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Full text of "Il Dialetto della Valsesia"

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REALE  ISTITUTO  LOMBARDO  DI  SCIENZE  E  LETTERE. 
Estratto  dai  Rendiconti.  Voi.  LI. 


IL  DIALETTO  DELLA  VALSESIA 

Tesi  presentata  alla  Facoltà  di  Filosofia 

dell'  Università  di  Berna  per  ottenere  il 

Grado  di  Dottore 

da 

TEOFILO  SPOERRI 

d'Uster,  Cantone  di  Zurigo. 


Approvata  dalla   Facoltà  di   Filosofia  sulla  proposta  del 
professore  Jaberg. 

BERNA,  il  27  luglio  1916. 

Il  Decano  :  Prof.  Dr.  Chr.  Moser. 


Ulrico  Hoepli,  Milano  —  1918. 


2)edicato  a  mia  moglie. 


IL  DIALETTO  DELLA   VALSESIA 
I. 

VOCALISMO. 

Nota  del  dott.  Teofilo    Spoerri 
{Aduiìanza  dei  Si  fehbraio  i9t8] 


Fonti. 

A.  Fonti  orali  :  Il  materiale  che  sta  a  base  di  questo 
studio  fu  raccolto  in  4  soggiorni,  dal  capo  d'anno  1914  alla 
primavera  1915.  Feci  degli  interrogatori  a  Civiasco,  Varallo, 
La  Ferrera,  Boccioleto,  Rossa,  Carcoforo,  Rassa,  Campertogno, 
Pila,  Riva  Valdobbia,  Ca  di  lanzo  (Val  Vogna)  e  Fara  Novarese. 
Le  località  studiate  più  a  fondo  sono  Boccioleto,  Rossa,  Cam- 
pertogno e  Riva  Valdobbia  colla  Val  Vogna.  Scelsi  come  dialetto 
tipico  quello  di  Boccioleto-Rossa,  perchè  presenta  il  doppio 
vantaggio  di  esser  vivo  ancora  nella  bocca  di  un  gran  numero 
di  persone  e  di  aver  serbato  nondimeno  il  suo  carattere  arcaico. 

Nella  Val  Vogna,  che  ha  un  dialetto  più  originale,  non 
trovai  che  una  sola  vecchia  parlante  ancora  1'  antico  dialetto. 
Mi  prevalsi  nei  miei  interrogatori  del  Questio/uìait  e  composto 
dal  signor  Prof.  Jaberg  nelle  sue  varie  escursioni  dialettali 
nel  Piemonte  (ca.  3200  parole). 

Le  forme  datemi  dalle  persone  escusse  furon  sempre  con- 
trollate attraverso  un  gran  numero  di  persone,  sia  nella  spon- 
taneità del  colloquio,  sia  mercè  interrogazioni  dirette.  In  tutto 
ho  passato  8  settimane  nella  Valsesia,  i  due  ultimi  soggiorni 
essendo  stato  interrotti,  l'uno  dalla  guerra  europea,  1'  a:ltro 
dall'intervento  dell'Italia. 

Mi  permetto  di  presentare  al  pubblico  questo  lavoro  perchè 
sono  convinto  che  non  m'è  sfuggito  nessan  fenomeno  impor- 
tante. Il  tempo  però  non  è  stato  sufficiente  per  notare  tutte 
le  sfumature  e  variazioni  dei  ditferenti   parlari  locali. 

Le  persone  che  ho  interrogate  più  a  lungo   sono  : 
a  Boccioleto:  Bo'  (o  nessun  segno)  =^  Erminia  Piccina, 


392  T.    SPOKRRI. 


d'anni  35,  della  frazione  dei  Ronchi,  Sempre  vissuta  nel  paese. 
Intelligentissima.  E  la  migliore  tonte  per  prontezza,  sicurezza 
e  abbondanza.  Tipo  dial.  arcaico.  — Bo"  =  Giul  i  a  Pan  o  zzo, 
vecchia  donna  della  frazione  Alloro.  Mi  recitò  diversi  canti  e 
versetti.  Tipo  arcaico.  —  A  Rossa:  Ro'  =  Bartolomeo 
Sottile  di  29  anni,  consigliere  comunale,  organista,  ebanista  e 
coltivatore.  Ha  fatto  22  mesi  di  servizio  nel  Veneto.  Del  resto  è 
sempre  rimasto  in  paese.  Intelligente  e  pronto,  soggetto  però  a 
molte  oscillazioni  e  innovazioni.  Rappresenta  il  tipo  dialettale 
proprio  della  generazione  attuale.  —  Ro"  =  Maria  Domenica 
Gallizia,  d'anni  80.  Racconti  molto  importanti  pel  loro  carat- 
tere arcaico  e  per  la  naturalezza  della  lingua.  —  Nella  Val 
Vogna:  Yo'  :=Maddalena  Carestia,  d'anni  61.  Intelligente, 
pronta  e  sicura.  Fonte  molto  arcaica.  (Ca  di  lanzoi  —  Vo*  = 
Riccardo  Carmellino,  d'anni  33.  Emigrò  per  8  anni  come 
falegname.  Adesso  fa  la  guardia  all'Ospizio  Sottile  sul  colle  di 
Yaldobbia.  Ponte  affatto  moderna.  (Riva  Valdobbia).  —  a  Cam- 
PERTOGN  0  ;  Cm'  =  Carlo  Viotti,  vecchio  falegname,  che  non 
è  quasi  mai  uscito  dal  paese.  Fonte  buona  ed  arcaica.  Cm*  = 
Giuseppe  Sceti,  originario  di  Quare.  Stuccatore  all'estero,  da 
un  pezzo  albergatore  a  Cm.  Fonte  interessante  ma  non  affatto 
sicura.  —  A  C  a  rcoforo:  Ce*  =  Pietro  Ragozzi,  fu  molti 
anni  a  lavorare  all'estero.  Da  4  anni  abita  stabilmente  a  Ce. 
Fonte  non  molto  sicura.  —  Ce'  =  Notizie  raccolte  dal  profes- 
sore Jaberg  in  un  suo  passaggio  per  quel  paese.  —  A  La 
Ferrera:  Fé  =  Pietro  Gaietti,  d'anni  55;  lavorò  in 
Francia  e  nella  Svizzera.  Poco  sicuro.  —  A  Varallo:  Va 
Aldo  C  ol  1  e  on  i,  d'anni  58,  fu  già  tipografo.  Sempre  a  Va.  Fonte 
buona  ed  arcaica.  —  Della  Bassa  Valsesia  (Isolella,  Foresto 
Sesia)  ebbi  un  saggio  dialettale  in  trascrizione  fonetica  da 
Don  Ravelli .  autore  della  nuova  Guida  Illustrata  della 
Valsesia.  —  Nel  Novarese,  a  Fara  (Fa),  interrogai  il  signor 
Francesco  Cuntini  (d'anni  30,  fonte  eccellente/  e  l'autore 
del  testo  dialettale  nel  Rusconi,  Luigi  Reali. 

Valgono  poi  come  fonti  orali  i  materiali  raccolti  dal 
prof.  Jaberg  nell'Ossola  e  nel  Canavese.  Do  qui  l'elenco  delle 
località  citate  in  ordine  geografico,  annoverando  fra  parentesi 
quadre  i  dialetti  citati  in  lavori  glottologici   moderni: 

A.  Osso  L  A- V  erba  nese-No  Varese:  [Valle  Antigorio  : 
Premia:  Valle  Divedrò:  Var'zo  ;  Valle  di  Bognanco:  Pizzanco. 
Salvioni,  Risoluzione  Palatina  di  R  e  G  nelle  Alpi  Lombarde 
in  Studj  di  fll.  romanza,  voi.  vrii].  Valle  della  Toce  :  Domo  d'Os- 
sola   (Do).    [Val    Vigezzo  :  S.  Maria  Maggiore  (SMM),  Malesco 


IL    DIALETTO    DELLA    VALStóSIA  393 


(Mal.),  Villette  /Vl/i.  Centovalli:  Int?;figiia  (Int.).  Onsernone 
(Ons.).  Salvioui  ,  AG.  ix  188-260].  Valle  Antrona:  Antrona 
piana  (Aut.).  San  Pietro  (SP).  Viganella  (Vig.l.  Valle  Anzasca  : 
Calasca  (Cai.),  Baniiio  iBa.i.  Lago  d'Orta  :  Pella  (Pe.j.  Novarese: 
Fara  (Fa)  —  B.  V  a  l  s  e  s  i  a  -  B  i  e  l  l  e  s  e:  Valle  principale:  Varallo 
(Va),  Pila,  Quare,  Campertogno  (Cm."!  Riva  VaMobbia.  —  Val 
Mastellone  :  La  Ferrera  (Fé).  Val  Sermenza:  Boccioleto  (Bn.j 
Rossa  (Ro),  Carcoforo  (Ce),  Le  Ferrate  (Fet)  Val  di  Rassa  : 
Rassa  (R)  —  Val  Vogna  (Vo)  — -,  Bassa  Valsesia  :  Isolella  (Is) 
Valle  Sessera:  Crevacuore  (Gre),  Locchi  (Loì.  Val  d'Andorno: 
Piedicavallo  (Pied).  [Valle  di  Strona:  Biella  (Bi)  Fed.  Garlanda 
M.  A.  p.  327-341].  Viverone  (Vivi  —  C.  Canavese:  Rueglio 
(Ru),  Feletto  (Fel),  Brosso  (Bro),  Traversella  (Tra),  Locana  (Loc). 
B.  Fonti  scritte:  Si  occupò  del  dialetto  valsesiano'il 
SaIrio?ìf  nel  suo  magistrale  articolo  della  Lettiera  (1901) 
pag.  715  sgg.  Dopo  aver  additato  le  condizioni  topografiche 
peculiari  'la  poca  lunghezza  della  valle,  la  mancanza  di  passi, 
le  più  remote  località  occupate  da  \\n  dialetto  tedesco),  egli 
dimostra  che  la  Valsesia  si  frappone  come  un  cuneo  tra  i  terri- 
tori cisalpini  franco-provenzali  da  un  lato,  ladineggianti  dal- 
l'altro, il  tipo  valsesiano  essendo  piemontese  '  pur  tramezzando 
com'è  richiesto  dalla  situazione,  tra  piemontese  e  lombardo'.  T 
fenomeni  menzionati  sono  quelli  dei  nximeri  1^  ,  6-9,  28,  29,  69, 
79,  103,  104,  113,  133  della  nostra  fonetica  e  morfologia.  Il 
Salvioni  fa  inoltre  un  breve  accenno  all'attrazione  dell'-i  plu- 
rale nell'AG-.  ix  p.  235  e  nel.  Krit.  Jb.  l  p.   122. 

Una  ricca  fonte  lessicografica  ci  è  data  nel  Diz-ionario 
del  dialetto  valsesiano  di  Fed.  Toiletti,  Varallo  1894.  Testi 
dialettali  sono  : 

La  Guerra  d'Iacmace  (lac)  edita  da  Fed.  Tonetti  nelle 
'Famiglie  Valsesiane  '  Var.  1884  pag.  102-112.  Consta  di  ca. 
800  versi  e  ci  dà  il  racconto  di  una  sommossa  popolare  avve- 
nuta il  15  agosto  1678.  Non  saprei  dire  nulla  di  sicuro  circa 
all'età  e  all'autore:  un  anonii.io  secondo  il  Tonetti;  tal  Prospero 
Torello  da  Borgomanero  secondo  il  Biondelli  che  dà  un 
estratto  d'un  manoscritto  composto  'quasi  2  secoli  fa';  tal 
Giovanni  Duberti  da  Scopello  secondo  il  Ravelli,  Nuovissima 
guida  illustrata  della  Valsesia  p.  219.  Checche  ne  sia,  la  poesia 
doveva  essere  molto  popolare  e  oggidì  ancora  si  odoao  delle 
vecchiette  recitarne  centinaia  di  versi. 

La  Parabola  in  dialetto  di  Riva  Valdobbia  (Riv.)  e  c?n-ers 2 
testi  varallesi  nel  Rusconi. 

Le  'poesie  edite  ed  inedile  di  Cesare  Friyiolini,  Varallo  1875. 


394  T.    SPOERRI. 


Di  Gian  Giacomo  Mcfssarotfi  e  di  Giovanni  Preti  si  hanno 
poesie  stampate  su  fogli  volanti  e  qua  e  là  in  varie  pubbli- 
cazioni. 

Sigle  delle  opere  più  spesso  citate:  Anf.  ast.  — 
Giacomino,  La  Lingua  dell'  x\lione.  Arch.  glott.  it.  (AG^i  xv 
403  sgg.  Briff.  =  Battisti  ,  Testi  dialettali  italiani.  Halle 
1914.  Biond.  Biondelli  ,  Saggio  sui  Dialetti  Gallo--italici. 
Milano  1853.  Cast.  =  Toppino,  Il  dialetto  di  Castellinaldo 
AG  XVI  517  sgg.  Stud.  rom.  x,  1-104.  Filzi  =  Contributo  alla 
sintassi  dei  dialettiitaliani.  Studj  rom.  xi  1-92.  Gel.  =  Renier. 
11  Geiindo.  Torino  1896.  //.  gr.  =  Meyer-Lùbke,  Ital.  Gram- 
matik.  Leipzig  1890.  M.  A.  =  Misceli.  Ascoli,  Torino  1901. 
Monf.  =  Ferraro,  Glossario  monferrino,  1881.  Musa.  =  Mus- 
saiia,  Darstellung  der  Altmail.  Mundart.  Vienna  1868.  Piem.  = 
Gavazzi.  Vocabolario  piemontese  1891.  Piem.  P.  =  Dal  Pozzo, 
Diz.  etim.  piem.  1893.  Pap.  =  Papanti,  I  Parlari  Italiani  in 
Certaldo.  Livorno  1875.  Par.  Ormca  =  Parodi.  Intorno  al 
dialetto  di  Ormea.  Stu'ìj  rom.  v.  Pred.  =^  Prediche  gallo-ita- 
liche ed.  Foerster.  Eom.  Stud.  iv.  1-92.  Rusc.  =  Rusconi,  I 
Parlari  del  Novarese  e  della  Lomellina.  Novara  1878.  REW  = 
Meyer-Liibke,  Roman,  etym.  Wòrterbuch.  Heidelberg  1911-6, 
iSalv.  app.  ìomb.  =^  Salvioui.  Appunti  lombardo-alpini.  RIL 
xLV.  Salv.  dial.  alp.  =^  I  dialetti  alpini  d'Italia,  La  Lettura  1901 
p.  715  sgg.  Salv.  dial.  srizz.  =  Lingua  e  dial.  della  Svizzera 
it.  RIL  .XV  1907.  Salv.  D.  V.  =  A  proposito  di  due  voci 
piemontesi  RIL  xxxvii  p.  522  sgg.  Salv.  K.  J.  =  Krit.  Jahres- 
sbericht.  voi.  i.  Salv.  lag.  mag.  =  Saggi  intorno  ai  dialetti 
di  alcune  vallate  all'estremità  settentrionale  del  Lago  Maggiore. 
AG  IX  188-260.  Salv.  mil.  avi.  =-  Osservazioni  sull'  antico 
vocalismo  milanese.  Studj  dedic.  a  Pio  Rajna  p.  369  sgg.  Sale. 
mil.  mod.  =  Fonetica  del  dial.  mod.  della  città  di  Milano. 
Torino  1884.  Salv.  P.  Arò.  =  Glossario  del  Dial.  d'Arbedo 
per  V.  Pellandini  con  ili.  e  note  di  C.  Salvioni.  Boll.  stor.  d. 
svizz.  it.  voi.  17  (i)  —  18  (il).  Salv.  pai.  lomh.  =  l.a  Risolu- 
zione Palatina  di  K  e  G  nelle  Alpi  Lombarde.  Studj  di  filol. 
rom.  voi.  vili  1-33.  Salv.  sanfr.  =  Del  posto  che  spetta  al 
sanfratellano...  AG  xiv  437  sgg.  Schaed.  Ormea  ^^  Schaedel, 
Die  Mundart  von  Ormea.  Halle  1903.  Ton.  =  Tonetti ,  Dizio^ 
nario  del  dial.  vals.  Varallo  1894.  Uas.  =  Terracini.  Il  parlare 
d'Usseglio  AG  xvii.  Zucc.  ■=  Zuccagni-Orlandini.  Race,  di  dial. 
ital.  Firenze  1867. 

L'estensione  dei  fenomeni  è  determinata  in    base  ai  saggi 


IL   DIALETTO    DELLA    VALSESIA  395 


datici    da    Batt..    Biond.,    Pap.,    Rase,   Zucc,    Schaed.  Ormea, 
Salv.  sanfr.  ecc.  e  dalle  raccolte  del  prof,  Jaberg.  - 


Fonetica. 

Nota  prelirniuai-e  :  Si  hauno  grafie  diverse  per  lo  stesso  suono, 
sopratutto  iu  questi  due  casi:  1*^  quando  si  tratta  di  suoni  in  via  di 
sparizione  come  per  es.  il  s  palatale,  clic  sa  di  contadinesco  e  tende 
a  sparire  presso  le  generazioni  nuove.  Ciò  avviene  attraverso  una 
serie  di  fasi  intermedie,  che  sono  notate  ora  con  s  ora  con  5.  Anche 
r  «  palatale  non  si  può  (piasi  distinguere  dalTrt  medio.  I  suoni  t.  k,  p, 
air  uscita  hanuo  per  lo  più  nn  suono  intermedio  tra  la  sorda  e  la 
sonora  \t  lene,  ecc.)  ma,  a  seconda  del  contesto,  si  può  sentire  un  t  o  un 
(/.  11  2"  caso  è  più  importante.  Vi  sonò  oscillazioni  nella  distinzione 
delle  vocali  :  e  —  r.  ò  —  oe,  —  e  finale  —  /  (lat,  —  ce).  .Si  tratta  qui 
dell'infiltrarsi  di  uaa  pronuncia  straniera  (piem.  0  lomb. -comune)  che 
si  manifesta  sopratutto  nelle  generazioni  nuove.  Per  altro  debbo 
confessare  che  non  mi  sono  sempre  sentito  ricuro  nel  notare  un  e 
chiuso  0  aperto  e  cosi  parecchie  incertezze  sax'anno  roba  mia  (l) 


I.  Vocali. 

A.  Vocali  toniche  . 

A.  1.  a)  di  solito  intatto;  la  vàrga  angiiinaia,  u  shàrlu 
battiburro,  a  bnlka  cessa  di  piovere,  al  sankw  sangue,  /  àict  l'al- 
tro, benda  (il  cane)  guaisce,  uvàjk  bacio,  gàjt,  plur.  di  gàt  (v. 
num.  64),  la  ha  zia  vaso  di  terra  REW  866  la  gàvja  REW  3625 
scodella,  -la  zaffa  spreg.  bocca,  takka.  macchia,  la  lamma  lama, 
al  babhJH  rospo  REW  852,  ?««c,  gàc  ghiaccio,  làc  latte  (2).  — 
b)  -are  =  -e  2.  Turbamento  velare  dav.  a  nasali:  la 
brgnda  acquavite;  —  al  làmp  la  giogaia,  lambva  non  teso, 
l  ram/"  granchio,  Ikan  cane,  salvàh  mostro,  lìiam  voce  infan- 
tile   per    cibo,    ecc.    Ro  :   la  stanga,  hjank  ecc.  ma    meno   fre- 


(\)  Per  distiuguerc  Ve  torbido  accontato  dallV  indifferente  atono, 
scriveremo  il  primo  con  à,  l'altro  con  e.  s  é  sempre  sordo,  .s  :zz  sonoro' 
iS  sordo,   :;  sonoro  ;   j  rr  tg,   z  ziz  ds. 

(2)  Certi  nessi  che  rendono  qui  breve  la  tonica  hanno  in  altri 
casi  per  effetto  il  turbamento  della  vocale  (v.  num.  12,  -^5).  Si  tratta 
delle  cons.  doppie,  dei  nessi  palatali,  di  sk  e  st.  In  questi  casi  par- 
liamo di   posi/ione  forte  (vedi   AG  XVll   222"). 


396  T.    SPOERBI, 

qnente  Ce:  la  (j  (e  mba,  trce  fi  la  (sporadico;.  Vo' :  rlonión  domani, 
la  hóìiva  canape,  pjdi'ta,  rana  rana,  /unlóna,  (avòn  tafano, 
grdha,  al  kon  cane,  ecc.  —  sassà/ita,  pan.  Il  turbamento  di 
a  tende  a  sparire  nei  dialetti  di  fase  recente.  3.  a  =::  à  pai:  a) 
dav.  a  "W  =:  mandràiola  mala  femmina  (panche  ma/ìdrewfa) 
(jàwn  giallo  ecc.  (ast.  51S  n.  4)  kàuc,  làusta  ecc.  bj  dav.  a 
cons.  raediopalatali  =  fà>'  fatto ,  dalmùtjffu  danno  ecc. 
Anche  in  questi  casi  l'impronta  palatale  è  tanto  debole  che 
non  la  segneremo  in  seguito.  4.  a  -I-  i  ==  (^  [e):  in  —  arius 
(=  *ajr)  :  al  Ai<é  cotariu.  REW  2281  astuccio  per  la  cote, 
ic  sule  granaio,  al  nije  nidiandolo  ecc.  —  in  parole  letterarie  : 
kiimfasjundrju,  rusdrju,  urùìdrjii.  bj  in  — aria  (=:*ajrai: 
la  civèra  cibaria,  /cr-  narf/Pra  moccio,  la.  to.mpjera  travicello 
sottile  che  sostiene  i  tegoli,  la  sabjéra  trave  che  appoggia 
sul  muro  della  casa,  /((  puzinera  l'orsa  maggiore,  ecc.  —  la 
salalera,  la  siikrera,  la  ratera  trappola,  ecc.  Spesso  Ve  oscilla 
nella  stessa  parola:  la  kazera.  la  kazera  cascina  ecc.  Nei 
dialetti  di  fase  più  antica  IV  chiuso  è  più  saldo.  V.  num.  11. 
Cast.  p.    .519    n.  5     -  era.  Uss.  p.  248    —  eri.  Mil.  ant.  e  mod. 

-  era  (Salv.  mil.  ant.  p.  37lj  e;  nelle  desinenze  plurali 
-anti,  -anki.,  -ampi^  -ani:  sèni  s,»,ni\.  ^è//Manti,  ^<</è/«<  guanti 
al  i  bènk.  f'jènk  lal  fjank)  kèmp  (al  kavip):  i  bakèa  [al  bakah) 
uno  che  non  emigra,  ecc.  V,  num.  66''  —  d)  ebbja  habeat 
*aibia  [abbjuma)  sepja  sapiat*saipia.  ei  collo  spostaioe)ito 
dell'accento  soggiacciono  alla  stessa  evoluzione:  la  rè-s  radice. 
la  kèna'  catena,  la  pela  padella,  al  bèi  badile,  leu  semplice 
REW  4927.  ecc,  (accanto  ad  ankajndcc  catenaccio,  pajlet.  bajld 
'badilata',  ztajnè  sciogliere  ecc.)  V.  num.  126  —  f)  aj  con- 
servato :  nei  plurali  /iraj  prati,  7'taj  andati,  ecc.  —  i  rnjin 
rami,  gàjl    gatti  ecc.;  nelle  forme  verbali  faj,    daj,    staj    ecc. 

—  Salv.  mil.  mod.  87  fé  fai,  sé  sai,  ve  ecc.  Vig.  kumprèi 
comprati  ecc.  5.  à  j-  o  ---  o:  al  fo  fagu,  l  kó  caput  bandolo, 
un  dros  ;lio)  *draussa  Salv.  app.  lomb.  282  REW  2764  1'  on- 
tanello,  ilr>  èo  clavus  chiodo  REW  1984. 

E.  6.  e.  interno  in  sillaba  scoperta  =  e:  avena,  la  téla, 
la  slèla,  la  parsèf,  praesèpe  mangiatoia,  la  né f,  zrèn  sereno, 
lampes  la  pece  la  s^yu  secale  Ro  aejya,  la  tèga  tejga  ihéca 
bacello  Ro  a  tajga.  Abbiamo  Ve  anche  a  Ro  (avPna  nPf  ecc) 
a  Vo  (avéna  ecc.  ma  lega,  iirgru)  Nelle  altre  località  =  ej: 
Ce'  pre.sejf,  hf'jri  -pejl,  nejf  ecc.  Cm.  arcjna,  lejla  ecc.  Caso 
sporadico:  la  cojra  cera;  Fé  pejl.  niejs  ecc.  Va  la  lidia  ecc. 
7.   Nell'iato   =^  r]  :    ìa  s.jja  seta,  preja  pietra,  niuncja  moneta, 


IL    DIALETTO    DELLA    VALSESIA  397 


la  meja  meta  mucchio  di  fieno  attorno  al  mettile,  la  fjiireja 
fodera  d'un  cuscino  piem.  fiore,  la  haceja  vaso  fatto  d' un 
pezzo  di  legno  con  sponda  bassa,  ecc.  Vo' :  ìiwnója.  bacoja, 
moja,  eco.  Fé:  la  soja  Ton.  59  nell'Alta  VaLsesia  baeioia. 
8.  Dav.  a.  g  in  casi  sporadici  =:^  ej:  mi  i  zlejk  {zlajgwe 
liquare)  mi  i  dazlpjk  [daztajgè  sgusciare)  la  (ejga.  accanto  a 
frga,  Ro  la  iajga,  sejgu  V.  num.    103'^ .  9.  All'  uscita    •=    ei, 

a)  dav.  a  r  caduto  =  cj:  la  sej  sera,  vej  vero,  l  asprej  (*aspejr?) 
speranza;    -ere:    avej,    puvcj,    sarej    ecc.  Vo'  savej,    vej    ecc. 

b)  dav.  a  t  caduto  ==  ej  :  kwej  *  (/  ite  t  ìi  s,  la  rej  rete,  la  sej, 
l  avej  abete,  rurej  rubètu,  azej  aceto,  /^rarej  capretto  REW 
1647,  abèiilej  Boccioleto  ;  -étis:  /  ej  avete,  /  rlej  volete, 
truvrej  troverete  ecc.  Vo'  :  la  roj,  soj,  asoj  ecc.  Riv.  cravoj, 
Fé  :  la  saj  Fet  kravoj,  asoi.  -  Cast.  520  n.  8  sàj  sete,  vàj  vero, 
Val  Chiusella  arai  XG  xiv  440  Rivalta  (Fred.)  faj  fidem, 
laj  legem  Chieri  fai.  lai^  La  dissimilazione  dell'ai  in  oi, 
ai  era  in  età.  più  antica  assai  più  diffusa,  come  appare  dalla 
saldezza  deWoi  nei  dialetti  arcaici  e  dagli  esempi  sjioradici 
di  Cm.  (cojra)  Ro  (lajga)  Fé  (saj)  Fet  {kravoj).  E  notevole  Ve 
chiuso  davanti  a  r  caduto.  La  mancanza  dellV  dittongato 
nei  dialetti  arcaici  potrebbe  suggerirci  che  Ve  interno  sia  un 
e  primario  mantenuto  forse  sotto  l'influsso  del  lombardo.  Il 
dittongo  sarebbe  un  infiltrazione  piemontese.  Contro  questa 
supposizione  ci  sono  però  argomenti  assai  validi.  Abbiamo 
tracce  dell'antico  dittongo  nelle  forine  rizatone  mpajzà  impe- 
ciato, accanto  a  l  ampes  pece,  dasgajnd  sfacciato,  accanto  a 
la  fj^.na.  Bisogna  poi  prendere  in  considerazione  la  tendenza 
pronunciata  del  nostro  dialetto  a  fondere  insieme  due  vocali 
attigue:  la  rei,  la  kena,  la  pela,  bel.  frèl,  mèstru,  lèn,  rèi 
rigido,  fera  *  feira  feria.  (Ro  p(»ji'a,  ?'p;7j.  Anche  qui  ritroviamo 
l'antico  dittongo  nella  protonia  :  aiikajnàc,  na  bajld,  al  pajlet, 
zlajne  sciogliere,  rajdi  inrigidire.  A  Boccioleto  la  monotton- 
gazicne  si  è  estesa  alle  forme  con  i  internato:  sèk  secchi,  i 
bPk  i  becchi,  cPp  tiepidi  —  i  pulèl.  i  kiikel^  ecc.  Altrove: 
séjk,  bèjk,  céjp,  puléjt  kiikejl  ecc.  Vediamo  anche  in  altro  luogo 
la  risoluzione  dei  gruppi  di  vocali  attigue  coincidere  con  quella 
di  è  lungo:  Vig  :  tela  e  fPra,  frPl,  p^la,  Cai  ììèiio  neve,  beiv 
e  kéyna,  trèint  tridente  (ma  la  jìela)  Pied  :  beivi  e  la  heì)ta, 
pèila  Fa:  bévi  e  kèna,  Viv  :  al  mejs  mese  e  bejl.,  rejs,  pejla 
(ma  J{è}ìa)  Ru:  mejs  avfj  e  rejs.  mejsdabosk ,  rejdn  Fel  : 
ka/idejla  e  rejs,  kejna  ,  pejla  Traversella:  ììu'ìJs,  sàjf  e  ràjs, 
knjna  Mondovi  (Salv.    sanfr.  440'):  taira^  vai    —    ma'ulaissa. 


