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The Estate of the late
Professor C,T. Currelly
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TRADIZIONI POPOLARI ITALIANE
'lor. GILLSEPPt liKLLUCCI
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31 Feticismo
primitivo in stalla
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E LE SUE FORME 01 AOATTAMENTO
(con 74 illustrazioni)
Perugia, 1907 - Unione Cipografica Coop. €difrice
Prof. GIUSEPPE BELLUCCI
TKVDIZIOM l'Dl'OLVKI ITVMAMÌ
IL FETICISMO
PRIMITIVO IN ITALIA
E LE SUE FORME DI ADATTAMENTO
(con 74 illustrazioni)
PERUGIA
UNIONE TIPOGKAFICA COOPERATIVA
(palazzo I'ROVINCIALE)
1907
H
3-7-- S-<S
riic tlicorx of Ilio soni is one |irinci-
p;il pari of a system of religious
pliilosopliy, wicli unites in an
unlìroken line of inental conno-
xion, the savago fotisli-worship-
per and the civilised Christian.
K. 1^. Tylok.
. . la philosopliie théolotrique, con-
vcnahleinent approfondie, a tou-
.jours, évideniment pour base né-
cessaire le pur fétichisme, qui
divinise instantanément chaque
corps ou chaque phénomène, su-
sceptibles d'attirer avec quelque
energie la faible attention de l'u-
inanité naissante.
COXITK.
Tout dans la nature, avant de rcpren-
dre ses proportions et son rang
dans la sèrie des choses, a passe
par la divinité.
Lf.kévre.
Les idées religieuses transforraées en
superstitions sont la forme la plus
indistructible des pensées humai-
nes.
Balzai.
PREFAZIONE
Una delle sorg'enti principali da cui lo srii-
dloso attinse in copia notevole i materiali ne-
cessari per costruii'e la psicologia e la storia
comparata delle religioni, fu quella delle scienze
antropologiche, le quali contribuirono allo scopo,
segnatamente con due delle principali loro di-
ramazioni. Si chiamò ditatti a concorso l'Antro-
pologia etnografica, concernente l' esplorazione
metodica e la conoscenza dei popoli selvaggi o
semi-selvaggi viventi, mancanti di letteratura
religiosa; ed un potente sussidio derivò pure
dall'Antropologia preistorica, per mezzo della
quale si ricostituirono le Società umane primi
tive, vissute anteriormente all' esistenza di qual-
siasi monumento scritto.
Un' altra diramazione delle scienze antropo
logiche, avrebbe pure potuto prestare alla psi-
cologia ed alla storia comparata delle religioni
un valido aiuto, ma il suo concorso fu finora
limitatissimo: accenno, all'Etnografìa delle so-
cietà civili, If quali, sebbene vantino una storia
delle vicende religiose che le interessarono, seb-
bene i vari componenti di codeste società possano
essere seguaci di una od anche di parecchie
forme di religioni viventi, pure negli strati più
bassi che le costituiscono, si mantengono tut-
tora integri o debolmente trasformati, moltissimi
elementi psicologici del sentimento religioso pri-
mitivo dell' Umanità.
Un esempio di quanto asserisco, mi ha sem-
brato potesse trarsi dal . risultato di alcuni miei
studi e ricerche, proseguite con paziente assi-
duità per oltre trent' anni di tempo nelle diverse
contrade italiane, che con intento naturalistico
od antropologico mi fu dato di esplorare. Scru-
tando difatti dal punto di vista del sentimento
religioso l'animo di quelle genti italiane, mag-
giormente abbrutite dall' ignoranza e quindi
molto tormentate dalla paura, ebbi agio di rac-
cogliere, sia direttamente, sia col mezzo di per-
sone egregie, che si compiacquero di aiutarmi,
non solo una mèsse preziosa di notizie e di pen-
IX
sieri, ma anche un numero copiosissimo di og-
getti, ai i^uali i sentiiìicnti religiosi si riferivano
e rimanevano per così dire immedesimati (1).
Non ostante però la raccolta di tali ogg-etti
possa dirsi doviziosa, pure essa sta a rappresen-
tare soltanto una piccola parte del numero no-
tevole di amuleti o feticci, che mi fu dato di
vedere e di esaminare, e che non riuscì a to-
gliere dalle mani dei loro possessori, perchè
trattenuti da una fede incrollabile, e circondati
da un culto sincero e profondo.
a) Ardì. jMi- F.Xntrnj). e l'Etnol., Voi. XXXI, 1901, pag. 35 e
seti. — Amuleti italiani contemporanei. Catalogo descrittivo della
ootlezione inviata ali" Esposizione nazionale di Torino. Perugia,
Un. Tip. Coop., 1898. — L'intiero catalogo fu riprodotto nell'Atlante
annesso all'opera di Piero Giacosa, Magist)-i Salernitani nondum
editi. Torino, Frat. Bocca, edit., 1901, pag. 7-27: ed i diciotto car-
toni (45 X 32), che contenevano gli amuleti esposti, furono ripro-
dotti nelle tavole eliotipiche dcU'.\tlante, N. 37, 38, 39. — Amuleti
italiani antichi e contemporanei. Catalogo descrittivo. .Ann. della
Fac. (li Medicina dell'Univ. di Perugia. Voi. XII, 1900, pag. ZÌQ. —
Questo catalogo fu riprodotto per intiero nei BuUetins et Me-
moires de la Soc. d'Anthrop. de Paris, 1900, V" serie, T. V, [la-
gina 27.5-2S7.
Ebbi già r onore di esporre il risultato dei
miei studi e delle mie ricerche in una confe-
renza plenaria, tenuta in Roma dinanzi al V° Con-
gresso internazionale di Psicologia (1) ; sem-
brandomi però queir esposizione troppo breve
ed imperfetta, divisai di riunire il notevole ma-
teriale raccolto in un lavoro di sintesi, corredan-
dolo delle opportune e necessarie illustrazioni.
Ed ora publico questo mio studio, lusingandomi
che possa essere riguardato come un modesto
contril)uto allo incremento della psicologia e
della storia comparata delle rehgioni, che, se-
condo le vedute della moderna Antropologia,
sono semplici capitoli della storia naturale della
specie umana.
Ponio-ia.
Giuseppe Beli, ucci.
(1) Atti ilei V" Coujxi'cnso ini crna/ioiialc di l'sicolo,t;i.i, tornito
in Hoina nel 190.5. Koma. Koiv.ani e C. cdilori. HKKi. ])a<i. 144-14().
^
IL FETICISMO PRIMITIVO IN ITALIA
%^ \^ \^ ^^ \l^ ^^ \^ \^ ^^ \^ ^^ \^ \^ \^ \^ \^
CAPITOLO I.
Le muiicrosc t^- (lilim-nti osservazioni etnoo'ratiche, Fctici-
smo in ge-
gU studi e le conclusioni della Mitologia comparata nerale.
hanno addimostrato che tutti i popoli della terra
sono passati per una fase religiosa primitiva, che
De Brosse, primo a concei)irla ed a metterla in ri-
lievo (1760), chiamò Feticismo (1). A questa fase si
fermarono, e si fermano tutt' ora i selvaggi nella
manifestazione dei loro sentimenti religiosi, mentre
la storia addimostra, che anche presso le genti per-
venute ad un alto grado di coltura, la fase medesima
durò lunghissimo tempo, sul>ì modificazioni diffe-
renti, e non si spense completamente, né dinanzi al
progresso raggiunto nel campo delia civiltji, ne col
succedersi e col dominare di credenze religiose
nuove, relativamente evolute.
11 nome particolare di Feticismo dato a code-
sta forma di religione primitiva derivò dal nome
di Feitivo, in italiano Feticcio (oggetto incantato,
(1) De Brosse, l»' ci'itc ilcs Dim.t; fetiches oh parallèle de
l'ancienne rclii/ion de l' Knyiitc uvee la rellgion. actuelle de yi-
Ovitie.
GIUSEPPE BELLUCCI
fatato), col quale i viaggiatori Portoghesi designa-
rono la prima volta quegli oggetti, che videro ve-
nerati ed adorati dai selvaggi nelle regioni dell'Africa
occidentale e segnatamente nella Nigrizia. Essi nota-
rono che a codesti oggetti o naturali, o a bella po-
sta conformati ed ottenuti, si attribuiva una potenza
di ordine superiore, soprannaturale ; un' influenza po-
sitiva sugli elementi della vita e sugli organi fisici
sia dell' uomo, sia degli animali ; un' azione decisa
sui sentimenti e sulle passioni umane; un potere
validissimo contro le forze fisiche deboli o poderose,
che in natura si manifestano.
Osservazioni ulteriori addimostrarono poi che i
feticci non si limitavano ad una regione ristretta,
ma si trovavano ordinariam(;nte in tutta l'Africa, at-
tribuendosi generalmente ad essi il potere di pre-
servare con la loro semplice presenza i malefici ef-
fetti delle streghe, di prevenire e guarire le malat-
tie, di proteggere il guerriero dallo effetto micidiale
delle armi del nemico, di tutelare il cacciatore dal
morso degli animali feroci, contro cui deve lottare
per impadronirsene. Dalle accurate indagini dei
viaggiatori si pose dipoi in evidenza, che si posse-
devano feticci, dai nativi indicati coi nomi di grigri,
juju, per gli uomini, per le donne, per i bambini, ]:>er
gli animali domestici, per gli alberi fruttiferi, per i
seminati ; si notò che i feticci applicati a prevenii'e
od a guarire le malattie, le quali secondo i concetti
animistici si ritengono determinate da spiriti male-
fici, che hanno preso possesso delle persone malate,
si specializzavano per le malattie della testa, del collo,
del cuore, delle braccia, del petto, (M dorso, dei
IL FETICISMO IMM.MITIVO IX ITAM.V ó
reni, delle j2:ambe, dello ofinocchia, dei jìlcdi. 8i sc-
analò che i feticci erano costituiti di fusti di alcune
piante, di radici di certi ajlx'ri, di sciupliei bastoni;
dallo corna di una specie di cervo, da<;-li artigli e
dai denti del leone, del leopardo e di diversi al-
tri animali; da franinienti di legno rozzamente
e fantasticamente scolpiti ; da taluni ossicini ; da
certi semi ; da perle di vetro ; da alcune sorta
di ciottoletti bianchi o diversamente colorati ; da
penne; da conchiglie; da pezzi di metallo, di
avorio, di osso, di ambra. Ciò che peraltro ebl^e
ad impressionare maggiormente i viaggiatori, i na-
tui'alisti, i missionari delle diverse credenze reli-
giose, fu in tutti i casi la forma di culto, di ve-
nerazione, di adorazione, che i nativi delle diverse
contrade africane attribuivano a codesti feticci, la
fernni fiducia che tutti nutrivano per lo virtù ad
essi assegnate.
Osservazioni ulteriori praticate all' infuori del-
l'Africa nelle altre regioni della terra, tuttora abi-
tate da tribìi selvagge o semi-selvagge, confermarono
r esistenza di costumanze e di credenze religiose
consimili a quelle messe in rilievo nelle diverse con-
trade africane ; di guisa che potè ritenersi stabilito
il principio generale, ammesso da De Brosse e poi
condiviso e sviluppato da Comte, Tylor o da molti
altri, che l'espressione piili semplice e primitiva del
sentimento religioso nell'uomo selvaggio si manifesta
con la forma del feticismo, incidentalmente posta
in rilievo la prima volta "riguardo a talune contrade
africane.
Relativamente a questa conclusione fu da taluno
GIUSEPPE BELLUCCI
osservato, che il principio di riporre fede in oggetti ma-
teriali diversi, a cui si attribuiscono virtù di ordine
soprannaturale, non può dirsi carattere esclusivo delle
religioni più basse od inferiori, ma si manifesta
eziandio qual" espressione di eulto esteriore nelle
religioni più evolute, anche in quelle monoteiste ed
antropomorfe. Si sa difatti come in mezzo alle genti
più progredite e civili, ad esempio tra quelle che
osservano i precetti della religione di Cristo, nella
forma del Cattolicismo, l' applicazione dei feticci
sia estesissima, palesandosi sotto forma di reliquie,
di scapolari, di cuori di Gesù, di cuori di Maria,
di cordoni, di medaglie, di statue, d'immagini in
legno, in metallo, in cera, in carta. Non potrebbe
dirsi pertanto, si riflette da taluno, che il Feticismo
costituisca per se stesso una forma di religione pri-
mitiva, (luando lo si vede in pratica applicato nelle
forme religiose più evolute e ritenute superiori. E
l'osservazione avrebbe a prima giunta un'apparenza
di fondamento logico, che forse trasse in inganno
anche alcune menti acute e positive, come quella di
Lefévre (1), il quale ebbe a dire, che il feticismo è
una forma di culto, anzi è il carattere di tutti i culti ;
come quella di G. De Mortillet (2) il quale si espresse
dicendo: che l'amuleto, corrispondente al feticcio,
è il primo prodotto della religiosità ed è i)ui"t' l'ul-
timo, perchè anche a' nostri giorni vediauKj fiorire
più che per lo innanzi gli amuleti.
(1) .\. Lekkvre, La ì-eUfjion, Paris. Hcimvald. 18'J2, pa<r. XVII.
(2) DicliuìUiuire des Sciences a/itln-opolof/iqiws. l'aris, i)ag. 60.
IL FETICISMO PRIMITIVO IN ITALIA
derivato.
E tuttociò sarobbo esattissimo, se la nostra at-
tenzione si fermasse ai soli nomi e non si rivolgesse
anche ai particolari, che sotto lo stesso nome possono
essere raccolti. Ove si tenga conto però delle seguenti
considerazioni, dovremo persuaderci del contrario.
11 fctieisniu nei selvaggi costituisce 1' unica Difforenzc
"^ tra il leti-
inaiiifcstazione di carattere religioso ; il feticcio risiilo in-i-
emana direttamente dal pensiero del selvaggio me- feticismo
desimo e rappresenta un' entità sacra per se stessa,
riconosciuta e venerata da un solo o da pochi, in-
dipendente da tutte le altre entità, che si repu-
tano incarnate^ negli altri feticci. Nelle diverse forme
di religioni più evolute, i feticci sono manifestazioni
secondarie o parziali di una o più entità superiori,
che stanno a capo della forma religiosa, che ne
sono il princii)io informatore ed a cui tutti i feticci
dipendenti si trovano con determinati criteri coor-
dinati. Siffatti feticci sono riconosciuti e venerati
da miglinia, da milioni d'individui, seguaci della
forma religiosa fondamentale. Questi non prendono
parte alcuna alla formazione dei feticci; ammettono
quanto ad essi si presenta o s' ingiunge ; venerano
con cieca fede il feticcio ed all' infuori del culto
esteriore, cTie ad esso prestano, gli adoratori riman-
gono passivi al feticismo loro imposto o suggerito.
Il feticista selvaggio è generalmente sacerdote di
se stesso, fabbricandosi con criteri personali i propri
feticci; presso le triln'i selvagge possono esistere ta-
lora fabbricatori di IV'ticci per professione, ordina-
riamente streghe o stregoni, venerati ancor essi come
persone feticce. Nelle forme religiose suptn'iori il se-
GIUSEPPE BELLUCCI
guace del feticismo uou si occupa di preparare feticci ;
li riceve e li riconosce, quando i sacerdoti, divisi in
gerarchie differenti, li presentano a lui; i sacerdoti
più elevati in grado possono anche apparire alla
niente credula de' fedeli, come altrettante persone
feticce e ricevere da essi adorazione e preghiere.
Il feticista selvaggio abliandonerà il feticcio,
(piando questo non corrisponderà più alla sua aspet-
tativa ed a suoi desideri, sostituendolo indifferente-
mente con altro oggetto su cui, tino a prova con-
traria, riporrà la più profonda fiducia, senza che
nessuno de' suoi correligionari prosegua ad adorare
il feticcio abbandonato e s'interessi della sorte di
questo. Il seguace di una forma religiosa superiore
potrà invece abbandonare, se vuole, il feticcio fino
allora venerato, sul quale crederà di non poter ri-
])orre ulteriore fiducia; per questo fatto parziale
però, la perdita di un adoratore non toglierà nulla
alla fiducia, che i suoi correligionari avranno per
lo stesso feticcio, il quale rappresenta una piccola
parte di un tutto sacro e venerato, dalla generalità
dei fedeli riconosciuto ed ammesso.
L' entità incarnata in un oggetto addivenuto fe-
ticcio, entità che darà ad esso particolari virtù pro-
tettive, non può contemporaneamente esistere in
nessun altro oggetto ; codesta entità potrà per volontà
del feticista trasferirsi da uno in un altro corpo, ma
sarebbe una vera contradizione lo ammettere, che
la stessa entità, la quale anima e dà vita ad un fe-
ticcio, possa aver sede contem])oraneamente in al-
tro corpo ed esistere isolata, indipeiuleute dal corpo
-stesso.
IL FETICISMO PRIMITIVO IN ITALIA
Nelle tonile religiose j)iù evolute invece, l'en-
tità che si venera nei feticci, Ini un carattere asso-
lutamente spirituale ed astratto e può per tal ragione
ritenersi esistente, non S(ilo all' infuori dei corpi, ma
contenip(U'aiieainente in iiioltissinii feticci congeneri.
La fede cieca nella sua esistenza sarà, poi fortificata
dalle praticlie di riti speciali e dalle riflessioni di
tutti coloro, che sono deputati a farla riconoscere
ed accogliere.
Esiste quindi una differenza essenziale fra il fe-
ticismo, che diremo primitivo, ed il feticismo, che
riguarderemo come derivato o conseguente ; e mentre
il feticismo dei selvaggi, secondo quanto De Brosse
ebbe a rilevare per primo, è l' unica manifestazione
delle loro credenze religiose, il feticismo che con-
segue dalle religioni superiori, rappresenta un' ema-
nazione secondaria del concetto fondamentale, che
informa ciascuna di esse. Naturalmente fra questi
due estremi potranno esistere gradi intermedi, dei
quali non occorre occuparci per il momento, pre-
mendo soltanto di stabilire, che altra cosa è il feti-
cismo primitivo, altra è quello che deriva da forme
religiose evolute e superiori. Nel corso di questo
medesimo studio avrò occasione di ritornare su
c[uesto argomento e sarà allora meglio chiarita la
differenza fondamentale esistente tra codeste due
manifestazioni del feticismo e dimostrata la neces-
sità di non confondere ulterionueiite 1" una con l'altra.
Le osservazioni e ricerche sul sentimento reli- . ,.f?sì del
feticismo e
gioso presso le tribù selvagge e semi-selvagge, isti- passasr-^io
, ^ ,^ ,1 ,. 1 • , ;il politei-
tuite dopo che De Brosse ebbe formulato intorno al smo.
GIUSEPPE BELLUCCI
feticismo le sue prime conclusioni, addimostrarono
che questa forma di relig-iosità primitiva non si pre-
senta soltanto con il semplice culto degli amuleti o
feticci, ma si estrinseca eziandio, sebbene ciò avven-
ga in una fase piìi elevata, mercè il culto di persone,
di animali, di piante, di rocce, del fuoco, dell'acqua,
del vento, del temporale, degli antri, dei guadi, de'
passi difficili, de' luoghi, ove per fatto naturale o
per mano di uomo rimasero uccise persone.
Nella fcise piti semplice e per così dire iniziale,
il feticismo assume una forma individuale o tutt'al
più familiare ; nella seconda piìi complessa ed ele-
vata prende invece una forma collettiva e si estende
ai clan, alle tribù e di sovente a tutto un popolo.
In tutti quest'incontri però l'entità che anima il
fetìccio, comunque e dovunque sia rappresentato,
si riguarda sempre incarnata nei singoli oggetti o
localizzata in siti determinati, dai quali non può
per sé stessa rimuoversi; però ciascuna entità, dif-
ferente e indipendente dalle altre, non ha i caratteri
di un'entità astratta, che possa esistere isolata e
separata dagli oggetti materiali in cui la mente del
feticista la ritiene esistente. Quando il feticista giun-
gerà con la sua mente infantile a concepire un'idea
astratta, ad immaginare per esempio che l'entità,
la quale anima e dà virtù particolari al feticcio, potrà
da esso esulare ed esistere fuori dell'oggetto mate-
riale, librata nello spazio, allora avverrà la crea-
zione di una prima divinità specifica, e comincerà
a prepararsi lentamente quella trasformazione, che
condurrà dalla forma i)rimitiva del IVticismO alla
forma più cNoluta del politeismo.
IL FETICISMO IMMMITIVO IN ITALIA
Augusto Comt(> pose in rilievo ([Uesta trasfor-
mazione con tanta precisione e chiarezza, che io
non so trattenermi dal l'ifcrin- per intero alcuni de'
suoi pensieri a tal riguardo. « Di mano in mano
che fu riconosciuta la somif^lianza essenziale di certi
fenomeni, resi manifesti in diversi cori>i. si vide
la necessità di ravvicinare tra loro i feticci corri-
spondenti, riducendoli infine al più importante, che
da quel momento s'innalzò al posto supremo di una
divinità, ossia di un agente ideale, ordinariamente
invisibile, la residenza del quale non potè piìi ri-
gorosamente stabilirsi. Non potrebbe esistere difatti,
a rigore di termini, un feticcio comune a parecchi
corpi; ciò sarel)be una vera contradizione; ogni fe-
ticcio essendo naturalmente dotato di una indivi-
dualità materiale. Quando, per esempio, la vegeta-
zione consimile di differenti alberi di un bosco di
querci, dovè intìne condurre a rappresentare nelle
concezioni teologiche pi'imitive, ciò che i fenomeni da
essi offerti avevano di comune, codesto essere astratto
non fu più il feticcio si)ecitico di alcun albero, esso
addivenne il dio della foresta. Ecco dunque il pas-
saggio intellettuale dal feticismo al ]»oliteismo. ri-
dotto essenzialmente all'inevitabile preponderanza
delle idee specitìche sulle idee individuali.... » (1).
L'Umanità lui incominciato pertanto a conside-
rare tutti i corpi come dotati di una vita propria,
di volontà e di passioni: fra codesti corpi, la inte-
ressarono maggiormente (|Uelli. a cui prestava mag-
(1) A. CoMTE, Coum de l'hi[o.w/jhk- punitive, Paris, Baillière,
1877, t. V, pag. 74.
10 GIUSEPPE BELLUCCI
giore attenzione, o che per diverse ragioni e circo-
stanze, le sembravano dotati di maggiore energia o
di presumibile efficacia. Piìi tardi, e poco a poco,
questi concetti primitivi e per così dire infantili si
generalizzarono ; i jn-incipì feticistici fondamentali si
formularono, per trasformarsi rapidamente in vere
divinità, in entità astratte esteriori alle cose, diret-
trici di un insieme di fenomeni e di esseri, con i
quali non fu più possibile confonderli come per lo
innanzi.
Amuleti PreuK^sso ciò possiamo ora dimandarci, se nel-
(outcmVo- l' Italia nostra, che in un periodo di tempo remo-
ranci.
tissimo ebbe abitatori allo stato selvaggio, il feti-
cismo primitivo, che dovè certamente manifestarsi
in quelle particolari circostanze di tempo e di am-
biente, abbia lasciato tracce evidenti di sé in mezzo
air odierna civiltà, in mezzo alle credenze religiose
dominanti, dopoché altre forme di religione, pre-
cedenti l'attuale, tramontarono per sempre dinanzi
all'evoluzione del pensiero umano, anche in materia
di fede.
Per rispondere adeguatamente al quesito pro-
posto, occorre che io jn-emetta talune considerazioni.
Proseguendo alcuni mici studi di Paleoetnologia
nelle diverse regioni d'Italia, ebl)i moltissime oc-
casioni di trovarmi a contatto delie genti semplici
e jn-imitive delle campagne e delle montagne ita-
liane, compiacendomi di scrutare il loro pensiero
dal punto di vista del sentimento religioso, dei fe-
nomeni natur;ili. delle circostanze atte a jìrodurre
o ad arrestare il corso delle malattie, della possi-
IL FETICISMO l'UlMlI'IVi) IN M'ALIA 11
hilitù clic taluni individui ;i<j;-i.sc'aii() a distanza col
loro si>-uardo fascinatore e producane» non solo nia-
Ifsscrc, ma anche la morte deiruumo edenji ;iiiiniali,
la rovina dei seminati e dei frutti delle piante arl)o-
ree. Dinanzi al mio scetticismo vedeva di sovente
insistere con maggiore calore i miei oppositori e
spesso, a conferma, in apiiogo-io di quanto sostene-
vano, mi presentavano oggetti diversi, che ritenevano
dotati di particolari virtù, che conservavano con cura
gelosa, come oggetti preziosissimi e portentosi. In
sulle prime mi contentai di osservare siffatti oggetti
sing(ìlari, ])ren(lendone nota; ma confesso il vero, non
detti ad essi l' importanza che meritavano e li lasciai
ai loro possessori; riflettei piii tai-di all'interesse
che si sarebbe raggiunto per gli studi nostri, rac-
cogliendo tali oggetti per valersene poi a scopo de-
scrittivo e comparativo. Mi riuscì per tal guisa di for-
mare una collezione di amuleti italiani contem])oranei,
che ra})presenta per le dottrine di Psicologia popolare
un monumento prezioso ed incomparabile. Contempo-
raneamente misi insieme una serie numerosa di no-
tizie e di documenti relativi al feticismo, interes-
santi le diverse contrade d'Italia, ma segnatamente
quelh' della sua parte meridionale, notizie e docu-
menti che attestano le manifestazioni sopravviventi
delle diverse fasi del feticismo.
Ora, sebbene riconosca, che parlando in generale
del feticismo primitivo in Italia, sarebbe cosa pro-
ficua per gli studi di esporre in un tutto coordinato,
(pianto sopravvive di codeste manifestazioni di una
fede religiosa primitiva, pure reputo opportuno li-
mitarmi nel presente studio alla fase i)iù semplice ed
12 GIUSEPPE BELLUCCI
iniziale del feticismo, con T intendimento di trattare
in un lavoro ulteriore della fase più elevata di esso.
E ritengo necessaria questa opportunità, anzitutto
perchè desidero aggiungere ancora altri elementi a
quelli di già posseduti ; poi pereliè mi sembra logico
percorrere quello stesso cammino, che la filosofia
ebbe a seguire, quando con De Brosse rilevò anzi-
tutto la fase iniziale del feticismo e più tardi con
Comte e con Tylor, coordinò ed illustrò i partico-
lari più elevati di esso.
La prima cosa che dallo esame della mia col-
lezione apparisce, si è la più stretta analogia fra gli
oggetti che la costituiscono e quelli di sopra se-
gnalati, come osservati \v prime volte presso le popo-
lazioni centrali dell'Africa, segnatamente della Xi-
grizia, sui quali si fondarono i primi studi intorno al
feticismo.
Come i feticci africani, questi dell'Italia nostra si
rinvennero in uso od applicati presso gli uomini, le
donne, i bambini, gli animali domestici, gli alberi
fruttiferi ; come quelli africani, questi dell' Italia no-
stra hanno avuto efficace virtù, e l'avrebbero tuttora,
contro i fenomeni naturali; contro una serie nume-
rosa di malattie; contro le avversità della soi-te ;
contro i sentimenti nndvagi ed invidiosi deiruomo ;
se la passione del collezionista non li avesse allonta-
nati dai loro possessori. Ove pertanto potessero com-
pararsi tra loro due collezioni, l'una costituita di
grigri, raccolti fra le tribù selvagge africane, e l'al-
tra formata, come (]uella che mi riuscì di formare,
con amuleti provenienti dalle diverse contrade ita-
liane, si ii'i ungerei )l)e ad ammettere in entraml»e la
IL FETICISMO PRIMITIVO IN ITALIA 13
più jx-rfctta ;ui;il()<2:iu <" si dovrebbe foiiehiflcre, che
i materiali costituenti le due collezioni ])roveii-
gono da g'eiiti doiniuate dallo stesso jx'nsiero. l'uà
sola diff'ereiiza tuttavia risalterebbe all'occhio del-
l'osservatore; nella collezione di amuleti italiani
contemporanei si osservano forme di o<x^-etti. che
ricordano sindioli, rappresentazioni tifj^urate della
religione cristiana, ciò che inutilmente si corchc-
ret)be in nna serie di ///•/(//•/ africani o tra i feticci
provenienti da altre reg'ioni abitate da genti selvaggie
o semi-selvagge. Della causa di tal differenza darò
oi)portuna e conveniente spiegazione più innanzi;
ritietterò solo per il momento, che parlando del feti-
cismo primitivo tuttora esistente in Italia, è mestieri
tener sempre presente, che il nostro paese non co-
stituisce altrimenti un ambiente selvaggio o semi-
selvaggio, come lo fu in altri tempi, quando il feti-
cismo doveva rappresentare qui, come altrove, la sola
manifestazione del pensiero religioso. In altre pa-
role devesi considerare, che gli avanzi del feticismo
primitivo in Italia si trovano ora commisti con quelli
delle credenze religiose che succedettero ad esso,
modificati il più delle volte dalle influenze inces-
santi, che le forme religiose ulteriori determinarono
sulle primitive.
Ma (jual' è, si addimanderà, il conci-tto filosofico L'animi-
che può aver determinato codesta forma i)rimitiva di cip?òfi\oio-
culto presso le genti arretrate nel cammino dello '"'co mior-
'- '^ iiiatore del
incivilimento, si trovino queste ad abitai'e tuttora loticismo.
terre inospitali e selvagge, ovvero dimorino, come
in Italia, nelle stesse contrade abitate da genti prò-
14 GIUSEPPE BELLUCCI
gredite, civili? Se per rispondere a questo quesito
fondamentale, s'interrogano coloro che nel nostro
paese seguono ancora i principi del feticismo primi-
tivo, poco di concludente si ritrae dalle loro rispo-
ste. Nella maggior parte i feticisti continuano per
cieca tradizione, per quella forza d'inerzia, che in con-
formità della inerzia fisica fu giustamente designata
col nome d' inerzia psichica, a seguire quanto loro fu
insegnato dai padri e dagli avi, cheli precedettero;
molti si stringono sulle spalle, né sanno che dirvi, o
tutt'al più rispondono : « si è fatto sempre così » ; po-
chi pili intelligenti e più. scaltri vi comunicano i loro
pensieri. Non vi parleranno del feticismo in generale,
nò delle cause prime, che determinano negli amu-
leti l'esistenza di particolari virtìi; ma vi diranno
come e perchè una sorta di amuleto può acquistare
la virtù che gli si attribuisce ; come si può speri-
mentare se tal virtù ò posseduta, quali sono le per-
sone atte ad ingenerare tali virtù, se primitivamente
non esistenti ; come le virtù possedute dagli amuleti
possano per talune circostanze perdersi o rendersi
nulle. Ebbene queste risposte, il più delle volte
monche ed incomplete, vaghe e talora fantastiche,
raccolte con cura e conservate, sono state di un sus-
sidio prezioso per comprendere i concetti informa-
tori del feticismo nc^le contrade italiane.
