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Full text of "Il feticismo primitivo in Italia, e le sue forme di adattamento"

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TRADIZIONI   POPOLARI  ITALIANE 


'lor.  GILLSEPPt  liKLLUCCI 


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31  Feticismo 


primitivo  in  stalla 


# 


E  LE  SUE  FORME  01  AOATTAMENTO 


(con  74  illustrazioni) 


Perugia,  1907  -  Unione  Cipografica  Coop.  €difrice 


Prof.   GIUSEPPE  BELLUCCI 


TKVDIZIOM  l'Dl'OLVKI   ITVMAMÌ 


IL  FETICISMO 

PRIMITIVO  IN  ITALIA 

E  LE  SUE  FORME  DI  ADATTAMENTO 

(con  74  illustrazioni) 


PERUGIA 

UNIONE   TIPOGKAFICA   COOPERATIVA 
(palazzo  I'ROVINCIALE) 

1907 


H 


3-7--  S-<S 


riic  tlicorx  of  Ilio  soni  is  one  |irinci- 
p;il  pari  of  a  system  of  religious 
pliilosopliy,  wicli  unites  in  an 
unlìroken  line  of  inental  conno- 
xion,  the  savago  fotisli-worship- 
per  and  the  civilised  Christian. 
K.  1^.  Tylok. 


. .  la  philosopliie  théolotrique,  con- 
vcnahleinent  approfondie,  a  tou- 
.jours,  évideniment  pour  base  né- 
cessaire le  pur  fétichisme,  qui 
divinise  instantanément  chaque 
corps  ou  chaque  phénomène,  su- 
sceptibles  d'attirer  avec  quelque 
energie  la  faible  attention  de  l'u- 
inanité  naissante. 

COXITK. 


Tout  dans  la  nature,  avant  de  rcpren- 
dre  ses  proportions  et  son  rang 
dans  la  sèrie  des  choses,  a  passe 
par  la  divinité. 

Lf.kévre. 


Les  idées  religieuses  transforraées  en 
superstitions  sont  la  forme  la  plus 
indistructible  des  pensées  humai- 
nes. 

Balzai. 


PREFAZIONE 


Una  delle  sorg'enti  principali  da  cui  lo  srii- 
dloso  attinse  in  copia  notevole  i  materiali  ne- 
cessari per  costruii'e  la  psicologia  e  la  storia 
comparata  delle  religioni,  fu  quella  delle  scienze 
antropologiche,  le  quali  contribuirono  allo  scopo, 
segnatamente  con  due  delle  principali  loro  di- 
ramazioni. Si  chiamò  ditatti  a  concorso  l'Antro- 
pologia etnografica,  concernente  l'  esplorazione 
metodica  e  la  conoscenza  dei  popoli  selvaggi  o 
semi-selvaggi  viventi,  mancanti  di  letteratura 
religiosa;  ed  un  potente  sussidio  derivò  pure 
dall'Antropologia  preistorica,  per  mezzo  della 
quale  si  ricostituirono  le  Società  umane  primi 
tive,  vissute  anteriormente  all'  esistenza  di  qual- 
siasi monumento  scritto. 

Un'  altra  diramazione  delle  scienze  antropo 
logiche,  avrebbe  pure  potuto  prestare  alla  psi- 
cologia ed  alla  storia  comparata  delle  religioni 
un  valido  aiuto,  ma  il  suo  concorso  fu  finora 
limitatissimo:  accenno,  all'Etnografìa  delle  so- 
cietà civili,  If  quali,  sebbene  vantino  una  storia 


delle  vicende  religiose  che  le  interessarono,  seb- 
bene i  vari  componenti  di  codeste  società  possano 
essere  seguaci  di  una  od  anche  di  parecchie 
forme  di  religioni  viventi,  pure  negli  strati  più 
bassi  che  le  costituiscono,  si  mantengono  tut- 
tora integri  o  debolmente  trasformati,  moltissimi 
elementi  psicologici  del  sentimento  religioso  pri- 
mitivo dell'  Umanità. 

Un  esempio  di  quanto  asserisco,  mi  ha  sem- 
brato potesse  trarsi  dal .  risultato  di  alcuni  miei 
studi  e  ricerche,  proseguite  con  paziente  assi- 
duità per  oltre  trent'  anni  di  tempo  nelle  diverse 
contrade  italiane,  che  con  intento  naturalistico 
od  antropologico  mi  fu  dato  di  esplorare.  Scru- 
tando difatti  dal  punto  di  vista  del  sentimento 
religioso  l'animo  di  quelle  genti  italiane,  mag- 
giormente abbrutite  dall'  ignoranza  e  quindi 
molto  tormentate  dalla  paura,  ebbi  agio  di  rac- 
cogliere, sia  direttamente,  sia  col  mezzo  di  per- 
sone egregie,  che  si  compiacquero  di  aiutarmi, 
non  solo  una  mèsse  preziosa  di  notizie  e  di  pen- 


IX 


sieri,  ma  anche  un  numero  copiosissimo  di  og- 
getti, ai  i^uali  i  sentiiìicnti  religiosi  si  riferivano 
e  rimanevano  per  così  dire  immedesimati  (1). 

Non  ostante  però  la  raccolta  di  tali  ogg-etti 
possa  dirsi  doviziosa,  pure  essa  sta  a  rappresen- 
tare soltanto  una  piccola  parte  del  numero  no- 
tevole di  amuleti  o  feticci,  che  mi  fu  dato  di 
vedere  e  di  esaminare,  e  che  non  riuscì  a  to- 
gliere dalle  mani  dei  loro  possessori,  perchè 
trattenuti  da  una  fede  incrollabile,  e  circondati 
da  un  culto  sincero  e  profondo. 


a)  Ardì.  jMi-  F.Xntrnj).  e  l'Etnol.,  Voi.  XXXI,  1901,  pag.  35  e 
seti.  —  Amuleti  italiani  contemporanei.  Catalogo  descrittivo  della 
ootlezione  inviata  ali"  Esposizione  nazionale  di  Torino.  Perugia, 
Un.  Tip.  Coop.,  1898.  —  L'intiero  catalogo  fu  riprodotto  nell'Atlante 
annesso  all'opera  di  Piero  Giacosa,  Magist)-i  Salernitani  nondum 
editi.  Torino,  Frat.  Bocca,  edit.,  1901,  pag.  7-27:  ed  i  diciotto  car- 
toni (45  X  32),  che  contenevano  gli  amuleti  esposti,  furono  ripro- 
dotti nelle  tavole  eliotipiche  dcU'.\tlante,  N.  37,  38,  39.  —  Amuleti 
italiani  antichi  e  contemporanei.  Catalogo  descrittivo.  .Ann.  della 
Fac.  (li  Medicina  dell'Univ.  di  Perugia.  Voi.  XII,  1900,  pag.  ZÌQ.  — 
Questo  catalogo  fu  riprodotto  per  intiero  nei  BuUetins  et  Me- 
moires  de  la  Soc.  d'Anthrop.  de  Paris,  1900,  V"  serie,  T.  V,  [la- 
gina  27.5-2S7. 


Ebbi  già  r  onore  di  esporre  il  risultato  dei 
miei  studi  e  delle  mie  ricerche  in  una  confe- 
renza plenaria,  tenuta  in  Roma  dinanzi  al  V°  Con- 
gresso internazionale  di  Psicologia  (1)  ;  sem- 
brandomi però  queir  esposizione  troppo  breve 
ed  imperfetta,  divisai  di  riunire  il  notevole  ma- 
teriale raccolto  in  un  lavoro  di  sintesi,  corredan- 
dolo delle  opportune  e  necessarie  illustrazioni. 
Ed  ora  publico  questo  mio  studio,  lusingandomi 
che  possa  essere  riguardato  come  un  modesto 
contril)uto  allo  incremento  della  psicologia  e 
della  storia  comparata  delle  rehgioni,  che,  se- 
condo le  vedute  della  moderna  Antropologia, 
sono  semplici  capitoli  della  storia  naturale  della 
specie  umana. 
Ponio-ia. 

Giuseppe  Beli, ucci. 


(1)  Atti  ilei  V"  Coujxi'cnso  ini crna/ioiialc  di  l'sicolo,t;i.i,  tornito 
in  Hoina  nel  190.5.  Koma.  Koiv.ani  e  C.  cdilori.  HKKi.  ])a<i.  144-14(). 


^ 


IL  FETICISMO  PRIMITIVO  IN  ITALIA 


%^  \^  \^  ^^  \l^  ^^  \^  \^  ^^  \^  ^^  \^  \^  \^  \^  \^ 


CAPITOLO  I. 


Le  muiicrosc  t^-  (lilim-nti  osservazioni etnoo'ratiche,  Fctici- 

smo  in  ge- 
gU  studi  e  le  conclusioni  della  Mitologia  comparata   nerale. 

hanno  addimostrato  che  tutti  i  popoli  della  terra 
sono  passati  per  una  fase  religiosa  primitiva,  che 
De  Brosse,  primo  a  concei)irla  ed  a  metterla  in  ri- 
lievo (1760),  chiamò  Feticismo  (1).  A  questa  fase  si 
fermarono,  e  si  fermano  tutt'  ora  i  selvaggi  nella 
manifestazione  dei  loro  sentimenti  religiosi,  mentre 
la  storia  addimostra,  che  anche  presso  le  genti  per- 
venute ad  un  alto  grado  di  coltura,  la  fase  medesima 
durò  lunghissimo  tempo,  sul>ì  modificazioni  diffe- 
renti, e  non  si  spense  completamente,  né  dinanzi  al 
progresso  raggiunto  nel  campo  delia  civiltji,  ne  col 
succedersi  e  col  dominare  di  credenze  religiose 
nuove,  relativamente  evolute. 

11  nome  particolare  di  Feticismo  dato  a  code- 
sta forma  di  religione  primitiva  derivò  dal  nome 
di  Feitivo,  in    italiano  Feticcio  (oggetto  incantato, 


(1)  De  Brosse,  l»'  ci'itc  ilcs  Dim.t;  fetiches  oh  parallèle  de 
l'ancienne  rclii/ion  de  l' Knyiitc  uvee  la  rellgion.  actuelle  de  yi- 
Ovitie. 


GIUSEPPE   BELLUCCI 


fatato),  col  quale  i  viaggiatori  Portoghesi  designa- 
rono la  prima  volta  quegli  oggetti,  che  videro  ve- 
nerati ed  adorati  dai  selvaggi  nelle  regioni  dell'Africa 
occidentale  e  segnatamente  nella  Nigrizia.  Essi  nota- 
rono che  a  codesti  oggetti  o  naturali,  o  a  bella  po- 
sta conformati  ed  ottenuti,  si  attribuiva  una  potenza 
di  ordine  superiore,  soprannaturale  ;  un'  influenza  po- 
sitiva sugli  elementi  della  vita  e  sugli  organi  fisici 
sia  dell'  uomo,  sia  degli  animali  ;  un'  azione  decisa 
sui  sentimenti  e  sulle  passioni  umane;  un  potere 
validissimo  contro  le  forze  fisiche  deboli  o  poderose, 
che  in  natura  si  manifestano. 

Osservazioni  ulteriori  addimostrarono  poi  che  i 
feticci  non  si  limitavano  ad  una  regione  ristretta, 
ma  si  trovavano  ordinariam(;nte  in  tutta  l'Africa,  at- 
tribuendosi generalmente  ad  essi  il  potere  di  pre- 
servare con  la  loro  semplice  presenza  i  malefici  ef- 
fetti delle  streghe,  di  prevenire  e  guarire  le  malat- 
tie, di  proteggere  il  guerriero  dallo  effetto  micidiale 
delle  armi  del  nemico,  di  tutelare  il  cacciatore  dal 
morso  degli  animali  feroci,  contro  cui  deve  lottare 
per  impadronirsene.  Dalle  accurate  indagini  dei 
viaggiatori  si  pose  dipoi  in  evidenza,  che  si  posse- 
devano feticci,  dai  nativi  indicati  coi  nomi  di  grigri, 
juju,  per  gli  uomini,  per  le  donne,  per  i  bambini,  ]:>er 
gli  animali  domestici,  per  gli  alberi  fruttiferi,  per  i 
seminati  ;  si  notò  che  i  feticci  applicati  a  prevenii'e 
od  a  guarire  le  malattie,  le  quali  secondo  i  concetti 
animistici  si  ritengono  determinate  da  spiriti  male- 
fici, che  hanno  preso  possesso  delle  persone  malate, 
si  specializzavano  per  le  malattie  della  testa,  del  collo, 
del  cuore,  delle  braccia,    del   petto,    (M   dorso,    dei 


IL    FETICISMO    IMM.MITIVO    IX    ITAM.V  ó 

reni,  delle  j2:ambe,  dello  ofinocchia,  dei  jìlcdi.  8i  sc- 
analò che  i  feticci  erano  costituiti  di  fusti  di  alcune 
piante,  di  radici  di  certi  ajlx'ri,  di  sciupliei  bastoni; 
dallo  corna  di  una  specie  di  cervo,  da<;-li  artigli  e 
dai  denti  del  leone,  del  leopardo  e  di  diversi  al- 
tri animali;  da  franinienti  di  legno  rozzamente 
e  fantasticamente  scolpiti  ;  da  taluni  ossicini  ;  da 
certi  semi  ;  da  perle  di  vetro  ;  da  alcune  sorta 
di  ciottoletti  bianchi  o  diversamente  colorati  ;  da 
penne;  da  conchiglie;  da  pezzi  di  metallo,  di 
avorio,  di  osso,  di  ambra.  Ciò  che  peraltro  ebl^e 
ad  impressionare  maggiormente  i  viaggiatori,  i  na- 
tui'alisti,  i  missionari  delle  diverse  credenze  reli- 
giose, fu  in  tutti  i  casi  la  forma  di  culto,  di  ve- 
nerazione, di  adorazione,  che  i  nativi  delle  diverse 
contrade  africane  attribuivano  a  codesti  feticci,  la 
fernni  fiducia  che  tutti  nutrivano  per  lo  virtù  ad 
essi  assegnate. 

Osservazioni  ulteriori  praticate  all'  infuori  del- 
l'Africa nelle  altre  regioni  della  terra,  tuttora  abi- 
tate da  tribìi  selvagge  o  semi-selvagge,  confermarono 
r  esistenza  di  costumanze  e  di  credenze  religiose 
consimili  a  quelle  messe  in  rilievo  nelle  diverse  con- 
trade africane  ;  di  guisa  che  potè  ritenersi  stabilito 
il  principio  generale,  ammesso  da  De  Brosse  e  poi 
condiviso  e  sviluppato  da  Comte,  Tylor  o  da  molti 
altri,  che  l'espressione  piili  semplice  e  primitiva  del 
sentimento  religioso  nell'uomo  selvaggio  si  manifesta 
con  la  forma  del  feticismo,  incidentalmente  posta 
in  rilievo  la  prima  volta  "riguardo  a  talune  contrade 
africane. 

Relativamente  a  questa  conclusione  fu  da  taluno 


GIUSEPPE   BELLUCCI 


osservato,  che  il  principio  di  riporre  fede  in  oggetti  ma- 
teriali diversi,  a  cui  si  attribuiscono  virtù  di  ordine 
soprannaturale,  non  può  dirsi  carattere  esclusivo  delle 
religioni  più  basse  od  inferiori,  ma  si  manifesta 
eziandio  qual"  espressione  di  eulto  esteriore  nelle 
religioni  più  evolute,  anche  in  quelle  monoteiste  ed 
antropomorfe.  Si  sa  difatti  come  in  mezzo  alle  genti 
più  progredite  e  civili,  ad  esempio  tra  quelle  che 
osservano  i  precetti  della  religione  di  Cristo,  nella 
forma  del  Cattolicismo,  l' applicazione  dei  feticci 
sia  estesissima,  palesandosi  sotto  forma  di  reliquie, 
di  scapolari,  di  cuori  di  Gesù,  di  cuori  di  Maria, 
di  cordoni,  di  medaglie,  di  statue,  d'immagini  in 
legno,  in  metallo,  in  cera,  in  carta.  Non  potrebbe 
dirsi  pertanto,  si  riflette  da  taluno,  che  il  Feticismo 
costituisca  per  se  stesso  una  forma  di  religione  pri- 
mitiva, (luando  lo  si  vede  in  pratica  applicato  nelle 
forme  religiose  più  evolute  e  ritenute  superiori.  E 
l'osservazione  avrebbe  a  prima  giunta  un'apparenza 
di  fondamento  logico,  che  forse  trasse  in  inganno 
anche  alcune  menti  acute  e  positive,  come  quella  di 
Lefévre  (1),  il  quale  ebbe  a  dire,  che  il  feticismo  è 
una  forma  di  culto,  anzi  è  il  carattere  di  tutti  i  culti  ; 
come  quella  di  G.  De  Mortillet  (2)  il  quale  si  espresse 
dicendo:  che  l'amuleto,  corrispondente  al  feticcio, 
è  il  primo  prodotto  della  religiosità  ed  è  i)ui"t'  l'ul- 
timo, perchè  anche  a'  nostri  giorni  vediauKj  fiorire 
più  che  per  lo  innanzi  gli  amuleti. 


(1)  .\.  Lekkvre,  La  ì-eUfjion,  Paris.  Hcimvald.  18'J2,  pa<r.  XVII. 

(2)  DicliuìUiuire  des  Sciences  a/itln-opolof/iqiws.  l'aris,  i)ag.  60. 


IL  FETICISMO   PRIMITIVO   IN  ITALIA 


derivato. 


E  tuttociò  sarobbo  esattissimo,  se  la  nostra  at- 
tenzione si  fermasse  ai  soli  nomi  e  non  si  rivolgesse 
anche  ai  particolari,  che  sotto  lo  stesso  nome  possono 
essere  raccolti.  Ove  si  tenga  conto  però  delle  seguenti 
considerazioni,  dovremo  persuaderci  del  contrario. 

11     fctieisniu     nei     selvaggi     costituisce    1'  unica      Difforenzc 

"^  tra   il    leti- 

inaiiifcstazione    di    carattere    religioso  ;    il    feticcio   risiilo   in-i- 

emana  direttamente  dal  pensiero  del  selvaggio  me-  feticismo 
desimo  e  rappresenta  un'  entità  sacra  per  se  stessa, 
riconosciuta  e  venerata  da  un  solo  o  da  pochi,  in- 
dipendente da  tutte  le  altre  entità,  che  si  repu- 
tano incarnate^  negli  altri  feticci.  Nelle  diverse  forme 
di  religioni  più  evolute,  i  feticci  sono  manifestazioni 
secondarie  o  parziali  di  una  o  più  entità  superiori, 
che  stanno  a  capo  della  forma  religiosa,  che  ne 
sono  il  princii)io  informatore  ed  a  cui  tutti  i  feticci 
dipendenti  si  trovano  con  determinati  criteri  coor- 
dinati. Siffatti  feticci  sono  riconosciuti  e  venerati 
da  miglinia,  da  milioni  d'individui,  seguaci  della 
forma  religiosa  fondamentale.  Questi  non  prendono 
parte  alcuna  alla  formazione  dei  feticci;  ammettono 
quanto  ad  essi  si  presenta  o  s' ingiunge  ;  venerano 
con  cieca  fede  il  feticcio  ed  all'  infuori  del  culto 
esteriore,  cTie  ad  esso  prestano,  gli  adoratori  riman- 
gono passivi  al  feticismo  loro  imposto  o  suggerito. 

Il  feticista  selvaggio  è  generalmente  sacerdote  di 
se  stesso,  fabbricandosi  con  criteri  personali  i  propri 
feticci;  presso  le  triln'i  selvagge  possono  esistere  ta- 
lora fabbricatori  di  IV'ticci  per  professione,  ordina- 
riamente streghe  o  stregoni,  venerati  ancor  essi  come 
persone  feticce.  Nelle  forme  religiose  suptn'iori  il  se- 


GIUSEPPE   BELLUCCI 


guace  del  feticismo  uou  si  occupa  di  preparare  feticci  ; 
li  riceve  e  li  riconosce,  quando  i  sacerdoti,  divisi  in 
gerarchie  differenti,  li  presentano  a  lui;  i  sacerdoti 
più  elevati  in  grado  possono  anche  apparire  alla 
niente  credula  de'  fedeli,  come  altrettante  persone 
feticce  e  ricevere  da  essi  adorazione  e  preghiere. 

Il  feticista  selvaggio  abliandonerà  il  feticcio, 
(piando  questo  non  corrisponderà  più  alla  sua  aspet- 
tativa ed  a  suoi  desideri,  sostituendolo  indifferente- 
mente con  altro  oggetto  su  cui,  tino  a  prova  con- 
traria, riporrà  la  più  profonda  fiducia,  senza  che 
nessuno  de'  suoi  correligionari  prosegua  ad  adorare 
il  feticcio  abbandonato  e  s'interessi  della  sorte  di 
questo.  Il  seguace  di  una  forma  religiosa  superiore 
potrà  invece  abbandonare,  se  vuole,  il  feticcio  fino 
allora  venerato,  sul  quale  crederà  di  non  poter  ri- 
])orre  ulteriore  fiducia;  per  questo  fatto  parziale 
però,  la  perdita  di  un  adoratore  non  toglierà  nulla 
alla  fiducia,  che  i  suoi  correligionari  avranno  per 
lo  stesso  feticcio,  il  quale  rappresenta  una  piccola 
parte  di  un  tutto  sacro  e  venerato,  dalla  generalità 
dei  fedeli  riconosciuto  ed  ammesso. 

L' entità  incarnata  in  un  oggetto  addivenuto  fe- 
ticcio, entità  che  darà  ad  esso  particolari  virtù  pro- 
tettive, non  può  contemporaneamente  esistere  in 
nessun  altro  oggetto  ;  codesta  entità  potrà  per  volontà 
del  feticista  trasferirsi  da  uno  in  un  altro  corpo,  ma 
sarebbe  una  vera  contradizione  lo  ammettere,  che 
la  stessa  entità,  la  quale  anima  e  dà  vita  ad  un  fe- 
ticcio, possa  aver  sede  contem])oraneamente  in  al- 
tro corpo  ed  esistere  isolata,  indipeiuleute  dal  corpo 
-stesso. 


IL   FETICISMO   PRIMITIVO   IN   ITALIA 


Nelle  tonile  religiose  j)iù  evolute  invece,  l'en- 
tità che  si  venera  nei  feticci,  Ini  un  carattere  asso- 
lutamente spirituale  ed  astratto  e  può  per  tal  ragione 
ritenersi  esistente,  non  S(ilo  all' infuori  dei  corpi,  ma 
contenip(U'aiieainente  in  iiioltissinii  feticci  congeneri. 
La  fede  cieca  nella  sua  esistenza  sarà,  poi  fortificata 
dalle  praticlie  di  riti  speciali  e  dalle  riflessioni  di 
tutti  coloro,  che  sono  deputati  a  farla  riconoscere 
ed  accogliere. 

Esiste  quindi  una  differenza  essenziale  fra  il  fe- 
ticismo, che  diremo  primitivo,  ed  il  feticismo,  che 
riguarderemo  come  derivato  o  conseguente  ;  e  mentre 
il  feticismo  dei  selvaggi,  secondo  quanto  De  Brosse 
ebbe  a  rilevare  per  primo,  è  l' unica  manifestazione 
delle  loro  credenze  religiose,  il  feticismo  che  con- 
segue dalle  religioni  superiori,  rappresenta  un'  ema- 
nazione secondaria  del  concetto  fondamentale,  che 
informa  ciascuna  di  esse.  Naturalmente  fra  questi 
due  estremi  potranno  esistere  gradi  intermedi,  dei 
quali  non  occorre  occuparci  per  il  momento,  pre- 
mendo soltanto  di  stabilire,  che  altra  cosa  è  il  feti- 
cismo primitivo,  altra  è  quello  che  deriva  da  forme 
religiose  evolute  e  superiori.  Nel  corso  di  questo 
medesimo  studio  avrò  occasione  di  ritornare  su 
c[uesto  argomento  e  sarà  allora  meglio  chiarita  la 
differenza  fondamentale  esistente  tra  codeste  due 
manifestazioni  del  feticismo  e  dimostrata  la  neces- 
sità di  non  confondere  ulterionueiite  1"  una  con  l'altra. 


Le  osservazioni  e  ricerche  sul   sentimento   reli-    .  ,.f?sì  del 

feticismo  e 

gioso  presso  le  tribù  selvagge  e  semi-selvagge,  isti-   passasr-^io 

,       ^      ,^  ,1        ,.  1  •  ,     ;il    politei- 

tuite  dopo  che  De  Brosse  ebbe  formulato  intorno  al    smo. 


GIUSEPPE   BELLUCCI 


feticismo  le  sue  prime  conclusioni,  addimostrarono 
che  questa  forma  di  relig-iosità  primitiva  non  si  pre- 
senta soltanto  con  il  semplice  culto  degli  amuleti  o 
feticci,  ma  si  estrinseca  eziandio,  sebbene  ciò  avven- 
ga in  una  fase  piìi  elevata,  mercè  il  culto  di  persone, 
di  animali,  di  piante,  di  rocce,  del  fuoco,  dell'acqua, 
del  vento,  del  temporale,  degli  antri,  dei  guadi,  de' 
passi  difficili,  de'  luoghi,  ove  per  fatto  naturale  o 
per  mano  di  uomo  rimasero  uccise  persone. 

Nella  fcise  piti  semplice  e  per  così  dire  iniziale, 
il  feticismo  assume  una  forma  individuale  o  tutt'al 
più  familiare  ;  nella  seconda  piìi  complessa  ed  ele- 
vata prende  invece  una  forma  collettiva  e  si  estende 
ai  clan,  alle  tribù  e  di  sovente  a  tutto  un  popolo. 
In  tutti  quest'incontri  però  l'entità  che  anima  il 
fetìccio,  comunque  e  dovunque  sia  rappresentato, 
si  riguarda  sempre  incarnata  nei  singoli  oggetti  o 
localizzata  in  siti  determinati,  dai  quali  non  può 
per  sé  stessa  rimuoversi;  però  ciascuna  entità,  dif- 
ferente e  indipendente  dalle  altre,  non  ha  i  caratteri 
di  un'entità  astratta,  che  possa  esistere  isolata  e 
separata  dagli  oggetti  materiali  in  cui  la  mente  del 
feticista  la  ritiene  esistente.  Quando  il  feticista  giun- 
gerà con  la  sua  mente  infantile  a  concepire  un'idea 
astratta,  ad  immaginare  per  esempio  che  l'entità, 
la  quale  anima  e  dà  virtù  particolari  al  feticcio,  potrà 
da  esso  esulare  ed  esistere  fuori  dell'oggetto  mate- 
riale, librata  nello  spazio,  allora  avverrà  la  crea- 
zione di  una  prima  divinità  specifica,  e  comincerà 
a  prepararsi  lentamente  quella  trasformazione,  che 
condurrà  dalla  forma  i)rimitiva  del  IVticismO  alla 
forma  più  cNoluta  del  politeismo. 


IL    FETICISMO    IMMMITIVO    IN    ITALIA 


Augusto  Comt(>  pose  in  rilievo  ([Uesta  trasfor- 
mazione con  tanta  precisione  e  chiarezza,  che  io 
non  so  trattenermi  dal  l'ifcrin-  per  intero  alcuni  de' 
suoi  pensieri  a  tal  riguardo.  «  Di  mano  in  mano 
che  fu  riconosciuta  la  somif^lianza  essenziale  di  certi 
fenomeni,  resi  manifesti  in  diversi  cori>i.  si  vide 
la  necessità  di  ravvicinare  tra  loro  i  feticci  corri- 
spondenti, riducendoli  infine  al  più  importante,  che 
da  quel  momento  s'innalzò  al  posto  supremo  di  una 
divinità,  ossia  di  un  agente  ideale,  ordinariamente 
invisibile,  la  residenza  del  quale  non  potè  piìi  ri- 
gorosamente stabilirsi.  Non  potrebbe  esistere  difatti, 
a  rigore  di  termini,  un  feticcio  comune  a  parecchi 
corpi;  ciò  sarel)be  una  vera  contradizione;  ogni  fe- 
ticcio essendo  naturalmente  dotato  di  una  indivi- 
dualità materiale.  Quando,  per  esempio,  la  vegeta- 
zione consimile  di  differenti  alberi  di  un  bosco  di 
querci,  dovè  intìne  condurre  a  rappresentare  nelle 
concezioni  teologiche  pi'imitive,  ciò  che  i  fenomeni  da 
essi  offerti  avevano  di  comune,  codesto  essere  astratto 
non  fu  più  il  feticcio  si)ecitico  di  alcun  albero,  esso 
addivenne  il  dio  della  foresta.  Ecco  dunque  il  pas- 
saggio intellettuale  dal  feticismo  al  ]»oliteismo.  ri- 
dotto essenzialmente  all'inevitabile  preponderanza 
delle  idee  specitìche  sulle  idee  individuali....  »   (1). 

L'Umanità  lui  incominciato  pertanto  a  conside- 
rare tutti  i  corpi  come  dotati  di  una  vita  propria, 
di  volontà  e  di  passioni:  fra  codesti  corpi,  la  inte- 
ressarono maggiormente  (|Uelli.   a  cui  prestava  mag- 


(1)  A.  CoMTE,  Coum  de  l'hi[o.w/jhk-  punitive,  Paris,  Baillière, 
1877,  t.  V,  pag.  74. 


10  GIUSEPPE   BELLUCCI 


giore  attenzione,  o  che  per  diverse  ragioni  e  circo- 
stanze, le  sembravano  dotati  di  maggiore  energia  o 
di  presumibile  efficacia.  Piìi  tardi,  e  poco  a  poco, 
questi  concetti  primitivi  e  per  così  dire  infantili  si 
generalizzarono  ;  i  jn-incipì  feticistici  fondamentali  si 
formularono,  per  trasformarsi  rapidamente  in  vere 
divinità,  in  entità  astratte  esteriori  alle  cose,  diret- 
trici di  un  insieme  di  fenomeni  e  di  esseri,  con  i 
quali  non  fu  più  possibile  confonderli  come  per  lo 
innanzi. 

Amuleti  PreuK^sso  ciò  possiamo  ora  dimandarci,   se  nel- 

(outcmVo-   l' Italia  nostra,   che   in  un   periodo   di  tempo  remo- 


ranci. 


tissimo  ebbe  abitatori  allo  stato  selvaggio,  il  feti- 
cismo primitivo,  che  dovè  certamente  manifestarsi 
in  quelle  particolari  circostanze  di  tempo  e  di  am- 
biente, abbia  lasciato  tracce  evidenti  di  sé  in  mezzo 
air  odierna  civiltà,  in  mezzo  alle  credenze  religiose 
dominanti,  dopoché  altre  forme  di  religione,  pre- 
cedenti l'attuale,  tramontarono  per  sempre  dinanzi 
all'evoluzione  del  pensiero  umano,  anche  in  materia 
di  fede. 

Per  rispondere  adeguatamente  al  quesito  pro- 
posto, occorre  che  io  jn-emetta  talune  considerazioni. 
Proseguendo  alcuni  mici  studi  di  Paleoetnologia 
nelle  diverse  regioni  d'Italia,  ebl)i  moltissime  oc- 
casioni di  trovarmi  a  contatto  delie  genti  semplici 
e  jn-imitive  delle  campagne  e  delle  montagne  ita- 
liane, compiacendomi  di  scrutare  il  loro  pensiero 
dal  punto  di  vista  del  sentimento  religioso,  dei  fe- 
nomeni natur;ili.  delle  circostanze  atte  a  jìrodurre 
o    ad    arrestare   il    corso  delle  malattie,   della  possi- 


IL   FETICISMO    l'UlMlI'IVi)    IN    M'ALIA  11 


hilitù  clic  taluni  individui  ;i<j;-i.sc'aii()  a  distanza  col 
loro  si>-uardo  fascinatore  e  producane»  non  solo  nia- 
Ifsscrc,  ma  anche  la  morte  deiruumo  edenji  ;iiiiniali, 
la  rovina  dei  seminati  e  dei  frutti  delle  piante  arl)o- 
ree.  Dinanzi  al  mio  scetticismo  vedeva  di  sovente 
insistere  con  maggiore  calore  i  miei  oppositori  e 
spesso,  a  conferma,  in  apiiogo-io  di  quanto  sostene- 
vano, mi  presentavano  oggetti  diversi,  che  ritenevano 
dotati  di  particolari  virtù,  che  conservavano  con  cura 
gelosa,  come  oggetti  preziosissimi  e  portentosi.  In 
sulle  prime  mi  contentai  di  osservare  siffatti  oggetti 
sing(ìlari,  ])ren(lendone  nota;  ma  confesso  il  vero,  non 
detti  ad  essi  l' importanza  che  meritavano  e  li  lasciai 
ai  loro  possessori;  riflettei  piii  tai-di  all'interesse 
che  si  sarebbe  raggiunto  per  gli  studi  nostri,  rac- 
cogliendo tali  oggetti  per  valersene  poi  a  scopo  de- 
scrittivo e  comparativo.  Mi  riuscì  per  tal  guisa  di  for- 
mare una  collezione  di  amuleti  italiani  contem])oranei, 
che  ra})presenta  per  le  dottrine  di  Psicologia  popolare 
un  monumento  prezioso  ed  incomparabile.  Contempo- 
raneamente misi  insieme  una  serie  numerosa  di  no- 
tizie e  di  documenti  relativi  al  feticismo,  interes- 
santi le  diverse  contrade  d'Italia,  ma  segnatamente 
quelh'  della  sua  parte  meridionale,  notizie  e  docu- 
menti che  attestano  le  manifestazioni  sopravviventi 
delle  diverse  fasi  del  feticismo. 

Ora,  sebbene  riconosca,  che  parlando  in  generale 
del  feticismo  primitivo  in  Italia,  sarebbe  cosa  pro- 
ficua per  gli  studi  di  esporre  in  un  tutto  coordinato, 
(pianto  sopravvive  di  codeste  manifestazioni  di  una 
fede  religiosa  primitiva,  pure  reputo  opportuno  li- 
mitarmi nel  presente  studio  alla  fase  i)iù  semplice  ed 


12  GIUSEPPE   BELLUCCI 


iniziale  del  feticismo,  con  T  intendimento  di  trattare 
in  un  lavoro  ulteriore  della  fase  più  elevata  di  esso. 
E  ritengo  necessaria  questa  opportunità,  anzitutto 
perchè  desidero  aggiungere  ancora  altri  elementi  a 
quelli  di  già  posseduti  ;  poi  pereliè  mi  sembra  logico 
percorrere  quello  stesso  cammino,  che  la  filosofia 
ebbe  a  seguire,  quando  con  De  Brosse  rilevò  anzi- 
tutto la  fase  iniziale  del  feticismo  e  più  tardi  con 
Comte  e  con  Tylor,  coordinò  ed  illustrò  i  partico- 
lari più  elevati  di  esso. 

La  prima  cosa  che  dallo  esame  della  mia  col- 
lezione apparisce,  si  è  la  più  stretta  analogia  fra  gli 
oggetti  che  la  costituiscono  e  quelli  di  sopra  se- 
gnalati, come  osservati  \v  prime  volte  presso  le  popo- 
lazioni centrali  dell'Africa,  segnatamente  della  Xi- 
grizia,  sui  quali  si  fondarono  i  primi  studi  intorno  al 
feticismo. 

Come  i  feticci  africani,  questi  dell'Italia  nostra  si 
rinvennero  in  uso  od  applicati  presso  gli  uomini,  le 
donne,  i  bambini,  gli  animali  domestici,  gli  alberi 
fruttiferi  ;  come  quelli  africani,  questi  dell'  Italia  no- 
stra hanno  avuto  efficace  virtù,  e  l'avrebbero  tuttora, 
contro  i  fenomeni  naturali;  contro  una  serie  nume- 
rosa di  malattie;  contro  le  avversità  della  soi-te  ; 
contro  i  sentimenti  nndvagi  ed  invidiosi  deiruomo  ; 
se  la  passione  del  collezionista  non  li  avesse  allonta- 
nati dai  loro  possessori.  Ove  pertanto  potessero  com- 
pararsi tra  loro  due  collezioni,  l'una  costituita  di 
grigri,  raccolti  fra  le  tribù  selvagge  africane,  e  l'al- 
tra formata,  come  (]uella  che  mi  riuscì  di  formare, 
con  amuleti  provenienti  dalle  diverse  contrade  ita- 
liane, si  ii'i ungerei )l)e  ad  ammettere  in  entraml»e  la 


IL   FETICISMO    PRIMITIVO    IN    ITALIA  13 


più  jx-rfctta  ;ui;il()<2:iu  <"  si  dovrebbe  foiiehiflcre,  che 
i  materiali  costituenti  le  due  collezioni  ])roveii- 
gono  da  g'eiiti  doiniuate  dallo  stesso  jx'nsiero.  l'uà 
sola  diff'ereiiza  tuttavia  risalterebbe  all'occhio  del- 
l'osservatore; nella  collezione  di  amuleti  italiani 
contemporanei  si  osservano  forme  di  o<x^-etti.  che 
ricordano  sindioli,  rappresentazioni  tifj^urate  della 
religione  cristiana,  ciò  che  inutilmente  si  corchc- 
ret)be  in  nna  serie  di  ///•/(//•/  africani  o  tra  i  feticci 
provenienti  da  altre  reg'ioni  abitate  da  genti  selvaggie 
o  semi-selvagge.  Della  causa  di  tal  differenza  darò 
oi)portuna  e  conveniente  spiegazione  più  innanzi; 
ritietterò  solo  per  il  momento,  che  parlando  del  feti- 
cismo primitivo  tuttora  esistente  in  Italia,  è  mestieri 
tener  sempre  presente,  che  il  nostro  paese  non  co- 
stituisce altrimenti  un  ambiente  selvaggio  o  semi- 
selvaggio, come  lo  fu  in  altri  tempi,  quando  il  feti- 
cismo doveva  rappresentare  qui,  come  altrove,  la  sola 
manifestazione  del  pensiero  religioso.  In  altre  pa- 
role devesi  considerare,  che  gli  avanzi  del  feticismo 
primitivo  in  Italia  si  trovano  ora  commisti  con  quelli 
delle  credenze  religiose  che  succedettero  ad  esso, 
modificati  il  più  delle  volte  dalle  influenze  inces- 
santi, che  le  forme  religiose  ulteriori  determinarono 
sulle  primitive. 

Ma  (jual'  è,  si  addimanderà,  il  conci-tto  filosofico       L'animi- 
che  può  aver  determinato  codesta  forma  i)rimitiva  di   cip?òfi\oio- 

culto   presso  le  genti    arretrate    nel    cammino   dello    '"'co    mior- 
'-  '^  iiiatore  del 

incivilimento,  si    trovino   queste   ad   abitai'e   tuttora   loticismo. 

terre  inospitali    e  selvagge,  ovvero   dimorino,  come 

in  Italia,  nelle  stesse  contrade  abitate  da  genti  prò- 


14  GIUSEPPE   BELLUCCI 


gredite,  civili?  Se  per  rispondere  a  questo  quesito 
fondamentale,  s'interrogano  coloro  che  nel  nostro 
paese  seguono  ancora  i  principi  del  feticismo  primi- 
tivo, poco  di  concludente  si  ritrae  dalle  loro  rispo- 
ste. Nella  maggior  parte  i  feticisti  continuano  per 
cieca  tradizione,  per  quella  forza  d'inerzia,  che  in  con- 
formità della  inerzia  fisica  fu  giustamente  designata 
col  nome  d' inerzia  psichica,  a  seguire  quanto  loro  fu 
insegnato  dai  padri  e  dagli  avi,  cheli  precedettero; 
molti  si  stringono  sulle  spalle,  né  sanno  che  dirvi,  o 
tutt'al  più  rispondono  :  «  si  è  fatto  sempre  così  »  ;  po- 
chi pili  intelligenti  e  più.  scaltri  vi  comunicano  i  loro 
pensieri.  Non  vi  parleranno  del  feticismo  in  generale, 
nò  delle  cause  prime,  che  determinano  negli  amu- 
leti l'esistenza  di  particolari  virtìi;  ma  vi  diranno 
come  e  perchè  una  sorta  di  amuleto  può  acquistare 
la  virtù  che  gli  si  attribuisce  ;  come  si  può  speri- 
mentare se  tal  virtù  ò  posseduta,  quali  sono  le  per- 
sone atte  ad  ingenerare  tali  virtù,  se  primitivamente 
non  esistenti  ;  come  le  virtù  possedute  dagli  amuleti 
possano  per  talune  circostanze  perdersi  o  rendersi 
nulle.  Ebbene  queste  risposte,  il  più  delle  volte 
monche  ed  incomplete,  vaghe  e  talora  fantastiche, 
raccolte  con  cura  e  conservate,  sono  state  di  un  sus- 
sidio prezioso  per  comprendere  i  concetti  informa- 
tori del  feticismo  nc^le  contrade  italiane. 