398  T.    SPOERRI,  8 

Fa  eccezione  Mal  i  Salv.  lag.  mag.  258)  :  miinée  moneta,  di 
fronte  a  chejna,  pejla,  ufj  badile  {mA  frel,  treni)..  Infine  l'in- 
dagine geografica  (ved.  cap.  fin.)  ci  mostra  che  anche  altri 
dialetti,  in  contatto  col  lombardo,  perdono  il  dittongo.  Po- 
schiavo  (Gartner  142,  144j  :  r»Pf,  s(;f,  pìèn,  (ria  —  srii,  azcit; 
Livinallungo  (Rom.  Gram.  i  97):  azei,  .se/,  sete,  all'interno  e; 
Colle  (Gartner  p.  143,  145):  nef,  (eia  -azri;  nella  Leven- 
tina  (Salv.  sanfr.  446):  -èr  =  ei;  Gallo -italici  di  Sicilia 
(AG.  Vili  307,  It.  gr.  §  23):  (ala,  sarà  —  avair,  (rai,  azai.  — 
Tutti  questi  fatti  mostrano  con  ancora  maggior  evidenza  che 
IV'  valsesiano  non  è  primario  ma  risale  al  dittongo. 
10.  e  dietro  a  palatali  si  fa  sporadicamente  /:  pjazì  piacere, 
tn  pois  un  paese,  Vo':  circu:  =  jnn  pièna,  P^0<^(  pi  tea, 
la'  p'idria  pie  (ria.  Fenomeno  esteso  in  tutta  l'Alta  Italia: 
it.  gr.  §  83,  Gel.  122*,  Ormea  17,  AG  xv  409,  xvi  520  nr  10 
xvii  155.  —  Per  influsso  della  labitile:  fumhra  fé  mina,  vùgi 
vedere.  11.  e  in  posizione  debole  =  e:  ver(,  cercu,  ver'za 
cavolo,  feriìi,  r/isjic  innesto,  heìifhi  il  bandolo  nel  quale  si 
avvolge  la  matassa,  diuaènga  domenica,  z'evru  brina,  zanevru 
ginepro,  hrrrju  'brivido'  REW  1290,  la  Irzna  lesina,  ecc. 
-(Unti  dentro,  ?-mi/ (salv.  dial  svizz.  730).  Ho:  iancvru.  sevru, 
leèna,  C(;rcu,  vrr(  ecc.  A  Vo^  Ve  è  sempre  aperto.  L't"  ha 
dunque  la  tendenza  ad  aprirsi.  Quell'alternare  tra  e  chiuso 
ed  r  aperto  anche  in  altri  dialetti.  Per  es.  Salv.  P.  Arb.  74, 
(era,  candirà  ecc.  /irf,  presef,  zef  sego,  mea  allato  a  aera, 
gesa,  inarches,  hef,  sed.  Anche  nella  risposta  di  -ariu:  -ee, 
-era  allato  a  ee,  era.  V.  num.  4'' ,  13,  16,  17.  —  A  Cm.  abbiamo 
condizioni  speciali  :  aj  r  si  chiude  fino  a  i:  insju  innesto,  virt, 
vtrrsa  cavolo,  duvjh'rl  aperto,  (stes  sei,  dies  dieci,  grh'f  greve) 
b)  dav.  a  nasale  -\-  cons.  :  Irjhgira,  niejnga  domenica  V. 
nura.  15.  —  12.  e  di  posizione  forte:  a)  in  parossiloni 
viene  ad  à:  al  tràbbju  bruschetto  (ri  bui  a  ni,  la  pacca' 
picea  REW  6479,  la  bàddra  pancia,  làggu  solletico,  vasà^ga 
'vescicola',  slarlàkka  palo  per  attacarvi  la  lucerna,  stràca 
stri  età  strada  tra  due  muri,  la  valla  banderuola  che  si  mette 
sul  campanile, /óTrt  tiglio,  l  fànnie  (etimo?)  culo,  malària,  ma- 
ligna, stappa  asse  grossa,  gràppja  greppia,  apàsaa  spìasa, 
na  vàssa  tatto  giornaliero  che  si  colporta  di  casa  in  casa 
REW  9382,  la  làda  tetta,  -i((a  :  la  navàtta  ecc.,  la  kavàzza, 
fràski  freschi,  pàska  pesca,  ràska  ariste  del  pesce  REW  648, 
àska,  vàsku  vescovo,  /ra/;tr)'.sc/(?' faccende  (etimo ?j,  C(?.v^a  cresta 
REW  2330  V.  Consonantismo  'r',  pasta  egli  pesta   ecc.    b)  in 


9  IL    DIALETTO    BELLA     VALSESIA  399 

ossitoni  viene  ad  e  [Ve  è  qui  più  aperto  che  di  solico",  : 
-Ittu:  lihnet  pupilla,  ii  ìuket  lucchetto  ecc.  ma  pulot  (1)  ?7-a 
-stabjgt  stanzetta  (subito  corretto  in  stabjet),  -al  mei  miglio, 
al gtceì  catino  di  legno  REW  2401,  kavèl  capelli,  al  cel  ciglio, 
pes  pesce,  bek  becco,  sek  [ankka)  secco,  spes  [spassa)  spesso, 
foltOj  del  (calla)  piem.  chiel  lui,  7iek  [7iàkka)  malcotto  etimo?) 
freà  freddo,  tee,  fresk,  ref  iìlo  REW  7184,  cep  tiepido  REW 
8657  ecc,  Vo'  :  feròiisot  t'orbici,  kràcol  [famella)  gancio,  sùbjot 
zufolo,  gy''QJ  catino  kruvoj,  cgj,  pgs,  sok.  bok,  froc,  loS,  rof. 
,p;'o.^^  presto;  Ce:  pulgt,  /ri(;«p/ piccola  cantina,  ku)^p(èl,  faioccét, 
gwaj\  catino,  kavcej,  pr(psl;  Fet:  pulót  ecc.  Cm  :  p(es,  soek, 
t(ec  ma  j)es,  karel  Fé:  inalalcvt,  karoet,  rcef,  ccep,  tceè.  L' f 
turbato  (AG  xvii  229^)  è  un  suono  ottuso  'che  sta  trai  suoni 
di  fl^  ed  e  e  tiene  il  posto  del  cosidetto  muto  piemontese  e,  a 
cui  s'a\rvicina  '  (Nigra  M.  A.  252).  Nella  Valsesia  ha  ditferenti 
sfumature:  a  Bo  e  negli  antichi  dialetti  si  avvicina  air;?,  a 
Cm,  Ro,  nella  generazione  più  recente,  [duttosto  all'  cv.  A  Ce. 
si  riduce  quasi   ad  e. 

La  vocale  media  può  riacquistare  piena  sonorità  (•  reinte- 
gramento' AG  XVII  229)  Questo  integramento  può  compiersi  in 
sensi  diversi.  Nei  parossitoni  si  verifica  soltanto  in  casi  sjjo- 
radici:  Bo  :  s(amó7ta  stami //e  a  pergamena,  cuótta  civetta, 
paskwólta  'Pasquetta'  Vo*  cuótta,  kassótta  -sókka,  la  >na?iòf/fja, 
vosó(j(ja,  kurógyi  -pcecéa,  taHtì,  Uettigu  solletico.  Ce:  uregga  ecc. 
(Jm  :  ìnasoella,  lo'ggii  solletico,  emetta,  krcesta;  Fé:  la  ma  ta- 
luna (masc.  )natal(et)  la  prampùla  (Bo  parpàUa)  farfalla, 
kuhnólia.  Negli  ossitoni  l'integramento  è  regolare  (12 b): 
in  f  a  Bo,  Ro,  Cm:  in  ce  a  Ce  (in  parte)  ma  gwaj,  in  parte  a 
Cm,  a  Fé;  in  o  a  Ce,  Vo',  Fet.  v.  num.  12  b.  Questo  reinte- 
gramento ossitonale  occorre  anche  nel  piemontese  comune 
(in  e),  a  Cast.  (521)  in  à,  a  Uss.  (229)  in  a.  Le  forme  con  a, 
0  sembrano  essere  fasi  antiche  (Salv.  K.  .J.  123),  quelle  con  e 
recenti  e  quelle  con  te  intermedie.  Manca  l'integramento  ossi- 
tonale    a    Viverone    e    Biella.    —    13.  e    in  sillaba    scoperta 


(1'  La  forma    pulot  è  conservata  nella  strofa  che  si  dice  al    bam- 
bino passandogli  in  rivista  le  dita: 

Al  lù/ies   le  nasil    l  pulòl 

Al  mar  Ics  l  e  7(11  grant  e  grgs 

al  mérku  l  e  and  por  fraskì 

ggbja  le  ai* ci  nt  l  orf 

e  l  rendri  l  pulgt  l  e  mort. 


400  T.    SPOERRI.  10 

viene  ad  e:  dee  dieci  [ses)  r/el  gelo,  n/rPk  intiero,  èr  ieri, 
fe7(  fieno,  be7i  bene,  la  levri  lepre,  ìa  forre  l'ebbre  ecc.  Ma  in 
molti  casi,  soprattutto  dav.  ad  -a  finale,  abbiamo  <y.  anirega, 
karetja  sedia,  meicla  falce  messoria,  pèvra  pecora,  Vo':  anirega , 
kareya,  pewra.  ecc.  Sopra  l'influenza  dell' -o  v.  Salv.  lag.  mag. 
199".  Per  la  tendenza  di  aprir  V r  v.  num.  4b,  11,  16,  17.  - 
14.  è  in  sillaba  chiusa  viene  ad  e:  l  amarstra  minestra,  ai 
peègu  persico,  la  festa,  rektja  sega,  lèrmxi  termine,  gerbju 
(terreno)  incolto,  azerp  (Ro)  acero  iis  REW  8144,  /a  l  érlii  fa 
lo  stupido  AGr  XV  1.12,  ge-zza  l'etim. ì?  catino  per  lavare,  -  è  1 1  e  m  : 
jìel,  fel,  /nel  ecc.  —  15.  e  dav.  a  nisale  -f-  cons  ,  in  '/ : 
cè/t(,  dusenl ,.  dèìU ,  mare  rida  ^  èurònda,  eìaudenda,  svè/ts 
sovente,  lèndri.  lendine  ecc.  Fenomeno  molto  esteso:  Salv.  mil. 
aiit.  373  sgg.  A  Cm  ej:  disejmbri,  t'^nip.  cej/it,  ecc.  V.  num. 
11.  Qa\.  leìiìgwa,  kfinleint,  seìinper  Ba  :  d/ndhiga,  rcant  Trav. 
'f/"^'^^)  ^L'j'^^  Ceresole  Reale:  dimeiitgi,  stejmber,  curejnda. 
La  stessa  risoluzione  si  ode  anche  nell'emiliano  e  nel  monfer- 
rino  (it.  gr.  §  74.  AG.  svi  5"22*j.  Sopra  Ve  nei  piem.  veni, 
teinp  ecc.  vedi  il  Salvioni  K.  J.  123:  -Questo  e  dev'essere 
terziario  e  provenire  dal  ditt.  ei  che  appunto  ricorre  nei  testi 
di  Chieri'.  16.  Nella  desinenza  -èllu,  si  fa  e  ed  e:  pi'rcél, 
icel  uccello,  murfel  il  moccio  dei  bambini,  siriìbjel  i  stipiti 
della  porta  ecc.  accanto  a  frangicela  bnrnel  canna  di  piombo 
REW  1338  ecc.  nella  desinenza  élla  sempre  e:  a'tella, 
lakurella  lucchetto  ecc.  Y.  num.  4b,  11,  13,  17.  —  è  dav.  a 
cons.  mediopalatali:  pec  mammelle  delle  bestie.  Ire  letto, 
sprr  specchio,  pteèii  pettine,  seèa  macerie  d'  una  casa.  Anche 
qui  come  nei  num.  4b,  11,  13,  16.  Par.  Oriuea:  e  aperto  di 
solito  in  f;  e  dav.  palatali.  Accanto  a  fx'l/a,  patella,  c'è  anche 
buelle,  kulvella.  18.  casi  speciali:  kwèrca  coperchio,  driièrt 
aperto,  svfjrs  a  rovescio,  vèrin,  lat'  azerp  colostro,  vere  guercio. 
u  sprès  cacio  h'escoexprèssua  —  mez  me  di  u.  19.  e  all'u- 
scita, in  e:  alpe  piede,  al  me  il  mio,  aiì dr e  ìnàieixo,  park v: e 
perchè,  candè  vendete  ecc.  Gallicismi:  kruse,  gilè  ecc.  Sopra 
il  'dittongo  dell'  e  breve,  v.  AG  xiv  107,  447  Schaed.  Ormea 
22-23,  Par.  Ormea  !J7  sgg,  Salv.  dial.  svizz.  730,  Salv.  lag.  mag. 
199,  Salv.  K.  J.  121,  Salv.  mil.  ant.  372'.  È  notevole  che 
appunto  le  foime  vec  \cega},  tee  letto,  spec  aspetto,  mez  mezzo, 
■el  ^-^  èllu  delle  Alpi  ticinesi  hanno  anche  e  chiuso  nel 
Valsesiano.  Il  Salvioni  vede  in  queste  forme  tracce  dell'an- 
tico dittongo.  (AG  xiv  447  n). 

I.  20.  /  di  solito  intatto:  xrrt,  hnk    makoiitento    REW 
4439,  figga  fegato,  èinh    ecc.  21.  /  per  l'influsso    di    vicina 


11  IL   DIALETTO    DELLA    VALSESI  A  401 

consonante  labiale  viene  ad  il:  fhbbja  fibula,  la  cll/nma 
cima,  la  pàhbja  pioppo  (AG  xvi  201)  ciìnwi.  cimice  Ro:  u 
InminJH  Innes  spazio  erboso  fra  due  campi,  a  fthiìimja  scim- 
mia. Ce:  al  priim.  -fasiiuja  if.  gr.  i^  52,  kaìuf/r/u  fuliggine. 
Cast.  523  nr  20  Ormea   IG. 

0.  22.  ó  in  sillaba  scoperta  viene  ad  o:  inf;  tufo,  spi- 
gola 3.  pres.  racimola,  la  doga,  la.  tarnora  madia  (etimo  ?) 
la  gora-  alberetto  _E.EW  o821  (?)  a  ah kar> jon a-  si  accoccola, 
kròs  croce,  dò(:  dolce,  bòia  buca  (etimo  incerto)  (jòvu  giovane, 
la  skna  scopa,  ii  so  sole,  ì  aìiro  nipote,  la  ho  cote,  (ma  anche 
anvg,  la  ko  v.  nnm.  31),  ria  ro  rovere,  -orem:  lavo,  fjo,  -osu 
fnrzos  rancido,  rrimos  venimen  nervoso  Cm  vuncós  (gergo) 
burro  'untuoso'  -5sa:  spòsa,  sgajòsa-  lingua  lunga,  lanti^òsa 
'lenticchiosa'  -ò)ìi:  spro7i,  moli  mattoni  v.  nnm.  23.  —  Casi  spe- 
ciali: a/ìncwa  nipote,  fò  tuo,  so  suo.  —  Anche  Ce  e  Cm'  hanno 
conservato  l'o,  gli  altri  paesi  hanno  k.  —  23.  -6nem  in 
un:  plvjùk  pipione,  iiiarfùn  (spreg.)  gatto,  ecc.  ma  nel  plurale; 
pivjóli  ecc.  (da  *-ojn)  v.  num.  26.  —  Ce,  Vo:  sing.  niulon, 
hastòk  ecc.  —  24.  ò  in  posizione  debole  viene  ad  o: 
uttobri,  pòvri  polvere,  la  zofri  zolfo,  ors,  dordu  tordo,  slorn 
sordo,  arttorp  intorno,  halorl,  pois,  i^olp,  bolk  tronco  biforcuto 
REW  1093,  kolp,  ohna  aiikocjn  incubo,  pQJiil  ponti,  fojnc 
fungi  ecc.  25.  ò  in  posizione  forte  :  a)  nei  parossitoni,  in 
ti:  kulùbbja  sciacquatura  REW  2054  shdjbja-  stoppia,  kàbbju 
(spreg.)  letto,  tuppa  oscura,  la  luffa  paura,  rutta  rotta,  bjutta 
nuda,  kauiùssa.  camoscio,  lazza  sterco  bovino,  inùstra  oro- 
logio di  tasca,  ìnùsha,  brikka,  rùljlja  canale,  slùgìja  3  pres. 
levai'e  il  grasso  con  un  pò  di  pane,  la  vilf/ga  ago,  milca  monca, 
nulla,  mjdlla  midollo,  ziilla  bozza,  cigùlla  cipolla,  rulla  mallo 
di  noce  REW  7354,  ddla  brocca,  riuia  rogna  ecc.  b)  negli 
ossitoni,  o:  ros,  {russa-]  kop  tegola,  (kuppa-),  gi'op  nodo 
(gruppa)  top  oscuro  [luppa),  rot,  bjgl,  noi,  ne -g  ulta,  sangot 
singhiotto,  [sangùzza]  -avòsf,  bòsk  ecc.  Il  trattamento  di  ò 
va  simmetrico  a  quello  di  c\  turbamento  nei  parossitoni,  inte- 
gramento negli  ossitoni.  V.  num.  12.  —  26.  ò  dav  a  na- 
sale -|-  cons.  in  u:  rampi  rompere,  pampa,  stru//s  pezzo  di 
sterco  REW  8322.  unga,  bruns  paiuolo,  brun'za  campana, 
mùngi,  tandi.  kunka  ^  concei' ,,  diuak  subito,  rd/iduta  rondine, 
pdnd  punto,  par f ani  profondo,  bjùnda  ecc.  ma  i  plurali  suo- 
nano poj/tt  fojnc,  ecc.  Vo,  Ce:  moni/i,  monsa  munta,  ronda, 
raronda  (il  sole)  va  giù  (etimo  ?)  lotiò.  ~  Anche  qui  abbiamo 
l'evoluzione  analoga  per  è  e  ò.  V.  num.  15.  Salv.  mil.  ant.  370, 
Ormea  19,2u.  27.  Influsso  di  palatale:  a)  piiTi  pugno,  kua  cuneo, 


402  T.    SPOEKRIj  12 

mOf/f/u  REW  5797  mucchio.  —  ski'rpju  scorpione.  Salv.  lag. 
raag.  202"  .  inumbru  numero:  sarà  voce  dotta)  Uss.  235  nr.  35. 
b)  pjòfjfiu  pidocchio,  yanógìju  ginocchio,  6  he-,  da  *o;'  i  j  =  ego 
Salv.  K  J.  129;  so  so,  - pjof  a  rlUorJi  piove  a  catinella  riìp- 
torÌKmf  Cm*  bjòjl  nudi,  fsing.  bjnl).  Cast.  524  num.  83. 
Notevoli  le  sorti  dell'o  a  Arhedo  (Salv.  P.  Arb.  75):  Sono 
appunto  le  condizioni  inverse  del  valsesiano:  o  quando  segue" 
una  nasale,  una  geminata,  un  s  impura,  negli  altri  casi  h.  — 
28.  ò  in  o  :  a)  in  sillaba  scoperta:  fjó  bove,  hró  brodo,  apro 
dopo  REW  197,  678J,  -olum:  (un'aro  pevera,  karò  tarlo, 
fazò  fagiuolo,  garzò  rampollo,  puarO  potatoio,  ecc.  óf,  la  kóf 
covone,  nòf,  Iròk  truogolo,  lóh  luogo,  fòk,  {jòk,  la  pròs  porca, 
kròs  incavato,  tarcòs  compartimento  nelle  mangiatoie  Ton. 
(orcieus  (etimo?),  ór  orlo,  so/  suolo,  pòj  poi,  ròj  vuoto,  sozu 
suocero,  b)  in  sillaba  chiusa:  kril  collo,  sop  zoppo,  fròp,  slóf 
stanco,  (araról  pezzo  di  terra  che  riapparisce  dopo  la  neve 
REW  8511,  hiisól  buco  nel  focolare,  skur(ar6l  scorc'atoia,  vói 
volto  (part.)  col  dia  huhka  palato  i^etimo?),  os.  adòs ,  kunèsì 
conoscere,  póni  porro,  mori,  lori,  slóri,  boriti  croste  cagionate 
dai  pidocchi,  skórs  arnia  REW  7742,  smòri,  mórs,  òr^ìc  orzo, 
òri,  kórf  corvo,  tosgu  tossico,  nóèl,  vosi,  Hóngu  peti.o.  ari  o^k 
uno  che  non  sa  sbrigarsi,  larìrek  uomo  goifo,  -óf/gu,  cegga 
cieco  ,    bógfja     buco    REW    9115 ,    gaìòggu    un   attaccabrighe 

etimo ?j.  inòj  odium  nella  frase  a  m  fa  lii  i^iòj  lo  vedo  di 
mal  occhio  (Salv.  Post*  270i,  larfòj  trifoglio,  atìkój  oggi,  ólju 
olio,  só~i  sogno,  ducò7i  croste  nel  viso,  bsó~t  bisogno,  luldeii 
tolto,  kuldec  colto  (part.ì  rgulivc  raccolto,  kòr  colto,  pus,  pòj 
posso,  vói.  vòj  voglio,  òmmi  Vo,  Cm,  Va  ójmi  uomini  —  Ce: 
ó  =  e:  es  osso,  cggu  occhio,  begga  buco  ecc.  ò  in  e  anche  a 
Antrona,  Mal,  Le  (Salv.  lag.  mag.  252'  Vi  verone.  Caso  spe- 
ciale: Vo' :  fiirhcs  forbici.  Del  «littongo  dell'o  in  posizione  sen- 
tita vedi  il  cap.  finale.  29.  ò  in  o:  a  dav.  ad.  -a:  -ola: 
fìlolfi ,  ba[iaroìa  sbadiglio,  garola  ninfa  della  mosca,  /«z  iiajoìa 
donna  vicina  a  partorire  ecc.  l  al  fora  la  primavera  REW  3431, 
nóra,  kówa.  matrigna  (masc.  kó)  rowa  ruota,  boica,  serpe, 
pjotra  lastra  di  schisto  che  serve  di  tegola  REW  6589,  la  zoìca 

spreg)  gamba,  ori  uova  ;sing.  òf),  moza  (spreg.)  vacca,  krosa 
cava,  vnja  vuota,  noja.  bjòga  turba  di  gente.  Vo  ha  qui  un  o 
chiuso.  V.  num.  13.  —  ìa  baffo  pancia,  troppa,  truppa,  soppa 
zoppa,  la  molta  zolla,  hurgnìolla  castagne  secche  coite,  ossi 
le  ossa  {OS),  la  k^m  scoiattolo,  oza  striscia  di  erba  falciata, 
bul^cca  mora,  (óppja  pergolato,  lobbja  loggia,  ci^gf/a  cieca, 
ai   JKH^ogìji    le  cinghie  della   gerla,  na    m(^fi^a    uno  spiutoue, 


13  IL    DIALETTO    DELLA    VALSESIA  403 


fola,  nosta  nostra,  morsa,  mor7ia  donna  che  accompagna  la 
sposa  all'altare,  apìorca  buccia  d'un  pomo,  ecc.  Della  ripu- 
gnanza al  dittongo  per  l'effetto  dell'  -a  vedi  cap.  finale,  b)  Casi 
speciali:  pò  può,  rg  vuole,  (rgf,  trovi,  trova,  ecc.  c?ro/' ado- 
pero ecc.  ììigf  nuovo,  rggì  raccolgo,  tol  tolgo,  htor  muoio, 
Igrc  ecc.  Effetto  negativo  dell'-e  (secondo  il  Salvioni)  :  kgr 
cuore  (assai  diffusa  nell'Ossola  e  nella  Valmaggia),  ?Hjf  nòveri 
(^ost  oste,  non  notte,  mg/,  fgrt).  e)  Voci  importate  o  letterarie: 
yaròfUi  drgpik  idropico,  akhgrdja,  kgrp  ecc.  —  Altre  forme 
senza  dittongo:  scgp  schioppo,  gt  otto,  dasdgr.  malgarbato, 
frgl,  grgs  (Cm^  plur.  grojs),  pglgii  pollice,  n  rg.k  sucidume 
nella  pelle,  kioalòrdps ,  niaslgrcu  Ton.  masleurciu  involto 
d'erbe  fatto  a  casaccio  per  servire  di  tappo,  paslók  pantano, 
purcìgt,  viaringt,  passarót,  silbjgt  zufolo,  V.  Salv.  mil.  mod. 
72.  —  30.  o  dav.  a  n  di  sillaba  chiusa  in  ìi:  bah,  {bona), 
Iruk  tuono  v.  num.  23,  22,  la  munga,  monaca,  da  lirnc  da  lungi, 
kunc  facile,  p/nU,  krunia  incontro.  V.  num.  26  Cast.  525  nr. 
29,  Uss.  244  nr.  58,  Salv.  lag.  mag.  202".  —  31.  o  di  qual- 
siasi origine  all'uscita,  in  o  (o  molto  aperto!):  co  ciò,  vg 
vuole,  pg  può,  kg  cote,  no  nodo,  bjg  azurro  ecc.  Gallicismi: 
tumbaró,  falò,  kumg  commode  ecc.  V.  num.  19.  U.  —  32.  ù 
in  il:  la  rils  REW  7422  spazzatura,  lilla  'ugola',  al  fus, 
-ùra:  la  licura  i  Mgcì,  la  Uniadura,  na.vardàra  uno  sgwaiTdo, 
al  sagitl  pungiglione,  {a  trtina  Ro  cantina,  [Ce  lrmigt\  Ru 
iruina  aut.  gen.  truina  abside  nella  chiesa.  AG-  xiv,  16j  . 
-dilhbju,  byilslja,  rasgicc  segatura  et  e.  -  33.  iì  nell'iato, 
in  li:  l  ilioa,  da'  uva  -krda,  (hrll)  cruda,  marda  matura,  liùa, 
(ìiil),  venuta  ecc.  Vo^  ndlu  nuvola.  E  fenomeno  che  ritorna 
pure  nell'Ossola,  nel  Canavese,  nel  Biellese  ed  in  parte  delia 
Francia  (wall.  metz  ecc.)  V.  Salv.  pai.  lom.  5"  e  Rom.  Gr.  i 
§  61.  Si  tratta  di  una  assimilazione  regressiva  prodotta  dal  ic 
che  si  è    intermesso    per    togliere  l'iato. 

B.  Vocali  atone. 

Protoniche:  A.  34.  Di  solito  intatto:  avri.  avgsl  ecc. 
35.  Frequente  l'aferesi  :  takè,  tansjiin,  ritma  animale,  7tella 
accanto  a  a.7ièl,  bjii  avuto,  naj  andati,  jdte  aiutare,  nàijgii 
anniculu  capra  che  da  due  anni  non  ha  fatto  latte,  murgs, 
porge  apparecchiare,  druè  adoperare,  .sé*  abbastanza,  dpss 
adesso,  gds  acuto,  skunt -si  nascondersi,  la  vugga  ago,  la  ran 
ragno,  dòss  adosso,  legni  modo  familiare  di  salutare.  V.  AG 
xvji    104.    —    36.  Di    frequente,    leggermente    turbato:    al 


404  T.    SPOKBRI,  14 

hakdh  uno  che  resta  al  paese  senza  emigrare,  ranzigè  digri- 
gnare i  denti,  (il  hatjaràtli  caccherelli  :  Ro:  slrorardè  guer- 
ciare.  37.  Influsso  di  labiale  attigua:  ìumanlé  lamentare. 
fuih  faina,  farbulà  tre.  falbalas  Vo'  fuatùdji.  V.  uum.  42.  — 
38.  Da  valses.  aw-  la  sasicèa  salsiccia,  l  ìinicca  a  In-  ontano, 
ma  di  solito  kaicdèra  ecc.  Assimilazione  regressiva  V.  num.. 
117.  —  E  (e,  /  —  e).  39.  Aferesi:  la  fièza,  ini  ris.  e  rie  in,  al 
vàskii  episcopo,  riìrr  er  ve  la  re,  zilhi  esibire,  sira-extra, 
la  sia  estate.  40.  Elisione  :  at  senza  prostesi  quando  il 
nesso  iniziale  è  s  impura  o  cons.  +  continua:  .sAe  seccare 
stcmbri,  sto7>  Ton.  saltogn.  seduto  sul  letto,  ige  mietere,  ii  sgèz 
orione,  -pld  pelato,  pina  pelluta.  u  Ilo  telaio,  prign  pericolo, 
sre  serrare,  (/7 /"/v^,;  castagne,  'ferute  '  Salv.  Arb.  ii  37.  u  drèr, 
la  drèra  ultimo,  a  lrd.7t  Ton.  (erag/>  tettoia  bassa  sostenuta 
da  pali  ove  si  raccoglie  paglia,  legno  ecc.  dmande,  u  sftjd 
'  sognato  0  segnato  '  uno  che  appare  morto  in  sogno,  ha. 
tfiiVif,  ecc.  bruma,  bvej  bevere  Ro:  fìiestrn.  fsiga  vessica  Vo 
fliapa  favilla,  b)  con  prostesi  se  il  nesso  iniziale  é  con- 
tinua -f-  cons  :  ro-  orzante  sciacquare,  arinedja  rimedio, 
l  arzina  resina,  argoì  re<^nlligcre.  l  argorda  secondo  taglio 
del  fieno,  arkruvi  eguagliare  il  campo  ecc.  -l  amììeatra,  alke 
leccare,  l  alkel  "lecchetto  '  il  sale  che  si  dà  in  mano  al  bestiame, 
l  anvo  nipote,  lanvd  'nevale'  la  valanga,  alger  leggiero.  Ro 
amne  menare  ecc.  sonora  +  sorda  z-  ;?  abkàn  boccone.  — 
V.  Prostesi  num.  119.  —  41.  e -=  a  (*f';>  [Cast.  528,  43,  AG 
1  105,  Salv.  lag.  uiag.  205J  a)  in  nessi  mal  tollerabili  (per 
lo  più  cons.  -f"  continua  -(-  cons.)  al  darnicn  lombaggine,  la 
sarve?t(a,  carnil  st-elto,  sparla  raggio  di  soln  REW  814:4,  )ìa 
bargamhìa  una  mandra  idi  vacche),  larbjóu  piselli,  larnora 
Ton.  t^rfiorO'  madia,  ecc.  Con  metatesi  del  r:  garnte  'grem- 
mare'  spannare,  fargr  fregare,  barre  abbeverare,  hi  parse f 
mangiatoia,  karìièìit  lievito,  amfarga  ralfreddato,  tarme  tre- 
mare, ecc.  (Cast.  528.  45  Gel.  129-131,  AG.  xvii,  UU),  la  van- 
d('n7iìnjn,  lanki'igu  incudine,  amfanìe^  tainiinr'if,  santi,  la 
fjanmna,  la  lanligga,  al  candre,  la  gangira  Cast.  528,  46, 
raspundu,  daarule  smallare,  dasdgt  diciotto,  daidor  malgar- 
bato.  snlrdjk  selvaggio,  salvaii  mostro,  krape,  spane  s|)ennare, 
s^api  intepidire,  zanerrn  ginepro,  ganòggn  ginocchio,  gane 
gennaio,  gaio  gelare.  ga:^èt  diminutivo  di  g^za  vaso  di  legno 
ampio  ma  poco  j)rofondo  (Nessi  con  schiacciate),  pavrdn 
peperone,  jjavija  pipita,  bavcjra.  h)  nei  nessi  di  cui  si  tratta 
al  num.  40:   la  lastra,  al  ^c/r?7  gheriglio,  la  baroza  birotium 


15  IL    DIALETTO    DELLA    VALSESIA  405 


orsa  maggiore,  la  tandla,  la  i^a.shja,  f'aìuèlla,  faìtspa  favilla, 
fané.itra,  hanadi,  hasdkka  saccone  di  paglia,  ikine  denaro, 
al  tarile  terriccio,  tnaue'  menare,  faniigd  finocchio,  tiage 
annegarsi;  Co  fare,  dare  dietro,  urrà,  pf'se  Yo\  sages  orione 
(vedi  a  Ro  :  psdka,  fìneatra,  amne,  due,  fsiga,  alnnja  ecc.)- 
Sono  casi  in  cui  l'  espunzione  non  si  è  ancora  fatta,  o  in  cui 
si  trova  impedita  per  influsso  letterario  o  per  omonimia  {grìi, 
bróza).  —  42.  Influsso  di  labiale  attigua:  gihni  gemere, 
giimèl  gemello  Ro  :  giiné  gennaio,  viantàn  mentone,  vularu, 
veralru  gentiana  lutea,  faìeèa  filicia  Fé:  havuma  beviamo. 
43,  Influsso  di  palatale:  cirèsa,  ijilos,  cirigin  uova  al  piatto 
spicè  aspettare  Oc.  gihin  gonfiore  alle  mani  o  piedi  prodotto 
dal  freddo,  -sigrind  frc,  chagriné.  44.  Nell'iato:  sjas  saeta- 
cium,  Ijam  letame,  mjdila  midollo,  lienda  legenda  qualche 
cosa  di  lungo  e  noioso,  -strajlel  'stradello'.  45.  In  voci  let- 
terarie può  aversi  i:  la  vilura^  la  ri  ghia,  gigdnl.  la  ìizjdp, 
al  rikórs,  nigiizjdnt,  rigale,  di  cól,  lidn  ecc.  46.  e  -\-  i  prol. 
in  ai:  na  bajld  'badilata'  rajdi  invigidire,  pajlet,  ankaittdò 
catenaccio,  zlajne,  zlajgwe,  daslajge,  -mpajzd,  dasgajna  -la 
majzina-  medicina,  vedi  i  num.  126,  4  e  (Cast.  528',  51-»*  AG 
XV  423).  —  I.  47.  Di  solito  intatto  :  u  Ugo  ramarro,  al  Urjdu 
mirtillo  REW  5040  (?),  Un  fizh  una  matassa,  la  civèra,  pivjdh, 
vizina,  imrern  ecc.  48.  Espunto:  u  vzin.  —  49.  Influsso  di 
labiale:  liimdjga,  sdbbje  zufolare,  siibjot  zufolo,  ziibi  esibire 
(Ro:  dzibi,  *?73w6e  con  assimilazione  regressiva)  /v>>«rt  animale, 
—  ciimii?Uò)j(c  cimitero,  kustupd  constipato,  biìgdt  bigatto  Vo\ 
ferbusót  forbici,  ambitlik  ombilico,  èìiaHe  civettare,  la  òiiótla 
Fé  èuvurùh  'civerone'  —  0.  50.  o  proton.  in  u:  kué  [kóva) 
kule,  pulmdn,  la  kulgra  nocciolo,  l  iirliga,  diimenga  domenica. 
51.  Aferesi:  skiìr.  52.  Si  muta  in  t;  e  ne  segue  le  sorti 
(V.  num.  40  e  41,  Cast.  num.  54;:  kmun  comune,  (kumun 
comune  politico),  sve/is  sovente,  i  rly  volete,  sperbju  superbie, 
kmàri  commare,  armddgu  aromaticu  umido  (del  tempo),  a/>Jos 
noioso,  lambulik,  lanciii  uncino,  langwànl  'onguento'  -al 
rasino  usignuolo,  al  niartel  muriella  Cast.  54,  parfunl  pro- 
fondo, larloc  orologio,  kaniièel  gomitolo  Ro:  admenga  Ce: 
sro.  53.  Influsso  della  palatale:  ki(7;d  cogimìo,  i/iige  giocare 
Vo':  al  kugt;  cucchiaio  Bo  :  al  kigc  AG  i  41^  -ciguldt.  54.  Nel- 
l'iato: gwarnè  gubernare  mettere  in  serbo,  la  kìoerla^  coperta, 
al  kirercu  coperchio,  la  kwdzza  'codazza'  trecci ;i.  55.  Tal- 
volti i\  prot.  in  corrispondenza  ad  6  tonico:  pji'tggài, 
[pjàggu)  avaro,  l  u^gdj  (oggu)  occhiali,  Ro:  al  sd  m  anciìgis, 
{cùgfju  cieco),  il  sole  mi  abbaglia  Vo\    duslùgd  (lók)    slocato. 