Ma sarebbe stato impossibile riunire insieme
questi sparsi brandelli di Psicologia popolare in un
nesso logico, se gli studi dell' Etnografia comparata
non avessero arrecato allo scopo il più efficace soc-
corso. Là dove le ti'ibù selvagge si trovano ancora
in quel periodo primitivo di sentimento religioso, che
IL FETICISMO l'HI.MiriVO IN IIAMA 1.'»
fu chiamato feticismo. 6 stato possibile rilevare il
concetto informatore di esso; ^li studi e le osserva-
zioni dei naturalisti e dei tìlosofi hanno terminato \>fì-
ammettere, che il feticismo conseo-uc dal principio
tilosotico fondamentale dell'animismo, così bene il-
lustrato dal classico lavoro di E. B. Tylor. Per co-
sifatto principio, alla mente ristretta del feticista tutto
ai'pare animato; tutto vi\-e; tutto è dotato di un
potere reale, benché il più di sovente misterioso ed
inesplicabile; tutto richiede un culto od una vene-
razione particolare; tutto addimanda offerte e pre-
g"hii're, perchè a seconda dei casi si plachi l'ira del
feticcio 0 dell' amuleto corrucciato, o se ne procuri
con maggior sicurezza il favore o l'aiuto. Per lo
stesso principio generale dell'animismo, dal selvaggio
e dall' uonu:) di mentalità inferiore si ammette an-
cora, che l'entità animatrice di un amuleto, mentre
può rimanere in esso indisturbata perennemente,
garanttmdo così all' oggetto la conservazione della
vii-tù o delle virtù attribuitegli, può in altri incontri
abbandonarlo, per trasferirsi altrove, impartendo al
nuovo corpo virtù singolari ch(^ non possedeva,
virtù che vengono a cessare colà, dove lo spirito
animatore non ha più residenza.
Ciascun grigri delle genti africane come ogni
amuleto italiano è, quindi ritenuto sede di un ente so-
prannaturale, indefinibile, impalpabile, ma creduto
reale, a cui si attribuiscono le virtù specifiche ad essi
assegnate. E siccome nei concetti psichici delle genti
di mentalità inferiore è quello, che tutti i fenomeni
naturali, tutte le malattie, tutte le avversità che col-
piscono l'Umanità, provengono da spiriti malefici.
16 GIUSEPPE BELLUCCI
che vanno ad impossessarsi dell' uomo o degli ani-
mali in cui il malessere si manifesta dipoi, così gli
amuleti destinati a proteggere dalle malattie con-
tengono o naturalmente, o per incarnazione deter-
minata, un' entità, generalmente corris^jondente a
(luella del male, atta a combattere la causa prima
e non il male per se stesso, che si ritiene conse-
guenza della prima. Ed ecco perchè i grigri degli
Africani, come gli amuleti delle regioni italiane,
esercitano meglio una virtù preventiva, di quello
che un' azione curativa, quando il male siasi già di-
chiarato. Si segue in questo caso il concetto dell'afo-
risma latino « ahlata causa, tollituì- eff'ectus », e si
mira per conseguenza a combattere la causa, piut-
tosto che a correggere l'effetto che ne può derivare.
Il feticismo realizza così, non volendo, una forma
singolare d'igiene o di medicina preventiva, che per
talune malattie può arrecare od avere arrecato ef-
fetti benefìci. Si conosce difatti quest'oggi quanto
concorra al miglioramento della salute, singolarmente
nelle affezioni del sistema nervoso, il fenomeno sug-
gestivo di possedere un oggetto, talora insignificante,
su cui si ripone fei-ma fiducia, che cooperi alla gua-
rigione. Ed il fenomeno suggestivo s' intensifica
maggiormente, quando 6 a conoscenza del malato,
che altri, ]*i'inia di lui. si giovò con vantaggio si-
curo del medesimo oggetto o di altro consimile.
Persistei!- Avrò occasione di addimostrare {nii oltre come
za del feti- i, ^i-^i- ii ^ i- n
cisiiio nella iK'H*' Contrade italiani', e de] i-csto anche m (juelle
d?erna' iUi- '^•'l''" =lltl''" regioni, il feticismo el)l)e ol'igille tìno
liana. dalle più lontane <'i)oeli<' preistoriche. Mentre però
IL FETICISMO PRIMITIVO IN ITALIA 17
in ([iK-i rc'iuotissimi tt-mpi il concetto animistico do-
veva informare con criterio unico il sentimento re-
ligioso dei componenti delle tribù primitive, che
abitavano l'Italia nostra, attraverso l'enorme di-
stesa di tempo che ci separa da quelle lontanissime
etii, il concetto animistico informatore è andato in
gran parte dileguandosi, sia per la sostituzione im-
posta dalle credenze religiose, che
si susseguirono, sia per le lotte ac- ^^
canite, che si combatterono sem-
pre tra le religioni che si sforzarono
di dominare, con quelle che per ne-
cessità di cose furono costrette a ^
tramontare. Ma se in gran parte ' • >
eblie a dileguarsi il concetto ani-
mistico, che informava il feticismo vX*"
in quei lontani tempi, non tutto •'
ebbe a scomparire ; difatti i nume-
rosi amuleti italiani, che eostiuii-
scono ora la mia collezione, e que- t'iis. i.« — cuspide di
,. . , 1 1,- ,• ^ • • freccia in selce del
gh sparsi brandelli di stona e psi- ^^^.^^^ neolitico,
cologia primitiva a cui ho accennato con appicagnolo
di sopra, conservati nella memoria ^^ argento per so-
-, ,, . ,. . , T T ,, spenderla. Ritenu-
delle genti semplici e credule delle ta quale punta di
diverse regioni d'Italia, stanno a un fulmine caduto,
dimostrarlo. Citerò fra moltissimi, (-^io"teieone. Mace-
alcuni esempì, che stanno a pro-
vare ciò che ora ho asserito.
E da tutti conosciuto che le cuspidi di freccia
(tig. l.*e 2.\) e le accette levigate (fig. 3.'') adoperate
dall'uomo nel periodo neolitico dell'età della pietra,
furono e sono ritenute dalle ^enti delle nostre cani-
18
GIUSEPPE BELLUCCI
pagne, e molte volte anche delle nostre città, come
la parte materiale, che il fulmine o la saetta condu-
cono al suolo. Ma questo er-
rore di attribuzione, che una
volta era verità anche per
le genti studiose, non basta;
si ritiene fermamente che le
punte del fulmine, rappresen-
tate, come si è detto, da armi
od utensili litici dell' epoca
preistorica, preservino da ul-
teriori scariche fulminee il
possessore, la sua casa, le per-
sone e gli animali che vi sono
raccolti ed abbia perfino un
raggio di azione, che può
estendersi a sette case, poste
air intorno di quella in cui
il fulmine è custodito. Quat-
tro cartoni della mia colle-
zione di amuleti, contengono
una serie numerosa di sup-
posti fulmini caduti (92), cia-
scuno de' quali meriterebbe
un' illustrazione speciale sia
per la forma, sia per la na-
tura della sostanza minerale
(li cui è costituito, sia per le
particolarità della legatura in metallo con cui fu
circondato, sia infine per le considerazioni storiche
0 psicologiche, che a molti di essi si riferiscono.
Non posso entrare in questa illustrazione par-
Fio. 2." — Cuspide di frec-
cia in selce del perio-
do neolitico, elegante-
mente contornata in
argento con occhiello
per sospenderla. Ri-
tenuta quale punta di
un fulmine caduto.
(Pesco Costanzo, Afjui-
la) — Gr. nat.
IL FETICISMO rUIMlTIVO IX ITALIA
19
tioolareggiata. ma non posso tacere però, elic in
ciascuno di (|U(i fulmini si riteneva dai possessori
esistente lo spirito, la Ibrza del fulmina, attribuen-
dosi ad essa propriamente, e
non ad altro, 1' azi(»ne pre-
servatrice di parafulmine, che
ciascuno di quegli oggetti va-
leva ad esercitare. Tanto è
vero ciò, che, secondo la
credenza popolare, la jìarte
materiale di'I fulmine può ve-
nire disarmata della forza spi^-
citìca dello spirito fulmineo
che possiede, ponendo l'og-
getto a contatto del ferro o
trovandosi l'oggetto stesso in-
cidentalmente a contatto di Fig. 3.-» - AcccUa levigala
(|uesto metallo. Egli è perciò
che i fulmini i <|uali sono
custoditi entro le casse do-
mestiche con le biancherie,
o si tengono in tasca dalle
persone, si avvolgono accuratamente con pelli, con
tela, con carta, perchè con tali mezzi si evita al-
l'occasione il contatto diretto del ferro, e si allon-
tana il pericolo eli veder disarmato il fulmine pro-
tettore delle sue particolari virtìi.
Che poi siffatte pietre del fulmine sieno ritenute
sacre, venerate ed adorate con forme esteriori ma-
nifeste di culto, potrei citare qui numerosi esempì a
provarlo; mi liuiiterò peraltro a notarne alcuni, per-
chè altamente dimostrativi ed istruttivi. Il raschiatoio
in serpentino del periodo
neolitico con foro per ap-
penderla. Ritenuta quale
pietra di un fulmine ca-
duto. (Trasacco, Aquila)
— Gr. nat.
20
GIUSEPPE BELLUCCI
preistorico, rappresen-
tato dalla fig'. 4.* munito
di un foro dovuto a ca-
rie naturale della selce,
pel quale oggi passa
una striscia di cuoio,
fu da me trovato in
una casa di campagna,
appeso a capo del letto
fra immagini di santi,
un crocefisso, ed una
corona di rosario ; nel
posto riservato, come
facilmente si compren-
' de, agli oggetti sacri,
degni di venerazione,
secondo la religione cri-
stiana. La stupenda cu-
spide di selce rappre-
sentata dalla fig. 5.*
contornata da ricca
montatura in argento,
all'occhiello della quale
trovasi tuttora il nastro
che la teneva sospesa,
fu pure da me rinvenuta
a capo di un letto fra le
^ imuiagini sacre.
A dimostrare poi
maggiormente la venei-azione particolare che si nu-
tre per codeste pietre del fulmine, e la forma di
culto, che i feticisti addimostrano verso tali oggetti.
o ^
IL KKTICISMO PRIMITIVO IN ITALIA
21
(lev' essere ricordata anche un' ulteriore circostanza,
derivata dalle mie ricerche ed osservazioni. Nelhi
serie numerosa e varia
(li forme fulminee esi-
stenti nella mia colle-
zione, devonsi notare ^
due cusjudi di freccia
l»i"eistoriche, legate in
argento e munite di
occhiello per appender-
le, le quali risultano e-
videntemente cosparse
di olio ; posseggo pure
un'altra cuspide di frec-
cia avvolta in carta,
assai unta con olio, allo
scopo indicatomi, di as-
sicurare mafferiormente
V*
la virtù protettrice as-
segnata a siffatto amu-
leto. Indipendentemente
da questi tre esemplari
ho poi avuto occasione
di vederne altri nelle
mani dei possessori, a
cui inutilmente 'li ri-
chiesi, egualmente im-
In-viiti di olio per unzioni precedenti. Ritengo che
la pratica di tale unzione derivi da un concetto
feticistico molto primitivo e risalga ad un epoca re-
motissima ; originalmente deve aver rappresentato
un' offerta o pratica propiziatrice, analoga ad altre
FiG. 5. a — Cuspide di selce del
periodo paleolitico in forna
ditriangolo isoscele, detta di
Moustler, ritenuta quale
punta di un fulmine caduto.
(Salle, Chieti) — Gr. 1/3.
GIUSEPPE BELLUCCI
consimili, che vivono tuttora presso talune tribù
selvagge (1) o che furono se-gnalate coni' esistenti
presso popolazioni storiche o protoistoriche (2), di-
rette egualmente ad assecurare con maggiore effi-
cacia le virtù dei feticci.
Altro esempio dell' esistenza di un'entità spi-
rituale, indii^endente dal corpo in cui si conserva,
ma da cui può anche esulare, si ha nel corallo, i
di cui amuleti non solo hanno notevole diffusione
in Italia, ma si ambiscono e si conservano con cura
gelosa nella maggior parte delle regioni terrestri.
Ma perchè il corallo abbia insite le virtù specifiche,
che gli si attribuiscono, è necessario che non sia
stato mai tocco dal ferro dell' artefice, che si mantenga
(1) Nelle isole della Società gì' indigeni adorano grossi pezzi
di legno o frammenti di colonne basaltiche, abbigliati con orna-
menti e cosparsi profusamente di olio.
Altri esempi di pietre sacre venerate nelle regioni dell'India,
cosparse ritualmente con butirro o con olio, trovansi rifei'iti nelle
opere seguenti: Asiatic Researches, VII, 394; Join-it. R. Asiat. Soc,
1843, VII, 20.
(2) In talune regioni montagnose della Norvegia gli abitanti
usarono lino al termine del secolo XVII di adorare alcune pietre
rotonde, che sottoponevano normalmente a certe iiratiche, tra le
«luali era quella di cospargerle ben bene di burro.
Teofrasto, vissuto quattro secoli prima dell'era attuale, rac-
conta che i Greci superstiziosi, quando incontravano lungo le vie
le pietre sacre, le cosparge\ano di olio, ed inginocchiatisi dinanzi
ad esse, le adoravano e poi riprendevano l'interrotto cammino. Sei
secoli più tardi Arnobio, uno dei primi dottori cristiani, riferendo
secondo i propri ricordi lo stato mentale degli adoratori delle
pietre, racconta che allorquando egli era pagano, si fermava di-
nanzi alle pietre sacre cosparse di olio, e dopo aver rivolto ad
esse parole lusinghiere, dimandava a quegli oggetti inerti il favore
di alcune grazie, come se dessi avessero avuto il potere di cor-
rispondere alle sue preghiere (Tvlou, Op. cit., II, pag. 215-218).
IL FETICISMO PRIMITIVO IN ITALIA 23
grezzo, come si raccog-lio dal fondo del mare, o
come spesso ritrovasi dopo giorni di forte Vmrrasca,
gettato dai marosi sulla spiaggia (fìg. 6.").
Il corallo grezzo ò un talismano efficacissimo
contro il fascino; lo sguardo malefico dell'occhio
fascinatore si spezza e addiventa inattivo dinanzi
all'amuleto, che si rende facilmente appariscente
pel suo color rosso e che a tal line preventivo si
tiene esposto sulla persona. Ebbene, mentre la liducia
è generale in cosifatto amuleto ed i timorosi del
malocchio vivono tran(|uilli nella sua efficacia, quando
hanno ad esso affidato la lor sorte, la fiducia viene
a pei'dersi e la salvezza contro il pericolo viene to-
talmente a mancare, quando casualmente l'amuleto
si spezza e si divide in frammenti. Secondo la cre-
denza popolare, quel non so che di principio anima-
tore, che risiede nel coi'allo e che dà ad OSSO. efficace
virti!i contro il malocchio, esula del tutto dall'og-
getto materiale in cui ò contenuto e gli sparsi fram-
menti del corallo rimangono per tal modo destituiti
di ogni virtù contro i malefìzì dell'occhio fascina-
tore.
Un' altra virtù specifica del corallo rosso ò quella
di regolare il corso naturale dei menstrui. A tal
fine si adoperano grossi acini di corallo grezzo, che
le donne abitanf;^ le campagne italiane sogliono te-
nere gelosamente custoditi, serbandoli però nascosti
all'occhio profano dei loro misteri. Perchè è da sa-
persi, che il corallo rosso impallidisce durante i pe-
riodi mensili e riacquista poi il suo colore bello e
vivace, quando è trascorso il momento critico. Mi son
sentito dire, die il corallo animala anche lui durante
24
GIUSEPPE BELLUCCI
FiG. 6." — Aimileli in corallo -irezzo; due a foi'iua di raniilicazioni
montate in argento, per uomini ; due a l'orma globulare, sem-
plicemente perforati, per donne. (Territorio di Perugia e di
Norcia, Umbria) — Gr. nat.
IL FETICISMO l'UIMMIVO I.\ ITAMA 2.)
le ricorrenze mensili della donna che ne ì- in pos-
sesso e riacquista dipoi il colore primitivo. ])cr(luto
in (|U<'11(' circostanze.
Quanto ho riferito intorno al corallo vale a di-
mostrare che le virtù specifiche, che gli si attribui-
scono, devonsi a qualche cosa di estraneo al corallo
per so stesso considerato; che questo qualche cosa,
che anima e dA vita al corallo, può in casi spe-
ciali, di rottura o di contatto col ferro, esulare com-
pletamente, ammalarsi anche in altri incontri deter-
minati, ristabilirsi dipoi nelle condizioni primitive,
normali.
Un terzo esempio di concetti animistici, che
danno ragione delle virtìi conferite agli amuleti, si
ha in ([uei eiottoletti di ]»ietra verde, designata col
nome di serpentina, ai ([uali si attribuisce la virtù,
non solo preventiva, di proteggere il fortunato pos-
sessore dal morso dei rettili venefìci e per estensione
dal morso degli scorpioni e de' ragni, ma si ritiene
ancora che possegga un'efficacia curativa energi-
cissima. Deposta difatti sulla ferita derivante dal
morso di uno degli animali sopraindicati, assorbe
secondo la credenza popolare, istantaneamente il ve-
leno inoculato e rende nullo così il pericolo, che
dall'introduzione del virus potrebbe derivarne.
Ebbene anche questo amuleto, a somiglianza del
corallo, deve adoperarsi sotto forma di eiottoletti na-
turali, grezzi o semplicemente levigati dalle acque cor-
renti (fig. 7.^), perchè se lavorato con attrezzi di ferro
perde le virtù;, che gli si attribuiscono, come viene
a perderle, se casualmente si spezza o si divide in
frammenti. Ho trovato riferito questo stesso prin-
26
GIUSEPPE BELLUCCI
cipio, benché con minore estensione, ad altri amu-
leti, come ad esempio alle pietre aquiline o g'ravide,
alle pietre simulanti la forma dell'utero, alle pietre
streg-onie, ai diaspri, alle nefriti, alle malachiti, ai
Fio. 7/' — Ciottoletti di forma e levigatezza naturali in pietra ser-
pentina; lino perforato, l'altro contornato in argento con oc-
chiello per appenderlo. (S. Lucia, Gualdo Tadino, Umbria)
— (ir. nai.
zaffiri. Deve avvertirsi però, che per gli amuleti de-
rivanti da queste pietre naturali, è più comune il
pensiero che rompendosi, perdano le virtù specittche,
di quello che sia il concetto, clie la lavorazione con
attrezzi metallici faccia perdere ad essi le virtù spe-
citìche ass(_'gnate. In og'iii modo però il pensiero ani-
mistico emerare evidentissimo dalie considerazioni
IL FETICISMO l'IMMlTlVO IN ITALIA
suesposte intorno a codesti oj^'j^'ctti ; il ('(irailo. nioltr
pietre, possc^-g-ono naturalniontc un princijìio, una
forza, una entità distinta dalla corporea, alla quale
devonsi le virtù specifiche che loro si attribuiscono;
entità che può esulare per circostanze diverse, j^e-
neralniente se gii oggetti naturali si spezzano o si
riducono in franniieiili : in molti casi, se il ferro in-
tacca a scojx) di lavoro gii oggetti stessi e procura
così con la sua abrasione o scalfitura l' uscita del-
l'entità invisibile, che rimane invece custodita entro
la corteccia o superfìcie naturale dell'oggetto litico.
Dalle numerose indagini e comparazioni isti-
tuite ho potuto acquistarmi poi la convinzione, che
il concetto di allontanamento dell' entità specifica,
che dà virtìi ai feticci, in conseguenza di rottura o
di contatto col ferro, costituisce una caratteristica
generale dei feticci primitivi, l'impiego de' quali
si conservò fino all' età presente, connesso con il ri-
cordo, non solo delle loro virti!i specifiche, ma an-
che delle circostanze speciali in cui tali virtù sa-
rebbero casualmente perdute.
Xel suo classico lavoro, Primitive culture, E. B.
Tylor insegna che « prima di riguardare un oggetto
come feticcio, bisogna assicurarsi bene, se la persona
a cui l'oggetto appartiene, considera che un'entità
spirituale sia in' esso incarnata, che qualche cosa di
non corporeo eserciti, mediante l'oggetto stesso, una
particolare influenza; che per lo meno l'oggetto si
ritenga come feticcio. Bisogna dimostrare inoltre che
l'oggetto in questione è considerato come provve-
duto di una coscienza propria e di un potere per-
sonale; che gli si parla, che lo si adora, che gli si
28 GIUSEPPE BELLUCCI
indirizzano preghiere, che gli si offrono sacrifìci,
che lo si accarezza o lo si maltratta, secondo il pen-
siero che siasi condotto bene o male, od abbia o no
corrisposto ai desideri de' suoi adoratori ».
A me sembra che gli esempi di sopra riferiti,
per testimoniare la persistenza del feticismo primi-
tivo nelle contrade italiane, concordino esattamente
con i suggerimenti savi ed opportuni dell' illustre
Filosofo inglese, e reputo ch'essi valgano a far com-
prendere il profondo rispetto di cui gli oggetti in
questione sono circondati, a metterne in rilievo il
carattere sacro, a spiegare il culto che talora si
presta a codesti feticci primitivi, i quali proseguono
a spandere la loro luce modesta e misteriosa, anche
in mezzo alle pompe ed al fasto delle credenze cri-
stiane, in mezzo allo splendore sempre crescente
dell'odierna civiltà.
Nessuno prega del resto, se non lia la convin-
zione di essere ascoltato; e se tanta parte dell'Uma-
nità addimostra ancora un culto così intenso verso
i feticci primitivi o verso quelli recenti, eh' ema-
narono od emanano direttamente dal proprio senti-
mento religioso, ciò avviene certamente, perchè gli
adoratori attribuiscono ad essi, scientemente o no,
intelligenza e volontà consimili alle proprie facoltà
personali, perchè gli adoratori credono fermamente
di essere dai feticci ascoltati, compresi ed esauditi
nelle preghiere, che ad essi fervidamente rivol-
iTono.
■^^-^
******-*********4****-'«'** * .« *** ****** ♦*
nei.
CAPITOLO II.
Gli amuleti contemporanei raccolti nelle diverse Amuleti
contrade italiane ed ordinati nella mia collezione e'jnJotolsto-
acciuistano un interesse considerevole e dal lato psi- pa^r^^oni
colonico e da tinello archeologico, ove si pongano ^^n gli a-
in comparazione con gli amuleti venuti in luce da tompora-
talune necropoli e tombe preistoriche e protoistori-
che esplorate nel suolo italiano.
Parecchi trovamenti avvenuti in Italia, ma se-
gnatamente fuori di essa, hanno addimostrato che
l'uomo primitivo, seguendo i concetti dell'animismo,
cominciò a valersi di particolari amuleti, non solo
nel periodo neolitico, ma anche in quello paleolitico
dell'età della pietra. Gli amuleti incominciarono di-
fatti ad usarsi nell' ultima epoca geologica, detta
quaternaria ; e l' uomo ripose fin d' allora su codesti
oggetti un culto, un' adorazione così intensa e straor-
dinaria, che non solo li conservò gelosamente du-
rante la vita, ma volle, o vollero i suoi contempo-
ranei, che non mancassero presso di lui anche nella
tomba, sia perchè la loro protezione continuasse
dojK) morte, sia perchè il defonto potesse valer-
sene, se un giorno avesse dovuto abbandonare il
sonno eterno. Non posseggo amuleti, del resto ra-
30 GIUSEPPE BELLUCCI
rissimi, di così lontana origine, ma segnalo la cir-
costanza, che taluni amuleti italiani contemporanei
della mia collezione, comparati con quelli, si tro-
verebbero assolutamente corrispondenti. Posseggo
invece amuleti provenienti da necropoli preistori-
che della prima età del ferro, esplorate nell'Italia
centrale, altri raccolti in tombe etrusche e romane,
che offrono con gli amuleti contemporanei delle di-
verse regioni d' Italia una strettissima analogia.
Anche in tal caso, senza perdermi in lunghe de-
scrizioni, preferisco procedere per via di compara-
zione con le seguenti rappresentazioni tìgurate.
•Mj.
FiG. 8. a — Accette levigate in giadeite del i)eriodo neolitico
dell'età della pietra. L'esemplare a s. è fasciato da due lamine di
rame collegate in alto con un appiccagnolo in ferro. (Da una tomba
della la età del ferro ; Capestrano, Chieti). L' esemplare a d. é fo-
rato air apice per appenderlo ; ritenuto come saetta, proteggeva
la casa da scariche fulminee, (\ocera Umbra) — Gr. nat.
IL FETICISMO l'i; IMITI VO IN ITALIA
FiG. 9.a — Osso del tarso e
metatarso di un rapace (f'aln^s /j
infranto nell'estremità superiore.
Kra fasciato a scopo ornamen-
tale nella sua lunghezza con un
nastrino di bronzo, di cui restano
soltanto alcuni anelli. In una delle
teste articolari deircstremità in-
feriore, passa, per un foro prati-
catovi, una catenella, che sostiene
un pcndaglino formato da due
solide ,-:triscio di bronzo, forate
a capo, con intacche sugli spigoli.
Anche nelle altre due teste arti-
colari dovevano esistere otiginal-
nicnte pendaglini consimili, poi-
ché presentano ancor esse un
foro voluto per uno scopo parti-
colare. In molte parti della sua
superlicie l'osso presenta mac-
chie verdastre ed azzurrastre d'i-
drato e fosfato di rame.
Il tempo e le condizioni na-
turali derivanti dal seppellimento
hanno molto danneggiato que-
st'oggetto singolare, che per i
particolari che presenta, rivela
indubbiamente un carattere sacro
ed è uno splendido esempio di
feticcio primitivo, insignificante
per sé stesso, sebbene abbellito
elegantemente da decorazioni
metalliche. '
Da ima tomba della necro-
l)oli preistorica della prima età
del ferro. (Umana. Ancona) — (ir.
nat.
32
GIUSEPPE BELLUCCI
FiG. lO.a — Osso del tarso e meta-
tarso di un falco (1). Era conservato da
tempo remotissimo entro un sacchetto
di tela con altri amuleti comtemporanei,
e ritenuto efificacissimo contro il maloc-
cliio ed i malefìzi delle streghe. (Bevu-
gna, Umbria) — Gr. nat.
Quest' osso di rapace entrò a far
parte della mia colleziono due anni pri-
ma dell' altro, rappresentato dalla figu-
ra 9. a, con cui è posto in comparazione.
(1) Gli uccelli da preda, e segna-
tamente i falchi, ispirarono sempre la
maggiore fiducia presso tutte le popo-
lazioni dell'Europa antica, come atti a
presagire l'esito delle umane imprese in
generale. E la liducia in codesti rapaci,
prosegue' a manifestarsi presso molte
popolazioni selvagge o semi-selvagge vi-
venti, in cui si rispecchia il pensiero
profetico antico e presso le quali il volo
ardito di un falco, compiuto piuttosto a
destra che a sinistra dello stregone o
del sacerdote, 1' augure antico, presagi-
sce anche oggi l'esito fortunato o mcui)
delle conquiste guerriere.
È molto probabile che l'origine del
feticcio costituito dall'osso di un falco.
si trovi nel concetto, che rappresentando esso una parte di quel-
l'animale, che anticamente o modernamente presagi la sorte pro-
pizia o la vittoria ad un uomo o ad una collettività d'individui,
conservi, secondo il pensiero animistico, la virtù primitiva e
valga tuttora ad esercitarla.
IL FETICISMO PRIMITIVO IN ITALIA
'.y.i
FlG. lì ^ /■(' -iJ-
— Frammento di
corno di Crrn's.
mancante della
punta. K perforato
nella jìarte supc-
riore e per il foro
passa un anello in
lilo di bronzo, an-
nodato in forma
lirimitiva, mercè
cui ["amuleto pote-
va tenersi appeso.
L'ogjjetto è molto
alterato per il lun-
go seppellimento.
Da una toml)a della
necropoli della l»
età del ferro. (Nu-
mana, Ancona).
1(1 (I.). — I':stremità di corno di Crrnis, fascialo in
alla base, con anello lisso por appenderlo. Amuleto cont
neo contro il malocchio. (Perugia) — Gr. nat.
argen(o
cmpoi'a-
FlO. I2.a 1(1 >■./. —
chèla o pinza di gam-
bero, fasciata in tutt.i
la sua lunghezza da un
nastrino di bronzo, ri
piegato a cappio supe-
riormente. L'oggetto è
molto calcinato. Da una
tomba della necropoli
della 1" età del fer-
ro. (Cupra -Marittima,
.\scolii.
1(1 (L). — Chèla o
pinza di gambero fa-
sciata in argento alla
base, con catenella pu
re in argento per te-
nerla appesa, .\mulelo
contemporaneo, abba-
stanza comune, contro
le streghe ed il malocchio. (.\.(iuila) — (ir. nat.
34
GIUSEPPE BELLUCCI
FiG. 13.a (u s.). — Denti
canini di volpe o di cane.
Quello al di sopra lia un foro
nella parte radicale, per cui
doveva passare un legame atto
a sospendere l'oggetto; quello
al di sotto ha l'intiera radice
accuratamente fasciata da un
nastrino di bronzo ; verso l'a-
pice [iresenta un foro in cui
appariscono resti di un anel-
letto in ferro, destinato ad ap-
pendere l'amuleto. Questi due
denti, ma singolai'mente quel-
io rappresentato in basso, so-
no convertiti in odontolite (1).
Kntrambi furono rinvenuti in
tombe differenti di una ne-
cropoli della la età del ferro.