Ma  sarebbe  stato  impossibile  riunire  insieme 
questi  sparsi  brandelli  di  Psicologia  popolare  in  un 
nesso  logico,  se  gli  studi  dell'  Etnografia  comparata 
non  avessero  arrecato  allo  scopo  il  più  efficace  soc- 
corso. Là  dove  le  ti'ibù  selvagge  si  trovano  ancora 
in  quel  periodo  primitivo  di  sentimento  religioso,  che 


IL    FETICISMO    l'HI.MiriVO    IN    IIAMA  1.'» 

fu  chiamato  feticismo.  6  stato  possibile  rilevare  il 
concetto  informatore  di  esso;  ^li  studi  e  le  osserva- 
zioni dei  naturalisti  e  dei  tìlosofi  hanno  terminato  \>fì- 
ammettere,  che  il  feticismo  conseo-uc  dal  principio 
tilosotico  fondamentale  dell'animismo,  così  bene  il- 
lustrato dal  classico  lavoro  di  E.  B.  Tylor.  Per  co- 
sifatto  principio,  alla  mente  ristretta  del  feticista  tutto 
ai'pare  animato;  tutto  vi\-e;  tutto  è  dotato  di  un 
potere  reale,  benché  il  più  di  sovente  misterioso  ed 
inesplicabile;  tutto  richiede  un  culto  od  una  vene- 
razione particolare;  tutto  addimanda  offerte  e  pre- 
g"hii're,  perchè  a  seconda  dei  casi  si  plachi  l'ira  del 
feticcio  0  dell'  amuleto  corrucciato,  o  se  ne  procuri 
con  maggior  sicurezza  il  favore  o  l'aiuto.  Per  lo 
stesso  principio  generale  dell'animismo,  dal  selvaggio 
e  dall' uonu:)  di  mentalità  inferiore  si  ammette  an- 
cora, che  l'entità  animatrice  di  un  amuleto,  mentre 
può  rimanere  in  esso  indisturbata  perennemente, 
garanttmdo  così  all'  oggetto  la  conservazione  della 
vii-tù  o  delle  virtù  attribuitegli,  può  in  altri  incontri 
abbandonarlo,  per  trasferirsi  altrove,  impartendo  al 
nuovo  corpo  virtù  singolari  ch(^  non  possedeva, 
virtù  che  vengono  a  cessare  colà,  dove  lo  spirito 
animatore  non  ha  più  residenza. 

Ciascun  grigri  delle  genti  africane  come  ogni 
amuleto  italiano  è,  quindi  ritenuto  sede  di  un  ente  so- 
prannaturale, indefinibile,  impalpabile,  ma  creduto 
reale,  a  cui  si  attribuiscono  le  virtù  specifiche  ad  essi 
assegnate.  E  siccome  nei  concetti  psichici  delle  genti 
di  mentalità  inferiore  è  quello,  che  tutti  i  fenomeni 
naturali,  tutte  le  malattie,  tutte  le  avversità  che  col- 
piscono l'Umanità,  provengono   da  spiriti   malefici. 


16  GIUSEPPE    BELLUCCI 


che  vanno  ad  impossessarsi  dell'  uomo  o  degli  ani- 
mali in  cui  il  malessere  si  manifesta  dipoi,  così  gli 
amuleti  destinati  a  proteggere  dalle  malattie  con- 
tengono o  naturalmente,  o  per  incarnazione  deter- 
minata, un'  entità,  generalmente  corris^jondente  a 
(luella  del  male,  atta  a  combattere  la  causa  prima 
e  non  il  male  per  se  stesso,  che  si  ritiene  conse- 
guenza della  prima.  Ed  ecco  perchè  i  grigri  degli 
Africani,  come  gli  amuleti  delle  regioni  italiane, 
esercitano  meglio  una  virtù  preventiva,  di  quello 
che  un'  azione  curativa,  quando  il  male  siasi  già  di- 
chiarato. Si  segue  in  questo  caso  il  concetto  dell'afo- 
risma latino  «  ahlata  causa,  tollituì-  eff'ectus  »,  e  si 
mira  per  conseguenza  a  combattere  la  causa,  piut- 
tosto che  a  correggere  l'effetto  che  ne  può  derivare. 
Il  feticismo  realizza  così,  non  volendo,  una  forma 
singolare  d'igiene  o  di  medicina  preventiva,  che  per 
talune  malattie  può  arrecare  od  avere  arrecato  ef- 
fetti benefìci.  Si  conosce  difatti  quest'oggi  quanto 
concorra  al  miglioramento  della  salute,  singolarmente 
nelle  affezioni  del  sistema  nervoso,  il  fenomeno  sug- 
gestivo di  possedere  un  oggetto,  talora  insignificante, 
su  cui  si  ripone  fei-ma  fiducia,  che  cooperi  alla  gua- 
rigione. Ed  il  fenomeno  suggestivo  s'  intensifica 
maggiormente,  quando  6  a  conoscenza  del  malato, 
che  altri,  ]*i'inia  di  lui.  si  giovò  con  vantaggio  si- 
curo del  medesimo  oggetto  o  di  altro  consimile. 

Persistei!-  Avrò  occasione  di  addimostrare  {nii  oltre  come 

za  del  feti-         i,  ^i-^i-  ii  ^  i-  n 

cisiiio  nella   iK'H*'  Contrade  italiani',  e  de]   i-csto  anche    m   (juelle 

d?erna'  iUi-    '^•'l''"    =lltl''"     regioni,     il     feticismo     el)l)e     ol'igille    tìno 
liana.  dalle  più   lontane  <'i)oeli<'    preistoriche.    Mentre    però 


IL   FETICISMO   PRIMITIVO   IN   ITALIA  17 


in  ([iK-i  rc'iuotissimi  tt-mpi  il  concetto  animistico  do- 
veva informare  con  criterio  unico  il  sentimento  re- 
ligioso dei  componenti  delle  tribù  primitive,  che 
abitavano  l'Italia  nostra,  attraverso  l'enorme  di- 
stesa di  tempo  che  ci  separa  da  quelle  lontanissime 
etii,  il  concetto  animistico  informatore  è  andato  in 
gran  parte  dileguandosi,  sia  per  la  sostituzione  im- 
posta dalle  credenze  religiose,  che 
si  susseguirono,  sia  per  le  lotte  ac-  ^^ 

canite,  che  si    combatterono    sem- 
pre tra  le  religioni  che  si  sforzarono 
di  dominare,  con  quelle  che  per  ne- 
cessità  di  cose  furono   costrette  a        ^ 
tramontare.  Ma    se   in   gran   parte  '  •     > 

eblie   a   dileguarsi  il  concetto  ani- 
mistico,  che  informava  il  feticismo  vX*" 

in   quei    lontani    tempi,    non    tutto  •' 

ebbe  a  scomparire  ;  difatti  i  nume- 
rosi  amuleti    italiani,  che  eostiuii- 

scono  ora  la  mia  collezione,  e  que-   t'iis.  i.«  — cuspide  di 

,.  .   ,  1   1,-     ,•     ^      •  •         freccia  in  selce  del 

gh  sparsi  brandelli  di  stona  e  psi-      ^^^.^^^  neolitico, 

cologia  primitiva  a  cui  ho  accennato      con    appicagnolo 

di  sopra,  conservati  nella  memoria      ^^  argento  per  so- 
-,    ,,  .  ,.    .  ,    T      T    ,,  spenderla.  Ritenu- 

delle  genti  semplici  e  credule  delle      ta  quale  punta  di 

diverse   regioni   d'Italia,  stanno  a      un  fulmine  caduto, 
dimostrarlo.  Citerò  fra  moltissimi,      (-^io"teieone. Mace- 
alcuni   esempì,  che   stanno   a   pro- 
vare ciò  che  ora  ho  asserito. 

E  da  tutti  conosciuto  che  le  cuspidi  di  freccia 
(tig.  l.*e  2.\)  e  le  accette  levigate  (fig.  3.'')  adoperate 
dall'uomo  nel  periodo  neolitico  dell'età  della  pietra, 
furono  e  sono  ritenute  dalle  ^enti  delle  nostre  cani- 


18 


GIUSEPPE   BELLUCCI 


pagne,  e  molte  volte  anche  delle  nostre  città,  come 
la  parte  materiale,  che  il  fulmine  o  la  saetta  condu- 
cono al  suolo.  Ma  questo  er- 
rore di  attribuzione,  che  una 
volta  era  verità  anche  per 
le  genti  studiose,  non  basta; 
si  ritiene  fermamente  che  le 
punte  del  fulmine,  rappresen- 
tate, come  si  è  detto,  da  armi 
od  utensili  litici  dell'  epoca 
preistorica,  preservino  da  ul- 
teriori scariche  fulminee  il 
possessore,  la  sua  casa,  le  per- 
sone e  gli  animali  che  vi  sono 
raccolti  ed  abbia  perfino  un 
raggio  di  azione,  che  può 
estendersi  a  sette  case,  poste 
air  intorno  di  quella  in  cui 
il  fulmine  è  custodito.  Quat- 
tro cartoni  della  mia  colle- 
zione di  amuleti,  contengono 
una  serie  numerosa  di  sup- 
posti fulmini  caduti  (92),  cia- 
scuno de'  quali  meriterebbe 
un'  illustrazione  speciale  sia 
per  la  forma,  sia  per  la  na- 
tura della  sostanza  minerale 
(li  cui  è  costituito,  sia  per  le 
particolarità  della  legatura  in  metallo  con  cui  fu 
circondato,  sia  infine  per  le  considerazioni  storiche 
0  psicologiche,  che  a  molti  di  essi  si  riferiscono. 
Non   posso   entrare   in  questa  illustrazione  par- 


Fio.  2."  —  Cuspide  di  frec- 
cia in  selce  del  perio- 
do neolitico,  elegante- 
mente contornata  in 
argento  con  occhiello 
per  sospenderla.  Ri- 
tenuta quale  punta  di 
un  fulmine  caduto. 
(Pesco  Costanzo,  Afjui- 
la)  —  Gr.  nat. 


IL   FETICISMO   rUIMlTIVO    IX   ITALIA 


19 


tioolareggiata.  ma  non  posso  tacere  però,  elic  in 
ciascuno  di  (|U(i  fulmini  si  riteneva  dai  possessori 
esistente  lo  spirito,  la  Ibrza  del  fulmina,  attribuen- 
dosi ad  essa  propriamente,  e 
non  ad  altro,  1'  azi(»ne  pre- 
servatrice  di  parafulmine,  che 
ciascuno  di  quegli  oggetti  va- 
leva ad  esercitare.  Tanto  è 
vero  ciò,  che,  secondo  la 
credenza  popolare,  la  jìarte 
materiale  di'I  fulmine  può  ve- 
nire disarmata  della  forza  spi^- 
citìca  dello  spirito  fulmineo 
che  possiede,  ponendo  l'og- 
getto a  contatto  del  ferro  o 
trovandosi  l'oggetto  stesso  in- 
cidentalmente a  contatto  di  Fig.  3.-»  -  AcccUa  levigala 
(|uesto  metallo.  Egli  è  perciò 
che  i  fulmini  i  <|uali  sono 
custoditi  entro  le  casse  do- 
mestiche con  le  biancherie, 
o  si  tengono  in  tasca  dalle 
persone,  si  avvolgono  accuratamente  con  pelli,  con 
tela,  con  carta,  perchè  con  tali  mezzi  si  evita  al- 
l'occasione il  contatto  diretto  del  ferro,  e  si  allon- 
tana il  pericolo  eli  veder  disarmato  il  fulmine  pro- 
tettore delle  sue  particolari  virtìi. 

Che  poi  siffatte  pietre  del  fulmine  sieno  ritenute 
sacre,  venerate  ed  adorate  con  forme  esteriori  ma- 
nifeste di  culto,  potrei  citare  qui  numerosi  esempì  a 
provarlo;  mi  liuiiterò  peraltro  a  notarne  alcuni,  per- 
chè altamente  dimostrativi  ed  istruttivi.  Il  raschiatoio 


in  serpentino  del  periodo 
neolitico  con  foro  per  ap- 
penderla. Ritenuta  quale 
pietra  di  un  fulmine  ca- 
duto. (Trasacco,  Aquila) 
—  Gr.  nat. 


20 


GIUSEPPE   BELLUCCI 


preistorico,  rappresen- 
tato dalla  fig'.  4.*  munito 
di  un  foro  dovuto  a  ca- 
rie naturale  della  selce, 
pel  quale  oggi  passa 
una  striscia  di  cuoio, 
fu  da  me  trovato  in 
una  casa  di  campagna, 
appeso  a  capo  del  letto 
fra  immagini  di  santi, 
un  crocefisso,  ed  una 
corona  di  rosario  ;  nel 
posto  riservato,  come 
facilmente  si  compren- 
'  de,  agli  oggetti  sacri, 
degni  di  venerazione, 
secondo  la  religione  cri- 
stiana. La  stupenda  cu- 
spide di  selce  rappre- 
sentata dalla  fig.  5.* 
contornata  da  ricca 
montatura  in  argento, 
all'occhiello  della  quale 
trovasi  tuttora  il  nastro 
che  la  teneva  sospesa, 
fu  pure  da  me  rinvenuta 
a  capo  di  un  letto  fra  le 
^  imuiagini  sacre. 

A  dimostrare  poi 
maggiormente  la  venei-azione  particolare  che  si  nu- 
tre per  codeste  pietre  del  fulmine,  e  la  forma  di 
culto,  che  i  feticisti  addimostrano  verso  tali  oggetti. 


o    ^ 


IL    KKTICISMO    PRIMITIVO    IN    ITALIA 


21 


(lev'  essere  ricordata  anche  un'  ulteriore  circostanza, 
derivata  dalle  mie  ricerche  ed  osservazioni.  Nelhi 
serie  numerosa  e  varia 
(li  forme  fulminee  esi- 
stenti nella  mia  colle- 
zione, devonsi  notare  ^ 
due  cusjudi  di  freccia 
l»i"eistoriche,  legate  in 
argento  e  munite  di 
occhiello  per  appender- 
le, le  quali  risultano  e- 
videntemente  cosparse 
di  olio  ;  posseggo  pure 
un'altra  cuspide  di  frec- 
cia avvolta  in  carta, 
assai  unta  con  olio,  allo 
scopo  indicatomi,  di  as- 
sicurare  mafferiormente 


V* 


la  virtù  protettrice  as- 
segnata a  siffatto  amu- 
leto. Indipendentemente 
da  questi  tre  esemplari 
ho  poi  avuto  occasione 
di  vederne  altri  nelle 
mani  dei  possessori,  a 
cui  inutilmente  'li  ri- 
chiesi,  egualmente  im- 

In-viiti  di  olio  per  unzioni  precedenti.  Ritengo  che 
la  pratica  di  tale  unzione  derivi  da  un  concetto 
feticistico  molto  primitivo  e  risalga  ad  un  epoca  re- 
motissima ;  originalmente  deve  aver  rappresentato 
un'  offerta  o  pratica  propiziatrice,  analoga  ad  altre 


FiG.  5. a  —  Cuspide  di  selce  del 
periodo  paleolitico  in  forna 
ditriangolo  isoscele,  detta  di 
Moustler,  ritenuta  quale 
punta  di  un  fulmine  caduto. 
(Salle,  Chieti)  —  Gr.  1/3. 


GIUSEPPE   BELLUCCI 


consimili,  che  vivono  tuttora  presso  talune  tribù 
selvagge  (1)  o  che  furono  se-gnalate  coni'  esistenti 
presso  popolazioni  storiche  o  protoistoriche  (2),  di- 
rette egualmente  ad  assecurare  con  maggiore  effi- 
cacia le  virtù  dei  feticci. 

Altro  esempio  dell' esistenza  di  un'entità  spi- 
rituale, indii^endente  dal  corpo  in  cui  si  conserva, 
ma  da  cui  può  anche  esulare,  si  ha  nel  corallo,  i 
di  cui  amuleti  non  solo  hanno  notevole  diffusione 
in  Italia,  ma  si  ambiscono  e  si  conservano  con  cura 
gelosa  nella  maggior  parte  delle  regioni  terrestri. 
Ma  perchè  il  corallo  abbia  insite  le  virtù  specifiche, 
che  gli  si  attribuiscono,  è  necessario  che  non  sia 
stato  mai  tocco  dal  ferro  dell'  artefice,  che  si  mantenga 


(1)  Nelle  isole  della  Società  gì' indigeni  adorano  grossi  pezzi 
di  legno  o  frammenti  di  colonne  basaltiche,  abbigliati  con  orna- 
menti e  cosparsi  profusamente  di  olio. 

Altri  esempi  di  pietre  sacre  venerate  nelle  regioni  dell'India, 
cosparse  ritualmente  con  butirro  o  con  olio,  trovansi  rifei'iti  nelle 
opere  seguenti:  Asiatic  Researches,  VII,  394;  Join-it.  R.  Asiat.  Soc, 
1843,  VII,  20. 

(2)  In  talune  regioni  montagnose  della  Norvegia  gli  abitanti 
usarono  lino  al  termine  del  secolo  XVII  di  adorare  alcune  pietre 
rotonde,  che  sottoponevano  normalmente  a  certe  iiratiche,  tra  le 
«luali  era  quella  di  cospargerle  ben  bene  di  burro. 

Teofrasto,  vissuto  quattro  secoli  prima  dell'era  attuale,  rac- 
conta che  i  Greci  superstiziosi,  quando  incontravano  lungo  le  vie 
le  pietre  sacre,  le  cosparge\ano  di  olio,  ed  inginocchiatisi  dinanzi 
ad  esse,  le  adoravano  e  poi  riprendevano  l'interrotto  cammino.  Sei 
secoli  più  tardi  Arnobio,  uno  dei  primi  dottori  cristiani,  riferendo 
secondo  i  propri  ricordi  lo  stato  mentale  degli  adoratori  delle 
pietre,  racconta  che  allorquando  egli  era  pagano,  si  fermava  di- 
nanzi alle  pietre  sacre  cosparse  di  olio,  e  dopo  aver  rivolto  ad 
esse  parole  lusinghiere,  dimandava  a  quegli  oggetti  inerti  il  favore 
di  alcune  grazie,  come  se  dessi  avessero  avuto  il  potere  di  cor- 
rispondere alle  sue  preghiere  (Tvlou,  Op.  cit.,  II,  pag.  215-218). 


IL   FETICISMO    PRIMITIVO    IN   ITALIA  23 


grezzo,  come  si  raccog-lio  dal  fondo  del  mare,  o 
come  spesso  ritrovasi  dopo  giorni  di  forte  Vmrrasca, 
gettato  dai  marosi  sulla  spiaggia  (fìg.  6."). 

Il  corallo  grezzo  ò  un  talismano  efficacissimo 
contro  il  fascino;  lo  sguardo  malefico  dell'occhio 
fascinatore  si  spezza  e  addiventa  inattivo  dinanzi 
all'amuleto,  che  si  rende  facilmente  appariscente 
pel  suo  color  rosso  e  che  a  tal  line  preventivo  si 
tiene  esposto  sulla  persona.  Ebbene,  mentre  la  liducia 
è  generale  in  cosifatto  amuleto  ed  i  timorosi  del 
malocchio  vivono  tran(|uilli  nella  sua  efficacia,  quando 
hanno  ad  esso  affidato  la  lor  sorte,  la  fiducia  viene 
a  pei'dersi  e  la  salvezza  contro  il  pericolo  viene  to- 
talmente a  mancare,  quando  casualmente  l'amuleto 
si  spezza  e  si  divide  in  frammenti.  Secondo  la  cre- 
denza popolare,  quel  non  so  che  di  principio  anima- 
tore, che  risiede  nel  coi'allo  e  che  dà  ad  OSSO. efficace 
virti!i  contro  il  malocchio,  esula  del  tutto  dall'og- 
getto materiale  in  cui  ò  contenuto  e  gli  sparsi  fram- 
menti del  corallo  rimangono  per  tal  modo  destituiti 
di  ogni  virtù  contro  i  malefìzì  dell'occhio  fascina- 
tore. 

Un'  altra  virtù  specifica  del  corallo  rosso  ò  quella 
di  regolare  il  corso  naturale  dei  menstrui.  A  tal 
fine  si  adoperano  grossi  acini  di  corallo  grezzo,  che 
le  donne  abitanf;^  le  campagne  italiane  sogliono  te- 
nere gelosamente  custoditi,  serbandoli  però  nascosti 
all'occhio  profano  dei  loro  misteri.  Perchè  è  da  sa- 
persi, che  il  corallo  rosso  impallidisce  durante  i  pe- 
riodi mensili  e  riacquista  poi  il  suo  colore  bello  e 
vivace,  quando  è  trascorso  il  momento  critico.  Mi  son 
sentito  dire,  die  il  corallo  animala  anche  lui  durante 


24 


GIUSEPPE   BELLUCCI 


FiG.  6."  —  Aimileli  in  corallo  -irezzo;  due  a  foi'iua  di  raniilicazioni 
montate  in  argento,  per  uomini  ;  due  a  l'orma  globulare,  sem- 
plicemente perforati,  per  donne.  (Territorio  di  Perugia  e  di 
Norcia,  Umbria)  —  Gr.  nat. 


IL    FETICISMO    l'UIMMIVO    I.\    ITAMA  2.) 

le  ricorrenze  mensili  della  donna  che  ne  ì-  in  pos- 
sesso e  riacquista  dipoi  il  colore  primitivo.  ])cr(luto 
in  (|U<'11('  circostanze. 

Quanto  ho  riferito  intorno  al  corallo  vale  a  di- 
mostrare che  le  virtù  specifiche,  che  gli  si  attribui- 
scono, devonsi  a  qualche  cosa  di  estraneo  al  corallo 
per  so  stesso  considerato;  che  questo  qualche  cosa, 
che  anima  e  dA  vita  al  corallo,  può  in  casi  spe- 
ciali, di  rottura  o  di  contatto  col  ferro,  esulare  com- 
pletamente, ammalarsi  anche  in  altri  incontri  deter- 
minati, ristabilirsi  dipoi  nelle  condizioni  primitive, 
normali. 

Un  terzo  esempio  di  concetti  animistici,  che 
danno  ragione  delle  virtìi  conferite  agli  amuleti,  si 
ha  in  ([uei  eiottoletti  di  ]»ietra  verde,  designata  col 
nome  di  serpentina,  ai  ([uali  si  attribuisce  la  virtù, 
non  solo  preventiva,  di  proteggere  il  fortunato  pos- 
sessore dal  morso  dei  rettili  venefìci  e  per  estensione 
dal  morso  degli  scorpioni  e  de'  ragni,  ma  si  ritiene 
ancora  che  possegga  un'efficacia  curativa  energi- 
cissima. Deposta  difatti  sulla  ferita  derivante  dal 
morso  di  uno  degli  animali  sopraindicati,  assorbe 
secondo  la  credenza  popolare,  istantaneamente  il  ve- 
leno inoculato  e  rende  nullo  così  il  pericolo,  che 
dall'introduzione  del  virus  potrebbe  derivarne. 

Ebbene  anche  questo  amuleto,  a  somiglianza  del 
corallo,  deve  adoperarsi  sotto  forma  di  eiottoletti  na- 
turali, grezzi  o  semplicemente  levigati  dalle  acque  cor- 
renti (fig.  7.^),  perchè  se  lavorato  con  attrezzi  di  ferro 
perde  le  virtù;,  che  gli  si  attribuiscono,  come  viene 
a  perderle,  se  casualmente  si  spezza  o  si  divide  in 
frammenti.   Ho  trovato  riferito  questo  stesso   prin- 


26 


GIUSEPPE   BELLUCCI 


cipio,  benché  con  minore  estensione,  ad  altri  amu- 
leti, come  ad  esempio  alle  pietre  aquiline  o  g'ravide, 
alle  pietre  simulanti  la  forma  dell'utero,  alle  pietre 
streg-onie,  ai  diaspri,  alle  nefriti,  alle   malachiti,  ai 


Fio.  7/'  —  Ciottoletti  di  forma  e  levigatezza  naturali  in  pietra  ser- 
pentina; lino  perforato,  l'altro  contornato  in  argento  con  oc- 
chiello per  appenderlo.  (S.  Lucia,  Gualdo  Tadino,  Umbria) 
—  (ir.  nai. 


zaffiri.  Deve  avvertirsi  però,  che  per  gli  amuleti  de- 
rivanti da  queste  pietre  naturali,  è  più  comune  il 
pensiero  che  rompendosi,  perdano  le  virtù  specittche, 
di  quello  che  sia  il  concetto,  clie  la  lavorazione  con 
attrezzi  metallici  faccia  perdere  ad  essi  le  virtù  spe- 
citìche  ass(_'gnate.  In  og'iii  modo  però  il  pensiero  ani- 
mistico  emerare    evidentissimo    dalie    considerazioni 


IL    FETICISMO    l'IMMlTlVO    IN    ITALIA 


suesposte  intorno  a  codesti  oj^'j^'ctti  ;  il  ('(irailo.  nioltr 
pietre,  possc^-g-ono  naturalniontc  un  princijìio,  una 
forza,  una  entità  distinta  dalla  corporea,  alla  quale 
devonsi  le  virtù  specifiche  che  loro  si  attribuiscono; 
entità  che  può  esulare  per  circostanze  diverse,  j^e- 
neralniente  se  gii  oggetti  naturali  si  spezzano  o  si 
riducono  in  franniieiili  :  in  molti  casi,  se  il  ferro  in- 
tacca a  scojx)  di  lavoro  gii  oggetti  stessi  e  procura 
così  con  la  sua  abrasione  o  scalfitura  l' uscita  del- 
l'entità invisibile,  che  rimane  invece  custodita  entro 
la  corteccia  o  superfìcie  naturale  dell'oggetto  litico. 

Dalle  numerose  indagini  e  comparazioni  isti- 
tuite ho  potuto  acquistarmi  poi  la  convinzione,  che 
il  concetto  di  allontanamento  dell'  entità  specifica, 
che  dà  virtìi  ai  feticci,  in  conseguenza  di  rottura  o 
di  contatto  col  ferro,  costituisce  una  caratteristica 
generale  dei  feticci  primitivi,  l'impiego  de' quali 
si  conservò  fino  all'  età  presente,  connesso  con  il  ri- 
cordo, non  solo  delle  loro  virti!i  specifiche,  ma  an- 
che delle  circostanze  speciali  in  cui  tali  virtù  sa- 
rebbero casualmente  perdute. 

Xel  suo  classico  lavoro,  Primitive  culture,  E.  B. 
Tylor  insegna  che  «  prima  di  riguardare  un  oggetto 
come  feticcio,  bisogna  assicurarsi  bene,  se  la  persona 
a  cui  l'oggetto  appartiene,  considera  che  un'entità 
spirituale  sia  in'  esso  incarnata,  che  qualche  cosa  di 
non  corporeo  eserciti,  mediante  l'oggetto  stesso,  una 
particolare  influenza;  che  per  lo  meno  l'oggetto  si 
ritenga  come  feticcio.  Bisogna  dimostrare  inoltre  che 
l'oggetto  in  questione  è  considerato  come  provve- 
duto di  una  coscienza  propria  e  di  un  potere  per- 
sonale; che  gli  si  parla,  che  lo  si  adora,  che  gli  si 


28  GIUSEPPE   BELLUCCI 


indirizzano  preghiere,  che  gli  si  offrono  sacrifìci, 
che  lo  si  accarezza  o  lo  si  maltratta,  secondo  il  pen- 
siero che  siasi  condotto  bene  o  male,  od  abbia  o  no 
corrisposto  ai  desideri  de'  suoi  adoratori  ». 

A  me  sembra  che  gli  esempi  di  sopra  riferiti, 
per  testimoniare  la  persistenza  del  feticismo  primi- 
tivo nelle  contrade  italiane,  concordino  esattamente 
con  i  suggerimenti  savi  ed  opportuni  dell'  illustre 
Filosofo  inglese,  e  reputo  ch'essi  valgano  a  far  com- 
prendere il  profondo  rispetto  di  cui  gli  oggetti  in 
questione  sono  circondati,  a  metterne  in  rilievo  il 
carattere  sacro,  a  spiegare  il  culto  che  talora  si 
presta  a  codesti  feticci  primitivi,  i  quali  proseguono 
a  spandere  la  loro  luce  modesta  e  misteriosa,  anche 
in  mezzo  alle  pompe  ed  al  fasto  delle  credenze  cri- 
stiane, in  mezzo  allo  splendore  sempre  crescente 
dell'odierna  civiltà. 

Nessuno  prega  del  resto,  se  non  lia  la  convin- 
zione di  essere  ascoltato;  e  se  tanta  parte  dell'Uma- 
nità addimostra  ancora  un  culto  così  intenso  verso 
i  feticci  primitivi  o  verso  quelli  recenti,  eh'  ema- 
narono od  emanano  direttamente  dal  proprio  senti- 
mento religioso,  ciò  avviene  certamente,  perchè  gli 
adoratori  attribuiscono  ad  essi,  scientemente  o  no, 
intelligenza  e  volontà  consimili  alle  proprie  facoltà 
personali,  perchè  gli  adoratori  credono  fermamente 
di  essere  dai  feticci  ascoltati,  compresi  ed  esauditi 
nelle  preghiere,  che  ad  essi  fervidamente  rivol- 
iTono. 


■^^-^ 


******-*********4****-'«'**  * .«  ***  ******  ♦* 


nei. 


CAPITOLO  II. 


Gli  amuleti  contemporanei  raccolti  nelle  diverse  Amuleti 
contrade  italiane  ed  ordinati  nella  mia  collezione  e'jnJotolsto- 
acciuistano  un  interesse  considerevole  e  dal  lato  psi-  pa^r^^oni 
colonico  e  da  tinello  archeologico,  ove  si  pongano  ^^n  gli  a- 
in  comparazione  con  gli  amuleti  venuti  in  luce  da  tompora- 
talune  necropoli  e  tombe  preistoriche  e  protoistori- 
che  esplorate  nel  suolo  italiano. 

Parecchi  trovamenti  avvenuti  in  Italia,  ma  se- 
gnatamente fuori  di  essa,  hanno  addimostrato  che 
l'uomo  primitivo,  seguendo  i  concetti  dell'animismo, 
cominciò  a  valersi  di  particolari  amuleti,  non  solo 
nel  periodo  neolitico,  ma  anche  in  quello  paleolitico 
dell'età  della  pietra.  Gli  amuleti  incominciarono  di- 
fatti ad  usarsi  nell'  ultima  epoca  geologica,  detta 
quaternaria  ;  e  l' uomo  ripose  fin  d' allora  su  codesti 
oggetti  un  culto,  un'  adorazione  così  intensa  e  straor- 
dinaria, che  non  solo  li  conservò  gelosamente  du- 
rante la  vita,  ma  volle,  o  vollero  i  suoi  contempo- 
ranei, che  non  mancassero  presso  di  lui  anche  nella 
tomba,  sia  perchè  la  loro  protezione  continuasse 
dojK)  morte,  sia  perchè  il  defonto  potesse  valer- 
sene, se  un  giorno  avesse  dovuto  abbandonare  il 
sonno   eterno.  Non   posseggo  amuleti,  del   resto  ra- 


30  GIUSEPPE   BELLUCCI 


rissimi,  di  così  lontana  origine,  ma  segnalo  la  cir- 
costanza, che  taluni  amuleti  italiani  contemporanei 
della  mia  collezione,  comparati  con  quelli,  si  tro- 
verebbero assolutamente  corrispondenti.  Posseggo 
invece  amuleti  provenienti  da  necropoli  preistori- 
che della  prima  età  del  ferro,  esplorate  nell'Italia 
centrale,  altri  raccolti  in  tombe  etrusche  e  romane, 
che  offrono  con  gli  amuleti  contemporanei  delle  di- 
verse regioni  d' Italia  una  strettissima  analogia. 
Anche  in  tal  caso,  senza  perdermi  in  lunghe  de- 
scrizioni, preferisco  procedere  per  via  di  compara- 
zione con  le  seguenti  rappresentazioni  tìgurate. 


•Mj. 


FiG.  8. a  —  Accette  levigate  in  giadeite  del  i)eriodo  neolitico 
dell'età  della  pietra.  L'esemplare  a  s.  è  fasciato  da  due  lamine  di 
rame  collegate  in  alto  con  un  appiccagnolo  in  ferro.  (Da  una  tomba 
della  la  età  del  ferro  ;  Capestrano,  Chieti).  L'  esemplare  a  d.  é  fo- 
rato air  apice  per  appenderlo  ;  ritenuto  come  saetta,  proteggeva 
la  casa  da  scariche  fulminee,  (\ocera  Umbra)  —  Gr.  nat. 


IL   FETICISMO    l'i; IMITI VO    IN   ITALIA 


FiG.  9.a  —  Osso  del  tarso  e 
metatarso  di  un  rapace  (f'aln^s  /j 
infranto  nell'estremità  superiore. 
Kra  fasciato  a  scopo  ornamen- 
tale nella  sua  lunghezza  con  un 
nastrino  di  bronzo,  di  cui  restano 
soltanto  alcuni  anelli.  In  una  delle 
teste  articolari  deircstremità  in- 
feriore, passa,  per  un  foro  prati- 
catovi, una  catenella,  che  sostiene 
un  pcndaglino  formato  da  due 
solide  ,-:triscio  di  bronzo,  forate 
a  capo,  con  intacche  sugli  spigoli. 
Anche  nelle  altre  due  teste  arti- 
colari dovevano  esistere  otiginal- 
nicnte  pendaglini  consimili,  poi- 
ché presentano  ancor  esse  un 
foro  voluto  per  uno  scopo  parti- 
colare. In  molte  parti  della  sua 
superlicie  l'osso  presenta  mac- 
chie verdastre  ed  azzurrastre  d'i- 
drato e  fosfato  di  rame. 

Il  tempo  e  le  condizioni  na- 
turali derivanti  dal  seppellimento 
hanno  molto  danneggiato  que- 
st'oggetto singolare,  che  per  i 
particolari  che  presenta,  rivela 
indubbiamente  un  carattere  sacro 
ed  è  uno  splendido  esempio  di 
feticcio  primitivo,  insignificante 
per  sé  stesso,  sebbene  abbellito 
elegantemente  da  decorazioni 
metalliche.  ' 

Da  ima  tomba  della  necro- 
l)oli  preistorica  della  prima  età 
del  ferro.  (Umana.  Ancona)  —  (ir. 
nat. 


32 


GIUSEPPE   BELLUCCI 


FiG.  lO.a  —  Osso  del  tarso  e  meta- 
tarso di  un  falco  (1).  Era  conservato  da 
tempo  remotissimo  entro  un  sacchetto 
di  tela  con  altri  amuleti  comtemporanei, 
e  ritenuto  efificacissimo  contro  il  maloc- 
cliio  ed  i  malefìzi  delle  streghe.  (Bevu- 
gna,  Umbria)  —  Gr.  nat. 

Quest'  osso  di  rapace  entrò  a  far 
parte  della  mia  colleziono  due  anni  pri- 
ma dell'  altro,  rappresentato  dalla  figu- 
ra 9. a,  con  cui  è  posto  in  comparazione. 


(1)  Gli  uccelli  da  preda,  e  segna- 
tamente i  falchi,  ispirarono  sempre  la 
maggiore  fiducia  presso  tutte  le  popo- 
lazioni dell'Europa  antica,  come  atti  a 
presagire  l'esito  delle  umane  imprese  in 
generale.  E  la  liducia  in  codesti  rapaci, 
prosegue'  a  manifestarsi  presso  molte 
popolazioni  selvagge  o  semi-selvagge  vi- 
venti, in  cui  si  rispecchia  il  pensiero 
profetico  antico  e  presso  le  quali  il  volo 
ardito  di  un  falco,  compiuto  piuttosto  a 
destra  che  a  sinistra  dello  stregone  o 
del  sacerdote,  1'  augure  antico,  presagi- 
sce anche  oggi  l'esito  fortunato  o  mcui) 
delle  conquiste  guerriere. 

È  molto  probabile  che  l'origine  del 
feticcio  costituito  dall'osso  di  un  falco. 

si  trovi  nel  concetto,  che  rappresentando  esso  una  parte  di  quel- 
l'animale, che  anticamente  o  modernamente  presagi  la  sorte  pro- 
pizia o  la  vittoria  ad  un  uomo  o  ad  una  collettività  d'individui, 
conservi,  secondo  il  pensiero  animistico,  la  virtù  primitiva  e 
valga  tuttora  ad  esercitarla. 


IL    FETICISMO    PRIMITIVO    IN    ITALIA 


'.y.i 


FlG.  lì  ^  /■('  -iJ- 
—  Frammento  di 
corno  di  Crrn's. 
mancante  della 
punta.  K  perforato 
nella  jìarte  supc- 
riore e  per  il  foro 
passa  un  anello  in 
lilo  di  bronzo,  an- 
nodato in  forma 
lirimitiva,  mercè 
cui  ["amuleto  pote- 
va tenersi  appeso. 
L'ogjjetto  è  molto 
alterato  per  il  lun- 
go seppellimento. 
Da  una  toml)a  della 
necropoli  della  l» 
età  del  ferro.  (Nu- 
mana,  Ancona). 

1(1  (I.).  —  I':stremità  di  corno  di  Crrnis,  fascialo  in 
alla  base,  con  anello  lisso  por  appenderlo.  Amuleto  cont 
neo  contro  il  malocchio.  (Perugia)  —  Gr.  nat. 


argen(o 
cmpoi'a- 


FlO.  I2.a  1(1  >■./.  — 
chèla  o  pinza  di  gam- 
bero, fasciata  in  tutt.i 
la  sua  lunghezza  da  un 
nastrino  di  bronzo,  ri 
piegato  a  cappio  supe- 
riormente. L'oggetto  è 
molto  calcinato.  Da  una 
tomba  della  necropoli 
della  1"  età  del  fer- 
ro. (Cupra  -Marittima, 
.\scolii. 

1(1  (L).  —  Chèla  o 
pinza  di  gambero  fa- 
sciata in  argento  alla 
base,  con  catenella  pu 
re  in  argento  per  te- 
nerla appesa,  .\mulelo 
contemporaneo,  abba- 
stanza comune,  contro 
le  streghe  ed  il  malocchio.  (.\.(iuila)  —  (ir.  nat. 