406  r.  spcERRi,  16 

Colla  rapi'lifà  del  parlare  ò  ho  e  .so  so,  si  digradano  talvolta  in 
ti:  mi  j  à  fdc  ho  fatto,  i  su  mia  mi  non  so,  ecc.  56.  Caso 
speciale:  dumestike  domesticare.  U.  57.  Di  solito  intatto: 
ìa  gi'rjola  zangola  REW  2401  ;ma  gurjù  a  Vo'j  riice  ruttare, 
bii.rat,  ecc.  58.  Talvolta  in  i:  icèl  uccello  (Cin.  ucel),  isd 
usato.  A  Ro  spesso  per  l'articolo  indeterminato:  i;?.  ós,  in 
àula,  ili  àiuju,  in  cesi  ecc.  59.  Talvolta  in  a  nell'  articolo 
indeterminato  (vedi  num.  52):  an  nizzii.n  un  livido,  am  huwza 
un  macigno.  Mólto  frequente  a  Ro.,  ma  soltanto  dav.  a  cons. 
(Cast.  57  gel.  131  i.  60.  Protoniche  mediane,  a)  Trattamento 
uguale  alla  prot.  interna:  pa.iale  fornaio,  al  rnsirò  usi- 
gnolo, al  banizùri  confetti  che  si  danno  ai  bambini  alle  nozze 
REW  1029,  al  bargnlòlti  castagne  secche  cotte,  lanipunf. 
kamisel  gomitolo  ecc.  V.  Salv.  lag.  mag.  205.  Poco  frequente 
Tetlissi:  umana  settimana,  masnd  bimbo.  Forme  che  corrispon- 
dono a  proparossitoni  :  parf/r  apparecchiare,  (pàrijja'  3*  pers.) 
Cm*  parii'/r,  rasfjc  resecare,  [la  resya)  malguù  granturco, 
malgdcèa  gambo  del  granturco,  sambre  seminare,  rùngè  rumi- 
care,  ci'inge  Ton.,  ciniighè  mangiare  con  disgusto,  vargc  si'. 
rimboccare  (le  maniche;.  61.  Postoniche  mediane  :  al  etlissi 
frequente:  na  sperld  sperula  raggio  di  sole,  la  vóhga 
vomica  nausea,  al  mdngu  manico,  la  mdnga,  stongu  stomaco, 
loggu  solletico  (Vo^  lòlligu  Ce  Ihlgu),  bdwgu  altalena  (Ton. 
hauligu  Salv.  Arb.  83  bdltigh)  la  kanva,  la  nasta  REW.  5836, 
la  niivla  ecc.  b)  non  espunto:  al  cumi's  cimice,  Idrcs,  lànce 
lunedi,  doddcs  dodici  ecc.  la  gdmula  tarlo  ,  la  (ardntula, 
la.  rdndula  rondine,  /'/  shrdngula  la  bandella,  la  mdndula. 
Alone  finali:  A.  62.  Intatto:  no,  fcrna  turba  di  gente,  na 
[umbra  ecc.  Caduto:  kiodjcòa  ;  a  Ro  quando  precedeva  /  inter- 
vocalico: a  sko  schola,  a  le  tela,  -ola:  la  gitrjó  {* gilrjóla) 
zangola,  bagarn  C^ bagarnla)  sbadiglio  ecc.  V.  num.  79.  Fre- 
quente negli  indeclinabili:  aiika,  pitra,  anscmma,  d/hila 
dove  (Salv.  mil.  mod.  102  Cast.  37;.  E  63.  Conservato:  come 
i:  a)  nel  plur.  fem.."  /umbri,  ì asmani,  al  kuralli  covoni  ecc. 
(estensione  del  fenomeno  vedi  cap.  fin.)  b)  nei  proparossitoni: 
rnmpi,  vngi  volgere,  stendi  ecc.  al  prrri  prete,  e)  come  vocale 
di  sostegno:  la  pòvri  polvere,  la  snfri  zolfo,  la  Icvri,  gcndri, 
stcmbri,  Htlnhri,  vcndri  venerdì,  sempri.  -pari  padre,  mari, 
kmari.  iHnli  dentro,  d)  hi  Irzi  slitta,  /  «/vv// crede  voce  dotta). 
I.  64.  Conservato:  a;  Nell'iato  colla  vocal  tonica:  i  mcj 
^^flfldi  '  niiei  occhiali,  naj  andati,  al  praj  prati,  i  lansòj  (sing. 
lanso)  lenziioli,  /  noj  le  no'-che,  /  boj  bovi,  ecc.  b)  nel  plurale 
delle    parole    che    hanno    -u    al  singolare:  i  boggi   buchi, 


17  IL    DIALETTO    DELLA    VALSESI  A  407 

ogf/ì,  pi7toH  jjendenti  della  capra,  /  foki  (sing.  foku)  fiammi- 
feri ecc.  Caso  speciale  :  òmnii  uomini  Cm,  Ce,  Vo  6j)ni  e)  dui. 
illui  :  duj,  luj  vedine  l'estensione  nel  cap.  fin.  65.  Attrazione 
dell'-/  plurale,  a)  dav.  a  sorda  geminata  :  ?/?'!;>,  rójl.  bjòjt 
nudi,  brajt,  tiìjt,  gdjf,  i  kòjp  tegole,  grójp  nodi,  yujp  gobbi, 
fjdjk  deboli,  cujk  ciocchi,  rdjz,  agujz,  spt'najc  pratàjè  (^spreg.) 
Preti,  nobile  famiglia  vaisesiana,  krodjc  corvi  ecc.  b)  dav.  a 
sorda  semplice:  ?  hrujk.  samb/ìjk.  fròjk,  pòjk,  trujk  macigni, 
ÌÒjk.  ììlrpjk,  rlòjc  dolci,  ìììCijc  pazzi,  i  snjl  soldi,  divòjt  divoti, 
e)  dav.  ni  e  f:  lùjf,  al  cajf,  i  trajf.  slòjf  stanchi ,  saldjm, 
legujm,  rdjm,  ìigriji/t,  ecc.  'Della  mancanza  dell'-/  attratta 
quando  la  tonica  è  e:  s('k.  paìèt,  Icf  sing.  sek.  pulel,  lef  ecc; 
altrove  scjk,  pulejt  ecc.  vedi  alla  p.  o97').  66.  Attrazione  dell'/ 
con  effetti  sulla  tonica  e  la  coasonante:  a;  -/i  all'uscita: 
al  mèli  (sing.  man)  ki^Ti,  tavi'lt  tafani  ecc.  -ba-sto7-  (sing.  bastiln) 
muskoTt  ecc.  Coll'assorbimento  dell'-n  a  Ce:  karboj  {karbon) 
77iufoj,  bv.rnoj  prugne  ecc.  v.  Salv.  dial.  svizz.  725  Salv.  lag. 
mag.  211,  AG  xiv  448.  a)  -v  -\-  cons.  all'uscita:  knnp  (sing. 
kampj)  sènt,  bcnk  ecc.  /  pQJìit  (siug.  piint)  fojtic  ecc.  e)  -l 
all'uscita:  /  bufdJ,  /  frcì  fratelli,  kòJ  ecc.  Altrove  butaj,  frej, 
gaj,  nii'ij  muli  ecc.  di  -/  -}-  cons;  rujp,  ajl  altri  .se  non  da 
atri  Salv.  lag,  mag.  196")  Massarotti  (AG  ix  235):  coip  e)  dav. 
a  -s:  /  nas  tsing.  v  nas)  i  ffis,  gro.s  ecc.  Cm.  grojs  Fé:  fi'ijs 
Va:  sajs  Massarotti:  graiss.  groiss,  saiss,  morois,  rabiois  Is. 
sdots.  sais,  peis.  f )  dav.  a  -s  -j-  cons.  :  brùsk  (sing  brusk) 
Val  Mastellone:  /  tròjnk  (sing.  iròsk)  correggiato  Ton.  freisch, 
friiist  Massarotti  btiisc  (sing.  bosc)  tudiesc.  Salv.  app.  lomb.  282, 
AG  II  126,  vili  .S15,  410  xiv  448"  Cm:  kilst  «  kusti '.  67.  Meta- 
fonesi  sporadica;  kwù  sing.  kioel ,  kwJst  (ktcpsf.)  iì-  (es) 
codesto  it.  gr.  §  68.  AG  xvi  199.  68.  Caduta  dell'-/  finale 
quando  abbiamo  -r  e  -r  implicato  all'uscita:  /  tur,  skiìr 
oscuri,  alger  leggieri,  korf  corvi,  órt  giardini,  murf  morti,  / 
rerm,  storn  sordi  (sing.  storti)  ecc.  [Ant.  piem.  -(Fred.)  tuit, 
tati,  mail,  qiieil,  boin,  cardoin,  faint,  -quist,  cist  (Grisostomo 
AG  xiv  217),  maini  fiuimi,  faint,  cointi,  -UH,  quilli,  ant.  geno- 
vese (AG  XV  14)  main,  boin,  graindi-tnite  ant.  astigiano  (AG 
XV  430)  boyn,  meloyn,  cayn,  chrisfiat/n,  gungnf,  ìoyng,  poyc, 
drayp,  peccataicz,  homaicz,  -meyn  'mani',  pitfeyn,  tenct.  mar- 
cheynt,  scriveynl,  feyng  fanti,  queyng.  —  Viverone  (Nigra 
M.  A.)  guvnolt-giioìojt,  rojk,  trojk,  pojk,  gojf,  ecc.;  dav.  ad 
esplosiva  semplice  o  doppia  che  non  sia  palatina  (ma  Jaberg  : 
matójc)  —  negli  aggettivi  in  -dtl:  maundt-mavnéjt  ,  spejs, 
sejM,  strejc  ecc.  -purkàt-pitrkitt,  larg,  h'rg,  kan-keTi  ece. 


408  T.    SPOERRI,  18 

Metafonesi  frequentissima  nel  lombardo-alpino  (^Salv.  lag. 
mag.  237,  altri  esempj  vedi  cap.  tin.i.  nel  canavese,  mont'errino 
(Cast.  530),  genovese  (AG-  xvi  133  .  Tracce  nel  comune  lom- 
bardo (Salv.  mil.  mod.  62-63,  Salv.  app.  lomb.  374"  >  Attrazione 
dell'?  in  casi  sporadici  nel  lombardo-alpino  (Salv.  ditti,  svizz. 
725  lag.  mag.  211,  —  cap.  fin.)  novarese,  canavese  e  mont'errino.. 
Sopra  1'  attrazione  dell'-/  e  la  metafonesi  non  è  possibile 
dir  meglio  del  Salvioni  (K.  J.  122):  Io  sto  sempre  con  coloro 
i  quali  la  metafonesi,  —  parlo  qui  dei  dialetti  dell'Alta  Italia 
e  mi  ristringo  ali"-?'-,  —  credon  dovuta  al  risonare,  dove  piix  dove 
meno  gagliardo,  di  un  j  dietro  alla  vocal  tonica.  Il  dittongo 
che  cosi  s'otteneva,  poteva  rimanere  intatto,  come  nella  Val- 
sesia,  o  lasciar  intaccare  dal  secondo  il  suo  primo  elemento, 
come  appunto  avviene  in  èoid  noi  Valsesiano:  Cm  grojs  sing. 
gros:  Vo.  Cm,  Va  ojnii  sing.  om)  o  chiudersi  infine  in  un 
monottongo.  Anzi  a  dirla  per  esempi,  cojd  cójd  cód,  spojs,  spùjs, 
spi'ts  non  ci  rappresenterebbero  che  tre  «successive  fasi  di  una 
evoluzione...  Anche  la  natura  de'  fonemi,  che  intercedevano  fra 
la  tonica  e  1'-?',  poteva  esercitare  un'influenza,  e  cosi  nella  Val- 
maggia  e  nella  Vàlsesia  è  diverso  V  esito  quando  interceda 
una  nasale  e  la  Valmaggia  distingue  ancora  tra  la  formola 
(ori.  -j-  nas  -j-  cons  -|-  ?  e  la  formola  tofi.  -\-  7ìas  +  ?.  Là  l'incom- 
modo  nesso  che  risultava  faceva  chiudere  Vaj  in  e,  qui  risul- 
tando sgradito  il  nesso  -j?i  lo  si  risolveva  lasciando  cadere  il 
-//  (vedi  anche  Ce  num.  66a),  come  la  Vàlsesia,  la  Liguria,  il 
Monferrato  lasciano  cadere  il  -r  del  nesso  -jr  (o  il  J,  vedi 
num.  68).  Che  tale  sia  il  rapporto  tra  valm.  kémp  e  inaj  lo 
provano  i  piem.  gen.  yraitìdi,  main  '.  E  pure  la  nostra  indagine 
è  una  nuova  conferma  alle  tanto  chiare  parole  dell'illustre 
glottologo.  U.  69.  -n  finale  conservato:  a)  quando  sta 
per  la  desinenza  negli  sdruccioli:  ti  no:  ì  anni  organo. 
gargfu  :  -ìììo:  l'rasu,  terviu,  kaliggn  fuliggine,  aiikùgv  ;  -ulo: 
/(^spru,  pr'ìQv.  mùsu  (AG  xv  413"  )  fijoijfpi,  ktoàgi/u  quaglio  ecc. 
kwérdii,  muscìi:  -ore:  inarmii]  -ice  (*-?'o?/):  poìgu,  pitlgu  (ma 
cianca  ecc.)  -alien:  forma (jjijfu,  dahnaf/f/u  ecc.  -arìnadgu  umido, 
(ma  salvajk  ecc.  vedi  num.  103a)  pesgu  persico,  kargu,  torbu 
torbido,  sloiigu  petto,  òrf/K  orzo,  figgn  fegato,  iimmi(  umido  , 
e  umile,  ecc.  b)  dietro  a  r,  rr  e  cons.  -\-  r:  feru^  poni, 
liòrru  'ignoro'  mezzo  stupido  cfr.  it.  gnorri,  boru  maceratoio, 
sarn  borsa  del  montone,  moni  viso,  Idwru  -vztldru  veratru, 
vcru  vetro,  oru  otre,  -zanèvrti,  ajgru  acero,  gambrn,  valtru 
ruspo  ecc.  e)  dietro  a  cons.  -\-  j:  gdbju  letto  di  fiume  secco 


19  IL    DIALP'.TTO    DELLA    VALSESIA  409 

bremu  'brividi'",  k'rhju  (spreg.)  letto,  ankóvjii  incubo  ecc. 
dì  in  voci  dotte:  akkordja,  prczjn,  kàstòrja,  ■stupendu,  skel- 
Inc,  anniliu  eremita,,  piUpilic  ecc.  e)  casi  diversi:  vchi  bastone 
del  pollaio,  ptJiohi  pendente  della  capra,  maètdrca  tappo  fatto 
con  erba,  razit  raggio,  hàw'zu  macigno,  indwìa  malignità  d'una 
piaga,  fànnu  deretano,  p'itlu  piccolo,  pliddu  tifo,  hùdd-x  nella 
frase  fa  h.  fa  pompa,  gàdda  garbo,  nieku  coltello,  brikn  mon- 
tagna, foku  fiammifero,  halehgu  minchione,  Ijègu  uno  che  non 
sa  sbrigarsi,  ecc.  AG  i  283,  307,  xiv  117.  xv  413,  xvii  343  e 
343"  (!)  xvni  293,  Ormea  35,  Gel.  44  it.  gr.  i<  274  Salv.  Arb.  75. 
Vedi  inoltre  num.  99  e.  ed  il  cap.  fin.). 


PAVIA-PREVI,  TIP.  SUCC.  FRAT.  FUSI 


REALE  ISTITUTO  LOiMBARDO  DI  SCIENZE  E  LETTERE 
Estratto  dei  Rendiconti.  —  Voi.  LI,  fase.   16  —  Adunanza  dell'll  aprile  liilS. 


IL    DIALETTO    DELLA    VALSESIA 
II.  CONSONANTISMO 

Nota  del  dott.  Teofilo    Spoerri 

{Adunanza  de//' a  Aprì/e  \9iS) 

II.  ConsonantL 

J.  —  70.  Iniziale  =  // :  i/ané,  ggi''U  giovane,  u  yaniii 
Johannes  baco,  tarlo  ecc.  —  ma  fjdc  ^-jacinm  campo 
intorno  alla  casa,  zarìèrru  REW  4fi24.  71.  Interno:  gdlia 
gaja  berta,  —  p^c,  màc.  72.  Cons.  -f  j:  Ij  =  /:  la  diila  brocca, 
/ìJòla,  arhaìi  piselli  REW  2909,  al  aglio,  mai  martello,  cel 
cilium  ecc.  -li  -Ili:  harel,  pel  ecc.,  ma  pajgia  prossima  al 
parto  REW  6161.  Altrove  Ij  diventa  sempre  J:  fy'gla  ecc.  — 
Ved.  num.  126»  e  cap.  fin.  73.  -sj-=  i:  la  kóza  *kosy a.  (?) 
REW  4744  scoiattolo,  ìa  daza  *dasia  rami  dell'abete,  fazój 
phaseolu  faginoli,  la  parzùa  prigione,  la  f/fza-  chiesa,  kazera 
cascarla,  —  dzja  arnese  (monf.  asia  vaso  vinario)  ecc.  Ro  : 
kósa,  dcUa,  ecc.  Ved.  s.  —  74.  nj  ^=  7/ :  al  kava7i  *cavaneu, 
barJnijì  prunea,  al  kuJi  cuaeo,  hsoJi  ecc.  —  ni:  mt'ji  mani, 
ì  mutoli  ecc.  —  75.  rj:  la  fera  *fejra,  la  fjdra  *glajra 
ghiaia;  Ro  :  sfilra  *sfujra  diarrea,  la  pastura  pastoia.  Vedi 
la  caduta  dell'j  nel  nesso  jr  anche  nel  num.  68.  rj  in  voci 
dotte:  uri?ìdrju,  kmnfasjundrju,  rumrju,  kiìstórju^  cmniin- 
torju  cimitero.  —  76.  vj  =  bj  :  (job/a,  arbjg7t  piselli,  la  ku- 
lubja  coUuvies  lavatura,  la  pjobbja  *plovia.  Eccezioni: 
la  kapja  cavea  gabbia,  la  savja  salvia,  sdi'ju  tranquillo  (voce 
dotta)  77.  tj  =  e  Us):  la  kavàzza  capitium,  aguzza,  la 
lazza  REW  5129  sterco  bovino,  la  barózza  *bi rotea  orsa 
maggiore,  m  skórz  V  arnia,  lanzo  ecc.,  ma  balsd»a  lista  di 
panno  all'estremità  della  veste  da  donna'  balteus,  barnas, 
barbis  barbiti um  —  rahiiù  ragione,  kazun  stagione.  Altrove 
si  usa  quasi  esclusivamente  s  invece  di  :.  Ved.  cap.  fin.  -ti: 
kioent,  tiijt  ecc.  Va:  ticc.  (Bo:  kunci  racconti  REW  2030)  —  stj: 


684  T.    SPOKRRI, 


6pòcj,  AascrtH  Christian  US  [Cast.  n.  fi7J  78.  dj  iniziale  =■ // : 
yu,  /yo/v?  ecc.,  all'interno  =  i  :  mezanor  ai  maio  mediolns 
mezzale,  al  ni  zìi  raggio,  (jarzii  cardiolu  gemma  d'un  anno 
(ma  gàrr  piccolo  rampollo  di  castagna),  f'rùn'za  fronda,  n  urzó 
orciuolo,  ampolla  del  prete,  crrzu  viridia  cavolo  ecc.  Ecce- 
zioni: orfin  orzo,  >:li(('/^  studiare  levare  il  grasso  con  un  po' 
di  pane,  fi  ajìoc  'apoggio'  costruzione  annessa;  —  ankój  oggi. 
In  altro  luogo  ;  =  s"  (come  z  =  s).  Anche  a  Bo  :  afrurifi 
strundius  pezzo  di  sterco,  al  viansi'i  *  raandiolus.  cj, 
gj  ved.  ai  n.  106,  108. 

L.  —  79.  1  fra  vocali  é  caduto  a  Rossa:  /  ambuik, 
gàa  gola,  al  niuiit  molino,  nidvju  Bo:  inalar ju  ammalato, 
kaiyijii  fuliggine ,  cjej  volere  ecc.  —  con  caduta  dell'a 
finale:  a  skd  scala,  un  a  ala,  a  harkà  Bo:  harkdìa  sala- 
mandra, a  sko  scuola,  a  f(}  tela:  -ola:  a  varo  Bo:  varala 
pala  del  fuoco,  a  yt'vjo  zangola  ecc.  (In  alcune  voci  V -a  si 
ritrova:  a  bagyaroa  sbadiglio,  a  fìjoa  tìgliuolai.  La  caduta 
dell'/  tra  vocali  determina:  a)  la  forma  dell'articolo  de- 
terminato femminile  :  a  ako  la  scuola,  a  vakka  la  vacca. 
a  hennìia  la  donnola,  a  l'iira  spreg.  la  giovane,  ecc.  Dob- 
biamo ammettere  che  prima  1'/  è  caduto  soltanto  dopo  una 
vocale,  come  per  es.  nel  costrutto:  /,/  o  fakd  (J)  a  krma 
ho  attaccato  la  capra.  Questa  forma  si  è  in  seguito  estesa 
analogicamente,  b)  la  forma  dell'articolo  determinato  ma- 
schile dav.  a  parole  con  vocale  iniziale:  a  or  l'oro, 
a  olju.  fi'  a  or  fare  l'orlo,  a  osi  l'oste,  a  art  l'orto, 
a  ornn  l'organo,  a  (}ga  laburnum  vulgare,  a-  nrialel  lo  scric- 
ciolo ecc.  {al  or  =  a  or).  Altrove  1'  /  fra  vocali  è  intatto  : 
/  amhullk,  spigult}  racimolare,  sirola  S'  p.  sing.  parlando  del» 
l'acqua  che  viene  a  goccie,  falapià  stamigna  REW  3173,  ecc. 
Ma  Va:  rnrrva  voleva.  Talse  regressioni  (1)  in  reazione  al 
lombardo    -/-  =  -r-  ved.    num.  88.    —    80.  1  all'uscita:  -ólu  : 


(1)  Sono  '  false  regressioni  '  i  casi  in  cui  la  lingua,  ribelle  a  certe 
tendenze  fonetiche,  riforma  illecitamente  parole  che  paiono  soggiacere 
alle  stesse  condizioni,  l'er  es.  quando  le  generazioni  recenti  hanno  la 
tendenza  di  volgere  z  (tsj  in  s,  la  generazione  conservativa  non  sola- 
mente resiste  a  questa  evoluzione,  ma  sostituisce  un  z  a  un  s  pri- 
mario, la  qiial  sostituzione  diventa  generale  in  certe  parole  (1  amprandlz 
apprendista,  esbjez  <li  sghembo  ecc.).  .\ltre  volte  il  dialetti»  in  con- 
tatto cnn  altri  dialetti  i-esiste  alle  loro  risoluzioni.  Il  Valsesiano  p.  es. 
non  caiiihia  I-  Ira  vocali  in  -r-  e  sostituisce  anche  un  I  a  r  primario 
in  sbalazé  spalancare,  ecc. 


IL    DIALETTO    DELLA    VALSESIA  •  685 

ai  ra.suiò  Vnsigìxoio,  al  falaro  lo  scricciolo,  ecc.;  —  i  g  o  ma 
ho  male,  al  sìcsmd  epilessia,  al  sa  il  sole,  sictl  sottile,  hrandd 
alare,  /  ku  culo,  al  karamd  calamaio,  la  sa  sale,  al  fawdd 
grembiale,  /  avvd  '  nevale  '  valanga,  u  did  ditale,  Dina 
Natale.  Antico  versetto  che  si  cantava  a  Natale  :  Dind  —  ki 
beli,  ki  ma  —  s  p  tujl  ingiod,  Nata^,  chi  beni  chi  male, 
siamo  (si  è'i  tutti  uguali.  Vo':  arri,  ind,  fi,  fussd  zanella. 
ce  cielo.  —  Ma  Bo:  al  fil,  èèl,  mài,  bel  badile,  sol  suolo, 
kairtl,  diirsdl.  la  zal  axalis.  puzzdl,  kanucal  ecc.  GrM:  Va- 
rda,  maa.  A  Rossa  l'I  è  quasi  esclusivamente  caduto.  Ved. 
cap.  lìn.  81.  11  conservato:  ìnìla,  la  mj alla  midollo,  la  pel, 
cerrél  ecc.  A  Rossa  anche  17/  di  -ellem  è  caduto:  a  pè  ecc. 
—  82.  1  è  conservato  davanti  a  cons.  velari  e  labiali: 
/  (liba,  kalf,  al  falket  lo  sparviere,  a  hdlka>  REW  (i.555  cessa 
di  piovere,  la  bèlma  melma  REW  5485  ecc.  —  Ma  armandk 
almanacco,  farbuld  tre.  t'albalas,  kwarkos,  kirarkan,  —  kioak- 
vota  Vo':  kwajkgsa  .  kicajkadàn.  —  Caduto:  savja  salvia, 
skdrja  scriminatura,  [it.  Gr.  §  233,  AG  ii  122,  xiv  444,  xvi  534, 
Gel.  134].  —  83.  1  =  w  nelle  formole  alt,  ald,  ale,  als, 
alz  —  ilz.  /  (Iwt,  fawdd  grembiale,  al  kaioc,  faics,  am  bdioz-ii 
un  macigno  sporgente,  haicgu  (Ton.  baiitigii  Salv.  P.  Arb. 
baltigh)  altalena,  —  meioza  milza.  Ved.  cap.  fin.  Labia- 
lizzazione dell'  articolo  determinato  :  a)  dav.  ave  s 
impura:  u  sulé  REW  8063  granaio,  ìc  so,  u  sjas  REW  749S,  — 
?'  spudò,  V  slòngii  petto,  u  skds  grembo,  v  skdJi,  u  skdrhi 
battiburro,  ti  stiivin  pentola,  te  srdu  REW  7870  ricotta  ecc. 
b)  dav.  a  t,  d:  ti  trrz,  u  tor/i  'tronco  d'albero  con  braccio 
formato  da  un  ramo  d'^l  tronco  stesso  sulle  cui  intagliature  i  ca- 
sari appenvlono  la  caldaja  '  (Salv.),  u  di,  u  tra  fece,  e)  dav.  a  è: 
u  ciìk  ciocco,  u  cót  la  fossetta  del  bellico,  u  ci'pdn  tappo  ecc. 
d)  dav.  di  l:  u  làmel  pupilla  (Ro  ii  ìumiù),  u  Icf  labbro^  'u 
leà  letto,  u  Ijdm  letame,  u  Ugo  ramarro,  te  limbju  (Ro  liim- 
ìnjic)  REW  5048  spazio  erboso  fra  due  campi,  u  lizdn  pol- 
trone ecc.  e)  dav.  a  r:  u  rls,  v  rastèl,  u  ranziii  il  mietitore,  u 
rost  le  croste  della  polenta,  u  ras  REW  7422  spazzatura  ecc.  f  ) 
dav.  a  n'.  u  nas,  a  l'òk  rampollo  d'un  albero  REW  5947,  u  nost 
il  nostro  ecc.  g)  dav.  a  e,  // :  u  cip  membro  dell'uomo,  u  gis  ecc- 
Di  spesso  troviamo  anche  in  questi  casi  l'articolo  al,  però  mai 
davanti  ad  s  impura.  Davanti  a  consonanti  velari  o  la- 
biali non  c'è  mai  un  m,  {ai  gal,  al  korf  al  milf/gu,  al  porv, 
al  borii  fossa  piena  d'acqua  dove  si  pone  la  canapa  a  mace- 
rare REW  1224  ecc.  ),  Labializzazione  dietro  a  prepo- 
sizioni :     a)    de    -f-    illu:    la    riga    du    drak  l'arcobaleno,  /  e 


686  T.    SPOEllRI. 


sauta  f/H  du  toj:  è  cascato  dal  tetto,  ai  kahot  du  lac  dispensa 
dove  si  mette  il  latte  al  fresco,  la  pei  du  lùf,  tìot  du  ti'it 
niente  del  tutto  ecc.  lac.  la  r.a  du  sto  nodèe  la  casa  di  questo 
notaio,  b)  ad  -j-  illu;  z-largc  u  so  stendere  al  sole,  la  néf  la 
sìdjgwa  aio  so,  due  voti  n  di,  saune  u  nàs  perder  sangue  dal 
naso,  uìòk  invece  ecc.  e)  intus  +  ad  +  illu:  cui  u  Idc,  evi  u 
spèc  ecc.  Vedi  num.  12(r''.  (Cast.  num.  123,  Aliene  AG  xv  417:  con- 
dizioni simili).  84.  Caduta  dell'I  aelle  forinole  olt,  old, 
ole,  olg,  olf  ecc.:  la  rota,  col  volto,  la  pòi  polenta  molle  REW 
6836,  hn  sot  soldo,  skutè  ascoltare,  seputi/ra,  dóc,  la  boi/a  'bol- 
gia' tasca,  daskóz  scalzo,  far!  'fulcito'  serrato,  —  la  zofri  zolfo, 
la  puzinèra  orsa  maggiore  (Salv.  P.  Arb.  142  pulisnèra  orsa  mag- 
giore, mil.  polsinera,  frc.  poussin.iére  -=--  Pleiadi,  uss.  piisiperi), 
la  porri  ecc.  —  ìm(:i?ia  REW  5649  morbida  (Cm.  mursiyia). 
Cast.  num.  73,  Ormea  55,  AG  xv  6,  viii  312.  —  85.  Cons .  -\- 
1:  pjobhja  pioggia,  pjajga  piaga  —  tràhbju  tribulum  bru- 
schetto, al  bjàm  seme  del  fieno  REW  1178  —  fjo  fiore,  fjd 
fiato.  —  -Ro.  a  or  *6rl  l'orlo.  —  Sopra  pin,  pidria,  piga 
ved.  num.  10.  —  ci,  gì  vedi  nuui.  IO!».   —  Di  -//  num.  66<^. 