(Forni presso Rotella, Aquila).
fa d.). — Denti canini di
volpe 0 di cane. Quello al di
sopra ha nella parte radicale
un foro per passarvi un le-
game atto ad appenderlo (Ca-
ramanico, Chieti) : quello al
di sotto ha la parte radicale
fasciata con lamina di argento
terminata da un anello per
aiìpendcre l'amuleto. (Perugia).
Questi due amuleti contemporanei erano ritenuti validi con-
tro il malocchio: sospesi al collo dei bambini aggiungevano alla
efficacia generale la virtù di favorire la dentizione — Gr. nat.
(1) Lo smalto ed il cemento dei denti si convertono in fo-
sfato di rame verde azzurrastro pel contatto prolungato in am-
biente umido con oggetti di rame, trasformandosi così in un mi-
nerale, detto odontolite.
IL FETICISMO ritlMITlVO IN ITALIA
:$:>
Fio. 14. a (altoj. — Dente di suino, fasciato con lamina di bronzo alla
base per appenderlo. K profondamente calcinato ed in jrran
parte convertito in odontoUtc Rinvenuto in una tomba della
necropoli preistorica della 1» età del ferro. (Numana, Ancona).
(basso). — Dente di suino, fasciato in argento alla base, con anello
per tenerlo appeso. Amuleto contemporaneo comunissimo
contro il malocchio e le streghe. Si fa anche portare dai
bamlìini per favorire la dentizione. (Perugia) — Or. 2/3.
36 GIUSEPPE BELLUCCI
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Fui. 15." (a s.j. — Ciottoletto iu steatite a l'orma di utero, perforato
air «apice. La superficie è ornata di linee trasversali paral-
lele, simulanti i)ieghe di una membrana. In una tomba con
suppellettile caratteristica della 1" età del l'erro. (Petrignano
presso Castiglione del Lago, Perugia).
(a <i.). — Concrezione limonitica a forma di utero, contornata da
una fascia in argento, terminata superiormente da un anello
per sospendere l'amuleto. .Scuotendo l'oggetto si avverte un
suono, che è prodotto da alcune parti del minerale, distac-
catesi naturalmente e mucfventesi nell'interno. Amuleto de-
signato col nome di piett-a (/ruv-ida, pietra (Iella gi-avidama,
pietra aqi'ilina ; è ritenuta di sperimentala efficacia per fa-
vorire il l)Uon andamento della gravidanza e ([uindi contro
gli aborti : è valida piti tardi ad assicurare il parto normale.
A tal fine le puerpere tengono l'amuleto costantemente so-
speso 0 legato al braccio sinistro, durante i uo\c mesi della
gravidanza, ed allor([uando avvertono i i)ritni dolori del
parto, lo applicano alla 'coscia sinistra. (Perugia) — (ir. nat.
IL FETICISMO PRIMITIVO IN ITALIA
37
Fio. 10." (dito). — Disco in osso por-
forato nel centro. Fu formato, prelevando
con un taglio la parte esterna di un osso
craniense umano, probaliilmente il fron-
tale. I{ichianuv le rotelle craniensi del
periodo neolitico dell" età della pietra.
Rinvenuto in una tomba della necropoli
della 1" età del ferro. (S. scolastica presso
Norcia, Umbria).
(basso). — Frammento di osso cra-
niense tmiano con margine terminato da
suture. Appartenne al cranio di un uomo
frequentemente colpito da assalti epi-
lettici ; era ritenuto amuleto validissimo
a preservare e guarire gli accessi epi-
lettici. (Collepepe presso Collazzone, Pe-
rugia) — Gr. nat.
Fio. 17." (u s.).
— Opercolo di
TrocÌMs ; mol-
to calcinato. In
una tomba del-
la necropoli
della 1" età del
ferro. (Montel-
paro, Ascoli).
('«r/.^. — Oper-
colo di Tvucfius
contornato in
argento, termi-
nato da un a-
nello per ap-
penderlo. Amuleto contemporaneo, ileìio occìrio di S. Lì'Cia e rite-
nuto eflicace a preservare dalle malattie degli occhi e per osten-
sione, contro il malocchio. (Papiano, Perugia) .— Gr. nat.
38
GIUSEPPE BELLUCCI
FiG. 18.a (aito). — Conchiglia di
CijiJraea perforata per poterla rito-
nere appesa; molto calcinata. Da una
tomba della necropoli della la età del
ferro. (Montelparo, Ascoli).
(basxo). — Conchiglia di Ci/jJì'ara
perforala per tenerla appesa. Amu-
leto contemporaneo, ritenuto validis-
simo a difendere uomini ed animali
dal malocchio, dalle streghe e dalle
malie, che queste jiossono detenni-
nare (I). (Montemelino, Perugia) —
Or. nat.
(1) Molto probabilmente reflica-
cia dell'amuleto, rappresentato dalla
Cyoì-ui'a, originò primitivamente
dalla corrispondenza della sua aper-
tura con la forma vulvare. Per il
fatto di trovarsi questa forma in og-
getti natui'ali, e quindi al riparo di
possil)ili osservazioni e reticenze nel
portare sulla persona tali conchiglie,
(|ueste si accreditarono sempre più
come amuleti, ritenuti di sicura erti
cacia protettiva. Al contrario le forme
\ ulvari semplici, rappresentate da
particolari pendaglini in bronzo, o
le forme impresse in pesci od in piccoli istrumenti decorativi di
uso personale, conmnissime nella prima e seconda età del ferro,
si resero rarissime dipoi, anche di fronte alla maggiore rigidità
dei costumi, fino al punto da mancare del tutto, o quasi, contem-
poraneamente. Nel numero di oltre 1500 amuleti italiani della mia
collezione, posseggo soltanto un solo amuleto in cui è intenzional-
mente rappresentata la forma suddetta.
IL FETICISMO PRIMITIVO IN ITALIA
39
Fio. 19.a (ouu). — Conchiglia di
<i/j)i-aea perforata, con anellino di
bronzo per tenerla appesa ; comple-
tamente calcinata. Da una tomba della
necroiìoli della la età del ferro. (Mon-
telparo, Ascoli).
(basso). — Conchiglia diCi/pì-afa
contornata da una fascetta in argento
con anello per tenerla appesa. A que-
sto amuleto si attribuivano le me-
desime virtù assegnate a quello de-
scritto alla lig. 14." (bosso). (Pila, Pe-
rugia) — Gr. nat.
40
GIUSEPPE BELLUCCI
FiG. 20. a (alto). — Due
conchiglie di Cypraea perfo-
rate e collegate da un anellc
in ferro per appenderle. Le
cipree sono profondamente
calcinate e l'anello di ferro è
completamente ossidato. Da
una tomba della necropoli
della la età del ferro. (Mon-
telparo, Ascoli).
(basso). — Conchiglia di
Cijpraea abbracciata da una
legatura in argento, di fat-
tura uìolto singolare, munita
di anello per tenerla appesa.
.\nnileto contemporaneo a cui
si riferivano le medesime vir-
tù descritte per gli oggetti
delle fig. 14. a e 15. a (basso).
(Chieti) — Gr. nat.
IL FETICISMO l'UIMll'IVo IN ITALIA
41
Vii:. 21." (a sj. — Tre valve di l'ectvnciih's sovrapposte, con foro
all'iimhone i)el ([iiale doveva passare un legame, clie serviva
a riunirle ed a tenerle appese; molto calcinate. Da una tomba
della necropoli della 1" età del l'erro. (Montelparo, Ascoli).
(a dj. — Due valve di PectunatUts ed una di ('anlita. sovrappo-
ste, con foro all' umbone, per cui passa un legame, che le
42
GIUSEPPE BELLUCCI
tiene appese al i)inziere (1). Nella valva di Cardita, ricoperta
da quelle di Pectunculus, è fissato un frammento di pelle con
pelo di Tasso (Meles taxi's L.), amuleto ritenuto dovunque
efficacissimo contro le streghe ed il malocchio (2). (Mena-
freno, A(niila) — Tir. nat.
Fio. 22.a (a s.j. —
Forma di pesce in
bronzo perforata nel
capo per tenerla appe-
sa. Nella regione ven-
trale presenta un in-
cavo longitudinale ca
ratteristico, dalla for-
ma di vulva, che do-
veva certamente tro-
varsi in relazione con
le virtù conferite al-
Tamulcto. Da una toni-
1 )a della necropoli della
2;' età del ferro. (Costa-
forte, Macerata).
((/ (I.). — Fonila
(li pesce in osso per-
forata nel capo per te-
nerla ai)pesa. Ventre
molto turgido in segno di fecondità. Amuleto contemporaneo ra-
ramente portato dagli uomini, più di sovente dalle donne e ritenuto
valido contro la sterilità. (Rocca Montepiano, Aquila) — Gr. nat.
(1) Il pinzicve è un attrezzo in luetallo od in osso, che con-
tiene un piccolo gancio, per cui si fa ])assare il Ilio che si viene
svolgendo e torcendo dalla conocchia al fuso, onde non s'impigli
in altre parti. K d" ordinario collocato sul petto all' altezza della
spalla sinistra. Nel pinzim-e di argento rappresentato nella fig. 18."
(a (l.) vedesi r.\rcangelo che uccide il Drago, siinljolo cristiano,
che sta a rappresentare la vittoria del bene sul male.
(2) Le valve del Pccti'nculi's e della Cai-dita costituiscono
da sole un amuleto efficace per proteggere dagli effetti del ma-
locchio e dai malclìzi delle streghe; il pelo di Tasso aggiunge la
sua incontestata virtù contro i medesimi efl'etti. Nello insieme
pertanto i due amuleti congiunti, rinforzano reciprocamente la
loro azione specifica e costituiscono in complesso un amuleto di
sicura e sperimentata protezione, non solo per gli uomini, ma
per gli animali domestici, segnatamente per gli e(|uini e l)()\ini.
IL FETICISMI» riti M 11 IVO IN IIAIJA
43
Fic. :2:i." (a s.). — 'ra\oleti;i di schisto argilloso arglUite perfo-
rata per appenderla. In una tomba con suppellettile carat-
teristica della 2' età del ferro. (Campagna i)resso Bastia, Pe-
rugiai.
fa (I.). — Tavoletta di scliisto argilloso argilUti- con il lato infe-
riore curvilineo, perforata superiormente. Amuleto contem-
poraneo ritenuto validissimo a preservare dalle streghe e
dalle loro malie, uomini ed animali. (Fonte Vetriana, Gros-
seto) — Gr. nat.
44
GIUSEPPE BELLUCCI
Fio. 24.» (a s.). — Frammento di raschiatoio in selce dell'età della
pietra, rinvenuto in una tomba della necropoli estrusca.
(Orvietoi.
(a (l.) — Frammento di raschiatoio in selce dell" età della i)ietra,
fasciato alla base con lamina di arjrento, munito di anello
per tenerlo .appeso. Ritenuto, come pietra del fulmine, qvuile
amuleto validissimo a preservare dalle fulminazioni uomini,
animali, case. iAsser}>:i, Ac|Uila) — (ir. nat.
IL l'ETICISMO l'UIMiriVO IN ITALIA
45
Fin. ió.i — l,;i cubili
de di (Veccia a forma trian
polare con panilio, avente
un t'oro per carie natu-
rale (li. In rinvenuta in
una tomba della necropoli
etrusca. (Orvietoi.
Essa è posta in com-
parazione con una cuspide
di freccia consimile, cu-
stodita in un sacchettino
«li tessuto grossolano, aii-
lichissimo (Sulmona, A-
quila), e con un" altra cu-
spide di freccia, avvolta
accuratamente in un pez-
zo di tela lìianca (territo-
rio di .\tri, Teramo) (2). En-
trambe queste cuspidi di
freccia erano ritenute co-
me punte di fulmini caduti
e conservati con grande gelosia, ipiaii si<'uri protettori
sone, animali e case, da nuove scariche fulminee.
La comparazione dei tre oggetti i-appresentati dalla lig. l'J.a
ha anche lo scopo di addimostrare un modo possibile, per cui
un feticcio primitivo può. dopo parecchi secoli, ritrovarsi spoglio
da (piegli involucri, che molto probabilmente lo protessero prima
del sotterramento, analogamente a i(uanto si veriticherebbe per
taluni amuleti 0 feticci contemporanei, se fossero deposti sotterra
- Gr. lo.
di jier-
(1) Un foro, esistente in un oggetto naturale, aggiunge par-
ticolari virtù a ([uelle che 1" oggetto avrebbe già di per sé, indi-
pendentemente da quel carattere accidentale.
12) Le cuspidi di freccia preistoriche ritenute come fulmini,
si avvolgono in tela, in pelle od in carta, perchè non subiscano il
contatto col ferro, che le disarmerebl)e delle loro virtù speciliche.
46
GIUSEPPE BELLUCCI
FiG. 26.a (ulto). — iFraianiento di Denta-
llum l'invenuto in mia tomba della necropoli
etnisca. (Orvieto).
(basso). — Frammento di Dentalnun, amu-
leto contemporaneo, designato comunemente'
col nome di o.-iso strillone e ritenuto valido :i
prevenire ed a guarire i dolori artritici ed i
dolori ai denti. iCivitella d"Arna, Penig-ia) — Or.
nat.
fj^r V\G.21.^ (a s.). — Frammento
^K^ (li ramo di corallo roseo pallido
^^t^ |)('r effetto di calcinazione. È ter-
9Ka3 minato inferiormente in forma
fallica e nella parte, che corri-
sponderebbe al glande, presenta
alcune linee incise ed una forma
di croce come segni di tatuaggio.
Da una tomba, con un mezzo asse
l'oiiiano. I Aquila).
ra d.ì. — Frammento di ra-
mo di corallo di un bel color rosso terminato a forma fallica e
superiormente fasciato in argento con anclletto. Amuleto contem-
poraneo contro il malocchio, lo streghe e le loro malìe. Perugia)
— Gr. 2, 3 .
IL FETICISMO PRIMITIVO IN ITALIA
47
Fio. 28. a (a s.). — Valva di Cardium tuberculaU'm forata all' iim-
bone per tenerla appesa; molto calcinata. In una tomba con
monete romane. i.\quila).
(a il.). — Valva di Cardii'm (orata all' umbone ; per il foro passa
un nastro, poi annodato, diretto ad appendere l' amuleto.
Nella concavità della conchiglia è fissato un frammento di
pelle con pelo di Tasso. Amuleto contemporaneo contro il
malocchio e le streghe, trovato appeso esteriormente nella
regione superiore sinistra del- petto di una donna. Sui par-
ticolari e sull'efficacia di ((uesto amuleto, vedi le considera-
zioni esposte per ([uello analogo, rappresentato dalla lig. 21.»
(has.so). (Scanno, Acquila) — Gr. nat.
48
GIUSEPPE BELLUCCI
FiG. 29."^ fa s.). — Ci-
lindro in serpentino per-
forato per tenerlo appeso ;
ha forma fallica inferior-
mente. (Circhio, Aquila).
(a d.). — Cilindro in
corallo rosso fasciato in
argento con anello per ap-
penderlo. Ha forma fallica
inferiormente. Amuleto
contro il malocchio e lo
streghe. (Perugia) — Gr.
nat.
464?
Fio. 30." (a s.). — Mano
serrata in bronzo, con pollice
tra r indice e il medio. Ha un
anello per tenerla appesa. Da
una tomba con oggetti in ter-
ra cotta di carattere romano.
(Aquila).
/'a ci.). — Mano serrata in
corallo rosso con pollice tra
r indice e il medio ; è fasciata
da una lamina in argento con
anello per appenderla. Amu-
leto contemporaneo contro il
malocchio. (Perugia) — Gr.
nat.
IL FETICISMO PRIMITIVO IX ITALIA
49
FiG. 31." (a (L). — Crescente lunare in bronzo, nella curva interna
del quale vedesl effigiato un volto umano; ba un'appendice
nella curva esterna per sospenderlo ad una cinghia di cuo.jo.
Amuleto verosimilmente destinato per cavalli. Da una tomba
con suppellettile romana e con altri oggetti relativi a barda-
tura equina. (Aquila).
(a s.). — Crescente lunare in argento, nella curva interna del
quale vedesi effigiato un volto umano ; ha un anello per te-
nerlo appeso. Amuleto contemporaneo comunissimo nella
regione degli Al>ruzzi e della Campania, contro la .iettatura
e contro le streghe. (Aquila) — Gr. nat.
50
GIUSEPPE BELLUCCI
FlG. 32.» (a S.). —
Cornetto in bronzo con
foro ed anellino mo-
bile per tenerlo appe-
so. In una tomba con
suppellettile romana.
(Perugia).
(a d.J. — Cornet-
to in osso terminato
superiormente a forma
di mano, che serra un
anellino di argento, u-
tile per appenderlo.
Amuleto contempora-
neo contro il maloc-
chio e la jettatura.
(Chicti) — Gr. nat.
IL FETICISMO l'IUMITlVO IN MALIA
;')!
Fiti. :53." (a .s.).
— Chiodo in lerro
lirorondaiuoii te
modilicato dall'os-
sido e dall' idrata-
zione. K ripiegato
nella parte cor-
rispondente alla
punta e nel foro
passa un anello in
bronzo fuso, per
appendere 1' amu-
leto. Da una toin-
l)a con oggetti ro-
mani. (Passignano,
l^erugia).
(a d.ì. — Due
cliiodi prelevati da
una cassa mortua-
ria disotterrata. A-
imileti contempo-
ranei ritenuti effi-
caci, col portarli
indosso, a combat-
tere malattie d' in-
dole reumatica e
segnatamente osti-
nate cefalee. (Te-
ramo) — (Ir. nat.
52
GIUSEPPE BELLUCCI
Fio. 34.» Calti)). — Acini in pasta vitrea perforati, con rappresen-
tazioni figurate dell' occhio, detti perciò vetri dall' occhio.
Quello a d. é di color giallo con quattro paja di occhi, rap-
presentati da dischi azzurri contornati da una fascia bianca;
quello a s. ha su fondo nero tre forme di occhi, ottenuti con
zone di color giallo. I colori vivaci accuratamente adoperati
da\ano maggior risalto alla forma degli occhi, su cui si do-
vevano fondare le virtù di tali amuleti. Da tombe romane,
(a d. Ascoli, a s. Todi).
{basso). — Agate zonate rese a forma globulare con foro. La di-
sposizione dello zone richiama la forma del bulbo deirocchio
con pupilla (a d.); la forma dell'intiero occhio umano (a s.),
reso più verosimile dal colore delle zone e dalla marezza-
tura che queste presentano, col variare di posizione dell'og-
getto. Questi amuleti contemporanei sono detti pietre dall'oc-
chio e si ritengono validissimi, anzi sono di preferenza ri-
cercati, contro il malocchio. I raggi dell" occhio jettatore si
spezzano dinanzi allo sguardo fermo e profondamente espres-
sivo di codesti occhi protettori, vincendo perciò ogni loro ef-
fetto malefico, la d. Aquila, a s. Perugia) — Gr. nat.
IL FETICISMO i'RIMITIVO IN ITALIA
53
h'iii. 35." (a s.). — 1'eudai.dio
clavifonuc in vetro verde, con
foro ; richiama la forma fallica.
Da lina tomba con o^%''ctti e mo-
nete dell'epoca romana. (Peru-
gia).
(a d.J. — Penda^rlio in cri
stallo tersissimo, cla\ifonne, fac-
cettato longitudinalmente e ter-
minato in forma di piramide: ri-
chiama ancor esso la forma fal-
lica. K fasciato da una lamina di
argento con anello fisso per ap-
penderlo. Amuleto contempora-
neo ritenuto validissimo, come
oggetto brillante, contro il maloc-
chio, segnatamente per bambini.
(Falena. Chieti) — Gr. nat.
E le coniparazioni potrebbero ancora proseffuire Deduzioni
1, / ., . ,... derivanti
se quelle addotte non fossero sittticenti a stalnlire, dalle coni;
clie molti amuleti di cui si vale il popolo italiano di precedenti!
og'g'i, furono gìh introdotti nell' uso, dalle g-enti che
abitarono le terre italiane nei periodi di tempo primi-
tivi dello incivilimento, e che gli stessi principi ani-
mistici, che l'uomo vivente ha conservato e conserva
rig'uardo a molti di essi, devono aver guidato l'uomo
primitivo delle ultime epoche preistoriche e dei primi
periodi storici, nella scelta o nella preferenza di uno,
anziché di un altro amuleto. Dalle dimostrazioni
comparative precedenti vediamo anche affermato il
principio, che l'uomo di oggi conserva gelosamente
non solo le antiche tradizioni, ma agli stessi og-
getti naturali od intenzionalmente ottenuti, presta
oggi, come prestò per lo addietro, la stessa forma di
culto; ed ai medesimi feticci, a cui anche gli uomini
54 GIUSEPPE BELLUCCI
primitivi si raccomandarono, dimanda difesa e pro-
tezione contro i fenomeni naturali, contro i pretesi
malefìzi degli uomini, contro le malattie, contro le
molteplici avversità della sorte.
La collezione di amuleti antichi italiani, della
quale, oltre alle illustrazioni precedenti ho pubbli-
cato per lo addietro un catalogo comparativo (1)
rappresenta pertanto nel suo muto linguaggio una
pagina eloquentissima della psicologia dell' umanitn
primitiva; essa addimostra pure, che l'umanità nei
primi tempi dello incivilimento doveva credere,
come crede quella vivente, alla potenza delle stre-
ghe, all'azione funesta del malocchio, all'azione pre-
servatrice dei fulmini caduti e poi raccolti, all'azione
benefica di taluni oggetti contro le malattie, per la
scelta dei quali dovevano seguirsi quegli stessi con-
cetti, che si seguirono poi e si seguono tuttora per
adottare e prescegliere gli amuleti contemporanei.
L' esame degli oggetti raccolti in codesta col-
lezione comparativa, costituisce poi la ])iù eloquente
dimostrazione, non solo dell' esistenza di un fetici-
smo primitivo in Italia, tìn da quando le condizioni
dei suoi abitatori erano quelle di genti molto ar-
retrate nelle vie di'llo incivilimento, ma della so-
pravvivenza eziandio del feticismo ])rimitivo in
mezzo alla società contemporanea, e della differenza
logica, fondamentale, già sostenuta, tra il feticismo
primitivo e le forme dori vate, ulteriormente da esso.
(1) Università di Perugia: A/mali della Facoltà di Medicina,
1900, voi. XII, pag. 239.
AAA!kAA!kA}^AA*A*A*AAAAAAA*AAAAAA.**.*AAA
CAPITOLO III.
La so])ravvivt'Uza del feticismo primitivo in Anuiloti
mezzo alla civiltà attuale ed all'ombra delle dot- .'d amuleti
trine di una tbriua religiosa relativamente evoluta.
recenti
^h
lascia di gik presupporre, che persistendo dalla piìi
l'emota antichità fino ad og:gi i concetti animistici
informatori del feticismo primitivo, siasi pur prose-
guito e tuttora si prosegua sulla hase di quelli, a
formare nuovi feticci, che dovranno (jualificarsi come
recenti, in comparazione con quelli antichi, designati
col nome di primitivi. E con ia parola recenti, in-
tendesi qualificare, sia i feticci formati alcuni secoli
addietro, sia quelli che possono aver avuto origine
oggi stesso. Come linea di divisione tra il periodo
di tempo in cui s' imi)iegarouo i feticci primitivi e
<|uello in cui vennero in uso i feticci recenti, re-
puto opportuno ammettere il momento, in cui la
religione di Cristo fu definitivamente affermata ; ma
t|uesta linea di divisione deve ritenersi soltanto ef-
ficente per comprendere meglio l'indole diversa di
molte rappresentazioni feticistiche, non già per sud-
dividere il feticismo in due sorta ditfei-enti, trattan-
<losi come si è detto di sopra, di una prosecuzione
56 GIUSEPPE BELLUCCI
non interrotta del feticismo primitivo sulla base dei
principi animistici, dai piìi remoti tempi ad oggi.
Ammesso ciò, deve riflettersi anzitutto, che Tam-
biente in cui il feticismo primitivo ha proseg-uito a
manifestarsi, dopo T introduzione della religione di
Cristo, è stato notevolmente differente da quello in
cui il feticismo primitivo si svolse nelle lontane
epoche precedenti. E ciò ebbe a verificarsi, sia per
il fatto dell'aumentata coltura generale, sia per l' in-
fluenza della religione dominante, la quale s'impose
sempre più alle masse credule ed ignoranti, non solo
coi suoi princi])!, ma con tutte le forme del culto
esteriore, atte ad impressionare maggiormente T im-
maginazione dei fedeli, di quello che a persuaderli
e convincerli sulla vera essenza dei principi reli-
giosi. Il feticista risentì necessariamente l'influenza
di codesto ambiente particolare e pur' esplicando
a suo modo il concetto animistico che lo ispirava,
l'icorse e profittò di sovente nella creazione di
nuovi feticci, anche ad oggetti od a parti di essi,
che presentavano qualche attinenza con la religione
dominante. Nel percorrere però questa via, seguì
semplicemente la propria iniziativa, e non obl)edì
ne ad ordini o ad imposizioni della Chiesa, né ai
suggerimenti de' suoi sacerdoti. D'altra parte però
non bisogna credere che tutti i feticci recenti sieno
stati scelti fra oggetti o parti di essi, attinenti piìi
0 meno direttamente alla religione dominante ; il
pensiero feticista si esplicò liberamente, formando
contemporaneamente feticci, talora con oggetti non
aventi relazione alcuna con la religione cristiana,
talora ricorrendo per formarne altri, anche ad og-
II. rETICISMO l'IilMITIVO IN ITALIA 07
filetti rivestiti di carattere sacro od aventi almeno le
apparenze di sillatto carattere.
(ili esempi seguenti, scelti tra i molti che potrei
addurre, cliiariranno meglio questa suddivisione
degli amuleti italiani, che rappresentano la prose-
cuzione del feticismo primitivo nel suo periodo più
recente. Avverto poi che in queste manifestazioni
del feticismo non devono esser comprese quelle, che
attualmente o per lo addietro derivarono dalle dot-
trine del Cristianesimo nella sua forma cattolica, e
che solo per quanto potranno aver relaziona col fe-
ticismo primitivo, saranno esaminate più innanzi.
Aggiungasi che nella scelta di codesti esempi, ho
dovuto attenermi a quegli amuleti o feticci, che
presentavano caratteri sicuri di recente formazione
e contemporaneamente non avevano relazione alcuna
con gli amuleti antichi preistorici o protoistorici,
ond' evitare il possibile scamicio di una formazione
nuova di amuleti o di feticci, con la prosecuzione
di (pielli introdotti e venerati fin dall'epoche più
remote.
La corda di un individuo impiccato sia per vo- Amuleti
recenti de-
lontìi pi'opria, sia per punizione comminata dalle stituiti di
leggi, rappresenta un talismano prezioso per assi- sacro.^^^^
curare fortuna nelle imiirese e felicità nella vita a
colui, che addiventa possessore anche di un piccolo
frammento di essa. Lo spirito dello impiccato, che
non potè liberamente esulare, a cagione dello strin-
gimento del collo, passò secondo i concetti animi-
stici, dal corpo dell' impiccato alla corda che gli pro-
curò la morte ; e sarà questo spirito, che prosi'guirà
58 GIUSEPPE BELLUCCI
ad animare la corda fatale, che per un principio di
opposizione o contrasto, tanto comune nel pensiero
umano, mentre fu causa di una fine disgraziata
allo impiccato, procurerà vantag-gl favorevoli a chi
riuscirà ad avere in possesso almeno un frammento
della corda portentosa e s' immedesimerà dello spi-
rito che contiene.
La corda esistente nella bara, che ha servito e
serve al trasporto dei trapassati, costituisce un altro
amuleto potente, ricercatissimo, non solo per to-
gliere ai buoi il vizio di dare di cozzo con le corna,
ma di comunicare ad essi un" energia muscolare no-
tevolissima, che si manifesta siffattamente col tiro,
con il trasporto di pesi straordinari, da meravigliare
certamente coloro, che vedono esplicare dai buoi
un' energia assolutamente eccezionale. Il procedi-
mento psichico, che deve aver guidato l' uomo nella
formazione di cosifatto amuleto, dev'essersi fondato
sulla credenza animistica, che lo spirito dei trapas-
sati sia non solo migrato nella corda della bara, ma
che la stessa corda ablna accumulato successivamente
gli spiriti degl'individui morti, su di essa ulterior-
mente trasportati. Condensati così gli spiriti abban-
donati da molte persone col}) ite da morte, si veri ti -
cherebbe un caso singolarissimo di migrazione spe-
cifico per la sorta dello animale in cui avviene e
per la localizzazioni' in un organo determinato di
esso. Conseguirel)b(' da ciò. da questa sorta di uma-
nizzazione dei muscoli cervienli su])eri<:)ri del bue,
non solo un'esplicazione insolita di energia, ma un
cambiamento ))rofondo nel carattere dei buoi, per cui
rimarreblx'ro ammansiti e resi incapaci a dare ulte-
I
IL FETICISMO l'KlMITIVO I.\ ITALIA f)!»
rionncnto di cozzo verso ^li uomini. Una coiiffnna
a (lucsto modo di vedere vieii sui»-o-('rita dal fatto,
che più volte ho sentito ripetermi, che la corda della
bara ha tanto mag'g-iore etiicacia, ciuanto ]ni\. lung-a-
mente fu usata, mentre si ritiene di debolissimo ef-
fetto, se dessa fu di recente ai)plicazione.