34 


GIUSEPPE   BELLUCCI 


FiG.  13.a  (u  s.).  —  Denti 
canini  di  volpe  o  di  cane. 
Quello  al  di  sopra  lia  un  foro 
nella  parte  radicale,  per  cui 
doveva  passare  un  legame  atto 
a  sospendere  l'oggetto;  quello 
al  di  sotto  ha  l'intiera  radice 
accuratamente  fasciata  da  un 
nastrino  di  bronzo  ;  verso  l'a- 
pice [iresenta  un  foro  in  cui 
appariscono  resti  di  un  anel- 
letto  in  ferro,  destinato  ad  ap- 
pendere l'amuleto.  Questi  due 
denti,  ma  singolai'mente  quel- 
io  rappresentato  in  basso,  so- 
no convertiti  in  odontolite  (1). 
Kntrambi  furono  rinvenuti  in 
tombe  differenti  di  una  ne- 
cropoli della  la  età  del  ferro. 
(Forni  presso  Rotella,  Aquila). 

fa  d.).  —  Denti  canini  di 
volpe  0  di  cane.  Quello  al  di 
sopra  ha  nella  parte  radicale 
un  foro  per  passarvi  un  le- 
game atto  ad  appenderlo  (Ca- 
ramanico,  Chieti)  :  quello  al 
di  sotto  ha  la  parte  radicale 
fasciata  con  lamina  di  argento 
terminata  da  un  anello  per 
aiìpendcre  l'amuleto.  (Perugia). 

Questi  due  amuleti  contemporanei  erano  ritenuti  validi  con- 
tro il  malocchio:  sospesi  al  collo  dei  bambini  aggiungevano  alla 
efficacia  generale  la  virtù  di  favorire  la  dentizione  —  Gr.  nat. 


(1)  Lo  smalto  ed  il  cemento  dei  denti  si  convertono  in  fo- 
sfato di  rame  verde  azzurrastro  pel  contatto  prolungato  in  am- 
biente umido  con  oggetti  di  rame,  trasformandosi  così  in  un  mi- 
nerale, detto  odontolite. 


IL   FETICISMO    ritlMITlVO    IN    ITALIA 


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Fio.  14. a  (altoj.  —  Dente  di  suino,  fasciato  con  lamina  di  bronzo  alla 
base  per  appenderlo.  K  profondamente  calcinato  ed  in  jrran 
parte  convertito  in  odontoUtc  Rinvenuto  in  una  tomba  della 
necropoli  preistorica  della  1»  età  del  ferro.  (Numana,  Ancona). 

(basso).  —  Dente  di  suino,  fasciato  in  argento  alla  base,  con  anello 
per  tenerlo  appeso.  Amuleto  contemporaneo  comunissimo 
contro  il  malocchio  e  le  streghe.  Si  fa  anche  portare  dai 
bamlìini  per  favorire  la  dentizione.  (Perugia)  —  Or.  2/3. 


36  GIUSEPPE   BELLUCCI 


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Fui.  15."  (a  s.j.  —  Ciottoletto  iu  steatite  a  l'orma  di  utero,  perforato 
air  «apice.  La  superficie  è  ornata  di  linee  trasversali  paral- 
lele, simulanti  i)ieghe  di  una  membrana.  In  una  tomba  con 
suppellettile  caratteristica  della  1"  età  del  l'erro.  (Petrignano 
presso  Castiglione  del  Lago,  Perugia). 

(a  <i.).  —  Concrezione  limonitica  a  forma  di  utero,  contornata  da 
una  fascia  in  argento,  terminata  superiormente  da  un  anello 
per  sospendere  l'amuleto.  .Scuotendo  l'oggetto  si  avverte  un 
suono,  che  è  prodotto  da  alcune  parti  del  minerale,  distac- 
catesi naturalmente  e  mucfventesi  nell'interno.  Amuleto  de- 
signato col  nome  di  piett-a  (/ruv-ida,  pietra  (Iella  gi-avidama, 
pietra  aqi'ilina  ;  è  ritenuta  di  sperimentala  efficacia  per  fa- 
vorire il  l)Uon  andamento  della  gravidanza  e  ([uindi  contro 
gli  aborti  :  è  valida  piti  tardi  ad  assicurare  il  parto  normale. 
A  tal  fine  le  puerpere  tengono  l'amuleto  costantemente  so- 
speso 0  legato  al  braccio  sinistro,  durante  i  uo\c  mesi  della 
gravidanza,  ed  allor([uando  avvertono  i  i)ritni  dolori  del 
parto,  lo  applicano  alla 'coscia  sinistra.  (Perugia)  —  (ir.  nat. 


IL   FETICISMO    PRIMITIVO    IN    ITALIA 


37 


Fio.  10."  (dito).  —  Disco  in  osso  por- 
forato  nel  centro.  Fu  formato,  prelevando 
con  un  taglio  la  parte  esterna  di  un  osso 
craniense  umano,  probaliilmente  il  fron- 
tale. I{ichianuv  le  rotelle  craniensi  del 
periodo  neolitico  dell"  età  della  pietra. 
Rinvenuto  in  una  tomba  della  necropoli 
della  1"  età  del  ferro.  (S.  scolastica  presso 
Norcia,  Umbria). 

(basso).  —  Frammento  di  osso  cra- 
niense tmiano  con  margine  terminato  da 
suture.  Appartenne  al  cranio  di  un  uomo 
frequentemente  colpito  da  assalti  epi- 
lettici ;  era  ritenuto  amuleto  validissimo 
a  preservare  e  guarire  gli  accessi  epi- 
lettici. (Collepepe  presso  Collazzone,  Pe- 
rugia) —  Gr.  nat. 


Fio.  17."  (u  s.). 
—  Opercolo  di 
TrocÌMs  ;  mol- 
to calcinato.  In 
una  tomba  del- 
la necropoli 
della  1"  età  del 
ferro.  (Montel- 
paro,  Ascoli). 

('«r/.^.  — Oper- 
colo di  Tvucfius 
contornato  in 
argento,  termi- 
nato da  un  a- 
nello  per  ap- 
penderlo. Amuleto  contemporaneo,  ileìio  occìrio  di  S.  Lì'Cia  e  rite- 
nuto eflicace  a  preservare  dalle  malattie  degli  occhi  e  per  osten- 
sione, contro  il  malocchio.  (Papiano,  Perugia)  .—  Gr.  nat. 


38 


GIUSEPPE   BELLUCCI 


FiG.  18.a  (aito).  —  Conchiglia  di 
CijiJraea  perforata  per  poterla  rito- 
nere  appesa;  molto  calcinata.  Da  una 
tomba  della  necropoli  della  la  età  del 
ferro.  (Montelparo,  Ascoli). 

(basxo).  —  Conchiglia  di  Ci/jJì'ara 
perforala  per  tenerla  appesa.  Amu- 
leto contemporaneo,  ritenuto  validis- 
simo a  difendere  uomini  ed  animali 
dal  malocchio,  dalle  streghe  e  dalle 
malie,  che  queste  jiossono  detenni- 
nare  (I).  (Montemelino,  Perugia)  — 
Or.  nat. 


(1)  Molto  probabilmente  reflica- 
cia  dell'amuleto,  rappresentato  dalla 
Cyoì-ui'a,  originò  primitivamente 
dalla  corrispondenza  della  sua  aper- 
tura con  la  forma  vulvare.  Per  il 
fatto  di  trovarsi  questa  forma  in  og- 
getti natui'ali,  e  quindi  al  riparo  di 
possil)ili  osservazioni  e  reticenze  nel 
portare  sulla  persona  tali  conchiglie, 
(|ueste  si  accreditarono  sempre  più 
come  amuleti,  ritenuti  di  sicura  erti 
cacia  protettiva.  Al  contrario  le  forme 
\  ulvari  semplici,  rappresentate  da 
particolari   pendaglini   in   bronzo,   o 

le  forme  impresse  in  pesci  od  in  piccoli  istrumenti  decorativi  di 
uso  personale,  conmnissime  nella  prima  e  seconda  età  del  ferro, 
si  resero  rarissime  dipoi,  anche  di  fronte  alla  maggiore  rigidità 
dei  costumi,  fino  al  punto  da  mancare  del  tutto,  o  quasi,  contem- 
poraneamente. Nel  numero  di  oltre  1500  amuleti  italiani  della  mia 
collezione,  posseggo  soltanto  un  solo  amuleto  in  cui  è  intenzional- 
mente rappresentata  la  forma  suddetta. 


IL   FETICISMO   PRIMITIVO    IN    ITALIA 


39 


Fio.  19.a  (ouu).  —  Conchiglia  di 
<i/j)i-aea  perforata,  con  anellino  di 
bronzo  per  tenerla  appesa  ;  comple- 
tamente calcinata.  Da  una  tomba  della 
necroiìoli  della  la  età  del  ferro.  (Mon- 
telparo,  Ascoli). 

(basso). —  Conchiglia  diCi/pì-afa 
contornata  da  una  fascetta  in  argento 
con  anello  per  tenerla  appesa.  A  que- 
sto amuleto  si  attribuivano  le  me- 
desime virtù  assegnate  a  quello  de- 
scritto alla  lig.  14."  (bosso).  (Pila,  Pe- 
rugia) —  Gr.  nat. 


40 


GIUSEPPE   BELLUCCI 


FiG.  20. a  (alto).  —  Due 
conchiglie  di  Cypraea  perfo- 
rate e  collegate  da  un  anellc 
in  ferro  per  appenderle.  Le 
cipree  sono  profondamente 
calcinate  e  l'anello  di  ferro  è 
completamente  ossidato.  Da 
una  tomba  della  necropoli 
della  la  età  del  ferro.  (Mon- 
telparo,  Ascoli). 

(basso).  —  Conchiglia  di 
Cijpraea  abbracciata  da  una 
legatura  in  argento,  di  fat- 
tura uìolto  singolare,  munita 
di  anello  per  tenerla  appesa. 
.\nnileto  contemporaneo  a  cui 
si  riferivano  le  medesime  vir- 
tù descritte  per  gli  oggetti 
delle  fig.  14. a  e  15. a  (basso). 
(Chieti)  —  Gr.  nat. 


IL   FETICISMO    l'UIMll'IVo    IN    ITALIA 


41 


Vii:.  21."  (a  sj.  —  Tre  valve  di  l'ectvnciih's  sovrapposte,  con  foro 
all'iimhone  i)el  ([iiale  doveva  passare  un  legame,  clie  serviva 
a  riunirle  ed  a  tenerle  appese;  molto  calcinate.  Da  una  tomba 
della  necropoli  della  1"  età  del  l'erro.  (Montelparo,  Ascoli). 

(a  dj.  —  Due  valve  di  PectunatUts  ed  una  di  ('anlita.  sovrappo- 
ste, con  foro  all'  umbone,  per  cui  passa  un  legame,  che  le 


42 


GIUSEPPE   BELLUCCI 


tiene  appese  al  i)inziere  (1).  Nella  valva  di  Cardita,  ricoperta 
da  quelle  di  Pectunculus,  è  fissato  un  frammento  di  pelle  con 
pelo  di  Tasso  (Meles  taxi's  L.),  amuleto  ritenuto  dovunque 
efficacissimo  contro  le  streghe  ed  il  malocchio  (2).  (Mena- 
freno,  A(niila)  —  Tir.  nat. 


Fio.  22.a  (a  s.j.  — 
Forma  di  pesce  in 
bronzo  perforata  nel 
capo  per  tenerla  appe- 
sa. Nella  regione  ven- 
trale presenta  un  in- 
cavo longitudinale  ca 
ratteristico,  dalla  for- 
ma di  vulva,  che  do- 
veva certamente  tro- 
varsi in  relazione  con 
le  virtù  conferite  al- 
Tamulcto.  Da  una  toni- 
1  )a  della  necropoli  della 
2;'  età  del  ferro.  (Costa- 
forte,  Macerata). 

((/  (I.).  —  Fonila 
(li  pesce  in  osso  per- 
forata nel  capo  per  te- 
nerla  ai)pesa.   Ventre 

molto  turgido  in  segno  di  fecondità.  Amuleto  contemporaneo  ra- 
ramente portato  dagli  uomini,  più  di  sovente  dalle  donne  e  ritenuto 
valido  contro  la  sterilità.  (Rocca  Montepiano,  Aquila)  —  Gr.  nat. 


(1)  Il  pinzicve  è  un  attrezzo  in  luetallo  od  in  osso,  che  con- 
tiene un  piccolo  gancio,  per  cui  si  fa  ])assare  il  Ilio  che  si  viene 
svolgendo  e  torcendo  dalla  conocchia  al  fuso,  onde  non  s'impigli 
in  altre  parti.  K  d"  ordinario  collocato  sul  petto  all'  altezza  della 
spalla  sinistra.  Nel  pinzim-e  di  argento  rappresentato  nella  fig.  18." 
(a  (l.)  vedesi  r.\rcangelo  che  uccide  il  Drago,  siinljolo  cristiano, 
che  sta  a  rappresentare  la  vittoria  del  bene  sul  male. 

(2)  Le  valve  del  Pccti'nculi's  e  della  Cai-dita  costituiscono 
da  sole  un  amuleto  efficace  per  proteggere  dagli  effetti  del  ma- 
locchio e  dai  malclìzi  delle  streghe;  il  pelo  di  Tasso  aggiunge  la 
sua  incontestata  virtù  contro  i  medesimi  efl'etti.  Nello  insieme 
pertanto  i  due  amuleti  congiunti,  rinforzano  reciprocamente  la 
loro  azione  specifica  e  costituiscono  in  complesso  un  amuleto  di 
sicura  e  sperimentata  protezione,  non  solo  per  gli  uomini,  ma 
per  gli  animali  domestici,  segnatamente  per  gli  e(|uini  e  l)()\ini. 


IL   FETICISMI»    riti  M 11  IVO    IN    IIAIJA 


43 


Fic.  :2:i."  (a  s.).  —  'ra\oleti;i  di  schisto  argilloso  arglUite  perfo- 
rata per  appenderla.  In  una  tomba  con  suppellettile  carat- 
teristica della  2'  età  del  ferro.  (Campagna  i)resso  Bastia,  Pe- 
rugiai. 

fa  (I.).  —  Tavoletta  di  scliisto  argilloso  argilUti-  con  il  lato  infe- 
riore curvilineo,  perforata  superiormente.  Amuleto  contem- 
poraneo ritenuto  validissimo  a  preservare  dalle  streghe  e 
dalle  loro  malie,  uomini  ed  animali.  (Fonte  Vetriana,  Gros- 
seto) —  Gr.  nat. 


44 


GIUSEPPE   BELLUCCI 


Fio.  24.»  (a  s.).  —  Frammento  di  raschiatoio  in  selce  dell'età  della 
pietra,  rinvenuto  in  una  tomba  della  necropoli  estrusca. 
(Orvietoi. 

(a  (l.)  —  Frammento  di  raschiatoio  in  selce  dell"  età  della  i)ietra, 
fasciato  alla  base  con  lamina  di  arjrento,  munito  di  anello 
per  tenerlo  .appeso.  Ritenuto,  come  pietra  del  fulmine,  qvuile 
amuleto  validissimo  a  preservare  dalle  fulminazioni  uomini, 
animali,  case.  iAsser}>:i,  Ac|Uila)  —  (ir.  nat. 


IL    l'ETICISMO    l'UIMiriVO    IN   ITALIA 


45 


Fin.  ió.i  —  l,;i  cubili 
de  di  (Veccia  a  forma  trian 
polare  con  panilio,  avente 
un  t'oro  per  carie  natu- 
rale (li.  In  rinvenuta  in 
una  tomba  della  necropoli 
etrusca.  (Orvietoi. 

Essa  è  posta  in  com- 
parazione con  una  cuspide 
di  freccia  consimile,  cu- 
stodita in  un  sacchettino 
«li  tessuto  grossolano,  aii- 
lichissimo  (Sulmona,  A- 
quila),  e  con  un"  altra  cu- 
spide di  freccia,  avvolta 
accuratamente  in  un  pez- 
zo di  tela  lìianca  (territo- 
rio di  .\tri,  Teramo)  (2).  En- 
trambe queste  cuspidi  di 
freccia  erano  ritenute  co- 
me punte  di  fulmini  caduti 

e  conservati  con   grande   gelosia,  ipiaii   si<'uri    protettori 
sone,  animali  e  case,  da  nuove  scariche  fulminee. 

La  comparazione  dei  tre  oggetti  i-appresentati  dalla  lig.  l'J.a 
ha  anche  lo  scopo  di  addimostrare  un  modo  possibile,  per  cui 
un  feticcio  primitivo  può.  dopo  parecchi  secoli,  ritrovarsi  spoglio 
da  (piegli  involucri,  che  molto  probabilmente  lo  protessero  prima 
del  sotterramento,  analogamente  a  i(uanto  si  veriticherebbe  per 
taluni  amuleti  0  feticci  contemporanei,  se  fossero  deposti  sotterra 
-  Gr.  lo. 


di  jier- 


(1)  Un  foro,  esistente  in  un  oggetto  naturale,  aggiunge  par- 
ticolari virtù  a  ([uelle  che  1"  oggetto  avrebbe  già  di  per  sé,  indi- 
pendentemente da  quel  carattere  accidentale. 

12)  Le  cuspidi  di  freccia  preistoriche  ritenute  come  fulmini, 
si  avvolgono  in  tela,  in  pelle  od  in  carta,  perchè  non  subiscano  il 
contatto  col  ferro,  che  le  disarmerebl)e  delle  loro  virtù  speciliche. 


46 


GIUSEPPE   BELLUCCI 


FiG.  26.a  (ulto).  —  iFraianiento  di  Denta- 
llum  l'invenuto  in  mia  tomba  della  necropoli 
etnisca.  (Orvieto). 

(basso).  —  Frammento  di  Dentalnun,  amu- 
leto contemporaneo,  designato  comunemente' 
col  nome  di  o.-iso  strillone  e  ritenuto  valido  :i 
prevenire  ed  a  guarire  i  dolori  artritici  ed  i 
dolori  ai  denti.  iCivitella  d"Arna,  Penig-ia)  —  Or. 
nat. 


fj^r  V\G.21.^  (a  s.).  —  Frammento 

^K^  (li  ramo  di  corallo  roseo  pallido 

^^t^  |)('r  effetto  di  calcinazione.  È  ter- 

9Ka3  minato    inferiormente    in    forma 

fallica  e  nella  parte,  che  corri- 
sponderebbe al  glande,  presenta 
alcune  linee  incise  ed  una  forma 
di  croce  come  segni  di  tatuaggio. 
Da  una  tomba,  con  un  mezzo  asse 
l'oiiiano.  I Aquila). 

ra  d.ì.  —  Frammento  di  ra- 
mo di  corallo  di  un  bel  color  rosso  terminato  a  forma  fallica  e 
superiormente  fasciato  in  argento  con  anclletto.  Amuleto  contem- 
poraneo contro  il  malocchio,  lo  streghe  e  le  loro  malìe.  Perugia) 
—  Gr.  2, 3 . 


IL   FETICISMO    PRIMITIVO   IN   ITALIA 


47 


Fio.  28. a  (a  s.).  —  Valva  di  Cardium  tuberculaU'm  forata  all' iim- 
bone  per  tenerla  appesa;  molto  calcinata.  In  una  tomba  con 
monete  romane.  i.\quila). 

(a  il.).  —  Valva  di  Cardii'm  (orata  all'  umbone  ;  per  il  foro  passa 
un  nastro,  poi  annodato,  diretto  ad  appendere  l' amuleto. 
Nella  concavità  della  conchiglia  è  fissato  un  frammento  di 
pelle  con  pelo  di  Tasso.  Amuleto  contemporaneo  contro  il 
malocchio  e  le  streghe,  trovato  appeso  esteriormente  nella 
regione  superiore  sinistra  del- petto  di  una  donna.  Sui  par- 
ticolari e  sull'efficacia  di  ((uesto  amuleto,  vedi  le  considera- 
zioni esposte  per  ([uello  analogo,  rappresentato  dalla  lig.  21.» 
(has.so).  (Scanno,  Acquila)  —  Gr.  nat. 


48 


GIUSEPPE   BELLUCCI 


FiG.  29."^  fa  s.).  —  Ci- 
lindro in  serpentino  per- 
forato per  tenerlo  appeso  ; 
ha  forma  fallica  inferior- 
mente. (Circhio,  Aquila). 

(a  d.).  —  Cilindro  in 
corallo  rosso  fasciato  in 
argento  con  anello  per  ap- 
penderlo. Ha  forma  fallica 
inferiormente.  Amuleto 
contro  il  malocchio  e  lo 
streghe.  (Perugia)  —  Gr. 
nat. 


464? 


Fio.  30."  (a  s.).  —  Mano 
serrata  in  bronzo,  con  pollice 
tra  r  indice  e  il  medio.  Ha  un 
anello  per  tenerla  appesa.  Da 
una  tomba  con  oggetti  in  ter- 
ra cotta  di  carattere  romano. 
(Aquila). 

/'a  ci.).  —  Mano  serrata  in 
corallo  rosso  con  pollice  tra 
r  indice  e  il  medio  ;  è  fasciata 
da  una  lamina  in  argento  con 
anello  per  appenderla.  Amu- 
leto contemporaneo  contro  il 
malocchio.  (Perugia)  —  Gr. 
nat. 


IL   FETICISMO   PRIMITIVO    IX   ITALIA 


49 


FiG.  31."  (a  (L).  —  Crescente  lunare  in  bronzo,  nella  curva  interna 
del  quale  vedesl  effigiato  un  volto  umano;  ba  un'appendice 
nella  curva  esterna  per  sospenderlo  ad  una  cinghia  di  cuo.jo. 
Amuleto  verosimilmente  destinato  per  cavalli.  Da  una  tomba 
con  suppellettile  romana  e  con  altri  oggetti  relativi  a  barda- 
tura equina.  (Aquila). 

(a  s.).  —  Crescente  lunare  in  argento,  nella  curva  interna  del 
quale  vedesi  effigiato  un  volto  umano  ;  ha  un  anello  per  te- 
nerlo appeso.  Amuleto  contemporaneo  comunissimo  nella 
regione  degli  Al>ruzzi  e  della  Campania,  contro  la  .iettatura 
e  contro  le  streghe.  (Aquila)  —  Gr.  nat. 


50 


GIUSEPPE   BELLUCCI 


FlG.  32.»  (a  S.).  — 
Cornetto  in  bronzo  con 
foro  ed  anellino  mo- 
bile per  tenerlo  appe- 
so. In  una  tomba  con 
suppellettile  romana. 
(Perugia). 

(a  d.J.  —  Cornet- 
to in  osso  terminato 
superiormente  a  forma 
di  mano,  che  serra  un 
anellino  di  argento,  u- 
tile  per  appenderlo. 
Amuleto  contempora- 
neo contro  il  maloc- 
chio e  la  jettatura. 
(Chicti)  —  Gr.  nat. 


IL    FETICISMO    l'IUMITlVO    IN    MALIA 


;')! 


Fiti.  :53."  (a  .s.). 
—  Chiodo  in  lerro 
lirorondaiuoii  te 
modilicato  dall'os- 
sido e  dall'  idrata- 
zione. K  ripiegato 
nella  parte  cor- 
rispondente alla 
punta  e  nel  foro 
passa  un  anello  in 
bronzo  fuso,  per 
appendere  1'  amu- 
leto. Da  una  toin- 
l)a  con  oggetti  ro- 
mani. (Passignano, 
l^erugia). 

(a  d.ì.  —  Due 
cliiodi  prelevati  da 
una  cassa  mortua- 
ria disotterrata.  A- 
imileti  contempo- 
ranei ritenuti  effi- 
caci, col  portarli 
indosso,  a  combat- 
tere malattie  d' in- 
dole reumatica  e 
segnatamente  osti- 
nate cefalee.  (Te- 
ramo) —  (Ir.  nat. 


52 


GIUSEPPE   BELLUCCI 


Fio.  34.»  Calti)).  —  Acini  in  pasta  vitrea  perforati,  con  rappresen- 
tazioni figurate  dell'  occhio,  detti  perciò  vetri  dall'  occhio. 
Quello  a  d.  é  di  color  giallo  con  quattro  paja  di  occhi,  rap- 
presentati da  dischi  azzurri  contornati  da  una  fascia  bianca; 
quello  a  s.  ha  su  fondo  nero  tre  forme  di  occhi,  ottenuti  con 
zone  di  color  giallo.  I  colori  vivaci  accuratamente  adoperati 
da\ano  maggior  risalto  alla  forma  degli  occhi,  su  cui  si  do- 
vevano fondare  le  virtù  di  tali  amuleti.  Da  tombe  romane, 
(a  d.  Ascoli,  a  s.  Todi). 

{basso).  —  Agate  zonate  rese  a  forma  globulare  con  foro.  La  di- 
sposizione dello  zone  richiama  la  forma  del  bulbo  deirocchio 
con  pupilla  (a  d.);  la  forma  dell'intiero  occhio  umano  (a  s.), 
reso  più  verosimile  dal  colore  delle  zone  e  dalla  marezza- 
tura che  queste  presentano,  col  variare  di  posizione  dell'og- 
getto. Questi  amuleti  contemporanei  sono  detti  pietre  dall'oc- 
chio e  si  ritengono  validissimi,  anzi  sono  di  preferenza  ri- 
cercati, contro  il  malocchio.  I  raggi  dell"  occhio  jettatore  si 
spezzano  dinanzi  allo  sguardo  fermo  e  profondamente  espres- 
sivo di  codesti  occhi  protettori,  vincendo  perciò  ogni  loro  ef- 
fetto malefico,  la  d.  Aquila,  a  s.  Perugia)  —  Gr.  nat. 


IL    FETICISMO    i'RIMITIVO    IN    ITALIA 


53 


h'iii.  35."  (a  s.).  —  1'eudai.dio 
clavifonuc  in  vetro  verde,  con 
foro  ;  richiama  la  forma  fallica. 
Da  lina  tomba  con  o^%''ctti  e  mo- 
nete dell'epoca  romana.  (Peru- 
gia). 

(a  d.J.  —  Penda^rlio  in  cri 
stallo  tersissimo,  cla\ifonne,  fac- 
cettato longitudinalmente  e  ter- 
minato in  forma  di  piramide:  ri- 
chiama ancor  esso  la  forma  fal- 
lica. K  fasciato  da  una  lamina  di 
argento  con  anello  fisso  per  ap- 
penderlo. Amuleto  contempora- 
neo ritenuto  validissimo,  come 
oggetto  brillante,  contro  il  maloc- 
chio, segnatamente  per  bambini. 
(Falena.  Chieti)  —  Gr.  nat. 


E  le  coniparazioni  potrebbero  ancora  proseffuire     Deduzioni 

1,  /  .,  .  ,...  derivanti 

se  quelle  addotte  non  fossero   sittticenti   a   stalnlire,    dalle  coni; 

clie  molti  amuleti  di  cui  si  vale  il  popolo  italiano  di  precedenti! 
og'g'i,  furono  gìh  introdotti  nell' uso,  dalle  g-enti  che 
abitarono  le  terre  italiane  nei  periodi  di  tempo  primi- 
tivi dello  incivilimento,  e  che  gli  stessi  principi  ani- 
mistici, che  l'uomo  vivente  ha  conservato  e  conserva 
rig'uardo  a  molti  di  essi,  devono  aver  guidato  l'uomo 
primitivo  delle  ultime  epoche  preistoriche  e  dei  primi 
periodi  storici,  nella  scelta  o  nella  preferenza  di  uno, 
anziché  di  un  altro  amuleto.  Dalle  dimostrazioni 
comparative  precedenti  vediamo  anche  affermato  il 
principio,  che  l'uomo  di  oggi  conserva  gelosamente 
non  solo  le  antiche  tradizioni,  ma  agli  stessi  og- 
getti naturali  od  intenzionalmente  ottenuti,  presta 
oggi,  come  prestò  per  lo  addietro,  la  stessa  forma  di 
culto;  ed  ai  medesimi  feticci,  a  cui  anche  gli  uomini 


54  GIUSEPPE   BELLUCCI 


primitivi  si  raccomandarono,  dimanda  difesa  e  pro- 
tezione contro  i  fenomeni  naturali,  contro  i  pretesi 
malefìzi  degli  uomini,  contro  le  malattie,  contro  le 
molteplici  avversità  della  sorte. 

La  collezione  di  amuleti  antichi  italiani,  della 
quale,  oltre  alle  illustrazioni  precedenti  ho  pubbli- 
cato per  lo  addietro  un  catalogo  comparativo  (1) 
rappresenta  pertanto  nel  suo  muto  linguaggio  una 
pagina  eloquentissima  della  psicologia  dell' umanitn 
primitiva;  essa  addimostra  pure,  che  l'umanità  nei 
primi  tempi  dello  incivilimento  doveva  credere, 
come  crede  quella  vivente,  alla  potenza  delle  stre- 
ghe, all'azione  funesta  del  malocchio,  all'azione  pre- 
servatrice  dei  fulmini  caduti  e  poi  raccolti,  all'azione 
benefica  di  taluni  oggetti  contro  le  malattie,  per  la 
scelta  dei  quali  dovevano  seguirsi  quegli  stessi  con- 
cetti, che  si  seguirono  poi  e  si  seguono  tuttora  per 
adottare  e  prescegliere  gli  amuleti  contemporanei. 

L' esame  degli  oggetti  raccolti  in  codesta  col- 
lezione comparativa,  costituisce  poi  la  ])iù  eloquente 
dimostrazione,  non  solo  dell'  esistenza  di  un  fetici- 
smo primitivo  in  Italia,  tìn  da  quando  le  condizioni 
dei  suoi  abitatori  erano  quelle  di  genti  molto  ar- 
retrate nelle  vie  di'llo  incivilimento,  ma  della  so- 
pravvivenza eziandio  del  feticismo  ])rimitivo  in 
mezzo  alla  società  contemporanea,  e  della  differenza 
logica,  fondamentale,  già  sostenuta,  tra  il  feticismo 
primitivo  e  le  forme  dori  vate,  ulteriormente  da  esso. 


(1)  Università  di  Perugia:  A/mali  della  Facoltà  di  Medicina, 
1900,  voi.  XII,  pag.  239. 


AAA!kAA!kA}^AA*A*A*AAAAAAA*AAAAAA.**.*AAA 


CAPITOLO  III. 


La    so])ravvivt'Uza    del    feticismo    primitivo    in        Anuiloti 
mezzo  alla  civiltà    attuale   ed   all'ombra    delle   dot-    .'d  amuleti 


trine  di  una  tbriua  religiosa  relativamente   evoluta. 


recenti 


^h 


lascia  di  gik  presupporre,  che  persistendo  dalla  piìi 
l'emota  antichità  fino  ad  og:gi  i  concetti  animistici 
informatori  del  feticismo  primitivo,  siasi  pur  prose- 
guito e  tuttora  si  prosegua  sulla  hase  di  quelli,  a 
formare  nuovi  feticci,  che  dovranno  (jualificarsi  come 
recenti,  in  comparazione  con  quelli  antichi,  designati 
col  nome  di  primitivi.  E  con  ia  parola  recenti,  in- 
tendesi  qualificare,  sia  i  feticci  formati  alcuni  secoli 
addietro,  sia  quelli  che  possono  aver  avuto  origine 
oggi  stesso.  Come  linea  di  divisione  tra  il  periodo 
di  tempo  in  cui  s' imi)iegarouo  i  feticci  primitivi  e 
<|uello  in  cui  vennero  in  uso  i  feticci  recenti,  re- 
puto opportuno  ammettere  il  momento,  in  cui  la 
religione  di  Cristo  fu  definitivamente  affermata  ;  ma 
t|uesta  linea  di  divisione  deve  ritenersi  soltanto  ef- 
ficente  per  comprendere  meglio  l'indole  diversa  di 
molte  rappresentazioni  feticistiche,  non  già  per  sud- 
dividere il  feticismo  in  due  sorta  ditfei-enti,  trattan- 
<losi  come  si  è  detto  di  sopra,  di   una   prosecuzione 


56  GIUSEPPE   BELLUCCI 


non  interrotta  del  feticismo  primitivo  sulla  base  dei 
principi  animistici,  dai  piìi  remoti  tempi  ad  oggi. 

Ammesso  ciò,  deve  riflettersi  anzitutto,  che  Tam- 
biente  in  cui  il  feticismo  primitivo  ha  proseg-uito  a 
manifestarsi,  dopo  T  introduzione  della  religione  di 
Cristo,  è  stato  notevolmente  differente  da  quello  in 
cui  il  feticismo  primitivo  si  svolse  nelle  lontane 
epoche  precedenti.  E  ciò  ebbe  a  verificarsi,  sia  per 
il  fatto  dell'aumentata  coltura  generale,  sia  per  l' in- 
fluenza della  religione  dominante,  la  quale  s'impose 
sempre  più  alle  masse  credule  ed  ignoranti,  non  solo 
coi  suoi  princi])!,  ma  con  tutte  le  forme  del  culto 
esteriore,  atte  ad  impressionare  maggiormente  T  im- 
maginazione dei  fedeli,  di  quello  che  a  persuaderli 
e  convincerli  sulla  vera  essenza  dei  principi  reli- 
giosi. Il  feticista  risentì  necessariamente  l'influenza 
di  codesto  ambiente  particolare  e  pur'  esplicando 
a  suo  modo  il  concetto  animistico  che  lo  ispirava, 
l'icorse  e  profittò  di  sovente  nella  creazione  di 
nuovi  feticci,  anche  ad  oggetti  od  a  parti  di  essi, 
che  presentavano  qualche  attinenza  con  la  religione 
dominante.  Nel  percorrere  però  questa  via,  seguì 
semplicemente  la  propria  iniziativa,  e  non  obl)edì 
ne  ad  ordini  o  ad  imposizioni  della  Chiesa,  né  ai 
suggerimenti  de' suoi  sacerdoti.  D'altra  parte  però 
non  bisogna  credere  che  tutti  i  feticci  recenti  sieno 
stati  scelti  fra  oggetti  o  parti  di  essi,  attinenti  piìi 
0  meno  direttamente  alla  religione  dominante  ;  il 
pensiero  feticista  si  esplicò  liberamente,  formando 
contemporaneamente  feticci,  talora  con  oggetti  non 
aventi  relazione  alcuna  con  la  religione  cristiana, 
talora  ricorrendo  per  formarne  altri,  anche   ad   og- 


II.    rETICISMO    l'IilMITIVO    IN    ITALIA  07 


filetti  rivestiti  di  carattere  sacro  od  aventi  almeno  le 
apparenze  di  sillatto  carattere. 

(ili  esempi  seguenti,  scelti  tra  i  molti  che  potrei 
addurre,  cliiariranno  meglio  questa  suddivisione 
degli  amuleti  italiani,  che  rappresentano  la  prose- 
cuzione del  feticismo  primitivo  nel  suo  periodo  più 
recente.  Avverto  poi  che  in  queste  manifestazioni 
del  feticismo  non  devono  esser  comprese  quelle,  che 
attualmente  o  per  lo  addietro  derivarono  dalle  dot- 
trine del  Cristianesimo  nella  sua  forma  cattolica,  e 
che  solo  per  quanto  potranno  aver  relaziona  col  fe- 
ticismo primitivo,  saranno  esaminate  più  innanzi. 
Aggiungasi  che  nella  scelta  di  codesti  esempi,  ho 
dovuto  attenermi  a  quegli  amuleti  o  feticci,  che 
presentavano  caratteri  sicuri  di  recente  formazione 
e  contemporaneamente  non  avevano  relazione  alcuna 
con  gli  amuleti  antichi  preistorici  o  protoistorici, 
ond' evitare  il  possibile  scamicio  di  una  formazione 
nuova  di  amuleti  o  di  feticci,  con  la  prosecuzione 
di  (pielli  introdotti  e  venerati  fin  dall'epoche  più 
remote. 

La  corda  di  un  individuo  impiccato  sia  per  vo-        Amuleti 

recenti  de- 
lontìi   pi'opria,    sia   per   punizione   comminata    dalle   stituiti    di 

leggi,  rappresenta  un  talismano  prezioso  per  assi-  sacro.^^^^ 
curare  fortuna  nelle  imiirese  e  felicità  nella  vita  a 
colui,  che  addiventa  possessore  anche  di  un  piccolo 
frammento  di  essa.  Lo  spirito  dello  impiccato,  che 
non  potè  liberamente  esulare,  a  cagione  dello  strin- 
gimento del  collo,  passò  secondo  i  concetti  animi- 
stici, dal  corpo  dell'  impiccato  alla  corda  che  gli  pro- 
curò la  morte  ;  e  sarà  questo  spirito,  che  prosi'guirà 


58  GIUSEPPE   BELLUCCI 


ad  animare  la  corda  fatale,  che  per  un  principio  di 
opposizione  o  contrasto,  tanto  comune  nel  pensiero 
umano,  mentre  fu  causa  di  una  fine  disgraziata 
allo  impiccato,  procurerà  vantag-gl  favorevoli  a  chi 
riuscirà  ad  avere  in  possesso  almeno  un  frammento 
della  corda  portentosa  e  s' immedesimerà  dello  spi- 
rito che  contiene. 

La  corda  esistente  nella  bara,  che  ha  servito  e 
serve  al  trasporto  dei  trapassati,  costituisce  un  altro 
amuleto  potente,  ricercatissimo,  non  solo  per  to- 
gliere ai  buoi  il  vizio  di  dare  di  cozzo  con  le  corna, 
ma  di  comunicare  ad  essi  un"  energia  muscolare  no- 
tevolissima, che  si  manifesta  siffattamente  col  tiro, 
con  il  trasporto  di  pesi  straordinari,  da  meravigliare 
certamente  coloro,  che  vedono  esplicare  dai  buoi 
un'  energia  assolutamente  eccezionale.  Il  procedi- 
mento psichico,  che  deve  aver  guidato  l' uomo  nella 
formazione  di  cosifatto  amuleto,  dev'essersi  fondato 
sulla  credenza  animistica,  che  lo  spirito  dei  trapas- 
sati sia  non  solo  migrato  nella  corda  della  bara,  ma 
che  la  stessa  corda  ablna  accumulato  successivamente 
gli  spiriti  degl'individui  morti,  su  di  essa  ulterior- 
mente trasportati.  Condensati  così  gli  spiriti  abban- 
donati da  molte  persone  col})  ite  da  morte,  si  veri  ti - 
cherebbe  un  caso  singolarissimo  di  migrazione  spe- 
cifico per  la  sorta  dello  animale  in  cui  avviene  e 
per  la  localizzazioni'  in  un  organo  determinato  di 
esso.  Conseguirel)b('  da  ciò.  da  questa  sorta  di  uma- 
nizzazione dei  muscoli  cervienli  su])eri<:)ri  del  bue, 
non  solo  un'esplicazione  insolita  di  energia,  ma  un 
cambiamento  ))rofondo  nel  carattere  dei  buoi,  per  cui 
rimarreblx'ro  ammansiti  e  resi  incapaci  a  dare  ulte- 


I 


IL    FETICISMO    l'KlMITIVO    I.\    ITALIA  f)!» 


rionncnto  di  cozzo  verso  ^li  uomini.  Una  coiiffnna 
a  (lucsto  modo  di  vedere  vieii  sui»-o-('rita  dal  fatto, 
che  più  volte  ho  sentito  ripetermi,  che  la  corda  della 
bara  ha  tanto  mag'g-iore  etiicacia,  ciuanto  ]ni\.  lung-a- 
mente  fu  usata,  mentre  si  ritiene  di  debolissimo  ef- 
fetto, se  dessa  fu  di  recente  ai)plicazione. 