R.  86.  All'  uscita  per  lo  più  caduto  :  rrj  vero,  na  fjo 
fiore,  la  sro  ecc.  Vo.  (ant.)  didi't  (mod.)  dulùr.  Infinitivo: 
laure,  vulej,  durmi,  cerni  ecc.  —  ariu:  al  higè  cucchiaio  — 
-atore:  balio  annaffiatoio  ecc.  Conservato:  er  ieri,  lur  loro, 
mùr  muro.  In  voci  piuttosto  dotte:  kor,  or,  tor,  amar,  ahjér 
leggiero  ecc.  87.  r  s'è  dileguato  in  /  aitt,  l  aula  altro, 
l  uutèr  l'altr'ieri,  nòst,  uosta  —  riista  cresta  d'un  gallo  {kràsta 
cresta  fra  due  valloni,  Ro.  krò.sta],  Ro.  casta  Cm.  castra  Vo' 
kràspa  Vo*  kràspa  Ce.  costa  Fé.  hrosta,  mésca  maschera,  pesgu 
pesco,  kasté  castrare,  kascdn  cristiano,  al  sòzu  suocero,  Vo' 
febiisfU  forbici.  Cast.  num.  83.  —  88.  Talvolta  si  muta  in  /: 
al  fulo  dia  Val  il  furore  della  Valle  (sopranome  d'un  tiranno 
leggendario^,  la  f)il  il  ghiro  (anche  altrove),  la  cigdla  il  si- 
garo, sbalazé  (Va.  sbarasè)  spalancare  la  porta,  '  sbarraxzare'; 
Ro.  la  mdrtula  (Bo.  mdrlura)  martora,  Vo'  la  cela  cera  (mil. 
zila)  --  la  pùlga  purga,  a/  bolk  bifurcu  nodo  donde  partono 
due  rami  (Vo*  bnrk),  Vo'  al  pdlk  ovile,  nipalkè,  Cm.  valkamo- 
neka  (forma  comune:  rarga  munga)  altura  sopra  Camper- 
togno.  —  la  Ungerà  ringhiera,  (ved.  al  num.  12G'*.  Cast. 
num.  79j.  —  Si  tratta  in  alcuni  casi  di  dissimilazione,  p.  es. 
fa  liiigrra  (Salv.  mil.  mod.  190),  in  altri  casi  dobbiamo  ammet- 
tere una  falsa  regressione  che  reagisce  1.  contro  -/-  in  -r-:  falò, 
rigala,  nidrtula.  sbalazé,  la  cela  2.  contro  /  in  /•  dav.  a  labiali  e 
velari  mura.  S'2):  bòìk,  jdilga,  valkatno/iéka.  Caso  singolare: 
Ro.  la  kdmna  camera. 


IL    DIALETTO    DELLA    VALSESIA  687 

V.  89.  Conservato:  ìa  vash/a  vescica,  al  cuhìrii  REW  9217 
genziana  gialla,  al  i-t;su  bastone  del  pollaio,  la  vulajga  REW  9432 
cosa  leggera  che  vola  (cenere,  neve),  ra:irè  REW  9113  vuo- 
tare, la  ralana  ^avellana  nocciola  innestata,  la  rarga 
anguinaia,  vasiffè  ronzare  delle  mosche,  ;?a  'reza  maiale, 
poltrone  REW  9396,  Vo^  vi)ì(''  muoversi,  vishè  accendere  REW 
9417  —  kanra,  krava  ecc.  ved.  num.  115.  —  A  Rossa  li  e 
iniziale  è  bilabiale:  a  wdkka,  al  loef  vedovo  ecc.  —  Il  e  si 
dilegua  facilmente  al  contatto  con  vocale  labiale,  anzi- 
tutto in  sillabe  atone:  vedere  Ind.  Pres.  l'*^  pi.  ugùma,  2'i  pi. 
ugej^  cong.  imperf.  sing.  icges,  part.  ugii  (ma  mi  i  ruk  vedo); 
volere:  iihhna,  ulej.  ulera,  uro  (tut.),  ma  mi  i  vói,  cel  al 
rg.  druc  adoperare  (ma  mi  i  drgf,  drgra),  driii  aprire,  al  ra- 
lulo  pipistrello  -ratto  volatore',  pjuzinè  piovigginare,  sauri 
saporito,  gueì  catino  (ma  guvJel),  Vo^  al  stiiel  (ma  la  stiiva^, 
odjk  bacio,  ruilu  nuvole,  ulea  voleva.  Anche  in  altri  casi  il 
V  si  dilegua  facilmente  e  sottosta  a  vari  influssi  fono-sintat- 
tici:  Ro.  a  gmga  *  vomica  nausea,  Bo.  /o?ia  volvala  loppa 
num.  118,  Vo^  ala  sua  o.s-  alla  sua  voce,  —  /  luva,  la  hòiva 
beva  serpe  (Ro.  huarótti  nome  comune  per  diversi  insetti), 
Vo*  lea  malti  aveva  messo.  —  Bo.  pawrùii  peperone  (ma  prrru) 
preja  lauijèra  pietra  per  tare  il  laveggio  (ma  Iacee),  kauìdn 
canapule,  Ro.  dasgési  svegliarsi.   —  v  all'uscita.  Ved.  115. 

W.  90.  =  r:  la  rf//flr' REW 9474  scommessa,  svaresi  *waron 
farsi  passare  un  dolore,  vaì'i  guarire,  vari}  stare  in  agguato,  vere 
guercio,  vardè  guardare,  vadaliè  guadagnare,  ma  wàri  guari,  — 
la  gisa  guisa.  Ved.  cap.  tin.  —  Ton.  varnè  mettere  in  serbo 
(=  Bo.  gwarnè  giibernare).  Sarà  una  falsa  regressione? 
91.  qu,  gu  :  kioel  —  kullo.  kwest  [kuk)  —  kuèta,  kunl  quando  — 
kiló  qui,  kwe  che  cosa  (Salv.  Arb.  143),  kura  quando  qua 
bora  ved.  cap.  tin.  —  sankio,  cinkw,  ma  soltanto  nel  parlare 
lento.  (Salv.  mil.  mod.  246Ì.  —  Vo"  savnè  savndva  sanguinare.  — 
S.  92.  Intatto:  sdba  sabbato,  la  scj  sera,  suki  scuotere,  la  sala 
REW  7540  cavalletta,  sarkoì  singulti,  na  sèm  una  volta,  — 
kros  —  krosa  incavato,  moros  —  morosa  ecc.  93.  Palatalizzato 
dav.  a  i,  j,  ii:  a)  a  formola  iniziale:  sjor  signor,  al  .sindik,  m 
■sii  si  si!,  .siréii,  .si'i.bjè  zufolare,  al  subjgt  zufolo,  al  siik  sugo, 
la  silcina  siccità,  na  kravi  siterà  una  capra  sterile  (ma  sii^il 
sugello,  5?^i!n-  sicuro  =  voci  semidotte),  b)  all'interno  :  l  ari  ina 
resina,  sarazin,  muzina  morbida,  hazin  bacio,  azja  arnese  — 
con  /  espunto:  la  lèzua  lesina.  di:nr  desinare,  e)  all'uscita 
nel  plurale  di  sostantivi  ed  oggettivi  (num.  Cyiì^):  i  ines 
mesi,    r«.v ,    apes,    gros ,    /    tari-òs    compartimenti    nelle    man- 


688  T.    SPOERRI, 


giatoie,  i  fi'.s  ecc.  Con  s  palatale  al  singolare:  al  frr.i  t'résum 
lo  spicchio,  d)  dav.  a  j  (num.  73):  i  fazój,  la  parzùn  ecc.  — 
Ro.:  sarasi if,  la  le.ina,  fasoj.  kaniisa.  parsùo  ecc.  ved.  qui 
sotto.  94.  -ss-,  -cs-  (x) ,  -ps-,  -se-  =  *■;  un  as-  (assis), 
angrasr  ingrassare,  base,  ma  os-ossi,  adòs,  gros  ■  grossi  —  es, 
(.sa  codesto  ipse,  la  ka-ia,  la  masalla  maxi  Ila,  /  amila 
REW  842,  la  ko.sa,  sore  exanrare  lasciar  raffreddarsi;  — 
kuliosi  REW  2031,  krùsi  crescere.  Ro.:  masdlla,  has'ma  ecc. 
95.  s  -|-  cons.  :  a)  s  dav.  a  t,  d,  /,  '•,  //  =  .y,  i  ;  avosl,  la 
■kd  estate,  siìèt  angoscia  REW  6111,  u  koiigu  petto,  ru- 
.s7?A  REW  7468  rigido  ecc.,  dazdgr  doctus  sgarbato,  zlargé, 
zlajgicf;  liquefare,  zlavie  rilassare  REW  4861,  ecc.,  md.scu,  he- 
sra  bestia,  srapi  intiepidire  (da  <~i^p),  mdsra  maschera,  kasòdk 
cristiano,  zf/andà  schiantato  ecc.  bj  davanti  alle  altre  cons, 
Vs  è  una  mera  sibilante,  sorda  dav.  a  k,  p,  /,  r,  sonora  dav. 
a  ò,  g,  m,  v:  ii  skos  grembo,  it  skaJ'  scanno,  spur  sputare,  uà 
spèrla  raggio  di  sole,  gespa  vaso  ampio  ma  poco  profondo  in 
cui  si  lascia  il  latte  perchè  faccia  la  panna,  sfunigi'  rimescolare. 
la  sfnra  diarrea,  da  sfrós  di  contrabbanda,  u  srdc  la  ricotta,  la 
•sj'o  sorella  ecc.  —  la  .vA)Y//<<72(/a  bandella,  sbremn  vestiti  in  brani, 
sburi  sdrucciolare,  sgiiiga  sterco,  sgarzigè  stuzzicare,  sgaralr 
raschiare,  —  na  smdgga  macchia,  smajzi  sparito,  smalli  imbam- 
bolito,  smurzé  spegnere  (ma  smana  settimana,  smènt  semenza), 
svani  sbiadito,  svarèsi  farsi  passare  un  dolore  ecc.  A  Ro.  l'.<f  pala- 
tale di  a)  è  in  via  di  sparizione.  Questa  tendenza  è  generale  nelle 
generazioni  più  recenti.  V s  palatale  troppo  sapendo  di  contadi- 
nesco. Ved.  cap.  fin.  96.  s  =  ^:  la  zdl  la  sala  axalis,  csbjcz  di 
sghembo,  na  vegga  roza  un  cattivo  cavallo,  /  niatardz,  l  am- 
prandiz  l'apprendista.  False  regressioni.  Vedi  al  num.  77  e 
79  n.  (Salv.  P.  Arb.  77.  ze/  sego). 

M.  97.  Raddoppiato  tra  vocali:  /a  grvmma  panna,  la 
Idmma,  la  Ihnmd .  la  skiimma  s  k  fi  m  a ,  al  pummi  pomi, 
la  làmma  la  tema,  anspnvìa  insieme,  la  hriìmma  lac.  noi  in 
)iumma  più  ved.  al  num.  126^  e  cap.  tin.  —  ni  =  n  nella  forma 
kunfr\  come  fare,  dirimpetto  a  kuni  come  (Cast.  88,  Salv.  mil. 
mod.  199'',  rilitgr  ruminare,  Vo'  la  óiiga  nausea.  —  ran  = 
/'  :  «óT/,  Il  skdii.  ni  kìdòlii,  kaliìliò  ecc.  (AG  xiv.  231  xv 
419)  —  m  =  b:  la  brhna  melma  (num.  UH.  Ro.  al  ba- 
tavdtt  (Bo.  malavuii)  il  calabrone.  N.  98.  Tra  vocali:  la 
hinn .  la  krna  catena.  In  gavina  dirn|jameiito  ecc.  L'«  è 
faucale  do|»o  l'accento  a  Vo.  Riva  Valdobliia,  Pila  e  Va: 
Vo'  la  smdita  settimana,  hnmpóiia ,  ì-i'ua.  kriia,  la  Iona 
lana,  foìdn.in,    na    veha    ecc.    ména    e.\i}'\   mena  {mann  menato) 


IL    DIALETTO    DELLA    VALSESIA  689 

sppcena  egli  pettina  (perené  pettinare).  —  Dopo  /  tonica  Vii 
è  palatalizzato  :  /ij  {=  k)  :  fariitja,  pridnja  brina,  nmrz'tnja 
morbida,  la  iM'suiJa  la  resina,  pitrja  piena,  la  (jaliiija  ecc. 
L'  n  faucale  palatalizzato  che  è  prodotto  dalla  propagginazione 
mediata  dell'  /  (Ascoli  AG  i  256j  fa  capolino  anche  nel  Cana- 
dese (Brosso)  e  nella  Sottoselva.  Sopra  l'n  faucale  ved.  nel 
cap.  fin.  —  99.  All'uscita  a)  di  solito  =  /<  :  jmn,  Imn,  pin 
pieno,  inalavùn  calabrone.  Ro.  :  an  l(.'f,aii.fjank.iinmans6ecc. 
b)  n  :  belif  fe~i,  dré7i  prima,  ved.  cap.  fin,  e)  nei  proparossitoni  = 
dileguato  (num.  69'"^):  fjQVu  giovane,  mani/dvu  mangiavano  ecc. 
ved.  cap.  fin.  d)  Tace  nell'uso  pleonastico  di  bene:  a  t  vàggi 
he  !  tu  vedi  !  AG  xv  420,  Salv.  lag.  magg.  215)  e)  n  =  m  : 
kiim  la  kò  con  la  cote,  kum  la  korda.  100.  -gn-,  -nj-,  -ni  = 
li:  aslièsi  segnarsi,  jin  cèlm  striscia  di  terra  in  una  parete 
(REW  l'928),  al.  kiìli  cuneo,  —  kèli  cani,  mutoli  montoni  ecc. 
A  Ce:  mulój  (sing.  viutok),  kat'boj  ecc.  Ved.  num.  66,  47.  101- 
a  di  sovente  =  r:  al  lèndri  lendini,  arma  anima  acino, 
armjul  animo,  coraggio!  marnielin  mignolo,  ur?mo.'^  veni  me  n 
velenoso,  /  e  lai  vriiu!  è  tanto  nervoso  !,  .mwZ^rt^  seminare  (Ro. 
smanè)  —  ariimaj  animali,  nurdnta.  Si  tratta  di  dissimilazione. 
Cast.  110. 

C,  G  e  le  loro  complicazioni. 

102.  e,  g  velari  iniziali  (principio  di  parola  e  di  sillaba 
latinaì  :  kaset  cantina,  kalorja  REW  1528  (Vo*  kalàra),  al  kam- 
vèl  (Ce.)  la  cantina  (Salv.  P.  Arb.  104  canvèt),  karkané  balbettare, 
ni  kaulèt  arnese  che  serve  a  portar  legna  e  pietre  v.  Tonetti 
calda,  i  kg  il  bandolo  REW  1668,  kgz-a  REW  4744  scoiattolo 
(Vo'  kósre),  la  króf/a  nido,  casa  nativa,  kwdzza  treccia  REW 
1774,  la  kulóra  il  nocciolo  REW  2271,  —  balké  cessare  di 
piovere,  mérka  mercoledì  —  fjalik,  lark  ecc.;  —  al  gàbjii 
letto  di  fiume  secco,  ganivel  (Ro.i  sparviere,  garfjil'n  ciliegia 
innestata  grossa,  {laruf  spreg.  cane,  (jàddu  garbo,  gamia  fame 
smisurata,  f/e:a  mastello,  f/irf/r  REW  3858,  la  gòra  REW  3821, 
greva  REW  3855  nostalgia,  gimrnr  REW  3903  serbare  — 
zlargr,  sf/iliga  sterco:  ~  e  latino  =  g  romanzo  (Gròbers 
Grundriss  h'  Hlò):  gabàn  kaba,  gandns  kamb-,  gamhru  cam- 
marus,  gamba  e  amba,  gdimda  caria  -j-  tarmulus  (Salv. 
pai.  lomb.  4"),  garbiìrsi  carabus  rissare,  r/rtr?</7//  caryo-, 
gardlli  *  e  a  r  u  1  i  u  m  sassi,  garzi)  e.  a  r  d  i  o  1  u  m  gemma  d'  u  n 
anno,  gd.seri  catharus  i  seguaci  di  Fra  Dolcino,  gra  Gratis 


690  T.    SPOERRI, 


gratella,  grampalla  krainpa  ferri  per  camminare  sulla  neve 
e  sul  ghiaccio,  gt'uppja  kripja,  (Ro.)  gralaro  kr atteri  grat- 
tugia, (jri'p  crup  p  a  nodo,  gucl  REW  2401  catino,  gùmbbja 
cubitus,  guré'n  cutis  tiglioso,  gùvjola  cupa  zangola, 
argauzr  rincalzare  (le  patate)  [monf.  arcavsée  rincalzare 
il  granturco],  argoli  recolligere,  argóvda  chord-,  har- 
gulòtti  castagne  secche  cotte  (Ton.  barcolè  ecc.)  .  sk  (Salv. 
K.  J.  124 1:  Cm.  v////'  scivolare,  Ro.  a  asgàf  schiaffo.  —  Gas. 
speciali:  sknmfjn  gonfio  (Cast.  538-).  la  ktvhida  gran  da,  Ro. 
gamisel  —  Bo.  kamisél  matassa,  Ro.  skavicè  sbucciare  le  casta- 
gne (Salv.  Arb.  ii  25,  37  gaj),  l  kò  goto  patrigno,  f.  ìa  kòn-a.  — 
la  io/a  gioia,  nel  linguaggio  delle  canzonette.  103.  e,  g  tra  vo- 
cali: a)  ==  ^r  tra  vocali,  k  all'uscita  romanza:  la  braga,  biìgd 
bucato,  u  stongu  petto,  si'igr  asciugare,  ligam  legacciolo,  la  troga 
gronda,  leghjm  legumi,  fraga  fragola,  -ica  :  porga,  rekga  sega. 
dumcnga  domenica,  va.siga,  spiga,  riga  ecc.  cfr.  imga  malcontenta 
REW  4439  —  le  are:  kargr,  kgarzigc.  stuzzicare  (i  denti), /arr/r' 
fregare,  rampigè,  skurgè  scorticare,  vasigè  ronzare,  sfunìgé  rime- 
scolare, cungè  mangiare  con  disgusto,  masgr  masticare,  ansigè 
aizzare  --  pggu  fegato  REW  8494,  Vo.  fign,  Fé.  fìk,  Ro. 
fidgu.  Ce.  Cm.  Rima  S.  G.  frigni,  Ton.  fidigu  ;  —  al  trok 
truogolo,  anlrek  intiero,  rerouh  chirurgo,  in'ik  malcontento,  ecc. 
Voci  importate:  butoja,  stria,  slrijùii  strega,  stregone,  fjarp 
^0.  /)V'T  REW  3476  piem.  fjaré ,  fjairé.  Falsa  regres- 
sione :  la  /naìifrarlgi  voce  antica  per  Pentecoste  'confraterie', 
b)  Dav.  al  g  tra  vocali  (da  e,  g,  qu)  si  sviluppa  talvolta  un  j: 
Idmdjga  lumaca,  burdìgi  borraggine .  pjajga  piaga ,  pjajgH 
piagnolone,  la  fi'jga  theca  guscio,  dazlajgi;  sgusciare,  azlajgwp 
1  i  q  u  a  r  e,  lajgirvt  foruncolo,  la  nojga  grossa  noce,  uvdjk  o  p  a  e  u  s 
bacio,  —  majgru,  ajgru  —  Cm.  nejgrii  nero  (Bo.  Ro.  nói)- 
gru),  Vo'  tajk  lago,  Ton.  fraiga  fragola.  Cfr.  le  risoluzioni 
analoghe  (Ticino,  Bassa  Engadina.  AG  ]  207,  260)  che  sono 
fasi  anteriori  al  dileguo  di  -//-.  (Nel  frane,  maigre,  aigre  ac- 
canto a  lairme).  Nel  Biellese  (Garlaiida)  il  //  interno  si  dilegua 
in  certe  zone,  in  altre  è  conservato  ifurmiga  -  f'urmia,  spiga - 
spia  ecc.)  Notevolissime  ci  sono  le  forme  veg  -  vei  vago,  aperto 
al  sole,  mcgrn  (salveg  -  salrej).  L'è  non  è  altro  che  un  anteriore 
ai  che  corrisponde  al  valsesiano  valgo  (Ton.),  uvajh.  Anche 
nui  la  forma  jg  accompagna  e  precede  il  dileguo  di  g. 
Possiamo  dunque  dedurne,  come  già  accennava  il  Salv.  (Dial. 
alp.)  che  il  valsesiano  -jg-  ò  una  fase  anteriore  al  -/-  piemon- 
lose-lombjirdo.  ved.  cap.  fin.  e)  \\  g  tra  vocale  si  dilegua  se 
luna  delle  due  vocali  è  un  // :    al   fo    fagu,   acost  augu- 


IL   DIALETTO    DELLA    YALSESIA  691 

stus,  la  peiora  pecoi'a,  al  saùs  segugio,  maadrnwla  •man- 
dragola' mala  femmina,  nàta  ne-gutta.  ula  se  provviene 
da  ugola  (  ma  ùvula!).  ved.  126'^  ACt  i  211.  ei  -aticu: 
I.  -ajk,  -ajga:  salvajk.  salvajga,  vulajya  cosa  leggera  che 
vola,  knmpanajgu  companatico,  Ton.  bjajgét  REW  825,  II.' 
-afjfiu:  via  fi  fi  u,  kuràfifju.  furmófjgu^  darmdfjfju  danno,  am- 
prandìsdiifiu  frc.  apprentissage.  Casi  speciali:  armddgu  aro- 
ma ti  cu  tempo  umido,  Agnona  (Rusc.)  pratgo  =  Voci  semi- 
dotte. —  Cfr.  ant.  genovese  (AG-  x  163):  I.  companaigo,  salvaigo, 
grammaigo,  naiga  ecc.,  II.  avantaio,  coraio,  darmaio,  formaio, 
viaio.  It.  :  I.  selvatico,  cohipanatico,  natica  ecc..  II.  viaggio^ 
formaggio^  coraggio  ecc.  Le  forme  sotto  II.  sono  voci  impor- 
tate dal  frane.  —  prov.  ;  le  altre  sono  regolari.  —  e)  pùlex, 
pollex,  nux,  varix,  piilgu.  polgu  ,  nojga,  varga,  AG  x  92, 
Einf.'   §  162. 

104.  ce,  ci  nella  formola  iniziale  —  è:  landre  foco- 
lare, ò^ra,  céna,  arcaìu-  '  ricenare  '  mangiare  un  boccone  prima 
di  andare  a  letto,  ine  far  segno  cogli  occhi,  vikèt  ciocco. 
cardia  civetta,  ci'im  la  cima,  ci'unas  cimice,  ecc.  —  interno 
dopo  consonante:  c/òc  dolce,  105.  ce.  ci  tra  vocali  =  ;  (s), 
all'uscita  ^  s:  al  sózu  suocero,  pazju  *pacidu  tranquillo,  la 
lozna  REW  5142  il  baleno,  arzanté  sciacquare,  maznè  maci- 
nare, mazaré  macerare,  azej  aceto,  lazi  tacere,  pjaz'i  pia- 
cere (3.  sing.  tas,  pjas),  kgzi  cuocere,  ki'izi  cucire  ecc.  — 
naris,  amls  amice  o  amici?  AG  xv  276,  parni.s  pernice 
làres  larice,  cùra^s,  niantcs,  —  la  kró.^,  ìws,  la  p7'òi  prò  ce 
aiuola,  la  res  radice,  /  ampeè  pece,  —  dee,  àndfs.  dazdot, 
dezmu,  dizémbri  —  ma  dasnof,  dusent.  diisena.  —  mjjajsd  im- 
peciato, briisdmmi  bruciatomi.  Xegli  altri  dialetti  della  Valle 
prevale  l'.s:  Ro.  a  laserla,  kosi,  acsin  vicino,  arsaitlé,  asrj  — 
la  pròs,  Idras,  cihnas,  niis  ecc.  ved.  num.  95.  La  conservazione 
del  e  è  una  delle  più  importanti  caratteristiche  valsesiane. 
(ved.  cap.  fin.)  Possiamo  distinguere  una  regione  lombarda 
occidentale  alla  quale  appartengono  anche  l'Ossola,  la  Val- 
sesia  ed  il  Biellese  (AG  xvi  201  )  e  dove  al  ce  ci  rispondono 
le  fricative  o  schiacciate  5.  s.  z.  —  da  una  regione  lombarda 
orientale  -  veneta  e  piemontese  -  genovese ,  dove  si  trova  la 
mera  sibilante  'S,  z).  Il  contatto  della  regione  del  e  colla  re- 
gione del  s  è  causa  di  diverse  reazioni.  A  Orlongu  (Borgo- 
sesia)  per  es.  :  ciikru  zucchero,  èiika  zucca,  giù  zio,  già  zia, 
ìnec  mezzo,  ganòn  Zenone,  geni  zero  ecc.  (estratto  da  una  let- 
tera di  Don  Ravellij.  E  saranno  regressioni  analoghe  il  varallese 
ncna  nessuno  (da  '^ns'an)  Bo.  campa  zampa.  —  106.  e  -f- j  ="  '" 


692  T.    SPOEBRI, 

i^tra  vocali  tendenza  alla  geminazione  it.  gr.  v^  247):  arrak  — 
pacca  abete  picea,  vacca  buccia  del  grano,  la  karòcca  - 
-aciu:  lampiic  tempaccio,  ahkajndc  catenaccio,  spudc  sputo, 
spbiaè  ecc.  —  -acia:  fìgàcca  focaccia,  urligàcca  bruciore, 
inutdcca  capra  senza  corna  —  valv.r  vagliatura,  palujc  pi. 
avanzi  di  paglia,  7^rtcan4^"  pettinatura,  tarar  terriccio,  rasgiic 
segatura  ecc.  Desinenza  superlativa:  nof  nuvic  nuovissimo, 
$ck  sacic,  frec  frafjic.  veri  cardie.  —  haicza,  argaa:ze  rin- 
calzare, daskoz  scalzo.  Anche  neir  italiano  calza  sorprende, 
it.  gr,  §  248.  Lombardismi:  l  azdl  *aciale  l'acciaio,  l  azarin 
acciarino,  la  zdna  cyathina  REW  2433  bicchiere,  —  afazd 
sfacciato  (Falsa  regressione).  107.  gè,  gi  iniziale  =  /)  , 
tra  vocali  =  (jg:  (joiidri  genero,  gangiva  gengiva,  gcrbju 
maggese,  iiamiuljr  germogliare  (v.  dotta),  gami  gemere  — 
ina  agi  mungere,  argpnl,  ùngi  ungere,  lèngi  tingere,  rdìji 
volgere  —  léggi  leggere,  friggi  friggere,  rngga  ruggine  iRo. 
n'iggu  falsa  regressione)  .  niurdiggu  prurito  alla  pelle  che 
eccita  a  grattarsi,  kaligga  fuliggine.  —  .la  nzarmd  bramoso, 
uno  che  va  pazzo  d'una  cosa  (monf.  ingem.  ire  fatare).  Dileguo  : 
rrl  rigido.  108  g  -p  j  =>  // :  ^uigga  arrngia  REW  078 
canale,  fàgiga  fa  gè  a  faggiola.  109.  ci  iniziale  -=-  '',  tra 
vocali  =  //:  ruvrnda  e  1  and  e  n  da  siepe,  co  clavus  , 
srcjp  *stloppus  schioppo,  ccrgu  chierico,  ririgd  clericata 
uovo  al  piatto;  qui  spetterà  rep  benché  la  spiegazione  pro- 
posta dal  Nigra  (lepnlu  =  *llepìr  =  *  Ueppa  =  kleppu,  AG- 
XV  108)  non  soddisfaccia  —  rcrra.  m('(f:>'>',  tarros  comparti- 
mento nelle  mangiatoie,  ascari  •  schiarire  '  vedere,  iìicue  inchio- 
dare, kvoèrcu  coperchio,  —  la  vàfiga  ago,  la  kavigga  caviglia, 
ila  ogi'/u,  l  urdgga,  aaggu  annìculus  capra  che  non  ha 
ancora  fatto  latte  a  due  anni  —  la.  gcza  ecclesia.  — 
Eccezione:  la  pd<'a  spreg.j  cibo  REW  ()131  *pacula.  —  gì 
a  forinola  iniziale  ed  interna  =  //:  ////  gliris  ghiro,  gdra 
gì  area,  gaia  ghiaccia,  /  daga,  saagal  .singhiozzo,  dasvige 
svegliare,  al  kicdggu  ijuaglio  ecc.  —  Sopra  l'evoluzione 
del  ci  vedi  qui  sotto.  110.  -et  —-  '■:  lai"-,  per  poppa  delle 
bestie,  rif'f,  na  li'ica  1  ù  e  t  u  s  un  piagnucolone  REW  ril49, 
lìrica,  al  fm'urct  arnese  per  dar  la  forma  al  formaggio,  pcf^u 
pettine,  faì^uga,  siìrina  siccità,  streai'-,  i/dai'-,  puarr  serrare  a 
chiave  ecc.  — />*',"•  —  fi'dggu  freddo.  Eccezioni:  fajlo  concia- 
tore di  pelli,  dojf  garbo  (ma  dasdòri,  voci  importate.  —  al  otto 
'influsso  di  Sri  Salv.  Roni.  2«,   111). 

