi- 


Spinofa,  Tuo  libro,  &herefìe,  pag.  6^2 

Spirito  Santo,  e  Tua  procedenza  dal  Padre, 
e  dal  Figliuolo,  provata  da'Cattolici  con- 
tro i  Greci  nel  Concilio  di  Ferrara,  p.  1x7. 

Stancato ,  vedi  Francefco  Stancato  . 

Svezia  ,  e  pervcrfione  diefla  nell'herefia  , 


Indice  delle  Jklatcrie  principali  » 


Vergerlo  ,  vedi  Pietro  Paolo  Vergerlo  Nun- 
zio Apoftolico. 

Vergerio  ,  vedi  Glo.  Vergerlo  Canonico  di 
Bajona   . 

San  Vincenzo  Ferrerlo  >  e  fua  morte  ,  p. 

J7I. 

Vifìgnani  heretico  ,  vedi  Antonio  Vi%na- 

ni. 
Vittoria  miracolofa    de'  Cattolici   contro   i 

Zuvingliani,  p.jjé.  e  contro  i Luterani  , 

PS9S- 

TEdefchi  ,  e  loro    doglianze   contro    la    Uldarico  Hutten ,  e  lue  herefìe ,  p.zjz. 
Chiefa  Romana  ,  p.  17J.  e  rifpofte  ad    Urbano  Settimo ,  e  Tuo  Pontificato  ,  p.fjS. 
efl;,  ivi,  ep.aiS.  Urbano  Ottavo,  e  Tuo  Pontificato  ,  pag.608 

Thaboriti  ,  e  loro  errori  ,  p.  8y.    progreflì 


delle  loro  armi,  p.  U4. 

Theodor© Beza,  fue qualità,  &  herefia  ,  e 
cathedra,  p.5051.  fua  morte  ,  p.y5>i. 

Tommafo  de  Vio  Cardinale  Gaetano  ,  fue 
qualità  ,  fciitti  ,  ed  oppofizione  invitta 
contro  Lutero,  p.26i. 

Tommafo  Moro ,  e  Tuo  libro  contro  Lute- 
ro ,  p.344.(uo  valore  ,  e  zelo  contro  Hen- 
rico  Ottavo,  p»4o3.  fua  prigionia,  e  mor- 
te, P.41Ì. 

Tommafo  Volfeo 3  fue  qualità,  e  condotta, 

P-3i?8. 
Traduzione  del  Meflale    Romano   ,    e   fua 

prohibizione  ,  e  condanna,  p.^jS. 
Traduzione  di  Mons,  e  fua  prohibizione  , 

e  condanna  ,  p.^77. 
Tranfilvania,  e  fua  perverfione  nell'herefia , 

P.46J. 
Trento  ,  vedi  Concilio  di  Trento. 


V 


VAlentino  Gentile  Heretico ,  e  fua  morte , 
p.ju. 
UbiquiiH,  e  Ubiquitarii ,  p,538. 
Veneziani  ,  e  loro  appellazione    al  futuro 
Concilio,  e  Bolla  di  Siilo  IV.  coiìiro  di 
elfi  ,  p.ioz. 


fua  fentenza  contro  Marc'Antonio  de  Do- 
minis,  pag.  60^,  fuo  Decreto  contro  una 
propofizione  di  Galileo  Galilei  ,  p.  óif. 
fue  degne  operazioni  ,  e  Bolle  in  efalta- 
zione  della  Fede ,  ivi,  e  feg.  fua  condot- 
ta ,  e  Bolla  contro  li  Janfenifti  ,  p  617. 
e  feg.  fuoi  foccorfi  a'  Cattolici  d'Inghil- 
terra, p.  63 j.  fua  morte,  p.621. 

Vvenceslao  Rè  di  Bohemia  ,  e  fue  pefllme 
qualità,  p.6.  e  morte,  p  8j. 

Vviccletfilli  ,  e  condanna  de'  loro  articoli 
feguita  in  Parigi  ,  p.  4-  in  Oxford  ,  p.  f . 
entrano  nella  Bohemia  ,  e  la  pervertono 
nell'herefia,  pag.51.  nuova  condanna  di  e(^ 
fi  in  Praga,  p.14.  e  in  Roma,  p.  33.  loro 
fiuovi  tumulti  in  Inghilterra  ,  p  3.!.  loro 
nuova  condannane!  Concilio  di  Cpibnza  , 
p.42. 


ZIska,  vedi  Gio.  Ziska. 
Znvinglio,  fue  qualità  ,  &  herefie  ,  e 
corfo  v'i  effe,  pag.315.  347.  SSS-  compa- 
razione tra  lui  ,  e  Lutero  ,  p.  3f4.  fua 
battaglia  co' Cattolici,  p^g.  3  5'4.  e  morte, 
ivi . 
2ÌLtoneMago  ,  e  fue  Ihipende  Magie,  p.8. 


fine  del  quarto  Tomo^ 


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