Nelle  ca'npagne,  specialmente  ai  crocicchi  (h'ile        Anmioti 

vie,  località  favorite  per  lo  incontro  delle  streghe,  la   !;^i„"tV'  '^dì 

Chiesa  cattolica  o  la  pietà  dei  fedeli  hanno  collocato  '^■ai'^ttere 

^  sacro,    a- 

da  tempo  imniìigini  sacre  entro  edicole,  ovvero  hanno   venti  però 

qualche  re- 
innalzato  grandi  croci.  In  molti  luoghi  le  immagini   la/iono  con 

dipinte,  il  piìi  d'ordinario,  della  Madonna  col  bam-  c'ri? 
bino,  si  venerano  come  portentose  per  la  guarigione 
delle  malattie,  che  affliggono  la  povera  umanità.  Ma 
il  jiortento  o  l'efficacia  della  Jladonna  dipinta,  non 
si  addimosti'a  come  conseguenza  della  fede  sincera 
nelle  sue  virtìi,  nel  suo  diretto  aiuto,  nella  sua  va- 
lida intercessione;  prende  invece  l'aspetto  singola- 
rissimo di  una  fede  pagana,  materialissima,  in  cui 
il  lato  animistico  del  feticismo  risulta  evidente.  È 
costume  difatti  nelle  campagne  dell'Umbria,  che 
nelle  circostanze  in  cui  si  manifesta  il  male  in  una 
famiglia  di  contadini,  un  congiunto  del  inalato,  ge- 
neralmente una  donna,  accorre  all' immagine  di  Ma- 
ria al  prossimo  crocicchio;  raschia  e  raccoglie  in 
un  cencio  un  po'  d'intonaco,  esistente  vicino  al- 
l'immagine, e  torna  al  malato  per  appendergli  al 
collo  il  piccolo  involucro,  che  contiene  i  frammenti 
polverulenti  dello  intonaco  raschiato.  Se  il  malato 
guarisce,  nel  primo  giorno  che  uscirà  di  casa  ripor- 
terà pi'rsonalniente    ali"  immagine  dii»inta  della  Ma- 


60 


GIUSEPPE   BELLUCCI 


KiG.  36.'»  —  Edicola  in  muratura,  oretta  presso  un  crocevia  nel- 
1"  aperta  campagna,  con  immagine  della  Madonna  in  tavola 
rettangolare  di  majolica,  colorita  a  smalto.  Nel  lato  destro  di 
(luesta  conservasi  appeso  un  grappolo  di  sacchettini  votivi, 
mentre  nel  lato  sinistro  trovavasi  quello  rappresentato  dalla 
fig.  37".  Entro  i  sacchettini  si  raccolse  la  raschiatura  dello 
intonaco  distaccato  dalla  supertìcie  dell'  edicola,  di  cui  non 
resta  che  la  parte  supcriore  da  utilizzare  allo  scopo.  Origi- 
nalmente l'immagine  della  Madonna  era  dipinta  sulla  pa- 
rete di  fondo  dell'edicola:  di  mano  in  mano  però  fu  raschiata 
ancor  essa  e  sostituita  con  la  tavola  di  nìajolica.  (Magione, 
Perugia)  —  Gr.  i/ioo- 


IL    ITCTICISMO    PRIMIl'IVO    IN    ITALIA  <!! 


donna  il  sacchetto,  esprimendo  sentimenti  di  animo 
grato  r  di  devozione  infinita.  Se  inv<'Cc  il  malato 
soccombe  ])cr  la  Inrza  dtl  male,  il  sacchetto  restc'.rà 
appeso  al  collo  *•  sepolto  con  il  cadavere.  Il  lato 
animistico  a  tal  riguardo  sta  in  ciò  ;  dalle  genti  dello 
campagne  si  crede  fermamente,  che  lo  spirito  del 
male  passi  dallo  individuo  malato  a  raccogliersi 
nella  raschiatura  dello  intonaco,  contenuta  nel  sac- 
cliettino,  e  che  riportando  alla  Madonna  l'intonaco 
prelevato  prossimamente  alla  sua  immagine,  lo  si 
restituisca,  con  il  male  assorbito  dalla  [jersona,  che 
ne  era  stata  colpita. 

Xelle  mie  escursioni  nelle  cami)agne  d'Italia  ho 
incontrato  immagini  di  ^Iadonn(N  di  Santi  e  di  Sante, 
specializzate  a  guarire  certi  mali  e  non  altri;  vi 
hanno  ad  esempio  immagini,  il  di  cui  intonaco  ra- 
schiato assorlje  e  guarisce  ostinate  cefalee;  altre,  che 
guariscono  i  mali  che  incolgono  il  ventre:  altn.', 
quelli  che  si  manifestano  con  dolori  alle  articola- 
zioni od  alle  ossa.  L'edicole  di  queste  immagini  sono 
ricoperte  di  sacchettini  multicolori,  contenenti  pol- 
vere d'intonaco,  su  cui  migrarono  le  malattie  che  af- 
fliggevano i  miseri  mortali.  Ma  la  scena  è  assoluta- 
mente singolare,  quando  si  ha  la  ventura  d'  imbat- 
tersi in  un' immagine  della  Madonna,  l' intonaco  cir- 
costante della  quale  abbia  la  virtii  di  assorbire  qual- 
siasi sorta  di  male.  L' immagine  si  presenta  come 
circondata  da  grappoli  numerosi  di  sacchettini  vo- 
tivi, che  la  gratitudine  e  la  devozione  ingenua  dei 
beneficati  ha  restituito  con  sentimento  sincero  di  gra- 
titudine e  col  pensiero  di  ritornare  altra  volta  a  va- 
lersi di  un  mezzo    così    facile  di   guarigione,    come 


62 


G1U.SEPPE   BELLUCCI 


quello  che  in  prece- 
denza fu  sperimentato 
sovrano  da  moltissime 
persone. 

Un  secondo  esem- 
pio di  amuleto  o  fetic- 
cio, destituito  di  carat- 
tere sacro,  ma  che  ne 
ha  qualche  apparenza, 
è  formato  da  una  sort;i 
di  moneta  di  arg-<'nto. 
coniata  durante  il  i»*'- 
riodo  delle  Sedi  vacan- 
ti, a'  tempi  dell'antico 
Governo  pontiticio.  !><• 
monete  di  tal  g-ener< 
portano  impressa  n 
loro  rovescio  la  rappre- 
sentazione simbolica 
dello  Spirito  santo,  sotto 
la  forma  di  un  colomlxi 
in  mezzo  ad  una  rag- 
giera, in  mezzo  a  giri 
di  splendore,  fra  nubi 
e  più  solitamente  fra 
lingue  di  fuoco.  Caduto 
il  Governo  pontificio  tali 
monete  cessarono  di 
aver  corso  legale,  ma 
proseguirono  e  prose- 
guono tuttora  a  circola 
singolarmente  fra  quelle 


FiG.  37.'!  —  Grappolo  di  sacchcttini 
ripieni  di  polvere  e  di  frammenti 
d' intonaco  distaccato  dalla  su- 
perficie dell'  Edicola,  rappresen- 
tata dalla  figura  precedente.  O- 
gni  sacchettino  costituì  anzi- 
tutto un  amuleto,  poi  fu  resti- 
tuito come  ex- voto  all'  imma- 
gine della  Madonna.  (Magione, 
Perugia)  —  (ir.  13. 

re  fra  le  mani  del  popolo   e 
delle  madri  di  poveri  bam- 


IL    FETICISMO    PKIMiriVO    IN    ITALIA 


63 


bini,  f;K-ili  (|U('sti  ultimi,  nei  j)i"inii  tempi  della  loro 
vita,  a  cader  vittima  di  affezioni  nei'vose  con  forma 
convulsiva.  Tali  monete  sono  ditatti  ritenute  <|iiali 
amuleti    validissimi  e  ricercati,  attriliueiidosi   ad   essi 


Fio.  38.»  —  Monete  pontificie  di  Sede  vacante,  dette  dello  spirito 
.■<aiHo.  .vmuleti  contemporanei  contro  le  convulsioni  della 
prima  infanzia,  dette  infantignole.  (Perugia)  —  Gr.  nat. 

la  virtù  di  rendere  immuni  i  hambini  dagli  accessi 
nervosi  convulsivi  della  i)rima  infanzia,  designati 
volgarmente  col  nome  d' infantignole,  e  di  guarirli 
se  ne  fossero  stati  colpiti. 

Per  ([uesto  dui>lic(^  scopo  preventivo  e  curativo 
siffatte  monete  si  trovano  perforate   per   appenderle 


64  GIUSEPPE    BELLUCCI 


al  collo  dei  bambini  ;  ovvero  presentano  piccoli  fori 
centrali  e  smarginature  nel  contorno,  per  fermarle 
con  cuciture  fra  le  pieghe  degli  abiti,  affinchè  il 
bambino  sia  sempre  provveduto  dell'  amuleto  protet- 
tore e  non  abbia  la  possibilità  di  perderlo.  Inda- 
gando qual  sia  stato  il  nesso  logico,  che  deve  aver 
condotto  ad  attribuire  a  tali  monete  T  efficacia  di  un 
amuleto  o  feticcio,  non  son  giunto  a  stabilire  gran 
che  di  preciso  ;  la  risposta  più  comune  che  ho  sentito 
ripetermi,  e  che  per  sé  stessa  non  aggiunge  alcuna 
nuova  cognizione,  è  stata  quella,  che  le  monete  dello 
Spirito  santo,  si  designano  con  tal  nome,  sono  ef- 
ficacissime a  tener  lungi  dai  bambini  le  infantignole. 
Vedn'iiio  più  oltre  però,  parlando  dell'  evoluzione 
nelle  forme  e  nelle  credenze  specifiche  degli  amuleti, 
come  anche  prima  delle  monete  dello  Spirito  santo, 
esistessero  già,  a  proteggere  i  l^ambini  dalle  infan- 
tignole, altri  amuleti,  rappresentati  da  piccole  chiavi 
in  argento  od  in  bronzo,  diversamente  conformate 
e  designate  col  nome  di  chiavette  dello  Spirito  santo, 
alcune  delle  quali  furono  fortificate  da  particolari 
benedizioni  dai  ministri  del  Culto  cattolico. 

È  a  ritenersi  perciò  che  il  concetto  sacro  dello 
Spirito  santo  collegato  a  tali  amuleti,  sia  derivato 
da  suggerimenti  della  Chiesa  dominante,  e  che  sta- 
bilitosi questo  pensiero  nella  j^sicologia  popolare, 
facilmente  si  utilizzassero  al  medesimo  scopo  quelle 
monete,  che  si  trovavano  in  circolazione,  le  quali 
per  ragioni  particolari  portavano  impressa  la  rap- 
presentazione simbolica  dello  vSpirito  santo.  Ciò  che 
premeva  peraltro  di  stabilire  si  era,  la  formazione 
di  un  nuovo  feticcio  in  un  periodo  di  tempo  recente, 


IL    FETICISMO    PRIMITIVO    IN    ITALIA  (Jl'ì 


ed  in  un  ainìiiciitc  dominato  da  credenze  reliji^iose 
diverse  da  quelle  del  feticismo  primitivo;  i-  la  mo- 
neta di  Si'de  vacante,  detta  dello  Spirito  santo,  ce 
ne  ha  Dtferto  un  esempio  eloquentissimo,  anche  per- 
di»' la  sua  nriirine  non  può  datare  che  dal  H\i)')  (l). 

Una    serie    di    amuleti,    istruttivi    al    i>iù    alto        Aimiloti 

rocenti    ri- 

^rado  e  per  la  loro  composizione  e  per  il  carattere   suitanti  da 
,    ,,  ,  ,  ,  .  ,.      niescolan- 

(h'Ue  persone  che  attendono  anche  o^gi  a  prepararli,    zo  «u ojT^ret. 

è  rapi)resentata  da  certi  brevi  o  brevucci,  che  si  f'or-  ,atterc  sa- 
mano allo  scopo  di  tener  lungi  le  streghe  e  di  pre-  lillg^tum 
servare,  segnatamente  i  bambini,  dai  loro  maletìzì.  '^',5'^'*'  '^'^' 
l^•r  ottenere  questi  brevi  o  brevucci  bisogna  ricor- 
ri're  a  persone,  che  sono  ritenute  quali  streghe  o 
stregoni,  ma  che  per  riuscir  nell'intento,  occorre 
tingere,  di  non  conoscere  l'attribuzione  di  cotesta 
<iualità.  Queste  persone  preparano  a  richiesta  amu- 
Itti  complessi,  con  sostanze  che  conservano  gelosa- 
mente presso  di  loro  a  tale  scopo  precipuo,  regolan- 
done principalmente  la  composizione  sulla  maggiore 
o  minore  offerta  di  danaro.  Ecco  la  costituzione  di 
due  brevi,  esistenti  nella  mia  collezione,  i  quali  rap- 
presentano gli  estremi  della  serie,  in  relazione  con 
la  maggiore  o  minore  facoltà  di  spendere  dei  ri- 
chiedenti. 

Il  primo  contiene:  sale  benedetto;  foglie  di  olivo 
l)enedette:  un   frammento  di  rete  di  mai'e  i-uliata.  Il 


(1)  Le  prime  monete  di  Sede  vacante  risalirono  al  1470;  ma 
«niello,  elle  hanno  impressa  nel  rovescio  la  forma  simbolica  dello 
Spirito  santo,  datano  solamente  dal  1655  e  furono  coniate  durante 
il  periodo  della  Sede  vacante,  fra  Innocenz'^  X  ed  Alessandro  VII. 


66  GIUSEPPE   BELLUCCI 


secondo  contiene  invece  :  pelle  con  pelo  di  tasso  ;  rete 
di  mare  rubata  :  tela  di  stola  rubata  ;  pane  benedetto  ; 
cera  benedetta  ;  olivo  benedetto  ;  sale  benedetto  ; 
corda  di  torre  di  sette  campane  ;  nove  chicchi  di 
g:rano!  Singolari  miscugli  di  oggetti,  imbevuti  di 
fede  cristiana  e  di  fede  pagana,  a  cui  l' ignoranza 
e  la  scaltrezza  di  coloro  che  li  preparano,  V  igno- 
ranza e  la  fede  cieca  di  quelli  che  li  richiedono, 
attribuiscono  virtù  sopranaturali,  ritenute  vere  e  i^o- 
sitive,  mentre  non  si  avvedono  e  non  potrebbero 
disgraziatamente  avvedersene,  che  in  realtà  non  esi- 
ste virtù  alcuna  negli  oggetti  adoperati,  non  esiste 
l'aduggiamento  delle  streghe,  il  male  profondamente 
temuto,  che  gli  oggetti  stessi  dovrebbero  prevenire 
e  combattere. 

Conosciuta  la  composizione  di  codesti  brevi,  po- 
trebbe dirsi  che  ognun  di  noi  sarebbe  capace  di  for- 
marne; ma  l'amuleto  o  feticcio  non  avrebbe  in  tal 
caso  quella  virtù,  quella  sicura  efficacia  che  gli  si  at- 
tribuisce, se  preparato  da  persona,  che  si  ritiene  non 
solo  pratica  dei  malefizi  e  delle  arti  di  stregoneria, 
ma  capace  eziandio  di  esercitarle  all'occorrenza.  Vi 
ha  di  più  ;  le  persone  in  voce  di  streghe  o  di  fat- 
tucchiere, abitanti  nei  paesi  o  nelle  campagne,  co- 
noscono la  forza  nel  malefizio  delle  loro  compagne 
in  stregoneria,  ed  esagerando  a  scopo  di  maggior 
lucro  la  supposta  potenza  del  nemico,  mostrano  di 
dosare  la  composizione  del  feticcio,  anche  secondo 
la  presunta  capacità  della  loro  avversaria. 

Mi  sono  presentato  un  giorno  in  un  paese  del- 
l'Abruzzo aquilano  ad  una  di  queste  megère,  detta 
«  la  prufite  »   indicatami  come  strega;   dopo  averle 


IL   FETICISMO    PKIMITIVi)    IN    ITALIA  G< 


aclcìimandato  di  prepararmi  un  breve  della  iiiajrjjinr 
potenza  possibile,  volli  esporle  come  per  incidente, 
tutta  la  mia  erudizione  in  fatto  di  stregoneria,  mo- 
strandomi convinto  della  verità  dei  particolari  che 
riferiva  e  guardandomi  bene  di  accennare  meno- 
mamente all'idea,  che  io  la  ritenessi  in  concetto  di 
strega.  KMuscii  ad  entrare  nella  fiducia  di  ([uella 
donna,  ed  a  forza  di  dire  e  di  dare,  la  persuasi  a 
cedermi  tutto  il  materiale  che  possedeva  per  for- 
mar brevi  contro  le  streghe,  materiale  per  sé  stesso 
singolarissimo,  che  ora  trovasi  nella  sua  totnlit.Y  nella 
mia  collezione. 

Oltre  ad  una  stola  intiera  ed  intatta,  rubata  di 
recente  nella  sagrestia  di  una  chiesa  vicina,  ebbi  un 
batuffolo  di  rete  di  mare  rubata,  una  striscia  di  pelle 
di  tasso  con  pelo  ;  buona  parte  della  muta  di  un 
serpe,  la  pelle  <Vun  cervionej  altrove  u  cervone  (1); 
coccole  rosse  di  ginepro  ;  coccole  rosse  di  asparago  ; 
sale  cristallizzato  benedetto.  La  vecchia  donna  che 
mi  cedette  questi  articoli  soggiunse,  che  li  avrebbe 
presto  radunati  di  nuovo,  cosicché  la  sua  industria 
non  veniva  a  ricevere  sospensioni  ;  anzi  nella  notte 
susseguente  alla  mia  visita,  si  disponeva  a  recarsi 
alla  marina  per  rubare  un  altro  pezzo  di  rete,  in 
sostituzione  di  quella  a  me  ceduta.  E  quando  reca- 
tomi alla  marina,  dimandai  ad  alcuni  pescatori,  se  si 
fossero  mai  avveduti,  che  nelle  reti  da  loro  distese 
sulla  spiaggia  mancassero  talora  alcune  parti  ta- 
gliate e  rubate  ;   «  pur  troppo,  mi  risposero,  ciò  ac- 


(1)  Con  tali  nomi  distinguesi  il  rettile  Elaphis  'luadriUnea- 
tus,  Lacépède. 


iìS  GIUSEPPE    BELLUCCI 

cade  di  frequente,  e  conosciamo  anche  le  autrici  di 
tali  dispetti,  ma  cosa  volete  farci  ;  se  talvolta  qual- 
cheduno  de'  nostri  compagni  ha  in  qualche  modo 
reagito  verso  quelle  vecchiarelle,  ha  veduto  dipoi 
le  proprie  reti  gettate  a  mare,  ritrarsi  solitamente 
deserte  di  pesci.  Quindi  lasciamo  fare;  tìngiamo  di 
non  avvederci  del  furto  che  ci  vien  fatto,  e  ci  adat- 
tiamo così  ad  un  male  minore,  perchè  non  e'  incol- 
ga un  male  maggiore  »   (1). 

Compresi  in  tal  modo  che  l'esito  fortunato  o  me- 
no della  pesca  si  veniva  a  trovare  in  una  certa  rela- 
zione con  il  furto  delle  reti,  tacitamente  consentito; 
che  la  formazione  di  brevi  atti  a  scongiurare  i  suppo- 
sti malelìzì  delle  streghe  verso  i  bambini,  aveva  una 
lontana  relazione  per  uno  degl'  ingredienti  normali 
con  la  professione  florida  o  meschina  dei  poveri 
pescatori.  Così  nella  vita  pratica  si  concatenano  i 
fatti  più  disparati,  si  armonizzano  gli  oggetti,  che 
sembrerebbero  non  avere  e  non  potessero  mai  avere 
tra  loro  la  piii  lontana  "relazione. 

Gli  esempi  addotti  hanno  pertanto  addimostrato 
la  prosecuzione  non  interrotta  di  una  pratica,  che 
•origina  fin  dalla  più   remota   antichità,    quella   cioè 


(1)  Il  furto,  riguardo  agli  amuleti  aumenta  in  generale  le 
virtù  che  ad  essi  soglionsi  attribuire.  Alcuni  amuleti  poi  comin- 
ciano ad  essere  dotati  di  particolari  virtii  nel  momento  medesimo 
in  cui  l'oggetto,  che  li  rappresenta,  é  rubato.  K  ciò  rientra  nella 
teoria  generale  del  feticismo,  poiché  il  feticista  pensa  già  d' in- 
carnare 0  d' immettere  nell"  oggetto,  che  si  dispone  a  rubare,  le 
virtù  speciali,  che  costituiranno  poi  la  sua  particolare  caratteri- 
stica. L"  audacia  e  le  astuzie  occorrenti  per  derubare  un  oggetto 
vivamente  desiderato,  aumenteranno  notevolmente  il  suo  pregio 
nella  mente  del  feticista,  se  saranno  coronate  da  esito  favorevole. 


IL    FETICISMO    PlilMinVU    IN    ITALIA  fiM 


(li  toniiai'c  iiiiiulcti  0  feticci  con  o^(i;'('tti  i  più  rli- 
versi  e  nel  ina<2:j^ior  numero  di  casi  iiisi<:^nitìcanti,  at- 
tribuendo ad  essi  virtù  straordinario,  soin'anaturali, 
e  circondandoli  di  particolare  venerazione.  Alcuni 
degli  esempi  riferiti  hanno  pure  addimostrato  l'esi- 
stenza di  talune  persone,  clic  ])otrel)bero  ciualiticarsi 
come  gli  stregoni  dei  feticisti,  alle  quali  si  attribui- 
sce una  potenza  magica  superiore,  ritenute  })erciò 
capaci  di  formare  amuleti  o  feticci  di  un'  efficacia 
sicura  in  determinate  circostanze. 

Persiste  <iuindi  nell'etA  moderna,  in  mezzo  alla 
società  civile  attuale,  non  solo  la  fede  cieca  nelle 
virtù  dei  feticci,  informati  a  quegli  stessi  principi 
animistici,  che  incominciarono  a  manifestarsi  tìn 
dall'  età  più  remote,  ma  persiste  eziandio  quella 
forma  primitiva  di  organizzazione  feticistica,  che  si 
verifica  tutt'ora  fra  le  tribù  selvagge  o  se  mi -sei  v-agge 
viventi,  e  che  doveva  esistere  fra  le  tribù  preisto- 
riche e  protoistoriche,  che  poi)olarono  un  giorno 
le  contrade  italiane. 


W1^«WWVf^1^1^1^«1^«*V1^V1^f^1^*1^«f^Vf^V1^*«1^*1^ 


CAPITOLO  IV 


Influenza 
della  reli- 
gione cri- 
stiana suo  li 
amuleti  de- 
rivanti da 
credenze 
feticistiche 
primitive. 


Fu  già  rilevato  in  antecedenza  clie  gli  avanzi 
del  feticismo  primitivo  i  quali  ancora  permangono 
nelle  contrade  italiane,  pel  fatto  di  manifestarsi  non 
piìi  in  un  ambiente  selvaggio,  ma  in  un  mezzo  so- 
ciale relativamente  evoluto,  dovevano  trovarsi,  come 
difatti  si  trovano,  commisti  agii  amuleti  introdotti 
più  tardi  dai  seguaci  della  religione  cristiana,  oggi 
dominante  nella  forma  cattolica. 

Le  ricerche  proseguite  nelle  campagne  e  monta- 
gne italiane  hanno  naturalmente  confermato  questa 
conclusione  ;  nello  stesso  tempo  però  hanno  addimo- 
strato r  esistenza  di  un  fatto  singolare,  che  collega 
il  feticismo  primitivo  con  il  feticismo  conseguente 
dalla  religione  dominante,  che  diremo  cristiano.  È 
conosciuto  il  fatto,  che  la  Chiesa  ha  strenuamente 
combattuto,  come  combatte  tuttora  i  principi  delle 
forme  religiose  differenti,  che  l' hanno  preceduta  o 
che  vivono  contemporaneamente  a  fianco  di  essa. 
Era  ed  è  questione  di  ambita  supremazia  ed  anche 
di  esistenza,  perchè  nella  lotta  con  l'Entità  o  Di- 
vinità ritenute  false  e  bugiarde,  la  Religione  cri- 
stiana confidò  sempre  e  confida  di  vincere,  after- 
luaiido  ed  estendendo  con  ciò  mag'ffiormente  la  sua 


IL   FETICISMO    PRIMITIVO    IN    ITALIA 


autoritri  sulle  masso  credule  ed  ossequenti.  Nella 
strenua  lotta  elle  lia  combattuto  e  coml>attt',  hi 
Chiesa  cristiana,  nella  sua  forma  cattolica,  si  è  poi 
sempre  dichiarata  nemica  delle  fattucchierie  e  stre- 
gonerie, riguardandole  sia  come  sopravvivenze  delle 
relig-ioni  pagane,  die  la  precedettero,  sia  come  ma- 
nifestazioni demoniache,  ostili  al  principio  ed  al  retto 
intendimento  della  Chiesa  stessa.  Mentre  però  aper- 
tamente, e  per  così  dire  officialmente,  si  è  addimo- 
strata in  tal  modo,  tacitamente  e  per  così  dire  nella 
vita  pratica,  si  dovè  adattare  ai  tèmpi,  agli  am- 
bienti, alle  condizioni  delle  cose  e  degli  uomini,  as- 
sorbendo nei  suoi  principi  fondamentali  con  modifi- 
cazioni larvate,  singolarmente  nelle  forme  esteriori 
del  culto,  una  quantitA  notevole  di  quei  principi, 
<li  quelle  forme,  ch'esistevano  nelle  religioni  abl)at- 
tute  ed  altre  i»i'endendone  a  i)restito  dalle  religioni 
viventi.  Ma  ciò,  che  non  si  crederel)be,  fosse  av- 
venuto, è  il  fatto,  posto  in  evidenza  da  molti  esem- 
plari della  mia  collezione  di  amuleti,  che  la  Reli- 
gione cristiana  nella  sua  forma  cattolica  ha  assorbito 
e  modificato,  non  solo  il  concetto  generico  del  feti- 
cismo, poiché  questo  si  sarebbe  in  certo  modo  com- 
preso, ma  anche  le  rappresentazioni  materiali,  gli 
oggetti  medesimi,  facenti  parte  del  feticismo  primi- 
tivo, adattandosi  e  piegandosi  con  scaltrezza  ed 
acume,  con  opportune  concessioni,  alle  credenze  fe- 
ticistiche delle  masse  ignoranti. 

Questo  adattamento,  questa  forma  evolutiva  nel 
concetto  degli  amuleti,  è  risultato  dallo  esame  com- 
parativo di  un  numero  rilevante  di  esemplari  rac- 
colti nelle  diverse  regioni  italiane,  per  cui  si  addi- 


72  GIUSEPPE   BELLUCCI 


mostra,  che  dalla  forma  rozza  di  un  oggetto  natu- 
rale qualsiasi,  a  cui  soltanto  il  principio  animistico 
avrebbe  potuto  conferire  le  virtù  di  un  feticcio,  si 
giunge  per  gradazioni  alla  forma  di  un  simbolo  cri- 
stiano, materializzato  però  nella  stessa  sostanza  del 
feticcio  primitivo,  dinanzi  al  quale  si  resta  indecisi, 
se  la  fede  si  debba  riporre  sul  simbolo,  o  sulla  so- 
stanza, ovvero  debbano  essere  contemporaneamente 
soggetto  di  culto,  sostanza  pagana  e  simbolo  cri- 
stiano. Meglio  che  ulteriori  dimostrazioni  a  parole 
valga  all'uopo  l'esposizione  dei  fatti;  ed  io  pongo 
qui  alcune  serie  di  forme  di  amuleti,  che  varranno 
a  mettere  in  luce  questo  singolare  argomento. 

Serie  Prima 


Fulmini  o  pietre  dei  fulmini. 

Differenti  sono  le  forme  dei  fulmini,  che  se- 
condo la  credenza  popolare  costituiscono  la  parte 
materiale,  litica  o  metallica,  delle  scariche  elettriche 
atmosferiche.  Una  delle  forme  più  comuni,  anche 
perchè  quella  che  la  rappresenta,  trovasi  notevol- 
mente diffusa  in  condizioni  naturali,  è  quella  delle 
asce  levigate  in  pietra  verde,  che  furono  utensili 
usatissimi  dall'  uomo  nel  periodo  neolitico  dell'  età 
della  pietra  (1).  Ora  con  siffatte  forme  di  fulmini 
esistenti  nella  mia  collezione,  si  rende  possibile  di- 
mostrare il  cambiamento  verificatosi  in  tale  feticcio, 
per  opera  segnatamente  della  religione  cristiana. 


(1)  Vedasi  su  ciò,  pag.  ]" 


IL    FETICISMO    l'IM.MITIVO    IN    ITALIA 


Tó 


La  fìjf^,  39."  rappresc'iit.i 
una  forma  naturale  di  ful- 
mine, costituita  da  un  ciot- 
tolo appiattito  (li  calcare  si- 
liceo nerastro,  durissimo,  con 
miiiiei'osi  ci'istallini  di  iiii'ilc 
nello  impasto.  Todesto  i)re- 
teso  fulmine  è  toj^giato  fi  «ifros- 
solauo  ta*i'liente  nella  parte 
inferiore,  senza  che  1'  uomo 
abbia  però  concorso  per  ot- 
tenerlo. Il  colore  nero,  la 
foi'ina  di  g'rossolana  accetta, 
la  durezza  notevole,  la  pro- 
prietà di  dare  scintille  con 
l'acciarino,   il   luoji'o   del  tro- 


FiG.  39."  —  Pietra  del  ful- 
mine ;  forma  naturale. 
(Rose,  Cosenza)  —  Gr.  1/2 


.^.'■"^ 


Fici.  40."  —  Pietre  del  fulmine,  una  delle  (juali  in  astuccio  di  cuojo: 
asce  levigate  del  periodo  neolitico.  A  a.  (Atri,  Teramo);  nel 
centro  (Castelnuovo,  Assisi,  Umbria)  ;  a  d.  (Cancellara,  Foli- 
gno) —  (ir.  1  o. 

varnento,  devono  aver  fatto  ritenere  come  un  ful- 
mine caduto,  la  pietra  naturale  rinvenuta  e  rac- 
colta,  attribuendosi    i)oi    ad   essa   quelle   virtù,    che 


74  GIUSEPPE   BELLLXCI 


furono  assegnate  a  forme  analoghe,  come  quelle  rap- 
presentate dalla  figura  seguente. 

La  fig.  40.''  addimostra  la  forma  di  tre  amu- 
leti 0  feticci,  costituiti  da  accette  levigate  in  ser- 
pertino,  appartenenti  al  periodo  neolitico  dell'  età 
della  pietra.  Quella  a  s.  è  intiera  e  conservata  così 
come  fu  raccolta  :  quella  del  centro,  fu  perforata 
all'apice  per  tenerla  appesa:  quella  a  d.  trovasi  cu- 
stodita in  un  involucro  di  cuojo,  cucito  accurata- 
mente nei  margini,  di  guisa  che  i  suoi  particolari 
non  sono  manifesti.  E  ancor  essa  un'ascia  levigata, 
perforata  all'apice,  il  margine  tagliente  della  quale 
fu  troncato,  per  sostituirvi  una  superficie  piana, 
riducendolo  così  a  brunitoio,  utensile  adoperato  dif- 
fusamente nelle  prime  età  metalliche  fi). 

La  singolarità  di  questo  preteso  fulmine  si  trova 
anzitutto  in  sé  stesso,  perchè  munito  di  sacra  be- 
nedizione, poi  nelle  particolarità  dei  seguenti  og- 
getti con  cui  è  riunito  nell'involucro  di  cuojo: 

1."  Foglie  di  un  rosajo,  racchiuse  in  carta, 
sulla  quale  sono  impresse  a  stampa,  preghiere  in 
lingua  latina  e  l'immagine  di  S.  Francesco,  che  ri- 
ceve le  stimate.  Le  foglie  di  rosa,  presentano  chiazze 
color  ruggine,  somiglianti  a  quelle,  che  si  veggono 
nelle  foglie  tratte  dal  leggentlai'io  roseto  senza 
spine,  attiguo  alla  chiesa  della  ^ladonna  degli  An- 
geli, presso  Assisi,  dal  quale  con  tutta  i)robabilità 
provengono  ; 


(1)  Vedasi:  Bellucci  (}..  Matoiali  paletnologici  della  Provin- 
cia dell' Umbfia;  Kicercho  e  studi,  voi.  I.  pa?.  95.  Perugia.  Unione 
Tip.  Coop. 


IL   FETICISMO    PKIMiriVO    IN    ITALIA 


2."  Un  frainniento  di  nastro  in  seta  l)ianca- 
stra,  con  parecchi  fiocchi  di  seta  rossa  aderenti, 
consimile  ad  altri,  che  si  distribuiscono  in  taluni 
Santuari  ; 

3.°  Un  piccolo  involucro  di  carta,  contenente 
una  certa  quantità  di  sostanza  polverulenta,  deri- 
vante da  raschiatura  d'  intonaco  di  (jualchc  tempio 
o  località  sacra  ; 

4."  Una  carta,  in  cui  trovasi  impressa  a  stampa 
una  preg'hìera,  illeggibile  i)er  lacerazione  della  carta 
stessa,  di  cui  però  sono  tuttora  manifesti  il  princi- 
l)io,  rappresentato  da  una  formula,  solita  ad  adope- 
rarsi in  certi  scong-iuri,  i-  la  tìn*-.  La  preg^hiera 
comincia  con  la  formula  : 

+     1     +     1     +     1     +     1     +    1 

e  termina  con  le   parole  : 

iiìì  Amen  e  tre  Credo. 

L'amuleto  complesso  di  cui  si  è  data  la  descri- 
zione, era  conservato  con  moltissima  cura  e  vene- 
razione da  una  vecchia  donna,  che  lo  custodiva  con 
altri  oggetti  di  carattere  sacro,  entro  una  borsa  col- 
locata sotto  l'origliere  del  letto  (1). 

Come  ben  si  comprende  dalla  descrizione  sud- 
detta il  feticcio  pagano  primitivo,  il  preteso  fulmine 
caduto  dal  cielo,  è  addivenuto  un  feticcio  cristiano, 
custodito  con  la  stessa  cura  e  gelosia,  con  cui  si  cu- 


li) Come  particolare  storico  ricordo,  che  questo  amuleto  fu 
<l;i  me  acquistato  in  un  anno  di  penuria  di  generi  alimentari, 
cambiandolo  con  quaranta  chilogrammi  di  frumentone  ! 


76 


GIUSEPPE   BELLUCCI 


stodiscono  le  reliquie  di  esclusivo  carattere  sacro, 
e  soggetto  come  queste  alle  medesime  forme  di  culto 
esteriore. 

La  Hg.  41.^  rappresenta 
uua  forma  di  croce,  perforata 
all'  apice  per  tenerla  appesa, 
tratta  da  un'ascia  levigata  in 
giadcite  del  periodo  neolitico, 
segata  anzitutto  longitudinal- 
mente e  ridotta  poi  mercè  se- 
gature laterali,  accuratamente 
condotte,  all;i  forma  attuale 
di  croce. 

Questo  singolare  amule- 
to, benedetto  dal  l'arroco,  si 
trovò  appeso  a  capo  di  un 
letto  in  mezzo  ad  oggetti  di- 
versi, di  carattere  esclusiva- 
mente sacro. 

Dell'antica  pietra  dd  ful- 
mine non  resta  pertanto  in 
questo  feticcio  cristianizzato, 
che  la  provenienza  e  la  so- 
stanza ;  ogni  altro  carattere  del  feticcio  primitivo  è 
scomparso.  Alla  venerazione  però  per  il  simbolo  cri- 
stiano, che  l' amuleto  oggi  rappresenta,  si  aggiun- 
geva nel  possessore  la  fede  nelle  virtù  dell'  antica 
pietra  del  fulmine,  di  cui  oltre  al  ricordo  vivo  ed 
indelebile,  permaneva  sempre  una  parte  della  so- 
stanza che  la  costituiva. 


FiG.  41.^  —  Pietra  del  mi- 
mine :  ascia  levigata  del 
periodo  neolitico,  ridotta 
a  forma  di  croce.  (S.  De- 
metrio, Aquila)  —  Or.  2/3 . 


IL    FKTICISMO    l'IMMITlVO    IN    ITALIA 


Serie  Seconda. 

Saette  o  pietre   delle  saette. 

Un'altra  fonila,  forse  la  più  coimnic  <•  caratte- 
ristica, della  parte  materiale  delle  seai-idic  i-lettriche 
atmosferiche,  è  quella  che  presentano  le  cuspidi  di 
freccia,  di  giaveUotto,  di  lancia,  di  pugnale,  gik 
adoperate  dall'uomo  nel  periodo  neolitico  ed  eneo- 
litico dell'epoca  preistorica.  Tal  forma  è  comune- 
mente designata  col  nome  di  ju'efra  della  saetta,  o 
semplicemente  con  quello  di  saetta.  Fu  accennato 
gic\  a  questa  forma  in  antecedenza  (1),  quando  si 
volle  addimostrare  il  carattere,  che  tali  cuspidi  liti- 
che avevano  assunto  nel  culto  feticistico  delle  genti 
italiane,  e  dalle  considerazioni  ulteriori  vedremo, 
come  le  conclusioni  allora  formulate,  ricevano  la  più 
am[)ia  conferma.  In  questo  capitolo  però  le  pietre 
delle  saette  dovrebbero  essere  esaminate  dal  punto 
di  vista  delle  mutazioni  di  forma,  che  per  influenza 
delle  dottrine  cristiane  potrebbero  presentare.  Deve 
subito  osservarsi  però,  che  a  causa  di  una  difficoltà, 
che  può  ben  dirsi  tecnica,  ed  in  conseguenza  di  un 
principio  tradizionale  tuttora  vivente,  non  solo  la 
forma  primitiva  di  tali  saette  non  fu  variata,  ma 
sulle  loro  superfici  non  fu  nemmeno  inciso  o  scolpito 
alcun  attributo  simbolico,  relativo  alla  religione  cri- 
stiana. 

La  difficoltà  tecnica  deriva  dalle  proprietà  na- 
tui'ali  (Iella  selce,  minerale  di  cui  sono  generalmente 

(1)  Pag.  17. 


78  GIUSEPPE   BELLUCCI 

costituite  le  saette.  La  selce  non  può  adattarsi  a 
forme  determinate,  se  non  che  con  un  lavoro  di 
scheggiatura  mercè  accurata  percussione,  e  mentre 
gli  artefici  dell'epoca  preistorica  erano  abilissimi  in 
tal  genere  di  lavoro,  per  effetto  di  una  pratica  lun- 
gamente acquistata,  a  partire  dalle  prime  età  metal- 
liche fino  ad  oggi  tale  pratica  andò  sempre  più  per- 
dendosi e  con  l'arte  non  più  necessaria  scomparvero 
anche  gli  artefici,  che  la  coltivavano.  La  durezza  e 
la  proprietà  di  scheggiarsi  a  forma  concoide,  che  la 
selce  presenta,  oltre  ad  aver  reso  irregolarissime  le 
superfìci  delle  cuspidi  litiche  riguardate  come  saette, 
devono  poi  avere  impedito,  che  su  di  esse  s' inci- 
dessero o  scolpissero  segni  simbolici  attinenti  alle 
dottrine  cristiane.  Il  principio  tradizionale  poi  ge- 
losamente conservato  e  pervenuto  attraverso  i  secoli 
fino  a  noi,  deve  avere  a  sua  volta  contribuito  a  la- 
sciare immutata  la  forma  primitiva  di  tali  saette, 
che  si  ritengono  cadute  sulla  terra  dalle  regioni  su- 
periori del  cielo.  Si  disse  già  (1),  che  il  contatto  del 
ferro  riesce  a  disarmare  delle  loro  molteplici  virtù 
sopranaturali  le  pietre  delle  saette;  ora  senza  il  sus- 
sidio di  percuotitori  o  martelli  di  ferro  o  di  acciajo, 
sarebbe  impossibile  modificare  opportunamente  le 
forme  primitive  delle  pietre  delle  saette. 

Queste  considerazioni,  senza  essere  assolute,  pos- 
sono servire  a  dar  ragione  del  perchè  tal  forma  di 
amuleto  o  di  feticcio  primitivo  non  abbia  ricevuto 
mutazioni  col  variare  successivo  delle  credenze  re- 
ligiose, avvertendo  che  le   considerazioni  enunciate 

(1)  FiVg.  19. 