Nelle ca'npagne, specialmente ai crocicchi (h'ile Anmioti
vie, località favorite per lo incontro delle streghe, la !;^i„"tV' '^dì
Chiesa cattolica o la pietà dei fedeli hanno collocato '^■ai'^ttere
^ sacro, a-
da tempo imniìigini sacre entro edicole, ovvero hanno venti però
qualche re-
innalzato grandi croci. In molti luoghi le immagini la/iono con
dipinte, il piìi d'ordinario, della Madonna col bam- c'ri?
bino, si venerano come portentose per la guarigione
delle malattie, che affliggono la povera umanità. Ma
il jiortento o l'efficacia della Jladonna dipinta, non
si addimosti'a come conseguenza della fede sincera
nelle sue virtìi, nel suo diretto aiuto, nella sua va-
lida intercessione; prende invece l'aspetto singola-
rissimo di una fede pagana, materialissima, in cui
il lato animistico del feticismo risulta evidente. È
costume difatti nelle campagne dell'Umbria, che
nelle circostanze in cui si manifesta il male in una
famiglia di contadini, un congiunto del inalato, ge-
neralmente una donna, accorre all' immagine di Ma-
ria al prossimo crocicchio; raschia e raccoglie in
un cencio un po' d'intonaco, esistente vicino al-
l'immagine, e torna al malato per appendergli al
collo il piccolo involucro, che contiene i frammenti
polverulenti dello intonaco raschiato. Se il malato
guarisce, nel primo giorno che uscirà di casa ripor-
terà pi'rsonalniente ali" immagine dii»inta della Ma-
60
GIUSEPPE BELLUCCI
KiG. 36.'» — Edicola in muratura, oretta presso un crocevia nel-
1" aperta campagna, con immagine della Madonna in tavola
rettangolare di majolica, colorita a smalto. Nel lato destro di
(luesta conservasi appeso un grappolo di sacchettini votivi,
mentre nel lato sinistro trovavasi quello rappresentato dalla
fig. 37". Entro i sacchettini si raccolse la raschiatura dello
intonaco distaccato dalla supertìcie dell' edicola, di cui non
resta che la parte supcriore da utilizzare allo scopo. Origi-
nalmente l'immagine della Madonna era dipinta sulla pa-
rete di fondo dell'edicola: di mano in mano però fu raschiata
ancor essa e sostituita con la tavola di nìajolica. (Magione,
Perugia) — Gr. i/ioo-
IL ITCTICISMO PRIMIl'IVO IN ITALIA <!!
donna il sacchetto, esprimendo sentimenti di animo
grato r di devozione infinita. Se inv<'Cc il malato
soccombe ])cr la Inrza dtl male, il sacchetto restc'.rà
appeso al collo *• sepolto con il cadavere. Il lato
animistico a tal riguardo sta in ciò ; dalle genti dello
campagne si crede fermamente, che lo spirito del
male passi dallo individuo malato a raccogliersi
nella raschiatura dello intonaco, contenuta nel sac-
cliettino, e che riportando alla Madonna l'intonaco
prelevato prossimamente alla sua immagine, lo si
restituisca, con il male assorbito dalla [jersona, che
ne era stata colpita.
Xelle mie escursioni nelle cami)agne d'Italia ho
incontrato immagini di ^Iadonn(N di Santi e di Sante,
specializzate a guarire certi mali e non altri; vi
hanno ad esempio immagini, il di cui intonaco ra-
schiato assorlje e guarisce ostinate cefalee; altre, che
guariscono i mali che incolgono il ventre: altn.',
quelli che si manifestano con dolori alle articola-
zioni od alle ossa. L'edicole di queste immagini sono
ricoperte di sacchettini multicolori, contenenti pol-
vere d'intonaco, su cui migrarono le malattie che af-
fliggevano i miseri mortali. Ma la scena è assoluta-
mente singolare, quando si ha la ventura d' imbat-
tersi in un' immagine della Madonna, l' intonaco cir-
costante della quale abbia la virtii di assorbire qual-
siasi sorta di male. L' immagine si presenta come
circondata da grappoli numerosi di sacchettini vo-
tivi, che la gratitudine e la devozione ingenua dei
beneficati ha restituito con sentimento sincero di gra-
titudine e col pensiero di ritornare altra volta a va-
lersi di un mezzo così facile di guarigione, come
62
G1U.SEPPE BELLUCCI
quello che in prece-
denza fu sperimentato
sovrano da moltissime
persone.
Un secondo esem-
pio di amuleto o fetic-
cio, destituito di carat-
tere sacro, ma che ne
ha qualche apparenza,
è formato da una sort;i
di moneta di arg-<'nto.
coniata durante il i»*'-
riodo delle Sedi vacan-
ti, a' tempi dell'antico
Governo pontiticio. !><•
monete di tal g-ener<
portano impressa n
loro rovescio la rappre-
sentazione simbolica
dello Spirito santo, sotto
la forma di un colomlxi
in mezzo ad una rag-
giera, in mezzo a giri
di splendore, fra nubi
e più solitamente fra
lingue di fuoco. Caduto
il Governo pontificio tali
monete cessarono di
aver corso legale, ma
proseguirono e prose-
guono tuttora a circola
singolarmente fra quelle
FiG. 37.'! — Grappolo di sacchcttini
ripieni di polvere e di frammenti
d' intonaco distaccato dalla su-
perficie dell' Edicola, rappresen-
tata dalla figura precedente. O-
gni sacchettino costituì anzi-
tutto un amuleto, poi fu resti-
tuito come ex- voto all' imma-
gine della Madonna. (Magione,
Perugia) — (ir. 13.
re fra le mani del popolo e
delle madri di poveri bam-
IL FETICISMO PKIMiriVO IN ITALIA
63
bini, f;K-ili (|U('sti ultimi, nei j)i"inii tempi della loro
vita, a cader vittima di affezioni nei'vose con forma
convulsiva. Tali monete sono ditatti ritenute <|iiali
amuleti validissimi e ricercati, attriliueiidosi ad essi
Fio. 38.» — Monete pontificie di Sede vacante, dette dello spirito
.■<aiHo. .vmuleti contemporanei contro le convulsioni della
prima infanzia, dette infantignole. (Perugia) — Gr. nat.
la virtù di rendere immuni i hambini dagli accessi
nervosi convulsivi della i)rima infanzia, designati
volgarmente col nome d' infantignole, e di guarirli
se ne fossero stati colpiti.
Per ([uesto dui>lic(^ scopo preventivo e curativo
siffatte monete si trovano perforate per appenderle
64 GIUSEPPE BELLUCCI
al collo dei bambini ; ovvero presentano piccoli fori
centrali e smarginature nel contorno, per fermarle
con cuciture fra le pieghe degli abiti, affinchè il
bambino sia sempre provveduto dell' amuleto protet-
tore e non abbia la possibilità di perderlo. Inda-
gando qual sia stato il nesso logico, che deve aver
condotto ad attribuire a tali monete T efficacia di un
amuleto o feticcio, non son giunto a stabilire gran
che di preciso ; la risposta più comune che ho sentito
ripetermi, e che per sé stessa non aggiunge alcuna
nuova cognizione, è stata quella, che le monete dello
Spirito santo, si designano con tal nome, sono ef-
ficacissime a tener lungi dai bambini le infantignole.
Vedn'iiio più oltre però, parlando dell' evoluzione
nelle forme e nelle credenze specifiche degli amuleti,
come anche prima delle monete dello Spirito santo,
esistessero già, a proteggere i l^ambini dalle infan-
tignole, altri amuleti, rappresentati da piccole chiavi
in argento od in bronzo, diversamente conformate
e designate col nome di chiavette dello Spirito santo,
alcune delle quali furono fortificate da particolari
benedizioni dai ministri del Culto cattolico.
È a ritenersi perciò che il concetto sacro dello
Spirito santo collegato a tali amuleti, sia derivato
da suggerimenti della Chiesa dominante, e che sta-
bilitosi questo pensiero nella j^sicologia popolare,
facilmente si utilizzassero al medesimo scopo quelle
monete, che si trovavano in circolazione, le quali
per ragioni particolari portavano impressa la rap-
presentazione simbolica dello vSpirito santo. Ciò che
premeva peraltro di stabilire si era, la formazione
di un nuovo feticcio in un periodo di tempo recente,
IL FETICISMO PRIMITIVO IN ITALIA (Jl'ì
ed in un ainìiiciitc dominato da credenze reliji^iose
diverse da quelle del feticismo primitivo; i- la mo-
neta di Si'de vacante, detta dello Spirito santo, ce
ne ha Dtferto un esempio eloquentissimo, anche per-
di»' la sua nriirine non può datare che dal H\i)') (l).
Una serie di amuleti, istruttivi al i>iù alto Aimiloti
rocenti ri-
^rado e per la loro composizione e per il carattere suitanti da
, ,, , , , . ,. niescolan-
(h'Ue persone che attendono anche o^gi a prepararli, zo «u ojT^ret.
è rapi)resentata da certi brevi o brevucci, che si f'or- ,atterc sa-
mano allo scopo di tener lungi le streghe e di pre- lillg^tum
servare, segnatamente i bambini, dai loro maletìzì. '^',5'^'*' '^'^'
l^•r ottenere questi brevi o brevucci bisogna ricor-
ri're a persone, che sono ritenute quali streghe o
stregoni, ma che per riuscir nell'intento, occorre
tingere, di non conoscere l'attribuzione di cotesta
<iualità. Queste persone preparano a richiesta amu-
Itti complessi, con sostanze che conservano gelosa-
mente presso di loro a tale scopo precipuo, regolan-
done principalmente la composizione sulla maggiore
o minore offerta di danaro. Ecco la costituzione di
due brevi, esistenti nella mia collezione, i quali rap-
presentano gli estremi della serie, in relazione con
la maggiore o minore facoltà di spendere dei ri-
chiedenti.
Il primo contiene: sale benedetto; foglie di olivo
l)enedette: un frammento di rete di mai'e i-uliata. Il
(1) Le prime monete di Sede vacante risalirono al 1470; ma
«niello, elle hanno impressa nel rovescio la forma simbolica dello
Spirito santo, datano solamente dal 1655 e furono coniate durante
il periodo della Sede vacante, fra Innocenz'^ X ed Alessandro VII.
66 GIUSEPPE BELLUCCI
secondo contiene invece : pelle con pelo di tasso ; rete
di mare rubata : tela di stola rubata ; pane benedetto ;
cera benedetta ; olivo benedetto ; sale benedetto ;
corda di torre di sette campane ; nove chicchi di
g:rano! Singolari miscugli di oggetti, imbevuti di
fede cristiana e di fede pagana, a cui l' ignoranza
e la scaltrezza di coloro che li preparano, V igno-
ranza e la fede cieca di quelli che li richiedono,
attribuiscono virtù sopranaturali, ritenute vere e i^o-
sitive, mentre non si avvedono e non potrebbero
disgraziatamente avvedersene, che in realtà non esi-
ste virtù alcuna negli oggetti adoperati, non esiste
l'aduggiamento delle streghe, il male profondamente
temuto, che gli oggetti stessi dovrebbero prevenire
e combattere.
Conosciuta la composizione di codesti brevi, po-
trebbe dirsi che ognun di noi sarebbe capace di for-
marne; ma l'amuleto o feticcio non avrebbe in tal
caso quella virtù, quella sicura efficacia che gli si at-
tribuisce, se preparato da persona, che si ritiene non
solo pratica dei malefizi e delle arti di stregoneria,
ma capace eziandio di esercitarle all'occorrenza. Vi
ha di più ; le persone in voce di streghe o di fat-
tucchiere, abitanti nei paesi o nelle campagne, co-
noscono la forza nel malefizio delle loro compagne
in stregoneria, ed esagerando a scopo di maggior
lucro la supposta potenza del nemico, mostrano di
dosare la composizione del feticcio, anche secondo
la presunta capacità della loro avversaria.
Mi sono presentato un giorno in un paese del-
l'Abruzzo aquilano ad una di queste megère, detta
« la prufite » indicatami come strega; dopo averle
IL FETICISMO PKIMITIVi) IN ITALIA G<
aclcìimandato di prepararmi un breve della iiiajrjjinr
potenza possibile, volli esporle come per incidente,
tutta la mia erudizione in fatto di stregoneria, mo-
strandomi convinto della verità dei particolari che
riferiva e guardandomi bene di accennare meno-
mamente all'idea, che io la ritenessi in concetto di
strega. KMuscii ad entrare nella fiducia di ([uella
donna, ed a forza di dire e di dare, la persuasi a
cedermi tutto il materiale che possedeva per for-
mar brevi contro le streghe, materiale per sé stesso
singolarissimo, che ora trovasi nella sua totnlit.Y nella
mia collezione.
Oltre ad una stola intiera ed intatta, rubata di
recente nella sagrestia di una chiesa vicina, ebbi un
batuffolo di rete di mare rubata, una striscia di pelle
di tasso con pelo ; buona parte della muta di un
serpe, la pelle <Vun cervionej altrove u cervone (1);
coccole rosse di ginepro ; coccole rosse di asparago ;
sale cristallizzato benedetto. La vecchia donna che
mi cedette questi articoli soggiunse, che li avrebbe
presto radunati di nuovo, cosicché la sua industria
non veniva a ricevere sospensioni ; anzi nella notte
susseguente alla mia visita, si disponeva a recarsi
alla marina per rubare un altro pezzo di rete, in
sostituzione di quella a me ceduta. E quando reca-
tomi alla marina, dimandai ad alcuni pescatori, se si
fossero mai avveduti, che nelle reti da loro distese
sulla spiaggia mancassero talora alcune parti ta-
gliate e rubate ; « pur troppo, mi risposero, ciò ac-
(1) Con tali nomi distinguesi il rettile Elaphis 'luadriUnea-
tus, Lacépède.
iìS GIUSEPPE BELLUCCI
cade di frequente, e conosciamo anche le autrici di
tali dispetti, ma cosa volete farci ; se talvolta qual-
cheduno de' nostri compagni ha in qualche modo
reagito verso quelle vecchiarelle, ha veduto dipoi
le proprie reti gettate a mare, ritrarsi solitamente
deserte di pesci. Quindi lasciamo fare; tìngiamo di
non avvederci del furto che ci vien fatto, e ci adat-
tiamo così ad un male minore, perchè non e' incol-
ga un male maggiore » (1).
Compresi in tal modo che l'esito fortunato o me-
no della pesca si veniva a trovare in una certa rela-
zione con il furto delle reti, tacitamente consentito;
che la formazione di brevi atti a scongiurare i suppo-
sti malelìzì delle streghe verso i bambini, aveva una
lontana relazione per uno degl' ingredienti normali
con la professione florida o meschina dei poveri
pescatori. Così nella vita pratica si concatenano i
fatti più disparati, si armonizzano gli oggetti, che
sembrerebbero non avere e non potessero mai avere
tra loro la piii lontana "relazione.
Gli esempi addotti hanno pertanto addimostrato
la prosecuzione non interrotta di una pratica, che
•origina fin dalla più remota antichità, quella cioè
(1) Il furto, riguardo agli amuleti aumenta in generale le
virtù che ad essi soglionsi attribuire. Alcuni amuleti poi comin-
ciano ad essere dotati di particolari virtii nel momento medesimo
in cui l'oggetto, che li rappresenta, é rubato. K ciò rientra nella
teoria generale del feticismo, poiché il feticista pensa già d' in-
carnare 0 d' immettere nell" oggetto, che si dispone a rubare, le
virtù speciali, che costituiranno poi la sua particolare caratteri-
stica. L" audacia e le astuzie occorrenti per derubare un oggetto
vivamente desiderato, aumenteranno notevolmente il suo pregio
nella mente del feticista, se saranno coronate da esito favorevole.
IL FETICISMO PlilMinVU IN ITALIA fiM
(li toniiai'c iiiiiulcti 0 feticci con o^(i;'('tti i più rli-
versi e nel ina<2:j^ior numero di casi iiisi<:^nitìcanti, at-
tribuendo ad essi virtù straordinario, soin'anaturali,
e circondandoli di particolare venerazione. Alcuni
degli esempi riferiti hanno pure addimostrato l'esi-
stenza di talune persone, clic ])otrel)bero ciualiticarsi
come gli stregoni dei feticisti, alle quali si attribui-
sce una potenza magica superiore, ritenute })erciò
capaci di formare amuleti o feticci di un' efficacia
sicura in determinate circostanze.
Persiste <iuindi nell'etA moderna, in mezzo alla
società civile attuale, non solo la fede cieca nelle
virtù dei feticci, informati a quegli stessi principi
animistici, che incominciarono a manifestarsi tìn
dall' età più remote, ma persiste eziandio quella
forma primitiva di organizzazione feticistica, che si
verifica tutt'ora fra le tribù selvagge o se mi -sei v-agge
viventi, e che doveva esistere fra le tribù preisto-
riche e protoistoriche, che poi)olarono un giorno
le contrade italiane.
W1^«WWVf^1^1^1^«1^«*V1^V1^f^1^*1^«f^Vf^V1^*«1^*1^
CAPITOLO IV
Influenza
della reli-
gione cri-
stiana suo li
amuleti de-
rivanti da
credenze
feticistiche
primitive.
Fu già rilevato in antecedenza clie gli avanzi
del feticismo primitivo i quali ancora permangono
nelle contrade italiane, pel fatto di manifestarsi non
piìi in un ambiente selvaggio, ma in un mezzo so-
ciale relativamente evoluto, dovevano trovarsi, come
difatti si trovano, commisti agii amuleti introdotti
più tardi dai seguaci della religione cristiana, oggi
dominante nella forma cattolica.
Le ricerche proseguite nelle campagne e monta-
gne italiane hanno naturalmente confermato questa
conclusione ; nello stesso tempo però hanno addimo-
strato r esistenza di un fatto singolare, che collega
il feticismo primitivo con il feticismo conseguente
dalla religione dominante, che diremo cristiano. È
conosciuto il fatto, che la Chiesa ha strenuamente
combattuto, come combatte tuttora i principi delle
forme religiose differenti, che l' hanno preceduta o
che vivono contemporaneamente a fianco di essa.
Era ed è questione di ambita supremazia ed anche
di esistenza, perchè nella lotta con l'Entità o Di-
vinità ritenute false e bugiarde, la Religione cri-
stiana confidò sempre e confida di vincere, after-
luaiido ed estendendo con ciò mag'ffiormente la sua
IL FETICISMO PRIMITIVO IN ITALIA
autoritri sulle masso credule ed ossequenti. Nella
strenua lotta elle lia combattuto e coml>attt', hi
Chiesa cristiana, nella sua forma cattolica, si è poi
sempre dichiarata nemica delle fattucchierie e stre-
gonerie, riguardandole sia come sopravvivenze delle
relig-ioni pagane, die la precedettero, sia come ma-
nifestazioni demoniache, ostili al principio ed al retto
intendimento della Chiesa stessa. Mentre però aper-
tamente, e per così dire officialmente, si è addimo-
strata in tal modo, tacitamente e per così dire nella
vita pratica, si dovè adattare ai tèmpi, agli am-
bienti, alle condizioni delle cose e degli uomini, as-
sorbendo nei suoi principi fondamentali con modifi-
cazioni larvate, singolarmente nelle forme esteriori
del culto, una quantitA notevole di quei principi,
<li quelle forme, ch'esistevano nelle religioni abl)at-
tute ed altre i»i'endendone a i)restito dalle religioni
viventi. Ma ciò, che non si crederel)be, fosse av-
venuto, è il fatto, posto in evidenza da molti esem-
plari della mia collezione di amuleti, che la Reli-
gione cristiana nella sua forma cattolica ha assorbito
e modificato, non solo il concetto generico del feti-
cismo, poiché questo si sarebbe in certo modo com-
preso, ma anche le rappresentazioni materiali, gli
oggetti medesimi, facenti parte del feticismo primi-
tivo, adattandosi e piegandosi con scaltrezza ed
acume, con opportune concessioni, alle credenze fe-
ticistiche delle masse ignoranti.
Questo adattamento, questa forma evolutiva nel
concetto degli amuleti, è risultato dallo esame com-
parativo di un numero rilevante di esemplari rac-
colti nelle diverse regioni italiane, per cui si addi-
72 GIUSEPPE BELLUCCI
mostra, che dalla forma rozza di un oggetto natu-
rale qualsiasi, a cui soltanto il principio animistico
avrebbe potuto conferire le virtù di un feticcio, si
giunge per gradazioni alla forma di un simbolo cri-
stiano, materializzato però nella stessa sostanza del
feticcio primitivo, dinanzi al quale si resta indecisi,
se la fede si debba riporre sul simbolo, o sulla so-
stanza, ovvero debbano essere contemporaneamente
soggetto di culto, sostanza pagana e simbolo cri-
stiano. Meglio che ulteriori dimostrazioni a parole
valga all'uopo l'esposizione dei fatti; ed io pongo
qui alcune serie di forme di amuleti, che varranno
a mettere in luce questo singolare argomento.
Serie Prima
Fulmini o pietre dei fulmini.
Differenti sono le forme dei fulmini, che se-
condo la credenza popolare costituiscono la parte
materiale, litica o metallica, delle scariche elettriche
atmosferiche. Una delle forme più comuni, anche
perchè quella che la rappresenta, trovasi notevol-
mente diffusa in condizioni naturali, è quella delle
asce levigate in pietra verde, che furono utensili
usatissimi dall' uomo nel periodo neolitico dell' età
della pietra (1). Ora con siffatte forme di fulmini
esistenti nella mia collezione, si rende possibile di-
mostrare il cambiamento verificatosi in tale feticcio,
per opera segnatamente della religione cristiana.
(1) Vedasi su ciò, pag. ]"
IL FETICISMO l'IM.MITIVO IN ITALIA
Tó
La fìjf^, 39." rappresc'iit.i
una forma naturale di ful-
mine, costituita da un ciot-
tolo appiattito (li calcare si-
liceo nerastro, durissimo, con
miiiiei'osi ci'istallini di iiii'ilc
nello impasto. Todesto i)re-
teso fulmine è toj^giato fi «ifros-
solauo ta*i'liente nella parte
inferiore, senza che 1' uomo
abbia però concorso per ot-
tenerlo. Il colore nero, la
foi'ina di g'rossolana accetta,
la durezza notevole, la pro-
prietà di dare scintille con
l'acciarino, il luoji'o del tro-
FiG. 39." — Pietra del ful-
mine ; forma naturale.
(Rose, Cosenza) — Gr. 1/2
.^.'■"^
Fici. 40." — Pietre del fulmine, una delle (juali in astuccio di cuojo:
asce levigate del periodo neolitico. A a. (Atri, Teramo); nel
centro (Castelnuovo, Assisi, Umbria) ; a d. (Cancellara, Foli-
gno) — (ir. 1 o.
varnento, devono aver fatto ritenere come un ful-
mine caduto, la pietra naturale rinvenuta e rac-
colta, attribuendosi i)oi ad essa quelle virtù, che
74 GIUSEPPE BELLLXCI
furono assegnate a forme analoghe, come quelle rap-
presentate dalla figura seguente.
La fig. 40.'' addimostra la forma di tre amu-
leti 0 feticci, costituiti da accette levigate in ser-
pertino, appartenenti al periodo neolitico dell' età
della pietra. Quella a s. è intiera e conservata così
come fu raccolta : quella del centro, fu perforata
all'apice per tenerla appesa: quella a d. trovasi cu-
stodita in un involucro di cuojo, cucito accurata-
mente nei margini, di guisa che i suoi particolari
non sono manifesti. E ancor essa un'ascia levigata,
perforata all'apice, il margine tagliente della quale
fu troncato, per sostituirvi una superficie piana,
riducendolo così a brunitoio, utensile adoperato dif-
fusamente nelle prime età metalliche fi).
La singolarità di questo preteso fulmine si trova
anzitutto in sé stesso, perchè munito di sacra be-
nedizione, poi nelle particolarità dei seguenti og-
getti con cui è riunito nell'involucro di cuojo:
1." Foglie di un rosajo, racchiuse in carta,
sulla quale sono impresse a stampa, preghiere in
lingua latina e l'immagine di S. Francesco, che ri-
ceve le stimate. Le foglie di rosa, presentano chiazze
color ruggine, somiglianti a quelle, che si veggono
nelle foglie tratte dal leggentlai'io roseto senza
spine, attiguo alla chiesa della ^ladonna degli An-
geli, presso Assisi, dal quale con tutta i)robabilità
provengono ;
(1) Vedasi: Bellucci (}.. Matoiali paletnologici della Provin-
cia dell' Umbfia; Kicercho e studi, voi. I. pa?. 95. Perugia. Unione
Tip. Coop.
IL FETICISMO PKIMiriVO IN ITALIA
2." Un frainniento di nastro in seta l)ianca-
stra, con parecchi fiocchi di seta rossa aderenti,
consimile ad altri, che si distribuiscono in taluni
Santuari ;
3.° Un piccolo involucro di carta, contenente
una certa quantità di sostanza polverulenta, deri-
vante da raschiatura d' intonaco di (jualchc tempio
o località sacra ;
4." Una carta, in cui trovasi impressa a stampa
una preg'hìera, illeggibile i)er lacerazione della carta
stessa, di cui però sono tuttora manifesti il princi-
l)io, rappresentato da una formula, solita ad adope-
rarsi in certi scong-iuri, i- la tìn*-. La preg^hiera
comincia con la formula :
+ 1 + 1 + 1 + 1 + 1
e termina con le parole :
iiìì Amen e tre Credo.
L'amuleto complesso di cui si è data la descri-
zione, era conservato con moltissima cura e vene-
razione da una vecchia donna, che lo custodiva con
altri oggetti di carattere sacro, entro una borsa col-
locata sotto l'origliere del letto (1).
Come ben si comprende dalla descrizione sud-
detta il feticcio pagano primitivo, il preteso fulmine
caduto dal cielo, è addivenuto un feticcio cristiano,
custodito con la stessa cura e gelosia, con cui si cu-
li) Come particolare storico ricordo, che questo amuleto fu
<l;i me acquistato in un anno di penuria di generi alimentari,
cambiandolo con quaranta chilogrammi di frumentone !
76
GIUSEPPE BELLUCCI
stodiscono le reliquie di esclusivo carattere sacro,
e soggetto come queste alle medesime forme di culto
esteriore.
La Hg. 41.^ rappresenta
uua forma di croce, perforata
all' apice per tenerla appesa,
tratta da un'ascia levigata in
giadcite del periodo neolitico,
segata anzitutto longitudinal-
mente e ridotta poi mercè se-
gature laterali, accuratamente
condotte, all;i forma attuale
di croce.
Questo singolare amule-
to, benedetto dal l'arroco, si
trovò appeso a capo di un
letto in mezzo ad oggetti di-
versi, di carattere esclusiva-
mente sacro.
Dell'antica pietra dd ful-
mine non resta pertanto in
questo feticcio cristianizzato,
che la provenienza e la so-
stanza ; ogni altro carattere del feticcio primitivo è
scomparso. Alla venerazione però per il simbolo cri-
stiano, che l' amuleto oggi rappresenta, si aggiun-
geva nel possessore la fede nelle virtù dell' antica
pietra del fulmine, di cui oltre al ricordo vivo ed
indelebile, permaneva sempre una parte della so-
stanza che la costituiva.
FiG. 41.^ — Pietra del mi-
mine : ascia levigata del
periodo neolitico, ridotta
a forma di croce. (S. De-
metrio, Aquila) — Or. 2/3 .
IL FKTICISMO l'IMMITlVO IN ITALIA
Serie Seconda.
Saette o pietre delle saette.
Un'altra fonila, forse la più coimnic <• caratte-
ristica, della parte materiale delle seai-idic i-lettriche
atmosferiche, è quella che presentano le cuspidi di
freccia, di giaveUotto, di lancia, di pugnale, gik
adoperate dall'uomo nel periodo neolitico ed eneo-
litico dell'epoca preistorica. Tal forma è comune-
mente designata col nome di ju'efra della saetta, o
semplicemente con quello di saetta. Fu accennato
gic\ a questa forma in antecedenza (1), quando si
volle addimostrare il carattere, che tali cuspidi liti-
che avevano assunto nel culto feticistico delle genti
italiane, e dalle considerazioni ulteriori vedremo,
come le conclusioni allora formulate, ricevano la più
am[)ia conferma. In questo capitolo però le pietre
delle saette dovrebbero essere esaminate dal punto
di vista delle mutazioni di forma, che per influenza
delle dottrine cristiane potrebbero presentare. Deve
subito osservarsi però, che a causa di una difficoltà,
che può ben dirsi tecnica, ed in conseguenza di un
principio tradizionale tuttora vivente, non solo la
forma primitiva di tali saette non fu variata, ma
sulle loro superfici non fu nemmeno inciso o scolpito
alcun attributo simbolico, relativo alla religione cri-
stiana.
La difficoltà tecnica deriva dalle proprietà na-
tui'ali (Iella selce, minerale di cui sono generalmente
(1) Pag. 17.
78 GIUSEPPE BELLUCCI
costituite le saette. La selce non può adattarsi a
forme determinate, se non che con un lavoro di
scheggiatura mercè accurata percussione, e mentre
gli artefici dell'epoca preistorica erano abilissimi in
tal genere di lavoro, per effetto di una pratica lun-
gamente acquistata, a partire dalle prime età metal-
liche fino ad oggi tale pratica andò sempre più per-
dendosi e con l'arte non più necessaria scomparvero
anche gli artefici, che la coltivavano. La durezza e
la proprietà di scheggiarsi a forma concoide, che la
selce presenta, oltre ad aver reso irregolarissime le
superfìci delle cuspidi litiche riguardate come saette,
devono poi avere impedito, che su di esse s' inci-
dessero o scolpissero segni simbolici attinenti alle
dottrine cristiane. Il principio tradizionale poi ge-
losamente conservato e pervenuto attraverso i secoli
fino a noi, deve avere a sua volta contribuito a la-
sciare immutata la forma primitiva di tali saette,
che si ritengono cadute sulla terra dalle regioni su-
periori del cielo. Si disse già (1), che il contatto del
ferro riesce a disarmare delle loro molteplici virtù
sopranaturali le pietre delle saette; ora senza il sus-
sidio di percuotitori o martelli di ferro o di acciajo,
sarebbe impossibile modificare opportunamente le
forme primitive delle pietre delle saette.
Queste considerazioni, senza essere assolute, pos-
sono servire a dar ragione del perchè tal forma di
amuleto o di feticcio primitivo non abbia ricevuto
mutazioni col variare successivo delle credenze re-
ligiose, avvertendo che le considerazioni enunciate
(1) FiVg. 19.
IL FETICISMO l'KIMlTIVo IN ITALIA 79
cmorgono ikìii solo dallo csaiiif (l<-llc mniitToso
saette, che s((ii riuscito a possedere, ma da (|U<'llo
eziandio di un ^nxu numero di tali aiiiuN-ti. che ho
veduto nellr mani dei possessori, da cui però non
}iotci averli per la mia collezione. Non una vulta
mi fu dato di vedt-re una forma di saetta in pietra
silicea, che portasse inciso o scolpito qualche sim-
bolo sulle sue Bupei'fìci. ovvero fosse ridotta, come
in altri amuleti si verifica, alla forma di simbolo
cristiano e segnatamente a (piello di croce.