La  stona  del  -(-•  1-  e  del  -et:  /it.  jrr.  §243.  Salv.  lomb.-alp.  iTìS^, 
A<J  I  H2\  .Salv.  saiifr.  444,  .Salv.  K.  J.  i25-lfi6,  Meyor-Liil.ke,  Hist. 
franz.  gramm.  §  16t),  Suchier,  Uròbera  Gruudriss,  ^  p.  735). 


IL    DIALETTO    DELLA    VALSESIA  693 

'  La  storia  <iel  lomb.  g  r=:  -ci-,  dice  il  Salvioni,  non  ini  pare  bene 
intesa  dal  M.  L.  it.  gr.  §  243.  Io  ritengo  che  la  Lomb.  abbia  dap- 
prima fatto  la  stessa  strada  che  il  Piemonte,  la  Liguria,  la  Rczia,  la 
Gallia  e  la  Spagna,  che  contrappongono  il  loro  -(jl-  al  -ci-  della  rima- 
nente Romania,  solo  che  giuntisi  alla  comune  fase  gì},  la  Lomb.  fece 
da  se,  non  s"  accompagnò  agli  altri  paesi  nel  ridurre  questa  formola 
a  Ij  ma  la  ridusse  a  gj,  ebbe  cioè  rispetto  ad  essa  lo  stesso  contegno 
che  ebbe  rispetto  a  'hìj-  l'intera  Italia,  la  quale  ne  fece  kj-  mentre 
la  Spagna  ne  fece  Ij-.  Da  gj  si  venne  poi  a  l'j  come  vi  si  venne  a 
formola  iniziale  [ganda)  e  come  anche  da  hj-  si  giunse  a  e  [camà).  ' 
Il  valsesiano  ^  é  la  fase  intermedia  tra  gj  e  g.  —  La  storia  del  -et 
é  più  complicata.  L'Ascoli  propone  la  serie  seguente:  I.  ci,  2.  jt, 
3.  jtj  (con  propagginazione  dell'J),  4.  e.  Il  Salvioni  va  d'  accordo  col- 
r Ascoli  considerando  Vjt  come  fase  anteriore  del  é.  Altrimenti  si 
presenta  la  serie  del  M.-L.  (hist.  franz.  gramm.):  1.  et,  2.  ÌU,  3.  t' 
(t  palatizzato),  4.  it',  5.  jt.  Il  e  è  una  modificazione  di  3,  cosi  sarebbe 
più  antico  che  il  Jt.  Il  Suchier  non  nega  la  possilìilità  di  Ut;  ma  gli 
pare  più  probabile  l'ipotesi  del  Thomsou,  che  passa  direttamente  da 
et  a  t' .  è  ei  jt  sarebbero  secondo  lui  fasi  posteriori  di  t'.  L'ipotesi 
Ascoli-Salvioni  secondo  la  quale  la  forinola  -jt  nel  piemontese-francese 
sarebbe  la  base  del  e  nel  lombardo-provenzale  non  ci  par  convin- 
cente per  ragioni  storiche  (ved.  cap.  fin.).  Come  sostegno  della  teoria 
SuchierThomsou  diamo  il  quadro  seguente  :  "■ 

è  vals.  céna 

1.  ce ''  / 

\   l'  —  z  —  s  frane,  srn  (cèuej 

/    i  vals.  vzi» 

2.  -ce e  —  g  / 

\    iV   —    \k  frane,   voisin. 

/  z  vals.  hazè 

3.  -sj-  —  s'  (pai.   sorda)  —  s'  (pai.  son.'i  -' 

\  ìk  frane,  baiser. 

/    .^-  vals.  base 

4.  -ssj-  —  i-'  ij:>al.  sorda)  ( 

\\  is  frane,  baisser 

'   é  —  e  vals.  /rt''  lomb.  fac 

5.  -et-  —  t 


\  /  canav.  fer  spagn.  heclto 

.  piera.  fait 
s    vals.     la  lam 


\  jt  frane,  piera.  /ait 


-cs  (x)  —  s'    pai.  sorda)  (^ 

\  /.v  frane,  la  laisse 

y    q  —  //   vals,  oggìi   lomb.   or 

-ci-  —  gì  —   (/Ij  ^ 

'\        IJ        frane,  oei/.  {piem.  ojj. 


694  T.    SPOEBRI, 

Abbiamo  in  tutti  questi  casi  come  punto  di  partenza  un  suono 
palatale  labile  che  può  svilupparsi  in  due  modi:  1.  la  sua  articola- 
zione palatale-consonantica  si  conserva,  2.  il  snono  labile  si  disgrega 
in  un  elemento  consonantico  dentale  e  un  elemento  vocalico  palatale. 
Sono  evoluzioni  assolutamente  diverse,  che  hanno  profonde  radici  nel- 
l'articulaziono  specifica  d'un  singolo  parlare,  (ved.  cap.  fin.ì.  Del- 
l'estensione di  questi  fenomeni  vedi  cap.  fin.  —  111.  e,  g,  e  le  loro 
complicazioni  nelle  voci  importate:  a)  la  knca  letto  del 
cane,  la  mèco  frc.  mèche.  succhiello,  ìa  khÓAtca  frc.  débauché, 
libertinaggio,  la  gena  b/  la  fìnsa  frc.  flèche.  ìa>  krosa  la 
brocca,  sigrind  frc.  chagriné  e)  bu(jé  frc.  bouger,  dasran/jcsi 
se  déranger,  manf/t^,  al  ijis,  la  ganmna,  {jaun  giallo,  j^u^l 
gioiello,  ijirumt'tta  {(jorimétta)  uno  stiipido.  d)  formò  fifiii , 
dalmàfjf^u,  kurdfifiii.  riàf/fjii,  lapdfifju  —  mhrihird  imbron- 
ciato, arlóc  orologio,  arluf/o  orologiaio,  dtìf/lii  angiolo,  li^er 
leggiero,  la  f/dka,  (jdroìnusdwta  grido  dei  fanciulli  nel  fare 
a  riinpiatterello  (Hi  eron  i  mus  )  —  mi?irHf).  bi'~er.  e)  al  stf/il 
sugello,  la  vifiilia  (semidotte),  cel  còlla  piem.  chiel,  chiella 
f  )  zf/andd  schiantato .  la  fjiffa-  malattia  per  cui  gonfiasi  la 
gola  e  la  faccia,  zlavaijd  sbiadito  —  /cr-  cispa  cispa  g)  al 
marsèj  merciaiuolo,  lu  spazje  (o  spizje)  farmacista.  —  Sotto 
f)  forme  non  schiarite. 

112.  t  intervocale  =^=^  d.  che  segue  le  sorti  di  d  ved.  n.  113. 

113.  d  primario  e  secondario  dileguato  tra  vocali  e  al- 
l' uscita:  /'rrl  fratello,  al  fréni  tridente,  mjutìa-  midollo,  gùiu- 
hjii  gomito  ecc.  —  la  seja  seta,  muneja  moneta,  prrja  pietra  ecc. 
s.pH(:  —  spova  sputare,  la  kna  coda,  la  <'uvénda  la  siepe,  la 
pjòwa  lastra  REW  6589  ecc.  —  al  fjd  fiato,  al  pe  piede,  la 
grd  cratis  —  la  roj  rete,  l  azej  l'aceto  ecc.  Cade  talvolta 
anche  dopo  cons.:  skurgp  scorticare,  inahgr  masticare  (;  pai. 
accenna  ancora  al  t  ved.  num.  95a).  Ved.  num.  126a.  Voci  se- 
midotte 0  lombardismi  con  d  primario  o  secondario  conservato: 
al  kadni,  ladiìi  liscio  (accanto  a  léii  semplice),  ai  turdra  mo- 
dello, al  midf;  notaio,  aredi  erede,  fidasi  fidarsi.  —  114.  tr, 
dr:  al  pan-,  la  mare,  un  nru  otre,  al  rem  vetro,  al  ruldru 
genziana  gialla  REW  9217  ecc.  Questo  fenomeno  è  importante 
j)er  la  demarcazione  del  piemontese  e  del  lombardo  v.  cap.  fin. 
Voce  importata:  kiradnc  arnese  per  i)ortar  tronchi  ecc.  115. 
p.  b  tra  vocali  =  r  :  la  krdva,  ìa  kihira  ecc..  drniri  '  dro- 
pire'  apiire.  pr-,  -br-:  la  Irvri,  f'arrr  febbraio,  la  f'rcra  febbre, 
al  pcrru  pepe  —  Vo.'  suhhrv,  Is.  zebra,  Ton.  schru  catino 
per  lavare,  inasiftllo  REW  9031  —  sora  sopra,  pr  a  formola 
iniziale  talvolta  in  hr:  barìàn  pezzo  di  sterco,  brulla   cache- 


IL  DIALETTO  DELLA  VALSESI  A  696 


relli  di  capra  *pirula,  barmU  prunatiu  pala  del  fuoco, 
harlnik  prime  a  (p  -)-  r  =  b  -j-  ^'  ^^  xv  101)  . —  Casi  spe- 
ciali: al  murfel  da  morbu  -f-  ellu?  moccio  dei  bambini 
al  kanlilii  canapule  ved.  num.  126a  —  al  imrin  capezzolo 
(monf.  hurin)  —  p,  b.  v  all'  uscita  romanza:  u  luf 
lupo,  al  vef  vedovo,  to  s^//"  sebu,  hèf  beve,  paraef  man- 
giatoia REW  6724,  làf  terreno  sgombro  di  neve  REW  8511. 
Vo/  apróf  dopo  REW  197  Bo.  apro,  Ton.  preii,  apreti, 
ant.  ast.  prof  St.  Albino  apreti.  —  w  di  iato:  mi  i  krof  io 
casco  (kruve),   mi  i  sgf  sudo  (sui'é). 

Accidenti  Generali. 

116.  Accento:  pela,  rei;  pora  ecc.  ved.  num.  126.  — 
la  bdiola  betulla  (Cm.  bòia  ,  valka  monèka  iCm.)  nome  geo- 
grafico (=  Varga  Monga  •  -Monaca  ')  —  Rafforzamento  di 
consonante  dopo  l'accento:  vanni  vchun  vieni  (grido  per 
chiamare  le  bestie),  jiìtemmi  aiutarmi,  /  a  pjazùmmi  mi  ha 
piaciuto,  raspundilggi  rispostogli,  vardevvi  guardatevi,  i  an 
pjantdlla  l'hanno  piantata,  /  »  baratdllu  l'ha  cambiato,  i  g  n 
ùinma  spìnu  ne  abbiamo  abbastanza,  ndmmi  fìdniìnil  no,  no!  ecc. 

117.  Assimilazione:  a)  vocalica:  sulùrnu  Saturnius 
malinconico  AGr  xvii  108,  Ro.  s'asgònógeria  s'inginochiérebbe, 
Ce.  dosvostis  'disvestisce',  stiìrluné  starnutare,  pjazurus  piace- 
rebbe, prumuttil  promesso,  cel  a  s  iindiirmis  si  addormenta, 
s  inginò^ìja  gu,  t  aj  liìgullu?  l'hai  letto?  —  Questo  fenomeno  è 
molto  esteso  nella  Val  Vogna:  rosdh  ragione,  /a  tus  isnina  (Ro. 
astdna)  tosse  canina,  gulÙH  geloni,  skuolót  'scodelletta ',  sokdrje 
cicorie,  vosd§^a  '  vescicola  ',  dtt.rufa  divota  (masc.  divòt),  tnon- 
tdn  mento,  /  unkdcju  incubo,  ddsliigd  dislocato,  stigur  sicuro, 
mondja'  moneta  (regolarmente  mundja),  mute  messo,  Inivu 
bevuto,  ecc.  Vo.'^  sugar,  gònoggu,  propdlla  farfalla,  b)  conso- 
nantica: absè  pesare,  lòggu  (Ce.  ledgu  Vo.-  lòttigu)  solletico 
Ro.,:  a  fsiga  vessica,  a  psaha  (Bo.  hasdka)  saccone  di  paglia  — 
a  kdmiìa.  Assim.  fonosintatt.  num.  126a.  118.  Dissimilazione  : 
la  lira  liglio,  la  béhna  melma,  ben  aula  donnola,  ?  olba  (Ro. 
a  viilba)  volva  la  loppa  —  (umbra,  vrlm  ved.  n.  101  veni- 
men,  vrimgs  velenoso,  lèndri,  arma,  armju  coraggio,  mar- 
melin,  arumaj,  nuranla  u.  101.  —  Vo.'  la  Ungerà  ringhiera.  — 
119.  Prostesi  (Non  essendo  sufficienti  i  miei  materiali  rinunzio 
ad  una  trattazione  sistematica)  :  a)  vocalica  :  I.  quando 
coli'  elisione  della  protonica  si  è  formato  \\\\  nesso  iniziale 
composto  da  continua  -j-  cons.  (num.  40b):  arzante,    arm,édju, 


6'J6  T.    SPOKRRI, 


arziua,  (tlkr  leccare,  ecc.  —  Esempio  sui  generis:  abkùn 
boccone.  II.  tlav.  asimpiiia:  ?»-»-</('/;(•  uno  slancio,  )ì-a-skaìin, 
tì-a-spàs  una  tesa  (misura  per  il  legname)  REW  8129.  n-a-sku 
uno  scudo,  l-a-spos  lo  sposo  ecc.  —  plurale:  j-a-sprùlt  gli 
sproni,  j-a-sfiajf  gli  schiaffi,  j-a-spufi  ecc.  A  Rossa  la  prostesi 
in  questi  casi  è  regolare,  a  Bo.  s'ha  anche  h  spi  fi  i  ecc.  III. 
nella  terza  pers.  sing,  dei  verbi  che  hanno  come  nesso  iniziale'  .s 
impura  o  continua  -j-  cons.  :  Ro.  :  '-pI  l-a-akrif,  ì-a-rr/oja  ecc.  Bo. 
ha  in  questi  casi:  '-pI  hi  starìfma,  cel  lu  rgòìa  ecc.  IV.  dav. 
a  de  -f-  cons.  ilre~'  a-d  I  uilan'a  davanti  all'osteria,  a-ff  ìa 
sua  ella  della  sua  vita  ecc.  Ro.  /i  apsigàn  a-t  sa  un  pizzico 
di  sale,  .Tac.  poc  ad  buri,  pei  ad  camossa  ecc.  V.  Dav.  ai  pron. 
congiunti  in  frasi  interrogative  o  condizionali:  a-f  saj"?  sai?, 
a-t  pòj  dèmi?  puoi  darmi?  a-t  vii.gfjn  lìiilta?  Non  vedi  niente? 
.s  a-t  ìHort  a  rd'ia  (Ro.i  se  ti  morde  la  rogna,  .s  a-s  ro  passe 
se  si  vuole  passare,  .s  aijtàka  se  a  voi  tocca...  ecc.  VI.  Per 
evitare  nessi  mal  tollerabili  nella  frase:  i  sun  a-stàimni  sono 
stato,  suii  a-stof  sono  stanco,  niPn  -a-ydìtì'i  mani  giunte  Jac: 
Chi  dorpisu  taf  nfjìii  che  dovessero  tutti  venire  ecc.  (v.  cap. 
tìn.  b)  consonantica:  mi  i  ruììc,  ti  t  runlji  ecc.  part.  i-unc,  ma 
UTif/i  ungere.  A  Cm..  Fé.,  Vo.%  Rassa:  viià,  rot.  v,mìdf's  ecc. 
(Salv.  mil.  mod.  214).  —  120.  Epentesi:  ìa  pìateja  platea, 
ìa  ìpja  l'allea,  meja  mia,  eìn't^ja  Ebreo  ecc.  —  kruve  '  cro- 
dare  '  cascare,  avòst  agosto,  piiìa  fararona  Pharaone.  Ce. 
ìa  fjora  fiore  v.  nura.  113.  126.  —  aèngru  nero  (anche  a  Ro.ì, 
Ro.  prafìsàmmti  prezzemolo,  Vo.'^  Ueagioò  liquare,  Ce.  ìinger 
leggero,  Fé.  ìa  prampuìa  farfalla  (Bo.  parpnìla)  —  /  amhja 
la  zia  (Ro.  animja),  ìa  fumìira  (Ro.  fumna).  sarahre  seminare 
(Ro.  smanè).  ai  limbju  striscia  d'erba  fra  due  campi  (Ro.  ìiai- 
mju),  ìa  simbja  (Ro.  a  siimtnja),  p.ì  ìnunbru.  ìa  hartibra  (Ro. 
kamva).  —  121.  Aferesi:  u  Ifar  altare.  va?ìsii7o7i  avanzi  del 
pasto,  drópik  idropico  ecc.  ved.  nuni.  35,  39,  51.  —  kìipjii 
*aiikìipJH  piìi,  kupój  purtroppo,  ved.  num.  124.  —  122.  Sin- 
cope: skttrf/r  scorticare,  ìa  p^rga  pertica,  inasgé  masticare, 
imaiii'ip  dimenticare  —  àirki  altroché,  prikè  praedicare 
parlare,  aiistè  mestiere,  mcsdabusk  '  maestro  da  bosco  '  fa- 
legname, rantr  volontieri.  Ro.  :  ci ìì ter jii  (Bo.  <'iì)n Un torju)  veci. 
nura.  61,  126.  —  123.  Melatesi:  cons.  -^  r  -\-  e  =  cons.  -|- 
a  -|-  r:  num.  41.  --  ìa  krdva,  pr^Ja  pietra,  antròk  intiero,  marii- 
marùa  maturo,  —  ama  occhiello  REW  490?,  Vo.'  ai  fnìgp  fo- 
colare (Ton.  fogoìèe.  Salv.  pai.  lomb.  11  Peccia  forila),  Fé. 
draaii  dormire,   drnia   dormo,  fram  fermo. 

124.    Concrezione;  Re:  ìa  iarzina  la  resina,  da  dalùnc 


IL    DIALETTO    DELLA    VALSESIA  697 

da  lungi,  Cm.  (Jahjn  azzurro.  — Secrezione:  la  lania-aì  la- 
niji  la  litania,  la  ligvia  ecc.  —  sé  lasciare,  sac  lasciato  (so- 
praselv.  schar  allato  a  ìasehar  AG  i  108),  Ce.  méncja  domenica 
(di  manica).  Vo.'  v  aik  pizzico,  da  pit-sieo,  pit  nel  senso  di 
pitln  piccolo  (?).  125.  Contaminazione:  /  amfoddra  (l'edera  -\- 
infoderareì,  /  a  raptus  (pece  -j-  impeciare),  cufj[iii  (cieco  -|-  occhio), 
,  ófjyuy,  fuslàggi  fastidì  (  f  a  s  t  i  d  i  u  m  -[-  «  t  u  d  i  u  m  ) ,  stjli'ru 
Sedane  ( s  è  1  i n  u  m  -j-  j  u  n  1  p  e  r  u  ),  cunf/e  mangiare  con  disgusto 
(Ton.  cimigh  -|-  rànfie  rumicare),  sunè  hmogvAta  suonare  a 
testa  (Ton.  haudétla  -\-  hawgu  altalena)  —  Contatto  tra  elementi 
vocalici  (semivocalici).  126.  I.  Atona  -|-  Tonica:  a)  a-\-ì:  la 
res,  al  bel,  lén  latinu  (na  h'ijlà,  zlajìie)  b)  a  -\~  è:  al  mèstnt, 
la  niéslra  siero  fermentato  REW  5229 ,  la  kéna  ipajlèt , 
anka-J7ìdc.),  arhìt  vicino,  appresso  =  a  -j-  radente  (Salv. 
AGt  XVI  287),  al  frèl,  la,  pela,  —  fès  facessi,  des^  stes,  es 
avessi  (in  tutte  le  persone).  Vedi  il  rapporto  tra  l'evoluzione 
dell'e  lungo  latino  ed  il  dittongo  prodotto  dal  contatto  di 
a  -f-  ij  ^  4~  ®5  num.  9.  [Il  rapporto  esiste  soltanto  nei  dialetti 
dove  l'è  lungo  è  od  era  dittongato.  Non  a  Mal.  miinèe  moneta  — 
chejna,  nella  Valle  Antigorio  (Salv.  pai.  lomb.  7)  èeJ7ia  ac- 
tena]  e)  a~\-ò:  ^iora,  paura  (pawrós),  kìira  qua  hora  quando, 
)7nc'H  mattone,  miìru  muratore,  riìgó  '  rugatore  '  bastone  della 
polenta,  rattilo  '  rattovelatore  '  pipistrello  i^Ton.  ratrolóo,  piera. 
ZaUi  rat-volòr  rata-rolóira,  Ce^st.  rata  uro jra),  'Ro.  sugt'>  asciu- 
gamano, tavjù  asse  da  polenta,  al  ba7«ù,  la  niarllora  taglio 
della  falce,  —  arasi,  a  dell'articolo  -(-  ii  iniziale:  Re.  a 
toàrtiga  l'urtica.  d)  i  -j-  è:  Vo.'  rèi,  Ro.  al  fréìil  iY\à.Qn\:Q\  e) 
e  -\-  H  (o)  mj'dlla  midollo,  e  ~\-  d:  Ijdm  letame,  sjds  '  setaccio  '  f} 
u  4-  t' :  Hiveìida  siepe,  krurè  gu  '  crodare  giù  '  cadere,  kruvèlli 
castagne  che  cadono,  —  suve  sudare  i all' uscita:  al  so/"  egli 
suda,  al  krgf  egli  'creda")  II.  Tonica  -f-  Atona:  a)  a  -)-  i 
attratta  (num.  4):  sule,  èivéra  ecc.;  gioente  henk,  bakeJt,  eb- 
bja  ecc.  —  niajgric,  ajgru  ecc.  ved.  cap.  fin.  num.  40b. 
—  fidra  ==  *glajra  ghiaia,  b)  a  -j-  u:  al  fg  faggio,  kg  ban- 
dolo, ^0  chiedo  e)  e  -\-  a:  meja  mia,  butteja  bottega,  plateja, 
leja  allea  —  seja  seta,  preja  ecc.  Ve.'  sgja.  L  j  che  toglie 
l'iato  è  cagione  dell'aprirsi  dell'e  (Dissimilazione),  d)  i-\-a: 
la  pavija  pipita  ecc.  e)  ó -\- a:  la  rgioa,  pjgwa  lastra,  kgwa 
matrigna,  skgica'  scopa  ecc.  La  semi-cons.  w  può  dile- 
guarsi {la  kóa),  ma  di  solito  ha  il  suono  -ino-.  —  Ro.  a 
raro  (*rarga)  num.  79.  —  anró-a7ivùwa.  f)  o  -j-  /;  sfura 
diarrea  (*sfujra),  pastura  pastoia,  Ro.  ^ri7wa  cantina,  (Rue- 
glio    canavese    triiina    cantina,    ant.    gen.  traina    abside    della 


098  T.    SPOERUI    -    IL  DIALETTO    DELLA    VALSESIA 

chiesa  AG  xiv  16)  g)  u  -j-  a  :  l'.a  uva,  krùa  {krù)  cruda,  ìna- 
nux  (inani)  ecc.  Ved.  nnm.  33.  —  126  a'.  Evoluzioni  fonosin- 
tattiche:  I.  Digradazioni  e  assimilazioni:  1.  vocaliche:  Se- 
co)ido  la  lapidila  del  parlare  il  nesso  'io  ho  '  -j-  participio 
passa  attraverso  i  differenti  gradi  mi  i  o  —  jò  —  ju  —  n  — 
1.  (ju  kantdi  i  truvd  ecc.i.  t  so  'io  so  '  diventa  ^  su  ìnia 
ini  non  so.  '  Bene  '  nell'uso  pleonastico:  Bo.  be.  Ce,  Cm.,  Vo. 
ha',  i  (likhd  (ma  /  a  ben  prikà  ha  bene  parlato).  La  particella 
negativa  '  no  ':  na.  2.  Consonantiche  :  Ce.  me  gar  om  mio  caro 
nomo.  Va.  /  a,  (fniansd  a  darmi  ha  cominciato  a  dormire,  mm 
tafi  tem  da  hró  mica  tanto  tempo  dopo  (da  lìrò)  —  Bo.  i  den 
gros  i  denti  grossi,  raspùn  mi  mi  risponde,  skiai  si  nascondersi, 
Ro.  kt(s  hr l'iti  lampdc  (questo  ...),  al  vos  vak't  il  vostro  vestito, 
i  ììós  bar~nln  le  nostre  prugne,  ccngamhi  centogambe,  rcn  ma- 
riii  vento  marino,  tem  da  smént  tempo  di  semenza,  am  kain  da 
stpbbja  campo  di  stoppie.  Va.  mus  ni  dren  aì  io  jx^  mostraci 
prima  il  tuo  piede,  laiì  lem  da  bro  tanto  tempo  dopo.  Salv. 
Arb.  II.  33.  Il  ^  dei  participi  dir,  fac  ecc.  si  assimila  facilmente 
nel  parlare  presto  alla  cons.  seguente:  Bo.  i  j  n  didgi  gli  ho 
detto,  diggi,  Ro.  dil  f'-o  detto  ciò,  Vo.  i  <)  dig  co,  Va.  didgi  ecc., 
Bo.  madgi  mettici,  hux'gi  n  ciunma^  '  buifa  '  ci  sopra,  J  am 
hjiìfigi  pora  hanno  (drt)  avuto  paura,  s  im.be  vardaj  si  sono 
i //')  già  guardati,  et  fé  di  fuori.  Va.  af  mùnga  vi  mangia,  Ce. 
k  a-f  ji'i.tta  che  vi  aiuti.  II.  Estensione  di  leggi  fonetiche 
al  corpo  della  frase:  1.  Ro.  rei  al  mana  su  (reg,  mena  sii  ; 
num.  41  j.  2.  Vo.  /  r  jam  è  letame,  (reg.  /  '/  Ijàìn  :  num.  72). 
3,  Ro.  /  g  prikria  s-j-a  trues.  Le  parlerei  se  la  trovassi  (reg. 
s-i-ìa:  num.  79)  —  Vo.  sii  njaiika  a  ru  di  non  potrei  dirlo 
(reg.  a  In  di;  num.  79?).  4.  Ro.  kiw  ti  ka  pas  aie  trmp  spicciati, 
che  passa  il  tempo  (reg.  aì  temp;  nnm.  83),  Vo.'  air  so  ra- 
rónda  il  sole  va  giù  (reg.  al  so;  num.  83).  5.  'Qo.Ja  kapirgsi 
sta  sessi  liti  capiresti  se  sapessi  tutto  (reg.  s  t  a  sessi: 
num.  9r>).  6.  k  i  mmajirfès  sii  ìu  miirg  che  io  mandassi  su  un 
muratore  (reg.  k  i  mandes:  num.  97).  7.  Bo.  a-sv-v-uma  a  sua 
madre  (num.  120;  v  epentetico),  Ce.  /  e  n  driìsàtt  è  un  ris- 
satore.  (reg.  e  n  riisdtt:  num.   120.   <f  epenteticoì. 


IL  DIALETTO  DELLA   VALSESIA 
III. 

MORFOLOGIA  E  CAPITOLO  FINALE 

Nota  del  dott.  Teofilo  Spoerri 

{launanza  del  e  Giugno  i9is) 


Morfologia. 

127.  Articolo  determinato:  Maschile  sing.  =  /  dav.  a  vo- 
cali: /  amhnlik,  ì  egu  citiso  delle  alpi,  /  orii  otre  ecc.  Re.  = 
a:  a  egu  ecc.  v.  n.  79b.  —  al,  (7)  dav.  a  cons.  labiali  e  velari: 
ai  bakdn,  al  faìhé,  al  magmi  gozzo,  al  gavàs  spreg.  gozzo  ecc. 
'l  foku  fiammifero.  Negli  altri  casi  =  ii  (v,  n.  83)  :  -a  sjas,  n 
skdrlu  battibuiTo,  ìi  traf,  u  nas  ecc.  In  tutti  questi  casi  si 
trova  anche  al]  mai  dav.  a  s  impuro,  v.  cap.  fin.  Cast.  123;  St. 
rom.  X,  1;  AG.  xv  417;  Gel.  143;  Par.  Ormea  112.  Dav.  a  un  s 
impuro  si  ode  talvolta  un  hi:  hi  spiz-je^  hi  spak;  Cm.'  h<  skórs, 
Ce.  lu  stram  ;  ma  nei  testi  e  nella  conversazione  non  ho  mai 
sentito  un  Ju.  Sarà  dunque  un"  immissione  letteraria.  Maschile 
plur.  =  i  dav.  a  cons.  :  i  bai;è7t  ecc.  J,  j  dav.  a  voc.  ;  ~l  oggi  ecc. 
r  +  a  prostetico  dav.  a  s  impuro:  ì-a-sturiìójl  ecc.  v.  Cast, 
n.  123.  Femminile  sing.  =  la  dav.  a  cons.;  /  dav.  a  voc.  A 
Ro.  sempre  a:  a  helnia,  a  fihìi,  a  àska  esca  ecc.  v.  n.  79.  A 
Vo.'  ho  udito  soltanto  2  forme  con  a:  a  bjava,  a  pa-ja.  Fem- 
minile plur.  =  al  e?)  dav.  a  cons.:  al  mé7i  mani  ecc.  (AG.  xv 
431).  /,  j  dav.  a  voc.  :  /  oèi,  ì  ovi  ecc.  vedi  cap.  fin.  /,  ./  -\-  a 
prostetico  dav.  a  s  impuro:  J-a-sjngi,  ì-a-smdni  ecc.  A  Bo.  si 
ode  talvolta  un  li  in  questa  posizione,  sarà  come  lu  (qui  sopra) 
una  forma  letteraria.  A  Ro.  abbiamo  senza  eccezione  j  -\-  a: 
j-a-strafili,  J-a-spigarOj  (masch.)  —  j-a-skaji  (a  skaja),  j-a-kaìi- 
gatti  ecc.  V.  it.  Gr.  §  382,  Salv.  K.  J.  i  129. 