IL    FETICISMO    l'KIMlTIVo    IN    ITALIA  79 


cmorgono  ikìii  solo  dallo  csaiiif  (l<-llc  mniitToso 
saette,  che  s((ii  riuscito  a  possedere,  ma  da  (|U<'llo 
eziandio  di  un  ^nxu  numero  di  tali  aiiiuN-ti.  che  ho 
veduto  nellr  mani  dei  possessori,  da  cui  però  non 
}iotci  averli  per  la  mia  collezione.  Non  una  vulta 
mi  fu  dato  di  vedt-re  una  forma  di  saetta  in  pietra 
silicea,  che  portasse  inciso  o  scolpito  qualche  sim- 
bolo sulle  sue  Bupei'fìci.  ovvero  fosse  ridotta,  come 
in  altri  amuleti  si  verifica,  alla  forma  di  simbolo 
cristiano  e  segnatamente  a  (piello  di  croce. 

Ma  se  la  forma  delle  cuspidi  silicee,  riguardate 
come  saette,  non  venne  mutata,  si  ebbero  applica- 
zioni così  molteplici  e  varie  di  tali  amuleti  o  feticci 
})rimitivi  ai  principi  delle  dottrine  cristiane,  da  non 
aver  alcun  dubbio  nello  asserire,  che  la  forma  li- 
tica delle  saette  fu  fatta  propria  dalla  religione  cri- 
stiana, così  come  il  feticismo  primitivo  l'aveva  già 
fatta  sua,  e  l'aveva  riguardata  degna  di  venera- 
zione, di  culto. 

Gli  esempi  seguenti  addimostreranno  anzi  che 
la  nuova  religione  andò  a  tale  riguardo  più  oltre 
dell'antica,  poiché  le  pretese  \sae<fé',  rese  sacre  mercè 
apposita  benedizione  rituale,  furono  poi  corredate  di 
quelle  decorazioni  esteriori,  che  si  usarono  e  si  u- 
sano  tuttora  per  le  altre  reliquie  sacre,  ad  esempio 
per  i  frammenti  delle  ossa  dei  martiri  cristiani  o 
di  coloro,  che  dalla  Chiesa  furono  elevati  al  grado 
di  beatitudine  o  di  santità. 

La  fig.  42."  rappresenta  due  forme  di  cuspidi 
litiche  :  in  alto,  quella  di  una  cuspide  di  freccia, 
ritenuta  quale  pietra  di  una  saetta,  che  si  vide  ca- 
dere al  suolo  e  si  raccolse  scavando   dipoi  ai  piedi 


80 


GIUSEPPE   BELLUCCI 


della  querce  da  essa  colpita. 
Si  trovò  conservata  entro  una 
cavità  della  gola  del  camino 
in  una  casa  di  campagna,  at- 
tribuendosi ad  essa  con  ferma 
fede  le  virtù  protettive  con- 
tro nuove  cadute  di  fulmini 
o  di  saette.  Per  quante  ri- 
chieste ed  indagini  facessi  ai 
possessori  di  tal  forma  di 
saetta,  per  accertarmi  se  a 
suo  riguardo  si  nutrivano  pen- 
sieri di  carattere  sacro,  se- 
condo le  dottrine  cristiane, 
non  riuscì  a  staliilire  nulla  di 
sicuro.  Questa  forma  di  saetta, 
come  molte  altre  che  pos- 
seggo, esprime  quindi,  se- 
condo me,  le  credenze  tradi- 
zionali primitive,  non  influen- 
zale da  pensieri  sovrapposti, 
derivanti  dalle  dottrine  della 
religione  cristiana. 

La  stessa  fig.  42.''  rap- 
presenta in  basso  la  forma 
di  una  bella  cuspide  litica  di 
])ugnal('.  alla  base  del  quale  trovasi  legata  una  cor- 
dicella, per  cui  mezzo  si  teneva  appesa  nella  gola 
(li  un  camino  di  una  casa  di  campagna.  In  seguito 
ad  indagini,  riuscii  a  conoscere  che  tal  forma  di 
saetta  era  stata  benedetta  dal  parroco  ;  e  nella  mente 
dei  possessori  ritenevasi,  che  la  benedizione  impar- 


FiG.  42.»  —  Pietre  delle  saet- 
te Un  alto:  Cortona,  A- 
rezzo)  ;  {in  basso  :  K:\bbrL. 
Spoleto,  Uml)ria)  —  Or.  i/o. 


IL    l'K'l'ICISMo    l'IM.MI  I  IVO    IX    ITALIA  .SI 


tit.i  .(Vrssc  reso  |>iii  sicuri'  ed  ctticiici  Ic  vil'tìl  lia- 
tiir.tliiH'Ut»'  possedute  dall'  aimiletc»,  di  preservare 
dalle  ruluiinazioiii  (1). 

La  tì^-.  4^1.'  rappresenta  la  seiii- 
pliff  parte  inferiore  di  ima  cuspide  di 
treccia  di  torma  triauo'olare,  troncata 
poco  al  di  sopra  del  i>"ainl)o  o  i)edun- 
colo.  K  fasciata  in  arj>"ento  con  anel- 
li-rto  tisso.  ed  io  la  trovai  appesa  a 
capo  di  un  letto,  fra  le  iinma}i"ini  sa- 
cre, in  una  casa  isolata  di  canipatrna. 
(^hiesto  eseni|)lai'e  di  stirffn  presenta  , ,  ,  ...  „  _  i,  . 
un  particolare  interesse,  perchè  addi-  tra  della  saet- 
niostra  come  le  virtù  [)rotottive  delle      ♦^^  (BJi'tiola, 

\Itirsc  imi**    !"*('- 

srif'tfp  caduto,  si  posseggano  anche  dai      ruo-iai    — "  Gr 
fraininenti    di   cuspidi    litiche,    se   na-      nat. 
turalin<'ntc  rinvenute  infrante. 

La  tii>-.  44.'  comprende  le  forme  di  cintine  cn- 
sl>idi  di  fi'eccia  o  di  giavellotto  del  periodo  neolitico, 
contornate  elegantemente  in  argento  e  munite  di  anel- 
letto  fìsso  per  appenderle  :  tutte  erano  conservate 
Con  molta  cura  e  gehisia,  venerate  dai  possessori 
tjuali  pietre  di  tiaette  cadute  sul  suolo  e  riguardate 
validissime  a  proteggere;  da  ulteriori  fulminazioni. 

L'accurato  lavoro  di  montatura  in  argento,  le 
(iiinensioni  non  ordinarie  delle  cus|)idi  litiche,  la 
loro    forma    accuratamente   simmetrica,    dii'ei    (piasi 


(1)  Parlai  la  prima  volta  ilei  riiu  c-ristianoi<ittolic«i  di  Itcìio- 
dirc  le  pretese  saette  in  uno  dei  primi  niifi  studii  palei  iioliigici. 
inserito  negli  Atti  della  Sof.  it.  di  sr.  /lat.  di  Milnno.  \iii.  \I\ . 
1871,  pag-.  1»). 


82 


GIUSEPPE   KELLICCI 


ricercata,  ini  conducono  ad  estendere  a  tutti  questi 
est'inplari  e  ad  altri  consimili,  il  signiticato,  che  riu- 
scì a  precisare  per  uno  di  essi  (a  s.  in  basso),  quello 


Vui.  44."  —  l'rctre  delle  saette:  in  alto  da  s.  ad.:  (AjeUi,  Guriano 
Siculo,  Cocullo,  prov.  di  Aquila):  in  basso:  iPesco  Costanzo, 
Aquila:  Letto  Falena,  Cliieti)  —  (ir.  2'-,. 


cioè  di  oggetti  rc^si  sacri,  per  benedizione  impartita 
dai  ministri  del  culto  e  quindi  ritenuti  quali  oggetti 
di  devozione,  dal  punto  di  vista  delle  dottrine  cri- 
stiane. Ritengo  (jiiindi  clu'  le  cinque  cuspidi  litiche 
d<;lla  tig.  44.'^,  veramente  pregevoli  per  molti  par- 
ticolari di  forma,  di  lavoro  e  di  decorazioni,  rap- 
presentino   il    conc<'tto    di    cinque    feticci    primitivi. 


IL  FKTicisMo  i'i:iMrn\ii  in  haij  V 


S3 


rivestiti  (li  ranittcr»'    s.-uid    sccviikìd  le  (Inttriiic  cri 
sti>ui«'.  e  tr;istonii;iti   in   i-tii(|iiif  n  feticci  cristiani. 

La  \ìix.  1.")/  ra|i|)rcsciita  una  cu- 
spide (li  freccia  |ireistnrii-a.  cinitor- 
iiata  ili  ai';iiiit(i.  e  iiiuiiita  di  catenella 
in  ottone,  per  la  ipiale  trovavasi  cnii- 
«i'iuiita.  ali 'estremità  di  una  corona  <li 
rosario,  con  una  nieda<ilia  di  carattere 
sacro.  La  coi'nna.  da  cui  pendcvaiici 
(jiiesti  due  og'jictti.  fu  trovata  appesa 
a  ca])o  di  un  letto  con  un  ('rocefisso. 
un  ramoscello  di  palma  l)enedetta  e(| 
una   candela   egualmente   heiiecU'tta. 

La  particolare  posizione  della  cii- 
s|>ide  litica  ali"  esti'einità  di  una  co- 
rona di  rosario  (li.  il  collocamento 
di  «piesta  corona  tra  o^"i;vtti  d' incon- 
ti'stahile  cai-attere  sacn».  concorrono 
ad  impartire  alla  pret«^sa  saetta  il  con- 
cetto di  r<^li(iuia  sacra,  secondo  le  dot- 
trine della  relitrione  cristiana. 

]>a  tig.  4t).'  rappresenta  una  forma 
di  reli(iuiario,  lavorato  certamente  da 
monache,  nel  (piale,  al  di  sotto  di  un  cristallo,  ('  rac- 
chiusa una  cuspide  di  freccia  in  selce  dell'epoca  prei- 
storica, rijjfuardata  come  saetta.  Tale  reliquiario,  sin- 
golarissimo per  la  conformazione  e  per  il  contenuto, 
fu  da  me  trovato  a  capo  di  un    letto,   fra   iminasrini 


Ki.:.  45.»  —  Pie- 
tra della  saet- 
ta. (S.  Loren- 
zo, Aquila)  — 
(ir.  nat. 


(1)  L<?  corone  di  rosari(j  e  le  iiietta^lio,  prima  di  essi;re  usate 
dai  fedeli,  devono  essere  consacrate  mercè  forme  rituali  di  pai- 
tieolare  l)ene<li/.ione. 


S4 


GIUSEPPE    BELLUCCI 


(li  Santi,  un  Crocefisso  ed  un  honen  Christi,  quando, 
in  un  i>-ioru()  di  forte  temporale.  e1)l)i  casualmente 
a  ricoverarmi   in  una  povei'a  casa,   pi'ossima  al   vil- 


FiG.  46."  —  Pietra  della  saetta,  entro  un  reiii|ni;irio.  iS.  AiioIIìikuc 
Marsciano,  Perugia)  —  Gr.  1/2 . 


hifi^gio  di  S.  Apollinare.  (Jiraudo  per  la  casa  ed  en- 
trando nella  camera  da  letto  della  vecchia  donna 
che  colà  abitava,  osservai  con  vera  meraviglia,  come 


IL    KKTlrlSMi»    l'KIMniVC»    IN    IIAI.IA 


85 


una  caiulcla  anlcssc  diiian/ci  a  (|ucl  n-litniiario  I  Ap- 
presi allora,  clif  la  punta  di  saetUi,  custodita  nel 
i'('li<|iiiario.  era  stata  Itcìicdctta  dal  Parroco  <■  cln- 
per  devozione  <•  cnn  ferina  tede,  (piella  povera  vec- 
chia suoleva  accen- 
dere dinanzi  ad  essa 
una  candela  henedei 
ta.  tutte  le  volte  idic 
il  tuono  i"iiiiiore^';4'ia- 
va  da  lun<>i,  prean- 
nunciando il  tempo- 
rale o  la  «i'randiiie. 
.Mi  a^'^iunj>"eva  con 
iiif^enua  sicurezza  : 
che  né  porclieric  (li. 
iir  acci  ne  sporche  (ac- 
(|ue  miste  a  g-ran- 
dine),  sarebbero  mai 
cadute  nel  territorio 
protetto  dalla  poten- 
te reliquia,  eh'  essa 
possedeva. 

La  flg.  47.'  l'ap 
l)resenta  tre   cuspidi 
di    treccia     in    selce 
dell'  epoca     preisto- 
rica, due  delle  quali    colU^gate  ad  una  catenella    di 
argento,  che  serviva  a  tenerle  sospese  ;  la  terza  col- 


;.  47.'  —  rioire  ilello  saette;  da  s.  a 
li.  :  (Trasacco,  Scontrone,  i)rov.  di 
Ai|iiila  ;  Cortona,  Are/./.o)  —  Gr.  '/j. 


(1)  Chiaiiiansi  jKirclirric,  sjiurcisie,  le  cuspidi  del  lulinine  e 
delle  saetto,  e  d'ordinario  ilcsifjnansi  con  (|uesti  pseudonimi,  es- 
sondo roffola  goneralnionto  osservai,!.  i|Uolla  di  non  nominare  mai 
né  fulmini,  nò  saette. 


86  (ili  .SEPPE    BELLUCCI 

locata  in  un  castone  di  argento,  tci'niinato  all'  estre- 
mità con  (lue  lino-uettc.  i)ci-  uic/zd  tlelle  (juali  I'oìt- 
getto  era  fissato  ad  un;i   ta\iili'rr;i   di   legiKi. 

Q,uésti  tre  oggetti,  pregevolissimi  non  solo  \H'r  la 
conforma/ione.  ])cr  Teleganz.-i  e  l;i  finitezza  d(^lla  de- 
corazione nii'tiillicM.  m;\  jinclic  ])<■]•  j  [larticolari  sto- 
rici elle  ,1  ciasciiciiniio  di  essi  si  riferiscono,  furono 
trovati.  (|U;ili  sjiclic  cadute  dal  cielo,  in  mezzo  a 
numerosissinii  c.r-roto,  in  tr<'  chiese  ditt'erenti  ed  in 
regioni  d'Italia  al)l)astanza  lontane  ti-a  loro.  1  due 
])rimi.  con  cat<'nelle.  ei'aiio  consaiTati  ed  offerti  ad 
immagini  miracolose  di  Mad<inne  :  il  terzo  fu  con- 
sacrato ed  olferto  ad  un  grande  Crocefisso,  venera- 
tissimo  dai   fedeli. 

Così  le  cuspidi  litiche,  che  le  gi'Uti  italiane  ado- 
perarono un  giorno,  prima  (die  la  storia  registrasse 
le  nmane  \icende.  i»er  rendere  piii  acuminate  e  nu- 
cidiali  le  l(.ro  ai'uii.  ehhei'o  fortuna  davvero  singo- 
lare, tjuando  r  ignoranza  umana  cominciò  ad  inter- 
pretarle come  la  parte  luateriale  delle  scariche  elet- 
triche, che  scoccano  con  immenso  laimore  dai  nend)i 
tempestosi  sulla  terra  desolata.  (  )ltrei)assato  il  pe- 
riodo della  religione  feticistica  pi'imitiva,  le  pretese 
saette  fui'ono  poi  riguardate  (|uali  atti'ihuti  della  più 
alta  divinità  dell'Olimpo,  e  come  tali,  ritenute  sa- 
cre e  venerate  durante  il  lungo  periodo  delle  civiltà 
classiche  e  sotto  l'impero  dille  religioni  politeiste. 
Atterrati  gli  anticlu  Dei  e  disarmato  per  sem{)re 
Giove  fulminaiore,  le  pretese  saette  riuscirono  an- 
cora a  salvarsi  dalla  rovina  generale  delle  dottrine 
pagane.  La  religione  cristiana  mm  xalsc  nò  allora,  nò 
poi    a    cancellai'e    dalle    menti    umane     l'antico    er- 


II,    FKTICI.S.MO    l'Ul.MllTVo    IN    M'ALIA  87 

rorc.  <■  iiii'iiti'c  i  ti'dt'li  |)r(>sci;uin)ii().  coiiic  pros»*- 
^uoiiu  tuttora,  a  riv(jlf;-(r('  allr  [ìn'tcsc  saette  pre- 
ghiere e  iiiaiiifestcìzioni  esteriori  di  culto,  la  (yhi(^sa 
non  esitò  ad  ace.ofj^iiei'N-,  rome  le  accoj^lie  tuttf)ra, 
nel  l'antlieou  riccliissiiiKi  delle  luidtiforiui  ed  innu- 
mt-revoli  reli(iuie  eristiaiic. 

SioRiK  I'kuza 


Pietre  sanguigne  o  del  sangne. 

Il  dias|irii  di  eolor  l'osso  o  rossastro,  i  diaspri 
verdi  eoli  maeeliie  rosse,  soniifj^'lianti  a  gocciole  di 
sangue  disperse,  tìirono  ritenuti  e  si  ritengono  tut- 
tora (piali  amuleti  a\-eiili  virtù  preservative,  atti 
perciò  ad  impedire  luseita  de!  sangue  da  qualun- 
<]ue  parte  del  e(»rpo.  e  \  irtiì  curative,  singolarmente 
tiinostatiche.  nei  casi  in  eui  il  sangue  sgorghi  da 
ferite  o  con  fonile  emorragiche  fluisca  dall'  interne 
cavità  del  corpo  umano.  Applicando  in  questi  ul- 
timi incentri  la  piiiva  del  sanijiu'  sulle  ferite,  o 
poneiidoLi  a  contatto  delle  regioni  esterne,  aventi 
relazione  con  i  visceri  o  con  le  cavità  da  cui  il 
sangue  si  crede  provi-nire.  1"  effetto  topico,  il  risul- 
tato benefico,  vengono  rapidamente  raggiunti. 

Mentre  però  nei  diaspri  sanguigni  la  forma  del- 
l'amuleto non  \-eiiiie.  né  viene  ricercata,  perchè  la 
virtù  è  possi'duta  dalle  macxdiie  di  aspetto  sangui- 
gno che  contengono,  e  non  dalla  pietra  consid<'!rata 
nella    sua    forma  e   caratteri    generali,   nel    caso   dei 


88  GIUSEPPE    BELLUCCI 


diaspri  rossi  o  rossastri  si  volle  invece,  che  t'ossero 
naturalmente  piriformi,  i>er  1'  analogia  che  in  tal 
caso  avrebbero  presentato  con  la  forma  delle  goc- 
ciole di  sangue  fluenti  dalle  ferite.  Pertanto  al  co- 
lore del  diaspro,  che  richiama  quello  del  sangue, 
al  noto  carattere  di  pietra  più  fredda  delle  altre,  si 
aggiunse    anche   la    forma    particolare,    che    1"  amu- 


I  iiihriai  :  a  il.:   (Pe- 


leto  doveva  natumlmente  ])resentare,  associandosi 
così  diversi  caratteri,  che  per  magia  simpatica 
contribuivano  a  conferire  all'  amuleto  le  virtù  pre- 
ventive e  curative,  che  nei  casi  opportuni  doveva 
esercitare. 

Le  tìg.  48.''  e  41».''  presentano  tre  esemi^lari  di 
pietre  del  sangue  somiglianti  a  grosse  gocciole  di  tal 
liquido;  nella  fìg.  48."  l'esemplare  a  s.  è  perforato, 
e  pel  foro  passano  ancora  avanzi  di  una  cordicella, 
per  mezzo  della  quale  si  poteva  appendere  al  collo 


IL    FKTICISMO    I-KI.MITIVU    IN    ITALIA 


81) 


(li  una  persona;   l'cst'inpliii'i'  ;i  d.  è  invece   contor- 
nato in  ar^H'iito  con  anelletto  tisso    per   appenderlo. 


FiG.  4<.)."  —  Pietre  del  .•>aii^..L  .  '.  >..   (i 
del  Lago,  Perugia)  —  (ìr.  nat. 


■  Casti"]  ione 


L'  esenii)lare  a  s.  della  tiji'.  i!i.  ',  ]>ertbrato  al- 
l'apice, ha  un  nastro  di  seta  rossa,  annodato  a  fiocco, 
per  mezzo  del  quale  si  teneva  appeso  a  capo  di  un 
letto  tra  immagini  ed  oo;getti  sacri.  Dimandando  al 
possessore  la  rag'ione,  jier  la  (juale  tale  amuleto  si 
trovava  collocato   in   un    ])osto   così  speciale,  fui  da 


90  CrlUSEPPE    BELLUCCI 

esso  assicurato,  clic  in  seguito  della  particolare  be- 
nedizione, impartita  dal  PaiToco.  (piella  pietra  del 
sangue,  aveva  aggiunto  alle  virtù  i>riniitive,  molte 
volte  eilicacementp  s|)(a'imentat<\  1<^  particolarità  pre- 
ziose di  un  oggetto  di  devozione  di  un  oggetto  sacro, 
a  cui  con  luaggiiir  tiducia  poteva  ricorrersi  in  caso 
di  l)isogno.  Ter  (jucsta  ragione  la  jiictra  del  sangue 
si  conservava  a  capo  del  letto,  unitamente  al  lumen 
Chrhti  (■(!  alla  palma,  oggetti  sacri,  entrambi  be- 
nedetti ed  eflit-aci.  il  primo  a  guarire  le  convulsioni 
infantili  e  /'nfaìif ignote,  il  secondo  ad  allontanare 
la  grandine.  ('oni|)i'e.<i  allora,  come  la  pietra  del  san- 
giii'  fosse  ancor"  <'ssa  addivenuta  oggetto  sacro,  e 
da  .ferircio  pagano  si  fosse  trasfornuita  in  feticcio 
ci'istiaiio.  a\\iandosi  e(»sì  i)er  lente  mutazioni  a  quella 
forma  tinaie,  jier  rui  i  cai'atteri  pi'imitivi  dell'amu- 
leto pagano  si  \aniio  a  trovare  sotto  la  forma  di 
sind)olo  cristiano,  come  1"  esemplare  a  d.  della  stessa 
lig.   4'.l"  addimosti'a   maiiifestaniente. 

\ella  forma  di  croce  di  (pu-st'oggetto  non  resta 
flifatti  dell'amuleto  primitivo  die  la  sostanza,  il  dia- 
spro rossastro:  ma  siffatta  sostanza,  sebbene  si  ri- 
guardi sempi-e  provvista  delle  antiche  virtìi,  per 
lontana     tradizione    ed    esixM'ieiiza     l'iconosciute    (l), 


il)  l''r;i  i  l;inli  t•.•l^i  ili  jiiiiii'ifiioiii  di  ciiini-iMgie,  elio  la  Storia 
raucmUa  cniiu-  avvenute  per  mezzo  del  diasi^ro  rosso,  mi  piace 
ricordare  il  sejiuente,  che  interessa  non  solo  per  sé  stesso,  ma 
iinclie  porcile  si  riferisce  a  due  nomi  illustri  ucirArto  italiana  (Re- 
cin-  bli'n;  t'aris,  190:!.  Il,  p.  88). 

Il  pi(Uii-f.  Luca  si-inorelli,  precursore  di  Michelangiolo  andò 
un    i;iiirnn.    nel    suo    >essantanove.-)imo   anno   di   età,   a   collocare 


IL    FETICISMO    l'IUMllIX  (I    I.\    IlAUV  IM 


non  i";ii)|>r('S('iii,i  .iltriiiK'iiti  la  ji'ucciola  <li  saiif^'uc 
lluciiti'.  ('Ih-  per  iiiaji'ia  siiii]>atica  doveva  c.cMiforrrrc 
ad  aiTcstarc  l' ciiiorran'ic  ed  i  Mussi  saiijfuifi'iii.  ma 
offre  la  toi'iua  di  mi  siiiiltolo.  clic  s' inipoiK'  a  tulli 
i  fedeli,  ])er  uiez/o  del  (juale  si  sono  sostituite  e  ^i 
sostituiscono  le  fonile  |iriiiiiti\('.  con\enzionali  deii'li 
anuileti  o  feticci   pa-^aiii. 

La  piccola  forma  di  croce  si  ottenne  da  una  ta- 
voletta di  diaspro  a  piani  paralleli,  accuratamente 
seg-ata.  l'na  lastra  di  arg'ento  .contorna  l'o<>-i;-etto  in 
tutta  la  sua  «ifrossezza  ed  i  lembi  di  codesta  lamina, 
(jentinati  a  piccoli  trian>i'oli.  si  trovano  riljuttuti  sulh' 
due  supertici  dt'lla  croce.  Tu  anelletti>  (isso,  nella 
parte  superiore.  ser\i\a  a  sos[iendei"e  la  croc<-tta 
di  diaspro  rossastro  a  capo  di  un  letto  ove  fu  tro- 
vata, provvista  della  fede  antica  nelle  virtii  emo- 
statiche, e  della  nuova  ì\h\c-  conferitale  dalla  forma 
simbolica  e  dalla    rituale  benedizione  ci'istiaiia. 


jtersonaliiifiitf  in  uii;i  ciiiis,!  di  Arezzo,  un  quadro  onlinatojjrli 
dalla  confraternita  di  S.  (icrulaiiio.  In  quel  triorno,  Giorgio  Vasari, 
ancora  j^iovinetto,  conolilie  il  buon  vecchio  ;  per  una  delle  tante 
eventualità  della  sorte,  il  futuro  storico  delia  pittura  italiana,  fu 
colpito  da  una  forte  emorragia  e  svenne.  Siiinorelli  accorse  pron- 
tamente, e  fece  scivolare  fra  le  spalle  del  giovane  un  pezzo  di 
diaspro,  che  operò  in  modo  l>enetico  od  arrestò  istantaneamente 
l'emorragia. 

Da  ((uesto  racconto  si  deduce,  che  Luca  Signorclli  doveva 
avere  in  tasca  la  pietra  del  sangue,  alla  virtù  della  (|uale  ricorse 
con  esito  sicuro.  K  presumibile  però,  che  tale  amuleto  non  fosse 
il  solo  e  che  signorellL  disponesse  della  borsetta  misteriosa,  so- 
lita a  contenere  amuleti  per  diversi  generi  di  malattia  e  contro 
le  intluenze  sinistre,  come  nei  secoli  decorsi  si  costumava  di  por- 
tare, e  come,  sebbene  rarissimamente,  si  suole  da  (|ualcheduno, 
(I  meglio  da  qualcheduna,  portare  indosso  anche  oggidì. 


92  GIUSEPPE    BELLUCCI 


Serie  Quarta 


Pietre  della  gravidanza  o  pietre  gravide  (1). 

Questo  siiiji^olare  amuleto  è  costituito  da  una 
concrezione  arf>'illo-ferrug'inosa,  solita  a  rinvenirsi  in 
forme  globulari  o  consimili  ;i  quella  del  rene.  Di  un 
colore  marrone  scuro  allo  esterno,  questa  pietra  fa 
sentire  un  leggero  rumore,  (juando  si  scuote  in  vici- 
nanza dell'orecchio,  rumore  dipendente  dal  fatto,  che 
durante  il  diseccamento  naturale  della  concrezione,  si 
sono  distaccate  nella  parte  interna  alcuni  frammenti, 
che  con  lo  scuotimento  si  muovono  entro  la  cavità 
formatasi  per  il  diseccamento  medesimo.  Tuttociò 
è  spiegabilissimo,  e  all'  infuori  della  singolarità  della 
cosa,  nessun'  altra  deduzione  trarrebbe  oggi  un  na- 
turalista, che  si  facesse  ad  esaminare  consimili  og- 
getti. Coloro  però  che  primi  si  fecero  ad  esaminare 
questi  minerali,  provarono  un'impressione  molto  di- 
versa; inesplicabile  dapprima  il  rumore  che  tali  pie- 
tre facevaìio  sentire;  inesplicabili  poi  le  pietruzze 
esistenti  neir  interno,  e  che  apparvero  a  coloro  che 
con  pensiero  e  curiosità  di  bambini  ruppero  le  pri- 
me concrezioni  per  vederne  il  contenuto.  Qual  si- 
gnificato dopociò  doveva  ritrarre  1' osser\atore  igno- 
rante da  un  minerale  così  sing(»larmente  costituito? 
Con  pensiero  animistico  si  rigiiardarono  come  pietre 


(1)  Queste  pietre  sono  dette  anche  aquiline,  perchè  si  ritenne, 
che  l'aquila  le  portasse  nel  suo  nido;  volgarmente  sono  desi- 
gnate col  nome  di  pleh-e  pregne. 


ir.    KICTICISMl)    l'KIMl  l'ivo    IN    ll'AI.IA  iKJ 


inadl'i.  clic  nel  loro  inlcnio  ji'cncr;iv;iiio  in'ctiv  li- 
^"lic.  M;i  1,1  t;mt;isi;i  sp.iziò  poi  lihcraiiiciltc.  (|U;ili(lo 
si  coiicc|)ì  il  pciisicro.  dir  le  iiictni/z<'  li;::lic  s.-irch- 
l)cl"o  (liiti-  ;ill.i  luci'  (Lille  picti'c  iil;i(iri;  clic  (jucstc 
iiisoinm,!.  collie  |iieire  <;-i';ivi(|e.  ;ivrel)l)ero  pai'torito 
le  i)ieti-ii//.e.  diesi  t  roxa  \aiio  foriiiate  iid  loro  seno. 
Da  (|Uesta  coiidiisioiie.  rireiuita  come  x'cra  dalle 
tiiiiaiiità  passate,  ed  ancora  patrimonio  intellettuale 
di,  liTaii  parte  dell' umanità  \i\-eiite.  si  trasse  un'al- 
tra conseg-ucii/ca.  loyit-a  ap|iari'nti'iiiente  secondo  la 
premessa. 

Se  in  natura  esistono  pietre  n-raxide.  (pieste  de- 
\-oiio  possedere,  per  ra^i'ione  di  simpatia,  una  rela- 
zione con  la  y'raNidanza  delle  donne.  d(wono  posse- 
(h'i'e  \irtù  etiicacissinie.  non  solo  per  assicurare  l'an- 
danieiito  normale  del  puerperio,  ma  per  allontanare 
le  possiliilità  de^Liii  alioni.  per  facilitare  i  parti.  E 
con  (piesto  concetto,  di  una  semplicità  infantile,  le 
concrezioni  arg'illo-ferruginose  addivennero  feticci  od 
alluditi  ricercatissimi  e  di  sperimentata  efficacia  non 
•>o|i,  per  le  donne,  ma  peide  femmini-  prejj^nanti  de- 
uli  animali  domestici.  Si  \oll<'  estendere  l'efficacia 
di  codeste  pietre.  dav\'ero  fortunate,  aiidie  ajj^li  al- 
l'eri fruttiferi  e  si  pro\ò,  e  si  credè  di  poter  asse- 
rii'e.  die  let^-ata  una  di  tali  pietre  alle  parti  superiori 
di  un  albero,  le  frutta  pendenti  tenevano  (1)  e  ma- 
turavano ei^'reii'iamente:  mentre  se  la  pietra  jj-ravida 
si  lei^ava  ai  |)iedi  dell'albero  stesso,  le  frutta  non 
fciirriiiHi  altrimenti   e  cadevano  tutte  a   terra. 

il)  H  liilld  |i('r  cui  <ili  all'eri  Iriiltifci'i  cDiniui-oiio  o  lu)  a  m;i- 
tura/.ioiic  le  IVutta,  i'  volganncnt'^  iiiilicatn  con  ri'si)rc>si(iiic,  ^c- 
/"■;■'•  I)  utili  irnn-e  le  fn'tta. 


i)4 


GIUSEPPE   BELLUCCI 


A  codeste  pietre  gravide  si  conferirono  quindi, 
e  si  conferiscono  tuttora,  virtù  straordinarie,  indi- 
jjendenti  anche  dal  sig-nifìcato  fondamentale  ad  esse 
attribuito.  E  una   vera    fortuna  il  possederle,  sia  in 


Iì(i.  od."  —  Pietre  (Iella  gravidnn/.a:  a  s.:  (Pieve  Tiuin;!,  Anconai: 
'I  <l.  :  (A(iuila)  —  Gr.  nat. 

|ir<i|)ri<ià  i\'),  sia  in  prestito.  (|uan(l(>  la  donna,  per 
In  sl;ii(i  interessante  in  cui  si  trova,  voi>-lia  affidarsi 
;illc  \ii'tii  protettive  di  codesti  feticci,  in  cui  alita 
iiatui'ainiente,  secondo  il  concetto  animistico,  uno 
s|)irit(>  simpatico,  quello  della  i2:ravidanza.  favore- 
^■olissim(»  alle  condizioni  sprcinli  in  cui  la  (loinia  si 
trov;i. 


(1)  Gciiei'aliiient.o  le  itietrc,  i/raridc  sono  <lal<'  a  imlo  jicr  i 
uovo  mesi  che  dura  la  gravidanza,  mediante  prestazione  di  un 
pegno  di  valore,  che  ne  garantisca  la  restituzione  e  con  l' inte- 
resse anticipato  di  lire  cintiue.  si  ]iuò  quindi  ritenere,  che  una 
pietra  gravida  rappresenti  un  capitale  di  cento  lire,  e  difatti  que- 
sta somma  od  un  oggetto  di  valore  i-quivalente,  è  richiesta  a  ga- 
ranzia o  in  vendita  da  coloro  che  ne  posseggono  una,  non  come 
corrisposta  del  valore  intrinseco,  ma  come  capitale  atto  a  pm- 
duriie   I'  iuleresse. 


Il,    l'IOTICISMO    IMMMiriVfi    IN    ll'ALIA 


^ 


Dalln  scric  di  pietre  </nni</f  dif  |  u  isst  j;-;:!!  niH.i 
ini:i  coUcziniic  ti-;i*;-^'()  i  (nuitti-t>  <'S('iii)il;iri  r;i))f>rc- 
scntHti  (l;lllc  liji".  ."»().*  e  ;")! .".  ))cl-  ;i(l(lilll(istnil'c.  conif 
anche  ìlei  i-aso  di  <|Uesto  aimileto  siasi  verilieata 
(jucila  trasfoi'ìuazioiic  lenta  itia  in-(tfonda.  ciie  ha 
convcrtito  un  feticcio  i>a<:'ano  in  un  'i;^"<:ctt<i  sacro, 
in  vin  feticcio  cristiano. 


51."  —  Pic^lre  (lelhi  jxravidanza  ;  '/  ■<.;  iCfirtona.  Arezzo):  «  d. 
(Muccia.  MaeoivUai  —  (ir.  n;it. 


La  t\g.  aO.'  coni|»rende  due  cseinphiri  :  hi  jiriìna 
a  s.  è  una  forma  naturai»'  di  pietra  f/rarida,  che 
si  trovò  conservata  in  una  borsetta  di  cuojo  con 
nitri  jinmleti  ;  è  levij^atissinia  e  fu  i>iù  e  più  volte 
adoperata  con  successo  dalle  donne  incinte.  A  d.  è 
rappresentata  una  forma  di  pietra  jjravida  resa  <li- 
scoidale  e  contornata  con  lamina  di  arj^ento.  mu- 
nita di  anel letto  per  tenerla  appesa  sulla  persona. 

I.ia  tìg.  51.*  ha  a  s.  \u\ìì  pietra  gravida  reniforme, 
contornata  accuratamente  con  lamina  di  argento, 
munita  di  due  eappiole  liell' estremità    laterali.    Vvr 


I 


96  GIUSEPPE   BELLUCCI 


queste  si  faceva  passare  il  nastro  di  seta,  che  do- 
veva tenere  legata  la  j^ietra  gravida  al  braccio  sini- 
stro, durante  i  nove  mesi  del  puerperio  e  più  tardi, 
alla  coscia  sinistra,  appena  si  avvertivano  i  dolori, 
che  prcannunciavano  il  parto,  (^mq.^ìsì  i^letra  (ji'avlda, 
fu  usatissima  e  sempre  con  risultati  favorevoli  ;  la 
donna,  che  ne  era  in  possesso  mi  diceva,  che  tale 
jnetra  r/ravida  era  semiu'c  impeg'nata  :  appena  suc- 
cesso il  parto  in  uii;i  di»mi;i,  che  ^a\■('^•a  ritenuta 
in  prestito,  si  trovava  subito  a  collocai-hi  presso 
un'altra  (1). 

Nella  stessa  i\^.  f)!."  a  d.  è  rappresentata  un'al- 
tra pietra  (jrarida  di  forma  discoidale,  contornata 
in  argento  con  anelletto  Asso  per  tenerla  appesa.  II 
feticcio  o  amuleto  primiti\'o  ha  in  ({uesto  caso  un 
suggello  particolare,  iniiiresso  dalla  religione  domi- 
nante: la  pietra  (jracidd,  \h'V  la  sua  particolare  co- 
stituzione, non  poteva  essere  adattata  ad  una  forma 
simbolica.  <'  si  rese  sacra,  l)enedicendola  ed  inci- 
dendo sulla  sua  sup(M'fìcie  il  nionograiuuia  di  (Jesù. 
Fu  rin\eiiuta  api>esa.  VAmV ex-voto,  in  mezzo  ad  al- 
tri di  carattere  molto  primitivo,  in  un  Santuario 
rinomatissinu).  luèta  di  numerosi  pellegrinaggi,  elu- 
si  dipartono  con   ingenua   Wxh'  da    i-egioni   lontane. 

(1)  l'ci'  coinin'ondere  la  fede  illiiiiilata  ohe  su  lati  inclrc 
cjì-ariile  In  riposta,  l)asta  le.ygere  (luanto  siili'  arifomenlo  <'■  scritto 
in  alcune  luilìblicazioni  del  secolo  XM  od  in  quelle  anteriori. 
Scelgo  ad  osouipio  il  Tesoro  delle  gioie  pubblicato  dal  Tozzi  (Pa- 
dova, IG20.  pafi'.  200).  Vi  si  Icorge  :  «  fa  partorire  le  donne  con 
gran  l'acilità  e  poco  doloi-e,  legata  alla  coscia  della  gamba  si- 
nistra ».  Se  una  donna  incinta,  specialmente  primipara,  legge 
questo  periodo,  rimane  lalinentc  suggestionata  dal  suo  signifi- 
cato, da  non  poter  fare  a  meno  di  pr()\  vedersi  dill'amuicld.  do- 
tato di  cosi  peculiare  etticacia. 


II.    l'pyriCI.SMo    l'KI.MITIVO    IN    ITALIA  97 


AiicIk-  Iv  jnetre  (/ravide  liauiio  <|uin(li  percorso 
il  cammino  seguito  da  altri  amuleti  <>  feticci  anti- 
cliissimameute  orij^'iiiati.  Semplici  ciottoli  d.-iiipriiiia, 
come  in  natura  si  raccol^'ono,  addivennero  cloj»)  una 
serie  di  trasformazioni  intermedie,  vere  reliquie  sa- 
cre, benedette  dai  ministri  del  culto,  ed  ammesse, 
com'  e.r- roto  insieme  con  le  immap-ini  sacre  nei  tempi 
cristiani. 

Serie  Quinta 


Legno    st regonio. 

Il  le<i-no  dell'  a^i-rifog-lio  (Ilex  aquifolium  L.) 
detto  comunemente  (auro  spinoso,  legno  santo  e  vol- 
garmente legno  stregonio,  possiede  incontestate  virtìi 
contro  le  streghe  e  le  loro  malìe.  Per  tale  ragione  è 
comunemente  usato  quale  amuleto  efficacissimo  in 
tutte  le  regioni  dell'Italia  centrale  e  meridionale  (1). 

Gli  oggetti  rappresentati  nella  tìg.  52."  addi- 
mostrano la  medesima  evoluzione  di  forme  e  di  con- 
cetto, segnalata  già  per  altre  serie  di  amuleti.  Da 
un  frammento  irregolare  e  grezzo  di  legno,  tratto 
da  un  ramo  di  una  pianta  di  agrifoglio,  si  passa  ad 
una  forma  di  amuleto,  che  ha  qualche  carattere  de- 
corativo e  sacro  e  si  termina  con  la  forma  di  un 
simbolo  cristiano,  di  quello  piìi  comunemente  rico- 
nosciuto, il  segno  di  croce. 