Ma se la forma delle cuspidi silicee, riguardate
come saette, non venne mutata, si ebbero applica-
zioni così molteplici e varie di tali amuleti o feticci
})rimitivi ai principi delle dottrine cristiane, da non
aver alcun dubbio nello asserire, che la forma li-
tica delle saette fu fatta propria dalla religione cri-
stiana, così come il feticismo primitivo l'aveva già
fatta sua, e l'aveva riguardata degna di venera-
zione, di culto.
Gli esempi seguenti addimostreranno anzi che
la nuova religione andò a tale riguardo più oltre
dell'antica, poiché le pretese \sae<fé', rese sacre mercè
apposita benedizione rituale, furono poi corredate di
quelle decorazioni esteriori, che si usarono e si u-
sano tuttora per le altre reliquie sacre, ad esempio
per i frammenti delle ossa dei martiri cristiani o
di coloro, che dalla Chiesa furono elevati al grado
di beatitudine o di santità.
La fig. 42." rappresenta due forme di cuspidi
litiche : in alto, quella di una cuspide di freccia,
ritenuta quale pietra di una saetta, che si vide ca-
dere al suolo e si raccolse scavando dipoi ai piedi
80
GIUSEPPE BELLUCCI
della querce da essa colpita.
Si trovò conservata entro una
cavità della gola del camino
in una casa di campagna, at-
tribuendosi ad essa con ferma
fede le virtù protettive con-
tro nuove cadute di fulmini
o di saette. Per quante ri-
chieste ed indagini facessi ai
possessori di tal forma di
saetta, per accertarmi se a
suo riguardo si nutrivano pen-
sieri di carattere sacro, se-
condo le dottrine cristiane,
non riuscì a staliilire nulla di
sicuro. Questa forma di saetta,
come molte altre che pos-
seggo, esprime quindi, se-
condo me, le credenze tradi-
zionali primitive, non influen-
zale da pensieri sovrapposti,
derivanti dalle dottrine della
religione cristiana.
La stessa fig. 42.'' rap-
presenta in basso la forma
di una bella cuspide litica di
])ugnal('. alla base del quale trovasi legata una cor-
dicella, per cui mezzo si teneva appesa nella gola
(li un camino di una casa di campagna. In seguito
ad indagini, riuscii a conoscere che tal forma di
saetta era stata benedetta dal parroco ; e nella mente
dei possessori ritenevasi, che la benedizione impar-
FiG. 42.» — Pietre delle saet-
te Un alto: Cortona, A-
rezzo) ; {in basso : K:\bbrL.
Spoleto, Uml)ria) — Or. i/o.
IL l'K'l'ICISMo l'IM.MI I IVO IX ITALIA .SI
tit.i .(Vrssc reso |>iii sicuri' ed ctticiici Ic vil'tìl lia-
tiir.tliiH'Ut»' possedute dall' aimiletc», di preservare
dalle ruluiinazioiii (1).
La tì^-. 4^1.' rappresenta la seiii-
pliff parte inferiore di ima cuspide di
treccia di torma triauo'olare, troncata
poco al di sopra del i>"ainl)o o i)edun-
colo. K fasciata in arj>"ento con anel-
li-rto tisso. ed io la trovai appesa a
capo di un letto, fra le iinma}i"ini sa-
cre, in una casa isolata di canipatrna.
(^hiesto eseni|)lai'e di stirffn presenta , , , ... „ _ i, .
un particolare interesse, perchè addi- tra della saet-
niostra come le virtù [)rotottive delle ♦^^ (BJi'tiola,
\Itirsc imi** !"*('-
srif'tfp caduto, si posseggano anche dai ruo-iai — " Gr
fraininenti di cuspidi litiche, se na- nat.
turalin<'ntc rinvenute infrante.
La tii>-. 44.' comprende le forme di cintine cn-
sl>idi di fi'eccia o di giavellotto del periodo neolitico,
contornate elegantemente in argento e munite di anel-
letto fìsso per appenderle : tutte erano conservate
Con molta cura e gehisia, venerate dai possessori
tjuali pietre di tiaette cadute sul suolo e riguardate
validissime a proteggere; da ulteriori fulminazioni.
L'accurato lavoro di montatura in argento, le
(iiinensioni non ordinarie delle cus|)idi litiche, la
loro forma accuratamente simmetrica, dii'ei (piasi
(1) Parlai la prima volta ilei riiu c-ristianoi<ittolic«i di Itcìio-
dirc le pretese saette in uno dei primi niifi studii palei iioliigici.
inserito negli Atti della Sof. it. di sr. /lat. di Milnno. \iii. \I\ .
1871, pag-. 1»).
82
GIUSEPPE KELLICCI
ricercata, ini conducono ad estendere a tutti questi
est'inplari e ad altri consimili, il signiticato, che riu-
scì a precisare per uno di essi (a s. in basso), quello
Vui. 44." — l'rctre delle saette: in alto da s. ad.: (AjeUi, Guriano
Siculo, Cocullo, prov. di Aquila): in basso: iPesco Costanzo,
Aquila: Letto Falena, Cliieti) — (ir. 2'-,.
cioè di oggetti rc^si sacri, per benedizione impartita
dai ministri del culto e quindi ritenuti quali oggetti
di devozione, dal punto di vista delle dottrine cri-
stiane. Ritengo (jiiindi clu' le cinque cuspidi litiche
d<;lla tig. 44.'^, veramente pregevoli per molti par-
ticolari di forma, di lavoro e di decorazioni, rap-
presentino il conc<'tto di cinque feticci primitivi.
IL FKTicisMo i'i:iMrn\ii in haij V
S3
rivestiti (li ranittcr»' s.-uid sccviikìd le (Inttriiic cri
sti>ui«'. e tr;istonii;iti in i-tii(|iiif n feticci cristiani.
La \ìix. 1.")/ ra|i|)rcsciita una cu-
spide (li freccia |ireistnrii-a. cinitor-
iiata ili ai';iiiit(i. e iiiuiiita di catenella
in ottone, per la ipiale trovavasi cnii-
«i'iuiita. ali 'estremità di una corona <li
rosario, con una nieda<ilia di carattere
sacro. La coi'nna. da cui pendcvaiici
(jiiesti due og'jictti. fu trovata appesa
a ca])o di un letto con un ('rocefisso.
un ramoscello di palma l)enedetta e(|
una candela egualmente heiiecU'tta.
La particolare posizione della cii-
s|>ide litica ali" esti'einità di una co-
rona di rosario (li. il collocamento
di «piesta corona tra o^"i;vtti d' incon-
ti'stahile cai-attere sacn». concorrono
ad impartire alla pret«^sa saetta il con-
cetto di r<^li(iuia sacra, secondo le dot-
trine della relitrione cristiana.
]>a tig. 4t).' rappresenta una forma
di reli(iuiario, lavorato certamente da
monache, nel (piale, al di sotto di un cristallo, (' rac-
chiusa una cuspide di freccia in selce dell'epoca prei-
storica, rijjfuardata come saetta. Tale reliquiario, sin-
golarissimo per la conformazione e per il contenuto,
fu da me trovato a capo di un letto, fra iminasrini
Ki.:. 45.» — Pie-
tra della saet-
ta. (S. Loren-
zo, Aquila) —
(ir. nat.
(1) L<? corone di rosari(j e le iiietta^lio, prima di essi;re usate
dai fedeli, devono essere consacrate mercè forme rituali di pai-
tieolare l)ene<li/.ione.
S4
GIUSEPPE BELLUCCI
(li Santi, un Crocefisso ed un honen Christi, quando,
in un i>-ioru() di forte temporale. e1)l)i casualmente
a ricoverarmi in una povei'a casa, pi'ossima al vil-
FiG. 46." — Pietra della saetta, entro un reiii|ni;irio. iS. AiioIIìikuc
Marsciano, Perugia) — Gr. 1/2 .
hifi^gio di S. Apollinare. (Jiraudo per la casa ed en-
trando nella camera da letto della vecchia donna
che colà abitava, osservai con vera meraviglia, come
IL KKTlrlSMi» l'KIMniVC» IN IIAI.IA
85
una caiulcla anlcssc diiian/ci a (|ucl n-litniiario I Ap-
presi allora, clif la punta di saetUi, custodita nel
i'('li<|iiiario. era stata Itcìicdctta dal Parroco <■ cln-
per devozione <• cnn ferina tede, (piella povera vec-
chia suoleva accen-
dere dinanzi ad essa
una candela henedei
ta. tutte le volte idic
il tuono i"iiiiiore^';4'ia-
va da lun<>i, prean-
nunciando il tempo-
rale o la «i'randiiie.
.Mi a^'^iunj>"eva con
iiif^enua sicurezza :
che né porclieric (li.
iir acci ne sporche (ac-
(|ue miste a g-ran-
dine), sarebbero mai
cadute nel territorio
protetto dalla poten-
te reliquia, eh' essa
possedeva.
La flg. 47.' l'ap
l)resenta tre cuspidi
di treccia in selce
dell' epoca preisto-
rica, due delle quali colU^gate ad una catenella di
argento, che serviva a tenerle sospese ; la terza col-
;. 47.' — rioire ilello saette; da s. a
li. : (Trasacco, Scontrone, i)rov. di
Ai|iiila ; Cortona, Are/./.o) — Gr. '/j.
(1) Chiaiiiansi jKirclirric, sjiurcisie, le cuspidi del lulinine e
delle saetto, e d'ordinario ilcsifjnansi con (|uesti pseudonimi, es-
sondo roffola goneralnionto osservai,!. i|Uolla di non nominare mai
né fulmini, nò saette.
86 (ili .SEPPE BELLUCCI
locata in un castone di argento, tci'niinato all' estre-
mità con (lue lino-uettc. i)ci- uic/zd tlelle (juali I'oìt-
getto era fissato ad un;i ta\iili'rr;i di legiKi.
Q,uésti tre oggetti, pregevolissimi non solo \H'r la
conforma/ione. ])cr Teleganz.-i e l;i finitezza d(^lla de-
corazione nii'tiillicM. m;\ jinclic ])<■]• j [larticolari sto-
rici elle ,1 ciasciiciiniio di essi si riferiscono, furono
trovati. (|U;ili sjiclic cadute dal cielo, in mezzo a
numerosissinii c.r-roto, in tr<' chiese ditt'erenti ed in
regioni d'Italia al)l)astanza lontane ti-a loro. 1 due
])rimi. con cat<'nelle. ei'aiio consaiTati ed offerti ad
immagini miracolose di Mad<inne : il terzo fu con-
sacrato ed olferto ad un grande Crocefisso, venera-
tissimo dai fedeli.
Così le cuspidi litiche, che le gi'Uti italiane ado-
perarono un giorno, prima (die la storia registrasse
le nmane \icende. i»er rendere piii acuminate e nu-
cidiali le l(.ro ai'uii. ehhei'o fortuna davvero singo-
lare, tjuando r ignoranza umana cominciò ad inter-
pretarle come la parte luateriale delle scariche elet-
triche, che scoccano con immenso laimore dai nend)i
tempestosi sulla terra desolata. ( )ltrei)assato il pe-
riodo della religione feticistica pi'imitiva, le pretese
saette fui'ono poi riguardate (|uali atti'ihuti della più
alta divinità dell'Olimpo, e come tali, ritenute sa-
cre e venerate durante il lungo periodo delle civiltà
classiche e sotto l'impero dille religioni politeiste.
Atterrati gli anticlu Dei e disarmato per sem{)re
Giove fulminaiore, le pretese saette riuscirono an-
cora a salvarsi dalla rovina generale delle dottrine
pagane. La religione cristiana mm xalsc nò allora, nò
poi a cancellai'e dalle menti umane l'antico er-
II, FKTICI.S.MO l'Ul.MllTVo IN M'ALIA 87
rorc. <■ iiii'iiti'c i ti'dt'li |)r(>sci;uin)ii(). coiiic pros»*-
^uoiiu tuttora, a riv(jlf;-(r(' allr [ìn'tcsc saette pre-
ghiere e iiiaiiifestcìzioni esteriori di culto, la (yhi(^sa
non esitò ad ace.ofj^iiei'N-, rome le accoj^lie tuttf)ra,
nel l'antlieou riccliissiiiKi delle luidtiforiui ed innu-
mt-revoli reli(iuie eristiaiic.
SioRiK I'kuza
Pietre sanguigne o del sangne.
Il dias|irii di eolor l'osso o rossastro, i diaspri
verdi eoli maeeliie rosse, soniifj^'lianti a gocciole di
sangue disperse, tìirono ritenuti e si ritengono tut-
tora (piali amuleti a\-eiili virtù preservative, atti
perciò ad impedire luseita de! sangue da qualun-
<]ue parte del e(»rpo. e \ irtiì curative, singolarmente
tiinostatiche. nei casi in eui il sangue sgorghi da
ferite o con fonile emorragiche fluisca dall' interne
cavità del corpo umano. Applicando in questi ul-
timi incentri la piiiva del sanijiu' sulle ferite, o
poneiidoLi a contatto delle regioni esterne, aventi
relazione con i visceri o con le cavità da cui il
sangue si crede provi-nire. 1" effetto topico, il risul-
tato benefico, vengono rapidamente raggiunti.
Mentre però nei diaspri sanguigni la forma del-
l'amuleto non \-eiiiie. né viene ricercata, perchè la
virtù è possi'duta dalle macxdiie di aspetto sangui-
gno che contengono, e non dalla pietra consid<'!rata
nella sua forma e caratteri generali, nel caso dei
88 GIUSEPPE BELLUCCI
diaspri rossi o rossastri si volle invece, che t'ossero
naturalmente piriformi, i>er 1' analogia che in tal
caso avrebbero presentato con la forma delle goc-
ciole di sangue fluenti dalle ferite. Pertanto al co-
lore del diaspro, che richiama quello del sangue,
al noto carattere di pietra più fredda delle altre, si
aggiunse anche la forma particolare, che 1" amu-
I iiihriai : a il.: (Pe-
leto doveva natumlmente ])resentare, associandosi
così diversi caratteri, che per magia simpatica
contribuivano a conferire all' amuleto le virtù pre-
ventive e curative, che nei casi opportuni doveva
esercitare.
Le tìg. 48.'' e 41».'' presentano tre esemi^lari di
pietre del sangue somiglianti a grosse gocciole di tal
liquido; nella fìg. 48." l'esemplare a s. è perforato,
e pel foro passano ancora avanzi di una cordicella,
per mezzo della quale si poteva appendere al collo
IL FKTICISMO I-KI.MITIVU IN ITALIA
81)
(li una persona; l'cst'inpliii'i' ;i d. è invece contor-
nato in ar^H'iito con anelletto tisso per appenderlo.
FiG. 4<.)." — Pietre del .•>aii^..L . '. >.. (i
del Lago, Perugia) — (ìr. nat.
■ Casti"] ione
L' esenii)lare a s. della tiji'. i!i. ', ]>ertbrato al-
l'apice, ha un nastro di seta rossa, annodato a fiocco,
per mezzo del quale si teneva appeso a capo di un
letto tra immagini ed oo;getti sacri. Dimandando al
possessore la rag'ione, jier la (juale tale amuleto si
trovava collocato in un ])osto così speciale, fui da
90 CrlUSEPPE BELLUCCI
esso assicurato, clic in seguito della particolare be-
nedizione, impartita dal PaiToco. (piella pietra del
sangue, aveva aggiunto alle virtù i>riniitive, molte
volte eilicacementp s|)(a'imentat<\ 1<^ particolarità pre-
ziose di un oggetto di devozione di un oggetto sacro,
a cui con luaggiiir tiducia poteva ricorrersi in caso
di l)isogno. Ter (jucsta ragione la jiictra del sangue
si conservava a capo del letto, unitamente al lumen
Chrhti (■(! alla palma, oggetti sacri, entrambi be-
nedetti ed eflit-aci. il primo a guarire le convulsioni
infantili e /'nfaìif ignote, il secondo ad allontanare
la grandine. ('oni|)i'e.<i allora, come la pietra del san-
giii' fosse ancor" <'ssa addivenuta oggetto sacro, e
da .ferircio pagano si fosse trasfornuita in feticcio
ci'istiaiio. a\\iandosi e(»sì i)er lente mutazioni a quella
forma tinaie, jier rui i cai'atteri pi'imitivi dell'amu-
leto pagano si \aniio a trovare sotto la forma di
sind)olo cristiano, come 1" esemplare a d. della stessa
lig. 4'.l" addimosti'a maiiifestaniente.
\ella forma di croce di (pu-st'oggetto non resta
flifatti dell'amuleto primitivo die la sostanza, il dia-
spro rossastro: ma siffatta sostanza, sebbene si ri-
guardi sempi-e provvista delle antiche virtìi, per
lontana tradizione ed esixM'ieiiza l'iconosciute (l),
il) l''r;i i l;inli t•.•l^i ili jiiiiii'ifiioiii di ciiini-iMgie, elio la Storia
raucmUa cniiu- avvenute per mezzo del diasi^ro rosso, mi piace
ricordare il sejiuente, che interessa non solo per sé stesso, ma
iinclie porcile si riferisce a due nomi illustri ucirArto italiana (Re-
cin- bli'n; t'aris, 190:!. Il, p. 88).
Il pi(Uii-f. Luca si-inorelli, precursore di Michelangiolo andò
un i;iiirnn. nel suo >essantanove.-)imo anno di età, a collocare
IL FETICISMO l'IUMllIX (I I.\ IlAUV IM
non i";ii)|>r('S('iii,i .iltriiiK'iiti la ji'ucciola <li saiif^'uc
lluciiti'. ('Ih- per iiiaji'ia siiii]>atica doveva c.cMiforrrrc
ad aiTcstarc l' ciiiorran'ic ed i Mussi saiijfuifi'iii. ma
offre la toi'iua di mi siiiiltolo. clic s' inipoiK' a tulli
i fedeli, ])er uiez/o del (juale si sono sostituite e ^i
sostituiscono le fonile |iriiiiiti\('. con\enzionali deii'li
anuileti o feticci pa-^aiii.
La piccola forma di croce si ottenne da una ta-
voletta di diaspro a piani paralleli, accuratamente
seg-ata. l'na lastra di arg'ento .contorna l'o<>-i;-etto in
tutta la sua «ifrossezza ed i lembi di codesta lamina,
(jentinati a piccoli trian>i'oli. si trovano riljuttuti sulh'
due supertici dt'lla croce. Tu anelletti> (isso, nella
parte superiore. ser\i\a a sos[iendei"e la croc<-tta
di diaspro rossastro a capo di un letto ove fu tro-
vata, provvista della fede antica nelle virtii emo-
statiche, e della nuova ì\h\c- conferitale dalla forma
simbolica e dalla rituale benedizione ci'istiaiia.
jtersonaliiifiitf in uii;i ciiiis,! di Arezzo, un quadro onlinatojjrli
dalla confraternita di S. (icrulaiiio. In quel triorno, Giorgio Vasari,
ancora j^iovinetto, conolilie il buon vecchio ; per una delle tante
eventualità della sorte, il futuro storico delia pittura italiana, fu
colpito da una forte emorragia e svenne. Siiinorelli accorse pron-
tamente, e fece scivolare fra le spalle del giovane un pezzo di
diaspro, che operò in modo l>enetico od arrestò istantaneamente
l'emorragia.
Da ((uesto racconto si deduce, che Luca Signorclli doveva
avere in tasca la pietra del sangue, alla virtù della (|uale ricorse
con esito sicuro. K presumibile però, che tale amuleto non fosse
il solo e che signorellL disponesse della borsetta misteriosa, so-
lita a contenere amuleti per diversi generi di malattia e contro
le intluenze sinistre, come nei secoli decorsi si costumava di por-
tare, e come, sebbene rarissimamente, si suole da (|ualcheduno,
(I meglio da qualcheduna, portare indosso anche oggidì.
92 GIUSEPPE BELLUCCI
Serie Quarta
Pietre della gravidanza o pietre gravide (1).
Questo siiiji^olare amuleto è costituito da una
concrezione arf>'illo-ferrug'inosa, solita a rinvenirsi in
forme globulari o consimili ;i quella del rene. Di un
colore marrone scuro allo esterno, questa pietra fa
sentire un leggero rumore, (juando si scuote in vici-
nanza dell'orecchio, rumore dipendente dal fatto, che
durante il diseccamento naturale della concrezione, si
sono distaccate nella parte interna alcuni frammenti,
che con lo scuotimento si muovono entro la cavità
formatasi per il diseccamento medesimo. Tuttociò
è spiegabilissimo, e all' infuori della singolarità della
cosa, nessun' altra deduzione trarrebbe oggi un na-
turalista, che si facesse ad esaminare consimili og-
getti. Coloro però che primi si fecero ad esaminare
questi minerali, provarono un'impressione molto di-
versa; inesplicabile dapprima il rumore che tali pie-
tre facevaìio sentire; inesplicabili poi le pietruzze
esistenti neir interno, e che apparvero a coloro che
con pensiero e curiosità di bambini ruppero le pri-
me concrezioni per vederne il contenuto. Qual si-
gnificato dopociò doveva ritrarre 1' osser\atore igno-
rante da un minerale così sing(»larmente costituito?
Con pensiero animistico si rigiiardarono come pietre
(1) Queste pietre sono dette anche aquiline, perchè si ritenne,
che l'aquila le portasse nel suo nido; volgarmente sono desi-
gnate col nome di pleh-e pregne.
ir. KICTICISMl) l'KIMl l'ivo IN ll'AI.IA iKJ
inadl'i. clic nel loro inlcnio ji'cncr;iv;iiio in'ctiv li-
^"lic. M;i 1,1 t;mt;isi;i sp.iziò poi lihcraiiiciltc. (|U;ili(lo
si coiicc|)ì il pciisicro. dir le iiictni/z<' li;::lic s.-irch-
l)cl"o (liiti- ;ill.i luci' (Lille picti'c iil;i(iri; clic (jucstc
iiisoinm,!. collie |iieire <;-i';ivi(|e. ;ivrel)l)ero pai'torito
le i)ieti-ii//.e. diesi t roxa \aiio foriiiate iid loro seno.
Da (|Uesta coiidiisioiie. rireiuita come x'cra dalle
tiiiiaiiità passate, ed ancora patrimonio intellettuale
di, liTaii parte dell' umanità \i\-eiite. si trasse un'al-
tra conseg-ucii/ca. loyit-a ap|iari'nti'iiiente secondo la
premessa.
Se in natura esistono pietre n-raxide. (pieste de-
\-oiio possedere, per ra^i'ione di simpatia, una rela-
zione con la y'raNidanza delle donne. d(wono posse-
(h'i'e \irtù etiicacissinie. non solo per assicurare l'an-
danieiito normale del puerperio, ma per allontanare
le possiliilità de^Liii alioni. per facilitare i parti. E
con (piesto concetto, di una semplicità infantile, le
concrezioni arg'illo-ferruginose addivennero feticci od
alluditi ricercatissimi e di sperimentata efficacia non
•>o|i, per le donne, ma peide femmini- prejj^nanti de-
uli animali domestici. Si \oll<' estendere l'efficacia
di codeste pietre. dav\'ero fortunate, aiidie ajj^li al-
l'eri fruttiferi e si pro\ò, e si credè di poter asse-
rii'e. die let^-ata una di tali pietre alle parti superiori
di un albero, le frutta pendenti tenevano (1) e ma-
turavano ei^'reii'iamente: mentre se la pietra jj-ravida
si lei^ava ai |)iedi dell'albero stesso, le frutta non
fciirriiiHi altrimenti e cadevano tutte a terra.
il) H liilld |i('r cui <ili all'eri Iriiltifci'i cDiniui-oiio o lu) a m;i-
tura/.ioiic le IVutta, i' volganncnt'^ iiiilicatn con ri'si)rc>si(iiic, ^c-
/"■;■'• I) utili irnn-e le fn'tta.
i)4
GIUSEPPE BELLUCCI
A codeste pietre gravide si conferirono quindi,
e si conferiscono tuttora, virtù straordinarie, indi-
jjendenti anche dal sig-nifìcato fondamentale ad esse
attribuito. E una vera fortuna il possederle, sia in
Iì(i. od." — Pietre (Iella gravidnn/.a: a s.: (Pieve Tiuin;!, Anconai:
'I <l. : (A(iuila) — Gr. nat.
|ir<i|)ri<ià i\'), sia in prestito. (|uan(l(> la donna, per
In sl;ii(i interessante in cui si trova, voi>-lia affidarsi
;illc \ii'tii protettive di codesti feticci, in cui alita
iiatui'ainiente, secondo il concetto animistico, uno
s|)irit(> simpatico, quello della i2:ravidanza. favore-
^■olissim(» alle condizioni sprcinli in cui la (loinia si
trov;i.
(1) Gciiei'aliiient.o le itietrc, i/raridc sono <lal<' a imlo jicr i
uovo mesi che dura la gravidanza, mediante prestazione di un
pegno di valore, che ne garantisca la restituzione e con l' inte-
resse anticipato di lire cintiue. si ]iuò quindi ritenere, che una
pietra gravida rappresenti un capitale di cento lire, e difatti que-
sta somma od un oggetto di valore i-quivalente, è richiesta a ga-
ranzia o in vendita da coloro che ne posseggono una, non come
corrisposta del valore intrinseco, ma come capitale atto a pm-
duriie I' iuleresse.
Il, l'IOTICISMO IMMMiriVfi IN ll'ALIA
^
Dalln scric di pietre </nni</f dif | u isst j;-;:!! niH.i
ini:i coUcziniic ti-;i*;-^'() i (nuitti-t> <'S('iii)il;iri r;i))f>rc-
scntHti (l;lllc liji". ."»().* e ;")! .". ))cl- ;i(l(lilll(istnil'c. conif
anche ìlei i-aso di <|Uesto aimileto siasi verilieata
(jucila trasfoi'ìuazioiic lenta itia in-(tfonda. ciie ha
convcrtito un feticcio i>a<:'ano in un 'i;^"<:ctt<i sacro,
in vin feticcio cristiano.
51." — Pic^lre (lelhi jxravidanza ; '/ ■<.; iCfirtona. Arezzo): « d.
(Muccia. MaeoivUai — (ir. n;it.
La t\g. aO.' coni|»rende due cseinphiri : hi jiriìna
a s. è una forma naturai»' di pietra f/rarida, che
si trovò conservata in una borsetta di cuojo con
nitri jinmleti ; è levij^atissinia e fu i>iù e più volte
adoperata con successo dalle donne incinte. A d. è
rappresentata una forma di pietra jjravida resa <li-
scoidale e contornata con lamina di arj^ento. mu-
nita di anel letto per tenerla appesa sulla persona.
I.ia tìg. 51.* ha a s. \u\ìì pietra gravida reniforme,
contornata accuratamente con lamina di argento,
munita di due eappiole liell' estremità laterali. Vvr
I
96 GIUSEPPE BELLUCCI
queste si faceva passare il nastro di seta, che do-
veva tenere legata la j^ietra gravida al braccio sini-
stro, durante i nove mesi del puerperio e più tardi,
alla coscia sinistra, appena si avvertivano i dolori,
che prcannunciavano il parto, (^mq.^ìsì i^letra (ji'avlda,
fu usatissima e sempre con risultati favorevoli ; la
donna, che ne era in possesso mi diceva, che tale
jnetra r/ravida era semiu'c impeg'nata : appena suc-
cesso il parto in uii;i di»mi;i, che ^a\■('^•a ritenuta
in prestito, si trovava subito a collocai-hi presso
un'altra (1).
Nella stessa i\^. f)!." a d. è rappresentata un'al-
tra pietra (jrarida di forma discoidale, contornata
in argento con anelletto Asso per tenerla appesa. II
feticcio o amuleto primiti\'o ha in ({uesto caso un
suggello particolare, iniiiresso dalla religione domi-
nante: la pietra (jracidd, \h'V la sua particolare co-
stituzione, non poteva essere adattata ad una forma
simbolica. <' si rese sacra, l)enedicendola ed inci-
dendo sulla sua sup(M'fìcie il nionograiuuia di (Jesù.
Fu rin\eiiuta api>esa. VAmV ex-voto, in mezzo ad al-
tri di carattere molto primitivo, in un Santuario
rinomatissinu). luèta di numerosi pellegrinaggi, elu-
si dipartono con ingenua Wxh' da i-egioni lontane.
(1) l'ci' coinin'ondere la fede illiiiiilata ohe su lati inclrc
cjì-ariile In riposta, l)asta le.ygere (luanto siili' arifomenlo <'■ scritto
in alcune luilìblicazioni del secolo XM od in quelle anteriori.
Scelgo ad osouipio il Tesoro delle gioie pubblicato dal Tozzi (Pa-
dova, IG20. pafi'. 200). Vi si Icorge : « fa partorire le donne con
gran l'acilità e poco doloi-e, legata alla coscia della gamba si-
nistra ». Se una donna incinta, specialmente primipara, legge
questo periodo, rimane lalinentc suggestionata dal suo signifi-
cato, da non poter fare a meno di pr()\ vedersi dill'amuicld. do-
tato di cosi peculiare etticacia.
II. l'pyriCI.SMo l'KI.MITIVO IN ITALIA 97
AiicIk- Iv jnetre (/ravide liauiio <|uin(li percorso
il cammino seguito da altri amuleti <> feticci anti-
cliissimameute orij^'iiiati. Semplici ciottoli d.-iiipriiiia,
come in natura si raccol^'ono, addivennero cloj») una
serie di trasformazioni intermedie, vere reliquie sa-
cre, benedette dai ministri del culto, ed ammesse,
com' e.r- roto insieme con le immap-ini sacre nei tempi
cristiani.
Serie Quinta
Legno st regonio.
Il le<i-no dell' a^i-rifog-lio (Ilex aquifolium L.)
detto comunemente (auro spinoso, legno santo e vol-
garmente legno stregonio, possiede incontestate virtìi
contro le streghe e le loro malìe. Per tale ragione è
comunemente usato quale amuleto efficacissimo in
tutte le regioni dell'Italia centrale e meridionale (1).