128.  Articolo  indeterminato:  Maschile:  ilv  (anche  Un,  in, 
an,  am\  m,    n,  n,  v.  n.  58,  59).  A  Ro.  :    xuì  (i/t,    an)    dav.    a 


LI    DIALETTO    DELLA    VALSESI  A  733 


voc:  fni  ampiik  REW  1269.  4133;  un  {ah)  dav.  a  cons.  non 
labiali:  fin  serp\  atn  dav.  a  cons.  labiali  (con  eccezioni),  n  -\-  a 
prostetico  dav.  a  s  impuro:  o-a-skii  uno  scudo,  v-a-spinàr  pettine 
della  canapa,  n-a-sld7i  stagno,  n-a-zìatùn  uomo  disordinato  ecc. 
(Cast.  124:  ah  dav.  a  cons.,  ioi,  ?ì  dav.  a  voc;  nr  dav.  a  s 
impuro).  129.  Numeri:  ('(n,  dnj,  try,  kicàlru,  cinkic,  ses,  set, 
óf,  nof.  di's,  àndcs  (1' '■  medio  si  avvicina  molto  all'rt,  e),  dn- 
di'.s,  idùddi's),  Iràdr's ,  kwatordi's,  kwlndes,  sàddrs,  dasdnt, 
'  dece  ed  otto  '  (Cast.  n.  Vlón),  das?ìof,  rinl,  vintfih,  vinladoj  — 
frànta  (sull'analogia  di  kioarànta  ecc.  Cast.  n.  125n),  cin- 
kioàvta,  sasàiita,  satànta,  utatHa,  nurània.  Ro.  avranta,  cent, 
dusènt  {jdgjlent),  treccnt  —  mila  —  al  pn/n,  al  sakund,  u 
térz.  al  kwàrl,  al  kwhìt,  u  sesl,  u  setlinm,  l  nltaf,  al  nono, 
al  dézmii,  l  undv-rsmu  —  ii  dri-r.  la  drvra  l'ultimo.  —  la 
dizèna,  la  duséiia.  130.  Mutamento  di  genere:  /a  ad.  la  viel. 
la  fel,  la  sef  il  sebo,  la  fjò  il  fiore,  la  finn,  la  aiia  ventri  il 
suo  ventre,  la  matih,  la  aèj  sera,  la  kaiol,  la  kof  il  covone 
REW  1796;  Ce.  la  fjora  fiore.  —  al  parpél  la  palpebra  (plur. 
i  parpél)  è  un  plurale,  erroneamente  inteso  come  singolare, 
l'articolo  essendo  lo  stesso  per  il  femm.  plur.  ed  il  masch. 
sing.  (al)  —  AG  ix  439,  xv  429,  Cast.  n.  127,  K.  .J.  i  128. 

131.  Plurale  dei  nomi:  "Maschile  v.  n.  64-68,  Femminile 
n.  03a.  V.  cap.  rin.  —  Forma  del  plurale  estesa  al  singolare: 
/"//'<  karrl  REW  1628.  132.  Comparazione  degli  aggettivi:  Accanto 
alla  comparazione  comune  pjiise  grant,  kupji(  grani,  al  pjv.se 
grani  ecc.,  c'è  un  superlativo  organico:  a)  7ìóf  nurenl,  kawt 
kaxodéìit,  gi'tz  gii.zènt  acutissimo,  hian  bjankent,  band  bahent 
tutto  bagnato  ecc.  b)  nóf  nuvic,  kaicl  katcdiè,  sek  sacic,  frec 
fragiì:,  veri  rardiè  non  secco;  Ro.:  strakaiot,  strafori  ecc. 
V.  it.  Gr.'  §  363,  Salv.  K.  J.  i  128,  Salv.  mil.  mod.  59,  Salv. 
P.  Arb.  79,  Salv.  AG  xvi  285n,  Fihi  p.  33.  133.  Pronomi  per- 
sonali: a)  Assoluti:  mi,  mcj,  ?ìujajt:  ti,  vuj,  vujajl;  <~el,  ralla, 
lor,  Inrajt:  riH.  ai,  [da  parcèl,  da  parcàlla).  b)  Congiunti:  I 
pers.  nom.  sing.  i  (Vo.'  anche  e)  plur.  i,  obliquo  sing.  mi,  m 
plur.  lìi,  V,  enclitico,  me,  mi;  plur.  ne.  II  pers.  nominativo  sing 
//,  /,  plur.  i,  obi.  ti,  t;  plur.  ri,  v,  f,  enei,  tu,  mi.  Ili  pers.  nom. 
sing.  masch.  al,  l,  a  (^quest'ar  si  è  propagginato  nelle  altre  per- 
sone e  serve  come  vocale  d'appoggio  in  nessi  di  consonanti  sgra- 
diti), in  {a)  dav.  a  s  impuro  {lu  a  Bo.,  a  negli  altri  dialetti); 
femm.  la,  l,  a,  plur.  /;  obliquo,  are.  masch.  In,  l:  iemm. la,  l: 
dat.  gi,  g\  plur.  acc.  li,  J,  j :  dat.  gi,  g.  Impersonale:  a.  Rifles- 
sivo: si,  s.  Esempi:  I.  i  l  lu  darà  io  te  lo  darò,  /  a  dai  -i-n  In 
lo    ha    datocelo  (i  dopo  e  vocale  d'appoggio),  s  a  mi  f  lu  dfs  se 


734  T.    SPOERRI, 


io  ve  lo  dessi,  vatuii  apro  mine  vieni  apresso  mi,  mia  m  apjazi' 
mmi  me  (=  in  quanto  a  me)  egli  o  essa  mi  ha  piaciuto-mi,  i  (j 
n  tana  se  nnu  noi  ce  ne  abbiamo  abbastanza-ne,  nd  mmi!  né 
mmi!  negazione  energica,  apri)  une.  dietro  a  noi.  II.  ha-  t  òar- 
nessi'  li  che  tu  scegli  tu,  li  t  a  poj  tu  tu  puoi,  li  l  peri  potevi, 
ka  l  a  g  ddf/i  che  tu  gli  dia-gli,  t  a  vuf/i  tu  vedi,  /.  a  faraj 
kiini  a  t  rìiraj,  ti  l  veuii  t  a  ve7iii  vieni?  l  a  l  poj  a?ie  t  nu  tu 
ti  puoi  andare-te-ne,  va  ttu  va  tu!  —  i  ej  rada7id  voi  avete 
guadagnato,  ne  cu  (jk  là  andate  voi  giù  là!  III.  ì^èl  a  g  a 
dui  ìli  egli,  esso  gli  ha  detto-gli,  al  g  a  maj  prèssa  egli  ci 
ha  mai  pressa,  a  l  a  sapjulu  egli  lo  ha  saputo-Io,  a  n  a-sca- 
réva  pjtt  egli  non  vedeva  più  niente,  mi  j  o  ira  prò  ggi  io 
io  ho  ira  appresso  lui.  —  i^el  la  sirène  egli  stringe,  èel  he 
rgóla,  èel  lu  smorza  ecc.,  anche  èel  a  sfrega  '  si  frega  ',  a  s 
a-spaora  ha  paura  ecc.  Altrove  sempre  invece  di  lu  =  a:  èel 
askrif  ecc.  —  sia  fùmhra  a  m  pjas  questa  femmina  ella  mi 
piace,  l  a  pjazù  mmi  ella  ha  piaciuto-mi;  —  si  pessu  i  ka- 
trossu  anka  kula  kd  se  eglino  potessero  eglino  comprerebbero 
anche  quella  casa,  a  1  d  mandj  H  egli  li  ha  menati-li,  ami  d. 
vaììdììj  egli  me  li  ha  venduti;  Vo.^  :  u  liif  a  j  trovdj  tue  il 
lupo  ha-lli  trovati  tutti,  a  j  d  j  mangdj  egli  li  ha-lli  mangiati  ; 
riflessivo:  .s  u  e  turna  s  nu  se  n'è  tornatosene,  le  lumantd 
si  nsema  u  so  gm  si  è  lamentata  dal  suo  marito,  pensa  par 
èèl  pensa  a  se  stesso,  /  e  die  si  da  par  èel  si  è  detto  (per  se 
medesimo)  ecc.  Impersonale:  a  vulajga  incomincia  a  nevicare, 
a  skioisa  piove  (una  pioggerella  finissima),  a  balka  dapjóvi  cessa 
di  piovere.  V.  ant.  ast.  n.  89,  AG  xv  431,  Cast.  n.  130-137. 
Sopra  gi  v.  n.  138.  Sopra  èel  v.  AG-  xv  436n,  e  cap.  fin.  — 
134,  Pronomi  e  aggettivi  dimostrativi:  questo:  kwest  (più  di  rado 
kusl)  kùsla,  kioisl,  kusti.  Anche  èel,  èàlla.  Con  ratforzamento: 
kustki,  kusl  kilo,  Ro.:  shi,  sta,  èli  *custu,  (stic  òro  questo  brodo, 
sti  due  malli  queste  due  giovani)  ;  Vo.'  :  osi  temp,  osi  komp, 
est  krós,  OS  lajk  questo  lago  —  kos  Irò  v.  Cast.  n.  139,  ant. 
Ast.  n.  91.  codesto:  t-.s-,  wa,  ?i,  isi.  Es.  :  fila  kun  es  gros  fi'is'. 
fila  con  codesto  grosso  fuso  ,  tira,  fó  sa  kamizólta  levati 
codesta  '  camicetta',  srè  es  v.s  serrate  codesta  porta;  Ce.  loj 
gè  l  kurtel  a  s  malalet  togli  via  il  coltello  a  codesto  bambino. 
In  altri  casi  la  funzione  di  '  codesto  '  non  è  quasi  più  sentita. 
es  può  segnare  uno  dei  due  interlocutori  in  un  racconto:  es 
l  a  poj  didgi  l'uno  gli  ha  detto  poi...  Ancora  più  generale: 
par  es  =  per  quello,  in  quanto  a  quello.  Ma  anche  qui  il 
significato  '  codesto  '  trasparisce  (in  quanto  a  quello  che  tu 
dici...)  V.  AG  XV  303  sg.,  xv  435,  Gel.   147  e  cap.  fin,  quello: 


IL    DIALETTO    DELLA    VALSESIA  735 


kicrì.  hiiìla,  kwìl,  kuHi.  kidìa  I  rra  lam  helìa  e  ralla  I  era 
kroja  quella  era  tanto  bella  e  questa  era  brutta.  Forma  rat- 
t'orzata:  kwol  lo.  ciò:  /o,  <-u.  I  e  ima  boi  cu  k  1  e  bri,  io  bri 
l'u  ha  pjas.  'eia':  /•(/  (e et- e  hac/  lo  ed  la  ran'za  prendi 
via  la  falce,  v.  n.  138a.  135.  Pronome  possessivo  :  »^c',  meja 
>nej,  tncji  —  /«',  tua,  toj,  tiii,  —  so',  sua,  soj,  svi,  —  fìósi, 
nòsta,  nòst,  ngki,  —  vitsl,  rosta,  vosi,  vasti.  La  terza  plurale  è 
identica  alla  terza  singolare  :  quando  si  vuol  indicare  senza  equi- 
voco il  plurale,  si  iisa  la  perifrasi:  /  r  so  ed  lurdjt  '  è  suo  di 
loraltri  '.  136.  Pronome  interrogativo:  chi:  ki  —  ki  h  l  e  nu^ 
chi  è  venuto?  Ro.  ki  l  g  e  l f  chi  c'è?  che  cosa:  tonico  kweì 
atono  ku'^  ku  fa  l  la'i  Che  cosa  fai  tu,  Maria?  Ro.*  kii  jéU 
Che  c'è?   -  V.  Cast.  n.  141,  AG  xv  437. 

137.  Pronome  relativo;  ki,  k.  n  ijnriiH  k  al  néra  a  >'àfi<ja 
un  giovanotto  che  andava  a  veglia.  l>\?ìt>s  ka  rèn  lunedi  pros- 
simo. 138.  Pronomi  avverbiali  e  indefiniti:  i<.  ne:  ;?,  mi  anche 
dopo  preposizioni  e  avverbi,  i  g  iì  ùvia  se  unii  noi  ce  ne  ab- 
biamo abbastanza  ne.  .«  ;?  r  turtìd  s  mi  se  n'  è  tornatosene, 
a  g  il  a  bjiì  g  ?iu  asr  nu  egli  ce  ne  ha  avutocene  abba- 
stanza-ne.  ci:  gi,  g.  Non  è  completamente  fuso  col  verbo 
avere  come  in  altri  dialetti.  A  Ro.-'J  nella  domanda:  ku  j  é  U 
che  ci  è  li?  V.  ant.  Ast.  coglelof  che  c'è  ì  AG  xv  437. —  it. 
Gr.  §  371.  Salv.  K.  J.  i  128,  Cast.  n.  143.  li:  Ro.  ki  l  g  è  U 
chi  li  c'è  lì?  Ce,  Fé.  ke  temp  fd  li  altro:  /  airi,  I  dieta, 
1  (Ijt,  7  diol.  nessuno:  niìn,  ni'ini:  Va.'  ììcùh.  qualcuno  ecc.: 
kioarhiii  (kirajki'iii,  kwajkadiin),  kicarkos.  ogni:  o'iadini.  tutto: 
Ini,  (lilla,  tiìjt,  tutti.  Vo.  Va  ti'ic  (tutti).  13Sa.  Indeclinabili: 
dove:  enta  vdtì  dove  vai?  Ro.*  ante,  dunta,  te  Fé.  nte  ti  raj* 
Salv.  K.  J.  I  127  fte  rè  f  lomb.  dove  vai?  'insieme':  la  did 
ansémma  la  inatta  egli  ha  detto  alla  figliuola,  pòj  a  g  a  did 
gi  nsòina  la  mata,  I  a  did  ansétn  al  so  pare  egli  ha  detto 
al  suo  padre,  mi  rò7  ne  in  nu  vsémnia  vie  pare  voglio  an- 
darmene dal  mio  padre,  /  r  hnnantd  si  nsema  u  so  om  si  è 
lamentata  dal  suo  marito,  in  ndj  lumantòsi  ansènia  l  previ 
sono  andati  a  lamentarsi  dal  prete,  ecc.  '  con  ^:  l  a  didgi  kiitn 
la  mala  ha  detto  alla  giovane.  '  a  casa  '  :  l  a  prnvd  né  dinti 
a  kd  fhi  kiilli  fìimliri  egli  ha  provato  andare  dentro  da  quelle 
fenimine,  a  ka  rìi  Pratàjè  dai  Preti,  Vo.'  /  r  kùrs  ka  d  iin 
panate  è  corso  da  un  fornaio  (efr.  frane,  chez  un  houlanger), 
Ton.  138  la  discressiun  la  sta  ben  pn  ea  del  iHan,  intus:  i 
vnj  take  la  ni  a  na  korda  par  niitta  ka  ni  askdppa  ntal  prd 
voglio  attaccarla  ad  tuia  corda  perchè  non  scappi  nel  prato, 
tuk^  la  ni   itn    brai-    toccarla  a   un    braccio,     /    e    and  jU  i  so 


736  T.    SPOERRI, 


pare  ecc.  '  in  -\-  cima  '  l  e  sauld  mi  (jà  n  (ununa  l  vis  mi  è 
caduto  sul  viso,  /  r  pianili  n  lumma  >i  sa-i  è  piantata  sopra 
uu  sasso,  /  ''  na  sii  n  rì'imma  la  pjuvà  è  andato  sopra  il 
tetto.  —  darlva  ralla  vicino  ad  essa,  ria  bèlli  lanl  da 
lune  proprio  lontano.  —  mica  :  neii  ;  ma  in  senso  di  '  soltanto  ' 
per  ratforzare  il  senso  del  sostantivo:  t  tj  ma  na  culla  tu  sei 
lino  sciocco,  /  ('  ina  m  fagnl  è  un  fagotto,  a  s  fd  pjiì  md  pia- 
fij~i.  non  si  fa  più  altro  che  soffitti,  pjh  ma  trèj  di  d  vita  sol- 
tanto tre  giorni  di  vita,  Va.  in  ma  sais  sono  niente  che  sassi 
V.  REW  5228. 

Si  rafforza  anche  il  verbo  con  fare  -|-  ma:  poj  cél  la  fac 
md  ne  s  nu  a  kd  poi  egli  è  andato  a  casa,  /  a  fac  md  stale 
si  dldnk  si  è  fermato  subito,  /  an  fdc  md  sunti  hanno  subito 
sentito,  /  a  fa  md  fé  yii  sju  sdu  ella  lavora  male  ecc.  Il  verbo 
si  rafforza  talvolta  con  avverbi  di  direzione  (con  spostamento 
d'accento):  take  sii,  la  niatil  sa  ha  messo,  rabale  sii  racco- 
gliere, tre  sii  vomitare,  katc  si  si\  comprarsi,  (o  sii  togliere, 
al  ga  sa  egli  porta,  drica  sa  areni  al  miir  appoggiata  al  muro. 
■ —  saate  ìjd  cascare,  fc  ya  lavorare,  dasfac  (jd  disfatto,  mvie 
si  (jil  mettersi  in  via,  pase  ya  ecc.,  lo  ed  togli  qua,  s  /  èva 
tulòi'a  ed  sfios  'se  l'aveva  tolta  qua  in  grembo'  =  l'aveva 
presa  in  grembo.  —  ètricpe  fo  strappare,  tir  li  fn  la  kamiza 
levati  la  camicia,  to  y  la  fn  togligliela,  tre  fo  cavare  fuori  ecc., 
—  /  e  na  dre  l'ha  seguito,  l  e  vói  si  dre  si  è  volto  ecc.  — 
liye  si  via  legare  il  fazzoletto  dietro  la  nuca,  /  e  na  via  mprem 
è  andato  presto  incontro,  la  sfera  via  là  stava  là,  /  e  truva 
si  via  nt  Un  kròs  si  è  trovato  in  tin  burrone,  fa  ma  ne  vii 
via  nt   la  stava  vada  nella  stanza  ecc. 

Flessione  verbale. 

139.  Conjugazioni:  1.  -r  :  kaaté.  2.  -ej  :  sarcj.  3.-'/:  vendi. 
4.  -/':  saffri.  Mutamento  di  conjugazioni:  tei  tenere,  yinui  ge- 
mere, lilzi  lucere,  saki  scuotere,  vali  valere  v.  162  (Erminia. 
Bo.'  asserisce,  che  le  forme  con  i  nel  verbo  'valere'  sono  state 
adoperate  per  non  confondere  il  verbo  valere  con  rrde  =  va- 
gliare (!)i,  vdyyi  vedere  —  Ro.  pa.se  pascere.  140.  Muta- 
mento di  vocale  condizionato  dall'accento:  a',  a-e  v.  n.  41: 
santi  —  mi  i  sèni,  farye  —  mi  i  frek  ecc.  bì  aj-r'  (ej)  v.  n.  46: 
z-lajnè  —  ini  i  zlèn  sciogliere  * e.c-  la tinare ,  daztajye —  ini 
i  daz  lejk  '^  di  s  the  care,  z  lajy  ir  è  —  m  i  i  z  lejk  e  x  liqn  a  r  e 
ci  u-o  v.  n,  óO:  truvè  —  mi  i  Irof,  darmi  —  mi  i  dorm  ecc. 
d)  o  i^u'    —   ò    sporadicamente:    mi  i  vói,  ti  t  roj  —  mi  i  pos, 


IL   DIALETTO    DELLA    VALTESIA  737 


//  /  a  pnj  —  lój  togli  {dòj  devi  —  mi  i  def  E,o.*,  l  dop)  Pan. 
pass.:  mori,  lori,  vò(  volto,  ho'-  cotto.  Xelle  altre  forme  to- 
niche =  o:  tnof,  mur,  ror  ecc.  eì  i-e:  f/irf/r  —  mi  i  ijrck  go- 
vernare le  bestie  REW  3858.  i)  e  caduto  —  a;  rivlr  —  ricàlla 
saltellare  delle  vacche.  141.  Presente  dell'indicativo:  Sing.  I^ 
pers.,  caduta  di  -o  in  tutte  le  coiijugazioni.  ////  /  irof  ecc.-  v. 
cap.  fin.  II*  pers.  regolarmente  in  -?:  ti  t  trovi  ecc.  Ili*  pers., 
caduta  della  voc.  finale,  tranne  di  -a  della  1"  conjugaz.  del 
ai  trova  —  rei  al  sé?U  ecc.  Plur.  I"  pers.  -vma,  -ummO'  l**-3* 
conjugaziontf.  -igihna,  4"  conjug.  nuj  i  iriivuma  —  aantiguma, 
ztìbiguma  offriamo,  /Jiiguma  teniamo,  liignma  veniamo,  dau- 
rignma  apriamo  ecc.  v.  cap.  fin.  II*  pers.  -i  come  nel  singo- 
lare, nelle  generazioni  recenti.  Nei  dialetti  di  fase  antica 
sporadicamente  -rj:  anej  voi  andate,  truvcj,  shrircj  ^  par- 
di'j  ecc.  Nella  4**  conj.:  -iji  :  kiisiji,  durmiji.  A  Ro.  in  corri- 
spondenza colla  1**  plur.:  -igcj  =  santifjcj,  murigcj  ecc.  Un 
indagine  speciale  sopra  1'  estensione  delle  desinenze  antiche 
{-rj,  -igejj  fu  interrotta  dalla  guerra.  Erminia  mi  disse  sempre 
accanto  alla  forma  analogica  {skrivi,  trovi  ecc.)  la  forma  an- 
tica (skrivej,  truvcj).  v.  cap.  fin.  IIP  pers.  :  -u  =  i  Irgvu  ecc. 
V.  69a  e  cap.  fin.  Pres.    d"un    verbo    incoativo:    zàbis,    siibisi, 

zilbÌ!;.    ziiliiilKma.    Zi'ibiji   izi'ih'hsi),    ziihisii, 

142.  Presente  del  congiuntivo:  I*  e  11'^  sing.:  -a.  1^  plur. 
-Ulna,  II*  sing.  e  plur.  -i,  III*  plur.  -te.  Per  es.:  (faga,  daf/i, 
daga,  (fiana.  {=  indicati  voi,  dagi  (o  dr'i  =  ind.\  ilagu  v.  Cast, 
n.  147.  AG  XV  441,  Gel.  p.  152.  142a.  Imperativo:  Sing.:  -a  l** 
coiij.:  senza  desinenza  nelle  altre  conj.  '.-is  negli  incoativi). 
Plur.:  1*^-3»  conj.  -r:  4»  conj.  iji,  hìsa  prikr  lascia  parlare, 
tira  fo  metti  via  (ma  ìig  ti  gii  '  legati  giù  ',  bàv  gi  u.  ramina 
'  buffa  ci  in  cima  '.  ìàs  la  prikr  lascia  la  parlare)  —  vrnd, 
dorm,  druis  apri.  plur.  anr  andate  {neru  '  andatevi  '),  vandr, 
durinfji,  druviji  Cast.  n.  148,  AG  xv  441,  Gel.  p.  152.  143.  Im- 
perfetto dell'indicativo:  P  e  IIP  sing.  la-3»  conjug.  -r>-a,  4"' 
-ira,  IP  sing.  e  plur.  -rvi  4»  ivi,  P  e  IIP  plur.  -evu,  4«  -Ivu. 
Es.  :  kantrva,  kantrvi,  kan'tr-oa,  kantrvu,  hantcvi,  kanlrru. 
Cast.  n.  1.50,  AG  xv  442,  Gel.  p.  151.  144.  Imperfetto  del  con- 
giuntivo: I*  e  IIP  sing.  -PH  4"  conjug.  -t.s,  IP  sing.  e  plur.  -r.s.s/ 
4«  -/.s.s/,  P  e  IIP  plur.  -rsau,  4»  -ìh&u.  Ce,  Cm.  :  -ejaaa  ecc. 
Va.  (Ton.)  -a.sscr,  -e.s.s»,  -iam.  it.  Gr.  329,  Salv.  K.  J.  i  129,  Cast, 
n.  150,  Gel.  p.  153.  145.  Futuro:  Sing.  P.-r/i.  TP  -ràj,  IIP  -rà 
Plur.  P  -rama,  IP  -rrj,  IIP  -raa.  146.  Condizionale:  Sing.  I" 
-roj,  TI"  -ro.s.C/  IIP  -ra  Plur.  P  -rokhi..  Il"  -rqèsi,  III«  roshn. 
1a-  v;t<^'sse  desinenze  a  Ce.  ma  I"  pers.  /  moìigrìiss,  i  biivruss  ecc. 


738  T,    SPOERRI, 

Rìv.  gareuL  —  A  Ro.  e  negli  altri  dialetti  :  Sing.  P  -ria.  II** 
-ni,  IIP  -ria.  Plur.  P  -riii,  IP  -rii,  IIP  -rlic.  Intorno  al  con- 
dizionale in  ~o.  -oss  V.  cap.  fin.  e  it.  Gr.  §  403,  Ormea  91, 
AG  xiY  448,  XVI  270n  (x  247Ì,  Rom.  Gr.  n  §  323,  Filzi  28.  — 
Incontro  al  Diez  i;Gramm.  II..  121  ■  e  al  Tobler  (AG  x  247)  che 
fanno  risalire  queste  torme  a  cantare  ha  bici s se  tu,  al 
Mussatia  (Beitr.  21,  n.  1)  che  ci  vede  l'influsso  della  11^  per- 
sona, al  Meyer-Liibke  che  spiega  l' i's  valmaggino-verz.  da 
flis  tosse ,  non  possiamo  ammettere ,  col  Salvioni  (AG  xvi 
270n)  e  col  Filzi,  altro  che  una  contaminazione  della  forma 
latina  originaria  caiilassem  colla  nuova  forma  cantare 
-j-  ha  bui.  147.  Participio  pres.  :  l-^-B"  conjug.  -'/?/.  a/il,  4'"* 
-igant,  prikànt.  impagini,  kradunt^  uglint  vedendo  ecc.  san- 
ligànt ,  (hcrmigtaìt ,  anigant  venendo  ecc.  Cfr.  il  modo  di 
dire:  fa  mi  m  pjazi  ampagnnt  fammi  un  piacere  essendo  pa- 
gato (funzione  passiva  del  gerundivo  Filzi  p.  43?).  148.  Par- 
ticipio passato:  Debole:  1'^  conjug.  -(/;  2'*  e  3=*  -i'.,  -iia,  4"  -i 
-ija.  trui'd,  sapjil,  vandiì,  santi.  Forte:  inu/is  munto  —  koij 
cotto,  vdnc  unto,  sirene  stretto,  kart  storto  (ma  anche  man  gii. 
kuzù,  ruìigu,  stranìjn,  sficrcà)  —  /"rtè,  stac,  kic  lasciato,  trac 
tratto,  skric  scritto.  -  tulòc  tolto,  huloè  colto,  rgnloc  rac- 
colto —  dracrt  aperto,  vivt  volto.  (Cm.'  lidie  —  Vig.  huje'-, 
Gal.  toc  tolto,  Yiv.  kujix'-.  Anche  nel  Grisostomo  (AG  xvi  255 
sgg.)  acolechio,  tollecìiio).  149.  esse:  si.  —  Ind.  pres.  sun,  ej,  e 
e;  Slima,  scj.  in.  Congiunt.  pres.;  seja,  seji,  seja;  sabjàina, 
seji,  scju.  Ind.  imperi".  :  era,  eri,  era  ;  era,  eri,  eru.  Gong,  fiis, 
fussi,  fus;  fnssu,  fas^i,  fassu.  Fut.:  sró,  sraj,  sra;  snuna, 
srej,  sràii.  Cond.  srój,  srósi,  sro;  srusu,  sro.^i,  srohi.  Imperat. 
seja;  sabje,  Part.  stai:'.  150.  habere:  avej.  —  Ind.  pres.:  a,  cfj, 
a;  ama,  ej,  ah.  Gong,  rbbja,  ebbji,  ebbja:  obbjdma,  fhbji, 
(abbjcj),  cbbju.  Imperi,  ind.  eoa,  evi,  <;vu,  cong.  cs,  essi,e,s^s^.,. 
(Quando  diamo  3  forme,  la  prima  è  per  la  P  e  IIP  sing.,  la 
seconda  per  la  IP  sing.  e  plur.,  la  terza  per  la  P  e  IIP  plur.) 
Cond.  aro,  arosi,  aro,  argsu,  arosi,  argsu.  Fut.  a-ro,  araj, 
ara,  arama,  arej,  arait.  Imperat.  dbja,  (ebja);  abjr.  Part. 
bjiì.  151.  stare:  .sfr.  —  Pr.  ind.  kak,^.  stQ^jy.  sia;  starna,  stp, 
slàh.  cong.  siaga,  stagi,  staga;,ìtumay  H^j  i,k(^jli\  stagu.lvx- 
perf.  ind.  strva  ecc.  cong.  stess,  stessi,  sfessu  (v.  haberej,  Fut. 
starò.  Imperai,  .sta;  .st^.  Part.  stai-.  152.  dare:  dr.  —  Pres.  ind. 
ddk  ecc.  come  stave  ;  cong.  daga,  Imperif.  d^-ya :  dp-  F,ut..t^«/r(>, 
Imperai,  da:  dp.  Part;  da'"'.  Cm.''  Pres.  indio..  IP  ]p\\u\  dejf. 
153.  sapere:^  savej,  —  Pres.  ind.  so  eoe.  come-, avere*  cong. 
sepja.  Imperi'.  . s^.r a;  ses,  Fut.  sarò,  Part.  .sv/py«l  Cm.*  Pres.  ind. 