I 


(1)  Nello  Provincie  Calabresi  è  conosciuto  col  nome  di  Tii- 
foiiìio. 


98 


GIUSEPPE   BELLUCCI 


L'og'g'etto  a  s.  rappresenta  l'estremità  superiore 
(]\  un  bastone,  formato  di   legno   agrifoglio,  conser- 


KiG.  52."  —  Legno  stvegonio;  a  s.  e  nel  ce/Uro  :  (Badiola,  Marsciano, 
Umbria)  ;  ad.:  {CoUepepe,  Collazzone,  Umbria)  —  Gr.  nat. 


vato  (la  tcmix)  immeinorabile  a  scopo  protettivo  nel- 
r  angolo  di  una  camera,  in  prossimitA  del  letto. 
1/  oggetto  centrale  era  originalmente  rappresentato 
da   un  lungo  ramoscello  cilindrico,  fasciato  superior- 


IL    FETICISMO    IMtl.Ml  rivo    IN    ITALIA  il9 


menti'  da  una  lamina  metallica  con  foro,  attraver- 
sato da  una  cordierlla,  che  serviva  ad  appendere  l'a- 
muh'to  a  capo  di  un  letto  fra  le  iniuiagMiii  saere  (1). 
La  crocetta  rappresentata  a  d.  si  ottenne  dalla  ]iarte 
centrale  di  un  ramo  dello  stesso  lef^fiio  aj^i'ifof^'lio  ; 
sotto  la  forma  di  un  simbolo  cristiano  essa  nasconde 
(|U<'llo  stesso  leono,  a  cui  per  antichissima  tradizif)ne 
sogliono  conferirsi  particolari  virtù  protettive  contro 
le  streghe  (2). 

I  due  oggetti  di  legno  agrifoglio  rappresentati 
a  s.  e  nel  centro,  non  sono  intieri  ;  dai  loro  possessori 
non  ottenni  che  una  piccola  parto  degli  amuleti,  per- 
chè se  mi  fossero  stati  ceduti  nella  loro  intierezza, 
le  streghe  avrebbero  subito  visitato  i  possessori,  re- 
cando loro  molestie  e  danni.  Lo  stesso  principio  ebbi 
a  constatare  quando  richiesi  di  avere  la  crocetta  di 
legno  stregonio  ;  la  donna  che  ne  era  in  possesso  e  che 
ricordava  di  conservarla  da  oltn^  cinquant'anni,  non 
mi  cedette  la  crocetta,  senza  prima  aver  trattenuto 
un  po'  di  raschiatura,  effettuata  con  un  vetro  sulle 
parti  laterali  della  crocetta  medesima.  Senza  questo 
provvedimento  la  vecchia  donna  si  sarelibe  trovata 
allo  istante  disarmata  contro  le  malìe  delle  streghe, 
mentre  per  tanti  anni  era  rimasta  incolume  dai  loro 
fastidì  e  dalle  loro  molestie. 


(1)  Quan  Jo  obbi  occasiono  di  vederla  così  collocata,  mi  parve 
a  prima  giunta,  una  di  ipielle  candele  benedette,  che  sogliono  di- 
stribuirsi ai  fedeli  nel  giorno  della  Candelora  (2  Febbraio),  dotate 
ancor  esse  di  straordinarie  virtù  protettive  e  curative. 

(2)  Anche  oggi,  in  un  convento  di  Cappuccini,  a  Monte  Malbe 
presso  Perugia,  si  confezionano  crocette  consimili,  facendone  poi 
commercio,  per  proteggere  i  bambini  dalle  insidie  delle  streghe. 


UKJ  GIUSEPPE    BELLUCCI 


Serie  Sesta 

Pietre  stregronie  o  contro  le  streghe. 

Con  la  designazione  volgare  di  pietre  stregonie 
si  qualificano  alcuni  minerali,  rappresentati  da  nia- 
dreporiti  o  poliporiti  fossili,  i  quali  manifestano 
sulle  loro  superftci  numerose  macchiette,  irregolar- 
mente circolari,  di  tinta  scura,  formate  dalle  sezioni 
radiate  dei  singoli  animali  madreporici,  già  convi- 
venti in  società,  e  cementati  da  una  pasta  calcarea 
di  tinta  grigia.  La  fantasia  popolare  ha  veduto  in 
codeste  sezioni  radiate  la  forma  di  piccole  stelle  ed 
ha  perciò  designato  l' insieme  dei  fossili,  anche  col 
nome  di  pietre  stellarle  o  semplicemente  stellarle. 

Molte  sono  le  virtù  conferite  a  codesti  amuleti, 
ma  la  principale  è  quella  di  proteggere  dalle  insi- 
die e  dalle  molestie  delle  streghe;  e  siccome  sono 
i  bambini  che  di  preferenza  si  trovano  esposti  ai 
loro  malefizì,  così  è  costume  di  dare  a  questi  amu- 
leti protettori  la  forma  di  cuore,  quale  simbolo  dello 
affetto,  che  si  nutre  per  i  bambini  medesimi.  Indi- 
pendentemente però  da  codesta  forma,  ed  in  specie 
(|uando  tali  amuleti  non  devono  portarsi  appesi  sulla 
persona,  le  forme  possono  essere  varie  e  più  gene- 
ralmente presentano  quelle  di  yjiccoli  ciottoli  irre- 
golari o  discoidali. 

La  pietra  stregonia  è  un  amuleto  ricercatissimo 
e  comune  in  un'  area  italiana  notevole,  il  di  cui  cen- 
tro di  diffusione  trovasi  nella  regione  aquilana,  dove 
i  giacimenti  del  cretaceo  e  dell'eocene  sono  ricchi 
di  madreporiti  e  corallari  fossili. 


IL    FETK'ISMd    l-KIMI  rivo    IN    l'IAMA 


1(11 


La  tig.  53.»  rappresenta   sette  esemplari  di  pie- 
tre  titregonie,    diretti  a  diiiiostivire  1<^  inutazioiii  av- 


Fiii.  0:5."  —  l'ietre  sti-efronie.  (I.oealit;'i  diverse  della   iirovincia  di 
Aquila I  —  Gr.  2,V,. 


ì 


venute  nella  Ibrnia  di  (|uesto  amuleto,  che  a  partire 
da  quella  natur.de  di  ciottolo  discoidale,  figurata 
isolatamente  in  prima  linea,  va  assumendo  un  con- 
torno seiìipre  più  regolare,  quello  della  forma  di 
cuore,  dai)prima  semplicemente  perforata  alla  base, 
come  lo  addimostrano  le  tìgure  della  linea  eentrale, 
da  ultimo  elegantemente  contornata  in  argento,  con 
anello  tisso,  per  appenderla  sulla  persona. 


102 


GIUSEPPE   BELLUCCI 


Le  ultime  due  forme   della  tìg.  53."  che  si  tro- 
vano   rapprcsoutntc    nd    una    seni;)    niao'O'iore   nella 


Fio.  54. a  —  Pietre  .stregonie   con  simboli  cristiani.   (Provincia  di 
.\(iuila)  —  Or.  I/.J. 

tifi'.  54.",  presentano  incisi  e  scolpiti  simboli  cristiani, 
addimostrando  il  tatto,  che  la  Chiesa,  impossessatasi 


FiG.  .')5."  —  Pietra,  steiionia  con  ligure  siniboliclie  cristiane.  (Pro- 
\incia  (li  A(|iiilal  —  <ir.   lo. 

anche  di  (piesto  feticcio,   v' impose  indelebilmente  il 
suo  suffffello  e  lo  rese  amuleto  cristiano. 


Ifi    l'F/nCISMO    l'KI.MiriVO    I\    ITALIA 


10.5 


Nell'apice  della  forma  di  cuore  r.ippi-csciitata 
a  8.  nella  fig.  54.*  sono  incisi,  sebbene  rozzamente, 
i  tre  chiodi  sacri;  iiell.i  |i,ii-te  i)Osteriore  della  />/e- 
tra  stregonf'a  fig'urata  a  d.  è  scolpito,  simmetrica- 
mente al  contorno,  il  seg-no  di  croce. 


Fi<;.  56."  —  Pietra  stregoiiia  i-on  liguri 
vincia  (li  A(|uila)  —  (ir.  '  j. 


•  iiiihdlielic  cristiano,  d'ro- 


Interessantissimi  risultano  poi  dal  punto  di  vista 
dell'adattamento  delle  dottrine  cristiane  ai  feticci 
pag-ani  primitivi,  i  due  esemplari  rappresentati  dalle 
tig.  .').')."  e  ")(;."  Sulla  pietra  stregonia  di  entrambi  ò 
scolpita  nel  diritto  la  figura  del  Redentore,  e  nel  ro- 
vescio della  prima  la  ligui-a  della  ]\[adonna  in  atto 
di  preghiera,  mentre  nel  rovescio  dell' alti-a  vedesi 
scolpita  l'immagine  di  Cristo  crocefisso. 

Così  la  fede  per  antichissima  tradizione  rii)osta 
nelle  piefrc  nfregoìiì'e,  viene  per  il  credente  cristiano 


104  GIUSEPPE   BELLUCCI 


ad  invigorirsi  mag"giormente,  mediante  le  figure  sa- 
cre in  esse  scolpite  ;  e  le  misere  streghe,  gih  rese 
neir  impossibilità  di  recare  malefizì  per  la  presenza 
della  pietra  nemica,  dai  fori  innumerevoli  ed  innu- 
merati, rimangono  assolutamente  atterrite  e  fugate 
al  cospetto  delle  immagini  sacre  più  venerate  e,  se- 
condo il  concetto  popolare,  maggiormente  temute. 

Skrir  Settlma 


Chiavi  per  il  mal  caduco. 

Fra  1(^  diverse  malattie  a  cui  l' uomo  va  sog- 
getto, quelle  d' indole  nervosa  furono  sempre  le  piii 
difficili  ad  interpretarsi  dalle  genti  ignoranti.  Le  loro 
manifestazioni  improvvise,  1'  apparato  complesso,  so- 
vente convulsivo,  con  cui  si  presentano  a  coloro  che 
si  sforzano  di  soccorrere  il  malato,  il  loro  rapido 
disparire,  senza  lasciare  tracce  apparenti  del  turba- 
mento cagionato,  indussero  a  ritenere,  con  pensiero 
animistico,  che  il  mal  caduco  od  epilessia  derivasse 
dall'  effetto  funesto  di  spiriti  malefici,  impossessa- 
tisi della  persona  malata.  Da  questo  pi'incipio  deri- 
varono naturalmente  i  molti  metodi  attuati  e  sug- 
geriti [)er  procurare  hi  guarigione  del  male;  tutti, 
se  ben  si  considerano,  diretti  a  liberare  il  malato 
dalla  presenza  degli  ospiti  importuni  (i  dannosi,  clie 
lo  hanno  invaso.  Tra  codesti  metodi  vi  ha  quello  di 
ricorrere  all'uso  del  ferro,  metallo  che  sotto  forme 
differenti  si  è  sempre   riguardato  come   nemico   de- 


II.    KKTICISMO    l'RIMllIVO    IN    IIAMA  lUf) 


g'ii  spiriti  maligni,  dclli-  streghe  «^  delle  loro  malìe. 
In  (|iU'lla  forma  di  malattia  nervosa,  che  volgar- 
mente si  designa  eoi  nome  di  lual  caduco  (1),  è  di- 
tatti consigliato  l'impiego  delle  chiavi  di  ferro  per 
prevenirla  e  coml)atterla.  Ed  è  tradizione  jxiiìolare 
molto  dilfusa.  che  ove  si  riesca  ad  immc^ttere  una 
chiave  di  ferro  nella  mano  contratta  di  una  persona 
colpita  dal  mal  caduco,  l'assalto  e])ilettico  cesserà  di 
un  tratto  e  le  condizioni  normali  non  tarderanno  a 
ristabilirsi.  Da  ciò  i  tentativi  che  si  fanno  ])er  riu- 
scire nell'intento,  senza  riflettere,  che  se  la  chiave 
potrà  ad  un  eei'to  momento  introdursi  nel  pugno 
stretto  di  chi  fu  colpito  dal  mal  caduco,  ciò  dii)en- 
derà  dal  fatto,  ehe  le  contrazioni  muscolari  si  tro- 
\-eranno  già  nella  fase  di  stanchezza  ed  il  povero 
malato  sarà  in  \  ia  naturale  di  liberazione  dall' ecci- 
tamento  nervoso,    che    lo   a\ev;i    colpito. 

Xon  ostante  ciò,  iirima  cura  delle  persone  vol- 
gari ch(»  si  trovano  a  soccorrere  il  malato,  è  quella 
di  adopei'are  qualsiasi  chiave  che  sul  momento  ca- 
[)iti  alle  mani  ;  è  però  comune  credenza,  che  se 
l)uò  disporsi  di  tina  di  cpielle  chiavi,  che  in  casi 
]>recedenti  si  addimostrò  efficace  allo  scopo,  sarà 
cosa  migliore  e  desiderabilissima.  Anzi  in  alcuni 
paesi  della  regione  montana  dell'Umbria  ho  trovato, 
che  presso  qualche  persona,  generalmente  una  doinia, 
suole  custodirsi  unitann-nte  ad  altri  amuleti  la  chia- 
ve di  ferro,  specitica    per  il  mal   caduco,   che  si  va 


(1)  Morbus  sucer  dei  modici  rlassici;  male  di  S.  Donato  nelle 
regioni  meridionali  d'Italia;  mule  di  S.  Valentino  nollc  regioni 
settentrionali. 


106 


GIUSEPPE   BELLUCCI 


prontamente  a  richiedere  neir  eventuale  circostanza 
in  cui  taluno  sia  colpito  dal  male. 

La  tìg'.  57."  rap- 
':  '     l)resenta    due    forme 

(li  chiavi  adoperate 
come  amuleti  contro 
il  mal  caduco;  quel- 
la a  s.  è  una  chiave 
ordinaria,  che  per 
molti  anni  fu  conser- 
vata da  un  uomo  di 
Spinazzola,  il  quale 
andò  soggetto  in  un 
periodo  della  sua  vi- 
ta a  frequenti  assalti 
epilettici.  Nella  cir- 
costanza di  uno  di 
questi,  parve  che  la 
chiave,  allora  per  la 
l)riiiia  volta  adope- 
rata, riuscisse  favo- 
revolmente, e  fino 
d'allora  quel  povero 
uomo  volle  sempre 
tenerla  legata  con 
una  cordic<'lla  al  suo 
polso  destro. 
Egli  attril)uiva  alla  sua  influenza,  con  la  fede 
di  un  feticista  convinto,  T  esser  rimasto  immune  ne- 
gli ultimi  anni  di  sua  vita  dagli  assalti  epilettici, 
ed  era  tanta  la  liducia  ch'esso  riponeva  nel  feticcio 
protettore,  che  molte  volte,  sembrandogli  di  provare 


FiG.  57."  —  Chiavi  por  il  mal  caduco: 
as.:  (Spinazzola,  Bari);  a  d.:  (Val- 
fabbrica,  Perugia)  —  Gr.  i-j. 


IL    FirriCISMO    l'KI.MI  l'lV(»    IN    IIAF.IA  lOl 


i  sintomi  precursori  del  male,  striiij>;'eva  subito  la 
chiave  nella  mano,  vd  il  male  dilc^-uavasi  pronta- 
niciitf.  .Mia  morte  del  i)OSsessore,  pi'ocurai  die  sif- 
fatto feticcio,  dotato  di  così  preziose  virtù,  fosso 
conservato  nella  mia  collezione. 

La  forma  di  chiave  rappresentata  a  d.  nella  H- 
yura  óT.',  ha  pure  risoluto  con  successo  favorevoli' 
numerosi  casi  di  mal  caduco  ;  fu  trovata  [iresso  una 
donna  settimina  (1),  che  la  teneva  in  custodia  con 
altri  amuleti,  per  concedeva  in  prestito,  mediante 
(pialche  dono,  quando  nel  suo  paese  verificavasi  la 
necessita  di  adoperarla.  Ma  non  è  più  una  chiave 
ordinaria;  alle  virtù  della  chiave  di  ferro  contro  il 
mal  caduco,  si  a«"<2:iunf>vva  in  (|uesto  amuleto  l'ef- 
ficacia del  simbolo  cristiano,  incluso  nel! "anello  con- 
formato a  cuoi"»',  simbolo  atto  ad  allontanare  di  per 
s("'  g-li  spiriti  malctici.  da  cui  il  mal  caduco  si  ritenne 
e  si  ritiene  provenire. 

Anche  le  chiavi  per  combattere  il  mal  caduco 
liainio  ([uindi  subito  quella  mutazione  speciale,  che 
altri  feticci  ebbero  pure  ad  incontrare  col  volg-er 
del  tempo  e  delle  credenze  religiose.  Da  feticci  ado- 
pci-ati  nella  loro  forma  semplice  e  naturale  addiven- 
nero feticci  preparati,  intenzionalmente  muniti  di 
simboli  cristiani. 


(!)  Hettimiiie  e  settimtni  sono  i  settimi  nati  in  nna  liuniizlia; 
essi  sono  naturalmente  dotali  di  parecchie  virtù,  specialmente 
mediche;  diconsi  anche  virtiniti. 

Il  capitolo  dei  Settimini  è  uno  dei  più  singolari  nel  campo 
delle  Tradizioni  popolari,  anche  per  i  rapporti  eh'  e^so  proenta 
con  alcuni  elementi  dell'Etnogralia  contemporanea.  Nutro  la  spe- 
ranza (li  poterlo  prossimamente  illustrare. 


108  GIUSEPPE   BELLUCCI 


Serie  Ottava 


Chiavi  contro  le  convulsioni  infantili. 

Le  malattie  d' indole  nervosa  con  forme  convul- 
sive a  cui  vanno  soggetti  i  bambini,  designate  co- 
munemente col  nome  di  convulsioni  della  prima  in- 
fanzia e  volgarmente  con  quello  d' infantignole,  sono 
dipendenti,  secondo  la  credenza  popolare  dall'  in- 
fluenza di  spiriti  maligni,  ed  in  particolar  modo 
dall'opera  nefasta  delle  streghe  e  degli  stregoni. 

Come  mezzo  preventivo  e  protettivo  si  adopera 
un  amuleto  speciale  in  tVìrma  di  piccola  chiave  in 
argento,  detta  comunemente  chiavetta  dello  Spirito 
santo,  che  solitamente  vedesi  appesa  con  altri  amu- 
leti al  collo  dei  bambini.  A  somiglianza  poi  di  quanto 
si  i)ratica  con  le  chiavi  di  ferro  nel  caso  del  mal 
caduco,  si  procura  che  la  ciiiavetta  dello  Spirito  santo 
sia  stretta  nella  mano  dei  bambini,  nel  momento  in 
cui  sono  assaliti  dalle  convulsioni,  con  la  ferma  fi- 
ducia che,  ove  si  riesca  a  farla  impugnare,  si  ale- 
resti istantaneamente  il  male,  che  li   ha  C(tli»iti. 

Questo  amuleto,  come  lo  designa  anche  il  nome 
con  cui  si  specifica,  dev'  essere  di  tarda  creazione, 
o  per  lo  meno  deve  rap|)reseiitare  un;i  iiidditicazione 
o  variante  di  altro  amuleto,  forse  la  semi)lice  mano 
in  pca,  che  origina  Un  dall'epoca  preistorica  il),  e 
che  in  precedenza  doveva  essere  addpei-jito  al  me- 
desimo scopo. 

(1)  Pag.  ()2,  lig.  38." 


IL    FETICISMO    l'ItlMri'IVi)    IN    ITAIJA 


10!> 


Le  chiavette  dello  Spirito  santo  sono  chiavi  sim- 
boliclic;  esse  non  furono  mai  dcstiuatc  ad  un  uso 
pratico;  sono  f^'cncralnicntt'  in  arii'riitn.  rai-anifiilr 
(li  bi'onzo  o  di  oftoin'.  La 
tonua  lU'iiuitix'a  di  esse  ll;l 
la  |)art('  corrispondcnU"  al- 
lo in<>'t'»>'no.  l'apprcscntata 
<la  una  mano  serrata,  col 
pollice  tra  l'indice  ed  il 
medio,  in  quella  torma  eli»' 
dicesi  mano  in  /ira  :  laloi-a 
ciuesto  simbolo  speciale  è 
anche  ripetuto  all'  estre- 
mità della  piccola  chiave, 
come  nell'esemplare  rap- 
presentato a  S.  nella  flgU-  fio.  58."  —  chiavette  dello  Spi- 
ra 58.%  lìresentandosi  così  rito  santo.  (Perugiai-(U-.  2/3. 
nell'amuleto  medesimo  due 

forme  di  mano  in  fica  e  rinforzandosi  naturalmente 
le  sue  virtìi  specifiche. 

Richiedendosi  poi  più  tardi  che  le  chiavette  dello 
Spirito  santo  fossero  rese  sacre  mercè  1'  atto  di  una 
benedizione  rituale,  i  ministri  del  culto  cattolico  de- 
vono aver  consigliato  od  obbligato  i  feticisti  a  sosti- 
tuire il  simbolo  pagano  con  il  simbolo  cristiano  del 
segno  di  croce  ;  ed  è  forse  da  questo  momento  clu^ 
le  piccole  chiavi  in  argento  adoperate  a  prevenire 
ed  a  combattere  le  convulsioni  infantili,  si  dissero 
chiavette  dello  Spirito  santo,  invocandosi  nell'atto  ri- 
tuale della  benedizione  l'altissimo  potere  della  terza 
persona  della  Trinitji  cristiana. 

Anche  per  tale  amuleto  si   veritlca    i>ertanto  un 


110 


GIUSEPPE    BELLUCCI 


cambiamento  sin^^olare  nei  particolari  che  lo  costi- 
tuiscono e  specialmente  in  t|uelli  destinati  a  proteg- 
gere pili  efficacemente  i  bambini  dalle  influenze  ma- 
lefiche che  possono  aduggiarli  o  dan- 
neggiarli. La  ftg.  58.''  rappresenta  di- 
tatti due  forme  speciali  di  piccole 
cliiavi  in  argento;  l'antichissimo  se- 
gno pagano  della  mano  hi  fica,  che 
si  vede  nella  chiave  a  s.,  è  sostituito 
dal  segno  della  croce  cristiana,  inciso 
nella  lamina  dello  ingegno  della  chia- 
ve figurata  a  d.  Fra  codeste  due  forme 
di  chiavi  può  collocarsi  quella  rap- 
presentata dalla  flg.  59.%  la  (piale  rap- 
presenta una  chiave  con  la  mano  in 
fica  nella  sua  estremità  inferiore  ed 
una  croce  inclusa  nell'anello  superio- 
re. È  una  forma  intermedia  singolare, 
Spirito  santo  q\^q  addimostra  come  il  simbolo  cri- 
—  Tr.  na  .(  ).  gj-j.^j-j^  ^^^^^  ^  giunto  ancora  a  sostituire 
del  tutto  quello  pagano,  ed  entrambi  si  trovano  bel- 
lamente associati  nello  stesso  amuleto,  contro  il  co- 
mune nemico. 

Vedemmo  poi  per  lo  addietro  (2)  come  partico- 
lari circostanze  influissero,  a  che  alle  piccole  chiavi 
in  argento  contro  le  convulsioni  della  prima  infan- 
zia, si  aggiungesse  in  alcune  regioni  d'Italia,  un 
altro  amuleto,   rappresentato  da  una  moneta  in  ar- 


pie 59."  —  Cliia- 
vetta    dello 


[1}  Vedi  nota  alla  paj. 
(2)  Pag.  82. 


Ilo. 


IL    FETICISMO    l'IJIMiriVO    IX    ITALIA 


111 


g-i'iito,  portante  imiircsso  il  sinilxìlo  dello  Spirito 
santo;  un  esemi)larc  di  questo  amuleto  èqui  l'ipro- 
dotto  dalla   tig.   60.». 

(^>uantunquc  tali  monete 
non  rappresentino  medag'lie 
appositamente  coniate  a  sco}»» 
sacro,  pure  per  il  simbolo 
cristiano,  generalmente  \-ene 
rato,  impresso  nel  loro  rove- 
scio, addimostrano  ancor  esse 
l'eNoluzione  subita  dagli  amu- 
leti specifici  contro  le  convul- 
sioni infantili.  Dalla  chiave 
simlxilica  con  le  mani  in  fica, 
si  passa  alla  forma  di  chiave, 

che  dello  Spirito  santo  non  ha  che  il  nome,  e  si 
giunge  per  mutazioni  intermedie  all'  amuleto,  che 
porta  impresso  il  simbolo  cristiano,  generalmente  co- 
nosciuto, dello  Spirito  santo. 


FiG.  (50."  —  Moneta  dello  Spi- 
rito santo,  (l'crufria) — 
Oi-.  nat. 


Serie  Nona 


Unghia  della  gran  bestia. 

Con  questo  nome  si  designa  oggidì  l'unghia  del 
CerviiK  alces  L.,  dell'Alce  comune,  che  si  ritiene 
possedere  virtù  contro  i  veleni  ed  efficacia  notevole 
contro   le   streghe   ed  il  malocchio  (1).   Gli   amuleti 


(Il  Originahnoute  intende  vasi  per  unghia  della  gran  bestia 
(liiella  del  rinoceronte;  per  la  difficoltà  di  procurarsene  traui- 
iiicnti,  dev'essere  stata  sostituita  con  quella  dellWlcc. 


112 


GIUSEPPE    BELLUCCI 


formati  con  quest"  img-hia  sono  generalmente  costi- 
tuiti da  una  tavoletta  tagliata  in  codesta  sostanza, 
incorniciata  poi  con  lamina  di  argento  e  munita  di 

due  cappiole  laterali, 
per  cui  r  amuleto  si 
collega  o  ad  un  na- 
stro, o  alle  due  estre-_ 
mità  di  una  collana 
di  coralli.  La  forma 
più  comune  dell'  a- 
muleto  è  quella  ret- 
tangolare rappresen- 
tata in  alto  nella  fi- 
gura 61.".  La  forma  di 
cuore,  rappresentata 
inferiormente  nella 
stessa  figura,  porta 
inciso  nel  diritto  il 
monogramma  di  Cri- 
sto sormontato  da 
croce  e  sovrastante 
ai  tre  chiodi  sacri  ; 
nel  rovescio  contie- 
ne, fissato  mercè  ma- 
stice, un  frammento 
dell'unghia  di  Alce. 
Anche  per  que- 
sto amuleto  si  ve- 
rifica (luindi  (luanto  si  è  posto  in  evidenza  per  gli 
amuleti  delle  serie  precedenti  ;  al  semplice  concetto 
pagano,  primitivo,  sulle  virtù  dell'  amuleto,  si  è  ag- 
giunt(j  il  pensiero  della  protezione  esercitata  dal  sim- 


FiG.  61."  —  Unghia  della  gran  bestia: 
in  alto  :  (Perugia)  ;  nel  centro  :  (Te- 
diano, Norcia,  Umbria)  —  CtT.  nat. 


IL    l'ETICIS.Mo    l'K  IMITI  Vii    IN    ITALIA  113 


bolo  sacro,  che  af>'li  ocelli  del  feticista  cristiano, 
non  solo  aumenta  le  virtù  si)ecitiche  dell' unuileto, 
ma  permette  di  poter  confidare  sulla  sua  efficacia, 
senza  contravvenire  ai  precetti  della  relif^'ione  vi- 
vente. 

Serie  Decima 


Crescenti   lunari, 
ranocchielle,  rospi,  inimag'ini  di  S.  Donato. 

Nel  sommario  di  questa  serie  si  ravvisa  tale 
distanza  fra  g'ii  oggetti  accennati  dai  singoli  titoli, 
che  a  nessuno  verrebbe  in  mente  d'  intravedere  una 
l'i'lazione  qualsiasi  tra  di  loro.  Eppure  ciò  che  a  pri- 
ma giunta  sembrerebbe  impossibile,  verrà  messo  in 
evidenza  dalle  considerazioni  e  specialmente  dalle 
comparazioni  seguenti,  sopra  una  serie  singolare  di 
amuleti,  ritenuti  efficaci  a  prevenire  ed  a  combattere 
i  malefizì  delle  streghe. 

Nella  parte  più  meridionale  dell'  Umbria,  ma 
segnatamente  nella  tìnitima  regione  degli  Abruzzi, 
si  costuma  di  portare  indosso  contro  le  malìe  delle 
streghe  (fascino,  malocchio,  jettatura,  fatture,  liga- 
ture),  alcune  forme  simboliche  in  argento  di  cre- 
scenti lunari,  di  ranocchielle,  di  rospi,  talora  sepa- 
rate, più  comunemente  congiunte,  come  si  vedono 
rappresentate  nelle  figure  62.',  68.",  64.*. 

L'origine  di  questi  amuleti  è  molto  ivmota  e 
più  oltre  si  cercherà  d' inti^'pretare  il  significato  dei 
diversi  simboli  clic  li  costituiscono,  e  che  hanno  et'tì- 

8 


lU 


GIUSEPPE   BELLUCCI 


cacia  in  quanto  rappresentano  attributi  specifici  delle 
streghe.  È  da  osservarsi  però,  che  tali  amuleti  infor- 
mati a  concetti  esclusivamente  pagani,  non  potevano 
esser  tollerati  dalla  religione  cristiana,  tenuto  conto 

eziandio  del 
fatto,  clie  non 
godevano  di 
una  fiducia  ri- 
stretta a  pochi 
individui,  ma 
diffusa  a  mol- 
tissimi ed  in 
un'  area  di  e- 
stensione  note- 
vole. Pertanto, 
sebbene  si  ve- 
rificassero casi 
di  transazione, 
come  lo  addi- 
mostra l'esem- 
plare della  fi- 
gura 64.'',  in 
cui  si  rileva  un 
singolare  con- 
nubio di  con- 
cetti pagani  e 
cristiani,  pure 
si  provvide  a  modificare  profondamente  il  concetto 
I>agano,  a  cui  l'amuleto  primitivo  era  informato. 

Nella  regione  degli  Abruzzi  e  specialmente  nella 
provincia  di  Teramo  è  veneratissimo  un  santo,  di 
nome  Donato.  La  fede  assegna  virtìi  straordinarie  a 


Vii:.  t)2."  —  Forme  di  rospi,  di  ranoccliielle 
e  di  crescenti  lunari  in  argento  :  in  alto 
as.:  (A(iuila):  a  d.:  (Campagna,  Saler- 
no) :  in  basso:  (Atri,  Teramo)  —  Gr.  i'2- 


IL   FETICISMO    l'UlMiriVo    IN    ITALIA 


115 


(lia-sto  invittd  cainpioiic  della  i'clii>'iono  cristiana, 
(iliariscr  dal  mal  fadut'o;  anzi  (jUcsto  male,  che  si 
dosiji^na  col  nomo  di  male  dì  S.  Donato,  è,  secondo 
la    monte    infantilo    della    maj^'^'ior 

parte    dei  fe<le|i.   il   male  ]il'i)pri"  del 

santo,  per  cni  nessnno  mo^'lio  di 
Ini,  elio  lo  distribnisco,  ])otrà  ;^"iia- 
riiv  coloro,  che  ne  furono  colpiti. 
8.  Donato  proviene  e  guarisce  l'i- 
drofobia; previeni'  e  combatte  gli 
effetti  sinistri  del  malocchio;  è  ti- 
nalmente  un  santo  anti-streg'onico 
]»er  eccellenza.  Per  tutte  queste  pe- 
culiaiM  vii'tìi  l'immagine  di  S.  Do- 
nato era  proprio  quella,  che  faceva 
a  proposito,  per  essere  collocata  in 
sostituzione  delle  forme  di  ranoc- 
chielle  e  dei  rospi  negli  amuleti  in  argento  contro 
le  streghe.  E  difatti  si  formarono  amuleti  nuovi, 
nei  ciuali  il  concetto  religioso  cristiano  subentrò, 
alnu'no  in  parte,  al  concetto  pagano;  ma  nella  con- 
formazione generale,  nello  stile,  nei  particolari,  si 
copiarono  esattamente  gli  amuleti  antichi,  che  si 
distinguevano  per  le  forme  di  ranocchielle  e  di  rospi, 
che  vi  erano  rappresentate.  Ora  senza  entrare  in 
uno  studio  minuto  di  particolari,  basta  che  il  lettore 
confronti  le  forme  di  amuleti  rappresentate  dalle 
figure  62.^,  63.',  G4.',  65.»,  perchè  da  codesto  esame 
comi)arativo  vedrà  emergere  ad  evidenza  la  conclu- 
sione di  sopra  formulata. 


Fkj.  63. a  —  Forma  di 
ranocchiella,  in- 
clusa in  un  disco, 
costituito  da  una 
treccia:  in  argen- 
to (1)  —  Or.  I  o- 


il)  Vedi  nota  alla  \)a>:.  HO. 


116 


GIUSEPPE    BELLUCCI 


Sono  sing-olarissimo  le  due  forme  rappresentate 
in  alto  della  tìg.  ()5.",  in  cui  S.  Donato  impugna  il 
simbolo  anti-stregonico,  la  ftdce  lunare,  e  lo  squadra 
contro  il  nemico  perverso,  che  ardisce  insidiare  il 
possessore  dell'amuleto.  Nelle  altre  due  forme,  rap- 
presentate in  basso  nella  tlg'ura  sud- 
detta il  santo  è  spogliato  dei  sim- 
boli efficaci  contro  le  streghe  ;  anzi 
il  termine  della  serie  è  rappresen- 
tato dalla  semplice  figura  del  santo, 
in  atto  di  benedire,  privo  di  qua- 
lunciue  ricordo,  anche  ornamentale, 
che  negli  amuleti  precedenti  lo  ac- 
compagnavano. Per  giungere  però 
rauocchieiia  sul   a  quest'  ultima   forma,    che   ha  un 

crescente    luna-    carattere  esclusivamente  sacro  e  cri- 
re;  inargento  (li         .  n  ■  T         • 

—  Gr.  nat.  Stiano,  quante  torme  intermedie  si 

dovettero  immaginare,  quanto  lenta 
fu  l'evoluzione  delle  forme  rappresentative,  che  si 
dovè  percorrere,  perchè  filialmente  la  psicologia 
infantile  dei  feticisti  riponesse  fiducia  nella  sola 
immagine  di  S.  Donato,  sostituita  a  quella  delle 
ranocchielle  e  dei  rospi  1 


FlG.  64. 


Forma  di 


(1)  (jli  amuleti  rappresentati  dalle  tre  liii'ure  59.'',  63.",  64.^', 
non  esistono  nella  mia  collezione.  Le  figure  furono  tratte  da  una 
tavola  (XIV).  che  illustra  l'interessante  lavoro  di  R.  T.  Giinther, 
dal  titolo  «  The  Ci.maiu'ta,  its  structure  and  development  »  inse- 
rito nel  voi.  XVI,  1905  del  Folk-i.ore,  Transactions  of  the  Folh-ìore 
Society  of  London.  L'amuleto  rappresentato  dalla  11°;.  64.",  trovasi 
anche  tra  le  illustrazioni  dell'  opera  di  F.  T.  l';l\vorthy,  The  Evll 
Eye,  London.  Murray,  IS9.'),  pag.  311,  lig.  1.52.  L".\ut.  lo  riguarda 
come  unico,  por  l' iscrizione  cristiana  di  cui  è  munito,  ed  indica 
che  l'originale  esiste  nella  collezione  Neville  Kolfo.  che  ora  dove 
trovarsi  ad  Ileacham,  Norfolk,  Inghilterra. 


IL    FETICISMO    l'KIMll'IVO    IX    ITALIA 


117 


Epi)urc'  non  ostante  ([aostc  li-iitc  inutazioni,  che 
noi  eoniprendiumo  thcilnientc.  ma  clic  i  meno  veg- 
genti tardano  a  percepire,  sia  i»cr  iial  arale  diffidenza, 
sia  per  torpidità  di  niente,  T  etìetto  voluto  da  coloro 
che  iinniag'inarono  la  sostituzione,  non  si  è  ancora 
raggiunto,  segnatamente  per  gli  estremi  della  serie, 
rappresentati  dalla  scni])liee  figura  del  santo. 

Nelle  regioni  caiiiix'- 
sti'i  e  montuose,  nei  paesi 
e  nei  villaggi  dell' Aliruz- 
zo  teramano,  sono  diffusis- 
sime (lifìitti  tutte  le  forme 
illustrate  di  questa  serie 
singolare  di  amuleti  in  ar- 
gento, ma  le  più  comuni 
sono  sempre  quelle  in  cui 
si  trovan(j  ranocchielle  e 
ros])!  ;  meno  comuni,  quel- 
le, in  cui  S.  Donato  im- 
pugna la  falce  lunare;  ra- 
rissime le  altre,  in  cui  il 
santo  è  rappresentato  dalla 
semplice  immagine,  priva 
di  ogni  simbolo  superstizio- 
so. L' immagine  del  santo 
si  comprende  e  si  venera 
come  cosa  sacra,  ma  senza  i  simboli  che  fanno  al- 
lontanare le  streghe,  o  le  trattengono  dallo  (esercitare 
le  loro  malefiche  azioni,  la  sola  figura  del  santo  non 
apjiare  sufficienti^  come  amuleto,  non  parla  abba- 
stanza alla  mente  del  feticista,  che  abbisogna  di  ve- 
derla congiunta  ai  simboli    cai'atteristici,  in  cui  per 


Vìe.  (55."  —  Kapprescnt.-izioni 
diverse  di  S.  Donato:  in  ar- 
gento. (Atri,  Teramo)  — 
(ir.  1/2. 


118 


GIL'SEPPE    BELLUGCI 


antica  tradizione  è  riposta  la  virtù  preventiva  e  pro- 
tettiva contro  le  streghe.  S.  Donato  è  un  santo  mi- 
racolosissimo e  jjer  bène,  mi  diceva  con  semplice 
ma  eloquente  espressione  una  donna  delle  campagne 
abruzzesi  ;  ma  se  non  ha  i  corni  in  mano,  non  riesce 
a  far  fuggire  le  streghe  1 

Per  accreditare  maggiormente  V  immagine  di 
S.  Donato,  la  si  rese  anche  capace  di  arrecare  for- 
tuna a  coloro  che  ne  erano 
in  possesso  ;  e  non  bastan- 
do la  rappresentazione  del- 
la gibbosità  naturale,  di 
cui  il  Santo  sembra  fosse 
affetto,  e  che  da  sola  ac- 
cenna di  già  a  portare  for- 
tuna, la  si  volle  munita  del 
magico  num.  13  (tìg.  (Ki.  '). 
sorgente  inesauribile  di  di- 
sgi-azie  per  coloro  che  di 
tal  numero  sono  sprovvi- 
sti, sorgente  invece  bene- 
fica di  fortuna  e  di  feli- 
cità nella  vita,  per  coloro 
elle  (li  tal  numero  sono  in 


Fio.  fio."  —  Imiuayine  di  s.  Do- 
nato in  argento,  con  sim- 
boli diversi.  (Atri,  Teramo) 
—  Gr.  nat. 


possesso  1 

Siamo  (luii(|U('  di  tinni- 
te ad  amuleti  di  receiitissiiiia  l'oniiazioiu'  e  perciò 
di  particolare  interesse  pei'  i  nostri  studi,  metten- 
dosi per  essi  in  evidenza  (jiude  sia  stato  il  concetto 
psicologico  seguito  dai  feticisti  per  formarli.  L'im- 
magine del  santo,  che  deve  rappresentare  nell'amu- 
leto  complesso   la   parte   imposta   dal   pensiero   cri- 


IL    FRTICrSMl»    l'RIMITIVf»    IN    ITAMA  11!» 