Gli oggetti rappresentati nella tìg. 52." addi-
mostrano la medesima evoluzione di forme e di con-
cetto, segnalata già per altre serie di amuleti. Da
un frammento irregolare e grezzo di legno, tratto
da un ramo di una pianta di agrifoglio, si passa ad
una forma di amuleto, che ha qualche carattere de-
corativo e sacro e si termina con la forma di un
simbolo cristiano, di quello piìi comunemente rico-
nosciuto, il segno di croce.
I
(1) Nello Provincie Calabresi è conosciuto col nome di Tii-
foiiìio.
98
GIUSEPPE BELLUCCI
L'og'g'etto a s. rappresenta l'estremità superiore
(]\ un bastone, formato di legno agrifoglio, conser-
KiG. 52." — Legno stvegonio; a s. e nel ce/Uro : (Badiola, Marsciano,
Umbria) ; ad.: {CoUepepe, Collazzone, Umbria) — Gr. nat.
vato (la tcmix) immeinorabile a scopo protettivo nel-
r angolo di una camera, in prossimitA del letto.
1/ oggetto centrale era originalmente rappresentato
da un lungo ramoscello cilindrico, fasciato superior-
IL FETICISMO IMtl.Ml rivo IN ITALIA il9
menti' da una lamina metallica con foro, attraver-
sato da una cordierlla, che serviva ad appendere l'a-
muh'to a capo di un letto fra le iniuiagMiii saere (1).
La crocetta rappresentata a d. si ottenne dalla ]iarte
centrale di un ramo dello stesso lef^fiio aj^i'ifof^'lio ;
sotto la forma di un simbolo cristiano essa nasconde
(|U<'llo stesso leono, a cui per antichissima tradizif)ne
sogliono conferirsi particolari virtù protettive contro
le streghe (2).
I due oggetti di legno agrifoglio rappresentati
a s. e nel centro, non sono intieri ; dai loro possessori
non ottenni che una piccola parto degli amuleti, per-
chè se mi fossero stati ceduti nella loro intierezza,
le streghe avrebbero subito visitato i possessori, re-
cando loro molestie e danni. Lo stesso principio ebbi
a constatare quando richiesi di avere la crocetta di
legno stregonio ; la donna che ne era in possesso e che
ricordava di conservarla da oltn^ cinquant'anni, non
mi cedette la crocetta, senza prima aver trattenuto
un po' di raschiatura, effettuata con un vetro sulle
parti laterali della crocetta medesima. Senza questo
provvedimento la vecchia donna si sarelibe trovata
allo istante disarmata contro le malìe delle streghe,
mentre per tanti anni era rimasta incolume dai loro
fastidì e dalle loro molestie.
(1) Quan Jo obbi occasiono di vederla così collocata, mi parve
a prima giunta, una di ipielle candele benedette, che sogliono di-
stribuirsi ai fedeli nel giorno della Candelora (2 Febbraio), dotate
ancor esse di straordinarie virtù protettive e curative.
(2) Anche oggi, in un convento di Cappuccini, a Monte Malbe
presso Perugia, si confezionano crocette consimili, facendone poi
commercio, per proteggere i bambini dalle insidie delle streghe.
UKJ GIUSEPPE BELLUCCI
Serie Sesta
Pietre stregronie o contro le streghe.
Con la designazione volgare di pietre stregonie
si qualificano alcuni minerali, rappresentati da nia-
dreporiti o poliporiti fossili, i quali manifestano
sulle loro superftci numerose macchiette, irregolar-
mente circolari, di tinta scura, formate dalle sezioni
radiate dei singoli animali madreporici, già convi-
venti in società, e cementati da una pasta calcarea
di tinta grigia. La fantasia popolare ha veduto in
codeste sezioni radiate la forma di piccole stelle ed
ha perciò designato l' insieme dei fossili, anche col
nome di pietre stellarle o semplicemente stellarle.
Molte sono le virtù conferite a codesti amuleti,
ma la principale è quella di proteggere dalle insi-
die e dalle molestie delle streghe; e siccome sono
i bambini che di preferenza si trovano esposti ai
loro malefizì, così è costume di dare a questi amu-
leti protettori la forma di cuore, quale simbolo dello
affetto, che si nutre per i bambini medesimi. Indi-
pendentemente però da codesta forma, ed in specie
(|uando tali amuleti non devono portarsi appesi sulla
persona, le forme possono essere varie e più gene-
ralmente presentano quelle di yjiccoli ciottoli irre-
golari o discoidali.
La pietra stregonia è un amuleto ricercatissimo
e comune in un' area italiana notevole, il di cui cen-
tro di diffusione trovasi nella regione aquilana, dove
i giacimenti del cretaceo e dell'eocene sono ricchi
di madreporiti e corallari fossili.
IL FETK'ISMd l-KIMI rivo IN l'IAMA
1(11
La tig. 53.» rappresenta sette esemplari di pie-
tre titregonie, diretti a diiiiostivire 1<^ inutazioiii av-
Fiii. 0:5." — l'ietre sti-efronie. (I.oealit;'i diverse della iirovincia di
Aquila I — Gr. 2,V,.
ì
venute nella Ibrnia di (|uesto amuleto, che a partire
da quella natur.de di ciottolo discoidale, figurata
isolatamente in prima linea, va assumendo un con-
torno seiìipre più regolare, quello della forma di
cuore, dai)prima semplicemente perforata alla base,
come lo addimostrano le tìgure della linea eentrale,
da ultimo elegantemente contornata in argento, con
anello tisso, per appenderla sulla persona.
102
GIUSEPPE BELLUCCI
Le ultime due forme della tìg. 53." che si tro-
vano rapprcsoutntc nd una seni;) niao'O'iore nella
Fio. 54. a — Pietre .stregonie con simboli cristiani. (Provincia di
.\(iuila) — Or. I/.J.
tifi'. 54.", presentano incisi e scolpiti simboli cristiani,
addimostrando il tatto, che la Chiesa, impossessatasi
FiG. .')5." — Pietra, steiionia con ligure siniboliclie cristiane. (Pro-
\incia (li A(|iiilal — <ir. lo.
anche di (piesto feticcio, v' impose indelebilmente il
suo suffffello e lo rese amuleto cristiano.
Ifi l'F/nCISMO l'KI.MiriVO I\ ITALIA
10.5
Nell'apice della forma di cuore r.ippi-csciitata
a 8. nella fig. 54.* sono incisi, sebbene rozzamente,
i tre chiodi sacri; iiell.i |i,ii-te i)Osteriore della />/e-
tra stregonf'a fig'urata a d. è scolpito, simmetrica-
mente al contorno, il seg-no di croce.
Fi<;. 56." — Pietra stregoiiia i-on liguri
vincia (li A(|uila) — (ir. ' j.
• iiiihdlielic cristiano, d'ro-
Interessantissimi risultano poi dal punto di vista
dell'adattamento delle dottrine cristiane ai feticci
pag-ani primitivi, i due esemplari rappresentati dalle
tig. .').')." e ")(;." Sulla pietra stregonia di entrambi ò
scolpita nel diritto la figura del Redentore, e nel ro-
vescio della prima la ligui-a della ]\[adonna in atto
di preghiera, mentre nel rovescio dell' alti-a vedesi
scolpita l'immagine di Cristo crocefisso.
Così la fede per antichissima tradizione rii)osta
nelle piefrc nfregoìiì'e, viene per il credente cristiano
104 GIUSEPPE BELLUCCI
ad invigorirsi mag"giormente, mediante le figure sa-
cre in esse scolpite ; e le misere streghe, gih rese
neir impossibilità di recare malefizì per la presenza
della pietra nemica, dai fori innumerevoli ed innu-
merati, rimangono assolutamente atterrite e fugate
al cospetto delle immagini sacre più venerate e, se-
condo il concetto popolare, maggiormente temute.
Skrir Settlma
Chiavi per il mal caduco.
Fra 1(^ diverse malattie a cui l' uomo va sog-
getto, quelle d' indole nervosa furono sempre le piii
difficili ad interpretarsi dalle genti ignoranti. Le loro
manifestazioni improvvise, 1' apparato complesso, so-
vente convulsivo, con cui si presentano a coloro che
si sforzano di soccorrere il malato, il loro rapido
disparire, senza lasciare tracce apparenti del turba-
mento cagionato, indussero a ritenere, con pensiero
animistico, che il mal caduco od epilessia derivasse
dall' effetto funesto di spiriti malefici, impossessa-
tisi della persona malata. Da questo pi'incipio deri-
varono naturalmente i molti metodi attuati e sug-
geriti [)er procurare hi guarigione del male; tutti,
se ben si considerano, diretti a liberare il malato
dalla presenza degli ospiti importuni (i dannosi, clie
lo hanno invaso. Tra codesti metodi vi ha quello di
ricorrere all'uso del ferro, metallo che sotto forme
differenti si è sempre riguardato come nemico de-
II. KKTICISMO l'RIMllIVO IN IIAMA lUf)
g'ii spiriti maligni, dclli- streghe «^ delle loro malìe.
In (|iU'lla forma di malattia nervosa, che volgar-
mente si designa eoi nome di lual caduco (1), è di-
tatti consigliato l'impiego delle chiavi di ferro per
prevenirla e coml)atterla. Ed è tradizione jxiiìolare
molto dilfusa. che ove si riesca ad immc^ttere una
chiave di ferro nella mano contratta di una persona
colpita dal mal caduco, l'assalto e])ilettico cesserà di
un tratto e le condizioni normali non tarderanno a
ristabilirsi. Da ciò i tentativi che si fanno ])er riu-
scire nell'intento, senza riflettere, che se la chiave
potrà ad un eei'to momento introdursi nel pugno
stretto di chi fu colpito dal mal caduco, ciò dii)en-
derà dal fatto, ehe le contrazioni muscolari si tro-
\-eranno già nella fase di stanchezza ed il povero
malato sarà in \ ia naturale di liberazione dall' ecci-
tamento nervoso, che lo a\ev;i colpito.
Xon ostante ciò, iirima cura delle persone vol-
gari ch(» si trovano a soccorrere il malato, è quella
di adopei'are qualsiasi chiave che sul momento ca-
[)iti alle mani ; è però comune credenza, che se
l)uò disporsi di tina di cpielle chiavi, che in casi
]>recedenti si addimostrò efficace allo scopo, sarà
cosa migliore e desiderabilissima. Anzi in alcuni
paesi della regione montana dell'Umbria ho trovato,
che presso qualche persona, generalmente una doinia,
suole custodirsi unitann-nte ad altri amuleti la chia-
ve di ferro, specitica per il mal caduco, che si va
(1) Morbus sucer dei modici rlassici; male di S. Donato nelle
regioni meridionali d'Italia; mule di S. Valentino nollc regioni
settentrionali.
106
GIUSEPPE BELLUCCI
prontamente a richiedere neir eventuale circostanza
in cui taluno sia colpito dal male.
La tìg'. 57." rap-
': ' l)resenta due forme
(li chiavi adoperate
come amuleti contro
il mal caduco; quel-
la a s. è una chiave
ordinaria, che per
molti anni fu conser-
vata da un uomo di
Spinazzola, il quale
andò soggetto in un
periodo della sua vi-
ta a frequenti assalti
epilettici. Nella cir-
costanza di uno di
questi, parve che la
chiave, allora per la
l)riiiia volta adope-
rata, riuscisse favo-
revolmente, e fino
d'allora quel povero
uomo volle sempre
tenerla legata con
una cordic<'lla al suo
polso destro.
Egli attril)uiva alla sua influenza, con la fede
di un feticista convinto, T esser rimasto immune ne-
gli ultimi anni di sua vita dagli assalti epilettici,
ed era tanta la liducia ch'esso riponeva nel feticcio
protettore, che molte volte, sembrandogli di provare
FiG. 57." — Chiavi por il mal caduco:
as.: (Spinazzola, Bari); a d.: (Val-
fabbrica, Perugia) — Gr. i-j.
IL FirriCISMO l'KI.MI l'lV(» IN IIAF.IA lOl
i sintomi precursori del male, striiij>;'eva subito la
chiave nella mano, vd il male dilc^-uavasi pronta-
niciitf. .Mia morte del i)OSsessore, pi'ocurai die sif-
fatto feticcio, dotato di così preziose virtù, fosso
conservato nella mia collezione.
La forma di chiave rappresentata a d. nella H-
yura óT.', ha pure risoluto con successo favorevoli'
numerosi casi di mal caduco ; fu trovata [iresso una
donna settimina (1), che la teneva in custodia con
altri amuleti, per concedeva in prestito, mediante
(pialche dono, quando nel suo paese verificavasi la
necessita di adoperarla. Ma non è più una chiave
ordinaria; alle virtù della chiave di ferro contro il
mal caduco, si a«"<2:iunf>vva in (|uesto amuleto l'ef-
ficacia del simbolo cristiano, incluso nel! "anello con-
formato a cuoi"»', simbolo atto ad allontanare di per
s("' g-li spiriti malctici. da cui il mal caduco si ritenne
e si ritiene provenire.
Anche le chiavi per combattere il mal caduco
liainio ([uindi subito quella mutazione speciale, che
altri feticci ebbero pure ad incontrare col volg-er
del tempo e delle credenze religiose. Da feticci ado-
pci-ati nella loro forma semplice e naturale addiven-
nero feticci preparati, intenzionalmente muniti di
simboli cristiani.
(!) Hettimiiie e settimtni sono i settimi nati in nna liuniizlia;
essi sono naturalmente dotali di parecchie virtù, specialmente
mediche; diconsi anche virtiniti.
Il capitolo dei Settimini è uno dei più singolari nel campo
delle Tradizioni popolari, anche per i rapporti eh' e^so proenta
con alcuni elementi dell'Etnogralia contemporanea. Nutro la spe-
ranza (li poterlo prossimamente illustrare.
108 GIUSEPPE BELLUCCI
Serie Ottava
Chiavi contro le convulsioni infantili.
Le malattie d' indole nervosa con forme convul-
sive a cui vanno soggetti i bambini, designate co-
munemente col nome di convulsioni della prima in-
fanzia e volgarmente con quello d' infantignole, sono
dipendenti, secondo la credenza popolare dall' in-
fluenza di spiriti maligni, ed in particolar modo
dall'opera nefasta delle streghe e degli stregoni.
Come mezzo preventivo e protettivo si adopera
un amuleto speciale in tVìrma di piccola chiave in
argento, detta comunemente chiavetta dello Spirito
santo, che solitamente vedesi appesa con altri amu-
leti al collo dei bambini. A somiglianza poi di quanto
si i)ratica con le chiavi di ferro nel caso del mal
caduco, si procura che la ciiiavetta dello Spirito santo
sia stretta nella mano dei bambini, nel momento in
cui sono assaliti dalle convulsioni, con la ferma fi-
ducia che, ove si riesca a farla impugnare, si ale-
resti istantaneamente il male, che li ha C(tli»iti.
Questo amuleto, come lo designa anche il nome
con cui si specifica, dev' essere di tarda creazione,
o per lo meno deve rap|)reseiitare un;i iiidditicazione
o variante di altro amuleto, forse la semi)lice mano
in pca, che origina Un dall'epoca preistorica il), e
che in precedenza doveva essere addpei-jito al me-
desimo scopo.
(1) Pag. ()2, lig. 38."
IL FETICISMO l'ItlMri'IVi) IN ITAIJA
10!>
Le chiavette dello Spirito santo sono chiavi sim-
boliclic; esse non furono mai dcstiuatc ad un uso
pratico; sono f^'cncralnicntt' in arii'riitn. rai-anifiilr
(li bi'onzo o di oftoin'. La
tonua lU'iiuitix'a di esse ll;l
la |)art(' corrispondcnU" al-
lo in<>'t'»>'no. l'apprcscntata
<la una mano serrata, col
pollice tra l'indice ed il
medio, in quella torma eli»'
dicesi mano in /ira : laloi-a
ciuesto simbolo speciale è
anche ripetuto all' estre-
mità della piccola chiave,
come nell'esemplare rap-
presentato a S. nella flgU- fio. 58." — chiavette dello Spi-
ra 58.% lìresentandosi così rito santo. (Perugiai-(U-. 2/3.
nell'amuleto medesimo due
forme di mano in fica e rinforzandosi naturalmente
le sue virtìi specifiche.
Richiedendosi poi più tardi che le chiavette dello
Spirito santo fossero rese sacre mercè 1' atto di una
benedizione rituale, i ministri del culto cattolico de-
vono aver consigliato od obbligato i feticisti a sosti-
tuire il simbolo pagano con il simbolo cristiano del
segno di croce ; ed è forse da questo momento clu^
le piccole chiavi in argento adoperate a prevenire
ed a combattere le convulsioni infantili, si dissero
chiavette dello Spirito santo, invocandosi nell'atto ri-
tuale della benedizione l'altissimo potere della terza
persona della Trinitji cristiana.
Anche per tale amuleto si veritlca i>ertanto un
110
GIUSEPPE BELLUCCI
cambiamento sin^^olare nei particolari che lo costi-
tuiscono e specialmente in t|uelli destinati a proteg-
gere pili efficacemente i bambini dalle influenze ma-
lefiche che possono aduggiarli o dan-
neggiarli. La ftg. 58.'' rappresenta di-
tatti due forme speciali di piccole
cliiavi in argento; l'antichissimo se-
gno pagano della mano hi fica, che
si vede nella chiave a s., è sostituito
dal segno della croce cristiana, inciso
nella lamina dello ingegno della chia-
ve figurata a d. Fra codeste due forme
di chiavi può collocarsi quella rap-
presentata dalla flg. 59.% la (piale rap-
presenta una chiave con la mano in
fica nella sua estremità inferiore ed
una croce inclusa nell'anello superio-
re. È una forma intermedia singolare,
Spirito santo q\^q addimostra come il simbolo cri-
— Tr. na .( ). gj-j.^j-j^ ^^^^^ ^ giunto ancora a sostituire
del tutto quello pagano, ed entrambi si trovano bel-
lamente associati nello stesso amuleto, contro il co-
mune nemico.
Vedemmo poi per lo addietro (2) come partico-
lari circostanze influissero, a che alle piccole chiavi
in argento contro le convulsioni della prima infan-
zia, si aggiungesse in alcune regioni d'Italia, un
altro amuleto, rappresentato da una moneta in ar-
pie 59." — Cliia-
vetta dello
[1} Vedi nota alla paj.
(2) Pag. 82.
Ilo.
IL FETICISMO l'IJIMiriVO IX ITALIA
111
g-i'iito, portante imiircsso il sinilxìlo dello Spirito
santo; un esemi)larc di questo amuleto èqui l'ipro-
dotto dalla tig. 60.».
(^>uantunquc tali monete
non rappresentino medag'lie
appositamente coniate a sco}»»
sacro, pure per il simbolo
cristiano, generalmente \-ene
rato, impresso nel loro rove-
scio, addimostrano ancor esse
l'eNoluzione subita dagli amu-
leti specifici contro le convul-
sioni infantili. Dalla chiave
simlxilica con le mani in fica,
si passa alla forma di chiave,
che dello Spirito santo non ha che il nome, e si
giunge per mutazioni intermedie all' amuleto, che
porta impresso il simbolo cristiano, generalmente co-
nosciuto, dello Spirito santo.
FiG. (50." — Moneta dello Spi-
rito santo, (l'crufria) —
Oi-. nat.
Serie Nona
Unghia della gran bestia.
Con questo nome si designa oggidì l'unghia del
CerviiK alces L., dell'Alce comune, che si ritiene
possedere virtù contro i veleni ed efficacia notevole
contro le streghe ed il malocchio (1). Gli amuleti
(Il Originahnoute intende vasi per unghia della gran bestia
(liiella del rinoceronte; per la difficoltà di procurarsene traui-
iiicnti, dev'essere stata sostituita con quella dellWlcc.
112
GIUSEPPE BELLUCCI
formati con quest" img-hia sono generalmente costi-
tuiti da una tavoletta tagliata in codesta sostanza,
incorniciata poi con lamina di argento e munita di
due cappiole laterali,
per cui r amuleto si
collega o ad un na-
stro, o alle due estre-_
mità di una collana
di coralli. La forma
più comune dell' a-
muleto è quella ret-
tangolare rappresen-
tata in alto nella fi-
gura 61.". La forma di
cuore, rappresentata
inferiormente nella
stessa figura, porta
inciso nel diritto il
monogramma di Cri-
sto sormontato da
croce e sovrastante
ai tre chiodi sacri ;
nel rovescio contie-
ne, fissato mercè ma-
stice, un frammento
dell'unghia di Alce.
Anche per que-
sto amuleto si ve-
rifica (luindi (luanto si è posto in evidenza per gli
amuleti delle serie precedenti ; al semplice concetto
pagano, primitivo, sulle virtù dell' amuleto, si è ag-
giunt(j il pensiero della protezione esercitata dal sim-
FiG. 61." — Unghia della gran bestia:
in alto : (Perugia) ; nel centro : (Te-
diano, Norcia, Umbria) — CtT. nat.
IL l'ETICIS.Mo l'K IMITI Vii IN ITALIA 113
bolo sacro, che af>'li ocelli del feticista cristiano,
non solo aumenta le virtù si)ecitiche dell' unuileto,
ma permette di poter confidare sulla sua efficacia,
senza contravvenire ai precetti della relif^'ione vi-
vente.
Serie Decima
Crescenti lunari,
ranocchielle, rospi, inimag'ini di S. Donato.
Nel sommario di questa serie si ravvisa tale
distanza fra g'ii oggetti accennati dai singoli titoli,
che a nessuno verrebbe in mente d' intravedere una
l'i'lazione qualsiasi tra di loro. Eppure ciò che a pri-
ma giunta sembrerebbe impossibile, verrà messo in
evidenza dalle considerazioni e specialmente dalle
comparazioni seguenti, sopra una serie singolare di
amuleti, ritenuti efficaci a prevenire ed a combattere
i malefizì delle streghe.
Nella parte più meridionale dell' Umbria, ma
segnatamente nella tìnitima regione degli Abruzzi,
si costuma di portare indosso contro le malìe delle
streghe (fascino, malocchio, jettatura, fatture, liga-
ture), alcune forme simboliche in argento di cre-
scenti lunari, di ranocchielle, di rospi, talora sepa-
rate, più comunemente congiunte, come si vedono
rappresentate nelle figure 62.', 68.", 64.*.
L'origine di questi amuleti è molto ivmota e
più oltre si cercherà d' inti^'pretare il significato dei
diversi simboli clic li costituiscono, e che hanno et'tì-
8
lU
GIUSEPPE BELLUCCI
cacia in quanto rappresentano attributi specifici delle
streghe. È da osservarsi però, che tali amuleti infor-
mati a concetti esclusivamente pagani, non potevano
esser tollerati dalla religione cristiana, tenuto conto
eziandio del
fatto, clie non
godevano di
una fiducia ri-
stretta a pochi
individui, ma
diffusa a mol-
tissimi ed in
un' area di e-
stensione note-
vole. Pertanto,
sebbene si ve-
rificassero casi
di transazione,
come lo addi-
mostra l'esem-
plare della fi-
gura 64.'', in
cui si rileva un
singolare con-
nubio di con-
cetti pagani e
cristiani, pure
si provvide a modificare profondamente il concetto
I>agano, a cui l'amuleto primitivo era informato.
Nella regione degli Abruzzi e specialmente nella
provincia di Teramo è veneratissimo un santo, di
nome Donato. La fede assegna virtìi straordinarie a
Vii:. t)2." — Forme di rospi, di ranoccliielle
e di crescenti lunari in argento : in alto
as.: (A(iuila): a d.: (Campagna, Saler-
no) : in basso: (Atri, Teramo) — Gr. i'2-
IL FETICISMO l'UlMiriVo IN ITALIA
115
(lia-sto invittd cainpioiic della i'clii>'iono cristiana,
(iliariscr dal mal fadut'o; anzi (jUcsto male, che si
dosiji^na col nomo di male dì S. Donato, è, secondo
la monte infantilo della maj^'^'ior
parte dei fe<le|i. il male ]il'i)pri" del
santo, per cni nessnno mo^'lio di
Ini, elio lo distribnisco, ])otrà ;^"iia-
riiv coloro, che ne furono colpiti.
8. Donato proviene e guarisce l'i-
drofobia; previeni' e combatte gli
effetti sinistri del malocchio; è ti-
nalmente un santo anti-streg'onico
]»er eccellenza. Per tutte queste pe-
culiaiM vii'tìi l'immagine di S. Do-
nato era proprio quella, che faceva
a proposito, per essere collocata in
sostituzione delle forme di ranoc-
chielle e dei rospi negli amuleti in argento contro
le streghe. E difatti si formarono amuleti nuovi,
nei ciuali il concetto religioso cristiano subentrò,
alnu'no in parte, al concetto pagano; ma nella con-
formazione generale, nello stile, nei particolari, si
copiarono esattamente gli amuleti antichi, che si
distinguevano per le forme di ranocchielle e di rospi,
che vi erano rappresentate. Ora senza entrare in
uno studio minuto di particolari, basta che il lettore
confronti le forme di amuleti rappresentate dalle
figure 62.^, 63.', G4.', 65.», perchè da codesto esame
comi)arativo vedrà emergere ad evidenza la conclu-
sione di sopra formulata.
Fkj. 63. a — Forma di
ranocchiella, in-
clusa in un disco,
costituito da una
treccia: in argen-
to (1) — Or. I o-
il) Vedi nota alla \)a>:. HO.
116
GIUSEPPE BELLUCCI
Sono sing-olarissimo le due forme rappresentate
in alto della tìg. ()5.", in cui S. Donato impugna il
simbolo anti-stregonico, la ftdce lunare, e lo squadra
contro il nemico perverso, che ardisce insidiare il
possessore dell'amuleto. Nelle altre due forme, rap-
presentate in basso nella tlg'ura sud-
detta il santo è spogliato dei sim-
boli efficaci contro le streghe ; anzi
il termine della serie è rappresen-
tato dalla semplice figura del santo,
in atto di benedire, privo di qua-
lunciue ricordo, anche ornamentale,
che negli amuleti precedenti lo ac-
compagnavano. Per giungere però
rauocchieiia sul a quest' ultima forma, che ha un
crescente luna- carattere esclusivamente sacro e cri-
re; inargento (li . n ■ T •
— Gr. nat. Stiano, quante torme intermedie si
dovettero immaginare, quanto lenta
fu l'evoluzione delle forme rappresentative, che si
dovè percorrere, perchè filialmente la psicologia
infantile dei feticisti riponesse fiducia nella sola
immagine di S. Donato, sostituita a quella delle
ranocchielle e dei rospi 1
FlG. 64.
Forma di
(1) (jli amuleti rappresentati dalle tre liii'ure 59.'', 63.", 64.^',
non esistono nella mia collezione. Le figure furono tratte da una
tavola (XIV). che illustra l'interessante lavoro di R. T. Giinther,
dal titolo « The Ci.maiu'ta, its structure and development » inse-
rito nel voi. XVI, 1905 del Folk-i.ore, Transactions of the Folh-ìore
Society of London. L'amuleto rappresentato dalla 11°;. 64.", trovasi
anche tra le illustrazioni dell' opera di F. T. l';l\vorthy, The Evll
Eye, London. Murray, IS9.'), pag. 311, lig. 1.52. L".\ut. lo riguarda
come unico, por l' iscrizione cristiana di cui è munito, ed indica
che l'originale esiste nella collezione Neville Kolfo. che ora dove
trovarsi ad Ileacham, Norfolk, Inghilterra.
IL FETICISMO l'KIMll'IVO IX ITALIA
117
Epi)urc' non ostante ([aostc li-iitc inutazioni, che
noi eoniprendiumo thcilnientc. ma clic i meno veg-
genti tardano a percepire, sia i»cr iial arale diffidenza,
sia per torpidità di niente, T etìetto voluto da coloro
che iinniag'inarono la sostituzione, non si è ancora
raggiunto, segnatamente per gli estremi della serie,
rappresentati dalla scni])liee figura del santo.
Nelle regioni caiiiix'-
sti'i e montuose, nei paesi
e nei villaggi dell' Aliruz-
zo teramano, sono diffusis-
sime (lifìitti tutte le forme
illustrate di questa serie
singolare di amuleti in ar-
gento, ma le più comuni
sono sempre quelle in cui
si trovan(j ranocchielle e
ros])! ; meno comuni, quel-
le, in cui S. Donato im-
pugna la falce lunare; ra-
rissime le altre, in cui il
santo è rappresentato dalla
semplice immagine, priva
di ogni simbolo superstizio-
so. L' immagine del santo
si comprende e si venera
come cosa sacra, ma senza i simboli che fanno al-
lontanare le streghe, o le trattengono dallo (esercitare
le loro malefiche azioni, la sola figura del santo non
apjiare sufficienti^ come amuleto, non parla abba-
stanza alla mente del feticista, che abbisogna di ve-
derla congiunta ai simboli cai'atteristici, in cui per
Vìe. (55." — Kapprescnt.-izioni
diverse di S. Donato: in ar-
gento. (Atri, Teramo) —
(ir. 1/2.
118
GIL'SEPPE BELLUGCI
antica tradizione è riposta la virtù preventiva e pro-
tettiva contro le streghe. S. Donato è un santo mi-
racolosissimo e jjer bène, mi diceva con semplice
ma eloquente espressione una donna delle campagne
abruzzesi ; ma se non ha i corni in mano, non riesce
a far fuggire le streghe 1
Per accreditare maggiormente V immagine di
S. Donato, la si rese anche capace di arrecare for-
tuna a coloro che ne erano
in possesso ; e non bastan-
do la rappresentazione del-
la gibbosità naturale, di
cui il Santo sembra fosse
affetto, e che da sola ac-
cenna di già a portare for-
tuna, la si volle munita del
magico num. 13 (tìg. (Ki. ').
sorgente inesauribile di di-
sgi-azie per coloro che di
tal numero sono sprovvi-
sti, sorgente invece bene-
fica di fortuna e di feli-
cità nella vita, per coloro
elle (li tal numero sono in
Fio. fio." — Imiuayine di s. Do-
nato in argento, con sim-
boli diversi. (Atri, Teramo)
— Gr. nat.
possesso 1
Siamo (luii(|U(' di tinni-
te ad amuleti di receiitissiiiia l'oniiazioiu' e perciò
di particolare interesse pei' i nostri studi, metten-
dosi per essi in evidenza (jiude sia stato il concetto
psicologico seguito dai feticisti per formarli. L'im-
magine del santo, che deve rappresentare nell'amu-
leto complesso la parte imposta dal pensiero cri-
IL FRTICrSMl» l'RIMITIVf» IN ITAMA 11!»