IL    DIALETTO    DELLA    VALSESIA  739 


II*  plur.  arif.  154.  vadere:  anè.  —  vàk,  ràj,  va]  afnima,  anrj, 
vài»,  cong.  vaga  :  a/nlma,  raffi  dnej,  va/jic.  Fut.  andrò,  Im- 
perfetto (a)iieva\  nèa.  Imperativo  va\  »<;  va.  Part.  and.  155. 
facete;  />'.  —  Pres  fak  ecc.  come  stare;  foga,  Imperfetto 
f,;ra  :  />.s.  Fut.  faro,  Part.  fa^..  Gm.-  Pres.  iiid.  II«  plur.  fejf. 
156.  dicere:  d'i.  —  Pres.  dik,  dìz)\  dis:  digàma,  dìzi  (dif/ej) 
diìtt.  cong.  diga.  Imperf.  d>gtn-a]  diges.  Fut.  diro.  Imperar. 
di]  digc.  Part.  dir.  157.  tenere:  t~n.  —  Pres.  te~i,  teni.  feJi: 
htigùma,  téTii  {l7iiji)  telni.  cong.  /('7( a.  Imperf.  tTiiva  :  hiis.  Fnt. 
diro.  Imperat.  tcii:  lltiji.  Part.  l7tv.  158.  venire:  ~fi.  —  Pres. 
rclr.  7iigdma.  cong.  vplia.  Imperf.  li'iva:  "fis.  Fut.  l>iro.  Imperat. 
ren]  ~iiji,  Part.  7'?V,  Tiiara.  Ce.  pres.  re//,  rcjni,  ren:  Ttuina, 
rejni,  rcJiu.  159.  *volere:  rult^j.  —  Pres.  voi,  voj,  rg:  ulama, 
ìiìej  {vie})  Villi,  cong.  rnla.  voli,  vola;  vuhiina,  voli,  vgln.  Im- 
peri", idora]  {v)ìiìes.  Fnt.  uro,  vuraj  ecc.  Part.  rìdo.  Ro. 
vnrsu.  (Salv.  K.  J.  i  129).  Cm.  pres.  voj,  voj,  ro;  voluma.  voli, 
vniì  [volli,.  160.  *  potere  :  piircj.  —  Pres.  pós,  poj,  pg;  piinia, 
prj ,  puh.  cong.  possa:  pimsùma.  Imperf.  peva;  pes.  Fut. 
paro.  Part.  passi}.  Cm.  pós,  poli,  po',  pvvuma,  pòli,  polii.  161. 
debere:  du.vei.  —  pres.  def,  devi  {do}),  def\  duvùma,  dovei 
/devi),  deva.  cong.  deva,  Imperf.  deva;  des.  Fut.  duvrò.  Part. 
duvu.  Ro.*  dop  devo,  dòj  devi.  162.  valere:  vali.  —  Pres. 
ente  indicativo  vai,  vali,  vai;  vaìuma,  vali,  vahi.  congiun- 
tivo: vaia.  Imperf.  valiva.  Part.  valv ,  valija  v.  n.  139. 
163.  vedere:  vufji.  —  Pres.  vvk,  vàggi,  ri(k;  vugùnia,  riifji 
[ugfj).  V7if/u.  cong.  vugga.  Imperf.  iif/eva:  uges.  Fut.  vugrò. 
Imperat.  vi'ik;  uge.  Part,  uf/ii  —  Vig.  pres.  a  vek,  ti  I  cr-  ugì', 
vek]  nfi'nna,  ufjì,  vegan.  164.  credere:  kràggi.  —  Pres.  kràk, 
kràggi ,  kràk;  karf/dma,  kràggi  kargej)  ,  kràgu .  cong. 
kràgga.  Imperf.  kargeva  :  karf/es  .  Fut.  kargri) .  Imperat. 
karffe.  Part.  hargii.  165.  trahere:  Ire.  —  Pres.  trak,  traj,  tra; 
tràina,  trej,  tran.  cong.  traga.  Imperf.  treva;  tres.  Fut.  Irarò. 
Imperat.  tre.  Part.  tra<'.  166.  tollere:  to.  —  Pres.  tgl,  Iglli, 
tnl;  tutuma,  Iglli  [tulej  ,  igllti.  cong.  lolla.  Imperf.  tuleva  ; 
tules.  Fut.  tulrò.  Imperat.  tgl :  tute.  Part.  tulór.  Si  usa  anche 
j)er  'tolga':  toj.  167.  Osservazioni:  aj  ò,  so  sono  secondo  il 
Giacomino  foggiati  analugicameiite  secondo  i  verbi  clie  oscil- 
lano tra  ò  e  o  {vogl  —  veugl)  ecc.  v.  AG  xv  445.  Mi  ]»are 
che  la  forma  -òj  da  habui  nel  condizionale  sia  una  con- 
ferma j)er  la  spiegazione  dei  Salvioni  (K.  J.  i  129)  che  fa  ri- 
sultare l'ó  da  un  o  -j-  j  {^  in).  V.  anche  il  Renier  (Gel.  188). 
b)  i,t  essi  sono  =  niil.  ?';/;?,  che  sta  ])er  et7?io  (ctV.  tose,  cn/to 
bellinz.  fw.)  enno:  e  =  ha?ino;    ha.    Salv.    lag.    mag.    251.    e) 


740 


T.    SPOERRI, 


■^'l(U',  dàk,  vali,  fnic,  dlk,  rnk,  kràk,  frdk.  v.  it.  Gr.  §  457, 
AG  xvii  196,  Cast.  n.  159.  Influsso  analogico  di  (hk.  d)  Cra.: 
dc'jf  date,  fejf  fate,  sejf  sapete  =  piem.  deve,  fere,  seve.  Cast, 
n.  159.  II  f  proviene  dal  pronome  personale  (vi),  e)  7n  venire, 
t>u  tenere;  —  bjil  avuto,  sapji'i  saputo.  Influsso  delle  forme 
con  cons.  -j-  j. 

Capitolo  finale:    Il   carattere   e   le   affinità   del    dialetto   valsesiano. 

Le  caratteristiche  del  valsesiano  che  danno  luogo  a  con- 
fronti sono;  1.  -are  in  (•:  kanlr  n.  139.  —  2.  turbamento  ve- 
lare dell' ri'  davanti  a  nasale;  pjonta  n.  2.  —  3.  e  di  sillaba 
scoperta:  all'interno  in  e,  all'uscita  e  nell'iato  in  ej.  la  ncf, 
la  sej  sete,  la  seja  seta.  n.  0-9.  —  4.  e  di  posizione  forte:  in 
parossitoni  =  à,  in    ossitoni  =  e.    sàkka,    sek    secco,    n.    12. 

—  5.  ej  da  e  dav.  a  nasale  4"  cons.  '■ejnt  n.  14.  —  6.  n 
conservato  in  sillaba  scoperta,  in  posizione  debole  e  in  pos. 
forte  negli  ossitoni:  la  doga,  storn,  top  oscuro  (tuppa)  n. 
22.  Occorre  però  nei  dialetti  di  fase  più  recente  in  larga 
misura  V  u.  —  7.  dittongo  dell' o  dav.  a  s,  r  implicati:  mòri, 
lìòst.  n.  28.  —  8.  ditt.  dell' o  limitato  ai  casi  dove  non  s' ha 
-a,  all'uscita:  min-f-morla  n.  29a.  —  9.  ditt.  dell'o  in  6  ho,  so 
so;  andrò  ecc.  andrò  n.  27b.  —  ditt.  dell'o  a  Ce.  in  e:  es 
osso,    e(/f/7t    ecc.    n.  28.  —  10.   ù-u{2o)a  :    7ià-~iùioa    ecc.    n.  33. 

—  11.  -e  (-i)  da  lat.  -ae  conservato  :  fumhri  femmine  n. 
63.  —  12.  Attrazione  dell'-z  plurale;  a)  gajl,  pojk,  liijf  ecc. 
n.  65.  b)  al  ìììc~i  le  mani,  keììip  campi,  n.  Q&.  e)  fiis,  pi. 
fijs,   gros    pi.    gros.    n.    QG.    d)    Ce.    -0)n  =  oj  :    ììmlój.    n.    66. 

—  13.  /  fin.  conservato  in  diij,  luj.  n.  64d.  —  14.  a)  Le 
desinenze  sdrucciole  -ino,  -ano,  -ulo  =  -u\  frani,  gargfv, 
nespru.  n.  69a.  —  b)  -ic  tinaie  conservato  in  larga  misura, 
n.  69.  —  15.  Prostesi  di  a  dav.  a  s  impuro:  n  aspiuv,  1  aap'tgi. 
n.  119.  —  16.  Monottongazione  di  dittonghi  secondari:  la  rr\ 
radice,  n.  126.  —  17.  7  conservato;  pala,  filo.  n.  72.  —  18.  z 
[is),  z  (ds)  conservati;  la  lazza  sterco  bovino,  la  vérza  cavolo, 
n.  77,  78.  —  19.  /  tra  vocali  conservato:  la  gola.  n.  79.  — 
A  Ro.  l  tra  vocali  caduto,  a  skd  scala,  a  harkd  salamandre, 
a  fé  tela.  n.  79.  —  19. a:  Caduta  dell'  /  finale:  al  susmd  epi- 
lessia, n.  80.  —  20.  alt  ecc.  ^=  awl:  kaiol.  n.  83.  —  21.  La- 
bializzazione dell'articolo  determinato  dav.  a  dentali  e  palatali: 
u  so  sole.  n.  83.  —  22.  W  germanico  =  v  :  la  raja  scommessa, 
n.  90.  —  23.  quello  ecc.  =  kìd  ecc.  n.  91.  —  24.  .s  palatale 
(*')  da  s    -[-  i,  s  -\-  j,  ss,  X,  ps,  s  -j-  cons.  dentale  :  gros  grossi, 


IL    DIALETTO    DELLA    VALSESI  A  741 

HH  as,  ìa  ko.'ia,  e.s  fipsìij,  nosi.  n.  93-95,,  n.  66fl.  —  25.  m 
tra  vocali  =  mm  :  la  làmina  (ema.  n.  97.  —  26  .  ;/  tra 
vocali  =  /'.  >ij.  Vo.:  la  kéna,  ìa  (jaì'inJQ'  n.  98.  —  27.  n 
finale  in  7t  sporadicamente:  p'7i.  hi'7i.  n.  99.  —  28.  g  tra 
vocali  conservato:  a)  anlrrfi,  anlrrga  intiero,  n.  103.  b~  con 
epentesi  di  j:  U'iìnajga.  lajk,  Icjya.  n.  103b.  e)  ìa^  nnjga.  rarga, 
poìgu  paìgu.  n.  103f.  —  29.  /•  pai.  conservato:  iniziale  e,' 
tra  vocali  ?,  all'uscita  s  :  canore  focolare,  a:-^  aceto,  la  i>os 
noce.  n.  104,  105.  —  30.  g  pai,  conservato  :  giìmi  gemere, 
n.  107.  ^  31.  ci  iniziale  =  r,  tra  vocali  =  // :  ruvenda,  un 
oggu.  n.  109.  —  5''  ==  fi'-  fjara  ghiaia.  —  32.  et  =  r :  laó^ 
far.  n.  110.  —  33.  Caduta  del  /  tra  vocali:  la  prcja  n.  113.  - 
Caduta  anche  nel  nesso  -tr-  =^  ot^u  otre.  n.  114.  —  34.  Ar- 
ticolo plurale  femminile  ^  al.  n.  127.  —  35.  rt^I  {chiel)  pro- 
nome enfatico  della  3.»  sing.  n.  133.  —  36.  ipse  nel  senso  di 
codesto  rs.  n.  134.  —  37.  Frequente  ripetizione  dei  pronomi 
personali  congiunti:  mi  a  >/i  a  pjazihnmi  mi  ha  piaciuto. 
n.  133.  —  38.  Caduta?  della  desinenza  nella  prima  pers.  del 
presente:  mi  i  Irof.  n.  141.  —  39.  -urna  ==  desinenza  della  I^* 
plur.  n.  141.  —  40.  Arcaismi  e  particolarità  della  conjugazione: 
a)  2«  pers.  sing.  pres.  :  fuj,  slaj,  <ìaj  ecc.  n.  167.  b)  2*  pers. 
plur.:  ej  avete,  rly  volete,  dej  date,  —  skrircj,  arìdrj  andate, 
n.  141.  e)  condizionale  in  -oj^  -os.ii  ecc.  n.  146.  —  41.  False 
regressioni,  n.  88,  96,   106,  111. 

Piemontese  e  lombardo:  caratteristiche  che  connettono  il 
valsesiano  col  piemontese  comune  sono:  1.  -are  —■  ò  it.  Gr. 
>^  86,  AG  XIV  446.  Il  territorio  dell'''  comprende  la  N'alsesia , 
parte  dell'Ossola  e  del  Verbano,  la  Valle  Divedrò,  .\ntigorio  e  Vor- 
zasca,  il  Novarese  fino  al  lago  d'Opta,  il  Vercellese  lungo  il  Cervo, 
la  quale  regione  si  continua  nella  Val  il'.^osta.  Fra  questo  territorio 
dollV  e  quello  a  niezzogif)rno  del  Po  si  frappone  come  un  cuneo  il 
lombardo  i-n)  abbracciando  la  Lomeilina  fino  a  Trecate  e  la  regione 
ilei  Po  fino  a  Trino.  (A  mezzogiorno  non  oltrepassa  V  imboccatura  del 
Tanaro).  A  (juesto  cuneo  corrisponde  il  canavese  {-ar,  -a)  che  tocca 
quasi  colla  sua  estremità  oi-ientale  la  regione  lomliarda.  Il  confine  del 
territorio  dell' -f;  al  sud  segue  il  confine  dell'umiliano  e  del  genovese 
volgendosi  poi  verso  nord  nella  linea  Mondovi-Torino.  —  3.  Dittongo 
dell'/':  Il  territorio  lombardo  dell' e  non  dittongato  l'orma  fra  i  ter- 
ritori picmontosi-genovesi-emiliani  dcll'e  ditt(mgato  un  nucleo  compatto, 
che  comprende  il  sistema  dell'Adda,  quello  del  Ticino  fino  all'alta 
.Vfes(dcina  (Salv.  dial.  svi/.z.  ~'2p)  e  all'estremiti  settentrionale  del 
Vt^rbano,  il  territorio  fra  Ticino  o  .\gogna  cfìlla  regione  del  lago  di 
Orta  p  due  strisci.'  (ino  alla  Sesia,  I' una  al  nor.l  di  Novara,  l'altra 
lungo  il   l'o.   .\  mez/,(»gioiiio  il  territorio    dell' e    non    dittongato    è  in- 


742  T.    SPOERRI, 

franto  da  un  lembo  di  p  dittongato  che,  venendo  dal  geuovosc-ijienion- 
tese,  SI  stende  fino  a  Bologna.  V.  anche  i  n.  G-D.  4.  e  turbalo  =  e 
muto  piemontese.  V.  qui  sotto.  11.  -a  e  plur.  femminile  con- 
servato: è  una  delle  caratteristiche  che  staccano  il  valsesiano  dalla 
regione  alpino  lombarda.  V.  Salv.  dial.  svizz.  721.  Ma  anche  il  nova- 
rese-biellese  l'ha  conservati!.  V.  qui  .sotto.  11.  -i  finale  conservato 
in  diii^  luì  '.  Il  confine  tra  dui  e  rlu  segue  la  Toce,  passa  fra  il  Lago 
Maggiore  ed  il  Lago  d'Orta.  segue  l'Agogna  fino  a  Borgomanero, 
continua  poi  in  linea  quasi  retta  fino  all'imboccatura  della  Sesia,  passa 
all'est  d'Alessandria,  segue  la  Borraida  e  volgesi  ad  oi-iente  contor- 
nando la  regione  genovese.  —  Il  confine  tra  ini  e  In  è  molto  istrut, 
tivo.  La  regione  del  lui  comprende  l'Ossola  (ma  Vig.  lii),  il  lago 
d'Orta  e  la  sponda  sinistra  della  Sesia  da  liomagnano  a  Vercelli. 
All'oriente  di  questa  zona  abbiamo  il  territorio  del  In  che  segue  il  Po 
a  mezzogiorno  di  Vercelli  fino  a  Trino  e  contorna  occidentalmente 
Valenza  e  Alessandria,  seguendo  poi  il  confine  dell'emiliano  fino  alla 
regione  ligure.  All' occidente  del  lui  si  trovala  zona  piemontese-cana- 
vese-valsesiana  del  citiel,  che  prende  il  posto  del  lui  enfatico.  Quello 
che  ci  par  importantissimo  nella  ripartizione  geografica  di  questo  fe- 
nomeno è  l'esistenza  d'una  zona  d' influenza  lombarda  che  abbraccia 
il  Novarese,  la  Lomellina,  il  Po  fino  a  Trino.  .Alessandria;  la  resi- 
stenza però  dell'Ossola  e  della  regione  intorno  al  lago  d'Orta  ci 
Miostra  l'autonomia  di  questa  contrada.  14.  -ano.  -ino,  -olo  =  u: 
Partendo  da  .-\ntrona,  il  confine  lascia  a  sinistra  il  lago  d'Orta,  con- 
torna Gozzano  e  Borgomanero,  passa  poi  da  .Arona  in  linea  retta  a 
Vercelli,  segue  il  corso  della  Sesia  e  del  Po  fino  all'  imboccatura  del 
Tanaro,  accompagna  l'Orta  e  circonda  poi  la  regione  piemontese.  19. 
-1-  tra  vocali  conservato.  V.  Salv.  dial.  svizz.  728.  20.  alt  = 
aut:  lomb.  alt,  pieni,  aul.  AG  i  299,  Muss.  altmail.  6,  AG  xiv  11, 
(Cast.  n.  lo)  XV  n,  3  p.  406,  vili  117.  23.  kiiì,  kulla,  ku.sf, 
kusta  ecc.  it.  Gr.  §  379.  26.  n  intervocale  =  ',(  :  it.  Gr.  §  216, 
275,  AG  II  127,  iii  37,  ix  21Ó,  xiv  118,  xv  8,  419,  xvi  201,  537, 
XIV  231-232.  V.  qui  sotto.  33.  Caduta  del  intervocale:  Nel  lom- 
bardo il  t  del  nesso  -tr-  non  è  caduto.  Il  confine  segue  la  riva  destra 
del  Verbano  lasciando  a  sinistra  la  regione  fra  il  lago  d'Orta  e  il 
lago  Maggiore,  continua  poi  lungo  il  Ticino  fino  a  Novara;  al  nord 
di  Novara  passa  dal  Ticino  all'Agogna,  di  qui  va  direttamente  al  sud, 
lascia  à  destra  .Messandria  e  segue  il  confine  ligure-emiliano.  34.  Ar- 
ticolo femminile  plur.  =  al:  it.  Gr.  §  382,  K.  J.  i  129.  piem. 
/{'  fumne:  ij  urije;  lomb.  /.  35.  rei  qual  pron.  enfatico  della 
III'i  sing.  V.  qui  sopra  al  n.  13.  38.  Caduta  della  desinenza 
nella  I»  pers.  sing.  presente.  V.  Salv.  dial.  svizz.  721.  e  qui 
sotto.  39.  -tema  desinenza  della  I-'^  plurale  :  H  confine  dcW -H,i>a 
i-eiiiii.  -imn'  segue  la  Toce  ed  il  Ticino  o  dall'  imboccatura  del  Ticino 
passa  in  linea  retta    al    confine  genovese.  K  il  solo  caso    nel    quale  il 


IL   DIALETTO    DELLA    VALSESIA  743 


Ticino  costituisce  una  tanto  decisa  linea  di  diinarcaziono.  In  tutti  gli 
altri  casi  l'infìusso. lombardo  si  fa  sentire  al  di  la  del  Ticino,  anzitutto 
nel  suo  corso  inferiore.  L'Ossola  fa  parte  da  se  non  avendo  introdotto 
in  tutte  le  conjuga/.ioni  l'unico  -urna,  ma  serbando  le  desinenze -'^'//m, 
-rnia,  -ima.  In  diversi  punti  però  l'influenza  lombarda  si  fa  sentire, 
forse  appoggiata  dal  fatto  che  l'Ossola  conserva  -emo  allato  al  Ioni- 
bardo  -eia,  opposto  al  piemojitese  -lima.  Cast.  n.  146  Gel.  p.  lól,  AG 
XV  440,  it.  Gr,  §  391.  Attinenze  lombarde:  6.  o  conservato:  Salv. 
mil.  mod.  68  ssg.,  Salv.  lag.  luagg.  201  v,  qui  sotto  31.  cl- 
iuterno  =  //.  v.  ton.  n.  109  ssg.  32.  -et  =  r.  v.  fon.  n.  HO. 
(La  regione  del  -jt  non  abbraccia  che  il  corso  superiore  del 
Po  dall'imboccatura  della  Dora  Baltea  in  sii).  —  3.  la  mo- 
nottongazione  dell'ex  a  Bo.,  Ro.,  Vo.  ecc.  26.  la  mancanza 
di  >i  faucale  a  Bo.,  R«.  ecc.  41.  False  regressioni  del  tipo 
f'uló,  (-eia  ecc. 

Affinità  speciali:  Attinenze  biellesi -canavesane  :  1.  'Bi.  smite 
(Viv.  Fel.  Irncd,  Ru.  Tra.  parlar).  3.  Lo.  Pied.  orivi,  jif'il, 
Bì.  leila,  piidei,  rei,  rei  ma  anche  re,  sena,  Viv.  inejs,  Ru. 
mrjs  ecc.  v.  fon.  4.  Pied.  uràijf/a,  àcìppa  —  càp  tepido,  pràst, 
Bi.  pffìna,  kressi  crescere,  ('('Ila  —  f-el  egli,  tecc,  Viv.  r/àdic 
garbo,  pHa-  fetta ,  lant(h'/a  —  f'i^''>!l!l  •  /'/v?.s^>,  ràf  refe  — 
vérga  verga,  kf'irnu  tacca.  Ru.  ìiiasclla,  karctla,  freska  — 
('■àp,  Fel.  kav('ssa,  Loc.  mas('lla.  5.  Trav.,  Bro.,  Ceresole  Reale 
lejhgtoa  (Pied.,  Bi.,  Viv.,  Ru.,  Fel.,  Loc.  lehgwa).  7.  Pied. 
horp  j  ori ,  (W  uovo,  />  fuoco,  Bi.  korp,  korn  ,  ori ,  mort , 
Viv.  (irl,  Ru.  òri,    Trav.    itosi,    òri,    ordì    orzo.    8.    Viv.    faseì 

—  tiinsola    nocciuola,    Ru.    ;?o.s   —  nosa,    nof  —    nova,    (jriia 

—  (jrosa,  Trav.  (jros  —  grosa  v.  Suchier,  Die  franz.  u.  prov. 
Sprache  1912,  p.  763.  IO.  Pied.  pataniì  —  palamtira  nudo, 
kriì  —  krila,  Bi.  krii  —  krua,  Viv.  palami  —  patanuva 
(Ru.  ecc.  nù  —  niiioa).  11.  Pied.  grosi,  la  rrjra  —  al  rovi.  Lo. 
foji,  Viv.  slejìi.  12.  Bi.  (AG  xvi  200)  lavri  —  hjrri  labbro, 
Viv.  V.  fon..  Ru.  rus  —  rùs,  scas  —  s/es  fitto,  pia  —  p/^if, 
puUnuii  —  pubnilli,  hras  —  bràs,  lark  —  Irirk,  bek  —  bik, 
kan    —    kelt  :    krarot    —    kranjojl ,    sajol    —    ■'^ojojl ,    Iramot 

—  framojt,  rojk  pietre,  pojk,  Fel.  kait  --  kd/t,  Iraf  —  Iràf, 
(jawTì  —  giiwìi,  groa —  griis,  paruti  —  parcm  ;  —  fatosi^l  — 
faìoacjl,  s(;h  —  s(;}k.  hi(;k  —  bii'jk  mézzo,  Trav.  ina'H  —  vien, 
gras  —  grrs,  ('spràn  —  i-spriìn,  miirrU  —  miirii  :  —  pojk. 
13.  V.  qui  sopra.  14.  Pied.  ìieiro ,  l{r(;pa  crepano,  Bi.  csit 
asino,  mcrniu  marmo,  mrgru  ecc.,  Viv.  tn'tsku,  pecu  pettine  — 
kribi,  babi.  urinari,  Rn.  ÌKir'nu,  miiru  magro,  nierhi,  bitru, 
mhsu    —   ranni,    babi,    ìtialari,    oli  —  (nniii,    pf'JcK,    rnris.^(^Ji 


744  T.    SPOEREI, 

(Trav.  duppi,  ordì  ecc.)  —  (jiivpn  ecc.  15.  Viv.  /  a-skclr  lo 
scolaro  —  j  a-skiradrùii  ecc.  Lo  stesso  a  Fel.,  Trav.  16.  v, 
fon.  n.  126.  17.  Pied.  trifoì,  la  fola,  ma  tajr^  Trav.  fila,  pala, 
al.  19.  Pied.  ecc.  tjola.  20.  V.  qui  sopra.  22.  Bi.  ecc.  vardè. 
23.  V.  qui  sopra.  25.  Viv.  la  Ihnnia,  Log.  bramma,  piàmma  ecc. 
26.  Pied.  la  galina.  la  liiiO'  luua.  Loc.  kadeiia,  Bi.  pena, 
Viv.  smaiia,  Bro.  (jarinja  gallina  (Ru.,  Fel.  smana.  Trav.,  Loc. 
gali/ma).  29.  Pied.  sarnù,  ('-el  cielo,  Bi.  sma,  seri  certo.  AG  xvi 
201  ',Viv,,  Ru.,  Fel.  siiik).  30.  Bi.  zendri.  31.  Pied.  urof/a,  unga, 
Bi.  urigga,  Viv.  c<:  ìRu.,  Fel..  Trav..  o/i.  32.  Pied.  dir.  far, 
HOC,  prep.  Ice,  Bi.  ter,  Viv.  /)or,  Ru.  nor,  Trav.  /air  Fel.  /<//, 
dit).  33.  V.  qui  sopra.  34.  Pied.  al  stèli  ecc.  35.  V.  qui  sopra. 
36.  Viv.  s  kullcl,  s  haii.  AG  xv  303  ssg.  38.  Pied.  re/zt,  Viv. 
i  pori,  viang.  39.  V.  qui  sopra.  40.  Pied.  de,  date,  se  sapete, 
Viv.  i  massij  o  masse.  AG  xvi  270n. 

Attinenze  monferrine:  1,  3,  4,  8,  9,  11.  12,  13,  14,  20,  21, 
22,  23,  24,  26,  27,  31,  32,  33,  34,  35,  36,  38,  39.  V.  Cast.. 
Aut.  Astigiano,  Gelindo,   Ormea. 

Attinenze  sanfratellane:  1,  3,  4,  5,  12d,  14,  20,  21,  24,  29, 
33,   40b.   V.  AG  viii  307  ssg.  e  Salv.  sanfr. 

Attinenze  lombardo-alpine  (1):  1.  Salv.  sanfr.  446.  2.  Antr. 
ronl  ignorante,  la  lavoitka  valanga;  ma  loanza  guancia  ecc. 
AG  1  29().  3.  Vig.  tela,  ule,  piidé,  Cai.  beiv,  neiw,  iil  peircr, 
la  se  sete,  Ba.  neiger,  haif,  seigla  v.  Salv.  sanfr.  4.  Ant.  nroga, 
masglla  ,  lor  tetto,  furjìol,  fror  freddo,  prosi ,  Cai.  kicgla 
quella,  ('óppa  tepida  --èóp,  prosi,  a  kròl  credo.  Ba.  /  urOga, 
maslòt,  Salv.  sanfr.  5.  Cai.  leingica,  Ba.  dmai>>gadi,  Ceppo- 
morelli  (Rusc.)  iiìdiferoinl,  pazioixza  ecc.,  Vanzone  d'Ossola 
(Rusc.)  aitstììneiiila.  6.  Salv.  lag.  mag.  201.  7.  \\.g.  pòrk,  mors, 
i  kòrp  corvi,  Cai.  korp  —  ntòrs,  ori,  Ba.  inori,  Ant-  erp 
cieco,  ert  giardino.  Domo  pjórk,  Salv.  lag.  mag.  252  meri,  eri. 
pere,  it.  Gr.  §  43.  8.  9.  Vig.  mòrs  —  morsa.  Cai.  gros  — 
grosa,  kòè  —  kora,  Ba.  grOs  —  grosa,  Ant.  erp  —  orba,  inerì 
—  moria,  Domo  gros  —  grosa,  v.  Salv.  mil.  ant,  369,  lag. 
mag.  202  ssg.,  AG  i  253  ssg.  viii  343,  it.  Gr.  §  42.  10.  Cai. 
krà  —  kruti,  Ant.  usti  —  ustua  vestito,  kri  —  kriia,  S.  P. 
^>iil  —  nmoa.  12.  Salv.  lag.  mag.  237;  Ant.  barba  —  herba, 
bras  —  bres,  alp  —  elp.  Vig.  bras  —  bres,  zngr  —  zniìè 
ginocchio,    asi'ii  —  l'sciì,  far  —  fei-,  arbul  —  erbid,    ni  zikèl 


(l)  Il  prof.  Jaberg  mi  prega  ci' avvertire  il  lettore  olio  la  notazione 
fonetica  degli  esempi  ossoiaui  ò  poco  sicura. 