Stiano,  agxiuiijj'i'  og'j^'i  forza  <■  virtù  ai  simlioli  pa- 
gani, come  questi  indirettanicntc  ne  partcciiiaiin  a 
(.lucila.  Ma  t'iii  deve  guadagnare  aiii-oi-.i  il  eredito 
necessario  nella  virtù  di  allontanare  le  stregiic.  (■ 
preoisanieiite  l' immagine  del  santo;  e  (|Uaiidc  per 
lunga  esperienza  codesta  immagine  avrà  acquistata 
la  ti(Uu"ia  lU'cessaria  lU'lla  mente  dei  feticisti,  i  sim- 
Ixili  i)agani  cadranno  ad  uno  ad  uno.  e  l' imnnigine 
del  santo  rimarrà  sola  a  dinn)strare  la  desiderata 
efficacia.  Verrà  poi  un  tempo  più  lontano,  in  cui  sia 
per  una  maggiore  estensione  di  (jneir  umana  xii'tù. 
che  dicesi  buon  senno,  sia  per  aunu'Uto  di  liu-e  ir- 
radiata dalla  scienza,  anche  rimmagine  di  8.  Do- 
nato scomi)arirà  come  amuleto,  relegata  dove  pur- 
tropiio  vanno  a  finii'e  tutte  le  umane  illusioni. 

Potrei  aggiungere  altre  serie  di  amuleti,  se 
<[Uelle  esposte  non  paressero  sufficienti  ad  illustrare 
il  principio  enunciato,  che  cioè  la  religione  cristiana 
nella  sua  forma  cattolica,  introdusse  nel  suo  culto 
esteriore  anche  i  feticci  primitivi  ;  li  benedisse  prima 
e  poi,  per  via  di  adattamento,  consigliò  d'imi)rimere 
o  v'impresse  il  suo  suggello  con  forme  simboliche 
conosciute,  rendendo  per  tal  modo  i  feticci  primitivi, 
oggetti  sacri  e  degni  di  venerazione,  anche  dal  ])unto 
di  vista  dei  jìrincipì  del  Cristianesimo.  Cosi  lo  stesso 
amuleto,  dinanzi  agli  occhi  del  credente,  mantenne 
le  \irtù,  che  secondo  i  concetti  animistici  gli  erano 
state  dapprima  attribuite  e  ne  acquistò  delle  nuove, 
secondo  i  concetti  cristiani;  si  ebbe  pertanto  un  con- 
tenuto di  ijaganesimo  rivestito  di  cristianesimo,  ili- 
nanzi  al  (piale  il  cre(h'nt(%  non  contravvenendo  altri- 


120  GIUSEPPE   BELLUCCI 


menti  ai  precetti  della  religione  dominante,  come 
adoratore  di  feticci  pagani,  si  trovò  per  sua  fortuna 
e  tranquillità  in  santa  pace  con  la  divinità  primi- 
tiva ritenuta  falsa  e  bugiarda  e  con  la  rappresenta- 
zione della  divinità  nuova,  riguardata  come  vera  e 
genuina. 

Ma  la  Chiesa  non  si  termo  a  questo  primo  adat- 
tamento; riconobbe,  e  non  poteva  non  riconoscerlo, 
che  proseguendo  in  tale  indirizzo,  transigeva  aper- 
tamente con  le  proprie  dottrine;  allontanandosi  al- 
lora sempre  più  dal  feticismo  primitivo,  sostituì  ai 
feticci  già  cristianizzati,  feticci  nuovi,  differenti  per 
forma  e  per  sostanza  da  quelli.  E  la  sostituzione 
avvenne,  come  sì  vedrà  dagli  esem])!  qui  appresso 
illustrati,  mediante  oggetti  consacrati  con  riti  spe- 
ciali ed  aventi  apparenza  esclusivamente  sacra,  ai 
quali  però  si  assegnarono  quelle  stesse  virtìi  sopra- 
naturali, che  il  feticista,  seguendo  i  principi  animi- 
stici, che  nella  sua  ignoranza  lo  ispiravano,  attri- 
buiva ai  suoi  gri-gri,  ai  suoi  amuleti.  Se  non  che  men- 
tre il  feticcio  primitivo  rappresenta  un  oggetto  di 
creazione  e  di  adorazione  individuale,  ed  ogni  feti- 
cista conosce  ])t'r  ])roi)ria  dottrina  le  virtù  che  gli 
sono  conferite,  il  feticcio  cristiano  rappresentato  da 
un'  immagine,  da  una  medaglia,  da  una  reliquia, 
da  una  figura  in  cera,  non  rende  di  per  sé  palesi 
le  virtù  sopranaturali  assegnategli,  se  non  iscriven- 
dole suirtmiuleto  medesimo,  ovvero  corredandolo  di 
(jualche  ])articolare  tìgurato,  per  cui  lo  scopo  tinaie 
addivenga  intelligibile  anche  a  coloro,  clie  non  giun- 
gono a  decifrare  segni  scritti. 


IL  FETICISMO   PRIMITIVO    IN    ITALIA 


121 


Agnus  Dei. 


Fio.  07."  —  Borsa  in  seta  rifaniata  in  oro  ed  in  argento  ed  ornata 
di  lustrini,  entro  la  quale  si  conservavano  i  due  Ag/ii'^  Dei, 
rappresentati  in  basso,  ritenuti  <iuali  potenti  amuleti  j;randi- 
niCutri.  (Gubbio,  Umbria)  —  (ir.  '/o. 


In  un  mio  studio  precedente  ebbi  giji  occa- 
sione di  ricordare  i  due  amuleti  cristiani,  figurati 
qui  sopra,  riferendo  contemporaneamente  in  (juale 
circostanza  particolare  ebbi  occasione  di  vederli  ado- 
perati come  amuleti  o-randinifug-i,  a  difesa  di  una  pi-o- 


122  GIUSEPPE    BELLUCCI 


prietà  campestre  (1).  Oltre  questi  Agnus  Dei,  ne 
conservo  nella  mia  collezione  altri  due  esemplari, 
uno  dei  quali  proveniente  da  Norcia  (Umbria),  ri- 
guardato come  validissimo  antiepilettico;  l'altro, 
trovato  a  Citerna  (Umbria),  ritenuto  come  sicuro 
mezzo  protettivo  contro  le  fulminazioni.  Nelle  mie 
ricerche  ebbi  più  volte  occasione  di  osservare  alcuni 
Agnus  Dei,  collocati  entro  cavità  sull'alto  delle  torri 
campanarie,  specialmente  deg'li  antichi  monasteri, 
come  protezione  contro  i  fulmini,  come  difesa  con- 
tro le  tempeste  dell'  aria  e  singolarmente  per  tener 
lungi  le  grandinate.  Incontrai  la  più  grande  resi- 
stenza per  ri  trarli  dai  luoghi,  ove  si  trovavano  col- 
locati e  dovetti  desistere  dal  desiderio  di  possederli. 
In  parecchie  circostanze  ebbi  poi  agio  di  osservare 
altri  Agnus  Dei,  a  cui  i  possessori  non  attribuivaiu) 
alcuna  virtù  specifica,  inen^ite  al  concetto  psicolo- 
gico degli  amuleti  pagani  ;  per  tal  ragione  questi 
non  sono  considerati  nel  presente  studio,  rappresen- 
tando oggetti  di   juiro  culto. 

Ritornando  agii  esemplari  raccolti,  mi  sorprese 
la  designazione  di  virtù  così  dissimili  ad  essi  attri- 
buite; e  mentre  trovava  facile  di  spiegare,  come  \o 
stesso  amuleto  potesse  per  gii  uni  avere  efficacia 
contro  gli  spiriti  maligni,  che  fabbricano  sulle  nubi 
la  grandine,  e  per  altri  avesse  virtù  contro  gli  spi- 
riti congeneri,  che  dalle  nubi  tempestose  scoccano 
sulla  terra  i  dardi  fulminei,  mi  riusciva  difficile  com- 
prendere, come  ad  un  amuleto  consimile  fosse  attri- 


(I)  Bellucci   Gusei'I'k,   La  yramUne  nelV  Viìibvia,   Pcnijj;ia, 
Un.  Tip.  Cooii.,  1903,  pajif.  Ti. 


Il,    FKIICISMO    l'KI.MiriVO    r\    ITALIA  1 2."i 


l)uit;i  la  virtù  (li  tener  lun^i  ^"li  assalti  epilettici.  Il 
rinveiiiniento  casuale  di  una  stampa  i)reziosa  (Ij, 
jriuuse  a  t'Iiiarire  le  incertezze,  e  t'orni  (juella  raj^ionc, 
che  non  trovava,  sej;aien(l()  il  concetto  psicoloo^ico 
senii)lice  ed  uniforme  dei  feticisti.  Il  titolo  della 
stampa,  i  i)articolari  dell'editore,  l' impronta  di  un 
A(jni(.s  Del  a  lianco  dello  stemma  j^entiiizit)  del  pon- 
tefice vivente  (Leone  XII),  sorniontat(j  dalle  chiavi 
apostoliche  e  dal  triregno,  danno  alla  stampa  me- 
desinìa  un  carattere  officiale,  e  conferiscono  a  quanto 
in  essa  è  asserito  come  materia  di  fede,  il  mag'jjfiore 
fondamento  di  autentica  e  genuina  espressione. 

Codesta  stampa  enumera  le  grazie  ed  i  henefici, 
che  secondo  la  Chiesa  cristiana  cattolica  i  fedeli  pos- 
sono impetrare  nelle  diverse  contingenze  della  vita 
mercè  gli  Agnus  Dei;  grazie  e  l)enetici,  che  trascrivo 
seguendo  la  dizione  e  la  grafìa  originale,  omettendo 
soltanto  quelle,  che  per  essere  esclusive  a'  principi 
ideali  della  fede,  non  hanno  interesse  nel  presente 
studio. 

lo  stesso  PouteHce  con  divotc  (frazioni   prega 

il  Signore  Iddio,  ohe  si  degni  benedire,  fi;rtutiticare,  e 
consacrare  quelle  fonile  di  Cera,  e  comunicar  loro  tale 
virtù,  che  chiunque  con  vera  fede,  e  divozione  le  usi, 
venga  ad  impetrare  le  grazie,  e  iK'uefici  seguenti  : 

1." 


Il)  iato  ed  uso  delle  CEKE  sìacke  volgcD-tnente  cltiumate  Agnus 
Jj-:i,  Koina,  1828,  nella  Stamperia  della  Keverenda  Camera  aposto- 
lica. —  Un  esemplare  di  codesta  stampa  è  presso  IWutoro. 


124  GIUSEPl'E    BELLUCCI 


2.«  Che  air  aspetto  dell'  adorabile  seguo  di  Croce 
impresso  nelle  medesime  Cere  si  atterriscano,  e  mettano 
in  fuga  i  maligni  Spii-iti,  si  dileguino  i  nembi,  si  acquie- 
tino i  venti,  cessino  i  tuoni,  siano  dissipati  i  turbini,  i 
fulgori,  e  le  tempeste. 

3.0  Che  per  virtù  della  Divina  benedizione  va- 
gliano queste  Cere  contro  tutte  le  diaboliche  frodi,  in- 
sidie, e  tentazioni 

4."  Che  le  Donne  incinte  portino  senza  pericolo, 
e  diano  felicimente  alla  luce  il  loro  feto. 

5."  Che  niuna  disavventura  avvenga  a  clii  divota- 
mente  gli  porta:  che  niun'aria  pestilenziale,  e  corrotta 
gli  sia  nociva,  niun  morbo  caduco  lo  assalga  :  Che  sia 
preservato  dalle  tempeste  di  mare,  dalle  inondazioni  e 
dagl'incendi;  e  niuna  malignità  possa  contro  di  lui  pre- 
valere. 

()."  che  sia  assistito  ne'  prosperi,  e  ne'  sinistri  av- 
venimenti :  Che  dalle  umane,  e  diaboliche  malvagità  sia 
custodito,  e  difeso,  da  subitanea  morte,  e  da  ogn'altro 
male,  e  pericolo  liberato  per  i  misteri  della  vita,  e  pas- 
sione di  Gesii  Cristo. 

Per  le  virtù  seg-nalate  negli  articoli  precedenti, 
gli  Agnus  Dei  possono  quindi  riuscire  efficaci  come  : 
antidiabolici,  antistregonici,  antimiasmatici,  antiset- 
tici, antiepilettici,  antiabortivi  e  favorevoli  al  parto 
normale.  Riescono  inoltre  efficaci  contro  le  tempeste 
dell'  aria  (comprese  le  grandini),  contro  i  tuoni  (?), 
e  le  folgori  ;  contro  le  tempeste  di  mare,  le  inonda- 
zioni, gr  incendi;  conti'o  le  morti  improvvise,  contro 
ogni  malattia  ed  ogni  pericolo  morale  o  tisico.  Rie- 
scono infine  auspici  sicuri  di  fortuna  e  di  felicità 
ne'  prosperi  e  ne'  sinistri  avvenimenti,  a  cui  runniD 
può  trovarsi  esposto. 


ir.  l'iri'KMSMo  l'iu.Mi  rivo  in  itama  l-Jf 


^/AfplKs  Dei  r;ii)|)i"cs('ntt'i'('l)l)(,'  perciò  un;i  sorta 
<li  aiuul('t(t  o  feticcio  oninihiis,  un  i)resi(lio  universale 
validissimo,  un'  ancora  sicura  di  salv(';iza,  indispen- 
sabile all'  uomo  nel  mare  l)urrascoso  della  vita.  Di- 
sgraziatamente con  tutte  le  belle  cose  che  possono 
impeti'arsi  nn  ree  1"  uso  (lef>'li  A(/ìnis  Dei,  ancor  <[uesti 
ottrono  il  lato  manchevole,  comune  a  tutti  ^\[  amu- 
leti o  feticci  ;  se  non  sono  protetti  dalla  tede  più  pro- 
fonda e  più  di  vota,  anche  gli  Agnus  Dei,  pur  benedetti 
V  consacrati  dai  l'ontefici.  si  riducono  a  semplici 
frammenti  di  cera  impressa,  a  semplici  articoli  di 
una  collezione  psicologica,  atti  a  dimostrare  la  fa- 
tuità delle  credenze  umane  e  l'artificioso  studio  se- 
guito per  educarla  e  per  mantenerla. 

L'attribuzione  di  una  serie  di  virtù  così  nume- 
rose e  disparate  agii  Agnus  Dei,  riuscirebbe  perù 
assolutamente  inesplicabile,  se  non  si  richiamasse  il 
concetto  fondamentale,  ch'ebbero  i  Pontefici  per  ad- 
divenire alla  formazione  ed  alla  diffusione  di  cotali 
forme  di  Cere  sacre.  I  Pontefici,  vissuti  principal- 
mente nei  primi  secoli  dell'  èra  cristiana,  persuasi 
della  grande  difficoltà,  per  non  dire  impossibilità, 
di  abolire  gì'  inveterati  costumi  del  paganesimo  nei 
popoli,  che  pure  avevano  abbracciato  i  principi  del 
cristianesimo,  si  proposero  di  santificarne  in  qualche 
modo  gli  usi.  E  riguardo  agli  amuleti  o  feticci  pri- 
mitivi, dopo  aver  notato,  che  nonostante  gli  anatemi 
inliirti  ai  credenti  nelle  loro  misteriose  virtù,  pur 
nondimeno  proseguivano  ad  essere  ritenuti  salda- 
mente come  oggetti  di  fede,  procurarono  anzitutto, 
come  già  si  è  veduto,  di  renderli  sacri  dal  punto 
di  vista  delle  dottrine  cristiane,    poi    li    sostituirono 


126  GIUSEPPE   BELLU(;CI 


con  medaglie,  con  reliquie,  con  immagini  sacre,  con 
forme  particolari  di  cere,  attribuendo  a  ciascuno 
di  questi  oggetti  consacrati  con  riti  speciali,  quelle 
medesime  virtìi,  isolate  o  cumulate,  che  i  feticisti 
conferivano  ai  propri  feticci.  Ad  evitare  peraltro  un 
numero  straordinario  di  amuleti  cristiani,  che  si  tro- 
vasse in  corrispondenza  con  tutte  le  singole  possibili 
virtù,  si  cumularono  sopra  un  medesimo  oggetto, 
numerose  e  disparate  attribuzioni,  e  ciò  non  solo 
per  comoda  ed  opportuna  sintesi,  ma  anche  perchè 
la  fede  non  vacillasse  o  non  si  perdesse,  quando 
casualmente  una  delle  tante  attribuzioni  conferite 
non  si  vedesse  esplicata,  allorché  nell'  atto  pratico 
si  confidava  di  ottenerla. 

Il  concetto  della  preparazione  degli  Agnus  Dei 
in  cera  non  fu  del  resto  assolutamente  originale,  ma 
derivò  dallo  adattamento  alle  dottrine  cristiane  di 
(luello  figure  di  cera  conformate  a  disco,  che  gii 
antichi  Romani  solevano  regalare  ai  loro  clienti  nella 
circostanza  delle  feste  Saturnali,  secondo  il  decreto 
d(4  Tribuno  Publicio.  Queste  figure  di  cera,  a  so- 
miglianza delle  bulle  metalliche,  si  portavano  ap- 
pese al  collo,  ed  erano  non  solo  simboli  di  libertà, 
per  cui  r  uso  n'  era  vietato  ai  servi,  ma  ritenevano 
virili  protettive  straordinarie  e  si  riguardavano  come 
])reziosi  amuleti.  E  gli  Agnus  Del  sostituendo  nel 
mondo  cristiano  codeste  bulle  Romane  in  cera,  pre- 
sentarono anzitutto  forme  semplicissime  (1),  e  virtìi 


(1)  Quando  s' iucoiiiinciarono  a  sostituire  lo  bulle  in  cera  Ro- 
mane, nei  primi  tempi  della  Chiesa,  gli  Agnus  Dei  si  costituirono 
con  i  frammenti  del  Cereo  pasquale  dell'anno  precedente,  che  nel 
giorno  del  Sabato  santo  soleva  spezzarsi,  quale  simbolo  del  risorto 


ir.    FETICISMO    l'UIMlTlVO    IN    IIAMA.  ll^'i 


liinit.'itc:  i»iù  tardi,  fonile  currispoiulciiti  ;i  c|ii<-lli- 
discoidali  od  elittichi',  clic  si  usai'oiio  dai  l'oiitclici 
aiK'JH'  ili  ((uesti  ultiiui  tempi,  e  atlril)u/,ioiii  dispa- 
rate o  molteplici. 

(41i  A(/nHs  Dei  si  portarono  come  le  l)ulle  Ro- 
mane in  cera,  appesi  al  collo  o  sulla  jjersona;  si 
collocarono  nei  medesimi  luoi^hi  in  cui  per  lo  innanzi 
si  i)onevano  i  feticci  pagani  corrispondenti  ;  oppure 
si  aggiunsero  ad  essi,  confidando  di  ottenere  dalla 
riunione  dei  due  feticci  una  maggiore  e  più  sicura 
protezione  per  V  uomo,  una  difesa  efficace  contro  i 
pericoli  naturali,  ininaccianti  le  abitazioni,  le  mèssi, 
le  frutta  pendenti  nelle  ubertose  campagne. 

Mi  sono  intrattenuto  forse  a  lungo  sui  partico- 
lari degli  Agnus  Dei  in  cera;  ma  nessun  oggetto 
sacro,  dal  punto  di  vista  cristiano  cattolico,  raduna 
come  gli  Agnus  Dei  un  numero  maggiore  di  quelle 
virtù  specificlie,  che  costituiscono  la  caratteristica 
degli  amuleti  o  feticci  pagani;  cosichè,  sia  per  que- 
sto carattere  precipuo,  sia  perchè  la  loro  origine  ri- 
monta ad  epoca  remota,  sia  infine  per  il  fatto,  che 
è  la  suprema  autorità  della  Chiesa,  che  investe  delle 
numerose  e  straordinarie  virtù  codeste  forme  spe- 
ciali di  cera,  gli  Agnus  Bei  rappresentano  il  tipo  degli 
amuleti  o  feticci  cristiani,  a  cui  per  adattamento  ul- 
teriore si  applicarono  le  virtù,  che  costituiscono  l'es- 
senza fondamentale  degli  amuleti  o  feticci  pagani. 


Kedentore.  Su  questi  frauiuicnli  (.•onforiuati  a  bulle,  soleva  inipri- 
rneisi  una  forma  di  agnello,  ed  il  popolo,  a  cui  tali  fraiiimcnli  si  di- 
stribuivano, si  valeva  di  essi  per  proluuiare  le  case  e  le  canipagnc. 
allo  scopo  di  cacciarne  gli  spiriti  maligni  e  di  preservarlo  dalle 
procolle.  (MoRONi,  Op.  cit.,  t.  XI,  pag.  94:  t.  LVII,  pag.  111). 


128 


GIUSEPPE   BELLUCCI 


2.  —  Benedizione  di  S.  Francesco. 


'ienore  ù  0iiHt  et>«npoicaevi>iii  la. tua  ri 
vw^o  4  tf  «    irSi^ore  ibbi»  ii  le  mism-  t 
1    rer^  e  11  du  }»»<■»«  ìI'S'Miiore  iii{nl«.  sui  i 
I      SanU  ben«iiiionp»Amfa  j 

I  Mum.i)v.^'1.5.  26.  ' 

I " J 

Si  <■/ via/te  i /ec[^    a /tarici/'f  CAjù)fTc  egn  tii- 
va.  fe^  ^UfSfO'  £ea*onjon  e  poiché  é  slcLit  spt 


Fio.  68."  —  Benedizione  di  s.  Francesco,  impressa  ed  illustrata  in 
tela,  con  indicazione  delle  numerose  virtù  che  possiede. 
(S.  Maria  degli  Angioli,  Umbria)  —  Or.  nat. 


QiK^st'  amuleto  eristiano  è  costituito  dalla  clas- 
sica benedizione,  che  S.  Francesco  impartì  a  frate 
Leone.  L'  espressione  di  un  sentimento  religioso,  che 
si  rivela  ispirato  dalla  più  candida  sincerità  e  dallo 
amore  più  reverente  verso  Dio,  si  è  trasformata  in 
uno  specifico  singolarissimo,  che  si  distribuisce  og- 


IL  FETICISMO   PRIMITIVO   IN   ITALIA  129 


gidì  profusaiìiPiitc  iiisiciiic  ad  altri  feticci,  dai  re- 
ligiosi fraiicescaiii  a  8.  Maria  degli  Angioli  presso 
Assisi.  Tale  benedizione  ò  anzi  addivenuta  un  amu- 
leto o  feticcio  molto  accreditato,  e  per  usufruire  le 
straordinarit'  virtù,  descritte  a  piedi  di  essa,  i  fedeli 
sogliono  portarla  indosso,  qua  e  presidio  personale, 
ovvero  la  fissano  sull'interno  delle  porte  delle  loro 
abitazioni,  (piale  presidio  collettivo. 

Non  potendo  trasfoi-uiare  in  feticcio  il  pensiero 
di  S.  Francesco,  perchè  come  da  (piesti  fu  espresso, 
rimaneva  nel  campo  delle  pure  idealità,  i  Cristiani 
cattolici  riuscirono  per  altra  via  a  raggiungere  lo 
scopo,  trasformando  in  feticci  i  frammenti  di  tela  o  di 
carta,  in  cui  il  pensiero  di  S.  Francesco  fu  impresso. 
Le  virtù  specifiche  vennero  pertanto  a  risiedere  sui 
frammenti  di  tela  o  di  carta,  i  quali  acquistarono 
non  solo  efficacia  particolare  contro  le  fulminazioni, 
ma  risultarono  validi  come  antiepilettici  ;  come  feb- 
l)rifugi;  come  anestetici,  singolarmente  in  occasione 
dei  parti;  contro  le  morti  improvvise,  e  quindi  co- 
me antiapopletici  ;  contro  le  insidie  dei  nemici  e 
contro  tante  altre  umane  afflizioni,  che  si  compre- 
sero tutte  sotto  la  voce  di  altri  mali. 

Poteva  facilmente  presumersi,  che  la  benedizione 
di  S.  Francesco  a  frate  Leone,  impressa  su  tela  o 
su  carta,  addivenisse  per  i  fedeli  cristiani  una  forma 
di  abituale  e  di  vota  preghiera,  perdi'"'  i  pensieri 
espressi  da  S.  Francesco,  facilme)ite  intelligibili,  pos- 
sono essere  rivolti  a  qualunque  persona  abbia  fede 
in  Dio;  ma  difficilmente  si  poteva  supporre,  che 
codesti  pensieri  fossero  trasformati  in  feticcio,  con 
V esortazione  di  portarlo  indosso,  per  usufi'uire  delle 


130 


GIUSEPPE   BELLUCCI 


virtù  di  cui  si  dice  investito,  e  con  l'aggiunta  sug- 
gestiva di  averne  sperimentata  V  efficacia  nelle  di- 
verse circostanze  in  esso  determinate. 


3. 


Medaglia  di  S.  Andrea  Avellino. 


Fio.  liv»."  —  Medit^lia  di  S.  Andrea  Avellino:  aninlelo  coniri 
plessiii.  (Pila,  Perugia)  —  Gr.  nat. 


l'apo- 


II  santo,  che  nel  diritto  della  medaglia  è  rappre- 
sentato come  officiante  la  messa  dinanzi  all'  altare, 
fu,  appena  questa  iniziata,  colpito  d'  apoplessia,  e 
stramazzato  al  suolo,  addivenne  cadavere. 

Nel  rovescio  della  medaglia  è  impressa  la  se- 
guente invocazione  :  per  |  iNTERCESszone/n  sancii  an- 
Dreae  \  AVELL^n^  APOFLET^■co  |  morbo  corrept  |  i  a 

SUBITANEA   |   ET    IMPROVISa  |   MORTE  |   LIBeva   NOS   |    . 

Per  quel  principio  pertanto  di  opposizione  o  di 
antipatia,  applicato   nella  formazione  degli  amuleti 


IL   FETICISMO   PRIMITIVO    IN   ITALIA 


i:ìi 


o  feticci,  la  rappresentazione  tipfurata  del  caso  diso^ra- 
ziato  toccato  ad  un  individuo,  addivenne  sicuro  pre- 
sidio, percliè  fosse  tenuta  lungi  ad  altri  la  ripetizione 
di  un  caso  consimile.  Perciò  la  nicdag-lia  di  S.  An- 
drea Avellino  ò  ricercata  e  ritenuta  cjuale  amuleto, 
atto  a  preservare  dai  colpi  apopletici  le  persone  che 
lo  portano  indosso,  che  credono  alla  sua  azione  pre- 
servativa, e  che  le  rivolgono  preghiere,  per  essere 
lilxrati  da  quella  forma  di  morte  improvvisa,  che 
S.   Andrea  Avellino  ebbe  ad  incontrare. 

4.  —  Medaglia  di  S.  Anastasio. 


Kio.  70."  —  Medaglia  In  bronzo  di  S.  Anastasio;  amuleto  contro  le 
streghe  ed  il  mal  caduco.  (Perugia)  —  Gr.  nat. 


Nel  diritto  l'immagine  di  S.  Anastasio;  nel  ro- 
vescio è  impressa  la  seguente  iscrizione:  imago  san- 


132  GIUSEPPE   BELLUCCI 


Cti  I   ANASTAS?'/  MONaC^■  |  ET   MkBJTirìS  \   OUIUS  kSP'ECtuS 
I  FUGARI    DAEMONeS  |  MORBOSQ^te  ]   REPELLI-ACTA    |    2. 

concila'  Niceae  |  testantur  |  romae  |  . 

In  relazione  con  quanto  si  enuncia  nell'  iscri- 
zione precedente,  la  medaglia  di  S.  Anastasio  di  so- 
pra figurata,  fu  trovata  gelosamente  custodita,  quale 
amuleto  atto  a  porre  in  fuga  le  streghe  e  quindi  a 
non  temei-e  dei  loro  maletìzì,  riguardandosi  nello 
stesso  tempo  quale  mezzo  efficace  per  combattere 
l'epilessia. 

Come  non  avere  fiducia  del  resto  nell'azione 
benefica  della  medaglia  di  S.  Anastasio,  quando  gli 
atti  officiali  del  secondo  Concilio  di  Nicèa  ne  rile- 
vano e  ne  documentano  la  sicura  efficacia?  Non  sarà 
contro  i  dèmoni  ch'essa  ha  sperimentata  la  sua  azio- 
ne, ma  chi  non  sa  che  le  streghe  rappresentano  una 
emanazione  demoniaca,  contro  la  quale  bisogna  di- 
fendersi, come  contro  i  dèmoni  stessi?  Nel  numero 
infinito  di  mali,  che  possono  colpire  l'Umanità  e  che 
la  medaglia  di  S.  Anastasio  vale  a  respingere,  1'  e- 
semplare  figurato  era  stato  usufruito,  come  presidio 
contro  il  mal  caduco,  perchè  persona  della  famiglia, 
presso  la  quale  si  conservava,  era  già  stata  colpita 
da  assalti  epilettici.  Tale  medaglia  di  S.  Anastasio, 
resa  sacra  da  rituale  benedizione,  sostituì  pertanto 
due  sorta  di  amuleti  pagani,  quello  contro  le  stre- 
ghe e  quello  contro  il  mal  caduco  od  epilessia. 

Nella  collezione  di  amuleti  italiani,  che  sono  riu- 
scito a  formare,  posseggo  anche  un  altro  esemplare 
della  medaglia  di  S.  Anastasio,  conforme  in  tutto 
al  modello  figurato  ;  però  la  dicitura  del  rovescio  è 
in  esso  ad   un  certo  punto  troncata,  terminando  con 


IL   FETICISMO    PRIMITIVO    IN   ITALIA  Viìi 

la  parola  DAEMOxe.v.  La  virtù  di  conil)att('rc  Ir  iiia- 
lattie  in  g-enerale,  l'attestazione  del  Concilio  di  Xi- 
cèa,  .-ono  taciute.  Forse  si  vide  il  bisoiai-no  di  ridurre 
l'ctlicacia  di  tale  amuk'to  ad  un  compito  più  mo- 
desto :  e  forse  per  misura  di  prudenza  e  di  rig'uardo, 
si  vide  conveniente  di  omettere  l'attestazione  del 
secondo  Concilio  di  Xicèa,  risultando  nella  realtù 
della  vita,  che  i  mali  colpivano  anche  coloro,  che 
pur  si  trovavano  muniti  della  medaglia,  a  cui  era 
attìdata  e  attestata  la  virtù  di  respingerli  ! 

5.   —  Medaglia  di  S.  Benedetto. 


Fk;.  71."  —  Medaglia  di  S.  Benedetto;  a'vuileto  contro  la  grandine. 
((iaglietole,  Gualdo  Cattaneo,  Umbria)  —  Gr.  nat. 

La  medaglia  di  S.  Benedetto,  nel  rovescio  della 
quale  è  impressa  la  classica  croce,  è  adoperata  quale 
amuleto  per  scopi  differenti  nelle  regioni  dell'  Um- 
bria. Quella  di  sopra  rappresentata  fu  da  me  rin- 
venuta come  amuleto  protettivo  contro  la  grandine. 


134  GroSEPPE   BELLUCCI 


collocato  allo  scopo,  sull'  alto  di  una  querce,  posta 
nel  confine  di  una  proprietà  rustica  (1).  Si  ritiene 
che  la  grandine  non  possa  entrare  in  un  terreno, 
sulla  fronte  del  quale  si  trovi  la  medaglia  protet- 
trice suddetta. 

Alla  stessa  medaglia  di  S.  Benedetto  si  attri- 
buisce la  virtù  di  proteggere  dalle  fulminazioni  gli 
edifici;  e  per  tal  fine  suole  collocarsi  sia  sull'alto 
degli  spigoli  degli  edifici,  al  di  sotto  delle  grondaie; 
sia  neir  interno  delle  torri  campanarie.  Nella  mia 
collezione  posseggo  altre  medaglie  di  queste  diverse 
provenienze. 

Un'ultima  virtù,  conferita  alla  medaglia  di  S.  Be- 
nedetto, è  poi  quella  di  togliere  ai  ladri  l' idea  di 
rubare  ;  in  relazione  con  questa  singolare  virtù  si 
ritiene,  che  le  medaglie  collocate  sui  confini  delle 
proprietà  rustiche,  come  preservatrici  contro  la  gran- 
dine, valgano  anche  ad  impedire  i  furti  campestri  (2). 

La  medaglia  di  S.  Benedetto  riunisce  quindi 
molteplici  e  disparate  virtù,  come  in  generale  è  ca- 
ratteristica degli  amuleti  cristiani  ;  alla  efficacia 
grandinifuga  unisce  la  virtù  d' impedire  le  fulmina- 
zioni e  quella  di  preservare  dai  furti. 


(1)  BiiLLUCci  GiusEi'PE,  La  grandine  nell'Umbria  ;  Perugia, 
Un.  Tip.  Coop.,  1903,  pag.  39,  fly.  5.' 

(2)  Singolare  è  il  modo  con  cui  tale  efficacia  viene  raggiunta. 
Un  ladro  si  dirige  ad  un  luogo  determinato  con  la  ferma  inten- 
zione di  togliere  ciò,  che  appartiene  ad  altri.  Ad  un  certo  punto, 
quando  egli  non  si  accorge  di  ssere  di  fronte  alla  medaglia  di 
S.  Benedetto,  le  idee  gli  si  confondono  e  nella  confusione,  perde 
proprio  il  pensiero,  che  lo  spingeva  ad  appropriarsi  ciò,  che  non 
era  suo.  Ritorna  allora  indietro,  seu/a  riflettere  altrimenti  allo 
scopo  per  cui  poco  jìrima  andava  innanzi! 


IL   FETICISMO   PRIMITIVO   IN    ITALIA  KJÓ 


(').   —  Polvere  delle  S.  Mura  della  S.  Casa 
di  Loreto. 


P'iG.  72.»  —  Busta  di  carta  suggellata,  contenente  polveri  delle 
mura  della  S.  Casa  di  Loreto  ;  amuleto  riconosciuto  validis- 
simo contro  le  malattie  in  generale,  contro  i  dèmoni  e  le  stre- 
ghe. (Gubbio    Umbria)  —  Gr.  ^'4. 

Nella  notte  di  ogni  Venerdì  santo  si  sog-liono 
ripulire  accuratamente  le  mura  della  S.  Casa  di  Lo- 
reto e  la  S.  Statua,  togliendone  le  polveri  che  vi  si 


136  GIUSEPPE   BELLUCCI 

depositarono  lungo  il  corso  dell'  anno  precedente. 
Queste  polveri  si  vagliano  per  sbarazzare  da  esse 
le  sostanze  estranee  grossolane,  che  casualmente 
potrebbero  contenere  ;  rese  per  tal  modo  uniformi, 
si  adoperano  poi  per  confezionare  amuleti,  accluden- 
done una  piccola  quantità  in  apposite  buste  di  carta, 
che  si  suggellano  e  si  distribuiscono  ai  credenti  in 
correspettivo  di  qualche  elemosina. 

Queste  polveri  sono  ritenute  come  mezzo  pre- 
ventivo sicuro  contro  le  malattie  ed  a  tal  fine  si 
portano  sulla  persona;  nelle  circostanze  poi  che  il 
male  sopraggiunga,  si  consiglia  di  valersene  come 
mezzo  terapeutico  per  uso  interno,  di  sicura  e  pro- 
vata efficacia.  Ed  i  credenti  suddividono  all'occa- 
sione in  più  piccole  prese  tali  polveri  e  le  ingeri- 
scono, involgendole  nelle  ostie,  o  sospendendole  nel- 
r  acqua,  nel  caffè,  nel  brodo  !  !  !  Non  si  crederebbe 
tanta  ignoranza  e  tanta  cecità  in  coloro  che  danno 
consigli  ed  in  quelli  che  li  accettano  ;  eppure  anche 
nel  secolo  XX  succedono  tali  aberrazioni,  e  non  solo 
per  le  polveri  delle  mura  della  S.  Casa  di  Loreto  ! 

È  vero  del  resto  che  esistono  masse  ignoranti, 
le  quali  i)ur  troppo  bevono  ciecamente  qualunque 
liquido  loro  si  api)resti  ;  ma  è  vero  ancora  eh'  esi- 
stono persone  intelligenti  e  coscienti,  le  quali  non 
dovrebbero  commettere  o  tollerare  1'  errore  di  pre- 
valersi della  cecità  di  quelle,  contribuendo  a  ricon- 
durre la  fornui  religiosa,  di  cui  si  vantano  seguaci, 
ad  un  livello  più  ])asso  delle  manifestazioni  primi- 
tive del  sentimento  religioso  dell'  Umanità. 

L' amuleto  formato  con  le  polveri  delle  mura 
della  S.  Casa  di    Loreto   ha   qualche   relazione   con 


IL  FETICISMO    PIUMITIVO    IN    ITALIA  Vii 


quollo  descritto  in  prccecU'nza,  costituito  con  l;i  pol- 
vere dell' intonaco  raschiato  presso  le  sacr«'  ininia- 
ji^ini  (1).  Però  i  feticisti  primitivi  delle  nostre  cani- 
pag'iie,  tuttora  fedeli  al  principio  animistico,  che  per 
antica  tradizione  interpetra  la  genesi  delle  malattie, 
ritengono  che  ])er  guarire,  l'amuleto  portato  sem- 
plicemente sulla  persona,  deve  assorbire  il  male; 
mentre  i  feticisti  cristiani  e  cattolici,  non  seguendo 
il  principio  animistico  suddetto,  consigliano  invece 
al  malato,  se  desidera  guarire,  di  assorbire  diretta- 
mente r  amuleto.  Due  principi  totalmente  opposti  ; 
per  il  primo,  lo  spirito  del  male  deve  uscire:  per 
il  secondo,  lo  spirito  sacro  dev'  entrare. 

Gli  amuleti  contenenti  le  polveri  delle  mura 
della  S.  Casa  di  Loreto,  che  oggi  si  distribuiscono, 
sono  un  poco  dissimili  esteriormente  da  quello  rap- 
l)resentato  dalla  tìg.  72.",  che  si  distribuiva  parecchi 
anni  addietro;  anzitutto  le  buste  sono  piti  piccole  e 
la  proporzione  della  polvere  è  minore,  forse  per  le 
aumentate  richieste;  in  secondo  luogo  la  graziosa  ed 
artistica  incisione  in  rame,  che  rappresenta  il  tra- 
sporto leggendario  della  S.  Casa  attraverso  le  re- 
gioni celesti,  è  sostituita  da  una  rozza  incisione  in 
legno,  priva  di  ogni  concetto  artistico.  Una  variante 
però,  di  carattere  internazionale,  trovasi  nelle  buste 
odierne;  queste  portano  impresse  su  tre  linee  oriz- 
zontali la  dicitura  poliglotta  seguente: 

POLVERI   DELLA    S.    CaSA    DI    LoRETO. 

POUSSIÈRE   DE    LA    S.    MAISON    DE   LORETTE. 

STAUB  VOM  HL.   HaUSE  VOX  LoRETTEX. 

(1)  Paj,'.  59-62;  lig.  36.'  e  37.'. 


138 


GIUSEPPE   BELLUCCI 


Così  italiani  e  stranieri  in  santa  armonia  utiliz- 
zano, e  molti  di  essi  ingeriscono  ancora,  quelle  pol- 
veri, che  sollevate  durante  i  pellegrinaggi  per  lo  at- 
trito sul  suolo,  ricadono  lentamente  e  si  accumu- 
lano sulla  supposta  S.  Casa  di  Nazareth  (1),  acqui- 
stando per  il  contatto  con  essa,  virtù  terapeutiche 
di  sicura  efifìcacia. 

7.  —  Medaglia  di  S.  Domenico  da  CocuUo. 