Stiano, agxiuiijj'i' og'j^'i forza <■ virtù ai simlioli pa-
gani, come questi indirettanicntc ne partcciiiaiin a
(.lucila. Ma t'iii deve guadagnare aiii-oi-.i il eredito
necessario nella virtù di allontanare le stregiic. (■
preoisanieiite l' immagine del santo; e (|Uaiidc per
lunga esperienza codesta immagine avrà acquistata
la ti(Uu"ia lU'cessaria lU'lla mente dei feticisti, i sim-
Ixili i)agani cadranno ad uno ad uno. e l' imnnigine
del santo rimarrà sola a dinn)strare la desiderata
efficacia. Verrà poi un tempo più lontano, in cui sia
per una maggiore estensione di (jneir umana xii'tù.
che dicesi buon senno, sia per aunu'Uto di liu-e ir-
radiata dalla scienza, anche rimmagine di 8. Do-
nato scomi)arirà come amuleto, relegata dove pur-
tropiio vanno a finii'e tutte le umane illusioni.
Potrei aggiungere altre serie di amuleti, se
<[Uelle esposte non paressero sufficienti ad illustrare
il principio enunciato, che cioè la religione cristiana
nella sua forma cattolica, introdusse nel suo culto
esteriore anche i feticci primitivi ; li benedisse prima
e poi, per via di adattamento, consigliò d'imi)rimere
o v'impresse il suo suggello con forme simboliche
conosciute, rendendo per tal modo i feticci primitivi,
oggetti sacri e degni di venerazione, anche dal ])unto
di vista dei jìrincipì del Cristianesimo. Cosi lo stesso
amuleto, dinanzi agli occhi del credente, mantenne
le \irtù, che secondo i concetti animistici gli erano
state dapprima attribuite e ne acquistò delle nuove,
secondo i concetti cristiani; si ebbe pertanto un con-
tenuto di ijaganesimo rivestito di cristianesimo, ili-
nanzi al (piale il cre(h'nt(% non contravvenendo altri-
120 GIUSEPPE BELLUCCI
menti ai precetti della religione dominante, come
adoratore di feticci pagani, si trovò per sua fortuna
e tranquillità in santa pace con la divinità primi-
tiva ritenuta falsa e bugiarda e con la rappresenta-
zione della divinità nuova, riguardata come vera e
genuina.
Ma la Chiesa non si termo a questo primo adat-
tamento; riconobbe, e non poteva non riconoscerlo,
che proseguendo in tale indirizzo, transigeva aper-
tamente con le proprie dottrine; allontanandosi al-
lora sempre più dal feticismo primitivo, sostituì ai
feticci già cristianizzati, feticci nuovi, differenti per
forma e per sostanza da quelli. E la sostituzione
avvenne, come sì vedrà dagli esem])! qui appresso
illustrati, mediante oggetti consacrati con riti spe-
ciali ed aventi apparenza esclusivamente sacra, ai
quali però si assegnarono quelle stesse virtìi sopra-
naturali, che il feticista, seguendo i principi animi-
stici, che nella sua ignoranza lo ispiravano, attri-
buiva ai suoi gri-gri, ai suoi amuleti. Se non che men-
tre il feticcio primitivo rappresenta un oggetto di
creazione e di adorazione individuale, ed ogni feti-
cista conosce ])t'r ])roi)ria dottrina le virtù che gli
sono conferite, il feticcio cristiano rappresentato da
un' immagine, da una medaglia, da una reliquia,
da una figura in cera, non rende di per sé palesi
le virtù sopranaturali assegnategli, se non iscriven-
dole suirtmiuleto medesimo, ovvero corredandolo di
(jualche ])articolare tìgurato, per cui lo scopo tinaie
addivenga intelligibile anche a coloro, clie non giun-
gono a decifrare segni scritti.
IL FETICISMO PRIMITIVO IN ITALIA
121
Agnus Dei.
Fio. 07." — Borsa in seta rifaniata in oro ed in argento ed ornata
di lustrini, entro la quale si conservavano i due Ag/ii'^ Dei,
rappresentati in basso, ritenuti <iuali potenti amuleti j;randi-
niCutri. (Gubbio, Umbria) — (ir. '/o.
In un mio studio precedente ebbi giji occa-
sione di ricordare i due amuleti cristiani, figurati
qui sopra, riferendo contemporaneamente in (juale
circostanza particolare ebbi occasione di vederli ado-
perati come amuleti o-randinifug-i, a difesa di una pi-o-
122 GIUSEPPE BELLUCCI
prietà campestre (1). Oltre questi Agnus Dei, ne
conservo nella mia collezione altri due esemplari,
uno dei quali proveniente da Norcia (Umbria), ri-
guardato come validissimo antiepilettico; l'altro,
trovato a Citerna (Umbria), ritenuto come sicuro
mezzo protettivo contro le fulminazioni. Nelle mie
ricerche ebbi più volte occasione di osservare alcuni
Agnus Dei, collocati entro cavità sull'alto delle torri
campanarie, specialmente deg'li antichi monasteri,
come protezione contro i fulmini, come difesa con-
tro le tempeste dell' aria e singolarmente per tener
lungi le grandinate. Incontrai la più grande resi-
stenza per ri trarli dai luoghi, ove si trovavano col-
locati e dovetti desistere dal desiderio di possederli.
In parecchie circostanze ebbi poi agio di osservare
altri Agnus Dei, a cui i possessori non attribuivaiu)
alcuna virtù specifica, inen^ite al concetto psicolo-
gico degli amuleti pagani ; per tal ragione questi
non sono considerati nel presente studio, rappresen-
tando oggetti di juiro culto.
Ritornando agii esemplari raccolti, mi sorprese
la designazione di virtù così dissimili ad essi attri-
buite; e mentre trovava facile di spiegare, come \o
stesso amuleto potesse per gii uni avere efficacia
contro gli spiriti maligni, che fabbricano sulle nubi
la grandine, e per altri avesse virtù contro gli spi-
riti congeneri, che dalle nubi tempestose scoccano
sulla terra i dardi fulminei, mi riusciva difficile com-
prendere, come ad un amuleto consimile fosse attri-
(I) Bellucci Gusei'I'k, La yramUne nelV Viìibvia, Pcnijj;ia,
Un. Tip. Cooii., 1903, pajif. Ti.
Il, FKIICISMO l'KI.MiriVO r\ ITALIA 1 2."i
l)uit;i la virtù (li tener lun^i ^"li assalti epilettici. Il
rinveiiiniento casuale di una stampa i)reziosa (Ij,
jriuuse a t'Iiiarire le incertezze, e t'orni (juella raj^ionc,
che non trovava, sej;aien(l() il concetto psicoloo^ico
senii)lice ed uniforme dei feticisti. Il titolo della
stampa, i i)articolari dell'editore, l' impronta di un
A(jni(.s Del a lianco dello stemma j^entiiizit) del pon-
tefice vivente (Leone XII), sorniontat(j dalle chiavi
apostoliche e dal triregno, danno alla stampa me-
desinìa un carattere officiale, e conferiscono a quanto
in essa è asserito come materia di fede, il mag'jjfiore
fondamento di autentica e genuina espressione.
Codesta stampa enumera le grazie ed i henefici,
che secondo la Chiesa cristiana cattolica i fedeli pos-
sono impetrare nelle diverse contingenze della vita
mercè gli Agnus Dei; grazie e l)enetici, che trascrivo
seguendo la dizione e la grafìa originale, omettendo
soltanto quelle, che per essere esclusive a' principi
ideali della fede, non hanno interesse nel presente
studio.
lo stesso PouteHce con divotc (frazioni prega
il Signore Iddio, ohe si degni benedire, fi;rtutiticare, e
consacrare quelle fonile di Cera, e comunicar loro tale
virtù, che chiunque con vera fede, e divozione le usi,
venga ad impetrare le grazie, e iK'uefici seguenti :
1."
Il) iato ed uso delle CEKE sìacke volgcD-tnente cltiumate Agnus
Jj-:i, Koina, 1828, nella Stamperia della Keverenda Camera aposto-
lica. — Un esemplare di codesta stampa è presso IWutoro.
124 GIUSEPl'E BELLUCCI
2.« Che air aspetto dell' adorabile seguo di Croce
impresso nelle medesime Cere si atterriscano, e mettano
in fuga i maligni Spii-iti, si dileguino i nembi, si acquie-
tino i venti, cessino i tuoni, siano dissipati i turbini, i
fulgori, e le tempeste.
3.0 Che per virtù della Divina benedizione va-
gliano queste Cere contro tutte le diaboliche frodi, in-
sidie, e tentazioni
4." Che le Donne incinte portino senza pericolo,
e diano felicimente alla luce il loro feto.
5." Che niuna disavventura avvenga a clii divota-
mente gli porta: che niun'aria pestilenziale, e corrotta
gli sia nociva, niun morbo caduco lo assalga : Che sia
preservato dalle tempeste di mare, dalle inondazioni e
dagl'incendi; e niuna malignità possa contro di lui pre-
valere.
()." che sia assistito ne' prosperi, e ne' sinistri av-
venimenti : Che dalle umane, e diaboliche malvagità sia
custodito, e difeso, da subitanea morte, e da ogn'altro
male, e pericolo liberato per i misteri della vita, e pas-
sione di Gesii Cristo.
Per le virtù seg-nalate negli articoli precedenti,
gli Agnus Dei possono quindi riuscire efficaci come :
antidiabolici, antistregonici, antimiasmatici, antiset-
tici, antiepilettici, antiabortivi e favorevoli al parto
normale. Riescono inoltre efficaci contro le tempeste
dell' aria (comprese le grandini), contro i tuoni (?),
e le folgori ; contro le tempeste di mare, le inonda-
zioni, gr incendi; conti'o le morti improvvise, contro
ogni malattia ed ogni pericolo morale o tisico. Rie-
scono infine auspici sicuri di fortuna e di felicità
ne' prosperi e ne' sinistri avvenimenti, a cui runniD
può trovarsi esposto.
ir. l'iri'KMSMo l'iu.Mi rivo in itama l-Jf
^/AfplKs Dei r;ii)|)i"cs('ntt'i'('l)l)(,' perciò un;i sorta
<li aiuul('t(t o feticcio oninihiis, un i)resi(lio universale
validissimo, un' ancora sicura di salv(';iza, indispen-
sabile all' uomo nel mare l)urrascoso della vita. Di-
sgraziatamente con tutte le belle cose che possono
impeti'arsi nn ree 1" uso (lef>'li A(/ìnis Dei, ancor <[uesti
ottrono il lato manchevole, comune a tutti ^\[ amu-
leti o feticci ; se non sono protetti dalla tede più pro-
fonda e più di vota, anche gli Agnus Dei, pur benedetti
V consacrati dai l'ontefici. si riducono a semplici
frammenti di cera impressa, a semplici articoli di
una collezione psicologica, atti a dimostrare la fa-
tuità delle credenze umane e l'artificioso studio se-
guito per educarla e per mantenerla.
L'attribuzione di una serie di virtù così nume-
rose e disparate agii Agnus Dei, riuscirebbe perù
assolutamente inesplicabile, se non si richiamasse il
concetto fondamentale, ch'ebbero i Pontefici per ad-
divenire alla formazione ed alla diffusione di cotali
forme di Cere sacre. I Pontefici, vissuti principal-
mente nei primi secoli dell' èra cristiana, persuasi
della grande difficoltà, per non dire impossibilità,
di abolire gì' inveterati costumi del paganesimo nei
popoli, che pure avevano abbracciato i principi del
cristianesimo, si proposero di santificarne in qualche
modo gli usi. E riguardo agli amuleti o feticci pri-
mitivi, dopo aver notato, che nonostante gli anatemi
inliirti ai credenti nelle loro misteriose virtù, pur
nondimeno proseguivano ad essere ritenuti salda-
mente come oggetti di fede, procurarono anzitutto,
come già si è veduto, di renderli sacri dal punto
di vista delle dottrine cristiane, poi li sostituirono
126 GIUSEPPE BELLU(;CI
con medaglie, con reliquie, con immagini sacre, con
forme particolari di cere, attribuendo a ciascuno
di questi oggetti consacrati con riti speciali, quelle
medesime virtìi, isolate o cumulate, che i feticisti
conferivano ai propri feticci. Ad evitare peraltro un
numero straordinario di amuleti cristiani, che si tro-
vasse in corrispondenza con tutte le singole possibili
virtù, si cumularono sopra un medesimo oggetto,
numerose e disparate attribuzioni, e ciò non solo
per comoda ed opportuna sintesi, ma anche perchè
la fede non vacillasse o non si perdesse, quando
casualmente una delle tante attribuzioni conferite
non si vedesse esplicata, allorché nell' atto pratico
si confidava di ottenerla.
Il concetto della preparazione degli Agnus Dei
in cera non fu del resto assolutamente originale, ma
derivò dallo adattamento alle dottrine cristiane di
(luello figure di cera conformate a disco, che gii
antichi Romani solevano regalare ai loro clienti nella
circostanza delle feste Saturnali, secondo il decreto
d(4 Tribuno Publicio. Queste figure di cera, a so-
miglianza delle bulle metalliche, si portavano ap-
pese al collo, ed erano non solo simboli di libertà,
per cui r uso n' era vietato ai servi, ma ritenevano
virili protettive straordinarie e si riguardavano come
])reziosi amuleti. E gli Agnus Del sostituendo nel
mondo cristiano codeste bulle Romane in cera, pre-
sentarono anzitutto forme semplicissime (1), e virtìi
(1) Quando s' iucoiiiinciarono a sostituire lo bulle in cera Ro-
mane, nei primi tempi della Chiesa, gli Agnus Dei si costituirono
con i frammenti del Cereo pasquale dell'anno precedente, che nel
giorno del Sabato santo soleva spezzarsi, quale simbolo del risorto
ir. FETICISMO l'UIMlTlVO IN IIAMA. ll^'i
liinit.'itc: i»iù tardi, fonile currispoiulciiti ;i c|ii<-lli-
discoidali od elittichi', clic si usai'oiio dai l'oiitclici
aiK'JH' ili ((uesti ultiiui tempi, e atlril)u/,ioiii dispa-
rate o molteplici.
(41i A(/nHs Dei si portarono come le l)ulle Ro-
mane in cera, appesi al collo o sulla jjersona; si
collocarono nei medesimi luoi^hi in cui per lo innanzi
si i)onevano i feticci pagani corrispondenti ; oppure
si aggiunsero ad essi, confidando di ottenere dalla
riunione dei due feticci una maggiore e più sicura
protezione per V uomo, una difesa efficace contro i
pericoli naturali, ininaccianti le abitazioni, le mèssi,
le frutta pendenti nelle ubertose campagne.
Mi sono intrattenuto forse a lungo sui partico-
lari degli Agnus Dei in cera; ma nessun oggetto
sacro, dal punto di vista cristiano cattolico, raduna
come gli Agnus Dei un numero maggiore di quelle
virtù specificlie, che costituiscono la caratteristica
degli amuleti o feticci pagani; cosichè, sia per que-
sto carattere precipuo, sia perchè la loro origine ri-
monta ad epoca remota, sia infine per il fatto, che
è la suprema autorità della Chiesa, che investe delle
numerose e straordinarie virtù codeste forme spe-
ciali di cera, gli Agnus Bei rappresentano il tipo degli
amuleti o feticci cristiani, a cui per adattamento ul-
teriore si applicarono le virtù, che costituiscono l'es-
senza fondamentale degli amuleti o feticci pagani.
Kedentore. Su questi frauiuicnli (.•onforiuati a bulle, soleva inipri-
rneisi una forma di agnello, ed il popolo, a cui tali fraiiimcnli si di-
stribuivano, si valeva di essi per proluuiare le case e le canipagnc.
allo scopo di cacciarne gli spiriti maligni e di preservarlo dalle
procolle. (MoRONi, Op. cit., t. XI, pag. 94: t. LVII, pag. 111).
128
GIUSEPPE BELLUCCI
2. — Benedizione di S. Francesco.
'ienore ù 0iiHt et>«npoicaevi>iii la. tua ri
vw^o 4 tf « irSi^ore ibbi» ii le mism- t
1 rer^ e 11 du }»»<■»« ìI'S'Miiore iii{nl«. sui i
I SanU ben«iiiionp»Amfa j
I Mum.i)v.^'1.5. 26. '
I " J
Si <■/ via/te i /ec[^ a /tarici/'f CAjù)fTc egn tii-
va. fe^ ^UfSfO' £ea*onjon e poiché é slcLit spt
Fio. 68." — Benedizione di s. Francesco, impressa ed illustrata in
tela, con indicazione delle numerose virtù che possiede.
(S. Maria degli Angioli, Umbria) — Or. nat.
QiK^st' amuleto eristiano è costituito dalla clas-
sica benedizione, che S. Francesco impartì a frate
Leone. L' espressione di un sentimento religioso, che
si rivela ispirato dalla più candida sincerità e dallo
amore più reverente verso Dio, si è trasformata in
uno specifico singolarissimo, che si distribuisce og-
IL FETICISMO PRIMITIVO IN ITALIA 129
gidì profusaiìiPiitc iiisiciiic ad altri feticci, dai re-
ligiosi fraiicescaiii a 8. Maria degli Angioli presso
Assisi. Tale benedizione ò anzi addivenuta un amu-
leto o feticcio molto accreditato, e per usufruire le
straordinarit' virtù, descritte a piedi di essa, i fedeli
sogliono portarla indosso, qua e presidio personale,
ovvero la fissano sull'interno delle porte delle loro
abitazioni, (piale presidio collettivo.
Non potendo trasfoi-uiare in feticcio il pensiero
di S. Francesco, perchè come da (piesti fu espresso,
rimaneva nel campo delle pure idealità, i Cristiani
cattolici riuscirono per altra via a raggiungere lo
scopo, trasformando in feticci i frammenti di tela o di
carta, in cui il pensiero di S. Francesco fu impresso.
Le virtù specifiche vennero pertanto a risiedere sui
frammenti di tela o di carta, i quali acquistarono
non solo efficacia particolare contro le fulminazioni,
ma risultarono validi come antiepilettici ; come feb-
l)rifugi; come anestetici, singolarmente in occasione
dei parti; contro le morti improvvise, e quindi co-
me antiapopletici ; contro le insidie dei nemici e
contro tante altre umane afflizioni, che si compre-
sero tutte sotto la voce di altri mali.
Poteva facilmente presumersi, che la benedizione
di S. Francesco a frate Leone, impressa su tela o
su carta, addivenisse per i fedeli cristiani una forma
di abituale e di vota preghiera, perdi'"' i pensieri
espressi da S. Francesco, facilme)ite intelligibili, pos-
sono essere rivolti a qualunque persona abbia fede
in Dio; ma difficilmente si poteva supporre, che
codesti pensieri fossero trasformati in feticcio, con
V esortazione di portarlo indosso, per usufi'uire delle
130
GIUSEPPE BELLUCCI
virtù di cui si dice investito, e con l'aggiunta sug-
gestiva di averne sperimentata V efficacia nelle di-
verse circostanze in esso determinate.
3.
Medaglia di S. Andrea Avellino.
Fio. liv»." — Medit^lia di S. Andrea Avellino: aninlelo coniri
plessiii. (Pila, Perugia) — Gr. nat.
l'apo-
II santo, che nel diritto della medaglia è rappre-
sentato come officiante la messa dinanzi all' altare,
fu, appena questa iniziata, colpito d' apoplessia, e
stramazzato al suolo, addivenne cadavere.
Nel rovescio della medaglia è impressa la se-
guente invocazione : per | iNTERCESszone/n sancii an-
Dreae \ AVELL^n^ APOFLET^■co | morbo corrept | i a
SUBITANEA | ET IMPROVISa | MORTE | LIBeva NOS | .
Per quel principio pertanto di opposizione o di
antipatia, applicato nella formazione degli amuleti
IL FETICISMO PRIMITIVO IN ITALIA
i:ìi
o feticci, la rappresentazione tipfurata del caso diso^ra-
ziato toccato ad un individuo, addivenne sicuro pre-
sidio, percliè fosse tenuta lungi ad altri la ripetizione
di un caso consimile. Perciò la nicdag-lia di S. An-
drea Avellino ò ricercata e ritenuta cjuale amuleto,
atto a preservare dai colpi apopletici le persone che
lo portano indosso, che credono alla sua azione pre-
servativa, e che le rivolgono preghiere, per essere
lilxrati da quella forma di morte improvvisa, che
S. Andrea Avellino ebbe ad incontrare.
4. — Medaglia di S. Anastasio.
Kio. 70." — Medaglia In bronzo di S. Anastasio; amuleto contro le
streghe ed il mal caduco. (Perugia) — Gr. nat.
Nel diritto l'immagine di S. Anastasio; nel ro-
vescio è impressa la seguente iscrizione: imago san-
132 GIUSEPPE BELLUCCI
Cti I ANASTAS?'/ MONaC^■ | ET MkBJTirìS \ OUIUS kSP'ECtuS
I FUGARI DAEMONeS | MORBOSQ^te ] REPELLI-ACTA | 2.
concila' Niceae | testantur | romae | .
In relazione con quanto si enuncia nell' iscri-
zione precedente, la medaglia di S. Anastasio di so-
pra figurata, fu trovata gelosamente custodita, quale
amuleto atto a porre in fuga le streghe e quindi a
non temei-e dei loro maletìzì, riguardandosi nello
stesso tempo quale mezzo efficace per combattere
l'epilessia.
Come non avere fiducia del resto nell'azione
benefica della medaglia di S. Anastasio, quando gli
atti officiali del secondo Concilio di Nicèa ne rile-
vano e ne documentano la sicura efficacia? Non sarà
contro i dèmoni ch'essa ha sperimentata la sua azio-
ne, ma chi non sa che le streghe rappresentano una
emanazione demoniaca, contro la quale bisogna di-
fendersi, come contro i dèmoni stessi? Nel numero
infinito di mali, che possono colpire l'Umanità e che
la medaglia di S. Anastasio vale a respingere, 1' e-
semplare figurato era stato usufruito, come presidio
contro il mal caduco, perchè persona della famiglia,
presso la quale si conservava, era già stata colpita
da assalti epilettici. Tale medaglia di S. Anastasio,
resa sacra da rituale benedizione, sostituì pertanto
due sorta di amuleti pagani, quello contro le stre-
ghe e quello contro il mal caduco od epilessia.
Nella collezione di amuleti italiani, che sono riu-
scito a formare, posseggo anche un altro esemplare
della medaglia di S. Anastasio, conforme in tutto
al modello figurato ; però la dicitura del rovescio è
in esso ad un certo punto troncata, terminando con
IL FETICISMO PRIMITIVO IN ITALIA Viìi
la parola DAEMOxe.v. La virtù di conil)att('rc Ir iiia-
lattie in g-enerale, l'attestazione del Concilio di Xi-
cèa, .-ono taciute. Forse si vide il bisoiai-no di ridurre
l'ctlicacia di tale amuk'to ad un compito più mo-
desto : e forse per misura di prudenza e di rig'uardo,
si vide conveniente di omettere l'attestazione del
secondo Concilio di Xicèa, risultando nella realtù
della vita, che i mali colpivano anche coloro, che
pur si trovavano muniti della medaglia, a cui era
attìdata e attestata la virtù di respingerli !
5. — Medaglia di S. Benedetto.
Fk;. 71." — Medaglia di S. Benedetto; a'vuileto contro la grandine.
((iaglietole, Gualdo Cattaneo, Umbria) — Gr. nat.
La medaglia di S. Benedetto, nel rovescio della
quale è impressa la classica croce, è adoperata quale
amuleto per scopi differenti nelle regioni dell' Um-
bria. Quella di sopra rappresentata fu da me rin-
venuta come amuleto protettivo contro la grandine.
134 GroSEPPE BELLUCCI
collocato allo scopo, sull' alto di una querce, posta
nel confine di una proprietà rustica (1). Si ritiene
che la grandine non possa entrare in un terreno,
sulla fronte del quale si trovi la medaglia protet-
trice suddetta.
Alla stessa medaglia di S. Benedetto si attri-
buisce la virtù di proteggere dalle fulminazioni gli
edifici; e per tal fine suole collocarsi sia sull'alto
degli spigoli degli edifici, al di sotto delle grondaie;
sia neir interno delle torri campanarie. Nella mia
collezione posseggo altre medaglie di queste diverse
provenienze.
Un'ultima virtù, conferita alla medaglia di S. Be-
nedetto, è poi quella di togliere ai ladri l' idea di
rubare ; in relazione con questa singolare virtù si
ritiene, che le medaglie collocate sui confini delle
proprietà rustiche, come preservatrici contro la gran-
dine, valgano anche ad impedire i furti campestri (2).
La medaglia di S. Benedetto riunisce quindi
molteplici e disparate virtù, come in generale è ca-
ratteristica degli amuleti cristiani ; alla efficacia
grandinifuga unisce la virtù d' impedire le fulmina-
zioni e quella di preservare dai furti.
(1) BiiLLUCci GiusEi'PE, La grandine nell'Umbria ; Perugia,
Un. Tip. Coop., 1903, pag. 39, fly. 5.'
(2) Singolare è il modo con cui tale efficacia viene raggiunta.
Un ladro si dirige ad un luogo determinato con la ferma inten-
zione di togliere ciò, che appartiene ad altri. Ad un certo punto,
quando egli non si accorge di ssere di fronte alla medaglia di
S. Benedetto, le idee gli si confondono e nella confusione, perde
proprio il pensiero, che lo spingeva ad appropriarsi ciò, che non
era suo. Ritorna allora indietro, seu/a riflettere altrimenti allo
scopo per cui poco jìrima andava innanzi!
IL FETICISMO PRIMITIVO IN ITALIA KJÓ
('). — Polvere delle S. Mura della S. Casa
di Loreto.
P'iG. 72.» — Busta di carta suggellata, contenente polveri delle
mura della S. Casa di Loreto ; amuleto riconosciuto validis-
simo contro le malattie in generale, contro i dèmoni e le stre-
ghe. (Gubbio Umbria) — Gr. ^'4.
Nella notte di ogni Venerdì santo si sog-liono
ripulire accuratamente le mura della S. Casa di Lo-
reto e la S. Statua, togliendone le polveri che vi si
136 GIUSEPPE BELLUCCI
depositarono lungo il corso dell' anno precedente.
Queste polveri si vagliano per sbarazzare da esse
le sostanze estranee grossolane, che casualmente
potrebbero contenere ; rese per tal modo uniformi,
si adoperano poi per confezionare amuleti, accluden-
done una piccola quantità in apposite buste di carta,
che si suggellano e si distribuiscono ai credenti in
correspettivo di qualche elemosina.
Queste polveri sono ritenute come mezzo pre-
ventivo sicuro contro le malattie ed a tal fine si
portano sulla persona; nelle circostanze poi che il
male sopraggiunga, si consiglia di valersene come
mezzo terapeutico per uso interno, di sicura e pro-
vata efficacia. Ed i credenti suddividono all'occa-
sione in più piccole prese tali polveri e le ingeri-
scono, involgendole nelle ostie, o sospendendole nel-
r acqua, nel caffè, nel brodo ! ! ! Non si crederebbe
tanta ignoranza e tanta cecità in coloro che danno
consigli ed in quelli che li accettano ; eppure anche
nel secolo XX succedono tali aberrazioni, e non solo
per le polveri delle mura della S. Casa di Loreto !
È vero del resto che esistono masse ignoranti,
le quali i)ur troppo bevono ciecamente qualunque
liquido loro si api)resti ; ma è vero ancora eh' esi-
stono persone intelligenti e coscienti, le quali non
dovrebbero commettere o tollerare 1' errore di pre-
valersi della cecità di quelle, contribuendo a ricon-
durre la fornui religiosa, di cui si vantano seguaci,
ad un livello più ])asso delle manifestazioni primi-
tive del sentimento religioso dell' Umanità.
L' amuleto formato con le polveri delle mura
della S. Casa di Loreto ha qualche relazione con
IL FETICISMO PIUMITIVO IN ITALIA Vii
quollo descritto in prccecU'nza, costituito con l;i pol-
vere dell' intonaco raschiato presso le sacr«' ininia-
ji^ini (1). Però i feticisti primitivi delle nostre cani-
pag'iie, tuttora fedeli al principio animistico, che per
antica tradizione interpetra la genesi delle malattie,
ritengono che ])er guarire, l'amuleto portato sem-
plicemente sulla persona, deve assorbire il male;
mentre i feticisti cristiani e cattolici, non seguendo
il principio animistico suddetto, consigliano invece
al malato, se desidera guarire, di assorbire diretta-
mente r amuleto. Due principi totalmente opposti ;
per il primo, lo spirito del male deve uscire: per
il secondo, lo spirito sacro dev' entrare.
Gli amuleti contenenti le polveri delle mura
della S. Casa di Loreto, che oggi si distribuiscono,
sono un poco dissimili esteriormente da quello rap-
l)resentato dalla tìg. 72.", che si distribuiva parecchi
anni addietro; anzitutto le buste sono piti piccole e
la proporzione della polvere è minore, forse per le
aumentate richieste; in secondo luogo la graziosa ed
artistica incisione in rame, che rappresenta il tra-
sporto leggendario della S. Casa attraverso le re-
gioni celesti, è sostituita da una rozza incisione in
legno, priva di ogni concetto artistico. Una variante
però, di carattere internazionale, trovasi nelle buste
odierne; queste portano impresse su tre linee oriz-
zontali la dicitura poliglotta seguente:
POLVERI DELLA S. CaSA DI LoRETO.
POUSSIÈRE DE LA S. MAISON DE LORETTE.
STAUB VOM HL. HaUSE VOX LoRETTEX.
(1) Paj,'. 59-62; lig. 36.' e 37.'.
138
GIUSEPPE BELLUCCI
Così italiani e stranieri in santa armonia utiliz-
zano, e molti di essi ingeriscono ancora, quelle pol-
veri, che sollevate durante i pellegrinaggi per lo at-
trito sul suolo, ricadono lentamente e si accumu-
lano sulla supposta S. Casa di Nazareth (1), acqui-
stando per il contatto con essa, virtù terapeutiche
di sicura efifìcacia.
7. — Medaglia di S. Domenico da CocuUo.