IL   DIALETTO    DELLA    VALSESIA  745 

—  i  zikU  zucca,  Cai.  i/t  del  —  i  dd  dito,  vaìd  —  vaiti  vitello, 
kicntcinl  —  kunCint,  Ba.  neigcr  —  "'^'''',  masloi  —  maslit 
guancia,  al  pr  —  i  pìj.  Salv.  lag.  mag.  244  vera,  poic,  Menzonio 
i  rois,  peccia  f'-od  —  cóid  chiodo,  piod  —  pioid  tetto;  -ani 
"Olii  in  aj,  oj  =  Val  Diveria.  Vigezzo  ecc.  Salv.  dial.  svizz. 
725.  Vauzone  d'Ossola  i^Rusc.)  poich.  13.  Vig.  dui,  nui  —  lù, 
Cai.  dui,  lai.  Ba.  nui,  cui,  Ant.  nui  —  D.  17.  Salv.  dial.  svizz. 
725,  lag.  mag.  210.  18.  Salv.  dia),  svizz.  724,  lag.  mag.  250, 
252,  25<).  Vig.  mazd,  la  ngeza.  larzoì,  Cai.  apizd,  Ba.  la  ■■<f/^za, 
larzol,  Ant.  sitiarzd,  S.  P.  pizd.  19.  Salv.  dial.  svizz,  728; 
Vig.,  Cai.,  Ba.,  Ant.  (jula.  20.  Salv.  lag.  mag.  190.  250;  dial. 
svizz.  725.  21.  Vig.  au  ras.  Cai.  hi  caa  du  drag  aic(?baleno, 
au  rrsk.  Ant.  a-  sul,  u  sarol  cielo  sereno,  au  stai  le  stelle, 
S.  P.  u  /tas,  u  dit,  u  Ir  il  il,  u  sol^  u  lei"-.  22.  Ant.  a-aiiza  guancia. 
24.  Salv.  dial.  svizz.  724,  lag.  mag.  214,  sanfr.  448,  P.  Arb.  77, 
Apj).  lomb.  282,  it.  Gr.  §  170.  222,  224.  Vig.  Ivóstih  correg- 
giato, hnsk,  Cai.  mri'n,  pró.st,  ■•^prr.  Ant.  va'<ktr  verde,  ìuaxAa. 
26.  Salv.  dial.  svizz.  727  ssg.  Bregaglia.  27.  Salv.  dial.  svizz. 
724,  725,  it.  Gr.  §  275,  AG  i  258  ssg.  28.  Vig.  ijok,  dah  do, 
sijd.  segare,  kadrega,  Cai.  ?H'ig>>r,  fòk,  Ba.  neigor,  dak,  Ant. 
arjgi'r,  fek  fuoco.  Salv.  lag.  mag.  195.  29.  Cai.  riìveràh  fastello 
di  fièno,  Ant.  la  sona  cena.  AG  i  279u,  291,  xiv  445,  xvi  201, 
it.  Gr.  §  204,  Salv.  lag.  mag.  218,  221.  30.  Vig.  znov  ginoc- 
chio V.  29.  31.  Cai.  uri'fja,  or,  Ba.  uroga.  S.  P,  urega  32. 
Salv.  lag.  mag.  218.  Cai.  lai"-,  noe,  Ba.  lue.  S.  P.  tee.  34.  Ant., 
Vig.  al  [au],  Cai.,  Ba.,  Domo  i.  38.  Salv.  lag.  mag.  228.  Vig. 
tni  a  reni;  ma  a  trovi.  Cai.  mi  a  reinf,  a^  kròt  credo,  Ba.  ìki 
a  rainl,  ini  a  haif,  Ant.  trof\  mane,  vont  vendo,  lir  ecc.  39. 
Vig.  Iruvema,  i:andima,  anema,  fema,  Cai.  sanlima,  Ba.  van- 
dama,  ba:ama  beviamo,  S.  P.  anema.  —  Ant.  Iiri7i,  nianìjiTi, 
alili  vogliamo.  Salv.  lag.  mag.  257.  40.  Vig.  Iruvei  trovate,  Cai. 
picrlt'i,  Ba.  ruj  i  Iruvei,  Antr.  Iruelì.  V.  Salv.  mil.  mod.  88, 
lag.  mag.  193,  249.  vi.  porle},  mal.  purlej.  40c.  Cepporaorelli 
(Rusc.)  sras  sarebbe,  Salv.  lag.  mag.  200:  Peccia  e  Villette 
raross  avrei,  Losone  eantarass. 

Attinenze  novaresi:  1.  Fa.  niangé,  Oleggio  (Unse),  Bellin- 
zago  ecc.,  /e  fare  v.  qui  sopra.  2.  Vigevano  quonl  ecc.,  Pe. 
toni,  Iona,  ronza  ecc.  —  Fa.  srmpa  '  ciampa ',  nienga  ecc., 
Bellinzago  soi  sano,  lintlen  lontano  (Salv.  mil.  mod.  47,  50). 
3.  Fa  bévi,  .irna,  [la  kena)  —  avei,  lu  srj  sete,  Borgomanero 
'  Biond.)  arei.  Vigevano  (Rusc.)  speis,  uvei,  Maggiora  rei  vero, 
Roraagnono  beri  -  argighi.  5.  (Pe.  trernl,  de^enl  ecc.)  6.'  Pe. 
ìa  vim,    gola,    sol.    Fa.    giuvno,  puz,  Nov.   sarritur,    Maggiora 


746 


T.    SPOERRI, 


(jiournou.  7.  Fa.  mórt,  ' rò.^t,  Oleggio.  Marano,  Romagnano, 
Grignasco  (Rusc.)  meurl,  ceusl,  Massiola  peurrh.  8.  Pe.  gran 
—  (/rosa,  fior  —  fiora,  Fa.  bs67i  —  abso7<a,  rosi  —  rosta. 
Massiola  tìeur  —  fiora.  (Tutta  la  Valsesia  tino  all'imboccatura 
del  Cervo,  colle  parti  Meridionali  del  lago  d'Orta  e  del  lago 
Maggioreì.  9.  Fa.  j  o.  /or^a/vii,  Ghemme,  Maggiora,  Romagnano 
afìdreu.  10.  Fa.  nii  — ■  liwca  venuto,  Pe.  kril  —  krua.  11.  Fa. 
ìjefìdi  ghiande  ecc.  12.  Fa.  fieujf,  '-f'^jp;  maiaìejt,  rfitrcjk,  > 
lojk,  Vigevano  caiinp,  Carpignano  cahnp,  oimi.  13.  Y.  qui 
sopra.  14.  Fa.  giiirfio]  kradirtt.,  satru  rospo,  Borgomanero 
(Biond.)  ofìiu,  zuvnu,  tocu,  tempii,  inatu,  bsógnu,  cólti,  subite, 
grassu  ecc.  16.  Fa.  la  kma.  18.  Fa.  terza,  sazia  si,  tifrizà  ficcato, 
"piiz,  Pe.  smiirzd,  kauzùfi.  19.  Pe.  gola.  20.  Fa.  atit  alto,  auc 
altri,  Pe.  kautsòta.  11.  Fa.  rardé  guardate.  23.  Fa.  kt/lla, 
kusta,  Marano  cui  pais,  Grignasco  conili  giandi.  14.  Fa.  ro^t, 
vìst,  la  bestja.  Bellinzago  fescta,  rusct.  isct.  28.  Fa.  kadn'ga, 
ngd  annegato,  negru,  pttrejh,  Pe.  màger,  la-  sega,  furmlga,  la 
resiga,  fok,  :ok,  al  Idk.  29.  Pe.  sema,  tink,  Fa.  mmpa,  sirkè, 
sena,  satru.  Maggiora:  porcai.  30.  Fa.  giurfw.  31.  Pe.  i  oc 
occhi,  nróè,  giù'-  ago,  Fa.  ('■ama,  cjaf,  vuf'/ga  ago,  rei/i/a-  vec- 
chia. Maggiora  tiamd  (=  canta)  tiapn,  Grignasco  vegJtiti  [^ 
regu).  32.  Pe.  faè,  stanoc,  Fa.  die,  faè,  lei-  letto.  Borgosesia: 
daicc,  f'aicc  (=^  daè'\.  33.  Fa.  pari,  mari  v,  qui  sojjra.  34.  Fa. 
al  gefidi  le  ghiande.  36.  Cilavegna  (Rusc.)  is  fìeii.  37.  Fa  / 
a  niangà  llu,  v  a  ptirtà  rri,  s  fi  andd  s  nu.  38.  Fa.  rnetig 
mangio,   mi  i  mor.  39.  Fa.   rardarùma   v.  qui  sopra. 

Conclusioni  :  Dal  confronto  dei  dialetti  antichi  colle  con- 
dizioni di  fatto  dell'oggi  [v.  Parodi,  Studi  liguri  AG  xiv-xvi. 
Rime  genovesi  AG  ii  161,  x  111,  viii  317,  s  141.  Prose  geno- 
vesi AG  vjii  1;  —  W.  Foerster,  Prediche  gallo-italiche,  Sta- 
tuti di  Chieri  ;  Salvioni,  Lamentazione  metrica;  Giacomino,  la 
lingua  dell'Aliene  AG  xv  403 ;  —  L'antica  Parafrasi  Lombarda 
AG  VII,  1,  Antiche  Scritture  lombarde  AG  ix  3,  Illustr.  dal 
Salvioni  AG  xii  875,  xiv  201;  Poemetti  di  Bonvesin  da  Riva, 
Monaci,  Crestomazia  ital.  dei  primi  secoli  p.  393  ;  illustr.  dal 
Mussafia,  con  aggiunte  dal  Salvioni  (Salv.  mil.  ant.)]  risulta 
che  la  differenza  tra  lombardo  e  piemontese  è  andata  sempre 
più  accentuandosi.  Tutta  l'Alta  Italia,  avendo  come  base  etno- 
nologica  la  famiglia  celtica,  risentiva  una  generale  tendenza 
gallica.  La  vicinanza  però  del  Piemonte  al  centro  gallico,  e  la 
pii!i  intensa  romanizzazione  della  Lombardia  posero  la  base  di 
una  differenza,  rafforzata  in  seguito  dalle  vicende  politiche, 
che    accoppiarono    la    Lombardia    all'Italia,    il    Piemonte    alla 


IL    DIALETTO    DELLA    VALSKSIA  747 

Francia,  (Si  osservi  la  concordanza  dei  due  paesi  intensamente 
romanizzati,  la  Lombardia  e  la  Provenza,  negli  importanti  feno- 
meni di  -are  conservato  e  di  e  lungo  non  dittongato^  Il  Piemonte 
quindi  accentuò  la  spinta  gallo-celtica,  la  Lombardia  T attenuò. 
Furono  travolti  nell'intensa  celtizzazi(joie  del  Piemonte  la  Li- 
guria, il  Monferrato,  la  Valsesia,  il  Novarese  e  l'Ossola  (con 
essi  i  Gallo-italii'i  emigrati  in  Sicilia).  L'influsso  gallico  si  è 
rifratto  al  Ticino,  mentrechè  lungo  la  strada  emiliana  ha  ser- 
bato in  parte  il  suo  vigore.  Una  nuova  evoluzione  si  è  fatta 
sentire  nei  secoli  passati.  11  lombardo  essendo  lingua  più  ci- 
vile, egli  '  tende  a  penetrare  sempre  più  ne'  borghi  dove  c'è 
un  agglomeramento  di  popolazione  civile,  e  parte  di  questa 
si  serve  esclusivamente  del  lombardo  '  (Salv.  dial.  svizz.  724). 
Nell'estensione  dei  differenti  fenomeni  linguistici  (v.  qui  sopra) 
costatiamo  il  progredire  di  questa  invasione  nell'  Ossola,  nel 
Novarese  e  lungo  il  Po,  sopratutto  nelle  grandi  città:  Novara, 
Casale,  Alessandria.  Il  valsesiano  però  è  di  pretta  base  piemon- 
tese. In  tutti  i  fenomeni  che  staccano  decisamente  il  piemontese 
dal  lombardo,  il  valsesiano  si  accosta  al  piemontese.  Le  poche 
connivenze  del  valsesiano  col  lombardo  si  spiegano  in  parte 
come  fasi  arcaiche,  che  si  avvicinano  come  tali  al  lombardo, 
che  è  da  principio  più  arcaico  di  fronte  al  piemontese.  La 
speciale  affinità  del  valsesiano  coll'ossulano-novarese  ci  ram- 
menta l'evoluzione  storica  di  queste  contrade.  [La  storia  del- 
l'Alta Valsesia  si  confonde  quasi  completamente  con  quella  di 
Varallo,  menzionato  per  la  prima  volta  nel  1028,  anno  in  cui  quel 
paese  fu  concesso  dall'imperatore  Corrado  al  Vescovo  di  No- 
vara. (Ughelli,  Italia  sacra  iv  958-9).  Il  vescovado,  che  si  trova 
circoscritto  in  questo  strumento  ed  in  altri  due  del  1133 
(Ughelli  963),  comprende  la  regione  tra  Ticino  e  Sesia,  esclusa 
la  Lomellina  ed  inclusa  l'Ossola  e  l'Alta  Valsesia.  Nel  secolare  la 
Valsesia,  dopo  aver  fatto  parte  del  Distretto  dell'  Isola  di 
S,  Giulio  sotto  i  duchi  longobardi  e  poi  della  Marca  d'Ivrea, 
sottostà  durante  3  secoli  ai  Conti  di  Biandrate.  Ma  poco 
a  poco,  coli' appoggio  dei  Novaresi,  la  valle  si  costituisce  in 
una  Communità  generale  retta  da  un  podestà  sedente  a 
Varallo  e  attraverso  tutfi  gli  sconvolgimenti  dei  tempi 
seguenti  serba  una  certa  autonomia.  A  principio  del  Tre- 
cento, dopo  la  completa  rovina  dei  conti,  la  Valsesia  ritorna 
sotto  r  alta  dipendenza  dell'  Imperatore  Enrico  VII.  Dal 
1395  fino  al  1706  è  dominata  dai  Duchi  di  Milano  e  passa  poi 
sotto  il  paterno  regime  di  Casa  Savoia].  Se  possiamo  forse 
attribuire  tal  connivenza  del  valsesiano  col  lombardo  al 
tempo    della    dominazione     milanese,    dall'altra   parte    le    nu- 


748 


T.     SPOERRI, 


merose  attiaenze  colp  Ossola  e  col  Novarese  ci  fanuno  pen- 
sare alla  già  antica  unione  di  questi  paesi  sotto  la  tutela  del 
Vescovo  di  Novara.  Cosi  possiamo  parlare  d'un  dialetto  nova- 
rese in  senso  più  largo,  che  sarebbe  da  staccare  dal  lombardo 
comune  e  da  mettere  iu  rapporto  col  mont'errino  e  tutta  la 
regione  centrale  che  ha  serbato  un  carattere  piii  originale  e 
rurale  di  fronte  ai  dialetti  civili  di  Torino  e  di  Milano.  Dentro 
i  limiti  di  questo  dialetto  novarese,  il  valsesiano  si  determina 
come  più  conservativo  'v.  la  conservazione  di  o,  dell'  /  inter- 
nato, dell'ai  tinaie,  di  7.  e,  :,  -ì-,  -r/-,  i  palatale,  /■,  //,  e,  (j, 
delle  desinenze  verbali  -ai,  ('j.  os-,  dell' ip se  ecc.).  Non  c'è 
una  sola  caratteristica  che  mostri  una  particolare  evoluzione. 
Nella  povertà  della  valle,  nella  già  antica  ed  estesa  emi- 
grazione, insomma  nella  mancanza  di  vita  collettiva  scorgiamo 
la  causa  di  qtiesta  stagnazione  linguistica,  »  la  posizione  isolata 
sarà  cagione  dell'aver  serbato  quasi  intatto  il  patrimonio  dia- 
lettale: Il  valsesiano  quindi  è  un  dialetto  novarese-piemontese  dì 
carattere  arcaico. 

Nota  finale  :  Mi  resta  ancora  da  esprimere  il  sentimento 
di  gratitudine  che  mi  ha  accompagnato  durante  gli  anni  in 
cui  mi  sono  occupato  del  dialetto  valsesiano,  sentimento  di 
gratitudine  verso  tutte  quelle  persone  che  hanno  tanto  gra- 
ziosamente messi  a  mia  disposizione  il  loro  tempo,  la  loro 
pazienza  ed  la  loro  esperienza  dialettale,  anzitutto  alla  signorina 
Erminia  Piccina,  al  signor  Bartolomeo  Sottile  ed  al  Rev.  don 
Ravelli:  sentimento  di  profonda  riconoscenza  poi  verso  il  si- 
gnor professore  Jaberg,  al  quale  solo  son  da  attribtiire  le  parti 
del  mio  lavoro,  che  hanno  uu  valore  meno  transitorio.  Rin- 
grazio infine  il  signor  professore  Salvioui  che  con  instaurabile 
bontà  verso  di  me,  ignoto  principiante,  si  è  interessato  della 
pubblicazione  di  qttesto  povero  saggio.  Se  qualche  cosa  mi 
duole,  nel  momento  in  etti  metto  il  punto  finale  al  mio  lavoro, 
si  è  di  non  aver  potuto  renderlo  degno  di  tutta  la  pazienza 
e  gentilezza    di  coloro  che   mi  han  dato   il   loro   aiuto. 


IL   DIALETTO    DELLA    VAL3ESIA  749 


.•So  miliardo. 

I.  Vocalismo. 
Fonti  :    A.    orali    p.    1-3.    B.    scritte    p.    3-4.  Sigle    p.    4-5. 
Fonetica:  Nota  preliminare.  Grafie  ecc.  p.   5. 

I.  Vocali: 

A.    Vocali  toììiche  l'p.  5-181: 

A.  Nnm.  1.  a)  intatto,  h)  are  ^=  e.  2.  Turbamento  velare 
liav.  a  nasali.  3.  a  pai.  a)  dav.  a  w.  bi  dav.  a  con.s.  mediopal. 
A.  ?i  ^  \  ■=  e:  a)  in  -arius.  b  in  -aria,  e)  nelle  desinenze 
pliir.  -anli.  -ahki,  -ampi.  -ani.  dì  <;hhja,  sfjpja.  e)  rr.s  ecc. 
f)  aj  conservato.  5.  « -f- o  =^  o.  —  E.  6.  ''  interno  in  sillaba 
scoperta  =  r,  (ej).  7.  Nell'iato  =  ej.  8.  Dav.  a  g  in  casi  .spo- 
radici =  tj-  9.  All'uscita:  a)  dav.  a  r  caduto  = ''J ',  b)  dav.  a 
t  caduto  --^','/.  Osservazioni  sopra  la  dissimilazione  dell'ei  in 
oi  e  sopra  la  mancanza  dell' e  dittongato  (p.  7-8).  10.  e  dietro 
a  palatali  sporadicamente  = /.  11.  e  in  posizione  debole  =  f • 
A  Cm  :  a)  <'  si  chiude  fino  a  i.  b)  dav.  a  nasale  -j-  cons.  =  pj. 
12.  e  di  posizione  forte:  a)  in  parossitoni  =n.  b)  in  ossitoni 
=  e.  Osservazione  sopra  Te  turbato  (p.  9).  13.  r  in  sillaba  sco- 
perta =  e.  14.  (^  in  sillaba  chiusa  =  r.  15.  ^'  dav.  a  nasale 
-}- cons  =  r.  A  Cm  =  '//.  16.  '/  nella  desinenza  -èlìu  =  e  e 
fj.  Nella  desinenza  -e  ila  sempre  e.  Dav.  a  cons.  mediopalatali 
=  r  e  *i.  18.  Casi  speciali.  19.  e  all'uscita  =^  <\  Osservazione 
sopra  il  dittongo  dell' e  breve  fp,  10\  I.  20.  di  solito  intatto. 
21.  per  l'influsso  di  vicina  cons.  lab.  -=  h.  O.  22.  ò  in  sillaba 
scoperta  =o  [iC).  23.  -òneni  ^=^  un  (o/'i).  24.  ò  in  posizione 
debole  ==  o.  25.  o  in  [losizione  forte:  ai  nei  parossitoni  =  ii. 
bj  negli  ossitoni  ^^  o.  26.  ò  dav.  a  nasale  -|-  cons.  =  u.  27. 
Influsso  di  palatale.  28.  ò  =  n  quando  non  s'ha  -a  all'  uscita. 
29.  o  ■■  ^  6:  a)  dav.  a  -a.  b).  Casi  speciali.  30.  ò  dav.  a  //  di 
sillaba  chiusa  in  u.  31.  n  all'uscita  =  n.  U.  32.  />  =  i'(.  33.  /' 
nell'iato  -    ii. 

fi.    \'()<-ali  alone  (p.   13-Iih. 

Proluniilitr.  A.  34.  Di  solito  intatte.  35.  Kretiuente  T  at'e- 
re.'ii.  36.  Di  frequente,  leggermente  turbato.  37.  Influsso  di 
lalnalf!  atiigua.  38.  Vals.  au.  —  E.  39.  Aferesi.  40.  Elisione: 
a)  senza  prostc-i    cjuando  il  nesso  iniziale  è  s  impuro  o    cons 


750  T.    SPOERRI. 


4-  continua,  b)  con  prostesi  se  il  nesso  iniziale  è  continua 
-j- cons.  4(.  e=a:  a)  in  nessi  mal  tollerabili,  hi  nei  nessi  di 
cui  si  tratta  al  nuni.  40.  42.  Influsso  di  labiale  attigua.  43. 
Influsso  di  palatale.  44.  Nell'iato.  45.  In  voci  letterarie.  46. 
e  -\~  i  prot.  in  ai.  —  I.  47.  Di  solito  intatto.  48.  Espunto. 
49.  Influsso  di  labiale.  —  O.  50.  proton.  =  h.  51.  Aferesi. 
52.  8i  mnta  in  e  e  ne  segue  le  sorti.  53.  Influsso  della  pala- 
tale. 54.  Nell'iato.  55.  Talvolta  /'  prot.  in  corrispondenza  ad 
o  tonico.  56.  Caso  speciale.  —  U.  57.  Di  solito  intatto.  58. 
Taivolla  in  /.  59.  Talvolta  in  a.  —  Proto» iche  mediaiw:  60. 
a)  Trattamento  uguale  alla  prot.  interna,  b)  Poco  frequente 
l'etlissi.  Postoniche  mediane:  61.  a)  Etlissi  frequente,  b)  Non 
espunto.  Alone  finali:  A.  62.  Intatto.  —  E.  63.  Conservato 
come  /:  a)  nel  plur.  femm.  b).  nei  proparossitoni.  e;  come 
vocale  di  sostegno,  d)  Casi  speciali.  —  I.  64.  Conservato  :  a) 
Nell'iato  colla  vocal  tonica,  b)  nel  plurale  delle  parole  che 
hanno  -il  al  singolare,  ci  in  dui,  il  lui.  65.  Attrazione  del^-^ 
plurale,  a)  dav.  a  sorda  geminata,  b)  dav.  a  sorda  semplice. 
e)  dav.  lìi  e  f.  66.  Attrazione  dell'/  con  effetti  sulla  tonica  e 
la  consonante:  a)  -n  all'uscita,  b^/  -n -f- cons.  all'uscita,  ci  -/ 
all'uscita,  d)  -/  -[-  cons  all'uscita,  e;  -s  all'uscita,  f)  -s  -(-  cons. 
all'uscita.  67.  Metafonesi  sporadica.  68.  Caduta  dell'-?  finale 
soltanto  quando  abbiamo  -/■  e  -r  implicato  all'uscita.  Osserva- 
zione sopra  l'attrazione  dell"-/  e  la  metafonesi  (p.  1T-I8i.  — 
U.  69.  -a  Anale  conservato:  a)  quando  sta  per  la  desinenza 
negli  sdruccioli.  \>)  dietro  a  /•  e  cons.  -|-  r.  e)  dietro  a  cons. 
-j- /.  d    in  voci  dotte,  e)  casi  diversi. 

II.  Consonantismo. 

J.  70.  Iniziale  =  //.  71.  Interno  == //.  72.  Cons. -j-./- 
//  ==  /,  Q');  -li,  -Ili  =-  /.  73.  -.sy-  =  ;.  74.  ;/,/  =  n.  75.  /;/  =  /'. 
76.  rj  --=  hj.  77.  (/  =  z.  78.  dj  iniziale  =  /).  all'interno  --  ;. 
—  L.  79.  /  fra  vocali  caduto  a  Ro  ;  altrove  intatto.  80.  /  alla 
uscita  di  frequente  caduto.  81.  //  conservato.  82.  /  conservato 
dav.  a  cons.  velari  e  labiali.  83.  /  =  v:  nelle  formole  ali,  ald, 
ale',  ah,  -ih.  Labializzazione  dell'articolo  determinato.  84. 
Caduta  dell'/  in  oli,  old  ecc.  ecc.  85.  Cons.  +  /.  =  R.  86.  Al- 
l' uscita  per  lo  più  caduto.  87.  Dilegualo  in  certi  casi.  88. 
Talvolta  si  muta  in  /.  —  V.  89.  Conservato.  Si  dilegua  facil- 
mente al  contatto  con  vocale  labiale  e  sotto  vari  influssi  fono- 
sintattici.  —  W.  90.  f  ■--=  r.  91.  Qu,  gu.  —  S.  92.  Intatto. 
93.  Palatalizzato  dav.  a   /,  j,   v.   94.  -s.s-,  -C'i-  {oc),  -ps-,  -se-  =.  .v. 


IL    DIALETTO    DELLA    VALSESAI  751 

95.  s  -f-  cons.  :  a)  dav.  a  /.  <-/,  /.  r.  ij  =:  .v.  b)  dav.  alle  altre 
cons.  =  a.  96.  s  =  z.  —  M.  97.  Raddoppiato  tra  vocali.  — 
m  -^  n.  —  riììì  ^^  7i.  —  m  =  b.  —  N.  98.  Tra  vocali  =  /?,  a 
Vo  ecc.  =  l'i.  Dopo  /  tonica  =  i/j.  99.  All'uscita:  a)  di  solito 
-=  l'i.  h)  sporadicamente  =  ~r  e)  nei  proparossitoni  dileguato, 
dì  Tace  nelT  uso  pleonastico  di  'bene',  e)  n  =  )n.  100.  -f/^i-- 
-nj-,  -ni  =  /'.  n  =  r.  —  C,  G,  e  le  loro  complicazioni.  102" 
(},  g.  velari  iniziali  =  k.  //.  Frequente  di  e  latino  =  cj  romanzo 

103.  '-•,  g,  tra  vocali  :  a)  tra  vocali  ==:  g.  all'uscita  =  k.  b)  Dav. 
al  g  tra  vocali  si. sviluppa  talvolta  un  J.  e)  il  g  tra  vocali  si 
dilegua  -se  l'una  delle  vocali  è  u.  e)  -aficu:  I  -ajk,  -ajga. 
II.  -aggu.  Casi  speciali,  e)  pillgu,  polgu,  fiojga,  rarga,  hiirajgi. 

104.  '•'',  ci  nella  formola  iniziale  =  /•.  105.  ce.  ci  tra  vocali 
=  i.  all'  uscita  =  s.  Osservazione  sopra  la  conservazione  del 
r  (p.  9).  106.  '■  4"./  =  ''•  107.  gè.  gì  iniziale  e  tra  vocali  ^  //. 
109.  d  iniziale  =  è,  tra  vocali  =  [f.  gì  a  formola  iniziale  ed 
interna  ::^  g.  110-  ci  =  e.  Osservazione  sopra  la  stoi'ia  del  -cl- 
e  del  'Cf  (p.  10  12).  111.  e.  g,  e  le  loro  complicazioni  nelle 
voci    importate.    112.  t  tra  vocali  =^  d,  che  segue  le  sorti  di  d. 

113.  d  primario    e  secondario    dileguato  tra  vocali  e  all'uscita. 

114.  //',  dr.  115.  p.  b  tra  vocali  =  i\  pr  a  formola  iniziale 
talvolta  ili   hr.  —  p,  b.  r  all'uscita  romanza  =  f. 

Accidenti  generali:  116.  Accento.  —  Rafforzamento  di 
cons.  dopo  l'accento.  117.  Assimilazione.  118.  Dissimilazione. 
119.  Prostesi.  120.  Epentesi.  121.  Aferesi.  122.  Sincope.  123. 
Metatesi.  124.  Concrezione.  —  Secrezione.  125.  Contaminazione. 
—  126.  Contatto  tra  elementi  vocalici.  I26a.  Evoluzioni  fono- 
sintattiche. 

III.  Morfologia  e  capitolo  finale. 

127.  Articolo  determinato.  128.  Articolo  indeterminato. 
129.  Numeri.  130.  Mutamento  di  genere.  131.  Plurale  dei 
nomi.  132.  (jomparazione  degli  aggettivi.  133.  Pronomi  ])er- 
sonali  134.  Pronomi  e  oggettivi  dimostrativi.  135.  Pronomi 
possessivi.  136.  Pronomi  interrogativi.  137.  Pronomi  relativi 
138.  Pronr)mi  avverbiali  e  indetìniti.  138 a.  Indeclinabili,  tles- 
siotie  verbale:  139.  Cor.jugazioni.  140.  Mutamento  di  vocale. 
141.  I^resenie  dell'indicativo.  142.  Presente  del  congiuntivo- 
142  a.  Imperativo.  143.  Imperfetto  dell'indicativo.  144.  Im})er- 
fetto  del  congiuntivo.  145.  Futuro.  146.  Condizionale.  147. 
Participio  pres.  148.  Participio  passato.  149.  esse.  150. 
ha  ber  e.  151.  s  i  h  r  .^  152.  dare.  153.  sapero.  154.  vadpre, 
155.  facere.  156.  di  cere.  157.  tenere.    158.    venire.    159* 


752  T.    SPOERRI 


volere.  160.  potere.  161  debere.  162.  valere.  163.  ve- 
dere. 164.  credere.  165.  traheìe.  166.  tollere.  167.  Os- 
servazioni. 

Capitolo  finale:  Il  carattere  e  le  atHnità  del  dialetto  val- 
sesiano  (p.  9-17).  Le  caratteristiche  del  valsesiano  p.  9-10. 
Piemonte  e  lombardo  p.  10-12.  Affinità  speciali  p.  12-15.  Con- 
clusioni p.   15-17. 


Avviso  importante  :  Il  segno  >  che  si  trova  sopra 
vocali  non  vuole  dire  nasalità  (che  non  esiste  in  Valsesia)  ma 
lunghezza  della  vocale. 


REALE  ISTITUTO  LOMBARDO  DI  SCIENZE  E  LETTERE 
Estratto  dei  Rendiconti    —  Voi.  LI,  fase.  17  —  Adunanza  del  6  giugno  1918. 


PAVIA-PREM.  TtP.Sl>CC.  PRAT.  Pt>6( 


Cenno  biografico. 

Nato  a  Chaux-de-Fonds  il  10  giugno  1890,  fre- 
quentai le  scuole  di  S-Gallo,  Neoborgo  e  Berna,  ove 
terminai  gli  studi  di  maestro  alle  Scuole  Normali  di 
Muristalden. 

Dopo  quattro  semestri  all'  Università  di  Zurigo, 
ritornai  a  Berna,  dove,  dopo  due  semestri,  ottenni 
la  licenza  per  l'insegnamento  secondario.  Avuto  un 
posto  d'insegnante  nel  Ginnasio  libero,  ove  entrai 
nella  primavera  del  1912,  potei  prepararmi  per  l'esame 
di  professore  di  ginnasio  nelle  lingue  italiana,  francese 
e  tedesca,  e  per  l'esame  di  laurea,  che  ebbero  luogo 
verso  la  fine  dell'  anno  1915  e  nell'  estate  1916. 

Allo  studio  della  filologia  romanza  fui  invogliato 
dal  seducente  insegnamento  dei  Professori  Signori 
Gauchat  e  Bovet;  l'affabile  benevolenza  poi  e  la  si- 
cura guida  del  Professore  faberg,  cui  esprimo  ancor 
qui  la  mia  particolare  gratitudine,  non  mi  fecero  mai 
pentire  di  questa  scelta. 

Corsi  universitari  seguii  coi  Professori  Signori 
Bovet,  Gauchat,  Schwyzer,  Donati;  Bachmann,  Frey, 
Vetter,  Pestalozzi  ;  Meyer  v.  Knonau,  Oechsli,  Dànd- 
liker,  Stoll  ;  Schumann,  Stòrring,  Freytag,  Wreschner, 
Silberschmidt  (a  Zurigo)  ;  jaberg,  Michaud,  Schulthess, 
de  Reynold;  Maync,  Vetter;  Tobler,  Woker,  Walser, 
Vannod,  Hàberlin  (a  Berna). 

BERNA,  dicembre  1918. 

Th.  Spoerri. 


CVj