FiG.  T3.«  —  Medaglia  di  S.  Domenico  da  CocuUo:  amuleto  contro 
la  rabbia,  il  veleno,  il  dolore  dei  denti.  (Sulmona,  Aquila)  — 
Gr.  nat. 

Le  virtù  specifiche  deir  amuleto  sono  chiara- 
mente impresse  sul  rovescio  della  medaglia,  e  non 
più  in  latino   come  ne'  casi  precedenti,   ma  in  ita- 


li) Ho  detto  sìippostu  perché  anche  indipendentemente  da 
ogni  ra},àonamento  fondato  sui  principi  della  Filosofia  positiva, 
recentissime   publicazioni  del  barnabita  De  Feis  e  del  canonico 


Ili   FETICISMO    PRIMITIVO    IX    ITALIA  139 


li.-iiKi  ,1  tutti  iiitflli<;-il)ilc.  La  fiducia  in  tale  anuilet<i 
è  siaiza  limiti,  scj^-natauifutc  nella  rc^'idiic  aliruz- 
zcse,  ov' è  ritenuto  come  antiral)ico  ed  antiiiexral- 
g-ico  per  i  denti.  II  santo  è  rappresentato  nel  diritto 
della  niedaf>iia;  alla  sua  sinistra  r  l' imiiiaji'iiie  di 
un  dente  molare,  che  rappresenta  (piello  lasciato  in 
dono  dal  santo  a  Oocullo,  da  cui  derivano  le  virtù 
antinevralti'iclie  dell'amuleto.  A  destra  della  Hg'ura 
vedesi  impressa  la  torma  di  un  ferro  della  mula, 
che  soleva  condurre  il  santo,  ferro  lasciato  ancor 
esso,  unitamente  al  dente,  quale  presidio  salutare 
a  CocuUo;  dal  ferro  della  mula  derivano  le  \irtìi 
antirabiche  ed  antitossiche  dell'  amuleto. 

La  niedagiia  di  S.  Domenico  da  Cocullo.  l)e- 
nedetta  e  toccata  alle  reliquie  del  santo,  è  un  amu- 
leto accreditatissimo,  il  quale  ha  sostituito  amuleti 
pagani,  che  già  esistevano,  contro  il  dolore  dei  denti 
e  contro  i  veleni,  introducendo  però  nel  feticismo 
contemporaneo  il  concetto  della  virtù  antirabica,  che 
nella  mente  dei  feticisti  primitivi  non  si  era  formu- 
lato. 

Plinio  ricorda  (VII,  llj  che  da  Marso,  tiglio  di 
Circe,  ebbe  la  gente  Marsica  il  nome,  l'arte  de'  vene- 
fici e  quella  d'incantare  i  serj)!.  L'antico  mito  di 
Marso,  assunse  forma  e  caratteri  cristiani  e  passò,  in- 
torno al  milk',  in  8.  Domenico  da  Cocullo,  nel  quale 
si  conserva  tuttora,   integro  e  fiorente. 


Chevalier,  addimostrano  con  documenti  e  con  rigore  di  lnj^ica, 
che  tuttociò  elle  si  è  detto  e  si  ('■  pensato,  in  ordine  alia  S.  Casa 
di  Nazareth,  ed  al  suo  trasporto  dall'Oriente  a  Loreto,  con  fermata 
a  Tersatto,  non  ha  alcun  fondamento  di  verità  ed  è  il  risultato  di 
una  pura  e  grossolana  costruzione  lej^gendaria. 


140 


GIUSEPPE   BELLUCCI 


Medag-lione  di  S.  Antonio. 


PiG.  74."  —  Medaglione  in  bronzo  di  S.  Antonio  per  buoi  e  cavalli; 
amuleto  che  protegge  il  bestiame  dalla  morte  improvvisa, 
dalle  malattie  e  dalle  disgrazie  accidentali.  (Assergi,  Aquila) 
—  Gr.  nat. 


In  una  forma  di  scudo,  sormontata  da  una  co- 
rona nobiliare,  è  rappresentato  il  santo  in  piedi, 
avente  a  sinistra  raffigurata  la  testa  e  V  estremità 
anteriori    di    un    porco,  a  sinistra   una  fiamma   con 


IL   FETICISMO    PRIMITIVO    IN'    ITALIA  141 


lin<^iio  sinuose,  simboli  clic  acc()ini)aj;^nano  solita- 
mente la  figura  del  santo  e  la  rendi »no  facilmente 
riconoscibile  anche  ai  uhmu»  iiitdligi'nti. 

I^a  corona  nobiliare  che  sornKMita  lo  scudo  è  da 
Cdiirc.  lìerchè  (jucsto  titolo  gentilizio  possedeva  il 
ltro|iri<'tai"io  del  Ix-sti.-iiiie  ;i  cui  il  medaglione  ;i))- 
parteiieva;  altri  medaglioni  portano  invece  la  corona 
liaronale,  o  qutdla  da  marciiese  ;  come  n'esistono 
alcuni,  che  non  presentano  verun  simltolo  gentilizio, 
perchè  il  proprietario  del  l)estiame  non  era  insignito. 
Comunemente  i  medaglioni  sormontati  da  corona 
hanno  forma  di  scudo,  mentre  (|uelli  che  ne  sono 
sprovvisti  hanno  forma  circolare  ;  in  tutti  esiste  però 
superiormente  una  cappiola,  per  raccomandarli  alla 
cinghia,  cln-  li  sospende  o  sul  frontale  dei  buoi  o  dei 
cavalli,  o  sul  petto  di  questi  ultimi.  Nella  parte  in- 
feriore dei  medaglioni  notasi  poi  un  anello  od  un 
semplice  foro,  diretti  a  sostenere  un  fiocco  di  lana 
rossa,  che  al  concetto  ornamentale  unisce  la  virtù 
del  color  rosso,  contro  gli  effetti  sinistri  del  fascino. 

1  medaglioni  di  S.  Antonio  sono  comuni  nel- 
l'Abruzzo aquilano  e  nelle  regioni  umbra  ed  asco- 
lana, che  lo  conterminano  ;  sono  tutti  benedetti  dalla 
Chiesa  e  resi  sacri  nel  giorno  di  S.  Antonio  (17  gen- 
naio), quando  la  statua  del  santo,  collocata  sulla 
porta  della  chiesa,  beni'dice  con  tre  inchini  solenni 
tutto  il  bestiame,  schierato  in  beli'  ordine  sul  piaz- 
zale anteriore.  In  quel  giorno  sono  moltissimi  i  capi 
di  bestiame,  singolarmente  bovino,  che  portano  sul 
frontale  il  medaglione  protettore.  In  ogni  circostanza 
poi  in  cui  si  teme  dell'esito  delle  malattie,  come  du- 
rante i   parti    diffìcili,   il  colono  è  pronto   a   munire 


142  GIUSEPPE   BELLUCCI 


l'animale  del  medaglione  protettore,  che  suole  del 
resto  conservarsi  ordinariamente  come  vigile  custode 
nelle  stalle. 

1  medaglioni  di  S.  Antonio  esercitano  la  virtù 
protettiva  sul  bestiame  domestico  in  generale,  segna- 
tamente su  quello  bovino  ed  equino,  i  capi  dei  quali 
sono  di  maggior  prezzo.  Lo  preservano  dalle  disgra- 
zie accidentali,  dalle  malattie,  dalla  morìa  (1)  ;  as- 
sicurano r  andamento  normale  della  gravidanza  e 
dei  parti  ;  allontanano  le  streghe  ed  impediscono  gli 
effetti  sinistri  del  malocchio  ;  è  tale  la  fiducia  che 
si  pone  nell'efficacia  di  tali  medaglioni,  che  se  ca- 
sualmente vengono  a  perdersi,  gravi  preoccupazioni 
si  determinano  nell'animo  dei  contadini,  prevedendo 
disgrazie,  malattie  ed  anche  la  morte,  per  i  loro  ani- 
mali. E  ciò  addimostra  che  la  fede  non  è  riposta  nel 
santo,  idealmente  considerato,  ma  è  connessa  al  me- 
daglione che  lo  rappresenta,  come  si  verifica  del  re- 
sto per  tatti  gli  amuleti  o  feticci  pagani. 

Gli  esempi  addotti  addimostrano  ad  evidenza 
la  trasformazione  [)rofbnda,  che  hanno  subito  i  feticci 
primitivi  nella  forma  cattolica  della  religione  cri- 
stiana, e  confermano  l'esattezza  della  conclusione 
precedentemente  formulata  (2),  riguardo  alla  diff'e- 
renza  radicale  esistente  tra  il  feticismo  primitivo  e 
quello  derivato,  conseguente  dai  principi  di  una  for- 
ma religiosa,  che  si  ritiene  più  evoluta.  Le  rappre- 
sentazioni materiali  del  feticismo  primitivo  con  sim- 


ili Mortalità  dovuta  a  malattie  epidemiche  od  infettive. 
(2)  Pag.  7. 


IL    FETICISMO    PRIMITIVO    IN'    ITALIA  143 

boli  cristiani  iiiipiN'ssi,  e  (incile  avcjiti  un  cai-attfri- 
csscnzialniciitc  i-ristiaiio  nella  l'arnia  ed  un  si;i-in'li- 
cato  pag'ano  nella  sostanza.  |i<)iii;i>U(i  la  cnuelusioMf 
predetta  al  ripai'o  di  o<i-ni  (Uil»l)in. 

E  qni  è  o|)p()rtunn  rilevare  coiuc  nella  scelta 
deo-li  aniulcli,  che  do\cvaiiii  dimoslrai-c  la  [)i'osecu- 
zione  del  feticisnn)  primitivo  in  grembo  alla  n-lig-ione 
cristiana,  furono  preteriti  g'ii  eseni})lari  ]>iù  tipici, 
anzitutto  i)erchè  alcuni  rappresentavano  un'  emana 
zione  diretta  della  sui)rema  autorità  della  Chiesa  cat- 
tolica, ov\-ero  quella  di  una  collettività  di  ministri 
del  culto  da  essa  dipendenti  ;  in  secondo  luogo 
perchè  le  virtù  specifiche  attribuite,  si  trovavano 
chiaramente  espresse  in  og-ni  amuleto,  o  con  segni 
tli  scrittura,  o  con  simboli  tìg-urati.  Ove  g:li  esempi 
addotti  non  si  fossero  mantenuti  in  questi  limiti  ri- 
stretti, ma  sufficienti  allo  scopo,  la  descrizione  dei 
feticci  cristiani,  muniti  di  virtù  sopranatui'ali  di  ca- 
rattere pagano,  avrebbe  vagato  in  un  cam])o  senza 
confini,  r  estensione  del  quale  è  meglio  additare 
semplicemente,  di  quello  che  rilevarne  gì'  intiniti 
particolari  per  tentare  di  percorrerlo. 

E  notevDlissimo  dilatti  il  numero  delh-  reli(|uie 
cristiane  e  di  oggetti  avi^nti  carattere  sacro,  a  cui 
furono  poi  attribuite  virtù  sopranaturali,  che  per  il 
latto  di  non  portare  impressa  alcuna  designazione, 
non  apijariscono  gcmeralinente  quali  amuleti  o  feticci 
air  occhio  dell'  osservatore  superficiale,  che  li  ri- 
guarda invece  quali  semplici  oggetti  di  culto.  E  fa- 
cile comprendere  del  resto,  come  la  religione  cri- 
stiana nella  sua  forma  cattolica,  essendo  andata  ad 
infrantix'rsi  nei  criteri  fondamentali  del  teticismo,  sia 


144  GIUSEPPE    BELLUCCI 


per  necessità  di  adattamento,  sia  per  il  principio 
psicologico  di  acquetare  con  forme  facilmente  com- 
prensibili le  coscienze  timorose,  abbia  determinato 
la  conseguenza,  che  i  fedeli  alle  sue  dottrine  ne  se- 
guissero spontaneamente  lo  esempio,  ed  esplicassero 
i  loro  sentimenti  religiosi  nella  forma  medesima, 
seguita  dalle  menti  piii  tarde  ed  ottuse  dei  primitivi 
dell'Umanità.  E  tal  conseguenza  ebbe  a  manifestarsi 
anche  più  fàcilmente,  perchè  in  seno  della  stessa 
Società,  ove  i  principi  cristiano  -  cattolici  vengono 
mantenuti  e  diffusi,  si  trovavano  di  già  individui, 
elle  indipendentemente  da  ogni  suggerimento  diretto 
o  indiretto  della  Chiesa,  proseguivano  per  lontana 
tradizione  o  consuetudine  a  manifestare  in  forma 
feticistica  i  propri  sentimenti  religiosi. 

Così  una  delle  grandi  religioni,  che  pure  ha  il 
vanto  di  essere  la  più  evoluta,  addivenne  essenzial- 
mente feticistica,  e  non  ostante  le  alte  idealità  che 
la  informano,  incomprensibili  al  maggior  numero 
de'  suoi  proseliti,  si  mantenne  e  si  mantiene  all'uni- 
sono per  il  lato  feticistico,  con  le  più  semplici  e  po- 
vere manifestazioni  del  sentimento  religioso,  carat- 
teristiche delle  tribù  selvaggo  dell'  Umanità. 


CAPITOLO  V. 


Notammo  fflù.,    che   dal    punto    di     visl;i     iisicolo-  Mutamento 
.,                           .    ,.                         ,,,...                   .      .  "<?'  l'oncft- 
gico    il    concetto    informatore    del    reticisnio    primi-  to  psicoio- 
.      .                             ,...,,,,..  cico   infor- 
tivo SI  riassumeva  nel  principio  dellanimismo,  per  matoro  doi 

il  quale  agli  occhi  del  selvaggio,  dell'uomo  di  men-  '^^'"''■'• 
talità  inferiore,  del  credente  in  generale  nelle  virtù 
dei  feticci,  tutti  i  corpi  si  ritengono  dotati  di  vita, 
di  volontà,  di  passioni,  conformi  a  quelle  che  nel- 
l'uomo stesso  si  verificano  (1).  Notammo  pure  che 
con  lo  sviluppo  intellettuale  di  gran  parte  dell'Uma- 
nitA,  questo  concetto  fondamentale  deiranimismo  si 
riconobbe  erroneo,  di  guisa  che  gli  oggetti  naturali 
non  ebbero  più  agli  occhi  di  molti,  e  singolarmente 
degr  intelligenti,  quell'animazione  intrinseca,  quel- 
l'energia propria,  che  un  giudizio  infantile  aveva  loro 
assegnato  o  prosegue  ancora  ad  attribuire  ad  essi. 

Conseguentemente  a  ciò  bisogna  ammettere,  che 
un  certo  cambiamento  si  è  verificato  nella  concezione 
psicologica  dei  feticci;  per  il  feticista  primitivo  di- 
fatti le  virtù  che  si  conferiscono  ai  feticci  od  agli 
amuleti,  sono  un'emanazione  di  quell'energia,  insita 
naturalmente  in  essi,    che  il    feticista   con   un   sem- 

(1)  Pag.  15. 

40 


146  GIUSEPPE    BELLUCCI 


plico  atto  volitivo  evoca  nel  momento  opportuno,  per 
vederla  esplicata  ad  un  fine  determinato.  Invece  per 
il  feticista  derivato  o  conseg-uente  da  forme  religiose 
superiori,  come  ad  esempio  dalla  forma  cattolica 
della  relig-ione  cristiana,  i  feticci  non  posseggono 
naturalmente  virtù  specifiche.  Perchè  queste  possano 
esplicarsi,  è  necessaria  una  sorta  di  preparazione, 
mercè  pratiche  rituali  diverse,  le  quali  investono 
dello  spirito  sacro  gli  oggetti,  da  cui  possono  ema- 
narsi poi  virtù  feticistiche  sopranaturali.  E  si  noti, 
che  se  l'amuleto  o  feticcio  proviene  direttamente  da 
ministri  del  culto,  che  gerarchicamente  possono  ap- 
partenere a  gradi  differenti,  le  virtù  possono  essere 
conferite  anche  nell'atto  stesso,  in  cui  le  operazioni 
rituali  rendono  sacro  l'oggetto  (esempio  tipico:  Agnus 
Dei  in  cera)  ;  mentre  se  l'amuleto  o  feticcio  vien  for- 
mato spontaneamente,  da  un  semplice  seguace  delle 
dottrine  cristiano-cattoliche,  le  virtù  feticistiche  po- 
tranno essere  differenti  ed  evocarsi  al  momento  op- 
portuno, come  nel  caso  dei  feticci  primitivi  ;  (esem- 
pio tipico:  ìnedaglia  di  S.   Benedetto). 

Rilevata  questa  differenza  esistente  dal  lato  psi- 
cologico nell'essenza  dei  feticci  primitivi  e  di  quelli 
emananti  da  una  delle  forine  religiose  superiori,  bi- 
sogna notare  come  gli  amuleti  o  feticci  di  queste 
due  diverse  provenienze  vainio  dipoi  a  ritrovarsi 
all'unisono,  quando  nella  vita  pratica  esercitano  le 
virtù  in  essi  esistenti,  o  naturalmente  possedute,  o 
virtualmente  conferite.  Per  l'andamento  normale  dei 
parti  tanto  varrà  difatti  una  pietra  gravida  (pag.  92), 
quanto  un  Agnus  Dei  in  cera  (pag.  121)  ;  per  com- 
l)attere  o  fugare   gli  spiriti   maligni,  sotto  forma  di 


IL    FETICISMO    PRIMITIVO    IN    ITALIA  111 


Streghe  o  di  drmoni,  tanto  varrA  la  pietra  strcj^o- 
nia  (pag.  100),  (|uanto  la  medaglia  di  S.  Anastasio 
(pag.  131);  per  non  tcnin-c  degli  effetti  dannosi  di 
nuove  fulminazioni,  sarà  egualmente  cftìeaec  di  pos- 
sedere un  preteso  fulmine  (pag.  72 1.  oppure  di  esser 
muniti  della  classica  l)enedizione  di  S.  Francesco 
(pag.  128).  L' effetto  suggestivo  sani  in  (piesti  casi 
egualmente  raggiunto,  o  con  uno,  o  con  l'altro  amu- 
leto, indipendentemente  dal  concetto  psicologico  che 
fu  seguito,  per  riconoscen»  ed  ammettere  le  virtù 
si)ecitìche  nelle  due  sorta  di  amuleti,  il  i)rimitivo 
od  il  derivato. 

Mentre   però   attraverso  i   secoli   vh^w   a   verlfì-        catriono 

,  .  ,  ,.       ,  i'ondanien- 

carsi    questo    cambiamento   nel  concetto    fondamen-   tale,  (icter 

tale  relativo  all'  essenza  degli  amuleti  o  feticci,  un  feùclsino. 
altro  principio  restò  invece  sempre  integro,  dai  pii!i 
lontani  tempi  ad  oggi,  quello  cioè  che  guidò  e 
guida  l'uomo  a  premunirsi  di  amuleti  o  feticci,  a 
cui  come  ad  àncora  di  salvezza  si  affidò  e  si  affida 
tanta  parte  dell'Umanità.  Per  quanto  s'iiulaghi  e  si 
rifletta,  nessun  sentimento  umano  può  addivenire 
ragione  sufficiente  e  perenne  della  manifestazione  del 
feticismo^  come  il  sentimento  della  paura,  che  ri- 
specchia quello  della  propria  conservazione.  E  alla 
paui'a  ed  a'  suoi  tormenti,  che  noi  dohl)iamo  l'origine 
e  la  i)ersistenza  di  una  pratica,  che  dall'epoche  pre- 
istoriche giunse  sino  a  noi  ;  che  si  manifesta  nel- 
l'ignorante  come  nell'uomo  intelligente;  nel  selvag- 
gio ateo,  come  nel  civilizzato  credente  in  Dio. 

Se  dal  punto  di  vista  del  razionalismo,  e  quando 
ancora  lo  studio  comparato  delle    religioni    non  era 


148  GIUSEPPE   BELLUCCI 


iniziato,  si  riconobbe  esatto  1'  aforismo  di  Petronio, 
«  primuH  in  orbe  Deos  fecit  timor  »,  altrettanto  esatto 
e  corrispondente  al  vero  deve  riguardarsi  il  prin- 
cipio, pel  quale  alla  medesima  causa  da  cui  deriva- 
rono le  divinità,  deve  assegnarsi  la  creazione  degli 
amuleti  o  feticci,  i  quali  rappresentano  un'emana- 
zione dell'intelligenza,  più  semplice  di  quella  che 
concerne  le  piìi  elevate  idealità  religiose. 

Non  avendo  in  se  stesso  sufficiente  energia  mo- 
rale e  materiale,  per  fronteggiare  impavido  le  molte 
avversità,  sia  naturali,  sia  da  altri  determinate, 
l'uomo  trovò  facile  scampo  nel  riporre  cieca  fede 
in  oggetti  diversi,  1'  uno  più  singolare  dell'  altro,  i 
quali  portati  sulla  persona  o  collocati  sulle  pareti 
delle  abitazioni,  portati  dagli  animali  o  appesi  ai 
rami  delle  piante,  valessero  ad  allontanare  pericoli, 
vincessero  la  forza  di  mali  minacciosi,  si  riguar- 
dassero insomma  come  sicuri,  infallibili  presidi  con- 
tro ogni  sorta  di  avversità  nel  faticoso  cammino 
della  vita 

Il  sentimento  della  propria  debolezza,  ingenerato 
dalla  paura,  viene  per  tal  guisa  sostituito  da  quello 
di  una  forza  indomita,  che  determina  il  coraggio 
nelle  imprese  più  ardite,  la  tranquillità  dell'animo 
nelle  circostanze  più  controverse;  e  sotto  questi  au- 
spici, che  pur  provengono  da  un  semplice  ed  inav- 
vertito effetto  di  suggestione,  l'uomo  timoroso  sugge- 
risce a  so  stesso  con  calma  e  serenità,  quale  sia  la 
miglior  linea  di  condotta  nelle  molteplici  vicissitu- 
dini della  vita. 

Raccogliendo  amuleti  nelle  diverse  regioni  di 
Italia  e  trovandomi  il  più  delle  volte  a  contatto  con 


IL    FETICISMO    l'KIMIlIVO    IN    ITALIA  11!» 


persone,  nelle  (|a;ili  l'evoluzione  int»MlettU!il<'  ii<m 
ebbe  eainpo  di  manifestarsi,  io  rimaneva  meravifj;liato 
nel  sentire,  con  (|uanta  intima  eonvinzionesi  asserisse, 
essere  impossibile  temen;  del  malocchio,  possedendo 
una  pietra  dall'occhio  (pag\  52),  temere  delie  fulmi- 
nazioni, quando  si  è  in  possesso  di  mi  lulmine  ca- 
duto {\y,\g.  72);  temere  delle  stre<»-he,  (piando  si  lia 
la  ventura  di  possedere  la  pietra  strep)nia.  dai  punti 
innumerevoli  ed   innumerati  (pag.   100). 

Ed  è  ricorrendo  allo  stesso  sentimento  della 
paura,  che  può  spiegarsi  il  fatto  apparentemente  sin- 
golare ed  inconcepibile  a  prima  giunta,  che  la  liducia 
riposta  nelle  virtù  degli  amuleti  non  è  una  carat- 
teristica delle  sole  genti  al)brutite  dall'  ignoranza,  ma 
si  rileva  eziandio  in  persone  intelligenti  e  fu  notata 
pili  volte  anche  in  alcuno,  che  nelle  vie  diverse 
della  civiltà  tracciò  solchi  profondi  ed  indelebili. 

Egli  è  che  l'uomo  dòtto,  il  soldato  più  corag- 
gioso, r  atleta  più  robusto,  mentre  determinano  in 
noi  la  più  sincera  ammirazione  per  i  risultati  della 
profonda  dottrina,  per  le  imprese  guerresche  più  ar- 
dimentose compiute,  per  la  straordinaria  energia  mu- 
scolare, che  taluno  di  essi  può  presentare,  non  sono 
d'altro  lato  affatto  scevri  di  sentimenti  di  debolezza 
verso  alcune  cause  esteriori,  che  loro  si  presentano 
la  prima  volta;  oppure  se  anche  note  per  antece- 
dtMiti  impressioni,  temute  fortemente  per  gli  effetti 
sinistri  che  determinarono.  Suggestionato  da  codesti 
effetti,  ovvero  dubitoso  dinanzi  ad  effetti  ignoti, 
l'uomo  rimane  nella  circostanza  invaso  da  un  sen- 
timento di  debolezza  così  manifesto,  da  temere  for- 
temente  della   sua   conservazione  ;  la  ragione   resta 


150  GIUSEPPE   BELLUCCI 


in  tal'  incontri  così  fattamente  schiava  del  timore, 
che  in  quel  momento,  di  fronte  a  quella  determi- 
nata contingenza,  l'uomo  dòtto,  il  guerriero,  l'atleta, 
valgono  quanto  il  contadino,  il  pastore,  il  selvaggio 
contemporaneo. 

Si  provi  a  rinfrancarli  con  parole  persuasive, 
ad  ispirare  loro  coraggio,  a  far  conoscere  che  fu- 
rono presi  da  un  timore  esagerato  ;  non  si  riesce  a 
nulla.  Si  sussurri  invece  all'  orecchio  di  poter  loro 
procurare  un  oggetto,  che  con  la  sola  presenza  po- 
trà salvarli  dalla  fortissima  impressione  di  sgo- 
mento da  cui  furono  dominati,  e  voi  li  vedrete  ria- 
nimarsi di  un  tratto,  confidare  nella  forza  ignota, 
ma  facilmente  creduta  di  un  oggetto,  che  il  piìi 
delle  volte  sarà  insignificante  ;  sfidare  il  pericolo 
prima  temuto,  riconoscerne  poi  l' inesistenza  o  V  e- 
sagerata  entità,  e  dichiarare  di  essere  stati  vinti  da 
un  sentimento  irresistibile  di  angoscia  timorosa,  che 
senza  1'  aiuto  di  un  amuleto  efficace  non  avrebbero 
mai  potuto  vincere. 

Potrei  citare  molti  esempi  a  provare  quanto  as- 
serisco, poiché  dopo  avere  avuto  occasione  di  rac- 
cogliere amuleti,  di  conoscere  i  molti  particolari 
delle  virtìi  ad  essi  assegnate;  dopo  aver  acquistato 
la  convinzione  della  illimitata  fiducia,  che  le  per- 
sone timorose,  ignoranti  o  còlte  ripongono  in  essi, 
più  volte  ho  profittato  di  alcune  circostanze  propizie 
per  farne  soggetto  di  studio. 

Valendomi  degli  amuleti  raccolti  lio  procurato 
difatti  di  dominare  con  essi  le  diverse  manifesta- 
zioni della  paura,  di  cui  intravedeva  l'esistenza  nelle 
persone   che   formavano  il  soggetto   del  mio  studio. 


IL   FETICISMO    PRIMITIVO    IN    ITALIA  If)! 

Ed  in  questo  indirizzo  di  ricerche  ebbi  anche  cir- 
costanze opportune  per  notare,  che  aUorf|iiando  da 
una  persona  tiiiiorosa  si  può  sapere,  che  l'anuih-to, 
di  cui  el)be  il  i)ossesso,  riusci  ;^ià  in  più-cedenza 
con  hi  sua  virtù  intrinseca  a  debellar»'  una  malat- 
tia, a  far  superare  un  pericolo,  a  scongiurare  gli 
effetti  sinistri  di  uno  jettatore,  la  fiducia  aumenterà 
senza  limiti,  e  l'oggetto  fatato,  sel)bene  insignificante 
l>er  sé  stesso,  non  sarà  soltanto  gelosamente  custo- 
dito, ma  come  abliiamo  veduto  per  la  maggior  parte 
di  essi,  si  circonderà  di  forme  diverse  di  culto  e 
l'iceverà  una  profonda  venei'azione. 

Lo  stesso  sentimento  della  paura,  che  concorre 
ad  interpretare  la  fede  negli  amuleti  o  feticci,  pos- 
sibile a  dimostrarsi  e  nell'  ignorante  e  nello  intelli- 
gente, riesce  a.  si)iegare  la  persistenza  del  feticismo 
primitivo  e  di  quello  accortamente  modificato,  nelle 
diverse  fornu'  delle  religioni  superiori,  tra  le  quali, 
come  abbiamo  già  veduto,  in  quella  cristiano-catto- 
lica. I  riformatori,  gli  apostoli,  i  sacerdoti  in  gene- 
rale di  molte  credenze  religiose,  non  poterono  e  non 
possono  non  riconoscere,  che  l'uomo,  considerato  in 
generale,  non  giunge  a  comprendere  le  alte  idealità 
delle  religioni  dette  superiori.  Per  calmare  le  appren- 
sioni dello  spirito  nelle  molteplici  e  diverse  contin- 
genze della  vita,  per  acquetare  i  tormenti  ingenerati 
dalla  paura,  ò  necessario  che  l'uomo  ponga  fiducia 
in  qualche  cosa  di  materiale,  di  tangibile,  che  im- 
pressioni profondamente  i  sensi  e  non  rimanga,  ))rin- 
cipio  astratto,  invisibile  nelle  nebulosità  dei  cieli. 
Profittando  dei  principi  dell'animismo,  studiosamente 
adattati,   i  ministri  del  culto  delle  divc^-se   religioni 


152  GIUSEPPE   BELLUCCI 

videro  e  vedono  perciò  l'opportunità  d'investire  og- 
getti  diflferentissimi  di  particolari  virtù,  facili  ad  es- 
ser comprese  e  ritenute  come  reali  anche  dalle  menti 
infantili.  Così  venne  a  stabilirsi  la  piìi  corrispon- 
dente analogia  con  quei  concetti  psicologici  del  fe- 
ticismo, che  l'Umanità  primitiva  o  selvaggia  adottò 
e  prosegue  ad  adottare  per  esprimere  i  sentimenti 
di  carattere  religioso  ed  il  feticismo  addivenne  gra- 
duatamente un  carattere  di  tutte  le  forme  religiose. 
In  conseguenza  di  ciò  1'  uomo,  o  si  trovi  a  sa- 
lire i  primi  gradini  della  scala  interminabile  dello 
incivilimento,  oppure  ne  abbia  di  già  ascesi  parec- 
chi, ricorse,  e  ricorre  alla  creazione  ed  alla  vene- 
razione degli  amuleti  o  feticci,  perchè  il  concetto 
psichico  che  li  stabilisce,  si  adatta  alle  intelligenze 
pili  tarde,  calma  le  apprensioni  delle  intelligenze 
più  aperte,  suggestiona  tutti  coloro  che  son  presi 
dalla  paura,  alterazione  della  mente,  che  per  una 
causa  o  per  l'altra  può  incogliere,  con  forma  più  o 
meno  grave.   (]uasi  tutti  i  componenti  dell'Umanità. 

Kpiio^o.  Gli  argomenti  trattati  posero  anzitutto  in  rilievo 

l'essenza  del  feticismo  primitivo^  che  Comte  chiamò 
fondamentale,  e  la  ditterenza  che  deve  stabilirsi  tra  le 
manifestazioni  feticistiche  primitive,  corrispondenti 
a  quelle,  che  appariscono  presso  le  genti  selvagge,  e 
le  manifestazioni  feticistiche  derivate  o  conseguenti, 
le  quali  emanano  da  forme  di  religioni  dette  supe- 
riori (Gap.  I). 

Le  molte  comparazioni  poste  in  evidenza  nel 
capitolo  secondo  addimostrarono  poi,  che  le  genti 
italiane  odierne,  lu'oseguono  a  riporre  fiducia  su  fé- 


IL    FETICISMO    l'IM.MiriVO    IX    ITALIA  li'»;} 


ticci  cunt'oniii  e  cunsimili  a  (|IR'11ì,  di  cui  si  preval- 
sero i  loro  antecessori,  vissuti  non  solo  nei  periodi 
archeolog'ici  delle  civiltà  etrusca  e  romana,  ma  nel- 
l'epoca pi'eist(n'ica  eziandio,  e  seg'iuitanu'nte  nel  pe- 
riodo della  ijrima  età  del  ftu'ro  (Cai).   II). 

Indipendentemente  da  ciò,  molte  delle  genti  ita- 
liane vissute,  e  molte  di  quelle  contemporanee,  pro- 
seg'uii'ono  ad  estrinsecare  il  concetto  psicolog^ico  in- 
tbnnatore  del  feticismo  primitivo  con  la  creazione 
di  amuleti  o  feticci  recenti,  suggeriti  da  circostanze 
complesse  e  dissimili,  che  per  lo  addietro  non  si 
erano  presentate,  e  che  di  necessità  dovevano  de- 
stare nuove  manifestazioni  feticistiche  (Gap.  III). 

Parallelamente  a  questa  continuazione,  molte 
l'orme  feticistiche  primitive  penetrarono  in  seno  alla 
forma  religiosa  cristiano-cattolica  e  da  essa  vennero 
accettate  ed  ammesse  nelle  forme  esteriori  del  culto, 
sia  dopo  averle  investite  di  carattere  sacro,  mercè 
r  atto  rituale  di  una  semplice  benedizione,  sia  col 
derivarne  forme  singolari  di  adattamento,  sia  infine, 
col  produrre  feticci  nuovi,  aventi  un'essenza  esclusi- 
vamente cristiana,  nui  una  veste  esteriore  di  attri- 
buti pagani,  corrispondenti  a  quelli  assegnati  agli 
amuleti  o  feticci  primitivi  (Gap.  Ili,  IV). 

E  come  si  veritìcò  questo  mutamento  nelle  forme 
e  nelle  sostanze,  si  manifestò  pure  col  volger  del 
tempo  un  cambiamento,  nel  concetto  psicologico  in- 
formatore dei  feticci.  Rilevato  il  quale,  fu  indagato 
qual  si  fosse  il  principio  fondamentale  determinante 
le  manifestazioni  feticistiche,  e  si  trovò  che  questo 
corrispondeva  al  sentimento  della  paura.  Sentimento 
generale,  che  spiega  le  povere  ed  uniche  manifesta- 


154 


GIUSEPPE   BELLUCCI 


zìoni  di  carattere  religioso  dell'  umanitA  nascente 
e  le  manifestazioni  feticistiche  inerenti  alle  religioni 
superiori;  che  spiega  come  il  selvaggio  e  l'uomo 
civilizzato,  r  ateo  ed  il  teista,  abbiano  reagito  e 
reagiscano  con  singolare  uniformiti  d' intenti,  di- 
nanzi agli  stimoli  tormentosi  della  paura,  procu- 
rando di  superare  con  gli  stessi  mezzi  le  tante  dif- 
ficoltà, che  si  frappongono  allo  incedere  tranquillo 
e  felice  dalla  vita  umana  (Gap.  V). 


1^^ 


INDICE 
degli  argomenti  e  delle  illustrazioni 


CAPITOLO  I. 

('"eticismo  in  generale l'ay.      1 

Differenza  tra  il  feti(ùsino  pi-iniiiivo  eil   il   fetici- 

■*nio  derivato  .        .  »        5 

I-'asi  del  (eticisnio  e  passanrf^io  al  politeismo.        .       »        7 

Amuleti  italiani  contemporanei »       10 

L'animismo,  principio  lllosolico   informatore  del 

feticismo »       l:i 

Persistenza  del  feticismo  primitivo  nella  Società 

odierna  italiana  (Fig.  l»-?") »       H> 

CAPITOLO  II. 

Amuleti   preistorici  e   protoistorici  —  Compara- 
zioni con  gli  amuleti  contempoi'anei  IKig.  S.^-Só.")      .       »       2'J 
Deduzioni  derivanti  dalle  comparazioni  precedenti        »       óa 

CAPITOLO  IH. 

.Vmuleti  primitivi  ed  amuleti  recenti      ...»       .55 

Amuleti  recenti,  destituiti  di  carattere  sacro  ([-"i- 
gure  36."-38.") '....»       57 

Amuleti  recenti,  destituiti  di  carattere  sacro, 
aventi  però  qualche  relazione  con  oggetti  sacri.        .       »       55) 

Amuleti  recenti  risultanti  da  mescolanze  di  og- 
getti con  carattere  sacro  ed  altri  destituiti  di  tale 
carattere »       65 

CAPITOLÒ  IV. 

lulluenza  della  religione  cristiana  sugli  amuli'ii 
derivanti  da  credenze  feticistiche  primitive       .        .        •      70 


158 


GIUSEPPE   BELLUCCI 


Esempi  di  forme  di  adattamento. 


Serie  prima.  —  Fulmini  e  pietre  del  lulmine  (Fi- 
gure 39."-41.") Pafj.    72 

Serie  seconda.  —  Saette  o  pietre  delle  saette  (Fi- 
gure 42."-47.") »       77 

Serie  terza.  —  Pietre  sanguigne  o  del  sangue 
(Fig.  48.»-49.") 

Serie  quarta.  —  Pietre  della  gravidanza  o  pietre 
gravide  (Fig.  .")0."-51.") 

Serie  quinta.  —  Legno  stregonio  (Fig.  52.»)    . 

Serie  sesta.  —  Pietre  stregonie  o  contro  le  streghe 
(Fig.  53.a-56.").        .        .  ...... 

Serie  settima.  —  Chiavi  per  il  mal  caduco  (Fig.  57.") 

Serie  ottava.  —  Chiavi  contro  le  convulsioni  in- 
fantili (Fig.  58.''-60.a) 

Serie  nona   —  Unghia  della  gran  bestia  (Fig.  61.") 

Serie  decima.  —  Crescenti  lunari,  ranocchielle, 
rospi,  immagini  di  S.  Donato  (Fig.  62."-66.") .        .        .       »      113 


» 

87 

» 

92 

» 

97 

» 

W) 

» 

104 

» 

108 

» 

111 

Esempi  di  amuleti  cristlvni. 


1.  .ignus  Dei  in  cera  (Fig.  67.»)  .... 

2.  Benedizione  di  S.  Francesco  (Fig.  68.") 

3.  Medaglia  di  S.  Andrea  .Wellino  (Fig.  69."). 

4.  Medaglia  di  S.  .\nastasio  (V\\i.  70.") 

5.  Medaglia  di  S.  Benedetto  (Fig.  71.")     . 

6.  Polvere  delle  S.  Mura  della  S.  Casa  di  Loreto 
(Fig.  72.") 

7.  Medaglia  di  S.  Domenico  da  Cocullo  (Fig.  73." 

8.  Medaglione  di  S.  Antonio  (Fig.  74.")     . 

CAPITOLO  V. 

Mutamento  nel  concetto  psicologico  informatore 

dei  feticci 

Cagione  fondamentale  determinante  il  feticismo. 
Epilogo 


» 

121 

» 

128 

» 

130 

» 

131 

» 

133 

» 

135 

» 

138 

» 

140 

»  145 
»  147 
»      152 


TKADIZIOM  POPOLvVRI  ITALIANE 


N.  1.  —  La  grandine  nell'Umbria,  con  note 
esplicative  e  comparative  e  con  illustra- 
zioni ......         L.  2,50. 

N.  2.  —  Il  feticismo  primitivo  in  Italia,  e  le 

sue    forme  di  adattamento,  con  74  illustra- 
zioni ......         L.  4,00. 

In  carta  distinta        .         .         ."^      »    5,00. 

In   f^iBEPARA^ONE  : 

\.  '■>.  Una  pagina  di  psicologìa  popo- 
lare; gli  Amuleti. 

ÌV'.  4.  Il  ful|nine    nelle    tradizioni    popolari 

antiche  vv-iiC)derne. 


Prezzo  del  presente  volume  L.  4. 

Rivolgere  dimande  e  cartoline-vaglia  all'  Unio- 
ne Tipof/raficci  Cooperntiva  in  Perugia. 


1IWT:rJf'5^:3  1QV151960 


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UNIVERSITY  OF  TORONTO  LIBRARY 


GN  Bellucci,  G^iuseppe 

^^  Il   feticismo  primitivo  in 

B4.  Italia.