FiG. T3.« — Medaglia di S. Domenico da CocuUo: amuleto contro
la rabbia, il veleno, il dolore dei denti. (Sulmona, Aquila) —
Gr. nat.
Le virtù specifiche deir amuleto sono chiara-
mente impresse sul rovescio della medaglia, e non
più in latino come ne' casi precedenti, ma in ita-
li) Ho detto sìippostu perché anche indipendentemente da
ogni ra},àonamento fondato sui principi della Filosofia positiva,
recentissime publicazioni del barnabita De Feis e del canonico
Ili FETICISMO PRIMITIVO IX ITALIA 139
li.-iiKi ,1 tutti iiitflli<;-il)ilc. La fiducia in tale anuilet<i
è siaiza limiti, scj^-natauifutc nella rc^'idiic aliruz-
zcse, ov' è ritenuto come antiral)ico ed antiiiexral-
g-ico per i denti. II santo è rappresentato nel diritto
della niedaf>iia; alla sua sinistra r l' imiiiaji'iiie di
un dente molare, che rappresenta (piello lasciato in
dono dal santo a Oocullo, da cui derivano le virtù
antinevralti'iclie dell'amuleto. A destra della Hg'ura
vedesi impressa la torma di un ferro della mula,
che soleva condurre il santo, ferro lasciato ancor
esso, unitamente al dente, quale presidio salutare
a CocuUo; dal ferro della mula derivano le \irtìi
antirabiche ed antitossiche dell' amuleto.
La niedagiia di S. Domenico da Cocullo. l)e-
nedetta e toccata alle reliquie del santo, è un amu-
leto accreditatissimo, il quale ha sostituito amuleti
pagani, che già esistevano, contro il dolore dei denti
e contro i veleni, introducendo però nel feticismo
contemporaneo il concetto della virtù antirabica, che
nella mente dei feticisti primitivi non si era formu-
lato.
Plinio ricorda (VII, llj che da Marso, tiglio di
Circe, ebbe la gente Marsica il nome, l'arte de' vene-
fici e quella d'incantare i serj)!. L'antico mito di
Marso, assunse forma e caratteri cristiani e passò, in-
torno al milk', in 8. Domenico da Cocullo, nel quale
si conserva tuttora, integro e fiorente.
Chevalier, addimostrano con documenti e con rigore di lnj^ica,
che tuttociò elle si è detto e si ('■ pensato, in ordine alia S. Casa
di Nazareth, ed al suo trasporto dall'Oriente a Loreto, con fermata
a Tersatto, non ha alcun fondamento di verità ed è il risultato di
una pura e grossolana costruzione lej^gendaria.
140
GIUSEPPE BELLUCCI
Medag-lione di S. Antonio.
PiG. 74." — Medaglione in bronzo di S. Antonio per buoi e cavalli;
amuleto che protegge il bestiame dalla morte improvvisa,
dalle malattie e dalle disgrazie accidentali. (Assergi, Aquila)
— Gr. nat.
In una forma di scudo, sormontata da una co-
rona nobiliare, è rappresentato il santo in piedi,
avente a sinistra raffigurata la testa e V estremità
anteriori di un porco, a sinistra una fiamma con
IL FETICISMO PRIMITIVO IN' ITALIA 141
lin<^iio sinuose, simboli clic acc()ini)aj;^nano solita-
mente la figura del santo e la rendi »no facilmente
riconoscibile anche ai uhmu» iiitdligi'nti.
I^a corona nobiliare che sornKMita lo scudo è da
Cdiirc. lìerchè (jucsto titolo gentilizio possedeva il
ltro|iri<'tai"io del Ix-sti.-iiiie ;i cui il medaglione ;i))-
parteiieva; altri medaglioni portano invece la corona
liaronale, o qutdla da marciiese ; come n'esistono
alcuni, che non presentano verun simltolo gentilizio,
perchè il proprietario del l)estiame non era insignito.
Comunemente i medaglioni sormontati da corona
hanno forma di scudo, mentre (|uelli che ne sono
sprovvisti hanno forma circolare ; in tutti esiste però
superiormente una cappiola, per raccomandarli alla
cinghia, cln- li sospende o sul frontale dei buoi o dei
cavalli, o sul petto di questi ultimi. Nella parte in-
feriore dei medaglioni notasi poi un anello od un
semplice foro, diretti a sostenere un fiocco di lana
rossa, che al concetto ornamentale unisce la virtù
del color rosso, contro gli effetti sinistri del fascino.
1 medaglioni di S. Antonio sono comuni nel-
l'Abruzzo aquilano e nelle regioni umbra ed asco-
lana, che lo conterminano ; sono tutti benedetti dalla
Chiesa e resi sacri nel giorno di S. Antonio (17 gen-
naio), quando la statua del santo, collocata sulla
porta della chiesa, beni'dice con tre inchini solenni
tutto il bestiame, schierato in beli' ordine sul piaz-
zale anteriore. In quel giorno sono moltissimi i capi
di bestiame, singolarmente bovino, che portano sul
frontale il medaglione protettore. In ogni circostanza
poi in cui si teme dell'esito delle malattie, come du-
rante i parti diffìcili, il colono è pronto a munire
142 GIUSEPPE BELLUCCI
l'animale del medaglione protettore, che suole del
resto conservarsi ordinariamente come vigile custode
nelle stalle.
1 medaglioni di S. Antonio esercitano la virtù
protettiva sul bestiame domestico in generale, segna-
tamente su quello bovino ed equino, i capi dei quali
sono di maggior prezzo. Lo preservano dalle disgra-
zie accidentali, dalle malattie, dalla morìa (1) ; as-
sicurano r andamento normale della gravidanza e
dei parti ; allontanano le streghe ed impediscono gli
effetti sinistri del malocchio ; è tale la fiducia che
si pone nell'efficacia di tali medaglioni, che se ca-
sualmente vengono a perdersi, gravi preoccupazioni
si determinano nell'animo dei contadini, prevedendo
disgrazie, malattie ed anche la morte, per i loro ani-
mali. E ciò addimostra che la fede non è riposta nel
santo, idealmente considerato, ma è connessa al me-
daglione che lo rappresenta, come si verifica del re-
sto per tatti gli amuleti o feticci pagani.
Gli esempi addotti addimostrano ad evidenza
la trasformazione [)rofbnda, che hanno subito i feticci
primitivi nella forma cattolica della religione cri-
stiana, e confermano l'esattezza della conclusione
precedentemente formulata (2), riguardo alla diff'e-
renza radicale esistente tra il feticismo primitivo e
quello derivato, conseguente dai principi di una for-
ma religiosa, che si ritiene più evoluta. Le rappre-
sentazioni materiali del feticismo primitivo con sim-
ili Mortalità dovuta a malattie epidemiche od infettive.
(2) Pag. 7.
IL FETICISMO PRIMITIVO IN' ITALIA 143
boli cristiani iiiipiN'ssi, e (incile avcjiti un cai-attfri-
csscnzialniciitc i-ristiaiio nella l'arnia ed un si;i-in'li-
cato pag'ano nella sostanza. |i<)iii;i>U(i la cnuelusioMf
predetta al ripai'o di o<i-ni (Uil»l)in.
E qni è o|)p()rtunn rilevare coiuc nella scelta
deo-li aniulcli, che do\cvaiiii dimoslrai-c la [)i'osecu-
zione del feticisnn) primitivo in grembo alla n-lig-ione
cristiana, furono preteriti g'ii eseni})lari ]>iù tipici,
anzitutto i)erchè alcuni rappresentavano un' emana
zione diretta della sui)rema autorità della Chiesa cat-
tolica, ov\-ero quella di una collettività di ministri
del culto da essa dipendenti ; in secondo luogo
perchè le virtù specifiche attribuite, si trovavano
chiaramente espresse in og-ni amuleto, o con segni
tli scrittura, o con simboli tìg-urati. Ove g:li esempi
addotti non si fossero mantenuti in questi limiti ri-
stretti, ma sufficienti allo scopo, la descrizione dei
feticci cristiani, muniti di virtù sopranatui'ali di ca-
rattere pagano, avrebbe vagato in un cam])o senza
confini, r estensione del quale è meglio additare
semplicemente, di quello che rilevarne gì' intiniti
particolari per tentare di percorrerlo.
E notevDlissimo dilatti il numero delh- reli(|uie
cristiane e di oggetti avi^nti carattere sacro, a cui
furono poi attribuite virtù sopranaturali, che per il
latto di non portare impressa alcuna designazione,
non apijariscono gcmeralinente quali amuleti o feticci
air occhio dell' osservatore superficiale, che li ri-
guarda invece quali semplici oggetti di culto. E fa-
cile comprendere del resto, come la religione cri-
stiana nella sua forma cattolica, essendo andata ad
infrantix'rsi nei criteri fondamentali del teticismo, sia
144 GIUSEPPE BELLUCCI
per necessità di adattamento, sia per il principio
psicologico di acquetare con forme facilmente com-
prensibili le coscienze timorose, abbia determinato
la conseguenza, che i fedeli alle sue dottrine ne se-
guissero spontaneamente lo esempio, ed esplicassero
i loro sentimenti religiosi nella forma medesima,
seguita dalle menti piii tarde ed ottuse dei primitivi
dell'Umanità. E tal conseguenza ebbe a manifestarsi
anche più fàcilmente, perchè in seno della stessa
Società, ove i principi cristiano - cattolici vengono
mantenuti e diffusi, si trovavano di già individui,
elle indipendentemente da ogni suggerimento diretto
o indiretto della Chiesa, proseguivano per lontana
tradizione o consuetudine a manifestare in forma
feticistica i propri sentimenti religiosi.
Così una delle grandi religioni, che pure ha il
vanto di essere la più evoluta, addivenne essenzial-
mente feticistica, e non ostante le alte idealità che
la informano, incomprensibili al maggior numero
de' suoi proseliti, si mantenne e si mantiene all'uni-
sono per il lato feticistico, con le più semplici e po-
vere manifestazioni del sentimento religioso, carat-
teristiche delle tribù selvaggo dell' Umanità.
CAPITOLO V.
Notammo fflù., che dal punto di visl;i iisicolo- Mutamento
., . ,. ,,,... . . "<?' l'oncft-
gico il concetto informatore del reticisnio primi- to psicoio-
. . ,...,,,,.. cico infor-
tivo SI riassumeva nel principio dellanimismo, per matoro doi
il quale agli occhi del selvaggio, dell'uomo di men- '^^'"''■'•
talità inferiore, del credente in generale nelle virtù
dei feticci, tutti i corpi si ritengono dotati di vita,
di volontà, di passioni, conformi a quelle che nel-
l'uomo stesso si verificano (1). Notammo pure che
con lo sviluppo intellettuale di gran parte dell'Uma-
nitA, questo concetto fondamentale deiranimismo si
riconobbe erroneo, di guisa che gli oggetti naturali
non ebbero più agli occhi di molti, e singolarmente
degr intelligenti, quell'animazione intrinseca, quel-
l'energia propria, che un giudizio infantile aveva loro
assegnato o prosegue ancora ad attribuire ad essi.
Conseguentemente a ciò bisogna ammettere, che
un certo cambiamento si è verificato nella concezione
psicologica dei feticci; per il feticista primitivo di-
fatti le virtù che si conferiscono ai feticci od agli
amuleti, sono un'emanazione di quell'energia, insita
naturalmente in essi, che il feticista con un sem-
(1) Pag. 15.
40
146 GIUSEPPE BELLUCCI
plico atto volitivo evoca nel momento opportuno, per
vederla esplicata ad un fine determinato. Invece per
il feticista derivato o conseg-uente da forme religiose
superiori, come ad esempio dalla forma cattolica
della relig-ione cristiana, i feticci non posseggono
naturalmente virtù specifiche. Perchè queste possano
esplicarsi, è necessaria una sorta di preparazione,
mercè pratiche rituali diverse, le quali investono
dello spirito sacro gli oggetti, da cui possono ema-
narsi poi virtù feticistiche sopranaturali. E si noti,
che se l'amuleto o feticcio proviene direttamente da
ministri del culto, che gerarchicamente possono ap-
partenere a gradi differenti, le virtù possono essere
conferite anche nell'atto stesso, in cui le operazioni
rituali rendono sacro l'oggetto (esempio tipico: Agnus
Dei in cera) ; mentre se l'amuleto o feticcio vien for-
mato spontaneamente, da un semplice seguace delle
dottrine cristiano-cattoliche, le virtù feticistiche po-
tranno essere differenti ed evocarsi al momento op-
portuno, come nel caso dei feticci primitivi ; (esem-
pio tipico: ìnedaglia di S. Benedetto).
Rilevata questa differenza esistente dal lato psi-
cologico nell'essenza dei feticci primitivi e di quelli
emananti da una delle forine religiose superiori, bi-
sogna notare come gli amuleti o feticci di queste
due diverse provenienze vainio dipoi a ritrovarsi
all'unisono, quando nella vita pratica esercitano le
virtù in essi esistenti, o naturalmente possedute, o
virtualmente conferite. Per l'andamento normale dei
parti tanto varrà difatti una pietra gravida (pag. 92),
quanto un Agnus Dei in cera (pag. 121) ; per com-
l)attere o fugare gli spiriti maligni, sotto forma di
IL FETICISMO PRIMITIVO IN ITALIA 111
Streghe o di drmoni, tanto varrA la pietra strcj^o-
nia (pag. 100), (|uanto la medaglia di S. Anastasio
(pag. 131); per non tcnin-c degli effetti dannosi di
nuove fulminazioni, sarà egualmente cftìeaec di pos-
sedere un preteso fulmine (pag. 72 1. oppure di esser
muniti della classica l)enedizione di S. Francesco
(pag. 128). L' effetto suggestivo sani in (piesti casi
egualmente raggiunto, o con uno, o con l'altro amu-
leto, indipendentemente dal concetto psicologico che
fu seguito, per riconoscen» ed ammettere le virtù
si)ecitìche nelle due sorta di amuleti, il i)rimitivo
od il derivato.
Mentre però attraverso i secoli vh^w a verlfì- catriono
, . , ,. , i'ondanien-
carsi questo cambiamento nel concetto fondamen- tale, (icter
tale relativo all' essenza degli amuleti o feticci, un feùclsino.
altro principio restò invece sempre integro, dai pii!i
lontani tempi ad oggi, quello cioè che guidò e
guida l'uomo a premunirsi di amuleti o feticci, a
cui come ad àncora di salvezza si affidò e si affida
tanta parte dell'Umanità. Per quanto s'iiulaghi e si
rifletta, nessun sentimento umano può addivenire
ragione sufficiente e perenne della manifestazione del
feticismo^ come il sentimento della paura, che ri-
specchia quello della propria conservazione. E alla
paui'a ed a' suoi tormenti, che noi dohl)iamo l'origine
e la i)ersistenza di una pratica, che dall'epoche pre-
istoriche giunse sino a noi ; che si manifesta nel-
l'ignorante come nell'uomo intelligente; nel selvag-
gio ateo, come nel civilizzato credente in Dio.
Se dal punto di vista del razionalismo, e quando
ancora lo studio comparato delle religioni non era
148 GIUSEPPE BELLUCCI
iniziato, si riconobbe esatto 1' aforismo di Petronio,
« primuH in orbe Deos fecit timor », altrettanto esatto
e corrispondente al vero deve riguardarsi il prin-
cipio, pel quale alla medesima causa da cui deriva-
rono le divinità, deve assegnarsi la creazione degli
amuleti o feticci, i quali rappresentano un'emana-
zione dell'intelligenza, più semplice di quella che
concerne le piìi elevate idealità religiose.
Non avendo in se stesso sufficiente energia mo-
rale e materiale, per fronteggiare impavido le molte
avversità, sia naturali, sia da altri determinate,
l'uomo trovò facile scampo nel riporre cieca fede
in oggetti diversi, 1' uno più singolare dell' altro, i
quali portati sulla persona o collocati sulle pareti
delle abitazioni, portati dagli animali o appesi ai
rami delle piante, valessero ad allontanare pericoli,
vincessero la forza di mali minacciosi, si riguar-
dassero insomma come sicuri, infallibili presidi con-
tro ogni sorta di avversità nel faticoso cammino
della vita
Il sentimento della propria debolezza, ingenerato
dalla paura, viene per tal guisa sostituito da quello
di una forza indomita, che determina il coraggio
nelle imprese più ardite, la tranquillità dell'animo
nelle circostanze più controverse; e sotto questi au-
spici, che pur provengono da un semplice ed inav-
vertito effetto di suggestione, l'uomo timoroso sugge-
risce a so stesso con calma e serenità, quale sia la
miglior linea di condotta nelle molteplici vicissitu-
dini della vita.
Raccogliendo amuleti nelle diverse regioni di
Italia e trovandomi il più delle volte a contatto con
IL FETICISMO l'KIMIlIVO IN ITALIA 11!»
persone, nelle (|a;ili l'evoluzione int»MlettU!il<' ii<m
ebbe eainpo di manifestarsi, io rimaneva meravifj;liato
nel sentire, con (|uanta intima eonvinzionesi asserisse,
essere impossibile temen; del malocchio, possedendo
una pietra dall'occhio (pag\ 52), temere delie fulmi-
nazioni, quando si è in possesso di mi lulmine ca-
duto {\y,\g. 72); temere delle stre<»-he, (piando si lia
la ventura di possedere la pietra strep)nia. dai punti
innumerevoli ed innumerati (pag. 100).
Ed è ricorrendo allo stesso sentimento della
paura, che può spiegarsi il fatto apparentemente sin-
golare ed inconcepibile a prima giunta, che la liducia
riposta nelle virtù degli amuleti non è una carat-
teristica delle sole genti al)brutite dall' ignoranza, ma
si rileva eziandio in persone intelligenti e fu notata
pili volte anche in alcuno, che nelle vie diverse
della civiltà tracciò solchi profondi ed indelebili.
Egli è che l'uomo dòtto, il soldato più corag-
gioso, r atleta più robusto, mentre determinano in
noi la più sincera ammirazione per i risultati della
profonda dottrina, per le imprese guerresche più ar-
dimentose compiute, per la straordinaria energia mu-
scolare, che taluno di essi può presentare, non sono
d'altro lato affatto scevri di sentimenti di debolezza
verso alcune cause esteriori, che loro si presentano
la prima volta; oppure se anche note per antece-
dtMiti impressioni, temute fortemente per gli effetti
sinistri che determinarono. Suggestionato da codesti
effetti, ovvero dubitoso dinanzi ad effetti ignoti,
l'uomo rimane nella circostanza invaso da un sen-
timento di debolezza così manifesto, da temere for-
temente della sua conservazione ; la ragione resta
150 GIUSEPPE BELLUCCI
in tal' incontri così fattamente schiava del timore,
che in quel momento, di fronte a quella determi-
nata contingenza, l'uomo dòtto, il guerriero, l'atleta,
valgono quanto il contadino, il pastore, il selvaggio
contemporaneo.
Si provi a rinfrancarli con parole persuasive,
ad ispirare loro coraggio, a far conoscere che fu-
rono presi da un timore esagerato ; non si riesce a
nulla. Si sussurri invece all' orecchio di poter loro
procurare un oggetto, che con la sola presenza po-
trà salvarli dalla fortissima impressione di sgo-
mento da cui furono dominati, e voi li vedrete ria-
nimarsi di un tratto, confidare nella forza ignota,
ma facilmente creduta di un oggetto, che il piìi
delle volte sarà insignificante ; sfidare il pericolo
prima temuto, riconoscerne poi l' inesistenza o V e-
sagerata entità, e dichiarare di essere stati vinti da
un sentimento irresistibile di angoscia timorosa, che
senza 1' aiuto di un amuleto efficace non avrebbero
mai potuto vincere.
Potrei citare molti esempi a provare quanto as-
serisco, poiché dopo avere avuto occasione di rac-
cogliere amuleti, di conoscere i molti particolari
delle virtìi ad essi assegnate; dopo aver acquistato
la convinzione della illimitata fiducia, che le per-
sone timorose, ignoranti o còlte ripongono in essi,
più volte ho profittato di alcune circostanze propizie
per farne soggetto di studio.
Valendomi degli amuleti raccolti lio procurato
difatti di dominare con essi le diverse manifesta-
zioni della paura, di cui intravedeva l'esistenza nelle
persone che formavano il soggetto del mio studio.
IL FETICISMO PRIMITIVO IN ITALIA If)!
Ed in questo indirizzo di ricerche ebbi anche cir-
costanze opportune per notare, che aUorf|iiando da
una persona tiiiiorosa si può sapere, che l'anuih-to,
di cui el)be il i)ossesso, riusci ;^ià in più-cedenza
con hi sua virtù intrinseca a debellar»' una malat-
tia, a far superare un pericolo, a scongiurare gli
effetti sinistri di uno jettatore, la fiducia aumenterà
senza limiti, e l'oggetto fatato, sel)bene insignificante
l>er sé stesso, non sarà soltanto gelosamente custo-
dito, ma come abliiamo veduto per la maggior parte
di essi, si circonderà di forme diverse di culto e
l'iceverà una profonda venei'azione.
Lo stesso sentimento della paura, che concorre
ad interpretare la fede negli amuleti o feticci, pos-
sibile a dimostrarsi e nell' ignorante e nello intelli-
gente, riesce a. si)iegare la persistenza del feticismo
primitivo e di quello accortamente modificato, nelle
diverse fornu' delle religioni superiori, tra le quali,
come abbiamo già veduto, in quella cristiano-catto-
lica. I riformatori, gli apostoli, i sacerdoti in gene-
rale di molte credenze religiose, non poterono e non
possono non riconoscere, che l'uomo, considerato in
generale, non giunge a comprendere le alte idealità
delle religioni dette superiori. Per calmare le appren-
sioni dello spirito nelle molteplici e diverse contin-
genze della vita, per acquetare i tormenti ingenerati
dalla paura, ò necessario che l'uomo ponga fiducia
in qualche cosa di materiale, di tangibile, che im-
pressioni profondamente i sensi e non rimanga, ))rin-
cipio astratto, invisibile nelle nebulosità dei cieli.
Profittando dei principi dell'animismo, studiosamente
adattati, i ministri del culto delle divc^-se religioni
152 GIUSEPPE BELLUCCI
videro e vedono perciò l'opportunità d'investire og-
getti diflferentissimi di particolari virtù, facili ad es-
ser comprese e ritenute come reali anche dalle menti
infantili. Così venne a stabilirsi la piìi corrispon-
dente analogia con quei concetti psicologici del fe-
ticismo, che l'Umanità primitiva o selvaggia adottò
e prosegue ad adottare per esprimere i sentimenti
di carattere religioso ed il feticismo addivenne gra-
duatamente un carattere di tutte le forme religiose.
In conseguenza di ciò 1' uomo, o si trovi a sa-
lire i primi gradini della scala interminabile dello
incivilimento, oppure ne abbia di già ascesi parec-
chi, ricorse, e ricorre alla creazione ed alla vene-
razione degli amuleti o feticci, perchè il concetto
psichico che li stabilisce, si adatta alle intelligenze
pili tarde, calma le apprensioni delle intelligenze
più aperte, suggestiona tutti coloro che son presi
dalla paura, alterazione della mente, che per una
causa o per l'altra può incogliere, con forma più o
meno grave. (]uasi tutti i componenti dell'Umanità.
Kpiio^o. Gli argomenti trattati posero anzitutto in rilievo
l'essenza del feticismo primitivo^ che Comte chiamò
fondamentale, e la ditterenza che deve stabilirsi tra le
manifestazioni feticistiche primitive, corrispondenti
a quelle, che appariscono presso le genti selvagge, e
le manifestazioni feticistiche derivate o conseguenti,
le quali emanano da forme di religioni dette supe-
riori (Gap. I).
Le molte comparazioni poste in evidenza nel
capitolo secondo addimostrarono poi, che le genti
italiane odierne, lu'oseguono a riporre fiducia su fé-
IL FETICISMO l'IM.MiriVO IX ITALIA li'»;}
ticci cunt'oniii e cunsimili a (|IR'11ì, di cui si preval-
sero i loro antecessori, vissuti non solo nei periodi
archeolog'ici delle civiltà etrusca e romana, ma nel-
l'epoca pi'eist(n'ica eziandio, e seg'iuitanu'nte nel pe-
riodo della ijrima età del ftu'ro (Cai). II).
Indipendentemente da ciò, molte delle genti ita-
liane vissute, e molte di quelle contemporanee, pro-
seg'uii'ono ad estrinsecare il concetto psicolog^ico in-
tbnnatore del feticismo primitivo con la creazione
di amuleti o feticci recenti, suggeriti da circostanze
complesse e dissimili, che per lo addietro non si
erano presentate, e che di necessità dovevano de-
stare nuove manifestazioni feticistiche (Gap. III).
Parallelamente a questa continuazione, molte
l'orme feticistiche primitive penetrarono in seno alla
forma religiosa cristiano-cattolica e da essa vennero
accettate ed ammesse nelle forme esteriori del culto,
sia dopo averle investite di carattere sacro, mercè
r atto rituale di una semplice benedizione, sia col
derivarne forme singolari di adattamento, sia infine,
col produrre feticci nuovi, aventi un'essenza esclusi-
vamente cristiana, nui una veste esteriore di attri-
buti pagani, corrispondenti a quelli assegnati agli
amuleti o feticci primitivi (Gap. Ili, IV).
E come si veritìcò questo mutamento nelle forme
e nelle sostanze, si manifestò pure col volger del
tempo un cambiamento, nel concetto psicologico in-
formatore dei feticci. Rilevato il quale, fu indagato
qual si fosse il principio fondamentale determinante
le manifestazioni feticistiche, e si trovò che questo
corrispondeva al sentimento della paura. Sentimento
generale, che spiega le povere ed uniche manifesta-
154
GIUSEPPE BELLUCCI
zìoni di carattere religioso dell' umanitA nascente
e le manifestazioni feticistiche inerenti alle religioni
superiori; che spiega come il selvaggio e l'uomo
civilizzato, r ateo ed il teista, abbiano reagito e
reagiscano con singolare uniformiti d' intenti, di-
nanzi agli stimoli tormentosi della paura, procu-
rando di superare con gli stessi mezzi le tante dif-
ficoltà, che si frappongono allo incedere tranquillo
e felice dalla vita umana (Gap. V).
1^^
INDICE
degli argomenti e delle illustrazioni
CAPITOLO I.
('"eticismo in generale l'ay. 1
Differenza tra il feti(ùsino pi-iniiiivo eil il fetici-
■*nio derivato . . » 5
I-'asi del (eticisnio e passanrf^io al politeismo. . » 7
Amuleti italiani contemporanei » 10
L'animismo, principio lllosolico informatore del
feticismo » l:i
Persistenza del feticismo primitivo nella Società
odierna italiana (Fig. l»-?") » H>
CAPITOLO II.
Amuleti preistorici e protoistorici — Compara-
zioni con gli amuleti contempoi'anei IKig. S.^-Só.") . » 2'J
Deduzioni derivanti dalle comparazioni precedenti » óa
CAPITOLO IH.
.Vmuleti primitivi ed amuleti recenti ...» .55
Amuleti recenti, destituiti di carattere sacro ([-"i-
gure 36."-38.") '....» 57
Amuleti recenti, destituiti di carattere sacro,
aventi però qualche relazione con oggetti sacri. . » 55)
Amuleti recenti risultanti da mescolanze di og-
getti con carattere sacro ed altri destituiti di tale
carattere » 65
CAPITOLÒ IV.
lulluenza della religione cristiana sugli amuli'ii
derivanti da credenze feticistiche primitive . . • 70
158
GIUSEPPE BELLUCCI
Esempi di forme di adattamento.
Serie prima. — Fulmini e pietre del lulmine (Fi-
gure 39."-41.") Pafj. 72
Serie seconda. — Saette o pietre delle saette (Fi-
gure 42."-47.") » 77
Serie terza. — Pietre sanguigne o del sangue
(Fig. 48.»-49.")
Serie quarta. — Pietre della gravidanza o pietre
gravide (Fig. .")0."-51.")
Serie quinta. — Legno stregonio (Fig. 52.») .
Serie sesta. — Pietre stregonie o contro le streghe
(Fig. 53.a-56."). . . ......
Serie settima. — Chiavi per il mal caduco (Fig. 57.")
Serie ottava. — Chiavi contro le convulsioni in-
fantili (Fig. 58.''-60.a)
Serie nona — Unghia della gran bestia (Fig. 61.")
Serie decima. — Crescenti lunari, ranocchielle,
rospi, immagini di S. Donato (Fig. 62."-66.") . . . » 113
»
87
»
92
»
97
»
W)
»
104
»
108
»
111
Esempi di amuleti cristlvni.
1. .ignus Dei in cera (Fig. 67.») ....
2. Benedizione di S. Francesco (Fig. 68.")
3. Medaglia di S. Andrea .Wellino (Fig. 69.").
4. Medaglia di S. .\nastasio (V\\i. 70.")
5. Medaglia di S. Benedetto (Fig. 71.") .
6. Polvere delle S. Mura della S. Casa di Loreto
(Fig. 72.")
7. Medaglia di S. Domenico da Cocullo (Fig. 73."
8. Medaglione di S. Antonio (Fig. 74.") .
CAPITOLO V.
Mutamento nel concetto psicologico informatore
dei feticci
Cagione fondamentale determinante il feticismo.
Epilogo
»
121
»
128
»
130
»
131
»
133
»
135
»
138
»
140
» 145
» 147
» 152
TKADIZIOM POPOLvVRI ITALIANE
N. 1. — La grandine nell'Umbria, con note
esplicative e comparative e con illustra-
zioni ...... L. 2,50.
N. 2. — Il feticismo primitivo in Italia, e le
sue forme di adattamento, con 74 illustra-
zioni ...... L. 4,00.
In carta distinta . . ."^ » 5,00.
In f^iBEPARA^ONE :
\. '■>. Una pagina di psicologìa popo-
lare; gli Amuleti.
ÌV'. 4. Il ful|nine nelle tradizioni popolari
antiche vv-iiC)derne.
Prezzo del presente volume L. 4.
Rivolgere dimande e cartoline-vaglia all' Unio-
ne Tipof/raficci Cooperntiva in Perugia.
1IWT:rJf'5^:3 1QV151960
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GN Bellucci, G^iuseppe
^^ Il feticismo primitivo in
B4. Italia.